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Full text of "La gloria del cavallo. Opera dell' illvst. sig. Pasqual Caracciolo...Di nuouo ricorretta, e ristampata: & in quest' vltima edittione aggiunteui le postille .."

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C.E.RAPPAPORT 

LIBHI  RARI    I 

ROMA 


DUKE 

UNIVERSITY 

LIBRARY 

Treasure  %oom 

LA  GLORIA       :   - 

DEL  CAVALLO- 

OPERA  DELL'ILLVST.  SIC. 
PASQVAL    CARACCIOLO» 

Dim fa  in  dieci  Libri  :  ;    •      " 

-Ne'  quali,  oltre  gli  ordini  appartenenti  alla  Caualleria,  (i  deferiuono  tutti 
i  particolari,  die fono.n ecetfVij  nell'allenare ,cuftodire  ,  maneggiare, 
&  curar  Caualli  ;  accomodandoti!  eflempi  tratti  da  tutte  i'Hiitorie  an- 
tiche »  e  moderne;  con  indurirla,  &giudicio  dignifTìmo  d'erTereauuer- 
tito  da  ogni  Caualiere^ . 

Di  intono  ricorretta -,  e  rijìampata  :  &  in  quefì'vltima  edittione  aggiuntati  le 
pofiille  xe  t  K e  libri  di  do.  ììnt  o-n  io  Cito  2^{a-  . 
politane,  ne'  quali  fi  tratta  delle  infirmità  che  auuengono 
al  Cauallo ,  &  alette ,  co"  rimeàij  dì  ejìe . 

CON     DVE     TAVOLE    COPIOSISSIME, 
vna  delle  cofe  Notabili  >  &  Tal  trapeli  e  cofe  Medicinali . 

CON     PRIVILEGI. 


I  N  ■  V  E  NE  T  I  A, ._ 

Appretto  Bernardo  Giunti,  Gio.  Battifta  Ciotti ,- &  Compagni ♦  KxDluI*. 

Ios-Rcn-cfi 
imperiali? 


M    D    C    V  I  I  I. 


/ 


3o3^    •■ 


AL  SERENISSIMO  SIG- 

DON    ALFONSO  II.  D'ESTE 
DVCA  Di  FERRARA  V.  Òcc 

ARlI)  e  molti  fono,  Screniflfi- 
mo Signore,  i diletti  degli  huo- 
mini ,  &  in  quella  moltitudine, 
e  varietàj  quei  diletti  fono  da  et 
ler  maggiormente  lodati,  che  più 
s'approflimano  alla  nobiltà,  & 
à  Tvtile:  poiché  e  nelPvno,  e  nel- 
l'altro di  quelli  fini  fi  icorge  più  facilmente,  e  Tin- 
tentione,  eia  maturità  del  giuditio  altrui.  Quindi 
nenato,checonfiderando  io  quanto  l'Altezza  Vo- 
ftra  Sereni  Ili  ma  habbia  fempre  hauuto  caro  di  ha- 
uerenobiliffimi,  &  belliffimiCaualli,  diletto  non 
meno  nobiliflìmo  che  vtiliflìmo;  di  che  chiara  tefti- 
monianza  ne  fa  Thauer  nelle  molte  Italie  fue  infinito 
numero  della  più  fuperba  ,  e  bella  razza  di  caualli 
d'alcun  altro  Principe  dìtalia;  Hauendofi  horari- 

a     i         ftampata 


ftampata  nelle  (lampe  noftre  la  Gloria  del  Cauallo, 
opera  d'vn  llluilre  Caualier  Napolitano,neJla  quale 
con  molta  dottrina,  e  con  infinita  vaghezza  di  itile 
fi  ragiona  di  tutti  gli  ordini  frettanti  alla  caualìeria  , 
eiidefcriuonotutte  quellecofe,  che  fono neceflarie 
ad  alleuare,  cuftodire,  maneggiare,  &  curare  quello 
fi  nobile  animale,  con  raggiunta  di  nuouo  d'altri 
Tre  Libri •  Me  parfo  bene  dedicarla  àV.A.  Sere- 
niflìma,  sì  per  lo  diletto,  che  Itimo  prenderà  talho- 
ra  in  leggeri  a  j  sì  perche  da  quello  piccioliflìmo  fe- 
gno  della diuotion molta, &certiiTìm a  mia  feruitd 
verfo  lei,  fcuopia  vn  ardenti/limo  defiderio  e  ho 
fempredifèruirla,  &  riuerirla,lè  più  s'eftendeife  il 
mio  potere ,  in  cole  maggiori:  onde  in  vece  delPope- 
rationi,riconolceràil  buon'animo,  col  quale  le  do- 
no il  prefente  Libro,  e  le  prego  daNoftro  Signore 
ogni  felicità.    Di  Venetia  adi  1 5.  Maggio  15  89. 

Di  V.  A.  Sereniffima 

Deuotiffimo  feruidore 

Giouanni Giolito  de' Ferrari. 


P  A  S  Q_V  A  L 

CARACCIOLO^ 

A'      GIOVAMBATTISTA, 

e  Francefcofuoi  amati  figliuoli . 


VA  NT  0  fi  a  per  naturai  ragione  obli- 
gato  il  padre  ad  ammaestrare  coloro  y 
ch'ejjò  ha  generati  3  fi  come  il  nutrirli 
per  qualche  tempo  par  ch'alia  madre  più 
fi  conuengay  nonfolamente  i  Filojòfijfc) 
datori  delle  leggi  thanno  commune- 
mente  infegnato  y  &  ordinato  s  magli 
Beffi  animali  bruti  ancora  ne  porgano  ordinariamente  chan /fi- 
mi ejfempi  5  cia/cun  di  efì  injègnando  à  tfùoi  parti,  come  hab- 
biano  asolare  >  a  nuotare ,  a  correre  ,  come  a  procacci  are  il 
njiuere^  come  a> fichi  far  t in  fi  die >  duellandogli  finalmente 
A  tutte  le  anioni  alla  lorofpetie  necejfarie  .  8  fi  molte  ruolte 
fi  <z>ede  molti  huomini porre  Vna  efquifita  diligenza  in  coltiua 
rey  O*  inajfiare  *vna  pianta  ,  ch'effi  di  propria  mano  habbiano 

poffa 


fosla  in  qualche  loro  giardino ,  accioche  toslo  eUa/t<z>egga  di 
"laghi  fiori,  &  di  fuaui  frutti  ripiena  y  &  adoma  ,•  Qua nto 
maggior  diletto  naturalmente  dee  fèntirvrì  huomo  in  procu- 
rar 3  (tìvna  creatura  di  tanta  eccellen  j, ,  come  ejfo  huome  > 
formata  dal  fuo  fangue  y  nefca  tale ,  ch'egli  h abbi  a  più  to- 
Bo  a  gloriar  fi  con  infinita  contentezza  di  lafciar  qua?ito  più 
può  in  ejj a  perfettamente  perpetuato ,  O*  in  "un  certo  modo  ri- 
nouato  fé  slejjbych'a  <~ueder  con  trifieZzA  degenerar  lafùa 
fùcce filone ,  ($?  come  imbaH  ardita  non  ajfomigliarfi  quafi  alla 
fu  a  origine .  Onde  fé  per  le  maluagie  attwni  de  loro  di/ce  po- 
li furono  di  coloro  ì  che  biafimarono  i  maestri  di  ~D  ioni  fio ,  di 
Nerone  3  di  Tramiti  ano ,  &  d'altri  co  fi  fatti  3  &  all'incontro 
per  le  Virtù  di  due  Scipioni,  di  Tito,  C>"  di  Traiano  >  ftfi  dal- 
ttiTrencipi  fìngulan furono  fimm  amente  commendati  i  lo- 
ro precettori  s  di  quanto  biafìmo  faranno  degni  quei  padri  y  i 
quali  ne  con  la  dottrina  y  ne  con  buoni  efempi3ne  con  altro 
ammaeUr amento  hauranno procurato  y  che  i  loro  figliuoli  cre- 
fcano  con  degno  nome  d'huomini  ciuili  ì  llqual  biafimo^  ancor 
che  in  ogni  per  fon  a  fi  a  grande  >  nei  nobili  è  grandi  filmo  y  quan- 
do eh  e  effiy  ejjendo  in  ijn  certo  modo  fi parati  dagli  altri  ordi- 
ni inferiori ,  non  deonoejfer  fuperati  da  quelli  nella  ijirtùy 
oue è fondatala  prima  radice  della  nobiltà  3  ma  bifògna^che 
per  pojfedcre  congiufia  ragione  cofi  alto  luogo  >  effi  rilucano 
fra  le  genti ,  come  gli  occhi  fra  le  membra  del  corpo  y  ft}  che  la 
njitaloro  in  tutto  fiapura3  &  chi  ara  y  come  enfi  allo  y  in  cui 
fi pojjano  fpecchiar  gli  altri  •  E  fi  come  il  Sole  in  ogni  luogo  e 
runitO)  fiche  mai  dalla  pr  oon  a  fua  origine  non  fi  di fgi  ungerne 
fimefiola  3  con  le  cofe  terrene  y  ch'egli  toccascofi  il  njero  nobile 

m 


in  alcun  a  fu  a  attione  non  fi  dee  punto  slontanare  dal  ruiuo  lu- 
me della  Virtù ,  ne  inviluppare  in  co/e  bajfe  >  ftj  Vili ,  ne  mai 
bruttar  (idi  co/a  contraria  alfuo  decoro  >h  avendo  per runico 
Jpecchio  thonor  perfetto .  Perche  fi  come  in  lode  d'vna  don- 
na non  Val  tanto  il  pregio  della  bellezza y£r>  lo fplendore  degli 
ori>&  delle gemme  y  ond'ellafiaornata  y  quanto  Vale  la  mo- 
deslia^  l' bone/là  dettavi  ta;  copnell'h uomo  nobile  Vagliono 
pivlehonorate^  ^virtuofi  attioni  proprie,  che  tutti  gli  altri 
Vanti  ì  ch'egli  per  auentur  a  potere  dar  [io  per  titoli  3  oper  tro- 
fei de '/uoi  maggiori  >  oper  quei  beni ,  che  la  fortuna  di/òr  di- 
natamente fùol  disenfiare      Ghette  co  fé  con/iderando  io  tra 
me  Beffo ,  nonfolamente  ho  vfata  in  Voi  (  come  potete  ben  ri- 
cordami )  ogni  poffibd  diligenza  infarui  da  elette  perfine  ap- 
prendere quelle  difciphne ,  &  ejfercitatwni  y  che  alt  età ,  & 
conditione  njofira  ficonuemuano  >  Ma  ho  voluto  altrettan- 
to che  padre  efierui  maeslro ,  &  duce  in  quella  portecene pro- 
priamente a  nobile  s'appartiene  :  'Tercioehe  douendo fi  odiare ^ 
sfuggir  da  ognuno  l'ocio  Vano,  capital  nemico  delUvirtù , 
della  gloria ,  de  Ila  felicità ,  O  della  falute ,  &  poi  che  fi  amo 
creatiadimagine  delfornmo  Dio ,  che  non  ifia  già  mai  ocio- 
fò ,&*  a  fmiglian^a  della  gran  machina  mondiale 3  che  mai 
non  pò  fa  :  &  tra  gli  huomim  dovendo  pm  >  O*  meglio  opera- 
re coloro,  che  m  qualche  maggior •an^a  fi  trouano  collocati -yba- 
uendofi  ma/fimamente  a  ricercar  più  da  colui  3  eh  e  più  ha  ri- 
ceuuto  :  chi  ara  co  fa  e  >  ck'efiendo  introdotto  y&  flatuitoque- 
Jio  grado  de' nobili  non  per  altro  3  che  per  difendere  dalle  in-* 
giurie  y& fojienerc  in  buon  governo  i  popoli  >  da'  quali  &per 
questa  opinione^  per  rimembranza  de'  loropredecej/òri,  che 

per 


per  lo  public»  benefìcio  in  qualche  modo  fi  affaticarono  >  gufi- 
no battuti  in  riuerenzayl proprio  loro  ejfercitio  è  il  militare >et 
fero  quafi  da  tutti  i  Re  a'  nobili  fòlamente  fòleua  conceder  fi 
l'vfò  di  portar  le  armi^quando  ai-rimanente  del  popolo,  come 
àpiufiggetto  al  furore^  ài  tumulti^fi  dimetnua.  Il  che  alle 
leggi  antiche  delie  bene  ordinate  Repubbliche  cor  rifp  onde  ,oue  à 
ipnuatifilo  era  imposlo  $  pofjederc  3  &  di  esercitar  le  ar- 
mi* Et  qual'hora  alcunoVaJorofamente  pugnando  fujfe  mor- 
to >fi  chiedeua  confi  gito  da  qualche  or  acolo  >  in  che.  modo  fi  ha* 
uejfe  à  degnamente  honorare  difepoltura  <vn  cofi forte  >&  di- 
urno huomo  j  i  cui  figliuoli  erano  poi  dal  pub  lieo  mantenuti  ; 
Et  perche  in  cjfa  miuùaja  quale  non  ad altro  fine \che  à  con- 
fini at  ione  della  giuHitia  3  cy*  yniuerfal  quiete  fu  in/ìttuita, 
et  dalla  quale  non  pur  l'altre  grandi  ffime  digmtàymaglifcet 
tri  Reali  han  tratta  origine 3il più  honorato  meftieroper  infini- 
'  te  ragioni  è  quel,cbe  sadopra  a  cavallo:  di  qui  non  finta  mol- 
ta confideratwne  in  molti  Reami  se  fatto ^che  per  vfitnza  hog- 
gimai  invecchiata  quefto  nome  di  C *au altero s 'attribuì '/ce  à 
tutti  coloro  >che fi  ano  di  nobil  ceppo .  Cofi  trovandomi  io  nato  à, 
douer  fé giure  in  co  fi  fatta  profefiione  le  non  ofiure  s  &  bafse 
orme  de  'no  siri  maggiori >  &  conofiendo,  che  non  meno  le  cofi 
mi  li  tanche  l'altre  appartenenti  alla  Vita  dui  le  y  mal  fi  pò Jf a 
no  amminifirare  fen^a  le  buone  lettere  >  che  fono  minifirede  . 
configli  3  Cfmaeflre  de'  co  slumi ,  non  mancai  in  fin  dà  primi 
annt  della  miagiouene^za  di  applicami  ciò  che  di  ocio>dagl* 
affici  douuti  al  noslro  Re ,  alla  patri  a  &  agli  amici  j  o  dalle 
cure  della  propria  e  afa  mi  njerìwa  cocedutoynon  già  con  rijfolu 
ùone  di  hauere  da  co ft  fatti  fiudt  quel  grido  ^che  altri  di  mag- 
gior 


giti?  Ingegnò $)  dì  più  Audio  dì  me  donati/?  in  tutto  ad  vn  ar- 
te fola>foglìono  con/èguiresmapercioche  io  fentiuafempre  mag 
gior  piacere  di  cedere  3&  intendere  bor  quo  fio,  &  hor  quello 
autore,  che  di  attendere  a  quelle  ijanit  lì  >che fiuente  rapi/cono 
gli  animi  giouenili, dalle  quali  hoggidì  fi  vede  co/I  miferamen 
te  corrotto  il  mondo  ,  che  gli  e  quafiimpoffibde ,  che  non  riceua 
contagio  in  qualche  parte  chi  difauedut  amente  da  quelle  fi  la- 
fcia  allettare  \  ne  a  me  parue  giamai  di  rìtrouare  il  più  ficuro 
/campo  ,  che  il  ritirarmi  a  ragionare  ,  &*  conuerfare  con  colo- 
ro ,  che  dopò  morte  fluendo  fedelmente  ,  &*fauiamente  con- 
figliano  chi  loro  crede ,  dalla  cui  gioueuol  compagnia  ,& fuaue 
in  ogni  tempo  ^  auueniamì  ,  ch'io  mai  non  era  menociofo ,  che 
nell'orione  men  filo ,  che  nella  foln udirne  s  &  maffim  amente 
qualhora  da  gli  sìr  epiti  mole  fi i  della  Città,  in  alcune  delle  p  a 
tei  ììe  Ca  Uella  ne  W antica  Lucania  io  mi  riduceua  »  zMa  tra 
quelle  co  fi ^uarìe  anioni, per  non  far  e  come  Vagafanciulla,che 
di  Maggio  trouandofì in  <~vn  bel prato,  ripieno  di  <~uarij  fiori 
confufa  dalla  copia,&  Vagherà  di  elfi  non  fapendo  qual pri- 
ma cogliere  ,fifiàfenzjt  pigliarne  veruno ,  mipropofi  di  gire 
in  dijfarte  cogliendo  tutto  quello ,  che  tra  finttori  antichi  > 
O*  moderni  fi  trouau  a  appartenere  cofi alCaualiere ,  come  al 
Caua/lo  fingendomi  a  ciò '-una  certa  incredibile  affettione, 
che  da  che  nacqui ,  ho  portata  a.cof  nobile  animale  ^  &  gli  ob- 
lighi  mirabili)  eh  io  mi  finto  d' hauergli  per  molti  feruigi,  che 
in  granì  accidenti  ho  riceuuto  da  lui .  Et  in  co  fi 'fatto [/ogget- 
to hauendofenza  ordine  radunate  innumer  abili  co  fé  per  Vti- 
le  ,  &  piacer  mio  ,  mi  parue  poi  ragione  u  ole  di  ordinarle ,  & 
di  dar  qua  fi  leformedisìinte  a  fi  confufa  materia ,  accìoche 

•&#         njene 


He  ne  potere  ancor  voi  più  commodamente  fimlre  :  Laqualf it- 
tica benché  più  grau e  mi  fu  fé  dell  a  primi  era  5  tuttauiafcome 
ogni  difficulta\&  durezza  con  la  forza  del  de  fi der  io,  &J  del- 
l'indujìna  alla  fine  /aggeuolay&f  fi  Vince)  nmafi  dopo  molto 
rwolgereJ&  trattagli  are  in  procefiò  di  tempo  adempiuta  •  y(è 
era  la  miaintentione  ,che  quefìe  mie  fatiche  s'haue 'fero  gì amai 
a  diuolgare,  non  già  y  ch'io  non  haueffe  ad  amare ,  O*  procura- 
re  (quanto  più  potè  (Se  >)  il  gtou amento  commune  di  cìafcu- 
no .  mapcrcheficome  non  fugiamdi  mio  proponimento  ,  0  mio 
difjegno  di  douere  con  la  penna  meritar  loderò  fi  defìderaua  di 
non  riceueme  biafimo  -^vedendo maffimament e  non  ufcirmaì 
fritto  di  alcuno  in  luce ,  che  non  fi  a  ber  faglio  alle  calunnie  di 
coloro,  iquali  ,  0  per  inuidia  yoper  natia  malignità  s'ingegna- 
no di  cacare  (come  fi  dice)  fra  loiio  il  pela  >  JVLa  e  pendone 
njfiite  alcune  copie y  &  andate  alle  mani  di  perfine  cofi fami- 
gliari. &  congiunte,  a  noi ,  alle  quali  non  era  lecito- dinegarle'. 
0*  accorgendomi  y  che  p  afiatane  qualcun  a  fuori  di  quefio  Re- 
gno y  era  per  efier  posta  finza  miafaputa  alle,  stampe  y,0*  ^vi 
farebbe  fiat  a  gran  difieren^adalmjo  originale  ,in  cui  fino  an- 
dato cangiando  >  feeman  do  y  &  aggiungendo'  molte  cofi  di 
giorno  in  giorno  -  fino  siato  costretto  a  prendere  per  migliore 
ifie  diente ,  che , poi  che  douea  questo  Cauallo,  quale  eglifi  fia 
vfeire  in  fampoy  vfiijfe  almeno  di  quella  e  afa  guarnito  ,&  or- 
nato di  ?:ofira.  mano,  ouegia  con  molta  mia  fatica  fu  fior  ma- 
io .  St  perche  njficiua  compo  Ho  di  molte  membra&  ornato  di 
molti  guarnì  menti  >  prefi  da  molte  parti y  io  non  ho  voi  ut  0  a- 
fpett  are  iljùccejfo  della  Cornice  ,  l aquale  ^volendo  mostrare , 
che  l'altrui  piume  >  ond'er^vefiita }  fitjferfue,fu  condi/pre- 


gio,1£)  r  i/o  la/ci  4t  a  ignudai  andine  i  fuoi  luoghi  ho  confi/fato» 
di  qualunque  Autore  io  mi  fia  fruito,  fi per  non  defraudare 
ni  uno  dell' honor fiuo ,  O*  fi  per fondare  ogni  cofiafoprafermifi 
[ime  auttorità,  oltra  le  certe  >&  efficaci  ragionicelo  per  qual- 
che ifperierfTa ,  &  difaplina  haueffi  potuto  da  me  addurre . 
Crederò  bene , che  alcuni  forfè  de (i aereranno  in  questi  fritti 
piti  politezza ,  &fplendore  difille -,  ffi  ad  altri  parrà  ,  che  in* 
torno  a  quesh /oggetto  io  fa  Hato  in  molte  co/e  troppo  fretto. 
zs4d  altri -,  ch'io  mi  fa  troppo  diBefi  5  laqual  co  fa  trouerà  fa- 
cilmente efcufatione  3  quando  fi  morrà fapere ,  che  niuna  co  fa 
nel  mondo  e  beat  a  da tutte  te parti ,0  perfetta  di  tutti  i  nume- 
ri .  Ma  chi  njorrà  nondimeno  per  l  e  tante  fatiche  fatte  da  me 
non  efjère  in  tutto  ingrato  ,  potrà  facilmente  efiufarmi,  che 
y fin  do  io  quella  lingua ,  che  per  lo  più  fi  v/à  in  tutta  Italia,  et 
quelle  proprie  voci ,  che  (i'vfano  dalla  maggior  parte  di  coloro^ 
che  effercit ano  le  arti ,delle  quali /on  "venuto  a  tr<Lttare,&  ra- 
•  gionare ,  mi  fino  sformato  di  rendere  la  fi  fianca  delle  cofè  così 
aperta,  &  chiara ,  che  da  ciafiuno  non  quali >  0  ninna,  0 picch- 
ia noia  fi  pot  effe  intenderei  t  poi  che  era  impojfibile  opur  oltra 
modo  difficile,  &  graue  il  poter  ifpnmere>et  raccogliere  intie- 
ramente tutte  quelle  particolarità, che  da  ifrofejfori  d'effe  arti 
diuerfamente  fino  ojferuate ,  dourà  bastare,  ch'io  metiendoui 
gli  ordini  più  importanti,^/  accettati,etipiu  approuati pareri^ 
babbi  a /fi  anata  lafìrada  a  chi  Vorrà  correr la  più  largamente. 
Oltre  a  ciò  fi  noi  nje diamo  altri  hauerfiritto  dè^Topi ,  e  delle 
"Rane ,  altri  dell'  Api,  &  della  Zanzara,  altri  de iTfufigmuo- 
lo,&  della  Tu  li  ce, altri  della  Mofia,  &  altri  Autori  (tutti 

*fr  fc     2         grauifi- 


grani  {fimi,  d'altre  materie  baffe,  O*  con  molta,  lode  3  credo, che 
ne  io  faro  di  fcioccheT^a  incolpato,  effendomi  pò  fio  afcriuere 
in  tante  carte  La  gloria  £)gl  Cavallo,  animai 
genero/o  ,  &  degno  di  gloria  >  come  quel,  che  fra  tutti  gli 
altri  meritamente  ritien  dopo  l'huomo  il  primo  grado .  St 
più  oltre  dico,  che  in  ogni  f acuità,  della  quale  fecondo  l'oc- 
correnza io  habbia  ragionatolo  njoluto  fempre il giudicio  de3 
principali  }(p'  più  periti  di  efjli ,  t  quali  fempre  io  ho  amati ,  & 
offeritati ,&  con  quelli  ho  trattato,  &•  conferito  etiandiolo  cofe 
minime,  giudicando  diffcdcofi  a  poter  rìu/cire,  &  acquetar* 
mi  finta  la  compagnia  di  coloro,che  per  fludw,  per  fetenzia ,  fé} 
per  mento  d'ogni  ^virtìi  dopo  morte  far  anno  immortali .  Tra* 
quali  per  non  dir  hora  di  ciafeuno parmi  deffer  molto  tenuto  a, 
quel  fi  /ingoiare  ,&  eccellente  Filof fi,  &  Medico  d  Signor 
H^ecio  Bello  buono  di  Campagna,  della  cuifignalata  virtù^ffi 
ficuro  giudicìo  nelle  materie  medicinali^  in  molte  altre  cofe 
appartenenti  al  giudicar  e, &  or  dm  are  snella  prefìnte  mia  opera 
mi  fono  V  aluto ye fendo  io  più  che  certo  >  che  chi  o  per  ifferien- 
zjt>  o  per  fama ,  conofierà  huomo  di  tanta  dottrina3  &>  di  co  fi 
raro  njalore  yfaprà  infieme ,  che  le  cofe ,  o  trouate ,  o  appro- 
uate  dal  fuo  parere ,  poffono  communemente  efier  accettate  y 
&  lodate  dagli  huomini.  Onde  la  vana  curiofità  di  molti  non 
potrà  riprendendo  me , non  riprendereste*  biafimare  l' approua- 
te  fentenzj  de'  lodati  Scrittori  amichi, &  di  eccellenti  huomi- 
ni,che  Viuono,à  quali  e  cofi obligato  il  mondo.  J^on  refi  andò 
fero  difòttopormi  alla  dottrina-,  &  al  (ano  giudi  ciò  de  gli  al- 
tri* che  vagliono  nell'arti  loro,  dà  quali  in  ogni  tempo  mi  farà 

carifpmo 


carìffmo  Ù*fegnalatofauoreVeJfer  auuertito.Md  degli  al- 
trui giudici/ figua  quello,  che  à  ciafcuno  piace-,ajfai  mi  fa, 
che  fi  come  io  in  quefli  fritti  già  per  Voi  ordinati,  &  bora 
a  "voi  Beffi  in  drizzati,  ho  dimofirato  ildefiderio  caldo,fty 
affettuoso,  che  ho  di  ^vedemiVgualmente  nella njita  ra- 
tialien 'fia  eccellenti  tra  i  ijofiri  pari  ,  cofil'oi  Jftejfo  h atten- 
do gli  nelle  mani&  nella memori  a,h abbiate  in  effetto  amo 
Brare  di  batterne  prejfò  alcun  profitto ,  ci/io  già  non  dubito 
puntojh'effi  non  pojfano  de  lettami  in  fi emey  et  giouarui  mot 
toyfiper  la  varietà  delle  co  fé  dignijjime  di  fapere,& fi  per 
ijn  certo  ricordo,  chefèmpre  vi  porgeranno  d'imitarmi  al- 
meno in  queft 'aparte,  che  non  lafciate  mai  vanamente paf 
far  il  tempo,  ilqualfn^a  pò  ter  fi  dopoi  ricuperare ,  tacita- 
mente ne  <-và  lafciando,  &  che  Vogliate  con  l'effercìtio  del- 
l'armi hauer fempre  congiunto  quello  delle  lettere  ^perfùa- 
dendoui  fermamente,  queBe  ejjèr  le  due  ali,  con  cuifùole  il 
Qauallo  alato  [che  non  fenza  cagione  da'Toeti  con  adorna 
filofofia  è  coji  dipìnto)  portar  il  (jtuali  ero  perì  aria  ouunque 
riluca  il  Sole,  f£j  condurlo  degnamente  al  pregio  immorta- 
le dell  a  glori  a  eque  [Ire* 


fc*    $ 


AD  ILLVSTREM  PASCHALEM 
CARACCiOLVM,  TETRASTiCON 

ANTO  N  I  I    FVRNARIL 


A  ST  OB^iA  tufuperas  equitum generofa propago  ; 

Qua  nitetllluttris  gloria  celf a  domus 
*Atque  auget  dottrina  genus  >  decur  >  inclyta  virtus ? 

Tafcbalis  laudum  culmina  prima  tenes  ► 


ILLVSTREM    PASCHALEM 

C  A  R   A   C  C  I  O  L  V  M . 


Ì^SlCb^ES-  ctariqueduces}  qui  proemia  votir 
Milititi  exoptant ,  btic  monumenta  legant . 

Bellandi  difeent  artem  >  quo  Marte  fecundo 
tsfbfque  mtitu  valeant  prtilia  conferere  . 

Tum  qui  ftnt  pugna  appo/iti  monUratur  equorum  ? 
Valma  quibus  con  fiat  bellica  precipue . 

Fulgore  armorum  >  ftmul  &  clangore  tubarum 


isfccenfi  audaces  exacuunt  animos . 
Sefìores  v  etlant  equites  ad  prtilia  lati  y 

Exemploque  docent  vulnera  dejpicere  - 
Hofli  non  aliter  T>xno  flint  parta  tropbaa. 

Biffo  acies  fortes  Hernere  B^omulidum  r 
Mac  Ducibus  magnis  mittuntur  munerayMagnus 

zsfrmìs  TafcbaliS)  confilioque  dedit  ► 


S0VJE.T^ 


SONETTO    D'INCERTO 
A    V    T    T    O    R    E. 


'(£  EGG*A  del  buon  fcrittor  le  dotte  carte 
Chi'l  deflriero  miglior  cono fcer  cura  > 
Et  gli  infermi  fanctre  ;  &  fé  procura 
Gradito  fkrfìy  &  honorato  à  Marte  > 
pj  Che  ben  vedrà  ne  l'ima ,  &  l 'altra  parte 
Quanto  s'impara ,  &giouiy  &  qual  mifura .  ' 
Regga  ilfenno  >  &  l'ardir  ;  come  natura 
Speffo  s'auan^y  oue  miniflra  è  l'arte: 
Si  potrà  poi'falir  nono  Tegafoy 
£t  fatto  Caualier  nobile  errante 
Qercar  con  gloria  fua  l'orto ,-  &  l'occafo. 
Et  doue  indriTgarà  l'ali,&  le  piante 
Se  curo  gir  d'ogni  contrario  cafo 
Scorto  da  le  virtù,  fi  rare  >  &  tante . 

DEL  SIGNOR  LVlG  I  TANS1LLO. 

V*A  V  iA.  RB  0  B^E  y  qual  gemma  >  ò  qual  metalla 
Haurem;  ch'ai  nobil  crin  fuo  fregio  renda? 
Signor  ;  per  cui  la  su  conuien  >  che  afcenda 
J^ouo  foura'l  Tegafo  altro  Cauallo . 
'tf  Tare  a  pur  troppo  indegno  >&  volgar  fallo  y 
~£s&».  .  CheCd'vn-brutto  animai  titol  fi  prenda. 
Huom  >  che  per  f angue ,  ò  gefli  alta  rifelenda  i 
0  l'orni  man  Realy  che  talhor  dallo .. 
Hor  voi  le  lode  fue  tante  y  &  sì  belle 
Raccolte  in  vnymoftrate al  mondo  >  come 
Ter  gloria  huom  chiaro  dal  defirier  s'.  appeìle* 
SeH  tempo  ò  Caualier  da  voi  fi  domey 
*s4l%ate  il  gran  Caracciol  su  le  Helle  ; 
Che  iiluttra  i  r ai  del  voftrQ},&  del  fitaname.* 


AL  SIC   PASQVAL  CARACCIOLO, 

SOPRA  IL  SVO-LM'RO  DEL  CAVALLO^ 
ET     DEL     CAVALIERO. 

DEL  SIG^pi^giBjyL^ MO  F 'ETs[jA\V-OLX>^ 

E  v1  batte  a  feco  a  la  (fecropia  riua 
^Nettuno ,  à  ['.apparir  del  f uo  dejìrieroy 
Gina  ei  fhmofo ,  e  de  la  pugna  altero > 
7>{on  l'inuentrice  della  prima  olino.  . 
•  K(è  tanto  ardir  ne  l'anima. bottina 

<Ls?d^4nnibaly  [opra  il  Bimano  Impero , 
S'à  (fanne  il  voflro  inuitto  Caualiero 
D'arme  cinto y  e  d'ardir  ver  lui  feti  giua  . 
"Hor  quel  eh' un  Dioy  quel  cb' un' Imperio  allbora 
TS(on  hebbe  >  haurà  da  flit  chiaro  y  e  facondo 
TS^apoli  :  vinta  ^Atene  >  e  T\Gma  ancora  . 
E  fi  vedrà  ypojlo  il  reo  Trace  al  fondo -, 

Da  guerriera  che  per  voi  s'alia ,  &honora% 
In  poco  Jpatio  corfo ,  e  vinto  il  mondo* 


DELLMLLVSTRE  SIC  FERRANTE  CARRAFA, 
MARCHESE  DI  SÀNTOIVCIDO- 

s£*j3Jf}  0  Ts^  gran  ragion  fonra'l  deHriero  alato 
Gir  potete  Signor  fcorrendo  il  cielo  : 
Et  di  Terfeo  più  ancor  fempre  honorato 
Efser  dourebbe  il  mortai  vottro  velo  : 
Voi  che  di  pregio ,  &  di  valore  armato 
Con  tal  pietà  ;  con  puro  ardente  %elo 
Da  pia  moslri  ha  difefo  il  nido  amato; 
C'Hercolenon  ancifey  ò'I  Bj  di  Deh  : 
Et  ciò  fcorgendo  la  voflr'alma  altera 
Ter  far  fìntiti  a  sé  >  dittine  ancora 
L'opre  del  corpo  >  &  le  voflre  alte  carte  ; 
Del  cauallo  cantar  vi  fa  ;  che  Marte 

Cotanto  bà  in  pregio;  e  iCaualieri  honora; 
Convn  flit  tal}  che' l  penfìer  pia  non  fiera. 


DEL  SIGNOR  BERARDINO 

ROTA. 

0  J^\lA  pur  fenica  fren  ficuro  il  voffro 

Dejirier  ;  né  tema  al  fuo  bel  corfo  intoppo  : 
Che  dopò  fé  lafcerà  fianco ,  e  Troppo 
Qual  pia  pronto  in  arringo  al  pallio  d'offro j 
l'erma  gentil  bagnata  in  vino  incbioflro 
*Alto  ilfojpinge  pia  ,  che  di  galoppo 
Tal,    che  l'inmdia  Tegafo  ;  che  troppo 
Scorge  di  grado  in  ciel  preporfi  il  vostra  : 
Che  da  Vauenturata  vnghia  non  forfè 

coltro ,  eh' un  rio  ;  ma  lui  mille }  e  mille 
Fiumi  di  puro  ingegno ,   e  di  bell'arte  : 
TS{à  tanta  egli  la  su  luce  mai  por  fé 

Con  le  ffelle  al  bel  corpo  intorno  fparte 
Oh  anta  dal  voffro  dir  par  che  sfamile . 

DEL    SIGNOR  GIO:  ANTONIO 

SE     R    O    N    E. 

E  Js^potrano  talhora  altri  co'l  piede 
Romper  la  terra ,  &  trar  foaue  fonte  : 
Ter  quindi  jpeffo  coronar  la  fronte 
JL  chi'l  bel  don  di  Cliofojpira ,  &  chiede  : 
Jlltri  à  volo  condur  per  alta  fede 
Tura ,  &  celefie  il  padre  di  Vhetonte  ; 
Et  far  de  l'acque  falfe  albergo  >  <ér  ponte 
Quei  di  Ts^ettmo  >  che  fi  legge  >  &  crede 
Tauolofi  dejirier  :  ma  queffi  al  corfo 
Sol  vedraffi  oue giunge ,  onde  fi  parte  > 
Veracemente,  &  come  fiamma  al  giro; 
*Degno  portar  co'l  ferro,  &  nobil  dorfo 
1  Somiglianti d'jlleff andrò y  &  Ciro  ; 
EtfefuffetrÀ  noi  l' borrendo  Marte  . 


DI  M.  GIO.  PAOLO  DI  LEGA, 


V ELL^i  gloria  (già  vn  tempo,  fommo honore 
csfl  fé  col  primo  >  d' apollo,  e  di  Marte) 
Che  con  fi  dotto  fui  pingete  in  carte, 
J^è  à  Farmene  ,  né  a  Mari  inferiore  : 
Fa  che  ne  letà  nojìra  efcan  difuore 
rHuouiVegafi ,  che  per  ogni  parte) 
Saran  (mercè  de  la  vostra  bell'arte  ) 
Famofo  pregio  d'ogni  ardito  core, 
Onde  da  fvno,l honor ate  chiome , 

Vi  fon  di  facro  ,  &  -verde  ^Alloro  cinte, 
V altro  d'ogni  valor  vi  dona  il  vanto . 
Così  non  mai  faran  nel  mondo  estinte 
Di  voi  le  lodi,  e  i  lor  fplendon  intanto, 
Faran  più,  chiaro,  e  illustre  il  vojlro  nomcJ. 


DI     M.    TOMASINO 

MARINCOLA. 


T{yi IS^D I  furfempre mai , chiare ,  &  pojfenti 
Le  glorie  tue,  fuperbo  honor  di  Marte , 
Ter  quella,  che  ti  dier  fkmofa  parte 
Le  stelle  a  proua,  il  fitto ,  &  gli  elementi* 

Hor  cantato  da  lui,  che  ipiu  lucenti 
I{ai  d'Italia,  da  fé  vibra,  <&  comparte, 
Qual  cor  non  paue ,  vdir  di  parte  in  parte , 
Di  te  V altere  proue,  &gli  ardimenti? 


Tttyn  perche  di  Tegafo  il  fommo  honore 
Honor  ti  renda,  ò  perche'n  varie  forme 
Chiaro  ti  moflre  a  noi  celeste  fegno  : 

Tanto  hai  di  pregio  al  mondo ,  &  di  valore > 
Quanto,  c'horfei,  la' uè  virtù  non  dorme, 
[aro  (oggetto  a  sì  felice  ingegno . 


DI 


DI  MARCO   ANTONIO 

RABICANO. 

jL  DOTTI  i  cerchi y&  l'bonorata fronde 
jLl  crin  voHroilhelCorodiTarnafoy 
Signor  y  ne  d'alto  Siili' orto  y  e  l'occafo 
(jloria  j  ne  d'armi  mai  puberi  altronde  ; 
Tiroo  bomai  pia  chiaro  efca  da  l'onde  > 
E  [eco  battendo  vn  pia  nobil  Tegafo 
Lanciando  e  Feboye  Terreo  a  più  bel  cafo 
Scorto  da  voinottey  e  Medufa  affbnde  ; 
Horcbe'l  nobil  Sebeto  >  ifuoipià  degni 
Figli  y  e' più  cari  à  luijpiriti  etetti 
Godano  bauerui  primo  al  fecolnojlro\ 
M  al  valor  mirando-,  a  i  faggi  detti 

Lieto  y  denoti  y  e  con  purgato  inchioflro 
Sacrino  Marmi  a\voi  y  Statue  y  &  ingegni  ,. 


s:    T    jt    T{    Z     £.. 

A  BJT  E  fra  quanti  IlluHri  caualieri 
Maifeguita  r  la  tua  pregiata  infegna  > 
Efcriffèrqual  maneggio  a  tuoi  dejlrieri. 
Ter  l'ufo  militar  più  fi  conuegna  r 
lAlcun  non  agguagliò }  né  alcun  più  f^eri 
D'agguagliar  quel  e' hoggi  tal  modo  infegna 

Quel  Caracciol  gentil  y  che  in  queste  carte. 

'Nemojlrapiìi  y  che  non  difeorre.  l'arte,. 

Come  l'armento  fi  migliori  y  e  crefea  ■ 
J{e fpiega condottijjime  parole 
Laftagiony  V acqua ,  il  fito  y  UCieloye  l'efca  » 
E  ciò  che  fi  può  far ,  ciò  ebevi  vuole . 
Come  y  e  quando  fifpofin' ,  perche  n'efea: 
Tiugenerofiiy  e  nobile  la  prole  > 
E  come  con  rimedijfopra  bumani 
Ggnilor  febbre  y  e  mal  fi  curiyefanL 


7%e  Jol  co  me  vn  Canal  robuBo  »  e  fiero 
Si  domi ,  e  regga  fa  chiaro  5  &ejprejjb 
E  qual  rimedio  appropriato ,  e  vero 
H  abbia  ad  ogni  fuo  male  il  del  conce  fio  > 
Ma  come  vn  forte  >  e  nobil  canaliero 
Fra  gli  altri  caualier  regga  fé  Hejfo  ; 
tsf  fin  ch'appaia  in  ogni  regia  corte 
Saggio  non  men}  che  coraggiofo,  e  forte* 

£  ben  gloriar  Tartenope  ti  puoi  > 
Voi  che  del  feno  tuo  lieto  3  e  giocondo 
Fra  tanti  lllufìriy  e  gloriofi  heroi 
Vfcito  è  quefio  à  nulT altro  fecondo  > 
Qucfto  che  con  gli  jludvj  >  e  merti  fuoi 
Ha  partorito  tanto  vtile  al  mondo  ; 
Che  cos  ricordi  fuoi ,  col  fuo  valore 
Blende  à  l'ordine  equestre  il  primo  honore. 


TAVOLA    PRIMA 

DELLE  COSE  NOTABILI» 

CHE    NELLA     PRESENTE    OPERA 

SI    CONTENGONO. 


C  A  T  H  A  F  RATTJ 
quali  hoggi  s'inferì 
dono,  alrrtm:  ntt  det  ■ 
ti  Elafrij  ,  &  Veliti , 
Ó"  habtto  loro  car~ 
**  *69.d 

Achinea,  onde  fi  dica, 
car.  loi.d 

Accorgimento, &  gite- 
die  io     del   Cavalie- 
re nel  dar  delle  volte.  4S2-/' 
AccorteZJ^a  del  Capitano  ne'  viaggi.        466. e 
AccorteZj^a,  &  qualità  de  '  Cavalieri 

nel  depredare  t  nemici.  5ol~f 

AcofvtRo  della  bemvolenz^ade'  faldati,    foo.6 
Aclogent  cavalli,  perche  cofi  fi  chiama 

no,  &vfiì  loro.  ?u.£ 

Adv  lattone,  che  vitto  fta.  f  1 1  £ 

Africani  e  loro  cofiv  me.  1 7*  * 

Africani  cavalli ,  e  loro  condttlone,fia— 

tura,&  governo.  }T$.d 

Africani  cavalli  detti  R  trbari .  3  I  ,.b 

Agamennone  a1  fvot  faldati.  fOo.£ 

Agefìlao,fvo  ordim,e  littoria  .  49°-f 

Agilità  de*  cavalli  bianchi,  &  onde  ciò 

proceda.  %67'c 


Agilità, e  divìfìond'efia.  461.U 

Aiuto  m  cavallo,  e  ti  in  ogni  mes^a  volt* 

tiri  vnpaio  di  calci.  4  y  ì.,h 

Aiuto  del  Cavaliere  ad  vn  cavallo  nel 

far  delle  volte, fino  à  tato, che  raddopi.  4?  3  a 
Aiuti  tnpiuproprij,  e  più  naturali  in  yn 

cavallo. 
Aiuti  principali  advn  cavallo. 
Albo  fecondo  H  or  atto  Poeta. 
Albo  onde  derivi. 

vietato, e  fva  dtffin.cìrcagli  huomtni  . 
Alciato,  efua  opmtone. 
Alctppo,  Anafippo,  Arctitppo. 
Aleffandro  fanciullo ,  &  come  ammae- 

flrafse  il  fio  cavallo  Bvcefalo  . 
Aleffandro  Severo, come  tnalZafie  ilgra 

do  Eqvefìre . 
Aleffandro  fcoiptto  da  Lifippo tn  diver- 

fegutfe. 
Alfonfo   d'Aragona  diligente  circa  le 

ra^zje  de*  cavalli . 
Alt  del  cavallo  fgntfìcat  ionpo  etica. 
Allegorico  mi  fiero  di  Bellorofonte ,    & 
d' Antta  del  cavallo  Pegafò,  con  quel 
chefegve. 
Aiutano  ,  &  Griffi  fatti falui  per  vir- 

tu  de' e  avalli  corridori. 
AmaZjjinii  e  loro  qualità 


4H.& 
46$. £ 
166. f 
166./ 
30J.C 
49-b 
80/ 

l%.g 

41. OS 

50/ 

ir.r 
"4/ 

ui.g 
ig.d 


8 


A  mmae- 


TAVOLA 


Arrtmaefiramenti  eCvn  Cauallo  alla  e  a 
prtuola,Ginetta ,  cornettisti  galoppo 
gagliardo,e  Ciambetta  •  417  g 

ammenda  ,&  Rimedijfer  %n  cauallo  , 
che  nel  chiudere  auuant  uggì  affé  d\il 
cunpafio-,  oftftceffe  indietro,  oda. 
qualche  banda.  449. a 

ammtffariofo  pallone.  ìoo'f 

amoreuolezj^a  de'  cauallt  iterili  verfo 
t poliedri  rimafì  fnz^t  madre,  &  al? 
tri  parti  humant .  f.d 

Anacrconte,e  fuofherz^o.  6$.d 

anello  di  ftrrro.coftumato  da'  Romani ..       $i.g 
angara  da  noi  dette  le  pojte  II  5  ~d 

angari ,  &  verangari ,  onde  vangano .. 

car._  n}.d 

animali  neri f perche  taluolta.diuengha 

no  bianchi.  X6}.h 

annicere  auriga  periti  fumo.  ili. e 

antichi, e  loro  errore  circa  li /proni.  3.8l.« 

Antigono^  (uà  rifpofla  ad  vn/ùofiglt 

nolo.  4513  d 

Antioco  ,che  cofe permettere  a'  fuo'f.  5  3  ,c 

Antifìtne,e  fuo  motto  vdendo, che  Pla- 
tone lodaua  vn  cauallo..  4,C 
pipette, e  motto  fuo  arguti  fimo ,  efefle- 

uole.  fo-h 

spille  erra  nel  dipinger  vn  canallo.  %6\.b. 

Appamone  fepolto  col  fuo  cauallo,  17. a 

appettar  fi  vjt  io ,  onde  proceda,  e  come  fi 

tolga..  iil-d 

Arabi  cauallt,  altrimenti  Alnrbi,e  Ve- 
locità di  e  fi.  314  .f 
Arcadici,  virgolici,  &  Epidanrici.  canal 

lu  io6.h 

Arcera,&  Arcinna..  li%.b 

Argtnppa  città  di  Tugliat.  Si.h 

argomento  della   natura  del  cauallo ,, 

della  qualità  del  pelo,.  1 6 1 .  e 

Artone3  efua  hiRorta.  I 1 6.g 

frittotele  de  '  colori. .  xi4~f, 

Arinotele,  e  fu  a  opinione  circa,,  la  confi-- 

flenz,**  della  guerra.  $o.h 

aritmettca,e  fuot  effetti,  5  1 5  .f 

arma  negli  antichi  ritratta  de  gli  huo? 

mini  d'arme  a  cauallo.  4  68. h 

arma  offenfìua  del  caualtere.  468  hi 

armatura  di  que'  faldati  d' Ale f andrò  ■ 

detti  dimache.  1 9 .  b 

*rrȎttHm  del  cauallt, .  4  6  8  .g 


armature  antichi  fumé  de''  Roth.tni.  4  67.  d 

arme  concede  dalle  legpt  ciutti  folamen 

te  à  gentil  'huomim  da  cauallo.  X  6.h 

arme  de'  causili al f  antica..  4.6  8. h, 

arme  de*  cauallt  leggieri  all'  antica*.  470./ 

arme  degli  arcieri  4  70. g 

arme  de'  Greci  antichi..  4%7.d 

Armeni  cauallt,  e  loro  condì ttoni-  }ll.f 

armi ,  &  lettere  neceffariamente  hi/o- 

gneuolt  a'Caualieri .  41  d 

armi  e  once  fé  a  Duellanti.  4  8 .  h 

armi  fof fi ic he ,  affomigltate  alla  rete  di 

Vulcano..  45^* 

armi, co  fi offenfiue,come  difenfiue,  elor 

conditiont.  46$. a 

armi  dette  Barde..  469.  a 

arte  dicoz^z^oni..  loid 

arte  del  caualtere,  0  d?accortare,o  di  al- 

brigare  il  Repolone.  44?-£' 

arte ,  &  mi  fura  per  le  volte  raddoppia- 
te,&  indi  per le  furio  fé,  di  me^oae- 
r*,ptrlebaffe,&perlefofpefe.  45T.4 

arte, per  fare  vn  cauallo  ammofo>&  che 
non  tema  lefpade  ri  fonanti,  su  gii  fa*. 
dt,con  quel  che fegue.  •  461.  J 

ar/efeij,  &  rimedi^  a  far  vn  cauallo  fer 
mo  di  tejla ,  &  quali  briglie  gir  con, 
uengono.  347.348** 

artera,&  Aranna* .  113.^ 

Afe  amo,  e  fu  a  allegrez^^t  /òpra  yn  ar- 
dito cauallo ..  ^r    iO.h 
afpettt  delle  (ielle,  &  come  dtuerfamen 
te  fi  dicano,  effetti,  &  qualità  loro  . . 
car.  %9\.à 
affatto alV tmprouifo.                                    Sol.  e 
a  fiuti  a  da  v far  fi  per  paffar  alcun  fu- 
mé.,                                                      jci.e 
aftutte. e  prudente  di  molti  antichi^- 

Eccellenti  huomini. .  43  6  g 

afflitte ,  &firatagemme  da  v far  fi  con-f 

tra  nemici  per  ifpauento  loro.  ^oQ.J- 

afìutie  dt  molti  antichi  nel.  trapaffat, 

de' fiumi,  JOi.# 

Athea  Re  degliScithi ,  e  fuo.  detto  àgli: 

Amba/eia  tori  dt  Filippo..  IT.* 

Athene,efuaofferuanz>a.  3  8. h 

Athemefe.e loro  offeruan^jtt.  479 .a 

Atro  color, come  fuff e  detto  anticamente,    %7^-g 
attieni  humane,  onde  procedano..  A^ì'c 

attitudine  di  cannilo  da  gn  erra . .  4  y  5 . d 

attrtbutien 


DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


Htlribtttion  di  fortuna  à  gli   animali 

brutti  à  famigliando,  dell' huomo. 
auantia  de'  Cau  alter  t  de  te  fiat  a. 
auenturieri. 

auerten\jt  del  modo  ,  chef  debba  por- 
tar  la,  gamba  a  cannilo -,  ó*  rafettar 
la  per  fona,  i-6y.366.fi 

auuerten\a  fopra  vn  cauallo •-,  con  am- 
menda, del  fuo  vitto. 
auertenz>a  delle  prime  volte ,  o  deftre , 

o  fini  fi re, e he  lì ano. 
auerten^a  ,  &  cautela  d'vn  Generale 
nel  riceuere  faldati  di  nemici  fatto 
nome  dtfuggttiut. 
auerten\a  d\n  Capitano    di  a  uà  Ut 

leggieri. 
auerten\e  d'vn  Caualiere,  trouandofi 

nella  furia  dell'arme, 
auerttmento  della  t  eritpra.fi  ano, &  fal- 

datura,  d'vn.t  briglia, 
auerttmento  ,  come  fi  debba  calcar   vn 

/prone  al  Caualiere. 
auerttmento  d'hauer fi prima,  chef!  ca 

ualchi 
auerttmento  per  lo  r  affettar  della  per- 
fino. 
auerttmento  per  li  fiudioft  della  mili 


z<?r  .d 
Jo8./ 


tfi.c 

497.* 
T04/ 

3  66.h 

mg 


augurio  di  cauallt  bianchi. 

augurio  dalle  bianche ,  &  dalle  nere  co- 
fi. 

augufiani,e  loro  ordine. 

auguro  gran  dtfenfor  dell'ordine  eque- 
stre. 

auriga,  onde  detto. 

auriga  di  Priamo,  e  d'altri  doloro  fi  huo 
mini . 

autieri  dtuer fi  trattanti  l'arte  dì  medi* 
car  cauallt. 


499 -a 
i66.h 

%66.h 
40.  £ 

39.6 

110. e 

ììì.b 
$7.a 


quando 


Bacchetta,    come, 
de  uè  adoprarfi 
Baio,e  Sauro, e  qualità  dtefsi,&c> 
Baio  partecipante  del  Cajiagno,  &  del- 
l'Alavano  ,&  fu  a  condtttone. 
Baio  indorato, e  rimejfo,  &c. 
Baio  indoratole  fu  e  qualità. 
Bataz.etto  prefò  per  morte  del  fuo  cauallo.  iy. e 


3  87* 
Z7l.c 

199  a 

2.77. <* 
199. d 


Ballane, onde  fi  dicano,  ó*  come  contati, 
gano  alcauallo,&  diradalo  non  mai 
al  Mulo. 
Ballane  nere,&  bianche, figura,&  far 

ma  d'efie. 
Ballane  per  fé  cattiue,accidentalmen  ■ 

te  buone. 
Ballane  branche  anteriori,  &  pomerio- 

rh&  giuditto  di  effe. 
Battano  di  quattro. 
Ballano  delle  due  mani. 
Ballano  del  pie  diritto  Ai 'meglio  ,  $» 

perche  cofifi  dica. 
Ballano  della  man  della  briglia  ,   & 

qualità  fua. 
Ballotto  vfò,&  difciplinafua. 
Barbari  e  loro,offeruari%a. 
Barbaro  cauallo  detto  già  currtle. 
Barboccio,e  qualità  di  effo  tn  vn  caual- 
lo, e  qual  briglia  gli  conuenga. 
Barca  di  Caronte. 
Bardella  ,  e  CauaziZ,one ,  quando  da 

metter  fi  al  Poliedro. 
Bafìerne,che  ftano. 
Bafivne,e fuot  effetti  in  vn  cauallo . 
Baftonetto,&  effetti  fuot. 
Baronetto  col  chiappone,^  altri  di  più 

forte. 
Battaui  Caualterì  eccellenttfisimi. 
Bella  dubttattoneima  miglior  rtfòlutto- 
ne  intorno  al  dubbio,che  L 'huomo  non 
debba  confi  dar  fi  à  la  deferitone  al- 
trui. 
Bellez,z,a  atgumento  de  buoni  coflutni. 
Belle^a\a,che  fin. 
Belle^Jjt  m  quante  co  fé  confifla. 
Bellorofonte,perche  cofift  dica,  &come 

prende jj'e,  e  caualcaJJ'e  Vegafò. 
Benna  &  Combennont . 


197. e 

197* 

loi.d 
i97.d 
i?7-d 

•**«•/ 

2.98  g 

443-6 

41  £ 

103.^ 

340* 
260./ 

ìóS.g 
I  I4.C 
l*i.d 

138.À 


48/ 

ip.** 

in.* 

1,1.4 

ito.g 


Btanchez,z,a,e  negrez,z,a  onde  fi  generi»   i<;6.g 

Btanchezjz>a,e  cau  fa  d'efia.  %6$.d 

Biafimo  delle  mollttie  tn  Vn  faldato.  f  1  o.e 

Btga,&  quadnga,quando  trouate.  1 08.» 

Bigati  monete  d'argento.  io8.£ 

Bigio  colore.  x  j-q.£ 

Bono 'fi-, e he  animali fiano .  131.* 

Bontà  d'alcuni  cauallt fàturmni,  z8f.d 

Bontà  delle  ra^z,e,onde proceda.  l^fi 

B  orelli  delle  ginocchi  a,  e  qualità  fine,  "i^.b 

Borgognoni,  &  Turtngt  Cauallt.  3  1 6f 

*    *  Bori/line 


■ 


TAVOLA 


tcrìftertì  (  tu  atto  fe-pettito  d' Adriano 

Imperatore,'  on  Epttafio  .  !  a,.h 

ffout  con  codafa  crmt  di  cavallo.  I  3 1 .  e 

E  ri  gita  detta  {troppa .  }  3  5  •  e 

Briglia  per  gengive  camofe .  3  3  8  f 
Briglia  per  cauallo  ,  c'habbta  ti  collo  a 

fctutte,e  corto .  343*'* 
Briglia  alta  d  occhi ,  &  efit  occhi  quali 

s^  intendano.  1^6.  e 
Briglia  detta  Chiappone,^  à  qval  Ca 

uà! lo  giovi.  3  f  3  ' 

Briglia  chiamata  pie  di  gatto  intero.  3  $  J  .e 

Briglia  detta  à  martello .  3  f  %.g 
Briglia  primièra  d\-n  Poliedro  ,  &  co- 
me ft  debba  care^z>are,&  adde(ira 

re.  j?i  b 
Briglia  come  da  tirar  fi  al  tirar  della  car 

nera  418^ 
Brtgliadoro  ,  Rondello  ,  &  altri  famofì 

causili.  119  h 

Bnglie,e  loro  condì  t io  ni,  e  forma .  3  3  f  .a 

Briglie  per  gengive  agu\^j.  3  3  8.  e 
Briglie  a  cavalli,  e'  habbtano  ti  labro  fot 

tilefogrofio-  3  30.& 

Briglie  per  collo  ferpentino  341 

Briglie  fecondo  Senofonte.  i*9.d 
Briglie  e hiufc,  fe  briglie  apcrte,&  ejfet 

ti  loro.  3  f  o  g 

Briglie  à  fem bianca  di  Pero.  3  f  z.e 

Buce falta  cttt a  come, e  da  chi  edificar*  i}-d 

Bucefalo  cauallo- d' Aleffandro-  1 1  ,d 
Bucefalo  adorno  di  reali guamtmenti , 

&  qualità  fua .  \$.b 
Bucefalo  rubato  ,  &  poi   ribattuto  per 

gran  minaccia  fatte  di' Aleffandro.  1 4.^ 

Bugiardo  biafimeuole,&c.  j  1 1  ,a 

Bulla  a  chi  concefsa .  $ì.d 

Buoi perche  habbian  0  le  corna  fède.  3. e 

Burro  huomo,  e  V 11 eliache ftgntficht-  175  b 


CACCIA  d' Aleffandro  [colpita 

da  Ltfppo.  f  o.f 

Caccia  quando  y far  fi  debba .  J  3  .£ 

Cacete  Perfiane biajtmate.  5 1 4  •/" 

Cacete  lodare  fecondo  Platone.  5 1 }  •  *" 
Cadauere del  cauallo  tnfègno  delle  Vtfpe.    99  d 

Cadmo, e  fauola  di effo.  Ha,,  e 

Caponi  dt  timtdtZAj*  in  cauallo.  4 £i . < 


Cagion  perche  le  guerre  f -.trono  introdot- 


te. 


,o6.g 


Calate, e  lor  qualità  per  /{carta  ddea 
vallo,?  del  Caualiere. 

Calefmij,e  Magneti  popoli . 

Caligola  amando  vn  cauallo  lo  fa  deft- 
narfecoy&c 

Callipide,  Crtfippo. 

Camarrafuo  vfo,e  chi  la  introduce ffe. 

Camilla  figliuola  del  Re  de1  Volfct  nu- 
dista d:  latte  di  Cavalle* 

Campanello  li  fio  à  cbi.!ppone,&c. 

Cancelli,^  me  fu,  che  dinotino  . 

Curii  fi  pei  li  ti  appo  t  Molofsi. 

Cani,  e  c.ual!i,perche  divengano  canuti.   I6j.a 

Cam  di  Licurgo  494  •£ 

Cannone  ,  perche  co  fi  fi die  a, come, &  in 
quante  maniere  s'adoperi. 

Cannone fuenato,e  fuot  effetti. 

C  anterto ,  onde  fi  dtca~ 

Capi  di  compagnie  detti  Coronelli,qva- 
li  anticamente  fi  dicevano. 

Capitani  antichi  valoroft  ,  e  loro  difagi 
di  fame. 

Capitant,foldatt,e  loro  vfficio  . 

Capitano  ,efve  qualità 


408/ 
l}9.b 

17  e 

So.f 

197b 

6at 

ÌU-f 
9i.g 
i6.e 


3JO.A 

3Jf 
loó.e 

47}.c 

487.  a 
493  <* 

471-b 


Capitano, e  fua  virtù  ,  e  prtneipal gloria.  4  9X  g 

Capitano  benigno  yerfo  t  faldati  refi 

Capitano  di  Mmal:ppo,qval  hoggifta  . 

Capitano  di  guerra  fecondo  viatorie. 

Cappadocta,<&  nobiltà  de*  cavalli  fuot 

Capra  Amaltea,e  fva  fauola. 

Carabolo  cavallo  di  Seltm- 

Carattere  di  fhiaui  fègnatt  con  la  figu- 
ra del  cavallo. 

Carlo  Ottauo  Redi  Francia,  e  fua  vit- 
toria centrati  Duca  di  Milano  per  0- 
pera  di  cauallt. 

Carlo  V  diligente  circa  il  governo  delle 
ra^3j  de'  Cauallt  ne'  fuot  reami. 

Carlo  giunto, e  fua  gloria. 

Cameade, e  fva  opinione  arcala  dtfei- 
pltna  del  cavalcare. 

Carthagmefi,e  loro  premila'  faldati. 

Carte ,<?  dadi  dete/iatt. 

Carucarij,e  Plauflrarij  cauallt. 

Carra,  &vfodt  efsi  tolta  da  Filippo 
Macedone  &  come  egli  mortffe. 

Carretta  di  quattro  cavalli  bianchi 
adornata  da  gli  Etiopi  ad  honor  del 


5°7d 
491.C 
49}« 
il  Ì.C 
109.C 

*%'* 

6S.g 


i$.d 

il.e 
141.  a 

418 
479.c 
Sii.d 
m.h 

lll.d 


Sole, 


DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


Sole . 

Caretta  fatta  da  Teodoro  Statuario, 

Cai  rette  al  modo  greco. 

carrette  di  diuer fé  fòrti. 

Carrettiere  della  notte. 

Carrettiere  dell r  anima  fecondo  fiato- 
ne. 

Carriera  dotte  da  dar  fi  ad  vn  cauallo. 

Carriera, re  fu  e  qualità ,e  mi  fura. 

Camera, fé  dette  darft  prima  che 7  ma- 
neggio f  e  quanta  paufavi  bt fogni  . 
car. 

Carriera  del  galoppo,  e  del  trotto,  efùoi 
effetti  . 

Carro  di  Pompeo  tirato  da  Elefanti. 

Carro  del  Re  Alfonfo  in  S.  Lorenzo  di 
Napoli. 

Carro  dt  Plafone. 

Carro  di  Nettuno, 

Carro  d' E  Ita. 

Carro  dt  Dio  fcrttto  da  Dauitte. 

Curri* che  d'argento. 

Cajìagna  ,  che  Rota,  &  Rotella  ft  dice, 
■fó>  quando  fi  debba  v/àre. 

Ca fragno  cauallo, e  (ite  qualità. 

Caftagno  ofcuro,efue  quali  tà,e  fegno. 

Cafltgo  dello  fprone  afjomtgltato  alla 
Virtù  dtl  fuoco. 

Caffi  godei  baffone  neceffario  in  quello 
ìl  ante, the  ti  cauallo  commette  Cerro 
re. 

Cajitgo  di  briglta,  qttal  fi  dica. 

CaJtore,e  Polluce, e  lorfauola. 

Catafratti,  clibanarij,  o  Loricati  quali 
fi  diceuano 

Caual  Barbaro,che  corrile  fi '  diceua. 

Caual  CaRagno,  natura  ,  $*  qualità 
ftta. 

Caual  celefte,e  fùa  fede,e  figura. 

caualcatore  ,efuot  dtfordtnt  non  cono- 
fcendo  la  natura  d?vn  cauallo. 

Caualtere  ,  onde  fi  dica,  &  come  varia- 
mente fi  chiami. 

Caualtere,e  fuo  auuertimento  -circa  Vef 
fercnto  d'vn  cauallo. 

Cadaliere^che  modo,  &  ordine  dee  tene 
re  nel  caualcare.  378 

Caualtere  ,  eh*  ordine  deue  tenere  in 
montare  à  cauallo. 

C*naliere}poi  che  e  montato  à  cauallo  , 


11-* 

ui.d 

%li.  h 
5  9-b 

$9t-d 

414  h 


4T*./ 

4^3.  e 

60  e 

óo.g 

I  ll.h 

x?6.g 
I99*a 


394-h 
115.6 

4696 
IO}  ai 

Ì76.g 

nya 

37J-' 
41.  h 
Ì76J 
i7$>h 
4I9-* 


che  accorgimento  deue  hauete. 

caualten  detti publtcani. 

Caualtert grati  ad  Augufto  nella  fu* 
morte. 

caualten  dei  Tofane* 

Caualtert  Pardi . 

Caualten  Bajiai. 

catta  Ila  del  Marcbefe  di  C  ter  nei. 

caualla  tngrautdata  da  luluto  Stello 
detta  poi  Ippona. 

cauallanzj^o  vecifo  da  vn  poliedro per 
hauer  vfato  con  la  madre. 

caualle  dt  Libia. 

caualle  dt  Cimone. 

caualle  dt  Euagora. 

cauallo  d'  Ameto,e  loro  firma -, 

cauallcrìa  leggiera,  cornee  doue  fi  deue 
ordinare  ,  si  nel  marnare,  come  nel 
combattere  . 

e  au  allertale  fu  0  luogo. 

caualleria,efuo  ordine- 

cauallertafifuo  ejfercttio  . 

cauallt ,  perche  h abbiano  Pxnghie  fède* 
car. 

cauallt  vincendo  hanno  allegrezza 

cauallt  an.  oreuoli  ver  fi  1  loro  Signori. 

caUallt  di  Calltgola. 

cauallt  bianchtfcelttper  opera  d'augu- 
rio, 

cauallt  della  moglie  di  Nerone. 

cauallt  affo migliati  all'impeto  della 
fortuna. 

cauallt  bianchi, &  vjb  loro  primiero. 

cauallt  del  Sole. 

cauallt  folari ,  e  loro  nomi  dati  da  ria- 
merò. 


39.4 

42.  e 

41.  e 

1 1  i.e 

7.* 

7.c 

7* 

ll.d 

sS.e 

ztf.g 


48  3.* 
489* 
4&>.d. 

45 *•* 

*i 

io./ 

xo.g 
IJ.d 

tue 
f*Jk 
fhc 

cauallt  dedicati  al  Sole  dal  Re  di  Giudea.  J  f .  b 
cauallt  dt  Tritone.  5  8./ 

cauallt  delgtsrno,e  della  notte.  y  8  P 

cauallt  del  giorno,  della  notte, della  Lu- 
na,dell'  Aurora,  del  tempo  ,  d' Amo- 
re, dt  Dio.  $9*60 
cauallt  interpretati  da  Teologi,  con  mi 

fìero,&  in  vari  fin  fi.  tJO-  6 I  .h 

97*  * 

99* 

IOI* 
JOI.tf 


cauallt  effer  detti  nobili. 

caualli  da  vettura,e  cauallt  da  guerra, 

come  variamente  fi  dicano. 
caualli,ejfarij,ò  Garagnont. 
cauallt  cructatt,e  torti, e  qualità  loro. 
caualli, detti  Ast urloni. 


«     i 


cauallt 


TAVOLA 


C  Alitili  piccioli ,  come  fattamente  fi  di 

cano.  lOl.g 

Cantili  Definitori .  • 04. e 

Cauallt  di  riferita .  l  o  4  ,f 

Caualii  Spadenhér  C*ntherij,&  qua 

li  t  a  loro.  IO  S.c 

Cattarti  detlrarij,  quali  fieno  &  onde  (i 

dicane.  107.  d 

Cauallt  Curult  Sftbiugi  Cingali ,  & 

zjjgif .  107  d 

Cauallt funali,&  habenalt .  108  .e 

Cauallt  dtuerfi  di  gran  virtù.  ll%-g 

Cauallt  gittatt  al  mare  in  honor  di  Net 

tu  no.  H7.fr 

Caualii  ftluaggi  &  H ippiagri ,  paefe , 

natura,^  forma  loro  *  »3  *••* 

Cauallt  fenzja  orecchi ,  1 3 :.  .e 

Caualii  df  celtiberta ,  come  mutino  il 

pelo.  i6}.c 

caualii  bianchi  dati ,  per  tributo  al  Re 

di  Perfia*  i66.h 

cauallt  cenerenti,  &  qualità  deYefsi  *  170  .h 
caualii  di  temperata  compie  filone  •  183  .<* 
cauallt  dt  buona  fortuna  *  *> 5  8»e 

cauallt  nati  in  regioni  temperate,  e  loro 

eondi tionr*  Jof  fr 

cauallt  Ethiopi,  &  A ff ncani >e  loro  con- 
dri toni.  3cy.<* 
cauallt  Grecite  loro  qualità.                      3  °6** 
caualii  dt  creta,  di  Rhodi,&  di  cipri* 

cor,  307.  d 

caualii  del  Re  Rhefo.  }  09-b 

cauallt  dejìi  nati  per  la  per  fon*  del  gran 
Turco  r&dt  altri giovanetti  del  fuo 
ferraglie.  309.^ 

caua-lltdt  Sarmatia,fattezJzje,&  quali 

rà  lor».  311 

cauallt  mandati  al  Re  di  ver/ìa  dal  g» 

uernator  d' Armenia.  311»/" 

cauallt  d'  ljlria,e  Venetiani .  3  1 7 . d 

caualii  più  lodeuolt,  e  dtptupofian\a  » 

car.  41 3 'b 

cauallo  portato  a  Traiano  ne' confini  d" 

Armenia .  *\.h 

cauallo  nutrente  uerfo  fua  madre  .  7.* 

cauallo  dt  Socie  morto  pei-  h-tuer  cam- 
biato padrone.  %.g 
cauallo  dt  Ntcomede  morto  per  la  mor- 
te del  [ho  Signore.                                        8.A 
Mutilo. _  djArtjbw  Rè  di  ferfia  &na(u 


ra  fua.  >.* 

cauallo  di  Giulio  ce  fare  nato  co  piedi 

qua  fi  hu  mani  .  \\,c 

cauallo  di  Domitiano  fcolpito  ih  b  rsn- 

%e  dorato  >&  ingemmato,  l  J-  .Ir 

cauallo  d  '  Ecatone.  1 8.  e 

cauallo  fi  dice  compagno fidatiftimo  al 

fidato:         t  17.  x 

cauallo  d'Alefiandro  vedendoftdtpin- 

to,  e he  fece.  <}o.g 

cauallo  bianco-  ucci  fi  ad  honor  dt  Dio 

mede*  j6  .e 

cauallo  onde  detto-.  98  / 

cauallo  gradano, e  volutati».  101.fr 

cauallo  detto  C elete .  I04./& 

cauallo  del  Signor  Giordano  Or  fino  *  106  h 

cauallo  dato  a  Probo  Imperatore .  1 1  j.d 

cauallo  della  Luna.  l  J  8  h 

cauallo  dtui fiato ,  $»  Ffobe ro.  169  e: 

cauallo  argentinole  f uè  condtttoni..  3  00.^ 

cauallo  del  Signor  Vincente  da  ltfria  *     3 1 P  .  * 
cauallo ,  che  tiri, calci  tocco  da  gli /pro- 
ni ,  0  che  fcuota  il  capo  ,  come  fi  dt— 

fciplint,  e  ca  flight .  3  81.& 

cauallo,  che  giffe  col  collo  torto,  come  da 

corregger  fi ,  ò  duro  dalla  man  de(lrau 

car.  }9  7.d 

cauallo ,  perche  dtuenga sboccato  ,  efu- 

rtofo,e  fuo  rimodio  .  4 1  7.  fr 

cauallo  fiero  tu  una  Carriera  come  da 

tener  fi*  41 9  e 

cauallo  da  non  e ffer  errar  fine  f alti*  4l6f 

Caue^z,ana  ,  fai  fé  redine,  e  lor»  aiuto 

car.  397 :é 

Cautele ,  &>  arti  da  tener  fi ,  in  w  e  a. 

uallo,che  l'itmmaejirt  per  ufi  diguer 

ra*  450.  h 

Cecilia  Metello,  e  fua  rifpofia  ad  vn  fuo 

Tribuno  *  493.  *t 

Cenfon  Romani.  4  71  .d 

Cerimonia nelPeffercito  Verfian» *  5  J  •  <£ 

Ceruleo  Color  e, e fuefpette.  %6o.e 

Cerulee,  Flauo  btanco,fuluo  &c.  zòo.  h 

Ce  fare  taluolta  combatte  a  piedi  per 

dar  animo  a  foHdattyf  per  altra  prò»     . 

tanecefsttà*  18.  h> 

Cefàre,e  fua  magnanimità.  .        47-fr 

C efare menato  da  Elefante  con  letorce 

accefè.  53* 

Ce  far  e ,  e  fitaperitia  nei  e  anale  are-        1 40.e 

Chamo 


DELLA  GLORIA 

ch*mo  onde  dette.  3  f  8. h 

chaonij  caualli.  ì°7>d 

chiappone  fano.  157>b 
Cibare  cauallen^^o  di  Dario  ,efk*  /ir- 
te ber  fare  annitrire  il  fuo  cauallo. 

car.-  *>.| 

Cicerone  dell  'ondine  eque/Ire.  }<\.h 

Cictro>tete (uà  agguagliane*.  .  63. e 
Cicerontyt 'fi*  a  opinione  arca  le  guerre. 

car.  .,  ">o7.c 
cicerone  ncll'entrarde'  prieghi,  che  con 

fig'iod.-u  Ì09C 

e  tcihani  cauallt.  3  '  8  f 

e  ielo  non  efier  co  lo  rato.  2  J  *  •£ 

e Ularo  che  dinoti.  ll&  g 

C  ir  co  M ifstmo.  9  '■  >c 
arco  Flaminio,  &fi/?e  che  vififaceu* 

no .  94  \ 
circoli,  e  loro  maniera,  /patio  ,  nume-. 

ro  ,  grandexj\a  ,  $»  qualità.  436. 

437.   438.   459.     440»  44'»^ 

tir  colo,e  fitta  dtffintttone'*  43é.f 

Ctfiario,Carpento,  Carpentarij.  II?  b 

tifo  carretta  veloctfstmz,  1 1 3  b 

atta  celebrate  per  opera  di  caualli.  3  OJ.it 

Claudio  C efare  refitutfce  t  luoghi  a'  Se 

natori.  e,o.f 

Claudio  Ce  fare  ,  $>  Plinio  delTVitppO' 

centauro.  1 3  I  f 

clima  in  ogni  animale,  e  d'impo?t*n\a, 

car.  5°4-f 

ehtellarij ,0  Sagmarij  caualli,  quali  fi  a- 

no.  86/ 

tognome  del  cauallo  dalla  dtuerfitk  del 

pafio.  1 00  f 

tognomi  appropriati  a"  Centauri.  j  2.8  e 

collo  graffo  ,  e  lungo  in  vn  cauallo,e  qttal 

bndia  gìiconuenga .  344«^ 

coloni!  lo,  0  Coronelle,^  onde  co  fi  fi  di- 
ca* 473.r 
color  proprio  >  &  color  improprio ,  &  lor 

differenza.  iy  5".<* 

color  bianco  a,  chii'attribuifia.  lój.d 

color  'bianco  lucido,  &  color  bianco  fimor 

io.  166. e 

coler  "verde, &  doue  fi  vgga più  167.  h 

color  Sorecigno,&  cinereo,  &  a  cui  con- 
venga. tJO.h 
ielor proprio  del  Giluo^  &  quando  fi* 


DEL  CAVALLO. 

di  buona,quando  dieattiua  qualità.     %ÌÌ$ 
color  fofo,&  atro  come  altrimenti  fi  di- 
cano. 17*"£ 
colore,  &fàpore  attribuito  ali*  Luna . 

car,  181.* 

colore  del  Sole-,  282.» 

colon,  (tatara,  complefsione  de1  nafeen 

ti  nella  P  rtmauera  &c,  2  8  8  f 

colori,qualtth  acciden  tali.  2  f  o.<? 

colori  mefi'aggieri  della  Natura.  25'O.A 

colori  primi  nuncij  degli  occhi  ,  1  f  I .» 

colori  è  loro  fìgatficattone ,  2  ?  I .  # 

colori  di  finiti  fecondo  varie  fententcje\ 

car.  ULd 

colon  attribuiti  al  Sole.  2  5  2. h 

colon  nen,&  colori  apparenti, &  cagio- 
ni loro.  *■?$•/ 
colori  di  metalli ,  &  delle  piante,  car- 
te                                                       ÌJ4-6 
colori    da  gli  animali  dall'  Elementi , 
&  altre  co  fé  alimentate,  &  minerà* 

li.  ìjrf.* 

colori  gtoueuoli ,  0  danno  fi  alla  ^vifla. 

car,  2  57.  b 

colori  diuerfìin  animali ,0  eccelli  d'  'vna 

fpetie.  %d.b 

colon  attribuiti  alla  Luna,  &  à  Gioue. 

car.  167.fr 

colpa,  &>  inefj>erien\*  de'       o\zjoni. 

car,  3  3  S.g 

colpi  con  che  maniere  fi  fchtutno  -,  4<>4'£ 

combattere  a  piede  btafmatO  fecondo 

gji  antichi.  4$i(£ 

combattimento  di  Tori,e  caualli  Thef 

falli  mo fi  rato  a'  Romani.  3  06. f 

compagnia  di  faldati  introdotta  a  raf. 

frenar  la  licenza  del  Senato.  Afi.g 

compagnia  de  fidati  tolta  via  da  Ne- 
rone. 40.  h 
compagme+come  fi  debbano  fare,  car- 

te        ....        ,  47i»* 

comparai  tondi  Outdio  Sul/none  fé. e  ar- 
te 6^.6 

conce fi ione  a'  Cau alteri  d'intrare  al 

Senato  Ì4>à 

condii  ton,  che  dee  hauer  il  Sauro  indo 

rato,  2p8  k 

condtttoa  della  lingua  in  f  n  cauallo  » 

&  qual  briglia  li  conuenga,  3  3  ($,£  -■ 

condì 1 10 n  della  mez,*  uolta  ,che  fifa  à 

*    4  fronti 


t    A    V 
franteli  ttemico,  come  fi*  da  difiiplt- 

n  arni  fi  ti  e auul lo.  4  57. a 

condir  wn  d  vn  cauallo,per  v/ò  delle  bat 

tagli**  4*8./ 

cosdttion  della  bellezza  m  vn  cauallo: 
tn  che  confitta  ,  &  in  quante  parti  fi 
diuide.  4.6  i.h 

congtettura  della forte^jja  del  cauallo. 

car.  304-/ 

conofcimento,e fienfp  de'  cauallt  del  tem 

pò  della  battaglia.  3..  b 

conqutfio  del  Mondo  S uomo  per  ifpauen 

to  di  a  tuli  Li.  l  J  .& 

Con/alno  sigtdarto  ,e  fuo  dono  à  Pom- 
peo Colonna.  ice 
configlio  dell' iHeJfo  Auttore  ,_  arca  ti 
fatto,  di  caualcarfi  vn   cannilo  ma- 
li ammatilrato  ,  nel  co/petto  altrui  . 
sor.                                                        4J8/ 
confi  gito  fanti fs  imo  ,&  honefìifsimo  de 
l  tfiefjò  Auttore  intorno  al  fato  de" 
gtuocatori.                 v                             Jll'g 
contefa  di  correr*  a  cauaUo,onde  hauefi- 

fe  origine.  $'-a 

continenza  tn  vnfioldato  ►  J  1  o  f 

(otaZjcaj  fiue  condì noni .  4  6  y  .a 

corone  d'olmo,  d  Ottone,  e  d'oro,,e  flatus 

ne  1  giuochi  olimpici..  $6  h 

corone  mtrodot  te  da  Caltgula..  4  7  8 .  h 

co>-pi  natu  tali  ,e  numero  di  e  fisi.  ì.5  1  ,g 

corpi  lucidi  fenz^a  termine,  &  lucidi  ter- 
minati. M3«£ 
corpi  diafani, &  trafipartnti.                      i  J  3 ,b 
corpi  nati  fiotto  t  dodici  fiegnt,  e  lar  gran.- 

de%z,a,e  qualità-  i88.g 

corridori,^  numero  dlefit ..  49$f 

Corfica,e  Sardima,e  loro  cauallt .  318^ 

corjo pericolo/o  ne'  giuochi  olimpici,  car- 
te 96  e 
cor/o  di  Mercurio .                                       181  •*. 
Cefo  ,efua  vittoria  per  induflria  di  tot 

la  briglia  a  cauallt.  %}.c 

coff eli attoti  ofieruata  da  Ali  Rodohan 

nella  nat tutta  de  gì  'ammali.  ì.94.* 

COHino,chefif*.  1 1  A,.h 

codone ,  che  arte  dea*  tener  quando 

/monterà  dal  Poliedro»  3  71  .a 

Ce%Jjoni,onde  fi  dicano.  3 1  S.f 

CzartppoMenalipfo,  JCarttippf ,  &  al- 

tnchefiegmnox  80./ 


OLA 

credenza , con  quali  artefici^  fi  tolga. 

car.  4O0.tf 

credenza  ne  torni ,  come  fi  foglia,  car- 
te 401.  403. e 

Croto,efitafauol'a\.  LtS.f 

cunto foccorfò  dal  Marchefe  di  Pe/ca- 

ra.  ij.a. 

cuoio, e  fuo  principio.  301.& 

curator  d'vn  cauallo  ,e  fuaauuerten- 

*,<*.  3  6o.h 

Curio ,  e  Fabritio  lodati  di  liberalità . 

car.  Jo8.^ 

Curfio  hebbe  vn  cauallo  coraggtofo.car- 

te  li 7.  d 

curtaldoyperche  cofi  yten  detto,  1 03  •* 


DJc  1  a  N 1  caual  li3  e  loro  qualità  * 
e  forma.  }l7-£ 

D afida  dtjpreggtatot  del? oracolo ,.  e  fua 

morte .. 
Dario  /campato  di  pericolo  per  auuer—  ^ 

ten\a  d  hauer  cavalcato  yna  canal- 
la  partorita  dtfrefico. 
Dario,e  fua  rotta* 
Dectmattone,che  fuppliciofìa. 
Decto  Laberio ,  e  fiuopremio,  e  degni  tà . 

car. 
Decreto,  del  Senato, e  he  niuna  donna,  0 

figlia  ,  o  moglie  di  Caualtere  facejfe 

arte  indegna. 
Decurione, e  fue  qualità^ 
Dedalo ,efauola  di  e  fio . 
Degni  tà.  de'  Cavalieri,  drk  che  conoficitt- 

ta, 
Degnità  de  gli  Ambafciadori*. 
Degnità  dt  Furto  Camillo, 
Denti  del  Lupo  legati  ad  vn  cauallo . 

che  effetti  facciano. 
Denuntia  delle  guerre,  e  con  quaifolda 

ti  far  fi  debba*. 
Deficrittion  de  cauallt  di  Caffore ,  fo 

di  7  alluce,  &  d'altri  huomt  ni  illu- 
sori. 
Deftneto  nome* 
Detto  notabile  d'vn  gioitane  e  fior  tato  à 

Itcenttarfi  dal  fioldo  del  Rè  Filippo  , 

&  a  vende  re  il  fuo  cauallo. 
Detta d' Augvfte.  advn  Cavaliere. 


*H 


é.er 

45>o.e 
478.^ 

39* 


3-i.r 

471.C 


31.* 
49i.d 

\\€.h 
ioóh 


%66.h 
io8.« 


xo.g 
Ì9.à 


Detto 


DELLA  GLORIA 

Detto  ntta  Vile  dì  Mario,  4  4  •£ 

Detto  di  Co  fi  animo.  A^-d 
Detto  d  Ageftlao  fu  la  egualità  del  buon 

Duce.  SOi.d 
Differenza  tra  la  hianche%jz,a  del  Sole, 

&  de  gli  E  le  menu.  z  J  3  ,a 
Differenzia  tra  Bai  Metallìnt  Lupegnì 

Saint,  e  Rubiconi.  1 77 .  e 
Differenza  tra    caualli  fittent  rionali  , 

&  altri.  304  h 
Differenza-  della  voce  del  [Caualcata- 

re .  409,? 
Dimache faldati  d*  Ale f andrò  Magno  ► 

car.  ly.b 
Dio  dipinto  da  Abacuch  profeta  /òpra 

caualli.  60  .g 
Diogene  vedendo  duoi  Centauri  dipi» 

ti,  e  fu  a  arguita.  *$0'g 
Dionigi ,  e  fuo  augurio pet  Vft  cauallo 

hafctato  nel  fango.  1  1  .e 
Difcefe ,  e  loro  effetti..  4  6 } .  e 
Difciplma  dell' buomo nel '  cauallo-,  i<jy ,  d 
Difciplìna prtma  in  vn  Poliedro  ■  }70.g 
Dtfic  ipltna  a  cauallo  per  faltarfofsi.  4 1 1  "b 
Difciplmarevn  cauallo  y  fecondo  Seno- 
fonte yto.f 
Discipline  diuerfè àie  nature  dt  "Polie- 
dri. 3  éj.d 
Difiipline  in  <vn  cauallo  per  vfo  dtftng* 

lar  battaglia.  4f7.c 

Difpofìtion  di  corpi  differenti^  $1$  d 
Difpofiiione,  &  ordine  dell'esercito  ne1 

Viaggi  a  l'antica,  &  a'  tempi  nostri  ^ 

car.  4 Si.  e 

Difordtne fatto àtempOì  40 1 .  a 
Dtfsimulat 'ione del  Generale  di  qua» 

ta  importanza.  486./" 
Dtjhntton  de  gli  officiali  Senatori]  ,fe> 

cauallerefchu                                      1 ,  34./* 

Dij/intton  de'  colori  particolare.  1 5  6-f 
Dittatore  non  debba,  andare  i  cauallo  } 

perche.  18./ 

Dittatore,^  dignità  fum.  49  uc 

Dittatore  prtmoi  49* -f 
Dittatura  perpetuai  dt  Ce  fare  cptalfuf 

A  lF>f 
Dittatura  di  Silla,con  quel  ,.chefegue . 

car.  4pz.tf 

Diuifìon  de  '  colori.  1  y  6  •  r 

Dmerfitàdi  geli  nel  «**&**'  emalli,.  1 6i.f 


DEL   CAVALLO. 

Dtuerfìta  del  pelo  Leardo.  167.  à, 
Diuerfìtà  nel  color  rofj'o.  17  J \e 
Dominio  del  o\tpo  attribuito  al  Monto- 
ne, &  qual  fta  ti  fuo  pianeta.  t$9,<* 
Dono  di  caualli ,  e  d'arme  fatto  ad  £- 

neada  Heleno.  18./& 

Dono  del  Re  Filippo  al  Papa.  68.A 
Duca  dH  Amalfi,  e  fatto  fuo  honoratocon 

tra  t  Francef.  1  fu$ 
Duca  dt  San  oia,  e  fu  a  vittoria  a  S.  Qui» 

tino,  if.b 


E  Cu  vt:  e  a  linea.  %%j.e 

Effetti  dt  Marco  Tullio  Confilo  .        H.d 
Effetti  della  Luna  nelle  figure.  1 8 1  ,b 

Effetti  potenti  fimi  dell'  effercttio  de 

Torni.  40  }.b 

Effetti  del  lafctar  andare  vn  cauallo 

alle fcefe,o  dt  trottolo  di  galoppo  car 

te  407.  d 

Effetti  del  Rampante.  46  3  ,d 

Effetti,&  gloria  della  militar  dì/cipli- 

na.  S'Of.a) 

Effetti  della  caccia.  J 14.^ 

Effetto  della  briglia  più  alt  a  di  monte  > 

e  cjual  debba  effere.  34 tf.tf 

Efficacia  ,<&>  giou amento  del  caflìgom 

vn  cauallo.  3  pi, e 

Elefanti  ,e  caualli non  conceder (i  ai fri 

uà  ti..  \%.h 

Elet,efì*ara3LK,a.  307.^ 

Elementi  detti  bianchi.  15  z,h 

Elettion  del  CoK>\one,&  cjualeglieffer 

debba.  33  \.a 

Elio  augurato  a  douer  regnar  poco  per 

morte cCvn  Poliedro.  \\,b 

Emblema  dell' Alciato.  6}>b 

Enippe,  Ale  ippe,  Anippe,  Crifippe,Ci* 

dippe,conquel,che  fegue-  8r.* 

Epidauro  Città.  306  h 

Epigramma  d'Antilogio  nell'effigie  d'vn 
cauallo  di  Filippo  Re  di  Macedonia  .. 

car..  pj.c 

Epiro  detta  Albani a,e  caualli- Epei,         3.07.6' 
Eptrott,  &  Dalmat  ij  caualli,  e  loro  na- 
tura. 307.C 
Epttaphto  di  Bucefalo.  14.C 
Epiteti,?  nomi  *t  t  ributti  àxauallì.       98.99.  b 

agiteti* 


TAVOLA 


Tpìtcti  del?  A  magoni.  i$S-d 

Ip tteto  de'  caualli.  i.h 

Epiteto  dt  Cattai  ieri  dato  à  Feleo,fr  »/- 

tri  nobili  di  Grecia  .  4i-b 

Eporhedtca  &  Rhedarij.  HS-b 

Equestre  città  nella  Gallio,  88   h 

Equ  arto, e  he  fi  a.  8  <■>  •  a 

Equicoli  popoli.  $$.h 

Equirij giuochi  doue  ,  &  quando  fi  cele- 

brauano.  V0-f 

Equtfone  detto  Co^j^one.  89.6 

Eruttano  quale  fi  dica.  8  9 .  b 

Equìtto  ,  equino ,  equire,  equimentocon 

quel  che  fegue.  •  89. b 

Equitoli  popoli  SS.h 

Equo,  perche  co  fi detti da'  Latini,  car 

te  87  88  d 

I quo  monte.  88.£ 

Equulio,che  co  fa  dinoti,  8  8 .  e 

Ertttonto,e fuafauola,  jo8  h 

Efippiaticauallt  qu.tltfiano.  '86  f 

Ejfedarij  popoli  faldati.  '  M? 

Effedo.e  Coffeda,e  fuoi  epitheti.  . 1 4  f 

Effempt  di  più  konorati  ejfercttij.  ìo<\h 

Effempt  di  molti  antichi ,  &  moderni,  0 
foffeffort  delle  fetente.,  opur  amatori 
d'effe  ,  &  degli  huommt  faenttatt. 
*i<S.  ?I7,$t8.  ?  '9h 
Effempto  di  camalli  date  da  Temisi*- 

eie. 
Efiempio  di  Zoiro ,  &  d'altri  yalorofi 

faldati. 
Effempto  di  Quinto  Fabio  Mafstmo. 

car. 
Effempto     dell' efferato    d'Annibale. 

car. 
Efferati]  bifògveuolt  al  cauallo . 
EJiercttu'  del  corpo  ,  quali  effer  debbano 

per  vn  faldato. 
Effer  atto  delle  cacete  neceffario  àgioua- 

di,&à  maefln  di  cau.dlt. 
Effercittodel  Caualiere,o  gioitane  fo  yec 

chio. 
Effercitto  mi  furato  quanto  gioui. 
Effercitto  dell'arte  cauallarefca.   * 
Efferato  Celsfle  /òpra  caualli  bianchi  • 

car. 
Efferato  detto  duplicato  ,  &  altri  di. 
uer fi  efferati ,  è*  dou  eglino  fuffero 
Amer fornente  deflmatt ,  &  quali  fi 


6\.a 
A  97. e 
4P  S.g 
Po./ 

tua 

ìiB.g 
31 6g 

6o.g 


dtcefferq- 
Efferato  ben  formato,  quando  fi dica . 

■car. 
Efferato  et  Al  e  fi  andrò  -,   &  numero  de 

puoi, 
Ejfor fattone  per  Ve  fitteti  io  de' caualli 

neceffarta. 
Età  della  doma  del  poliedro. 
Et  modo  dt  dom.trlo. 
E  ucherto  nella  frittura. 
Eu.ppe  Borgo- 
Euripide,  e  fuo  precetto  ai  figliuoli  de  ì 

Re  arcala  dt  [opima  cauallerefco  . 

cor. 


4J4* 

489.^ 

489.^ 

48<>.<f 
331.A 

6},d 

81.  h 

li,* 


36,.* 
488  g 


FABIO  Mafstmo  ài f segnato  Ditta" 
tore  merito  ti  cauallo 
Facetia  di  Lorenzo  di  Medici, 
falange  Macedonica  ,  fr  numero  fuo. 

car. 
falli   Lupini,  qualità ,&  vita  loro. 

car.  178 

Fa'bicaualli,e  loro  qualità.  199 

fallo  grande  tagliato.  3  f  7 

fai  fi  redme,&  vfò Uro.  $67 

falfe  redine ,  e  loro  effetti  col  rimaner*  ■ 

te.  39f-i 

f  annullo  nati  di  cauallo  d'un  paftore 

à  Per 1 andrò.  I 3  I  •  t 

fanti  di  Guardia  del  Generale .  48 1  .à 

fafi-anicauallt ,  &onde  cosi  fi  dicano. 

car.  312.6 

fauola  di  Velop e,&  Hippodamia  .  9  5  .e 

fede  d'vn  nobile  Solano  per  vn  cauallo 

datoli  da  Marco  Marcello .  19  d 

fedeltà  dt  molti  faldati  yalorofi,  f  1  \,f 

federigo  Secondo,  e  fua  costituitone, 

car.  48.» 

f  efevtarij  quali  fìano.  47°»* 

fetonte, e  fua  fauola.  HO.h 

fibted  Oro  da  Aureliano  àfùoi .  J  3 .  a 

figura  del  cauallo  Vegafeo.  4  f  8  h 

ftltppe fi  popoli,  Filippopoli  città.  tii.h 

filippo  Re  di  Macedonia  ,  e  fuo  deside- 
rio nell'ajfaltar  la  Teff  agita.  ìlf 
ftfchio  della  bacchetta^  fuo  gtouamen»  » 

to in  vn  cauallo-  3%%f 

Fiumi.e  loro  effetti ,e proprietà.  i6yb 

Flau* 


DELLA   GLORIA  DEL  CAVALLO. 

flati»  colore,  onde  fi  formi .  i  $  t.g 

Foggi*  da  tener f  ne  cauallt  terragno  G 

II*  4TJ  -« 

Foggte  diuerfe  di  cauallt  Greci  cay  *~\  Al\.\o  ,e  Lentulp Cenfòri ,  che 

te*                                                        3<>8.£  \JJ   cofa  dimandarono  a  Pompeo.car- 

Fonte  Cavallino-                                         98  g  te*                                                          $t,e 

Fonte  nella  rimerà  preffo  il  marRof  Falliti*-  Centareto  dirupato  dal  cattai 
fo.                                                         z6}  b lo  del  Re  Antioco  per  hauer  ucctfo  il 

F  orma  del  campanello,^  vfofuocar-  fuo  padrone.                                              %.  h 

te*                                                          il*/  Galoppo  quando  fi  doni  al  Cauallo  .cat-                ;> 

Forma  del  campo t  ediflintion  d'ejfa*  te.  ■                                                      411  .A 

car*                                                        480  .e  Galoppo  ,.  e  fuoi  effetti  ,  e  qualità*  car- 

ForteZjZ,<*>&  &  dire  maggiore  nel  ca-  te.                                                41 1.4 13  A 

trailo,  che  nel  Leone.                                   i.g  Galoppo  in  vn  cauallo  progetto,  e  /ita 

Fortuna  di  più  cauallt  nelle  guerre  *  vttlttà .                                                   3  74.* 

buona>&  catttua.                                ipi.d  Ganajie-,e  lorogrande^jjateforma.car 

Forgia  de' Piane  ti  >  e  de'fignt,  e  qual  d'  te                                                         3  4 1 .  £ 

efs'i  fa  maggiore.                                   187. £  Gemea.che  f  dica  .                                    489.^ 

For%a,&pojfanz,a  dell' ufo.                     3  io  .e  Generale  ,fuo  officio  r  e  qualità .  car* 

For^a  dell'arte,  &  come  il  Cauallo  s'a  te.                                                          49S .  • 

ue^zj ,  &  afsecurt  potar  adofsolt  Geng/ua  tnvn  cauallo,  e  qual  briglia 

Caualtere  armato  di  ctafchedunar-  gli  conuenga  *                                         33  j.d    , 

me.                                                      4J9'lr  Gengive  tormentate,  0  rotte ,c  lorrime~ 

Francefco  Re  di  Francia  egli  fieffof di  dio*                                                      33  %  .f 

ce  Caualtero  nel  Cartella  che  fece  à  Genti  d'arme,  e  fuoordine,e  luogo, car- 

Carlo  Quinto*                                            4?.r  te.                                                              483.* 

Frane  e (i  cauallt  detti  Cantheri  *  cor-  Genti  da.  cauallo  del  GranTurco circa                 , 

te*                                                           3  17.^  '/  mangiare ,  che  tifò  tengano 1.  car~ 

Freni,  e  Bardelle  dà  chi  prima  ritrova  te.    -                                                      484? 

ir»                                                            1 3 3 .a  Germania^  fuoi  cauallt.  r                       3 1  <s ,f  , 

F  rem  e  loro  effettive  qualità.                     346  »  Germanie  loro  antica  'v/ànz.a.                   2j,£ 

Freni  di  Spagna  ,  di  Barbarla,  e  Tur-  Germani  *e  loro  of£eruanz*a  nelle  batta. 

chi**                                                       ì^ó.b-  gfe"                                                          lej.a 

Freni  molli- ,  &  freni  rigidi ,  quali fie-  G  'tict  cavalli                                             309  b 

no.                                                           310.f  Giacine 0^0  Ferrugineo.                               ^6o.g 

Freni  convenienti  à- Poliedri*                    3T9^  C 'taciture  delle  sldano*&  delle  brao~> 

F^reni  convenienti  a  Poliedri*                     346-/6  "a,  quando  fi  cavalca  fèn^abacchet 

Fngtont,e  loro  qualità  *                             j  1 6. g  fa>°  Pajfeg£la*do,o  volendo  corrrere*. 

Fronte  prima*  feconda, &  terza  dé'fil-  f  meneggtare  *                                39*.?  93  •/ 

dati  qual  f uff  e*                                     487.fr  Giannizzeri ,  e  loro  Tolleranza,  e fi- 
Front  t  delle 'battaglie *e  loro ordine.car.  brieta*                                                 484.» 
te*                                                            483  .fr  iGmetti*qualt  peno*                                    i03.fr 
Fvluo  colore  ò  Rauo .                                1  5  q  .fr  Ginetto*onde  fi  dica*                                j^, ,  (  £ 
Fvlmi  cavalli,  e  natura  foro*                       xj^.d  Giovambattista  Caflaldo,e  fua  prt*- 
Fuoco  ,  perche  divenga  fiauo,  e  la  terrai  4enz.a,  &  ordine  tn  Tranfihtanttt  * 

bianca.                                                  343-*  car'                                                         4?6.£ 

Fftrm  tn  che  modo,  e  mifva  dette  da*—           «  Giovamento  del  ferrar  di  volta  con  lo  . 

f'                                                        45-1^-  fì"™6-                                                  3  84/ 

Ctou amento  de  gli  fpront per  abafiar 
te  volte  alte  ,  &  inalbar  le  baf- 
fi' 


TAVOLA 


j§; 


Gtottament  e  de  gli  agitati  occulti, &  fin 

tt,&fìntiqn  d'efst . 
Gto.dt  Capuane  fica  morte. 
Gioue,e  fuot  effetti- 
Giudici]    dé'caualli  dalla  ojfieruation 

delle  fi elle. 
Giuochi  ejfieqtùali  antichi . 
Giuochi  gladiatoria. 
Giuochi    confiualt  dedicati  a  Nettuno 

equeflre . 
Giuochi  Circi •fi \come  &  quando  fi  face fi- 

fero. 
Giuochi  di  Troia . 
Giuochi  Olimpici ,  &  chi  prima  nefufie 

iflttutore. 
Giuochi  ifimij,  e  chi  prima  gl'tnfittui fi 

fi'  . 

Giuochi  quali  conuenientt  albuonfol 

dato*- 

Giufiitta,e  fìte  lodt . 

Gloria  maggiore  della  mtlttta  à  cattai  lo 
ctià  piedi  :  ma  Pvna ,  &  l'altra  ve- 
ce fi  arta  . 

Gouern  o  delle  prouincie  dato  a  Caua  • 
iteri  .       • 

Gouerno  d'vn  Poliedro,  &  come  dtpafi 
fi  tn  paJfos'atteZjjt  à  fUot  mefferi  . 
cor.  * 

Gradi  de' Senatori ,  &  Catta  Iteri  (epa- 
rat  t  dalla  plebe. 

Gradi  dtuerfì  tra  nobili  » 

Guardia  del  Principe  data  a 'Caualte- 
rt . 

Guardia  ardii aguale  s'intenda . 

Guardie  dt  tutte  le  compagne  al  Con- 
filo,e  loro  ob  Ugo  . 

Guerra  più  giù  fin  fecondo  le  leggimi- 
Ittari . 

Cuerra  difinita  Proclo . 


H 


H^rma,6»  Harmatrochia.  cat- 

H sfiatile  guardia  loro . 

H  afiati  Pnnctpt,*Triarij  quali  (ì  dica 

no, 
Jiemochi  popoli  • 
Hentoco  fiegno* 


38  y  b     lì  ercole  detto  Hippodote  «  t+.h 

Herofilo  equarto  medico-  l  $$.* 

Toj-rf     Untore  parlo  àfuotcaualli>  $%$.b 

3.4,it      Hipp adi  fiacri ficij.  t%.a 

i8<>.tf      HtppalcofigliuoldiPelope.  78./ 

Htpparchia,  Htppe  .  80.  >b- 

I94.f     H tpparchta  banda  di  caualli  «  %1-cf 

)-p.b      Htpparco  'vita,^  co/lume  fitto .  78. 
35>.<<     Htpparco  ufficio  di  maejirode' Caua- 

Iteri  .  491  -g 
90.  h     Hippardto  ?  Htppotigret  H infocame- 
lo. 7h.d 
9}*c     Hippart  fiume.  8z. 
94. d     HippartHO,  Htppertde,  Htppia,  Hippo-, 
Htppoboto  ,  Htppocltde  ,  &  qualità 
94.  A          loro.  78/ 

Htppelapho   animale ,  e  fiòmtgltan^a 

97.  a         (uà.  71. b 

Htppeo  fipetie  di  Cometa  .  8  J  .a 
IH  a     Htppia,  Htppo,  Htppodamia,  Hippoli- 

J07  a         ta.  ti. a 

H  ippia  città  di  v  errebia.  81^ 

H4ppici,virtu  fiua.  7  y .  <* 

16  h     H 'ippico  monte,  Htppo  fumé.  81. * 

HtpptOfO  Epi trito.  8y.b 
40  .h     Htppiothone  alleuato  (Cuna  cattali*. 

car.  6. e 

Htppo  paefie  nell ' ifiola  Co  •  8 1 •/" 

3  3  3 .  h     Hippoacra  ,  Htppucome ,  Hippi  »  Hip- 

»                     purt^r  altrt,che  feguono .  81  .£ 

J  6 .  h     Htppobote,  &  H  tppagrtte  ,  quali  fi  di 

46,4         ceuano .  8y.£ 

H  ippocampo  figura  cofiume,e  ^irtùfua. 

Af\  .a         car.  76-f 

$tf.d     Htppocentauri,come  fi  generino.  iz8„& 

Htppoche ,  &  Htppo  fé  Fio ,  e  loro  virtù, 

481  r         car.  73.  e 

Hippocontrfie  Caualtert.  86  f 

JCdJ  ,g     Hippocratt  ,-oltra,  ti  famofifsimo  Hip- 

%06  Jj         pocrate .  7%.h 

Htppo  damo  architetto  ,    Htppo  damo 

M  de  fio,  Htppo  doro  Atheniefè  •  7%U 
Hippodrema  Htppict  Anchtppofiodos . 

car.  %  e, 
ttl.e     H  ippodromo  Sofi fi  a,  Hippoloco,  Hippo- 
481  .f         tnacOy  Htppone,  H tpponaéìe ,  Htppo- 
medou ,  Hippote  Hippomene  Hip- 

486  g         polito.  79.4 

1  io  f    H ippodromo,  che  luogo  fttffie  .  8f  .r 

iio^    Htppoforbo  Hippotrofo.  %6.g 

Hipfoglofi. 


DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


Hippof  lofio . 

Hippo!apatbo,come  variamente  ft  dica. 

H  ippoleclncon ,  H  tppomirmicos. 

H tppomachia  batt  agita . 

Htppona  Dea . 

H ipponomo ,&  Hipponoma. 

Hippopere  ,  Htppagto ,  e  quel,  che  fègtie 

car. 
Htppopod't popoli  nell'Oceano. 
Hippopona,e  fina  qualità . 
H ippoporno ,h '  ippocroma  Hippotìphta  . 

car.  7 

H  ippopotamo  detto  Caual  fluttuile  .car 

te. 
JJipporee  genti. 
Htppos,  Hippuro  qualità,e  coflume  lo 

ro . 
Hippotamede  Borgo. 
Htppòtoxote  Htppoceleuti. 
Hippun ,  carne  dtuerfamente  fia  det- 
ta. 
Hoberi,e  brofègni. 
Honor  primo  delle  fiattie  eque  fin  a  eh 

prima  concefio. 
H onore ,che  fia- 
Honor i ,  &  Epiteti  dati  a  Caualteri 

dai  Boccaccio  ,ér  d'altrt  Voett  car 

te. 
H  onori  pubi  tei  dati  piamente  ad  huo 

mini  belli  appo  i "Ethtopt. 
Jioratto  Coditele  fio  Cauallo» 


7 1  •*  Incontmenenz^a,  e  fuot  e  fletti, e  dtffetti. 
7l-g  car.  jft./ 
7l'g  Indiani  e avalli, e  loro  natura  ,  3  1 3  .<■ 
$6.f  Infamia  del  nobile  più  graue,che  dell'i- 
S^.a  gnobiie.  A^'f 
66  .JJ  Infante  di  Nauarra ,  e  fuo [degno  con- 
nata madre.  i0-f 
%6.h  Infegna  del  Duca  di  Sauoia  .  a  y .  & 
131  b  Infegna  d  Alaffandrmi .  6Sh 
71 -a  Infegna   della,     Canuti  eri  a   Romana. 

car'  .  .    .        *7°-Z 

1. 71.fi    Infegne  di  Cauallt  di  due  nobili fstmi 

feggi,Cappuana,e  Nido.  69  a 

7  7. a      Inftrumtntt  per  te  vendette  de'poutri . 

81.6         car.  47«<» 

Injirumentt  de'ricchi  par  vendicarfi  . 

7  6. e          car.  467.* 

8 i.h     jnterditiont  di  Spartaco  à  fuoi .  3  3 , b 

86./     ìfstone,  e  t  Centauri, e  loro  hifiorta-car- 

te.  ll^.b 

74-f    1  filone  primo  affettarne  delia  gloria 

JO'  "          del  regno  in  Grecia.  l$o.e 

Ifmtj  vtncitort,e  loro  corone  .  97.C 

5*-'g     l  tir  ut  t  toni  per  vn  caual  lo  nelle  ccoltete- 

4  s  .e         doppiate.  4  4  8  ,g 


43 


J 


ijo  h 
nS.h 


I 


GnOKAti^^detefiata.  519.C 

Imboccatura ,  quale  debba  efiere  . 

car.  34°"* 

lmbo fiate  di  varij  antichi  huomint.car 

te.  9ó.e 

Incanì efmt  fatti  *  cavalli  nel  regno  di 

Senega  di  Negrttt.  1 8  g 

Incapejtratura  nuoua,&  quando  fta  da 

farfi  333-4 

Ine e  r  te\zA  de 'colori  ,&  onde  fi  fior- 

ga.  ...    ***•* 

Inctltnatton  delle  fi  elle  negli  animali 

yerifstma*  i9}-a 

Inctttnation  del  Caual  io  al  lato  de fir  6 

nel  far  delie  volte ,  &  ragion  perche 

cofifia .  447»^ 


Lacedemoni  lodati  di  tacitur- 
nità. $li.b 
Lacedemoni,  e  loro  vfàn^a  intorno Fv/ò 

de  Cauallt.  490.^ 

Lancta,e  qualità  ad  efHa  fpettanti.car- 

te\  .     _.  4<*y.<* 

Lancia  in  cofete ,  e  maniere  d'effe  .car" 

te'    ,  r  46U* 

Laomedonte,e  fua  morte.  111. a 

Leardi  Ruotati ,  vernati,  &  circolati, 

quali  fi  filmano.  •  ^T^.f 

Leardi  mal  colorati,^  compie  fision  loro, 

car.  170-1' 

Leardo  ?etegno,&  qualità fua.  z67.d 

Leardo  Samno,  &  conditton  d"efio,car- 

te  i68.e 

Leardo  Cardeno ,  &  qttal  egli  fia  .car- 

te-  2*8./ 

Leardo  Rohano  color  ,&  natttrafùa.car 

*?*  i62.f 

Leardo  Sardeno,  &  Leardo  Moficato  bon 

ta,&  valor  fuo .  j  6%.g 

Lardo, 


T    A    V 

Leardo,  TezÀ^ati,o  fìntati fé oni, & prò 

prtetà  loro  .  1J9.& 

Leardo  Marino,  &  qualità  fu*  ■  %7®-g 

Leardo  ,  Stornello  ,  Tordilio  &  o/cu- 
ro, Ó?  1**1  d'efsi  fta  il  migliore. 
car.  171  .<* 

Leardo  Melato ,  0  pure  Leardo  Sautno  , 

fymtfiura  de'Jucipelt.  17 Ì.C 

Leardo  arrotato  di  Sona  celebrato  dal 

l'Ario  fio.  3lha 

Legge  da  giudicare  data  a  caulieri  e  tol 

ta  a  Senatori.  ,  34.' 

Legge  The  atrai  e.  40  h 

Leggiereaz^a  ,  &  defreT^a  deJNumi- 

di.  104.  h 

Legionari],   Aufliarij ,  Qf   Gregarij  , 
qualt  fuji'ero  >  &  officio  loro .  car- 
te. 47J.  d 
Legione  ,  &  quanti  faldati  contenere 

a  tempo  di  Remolo.  $6}.d 

Legione ,  onde  fi  dica  ,  &  qu  afeli  a  fta , 
CT  come  Scartamente  fi  fceglieuano  t 
faldati   d'ejja  ,  &  variamente  ft  di 
ceuano,  47^-f 

Legione ,  onde  vien  detta  ,  &  onde  ha 
ue^'e  principio ,  &  come  di  mano  in 
mano fujfe ita  crefcendo  .  47}>d 

Legion  1  pagate  ordinariamente  da  Ce. 

fare  Au  fi  ufi  0  &paga  d'effe.  478  e 

Lepre  ammaeFìrata  dalla  natura.  161   a 

Libici  Cauallt  •  3  1  y  ,a 

Licenza  ,  e  fòrti  di  effa  nella  mtlttta  . 

car.  476  h 

Ltocofore  Caualle.  \\7.c 

Ltcofpade,quaii  Cauallt  ftano  .  H6  h 

Linea  equtnottale,  e  fua  dttiiftone .  287. a 

Lingue  dtuerfe  di  grande  utilità. .  J  I  f.c 

Ltjla  bianca  nella  fonte  del  Cauallo , 

onde  proceda .»  $oi.f 

Ltutdo  colore,differente  dal  palli  do .  ^71-g 

lode  di  molti  antichi  celebrati  nelf  arte 

di  caualcare .  1 40  .  e 

Lode  di  molti  dluflrt  tttulatt  Signori 

peri  tipi  mi  nel  caualcare  .  x  4  3 .  a 

lode  de' Cauallt  Italiani,^  ragton,per- 

che  co  fi  fi  lodino .  5  2 1 .  o 

lode  de' Romani  circa  la  di fctplina  mi- 
litare.  SOfj 
lode  degli  efferati],  vfo  &  utilità  dt  ef 

fi'  fio.? 


O    L    A 

lorica ,  quale  fia ,  &  qual  ft  debba  in- 
tendere .  469  >c 

Luna,onde  fi  dica  ,  &  onde  procedano 
le  macchie ,  che  in  efia  f.  veggono* 
carte  1  ?  l  .A 

Luna,onde  fi  dica  .predominio  corfo  , 

albergo,  &  effetto  fuo  .  i 8 1  .g 

Lungbe^jz^a  della  briglia,  in  vn  caual- 
lo. 3  4  6.  g 

luoghi  dati à  merce, [enzjteccetttone  dt 

Patritij,'o  dt  plebei.  3  8. h 

luoghi  equejirt.  9°.f 

luoghi  idonei  per  gli  armenti.  3  06  •  h 

luoghi  abbondanti  di  cauallt .  3  08  ,h 

luoghi,  e  modi  dtuerfì  da  ejfercitarevn 

cauallo .  3  74-f 

luoghi ,  e  tempi  da  galoppar  firn  Polie- 
dro in  giro.  4^4-^ 

luoghi  fofpetti  dell'imbofcate  ,    &  co- 
me d'ejfe  (ì  poffa  hauer  nottua  car- 
te- n$6.e 

luppo,&  lupato,qual  freno  ft  dtcejfe  ap 

pò  Romani.  149 .e 

lufurta  m  -vn  faldato  dt  e ff etri pe fu- 
mi, fio/ 

Lutto  Tarquinia  fatto  maefìro  di  Ca- 
ualiert  da  Quinto  Cincinnato,  car- 
te. x8  .h 


M 


^r  Cestro  dt  Cau alteri,  &  crea- 
l±  tion  fua.  i8./> 

Maefìro  di  Caualteri ,  qual  debba  ef 
fere  ,  &  dtfpofìo  ,  '$»  condttionato . 
carte.  •  \  40./ 

Maefìro  de' Caualteri  primo  &fuo  uf 
feto .  49i  .g 

Maneggi  di  dtuerfe  forti .  377. 378.  a 

Maneggi  fai  tanti ,  e  varie,  foggie  di  ef- 
ft-  413. 414.417. 41*.^ 

Maneggi ,  &  ordini  (Cefi  necejfarij per 
cauallt.  4S3  d 

Maneggile  loro,  qualità  .  444. 44 f  •  * 

Maneggio  detto  volta d '  Anchifè .  car- 
te, tfé.b 

Manipolo  ,  Centuria  Cohortt  decurta  , 
&  Ale  qualt,&  quanti  foldafi  con- 
teneuano.  4  7 1  .Ir 

Manm,e  Mannollifo  Vbim .  1  ot.  e 

Man» 


DELLA 

mano  ,  come  da  portar  fi  addofio  vn  ca- 
uallo  ,  che  venga  a  fommo\z,*r  [opra- 
la bri  gita. 

mano  ,  come  da  portar  fi  caualcando  vn 

cauallo pieno  di gar^f,Qrc.  Ì5$6.g 

Marc  he /e  di  Pefcara ,  è  atto  genercfo  il 
fuo  nelpafiar  la  Brenta. 

M.  Corto  Uno,  e  fuarifpofla  al  Confilo  .. 
car.. 

M.  Craffo,  e  fua  perdita  per  lo  nome  de' 
cauallt  de  '  Vartht 

Mare  Mirteo  ,oride  detto. 

Mari  o,  e  fuoi  faldati ,  che  ordine  tenne- 
ro.. 

Marmace ,  &  fue  caualle  vectfe.  car> 
te 

Marte ,  onde  fi  dica ,  fede  perpetua , , 
&c 

Marte  ,  e  fuot  effetti  in  e  a  fa  propria  ,. 

(ère- 
Martello  detto  caualcare  dal  poeta  Man- 
touano. 

marnai  colore. 

marnali  cauallt,  &vfo  loro.. 

Mecenate  amanttfstmo  del  cognome  de  l 
caualiero, 

medaglia  di  Fabio  Cantore.. 

medaglia  d'O  flauto  gtouane . 

medaglie,  &  tmprefe  diuerfe 

medicauallt3e  loro  gran de\^a ,  e  qua- 
lità, 

melon  fodo,&Melon li/cio,v/ò,  &  qua* 
li  t a  fua.. 

melone  picciolo  a  felle  ,  &  effetti  fùot  in-' 
Vn  cauallo.. 

melone  a  felle. . 

melone  li  feto, con  la  palettatnfufo..car^ 
te, 

melane  Itfcto  col  chiappone  dtfnodato,  &- 
altri  di  più  maniere. 

memoria  tn  vn  Capitano.  lodata,  car- 
ta 

memoria  di  più  antichi  valorofi  Capi  ■ 
tam,&  com'ellas'acquijìt,  &con/èr 
mi. 

Menalippe  prima  detta.  Zett  ,efua  fa- 
uola. 

menapi  Cauallt  detti  Gheldrut.. 

mente, e  fuo  eJfercttio,.oue.  confi (fa.  car? 
te< 


GLORIA  DEL  CAVALLO: 

merchi,o  fegni  di  cauallt. 

Mercurio ,  e  fuo  corfo }   e  colore,    car- 
te 

mefi  cauallerefchi. 

meta  cjualfujfe.. 

metafora  del  Boccaccio. 

metafore  del  Petrarca. 

mete  Jf  atutte  fecondo  ti  numero  de*  via- 
net  t. 

Me^entio ,  che  parole  dicefie  al  fuo  Ca- 
uallo Rebo . 

me\K.opte  di  gatto  a  che  gtout,  come  <òa 
riamente  Jt  dica  ,&come  fttrauol- 
ga. 

Mtlade,&  caualle  fue  .■ 

mtles  co  fi  latinamente  detto  >  quale gli 
fia,&  onde  co/i/i  dica. 

mtlttta,e  fue  lodi. 

mtjferio  del  Profeta  Zacharia  . 

mtfura  rotta,come s'intenda.. 

mtfura  dtl p.tfjo. 

mtfura  delportante. 

mtfura  del  trotto. 

mtfura  del  galoppo. 

mtfura.  del  corfo. 

Mitridate  e  guardia  d'ef'ocommeffa  ad 

vn  fuo  cauallo.  17.&' 

Mitridate  ,  $r  altri  Valoroft  huomint 
haueuano  cognttione  di  diuerfe  lin- 
gue .  Pf-f 

moderni ,  &  lor>>  errore  circa  li /proni . 

car.  382./ 

Modo  dimettere  ,  ^rimettere  la  bar- 
della ,  &  carne  fi  care^jjt  %n  cauaU 
lo.-  "  33M 

modo  di  pie  di  gatto  {ano..  3l7*d 

modo  da  portar  le  gambe  ,  i  piedi , 
&  le  cofete  fecondo,  l'^/o. Militare .. 
car.,  ìà^.f 

modo  da  tener  fi lo fi  affile  ,.& come  fi. 

debba  attaccare..  l66.h> 

mododtcarezi,z1<irevncauallo>  380.6 

modo ,  che  ti  cauallo  fi  metta  il  M oft ac- 
eto fatto  ,milto  neceffarto  al  combat- 
tere.. 384.385.^* 

modo, che  il  cauallo  <  intenda  la  bri- 
glia ,  &  fi  faceta  indietro ,  con  l'vfò 
della  bacchetta  de  gli  fpront,<&  della, 
voce..  3  8  S.h'i 

modo  cUSffarfi  dcanallo  ,  che  battuto' 


ÌS6 


1$  d 

ly.d 

ll.h 
9<>.d 

483.' 

9Ub 

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183.*- 

283.  e. 

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66. f 

66-f 
66. 67 

ili  a- 
3V.b 

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557.« 
3J7" 
3y8.fr 

U6g: 

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317  e. 


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281.C 

91.  d 
64  •« 

6S.b 

9ue 
47-d 


3  5 «. ■« 

15.J 


474,? 
466.46  7 -f 
6i.e 

W.C 

4H.d 
421.0 
411.6 
421/ 
411423.6 


*«'■/- 


IH' 


T    A    V 

'fu  U  tefta  s'impenni ,  o  eio  faccia 
p er  malignità ,o  per  %fo  .  i9^-f 

modo  di  cafttgare ,  &  ammaefrare  vn- 
cauallo  vtttofò  vfoà  buttati,  a  ter-  . 
ra,&  toccar  fi,  &far  fimili  altre  ve- 
ghaccherie.  3  <?  t  * 

modo  da  portar  fi  la  briglia  nell'atto  del 

combattere.  3  94. é 

modo  dtcaualcar  gtìt  per  le  fiefi  .  car- 
te 409.  a 
modo  d'adeft  rare  vn  cauallo  alla  <cera 

volta.  449.45-0.^ 

modo  di  dottare.  $6:.b 

modo  d 'armar fi  vn  Cau altere ,  &  chi 

nefuffe  tnuentore.  468  f 

modo  di  tentare  t  nemici  ne  gli  ajfaltt 

repentini.  fot g 

modo  da  farfi  la  ritirata.  ?  o  ?  •  b 

moneta  detta  cauallo.  *S  g .  h 

monete,  con  limagtne  del  Cauallo,  car- 
te 68.  e 
monete  ,  con  la  carretta ,  coni  caualli . 

car.  6%  f 

monete  di  Siracufant .  is  8.^ 

monete  eque/tri.  9°'f 

montppt,e  Parippi.  8tf  e 

monte  di  Cappadocta  detto  Argeo.  cat- 
te 3  I  uà 
morelo  colore, onde  fi  dica, e  come  fi  chta 

mi  variamente.  171»* 

morelli  caualli  ,  e  compie/itone  d?efsi . 

car.  xji.h 

morelli  caualli  ,  e  qualità  di  epi  fe- 
condo il  defìderio  de  gli  Spagnttoli . 
car,  171** 

more/chi  caualli  ,e  loro  qualità*  3  14 .  h 

more fc  hi  caualli»  $i$f 

morfo  Par  Igino*  3ì%.f 

morte  di  Bucefalo ,  &  come  prima  f  he 

morifie  filino  Alejfandro,  I3.r 

mo fiati  caualli.  268  g 

mofiatt  rofit,  e  qualità  loro.  z  7  f  Tb 

mofchetqutfèlt.  89. a 

motti  &  Epiteti  del.  cauallo  quanti  fi 'a- 

no.  ioo.g 

moti  del  caua!lo,e  dell' huomo.  46  }.b 

motiut  difdtceuols  ad  vn  Caualtere  nel 

dar  della  camera.  4 \  £.f 

moto  (ìmflro  più  naturale  al  cauallo , 

(he  ti  defìro,&  vedete  perche.  448.* 


OLA 

movimenti  del  corpo ,  e  quanti  ft<*m  1 

car  17*. g 

muficaseraoion  dief^a.  411.^ 

mujfarola  forma  ,&  e f 'etti  firn*  i6l-f 


S 


NA  1  R  e  s  ,  &  offernanzA  loto . 
car.  42. g 

Napoli  lodata  nell'arte  di  canale  are  . 

car.  l  40.  h 

Napolitani ,  e  laro  riuerenzja  a  gli  Det 

della  cavalleria.  llS.e 

Napolitani  patrttij  lodati*  1 4 1 .  f 

Napolitani  caualli  in  pregio.  3  1 3  .a 

Natura  de  caualli  di  Sctthia  .  8.h 

Natura  ,  &>  qualità  de'  caualli  bian- 
chi, i67*t 
Natura  ,  &  color  de'  caualli ,  fe>  come 
per  cagton  de  gli  elementi  fienoso  bno 
m,o  cattiut.                                               1-7  $b 
Natura,  fruita  de"1  caualli  nati  fitto  i 
dodici  fegnt  del  Zodiaco  ,  &  fitto  i 
Piane  tu                                                        ipi.«« 
Negrez,^a,onde  proceda.                              ^64./' 
Nereo  ,  e  Celo  fiumi ,  e  loro  proprietà  . 

car.  rCl.b 

Nerone, e  fu 0  fogno  d'vn  cauallo  mutato 

in  Si  mia,  1  r,  e 

N-efei  caualli.  3  1 1  .£ 

Nefo,  a  fu  a  hifloria.  \  3  o .  h 

Nettuno  chiamato  equeslre  ,  &  cufator 

de'  caualli.  ji  4.» 

Nettuno  detto  Htppio,  &  Htppocronio  . 

car.  117.  e 

Nicolo  di  Ren^o  chiamato  canal  te  ro  dal 

Petrarca-  43.6 

Ntcotrt  Rema  de  gli  Afiiri.  908.  e 

Ntffet  caualli, e  loro  pregio.  3  I  1 .<* 

Nobile, che  importi,  Af.c 

Nobiltà  originata  dalla  yirtìi  ,  4  f 

Nome  di  caualtere  a  chi  conuenga.  taf  •  ' 

ta  43.* 

Nome  diuerfo  delle   leggiont  fecondo  t 

fùccefii.  474.É 

Noni  1  de  '  caualli  di  Nettuno .  f 

Nomi  del  cauallo  ,  e  loro  varietà    car- 
te 70.71,71 
Nomi  àtuerfitmpofìtà  Dei, e  Dee  dal 

cognome 


DE  LL  A  GLORÌA 

cognome  del  cavallo.  83.84.rf 

Form  diuerfi  dì  cavalli  da  carette  . 

car.  10%. f 

Nomi  propri)  ,&  celebri  di  Centauri. 

car.     '  lioi 

Nomi  dixerfi  dati  al  Baio.  ì-7ée 

Homi  diuerfi  del  Luogotenente  ,&  del 

Generale.  481.  e 

Ilota  d'infamia  in  vn  faldato.  47  J-c 

Nube  ingrani  data  da  /  pione  ,  &  onde 

nacquero t  Centauri,  lì-^*g 

Numero  de'  cavalli  del  Re  Salomone . 

car,  3I3.t 

Numero,  &  modo  delle  rime  [fé ,   & 

come  far  fi   debbano  per  ammae  ■ 

firare  vn  cauallo,non  ancor  vfò  nelle 

battaglie  al  fuono  delle  trombe  ,  & 

d'altri  fuont  fpauentevolt.  4T  $.c 

Nvmero, de"*  Trtbvni  contenuto  fotta  eia 

fcke.duna  Legione.  47J«fr 


OBI.  1  G  AT 1  ON  ,  $>  officio  del  Ge- 
nerale. Soó.f 
Objigo  del  caualiere.  +6-f 
Obligo  del generojò  faldato  circa  le  fin- . . 

ten^e.  319.^ 
Obhgo  del  Capitano  ,   nelle  fJradenon 

conofciute,&  auantagtofe.  496. e 
Obligo  dell'ottimo  Capitano.  409.^ 
Occhi  di  Nettuno  cerulei.  160. e 
Occhia, e  fua  facvlta  nel  ricevere  del  co- 
lore. iil-d 
Officio  appartenente     a      Cavaliere . 

car,  47.  b 

Officio,&  f  » alita  del  Colone.  w  3 18  g 
Officio  de'  Tribuni.  479.480 
Off  t io  dell  ottimo  Capitano ,  &  de'  buo  ■ 

ni  faldati  negli  a f  alti.  5  04  f 

Ombrtano  cavallo,  qua!  fa.  19}. a 
Onoceatavri  figure  T  &    co  fi  urne  loro, 

car.  13,,, 
Ormone  del    Urne,    ór    del   colore . 

cur'  Ifhf* 

Opinion  dell'i fi 'e fio  Auttore  circa  il  Ma 

veggio  della  già  detta  me\zjt  \-olta . 

CAr*  afl.a 


DEL  CAVALLO. 

Opere  della  mano  del  caualcatite .  catl 

te  ."*...  4*1* 

Oracolo  della  fuccefsione  di  Filippo  in 

figura  di  Bucefalo.  14.* 

Oratio»e,e  dar  animo  a'  faldati  di  qvan 

ta  importanza,  48  J.<£ 

Ordine  cauallerefco,&  Senatorio, &  dt- 

gnttà  loro  3  3  >d 

Ordine  etjvefire  filmato  dadiverfèna- 

tiom.  ■  4l.<i 

Ordini  dt*S.  Pietro  :  di  San  Vaolo,& al- 
tri. 4t.d 
O  rdine  di  San  '  Michele.                                 4 1 .  f 
Ordine  datenerfitn  vn  cavallo  doppo 

cCh averlo  maneggiato.  4  4  f .  fr 

ordine  ,  e  modo  da  disloggiar  fi  il  cam' 

pò.  481./ 

Ordine  delle  fanterie  Romane.  4  8  7. a 

Ordine  de""  Romani.  488. A 

Ordine  deli  Imperio  fecondo  l'vfò  de' 

Lacedemoni).  49 1.4 

Ordine  di  Battaglia,  offervato  da  Clau 

dio  Ce  fare  fecondo   1  Lacedemoni)  . 

car.  491.* 

Ordine  del  caminare  delle fiju.tr e f  dilla 

cavalltena,e  dé'fòldati.  4  9  <;.  e 

Ordine  dello  {quadrone  %&  da  chi,  &  co  ' 

me  fi debbacondvre,  *  J  03.fr 

Ordine  da  tener  fi  in  vn  efs eretto  di  non 

molta  cavalleria.  5113.^ 

Ordini  pen.ilt  di  gverra.  49?<fr 

Or  mi  fida  Real  di  Perfia.e  fva  rifpofia . 

car.  49.^ 

Ornamenti  di  cavalli, &  v fi  di  p  tu  nx-  ■ 

font.  1  -J.d 

Ornamenti  della  dignità  cauallieréfca 

prefà dal  Rèdi  Francia.  43 •# 

Ornamenti  poetici ,  &  Oratori}  detti  co* 

lori.  zfl.d 

Or  fa  maggiore.  1 1 3  .<« 

ofiervanzjtneW  Imperio  di  Me  fisico  nel 

l 'ordine  di  e  aitali  erta.  4 1 .  f 

otone  fichermto  dalla  plebe.  }6.e 

Otonereconciltato  con  la  plebe  per  ope- 
ra di  Cicerone.  3  6.  a 
Ottaviano,  efiuaprohibttione  a'  Roma-    , 

ni  'fn-f 

Ovatione ,  in  Senato  in  luogo  di  carro . 

car.  53.* 

Ovidio,  e  fiva  nobiltà.  3  8.  tf 

b  PALA» 


TAVOLA 

Peli  bianchi  atlle  cicatrici  ,  come  na- 

*  fcano    •                                                 ì^A-f 
Veli  del  cauallo  chiamati  con  diuerft 

nomi.  x6}.b 

PALAMEDE  ì  e  fuo  orarne  a 'Greci  veli,  e  ftgni  di  Mercurio .                           x8i.e 

d'vcctdere  vn  cauallo  bianco  car-  f  f.f  .  velia  figltuol  di  Tiro,  &  di  Sett  tino  nt* 

Pale  fato ,  e  fua  optatone  circa  le  Am~  Anto  da  e  anali  e.                                     6  r  .e 

magoni.  *3f*d     velo  che  fia  e  come  fi generi .                     16 1. e 

Pale/fina,  &  fertilità  di  Cauallt  ine/"  pelo  leardo,qualttà,&perfettionfua  . 

fi*'  lll'b          car.                                                         167.  d 

Pallore,  &  erubefeen^a ,  &  fegmloro.  pelo  migliore  tra  t  caualli  leardi. car. 

car.  ifG-g         te.                                                         *7°-£ 

Talma  olimpica  ottenuta  da  Milctade .  Pelo  rojfo,Rubo,Rubido  &c.                       174  h 

car.  96.  e     Pelo  falbo  lattmamente  ft*uo .                      178 

Talo  imagine  di  legno  ,  q»alfoffe.  car-  velo  ,  0  qualità  de  caualli  Turchi-  car. 

te.  495'.'*         te.                                                         505».  d 
Talpado,  Cardeno,  e  Peccgno,  e  lor  qua-  Pel  la  città  abbondanttfuma  di  canal- 
ino.. 300.  g         le.                                                          io6'£ 
Tane  de* fòt  dati  antichi .  48  j .  d     Pelle  bia  ne  a  e  pelo, come  fi generino,  car 
Variar  dimeffo  detto  pedeflre.  81. e          te.                                                            301.C 
Tarlar  graue  detto  equestre .  87.'  b     pena  di  perdere  armi ,  &  caualli,  come 
Parte  p.k  gagliarda  del  cauallo.car-  pena  importanti f  *ma  .                             27* 

te.  396- e     permifston  di  Seuero  ,  che  fi  teneffero  le 

tarthi,e  loro  co/i  urne  nelle  guerre  e  ca-  concubine  in  cafe .                                  3  3 .  a 

ualli.  jn.tf     vero  doppio,&  pero  fatto  à  facciate. car 

Vartt  del  corpo  attribuite  a  pianeti,  car  te.                                                         3fi  •* 

te.  i%o.g    pero  tifilo  à  chiappone  ,  & effet tifuoi . 

Parti  di  dietro  ne  gli  animali , perche  car.                                                       3  54.  e 

più  debth\che  quelle  dinanzi .  3°}>d    perf ,  &  augurio  d'efsi  net" annitrir  de' 

Torti  conuementi  al  buon  faldato,  car-  caualli.                                                    to.g 

te.  foé.  b    perfta ,  eprez,z/>  defuoi  caualli ,  car- 

Pafiarvìa-,e  fuo rimedio-  418.É         te                                                             18.  f 

Tater  nofìrtgrofsi ,  &  lifci ,  &  vfofuo  •  per/tani,e  varthi,  e  loro  vfanz^t  in  fepel 

car.  3  fi.  h         lire  i  loro  cauallt .                                     If.d 

Patroclo  carenato  da' caualli  di  Achd  ver fi 'ani  -  e  loro  ordine  nell' adoperare  i 

le.  y.b          caualli.                                                            $0 

V  ut  rodo  abbrucciatoft  con  quattro  ca-  Perf  ani  caualli  ,fiaturay  e  qualità  lo- 

uà  Ut, e  duo  Cam .  \6.f        ro                                                          ìlo-£ 

Tecora  bianca  fitcrificatà  à  Gioue.  car-  verfìani ,  come  autz^KJno  i  caualli  à 

te,  ìóà'g         portare tn groppa  .                                  %7"l*à 

Pegafàrij,e  Pegaft  di  caualli .  1 1  j  .e     Verfìani  ,e  loro  efiercitio  nel  caualcare . 

Pegafeo  fegnato  nelle  monete  de' Co-  car.                                                      ^i9>c 

rinthi ,  &  in  più  medaglie  antiche .  pefeentio  Negro ,  e  fuo  ordine ,  e  che  ri 

car.  ìxt.d        fpondef 'e  a  certi  fuot, 1 he  dimanda, ta 

Tega  fi  cauallo.  \\  $.a         no  ti  vino.                                                3  J.r 

P  ega fi ,  fecondo  Alberto  Magno,  car-  pianett,e  fignifi 'cationi  dì  efsk              '    280./ 

te.  ix^.d    pinnet  1,  e  loro  moto,  e diuiifìonidrhr fi- 
Peli  de  gli  animali  quadrupedi  ,&de  di'                                                        t86.e 

gli  huomtni ,  perche  non  frenano  il  ptanethe  loto  effetti.                                 lÌ6'.b 

telor purpurei.  l6l-£    pianeti,  come  fi  conCtderino  nelnafci- 

i  meni» 


DELLA  GLORIA 


mento  de  t  e. turili ,  e  qual  colore  por- 
gano i  loro  peli. 

pianto  di  caualltper  morte  di  lorpadro 
ni. 

pianto  delcaurilodi  Ce  fare. 

pie  ài  gatto  col  ritorto  ,  &  e  ff  etto  fuo  . 
car. 

pie  di  gatto  fenz,a  nodo ,  e  parti  ftte , 
car. 

Pietro  Stroz,\i rotto  in  TofcAna per  ope- 
ra della  cavalleria. 

Pietro  Strofi  rotto  à  Seraualleper  ópe* 
ra  di  cavalleria. 

ptlento,&à  chi  fi  concedere. 

pirgo  ordinanza  delle  Tarme. 

pittura  de"  caualli  del  Signor  Arrigo 
p annone  Conte  di  Venafro. 

Platone  della  nobiltà. 

Via  tane,  &  Artfl.  che  opinione  haveffe- 
ro  cerca  la  generatane, 

plavftro,che fìa,&  onde  detto, 

v lauto  dell' hvomo  incognito, 
podargo  canal  di  Menelat  ,&   Et  ha, 
car. 

Podargo  ,  onde  vien  detto  ,  altrimenti 
Ethone,&  Lampo. 

poeti  p  iu  eccellenti  deferito. 

Volijilo  de  ferme  vn  cavallo  alato ,  &c. 

car. 
Vollacchicaurili. 

poliedri  riverenti  ver/i  le  madri. 

poliedro, &  tempo  dì  cavale arfi . 

poliedro  arditola  timido,  &  arte  da  te- 
nerft  in  e  fio, 

pompa  di  Nerone. 

vompeo,e  fva  vittoria  in  Armenia  con- 
tra  Mitridate , 

poppi  fino ,  e  Ctogmo ,  e  cofit  denotino . 
car. 

parte  di  Roma. 

pò  fate  col  trotto , 

pò  fiat  e  col  galoppo. 

pofate,e  loro  avvertimenti. 

poffe,  e  primo  inventore  di  effe  tra  i  Bar 
bart,Grect,t  Romani. 

Pofivmto  Dittatore,  e  fuo  ordine  a*  Ca- 
valle ri. 

vrafmtano  cavai  di  Vero  Imperatore 
fepellito  nel  Vaticano, 

fr afino  colore. 


303.  d 

xo.e 

$5Ud 
357.4 

14.6 

14.A 
Il  3-4 

489  e 

301  e 

MZ.h 
Ifì.d 

nS.g 

135.C 
54 

114./ 

$l<i.d 

6.h 

334.' 

368/ 
Ut.  6 

11.6 

380.6 
480.* 
40<5.£ 
407.  b 
443"* 

lìó.e 

tp  b 

il-* 
158.6 


DEL  CAVALLO. 

precetto  d'Euripide  à  i  figliuoli  de  ì  Ri 
atea  la  difciplina  cavallerefca.  car 
te 

prefetti, ér  *§*"*  l°yo- 

premi]  dati  al  Cavaliere  dal  Cenfore , 
*  dal  Duce . 

premij  a' foldati  in  tempi  di  carefìie, 
car. 

premi]  dellafedèltà. 

premio  di  Galea^z,o  Sanfiverino  man  ' 
dato  da  Lodovico  Sforzja  ,  con  eletta 
quantità  di  cavalli  a  Carlo  Ottavo  , 
&prodczJZA  fua. 

premio  del  Cavaliere, 

prerogatiue,priuilegij  ,  e  potefìà  de' fal- 
dati Romani. 

prerogative  de'  foldat  i  Legionarij.  car~ 
te 

potefìà  à  chi  conceffa. 

prima  lode  del  color  vivo  in  ma  donna, 
car. 

vrimislao  fatto  Re  dall'augurio  d'vn  ca- 
vallo* 

principe,*  (ite  ofiervathni . 

principio,  ér  fine  delle  volte  i  &à  qual 
parte  far  fi  debbano. 

prtfioTar<j  vinto  mtrodvfie  il  co  fiume 
della  Bulla. 

prode z.zja  d'vn  Capitano  ne  gli  afe 'al- 
ti,0 '  con  molta,  h  con  poca  gente,  car- 
te 

prodigiofi parti  di  cavalli,^  di  Vacche . 

car.  13  M31.4 

promeffe,  minacele  ,  &  eafligo  da  far  fi 
allegvtde,con  quel  chefègve. 

prono fttchi  da  i  colori. 

prontezza  de'  cavalli  nello  apparare. 
car. 

protogene, e  ciò  che  gli  accade  della  fpun 

mi . 

proverbio  di  due  gradì  contrari  colla  fi  - 
gvra  dell'  Afino,  &  del  cavallo  , 
car. 

proverbio  dalle  cofe  alte  alle  baffe  ,  con 
l'effempio  del  cavallo ,  &  dell* a  fino . 
car. 

proverbio  contrario  dalla  Tefiudine  al 
cavallo. 

proverbio  del  canter  to  nelle  co/è  intri- 
gate. 


i!.6 
40M 

314 

478.6 
fu* 


19.  e 

JOJ\rf 

479 

4  8?. 4 
lue 

151.4 

11.6 
yu.6 

447-* 
li.d 


$oi.f 


496.lt 

fi.* 

11.4 

li. 4. 
P$>.4 


\o6c. 


pronerz 


T    A    V'O    L    A 


frouerbio*  la  Setta  rifiuta  il  cauallo . 

car.        * 
proutfton  d'vn  Re  ,  o  Generale  neceffa- 

rta  per  vno  efier  etto, 
proutfiontdafarftne'  viaggi. 
f**gna  ee/uefìre. 
puniceo  colore,doue  trouato. 
purpureo  color  etonde  trouator 


o 


Cadmio  di  Saturno  con  la 
Luna  ,  $>  deglt  altrt   Pianeti . 


Qualità  dex  cattali t  nati  fitto  ti  Monto 

ne. 
Qualità  def derate  ne'  faurt  bruni . 
Qualità  buone  ne*  faurt  chi  ari. 
Qualità  d'vn  cauallo  del  Signor  Tren- 

ctpe  di  Solmone. 
Qualità  ,  &  condittoni  che  dee  hauere 

vnafiUa, 
Qualità  delle  redine,^  del  cauez.Z.one, 

&  quando  fino  d'vfàrfi . 
Qualità ,  & auuerttmentt  delle  brighe 

tnyn  cauallo.  non  ben  fermo  di  te/la. 

car. 
Qualità  &  ordine  delle  volte. 
Qualità  necefs'arte  al  caualtere  nel co- 
no fc i mento  del  fio  cauallo. 
Qualità  ,  &  maniere  d'vn  capitano  , 

che  rendono  il  faldato  ^btdtente^trdi- 

to,&  fedele. 
Quadrighe ,  &  vfo  di  efs'e  antichi  fi  imo . 

far. 


R 


RAs\  e  A  No  fèminato  di  peli  biait 
cht,<juale  fta. 
Ragione  , pe>  che  dal  corpo  morto  di  Me- 

dufa  vfctffe  ti  cauallo,  &  l'huomo  det 

toCrifauro. 
Ragion  naturale  del  nafitmento ,  &fir 

ma  de' Remolini. 
Ragion  della  btanche^a,e negrezza  . 

car. 
Ragione,perche  ad  alcuno  de  gli  anima. 

li  ti  pelo,  fia  morbido  >ad  altri  afpro  . 

tot. 


Ragion, perche  i  eauaìlt  belli  ■  &  di  buo- 

I  i  9  b        .  ne  fetez,z>e,  facciano  tal u cita  catiue 

oper attorti,  &  talvolta  vn  e  aual  brut 
48$.^  to  le  faccia  buone.  *-9t-& 

*9  'e  Ragion ,  perche  al  cauallo  paiono  le  co- 
'  9°-e  fi  vie  più  grandi,  che  non  fino .  car- 
1T8-/        te  461.C 

i58.e     Rampante, e fuoi  effetti.  46  3  .d 

Raffettamento  delle  briglie  in    luogo 
proprio,  &  qual modo-vt  fi  debba  te- 
nere, iói.c 
Rafiettamentodt  fella  in  vn  cauallo. 

car.  36}.b 

i9l.d     Raz-z^a  di  cauallt  Vietata    dal  Re  di 
ti  ar finga  per  tema  del  popolo,  e  guar 
189.*         dtadteffoRe.  ìB.f 

i»8.h  Ra^z,a  rinforzata  da  Filippo  nella  vit 
198,/?  torta  hauuta  cantra gltScttht.  il-g 

Razzia  dt  cauallt  bianchi  del  Re  di 
315.  d         Tartari.  l66h 

Raz,\a  ,  e  luogo  più  celebre,  &  vfipri  ■ 
3&$.d         mitro  de  1  cauallt,  $o6.e~ 

Ra\z,a,&  cauallt  del  Re  dt  Babilonia . 

}6ja         car.  313^ 

Razzia  di  Dionigi  Tiranno,  onde  hebbe 

origine.  3^7-d 

397 '.b     Raz,\e  Outarte,&  ecfuarie.  %9-b 

44 7'c     Ra^e  de  1  Rè  dell1  Africa.  3  1 a.f 

RazJ^e  de'  cauallt  del  Monda  Nuouo  . 

q6i.a         car-  Jii.e 

Ra^jje  de'  cauallt  calaurefty  &  Signor 

particolari  d 'e/ìe.  }iyd 

foo.h     Raz,Z,e  dt  terra  d'Ottrantop  314.* 

Raz,z,e  di  terra  di  Barri.  3  M.^ 

I I  l.e     Ra^e  Puglie  fi.  3 1 4.^ 

Ra^jje  dt  Baftltcata.  3 1 5  .<* 

Ra\%e  nella  proutucta  di  Vrenctpato. 

car.  3iS'b 

Raz^e  nell'Abruzzo .  3 1  y.r 

177^     Ra\zje  in  terra  dtLauoro.  ìt}.c 

Raz>\e  principali  di  fua  Maeflà,in  Ca 

lati  ria,  &  nella  Puglia.  ìl6-f 

4J.d     Re  di  Nar fìnga,  e  fuo  cauallo.  17. d 

Re  Manfredo  perde  per  vna  ferita  del 
196  f        fito  cauallo.  13^ 

Re  Ferrante  il  gtouane,e  fuo  fiampo 
X  J  6 .g         per  virtù  d'vn  cauallo  donatogli  da 

G10.  di  Capua.  1 4.  e 

Re  Francefco  rotto  [otto  Pauta  -,    e  co' 
161. e         me  t'arrende ffe  à  Don  Carlo  di  La» 

rw, 


noi. 


DELIA  GLORIA  DEL  CÀVÀLIC 

14,  h 


Re  chiamati  Cavallieri  dall'  jiriofìo  . 

car,  43  •* 

Re  Ftltppo,  e  fue  lodi.  1 4 1  .è  ' 

Regola  delle   ballane  ,&  della  per  [et 

tion  dipeli.  ÌOO.f 

R  eg  ola  in  %n  cavalcatore.  3  3  i .  b 

Regola  della  largherà  del  e  oliar*,  & 

delle  cinge  d  vn  cauallo,  3  63  .a 

Regola  dell  'eJJ'ercitio  de  gli  anim  alt  , 

car.  lT)*d 

Regola  ordinaria  da  tener  fi  doppo  dea 

fìtgo  del  c'avallo.  '  59^.f 

Regola  di  portar  la  mano  cavalcando 
•un  cauallo ,  che  fé  rinculilo  che  s'tn 
albori.  191  ^ 

RegoU ,  come  ,  &  qvando  s'avetjzj 
vn  cauallo  à  fiir  lefofatefo  le  face f- 
fe  troppo  alte ,  non    bengivfle  difpet 
tofe,&  inalberate.  406.407. d 

Regola,quando,e  done  dopo  la  camera 
f  de    uè  fmontare.  4 1 7 .  £ 

Regola  nel  principio  dell' ammaefìra 

mento  d\n  causilo.  4 f  l.a 

Regol  atnfyn  cauallo  beny intendente  f 

nel  dar  delle  volse,  4  J 1 . 

Regale  del  Caualiere,neW  opera  di  por- 
tar le  Redine,  &  la  mano  regolar- 
mente cavalcando.  Z94-l9ì'a 

Reine  dell'amazzoni ,  13  q.e 

Remolini,  onde  fi  dicano  quali,  &  dotte 
fieno  ,  &  in  qual  parte  del  cauallo 
buont,&tn  quale cattivi.  I96.e 

Remolini  famigliami  al  turbine.  19^-f 

Repolone  ,  qual  s 'intenda  .  onde  detto , 

&c    f  430.431./ 

Repoloni  day  far/I  in  vna  battagliaptc 

dola  [ingoiare.  4  7  6. e 

Refio  cavallo,  e  fùoi  rimedij,  &c.  car- 
te 404.* 

Rettor  degli  eserciticene  qualità, e  vir- 
tù fé  gli  conuengano.  $i$.b 

R  heda  choggi  ti  Cocchio  fi  dice.  1 1  5  ,a 

Rhoani  pelt,e  qualità  di  e/si  cavalli  '. 

**r>  17  9.  a 

Ricchezze  maggiori  giudicate  da  gli 

antichi,  xì.d 

Rimedij  atti  ad  allevare  vn  cavallo  à 
farlo  accorto  attentato ,  &  leggiero . 
c*r*  403 ,4 


Rimedij  per  ogni  fpecte  di  cavallo  RÌ* 

{ito.  4&fi 

Rimedi^ ,  per  quei  poliedri ,  the  'e/fenda 
aiutati  di  /proni  nel  parare  ogni  vol- 
ta,che  fi  fentono  tocchi  da  qvellt,  che 
fi  fermano ,  &  non  vogliono  /finger* 
innanzi.  4°9<  f 

Rimedij  tn  vn  r avallo  >  che  raddoppia?» 
do  ,  non  incavalca/te  le  braccia,  &c. 
4H;4Jf.f 

Rimedio  tn  vn  cauallo ,  che  tenga  la 
lingua  ritirata,  &ragruppata.  car- 
te }}6>b 

Rimedio  accio  ti  cavallo  mafìukt  la 

briglia.  336.# 

Rimedio  in  vn  cavallo  .che  caccia  la  lin- 
gua in  fuori.  ^      3  3&337-£ 

Rimedio  per  vn  cavallo  sfrenato ,à  evi 

fi  rompeffe  la  briglia.  344  .f 

Rimedio  centra  ti  cavallo, che  faccia  for 

fi"-.  36t.g 

Rimedio  per  vn  cavallo ,  che  fi  beue/fe 

la  briglia,  0  facefe piumac avoli  con 

le  labbrate.  *aa  £ 

Rimedio  per  vn  cavallo  fpauenteuole  . 

c*r-  4tfl.* 

Rimedio  d'vn  cauallo,  che  non  fi  a- 

dombn  nella  vtfla  di  co/è  repentine . 

car-   .  ,  4^-A 

Rinfacciamene  di  Bruto  à  i  Tribuni. 

car-  ,  33* 

Rtnoce/alo  forma,  &  natvrafva.  1 3  t,f 

Rifporta  d  %n  cavaliere  ad  Avgvflo . 

Rodato,e fi/o  cavallo.  H.h 

Roba-m, e  lor  qualità,  efègni.  3  00.6 

Rohano,onde  fi  formi .  z  7n.* 

Ronzjno  diferente  dal  palafreno.  1 01.  g 

Rofeo  colore,o  incarnato.  lf8.g> 
Rotta  dell'efferato  Venettano  datagli 
dal  Signor  Don  Ferrante  d*Aualo . 

Rvbato  maneggio,  qual  s'intendale  co- 
inè da  vfar(lye  cantra  tempo,  44  t.f 
Rvfi  colore ,  e   conofetmento   di  e/fo . 

%7ìa 


Ruota  cCl fsione. 


12  8  £ 


m         y  3      sa- 


TAVOLA 


Sauro    brugiato  detta  d<*  gli  Spagnuolt 
Alo\an  Toj.ado,  &   £  return  d  ef 


SAC  R.  t  .Causili     e  loia  cojiums. 
Sacrifici]  fatti  al  Sale  de'Rodiotti . 
car. 

Sacrifici^  della  nera  &  della  bianca  fé  " 
Cora. 

Sacrificio  del  Cannilo  a  Febo  . 

Sacrifìcio  dt  òalentim- 

Sacrificio  del. Re  de gf india»*. 

Sugatiti, &  arme  loro. 

Sagittario  ftgno  in  forma  di  Centau 
ro . 

Satnato  fòpra  il  Nero,&  compie fston 
fua- 

Satnaro  Cauallo  ,  i  ome  differì  fi  a  dallo 
.  Stornello 

Satnaro  cbefigntfichi  >  e  natura  di  effo 
Cauallo  . 

Salomone  Re  ,e  numero  di  Cauallt. 
car . 

S.  Pietro  ,  e  S.  Giacomo  [òpra  due  bian- 
chi Cauallt  appai  fi  mfauar  de  Qhrt 
fitani. 

Sarcixarij  Caualli.onde  detti . 

Sardi  }&  Cor  fi  Cauallt ,  e  loro  condii to- 
ni . 

Sar/Jfefpecied'hafie. 

Sartre  de' Greci, e  lor  fondamento  in  ef- 

(?> 

Sarmati, e  loro  cofiumi . 

Satttrno,e  fua  fauola 

Saturni  ,  e  fuoi  effetti  >  ne'' cauallt . 
car. 

Saturno  ,  perche  generale  Gtoue ,  Giu- 
none ,  Nettuno  ,  e  Plutone  fecondo  t 
Poeti. 

Saturno  >  efuo  colore ,  o proprietà .  Ani- 
mai Saturnino  ■  Saturno  Orientale , 
&  Occidentale, &c. 

Saturnini  cauallt ,  come  ft  con  afe  ano  ,  e 
gtudic  io  d'efst. 

Saturrio,e  fuoi  effetti  non  effendo  tn  e  afa 
propria  . 

Sauro  ,e  Baio,  e  qualità  di  efst.  car- 
te 

Sauro  ,  chiaro  3  detto  da  gli  Spagnuolt 
stilano,  jfr   aualtfà  fina  . 


17*7 

y~i.d 

J04.« 

6}.d 


Scocchile  fuo  inventore . 
%\Q.e     Scaramucce  >e  modo  nel  farle . 
Schermo  di  Anacreonte. 
5  4'd      Schiaccia  à  chiappone . 

Schiaccia  ,  (y  onde  prendeffe  tal  nome  , 
ì-66-g        ■&  à  qua!  Cauallo  fi  debba  mette 
S<>.a  re. 

5  6  e     Schiuma  del  cauallo  dipinta  da  Hea- 
,6. e  de. 

l°i     Scienza  daapprenderfi  da  vn  buon  fal- 
dato fecondo  Socrate  . 
1 2.8  f    òaoccke<,z.z ,  &  errore  dtp  tu  moderni. 

car.  ^  ì  91  •}$£<* 

171. a     Scipione ,  che  rifpondcffe  à  gli  Amba 

fi  /adori  di  pace. 
174|     Scipione  Emiliano, e  fuo  ordine. 

Sci t hi ,  e  loro  cer f  monte  in  marte  del  Re 
174.  ?  loro. 

Scithi ,  Giannizzeri ,  e  Sui^j^ari ,  che 
315.Ì         ofjerua fiero   nell'ufi  de  gli  efferct- 
ttj. 
Scoz>z,e/t,e  loro  vfò  . 


i,o.h 

}o.b 

,H  e 


&ì  b 

48  3.  e 

\6.g 


4S>4  * 
4S4.  h 

x7%.g 


6i.f 
496  h 

ìli. a 

59* 
30o.tf 

301.4 


11  6  f    Sdonninovoce,che  jtgniftchi. 
IC6  g     Sebras   Re  dell' India    »    e  fuo  fogno. 

car. 
3  1  9.  a     Secret  ez^z,a ,  &  effètti  fuoi . 
438  .b     Sede  ,  ^»  figura  del  cauallo  Celefie. 

car. 
488/"    Seggi  quattordici  roumati,  per  opera  di 
3  li. b  G.Gracco, 

lzj.d     Segnale,  &  qualità  d'vn  Canal  Mo 

rello  . 
lój.c     Segnali  ,come  fi  generino  ne  Cauallt 
car. 
Segnali  buoni ,  e  cattiti*  in  yn  Cauallo 
i%\-g  dalla  mtiìtone  di  peli .  301. 303.  h 

Segn  un  yn  Cauallo  di  buona  compie  filo- 
ne. l8l.£ 
18  f. p     Segni    del   Zodiaco  nomi  die  fu,  car- 
te                                                         187. r 
1 8  )  .d     Segni  fi  migliami  à  gli  elementi .               i'òj.d 
Segni  amari ,  e  fegm  dolci.                           187.^ 
i$6.e     Segni  di  più  fòrti.                                     187.  d 

Segni  communi, &c.  l8S.fi 

%7,  .e     Segni  detti  ballane ,  &  Remolini  .car- 
te. i-9'-a 
x 7 8  . e     Segni  migliori  ne*  cauallt  Bai.                 lyy.d 

Segni 


DELLA  GLORIA 


Segni  ottimi  negli  H  oberi. 

Segni  ne  gli  huomint  dette  Gole . 

Segno  della  foca  for^ad'vn  cauallo  . 
car. 

Segno  del  r^turo ,  fede  ,  effetti,  &  prò 
prietà  fitte. 

Segno  di  Gemmi ,  &  dì  Cancro ,  ca- 
fa,dominto,  effetti,  &  qualità  de  fu. 
car. 

Seiar.o  cauallo,  e  fiua  hifloria. 

Sella  curuteJmdè  \jten  detta. 

Selle  per  altri  vfì  communi . 

Selle  tonuementi  ali "v/ò  di  guerra,  car- 
te 

Sembianza  arre, e  Calore  del  Caualte~ 
re  nel  giocò  y  o  abbattimento  d  arme . 
car. 

Sem  tram  is, e  fuo  amore  verfò  %n  cauaU 
lo. 

Sen.it ori  de  ttt  pedar'ù. 
Sentente  del  Corneo  /òpra  l'inclina- 

tton  de'  giouamenti. 
Sentinelle  del  Tribuno. 
Sepolcri  di  causili  in  Agrigento. 
Serpentario ,  e  fitafauola. 
Ser  tono,  e  fu  a  vittoria  m    ifpagna  con- 
tro, vompeo. 

Seueropermtfe  ,  che  fi  tenefiero  le  Con- 
cubine. 

Sfar  z,a,e  fuo  Cauallo  detto  Ceruo. car- 
te 

Sfòrzi  di  vietare  ilpajfo ,  &  oue  fifac  ■ 
etano. 

Sformo  oltre  a  natura  in  vn  cauallo  • 
car. 

Sibariti  già  popoli  di  Calabria, e  loro  v- 
fan^a  circa  t  cauallt- 

ìidonto  cauallo. 

ìi  II  a  fece  la  /celta  de'  Cau alteri. 

Simolacro  della  fortuna  appo  Smirneì  . 
car. 

foccor/i  della  gamba. 

Socie  Athentefe  fieramente  amato  da 
V»  fuo  cauallo. 
cerate ,   e  fuo  ordine  à  fanciulli  circa , 
che  cauallt  debbano  caualcare. 
ìcratede'  premij  ,  &  honort  de'  buoni 
foldati. 

■irate  e/ùoi  ordini  circa  l'of&ruanzje 
dellaguerra. 


301.4 
301.  d 

i$9.a 


i9><)b 

i9l.a 

107.  a 

16 3.  e 

363.  e 


464. h 

34-* 

IO.  h 

481.  e 

16  e 

108.  h 

n.h 

33" 
118./ 

$19. b 

4.g 

314.5 

41.  b 

66. e 
4*3-* 

K/ 
ll.b 

479* 
JO7.6 


DEL  CAVALLO. 

foldati  antichi  detti  veltatt ,  Cetratt, 

Clipeati, &  ferentarij.  4JÓé 

faldati  quali  s'tntendeuano-  474,? 

faldati   Romani,  e  loro  arm.tdura.  48  7.b 

foldati  p-apulftttorii  fa   difenfort  con 

quel,  che  fi ^ne.  f06.it 

faldati  di  Por/ipeo  Magno  ,  fa  di  Sci- 
pione africano  ,  e  d'altri,e  loro  efer- 

citio.  494/* 

faldato nouello ,  e  fuoi efiercit'ù  primi . 

car.  494  h 

fidato,  che  qualità  debba  hauere  ,per. 

che  comandando  fia  ob edito.  T  '  3  >£ 

fole, e  {ita  qua'ità,e  dominio.  i8t.A 

foie, e  fuot  effetti.  z  %6.g 

folmeo,efuafauoUu  lll.a 

fomiglianz^a  ,   &  proprietà  dell' huomo 

col  cauallo.  j.d 

fmigitan^a  d'^n  cauallo  ad  $na gioia 

preaoftjiìma.  li.e 

firn  ma  ,  fa  vera  Regola  del  principio  , 

delmez^zj)  ,  fa  delfine  delle  volte* 

car. 
Sophi ,   e  fitto  dono  di  cauallt  fatto  alla 

madre. 
Sophi  Re  della  Perfa  ,  e  fue  ra^z,e . 

car. 
fiortani  cauallt. 
forte  di  cauallt  p  e fs  ima,  fa  no»  da  vfar 

fi-  461. e 

fpada  Romana.  196 >g 

fpadu,e  fuot  effetti,  4<*4'/ 

fpadtce  colore,  qualfa,fa  onde  1  caual 

li  Spadicei. 
fpandoni  ,  Cantberù  cauallt  ,  e  qualità 

loro, 
fpar amento  di  calci,  fa  quando  fia  da 

fpette  del  ballane  tre  ,  fa  ragioni  per- 
che co/ì fieno. 

fpette  di  Cauallt.  Re  fi  ij  ,  fa  più]  age- 
vole a  corregerft ,  &  rimedio  d'efii . 
car. 

/pie  dt grande  importanza,  e  quali  mi* 
gliori. 

fproni ,  e fuoi  effetti  in  vn    cauallo. 

car. 
f proni  in  qual  tempo  fi 'ano  da  adoperar- 

fpront  alla  gìnetta ,   come  da  adope- 

b    4  rarp, 


4fi.« 

io>/ 

310.A 
3i3.<* 


lOf.e 
443.* 
197-* 

404.* 

947>* 
381.Ì 


T    A    V 

rarfi.  ....  l%& e 

Stadio  mifufato  da  H  ercole.  8  -,  a 

fi*fr*>fa  vfanz^a  del  fuo  aiuto.  3  79  .a 

faffe,  e  loro  \fan\a.  I  o  S  •* 

Staffe  frette^  pericolo  di  ejfe.  ?  6  4  g 

{{alla  Reale  nell'inclita  città  dì  Napoli. 

/fati ,  e  ghiactture  dalla  Jpada  fila ,  0 
fa  l'huomo  a  piede  ,  0  a  caual- 
lo.        .  464/ 

fiat  ne  à  cauallo,  e  preggio  di  ef- 
fe, fo.g 

Statue  armate  di  e  or  a\zje  anticarri  en 

te.  4<?.£ 

Slat»e,  fa  opere  d 'antichi  ,  e  moder- 
ni, ji  y 

Statue  Hippiadi.  %$.a 

Statue  d 'oro  in  Delfi  confacrate  a  ca- 
valli- $%.e 
fiatava ,  fa  ifpirtto  de'  cauallt  allena- 
ti tn  Apsbe.                                          }U-d 
fatato  beffeggiato    da  Oratto  Poe- 
ta.                                                           I7.d 
Statuto  del  Sereni fstmo  Re  Filippo  Si- 
gnor noftro  circa  i  mali  giuochi.              5ll-g 
Steccato^ guardia  d  efio.  t                          481.5 
fitpendio  di  Caualitre.                                  il.  a 
fiola a  chi  conce Jj a  .  $l.c 
fiola  conce ffa,da  Alefiandro  a?  futi.            3  3 .  e 
Streftade,econtenttone  fua conia  mo - 
gite  fopra  ti  nome  del  lor  figltuo  « 
lo .  *}%.e 
fuafò,che  colore fia.                                      lól.b 
fuff renata  ,  con  ambe  le  redine ,  quan 

do  bt fogni .  5  9  "J.a 

[ugello  delle  {pedi  t  ioni  del  Reame  dt 

Napoli.  6$.a 

Su/zzari ,  e  loro  moderna  ojferuatio- 

ne.  A77-C 

fuono,efuoi  effetti.  381.  a 

fuperbta  de'  cauallt  per  le  loro  fatte^j. 

^e, e  virtù.  5  e 

fuppltmento  del  Senato  >  e  de  caualie- 

ri,  41.6. 


TJX  E  li  A  R.  \\,<fa* Aflandc  .  Iiy.* 

Taciturnità^  fùe  lodi.  $  I  r  .e 

TttmrltWofUdc'  tortati,  e  fua  vitto- 


OLA 

ria  cpnrra  Fatale tto.  1  3 .  e 

Tar rari,&  auuerten\a  di  efiiyfa  come' 
fi  conducano  à  luogo  filino  per  operai 
dicaualle  partorite,  g.a 

Tartari  moderni,  fa  loro  ufi.  16.% 

Tartarta,  e  co  fiume  del  gran  Cham,  fa 

razza  di  cauallt  d  1  efia.  3  lo.e.f 

Temperan%a,che  fia, fa  ouc  confi  fia.        2^4.  h 
Temperanza  vera,qual  fi.t,  fa  ouepro 

frtamente locata-  I9y* 

Temperanza,  fa  annerimento  del  Ca 
ualtere  nelladoprar  gli  fproni per  f- 
gntpropofttot  3  %  f.  3  3  6. e 

Tempi  dtfpada.  4&4-g 

Tempio  di  Cafioretc  Polluce  in  doma .       1 16. e 
Tempo  ,  fa  luoco  atto  a  d.ir  Repoloni 
ad  vn  cau alio  >  0  di  trottolo  di  ga- 
loppo. 408.£ 
Tempo  delle  volte  in £«  cauallo ,  fa  co* 
me  s'ammendt  la  durezza,  0  pigri- 
tta  di  lui  in  fi  fatte  volte  41  of 
Tenebra,  che  co/a  fia.                                  2  6  y .  h 
Tenfie  detti  1  carri  fiacri.                              1 1 4.  f 
Teopompo  Tebano,efuo  belli fstmo  efiem 

pio.  ycoA 

Termini, e  numero  delle  co  fé.  464  h 

Terzo  di  ì>pagnuolt,oride  vien  detto-        473.  b 
Thebam,e  loro  prtncipal/fsima  arte.  139.6 

Themijiocle ,  e- fu  a  pernia  nel  cavalca- 

re'     .  zi9.d 
Thejfalt  detti  Centauri  primi  tnuen  to- 
ri dell  'arte  del  cattale  are,  1 3  3 . 4 
Th-ifiali,  e  loro  cerimonie,  e  faenfici  nel 

giorno  delle  nozzje-  1 3  8 .  f 
Thefiali.e  loro  arte  equestre  honoratif 

fima.  128  / 

Tiberio te  fuo  editto  .  4 o ,e 

Timidità, e fuoi  effetti.  46i>e 
Timoteo  fa  natura  fua  nell'arte  del  fuo 

»  330.& 
Tolomeo  della  nattuità  de  gli  anima  - 

li-  254.  e 
Toracomache,fa  pgnification  fua.  487.  d 
Tori  faenficatt  ad  honor  de'  fiu- 
mi. $6  e 
Torneo, onde  fi  dica.  54.  f 
Tornt,e  numero  di  efi't.  371.  h- 
Torni ,e  loro  vtiittà.  413  ed 
Torni  à  trotto;  fur'iqfi).  4 1 4  h 
Traetj  cauallt, e  loro  q  u alita .  3  0.9  •  *t 

Tratte- 


DELLA    GLORIA  DEL  CAVALLO: 

4  74-  e     Verità, e  fedeltà  lod.ite  in  vn  [òldatO. 


Trattenimento  delle  leggtoni. 
Trattarle  Tr.ifì.!uatotauallotqu.*lefia  i>7,d 
Tribuni,e  loro  -ufficio.  47  s  .4615.477 

Tribuni  Militar^  da  chi  fujfero  eletti , 

&  numero  d'efst per  ogni  esercito , 

onde  co  fi  fi  dicono.  477.  b 

Tributo  dey  Medi ,  &  Cappadoei  al  Re 

di  per  fa.  3  1 1 .  e 

Tributo  di  ctiua.lt  di  Ctlicia  a  Dario  Re 

di  Per  [la.  3  1 1  g 

Trifoglio  e  anali  ino.  p^.g 

Tngarto  combattimento-  108.  g 

Trwo,&  [è/i  ile  di  Saturno  ,  con  la  Im  • 

na,&  de  gli  altri  pianeti .  19 '-d 

Trionfo  di  Gordiano ,  con  gli  Elefanti.  j  3  -a 
Trota  per  arte  dvn  cauallo  artificiato.  l  j .  e 
Trombase  [ùo  [ègno,che  import  affé.  481.  d 

Trotto,^  [ùoi  effetti ,e  qualità  ,  Ó'dtf 

ficultà  del  fuo  moto.  3  73  3  74  £ 

Turchi  caualli,e  loro  .'Ondttioni-  3  o  9 .  e 

Turchie  loro  vfim^a  nel  caualcare.         $op.d 


VA  L  o  R  di  Camilla  ,  di  Semira- 
mis}&  d'altre  antiche,  &  moder 

ne-  Mt.iyf 

Vanagloria  di  Marco  Tullio,circadfuo 

nascimento.  3  J.d 
Vantaggio  della  caualleria  ne  i  luoghi 

piani  to'  aperti.  lp.a 
Varietà  del  color  delle  bandiere,  &  dt- 

uifion  d'effe.  47 I.  <* 

Vbidienzja,e  fu  e  lodi.  49  j .  b 

Vbini  frequentati  da  per fone  delittofè.  \oi.e 

V  dito  per fetttfsimo  nel  camallo .  ^.f 

V  egetto  efclama  contra  tjoldait  del  fuo 

tempo.  487.  d 

Vehicolo3e  Vehicolarij  .  IH.  e 

Veliti^  loro  armadura.  487.^ 
Velocità  d'fyn  cauallo  del  Signor  Lo~ 

renzjo  di  Medici.  lO}.d 

Venere,  e  fuo  nafeimento.  1 6  7.  e 
Venere,  onde  fi  dica,  e  [uè  qualità  »  & 

effetti.  i8i.tf 
Venitiant  rotti  da  Don  Ferrante  Dauolo.  I9.c 
Venttiani  lodati  fommamente  di  taci- 
turnità. J  11.  h 
Verde  colore,oue  più  perfetto,  i^.h 
oue  fi  generi.  15  9  * 
V eredita  come svfajfero,  i\f.b 


44* 


Vefcouodi  Moidognetto,  &  fa*  loda- 

U fuma  opentone . 
Vejpe,Scara foni,  Api,  e  Serpenti,  onde 

fi  produchtno. 

V  tgtlantta.che  virtù  fia. 
Viltà  de'  e  aual  li  neri,  &  bianchi  per  ra 

g:on  diuerfe. 
Vincitori  olimpici ,  e  loro  alimenti ,  & 

immunità. 
Vino  HtppodamantìO,  Htppomonte. 

V  ino fo  color-. 

Virgilio  del  cauallo  di  Vallante . 
Vtrtù  necefiaria  alcat*.<ltere,perche  co  ■ 

fi  [tpofia  dire. 
Virtù  commendata  m  vn  cauallo. 
Virtù  più  necejfarie  ad  vn  caualtere. 
Virtù,  &  prmcipal  gloria  dvn  Caftta- 

no. 
Vtrtù,quale  maggiore. 
Virtù  necejfarta  al  faldato. 
Virtii  più  necefiartaper  ajìeguir  la  glo- 
ria Militare. 
Vitto  di  crudeltà  nella  guerra. 
Vitto  del  fante  a  piede. 
Vitto  del  Caualtere. 
Vittoria  di  Romani  contra  Cartagtnefi 

per  xtrtù  di  cauallt. 
Vittoria  di  Claudio  Nerone  appo  Cru- 

mentoper  opra  di  cauallt. 
Vittoria  equefìre  dipinta  nelle  tauole. 
Vittoria  di  Sapiohe  contra  Annibale  . 
Vittorie  acqui  ftase  anzjper  arte  t  &  } 

tnganno,cheperjor^a 
Vladtslao  Re  di  Volontà,^  $n figliuolo 

di  Vualaco  Vraccle  fi  faluanoper'ktr 

tu  di  due  cauallt. 
Vngheri  cauallt, e  condtticne  d'efsi. 
Voce  di  nobilesche  importi. 
Voce  di  Carro, onde  d.etto. 
Voce  del  caualcatore,e  fuo  aiuto.      3  79.  3  80.6 
Vocehumana  fé  fianecejfaria  alla  di- 

fciplma  del  cauallo- 
Voci  S fai e  per  inanimire  vn  cauallo . 
Voce  human a ,e  fuoi  effetti. 
Voce, e  f noi  effetti. 
Volta  Jcempta,&  fiotto  qual  nome  altri 

menti  fi  chiami. 
Volte  ,  e  loro  dt[ìintioni .  Torni,  ma.- 

neggt ,  quali  efier  debbano  per  ogni 

tccere»%4t 


99  -e 
Sii-* 

%79-d 

97.* 
Si.f 

9.b 

45  * 
396.f 

*«!• } 

49*-S 
fio.  e 

507. d 

Si* 
31.C 

11. r 

li.  h 
So.g 

4%9-a, 
tr 

499  e 


*4/ 

4J.c 
lll.h 


lio.e 
380/ 
381.C 
433.6 

4P** 


TAVOIM  DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO: 


occotenz.*.  430.43 1.4^.433.434 

Volte  pano  e  guati.  4  3  7 .  e 

Volte  ingannate,^  fallite ,  &<  vfo  loro. 
Volte  raddoppiate. 
Volte  a  terra  à  terra . 
Volte  a  tutta.  Aria. 
Volte  circe  lari,  &  volte  raddoppiate  co 

me  s'intendano  . 
V fynz^a  del  Caualtere  aitanti  1  Cenfort. 
Vfan^a  generale  dell  anello  d'oro  fé  con 

do  Plinto. 
Vfanzjt  beffeggiata  da  Gtouenale. 
V fianca  ,  ^»  modo  di  giuochi  confuait , 

&  ajfettion  di  riguardanti  9  i .  a  1  h 

Vfan\a  de' giuochi  Ctrceft. 
Vf<*n\a  antica  di  Mori  m  cauac.tr  e  a  • 

ualli. 
Vfan\a  dì  dar  te  poloni  dopo  la  Carrie 

ra. 
Vfo  de'  cauallt  più  necefario  al  comma 

do  dell' huomo ,   &  dt  tutti  gli  altri 

animali.  1 .  e 

Vfi  de*  cauallt  appropriato  alle  guerre.  %  f 

Vfinuouodt  Romani  dt  portar  l'anello 

d  oro  con  quel  che  fegue.  31/7 

Vfo  di  combattere  in  carretta.  104.  g 

Vfo  de'  popoli  di  Gallitia  nel  combatte 

re.  1 04  h 

Vfi  del  caualcare,&  da  chi  prima  fuffe 

trouato.  133.^ 

Vfo  delle  carrette  ,&de'  cauallt  diuer- 

fi  da  gli  antichi  lO'.a 

Vfi  moderno  delle  caualle  nell'Africa  , 

e  nella  Sctthta.  $'4g 

Vfo  dt  trepide  di  pater  noHri.  3  f  1. 6 

Vf» del  ritorto.  3^3* 


446\£ 
44<5.  b 

447-<* 

4?  '.^ 

31.  e 

33-r 

37.* 


94>tf 
104.* 


Vfo  delle  parti  di  Numi  dia  ,  &  d'Afri- 
ca circa  il  portar  della  mano  c*ual- 
cando.  $9i'^ 

Vfo  del  cotratempo,&  tutto  tempo  quan 
do  in  qual  cauallo  ,  <&  in  qual  luocg 
fìanodt  vfarfi.  44J-444*' 

Vfo  diuerfi  d  aue^z^rr'v»  cauallo    à 

trar  calci  nelle  volte.  4ì*-h 

Vfo  detrarrne  dt  ferro  A  67. d 

Vfi  della  cavalleria  de' nobili  intorm 
ali  armatura  de  cauallt  aldi  d'hrg 
gì.  46?.a 

Vfi  de'  faldati  Romani  in  portar  fico  il 

Vittoneceffano.  4  8  3.  b 

Vfo  della  Crapula  de'  foldatt .  484*/ 

Vttlità.  deli ejiercitto  del caualcare.  go.e 

Vttlità  della  voce  humana  in  vn  caual 
lo  con  ivfo  della  bacchetta  degli /prò 
nt,&  della  briglia  .  3  %$.i 

vtitttàper  vn  cauallo,  che  veni  (fé  lento 

al  raddoppiare.  4  J  o.g 


X^Nto,  e  Ciliat 0 cauallt  di  Ca- 
dore, e  volluce. 
Xerfe,  efua  gtottra  curule. 
Xerfe  col  carro  dt  Gtoue  tirato  da  otto 
cauallt  bianchi. 


306/ 
514  * 


*77 


ZJmo   %ero, quale  fa. 
Zenofonte  fludiofi  delle  buone  lette 
re  hebbe  caro  tlfùo  cauallo  Eptdaurice.     n.b 
Zodtaco,efua  dtutfione.  187.it 


Il  finedelIaprimaTauoIa  delle    cofe  notabili  , della 
Gloria  del  Cauallo. 


TAVOLA    SECONDA 

DELLE  COSE  MEDICINALI. 

CHE    NELLA     PRESENTE    OPERA 

SI    CONTENGONO. 


Con  ito    mangiato 
da  i  Cauallt,  e  he  ma 
le  gen  eri  tri  efst ,  fa' 
fuaenra.  car.     f  57 
Acqua  fiottava  gra- 
ta a  Cattali ,  car- 
te 19X 
Acqua   per  bere  del 
cauallo ,  quale  deb- 
ba efiere.            fij 
Acquarole  fpecie  di  Galle  .                            879 
Agr  1^0,0  Lagno  ,  che  fiate  come  (ì  cu- 
ri.                                                               878 
Aiuti,  che  debbano  darfi  allo  Ballane . 

car.  187 

Albugini  de  gli  occhi ,  come  p  curino . 

car.  648 

Alcola  ,  che  male  pa ,  e  come  fi  curi . 

car.  541 

Allimantica  vntione  per  freddure .  J  47 

Àllumada  e  la  carne  contaminata  per 

la  durerà  della  cruHa.  848 

Ammaccature ,  &c.  come  fi  curino. 

car.  962. 

A^nacolUm*  medicarne  per  vitìj  di  net 
ut.  63} 


Ammali ,  à  che  effetti  condefeendan» 

per  lufiuria.  116 

Annitrire  proprio  de'  caualli.  118 

Anticore,    ebe  fi  a ,  e    come  fi  curi. 

car.  930.93  S 

Apoplepia,  che  male  Jta,e  come  fi  curi . 
car. 

Are  fio  ,  che  pano ,  e  come  fi   curino . 
car. 

Argomenti  di  buona  indole  di  caual- 
li- 

Artfiella  ,  che  infermità  pa  ;  e  come  fi 
curi. 

Aromatica    pottone  appropriata  alle 
Rem 

A  fini,  &  alcuni  altri  animali  prefagi- 
feono  il  mal  lembo. 

A  fini, carne pefstma  a  mangiar p , 

A  fino  di  quanto  tempo  dee  de/ìrarfi  al- 
la montale  quale  debbe  effere. 

Afrnattct  ammali,  quali  pano. 

Affungta  caualltna  ,  midolla,  e  fegato , 
&  mtl^aà  che  buone. 

Aftutte  di  CoZjZfini.  1 7 ? . 1 78 

Attinturap  chejìa,e  come  fi  curi .     863.  & 
881 

Attrattion  di  nerui  ,  onde  fi'cagioni ,  * 
cerne  fi  tutu  86h 

Atmtm* 


616 
9* 

898 

776 

146 
141 

10? 

7oj 

141- 


T    A 

\j4ttritnne   \  e  fa  fia  ,  e*  come  fi  cu- 
ri- 

j&uuer  amenti  quando  ti  Cauallo  fi  tiene 
a  l'htrta 

j4u<  erttmenti  interna  al  cattar  fan- 
gite . 

jiuuerttmenti  mtorne  alle  ynghie  . 

j4uuerttmentt  intorno  le  ferite  di  archi- 
bnfo,o  f recete  . 


B 


B^4c  N  o  per  piaghe  vie  ero  fi. 
Balzana  come  fi  faccia . 

Barba\nel  Cauallo  ,  come  habbiadaefie 
re. 

"Barbara  unguento  per  rotture. 

Barbole  ,  ocarboncellt,qttalt  fi  ano, e  ce- 
rne fi  curino  ■ 

Barbale  della  fchena ,  come  fi  curino . 
car. 

Batttture,come  fi  curine . 

Bere  per  Camallo  fa  netto. 

Bevanda  appropriata  à  t  Cauallt  nel- 
V .Autunno,  &  nella  vrtmauera. 

Beuanda  Calocertna  . 

Jieuanda  Drachylo . 

Beuanda  appropriata  a' Cauallt  magri . 

Beuanda  per  Ctamorrt. 

Beuanda  per  gì t  animai '$  Orthovotct  . 
car. 

Beuanda  per  ogni  Ragione  per  Caual- 
lt. 

Beuande  ,  come  fi  debbano  dare  à  i  Ca- 
uallt . 

Biada ,  che  mi  fura  dee  dar  fi a'Caual- 
li. 

Biadera,chefia. 

Bocca  nel  Cauallo,come  fi  rìcchieggia  . 
car. 

Bocca  del  Cauallo  fottopofiaà  dtuer  fi 
malt. 

B9gnont,comefi  curino. 

Bohmonefo  Bulfino,come  fi  curi . 

Boifio,  come  fi  curi. 

Brafiica  Jkluatica  mangiata  da  Ca- 
valli, che  male  generi  in  efit,&>  come 
fi  curi. 

Briglia,  come  deue  effere  accettata  dal 
Gaudio, 


VOLA 


749 
911 

91* 


910 

947 

841 
847 

ji4 
f4* 

su 
670 
704 
548 

U9 

513 

66} 
16} 

671 

5>34 
719 
6tf 


517 
VI 


Bruciattue  compofition't, quali  fiano .  7"  ti$ 

Bru fichi ,  0  Foruncult ,  come  fi  curino . 

car.  8  4  f 
Budella  vfcite,come  fi  rimettano.  9  J  3 
Budello,cheefia,e  fiuoi  rimedi^  ,  Jix 
Budello  Ileo ,  e  doglie  di  ejfo,  come  fi  cu- 
rino .  718 
Budello  dtfcejo  nella  ne  fica  .  791 
Budello  fiefia  crepato,comefi  medichi.  797 
Bue  ,  pere  he  habbta  uc.  ofncelU  dalla 

nuca^l  Cauallo  no  I  f  f 
Bugno» t,  0  Bro^jjolt  di  'srarte forti,  e  nomi, 

come  f  curi,  pij 

Bulfinofo  Boltmsne,comeficurn  717 

Bulfio,o  Solfino, come  fi  curi.  6p6 

Buprefle animale, quale  fa.  £71 

Burdone,e  mulo,da  chi  fi  generino,  10  J 


CAc  o  e  T  H  E  Viceré, come  fi  curino.  p6  4 
Cagioni ,   onde  dertutno  1  mali  del- 
la Ve  fac  a,  789 
Cagne,  fpefjo  fi  troua,che fiano  ingravida- 
te di  vento.  t}* 
Callo,  0  rumore  carnofo  tra  la  giuntu- 
ra del  piede ,  e  l'v»ghta,come fi  curi  . 
car.  87 1 
Callofitk  ,  come  fi  mollifichino .            9 1 8,  9 t, 1 
Calocertna  beuanda,quale  fio,  5-5-4 
Camello  naturalmente  è  contrario  al  Ca 

uallo.  Zip 

Cancro  onde  f  generi.  947 

Cancro,perche  cofi  detto.  9  y  o 

Cane  arrabbiato,e  fiua  morfteatuta.  f66 

Capo  del  Cauallo, come  fi  purghi.  6  6l 
Capo  gatto  fpette  d'eptlepfia,come  fige- 

nert,e  fi  curt .  616 

Cardiaca  pafi  ione,  onde  nafia.  714 
Cardiaci  chi fiano  te  come  fi  medichino. 

car.  7T3 

Cardiaci  differì  {cono  da  i  Sincopati  .  7/ j" 
Carne  tr  tfia  delle  ferite,  come  fi  foglia  , 

car.  9fi 
Carne  ,  come  fi  faccia  tre  fiere  fui  ofia . 

car.     ^  ^9 
C  arno  fitta,  0  tumore nella  palpebra',  co- 

me  fi  curi.  «fj 
Carnofit*  callo  fa  fu  lefpalle  >  come  fi 

curi.  837 

Carnumc 


DELLA  GLORIA  DEL   CAVALLO. 


earnume  nella  bor fa  de'  te  fi /co!'  come 

fi  rifolua. 
cartilagine  del  nafò  fi  fa  rotta  ,  come 

ficurt. 
caruncula  detta  celfà ,  o  maro,  cerne  fi 

leut. 
cafirar  cauallt  di  chi  peculiare  ,  &  vfò 

di  e  fio. 
caftrar  caualli,quando  (i  debba, 
cafirar  cauallt ,  m  che  modo  ì 'habbia  a 

fare, 
caflrare  fi  debbe  fare  col  confederare  * 

denti, 
cat aratte  ne  gli   occhi  del  cauallo,  carne 

fi  curino, 
catarro  nel  cauallo, come  fi  curi* 
cataro  del  cerebro  del  e  «tu  al  lo  di  tre 

fpecte. 
caualcare*  quando  fi  a  più  opportuna. 

ear. 
caualla  ,  quanta   tempo  dia.  il  latte  al 

mulo, 
eaualle  pò  [fono  ingrautdarfi  dopo  due 

anni, 
eaualle  ,  quando  fi  debbano  far  coprire . 

cor. 
eaualle  di  natura,  dtuerfa  nel  conctpe- 

re. 
eaualle  buone  àia  tritura* 
eaualle  pregne  non  fi  affatichino 
eaualle  pregne  di  che  tempo  debbano  pa 

fiere . 
eaualle  p  regne perche  da  guardar  fi  da' 

lupi,  a/?m,&  donne  me  ffruofe . 
eaualle  quanto  tempo  portino  il  parta. 

car. 
caualle,e  dònne  , perche  habbiano  due 

poppe  fole. 
cauallete  qualità  di  effe  alla  generata- 
ne. 
eaualle  libidi  no  fé  naturalmente* 
eaualle  concedono  di  venta, 
eaualle ,  perche  chiamate  le  donne  lufi 

furtofe. 
eaualle,  quando fiano.ptù  acce  fé  di  libi. 

dine. 
eaualli,perche  fiano  animo  fi ,  &  auda- 
ci* 
cauallt ,  perche  beana  a  fiat.  &  più  fa  fio 

acqua  torbida* 


cauallt  corti  idonei  a  fattore.  J  &j 

8j  [      cauallt  lunghi  di  poco  pre^jjo.  \6$ 

cauallt  ,  che  fi  corichino  in  acqua,  &  lo? 

•659         rimedi]  176 

,    cauallt  chi  di  efst  ytua  più  lungamen- 
te        te.  [82. 
cauallt , perche  manco  fertili,  che  qua  fi 

792  tutti  gli  altri  animali.  I 8 1 

793  canali»  fino  à  quanto  tempo]  forntfc ano 

di  cr efiere.  1 8$ 
793      cauallt  di  quanto  tempo  idonei  alla 

monta.  184 

793      cauallt  Ago  flinì,quali (tana-  209 

caualli,come  debbano  alleuarfi.  ni 
6  7 1      cauallt  per  vettnra  ,  e  fatiche ,  quali  ff 

660          richieggono.  219 

cauallt  per  caccia.  2  19 

66  8     cauallt  per  viaggi.  119 

cauallt  per  beUe^z,-i,  e  per  pafieggiare. 

5  6j           car.  HO 

cauallt  per  totnet.  221 

108  cauallt  per  ifiaramucete.                       22  1.113 
cauallt  per  gioire.  211 

1 8  4     caua  Ut  per  nemici t te.  1 2 1 

cauallt  per  guerra.  Iti 
I&f      cauallt  fi  fpauent ano  quando  leggono 

gli  elefanti-  13 0 
190     cauallt  arrabbiati  per  mangiar  l'het- 

1519  be .  134 
ioi     cauallt  cibati  da  Diomede  di  carne  hu 

maria  z$e 

101      cauallt ctbt de'  T ar far t,e Mangi.  24O 

cauallt  in  qual  habtto  debbano  mante- 

202.         nerfi.  J24 
cauallt  non  habbtano  da  patir  granfa» 

103  me.  jjy 
cauallt  arrabbiati  per  mangiare  herbe 

104  trtjìe.  J37 
cauallt.  come  fi  rmfrefchina  nellt  dì  co* 

109  nicolart.  547 
Z3I  caualltyCome  habbtano  da  purgar  fi*  Jj"2 
2  3  %     cauallt  »  come  s'ingrafi  ino.  577 

cauallt,come  ft  debbano  tener  nella  fiat 

X3J          la.  f7i 

cauallt  flrani*  efeiuaggi,  come  fi  ndu- 

iy6         cavo-  j88 

cauallt  debbono  gouernarfi  con  amate-- 

I4<f         ualez,z,ar  <2p 

cauallt ,  come  fi  facciano  filar  quefi  al 

147       ferrare*  6ii 

cavalli 


T    A 

tAtiaìti  Affiti  ah  ,  come  fi  medichino . 
car. 

caualli  caprati  di  rado  fati  fieno  di  mal 
di  giunture. 

cauallo  di  complefsione  calda,  &  humi 

da. 
cannilo  animale  docile \  e  mar.fueto. 
cauallo ,  perche  fia  più  veloce,epiù  agi  - 
le  d'ogn  altro  animale  di  tal  gran- 
dezf^a. 

cauallo  £terognatho,quale  fta. 

cauallo  che  fia  tardo  ,  che  fègnalt  hab- 
bta. 

cauallo  di  occhi  bianchi,  perche  di  minot 
fregio. 

cauallo  Effofhtalmo  ,  Celofhtalmo,  <& 
Erkofhtalmo  quale  fi*. 

cauallo  dee  efj'er  piti  alto  di  dietro  ,  che 
dauanti. 

cauallo  ,  che  maflicht  il  freno  ,  che  co  fa 
denoti- 

caualloftn  che  modo  fi  faccia  correre  ve- 
locemente. 

cauallo  quanto  lungo  temfo  viua.  car  • 
te 

cauallo,  come  fi  debba  accommodare  al 
la  monta. 

cauallo  in  quanti  giorni  empia. 

cauallo  fu ggettifs  imo  alU  libidine  . 

cauallo, e  (Uè parti  a  che  buone. 

cauallo, in  che  modo  fi  può  confcruar  fa 
■no. 

cauallo  dee  purgar  fi  vna  Scolta  l'an- 
no. 

e au nllo  accefo  per  lungo  viaggio ,  o  cor- 
fi. 

cauallo  rifòluto  delle  membra  per  ifirac 
.  cheK>K,t> 

cauallo  non  islta,  dèue  fi  anno  por  ci,  per  • 
che. 

cauallo  chabbata  mangiato  fterco  di 
gattina. 

cauallo  arrabbiato ,  come  fi  medichi . 
car. 

cauallo  che  diuenga  pazj^o ,  come  fi  cu- 
ri. 

cauallo  me^zjo  perduto ,  e  /ècco,  come  fi 
curi. 

cauallo  incordato  di  nerui. 

(AHallo  perduto  in  tutto  7  corpo* 


VOLA 

cauallo,  che  mandi  fuor  a  hu dello ,o  fan- 

8lJ          gue.come  fi '/occorra.  711, 

cauallo  chabbta  rottoti  federe  ,  come  fi 

5)1 1           medichi.  71} 

cauallo  ripieno  di  troppo  cibo,tn  qual  tn~ 

1 4 "         fermi t a  incorra .  7l  7 
1 4  6     cauallo  che  vomita  l'acqua  perche  muo 

re.  7^8 

cauallo  indomito ,come  fi  correga .  7  5  O 
146     cauallo  cu  del  lato,  0  fpedato,  come  fi  cu* 

161          rt,  5»I* 

cauar  fangue,qiiando  vtilifsimo.  74  8 

164     cauarf*ngue,efuoe(famtne.  7J3 

cauei!ro,come  dee 'irfarfi  a  t  caualli .  5  5>o 

16"     cauteehie  offe  fé. come  ftcunn*.  88 1 

cauicchie ,  0  Talloni  dialogati,  come  fi  et» 

J  66           rtno  887 

caufertj  mteft  in  due  modi.  7^t 

168  oauterij  appropriati   a   l  enfi agton  del 

Mentre.  77? 

I  69     cauterio,i  he  fi  a, e  come,  e  quando  fi ope- 
ri. 760 

1 76     caut.  rio  fé  generi  dolore ,  come  fi  curi  • 

car.        '  7*1 

1 8 1     e  elfi  cancri ,  e  Poiippi ,  come  fi  curino , 

car.  91 f 

1 86     Stpi ,  ò  chiaramata,  0  catene,  che  mfir. 

188  mtta  fiar.o,e  come  fi curino.  901 

117     cerati  appropriati ,  per  le  infermità  de  ' 

141  caualli  di  più  forti.  766 

chehdonaconcautta  dell\nghia.  1J<$ 

SZl      chiodi  per  ferri  de*  caualli ,  di  che  for- 
ma fi  rie  hieggano .  60% 

j  3  o     chiouardi ,  e  crcpa  cce ,  come  fi  curine . 

car.  «14 

j-  6 1     ciamor  ro, perche  cofi  detto ,  e  come fi  ge- 
neri. 666 

'64     ciamorro  humido,e/ècco,efuoirimcdij. 

car.  669 

169  ciamorro  di  mulo,  $  mula,  come  fi  ete- 

ri. 669 

J70     ciamorro ,e/ùa  dtjfinitione.  670 

cibo  del  cauallo, perche  fi  dia  netto.caf- 

587        *  JH 

cicuta  mangiata  da'  cauali  ,  che  male 
611         generi,^»  come  fi  curi.  fj7 

allo  cura  del  capo,cofi chiamata,  cat- 
6}c         te  6'9 

6}t     cimici ,  come  fi  dtfeaccino  dalle  fi  alle  . 
$34         <at,  17  7 

clauatdo,     . 


DELLA  GLORIA 

CUuario,p4enna ,  ricche  mali  pano  , 

e  come  fi  curin*  •  "  9  \ 
Cltfiere,chefia,e  perche  detto  co  fi.  73° 
CU  fiere  per  doglie  di  corpo  .  7i5 
Cii fi  eri  efficaci pimi  contra  i  uermi  •  7  )*  * 
Coda  nel  cauallo,co  me  habbta  da  efe- 
re. ij8 
Coda  da  i  [e gn ali  delle  qualità  cCyn  ca 

Hallo.  177 

Coda  fé  dee  tagliar  fi  .  J  9l 
Coda  del  cauallo,  quando  da/àlajfare  • 

car.  7,5 

Code  de  i  caualli,e  mali  di  ejfa  .  5  9  y 

Codognt  piedi, quali  pano .  6l° 
Coito  de' cauallt  à  che  hora  dee  far p,  & 

À  che  tempo  .  101 
Colera,  come  fi  generi  net  giumenti  ,e 

cura  di  ejfa  .  74  f 

Colera  fecca,come  fi  curi.  74? 
Colera  /par fa  per  lo  corpo  fa  i  giumenti 

itterici.  74<S 
Ctltca  papione,  come  p medichi ,  7  H 
Co  Utrto'p  er  le  fi /iole  .  9<5  6 
Collo  del  cauallo ,  com'habbia  da  effe- 
re  .  \6o 
Collo  quando  viene  à  gonfiar  fi  ■>  come  fi 

curi.  3 13 
Collo  gonfiato  per  fregagione ,  come  fi  cu 

ri.  J  813 
Collo  dislogatofo  fiorto,come  fi  faccia  ri- 
tornare .  8 1  y 
Collo  fé  fi  a  rotto,come  fi  medichi  .  8 i- 6 
Collo  ferito,  come  fi  medichi ,  9  y  i 
Colon,chefia.  7x6 
Commeffura  deW unghia  apprefio  iCre 

ct,come  detta.  iy6 
Commeffure  nelle  membrane  i  canal- 
li-  184 
Compofitione  amabile ,  &  afrodttia, 

qualfia.i  76  J 
e  ompo fìttone  di  fugo  di  mandragora  .  7  9  y 
Compofitione  per  viceré  nuoue .  9^4 
Compofitione  per  cauallo  me\zjo per- 
duto^ fec  co  .  630 
Compofitioni  cauflice,  oper  bruciatine, 

quali  pano .                                <  7^3 
Compofitioni  di  più  fpec'ie  appropriate 

ai  mali  de 'caualli.  7 6  y 
Confideratiom ,  &  annettente  circa  le 
unghie.                                -6QZ&116 


DEL  CAVALLO. 

Conpderattont  intorno  alle  parti  del  ca- 
uallo .  172. 
Confdcrationi  intorno  alla  generation 

del  mulo .  %06 
Confiderattoni  intorno  a  i  cauallt  nel 

desinargli  àgli  ejfercitij-  il  8 

Conuulfione,o  fpafmo  di  tre  (òrti,  617 

Cordapp,che  pa,e  come p  curi  ,  724 
Corno  tnfermità,qualefia  ,e  come  fi  et* 

ri.  839 

Corno  fopra  le  fpalle, cerne  fi  generi.  848 
Copia  del  giumento ,  quando  pa  fipa- 
filmata  s  0  rotta  >  comep  co»ofca,  e  fi 

curi.  85? 
Copte  nel  cauallo ,  come  habbiano  da 

e  fiere .  1  y  8 

Cafle  rotte  come  fi  guarifeano.  9S8 

Cotenna  da  tnditto  dell  età.  1 8  £ 

Cotture,co  me  p  medichino .  761 

Co\\om,  &  loro  afiutte .  1 7  f 
Creature  fono  foggette  à  particolari  ma 

li.  807 
Crtpaccie  ,  chefiano,  e  come  fi  curino  . 

car.  899 
Crepacele  cagionate  dalla  fumoptà  del 

letame,  come  fi  curino,  890 

crepacele,  come  fi  curino.  89? 
crepantiglta  fatta  nelle  parti  interiori , 

come  fi  conofca,e  p  curi.  797 
crepatura  chiamata  quarta.  609 
crepature  ,  che  veggono  alle  giunture 
delle  ginocchia  didietro,  come  fi  cu- 
rino. Set 
crini  nella  coda  del  cauallo  ,perche  hab 

btano  da  epere  rari.  .    I  y  9 

Crini  nel  cauallo  ,  come  habbiano  da 

I     efere-          ..  J6t 

Crini  tagliati  ài  caualli  cofa  bruttai  y  9  r 

trini Je  fi  debbano  tagliare.  Jpi, 

cu  fermo  mal  di  nafo,  come  fi  curi.  659 

culicifCome p  dtfcacctno  dalle  Halle .  y  76 

cuoio  del  cauallo  a  che  b uono.  146 

cuore,emali,che  gltaxuengono.  71  J 

cura  inforno  a  1  denti  de'  caualli.  1 80 

cura  per  cauallt ,  e' haueffero  mangiati 

ctbtpoluerofi.  yiy 

cura  per  le  fangui fughe  ài  caualli.    '  yi£ 

cura  per l'hordeattone.  5^7 

cura  per  cauallt  nprep,  £52, 

ct*r*  del  male  Alcola,  ,  y  ^ 

cura  per 


Cttta  per  freddure . 

Cura  per  cauallo  ,  c'habbt*  mangiato 
fierco  di  gallina. 

Cura  per  cauallo ,  chahbia  mangiato 
Bupreffe . 

cura  generale  à  tutte  le  mtrftcature 
uelenofe . 

Cura  per  l'inchiodature . 

Cura  per  premiture  di  ferri. 

cura  per  chtouardt,e  crepacele 

Cura  del  allo, quale  fta . 

Cura  della  Jpoplefsia. 

Cura  del  capo  gatto . 

Cura  per .  lo  fpafmo,'o  conuulftone  • 

Cura  per  cauallo  me^o perduto  ,  o  fic- 
co. 

Cura  per  cauallo  incordatolo  ritratto  di 
nerui. 

(tira per  roboroft . 

cura  per  opijìhotoni  . 

cura  per  ffpafmi  diuerfi. 

cura  per  caualit  tncuruatt. 

cura  per  lo  male  paralitico  . 

cura  per  tfpafmo  ven.ito  per  tagltamen 
to  dt  coda . 

cura  per  mal  (Tocchi . 

cura  della  flaphyloma . 

cura  per  le  cataraffe ,  ofuffuftom  negli 
occhi . 

cura  per  occhio  lunatico . 

cura  per  Jtranguigltoni . 

cura  per  il  polipo. 

cura  per  la  freddez^XA  nel  capo  del  ca~ 
uallo . 

cura  dell'i  mali  iella  bocca  del  cauallo . 

cura  per  tumori  nati  in  bocca, 
cura  per  gengiue  apoilemate . 
cura  della  fc arancia . 
cura  di  fero  fole  >e  jirangutglioni . 
cura  per  Boltmone,o  Boi  fino . 
cura  per  mali  dello  fio  maco. 
cura  di  dolori  coltci,&  diaci. 
cura  per  doglie  del  budello  ileo . 
cu  ra  del  longa  non  e  offe/o . 
cura  per  dolori  nell'ime  fimo  ileo. 
cura  per  li  vtrmi. 
cura  per  morbo  alienato, 
cura  per  caualli  h  idropici . 
cura  per  la  verga,  che  nonpoffa  rientrar 
nella  fua  guaina. 


V  o 

jTO 

f8s> 

61 1 

6  :  4 

614 
6'9 
ót.6 
616 

<5i8 
(S30 
6H 

6}i 

6i7 
<*3  9 
640 

64  t 

64L  644 

Ó4<5 

6n 

619 

664. 
673 
674 
67* 

679 

68  r 
719 
719 
72.4 
7i8 
719 
73  1 
739 
74i 
770 

790 


l    A 

Cura  per  le  febbri . 

cura  di  caualli  appesati* 

cura  di  tumori, 0  pofìeme , 

cura  per  le  Scrofole . 

cura  del  gare  fé  gonfio. 

cura  per  marcie  ,  opofieme  nelle  /palle. 

0  co(ìe  . 
cura  per  le  ferracele, 0  Mule . 
cura  per  le  gambe  troppo  carnofe . 
cura  per  le  formelle, 
cura  per  le  terde  . 
cura  delle  giarde  . 
cura  per  le  curbe  .. 
cura  del  male  fchia  uone  . 
cura  per  cauicchte  offe  fé . 
cura  per  re/te. 
cura  per  crepaccie,e  refi  e  . 
cura  per  rotture  d'vnghie  . 
cura  per  le  fé  fole. 

cura  p  er  doghe  di  nerut,&  (Cinghie . 
cura  per  morbo  articulare . 
cura  per  /'  Rancore  '. 
cura  perla  rogna, 
cura  per  ti  cancro. 
cura,e  rimedi]  per  la  fc  taf  tea  . 
cure  ad  ogni  forte  di  mali  di  cauall  1. 
cura  per  li  mali  della  te  ila. 
cure  di  tumori  cagionate  dtuerfamente  . 
cure  per  dtuer/ì  mah,  che  auuengono  a 

tejltcolt . 
cure  diuerfe  per  fopr'ofs  i, 
curbe,fpauant,e  ierde,come  fi  medichino . 
curte,o  turte,cbe  fiano,e  come  fi  curino . 


DEcottioNe  della  carne  cau al. 
Una  ,  a  che  co  fa  fta  buona  . 
Decoltione  appropriata  a  fcaldare,k  ori 

nare,à  C incordato,^  a  le  morficatt* 

re  veleno  fé . 
Denti  nel  cauallo,  &  in  altri  animali  , 

&  loro  maniere. 
Dentt,perche  fi  dobbono  conftderare  ne" 

caualli  . 
Denti  e  loro  dtuer/ttà . 
Denti  mafceUart  ne'caualli. 
Denti, e  mutattone  d'e'fri. 
Denti,  perche  ne'caualli  fòlamente se 

imbianchi  fono  nella  fycchiez.^a 


799 

8-3 

8'7 
819 

848 

8:0 
864 
%66 
871 
«74 
«7f 

8  ?6 
Z77 
881 

890 

895 
S96 

9O  !.. 

9  8 
910 

91° 

9j« 

948 

974 
HO 
6\6 

848 

85^ 
870 

875 

916 


i4r 

178 

17» 
179     • 
180 


180 


Denft  del 


DELLA  GLORIA 

Penti  del  Cdne  in giouenttt  bianchi,  in 

vec  chieda  neri.  * So 

Denti  gnomoni,qualtfiario-  i8' 

Denti  del  cantilo  a  che  <ofa  fiano  buoni .  14? 

Dentt,come  fi  fermino.  67° 

Dtachylo  beuanda.  Sf  + 

Dtahethtca,  qual  male  fi  a,  e  cerne  fi  eteri-  78  ' 

Diapente  Antidoto  cantra  lapefìe.  5"  S"  3 

Di  area, che  infermità  fa,  e  come  fi  curi  .  7 l  o 

Diffidile}  J:  rifiutare  di  tre  fpecie .  69  f 

Difficoltà,  dell'orina  ,  come  fi  curi.  717 
Di/ce  fenua»e  ,  e  vecchie  nelle  gambe ,  co 

me  fi  curino-  °66 

Dtfcefe  n e  t pedi  di  tre  maniere.  901 

Dtfarfo  {òpra  le  offa-  1 5  3 
Dtfcorfo  intorno  al  prefagtre  vn parto  de 

una  caua.Ua.  J9t 

Dtfnteria,che  fìa,e  come  fi  curi.  7to 

Disio gagiont  di  gambe,  come  fi  curino  .  884 

Dtslogature,  cerne  fi  curino .  834 

Difperdere  ti  parto  delle  caualle  ,  come.  1 9° 

Dipolare,  che  fia.  9  07 

Di  filature  che  fiano,e  come  fi  curino.  907 
Dtffolatuve  cagionate  diuerfamente,  come 

fi  curino.    '  9°  9 

Doglie  nel  budello  ileo  ,  come  fi  m  e  dichino.  7*8 

Doglie  del  ventre  difttnte  da  Vegetio.  7  J  *- 

Doglie  del  ventre, onde  fi  cagionino  .  7J3 

Doglie  di  giunture,  come  fi  tagliano  via  .  918 

Doglie  di  nerui,e  d'vnghie,come  fi  curino  ,  9  8 

Dolor  del  polmone,  come  fi  conofea.  70  f 

Dolor  del  ventre,  come fi  le  ut .  734 

Dolor  del  ventre  <itene  per  due  cagioni .  71Ì 

Dolor  delle  rent,onde  fi genen,e  eoe  fi  curi.  71 6 
Dolor  del  ventre  cagionato  dal  non  poterò 

orinare, come  fi  medichi.  7%7 

Dolor  delle  fp alle, come  fi  mitighi.  8 1 9 

Dolore  nell'mtefltno  ileo,  come  fi  generi .  73  I 
Dolori  del  capo  quando  fi  conuertano  in 

pa^Jja.  6 1 7 

Dolori  del  capote  medicine  di  e/si.  6 1 7 

Dolori  d'occhi, come  fi  tolgano  via  .  543 

Dolori  colici,^  iliact,come  fi  curino  .  714 

Dolori  dello  tntefimo  crafio  detto  Colon.  71  f 

Dolor 1, colici,  che  pano.  716 

Dolori  ned  tntefimo  Colon g  humort  vifiofi  7 30 

Dolori  del  ventre  végono  £  diuerfe  cagioni.  7^7 
do~ne,e  caualle,phe  habbiano  due  poppe  fòle.  104 

Donne  lufiurto/e, perche  chiamate  caualle.  1}  f 

.JDojfodel  Cauallo  off  e  fi  tcome  fi  medichi .  840 


DEL  CAVALLO. 

Dure\z,t,e  e  allo  fi  tk,  come  fi  molti fichtrfa.  ^li 

Durezze  fatte  £  ptaghe,cóe  fi  mollifichino.  96 1> 

DureZ^e,csme  fi  mollifichino  .  918 

E 

Elmetti  ,  chiamati  da  Greci  Hip- 

puri  adorni  dipeli  di  cauallo.  147 

EmptaRro  appropriato  a'nerut.  63  9 

Emptafiro per  re fitnger  ferite.  9$} 

Empiafiro  fincrtfma,come  fi  componga  .  7<>4 

EmptaRro per  grtfarie,ferraccte,  ifrc.  893 
Bnfiagton  del  corpo ,  come  auuenga ,  e  (uà 

cura.  771 

Enfiagione  e  allo  fa  ne  gliocchi,come  fi  curi.  6\% 
Enfiagione,^  vento fità  di  milz^a,  onde  deri 

ut,  come  fi  curi.  77  J" 

Enfiagione  di  teRicoli,onde  proceda  .  8  5"  J 
Enfiagione  [òtto  ti  petto,èi  Mentre ,  come  fi 

curi.  pj  l 
Enfiagione  nelle  co/c  te, e  teflicoli,  come  fi 

curi.  93  £ 

Enfiagioni  e?  orecchie ,  come  fi  curino.  6  $7 
Enfiagioni  della  tefia  ,  lingua,  e  gola,  come 

fi  curino.  6$& 

Enfiagioni  diuerfe,  come  fi  curino  .  7  69 
Enfiagioni  nel  petto  del  cauallo  ,  come  fi 

fogliano.  8t7 
Enfiagioni  del  doffo,chefi  curino  col  taglio \ 

0  fuoco  84! 
Enfiagioni  cagionate  da  colpi, come  fi  curino  8  + 1 
Enfiagioni  per  mouimento  di  fangue  fo- 

prabbondate,come  fi curino  "849 

Enfiagioni  fra  i  teft/colt,  e  le  cofcte,come  fi 

curino-  8fo 
Enfiagioni  di  tefltcolt  diuerfe ,come  fi  curino.  8  f  t 
Enfiagioni  nelle  giunture  ,  che  fanno  %op- 

picare, come  fi  medichino  .  919 

Enfiature  cagionate  per  le  fèlle.  847 

Enterocele3che  fia.  191 

Epicloe  beuanda  per  cauallo }che  pafee .  £43 
Epilepfia,mal  caduco,  e'I.  mal  de  Uà  Luna, 

che  mali  fiano,  &  come  fi  curino.  61  f 
EpiRrofi,cioè  rouefetamento  dell' tntefiino, 

come  fimedicht.  719 
Errore  di  'coloro  ,  che  col  fuoco  vogliono  af- 

fot  figliare  ti  collo.  814 
Errori  de'  Marefialchi  intorno  a  li  dolori 

colici.  714 
E  ff erótto  de'  cauallt  dee  far  fi  io  auerté^a.  f  -7 

Età  de' cauallt  conofeerfi  da  t  denti .  l/y 

Exmhe ,  come  fi  genert,  e  fi  curi.  9 
C                 IA.M.S 


TAVOLA 


FA  M  l  danno  fa  a  i  Cauallt .  y  3  5" 

f 'al 'fò  quarto  ,che  fìa,e  come  fi  curi.      904 
Farctmtnofa  tnfermit  a ,  quale  (io, ,  e  come 

fi  curi.  917 

F  affama  quado,e  come  da  darfi  a*  Cauallt  94 1 
F  ebbre, come  fi  genert  ne  1  Giumenti-  799 

Febbre,  come  fi  curi  799 

Febbre  cagionata  dapofleme ,  come  fi  curt.%o$ 
Febbre  divinità  da  Ago si. Col ombro.  804 

Febbre  Jffìr.it a  dal  Ferrara  806 

Febbre  rignonalefc  pijfeuatione,  eoe  fi  curi  8  io 
Febre  che  derma  dal  Polmone,  come  fi  curi.8  1  o 
Febbre  etica  quale  fi  a  eco/ne  fi curi  81  I 

Febbre  con  ulcere  pefìilentialt  8 1 1 

Febbri  dte/tate&  di  autunno,  come  fico. 

nofeano  ,  e  come  fi  curino  803 

Febbri  da  quali  infufion  fi  rtnfrefchtno .      804 
Febbri  fquali  fon  0  propriamente  vero  .        806 
Fegadene  viceré,  che  m.igtano,come  fi  cu- 
rino .  9^4 
Fegati  degli  animali, che  non  hanno  fiele, 

perche  dolci,  ITI 

F egato  officina  del  fangue .  I48 

Fegato,  perche  pò  fio  trai  ffomaco,e  la  mtl 

Zjt  dalla  Natura .  1 5  O 

Fegato,  e  male  di  efo,come  fi  curino.  743. 

Fegato  travagliato,  come  fi  medichi.  744 

Fegatoso  Polmone  magagnato, come  fi curt.7  4  ) 
Ferita  fatta  dafaetta  veleno fa, come  fi  cu. 
\    ri.  96o 

Ferite  de  Ut  occhi,  come  fi  medichino  .  64  7 

Ferite,&  viceré  di  Giumèti.come  fcurino.9^0 
Ferite  del  collo  come  fi  curino  .  9  fi. 

Ferite  fatto  le  ginocchia  ,  come  fi  curino. .  9^4 
Ferite  d'archibufo  h  freccte,come  fi  curino.  9  y  8 . 
Fera  <■■  alterate  per  fpiragli  di  fine/Ire,  co  - 

me  fi  e  urino  .  960 

Ferrare,come  fidehbano  1  cauallt.  601 

Fan  de  1  piedi  dinanzi  ,<&  ài  dietro, come 
&   fi b abitano  da  efere.  601 

Ferrica  li  piedi  di  dietro..  606 

Ferro,  h  altro, ce  me  fi  cacci  della  piaga  .  961 
Fettont,come  fi  lautno .  9  '  o 

Fiacchez,z,a,  come  fi  leui  J  <*4 

Fiato  in  C etera  che  fia,ecomefi  curi  .  769 
Fichi,  erruchefoporrettt,  come  fi  curino.  913 
Ficoxlcera  nata  nel  calcagno,  come *  fi curu  898 
fico,fuperfìuità.dt  carne  nata,  nella  fola  tco 

Vie  fi  curi.  89  g 


fico  fpecìe  di  gonfiatura  ,  come  fi  curi .  9 13 
Fico  moro,  con  che  fi  curi  914 

Fiele  in  diuerfi  animili ,  che  fede  h  ubbia  .  \  y  \ 
Fieno  à  quali  cauallt  buono  .  y  13. 

feuolez,\e,o  do  Aie, come  fi  curino.  5  63 

fiftole,  come  fi  curino  .  96  f 

Flemmatico  cauallo,  come  fi  rifant.  749 

fìimeliaychefia,e  come  fi  curi .  8  60 

fìoncella,che  male  fia..  672 

H'-ffi,  e  loro  rjmedij.  7 10 

focaccia,,chf  male  fia,  e  come  fi  curii  9 1 6 

formella  ,come  medicata  da  Marco  Greco  .871 
formelle  ,  come  fi  curino.  871 

f or  une  uh  ,  come  fi  curino  .  84^ 

fredde\z.,a  nel  capo  del  cauallo ,  come  fi  ge- 
nera 66 4 
freddeZji,a,che  impedì  fee  la  pur gation  del 

Corma,come  fi  medichi .  789 

freddure,  e  lor  rtmedt\.  y  46 

formemo  danno fo  at  cauallt  in  cibo.  y  lì. 

funi  ent  anione  per  enfiagioni,  &  altri  mali.  880 
fumentagiont,  per  dislogagtom  di  gambe  .  884 
fuoco,come  dee  v far fi,  et  portar  fi  nell  e  (lalle  y  7Ì 
fuoco,  come  fi  dia  a1  caualli,&  come  fi  me 

die  hi.  76I 

f urina ,  0  far  ma,  che  fia  ,e  come  fi  cuù .        871 
G 

GA LL  e  ,  come  fi curino  .  87y 

Galleghe  tumori  fiano,&  eoe  fi  curino.%7% 
Gali  e  di  due  fpecìe..  879 

Gamba, onde  detta  .  I  ?  f 

Gàbe  del  cauallo,come  habbtano  da  efere  1  J7 
Gambe  qttado  fi  debbino  lauare  a'  Cauallt. }9  6 
Gambese  e onferu.it  10 ne  di  efs'e  digrade  ir» 

porranZjt,ptrche .  ^97 

Ganduglte,  &  altre  infermità  della  gola, . 

come  fi  curtr,o  .  681 

G  arre  fé  fé  è  gonfi  a  1 0,  come  fi curi.  843 

G  arre  fi  gonfio,  come  fi  curi.  848 

G  arre  fi  mali,  che  auuengono  al  Garrefe , 

quali  fiano,  e  per  che  co  fi  detti.  IfJ 

Garretti,perche  cofi  detti.  ITJ 

Gauam,che  fiano, e  come  fi  curino .  882, 

generattone  di  muli, da  chi  prima  ritrouata.lo7 
Genere  caualltno  dtuifo  in  tre  parti  .  x  1 7 

Gengtue  apoflemate, come  fi  curino.  678 

Germani ,  come  chiamino  il  ^erme^e  come 

lo  curino.  934 

Ghiandole  intorno  alla  gola, come  fi curino  68 1 
Ghiandole  del  petto,  come  fi  curino .  9^9 

Gianni^ 


DELLA    GLORIA 

*JiaHni%z,*ri  fi  (allentano  col  fangue  del 

caua.Ho  •  z  40 

Ci  arde, e  G 'alle  fomigltanti  fra  loro  .  874 

Gmni,cht  (tana-.  108 

G 'intacchi*  e  pò  flemme  in  effe  di  tre  forti.  8  5  8 
Ginocchia, e  dolori  di  efst  accidentali, come 

fi  curino  8<Ji 

C torni  infelici, ad  alcune  etère per  caualli.  7<j  1 

GjouaneXza  atta  alla  generation?.  1 9  y 
Giumenti  quando  accaggia  che  fi  difcollmo.  8 1  y 

■Giù ner.ti  (ballati,  come  fi  medichino.  83  > 

Giunture  .  ór  mali  dieffe  a  caualli.  f4i 
Cinture  rila(fate,et  acquofe.,come fi curino.  9  17 

Giunture  addolorate, come  fi  curino .  pi  8 

Giunture  di  fgtunte, come  fi  curino.  96% 

Glandule,fèpc  onde  fi  generino.  821 

Glandule,e  pofleme,  come  fi  curino.  8  il 

Glaico,&>  fua  hifìwta.  134 

Gola,  &  ulcere  di  effa,  come  fi  medichino,  678 

Gola,&>  infermità  di  effa, come  fi  curino  ■  681 
Go'ifìaméttper  cagione  d'anhelito,  come  fi 

curino-  769 

Gonfie  \jjt  delle  orecchie,  come  fi  maturi*  6  5  7 
Go/ife^j^e  di  più  fòrti, che  auuengono  alle 

gambe  di  dietro,  come  fi  curino.  885 

Gonfie^z,e di piedtfComefi  curino.  89  j 

Gotta  cronica  nelle  (palle, come  fi  curi .  835 

Gotte  renali, come  fi  curino.  77  8 

Gottofì,&  orticoli,  quali  animali  (iano.  8  tf  8 
Gouemo  de  caualli  (la  con  amoreuolezjZja.  789 
Gouerno  de'  caualli  nella  ftalla,quale  dee 

efiere.  590 

Gouerno  de' caualli.  ^96 

Granco  che  (ìa,e  come  fi  Uni-  863 
Grauedmefo  catarro  nel na fio  del  e au allo, 

come  fi  curi.  660 

cri fane,e  firn  ili  malacarne  fi  curino.  8  9  ( 

crifane,come  fi  medichino  .  $9} 

Groppa  del  cauallo,  come  habbia  da  e/fere  .  I  y  9 

H 

H£moruea,Ò  perfupon  di   (an- 
gue, che  malefia,  e  come  fi  curi  .  y  4 1 
Herba,chefi  dà  a'  caualli, che  effetti  facta.  y  3  6 
Herba  medica  appropriata  a'  caualli.  y  3  8 
Herba  quando  fi  dà,  a'  caualli ,  che  cofit  (ì 

dee  offeru  are.  y  4  j 

Herbe  triRe  arrabbiano  i  caualli.  y  3  7 

Herbe  appropriate  a  caualli, quali  (iano.  y  3  8 
He r  be  \erdt  quando, &  come  fi  deono  dare 

a' caualli,  **, 


DEL  CAVAI  LO. 

H  ermafrodito, come  fi  generi.  \$% 

Hermta,che  male  fia,e  come  fi  curi,  8  f  9 

H  erpete  fpecie  di  v<.rme,come  fi  curi.  .         93  6 
Heterognatho  cauallo,  quale  fia.  I6r. 

Hid>  opico  à  <jualtfegnt  Ji  conofea.  771. 

Htdroptfia  trai  mali    del fegato  >   di  tre 

fpecie .  76Ì 

Hidropifia,come  fi  generi.  770 

H tdroptfia,in  che  modo  fi  medichi .  771 

Hippace,che  co  fa  fìa  •  13  9 

H ippocentauro  Cane  di  Senofonte-  I  j  o 

Hippocopi  meduamenti,che  leuano  lajtac- 

che\^a .  y<?4 

Htppomane,che  fta,&  fuot  effetti.         1 3  6. 1 3  7 
H  ippomane,e  fùoi  fignificatt ,  137 

H  iflnchtda  vitto  della  coda  del  cauallo  > 

quale  fìa.  795 

Hordoattone,che  male  (ta,efuo  rimedio,      y  17 
Humor  (kngutgno  quando  offende  il  ca- 

uallo,e  (uo  rimedio.  748 

Humor  dell' 'acquette  nelle gàbe,cóe (i curi.  So? 
H  umore  fai  fio  m  che  modo,  fi  disecchi.  ,90» 

H  umori,  onde  fi  generino  .  1  yo 

H umori  difeefi  nelle gambe,come fi  curino.%67 
H umori  diffolutt  dal  calar e, perche  concor 
tono  alle  gambe  p  tu  fpejio,  che  in  altro 
membro.  874 

Humort  dtuerfi  delle gambe,come  fi  curino.^ 90 
H umori  auuenutt  di  frefio, come  fi  curino  890 
Humort  di  giunture, come  fi  diffetchino  918 
Humort  accolti  m  e  biadale, come  fi  curino.  918 
Huomo,cauallo&  Elefante  di  compie filo- 
ne calda,  <&humtda-  74C 
1 

I£Rde,  come  fi  medichino.  877 

iliaca paf sione,  quale  fìa  .  717 

lmaginattont,che  effetti  produch'tno  infor- 
no alla  generatone  ■  188 
lmiordtgione  checofa  fin.  60% 
Ine  ape  taratura  che  fia,e  come  fi  curi.  881 
Inca fella  to  ptede,quando  s'intenda.  60$ 
impetigine  mortifera  a '  Giumenti.  £42. 
Inchiodatura,^  cure  di  efia .  6iì. 
Incordato,comefi  curi.  {46 
lncornatura,che  fìa  e  come  fi  curi.  833 
incuruati  caualli,  quali  fi  ano  ,  &  comi 

fi  curino.  6i9 

ìndi  gè p  ione  opprime  1  caualli.  518 

(uo  rimedio-  ?,? 

Indigeni  ione, e  mali  cheprouengono  da  effa.  7 1 7 

c    *  Indomit» 


TAVOLA 


InclootitùyCome  fi corregga  77° 

Inedia  danne  fa  a  t  cauallt  •  J  3  f 

Lnfeftuto,  o  tnfufìito,  che  morbo  fia,  e  fua 

tura  .  5  6 1 

Infermità  fecca,  perche  detta fofpiro.  7 1 1 

Infammagtone per  concoi  (0  dhumore ,  e» 

mefìcurt.  7^7 

Infonduto  morbo ,  che  "viene  a' Cauallt,  co- 
me fi  curr  530 
Jnfu(ìone,che  male  fia,&  come  fi  curi.  y  3 1 
Infufione  di  ^ìnatoltco  per  le  torrioni  del 

Mentre  73  3 

Jnfufioni  da  rinfrefea;-  lefebrt  •  804 

In fagnare,  che  fìa,eptrcke  ntrouato ,  7^1 

lnfagnte  dtuerfe  fi/ccorrono  a  più  mali.  7  f  z 

Infegnte  di  finte .  7  yi 

Intagliature, ò  tnterftrtture,come  fi  curtr.0.9  x 
Intagliature  della  lingua ,  com  e  fi  cu  rmo.  676 
Intefma  del  Cauallo  à  che  buone.  141 

Inteftna  e  dolori  di  effe  tome  fi  curino .  717 
Intejìinc  crafo,e  dolori  di  efjo  .  72  y 

lntefitno  grande  differente  ne  gli  ammali  .-  71  9 
Itterici  quando  dtutngono  1  Giumenti.         747 
L 

L^B  bua  nel  cauallo  ,  come  habbiano 
daeffere.  16} 

Lacerto  enfiamento  nel  collo p  er  vento/irà, 

come  Ji  curi.  813 

Lagrime  ,  e  f torrenti  a  di  efie  ,come  ,fi  re 

siringano.  (£41 

Lagnoso  ^grt^jr^o,  chefia,e  cerne  fi  curi  ,  878 
Lan.pafto  ,  "ofaua ,  che  male  fa,  e  come  fi 

medichi.  é7$ 

Langto  in  fremita  nella  coda  de  i  Cauallt,  J  94 
Langlicn,ckefia,e  come  fi  curi.  730 

Laf'ezJ\a  ne  1  cauallt,  onde  fi  cagioni,  e  co 

me  fi  generi.  J64 

Latte  di  caualle,  à  che  co  fé  fi  a  buono.  138 

Lattuario  contra  lapafstcne  colica  .  731 

Leprasonde  nafta, e  come  fi  curi.  943 

Lepra,perche  chiamata  elefanttofi .  943 

Letame  del  cauallo  a  che  buono  .  144 

Letargo,che  male  fa  e  come  fi  cuti*  61  3 

LettOyceme  da  fnrfi  ai  Caualli.  574 

Libidine  grande  nelle  caualle.  z$  l 

Ltenterta,che  fiat come  fi  turi.  710 

Lingua  nel  cauallo,come  dee  efjere  .  16$ 

Lingua  del  cauallo  a  the  cofafia  buona  ,  143 
Ltngua,e  mais  di  efja,tome  fi  curino.  67 1 

incuori  per  febbri  fdijiurie,&  eptlenfie.     ■  $$\ 


Lombi  offe  fi,  come  fi  medichino.  780 

Longanone  offe/o,  come  fi  curi.  71 9 

Lucer  do  fo  fitma  mate  del  collo,comefi  cuti,  g  ti 
Lupello,  come  auuenga,  e  fi  curi .  93-3 

Luptatumorfopra  il  ginocchio, come  fi  euri.tjy 
M 

M,VdR.ice  e  rimediai  dolor  di  effa-,  192, 
Mal  caduco  nel  cauat,  e  cura  di  effo.  614 
Mal  della  Luna,che  fta,e  come  fi  curi.  6tf 
Mal  d  occhi,  come  fi  curi.  6\l 

Mal  di  vermi,come  fi  curi*  73  9 

Mal  rcgw,chefia  74$ 

Malferuto,qualfia,e  come  fi  cuti.  77% 

Mal  del  mal\o  qualfia.  8 1 1 

Mal  dt  Ile  fp  a  II  e  di  due  maniere.  835 

Mal  delle  fonti  piene, qu  al  fia,e  come  fi  curt,%77 
Mal  pilone,  the  fta,e  come  fi  cutu  900 

Mal  di  lingua, quale  fia.  90 1 

Maladetto  tome  fi  curi.  91? 

Malandre piaghe  de l  e olio, com e  fi  curino .  814 
Malandrà, e  he  favo, e  come  fi  curino.  Set- 

Male  de  Icmbiytomef  medichi.  780 

Mali,  che dertutvo dalla fcalmatura&c.  Jó©» 
Mali,  che  auuenghmo  a  t  cauallt  por  ijtan- 

chezj^a  fé} 

Maliche  gcedovo  dal  ferrare, e  fùot  rimedi]  6 1  T 
Mali  della  te  fia,  e  (uoi  rimedi] .  6  l  6 

Mah  della  t>tfiica,da quali  cagtóiderìutno.7%9 
Mali ,  che  fi  fanno  1  Cauallt  da  lorojtefsi.  880 
Mali  delle  vrighie^ome  fi  medichino.  897 

Mah , che  procedono  dal  Zoppicare  >  come  fi 

curino.  9 !  f 

Malta  humtda,qual  fia.  671 

Maltde  del  polmone^fuale  fia%  7  IO 

Malide  fece  a,come  fi  cun.  7iQ 

Mangtatoia,,come  habbta  ad  ejfere  fatta  f 

epojta.  ,7% 

Marcia  per  la  verga,comefi  curr-  797 

Marciamentifo pojieme  nelle jpalle  fo  co 

il  e, come  fi  cui  ino.  8JO 

M are f  calchi  quando  errano  circa  $  dolori 

colici.  714 

Marmore  poflema,e  fuo  rimedio.  8 c  9 

Mar  m  01 1, che  fi  ano, e  come  fi  curino-  894 

Ma  fi  eli  e  danno  in  di  ciò  dell'  età-  l  8 1 

Mafct  Ile, e  pietre  in  ifie,come  fi  leuino.  67S 

Ma\z,o>t  he  male  fia, e  fuo  rimedio.  8  y  9 

Medica  htrba  appropriata  a  Cauallt ,  538 

Medicamenti  per  li  vermi  .  739 

Medicina  ad  ogni  tofie  antica.  69  y 

Medie  iu 


DELLA  GLORIA  D 

Medicina  conglutinante, come  p  componga .  797 
Medicine  rinftefcatiue  ne' dì  canicolari .  f  47 
Medicine  cantra  le  morficature  veleno/è .  i$5 
Meitcertdi  come  fi  curino .  88» 

MtlZa ricetto  dell' humor  milencontco  .  i f  a 
Mil  1fa  efuo;  mali, corti  e  fi  medichino .  773 

Mi/tura  per  animali  morpcati  di  veleno .  y  8  t 
Mi  fi  t*ra  per  di  [cacciar  la  vento/ita.  7 T  8 

Mi  fi 'ira  per  la  difficoltà  dell'orma.  717 

Mi  firua  per  agni  forte  di  dolor  di  mentre  .  737 
Modi  da  curar  rhtdroptfta.  7  7 1 

Modo,e  regola  di  ferrare  .  604 

Modo   da  far  partorire  hor  mafchio  ,  hora 

j "smina.  193 

Monte  delle  caualle  n  ella  Mi  fa  con  canti .  187 
Moraglie  3  quai  Caualli  conuengano .  6 1 1 

Morbi  heredttari\,quai  fa.no.  1 1 1 

Morbi  chefògltono  venir  dentro,  come  deb- 
bano curarf.  T4? 
Morbo  alienato,  che  fila,  e  fùa  cura ,  741 
Morbo  fabrenale ,  cattai  fa  ,  e  come  fi  cono- 

fc a, e  curi.  777 

Morbo  importanttfstmo,che  fa  zoppicare  .  919 
Morfea,fèrpigtne ìie  gli  occhi,  e  cura  loro.  6^5 
Morftcatura  di  "vipera  come  fi  conofca .  f  8  ( 

Morfìc  attira  del  Cane  arrabbiato  .  5%  6 

&frtoi  effetti.  587 

Morsicature  veleno/è,  come  fi  curino  .  5  4  ^ 

Morficature  veleno  fé -,  e  lor  rtmedij  J  8 1 

Morftcature  veleno  fe,come  fi  medchino  .       J  8  y 
Morficature  di  Caualli  fra  loro  ite  fisi ,  co- 
me fi  curino.  586 
Mofce,come  p  pofiano  /cacciar  dalle  falle.  J  76 
Mucchi  del  nafo  dtuerfi  moflrano  1  mali 

del  capo  del  Canal  lo.  661 

Mule  calcttrofe,e  loro  rimedio .  t  o  8 

M.ule,o  ferraci  e  nelle  gabe,  eoe  fi  medichine  864 
Muli  ,  quanto  tempo  vtuan 0  .  xoj 

Muli  or  dinari  um  ente  ,  perche  minori  ,  $> 

meno  viuaci  delle  mule.  107 

Muli  di  quanto  tempo  atti  alla  generattone.  zo8 
Mulo,&  burdone  da  chi  fi  generino.  10  y 

Mulo,come  fi  generi.  106 

Mulo,&  qualità  di  effo.  zo7 

Mufcoli  delle  rem  offe  fi,  come  fi  curino .        778 
N 

NAN  s  e  a  ,  come  fi  foglia  via .  719 

bardino  ynguento  per  lo  albugini  de 
gli  occhi .  648 

N,tnci,che  ejfendo  ckiufe  non  la  filano  fe- 


ti cavallo: 

fpirare,&  fùo  rimedio.  <?£♦ 

Sa/che  nel  cauallo,come  habbiano  ad  efier.  1 63 
Nafo,e  mali, che gPauuè~gono,cóe  fi  curino.  659 
Natura  ad  ogni  fpecte  d'animali  dàtljuo 

proprio  nutrimento'  fii 

Nature  di  caualli  degne  di  confideratione .  1 75 
Nefritico  cauaìlo,qual  fta,e  eòe  fi  medichi  .776 
Nerui  trentaquattro  nel  cauallo,  &  effet- 
ti di  eff.  147 
Nerut  ritratti  nel  cauallo ,e  cura  di  e/si .  6  3  t 
Nerume  hanno  patito  freddo.  63  t 
Nerui  grafi, come  f  curino*  6  j  JT 
Nerut  pati  fono  di  tre  modi.  6^6 
Nerui  con  quale  empia fra  fi  medichino.  6}  9 
Nerui  ri/ò  luti  da  che  feonofeano.  64O 
Nerut  nelle  giunture  ptugrofst  del  doue- 

re , come  fi  curino .  86 1 

Nerut  ferttt,c  ome  fi  medichino.  9)7 

Nerut  tagitatt,come  fi  curino  $fj 

Nerut  attratti,  0 pepi,  come p curino-  917 

Nertio  0  ojfo  v fitto,  0  offtfò,  come  fi  cuti.      818 
Nutrimento  proprio  dato  dalla  natura  ai 
ogni  fpecte  d  ammali.  j-jt 

O 

OCCHI  di  diuerp  colon, come  detti.      1 4% 
Occhi ,  come  habbiano  ad  ejferein 
vn  cauallo.  j£y 

Occhi fnejìre  del  cuore.  1 6f 

Occhi, e  varietà  di  efst.  j  ££ 

Occhi  &  mali  di  efst, come  fi  medichino.  641 
Occhi  imàchenti  per fenta,come  fi  curino.  647 
Occ hto  del  padrone  tn graffa  il  cauallo.  J68 

Qcc hto  lunatico,  quale  s  intenda .  6  J  i 

Octo  lungo,cagione  di  molti  mali  a'  caualli.  5  tf<J 
Odorato  ptu\ee  celiente  né"  brutti,  che  negli 

huommi.  3  j  2, 

Oi fango  cauallo, qual  fi  chiami .  69  J 

Olio  di  rofstdvoui,come  fifaccta,&  à  che 

appropriato.  272. 

Ophtalmia,o  tnfiàmagtó  d  occhi \e  fitta  cura  64 1 
Opinione  dell'  Autt  ore, di  che  tempo  ti  ca- 
uallo fia  idoneo  alLi  monta.  1 84 
Opijthont,  0  Eptjlhotont  come  fi  curino.  6}  5 
Ordine  ,e  modo  per  guarire  il  cancro.  9^0 
Ordine  per  confolidar  le  offa  rotte  .  968 
O  rdtne  e  modo  da  tener  fi,  nel  Cali  rare  .  79  % 
Orecchie  del  cauallo,  eoe  habbiano  ad  tffer.  \  63 
Orecchie  del  cauallo,  e  mali  di  e fie, come  fi 

curino.  6$  6 

Orma  del  cauallo  à  che  buona .  1 4  f 

e    3  O  riva 


T    A    V 

Orina,  fefta  ritenuta, comefì  conofca,e  curi.jt^ 
Orma  come  fi prouochi .  78  5 

Orma  ritenuta  per  la  pietraio me  fi prouo- 

cht.  _  787 

Orma  ritenuta  genera  pafftoni  di  tre  fòrti.  788 
Orma  impedita  da  fredde\zJct,&fi*acura.7'Ì9 
Orma  pingue  ,  e  fu  a  cura ..  781 

Orthonotct  animali  diffìcili  k  curar (i .  705 

Crtocoli  0  gotto fi  ammali  ,  quali  pano .  86  8. 
Omo  di  che  qualità*  e  mtfur^t  dee  dar  fi  a  t: 

Caualli.  5*3 

Orzo  y  e  paglia,  alio  appropriatifsimo  per  ca 

ualli.    '  H° 

Ofa,&  àlforfofopra  ef  e  fatto  dall'  auttore.l  f  j 
Ofsa  cento  Jet  tanta  nel  Cauallo. .  1  J  J 

Ofsa  delli  pie  di  dietro ,pc  n  he  incurabili.  96S 
Oflo  nel  cuore  del  Cauallo*  148 

OJio,o  neruo  offe  fi, come  fi  curi ..  818 

Ojfo  del  piede  diilogato  affai  fi  cura  colfuo. 

co.  carte 
Offa  rotto  per  percome ,  0  intoppi,comefi  ri- 
fatti. 
Oti  Vccello,qualefia. 
Ozjne  viceré  del  nafo  ,  come  fi  curino  .. 
P 

Puglia-  buona  ad  ogni  fòrte  di  Ca 
uallt. 
Paglia  ,&  or%o  cibo  appropriati fstmo per 

Cauallt .. 
Patatina,  0  Palatara  che  male  pa,efua  cu.  6 73 
Panacea  appropriata,  ad  ogni  dolere  di  Ca. 

uallt  ^  5-49 

Pancia  ferita,come fi  curi ..  9  ,  2 

Pannicello  bianco  nell'occhio,  come  fi leui..  6f  3 
Pannicoli  della  tefia  quando  pano  diftep, 

come  fi cono fcano,  e  cura  di  efsi .. 
Panno  degli  occhi,come  p medichi  ^ 
Paraltfia,che  fta  e  come  fi  curi. 
FartJ:  hmta,  è  tonfile,  che  male  fa,e  come 

fi  curi. 
Carotidi. ,  0  flrangugltont,  come (l  curino . 
Parti  principali  del  corpo,  che  gouer nano- 

il  Cauallo,  quali  pano,  147- 

Parti  dinanzi  negli  animali  mafiht,per* 

che  più  gagliarde  ,  che nelle  deretane.      141 
Parto,  come  fi  ageuoli  alle  Caualle..  1  gcx 

Parulidt  che  ftano,e  come  fi  curino.  67  7 

Pa  fstone  di  rem,  ò  morpcatura,comefì  curi  .778 
Pa fstone  della  tefta,come  ft.  medichino ..  tfdl 
ftjfiellt  di  H  /erode  t  come  fi  facciano ,  (£»• 


88<S 

i.19 
65o 


yi4 
f40 


<sio 

<sy  4 
640 

679 

6,% 


OLA 

a  che  buoni.  jgy 

Pajiinaca  marina  fé  m  o fu  a  ti  Cauallo  , 

come  habbia  da  curar  fi .  587 

Pa\^ta  i.  e'Caualli ,  onde  fi  contragga,  & 

come  fi  curi.  <JiV 

Pedicelli^ porri, come  fi  mandino  via ..  914 
P elare lla,e  futi  rimedi]..  J94 

Peli  di  Cauallo,  e  cenere  fatta  di  efst  a  che 

cefi  pano  buoni..  147 

Peli,  come  fipojjuno  tor  yta,  doue  è  da  ap~ 

pltcarji  emptaclro ..  500 

Pel/,  cof/.e  pofj ano  r  ma  fiere  fu  le  cicatrici .  5*4  <$ 
Peli,come  di  bianchi  fi  faccianonert .  946 

Y.timatica  compopttone,come  f  faccia  .  600 
Pelo  morto, che  infermità  sta  e  come  fi  curi.  90  y 
Pelo.,  come  si  faccia  rmafiere/u  le  cicatrici 

del  medesimo  colore .  946 

Percofie  rtceuute  negli  occhi ..  é*7 

Peroriga,chtsta..  \%6 

Pefiide'Cauallt  doue.  f2i 

Pejie  -viene  ancora  fiat  Cauallt .  815 

Petto  del  Cauallo,com  habbta  da  ejfere  .  160 
Petto  del  cauallo  je sta  enfiato,come si  curt.%%  7 
Piaghe  \  le  ero  fi, e  cura  di  effe  9 1 0 

Pt.tghe3come  simeancanfeano .  948 

Ptaghe,del  petto  comesi  curino .  9  J  l 

Piaghe  dtuerfe,come  si  curino.  9^6 

Piaghe, come  si  confolidmo..  9,9 

Piaghe  tcome  si  net  tino, e  ferrino,  9,} 

Piaghe  nf polite,  come  si  curino.  96S 

Pidocchi,  0  rtctno fi haranno.aggrauato  ti. 

Cauallo  ,  come  stfiaccmo  .  J  78 

Piede  incasellato  , quando  s'intenda .  608 

Ptedt.del  Cauallo, fono. da  considerar prin~~ 

ctpalmente ,.  171, 

Piedt.e  qualità  di  efst  circa  il  ferrargli..  6 1 0 
Piedi codognt,qualt  siano ..  6 IO 

Piediy.e  mali,  che  ad  efst  auuengono,  come 

Sicurano..  887 

Piedi  gonfi ,  come  si  medichino»  897 

Piedi  rampmt,qualt  stano ..  91%. 

Piedi ,e  mali  di  efit  di  gran  constderatione.  91% 
Pietre  nate  nelle  mafielle,come  si  leu/no  ..  678    ' 
Pmz,anefi, che  state  come  si  curi..  90$ 

Pleurtttde,che  male  sta,  e  come  si  curi..  7 1 1 
Todagra,efiiattca,  che  sta ,  e  come  si  curino.  8 ,  5 
Podagra,onde  sta  cagtonata,e  come  si  curi.  %6j 
Poliedri  venuti  in  luce ,  come  debbano  go    ' 

uernarsi:  tit, 

Volle  driyquado  debhantcaccìarst  à  pa  fiere.  1 1 } 

Poliedri* 


DELLA    GLORIA 

Polleift,(òWè  fi  debbano  governare  -  124 

Poliedri  fino  *  quanto  fi  debbano  guarda  • 

-  re  dal  coito-  1 1 T 

Poliedri,  perche  fi  la/c/no  andar  gran  tem- 
po dis -ferrati.  <fo3 
Poliedro-,  che  efca  dal  \entre  difordinata 

mente, &  fuot  rimedi].  +9* 

Poliedro  nato, co  lega.be  tortele  fuo  rimedio.  1 1  y 
Polmoncello,che  male  fta,e  come  fi  curi.  %  3  8 
Poi/none,  &  inditi]  de  mali, che  gli  végono  70  > 
Polmone  pu  tre  fattole  fègni  di  ejjó  ■  708 

Polmone  quando  indebolì fc a ,  e  di  ficchi.  709 
Polmone  magagnato, come  fi  curi.  74? 

Polipo, e  he  male  fta,  e  come  fi  curi.  6  5  9 

Polfino,o  bolfmo,che  infermità  (la.  696 

Tul[ìuo,che  infermità  fia,&  come  fi  curi.  y  3  6 
Polui  appropriati  a  i  mali  del  dofio ,  e  del 

garrefi.  §43 

Poluiper  lì  cancro.  94$ 

Popoli, che  mangiano  carne  di  cauallo  .  141 

Porcino  Reno  appetta  t  caualli,  come  anco 

quello  delle g.ttli ne  .  J  70 

Porri,  come  fi  curino.  524 

Poftema ,  0  polmoncello  fuìa  fchiena  ,  co- 
me fi  curi.  841 
Tottema  nelle  parti  afeofè  ,  e  giunture  per 

ferite \com  e  fi curi.  9^1 

Potteme, 0  tumori  di  quattro /pecie.  817 

PoReme,o  marcie  nelle  cofte  0 /palle,  co- 
me fi  curino-  850 
PoReme,o  ulcere  ne'  te  Ricoli, come  fi  curino.^  y I 
VoReme,  che  nafeono  nelle  ginocchia  di  tre 

forti.  Sy8 

V  otte  mette, 0  brufcht,comefi  cur  ino.  8  4  y 

"Pratica  lunga fi*  conofeer  la  natura  dìvn 

cauallo-  17J 

Prebenda,  come  debba  effef  mangiata  dal 

■cauallo.  I74 

-premiture  di  ferro,come  fi  curino  .  61 4 

Principi ,  di  che  fòrte  cauallt  debbano  fot  ■ 

nire  le  loro  fi  alle.  li  8 

Vrofumtjperche  Tifati  nelle  Ralle.  y  7  y 

Vroftcula  ,douefi  generi, e  come  fi  curi.  684 

Prouafètl  cauallo  fi  a  animo fo.  214 

Prouifione per  caualiert,che fanno  viaggio  •  907 
Prurito  nella  coda  cau  fitto  da  vermi  •  y  9  y 

Pterigta  nel  li  occhi,  come  fi  curi.  644 

Vulict,comefi  difcaccmo  dalle  fi  alle.  577 

rullano  enfiagione ,  che  nafeefra  legengt- 
ue,e  mafcelle  de" poliedri ,come  fi cur t.      67S 


del  cavallo: 

Purga  de  i  Caua  Ili  vua  ^olta  fanne.  f  $6 

Purgatane  %  co feruar  la  fanttà  al  cauallo.  yyt, 
Pujiule  nate  attorno  alle  giunture,  come  fi 

curino.  888 

p  ufi-alenate  per  tutto  7 corpo  ,cóe fi  curino.  92.  j 

QFadrigariA  potione,lquale  fia.      y  48 
come  fi  componga.  y  y  l> 

Quadrigaria  covipo fittone  appropriata  al- 
le infermità  de  t cauallt-  76  f 
Quali  co/è  altra  ti  cibo  fi  richieggono  alla 

conferuattone  de*  cauallt.  y  6% 

Qualità  dtuerfe  di  cauallt.  1 70 

Qualità  di  Sw  cauallo  ,  come  ftpoffano  co- 
no fi  ere.  177 
Qualità  de  cauallt  debbano  effere  con  fide 

rate  da'  camper atori di  efst.  177 

Quarto  crepatura, come  fi  ferri.  609 

R 

Rv4  B  b  t  a.  de'  Cani  contagio  fa .  y  8  8 

Raffreddamento ,  come  fi  generine' 
cauallt.  $  67 

Raffreddati caualli,e  fhot  remedij.  (6$ 

Ragiatura,h  morbo  ar  agnato, onde  fi  generi f . 

&  come  fi  curi.  y  3  F 

Ragntvelenoft  fé  hauràno  offe/ò  ti  cauallo.  y  8  5 
Ramingo  cauallo, quale  fia.        .  164 

Rambtnt  piedi,  quali  fiarto.  9  ti* 

R  ampone  bla  firn  euole  né"  ferri  dinanzj.  6  o  J 
Ramponi  quando  neceffarij.  60  6 

R<tppe,e  difcorren^e  d'humori  putridi  nel- 
le gambe,come  fi  medichino  .  26f 
Repellerà  ,  come  habbia  ad  efier  fatta,  & 

come  habbta  a/lare,  fjt. 

Ra\zja  de'  cauallt  del  Re  Luigi  buona.  1 8$ 
Re  morti  per  caduta  da  cauallo.  17I 

Reni  fuggette  à  molti  mali.  77S 

Repletione,e  crudez,z,a  ne'  caualli3che  ma 

li  fiano,&  come  fi  curino.  y  zi} 

Refptrare,e  rimedi]  per  la  dtfficultà  d'ejfo  .  702. 
ReRe,che  fìano,e  come  fi  curino  .  890 

Rettoppta,e  fuo  v/ó  gioueuole  a'  cauallt.  y  4J" 
Rheuma  che  fi  a, e  come  fi  medichi.  678 

Ricini  ,come  fi  difcaccmo  da  t  e  aiutili,  y  78 

Rifiatare  non  fi  può  per  tre  cagioni  .  6  p  y; 

Rimedi  contra  le  morficature  veleno/è.  y  82, 
Rimedia  far  Rare  i  cauallt  quett  afferrare-  6\l 
Rimedi]  per  aiutare  tutte  t infermità  de* 

cauallt.  yyo 

Rtmedi\  di  più  forti  per  ingraffare  t cauallt. j  y^ 
e    4  B-t/nedìj 


T    A     V 

Jtìmedijper  cauallt  divenuti  troppo  grafi 

per  It  buont  giouerm.  f  ?  8 

Rtmedijpcr  la pafuone  colie*-  7  ?  ' 

Rimedi] per  le  riprenfom  7l& 

Rimedi]  nelle  cure  de  gli  animati .  7f7 

Rimedi]  alle  dislogature  del  piede.  887 

R  tmed  ijper  rcgna,f  abbia,  o  prurito.  9  J7 

"Rinfili dimenio  morbo  de*  cauallt,  come  fi 

euri.  HO 

R  ip  tenera  di  cibo, che  infermità  peneri .  717 
Rtpofo  prmcipal  rimedio  alla  fanchez,zja.  $66 
Riprensioni, come  fi  medichino  7J<5 

Ryprefo  ,  quando  dica  e  fere  ti  cauallo  ,  & 

come  f,  medi:  hi.  y  3 1 

Rot  orofafpecie  di  Tiro  come  fi  curi .  6  3  3 

Roborofo^ke  male  fa  te  come  f  curi.  774 

Rogna,e  fua  cura.  9*6 

Rogna  ne'  giù  mentile  he  fa.  94  : 

Rofon  di  occhheome  fi  tolgano.  64  3 

Rottura  del  collo, come  fi  medichi.  8  /  6 

Rotture  nel p  dm one, e ome  fi  curino  707 

Rotture  intrmfet he  di  vene, come  f  curino.  783 
Rotture  fu  la  fhiena,come  fi  curino  837 

Rotture  delle  unghie ,come  f  coro f  ano-  896 
Rotture fopr a  le  gmocchia,p(rcke pericolofc.$C  8 
Rotture  delle  gambe,  come  fi  curine.  969 

Rughe  danno  indie  10  dtlCetà.  1 8 1 

S 

Sj4cko  Foco,  che  fa  ,  e  come  fi  medi- 
chi. 844 
Salafare  d'alcune  vene, quando  bia/ìmafo.754. 
Sutap'o  à  cauallt, e  muli  £  morbo  articolati  e.  pn 
Saliu-a  del  cauallo  à  che  buona,  243 
Sangue  mefiruale,efiot  effetti.  189 
Sangue  di  Stallone  a  (he  e  buono  14 1 
Sangue, e  he  efie  con  lo  fìerco,e  fuot  rimedij-  711 
Sangue,quando  fi  a  vttle  a  cauarf.  748 
Sangue, quando  da  cauarf  al  cauallo.  7  f  o 
Sangue,a  quali  ammali  non  fi  caui.  75  1 
Sangue  di  diuerfafpecte  ne'  cauallt  7%t, 
Sangue, quando  fi  deue  cauare  al  cauallo .  7  J  f 
Sangue  frefeo  di  cauallo  con  aceto  efficace 

a  tutte  le  infermità.  7  y  <? 

Sangue  quando  fi  orma,come  f  rimedia.  78 1 
Sangue  quanto  debba  trarfì  al  cauallo  fe- 
erie it  ante.  3  00 
Sangue  corretto  fatto  fra  felle ,  e  carne, co- 
me fi  curi  già 
Sangui  fughe  mortifere  a  cauallt .  516 
Sangui  fughe, quandi  vttli  al  cavali  ».           j  3  3 


OLA 

Sanità, come  può  (on-fèruarfi  ne"  cauallt .  j  1 1 
Santià;ccme  fi conferm  ne' cauallt  emuli.  J44 
Sarcofi  cauallt, quali  fi  ano, e  cura  di  efst .  770 
Sboccato  cauallo.  171 

Seabbtafo prnrito,come  fi  medichi.  937 

Scaltntta,come  fi  medichi .  67$ 

Scalentia,comef  genert,efì  curi.  683 

Scalmatura,  quale  infermità  fta,e  come  f 

curi-  1<>9 

Scolmatura  ,  e  mali  che  deriuano  da  e  fa.  ì  60 
Schtauone  male, e  fuo  rimedio.  8  77 

Schiena  del  Caual(o,-omhahbia  da  effere  ,  ]  60 
Schiena,  e  rotture  di  ejft ,  come  fi  curino,  837 
òchuna  enfiata,  come  fi  curi.  84O 

Schiena  fertta,come  fi  medichi.  9  J 1 

Schiene  de' giumenti  deano  hauerfi  tn gran 

cura.  839 

Schinelle, come  fi  curino.  873 

Schiuma  del  cauallo  à  che  buona.  141 

Schiuma  del  cauallo  come  habbta  da  efiere  1 69 
Sciatica,come  nafca,eptnhe  co  fi  detta.  I  f  4 
Sciatica  ,&  podagra  ,che  fiano,  e  come  fi  cu 

rmo.  8f  3 

Sciatica,che  male  fta,e  cura  di  effa.  8  f  é> 

Scoponi,come  f  dtfeaccino  da'  camalli.  J79 
Scorrentia  di  lagrime,ceme  ftrejiringa.  641 
Scor t tglia tura, 0  fior t a, come  auuenga}e  co- 
me fi  curr.  886* 
ScrcfUeu-ome  fi  curino  ej8.68T.89i-.819 
ir?  ofioìe  yengono  di  rado  a  cauallt  caftraft-  81 1 
S(  re fole, onde  dei turno.  8*1. 
Sci ofolefo galle,come fi  curino.  871 
Sculmato.  e  fulminato,  che  (ia,  e  come  fi 

curi.  8&J 

Secca  tnfermità,perche  detta  fcfptro,  711 

Secata  delJegato,(omefi  medichi.  744 

Sedere  del  cauallo  rotto, come  fi  curi.  7 1.3 

Segni  da  poter  conofeere  vn  poliedro .  114. 

Segni  da  1  ofiderar  nel  poliedro  non  domatoci  1 7 
Segni  quando  il  cauallo  e  oppreffo  da  tndt- 

gè f  ione.  528 

Segni  della  faticherà, quali  fi  ano.  ìóì. 

Segni  di  cauallo  morfò  dalle  fèrpt.  y  80 

Segni  di  cauallo,c'hahbta  mangiato  ragni,  £84 
Segni  del  male  della  tetta.  6 1 7 

Segni  del  cauallo  fatto  pa^z^o.  él  O 

Segni  della  rifolutione  de'  nerut.  640 

Segni  de*  malt  della  te  fa  del  cauallo*  661 

Segot  del  Clamano  .  666 

Segni catti»! del  C tornirò.  667 

Segni 


DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


Ségni  quando  A  cavallo  fia  aggranfiai 

la  malia  hi*  mila-  6  7* 

Segni  della  fcalentia.  68} 

Segni  degli  animali  affiatici.  7^1 

Segni  del  dolor  del  polmone^  -  7  Q  J 

Segni  quando  ti  polmone  e  putrefatto,  & 

indebolito.  709 

Segni  de' mali  del  cuore.  7 '4 

Segni  della  difen  tetta .  710 

Segni  de'  dolori  co  liei.  71  f 

Segni  dt'  dolori  dell'interino  detto  Colon .  716 
Segni  della  colera  fece*.  7\6 

Segni  della  colera  humtda.  70,7 

Segni  del  mal  regio.  743 

Segni  mortali  quando  fi  fa  dato  il  fuoco.  762. 
Segni  dell'  Htdroptfia.  77° 

Segn  t  del  mal  della  nitida.  774 

Segni  della  febbre,qnalt  fi  ano  nel  cauallo  799 
Segni  della  fetatica.  8   6 

Segni  de'  tumori  nelle  giunture  delle  gàbe.  860 
Segni  del  mal  pilone.  PO  i 

Se gni  de* mali  che  procedono  dal  zoppicare.  9  5 
Segni  del  verme  Colatile.  91 1 

Segni  delfottopelle.  9  ■}  * 

Segni  della  lepra.  9  4 4 

Segno  ottimo, quale  fa  in  vn  cauatlo .  173 

Segno  delle  caualle  quàdo  habiano  cóceputo  189 
Semi  de'  caualli  di  che  quelita  habbta  ad 

e  fere  alla  generattone.  196 

Seme  corrotto  genera  fero  fole-  1 97 

Serpi.come  fi  rendano  \-tlt,&  addormitati.  5  81 
Serpi,comefi  dt  [caccino  da  caualli,  5  79 

Serpigine,}»  morfea, come  f  curi.  6S  i 

Serracele \o  mule  nelle  gàbe,  come  fi  curino.  8  64 
Serraccte,fcarde,e  fimtli ,  come  fi  curino.  89  j 
Sete  di  cauallo  a  che  buone.  ì.^6 

Setola  male  delle  vnghie,come  fi  curi.  9  o 

Siccità  dt pelle,come  auuenga  a  '  caualli  .  561 
Sincopa  .che  co  fa  fa.  7  J  f 

Sincopi  come, e  quando  Vengano.  7 1 4 

Stcretico  vnguento,quale  fta.  764 

Sincri fma  empia  flr orarne  fi  componga.  7  6  4 
Strmatico giumento,  quale  fi*.  8  $J 

Sonno, come  fi  provochi  al  cauallo  .  6 1 3 

Soprapofta,che  fìa,e  come  fi  curi.  88 1 

Soprofsi,chefano,e  come  fi  generino.  86j» 

Sor  icari  a  infermità ,  quale  fa, e  eoe  fi  curi  .8*8 
Sa/piro,o  tofe  vecchia  .  690 

Sottopelle  ffecte  di  rogna,come  fi  curi .  941 
Sojtrafofutura ,  0  callofitàfi  fra  le  [palle 't 


cerne  fi  medichi.         -  834 

Sp  tlla  quando  fi  dica  ^fcir  dt  luogo .  8  3  O 

Sp allaccio ,che  ma  lefa,e  come  fi  curi.  8  3  f 

Spallati,  quali  giumenti  fi  dicano.  8  $  f 

Spallati, come  fi  m  ed  te  hi  no.  83  f 

Spalle  quando  hanno  tumore  alcuno,come 

fi  curino.   "  817 

Spalle  fino  fé ,  0  rat  te, come  fi  medichino.       819 
Spalle,e  male  di  effe  di  due  maniere.  8  j  f 

Spafini  fi  curano  col  diapente.  6 1,6 

Spafmo .  0  conu  ulfione  di  tre  fpecie.  617 

Spafmo  qua  ndo  fi  pati  fi  a  da  t  glume»  ti.       6}$ 
Spafmo  quando  auuengaper  tagltamento 

di  coda,come  fi  cuti.  64 1 

Spauano  0  fcauano, che  fia,e  come  fi  curi.      87  J 
fp.:uenio,o  fparauagno,  che  male  fta,  e  to~ 

me  fi  curi.  S77 

fpten^jt ,  0  mal  dt  milz^a,  come  fi  curi.  77$ 

fptnelli  fpecie  difòpr'ofo,  come  sicuri.  873 

fpondta,  che  infermità  sia, e  come  sicuri.      990 
fpondilt,e  dolor  dt  ofst,comefi  foglia,  84$" 

fpront  fé  cagionino  tumore, e  [uà  cura.  84? 

spuntature  0 [pumatnr&,che fiano,e  come 

fi  curino.  90  J 

falla  fa  la  fincata  dt  pietre  grandette.        j  7  J 
falla  quanti  lumt  habbta  da  h.tuere.  J  7$ 

falle  fi  debbono  edifica"  nel  palazXo,  do- 
ve fa  ti  Vnncipe, e  perche.  J68 
stalle  ,  come  debbono  effer fatte,  e  come  go- 
vernate .  ytfa 
falle,  come  h  abbi  ano  da  efer fatte.  X 1 2. 
stallone  di  quali  a:un  habbta  di  meftier»  .  I  8  7 
fia'done,  che  qu  dita  debba  h.tuere .  194 
fallane  per  quante  caualle  fi  a  buono  .  1 9  J 
fìallont  q  -4ando  da  dar  fi  alla  monta.  1  a$ 
fl  aliane, &  co  fé  che  gli  [no  gioueu  oli .  198 
fi  aliane, che  qualità  habbta  d'hauere.  no 
fìallone,peri  he  non  fi  ammetta  dt  color  mi 

fchto.  iio 

Stalloni  troppo  libtdtnofì ,  e  loro  r'tmedu.        ioo 
(talloni  troppo  affaticati  et  le  monte  }  come 

fi  ristorino.  xoo 

fiancheTff^i  del  cauallo, e  [uoi  rimedif.  J  6 ì, 

slaphylom.'ìmale  di  occhi, come  fi  curi.        646 
fi  e  fané  com  ejfu  re  deU'vughia.  \  j  6 

(iella  nella  front  e, come  fi  faccia.  947 

fierco  del  cauallo  à  che  buono.  244 

fi  ine  hi  rotti, com  e  fi  curino  .  969 

fiinco  nel  cauailo,come  habbta  da  efjere ,       1  j'8 
ftomaco,perche  pofio  tràlfegato,ela  milzja.  1  50 

fornace  * 


88? 

679 
68 


T    A 

Stomaco,^»  mali  di  efìe,come  fi  curino  . 
Storta.,^  fcortigliatura,come  auutnga,  e  co 

me  fi  curi- 
Storti  oii.ttitra. ,  o  [cor  figliatura  ,  che  fa,  e 

come,  fi  curi  , 
Strarguiglione ,come  aunenga,efi curi . 
Strangutghomfo -parotiti, e  cura  di  effe- 
Strangutgltom,  fero  fole  &e  come  fi  citrino.   6  8  t 
Strigliare, q-.uxnh  fi  debba  il  cauallo.  J  90 

Strigliare, &  fùe  auuertenz^e.  J  9 1 

Strumenti  per  medicar  ferite.  9 ,  8 

Stupore  alle  a  ah  e  del  cauallo  onde  caufato  .130 
Sudore  del  cauallo  a  che  buono  .  141 

Sudore  del  cauallo  fenzja  fofpttion  di  cai  - 

do.rhe  fignifichi.  746 

Suff ti  Clone  ne'  piedi  del  cauallo,come  fi  curi.  9 1 4 
Suff^fiont  ne  gli  occhi,  come  fi  curino.  6  J  t 

Suppoffaper  dolor  di  ventre-  738 

Suprenale  morbi,come  fi  conofca,e curi.         777 
Sy  nomiafi,chefia.,  e  come  fi  curi-  8  3  O 

T 

TA  F  A  N 1 ,  co  vte  fi  posano   d,tfca:ciar 
da  caualli .  Ì76 

Talloni  d  islogit  1, tome  fi  curino  •  887 

Tartari, &  Mangi  fi  cibano  di  caualli.  140 

Tempo  di cajìrar caualh .  693 

Tefchto  del  cauallo  a  che  buono.  144 

Tejìate  faccia  del  cauallo ,come  habbia  ad 

efiere.  1 61 

Tesi*  membro  principale  ne  gli  animali-  6 1 6 
Tefltcolt  né"  cauallt,come  habbtano  da  e  fiere, \  59 
Te(iicolt,e  mali ,  che  ad  efstauuengono  co- 
me fi  medichino.  8  $1 
Tetrafarmaco,como  fi  componga  .  67 1 
Ttgnoli  di  piedi ,  fc abbiado  malmorto ,  che 

infermità  fi  a  no, e  come  fi curino-  900 

Ttgnola,che  fta,e  come  fi enrt.  899 

TtmpAnico,che  male  fi  a, e  come  fi  curi.         772, 
Ttro.che  malefia,ó>  come  s'incorra  in  effo.  638 
Tiro, e  juo't effetti. 
Torfioni  del  ventre, come  fi  curino. 
Tofse  xtllana ,  0  fiera^ualefia3  e  come  fi 

medichi. 
Tofieprefaper  camtno,e  gran  fùdtre. 
Tofie  commoffa  dal  polmone. 
Tofi'eper  rotturafo  bolfo. 
Toffe  vecchi  a,efòfpno. 
Tofse  ficca,  come  fi  medie  hi. 
Toffe  de  gli  animali, e  he  fi*. 
Tofie,  come  fi  guari  fi  a . 


V    O    LA 

7 1 9     Tofse  né"  poliedri, come  fi  commuouA .  tàj 

Tofse  an  ttea ,  e  fuoi  rimedtj  .  €9  y 

886     Tofse, che  procede  dalle  budella, come  fi  curi.  701 
Tofse, on  de  fi  gentrt,e  come  fi  curi.  785" 

Triaca  diate fs  ei  on,come  fi  faceta .  y  y  4 

Trifarmaco  compofitione  di  quattro  medi- 
cine,quale  fio.  ?6f 
Tri  fera,  perche  buona  a  '  giumenti.  7 1 4 
Tri  e  tace  fpecte  dt  mal  d'occht,come  fi  curi  6J4 
T  nello, che  co  fa  (sa  .  611 
Tuello  del  piede  offifo\come  fi  curi.  S97 
Tumore  0  carnofita  nella  palpebra.  6?  j" 
Tumore  cagionato  da  firette'^a  di  cigne , 

come  fi  curi .  849 

Tumore  di  tejUcolt,come  auuenga,  e  fi  curi.  8  j  O 
Tumort,che  nafeono  nella  bocca  del  caual- 
lo come  fi  medichino  .  <?74 
Tumori,  0  pofieme  dt  quattro  fpecte  .  813 
Tumort  delle  fpalle^come  fi curino.  817 
Tumori  auuenuti  per  punture  dt  fproni,c$. 

me  fi  cu  rtnv .  ?  49 

Tumori  di  pia  fòrti  *  916 

Turte,come  fi  curino-  9  1 6 

V 

VAK  1  ci ,  che  fìano,  e  come fi  curino.  1866 
vecchte^a  del  cauallo,da  che  fi  conofee.  1 8 1 
Velenofe  punture  ne'  caualli,come  fi  [curino,  ?  80 
véa,fe  fi gófi nel trarsague,  etfuotrimedij.  75  6 
Venatagltata,come  fi  ri  ferri.  7^6 

Vene  apparenti  nel  cauallvxent inoue.  549 

Vene  tntrtnfèche  rotte,  come  fi  curino.  785 

Ventofitk,come  fi  dtfeaect  dal  Mentre.  718 

Vento  fitta .  che  effetti  facciale  come  fi  curi.  7  69 
Ventre  del  cauallo,come habbia  ad  efsere.  IJ9 
Ventre,&  dolori  di  efso,come  fi  medichino  .718 
Ventre, e  doglie  dt  e  fiso  di  flint  e  da  V  egetto  .  7}t 
Ventre  enfiato,  come  fi  curt.  772 

V  erga  quando  non  puh  ritirar/i  ne  Ila  guai 

na,come  fi  medichi.  79  O 

638      Verga  ritta  editto  di  due  maniere.  790 

733      Verga, fé  butti  marcta,come  fi  medichi.        797 

Verme  detto  faglia ,  come  fi  fcacci.  745 

t?8  8     Verme  fangue  putrido,  ondeprouenga,e  co 

688  me  fi  curi.  917 

689  Verme,  fé  fa  difperfòper  tutto  ti  corpo,  co  - 

689  meftcur't.  9x9 

69 0  Verme  chtamato  dragoncello,  0  t alpino, co  • 

691  me  ficuri.  930 
691     Verme  volatile ,  0 1 alpino  mal  contag  1  ofo  , 
6%  s        come  fi  curt,  931 

Verme 


DELLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


Verme  canino,  quale  fta,e  come  fi  curi  93  l 
Verme  la^arojo)  qual  fìa,come  fi  cu- 
ri 9)i- 
Verme  bian  o-,comefi  curi.  9.)  i 
Verme  corba  ce  io  come  <i  cuti  .  9  j  1 
Verme  cacatuolo,come  fi  curi.  5132. 
Verme  aùuolatiuo,come  fi  curi .  93  1 
Verme  detto  anttcuore,come  fi  curi.  933 
Verme,  come  chiamato  da'  Germani, 

&  come  medicato  da  loro.  934 

Verme  per  quali  cagioni  nafta.  934 

Verme  ,  e  habkia  fatto  viceré ,  come 

ftc»ri.  9jf 

Vermi  quando  in  fé  fi ino il  e  au  allo  co 

me  fi  caccino;  739 

Ver  mi, come  st- generine  fecondo  il  Ru- 
fo. 740 
Vermi, come  fi  cremo  nel  cauallo.         639 
Vermtcciuolt  nelle  orecchie ,    come  fé 

ammaz,Zjino.  6  T  7 

Verrucc he,  0  porrette,come  fi  curino,  9'.  3 
Verruche, come ficurmoi  9if 

Vertigini -.come  fi  curino.  6 1  8 

Vefctcafie  sta  ferrata\come  st  apra.  786 
Vefctca  rotra,e  male  incurabile.  78  8 

Vefctca,efuoi  mali  onde  dertutno.  789. 
V eterno,  che  sia  nel  cauallo*,  e  come  si: 

curii  6&4 

Vicinanza  dev colori ,  ecomel'vn  dia 

figura,^/*  obietto  a  l'altro .  zjf 

Vipera,c  habbta  morsicato  ti  e. iu allo, 

efuacura.  j8l 

Virtù  di  diuersi  animali  attribuite  al 

cauallo  per  renderlo  perfetto.  1  68 

Vita  del  cauallo  quanto  lunga.  ]  8 1 

Vitto  di  cauallo  sboccato-  1 7 1 

Viu  ole,  e  he  stano ,  e  come  si  cu  rtno  .  681 
V Ice  ragioni,  &c.nel  federe,come  si  cu 

rtno.  714 

Viceré  della  /chi  ena,come  st  curino.  S  +  y 
Vlcer enei  tefticoli,come si  curino  .  8 J I 
Viceré  apprrefio  il gtnocchto,come  si  cu: 


■rtno .  %éi 

V  Icere  fegadeno, quali  stano-  964 

Viceré  cacocthe,comest  curino.  964. 

V Icere, come  debbano  medicar  st.  9 )6 

Viceré  nucue,come si  curino  .  964 

Vnghia  ,  quando  stfepari  dal  Tuello 

per  hnmortmuecchiati.  909 

Vnghie  del  cauallo ,  e  constderationt 

(oprale  dette.  Ij6 

Vnghte  del  cauallo  a  che  buone.  i  4  6 

Vnghie  del  cauallo,  come  debbano  cu- 
rarsi. 197 
Vnghte  di  dietro ,come  babbuino  da  ta 

gltarsi:  606 

Vnghte  ghiaccinole, quali  siano.  609 

V»ghte,e  lor  rotture,come  si  curino .      896 
Vnguentt per  aiutare  di più  fòrti.  884. 

Vnguentiper  guarir  crepacele ,.&  air 

tri  simili  mali.  8'pt 

Vnguentt  per  crtpaccie,fèrraccie,.&c  894 
Vnguentt  per  le fetole.  902, 

Vnguentt, che  molltfcano  dure^zje.      912, 
Vnguentt  dtuerst  per  ferite.  9  8 

Vnguento  per  le  vnghte  .  60 l 

Vnguentoper  ttnerut grafst.  6}$ 

Vnguento  appropriato  al  mal  d'occhi-  643 
Vnguento  smcretico,  quale  sta .,  764 

Vnguento,  di ptu-Jpeae  appropriati  a 

canai  li.  j6  f 

Vnguentoper  li  melicendi.  889) 

Vnguentoper  il  f  co  moro .  91 4- 

Vnguento  per  le  ferite..  cjóo 

Vng&ento  traumatico  per  ferite.  963 

Vnguento  fi  fidare, come  st  faceta.         966 
Voltolarsi  de t  canali  1, .  57ì 

Volutabro,che  sta.  J74 

Vomica  ,  che  si  rompa,  come  si  medi- 
chi.- 708; 


zr 


Zoppicare,  come  si  medichii  a\  f 


ILfine  della  feconda  Tauola  delle  cofe  medicinali 
della-Gloria. del  Cauallo v» 


SOMMARIO 

DE'    DIECI    LIBRI 

DELLA  PRESENTE  OPERA, 
Della  Gloria  del  Cauallo. 


E  L  Primo  fi  è  attefo  à  dimofìrare  come  il  Cauaflo  fia 
glonofo,  per  efferc  il  pia  gioueuole  animale  di  quanti 
per  vfo  dell'hiiomo  fiano  itati  prodotti  dalla  Natura  j  & 
per  elferein  molte  qualità  difentimenti,&  di  affetti  fo- 
migliante  ,•  &  co  riforme  à  l'huomo  ifteffo.  Et  come  ila 
flato  Tempre  in  vita  tenuto  caro,  e  dopò  morte  honora- 
to  dai  grandinimi  perfonaggi,sì  per  liprofperi  augu- 
ri), che  fuol  dare,  &  sì  per  lo  mirabile  aiuto,  ch'egli  ap- 
porta à  lo  fchiuare  de  i  pericoli ,  &  allo  acquifìare  del- 
le vittorie.  Decorrendoli  poi  delle  prerogatiue,  che  ha 
il  Cauallo,&  delle  cerimonie  con  efTovfate;  li  viene  a  ragionare  come  lìa  pro- 
ceduta la  degniti  Cauallerefca,  e  di  quanto  pregio  fìa  da  llimarfi,  &  con  quanta 
cura  da  conìeruarfi.  Inditoccatoalquantode'  Duelli  de'  Caualieri,  fi  pafTa  àfar 
melinone  delle  Ila  tue  equeffri,e  delle  Pitture ,  delle  Carra  trionfali,  de  i  facrifi- 
cij  del  cauailò,e  de'  caualli  del  Sole  ,  e  di  Marte,di  Plutone,  di  Nettuno,  di  Pro- 
teo, d'Orione,delGiorno,della Notte, della  Lu na, dell'Aurora, del Tempo,e dì 
Amore:  Pofcia  delle  in  terpretationi  del  Caualloappò  i  Theologi,e  delle  lue  Al- 
legorie, &  Comparationiappò  gli  altri  feri t tori  :  Et  vltimamente  dell'Imprefe, 
Medaglie,  &  Infegne ,  che  molti  chiariflìmi  popoli,  e  Principi  dal  Cauallo  trat- 
te, hancoftumate  per  lorohonore. 

NEL  Secondo  fi  parla  de  i  vari;  nomi  attribuiti  al  Cauallo  da  varie  natio* 
nij.e  di  molti  vocaboli-,  che  dal  Cauallo  formati  fi  trouano  appo  Greci  & 
appo  Latini  ;  &  come  con  cognomi  del  Cauallo  fi  fiano  honorati,  e  Dei,  e  Dee . 


pugneanticne,&:  in  molti  altri  meltienneceiiarij; 
l'inuentione  del  Carro,  &  delle  molte  forti  poi  introdotte;  De' fàmofi  Caret- 
tieri  ,•  Della  velocità  de'  Caualli  per  le  polle  ;  De'  Caualli  più  celebri  tra  fau- 
tori; Della  prima  pio uuttione  dd  Cauallo:  De'  Centauri,&: altri moftri  Caual- 
lini  ;  Delle  Amazoni,  &  altre  valorofe  Donne  cauakauici;  Della  primiera  in* 
uentione  del  cauaicarej  de  gli  eccellenti  caualcatori  antichi,  e  moderni . 

NE  L  Terzo  copio/àmen  te  fi  tratta  della  naturale  conpkflìone  del  Caual- 
lo,e  di  tutte  le  parti  fue,cofi  mtrinfiche  come  eftrinfiche;  Delle  belle 
fattezze,&  virtù,che  fi  pofìono  defiare  in  vn  Cauallo,  &  delle  brutte,  &  vitiofe 
condì  tioni ,  che  fon  da  lchiuarfi .   De  gli  accorgimenti ,  che  fon  da  hauerfi  nel 

comprare, 


comprare,  e  delle  aftutie ,  che  fogliono  vfarei  venditori.  Dei  fegni  de  l'età  del 
Cauallo;delofpatiodelfuoviuere  ;  del  tempo  idoneo  al  procreare;  e  del  modo 
che  per  tal  effetto  è  da  tenerli  .  Del  gouerno  dello  Stallone,  e  della  Giumenta , 
tanto  dinanzi  quanto  dopò  il  parto;  Della  genera  tione  de1' Muli;  Della  forni- 
glianzade  i  parti;  Della  fcerta,che  s'è  da  fare  de  ipadri?e  delle  madri,per  far  vna 
razza  in  perfezione;  Della  qualità  de'  Poliedri;  e  dei  buoni  òcattiuifegni  che 
il  poiTono  per  virtù  quafi  Fi/ìonom  ica  in  lor  comprendere .  Come  i  Caualli  fe- 
eondola  diueriìtà  de  l'effere  loro  fi  debbanoàdiueifieiTerckij  deftinare,&qua 
le  pt'opriamente  per  lo  meiìieri  della  mi 'ina  ti  riciaieda.  Come  il  poliedro  ila  da 
gouernariìj&alleuarfì  :  De  gl'animali  amici3ò  nemici  delcauallo.';  Della  furio- 
Fa  libidine  Cauelbna;&  finalmente  delle  diuerfevtilirà,che  le  parti  del  Caual- 
lo  poiTono  dar  si  per  vitto  &  sì  per  mediana , in  molti  bifogni  fiumani. 

NE  L  Quarto  ti  ragiona  prima  in  generale,  de  i  colori,  che  cofa  fiano,  come 
fi  facciano  ,-come  s'intendano  „&quanti  fiano  ;  col  nome  &  con  la  pro- 
prietà di  vno  per  vno:  Poi  de  i  Peli ,  come  ti  formino  ,&ti  cangino;  &  partico- 
larmente de  icolori,  che  tengono  sui  Caualli-,  con  le  congetture  che  poiTono 
dare  delle  loro  intrin fiche  qualità:  Indi  de  i  Pianeti,e  dei  fegni  Celefti;|e  della 
forza,che  hanno  sui  Manti,  &sùimembri>  &  su  gli  animi  altresì  dei  Caualli; 
e  de  ipronofiichi  di  Altronomia,che  sù'l  Cauallopotrebbon  farli  :  De  i  Caualli 
fbrtunati,òinfortunati;  Dei  legni  ,.cfie  foglion  nafeere  ne!  Cauallo,  come  Bal- 
zane, &  Remolini<&  altri;  quali  fianbuoni,&quai  contrarie  da  quali  cagioni 
fogliano  prouemre.  "Vltimamente  delle  regioni,  e  de' luoghi  a  tu  al  produrre 
de  i  Caualli;  con  le  Razze ,  che  in  I.fpagna,&  in  Itulia,.&  in  altre  prouincie  fon 
più  celebri,  e  più  pregiate. 

NEL  Quinto  fi  fcriue  della  difciplina  de! Cauallo,  &  primamente  delle 
qualità  che  conuengono  al  domatore;  Del  modo  che  nel  domare  èda  fer- 
uarfi,  Della  confideratione,  che  è  da  farli  per  troia  r  Briglia  ad  ogni  conditio  ne 
appropriata,  con  molte  auertenze  da  tenerli  neli'imbrigliare,&  con  diiìintione 
ben  chiara  di  tutte  le  Roggie  dele  Briglie,che  ti  cotfumano.  Come  fia  da  metter- 
fi'la  Sella,e  i  fornimenti,  &  come  fia  da  portarli  il  Caualiere  in  fu'I  canallo .  Po- 
feia  ti  danno  le  regole  ordinate,  come  fia  da  infegnarfinei  Torni  il  Trotto,  co- 
me ti  polla  il  cauallo  aiutare,  ©correggere  con  la  gamba,  con  la  voce,  con  gli 
fpronì,&  con  la  bacchettai  come  queita,e  quelli  fian  da  portarli.  Come  ti  deb- 
ba tenere  la  mano  delira, &  moderar  la.finiftra  >.che  tien  la  briglia .  Come  con  - 
uenga  portar  leredine"?  &  come  il  cauallo  ti  polTaaggiuftar  di  collo,  fermar  di 
tetta,  &  leuar  tanto  da  la  credenza ,  quanto  da  altri  diucrti  viti]  .  Trattai!  poi, 
comefianoda  farli  le  pofate  ,  "con  tutti  quei  modi  &  aiuti,  cheli  richiedonoal 
parare.Come  fi  riduca  il  cauallo  ad  aggruparfi  bellamente  con  falti,  e  calci:  Co- 
me &  quando  conuenga  darli  il  Galoppo,  &  la  Carriera;  &  come.fi  poiTono 
con  Mifura  di  Mufica  temperare  non  meno  i  detti  eiTercitij,  che  i  managgi  con 
faltià  balzijòcon  vnpafib  &  vnofalto,òcon  duepaflì&  vno  falto,òcon  falli 
à  montone,ò  con  faltialla  Capriola;  &  come  fi  facciano  i  Coruetti,  la  Ciambef 
ta,ei  Repoloni;  delcriuendofi  le  mìfure,e gli  ordini  delle  volte,con  tutte  le  for- 
meCircolarijSemicircolari,  Quadrangoli  i,Triangolari,  & :  Lineari;ouefi  pòf- 
fonoi  Caualli  maneggiare  ordinatamente  à  mezo  ternpo,òà  tutto  tempo,ò  con 
tra  tempo.  Oltr'a  ciò:s'infegna,come  fi  faccianole  volte  ingannate,  &  le  volte 
Raddoppiatela  Terra  terra,©  à  Mez'aria,ò  tuttealte,  &  come  loro  fi  debba ac- 
crefeer  furia  :  Et  in  qual  modo  ti  renda  più  bella  viltà  à  maneggiar  vn  cauallo 
dauanti  à  qualche  Principe;&  come  fi  faccia  il  maneggio  di  Volta  d'Anche,  do^ 
ue.fi.  Yienead  imparar  di  cQmbatieie.inilteccaco:  Ec  come  vn  cauallo  per  vio  di 

guerra- 


guerra  fi  pofTafar  coraggiofoà  tutti  fcontri ,  &  à  tutt'iftrepìti;  con  molti  al- 
tri ordini  vtilifiìmi  ,e  diletteuoli  in  tal  meitieri,*  maflìmamente  cheli  wftrmgo- 
no  alla  fine  tutte  per  ternario  numero  quelle  paniche  a  perfettione  di  Caualie- 
re armigero  fi  conuengono  . 

NEL  Sello  fi  di/corre  della  Militiaequeftre  j  &  primamente  come  fia  da 
armarli  il  Caualloe'l  Caualiere:  Con  qual  confideratione  fiano  da  fee- 
glierfi  i  foldati;  quante  e  quali  fu  Mero  le  legioni  Romani,  qual  folle  i'vfficio  de' 
Tribuni  i  caltighi,òipremij  de'loldati,  &  le  loro  prerogatiue ,  &qual  fufl'ela 
forma  dell'accampare,cvT  l'ordine  del  marciare.  Oltr'accio  fi  difeorre  della  Par- 
simonia ,  &  Attinenza  necelfariaà  l'eifercito;  Dell'auctorità  che  tenea  il  Coll- 
ibie nelle  guerre  ;  Del  dare  animo  ai  foldati,  dell'arme  che  vfauanogliantichi, 
dell'ordinare  della  battaglia,  quanta  caualleriabifogni  ad  vno  efìercito,&  quan 
ta filitela  potetti  del  Dittatore.  Pofcu  ditta  famen  te  lì  parla  di  quanto  appar- 
tiene ad  vn  Maeftro  di  Caualièri,  ò  General  di  Caualli,con  moki  accorgimen- 
ti, &  effempi  di  ttratagemme,%&  con  molti  ricordi  di  quelle  virtù,  dottrine,  & 
etfercitij  ,che  nel  procedere  delle  guerre  ,  òpur  nell'orioli  richiedono  con"  al 
Capitano,  come  alfoldato. 

NE  L  Settimo  fi  tratta  del  modo,  con  che  fi  polla  al  Cauallo  conferuar  la 
fanitàprefente,  &  preieruarlo  dai  mali,  che  poiìbnoauuen  irgli,  &  per- 
ciò primieramente  fi  ragiona  deJgouernoordinario,  qual  biada,  &  quanta  gli 
conuenga,  &:  come,  quando  fi  debba  dare:  quali  fi  richiedano  le  acque  da  ab-* 
beuerarlo:  come  Ci  rimedi)  all'indigeltione,  repletione ,  ò  crudezza ,  ttrall'infu- 
fione  jinacquamento,  òriprenfione .  &come  fia  da  curarli  chi  hauefle  patita 
vnalungafame:  comefi  debba  il  Cauallopurgareogniprimauera,  &con  qual 
ordine,c\:auertenza  fiadadarfilafarraina,  fi  per  quell'affetto,  &  fi  ancora  per 
ingradarlo  :  ragionandoli  di  alcune  herbe  cattiue,  &  di  molte  vtili .  Poi  deicri- 
uendoli  uioLebeuande  rilcaldatiue  permantenerediverno  il  Cauallo  fa  no» 
molte  rinfrefcatiue  per  Teliate,  &alcuneappropriate  all'autunno:  vifilbg- 
giunge  vn  gran  numerodi  medicine  efficaciffime  per  ogni  llagione,  &ogni  in- 
fermità .  Indi  Ci  viene  particolarmenteadordinare  ;  come  Ci  polìòno  riltorare  i 
Caualli, che  pei  occulto  languorefofleroammagriti,  elleuuati,  fcalmati,  & 
come  all'incontro  fi  debba  rimediare  alla  iouerchiagrafìez  za  .  Qual  gouerno  fi 
richieda,  poi  che'l  Cauallo  è  faticato,  iudato,  &ltanco,  &  Cornelia  dareme- 
diarfi  alla  fiacchezza:  dandomi!  precetti, come l'effercitio  fia  da  temperarli» 
&  qual  cura  debba  hauere  il  Caualiere  del  ilio  Cauallc*.  Quali  conditioni  fia- 
no  neceflariead  vna  Italia ,  &  quanta  diligenza  conuenga  tenerli  in  quella ,  co- 
me fia  da  legarli  il  Cauallo,  come  fia  da  menarli,  &  come  fia  da  farli  ben  ripo fa- 
re. Pofcia  vi  Ci  deferiuono  molti  modi  da  profumare  la  Italia, molti  da  Scacciare 
le  moi'che,le  zanzare,  i  taffàni,  ipolci,icimici,iricini,eipedocchi,  &  molti  da 
fcacciar  viai  icorpioni,  &  iierpenti:  dandoli  1  rimedi;  pei  le  loro  morfìcature, 
&per  quelli cafi  ,  cheauuenifìerod'hauer  mangiato  tra'l  fieno  alcun  velenofo 
Ragno,©  d'eifer  ltatomorficatoda  Topnagni,'ò  ferito  da  denti  di  porco  cigna- 
le, ò  d'altro  Cauallo,  òdi  Cane  rabbiofo,  òpur  di  Lupo  Con  alcuni  rimedi) 
generali  per  tutti  i  m&rCi  velenofi ,  &  particolari  per  la  rabbia,  che  al  Cauallo 
da  tali  accidenti  venuta  folle .  Dalche  Ci  pallai  ragionare  con  quanta  piaceuo- 
Iezza  fia  da  trattarli  ogni  Cauallo,  come  fia  da  itrigliarfi ,  &  netteggiariì,  &  co- 
me fi  pò  (fano  farei  pelibelli,maflìmamenteicrini,;&  la  coda,  rimediandoli  ad 
ogni  vitio,ò  mal  di  quella ,  &  lpecialmenteal  prurito,  chea  quella  parte  per 
qual  fi  voglia  cagionefoiìè  auuenuto.  Indili  moiìraà  che  modo  figli  pollano 
conferuar  fané  le  gambe,  e  1  piedi,  come  cònferuare,&  fortificare,  ò  riitorare  le 

vnghie, 


vn"hiè,  come  indurirle  eiTendo  tenere,  come  deficcar  le  troppo  hàmide,  &  co- 
mehumettare ,  &  mollificare ,  le  troppo  fecche,&  vitriole .  Et  vltimamenre  fi 
vendono  àdefcriuere  ampiamente  i  veri  ordini  del  ferrare  conflitti  quelli  ac- 
corgimenti ,~che  fecondo  la  diuerfa  qualità  delle  vnghie  fono  necelTarij  ;  infe- 
anandofi  a  curare  l'inchiodature,  ibattiture',  ammaccature,  &  premiture  3  che 
dal  mal  ferrare  Cogliono  accadere. 

X  T  E  L  L'Ottauo cominciandoli  a  trattare  dei  mali  intnniechi,&  pigliando 
PS  principio  della  tetta,  prima  fi  danno  irimedij  per  gli  dolori,  che  in  quel- 
la fi  fentono,  poi  s'idègna  a  curare  i  ver  tiginofi,  i  frenetici,  i  pazzi,  &  mania- 
ci inoltrando  come  fi  porla  prouocar  loro  il  lònno,  &  all'incontro ,  come  torre 
à  Letargici  :.come  fi  rimedi)  al  mal  caduco,  &  come  all'apoplefia  ,  Cornelia  da 
curarli  fo  fpafimo,e'l  tiro  lecco.  Quai  medicami  conuengono  à  1  nerui  adoglia- 
ti  come  fi  curino  iiicratti,gliincordati,&  gli  aggricciati:  &  cornei  paralitici. 
Indifcendendoiì  a  gli  occhiai  inoltra  come  Ci  curino  l'infiammaggioni,  i  rollo» 
ri  le  feorrenze  di  lagrime,  idolon,  le  vnghie,  le  vue,  come  Ci  leuino le  catara  t- 
ie,  i  panni,  ibianchumi,Ienuuole,&altnmali,&  come  fi  curino  l'infermità  , 
che  vendono  alle  palpebre.  Qjanaci  pattandoli  ali'orecchie,fi  inoltra  la  cura  de  i 
dolori,  che  ibgiionoioroauuenire,  &di  quelle polteme,  che  dietro  l'orecchie 
tal  volta  nafeono.  Poi  parlandoli  dei  mali  del  nafo,  s'infegna  la  cura  dello  fmi- 
furato  flulTodifangue,  come  fi  polla  leuar  quella  cariiagione,'.iettapolipo,che 
dentro  vi  fi  fu  ol  generare .  Quai  rimedi  conuengono  à  quelle  vlceri  puzzo- 
lenti, che  alle  voI°e  vi  nafeono,  &  come  li  curino  iciamorri,&  raffreddamenti . 
Indi  fcenlendofià  trattar delmufo,. delle labra, del  palato  , dell i  lingua,  delle 
"engiue,de  i denti, &  delle  mafcelle ,  Ci  deferiuono  i rime  di)  per  quelle  doglie  , 
&aftrimali,ch'in  quelle  parti  auueauti  foriero  ,e'lfomigIiante  Ci  fa  di  quelle  , 
ch'auueniiferoalla  gola, come  principalmente  le  viuole,  i  Itranguiglioni,  & 
fcal-ntia.  Poi  paiTaudolì  a  i  malidel petto, s'infegna  vna  gran  copudi  rimedi; 
per  le  varie  forti  di  colle  perla  dirticultà  del  rifiatare,  per  l'afmo,ouer  bolfo,  per 
l'ortopneaperla  malide  lecci,  &  pertutti-gli  altri  diffetti  del  polmone  .  Et  vl- 
timamente  trattandoli  de  i  mali  del  cuore,  s'infegna  àchemo.lofi  curinoicai-' 
diaci,&lefincope  ,.che  mglionoloro,-  congrauiifimp  pericolo auuenire. 

NEL  Nono  trattandoli  dei  mali  del  ventre  inferiore,  &  cominciandoli 
.  dallo  ilomaco,  s'infegna  à  rimediare  ài  dolori,  Srallanaufea,  &  alla  imi- 
furata  fame,  &  fendendo  alle  bude  Ua,s'infegnaà  curare  la  diarea,lalientcria, 
là  difenteria,i  mali  del  federe ,  i  dolori  colici ,  &  iliaci  inoltrandoli  le  cure  d  1- 
uerie.,fi  come  fono  ancodiuerfe  le  cagioni  ;  doue  fi  parla  ditfufamente  dei  ver- 
mi,ò  lumbrici,che  fi  generano  nelle  budella  :  &  quinci  pafiando  a  i  mali  del  fé. 
gato,  Ci  inoltra  come  Ci  debba  rimediareall'infiammagione  di  quello  ,  alla  cole- 
ra, coli  fecca,come  numida,  alFoffefa,  che  nafee  da  troppa  abbondanza  dì  fan™ 
gue.  Doueii  deìcriuonoà  pieno  gli  ordini  del  fagliare  ,òfalaiTar(  come  altri 
dicono  )  e  i  rimedi ,  che  per  gli  errori  che  vi  li  polfono  commettere ,  come  fia 
dà  darli  il  fuoco ,  come  lian  da  curarli  le  cotture,  &  quaifian  vnguentiabbru- 
ciatiui ,  con  la  deferittione  dimolte  compofitioni  da  vngere ,  ò  da  empialtrare, 
che  fono  vtilillime  ad l'applicarli  in  diuerfi  mali.  Comefian  da  curarli  gli  hi  - 
dropci ,  &  quai  rimedi  co  nuengano  à  1  mali  della  milza .  DondetrapalTando 
al  le  doghe,  Scaltri  mali,  che  vengono  alle  reni,  &  ali  a  vfcfcica,fi  cercano  le  va- 
rie cagioni,per  le  quali  li  ritiene  ì'orina  .  Infegnandofi  vna  copia  grande  di  ri- 
medi) conueneuoli,&appropriati  àcori  fatto  male.  Et  parimente  come  lian  da 
curare  colorojch'vrinanofangue  .  Come  i  diuerfi  mali  della  verga  .Poi  tratta- 
toli.dellej:otture,.òfpaiimature- nelle. anguinaie,. ò ne' luoghi  interni ,  Ci  rac- 
contano 


Contano  diuerfe  vfanze,&  maniere  di  caftrare .  Et  alla  fine  fi  parla  ditfufaroen- 

te  delle  febbri  ordinarie,  &peftilenti. 

^^  E  L  Decimo ,  &  vltimo  contenendoci  la  cura  de'  morbi  eftrinfeci ,  cofi  in 
i  vniuerfale,cotne  in  particolare.  Primieramente  s'infegna  quante  fiano 
lefortidipofteme,  &lacura loro  in  vniuerfale.  Poi  discendendo  a  i  partico- 
lari, fi  moli  ra  come  fian  da  curari!  le  fcrofole  ,il  collo  incordato,  ò  gonfio,  ò 
dislogato,ò  rotto,  ò  torto,  &  quai  medicami conuengano  alle  aperture,  &  en- 
fìagion  i  del  petto .  Indi  curatili  i  tumori ,  i  dolori ,  l'offefe ,  le  rotture,  &  le  di- 
slogagioni  delle  (palle,  s'infegnaà  curari  garrefi,  il  facro  fuoco,  i  polmoncelli, 
i  corni,  &  alcn  mali ,  che  vengono  in  fu  la  fchiena ,  la  quale  s'infegna  come  fia 
da  conferuarfi:&  trattatoli  de  i  mali  delle  cofte,e  da  i  lati,&  dalla  pancia,fi  vie- 
ne alla  cura  de  i  tumori,&  dolori  de  i  teflicoli  :  Poi  fcendendofi  alle  cofcie,  & 
alle  gambe,  s'infegna  i  rimedi  ,oer  le  cofcie  gonfie  ,  addolorate,  fpafimate  ,  ò 
rotte  per  la  fciatica ,  &  per  il  firmatico  :  rimediando/i  alle  pcrcolfe,che  nella 
falce  fi  riceueflcro.  Indi  fi  morirà  come  fia  da  procederli  nelle  crepature,©  po- 
terne delle  ginocchia,  &  nei  tumori  delle  giunture  delle  gambe  cofi  dinanzi, 
come  di  dietro,  nelle  gonfiezze,  &  maligne  difcefe,  &  nelle  attrazioni  delle 
gambe  dinanzi,  come  fi  curino  le  narici,  le  podagre,  ouer  gotte,  ifopra  offi,|Ié 
formelle,  le  fchinelle,  i  fpauani,  le  giarda,  le  galle,&  le  Curbe,le  incapellrature, 
le  foprapolle,  &attimure,&  come  fian  da  curarli  le  dislogagioni  d'effe  gambe, 
&  le  fcor  tigrature  .  Poi  fcendendofi  ai  piedi ,  s'infegna  come  fi  rimedila  gli 
humori,  difcefe,  &  tumori  di  più  force, che haueffero infette  quelle  parti.  Et 
come  fian  da  medicarli  le  creile  ,  le  crepaccie,  le  grifàrie,  le  grappe,i  polmon- 
celli, leariitelle,  itignoli,  e'ImaIpizzone,comeicepi,lefpunture,  leinfuf- 
fìoni ,  le  diffolature,  1  fettoni,  &l'euxute,  i  fallì  quarti ,  le fetole delle  vn- 
ghie,  &le  intagliature,  che  con  quelle  fi  fanno.  Pofcia  come  fian  da  curar- 
ci piedi ofFefi  dal  freddo, ò  cudellati  ,ò indegnati  perafprezza  di  viaggi, ò 
trafitti  di  fpine ,  &  quiui s'aggiungono  certi  fegni  di  mali ,  che  dallo  zoppicare 
fi  poflbno  comprendere-  PoipaiTandoài  tumori,  che  fonò  communi  à  tutte 
le  parte  del  corpo,s'infegna  à  curare  la  focaccia,Ie  turte ,  i  bognoni,  le  giunture 
rilaffate,&acquofe,  e'1  morbo  articolare .  Doue  fi  difcriuono  molte  forti  di  yn- 
guenti  appropriati  non  folamen  te  ài  mali  delle  giunture,  ma  à  molte  altre  in- 
difpofitioni,  foggiungendofi  poi  la  cura  del  fico,  de'  porri  della  formica,  di  tut- 
te le  fpecie  del  verme,  &  fpecialmentedeli'anticore.  Et  come  fia  da  medicarli 
la  rogna,la  lepra ,  e'1  cancro  ,  doue  fi  inoltra  a  che  modo  fi  poffano  far  rinafcere 
i  peli  di  vari],  &diuerfi  colori .  Et  quinci  parlando  alle  ferite,  fi  morirà  la 
cura  loro,  cofi  in  particolare,  come  in  vniuerfale  con  la  difcrettion 
di  molti  vnguenti  ad  ogni  forte  di  ferite  appropriati .  Et  pari- 
mente alle  diuerfe  forti  di  viceré ,  &  fillole  ,  &  viti- 
inamente  ,  come  fian  da  curarli  le  offa 
rotte,  &  disfogate. 


Il  fine  del  Sommario  de'  Dieci  Libri)  della  Gloria  del  Cau  allo 


• 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CAVALIERE    I  LL  VST  RE 


NAPOLITANO. 

Della   Gloria  del  Cauallo  , 


IL    PRIMO    LIBRO, 

IVl^A  co  fa  è  veramente  (come  da  tut- 
ti i  Sani  già  fi  conferma  )  che  la  maeflra 
lS{atnrafi  troni  bauere  prodotta  indarno  ; 
an%i  quanto  ella  creo-,  tutto  come  difcreta 
madre  &  amoreuole  ,  ad  vtilita  e^  diletto 
delThnomo  creò .  Stfra  cotante  diuerfe  co- 
fe,nella  terra,  nell'Adria,  &  nel  Mare  innu- 
merabil generi  d'animali  produffe,  i  quali 
diuerfamente  commodità  e  piacere  ne  reca- 
no ;  ciafcuno  di  quelli  fua  particolar  va- 
gherà è  virtù  dimoiando.  Ma  fopra  tutti  gli  altri  il  cauallo  à  me 
pare  meriteuolmente  il  primo  grado  ottenere  :  vedendo  fi  in  ef)o  folo 
#  quanto  di buono  in  tutti  gli  altri fi può  comprendere;  con  ciò  fa  cofa  che 
:   il  commodo  e'I  diletto  ,  che  egli  altHuomópreJìa  ,  non  è  dubbio  che  non 
auan^i  di  gran  lungf  tutte  le  gratie  agli  altri  concedute  in  molti  mo- 
di .  (ertamentequanto  fa  il  piacere ,  che  di  lai  fi  prende  nelle  gioire , 
ne]  torneamenti ,  e  negli  altri  giochi  dell'armeggiare ,  pe'  quali  efferci- 
tij  dinengono  pofcia  igiouenì  più,  agili  e  più  d'efri  nelle  guerre  &  ne* 
duelli  ;  rariffimifimo  coloro  ejfere ,  che  non  nepofsano  render  f ed  cs . 
Che  dirò  degli  agiy  che.à  tutte  le  qualità  d'huomini  egli  apporta  neltrat 
tare  delle  bifogne  f  egli  è  vn  dolce  folleu amento  delle  fatiche  Immane  ; 
EU  '  *  **  égli 


Natura , 
niuna  co- 
fa  produ- 
ce indar- 
no. 


Cauallo 
più  di  o- 
gn'  altro 
animale 
apporta 
commodi 
tà  e  piace 
rea  Thuo 
mo. 


1  D  r  L  L  >À       0  L  0  P^T  jt 

egli  è  in  tutte  le  cofe  alla  vita  opportune  vna  piaceuolc  e  fidatìffmid  c%m  p 
pagnia.  Ma  quanto  [ingoiare  è  poi  tvtilità  delfino  aiuto  nelle  cofe  più 
importanti?  cioè  ne*  fatti  d'arme,  nelle  ciudi  dijfenponi,  &  in  mille  al- 
tri accidenti  ì  otte  da  ogni  foprafiante pericolo  ci  [campa  la  vita)  e  non 
pur  ci  difende  l'bouorey&  ce'l  cenfcruay  ma[oueme Caccrefce  ingui- 
[a  tale y  che  molti  per  lo  valor  e  di  lor  (fauallt  fi  ritr  Guano  peruennti  à 
Cauallo  [QmmaJ*Mma+  Terciocbe  quantunque  infiniti  [uno  gli  vfi  del  Cauallo 
ài  già  gio  commorfi  airhuomo  e  neteffarij  >  tutta  via  in  ninno  appare  maggiore  il 
nelle  quer  giovamento  di  lui,cke  nelle  guerre;  alle  quali  vnicamente  è  egli  idoneo\ 
re    alle    qua  fi  àtal' effetto  [pedale  generata dalla  l^aturaifa come  dimoerà  be- 
quali  pa.  ne  ilToeta  nella  Lneide;  che  veduti  fi  da'  Troiani  quattro  Cauallibian 
pe  e^at     dù  a1ldaY  fafeendo>^nchi fé  per  augurio  giudicamolia  jC 

dalla  na-  fifa**  co  jt  gridando  > 

tura.  Guerra  m'apporti  y  orme  ,  terra  jlraniera  .- 

*A  guerra  per  vfan^ai  Canai  s'armano  ;. 
Guerra  minacciati  quesli armenti  fiera  _ 
Hencbe  pofeia  confederato  il  numero  e'I  colore  à trionfai  carro  apparte- 
nenti, ne  comprefe  pure  jperan-ra  di  pacifico  e  lieto  auuenLmejzto  :  Ma 
più  chiaro  ciòft  dinota  appo  il  medefimo,  doue  dice,  che  ne'  fondamenti 
della  città  di  (fartagine  ritro-uatafi  vna  tesla  di  Cauallo ,  fi  diede  fermo 
inditio  da  Giunone,  di  doucr  ejfcre  bellicofay  <&•  vincitrice  de  l'altre  gen- 
ti. Vero  fecondo  Stefano ,  quella  Citta  fu  primieramente  chiamata  Cac-  G 
cabe,che  in  lingua  de'  paefani  capo  di  (fanallo  fignificaua .  Oltre  acciò 
racconta  Plutarco  ejlere  fiata  fama  appo  gli  Egitij  ,  cbeOUri  diman- 
dando ad  Oro ,  di  qua  l'animale  nelle  guerre  fidoneffe  più  tasloferuire  ì 
gli  [u  rijbojlo ,  che  fiferuijfe  del  Cauallo  ;  e  dicendo  egli ,  perche  non  mi- 
gliore gli  pareffe  il  Leoneìfoggiunje,  il  Leone  potere  certamente  giou are 
ajlai  con  la  fortex^a  >  mafie  fc/fe  vna  volta  in  fuga  meffo ,  farebbe  irre- 
uo  e  abile  .  Onde  perche  al  guereggiatore  è  necefsario  ceder  alcuna  vol- 
ta ,  e  poi  dinuouo  afsaltare ,  fecondo  il  luogo  e  l  tempo  accomodandojì 
ali  impero  della  fortuna  ;  à  tutti  fi  fatti  vffici  il  Qiuallo  è  vie  più  idoneo 
del  Leone,  sì  difiorte~^7a,sì  di  ardir e,sì  di  velocità,  &sì  di  vbbidien%a.  « 
Le  quali  virtù  frittotele principalmente  celebranti  Cauallo  y  dicendo 
ejfer  animale  atto  à  correre ,  &  àpcrtar  l'huomo,  e  niente  pauentefo  ad 
inuadereyne  ad  ajpettare  il  nemico  .  T ero  guerreggiatore  è  da  Toeti  co- 
gnominato,come  in  quel  verfo  della  (Jeorgica . 
Quinci  fi  porta  il  bellator  Dejìriero 
J^lella  campagna  arditamente  altiero  . 
Parimente  da  Troperùo  è  detto  Belligero }  0-  ssfrmigero  :  da  Lucreth 

^Bellico  ; 


2)  E  L    C  jtV  jtLLÒllZ.     I.  ? 

[4  Bellico  ;  altri  'Bellacey  Tugnace,  eTugnatore  :  nomi  'tutti  di  combatte"  ^omj  tp„ 
re  e  guerreggiare .  Da  Silio  e  appellato  Martio  y  e  crudele  :  da  Otiidio  >  propriati 
ytikàgiterra^  magnànimoy  e  genero fo  :  da  altri  valorofo  ,  membrofo  >  *  caualii. 
feroce ,  rigiioy  afyroy  audace,  acre*,  terribile)  difficile-,  minacckfole  ,  di- 
rupe  noie  y  forte  ,  arduo,  intrepido ,  difi&fe,  aatmofo ,  ardente >  fio-ente  , 
poffente  ;  e  da  Horatio  . 

Vefiar  lefchiere ,  &  col  Deslrier  fremente^ 

<JMetterft  in  me 7^0 pur  del  foco  ardente^ 
Si  come  ancoraSt'dio  chiama  i  Cimili  nel  me%9  della  vecifione  fremen 
ti;  tanto  fono  quefli  animali  nelle  co  fé  di  Marte  arditi ,  che  da  lo  Crepito 
B  delle  armile  dalfuono  delle  trombe  nonpure  nonfijpattentano,mafi  frit- 
tamente baldanza  e  valore  prendono,  che  non  fanno  flar  fermi  al  luogo 
loro  (co  me  Virgilio  dieeje  conoscono  il  tempo '  >  quando  fia  da  entrar  fi  in 
battagliale  quando  da  ritirar  fi;  fiche  beneifprime  Ouidio  >  dotte  dice  > 

(fome  il  Dejìrier  ardito-cerner  fuole, 

Quando ton  bocca  fanguinofa  e  fiera 

fi  Trombetta  guerrier  ha  dato  il  fegno  . 
TeròdiceSeruhy  armenti  propriamente  chiamar  fi  le  greggìe  di  quel- 
li animali ,  che  fono  idonei  allarme ,  come  i  Caualii  y  cioè  feruono  vitti 
alle  battagliey  e  i  Botti  morti  conloro  cuoi,  onde  fi  arm  aitano  gì a  legen 
C  ti.  ammonio  su  "Porfirio  pone ,  che  l  proprio  del  Cattallo  fia  effer  acre    prot)rj0 
(cioè  ardito  &  cor  aggio  fo)  veloce  &  idoneo  alla  guerra  .  Galeno  di-  dd  Cauat 
ce  il  (attallo  effer  animai  veloce ,  e  fuperbo  :  &  d  quesla  natura  hauer  lo    eflere 
il  corpo  confondente  \  &  perche  fitroua  ira  grandi ffima  nel  Toro*,  a  ere,  ve  Io 
&nel  cattallo  ;  pero  a  colui  le  eorna  ,  a  cosini  le  vnghic  fodtffimeef-  ^     p 
fer  date  ;  dotte  gli  altri  animali  humili  ne  t'vne  ne  l'altre  tengono  in  ta- 
le guifa .  e^damantio  Fifìonomico  fuperbia  altresì  y  edifio  di  gloria  al 
cauallo  attrihnifee  :  ilche  da  Lattawiofì  conferma  y  fcriuendo  chel  de- 
fiderio  della  gloria  fi  feorgeper  p-roua  ne"  caualii  y  the  vincitori  faltan-     Caualii 
jn  do  s'allegrano  ;  Finti  giacendo  fi  dovliono  :  laqualeofa  bellamente  pur  hanno  al- 

(jioifeon  de  la  palma  y  e  del  trionfo  -       torie. 

Gii  anìmofi  Cattai  :  non  vedi  hor  quanto 

Il  vincitor  pia  attera  e  piti  fublime 

Torti  la  tesla  ?  &  fi  dimoflri  al  Volgo 

Superbamente  a'  p  affi  y  e  a'  gefii  gonfio? 
Somigliantemente  de  l'altera  dell'animo  loro  fifh  elegante  teflimonio 
da  'Prudent io  >  dotte  canta  > 

Ver  auttentura  la  Superbia  gonfia  ■. 

*À     2         Sourun 


4'  D  E  L  l  J.     g  L  0  \  I  j&    ' 

Sourun  Deslrier  indomita  e  sfrenato  '      *  "    '    w 

Volando  andana  per  le  faarfe  turbe  . 
Et  con  quesio  effempio  fu-  acuti/fimo  quel  motto  di  <isfntifteney  il  quat 
fentendo  "Platone  grandemente  lodare  vncaualloy  che  con  vna' certa 
Cauallerefca pompa ,  con  ijpejjì  annitriti  y  &  con  ferocità  di  volto  dimo- 
Che  da  iftrauaeccelfl  Ipriti  )  gli  diffe ,  E  tu  ancora  buon  cavallo  riufeirai  ,toc- 
caualH  fi  cando  la  vanità  dell' huomo  >  che  fouente  vantaua  le  cofe  fue,  glorian- 
prendino  dofi  di  fefieffo .  Hora  quanto fìa  il  piacere,  chefentano  i  caualli ,  Solino 
piaceri.    H  congettura,  da  gli  Jpettacoli  del  Circo  y  doue  alcuni  dal  fuono  delle  pi- 
r      ..    uè,  alcuni  da'  balli,  molti  dalla  varietà  de'  colori)  alcuni  ancora  dallit- 
ha  il  feri-  me  delle  faci  accefe  al  corfo  fi  prouocauano  .  Che'l  caualloh abbia  il  fen-P- 
io  dcW'a-fode  l 'udito  perfetto  ,  fcriue  Galeno  conofeerfi  da  quejìo  ,  che  fempre 
dito.         volgeT orecchie  al  fuono,  &  alla  voce  \  qu.ift  da  la  ^Natura  ammae- 
stratode  l'vfa  dèlie  fue  parti .  £  da  Plutarco  f 'afferma ,  che  del  fuo- 
no  delle  Sampogne ,  e  de*  Piffarifi  dilettino  i  caualli .  Oltre  che  chiara- 
mente fi  troua  ferino  ,  che  le  caualle  di  Libia  tanto  aggrcrdifco.no  il  fuo- 
no  della  Fislola,  che  con  quefle  carene  fi  fanno  ver  fogli  huomini  man- 
fuete,  feguendo  il  lor  pajlore,  douunque  fuonando  leinuita  e  ferman- 
dofi  e oliti y  ft  fermano  ancora  efie  r  &  perla  molta  dolcezza  fouente 
auuiene,  che  non  poffano  tener  le  lagrime  :  Cotali  Sampogne  i  pallori  fo- 
gliono  al  più,  fare  de  l'arbore  T\odoàafne  ,  da  Latini  chiamato  Ts{erio  ,  » 
e  da  Italiani  Oleandro  ,  col  quale  fi  rende  loro-più  grato  il  fuono.  Si 
che  non  dee  parer  incredibile  quel  che  Plinio  narra  7  &  Alberto  Ma- 
gno, de'  Sibariti  popoli  già  della  Calauriay  che  hauefiero  ammaestrati 
Uor  caualli  di  ballare  à  fuono-  di  Sinfonia:  ejfendo  ilcauallo  animale 
dociliffimo  ad  intendere  le  effortatieni,  e  le  minacce  ,  e  finalmente  ogni 
moto  &  effetto  deli' huomo  :  &  (quel  clje  pare  mir  acolo fo-)  a  conofep- 
c      fi'  f  re  *  temfi  &  le  mifure  nelle  fue  operazioni .  (jiàfi  legge  appo  Ttione ,  di 
ammae-     Traiano  fcriuendo  ;  che  ne' confini  d'Armenia  gli  fu  portato  dauanti  vn 
itr  ano.      caualloft  frittamente  ammaeftratOyche  adoraua  il  l{è,  piegando  legam 
be  anteriori  y  e  tra  quelle  chinando  il  capo  .  E  più  nanamente ,  ne'  tor- 
niam  ente,  che  con  grande  apparato  fi  fecero  in  Parigi,nella  venuta  del- 
la B^eina  Maria  d'Inghilterra  ymaritataà  Lodouico  XII.  I\è  di  Fran- 
cia, alcunifcriuono  hauer  veduto  vn  e  auallo  fecondo-  la  volontà  del  Ca- 
ualierehora  inginocchiar  fi  quaft  f alutando  Madama,  hora  con  veloci f- 
fimo  folto  all'aria  folleuarfì .  Onde  pur  è  da  creder  fi  quel  che  Plinio  ri- 
tferifee ,  che  fi  fieno  trouati  cavalli  yvquaii  raccolte  l'halle  a  terra  fpar- 
ey  le  hanno  qua fi porgendo  rendute  al  lor  padrone.  E  più  fi  are  auuènne 
/(frecialmente  ne' giochi  jècotari  di  Claudio  (efare)  che  caduto  il  B^ettw 

del 


D  E  l  C  U  P  Jt  l  lOy   l  TB.  T.  f 

j£  del  Carro  >  i  caualli  foli,e  fernet  guida  ,  vfando  tutte  quelle  arti  &  an-  Atti  nota 
uertenxe ,  chevn  ejpertiffi'no  buomolorbauefie potuto  infeg?iare>  ac-  bili  deca 
quietarono  la  vittoria  :  vergognandofi  gli  altri  competitori,  che  Unge-  U1  l  * 
gno  bimano  foffe  dalle  beHie  autiì  -rato  .  rNj'  giochi  altresì  Tlebei,git- 
tato  à  terra Ut 'arrenerei  caualli  fé  ne  cor  fero  dritto  in  Campidoglio,  e 
'    tre  volte  intorniaro  il  palagio;  il  che  fa  prsfo  ai  va  certo  augurio  :  Ma 
affai  più  va' altra  fiat  acquando  dalla  Città  diVeif  par  in  Campidogli* 
fé  ne  vennero  i  cavalli  conia  palma,  &  con  la  corona,  foli\:  efiendo 
caduto  r\atumena ,  che  quiuier  aliato  il  vincitore,  da  cui  poi  vna  por- 
ta di  1\oma  né]  fu   nomata  .  Quello  mede/imo  ferine  Vanfania  efiere 
anuenuto  in  Olimpia,gittato  à  terra  l's^furiga,  boemo  da  Corinto,  chia- 
*B  rnato  E  edola  :  &  vna  delle  caualle  dice  che  j£ura  fi  nominau  a ,  no- 
me conueniente  alla  fua  velocità  :  e  di  quella  vi  fu  etiandio  la  imagine 
confeerdta.  Cofi pur  ne ' giocbir£{emei  orione  velocijfimo  cauallo,  ca- 
duto Tolinice,  portò  la  palma.  E  già  parimente  fi  vede  in  alcune  par  ■ 
ti,  correrfi  i  palij  da' caualli  foli,  i  quali  fornito  il  corfo  fi  fermano  al- 
la Meta  .  aliano  conferma  i  caualli  e/fere  prontiffimi  all'imparare  >  ne 
mai  delle  cofe  imparate  dimenticar  fi.  lAriflotele  dice,  però  non  co- 
flituirfi  mai,tra  loro  armenti  alcuno  duce  ,  come  gli  altri  animali  bana- 
no in  cofìume  :  perche  fon  di  natura  nobile  &  fuperba,  che  non  fopporta- 
^no  impero  di  pari  loro  .    £  benché  di  loro  naturali  e  proprij  ornamenti  Superbia 
s' in  fuperhife  ano ,  vedendo  fi  di  grandezza  di  corpo,  di  altera  di  te-de'cauai- 
fla,di  velocità,  &  agilità  di  gambe  effere  più  de  gli  altri  eccellenti  ;  "  glielo 
tuttauia  molto  più,  qualhora  di  belli  guernimenti  fi  veggiono  adorna-1®  atce2~ 
ti,  s" allegrano ,  &  negioifeono  ;  facendone  col  frequente  battere  del- 
Fvngbie  fegno  euidentiffimo  ;&  conte  recchie  aliate,  e  colie  narici  gon- 
fie parendo  con  ardente  de  fiderò  affrettare  icaualieri,  che  al corfo  gì u  inf- 
unino :  la  qualcofa  vagamente s'eftrime  in  quel  verfone  gli^€pologi 
vfitato  , 

Delfi-eri  j  de  iguemimenti ,  e  de  la  Sella 
g  Superbo  e  lieto  il  buon  Destricr  diuiene . 

Horafe  vogliamo  andar confiderando  l'amoreuole^a  di que fio  anima     c      ... 
le:quanta(per  T> io)  è  quella, che  le  caualle  vfano  verfo  i  Volle dri  orbi  di  fono  amo 
madì*e<EUe  cofioro  immantinente  prendono  ad  allenare  col  proprio  lat-  reuoli . 
te,non  altrimenti  che  fé  fnfsero  parto  loro-sAn^ifouente  ancora  fi  vede 
(come  zsfrislotele fcriue)che  ne' 'parti delle  copagne  ancor  viuenti,le  ca 
ualle slerili  mettono  tanto  amore,cbe  li  togliono  alle  madri;  volendone 
tener  efie  la  evita  in  tutto  :pervn  certo  gran  defiderio  efrefie  hanno 
del  procreare:  benché  ciò  foglia  nuocere  a'Tolledri,  che  non  pofsono 
'  ™  t/£     3  riceuerc 


é  CD  E  l  L  ìA     C  L  0  \l  jt 

e      ,.    rhenere  nutrimento  da  tali  balie  .  *Ne  folament e  verfo  gli  altrui  figli-  g 
haue/nu  noli  del  loro  genere  è  qi-.efialoro  benignità }  ma  etiandio  innervo  i-parti 
tiriti  huo  Immani:  emendo  fìtte  molte  (aualle  cofi  ammainate  >  che  bano  nudriti 
mini    e    buomini  e  donne  ;  come  fi  legge  in  Eliano ,  di  Telia  figliuolo  di  Tiro  e  di 
Donne .    jjgtt  i-.no  :&  finalmente  di  Hippiotbone  >  ò  fecondo  altri  Hippotboo >  fi- 
gliai del  medefìmo  Dio ,  che  efsendo  fiato  daCerenone  madre  efposla,    * 
alla  campagna ,  fu  da  vna  caualla  diligentemente  allenato  :  Et  di  Ca- 
nallino  latte  fa  (fecondo  t'irg.)  allettata  Qimilla  >  figliuola  di  Metabo 
Rj  de  Volfciy&Hur  pulite  figlia  di  HaipalhoBj  de  gli.Aminnei  >ft 
come  Higìno  ferine  .  Ma  quanta  fia  nelle  caualle  verfo  i  figli  propru  la 
materna  affettiGne^  quanto  curio  fa  la  diligenza)  veramente  è  maraui  p 
glia  à  confiderare  (  come  Tlin.  ancor  fa  fedejveggendofi  ebe  fouenteper 
dcfiderio  freffi  abfenti  elleno  ammagrifeono  fortemente  :fl  perche  ordi- 
na Colum  cìl.iycbe  ne'  medefimipafcbifi  mantengano  le  madri)  &  ifi- 
glù'.oli.Di  sì  fatto  amore  non  fu  Dane  ignorante)  che  le  e  au  alle  partori- 
te difirefeo  menava  ficco  alle  lattagl:e-,Lfaatei  Tolicdrim  cafa:&  vna 
volta  quefiofù  il  fino  faluamento^quando  )  otto  il  fuo  efferato  appo  Giaf- 
jò  y  volendo  eglifcampar  con  fuga  )fi  tmfefopra  vna  di  tai  caiialle  ,  la, 
quale  per  defderio  ditofio  rivedere  il  figlio)  con  grandiffimaprettCTja 
tolfe  il  Bj  da  pericolo ;come Eliano  racconta.  Et  la  intendono  ben  i  Tar 
tari  (come  fi  ferine  daTaclo  Veneto)  che  effendo  confini  ad  vna  certa  G 
regione  >  doue  moit  aparte  dell' annoi  giorni  fon  poco  meno  che  le  notti, 
ofeuri;  afidando  effi  à  depredare  •,  per  fuggir  il  peri  e  oh  delle  tenebre)  Uf- 
ficiano i  Tollcdri  guardati  nella  primiera  entrata  delpaefe  straniero  ;& 
fi  feruono  delle  madr acquali  con  memoria  tenaci ffima  del  camino  y  gli 
riconducono  dritto->&  velocijjìm  amente  al  luogo  jaluo.fngegnofi  vera- 
mente fon  quesli  popolile  grofifjìmi  fiumi  fi  mettono  a  valicare)  atte- 
gnendofi  alle  code  di  lor  caualli)  fopraquelli  imposte  l'arme  &  le  baga 
p  11  A  •'  S^e,^m^e  all'incontro  èia  reueren^a  de'  Tolledri  verfo  le  loro  madri) 
riuerenti  c^e  Per  cagion  di  coito  quesli  animali  ne  gli  armenti  laforella  più  toslo 
alle  mi—feguono  che  la  madreycomc  già  da  Columellafi  afferma.  E  benché  ^A  ri-  H 
d"  •         slot. in  vn  luogo  ferine)  i  Caualli  indifferentemente  vfar  con  le  madri  & 
za^cfvn  €Qn  lefigke:&  all' bora  la  B^a^a  efier perfetta)  quando  i  progenitori  fi 
Cauallo    congiungono  con  la  progenie  loro  isltffa)fi  come  Quid,  ancora  diffe  > 
uerfo    la  E  affi  al  cauallo  la  fu  a  figlia  moglie^  : 

madre.  Tutta  volta  in  vn' altro  mede  fimo  Eilofofo  racconta ,  come  il  Rj  di  Sci- 
thia  battendo  vna  caualla  cccellenuffima ,  che  ficea  mafehi  tutti  gene- 
rofi)&  e  fendane  tra  quelli  crefeiuto  vnperfetiffimojdefideraua  cheque 
Sìiprocreajfe  dalla  fina  madreyna  il  cauallo  fempre  rifiutò  ollinatamen  - 

•        tei 


rjl  teoriche  per  internatio  d' alquanti  giorni,  fattala  courire  d'urialtrapel- 
le,  egli  imprudente  le  fi  mife  difopra  :  ■tSì'Ca  come  dopò  il  coito  videfco- 
pertala  madre , fi  diede  in  fuga  ,  &  andoffi  à  rompere  il  capo  in  vno  f af- 
fo ;  b  veramente  fi  dirupò  ,  come  Tira,  riferire  :  Se  pur  non  è  altro  quel 
(fauallo-,  dicui  e'  parla;  che  battendo  con  la  benda  datanti  à  gli  occhi) 
per  asìutia  del  padrone,^ fata  libidine  con  la  madre  ,  poiché  fi  fu.  ar.edu- 
to  del  fatto  ,  ffontaneamente  gittatofi  per  rabbia  da  vna  rupe  ,  fornì  la 
vita,come  Hierocle  confermabile  -questo  paia  incredibile -.poi  che  a  tem- 
pi de^noHri  padri  ,  ferine  il Fontano  hauergli  raccontato  (fiottarmi  l'in- 
timiglio  Marche  fé  di  Giraci ,  che  vna  f uà  Caualla  velociffìma  &  robu- 

B  Ha,  per  efiere  fiata  con  inganno  fatta  congiugnere  col  figlio-,  flette  tanti 
giorni  fenva  voler  mangiare ,  che  sì  morì .  Ter  fomigliante  cagione  vna 
Caualla,nel paefe,di  Estete ,  vecife  con  morfi  vn  huomo ,  che  ingannata 
l'hanea  :  fi  come  ancoraVarrone  ferine,  vri 'altro  Canallo  batter  veiifo 
colui ,  che  con  tal  inganno  della  tefia  coperta,  l 'baite a  fatto  congiungere 
inlUjGuria  con  la  madre  .Tarimente  Sudemo  dice,  che  vn  Cauallareir^o 
battendo  mefio  nefando  amore  ad  vna  Cau alla  giovinetta ,  &  più  bella 
di  tuttala  l^izj^a,  fpinto  dalla  cieca  libidine ,  corfeàtanto,  che  sfogò 
con  quella  disboneflamente  il  fv.o  bruttiffimo  dcfiderio,  delcbeaccor- 
gendoft  ilTolledro,quafi  veramente  fdegnato ,  i  befna  madre  fi: fé  coti- 

^  taminata  di  fi  federato  flupro ,  e  t  ir  anefe  amente  trattata ,  fé  impeto 
contra  f  huomo ,  &  vccifelo  incontanente-  ne  di  qucfto  contento, batten- 
do fpiato  doue  colui  fu  poifepolto ,  andò  a  fcauare  lafepoltura ,  largen- 
do co*  piedi  ferocemente  il  cadauere  lacerato ,  Qucfto  borrendo  amore , 
ferine  lAgefilao, hauer  ancora  battuto  Fuluio  Stello,wmieo  delfeffo  Don 
nefco,sì  che  ingrauidò  vna  Caualla ,  che  partorì  vna  bella  fanciulla  ;  del 
che  parimente  fa  Celio  mentione ,  riferendolo  da  Tlutareo,  &  aggiun- 
gendo eferfene  coflei  chiamata  Hippona.-auenga  che  Galeno  affatto  nie-  Caualla  , 
gbi,  che  la  (fati  alla  poff a  concepere  feme  Immano ,  bifognandoui  ifìru-  fé  può  co 

£j  mento  afiaipiù  lungo  :  &  fé  bene  il  concepefedue  non  poter  e  fé;  e ,  che  ccP^ie  le 
fubito  ò  poco  da  poi  noH  corrompere  ,  non  effendo  credibile ,  che  due  n'0> 
foHanyecofi  contrarie  fi  doueftero  mefcolare .  Tutta  via  fi  legge  anco 
ra  Semiramis  I{eina  de  gli  <Affìrij  ardentemente  hauer  amato  vn  Ca- 
nallo inquella  guifa ,  che  Taf  fé  amo  il  Toro .  Ts^e  marauiglia  fé  riè  da 
prendere,  hauendo  in  molte  cofe  ilCauallo  fomiglianxa  con  Ì Huomo;   Somiglia 
ftando  quesli  animali  fog getti  à  tutti  qne' mede  fimi  affetti  e  morbi,  a'  Jecheha 
quali  noi  sliamo  :  Eglino  fi  fognano ,  come  noi  :  &  come  noi  nella  vec-  co>]  £a_ 
chieda  manifefì amente  pia  che  altri,  canuti  diuengono;  come  Tlm.af  uallo. 
ferma  <&-  *4risl.  &  come  noi  altresì  i  denti  mutano  :  Et  quel  che  più  fi 

xA     4        può- 


$  T>ZLL>AGLO\I^£ 

piote  eoiifiderare  ;  doue  tutti  gli  altri  animati  fecondo  la  loro  fyecie  fi  E 
hànoco  n  ye$giono  d' unaforma^e  d'un  colore ;iCauaUi  fono  di  varv,,comeglihuo- 
diiioni      mini. Et  benché  quefla  &  alarne  altre  conditioni  communi  babbiano  an~ 
Ottantun  i  cor  confini ,  come  la  fede,  l'amore,&  la  memoria  ;  tutta  viadimoflra- 
eozi  cam.  no  apertamente  ,  ch'effipiu  che  altri,  delia  natura  noflranon  folamen- 
te  partecipi  fìano  ,  ma  conformi  -  Laqual  conformità  forfè  è  cagione ,  che 
eglino  fan  degli  huomini  tanto  amici,  quanto  per  molti  efiempi  fi  può 
comprendere  :  oltreché  generalmente  fi  vede ,  non effere mai  Cauallo 
(eccetto  fé  per  morbo  fuffe  caduto  in  rabbia  j  che  facilmente  offenda  il 
genere  humano,  di  età  maffim •  amente ò  di  jefiopitì  debole  :  anT^i  quelli 
che  naturalmente  pur  auuenturafm  mordaci  e  maligni  (  che  cofitra  loro  ^ 
come  tra  gli  huomini  fé  ne  trouano)  mai  fenonirr  itati,  ò  per  openione 
e  tema  di  lor  offefa,non  vfano  ferocità  à  perfona  humanaMa  fé  vera  è  la 
fenteni^a  di  zsfrifi.cbe  i  megliori  tra  gli  animali  brutti  fìano  i  manfueti 
Causili  che  vbidifcono  pia  all' huomo  ;  certamente  delCauallo è  quesla gloria T 
fra  ali  ani  tra  i  primi  ;  poi  che  fra  tutti  egli  è  quello  ;  che  più  s'adatti  alla  ragio- 
rnalib.ii-  ne  ^  ^  cj}g  ^u  s>accofti  a\  £eìlfo  bum  ano .  Scriue  Eliano,  che  Socie 
più  man-  fiteniefe ,  huomo  di  eccellente  bellexxa,  comprò  vn  bel  Cauallo,  il- 
f  ueti.         quale  si  fortemente  di  lui  s'innamorò  ,  che  qualhora  l 'haueaprefente  y 
fkcea  grandiffima  fella  m  mille  gesti '  ;  riguardandolo  convita  certa  foa-  G 
vita  ,  che  ben  vi  fi  conofcea  vnaforTa  intrinfeca  di  amore  :  &  qualhora 
Amore--  ft  appareccbiaua  di  caualcarlo,  egli  vbbidientiffimo  s"inchinaua  :  ne 
di* causili  già  mancò  che  vna  delle  volte  e' non  hauefle  dato  lafc inamente fegno  del 
la  fua  petulanza  :  Delle  quai  cofe  prendendo  gran  diletto  il  padrone  > 
anuenne  che  appreso  al  volgo  s'incominciò  con  beffa  à  diffiparevnafo7- 
tafhma  di  amendue ,  la  qv.al  volendo  Socie  estirpare ,  vende  il  Cauallo  > 
il  quale  poi  non  potendo  joffrired' effere  alienato  da  V  amor  fio  ,  non  ac- 
cettò mai  cibo  ;fin  che  mancandogli  tutto  il  vigore ,  ne  venne  amor- 
te  .  Cofì  per  inedia  parimente  firiueTlin. che  mori  il  Cauallo  diJ<lico- 
mede  Bj  della  Bithinia ,  poi  che  conobbe  morto  il  fuo  Signore.  Et  effen-  n 
do  flato  il  Bj  Antioco  vccifo  nella  battagliaci  fuo  (fauaUo  caualcatoda 
l'vccifore  ,  che  Galitìa  Centaretofi  nominaua;  per  vendicare  il  fuo  pa- 
drone, sfrenatamente  trafportò  per  afpriffime  rupi  il  nemico ,  &  infieme 
dirupati  morirono.  Isella  Scithia  fon  (fauaUi  di  questo  fcnfo,che combat 
tendo  il  Bj  loro  à  corpo  à  corpo^s'cgli  rimane  morto  ,e  Ivìncitor  fi  met- 
te per  ifpogliarlo ,  effi  con  morft  e  con  calci  fi  riparano  fieramente ,  enoyl 
permettono  ;  an^i  talhora  vccidcno  il  nemico.  ^ArtibioB^ediTerfìa, 
effendo  amarrato  da  Onefìle  Be  di  Cipro,  il  fiuallo co'i pie' dinan- 
zi fortemente  percuotendo  il  vincitore ,  l'barebberccifoyfe  vno  fen- 
ile r  di 


rDLl    C  JLV  A  l  LQ>  LIB.  1.  9 

£  dier  di  luì  nonglihauefieconvna  S cimitarra  troncate  le  gambe  ;  ben- 
cheHerodotadicaq.ueflp^Cauallo  auuex^ogià  ad  offendere  con  ognifìe- 
mga  i  nemici ,  animofamente  difendendo  ^irtibio  combattente , effe- 
re  fiato  feiancato ,fi  che  amendue  caddero  à  terra infiememente .  Ghia-  _      ,..  ~ 
riffima  cofa  è  i  C amili  per  la  affettione  che  portano  a' lor  padroni ,  d- offendo— 
fpr amente  offenderfi l'vno  l'altro:&efier  tanta  quefla  affettione; che  gli  no    l'vn- 
amici  altresì  d'efii padroni  cono f cono  ,  come  Homerofh  fede ,  cantando  \^lZ°  Rer 
che iCaualU  d'achille fouramodocarexgauano  Patroclo ;quzfì  della-   *     jjjjjj 
mislà,  che  tra  loro  era  >  hauelferoconofcen^a  :  e  da  poi  che  vinto  cteuerfoiPa 
Hettore  ,  e  diflefoin  ferralo  videro ,  appartatifi  dal  luogo  della  pugna  troni. 
B  fi  mifero  con  le  tejìe  chine  à.lagrimare  ;  manife  si  amente  veggendofi  le 
gicciole  calde  feorr ere  per  le  guancie  :  eH'medefimo  diffe -poi  Virgilio 
del  Camallo  di  ballante  ,  chiamato  £tone ,  che  gittati  via  gli  ornamenti, 
nelle  esequie  di  lui  andana  piangendo  amaramente,]}  come  etyrime  in. 
questi  ver  fi  , 

Tofcia  il  guerreggiator  gallar  do  Stone 
Depofle già.le  vfate  adorne  infegne  , 
Uà  lacrimandole  di  correnti goccie 
Si  bagna  dólorofo  ambe  le  gote. 
U  che  fu  pur  imitato  daSilio,oue  dif crine  V  amor  d* uri  altro  Caualfo)  che 
C  veggédofi  caualcato  da  chi  hauea  ferito  il  fuo  padrone  f abito )che'  l  conob- 
bi l^o  l'orecchie ,  &  vn  terribil grido  (bey, 
(jittando  ,  feoffe  ilfier  nemico  à- terra  ; 
Et  per  mero  i  cadaveri,  &  if angui  y 
Ond  era  tutta  la  campagna fparfa, 
Brigando  ileorfo,  inan^i  al  fuo  Signore- 
Que  giacea,  fermoffi;  àliti  chinando- 
le Jpalle  e'I collo  :  & congentilcoslume 
Piegando  ancor  le  gambe,  ildorfo  offri  uay 
D'un  certo  ardente  amor  tutto  infiammato. 
&  J$e  quefio  è  da  Stimar  vana  "Poetica  fintione,approuando fi  ancora  conte: 
fenten%e  &  con.gliefiempi  degli  Ristorici;  tra* quali  Eliano  ferine, che'l 
Caualloliberahnente  &  amorevolmente  trattato  corrifponde  di  beniuo- 
glien^a  al  fuo  benefattore.  Solino  dice  conofeerfi  l*  affettione  del  Ca- 
uallo  dalle  lagrime,  cJ?e  fogliono  fpargere.  (Alberto  e  'Plinio  con- 
fermano ,  che  i  Caualli  per  là  perdita  de*  padroni   rifiutano  il  cibo ,  e  ^auam 
fpeffoTiangono  ;  &  per  lo  dolore  fpefìo  ancorane  muoiono  .  Oltre  à  ciò  dànoprc- 
danno  i  Caualli  prefagio  del  fucceffo  della  pugna ,  come  Seruio  mostra  fagio  del- 
bene  in  quei  luoghi  del  Tosta ,  ione  Turno  fi  rallegraua  di  vedere.  j.«Pu§na*' 

[mi 


Causili  fuoiC 'malli  arditamente  giocondi  :  e  quel  di  (JM^e%entio  aW incontra  ^ 
piangere,  flaua  maninconiofo  :  dicendo ,  queHi  animali  y  qualhora  fon  mejli ,  pre- 
f agire  la  morte  a'  lor  Signori  :  e  per  contrario  della  lor  a'hgre^a  poter 
fi  prendere  lieto  augurio.  Il  perche  è  credibile  quello  che  *.A ce ur fio 
delle  Leggi  interprete  riferì fce>  che  C/sfare  tre  giorni  innanzi  che  do- 
uefe  morirei  trono  piangente  il  fuoCauallo  :  Et  vna  fenile  co  fa  Tran- 
quillo raccont a  nella  vita  di  lui-)  che  ne' proj fi m  giorni  quei  (auaì-li  ch'e- 
gli nel  paftare  del  Rjibicone,  consacrati  à  tJWarte,baue.i  la} ciati  andar 
y  aghi  e  fen^a guardia ,  fvron  veduti  pertinace JJirnamente  aHenerfi  dal 
pafeere ,  gr  lagrimare  in  abbondae^a .  "Parimente  narra  il  'NJfo  da 
Sefla>cbe  innanjila  m'ìrte  di  (aliguliy  i  Cavalli  s'astennero  di  mangiar  F 
e pianfero  acerbamente .  tJTKarino  Barletio  ,  ilquale  fcriffe  la  vita  del 
Signor  Georgio  (hHrioto, detto  ScanderbegofPrencipe  d'Albania;  fa  fe- 
de come  nella  morte  di  lui  che  fu  l'anno  1466.  va  bel  Cavallo  y  ch'egli 
nelle  guerre  hauea  vfato  di  caualcare ,  diuenne  tanto  rabbiofo  e  fiero , 
che  mano  da',  poi  fu  baHante  à  cavalcarlo  .  Ora  cotali  prefagi  grande- 
mente fi  off er  vano  da' Cjermani(come*A  le  fi  andrò  de  gli  ^Alejìandri  rac- 
Annitrir  conta)  iqualida  l'annitrire ,  e  dal  fremere  de'  Cavalli ,  antiuedeanole 
de'cauiJli  cofe  che  fufiero  Hate  dafuccedere  :  e  queHi  C avalli  fi  fce'Hievano  bianchi 
prelàgide  &  in  ninna  opra  effer citati. Da  l'annitrire  iTerfi  ricercaro  l'augurio 
le  coic  fu  per  deggere  il  Rj  loro  >  all'  bora  che  fecondo  Herodoto  (efiendofi  conue-    j 
nuto  tra  fette  competitori ,  che  vfeendo  tutti  infieme  fuor  delle  mura  in- 
nanzi l'alba ,  colui ,  a  chi  prima  il  (fan  allo  fufie  annitrito  fu  lo  puntar 
del  Sole  >  fi  dicbiarajfe  il  ÈJ  ;  la  ventura  corfe  d  Dario  per  ajìutia  di 
Cebarey  fuo  Cauallareygp ;  che  lanotte dinanzi havendo portata preffo 
aldifegnato  luogo  vna  delle  giumente  più  amata  da  quel  Cavallo  >  che 
s'era  da  caualcare  >&  ivi  mede  fimo  fattagliela  congiungere  :  la  mattina 
fubito  che Iffauallo  fi  rauuide  della  contrada^  ove  frefe  amente  fi  ricorda 
uà  haver  goduto  conia  Giumenta  incominciò  ad  annitrire  .  filtri  dico- 
no ch'effo  Cauallare77yo  accoflò  alnafo  delQiuallo  la  manoycon  laquale  # 
hauea  tocchi  i  genitali  de  l'amata  (avalla  :fi  ch'egli  per  l'odore  tantoHo 
fi  commoffe  ad  annitrire .  'Benché  vogliano  alcuni  altri ,  che  ciò  fen^a 
arte  ninna ,  ma  per  divino  confentimento  >  fuffe  auuenuto  :  conciò  fìa 
cofa  che  in  efìo  annitnee  Subitamente  apparue  va  folgore  nel  Cielo  fere- 
no  j  che  con  tuono  terribele  ribombò  :  &  cofigli  altri  da  cavallo  fmon- 
tati  permifero  à  Dario  ilReamey  &  l'adorarono .  Plutarco  fcriuey 
zsfthea  Rj  di  Scithiejfere  flato  [olito  di  prender  fi  piv  diletto  ;  fentendo 
yn  Cavallo  annitrire  j  che  di  qual  altra  cofa  fuffe  Hata  piacevole  ad  vdi- 
re.  'Ne  fi  vergognava  coììul\di  pettinare  &  adornare  con  le  ma- 
ni 


Ji 


DEL     C  JLV  Jl  LLO,  LIB.     L  IT 

ni  proprie  il  fuo  causilo  :  'ISleLbe  offendo  veduto  da  gli  tsfmbafc latori 
di  Filippo  ,  dimandò  fe'l  Hj  loro  faceva  il  Somigliante >  qvafi  giudican- 
do ogni Rj  doverlo  fare .  ls{clì'historie  dì  'Boemia  fi  legge  >  come  ejfen-     Auguri 
dofucceduta  Libiffa  al  Rj  Caco  fvo  padre  >  faviffima  donna,  donen-  j^jjf/ 
do  maritarfi  ,  per  richieda  de'  fvoi  popoli ,  che  dimandauano  Rj  >  ella 
gli  ridvfse  à  tal  conferitimelo  >  che  disfrenato  vn  cavallo ,  &  menato 
alla  campagna,colvi  apprefso  alqvalfi  fermaffe,foffe  eletto  per  Rjeper 
fuo  marito  :  &  cofi  fattoci  cavallo  per  avventura  fi  fermò^apprefso  ad 
■vn  contandinello  aratore  >  cheflaua  mangiando  insti  l'aratro-,  ilqualefi 
chiamo  lTrimislao  &intalgvifa  da  l'augurio  del  cavallo ,  condotto  di 
'jB  bajftffìma  forte  a  grado  alt  ijfimo  ;  divenne  valorofo  &  ottimo  Rj,  e 
fece  molte  cofe  affai  notabili .   augurio  fu  ad  Elio  Vertinace  d'inva- 
dere l'Imperio,  dopò  la  morte  di  Commodo,  il  cavallo  :  perche  nellhora 
che  egli  nacque  >  vn  ^Poliedro  montò  fovra  il  tetto  della  fva  cafa  ,  &  ivi 
alquanto  fermatofi ,  poi  cadde  >&  fi  morì  :  quafi  dinotando,  colui  nato, 
nella  villa  di  Mortele  nato  dìfyofìo  àcofe  digverra,dover falire  àfom- 
mo  grado  >    ma  poco  hauerui  à  durare  :  &  cofi  facce fscs .    Verifica jjì 
ancora  vnfimile  prodigio  à'~b{erone,  il  quale  in  fogno  parendofì  hauer 
vifìo,chevn  fuo  Corftere,molto  caro  ,fufse  dalla  parte  di  dietro  in  Sci- 
mia  trasformato,  &  cbelatcftafolabaveffe  cavallina,  onde  canora- 
i  mente  annitriva  .-potè  congetturare  >  che  quella  fva  ferocità  doveva  alla 
fine  ridnrfi  in  beffa  .  jLuguriofu  à  Dionigi  di  occupare  la  tirannia  della 
Cicilia,qvando  laf ciato  vnfvo  cavallo  dentro  il  fango^quello  per  propria 
for^a  vfcitone ,  fegvì  volontariamente  le  vejìigie  de  l'ingrato  padrone, 
quantunque  afsai  lontano:  e fsendogli  sul  collo  ratinato  un  efsame  diTec 
chie  .  ^Augurio  fu  medefimamente  à  Giulio  Cef are,  di  dovere ftgnoreg- 
giare  il  Mondo  tutto  (benché  à  nuli' altro  prodigio  egli  mai  havefìe  volu- 
to prefìare  fede)  quando  nel  governo  diTortugallo,invna  fua  R^aTga 
nacque  vn  bello  cavallo  di  grande  Siatura ,  co'  piedi  qvafihumani  >  che 
haueano  fvnghie  diuifate  informa  di  deta\il  quale  con  molta  cura  e  di- 
ligenza, alleuato  non  fi  fé  maicaualcare  da  altraperfona,  che  da  effo  Ce- 
farefoby  da  cui  fu  fommamente  caro  tenuto;  <&•  la  fua  effigie  fu  locata 
innanzi  al  tempio  di  Venere  genitrice,  ficomeVlutarco  e  Svetonio  feri 
nono  da  quale  fiatva  bellamente  è  deferitta,  &efprefia  da  Statio  nelle 
Selve.  Di  famigliarne  natura  fu  il  Cavallo  del  Magno  *Aleffandro,ilqual 
cauallof ìi  chiamato  Bucefalo,  per  vna  certa  famigliammo,  di  tefia  di 
'Bue,  fecondo  Fé  sto:  ò  per  /'  ampiezza  della  fronte,  fecondo  Strabone  : 
òper  l  affretto  toruo  ,  fecondo  Tlinio  che  propriamente  hauefìe  hauute 
le  corna  'Bovine  ?  fecondo  Cellio  :  ma  fecondo  che  lEthhnologopone  > 


fu  co  fi  detto  non  tanto  perche  JLleffandrOygli  fkcea  portare  le  coma  d'«-  £ 
...  ro  per  ornamento ,  quanto  che  netta  cofcia( ò  fecondo  Tlinio  nella  jpal- 
fdicl  ^  e&'1  tenei*a  il  merco  d'vna  tetta  di  Toro  y  la  qual  nota  afiaifì  coHu- 
ualli  .      mauanelUT effaglia .  Di queslav fan^a di  mar -care i  caualli fa  men~ 
tione  ^irifio/kne ,  che  nelle  Telatole  fue  chiama  Coppatiavn  Cattalloy 
per  efler  fegnato  della  figura  Coppa  >  che  appo  i  (freci  e  numero  di  XC. 
&  S  anfore  fi  diceuano  quelli  >  in  cui  erafegnata  la  lettera  Sigma ,  che 
San  Doricamente  fi  pronunciaua ,  fecondo  zsftheneo  .    Celli  ferine  che 
Sififo  Bj de' Corintu'  nelle vnghiedegli  animili  fkcea  mercarela  pri- 
ma lettera  del  fio  nome  y  per poterli  co  fi  conofeere ,  quando  alcuno  glie 
ne  fufie  fiato  per  furto  tolto;  Scche  Trifippio  era  vn  certo  merco  publico  P 
àguifa  d'vnapìcciola  l\o  niy  che  nelle  guancic de" caualli  foleua impri- 
mer fi->quando  erano  inue  e  ch'iati .  Apollonio  appo  Filoslrato  dimoslra. 
che  grandiffima  stima  fi  fkcea  de' Caualli  (oppatieydicendo  che  con  gran 
dijjimi  pre^i  fi  comprauanoda  gli  huomini  eccellenti  ;  forfè  perche. 
Bucefalo  quel  merco  non  fi  daua  fé  non  d  caualli  di  tutta  perfettiene  .  MaàBu- 
ria"3    °"  cefà°  ritornando  yfi  leggenti  egli  nato  della  Bgzja  di  Filonico  da  Far- 
faglia)  effendo  anteposto  à  Filippo  I\e  della  Macedonia^  con  dimanda  de 
vn  e ccejjìuo  pre^go  ;  e  portato  in  vna  pianura  per  vederne  alcuna  pro- 
na: fi  mifcàfkre  tanta  ferocitàyche  non  ofaua  huomo  pur  d' appreffargli- 
fi  ;  onde  il  Bj  adirlo  disi  infoiente  &  indomitaferitày  lo  rifiutaua  ;fe 
non  che  <Aleffandro  all' bora  giouinetto  y  e  quafi  fanciullo  innamorato  fi 
della  belleTga  diquel  caualloye  della  bontà  ammirabileychein  lui  pare  a 
conofeere  :  fi  doleua  che  sì  perfetto  caiiallo  per  timidità  di  coloro  >  che 
trattare  no'lfapeuanoyfi  perdefie .  Cotai  parole  il  padre  diffìmulando  di 
non  intendere,  fi  tacea;  ma  il  figliuolo  più  e  più  volte  replicando  le  me- 
de fime  querimonie 'yrijpo  fé  Filippo y  Tu  dunque  fi> eri  poter  meglio  maneg- 
giare ieaualliyche  quefii  vecchi  ?   ^Alleff andrò  foggiunfe  y  lo  mi  confi- 
do questo  tanto  maneggiare  ajsai  meglio  che  alcun  altro:  e 7 padre  di- 
cendOyMafe  no'lfkiy  qual  pena  vorrai  del  tuo  stolto  ardimento  patire  ? 
RJJpofe  il  figliuolo  y  Io  pagherò  il  pre^o  delcauallo:  Dalchenato  rifo 
fra  circoflantiy  che  l'auimofità  del  fanciullo  con  marauiglia  lodauano  > 
xAlefsandro  s 'accofiò  alcaualloy  e  prefolo  per  le  redine  ylo  riuolfe  di  fàc- 
cia incontra  al  Sole  ycongiettur andò  eh' egli  per  l'ombra  di  coloro  che 
s'apprefsauanoylaquale  fempre  fuole  à  quefii  animali  maggiore  (  fecon- 
do <t^fnst.)  apparere ,/?  (pauantafse  ;  &  cofi  andandogli  con  piaceuole 
pafso  vnpoco  attorno}e  carenandolo  conia  mano;conofcendo  grandif- 
fimo  effere  lofpirito  del  e vtalloyilq  itale  raccogliendo  il  fiato  parea  rac- 
cogliere più  fierezza  fi  lena  la  cappa>&cQ  vrìj,eggieriJJìmo  falto  deftra- 

mente 


G 


H 


<D  &Z    C  A  V  JtllOy    LI  B,   I.  rj 

ji  mente  gli  monta  addogo  tenendo  la  briglia  di  manierai  che  niente  offen? 
deua  la  bocca  delfuperbo  animale  ;  <^fil' 'bora  fentendolo  hauer  vn  po- 
co rimeffo  de  Vira  e  della  ferocità^ de fiderare  di  [correre ,  egli  allenta- 
te le  redine ,  con  calci  battendogli  i  fianchi  &  con  grandi  (fimi  gridi ,  lo 
fyinfe  via  per  quella  aperta  campagna ,  laqual  cofa  in  prima  diede  pau- 
ra à  Filippo  &  à  tutti  gli  altri  ;ma  come  pofeia  il  videro  riuoltare,e  ma- 
neggiar di  modo  cbe'lcauallo.nonpurmanfueto,ma  allegerifjìmo  fipor- 
taua  ;  cominciarono  ad  applaudire  ;  &  al  I{è  perfouerebia  allegrezza 
caddero  le  lagrime  su  dagli  occhi)  non  potendo  fatiarft  di  abbraccia- 
re,  e  di  baccinre  il  generofo  figliuolo  :  e  tantoslo  fé  numerare  il  pretto 

B  ricbiefto  che  fu  di  x  1 1 1  .ò  fecondo  altri,di  x  v  i .  talenti;che  di nofira  mo- 
neta'  fhrebbon  flemma  quelli  di  feudi  fette  mila  &  ottocento^  uefli  di  no- 
ne milafei  cento .  Dà  poi  quejlo  Bucefhlofcome  T'intano  ferine)  men- 
tre che  era  ignudo  ,fifacea  fenica  eccettione  caualcare  da  ciascheduno;. 
.ma  insellato  &  adorno  de'  Ideali  guemimenti,la  per  fona  fola  di  <Alefian 
dro  accettarla  ypieganéo  fi?  ornane  amente  il  corpo ,.  per  farli  più  ageuo- 
le  il  montarey&fe  altri  gli  fi fu fìe  accomiato ,  fi  metteua  àgran  pericolo > 
s'egliynonftfuffefaluato  con  presta  fuga-j.  Ciò  fi  conferma  da  Solino, 
da  Q.Curtio,da  (jiujìino,  e  da  Tlinio,ilqual  di  lui  foggiunge  vrì altra  co- 
fa  di  più  marauiglia,cbe  nella  oppugnatane  di  Tebe,  efiendo  egli  ferito, 

€  &  volendo  lAlefi'andro  caualcare  vn' 'altro  Cauallo  ,  cglijn  niun  patto  il 
comportò,quafi  fdegnando  ch'altri  la  fua gloria  occupajfe  .  Et  finalmen 
te  finche  "5 ucefklohebbe  àvtuere ,-  asfleffand'ro  nonvfcì  mai  con  altro 
Cauallo  à battaglia,  fé  ben  in  altri  affari  fi:  fé  mia  d'ahrite  tanto  fempre 
lo  tenne  caro,  che  giunto  neWHircania  (come  da<Plut.fi  narra)  batten- 
dogli certi  'Barbari  affaldata  allimproHifolafiaHa  ,  &  rubato  Bucefalo 
egli  fdegnatofi  fieramente ,  minacciò  di  tagliarli  tutti  à  pe^^i,  fé  non- 
glielo  hauejìer  refo,  &  cofi  ilrihebbe .  Di  più.  racconta  Gellio ,  che  'nel- 
la guerra  del 'India \Alefi andrò  colfuo  Bucefalo  adoperando/i  non  mol- 
to accort  amente  ,fi  mife  dentro  vnfortiffimofquadrone  di  nemichda'qua; 

®  li  effendo  infiniti  faett amenti  contraila  auuentati ,  il  cauallo  reflò  tra- 
fitto nel  fianco,  &  nella  tefia ,  di  profonde  ferite  ;  nondimeno  cofi  mor.i- 
bundo  &  già  q  uà f?  morto ,  riportò  con  vn  viuaàflìmo>corfo  il  Rj  fina  e 
faluo  alle  fue  febiere:  &  come  il  vide  in  ficura  parte ,,  quafi  con  conforto 
dì  fenfo  bumano,  cadendo  ejpirò .  Ter  le  quali  cofe  &  altre  moke  di 
fimil  modoynelleimprefe  del'^ifia,  ^ilefìandro  foggiogato  che  bebbe  il 
BjToro ,  nell'una,  riua  del  fiume  Idajpe  edificò  'Hicea  ,.per  dinotarela 
vittoria,neW  altra  fondò  vrì  altra  Città,laqual  nominò  per  honorata  ine-  RUcefV{;aj 
moria  delfino  cauallo,'Bjicefhla}_  ò  Bucefelia  come  da  S trabone  fi  mett£ .  ci  ctà» 

zsflcu- 


trienni  moderni  aggiungono,  che  nelme^o  di  quefia  terra  gli  fé  al%a-  e 
re  vna  fuperbifiìma  tomba;  &  co  fi  Strofa  padre  vagamente  vi  appli- 
cò vnfuoDiftico  in  epitafio,  chiamando  Bucefalo  gloria /ingoiare  dei 
nobili  Cavalli,  rapito  da  Tirana  morte.  Dicono  oltre  à  ciò  che  Filippo 
confidtando  l'oracolo  della  fua  fuc celione ,gli  fu  ripofio  ,  che  gli h irebbe 
àfaccedere  colui  che  e  anale  afe  'Bucefalo;  però  tanto  maggior  allegre^- 
%a  pre fi  del  fatto  di  ^ileff andrò  ;  àcuiefiendo  Hato  dapoi  rubato  que- 
flo  Cauallo  in  pae fé  Barbaro  ,  mandò  per  tutto  minaccieuoli  editti,  che 
fé  non  gli  f uff  e  riportato  fano ,  darebbe  il  guasìo  à  tutte  le  lor  contrade  ; 
&  cofi  jpauentati  i  popoli,tantoHo glieli  rimenaro  carco  di  molti  doni  ; 
fi  come  da  molti  Infiorici  fi  racconta-* .  One  ferito  dice  >  che  Bucefalo    F 
era  alChora  di  anni  trenta,  quando  fu  morto  ;  (^fecondo  che  da  'Tela-' 
gonio  fi  raccoglie  (benché  ciò  ad  ogni  altro  eccellente  Cauallo.  fi  poffa 
attribuire)  hauea  la  lingua  fatile  e  lunga,  la  faccia  depreffa  e  qua  fi 
adunca  ;  la  telia  alta  ;  /'/  collo  rileuato;pieno,e  craffo;  gli  occhi  glauchi; 
il  corpo  non  titillofo ,  ma  pat  lente  à  far  fi  toccare  :  il  ventre  caricato ,  e 
ritirato  verfo  i  fianchi  :  le  vene  apparenti  per  tutto  :  ibpelonero  fat 'ira- 
to ;&  la  fi atura  me%ana .  Sono  altri  else  fcriuono  Bucefalo  effere  fiato 
donato  al  Bj  Filippo  da  Tremar  ato  di  Corinto  ;donde  alcuno  patria  fofpi- 
care,  chefufie  diuerfo  dal  comprato  ;  ma  perche  d'amendne  fi  contano   r 
le  medefime  cofe,è  da  crederfi  che  va  mede  fimo  fi  a  ilCauallo  .  Etquan-   J 
to fiudiofo f'.ffe  ^Aleff andrò  di  tai  mcflien,  può  confiderarfi  da  vna  let- 
terale fi  trova  da  luiferitta  ad  vn  fuo  Marefcalco ,  oue  e"  diceua ,  Ti 
mando  vn  Cauallo ,  che  mi  man  darò  gli^ftheniefi  :  io  &  egli  fiamo  v- 
feiti  feriti  da  vna  battagliacmedicherailo  bene  della  ferita  ;  dijpalmaglì 
le  mani;non  gli  mettere  ferri  à piedi ;t agitali  lefinefire  del  nafodauagli 
la  coda;paffeggialo  ognigiorno;e  no'llafciar  ingraffare  troppo; che  niu- 
Cauallo  no  Cauallo  graffo  mipuote  foffrire  in  campo.  Fùfimile  à  Bucefalo  di  a- 
di  R  oda-  more  il  Cauallo  di  Badato  t,  come  Vincenzo  Belluacefe  racconta  ;  con  ciò 
dBucefa  ^ia  cofa  c^e  ^°P°  ^a  morte  ^  ^r/o  Magno  effendofi  rinchiufo  in  vn  mo-  /j 
]0.  nafiero,&  alquanto  dapoi  foprauegnendo  i  Vagoni,  egli  colìretto  di  an- 

dar lor  incontra^  riparare  al  Clrrifìianefmo\ritolfe  il  fuo  caualloyilqua  - 
le  mai  d'altra perfona  non  hauea  fofferto  difaarfi  caualcare  ;&  allhora 
quantunque  attempato  affai ,  tutta  via  arditiffimamente  lo  ferii) ,  finche 
di  nemici  fi  fu  hauut  a  vittoria  e  trionfo.  "Hon  furono  quelli  foli  Ca- 
ualli,  che  fuffero  fiati  cari  a'  lor  Signori  :  perciò  che  non  fi  rimafe  anco- 
Borirtene  ya  zy  ^m  j[UgHftQ^  chenon  fàceffe  [degno  il  fuo  di  fepoltura  ,  della 
<TAdria--  HHa^e  *jermdnico  Ce  fare  fcrifìe  verfi,  come  Tlinio  riferifee .    ^Adria- 
no* no  Imperatore  diede  etiandio  fepolcro  al  fuo  Borifieue  ,  ilquale  era- 
fiato 


DEL    C*fV^£  LIO,   LI  B.    I.  15 

£   fiato  attiflìmo  alla  Cacce  (come [crine  T>ione  drizzandogli  vna  colon- 
na coni' Epitafio  intagliato.  V ero  ancora  Imperatore  (come  Cj  itili0 
Capitolino  racconta)  ad  vnfuo  (auallo  Trafmiano y  per  laftta  velocità 
chiamato  Volucre  ;  in  vece  di  o>-^o  daua  à  mangiare  paffoliy  e  pignoli  ;  e  Vo ' "c "?■ 
jpefso  coverto  di  /cariata ,  fé 'Ifea  menare  nel  palagio Tiberiana-y  dou}e-  Ver0  Im- 
gli  Haua;tenendolo  in  tato  honore}  cbtfouente  per  lui  dal  popolo  di  Tra  psratore . 
fini  fu  dimandatavnmodio di feudi d'oro  :  e  dyoro  s' bauea  fatto  fkrevn 
ftmolacro  di  quefto  (auallo  il  detto  Imperadore ,  cbefempreilportaua   ,.^*ua*L* 
feco  ;  fi  che  daWbo? -a  incominciai -o  à '  dimadarfi  per •  beuer  aggio  i  Canal    '   ™^_ 
li  dell  oro  ;  pofeia  mortail  fece  fèpellire  nelVatic  ano  +  Dominano  Im-  don,  Re 

—  peradore  fé  di  bronco  f colpire  il ' ftmolacro  del  fuo  C  auallo  tutto  indo-  &  altri  Si 
rato  &  ingemmato  y  le  cui  lodi  con  arte  mar  auiglio  fa  ferme  Statio  Toe-  Snori- 
ta  elegantijfimo .  *A  tempo  di  noHri  maggiori  irrigo  Tannone  Con- 
te di  Venafroye  Duca  di  'Boianoyin  molte  parti  delle  fue  Rocche  fé  dipi- 
gneredel  vino,  ipiù  perfetti  è  più  graditi  caualliycbe  della  fna  jlelta 
E^ai^za  gli  aimeniuana .  E  nouellammte  fappiamo  "Pier  Maria  ì\?ffo  > 
Conte  di  San  Secondo ,  bauer  datafepoltura  ad  vnfuacaro  efumofo  ca- 
uallo. Sappiamo  ancora(per  quanto  il  Tornano  ferine)  cbe'l  I\è  Ferran- 
te yquel cavallo  col  quale  era  fcampato  dalle  inftdie  de'  nemici  y  volle 
ebefen^a  frena >  &■  libero  difhtica:pafci:ttofuffe  ;  datane  ad  vn  fante  .. 

£  cura  particolareSi  come  ancora 'TaoloCj  io  aio  narra  y  che  Selimfracaf-  disdim. 
fato  e  ferito  da  'Baiaste ,  montò  foura  vn  fuo  fidato  cavallo  y  che  velo- 
cifftmamente  lo  lena  da  pericolo,conducendolo  àV arna-.Er a  quello  ca- 
uallo  di  color  tutto  nero  >  onde  Carabulo  quafi  Tsluuola  nera  fi  nomina- 
ua:  àcui  Selim  da  poi.per  li  buoni  feruigi  riceuuti  concedette  ripofo  :  fi 
che  effondo  co  fi  ricettato  ,  cheniuno  il  canale  aua.  ;  fu  con  vna  couerta 
di  broccato  d'oro  menata  in  Terficty  e  quindi  fin  ad  Egitto  ;  e  finalmente 
morendo  nella  città  del  Cairoygli  fa  fatto  per  ordine  del  gran  Signore  vn 
fepolcro  ver amente Ideale t  Et  fé  riguar  damo  più.  antic amente y.zJfyCega- 
cte\Atbeniefe  molti  di  fùoipiu  cari  cawalli  (ponendo  molto  ftudio inal- 

D  leuarlifbebbe  ancora  penfiero  di  far  f epelir  e  accanto  al  fuo  proprio  mo- 
numento .  Scriue  Herodoto ,  cbeCimone  ammarr^ato  da  1 figli  di  Tifi-  Sepoltu— 
firatOyfufepolto  dauanti  alla  città dy  Atbene  >  &  al  dirimpetto  di  lui  fu.  re  &  effe- 
data  fepoltura  alle  fue  caualky.  ebe  tre  volte  haueano-  riportata  la  vitto  ^e  ™fT 
ria  diOlimpia.  S'ifomigliante  yfèMilcÌAdeditrefue\vn  dique'  dieci  nt 
C  apitani  pur  (t^tbenie fi  in  Maratona  y.  chele  fepeiì  in  Ceramico  :  fi  co- 
me Eliana  racconta .  Ma  laf dando  di  r acorre  altri priuati  effempi  ygia 
malti  fcriuona  effer  vfan'ra  quafi  vniuerfale  appo  iTartbi  ti  cPerfia- 
niidi  dar  ejjequie  efepolture  a' lor  e  auall^non  altrimenti  che  appo  i  A/o- 

loffi     ' 


- 


Ì5  D  E  L  L  A     G  L  0\T  A 

loffi  fi  fepelifcono  fpeflo  i  Cani:  fi  che  Statio  accenna  la  doue  dice  >        |  £ 
"T'irne  il  Molojfo  il  fuo  Cane  più  fido  ; 
E'I  Tfeflrier  morto  tra  le  guerre  il  Tartbo  . 
Tari  "lente  da  'Tlin.fi  foggiungCjcke  in  Agrigento  citta  della  Cicilia  mot , 
ti  e'moltifepolcrifi  vedeuano  di  caualli  con  alte  'Pira midi; tanto  m  ogni 
tempo  fono  fiati  pregiati  &  bonomti  qnefli  degni  animali  rifili  oltre 
acciò  quanto  fufteraftati. fé mpre  tenuti  cari  f fi  può  mcglìo-confidèrare 
dagli  vfi  anticbi;cbe  nella  morte  de  i grandi  Vr.mciphfoleniufi  cori  loro, 
congiugnere  quelle  cofeebe  in  vita  più  amate  baueffero  è.  frequentare  > 
quesìi  erano i caualli,  che  dentro  il  Rogo  fi  metteuano à  bruciare  infteme 
Caualli  col  corpo  del  padrone;  &  in  vna  medefima  vrna  fi  ferbauano  poi  lece    P 
ciacHn/fe  ner* mefco^ate:^t  cofi dimostra Homero  ejferfi  abbrucciat'uo  'Patroclo    ' 
me    co'    quattri fiioi belliffnni  caualli,  e duoi Cani.  La  quii  vfanrafi troua  effere 
corpi  de'  antichiffima,fJ3  e  e  talmente neil India,come Seruio  dice,&  àqnefta imita 
loro    Si-  ùone  il  famigliarne  iadifff e  V  ir  gii. neWeffequie  divallante,  dicendo , 
Aggiugne  anco  i  DeHrieri  ,  &  l'arme  vfatc^> . 
Ideile  biflorie  della  nuoua  Spagna  fi legge  ,  che  quando  muoiono  i  Rè) 
del  Mejfico ,  €  di  Michuacan ,  &  altri  Signori  diquelpaefe  ;fi  mettono 
ad  ardere  infieme  con  effi  'molte  'Donne ,  e  molti  Semi,  con  Cani,  &  con 
c  ■.  C  aualli,arme,bandiere,v  eHe  ?  gioie  digran  -valore nanamente  creden- 

do,cbe  cofi  andafiero  ali  altro  Mondo  con  quei  medeftmi  honori  &  agi , 
con  che  fi  fufìero  fiati  inqueslo  .  "ì^arra  Herodotoycbe  gli  Scithi,  mor- 
to il  Rè  ,  fepelifcono  con  lui  la  più  cara  delle  fne  'Donne  ftr -angolata  :  e 
ipik  intimi feruidoriycb e  foglion  efiere  nobiliffimi  y&  ipiìt  belli  caualli, 
che  in  cor  te  f afferò .  Al  capo  dell'anno  poi  fanno  il  mede  fimo,  piglian- 
do cinquanta  caualli  >  à  i  quali  cau  ano  le  budella  :  e  ripieni  dipaglia  li 
cufciono,mettendogli  su  certi  pali,  in  giti  fa  che  paion  vini,  &  infrena- 
ti Harin  piedi  con  le  redine  ben  acconcie;  poi  ftr  angolati  altri  tanti  Cor- 
tegiani,  e  fìmilmente ifuentrati ,  con  vn' altro  palo  gì' infiggono  foura 
quelli:  come  fé  veramente  gli  camlcafiero  ,  e  quefli  Xafciati  intorno  al  # 
fepolcro ,  come  fé  inguardia  del  Rè  doueffero  cofi  ftare  in  fempitemo , 
-  .  vengono  ad  hauer  compiutele  cerimonie  delle  Reali  efiequie .  Laqual 

cofad  tempi  noflri( come  racconta  il  Villanoua)  offeruano  in  buona 
parte  gli  fteffì  Tartariche  morendo  il  loro  Imperadore,il  portano  foura 
vn  monte  altiffimo  àfepellire,  prendendo  tutti i  caualli  de  la  fialla  Im- 
periale Squali  vccidendo,dicono,Seruite  nell'altro  mondo  alpadron  uo-, 
ftro:feguendo  forfè  l'openione  del  "Toeta ,  ilquale  deferiuendo  i  campi 
Elisij ,  cofi  dice  ,         .     . 

Tafcon  per  Scampagnai  bei  Deftrieri  : 

Et  quei 


l£'  Et  quei  che  carri  &  arme  aggradir  vini y 

E  di  [celti  (auai  prefer  diletto  « 
Il  medefmo  penfer  morti  gli  feguiLJ  . 
Tal  ufan%a  i  Bè  ^Africani  pur  cof  umano  hoggidìycome  alcuni  riportano: 
E  non  batta  che  alami  antichi  fi  fiic  efiero  fepellire  entro  i  Caualli  di  ra- 
me y  v  di  bronzò ,  ò  d'altro  metallo  ;  come  appbdcerone  fi  legge  diquel 
(jigante y-che  l' aimenturofo  Cjigeritronb  coni' anello  incantato  in  deto  ; 
ma  molti  s'han  fatto  mettere  nel  fepolcro  giunti  co  i  lor  Caualli  >  come 
Hippomone  col  [ito  Letargo;  &  co/i  nelle  hiHorie  di  Dania  ferine  il  dot- 
to S  afone  5  che  <Xrfnito  figlio  di  Biornone  fa  fepelito  col  Cane->  &  col 
'Cauallo.  Quinci  forfè  è  trattOy  il  co  fumé  noflro  y  che  nelV  efefiequie  de'     Ca.uallì 

**  Capitani  di  guerra  fi  menino  con  lugubri  guernimenti  i  (faualli  con  l' in-  menino 
fegne  per  terra  :  Il  che  fu  dagli  antichi  poco  differentemente  ofieruato ,  ? °1n  rTugu** 
come  appo  Virgilio  fi  dimostra  .  nm%  t,  &. 

6  co'i  (fanalài  intorno  al  meHo  foco  in/egne  j» 

Del  rogo  efiequial  tre  volte  andaro.  terra. 

E  più  generalmente  reggiamo  'de'  Cani  offeruarf  ;  ìquali  ne*  fepol-  K^^l  *' 
chri  de'  CaUalierì,  fi  mettono  f colpiti  di  fotto  a  piedi  :  per  dinotare  la  auardu 
fedeltà  fecondo  quella  fenten^a  di  Tlinioy  che  foura  tutte  V  altre  cofe  <ft'    loro 
all' H  uomo  fon  fedeliffimi  ifani  •>&  i  Caualli.  Il  perche  Mitridate  Bj  SlS°or1, 

c  di  Tonto  y  quando  dormia ,  commette  a  di  fc  la  guardia  non  foto  a'  Sol- 
dati ma  ad  vn  cauallo  :  tenendoci  ancora  vn  Toro  &  vn  Cerno  >/?  come 
da  Silano  fi  ferine  .   E  Caligala  (fecondo  Dione)  amò  tanto  vno  de' 
fuoi  Caualli  >  che  talhora  il  fea  definare  con  effo  feco  :  ejpefio  di  mano 
fua  glidaua  à  ber  del-  vino  in  coppa  d'oro ,  &  quando  volea  fare  vn 
giuramento  molto  tiretto  ;  giurauaperlavita  &per  la  fortuna  d' effo 
(fauallo  :  an^ihauea  deliberato  (cofa  ridicola)  dargli  ancora  l'honore  Ornamé- 
del  confo  lato  e  fàcilmente  V  bar  ebbe  fatto  yfe  la  morte  non  hauefie  inte-  *'.  *att*  a 
rotti  ifuoipenferi  fi  trafeurati .  Il  Cauallo  del  Bj  di  Tsfar finga  ferine  il  ^{[^  l  Ca 
•  Vartomanno ,  chef  Jìimaua  di  tanto  prezzo,  quanto  potei] e  valere  vna 

g  delle  nofreCittày  per  l'ornamento  mirabile  cheportaua  di  diuerfe  perle 
e  gemme  innumerabili .  Que fi  ornamenti  vfano  qua  fi tutti  i  Bj  de  l'O- 
riente ;  che  fanno  le  te  fiere  &le  barde  a'  lor  (faualliy  fregiate  di  certe 
perle  pretiofe ,  che  fi  chiamano  Coclidiy  &  fi  trouano  in  Arabia .  Et 
anticamente  (  come  Herodoto  e  Strabone  fcriuono)  iVerfie  iMaffage- 
ti'  portavi  ano  i  lor  Caualli  adorni  di  belliffime  armature  e  fornimenti 
d'oro  mafie  ciò  .  (jli  Scithi  ancora  (  come  narra  il  Villanoua)  fanno 
le  briglie  d'oro  a'  lor  cauaHi.  La  moglie  di  "Nerone  Imperadore  i  fuoi 
più  graditi  (faualli  focena  calcare di  ferri  d'oro  y  come  Tlinio  ferine  ;  il 

2?  quale 


r&  b  E  L  L  a>-    G  L  0  T^T  A 

quale  altroue  accennayche  anticament^àeuendofi  dbr  vn  prezzo  grande  g 

fi  dicea  prouerbialmenteyvolerepiù  d un  cauallo  :  e  per  tal  rifp  etto  forfè 

Caualli  Ecatene  pò  fé  il  cauallo  apar  aggio  d'vn'buomoy  fi  come  recita  Cicerone , 

podi  apa  ilqual  parlando  della  forte7^a  lo  poàe  aparagon  del  Leone .  tJfyta  più. 

ri   d  uno  mod  e  ratamente  "Plutarco  mette  il  cauallo  ali  incontro  d'una  pretiofijfi- 

dci   Leo*  ma  giù**  b?n che  boggidìfcome  Vegetti  dicc)veggixmo  vnhuomo  ven 

ne.  derfi affai  manco,  dì  vn cauallo ,  an^iper  p?e>?gg  di  vn  cauallo  bauer- 

Cainll  i  feae  d:ect  Seruv.  Ts^el  regna  sunommato  dil^arfingay  non  fi  vende  ca- 

firno"    e_  uallo  manco  dìquattreo,cinquecentoPardai  ycbe fono  monete  d'oro  ;  e  . 

20.  talbora  figinnge  ad  ottocento  :  laqual  eccejfìxafpefa  dicono  cagionar/i 

cbé'l  Riènonfk  tenere  ne'  J\egni fuoi  alcuna  I^aiga  dicaualle ,  per  tema  F 
ebe  il  popolo  con  la  co  nmodità  della  Cavalleria  glifi  volt  afte  alcun  tem 
pò  -centra  :  e  contutto  ciò  in  Bifingar  Città  principale  di  quelle  prauincie 
eglifìt  tiare  armati  in  guardia  quattrocento  mila,  buominia  cauallo  :  fi. 
come  dodici  mila  ferirono  iModomh^cbe'l  gran Cam.  I  m  per  atore  ne  tie- 
ne per  la  fu  a  guardia  .  "Paolo  Vencvodice  ,.  ebein  Timochai  Idearne  di 
Ttrfiafono  caualli  grandi  e  belli ,  cbefficjfo  fi  compra  l'uno  dugentQ.  li- 
bre Verone fi  :  Roberto  Cenale  ferine  che  nel  tempo  di  Salomone  quattro- 
'  caualli  per  tirare  vna  Caretta  furono  appreigatifeicento  Sìcli  >  cioè  du- 
genio  quaranta  coronathattroue  ancora  jpecificandoy  ebe  ogni  cauallo  il 
Caualli  qualvfciua  da  l Egitto  valea  feicento  dramme.  Hauea  effoEjS  storno-  G 
in  che^z  ne(come  fi  legge  nella  Sacra  fcrittura )  quaranta  mila  prefepi  di  canal- 
zo  j  J  ceni  li  d<a  carri  e  da  fonie  _y  e  dodici  mila  di  quelli  ebe  portauano  i  Soldati'.. 
pò  di  Sa-  T^ari-a  il  CadamoHo  >  che  nel  Eseguo  di  SenegaTsiegritiy  cerne  che  t  ca- 
lumane.   uam  con  difficoltà  vi  fi  nudrifeane  per  lafeccità  della  terra^che  non  pra 
duceberbaggiy  &-per  lo  troppoxaldo  >  die  jpeflo  per  laflranguria  dell'o- 
rina gli: Jn  crepare:  nondimeno  fene compra  g>-an  copia  ;  mx  fi  caro , 
che  per  vn  cauallo guemito  danno  dodici  e  quattordici  Schixui  :  e  dappoi 
che  l'han  co  mproygli  fanno  certi  incantejmi  con  parole  efuffumigi;  e  tut- 
to bagnato  di  fottiliffimo  vnguento  il  fanno  fi  art  afeofo  m  cafa>  quinde-  ,_, 
ci  Ò  venti.dìycen  certi  Breui  attaccati  al  collo  inuoltiin  cuoio  rofio,&co^ 
fi  credono  quelli  diventare  piùgagliardl  epikficurineile  battaglie.  Siro, 
bone  pur  fa: fede  in  fndia  efiertenutii  caualli  in  tanta  filma  ,  e  di  tanta 
pre%70ychenon  ^lecite  ad  buomo  priuato tanerene  queflì ,  ne  Elefanti: 
effendo  cefeycheprepriamenteappartengeno.a'  Kjfali  tfi  come  chiara^ 
mente  Euripide  affermò*)  che  camiti  edanari  fon  cofà  da  Ej \non  pur 
Caualli  e &$&&, yWW  dopo  mortai.  "Però  ingegmfamente.  Virgilio  induce  che 
danari  co  prafì ondo  Enea  per  la  marina  di  Epiro  >  trai  principali doni  >  cheHe- 
k  dtRe .  i&tQ  di  Priamo  Bj  figliuolo  gli  fece  yfuto  i  caualUc  arme.  :  <£rdie  da 

fot 


bEl  CJVJLLÒ,  1 13.  I.  *$ 

"jl  pòi  che  fa  giunto  in  Italia^  gli  n^mbafciatori  da  lui  mandati  il  I{£L4~ 
tino  dona  vn  caualloper  vno ,  guernitidi  vaghifjimi  ricami  di  Oflrot 
d'oro:  e  [celti  dal  numero  ditrecento  ,  che  ne  tenea  hvlUjjìmiin  itlal-    , 
la  :  e  duoine  mandò  ad  ejfo  conia  garrotta  -tibiali  pè'r  dinotare  che  r.;:ar 
fufìero  afsai  fieri ,c  eli  genero  fo  Ugtèùggio ,  dice  che  fair  aitano  fuoco  dalle  uano  Tuo 
narici  (come  fi  d-i^e  etiandio  di  vn  e  afta  ih  diTiberio  Ce  far  e)  &  che  e-  co    dalle 
rano  della  venerazione  &?'  cauallì  del  Sole  >  ma  bastardi  :  hauendo  narIC1  • 
Circe  fen%a  faputa  del  padre  (ottopode  à  queidiuini  le  giumente rnor- 
tali: fi  cortizLmàino  ifaone .  Il  che  Seruio  mostra  efserfi  tratto  da  Ho- 
mtro  >  che  tali  induce  ef sere  fiati  i  cauallì  d'^inchife  ;  "He  i  cui  giachi 

B  efsequiali  ilmsdejhno  Enea  per  vn  premio  fplendidifjìmo  propone  al 
primo  vincitore  vn  cantilo  tinto  adorno  di  ricchi '(fimi  vuemimenti .  li  .  "Giochi 
far  di  quefli giochi  (auallerefchi per  honor  e  memoria  de  i  mortiy  è  mot  fchiin  ho 
tto  antico:  per  che fi  leggono  appreffo  Homero  quelli  che  per  Tetrodo  nor     de' 
fé  fare  achille  :e  "Platone  nella  ftd  Hepub.  ordinò^che  fifkcefsero  ogni  Morti . 
anno prej io  i  Sepolcri  de*  Sacerdoti  con  bella  muficatma  antichifjimo 
anco  è  che  tutti  gfllluflri  h  nomini  fi  Ciano  dilettati  di  belli  candii  e  ben 
ornati;  fi  come  tra  i primi  doniche  Menelao  proferfe  a  Telemaco  ,  era- 
no duoi  e aualli  eletti;-  ben  che  colui  non  gli  accetafse ,  per  nonefser  atta 
Itacajfuopacfe-)  à  mantenerli^  fecondo  che  Horatio  pur  conferma  .  E  r>onifar 

C  tr -ai  molti  doniche  Euandro  narrarla  dibattere  in  gioventù  ricaviti  da  ti  da  di- 
xAnchife ,  erano  siati  duoi  freni  & oro  ;  i  quali  pofeia  eglihauea  dati  à  ueKUica 
Vallante  fuo  figlio .  Volendo  Lodonko  S forra  folle  citar  e    all'ini  ^  ~fa  ua'"* 
diTsfjpoh  Carlo  Ottauo,gli  mando  ^faharro  Sanfeuerino  con  vaa  clet- 
iiffima  quantità  di  cauatli e  d 'arme >co'  quali  effer  citando  fi  dau  ami  al 
1\èil  valor  ojb  giouanc,gli  venne  in  tanta  grati  a ,  che  fu  da  lui  fatto  (a- 
ualiere  del  primo  ordine  (come  ferine  il  Comineo)  ilq  rial  b  onore  non  f noi 
darfife  non  ad  huomini  prouatiffimi .  Guglielmo  Ter%oper  honor  are 
tyapa  ^tlefiandro  Ter%o  >  che  volea  andare  à  Vinegia  per  pacificar fi 

w  con  Federigo  13 arbarojfa;  gli  donò  molti  le ggiadri  causili  di  pelo  bian- 
co. Marco  Aurelio  lmperadore  convnafua  lettera  rende  grafie  à  Tor- 
quato di  vno  "VoUtdro^chein  dono  gli  hauea  mandato.  £  Marco  Marcel 
lo  (come  Tlutarco  racconta  &  altri  molti  )  volendo  acquillarfi  l'ami- 
citia  di  vnghuane  nobile  J^lano^  laquale  molto  gl'importaua  in  quel- 
la guerra;  gli  donò  va  bel  cauallo  :  e  quello  dono  fu  d'i  tanta  for^  che 
soliti  diiieme  coflantiffimo  e  fedele  .  Marco  Coriolano-,  per  lo  buon  feriti- 
gio  da  lui  oprato  nella  guerra ,  eplendogli  conceflo  che  innanzi  la  diui- 
fione  della  preda  fi  eleggere  dieci  di  tutte  le  cofey  tanto  Schiam^quanto 

kcaualli  ;  e  di  più  efìendogJi  donato  dal  Confole  vn  bel  smallo;  rifpofe  > 
'B     $  Io 


od  _  *Z>  E  l  l  jl     G  l  0  \1  \A 

Iq  fommaménte  fon  lieto y  per  effer  lodato  da  voi  :  &  volentieri  acceto  £ 
il  cavallo  per  premio  di  fortezza;  mal  altre  cofe  che  parte  merce , 
parte  ornamento  paiono  apportare  ynon  accetterò  già:  &  conquefloe- 
gli  volfe  Tiare  alla  commune  forte  di  tintigli  altri;n'Ala  addimandan- 
do  fuor  de  l"ordineyfe  non  che  fi  donafie  libertà  ad  vn  certo  Volfco  ,  huo- 
mo  da  beneyfuo  hofftite  &  amico.  £t  Tompeo  Colonna  y  quel  chefùpoi 
grandijfimo  &  formidabile  Cardinale  >  militando  nella  prima  fua  gio- 
uentìt  con  Fahricio  fuo  7J0  ,  per  effere  flato  il  primo  che  con  la  fua  com- 
pagnia die  aualli  ributto  iFrancefi  dal(jariglianoy  doue  h amano  già 
fktto  il  ponte ;àfommo  honore  fi  prefe  >  &  hebbe  carijjimo  quel  cauallo  > 
cioè  da  Conflitto  ^igidario  gran  Qipitano  gli  fu  donato.  Veramente  & 
quanto  commuova  gli  animi  giovanili  ildefiderio  de'  caualli  >  fi  puh 
confiderare  da  quello  fdegno  y  che  moffe  l'Infante  diK(auarra  ad  acev- 
far  la  I\einafua  madre  di  adulterio  ;  fola-mente  per  non  battergli  ella  ( 
•voluto  concedere  vn  cauallo  >  che  con  fommaiflan-rale  haueariebie- 
HoMa  madre  del  gran  Soft  (  racconta  il  Barbaro  )  che-  quando  viene  da. 
alcun  remoto  pae fé  à  vi fitar  il  figlioli  primo  dono  che  gli  offerifee  ,  è  vn 
certo  numero  di  eletti caualli'.non. potendo fi  à  quel  I\è  donar  mai  cofa 
più  grata.  Vlutar.  dicey  che  tutti  color oy  i  quali  anticamente  nelle  Cor- 
ti di  'Trencipi s' andauano  ad r  offerire  y  fottomettendofi  alle  infinite:  no-  r 
ie  >  ch'ini  fi  prouano;  fi  moueano  per  if^eran^a  dibatterne  alla  fine  al- 
cun cauallo  di  molta  slimas.  Jltal  propoftto  fa  quel  detta  che  tra  le. 
Cp-eche  "Parerne  è  notato ;  cheeffenio  vn  gioitane  efiortato  a  licentiarfi 
dalfoldo  del  I{e  Filippo ,  &  à  vendere  il  cauallo  y  rijpofe  non  voler  fa  re 
ne  l'vnoyne  l'altro  ;  perciò  che  il  Ej  lo  mintene :ia  >  e'I  cauallo  il  foHe- 
nea-j  :  Ideile  quali  parole  fottolaper fona  di  z^iriflippo  Horatio  fi  fer- 
iti y  dicendo , 

Splendido  affai  più  fi 'a >  che  dal  cauallo 

Tortatoye  dal  mio-  He  nudrito  i'fia  .  Quefli  affetti  bel- 

Giouanet  tamente  efprime  il  mede  fimo  ;  deferiuendo  nell'arte  i  giouanettiyfubi-  # 
ti  dilettar  t0  c'}>an  [afeiato  il  guardiano-  y  allegrar  fi  di  caualli  e  di  cani  per  le  bsl- 
jj  le  campagne  apriche  ;  fi  come  parimente  ilVrencipe  de'  Latinipoetiy  il 

quale  delle  cofe  di  caualli  fu  efoertiffimo  y  induce  jlfcanio ,  chegioiua 
nelme^o  delle  valli  trottar  fi  fo-pra  vn' ardito  cauallo;  &  cofi  dimoflray 
che  dauanti  alla  Citta  del  Rj  Latino  i  Troiani  trattar 0  vna  moltitudine. 
di  giouani  ycbefi  esercitavano  in  maneggiar  caualli  >  e  domar  Carri  in 
quella  polue. 'Bellamente  ancora  gli  accena  il  Comicoydoue  diceva  mag- 
gior parte  de'  giovanetti  impiegare  /' animo  à  qualcb'vno  di  quefli  fludiy 
à.dinudrirecajtallij  à cani  à cascia;  òdi  gire  à  Filofofi  .  Certamente  il 

diurno 


vii  cjtvjitOy  ns.t:         ai 

14  diuìno.  Platone  vuole,  che  tutti  igiouanì  per  fuggir  l'ocioy  diano  oper* 
alla  cacciapià  toHo  che  ad  altri  piaceri  :ma  che  principalmente  fegua- 
no  i  maettri  di  Caualli  ;  imparando  di  trar  lefionde^e  gli  archi  :  e  i  dar-  a  ^J  jj* 
di,coftda  l'vna  mano  come  da  l'altra:  perche  quantunque  l'^igricoltu-  Piu  hor.o 
ra  fiagioueuoleàfkr  i  corpi  robusiiper  la  fofferenxa  delle  fatiche:  e  gli  rato   che 
animi  ancora  forti  contrai  pericoli ,  per  info  di  difendere  le  fue  cofe  ;  'llu»'al- 
tuttauia  viene  à  conchifere)  che  leffercitio  delle  arme  e  de' Caualli 
ejfendo  cofi  nella  guerra  vtile ,  è  propriamente  egregio  &illi(Jìre;  là 
doue  tintigli  altri  corporali  non  fono  nobili  ;  o  per  dire  ilfuo  vocabolo  > 
non  fi  dicono  liberali,  cioè  conuenienti  ad  h  uomo  libero,  e  bennato. 

*B  Ciò  medefimamente  nelle  fue  leggi  ordinaua  Socrate ,  che  i  fanciulli  da  ì 
primi  anni  s  auajaffero  à  caualcare  caualli  veloci:non  già  feroci,  ma 
vbidientiffimi  ade  briglie  :  &  andaffero  à  vedere  la  militia  di  lor  pa- 
dri, per  apprendere  i  modi,  ch'ejfi  da  poi  hauefsero  à  tenere .  Eu- 
ripide meflra,  come  i  figliuoli  de  i  Bjfin  dalla  fanciidiexja  fi  deono  ad- 
destrare alla  difciplina  (auallerefca:  &  in  pia  luoghi  Senofonte  ne  ren- 
de fede,il  quale  ftudiofo  fu  già  delle  belle  lettere,e  nulla  di  meno  Hudio- 
fijfimo  ancora  fu  del  caualcare,  &  carijfìmo  tenne  vnfuo  caualloEpi- 
daurico  ,  fi  come  Eliano  già  ferine .  Il  magno  Carlo  Imperadore  hebbe 
tanto  diletto  in  far  mantenere  diuerfe  B^a^e  ne  ifuoi  ì{eami ,  che  per 
far  trottare  i  veri  modi  &  le  falde  ragioni  digouernare  i  caualli,  e  di  ri- 
mediare à  tutti  lor  mali ,  fé  raunare  vngrandiffimo  numero  di  Fiftci ,  e 
di  Cirugici  approuati  &  fitmoft,iquali  congiunta  la  Theorica  con  la  Tra- 
tica,&  fatta  diligente  difcuffione  su  ogni  cofa,gli  diedero  ferini i  lor  pa- 
reri:St  cofi  ancora  in  piu  moderni  tempi  f appi  amo  batter fatto  il  Magna- 
nimo lAlfonfo  Bj  di  dragona ,  tenendo  in  T^apoli  lafua  corte .  *JfyCa 
che  bifognano  à  ciò  ef  empio  ?  fé  vniuerfalmente  fi  vede ,  che  quanto  la  perf0ne 
perfona  è  piu  nobile  ,  piu  poffente ,  è  più  gentile, tanto  con  maggior  affet-  gentili  »  e 
tione  cjr  induflria  fi  diletta,&  fi  gloria  di  caualli ;7{è  già  modernamen-  notabili^ 

jr>  te  queslo  costume  s'è  introdotto,  an^iquafi  dai  primi  fé  coli .  Et  perche  ^llelcai]jI. 

,  fecondo  Taufania  le  maggiori  ricche7^e,  che  da  gli  antichi / ìfofìero 
potute  difiderare ,  erano  i  copiofi  armenti  di  'Buoi  e  di  caualli ,  come  di 
animali  più  neceffari  alla  vitahumana  .  Homero  volendo  inferire,  che 
achille  non  hauea  cagione  di  portar  odio ,  il  fa  dire  7 

Kfon  mi  rubaron  mai  caual,ne  Bue . 
Et  per  lafomma  degnità  eh' è  nel  Cauallo ,  fi  vfaìia  altre  sì  di  dire  quan- 
do vno  da  cofe  honorate  fufie  calato  à  cofe  uili .  Prouerbi j 
Ei  da  caualli  ad  Jtfm  è  difeefo.                                              pf  opofi  to 
tt  all'incotto  qualhora  di  baffa  natione fi  fi.fìe  ^tenuto  ad  alto  grado;  q  4e  cauallu 
.,                                                           B     2         che 


> 

e&e  da  ignorante  rnaeslro  vn  dotto  difcepolo  fufie  vfcito  fi  diccua.  « 

T>*J  l \Afino  il  cauallo  è  prouenuto  . 
E  volendo  fi  dire  vna  cofa fatta  contatti  isforzi,che  fian  poffibilì,  die  e  uà, 
fi  in  proverbio  ,con  (arri  e  con  C aiutili ,  ò  con  Vele  &  con  Caualli  ;  fi  co- 
me vagamente  F.Tetraca  dette  fuedifauentureamorofe  dolendofi,cata, 
H or  fa  Cavalli,  borcNiaui» 
Fortuna,  che  mio  malfempre  è  sìpreHa: 
Quafì  dicejfe ,,  ch'ella  in  ogni  modo  il  perfeguitaua ,  come  nemico y  che 
per  terra  e  per  mare  s' apparecchi  di  muouer  guerra  :  T^onefiendoco- 
Caualli  ac  faper  ?°  guerreggiare  piA  importante,  che  l'apparecchio  di  Caualli y 
u  al  far  con  ùì>  fiacofa  che  rara  fi  legge  perle  anticÌK  e  per  le  moderne  hìfiorie  p 
guerra,     quella  vittoria  eh?  per  valore  di  (aualleria  proceduta  non  fujje .  Già 
fé  miriamo  a 'Cjreci,  infiniti  fono gli  effempi,  che  ponno adurfi  :  ma  a. 
me per bora  batterà  queftovno  testimonio  di  Oro/io,  ilquale  ferine  che 
Filippo  Ej  di  Macedonia  fuperate  le  Città  di  iAthene,e  di  Larij]ayirma^- 
fe  la  Teffaglia  non  tanto.per  dtfiderio  di  vittoria  yquantoper  ambinone 
di  baiicr  fottodifei:  caualleria  di  quelpaefe ,  per  far  fi  vn 'efferato  fio- 
KÌtiffìmo&inuitiJfimo-,comepoiglijìicceJfey  perche  foggiogati  i  TeffaVi 
&  aggiunte  le  loro  turme al fuo'efiercito ,.  fife  Signoredi  tutta  la-  Cjre- 
cia,  e  foggiogata  ancorala.Tr  accia  paff andò  incontra  Scithiy  auuenga 
che  di  numero  l ' auan'^affero,  purglivinfe  in  vnapugna ,  prendendo  pìri-  G 
gioni  ventimila  di  loro  con  gran  copia  di  bestiami,  tra*  quali  mandò  W- 
eJftCàcedvnia  venti  mila  Caualle  nobili  e  perfette  >  per  rinforzare  la. 
^a^afua  :■  EtTaufania  yvccifo  lui,gia\per  virtù  di  quei-  (analliche 
Olimpia  (giuftamentc  lieta  della  morte  di  chi  l'haueua  rifiutata)  glifi 
trottare  in  apparecchio  ;  potè fatuarfi .  Se  vogliamo  mirare  a1{pmaniy 
Vittorie  chi  non  sa;  la  maggior  parte  delie  vittorieyche  conféguirono  contxa  Car*- 
confegui-  taginefcejferfi  cwfeguìte  per poffan%a  di  caualleria  l  Queflafèguada- 
man  i    &  $nare  la  giornata  à  Claudio  Isocrone  appo  (frumento, d'oue  morirono  tre- 
altri    perdici  milla  ^Africani  :  e  quando  egli  mede fimo  partito  di  Canofa  andò  à 
poflanzj  congiiignerfi  con  Liuio  Salinatore  fuo  compagno  à  Sene gaglia,  fendali 
di  caualley£rwe,  Yauedereniunode  i  duoi nemici  :  fi  cbefconfìtotAfdrubaley  con 
gran  pofan^afiriuoltarono-contra  Annibale  ^veramente  de  i  cauali  beh 
bea  lodar  fi,  che  furo idonei  à trafeortare  in pocbiffimo  interuaUo  dal- 
la Tuglia  alla  B^omagnail  neruo-de  l'efiercito  Romano .  La  caualle- 
ria già  fece  vincitore  Sertorio in Iffiagna contraTompeo  ;  cTompeom. 
Perdita ^di  jirmema  contra  Mitridate  ..Della  feonfitta che.tJH'arco  (rafio bebbe 
colura   i  darpartbifò  cagione Vinci -edibile 'numerode'cauallinemici ';& -nel me- 
Far  chi .    defimo pericoloyper  la  medefimafor'rafiLtrQHÒi'efferx.itQ  di  Marc' ^fnto 

mov»y 


tu  cjv  jiiOy  lì  è:  i,       sj 

•V  filo  vn'altra  volta.  Ter  vn  agnato  di cauaUi-y  ferme Fróniinoyche  Mi"    "Minuti* 
*     nutio  Bjtjfo  vinfe  in  vna  giornata  campale  i  D  aci  ;  e  QJFabio  futili  ano  Ru  ffo  ha 
maesìro  di  caualieri,&  ornatiffimo  fiore  di  quello  ordine ,  per  for^a  di  ^JS*! 
■caualleria  vinfe i  Sanniti^uando  hfeiato  luogotenente  da  Tapirio  Qtr-  j^cj, 
forey  benché  gli  fiflc  ftito  vietato  di  venir  a  battaglia)  in  afien^a  del 
generale;  nondimeno  Jpinto  da  giovanile  ardore  fi  a^nijfò  ;  etrouaua- 
fià  mal  partito  ,y  s'egli  non  baveffe  ordinato  a' fuoi  Soldati  y  che  le  nate 
le briglie a: 'Jor cavalli  yimpetvofamzate fi foffero  calati  contra  nemici; 
da'  quali  in  qnefìo  modo  quafi  di  mano  ritorfe  la  vittoria  allafua  bandai 
Maegliper  ladifubbidien^a  vfatanon  harebbe [campata  la  pena  della 
g  vita .;  fé  tutto  il  popolo  non  l'bauefie  public amente  richiedo  ingratia  <à 
Dittatore)  come  Liuio  ferine  ;  Tofciaeffendo  egli  la  feconda  volta  Con- 
foloynon  mancò  che  non  nomin  affé  per  Dittatore  efìo  Tapirio;  profponen-    Vittorie 
do  Podio  frittata  al  benepublico .  Qnefìo  Fabio  fi  dicetffere  flato  il pri-  ~L  foci 
mo  ad inslitvire  che  i  Cavalieri  Bom ani  alla  mit  a  di  Luglio  fkcefero  la  /a  di  Ca- 
rajfegnaye  fi  dice  che  all'hot 'a  tutti  comparivano  coronati  di  verde  Olino-,  ualleria» 
jtnticafn  questa  vfan^a  e  frequentiffima  di  Germani ,  die  tolti  i  fi-eni , 
edandodìfproni  a% lor  cavalli  fi  fkceff ero  per  fQ'r%a  aprir  la  slrada-*. 
Et  con  tal  inda  slria  ferine  Floro  >  che  nellz  guerra  de'  Latini  Cofìo  pur 
maesl.ro  di  cavalieri  fu  vincitore.  Q> fi  parimente  ruppe  i  (feltiberi  Fui- 
C  uio  F lacco y  dove  faro  tagliati  a  pe^xj  diceffette  mila  Spagnuóli  5  eprefi 

fin  di  tre  mila  :  perlaquale  vittoria  baiata  per  valore  de"  Cavalieri  TeP*°   ^ 
egli  confacrò  vn  tempio  alla  Fortuna  caiallerefcay  come  da  Celio  fi  di-  ^  forcu- 
moflra.  Spernonpafìar  con  filentio  alcuni  effe mpi  più  moderni ,  che  na  cauaU 
mi  fouvengono  ;  con  la  moltitudine  di  cavalli)  che  di  trecento  mila  lerdca. 
paffaro  il  numero  y  il  grani 'amerlano  Bj  de' Tartari  y  valicato  l Eu- 
frate) conquiHò  l'Jifia  minore  >  vincendo  il  potentìffimo  Bj  de'  Turchi    Bai^r£t(> 
BaiaxetOy  ilquale caduto  à  terra  per  la  morte  deljì'o  cauallo  y  fu  menato  aerato  da 
prigione  >  epófìo  in  vna  gabbia ,  dove  stando  fatto  la  menfa  del  vinato-  Tamerla- 
remerà  a  guifa  di  cane  di  frammenti  paf cinto  ^    Simile  fu  ile afoy  che  no* 
deferiffe  Virgilio  di  Me^entio  :  Somigliante  fu  la  prefura  del  I\è  Man- 
fredo preffo  a  rBeneuentOycbeferutogli  nell'occhio  il  cauallo  yfu  vinto  da 
(farlo  d'^/Lngtvy  ilquale  nella  battaglia  che  fece  con  V  efferato  della  leg- 
gayfcampò  da  infiniti  pericoli ,  <&  alla  fine  hebbe  vittoria  yper  lo  valore 
d'un  fvo  cauallo ,  che  poi  morendo  fu  reputato  degno  di  fepvltura .    E  fi  .. 

Carlo  Ottano  l{è  diFrancia  ritornandofene  da  Italia  con  poca  gente;  ef-  virCll,ri 
fendogli  contraposìo  V efferato  del  Duca  di  Milano  con  numero  affai-s>c\  mezo 
maggiore:  mentre  che  i  nemici  difordinati  attendeuano  alla  preda  de'ca-  ,<k\au*lll 
TÌaggi;  che  egli  ferendo  to'  fuoi  cavalli  arditamente  gli  ruppe")  &j€gi.ì 

2    4        lor 


lor  malgrado  ilfuo  viaggio  :  hauendo  poi  a  dire  molte  fiate  >  che  la  vit~  g 
tona  è  proceduta  principalmente  da  vn'eccellétiffimo  caualto,cbe  Carlo 
Duca  di  Sauoia  gli  ha  uea  donatoci  mediocre  flatura(come  narra  il  (q~ 
mineo)dipelo  Morello,villano  di  Spagna  ,  e  cieco  d'vn'occhio  ,edi  venti 
quattro  ann'v.à  cui  nelV  auan%o  della  vita  conceduto  ripofo,  nella  morter 
gli  fu  dato  fepolcro  con  molto  bonore.Tarimente  lo  [campo  nella  perforici 
Re  Ferra        ^  Ferrante,  ilgiouane,  quando  daFrancefìhebbe  la  rotta  in  Semi- . 
te  il  gio-  nare,  fu  quel  cauallo  ,  che  gli  diede  Giouan  di  Capua  :  ilquale  per  fal- 
uane  co-  uarilfuoBj ,  contentato  fi  di  reHar  fra  nemici  à  piedi  ( come  il  Giouio- 
meffTcarn"  narra)  vi  reflò  morto  :  Ter  lo  qual  generofo  atto  il  fratello  ^Andrea,  e 
tulio.       S^  altri  fitoi  largamente  ne  furono  premiai .  Quando  Vualaco  Dr  acole  F 
volle  mandar fujjìdio  ad  Vladislao  Rj di Tolonia contra  ^.murate Tur- 
co; ancor  a  che  diffuafo  gli  haueffe  cotal  imprefa;tutt aula  gli  mandò  Ufi 
glio  co  duemila  Caualieri:&  co  fi  a  lui  come  al  detto  proprio  fuo  figliuo- 
lo donò  vn  caualloper  vno  difomma  velocità;dicendo  ch'egli  antiuedea 
come doueano efiere perditm-.per tanto hauea giudicato  bene,chefs  tro~ 
uafiero  a  mano  quei  Caualluiqualinel  bifogno  almen  con  fuga  gli  fatue- 
rebbono;.&  riufcì  ilfuo  prefagio-,  che  questi  Caualli furono  il  lorofcam- 
po  dalla  maggior  moltitudine  di  Caualieri  nemici.  E  quando  il  Rj  tran- 
Vittoria  cefco  fé  calare  yin  Italia  fotto  la  guida  delTriuultio  ,  delrHauarro,edi 
à*[  Re      Lotrecco  >  ilfuo  efferato  con  innumerabile  quantità  di  Carra  tirate  per  **' 
eleo,  p^ipi  con  ia  continoua  fatica  di  cinque  mila  caualli;  iquali  a  tal  efierci- 
tiofogliono  i  Francefi  fcegliere  gagliardiffimi,e  non  domati(come  il  Gio- 
uio fcriuej  e  con  gran  presogli  comprano:quafi  nella  prima  giunta,per 
virtù  di  mille  caualli ,  che  à  guaito- pafl  aro  il  Tò ,  entrati  all' improuifo 
in  Villa  franca,&  affediato  m  cafa  il  Sig.Trojpero  (olonna,ottimo  capi- 
tanoylo  coftrinfero  ad  arrender jt  ad  Obegnino  :  e  con  grandi  (fi 'ma  preda ... 
<        ne  menaro  vn  grande  numero  di  prigioni .  zJfyCa  poi  quando  itmedefì- 
mo  Ugnella  giornata  di  Tania  fi  trouò  intorniato  dalla  caualler-ia  Im- 
periale; morendo  fi  di  fotto  ilfuo  cauallo;  fu  corretto  di  renderfì  an-  -* 
ch'egli  con  altri  molti  Signori  al  valorofo  e  faggio  Don  Carlo  de  la  l^oy* 
Viceré di'Hapoli  ;chepofcia  meriteuolmente  fu  fatto  Trenc'pedi  Sol-' 
mone  .  E  dalla  caualleria  che  gnidaua  Don  Filippo  di  codini  figlio,fpec— 
Ito       ,.  ch'io  de  Ik  virtù  \  &  ornamenti  della  milkia>fu  rotto  Tiero  Stroxgia. 
Pie.Stroz  S-araualle:  ilquale  poco  dianzi  appena  fuggendo  era  fcampato  da'  ca- 
ii»  ualieri  Imperiali  prefìo  alla  Stradella  :  fi  co  me  nel  feguente  tempo  vn?  -■ 

altra  volta  il  mede  fimo  hebbe  rotta  nella  Tofani  dalla  caualleria 
che l Signor  Marcantonio  Colonna,  el  Signore  Conte  di  Santafiorey 
magnanimi  (fapitani  >  hausaano  ingmerno  .  E  gli  anni  auanti  quandi 

Iran- 


Di  L  C  jt  V  J.  I  LO,    L  1B.  L  25 

jt  Francefi  andavo  àCaua,  del  Viemonte,quanto  fu  manifetta  lapoJfan?a 

della  Caualleria,che  conducea  l  accortijjìmo  S.  Duca  d'jL  malfi  (  che  in  Cun,-0  co 
men  diquattro  dì  da  Jlfiifopragiungendoui,ruppe  i  nemici,  &  liberata  me  fup[c 
da  affedio  laCittà,la  munì  di,  vettouaglie  e  di  Soldati  contra  ogni  futu-  foccorfo. 
ro  afìaltoSi  come  nouellamente  il  S.zJWarcbefe  di  Tefcara,  degniamo 
figlio  di'fluel  gran  Marchese  del  Fabio,  la  cui fama  eternamente  farà 
per  vivere;  col  valore  de1  fuoi  cauatliportò  foccorfo  à  Cunio,ftretif[lma~ 
mente  da'  Frante/i  affediato  ,  <&•  oppugnato:  Contra  i  quali  medefima- 
mente  non  guari  da  poi  laCaualleria  ha  donata  memorabil  vittoria  al 
generofiffimo  S.Duca  di  Sauoia,prefio  à  San  Quintino,  mettendo  in  rot- 

#  tail  dìdiSantoren'xo  Vanno  tV  II. venti  due  mila  fanti  con  molta. 
ftrage ,  prefo  con  tutta  la  nobiltà  il  gran  Contefiabile  della  Francia  .  Si 
che  giujl amente  fi  puote  dire,hauerfì  lui  confermata  per  fua  virtù,  l'infe- 
gna  de  i  duoi  caualli  bianchi  in  campo  roffo,che  tra  l' altre,  di  che  rifplen 

de  l'antichiffimafuafamiglia,fu  già  da' fuoi  valovofi  progenitori  per  Ca  czCiiiftQ 

•  ttalerefcbe  glorie  acquijiata  .  Hor  che  dirò  del  conqmfio  fatto  del  mondo  dej  Mon- 
nuouo?  Certamente  apertiffìmo  teflimonio  rendono  quelle  fiifìoriey  come  do  nuo- 
la  maggior  parte  di  quelli  popoli  folamente  per  iff>auento  de  i  caualli  aa  media 
eran  cojìrettià  voltar  le  fp alle  ,  confejfando  cIk  à  vedere  vn  Caualier  ,  JÌ-:  ^  ua 
lorparea  diuedere  cofa  fopra  humana  &  ammirabile SPerò  dimoflra  bé 
Claudiano,con  la  caualleria  attamente  poter  fi  i  'Barbari  foggiogare,  la 

doue  dice  ,  Treffofia  l'afpro  Fafi  dal  cauallo  y 

E  corretto  àfojfr ire  il  ponte  yi raffi \ 
T^on  tralafcvem  qui  pure  di  raccontare,  che  qualla  antichiffìma  im^ 
prefa  di  Troia,  doue  fletè  tanti  anni  occupata  l'afta,  &  V  Europa, 
non  fi  terminò ,  fé  non  col  mislerio  del  cauallo  \  del  quale  come  che 
y arie  fi  trouòefsere  fiate  l'opinioni,  alcuni  dicendo  che  i  (freci  fian-  Miiferio- 
chi  del  lunghiffimo  &  vano  affedio  ,  con  fintione  di  ritornacene  ,  la--  del  canal 
fciaro  vn  cauallo  di  legno  (però'Durateo  da  Homero  appellato)  di  J°„  tenni- 
£  tanta  gronderà ,  che  non  fi  fufie  potuto  riceuere  dentro  la  Città,  fen-  J^jp^J, 
^arouinare  vna  gran  parte delle  mura, come  fé  per  voto  di  T  alla  de  ia„ 
fabricato  l' hauejfero  ì  &  che  per  inganno  di  Sinone  i  Troiani  perfuafi ,. 
che  fé  quel  cauallo  entroducefsero,i  Greci  non  potrebbono  mai  più  mito- 
nere  l'arme  incontra  loro  \  non  hauutafifede  à  (fàfsandra  che  gridaua 
il  contrario ,.  fi  ridufiero  à  ricettarlo  per  la  porta ,  che  Scea  ciò  è  finir- 
s~ìra  per  lo  fini flro&  infelice  augurio  ,fu  nomata  :Ter  la  qual  apertura 
i  Greci,che  s'erano  appiattati  in  vn  certo  luogo,chepoi(fecondo  'Talefar- 
to)s'  èfempre  detto  Infidie  de  gli  zsfrgiui.fopr  agiunti  di  notte  alfim- 
froHìjbf  &  entrati  atta  Città*  mentre,  chei  Cittadini  fieramente  ab* 

Wide  nana 


\6  ?)  E  LI  ti    G  10\Ì  Jt 

tendevano  a  ripofarfi;  la  mijero  tutta  a  foco  :  jll  che  corriJponde'<*  * 
fattola  de'Toeti 3  i  quali  foggiungono  ■>  dentro  e  fio  Cauallo  efiere  flati 
rinchiufi  intorno  à  tre  mila  Soldati  armati:  ffltri  (fra'  quali  è  Vlinio  ) 
flimando  chef  uff  e  fiata  vna  machina  da  batter  le  mura-)  dellaqnak  E- 
peofu  inuentore-t  fi  come  i  Cartagineft  de  l'ariete .  Tuttavia  comunque 
Caualli  ef  s'andafie  ilfattOyin  verità  fi  trouano  i  caualli  ejjere  fiati  d  vn  certo  mo 
iere  ita  ti  d0  fatali  alla  rouìna  di  quella  Città  due  altre  volte;  l'vnaprima,  e  l'-al- 
rouina  di  trapoi.  Conciò  fi  a  cof a  che  hauendo  Laomedonte  promcffi  ad  Herco- 
Troia- .      le  certi  (aualli  belliffimiy  che(ft  come  Higinio  dice)  caminauano  sii  l'a- 
refie  &  foura  l'acque  ;  pur  ch'egli  haueffe  liberata  Hefionefua  figli- 
uola ejpofta  al  Mofìro  marino  ;  colui  adempiuta  la  cofa ,  non  hauendoli  j 
confeguitiyfi  moffeàfdegno  >  &  efpugnata  la  Città;  l'vccifeydando  il  Re- 
gno à  Tadacefigliuol  dUui>  ancor  bambino  >  che  poi  fu  Triamo  nomi-' 
nato  .  Quefii  (aualli  dicono  che  Laomedonte  haueffe  hauuti  da  Gioue 
perifcambio  di  Ganimede ,  fecondo  Celione  che  fuffero  fiati que'  caualli 
di  Troe,che  da  Homerofi  difcriuono  immortali .  Vn' altra  volta  fupre-     - 
fa  da  Caridemo  Capitano  di  Greci  figlio  di  Buangeloyper  vn  cauallo  che 
fi  trono  fermato  in  sùlaporta  ;fi  che  fu  impedimento  adlliefi,  che  fer- 
rare non  la  poteffero  >  fi  come  Plutarco  nella  vita  di  Sertorio  riferisce  ; 
e  co  fitti  in  rimembranza  di  tal  vittoria  dedicò  à  Tailade  in  acropoli  di 
^ithene  vn  cauallo  di  bron-^o  di fmifurata  grandezza  fimile  à  quello  di  G 
*A 'game 'none  già  nominato  ;  fecondo  che  da  Celio  fi  racconta .  Ma  doue 
fono  trafcorjo  io?&  àche  miuò  dilungando  in  argométo già  tanto  chia- 
rohhe  oltre  à  l' abbondantiffimafede  deglifcrittori  >  ogniuno  per  proud 
yede  di  giorno  in  giorno ,  quanto  neRe  guerre  vagliano  i  caualli.  T^on 
"porrei  tutta  via  parere  losche  coliamo  vantare  de  la  Cavalleria ,  taci- 
tamente biafimaffì  la  militia  a piedi  ;  conciò  fi  a  cofa  che  non  è  dubbio  > 
che  per  fare  vn  buono  efferato y  bifogna  hauere  de  gli  vni  e  de  gli  altri 
Militia  a  infamemente  :  Ma  egli  da  l'altro  canto  non  può  negarfi  >  che  la  militia 
cauallo     à  cauallo  nonfiapiù  honorata  in  certo  modo  e  pia  magnifica  .  Tuoffi  ciò 
honora--  ^a^e  ciuili  leggi  molto  bene  confider -are;  le  quali  à  tutti  gli  altri  vietan  H 
Le^ifo-  do  l'vfo  dell'arme  ■>  foto  àgentilhuominià  cauallo  concedono  il  portar 
lo  a*  gen-  della fp ada alato; fi  come  tra  le  Cofìitutioni  di  noftriI\è  &  Imperadoriy 
ti.lhuom  '  efpecialmente  di  Federigo  fecondo  fi  nota:  ilquale  hauendo  dati  innume 
lo  conce-  rabili  privilegi  diSoldatil^obili,  non  vuol  che  gli  godano  fé  nonquel- 
donopor  lische foflengono  il  pefo  de  l'arme  e  dei  caualli ,  &  che  offeruano  il  de- 
far  la  fpa-  coro  de  la  militiate Itroue  dicendo,che  l'arme  &  i  caualli  fono  ilfegno 
*"  *  &  Vhonore  della  militare  <&  equeflre  difciplina  e  degnitàyperò  in  vn'al 

trafitta  contra  i  temerari  Soldati  >  impone  la  pena  di perdere  >  l'arme 

&  i  caualli; 


bit    CjtVJ  ti  Oy  Il  B.    1.  17 

~&  ì  caualli;  come  cofa  che  pia  grane  fi poteffe  /limare  da  chi  fa  Hima 
*    de  l'honorfuo .  Etaquesla  è  conforme  quell'altra  di  Carlo  Trimo  >  oue  J^,™  ^~ 
tra  le  maggiori  pene  che'à difubidienti  s"ìmpongonoy  è  d  incorrere  nel  \Q  Primo 
Juofdegnoy  e  di  perdere  i  caualli  yTSljuna  cofadouendo  più  cara  effere  q.iute* 
ài  Soldato  y  che  la  grada  delfuo  Trencipe ,  &la  conferuatione  di  quel 
compagno ,  che  più  fidato  e  prefio  fi  troua  feco  in  ogni  cafo .  Bene/i 
vede  ancora  la  degnitàdi  queHo  meHiere  cauallerefco  ricettata  in  IJpa 
gna  anticamente  y  che  tutti  coloroycbe  m  quella  lingua  chiamano  Hjjde 
algo,tra  l'altre  immunità  chef  godono,  hanno  quefta,che  per  qual  fi  vo- 
glia rigore  di giufti'tia ,  che 'gli  cond'anafie  alle  robbeynonfi  pofiono  lore 

uB  togliere  ne' arme  ne  i  caualli  ;  &fe  alcun  di  loro  per pouertà  veniffe  ad 
efsere  artefice  di  cofe  appartenenti  a  caualli  &  arme ,  non  perde  punto  Certmo- 
dellafua dignità  e  prerogativa  >  fecondo  che  da  molti  m' è  fatta  fede .  Et  nie  che  fi 
bella  co  fa  e>  fé  vogliamo  oltf  acciò  andare  con fider  andò  quelle  cerimo-       ~n0  a 
nkycbenelia  corte  Imperiale  folknement  e  ft fanno  tutte  àcaualloyfi  co-  neua  cor 
meda  l'aurea  bulla  di  Carlo  quarto  fi  può  raccogliere;  oue  fi  legge,  che  telmpe— 
fiondo  l'fmperadore  affettato  nel fuofolioyil Duca  di  Saffoma  prende afa  ***** 
re  il  fuovfficio  in  quello  modo  ►  Starà  dauanti  alpalatgo  Imperiale  vn 
montone  d'auena  di  tanta  altcrgctyche  giunga  alpettodel  caualloyfopra 
iH  quale  ftards&  egli  tenendo  in  mano  vna  bacchetta  &  vna  mifuraytut 

C  tadìargentOy  che  pefino  marche  dodici; empierà  quella  mifura  d'auena, 
e  dar  alla  ad  vnferuidore;poifijfala  bacchetta  in  fui  montone,  lafcierà- 
il  Vicemere f calco  à.diHribtiire  ilrimanente.  Visir  cicancelliere  viene 
pur  à  cauallo ,  &  mentre- eh  e  Sia  llmperadore  àtauola,tiene  il  Suggel1 
lo grande appreffo  al  collo  ;  poi  lo  rimanda  ad  Cancelliere  fopra  vn  ca- 
uallo y  ilqual'egli  relìa  in  dono.  TlMarchefediBrandeburgzsfrcicame — 
riere  porta  à  cauallo  il  bacile  e' Ibocal  d'argento  pur  di  dodici  marche  y 
&la touaglia;poifmdntato  yda^acqua amano à llmperadore .  IlCon- 
te  Talamo  del  Rjno  entra  parimente  àcauallo  con quattro  fcndèlle  de 
argento  y  dì  tre  marche  l  vnaypiene  dì  viuandeyle  qualiglipone  dauanti 

®  con  gentil  modo  ultimamente  ilB^e  dì  Boemia  ,  ^Arcicoppiere,  vegnen- 
do  pur  àcauallo-convnacopa  d'argento  di  marche  d'odici ,  laporgeitr 
pedi  coperta  e  piena  di  vino  e  d'acqua ,.  ad  e  fio  Imperatore  0  Rjdi  J^p- 
maniehefìa..  ÓJferuafi  ancora  quello ,  che  forniti  cot  ali  vffici  ;  al  Fece*- 
marefcalto  dìTapenheym  refia  ilcaualloy&lamifura&  là  bacchetta 
del  Duca.,  jl  l fiotto  Cameriere  dì  FalcKenjìèynyilcauallóyilbocaley  e'I 
bacile 'del  Marche féuAlmaeHro  di  Cucina  dìl<[ortember gal  cauallo  &■ 
hefcud'elle  del  (fónte: &  al  Vececoppìere  dì Limpurgil  cauallo  <&  la  Cop< 
pk  del  Bg\.  T^e  intorno  àciò  èdatraiàfeiarfi  quel  che  nel  libro  d  Sfter 

fi  troua 


i*  D  t  l    V  U    C  l  0  f^l  j£ 

fi trotta  fcrittdyche  battendo  Hamanrijposto  al  Bj,  come  il  maggior  bo- 
nore  che  da  $Jfi  poteffefare  ad  vn'Huomo ,  farebbe  di  fargli  caualca- 
re  il  Ideale  cauallo  per  lepia^^e  de  la  Città  ,  ei  comando  ,che  co  fi  a  pun- 
to fi  fufie  Mordocb ai  bonorato  :  facendo  gridare  dauanti  à  lui  ,  che  in 
tal  guifa  il  Fj  honoraua  i  fuoi  più  cari.  Ma  questo  è  poco  nel  cauallo 
à  petto  di  quello  che  in  vna  (Ironica  narra  Francefco  Tamara ,  che  cer- 
ùlee antichi  di  quelli  Barbari  con grandiffima  folennità  fanno  camina- 
re  dauanti  à  loro  vn  bel  caualby  che porta  il  fuoco  ,  detto  Orimasda 
il  quale  come  Santo  tengono  in  riuerenxa .  Et  poco  è  che  cofi  le 
Ideali  cerimonie  come  le  facre  fi  facciano  col  cauallo  ,  fé  gli  jleffi  Dei 
(per  parlare  con  Senofonte)  tutti  vagamente  fi  dipingono  à  cauallo  ;& 
gli  huomini  in  ninna  foggia  più  glorio  fi  appaiono ,  che  qual  horaftan  be  • 
ne  acconci  su  bei  caualli  :  JL cortamente  dunque  i  B^omaniper  legge  co- 
stituirò ,  che'l  Dittatore ,  la  cui  potefld  ampiffima  era  &facrofanta\ 
non  doueffe  andare  à  cauallo  ;  non  tanto  per  dinotare  che  nella  guerra  il 
C  apiano  dee star  fermo  al  luogo  fuoyfen'ra  confidar fi  nella  fuga  :  quan- 
to che  e/fendo  quella  dignità  per  fé  grandifftma ,  non  voleano  che  infu- 
perbitafopra  vnfuperbiffimo  animale  >  Tirannica  diuentaffe  ;  ma  do- 
..      uè  in  tutte  l'altre  condittioni  egli  era  fuperiorefin  questa  fufie  inferior 
de'Caua-  Mi  popolo  ;  bacando  che  gli  fuffe  dato  in  compagnia  ilMaefiro  di  Ca- 
lieri e  fua  ualieri  ,  il  quale  femprefi  creaua  infieme  col  Dittatore. Solamente  àVa^ 
creatio-     bio  MaJJìmo ,  quando  fu  difegnato  Dittatore  dopò  la  rotta  del  Trafime 
ne*  no,  fu  conceduto  il  cauallo  ,  per  accrefeere  autorità  al  Maeftrato  in 

quel bi fogno  ;  efiendo  veramente  fkflofa  cofa  il  caualcare  ;  come  ben  di- 
moflrb  Tlatone  all' bora  che  montato  su  vn*  ardito  cauallo,  incontanen- 
te difcefeld terra,  dicendo,  fé  dubitare  che  dal  fusto Cauallerefco non 
fufie  venuto  à  contaminarli  di  fuperbia  disdiceuole  alla  fuaprofejjìo- 
ne .  Ma  i  Capitani  delle  guerre  ecceUentijfìmi,  quafi  tutti  à  cauallo  fi 
trouano  hauer pugnato  nelle  battaglie  publicbe-sTero  Limo  facèdo  men 
tione  di  L.Tarquinio  fatto Maeflro diCaualieri da  Ouintio  Cincinnato , 
dice  ch'egli  era  di  natione  patritia,  e  benché  per  pouertà  haueffe  à  pie- 
di feguito  ilfoldo,  nondimeno  fra  tutia  la  giouentù  Romana  s'era  fat- 
to chiariffimo  p  valore ;nel  che  feufando  la  pouertà ,  inferifee  quello  che 
conueneuole  flato  farebbe  al  grado  fuo .  Et  fé  C  efare  òqualch' un'altre 
baueffe  mai  combattuto  à  piede ,  non  per  altro  fi  confiderà  hauerlo  fàt- 
to,che  per  dar  animo  a' fuoi  Soldati,ò  per  alcuna  stretta  neceffitàytrouan 
dofi  in  luogo  doue  non  fi  fofi  e  potuto  il  cauallo  adoperare ,  di  cui  la  cam- 
pagna aperta  è  propria  à  dimostrare  l'ardire  :  Dal  che  l'antico  prouer- 
bio  fi  formò)  che  efiendo  alcuno  prouocato  à  cofa ,  in  che  più  vale,fi  dice. 

Il  cauallo 


H 


<2>£I    €  jL  V\ALLO>  h  I-B.    I.  *p 

'         II  caiiallo  incitato  alla  pianura . 
Et  in  quefio  certamente  la  caualleria  è  di  vantaggio  incompar abile ;che  Caualle— 
ne  i  luoghi  aperti  e  piani  impetuo[amente  [rac&ffa  la  Fanteria:  ne  gli  a-  ria  quan- 
[priemontagnofi,la[ciatiicaiialli,fitrouaddpari  :  fi  come  bene  fpeffo  r,?  ^uPer^ 
da  Germani  fu  offeruato ,  che  quantunque  nelle  battaglie  vedeuano  in-  n-XQ  ^  'j* 
cbinatii  lorT  edoni  ,fubit amente i  Caualieri  [montati  rinfor^auano  il  Fanteria  < 
numero;  &  in  eguale  pericolo  mejfi  tutti,  depofia  la  (peranno,  delfug-  nejuoghi 
gire,fifpingeuano  contrailor nemici ,  <&■  inquefiaguifi ilpiù  delle  voi    PianI* 
te  rimaneua.no  vincitori .  Et  coft nella  guerra  de'  Latini  fecero  i  I\oma- 
niyche efiendo  malmenatala  Fanteria ,  Tofiumio  'Dittatore,  ordinato- 
g  alle  genti  da  camallo  clye  difmont  afferò  (&  erano  del  più  nobili)  rip re- 
fero  da  tal  aiuto  tanto  animo  i  T 'edoni  (come  Ludo  narra) che  nfpin fe- 
ro il  nemico  .  Fu,  quefio  ordine  approuato  dal  Magno  ^1  le  fi  andrò  ,  che 
tenea  circa  trenta  mila  giouani  ammaestrati  à  combattere  da  cauallo  e 
dapiede  parimente  ,  i  quali  Dimache  da'  Greci  fi  nominauano:e  cofioro  Dimache 
quando  la  neceffità  richiedeua  ,  ò  che  la  regione  à  maneggi  Cauallere-  cui  rufle- 
fchi  atta  riofufìe  slata  ;pugnauano  come  Fanti-,  laf dando  ogni  vno  ilfuo  ro  * 
cauallo  alfuo  raga'^o.E  perche  àgli  altri  fogliano  efiere  ad  impedimen 
to  l'arme  che  fi  cojlumano  4  cauallo  ;  la  loro  armatura  era  d'vna  certa 
mediocre  fàte%ya,più  graue  che  di  Fantaccino,^  più  leggiera  che  di  Ca 
C  ualiere;come  Celio  da  'Polluce  rapporta  .In  quefio  modo  il  'Daualo  Don 
Fernando  digloriofa  memoria,diede  rottaprefio  B affano  ali effer cito  Ve  jQ  ^ua- 
netiano guidato  dal' <Aluiano  ;  quando  credendofiil  nemico  di  battergli  los  come 
chiufoilpaffoinquell'ajprc^^a  dì  contrada  :  egli contra  coloro  che  più  rompefie 
gagliardamente fìiceuan  te  fi  a,  [1  mife  aitanti ,  [montando  da  cauallo  ;e   ^  y' "'] 
dato  di  mano  ad  vna  Ticca,difse  à  fuoi  che fkceffero  il  famigli  ante:  &  tiano. 
hauefier  cura,  che  entrando  lui  alla  battaglia  & bonorat amente  moren 
do,no'l  lafciafsero  calpefiare  da'  pedi  altrui  che  di  loro  slefii .  Dal  che 
prefo  animo  i  foldatiye  facendo  il loro  debito,  ottennero  la  vittoria:  mo~ 
rendoui  di  nemici  intorno  à  fette  mila  ;effendo fi  [alitato  in  Tadoua  l'*Al- 
D  uiano,&  in  Vicenza  il  (J  ritti  Troueditore,  per  virtù  di  lor  caualli  corri 

dori.  Il  fìmile  coraggio  il  mede  fimo  gran  Marche  fé  poco  dian^hauea  Atto  ge.>' 
moflrato  su  l  valicar  de  la  Brenta  à  me^a  notte '.quando  lafciati  i  cauai  je}°*° 
leggieriyche  con  ifyeffi  fuochi  vccella fiero  l'c^fluianoyil  quale  minaccia-  c^tfe   £ 
uà  da  l'altra  rhta;e[acendofiarela  caualleria  rifiretta  in  vno  [quadro-  pefeara. 
ne  iti  parte  [ourana  di  e[so  fi  urne, per  rompere  la  [uria  del  corre  te,fi  che 
la  Fanteria  trouafie  l'acqua  più  tranquilla;  egli  di[te[o  armato  dal  ca- 
uallo,fi  mi[e  innari  alle  prime  ordinale  à  paftare:  giugendogli  l'acqua 
infino  al  petto,  Tofcia  deliberato  fi  l' ifiefso  animofo  Vefcara  d'afialtare 

JL  Mignola 


3*  b  2  l  l  jì      G  l  0  ^  7  jt 

jintìgnolanepote  dell' *4  lutano  in  Cittadella  ,&  battendo  menati  /eco  £ 
trecento  (celti  (aualieri,che  portauano  in  groppa  altretanti  z^frcbibu- 
gieri,vfi itigli  i  ne.niciincoitray*r  attaccatali  la  zuffa-,  gli  fu  morto  il 
fno  cauallo;  ma  egli  prestamente  da  quello  ifitil  ìppatofi,tra  pedoni  com 
battendo  con  vna  Ticca  ,gli  ributtò  dentro  le  m  tra;  moHratioft  in  vn 
temtoo  egualmente  valorof»  Capitano  e  [old ito,à  pie  li ,  &  acuitilo  . 
Egli  non  può  negarli  in  verità}che  l'efìcre  idonea  la  perfoni  àfkrfegna- 
late  prone  cofmell'vno,  co  me  nell'altro  modo  della  militiamolo  . 

Grafie  che  à pochi  il  Ciel  largo  deslitta  : 
Ma  quel  con  figlio  che  Horatio  da  àgli  Scrittori  di'ToeJix  ,che  prima, 
che  fi  mettano  advnfoggetto ,  mifurino  le forze del  loro  iagegno:e  quel  F 
di  che  Virgilio  ammonifce gli  agricoltori,  che  prima  che  incomincino 
' àfeminare  od  àpiantare ,  conofcano  là  natura  del  terreno  ,  à  chefiapik 
di/pojio  nel  produrre  il  mede/imo  è  da  darfid  quelli,  che  la  militiafe-  , 
guir  vogliono;  che  con  molti  i/perimenti  fi  auuedan  prima,  a  che  pia  at- 
to fi  troni  il -corpo  loro,&à  che  pia  s'inchini  il  loro  genio  ;  perciò  che  fe- 
condo il  detto  dell' vno  diquejìi'Toetiijleffì . 

Trulla  puoi  dir  ne  fkrcontra  Mmerua  . 
Ordine  Ciò  fi  troua  da'Terfiani  effere  siato  ben  conftderato ,  i  quali  battendo 
de'  Perfìa  pin  yolte  veduto  in  prona  ,  cbe'l  combattere  d  piedi  lor  non  riufciua 
n-'n  i  ca  bene-ipcr  legge  ordinaro,  che  tutti  doueffero  adoperar  caualii  non  pu-  * 
tulli  »        re  ne^e  battaglie  ,  ma  ne'viaggi,  &  in  tutte  l'altre  bifogne  loro  ,  per 
fhr/iconl'vfo  conti  tono  famigliari  à  quelle  bestie  ;  &  cofi  tutti  i  loro 
efferati  conftsleuano  in  caualleria;  la  qual  difcriuendo  Herodoto  in  vna 
voltaiche  erano  di  numero  ottanta  mila  ;  narra  fi- a  efft  ejìere  slati  cer- 
ti chiamati  Sagartvj  ,  che  non  portauano -altra  armatura  che  vn  pugna- 
le ;mavfauano  certa  fune  di  catenette  con  certi  lacci  nella  cimalo'  qua 
ligittandola  tra  le  fchiere  nemiche  veniuanoà  tirare  òcanallo  odhuo- 
Vfo  della  mo  fa  pref0  baueffero  ;  &  cofi  allacciato  lo  vccidettano  .  (jià  che  t  vfo 
ria  ami-  ^e^a  Caualleria  fia slato  anticbiffi.no  e  piti  degno,  -chiaramente  fi  ajfer-  # 
chifsimo.  ma  da  n^f risiitele ,  doue  dice ,  che' l  rouere  &  l'eccellenza  della  guer- 
ra nei  Caualieri  aìl'hora  firiputaua  i  perche  la  Fanteria  era  difntiley 
fenza  la dìfciplina  &fenra  tordine,che  in  que'  tempi  non s'intendeua- 
no.  Oltre  a  ciò  nelle  quatro parti  ch'egli  pone  atte  alla  guerra ,  met- 
CzuzMe--  te  pyima  i  Cauallieri,  dicendo  che  la  conferuatione  de  gli b abitatori 
de  Yti'ma  v*en  ^a'  catia^  »  ^  euinudrire  appartiene  à quelli  che  di  gran  facul- 
appc>iRo  td  fono  poff editori.  Ma  quanta  slima  finalmente  della  (aualleria 
ciani.      fkcejfero  i  Romani,  fi  può  comprendere ,  che  nella  guerra  di  Vevfy 
quando  primieramente  s  incominciò  a  tirar  foldo  da  genti  d'arme  : 


T)  Z  L     C  U  V  jì  ILO  Z1B.    I.  st 

fu  affegn.itogroffo  stipendio  a*  Qutalieri  ;  che  come  Lìmo  ferme  ,  tira-  -  .      ... 

^   uà  ogn'wio  di  loro  p'gad.i  tre  pedoni .  Trouafi  intorno  aquesloy  che  i '  ^  caua- 
foldati  da  piedi  ricemano  d  .e  oboli ogntgiorno  :  i  Centurionie'  capi  di  ]icn,e  fol 
[quadra  quattro  :Ìbuomoa  cauallovna  dramma.  Di  piàhauea  agni  datiap»»'- 
mefe  il  Fante  per  ritto  fuo  due  parti  di  vna  mina  asfttica  di  fr omento  ; 
il  Cavaliere  nehauea  due  mine  <&•  per  nudrire  la  fua  bestia  fette  d'or- 
^o .  Cornelio  Tacito  dimofira-  che  nel  tempo  di  jLugufio  ilfoldo  dell'imo^ 
rno  a  piedi  era  vn  danaio  d argento  il l  giorno  >  con  cbebifognauatbefi 
vefiifky  armaffe,  e  prouedeffe  di  padiglione .  ^Appò  Tucidide  i  Capo- 
rali haueano  due  dramme  il  dì ,  effe  fecondo  il  computo  diBudeo  fono 

*B  otto  fefier'ti  Bimani -,  ò  dmi  danari  d'argento,  ebe  varrebbono  fette 
foldiy  de'  qualitrentacinqne  fanno  vno>  feudo ..  Cofiinogni  tempo  qua- 
lunque f affé  fiato  lo  Stipendio  delTedone  >  il  capo  di  fquadra  riceuea 
la,  paga  doppia ,  e  tripla  il  Caualiere  ;  fi  come  ancora  da  Polibio  fi  con- 
ferma.. Taccio  qui  quante  altre  prerogatiue  in  consuetudini,  &  in  leg- 
gi hauefic la CaualLeria appo  Bimani .  ^ggiugneròbenquefia  fola, che 
per  decreto  publico  dei  Senato  fu  fiat  ulto  ,  che ninna  donna  ,a  cui fuf- 
fe  Hata  padre  ò?narito.  Cavaliere  Bimano ,  donejfe.  bruttar/i  in  arte  in- 
degna ,ne  fax  guadarlo  del  corpo  fuo  .  E  nel  veflirey  follmente  alle 
figlie  y  &  alle1  mogli  e  re  de"  Caualieri  e-  de  Senatori  le  fi  ole  lunghe  e  gli     Stole  a1 

•C "ornamenti  dell'oro  fi '  permetteuano  .  "ì^e  per  altro  fógno  i  figliuoli  fi  co-  chi    con- 
nof cenano  nati  nobili)  fé  non  per  la  Tretesla  ,  che  portauano  infino  ai '.'ceiTe- 
quartodecimo  anno;  & le  fanciulle altresì  in  fino  al  maritar fi  :  equefia 

.  tra  vna  vefle  lungi  fin  a\  talloni  fa  fiat  a  di  porpora  d'ogni  intorno .  Ci- 
cerone dimostra  ì'vno  e  l'altro  nella  terza  contraicene,  dicendo  prima. 
Tonai  tu  dunque  alla  pupella  la  Toga  pretesta?  tornai  gli  ornamenti 
noJipure della  fortuna yma  etiandiddeHa nobiltà  ? apprejfb,  TSfg  tanto 
ti mouea  ych'eglicon  laToga  pretesi  a ,  quanto  che  felina  Hullavenu- 
tofoffe,:  perche  niimo  fi mouea  da  quel '  vestito ychel'vfamra&  Li  ra- 
gione della  nobiltàgli  concedala:  e  quel  che  ilpaàre  gli  bauea  dato  per 

**  ornamento^  della  fanciullt^a  y  perindicio >  &  per  infegna-  della  fortuna 

a  tutti  gli  buomini  difi>iaceuay  che  gli  fuffe  fiato  tolto  da  questo  ladro.  „  .,  . 
"Bulla  dkeuanovn  certo  borfello  y  che  s'appendèua  al  collo  de*  fanciul-  fa, 
lini  ;  comeboggidìveggiamo  portar  fi  dauanti  al  petto  ,,  e  dirfi,  Breuiy 
con  alcune  cofe  dentro,  che  giouano  conte  a  le  malie  ;  chi  d* una  maniera,. 
e  chi  d' un'altra ,  fecondo  la  facilità  d'ella,  perfona.  <JMa  appòHpmani 
era  ordinato  ycbe  folamente  i  fimiiulli  nobili  le portaffer  d'oro  ygli  altri 
dipelici;  Eslima  "Plinio  e fier fi  introdotto  talcofi'umed'a  TrifcoTar- 
^umoyche primkì "amente-  donala  Bulla  al  figlioyper  bauere  ammala- 
to 


jt  -,  d  z  t  l :  jì    (j  t  0  ^1  j: 

to  ne  gli  ami  della  Tretesla  vn  nemko:&  cofi  fu  poi  conceduta  a  tutti  i  g 
Degnftà  fìgiimli  di  coloro,cbe  à  Causilo  haueffero  militato  .  Oltre  a  qvejìo  la  di- 
•lici'i  di-*  gnitàde  Cavalieri  propriamente  nelV anella  dell'oro  fi  distingue  uà;  ft  c9 
ftmta  nel  me  con  altri  molti  fa  fede  Horatio,doue  dice.y  Tu  gittata  l'anello  , 
l'anella  di  Cauallerefaa  infegna. 

Quello  anello  infieme  con  vn  Cavallo  era  donato  del  publico  al  Cavalle-  - 
re-,  ò  dalCenfore  intempo  di  pace ,  ò  dal  T>vcein  tempo  di  guerra.Tofcia 
era  l'vfanxa ,  cbe'l  Cavaliere  bavendo  militato  il  fuo  legitimo  tempo ,     . 
portano,  il  Cauaìlo  inpia^a,davanti  a  i  Cenfori;e  raccontate  tutte  l'im- 
prefe,  e  tutti i  Capitani,  [otto  iquali  bavea  feguita  la  guerra  ;  riportava 
fecondo  i  meriti laude  e  premio .  Ciò  volfe  ojferuare  ancor  Tompeo,ef-  F 
fendo  Confalo; fi  come  T  lutar  co  fcrive;che  menò  il  fuo  cavallo  a  Gjallio  , 
&à  Lentvlo  Cenfori ,  iqvali  addim  andandolo  fecondo  ilcoflvme,  s'egli 
bavere  adempiati  tutti  gli  vfficij  militari,di(fe,  Tutti  fotta  me  flefolm- 
peradore .  J^elcbe  fi  vede  >  che  coi  tutta  la  preminenza  del  Con  folata 
non  volfe  tralafciare  quello  cbe  apparteneva  alla  degnità  Cauallerefaa; 
&  infieme  dimostrò, ch'egli  talmente  s'bavea  portato  per  Capitano,  cbe 
nonbaueatralaj 'ciati  gli  vfficij  di  faldato.  Le  anello,  anticamente  non 
sì  colmavano  appo  B^ommi  a"  altro  cbe  di  ferro:  venutane  (fecondo 
H  Igino)  la  origine  da  -TromettOy  ilqvale  ejfendo flato  trenta  mila  anni 
Anello  di  (come  Ffcbilo  fcrifìe  )  legato  con  vna  catena  di  ferro  nel  monte  Cauca- 
ferro  ap-  fa)  per  bauer  rubata  parte  del  fuoco  cele/le  entro  vna  ferola ;poi  cbe  gra 
pò  i  Ro-  t iof amente  da  Cj ione  fùfciolto  ■>  volfe  per  memoria  e  gratitudine  portar 
manu       fempre  legato  vn  deto  di  vn' anello  di  ferro  con  pietra ,  Cofi  di  mano  in 
mano  introdnttafi  tal  vfan^a  appreso  i  T^obili  ;  nella  Città  di  I{oma  a 
coloro  foli,  cbe  fi  mandavano  ambafeiatorià  straniere  genti,  fi  davapu- 
blicamente  vn' anello  d'oro,  per  fkrli  comparere  honoratiffimi  :  mafor~ 
nita  l'ambafeieria ,  non  lo  potean  portare  fé  non  in  publico  ;  bifagnando 
cbe  in  e  afa  tene  fero  quel  di  ferro.  Tofciafì  venne  ad  vfo,che  di  oro  il  por 
tonano  tutti  i  Qaualieriye  i  Senatori:  tra  quali  faceva  diflintione  la  por-  ^ 
poro ,  che  fu  Senatoria  falamente  :  però  fi  legge  y  cbe  quando  Gneo  Fla- 
uto nato  di  padre  libertino,  e  ferivano  diìsfppioy  il  cieco;  venne  in 
tanta  grafia  della  plebe,  cbe  fu  creato  Edile,e  poi  Tribuno;  tutta  la  no- 
biltà per  grande  fdegno  gittò  l  anello  dell'oro  >  e  de  pò  fa  ancora  le  Fa- 
lere y  cbe  erano  gvernimenti  di  cavalli,  ricebi  di  molto  argento  >  e  di 
belliffimo  lavoro:  doni  cbe'l  Senato  falea  mandare  a  i  C apit ani  vitto- 
rio  fi:  &  eraui  vn  certo  divieto  >  che  ninno  potea  portarli ,  fa  non  ha- 
ueffe  -meritato  di  riceverli  in  dono.Et  cofi  me  de  finamente  fi  legge,  che  à 
Capitani  od  à  quelli  principali  faldati }  à-  cui  per  qualche  lor  grande 

merito 


T> E l  CJtV  ji  ILQ>  LI*,  t.  ff 

%£  intritò  fogliato  donato  dalVre  tore  ò  dot  Tribuno,  tralecito  di  porta- 
re Vantilo  deW oro.  llqualcoHume  fcriuel' \Aleffandri  nobile'bTapolita- 
no  efiere  flato  amor  da'  Terfiofferuato  y  a  cui  non  è  p erme fio  portar  né 
aneUo,nè eo%ana,nè  cinturarne  altra  cofa  d 'oro,eccetto  fé  dal  Rg  in  do- 
no Ci  riceueffe .  Ma  poi  per  interualli  di  tempi  non  pure  l'amila  dell' oro,         . 

7  ,.      JJ  V       r  J  ■  r        •    •  j    *  Domai** 

ma  diuerfe  maniere  di  prefenti,  come  ampi  pre^Jicominctaro  a  dare  uerfi  ^ 

a'  faldati,  (ertamente Aureliano  Imperadore  diede  priuilegio  afuoi  a'Càuafje 
(fregarli, che  per  tutto  il  tempo  della  rnilitia  poteffero  a  fare  le  fibbie  d'o-  ri,  e  ioidi 
ro^lequali  i  Tribuni  foli  per  antica  vfan-ra  portauano ,  polendo  gli  altri  ">«*"«■ 
Manipulari  portare  le  cinture  d' argento  adorne. Se  aero  permife,  chete- 
*B  nefiero  in  cafa  le  concubine,  co' quali  vez^i  effemino  gli  animi  de'  folda 
'  ti.Ser torio  a'  fuoi  donale  vefie  ricamate  .  (jiulioC efare  gli  tenne  tutti 
fregiati  di  argento  e  d'oro.Làdoue  "Bruto  ne  i Filippi  rimprouero  a'  Tri- 
buniilauori  d'oro,  chehaueano  in  doffo-.e  Spartaco  apparecchiando  l'ar 
me  contra  Roman  i,vietò  a'  fuoi  ogni  vfo  di  argento  e  d'oro,  efopra  tut- 
ti Fabricio  (enfore  fu  di  tanta  aììinenia  >  e  di  difciplina  fi  casiicata ,  e 
ftretta,cbe  per  editto  vietò  a'fommi  "Duci ,  che  altro  che  vna  ta7%a,  & 
vna  falera  d'argento  non  poteffero  tenere  ne'  padiglioni.Tefcenniol^e- 
grò  comandò  ay  Juoi,che  mangiaffero  in  va  fi  di  legno,  &  a  certi  che  cer- 
cauano  il  vino,diffe,  l^on  hauete  vicino  il  T^/'/of*  <ssf IV  incontro.^  ntioco 
permise  fuoi  non  pur  collane  e  braccialetti;  male  briglie, ■&  le  felle, et 
guemimenti,e  gli  elmetti,e  tutte  V  arme,ancora  i  chiodi,d'oro:e  tutti  for 
nimenti  di  cafa,etiandio  i  vafi  cheferuono  alle  fforche^%e,d 'argento  &  Stola  con 
indorati.xA.le fi  andrò  cocedette  a' fuoi  l'vfo  della  Hola  'Perfiana;efiendo  ce,^L   ^a 
prima  Reale  dono  appo  Macedone  la  Clamide,  che  era  vn  mantello, Sol-  jjL  an""" 
datefco  ;  elpedicino  d'oro  nel  fommo  di  lor  cappelli .  Tlinio  dice  pure  -, 
che  nel  tempo  che  ^Annibale  daua  ilguaflo  alla  Italia ,  V  vfo  dell' anello, 
d'oro  era  generale,fenyaeccettione  ;  Con  ciò  fì-ffe  cofa  che  altrimenti 
farebbe  Baio  incredibile,  ch'egli hauejfe potuto  mandare  a  Cartagine 
£  quelle  tre  modia  d'anella  d'oro,tolte  a'  Row.ani  netta  rotta  di  Carni  a  .Ma 

comunque  fi  fi a,gia  tutti  affermano  chiaramente,  che  con  l  anella  d'oro     Ordine 
fi cofìituì  l'ordine  EqueHre  appo  Romaui  tra' 7 popolo  e 7  Senato  .  £hen  G*uaTfe-- 
che  l'ordine  Cauallorefco  fuffe  inferiore  al  Senatorio  ;  nulla  di  meno  fu  m/flc^T 
filmato  di  tanta  ampiezxa,e  di  tanto  vigor e,che  accrej 'cinto  di  honori,  {htuì . 
e  di  poffanze  gli  andò  dipari.  In  proceffo  poi  di  tempo  ,effendo  Tri- 
buno Gaio  fracco,  fratello  di  quelT  iberio ,  che  hauea  moffa  la  leg- 
ge^Agraria  ,  auuenv.e  che  lamentandofi  per  Fumagli  ambafciatori  de 
l'isffia ,  che  tre  governatori ,  da  efjì  accufati ,  haueano  f campata  la 
pena  per  euidente  fraude  de  i giudici  >  ;  quali  erano  Senatori  >  &  già 

C  dicendofi 


dic?ndofi  apertamente ,  ch'eglino  di  continuo  fi  lafciauano  corrompere  £ 
-da'  premij  e  da'  preferitila  per  legge  loro  tolta  l'autorità  del  giudicare^ 
Derma  &  fu  data  d  Caualieri .  Et  di  più  fu  concefo  à  Caualieri  y  che  potef  ero 
cócefle  a'  entrare  nel  Senatore  dire  i  loro  pareri  in  tutte  le  cofe;  onde  SenatorìVe 
Cauullie-  darijeran  dettici  modo  che  a  poco  a  poco  diuenne  lordine  Equeslrefk 
periore  al  Senatorio ;.che( fi  come  Appiano  r  a  ccQt-a(la  degnitàfolamen 
terrena  efsere  del  Senato;  mala  potè  flà  fi  godeua  da' Caualieri .  Del 
cbeslandojìtra  loro  in  'molta  dijfenfione  ;.  alquanto  da  poiLiuio  Drufoy' 
Tribuno  dellaTHebejentò con  legge  accordarli  ;  cheefiendoi  Senatori 
trecento  d'inumerò  yfidoueffero  de  l'ordine  de  i  caualieri  fcegliere  al- 
trettaati-yi quali  unitamente  haucf  ero  a  giudicare  lecaufeperlauue-  p 
nir e;  mettendo  fa  pena  al  riceuere  de'  prefentìyche  già  era  venuto  ad  or- 
dinario^ sfacciatamente  fé  ne  trahea  guadagno  infinito..  Ma  egli  dique 
Ho  cónfegi'ì  l'odio  de  gli  vai  degli  altri:  perche  i  Senatmimal  volontit 
ri  accettauano  tanto  numeroyibe  ccn  pefan^a  maggiore  harebbe potu- 
to cantra  loro  muouere  feditione  ;  e  i  Cavalieri  per  hgran  moltitudine: 
del  lor  ordine  dubitauano  di  venire  in  rotta  fa  efo  lororfefceltine  tre- 
cétoyrimanefiero  gli  altri  pria  i;  &  w  fomma  non  i  oportauano?  che  tal. 
potesìàvfcifse  dalle  lor  mani;e  soft  ornatamente  la  vinferosche  le  De- 
ernie  de' Giudici  dell' ordine  Cavaliere feo  fi  eleggeuano  -,  lequali  vennero; 
coltempo  à prendere  diuer fi  nomi  ;  che  altri  fi  diceuano  Giudici  y  altri  q 
Slettì^altri Tribuni  della  monetatimi rN\)uecento;i  quali baueano  cu- 
ra particolare  di  guardar  ifujfragi ,  qualborafi  creauano  i  Maeftrati;: 
ejben  che  tutti que  Ili  non  fi  chiama/fero  Caualieri  ytuttauia dell'ordine 
Equejie  erana  fetida  fililo  -,<&  cofi  l'anello  >  e  quelle  medefime  infegnedi 
honore  vfauanejfhcomeiCaualteri;  non  ejfendo  lecito  di  ammetter  fi  al~ 
l ordin  loro  ale imo.Cittadino  nomila  \  ilebe  fu  offeriate \  congrandiffima 
autorità  per  lungo  tempottanto  che  non  efendo  nel  principio- fé  naqudt 
tro  Decurie  di  q  ne/li  Giudiciy  appena  fé  ne  troub.vn  migliaio  per  vna  .. 
£'?j-        Cicerone  contra  ZJerre  nella  fecond'ay  dìmoHra hauer giudicato  l'ordine 
cquelhc  Equejl.re  anni  cinquanta  con  fomma  integrità:  <&  neli'aratione  per  Caia  H! 
I{abirio>affermando  lordine  Eque/tre  non  effere  tenuto: alla  legge  Giulia; 
di  danari  che  fi  ripetano  y  ejforta  i  caualieri  à  difender  fi  tal  pxer  ogatt- 
ua.-cofidicemtoyHora  vedete  voi  Caualieri  Bimani  ; •  giàfapete  ch*iofon 
nato  del  voHro  ordine  ;&  che  in  tutte  le  cofemifonoconefio  vai  acedr- 
datoyiulla  di  quefìe 'io parlo  fètida gran cura>£ 'grande  affettioner Altri 
amano  altri  h.uomini  ;  io  ho  Jèmpre  abbracciati  voi  con  tutta  il  cuore  z 
però  viricordoy&  vi  antidieoygr  uidenut  io  offendo ancora  lacaufà  in- 
tiera ;e  chiamo  in  teJiimwiaiDeie  glihuommkche  mentre  potete  >& 

che 


<T>ZL  C^V«*H°  >     LIB.Ì.  & 

"jl  che  V*è  lecito^  vogliate  rimediare)  dinoti  is~latutr*%voi  &aI  vóftro  oy-  . 
dine  sì  dura  conditone,  che  nonfipofiapoi  fopportare .  Quejlo  malean- 
derà  inan^ipià  che  voi  non  penfate  ;  credete  a  me .  Cjìà  quando  Drufo y 
nobiliffimo  e  potentiffimo  Tribuno  portò  quislione  all'ordine  Eque/Ire  y 
fé  alcuno,  per  cofa  giudicata  hauefie  pr&fi  di  altrui  danari  >  tutti  iCa- 
ualieri Romani  apertamente  glicontradìcefièfo;  non  perche  vote  fiero 
théquefio  lor  f offe  lecito  ;  pero  che  tal  forte  di. guadagno  giudic  aitano . 
bruttiffimay  &nefhria;  ma difyut aitano  incontrario  tuttauia  ,  per  r<?-. 
nere  intatto  ti  colmo  della  loro  autorità y  fenja  foggia-cere  à.  lègge  al- 
cuna .  Il  mede/imo  prima  che  and  affé  In  cffdio  dijfe ,  Ter  virtù  de*  fa- 

%  ualieriilnome  Etmano  pofi edere  la  vittoria  congiunta  con  laudc-^. 
Tarlando  per  Vlancioy  per  dimofirare  quanta  fufie  la  dignità  C aualls- 
refcayfplendare  Eque  sire  la  nomini-, .  Scriuendo  a  sJfytarco  rBrutoyper 
dargli  vn  fummo  honorc y  Principe  de  l'ordine  Equeslre  l'appella  .  Ra- 
ra come  iCaualieri  sìdi  degnitàyS-ì  di  fhcultà  erano  potentijfimi^  eglino 
frefer  cura  difhr  effiggere  tutte  Ventrate  de  la  Re  public  a  y  onde  Tubli- 
sani  chiamati  furono  -.perciò  che  Public  ani  fi  dicon  quelli  >  che  le  £/*-'.  x>ublica"ni 
bliche  rendite  conducono  per  vn  coslitttito  presso  a  rifcuotere;quafi  che  ehi  iìano. 
del publicogodanoyfi  e ome  ripiano  dice  ;  ■&  cofi  le  terzefor^e  de*  Ro- 
mani fi  legge  efìe  re  siati  alquanto  tempo  i  "Public ani '  .Quesli a  tempo  di, 

C  Ce  fare  trouandofi  aggr  aitati  nella  compra y  furono  rilettati  delater%a 
parte  de"  Tributi?  con  ammonitione però  y  efie  per  limanti  andafiero.. 
più  moderati  al  dir  all'Incanto?  come  Suetoniofcriue .  ^Appiano  aggiun- 
gere per  la  loro,po(fan^ay  maffimamente  clw  teneanogran  moltitudine 
di  S  emigrano  temuti  daefio  Ce  fare .  Ù  certamente  di  quejio  ordine^ 
quanto  ampio  fufie  dinumerotdi  autorità^  ilmedefimo  Cicerone fk  fede  y 
là  dotte  dice ,  1 1  fiore  de' Caualieri  Romani y  l'ornamento  della  Città  y  lo 
Stabilimento  detta  Republica  nell'ordine  de  PuUicani  già  fi  contiene  : 
Sgli  fi  glor  latta  grandemente  l'ifiejfoOratore y  che  f/fie  nato  di  fangue 
Equefireyeffendo  Cattaliere  fiato  fuo  padre  :  vero  è  >  ch'egli  Caualierè  noff^ 
.  s'appellauayma  Senatore; portando  cofi  l'vfanrayche  quando  vn  de  l'or- 
dine Equeflre  entratta  al  numero  del  Senatoylafciaua  fi  no  me  di  Caualie- 
rè; ben  che  mantenefie  pure  l'infegne  (fauallerefche .  €t  chi  non  hauefie 
hauuto  ilpadre  Cat:aliereynonfipoteua  diredi  luogo  Squeslreyfe  bene  (fa. 
ualierefi  appeUaua  \  Marco  Tullio  dunque  di. ordine  Senatqrioyma  di  fan  • 
gite  Cauallerefcoytanto  nel  fuo  Confolatofi  adoperòy  che  racchetiate  tut- 
te le  difeordie  de'  Senatori  y  &  confermato  il  popolo  in  beniuoglien^ay 
fìabilì  il  nome  Equeslre  (come  Pliniofcriue)di  modo  che  d'indi  inan^ifà, 
fatto  quafi  vn  ferino  corpo  della  Repubjica  >  <gr  incornine  loffi  ad  agghm- 

C     2         gere' 


yk  b'E  l  l  A     Giù  \ljtx 

gire  al  Senato  &  al  Tomolo  Romano  l'ordine  Equestre  ;  fcrìuendofi  ap-  £ 
preffo  al  popolo  >  come  aggiunto  nouellamente  ;  amienga  che  d' autorità 
fujfe  apprejfo  al  Sen  eto  no  .  Tinta  re  o  narra  nella  vita  di  lui,  che  taf  or* 
%a  della  fua  eloquenza  olVhora  principalmente  fi  dimoftrò,quando  Mar- 
Legge  di  co  Otone  hauendo  primieramente  di/giunti  iCaualien  dalla  'Plebe,  nel 
Otone  in  federe  delTeatroy  doue  i  giuochi  fi  rigitardanano  (percioche  prima  sta- 
ordini  °e-  mno  tBeftoktifen^a  alcun  ordine)la  Vlebe  slimandofi  ingiuriata,  fubi-' 
queftre  e  tocke  uidero  Otone  vfeire  allo  jpettacolo,cominciarono  con  fifehi a  villa- 
plebeo  .     negg'tarlo;- 1  [auallieri  all'incontro  con  pian  fi  lo  raccogtieuano  ;  ma  ifr- 
fchi  raddoppiando  fi  afi  ai  pia  alti ,  e  iCaualien  mouendo fi  a  molto  fde- 
gnoyfi  che  tutto  UT  eatro  stana  in  bisbiglio  .  Cicerone  Confolo  chiamata  ? 
a- fé  nel  tempio di'Bellona la  Vlebe  ,  tanto  mode/lamentela  riprefe-y& 
am?nonr,che  quando  ritornarono  allo  fpettacolo,  tutti  lietamente  applau 
fero  ad  Otone,e  della  gloria  di  queìX  huomo  parean  contendere  co  glifief 
fi  Caualieriamicheuolmente.  Ma  Jlleff andrò  de  gli  Ale jf andari  fcriue^ 
cl)e  già  per  anni  cinquecento  fé  fama  ,  da  che  I{oma  era  slata  fondatar 
la  Vlebe  erafolita  di  vedere  i giuochi  confufamente  infieme  co*  i 'Nobi- 
li e*r  co'  iVadri  :  fin  che  efendo  Coff.  Cornelio  Scipione  ,  e  Tito  Sempro- 
nio) i  luoghi  furono  diuifati,  feruandofi  l'honore  di  ciascheduno  ,  sì  cbe~i 
più  vicini  fusero  de'  più  degniihaqnal  nouità  veggendo  l'Africano  haue 
re  dato  molto  che  dire  al  Popolo  ifi  dice  che  egli  fi  fi' fé  pentito  di  effer-  ** 
ne  stato  autore  ;henche  gli  Edili,  iquali  haueano  costituita  fi  jhtta  legge, 
molta  grafia  appo  l'ordine  Senatorio  ne  haue  fero  confegnita.  Stette  pur 
alquanto  offeruata  la  legge-,  &  per  vfo  conobbero ,  effere  affai  meglio  il 
y  edere  co  fi  in  ordine->che  non  in  confufione  di  tutti:  Ma  nulla  dimeno  do* 
fb  alcuni  interualli  di  anniyeffendo fi  par  caduto  il  difordinarrra  ;  tanta 
era  la  turba  y.che  vi  calaua\  Elio  Veto,&  (ornelio  Cetegp  (eh fori  per 
vn' altro  editto  lo  flatuirono-:  &  per  vn' altro  pò  f eia  il  co  fermarono  At- 
tilio Serano ,  eScribonio  Libone  Sdili,  &  cofiper  alcun  tempo  fistette  ; 
fin  che  per  la  legge  Cjiulia  Teatrale,  furono  costituiti  quattordici  primi  « 
gradinone  fedeffero  i  Senatori,  e  i  (aualieri,feparati  dalla  Vlebe  .  To- 
Separìtìcr  foia  volendo  Otone  l\ofcio  nel  fuo  Tribunato  ristringere  il  numero  di  co* 
neae  Se-  /or0jC^.  concorreuano  a  talhonore  ;  ò  pur  indegna  cofa giudicando ,  che 
«alteri  eie  acanto  ad  vn  riecoperfonaggio,  fedeffe  vn  pouero,  quantunque  nobile  e 
la  Plebe,  costumato ;t>er legge  ordinò  ,cìje  non  potef  e  in  quelli  gradi  federe  ,  chi 
non  hausff  e  quattrocento  milafestertijdi  entrata,-  poffe ditti pari mente 
da  l'auolo,e  dal  padre ,  che  fecondo  il  Cenale  farebbono  venti  mila  lib- 
bre di  TurontL^ .    Già  non  fu  l'intentione  di  lui ,  che  il  cenfo  foto  ba- 
ftajft  àfkr  oleum  dell'ordine  Equeftre  ;  fé  non  vi  fufiero.  ancorai 

con- 


DEL  C  A  V  jtl  LÒ>     L  1 S.  1.  tf 

A  concorfe  l'altre  qualità  particolari  de  i  meni  fuoi:ma perche  parea  mac 

chiarfi  la  dignità  Cauallerefci  5  vegnendo  in  roano  di  gente  pouera  ;  fi  fu.     .    . .  » 
coUitiìito  che  fen%a  il  cenfo  ninno  fi  connumtrafì e  tra  Cauallieri:  Et  qi'.e  che""/!  ri- 
fio  cenfo  fa  ordinato  per  la  mità  di  quello  >  che  appayteneua  all'ordine  chiecteua. 
Senatorio  ;C  he  fi  come  tutti,quelli,che  allbora  nello  fhffy  Cauallerefeofi  j*  Por^f  p 
ritrouauano ,  erano  in  tal  ricchezza  ;  ^ofì  panie  di  procurare  y  che  non  p  ordu-,è 
fi  deffe  adito  ad  altri  meno  fhcultofi  &  meno  degni  y  mafft  ma-mente  equeftrc. 
confiderando  y  che  la  pouertà  foglia  Jpignere  a  cattine  operazioni  gli 
animi  bumani ,  ancora  che  per  fé  cattiui  nonfuffero  .  Ma  in  trafcorfo 
d'anni  auuenne  il  contrario y  che  molti  nati di J angue  Equeslre  e  Sena- 
torio;  &  che  haueano  ancora  esercitati  rffici  honoratiffimi  ;  folper  non 
hauere  lafumma  de  i' Equeslre  peculio ,  cì>e  diceuano  ;  erano ef'dufi  dal 
luogo;  &  vi  ftauano  perfine  viliffìme,  ch'eran  ricche;non  mirando/i  più 
ne  à  nafcimento  ,  ne  à  virtute . 

Cofa  in  verità  afsai  -vituperatole ,  &  meritamente  beffeggiata  da 
tuttii  faggi)  da  (jiouenale principalmente  nella  ter^a  Satira  >  o uè  dice  >     ^fanza 
Ffca  s'è  di  ha  vergogna^  e  dal  cofano  tìdlWi  \ 

(auallerefco s'alai)  acni  non  bajìa  ■         uerule. 

La  facoltà  per  adempir  la  legge  : 

r  Qu)fegg*an  Viei  c^€  fon  natiin  bordelli  y 

Figli  di  Ruffiani  y  e  Banditori y 

8  ricchi  Mafnadier  ;  che  cofi  piacque 

iAl  vano  Oton ,  che  ne  dislinfe  i  gradi . 
(on  fimile  ghigno  da  Cicerone  fu  detto  y  Che  fi  tu  al  Cenfi  guardi  > 
Caualiere  Etmano  è  ■'  E  fcriuendo  à  Quinto  fuo  fratello ,  Eccoti  sa 
la  tefia  quel  leggiero  e  fi'Zgp  huomo ,  ma  tuttauia  di  Cenfi  Caualiere- 
fco  >  Catieno  .  'Bellamente  altresì  Horatio  nella  prima  epistola  à  Me-     Statuto 
cenate%  dimostra  l'ambitione  nata  da  quel  brutto  flatuto  »  dicendo  %      beffeggia 

0  '  .  ■;      ;     <  r  •  to  da  Ho- 

Se  a  quattro  cento  mila  hai  manco  fa  ratio. 

q  0'  fette  ò  mille  ;  benclxin  te  fiafedey 

Lingua  y  coslumiy  e  cor  ;fei  pur  di  plebe  . 
Ma  giocando  i fanciulli  foglion  dire  > 
Colui  è  Bj  y  che  drittamente  viue  ; 
Hor  qui  muro  di  ferro  efìer  conuienfi  ; 
Che  non  ti  faccia  impallidir  mai  colpa  ; 
Qu,al  dunque  è  melio  ;  il  fanciulle  fco  tanto 
Cantato  già  da  Curij  e  da  Camilli  > 
Che  prof erifee  il  regno  à  chi  ben  face  ; 
0' pur  la  legge  F^ofcia  che  ui  efforta  > 


'fi  '  *D  E  L  L  j£     G  l  0 >  X  7  U 

tuffar  danari  in  qual  modo  tu  puoi,  ~ 

_  ,.  Ter  veder  IcTragediepiit  da  preffio? 

queitredi  ^n  refia^a  però  in  sì \  fatta  corrottane,  chél  nome  Cauallerefco  non 

gran   de-  ritenere  la  [uà  degniti  nelle  perfone  qualificate  e  meriteuoli;come  chi* 

gnità  ami  ramente  dimoflrò  l'iflejjb  Mecenate,di  cui  fiamo  venuti  in.  rimembraxay 

cameme ..  peYciocbe  egli  contento  del  grado  Eque  sire, come  di  qve§ìo,cbenon  fi  po~ 

tea  più  in  alto  fa  lire  .n  enfi  curò  di pafj are  al  Senatoria ,  che  gli  era  prò- 

fierto  .  £t  benché  fife  difeefo  di  Ideale  flirpe ,  amò  più  il- cognome  di  Ca- 

ualiere  y  che  qualunque  altro  titolo  gli  fi  fi  ffie  potuto  dare  :  &  co  fi  tutti 

gli  fimi  am ici(per  vnafomma  lode)  Qiualiere  lo  appellauano,come  fi  ve 

de  nel  medefimo  Uoratio,cbe  in  vn  luogo  il  chiama  generato  da  bifauo-  » 

li  I{egi  y  in  vn'  altro  ,  Honore  de'  Caualieri;&in  Tropertio^cbe gli  dice, 

(aualier  di  ì{eal [angue  T ho fcano. 
EH  gentilifjìmo  poetaOuidio  da  Solinone-,  fouratutte l'altre  co fé  fi  glo- 
riaua ,  che  per  antico  nafeimento  &  per  fortuna  altresì  hauefie  ladegnL 
tà.  Caualler  efica ,  co  fi  cantando-, 

Son  Caualieryde  l'ordin  vecchio  herede' 
Fin  da  maggiori  miei  ;  nonfol  per  dono. 
Fatto  già.  di  Fortuna  .- 
«JWa  quejl.o  fenrKa  controuerfia  ogniuno  afferma,  che  di  tempo  in  tempo^ 
vennero  i  Etmani  tanto  ^degenerare  ,  &  à  trafportarfi  nella  flima  del-  q- 
le  ricchezze  ;  che  non  fole  à.compire  lafhcnltàCanallerefcbebifognaua 
non  hauer  meno  della  detta  fiamma  ;  ma  ninno  poteapromouerfi  ad  ha- 
uere  vn  Decurionato  ,  che  non  hauefie  hauuti  cento  milafiefiertif  di  ren- 
Decuno-  ^a  ^  gra  qU€j}0  yn  maefiro  principale  in  pace  e  in  guerra;  &  fiole- 
potea  ere  Kafi  ^ir€  ^Decurione  ,  chi  tenea  fiotto  di  fé  dieci  turme  di  fioìdati  à  ca- 
arfì ..         uallo  .  Era  tuttauia  nella  islefia  legge  di  Otone  ordinato,che  non  potefi- 
^•£Cuir  f°V  feY0  ne  '  quattordici  gradi,  hauere  luogo  quelli ,  che  haueffiero  efier  citata. 
'fere/    "    ^arte  de'  giocolatoli  ;  ne  quelli  ,  che  baueffiero  fatto  guadagno  del  corpo 
loro  ;  ò  che  per  viltà,  ò  per  gola,  ò per  luffiuria  fi fiuffiero  per  debito  obli- 
gati  ò  condannati  in  fieruitu  ;ilche in  .Athene  ancora  fiofieruaua,  che  H 
colui  che  fiuffe  flato  notato  diqualcbe  infàmia  euidente,  era  per  fior?* 
cacciato  dal  lor  teatro  .  Fu  ben  appo  Romani  cofiituito  il  luogo  à  quel- 
li ,  che  per  naufragio  di  fortuna,  non  per  proprio  vitio  rotti  efhlliti 
fiuffkro  .  Et  nel  principio  tanto  bene  fi  guardò  quefìa  legge  di  Oto- 
Gradi:  di  ne ,  che  ftauano  à  pofta  alcuni  prefetti,,  che  hauean  cura  di  cac- 

color'che  dare,  da  i  rradi  quelli,  che  fuor  del  merito,  vi  fi  fiufiero  affettati. 
itauinoa    s>  -\  r-  ni.  t    i-      ■?    -m       i-   ri 

veder  i  gi  Con  tutt0  ao  ■'*  yenne  m  progrefio  di  tempo  atale ,  che  i  luoghi  fi  loca- 

noeta  .•     mmà  mercè  >  fien^a  eccettione  di  Tatritij  ò  di  Tlebei .  "Ter  lo  che  fi 


ì>  E 1  CJi  V'jtt  IO,  Il  S:-  l.  g 

Zffegge  che  Caio  Gracco  >  chiamato  vn  numero  d'operarvi  e  di  fabbri,  gti  Seggi  fa(v.. 
fèrouinare.  Et  pure  finalmente  di  mano  in  mano  s  andò  guadando  tirouina- 
l'ordine,fecondo  iguaBamenti  della  I{epublica^.  Che  già  nel  tempo  di r^    *P* 
Siila fitrona  efìerfi  vedati  i giuochi  Cjladiatorij  [enja  alcuna  eccetiio- 
ne^flandogli  htiomini  &  le  donne  •>  cornea  ciafeuno  fuffe  -venuto  me-' 
glio .  Ts(el  tempo  di  Giulio  (efare  fi  troub  ,  tanto  ere f cinto  il  numero  > 
che  i  quattordici  gradipià  non  bafiauano tonde  effendofi  comandatole 
DecioLaberio  vi  fedefì e ,  appena  fu  potuto  riceucreper  l  anguilla .  Co- 
Hui(come  rifsrifce  Budeo  da  Suetoniojbauendó  recitato  in  ifeen-t  vn  fuo 
poema-i  hebbein  dono  cinquecento  Seslertij  d'entratiy  &  l'anello  dello- 

B  ro , con  la  degniti  (aualler -e fca  di  federe  ne  i  Quattordici  .  Ordinò  poi 
Dino  zsì-igitsìo  per  editto,  che  i  primi  fc  anni  vac afferò  per  li  Senatori;  i 
projjìmani  perii  Caualieri:.  £t  alle  Donnesche  prima  erano  [olite  dijlar 
me f colate  e  o' gli  h  uomini  9  comandò  che  vedeffero  da  ì  luoghi  più  foprà- 
nidcl  teatro  ;  &.fotto  efie  ifhnciidlico'i  lor  pedanti  :  Et  alleVergini 
Veniali  afiegnò  il  luogo  dirimpetto  al  tribunale  del  Tretore  :  benché 
poi  per  nuoua  coHitutione  comandò  ,  che  agli  f^ett  acoli  de*  Lottatori  > 
che  ignudi  fi  conduceuano  atta  contefa,  non  doueffe  ninna  forte  di  Donne 
interuenirc-j  .  ^affettò  egli  ancora  tu  buona  forma  le  Decurie  de  Ca-. 
uaheri,  aggiugnendo loro  molte pr erogatine  :  Conciò  fufle  cofa  ebene' 

"  (omitij  de'Tribuni,fe  vi  mancauano  Candidati,  creaua  Senatori  del  nu- 
mero Caualkrefco  ;  sì  che  paflata  la  potesìà ,  refi  afte  in  loro  arbitrio  di 
ftare  in  qual  ordine  lor  piacejfè,ò  Senatorio ,  ò  Equefirc^J  .  E  dubitando 
molti  Caualieri  diriguardare  i  giuochi  da  i  Quattordici,  efsendofi  ri- 
dotti inpouertà  per  le  guerre  ciuili  ;  egli  pronunciò  non  tener  fi  aUa  pe- 
na Teatrale  quelli,che  alcun  tempo  baueflero  battuto  il  Cenfo  Squesìre  y 
fé  ben  fufle  pofeia  lor  mancato .  (fofii  Caualieri  grandemente  daini fl- 
uoriti >  fempre  per  gratitudine  celebraro  il  natale  fuo  voluntaria- 
mente  (  come  fcriue  Suetonio)  in  dui  giorni  :    Bt  nella  fua  morte ,-  i 

_  principali  de  l'ordine  Eque jlr e ,  con  le  tuniche  lunghe  di f cinti,  e  fcal%i 
raccolfero  le  reliquie,^-  le  mifero  alMaufoleo .  *JH~a  in  quanta  riputa- 
zione efso  asfugufto  hauefse  giudicato  douer fi  tenere  il  grado  Cauallere- 
feo  ,  fi può  da  quello  confiderare  >  che  ft  trotta  annotato  fra  i  detti  fuoi  ; 
com'egli  vedendo  vn  Caualiere  bere  negliffettacoli  >  gli  mandò  vnfuo 
adire,  che  quando  egli  volea  definare  fé  rìandauaàcafa  ;  volendo  au- 
uertirlo ,  non  convenire  à  Caualiere  di  far  quell'atto  co  fi  in  publio  :  Dal 
chenondimeno  il  Caualiere pronto  fi  feppe  fchermìre,  rifondendo  ,  che 
fuatJM^aeslà  ilpoteafkre  di  gire  à  cafa,perche  non  douea  temere,  che'l 
luogo  gli  fufse tolto.  Certamente  s  era  venuto  àtanta  difsoluté%%a , 

C    4  che 


4c  *ZLLJ.GLO\ljè 

.  f fo  /««  fi  vergognavano  i  Cavalieri  di  vfcire  alle  opere  della  Scena.  li  g 
Tibetio.    V*^  aì°uf°  p^endopoiaTibevio-y  che  macchiale  lo  jplendore  dell'ordi- 
ne, per  editto  vietò  (  come  parimente  per  leggi  ordinarono  Socrate  e 
"Platone)  che  non  doueffero  i  Caualieri  mefcolarfi  co'i  Pantomimi  ;  che 
erano  gli  buominij  iquali  rapprefentauano  variefintioni,  àguifa  diBuf- 
foni ..  Questo  medefìmo  Imperadore  confermala leggey  che  nonpotefie 
portar  V  anello  dell' oro  }nè  federe  tra  Qmalieriy  chi  nonfufie  nato  nobil- 
mente y  &chi  nonhxuefse  cenfo  di  quattro  cento  Seslertij  ;  alla  qual 
famma  vuol  Badeo  ch'eglil'hauefse  ridotto  y  effendi  prima  flato  di  cin- 
quecento. Magia  da  che  s'era  venuto  àfhre  confiderai "ione  pia  delle  ric- 
cbe^je  y  che  de  l'altre  ne  ceff ari  e  qual  ita  y  vifaltauano  dipafioinpafso  & 
ancora  i  liberati  diferuitùy  ambitiofi  de  gli  ornamenti  (auallerefchi  ;  fé 
eondo  che  dalla  fortuna  (t  ritrouauano  efsaltati  ;  sì  che  ordinando  Caio 
vna  quinta  Decuriayfe  ne  trono  pur  gran  numero  auann^are  y  come  Pli- 
nio  ferine.  Suetonioydice  y  costui  hauere  feueramenteyne  fen^a  modera- 
tone/àconofeiuti  i  Caualieri  Bimani  togliendo  public  amente  il  caual- 
lo  a  chi  fufse  fiato  notato  di  qualche  macchia,  e  di  chi  fi  fufse  trouato  in 
minor  colpayfkceapafsar  il  nome  >  nel  recitare .  Claudio  Cefare  refluiti 
p  luoghi  à  i  Senatori  ;  &  nella  Cenfura  di  lui  fu  vn  de 'Qaualieriy  Flauio- 
Procolo  nominato)  che  quattro  cento  ne  accusò  indegnamente  efiere  en- 
trati aW 'ordine ri  Sranondimenadinifo lordine  inpiùjpecie  ondiuerfi 
nomiycheipmilluHri  baueano  il  cognome  di  "Pietra-  come  V  Jtleffandri. 
Ordine  racconta;  altri  fi  diceuano  Fabiani;aitri  altramente  perone  islituì L'or- 
de gli  a  u  dine  de  gli  ^iuguslani ,  anteponendogli  à  tutti  gli  altri  ;  Folle  nulla  di- 
guitani.    meno  che  egli  fc anni  de.  (aualieri  fufsero  dìflinti  dalleturbe  Plebeie  e 
fcioccbe.Ilche  etiandio  nel  tempo  feguente  Dominano  ofseruò  ;  rinouan- 
legge  Te  do  la leggeT  eatraleygià quafi  annullata .  Et  nel  tempo  di  effi  Cefarifk 
arrale  ri-  yfatoy.cbefempre  né  gli  spettacoli  slaua  vna  compagnia  difoldati ,  che 
Donijtia-  faffrenafsero  la  l'-centia  del  Teatro;  &  fé  alcun  tumulto  vi  fufse  nato  5 
no.  fofsero  fiati  presli  à  rimediare»  Solo  !>{erone.  la  tolfe ,  per  dar  apparen-  ^ 

<za  di  maggior  libertà  >  volendo  Jperimentare  la  modeflia  volontaria 
V  qui  —  della  Plebea .  QueSìotuttauia  fi  vide  fiotto  i  Cef ari  ofseruatOy  che-la 
eie  <*ouer  maggior  parte  delle  prouincie  per  Caualeri  Bimani  fi  come  la  Cappa- 
nate  per  doccia  y&  l'Egitto  principalmente  ;  acuì per  degnità  propria  e  pecu- 
Io-piir  da|  Hare  non  fr  daua  altro  gouernatore  y  che  de  l'ordine  Equeflre  r  rìfiutan- 
Romani .  ^°  *  Senatori^  altresì  r  Stiloro  decreti  ^éugi-floy  volle ,  che  non  altri- 
menti filmati  e  guardati  fufsero ,.  che  fé  in  Bgma  da  Confoli  Ò  da? 
Tretori  ò  da  altri  pofsenti  Maeftrati  fofsero  fiati  fatti .     Oltr'acci» 
quando  gl'Imperatori  tene  ano  ragione  al  popolo  yfùcoflituitOycbei  Cu- 

ualieri 


<DIL    CjìV  J.L  lOy    113.1  41 

jL  ualieri  infteme  co*  Senatori  fufsero  nel  configlio  ini  prefenti ,  à  deter-  C*ua'ien 
minarle  controuerfte  .  finalmente  di  tanto  fplcndore  erano  i  Caualieriy  putatio- 
the  la  prefettura  del  Tretorio( degniffimo  rfficio  defsere  Capitano  del-  ne. 
la  guardia  del  Principe)  fi  legge  continonamente  efserè  flato  ammini- 
Hrata  da  perfone  dell'ordine  Equeflre ,  in/ino  à  Tito  :  J^e  altri  che  Ca- 
ualieri  le  cofe  y  e  gli  affari  de  gli  fmper adori  haue ano  a)  procurare: 
Et  andando  di  mano  in  mano  a/flncerandofi  pia  la  nobiltà  CauaUereJca  .* 
fouragiunfe  all'Impero  t^lefs andrò  Seueroy  il  quale  (  comsfcrìue  Lam-     PeHer* 
pridio)non  s'indufse  mai  ad  inalare  il  grado  Equeflre  altri  che  huomi-  za^e     aj 
nibeniffimo  nati  &  educati  1  dicendo  e fsere il feminario  -de' Senatori  //grado  e- 
*B  luogo  de  iCaualieri  :  Si  come  a  tempo  di  Siila  veduto  s'ero  ;  che  volen-  quettre . 
do  rinforzare  il  Senato  già  quafi  efshaufloyjcelfe  trecento  ottimi  Caua- 
lieriyche  fufsero  Senatori.  Et  più  inan^y  da  chelaCittày  cacciato  Tar- 
quinhye  tolta  la  paura  de  i  l\è  ,ft  ridufse  in  libertà  ;  Brutto  primiero  con 
l'ordine  £queslre  fupplì  il  Senato  ;  a ggiugnendoui  trecento  (aualieri  y 
che  col  con  figlio  &  autorità  loro  il  foHentafsero  J^e  folamente  infa- 
ma fu  tenuto  conto  della  dignità  Cauallerefc a  :  an^i  fi  legge  ,  gli  anti- 
chi di  Creta  hauer  hauuto  tal  ordine  infemmo  honore:&  cofìgli+Achei. 
&4ppògli  Jltbeniefi  y  racconta  Celioy  il  primo  ordine  efsere  flato  di  co- 
loro  j  che  pofsedeuan&iinquecento  Medinni  di  terreno  da  coltiuare  ;  e 
quesli  nelle  occorrente  della  Città  pagauanovn  talento  :  fi  fecondo  de' 
Caualieriy  che  trecento  ne  fole u ano  pò 1/ sedere  ;  e  pagar  me^o  talentOy  eia 
è  trecento  feudi  coronati  :  e  quefli  anticamente  non  pafsauano  il  nume- 
ro difeicento  ;  poi  *'  accrebbe  infuno  al  doppio  :  &  à  loro-  foli  fi  conce- 
deuaper  dignità  ,  che  portafsero  le  chiome  lunghe ,  e  ben  acconcici . 
tdlefwndro  di  tJWacedonia  concedette  a'  fuoi  Caualieriy  che  ne  i primi 
gradi  del  Teatro  fede fsero  incoronati  à  riguardare. Ma  noi  dopò  lunghif 
fimi  interuallidi  tempo  fappiamodiuerfr  ordini  di  C aualieri  con  dìnèrfe 
regole  e  cerimonie ,  fotto  diuerfi  titoliyefsere flati  iflìtuiti  da  i  %Jyda  gli 
2)  Imperadoriye  da  ifommi  Tontefìciycome  quelli  di  S.  TietrOy  di  S.Taoloy  Caualieri 
di  S.  Georgioydel  Giglioye  di  Loreto  ?  e  quelli  che  fi  dicono  Regolari  >  co-  I-1  Pm 
me  di  Gierufalemmerdi  S.Giouanniy  e  diS.Giacomoy  della  J^untiata ,  di 
Calatraueydi  jllcontaroydi  <tSHontefiaydel  Santo  Sepolcroyi  Templarvjy 
ti  emonia  &  alcuni  altriye quelli  che  creati  per  degnità  fi  dicono  Miti- 
tariyvolgaymente  affaroni  d'oro?  de  quali  colerò  checonfeguono  tal'bo- 
nore  per  qualche  prodeTga  adoperata(come  l'hebbero  alcuni  da *Alfon- 
fo  Vrimo  y  finita  la  guerra  di  Ìs[apoli)  fon  più  degni  di  quelli  y  à\  cui  fi 
toncede  nelprincipio  delle  battaglkyper  incitare  gli  animi  al  valore; fi 
tome  fé  Carlo  Qttamnell afsalto  che  hebbs  al  Taro;  I  Tapal ^perche  fi 

comprano^ 


4i  DlLLUGLO^Ijt 

comprano  ò  per  dmbitione ,  ò  per  vtile,  ferrea  eccettione  di  perfine;  non  g 
pa«alipcr  fino  Rimati  di prernineni^acofi  notabile  :  efiendo  tra  gli  altri  riputati 
che  di  pò  maggiori  i  difendenti  da  qualche  illustre  prof  aplasia  do.te  coloro-)  a  cui 
ca  reputa  tal  ordine  è  principio  della  nobiltà  >  fi  i  da  Spagniuoli  cbi.im  ati  (faua- 
tione.^  ^m-  rpaYdì^udfi  differenti  come  i  Leopardi  dai  Leoni,  'Da  tutti  però. 
delToib-  fi deono  eccettuare \i  (aualieri  delTofine>  ornati  di  tal  degniti  dal  lm~ 
ne.  peradoreye  dal  Catbolico  Bj  di  Sp agna  , per  meno  di  chianffime  v.  rtù ,  ; 

o  Splendore  di  fatti  grandi  ;  per  il  che  giudiciofamente  fanno  l  infegna 
delMonton  d  oro  ad  effempio  di  Giafineyche  con  alquanti  fortifiimiguer 
rieri  di  (fjrecia  andò  all'impreca  di  Colchi.fi  mede  fimo  è  da  dir  fi  de  l  or 
Jra.V,aI^n  dine  diSan  Michele)  chefidàdalChriJlianiffimo  %è  di  Francia  a]  Trin-J? 
ne  di  Srn  c*$l  °  CaP^ani  eccellenti/fimi .  Ideile  hi/lorie  della  'ìs[uoua  Spagna  fi 
Michele,   leggèyche  nell'Imperio  di  MaffiùO)  quando  fi  doma  aggregare  vn  nobile 
all'ordine  della  Caualleria  >  tra  l'altre  cerimonie-,  che  vfauano  il  Sacer- 
dote sjfytafftmo  5  a  cuifjpettaua  cotal  vfficio  ygliponea  nella  mano  fvii- 
slra  vn  arco-,  &  nella  destra  lefreccie,  arme  vfate  in  queipaefi,  dicen- 
dogli che  miraffe  bene  al  grado ,  alqual  era  afìuato  ;  &  che  fi  come  era 
differente  nell'h  abito  &  nel  nome,  co fi  anco  auani^affe  gli  altri  nelle  vir 
tu  &nel  valore: fomentando  principalmente  la  religione ^difendendo  la 
patria  ;  e*r  infegnundo  a'fuoi ,  che  nelle  guerre  non  fu/fero  codardi  à  di- 
Religio—  struggere  i  nemici>ma  raffembr afferò  vn' aquila  &  vna  Tigre. Cofa  cer    y 
ne  caual-  tamente  degna  di  confideratione^che  ancor  tra'  Barbari  fi  offerui  la  re- 
ofleruaan  Hgi°ne Cauallerefca  >&l' ordine  della  Ts^obiltà;  fi  comefifcriue  ancora 
cora  tra'  nelle  hiHorie  Tortughefiyche  in  Calicutytra  i popoli  Malabaresychefian- 
Barbari.    no  -vicini  al  mareyi  veri  &  honoratifildati  >  che  in  loro  lingua  fon  detti 
T<LaireS)tra gli  altri  statuti  offeruan  questoyche  non  toccano  mai  villano 
(ilqual  chiamano  Toleas)  ne  con  tali  conuerfano  in  modo  alcuno  ;  tanto 
che  vn  di  venuti  a  contefa  d'vn  certo pafto,più  tosto  fi  cotentaro  d'effere 
sbarattati  dalla  Tlebe  diCochinyche  voleffero  infanguinarfi  le  mani  con 
genti  ignobile. Offeruar fi  ancora  tra  quelli  'Barbari,  che  niuno  quatunque  __ 
fuffe  figlio  di  gran  Signore ,  porta  penne,ò  coloriyò  gioie)  ò  velli  ricche; 
fin  che  nonh  abbia  fatto  in  guerra  qualche  notabil  atto  contranemici.  £- 
.  glifen^a  dubbio  dalia  militia  incominciò  primieraméte  quefio  nome  di 
CauaHe-1  CtHalìere,  perche  altro  propriamente  non  dinotauay  chejoldato  à  caual- 
re    onde  lo;benche  altrimenti  prima  fi  fuffe  appellato;  conciofia  co  fa  che  que'  tre 
deriuafle  cento^he  Romolo  fcelfe  dalle  tre  Tribù  I{o mancarono  da  lui  Celeri  no- 
minati }  per  la  loro  velocità  ;  ò  vero  fecondo  Fejlo  ,  per  hauerne  data  la 
condutta  à  Celere  vccifore  di  F^emo.Furono  pofcia  chiamati  Flefiuminiy 
quafipiegheitoli,per  la  loro  agilità.  Toi  hauendo  la  caualleria  Fumana. 

fen%a 


<D'EL    C UVEALI  0,  ZIB.    7.  4> 

fen%a  alcun  aiuto  di  pedoni  pre fa  la  città  di  Trcjfoli  in  Tofcana ,  Trofia^ 
t.    li  furono  detti ,  comeTlinio  narra .  E  lungo  tempo  dapoi,  molti  che  l'o- 
rigine di  tal  nome  non.fapeano  >  fi  vergognauano  di  cofi  effere  nominati . 
ultimamente  rimafe  loro  il  nome  formato  da  Cifleffo  cauallo,ilquale  co- 
me da  nobiliffima  parte  vf cito  >  è  flato  carifjìmo  à  ciafcbeduno  .  Ma  poi 
qua  fi  tratto  da  quel  primiero  fignifìcato  ,.  fi  vede  anticamente  l'ufan%a, 
hauer  portato  ,  che  Cavalieri  diciamo  quelli ,  iquali  nati  di f angue  nobile 
e  /ignorile  ,  attendono  à  gli  efiercitij  C  auallere fichi  convita  j^lendida  e 
magnipca.Et  queflo  titolo  perfommalaudeèdiuenuto  communeàfom-  Nome  di 
mi  'Principi; come  in  Homero  fipuò  vedere,  ilqual  fiorente  dà  epiteto  di  r^ffcS? 
~>  Caualier  no  meno  à  Teleo,che  à  quegli  altri principali  (fimi  della  Grecia  ;  uenga , 
£t  Virgilio  volendo  honorar Marcello figliuold'.Ottama)cofi  ildefcriuey 

Fermerà-  queHo  Caualier  lo  flato 

I{oman>da  gran  tumulto  allhor  turbato.. 
Co  fi  anche  V  ingegno fo  ^rioflo  indifferentemente  tuffi  potentifflmi  Si- 
gnori nomina  Caualieri,dicendo  tra  gli  altri  luoghi), 

Vn  Bjfi.grande  vn  Caualier  fi forte. 
E'I  Tetrarca  volendo  nella fua  cannone honorar'NJ.colò  di B^en^yfit- 
premo  cittadino  Bimano  et  magnanimo  liberatore  della  patria^ appellò 

Vn  Canalier  che  Italia  tutta  bonora  . 
C  Ma  quel  eli àpi à  moderno,  raccontan  molti,  Francefco  Bj  diFrancianel 
cartello  che  mandò  all' inuittiffimo  Carlo  Qjùnto  ,  hauer  tra  gli  altri  di- 
fcorfidetto,cbe  egli  non  baite  a  malfatta  co  fa  che  ad  honor  aio  Caualìe- 
re.  non  conueniffe  :e'l  mede  fimo  Bj  nella  giornata ,  eli 'ei  fece  contra  gli 
Suii^eri  a.  May -ignano  battendo fi  acquisì ato  lode  di  valente  guerriero , 
col  confentimento  de  i  Baronie  di  tutto  l' efferato  ,  volle  prendere  gli  or- 
namentidella  degnità  Cauallerefca  ,  fecondo  le  cerimoni  militari >  per- 
mano  di  Baiardo  fortijfimo  (apitano,  come  il.Cjiouio narra .  Stnul-  Caualfere 
la  merauiglia  è  certamente,  che  i  Bj-  fi 'chiamino  Ò  fi  facciano  (a-  nome  di 
ualieri;  fé  la.  dignità  B^eale  non  può  pigliarfida  chi  non  habbia  la  Ca-  »ra.n  rePu 
)    uallerefca  primieramente  ;  fi  come  in  alcune  biflorie  già  fi  legge  .  Stcofi 
hoggidì  veggiamo  il  Bjfàrfi  compagni  de'Caualieri  in  tutti  gli  ordini^ 
jj>efciarmente  ne  i  fupremi,come.  quel  di  "Borgogna^i  Francia,  d'Inghil- 
terra, e  di  Sauoia;  come,  anticamente:  dei  Bj  di 'Napoli  era  quello  de 
?  xArmellino,€gli  appo  Cjiouan  Boccaccio  mede fimamente  fi  trotta  fpeffo 
fatta  rimembranza  di  queHo  honoratiffimo  nome  diCaualiere  ;  à  cui 
fi.  come  Ouidio  per  epiteto  aggiugne ,  feuero,.  Statio,  eccelfo,  Gio- 
uenale,  egregio  (  eflendofì  Egregio  parimente  appellato  (fefare  )  & 
Horatio  y  tJHagno^  ;  cofi.  egli:  Jjora.il  cognomina,  corte  fé  >  leale  > 

piaceuole} 


44  DELL>A<jL0\1j£ 

piaceuole  y  riguardeuole  >  dilicato ,  leggiadro  e  bello  -,  bora  degno  d'ogni  jr 
gran  dono;horafauioy  intendente  >  da  bene ,  coHumàto  ,  prode  &  valo- 
rofo;  tutte  qualità  convenienti  à  fi  alto  nome  ;  ilquale  di  quanta  impor- 
tanza ftay  egli  il  dimoflra  nel  fuo  Labirinto  ,  fiizjandofi  contra  alcu- 
ni) che  fklf amente  lo  s attribuiscono  ,  &  co  fi  dice ,  Stimano  i  beiliali9 
che  ne'  vefìimenti  fodrati  di  valore  nella  fpada,e  ne  gli  fioroni  dorati  (le 
quali  cofe  ogni  picciolo  artefice ,  ogni  pouero  Uuoratore  leggiermente 
potrebbe  hauere)  &  in  vnpezjo  di  panno  ,  &  vno  fcuducciolo  dafar 
alla  [uà  fine  nella  Chiefa  appicare  >  confifla  la  (aualleria  (laquale  vera- 
mente confi  fte  in  quelli)  che  hoggi  (aualierifi  chiemano)  e  non  in  al- 
tro ima  quanto  fieno  dal  vero  lontani)  coloro  il  fanno  ,  che  quelle  cofe  che  & 
ad  efi a  appartengono  ;  &  per  lequali  ella  fu  creata  (alle  quali  tutte  effi 
fono  pia  nemici,  che  il  Dianolo  della  Croce)  cono  fono  .  Stnel  mede  fimo 
luogo  foggiunge ,  Credo  che  fpeffo  vada  gli  feudi  >  che  per  le  Chiefe  fon 
appiccati) annouer andò \e  dalla  vecchiezza  diquelli)  e  dallaquantità, 
argomenta  fé  effere  nobiliffi?na\  poiché  tanti  Caualieri  fono  fiati  tra" 
fuoip  affati  >  &  ancora  più  :  Ma  fé  per  dieci  e  attlni  de  la  f chiatta  più 
auuenturata  in  crefeerein  numero  dhuomini)  che  in  valore  ò  honore  al- 
cuno )fufie  flato  vnfolo  feudo  appiccatole  {piccatone  vn  di  quelli^per  la 
cui  Caualleria  appiccati  vi  furono  ;  a  quali  ella  co  fi  bene  e  conueniente- 
mente  Hette ,  come  al  porco  la  fella  ;  non  dubito  punto  >  che  doue  de  gli 
Véfcouo  Scudi  de* cattiui  centinaia  apparirebbonO)  niunofe  ne  vedrebbe  di  (faua- 
diMódo.  liere.   ^Aquefio  propùfito  fa  quel  che  fcriue  ilVefcouo  Mondognetto, 
«netto   e  che  il  Caualiere  che  non  cerca  d'imitare  i  fuoip  affat'hnon  deuria  vantar- 
nionef1"  fi  d-efier  difeefo  da  quelli  ;  perche  quanto  più  grande  è  fiatala  fama  de? 
padri)tanto  più  è  biafimeuole  la  negligenza  de'  figli.Tenerfi  in  alto  vn'- 
buomoper  effere  digranlegnaggio  è  cofa  vana}vantarfi  de' fitti proprij 
èpazgia^mapure  di  quesli  duoi  efiremipiù  tolerabile  è  il  fecondo .  Che 
già  Mario  fu  vdito più  volte  dire)  che  egli  confefiaua  d'ejfere  d'ofeuro 
legnaggioy&non  hauere  pur  vno  feudo  dell'arme  d' ante  ceffori  ima  quel  ^ 
ii)che  viueano  a  fuo  tempo  non  poteano  negare ,  ctì  egli  non  haueffe  mol- 
te ferite  nella  per fona)&  molte  bandiere  di  nemici  in  cafa  .  Ma  gli  buo- 
minid' hoggi  mn  s'occupano  in  altro,  che  in  far  dipingere  le  lorarme 
perle  mur ammagliarle  per  li  marmi)efcolpirle  nefnggelli;e  niuno  f. af- 
faticati guadagnarle  negli  efferati .  Egli  non  è  da  chiamarfi  Caualiere 
yno  follmente  per  ejfernato  difangue  buono ,  e  di  molta  potenza  >  ricco 
Caualie-.,  jj  gj0ie }  e  padrone  di  molti  vaffalli  ;  perche  tutte  quefle  cofe  fi  fogliono 
ba^hia-    ancora  trouare  in  vn  Mercante  i&  vn  Giudeo  èfolito  di  comprarle  :  ma 
marfi .      ^e l  che  fjà  il  Caualier' efiere  Caualiere ,  è  l 'effere  moderato  nel  parlare, 

.  largo 


DÈI  C  <A  V  jt  LIO,    11B.     1.  4$ 

jl  largo  nel  donar eyfobrio  nel  mangiare^honejlo  nel  viuen ,  t citerò  in  per» 
donare,&  animofo  nel  combatte,  e.  Che  quantunque  fa  l'huomò  di  [an- 
gue illuflre  j  &  abbondante  d'entrate  ,  nondimeno  efendo  cianciatore  > 
auaroyingordoyambitiofo^malignoy  i?npatienteye  pufìUanimo;  egli  fi  può 
dire-i  che  tenga  ingegno  più  di  facchino  effe  di  (aualiore .  Et  perche  im- 
portantijfimo  è  certamente  (jueflo  nome  di  (aualiere,  che  noi  vfiamo  , 
nel  quale  fi  rinchiude  lo  fplendore  della  vemnobilta  ;  egli  è  da  confide- 
rarfi  accortamente  y  Che  fé  noi  riguardiamo  bene  a  principe  delle  cofey 
reggiamo  che  tutti  d'una  maffa  dì  carne y  la  carne  habbiamo  \  che  da  vn 
medcftmo  creatore  tutte  l  anime  fon  con  vguale for%ay& con  vguale  pò 
B  ten^a  cre<ita,la  virtù  primieraméte noi)  che  tuttinafeemmo  e  nafeiamo 
v gu  al  ìydif  infere  quelli  che  di  lei  maggior  parte  haueano  &  adoperaua- 
no,nobili  furon  detti  ^l  rimanente  rimafe  non  nobile**  e  benché  contraria 
vfan^a  poi  habbia  quefla  legge  nafcofa>ella  none  ancor  tolta  viaynègua 
Jla  dalla  Tslatttraynè  da  buoni  cofiumiy  &  perciò  colui  che  virtuofamen- 
te  adoperay  apertamente  fi  morirà  gentile ,  <&■  chi  altrimenti  il  chiamay 
non  colui  eh' è  chiamato-,  ma  colui  che  chiama  commette  difetto  >  Chi  ri- 
cerca dunque  d'annobilir  fi  >  bifogna  che  per  la  via  d'ella  Virtù  s'indri1^. 
^.da  cui  procede  &  in  cui  confile  propriamente  la  'Nobiltà;  percheper 
ta  virtù  &  per  lo  vitio  (come  frittotele  afferma)  fi  diftinguono  inobL 
F  U^egPignobili.VeròfaggiamentediffinìfieSpeufippOyl'HonoreejìeredL    „ 
gnita\  e  riputatane  per  virtù  acquiftata  :  E  già  ilfuo  maefiro  Tlatoite  cne   cofa 
parimente  d-ifribuì  la  nobiltà- in  quelli  modi  y  che  l^obili  fon  coloro  >■/  fecondo 
cui  predece  fori  fiano  flati  gin  fi  e  virtuofi  ;òpojfenti  e  Signori ,  ò  cele-  sPeu^P*": 
bri  &  fumo  fi  per  fitti  d'arme  :  e  nobile  fopra  tutti  è  ciascheduno  ,  che  chelìano* 
per  le  proprie  fue  virtù  fra  eccellente .  J^e  altro  in  veritàdinota  la  -voce 
dubbile  y  che  noto  e  chiaro  per  virtù  di  fuoì&fua .  J^on  bafta  dun- 
que l'ejfere  chiamatOyò  pur il  far  fi  chiamare  (faualhrtysr  egli  non  corri- 
fponde  con  l'opre  che  conuengono  a  Caualiere  y  a  cui  è  necejfario  fomma- 
mente  ammaejlrare  la  vitafua  con  tuttique'  morali  documenti ^che  firn- 
nò  l'huomoperfettOyequafi  vguale  al  fommo  Cjìouey  come  Horatió  dice} 
Terò  affine  che  de  gli  humaniye  diuini  precetti  fipofia  hauere  quella  nq- 
titia  y  che  bifogna  yfen^a  laqualepochiffima  ò  niuna  dijfereu^a  verrete 
be  ad  ejferefranoi&  le  bettie  ;  appartiene  principalmente  alCaualierey 
di  hauer  conofeew^a  delle  buoue  lettere  ;perlequali  d'inerita  Ihuomo  nel  Caualie- 
configliare più  accorto  y  nel  determinare  più  pronto ,  neW  ejfeguire  più  re,debbe 
temperatoynelle  e ofe  repentine  più  rifolutoye  finalmente  in  tutte  le  attio-  hauer  no 
ni  più  forte  e giutto .  £t  vana  cofa  è  l'andar  cercando  y  quaifianpiù  dè~  k^ew 
gne ole ktttrt  ò l'arme potendo fi] cernere chiammenteyche l'meye.Val-  tere. 

tre 


*re  fon  neceffarie  oltra  modo;  e  tanto  bene  ftanno  congiunte  infteme?che  g 
non  pcffiamo  altrimente  acquifiare  perfetta  gloria ?  fé  non  veniamo  ad 
esercitarci  e  in  quesle?e  in  quelle:  perciò  che  confluendo  l'huomo  di  cor- 
po?e  d'animoie  bifognando  l'vno  &  l  altro  tenere  adorno  e  ben  munito  : 
le  lettere  polir  anno\ottimamente  l 'animo ?  &■  l'arme  fkranm  il  corpo 
.  ,    agiliffimo  &robuFto conia difciplma  della  militia?  &  con  l'vfo  dclCa- 
i  Nobile  ua^carecbe  propriamente  Jpetta  al  Caualierc^ .  Sono  bene  tra  effi no- 
bili non  altramente  i  loro  gradi  ?  che  fono  in  Cielo  tra  i  pianeti .,  e  tr*t 
gli  Jpiriti  zsfngelici  e  beati  ;  Ma  douendo  cofi  di  quelli  ?  come  di  tut- 
te quelle  parti  ?  che  conuengono  ad  hnomo  nobile ?  ragionare  disìefa- 
mente  in  vn  trattato?  Z)ella  vera  nobiltaV^'  donandoci  Id-  f 
dio/patio  ?  di  corto  daremo  in  luce ?  qui  mi  rimango  di  aggingner  altro  ? 
Vfficiodi  che \quefio  folo?  degno  di confìderatione  grandiffima  certamente  ?  Che 
Nobile,     l'huomo  nato  difangue  nobile  ?  fedal'vn  canto  fi  troux  efiere  in  gran 
.vantaggio  di  fortuna  fra  gli  altri  >  come  in  verità  fi  p;:ò  negare  ?  da 
l'altro  egli  fi  troua  addoffo  vn  grane  pefo  ?  effendo  tanto  vbligato  di 
auan^are  gli  altri  in  eccellenza  di  virtù  >  quanto  gli  auan?a  di  fplen- 
dore  di  nafeimento  .  Conciofia  cofa ?  che  dall 'infinita proniden^a  di  Dio 
cofi  pare  ordinato ?  che  dal  nobile?  a  cui  ha  dato  in  mano  ilgouemo 
terre/ire?  debba  il  popolo  prendere  l'efi  empio  del  viuer  fuo  ?  come  da 
vna  cofa  perfetta  :  Et  per  questa  cagione  dice  il  Sauio?  che  neW  altra  vi-  (j 
ta  i potenti  potentemente  patiranno  tormenti?  &  a  pia  forti  più  forte 
fupplicio  foprajìà}  chef  come  Dio  è  ottimo  <&  liberalismo  donator  del- 
le co  fé  a  gli  huomini?  cofi  èfagacifjìmo  pronatore  delle  loro  virtù  .  Et 
indi  ancora  auuiene ?  che  in  quefia  vita  prefente ?  l'infàmia  del  J^pbiley 
.  qualunque  fi  fi  a?  è  maggiore  d'ogni  altra  quantunque  grandiffima  di  al- 
trui.E  non  altrimenti  eh  e  nelle  Donne  la  honefià  macchiandoci  vna  vol- 
ta^non  torna  mai  nel  primiero  fiato?  cofi  parimente  la  fama  delTSlgbi- 
le?fe  per  auuenturafi  denigra  giani  ai  per  colpa  propria  ?  rim  ane  perpe- 
tuamente guafla?  &  ogni  volta  che  dal  bel  fenderò  della  V 'irta  fi  viene  à 
torcere?il  titolo  della  Klobiltàfi  viene  a  perdere  :.8t  tal  fi  può  giusìamen-  ™ 
te  cacciare  dal  cenfortio  de  nobili?  fi  come  bene  fu  ordinato  in  quella 
co  si  it  ut  ione  di  Federigo  Secondo  Imperatore  ?  oue  dice  ?  Conueneuole  co- 
fa  e  fi  ere  ?che  de  l'honore  della  militia  fia  priuato  colui ?  che  non  è  cauta 
a  confermar  fi  la  fina  degnità?  &  che  è  temerario  in  offenderei  men  po- 
tenti .  Le  quai parole  veramente  di  matura  confiderationefon  degne  ?  per 
conofeere  quanto  al  Tubile  difeonuenga  far  ingiuria  ad  altrui .  Verciò 
che  e'  non  è dubbioyche'l  cinger  fi  la  fpada  ?  èfol  per  fegno  della  giuHitiay 
&per  conferuatione  fidamente  di  quella?  fu  cofiituita  dal  fomma  14- 

dia 


<D  È  Ly  C  Stft  jLLLO   LI  è.    I.  47 

dio  tal  preminen^come  ferine  l^fpoftolò  a'  Romani)  &  per  le  giuste .  ■ 
A    difefe proprie  e  flraniere  y  come  pienamente  ci  infegnanoi  Filofbfi .  Ma  „ 

fenica  comparatone  pia  paura  delira  battere  il  Caualieredi  ingiuriare       j-  jn_ 
vnpouero,cbe  vn  ricco  5  perche  i  ricchi  fi  fogliono  vendicare  talbor  con  ft,  umctt 
Varmeche  non  fonda  temerfi  dal  generofoymaiVoueri  fi  vendicano  con  fi  védichi 
le  lagrime  appo  Dio  )  ilq  itale  riceue  come  fatto  in  perfona  fua  ciò  che  fi  o0" 
fa  al  minimo  di  coloro. Oltre  che  è  cofa  propria  d' alto  animo  >  efìere(co~ 
me  0  iddio  dice)placabile  alla  Ira  yaguifa  del  magnanimo  Leone  y  a  cui 
bafla  di  haner  gittato  a  terra  il '■' fita  nemico  y  ferita,  aggiugnerli  altra 
offe  fa.  infogna  dunque  di  sì  fatta  maniera  portar  fi  il  Caualdere  >  che  i 

n,  minoritratti  come  figliuoli)  gli  vgualicome  fratelli)  i  maggiori  come 
padri)  HforaHieri  come  compagni .   Ts[e  fi  diletti  di  dir  male  degli 
oMuerfiirij  y  perciò  che  la  maldicenza  dà  indiciodi  vii  animo  ;   &  alla. 
*Donna.  appartiene vendicar  fi  conia  lingua>ma  alCaualiere  (fiele  ven- 
dette pur  fi  concedono)  là  arme  ?  &  in  quelli  modi  che  pia  fi  comtengo- 
no  ..  Sono  tuttauia  alcune  ingiurie  che  non folo  non  fi  deono  vendicare* 
ma  più  tosto  dijjìmulare.&  perdonare  :  C ke già- fi  legge  Cefare  hauer 
detto ,  T^iuna  cof aportargli  tanta  allegrerà  >  quanto  il  perdonare  a 
queìyche  gli  haueffero  fatta  alcuna  offefa  y  &  il  gratificare  a  quelli ,  che: 
hf erutterò )parole  certamente  degniffime  di  laude  e  d'imitationettanto 
C  più  che  s'egli  era  Vagano  y  a  noi  s}  aggiugne  lobligo  del^Diuino  coman- 
damentoMa.  la  malitia  bimana  è  venuta  in  tanto  accrefeimento  in  que 
&acafo)che  moltìnon  ardifeono  di  perdonare  a'  nemici)  per  tema  de  gli 
amicai  quali  fubito  dicono  farfi  per  dapocaggine ,  non  per  carità.:  Et  di 
qui  fono  forte  le-  occafiom  di  mille  Duellari  combattimentiyne'  quali  ef-  Oceano- 
fendo  per  auuentura  costretto  difeendere  ilCaualiere)  perrifehiarare  Ò  ne    prefe 
confermare  in  quel  modo  ilfuo  honore  y  edouendò  in  tanto rifehio  prò-    IJj^fi 
cacciarfi  vnfidatO)&  valorofo compagno yqual potrà  egli  ekggerepiu  jouer  tr!i 
ficuro  dLvn  e aualhyben  formato  dalla  Telatura  yben  educato  dall\Ar~  tardelc*- 
tey&  continuamente,  nellarme effercitatoi  Egli  non  per  altro  mifieroj  uallo. 

D  penfo  efsere  flato  fcritto  da  Hefiodo  nella  fitaTeogonia ,  che  dal corpoj 
morto. dìtJtyCedufay ingrauidatagia- dal^ettuno ,  fufse  infiemecol ca- 
ti  allo yvfcito  un'bmmo^nominatoCrifauroycondaj^ada falcata  & '  indo- 
rata mman0)fe  manche l'buamoyihaitalla  y& l'arme fono  tre  coje  ne- 
e  efsarìamen  te  congiunte  infieme.  Et  per  tal  congiuntane  Fergiliofòr- 


MezentiO' 
ca- 


fe  difseycbe  Creteo  muficò  femp reeantauacauaW,)<&arme  d'buomini 
e  battaglie:Oltre  cheingegnofamente  da  lui  s'induce  Me^entio- andana  !Jf  Jq 
do  per  vendicarfi  della  morte  di  Laufo.  contri  Enea  >  parlar  in  quefla.  uaUo. 
guìfa  a.I{ebQ  amato  cauattoy 

B^ebo 


4$  ù  E  L  L  U      G  LO  ILI  ^ 

t{ebo  noi  lungamente  già  ftam  vijjì  >  » 

Se  cofa  alcuna  ft  puh  dir  che  fìa 
Lungamente  durabìl  tra''  mortali  : 
Hoggiò  tu  vincitor  riporterai 
Le  f augnino  fé  fpogliey  e  l'alto  capo 
'Del  ì{è  Troiano  yedti  dolor  diLaufo 
Giuslo  vendicato)-  meco  farai  ; 
O  fé  per  nulla for^a  aprirla  Jirada 
Mi  fi  potrà)  con  me  fteffo  morrai  : 
Ch'effcndo  tufortiffimo ,  io  non  credo 

Ch'altri  y  che  me  feruir  voglia  giamai .  F 

l'huomo  Mafefufie  alcuno  di  parere,  che  per  non  confidar]!  Vhuomo  alla  difere- 
noti  dee  tione  d'altrui)  e  per  cintare  i  fmijìri  auuenimenti  ;  fuffe  meglio  in  quefle 
c°f^ar*l  fmgolari  pugne  combattere  a  piede ; potrà penj are ,  che  a'cafì  della  for- 
diferetio-  tnmcofiinvnmoio  comeinvn'altro  fìtta  /oggetto  ;  fé  [opra  le  tofe 
ne  humane  vogliamo  pur  approuare  ilfuo  dominio  :  ma  fé  filmiamo  (co- 

rri'è  il  douere)  ogni  cofafuperarfi  con  l'animo  &  con  l'ingegno  ;  re  fiera 
da  opponere  folamente,  che  bifognando  al  Caualiere  tener  doppia  atten- 
tioney  di  gouernare  e  guardar  fé  tteffoy  e  parimente  ilfuo  cauaìlo;  è 
cofa  piìi  malagenole  e  pia  dura  :  J^elche  ogni  corgenerofo  potrà  ri- 
foluerfi  brkuemente ,  che  dalla  fatica  e  dalperiglio  nafee  la  gloria  >  /<* 
quale  tanto  è  maggiore  e  più  filondente  ,  quanto  più  difficile  èfimpre- 
fa,  Et  a  ciò  s' arroge ,  che  efiendo  vn  vago  fi)  ett  acolo  a  circoftanti  ve- 
dere vn'buomocoraggiofoy  &  armato  fopra  vn  leggiadro  cauallo  ben 
guernitomafee ne gli  animi loro  vna  certa  intrinfeca  affettionee  de  fide 
.    .     nocche  quel  gradito  combattente  fia  vincitore  ;  dal  cbefìfuole  prende" 
del  co"10  re  aHViYl0fe^lc^im0  -  Egli  è  veroyche  quantunque  anticamente  fi  bia~ 
batter  di-  fimaffe  il  combattere  a  piede  e  difarmato;  parendo  unafanguinaria  crn 
iarrnatoa  deità;  nondimeno hoggidì per  vn  certo  fegno  di  ardimento  fi  riputa 
£!     *       per  vulgare  openionehonorato  ;  &  molto  fi  vede  vfato  il  diffinire  delle  j» 
de!  modo  querele folo  con  cappa  efpada  .  Ma  tutte  quefle  elettioni  fi  lafciano  in 
del  com-  -arbitrio  del  B^eo ,  cioè  delprouocato ,  a  cui  le  leggi  tutte  prestano  van- 
batter  co  faggio  ;  come  dimostrano  apertamente  le  coslitutioni  Imperiali >  <&  i 
feoC         Dotto  ri  che  di  ciò  trattano  ;  tra*  quali  'Paris  ifp  reffa  mente  fpiega  ilfuo 
parere ,  che  fi  combatta  con  arm  e  militari  >  tenendo  però  alcuna  parte 
del  corpo  difarmata,  Eleggafi  dunque  il  F^eoquel  modo  ,  che  gli  è 
più  commodo  e  più  vide  (pur  che  fia fen^a  inganno)  hauendo  riguarr- 
do  alla  forila  &  alla  difpofitione  difuaperfona  ;  e  fàccia  come  glipia- 
ce,pur  che  onoratamente  poi  fieW  ejfercitatione  fi portiy&femra  foret- 
to 


htl   CUV \J.llO}   LI  8.    t  %jf 

*jl  h  alcun  d'infamia:  perche  infamia  giudicò  effere  di  coloro  >  cbetrapaf- 
fano  in  dijpute  la  cofa ,  non  facendo/i  mai  aggiugnete  ;  &  intuendola 
tlettione  dell' arme,  prudono  le  difenfiuedi  modo,come  fé  douefiero  afpet 
tare  le  cannonate;  &  le  ojfenfiue  tali,  che  non  pungono  pur  ne  tagliano; 
-&  altri  malitiofamente  ritrouano  certe  maniere  d'arme  piene  difofisli- 
therie ,  che  -fieramente  fi pofiono  agguagliare  alla  rete ,  che  fé  Falcano  , 
fer  inuilupparui  la  Venere  fua  con  Marte.   Ma  il  combattere  armato  combat» 
■&  àcauallo  Andrea  A:lciato,hnomo  di  fingolare  dottrina ,  giudica  ef-  tere  a  ca* 
fere  propriamente  àl<{obili  conueneuole ,  co  fi  dicendo.  Quello  per  ope-  uallo  prò 
rione  di  tutti  è  confermato,  advn  Tubile  h  uomo  e  generofo  piàconue-  ^JJJJJ^ 

B  nire,cbe  à  cauallo  &  loricato  combatta,  che  altrimenti  :  soggiungendo  ne  a  No* 
ancor a,non  douerfi  da  Signori  del  Campo  permettere,  che  in  altra  gui-  bili- 
fa  fi  combatte/fé:  Et  poco  dapoi  afferma,  Sfiere  certamente  la  militia 
à \  cauallo  più degna  à  noflre  vfan^c ,  e  più  da  Tubili  frequentata.  La    StaJU€.4 
qual  dignità  fi  puote  ancora  da  l'vfan^a  antica  de'  Rimani  confiderà-  f0lxima   * 
re;cJ?equafi  tutte  le  sìatuefaceuano  armate  di  corali  >  &  a  cauallo  ,  «loria . 
quando  vna  fomma  gloria  voleano  attribuire  :  fi  come  in  honor  di  Lucio 
Furio  famillo,  e  di  (aio  Menio  Confilbpe--  hauer  foggiogato  il  Latio,  due 
nella  piazza  di  ì\pma  ne  furon  pofte  ;  cofa  rarijjìna  in  quel  tempo 
come  Liuio  fcriue  ;  &  innanzi  al  tempio  di  Castore  va' altra  d  Qiànto 

■*  aJMartio  Tremulo  confolo  per  la  vittoria  xle' Sanniti:  efiendoaquefladi 
fopra  V arme  la  toga  aggiunta,come  Vlinìo  dite;  8t  vn\iltra  fi'milmènte 
togata  &  loricata,con  la  tefia  fcoperta  ,  Liuio  narra  effere  Hata  fatta  in 
honor  di  Minutio  Tretore ,  per  lafaluatione  di  quelli ,  ch'erano  flati  alla 
guardia  di  C  afilino  contra  [Annibale.  A  "Siila :  come  Appiano  racconta) 
dopò  la  guerra  Ciuile,fu  poHa  vna  slatua  d'oro  a  cauallo,  con  una  fiotto^ 
fcnttione,che  diceua,^  Cornelio  Siila  fortunato  tmperadore^perche  co- 
sì gli  adulatori  ilfoleuanò  appellare,  come  quello  che  auuenturofamente 
hauea  guerreggiato  ;  laqual  adidatione  ottenne  nome  fi  abile  alla  fine  . 
Vii"  altra  di  bronco  a  (efare,  conia  Cometain  teUa,perfe?no  di  Diuini^ 
tà,come  nella  vita  di  iaiVlutarco  fcriue  ;  da  cui  fi  fa  pur  fede,  che  Fabio 
sJhtaffimo  vrt altra  fé  ne  fé  drizzare  in  (ampidoglio  .  Fn' altra  ne  fu 
dedicata  a  Traiano  fmperadore  di  fmifurata  bellezza, come  racconta  il 
<JW 'anellino  .  Legge  fi  che  CoHantino  andando  perla  Città  di  l\gma,  e  Detto  di 
giungendo  alla  pia^-a  di  Traiano,  dopò  l'hauer  ^mirato  con grandifftma  Coniteli* 
merauigiia  la  mirabile  archittetura  di  quelli  edifici;non  confidandofi  di  nno" 
poter  in  altro  agguagliarlo,  difie  volere  fidamente  imitar  quel  caual- 
lo ,  che  nel  me^o  della  (forte  Baua  di  fiotto  il  "Principe  ;  Il  che  fentendo 
Ormifda  Uveale  diTerfia  >  con  vn  gè  fio  affai  gentile  riffofe,£ffer  bertt 

<D  che 


5<$  h  e  l :  i  ji    g  l  0  %1  u 

the  prima  fi  facefie  vna  fi  alla  idonea  e  conueneuole  à  tal  CauaUo;fepof-  £ 
fibil  fufie .  *A  '  Tbeodorico  (jota  >  dopo,  hauer.  debellato  IZabbacco  Bj  di 
S armatiay  Leone  l.mperadore  fé  drii^are.vna  fiat  uà  Squeftre  in  Co- 
stantinopoli; dandogli  il  cognome  di  Magno ,  e  facendolo  Bj  d'Italia, 
tsf  $armene  che  primieramente  fcriffe  diCaualleria ,  fu  fatta  vnafia- 
tuaà  Cauallo  daTefilao  iìatuario  >  come  Tlinio  ferine .  Scrifie  etian- 
dio  di  qneHa  materiavn  certo  Simone  (come  Senofonte  fa  fede)  &fìt, 
fcclpito  fopra  vn  bel  Cauallo  di  Bronco  in  Eleufinio  in  JLtbene  ;  che  pa- 
rea  fomigliantijfimo  al  vero;  &  nella  bafe  erano  intagliatetutte  le  fue 
cauallo  di  4ttlMB>.w  modi,ejr  le  figure  delC anale  are .  Mitello  Macedònico  pofe 
uerfe.       nelcofyetto  delle  fue  cafe  vna  compagnia  difiatue  a.  cauallo  >  che  porto  F 
da  tSMacedonia  ;  &furon  quelle  >  che  lAlefiandro  bauea  fatte  fare  da 
Lifippo  eccellentiffimo  Jlutore  di,  cotali  opre  yin  honor  di  quei  cento, 
venti  (aualieri  >  che  ne'  campi^idrasìei  > prefso  al  fiume  (franico  yera- 
no  morti  in  fuo  feruigio;<&-  eranni  infiemeìa Matita  d'efiolui;nelteiqua-- 
li  tutte  fivedea  mirabilmente  efirejjli  la  fomiglian%a  delle.  figur£>co— 
Aleffar*.  me  Vatcr colo  narra ..  Qiesìo  Lifippo  fcolpìjllefiandro  in  molte  guifity 
drolcol^i  }}auen(i0  incominciato  fin.  dalla  fhnciulkzxa  di  luucome  Ulinio  moftra; 

tO  IO    DIU  j.  /»  /.     i    ,  -        •      ,.    V"  „  v        i*t        r  ■       r  V 

euife,  &  medefimamentef colpi  vna  caccia  di  (fio  B^e  >  cbefupojcia  /aerata  et. 
Delfi  yfcolpì  ancora  la  carretta  coi  Sole,  de'  B,odÌani..  Cofi  fatte  Hatue 
à:cauallo.giàfi teneuano  molto  in  pregio  ;  &  Cicerone  contra  Verre  par-  &' 
landò  y  ne  fa.  mentione  là  doue  dice  ,  Che  dunque  fi  vogliono  quella 
indorate  fiatue  8'queflri?  & altrouer acconta ,  che  Jlgatode Tiranno 
della  Cicilia  fé  dipingere  nqUetauole  vna  vittoria,  fua  EqueHr(LJ .  Ho» 
ra  tra  le  dipinture  fonafiai  celebri  quelle  d'iApelle>  oueritraffe.  Clito 
a  cauallo,  che saffrettaua d'andare  alla  battaglia;  convnofcudieroy 
che  gli  porgea  l'elmetto  yel^eottoiemo  >  che  andaua  contra  iVerfi  ;  & 
Ksfntigow Bj ^armato  fopra  vn  fiero  cauallo  :laqual.opra  fù.delle  pia 
ammirate  da  i  dotti  de  l'arte.Ei  principalméte  dipinfe  Filippo  <gr  Jllef- 
fandroy  qua  fi  infinite  volte  ;  &in  vna  (come  (elio  riferi fee)  nonparen- 
do  ad  Jllefi  andrò  lafuaimagine  a  cauallo  e  fiere  àvoto  fuoy &pe?òpQ- 
cjo  aprouandola;auuenne  che'lcaualviuo  accoHato fi  al  dipintOy  comin- 
ciò marauigliof amente  ad  annitrire  ;  quafi  per  famiglian^a  eh' midi  fé 
Motto  di  mede fimo  conofeea^mofio;  onde  leggiadramente  *A pelle  dljfé  conqttelU 
ApeUe .  fiducia  che  tene  uà  apprefio  al  Bjygid  mìpareyche'l  cauallo  fia  di  miglior 
giudichili  difeemere  le  pitture  fopiu  tofto  come  altridiconoy  che.mofìri 
più  di  voi  la  verità .  "Njalce  ancora  è  celebre  d'hauer  dipinta  in  vn  ca- 
uallo maneggiato  dal  Co^zoney  ejprefi amente  lafchiumayche  anbelan- 
io  fa  cea  :  Et  àcGftui atìuenneineio  quel  ,che àTrotogene.era.auenutoy 

the 


2T££     C  ^V  ALLO  LI*,   t.  fi 

rjl  che  battendo  dipinto  (jialifo  con  vn  Cane  ;  &  efiendogli  pia  volte  dijpia 
ciuto  il  modo  della  [chiama ,  cfreglid'ejprimere  singegnaua  ;  alia  fine  ■ 
fti^atofi  nel  lauoro,volle  con  laftognia  canceUarq'-.eìla  partc,che  non 
gradiua;maquel  dar  di  jpognia fè'di  [or te, che  fien^a  mutarci  dltroyCo- 
pra  rimafc  cortei  cercauaMaìornando  allafcoltura,già  in  J\oma  nel-         %. 
la  contrada  delle  Efiquilie ,  dou' erano  le  Hufs  di  Diocleti.mo,  fi  vedeano  aeirefqui 
duoicaualli  di  marmo  afi.zi  grandi  di  mirabile  artificio  >  con  duoi  huo-  fte, 
mini  me%o ignudi,che  teneuano  le  briglie  ;nell'vno  de' quali  erafcrittoy 
Opera di^Pr  affitele  j  nelt 'altro,diF idia;amendue  Scultori eccellenùffi- 
mi .  QueHi  caualli  erano  siati  portati  da  Tiriditate  F{è  di  ^Armenia  yà 

J*  cui  volendo  Ts{eronefiir  magnifica  accoglienza,  fi  dice,  che  in  vna  gior- 
nata haueffe fatto  indorare  tutto  iltbeatrodi  TompeoSDi  effo  Tr affite- 
le racconta  Tlinio  vna  grande  benignità,  che  efìendo  C  alamide  fàmo fi  fi- 
fimo  in  ifcolpire  le  carrette  &i  caualli  ;  ma  non  riunendogli  e  ofi  bene 
le  figure  de  gli  buomini-,  egli  nonfifdegnb  di  mettere  in  vna  opra  il  Car- 
rettiere fatto  di  mano  fua,per  far  hauere  ad  altrui  la  lode  perfetta .  Fu 
pur  eccellente  nello  f colpire  delle  Carrette  *Ari$ìide,  difcepolo  di  Toltele 
to.Hoggidìfi  vede  in  Campidoglio  la  ftatua  dibron^o  di  Marco-xA-uye-  j  rrf  r*e 
Ho  à  cauallo,benche  altri  di  Lue  io  Vero,  altri  di  Settimio  Seuero  la.fàc- 
ciano-.Et  nel  tempo  de'  Tede  fichi  è  ^Adriano  Tapafefìo,  in  ritratto  in  me 

c  sro  rilieuo,di  bianchiamo  marmo ,  à  cauallo  ,  fatto  per  le  diurne  m<mi  di 
MicUl  Agnolo  Tuon  aroti .  In  rBeneuentofi  legge  vna  antica  ifcrittione 
di  Quinto  Tlotiogentilhuomo  Romano  honorato  di  fìatua Equestre  per 
fua  virtù,  "ideila  Chiefa  cathedrale  di  Metyjn  Lorena,fi  vede  la  imagi- 
ne  di  (orlo  Magno,  fatta  £ argentoni  rilìeuo  à  cauallo;  l arcuai  tengono 
i  Canonici  con  tanta  veneratone ,  che  folamente  nelle  fefì e  maggiori  la 
mettono  in  publico,mentre  ci>e  fi  celebri  la  meffa)<&  vi  fanno  tante  del*- 
le  Cerimonie ,  comefefuffe  reliquia  di  vnfanto  ;  benché  la gloriofa  Vir- 
tù di  quello  fmperadore  fia  veramente  degna  di  ogni  honore.*Hel  p?la- 

2)  giodi  tJfrCedici  in  Firenxe,fì  veggiono  imzggiori  di  quella  ìllu.fiy ffima 
fa  miglia,] colpiti  di  marmo  à  cauallo,  per  mano  de  Ver  celiente  Taccino  -. 
1  Tifani,  ferine  il  Comineo ,  che  infegno  di  gratitudine ,  e  d'honoran^a 
fecero  vnaflatua  Equeshe  di  marmo  al  Bj  Carlo  Ottano  >  d?e  tenea  vn 
Lione  di  fiotto  à  piedi,  dinotando  l'infegna  de*  Fiorentini:  Toftia  ilnede- 

Ifimi  tolta  quella  del  Francefe  ^  ne  alloro  vn'altra  firmile  à  M. emi- 
liano Imperadore^i  .  In  Milano  è  vnaflatua  dimarmo  4  cauallo>$ri\~ 
T^ata  ad  Oldrado  Lod  egiano ,  che  fu  in  quella  citta*?  retore,  come  il  Co- 
rio  fcriueVri altra  fiatua  equefire  di  bronco  è  in  Tauia^laqualfi  dice  ef- 
fere  di  intonino  Impera  dorè,  &hauerla  quiuitYajfiorlata  da%auenna 

D     i  iLon- 


)$'  •    2>  E  l  t ;  Jt    G  hO  \ì  J. 

{Longobardi  ;  pur  Alcuni  la  chiamano  F{egifole.  Isella  piaTga  di  Ferra-  « 
\a fono i  fimolacri  diLionello,e  diBorfo  da  Efle ,  L>uchi,  foura-duoi ca- 
valli di  bronzo  .  La  Serenici  ma  Signoria  di  Venetianiper  donare  ad 
immortalità  la  memoria  di  [noi  fortiflìm  Capitanigli  bdper le pia-^ey 
9»       &per  le  Cbiefe  adornati  diflatue  àcauallo  ;  tra  le  quali  vna  riè  di 
Taddeo  Volpe, vn 'altra  di  Taolo  S  anello,  vn' altra  di  Incoiò  Or  fino  Con 
te  di  Titigliano,vn' 'altra  di  Leonardo  VratOy'fj-  vi 'altra  di  Bartolomeo 
Colleone-idi  bronco  indorato  :  e  quattro  caualli  pur  di  bronco  fon  di  me- 
rauigliofo  frettatolo  in  su.  la  porta  di  San  Marco ;i quatti,  bauendogli  (a 
piantino prefi  dall'arco  di  Vefpafianoin T\pmx ,  c^ condottigli  feco  in- 
Costantinopoli  ;  furon  poi  trafjfortatiin  Vitiegix  ,quando  quelli  Signori  & 
tihehbero  per  mitài. ì  dominio,com3  ft  legge  per  IhiHorie.  j^ella  città  di 
ladina,  fi  vedeàS  tnt' Antonio  la  sìxtua  di  metallo  dell' eccell.  Capita, 
no  (fatta  Melata,  foura  vn  cauallo  difingolar  beile7^a,  fatti  permana 
diT)matello  Fiorentino,come  ilVolaterrano  fi  fede  .  Isella  patria  no- 
fira,in  San  Giouanni à  Carbonara ,  sia il  RjLadislato  ritratto  àcauallo, 
nel  fio  fepolcro;del  quale  il  politi fjimo  Sannazaro  fé  quello  epigrama  , 
che  tra  i  Latini  fuoi  componimenti  fi  legge  ^  T^el  CaHello  nono  in  sa  la- 
porta  fi  vede  fcolpito  dimeno  rilkuoà  cauallo  il  Rj  ^élfonfo  primole- 
guifa  di  trionfante  JEt  nella  porlal^ilana  della città  fu  fatta  pur  di  me- 
%o  rilieuovnajiatua  Equefireal  B^èF errante  il giouxne-rfu-anxfo  ritornò 
Stat  <?  e-  ^  CìcilìaMa  fi troua,cl>e  appo  Bimani  tbonore-delle  fiatue  Equefirivcn 
«jueftri  di  ne~ad  e/fere comune  anco  alle  donne -.Conciò  fi  a  cofa,  eberitrcuandofi  Cle- 
Donne.    Ha  nobile  donzella  con  molte  altre  data  in  ostaggio  à  Torfena  Bj  de*' 
Tofcani,accampatoprefio  al  Tebro;  e  Hi  ingannati  i  guardiani,gui<Luk- 
do  le  fue  compagne, à  cauallo  pxfsà  il  fi  urne  ;&  faine  fi  nconduffero  àio  - 
to  caferper  la  qual  prodezza  à  lei  fri  albata  vna.  statua  à  cavallo.:  nuo>- 
uà  maniera  dhonore ,  come  Liuto  dice .  L'origine  delle  fìat  ne  à  cattalla. 
( ancor  che  quelle  à  piedi  fuffero  fiatepur  gran  tempo  infama  tenutù 
in  autorità)  era  antiebiffima  e  principale ,  come  "Plinio  ferine  ,  edipen- 
dea  dal 'eff empio  de  Greci ,i quali  folendo  farle  con  le  carrette à  due  ò 
.    .   quattro  rote,gl  imitato  puri  Rimani  con  le  e  arra  di  c-eioro  che  trion- 
rati  'da  ca  f^'Aano  •  ^ra  q^fl0  carro  cfauorio,  indoratole pompofif/imo,  tirato  da 
malli .        quattro  caualli  bianchi-coronati  à! alloro ,  &  ricchi^  diamente  adorni  y 
con  marauigliofifpett acoli ,  fi  come  in  più  luoghi  da  Tibullo  e  da  Qui- 
dio  fi  dimostra  :  dauanti  à  -quali  i  Bj  ch'erano  flati  vinti  fi  menaua— 
no  incatenati  ,<>viui  ,  a  pur  ritratti .  Camillo  trionfando  de  i  Zleien^ 
ti  fu  il  primo  ad  v  far  e  i  caualli  bianchi,  come  più  auenturo.fi  e •più  ri- 
gparde uolìùl  che  benché  allbor a  fufieprefo  àpaca  religione  >  come  Liuio 

accenna 


DEL  C\A  V  Jtll  0,   LI  È.     ì.  ij 

accenna  >  parendo  hauerfi  -voluto  agguagliare  a  Deiy  che  tali  diceano 
~vfarli  :  tutta  via  fi  ritenne  poi  di  continuo  il  co  fiume  ;fe  non  alcune  po- 
che volte  pernouità  ;  comeTompeo ,  che  neltrimfo  del'jCfricafètira 
re  il  (farro  fuo  da  Elefanti: &  imitandolo  Cefarc  >  parimente  fi  fece  con-  carrj  ■  4 
dm-re  daquaranta  Elefanti)  che  da  defira  e  da  jìniftra  psnauano  i  tor-  «  da  Eie- 
e  hi  accefi  ;  &  pur  co' gli  Elefanti  fu  ordinate  il  trionfi  >  di  Ver  fi  à  Gor-  fanti . 
Mano  „  [Aureliano  il  volle  tirato  da  quattro  (erui .  Sofie  sire  Rj  d.' Egitto 
poneua  al  carro  duo  Bjfoggetti .  Ma  tutti  gli  altroché  di  Bimani  arri- 
uaro  al  numero  di  trecento  venti  ,fecondo  il  Biondi, generalmente  fi  fece- 
ro concaua'.li.Etauando  ad  alcuno  perauuentura  non  fi  concedea  il  trion 
■po  y  per  non  haner  prima  esercitati  nella  militia  tutti  gli  vjfici  >  chef  do- 
mano ;b  per  altra  cagione  fecondo  le  loro  ifiitutioni;  glifi  daua  l'Ouat  io- 
ne in  Senato  >  facendolo  entrare  in  vece  dei  carro ,  con  vncauallo  affai 
ben  ornato ,  Srafi  già  fpenta  l'ufanza  del  trionfare  e  ninno  gioiua  di  tal 
viflayper  fecol  noiofo  in  che  ci  trottiamo , 

Foto  d'ogni  valor ,  pien  d'ogni  orgoglio  5  ^ 

(  come  ben  il  spoeta  dice  )  fin  che  ne  rinoub  la  memoria  quell inuitiffi  - 
trio  Bj  n^flfonfo  ,  di  cui  poco  dianzi  fife  meutiom ,  il  quale  poi  c'bebbe- 
con  gran  franagli  interamente  conquistato  queslo  poffente  Bearne  -,  en- 
trò in  Trapali  in  habito  trionfale  ,  fopra  vn  carro  (  che  fi  vede  ancora 
nella  Chiefa  di  San  Lorenza)  tirato  da  quattro  Qtualli  bianchi  infrenati 
e  gnerniti  d'oro; fi  come  nella  Vita  di  luì ,  che  l'ingegnofo  noHro  Termi* 
nio  con  elegante  (lile  ha  deferiti a;  dilettevole  cofa ,  &  profiteuole  fi  a  d 
ler'iere.Ta;  intente  die  Carra  diurne s' attribuirono  i  caualli  :  come  tra  ^aualliV 
principali  quello  del  Sole  fcriuono  i  '"Poeti  efier  guidato  da  quattroy  i  qua  fcono  a  " 
iOuidio  appella  fgnipediy  cioè  di  pie  di  fuoco  ;&  altroue  gli  nomina  in  c'ai  carri 
lineilo  modoy  diuini  co 

Del  Sol  in  tanto  i  bei  Deslricri  alati ,  ^u.elli  *■ 

Tiroiy  Eooy  Stone  y  e  Flegon  quarto  > 

Van  Varia  empiendo  d'alti  s'Iridi  ardenti  » 
Biche  appo  Martiale  vno  di  quefli  fi troni  Xamo  chiamar  fi  la  dotte  dicey 

*A  che  ritieni  difìofo  e  presto 

Tirana  già  vuoile  il  freno  StoneyeXanto  . 
Con  quefli  caualli  fogliono  effi  Toeti  difewere  il  far  del  giorno  >  e  della 
notte  ;  mostrando  >  c'hora  s'attujfino  nel  mare  >  &  hora  neforgano; 
&  cofi  per  lo  mattino  dice  Virgilio: 

Spargea  di  lume  appena  i  (b  mmi  colli 

lì  dì  feguente  vfeito  ;  aWhor  che  prima 

Il  Sol  da  l'alte  gorgo  alza  i  Deflrieri  > 

D     3         (he 


54  *T)  È  IL  j£    G  LO  X^I  jl 

Che  fuor  del  nafovan  foffiandaluce  ~ 
Statioy      Cjià  le  stelle  il  'Z>ì  premei  el  Sol  già.  baffo.  ** 

1  Canai  rugiadoft al^a  da  L'onde  .         &  altrouty, 
Fin  che  dal  mare  aliando  il  carro  ardente 
I  caualli  del  Sol  f]>ar fera  il  giorno, 
viriofloy.    Era  nell'horay  che  trahea  i  caualli 

Febo  dal  mar  con  rugiadoso  pelo.. 
Ter  lo  meriggia  Statio 

De  l'opre  in  incupii l'Solnelfommo  Cielo' 
Fermo  libraua  ifuoi  canai  lucenti .. 
Tei •  LaferayQuidioy  » 

Toc  a  fatica  già  reflaua  à'  Febo  ; 
E  già  lo  (patio  del  pm  baffo  Cielo 
Batter  parean  co' piedi  ifuoi  caualli.     &*altroue  >> 
Tolto  haneaFebo  àfnoi  Defbieri  il  giogo  . 
Sillioy.         Finche  il  Sai  ne  gli  stagni  di  tarteffa. 
I  TfesJrieri  anhelanti  hebbe  tuffati .. 
jLufonio  y  Calpe  i  Deflrier  del  Sol  nafcofi  hauea . 
Tetrarca^  Quando  il  Solbagìmin  mar  11  aurato,  carro  .. 
^iriofìoy    Già.  hauea  tuffate  le  dorate  ruote- 
li  Sol  nella  marina  d'occidente ,  q 
E  di  tutti  il  maeUro  Homero  > 

Hauea  gia\  cominciato  ad attuff are- 
Titani  C  arniche  sfanillan  foco. 
Ma  egli.à  l caualli  del  Sole  dà.quejìi  nomiy  ^Abracey.sAsloy  eTer— 
beco y  fi  come  Higino pone yilq  naie  diuerf amente -tutta  via  dice >  cf?e'l 
carro  Solare  è  tirato  da  quattro  caualli)  duo  mffchi ,  chiamati  >  Eos. 
che  volge  il  Cielo  )&.Ethiopey  che quafunfìamm.xta  matura  le  bia- 
de ;  e  due  f emine  y.  che  fi  dicono  fronte ,  cioè  tuonante ,  e  Sterope 
lampeggiante  ;  fecondo  che  Eumelo  Corinthio  fu  av.ttare  ..  Fulgentio 
gli  nominaua  &ytreoyamator  di  terra  ;\yitteone  fendente  ;  Lampo  pik  ££ 
lucido  ;  e  Filogeoy  amator  diterra;  volendo  (  come  pur  il  Boccaccio- 
vuole  )  che  fi  come  dalle  quattro  ruote  fi  dinotano  le  quattro  Jlagioni  y 
nelle  quali  è  partito  l'anno  ;cofi dai  quattro  coloride  i  caualli  la  varie- 
tà delle  quattro  parti  delgioruofi  venga  àfignificare  ; pei 'che  primie- 
ramente quando  Jhunta  il  Soley  egli  roffeggia  y  per  cagione  de 'uapori  >, 
che  fcrgono  dalla  terra  ypofcia  disfatti  quelli  y  fi  vede  più  Jplendido  e 
più  chiaro  ;indi  verfo  il  meriggio  diuiene  ardente;  poi  verfoVoccafo  pré 
de  il  color  terreUre  ..Tomafo  Biadino  ancora  dice  3.  che  i  caualli  del  So- 
le coma 


«£  ti    CjiVjillOy    ZtB.t.  fi 

m  le  tome  che  tutti  fodero  indorati , nondimeno  ciafeuno  hailproprìo  fud 
colore-)  "Piroipiu  dei  roffo,  £00  pia  del  candido  ,  Stone  del  fiammeggian- 
te,  e  Vlegon  del  nero  :  Et  pero  diuerfi  epitetti  fono  flati  a  loro  impofli  ; 
altri  Luciferi  &  lucenti  cognominandoli;  altri  raggianti  e  rofjeggianti  ; 
altri  fiammiferi,  &  fi  ammiptdi;  altri  niuei,  gemei,  e  purpurei  .J^efen- 
7 a  ragione  certamente  fono  siati  i  causili  ai  Sole .  attribuiti  ;  dinotando 
lacaldiffima  comtleffione  ,&  la  velocità  dìquesìi  animali;  come  aper- 
tamente ne'  Fafti  afferma  Ouidio ,  dicendo  per  tal  ricetto  i  Tcrfianifa- 
crificare  il  canallo  à  Febo  ;  "y 

"Cinto  di  raggi  Ripperione  i  Ver  fi 
g  Placano  col  DeFirier .'  ne  conuerrebbt 

Vittima  tarda  à  sì  veloce  Dio. 
lì  medefimo  coslume  tengono  i  iSMafiageti,  e  gli  Scìnti',  come  fcriut 
Straboìie  &  Herodoto  ;  diclnarandoui  ì'islefia  ragione ,  che'l  più  velo- 
ce de  gli  animali  conuenia  didarfialpiu  veloce  de  iTianeti;  &  al  più 
degno  anche  il  più  degno  »  Già  nel  primo'  de'  Regi  fi  narra ,  che'l  Fj 
(jiofia  Jpenfei  caualli,  che  iR^e  di  Cj inda  hauea.no  dedicati  al  Sole  nel- 
la entrata  del  tempio  del  Signore,  appreffo  la  camera  di  IS^atan  Melecb, 
ilqual  era  Principe  ne'  borghi;  &  che  brugiò  le  carrette  del  Sole .  Qjùui 
alcuni  foggìungono,  che  coloro  i  quali  doueano  adorare  il  Sole ,  cauaka- 
C  uano  quei  caualli  .  andando  da  l'entrata  del  tempio  fin  alla  camera  dì 

effo  "Principe .  Filoflrato  racconta,  Palamede  batter  ordinato  à  Greci,     CaualIÌ 
che  per  confeguire  la  Vittoria  de 'Troiani,  ammaTgaffero  vncauallo  facrificati 
bianco  al  Sole  Oriente;  &  altroue  dice ,  che  xAppolonio  andando  al  Rè '' diuerfa- 
di  Babilonia  fu  inuitato  a  facrificare  con  ejfolui,  nel  tempo  che  s'era  men 
d ' ammaTjare  vn  cauallo  bianco  belli/fimo ,  Sguernito  in  qucllafoggia 
come  fofie  douuto  follennemente  vfeire  in  pompa,  Cjli  Bthiopi  facrifican 
do  al  Sole,  adornano  vna  carretta  con  quattro  caualli  bianchi  :  perche 
di  tal  colore  vogliono  alcuni  che  f off  ero  i  caualli  co  fi  d'apollo  ,  come 
anco  di  (jioue;fhcendofi  mentione  da  Herodoto,  che  nelle  fiere  ita  di  Ser- 
fe ,  andaua  dauanti  ad  efio  Bj  il  carro  di  Gioue  tirato  de  otto  caualli  di 
pelo  bianco,  benché  d'aureo  fi  difcrìuano  da  Homero .  Ma  perche  ipoè- 
ti  attribuirono  à  Dei  più  e  più  carri  ;  lorfi  pofiono  ancora  diuerfi  ca^- 
ualli  attribuire .  Da  Celio  pur  fi  narra  ,  che  nell'efferato  di  Perfianift 
portauainan%i  fopra  altari  d'argento  il  fuoco  daejfi  chiamato  Sterno  ; 
appreffo  andauano  i  Magi,feguiti  da  tanti  giouani  vejìiti  di  vermiglio    Cauallo 
quanti  fono  ì giorni  de  l'anno  ;  poi  venia  il  carro  diGioue ,  &  indi  il  ca^  ^el  Sole  e 
uallo  che  fidicea  del  Sole,  d'vna  grandezza  marauigliofa .  I Rodio-  fauofi  fa' 
ti(fecondo  Fefto)  buttauano  ogni  anno  in  mare  vn  carro  con  quattro  ca~  -Rodio ti  • 

D     4         ualli 


4^  Ò  E  L  L  jt    qLÒtiìJ 

Carro  co  Halli)  aàbonor  del  Sole  >  cb'ejfi  adoravano  ;  perfuadendofi  lui  con  quéi-  j$ 
■allibii-  ^  andar  girando  tutto  il  Mondo  .  J  Salontini  gittauano  vim  al  fuoco 
tata     in  vn  caualio  di  Giouc^t .  Filofìrato  racconta  ancora ,  ebe-  iFj d'Indiani  >  . 
mare    da  quando  incominciano  i  giorni  a  crescere ,  /è  rì andana  al  fiume  >-  alqual 
\ °c  iR  ci  '  come  *  'D/0  facr$vaHa  caualli  y  e  Tori  neri .  E  già  antica  vfan?ay  dice 
diuer/ì.    Parino.)  efere  Hata  y  che  ì  Tori  fi  confecr afferò  a  fiumi  ;  &  che  ne'  lo- 
ro gorghi  ft  gitt  afferò  i  caualilvmi  ;  fi  come  fi  legge ,  che  iTroiani fa- 
cevano al  fiume  Xantho .  I  Veneti  anticamente  (  comeferiue  Strabone) 
vecideuano  vn  caualio  bianco  in  honore  di  Diomede .  Ts^arra  Tlutarco 
nell '^Amatorie >  chei  T ebani do'iendo  venir  à  battaglia  co'  Lacedemo- 
ni ,  il  giorno  innanzi  vecifero  v;i  'Poliedro  biancoye  ben  adorno  al  Sepol-  ? 
ero  delle  Verginiy  ch'erano  fiate  vecife.  Tarimente  jcriueTau fonia  » 
che  T indoro  infieme- con  Menelao ,  hauendo  conuocati  i  giouani  della 
Cjreciaper  vendicare  il  rapimento  d'Helenay  quando  vole  con  giura- 
mento afinnger  tutti  à  furi' impre fa  di  Troia  y  ammai^  vn  caualio; 
Ver  la  medefìmo  cagione  delia  velocità  (come  Feflo  dichiara) gli  fieffi 
Lacedemoni  fu l  taigetomonte  facrific.iuano  il  cavallo  à  Venti  ;  finen- 
do ancorayche  dal  fiato  di  quelli  fi  (pargejfe  il  cenere  del  facrificio  quan- 
to piti  ampiamente  fi  f off  e  potuto  per  lo  contorno-.  Jt  Marte  ancor* 
fi  daua  da  Bimani il  facrificio  (tei  caualio  ;  ogni  anno  gliene  amarr^a- 
nano  vnoy  al  campo  Martio  yne ila  rmtà  d'Ottobre  ;■  il  qualmefe tenta-  y 
no  tutto  perfacro  ad  efio  THo  ;  e  tagliata  la  coda ,  laportauano  allo- 
ggia con  gran  fretta  ifpargendol'  altare  di  quello  f  angue  :  ma  del  ca- 
fro fi  fhceua  vna  fiera  contefa  traglihuomini  della  via  facra ,  e  di  Su- 
burra ;  quelli  volendolo  affiggere  alla  torre  ManUia ,  e  quelli  al  mu- 
ro medefimo  della  Fregia  .  Era  latefìa  in  torniate  di  moltipani  ;  con  eia 
fofìe  cofa  chetai  facrificio  fi  facea  per  lo  buon  fuc  e  efjo  delle  vetouagliey 
&  vecideuafi  il  caualio  piùtofio  che' l  Bue  ;  per  effer quello  atto  al  far 
delle  biade  ;  quello  più  to fio  à  rouinarle  con  V affre  guerre  ;  fecondo 
cheF 'efio  giudica .  'Plutarco  nelle  quiflioni  Fumane  ne  racconta  mol-  „ 
te  altre  ragioni;  onero  per  caligare  il  cauaUoydallacui  effigie  i  Troia<- 
ni  loro  progenitori  furono  ingannati  ;ò  vero  perche  nelle  guerre bifognam 
do  ciafeuno  fi  are  al  luogo fuo ,  per  confeguir  vittoria  ,-  castigano  il  ca- 
vallo y  confiderata  lafna  velocità)  &  co  fi  paiono  e  affogare  l'occafione? 
ouerpiu  tofio  perche a 'Dei  fi  deono  dare  in  facrificio  le  cofe  più  loro  ca- 
re}e  più  goueuoli  ;  fi  che  al  fuperbiffimo  Dio  della  guerra >&  autore  del- 
le vittorieynon  era  cofa  più  conuenemle  di  quefìo  animale  iracondo)  bel- 
licofoy&  vittoriofo:  &  però  i  Carmani  àVifieffo  Vianeta  che  adorauano- 
(poi  che  feconda  Strabane )per  inopia  di  cavalli  y  che  nanproduce.it 
Ci  kr 


<Z>£L    C  JV^AlLOy  LI  É.    I.  p 

\A  lor  paefe  >  eran  cottretti  di  guerreggiar  coligli  Ji fintili)  FssffinéBo  per   Afinelli 
-vittima  vccideuano.  San  certi  popoli  nella  Sàtiri*)  detti  Mofcbiifecon-  -  crj  £*" 
do  Tlimo,ma  fecondo- che  narra  Giofafat  Barbaro,  ambafciatore  de'  Si-  ^  caual- 
gnori  Venetianiyneltrattato  de'  fuoi Viaggi  ,fi  cbiaman  Mo£i;cbe  della  li. 
carne  del  e  auallo  fan  facrifi  ciò  rpoi  ripieno  di  paglia  il  cuoio,  e  tenendo- 
lo in fublime,l adorano  fcioccamente}e  gli  offerifeono  fpejfo  doni. Mani- 
fetta  dunque  hor  èia  cagioney  perche  fi  figuri  il  carro  di  Marte  da  fero- 
ci caualli  altre fr  guidato:  etfì  ritratta  chefiano  due,da  Homero  nomina- 
ti  Dimos,&  FobosydoèT  errore  e  Tauore ,  come  V alerio pone  nell'or- 
gonautica;  facendone  Virgilio  mentionela  dove  dice , 
*B  Di  Marte  i  duoi  cavai  congiunti  al  giogo . 

Il  Carro  di  Tintone  >  quando  fall  à  rapire  Troferpina ,  fi  de fcriue da "«EJ^ 
Claudiano  con  quattro  caualli-,  nominati  *A laftore  ;  Etoney  Omeoy  & 
tJWorfeoyò  latteo  ;  tutti  borri  bili  e  fieriffimi  ,  conuenienti  al  Bj  Infer- 
nale .  Stimano  alcuni  efìcrgli  attribuiti  caualli  di  relociffimocorfoyper 
dinotare:  che  ninno  fia  ballante  à fuggir  la  tJ^forte .  Gli  antichi  fecon- 
do iltefìimonio  del  Boccaccioydifcriueano  il  carro  diTlutone  con  tre  ruo. 
teye  con  tre  caualli,Metheo ,  <.4battro  ,  e  TJjfuio .  Tlutonerfìgnificando 
ricchezza  ;  il  carro  i  giri  di  quelli,  che  la  procacciano ,  le  tre B^iiote  al- 
_  frettante  cofe  che  vanno  in/teme ,  che fono  la  fatica,  ilperìcolo  ,  &  Vin- 
certela :  eJWetheo  e1  interpretato  ofeuro:  &  fé  ne  comprende  l'ingor- 
do:lAbaSiro,  nero  per  le  trif\,exje,&  perle  paure  :  Ts^uuio  tepido  :  eber 
fouente  per  lo  timore  de'pericoliyil  feruore  de  l' acquietare  s'ìntiepidifee.  caualli  di 
T^e  fi  rimafero  gli  antichi  ingegno  fi ,  che  ancor  nel  Mare  non  bauejferamaxz. 
l'vfo  de'  caualli  deferitto  y  che  già  racconta  lAtbeneo ,  che  hauendo  i 
iJWetbinnei  per  commandamento  del  Or  acolo  gittata  nell'onde  vna 
Vergine  à'Hettuno:vn  certo  EnaUo,cb'era  di  quella  innamorato,/}  mi- 
Jb  ànuotoper  ifcamparla  :  &pcrvn  certotempone  l'vno,  ne  l'altro  fu 
piAveduto  :  fé  non  che  dopò  alquanti  giorni  fìiallo  tornò  >  raccontando 
D  che  la  Vergine  eragià  tra  le  l^infe  ?>lereidi:&luipoflo  alla  cura  dipa- 
nerei caualli  diT^ettunoyfoprauegnendo  vna  grande  onda  commofiay 
bauerla  feguita^y.  <&  cofi  efierfi  aquefte  parti  fourane  ricouerato  .         ..... 

(be'i \  carro  d'efio  "Nettuno  fi  a  tirato  da  caualli.  Virgilio  il  dimofiray  Nettuno.* 
eoft  dicendo  > 

Volge  rcauaUiy  &  colfuo  carro  lieue 

Volando  3  àtutt  a  briglia  oltraglifbinge,         &  altrove > 

f  feroci  Deftrier  congiunge  UTadrer 

hor  aggiugnendo  gli  fp  limanti freni  :■ 

Et  le  redine  allenta  ad  ambe  mani.. 

SMìOy 


^8  D  t  l  t  J.     0  l  0  \1  Jt 

Sdito,    ^ton  altrimenti  che  qualhor  Nettuno 

■(o'  frenati  cauai  nel  carro  fuole  . 

Scorrerli  mar ,  per  ricondurfi  a  fethi. 
Nomi  di  Claudiano  chiamai  caualli  diJ^ettuno  per  epìteto  verdi  ;   Statiocem- 
caualli  di  lei  quelli  diTetide  fua  conforte .  Varino  à  quattro  camalli  di  ISfettuno 
Nettuno,  daqueWinomi,  Encelado  per  lo  fremito  del  Mare  :  Glauco  per  lo  colore; 
Sthenonteperlapoffan^a:  SrioleperV  impeto  decenti  Immidi .  Tlatone 
parlando  de  l' omatijjìmo  tempio  di7>{ettuno ,  ch'era  ndl'  Ifola  di  ^At- 
lante, dice  che  vi/lana  ejjb  "Dio  appoggiato  al  carro ,  tenendo  le  redi- 
ne de  i  caualli  ,  che  haueano  l'ale .  Virgilio  dice  Trofeo  mi  furar  il  ma- 
re col  carro  tirato  da  e auallià duo  piedi,  Somiglianti  gli  attribuì fee 
Faìerio  ad  Orione ,  cofi  cantando . 

Et  Orione  armato  inalba  il  Mare 

(ol  fiato  de'cauai ,  ch'anfol  duo  piedi . . 
Tritone  altre/I  ,  come  cDio  Marino ,  ha  ifuoì  caualli  appreffo  Ouidio  ,  il- 
quale  induce  Didone  fcriuendo  ad  Enea ,  co  fi  dire, 

Hor  hori  Venti poneranno ,  &  l'onda 

Spianata  vguale  ,  correrà  Tritone 

Cofuoi  Dejlrier  cerulei  per  lo  mare . 
Sono  fiata  ancora  da'  Toeti  attribuite  le  carrette  co*  caualli  cofi  al  gior- 
no come  alla  "biotte:  quefli  neri ,  e  quelli  bianchi .  /  caualli  del  giorno 
Sono  appreffo  Homeroy  Fetonteye  Lampo:  benché  altri  più  moderni  (tra 
quali  è  Licofrone)  dicono  il  Giorno  ejier  menato  da  Tegafo .  De  l 'altra 
Tibullo  canta, 

LaTìotte già  conia  carretta  nera 

Fornito  il  Giro  del'Bthereo  tJWondo, 

Lattate  hauea  nel  alto  tSbtar  le  ruote » 
Hauendo  riguardo  al  continouo  moto  che  fk,  girando  intorno  la  terra 
in  queHaguifa  y  cheforgendo  il  Sol  dal  Mar  ;  ella  vi  fi  fommerga  ;  poi 
fommergendofi quejlo ,à  vicenda  rifforgaeffa ,  ^Altroue  esortando  ,d 
piacere noturni  dice. 

Schermate  hor}  che  ÌaìS{otteiCauai  giunge^ 

Etfeguon  de  la  madre  il  carro  cheto 

Jge  chiare  Stelle  in  lafcittetto  chorù . 
Virgilio  >    SuH  carro  i  dttoi  Dejlrier  la  lS(otte  nera 

Condotta  hauean,  che giàteneuailTolo » 
ìl  che  imitando  il  S abelli  co  dijfe  , 

Già  l'atra  Tfotte  con  lefofche  ruote  , 

Sojpintain  altoyfen' venia  calando . 


H 


DE  l  C  JL  V  J.  IIO,    11B.  I.  f$> 

*Alla  Lunaybenche  alcuni  attribuì fco  i  Bovi,  e  Fello  i Muli; nondimeno    Cauallt 
^    la  miglior  parte  de  gli  fattori  le  defcriue  il  Carro  con  duoi  cauallìy  vno  della  Lu" 
bianco  per  dinotare  il  corjo  diurno,  l altro  nero  per  quello  che  fa  di  na* 
notte  y  fi  come  con  l'auttorità  d'Ifidoro  il  'Boccaccio  afferma  .  Oui- 
dio  coft  dice  > 

Frangia  quiete  e  dhnomini  e  di  cani 

Le  voci  tutte  :.  &  i  e  aitai  notturni 

Dolcemente  la  Luna  alta  reggeay. 
Ztatìo  >       Tempo  era  >  quando  fente  i.  canai  giunti 

Del  biondo  jLpoìlo  laforella  accefa .. 
2  Lucano  y    Contraria  andrà  la  Luna  alfuo  fratello  ; 

E  per  l'obliquo  del  menare  il  Carro 

Sdegnata  >  àfe-dimanderà  il  bel  giorno. 
Valerio  chiama  Soporifero  il  carro  della  Luna  t  rifletto  alWì^otte  r 
de  la  quale  Claudiano  contra  B^ujfo  induce  il  Sonno  efiere  carrettiere  ; 
&  per  la  natura,  del.  tempo  notturno  chiama  humidi  que'  cauallìy 
dicendo  y, 

(fio.  i  'Deftrieri  de  la  Ttytte  burnenti? 

Et  i  freni  Letei  reggeua  il  Sonno . 
LYjLurora  ha  pur  la  fua  carretta  con  due  caualli  ?  tutti  à:color  dìrofe    CauaUF 
C  vermiglie ,,  &  rugiadofi  ;,  come  diferiuono  i  poeti  ;         Virgilio  ?         ^eIl'Àura 

Già.s'  arroffaua  il  Mar  tutt  o  dì  raggi  y  ** 

E  daljublime  della  bella  zsfurora 

Ts[el  fuo  rofato  carro  rifjjlendea .. 
Quidio  ?     Già  foura  il  Mar  vien  dal  marito  vecchio' 

Colei  y  che'l  dì  col  carro  tumido  mena, 
jiriojìo  y    Fin  che  l'aurora  la  gelata  brina. 

Da  le  dorate  ruete  in  terra  f^ar fé  . 
H'orareflaua  che'l  Tempo  dìfpenfatore  di  queflepartiyhauefle  ancora  il 
(farro  fuo  ;  e  già-  il  gentilijjimo  poeta  ne'fuoi  Trionfi  glie  l'ha  diferitto 
D    nonfenia  gran  mijì ero  facendolo  cofi  direy  '  delxépo* 

Quattro  canai  con  quanto  ftudio  corno >,  -• 

Tafco  ne  l  Oceano ,  e  furono  ;  e  sferro  '.. 
Concmfoffe  cofa  che  lavelocitàdfeffo  Tempo  irreuocabikyche  d}guifa: 
di  rapidi  fiumi  (come  Gnidio  dice  )fn  corrergli  anniynon  fi  potea  meglio 
ebe  col  (farro  tirato,  da  queRi  animali  velociffìmi  difègnarey&  attri- 
buendo medefmamentei caualli ad\Amore  fa  doue.  canta y, 

Quattro  DeHrier  via  più  che  neue bianchi?  Gauallid*' 

S-oum.  vn  carro  di  foco  vngarzon  crudo  ;  Amore  » 

Dino- 


6a  t>     t  I  l  U     G  LO  J^ì  ji    ■ 

*Dinot a  ifrreff amente  la  calda  libidine  del  cauallo  :  &la  bianche^X  _ 
appropriata  alla  madre  d' effo  Cupido,  oltre  alla  cagione  de. gV  in  finiti-di- 
letti ,  che  ifuoi  feguacifogliono  fpejfo ne' maneggi  amorsfi  prendere  co'i 
caualli .  Ma  che  si  marauigliamo  noi  di  quesìe  poetiche  fintioni  :  fean- 
Caualli  cora  a"  facri  fcrittori  è  piaciuto  d'ufarle  pergrm  mifleri  ì  Egli  nel  li- 
della  ferie  £r0  je  ^  $j  jj  legge,  che  Elia  montò  nel  Cielo  con  vn  carro  tirato  da 
tuia  a  ra.  ^uattYo  caualli  di  fuoco  :  Onde  Elifeo  rimafo  interra  attonito  ,  ilchia- 
maua  con  grido,  Auriga  del  gran  carro  dilfraele.  Fé  poi  questo  Elifeo 
veder  à  nemici  vn  monte  pieno  difehiere  armate  di  cauallieriinfuo  fk- 
uore  :  i  quali  certamente  non  è  da  intender  fi  che  f uff  ero  flati  fé  non  <An- 
Cauallidi  Se^  della  diuina  militia.  Et  cofi  per  caualli  di  Dio  intende '  jldaman-p 
Dio  quali  tio ,  quelle  anime,che  accettato  il  freno  della  difciplinafanta,  portano  il 
giogo  della  foauità,cbe  procede  da  efìo  Dio ,  dal  cuifpintofi  lafcian  reg- 
gere ;  E  tali  caualli  egli  chiama  beati  oltra  mifura,  che  à  tal  (faualiere 
hahbiamo  degnamente  fegato  il  dorfo ,  <&  a  tal  freno  aperta  la  bocca , . 
dri^jando  iUorfo  loro  non  fecondo  la  libidine  propria ,  ma  doue  il  fora- 
mo  governatore  gli  volge  è  fpinge .  Ottimamente  dunque  ilVìfet  a  Ha- 
bacuc  dipinge  Iddio  fourai  cauallhdkendoy  Monterai  sài  tuoi  caualliy  et 
Dio  dipin  ^  quadrighe  tue  faluatione.  Al  che  cornfponde  il  detto  di  "Dauid  \  cheH 
caualli.      carro  di  Dio  è  con  dieci  migliaia  moltiplicato .  Tarimente  il  V angeli- 
ca nelle fue  fyuelation  dimofìra ,  che  l' innumerabile  efferato  celeftefe-  G 
guia  su  bianchi  canalini  Signore  de  Vuniuerfo  ;  per  dinotare  il  numero 
de' beati,  chefeguiano  il  v£ro  Iddio  in  purità  di  cuore,  &  i*  carità  per- 
fetta, fra  continone  guerre  di  per  fecuthni  y  ditrauagli,  e  di  martiri: 
H auendo  altroue  diferitto  effo  noslro  Redentore  foura  vn  bianco  cauallo 
con  arco  in  mano,&  con  corona  allatefla  àguifa  di  vincitore  e  di  trion- 
fante ,  lui  ancora  nelle  quattro  figure  varie  di  caualli  quanti  beili  fe- 
greti  rinchinfe  f  Alcuni  vogliono ,  che'l  cauallo  bianco  difegnafie  (fa- 
to Imperadore  fuccefior  diTiberio }  il  quale  non  fu  moleslo  à  ChriHianiy 
an"zi  mando  in  ejfilioVilato;  che  iniquamente  hauea  fententiatoilSal- 
Uatorey  &  H erode,  che  hauea  decollato  San  Gio.Battifla.  fi  Byoffo 
7^erone,ilq  u  ale  con  flr  ani/fi  ma  crudeltà  vecife  motti  Rimani  y  e  tra  gli 
altri  f uà  madre,fua  moglie, fua  fonila  ,fuofratelloy<gr  ilfuo  maeHro: 
e  gran  parte  ancora  della  Città  abruciò.  Il  l^ero,  Tito  amoreuolc 
'Principe  yilquale  qua  fi  per  vendetta  de-lgiuslo  Iddio,  horribilmente  af- 
flile di  guerra  e  di  fame  Gierufalemmefcome  (jiofefo  narra)&  la  fila- 
no .  Il Tallido  ;  Domitiano ,  llqualfotto  diuerfi pretefli  [cacciando , fo- 
gliando &  vecidendo  i Senatori  T\o mani ,  &  i  Chrifliani  :  tutto  il  Mon- 
do tenea  in  timore .  Ma  per  che  ninno  di  qneHi  Imper  adori  accon- 

fentì 


r>  r  i  e uv  jiiiby  uè.  i.         et 

jf  [enti  alla  -vera  legge  del  vero  Iddio  ;  &fe  caftijaro  TilatOy  Herodey& 
i Giudciyfì  può  ad  altre  occafhni  attribuire  più  tosìo ,  che  à pietà: m al- 
mamente che  (jaio  mandò  la  sìatita  fua  che  s'adorc.ffe ,  &  per  che  gli 
Hebreinon  ci  baueano  acconfentitOyVi  batta  mandato  Petronio  con  ef-  b  ^,a  Jj- 
fercito-.s'inducono  altri  ad  interpretare  >  che 'Uauallo  bianco  dinoti  la  ^"enero 
prima  Cbiefa  di  Gierufalemme  yfotto  San  Giacomo:  llP\offo  la  Cbiefa  che  coli 
'd'Antiochia [otto  San  Tiero:IllS(ero  la  Cbiefa  di  Aleffandriayfotto  S.  denotate 
<JWarco:elTallidola  Cbiefa  di  (oflantinopoliyfbtto  San  Cjiouanni  Chri  X^QX^\^. 
fojlomo  y*Ad  altri  piace  che  nel  cauallo  bianco  s'intenda  la  purità  del-  tere. 
la  Cbiefa  co  quel  primiero  battefmo(Helrojfo:leperfecutionifanguina- 

2?  rie  e  terribili  :  T^el  nero  le  berefte:  J^el  Tallido  le  bipocrifie.  Oltracciò 
alcun  altri  intendono  per  lo  cauallo  bianco  Ih  uomo  caflo  :  il  Qiualiere 
ejfendo  l'angelo  buono  cheH  guida  per  la  via  netta:  Ter  lo  I\offoyl>huo- 
mo  accefo  del  fuoco  de  la  lujf uria. Ter  lo  l>{ero  la  SimmiaTer  lo  Talli- 
dò  la  Inni  dia: efiendo  i  Caualieri  ditai  caualliglifpiriti  maligni,  che  gli 
fpingono  à  quefti  vitif .  Il  che  s'afferma  da  Origene  y  Uqual  dice  che  tutti 
quelli  che  fon  nati  in  quefto  Modoyfipojfono  per  figura  cbiamar  caualliy 
e  dir  chi ogn 'unadi  lorofìafottopofìaalfuo  cavalcatore:  alcuni 'al  Signor 
Iddio  et  àfuoi  jLpofloliycke  alla  celefìe  beatitudine  gli  coducono: altri  ài 
r  Demonio>&  a  fuoifpirhi  infernali)  ebe  per  tre  vie  gli  menano  à  precipi- 
tio:perlo  penfìeroyperla  parolay&  per  l'opra.Molte  altre  mifteriofe  com 
parationi  fi  trouano  del  cauallo  nella  medefima  «Apocaliffiyfpecialmétey 
eue  dice  bauer  veduto  vngra numero  diGrilliyfimili à  icaualli apparec 
cbiatialla  hattagliayfignificando  iV andoliypopoli dell'  Aquiloneycofi  r<y 
bufti  e  bellicofifragti  hnominiycomt  il  cauallo  tra  gli  altri  animali  bm 
ti.Tofci.ain  uno  esercito  di  mille  milioni  di  Caualieriydice  bauer  ueduto> 
k  tefle  de?  camalli  effere  famigliati  à  quelle -de'  Leoniy&  che  dalle  buche 
loroufcwafuocOyefumoy&  folfo;nel  che  dinotala  crudeltà  de'Tnncipi 
colmi  d ' emulatione^irvanitàye  d* altri  uittj  pUTgoléti?  ma  con  tutto  ciò 
j)  efèrime  affai  bellaméte  il  naturale  ardire  &  valore  clrèmleauallo  ab- 
bondate di  fyirito.  viuacijJìmo.E  douefoggiugne}cbe  la  potefla  de'  caualli 
è  nella  bocca  et  nella  coda,bécbeegli  intenda  che  l'effetto  drtutte  A?  cefe 
coftfte  ne-  capi  che  comàdanoyet  ne'  minifiriyche  ejÌ€guifcono:pur  del  pri 
mo  di  qMeHL  eflempi  fi ferite  ancorai '^pofìolo  Giacomodoue  dice  ,•  Ori 
non  offende  in  parole yè  buomo  perfettoybaftate  a  menare  attorno  tutto  it 
corpo  co  freno  :  che  fc  noi  mettiamoi  freni  alle  becebede'  caualli,  per  far 
li  confentire  <&•  vbidire  atte  voglie noftr e: ■  &  leJ^aui quantunque gran 
diyefoggette  àvalorofi  vétiy  pur  con  vn  pie ciol  timone  s lnàrÌ7%ano  oue 
vuole  il  gommatore ;cofi  La  lingua  bea  chefia  vn  piceni  membro,effal~ 

U 


4i  b  £  Il  >À    GIO  1^1  ji 

Mìftero  ta  igrandi  \  che  già  ben  pocafhuilla  balìa  à  bruciare  vna  granfelua .  £ 
di  Zacha  Quìfìpuò  anche  con fider  andò  aggiungere  quel  miHeroy  che  dal  Vro- 
feta  Z  accharia  fu  annunciatOydicendo  >  Quel  ch'èfoura  il  freno  del  ca- 
uallo  farà  fanto  al  Signore  :  Jl  che  fi  dice  hauer  adempiuto  Cofiantino 
Imperadore  >  à  cui  effendo  slatiportati  da  Helenafua  madre ,  dimtifji- 
ma  donnayi  tre  chiodi ,  co'  quali  il  figlimi  di  Dio  era  flato  ajfijfo  in  Cro- 
ce;vn  di  quelli  buttò  in  mar  ey  per  raffrenare  vna  crudeliffima  tempefìa;- 
"vn" altro  fi  mife  insù  l'elmetto;  &  l'altro  nella  briglia  del  fuo  cavallo, 
del  quale  fi  feruia  nelle  battaglie .  Il  mede/imo  Trofetta  hauenio  ve- 
dutto  quattro  carrette  vfcire  da  due  montagne  ;  con  cauaUi  nella  pri- 
marufiynellafecondanerhnellater^a  bianchi)  <&  nella  quarta  variati;  p  • 
xp  tutti  gagliardi  ;  gli  fu  efpotto  da  l'^ngeloy  che  quelli  erano  i  quat- 
tro Venti  dell'aria  y  che  vfciuano  dalla  cafa  dauanti  del  Signore  di 
tutta  la  Terra:  nel  che  fi  vede  efprefl  amente  agguagliar^  a  Venti  il  ra- 
pido corfo  de*  veloci  cauatti.  Et  in  quel  chel'isleffo  dice,I{aUegrati  affai 
figliuola  di  Sion  ;  rallegrati  figliuola  di  Gìzrufalemme ,  ecco  ti  verrà  il 
tuo  BjgiuHoe  Saluatore  ;  effo poueroymontando fouravnajLfinella  ; 
&sà  un  Tolledro  di  quella  figlio  ;  ma  tutta  via  egli  frac  afferà  la  qua- 
driga di  Ejraimyegitterd  à  terra  il  cauallo  diGierufalem;e  disfarà  l'ar- 
co della  guerra ,  donando  la  pace  alle  genti ,  e  scendendo  il  fuo  do  minio 
da  mare  à  mare,  e  da  fiumi  infimo  à  gli  estremi  fini  della  Terra .  Chiara.  9 
cofa  èychefi  comeper  l'iAfinello  s'intende  l'humiltà ,  coft  per  lo  cauallo 
lafuperbia;ela  pofian^a;  dinotando  ch'egli  verrebbe  à  deporre  i  poten- 
ti  dalla  lorfede<y  efi aitando  gli  humili .  Ciò  (oltre  al  Salmi]}  a  che  dice, 
Ttyn  nella  forte7%a  delcauallo  barala  volontà)  fi  conferma  col  T>eu- 
teronomioyoue  fììeggey  che  IddioimpofeàMofe-y  che  fé  gli fuffe  diman- 
dato!^ dal  popolo  d'Ifraele^y  glielo  deffe  y  guardando  bene  eh' egli  fuffe 
nato  nel  I{egnoy&  non  haueffeà  tenere  troppi  caualliydinotando  (fecon- 
do il  Cfueuara)cbequefii dando  ecceffiuaftefa ,  Vinuiterebbono  à  tiran- 
nia\ò  come  più  toslo  io  crederei  ;  che  di  continuo  lo  inanimerebbono  aUe 
guerre;le  quali  il  più  dette  volte  fono  ingiuHeyefempre  mortifere;  oue- 
ro(per  quello  die  fi  foggiunge,  eh 'einon  douefie  ricondure  il  popolo  in 
Egitto)  intendeua  per  li  caualligli  huomini  sfrenati ,  che (peffo  appetì-, 
feono  di  tornare  alla  pianura  delle  voluttà  dishonefle;  fi  come  ancora  in 
quelverfo  del  Salmo  > 

Come  caualfhllace  aUafalute , 
,  J-"®£ .  s'intende  per  vn'huomo  errante  >  &  vano  ;  £t  in  quell'altro  doue  dice  > 
tura  inter  ^?^  Cauallo  &  nel  Mulo  non  efiere  intelletto  ^s'intende  per  tutti  gli  ani' 
pretati .    mali  brutiyin  cui  non  è  la  ragione  cofi  innata  &  ferma  &  chiara  >  com'è 

nell'huomo 


7)  E  X  C^  v  **  L  l0  >     l  7  B'  L  *i 

nelVhuomo ,  e  per  dir  meglio  com  'ejferdee  :  perciò  che,  fi  tome  tra  gli 

£    huomini  è  differenza)  di  chipartecipipiu  ò  meno  della  ragione  ;  co  fi  an- 
aora  è  tra  caualli ,  di  chi  più  o  meno  all'intelletto  Humano  sacconi..  Et 
noi  la  gloria  &  lhonore,che  habhiam  voluto  in  quefii  libri  d'arai  cattai' 
loantendiamo  di  attribuirla  à  quelli  foli  ,che perfetti 'nella  jpecie  loro 
trouar  fi  poffano. .  Oltre  che  ninno  diedra  prendere  a\  marauiglia,che  d'u-    Caualta 
na  cofa  diuer fi  effempi  fi  veggian  togliere  :  perciò  che  il  cauallo  è  ani-  anchora 
male  dia:  fé  feroce  >,  ma  nulla  dimena  riduceuole  alla  legge  della  B^gio-  che.  ÌM~ 
ne:ficome  bellamente  fi  fcriue  di  Temiliocle ,  ilqualea  certi  che  fi  ma-  ce  e  j.^,,^ 
rauigliauano  come  ifuoi  coftumi  di  fomma  intemperanza  fifùffero,in  ceuoleai- 

~  fomma  continenza  cangiati,  rif^ofe,  Dunque  voinon  vedetegli  ajpn  &  la  ragio- 
indomiti  Tolledri%ottimi  caualli  per  riufcire  ?.  St  cofìveramente  fi  ve-  ne> 
de,  e  bey  da  poi  cheilcauallahàvna  volta  accett  ata  la  fella  e'I 'freno-atte-* 
ne  a  lafciare  a  poco-  a  poco  ogni  fua  ferocità...  Il  che  argutamente  fa 
efèrejfo  da  Scipione  ,  quando  tragettati inJLfìa  i  Romani  contra  <Antio~ 
co:àgli  ambafciatori.di  pace,  che coluimandaua  ,  rijfrofe,  Efierfìciò  in, 
prima  douuto  Jure&on  dapoiche  il  cauallo  haueariceuuto  in  doffo  ilCa- 
ualiere.  Cicerone \  ancor  aneli  'JLmicitia  co  fi ferine ,.  Tsliuno  è  che  non 
più  volentieri  fiferua  di  vn.  cauallo  prim  a  vfato  ,  che  di  vn  nono,  e  non 
trattato  òpratticato  :  quando  però. niun a  cofanonl  impedifca,ò  ditrop- 

q  pa.  vecchiezza  ,ò  infermità.  Ilmedefimone  gli  Offici  quefia  bella,  ag- 
guagliane pone  ,  Si  cornei  caualli  ■>  che  per  le  fteffe  contefe  delle  bat- 
taglie in  troppa  ferocitàfon  venuti,noi  fogliamo  darein  mano  a  Cozzo- 
ni per  poterli  bauere  più  fàcili  èpiu  piaceuoli:  coft gli  huomini  sfrenati 
per  le  molte  proffJerità,e.troppa  cofidenti.di  fé  mede fimi,bifogna  menar ft 
al  giro  della  ragione  e  della  dottrina,per  cono f cere  la  fragilità delle  co- 
fé  bumane,  &  là varietà.della  fortuna .  Effendo  dunque  quefii  animali 
affai  idonei  a  ricevere  ilgouerno  &  l'impero  humano»  afferma.  Suche— 
rioynellafàcra  Scrittura,  jpejìoporfì  il  cauallo  per  vn'huomo  ornato  di 
modèfiiae  dibontà.  Et  per  sì  fattaobeàienza  &  fóggettione, coloro-  Comparai 

B  che  fan  vanamente  profejfioned'indouinare  i  fognila  chi  fi fognajle  di  ha  JJS^jS*" 
uertesladi  [ane,ò  die  auallo, dicono  lUi.dbuerfilridurreinferuità:  &à.  caualli.. 
cbiftpareffe  in  fogno  gir  à  cauallo  »dannofferan%a.di  douer  tofio  confe- 
rire lagratia della  donna  amata.  Cònciòfia  cofa,  chela  donna  intat- 
ta eraffòmigliata  al  cauallo  non  ancor  d'omo: fi 'come \Anacreonte  dolce— 
mentefeherzandò  con  vnagiouanetta,  che  vagheggiaua,  le  dice  > 
Tolto  di  Tracia,  à  che  co  gliocchitorm .. 
*&€i  guardi  e  fuggi  Znulla  par  che  fappi  ;.- 
%ft£a  fé  redine,  e  briglia  io  ti  legaflì,. 

Rdel- 


#4  b  1  l  l  Jt    G  l  0  \1  <A 

£  della  Meta  al  giro  e  pofcia  alfine*»  j? 

TiriuolgejJì,ben  dotto  parrefii. 
Dellaqual  coparatione  leggiadramente. ancor  a  Horatio  fi  feruì  >  dicédo9 
Che  qmt  Caualla  di  tre  anni  à  punto 
Ideile  campagne  falteggiando  giuoca; 
E  d'efier  tocca  paue  ,  non  prouate 
tsfncor  lenoTge ,  del  marito  è  /china . 
E  da  quefto  ingegnofamente  fi  mofie  il  Boccaccio  à  dir  in  modo  d'vn 
bel  prouerbio . 

Che  buono  &  rio  Canal  vuole  fteronc-J . 
l*er  dinotarey  CheT>onnaò  buona  ò  rea  pur  vuol  bifioncj.  & . 

Se<»no  di  ^eggefi  altra  acciò  chevn  certo  famjfimo  Mago,Bjnarone  chiamato > 
Sebras.     dimandandogli  Sebras  Bj  dell'India ,  che  c'ofafignificifje  l'efierfi  info- 
gno parato  divedere ,  che  duoi  augelli  d'acqua  volando  cade fsero  alle 
fue  mani  ;  egli  dichiarò  che  di  corto  vn  !{è  di  Grecix  gli  donea  per  ma  - 
re  mandar  in  dono  duoi  perfetti  cauallU  che  non  harebbono  pari  al  Mori-   ■ 
do;  certamente  non  per  altro  movendo  fi  >  che  per  la  fomigliante  velocis- 
ta. 1)al  che  fi  mojse  etiandio  Tlztone  a  dir  che  l 'minima  fia  guidata 
da  duoi  caualli  alati, volendo  dinotare ,  ch'ella  come  la  più  eccellente 
creatura  immortale ,  che  fia  fiata  prodotta  dal  gran  fattore-,  è  fi  veloce, 
che  in  vn  batter  d'occhio  partita  di  queHo  Mondo ,  arriua  nell'altro  al 
luogo  fuo&  co  fi  può  figurar  fi,  che  l  fuo  carro  (il  moto  lignificando) 
fia  tirato  dai  pia  nobili  è  più  veloci  animali  che  pofsano  qui  trouarfi . 
tsf.iuenga  che  il  principal  intento  del  Filofofo  fia  di  moftrare  quanto 
dura  &  malageuole  fia  la  ventura  nofira:  differentiffimadai  Dei:iqua- 
li  per  che  hanno  i  carri  ben  aggiustati  di  redine,  &  egualmente  librati 
caminano  fàcilmente  ;  efiendo  quei  diuini  caualli  d' ambrofia  pafeiuti,  e 
dì  nettare  abbeueratì  :  nJftCanoi guidati  da  duoi  caualli,  (  iquali  fecon- 
do Celio  dinotano  duoi  affetti)  l'vno  moderato  dalla  \agione,che  s 'al^a, 
in  su,  l'altro  trasportato  da  /'  appetito,  che  inchini  e  tira  già  :  l'uno  (co-,  fj 
me  ancora  Galeno  dice)  vbbidiente,  buono,e  bello,l  altro  brutto ,  catti-  -r 
m^e  fiero  :  mentre  che  queHo  con  impeto  violente  fi  mette  in  difordiney 
e  quello  per  debole^a  &  per  paura  non  potendo  contrastare ,  fi  làfcia 
condurre,  àfuo  mal  grado  ;cibandofi  l'vno  e  l'altro  di  federati  penfieri  » 
Iraco.dù   &  imbeuendo  maligni  effempi  tra  quesle  Mondane  feccie;  ce  n'andiamo 
affo^T112  wfefoì  con  tutt0  H  car™  in  precipitio.il  mede  fimo  Galeno  altroue  afio- 
gliate    al  miglia  la  iracondia  &  la  ragione  al  cauallo  &  al  Caualiere  :  &  al  cane 
cauallo,e  &  al  cacciatore  ;  Dicendo  giufta  cofa&  conueneuole  e  fiere,  che  quello 
cauahere.  c}je^er  natura  è  più  nobile  &  migliore,flia  nel  dominio;  cioè  che'l  Caua- 
liere 


DEL    Cavati  LO  11  B.  I.  6j 

rjl  lieve  moderi  il  Caualloye"l  Cacciatore  il  (/ine,&  la  Ragione  il  Senfo.  Ma 
egli  auuieneyehe  nonfempre  s'oflerui  quesla  legge  della  "Natura-,  in  am- 
ministrare lordine  delle  cofe  congiunte  ;  perche  fpeffo  il  cauallo  indo- 
mito^ feroce  [correndo  fen^a  mifura,  trahe  con  [eco  a  voglia  fua  il  Ca- 
ualcanteyche  ò  per  mancamento  difor^e ,  ò  per  ignoranza  dell'arte  gli 
cede;  Et  co  fi  lira  violenta  jpeffo  tira  a  cattine  effecutioni  la  Bigione  in- 
ferma &foggiogata:  vJtyCafe  la  Bigione  eH  (aualiere faranno faggiy  e 
fort'hfen%a  dubbio  coflui  delCaualloy&  colei  dell'Ira  fuperion faranno, 
&fhranli  caminare  alverfo  loro  con  la  domita  vbbidien%a '.Quinci  for- 
ino y  il  dottifjìmo  Andrea  ufficiato  vn  fio  Emblema,  co  fi  dicendo  : 
B  „   (ade  fo^jopra  >  e  in  van  la  briglia  flende 

Huom,  cui  sfrenato  coridor  trafporta  ; 

Co  fi  de  l  ardir  fuo  mal  fine  attende 

Colui,  Cui  non  ragion ,  ma  voglia  porta  . 
Quefla  Metafora  vagamente  fi  vede  vfatafpeffo  dal  diurno  Tetrarca  , 
fi  come  tra  le  Canini  : 

Sìpojfente  è  il  voler  >  che  mitrafporta  ; 

Stia  ragion  è  morta  > 

Che  tenea  ilfreno,e  contrafìar  nolpuote . 
*N(e'  Sonetti  y  Quando  il  voler,che  con  duojproni ardenti  > 
£  Et  con  vn  duro  fi en  mi  mena  &  regge  ; 

Trapaffa  ad  hor  adhor  Ivfata  legge . 
In  vn' altro  più  efpreffamente  agguagliando  il  fuo  tramato  >  e  folle  defi- 
derio  ad  vn  cauallo  ,  foggiugne  : 

Che  quanto  richiamando  pia  linaio 

Terlafecuraftraday  men  m' af colta  ; 

7\e  mi  valejpronarlo ,  ò  dargli  volta  : 

Che  amor  per  fua  natura  il  fa  reflio  . 

Spoi  e  he'l  fien  perforya  afe  raccoglie  > 

Io  mi  rimango  in  fignoria  di  lui  ; 

Che  mal  mio  grado  a  morte  mi  trajporta  . 
'Ne'  Trionfi  ancora  induce  dirgli  tJWadonna  Laura  , 

Quejìo  fu  quel  >  che  ti  riuolfe  e  flrinfe 

Spejfo  ;  come  (aualfren  y  che  vaneggia. 
Bello  è  pur  a  confiderare  (poi  che' l  luogo  ifieffo  par  che' Inchieda)  con 
quanta  vagherà  Virgilio  inducala  comparatone  del  cauallo  fopra  il 
Fyà  Turno  ; 

Che  lieto  armato  il  fier  nemico  affretta  y 

(bme  'Deftrierycbe  rotti  e  lacci  e  funi  > 

S  libero 


F 


66  t)  E  L  l  Jt     Cj  l  0  \l  Jt 

libero  finalmente  alla  campagna 

Dritto  feri  fugge  a  ipafcbi  ;  od  alle  Mandrey 

0  vago  di  bagnar fi  all' acquei? fate  ; 

£gli  annitrendo  f e  note  il  capo  altero  ;; 

Et  boy  fui  collo ,  &  horfopra  le  fl> alle 

Vèggon  gli  fi  fcber^arglijjtarfi'crini... 
Imprefe  Ma  non  meno  ebe  fi  fatte  comparationi,  fi  fon  tirate  pur  dal  cauallo,  afi 
tirate  dal  fai  misleriofe,&  leggiadre  imprefe-:  Tra  le  quali  bo  trovato  ycbe  appo 
Smirnei  fu  fatto  vn  fimolacro  della  F  ortuna  da  vn  faggio  buomo,  chia- 
mato Bupaloyin guifa  che  su  la  tefta  tenea  vn  poliedro  cauallino,&  nel- 
la mano  il  corno  di^imaltbea,per  dinotar  la  vittoria  &  V abbondanza. 
Incerte  medaglie  di  Fabio  Cuntatore  erafcolpita  vna  tefta  di  cauallo 
con  fàccia  humana,  barbuta  infino  alpetto  ;  con  pie  di  fjr  ve,  e  coda  di 
Medaglie.  Gallo;  volendo  fignific are pei lo  cauallo  il  principato  nella  guerra  :  per 
e  monete  la  barbai  ijperien^a,per  la  Cfrue  la  vigilan7a,&  la  vittoria  per.loCfal- 
diuerie..  ^0>  Ottavio  giovane in  vna  medaglia  d'argento  baite  a  per  riuerfo  vna 
figura  a  cavallo ,  con  lettere,.  TOTfL.  IKSSP*.  perche  per  ordine  del 
popvlofv f colpita  in  honor di  lui .  Tiberio  Claudio  in  vna.  di  rame  ha- 
uè  a  vn.bellijfimo  arco,. [opra  ilquale  eravnaftatua  Equefìre  inme^o.  di 
duoi  trofei  e  a  uhi  di  fpoglie  ,.  e  queslafù  l'imprefa  d'Inghilterra  ,come 
Tranquillo  fcriue  .'Herone  face  a  vrìhuomo  fiero  a  cauallo  con  vrìhafta 
in  mano,che  falta  addofio  a.due  figure  d;fiefe,dinotandà  l 'abbattimento 
de  nemici .  Tito  parimente  vn  Cavaliere  col  dardo  inmano>el  cauallo 
eleuato  induoipiedi,cbe  tien  di  fiotto  vna  figura  dislefa,&  quando  egli 
trionfò, della  Giudea.,  fu.battnta  lafua  medaglia  col  riuerfo  di  quattro 
bei  cavalli-,  chatirano  vncarro  trionfale,  con  vna  figura,, chetien  vna 
verga  in  mano  .In  vri  altra  fu  intagliato  vrìbuomo  a  cavallo  yche  nella 
finiftra  porta  vna  maTga;  &  con  la  deslra  riceve  la  palla  del  zJWonde 
da  vn' altra  figura,  che  gli  ila  davanti  con  l'elmo  intesla  ^dinotando  y 
che  là  Città  di  I{pma  a  lui.porgea  l'vniuerfo  impero ..  Domitiano  havea 
per  riverfo  vn  cauaUo  corrente  convn  che  portala  mai^a  in  mano,  &  R 
-.  lettere  interno  TBJMS1^  IVVET^T.  S..  C.  perche  il  Se- 
nato glie  la  fé  fare ,  quando  egli  giovane  andò,  contra  Germani .  Tra- 
iano haveavn  Cavaliere  col  d'arda  in  mano  y,che giva  addofio  ad  vn  ne- 
mico,. In  vrì altra  duoi  cavalli ,.  che  tirano  vn  carro  con  la  figura  della 
Vittoria  alata,  che  nella  deftra  porta  vna  corona  trionfale,  nella  figni- 
firavn  ramo  di  Lauro  ..  TSteruanellefue monete  volfe  fcolpire  caval- 
li fciolti,e.pafcentiy  per.  dinotare  y  com'egli  hauea  levata  da  Italia, 
yna  certa  gabella  delle  vetture ..  sAdriano  fcolpi  nelle  fve.  vn  cavallo 

guidato 


ì>  È  l    ìa  V  AllOy    US.    I.  Jf 

j  guidato  da  vn  fante ,  con  lettere  attornoy  che  diesano  MjiVB^l  T*A- 
T<{Ij£.  forfè  y  perche  quella  prouincia  a  quefio  éfiercitio  è  attiffima . 
Si  come  poi  è  Hata  vfan^a  d'alcuni  ordini  militari  Cauallerefchi  ,  por- 
tar  nello  fendo  in  campo  bianco  (effendo  l'ombilico  giallo,  trapojìoui  vn 
giro  verde)  fcolpiti  duoi  me%i  caualli  -vermigli-,  in  fem bianca  di  conten 
denti  fra  effò  loro  ,  e  quefìi  Mori  feroci  fi  nominauano  :  Il  mede  fimo- 
Imperadore  in  vna  medaglia  di  rame  con  lettere  greche  hauea  per  ri- 
uerfo quattro  caualli)  che  tir  asiano  vn  carro  con  vna  figura  trionfante- 
di  fopra,  &  vrì altra auanti ,  r'woltaalei.  In  vna  diJtntinoo  giova- 
netto bellifjimo  di  Bithirìia,  &  cariffimo  ad  s^Tdrianoy  era  vna  figura 
»  a  caualio,  che  nella  deftra  portauavn  Caduceo  .  asfntonio  Tioin  vna 
fua  medaglia  Rimana,  &  vrì altra  Greca,  hauea  vn  carro  trionfale  con 
quattro  caualli,per  hauer  vinti  i  Britanni)  i  Germani  y  i  Daci)  e  i  Mauri. 
tJtytarco  Antonio  nel  riuerfo  d'una  medaglia  grande  di  metallo.  gialloy 
■era  dipinto  armato  con  vrìhafta  a  canallo  y  con  vna  figura ,  chegligiua 
innante  tre  da  dietro,  parimente  armate ,  con  lettere ,  ^P^OFECTIO 
<Ls4(fG.  dinotando  quando  egli  infieme  con  L.  Verofuo  fratello  andaro  a 
Vimprefade'Varthiyperche  la  medefìmamedaglia  fu  fatta  a  quefio  Trin 
cipe .  Marco  Commodo  di  giouanile  età  in  vna  di  rame  ha  per  riuerfo 
.  vn  caualio  correntecon  vna  figura^  che  col  dardo  tira  contra  vn  Leone  > 
C  che  leva  incontro;  dinotandola  fua  ferocità  e  gagliardezza  y  perche 
.  fu  vecifore  di  molte  Fere,  come  Lampridio  narra.  In  vrì  altro  meda- 
glione egli  hauea  vna  quadriga  trionfale  con  vna  figura  ,  che  tema  n  el- 
la finiftra  vna  infegna  militare ,  dinotando  la  vittoria,  ci}  egli  hebbe  di 
molti  "Barbari .  Seuero  in  vna  grande  di  rame  hauea  vn  bélliffimo  ca- 
ualio con  vna  figura  di  fopr  a,  &  vrì  altra  a  piedi  armata,  che  le  ftaua 
àauanfi  con  vna  infegna  in  mano  ,  e]ion  lettere  intorno  y  n^fD  VE  "ÌN^- 
TVI  iAVGVS.  FELICIS.  perche  fu  battuta  nel  ritorno  y  che  egli 
fece  dal'imprefa  d'tArdbiae  di  'Tartina .  ^Antonio  far  acalla  in  vna  di 
metallo  nero,  come  ferro ,  hauea  per  riuerfo  vna  decurfìone  dicauaìloy 
**  con  vna  figura  fopra ,  e  due  altre  armate  a  piedi ,  con  trofei  in  frolle ,  & 
con  altre  infegne  militari  >  V  vna  innanzi,  e  V  altra  dietro  ;  dinotando  la 
vittoria  contraTarthi .  In  vrì  altro  fuo  medaglione  di  rame  era  vn  car- 
ro trionfale  di  quattro  calmili  con  Vlmperadore ,  che  nella  finiUra  tenea 
vna  infegna  militare,  &fà  battuto  da  Gre  ci,  per  la  vittoria  degli^tr- 
meniy  comeferiue  Elio  Spartano  .  Opilio  Macrino  hauea  pur  per  riuerfo 
vna  quadriga  trionfale,  con  dueperfone  difopra,  l'vna  del'Imperado- 
re,che  porta  vn  ramo  di  Lauro  in  mano;l' altra  della  Vittoria,che  da  die- 
tro gli  mette  vna  coronatitela,  &  co  fi  a  punto  ne  fa  battuto  vrì  al*. 

E     2         tra 


rfg  ti  E  l  l  AC   l  0  T^ì  jt 

tra  a  Majfimino.zsflefì andrò  Se  itero  medefìmamente  vn  e  and  diquat-  v 
tro  caualli,  con  vna  figura  trionfante  di  [opra ,  per  lih:prefa  che  fece 
contrai  Ter  fi.  Invìi altra  egli  hauea  per  riuerfovn  cavallo,  con  vn' 
bttomodi  fopra,  che  tene  a  vn  baila  in  mano,  &  vna  Vittoria  alata 
dauamì.  gordiano  il  giouane  in  vna  medaglia  di  rame  bauea  per  ri- 
uerfo  vnaquadriga  trionfkk^con  vn  che  tenea  in  mano  vna  infegna  mi- 
litare ,  e  gli  fu.  battuta ,  quando  egli  con  Tupieno  e 'Balbino  ottenne  la 
vittoria  contra  M affi  mno,  come  narra  il  C apit  olino  .  In  vìi  altra  di  ar- 
gento hauea  vncauallo  convnafigura  che  tenea  Vìi  baila  in  mano  ;  & 
fu  quando  andò  ali  imprefa  de'  'Terfiani .  Al.  Cjiulio  Filippo ,  vn  caualla 
con  vn  difopra,chetenea  la  mir^a  in  m  m? ,  con  lettere  ,  z^D  V  £  7^  F 
<ts4V  G  G.  cioè  venuta  degli  Augufti ,  duoi  Filippi ,.  padre  e  figlio  ,  in 
tempo  della  guerra  Ter  fica  da  lor  fatta.  Treboniano  (fallo  in  vn  medar 
glione  di  rame  hauea  per  riuerfo  duoi  caualli  con  due  figure  di  fopr aga- 
llanti aqualigiua  la  Vittoria,  e  da  dietro  alcuni  foldati  armati  con  le 
infegne,  &fù  quando  gli  Scithi ,  iTarthi,  &  altri  'Barbari  afialtaro  le 
prouincie  dell'Impero  Bimano  .  Sotto  Teodofio  alcuni  foldati  vfauano, 
allo  feudo  vn  e  auallo  giallo  circondato  da  vn  giro  vermiglio:  Vn 'al- 
tra Legioneychc  Coflantia  s'appellauay  portaua  vn  cauallo  vermiglio  in 
Effigie   campo  a^urro .  (fran  tempo  (fecondo  Tlinio  )  la  effigie  del  cauallo  fu 
del  caual  tra  Hnfegnede'  Romani  portata;  effendogli  ìleadardi  della  Caualle- 
fe«ne  de'  ria  ^  co^or  ceru^eQ  "  &  eìjl  ne^a  ant^a  moneta  >  che  fecero  d'argento  , 
Romani .  hebbero  vfan%a  d'intagliare  vna  tefia  di  cauallo  frenato  ,  foprafcriuen- 
doui  BJ>  M  JL  .  Isella  ter%a  moneta  loro  pur  vfarono  di  f colpire  vna 
carretta  con  duoi  caualli.  I  Siracufani  nelle  loro  monete  vn  cauallo  con 
vn  Caitaliere  di  fopra  fcolpiuano,  &a  quelli  ^itheniefì,  che  dopo  la  rot- 
ta di  l^ida  furono  venduti  per  ifchiaui ,  fecero  con  carattere  fegnare  di 
figura  (auallina  la  fronte^.    Ideile  monete  de'  Ccfhlenij  era  folito  di 
fcolpirfi  pur  il  cauallo-,  fi  come  ^Plutarco  fcriuc_^  .  La  Città  d'^ilef- 
fandriaper  memoria  del  zJPCagno  fuo  fondatore  ,ilqual  col  valor  del- 
la (aualleriavinfe  il  mondo  (quafi  correndo)  in  sì  pochi  anni ,  effendo 
grandiffimamente  agli  sludi  Cauallerefcbi  ( come  Apollonio  ferine ) 
dedita  , face  aneli infegna  propria  duoi  caualli .   Et  per  imitationdi 
quella  fcriuono  alcuni ,  chei  Signori  della  Saffonia  (  olirà  quei  di  Sauo- 
ia)  tengono  il  cauallo .  Di  nojlri  Rjpafiati  parimente  il  cauallo  nel  co- 
nio della  moneta  di  rame  fifiguraua ,  onde  cauallo  fi  noma  ancora  quel 
Catullo  ch'importa  la  mitàdi  vn  danaio- .  E'I  cofiume  dura  fin  hoggidì,  che 
che^ofi  eiafcunmn0  dal  Sereniffimo  noftroBj  fi  manda  in  dono  al  Tapa  vn  bel 
chiamata,  cauallo  bianco  guernito  ben  riccamente ,   Stfra  tutti  i  fugge  Ili  di  S.  M, 

foU- 


Q 


H 


DEL  CjtV  jtltÒ,    LÌB.f.  £9 

rjt Solamente  in  quello  che  s'vfa  per  le  Jpeditioni  del  Bearne  dì  t^apoli  >  Ha  dell'una- 
[colpita  l'imagine  J\eale  a  cavallo;  certamente  per  tre  cagioni ,  fecondo  "ine  rea- 
■che  pcjjìamo  interpretare;  ò  perche  questo  I{egno  fu  conquiflatodal  T{è  [ea  caua* 
-d,<!sfragona  per  valor  d' armi ,  non  per  ragione  di  patrimonio ,  òper 
dtnotare  la  dignità  &  l'abbondanza  della  Cavalleria ,  che  qui  fiorifee , 
ò  per  che  già  fi  troua  anticamente  il  cavallo  effere  Hata  infogna  di  que- 
sta patria  ;  ouenelme%o del piano  ,  eh' è  davanti  alVefcouado  ;  molti 
raccontano  (  oltre ,  che  molti  ancor  lo  fcriuono )  ejfer fi  vifto  ben  lungo 
tempo  vn  cauallo  di  bronco  ferina  briglia  ;  alqiiale  poi  Corrado  fece 
mettere  il  freno  altri  dicono  le  redini ,  dinotando  forfè ,  luihauerdo- 
y?  mata  quejla  Città  ;  poi  che  chiara  cofa  è,  che  per  vn  cauallo  frenata 
s'intende  vn'  buomo  feroce  &  inuitto  d'animo  ,  diuenuto  obediente  al- 
la ragione  &  all'impero .  Tuojfi  egli  ancora  interpretare  per  vn  domi- 
nio  temperato  con  la  prudenza ,  fi  come  nella  naue  fignifica  il  timone; 
ò  per  vna  temperanza  voluntaria  non  forcata  ;  tanto  più,  che  queslo 
freno  ,  ilqual  s'aggionje,  èfen%a  redine  ;  ò  veramente  per  concordia  > 
&  per  pace  ;  fi  come  ancor  s'interprat'à  appo  Virgilio ,  quando  fh  che 
*A.nchife  cofifogghmga . 

Ma  fono  auc^zì  afottoporfi  anchora 

I  be'  Deflrieri  al  carro,  &  a  portare 

(  Se  pace  fia  )  concordi  freni  al  giogo . 
Tutta  volta  qualunque  di  ciò  fi  a  la  ragione,  egli fi  vede  queHa  inde- 
gna mantener  fi  propriamente  infino  al  giorno  d'hoggidaiduoinobilif- 
fimi  feggi  di  Capuana ,  e  di  Tijdo  ;  i  quali  come  fempre  fiano  siati 
frequentiffimamente  h  abitati  da  Signori.,  e  da  Qtualieri ',   chiari ffvma. 
teflimonian^a  ne  rende  M.Francefco  Tetrarca,  che  nel  fuo  Itinerario 
co  fi  dice  :  "Hiuna  fatica  non  t'impedifea ,  che  tu  non  veggia  qve' duoi  infuna 
vichi  della  Città,  1S{ido,  e  Capuana,  e  di  edifici  oltr  a  privato  modo  di  due  no 
(quaft  appena  credibile  ad  alcuno  )  sì  di  numero  &  sì  difylendore  di  Ca-  ™"flìjn« 
fi      ualleria  memorabili ,  &  illuslri .  Laqual  cofa  a'  tempi  noslri      *      ° 
in  verità  èfalita  a  tanto  accrefeimento  \    che  la  fuma 

e'I  vanto  della  Caualleria,  per  tutta  Europa  y 
peculiarmente  >  alla    città  di  "K[a- 
poli,  che  quaft  gentiliffima  riè  chia~ 
mata,  fi  attribuifce^J . 

IL    FI^E  DSL  TBJHO  IIBBJD. 

E     3         DI 


DI    PASQVAL    CARACCIOLO 
CAVALIERE    ILLVSTRE 

NAPOLITANO. 

Della   Gloria  del  Cauallo  >, 

IL      SECONDO     LIBRO. 


VS\A V^Z\A  DI  BVONJ  SC RJ TT O- 

BJ  >  prima,  che  incomincino   a  dijputare Q; 
d'alcuna,  cofa ,  dichiarare inomi  di  quella  ; 
accioche   meglio  s'intenda.  La  materia  y  di 
che.  fi  tratta  ;   Terò  ejiendomi  io  poslo  a 
.  ragionare  del  Cauallo  y  <&  nel  primo  libro 
effendomi  folamente  diflefo  a  dire  alcune 
cagione  >  per  le  quali,  debba  queflo  animale 
[opra  tutti  gli  altri  irrationali  in  pregio  ef- 
fer  tenuto  ;  non  lafcierò  >  che  hora  non  discorra  tutti  inomi  ■>  che  fecondo. 
la  diuerfità.  delle  lingue  humane  attribuiti  gli  fono.  Trouo  dunque  il  Ca- 
vallo dagli  Hebrei  chiamar/i  Susy&  la  Caualla  S.ufah  .  Sui  qua  fi  Sasyfi-  J$ 
gnifica  allegro,  •>  &  al  Cauallo  tra  l'altre  qualità  gli  e  appropriatala  al* 
legrerzga>  detta  da  Latini  Hilarita\&  maggiormente.  l'Silacrita.-ou  ero. 
Siis  quafi  Sis,  the  in  quella  lingua  dinota,  vnafpecie  d'augello  grande  \. 
Nonnder  confiderata  forfè,  la  pari  -velocità .. Ter  queBavoce  Sus  Caldaie amenti 
cauallo    fi  legge  Sufuatha  ;  *A  rabicamente  T>aiel '  :  Terficamente<A sbecha  . 
ti  dall'  aù  ^3iamafl  ancora  tra  Hebrei e Caldei  >  R^Kefchy  qua  fi  apparecchiato  a. 
tore«.       la  guerra  /  zsfbirim  quafi  robuflo  >.  fecondò  San  Girolamo  :  eZofachy. 
&  Hacbil  parimente  y  ^T  Faras  è  nominato  :.  ilquale.  vltimo  nome: 

vfano. 


*DEL    CjtVjtLLO,  LI  B.   II.  71 

*jl  yfanogli  habitanti  nelVjluìirale  Ethiopia  fiotto  i Egitto  >  quafi  confort 
meàgliJtfricaniycbe  dicono  Feres ,  quafi  Ferus;  epiteto  pur  conuenien- 
te  a  lafierei^a  del  cauallo  ;  fi  che  da  molti  Fiero  propriamente  è  flato 
appellato  ;  come  da  Quid  io  •> 

Effer  vfcito  il  Pier ,  che  le  fa  pegno 
Ter  acquiflar  de  la  Città  l  impero  . 
Gli  Indiani  dicono  Der^quafiTtefìrier.  Cjli  armeni  Zy  ,  velocijfimà 
accento .    Gli  *Ar.abi  I{amaKa  yche pur  velociffimo  animale fìgnifica: & 
Ioar  cauallo  grande  y  fecondo  ^Alberto .  I  (furai  popoli  vicini  al  <±JMar 
Hojfo il  chiamano  Hejp , quafi Hejpero per  effere  di  maggioranza  tra i 

B  "jBrutiyCome  quello  ètra  le  Stelle  .  Il  Turcoyè'  l  Terfo  *Att ,  quafi  atto  & 
idoneo  a  tutti  eserciti], Is^elTeru  il  chiaman  Tacco  polendo  forfè  per  fi- 
gura contraria  dir  Tacifico  ;  vocabolo  nouamente  impoflo  da  paefani , 
perche  prima  in  quelle  regioni  occidentali  non  Vera  notitia  di  caualli . 
In  Inghilterra  fi  dice  Horfe  quafi  Orfum  >  cioè  principio  >  forfè  per  effere 
il  cauallo  primo  ira  i  Quadrupedi ,  e  principaliffimo  ne  le  guerre  :  0 
quafi  Orfo  per  la  fierezza  •  fi 'Boemo  dice  Kun  :  SlTollacco  Konio  , 
quafi  (uneo  >  che  tra  gli  altri  fignificati  dinota  vn  f quadrone  di  fal- 
dati ordinati  a  modo  d'vn  (funio ,  come  Vegetio  infegna  :  &fi  come  ta- 
le fquadrone  contiene  in  fé  grandiffima  forila  y  &neruo  >  cofi  il  caual- 

C  lo  nelle  cofe  (ti  guerra  è  vn  gagliardi  (fimo  foHegno  y  &  quafi  Biocca  ine- 
jpugnabile .  Lo  Schiauone  il  chiama  Kobyla  >  quafi  Copulay  per  Vv fianca 
d'accoppiare  i  caualli  al  carro .  /  populi  di  Caria  dicon  xAlla  >  forfè  dal 
■vocabolo  Jlla  .  7  Germani  prima  il  nominauano  zJtytaraò  March:  bora  Nomi  di 
folamente  la  caualla  cofi  ■:  ma  il  cauallo  generalmente  B^ofi\:  &  alcuni  Re    Aie- 
CfauUtJà'Ca  di  quello  antico  nome  di  Mara  fi  trouano  effere  flati  ador-  lI?anV  de- 
nati  molti  nomi  di  Bj  ^Alemanni)  come  appo  Marcellino  fi  leggono  Cbo  j^ra.    * 
nodomarioySuomarioy  V  adornano  y  Othmaroy&  altri  di  che  fon  piene  le 
loro  Qroniche  .Indi  ancora  Marefcalcofi  difìey  che  corrottamente  Mani-  Mare/cal- 
fcalco  dice  bora  il  vulgo  ;laqual  voce  par  uè ,  che  dal  B^amfio  s'accettaf-  co  derma 
feydicendo  i  medici  di  caualli  cbiamarfi  Equinarij<,Mulomedici>&  Ma-    -  ^    ^ 
nucalci;piu  latinamente  Fetennarij:  poiché  Veterinifi  dicono  tutti  ani-  uailo. 
mali  idonei  alla  vettura. Oltr  acciò  da  effi  germani fi  chiama  DenmarCy 
VherhaV alerianayche  ^Arabi  (frecce Latini han chiamata  Fu.Sdal  no- 
me di  I\pfi^  molti  vocaboli  etiandio  fon  tra  effi  formati  :  perciocbe  le 
cJtyCofcbecauallineycbefogliono  volare  d' intorno  le  tette  de' caualli  , 
nate  per  auuentura  dal  lorfimìerey  effi  dicono  l^off^  Kaefer  :  /'/  <JMen- 
taflro  BKgfi^jnvfnt'^y  quafi  Menta  cauallina:  La  Tof/ìtagine  >  berba 
cofi  detta  >  perche  il  fumo  di  lei  fecca  >  &.  abmcciata  in  su  i  carboni  > 

£    4  riceuuto 


7i  B  E.L  l  U     G  L  0  \l  Jl 

rkeuuto  per  bocca  giova  allaToffey  all*Xfma\  &  a  gli  altri  difetti  del  * 
re]j>irarcy&  in  Italia  è  chiamata  Vnghia  di  cauatlo,  forfè  perche  la  fron- 
de a  quella  affomigliaieffi  dicono-. RÒfì^  huob;la  Maina  feluaggia  mag- 
gioreyFyofJ^pappelen,  cioè  cauallina  Mal  uà  .  IFiamengbi  dicono  £em- 
pertyò  Tferdyquafì  perfetto  ò profittatole  .   GliVngheriye  fomigliante- 
mente  i  Tortughefi  pronunciauano  Logo  y quafi  luog oyche  in  ffpagnuolo 
ftgnifica  predio:  nome  veramente  peculiare  del  cauallo  presliffimo  ani- 
male. I  Greci  moderni  nel  lor  volgare  dicono  *AUogoy  quafi  <Allegroy  ò- 
quafi  Halogoycioè  corona ,  fecondo  Seneca  ;  potendofì  dir  corona  de  gli 
animali.  Magli  antichiyda  quali^come  più  abbondanti  diferittoriy  il  ca- 
uallo è  st.ato  più  celebrato  >  /'/  dicevi  Hippos  :  &come  cofagr-andc.y  che  p 
le  Himauano  dovunque  voleano  fìgnificar  grande^1) con  qneftonome 
__..         (fecondo  (elio)  componevano  il  vocabolo  y  come  Hippotyphiay  troppo 
nome    zgr-anfhflo.  Hippobino  troppo  luffuriofo .  Hippoporno  gran  puttaniere  > 
fuoi  coni  come  Snida  cita  da  ^Irifiofane  .  Hippocronia  le- fole  troppo-  antiche  > 
poflL      quafi  del  tempo  di-Saturno .  Hippocrimna  &  Hippobamona  troppo  af- 
fettate parole yda  Horatio  dette  d'un  piede  e  me%o  l'vna .  Hippognomo- 
ne  di  grandmammo;  benché  fignifi chi  ancor aquelloy  che  sddifcernerele 
cavalle 'grauide dall'  altre. Hippaletlryonvn gran  Gallo;,  altri  dicono  co- 
fi  chiamar  fi  ancora  vn  certo  animai  marino.  Hippomyrmices-certe  for- 
miche grandi  cavallinlle  quali fcriue  scrittotela  non  trouarfene  in  Ci  G> 
eilia  .  Hippomarathron  dice  (j  aleno  chiamar  fi  il  Finocchio fbro  per  la 
maggior grandei^ay  & nafee  in  luoghi  faffofi  e  caldiy  fecondo  Tlinio . 
Strabone  dice  nafeere  l'Hippomaratbro  in  Mauritania,  di  fujlo  lungo- 
dode ci  gombitiy  e grofio  quattro  palmi .  Hierocls  il  fa  gioueuole  àca- 
ualliyche  diffi e ulta di  orinare  patifìero .  Hrippolapatho  èfpecie  di  Lapa- 
tio(come  da  Tlinio  già- fi  fcriue)  maggmrey  piàfptfioye  pm  candido  dei 
dimefiico :detto  da'  Thofcani  ^ombice,da  Spaglinoli  Labacà  >  da'  Fran- 
cefi  Lampeyda'  l 'edefehi ^impffcry  dagli  z^frabi  Hunadh  »&  H-amadi 
<Diofcoride  dice  nafcerenelle  Taludi  :  il  M  Aitinoli  dice  h  averlo veduto 
ancora  ere feere  siti  monti  con  gran  fronde  y  & alto  fuHoy  fimile  affatto  ** 
a  quella  nuoua pianta  y  che  fi  tiene  hoggi  ne' giardini  per  lo  B^eubarbaro  t 
alcuni  chiamano  quesl'herba  Lappa  maggiore.    Hippofelino  è  (peci& 
d- lAppio  maggiore  y  e  più- bianco  di  quel  de  gli  horti  ;  produce  il  fusla. 
altOyvacvoyteneroy  & fegn-atoy  le  fiondi  roffi'gney  e  più  larghe  ;  la  chio- 
ma fimile  al  Rgfmarino  ypiena  di  fiori  y.  &  raccolta  infieme  ;■  il  feme. 
neroy  lungo>acutoye fermo  ;  la  radice  fottile ,  bianca  ,  odorifera  >  &ag- 
gradeuole  al  gufìo }  ò  cotta  ò  cruda  :  le  fronde  el  fufìo  fi  mangian  cot- 
tigli fembeiuto  co.i  mino.  md.ito.prj.iJc a  i  me  fimi  :  vale-  alle  di- 
"'-  fìillatiani 


DEL  C  A  V  A  L'IO,    LIS.     11.  7? 

flillationi  dell  orina,  e  fcaldai  tremanti  di  fi-eddo  :  nafcein  luoghi  om- 
broft  :  Teofrasio  dice, petrofita  come  riferifee  i' interprete,  di  ^{leandro  ; 
&peròflima  co/i  chiamar fhperche  è  grande,  q  perche  gioita  alla  Stran- 
guria  de'  caualli  :  il  Qa%a  lo  traduce  Equapio ;i  Latini  lo  chiamano  Olu- 
fatro  ,  come  Diofcoride  pone  il  1irafaitolapejrifa.ua>  che  quefìo  f/tjfe  il 
Macerone  :  mail  Mattinoli  vuol  che  ftaqueìloyche  volgarmente  è  detto 
Leuiflico  :  i Franceft  dicono  Achelarge^iT  edefehi LiebttoKel,gli .Ara- 
bi Salis .  Hippoglojfe  è  vn  altra  herba  cofi  detta  dalla  fomiglian^a,  che  it;PP(W 
tiene  della  lingua  del  cauaìlo  ; produce  le  frondi  come  Mirto  feluaggios  o]0flb. 
cioè  come  il  Brufcoi  &  nella  cima  ale  une  linguette,  ch'efeono  dalle 

$  frondi,  come  ferine  'Plinio  e  Diofcoride .  La  chioma  èffrinofa ,  &  meffa 
in  ghirlandefopra  il  capo,ne  toglie  il  dolore  :oltf  acciò ne'  difetti  matr'v- 
cali  dicono  i  moderni  hauere-maggior  virtù  d'ogni  altra  pianta-che  del- 
la polue  delle  fue  frondi ,  è  della  radice ,  dandofi  vn  cucchiaro ,  toglie  le 
prefocagioni:  &per  le  rotture ,  chefeendono  alle  borfe ,  èrimed'io  quafp 
diuino,berne  di  continuo  vna  dramma,  e  mt7a  ogni  mattino  con  decot- 
tione  del  Samfito  maggiore  .  Vale  une  or  a  particolarmente  aTrogli,che 
malageuolmente  fùuellano.Gli  Spagnuoli  la  chiamano  lingua  di  eauallor  hìppo* 
i  Trance  fi  lingua  Pagana:  i  Tedefchi  Zcffl'i?iKraufì  i  Tbofcani  Rislingua,-  phc  *  3c 
alcuni  altri  luoghi  d'Italia,  rBonifìtcia  .  Hippophe ,  &  H'ippophesìo  fono-  ^Vf]^" 

C  pur  herbe  ,  che  prendono  dal  causilo  i  nomi  loro,  ò  perche  fìano  grandi  y  ? 
come  Hima  Marcello  ZJirgilio  (benché  TheofraHo  non  grandi  le  metta} 
hpiit  tofto  (come  Galeno  dice)  che  nella fommità  de'  Lor  corimbi  nafeo- 
no  certe  cofe  filmili  a  linguette  Caualline  ~  Sono  elleno  certamente  amen- 
due  di  fpecie  di  que' Cardi,  con che  imafìri  purgami panni,  e  poliscono 
le  vefliwenta,e  nafeono  in  luoghi  fabbionici,e  di  Maremme .  L"Hippo- 
pbe  dice  'Diofcoride  efferefhrmentofa,folia,  e  larga ,  di  frondi  più  tene- 
tele più  lunghe  ched'oliua,tra  lequaliefconofpine  hi  ancheggiatiti  f ce- 
che &  angolofe  >  tra  le  difìanti  ;  produce  i  fiori  in  racemi firn  ili  a  quei 
dell' Heller  a, ma  minori.,&  alquanto  refieggianti  :  la  radice  ègroffa,  te* 

**  nera,piena  dilatte,&  amara,. ma  buona  a  condir  fi  ;  dellaqual  cauando- 
fi  il  fugo,  e  togliendofene  alpefo  d'un  obolo  con  vino  melato ,  follie  la  co- 
lera,&  la  flemma^  tutti  li  humoriacquoft .  Difimile  virtù  è  Hippophe- 
fio.,ilquale  va  fer pendo  per  terra  fen^a  fuflo,  <&  fenica  fiore  con  le  fron- 
di picciole  e  fpinofe .  Plinio  quefta  chiama  Hippope ,  e  quella  Hippo- 
phieicogett uranio  cofinominarfì-  per  eft ere  accomodate  alla  natura  de* 
caualli. hauendo T 'infinit a prouid'en^a di HDiodifpoHii rimedi,  e  gli  aiu- 
to in. generale  y&  in  particolare  ,.ficheniuna  cofa  trouandofì  prodòtta 
fernet  il  fina  prefidio }  tanto  maggiormente  il  cauallo  principale  tra  i. 

quadra- 


74  2)  t  l  l  jt    G  l  0  T^t  Jt 

?uadrupedi  conuenne  d' efiere  battuto  in  cura .  <J%Ca  fi  còme  non  ba&a  g 
'ingegno  humano  a  comprendere  tutti  imijleri  occulti  de  la  naturaci 
Hippuri.  giouamenti  di  quejle  herbe  ne  fono  incogniti  in fino  a  qui .  Hippuri  detta 
da  Latini  £quifeto,&  Equifeli;da'vuolgari  coda  di  cauallofda'Germani 
V^of\SchuuantXjpferd  Schuuant^e  l^offxJJ  uadel\  dagli  <Arabi  Da- 
nebalchail  ,  e  Demibalchi;  da  Spagnuoli  Coda  o  B^abo  de  Mula;  da  Fr  an- 
ce fi  Que  uè  de  Cbeual  ;  è  pelo  de  la  terra,  come  Tùnio  dice,fimile  a  la  co 
da  cauallina  ;  che  aggrappandoci  congli  arbufii,  pende  con  le  chiome  di 
giunco  folte ,  e  nere  ;  con  rametti  pieni  di  giunture)  e  fiondi  poche,piccio 
le,e[ottili  :  e  produce  il  feme  rotondo  come  coriandro .  Il  fugo  uale  ari- 
firignere il  [angue  ,  che forre  dal  nafo,  rinchiudendotelo,  e  beuendofene  f 
in  uino  dolce  tre  bicchieri  ,[ana  la  Difenteria  ,  purga  la  matrice,  e  pro- 
uoca  la  ori  na .  Ilche  negli  Sleffi  caualli  approuano  i  <tS^Care[calchi  an- 
tichi Greci ,  dandola  pejìa  a  ber  col  uino ,  quando patifcono  la  Difuria  : 
an%i  aggiunge  Tlinio  eff ere  Slata  openione  d'alcuni  ,  che  fu fie  tanta  la 
virtù  di  quefl'herba,  che  folo  col  tatto  riflrignejfe  ifluffi  del  [angue ,  & 
che  decotta  in  vn  ua[e  di  creta  nouo,efingue[[elamil'zade 'corridori , 
Dice  ancora  trouarfi  vrì  altra  Hippuri  di  chiome  più  ardui -,  più  candi- 
de >e  più  dilicate,  vtiliffima  a  la  Sciatica,  &  alle  ferite,  impiastrata  con 
aceto,  per  riStrignere  il  [angue  :  lequai  co[e  Diofcoride  afferma,  dicendo 
elvella  na[ce  in  luoghi  acquo  fi,  &  per  li  [off,  con  fufli  voti,  nodo  fi,  ruui  9 
di,c  rojieggianti,  &  che  la  radice  infieme  con  Vherbagiouaala  tojfe,  a 
gli  aftnatia ,  &  a  rotti  :  &  chele  fondi  beuute  con  acqua  confondano 
le  ferite  de  le  budellame  della  vefcica,&  le  rotture  intestinali.  Dice  pure 
trouar[ene  vnz altra  jpecie  de  le  mede  fune  virtù  confuSto  dritto,vguale9 
&alto  vngombito  ;  le  cui  chiome  difinte  per  internala ,  [onpiù  cortey 
più  bianche,  &  più  tenere  dellaprima  .  L'vna  di  quejle  dice  il  Mattioli 
chiamarfi  ./fjprellaperlapiù  parte ,  laqual  adoprano  le  donne  per  far 
lucidi  gli  Stagni,  e  quei  che  lauorano  al  torno ,  per  luflrar  i  legnami: 
L'altra  produce  vn  certo  germoglio  groJfo,o  tenero,fimile  ad  vnagbian 
da,che  Maremmani  dicono  Taltrufhli,  i  Regnicoli Conocchielle,  che  ne' 
cibi  s'v fono  la  Quarefima,e  di  tal  forte  qualche  volta  restringono  il  cor 
pò,  che  inducono  il  Matrone .  Alcuni  lefeccano  per  v[arle  poi  la  State 
nella  difenteria ,  &  allhora  le  mettono  a  molle  per  vna  notte  nell'ac- 
qua tepida ,  ouefiaftatofyento  P acciaio  infocato ,  e  pofcia  fritte  le  danno 
a  mangiare  agli  in[ermi  .  Galeno  ferine ,  che  la  coda  di  cauallo  difecca 
valentemente  fen^a  mordacità ,  &  falda  le  ferite  grandi ,  quantun- 
que vi  fufiero  incifinerui  ;  L 'herba  beuuta  con  acqua ,  ò  vino ,  è  vaio- 
rofiffimo  rimedio  a'  vomiti,  e  fiuti  di  f angue ,  &  a  'flujfi  di  buomini,  e  di 

donne . 


DEI    C  jiVjìtt'Oy  LIB.  1 1.  ni 

TV         * 

donne  .  Il  ippice  ferine  Tlinio  effere  vn'herba",  che  tenendola  il  cannilo  fuJJjl(ùt-  - 
[  in  boccadori  [ente  fh  me>nèfete:  fi  comedifimile  effetto  è  per  gli  huomi- 
ni  l'herba  chiamata  Scithica-,  per  effere  Hata  ritrouat a ,  &vfatada 
S.cithi;ìquali  con  queHe  due  fi foflengono  in/ino  a  dodeci  dì ,  fernet  man- 
giare ,  &fen^a bere;comeTheofrafto ancora  fh  fede .  'blaftequefla ap- 
preso la  Me.otide,  &  è dolciffima  ;  da'  (freci pur  Glìcirri?a  appellata  : 
quella  cauallina  traduce  UCja^a.  Hippophouaè  vn'herba  cofi  detta ,    Hippo- 
perche  le  caualle  fé ne  guardano  grandemente  :.  Democrito  (come  Tli-  phoua. 
nio  riferifee  )  lachiamaua^chemenidony  di  colore  di  elettro  y  fen^a 
fronde;  che  nafte  ne'Tardafìili dell'  India  >.  la  cui  radice  ridutta  in  pa- 
«>  Sla^e  beuuta  il  dì  con  vinosa  notte  fh  confefiare  ogni  cofa>parendo  con 
varie  imaginationi  l'huomo  effere.  tormentato  .  Ma  non  pur  l' herbe 
(co  me  fin  qui  detto  habbiamo)  an^i  molti  animali  ancora  terre  ftri,ae~ 
rei>e  maritimi ,  dal  cauallo  prendono  i  nomi  loro  .  Tra  queHi  l'Hippe- 
lapho  ( fecondo^ riflotele) è  vn' animale :>  che  rafìomigUa  al  cauallo  y 
&  a  ceruo  ;  con  le  corna  e  i piedi  bifolchi  >  co'  /  crini  lunghi  da  la  tefla 
inftno  al  fommo  delle  fpallc,  &  con  vn  ciuffo  fotto  la  gola ,  penden- 
te a  guifa  di  barba.  :■  Sìconofce  in  loro  ilfeffo  fèmile  da  V efiere  fenTa 
cornay  e9"  nel  paefe  de  gli  j£racoti  dice  y  che.  fé  ne  trottano .  Il  ^jd^t 
traducendo  ìlebiamtt  Equiceruo ..  ^Alberto  ferine  naftere  gli  Equicer- 
C  ui.  nella  Truftay  nell' angheria  y  &  nella  Schiauonia  .  Solino  ancora  y 
nella  (jrecia*  <&■  in  altre  farti  Orientali ..  Anicenna  pur  nella  Tar- 
tina ..  Molti  fan  ieftimonio  hauer  inFrancianella  camera  del  Trave- 
duto vn  cauallo  >  che  da  la  parte  di  die  troera  Ceruo .  I  nouelli  (ofmo- 
grafi  raccontano  trouarfene  Imbinia.  regione  de  l'fndia,  ;  e  chiamar- 
fi  Morexedia  in  lingua  lóro.  Tlinio  dice,  che  iTopoli  Orfei ,  pur  In- 
diani >.  fogliono  in.  caccia  prendere  vnafèra ,  che  hàtefìa  di  Ceruo  mo- 
nocerota,cioè  d'un  corno  j  e.  tutto,  di  cavallo  il  rimanente ;Ilche  daOne- 
ficrito  conferma  Str -abone ^dicendo  trouarfi  in  India  cauallicon  teffe  cer 
uine  per  od  un  corno  :  o  parimente  fu  fede 'Giouan.B'oemoyche nella  To- 
JE>.  Ionia  fitrouano  cauallifeluaggi  col  corno  ceruino  yilquale  yfcriue  Sila- 
no y  contraveleniefier  vtihffimo  .Hippardio  un'altra  fera  cauallina  >. 
pur  come  l'Hippelafo  cornuta^  crinita,  &  con  Vvnghie  bifolche,ma  non   Hìppar*- 
iienbarba . Hippotigrì  animalyche forfè hà.delcaualloye  della.Tigre,fì  u°D'pot; 
t.roua  celebrato  da  Dione  nella  vita  dì  Ainton.Car  acalla:  comeCelio  ri-  ^àdì. 
ferifee ..  Hippocamelo  etiandìo  fi  legge  apprefìo\Aufonio  ..  Hipparion  Hippoca 
auuenga  che  fi  poffa  intender eil  cauallo  pie cioloytuttauia  è  vnaugel-^}0"  ,m 
lo  di  fpecie  di  Maliardi ,  cbeàgaifà  di  cauallo  tien  la  crefia  intorno  al  ojppoci 
aollo  i  di  colore  rofleggiante)  fmile  al  Volpino. Hippocamptos  è  vn  cer^  ptos  « 

tQ: 


fj6  VELLjìGIO^Ijì 

w.  to  augellettd  dilfpecieTafièrinay  come  ferine  He fichio  con  Varino,    g 

"™  '    Hiopos  è  par  augello  nominato  in  alamluogo  da^iriflotde y  Gaja  il 
traduce  Tiponey  eh"  è  vn  certo  beilo&  leggiadro  veedmarmoy  come  fi 
legge  nelle  f colie  di  Liccfronè.  Cbiamafi  ancora  Hippcs  vn  gran  pefee 
marino  .  Jitheneo  dubita  fé  Hippi  fiano  quei  mede  fimi  pefei  y  cheSpi- 
carmo  chiama  Hippidia  Leta ,  cioè  caualletti  lifeiy  &  fen?e  fquame . 
Cita  egli  alcuni  vera  dil^:menio }  e  diz^ntifizneColofoniOycbe  nd  nu- 
mero de'  pefei  mettongCHippi .  Hefchio  >  &  Varino  dicono  bene  Hip" 
piadon  efiere  vna  forte  di  pefee  .  Tlinio  dice  Hippi  chiamar  fi  certi  Can- 
cri nella  Fenicia ,  di  tanta  velocità ,  che  mal  fi  poffono  arrivare . 
Hippuro.  Hippuro  è  tra*  pefei  annoverato  da  ^inUotele ,  che  Equifeli  fa  tradotto  P 
dal  Caxa  y  &  è  di  natura  (come  Jfnme'aio  narra  )  cbefpeffofalta  entro 
l'acquaie  di  qui  bàprefo  il  nome ,  che  pare  effere  vn  cauallo*  Quesli  feri- 
ne Tlinio  y  che  ne'mefi  afpri  del  remo  fi  anno  afcofiy  &  non  fé  nepiglia- 
Hippoca.  nQ  je  mn  in  certi  pochi  flatuti  giorni.  H ippocampo  è  vn  pefcitello  y  che 
cauelletto  marino  dicono  ;  co  fi  detto  (fecondo  ferine  Iconio  y  e  Varrone) 
per  lo  mobiliffimo  piegare  della  coda ,  laqual  sfottile ,  e  torta  come  vn- 
cino  :  altro  non  dinotando  itfuo  vocabolo ,  che  canallofleffuo  y  cioè  pie- 
ghe noie  .  BJtrouarfi  quefìo  animaletto  nelle pefchiere  y  per  lo  pia  tra  le 
minutaglie  marine ;ma  non  fi  mangia  ;  egli  è  dilungherà  di  me%p  pai-  - 
moyhà  la  tesìa  con  vn  becco  dinanzi  chefembra  Drago. pero  Draghet-  ? 
to  alcuni  lo  e  hiamano  ;  ha  il petto  inarcato ,  elafchienaaltay  &quafi 
gobba .  Da  ambi  i  lati  ha  due  ordini  di  (pine  efleriori  y  che  per  dritta  li- 
nea feorrono  dal  capo  alla  coda  y  &  nel  fommo  del  capo  tiene  pur  altre 
fpine  si  rilevate  y  che  paiono  vnacrefta.  rDifpine  ancora  è  cinto  il  collo 
a giiifa  d'una  collanaydalle  quali  nafee  vn' altra  linea  fhinofay  chefeorre 
di  lungo  per  lo  petto.  Tlinio  narrando  imiracolofi  marmi  antichi ,  di- 
ceyche  del  tempio  di  Cn.Domiti^Ji  vedea  J^ettunoye  Tethi ,  Jlchilley  & 
leJ^ereidiychifopraDelfimychisit  3 alene ,  chi fopraH ippocampi  affet- 
tato :  <Dal  che  fi  congettura ,  che  f uff  ero  afi  ai  maggiori  di  quefliy  che  ^ 
diffegnati  habbiamo .  Là  onde  fé  vogliamo  credere  alle  fiutole ,  diremo 
effe) e  V Hippocampique' caualli  mariniy  che  i  dipintori  fogliono  tra  di- 
uerfi  moslri  mofirar  nuotanti  y  con  te/le  di  naturali  e aualliy  e'irefta 
del  corpo  parte  fquamofo  a  modo  di  pefcey  con  l'ale  attorno  ;  parte 
dal  me^o  fin' alla  coda  in  forma  di  Serpenti  y  che  fi  veggiono  molto 
grandi.  Scriue  pur  effo  Tlinio ,  che  gl'Hippocampi  rottiti  giovano 
al  dolor  del  fianco y  e  beuuti  fpengono  il  veleno  del  Lepre  marino  ; 
e  fatti  morire  nell  olio  rofatoy  &  con  quello  facendo  tutto  vnger  V  in- 
fermo y  cacciano  le  febri  feddey  giovando  ancora  il  portargli  le- 
gati in 


<Z>££    C  JtV  Jl  L  LO,     HB.lt:  77 

jl  gati  indcfio .  Galeno  due  >  che  la  cenere  dell' H ippocampo  fa  rinafcere 
i  capelli ,  mettendola  con  vngiiento  amaracim ,  ò  con grafìo  di  porco 
impalata  :  ile  he  D'.cf  01  ide  ancora  afferma  .  Hippopotamo,cioè  canal-  Hjopo_ 
lo  Filmatile  (come  Tlmio  racconta)  èvnabtSìia  del  T^ilo ,  più  alta  potwno. 
delCocodnlo ,  ha  la  fchiena  ,  i crini ,  <&  l'annitrire  fpnile  al  cauallo, 
due  unghie  ne'  piedi  ,  come  Bue  :  il  grugno  eleuato ,  la  coda  torta  ,  e  i 
denti  come  cinghiale  y  benché  non  fiano  cofi  nocini,  Aristotele  due, 
che  quantunque  i  denti  gli  e  fono  fuori ,  non  fembrano  di  Cinghiale  ; 
ma  fi  ben  la  coda:  e  tutto  il  corpo  non  è  maggior  dvu 'tifino:  V  orec- 
chie fon  molto  eminenti)  come  Diodoro  fh  fedes .  La  fua  pelle  è  pelofa, 

fB  e  tanto  dura  ,  che  non  può  paffarfi  con  arme  alcuna  ,  fé  prima  non  fio. 
bagnata  ;  però  fé  ne  fanno  elmetti  e  feudi .  Scritte  Hercdoto,  che  FH  ip- 
popotamo nella  piaggia  Tapremitana  è  tenuto  facro  .  E"  queflo  anima- 
le di  tanta  aflutia ,  che  entrando  ne  campi  delle  biade  alla  pafinra  ,  vi 
entra  all'  indietro  y  per  parere  che  fi  a  venuto  fuori,  &  non  e  feriti  pi- 
gliato .  Oltra  ciò  ha  co  fiume,  che  qual  hora  fi  [ente  troppo  ripieno,  en- 
trane' Qinnetiydoiie  trottato  alcun  tronco  di  cantiamola,  vi  frega  f ti- 
fo la  vena  y  fin  che  ne  cani  f angue  ;  lanciandone  tanto  vfeire  quanto  pa- 
re a  lui  y  che  baili  ;  pofeia  ferra  la  pia  ^a  con  fango  .  <*^"  \oma  ne  fa 
portato  vno  viuoy  confeiCocodrdi  \  iJ^CScauro  Edile  facendone  fjpetta  - 
cclone'  fuoi  giuochi.  Sente  Oro  apollo  ,  che  gli  Egitti',  volendo  dino- 
tar l'hore,ò  il  veloci/finto  corfo  del  tempo,  dipingeano  iHippopotamo. 
€t  per  dinotare  vn'h  uomo  ingiurio  ,  ór  ingrato ,  dipingeano  l'unghie^» 
deWifleJfo  animale  nuolteia  giù  :  Conciò  fofe  cofa  che  la  natura  di  lui 
fuol  effere  >  che  quando  èperuenuto  al  fiore  difua  età ,  combattendo  col 
padre  yfajperie.i^a  s'egli  è  pia  forte ,  fé' l  padre  gli  cede  ,  egli  affettan- 
doli vn  luogo  da  viuere  in  difparte ,  va  a  contrabere  matrimonio  con  fua 
madre  :  ma  fel  padre  no'l  confentifìe ,  egli  trottando  fi  più  robusto  y 
l'vccide  :  Cofi  il  far9  che  l  unghie  filano  piegate  in  già  »  è  ad  effetto,  che 
Tj  gli  buomini  intendendo  di  ciò  la  e  agio  rie ,  fi  ano.  più  alla  heneficen^a-j 
inchinati.  Del  f angue  dell' H ippopotamo  fi  feruonoi  dipintori.  La  ce- 
nere del  fuo  cuoio  impafìata,  fana  leposleme  chiamate  Tani.  Il  fua 
grafo  gioita  alle  febri  fredde ,  e  parimente  il  fumento  del  fuo  sierco . 
I  denti  della  fua  mafcella  finislra  fregati  alle  gengiue  y  tanto  che  n'e- 
fca  f angue  ,  tcglionail  dolor  de'  denti .  La  pelle  della  fiaislra  parte-J 
della  fua  fronte,  legata  apprefo  ali  anguinaia,  prohibifce.il  coito;  e 
abrucciata  in  cenere  fa  rinascere  i  capelli  :  Sti  tefiicoli  beuuti  al  pefo 
di  vna  dramma,  vagliono  contra  il  morfo  de'  ferpenti .  Hora  fé  tali 
nomi  paiono  efiere  per  alcuna  proprietà  dal  cauaUo  prefi  ;  certamen- 
te 


*78  DtLL^fGLO^lJt 

*e  quelli ,  che  agli  huominiy&alle  donne  fi  troMnpofli,  non  per  al-  j? 
tro  ,  che  per  ornamento  è  daflimarfi  ,  che  fi  pone/fero  appo  Greci ,  iquali 
molto  e  molto  fi  diletterò  di  formare  iproprij  nomi  col  vocabolo  del 
cauallo\ottimamente  giudicando  con  quello  aggiugnerfi  fplendore  nelle 
lÌHUóled'*Ariftófam  già  fi  legge,  cheStreffiade  contendendo  con  fua 
moglie  del  'mettere  del  nome  ad  vn  lor  figliuolo ,  quella  volendo ,  che  fi 
cbiamafie  Carippide,ò  Santippo ,  &  egli  dal  nome  dell' anolo  Feidonide , 
Nomi  di  a^a  perfine  s'accordarono,  che  congiunto  l'vno  e  l'altro  ,  fi  no m affé  Fei- 
huomtni   dippe.  De'  nomi  dunque  dal  cauallo  prefi  appo  G'reci;quesli  /reglibuomi 
preti  dal  ni  fon  pia  celebri  t  Hippalco  figlimi  di  Telope.  Hipparco  fitrouafre- 
Hippako  yuffltatìffiMOtppòSuida..  Vno fu  figlio  diTififlrato ,  checongrandiffi-    p 
mafpefafèfnre  vn  muro  da  gli  Athenieft  intorno  aU\Academia  ,  fi  che 
volendo  fi  dinotare  cofa  di  gran  dijpendio  ?  prouerbialmente  fi  diceua ,  fi 
muro d'Hipparco .  Fu  cofluifàuoritore  di  letterati,  per  eflinguere  con 
V opinione  della  {apien^a  l'inuidia  della  Tirannide ,  come  ferine  Eliano  . 
Vn' altro  fu  ^ifìrologo ,  fommamente  lodato  da  '■'Plinio  ,  che  trom  pri- 
mieramente gli  frumenti  Matematici  :  onde  ftpotefìero  confenfi  com- 
Hippari-  prendere le  cofe  celesti .  Fn' altro  fu  cantore  con  Cetra,  che  volendo  di 
no.  canto  contendere  con  Beffino ,  rimafe  mutolo .  Hìpparino  fa  padre  di 

Hippen-  ij)ione  siraenfano .  Hipperide fri  Oratore  emulo  di  DemoHene  .  Hippia 
Hippia.  fu  quella,  nelle  cui  no^e Antonio  (come  Tlutarco  narra)  h ebbe  per  (j 
Hippo.  tutta  notte .  H  ippo  da  Tiro  fu  inuentore  delle  nani  da  carico ,  fecondo 
Hippoba  'plinio.  Hippoboto  Filofofo-,  Hippoclide  cercando  di  hauer  la  figlia  di 
Hippocli  Clislene  Sicioniopcr  moglie  y  con  molti  altri  competitori;  efendo  slato 
de.  veduto  in  vn  conuito  faltare  dishone  si  amente  con  le  gambe  Iettate  in  su> 

gli  diffe  il  genero ,  che  con  qttel  falto  hauea  perduta  Timprréfa  ;  &  ei  ri- 
li  ippo-  fondendo  :  lionfe  ne  cura  Hippoclide  ;  refìò  queslo  fuo  detto  in  prouer- 
coonte .  li0yCOme  narra  Herodoto  .  Hippocoontefu  ama%gato  da  Hercole  infie- 
cran.  me  c0'  figli-  Hippocrati  (oltra  ilfkmofo  padre  della  medicina)  fi  trotta- 
Hippoda  no  efì ere  flati  fé i  altri  medici,tutti  dell' Ifola  di  Co. fD'vrì altro  Matema- 
m0,  ticoych 'esercitò  la  mercantia^fk  mentione  Tlutarco  in  Solone: D'vrì 'al-  & 

tro  Capitano  de'  Siracufaniy  in  Marcello ,  Hippodamo  ^Architetto  edifi- 
cò ilTireoin  ditene.  Vn' altro  fu  M  ile  fio  >  che  prima  di  tutti  incomin- 
ciò a  trattare  dell'ordine  buono  della  B^epublica  >  diuidendo  la  Cittadi- 
_. .       ,    nan'za  in  tre  parti  >  cioè  artegiani,  lauoratori,e  faldati;  &  in  altrettante 
ro .  la  regi<>ne  >  facra,  publica,  e  prìuata  .  Hippodoro  JLtbeniefe  per  acqui- 

fiarefhmadi  giuftoTrincipe  ,€ffendocolta  la  figliuola  con  vrì  adulte- 
ro-) feuer  amente  comandò  >  che  legata  ad  vn  carro  fufie  fatta  fmembra- 
re>  come  narra  Eliano .  Hippodromofà  Soffia  nel  tempo  di  ^Antonino, 
*-  Hippo- 


'DELf^V^LLOy     LIB.I1.  70 

Hippojoco  figlio  di  fBellorofontey&  yrì altro  d'<tsfritimacoy  appreffu  TTo  Hippo- 
mero.  Hippomaco  maeslro  di  leut 0, &  vii  altro  fucnator  di  Viffari  (ap-  dromo . 
pò  Eliano)ilquale  vedendo  vn  discepolo  ejìer  lodato  dalla  plebey  lo  per-  Hippolo- 
cofie  con  vn  baftone  >  dicendoqv.elloeffere  ilmaggior  indkio  delfuo  er-  Hippo- 
roreyche  la  turba  [ciocca  gli  applaudeua.  Hippomedonte  figliuolo  dix/£-  maco . 
gefilao ..  Hipponefcrifìe  delleViantey  come  Teofrafio  dimoslra.  Hippo-  Hippo-- 
natte  poeta  di  verfi  lambici  >  co'  quali  tanto  perseguita  certi  Vittori > j^PPonè 
che  baueano  beffeggiatala  fuabrutte%^ay  che  gli fofpinfe  ad'appicarfi .  Hippo-- 
Hipponico  figlio \d  Hippiajltheniefe y  volendo fhre  Hatua ala  patria  y  natte. 
a  chi'l  confìgliaua,  che  la  facete  far  e  da  Volicletoyriff>ofe  douerfi  mira-  Hipponi- 

2,  re  più,  al  dedic.anteycbe  all'artefice. tìippotefàpadre  d'Eolo.  Hippome-  HÌ0pPO„ 
ne  gouernatore.  di  ^.theneintefo  vn  certo  flupro.  di  Limone  fuafigliay  la  mdnè. 
rinchiufe  con  vn  feroce  caualla  invna  cafucciain  deferto  luogo ;oue  fra 
pochi  giorni  il  cauallo  affamato   la  dumose  poscia  egli  ancora  morì  per 
fame  :.  laqual crudeli a\  rifaputafi  yfù  friuato  il  padre  del  maefir.ato  y  & 
vfcìin  prouerbio  a  dirfi  >  Via  crude '-d'Hippomene.y  &  quel  luogo  in  Cjre- 
eia  gran  tempo  fu  per  notabile  co  fa  detto  :  o^ppò  la  l'ergine  e'I  caual- 
lo. fri altro pronepote  diJ^ettimOyvinta  jltalantn  in  corfo  coni' ingan- 
no de  ipomid'oroyla  prefe  per  moglie  ;  ma  non  battendo  bauuto  riguar- 
do^ alla  religione' di  Cibele  ynel  cui  tempio  ladinamente  fi '  congiunfèro y 
C  furono  trasformati  amenduei  Leoni.  Hippolito  figlimi di  Tefeoymenan-  Hippol*- 
db  la  carretta  per  vnapiaggiayvfciro  certi  Boni  mariniyche  ff>  attentan- 
do i  caualli  )  fecero  luiye'l  carro  flracciare  in  mille  pe-^i y  come  Higino 
r.accontay&  coft  defitto  fu  al  nome  corriffondenteyft  come  ancora  auuen- 
nea  Santo  Hippolito  martire,  eh  e  fiotto  Decio  Imperadorefu  pur  da  ca-  sàto  Hip 
ualli fatto  dilacerare prefio  ad  Oftiay  come daVrudèntio fi  raccontale  polito.. 
volendo  il  giudice  determinare  la  forte  del  martirio  y  intendendo  chia-- 
mar  fi  Hippolito  diffe  :: 

Hippolito  fia  dunque  y  e  da' caualli> 
sAl.  carro  giunti  lacerato  e1 muoia .. 

D)  Di  quello  Hippolito, fcriuonai'Foeti y  cheper effer egli  &ato~  amatore? 
della<caflità  >  non^volendo> accori fént ire  alle  bruttevoglie.  di  Fedra  fua; 
matrigna  y  dalla  quale  fàlfcwtnte  accufato  y  per  fuggir  l'iniquo  fide- 
gno  del  padre  y  era  incorfo  indegnamente  a  quella  morte;  'Diana  ha- 
uendòlò.  in  fua  protettione >  fé v  r accorr  e.  vptT^idel  corpo  fuoy  &■ 
Sfculàpio  con  virtù  d'herbe  le  ricongiunfey&.  ridnffe  avita:  onde 
fdegnato  GiOue  di  tanta  nuoua  pofsan^a ,  ve cife  con  vn'  fulmine  Efcu-, 
lapio  :.  ma,  Diana  rinchiufe  il  fuo  Hippolito  detto  Prirbioy  quafi  due 
volte  buomo  r  in.  certe  felue  della  'tynffì  £geria>  prefio  J^oma-»,.  : 

Vn 


■  Vn  fimile  cafo  di  morte,per  la  medeftmafhlfa  accufa  di  matrigna, feri-  J 
ne  Dofiteo  a  Tl:ttarco,effere  anitenuto  a  Comminio .  Et  fìmile  marte  fé 
dare  Tulio  Ho/ìUio  a  -JWètio  Suffctio,  per  nonio  axer  "Serbata  la  fede  , 
tir  la  lega  col  popolo  Promano  neih  guerra  dt '  Fidenrti  ■.  Tari  mente 
H ercole  fé  morire  T;  ■■ree  me  Rj  d'E;tbea  ,  appreffo  al  fiume  Eraclio, 
come  Tlttarco  narra  .  Et  cofi  ancora  dotarlo  fé  morir  Uruncbildi 
AIcìpdo  ^l'na  d:  Francia  ,  come  ferine  ilFiennefe,  Ma  ritorniamo  a  inomi 
QrC,  dal  camallo  dedutti;  ^LlcipjO  fi  commemora  daTh.tirco  .  ^fnafippo  > 

Caliipide  &  lAntispo  da  Tòlbice .  \Archippo  fìi  poeta,  t^frgirippo   da  Tlau- 
to.  lAnmppo  ,  &  Call-opoFdofofi .  Callippide  fi  fuole  chiamar  co- 
liti, che  propone  di  far  mille  cofe  ,  Z?  nulla  ne  pone  ad  effetto,  &$ 
quefo  cognome  f "il  iato  aTiberio  Jmjsradore,  che  molte  volte  dise- 
gnando ,  e  facendo  apparecchio  d'andare  a  risieder  le  prouincie ,  mai 
Carippo.  nonfimouea  d:lla  Città  di  Pernii,  come  Siietonio  ferme .   Carippofù 
Cnfippo.  genero  jì  cefalo.  Crifippo  va  de' figli  del  Sole  :  vn' altro  di  Telope: 
vn'rdtro  flofofo  Stoico  :  Maqneftonome  da  l'ornamento  del  canaìlo 
Ciò  pare  che  fa  formato  ,  come  anco  Cirrippo  dal  color  cirro  ,  cioè  gib:o,fe- 
Croujp-  <  ondo  Celio.   Qrat'vopoh-'.omo  chiaro  ,  e  Iludiofo  di  caccie   appo  Gjale- 
po  no  :  vn"  altro  flofofo  appo  M.  Tallio  .  Q-omppo  è  nominato  da  *Arislo- 

Ehppo .    f^ne  ^  gy  pll0jji  intendere  vn  gran  cianciatore ,  fecondo  Snida .    Efippo 
FenirUà.  fa  poeta.  Euippo  figlinol  del  Hj  de'  Megarefi .   Fenippo  huomo  di  r 
Fddippi-  libidmofa  vita-> .    Feìdippide  corriere  ^itheniefe  appo  Herodoto  . 
"?•.     .      Filippico  vecife  il  Ej  Giufiniano  .  Gilippo  è  nome  Lacedemone,  fecon  - 
Gilim)o°  ^°  y~ar**°  -     Hcrmippo  flofofo  .  Laippo  statuario  appo  Plinio . 
Mermip-  Lcacippo  flofofo  appo  ^frisìoìele  :  va' altro  fgliuol  di  Enomaco,   ap- 
po. pèTanfania.  Lifppo  oltra  lo  Scultore  nobili  fimo  ,  fu  vn"  altro  poeta 
Laippo.    comico.  Menalippo  fàvecifo  ignorantemente  da  T ideo  fuo  fratello: 
p0      P*     e>  vri 'altro  ne  fu  Telano  ,  che  ferì  effo  Tideo  ,  ilq  itale  morendo  gli  rofe 
Menalip-  il  e '.pò  .  'ì'jotippo  poeta  in  jltheneo .  Tarafippo  fùvccifo  da  canalli  , 
P°-           fecondo  Celio  .  Tarafoposìrato  fu  cognominato  Cleonte,perche  turbaua  „ 
Noctippo  jfafag  cf-ntc \i  ::  Mie  ria  i  Telefippo  figlimi  d Hippocrate.Xantippo  pa-    1 
p0  \      "~  tire  di  Iberici: ;  p  <  ò  efier  tratto  dal  color  jìa  io  del  canallo.  Z eitfippo  Ca 
Telefip-  pitano  de'  Lacedemoni  appo  Senofonte .  Delle  donne  trouaf  Hipparchia 
P°  •  _        moglie  di  Cratete  Cinico .  Flippe  meretrice,  laqual  battendo  per  amante 
Nomf^l  vn  cert0  Te°d°t0  y  -  cti  Tolomeo  Pvè  hauea  commeffa  la  cura  del fieno , 
Dò  ne  de-  e  dimandando  ella  da-iantial  Rjin  vn  conuito  affai  da  bere,condir  che 
riuaie  da  battei  gran  fere ,  il  P\é  argutamente  le  difie  :  Meritamente  in  verità  y 
cauallo.    pgrcJfo  fei  mangiato  troppo   fieno,  alludendo  sì  al  nome  fuo,  che 
cannila  dinota ,  sì  ali  amante  >  le  cuifkcultà  etlbauea  confumate  >  co- 

me 


DEL  CUV jtllO]    LlÉ.ft:  Si 

Z/£  me  narra  ateneo.  Vrì altra  fk  moglie  di]Tefeo.   Fri' altra  figlia  di  „-    . 
Danao.  Hippia  moglie  di  Tolomeo  Filadelfo  .  Hippo  ,  ferine  Vale-       p    * 
rio  Maffimo  y  ejfere  fiata  vna  Atheniefe  y  cheper  non  fhrfi  violare  da 
certi  nocchieri  y  fi  gittò  da  bareba  in  marc^j.    Hippod amia  moglie  di  "-\Ppoa* 
*P<elope  y  che  gli  genere  fei  figlinoli  y  come  Tindaro  canta:  vn' altra  di 
'Piritoto .  un'altra  figlia  d' vinchi fef  &  vn' altra  di  "Brifaly  che  Brifei- 
de  pò  ifu  dettay  amata  dal  forte  .Achille.  H  Ippolita  fa  moglie  di  Aca-  Hi  ppoli- 
Sìo  Rj  di Magnefia:Vn 'altra diTefeoy  Rgina  delle  A. 'magoni .  Enip-  ta. 
pefu  madre  di  Cinico  Rj  de  i  T>olopi ,  come  ferine  Orfeo  ne  gli  Jtrgo-  ^yppc 
nautici,  a^flcippe  figlia  di  Marte  in  Vaufania.  Vn' altra  di T^ettuno  ,      clPPQt 

2?  vitiata  imprudentemente  dal  fratello  Ufireo ,  in  Tlutarco.  Vn' altra 

generò  vn'Elefhntey  come  Tlinio  narra .  ^inippe  figlia  del  'Hiloy  ingra-  Anippe  . 
uidata  da  Iremmo  generò  rBufiri .  tsfrehippa  moglie  di  Temiftocl(LJ  .  AìC^lP- 
Vn altra  meretrice  amata  da  Sofocle  già  vecchio  y  fecondo  ateneo.    ^ 
Crifippe  innamorata  del  padre  HidaJpeycome  ne  Fiumi  Vlutarco  narra  .  Cri/ìppe 
Cidippe  madro  di  C amiro ,  di  Lindo  y  e  di  Gialifo .   Va' altra  di  Cleohe  e  Cidippe. 
di  <BitQne)Vn' altra  col  pomo  ingannata  da  jlcontio  in  Ouidio  .  Leucip-  Leucfppe 
fé  da. Vulcano  generò  Egitto  fecondo  Tlutarco.  Vn' altra  infieme  con 
leforelle  jLlcitoey&  Jtrifiippe  cognominate  Miniadi ,  fregiando  la  ^     P" 
^fefia  di  Bacco  ,  vennero  in  furore  >  &  lacerato  il  figlìuol  ancor  tenero 
di  Leucippe , filmando  ch'egli  fuffe  vn  Tolledro:poi  furo  conuerfe  in  au- 
gelli y  l' una'in  Cornice,  l'altra  in  VipiHrelloyZjr  l'altra  in  Tslottolaycome 
Stiano  racconta.  Quefio  fanciullo  ferine  Tlutarco  efferfi  chiamato  Hip-  Hippafo. 
pafo .  Lifippe  madre  di  T entrante  Rj  di  Mifia ,  Vn' altra  figlia  di  Tre- 
to  cangiata  da  Giunone  inVacca  con  leforelle  .  Menalippey  ò  Melanip^  Menalip- 
pe  figlia  di  T>efmonte  bellifjìma ,  da  cuil^ettnno  hebbe  due  figli ,  iquali  £e  ?  *"M 
gittati  alle  fere ,  e  lattati  da  vna  Vaccayfuro  dala\  Reina  d'Icariajot- 
topofii  per  figli  fuoi ,  ma  poi  ch'ella  «' hebbe  partoriti  due  altri  bauendo  ~- 
inuidia  y  che i primi  come  pia  belli  fu/fero  più  amati  da  Metaponto  fuo 
D  marito  y  gli  riduffe  a  contefa  con  l'arme  in  mano ,  e  reslando  morti  i 
fecondi  y  la  Regina  s'vccife  con  vn  coltello  >  gli  altri  intefo ,  the  la  loro 
madre priuata  de  gli  occhi > era  tenuta  rinchiufa  in  vna  tomba  con  pò- 
chifjimo  ciboyandaro  a  liberarla  5  vecidendo  Defmonte  ;  e  quella]  >  ricu- 
perata la  vifia  con  lagratia  diT^ettuno  yfu  riceuutaper  moglie  da  Me-  Santippe 
taponto  y  &  ejjì  figliuoli  adottati  fondaro  nella  Tropontide  da  i  loro  no-  Zeufìppe 
mi  Boeto  Boetiay&  Eolo  Eolia;  fi  come  Higino  ferine .  Santippe  fu  mo-     Lii°gfù 
glie  di  Socrate  infolentijfima-j .  Zeufippt 'fa  madre  di  Triamo .  Sitro-  ^i^q^q 
nano  ancora  luoghi  y  e  popoli  in  molto  numero  dal  cauallo  cogno-  di  caual- 
minati:  B^oboam  figlinolo  di  Salamone  edificò  in  Talettina  vna  Cit-  lo. 

F  tà, 


tà  ,  nominandola.  Hippa  :  come  Giofefo  narra ,  &  pone  Stefano .  Hip~  g 
Hippare-  pareno  è  terra  di  d^Cefopotamia.  Hippari  è  fiume  che  p  affa  per  mex^ 
n?#       .   di  (amarina  ;  le  cui  acque  parte  fon  dolci ,  e  parte  falfe  ;  nafce  in  vrt 
ppan  '  certo  monte  de  la  Cicilia ■■,.&■  reca  molta  materia  atta  àgli  edifici  ;  & 
Hippia*.   è  nauigabile  >  pefcofo  :  Hippia  Città  di  Te.rreb.ia  detta  altrimenti  Falan- 
na.  Hippico  <JfyConte  in. Ckfia  fecondo  "'Plinio  Giofefofh  mentione  d'vna- 
torre  cofi  detta  in  Xjierufalemme .  Hppo  d  fiume  de'popoltdMàfcbiy. 
che  fecondo  Straboniof corre  nel  fiume  Fafi  „.  Et  Hippo  cbiamafi'vn  pae- 
fe  generofo  ne Wl fola  Co  ,  ilqiial  fecondo  Fejlo  produce  vnperféttijfimo. 
Hippo--  -pino   detto  Hippocoo  ..  Tra  i  vini  Oltramarini  è  celebrato  ancor  da 
&Hìppo  rptini°  il ymo  Hippodamantio,il(]ual  Hcfichio  dice  fàrfi 'nella regione  di  & 
dama  tio ..  Creisi ..  Hippo  etiandio  fi  nomina  appo  lui  vn  monte  de  la  Vitina,  fot-, 
Hippo ,.    to  il  qual  §ià:  la.  Città  di  Trufa .  In  affrica  fon  due  Città.  chiamate,Hip. 
pò  >  lequali  Solino  fcriueeffere §ì,ate  edificate  daCaualieri  (jreci: amen- 
due  appella  Elegie  >  fecondo  Strabone ..  zJfyCa  l'una  printipalmente  >  la 
qual  è  nobile  perloFefcouado  del  Dino dottiffimo  zsfgofiino,;  l'altra: 
Diarrito  cognominauafi ,  per  ejfere  in  terreno paluftre ,  &  pero  infetta- 
ta faeffo  da  terremuoti .  Sillio  l'vna.  <&  l' altra  diferme  in  vnoverfo  * 
.  dicendo* 

era.      ~  LavagaHippone,eladilettaàli{egi. 

Hippuco  Hippuacra  Città di Libia,quafi promontorio  di  cauallo.  Hìppucome  $;  vm  & 
W3  •  borgo,  di  Licia ycofì detto  per  vn  cauallo  >  che  vi  morì  ,  fecondo  Stefano  .. 
*^PPun^Hippi  fi  chiamano  quattro  Ifolett e  dirimpetto  ad  Sretria  yCittàlonica 
(co.  fecondo  StraboniL^iHippuril/òla  del  mare  Meditteraneo,appò.  "Tompo- 
Hi'ppuro.ww.  Hippurifeo.  Ifola  di  (aria  appo  Stefano.  Hippuro.  porto  nel- 
Hippoco  ia  Taprobane  apposolino.  Hippocorona  nella  ragione  z^dramittenay 
l°Wvvo-  &  Htppocronio  in  Q-eta.  appo  Strabone .  Hippola  Città:  antica  di  La- 
cronio..  conia.,  Hipponio  era  Città  di  Lacrefi nella  Calauria,  oue  Seno  Hippo-r 
Hippola .  niatefi  diceua  quelc'horafidice  Golfo  di  Santa  Eufemia-? .  Hippone- 
HjPP°— yò  cittàdiCarìa ,.  &vn' altra  di  Libia;  &  vn" lfola  nel.  golfo  di  Cera- 
Hippone  micQ.  Uipporee genti  de  ISthiopia.  Hippotamede  borgo  nella  tribù. 
fo  .  diOeneo  fi  nomina  appo  Stefano ..  ^Lgrippei  fono  Scithi  >  che  cofi  ma- 

Hipporee  .yj^/'  come  f emine fempre  fon  calai-,  &fecondo,Herodotto  fi  cbiamartfa* 
ede°U"  cri)  <■  he  non  poffedeno  arme  alcuna .  *Argirippa  era  runa  Città in  'Tu*- 
Argippei  glia  edificata  da  Diomede.  Filippi  città:  di  Tracia  da  Filippo  J{è  di 
Argirip--  Macedonia  edificata,  preffo  la  quale  fono  i  campi,  cheFilippici  ne  fon 
Pa\  .  détti.  I  Filippefi'  popoli  fono  nella  prima  parte  de  la  Macedonia,  À 
FiljppVfì.  quali fì-troua  fcritta  yna  epittola  di  SanTaolo,&in  effaprouinciaè 
fcuippe»  Filippoli  )  città  edificata  pur  da  Filippo.  Et  Euippe  borgo  di.  Cariai 

appi 


fynt  cJPJttiO)  ub.ii.        tjfi 

-j.  àppo  Stefano.  ±Ma  quanto  fi  fufìe  da  Cjreci  filmato  quesìonontente 
hiUjfimo  del  e  audio  >  pia  chiaramente  fi  puoievonfiderare  dai  cogno-^ 
mi  >  che  di  quello  imponevano  a  Dei  y  e  Dee.  Conciofia  co  fa  che  Giufco-  ^erfua  J1 
ne  Hippiay  &  Mimma  Hippià  fi  trottano  appellate  in  molti  luoghi  di  dal  caual- 
Taufania,  come  il  <j  ir  aldo  fa  mentioney  &  (elio  ci  rapporta.  Cbc-J  !<>• 
xJ^Carte  Bippio  fi dicefieyè  co  fa  da  non  dubitare-,  ^ertamente  con  quefii 
titoli  cofi  a  lui  come  aTallade  furono  in  Olimpia  confecratidue  altari 
nel  luogo  doue  correuano  il  Caualli .  Già  quanto  confkcèUole  fufie  à  que- 
fta  T>eatal  epiteto ,  fi  può  da  quello  ben  giuditareyche  fcriuono  lèi  da  la, 
teftadelfommo  Cjioue  efier  fiat  a  procreata  infieme  con  i  caualli;  fecon- 

»  do  che  in  vnfuo  H inno  fi  dimofiraua  ;  Benché  non  manchino  di  coloro  y 
che  dicano  lei  effere  fiata  figlia  di  lS(ettuno  generata  infieme  col  carro 
da  Volife  '(fecondo  Snida)  figlia  dell' 0  ce  ano  :ouero  perche  ellafuffefia- 
ta primiera  ad  ordinare  il  carro y  fecondo  y  l'openione  di  alcuni  altriy  <& 
però  dice  FornutOy  ch'ella  era  chiamata  Martiaycome  Ditcey  e  gomma- 
trice de  le  battagliey  nelle  quali  bi fogna  il  capo  efier  fornito  d'ogni  vir- 
tù :  e  chiamauafì  ancor  Lannipa  y  ciò  è  domatrice  de' caualli  y  con  vna 
lancia  vibrante  in  mano .  Il  che  fi  potrebbe  intendere  >  che  ogni  feroci- 
tà fi  mitiga  con  la  dottrina  >  fecondo  il  verfo  Horatianoy 
'T<[iuno  è  cofi  fieri  che  non  fi  renda 

t  Human  y  fol  ch'ai  bel  dirprefii  V  orecchio  . 

Ut  principalmente  fé  ne  comprende  y  bellijjima  slare  in  vn  caualiere  la. 
congiuntione  di  quelle  duey  non  auuerj "arie;  ma  amiche ,  fé  vogliamo 
guardare  otte  fi  deue  : 

7?erchefenya  le  letre  y  e  i  dotti  sludi 
Mal  fi  fanno  adoprar  l'arme ,  eg  li  feudi  : 
Si   come  in  vna  fua  Cannone  il  T  E  l^MIT^I  0  dice .  Ter  quella 
cagione  dunque  Minerua  Dea  de  lafapien%ay  fu  da  (allimaco  ancor 
detta  gioire  de  lo  firepito  de  gli  feudi  >  <&  del  fremite >de  'caualli ,  Stfe 
Venere  parimente  appo  Hefìchio  Hippodamiafitroua  cognominatala     Venere 

**  non  fen^a  molta  ragione  in  verità*  perciò  che  efiendo  quegli  animali  cognomi 
foggettiffimi  à  lalibidineybenfipuò  iireych' ella  fialor  domatrice  ;  e  de-  pQ?u^'-a 
guarnente  gli  antichi  (  fecondo  che  Snida  racconta  )  la  dipingeuano  a 
Cauàllo  ;  chiamandolo  Efippos  A froditi  :  e  di  tale  Hatua  dicono  >  che 
primieramente  l'haueffe  honorata  Enea  fuo  figlio  >  il  quale  hauendo 
nauigato  verfo  Tornente ,  fi  mife  fubito  a  Qzuallo.  Diana  altresì  Diana  Ett 
appreffo  gli  arcadi  Eurippa  era  appellata  per  hauer  fatto  ritrouare  rippfc 
certe  Caualle  ad  Vliffey  il  quale  cofi  a  leiy  come  a  TS[ettuno  dedicò 
Sìatue  a  Catsalla  ;  come  Celio  riferifee.  ssf  quefia  fiotto  il  nome,  di 

F     a         Hecate 


84  DELL»*     %  L  0  \1  jt 

Uecate%  che  con  tre  caniftdipignèua  (  perà  da  eufonia  detta  Terge-  £ 
,.  .  mina  }  il  deHro  capo  era  di  Cavallo  >  il  finiftro  di  cane  >  il  melano 
na°Leu-=  ^  kuomo  feluaggio .  Trofcrpina  da  Pindaro  Leucippia  è  chiamata  ; 
cippa .  ò  yero  perete  era  v fianca  de'  Toeti  ornare  con  sì  fatti  epiteti  i  Bei  ;  ò 
yeroperebe  rapita  da  Tintone  ,  cercandola  Cerere  fu  a  madre  y  la  tro- 
no foura  vn  carro  di  bianchi  Caualli .  Et  effa  (ferere  mentre  che  per 
tal  cerca  vagando  and auay  per  ifcbiu are  la  violenta  di  J^ettuno  >  che. 
innamorato  la  feguitana  :  fi  conuertì  in  cauall-a  ,  e$r  fi  mife  dentro} 
Sarmento  d'Ondo  :  delcbe  rauedutofi  colui,  trasformatofi  anch' egli  in 
calmilo  con  lei  fi  congiunfe  .  Ella  di  ciò  fortemente  slizgatajì  nel  prin- 
cipinefìi  Erinna  ciò  è  funa  appellata  £r  Melena  ancora  :  perche  vefti-F 
ta  di  nero  flette  gran  tempo,  rincbiufa  in  vna  grotta .  Tofcia\depofia  l'i-* 
ra  >  fi  lavo  nel  fiume  Ladone>&  Lufia  ne  fu  detta-  ;  come  Taufaniafcri- 
ue>  ilqual  foggiunge,  che  invnajpelonca  appo  Figa  le  fi  era  àlei  confe- 
ttato vn  Simolacro  in  kabito  de  Sedente  su  vna  pietra>con  tefia,e  chiome 
Cavalline ,  e  nel  rimanente  informa  donnefea^con  molte  imagini  di  Dra 
goni  j  e  d' altre  fere,che  le  giocavano  intorno  al  capo;con  vna  vesìabru- 
na  infine  a'  talloni  ;  tenendo  con  luna  mano  vn  Delfino ,  con  l'altra  vna 
(olombade  quali  figure  benché  (fecondo  il  Tierio)  paiano  pmtoslo  con- 
uenienti  a  Venere,  che  ad  altra,  dinotando  il  cavallo  &  la  colomba  li- 
bidine,e'l  Delfino  amore  ^tuttavia  fi  poti  ebbe  dire  ,  che  le  cafe  de  la  libi- 
dine  flettano  pur  à  Cerere  ,  effendo  di  quella  incitamento  l'abbondane 
del  vitto  y  che  per  Cerere/i  comprende  >  fecondo  il  detto  del  (omico;  Chi 
fen^a  Bacco  y  &  Cerere* 

Fredda  fi  giace  Venere .. 

Et  perovn  tempo  fu  dichiaratoycbe  vna  medefima  cofafuffero  ambeduey 

eltre  chepotrebbono  ancor  aquelle  figure  dar  fegnificatade  le  cofede  la. 

Tslatura-ydinotado  ta  tefia)Cauallina  i  veiocìffimi  cor  fi  de'Cielitla  (olom 

Hercole   ya  gUftatiofi  tratti  dell \Aereiil  Delfinonl  Mare  :  le  E  ere  la  vita  degli 

Hippo  o  aYììmali  .y  e*i  Safio  la  Terra  ftabile  .  Hippodote  fu  cognominato  il  for-  j» 

te  Hercole,quajt legator de'Caualli; come  1? aufania fcriue  ;  & conque~ 

fio  titolo  gli  fu  confecrato  da  Boettj  vn  tempio  ;  percioche  efìendo  uenutt 

gli  Orcomenij  contra  loro,injjnod  quel  luogo:  Hercole  fulla  notte  legò- 

Hermoge  sì  fattamente  le  carrette  nemiche,  ch'ogni  lordifegno  rimaferottoMip* 

oc   Licio  posfà  cognaminato  Hermogene Licio,noffibtlimo  corridore,  che  otto  voi 

nato  Hip  r€  v*nfe  **  tre  Olimpiadi  :  Benché  Hippo  fi  chiami  ancora  da  Hippo- 

pos .         crate quell'affetto  ,  chefuole  auuemre  ali' occhio-quando  con  tremor  con- 

tinouofi  muove ,  &  è  inabile  aguifa  del  moto ,  che  fa  il  e avallo  fj lyicU  s'è 

detta  altresì  Hippacare y  fecondo  Fello >  che  èiltirar.dcIfiatoJpefìa~ 

mentey 


<DEl    tJtfjtllOlÌ%\   ìì.  S? 

ji  ntènte,pre(b  da  quello  del  cauallo  >  eh' è  acuti/fimo  .  Hippona  era  da  gli  Hippon* 
antichi  adorataper  Bea  dei  caualliy  e  delle  HaUe:F amie  mentioneTlu-  Dea. 
tarco  nella  Parallele.  Apuleio  nelVsAfino  aureo, Tertulliano  nell't^fpo- 
logo:&  Fnlgentio  a  Calàdio  >  Giouenale  la-cbiama  Hippo ^dicendo  > 
•Cjiura  per  Hippo  folay&  perla  fàcce 
Tsle'prefepi  dipinte-, 
Hippeo  fecondo  Tlinio  è  vnafpecie  di  Cometa  >  che  appare  con  ceni  rag-  „. 
gifimilià  crini  di  cauallo  >  che  con  velociffìmo  moto  in  giro  fi  menano  . 
Hippadi  erano  ifacriftci)che icaualieri  ogni  anno  folennemente  celebra-  Hippadi, 
nano  in  ^4  th  me  per  la  falute  dilor  caualli .  Hippiadi  le  fìat  ite  de  le  Hippiadi 

*B  donne  a  caualloy  come  delle  z^f magoni  .  Hippobote  fìdiceano  tra  £al-  Hippobo 
cidefì ,  quelli,  che  di  ricchei^ze ,  e  di  degnità  erano  più  potenti  >  quafi  à 
dir  proprio  caualieri .     Hippagrite  fi  chiamauano  appo  Lacedemoui  Hippagrt 
coloro: che  raunauano  la  caualleria,  &fi  come  Senofonte  ci  narrale  ne 
foleuano  fceglier  tre  de' più  fioriti  nella  B^epublica  :  ciafeuno  de" quali  di 
tutto  il  popolo  fceglie  a  cento  :  &  per  attendere  igiouani  alla  contefa  de 
la  virtù,  dkhianiu-ano  per  qual cagione  altri preferiffero  alVhouore,  & 
altri  riprouaffero  :  allhora  i  reprouati  vfeiuano  à  contendere  contra 
gli  elettile  contragli  elettori  :  &  cofi  guardando  fi  fottilmente  a  vicen- 
da  ciò  che  fuor  dell' honefto  fi  fuffe  fhtto,  ogniuno ,  saccos~iaua  alla  ve- 
ra gloria^.  Hipparco  era  appo  Greci  quel  che  Maefiro  di  caualieri  di-  Hippar— 
ceuano  i  Romani  :  Snida  fcriue,che  di  tutto  il  numero  de  gli  isfthenie-  co. 
fife  ne  creauan  due ,  che  hauean  cura  de  le  guerre,  e  dieci  Filar  chi,  d'o- 
gni tribù  vno  ,  che  erano  Capitani  de  laCaualleria  .  Hipparchia fi  di-  Hippar»- 
ceua,  fecondo  Celio  vna  banda  di  cinquecento,  e  dodeci  caualli .  Hippo-  chia  . 
dromo  (come  fi  vede  vfato  da  Martiale)  era  vn  luogo  deflinato  al  cor-  j     ^j?0"" 
rere  de'  caualli , per  ifpettacoloy  contendendofi  della  maggiore  voloci- 
ta  :  &  cofi  fpecialmente  fi,  chiamaua  vn  luogo  nella  Città  d'^Aleflan- 
dria-ycome fcriue  Str abone .  In  ^fthene  fùprimierameate  costituito  in 
Tyhonordi  Tefeo  :  &  Hippodroma  fi  chiamatta-quella  contefa  di  caualli  Hippro» 
correnti  .Hippice  l'arte  del  (aualcare .  Hippico  s'interpreta  da  Celio  per  dromia  . 
vna  difian%a  di  quattro  Hadvj  >  quafi  vncorfo  di  cauallo  .  (-jippelaftafi  Hippice . 
dice  la  viay  donde  fi  poffono  menar  caualli,e  carrimetta  di  tutti  impedi-  cippela- 
menti .  all'incontro  isfnehippofodos,  la  via  non  atta  a  caualcare-.per  fu. 
che  fignifica  jtnhippo  ;  fen^a  caualliy  &  però  iMafìagetiy  che  con 
cauallo  ,&  fen%a ,  combatteano  ferocemente^ .  Hippote >  <& \Anhip  A  n chip-- 
pi  da  Herodoto  fon  appellati .  ssfnfippi fi  dicean  quelli ,  che  nelle guer-  pofodos  . 
re  vfauano  duoi  caualli  ;  e  di  quefio  nome  fcriue  Eliano  chiamarfi  cer-  Arfhupni! 
ti  popoli  intorno  all'Iftro  :  ch'erano  auue^i  à  J  altare  da  vno  in  altro .    ah  fippi . 

F     $  Monip- 


*  S»  D'ZLL'Jt'gLOPilU 

Monippi.  Monnippicbivfanovnfol  (auallo .  Tarippifi  die  euanoi  Cani  (retefi,  p 
Parippi.  che  nelle  cacete  con  pari  corfo  aceo  mpagnauano  i  Canotti ,  come  ToUuce. 
Parefip—  dichiara  .  Tarefippvjfi  dicon  quelli ,  che  corrono  con  vn  C  auallo,  jen^A 
Efippio  %[aper  l'arte  del  caualcarcL^.  Efippio  generalmente  s'intende 'per,  ogni 
courimento  dicauallo  fatto  per  commodità  di  molle  vettura,,  che  dai 
CaualliE  vulgo  poi  s'è  detta  Sella  per  lo  federe^.  Il  F olaterr ano  dice  non  ha- 
fippiati  ,  uer  letto  ,  ne  certamente  vederfì  da  i  monumenti  ■>  &  altri  marmi  degli 
oc  Ehp-  antichi^che  i  caualli  l^auefferhauute  le  Selle  ad  vfan^anoslra, ne  con  le 
A  fini  per  fia^e,ma  folamente  in  do/fa  vna  maniera  di  quelle ,  che  vfano  i  cozzoni 
che  detti  nel  principio  del  domare  yche  'Bardelle  fi  dicono.  Co  fi  Efippiati  s'in- 
fornavi}, tendono  i  eaualli  infellati,  &  Pjippiarij  altrerì  per  diftintione  de  gli  « 
chia^°ma  a^tr^je  fervendo  àportar  conimbaftifome ,fi  dicono  Clitellarij,  ò  Sag- 
Hippa co  Tnarij,in  Cjermania  Saum  B^pjf^.  In Ifehiauonia  Saumar  ;  onde  for[e  è 
tiiie .         venuto  che  noi  diciamo  Somari  ,  a  Somieri  gli  <A.fini .    "Benché  Efippia* 

Hippo—  rio  pur  fi  dica  il  Sellaio  y  che  [àie  Selle,  &  Sjìppion  fi  diceua  ancora  la 
Hippoc'e  conte[a  di  correre  con  Caualli .  Hippomachia  la  battaglia  di  Caualieri .. 
leu thia  Hippacontifie  i  Caualieri  che  v[an has~le  da  trar  da  lungi .  llippotoffo- 
Hippape.  te  gli  >ArcieriòcBaleflrierià  cauallo  , de' quali fàHirciomentione.  Hip- 

Hippo-  poc€let,thiji  dicean  quelli ,  che  erano  peritiffimi  del  combattere  à  cauaL- 
Hippo--.  lo,  &  reggere  bene  vn  cauallo.  Hippape[ono  le  voci  finte  di  Caua~ 
trofo.  lieri  à  loro  caualli,chepoppi[mata  ancora  da  Latini  fi  [noi  dire .  Hippo-  q 
Hippobo  f orbo,  era  vn  fi f ch'ietto  di  lauro ,  con  chevfauano.  di  fonare  i  guardiani. 
Hi'no  delal{a'2ge  :  i  quali  pur  Hippoforbi  fi  appellammo  ,  <&  Hippoforbiosl 
mo>  l'armento  de'  caualli,sì  anco  il  luogo  do  uè  fi' p  afeono.  Diceua  fi  oltre  ac- 

Hippono  ciò  Hippotrofo  il  nudrittore  de'  caualli.;  &Hippoboto  il  luogo  ben  atto 
™a  •  à  pafcere,come  propriamente  fi  troua  nominata  vna  regione  [otto  le  por 

la  te  (fafpie,oue commodamente(fecondo  Strabone)  cinquantamila  Caual- 

Hippoco   II  fi  pofìcnpafeerc^f  •  Hipponomo  anco  illorpaflore ,  &  Hipponoma  la 
ino.  mere  amia  de  i  caualli  ,&  Hippopola  il  venditore,  &  Hippocomo 

Hippode  coiuj   ch'e'  fourafìante  àia  cura  d'effiy  &  che  gli  affetta,.  &  mette 
fio  .  *n  ordine  .    Hippode  quello ,  ch'à  caualli  può  conuenire ,  Hippojlafio  H 

Hippeu--  la  slatta^.   Hippeuma ileaminar  à  cauallo  *  Hippopere  le  bulgie,  ò 
ma-  baligiotte ,  che  fi portano  à cauallo  .  Hippagio  il  pontone,,  cioè  naui- 

Hippope  ilQ  dapafiar  i  caualli  per  fiumi  àgui[a  di  ponte  y  &Hippagini,  ò  (fe- 

Hippa  «~  condo  Liuto)  Hippapoge  le  naui  destinate  à  tragettare  i  caualli  per  ma- 
gio .  re,come  le  Carauelle  di rPortughefi ,  le  Tope  di Ciciliani ,  ò  le  Vantala- 
Hippia--  reedi  Turchi .  Inuentione  di  Samij,  ò  di  Tericle  Jltheniefe ,  come  Tli- 
rlippù-*.  nwfcriue,cbe  Hippegi  le  chiama Mippiatro  il  tJWarefcalco,  &  Hippia 
trio.  trica  l'arte  del  medicare  i  caualli  ;  de  la  quale  appo  Cjreci  è  slato  trat- 
tata 


DEL    CUV  U  LLO>  LI  B.    11.  $j 

ly£  tato  da  jì flirto  >  Hierocle ,  TeonneHo ,  Telagonio  ,  Unatolio  >  Tiberio,  a  littori 
EumeloT 'ebano ,òChirone,jLrchedemo,Dippocrate,  Emilio  Ijpano,  greci  c'hà 
Litorio  'Beneuentano  ,  Himerio ,  Ufi-icano,  T)idimo,  Diofkne>  Tanfilo,e  no  *ract* 
Magone  Cartaginefe;oltre  di  coftoro  UgatOiieyl<{ifoneyHierone  ,C  ajjìo,  c^car  ca~ 
Hemerio  ,  &Cleodama .  Tra  Latini  Giunto ,  ijfytoderato ,  Columella  >  ualli. 
& pm  ampiamente  Vegetio  Binato,  &  Lorenzo  B^ifio .  In  lingua  Spa-  A  littori 
gnuola  Tier \Andrea  Valentiano,  fecondo  le  cofe fermentate  in  l^apo-  ^""^óri 
lineila  corte  del  B^èz^'lfonfo  primo  d' .Aragona.  T'ofcia  al  tempo  del  Spagnuo 
Bj Ferdinando,cbe àluifuccedette  ;  ne fcrifi 'e  radamente in  Italiano  vn  li. 
maejiro  Ugoftino  (plombro  da  Sanfeuero  :  bauendone  prima  fcritto 

B  vn' altro  libretto  coji  a.  la  antica .  Giordano  Ruffo  ,  filmato  già  digniffi- 
mo  Caualiere,  che' l  dedicò  a  Federico  Bzrbaroffa  Imperatore  ,  oltre 
quelpoco  ,  che  ne  toccò  Tietro  Crefcenyo  Bolognese  nella  fua  (agricol- 
tura dedicata  à  Carlo  fecondo.  Tanto  fono  fiate  fempre  filmate  cofe  da 
]\e  tutte  quelle  ,  che  appartengono  al  Cauallo  j  ilquale  acciò  che  di  tutti 
honori partecipale , ancor  nella  Toeftz  fitrouaintromeffo  il  nome  firn  ;  ...     . 
Hippio  dicendo  fi  vnpiè  ndverfo,  che  Épitrito  altrimenti  fi  fuole  chia-  Épitrito . 
mare  :  battendo  in  quattro  ftllabe  tre  lunghe ,  &  vna  brieue  y  ò  che  ella     Parlare 
fia  prima ,  ò  feconda ,  ò  ter^a ,  ò  quarta .  Et  parendo  veramente  il  Ca-  Eque!  tre» 
uallo  effere  quello  ,  che  di  prima  veduta  faccia  difeemere  il  nobile  dal 

C  Tlebeio  fi  venne à  fnre  ,  che 7  parlare  grane,  &  numero fo  fi  diceffe 
Equefire ,  &  aW intorno  il  difciolto  ,  &  l'humile  Tedeflre .  *A  quello 
proppfito  fa  quello  >  che  annota  Celio  effere  flato  detto  in  vn' Epigram- 
ma dilsljceratoy  che'l  vino  a  Toeti  èquafi  vn  valorofo  Cauallo  ,  che  al- 
teramente gli  porta  :  il  che  conferma  tìoratio ,  doue  ferine  ,  1>{on  poter 
piacere  y  ne  lungamente  durare  i  ver  fi  ,  che  da'  be  nitori  d! acqua  fìferi- 
uono  .  Onde  fi  fece  anco  il  prouerbio ,  Che  beuendo  acqua  non  fi  fàcofa 
di  buono -,  &però  il  Trincipe  de'  Toeti  vinofo  fu  appellato .  3\(e  da  quel- 
lo fu  differente  la  comparatone  del  Sannazaro  ,  che  l'ingegno ,  &  lo  fti- 

£  le  fuo  al  Cauallo  agguaglia,  in  vna  dotta  Elegia  co  fi  cantando  al  fecon- 
do Ulfonfo, 

*}{on  ogni  carro  in  vn  campo  trauaglia  > 
Corre  in  picchi  fentiero  il  mio  Cauallo'. 
Chiama  fi  de'  Latini  il  Cauallo  Squoyouero  dalla  Equitàyperch' 'egli  fi  deb-  mg  Lati- 
ta con  vnagìufla  mifura  ammaestrare: &  a  lui  conuiene  portarfi giuflo  no  di  ca- 
intnttelefue  attioni;  onero  dalla  egualìtà;perciò  che  anticamente  ginn-  uallo  Iati. 
gendofi  i  caualli  alle  carrette, fi  fcegliean  pari,come  conuiene  &  Ulber  £ue'  £"«■ 
to  dice;  onero  (leuatafì  pur  la  dittongo)  dal'Equore  cbefìgnificailMa-  detto. 
re,con  cui  bàgranfomiglian%a  di  mobilitade e  di  fière%^a,fi come  cbiar- 

F    4        ramente 


38  DELLA    GLO\ljt 

r Amente  s'intende  in  zs€mglìa ,  doue  Mare  altresì  chiamano  il  cauallo ,   j 

frìmtnu-  cluìflfiim0P0f('i'a  i Diminutiui  Equula ,  ò  come  vuol  Uermalao  Barbaro. 

tiuo  da  e-  Sqnilay  in  f eminile  ;  &Eqnulo  &  Equulco  per  lo  cauallo  pie  dolo  ò  no- 

quo.         m110)CÌxl  diciamo  Poliedro  ;  accodandoci  a  gli  fteffi  Latini ,  che  Tulio  il 

Pulii  fi  «ii  nominauano.   Benché  Vallo  non  pur  di  tutti  quadrupedi ,  ma  de  gli  au- 

cono  co  fi  gelli  ancora  e  delle  B^aneft  dicano .  Tuttauìa  il  pia  proprio  è  de'  caual- 

degh  ve-  H)Come  Virgilio  m  va  luogo  ildiceVullo  di  generoso  Bji^a  a  altroueil 

de     q  uà-  nomina  ancor  Vitello^  '{ponendo  Seruioy  che  di  "Buoi  e  di  caualliparimen 

drupvdi.   te  s'intenda.    M 'a  intende uà fi  pur  l'Sjuuleo per  vna  certa  maniera  di 

Bquuleo  tormento)  ch'era  in  forma  di  cauallo  yfopra  ilquale  fi  mettetiano  coloroy 

^eUl  J  da  quali  fi  ricercala  la  verità ,  onero  i  condannati)  come  Seneca  aecen-  &■ 
tormento        * 

na  là  doue  dice .  La  crudeltà  ha  trottati- gli  Eqnulei ,  lecroci ,  l'vncinoy 
&  quella  vesla  vnta  d'alimenti  di  fuoco  ^  Fùvn  certo  lAruntio  Vater- 
colo  (  come  narraVlutarco)  the  trouata  vna  inuenticne  di  tormentare 
dentro  al  cauallo  di  Bronco  >  ne  portò  vno  ad  Emilio  (enforino)crudelif- 
fimo  Tiranno  della  Cicilia  ,  che  fi  dilettaua  di  tai  nouità  crudeli .  Ma  la 
fua  rimaner atione  fu  fimile  a  quella  yche  diede  Falaride.àVerillo  della 
V acca purAi-hr W7$  >  che  effi  artefici  furon  primi  à  fferimentare  fifkt- 
Luoghi  ta  morte  .  Luoghi  nominatìda  qiefla  voce  >  del  cauallo  appo  Latini  >/s 

nominati  ne  trouanpoehi.  Diceuafi Equo  vn  Monte  che  fouraslaua  adflìoCa- 

caualla  ^  fati*  di Troia  ,  dal  quale  aUunivogliono  che  iGreciper  fagace  ingegno 
haueffero  la  vittoria confeguita  :  parendo  chea quefto  alludeffe Virgilio 
doue  dice . 

j£  guija  dì  alto  monte  edificaro 
Vn  caual  per  diuina  arte  di  Valla. 
Cauallo  t^tyfa  più  chiaramente  ne  fanno  gli  hifiorici  mentione;tra'  quali  Valeri® 

Monto*  M ajfimo  ferine ,  che  vn  certo  nomato  Dafida  volendo  beffar  l'oracolo  di 
Delfi '->  benché  non  hauefìe  maihauuto  cauallo  alcuno  >  andò  a  dimanda^ 
re,s  'egli  poteffe  trouare  i  l  cauallo  perduto:  &  gli  fu  riJposìo,cb'egli  il  tro 
uèrebbe  in  morte  fua  s  ilchegli  auuenne  yperciò  che  Jittalo  Bj  di  Frigia 
effendo  flato  offefojpe/fo  dalla  mordace  lingua  di  lui ,  comandò  yche  dal 

Eouicoli.  monte  Caua^  fufìe  fato  pi-ecipitare .Equicoli  fi  ckiamauano  certi  popo- 
li prefto  terra  di  B^pma  >  tra  Marfle  Sabini  :  iquali  Virgilio  cognomina 
'Belli  in  arme. non  per  altro  f or  fesche  per  effere  molto  fludiofi  di  caualìH 
Equestre  era  vna  cittànella  pallia  Belgica  fecondo  Tolomeo  :  Del  che  fa 
cognominato  poiTsleuiduno ,  chora  fi  flima  effer  K(eui>  volgarmente 
1>{eau  y  o  'Heuf  chafiel ,  appreffo  al  lago  le  marino  ouer  Dunoy  .  Di 
nome  proprio  fi  trouaSquitioyche  fu  gouernatore  del  pretorio  Illirico)  & 

Sgrumo,  quando  fu  creato  Imper-adore  Yalsntinici.no  >  molti  erano  che  haueuana 

eletto 


G 


u 


'DEL    C  J.V  jtLLOyll  B.  II.  $9 

eletto  lui.  F orrore  fa  mentione  d'vn  Qimmodio  Equicoto  huomofor- 
tiffimo  nato  fo  padre  milita,)  e:,  ma  q  uè  fto  potrebbe  intenda  fi  del  pae- 
fe.  Equifeli  {fecondo  che  da  Stiano  rapporta  Cjilio)  fon  certe  mofi he ,  EqujfeTj 
lequali  nel  fiume  ^ftreo  peculiarmente  fi  trouano  ,  fomiglianti  alla 
^Pecchie  ,  sì  di  grande^a  ,.  sì  di  jlrepito  di  bombe  >  e  dì  colore  di  Veffre, 
che  volando  al  fommo  dell' acque  fon  prefeda'  pefci.  Squarto  in  fo-  Erniària 
ftantiuo  vfa  Solino  per  lo  curatore  del  Cauallo  .  Valerio  Maffimo  chia- 
ma Herofilo  Equario  medico ,  ilquale  molto  fi  gloriaua  d'haver  h  avuto- 
per  aualo  C.  Mario  ,  che  fette  volte  era  flato  Confalo .  Fanone  dice 
hauer  tenute  grandi  mafcrie  di  pecore  in  Tvglia,  0-  B^T^e  di  (faual- 

£  linei  contado  di  Boleti;  quelle  chiamando  ouiare ,  &  quelle  Eq  varie . 
Eavifane  dicevano  il  domatore  b  moderatore  de'  cavalli,  detto  da  noi 
coitone  ,ma  fi  poteva  ancora  tirare  (come  Ts[oaio  dice)  à  tutti  quel-  Ecìu"Gne 
li,à  cui  fi  concede/]  e reggimento  di  fimilcofa,  quali  fon  verbi  grat  io.  i 
Travili  .  Eqvitario  il  faprafiante  della  R^z^a,  el guardiano.  Equi- 
tio  la  moltitudine  di  cavalli  ne'  pafc  hi ,  come  Gilberto  pone  .  Equino  di 
cauallo ,  Eqnile  la  falla, .  Squire  fi  diceua  quando  da  tszualli  fi  brama 
il  coito  ;  &  Equimento  di  previo  the  fi  paga  per  far  coprire  vna  ca- 
valla ..   Equitare  il  Caualcare ,  *Adequitare  accoslarfì  col  cauallo . 
Obequitare  andar  d'attorno.  'Perequitare  cambiare  col  cauallo  per  ogni 

C  parte .  Squiabile  il  luogo  atto  &  commodo  al  fa;  a  le  are  .    Equitato  V^^° 
&  Equìtatione  l'atto  del  cavalcare  .  Delqual  atto  dice  VlinioLt  fé-     EqUire, 
mina  abbrveciarfi  &  confumar fi  ;  altroue  dice)  agli  huomini  e  fere  Equino. 
-ptilijfimo  allo  Ho  muco  <&  alle  cofeie  .  Cjaleno  nel  libro  di  conferuare  la  Ec3UI *?- e- 
fanità fcrive  ;  Imoti  che  fi  fanno  per  efiercitio,  altri  far  fi per  noi  flef-  £qUjcaie] 
fi  come  il  e  aminare  ;  altri  esteriormente,  come  il  farci  menarper  bar-  &c. 
ca,  ò  in  altro  tal  modo  :  altri  effermislì  come  il  Caualcare  :  perche  an- 
dando à  cavallo  non  è  come  l'andar  con  le  carrette ,  rncffimamente  ìlari 
do  in  quelle  corcato  ,.  che  la  per  fon  a  vien  falamente  ad  efìer  moffa  da 
quel  che  portale  da  fa  fu  nulla  :  magli  bifogna  foslenere  lofpino  al%a-  M°u  .P?*' 

*  to,ftezder  le gambe  y  fermamente  con  le  cofeie  slrigner  le  co  fé  del  ca^-  ^^e  ^ 
uallo,  &  ancoriguardar  davanti  y  nel  che  non  pur  lavisi  a  ma  il  collo  ti. 
altresì  travaglia -}  &  principalmente  in  quefìo  modo  Uvìfere  fi  com- 
muovono .  Tterò  altroue  foggiugne  ,  che  VEquìtationi  furio  fa  oltra  mi- 
fvra,  hanno  fouente  rotta  alcuna  parte  intorno  le  reni,  over  offefa  il 
petto,  etalhora  i meati  delfeme,  laonde  Jletìo  dice-,  U  Cavalcare 
vniuerfalmente  non  effere  gioueuole  a.  gl'infermi  :  tutta  via  (gual- 
cando foavemente  ,nonfà  altro  male ,  fa  non  che  rende  s~iancbe%ga  al- 
le cofeie^  &  alle  ginocchia)  ma  fa  ingenuo  fi  fortem.ente.ilC avallo  >  per- 
turba, 


Caualca-  turba  &  affanna  tutto  il  corpo  .  T^e  ifaniaW  incontro  è  vtiliffimo,  che  £ 

re  è  v  tilif  plu  d'orni  altro  effercitio  corrobora  lo  fbirito  con  tutte  le  parti  del  corpo, 
fìmoa'fa-  r      .     •     .  io.  u  >       ■«  •  r   r      1  r»    u  ■ 

j  e  principalmente  lo  stomaco  ;  oltr  accio  purga  ijenfi,eglifapiu  acuti . 

Equeftre  Dinota  ancora  l'Editato  la  moltitudine  di  faldati  a  cauallo  :  &  la  de- 
nomeap-  gnità  etiandio  (auallerefca  ,  che  Equeflre  diceuano  :  "'Perciò  che  Eque- 
parrenen  ^r£  eya  Q^n-  CQja  ^  cavalli  appartenente  ;  &  cofi  dette  fi  troua.no  fihiere 
li.        '    &  pugne  Et] uesìri  non  altramente ,  che  le  pedeflri .  Tarimente  monete 
Monete  Equeflri  quelle,chefi  d  aitano  a  Cavalieri, fecondo  Fefio,&  Equestri  fi  di- 
equeuri  -  ^eano  quelli  luoghi  appo  I{pmani,ouefedeuano  i  Caualierì  ,  come  Seneca 
pone  :  Ho  negli  Equestri  vn  luogo  non  per  venderlo,non  per  locarlo }non 
per  habitarui,maper  vederne:^  altroue evenendo  nel  Teatro-,  gli  Eque-  p 
Jìrigià  eran  pieni .  filtro  Seneca  nelle  Tragedie ,  fi  come  foleua  v far  fi 
corfo  Equeslre  ,pofe  fqvefire  piede  per  Cavallino  :  fi  che  non  è  da  me- 
ravigliare, fé  col  vocabolo  del  Caualiere  ,  che  Equite  appellavano  ,  fi  ri- 
troua  ancoraintefo  efio  cauallo  :  come  nella  Georgica  può  vederfi  vfato 
da  Ennio  primamente,  fecondo  ilteflimonio  ,  che  da  Iconio  fi  produce. 
■  •      Et  co  fi  anche  il  verbo  del  Cavalcare  attribvivam  molti  al  carminar  mede- 
fimo  del  cauallo .  Squiriafi  diceuano  certi  giuochi ,  coftitvitida  Homo- 
Io  in  honor  di  Marte,  che  col  corfo  di  cavalli  nel  campo  M  art  io  fi  fitte  na- 
no, come  Eesìo  dichiara,  cy-Ouidio  dimostra  la  doue  dice . 

E  già  due  notti  del  fecondo  mefe  <j 

Heslam ,  che  Marte  co'  fuoi  carri  giunti 
Spinge ,  deurà  i  destrieri  alti  e  veloci  : 
Il  che  dal  vero  Squiria  ben  sì  noma . 
Hoggidì  quel  luogo,  eh' è  di  edifìcij  occupato,  ferba  il  nome  vn  tem- 
pio di  Santa  tJWaria ,  che  in  Equina  vi  fi  dice  ;  come  il  Volattera- 
no  fa  fedes .  z<sfltri  Equitia  per  fcriuono .     Questi  giuochi  nel  me- 
fe d'aprile  fi  celebrammo  :  &  quando  per  auuentura  il  Tebro  ha~ 
uefie  inondato  il  campo ,  fi  fhceano  al  monte  Celio ,  domerà  vn* altro 
piano,  Martiale.     Et  incorrea  quel  giorno  alle  fefie  Cereali  ,  nelle 
quali  dopò  i  (aualli  correano  le  volpi  con  fìifci  di  paglia  accefa  legati  " 
alla  coda ,  come  <isfleffandro  de  gli  Idlefiandri  racconta .  Egli  fi  leg- 
Gìuochi  gè,  che  i  primi  giuochi  fatti  in  I{oma  fuffero  flati  i  confuali,  Hatuiti 
conJuali .  ^1  medefimo  Romolo  folennemente  ài^ettuno  appellato  equestre,  mei 
giorno,  ci) ei  fé  dà  fuoi  rapire  le  donzelle  Sabine  venute  à  riguarda- 
re .  Il  che  alcuni  vogliono  >  ahe  fufie  flato  à  diciotto  d\4goslo  >  net 
quarto  anno  dopò  la  fondanone  di  J\oma  :  alcuni  al  mefe  di  *Jft€ar%p  : 
ma  nel  giuoco  de  ItAgoflo  correuano  i  cauallie  iMuli  giunti  e  Sciolti  > 
nel  circo  majfimamente>  in guifa  molto  dilettevole  d  riguardanti.  In 

quel 


<DZL(fj.v  ^tll'Oy    L1B.II.  $r 

j  quel  di  Marzo  s' ammazzila  vn  Mulo  in  facrifìcio,  e  i  canalli  e  i  cani  fi 
adornauano  di  ghirlande  ,  &  fi  lafciauamjiare  in  otio:fì  come  Garro- 
ne Fefto,e  Dionigi  d'<tsflicamaffofcriuono,e  Plutarco  afferma,  JLggiortr> 
gendo,che  confuali fi  dijfero per  Tslettuno  ,  che  (pnfofà  nominato  all'ho- 
ra ,  cheejfendofi  trottato  vrì altare  fonerà  ,  fa  giudicato  di  ejio  Dio  cjmfi 
per  alcun'  fegreto  configlio  ,  equafi  afcofo ,  che  già  da  indi  inmzjfù  or- 
dinato che  quello  altare  tutto  l'anno  fiefse  afcofo,  fuor  che  nel  giorno  del 
facrificio:quando a ciafcuno erapermejfo di  andarvi.  Famentione  Li- 
mo altresì  diquefìo  nome,&  anche  isfufonio  doue  dice . 

Il  figlimi  di  Saturno 
22  Confo  cangiò  Cenea . 

Ouidio  narra  bertesche  taligiuochi  rusìic amente  nel  principio  furonfkt- 
ti  in  vna pianga ,  fendale dilicatur -e  de'  Teatri ,  i quali  primieramente 
sincominciaro  ad  ordinare  con  ornamenti  nel  tempo  di  TrifcoTarqui- 
nioyche  difegnò  il  Circo  majfimo  con  i  luoghi  diuerfiàgradi  a  gradi  :  alti 
dodeci  piedi  folamente  da  terra  ,  come  Limo  narra  ,  dicendo  che'l  giuoco 
fu  di  canalli  e  di  Lutt atari  chiamati  daThofcana  principalmente . 
Quindi  poi  rimafera  tali  giuochi folenni,che  Bimani  &  Magni,  e  talhor 
Green  fi  furono  appellati .  Queslo  Circo  zJfyCaffimofàpoi  da  Ce  fare  Dit-       Circo 
tatare- con  marauigliefolauororinouato  :  &  fé  ne  veggiono  ancora  al-  MaHimo. 
C  cimi  vestigi  in  Roma.  Era  tre  jladij di  lunghezza,  &vno  all'attitudine: 
La  lunghezza  poi.  era  egualmente  partita  infette  Mete,  le  quali  correli 
da,  fi  doue  ano  intorniare,  fi  come  dimoerà  Ouidio  >  doue  dicey 

0  fé  perfette  (patij  han  meritata 

Ts{el fatico fo  Circo  la  corona  , 
EtTropertio  altresì 

Q  non  compiuto  ancora  il  cor/o  vuole 

Il  premio  dimandar  pria  che  la  sJWeta 

Da  la  fèttima  Ruota  fia girata .. 
T)ì  qui  s'inducono  alcuni  ad  interpretare  ,  che  la:  *Jtyteta  fuffe  vna ,  la  »,       . 
>    quale  fi  bifognaffe  fette  volte  intorniate  da'  correnti  caualli:  maffima-  cofa  fur„ 
mente y  che  Homeroinquei  giuochi  Caualler  efebi,  ne  quali fk  vinci-  fé. 
tor  e  Diomede  con  l  canali  tolti  ad  Enea,  difegna  vna  fola  meta  y 
ch'era  di  legna  fecco,a,  di  quercia  a  di  Teglia,  che  lungamente  rifìfte  al- 
le pioggie  :  la  quale  slaua  quanto  vn  braccio  in  su  là  terra:  e  da  l'vnoe 
V altro  lato  di  quella  Jlauano  fermate  due  pietre  bianche  nelle  Hr  et  czj 
^e  della  via  ;  e  bifognaua  tener  grandijjima  auuertenzg  e  destrezza 
dinon  toccare  la  Meta  >  ne  quellepietre  con  le  ruote  in  queiriuolgimen- 
ti)  che  fi  ficcano  con rapace velocità ,  fi  come  Horatio  ancora  efyrimey 

San 


Son  età  la  nobil  palma  della  Meta 

'Ben  da  le  ruote  feruidefehiuata 

De  le  terre  Signori-è  Deigl 'innalza. 
*Ji<ta  Cafftodoro  apertamente  dimoslra  in  vna  Spi §ìola,che furono  Ha- 
tuite  fette  Mete  fecondo  il  numero  de'  pianeti  ;  &  che  efìe  Mete  hauea- 
no  trefommità ,  fra  le  quali  erano  duci  Ohelifci,  che  confegni  Caldei  di- 
moHrauano  ifacrificij  de  gli  antichi,  &  erano  tutte  di  marmi  indorati) 
benché  prirnafnjfero  Hate  di  tofi  e  di-legnami .  //  Circo  era  difpofio  nel 
me'xo  d'iena  pianura  in  Cerchio  :  &  per  intorno  erano  i  luoghi,  doue  or- 
dinatamente fedeano  gli  gettatori  -.fecondo  la  deferittione  di  Leone,  che 
fu  ottimo  inuefiigatore  dell'antichità  :  &  cofidaquel  verfodel  Toetafi 
■può  comprendere . 

I^el  me%o  del  Teatro  il  circo  flaua  . 
Horanella  cima  di  ejfo  circo  erano  ceni  cancelli  detti  carceri, perche 
quindi,come  di  prigione  difciolti  i  caualli,e  lentati  di  redine,  fi  muouca- 
no  aUorfot&peraenHti  all' altro  capo  fi riuoltauano  in  giro,  fin  che  alla, 
primiera  Meta  f< fiero  ritornati  :  il  che  bellamente  deferiue  Horatio.. 

Come  [e  dale  carceri  ialbora 

Moffn  canai;  con  velocifsinivnghia 
'  ^Tirati  rapidamente  il  (farro  He  uè  : 

L'auriga  à  quei ,  che  van  nel  corfo  inan%i 

^Attento  mira  :  &  in  dispregio  lafcia 

Gli  altri ,  che  vengon  tra  gli  eflremi  à  dietro  . 
Tutta  tal  contefa  fijpedia  -con  ventiquattro ,  o  venticinque  Melfi  :  fé- 
rr  v>     condo  Garrone,  de*  quali  chiamauano  Erario  l'vltimo,  perciò  che  fida- 
li] o  Bra-  Uil  delle  offerte  del  popolo.  Et  Meffi  intendonfi  quelli  che  noi  diciamo 
uij .  Tali]  ò  Brauij ,  cioè  premij  che  fi  propongono  al  contendere  ,  per  lì 

quali  tante  volte  fi  douea  correrci.  *J>\€a  Dominano  (  come  fcriue 
Tranquille)  propofe  cento  Mefsì  Cauallere fichi,  caraccio  che  più  fàcil- 
mente fi  fpedifiero ,  da  fette  fpatvj  ridufiele  Mete  à  cinque .    Il  fegno 
di  vfeir  À  correre  era  vno  afeiugatoio ,  che  fi  mofiraua  aliato  ,•  del 
che  dicono  efiere  venuta  t 'origine  da  "alerone ,  il  quale  prolungando 
molto  il  definare,  e'I  popolo  defiierofo  di  vedere  ( come  effer fuole ) 
affrettando  la  licenza  del  cominciare  :  egli  per  fegno  dellapotefià  , 
che  permetteua  ,fè  gin  are  dal  balcone vn  touagliolo,  che  vfaua  4  net- 
tar le  mani  ;    e  d'indi  refiò  l'vfanja  :  che  mai  non  fi  correa ,  fé  prima  il 
Tretore,ò  altro  Maesìra'o  non  mandaua  l afeiugatoio ,    Correua- 
dtco^^fì  *n  ^m  maniC)'eì>  con  vn  f°l°  cauallo  fen^a  Sella,  come  tra  noififuo- 
a'  Palii.  levfare;  b  con  le  carrette  à  duoicaualli,  è  pura  quattro.  I  corridori- 
fi  partiuano 


E 


a 


DEI    C  JtV '\4lL0y   LIB.  !  I.  pjr 

jl  fi  partimmo  in-quaìtrofattioni  >  che  dal  colore  del  vettirefi  difcerneua- 
no  ;  Et  cofì  dinotandole  quattro  sìagioni  de l'anno  ,  filtri  vegliano  di 
color  verde  dedicato  alLiTrìmauera,<gr  quesli  Trafimfi  dkeuano;^£l- 
tri  buffati,,  di  vermiglìoyper  la  Si  ate-,  filtri  jLlbatiydi  biancoy  perlai  n- 
tunnoyiAltriVeneti)  diCeruleo.perlo  VemoXt  m  quefiaguif a  ferine  il 
Volateranno  che  {deano  diuifati  giofìrare  i  Fiorentini  nel  primo  di 
(JHaggio  .  Dominano  vi  aggiunge i purpurei  %egli  aurati .  Fiora  co- 
tali  fattioni  del  colore  cagionauano  ancora  le  fkttioni  de'  riguardanti  y 
che  altri  fi  metteano-afkuorire  vna  banda  >  &  altri  vìi1  altra  .-  egnittno 
con  gridi  applaudendo  alla  fua  ;  dal  che  [oliente  nafeeano gare  e  ter*- 

B  Toni  fi  a  e  fio  loro  ;  mouendofi più  da  l'affettione portata  al  colore  y  che 
non  dal  vero  meno  della  virtù.  Efpejfo  au/tenney  che  tal  fhuor  po- 
polare ,  e  cotalgratia  apporto  certi ffìma  vittoria  ad  alcuni;  &  in fi  fat- 
te fhttioni  non  pur  il  popolo  ;  ma  effiVrincipi  contendeuano  ;  che  Vitello 
era  tanto  affezionato  de  i  Veneti  y  che  à torto  &à  diritto  ampiamen- 
te gli  fhuoriua  ;  tanto  che  ad  alcuni  >  i  quali  apertamente  hauea  bia- 
fimati  quellhfè  dar  la  mortai  .  all'incontro  Vero  ^intonino  gli  odia  > 
fkuorendoi  Tr  affini  ;  &  venne  à  tanto  y  che  riceuette  intoler abili  in-, 
giurie  e  villanie  da  gli  h uomini  della  Veneta  fattione .  Furono  etiandia 
affezionati  de'  Vr  affini  Caligala  &1sleronc-*i.  Qiracallaveggendo  il 

£  popolo  cauillare  vn  certo  z^f irriga  fuofimorito  >  vi  fece  entrar  l'efierct- 
toy  &  con  molta  flrage  ne  die  la  pena  .  Cofiui ,  ferine  Suetonio ,  che  non 
fece  s^f irrigare  a  giuochi  fimi  >  fé  non  dell'ordine  Senatoria .  Siila,  altresì 
dopò  lafua  vittoria  ( come-narra  jLfconio  Vediamo )  fece  i giuochi  Cir- 
ce'fi •■>  dotte  moltimbili  perfognaggi  gouernando  le  carra  corfero;tra  qua-^ 
li  fu  Caio  ^Antonio.  Erano  i  giuochi  Circe  fi  di  due  maniere .  Tatricvj  y  Ginechi 
chefifkceano  da  gentil* h uomini  >  &Tlebeiy.  chefifkceano  dalla  Tle-  Circefi  . 
he yin  vn  diterminato  dì  del  me  fé  di  Js(òuembre;i  quali  Claudio  Impe-. 
radorefpejfo  commife  &  celebrò  ancora  nel  Vaticano  ;  traponendaper 
ogni  cinque  Me  fi,  vna  caccia .  Cefare  dentrailCircofece  andare  vn  cor- 

™  fo  d'acqua  %  e  correr ui  le  barche**,  e^fugufio  vi  produceffe  pur  della 
nobiliffimagiouentuì  Carretpieriy  e  i  corridore  gli  vecifori  delle  Fere. 
E  dip'ml'ìpno  e  l'altro  di  queflilmperadorifecerofhre  il  giuoco  dì  Troia- 
da' fanciulli  grandi  e  piccioli  frequenti/Simo*  QueTto giuoco  fi ''diferi- ...  Giuoco 
uè  da  Virgilio  pienamente  y  che-  Enea  trouandofì  in  Cicilia ,  dopafht-*   l  *roxa* 
ti  quattro  giuochi  per  effeguiale  honor  del  Tadre ,,  impofe-ad  ssffcanio  ? 
che  co' giouanetti  de  l'età  fua  fkcefie  il  quinto.  Et  co  fi  fatta  loro,  , 

vna  piaTga  larga  dal  popolar aunatoy  cornparuero  le  fue  fchiere  fkn- 
cittllt fche  }  lucenti  in  leghiste  armefauraarditiCaualli)  con  le  chiome 

tofe* 


$4  DE  L  La    G  l  0  %_!  J 

tofe  &  incoronare  ;  oltracciò  con  catenette  d'oro  al  colloy&  parte  èóti  p 
faretre  allefpalle ,  parte  con  due  dardi  per  vnoydiuifi  in  tre  turme;delle 
quali  ogniuna  hauea  il  fuo  Capitano  feguito  da  dodici\e  di  quefìi  Capi- 
tani l'vltimo  era^Afcanio.  H or  poi  che  lietamente  hebbero paleggia- 
ta lapiai^a  dauanti  à  gli  occhi  di  loro  padri  ;  il  maeflro  d'*Afcanio  die 
con  grido  da  lungi  ilfegno  con  la  sferra  facendo  fcoppio  :  xAllhorafe- 
f  arate  lefchiere ,  corfero  di  paria  tre  atre  ;  &  un'altra  volta  chiama- 
ti alfegno  della  bacchetta^  con  le  arme  infette  riuolfero  il  camino.  Indi 
altri  corfi  y  &  altri  ricorfì  per  contrari]  Jpatij  prendendo  ,  come  fé  per 
Labirinto  errando  andafìero  ;  &  Vvno  impedendo  d  vicenda  igiri  ali  al- 
tro >  à  guifa  di  Delfini  giocanti  per  lo  mare  yfembra  uan  di  combattere;  p 
bora  voltando  le  fpatle  in  fuga y  bora nemicamente  voltando  la  fronte 
alla  difefayfin  che  poi  fatta  pace ,  fi  raccoglie  ano  tutti  infieme .  Quesla 
vfanT^a  di  corfo  y  &  quefli  combattimenti  tsffcanio  edificando  la  Città 
à-jllba ,  istituì  agli  antichi  Latini y  chepofcia  li  traduffero  à  Romani  j 
sì  che  tal  giuoco  Troia  fempre  sa  nominato.Dalqual  vocaboli)  molti  vo- 
Torneo  glionoycbe  diriuafìe  quello  >  che  Torneo  da  noi  fi  dice  y  òpur  Tome  amen- 
ti Tornea  toyda'(jermani  Tornieren  :  ben  che  altri  slimino  venir  dalle  greche  voci 
mento  Torme òTormos  y  onde  Celio  dice ;cb e  Taufania  acconciamente  formò 
uaffe        aclormin^per  dinotar  vna  fcorfa  maggior  di  quello  che  conuenifie.  Vfa- 

uafi  ne' giuochi  Circefi,che  oltra  glijpetttacoliyvifì  produceano  pompo-    <j 
f amente  i  fimulacri  d'oro  ò  d'argento  di  loro  Dij^etalbora  de  gl'I  m- 
per  adori  y  e  de'  Duci  >  ình abito  trionf ale ,  quando  Equestri  >  e  quando 
pede siri; fecondo  l'affettione)che'l  popolo  hauefìe  portata  alVrencipe.Et 
cofila  slatua  Equeflre  di  germanico  fatta  d  '<t^4uorio  fi  troua  ejferjì  me- 
Circo  Fia  nata  nella  pompa  del  Circo:&  isfatonio  volle  che  in  tutti  ì giuochi  OV* 
m  inio.    .  cefi  fi  portaffe  l'imagine  di Fauslina  già  morta .  Fu  ancora  à  fomìglian- 
«3  del  Circo  Maffimo  vn' altro  Circo  detto  Flaminioycon  altrettante  Me- 
te. >  intorno  alle  quali  V arrone  fcriuey  che  fi  corretta  co'Caualli  disgiun- 
ti y  ne' giuochi  Tauri]  >  che  inhonor  deglfnferi  Dei  fi  celebrauano .  Le 
carrette  dalMaufoleodi^€uguflovfciuanoperfeiportey  &  per  lo  cam-  " 
pò  Martio  corre  ano  al  circo  Flaminio.  Si  giudica  fermamente  y  che 
i  Romani  apprefero  i  giuoccbi  Circefi  da  gli  Olimpici  de'Greci  ;  cofi 
appellato  per  tempio  di  gioite  Olimpio  celebratiffimo  in  Jlcbaia  ;  do- 
uè  in  vna  campagna  chiamata  Olimpia  tra  'Tifa  >  &  Elide  >  con  gran 
concorfo  di  tutta  la  CJreciafìfoleuano  celebrare >  contendendoft  di  lut- 
Giuochì  *^>  dipugna  :  edicorfo  àpiedi  &  à  (auallo  .  I  giuochi  Olimpici  fu- 
Olitnpici.  ro> primieramente  istituiti  da  Hercole  in  honor  diTelopey  l'anno  del 
Mondo  quatromila  e  quattrocento;  Efcriue  Eufebio  ilprimo  che  ci  vin- 
cere 


DEL  Cj£  V  jt  LLO,    L1B.     IL  95 

cefie  >effere  flatoCerebo  ^Atheniefe  .  Quiui  Hercole  mifurò  lo  fìadioy  Stadio  mi 
donde  fi  douea  correre ,  eh  era  di  lunghe^a  feicento  piedi }  cioè  paffi  furato  da 
cento  e  venticinque  ;  e  di  quello  fiddio  poi  fi  fecero  gli  altri  per  le  ter-  Hercole-» 
re  de'  Greci,benche  tanto  minori)  quanto  maggiore  era  il  piede  d'Herco-, 
Le>cbe  nonfitroua.no  i  e  ornimi; fi  come  (jelliogià  dimostra.  Celebrauan- 
fiquefti giuochi  ogni  quattro  anni)  il  quale  fpatio  ditempo  Olimpiade 
nominauanó:  &  con  quel  nome  numeravano  i  Greci  i  loro  anni .  Ma  la    camefz 
contefa  del  correre  a  e  auallo  era  prima  fiata  incominciata  da  Snamao  ^l  corre- 
re de  Elidevi  quale  ejfendo  flato,  amonito  da  l'oracolo,  che'l  matrimo-  re  a  caual 
nio  d'HippodamiaifuavKica  figlia  di  eccellente '  belleTgayfarebbe la  ca-  1°  da  clu 
-.gione  della  fM  morte  •>  fi  trattene  adi  maritarla;  ma  non  fapendo  ho-  crta< 
mai  con  che  prete  fio  di  ragione  ò  difeufa  contradire  a  tantoché  la  chie- 
devano per  moglie ':& fiudiofijjimo  delle  opre  cauallerefcbefcomeTlu- 
tarcofàfede  )  confidatoli  al  valor  di  certe  fue  cavalle  più  veloci  delV^i- 
quilone(fi come Higino  diceìpropofe  va  talpartito,  chequalunque  l'ha- 
uefie  vinto  nel  corfo  della  carretta  yprendefle:  in  matrimonio  fua  figli- 
uola con  lafuccejfwne  di  tutto,  il,  l\egno  1  ma  chi  r.efiafe  vinto ,  fujje  a- 
magato.  Ora  trai  primiy  che  vennero  à.tal  conte fa)fu  Marmacele  cui  Marmace 
caualle  nomate  Varthenia  &  8rifk)hauendo  data  grandifficult  adi  vin.  e  fueca- 
cereadejfa  Rj  ?  egli  ottenuta  pur  la  vittoria)  le  fé  fcannare  fopra.il  "alle  ve* 
q  lor  Signore:  e  poi  fepelire  ancorate  dalnome  de  l'vnafà  nominatoti  fiu       " 
meTaneniay  comeTaufania  ferine ..  ^A  Ila  fine  mortine  molti  altri)  vi. 
andò  Telope  figlimi  di  Tantahal qual  vedendo  tante  tefie  h umane  af- 
fifie  in  su  le  porte  >  cominciò  àpentirfi  d'efìerui  andato:  ma  vergognan- 
do/i di  tornare  indietro  contaminò  Minilo  carrettiere  del  Ej  Enomaoy, 
promettendogli  la  mità.dell\egn0)fel'aiutajfe .  Colui  hauendo  giunto 
il  carro  con  le  rote  fchiodateyfpinti  i  'e  amili  fé  refiareil  Rj  vìnto  eftrac 
ciato  dipeli  :  OndeTelope  vincitore  fé  ne  tornò  àcafa  con  la  Hippoda- 
mia  :  &  penfando  clre'l  tradimento  di  Minilo  gli  doueffe  rifultare  d 
grande  infhmia^on  foto  non  gli  offeruòdafede  &la  mercè)  ma  il  diru- 
2))  pò  in  quelmareyche  Mirtoo  ne  fu  detto}fecondo  Ouidio.  ^iltridicono  che 
telope  guadagnò.  Vimprefa  per  giuflavittoria^fjendofi  aualuto  di  cer- 
ti, candii  >  eh e  "Nettuno gli  diede  ;  guidati.  daCillante  :  benché  perfuo 
■carrettiere  fi  nominiancora Spero .  aggiungono  altresì chequefli  ca- 
miti fuflero  fiati,  alatiyma  Talefato  no' l crede)  perche  Snomaonon  ci  ha 
rebbe  acconfentito  :■  però  dice  douerfi  quefla  fhuola  interpretare  y  che 
Telopefulfe  andato  a  Tifa  con  qualche  naue  dòue  fuffero  fiati  fcolpi- 
ti  cauali  alati  :  e£"  che  con  quella  fene  hauefie  per  furto  portata  Hip- 
godamia..  f ajfi ben mentione.  dagli  fcrittori;  che  quelle:  caualle  nobili. 

di 


$6  'D'Eth^ClO'^ÌJL 

ili  Snomaoy  fi  cbiamafieroHarpinna&  afilla  >&  che, dopò  morte  fuf-  g 
fero  slate  honorate  di  fepoltura;  &con  molti  ver  fi  lodate  da  Licofrone. 
In  ejffi  giuochi  Olimpici  fi  correa  per  vn  tramitelio  molto  augurio  e  peri 
colofo;  perche  da  l'vn  canto  era  alta  riua  d'vna  fi umana  ;  da  l'altro  vi 
sìaua  vnafila  di  ferri  acuti;  fi  che  da  l'  vna  e  da  l  altra  harma  fi  minac- 
ciana  rouina  e  morte  a  .chi  tramato  fi  fujfe  vnpoco .   8t  correuafi  con 
due  cauaìli  giunti  alla  carretta  ;  pois'entroduffero  ancora  due  altri  mo- 
diyl'vn  dettoCalpe,e  l'altro  <ssfpen€;queslo  con  le  <JMule,  equello  con 
le  caualle  >  ma  di  maniera  che  teslremo  del  cor fo  douea  Ih  uomo  forni- 
re j aitando  à  piediye  prefe  le  redine  per  la  mano  .  £t  in  queslofu  mar  a- 
uigliofo  quelloyche  da  "Plinio  fi  racconta  ,  che  Ecratide  da  Tenaglia  ha-  F 
neffecon  vna  caualla  granida  ottenuta  la  palma  .  Tur  amendue  tali 
modi  per  decreto  de  gli  Elei  fi  anticarono*7n  almamente. che  gli  animar 
lì  Maligni  y  appo  loro  fi  riput  aitano  effecr  abili  ;&  non  ne  poteanonafce- 
re  ili  quelpaefe  ;  aumnga  the  nel  d'intorno  feconde  mente  fé  neprodu- 
cefìero  .  Co  fi  restò  frequentatiffrmoVvfo  dei  due  e  auaUi;bencbe fi  tro- 
ni tutta  via  zJ^liltiade  con  la  e  a;  retta  à  quattro  caualU  hauer  riporta- 
Miltiade  ta  la  palma  Olimpica  ,&  però  Cidonio  chiama  Elide  nobiledi  quadri- 
palma  O  gbe  Vincitore  ancora  fi  ferme  effercì fiato  'Herone,  che  con  dieci  paia  di 
ltmpica.    cauaìli  vi  volfe  correre. Alcibiade  vna  volta  meno  in  Olimpia  fette  quaT  r 
drighe  di  marauigliofa  velocitale  ritornoffene  vincitore .   Cofiui  (fi  co-  j 
me  Tlutarco  fcriue)pofe  tanta  cura  e  diligenza  ne'  cauaìli,  che  auan^ò 
tutti  i  Trincipi  delfino  tempo  ;  fi  che  fempre  i  fuoi  cauaìli  tra  più  gene- 
rose perfetti  fi  annouerarono  ;  &  egliper  ottimo  Caualcatore  fucele- 
brato;fecondo  che  in  certi  verfi  dimoslra  Euripide  con  talfenfo.  Hor  io 
ti  canterò  leggiadro  figlio  di  Clinia ,  quanto  altiero  ti  vide  il  choro  di 
Greci  quel  dì  in  Olimpia  ytjuando  haueui  tre  vittorie  confeguite  col  cor- 
fo  delle  veloci  quadrighe  <?  allhora UT rornbetta  fin  alle flelle ti  inalbò > 
due  volte  coronato  della  fronde  delapalida  oliua .  Conciò  fofiecofa  che 
per  grande  premio  di  valore  ,  fi  ponea  al  vincitore  vna  corona  diOliua-  „ 
Statue  de  ^r0  ^  d'yrì-altra forte  d'Oliuo,che  diceuano  (alislefìino;bencbe  poive- 
combatti  mftero  a  fàrfi  le  corone  d'ottonerei  oro  .  Et  oltre  alla  corona  gli  era  vna 
menti  dee  ftatua  dedicata  .  Scriuendo  Tlinioyche  da  quefli  tali  combatimenti  (che 
ti  Sacri .   fiacri  fi  appeìlauano  )  è  proceduta  la  origine  delle  flatue  »•  &  foggiunge , 
_Honori  ^  ^  effigie  de  gli  huomini  non  fi  folcano  ejprimer  mai ,  fé  non  per  qual- 
Vincito--  ehe  cagione  illusore  ,  chehauefie  meritata  perpetuità  :  Et  che  di  quel- 
re  ne  gi-  liyi  quali  tre  volte  in  Olimpia  haueffer  vinto-,  fi face  ano  i  ritratti  con  i 
uochi  P"  veri  lineamenti  di  tutte  le  membra ,  che  Iconici  fi  chiamauano  .  fra- 
Umpici  •    nQ  ancjjP  ai  yincìtQre  cofiituiti  gli  alimenti  pubicamente  per  tutta 

la  vita 


<D1L    CjtV'jlllb)    lì  Bill.  Jj 

rjt  la  vita  fua  :  &  in  modo  di  trionfante  riportando/I  alla  patria ,  figitta- 
uaà  terra  vna  parte  del  muro  della  Città ,  per  farlo  entrare  con  honor 
grandiffimo  efingolare.Et  oltracciò  gli  fi  concedea  perpetua  immunità; 
Si  che  in  fomma  fi  sliniaua  maggior  degniti  appo  Greci  leffere  in  Olim- 
pia vincitore ,  che  non  in  J\oma trionfar  di  nemici .  Benché  i  Bimani 
medefimi  pofcia  vfarono  >  che  i  lottatori  ,  tquali  ne' fieri  certami  f afferò 
fiati  meritatoli  di  corona,  erano  fatti  di  tutte graue^e  immuni.  The- 
feo  ad  ermdathnc  d'Hercole  iftitià  anco  i giuochi  fftmij,  nello  fjlmo  di  Giuochi 
oichaiapreffo  Corinto,  nel  golfo  di  Megara ,  traà  mare  Ionio  &  Egeo,  Htmij. 
in  vn  tempio  di  T<(ettuno  ;  che  pur  al  quarto  anno  fi  celebrauano  :  &  m 
*B  tanta  religione  tenuti  erano  ,  che  ne  per  oppreffione ,  che  vna  volta  pa- 
tirono i  Corinthij  dadfiello  tiranno ,  neper  le  guerre ,  che  poi  furono  lo- 
to fatte  da  Bimani ,  mai  gli  volfero  tralafciare  ;  &  alla  fine  distrutta 
e  pianatala  Città  loro  daL.  Mummio,ne  diedero  la  cura  à  Sicionij  prof- 
fimi  h  abitanti,  che  quella  folennità  continouaffero  .  Et  in  quefìi  giuo- 
chi fi  venne  à  connentione  fi  a  effo  loro,cbe'l  principale  honore  de  lojpet- 
t acolo  fujìedegli  ^Atheniefi ,  hauendo  i  primieri  g-adi  in  tanto  (patio, 
quanto  vna  vela  di  nane  occupar  potefic^  .  I  vincitori  I  Umici  fole  ano 
prima  mettere  la  corona  dell'appio,  pofcia  de  Tino .  ultimamente  da  tri\,u-ni  a» 
S  olone  fu  ordinato,  che  à  quefli  fi  donafieró  cento  dramme,  &agli  vincitori 
Olimpici  cinque  cento  oltra  l' altre  pr erogatine  .  Tutte  queste  cotai  vit-  limici. 
torie  da  Toeti  ampiamente  fi  celebrauano  :  tome  (becialmente  fi  leggo- 
no appo  Tindàro  ,e  dieffi  giuochi  minuta  mente  ferine  Vaufania  ne  gli 
aliaci .  Leggefi  in  lingua  (qreca  vn' Epigramma  di  zsfntologio ,  fatto 
nell'effìgie  d'vnCauallo  di  Filippo  di  Macedonia  ,  ilquale  tanto  fu  disi 
fatte  opere  fi  udiefo,  che  fecondoTlutarco  efiendogli  venute  in  vn  tem- 
po tre  nomile  di  allegrerà ,  che  Varmenionefuo  (apitano  hauea  vinti 
i  Dardani  in  battaglia  :  che  Olimpia  fua  moglie  hauea  partorito  vn  bel 
figliuola  :  &  che /noi  caualli  hauean  confeguita  vittoria  in  Olimpia:eglì 
D  al'fo  le  mani  al  Cielo,  gridando .  0  fortuna  quesli  cotanti  beni  piacciati 
con  alcuna  mediocre  auuerfità  compenfare  :  mostrando  apertamente 
non  minor  letitia  hauergli  recata  la  vittoria  de  i  caualli ,  che  l'acquiflo 
d'vn  figlio  e  d'vn  Bearne  .  Tanto  è  l'amor  delle  lodi ,  &  a  tanta  cura  è 
la  vittoria,come  Virgilio  dice ,  parlando  di  queflo  mede  fimo  efiercitio  ; 
ilquale  i  caualli  ijìefjì  fa  partecipi  della  gloria,  per  che  nobili  fé  ne  chia- 
mano .  Come  appo  Gnidio  > 

7^e  de'  Caualli  nobili  il  certame . 

Ti  fta  nafeofo  ,  l 

Brano  oltracciò  e  di  pitture^  dì  fìatue  honor atidegendo fi  che  Enagor* 

G  Lacone 


9#  PEll^iGLO^l^ 

Laconefè  del  vino dìpìHgiY*  mfiémg  coni*  carretta  le  fuecaualle,che  * 
tre  volte  erano  slate  in  Olìmpia  vincitrici;  fi  come  Herodoto  na;  ra .  *Al 
Vittorio fo  cauallo  di  Lieo  Fido  la  fu  albata  lafìatua  fopra  vna  colonna  y 
Statue  al-  come  Taufaniafcriue;  facendo  ancora  fede)  che'l  primoycbe  bauejfe  da-* 
zate  a  a-  to  honore  di  statua  al  C  auaUofù  Cleoflene  d'Epidanno  ,  ìlquale  bauendo 
iuIu*        yinto  la  Olimpiade  feff ante  fi  ma  fefìa,f è  f colpire  da  Jlgellada  la  imagin 
fua,  e  del  carrettiere  e  de*  caualli  ,  notando  i  loro  nomiy  Corace ,  Samo  > 
Cjnacia,  &  Fenice.  In  *Delfi ,  narra  (jiuftìnoy  tiferà  vna  gran  copia  di 
Statue  tutte  d'oro,con  le  quadrighe,  che  fi  -vede  ano  ben di lontano'.  Ma 
non  vuò,cbe  la  mentione  dei  giuochi  Cai'.allersf&bi  tanto  fuor  delfentiero 
pi*  b  abbia  tr  t'esortato,  che  non  mi  ricordi  di  ripigliare  il  filo  interrotto ,  F 
circa  i  nomi  appartenenti  à  queflo  nobiliffimo  animale  ;  In  cui  già  quel 
Nome  di  vulgare  vocabolo  di  Cauallo,  che  con  noi  Italiani  e  comune  ancora  à  Spa 
Cauallo.  gnuoli  &  a  Francefi  ,  poco  diuerfamente pronunciandolo  ;  fen^a  dubbio 
che  fiini   yermo  ?  Pref°  da'  Latini  che  C  aballo  altresì  ilnominauano  ;.per  lo  caua- 
fichi.  °      re  della  terra ,  che  naturalmente  fuol  far  con  Ivnghia ,  fi  come  leggia* 
dr amente  mostra  il  Toeta  in  quelverfo  della  Georgiev > 
Caua  la  terra  ,e  grauemente  Ivnghia. 
(ol  duro  corno  Suona . 
Et  è  voce  vfata  da*  buoni  Scrittori  non  men  che  V altra  ,  benché  voglia^ 
no  i  grammatici ,  che  C  aballi  s'intendano  ipiùgrofiali  atti  aUavettu-  Q 
ra  &  altre  fatiche  vili;  &  Equi  per  eccellenza  gli  animo  fi  y  idonei  alla 
€abajlo  e  guerra  :  fi  come  apertamente  dimostra  San  Girolamo,  doue  dice ,  fu- 
pone  in-  ^tamente  reggiamo  le  Thiare ,  cioè  le  Mitre ,  cedere  a  gli  elmetti ,  <&• 
diserete-  *  Cabalila  gli  £qui .  zJ^Ca  tutta  via  confufamente  <&•  fen^a  differenza 
mane,     fi  trouano  ffcfo  posti,,  come  fi  vede  appo  Str  abone ,  che  parlando  di 
Tegafo ,  bora  Equo ,  bora-C abalk  il  chiama.  Indi  da  Ter  fio  fu  det- 
to il  fonte  (faballino  ,eda  "Plinio  la  carne  Caballina  •  e  da  noi  fi  dice  il 
Trifoglio  CauaUìno, per  che  i  caualli  fommamente  fi  dilettano  della  par- 
atura di  cotal  herba  ; e  tanto  ne  fono  ghiotti ,  che  non  fi  curano  d'ordio 
ne  di  auenaTne  d'altra  biada .  IlFucbfio  nelle  imagini  delle  piante  di-  H 
finge  quella  per  lo  Loto  dimestica  ;  il  Gifnero  la  giudica  per  la  Loto  fel- 
uatica  diferittada  Diofcoride;,  LlMattbìoli  tiene  epere  quella  f^etic 
di  Trifoglio  odorato ,  che  dicono  in  B^pma  Tribolo  ;  &  copiofamente  ne 
comprano  le  donne  per  dijìillarlé  a  fujfumigi,  &  altri  varij  odora- 
mene .  Oltracciò  da  l'istefjo  verfo  de  ly ingegno foToet a  dì  fopra  con*~ 
memorato  fi  raccoglie  l'Ethimtdogia  di  due  altri  nomi,  che  i  Latini  ap- 
Epitetidi  pfopriano  al  Cauallo ,  dicendolo  Cornipede,  &  Sonipede;  questo  perla 
cauallo  »    mede  fimo  coftume  di  battere  &  fuonare  col  pie  la  terra  ;  quella  per  lit 

quali- 


1>Ét  C^yjtLlO,    LI*.  IL  9<ì 

rJl  qualità  del'vnghia ,  che  è  di  corno  :  fi  come  Vvno  e  l'altro  dimostra 
Gnidio  dme  ne' fatti  dice } 

Col  [odo  corno  la  grane  vnghia  fuma . 
Sonogli  altresì  attribuiti  molti  altri  Epìteti)  come  da  cottiti  y  Anhelan- 
te;da  colui  Quadrupedante ,  Spumante  >  e  FJcordeuole  del  padróne;  da 
Sillioe  daStatìoySinhelo:daClaudianoySndante;da  Marnilo,  Fuman- 
te; da  V  aler  io, Voliterò fo:  da  Lucano  >  Sublime .  E  flato  ancora  da  que- 
Jli  chiamato  Alìpede,  quafi  di  piede  alato  ,•  &  >A eripide ,  quafi  di  piede 
aereo  ;  benché  leggendoft  per  dittongo  y  patria  dinotar  la  fermerà  de' 
piediqnafi  di  rame  muniti  ;ò  puri  ferri  di  che  fi  calcano .   .Altri  xAli* 

B  geroyò propriamente  iA lato  :  altri  *A lite  cioè  augello  ;  altri  Cito-,  cioè 
pre  Ho;  altri  LeggieroyTernice  e  Celerebbe  veloce  parimente  dinotano: 
altri  Rapido, Fugace,&  ìmpigro y  cioè follecito  :  &  altri  quafi  volan- 
te-i  Volucre.  T utti  impoHogli  degnamente  per  la  fomma  velocità  >  che 
è  in  Ini .  Effendo  propriamente  al  cauallo  data  per  ornamento  dalla 
TSlatura  (come  AriHotele  dice)  la  velocita  del  corpo  marauigliofa * 
però  fi  difie  bene  da  Ciceroneyche  cofi  nafce  l'buomo  ad  intendere  &  ope 
rare,come  il  canea  cercare ,  /'/  Bue  ad  arrare  y  e'I  cauallo  à  correre  :  da 
Quintiliano  anco  affermandoli y  generar  fi  il  cauallo  al  corfo  .  E  della 
medefima  comparatione  fi  ferui  §  aleno-,  dicendo  >  che  fi  come  la  perfet- 

C  tione  del  Cane  confiHe  in  effere  nelle  caccie  &  nelle  guardie  animofo  : 
&  verfo  i  àimtHìcì  manfueto  :  &  laperfettion  de  l'albero  inprodur 
frutti  abondanti  &  ottimi  >  cofi  la  perfettion  del  cauallo  confi/le  in  ve- 
locijjìmamente  correre,come  cofa  alni  appropriata .  St  di  qui  fi  fa  bel-  v  r     - 
ia  confideratione  daElianoyfelCadauere  del  cauallo  generale  vefpe  y  fim!jj  on 
le  quali  dalla  putrefatta  midolla  volati  fuori  dfchieraàfcbieray  vera-  de  fi  pro- 
mentepuò  dir  fi  che  da  animai  velocìffimo  qual  è  il  cauallo-,  non  poteafe  buchino  • 
nonvelocijjima  progenie  deriuare  ;  come  per  contrario  da  gli  A  fini  fi 
producono  f e ar afoni  (il  che  afferma  TlintydalT 'auro  Apiye  dal'buo- 

p  mo  ferpenti .  Terò  gli  Sgittij  (fi  come  Oro  fa  fede)  per  dinotare  le  vefpe 
dipigneuanovnCadanere  di  cauallo  :  la  qual  cofa  parimente  dimoHra 
Ouidioydoue  dice. 

E  de  le  vefpe  o  rìgìne  il  deHriere 
■Guerreggiatory  cheprefìo  in  terra  giaccia . 
Et  per  quefla  cagione  volendofi  dinotare  due  cofe  di grandìffima  lunga 
tra  fé  contrarie  y  è  vfato  a  dir  fi  in  prouerbio  y  La  teHudine  feguita  il  ca~   Cogno-- 
uallo .  Hanno  oltre  acciò  i  caualli  fecondo  la  diuerfità  de  Vefìerloro  >  "y  j  /  a" 
diuerfi  cognomi  :  perche  fregali  ò  tormentali  fi  dicono  qui  di  R^asga  y  Emiflari/V 
che  Hanno  alla  Campagna.  Zmijfarìj  fono  i padri  dell' tsf mento  (come 

C    z  (jione- 


Gioiitmlt  gli  avella  )  cioè  i  canal  li }  che  di  fuori  attendono  al  generare    £ 
detti  da  noi  Garagnoni  y  i  quali  continouamente  sìanno  in  compagnia 
uj  r  *»n0  delle  Giumente  fodis facendo  ad  ogni  lor  appetitole  fupplendo  a  quel  che 
haueffe  mancato  l'^mmiffario,  che  noi  diciamo  Stallone:  meritamen- 
te [dalla  fìalla  cefi  nomandolo;  perche  entro  le  fi  alle  fi  deono  tenere 
ben  goucrnati  tutto  il  tempo  de  l'anna  dopò  la  monta .  Cjli  altri  paiono 
hauerprefo  il  nome  loro  da(jara>percbe  per  amore  delle  giumente  flan 
no  tra  loro  (pejio  in  contefa  :  ofi  dicono  quafiGuardignoni  per  la  guar- 
dia y  che  ne  tengono  ;  altri  il  traggono  da  carogna*,  folendofi il  più  delle 
-volte  mettere  à  tal  effetto  caitalli  vecchi  fianchi;  ma  è  grandijjìmo  er- 
rore à  farlo.  ;  perche  à  chi  difidera buona  ^a^a  Jbifogna  delle  medefi & 
me  qualità  tenere  i  (j aragnoni  >  che  fi  richiedono  a  gli  Stalloni  ;  benché 
di  tanta  grand  eiga  non  molto  importi  :  &  fono  per  molti  rifletti  i  Ga- 
ragnoni neceffarij  alle  Ha^eyfa  cendogli  libera  mente  andar  p afe endoy 
che  cofi  più  f ani  fi  mantengono  )Chc  rinchiufi.  Trendonaeriandio  cogno  • 
mi  i  caualli  dalla  diuerfità  delpafìo  loro  y  ilqual  è  differente  ò  di  qualità 
è  di  quantità .  Dualità  intendo  fé  l  cauallo  camini  duramente-,  ìypiace- 
uolmente-fò  mediocremente.  Quantità  fé  tardo  ò  veloce  >  Il  che  confide- 
randofìdal  moto  e  dal  tempo,  meritamente  alla  ragione  della  quantità 
Moti  del  fi  attribuifee .  I  moti  del  cauallo  ferine  .Alberto  efìer  quattroUl  primo  è 
Cauallo    ^  corj-0  ^  ^  qHale  ft  fi  con f alti  >  quando  infieme  s'aliano  i  pie  dinanzi > 
&  infieme  quei  di  dietro ,  fingendo  fi  il  cauallo  >  e  dal  corfo  è  diriuato  il 
Corfiere  name  di  Cor  fiere, quale  dirittamente  i  "Tetrarca  aggiunge  epiteto  di  vo- 
^uak  ila .  lo  in  quelfuo  verfo  > 

De'  volanti  Corfìerper  mille  fefie  ► 
Ma  non  molto  veramente  eojlumatalnome  il  vulgo  d'hoggi,che  (orfie 
richiama  certi caualli  grandi  e  groffia  quali  poco  fon  atti  al  correre .  Il 
Trotto .    fecondo  è  il  Trotto,quando  più  velocemente  del  p affo  ordinato  al^a  infie 
me  il  pie  dinante  quel  di  dietro  da  contrari^  lati:  Et  nel  mede  fimo  mo- 
Peditatio  do  fi  fa  il  teri^Oyche  dalpreHo  muouere'de '  piediTeditatione fkdetto:ma  g 
fle*  fa£*  confaldex^a  dell'  animale  -.però,  noipojjìamo  intendere  il  Tonante. 

Am  buia-  Il  quarto  è  l'ambulationey  cioè  l'ordinario  caminare,o  vero  il  paleggia 
ione .         recitando  infteme  nel  mede  fimo  lato  al^a  il  pie  dinanzi ,  e  quel  di  die- 
tro^ quesìo  moto-più  piacenolmente  fi  viene  à  fare, fé  ipiedi  non  s'ala- 
no molto  dalla  terra  :  e'I  pie  dinanzi  fi  fermi  alquanto  più  toflo  delderet- 
tano.Dalqual  modo  quanto  fard  pia  differente,tanto  farà  più duro:  e  di 
f.  qui  neceffariaméte  auuiene,cheyl  Cauallo  bé\  e  aminante  foglia,  piàfpeffo 
Succuffo-  inciampare  nelle  vie  ajpre  .  Hora  Succufiori>o  Succuffatori-,  ò.Succujfa- 
riauaii»  rij  fi  chiamano  quei  cauaUi  )  che fkticofamente.  rileuano  le  gambe:  non 

maneggiana 


t>EL   CjtjtVILO)  US.  11.  \oì 

rjl  maneggiano  inguifa  alcuna;  fon  tardi  al  correre,  &  anco  alcaminare> 
e  di  più  continouamente  inquietano  il  gualcante  :  Detti  co  fi  dal  verbo 
Succujfare ,  che  fecondo  Marcello  dinota  il  frequente  fcuotere  in  su . 
Lucilio  gli  chiama  Succufjatori  tetricie  tardi  Caualli  ;  Oue  tetrici  mi 
pare  più  tojìo  da  legger/i  che  non  tetri  ;  effendo  di  natura  cofloro  ma~ 
ninconiofi  ,  e  di  vna  certa  Saturnina  feuerità  e  tarderà .  eufonia 
Crucianti  gli  appella.  Iconio  Tortori  ;  e  quinci  Jìimo  efiere  procedu- 
to il  vocabolo  di  Trottoni,  vfato  da  ftalianiparimente  e  da  Francefile 
da  Spignuoli.  Della  qual  maniera  fogliono  propriamente  ejj ere  iC a-  ondedec- 
ualli  Settentrionali,che  non  fanno  far  altro,  che  vn  trottare  Jpe^ato,^r  to. 
*B  molesliffimo  &  cofi  i  Thedefchi  i  Cauatti  da  camino  chiamano  Trotter. 
£'  ben  vero ,  che  de'  CaualliTrottini  fi  trouano  alcuni  gagliardi,  vnitì 
su  la  fchiena,  ben  ordinati  ,  leggieri  &  agili  delle  gambe,  che  non 
fono  de  ì  tormentanti,  eccetto  fé f afferò  Caualcati  da  poco  ejperti  ;  Ma 
gli  altri,  fhanpoca  f ch'iena  e  poca  h  abilità  ,  certamente  trauagliano 
oltra  modo  ;  e  tali  per  la  più  parte  fon  greui  ditefla  ,  e  tiranti  alla  mano. 
Il  contrario  di  cofloro ,  che  fen^a  quelle  noiofefeoffe  ci  porta  con  leggie- 
ro epiaceuolpafio,  da  Fanone  è  chiamato  Gradarlo  ;  onde  Seneca  me-  Gradario 
taforicamente  chiama  gradario  Cicerone  per  quelfuo  diletteuole  e  dolce  ctl}.  ".a  * 
dire,  che  lentamente  procede.  Chiama/i  ancora  Tolutario  il  Tonante,  ll0t 
ìc  che  leggiermente  eftolle  &  inalba  i  piedi.  Et  Volutario  ilraddopiante 
o  volteggiante ,  come  Iconio  ejpone,  che  con  ordinata  presieda  par 
ghiomerareipaffi,  comedimoflra  Vlinio  do  uè  dice ,  In  *A fi uria  gene- 
rar fi  certi  (aualli  di  picchia  forma,  detti  *Aflurconi,-  il  cuipafio  non  è  Afturco- 
ftmile  àgli  altri  nel  correre ,  ma  piacevole  in  vn  bel  modo  ,  aliando  &  nl  • 
infìeme  riuolgendo  le  gambe  a  vicenda  :  &queHi  fi  chiamauano  Thiel-  fi-  *e   °~ 
doni;daMartiale  cofi  diferitti  > 

Quefio  brieue  Defiriero  ;  ilqual  raccoglie 

Le  rapide  vnghie  à  numero ,  è  venuto 
*  'Dalle  parti  d'iAHuria  ricche  d'oro  . 

Ma  quel  che  la  natura  daua  in  quel  paefe,hoggi  fi  dà  con  l' arte,  &  con 
V induflriade'Coxzpni;aggrauando  i  piedi  al  Cauallo  concerti  circoli  al 
quanto  pe fanti,  come  Vegetio  ci  moHra  da  Tarthi  ben  cofiumarfi;&  noi 
pervfo  veggiam .  J  Fr  ance  fi ,  e  quei  della  baffa  Germania  li  chiamano 
Hacquenè  •>  però  che  con  quello  alterno  rileuare  di  piedi  rendono  fuono  fo 
migliante  à  quel  che  s'ode  quando  con  due  coltelli  foura  vna  tamia  di 
legno  fi  taglia  minutamente  alcuna  cofa  :  il  che  da  effièdetto  Hacquery  ACjunea 
da  noi*4cciare;&  cofi  dal  lor  vocabolo  viene  il nofiro  di  ^icchinea  >  in-  onde  det- 
tendendo  vn  (faual portante  ;  che  va  ferrato  &  foaue  :  ben  che  altri  il  to . 

G    $        diriuino 


Ul  T>  Etili    G  LO- ILI  jf 

diriuino  da  achille  parola  Greca,  che  veloce fignifica  ;  &perlafimìle  g 
Caualli  -velocità  del  e  aminare  glisìeJfìFrancefi \Achai  chiamano  glijlafierì. 
vh"*?*h   Tali Caua^iflAicom  ancora Mmni>& Manullhquafì manfuetiQecondo 
caSfia  Nerone  )chefeguono  Umano  delpadro.ne.Thofcanigli  dicono  pur  Vbir 
do.  niycome  slufa  da  l'tsf  riotto  il  quale  dice,, 

1S[el  mansueto  VhmoychefiHdoffò^ 
Hauea  la  figlia  delEj  Stordilano . 
Edìqueflaforte  molti  fé  ne  portano  da  Denamarca,dafrlanda,eda  Brì- 
tania,come  il  Volaterano  fàfede .  St  eragià  lufan%a,qual  anco  è  hoggiy 
che  fi  tagliafero  loro  i  crini ,  come  fi  legge  appo  Tropertio,, 

Cinthia  mìa  coyhé 'fonduti  Mannì  & 

Qua  s'è  condotta 
"Et  eran&alpm  frequentati  daperfone delitiofe ,come.in  Horatio  fi com-^ 
prende, doue  e' dice .. 

Et.  co' Manni.  laftrada  .Appi a  confuma.. 
Nerone  e  Torficione  chiamano  quefti  caualli picioli.ancor  rBurici ,  de? 
quali.  fàVegetio  mentione .  ^rifiotele  il  caualli  minuti  e  di.picciolàfor- 
ma  chiama  Ginni,  ;  e  Strabon  Gigenij,  fecondo  che  alcuni  vogliono  ». 
Ma  propriamente  Cjinni  fi  dicono  quelli  parti ,  che  per  vitio  della  giu- 
menta,, la qual  haueffe  patita  nel ventre  infermità :>,  nafeonodi  natura 
qua  fi  imperfetta;  come  iTS(ani  tra  gli.huomini  ;,  &  queflidkeViHeffo,G' 
filofofo  che  fogliono  hauere  il  membro  genitale  d' ecceffiua grandetta .. 
JEliano  fa  fede ,,  che  appo  gli  <2? fili dell'  India,  nafeono  caualli  non più. 
grandi  di  vn  Cafirone..  Quelli  de'Tigmei  pur  fi  dicono  effere  di  pie- 
doleva  fimile  ad:  effi  popoli .  Iconio  chiama  i  Caualli  piccioli:  Mu- 
fimoni.  Il' volgo  Italiano,.  Spagnuoby.  e  Francefe  T\pn%ini  gli  ap- 
Hoiizini..  pella  ;  esflberto  latinamente  I^pn^inf;  vocabolo  tratto  (  fecondoHer- 
molao5)  dalle  Fumane,  le  quali  Vlinio  dice  efier  certe  ferre  p-andi  » 
con  che  i  fabbri  dilegnami fegano  le  traui grofìe  con  aiuto  di  caualli  in- 
certo lor  modo.  Romina  ancor  Alberto  i  Talefridi ,  onde  forfè  è  r*r 
tratto  il  nome  del  palafreno ,  che  con  poca  differenza  i  Francefile  gl'In- 
glefi  dicono  Talfraye  &  Valefroy  :  Ma  fi  come  da  libino  è' differen- 
te il  Palafreno, quefio  efiendo  più  grande,  e  di  più  fi  ima;  quello  pia: 
picciolo  &  men  degno  ;cofidiflerifce  ancora  dai  I{pn7^ini,i quali  s' inten- 
dono caualli.atti  ad'ogni forte  difkticae  di  vettura  y  la  d'oueì  Palafreni, 
fono  propriamente  dilettevoli  alcaminare qwetamente,come  il  "Boccac— 
..  e-       ciò  dislingue ,  dicendo,  In  luogo  di  lor  B^on^im  trouaro  tre  Plalafreni  y, 
ePalatìe-  &  altr0Me'  Tutti  i  fuoi  caualli  infino  alpìumifero  T{on%ìno ,  Final* 
niere.       mente:  affai  maggiore  de gnitals 'intende  nel.Talafreno,da.  cui.  Palafre* 

niere fa 


DEZ  CjIV  J.110]    L1B.1I.  'to> 

rm  nìereft  dice  per  le  staffiere  :  che  a  Cardinali  &  à  Tapi  y  à  l{eine  e  gran 
Madonne  fi  danno  in  vjo .  Ma  ne  luna  ne  V  altra  frette  diquesti  cauatti 
àlMartialmefliero  è  punto  idonea  per  combattere  ;  fi  come  vagamente 
S ilio  gli  diferiue-y 

Ticchio  è  tal  T>estrier  >  ne  à  Marte  noto  ; 
Male  veftigia  fue  con  [aldo  dorfo 
"Tiaceuolmente  ghiomerando  muoue  ; 
0'  con  quieto  collo  il  carro  trahe^ 
Quefio  sì  quieto  modo  i  Greci  chiamano  Tedi)  vn' altro  Calpe\  ilqualt 
benché  à  Suina  &  à  Varino  pareffe  il  me  de  fimo  >  esponendo  Calpa%in 

j5  per  andare  piaceuolmente  ce? pie  foìieuati  ;  nondimeno  fecondo  il  pare- 
re diUudeoy  che  pia  mi  quadra  ;  egli  è  lo  Jpingere  del  cauallo  a  folti  Galoppo, 
correndo  ;  Et  di  quejla  voce  Calpe  i  Francéfi  dicono  (alop  y  &  noiga-  e  galoppa 
loppo  e  galoppare ,  Il  vocabolo  di  Gianetti  ò  Cjinetti ,  che  dicono  gli  rfL° 
Spagnuoli-y  slimano  alcuni  y  che  fuffe  prodotto  dalla  parola  Greca  (jin- 
nith-che  di  leggiera  armatura  fignifica:  altri  congetturano  dal ginoc-  Ginetti  o 
ch'io  y  che  per  efiere  questa  forte  di  cauatti  affai  veloce  y  bifogna  il  catta-  ■Gianetti. 
Mere  con  le  ginocchia  fermarfi  >  premendo  forte  lecofie  delcaualloyper 
girfìcuro  in  su  la  Sella  ;  òpiu  tofiofi  può  direy  per  éffere  il  Ginetto  fa- 
migliarned' agilità  alla  Cjinetta,animale  di  formae  di  natura fìmile  al- 

C  la  Mustela  dimestica ,  detta  da  noiFoina  >  di  colore  tra  nero  e  croceo^ 
ma  con  certe  macchie  in  tutto  nere  ordinatamente  difrofie  per  la  pelle  > 
vb'è  molto  tenuta  in  pregio ,  come  la  Martora  y  per  ejfer  di  pelo  dili- 
cato  folto  y  e  lanuginofo  da  dentroy  &  odorifero  y  Si  trouano  quefie  r(ji- 
nettepur  in  Ijpagna .  Et  voce  parimente  Spagnuola  è  ilCortaldoylaqual  comldo 
voce  appo  lor  dinotay  che  tiene  i  criniy  egli  o  recchi  cortadi  e  moigi  ■  ò 
uerofipuò  dire  quàfiQuartaldoy  cioè  quadrato  yò  come  corto  &  alto 
che  tali  propriamente  fon  di  statura  :  ò  quafì  Cor f aldo  >  per  la  falde^ja 
del  corfo  non  molefio  al  Caualiere ,  Ma  generalmente  i  caualli  più  atti 
al  corfoy  che  ^Alberto  Currili  chiama ,  fi  dicono  hoggi  Barbari  ;  perche 

■    da  barbarefehipaefi  il  più  ne  vengono;  come  da  Vegetio  fi fa  fede  >  che 

vélociffimi  caualli  ad  vfo  di  fella  produce  l'africa .  Et  co  fi  ^Angelo  Barbari 
Tolitiano  in  vno  Hejfafiico  celebra  vn  cauallo  di  Lorenzo  di  MediciyVe-  ca  ual"  * 
nutoglida  Ktymidia  ;  dicendo  y  che  di  velocità  auawzaua  gli  augelli eì 
venti  :  egli  harebbe  a  cedere  Cillaro  e  Tegafo  :  perche  nel  mexo  del  cor-  , 

fo  nonfipotea  co* gli  occhi  feernere  :  fé  non  quando  fi  mouea  dal  capo 
della  Carrera  >  ò  quando  al  proposto  termine  era  giunto .  Veramente 
quelpaefey  conformi  alla  velocità  de*  caualli }  deftriffimiCaualcatori 
ancora  è  folito  di  produrre,  fcrmmdo  Stratone  >I  Mori  anticamera 

C    4       te 


v 


104  DT.LlotGLO\lA 

te  bauer  vfato  di  Canale  are  cauaìli  ignudi,  con  certi  collari  di  legno  h  jg 
di  pelo  ,  da?  quali  pende  a  la  redina  fatta  di  giunco  ;  ejpefio  correr  dirit- 
ti in  piedi  in  fu'lcauallo  ,fi  come  fé  ne  veggiono  ancora  a'tempinoslri, 
che  porgono  Stupore  à  riguardanti;  Et  mirabile  parimente  narra  Li- 
vio effere  la  deferita  &  la  leggierciga  ne  ilSlumidi  ,i  quali  armati 
fen^a  interromper  punto  la  pugna  quantunque  ajprijfima ,  faltauano 
da  vn  cauallo  in  vn  altro;  che  ben  che  fen^a  felle  (fecondo  ^Appiano) 
li  coslumaffero  ,  tutta  ria  dolciffimi  loro  erano  à  cotal  vfo  :  il  quale  da 
Romani  fu  imitato  >  come  Sefio  Pompilio  dimoflra  ;  Con  ciò  fuffe  cofa 
che  ogni  Caualiere  nella  guerra  fi  menaua  due  caualli  :  acciò  che  fida- 
to e  fianco  l'vno ,  foffe  potuto  pajìar  nell'altro  afeiuto  efrefeo  :  fi  che  & 
Caualli  amendue  conferuati  egualmente  fi  fufiero  in  rigore  :t  ai  Caualli  per  lo  fai 
defultori.  t0  Defultori  fi  nominauano.-tirandone  due  paghe  il  Caualiere,che  mone- 
ta "Pararla  fi  diceua .  Se  ne  portauano  ancor  talvolta  piùdi  due  fecon- 
do la  fkcultà  della  perfona ,  fi  cerne  noi  pur  vfiamo  al  giorno  d'hoggi;. 
che  fi  chiamano  da  Francefi  cheuaul  durelais ,  quafi  caualli  diriferuat 
*J\£a  i  nofìri  fi  portano  infellati;  gli  amichigli  vfauano  tutti  ignudi . 
Oltre  che  ne  pur  come  noi  cojlumauano  di  caualcare  in  vn  cauallo ,  ma, 
portandone  due  congiunti  y  fopral'  vno  fiaua  il  Caualiere,  che  combat- 
tea; fopr a  l'altro  l'auriga  che gouernauai  fieni .  'Benché  l'vfo  piùfie- 
Vfoàdcó  quentefia  fiata,  che' l  Caualiere  combattea  dalla  carretta ,  la  quale  due  *J 
cTret^"  ò  quattro  caualli  tiraitano,col  reggimento  del  loro  gommatore  *  Et  co- 
fi  deferiue  H omero  i  principi  di  Cjrecia,ediTroia,  co  fi  mede firn amen- 
te Virgilio  induce  Turno  <&■  Enea  ,  &  altri  molti  hauer  pugnato  .  Il 
che  e fpreff amente  afferma  Filoflrato  nelle  leoni  ;  che  gli  Heroi  vfauano 
nel  combattere  due  caualli  congiunti  al  carro  \  ma  H ettorre per  auda- 
cia fempre  quattro .  Tal  combattimento  fcriue  Eliano  non  effere  da 
fregiar  fi ,  potendoui  due  foldati  andar  infieme  ;  ma  a  menar  il  carro 
in  giro  bifogna  for%a  di  mani  &  molta  pratica-*.   Tsfonperò  (come  al- 
cuni fi  credono)  fu  lor  incognito  l'vfo  nefiro  d'vn  fol  cauallo  :  perche  . 
l'islejfo  Homero  deferiuendo  Vlifse  nel  naufragio  efserfi  aggrappato  ad 
vn  legno  della  natte  rotta ,  &  fopr  a  quello  con  le  gambe  aperte  afletta- 
tofi  andar  nuotando  >pone  la  fomiglian^a  d'vno ,  che  caualcafse  vn  fol 
cauallo  >  Celete  detto ;del  qual  vocabolo,  fi  ferue  talhorVegetio,  inten- 
dendo vn  cauallo  da  fella,  &  idoneo  al  correrci*  'Pomponio  Mela  nar- 
ra -,  che  ipopoli  di  Galitia  combatteano  anticamente  su  Cauaìli  infellati, 
ejpefio  armatintlle  carrette^ .  i^Ca  fé  gli  antichi  nelle  guerre  tutti\ 
vfauauo  le  carrette ,  &  nella  pace  il  Cauallo  f ch'ietto,  quando  per  often- 
tatione  della  lor  agilità  fhcean  prona  di  J altare  da  l' vno  ài' altro  >  ne^ 

ferttore    - 


DEL  CAVALLO,  LIB.  II.  ioj       '   •„  w 

.     feruore  della  carriera;Hora  vfiamo  tutto  il  contrarioyché'l  cauallo  dif- 
i      giunto  neUe guerre,&  le  carrette  nella  pace  più  scioperiamo  :  cofi  por- 
tando il  tempo  >  cfo  l'vfawra  >  e^  og«*  rf/?rd  e o/tf  W  cangiando  dipaffo 
inpaffo  :  aggiunta/ila  ragione ,  e 'l con figlio  humano  adefie  mutationi 
accommodato  .  Che  già  l'vfo  delle  fiajfe  molti  voglionoyche  non  fiaan-    t       .  • 
tico:  tra' quali  è  il  Macchi  auelli  ;  &  perai  foldati  anticamente  (come  ift^efe 
Fi.  Vergilio  narra) fi  filettano  esercitare  al  volteggiare  y  $*  al  f alt  are  >  antico  o 
acciò  che  nelle  repentine  occorrenTefifuffero  trouati  più  agiliyepiu  leg-  nò . 
gieri.Ma  io  non  pofso  indurmi  à  crederebbe  gli  buomini  d  arme  carchi 
diferroyfuffero  maipotuto  montar  a  cauallo,  &  reggeruifipoi  difopray 
%  fen^  fiajfe  è  altro  cotale  appoggio-.però  giudicoyche  da  quel  tempo  che i 
foldati  incominciaro  a  courirfi  diferroycominciò  l'vfo  ancor  delle  fiaffey 
cofi  nomate  da  lo  fiarui  i  pie  fermati  :  &  fi  puh  penfare  che  nelprinct- 
pio  ftfujìer  fatte  di  fune ,  o  di  corame ,  è  di  legno ,  è  pure  di  ferro  :  ma 
che  di  mano  in  mano  fi  fa  venuto  a  più  ornamentiyfì  come  non  trouan- 
doft  fcritto  >  chi  fuffe  slato  l'inuentore  de  l'altre  cofe  appartenenti  al 
guernimento  ;  s'è  da  filmare  infommaper  infallibile  argomentoy  che  la 
neceffitày  &  Vefferien%a  invarij  tempi babbia  data  cagione  attagente 
di  riìrouare  diuerfe  cofe  per  vtilitày  e  per  com  modo  della  vita  humana 
in  ogni  effercitioye  fpetialmente  in  quefio  della  militia.  La  cui  difciplinay       .    .  s 
C  fi  cornea  nofiro  malgrado  &  à  noflri  danniyè  trafeorfa  à fiorire  ne'  Tur  j,  ^^m 
cbi:cofi  la  velocitày  della  quale  erauamo  venuti  a  ragionareyfiorifcene'  trafeorfa  a 
lor  caualliycheper  lo  più  il  veggiamo  vfar  Cafiratuda  Vegetio  dettila  fiorir  ne* 
donile  Canterij  da  Catone  :  indi  i  Frane  e  fi  Cantiergli  dicono:  e  tal  volta     ur  c 
ancora  Cheuro1^  &  Ongre:  i  Germani  gli  chiaman  Monaehiyem  manchi   canteri! 
&  altroue  Vuallacchiyper  venirne  gran  copia  daquella  regioneygl'ìngle  che    cofa 
fi  dicono  ageldingfono  i  Canterij  (  come V arrone  fcriué)  co  fitta  causili  fiano. 
come  tra  Torcili  tJWaiale  >  el  cappon  tra  Calli:  detti  cofi  dal  verbo  Ca- 
rereper  effere  finta  feme  .  filtri  fiimanoyche  efìendo  già  fiata  vfan%ay 
che  i  caualli  fi  caÙr afferò  co' cauteri^  :  di  qui  mutata  vn a  fola  Ietterai 
D  canterij  fi  fufsero  nominati  :  e  quesli  propriamente  >  come  dice  il  Vola- 
terranoyfono  idonei  aUavettura}  &  per  lo  più  s'intendono  (auallaeci  :  t 
quali  benché  fi  debbano  fcegliere  ben  forcati  yfono  peràfeiocchiffimi  al 
Caualcareyfecondo  quel  ver fo  di  Tlauto ,  fon  portati  dal  quadrupedan- 
te  cantherh  cruciante  :  &  altroue. 

De  iFranceficaHtherijfianpÌH  vili. 
Seneca  pur  ne  fu  memioneylàdoue  dice.  0  qual  era  Vhonore  del  fecola  art 
ticoyquando  Marco  CatoneyilCenforino  y trionfale  Imperadorey  fi  vedea 
vfare  ynfol  cauallo  Cauterio  }  e  non  intero  S  perche]  la  parte  di  dietro 

^li 


I<^  T)  Z  L  t  \A    G  L  ò  \1  ^i 

gli  carie  atta  di  bolgie  e  di  fardelli:  e  di  [uà  mano  medefima  lo  Briglia-  g 
-uà .  SoggUignendo  meritamente  talcauallo  poter/i  antiporre  à  tutti  i 
Prouertn  grajji  zJ%£anni,&  <^Jlurconi,e  Tolutani .  Del  (fanterio  fi  trottano  affai 
terio.       prouerbi  effer  vfati  ;  che  per  dinotar  vna  cofa  molto  intrigata  e  peri- 
gliofa,fi  dicea ,  e  fiere  in  Qinterio  dentro  il  fofio .  Etquallhora  fi  vedea 
t>no  nel  principio  della  cofa  mancare  d'animo ,  dicevamo ,    i7  Cauterio 
nella  porta:  Il  qual  detto  nacque  da  vn  certo  Sulpitio  Galba  Romano  , 
il  qual  mettendo/}  in  camino  ,  per  far  vn  lungo  viaggio ,  il  (auallaccio 
gli  cadde  fotto  sfilila  porta  della  Città  ',  onde  egli  ridendo  dific^ .  Ma- 
rauigliarfi  come  sì  toflofì  fufie  fianco .  'Benché  vn 'altra  volta  vn  filmi- 
le cafofiu  augurio  afiai  cattiuo  a  Flaminio  Confilo ,  ilqual  trottando  fi  in    P 
J£re-%zo,e  f degnato ,  che'lQirtaginefie  vagaffe per  tutta  Italia ,  &fien 
yenife  infino  alle  mura  di  P^oma  ad  oppugnarla  :  volendo  vfeire  con  le~ 
fine  infegne,il  cauallo  repente  cadde,  gittando  à  terra  il  Confilo  ;  ilquale 
poco  da  poi  con  grandijfìma  fìrage  delfino  effer  cito  fu  fuperato  al  Tra- 
fiimeno .  Et  perche  è  cofa  notiffima  i  caualli  dormire  fi  andò  in  piedi ,  e 
Caualli  maffimamente  quesli  cofigrojfali;  ^4dvn  chehaueffe  raccontate  fole 
dormire  ^HOr ^- pr0p0foo,quafi cjje  yegghiando  fognafie, diceuanoylui dormire à, 
°      '   guifa  di  Canterio  :  &  cofi  da  ¥  lauto  fi  trotta  v fiato,  come  Celio  moslra, 

lAlcunihan  chiamata  Canterio  vna  forte  di  (farro ,donde  forfè  tai  Cattai     „ 
li  atti  a  tirarlo  prefero  questo  nome  :  e  Himo  quel  vocabolo  diriuarfì  da     •* 
Cantho,  che  fecondo  Quintiliano  fignifica  il  ferro  con  che  le  ruote  fi  giun 
Itinerari)  gono.Ma  diquefli  cauallacci  da  fatica,  Itinerari]  fecondo  lisìeffo  auto- 
refi  chiaman  quelli,che  Volluce  nomina  Hodeporici,attì  al  caminare;  i 
quali  indifferentemente  grandi  e  piccioli  fi  coflumano,ma  piaceuoli;  la- 
Sarcina—  fidando  i  più  feroci  aM'vfio  delle  guerre,  come  dice  Varrone  :  Sarcinarvj 
riJ  *  quelli  ,  che  portanfomme  :  però  dice  Senofonte ,  che  fé  caualli  &  Cani 

fi  nttdrifcono  alle  Ville ,  facilmente  in  molti  modi  ricompenfiano  lefpefe 
Cauallo  a^  efìlfate  '  %  di  qui  veramente  fi  può  l'utilità  di  queflo  animale  confi- 
animale   derare; che  glifteffi  caualli,  i  quali  ingiouentà  ottimi  fiano  siati,  ufan- 
vtile.        do  poi  fon  fatti  vecchi  :  che  Virgilio  dice  effere  conueneuole ,  che  loro  fi  /£ 
portaffe  rifletto  ,  lafciandoli  rìpofiare  ;  non  è  tanta  la  humanità  del  no- 
ftro  fecolo,che  lor  fi  perdoni,  ma  in  vece  del  guiderdone  delle  lorfi  lun- 
gamente fopportate fatiche ,  fi  mettono  di nuouo  a  mille  altri  ejfercitij 
affai  più  grani,  &  ancor  pia  vili:  de"  quali quanto  fi fdegnino  per  natu- 
ri  ra  igenerofi,  ne  può  far  fede  quell'accidente ,  che  m' è  flato  racconto  > 
ner  natu-  ""  ^accl°  di  Corfica  effere  auuenuto;  che  vn  cauallo  del  S. giordano  Or 
ra  animai  fino,  il  quale  in  nome  del  Kj  tsfrrigo  tenea  quell'Ifisla ,  tolto  da  l'vfio  di 
generofo.  Sella  alla  carretta  da  trar  terreni  ;  per  difierationedi  tale  ingiuria,  nel 

medefimo 


*7)El    CJ.VjÌllO>  UÈ.  11.  I07  ; 

j    ttiedefìmo  giorno  fuggito  dal  carrettiere  andò  à  diruparfi  con  tutto  ir 
carro  dentro  vn  po-^o .  Terò  quefto  tanto  torto  pia  giufl  amente  alme- 
no fi  puote  fare  m  quelli ,  che  per  natura  ò  per  e  a  fo  fu ffer  le  fi  in  qual- 
che parte .  Che  già  Tlinio  fh.mentione ,  la  tritura  del  frumento  altroue  Efferati  j 
fhrfi  con  pietre ,  altrrone  conpertiche  battendo  %  &  altroue  con  (aualli  ,  d^uc^ "l 
che  per  difoura  vadano  calpestando .  Del  macinare ',  in  che  s'adoprano*  n0  coi  a 
fi  leggon&due  belli  Epigrammi  ^reci  di  ^Antologio .  Oltra  acciò  di  tirar-  uallo* 

.  le  e  arra  ,  onde  Veffarvjfi  fon  detti  (benché  prima  fi  crede  chef  uffa  flato* 
efiercitio  di  Midi  ;  fecondoTompilio)  manifeWiffimo  è  già  l'ufo  in  tutte 
quelle  pari  affai  fredde  ,.  che  ne  Muline\Afìni  producend'o  ,nonabbon- 

2?  dono  pur.  di  Boui  ;  e  quelli  che  hanno  ,  oltra  l 'efiere  troppa  piccioli,fiac- 
chiy  etardiyfon  digranpenga  &  fi  coflum  ano  più.  a  mangiare ..  Et.  co- 
fi  éfi  vede,che  in  tutta  la  Germania  alta  e  baffa ,  e  nella  Fiandra,  &  in 
quelle  altre  proumeie  lor  finitime,  co'Caualli,e  maggiormente  con  le  (a- 
ualle  cobinano  i  l'or  terreni ,  triturano  le  ricolte ,  e  conducono  à  cafa  le. 
yettOMaglie ,  le  mercantie,  &  ciò  che  altro  fa  di  mestieri:  alla  vita  hu- 
wana  ;  parte  conìmbafti  vfando  nelle  montagne,  parte  ne' piani  co'gio- 
ghià  carri:  congiugnendouifital 'volta  à  dieci  e  dodici  ."  tra'  quali  fono  1 

infiniti  di  bella,  forma  e  dibella.taglia,  ma  come  deftinati  à  quel  vile 
effercitio,  tagliano  loro  talvoltaì  crini,  con  openione,  che  fi  mantengo- 
C  no  più.  gagliardi ,  non  curando  di  raddoppiare  in  quel  modo  l'ingiuria: 
ad'ammal'i tanto gioueuole,cheperò  giumenti furo  tragli  altri  nomi  ap-  c\ì[ìm2iti 
pellati,  effendo  V  aiuto  toro  oportunijfimo  ,&  ammirabile  in  tuffi  Ino-  giumente 
ghiy  in  tutf  i-tempi,  & 'in  tutti  affari,  à.tutte  genti  ..Et  fen^aloro vera-  dagioua- 
mente  inniunomod'oné'fudettipaefì,&  in  altri  fimili  fi  potrebbono  fa-  re  *  « 
re- gli  appar amenti,  cheft  richiedono  allaguerra  ;fi  come nouellamente 
habbiamo  viTto,phe  neWìmprefa  delinuittijjìmo  Bj  W^p&ro  Signor  con- 
tra\Arrige,  fi:  fono  adoperati  (oltra  il  gran  numero  dà  combattere)  che' 
di  quaranta  mila  destinati  à.tirare  diecimila  carri  -,  fuor  di  quelli  altri 
che  uraliano  i  cannoni.  Hor a  da  queflo  fi  fatto  mestiere  altri  cognomi  coenotn- 

fi>  ancora  fi  trouano  i  e  aualli  hauer  gìa^prefi  :  che  fi  come  dal  carro  fvlegge  deicaual 
detta  la  fella  curuleper  lafedia ,,  che  in  quello  foiea  portar  fi  ,coficuru-  M  prefì.  .& 
lì  ancora  fi  diceuanoi  (aualli  che  quel  tir auano:  :  e  dal  giogo  Subiugi  e 
Cjìugali,e  Zygijj  quelli ,  che  and'auano  fiotto  il  giogo .  Vareori  quelli  che 
andauano  dà.  i  lati.Hermolao  cbiamaDextraritutticotaliCàualU che- 
fi 'fogliono'  congiungere  alle  carrette ,  prendendo  il  vocabolo  del  verbo' 
Dzxtrarejcbe Solino  vfàparlàndb dì queHi 'cor fi.Mà ilnomedi  DeBrie-      », . 
roidì qui. venuto,  hoggtfi.vede.attrihuireadognipmbello epik^perfet-  on(jecjerj| 
tQCaMUoiemerìtament&invmtàic^ 

pronai 


So8  Z>  ELI  j£    g  l  0  ^  /  Jt 

fYOua;  St  indi  fi  dice  Addestrare  per  guidar  per  le  redine  il  1)eBriere  ì  g 

vocaboli  tutti  vfati  dal  Boccaccio  >  appo  cui  fi  legge  >  armato  foura  vn 
gran  Defiriere  vidi  vn  pofiente  egenerofo  Sire  .  TSfoi  addeflreremo  il 
vofiro  cauaìlo  >  &  vi  feruiremo  infimo  a  tanto ,  che  volfcaualcherete  : 
e  più  oltre  >  Al  freno  del  cauaìlo  di  "Biancofiore  venneroye  quella  infino 
..  „  al  l\eal palazzo  adde&randola  accompagnaro .  'Diceuanfi  ancoraFu- 
Habenali.  na^  >  &  Habenali  quei  caualliyche  s'aggiugneuano  al  Carro  da  man  de- 
stra y  e  da  man  manca;  per  le  funi  e  redine  >  con  le  quali  fi  legauano  .  Il 
Beroaldo inSuetonio  efponeycofi  chiamarfi que'  (aualllycbe proffimian- 
dauano  dauanti  al  carro  trionfale ;foura  i  quali  foleuano  Caualcare  fan- 
ciulli nobillyportando  in  mino ,  torchi  accefiycheFunall  pur  fi  appallaua  F 
no.fntorno  à  questo  fi  legge ,  che  V ubilo  Umilio  >  fuperata  la  Macedo- 
nia importo  due  figli  fuol  ancora  sbarbatiyCjermanico  cinque^M. ^into- 
nino & Vero foura  iCaualliTrionfalimenaro  mille  pulzelle  dauanti  al 
carro .  Et  perche  il  carro  tal  volta  era  con  due  Caualli  congiunti  algio- 
go,cheBiga  latinamente  fi  nominava  :  talhora  con  trecche  Triga;e  con 
m  quattro  talhor  >  che  Quadriga  e  detta,parlmente  i  caualli  ne  haueano  i 
Cognomi nomilQro ,  chiamando]}  Bq'ugi , Trijiig'h  & Quadringi-.e Bigati e Qu^a- 
dallecar-  drigati  ;  fi  come Tlinio  ferine  efferfi  ancora  chiamate  da' 'Romani  certe 
rette .       monete  d'argento ,  nelle,quali  erafcolpita  la  Biga  &  la  Quadrlga:e  tal 

moneta  dice  Tacito  ejferfi  approuata  per  la  più,  vecchia  è  più  conofeiuta.  u 
Fa  mentione  Tlinio  altresì  del  combattimento ,  chefifacea  conlaTri- 
ga^T  rigarlo  appellato;  benché  T rigarlo  dlnotajfe  etiandio  colui ,  che  go- 
Bisfa  ,  e  uernaua  efio  carro}non  altrimentiyche  Blgarioe  Quadrigarlo.  Egli  me- 
Quadriga  defimamente  narrayche  la  Ttigafù  inuentione  della  gente  Frigia ,  &  la 
onde  fino  Quadriga  di  Eritonioy  Celio  dice  la  Biga  da  (Jreci  Sinorlde  nomlnarfiy 
ro .  &  akmi  volere,che  ne  fufie  flato  inuentore  C  attore,  jlrifiotele  fa  men- 

tloneyefferfi  vfata  la  Sinoride  nelle  guerre. Cicerone  racconta  effere  Ha- 
ta openioney  che  Mlneruafuffe fiata  inuentrice  della  Quadriga  :  Virg. 
conferma  Srittonioycofi  dicendo  .  __ 

Trlmo  Srittonlo  con  ardito  ingegno 
Quattro  Canai  fé  gir  congiunti  al  carro  > 
Stando  fi  altiersù  le  veloci  ruote  : 
Ma  quefìa  differenza  è  concordeuoleyeffendo  slato  Srittonio  allettato  da 
Mineruay  fecondo  che  fi  recita  della  fua  criatione  talfauota  da  gli  anti- 
chi :  Trarrà  Germanico  (efare  in  .Arato ,  che  Folcano  fabricate  a  (jioue 
le  faette  fulmineeyhebbe  promefÌ4  di  ottenere  ciò  che  gli  dimandafie:on 
d'egli  -richiefla  Minerua  in  matrimonio  >  ò  fufìe  per  ifligatione  dil^et- 
unoychelei  odiauafò  chefuo  proprio  difiderio  lofftingefie;  (jioue  non  po- 
tendo 


DEI     C  jl  V  ^  ILO  LIB.    II.  109 

m  tendo  mancare  della  parola ,  ordinò  d  Minerva-)  che  fi  diffendeflelafua 

■virginità. Eli  a  in  prima  fi  cominciò  a  nafcondere  in  quel  luogOyche  da  poi  Erittonio 
per  l'amore  di  Vulcano  fu  detto  HefeHio  yfi  come  Bigino  fermo  ;  doue  e.  ua  auo 
pur  Vulcano  lafeguitòy  venuto  allefiretteymentre  ch'egli  per  for%a  ten- 
taua  di  fare  ilfitttofuoy  &  ella  contr  asiana  gagliardamente  >  auuenne 
ch'ei  per  la  fouredna  voglia  corrotto  yjparfe  ilfeme  in  terra  :  Del  che 
vergognata/!  la  Deaycolpiede  vigittòpolue  ;  e  quindi  nacque  vn  barn - 
binoyche  la  parte  digikbauea  di  Drago  :  &  fu  Erittonio  nominato  :  la 
quale  vote  contefa  di  terra  fignificaua.Qu.ejlo  fknciulletto  Mìnerua  afeo 
fé  dentro  vna  ceflaye  d'iella  à  conferuare  alle  figlie  di  Eritteoycon  diuietoy 

B  che  non  l'aprifero  :  ma  come  è  la  natura  di  tattiche  le  cofeyquanto  pia 
fon  vietatey  piàs  "  appetifconode  donzelle  l'aperfero>&  videro  ilferpen- 
te.ll  che  per  detto  di  vna  fornice  rifacendo  Mmeruaymandò  loro  addo f 
fo  vna  tal  pa%£iay  che  dalla  Fiocca  di  ^Athene  fi  diruparoin  mare.-JMa 
Erittonio  crefeiuto  che  fu  in  etàydedicò  d  sy/Cinerua  vn  tempio  cgu  certi 
giuochi  folenni)  che  Vanathenei  fi  differo:  &  egli  per  portar  occulta  la-> 
fua  difformitd,ritrouò  primiero  cai  fattore  della  fua  ingegnofaye  diurna^ 
balia  l'vfo  della  Quadriga  :  Del  che  moffid  marauiglia  non  pur  gli  huo 
miniymiiDei  ;fu  riputato  degno  deffere  afi unto  indelo  .  Mora  di  ciò  Serpente* 
Santo  ^AgoStino  ne  i  libri  della  Città  di  'Dìo  fcuoprendo  il  veroynarr<L->)  hirtoria. 

C  che  in  vn  tempio  d'^Atheniefi  comm'.ne  à  Minerua  &  à  Vulcano ,  efìen 
dofi  ritrovato  vn  bambino  annodato  da  vn ferpe •■>  e  di  qui  giudicando  fi 

'  ch'egli  doue  fé  ruifcive  vngrand'huomo  :  il  fecero  allenare:  e  perche  non 
fifapeay  di  cuifuffe  egli  nato,  l'attribuirono  àquelli^à quali  il  tempio  era 
con f aerato  :  &  coffa  per  alcune fue inuentioni  e  virtù  in  gran  reueren*- 
•^a  tenuto. £' chiamato  egli  tra  le  celesti  imaginiSerpentarioydipignendo 
fi  neWhomero  portar  ìacapray&  nelbraccio  i  capretti)  che  l'onde  fi  dia- 
cono dinotare  JE  eli  quesla  capra  ancora  fi  fk noleggia:  cheCjioueeffendo  CaprarA-- 
Stato  dalla  madre  accomandato  alle  figlie  di  MeUffeo  P\è  di  freta  >  che 
Valleuaffero  in  afeofo  difuo  marito  :  quelle  non  hauendo  latte ,  loferono 
allattare  da  vna  lor  capraychiamata  jLmaltea  >  la  quale  in  quei  giorni 
ifteffì  hauea  partoriti  due  caprettr.i quali  infieme  con  la  madre: per  lo  be 
neficioriceuutofuro  tralejìelk  collocati  :  fi  come  racconta  Tarmeni- 
.feo  :  benché  Mufeo  all'incontro  narri  y  che  quella  capra  f uff  e  chiama- 
ta Egayfilia  del  Sole ,  di  bellijjimo  pelo  candido:  ma  d  affretto  cofi  terri- 
bile &  atroce  y  che  i  Titani  basendone  gran,  paura  ypregaro  la  terra 
lor  madre  ;  xhe  l'afcondejfc^.  Ella  rinchiufala  in  vn.  antro  xlaflìe4f  ~ 
in  guardia  ad  jLmalteaylaqualc  ini  allenando  Giouey  egli  come,  fh gran  „^e  _" 
de  f  douendo  pugnare  contraeffiT  ir  annijì  couerfa  vno  feudo  di  quella  de  detto. 

pelle f 


pelle)  nel  cui  me^oporUua  la  teììà  del  gorgone  ;onde  sì  fatto  feudo  Egi  g 
de  fu  appellato  :  col  quale  confeguita  vittoria  fi  diceyche  Gìùìtèffittgiun* 
te  l'ofia  della  capra  con  quella  pelle ,  rendutale  immortai  vita ,  la  pofk 
in  Cielo  .  <JWa  tanta  èia  varietà  di  cot ali  fole,  chenon  fi  sàquelche 
fi  poffa  tener  per  fermo  :  poiché  altri  vogliono  che^lfegno  attribuito  ad 
Brittonio  f affé  flato  d'vn  certo  Or  filo  co  dmatione  *Argeo  y  che  fu  inuen  • 
tore  delle  quadrighe  :  filtri  dicono  che  fia  Minilo  y  di  mi  ragionam- 
mo di  fopr  a  figlimi  diClitia  e  di  tJHer curio  .  Sia  pero  chi  fi  voglia  ; 
talfegno  è  da'  Greci  chiamato  Heniocoy  per  le  Henie,  che  le  redine  à  noi 
Heniochi  dinotano  .  Chiamanfi  cmchora  Heniochi  in  Tolomeo  certi  popoli  di  Sar- 
popoli  matiaypreffo  ilTonto  e  Coleo,  non  lungi  da  gli  .Achei .  'Tlinio  ferine  la  i 
quali  fuf-  feroce  gente  de  gli  Heniochi hauerìxinnt a  origine  daTclchio  &<s£mfi- 
^er0*  to  carrettieri  di  (attore  e  di  Tolluce  y  II  che  pare  confermar  fi  ad  ^ìm  - 
miano  y  fcriuendo  y  che  della  città  Dio  fi  ori  ade  in  Co  Uhi  furono  autori 
^Amfito  e  Telchio  Spartaniy  Heniochi  de  i figli  di  Tindaro .  Strabone  di- 
ce il  fomigliaìite  >  magli  nomina  altrimenti,  dicendo  >  i  Leoni hauer  ina- 
bitata la  regione  Heniochia }  effendo  lor  Capitani  I{eca  &  >Amfislrato 
rettori  de  i  carri  diC a  fior  e ,  e  di  Tolluce ,  da  quali  la  pronincia  prefe  il 
nome.  IlBj  degli  Heniochi  racconta  Dione  effere  flato  honoratodal 
CD Traiano  z^fngiislo  .  Il  mede  fimo  fignificato  del'Henioco  ImI '^Auri- 
ga appo  Latini ,  detto  ancora  ^Agitatoreydinotando  colui y  che  tien  le  re-  \ 
dine  ingouemoy  e  maneggio  di  caualli  congiunti  infieme  :  ilquale  y oca- 
bolo  ferine  Teflo  efier  pigliato  dalle  ^4.  nreeyche s'intendono  per  quel  fife  - 
no  y  che  fi  lega  intorno  l'orecchie  de  l'animale  ;  come  già  appo  ripiano 
etiaudio  fi  lege  .  Indifaceuano  il  verbo  <Aurigare;&  benché  metafori- 
camente fi  troni  poflo  per  lo  J^occhiere,  come  da  Ouidio  ne'  Trifli* 

Veggio  l'auriga  hauer  date  le  vele . 
Tuttauia  il  proprio  fuo  dice  Seruio  e  fere ,  che  denoti ,  colui  che  regge  il 
carro;  come  dal  medefimo  Toetafipone  . 

fetonte  Auriga  del  paterno  carro  . 

Di  cofiuiè  nota  la  fauola ,  come  efendo  fìgliol  della  'Hjnfh  Climene , 

Alcuni  e  diFebo  ,  hauendo  aflretto  il  padre  à  fargli  per  vn  giorno  menare  il 

che  dalle  carr0  ?  y^  cagion  di  abruciaré  con  gran  danni  la  terra ,  &  fé  mede- 

ijhe  heb-/*wo-  'Kelche  tal  miflero  dice  Fulgentio  contener  fi  y  cheH  Sole  con- 

bero  mor  giugn&ndofi  con  l'acqua,  fempre  ànecefìario  ,  che  generi  alcuni  fi-ut  ' 

cc#  ti,  i  quali  vfeendo  fuor  della  terra  yfiinonti  cioè  apparenti  fé  dicono  5 

&effi  pervenire  alla  loro  maturità  bifogna  che  cerchino  Vardor  del 

Sole  y  dal  quale  p  oi  ogni  co  fa  fi  viene  à  con  fumar  es .  *JWa  fomiglian- 

te  àcofluì  hebbela  pena  ancor  Salmoneo  y  figlimi  d'Sloy  ilqualfk* 

cendoft 


DEL   CA.V  Allùy  Il  B.    II.         ri* 

f  écendo fi  portare  da  vna  quadriga  altijfima,  &  à guifadiGìoue  ofitn- 
do  di  gietar  con  terribile  flrepito-  fiamme  ardenti  su  i  Cittadini y  imi- 
tando i  tuoniei  fulmini:  egli  tocco  da  vn  vero  fulmine  cadde  morto , 
H ebbero  parimente  morte  dalle  Quadrighe  Laomedonte  figlimi  d'Ilo  ; 
'Diomede  figliuol  d\Atlante  ;  zsimfiarao  figlimi  d'Oiclo  ;  e  Giafone 
figliuoldi  Gioue  > fecondo  che  narra  B  igino .  Tugnando  su  le  carra  fi 
trouan  morti'Hifeo ,  Lucago;  e  Ligeri appo  Virgilio  :  ilqnale  ancora fk. 
mentionc^f. 

Che  de  i  Defirier  d'achille  aggitatora 
Automedonte  armigero  fu  detto 

*B  ^Auriga  di  Triamo  fu  Ideo:  di  Turno  dWetifèo  ;  dì  Lab  BJ  di  Tebe  Auriga  di 
Sfatto  ferine  y-che  fu-Ts[aubolo<:  di  tJ^Carte  fi  dif crine  Bellona  armata  ,  t^aiui, 
eon  vna  sferra  fanguinolenta  in  mano .  Tortellio  racconta  Menone  ef~ 
fere  stato  Jturigadldomeneo:  Menesleo  diT>iomede  :  MidonediTile- 
money  Capitano  de'  Tafiagoni .  Celio  commemora  datone  d'auriga  di 
A^mfiarao:  &Herodoto,T?atiramfe  diSerfe.  Legge  fi  ancora  d'Her- 
cole  effere fiato,  auriga  Iolao\di  Rettone  Snipeo  &  Jlrcettokmoy  nel- 
la cui  morte  fucceffe  all'vfficio  Cabrione  fratello .   Di  zJ^Cennone  fi* 
auriga  A" slure  y  dal  cui  nome  fi  differo  gli zaffimi  popoli  in  I-jpagna . 
Oltracofioro  è  celebre  (orace  appo  Ammiano;  &  Felice  Rifiato  ap- 

C  prefio  Vlinhy  dicendo ,  che  al  B[ogo  di  lui  fi  gittò  volontariamente  per 
doglia-,  ad  ardere  vn  de'fuoi  fauoritori:  e  di  perone  dicono  Tigiliìno  Annicere 
sffere  fiato  .Auriga.  Annicere  di  Cirene  (ferine  Eli  ano)  perla  peri-  ^a  Cl.r^7. 
tia  del  caualcare,e  di  reggere  bene  i  carri  effer  slato  alter ìjfimoy  &vn  jj    £  U^t\ 
tempo  volendo  mofirare  a\  ^Platone  la  prona,  de  l'anefiia,  hauer  danari-  caualcare 
ti  all' Accademia  fatti  in  giro  molti  corfi  col  carro  giunto,  contanta  at- 
tentioneyche  pur  vn  detto  nontrauiaua  da  quel  fentiere ,  che prima  ha- 
ueaimprejfo.  Qui  non  tralafcierò  quell'altra  marauiglia,  che  pur  da. 
Tliniofi  raccontay  chevn  certo  Statuario  y  Teodoro  nomato  ,fè  di  tanta- 
picciole^a  vna  carretta  con  quattro  caualli  :  che  tutta  infieme  col )  fitto 

^    Jluriga  fi  venia  àcourire  datale  di  vna  Mofca  fcolpitafopra.  Elfi*-    Gafo  dr 
mile  narra  Eliano  hauere  fatto  Mirmecida  Milefio,  e  Callicrate  Lacede-  !SB£? 
monio .  Tal  diminjitione  Quadrigula  Cicerone  altresì  vsò,  facendo  ri-  nia. 
membran^  de  l'oracolo  dato  a  Filippo  Bjdi  Macedonia  >  ilquale  am- 
monito (come  ampiamente  narraValerio  MLaffimo)che  fi  guardale  dal- 
le Quadrighe,  fé  leuare  da'  fuoi  regni  ogni  vfo  di  carra;  ne  mai  s' 'appre fi- 
so ad  vn  luogo  di  Beocia  ,  dette.  Quadriga:  ma  con  tutto  ciò  non  bafiò  a 
fchiuare  l'ineuipabil  fato  :  perciò  che  Tanfania  nel  manico  della  fi)  ada 
em-  che  l'vccife  ?  fi  trono  che hauea  vna  QuadrighetPa  intagliata .    £/;e 

le 


ili  Z>  E  l  l  jì    <j  L  ò  \1  Jt 

U Quadrighe antìchijfimamente  fu/fero  Siate  vfitte  da'  Rj,  fi  può  ce-  p 
nofcere  fin  da  Samuele  :  che  volendo  difìuad^re  al  popolo ,  che  non  vo- 
lo!] ero  creare  jr  a  loro  il  Rj ,  dice  a,  Egli  terrà  i  vosìri  figliuoli,^'  met- 
ter  agli  ne"  carri  fuoi ,  &  fi  farà  i  Caualieri,  e  iprecorfori  delle  fue  Qua- 
che G^ni-  daghe .  1  (jreci  ogni  forte  di  carro  Cogliono  chiamar  Karma,  tutta  uia 
fichi  ap-  per  eccellen  ?a  s  intende  per  la  Quadriga ,  (jr  Harmatrochia  la  via,)  che 
pòi  Gre-  fan  leruotcs.  I  Latini  han  per  nome  generale  Vehicolo  :  brindi  Ve- 
cu  hicolaru  cofi  i Caualli cbe'l  co  id  icono ,  come  gli b nomili  ,  cbel  reggo- 

no .  ^Plinio  ferine  efere  fi  -.tu  pur  inurntioie  di  Frigi,  fkril  Vehicolo 
Carrette  con  Viattro  rli0te> Ds  ;  Vehicoli  trio  i fi  li  fa  mentiom  Marco  Tullio  con 
chiamate  traVfone^.  De  :  Camerati  che  ermo  co  tetti  per  vfo  di  dome,  Bu- jr 
difteria-     deo  .  De  iMeritorij  che  fi  locavano  ,S  i  e  tomo  :  ilfuak  chiama  anebo 
mente.      U  Vehicolo  Gejlatorìo  ùer  la  ommodità  di  portar fi  in  quello  ,  come  in 
Lettica  .  Benché  delle  Cjeslation}  ,  cioè  del  fin  fi  portare  ,  Celfo  dicala 
miglior  efier  quella,  che  fifa  con  barca  in  porto  ouer  infume  :  la  fecon- 
da con  Lettica  ,  ò  con  fcdia  :  later^a  e  m  meo  buona  col  Vebicjlo  .  Si 
Tafanano  primi  nelle  guerre  i  carri  falcati,  cioè  cunùà  gnifà  di  falce:  e 
questi  carri  da  battaglie  Tbefeo  fi  legge  primieramente  hauer  trottati  : 
Et  perche  i  Lidn  popoli  f  noi  celebri  nel  combattere  con  le  carrette, 
Lidi  peri-  venne  in  prouerbio  à  dirfì  il  carro  Lidio  .    Herodoto  già  narra,  iLidi 
tiffimi  nel  nelV  .Afa  à  tempo  di  Qefo  efere  flati  molto  gagliardi  nel  combattere  *j 
l'arte  del  à  cauallo  :  e  dottiffimi  dell'arte  del  canalcare ,  portando  le  lande  af- 
ca      careyi«  lunghe^.  Vn  certo  Tolidamante .  ferine  "Tan fama ,  hauer potuto 
ritenere  con  la  mano  vn  carro  commofio  a  corfo  .     Quella  voce  di  car- 
ro, che  noi b abbiamo  interamente pre fa  da'  Latini,  che  curro  &car- 
Carro  on  ro  dicono,fà  tratta  dal  cardine  delle  ruote,  che  egli  volge  ,  onero  ch'egli 
de  detto .  correndo  ftrida  .  Da  l'vno  di  quelli  nomi  eglino  fecero  il  curricolo ,  per 
Gurricu-  lo  picciol  carro  :  benché  il  luogo  altresì  >  doue  fi  corre ,  fé  ne  dinoti  :  da 
càrruche  ^  ^tro  earruca ,  parimente  per  vna  destra  carretta .  Delle  Càrruche, 
che  fi  fole  ano  intagliar  d'argento ,  fa  Vlinh  mentione  ,  e  Spartiano  in 
Squero,  ilqual  ordinò  che  tutti  i  Senatori  and  afiero  in  Càrruche  d'or- 
gento,  filmando  ciò  importare  alla  dignità.  Et  fi  legge,  che  'Nerone 
mai  non  bauejfe fatto  viaggio  con  manco  di  cento  Càrruche .  Martiale 
dice,  che  vn  prejjo  di  gran  podere  bifognaua  al  fare  d'vna  carruca  fé" 
condo  l'vfan^a  di  quelli  tempi .  Indi  (farrucanj  fi  dicenano  i  caualli  e  i 
Plauftro,  Carrettieri;  e  dal  Tlaufiro  Tlauilrarij  altresì .    Con  ciò  fia  co  fa  , 
efuoi  co-  che  'Tìaufiro  pur  il  carro  chiamano  i  Latini  per  efierci  palefe  ciò 
gnomi.     cj?e  yj  fia  pjrta[0  #    £)l  fdrgìfis  Stridente  e-r  grane  è  cognominato  : 
da  Claudio  leggiero  :  da  Seneca  Tragico  tremaraente-,da  Horatio  robu- 

fto;  il 


bit  CjtVJLlO\    USilti         ìtj 

rjl  fio:  ìlqualproucrbialmente  ancor  diffe .  "Portar  i  poemi  co'  i  plaustri, 
intendendo  (fecondo  ssfcrone)  cbifcriue  tanto ,  che  bifogni  con  le  carro. 
portarci  libri.  Queflonome  veramente  è  più  ne'ruflicbi  efferati]  fiequen 
tato,cbc  nei  Cittadine  fichi;  tutta  via  s'è  fatto  nobile  inefferefra  le  Jìelle 
nomato,  come  0 iddio  pone . 

Hauea  r  inatto  col  timone  obliquo 
'Boote  il  plauflro. 
Quesla  è  l  or  fa  maggiore;  che  volgarmente  diciamo  il  carro;di  cui  va- 
gamente il  Tetrarca  dice,  che  nel  Settentrione 
Pantana  i  raggi  firn-  lucente  e  bella . 
2?  torcerà  ò  .Arcirna  fi  diceuavn  carro  da  camino  ,  couerto  da  ogniban-  Arcera& 
da  à  gufa  d'arca,  ilquale  foleua  vfarfi  davecchi  e  da  infermi.  Cifto  Aroma 
dice  Telonio  effer  vna  carretta  di  due ruote  ;  frappare  ,  che  fuffe  vfata  ^^Pc% 
pervnagrandi/fim-a  velocità,  fecondo  Cicerone,cl/in  va  luogo  dice,Vre-  ro. 
fiiffirn amente  menato  con-vn  Ci/io  alla  Citta  ;<&•  in  vrì  altro,  Indiece  Cifio.. 
bore  di  notte  quafi  volando  camino  co'Cisij  cinquanta  fei  miglia,  & 
hogpdì  noi  vergiamo  che  in  (jer •mania ,  &in  molti  luoghi  di  Lombar- 
dia, del  p refe  Venetiano,  e  di  Romagna  con  velocitimi  cocchi  poco 
meri  che  fi  corre  la  pofìa,  vfandoui  al  piucaualle  .  Di  qui  Cifario  fi 
dicea  quel  tbe'l  menaua  :  fi  come  Vlpiam  dimojlra ,  Se'l  Cifiario  men- 
., tre  che fi  sforma  dipanargli  altri,  rompe  il  Cifio,  ferpento  era  antica  Carperò. 
forte  di  carro ,  detto  quafi  fermento  da  fermenta  madre  di  Euandro  > 
fecondo  O/iidio , 

'  Vere  he  le  madri  eufonie  i  Carpenti . 
Menauan prima:  equefti  ancoralo  fimo 
'Dalla  madre  di  Euandro  efier  nomati. 
Lìmo  dice,  che  nelle  guerre  s'vfauano  i  Carpenti .  fernelio  Tacito  fcriuey 
che  ^Agrippina  entrauain  Campidoglio  col  Carpento;  ilche  anticamente 
non  erapermeffo  ad  altri,  chea'  Sacerdoti  Squali  portauam  i  Sacrifici . 
tj  Tropettio  chiama  Serici  i  Carpenti, couerti  di  velluto,e  (jiouenale  dice. 
Il  grafia  D am afippo  j 
T>al  veloce  Carpento  fu  portarfi . 
Indi  C argentario  il  cauallo  cbel  tira,  el  Fabbro  cbe'l  lauora\  Dal  chefor   Carpen- 
feil  nosìro  vulgo  ha  dato  il  nome  di  C arpentiero  a  quelli  chelauorano  di  ^/lo  ^ 
legnami.  Tiknto  dice  Fesìo  efier vnajpecie  di  carretta ,  nella  quale  fi  Pilenco. 
facevano  portare  le  gentildonne.  Varrone  ferine  effer  fi  cominciato  ad 
vfare  atempofuo:^jr  era  di  quella  foggia,  che  vfanO  bora  le  donne  nofìre 
introdotto  da  Spagrmolià  quattro  ruote,e  librato  in  certo  modo,cti elleno 
affettate  in  su  cofcini,paiono  andar  foffrefe,  correndo  in  aria .  Liuio  dicet 

H*  cbe'l 


ìì4  h  li  t  lA   g  i  o  \ì  jt 

cbe'lTilento.eró concedo  per  kongran^a  alle  Matrone  Bimane  folamen 
tequan&ò  sd$dau4  a  facrijiciy<&  giuochi  falerni  ^e'I  carpento  il  dì  di  fé-  * 
Haye  di  lauoroyfen^a  eccettiCW  •  Virgilio. 
Ter  la  Città  le  calìe  donne  ifari 
Tortauan  su  i  Tilenti  dilicatì . 
Claudiano  nelle  no^e  d 'Honorio  . 

Dauanti  agli  vfci  già  la  pompa  fuona 
E  i  fagrati  Tilenti  >  che  la  nuora 
Hanno  a  menar  yfiammeggian  tuttauia 
in  quetta  guifa  paiono  ancora  quelle  carrette  y  cbejtmmìano  chiama 
Baderne.  Baflèrneyaccont  teda  dentro  con  molli  slramentiy  e  tirate  da  due  caual-  - 

liynelle  quali  molte  e  molte  donne  con  le  tette  còuerte  >  dice  che  fcorre- 
Tnenie.  uano  tutti  i  lati  della  città.  Thenfe  fidiceuano  i  e arri  J acri ,  che  fi  me- 
nauano  con  pompe  d'ordine  di  vittime  ;  cofi  dette  per  le  redine  fiefe^ 
EflTedo  o  fecond°  ^f conio .  Seruio  dicéy  ch'eran  propriamente  quelli  y  doue  fi 
Efleda.  portauano  i  fimolacri  di  loro  7>ij .  Effedo  ouer  Effeday  come  Sene- 
ca pone  y  era  vna  maniera  di  carro  vfata  da'  Galli  e  da'  Uriti anni  ; 
ritrouata  da"Belgi primieramenteyperò  Virgilio  il  chiama  Belgicoyoue- 
ro  Gallico .  Tropertio  Britano  >  Ouidio  per  Epiteto  gli  aggiunge  piccio- 
lo .  Claudio  Multifonoro  :  (efare  chiama  Ejfedarij  i  foldati  rBrittanni  y 
che  su  da  quelle  pugnauano ,  &  con  lo  Hrepito  delle  ruote  conturbala-  q 
no  gli  ordini  di  Rimani  Cic'aTrebatio  y  chiama  £ffedar'v\  tutti  gli  ha- 
bitanti  della  Britanniayper  l'vfo  frequente  che  ne  tene anoiper ciò. che  Ef- 
fedario  propriamente  il  conducitore  de  V  Efiedo  fi  pub  dire: fi  come  Coui- 
nario  del  Couinoyaltra  maniera  di  carro  >  vfato  parimente  da'  Belgiyda' 
Britanni}e  da  *  Germaniyde'  quali  narra  ^Pomponio  Melaycombattono  no 
folamente  con  fanti  e  con  Cauallerie  yma  ancora  armati  alla  E  r  ance  fé 
concerti  carriy  eh" effuhiaman  (ouini  y  tirati  da  due  caualli  ;  con  certi 
affi  incornati  a  guifa  di  falce  :  però  falcifero  chiama  Sillio  il  (oui»OyLu- 
cano  dice  > 

Il  Belga  del  (ouin  docil  rettore .  H 

tS^tartiale  cofi  lo  lauda , 

gioconda  folitudin  >  bel  Couino  , 
D'ogni  Carrucca  &  Sffedo  più  grata . 
Petor/co.  Si  dicono  ancori  Belgi  effere  flati  muentori  del  Vetoritoy  che  purè fpe- 
cie  di  carro  a  quattro  ruote .  Vocabolo  E  r  ance  fé  y  fecondo  Varroney  ben- 
ché dimofiri  Gellio  alcuni  ffimarey  chefufie  comporlo  di  vna  voce  Greca^ 
&  vna  Latina  >  dal  Volgare  delle  ruote  ♦  Horatio  ne  fa  mentionelà  do- 
ue}  diceygià  s'affrettati  le  naui ,  t 

CU 


<ùtl  £jlVUtlt>%    tìÉ.IT.  Si* 

l£  6ÌidiJJe>eìcPiÌenti>e  iTetoriti . 

In  lingua  Fr  ance  fé  per  vn1 altra  forte  di  carro  fi  dicerBenna;ondefi  di-  Benna. 
ceuano  Combennoni  quelli ,  c'borafì  dicono  compagnoni;  perche  in  vna 
mede  finta  Benna  fedeuanoy  co  me  FeFlo  dichiara;  hoggi fecondo  Roberto 
Stefànoyi  Fr  ance  fi  la  Benna  chiamano  Tombcrau  :  i  Picardi  rB.treu  .£t 
Francefe  vocabolo  era  ancora  fecondo  Quintiliano  Bjpeda  >  maniera  di  Rhed*. 
carro  leggierettoynel  quale  i  nobili  fi  face  ano  portar  alle  ville  :  quaft  al 
fnodOfChe  a*  tempi  nqflri  veggiamo  il  Cocchio.  Cicerone  ad  zsfttico  dì  - 
ceyqui  mi  venne  all'incontra  Fedio  condueEflediy  <&  con  vna  Bheda 
giunta  a*  caualli ,  &con  vna  Unica  e  gran  famiglia  .    /  Bimani  con 

Z  quella  voce  congiunfero  vna  prepofition  Greca  >  dicendo  Epirhedio,  per  Epirhe- 
dinotarlo  più  Tiretto ,  Giouenale ,  di  o . 

Trahon  col  trito  collogli  Epirhedi . 
£t  Fporhedica  appò'Plinio  fi  troua  ftgnificare  il  buon  domatore  di  Ca- 
ualli &  Bjpederijfi  diceuano  cofi  igouernatori  della  Bjpeda ,  come  i  Ca-    c     ... 
Halli.  Tarimente  dalVehere  delle  Bfoede ,  cioè  dal  tirar  di  cotai  carret-  veredi . 
'tCyFefto  dice  efferfi  appellati  i  Caualli  V eredi ;i  quali  tutta  via  Marna- 
le dimofira,  chefufsero  allvfo  delle  e  accie  frequentatifjìmi  >  dicendo  > 
Vfa  più  parcamente  (io  ti  ricordo  ) 
Trìfco ,  il V 'eredo  rapido  ;  e  non  gire 

C  '  Contra  la  Lepre  vii  fi  violento . 

(elio  intende  i  Veredi  per  li  caualli  di  taffettà  >  e  dejlìnati  al  corfopu- 
blicoyilqualera  quando  da  glTmperadori  fi  faceuano  flare  a  certi  luo- 
ghi determinati  queHi  tali  caualli  vel  ocffimi  in  apparecchio-,  de'  quali 
ninno  potè  a  fer  uh  fi  non  impetratala  facoltà ,  che  Trattatola  appella- 
nano.  Il  Grapaldo  diiey  de  i  Veredi  hoggi  feruirfi  i  Caualieri > che 
fi  dicono  Stratioti .  Trocopio  non  altrimenti  che  dal  cauallo  il  Caual- 
laroydal  V eredo  vfa  Veredarió  per  colui  >  che  velocemente  caualcando 
porta  le  lettere  del  Bj  :  il  che  da  Filmico  fi  conferma  nella  *5Watefi . 

rj  Quefti  portatori  di  lettere,  che per  affegnati interualli  di  camino  fi  e an-  Portatori 
giano  y  detti  Tabellari^  da  Latini ,  fi  diceano  da  "Terfì  «afflante  :  benché  chiamati 
fi  filmiche  perlopiù  f afferò  corrieri  apìede .  Scrìtte  oltracciò  Suiday  diuerfa-- 
appbimedefimi  effer fi  detti  zingari  i  nuncvj  de  i  Bj  >  forfè  quafi  ../£»-  mente. 
geli  ( fecondo  l'openione  d'alcuni)  che  Meffi  dinotano  ;&  Hero doto 
par  confermarlo  ,  dicendo  ,  Jlngariondromemay  parole  greche  dino- 
tare il  corfo  reloaffimo  de  i  fauallieri:  e  di  qui  è  venuto  polpette 
leggi  il  nome  dì  angaria  e  Ter  angaria  y  come  annota  rB;.deo  :   St 
tsfngaria  fcriue  Celio  chiamar  fi  quegli  alberghi  y  doue  gli  zingari  ciò  ondederi 
è  tali  corrieri  fornito  il  difegnato  loro  viaggio  >  fi  ricourauano;  hoggi  ni . 

H     2  rol- 


Ii6  <D  E  L  L  *A     G  t  0  \l  U 

volgarmente  fi  dicon  Tofte;  perche  ci  ferriamo  di  caualli  dijpofti  ne  gli    £ 
^   !•  *  5  (p.atij  opportuni . -  // gran  Cbam  di  T art aria ,  ferine  Tanto  Veneto ,  che 
fare  inté  tiene  queSìc  Tofieper  ogni  vinticinque  miglia,. fin' àgli  efiremi  confini  di 
dere  per  fuoi  p[eami  ;  fi  che  ancora  in  deferti,  &  bermi  luoghi  fi  trouano  tali 
litere  ,  e  alberghi;  &  lo  fi  i  corrieri,  che  laf dando  i  caualli  fianchi  trouanofen- 
auuiii  «     ?é  impedimento  i  fi  efch'hfanno  e  c.m.ò  ccc.it  giorno:  e  ferine  il  Vili  a- 
noua  y  che  come  i  nojlriper  auuifar e  portano  la  cornetta ,  ejfi  cofiumano 
vn  gran  numero  difonagli .  Diqnesìa presle7^adi mandar  gli  auifi , 
Serfefuilprimoinuentoretra  rRarbari,fi  come  da  CÌeomed£  il  Volater- 
tanno  ciriferifee  •>  perche  egli  facendo  guerra  alla  Grecia,  .ordinò  co/i 
fpejfe  lepore  the  data  lavoce  dal' vno  a  l'altro,  in  quaranta  quattro  £. 
T        to  ^ore  ^a  n'  oua  fiportai*a  da  Grecia  fin  in  Ter/la.  Tra'  (freci  dicono  e  fe- 
ti    delle  re  fiato  Tino  il primo  ;e  trtC  Bimani  Augnalo  ;  come  Tranquillo  fa  fé- 
pofte .      de-;  che  per  inten  dere  prefiamente  ciò  che  in  ogniprouincia  fi  face  fé,  di- 
fpofeper  le  vie  militar i,con  pochi  interualliyi giovani '  primamente,cbe à 
con  fé  gnidi  mano ,  ò  con  voce  gli  auuifì  porgejfero-  ;  pofeia  ordinò  le  ca- 
rette parendo  più  commodoyche quelli ,  the porta f  arale  lettere ,ft  potè 'fi- 
fero  ancora  addimaudare,fe  qualche  co  fa  di  bifogno  ci  fiuffe  slata.  Que- 
fta  vfanja  poìtralafciata  in  Italia ,  fu  rinouata  da  i  Signori  Vifconti  ; 
&  in  Francia  daLodouico  x  I.  Et  in  queTto  modoferuendafidivelocif- 
fimi  caualli  difpofii  in  molti  luoghi,  fi  dice  che  BjTietro  baite fie  delufo  G 
Carlo  d'^Angiòncl  duello  determinato  alla  Guafcogna.Hora  con  t*l  can- 
giar di  Caualli  apparrece}rìati  al  cerfo^'è  venuto  à  tanto  (come  il  Hai- 
fio  ferine)  che  parendo  quafi  incredibile  ad  vdir fi  in  tredici  dì  fi  viene 
da  Inghilterra  à  B^omaye  da  Lione  di  Francia  in  cinque  òfei .  Tlinio  feri- 
ne gli  antichi,  hauer  off er  nato  >  che  i  denti  grandi  del  Lupo  legati  al  ca- 
Déu*der  ualloygli  danno  gran  virtù  al  correre,^-  vietano  la  slanche-^TafDicea- 
ro  effetti?  fi  ancora, prouerbialmente-,  che  l  eauallo  f campato  da"  morfidiUtpo  di- 
uentaua  buono  &  veloce  ;ilcheparea(come  ben  difeorre  Th;tarco)da  ti 
'    midità  più  toHo,  che  da  bontà  cagionar  fi  :  chef  come  le  fere  vna  volta 
f  campate  dalaccio  oda  rete  diuengano  eautiffime per  timore:  cofii  ca- 
ualli ;  fuggito  vn  tal  pericolo ,  refi  andane  fifa  la  memoria  con  terrore  , 
per  ogni  altra  leggiera  caufa  di  paura  fi  muoiiono  a  corfo  ;  ò  veramente 
quel  cb'e  più  credibileyfia  da  dirfiy  che'l  e auaUof campato  dallupo-non  è 
che  diuenti  veloce  >  ma  che  già  di  natura  fia  tale  >  &peròfia  faluato  : 
come  Vliffe  non  fi  dice  ,  che  fi  faceffe  prudente  nello  f campar  di  manod 
Tolifemo  :  ma  che  però  f campò  y  ch'egli  era  prudente  :  &  cofi  Celio 
riferifceyaggingnendo  chequefli  caualli  in  età  pollina  fcampati  da  tu- 
fi fi  chiamano   Licoffradc.  lliano  ferine  effe*  nella  Grecia  vna  forte 

dica- 


DEL  C^MLLOy  L1B.  1  ir  hj 

\A  di  caualli  Licojpade  appellati  ,  tanto  amatori  della  gente  paefana ,  che 
fen^a  contratto  ninno  fi  fanno  tutti  palpare,  e  maneggiare;  e  tutto  Udì  L  |?r 
lìberamente  Hanno  appreffo  a  loro,e  dormono  lor  a  canto,  non  altrimen-  ^  " 
tì,chefe  con  legame  tenuti  vi  [afferò  ;&  con  vn  certo  fenfo  naturale  han 
tal  conofcenrya,  cbe[eperfona  di  altra  natione  lor  s'accofiafie,  quafi  co- 
ttofcendola  all'odore,  aliano  gridi,  &  fi  mettono  in  fuga .  Di  quelli  che 
fon  conio  ro  affuefiitti,&  che  loro  dan  da  mangiare,  fi  dilettano  grande- 
mente, &  s'ingegnano  di  loro  parer  leggiadri ,  ilchefi  comprende ,  che 
molto  volentieri  fi  mettono  dentro  l'acqua  a  lauarfi  il  mufo,  e  nettar  tut 
te  quelle  lordure, che  Ò  digrada  ò  difialla  apprefe  haueffero  :  ben  che  fio. 

*%  cof a  naturale  di  tutt'i  caualli,  il  dilettar  fi  co  fi  di  lauature  come  d'un"  Caualli  fi 
guenti.  Tslaira  S 'trabone  per  fum  a,  che  tra  certi  popoli  di  Taflagonia  d'Iettano 
fu  vn  celebre  hv.omo,  ilquale  efiendo  molto  cortefeindar  ficurtà  per  re# 
Ciafcuno,che  rich'ieflo  l '  haueffe  :  s' imbattè  in  vn  luogo  doue  alcunicac- 
cìatoriteneano  vn  h'poprefo  allaccio,e  cosloro  per  burla  addimandan- 
dofo>  fé  voi  effe  promettere  divagare  di  tutti  i  danni  da  lui  fatti ,  che  co- 
fi  lo  '  fciorre  buono  :  egli  accettò  di  furio  -,  e  finalmente  lo  fé  liberarci . 
T?odn  giorni  da  poi  quefto  lupo  menando  fi  innanzi  vn  grand' armento 
di  caualle,fenra  alcun  merco  ;  le  condufie  aUa  Halla  del  fuo  afficurato- 

r  fa ,  ilquale  per  memoria  disìfkttofucceffo,le  merco  con  la  nota  del  lu- 
po ifiefio;  onde  Licoforo  furono  dette  ;  ch'erano  di  velocità  più  che  di 
beìleTge  eccellenti  .  I  coflui  facce  fiori  per  fare ,  che  ad  efft  foli  duraffe  Caualli 
legitimamente  la  Hj7^-t  eoi  mede  fimo  nome  è  merco  ,  non  alienerò  mai  mj00  l" 
alcuna  delle  caualle ,  &  cofi  di  quella  progenie  lungamente  fi  procreare 
caualli  agili ,  &  velociffimi .  Si  fa  ancora  da  Celio  mentione ,  che  nella 
guerra,  cheTrobofè  co' glisAlanifà  prefo  vn  cauallo  e  dato  ad  efio  Im- 
peradore  non  di  molta  filatura  in  bellezza ,  ma  di  tanta  velocità,  che  fia- 
cca miglia  cento  per  giorno ;e  daraua  in  quetta  fatica  fen^a  interuallo 
alcuno  infino  a  dieci  dì  :  Onde  Trobofoleua  dire,che  quel  cauallo  conue- 

D  nia  a  faldato  fugace  più  toflo  che  valorofo:  Tuttauia  per  tanta  maraui- 

-  glia  quesìo  cauallo  fi  ridufie  inprouerbio  a  dinotare  vna  fomma  veloci", 
tà .  Tlutar co  narra,  che  Siila  medefimamente  hebbe  vn  Cauallo  bian- 
co; animo fo &velociJfìmo  .  un'altro  purdiflrana  velocità,  edifat* 
tei^abelliffime  e  ferialmente  corraggiofo  nel  varcar  de'  fiumi  quan- 
tunque rapidi,  fi  legge  hauerhauutovnTrincipe  chiarifflmo  tra  i  Da-> 
ni  ,Biornone  chiamato  .  Ma  di  C  orr  aggio  de  ur  ebbe  il  cauallo  di  (urt io- 
hauer  il  vanto ,  che  conofeiuta  la  volontà  del  fuo  padrone,  fi  lafciò  fen-  Caualli 
^ajpauento  alcuno  precipitare  in  quella  profonda  voragine ,  come  Va-  ^  S^jf 
lerio  fcriue  &  Liuio .  J{ara  virtù  di  nobili/fimo  giouane-,  che  per  amor  tu 

:  H    3        della 


ii9  b£llsAGLOB\_ljt 

iella  fina  patria  ,  non  dubitò  di  day  fi  volontariamente  alla  morte;  e  do-  ~ 
uendo  morire,  elejfe  di  morir  ornato  de  l'infegne  militari,  armato  di 
tutte  armi  à  cannilo .  Tanto  dolce  dee  parere  ad  ogni  inonorato.  Quta- 
Causilo  tiere>  che  nel  punto  islejfo  della  morte,  compaia  co.' fuoi  proprij  orna- 
d'Hora—  menti .  Tari  ardire  fi  troue  nelcauallo  di  Horatio  (oclite  (come  fcrjue 
tio  Codi  Frontino)  che  dopalunga  rififien^a  cantra  nemiciycome  fi' vide  da  dietro. 
tagliato  il ponte,faltò  col  padrone  indo  fio  y  dentro  al  fiume  contai  de- 
lire'z^a-iche [alno,  sì  da\  l'arme  &  sì  dà  fronde  >  ilrimenb  glorioso  àfuoi , 
Del  che  fé  ben  gli  altri  fcrittoùnonhan  fatta  cofi  rimembranza  parti- 
colare: non  è  rimafiycbe  i  dipintori  non  ne  habbiano  confermata  la  fede  >, 
che  fempre  armato  &  a  cauatlo  ce  l'han  dimoUro.lS[e  merauigliafi  dee  » 
recare  fé  per  vero  fi  tiene  ancora  quelloy  che  Dione  autor  gramjfimo  nel- 
la vita  d  Adriano  racconta  :  ckLjgrti  cavalieri  dettili  aftai  pajfaroa: 
gtfATgo  il  Danubio  tutti,  armati.  Fa  molto'Jkmojb  il  canalladi Sforma* 
nomato  Ceruoyil  quale  hauea  per  natura  ("  come  di  alcuni  altri  habbiam, 
già  detto  )  che  non  fi  lafciaua  maneggiare  da  altri  y  chedalfuo  curato- 
re e  dal  padrone  :  e  tra  te  altre  fue  prodezze  ■>  fi  porto  co  fi  valòrofo  e 
fiero  nella  giornata  diTontecoruo  >  eh egli  fu  gran  cagione  della  vitto- 
Caualli  ria  >  c'hebbe  il  Bj  Luigi  contta  Ladislao .  *J%Ca  per  dir  prima  i  nomi 
fimo  fi  antichi  di  quei  caualli  fh  moft>  di  che  fi  resla  a  dar  contesa  ;  celebra, 
antichi..  uomero  vn  caualla  di  Menelao  detto  Todargo  >,  &vna  caualla  malto  q 
poffentein  corfo  chiamata  £tha>  la  qualEchepolo  ricchijfimo  Cittadino 
diSiciom  diede  indono  al  Bj\Agamennone  >  che  few  pigli.affe  dilet- 
to: Sillio.hda  Teloro  vbbidientiffvmo  e  docile,,  che  mai  non  trauiaua,  t 
da  Zefiro- e  da  Harpe caualla  rìobiliffima  generato  i  del  quale  era  Itu- 
ria  il  rettoreycome  atlante  diCamfafo ,  cauallo  feroce  &  aJpro,vemt- 
tiamendue  di  quella Trouincia  d'^Afiìca  >  che  pernafceruL  huomini  di 
tefia  canina  ,  Cimfia  è  nomata  yLoda  parimente  quefìo  "Poeta  Melam- 
pode  di  Cimo;  e  di  ibero  V ancate  cauallo  nato  in  i^&tfirm;  &  Lampone 
in  Qalliciaydi  sì  veloce  corfoychefi  lafciaua  dietro  le  fe  alle  i  Fentv.e  Gar- 
gano ;  TeroneyTagOySicoriye Lamoyptoledi Leridaguerreggiante ?  &  & 
Cireo  chefublimeper  l'aria  fi  portaua^  Statio  v-anta  ^tchetoy  Ethioney 
Bromio  >  (alidone,  Foloe  >  Todarce*  Strimoney  Thoeylri  cofi  detto  dalla 
varietà  de'  coloriye  Cigno  dalla  bianchejga.  Martialefu  mcntìonedvn 
caualla  nomato*  Hirpino  ..  Vindaro-  dvn  chiamato  Fermi  co.  Suetonio- 
d  vn  detto  Incitato, fecondo  Celio  JN^ti  già) fono  quelli  che  i  noslrifauo- 
lofi  Voeti  o  volgavi  hàn  celebratile  amandone  mille  prone  geometra  gli 
altri  Brigliadoroe  Vegìaniino  d 'Orlando-  ;  Biondello  di  Oliuieri  :  Fra- 
talatodi  Sacripante  ;  ^ubicano*  ditsfrgalifi  >  e  di  Rinaldo  Baiar  do* 

Defirier 


*Z>  llt^iV  J.  LO,     IIB.1I.  $tj 

Z*  fieftrier  che  hauea  intelletto  humano  ?  che  rìtrouandofi  in  poter  del  Sa- 
racino egli  per  iflinto  naturale  non  volendo  far  oltraggio  al  fuo  Signore, 
face*  tutto  il  contrario  di  quanto  volea  quel  nemico  >  che  gli  era  ad- 
dofio,cacciandt)fi  la  tefia  fitto  il  petto ,  giocando  di  fchiena  >  e  menando 
in  frotta  calci. Ma  poi tornato  a  i  foliti  feruigi,frac afe andò  ciò  cheintop- 
t>aua,non  poteanfofìe,ò  fiumi,  bfaffi ,  òjpine  declinarlo  ,  dal  e  or fo  fuo  :  e 
%  finente guidaua  egli  il  padrone  per  le  vestigi  della  fua  'Donna.  T^on  mi- 
nor animo,  &  ingegno  attribuiscono 4  Frontino  di  Ruggieri,  il  quali 
Caualcò  vn  altro  DeHrier  alato  > 

Che  peri  aria  fen  già  tome  legno  vntò  , 
£  i/ì  cui  nel  Mar  propitio  vento  Jpira, 

E  f ali  a  verfo  il  del  via  più  leggiero 

Che  girifalco ,  a  cui  leua  il  cappello 

Il  NÌaflro  a  tempo ,  &fa  veder  l  augello  » 
Quelìo  cauallo  canta  l'Ario  fio  ,  che  ^Atlante  perfor%a  di  arte  Maga, 
fi  fé  venire  :  gr  e  con  Hudio  e  con  fatica  il  riduffe  a  Sella  &  a  briglia  > 
di  modo  che  cofi  in  aria  come  in  terra  lo  facea  volteggiar  fenica  contefe, 
&  co  fi  il  diferine  > 

Ts[[pn  è  finto  il  Deflrier  >  ma  naturale , 

Ch'vnagiumenta generò  a" vn  Grifo  : 
C  Simile  al  padre  hauea  la  piuma  &  l'ale  , 

I  piedi  anteriori,il  capo ,  e'I  grifo  ì 

In  tutte  l'altre  membra  parea  quale 

Era  la  madre  ,  è  chiamafi  Hippogrifo; 

Che  ne  ì  monti  Bjfei  vengon  ,  ma  rari , 

Molto  di  la  dà  gli  agghiacciati  mari. 
.  JQuefia  figura  credo; che  l'ingegnofo  Toeta{  come  in  altre  molte  imitò  gli 
antichi  ;  prefe  dal  Cauallo  nomato  Tegafo,  ilquale  fcriuono  efìer  nato  del 
[angue  di  Medufa,vna  delle  Gorgoni, ve  rifa  da  \Perfeo,da  poi  che  era  fia- 
ta ingrauidata  da  !<{ett  uno, come  Ouidio  moflra  dicendo, 
**  Crede  fi,  coftui  da  la  Cernite 

(jranida-di  Medufa  >  con  le  chiome  » 

Cjià  di  f angue  cofperfe  vfeito  fufie  . 
Hebbe' fecondo  xAnfelmo'le  corna  in  fronte,}  pie  di  ferrosi  fiatò  di  foco,& 
l'ale  grandijfime:  onde  àliùicomeUfiefio  Toeta canta) 
4.     Soura  le  nubi  j  e  prefio  à  l'  alte  fielle 

Scorrendo,  il  Cielfu  terra,e  penna  il  piede. 
Il  che  Catullo  conferma  dicendo. 

gonfie  a  volo  TegafeoVfia  portato  » 

H    4        Queflo 


ilo  D  U  L  l  U     G  LO  ILI  A 

CaualPe  Ouefio  cannilo  fermato  fi  primieramente  in  vn  monte  di  Beotiaxpercuo-  ,  £ 
gafeo  .      tendo  con  l'unghie  vn  fafio  y  aperfe  vna  fontana  d'acqua  viua  >  che  per 

.         Hippocrene  fu  detta.  V  esfriofio  fh  mentirne  di  quefto  fon  te  » 
crene  per  <Q«tf/  fé  il  cauallo  alato  vfeir  del  monte 

che    co  fi  'Hon  so  fé  di  Tarnafco  òd'H  elicona  . 

detta  •  Bigino  efpreffamente  pone  Helicona .  Et  ejfendo  queUa  fontana  facrata 
alle  Mufey  elle  ne  furono  appellate  Tegafidi  &  Hippocrenidi:  Come  Qui- 
dio  pur  fa  fede  . 

Vera  è la  fama  giacche  à  quefto  fonte 
Tegafo  diede  origine,e  cond;i\fe 

La  dotta  alma  Miuerua  all' acque  facr  e.  J[ 

Il  perche  Sidonio  difiey 

Dammi  il  fai  ondo  dir  del  [acro  fon  te-» 
Che  Tiegafo  cauò  col  pie  volante  y 
e^  Ter  fiorar  che  la  melodia  Tcgafea  cante  . 

Imperò  the  crede  ano  repentinamente  diuentarToeta>  ehi  di  queU'ac- 
qjta  beuuto  haueffe  ;  &  con  quella  fcr iv.ono >   che  fi  f ufi  e  purgato  Ore- 
tte delta  materna  occtfione .    Era  accanto  a  quesl a  fontana  vrì altra., 
Aaa.mp~-C^e  PHr  d al  Cauallo  prefo  il  nome  fi  dicena  xAganippey  parimente  de- 
pe fonte,  dicata  alle  Mufe ,  che  fé  ne  die  e  nano  *Aganippide .  Hora  beuendo 

Vegafo  ad  Hippocrene ",  racconta  Strabene,  che  fu  prefo  da  "Sellerò-  G 

fonte ,   e  deliramente  domato .  Tlutarco  con  l'auttorità  d'Euripide 

_  ferine  >  //  cauallo  alato  efierfi  tremando  laf ciato  Caualcare  da  Belloro- 

BelIei-oFo  fonte  ;  dalche  veramente  fi  può  comprendere  y  Vhuomofolo  effer  quello  y 

h  iftoria .  c^e  a  tlittl  £&  ^imaliyiton  che  a'caualli  naturalmente  porge,  terrore;ef- 

fendo  ogni  co  fa  mortale  foggett  a  a\l'h  uomo  ..  Claudiano  di  quelle  cofefa 

mentione ,  dicendo  y 

Tegafo  islefìo  a  tuo  fèruigiof afe* 
'Dando  ben  volentieriyfi  potrebbe; 

S  fojlener  miglior  foma  parendo- y  +. 

'Seller of onte  a  f degne  prenderebbe. 
&  Tropertioy  Ejfer  corcato  mi parea  nell'ombra 
D'Heliconayonde  J "corre  il frefeo bumore 
Che  fé  Deflrier  del  gran  Sellerofonte . 
(oftui  fu  filmato  il  primo  tragtihuominiychefuffe  andato  foura  vn  catta. 
lo;fi  come  Tlin.e  (elio  riferirono ;&  Irfcholie  in  "Pindaro  ancora  fan  fe- 
de; però  di  cono  yche  egli  fu  primieramente  chiamato  Hippono;poi  da  l'ha 
uer  ama^ato  Sellerò  principal  di  (orìntOyBellero fonte  fu detto.  Quin- 
ti fi  moffe  Horatio  a  dire  y  Caualierde  l' i  Refi  a  Be  Itero  fonte,  miglior. 

achille 


r~ 


IX  E  l    C  J\AV  ILO,   LI  B>.  I 1.  .  m     ■■ 

'j^  Achille  Triminio  feguendo  i ''autorità  d'Eufebìo  >  pur  afferma-  che B'ei- 
lerofonte, prima  mfegnò  il  modo  di  gir  a  cauallo  ;  <&  efj e ndo  il  fuo  ca- 
mallo agihffimo  al  [altare  &.  velociffimo  al  cerrete  ,  fk  detto  che  era 
alato  >  <£?  che  con  quello  fu  fuperato  il  mottro  dellaChimera  \  Conciò 
fui  cofa ,  che  fcriuono  lui  condotto/i  in  cafa  di  Treco  Bj  degli  Argiuly 
ejfere  fiato  richiedo  di  lafcima  da  *Antia{  ò  fecondo  altri  Stenobea  )Bei- 
na  y  con  lapromeffa  di  tutta  il  regno  :  alche  non  velendo  accori fentire\ 
la  donna  per  vergogna  eperterna-fke  ne  fujfe  fcoperta^falfamente  l'ac- 
cusò al  marito,  che  thauej^VoliHa  sformare  ;  Ma  il  Rj per  lo  molto 
amore  >  chegliportaua,  tijon  battendo  animo  di  pimirlo,a  Giobatefuo  fo- 
.  yB  cero ,  fegretamente  auuifandolo  eh- egli  vendicale  la  pudicitia  di fua  fi- 
glia :  Manepur  egli  battendo  ardiì-*-di  dargli  morte  alla  feoperta,  gli 
commijfe  l'i mprefa  della  Chimere ,  la]  qual  in  quel  tempo gittando  per 
hoccafiammeyguaftaua  i  capi  di  tutta  Licia.  In  quefla  imprefa  altri  nar- 
rano Bellero fonte  non  batter  a  cafo  trottato  Tegafo  >  ma  in  dono.ottenu- 
toladaliettuno  yil  quale  molti  vogliono,  che fegret amente fufie fla- 
to fuo  .padreyancora  cbefìftimafie  Cjlauco  Bf>  di  (orintbij. Altri  aggiun*- 
gono ,  ch'egli  per  quefìo  (auallo  haueffe  battuto  in  donodaTalladevna 
briglia  d\orq  infogno  :  &  co  fi  da  lui  fujfe  infetta  Hufan-^a  de  l'imbriglia- 
re, Qnde,per  memoria  i  Corinthij  nelle  loro  monete  il  Tegafo  intagliano.-     Imbri- 
'  *•  noyfì come  anco  nella  moneta  diQfTitofi  vede  a  intagliato  Tegafoyper  |   jpjjf 
dinotaresla  fua  velocità  nello  fpedire  de  i negoci .  Parimente  tra  le  me-  minciaf- 
daglie  antiche  >  io' n'ho  veduta,  vaa  d'argento  di 'Aleff andrò  Magno,  ieadvla^ 
yn'  altra  di  'Domitiano  >  &  vna  di  bronco  di  Adriano  ,  che  haueano  il  re* 
Tegafo   al  riuerfo  dinotando  La  fama  loro ,  che  s'era  jpar fa  per  tutto  il 
.  Mondo,LVero  anco invna  dirame baueavn  canal Tegafeo  con  vn Ca- 
ualiere  >  che  con  vn  dardo  tiraua  contra  yn  Leone ,  il  quale  accanto  alla 
tfua  baueala  tefla  di  vn  dragone  ;.dandofi  ad  intendere  la  virtù  esaltata 
.  dalla  fama,,  abbatutii  vitij.  Quejla  inmntionefu  molto  antica;percbe 
già  durò  gran  tempo,che>Centhippèfi  chiamale  quel  luogo  appo  gli  Ar- 
gini ,  dotte  prima  Bellefofonte  fjpronò  il  cauallo  Tegafo,  col  cui  valore  renthip 
egli  tornò  vincitore  della  Chimera;onde  fi  formò  quel  bello  emblema  di  pe^ 
tundre  a.  Alciato. 

(ome  vincer  poteo  *Bellerofonte 
L'empia  Chimera  col  cauallo  alato  ; 
Cofi  vincer  può  t  huom  gli  oltraggi  &  l'onte 
D'altrui  ,  ton  l'ale  di  virtute  aliato  .. 
Bellacofa  è  veramente  l'andar  cofiderado  igran  mifleri,che  fotto qiteUe' 
fintioni  Toeticbejian  rincbiufi;  per  cloche  Bellero  font  e  (fecondo  Fulgen- 
ti0 )fi 


D 


ili  <D1H**    <?  IO  H.7  jt 

tìo  )  fi  interpreta  con'figliatore  di  fapien%a  >  chedijpregìando^intUy  « 
cè'J  /'/  contrario  ,  non  confente  alla  libidine  y  mogi 'iediT reto,  che  fior- 
dido  aiàfignifica.Hora  il  buon  configlio  in  qual  cauallofìede  meglio-,  che 
nel  Tegajb  ì  cioè  mi  fonte  eterno .  Et  è  pennato  tal  cauaUo  >  e  coni' un* 
ghia  rompe  la  fontana  aìlemufe  ;  perche  la  fapien^a  col  veloce  pen* 
fiero  trafcorrel'uniuerfa  natura  :&  la  fapiemra  dà  la  materia  ài 
Toeti .  Tacque  del f angue  della  gorgone  ;  &  la  Gorgone  è  il  Terrore  : 
per  dinotare  3  che  finito  il  terrore  nàfce  lafapiemra;  efiendo  all'incontrò 
lajìoltitiafempre  timida\ouero  che 'l princìpio  della  fapìen%aè  il  timore; 
percheymentre  che  Vhuomo  teme  lafitma  fuOyfi  mantien  fauhyvccide  la 
Chimera  Chimera  cioè  la  tempeUa  d'amore;  &però  la  Chimera  fi  dipìnge  di  tre    p 
come  fi  di  teste  >  di  Leone  >  di  Capra  ?  e  di  Drago  :  pèrche  fono  tre  le  parti  de  l'amo- 
piaga,     re  y  incominciare  y  e]fettuarey  e  pentire;  <&  nelprincipìo  egli  afi  alt  a  fe- 
rocemente come  vn  Leone  ;  nel  mexo  ejfegue  la  fua  libidine  à  gm fa  de 
gli  animali  Caprini  y  che  vi  fonoìnclinatijfimì  :  alla  fine  con  la  ferità  del 
pentimento  fpargeil  veleno  del  peccato .  filtri  voglionoyche  la  Chimera 
dinoti  le  principali  tre  parti  dell'età  humanay  cioè  la gìouentu  y  là  vi- 
rilità y  &  la  vecchiezza  :  le  quali  tutte  honoratamente  fi pafi ano  con 
lafapien^a,  &  fé  ne  confegue  la  Fama ,  per  la  cui  figura  par  che  ot- 
timamente fi  poffa  ancora  ilVegafo  interpretare  :  perche  la  virtù  >  (che 
fiotto  il  nome  di  Terfeofi  comprendere)troncato  il  terrore,  genera  la  Fa-   § 
ma,  la  qual  mouendo  le  Mufe  àfcriuerey  fé  ne  vola  -con  le  làudi  infi- 
no al  Cielo .  V  defitto  non  credendo  y  che  fi  trouaffe  maìnecauallo  che 
poteffe  volare  ;  ne  fera  che  con  tre  diuerfe  qualità  baflaffe  à  viueree 
Jpirar  fuoco  ;  vuol  che  la  Chimera  s'intenda  vn  monte  co  fi  chiamato  , 
aggiunto  ad  vn' altro  monte  altiffìmo  prefo  al  fiume  XantOy  cheTermif- 
fo  nomauafi  ;  nel  cui  me^o  era  vna  voragine  >  donde  per  naturai  mate- 
ria  vfeiuan  fiamme  ;  &  in- due  parti  intorno  incolte  &  berme  stando 
vn  Leone  &  vn  Dragone  y  che  dicontìnouo  infeftauano  ipattori  ;  *Bèl- 
lerofonte  huomo  di  Frigia ,  ma  difeefo  di  natìone  Corìnthia  >  bello  d 'a- 
jpetto  y  e  valorofo  d'animo ,  il  quale  in  quei  tempi  andaua  depredan-    . 
do  i  luoghi  maritimi  con  vnfuó  nauìlio  detto  Tegafo  ,  fatto  vno  sformo 
con  la]  fua  gente  y  abruciò  tutte  le  felue  di  quella  montagna ,  #"  cofi  vi 
morirono  quelle  fere  y  che  jpauentauano  iTaefanì .  Ma  per  tornare  alla 
fine  di  effafauola ,  foggiungonoyche  Bellerofonte  di  queììa  vittoria infu- 
perbitofi  ,  &  tentando  diveder col  fuo  cauallo  alato  le  più  alte  parti  del 
Cielo  :  come  vi  fu  molto  daprefioy  volendo  guardar  à  terra,  fi  perde 
d'animo  ,  e  cadde  morto; altri  dicono  che Cjioue adirato  mandò  vnTaf-> 
fano  al  (auallo  >  il  quale  ejfendone  troppo  infettato }  gìttò  à  terrà  il  Qt- 

ualìere 


<DEL    C^tV \AlbOy  lì  B.  IT.  nj 

f  :  ualiere  in  una  e  amagnetiche  ^ileia  ne  fu  nomata*,  fignificando{fiecondù 
Enft<ichio)il gir  errando  che  quiuifè  Bellerofonte  jìorditOyet  Vrefente  an 
cora  nomevna  città  della  Cilicia  detta  Tarfoy  da  iT  arfìycioè  da  i  calci  di 
efito  Vegafo  y  il  quale  poi  tra  celeftifiegni fa  collocato  con  uentitre flette > 
feconda  Higinojh  diciottOyfiecodo  ^irato-Àquindeciyfiecodo Quidioyilqua 

Hor  eifruifceil  Ciely  che  con  le  penne  (le  dicey 

Scorrer  dianzi  fiolea  :  di  cinque  e  dieci 

"Nitide Stelle  riffrlendenda  intorno  . 
la  fida  figura  apparfotme^a  >  cioè  dalla  tesìa  in/ino  aWombilico  yjlan- 
do  ed 'piedi  affijj'o  al  circolo  eftiuoy  eriguardando  da  lunghi  l\Artico; 
%  Dal  che  fi puh  comprendere  la  natura  caldiffima  delcaualloy  del  tutto   Cauallo 
aliena  da  la  fredderà:  dr  che  con  loflremo  dalla  fua  bocca  paia  toccar  ^ìào. 
iteapo  delcDelfino  >  puh  dinotare  >  che  come  colui  tra ipefei^co fi  egli  tra 
quadrupedi  è  amici/fimo  dellbuomo  <&r  velo ciffimo .   Euripide  fcriue  > 
eheqùefiafègno  celeHefìa  Menanalipp  a  figlia  diChrirone  QentautOypri' 
ma  chiamata  Theti ,  la  quale  allenando  fi  al  monte  Telio  tutta  sludiofia 
del&atciare  %fu  ingrauidata  da  Slofiglmol  di  Hellene  >  e  nipote  di  (fio- 
ue;ond"elta  timorofa  delpadrey  che  già  la  perfeguitaua  y  ranedutafi  del 
fallo  ;  ricorfe  a  iDei  y  che  le  deffero  alcun  rimedio  i  &  co  fi  poi  chebbe 
prartoritOyfu  conuerfain  cauallayefiatuita  intra  le  flette,  oue per  layer~ 
C  gogna  dell' fejjb  f eminile  tiene  afeofe  le  parti  fiottane;  <grperàfchiua  al-         J 
Presi  il  coietto  del  (entauro  >  che  fi  filma  fuo  padre  ±    csflcum '  diconoy 
éh*ellafuffe  Hata  cangiata  in  caualla  y  perche  fiote  a  publicare  àgli  huo-^ 
mini  i configli fecreti de  iDei  ;  altri  per  che  mancò  del  culto-  di  Diana 
e  dello  slud'io  delle  e  accie.  Co  m  unquefìa  y  egli  fiotto  ilfiegno  del  caual- 
hCelefie fcriue  (jiulio  Firmicanafcer  quelli  yche  con  mirabile  presle^ 
^acauakando  portano  lettere  y  &  auuifìy  che  Staffette  chiamiamo . 
£1  Baifio  Tegafarij  noma  i.  cauatli  Idonei  al  cor  fio  y  &  al  cangiar jt 
per  le  pofie  ;  e  Tega  fidi  appaBudea-y  quelli  >  che  fono  ad  v fa  dicacele 
buoni  .  Il  "Fontano  fai' Epitafio  ad  vn  fino  caualla  chiamandolo  Jlga- 
£  nippo  y  con  dir  che  le  Mufegli hauef&ra  datoqueslo  nome  &  collocato- 
lo in  cielo  apprejfo  àVegafo  yperbauermolte  volteportato  &  riporta- 
tafano  &fialua  ilfuo  "Poeta.  ^Alberto  <-JWagnofiìfede  ,  Tegafia  effere     p     r 
ynanimale\ chenafeein  Ethiopia yajfaì  grande ,Jpauenteuolei cheda- a  ninfale 
vanti  rapprefenta  forma  di.  eaudfoyìjal  ale  come  vrttsfqiiilaymaafiai  dy  Ethio-w 
maggioriyil,  guardo  fiero  col eapo  cornuto  e  mofiruofò;  Ttynvota  inatto.  Pia" 
mafiolamente  battendo  l'aria  y  mmue  la  velocita  del  cor  fio  firn  •>  infesto? 
à  tutti  gl'animali <&  acerhifsìmo.  Solino  pur  dice.  deltEthiopuo  Cie- 
(Qèl'augdlQTe^afo^Uquahaltro^clK^orecchkmnhàdicaM 

ETiiniO), 


T14  T>ElL\AGLO^lU 

£  Tlinio  y  Ethiopia  genera  molti  animali  a  mofìro  jimiliycotne  i  canal-  g 
li  impennati  >  &  armati  di  cornay  che  chiamati  Vegafi  :  quantunque  al- 
trove dica ,  /  Vegafi  augelli  con  tetta  cauallina  >ei  Cjrif  orecchiuti  col 
becco  adunco  •>  quefl  inetta  Scithia^  quelli  in  Sthiopia y  io  giudico  fkuo- . 
lofi:  e  della  medefima  openione  è  ^itheneo ,  Giouam  T>occaccioyil  qual 
racconta j  che  Cadmo  cavalcando  per  diuerft  oaefi  di  Grecia  >  cercando 
Ponte  ea  fit0  °?ortmo  Per  vi*  città,  trono  in  Helicona  quella  fontana;  la  qual 
uallinain  pero  fa  cauallina  appellata  :  &  perche  egli  fu,  inventore  delle  lettere  > 
Helico--  difieroych'ellafufi.e  facra  alle  iJÙtifé .Votr affi  adunque  crederebbe  ver 
jiatroua-  [ea^Q  j  spoeti  dimojìrare  vnacofa  incoftantijfima  &  velocijfma  yag*. 
mo.         giunfero  l'ale  al  e  audio  ych  e  per  fé  tiene  incofian-ray  &  uelocita^mir  abile  F  • 
Cauallo  fopr  a  gli  altri:  <&•  però  nelle  pitture  il  cauallo  alato  fuol  dinotare  il  tem 
alato  nel  pjjyche  avidamente  divora  e  fugge  :  &  Voliflo  nelle  fue  amorofe  vifio- 
le  pitture  ^  deferiuendo  vn  cauallo  con  due  grandiffvme  ale  :  alto  none  piedi  da 
Jìpnin---  l'vnghia  al  petto:  col  capo  afciuttijfìmo  e  fen-rafreno  ;  co 'i  crini  lunghi. 
chi.  #  ondeggianti ,  &  csn  vna  orecchia  tirata  in  dietro.  >  vn"  altra  di  fi  e  fa 

auantiyfopra  il  quale  fi  sforavano  motti  fanciulli  di  montareym<&my-: 
no  vi  fi  potea  fermare:che  altri  fi  vedeano  alquanto  attenerfìyaltrica- 
dereyaltri  caduti  ingegnar fi  di  rifalire: e ertamente  volte  dinotare  la  mo 
bitta  de  l  incostante  fortuna,  che  mai  non  tiene  ferme  le  ruote  fue.  Xan-  ~ 
to  maggiormente  può  dinotar  talbora  v.nnauilio  ifpeditijfimo  :  fi  come  -( 
ancora  fu  lafintione  di  'Dedalo  >  che  effendoper  via  di  mare  fcampato\ 
dalle  mani  del  I{è  Minos  :  fhuoleggiaro ,  che  fhauefie  fabricate  l'ale  .\ 
&  l'ale  furo  i  I{emiy  come  ben  accennò  Virgilio  y  dove  diffe .  Il  remigio 
dell'ale  :  e  Tlauto  medefimamenteyla  naue  intendendo  >  con  molta  va- 
gbexga  difse ,  Tsfonfei  tu  fi at-a  portata  dal  cauallo  di  legno  per  le  Ceru» 
Nettuno  tee  vieKiò  conferma  F.ornutofftimado,  che  J^ettunofà  chiamatoEque 
chiama-  QYeye  curator  di  caualli  >  perche  la  nauigatione  maritima  èfomiglian- 
lìre  per.  te  il  caualcare  per  terra ,  fi  che  tanto  più  quadra  y  quanto  che  difiero 
che.         Tegafo  efiere  flato  figliuot  di  J^ettuno;  ò  vero  perche  effo  cauallo  prò-  fj 
duffe  ilfonteye  di  tutte  l'acque  ?s{ettuno  è  padre:  oueroy  perche  fi  come    - 
conftderata  la  violenta  del  marey  tutti  gli  huomini  violentiy  e  di  gran. 
con aggio  (come  i  Ciclopia  Leflrigoni ,  e  gli  z^f Ioidi)  fi  difiero  generati 
da  Ts^ettuno;  cofi  ancoragli  attribuirono  la  generatane  di  quefìi  violen 
tiffimi  animali  :  &  Tegafo  principalmente  >  il  quale  per  queHa  ifleffa 
Inuentio  cagione  forfè: fu  pò  fio  nel  Cieloyvicino  alfegno  d'aquario  ,  e  di  Tefci  :. 
uallo  at  •  come  veramente  prodotto  dal  Dio  del  mare.  Et  cefi  l'inuentione  del  ca  - 
tribuica    uallo  propriamente  aTsfettuno  sattnbuifce ,  come  pienamente  già  nelle 
a  Nettu-  TrasformationidimofìraOuidio  raccontando  la  lite)  che  della  Città  di 
no*  Mhene 


7>  E  L     CULI  Vjl  0   l  I  B.    1 1.     ,       12$ 

*A  jlthtnefu  tra  tS^Cinerua  &  lui ,  all' hof  che  quella  prodi-ffe  l'Oliua:  & 

egli  battendo  col  Tridente  la  terra  ne  i  campi  detti  Tetrei  in  Teff  agli  a  y  .. 

fé  nafcerf  yn  cauallo  nomato  Scifioy  fecondo  Valerio  Troboyin  quel  Ino   sa:fio  di 
go  di  Virgilio  dotte. il  mede/imo  afferma  dicendo  .  Nettuno. 

8t.it  T^ettuno  >  dal  cui  gran  tridente 

(fia  per  coffa  la  terra  fuor fi vide 

Trima produrre  il  bel  Defirier  fremente. 
Il  Giraldo racconta  efferd" alcuni  openione  ycbel^etuno  dormendo  fo- 
pra  vna  pietrayfi  corruppe  infogno  a  Venere:  onde  raccogliendo  quel  fé- 
mela  terra  yprodufie il  cauallo  Scifio .   Lattantio grammatico  pur  af- 
„  fermaycbe  ejiendo  incognito  l'vfo  de'  caualliy&  bauendo  il  mondo  gran 
neceffitàdi  tali  animali ,  Ts[ettuno  col fuotridente  ne  produfie  :  ma  con 
Scifio  dice  cb' egli produceffe  parimente  altri  caualli;  Tra' quali  trono  y 
che  fiano  fiati  Xanto  e  Cillaroy  che  poifu.ro.no  da  lui  donati  à  Giunone  e     Chiaro 
da  lei  a  [afiore  &a  Tolluce  fratelli  yfumofi  (gualcatori  yfi  comenegh  Fettifll-- 
Hinni  dimofira  Homero  dicendo  >  Saluete  figliuoli  di  Tindaro  :  amatori  mo. 
di  veloci  caualli .  'Benché  a  C  afiore  folo  egli  altroue  dia  il  vanto  del  e  a-    Caftore 
ualcareydicèndoyche  nell'arte  militar ey&  in  domar  caualli  era  eccellen-  e     ° . **" 
te:&  a  Tolluce  fi  daua  la  gloria  del  lutt  are:  come  Ouidio  ben  diflinguey  caUaka-. 
cbiamandoìiTindaridi  frateliiyquefto  Caualier e ye quello  "Pugile  :  Statio  tori» 
q  chiama  (afiore  vincitore  al  giro ,  de'  maneggi  intendendo  >  Seneca  in 

HippOlitQy 

Tu  de  la  man  di  C afiore  più  nobile 

Col fìten  farai  baflante  a  volger  CiUaro  . 
Tropertioy  K(onfe  m'andafie  il  gran  Defirier  diCafiore  » 
Claudianoy  E  volentieri  al  fren  tuo  feruir  ebbe 

Cillar o  y  baimi  do  C attore  in  difp  regio . 
Tuttala  ■Virgilio  dopa  raccontate  le  qualità  appartenenti  a  perfetto 
caualloyfoggiunge  tal  effere flato  CiUaro  domato  dalla  briglia  diTollu- 
ce  jLmicleo  y  doue  Seruio  diceyluiper  licen%a  Poetica  hauer  pò  fio  l'vn 
D  fratello  per  V  altro  ;maffìmamente  bauendo  finto  i  "Poetiycbe  à  queflifia 
telli  afiai  tra  loro  amoreuoli  fuffe  fiata  conceda  l'immortalità  conqut- 
fla  conditioneyche  ogni  mefe  ne  riforgefse  vno  a  vicenda?&  cofi  efsendo 
fiati  ejfi  collocati  tra  le  più  chiare  imagini  celeflicolfegno  di  Gemini, 
bora  appare  l 'vno  y&  bora  l'altro  ;.  quantunque  i nauiganti  nelle  tem- 
p  efie  feorgono  tali fleUe  y  della .tranquilla  del  mare  fi  rafsicurano  .(o- 
fioro  da'  Bimani fura  adorati  per  Dei  yda  che  in  vna  battaglia  contro, 
Latiniypreffo  al  Lago  foglilo  apparuero  infhuorloro:  e  tanto  s'affatica- 
rocche  dopò,  la  vittoria,  confeguitayfur  veduti  lattar  fi 'nel  fonte  Cjiuturna 

infiemt 


iié        bèi  Ili  ò  i  o  \i  'JL 

ìnfierne  co'i  lor  candii  pieni  di  [udore  dipolue:  per  la  qual  cofa  fu  far  g 
Jrc^tì-10  dìri'ZZf1*0  nella  pia^a  Bimana  vn  Tempio,  del qual ragiona  "Plinio 
re  e  Póllu  ampiamente .  E  già  d'vrì  altro  lor  tempio  nella  patria  nottrafi  veggiono 
ce  fuperbe  reliquie  fulla  pià%gk  di  San  Lorenzo  ■:  onde  chiaramente  fi  pub 

comprendere->quanto  q netta  Città  ancora  anticamente  fi  fia  dilettata  de 
gli  efìercitij  Cauallerefchi,  tenendo  iDei  della  Caualleria(fecondo  la  di" 
fpofitione  di  quei  tempi)  in  riueren^a .  Terranno  forfè  alcuni  perfàuolo- 
fa  quella  apparinone  di  C attore  e  di'Tolluce,  che  babbiam  detta,  la  qual 
affermano  molti  hittorici;ò  pur  crederemo  >  che  fufìe  fiata  imaginatiua 
per  inganno  del  mal  Demonio  :  ma  bora  che  tolto  il  velo  della/alfa  re- 
ligione ,  la  mercè  delfommo  &  ottimo  fddio  ci  ha  feoperta  la  véra  fé-    j 
de;  raccontano  pur  gli  fcrittori  della  conqnifta  di  <Lft€eJJico,  ff>effe  volte 
nelle  battaglie,  chefkcea  Fernando  (ortefe  contra  gl'Indi,  efier  appar- 
fi  San  Pietro  &  San  Giacomo  combattenti  in  /nuore  di  Chriftiani  fopra 
arditi  caualli  bianchi  ,  che  con  mirabile  jpauentò  di  nemici [fhceano  co  fé 
incredibili  ad  vdire .  Di  bianchijjìmo  pelo  ancora  fi  deferiuono  i  caualli 
di  quei  Gemelli  come  tra  gì  altri  accenna  Ouidio  dicendo  , 
zJWa  i  due  fratelli ,  non  ancor  celetti 
Segni  :  ambo  adorni ,  &  ambo  da  Dettrieri 
Di  neueafìaipiu  candidi  portati . 
Ciliare    Di  quetti  due  caualli  CiUaro  principalmente  fi  troua  celebre  ;  hauendo   < 
prefo  tal  nome  dalla  Cjreca parolaCillin,che  velloce  dinota  .  UJL riotto 
volendo  fommamente  lodare  vncauallo  diffe, 
Cillaro  so  non  fu  ,  non  fu  orione 
Di  te  miglior  ,  ne  meritò  più  lode . 
Arioneca  F rigenerato  Urlone  pur  daì^ettuno  in  quella  congiuntone  >  che  fé  con 
mof         Cerere-trasformati  amendue  in  ftecie  Qiuallina;e  primieramente  fu.  da 
lui  donato  ài  Rj  di  Hiliarto  :  poi  da  cojlui  ad  Hercole ,  //  quale  con  la 
virtù  di  talCauallo  conquitth  ilpaefe  d'Elide;  &  combattendo  co  Cigno 
fìgliuol  di  Marte,ilfuperò .  Hercole  pofeia  ne  fé  dono  al  Bj  Udraflo,che 
neWimprefa  di  Tebe,  effendoci  tutti  gli  altri  (apitani  reflati  morti,  egli 
dopò  molte  vittorie  fcampòfaluo;&  hauendo  nella  fuga  fermato  il  cor- 
fo  del  cauallo  in  vn  luogo  diUttica,chiamato  Colono,e  cognominato  poi 
quindi Hippio;dedicò  due  altari  ,  vnoàVallade  Hippia ,  &  vn' altro  à 
Nettuno  Hippio;il  qual  cognome  primamente  gli  era  ttato  dato  dagli 
Jirc adi  per la  generazione di  efio  Urlone,  cauallo  di  fomma  velocità , 
come  Homerofàfede ,  chiamandolo  diuino,e generato  da  Dio:  Troper- 
tio  il  chiama  Vocale,cioè  parlante,  confenfo  humano Xlaudiano  lo  de- 
fcriue  di  pelo  ceruleo,fimile  alla  qualità  delfuoproducitore;  e'I  chiarita, 

nudiito 


H 


DEL    CjfV  \A  LIO)  LIB.    IL         127 

-  nudrito  nelle  frolle delle  T^ereidiTslinfe  marine .  Ma  Statio  lo  dimofrra 
^  dipelo  rutilo  & infocato,dkendo  >  che  quando  primieramente  gli  fu  po- 
fio  il  freno  da  K[ettuno ,  poco  ò  nullo  bifogno  vi  fu  difor'^a  ò  di  casìigo, 
perciò  che  egli  erapreftiffimo  e  gagliardissimo  al  correre;  &  bauea  vna 
certa  incoflan^a  fìmile  al  Mar  di  Verno;  oue  ottimamente  nuotando  fo- 
lea  per  tutte  le  parti  portare  il  Ceruleo  padre ;&  nel  corfo  parea  volare^ 
fi  che  dietro  afe  lafciaua  le  nuuole,&  i  venti.  T^efen^a  molto giudicio  è 
flato  fatto  T^ettnno  primiero  e  di  diuerfi  caualli  producitore  ;  perche  di 
complejfioneye  di  natura  certamente  quefii  animali  fono  fomigliantiffimi 
al  Maretfuando  è  più  agitato  ;&  come  ben  dice  Trobo;e fendo  la  lòr  ma 
—  feria  compofra  di  liquore ',delqual  procede  il  moto  e  l'atto  del  genere  me- 
diante il  calore  ;dirit  amente 'fi fono  attribuiti  àquel>cbe  domina  il  liquo- 
re dell' vniuerfo'j,  &  effendo  la  pianura  conueneuole parimente  all'acque 
&  a  Caualli,meritamente  de  l'vno  e  de  l'altro  fu  filmato  hauer  lapote- 
fìà  vn  mede  fimo  ^umeSt  però  ipopoli  Illirici  ogni  noue  anni  buttaua- 
no  almare  quattro  CauaUi  in  bonore  d' efto  T^ettuno  ;  a  cui  fi  come  gli  an- 
tichi attribuirò  l'origine  del  caualio,  chiamandolo  Hippion  "Tofidona  ; 
co  fi  ancor  a  l'origine  del  e  aualc  are  a  lui  vien  data  ,  fecondo  che  a  molti 
piace;  Scriuendo  'Diodoroyche  però  hebbe  J^ettuno  il  cognome  d'Hippio^ 
perche  a  domare  il  cauallo  >  c£*  ad  infegnare  l'arte  delcaualcarefà  egli  Cognomi 
£  primo:  ondeJ^eBoH  apprefro  Hamero  dice  ;  Jlntiloco  fuo  figliuolo  ha-  d^Nettu" 
uerdaT^ettunoapprefa  l'arte  del  caualcare,  e  da  (fioue  del  combattere 
dxauaìlo.  Celio  daVaufania  pur  afferma-  che  per  q  uè  fi  a  cagione  nel  do- 
mare fì^ettuno  fu  appellato  Hippio  e  Dameo  :  &  Tapinio  cofi  canta , 

l^ettuno  già  (fé  dagli  antichi  è  certa 

La  fama)  dicon  prima  hauer  la  bocca 

I{pfa  alfjDeflrier  co' difufati  freni; 

Domandai  nella  polue  alta  del  Lito, 
llchefe  vogliamo  congetturare,  ch'egli  haueffe fatto  nelmodo>che  hoggi 
s'vfa  :  pof/ìamo  ben  appropriare  il  fuo  tridente  alle  due  ale  de  la  caue^> 
2)  %ana  con  la  bacchetta  in  me%o.  Trouafi  ancora  l^ettuno  appellato  Hip- 
pocronio,&  con  quefto  cognome  gli  era  fatto  facrificio  da'T  ebani:  co  dir 
che  (jónioytioè  Saturno  in  vece  di  lui  haueffe  mangiato  vn  cauallo,  con- 
cio foffe  cofa,cb'eflendo  il  fuo  co  fiume  di  diuorare  ifuoifigliuolifcome  le 
fhuole  diconoydinotando  la  propria  virtù  del  Tempo>cbe  le  cofe  da  feflef 
fo  prodotte  confuma)  Rjjea  fingendo  al  marito  di  hauer  partorito  vn  poi- 
ledaglielo  diede  a  mangiare- come  Taufanianarra.il  mede  fimo  Satur 
no  >  racconta  Ouidio  >  che  volendo  vn' altra  volta  fuggir  lo  f degno  difua 
mo%lie}fi  conuerfe  in  cauallo;  ilche  Virgilio  ancor  afferma  dicendo. 

Tal 


Chironc 


Taleffo  ancor  Saturno  in  fuga  prefioy  g 

tacila  venata  de  la  moglie  tutto  . 

T>i  pelo  Cauallìn  couerto  >  empieo 

Di  fottìi  annitrito  il  Tello  monte . 
In  quefia  forma  fi  dice ,  eh  egli  bauefie  ingrauidata  Filliray  e  generato- 
Cétauro.  ne  Cbirone  Centauro  y  cioè  dal  me?o  in  già  cauallo -,  ilquale  (feconda 
Hierocle)  per  la  lunga  pratica  de'  caualli,  &  perla  perfetta  conofcen%a 
delle  virtù  di  tutte  i  berbera  inuentore  de  l'arte  da  Marefcalcoye  dì  tut- 
ta la  Chirugi.h&  fk  maestro  &  alleuatore  di  Efculapioyd \Achille  :poi 
fi andò  affettato  vn  dì  con  Hercoley  cadutagli  per  cafovna  punta  delle 
faette  di  luifu'lpiede  >  ne  venne  a  morte .e per -che  viuendo  era  fiato  giù-  p 
fìiffimo  fiopra  ogni  altro  >  meritò  d' efiere  connumerato  tra  le  Stelle  >  co- 
Sagitta-  me  da  Higino  fi  ponc^ .  Fede  fi  pur  in  forma  di  Centauro  il  S  agitarlo  ; 
rio'  ma  dicono  cb'eglìfia  C  roto  figlimi  di  Eufemey  balia  delle  Mufe  :  ilquale 

efiédo  flato  velociffimo  nelle  cacciey&  acutiffimo  neglìHudhfu  da  Qio 
ne  figurato  nel  Cielo  con  gambe  caualliney  perche  malto  fi  dilettò  del  ca- 
ualcarey  &  aggmnfegli  le  faette  per  dinotare  l  acutezza  &  la  prefte%- 
7^a  delfino  ingegno:  con  la  coda  Satirica ,  dìmoflrando ,  che  co/i  egli  era. 
fiato  caro  alle  Mafie)  come  i  Satiri  al  Dio  "Sacco .  .Altri Centauri-yfìfh-- 
Tflione     u°leggia>chefiiffer  nan  àànma  T^ube  ingrauidata  da  Iffione;  mentre  che 

egli  ingannato  da  fallace  fembian^a,/}  crèdea  tenere  (jiunoue  in  braccio,  y 
per  lo  quale  ardire  fu  nell'inferno  legato  da  Mercurio  in  vua  ì{uotay  che 
fiempre  volge .  Vero  effi  Centauri  da  Ouidio  fon  chiamati  ^tbigeni  fie- 
ri) &  altrove fiemibomini-,  come  Lucano  Sèmiferiquafì  me^o  ferigni& 
me^o  buomini  ;  Virgilio  Bimembri)  cioè  di  due  forti  di  membra,  huma- 
ne  e  caualline  :  di  modo  che  potea  dirfi  >  /'/  Centauro  effer  huomo  fien^a, 
piedi)e  cauallo  fenica  teHa;ò  come  vn' altro  per  giuoco  diffey  che  nel  Cert 
tauro  il  cauallo  ruttaua  huomo  ;  e  l' huomo  cacaua  cauallo .  Già  da  gli 
fcritti  di  "Pindaro  fi  raccoglieycome  Iffione  dalla  nube  generò  vnfigliuo-? 
lo  nomato  Centauroyilquale  vfando  il  coito  co n  le  caualle  Magne fie  fot- 
to  il  monte  T' e lioypro creò  figliuoli  y  che  dalla  parte  fopranarafiomiglia-  ■ 
ro  al  padre  y  dalla  fottana  alla  madre .  E  Diodoro  afferma  effere  fiata, 
fuma ,  che  i  Centauri  nudriti  nel  monte  Vello  dalle  TSQnfe ,  fi  f uff  ero  poi 
me f colati  con  le  caualleye  generati  gli  Hippocentauri;et  chea  quelli  die- 
de foccor fio  la  nube  madreynella  guerrayc  hebbero  con  Hercole .  Ma  Ga- 
leno in  niun  modo  vuol  confentirciy  dicendo  lecito  effere  fiato  àTind aro 
&  à  gli  altri  Toeti  di  cantando  fkuoleggiareycome  à  lor  piacque  offendo 
il  difegno  loro  di  dtlettareyno  infegnaregli  vditori;  al  che  tra  gli  altri  or 
naméti  bifogna.  dire  cofe  miracolo/è  per  fargli  più  attonitima  a  chi  cerca, 

la  ve- 


Uh  verità  y  non  effer  lecito  di  credere  fimilmofiro  ;  che  fé  pur  fuffe  fiato 
poffibile  >  che  feme  bum  ano  fi  fujfe  potuto  riceuere  e  ritenere da  caual- 
la,eridurfìa  perfezione  quello  parto  sìftranoy  egli  non  può  penfarfi 
il  modo  y  come  dopò  natoftfufe potuto  nudrire ,  odi  herbe  &  or^i  cru- 
di le  parti  fottane}  ò  di  cibi  cotti  lefoprane  ;  eccetto  fé  due  bocche  hauef- 
fe  hauutey  l'vna  cauallina ,  e  V altra  humana  \  òfe  pur  (  iafciate  quefie 
•confiderai ioni) alcuna  velocità  fi  fu  fé  confeguita  dsi  tal  mefcolan^ay  el- 
la non  era  idonea  a  tutfi  luoghi  ;  perche  dovendo  fcenderey  ò  montar  eyo 
-pàfare  per  afpri  bal^i l,  affai  migliori  fono  le  due  gambe  bumane  ycbe 
dkecauaMine;oltre  che  fi  pub  ben  confederare  la  figura  delCentauro  mal 

%  bauer  potuto  federe yejnalferuirfi  delle  mani;&  in  fomma  in  ogniattio 
ne  èfferfi  trottata  inhabile  &  impotente. Quefie  medeftme  ragioni  india- 
te Tale  fato  a  diffuadere  >  che  fi  creda  efiere  fiate  mai  fi  fatte  Vere  ;  di- 
cendo la  verità  co  fi  paff are  y  cheffsioneBjdi  Teffaglia  vedendo  >  che 
un'armento  di  Tori 'venuto  in  furore  per  gran  copia  di  Taffani\  nelmon 
te  T elio ytene a  tutte  quelle  contrade  in  tanto  fpauento ,  che  niuno  ofìaua 
diaccoftaruifì;&  con  impeto  ft  orrendo  ne  i  luoghi  dimeflici  e  coltiuath 
ogni  cofa  guafìauano  ;  propofe  per  grida  public  a  moltipremjj-a  coloro  > 
che  ama^ajfero  quelli  Tori.fofi  alquanti  giouanid'vn  caftello  chiama     r)0mar 
~  to  l^efele-yche  nube  s 'interpreta  ;  cominciaro  allhor  a  primieramente  a  caualli  di 
»  domar  caualliyinfegmndo  loro  come  douefsero  in  su  la  fchienu  portare  chi  mué- 
icaualìeri; perche  prima  non  fìvfauano  eccetto  al  carro;  e  ridottigli  ha-  tl0lie* 
bili  in  poco  jpatioyand aro  addofìo  a  i  Tori  y  horaferendoliy  &  bora  fichi* 
uando  i  loro  incontri  con  gran  defireTga;  sì  che  alla  fine  tutti  gli  hebbe- 
ro  eslirpatidi  quelpaefe  ;  <&■  in  queslo  modo  da  ivocabolidiT auro  y  & 
•Cateccnto  ,  che  dinota  ferir  di  puntayefsi  Centauri  furono  appellati  ;  che  rantaurì 
già  in  loro  niuna  cofa  di  Tauro  era  altramente. Horaqueiìi  ricevuto  dal  ondedet- 
Fj  grandi  ricchezze ,  s'infuperbirono  oltre  anodo  \  &  con  poco  rifletto  tu 
del  B^isleffofàceano  mali  di  paffoinpafio  ,  e  tra  V altre  cofe  federate  y 

D  eglino  effendo  fiati  inuitati  da  i  Lapithi  popoli  di  quella  regioneydiuéner 
ebbriye  dato  di  mano  alle  donne  yfe  le  mifero  innanzi  a  caualloy  e  fuggi- 
ron  via  alle  lor  montagne,  donde  poi  mofsafì  guerra  tra  gli  vni  e  gli  al- 
trilycalauano  ogni  giórno  alla  pianuray  afa  r  infidie  e  ruberie;  &  perche 
Quando  efsi  fuggiuanóyquellì  che  da  dietro  gli  riguardauano  dalla  lugay 
le  groppe  del  cauallo  &  Ihuomo'dal  meyo  in  su  folaméte  fc orge  nano  ; 
e  che  talhora  dando  sul  fiume  Teneo  a' lor  caualli  y  fi  andò  quelli  con  le 
tefìe  chinate  all'acqua,  pare  ano  me%p  caualli  è  me^obuomini ,  i  fem- 
pUci contadini  y  che  s'andauano  lamentando  delle  coftoro  infoiente; 
narrando  quello  Arano  e  difufato frettatolo*)  Centauri  di  nube  vfati 

1  gli 


gli nominauano . Fulgentio  dà  vn"  altra  bellijjìma  interpretatione  allafh  £ 
uohydicendo ,  che  Iffione  quafi  jL xione  dalla  voce  jlxioti  fignifìcade- 
gnitàylaqual  affettando  il  B^egnoycheper  giunone s  intendeylaqualè.  Dea 
de  i  I{eami;non  meritando  il  durabile  e'I  veraceyprende  il  momentaneo 
eHfiguratoch'è  nella  nube}  &  co/i  chi  cerca  più  diquelloyche gliconuic 
ne>  retta  manco  di  quello  ch'era  _  F ecefi  quella  fintione ,  perche  f filone 
fa  ilprimieroyche  nella  Grecia  affettò  la  gloria  del  B^gno;&confeguil 
lo  per  valore  di  cento  (aualieriyche-tenea  fitto  di  fé; iquali fi farian 'pò? 
tuti  chiamar  Centhippiyma  Centauri  fi  dij]  èro  quafi  cento  armati  ;  o  ve- 
ramente quaft '  (ento  aure 'y  perche  a.guifa  di  venti  erano  velocifsimi .. 
Et  efiendo  poco  dapoi  fiato  cacciato  Ifsione  dal  Uggnoyfidiffeycbefu  con  p 
dannato  alla  I\pta  per  dimos~lrarey  che  chi  perfor^a  d'arme  fiftrT iran- 
no nonpvò.t  enere  mai feggio  fi  abile :-.  "Hon  rimangono  alcuni  d'interpre- 
..  tare  Centauro  per  corridore  ejpronatar  dicauallo}  &  cofì  vfa  Tlutarcp' 
tauro,      aippocentauropervncaualcator  eccellentijjìmo  ^tinnito  }  come  Celio 
r.iferifce  }.  benché  Wppocentauro  nomini  Polluce  vn  bellifiimocane  di 
Senofonte  jìgliuol  di  grillo.  ^A:ppoSuida  fi  lègge  Tauro  dinotarla  parte 
vergogno]  a  dell' huomoy&  indi  per  auuentura  Centauro  come  Laftauro- 
per  vn  lihidinofo  potrebbe  intenderfi,  &  cofi piace  a  Mafi.  Tirioyilqual. 
vuole  y,che  la  forma  delfentaur.o  dinoti  il  legame  della  libidine}  perche: 
quante  volte  auuieneychele.pirti ferrigne  occupino  la  Tirannide  nell'Imo  q, 
moy  &  che  l'ardor  del  defiderio  opprima  efoggioghi  la  nobiltà,  dell'ani  - 
mo;lyhuomo  delia-maggior  parte  in  beSlia  fi  contiene. <AriRofane.  dkey 
vn'huomo.diruflici  cofiumi  &  furiofo  rapprefentar fi  fitto  la  feerie  d'un 
€entaaro..*A  hrinel  Centauro  intendono  lavitahumana  yche  aguifa  di 
fuggente  e auall&mai  non  s.arrefta  .Qui  non  mi  pare  datralafciare  vna 
bèilaargutia  di  Diogeneyitqual.vedendodue  Centauri  pefsimamente  di* 
pinti  in  vnatauolaydimandauaqual di  quelli  fufie  Chirone sparendo  ad- 
dimandare  delnome  proprio  ;-ma  egli  intende  a  qualftffeiL  peggiore  ; 
perche  queffo  ancora  fignifica  effo  vocabolo  di  Chirone  .  Furo  nomi  ce- 
_  .  lebridiCentauriy£fmtoyI\bey(frineoyi^micoy'^raeoyLicidayMedoney.  H 

celebri .    MermèrOyTifenorey  (aumay  e  Foloyche  fu  amico  &  bojyite  d'HercoUy 
Euritio—  da  cui  per.  conto  di  libidine  dite,  altri  ne  furo  veci fiy  Suritioney  che  per 
ne  Cen-  for'iavolea  <Deianirainmatrim.onÌQ)laquale  era  slata  già  promefiàa4 
tauro .      j{er€0le  fai  padre  I{è'Defiammoy^rrHe(fo ,  ilqttal  in  su  vna.fìumana 
più dett'v fato  gonfia  >  feontratoficon  effo  H èrcole  >  che  vinto  nichelo? 
fene  mertaua la  iflefsa  Dei  iniraf uà  moglie  y  profertofi  dì  varcar,  la  don 
na  in  sàia  groppa  ;  co merfu giunto  all' altr a  riuay  tentando  diviolarlay, 
j&&  htitrafittoxùn.  le fatue intintemi  velenofo  [angue  de  l'hìdra^*.. 
k  St  per 


DELC^V^LLOy    ZIB.II.  |ji 

jl  Et  per  non  morire  fen^a  vendetta,  perfuafe  a  Deianira,  che  riferbaffe  di 
quel fangue,che  gli  vfdua  dalle  feritejpercbe  tingendone  lacamiciadel 
marito,nol farebbe distaccar  mai  daifuo  amore;  ikhe  volendo  colei  prò - 
uareygclofa  d'vna  certa  Iole;fùcagioneyc'Hercole  per  estinguerei'  ardo- 
re internoyandujje  a  bruciar/i  viu'j;e  Lica  che  fu  il  minislro,neju  rotan- 
do lanciato  a  mare,  &  effaper  dijperatione  fi  ama-^ò.  D'altri  Centauri  Centauri 
fu  jpenta  vna  gran  parte  nelle  no^^e  d'tìippodamia  €on  Tiritboo  :  'del  morti  nel 
che  fa  Horatio  mentione  là  dotte  efforta  .  'le  nozze 

Cheniuno  vft  fuor  del  modo  i  doni      !  dàmuP° 

Di  Bacco  ;  ben  ci  de  render  accorti 

B  La  debellata  briga  de  i  Centauri  . 

Horafe  noi  vogliamo  pur  credere  alla  f corra  di  efìafauola,  che  i  Cen- 
tauri veramente  fu/fero  flati  mifli  di  corpo  bumano  e  cauallino  :  pàffiam 
fermarci  su  ifimiliteflimoni  delle bijlorie  naturalo  uè  fi  legge,cbe  nel- 
l'Oceano S  c'ubico  fono  pepdìyche  del  tutto  ritengono  forma  humana  -,  fé 
non  che  i  piedi  fon  cauallini;&  però  foncbiamati  Hippopodi,  come  feri-  Hipp©p& 
uè  Solino.  TJ lutar co  racconta,  the  nella  tafa  di  Teriandrofù  portato  da  <!>• 
vnpaflore  vn  bambino  nato  d'vna  caualla,  ilquale  batte  a  la  teflay  il  col- 
loy&le  mani  d'buomo,ma  tutto  di  cauallo  il  rimanente  ;  fiche  veggen- 
doT  balere  diffe  ^non  parergli  cof a  prodigio  fa,  ne  douerfi  prendere  per 

G  portento  daì^Dei  mandato  per  dinotar  fé  ditioni  edifcordie,come  giudi- 
taua  Diocle  -,  ma  effer  cofa  naturale ,  &  pero  gli  configliaua ,  cheè  non 
teneffeCauallarex^iyò  lor  deffe  moglie  ,  Claudio  C e  fare  fcriuey  efier  na- 
to in  Tenaglia  vn  H ippocentauro ,  ma  nel  medeftmo  dì  effer  marto* 
Tlinio  dice  hauerne  vàio  vn" altro  portato  da  Egitto  a  l'iHefio  Trincipe. 
llcbe  non  è  da  tener  fi per  incredibile ,  poi  che  fi  trouano  ancora  gliOno-  !jv!!??Ctt~ 
centauriyiquali  (come ferine  Eliano)  hanno  a  guifu  d  buomo  la  fàccia, 
la  barba  lunga,  il  collo,  glibomeriyle  braccia  ,  &  le  deta,  <&•  nel  petto  le 
mameìle  pendenti  come  a  donna;  ma  il  dorfo,  il  ventre ,  i  fianchi,  eipiè 
didietro  aguifa  d'^i fino  :  Le  braccia  taf  boy  a  loro  feruono  perpkdi  al 

**  caminare ,  e  nel  corfo  non  fi  fanno  dagli  altri  quadrupedi  ammutirei 
operano  le  mani  al  mangiare ,  ò  a  togliere  alcuna  €ofa,&  allhòra  feden- 
do ft  pqfano;  fono  animali  tanto  fdegnofì,  che  fé  mai  auuengache  fìano 
prefmon  apportando  la  [bruita,  rifiutano  ogni  cibò,  e  fi  muoiono  per  fu- 
mé. Quanto  a  Vrodigij  &aMoflri,purfe  neleggon  molti  e diuerfì auue- 
nuti  nella  generatione  de  i  cauallii<come  nel  paffaggio  di  Serfeper  VHel- 
lejpontoyvna  caualla  partorì  vna  lepre  (come  fcr  tue  V 'alerio  <&Mero- 
doto)  donde  fi  potè pref agire  il  futcefìo,cb  egli entrando  alla  Grecia  con 
grande  jpauento  &  ambitione  )fen'hauea  da  ritornare  con  gran  fretta  e 

l     i        paura, 


Canalli 


i?2  n  E  L  L  A     GLORIA 

paura .  Li  racconta  in  Sinuefja  vna  Vacca  hauer  partorito  vn  caualet-     j 
j111  to;&ne  illriiHj-,  &  nei  Lucani  eternato  vn-cauaìlo  con  cinque  piedi . 
vacche .    Dìl  molti  fi  fa  pur  fede ,  che  neli\dlpi  di  Salteri  a  Speluga  nacque  vn 
cauallo  ingenerato  da  vn  Toro.  Gli  Sthiopi  chiamano  IS^abi  (fecondo 
Tlinio)  vn! animale  di  collo  fintile  al  cauallo  >  ma  di  piedi  e  di  gambe 
Camelo  fìmile  ad  vn  Bue  ;  e  slimafi  che  fra  il  (amelo  par  d  ale .  Il  medefìmo  fcri- 
Pardale.    M  l  c})ein  'Peonia pae fé  di  Grecia  nafeono  certi  animali  detti  Bonafìy  co* 
crini  di  cauallo ,  &  nel  re  fio  fembiantiaToro  >  maffime  delle  corna  >  sì 
tra  loro  impiegate  y  che  non  poffono  ferire  :  de"  qtt ai  Solino  ancora  fa 
menticne  <£r  Aristotele  ampiamente  .  7>{c!l:a  prouintia  de'  Mangi  In- 
diani) ilToggio  narra  ,  che  nafeono  ce;  tifoni ,  e  hanno  coda  e  crini  di  ^ 
£auallo;de'  quali  fi  feruono  inolili  ad  ornamento.  In  vna  dell'I fole  del 
Issilo  fcriueTlinio  nafeere  i  caualli  fen^a  orecchie .  .Altri  fermano  tro- 
ttar fi  il  Frinocefalo  con  testa  e  tutto  il  corpo  cauallim  y  ma  Jpirar  dalla 
bocca  certe  fiammey  cheama^an  Ìhuomo;trouarfi  ancor  la  Lamia  con. 
piedi  cauallini  >  e7 1  refto  dicapra>  &con  codacauallina  è  manifefto  già 
dipignerfii  Satiri .  Che  fi  ritromno  causili  feluaggi ,  molti  ne  firn  tefli- 
monio;&  che  in  molte  medicine  fia  gioueuole il  fingile  loro. .  Tlinio  gli' 
Caualli  noma  Equiferi  y  dicendo  non  hauerne 'fritto  i  Greci  >  perche l  pae fé  loro- 
feuzi  o-    nonne  producea  ;  ma  douerfi  tener  per  fermo ,  che  in  quelli  fuffero  più  ^ 
recchte.   gagliarde  tutte  le  mede fime  cofe  y  che  fon  ne  gli  altri .  Aristotele  fcri- 
j0j  ne  trouar fi  degli  Equiferi  in  SiriZymolte  greggiey  co'  lor  Capitani  yiqua- 

La'-nia.      liveggendo  per  annetti  ur a  alcuno  di  fuoi  caualli  troppo  giouane  acco- 
Caualli  slarfi alle  caual'le ,  tanto  lo  perfegititano ,  che  l aggitttgQno ,  e  di  morfo 
leluaggi.  afa  fleypanoi  testicoli.  TS(el  Settentrione  mede/imamente  ne  è  gran  co- 
pia .  S  trabone  li  chi  ama  Agrefliye  dice  trouarfene  preffo  alleilo, ^  nel- 
le tsflpi  y  &  con  più  abbondane  nella  Spagna  ;  ilche  conferma  Garro- 
ne .  In  B^amafe  ne  videro  quarantaycelebrando  i  giuochi  fecola-ri  di  Fi- 
lippo Lmperadoreycome  dal  Capitolino  fi narra. appiano  composte  le  voci 
Greche, gli  nomina  Hippiagriy.  dicendo  efferne  molti  ne  i  deferti  dell  E-  n 
thiopiaycon  due  denti  cacciati  in  fora  &■  veleno fiy  con  Vvnghie  come  cer 
uibifolchete  co'  crini  lunghi  per  mei^o  ladina  in  fino  all'ultimo  della  co- 
da;ma  non  fojferifconof entità .  Alberto  dice ,  i  cauaUi  feluaggi  efiere 
di  color  dicenerey  con  vna  linea  fof caper  lo  dorfoydallatesìa  fin  alla  co 
da .  Herodoto  racconta  y  che  d'intorno  ad  vna  palude  di  Scithia  r  dande 
feorre  il  fiume  Hipaniyfe  ne  trouauo  di  candido  pelo  .  I  Moderni  dico- 
noy  effere  nella  Trufìa  caualli  feluaggi  non  diferitti  da  G}reciynè  da  La- 
tini yfo  migliami  del  tutto  a  i  no  siri ,  fé  non  che  hanno  il  dorfo  troppo 
molle  y  e  fiacco  $  non  atto  a  fopportar  pzfo  veruno  ;  né  fi  ponno  mai 

ammansare,  z 


d!z  c ^urliti*  ni.  ìì:        Yji   « 

j£  am~tnan%are  ;  ma  fon  buoni/fimi  a  mangiare.  OueHa  diuerfità  dunque 
di  creature  intorno  alfeffere  del  cauallo,  potrebbe  in  alcun  modo  colori- 
re,^- verifimile  rendere  la  dipintura  de  i  (entauri;ma  con  più  certa  fe- 
de,potremo  alfenfo  misìico  appigliante;  congetturando  ,  eh  e  l 'effer  nati 
dalla  nube  fia  finto  finto  per  dinotare  la  velocità  dclcauallo,&  che  dal- 
la conformitàychè  in  molte  cofe  tra'l  cauallo  e  Vbuomofi  fcorge,e  da  l'ef 
fere  siati  quei  popoli  di  Tenaglia  inuentori  del  modo  di  frenare  i  caualliy  .  Te/Tali) 
e  di  bauerli  atti fjìm  alle  battaglie,habbiano  hauuto  grido ,  che  fuftero  ^fo^T 
di  natura  bumana  e  caua!lina,&-  ftano  flati  chiamati  Centauri.  Ciòs'af  causili . 
ferma  da  Diodoro,e  da  Vlmo,iquali  dicono ,  che'l  combattere  a  cauallo 

*$  fu  trouato  da iTelfali  ,  detti  Centauri ,  che  nel  monteVelio  habitauano. 
Virgilio  parimente  alla  gente  di  Tenaglia  attribuire  Vinuentione  dei 
frenare  e  del  maneggiare;  nominaado  però  fpecialmente  i  Lapiti, rTele  «  Vfo  dica 
troni],  iqualidice,  che pofti fu' l dorfo del  cavallo,  l'infegnaro  di  fare  uaIca^e 
igiri,  e  di  f alt  are  fotto  tarme,  eghiomerare  i  fuperbipaffi  ;  per  dir  le 
proprie  fue parole .  Higino  &  Tliniopar  che  vogliano  'Teletronio  effer-     ?e!etr°- 
fi  nomato  colui,che  primieramente  trono  ip'eni  &  le  bardelle  a  i  cauallh  wre     ^  J 
benché  fi  poffa  pur  intendere  del  paefe  :  bilami  dicono  effer  fi  primiera-  'frehrre 
mente  trouato  f  vfo  del  caualcare  in  Egitto,da  vn' antico  I\è  Sefonchofi,  bardèlle. 
detto  da  Herodoto  Sefoflri;  ò  fecondo  l'openione  d'altri  da  Oro ,  quando 

C  s'bcbbe  a  combattere  con  Tifone  .  ISfon  mancano  alcuni  di  attribuirlo  a 
la  bella  Italia;)- accontando  Eliano,  effere  fiata  fuma ,  che  vi  fa  vn  cer- 
to anticbifftmob  nomo  chiamato  Mann  ,  che  dalle  parti  di  dietro  parca 
cauallo ,  ejfendo  egli  Hato  primiero  a  m oftrar  V  vfo  del  caualcare  ;,  mg. 
quefla  cofa  è  troppo  o feltra ,  e  tanto  più  fi  giudica  fkuolofa,  quanto  che 
fi  foggiunge,  eh"  egli  f uff  e  vifìo  cento  -ventitré  anni,etre  volte  morto,  ef- 
fer altrettante  tornato  in  vita .  S trabone  dice  V effer citio  del  caualcare^  e Hercf tfo 
e  delfaettare  effer  incominciato  da  i  Medi,&  andato fene  agli  ^Armeni,  del  caual- 
&  indi  a  iVerfi .  JLltri  quefla  inuentione  del  caualcare  a  Libia  altri-  care  e  fast 

..  bull cono (come  da  Celio  fi  racconta)  ouero  per  che 'Nettuno  haueffeam-  laredlc"i 
V      J  n     \  i*        .  J  r  É>     .  jj  trouaco. 

maejtrati  quei  popoli' di  congiungere  icaualli  ai  carri,  ouero  perche 

Tallade  SqueUre  ebellicofaiuifidicea  che  fuffe  nata,  &  e fer  citata  , 
menando  feco  molte  fchiere  di  donne  armate  a  cauallo;  lequali  nella  te- 
nera etàfhcendofì  col  fuoco  leuare  la  deflra  mammella,  accioche  non  ha 
ueffero  impedimento  aWarreHar  delle  lancie,&  al  trar.  delle  faette:  fu- 
ro chiamate  ^4 magoni  ;  parola  chefen^a  mammelle  fìguificaun^ . 
Quesìe  portando  la  fìniflra  parte  del  petto  ignuda ,  &  le  vesli,  che 
non  paffauano  le  ginocchia  ;  furono  inuentrici  della  feewe ,  e  della 
Tetta,  che  era  feudo  fatto  a  me%a  Luna  ;  onde  Teltigeree  Securigere  fi 

J     3         diceuano; 


i|4  ~<ì>  E  L  l  J:    Gì  Ò  1^1  U 

Amazo--  diceuano,^  veramente  del  Sefio  donnefco  elleno  furo  prime  }cbe  hebbe  -  e 
ne  prime  ro  coraggio  di  (aitale are  >  e  di  armeggiare ,  come  narra  Lifia  oratore . 
done  che  j^  ^  Libia  folamente  fono  celebratele <is£ma%mi,  ma  di  ScithiaaU 
kro .    "  tresì  > oue  tra  *  due  fiumi  Tonai  e  Termodoonte  habitauano  i  Le  Heine 
di  costoro  pia  fhmofefi  contano  efiere  Hate  Martefta  &  Lampedo  >  che 
la  maggior  parte  dell'Europa ,  edell'^Afia  con  gran  pofianzafoggioga- 
ro  :  Toifuccedette  Orithia ,  molto  lodata  y  per  baner fi  perpetuamente; 
conferuato  la  virginità  ;  Con  cibfoffe  cofa  che  l'altre  Id  magoni  foleano 
al  tr  ente fimo  anno  accettare  i  mariti,  amazTando  per  non  perdere  il 
dominio  ,  tutti  i  parti  «SMafchili  :  fiotto  il  reggimento  di  costei  ,fu  loro 
fhtta  guerra  da  Hercole ,  Uguale  battendole  fuperate  ,fitolfe  ^Antiope  e  g 
Menalippe  forelle  della  I{eina,.  &  a  Tefeo  diede  Hippolita  .  T{imafe  po- 
feia  il  principato  a  Tantefilea,da  Tropertio  chiamata  nellarmiferocey. 
da  Virgilio  furente  ;  laqual  con  molte  fquadre  delle  fue  Cauallerie  andò 
in  aiuto  diTroiani,  &  ini  alcuni  vogliono  eh' ella  da  achilie  reslafìe 
morta ,  e  dicono ,  che  quel  velocijfimo  cavallo,  che  nelle  guerre  da  lei  fi. 
vfaua,  le  era  fiato  dato  da  Orithia  moglie  di  ^Borea^alla  quale  Virgilio 
. .^aualu  jcriHe?cj)e  fufiero  ancora  nàti  i  caualli  di  Turno  :.  j ite' 

Che  di  bianchezza  le  gelate  neui, 

Edicorfoauan^auan  lefrefche  aure. 
Qua  fi  conforme  a  quello,cbe  Homero  difie  di  quei  di  I{efo  I{è  della  Tra*  q- 
cia,oue  parlando  della  fati ione  diFliffe  e  di  Diomede,  che  andati  di  not- 
te, al fuo  padiglione  ,  e  trottatolo  dormendo  accanto  a'  fuoi.  caualli,  lui 
*4mmaT*garo,  e  quelli  prefero  ,  co  fi canta .. 

Di  ricca  preda  fé  ne  tornan  carchi  y 

1  candidi,  captai  feco  menando: 

generati  di  °Ntibe  ,  iquai  né  vento; 

TSlè fioccata faetta  auanzj  al  corfo .. 
tde  i  mede  fimi  Claudiano  dice  ». 

Se  pur  è  ver  (  come  fouente  il  grido 

La  mufa  accrefee)  i  zefiri  &  le  brine;  Hi 

Vincea  l'impeto  loro  &la  bianchezza .. 
teggefi  purappreffa  Homero  il'Borea  efier fi  innamorato  di  certe  cauat- 
le  di  bardano,  quel  ricchi ffimo  figlio  di  Giove,  che  netenea  vna\azj(A 
di  tre  migliaia  ,  <&  con  fembianza  di  cauallo  efferfi  mefcolato  con  tante; 
di  quelle  >  che  dodeci  poliedri  negenerò.di  sì.  mar auigliof a  velocità.. 

Che  fé  drizgauan  su  la  terra  il  confo  ,, 

Ter  lo  fommo  parean  del  herbe  intatte- 

Volar  fublimi  pfenz*  offefa,  alcum 

Delle 


"jl  Isella  tenere  ariBe,  ò  fé  permei 

Del  Mar,  qttaft  fofpefì  a  l'onde  gonfie 
T^on  tingean  punto  i  pie  veloci  e  lieui . 
1  quali  verfì  a  punto  trasferì  Virgilio  a  Camilla  .  Ma  ben  propriamen- 
te al  'Borea  fi  attribuìfcono  quei  caualli  >  che  di  velocità ,  e  dipelo  bian- 
co (  ilquale  fu  fempre  lodevole  e  gradito  )  fifofjero  voluti  lodare  ;  ef- 
fendo  quel  Vento  il  più  freddo  di  tutti  gli  altri  >  e' l  pia  pojfente  .  Oltre. 
che  fi  può  intendere  ,  che  Bardano  bauutanotitia  della  bontà  de'caual- 
li  Boreali  >  haueffe procurato  dibatterne  Halloni^de'quali  congiunti  con 
lefi'.e€auaUe  venne  a  confeguire perfetta  P^a^Zf  .  Cofi  mede/imamente     rauaifr 
B  i  caualli  d'^Achille  nominati  BalioeXantOyiquali'Klettunohauea  do-  d' Achille 
nati  a  Teleo  padre  di  li  lui,quando  celebrò  con  feti  le  no%ge  5  e  Gioue  lor 
hauea  concefi  a  l' immortalità -,  an%i  ancor  la  fnuellay  fecondo  Homero9 
che  l'induce  predir  le  cofe  future  al  lor  padrone  ;  per  dinotare  >  che  ba- 
ueffero  vna  viuace  caldera ,  &  vnafoaue  velocitàyfi  difiero  effer  na- 
ti daTódarge  caualla  di  rapacijjìmo  corfo ,  ingrauidata  da  Zefiroypref- 
fo  l'Oteano^mentre ,  che  per  la  fiorita  campagna  pafeendo  andaua .  Hor 
achilìe  con  queslidue  caualli  immortali/al  più  vfaua  la  biga  ;  ma  vna 
Tolta  il  Toeta  induce  ^intomedonte  infieme  con  ejffi  congiungere  nell'e- 
flrema  redina  vn' altro  cauallo  mortaUynomato  Tedafoyguadagnatq  nel 

*  la  rotta  di  Tebe  nella  Cilicia  :  Benché  altri  caualli  pur  bellifjimift  legga 

■tsfchille  hauer  da  Telefo  hauuti in  dono  .  Quel nomefopra  memorato  Podargo 
di  TodargO)  appare  efiere  slato  tratto  dalla  volocità de" piedi;  caperò  caua^°  * 
de  i  caualli  di  Hettorre>  tanto  dal  padrone  tenuti  cari  y  &in  tanta  fidu- 
cia ,  ch'ei  fouente  con  effi  parlaua  nelle  battaglie  ;  vno  fi  ferine  efferfì 
Todargo  nomatogli  altri Xanto,  Stone  y  &  Lampoyche già  a  molti  ime- 
defimrnomi  fi  trouam  attribuiti  Mora  voler  feguire  l'ordine  delV^Ama- 
~^oni)raì contando  imemorabilifntti loro;non  è  di  mioproponimentOyma 
baffi  direy  ch'elleno  con  fomma  gloria  fi 'mantennero  in fi no  al  tempo  di 

lì  \Alefiandro  y  con  cui  la  Ratina  Minitbia  per  quattordeci  notti  ottenne  di 
slar  congiunta-,  difiderofa  di  hauer  vn  figlio  della  paterna  virtù  herede, 
Virgilio  per  rhabitatione  di  Traciay&  per  lo  sludio  delle  guerre^  Treif-    Amazo- 
fe  eTreij  eie  le  cognomina  ;  celebrando  per  gran  (aualcatriceHarpalì^  "e.  ce^- 
ce  :  Valerio  Fiacco,  lì  arpe  :  Str abone  y  Mìrina  di  mirabile  agilità  nel  ^jiltg 
caualcare  ;  da  cui  pr  e  fé  nome  vna  Città  :  Oltra  quefte  Higinofa  men- 
tÌGtie  di  Odale  >  JDioxippe ,  Ifinome,  Xanthey  Hippothoey  Otrerey 
legane- y    Laomachey  Claucey  Ci/mene  y  e  Tolidora.  ^Benché  Tale* 
'fato  contrai' opinione  di  tutto  il  Mondo  y  non  vuol  credere)chel'&s?ma~ 
%oni  mai'fiano  siate  donne  ;  mapiùtoslobuomini Barbari,  che  aguir 

ì    4        fa  delle 


1^6  *D  E  L  L  s,*     G    L  0  f^l  j£ 

fa  delle  donne  di  Traclaportaua.no  le  vesli  lungherie  barbe  rafe>e  le  cbìo    j 
me  intrecciate  ycon  le  lor  mitre  ;  sì  che  quantunque  f afferò  valor o fi  com- 
battitori a  caualloy  erano  per  villania  chiamate  f emine  da' nemici. 
Ma  fé  la  ragione ,  il  che  egli  fi  fonda ,  tutta  è  che  poiché  a' tempi  no- 
Hri  non  veggiamo  far  fi  imprefa  da  sì  fatte  donne  >  non  debbiamo  ere-* 
dere  ,  che  fé  ne  fia  fatta  a'  tempi  antichi  ;  certamente  oltre  che  parte 
de  gli  efiempi  su  raccontati  ancor  da  fedeli  hislorici  è  approuat  a  ;  gli  fi 
potrebbono  ben  opporre  molte  altre  donne ,  che  ne' fatti  dell'  arme  han- 
no fouente  au andati  gli  buomini  ;  come  Camilla  vergine  Latina,  che 
Donne     Capitana  d'una  cauallcria  in  fauor  di  futili  grandiffima  noia  fé  a  Tro  - 
valorofe    ioni  ;  come  la  magnanima  Beina  Semirami ,  che  dfpò  la  morte  di  Issino  P 
«d'armi  »  fuo  marito  >  venendole  nouella,che  la  Città  di  Babilonia  s'era  ribellata  > 
ualcare."  ^an^°  ella  ad  intrecciar  file  chiome ,  delle  quallivnafolap  arte  hauea 
rauuolta ,  fubit amente  fi  mife  in  arme  y  non  volendo  mai auuolgerl'al- 
tra^  fin  i  he  non  helbe  ridotti  afua  vbbidien7a  i  ribellile  caligatili >  co- 
me ancora  Cleopatra  Beina  d'Bgitto,  animofiffima  appender  l'arme  con 
traTolomeo  fuo  fratello^  poi  centra  *A 'ugnilo  >  feguitando  il  fuo  Mar- 
cantonio^ fé  non  vogliamo  attenerci  a  quefle  due  >per  effere  di  lafci- 
uia  incolpate,  che  direme  diquella ,  che  fu  piufearfa  del  fuo  bonorefZe- 
nobia  Reina  de'  ¥ almi  rei  ylaquale non  dubitò  dimuouer guerra  al' Im- 
perador  de' Bimani  ^Aureliano,  e  con  molto  f angue  gli  fé  comprare  ** 
vna  trauagliata  vittoria .  lìotìffima  per  le  hifiorie  è  già  Tomiri  B^ei- 
na  di  Scithia,  laqual  vedeua  tal  vendetta  fé  del  fuo  morto  figliuolo  >  che 
al  potenti/fimo  Ciro  tolfe  la  vita  e  la famainfieme,  facendolo  dentro  vn 
Otre  fatiar  delfangue,  di  che  hauea  mofirata  sì  cruda  fete.  Tfytijfima  è 
jtrtemifia  Bjina  di  Caria  >  che  dopò  la  morte  del  cariffimofuo  conforte 
Maufolo  >  non  cofì  retta  da  neceffita  >  ma  da grande-r^a  d'animo >jpinta  y 
fi  diede  alla  militia,feguendo  l imprefa  cantra  i^reci.  Delle  donne  Gre- 
che *P  anfani  a  ferine,  che  Cinifca  figlia  di  tsfrehidamo  Bj  de  gli  Spar- 
tani ,  fu  la  prima ,  che  fi  mi  fi  ad  allettare  &  efier citare  caualli.  :  &  coti  ^» 
effi  conquido  vittoria  in  Olimpia .  J^otiffima  è  Hip  furate  Bgìna  di  Toth- 
to  ,  che  in  ogni  pericolo  di  guerra  andò  in  compagnia  del fuo.  Mitridate^ 
portando  le  chiome  rafe,  perche  all'ufo  de  l'elmetto  non  le  fufieroim- 
dimento.  Che  dirò  di  Debhoray  che  fortiffimamente  difendendo  gl'lfr 
raditi ,  accrebbe  di  moki  honori  il  loro-imperio  ;  Che  diT  enea  B^eina 
de  gl'illirici ,  che  jpejfc fiate  ruppe  le  forze  de'  Bgman  f  Che  di  limolar- 
fitnta  Beina  de  (jothi,che  e  acciò  d'Italia  borgognoni ,  egH  z^Lema^ 
iti  t  Che  di  Valafca  B^eina  de  i  *3oemiy  che  fata  congiura  coni' altre 
donne}  fi  riduffer$jn  libertà  t  tolto  a  gli h  uomini  il  principato*  eeofi 

molt'anni 


DEL  CAVALLO)  LIB.  II.  ijj 

-  j,  molt'anni  aguifa  di  vere  ssfm  aborti  fi  mantennero? Che  diro  delle  don- 
ne Lacene?&  che  delle  Germane ,  che  ?uolte  volte  ban  dato  foccorfo  al- 
le fchiere  de  gli  huomoni  loro  già  inchinate?  Certamente  e"  non  èdub- 
bioyche  Margherita  Reina  d'Inghilterra  in  vna  battaglia  ristoro  lo  [qua. 
drone  ditsfrrigo  Vl.fuo  marito  >  che  venia  manco  \€ quando gVlngle- 
fi  con  profyer a  funtuna  entrati  in  Francia  doue  regna/ut  Carlo  FU .  da- 
vano il  guafto  a  tutta  la  regione ;Cjiouanna  pulzella  di  quindici  anni, 
e  digrandijjìmofpirito  >  inanimando  alla  vendetta  i  Fr  ance  fi  già  diffida- 
ti )  fu  la  primiera  ad  vfmr  in  campagna ,  &  colfuo  aufpiciofi  ricupera- 
to le  terre  perdute, &  fi  fc  acciaro  i  nemici .  TSlon  mi  stendo  a  dir  di  77- 

jj  b urna  Saguntina ,  e  -di  Hafpite  tergine ,  le  quali  efier citate  al  caualcart 
#"  all'armeggiare  ,  fon  celebri  apprefio  Sillio;e  tralafcio  altre  infinite  > 
€  he  raccorre  qutfipotrebbono,ma  nontralafcierò  quella  Maria  da  To^- 
zruoli>  che  fi  celebra  dal  Tetrarca  ,  ilquate  ferine ,  ch'ella  in  vece  della 
ìsfugucchie,e  de'  fufì,trattaua  lande  eff>ade,c  nel  dormire (ilche  non  fk 
ceafe  non  cofiretta,e'lpiu  delle  volte  in  terra  ,  &  allo  feouerto)  lo  feu- 
do le  ferula  per  cufeino  da  reclinami  la  tejìa,&  con  tutto  chefempre  con 
uerfafie  tra  faldati  ;  nondimeno  in  fino  alla  morte  conferito  la  pudicitia 
Verginale .  Ma  fé  niun'  altra  tefiimonian%a  haueffimo  delle  donne  an- 
tiche ;  non  habbiamo  noi  veduta  la  v-alorofa  R^eina  Mariahauer  nello 

C  fiato  di  Fiandra,  &  per  la  Germania  fatte  co  fé  mirabili  del  continuo  y 
&  sì  magnanime  ,  che  ben  s'è  mofirata  degna  d'efferforella  di  due  gran 
diffimi  &  ottimi  fmperatorii  l^on  habbiamo  veduta  la  Illuflriffìma 
Ducbeffa  di-Tjacen^a  ,  Madama  d' Jluflria  ,ne'  maneggi  fauallerefchi 
auatkzare  ógni  per itijfrmo  Caualiere  ;  non:  che  quella  fumo  fa  'Bona  Lo  m- 
barda  T  laqualfindafknciuUe-T^a  d.at  a  fi  al  e  anale  are  ,  non  abbandono 
mainarle  pe.rigliofe  guerre  il  SSBrunorh da  Tarma  fm  conforte  ,fi  co- 
me daglj  feriti  ori  s'è  raccontatotCantinodunque  i  J\omanxatori  le  Bra- 
damanti  &  le  Mar  fi  fé  ,e  quell'altre  animofe guerriere  ,  delle  quali-bo*- 
mai  diuplgatiffime  fon  le  lodi  ;  che  già  di  fimili,e  di  maggìormonman*- 

&  cherebbono  a'  tempi  noslri,  fé  cofihauefferoh  ammiri  forte  gli  alti  filli 
de  ifatriingegni,  che  face fieronote  le  far  prodezze  ;  a' quali  materia 
certamente  abbondantìffima  porgerebbe  la  ne  Era  patria;  ouefiorifeon 
tante  eccellenti ffime  donnesche  con  agilità  e  coraggio  pia'  che  virile,  su 
feroci  caualli  yfegnitando  perìè  fpatiof e  campagne  i  fieri  animali,  ga* 
gliardamente  cauaUano  -y  fi  come  per  toccare  due  fole  di  tanto  numera 
(lafciando  le  akre.a  celehrarfì  con  più  felice  inchioflro  infeparativolur- 
mi)  chiaramente  fi  puh- affermar  e. della  S.  Rjòberta  Carafa  Duchejfa  di 
MadalQnìxedella&.Jb.HippolJta  Gon^agi DucbefiadJMondragom,, 

Ora: 


\tf  Z>  ELI  J.     Gì  0  ILI  J. 

Qra  finalmente  tornando  al  mio  proponimento  circa  tinuentìone  del  ca-  g 
nalcare ,  tra  fi  diuerfe  openioni ,  dalla  maggior  parte  fi  può  raccoglie- 
re &  approuare ,  che  ne  fia  Hat  a  l'origine  in  Te/faglia  ;  il  che  Lucana 
apertamente  confeffa .,  dicendo . 

Trima  U'JDeftrier  ,  de  le  mortali  guerre 

Trefagio  ,  vfcìdai  faffi\,  che  per  coffe 

Con  la  verga  in  Tejfaglia  il  'Dio  Marino . 

lui  primieramente  il  ferro  e  i fieni 

Morfe  ,  &  le  nuoue  redine  del  forte 

Lapita  domator  fentì fchiumando  .         . 
A  ciò  s'aggiunge  l'autorità  del  granulatone)  Uqualdice  e ferefì  amente,    F 
che  gli  huomini  di  Tejfaglia  fi  a  tutti  i  Greci  fernpre  furono  riputati  il- 
lustri, fi  perfkcultaCauallerefca,  sì  per  ricchezze  •■  E'ifuo  fauijftme' 
Socrate  ancor  fa  fede,  che  l'arte  Equeflre  fernpre  fu  ingrandiffìmo  ho+ 
nore  apprejfo  i  Tejfali  ;  Et  per quella  cagione  forfè  fu  ojferuata  da  loro 
quella  v fianca  ,  laqual  Elianoracconta  fiche  douendo  almno  menar  mo- 
glie ,  facendo  ilfacrificio  per  le  no^e,  menaua  vn  tauath  da  guerra , 
imbrigliato  ,  eguernito  ditutte  arme  ;  ilqual  compito  ilfacrificio,  fi  fh- 
cea  tirar  per  le  redine  dalla  moglie  ;  come  la  più  cara  <&  honoreuole  co- 
fa  ,  che  le  fi  poteffe  commettere  da  principio  .  E  perqueflo  ancora  forfè 
i  Toeti  cantano  ,  che  in  Tejfaglia,  .Apollo  appellato  1>{omio,cioè  paftòra  ¥ 
le  ,  hauefie  pafeiute  le  caualle  del^è \Ammeto,  le  quali  da/ingoiare  ve- 
locità ,  quafi  pari  àgli  augelli,  fi  lodano  da  Homero,tuttejrd  loro  sì  di 
statura  &  sì  dipelo  f ornigli antiffime  &  eguali  .  Statio /aggiunge ,  che 
di  pelo  fembrauano  al  giorno  &  alla  notte ,  intendendo  e he fo/Jevo  mac- 
chiate di  bianco  e  nero. Scriue  altresì  H omero ,  ché'l  medefimo(Dìo  con 
Varco  d'argento  pafeette  in  Tiera  le  caualledi  Eumelo?  ■-aMetfMtHifa- 
rimente  egli  dà  vn  grandiffimo  vanto .  "K^pn  refiaperò ,  che  ottra  i  Ca- 
ualieridiTefiaglia,  e  quelli  altri  popoli,  di  cui  s'è  fatte  mentione  di '  fo- 
pra  ';  non  fi  trouino  fnmofi  in  quejlo  efiercitio  ancor  più  altri,  che  già  r» 
Bataui  v-  Plutarco  eccellentisfimiCaualien chiama ',  i  Bataui  di  Cjérmanid  habitan   l 
f  citi    ec-  ti  nell'I  fola  bagnata  dal  I{eno:  i  quali  come  principali  di  valore  tra  tut- 
cellentifli  te  quelle  nationi  fono  daT  acito  celebrati.  Et  fopr  a  tutti  gli  altri  fon  fk- 
ualcare.   •moft^  seithì,  che  da  che  nafeono  fi  mettono  a  cauallo  ;  pococurandofi 
del  modo,  in  che  caualc andò  fiiano  aflettati ;per -laqual inauuerten^a  f 
&  per  lo  continolo  efiercitio,fl andò  fernpre  con  le  gambe  fendenti,  feri- 
ne Hippocrate ,  che  loro  fogliono  venir  dolori  alle  giunture  delle  ginoc- 
chia, e  poco  appetifeono  Venere,diuenutine  impotenti,  a  quai  due  mali 
nel  principio  rimediano  col  cauarfifangue  da  l'ima  e  da  l'altra  vena,che 

fta 


1>E\L  C\j£V  JL  L  L  0,     LIB.II.  i^9 

.m   fla  dietro  l'orecchia:  Et  in  qUefìo  diceyche  ìncorron  quell'oche  più  tra  lo- 
ro vagliono  di  poffan%a  e  di  natione  yi  quali  pia  frequentano  il  caualca- 
re ;  perche  i  caualli  quiuinonfondapoueri;  effendo  tenuti  intanto  pre- 
gio^he  qualhora  alcuno  ardentemente  fi- a  fé  de  fiderà  alcuna  cofay&  in 
publico  la  rifiuta  ;  per  prouerbio  fi  dice  ironicamente .  Lo  Scitha  rifiuta 
ilcauallo..I  popoli  (olofonij  &  i  Magneti  diedero  già  grandemente  ope   Coj0f0- 
ra  aglifludi  Cauallerefchi  ;  Qmflifon  celebri  appo  Lucano  &  Oppia-  nlj  e  ^a, 
no  ;  Quelli.appò  Strabone,  ilquale  narra  i  Colofonij  co  fi  nelle  co  fé  della  gneti  ec- 
Marineria^come  dellacaualleriaejfere  slati  tanto  eccellenti,  che  in  ogni  ceHe"  ca 
parte  del  Mondo  y  doue  fi  f uff  e  fatta  guerra,  che  nonfìfofse  potuta  con- 

•jg  durre  afyieyvifi  chiamaua  l'aiuto  loro fi quali '  tantoHo.rompeuano  i  «e- 

miciie  quindi  nacque  il  prouerbio  di  aggiunger  e  il  Colofone  .    I  T ebani     xebani 
due  arti  principalmente  apprendeano,di  caualcare  e  di  cantare ;le  quali  buoni  ca- 
co/è ben  che  paiano  tra  loro  contrarie,  l'vna  t fendo virile ',e  da  guerra ,  ualcatori. 
Ualtra  effeminatale  da  lafcUàe:  onde  ad  vn  che  fkcef  e  profeffione  di  co- 
fé  graui  fi  trattenefie  in  fole  ,foleua  dir fi ,  chi  edotto  di  caualcare,  non 
canti  ;.tuttauia  perche  la  troppa  ferocità  difconuiene  alla  humana  natu- 
rategli coni' eff  empio  di  ^Achille  ,  che  da.  ifiggiToeti  s'induce  fouente 
dopò  le  battaglie  metter  fi  a  fonar  la  cetra;  non  pur  non  difdiceuole  e  da        f 
dirfi;mavtilijfima  la  congiuntione della  Militia con  la  Miifica .  I  Ter-  je£jjti  ai 

C  fiani  (fi  come  Viatorie  ferine)  dalfettimo  anno  fi  metteano  ad  impara  -  caualca- 
rel  arte  del  e  amicare  :  &  cofi  offeruanoa'  tempi  noftri  >  fecondo  che  re.. 
Cjiouan  'Boemo  racconta,  che  infimo  a  i  ventiquattro  anni  non  fi  adopra- 
no  in  altro  fludioyche  dicaualcare,armeggiare,&faettare;sì  che  gene- 
ralmente diuengonofortiffimiCaualieri  limitando  i  loro  Bjyi  quali.fem- 
pre  (come  fcriueHerocle)  furo  mirabilmente  ftudiofidi  q uefl a  gloria  y, 
e  principalmente  i  Ciri  ,.che.  nelle  cofe  di  caualleria  tutti  gli  huomini  di 
quella  età' fecondo  Xeno  fonte)  auan^aro .  £t  l'vndi  effi  tanto  fu  ama- 
tore dei  caualli,  chevedendone  vnfuo  caro  nel  varcar  del  Gange-peri- 
colare)  giurò  di.ridur  quel  fiume  a  tale  flato  -,  che  appena,  toccaffe legi- 

ìjt  nocchia  di  chi  volefie  pafiare-.llche  in  breuifsimo  tempo  efìeguì,hauen- 
dolo  diaifo.  in  molti  riui .  'Di  quefto  Bjfi  loda  molto  appòVlittarco  in. 
xArtafferfeyvn  e auallo  nominato  Tiface.,  ch'era  di  marauigliofo  corag- 
giose di  fortiffimalefiaXccellentifsimocaualcatore  fi  legge  e  fiere  Hato> 
ancor  Temiflocle,ilqual  di  tal  modo  ne  ammaestro  Cleofknta  fuo  figli-  Tèmifto- 
uoloych' egli fiondo  co' piedi  alzato  fopra  il  dorfo  del  cauallo,fhcea  tutti  fét/tfitno 
quelli  effercitij,che  fermato  in  suleflajfèpotefiefhre  vn  Caualiere.Cefa   caiulcatO' 
re  altresì  (come  narra  Vlutarco)hebbe  V  vfo  del  caualcare  fin  da  fumivi  re . . 
liTga  sì  facile  ycheffrefio  con:  le.  mani.riuolttdietroieraauuej^oa  cor- 
rere: 


fctó  t>  E  L  L  o£    G  l  0  J^l    \A 

fere  veloci fsimamente  s\  ogni  ardito  cauallo  ;  &  la  maggior  parte  di  g 

fuoi  efìerdtìi  era  il  canalcare.  Si  come  ancora  da  Suetoniofi  conferirla , 

ilqual  dimtjlra  Ini  efere  (lato  nella  Ginnajlica  agiliffi-no  .  £t  perche  non 

fia  maraviglia  ad  alcuno,cbe'l  fuaniffimo  Voeta  netta  Eneide  cognomini 

domatori  di ca-<allimolrigrandifjìmiTrincipiyCome Laufo  padre di  Me- 

Domato*  ^entio,Mej\appofigliuol  di  K(ettuno,e "Tico  {{è de'Latini,con  molta lan- 

ndicaual  de  ancor  a  del  bello  Attentino  figliuoldiHer  cole  ;  imitando  Homeroyil- 

litlluitri.  quale  con  l'epiteto  d'Hippodamo  (eòe parimente  domator  di  canalliy  è 

perito  de  l'arte  Cavaliere feba  fignificajfi  troua  (befiffime  volte  honorare 

ifuoi  alti  Heroi ,  come  Hettorre,Aiace,lDiomede,  Hippafo,  e  tra  altri 

molti  f amo  fi  guerrieri.  I^eslore  il  qual  dice,  che  in  domar  caualli  tenea  P 

gratia  fingolare,e  Telope  cognominato  da  luiTlefftppo  ,  cioè  battitordi 

caualliye  bellicofo;quando  morto  ilfno  *Anriga,eglifìeffoft  mife  a  regge 

re  ilfno  carro;certaméte  oltrale  ragioni  di  /opra /piegate,  è  pur  da  con 

fiderarfi  bene,  che  non  è  coft  facile  tanta  lode  a  confeguir fi,  come  alcuna 

Scienze  fi  per fuad  a. Concio  fia  cofa  che  ad  vnMaeHro  di  caualli,per  giungere  al- 

che  fi  ri-  la  perfetta  eccellenza-,  oltre  V  effere  ben  difpojlo  &  atto  delle  parti  del- 

chtegorso  Uperfona,^  munito  di  linghe  e  molte  ejperienre,fì  rithiede  ancora  la 

ftro  di  e"1  conofcenZa  &  molte  fcienxe  &  arti  ;  tra  le  quali  hauendo  detta  la  Mu- 

\ialli .       fìca  vtilìffima ,  foggiungerb  ,cbefia  neceffaria,per  intendere  la  mifura, 

del  tempo  nel  volteggiarcene gli  altri  maneggi,&  neceffario  principal  G 
mente  lo  s'Indio  della  Filofofìa,  perconofeere  lanatura,  la  compleffìone  ■> 
e  l'int emione  de  l'animale:  Oltre  acciò  della  Medicina,per  rimediare  ad 
innamer abili  morbi  naturali  &  accidentali ,  chefouente  in  luogo  &  in 
tempo  fogliono  finitamente  anuenire,che  fubitanofoccorfo  richieggono: 
Della  Cofmografìa,  perfaper  la  varia  qualità  de  i  caualli,  che  dalla  va- 
rietà de'  paeft  procede ,  non  altrimenti,  che  de'cojìumiagli  buomini  : 
E  finaimente  è  di  meftieri  hauer  di  tutte  le  cofe  tanta,e  tale  cogitinone  y 
che  fi  venga  ad  acquistare  vn  perfetto  giudicio,  per  ridurre  vn  '  animale 
cofi  fuperbo  egenerofo  ad  hnmile  vbbidien^a  &  attitudine .  "Ben  fi  può 
Napoliha  dunque  fopra  l'altre  Città  gloriare  quejìa  inclita  patria  adornata  di  tan  " 
di    molti  1 1  buomini  in  quefia  rara  e  difficitarte  eccellentijffimi;  da  i  quali  ammae 
nell'arte  firafofl  vn  cauallo  fi  vede  qua  fi  con  bumano  intelletto  intendere  gli  ae- 
di caualli  eentiyi gefliyi conforti,  &le  minacele  delCaualiere,  &  offeruare  apun- 
Vfo  del-  to  quanto  egli  vuole ,  &  in  certo  modo  pare  nelle  fue  anioni  diuenuta 
sure"efn  PropriameNte  h  uomo,  fi  che  non  gli  manchi  altro  che  la  fanello^. 
Napoli      Sbencbe  fempre  fia  slato  qui  fìoritijjìmo  /'  vfo  de  l'armeggiare  a  caual- 
fiontiflì--  lo  conmaranigliofa  deslre,^a,<^r  arte fìcio ,  più  che  in  altra  parte  del 
010  •        Mondo;  maffimamente  fotto  ifereniffmi  J\è  d'zAr -agona;i  quali  fa- 
cendo 


<£>'££    CoAVjfLlOy  LTBV  11.  141 

"jl  cendo  in  T^apoli  refiden%ay  fi  come  eglino  [opra  modo  fi  dilettavano 
del  ben  cavalcare-,  ogni  dì  rinomando  vari]  giuochi  Equestri  ;  cofi  inani- 
mavano i  cavalieri  a  fare  il  fomigliante  ■>  dando  loro  ogni  fattore ,  <gr 
agio  oportuno  yperche  attenderete  all'arme  >  0-  a  caualli:  Tuttavia  sì 
poffente  è  fiata  la  cbìariffma  gloria  del  noslro  invittiffimo  C  >A  BJLO  c  .  v 
Q^V  I  T>{T  0  y  ilqual  tra  l'altre,  fue  infinite  e  fvprem  e  virtù  >  batte  an- 
cora inquesla  tutti  gli  altri  lmper  adori  di  granhitga  avanzati , che  fi 
come  nella  fua  fplendidifjìma  corte  i  Signori  tt.tti  fi  fono  ingegnati  ad 
imitarlo  :  cofi  in  queslofedeliffimo  B^egno  >  ei  quantunque  abfente  %ha  te- 
nuto pur  infiammate  ogni  animo  nobile  a  non  iralafciar  mai  sì  horiorato 
2  efìercitio\  Et  bora  fiotto  le  grandi  ale  delfortvnatiffimo  Bj  FILI  TT  Ope  Filip- 
J^ofiro  Signorerche  dietro  ai 'paterno  ln0e  {piegato  il  volo,già  tra  le  più  P<>» 
lucenti fitelle  di.tanti  glorififfiraì  rivoli  degna  fede  immortale ibà pre- 
parata ;  molto  più  ardentemente  per  ì  innanzi  e  iafetico  vedrafp,  a  que- 
ste fìngolari  Laudi  afpirare^j .  ^elle  quali  vorrei  ben  io  >  che  bafievole 
forvia  haueffe  quefìo  mio  baffo  &  negletto  fi 7 He  #dh onorare  tanti  degni 
gentil' huominiy  e  Cavalieri,  che  anoflra  memoria  hanno  hauvto  &■ 
hanno  hoggidìfamofb  nome  di  quefiavagaCittàdi  "Capolinei  mefiiere 
del  cavalcare  ;  J^tdla  dimeno  fi  per  mofirare-  U  mio  desiderio  5  &  la 
mia  calda  ajfettione  verfo  lelor  virtù  ;  fi  per  altri-  inanimare  a  pren- 
C  dere  tanta  imprefay  dove  fi  piegmioìe mie  fpalle  ;  \&  altri  indurre  col 
loro  effempio  a  prò  cacciar  fi  vn  tale  honore  ;  non  mi  rimarrà  di  rac- 
contare alcuni  più  celebri*  alla  mti  notitia  fevuenun ,  quali  fono  l 
Magnifici*  Huomini 

[bietta  ,  Simone ,  (jianell'o yVincenxQ >•>  Vinto ,  di  grà  no 

CjiouanTomafoy  me  pel 

GiouanFrancefco  de'  Biffini  T  dd  eauai 

Ciouan  Maria  \  Giovarì*4ngelo  y  c^g. 

Era  Trofpero  de  Lagirola  y 

Giannotto ,  Jlieffandroy  &  Raffaele  d€  Condefìabik t» 
&  tstfnnibaUe  Bluffo  >. 

Tolidoro  Schiavi  y  - 

Raldino  B^puadinoy     ■  J 

Giovan  Martino  ViUaforay       \ 

Giovanti 'limonio  (fadamvslo  ydi  aù  fu  difcepolvUiouam.- 
paolo  poi  pur  famofo  ? 

Il  (alno  ;  il  Bi fante  y 

Il  Bjibmetto  ;  il  Serpentino  y 

Giovambattisìa  Eerraro  y 

titotnenico 


i4i  D  £  l  l  ^t    0  IO  \1  jt 

(Domenico  Spatafora?  £ 

Euangelifta  da  Corti  > 

Cjìannello  Ciciliano, 

Jlmbruogio  da  Milano-, 

Giouan  Francefco  da  Bari-, 

(LsWarc'tAntonio  Calaurefe^ 

Lucio  Barnaba , 

Giouan  Francefco  de  gli  Spinelli) 

Giacomo  deT agóni. 
Et  fé  ben  alcun  di q netti  fi  trofia ,  che  ftiffe  nato  ò  fuor  di  J^apoli ,  ò 
fuor  del  B^egno-i  non  refi  a  però  che  non  babbi  ano  tutti  qui  acquattato  H    F 
Gentil-  pregio  loro ,  &  perla  maggior  parte  della  vita  qui  mantenutolo  .  Ma 
Jiuomini.  fé  vogliamo  propriamente -attardine patritio  andar  guardando,  troue-" 
remo  gli  eccellenti. 

Cola  Tagano<, 

Ce  fare  Fer-amefca^ 

Giouan  Francefco  Gaietano  , 

nsfnnibàle  &  ^ilefiandro  Tignateli}  ; 

Diomede  Carafà  , 

'Placido  Sangro  , 

Giouan  Francefco  delle  Cattella ,  9 

Dvmitio-i *Afcanio ,  Marcello, Traiano,TompiliOyAntonio<> 
»  Carlo  ,  e  gennaio,  Caraccioli  , 

Virgilio,  Fabio  >  e  (jinlio ,  (faraccioli-,  miei  fratelli  , 

(jionan  Matteo  Gargano  > 

Giouan  Francefco  Sanfeuerino  > 

(jionan  Luigi  TifciceUo, 

archileo  Gambacorta, 

Giouanrt  jtntonio  Manfella-, 

Cjiouan  Rimiamo ,  e  Cjiouan  Vincenzo  Monachi  >  « 

Giouan  Luigi  &*Alfonfo  di  Ruggieri  , 

(jiouambattifta  Tignatela > 

Giouan  Girolamo  Capece, 

tJfytarc' Antonio  'Vagano, 
Tra  co  fioro fiorirono  hoggidì  Federigo  Grifone,e  Giouan  Berardino  del' 
le  Cattella,  della  qual  coppia  in  quetto  nobilifjimo  effercitio  veramente 
può  dir  fi  quel  che  di  Tullio  ,  e  di  Marone  difìe  il  Tetrarca  : 

Queflì  fon  gli  occhi  della  lingua  nostra , 
(hnciof?a  coficheoltre  allayeraconofBen^adeWarte}et  la  molta  prati- 

ca, 


DEL    C^iV  ^i  II  0,  li  è'.    IL         14^ 

ea,ambiduoi  colperfettijfmo  lorgiudicio  &  attitudine  di perfona,ten- 
gonó  quefla  gratta  pedale  ,  che  dalla  prima  volta  ogni  cavallo  par  che 
loro  vbbidifca  à  cenno  ;  sì  che  i,circosìantine  rimangono  ftupefktti  ;  là 
onde  tutti  gli  altri  sludiofi  di  quella  dottrina ,  ad  effi  due  come  ad  Orar- 
coli  di  nsf pollo  concorrono  affai  fouente . 

y)e  gì' Lllujlrinon  menper merito di valore,  che  di  fortuna,  queflìfo-  tlluilrì. 
//'  mi  balleranno,  poi  che  già  batterebbe  ogniun  di  loro  adhonorarepm 
d' vna-  città  epià  d'vn  libro, 

^Mafr^eoFerrillo,  Conte  di  Muro,. 

Giacopo  Marta  Gàietano,  (onte  di  Morcone,, 

DonGiottan  di  Gbeuaru,  Conte  dìToten^a  , 

Fabr.icio  Gefitaldb  Conte  di  Confa  ,  e  Luigi  fuo  figlio  >, 

Don  tAlfonfo  Caftrioto ,  Marchefe  della Tripalda , 

Cfiouan  Franc.efco  Sangro ,  Marchefe  di  Torre  maggiore  y 

Fabricio  Tignatela,  Marchefe  di  Cerchiar  a , 

Scipione  Tignatela  ,  Marchefe  di  Lauro  y 

Don  sintomo  Cafirioto,  Duca  di  Fer andina  , 

Cjìouan  Vìncendo  di  CapuayDucadi  Ter  mole  , 

Alberigo  Caraffa  yDuca  d'ariano ,. 

^Andrea  jtcquauiua,.  ^Duca:  d'jLdri,  degnamente  celebrato 
dal  dottiamo  Sannazaro  y 

Tetraconio  Caracciolo  ,Duca  di  Martina  ymio  fratello  > 

Djon  *Alfonfo  Ticcolomini,  Ducaci  ^Amalfi,  &  Don  Indico  fuo 
figliuolo  y, 

*Alfonfo  Daualò  Marchefe  del  ràftoy&  Ferdinando,  Marche- 
fe di  Te fcaray fuo  figliuolo  ;■ 
Veramente  due  fulmini  di  guerra:;  eduefulgentifftmi  lumi  di  caualle- 
ria,  vicendévoli  e  perpetui  ;  i  quali  meglio  fia  con  taciturna:  rìueren'ra 
honorare,che  indégnamente  defraudare  le  laudi  l'oro  ; 

*T ier  Antonio  San feuer ino  Trincipedi "Bìiignano,. 

luigi  Carafk  Trincipe  d'Ottigliano„con  Antonio fuofigliuolo  >. 
Duca  ditJfyCondragone ,, 

E  Don  Carlo  di  Lanoia , .  Trincipe  dì  Solinone , , 
liquide  mirabilmente  in  tutti  i  modheflercitandoft  acauaUo  ,  tra  l'al- 
tre proue-  ne  fé  due  di.  molta  ammiratione ,  che:  perfóne  dégne  di  fe- 
de mi:  han  mcconte  :  di  hauer  vna  volta  maneggiato  ,  con  fella 
rafa,  <&-féwrafi;affevn  cauallo  afpriffimo  ,  portando  tra:  la  fella,  <&• 
lo  fliuale nel. luogo--  delle  ginocchia  due  monete  graffe  d'argento,  che 
mai.  nanfe  ne  mofiero,^t  vn' altra  hauer  con  la  medefima  faldella. 

ritenuti 


tfò         z>  i  l  i  jt  g  i  o  i^i  oi 

ritenuti  due  l{eali fitto  il  piede  in  su  la  Baffo, ,  correndo  un  velociti-  g 
mo  cauallo  a  tutta,  briglia.  (jioBraua  egli  con  lande  di  fmifurata 
grande^ja  5  e  jpeflo  in  felle  fen^a  arcione  di  dietro  y  per  dimoftrare 
maggior  for^.i  &  agilità .  Hora  non  men  delle  fue  virtù  >  che  del 
titolo ,  e  del  nome  fionfce  herede  il  digni (fi mofuo  nipote ,  che genero- 
famente  crefcendo+èper  lafciar  di  fé  notabiliffima  rimembranza; 
tome  già  nelle  guerre  di  Fiandra ,  <#•  nella  Corte  >  chiari ffi-    . 
mifegni  ha  dati  della  fua  desìre^a^delfuo  corag- 
gio y  e  del  fuo  valore:  per  non  dir  di  quella  gen- 
tilezza defuoi honorati  cofiumi.,  <.he  non 

altrimenti  >  che d '^Alcibiade fi  rac-  1 

conta ,  luifunno  fommamen- 
te  amabile  >  &  reuerito 
appo  ciafcuuo  . 


IL  FIT^E  DEL  SECONDO  LlB^O, 


** 


■B 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CAVAL1ER  E    ILLVST  RE 

NAPOLITANO. 

Della  Gloria  del  Cauallo , 

IL    TERZO     LIBRO. 


0  Hyi  chiedendo  l'ordine ,  che  della  natu- 
ra del  Cauallo  fi  venga  più  didimamente 
a  ragionare ,  tratteremo  prima  della  [ita 
complejjione  con  quella  maggior  brevità  > 
chefipofiay  &  poi  racconteremo  le  parti 
del  fio  corpo ,  acciò  che  s'intendano  poi  in 
quei  luoghi  y  dotte  accadeva  à  farne  men- 
tione .  Et  certamente  egli  è  cofa  chiara  > 
che  di  tutti  gli  animali  ninno  >  èilquale  non 
partecipi  più  di  vno  >  che  di  va' altro  de  i 
quattro  bnmoriyColericoySanguìgnO)Flemmaticoy&  Me  lanconicoyiqua- 
£,  //'  di  quattro  qualità ,  calda,bumida,  fredda,  &  fecca  corrijpondono  di 
quattro  Elementi)  Foco-,  [Aria,  Acqua  5  e  Terra:  che  fedi  tutti  partici- 
pafiero  egualmente,  &  e  he  vno  humore  non  predominaffe  ad  va  altro 
mai  y  ogni  animale  farebbe  egualmente  perfetto ,  là  onde  conchiudono  i 
Filofofi  y  cheque/li,  i  quali  più  s'auuicinano  al  perfetto  temperamento , 
fono  anco  più  de  gli  altri  perfetti.  *J%Ca  efiendo  quattro  le  compiei/io- 
ni y  che  dalla  mijlura  de  i  detti  Elementi  nafeono  y  calda&feccapre 
dominando  la  colera,calda&  humida  il  fangue,fredday& humida do- 
minando ilflemmayfredday  &  fecca  la  <JWelanconia  ;  fi  vede  fra  tutti 
gli  animali)hauendo  gli  altri  l'altre  hauute  in  fortejl'huomo  >  il  (aaalr 

K  lOy  & 


Huo«io  , 
cauallo  , 
&  elefìm 
tedi  com 
pleflìone 
calda   & 
humida-j 


14*  T>lllJ.Glt>^lA 

loy  &  l' elefante  foli  e fier  fiati  dalla  natura  di  calda  &bumida  com-  g 
p de filone  dotati y.  laqualeper  accofiarfi più  di  tutte  /' altre  àquel perfet- 
to temperamento ,  che  fipucbbene  imaginarey  ma  non  trouare  in  effettoy 
è  cagione  yche quefìitre  foli fiamdi  gran  lunga  più  di  tutti  gli  altri 
perfetti  &  temperati. ..  £t  cheta  compie} r sione  del  cauallo  fia  co/i  ben 
temperata  >  &  fanguignay  fi  può*  agevolmente  conofcere  dalla  vitay  che 
Cauallo  gli  è  data  più  lunga ,  che  àmolti  altri  animali  ;  dalla  docilità >  che  egli 
animale    h  ad  apprendere: quanto  dal Co^ronegli viene  infegnato;dalla  manfue- 
snàfueto .  tudine  che  vfa  verfo  il  fuo  padrone  &  curatore ,  &  che  nelle  fue  infer- 
mitàperpiù  eficace  rimedio  gli  fi  eaua  il fangue  ..  E  ben  veroyche ecce- 
de più  nel  caldo y  che  neWhumido  :  ilcbefiguò  comprendere  dalla. fuo,  _ 
leggiere7^ayfnelle^7ay&  ardimento.  Che  fi  come  ognicofa  cerca  di  tor- 
nare al  fuo  principio  y  &la  natura  del  fuoco  èdifalir  in  alto  per  efjcr 
Cauallo  lieueycofì  i  caldi  di  complejjwnetutti fono  agiliy  &  velociycome  i  Caual- 
velocc,&  fyl  cui  fi  vede  la  Telatura  hauer  data  (come  Galeno  dice)  la  dijjiofìtio- 
d^oo-n'al"  ne  ^onea  al  correr  epiùyche  ad  altri  di  tal  grandcrgasche  già  dalle  ope 
iroa  ani—  rationi  efieriori fàcilmente  fifa \  giudicio,diqueWhumoreyche  nell'anima 
male    di  le  più  fignoreggia  tonde  veggendofi  l anioni  preftey&  pronteye  7  più  del 
fez£™a~  k  votie  accompagnate  da  fdégnoygr  iwfiftimaych'e'  fia  colerico  ;dal- 
che.  *     le  tardeylentey&  di  poco  rifentimentoyè  tenuto  flemmatico;  l'allegre1^- 

Xay&  animofìtàdimoslva^h'e-  fiafanguigno  ;  la  mes~ìitiay&  timidità  Qt 
Afini,  &  melanconicoycome  el\A fino  yilquale  pero  hdgli  orecchi  grandi: facendo 
altri  wù-lafua  naturale  melanconia  abbondare  di  materia fredday&fecca\della 
ià^i/cono  Via^e  cffi  orecchi  fon-generati-^he  facilmente  in  materia  doffotrappaf- 
i\  mal.  ti*  ferebbey&  di  qui  auuieneyctì  egli  fruente  drizzandoli  prefagifc a  il tem~ 
pò.  pò  piouofoycome  anco  fanno,  molti  altri  animali  pur  melanconia  y  quali, 

fono  B^aneyBelfinÌyCornacchie{Barhagianiye Tipis~lrelli  y&l!ifijeffa  me- 
lanconia cagionando,  dureTgayfaychefiano  pigriypoco  fénfitiui  delle  bat 
titureyviliye  timorofi  ;  laqual  paura  alcuni  vogliono  >  che  fia  cagione  di 
far  loroyquandabeonojentamenteabbaffar  la  tetta neW acquai fitta- 
mente con l' ejlremitàdelle labbratoccarl!aytemendò forfedi afforgarfif  if 
&  che  cauiloroglimchi  quella  cofa  yche tappr  e  feritala  grande  ombra, 
de glifmifurati  orecchi ,.  che  col.  cader  innanzi:  y,par  che  vadano  dritta 
]r  mente  per  ferirli  alla faccia;òveramentey.perch.e  lafieddeigadellaló* 
perche  a-  r0  naturagli  fa  efiere  poco  /limolati  dalla  fetey  &poca,delettationt: 
nimofi  8c  fèntirenelbere  ulche  fanno  medefimamente  ì  Mulini  quali  per  hauer 
a'tdaci .     origine  di  quella  fieffa  §ecieyi  (jreci  chiamarono  me^<^fini:Ma  aW in- 
contro i  (Taualli  s'attuffano  dentro  l'acqua  infino  àgli  occhi  per  efier  di 
natUYafan^uignatfheglifa  animoft)&  audaci  in  tutte  le  anioni;  oltre 

che 


DEL    CjIVjIIIO)    LI B.  111.        147  / 

'jt  che  la  calda  loro  compleffione jh  y  che  sì  ingordamente  appetivano  U  he-    CaualK 
re  y  che fen%a  feruar  alcun  termine  >  3*  fommergono  me^o  il  capo.  Ma  £ar    c*j-c 
donde  auuengOy  che  fi  dilettino  (come  afferma  ^rìffiotvteye  tutto  ilgior-  ^  e  per~ 
no  veggiamo)  più  toslo  di  bere  tacque  torbide  >  che  le  chiare  ;  contrario  che    più 
à  gli  animali  Bouini:  alcuni  rendono  questa  ragioncy  che  efiendo  slato  t0^°  a£: 
dato  il  bere  per  refrigerio  del  calor  vitale  >  acciò  che  non  veniffe  tanto  5^et0r 
aàinfiammarfiycbe  distruggere  Ihnmidofoslantiale  del  cuoreyal  che  la 
lettura  prouide  ;  -che  per  due  altre  rie  ancora  fi  fouuenifìe ,  dalle  partì 
cutanee attraendo  l  aere perl'*Xrteriey&  dalTolmone,  che àguifa  di 

*  mantice  riceuendo  l'aere  perla  Canna  Vinfoffa  al  Core  ;  e  di  qui  proce- 
li dendoyche  alcuni  animali  non  h abbiano  polmone  y  altri io tengano  gran- 

difjìmoy  &  gagliardoyakuni  altri  piccìoloy  &  debole  fecondo  la  moltayò 
pocayò  nejiuna  neceffità  del  rejpirare;ragioneuole  cofa  è  >  che  quelli ,  che 
hanno  il  polmone  debole ,  quaft  fono  i  Bouiy  &  le  TJ  acche  >  non  potendo 
prendere  tanto  di  aere ,  che  loro  bafli ,  necejf art  amente  bramino  l'acqua 
frefcay&  limpida,cbe  a  tempo  fupplifca  al  bifogno  del  coreyeJfendo  l'ac- 
qua tanto  più penetratiua  >  quanto  è  più  chiara  :  mcCl  cauallo  hauendo'l 
polmone  largo>&  forte ,  donde  tanto  aereattrahe  y  che  congrandiffìma 
lenarefìjlealcaminaìey  &al  correre;  beepiù  volentieri  la  torbiday co- 
me quella ,  che  più  gli  riempie  le  vene  :  onde  per  naturale  iflintocono- 

*  fcendoi  Bruti  quel  che  giouay&  quel  che  nuoce  loro  >  fiveggionoìca- 
ualli  col  pie  pappar  nell'acqua  per  turbarla-,  &  i  Boia  col  collo  flefio  >  & 
con  lafom  mità  del  mufo  qua  fi  leccando  bere.  Cogliono  pur  l'acqua  ben 
conturbata  i  Cameli>& gli  Elefanti)  che  altramente  non  beono>  ma  al- 
cuni congetturano  -e  io  fa  rfiy  perche  nella  chiara  ftjpauentano  della  ima-        .    .' 
gineloroslejjk~>.  «JWa  per  venire  à  ragionare  delle  partì  del  corpo  y  JmaHche 
quanto  ci  pare  >  che  alla  preferite  materia  ficonuenga;  tre  fono  ieprin-  gouerna- 
cipaliy  che  tutto' l  corpo  del  cauallo gouernano>  il  ceruettoy  il  core  >  e'ife-  no  il  ca- 
gato .  Tra  le  principali  fi  poffono  ancor  numerare  i  Tejìicoliyperejfer  ua^0, 
membro  necejfario  a  la  generatane ,  &  conferuatione  della  fpecìe .  Da 

D  queile  quattro  nafcono>&  aloro  come  ministri  feruow  altre  quattro  yi 
1>{erui  al  ceruelhy  le  arterie  al  core ,  le  Vene  al  fegato  >  &  iva/i  femi- 
narijài  tefticoli ,  1>lafco  no  dal  ceruello  i  nerui  >  &  per  ejji  egli  manda 
gli  giriti  animali)  che  in  luìfigencranoy  per  tutte  le  parti  del  corpo  >  per 
dMr  loro  fenfo >  &  mouimento .  Queftinerui ,  ilColombro  fcrifie  ejfere 
trenta  quattro  yfei  che  nafeono  dalla  parte  dinanzi  del  ceruello  >  tre  che 
fcendonoperl'offo  maggioreyche  congiunge  il  collo}&  quinci  vno  di  die- 
ce fette  piedi ,  che  per  la  fchiena  va  all'  vltims  della  coda .  Da  queflo  fé 
ne  tiran  due  di  quattro  piedi  in  ogni  $ alla  ?  e  dalle  ]j>aUe  due  in  fino  alle 


I48  h  E  t  l  J.     G  L  0  \I  A. 

ginocchia,^  vngroffo,&  doppio  fin  aWvnghia;  Quattro  ne  fono  in  ogni  £ 
gamba  da  dietro  ,  &  quattro  altri  ne  pendono  dal  petto ,  due  lunghi  ,  & 
due  trauerft  ,  che  vanno  alla  parte  inferiore ,  &  due  che  fendono  dalle 
I\eni  alli  teflicoli.  Vegctio  ne  pone  altrettanti,ma  diuerfamente  \  dicen- 
do, che  da  me%pH  nafo  per  lo  capo  ,  per  lo  collo  ,  &  per  la  fchena  fin  al- 
l'efiremo  della  coda  ne  fende  vn  filo  doppio  ,  che  contiene  dodeci  piedi,, 
nel  collo  della  palma  due,di  piedi  quattro  ;dalle  jpalle  al  ginocchio  duey 
&  indi  quattro  fin  alle  bafi,che  fono  quelle-)  doue  V  animale  viene  a  fer- 
marfi,lnquei  dinanzi  dieci,  &  altrettanti  in  quei  di  dietro. Ma  è  da  ere 
derfjyche  cojloro  intende/fero  de  i  pia  notabili ,  conciò  fa  che  dal  ceruel- 
lo  nafeono  anco  due  nerui,che  muouono  gli  occhi,oltre  quelli  ,  che  danno  P 
loro  ilfenfo,&  mede  finamente  due  ,  che  muouono  la  lingua ,  diuerfìda 
queiyche  lafkn  fentire,che  poi  fi  Jpargono  per tutta  la  faccia;  due  che  an- 
dando alle  orecchie  fono  cagione  dell'udito  ,  &  due  altri  ,  che  portano  il 
fentimento  a  tutte  V  interiore ,  che  fono  anco  cagione  della  voce  ,  I{iuer- 
fiui  da'  Medici  chiamati .  Dal  core  hanno  principio ,  &  origine  le  *Ar- 
terieylequali  nafeendo  dal  fniflrofuo  ventricolo  con  vn  tronco  grande,, 
fi  diff eminano  per  tutte  le  parti  del  corpo  ,  dando  loro  vita,  &foflegno , 
Stimiamo  fouer ch'io  il; accontare particolarmente,  quali,  <jr  quanti  ra- 
nnida quejìo  rronco  deriuano , potendo  ciò  poca  vtilità  al  noflro  propofi- 
to  apportar  e,come  anco  deferiueì-e  il  fito  del  cuore,  ilquale  tutti  confef- 
fano  efferpoflo  nel  me%o  dell'animale,  &  perciò  lafcieremo  di  quefìo  la 
Oflb  neT  cura  acuriof^inatomisìi.  Quefiavnacofa  non  mi  par  degna  da  effere. 
cuore  del  tralafciata,che  nel  cuore  del  cauallo  (come  fcriuono  ^Ariflotele ,  Tlinioy 
cauallo .    ^  Hìerocie  j  tal' bora  fi  trotta  vn  picchi  ojfo  ftmile  ad  vn  dente  di  ca- 
ne, laqual  cofa  in  ninno  altro  animale,  fuor  che  in  certi  Boni,  fi  è  veduta 
giamai,&  quello  dicono  effer  vtile  agli  huóminiper  fcarifi^are  i  dentiy 
che  gli  doleffero  ..  Haueua  certamente  il  cuore ,  per  efier  fonte  del  calo- 
re,non  poco  bifogno  direfrigerio ,  &  per  ciò  la  Is^atura  a  fio  fentigio  gli 
fabricò  apprejfo  il  polmone ,  ilquale  con  l'aiuto  del  moto  de  i  mufcoli  del  fj 
petto  tirando  a  fé  l 'aere  frefco,hattendolo  prima  infefiefio  alteratole- 
ciò  che  con  la  troppa  fieddei^zanon  offendefie,dolcementey&  congran- 
diffimo  giouaméto  l'infoca  al  cuore^da  lui  abracciato  con  tre  fibre,  nelle 
Fegato  of  qualiegli  èdiuifo .  Ma' l  fegato  è  officina  delfangue,  ilqual  come  da  fonte- 
fìcina  del  abbona antiffimo,  &  perpetuo  viendifpc fato  per  nutriméto  a  tutte  le  fkr- 
lingue .    fi  dei  corp0  per  {e  vene,lequali nafeendo  dalla  fita parte  gihba  co  un gra- 
di/fimo trocoagnifa  d'un' albero  vengono  a  dinar  icar fi  fin 'a tato,che  re- 
dotte/i  a  capillare  fondita,  poffano  a  parte  aparte  tutto  7 corpo  nndrire* 
Lapin  pur  ay&nobH  parte  d'effatrahe  il  cuore  nel fuo  armario ,  etTbe- 

faura 


DEL    C  J.V  jtLLO,  US.  liti  14$ 

rj[  lauro,  per  la  generazione  de  gli  giriti  vitali  per  la  parte  accendente  del 
tronco,  dal  quale  poco  più  di  [opra  fifpandono  due  rami  su  per  lagola,a 
deslra,&  afinisìra,cofi  dalla  parte  interior  eccome  anco  dalla  efleriorey 
doue  è  quei  luogo  comynune, donde  ne  i  bisogni  fi  cartafangue,&  indi  di- 
videndo fi  in  due  vie,  per  l  vna  afcende  a  nudrire  il  cer nello  >  &  tutte  le 
parti  del  capo  foprane  fin' à  gli  occhi,&  al  palato;  per  V  altra  fcende  al- 
la mafcella  inferiore,&  alle  parti  fittane,  fin' alla  punta  della  lingua . 
^D  al  mede  fimo  tronco  per  quella,cbe  guarda  al  polmone  nafcono  due  al- 
tri rami ,  che  fi  conducono  alla  congiuntura  delle  gambe  fotto  la  puntu- 
ra delle  fpalle,&  [corrono  alle  ginocchia,  &  fin  all'  unghie  :  z^fltri  an- 

■5?  cor  frale  cofte,&  1 ofjb  maggiore  delle  Jpalle ,  parte  calano  già  per  li  la- 
certi ali 'estreme  giunture,p arte  fi  diflribaifcono  per  lo  ventre,  dando  an 
conudrimento  alle  vefiide  ì  genitali  final  fondamento  .  Ter  vrì  altro 
capo  nudrendofì  la  midolla  fpinale ,  dalla  nuca ,  cioè  dalla  legatura  del 
collo,  fi  diuidono  q:».dli,che  feruono  a  giijpmdili,&  alle  parti  intrinfe- 
die ,  feendendo  all'offa  dell'anche ,  delle  cofeie ,  della  groppa ,  &  della 
coda,  eir  queiyche  agli  intestini,  a  i  rognoni,  a  i  tefìicoli,&  alla  ve f cica, 
parimente  fum ministrano  nudrimento  .  Ma  le  vene  apparenti,  Vegetio 
dice,  emeriti  tutto  ventinoue,due  nel  palato ,  due  fotto  gli  occhi,  due  nel  parenr;f" 
petto,due  nelle  congiunture  fra  le  ff>alle,&  le  cofeie , quattro  fotto  icer-  t$. 
^  ri,due  ne'  talloni,  quattro  nelle  corone,  &  nelle  parti  di  dentro  delle  co- 
feie didietro  altrettante;  due  in  effe  cofeie  ;  due  di,  fotto  le  gambe  ,  vna 
nella  coda,&  due  nel  collo,  che  mitric ali  fi  dicono  .  Vena  maejlra  ,  & 
fontanella  foglion  chiamare  quella,che  appare  nel  capo  della  eofeia.  Il 
E^ifio  chiama  Tigranica  quella  ,  che  sìa  preffo  l'vngbia ,  &  organica 
quella,  che  nello  Hranguilone  fi  fuole  incidere.  Il  Crefcen-ro  Cingulari  a 
quella,ehe  sìa  nella  parte,  doue  battono  gli  peroni  prefìo  la  cignafDel- 
le  vene  fi  loda  da  Varrone ,  Velagonio,  e  (olumella,  che  i  Tori  efieriori 
fiano  tanto  noceuoli ,  &  apparenti ,  che  per  tutto  fi  poffano  ben  difeerne- 

P  re  •.  ilebe  oltre  ala  belk'zja ,  è  vtile  anco  al  medicare .  St  perche  fi  ge- 
nera il  f angue  nel  fegato  dal  fugo  ,  in  che  fi  conuerte  il  mangiare ,  eH  be- 
renello  slomaco  detto  altrimenti  ventricolo  ;  perciò  ad  ogni  animale  è 
comune cofi  quesìa  parte,  doue  ftcuocono  ,  &  riducono  in  fugoi  cibiy 
come  anco  lagola ,  donde  fi  riceuono .  Queflo  ventricolo  ne  gli  animali 
cornuti,  &  da  vna  fola  banda  dentati  b <à  quattro  inuolgimenti  dalla  go- 
la ali  inteftinoyma  inquellì,chenell'vna  &  nell'altra  mafcella  ban  den 
ti ,  fé  ne  troua  vn  folo ,  che  mette  capo  all' intefiino ,  &  in  alcuni  è  pia 
ampio ,  come  nel  porco  &nell'orfo}in  alcuni  più  s~ìretto,  &poco  mag- 
giore d ejfo  intefiino  come  nell'buomo,  nel  Cane ,  enei  cauallo,  il  cui 

K    3         maggior 


ijo  2>    t  l  l  \A    G  l  0  \1  A 

maggior  Budello  è  lungo  circapalmi  feiy  &groJfo  due }&  chiama  fi  Di'  g 
fiributore-,e  dal  vulgo  Magro  di  cafa;  sboccando  ad  vn' altro  grande-,  il" 
quale  per  efier  quafifempre  vuoto  per  Ig  continouo  flillar  della  colera  > 
chiamano  Digiuno  y  &  queflo  è  quello  ,  che  nel  cor fo  >&  neltrotto  fuol 
fh.refirepito  ,  e  porgendo  al  federe  fin  dalla  bocca  è  tanta  lato  y  che  per 
quella  via  fi  fogliono  i  giumenti  affogar  ne  i fiumi  >  fi  come:  <Alefìandro 
jLfrodifeofk  fede.  *A  queflo  fegue  il  Budello  fonile  detto  Uto-flungo  ben 
' dieci paffi:  ma  l'altro  "Budello  tondo }  che  èdopòqueflo-,  &  cbefuole  ri- 
'  tenere  parte  del  cibo-,  che  nello  ftomaco  non  fuffe fiato  ben  digerito  >  è  di 
lunghezza  prefio  à  vn  palmo  -,  &  me%o  y,&  chiamafi  cieco  per  non  ha- 
uer efito da  vna banda;  feguonopoi l'inteflino Colon-, &-quel che Rjtto  _ 
Stomaco  è  nominato. Tofe  la  Telatura  lo  slomaco  tra'l  Fegato>&  la  Mil^ayaffine    - 
.pene  pò-  che  con  l'aiuto  del  calore  di quefti due  egli  potejfii cibi  già riceuuti  pik 
p°to«f  j    commodamente  digerir  ey&  mutare  infugOyche  altrimenti  con  la  par  o- 
milza .      la  fyeca  vien  detto  Chilo  .  1)el  quale  tira  à,fe  il  Fegato  la  migliore ,  & 
più  fottìi  parte,  per  le  vene  del.  Mefemerio ,  che  perciò  Mifer  alche  fon 
dette '„>  lequali  a  gli  interini  confinano  ,  riducendo  fi  poiprefioal  Fegato 
ad  vna  grafia  vena,che  Torta  è  chiamatayrimanendo  negli  inteftini  la 
parte  più-gro fa  ,.  che  fono  poi  le  feerie  y  che  cotidianamente  fi  mandan 
.  fuori  ;  &  da  quel  fugo  fi  genera  non  follmente  il  fangue  puro,  ma  anco* 
Humcri  le  tre  óltre  forti  de  gli  bumori,cioè  la  coleraja  flemmay&  lamelanco-  q: 
onde  h  gè  ni  a  :  i  quali  mentre  che  tra  loro  fi  fattamente  temprati  fono  >  cheVvno- 
aerino.    V altro  non foprauaniiyl 'animale  viue fano:ma  all'incontro  nafeono  in-< 
finite  forti  di  mali  dalla  loro  Jproportione.'JPerche  dunque  poteffe  la  na- 
tura purgare  il  fangue  dalla  colera  >  e  dal'humor  melanconico  yfabricÒ* 
due  vafiyde  i  quali  V  vno  riceueffe  la  colera<,&  quesl'è  la  V ef cica  del  fie- 
leyche  al  Fegato  ila  attaccata-,^-  l'altra  l'humor  melaconico,& 'quefi è 
la  Milita  ylaqnale  alla  fthiflr.aparte  del  corpo  è  collocata  ;  efiendoilFe- 
gato  alla  de  il  ra.  i^lla  flemma  non  diede  ricetto  alcuno  >.  che  proprio  le: 
fofie  per  poter  fi  di  lei  -,  come  di  fangue  me%o  cottone  ibifogni  preualere- 
qual  bora  mancaffe  il  cibo  ali '  animale  >& 'renderne anco  humide  lègiun  tfr 
ture,che  dal fouer ch'io  moto  non  venìffero troppo  a difeccarfi '. .  <tSHa  nel. 
cauallo  >  eìr  in  certi  altri  animali  come,  il  Mulo ,  V  tifino-,  ilVitelMari— 
no-,  la  Dama-,  e' l  Cento-,  dicono  non  trouarft  la  Vefcica  del' fiele  feconda 
Vordinario,il  che  fi  potrebbe  attribuire  alla  buona  loro  complèffione^che: 
come  ben  temperati  poca-  colera  generando  >  non  n*h abbiano  bifognoyt 
concio fta  che  ( per  quel  che  csfrijiotele  afferma)  effendo  ella  aggiunta. 
alFegatOy  non  perche  fuffe. delegata  ad:  alcuna  neceffariaoperatione^ 
ma  folamente per  rheum  quell'efcrementoy  &  materia  difutile  yxo^ 


<2)  El    CJIVjtllO  IJB.   HI.  15V 

l/tynèè  anco  quella  del  ventrey&.  de gli inteBini;queltì  animali ,  cheteti-* 
gono  il  Fegato  bendifpofìoy  & in  cui  la  natura  del  [angue  è  dólce ,  con: 
foca-i  ò  nefìunaparte  di  coleray  non  hanno  d'effa  bifogno  alcuno ,  ò  pur 
la  tengono  rinchiudi  in  certe  vertette .  Bperò  i  Fegati  di  quelli)  che  non  Fegati  di 
han  fiele  yfon  dolci ,  e  di  bel  colore ;e  tali  colpi  naturalmente  fon  di  vi-  *"j  n°  ha 
ta  più  IwigOy  come  ancora  il  'Defino  tra1  pefci  ;  efjendo  il  Fegato  quello  >  cu  ' 
che  come  parte  neceffarioy&óportuna  alla  temperie;  &  fanità  de'  cor-, 
pi-y  &  qua  fi  fontana  del  f angue  y  dà  la  cagion  del  viuere  più  ò  menoy 
fecondo  la  fua  qualità  ■>  a  gli  animali  fanguigni.  Suol  fi tuttauia  in  al- 
cuni trouare  neWlnteflinoy  dependendo  dal  Fegato  con  certi  meati  per- 

B  petui  difommafottìlità  ;  effendo  la  natura  del  fiele  parimente  all' uno  y 
■&  all'altro  luogo  famigliare  ;  e  di  qui  auuiene  >  che  l'inteflino  del  {er- 
uo  è  tanto  amaro  >  che  i  Cani  no  l  toccan  pure>  eccetto  fé  grafiffimo 
fuffe  ;  an'zj  a  certi  (erui  detti  *Achaini  dicono  >  che' l  fiele  ftia  nell  a  co- 
da >  trouandofi  quiui  vna  certa  cofafimile  alla Mil^a  nella  parte inte- 
riore j  che  di  color  fomiglia  alla  Vefcica  del  fiele .  Tslel  Fegato  dell'Ele- 
fante dicono  ancoych'ella  non  fi  trouay  ma  tagliata  quella  parte  y  douè 
fuole  ne  gli  altri  fìare,  n 'efce  humcrene  più  ne manco  >  che  di  fiele, 
osfffirto  dice  ,  nel  fegato  del  (fauallo  non  trouarfi  la  Vefcica  del  fiele  ^ 
ma  Piarci  attaccato  vn  certo  neruetto  alquanto  fcioltoy  che  raccoglie 

C  queUefpecie  di  h umore .  filtri  dicono  >  che  i  Caualli  >  gli \A  fini  5  iMuli  > 
e  i  Qorui  non  hanno  il  fiele  raccolto  in  vn  luogo  >  mafparfo  per  le  vene  * 
Tlinio  riferifc  e  efier  openione  d' alcuni  y  che  la  Vefcica  del  fiele  non  iHia 
ite'  Caualli  attaccata  al  fegatoycome ne  gli  altri  animali>ma  corcata  nel 
'pentre-y  &  cofiprefio  alle  'Budella  la  pone  Hierocle;pofcia  altroue  dice: 
Tutti  gli  altri  fieli  ejf ere  fra  le  cofe  communi  di  eccellentiffimo  effetto^ 
hauendo  virtù  di rifcaldare;  mordere y  tagliare,  diffoluère  >  e  tir  are  % 
quello  de  gli  animali  minori  effer  vtile  al  medicare  de  gli  occhi  :  quel 
del  Toro giouar  ali 'indorar  delibarne  e delle pelli  ;  mafbloilcauallino 
dannarfi  >  come  velenofiffimo  y  dal  che  (fé  vero  fuffe  )  potrebbe  creder  fi  > 
che  auueniffe  il  non  nocer  loro  il  mangiar  delle  cofe  velenofe  >  feconda 
quello  -y  che  Herodoto  racconta  >  che  i  Caualli  diCrefo  mangiaffero  i  Ser- 
penth  Benché  ciò  in  luogo  di  portento  fi  f ufi  e  prefo  >  che' Iferpe  figlio  del- 
la Terra  diuorato  dal  Caualloych'è  flranieroy  &*nemico y  dinotò  la  roui- 
na  di  lui  y  che  poco  dapoi  re  Ho  f confitto ,  eprigion  di  Ciro. Ver  quellaca- 
gione  ancora  foggiunge  Tlinio  >  che  al  Sacerdote  Flaminenon  era  lecito 
ditoccar  il  £aualla:edai  Sacerdoti  di  Egitto  parimente  fi  rifiutaua\ben- 
che  pia  tofio  fi  potrebbe  f  limare  >  chequefio  fuffe  per  efiere  egli  animai 
ardito>&  generofoyty  per  ciò  poco  conveniente  a  cofe  di  religioneylaqual 

K    4        richiede 


tjt  1)  Z  IL  Jt    G  LO  \l  A 

richiede  h  umiltà ,  e  partenza  y  che  tra  gli  ammali  bruti  fono  degliJ.fi*  g 
netti  più  proprie;  i  quali  però  nel  portare  de'facrificifi  cos~ìumananoycQ- 
me  bellamente  fi  moHra  in  quello  Empiema ,  che  dice  j 
Mentre  ro%p  tifine!  l' imagin  fanta 
D'I  fi  diquà  di  là  dentro  portauay    \ 
Vedendo  (ouunquegià)  la  turba  tanta 
Che  adorando  laDea>  lesinchwauat 
Fra  fé  file  fio  di  ciò  fi  gloria  >  evantay 
Recando  a  fel'honor>  che  a  lei  fi  d  atta  z 
Quandi  a  colpi  di  bufi  e  la  firn  guida  y 

7^j9»  tu  fei  Dio ,  ma  Dea  tu  porti ,  grida .  W 

Ma  s'eglino  del  Cau  allo  ferititi  fi f ufi  ero ,  haria  potuto  auuenireyche  per 
qualche  accidente  fi  fufie  da  lui  tra/portato  il  facrificio ,  òilfacerdote  y 
non  fen%a  fcandalo  della  gente  ;  fi  co  me  a  tempi  nofiri  difdiceuole  cofa 
pare  veder  vn  religio fo  fopra  qualche  ardito  Qutallo  gir  vagando  per 
la  Città,  efiendo  il  loro  debito  di  slar  nelle  Chiefe  occupati  alle  oratìo- 
niy  &  a  dir  le  lodi  a  Dio  fette  volte  il  giorno  ;  come  ancora  contra  il 
decoro  fi giudicheria  ,  fé  vn  Tr elato  andafjeper  B^oma  fopra  vnCaual- 
loymajfimamentene'  dìfolenniy  eccetto  in  queWunafesìa  y  quando  ilnuo> 
no  Tapafi  conduce  a  Luterano  ;  che  all' bora  è  vfan^a  di  gir fene  tutti  in 
Milza  ri  ^c^nee  (Per  fegno  di  magnificenza)  dipelo  bianco. Ma  la  mil^a ,  che  ** 
certo  dei-  di  fopra  dicemmo  effere  nella  parte  finislra  collacata  ,  è  proprio  ricetto* 
l'humor    dell'  humor  melanconicoy  del  quale  poi  per  vna  vena  appropriata  manda) 
melanco-  yna  ^arte  allo  filomaco ,  affine  chteon  lafuafredde'2ga>efiitticitàin  fé 
fiefio  rifiringendoloy  i  cibi  già  riceuti  meglio  digerife a ,  benché  altri  di- 
cano farfi  per  incitar  V appetito  .  Qyefia  negli  animali  che  hanno  il  pie 
bifolco  y  &  le  corna  ;  è  tonda  y  come  nella  Tecoray  e  nella  Capra;  eccet- 
to fé  alcuni  per  la  j Ita  grandezza  l'hauejfero  pia  crefeiuta  in  lungo  y  co- 
me i  Boui;  in  quelliycbe  hanno  il pie  di  molte  diuifureyè  pia  prolijfiiy  co- 
me neW  huomo\&  nel  Cane.ln  quelli  che  tengono  ilpiede  y  fodoy  ha  del 
me%anoyefiendo  da  vna  parte  lataye  da  vn"  altra  angufiay  comenelMu- 
lo  y  nelVjlfinoy<&  nel  Cauallo  .  Ma  bifognaua  non  men  chedaquefiidue 
bumoriypurgare  il  f angue  dalla  parte  Serofay  che  infieme  con  lui  nei  Fé" 
gato  fi  genera  y  &  a  quefio  fine  fabricò  anco  le  fileni ,  lequali per  due 
yene  dette  Smulgenti  dalla  vena  Caua  la  tirano  ;  rimandandola  poi  per 
due  meati  alla  Vefcica ,  che   è' fitta  proprio  ricetto ,  &  indi  fuori  per  la. 
verga/blon  lontani  daquesle  vene  fono  i  vafìfeminarvjyperliquali  man^ 
da  la  natura  a  i  Tefiicolilapià  perfetta  parte  del J angue  >  che  foprauan» 
%a  all'ultima  diftegione.}  acciò  che  qttiui  pref a  forma  >  &  aiutinolo  da 

quello. 


del  c^ runo y  li b:  ni/  t^ 

-,  quello  fi'trito  y itale y  che  a  queflo  ifteffo  fine  manda  la  natura per  due 
arterie  ih-  qu'efia  medefima  parteyfifkceffz  il  feme  prolifico  ,  &\onfer- 
uatore  della  juafieciey  percioche  daqueflo  femey  che  nel  coìto  fi  mìmda? 
alla  matrice  vien  l'arìiikale  àgenerarfi.  Sta  pofia  ejia  madrice  tra  la  Ve 
fcicay&  lintefiino  rettoydue  palmi  lunga  y  &  concaua  in  maniera  y  che 
può  in  conceputo  agiatamente  contener  e, la  fua  qualità  èfoda&neruo- 
fa>  &  ha  molti  nerui  dal  ceruello  dependenti  nella  parte  di  dentro  i  va- 
fi  feminarij  ■>  &  nella  parte  di  fuori  molte  vene  fiottili  :  ma  tra  le  altre 
due>  che  giunte  con  altrettante  arterie  nel  tempo  del  concepere  fi  vni- 
fconoy  &fhnnolvmbilicoy  per  lo  quale  tira  il  conceputo  lo fiirito  >  el 
»  nutrimento .  Ma  il  membro  genitale  ne  i  mafchi  è  rinchiufo  nel  -ventre  y 
&  ciò  (fecondo  che  zsflberto  fcriue)  per  prolùdenti  della  Islatura;  ef- 
fendo  il  freddo  a  quella  parte  fommamente  noceuole,onde  tutti  quegli  ani 
maliyche  l  hanno  fiogliatoyo  fiogliabile  (per  dire  le  fue parole)  manca" 
to  chefta  il  femore  della  Lnffuria  >  fon  corretti  di  ritirarlo  afe  ;  perche 
dal  freddo  offefo  nonfta ,  &  molti  nelVettremo  della  Vita  per  naturale 
ifìinto  vigittano  le  mani  per  couerta y  quafi ingegnando/}  di  ribaldarlo. 
Hora  refìa  che  brieuemente  ragioniamo  dell  offa ,  lequalibauendo prin- 
cipio dalla  fi)  in  a  del  dorfo  >  fona fermo  fottegno  negli  ammaliynon  altri-   Difcorfo 
menti  che  la  e  arena  nelle  naui .  Ts(el  numero  di  quette  fi trouano  diffe-  Q^% 
C  venti  gli  feriti  ori  ;  conciò  fi  a  che  Vegetio  dice  il  giumento  hauerne  al 
capo  dueye  due  dalla  fronte  alle  narici  y  e  due  nelle  m  afe  elle  difetto  ;den- 
tiquaranta  ;.nel  collo  fiondili  fette  >  nelle  reni  otto  rami  >  e  fette  quindi 
fin' al  fondamento;  nella  coda  dodeci  congiunture;  nelle  fi  alle  due  righey 
òpale;due  da  quelle  alle  giunture  della  cofciaye  due  da  q nette  allegmoc- 
chiaynelle  quali  ne  fono  pur  duey  che  dicono  Tarafiaticbe  ;  dalla  gamba 
due  fin'  alle  giuntureydue  le  hafty  &  fin' all'unghie  ofia  minute  fedici  y  nel 
petto  vnoye  cotte  trenta  fei .  Toi  nelle  parti  di  dietro  da  i  denti  columel- 
lari  a  i  molari  due;  da  quefii  a  i  vertibuli  due  :  dal  fommo  delle  natiche 
due  fin' alla  gamba;  e  due  da  quella  a  i  cerri  degli  ttinchi  >  &  (edici  mi- 
to nute  fin' alle  pomici;  conchiudendo  cento  fettanta  in  tutto .  IlColombro  Ojii-17^ 
ne  numera  cento  nouanta  due  y  dicendo  che  in  tutto  it  capo  del  cauallaè  \0,  ' 
■vrìofìo  intero  >  nelqualperò  ne  fon  altre  molte  Vltrali ,  ò  Tetrofe  dettSy 
attendendo  quelle  parti  poro  fey  onde  fi  efih alano  ifumi  del  Cerebro .  Són- 
ni poi  due  ofia  Jturkolariyper  la  cniconcauitàfi.  riceue  l  udita ;du&d el- 
le mafcelle  di  f otto  -,  e  due  nella  gola  >  doue  fio.  radicata  la  lingua  y  cfye 
feruona  al  refiirare  j  Quaranta  denti  ;  nella  catena  del  collo  fette  fia- 
melli  dalla  nuca  allefpalle;  &  quindi  fin  ala  punta  della  coda  ofia  qua 
tanta }  cioè  diciotto  fpondiliy&  fei  de ttiVar aggetta  quali  è  l'ojfo  gran- 
de 


1^4  T)lll\A    qit)\l  J. 

de  della  groppa ,  che  dal  voltar  vertebro  dicono  i  Latini ,  il  vulgo  cario*  ■* 
.   .     la,  e  talborafcia  ,  ondefciaticafi  dice  il  dolore  jche  quitti  fi  fuol patire,* 
ondina-  trai una,e  l'altra  pala  di  effacariola  stà(comevna  chiatte  )  fenato  con 
fa.  otto  forami  il  cannello  (che  Toflero  chiamano)della  coda,laqual  contie- 

ne alla  fine  fé  dici  offa  .  Ter  ogni  fratta  fon  due  offa  grandi,  latinamente 
chiamate  armi,  e  da  altri  I{agule  ;  due  per  ogni  gamba  dauanti;treper 
ciaf  cuna  di  quelle  di  dietro  ;  incominciando  dal fommo  de  lanca  fin' al, 
piede,  &  quattro  l offa appellate  fiabili  nelle  parti  didietro  dieffegam- 
be-.due  per  ognigrafiolla,intendendo  la  parte  dinanzi  della  cofcia,contra 
lofiinco,  chefìà  da  dietro  ;  cinque  ofi a  minute  per  ogni  ginocchio,^  al- 
trettante per  ogni  pastora,col  qual  -vocabolo  s'intendono  le  giunture  de     p 
piedi,tratto  forfè  da  quei  legami ,  che  Tafiore  pur  chiama  il  vtdgo ,  con 
clye  fi  fogliano  i giumenti  legar  ne  ipafchi,  &  fmpaflorare  in  quelle  par- 
_      .     .  ti-,  &  le  colie  fon  trentafei,  ventiquattro  vere,  e  mendofe  dodici. De  i  den 
cauailo  e  *'  ventiquattro  fi  dicono  Molari,dodici  I{apaci,dal  vulgo  prefe,&  quat- 
d'alcriani  troCaniniò  Scaglioniò  Zanne,tutti  partiti  fra  Jbtto,efopra;  benché  (ja~ 
mali .       leno  dica  i  denti  del  Cauallo,del  'Sue,della  Tecora ,  e  d'altri  molti  effere 
folamente  di  due  maniere  Molari,  &  fnciftui.  Tlinio  &  ^Aristotele  di- 
cendo i  denti  Cauallini  e  fiere  dalvna  e  da  l'altra  banda  continouati,co- 
me  gli  Immani  Soggiungono  foler  più  denti  efiere  ne  i  mafchi,  che  nelle 
'- v  f emine;  e  di  vita  più  breue  quelli ,  che  manco  n'hanno .  *AJJirto  ferine  i  q 

(faualli  batter  ne Ila  pane  dinanzi  otto  denti  difopra,  &otto  difotto,& 
canmimerando  i  canini  con  i  Mafcellari batterne  invna  Mafcellafei  di 
fopra,&fei  di  fatto,  &  altrettanti  nell'altra ,  che  fono  quaranta  in  tut- 
tO'.non  computando  gli  annafcenthma  l'zsìfino,  el  Mulo  ne  bantrenta- 
fei,  pur  oltra  gli  annaf centi .  Alcuni  affermano,  che  lofio  del  cerebro 
del  Cauailo  è  più  fottile  di  tutti  gli  altri,  fecondo  laproportione  della 
grandezza,  &  pero  in  quelluogo  fon  più  pericolo fi  i  colpi,fi  come  dimo- 
stra Monterò  dicendo  , 

Oue  stanno  lefeteinfiffe  al  capo 

Fasft  a  (auai  la  più  mo  rtal  ferita.  H 

Ali 'incontro  duriffime  fono  le  Mafcellefottane,dal  masticar  dette  Man 
dibuie  ;  hauendo  la  Ts^aturaprouisto ,  chef  afferò  bastanti  a  refistere  a  i 
'difcenfi,&  alleputtrefattioni  della  testa; fi  come  perfua  prouidé-^a  feri- 
ne Galeno efferft fiitto , chequeste Mafcelle fian grandijjime alCauallo  , 
<&•  a  quegli  altri  animali ,  che  non  hauendo  mano ,  bifognagir  pafeendo 
col  mufo  chinato  aterra  ;  però  bebbero  ancora  il  collo  lungo ,  come  gli 
augelli,parimenie  lunghe  legambe,e  ì  becchi; benché  le  gambe  anterio- 
ri fogliano  in  vece  di  braccia  ferme  a  tutti  quadrupedi  generanti,come 

*Arifiotele 


, 


<Dir  CjiVjtllOy  LI  B.  III.  t$>, 

t  tsfriflotele  dice. Bella  confiderationt >è  oltracciò  diqueUanaturalproui 
den^ayche'  l  (olombro  foggiimgeycbe  nel  dorfodel  cauallo  nonfuron  pò  I 
fle  quelle  tante  ofìa  minute,  che  tiene  il  Bue  dinumero  centoventi  dalla  ' 
Isl^ca  a  la  coda:percheal  "Bue,  come  animale  diforeslaybifognaua  pò    B  ue  P^* 
ter  con  la  lingua  commodamente  giungere  ad  ogni  parte  del  corpo  fuoy  ^z    110m 
&  al  cauallo  hauerildoffopiuduro  >  e  forte  con  legamento  difpefjì  ner-  oflkelli 
uiyda  poter  rifislere  a  ipefi&- a  le  fatiche  ya  le  quali  fu  divinato;  e  da  da  la  nu- 
poter  ancora  far  curare  più  facilmente  i  (jarrefi,  egli  altri  accidenti  di  j^Ìm  ca" 
rompitura  quali  fi  trouano  quesli  luoghi  afiaifoggeti.CkiamanfiGar-  lia'u0  nò . 
refi  i  maliyche  auuengonal  (farrefeycioèa quellaparte eminente  del  dor    Gairefe 
■foycheftàtra  l'.vna  ye  l'altrajpallaj  Greci  vi  dicono  (pccige ,  &\.dcro-  m^e_c"e 
mia  ..Equelleychei  Latini  dicon  Sujfraginiydouecon  vn  volubile  nodo  fi 
congiunge  dalla  parte  di  dietro  il  pie  con  lagambay  cofi  dette  perche  di 
fiotto  fi  frangono  y  cioè  piegano  (fi  come  ancora  furono  detti  i  Topini)  ò 
vero  perche  danno  fuffr  agio  >  &  aiuto  al  cambiare  :  barbaramente  noi 
Garretti  chiamamo  a  fomiglian^a  de'  Francefi  che  le  Iarret  de  derrie-   Garretti 
re  dicono. Il  vocabolo  deUagambayche  Iamba  dicono  i  Francefì^par  trat  perche  co 
to  da\lavoceyche\A.r'MotelevsÒynominandocompagnaquellapartede>  ■  ~,ettV 
r  piediydoueftan le fuffr agirti '  \  &  cofi  non  filo  (famba  vfa  Vegetio  in  La-  perche  co, 
tino  y  per  qnelcke  s'era  da  dire  CrureyòTibia;  ma  sùgamba per Vaco-  fidetta- 
fciay&  fiotto  gamba.  Ipiediyche fono su  le  giuntile  de'  piediyegli  chiama' 
Cirri  y  i  quali  per  effere  fiati  dati  dalla  T^aturamonfolo  per  ornamento" 
dell'animale;-  ma  per  molta vtilitàancoraydiceyche  non  fi  debbano  mal 
tagliare)  eccetto  qualhora per  necefjìtd di paffìone fi 'richiedeffe  .  L'offa 
che  fono  fottìi  talloni  difopra  l'vngbiapereffer  quitti  vn  callo  y  com'è 
ne  i  pie  de' cani  ;  Senofonte,  dice  chiamar  fi  Cinepode ,  &  cofi  da  Toìlùce* 
afferma  il  Leonicenoyaltri  dicono  Mefociniaperla  mede  filma  fomiglian- , 
T^aye  Cinepode  Celio  dice  chiamarfi  certi  caualli cattiva ,  che  mouendb 
j~  a- tirata  ipiediy  fouente  incedano  e  tramma^gano  .-alcuni  li  chiamano' 
Cinobate.  T>iconfi  ancora  in  queHa  lingua  da'  Cjreci  Eupode  queicaual— 
lìyche hanno  dureyefodel'vnghieyeffendo  Supodialavirtude'  piedinei 
cauallo  ;  i  contrarij\Apalopodè .  Ft  per  venire  hor amai  a  parlare  del- 
le particolari  viirtky  &  vitvj del  cauallo ,  incominciando  da  quesle  iflef- 
fiépartiy  nella  cuimentione  ciritrouiamo  y  l'equali  fon  più  che  altre  in 
queflo  animale  importanti  :dèfidèr  a  il  mede  fimo  Senofontey  che  scalca- 
gni non  fian  alti  come  le  capre  gli  hanno  y  perche  convn  pefsimo  paffo  $ 
ficuotendo  travagliano  ilCaualiere\  e  di talmaniera  Jtffirto >  forimi  ca-- 
ualli  chiamarfi  Elafopodiyper  hauerfomiglian%n  de' pie  cerumi;  nepure' 
{pan  troppo  baffi  gerrte$almentejiuandoff<&ualcafi£per  luoghi  affari 

trai 


ìjé  1)  E  L  l  ^£    G  l  6  F\.I  j£ 

Vnghfe.    tra  pietre,e  Herpi,  verrebbe  a  ferir  fi,  &  a  confumar  fi  quella  parte  callo  g 
faydou'efce  il  ciuffo.Oue  la  carne  viua  fi  attacca  con  l'vngia,alcuni  mo~ 
Stefane  derw^'kh^  detto  Bulletteyquafi'Bulgetteperlafembianza.Lacommef- 
r°  "della  fHnl  dell' vngbia  colpiedeyòpur  il  principio  d'efìa  vnghia  grecamente  fi 
unghia,     difìt '.Stefane,  &  Cinoplo  ;  da  noi  corona,  laqual  fiottile  y  epelofa  conuien 
Cheli  do-  cljefia.  La  concauità  de  l'unghia  gli  Jtntithi  (fecondo  Celio)  nominaro- 
no ^°"caj",  no  chelidonaypercbe  rajfomiglia  al  nido  di  vna  Biondina  ;  anzi  fondina 
unghia,    propriamente  traduffe  il  Byuellh4a  ^Afjirio  y  ou'egli  dice,  che i  Caualliy 
che  hanno  le  vnghie  bianche ,  &  lunghe  le  Chelidoniyfim  canini  ,  e  fiac- 
chi di  piedi;  ma  buoniye  forti  quell'oche  hanno  le  vnghie  nere,e  tanto  pia 
ìieyche  la  forma  della  B^ondinaycioè  dcll'incauatura  refii  picchla,foggiun  F 
gendo,  che  quelli yc  hanno  l'unghia  da  dietro  bajfa,  vengono  a  confuma- 
Confìde  ye  la  Chelidone ,  &fono  molli .  Quelli ,  e  hanno  il  corno  nero  intorniato 
ratio  ni  lo  d'vnafkfcia  di  bianco,  vagliano  d'ingegno ,  e  di  piedi  afiaipiu  di  quelli y 
«hie .    "  die  nel  bianco  haueffero  per  mezo  le  macchie  nere.  Quelli,  che  hanno  la 
corona  grande ,  &  l' vnghia  vn  poco  lunga  ,fon  lodati  di  piedi ,  ma  fona 
di  mala  naturi  ;&  c'ofi  quelli,  e' 'hanno  piegato  il  pie ver fola  parte  di 
dentro;  ma  all'incontro  qnelli,che  buttano  i piedi  in  fuoriyfonteneriyma 
non  cattiui:QuellìyC  hanno  le  vnghie feccheysfogliofeye  lateycon  lainca- 
uatura  piccioUy  e  fanguigna,  fi  ftiman  fiacchiy  &  cattiui  infieme,fi  co  - 
me  quelli,  c'hanl'vnghia  d  foggia  difcodella,  &l'incauaturalunga,& 
quelli ,  che  than  paparegna,  come  fi  dice,  effendo  il  piede  bafio,  e  largo , 
di  modo  che  fi  vengono  i  Fettoni  a  portar  in  terra  ;  fiche  recaimpedimen 
to,&  fiacchezza  al  caminare,  majjìmamente  in  fafiofi luoghi .  Quelli , 
e  hanno  l'vnghiapiana  ,  egroffa,e  fanno  Hrepito  al  caminare ,  non  fono 
corridori ,  ne  temono  jperonate,  e  dalia  fanciullezza  fin  a  l'età  per  fetta 
fon  fimplici ,  e  coHumati ,  poi  mordaci diuengono ,  e  peruerfì .  Quelli > 
e' hanno  l' vnghia  rotonda  con  alcune  eminentie,fono  deboli,e  vitio fac- 
cetto fé  la  rotonda  fufie  nera,  e  di  fiotto  piana  :  latterà ,  &  lunga  non 
è  buona  ;  la  quadra,  ■&  nera,  non  alta,  &.  con  picchia  incauatura  è    # 
lodata ,  &  cofi  lagroppolofa  picchia,  &  n?n  larga,  ma  lunga  alqu  in- 
to ,  <&-  ottimi  fono  quelli ,  che  l'hanno  lifeie,  &  fempre  peSlano  con  li  pie 
di .  Quelli ,  che  e  alpe  fi  ano  le  vnghie ,  ò  naturalmente  hanno  i  piedi  uà- 
rij  yò  i' vnghie  diuerfe  ;  &  quelli,  che  ne  i  pie  di  dietro  han  le.giuntu- 
re  piegate  in  modo, che  toccano  la  terra , e Hrafcinano  l' 'vnghie , fon 
deboli  dilombi,  &come  zoppi  non  pofson  correre.  Il  Rjtfio  dice,  che 
quel  cauallo  ,  che  tutte  quattro  le  vnghie  ha  bianche,di  rado ,  ò  non  mai 
le  ha  dure,  e  forti  ;corne  il  Crefcenzp  ancor  afferma ,  &  veramente 
le  vnghie  bianche^  uarie  fono  quelle^  che  più  fouente  incorrono  alfhl- 

fo  quarto» 


*D  E  L  f^F^Z  LLO  >     LIB.  III.  i$7 

4  fo  quarto  .  Tolluce  vuolesi  he  la  Chelidone  ftia  profondamente  afeofa  nel 
cauo  dell' unghiati  che  ninna  moleHia  -venga  a  fentir  dalfuolo,oue  fun- 
ghiti perfetta  rifuona  a  guifa  dvn  cembalo,  come  Senofonte  dice ,  dal 
quale  fuono  Simone  fcriffe,che  la  bontà  del  piede  m  ani fesì  amente  fi  può 
comprendere .  Vero  in  ejji  piedi  l'unghia  primieramente  e'  vuole  ,  che  fi 
confederi  :  conciofia  co  fa  che  lafpefia  è  più  eccellente  della  fatile  in  gran 
maniera  ,  e  più  eccellenti  fono  le  ynghie  ardue ,  che  tengono  ben  albata 
daterralalorteHudihe  (che  cofi  la  traducon  altri,  volendo  intendere 
pur  l'incauatura)  che  quelle  che  tanto  dauanti,  quanto  da  dietro  fon  hu- 
mili,e  deprefe,vegnendo  a  porre  egualmente  il  duro  ,  e'i  molle  del  piede 

g  in  su  la  terrajonde  ageuolmente  rimane  ojfefa  laparte  tenera.*Aumene 
1  quejìo  vitto  ancor  agli  huomini,  iquali  hauendo  i  piedi  co  fi  piani,  Vlau- 
ti>&  Tlanci  appo  Romani  fi  nominauano  >  e  Valgi  queUi',  che  teneano  le 
gambe  torte .  I  caualli  grani,  e  pigri  de' piedi  Lucilio  chiama  Stlembi . 
^Alberto  loda  il  pie  di  fuperficie  piana,cioènon  affra;rotondo,  egiuslofì 
che  prima  la  terra  col  corno  eguale ;per che  quando  non  fi  fermano  egual 
mente,ma  più  in  vn  lato,che  in  vn  altro  fi  volgono,fon  vitio  fi, detti  He- 
teropodi grecamente.  (olumella,e  Varrone  lodano  le  vnghie  dure ,  al- 
te,concaue,ampie,e  rotonde  >  alequali  mediocri  corone  fan  fopra  pofle; 
con  falci  curue ,  &  ampie,  quali  ha  il  Ceruo  ;  Tasloie  corte ,  quali  ha  il 

C  Bue;  e  giunture  ben  ferme ,  e  grofìe  con  folti  ciuffi  (fecondo  ilCrefcen- 
•%o)  ma  non  carnofe,  evitine  alle  vnghie,come  le  hanno  i  Roui .  Il  Ronfio 
ferine ,  che'l  cauallo  hauendo  le  paììoie  corte ,  &  le  giunture  grofje ,  è 
gagliardo  di  fua  natura,&  cefi  in  effetto  fi  vede  per  l'ordinario  .  Il  cor- 
no oitra  lefudette  qualità  fi  richiede  afciutto,fodo ,  e  graffo  ;  benché  di 
molle  fi  troiano  pur  caualli  affai  leggieri ,  pur  che  il  tallone  lorefia  ton- 
do,alto,  &  ampio;  perche  aueiTf  da  che  nacquero  a  non  fermar  fi  nelle  -  •' 
vnghie  deboli  ben  fumi  ;  fiprèuagliono  con  le  braccia,  &  con  la  fchie- 
na. ^Alcuni  bramano  effe  vnghie  fimili  alle  corna  detto  flarnbecco,  ma  na 
eofi '  cerchio  fé .  Veramente  tanta  fonema  badata  la  natura  alle  vn- 

**  ghie  dei  caualli,  che  fcriue  Suida  non  offenderle  punto  l'acqua  di  Sti- 
ge,  laqual  ogni  altra  materia  penetraua,  erompeua  ;  e'i  medefìmo  con- 
ferma Giuftino,  <&■  altri  molti ,  iquali  narrano ,  che  quel  potentiffimo 
veleno ,  onde  per  trattato  di  ^Antipatro  fu  morto  zsfieffandro  Magno , 
non  baslaudofi  a  tenere-in  vafe  di  ninna  forte  yquantunqne  duro;  s'era  in 
ynavnghia  di  cauallo  per  coniglio  di  iArislotele  (come  dicono)  con- 
feruato  :  benché  di  Mula,  dica  cPÌinio  .  Le  gambe  vuole  Senofonte ,  che  Q^e  dej 
frano  $  effe,  perche  quefle  fono  gli  flabilimènti  di  tutto  il  corpo  ,  e'i  cauallo. 
sauaUo  ben  formato  di  gambe  (che  hanquartiato  dicono)  ftHimaha-* 

iter 


I58  Dtll^tGlòìiljt 

iter  forza ,  attitudine  >  &  fìcurezjra  in  tutte  l'opre  fue  ;  ma  lafiefìeigag 
fìa  di  neruiynon  di  camene  di  vene,  perche  in  tal  modo  menandoft  l'ani- 
male per  luoghi  ajpri ,  necefiariamente  fi  vernano  ad  empir  di  f angue  > 
e  gonfiata  lafoggiacerebbono  a  mille  mali .  .Alberto  le  vuole  valorofe* 
afciutte*  &  egualmente  diflefe dal  ginocchio  al  piede  :  fi  che  niente  tu 
efca  infuori ,  e  niente  al  tatto  cedano .  Columellay&  Varrone  le  richie- 
dono egualiy  dritte  >  &  alte .  Il  Crefcen'xo  l'anche  difiefe  *  e  lunghe  >  & 
co  fi  le  braccia  neruofeye  giulìey  co'  Garretti  afciutti  *  &  ampi  >  &  con  le 
ginocchia  tonde^  non  grandi*  ne  riguardanti  in  dietro y fecondo  Varrone*. 
&  Columella  ;  groffe y  (carnate ,  &  ampiey  fecondo  il  I{ufìo;  ilqnalfog- 
giunge ,  che  quel  cauallo  >  e  ha  le  gambe *  e  le  giunture  molto  pelo  fé  con 
lunghi  peli)  è  di  gran  fkticay  ma  di  poca  agilità .  Et  chi  ha  le  falci  cur- 
uey&  legarrette  ampie,  e  diftefey  che  guardino  al  baffo  yftjlima  velo-- 
ce  *edeftro  ;  chi  baie falci  fte fé y  &  coft  legarretteycome  le  anche  cur- 
Stinco  uey  naturalmente  è  gran  caminatore .  Lo  flinco  fìa  molto  cortoyi  lacerti 
del  caual-  ^  Braone*  clìèfopra  le  ginocchiayHando  il  cauallo  fermo*appaian  lar- 
ghi iun  da  l'altroy  pia  difopra,  che  difotto *  verfo  le  gambe  *  &  le  giun- 
ture cofi  dette  ff> alle ycome  dell'anche fìanben  difciolte:  perche  in  tal  mo- 
Cofcie  do  il  cauallo  farà  più  agile-,  &  più  leggiero .  Le  cofeie  fìan  grafie  *  e  lun- 
ati caual  ghey  e  toro  fé  (come  die  e  Columella)  cioè  lacerto fey  ò  mufculofe  eneruo- 
*°*  fe  (come  Oppianoye  Tolluce  fcriuono) Senofonte  dice  latey  e  camofey  coft  q 

di  dentroycome  di  fuori  y  in  maniera  tale ,  che  fìan  confondenti  alpet- 
toy  &  anco  a  i  lati .  Et  quanto  piùjpatiofo  interuallo  farà  tra  effe  cofeie 
fotto  la  coda ,  tanto  pia  fpatioj amente  fi  verrano  l'anche  ad  allargare  ; 
onde  il  pafìo  y  e' l  canale  are  farà  più  fermo  e  più  terribile:  <&•  ogni  cofa 
verrà  affai  meglio  \  come  nelVhuomo  fi  pub  conofeere  *  che  douendofhr 
Coda  del  vnosforK?  di  attarda  terra  alcuna  cofay  il  fa  con  le  cofeie  aperte*  e 
cauallo .  non  riHrettc** .  La  coda  benché  da  tutti  animali  fi  foglia  batter  fetofa 
(come  "Plinio  fcriue)tuttauia  ne  i  caualli  il  fufto  di  quella  è  brieue  (co* 
me  frittotele  fcriue)  &  le  fete  lunghe  ;  efìendo  il  contrario  ne  i  Boui  : 
&  nel  cauallo  fi  loda  la  coda  *  che  fempre  fi  porti  stretta  entro  le  cofeie*  H 
& che  fìa  digrofìo  &  fermo  tronco  .-perche' l  caualloyche  la  tiene  in  con- 
tinouo  moto >>  fottile*& fiacca fenja  dubbio  è  Stimato  di  poca  forza;m& 
fe  ali  incontro  effendo  tirato  per  la  coda*  egli  più  la  ritira  a  f egramen- 
te (come  dice  il  Rjtfìo  e'iCrefcenjo)  è  ottimo  per  le  guerre;  &  gagliar- 
do ad  ogni  fatica*  dinotando  forteTga  difehiena  *  dalla  quale  procede  il 
neruo  di  ejfa  coda;  vero  èy  che  di  velocità  nonfogliono  ejfere  sì  eccellerti 
ti;  fi  come  fcriuono .  Bella  ragione  rende  l'^Afrodifeo  *perche  i  caualli 
fuggendwon  miwono  la  coda  *  ma  efiendo  esercitati*  &  affannati *sì: 


'I>£1   CJV <A  LLùy  UB.    11!.        T59 

g  &  quefia  èy  che'l  mouimento  della  coda  procede  ò  da  fatica  di  corpo ,  & 
da  vitto  d' animo  tperà  i  deboli  quando- fon  caualcati  >  ò  corfìy  la  muouo- 
no  y,  per  ciò  che  fon  corretti  àfkr  cofa ,  che  abborifcono  ;  ma  igenerofi 
nà;perche  non  hanno  àfchiuoynèfì  curano  deltrauaglio-,  &  co/ila  por- 
tano immobile ,  ediflefa  :  nel  fuggire  poi  coftgli  vniy  come  gli  altri  la. 
portan  falda y  perche  egualmente  vengono  à  correre  dilor  voglia  non 
da  altri sformati  »  I crini  della  coda  uoglionaì predetti  autoriy  che  fiano  Cnnj  jc| 
rarhma  lunghi  infino  àterra.  Senofontevuole  la  coda  folta;  Varrone  lacoda. 
ampia ,  &  alquanto  crejpa  ;  Columella  crefl>ayfetofa,  e  lunga;  concio fia 
cofa  che  emendo  fiata  datala  codaaquefla  animale  non  fola  per  orna- 

0%  mento  ima  percommododi  fcacciareie •mofceyonde  mofcariofùda  mot 
ti  appellataiella  verrà  tanto  meglio  àfkrqueHì  effetti  quanto  più,  lunga  . 
di  crini  fia  .  Lagroppa  ilmedefimo  vuole  che  fia  rotonda ,  il  Qrefcen%o    Qroppt 
altaebencamofa  >,  'Polluce  piana  yfodayegroffay  e  quafì  doppia  con  vn  come  de- 
cerlo* canale  in  me%70;<grcon  vn  gran  tratto  da  nodo  ànodo.  Itefticoli  ue  cflere^ 
da  Columella  Poli.  Senofonte ygr.AJfir.fi lodano pari  e piccioli y  & in  ^JSSS 
"verità  i  tefticoli  piccioli;  fknnapik  agile  il  cauallo  ,  perche  manco  Firn-  y. 
pedifcmoy,&  manco  glidanno  occafibnedi  mali  inquelle  parti  :  mada 
l'altra  cantai  grandi  fogliano  dinotare  più  forra  èjrpiù  virtù ,  però  in 
generale  pojjiamo  diret  che  fecondala  taglia  delcauattoy  cofi  più:  piccia- 

q  tiyò  più  grandi  deurannoeffereypur  chein  ogni  modo  fiano  vniti .  1  Lom- 
hidal^ùfioytdalCrefcen'ro  fi  richiedono  tondi  egro/fi;  da  V  arronepre fi- 
fi  verfo  in  giù:da  Columella  latiyt  quaficarcath  da  Pelagonio  contrat- 
ti* Senofonte  fcriueyche  quanto  più  ampi  faranno  i  tombiy  dr  menprolif- 
fty,  più  ageuolmenteil  cauallo  inalberai  pie  dinanrj ,  &foffeguira  con 
quei  di  dietro  :.  &  cofi  ancorai  fianchi,  parranpiù  piccioli  >,  che  quando 
fon  troppo  grandi  parte 'disformano  l'animaley  parte  etiandio  l'indebolii 
fconoy  ér  aggrauano  fi  cameni "jftrta  ancora  dice .  I  lati  egli  vuoky  che 
fiano  dimejp  alptantOy  epienotti  di  fopra il  ventre^  perche  cofi  dima» 
Urano  ilcamUa.pik  rohufio-y  e dimiglior yfo fianca  yepiù-  atto  al  canal- 

&  carfi.  Columella  diceyche fiano  impiegati.  Polluce  gli  loda  lunghi .  Il 
"ventre  da  Karrone  fi  loda  picciolo  ;  da  Columella  riBrettOyda  Pelago- 
nioycomprejjoy  &  accofiato  àgli  interiori y  dal  Qfefcenro  lungo;  benché 
tgliyfl^ufiogiàfoggUinganoy  che' l  cauallo  hauendo  ilventre  ampio  y 
&  pendente  in  giù  con  le  cofcie  graffe  y  fiHimadi  gran  fatica  y  gr  atto 
*  f offerire  ogni  fienta  ,*  nondimeno  più  certamente  fi  loda  chi  l'habbia 
tondo;e  non  caduto  y  òricalatoy  come  dal  vulgo  fi  dice  ;ma  con  bella  prò 
fortione  quafi  nafcofo  di  fiotto  alte  xofteilequali  fiano  ben  lateye  lunghe 
w  ficchi  tratoda  l'ultima  didietro  alnodo  delVanca\  e  in quefio  modo 

non 


Schiena. 


i£o  D  E  LI  \A    g  l  0  1^1  Jt 

non  pur  il  e  amilo  fi  trotterà  piùfpeditio  nel  corfo  ,  &  neW 'altre fue  at-  * 
tioni  ma  il  Caualiere  ancora  potrà  con  più  bel  portamento  andar  in  fel- 
la.La  febiena  da  Colamella  fi  cercadoppia;daV arrone fimilmente quan- 
to e'  fiapoffibileiò  ebe  almeno  ella  non  fia gibbiofa,ne  preminente,  ò  cac 
ci.it  a  in  su;  ma  più  tofto  cauayparendo  hauer  vn  canale  fin  alla  coda.  Il 
Raffio  loda  la  febiena  cortame  quafi  pianaycol  garrefe  co  fi  acuto,che  paia 
distefoye  dritto,! I  (re feen^o parimente  richiede  il  doffòyò  fcbienale  cor- 
to^ quafipianoy  maffi inamente  nel  luogo  della  fella  da  Greci  chiama- 
ta Hedraye  quanto  pia  farà  copiofo  dipeli  il  dorfo ,  più  fortezza  dinote  - 
rà  ;  &  fé  la  febiena  fri  lunga  y  &  ampia  con  le  gambe  di  dietro  più  lun- 
ghe ycb  e  quelle  dinanzi^  il  cauallo  farà  veloce  in  lungo  corfo.  Senofonte  p 
diceyche  la  Spina  del  dorfo  y  effendo  alquanto  rileuata  fopra  le jp alle  y  dà 
più  oportunofeggio  al  (faualiereye  più  ferme  rei~lano  concatenate  le  frol- 
le ,  &  /'  altre  membra  y  e  fendo  efta  (pina  doppia  y  &  oltra  alla  piace- 
uols  cornrnodità  del  Caualiere  yfarà  anco  più  dilettatole  al  vedere .  Sia 
dunque  U  febiena  aecanalata  ;  il  dofo  non  volto  in  altoyne  pur  in  baffo  ; 
è  l  Garrefe  dìftingua  il  dipartimento  delle  jp  alle  ;  lequalìV arrone  vuo- 
le ^befano  Lite  ;  Colamella  diritteye  grandi;  fornite  di  carne  e  lunghe . 
Petto .  i7  petto  da  caftuifi  loda  numerofoy  e  pieno  di  lacerti  e  di  mufculiy  da  co- 
lui ampio  ^e  pie  no:  dal  Q-efcenzo  rotondoy  egroffoy&  vfeito  infuori  nel- 
la g'.ùfa  cbe'l  tengono  i  Valombi .  Senofonte  ferine  >  che^lpetto  effendo  la  * 
toyoltra  alla  bellezza.)  è  più  idoneo  allaforzay  &  afkr  i paffipiu  lunghi  ; 
non  iiicauallandofi  le  braccia;come  auuiene  quando  di  brieue  internat- 
io fon  tra  loro  disi  anthper  la  flrctezga  del  pettoy  laqual  dinota  poca  leg 
g;.erezz_a>e  poca  forza  i  &"  fa  il  cauallo  inhabiley  eperigliofo:  ladoueje 
nel  mezp  della  fua  larghezza  fi  veda  vncanalettoyfiafegno  afiai  lode- 
uoley  &  fé  la  parte  di  dietro  fotto  lefpalle  farà  carnofay  Senofonte  fog- 
giùnfeycbe  (come  in  virile  corpo)  dinoterà  non  folo  robuslezz^ayma  an~ 
co  gratiaye  leggiadria;  &  veramente  cenfideratafi  la  forma  del  caual- 
lo >  che  ha  del  lungoy&  però  conuenendogli  la  figura  quadrata ,  laqualé 
la  pia  gagliarda  di  tutte  l'altre;  non  è  dubbioyche  la  larghezza  gli  Ha- 
rà  beneynonfol  nel  pettoyma  nelle  fpalley  nell'ancljey  &  nella  groppa;  & 
coffa  giudicato  non  foto  bello ,  ma  forte  ancora.  Tofcia  da  efo  pet- 
to non  venga  ad  vfeir  il  collo  chinato  in  giù  y  come  d'vn  Caprone  ;  ma 
eminente  s'inalzi  verfoilcapo  y  fi  come  il  porta  vn  Gallo  ;  curuando- 
fi  t.itrauia  nella  piegatura  ;  di  modo  che'l  capo  venga  a  ilare  dauanti 
,al  Caualiere >  e  gli  occhi  del  cauallo  riguardino  a'fuoi  piedi:  ben- 
ché tal  cauallo  quantunque  animofo-y  non  potrà  effere  violento  >  per- 
che la  violenza  vfano  icaualli  non  piegando  il  colloy  e 7  capo  yma  di- 
fendendoli. 


Collo. 


H 


7)  Et  [JL  Vjt  II  &i    Ili.  ni.         ièì 

[j  ftendendolhfì  come  ancora  Oppiano  afferma.Columella  defidera  il  collo 
molle}e  latoyma  non  lungo .  Telagonio  parimente  fodO)pienO)€  corto  :  II 
Fjifio  ,  e'I  Crefcenzo  lungo  il  vogliono  pur  che  fi  a  fattile  verfo  la  tesla  , 
onde  pia  co'/fi?nodamente  incuruar  fi  poffa ,  &  la  fua  groffezjra  douen~ 
do  confittele  prefìo  al  petto  )  egli  nel  me^o  bara  da  effer  e  inarcato  . 
^Andrea  dft  Lacuna  dice  la  breuità  del  collo  fempre  foler fi  commendare 
da' (fa    tìnti ,  &  la  lunghetta  à  giti  fa  di  (jrue  vituperare ,  per  effer  fe- 
gno  di debilitale  di  hfìczjaycome  dice  il  Volatervano  ;  mail  meglio  fay 
chefi  tengati  me%p  di  non  effere  troppo  cotto  >  né  troppo  lungoy  ma  che 
non  manchi  d"effere  elevato  $  afciuttOyfcarico  di  carne-,  &  incantato  a{- 
*B  l' A  quii  in  a  :  fopra  tutto  figgendo  fi  il  troppo  carico  di  carne  ;  perche  ol-     # 
tre  alla  disformità)  vienàfhr  il  cauallo  poco  bacile  ad  infjrenarfi  ;  & 
però  poco  vbhiditnte_ .  lunga  il  collo  fono  ipelipiutupghi  nel  cauallo ,  Crini» 
àgnlfà  di  Crinijcbc  latinamente  fi  chiama  luba ,  da'Cjreci  Iopbìa>  il  Ga- 
%a-da  Senofonte  traduce  Crista-iA risiatele  ÀCaualli  dà  la  Q-iHayàLeo- 
ni  lai  uba.  'Plinio  dice 'il  candlo  hauer  larghi  i  peli  nella  fuba>eyl  Leo- 
ne  nelle  fp alle .  .Queipeliytje  lai fomm~o  della tejla  pendono  alla  fron- 
teyprèfì'o  àglioccbi)&  nelle  tempie ;i  Greci  chiaman  "Proco mioy  i  Latini 
Caprone^  quafi  chiome  dal  capo  prone  cioè  pendenti  fecondo  rNonh:JLl- 
tri-dicono  Cirrosi  Vulgo  ciuffo;  ilquale  certamente  fa  dato  dalla  Tratte 
ra  per  difendere  gli  occhi  >  del-  aùim  ale ,  che  nulla  di  molejlo  vi  cada  >  fi 
come  per  tal  effetto  far  date  àgli  tAfini&  à  Muli  le  orecchie  più  lun- 
gbey&però  è  dadefiderarfìy  che  effo  ciuffo  non  fa  priuo  della  fua  con- 
veniente lunghe^a;  laqual  tanto  più  fi  richiede  in  tutti  i  crini)  quanto 
che  fogliano  in  molti  accidenti  effer  gioite  no  li  al  Caualcatore  effendo  luti 
ghi .  Columella  non  folamente  lunghi  y  ma  folti  vorebbe i crini)& pen- 
denti alla  banda  deflra  del  collo  .  Fanone  oltra  quello  defidera)  che  la 
chioma  del  cauallo  fi  alar gayfofca)  crefpetta^fottil  difete  .  Il  Crefcen- 
Xp  vorrebbe  i  crini  piani  )  ftanite 'pochi  ;  Himando  alcuni)  chel  Cauallo 
2)  dalla  pochezza  ne  vaglia  piùygr  fé  i  fattili  dinotano  leggerezza.)  e  deli- 
l  catavompleffìone  con  buono  ingegno ;i groffi potrian promettere  robufìe^ 
7g)e  tutto  afiai  meglio  i  crefpi:  perche  fi  come  i  capelliy&  la  barba  cre- 
jpa  dinotano  viuacitày&  fortezza  nell'Huomoyfecondo  che  dal  Filofofo 
s'afferma)  co  fi  anco  ne  i  crini)  &  nella  coda  del  cauallo  riefee  .  Ma  che 
l'hauere  effi  crini  foltiye  lunghi  fia  grande  ornamento  di  bellezza)  fi  può 
comprendere  da  Homeroy  ilqual  volendo  lodare  alcun  cauallo  >  fempre 
gli  dà  quefte  due  parti  di  belli  >  e  grandi  crini ,  e  di  veloci  piedi  :  e  tali 
deferiuei  caualli  da  TsleFloreyd'zsfntiloco ,  e  di  Merione  ,  e  di  molti  al- 
tri .  //  capo  nel  cauallo  da  jljfirtO)  da  Garrone  >  e  da  Columeìla  fi  lo-  Capo  » 

L  da 


s 


tèi  DÈLI  >A:  G   ha  1^1  jl 

da  picciolo .  Tormente  il  Hjifio  vuole,  cbe'l  C audio  b abbia,  pota  t'efta, 
&  afe  i  atta  in  modo, che' l  Cuoio  di  quella  fi  veda  benaffetto  e  oh  lofi  a , 
m.-ffin  unente  tra  l'orecchieydoue  i  crini  finifeono;  perche  tanto, miglio- 
re dice  effereper  le  guerre. Senofonte  ricerca  il  capo  offuto,Tolluce  me- 
de ftmamenteyfecco  di  carne  Soggiungendo  la  maggior  beitela  del  ca^ 
uallo  in  qtelh  confi  fiere ,  che  fi  veggia  fempre  portare  il  capofnblime  >. 
&  alto;ilche  gioua.aflai  a  poter  fi  facilmente  rileaare  col  freno  yquan-. 
do  auuenìffe  di  incefjp ar e ]fen%a  and arfene  tutto  àterr anitre  che  bellif- 
fima  viftafh  tal  portamento,  che  più,  ch'altra  cofa  il  fu  differente  dagli. 
Ckfini,e  da  l  Mdiyi  quali.con.  tutto  e  b  abbiano, lungo  ileo  Ilo  ,,hann§  pur- 
•     la  tesìa  dimefìa^e  graue ^certamente  per  la  naturale  fredderà  loroytbe  g. 
già  l'ejfergraue  di  tefla.non  denota  fé  non  effer  poco  partecipe  del  calo- 
re yilquaie  fàgli  animali  eleuati,, arditi,  &  agili  ;  &  per  lo  molto  calo- 
re San  Tomafo  naturalmente  parlando  dice  ,  che  Ihitomo  porta  eleuato 
il  e  spo;benc  he  propriamente  alla  contemplatone  delle  cofefuperiori,  fi 
debba  attribuire  ;  ( come  da  ^riflotele,  duOmdiOy  e  da  Lattantiofi  af- 
ferma. (^A cuoche,  duque  ilcauaUopiù  suffomiglia  aWhuomoyh  abbia  la 
Tetta,    e  tetta  alyata,con  alquanto  del  lungbettoypiegando il  mento  verfoilcol- 
«uaUp  £    l0ien20ttr,-nido  la  fronte  allegra^  ftatio fa,  nella  quale  dalfommo  pen-> 
da  il  ciuffo  di  minuti  capelli  ben  fornito&ver  amente  co  fi  nella  frontey . 
come  nel  petto  fta  bene  al  cauallo  di  efer  largo, tir  andò  tuttauia  alcir-  G, 
colare,per  dar  vn  rifeontro  fiero  fembiante  al  Toro  .  Telàgonìo  loda  la 
fàccia  alquanto  rittrettainfe ,  ma  ampia  al  conueneuole ;  ilCrefcenya 
parimente, il. volto  ampio, con  vna  limgtfrefortegnardatura.C ertamen- 
te la  tetta  picchia ,  &  aggarbatafh.  belvedere ,  &  con  la  fronte  larga 
denota  maettà  &  fartela,  ma  fopra  tutto  s'ella  effendo  fecca fi  vedrà 
piena  divene,e  di nerui  apparenti,dimottrerà  maggiore  v  iuac ita.  di  jp  ir- 
rito nel  cauallo  .  Isella  picciole^a  di  effa  tefla  le  mafcelle  ancora  voi* 
le  "Polibio  e  Senofonte,che  fianopicciole,dalCrefc. commendate  fottili,e 
feccbe,ne  difv gitali  di  qualità  :  &  perche  la  mafcellaappo  (jreafidice 
Caualló  Gnatbos,  Heterognatho  dkeuano  quel  cauallo,  che  Ivna  battendo  ajpra3  Hi 
etho     e  ^  a^ra  tetiera,fuffe  duro  di  bocca,  e  contumace; come  allincotro.  I vb- 
bidiente,e  di  bona  bocca  Euagogo  (fecondo  Hudeo)  finominaua .  Il  B^u- 
fio  dice,cbe' le  auallo  battendo  le  mafcelle  grosse,  e'I  collo  corto  non  vb- 
bedifte  di  leggieri ,  ne  debitamente  al  freno  perche  la  briglia  non  viene 
bene  ad  incafeiare  al  luogo  Chq  .  La  doue  molto  è  atto  à.  lafciarfi  maneg- 
giare^ reggere  quel  caualloy  .che  bàil  collo  lungo,  &  fonile  v.erfo  la  te- 
Bayle  mafcelle  non  grofse,ne  grafse;&  la  bocca grandeye  lacerataydoè 
fquarciata)j  edimoltafefsnra}  &  apertura:  come  anco  il.Crefcen'm 

loda>. 


T>1L    Cj£V  J:  LLO>  LIB.    ìli.         rfty 

JL  loda,  per  e^er  fàcile  ad  imbrigar  fi .  Oppiano  diffe,moderat  a, fé  condoab- 
' cimi,  mail  Signor  Belifario  d'acqua  Fina  traduce  ,  larghifjima  e  lun- 
ga ^non  mediocre: certamente  con  gran  giudicio,  perche  cojìjon  giudica- 
ti più  maneggevoli  i  caitalli  \  benché  moderata  potrebbe  intenderfi  per 
quella  mediocrità  ;  che  pur  il  Raffio  ci  de fiderà ,  ch'ella  non  /offe  trop- 
po durarne  trofeo  molle.  BJchiedefi oltf  acciò  la  boccahumida,  perche  Bocca. 
denota  il  {/mallo  batter  buon  fiato ,  e  buona  compk'fjìone  ,  &  effer  ama- 
bile della  briglia  ;  ma  tal  humidità  bifcgna ,  che  fià  di  buon  colore  ,  ■& 
f  ermetta,non  pallida,nè  troppo  acquofa  :  -cjr  parimente  le  parti  interio- 
ri diefjabecca  non  deuranno  effer  nere  ,  né  pallide  ,  ma  viuaci  ,  &roffe 

B  per  fegno  dibuona  lena.  La  lingua  fi a  ne  fonile ,  nemolto  lungaagni-  Lingua. 
fa  di  ferpe  ,  ne  molto  graffa  ,  ne  corta ,  pei  che  inqueflo  modo  farebbe  il 
cauallo  pocofoggeito  al  freno  ,  & in  quello  vfcifia  fuori-,  come  fa  nella 
•  Mula^  Sfarebbe  infenfata  ;  però  fia  mediocre  per  ogni  buono  rifletto  : 
non  manche  òtuttauia  di  dire,  chela  fitta naturale lunghe^a ,Vege- 
tio  fcriuedouere  efiere  me%o piede.  Le  labbra  fian parimente  fiottili,  Labbra'. 
e  riuolte  in  fuori  ;  affine  ,  che  non  impedifcano  il  debito  effetto  della  bri- 
glia -,  come  reggiamo  in  certi  caualli  auuenire ,  che  diventano  sboccati 
noti  per  altra  colpa ,  che  delle  labbra  .  La  barbaquanto  èpiùpicciola,  Barba. 
e*r  afciutta  ,  non  piena  d'offa  ne  dura ,  ne  bafia ,  tanto  meglio  fura  ado- 

C  perare  il  barbor^aìe ,  &  in  confeguen^a  tanto  miglior  effetto  fura  il 
freno  .   Le  nafche  V arrone  vuole,  che  non  fi  ano  angufte  ;  Columella  Nafche» 
dice  ,  che  fi  ano  aperte  ;  il  Crefcen^o  ,  enfiate,  e  grandi  ;  &  cofi  il  I{u- 
fto  ;  oltre  che  quanto  più  vermiglie  di  dentro  appariranno, più  fon  lode- 
uoli  :  perche  denotano  vn  calore  di  Jpiriti  viuaciffimo  :  &  in  tal  mo  do 
vengono  ad  hauerei  meati  del  fiato  afi ai  ben  ampi ,  e  fanno  parere  an- 
■  cora  C  come  Senofonte  dice)  più  terribile  il  (fauallo,ilquale  di  fina  natu- 
ra fuol grandemente  allargar  le  nafche  ogni  volta ,  che  vuol  mostrare 
ferocità  ,feper  auuenturafitrouiinira,<&  in  questo  veramente  affo- 
•    miglia  ai  Leone ,  al  'Tardo ,  alla  Tigre ,  al  Cerno ,  animali  tutti  di  gran 
fiato, arditi,  e  veloaffimi  :  che  altrimente  rafiomigliarebbe  allapecoray 
&>  a  quelle  altre  behie  viti;  e  baffe,che  come  fiacche,  e  di  poca  lena ,  ri- 
strette, e  picciole  tengono  Ignorici.   <isflberto  foggiunge  ottimo  fe- 
gno efiere,  che'  l  Cauallo  beuendo  fommerga  profondamente  le  nafche 
all'acqua  ;  ihhe  conferma  T?linio ,  dicendo  che  quanto  più  ardito ,  e  fe- 
roce è  il  Cauallo  ,  più  attuffa  le  nafche  alberai.    Le  orecchie  Seno-  orecchie 
fonte ,  e  Tolibio  vogliono ,  che  fian  minute  più ,  che  la  forma  della  te- 
sta pareffe  richiedere .  (glumella  dice,  che  fan  corte  e  ritte:  Fano- 
ne congiunte  iTaìladio  argute  ;  Alberto  acute  *  IlT^ufioé'lCrefcen'zo 

l    a        forti) 


fo?ti,&  aguzze  aguifa  di  vna  jlfye .  ^frifiotele  ferine  ,  che  le  grandi 
orecchie  danno  indicio  di  pazzia  ;  ilche  benché  egli  de  Ihucmo  inten- 
da. ,  tuttavia  nel  cauallo  ancora  Tlinio,  dice  dar  indicio  dell'animo  le 
orecchie  non  altrimenti  ,  che  nel  Leone  la  coda  ,  e  già  fi  può  veramente 
dire,  che  non  per  altro  far  date  all'huomo  le  orecchie  immobili  (effendo 
ne  gli  altri  animali  atte  ad  al% rar fi  ,&  a  bafiarfi)  fé  non  che  bifognay 
che  quella  parte  ,  che  alfenfo  della  difciplina  appartiene,  fi  tenga  mai 
fempre  aperta  per  imparare  quel  che  al  buono  ,  e  beato  viuere  fi  richie- 
de :  &però  diciamo  federe  l'  animo  nell  orecchie .  ^lltroue  foggiunge, 
che  ne  i  caualli,  &  in  ogni  genere  di  giumenti  le  orecchie  dimosìrano  la 
intrinfeca  qualità  che  gli  fiocchi  ,  e  fiacchi  l'hanno  fimili  alle  jLfinine;-  p. 
gli  stanchi  le  hanno  marcide  ;  gl'infermi  rifciolte  \ipaurofi  tremanti;  i 
feroci  dritte  .  Et  cofiper  ifperienza  veggiamo,  che  la  prudente  T^atura 
à  gli  animali  non  noceuoli  &  più  timidi  ha  date  le  orecchie  lunghe,per- 
chepoteffero  meglio  vdire  gli  Jìrepiti  di  lontano  ,  e  f chinare  i perigli  ;  là, 
doue  à  i  fieriyche  con  le  proprie  forze  fi  pojfono  ben  defendere  yle  ha  date 
più  brieuiycome  le  hanno  i  Lupi ,  gli  0,fi,  i  Tardi,  &  altri  talL  Cicerone 
altresì  affermala  Telatura  hauer  dato  al  canal  lo,&  al  Leone,  lefete,  la  ' 
coda  &  le  orecchie ,  che  à  pale  far  e  i  moti  dell' animo  fer  nano,  come  gli. 
occhi  all'huomo ;&  veramente  dal  mouimento  di  effe  orecchie  molti  af- 
fetti fi  conofeono  delCaualLo,cofi  di  bontà ,  comedi  maluagità  ;  quando  G 
.     majfimamente  eglifnffe  malitiofo,e  di  duoi  cori,  detto  Volgarmente B^a- 
go.        "  ming,°>  Hqual  vocabolo  propriamente  dinotando  vtioyche  quafidi  ramo, 
in  ramo  vada  di  paefe  in  paefe  peregrinando,  ouer amente ,  che  in  foli- 
tudinejlia  nafcofo;fi  trajportò  in  quei  Caualli,che  non  Han  mai  fermi  in. 
vn  volere;  e  tengono  tanto  occoltii  loro  affetti ,  che  ninno  fi  può  di  loro 
afficurare .  V  follo  il  Tetrarca  parlando  di  Mitridate . 
Tslemico  de'  I\om  an,  che  fi  ramingo 
Fuggì  dinanzi  à  lor  la  fiate  e'  l  verno. 
Cj  aleno  dice  ricercar  fi  nel  cauallo  le  orecchie  picciole,che  non  impedifea- 
no  nella guerra,quando  la  testa  loro  è  da  coprirfi  d'  arme,ò  d'altri  nscef-  " 
farij  guemimétuet  fehaueffeno  alqnaAo  di  Lunghezja,non  fon  biafmeuo- 
Cauallo  lì*  pHr  >  ch'elle  non  slian  cadute  ;  &sla.kr larghezza  venga  à  ccrrifpon- 
tardo  che  dere  alla  taglia  dellaperfona.il  B^tfiafcrine  tardone  moUaccio  efiefquel 
fegnali      cauallo,c'habbia  l'orecchie  grofie ,  e  pendenti  in  giu,e  ginocchi  concani; 
all'incontro  effere  molto  audace  quel,che  tenga  le  naf de  gonfie  ,  efpafe, 
egli  occhi  grandi  nonposli  in  dentro,  concio fia  cofa ,  che  co  fi  lefopra  ci- 
glia come  gli  occhi  fi  richiedono  groffi^  vfcitiinfuori,no  ìncauati,ciòft 
cofema.  dal  Crefienzfxda.Oppianofda  TQÌluceyck€$lÌ  loda  ancor  foco fi ; 


DEL   CjtVJtllÒ)  HB.Ilt.  Ì6j 

rjt  eda  Senofonte  >  ilquale  dice  più.  vigilanti  effere ,  e  più,  di  lungi  penetrar 
con  la  -villa  quegli  occhi,che  meno  profondi  Hanno:  frittotele  è  di  con- 
traria openione,  dicendo,che  l'occhio  preminente  non  vede  da  lungi,  ma 
il  profondo,&  incauato-ilqual  è  di  più  acuta  vifla,  per  non  hauer  la  vir- 
tù del  vedere  cofì fparfa,co?ne  quelli,che  fono/pinti  in  fuori:  Vero  bi fogna 
direychein  ciò  fian  differenti  da  gli  huominii  caualli .  8t  perche  le  fine-  Occhi  fi- 
ftre  del  cuore  fon  gli  occhi  ;  &effiin  ogni  forte  di  animali  danno  veraci  "Credei 
dimoflrationi  di  tutto  l'animo,  ilquale  afferma  Tlinioyquiui  propriamen- 
te h  abitare  ;  certa  co  fa  èy  che  gli  occhi  torti  ,  e  non  chiari  fono  di  cattiui 
affetti  fegnale;&-  all'incontro  igiusli,ipuriy  e  chiari  dinotano  l'animale 

*S  finterò  di  cuore  ,&  fottìi  di  vifta  ;però  gli  Egittij  volendo  fignificare 
vn'huom  da  bene,  dipingeuano  vn  grande  occhio  aperto;  come  fi  raa  on 
ta  da Vier  Meffia, ò  più  tofìo  [fecondo  Oro  Apollo  )  fignificaua  ilfommo 
Iddioyche  tutto  vede .  Ejfendo  dunque  gli  occhi  allegri  &  rilucenti  ,  Je 
ne  potrà  comprendere  la  vivacità  de  gì  interni  giriti  lumino fiy&  effendi 
neri  (quali  Fantine  de  fiderà  &  Columella)  temperata  compleffione  pm 
metteranno  ;  Ma  il  Cauallo ,  •  c'habbiagli  occhi  bianchi ,  dicon  o  efler  di    Ca uallo 
pregio  affai  minore,perchenon  vedono  ben  di  giorno  >  &la  cauft  è  >  che  &  biachi 
l'humor  aqueo  trafparente  efiendo  più  copio fo  ne  gli  occhi  neri,fh,  ch'effi  ?k^  j^ì 
con  più  mifura  riceuano  gagliarda  complejfìone  delle  cofe  vifìbili,&  cofi  no.    pre- 
*  veggiano  meglioil  giorno  ;  quando  gli  occhi  bianchi  non  abbondanti  di  gio» 
tantohumorey  non  potendo  co  fi  gagliardamente la  diurna  luce  riceuere9 
rimane  difperfa  la  vifìa  loro;  ma  di  notte ,  efìendo  la  luce  della  Luna ,  e 
delle  sìelle  di  minor  vigoreyeffi  come  manco  disturbati ,  veggon  meglio; 
làdoue inerì  come  manco  moffì  veggon  peggio .  IlCrefcen^o  aggiunge, 
che  gli  occhi  bianchi  vedono  bene  in  luoghi  ofeuri ,  &  in  tempi  caldi,  ma 
affai  poco  ne  i  freddi  &  nella  ne  uè;  e  che  poco  vai  quel  Cauaìloyche  ve- 
de di  giorno  folo  :  ilchefi  conofee  s'egli  di  notte  non  muoue  i  piedi  come 
il  dì;ò  s'egli  non  teme  entrar  di  notte  in  quegli  luoghiyche  teme  il  dì.Cer 

£  tàmente  negli  occhi  neri  è  molta  acquategli  occhi  Cflauci  è  molto  fuo- 
co \Cjlauci  chiama  Celio  quei  Caualli ,  e 'hanno  gli  occhi  >  come  (jatto,  & 
qual  Ciuetta ,  cioè  di  quel  colore  y  ch'èpreffo  al  bianco,  detto  ancora,Ce- 
fio. Arinotele  pure  fcriue  fecondo  l 'openione  di  Empedocle,  gli  occhi  di-  occhi  ce 
uenir  (e svj  per  la  fopr abbondanza  del  e alor  interno ,  &  per  lo  manca-  fìj. 
mento  di  quello  far  fi  neri  ;  però  nell'aquilone  dice  nafeere  gli  animali 
co' gli  occhi  Cesij,e  Cj amplini  ;  &  indi  ombrofiyperche  il  calore  intrinfeco 
dal  freddo  efleriore  è  vietato  di  feorrer  fuori  ;  là  doue  quei  del  Meriggia 
cotengono  bé  l'humore  per  la  tepidezza  dell'aere,  che  gli  circoda,ma  rio 
poffono  contenere  il  calore^non  efiendo  cofa,cbe  l'impedifcaffi  coft  l'bu-> 

l    i         mar 


ì€é  Z>  E  l'i  U     G  l  0  \ì  A 

mor,  che  vi  rimane  ,fi  annerifce  ;  perciò  che  per  abfen^a  della  luce)  nar  -  . 
turai  co  fa  è  ,  che  tu  tte  le  cofe  rimanganfofche  ;  ò  pur  fi  potrebbe  dire  , 
che  7 color  de  gli  occhi  rafjomigliaà  quello  di  tutto  il  corpo;  &  co/i  i 
Meriggiarti  tengono  gli  oc  chi  neri,quali  fono  le  altre  membra; e  i  Borea- 
li come  fono  di  corpo  bianchi,cofi  fono  di  occhi  Cesij  .  (jià  il  bianco  de  gli 
Varietà  occ^lPe'<"  ^  maggior  parte  in  tutti  animali  è  ftmile  érvniforme  .  Ma  il 
d'occhi .    'Hero  vari  andò  fi ,  in  altri  è  Ce  fio,  in  altri fuluo,in  altri  caprino ,  ilqual  è 
fegno  di  ottimi  coslumi .,  e  della  chiarella  del  vedere  tiene  ilprincipa- 
to\Et  quefla  varietà  di  occhi  fol  amente  nell'h  uomo  ,.&  nel  cauallo  fuo~ 
le  annerii,-?  ;  the  degli  altri  ciafcuno  animale  fecondo  lafua  fpetic  ha  il 
fuo  colore  ;  Tsfj  da  altroché  da  diuerfità  dihumori,  onde  fon  compofliy  p. 
tal  diueifirà.  negli  occhi  è  da  creder fìsche proceda.Tercioche.quel  nero,. 
nel  cui  centro  la  visìa  confi(ìe,c  crifl aitino ;■&  fecodo  che  più  ò  meno  par 
ticipa  de  1 l  humor aqueo,cofi  vieria  variar  fi  il  fuo  colore;  perche  fé  l'hu^- 
mor  è  molto,egli  non  tranjparendoyappar itero: s'egli t vpoco,fegue ilcorv 
trarlo: fi 'come  auuiene  ali  acque ,  le  quali  hauendo  fi  cupo  il  fondo  j  che 
non  vi  penetri  la  viHa,appaicn  nere,  ò  attirine  ;in  altro  modo  fi  veggion. 
bianche  .  Co  fi  dunque  fé  con  do  che  abbonda  fi  manca  in  quelle  parti  l' bu-- 
mor  aqueo  trajparente >  auuien talvolta ,  chevn  cauallo  nafea  con  l'vn 
occhio  bianco,con  l'altro  vario.Tlinio fcr inerii Diuo  Auguftohauerha 
unto  gli  occhi  Cjlaucia  griifa  di  cauallo  ,  di  grandezza  biancheggianti  0, 
più  che  in  huomo  veder  fi  foglia .    Quanto  ali altre  qualità  Celio  dice 
Gau  allo    £ff°pbtalrao  appo  Greci  chiamar  fi  il  canallo  ,  che  tengagli  occhi  promi* 
eflbphtal  nentiin  fuori.Celophtalmo  chi  gli  tiene  rinchiufì.al  catto  ;&  che  (fecodo 
niO)  Celo  T?elagonÌQ )  i.caualli  Ueteropht almi. erano  tenuti  eccellentifjìmi,etale, 
pntolmo,  era  ftatQ  Bucefalo. Ammonio  interpreta  Heterophtalmo  dirfì  il  caualloy 
rophcal— "  c^e  Per  morho;  ò  per  altro  accidente  fuffe  orbato  di  vii 'occhio  \oche  cofi 
mo .        fufle  nato  ,che  vedeffe  di  vnfolo  ;~forfe perche  meglio  fi  vede  con.  vno  , 
che  con  due  ;  fecondo  quella  ragione  ,  che  Arifiotele  ferine,  che  con  due 
occhi  fi  fan  pia  moti  >  che  con  vno  :ft  che  quando  il  moto  viene  à  far 
femplke, e  [pigolare,  & invna fola  parte  raccoltola  vijla  è  pia  fonile  ;  &ì 
come  tutto  di  fi  vede  far  fi,  che  qualbora  fi vuole  ben  affiffare  in  vna  co* 
fa ,  fi  chiude  vri occhio  ..  Ma  il  Rjicllio  nella  fna  trad unione  dimofira. 
Heterophtalmo  intender  fi  quel  cauallo  ,  che  di  colori  bài' vn  occhio  di- 
uerfo  da  l'altro .  Ajjirto  dice  quefiitali  camiti ,.  che  hanno  variati  gli 
occhi,non  una  medefima  cofa  vedere'-perche  fi  comequelli,chelegàbe  ò 
i  piedi  tengono  variati  di  macchie  di  diuer fi  color i,fogliono  fyefio70ppi-- 
care,&  inciampare,  &  ne'  camini  mal  refi  fiere  alle  fatiche;  cofi  ancora 
non.  reftfìere.  alla  vifia  gli  occhi  con  tal  diuerfità  variati  ;  oltre  che  per 

l*< 


eD'ELC^£VtALLO>  L1B.  HI.        ì6j 

'  *  la  varietà  delle  cofe,cbe  loro  rapprefentano,yfon  tutti fj?  attento fi  e  canini; 
nelle  ([nai  parole  egli  pare  defcriuere  quei  (faudlli,  e  hanno  gli  occhi  co- 
lorati di  vari]  putì;  &  pur  mi  marauiglioyche  fecoàoyclìei  medeftmo  rife 
rifece  Varthi  folcano  ingrapreggio  tenere  i  caualli  co  fi fhtti>& per  mol- 
to genero  fi  gli  ri  putanaao  >  fi  che  tali  Cau alli  Tarthi  ne  fon  nomati  ;fe 
non  che  può  creder/i  ?  che  i  Tarthi  gli  am  afferò  di  tal  guifa ,  come  per 
quella  naturai  paura  attiffimi  alla  fugaylaqual  effi  coslumauano  combat 
tendo. T gli  tutt  ani  i  loda  gli occhi  neri,e  grandi  vicini  alle  tempie,  equa 
fipofli  dananti  al capo,diceudo,che  liberali fpatjj  della  vita  promettono. 
Tlatcne  mijhriofamente  dsferiuendo  nel  Fedro  idue  Caualli  dell'anima, 

$  l'uno  buono  dice  >  che  di  eccellente  difpofitione ,  diritro  di  figura  col  mu- 
ftaccio  addunco  detto  grecamente  Spigryponyben  proportionato  dimem  - 
bramito  ditefta,còn  le  narici  moderatamente  aquiline  y  di  lucente  pelo» 
di  occhi  neri  dsfiderofo  dibonore  y  partecipe  di  temperante  di  vergo- 
gnayamico  della  vera  openione  >  non  bifogneuole  difperoni  ,  ma  che  folo 
con  la  ragione,&  conia  effortatione  fi  regge, l'altro  cattino  eglipone  ef- 
fe;- tortoycompofto  confufamente  di  molte feiocebe  maniere,duro  òr  rigi 
do  di  collose  calato  ingiù ,  col  volto  ammaccato,  che  Simo  dicono  i  Lati- 
niyi Greci  Trofopon;  di.fidofofcoycon  occhi gatt igni,  e  infangninati ,  con 
orecchie  hirfuteye  fordeypiflidiofo,e  contumace,  appena  vbbidienteà  gli 

C  s~limoli&  alla  sferra. Hora  perche  non  s'imputi  a  noi  queljche  dice  Ho- 
ratio  d'un  pittore  >  che  le  parti  d'un'  huomo  fapea  dipingere  ciafeunaper 
fé  eccellentementeycome  vn  bel  nafo,vn  bell'occhioyvn  bel  colloy  ma  non 
fapea  comporre  il  tutto  y  dimanierayche  refìaffe  benfatta  l'imagine  tut- 
ta infieme  con  lefuaproportioni  y  egratie  necefìarie  \  haremo  principale 
mente  ad  auuertireycome  il  l\ufio  dicey  che  tutte  le  membra  del  (fanallo 
proportionat  amente  confondano  alla  fua  grof$e^%ay  e  lunghezza  ;  ne 
pan  confuffe; come Varrone  ancora  ci ammonifee  Columella  vuoleyche 
tutto  il  corpo  fia  compofìo  di  modo,taleych  'egli  fia  grande,  gr  altoy  per- 
che in  corpo  picciolo  non  fi  pub( fecondo  zsfrislotele  )dire,cbe  fi  a  perfet-  - 
t  abellexjaifia  diritto ,  neruofo  y  agile  pur  dal  primo  afretto;  e  di  lungo 
tiri  al  tondo  y  quanto  dalla  figura  parrà  per  metter  fi. Tela.gonio  loda  la 
grandezza  mediocre,ch' egli  nonfia  minutoyne grandaccio,  ma  di  mè^a     Caualli 
taglia;& cofi ancora tralmgoye corto.-benebe i  lunghi fiano  attialcor-  coni  Uo.. 
rere-y  hauendo  la  corrifpondenz^a  dell' altre  parti,  perche  prendono  più  neI  a  "*" 
fyatio  di  terra  ;  I  corti  fon  più  idonei  al  faltare  y  perche  la  virtù  in  lo-  cauàllilii 
roè piùvnita,&  piùrobufla-.dicofaltarin  alto y  perche  inlungo  meglio  gnidi  pò 
il  fanno  i  lunghi.  Ma  fopra  tutto  fia  lontano  da  noi  quel  Cauallo  ,  che  co  Pr«2- 
con  la  molta  lungbe%ga  hanefie  ancor  la  magrej^a  accompagnata-yper-  z 

L    4  che 


che  farebbeno  efpofii  al  rifo  de'  riguardanti  y  quali  ci  potrian  dimanda-  g 
teyquanto  vendcffimo  la  cannahomefu  dal  Sanefe  addimandato  M.Len 
nio  BJcci;  &  ne  bifognerebbe  tal  volta  imitarlo^  dicendo  (alatala co- 
da, )  che  entra/fera  in  bottega  >  che  fi farebbe  lor  corte fia  „  Saggiamente 
dunque  il  Crefcenxp  richiede  il  corpo  conueneuotm ente  lungo  e  fonile > 
e  [ecco  ;  con  vna  habitndine  me%ana  tra  grafìa  e  macilenta  ;  perche  la 
molta  magrezza  diminuisce  le  forile  >  e  fu  gli  animali  bruttifjìmi  à  ve- 
dere) detti  latinamente  Strigofì yquafi flringofi per  lo  corpo  rifiretto  >  ò 
per  fame }ò  per  altro  accidente  rio ,  e  la  ?nolta  grafema  >  oltre  che  mot- 
ti cattile  knmori&  infermità  fuolcagionareye  nudrire;jpeffi>  ancor  fa 
(come  Senofonte  dice,  <&•  come  da  noidifopra  s' è  dimofirato  )  che  l'ani-  m 
viale  re  iìi  fu ffogato  nelle  fatiche.  Terò  il  M agnoli tefì  andrò  fi  troua- 
efpreffamente  hauere  ordinatoy  cheHfuofuuorito  Cauallofoffe  mantenu- 
to in  poche  carni ,  con  la  frugalità  de*  cibì}&  con  Ceffercitio  del  paleg- 
giare due  volte  il  dì  ;  perche  altrimenti  non  neharebberkeuutopm 
buon  fer  lùglio.  jLllequali  ragioni  qv.eW  altra  fi  puote  aggiugnere  >  che  la 
troppa  graffezja  fouente  afconde  alcuni  vitij importanti  ;  iquali  ben- 
ché da  i  lor  contrari^  raccontati  fi  pofì  ano  già  comprendere  ageuotmen- 
teytuttauia  oltra  quelli >  che  per  trafcorfo  fifonq  efrrefì; aggiungerò  que- 
llo Teriodo  di  ToUuceynel  quale  biafimailcapo  carnofoyegraue;leorec- 
chie  calatele  grandi  ;le  naf che  sirene :e  haffeigli  occhi  piccioliy&  inca- 
natifil  collo  greffoye  troppo-  lungo  con  pochi  crìninl  pettoMretto  :  le  frat- 
te caueyi  lati  magrini  lombi  acutiyte  cofcie  afpreyle  gambe  torte Xeginoc- 
d    eef  C^1 a  d'ure>&  ?  unghie  fonili  e  bafìe.  Ma  quanto  alle  buone  conditioniyol- 
fer  più  al-  tra  t-e  dette yaggimgeil  B^ufio^l  Qrefcen^o  defiderarey  che'l  (auallo  per 
to  di  die-  douerefìer  buon  cor  fiere  y  fi  a  più  alto  di  dietr  oyche  d alianti  y  netta  grufiti 
tro      che  € \ìt£  g  Ceruoye  di  cofle  >  e  fianchi  rajfembri  al  Bue  .  fn  quello  modofcri- 
Virtu   di  ue  itCamerarioyche  i  Tedefchi  volendo  figurare  vn  buono  ye  genero fo  ca- 
diuerfia-  ualloy  gli  attribuirono virtù  d'i  dinet fi  animaliynon  altrimenti >  che  di 
rumali  at-  div.erfi  Dei  figura  Homero  il  fuo  Agamennone  y  &  cofi  vogliono  y  che  f| 
tribune  a  fai  Lupo  habbia  tre  cofeygli  occhi  rilucenti)  la  gola  voracey  e'icoltofor- 
farli  per-  t'e> tre  della  volpeyorecchie  corte-ycoda  lungaye  piaceuol  paffo;  e  tre  della 
fetci.     .   Donnayfpatiofo pettoylunga  chioma  y  &fuperho  ardire;altri delle  virm 
Donnesche  due  altre  aggiungono^  leggiadria  del  palleggiare  y&  la  fof- 
ferenya  del  canale ar fi. ssflcuni gli  hanno  attribuite  due  della  Lepreyve- 
locitày&  agilìtàydue  della  Volpeyocchi e  codaydue  del  Lupo  y  voracitày  e 
pafìoy  e  due  dell'ai finellvyforti  cofcie  y  e  fermi  peli  >  ò  fecondo  altri >  fer- 
me vnghie .  filtri  ancora  in que$afoggiaydelpefce  Lupo  la  fucultà  di 
diuararexe  difaltare  ;  deir&rfagmlla  agilità^ prefteiga ,  del  Serpente 

vàia 


DEL  CjtVjtlLO,  ITE.  ITI.  169 

\4  visi  a  fiottile ,  e  volubilgiri,  della  Volpe  la  bocca,  &  le  orecchie,  del 
'Bue  le  giunture,  e  gli  occhi*  della  Gatta  ilpaffo ,  &  la  nettezza ,  e  del 
Leone  i  petto,  e i  crini,  &  l'animofìtàfiopraogni  altra  co[a  ;  Lodan- 
do allerto  ,  cbél  Cauallo fi:i  molto  ardito ,  e  cor  aggio fo  ,  cbejpejjo  an- 
nitrifea,  che  tremi  con  le  Jtjfmbra,  &  checaui  lat&tra.  >A'  questi  lo-    Cauallo 
datiffimi [egni  vn' altro [ommamente  defiderabile ,  ^r  efficace,  Firgi-  CLem? 
Ho  ne  [aggiunge  ,  che' l  Cauallo  dilettando  fi  di  medicare  il  freno,  e  fa-  QOi 
cendo  [chiama  in  bocca,  dinota  gran  fi erenga ,  e  granvalpire,  &però 
egli  in  più  luoghi  per  honor  del  (auallo  aggiunge  al  fréno  l'epiteto  de 
[[chiamanti  :  ma  quel  masticar  e  non  deurà  ef[er  in  modo ,  che  roda  la 
S  brigli  apparendo  ingegnarfi  di  [pelarla  :  né  che  la  fi  rada  beuendo  con 
certi  cattila  motiui  ;  perche  l'uno  è  [egno  di  ocio[o>  grane,  emaninco- 
nico,l 'altro  d'indocile,  e  di  ribaldo  :  mafia  il  fito  masticare  con  legge- 
rezza della  mano  delCaualiere ,  &  confi  bello  appoggio ,  ci/egli  stefio 
ne  dimostri  allegrezza ,  la  [chiama  non  fia  liquida,  perche  quanto  più    Schiuma 
ttarà  del  [ermo,  più  dinoterà  caldaia  compleffìmo ,  onde  protede  Va-  j£lcaua±- 
gilità  ,  &  la  forza  ,  né  fìa  di  color  pallido,  ma  più  tosto  candido  rof- 
feggìànte,  qual  de  uè  effere  ancor  la  bocca,  dando  [egno  di  poco  fiato,  e 
ualore  la  bocca ,  &  la  lingua  ò  nera ,  0  pallida,  benché  tal  volta  il  fiato 
grofio  ,  <&  anfiofo  ntfia  cagione  :  Dinota  certamente  l'abbondanza  del 
*  fiato  grande  ardimento ,  e  molta  forz^a ,  però  ottimo  [egno  èqnandofu- 
perbamente  il  Cauallo  sbruffa .  Quefie  cofe  ofieYuando  il  Conte  Boiardo^ 
cantò  in  tal  gdifa  nelfuo  Voema. 

Eccoti  Serpentin ,  che  al  campo  viene 

ns4rmato,  e  da  veder  merauig  lio[o  .- 

Il  gran  Corfier  su  la  briglia  [oftiener 

Quel?  alza  i  piedi  d'andar  animo foy  t  •". 

Hor  qua,  bor  là  tutta  la  piazza  tiene  ? 

Cjli  occhi  hàbruciati,e'lfren  forte fchiumofo 

1\egge  il  feroce ,  e  non  ritroua  loco  , 
**  Bruffale  nari ,  e  par  che  gitti- fuoco  - 

'Parimente  Luigi  Tuia  le  buone  qualità  d'vn  Cauallo  in  quefie  rimt 
deferiue. 

Egli  banca  tutte  lefnttezge  pronte  y 

Tic dola  tt fia,  e  in  botta  molto  fefi'o  .- 

V  n  occhio  viuo,  vnaro fetta  in  fronte  .- 

targhe  le  nari,  e'I  labbro  arriccia  fpeffot 

Corto Torecchio,e  lungo,e  forte  il  collo  y 

leggersi  >  che  alla  man  non  dona  crollo. . 

QuesTaltre 


170  V  E  l  L  a    G  1  0  1^1  Jt 

Quefi altre  cofe  ancor  non  fkcean  brutto >  » 

Ci)  era  largo  tre  palmi  nel  petto  ; 
Corto  di  fcbicna;  e  ben  quartato  tutto; 
(froffo  di  gambe,e  d'ogni  cofa  netto; 
Corte  le  giunte  ;  il  pia  largo ,  altoS  afciutto  ; 
E  molto  lieto  e  grato  i  nell'aletta; 
Serra  la  coda  ,  annitrisce  ,  e  rajpa; 
Sempre  le  ?ampe  pallegiando  innajpa . 
Et  perche  douendoilCauaUo  conseguir  il titolo  della  vera  eccellenza  ,è 
necejfario ,  cbeb  abbia  gli  adornamenti  del  corpo,  e  dell'animo  infieme- 
mente  congiunti\fi ,  che  di  belle %^a  >  e  di  bontà  lodeuolefia  slimato  ;  la  p 
qual  congiuntone  è  tale,e  tanta,che  Tlatone  ,  come  che  la  proprietà  del 
nome  con  gran  diligenza  fempre  {piando  andaffe,non  volle  mai  tra  il  bel 
lo,e'l  buono  mettere  differenza?  per  dinotarcele  l'uno  fen^a  /'  altro  non 
poteaflare  ,  eccetto  per  mancamento  della  T^atura  ;  la  quale  daradifii- 
mo  induce  vn 'animo  bello  ad  albergare  in  fo7go  corpo  ;tuttayolta  fé  ah 
cuna  diquefle  doti  hauejfe  per  auenturaà  mancare  ,  i. difetti  della  forma: 
pia  totto  ,  che  quelli  de  l'ingegno ,  che  più  pericolofi  e  più  difficili  fono  ad 
Qua]uà.4tnmendarfi,meriteranno  perdono  Concio fia  cofa,  che  molte  volte  fi  ve- 
dicauallK  ^evn  CauaUo  mal  fatto ,  e  brutto  ,  perlafua  bontà  effer  tenuto  caro  & 
in  molto  pregio\riceuendofipiùferuigio  dalla  virtù?  che  dal  apparenza,  (j 
Strofi  perche  rariffime  fon  le  cofeinqueslo  Mondo,  che  intera  perfet - 
tionehauer  fiveggiano  ,  bifogna,  che  noi  facciamo  nei  Caualli  quel  ,.che 
gli  sludio fi  delle  Fifionomia  ,  ò  Cbiromantiafoglionofhrn&glihuomini, 
the  comperifando  i  fegni  buoni  co1  catturi  s'attaccano  alla  parte  fuperio- 
re,  e  da  q  nella fanno  igiudicij delle  cofe  future  ;  onde  non  potendo  fi  in 
vn  CauaUo  ogni  perfetta  qualità  ricercare  ,  ò  trouare  minutamente  :  fa- 
ranno da  mirar  fi  le  più  necefiarie,  e  più  importanti  ;  appigliandoci  à 
quel  CauaUo ,  che  fiafitperbo  e  terribile  in  affretto ,  ma  dolce  e  piaceuo- 
le  in  effetto\giocondo,voluntario  ,  e  liberale ,  come  Senofonte  dice  :  S chi- 
nando queRhche  i  Cjreci (fecondo Celio) ^dicono  difuguali,  chenonfop- 
portano  difkrfi  toccare  né  titillare,e  quei,che  fon  Mordaci ,  e  Calcitroni, 
che  di  calci ferifcono fieramente  ,  e  itimidi,  e  fofitettofi  fuor  dimifura» 
che  Ombrofi  dicono,  perche  vanamente  fi  Jpauentano  d'ogni  nouità  d'in- 
toppo ,  di  s~ìrepito,e  di  ombra,efl>eJfo  con  molto  danno gittano à  ferrale 
fomenloroimposle  ;  ilebe  fariapur  manco  male,  fé  non gittafiero  an- 
cora il  Caualiere  con  grandiffimo  rifcfyio  della  fua  vita ,  maffimamente 
ne  i  fatti  dell'arme,  oue  non  pur  non  laf ciano  offendere  il  nemico,  ma 
fanno  reHar  delufi  i  padroni  proprij  in  eHreme  difficultà ,  &fouentc 

morti. 


*DEl    CjtrjlLOylìB.lll.  171 

y£    morti .  Questi  caualli  co  fi  vitro  fi  da  Ouidiofi  dicono  duri  &  ajpri . 

Che  inprecipitio  tramo  il  CattaUere*. 

Qhelefchiumanti  bocche  indarno  sforma : . 
ha  Cicerone  intrattabili)  &  sfienatiyda  Vegetio  contumaci  alfre»o3dà, 
Sillio  difficili^  immiti^  cioè  feroci  : 

Che  con  morfi  crudet l  fanguigni  fanno. 

I  freni  infoltì -abili  efchiumoft .. 
Da  Virgilio  fon  chiamate  S  temaci  ye per tal  cafo  racconta- che  Ctonio  ,  per™du- 
B£mulo^4myco>e  Timete  la  vita  perderono. 'Ter  caduta  di  cauatto  mo  ta  dd  ca- 
ri Seleuco  Bjdi  Siria;  Falcone  (fonte  d'^Angiò  >  e  Quinto  Bj  di  Cjierufa-  uallo. 
2  lemme  1  Bela  Bj  d'angheria  :  Filippo  figlio  di  Lodouico  :  il  C  raffio  Bj  di 
Francia  :  Giovanni  Bgdi  Ca$ììglìa>e Maria  Ducheffa  di  "Borgogna^mo- 
glie  di  Majfimiliano  Imperatore;  né  ta.cerb.tra  gli  antichi  >Agenore,tra 
moderni .Antonio  Vicoli  cui  Panfilo  Saffo  fa  mentione.Di  morfo  dica- 
uallo  hebbe  morte  T<leocle  figlio  di  Temiftocle ,  fi  come  "Plutarco  fcriue ,. 
e'ifimile  auuenne  à  Licinio  Tmperadore;  ben  che  giustamente  per  -ven- 
detta diuina:hauendo  egli  fatta  da'  caualli  calpestare  e  dilacerare  He- 
nna fua  figlia  per  efier  Chrifiiana  .  Sper  iffiauento-,  che  di.  vn  Cane  heb~ 
he  il.  cau  allo.  yn_arra  He  rodo  to  >  che  venne  a\  morte  vn  Capitano  de*  Per- 
fiychiamato  Fàrnuche-,  ilqualpià  faggio  farebbe  §ìatoyfe  alvitiofo  ani- 
**■  male  haùefie  prima  troncate  le 'gambe •>  come- allhora tardi  fen%a.  fuo, 
profitto  fé  fare .  Bello  certamente  è  quello  effempioyche  Luciano  cirifie- 
rifce,che  effendo  montató.vn  gioitane  fopra.vn furibondo, e auallo-iilqual' 
fie  egli  potè  a  reggere  a  fuo  modò-pè  fi  atramente  fmont  are  à  terra  >  sì  ra- 
pacemente correa  ; mentre che '  cofi tra/portato  ferì1  giua,  dimandato  dà 
'pmyche  l'incontro ,  Dou'egli  andaffe?ri(pofe  ^Doue  àcoHuipare^dimo- 
Brandogliilcauallo .  Queffo  vitto  d?  e  fi  ere  sboccato  ycioè  poco  temente 
del  freno  )  è  dà  faperfi)  che  da  diuerfe  cagioni  auuieneyò  dalle  labbra  Vnio  di 
grofie  yeriuolte fioprai  dentilo  dalla  bocca  picciola ,  chenonfh  arriuare  Caualiot0 
là  Briglia  al  luogo  debito  del  palato  >  ò  dalle  barre  fiottane  y  dà  uè  fi-anno 
■**  fondati i  dentiychefian  troppo  dure-fi  dalla  barba  bafsay&  afpra>cbe non 
fk  battere  bene 'ilbarbocciale •  >  òdalia  lingua  iftabileycbe  fugge  difotto- 
porfì  al  freno}Ò  dalle  mafee  Ile  grofféy  e  slrette,ò  dalcollo  mal compoflo ,, 
che  fiafcaue%^Oyh  pianoro  intauolate  ,  talhora  procede  dafehiena  fiac- 
calo dapocofiatOjòdàfijperbia  tantoardente>  che  di  nulla  co  fa  il  fa  cu- 
rare, Qualv^tilìtadunqùefcome  Senofonte  bene  ci  ammoni f ce)  dà  vna, 
Caualleria  fi  potrebbe  prendere)  nella  quale  fuffero  caualli  fi  calcitro  fi  y, 
bfi  male  ammaefìratiy  che  non  fì:  pò  fi  ano  tener  fermi  al  luogo  ordinato  >, 
ne. traj^ortarc acconciamente  d'yna.inaltraparte.dellofqHadrone t  ò'si 

guattì. 


"ifì  tT>ZllJtGLO\lJt 

guafii  di  piedino  sì  deboliye  flrigofiyche  nonfiano  idònei  à  feguhe  ?  vera-  g 

mente  riiuna,Terò  ottima  cofafiayche  al  tenere  de"  caualli  diligentemen 

_.  j.  i,  te  fi  auuertifca;e  douendone  comperare  alcuno  (T  altrui  mani;con  occhio 

cauallo  Ji  ceruieroft  riguardino  tutte  quelle  conditioni^che  pia  importano ...  Etici 

prima  co  prima  confideratione farà  de"  piediyperche  fi  come  vna  e  afa  quantunque 

iìderario-  bene  edificata  di  mura  fouraney  non  può  tuttauia  feruire  ad  vfo  alcnnoy 

fé  non  ha  ifondamentiy  quali  conuengono;  cofi  vn  cauallo  difutile  viene 

ad  ejfere,  s'egli  ornato  di  altre  dotiy  fi  troui  hauere  cattiui  i  piediychefor 

no  ilfoHegno  di  tutto  il  corpo  >  &  fen^ai  quali  tutti  gli  altri  ornamenti 

rimangon  vani .  Ciò  leggiadramente  ejprrne  Horatio  ,  doue  dice  : 

Han  quefta  vfam^a  i  Bj  >  che  nel  comprare  \ 

De'  cauaiy  gli  riguardan  pria  couerti  : 
Che  fé  la  fàccia  (come  jpeffo  )  adorna 
Da  molle  e  de  bit  piede  è  fomentata  , 
Stupidi  non  s'inducano  a  tnirare 

Le  groppe,  il  brieue  capoy&  f  arduo  collo  .  \ 

Confiderando  dunque  le  qualità  de  i  fermi  piedi ,  fcriue  il  I{ufio  >  che  fé 
vedremo  il  cauallo  fermar  fi  dal  principio  fopra  tutti  effi ,  faccialmen- 
te in  quei  dinanzi)  tenendogli  gran  tempo  congiunti  sì  egualmente  >  che 
non  alxi)  nèjlenda  l'vno  dauanti  all'altro;  ne  che  con  l'vno  più  leggier-  s 
mente  e  debilmente  >  che  con  l'altro  s'appoggi  in  sa  la  terra  ;  potremo 
ejfer  certi y  ch'egli  habbia  tutte  le  membra  di  già  ben  fane>  e  ferme .  Il 
Crefcen'zo  foggiunge  y  che  fé' l  cauallo  muouegli  vni  piedi  in  altro  mo- 
dojche gli  altri-yò  fé  nel  caminareyfì tocca l'vn pie  con  l  altroyè  fegno  di 
mala  operatone }ò  pur  di  lefionc*  Hauer  ne  ipiè  dinanzi  duro  enfiamen- 
to naturale  y  nonènociuoyan%ifecuro y  che  non  vi  debba  fendere  altro 
Con  fide-  ma^c-^>-  t-^a  hauerci  crepacciey  e  rappe  fen^a  poterne  guarire>  è  mot- 
rationiin  tofo^jo  .  Hauer  ipeli  delle  giunture  rimiti  in  sùy  non  nuoce  y  an-^i, 
torno  alle  denota  pia  forte  Cvnghie .   ssfchi  le  ginocchia  vanno  in  entro  4  guifit 
cin\lo     d' arcoypefft/namente  camina ;  &  àchi leginocchiapaiono fempre  gon- 
ficeli mancherà  in  breue  l'andare .  ^yi^uouer  continouamente  le  gam- 
be >  ò  menar  la  coda  in  su  y  e  ingiù  y  è  cofiume  affai  cattino  y  e  mouen- 
doi  fianchi  Jpejfo  >  denota  infermità  di  polmone^.  'Chi  hai  testicoli 
grandi  y  &la  verga  fempre  pendente  in  fuori  ,  èrujìicoy  nonconue- 
niente  à  canaliere^f  .  Se  continuamente  gitta  l'orecchie  in  dietro  >  r  fe- 
gno di  efier  fiordo  ;  &  cofi  ambo  di  efier  mutolo  infuafpeciey  s'egli  mai 
non  annitrì fee  >  ne  mai  con  la  bocca  fu  fegno  alcuno  .    Se'l  mocoh 
delnafo  ,  cioè  la  parte  interiore  ,  è  molto  bafio  y  non  può  reffrirare  per 
u narici  ;  e  poco  vale:  Maafiai  meno  s'egli percojfo  non  fi  muouaal 

feguo 


H 


a 


1)EL     CoiViALLO   LIB.    HI.  17} 

fegnò  di  nuoua  battitura  ,  perche  ò  vero  è  cieco,  ò  codardo  affatto  .  'De- 
urajfi  oh  fa  cibfapcre,fc'l  cauallo  incitato  al  corfo,pojfa  toslo  fermar/i;  e 
volentier  ritorni  vbbidientc  a  lo  perone  ,  quali  (eliodice\,  che  Centurie- 
ri  fi  chiamano  da  Homero  ;  afe  poco  delle  jpronate  curando/i  non  vbbi- 
dijca  al  (aualiere; perette  in  tal  modo  nonfolo  non  ègioueuole ,  ma  dan- 
nofo(come  habbia  detto)  &  quafi  traditore al fuo  padrone. Alberto  feri-  Segno  ot- 
ue  ottimo  fegno  e/fere,  ch'el  cauallo  da  vngran  ripofo  fàcilmente  fi  com-  cauallo? 
muona,e  dà  vngran  mouimento  facilmente  ancora  fi  pefi.  Il  che  confer- 
ma Talluce  egli  altri  Greci ,  &  veramente  non  fi  pub  vedere  in  vn  Ca- 
uallo maggior  ijperien^a  diqueHa ,  perche  fé  frittotele  parlando  delie- 
fi  cofe  violentile  contro,  natura, pone  tre  ejfempi  ,  il  fuoco  andar  giu,la  pie- 
tra in  alto,&  vu  cauallo  corrente  per  lo  (dritto  voltarfi  altroue;fia  chia 
:  riffimo  indicio  di  bontà  ,  quando  il  cauallo  trouandofi  in  atto  violento  di 
torf 0,0  fuga  ,pervn  minimo  cenno  del  (aualiere  fi  fermi  ;  e  trouandofi 
in  vna  Jo.mma  quiete, e  fenica  foffetto,.fubito  vbbidifea  a  chi'l  commuo- 
ue  all' improuifo .  M.  ^Aurelio  I mperador e  ferine ,  vnTolledro  effergli 
riùfcito  eccellentijjimo  ,per che  fàcilmente  fi  potea  ritener  nel  corfo  ;  &■ 
co  bel  modo  fi  maneggiano. Bi fogna ancora  tra  le  principali  cofe  uedere,.  Briglia  co 
in  qual  maniera  accetti  la  briglia  in  bocca  ,  &  la  tefiera  (che  Verticale  me  debba 
dicono  i  Latini) all'orecchie  -facendogliele  in  no/ira  prefen^a  porre,  e  le-  celata  °" 
C  uare:  &  in  qual  maniera  accetti  in  sa 'Idofìo  il  (aualiere  ;  perche  molti  dal  caual 
rifiutano  quelle  e  ofe^h  e  intendono  douer  loro  apportare  affanno ;lequali  lo. 
prone  (come  Senofonte  ferine)  fi  potran  cono  fere  affai  meglio ,  quando 
dopò  hauer  faticato  ilcaualio,vn 'altra  volt  a  fi  efperiméti  in  quelle  cofey 
che  barò  fatte  innanzi  al  e  aitale  are '}percioche  quelli,  che  fornita  la  fati- 
ca non  ricufano  di  affannar  fi  di  nuouo ,  danno  manifejìo  fegnale  di  otti- 
mo animo .  Efjìpurda  guardare,  s'egli col fuo  C  aualiere rienfi  dipartir/? 
da  gli  altri  Cauallr,  0  fefiando  quelli  dapreffo,  egli  ricorra  ad  effi  ;  per- 
che fé  ne  trouano  alcunché  per  mala  dottrina  trafiggono  dal  (aualca- 
re  a  i  dimettici  &  vfati recejji  loro ..  £t  all'incentro  farà  da  conofeerfi  >      Nature 
B  fenelCauallo  fio  alcuna ferocità,  è  verfo  gli  huomini,.  over  fogli  altri  "*  c^"a'^ 
(aualli  >  &  s'egli  è  implacabile  :  che  già  igenerofi  Caualli  di  leggieri  fi  ^  jjj  . 
Hix^ano  (fecondo  quel  detto  di  Seneca)  che  l* animo  buono  off  e fo  vie  più 
■s3  adirai?  di  leggieri  ancor  fiplacanoimailCauallo  fyffofo,  che  fèmpre 
fa  briga  co*  fuoi  compagni, per  la  più  parte  èflimato  vile ,  &  s'egli  mal 
volentieri,  andrà  appreffo  a  colui ,  cheH  mena  ;  cattino  fperanya  darà, 
de'  fattv  fuoi,  effendo  argumento  di  tardo,  ritrofo,emaninconico.  Isella 
prouache fi  farà  di  e  anale  arto  >  è  da  mirar  fi  cavie  rie f ce  lo  f ch'iena,  la 
guai  effondo  debole) fivedràpcbel  cauallo  abbandonandola  > parrà nauk- 

tar. 


174  DELLA    GtOJ^lJl 

tar  co  i  lombi  nel  caminare  ;  ouero  nel  principio  delgaloppo  >  ó  dei  ma-g 
negg*  fl  aggrupperà  quafi  vnendo  la  fua  poffan%a ,  ma  poco  dapoi  non 
potendo  più  refisìere-t  fi  verrà  a  dimettere  a  poco  a  poco  ;  là  doue  efìendo 
ella  ben  dura  e  forteti  slarà  falda  fenra  calar  fì,nè  al^arfi  mai;etfe  pur 
s  aggrupperà, ilfkràjj>eìfoymoftrandofempre  vnita la for^a fila,  fenica 
alcuna  dimejfìoae.Et  certamente  la  forila  importa  molto ,  ma  la  legge- 
re7ga&  l' ardimento  importano  affai  più;  parche  quella  fenica  quejle 
virtù  non  è  pregiata;  ma  queflefen^a  quella  poffono  pure  flave  con  molta 
lode  &  utilità.  Habbia  il  cauallo  ilpaffo  eleuatOyil  trotto  fcioltOy  il  ga- 
loppo gagliardoyla  carriera  velo  ce  al  parar  leggiero^  ifalti  aggruppatiy 
e  l  maneggio  ficuroye  preflo;fia  ubbidiente  à  volger  fi  ad  ogni  mano;  &F 
in  tutti  cotali  moti  v fi  giuH amente  la  fua  mifura;con  portar  la  tefla  ben 
poflaye  ferma;  fen^a  fdegnarfi  della  briglia  ,  né  dello  Jprone  ;  ma  in  tutto 
fi  conformi  alla  volontà  dell' huomoyche  glislàfopra  ;  dacuifilafcicofi 
da  territycome  dapoggio  caualcare  quietamente  >  non  mouendofi  punto> 
né  jpauentandofì  pernouità  verunayche  fentiffe ,  ò  vedeffe  ;  an'Q  camini 
egliper  lajlradapofatoy  efaldoy  nonpercotendoy  ò  minacciando  altri 
cavalli  y  né  pero  d&r  di  giumente  infuriandoli  con  quei  fj>effiy  &  impor- 
tuni annitrir  i,  che  fl  or  difcono  tutto  il  Mondo.  Finalmente  in  poche  paro- 
lepo/Jìam  conchiudere,che'lcavallo  dipinto  vigorofoyma  ben  cofluma- 
tOyvbbidientey&  manfuetoyleggieroyvelocey  agile,  che poffay  &  chevo-  G 
glia  eflercitarfiybauendo  bocca  piacevole  a  corregger fiyforti  piedi  a  fofle 
nerfiye  robufti  lombi  a  faticar fi,é  attifjimo  ad  ogniTrincipey&  Caualie- 
rtyper  apportargli  in  ogni  luogo  certa  falute  efommo  honore.  Ma  quello^ 
che  ò  per  ignavia  ha  bifogno  di/peffo  commovimento  :  ò  per  ferocità  ha 
bifogno  dimolte  careige  :  dàgranfhftidio  al  padrone  continouamente; 
Cauallo  &  poi  nel  pericolo  gli  perturbai'  animo  gravemente  .TslJtraqueHe  cofe 
come  deb  farà  da  tralafciarfì  ilprecetto  del  Crefcen^o  in  vedere  di  qual  modo  il 
ba  man-  caUallo  mangia  la  fuaprebenda;perciò  che  quellhche  fono  tardi  al  man- 
^    béda*  giare  y  fono  ancor  tard*  neW  operare  ;  e  dada  pochezza  del  cibo  fi  potria 

*  congietturare  la  fiaccherà  della  compie ffioney&  vedere  s' egli  fta faci-  f 
le  all'orinare  y  quando  per  qualche  fegno  ne  fi  a  invitato  ;  laqual facilità 
molto gioua  a  quelle  dogliofe  torfioniyalle  quali  quefl 'animale  fommamc 
te  èfoggetto;non  ifchiuado  altresì  di  vedereys'egli  mandi  fuori  gli  efcre- 
menti bendigefli;chegiàiVenetiy  &iTrafini  (come Galeno fcriue)po- 
poli  molto  fl udio fi  delle  cofe  cauallerefcheyda  l'odor  dello  fler co  de' canal 
li  fogliono  conofcere  in  qval  modo  digerifcano  gli  alimenti;  e  quindi fnr 
certa  congettura  dell' efler  loro.Jlrisiotele  fcriueyche folendo  gli  anima- 
li feschi  di  natura  mangiare  le  cofe  humide  >  come  a  loro  più  necejfarief 


s 


DEI    CjIVjìLLO)    LIB.1I1.         I75 

&  all'incontro  gli  humidì  affettare  le  cofefeccbe ,  e  dal  cibo  caufandofi 
ogni  efcremito  .e  dalla  qualitàye  copia  del  cibo  procedendo  la  qualitàyet 
la  copia  d'efso  efcremétOydiquiauuieney  che  come  Vbuomo  costumando 
i  cibi  bumidiyrende  h umido  l'efcreméto;cofiil  camallo  vfando  ipafiifec-  ' 
chiynaturalmente  fa  lo  fieno  afcwtto  .  Et  perche  il  fetor  di  effièfegno  di 
qualche  infermitàyb  di  rea  compleffione  de  /' animale ,  molti  per  togliere 
tal  indicioypurgano  il  cauallo  primay  che  à  vendere  lo  ejpongano.  In  ve- 
rità per  hauer  la  perfetta  conofcen^a  de  vncaualloyèdi  meftierihauere 
vna  continona ,  e  lunga  pratica  con  laqualefì  vengano  à  comprendere  ^ot,a  pra 
gli  occoltifecreti delta  naturayfton  altrimenti  y  che  da  Cicerone  fi  fcriuey  cica  fa  co 
che  quantunque  la  perfona  intenda  bene  le  regole  dell'z^frteynondime-  nofcer  la. 
no  s'eglinon  ciacoompagna  L'vfo >  &  lefiercitio , non  potrà  mai  confe-  natura  lU 
guirgran  lode.;  perche nulla  fé ne  può fen^a  lijperien^a  confeguire ,  la  \0t 
quale  fi  comedi  tutte  le  cofeè  maefira-y  co  fidi  tutte  è  vincitrice .  fiche 
^irifioteleafferma  dicédoyche  con  l'ifperien^l'  huomo  afiai  meglio  con 
fegue  V  intento  fuoyche  noncoluiyche  bara  fola  lintelligen^. Oltre  che  fé 
per  conofcerebene  vn.' buomaanimal  rationaleye  conuerfeuoley  bifogna 
con  lui  mangiare  molteimoggia  di  fiale  iquantopiu  lungo  jftatio  ènecef' 
farlo  à  praticare  vn  cauallo  >  chenompalèfa  lafua  intentione  con  la  fa' 
£  uellayComeVhuomo  pub  fnrelLodeuole  cof a  adunque  fiacche  del  caualloy, 
à  cui  debbiamo  la  perfona-  noHr a  commettere  ;  habbiamo  accortamene 
teconfiderate  tutte  quelle  particolarità)  che  nelle,  vere  elettioni  (fecondo 
iArifìotele)firicbiedono:e  Jpecialmente  ildone^'l  comeydoè  il  luogo  &■ 
la  manierateti  egli  fia  nato  •>&  alleuatOy&  ancheefìèrcitatoy&  fi  come   -Jr-co  ta~ 
là  prudenza  confile in  antiuedère  le  cofe  future  dalla  memoria  delle  Conoicer 
pajfateye  della. conofeenr^a  delle  prefenti  (fecondo  Seneca)  cofì  dal  confi-  le  qualità 
derare  i  progenitori. del  cauallo,e  dal  riguardare  alcuni:  atti  fuolyficil   d'v™  ca"~ 
mente fi potrà giudicarequal egli fià per vfcirnellenoflre mani..  <JfyCa  ua 
quando  per  auuentura  dal venditore  non  fi  diatanta.  occafioney  chefene 
jy,  poffano  veder,  le  douute  proue  ;  cautamente  è  da  auuertirfi  nelle  aftutie: 
de'.  Co^oniyche  molti  difetti.de  l'animale  ingegno famente  fanno  court- 
re\che  vedendolo  di  mobileye  fiacca  coàày  dal  cuivibrare  il  cauallo  fuol 
difutile^ffere  giudicato;  come  difopra  s'èdettoteffi'convn  certo  fèrro  fi       ,     ,. 
latOypoilo  dalla  banda  di  dentro  dalla  codày  la  fanno  tener  falda  ;  altri  feqnali 
glie  la  legano  alla  Còrfìera  ;  altri  gli troncano  vnneruoy  che  viendaladille  qua 
groppayil  che fìpuofkre  in  quefio  modo^che  riuoltata  la  cima  della  coda  l»à  del  cz 
alla  fchienayfì  tagli  quanto  farebbe  là  mitàguardando  perÒyche  non  fi  ^'^utiadi 
gliaffe  la.comrneflura  affatto:  &  cofì  faldata  quella  feritayriman  la  co--  cozzoni.  • 
da  quantunque  fiaccbifjìma}dritta,e gagliarda  >,  Ter  non  far  conofeen- 

che'l 


Ìy6  DELl^iGLÙJ^  I  Jt 

Rimedi)  che' l  cauallo  fia  vitiofo  di  corcarfi  nell'acqua  sfe per  auuentura  fon  co-  g 
a  coprir  il  slretti  di  varcarne  alcuna  ,  la  trapalano  ,  battendo  difperoni,  &fen?a 
duetto     punto  fermar  fi. Coftoro  oltr 'accio fé l  cauallo  èfofj>ettofo,prima  cbegiun 
li  che  fi  ga  alluogo  del  fojpettoyil  vanno -accorgendo  &  inanimando  con  la  vocey 
coricano   con  le  labbrate oh  legambe,&  con  le  mani  per  lo  collo,  &  con  altri  mo- 
inacqua,  tini  fattivi  contai  de ftre^ra,  che  non  fi  può  fàcilmente  l'inganno  vede- 
,     ,    re .  ±Ak  uni  per  fu  rpià  velocemente  correre  il  lor  cauallo,  voglio  no  che 
farcorre-  ìmanZJ  *  ^m  corrano  qualche  altri  :  ma  alt  incontro  quesìo  giouerà  per 
re  il  ca--  vedere  fé  l  cauallo  è foiofo,ò  di  mala  bocca,che  non  fi  poffa  tenere  afre- 
uallo  ve-  no  «  Et  quando  e'  fujje  di  mala  bocca  nel  parare  alla  carriera,  fanno  che 
locemece  nel  luogo,  doue  farà  da  fermar  fi  al  fin  del  corfo ,  Hia  qualche  lor  confi-  F 
dente  >  che  con  voce  &  con  mano  gli  faccia  fé gni ,  che  debba  parare,  & 
co  fi  il  fermar à ,  effendo  auue^oà  quella  vfan^a:e'lfimilmodovfanoy 
fe'l,  cauallo  non  fàcilmente  fi  voltale  ad  vna  banda,  ò  quando  non  galop 
pafiefìcuro  al  circolo  .Hauendo  il  cauallo  ramingo,e  bi^arro,gli  danno 
Cozzoni  fi fitto  caftigo  nella  capagna,  fen^a ftargli  alcuno  infella,chepoi  quan- 
e  loro  a-  tunque egli  vedeilCo^on far fegno di  fmontare,penfando,che 7 faccia 
&u  rie   in  per  e  afiiga;io,fen'và\uia  libero,fe  ben  haueffe  mala  intentione  di  non  gir 
coprire  i  0itrU)  £  di  non  voltar  fi ,  ò  digittarfiàterra,ò  d'inalborarfi  :  Terò  qual 
de'  caual-  ^ora  vec^ete  nel  cauallo  fegno  alcuno  di  bi^arria  >  e'iCo'igone  farfem- 
li .  bianca  difmontare  ,  tenete  per  fermo, co  egli  di  cattiua  natura  fia .  Se'l B 

Cauallo  tien  la  bocca  afeiutta,  e  dura,glipongono  il  freno  gagliardo  ,  & 
in  quello  mettono  mele ,  &fale  ,  acciò  che  vifaccia  fchiuma  ;  fogliono, 
ancora  por ui  vna Moffarola  di  ferro,  couerta  di  corame  >  che  appena  fi 
fcerncfEt  per  far  che  vada  leggiero  fu' l  fieno,  gli  aggiungono  vna  certa 
cordella  è  cateratta  dentro  le  labbra ,  legata  alla  briglia,  &  al  barboc- 
ciale  ;  e  di  tal  maniera ,  che  non  fa  ne  pofiono  accorgere  i  circoflanti  ;  e 
cotal  artificio  più  di  ogni  altro  barbocciale  quantunque  ajpnfiìmo  da 
Cauallo  fifuol  temere .  S'egli  tiene  le  orecchie  lunghe,  effi  ci  le  moica- 
no ,eglitofano  ancìye  i  crini;  moflrando  che  fia  Cori aldo  ,ò  "Bertone,  ò  «> 
Francefe ,  &  s'egli  le  ha  cadute ,  dette  T  aride  ,  l'acconciano  di  tal  for- 
te ò  con  la  tefliera ,  ò  con  arte  di  zJMarefcalcberia ,  tagliandole  vn  po- 
co, e  poi  cufciendole  ;  chele  fanno  parer  aggwqre .  Se'l  cauallo  è  lunga, 
gli  accommodano  vna  fella  ben  grande  ;  s'egli  ò  infellato ,  cioè  baffo  di 
f ch'iena ,  gli  pongono  vna  fella  alta  difeggio .  Vvnghie  brutte,e  cattine 
eglino  col  bel ferrare  >  cjrcondiuerfi  vnguenti  le  fanno  belle,  e  buone 
apparerc ,  i  cattiui  fegni  delle  'Ballane  effi  correggono,  facendo 
mutar  in  quelle  partii  peli,  con  quei  rimedi,  che  noi  ne  i  feguenti  li- 
bri  racconteremo  :  ma  tale  afiutia  di  leggieri  potrà  conofeerfi  per  la 

differenza 


zzi  c'jyjttiò;  uè.  m.     fff 

r^l  dìjferen^aych'efiadal  color  vivace  dellanàtvrayal  colore  fmortOycbela* 
[eia  l'arte .  S' el  cavallo  ha  il  fiato  groffhy  vi  rimediano  ton  cibi  >  <&•  con 
medicine  appropriate; &  con  apprirglile  nafehè.  3' egli  è  tardo  dijpro- 
ni ,  il  battono  fortCy  efi>e[fo  in  luoghi  rem&tti  :  e  poi  [oliente  il  fknno  ba- 
gnare in  mare ,  ò  gli  fregano  i  fianchi  con  [ale:  ma  quefìa  malitia  di  leg- 
giero fi fcorgey  guardando  bene  ai  peli  de'  fianchi  :  che  per  le  cicatrici" 
far andiuen :<ti più  bianchi  de  gli  altri .  S'egli  fouerebiamente  à  fksli-- 
diofo  con  le  cauaUeyilcaflrano  ;  s'egli  tra'  cavalli  e  bi^arroy  il  caliga- 
no di  maniera  >  che  qvalhora  vorrà fùryuesìioni ,  [ubitamente  con  vna 
vocerò  con  altro  [egrn?  di  casligoyil  rendono  manfueto Magnando  il  ca  • 

'S  aallo  è  co/i  creato  àfiampaycon  regole,&  con  aiuti  in  hpghi  Hretti  e  de- 

?  pittati  :  fi  potrà  conofeere  l'efierfvo  sfacendolo  cavalcare  da  altra  per- 
fona  strania ,  in  luoghi  larghi  >  hor  qvàyhor  là  >  &fenza  circolante  ve  ■ 
rimo  .  Et  per  vedere  come  fìarobnfto  di  gambe  y  efciolto  di  ginocch'utyC 
dipetto  agile :gio nera fkrlo  caminare  dipaffoyfenja  raccogliere  le  redi- 
ne;\&  fenza  defiarlo  dicalcagnoy  riè  ìima^nè  di  voce:  per  luoghi  piani) 
e  piv  toHo  ali  ingiùyche  altrimenti,  potendo  ali  insù  -far  prona  delle  an- 
cbeye  della  febiena.  Effi  da  ve  ierprovtycome  il  cavallo  fi  lafcia  ferrare^ 
firigliarey  e  governare  ;  &  ejjl  da  avvertire  alla  qualità  del  freno  ,  che 
glifi  vf*yper  che  dalla  briglia  [oliente  fi poffono  conoscere  di  molti  difetti 

E  de  l' 'animale ym affi m amente  nella  boccay  la  quale  è  daguardarfi  attenta 
mentey  che  non  fia  laceratay  ne  la  Ungiti  tagliai  a  y  eomefpeffo  avviene , 
a^uertafi  alle  ginocchia ,  che  non  fiano  [corticatey&  à  ifianchiychù  non 
fian  molto  battuti  :  &  finalmente  fi  miri  bene  y  eli  egli  fia  faaoy&  fen%a 
vitio .  Vero  è  da  tener  fi  bene  in  memoria  quely  che  Seneca  per  efsempió  . 
fcrive  a  Lucilio ,  'Pazjp  efser  coivi ,  che  dovendo  comprar  vn  cavallo  > 
non  riguarda  alla  qualità  de  l'animale  yma  alla  fella: fi  come fé  vn  de* 
noHri  Dottor  di  legge ,  che  buona  peiga  corifìderato  intorno  a  vn  ca-    Qualità 
uallo  y  che  gli  era  propofto  a  vendere ,  fi  rifolfe  alla  finey  di  non  volerlo  >  j0  At^Q 

£  perche  egli  era  lungo  di  fiaffili  foverchiimente .    Veggiafi  advaqve  il  no  confi» 
cavallo  ignudo :e  tra  l'altre  mature  confiderationiyty  avvertente: hab^  derarfì  da 
biafi  notitia  de  l  et  ade  .'perche  la  veccbiaia,oltre  alla  tardez$a->è  fogget  C^1\^XZ" 
taamali  infiniti'.e'l corpo iniuratoyè  malageuoky&  forfè  impoffibileà 
correggerfi;  &  necefsaria  è pvretal  conofcenzaydovendofi  cvrare  alcvrt 
morboiperche  a  i  cavalli ,  non  altrimenti ,  che  a  gli  hvominiy  altri  rime- 
di connengonoy  quando  per  la  giovanezza  fon  fervidi ,  altri  quando  per 
la  vecchiezza  fon  freddi  y  comeVegetio  dice.  Et  già  per  molti  fegni  po- 
tendofì  ciò  conofeere  ;  /'  denti  faranno  i  primi  a  darne  indicio  :  dal  che 
nacque  il  proverbio  vfato  da  S.  (Jirolamo  :  chea  cavallo  donato  non  è  da' 

M  mirarfi 


*7&'  <&  ILI  JL    0  l  0  \ì  jl 

Dftnlper  stirar  fi  a  i  denti:  la  quai  ofieruanta  JL flirto  >  é  Fanone  dimoflrano  ef  g. 
che  da  co  fere  anticbifjlma  : dicendo  l'età,  de' cauall'i  >e  di '-tutti  gli  altri  animali , 
fiderarfi    c>hanno  l'vnghiefodeye  nondiuifeye  d'altri  ancoraché  hanno  corna:da  i 
jj^  x    ua  denti  effere  manifefia .  Efcriuendo  frittotele,  tutti  glianimalLnaj  cere 
dentatiyeccetto  l'buomo;foggiunge)che  quando  il  cauallo  è  giunto  al  tren 
te  fimo  me  fé, gli  mutano  i  quattro  primieri)  cioè  quei  di  me%o,due  di  fot— 
to,)  edite  difopra ..  Tofciacompiuto  l'anno  >  quattro  altri  del  fimil modo i 
&  cofi  altrettanti  in  capo  de  l' altro. anno  y  poi  niuno.piì^fe  neicangia.. 
Trouafi  ben  in,  alcuni  effere auuenuto  ycbe  co'i  primi  fifiano.infieme 
Diuerfìtà  cangiati  tutti]  in  altri  tuttixo'.gli vltimi  :  maqueflecofe  di  rado.Tlinioi 
di-denti,  hamndo  detto  y  che  deUetrefortidi  denti)  ebene  gli  animali  fi  veggiono  F- 
quei  del  (ane  fon  fitti  aguifa  di  ferra  :  quei  del  Cinghiale  >  de  l'tfippo— 
potante  de  L'Elefante  fon  cacciati  in  fuori  ;  &  quei  de l'Huomo  &  del', 
cauallo  fono  continomi  :dice  ,  cbe'l  cauallo.  dopò,  bauer.  cangiatici  due 
anni  >  e  mero  y  i quattro  dinanzi:: &  altrettanti  deiprcjfimi.  l'anno. fé— 
guente  >per  li  quali  rinafeono  queUi,che  folumellarifi  chiamano)  glie- 
ne caggiono  due  alfrinùpio  del  quinto  y&  alfefiògli  rinafeono  :  sì  che: 
alfettimo-gli  bàltutti.rinouatiy  <&  immutabili .  Fanone  affermando  de: 
i. primi  dei  trenta  me fiyfcriuey  che  nel  principio  del  quarto  anno)  quat- 
tro altri,  ne  gitta  viayrinafcendogli  i  Q)lumellari:neÌ'principiodèl:quin— 
tane  perde  due>detti  C aninìyiqua  li  poi  al fé  fio  fi vengono  ariempire:&.  G> 
al fettimo  tutti  gli  hàrineuati.  ;,ne  d'indi  innanzi  fi  pofiono  più  conofee— 
ne:eccetto  quando  i.  denti  fondiuenuti  brocbi  (cioè  piegati  y  fecondò  il. 
Qrefcen^0)O  pendenti infuori  )&  lefopraciglia  canute:ycon  lelacune.  di 
fqtto,cioè)chegli  occhi  fi  reggiano  incauati  ^(fi  come  isfffirto  ejprime). 
&  all' bora  dicono  >  che l  cauallo fia  difedicianni  ;.  le  quai parole  ancor- 
da Vlinio  fifoggiungono .  "Palladio fcriue-, che. neltrentefimo  mefi) cag- 
giono i  denti  di  me%o yfoprani  »e  nel  quarto  anno  fi  mutano  i  canini  ;  poi, 
tra'lfefto  caggiono  i. molati  difopra)  &  nel  mede  fimo  anno  fi  adeguano-. 
kmutati;nel  fettimo  fon  tutti  egualmente ripofli.Jl ile  quai  cofe  tutte  Co 
lamella  [ottoferiue, fé  non  che.de  i primieri  di  me%o  dice  foprani,&  fot-  & 
tani;pofcia  aggiunge  yche  dal  fettimo  innanzi  i  denti  fi portano  caua.tiyet. 
aldecimo  incominciano  aliare •  cacciati  infuori  \  &  le  tempie  appaion- 
caue;e  i  peli  delle  ciglia  talbor  biancheggiano  .  Vegetioyi  denti  metani 
difopra  chiamaLattanti  :  & corrifp'ondèndò in  tutto  alle  fenten%ede  i-. 
iettisAutoYÌ)  foggiunge. nel.duodèiimofu'L me^o  de i dènti  apparir ne- 
rc^ra.^Pelagoniojdopò l 'bauer -mutati '  iqwattro-me<rani  a  i  trenta  mefi>: 
dice  cbe'l  cauallo  a  i  quattro  amw.gitta  i  CòllùmeraritHe  i  cinque' per» 
<fc  fimilmeme  i  duo  i  Canini  #<&  riempieglineifeir  fiche  nel  fette  gli. 

ha  tutti. 


<D  EL     €  «tVjtl  LO  l  IB.    I II.  "17V 

14  ha  tutti  paride  da  l'bora  innanzi  gUportaxaui  ;  né  pia  l'etafe  nepuòdi- 
fcernere,eccettOy  che  nel  die  ci  incominciano  ad  vfcir  fuori ■.  JlffirtQ  quei 
trenti  metani  -,  che  fi  mutano  a  i  due  ami  e  mzxo ,  due  di  [otto  >  e  due  di 
fepra,  chiama fecatoriyòtaglianti principali y  &  maggióri;  afferman- 
doyche  fu  l  principio  de  i  quattro  anni  in  fi?  atio  di  quindici  dì  gitta  i  prof-  - 
fimi  a  i  primi  cangiati  ;  né  molto  dapoi  nel  mede  fimo  anno  butta  vn  fo~ 
pranoy&'vn fonano  ;  &  in-quel tempo  mette  i Canini ,  iquali  compiei» 
dodici  me  fi  :  Toi  trai  fé  fio  gli-caggimo  i  molari  di  fopra  ;  &  alla  fine 
adegua  tutti  quelli)  che  prima  ha  mutati  ;  sì ,  che  dal  fettimv  allvttauo 
tutti  fono  egualmente  fomiti .  Soggiunge  pur  ejfer  alcuni  yche  cacciata 

B  primi  denti  yfianno  otto  me  fi  a  cacciar  i  fecondi  y  &  con  pari  tardanza 
interpellano  Ivltima  dentatura .  1  tempi  del  primiero  mutare^  da  niu- 
no  fi  pafìano  >  nefilafciam  ;  ma  nell'altre  non  in  tutti?  offerita  ilfimil 
tempo  ;  perche  talhorai fecondi  anticipano  iprimi ,  egli  vltimi  i  fecon- 
di ;  Tur  è  cpfa  certa ,  quelliyche  perdono  iprimicr.iy  mi  mede  fimo  tem- 
<po  mettere iColumellari  dinan^iyvno  di  fopra;  &vn  difetto  :  edafvn 
datole  da  l'altro  mutare  iprimi  diquelli  co  i  lor  congiunti  ;  ma  verfoil 
fine  de  i  tre  annidi  dente  fi  romper  fifa  tondoy  ò  dimenetriangolare .  x  ,  -, 
Il  Crefcen%o  aUe  dette  cofeyche  approua ,  foggiunge  y  hauergli  detto  vn'  uajj,-  co- 
huomo  ejperto ,  che  V  età  fi  può  conofcereda  i  dodici  denti-dinanzi  yfei  di  nofcerfì 

*  fottoyefei  di  foprayde'  quali  fuolauuenire  )  che  fé  ne  gitti  alcuno  ,  &non  ^a  *  <té«» 
rinafca)  ilche  è  molto  noceuole  al  caualloyperche  con  quelli  fi  pafcey  ma- 
sticando co'-i  molar'hche  pur' fi  dicono  Mafcellari  y  iquali  (fecondo  x/Ln- 
lìotele)  da  ninno  animai  fi  mutano  ;  Ma  degli  altri  mutando/i  i  quattro  {cey^i% 
frimi  al  fecondo  anno,  fi  dice  il  "Poliedro  di  primo  morfo  ;  poi  mutando  fi 
gli  altri  quattro  proffimi  >  che  metani  fon  detti ,  egli  è  di  fecondo  morfo\ 
e  di  ter%o>quando  gli  fi  mutano  gli  altri  quattro  >  detti  quadrati  :  &  al- 
l''borapuò  chiamarft  caualloll  'Tolledro  nafce  coi  Ranchi  dinanzi  >  poi 
gli  nafcono  gli fcaglioni ,  iquali  fé  veni/fero  tanto  lunghi  >  che  Vimpedif- 
~  fero  al  rodere>&  al  mangiare  >  bifognafegarfi  >  accio  che  magro  nonne 
diuenga.Il  V^ufiofcriuey  ctìà i due  anniy  e  me^o y  al cauallo  incomincia- 
no a  cadere  i  denti  fopr  ani  di  me%o  \  &  ogni  anno  fi  mutano  gli  altri  nei 
mede  fimo  modoyinfino  al  quinto  annoynel  quale  pareggia  quelliyche  mu- 
tò prima;  &  nel  fettimo  fi  trotta  la  bocca  piena  di  tutti  i  denti,  iquali po- 
-fcia  inueccbiandoys'ingroffanOy&  éfconfora:  diuentandole  tempie  cur- 
ue  j  <&  le  ciglia  canute .  Indi  foggiunge  impoffibil  efiere  )  chelCauallo 
■riefca  -di  buona  boccayfe  nonglìfìleuano  quattro  dentiyche nella  mafcel-  ' 
la  di  fiotto  fi  anno  ?  due  da  Vvn  lato ,  e  due  da  l'altro  :  dedettiTianiy  t 
4ue  fcaglioni  ;  gente  egli  battendo  tai  dewfubtàocbe  fifcalda>  mal  fi 

M    2        puà 


i8  o-  1)ELLUGlQ^I^i 

può  ritenere  dal  (auatiere,  &  al  pia  rifiuta  il  morfo  del  freno  .  ^AriHo-  g 
tele  fu  pur  d'.flintione  di  questi  dentiydicendo  in  me?o  dei  piani  >  e  degli 
Cura  in-  acutifiar  i  canini,che  della  forma  degli  vni  e  degli  altri  partecipane^ 
torno  a  i  effendo  ingiù  latiy  in  sii  aguzzi .  Terìy  quelli  quattro  denth  come  il  ca- 
denti del  uallo  hard  p  affati  tre  anni,  e  me^o  ygli^  fi  deuranno  dalle  radici  fucilerà 
caiwlio..    eQn  feramenti  a  ùfr  tfti  y  rYiancando  la  Luna  >  nel  tempo  maffìmamente 
delle  vindemie:  perche  dandogli  a  mangiarci  racemi  de  l'vuey  le  piaghe 
della  bocca  meglio  fi  e  urano  y&  fi  fald  ano  y  fen-ra  fkrui  nafeere  carni 
cattine  yò  vermicciuoli  :  e  di  tal  cibo  dimene  ancora  l'animate  miglior- 
ai boccoy  perdendo  la  ferocità,  &  lafuperbia  che  tenea  ,  &  feri  ingraffa 
mirabilmente.  Ma  canati  che  fi  ano  gli  fcaglioniybi fogna  >  che  su,  le  pia-  P 
ghefi  freghi  del  [ale  alquanto  trito  :  &per  due  dì  fi  tenga  il  cauallo  in 
parte  eh  in  fa  y  che' l  vento  non  l'offenda  ;fen^a  toccargli  altramente  la 
bocca  .  Voi giouerà  continouare  le  fregaggioni  del  faley  nettandogli  pri- 
ma lepiagh  :  d'ogni  lorderà,  & fcarnando  quella  cerneyche  vi  crefeef* 
fé:  egioua  ancora  lauarle  prima  con  vino  tepido, aggiungendoui  mele,  e 
pepewbi  più  care%je  volefie  vfargli ,  e  dall'Ima  inauri  quanto  piùfpef- 
fo.fi  cauakherà  con  vn  competente  fi  eno,e  moderato  efercitio,piu fi  ver"  " 
Murario-  rà.afkre  callafaye  dura  lanouella  carne  di  effe  piaghe  :  onde  pia  atto  ri- 
ai  di  den  marra  l'animale  alafciar  frenarfi .  Hora  quando  il  "Poliedro  evenuto  ad 
***  etdychefipojfa  chiamar  cauallo:  i  dentigli  diuentanopiu  radi,epiùlun-  ® 

ghiyco'  capi  neri:incominciando  ad  inuecchiarfi  il  colore  dyeffi  denti  paf- 
fa  in  biancbe,zgay&  a  color  di  mele  >  indi  a  color  di  poluere ,  &fi  dilun- 
gano maggiormenteye  benché  la  lunghezza  de  i  denti  foglia  talhora  ef- 
fere  per  natura  fen-ra  vecchiaia?  tutta  via  per  far  parere  ilCaual  più  gio 
uane.ym.olti  limar  gli  fogliono .  Plinio  ferine,  che  a  gli  altri  animali  nella 
vecchie-^prai  denti  iarrofi  ano,  folo  al  Cauallo  imbianchirono  :  del  che 
Béri  per-  danno  quesia  ragione  alcuni  faui:  che  nel  cauallo  effendo  molto  bumore> 
uaHo  fo^o  Vie^°  nella giananeTga  facendo  motOymediantcil  e  aloreyè  cagione,  che 
s'imbuii-  *  dentidiuengano  bruni  :  Venuta  poi  la  vecchiaia ,  e  montato  il  calore ,  ^ 
chifeono  quei  fi  fanno  più  de  l'vfato  bianchi  :  òpià  toflo  diremo  fecondo  ^Lrifiotes 
nella  vec  ^  che  quelle  cofe  fogliono  imbiancbirfi  y  alle  quali  la  for^a  del  Sole  ha. 
.  tolto  Vhumoreycomefì  fa  la  cera  bianca?  onde  quallyora  tutto  Ihumor  de 
denti  dal  calore  è  conuertito  in  vapore,&  eshatatoirimangon  bianchi  cxy 
Denti  del  me  neZ^  Etbiopigiàfì  vede:  &cofi  egli  conferma  >  che  ne  icaualli  vec- 
«ane     in  chi  i  denti  fi  fanno  bianchi:  e  negli  altri  animali  neri  :  Medefimamente 
giouenrù  aitroue  diceyche  in  tuttigli  animali  che  inuecebiandofifan  canutiy  come 
vecchie^-  '  Càualtiy  e  i  fani ,  ogni  cofa  dal  natio  calore  fi  cangia  in  bianco*,  fé  non 
*a  aeri .   c/te  ìdenti  nelQwe  giaiune  fi  veggiono  acuti ^  e  bianchi ,  nel  vecchi* 

mri 


DÈI  CJVj£LLÒ>  11B.  Ut.  iS? 

14 neri  è  r intubati .  tsfltroue  ancora  ferine ,  che  co  fi  il  caualloy  comtit 

Mulo  è  vigorofo  da  che  nafeono  loro  i  dènti  :  poi  effondo  vfeiti  tutti ,  non 
fàcilmente  fi f cernono  dieta  :  però  folerft  dire ,  che  certe  fono  le  cofe  al 
naf ciménto  >  ma  dopo  nate  incerte .  Tur  in  quello  principalmente  fi  pub 
conofcereycheH  dente  canina  a  queiycbe  fon  di  fette  anni)  è  più  corto  per 
l '  vfo  della  brìglia,cbe  l'ha  confumato .  j£  coloroycbe  non  fono  giunti  al 
fettimo~->e<ili  è  n  igglore^ma  non  co'lfommo  agu-r^o:à  pik  giouani  è  pia 
lnngOy'3'pìù  acuto.Queili  dentiyche  danno  indicio  de  l'etàyi  (jreci  chia-  Déti  goo 
mano  Gnomoni yi quali  veggendefi  caduti  y  Senofonte  dice  effer  male ,  ^oniqua 
ebe  fi  comoe  ri  il  cauxllo  :  il  quale  ejfendo  co  fi  vecchio  >  &  priuo  di  tali 

*%  dtntiyfi  dicea  (fecondo  Hefìodo)  Lipognomone  .  Ejfìtjnomoni  fi  dicono 
latinamente  Tullini: perche  a  i  Tolledri  nel  cref cimento  de  l'età  caggio- 
noyfi  come  Tollucefcriue .  Ma  non  fol  da  i  denti  cHnfegna  jLnatolio  di 
prendere  le  note  de  gli  anni:  potendo  fi  anco  dalle  mafcelle  difeernere  ,    MafceHe 
tirandola  cuticagna ,  la  qnal  fé  facilmente  è  rileuata ,  facilmente  anco    datino  in 
rafi  riduce  alla  fede 'ftiìtyì  fegno  di  giouanezja:  s ella  pia  lentamente  fi  .,  c\°  del 
va  a  rimettere ,  &  refi  a  crejpaydinota  vecchie  77^a  :  il  che  da  i/irijìote  - 
le  fi  conferma  féltri  antichi  vfarono  ancora  di  provarlo  nella  cotenna    Cotenna 
delle lp alle:  fi  come  dalCameriaro  fi  racconta .  Vegetio  ci  mojìra  vn'al-  e  rughe  di 
tro  modoy  che  a  caualli  domati ,  &  auei^zi  alfrenoyannoueriamo  le  ru-  no   Ìn<^"" 
'  gbe  y  che  fohoalfó  Urano  labbro  :  incominciando  dal  principio  del  morfo  J°        e 
fin"  a  l'effremo  di  éfio  labbroyche  tanti  faranno  gli  anni,quante  ritrouere 
mo  efiere  le  crefpe  Cofi  veramète  dalla  moltitudine  delle  rugbeydalla  tri 
slè'&a  della  front  e,d  a  l abbaiamento  del  colloca  lo  fiitpor  degl'occhi 
dalla  canutej^Ta  delle  palpebrey  e  dalla  pigritia  di  tutto  il  corpo  la  vec- 
chiaia fi  manifefia.^ìleffandro  ^ifrodifeo  dueyche  i  caualliy  quando  fon  Vecchie? 
veccbiydiHendon  il  labro  [ottano }  percioche  nella  vecchieTga  la  natura  za  del  ca- 
fi  viene  fempre  a  rimettere:  &  quel  labro  di  fiotto  è  maggiore y&  più  car  "?  r  _*!* 
nofo  dell' altro  ;&  meno  s' accofìa  all' 'offo.  Dal  compimento  y<^r  purità  de  nofea. 

$  i  denti  dinan^jyfcriue  JlffirtOyche  otto  anni  fi  conferita  nella  fua  for^a  il 
caualhyd 'habbiail  piede  molkydieci  cbìl'ba  più  duro.Dopo  quefto  tem- 
po farà  impatiente  de'  viaggiy  e  delle  fatiche  :  perche  ne  ipiè  dinan^iyle 
coroney&  le  paHoie  difmettédofi  da  i  maglioliymal  può  fermarfiyet peg 
gio  monerfi:&  cofiychi  di  piede fìaccoynon  viuepiu  di  ventiquattro  anni; 
chi  t  ha f  odo  dal  principio  infino  alla  vecchie^a  >  ventiottoy  e  ventino- 
Mypnr  diffidi  è  chepaffafie  i  trenta  .  La  vita  del  caualhy  dice  z^frisloti- 
leyalpiù efier  di diciottOy  òpur  venti  anni:alcuni  ancora  hauerne paffa  c.au^o 
ti  venticinque  y  e  trenta:  &  fé  diligentemente  fian  gouernati  y  poffare  5o  tempo 
firìd  i  cinquanta:  ma  quel ,  che  in  granparte  s'è  veduto  per  prona,  la  uiua. 

M    $  pia 


ig£  ài  l  l  J.     G  l  0  !^I  <£ 

più  lunga etàpuò correre  a  trentanni .  La[eminapuò  vitieme  vinticin-  g 
De  Cz\ì2\yue>maalcme  aViArantanefono  &AHte'  Quelli '>cke S allenino  alleflal 
ìi  chi  più  Uyviuono.  manco  diquei,  che  Hanno- alle  $&ggej  credo  certo  per  la [og~ 
lungo  iè'gettioney  e  per  le  fatiche  cantinoue,  e  per  li  morbi,  a  quat'rfwo  più  [otto*» 
pò  viua .  p0ftn  caualli  domefiici,che  i  fregali;  emendo  quefli  immuni  (fé  e  odo  lui) 
d'ogni  altra  in[ermità,che  dalla  Todagra^perla  quale  [oglionoi'vngbie, 
perdere ;benche prettamente  le  racquiHino  rinouate  ;e di  tal  morbo  catta 
e  crefi>a,cbe  fi  genera  appo  le  nafche  :  Ma  quelli fono  /oggetti  a'  mali  in- 
finiti :  tra*  quali  è  pur  marauiglia  ad  v  dir  e  y  che  aiw.enga  loro  il  morbo 
lunfatico  ,  che  non  gli  fa  mai  ripofiire  :  fé  non  quanto  fentono  il  fono  de 
la  Tinayil  che  pare  [traile  a  quella  paffione,cbe  per  lo  morfo  della  Taran  t 
tolafente  lhuom& .  LiHefio  Filofofo  altroue  dicey  che  i  Mafchi  vfano  il 
Coito  fin' a  gli  anni  trentatre,le  f emine  fin 'a  i  quaranta; sì,  che  qua  fi  per 
tutta  la  vita  fi  viene  a  ferbar  il.  coito  ne  i  e  aualli  ;  perche  in  gran  parte 
"piue  il  mafehio  circa  anni  trentacinque;  &■  la  [emina  oltre  àquar anta  . 
*A-theneofa  mentioue  efier  vijfì  caualli  fin  'a  [ej[antacinque,e [ettantaan: 
ni;  &  cofi  "Plinio,  il  qual  con[ermaef[er  atta  la  caaalla  a  generare  ogni 
anno  infino  al  quar  antefimo  ;&•  attoparimente  il  cauallo  fin'  al trentefi- 
mo  terranno  ;.  perche  dopò  il  ventefimofi  [ogliono  dagli  ejfercitvj  del 
Circo  mandare  a  riparar  lerai^e;  &  alcuni  durano  ancora  infino  al 
quarantefimoypur  che  dalla  parte  dinanzi  aiutati  fiano,  (il  che  del  ca-  G 
uallo  Opuntio  ^friflotile  [crine,  &  Solino  afferma)  con  tutto  cibinpo- 
Ne  r  ca-  cfa  animali  minor [ertilità,che  ne  i  caualli [oggiunge  ef[ere:pero  le  mon. 
fi2  minor  te  fi  danno  loro  per  interualli  ;  e  ninno  tutta  via  ne  pub  tolerare  quinde- 
fertilità    ci  in  vrì  anno  .  *Altroue  il  medefimo  Veronefie  dice,  icattalB  uiuere  cini- 
che negli  qiiant'anni:  ma  le  [emine  manco  ,e  benché  per  ragione  di  natura  i  ma- 
altn  *nì~fcbidipMli:<iga  vita ,  che  le  [emine  debbandirfi,  tutta  via  del  contras- 
rio  è  cagione  d[requcnte  coito  ;  il  quale  quandi)  è[ouerchio ,  confiuman^ 
do  la[oHaìii(a,&  l'bumiditd,  debilitando  le  virtà,&  eHinguendoil  ca- 
lar naturale  ,.con  eshalatione  de  gli  (piriti ,  necefiariamente  appreHa  la 
vecchieT^a  rò"  mancamento  di  vita  ad  ogni  animale  apporta  ;  &  pero  & 
non  più-  di  tre  anni  dicono  viuere  ilpaffero  ,  che  [opra  tutti  gli  altri  aur- 
felini  èfagaeffino.  ^Alberto  racconta  hauer  intefoda  vnfoldato,il  ca- 
uallo di  lui  batter  paffato  il[ejfagefimo,&  fempre  efiere  flato  vt ile  alle- 
guerre;&  toni autorità  di  Quintilìo [crittor  anticbi[simo,Hierocle nar- 
ra y  vrì 'altro [oldato  effèrfi  vinticinque  anni  feruito  d'vn  fuo  cauallo  y, 
&  lArifio fané  "Bizantino  battere  [critto,  che  vn  cauallo  pub  viuere  an- 
ni cinquantatre.  llSeffa  pur  ri[eri[ce  hauer  vdito  da  i  Cauallarixgi 
dal  Rj  Ferrante primo  x.  che  un cauallo  [lette  in  quella  fi  alla  y  chtha^. 

usa 


jt  uea  già  fettanf  anni.  Sappiamo  già  nella  (auaUari^a  ^eale  efi ere  fla- 
to vn  cavallo ,  che  morello  cancelliere  il  nominauanoyil  quale  in  età  & 
uentidue  annirobuHijfimamente  s' adoperava .  Dalla  ra%^a  del  %eLui-  t,uon4(jej 
gì  era  vf cito  quel  Buio}  che  in  età  di  diciotto  anni  era  adoperato  dallo  ja  Razza 
miniano  nelle  battàgle  ;  e  di  venti  vn' altro  'Baio  Villandi  Spagna  fervi  del      Re 
al  "Duca  Valentino  eccellentemente. Isella  giornatacbe  fi  fé  da  Spagnuo  LuI»u 
// ,  e  Fr ance  fi  alla  Cirignola  ,  Giacomo  Guinna^zo  Cavaliere  Ippolita-? 
no  concedendogli  Traiano  Carr  acciaio  Trencipe  di  Melfi  >  che  fi  feruiffe 
d'uno  de  f noi  cavalli;fcelfejra  tutti  vn  'Baio  di  grande  >  e  bella  diffofitio 
ne  ch'era  ìjà  di  ventifette  anni  ;  e  quantunque  in  quello  ifleffo  annofof- 

B  fé  flato  alla  monta  delle  giumente  >  nondimeno  fi  portò  in  quefio  bifogno 
fi  valor  osamente-,  che  l'vnoye  l'altro  faluò  y  &  honorato  ne  yfcì  infieme . 
Raccontano  ancora  i  Frati  di  S.  M.  di  Tremiti >  hauer  tenuto  nella  lor 
I{a^aper  ijpatio  d'otto  annivn  cavalloTvrcoyche  altrettanti  h ave a  fer 
uito  Cefare  F regofo generale  de'  Signori  Venetìaniy  iqvaliglie  l'havea- 
no  donato  dieta  di  fette  \pofcia  mandato  à  Brefcia  ,  tre  anni  da  poi  con 
quello  fu  mantenuta  vna  gioHra  in  Tadoua .  Et  per  non  tacere  quel  > 
che  da  verdatieri  gentilhuomini  mi  vien  detto  ;  era  già  d'anni  trenta 
quel  Turco  di  pelo  baio ,  col  quale  ili)  ve  a  di  Santo  Tietro  fi  faluò  nel- 
la  rotta  dellaVetr -dna ,  correndo  trenta  miglia  armato  di  tutte  pej^es 
quando  battutolo  in  dono  il  Conte  di  Cincione  >  fé  ne  feriti  gagliardamen- 
te nella  Trouen%a;  e  poi  lo  menò  in  JL  Igeriydoue  i  Tede fi  hi  furtiuamen- 
te  per  vfo  di  cibo  confuo  molto  ramarico  glie  lo  vcciferoy  e  diuorarono. 
Ma  perche  quefie  fon  cofe  rare;  effendoditempoin  tempo  le  compleffie- 
ni  di  tutti  gli  animali  indebolite;  fi  vede  per  più  ordinario  quelloy  che  di- 
ce il  I\ufioyche'l  cauallo  ben  governato  >  &  moderatamente  effercitatoy 
fìyche  la  troppa  fatica  no  venga  à  confumarlo  ;  per  la  maggior  parte  fi 
mantiene  in  vigore  fin  a  ivent'anni .  Hora  Tlinio  aggiunge  alfuo  di-  Caualli  fi 
fcorfo  y  che  le  f emine  finifcono  di  crefcere  al  quinto  anno  >  mafchi  vn'an  ■  no  a  quan 

£  no  più.  frittotele  conferma  y  che  la  femina  in  cinque  anni  compie  do  tempo 
V  oc  cref cimento  della  lunghe%7aye  de  l'altera  ;  il  mafchio  infei'.pofcia  no  ^  ^j 
in  altrettanti  feguenti  anni  crefce  di  corpolen^a  :  &  fin' ài  venti  fen' uà  fcere. 
cvefcendo:  di  modo ,  che  più  to fio  le  f emine  y  che i  mafchi  la  per fettione 
confeguono    dopò  nati  :  benché  nel  ventre  i  mafchi  più  tofto  >  che  le 
femine  (  cofi  ne  gli  hvomini  y  come  in  tutti  gli  altri  animali  )  fi  {imper- 
fetti y  &  la  ragione  è,  che  di  tutti  gli  animali}effendo  più  fredde  le  fe- 
mine de  i  mafchi ,  vengono  più  per  tempo  a  restar  per  fette  >  h  avendo  pe- 
rò i  macchi  le  parti  fuperiori  più  potenti,  le  femine  all' incontro  le  in- 
feriori .-perche  cofi  al  bifogno  del  generare  fi  richiedea.  .Afclepiade. 

M    4         (come 


T&4  bELl^GLOt^I^t 

CommiÉ  (cóme  Tiutarco  racconta)  affermaua,le commiffure  delle  membrane  i  g 
fare  delle  mafcbifhrfi  nel  ventefirno  fé fio  giorno  ,  &  in  molti  più  tofto  ancora  :  e 
niebrane  ^-  perfettione  compi;  fi  al  cinquatefimo  :  nelle  femme]  incominciare tra. 
due  mefiy  e  fornir  fi  à  quattro  ;  Ma  nel  genere  dei  Bruti  le  membra  di- 
uenir  perfette  in  parifyatio  per  le  pari  temperature  de  gli  elementi. 
Caualta  Tutta  via  non  è  dubbio  ,  cbepajfati  i  due  anni  la  cauaìiapuò  debitamen- 
puoingra  te  bigrauidarfì  :  & perche ,  fé  com'è  più  prefla  alla  per fettione  ,  cofiè 
uifi-ar  •     ifà  prefla  ancora  al  mancamento  ,  ellapafiatii  dieci,  non  è  più  atta  a\ 
due  anni.  Zenerare  cofa>  c^e  yt^e  e  buona  f offe .  Columella  dice  il  mede/imo  y 
che  la  cattalla  può  dal  fecondo  anno  concepere  ,  fi  che  dopò  itter%o  par- 
torita alieni  il  parto  :  ma  fatto  il  decimo,  intender/}  vecchiaie  non  poter  & 
fé  non  figli  pjgri ,  deboli  partorire  :  Il  Cauallo  manco  di  tre  anni  nonef- 
Cauallo  fer  idoneo  alla  monta  :  poi  potere  in/ino  aventi  progenerare .  I>ella  ca-» 
di  quanto  valla  ft  conferma  da  Valladio ,  e  da  biffino  ,  che  nonfia  minor  de  i  tre  » 
tépo  ido-  ne  maggior  de  i  dieci;  ma  il  dar  il  Cauallo  afa  r  progenie  ,  dicono  douer  - 
neo    alla  yj  dal  quinto  anno  incominciare .  ^YiTiotele ferme  cofi  la  f emina,  co- 
me il  mafchio  vfando  il  coito  di  due  anni,fhr  i  poliedri  fio fci  spiccioli  i 
ma  da  i  tre  innanzi  efiere l'vno ,  e  l'altra  idonei  a  perfetta generatione 
infino  à  i  venti,  ^iltroue  dice  >  il  tempo  di  potere  degnamente procriare 
effer  all'bora ,  quando  fi  fon  compiti  di  mettere  tutti  ì  denti  :  benché  al- 
cuni ancora  nel  mutar  d'effigia  fi  dicono  hauere  potuto  empire  r  &  mol-  * 
ti  confermano  queslo  fàrfì  :  eccetto  fé  fojfero  flerili per  natura.  Tofcia 
più  di  fiotto  Jpecifica  >  effer  idoneo  il  Cauallo  a  procriare^uandoha  com- 
piti quattro  anniye  me%p  :  <&  che  i  più  attempati  veramente  fon più  fe- 
eondiycofi  nel  fefio  mafchikycome  nel  f eminile. lAnatolio  cofi  al  mafchio 
come  a  la  f emina  circoferme  il  tempo  della  monta  da  i  cinque  anni  de 
Opinion  l'età  loro,  infino  a  i  quindici  .lo  parimente  direi,  che  s'imeominciaffe 
di1*}!   PreP°  àlfe5ìo,all  'bora parendo  >  c'habbiano  interamente  potta  lafor%a 
tempo  il  &yperfona,  perche  eftendo  laregula,  che  dal  poco  perfetto  non  puh 
cauallo     fé  noncofa  poco  perfetta  nafe  ere  :bi fogna  che  per  generar  are  robufli  figli ~. 
na  idoneo  n  padre  fi  a  robuMo  in  quella  età,  c'babbia  la  perfettione  delle  membra  >. 
on~  &  le  virtù  in  tale  fiato,che  fen^a  mancamento  alcuno  lepoffa  vfare:  & 
cofi  s'egli  farà  di  buona  compleffìon^e  ben  cibato,e  ben  trattato,  dure* 
ràall'efiercitio  della  monta  fin  al  uentefimo ,  &  farà  figliuoli  per fettiy 
forti  e  vigorofi'.ma  ejfendo  altramente  r  <£r  che  fouerchie  >.  ò  talhora  in 
nano  fi  faceffe  affaticare,  non  durrerebbe  oltre  al quimodecimo  :  et 
parti  fariano  infermi,  fiacchi  y&ifneruaèi ,  ilfimilepuò  intende? fi Ideile 
madri,lequaliin  quei  primi  anni  ejfendo  piene  di  foia ,  &  vanità  :  per  la 
fmifurata,  materia ,  e  caldezza  rade  volte  fon  babili  à.  concepere  yi 

diftrug- 


u. 


'DEL    C  AV  ^LLOy  li  B.'  111.  171 

jl  diHruggono  con  la  fouerchia  lufiuria  gli fiaìloni  innamorati .  Et  perche 
i  candii  ,  &  le  caualle  non  hanno  tempo  alcuno  diterminato  alla  libidi- 
ne ;  e  non  ceffono  mai  dal  coito,in  finche  viuono  ,  come  Jlrìfiotele  dice  ,* 
bifogna ,  che  l'ingegno  de  thuomoglì  raffi-reni  con  legame ,  e  con  altro 
tale  impedimento  ;  perche  non  in  ogni  tempo  dopò  fatta  la  monta  ,  lor 
è  data  faci  Ita  bafleuole  à  nudrir  quello,  che  parti/fero,  però  canuienfi 
interuallat  amente  farle  congiungere  ,  acciò  che  neprouengauo  i  poliedri 
migliori)  e  più  durabili  ;  come  da  Virgilio  ben  fi  accenna  là  doue  dice  . 

Ma  nulla  indi  fida  più  ferma  lefor^e  > 

Che  fi  d'merta  Venere ,  e  dal  cieco 
%  tsf?wr  gli  ardenti  flimoli  colui-, 

Che  V  vfo  brama  di  candii  ò  'Bui. 
Et  cofi  dice  Fanone  >  che  quelle  che  ogni  anno  fi  fanno  pregne  ,  diuen- 
gono  af cinte,  e  poco  fiuttnofe,  come  le  terre  di  ristoppia  ,  dal  (re" 
fcen^o  detto  Satiue,  che  ogni  anno  fon  feminate .  Là  onde  foggiun~~ .- 
gè  il  filofofo,  la  caualla  nonfubito  dopò  il  parto,  ma  con  tempo  in- 
tervallato ,  dauerfi  empir?  ;  perche  meglio  procria  :  trapoflouiilquar- 
to  anno  y-  ò  pur  il  quinto  ;  e  quando  tutto  mancàfie ,  egli  è  necefiario 
di  frapparcene  almanco  vno  à  guifa  della  terra  nouale ,  che  noi  duiam 
Maiefe,che  in  ogni  due  anni  fi  feminavna  volta .  Ciò  fi  conferma  daCo- 
C  lumella ,  che  à  caualla  di  vulgo  è  cofafolenne  partorire  ogni  anno  ;  ma 
la  genero  fa  conuien ,  che  fi  contenga  alternamente ,  ciò  è  l' un  sì ,  e  l'al- 
tro nò,,  accioche  il  "Poliedro  più  fermo  con  la  perfettafosìan^a  d  el  mater 
no  late  puro,venga  idonea  e  preparato  alle  fatiche  delle  battaglie.  Jl  me-  ~ 

defimo  fi  ordina  da'Paliadiù,  che le generofe  (aualle ,  &  che  nudri-  quan(i0£ 
fcono  mafchi  ,  fi  deonofar  courireinteruallatamente  ,  affine  >  che  di  co-  debbano 
fio  fa,  e  puro  latte  infondano  la  for^a  è  i  parti  loro  ?  l'altre  più  vili  fi  far  copri- 
fofiono  farfenya  eccettìone  riempire  di  pafio  in  pafio .  "Plinio parimente l  e  * 
Àice,che  le  caualle  al  ter^o  anno  dopò  il  partOyò  dopò  vno  almeno  fi  pef- 
fmo  vtilmente  far  courire  ;  &fe  voglia  non  ne  haueffero  ,  vifipojfona 
ben  forzare:  del  che  ci  s'infegna  il  modo  ad  (alumella ,  che  con  la  fquil- 
la  pejìa  lor  fi  f rechino  i  naturali ,  perche  mirabilmente  accende  la  libi- 
dine tal  cipolla,  che  Canina  è  chiamata  :  Queflo  rimedio  fi fyecifica  da 
Fanone,  che ■  vìi-poco-  di  Squilla  fi  pefli  con  acqua,  e  con  quella  ridotta 
à  cr  affetta  di  mele  fi  freghi  La  "Natura  della  Caualla ,  a  tempo,  che 
fi  a  nel  MeftruoyO  carne  volgarmente  fi  dice  ,  che  fi  porta  ime  fi .  Ciò 
conferma  pur  Anatolioyaggiungendo  àquefia  medefima  cofagiouave  af 
fai ,  che  quiui  fi  freghi,  e  Sterco  di  pollaHri,  peiìo  con mefcolan^a 
di  Ter  km  ma.  llB^ufio  dice  auuenire  fceffo >  che.  la  (aualla accettiti 

QauaWfb 


D 


>x8£  D  E  l  l  U    G  t  0  \1  oi 

CaufllbindoJJbytnapoi  rifiuta  il  coito ;ilche  fi  cagiona  dal  mani amento  £ 
del  f  140  sabre  intorno  di  naturali  ;  però  doueruifi  de/lare >  fregandoli 
coni' 'orticaio  conia  fquilla.De  l'ortica  fi  conferma  altresì  da  Macrobio . 
Ma  fe'l  coito  fojfe  per  auuenturafcbiuo  àio  ft  aliane  y  eglifi  può  incita- 
re >  accollandogli  al  nafo  l'odor  de  i  genitali  della  Caualla  ;  potendo  fi  eia 
fare  con  vnaffiogniaiò  altro  fimile-,  come  .Affirto ,  e  Garrone  infegnano . 
Tal  volta  egli  fi  f noi  più  tojlo  muouere  à  libidine ,  &  innamorar fi  dunx 
giumentapiena  di  lordeT^xa^e  mal  trattata;ilche  ^Anatolia  vuol  non  ef- 
fere  da  permetter  fi .  Medefimamente  ferine  ColumeUa  foiere  auueni- 
reycbe  la  Caualla  più  volentieri  fi  fottometta  ad  vn' ignobile^  vile  ,  che 
al  degno  da  noi  elettoiperò  vi  fi  potrebbe  rimediare^  accollandole  queflo  F 
tale  >  che  à  lei  piace  ;&  com' ella  fi  vede  preparata  ad  efiequio  >  fùrie fa- 
fr  aporre  ilgenerofo.Effa  è  da  tener  fi  legata  in  luogo  oportuno;&  prima 
che  fi  fottometta  alla  montayo^fnatolio  vuoleycbe'l  Malfarò  le  tofi  la  co- 
da yfi  y  che  non  venga  à  dare  impedimento  à  loftallone y  a  cui  deurà  da- 
Perorila  re  aiuto  il  (jiument aio  y  dette  da  Latini  in  tal  vjficioTeroriga;  acciò  che 
chi  fia.  .  egli  non  venga  indarno  ad  affannarfiy  &per  la  troppa  cupidità Ipargef- 
fé  ilfemein  terra  >  cóme  Fanone  dice  doiter  guardar fi;  £t  à  queflo  effet- 
to y  le  per  forte  iaflatura  delia  caualla  nuan^afle  quella  de  loflattoney 
Caualle  j-ar£  yene  co\iocar  [ei  fa  ynafofia  di  maniera ,  ch'egli  trouandofì  corri- 
debbono  fondente  >  non  h abbia  àtrauagliareyma  fiocchi  al  dritto: &  in  queslotf 
accómo-  modo  farebbe  da  menar  fi  al  cauallo  con  vn  Capellone  di  canapo  y  òdi 
dare  à  la  pelo  forte  y  eprejfo  à  cinque ,  ò  felpa ffi  lungo  :  &  attentando  piaceuot- 
tnonta.    mente9  farlo  accollare  alla  giumenta  fi ,  che  la  pojfa  annafcarey  & 
con  la  bocca  altresì  toccare  >  tanto ,  che  afficuratifi  l'un  con  l'altro  :  ella 
faldata  dalla  libidine  y  gli  volga  le  groppe  y  <&•  aìl'hoì -a  con  maggior 
lentezza  della  fune  fi  lafcierà  loro  prendere  ifuoi  piaceri.  Alcuni  pivi. 
toslo  lodanoycbe  menando  vnoflattone  dentro  vn  chiufoydoue filano  quel 
le  tante  giumentey  che  à  lui  declinate  fi  ano  yfilajfiàfuo  arbitrio  di  appi- 
gliaci a  quella  prima  >  che  più  gli faràgraditay  facendogliele  slare  tutte 
dauantifcapole ,  perche  con  maggior  diletto  s'adoprerebbe  vn  atto  coft 
Jpontaneo  :  Ma  in  ogni  modoy  che  ciòfifkccioy  conuerrà  queflo  ordine  of- 
feruarfìy  che  fatto  slare  con  ejfo  libero  vno  slattone  peritano  d'otto  bo- 
re yò  pur  di  dodici  al  più  ;  vi  s'intrometta  infila  vece  l'altro  ;  auuerten- 
doyche  ogniun  di  loro  pia  toflo  con  di  fio ,  che  confaflidio  ne  rimanga  >  e5* 
cofi  continouando  per  ottoy  ò  dieci  dì  verranno  tutte  le  Giumente  àre- 
ftar  ben  piene  ;&  conferuatifi  gli  slattoni  temperatamente  porgendo  il 
feme  vijcofo  >  &  caldo  >  produrranno  robuslifigliMoraper  i'ejfecutionc 
di  quelle  cofe  è  necefiario  hauere  il  Giumentaiojcbefiagiuditiofoyprati- 

coyeda 


<DtL  C  JV  sAHOy  11 B.  .III.        187 

co, e  da  benebbe)  chefappia  ,&noglia dirittamente  fare  il  fuo  mestie*  1 
r  esortando  fi  fedele,  amoreuolc,e  diligente  in  gouemar  l'armento  afe 
commefio,ilquale  et deuràtenere  cofi  difefo  da l'ardor  del  Sole,  c£* hor 
vor  del  freddo,  come  abbeuerato,  epafciuto  bene  aWborefue:&in  quefli 
importanti  tempi  >  ne'  quai  s"  attende  aWaccrefcere  delle  R^aTge  >  per 
rifiorare  i  lunghi  dijpendij  del  padrone  col  beneficio  della  nuouaproge- 
nie,che  s'affetta  ;  egli  deurà  col  fuo giuditio  mifurare  le  f or  "re  de'fuoi 
stalloni  >  tanto  in  non  farli  più'  del  douere  affannar  nel  coito ,  quanto  in     , 
donar  poi  loro  quel  ripofo,&  alimento,  che  conuerra  alle  lor  frtiche,v- 
fando  in  fomma  tutte  quelle  prudenti  parti ,  che  ad  ottimo  agricoltore  fi 
»  appartengono  .Isella  Mifta  ferine  Eliano,  che  quando  fi fu la  monta  del-  M5ta  ^e\ 
le  caualk  yflanno  certi  a  cantare  non  altrimenti ,  che  fé  nelle  no^re  di-  le  caualle 
cejiero V  Himeneo ,-  &  con  la  dolcezza  di  quel  canto  ftimano  le  ingrani-  "e^a.  fi- 
date beUiffimi  parti  douer  produrre.  Jfttejla/ì  pur  Euripide  daTlutar-  [^ 
cocche  i paHori  fonando  la  fampogna ,  incitano  à  Venere  i  Caualli  ;  e 
q,uefla  fuono  luffuriofo  Hippothoron  era  detto,  fecondo  Celio .  Ver  fkr  > 
che  lo  stallone  fi  muoua  aluffìiria,dice\Affmo  deuerfibagnareil  mem- 
bro-genitale,  tfr  i  tejlicoli  diZJinoyin  cui  fra  me  folata  poluedìcodadì 
(eruo  bruciata,  e  pella  ;  e  quando  bifognaffe  raffrenare  il  fouer  ch'io im- 
peto dì  lui  furiofoyvngeli d'olio  ~  'Plinio  ferine  effere  vna  fpecie  di  Sa- 
e   tirio,dettaÉrythraico,chefolamentetenendofìinmanolafua  radice > 
incita  l'huomo  al  coito  ;&■ maggiormente  fé fi  bene  invino \auflero  ;  pe- 
mfolerfi dare  in  beuanda  a i  Montoni,  e  gli  S  armadi  vfano  a  caualli  y 
che  per  la  continoua  fatica  fitfìero  pigri  aV enere  ;ilqnal  vitio  chiamano' 
Trofedamoiet  altrouefhfede  lOcimo(ch'è  la  prima  Ferraina,ch'efce) 
aqueslo  affetto  folerfi  dare  nel  tempo  della  Monta  agli  rifinì ,  <gr  a  ca-  .  •    j  a 
uaUi .  Giona,  pur  dar  fi  a  bere  a  loflallone  polite  di  testicoli  cauallini  ;  g\{  ftallo- 
hauendo  la  maeftra  lettura  a  quefli  animali fommamente  benigna  in  lo  ni . 
ro  mede  fimi  rif erbato  quello, che  aiut  afe  a  dilatare  la  lor  progenie.  So- 
ft no  alcuni(come  esfnatolio  ci  racconta)  che  per  far  innamorare  lo  fìallo  - 
ne  de  lacaualla  ;  bellamente  le  acconciano  i  crini ,  &lapolifcono  con 
tutti  quelli  ornamenti ,  che  fonpoffìbili  ;  e  tal  bora  glie  la  fanno  correre 
dauantì,quafiprouocandoloacontefa  :  &  con  sì  fatti  inganni  e  ve^rifi 
stimategli  s'incita  all'amore,  Qu,efla  medefrma  industria  fcriue  zsff- 
ftrto,poterft  vfare  nello  stallone,  adornandolo  di  belli fft  ni  guernimentiy 
grinfieme  con  Oppiano  afferma ,  chedi  qualunque  colore  faremo  stare 
couertolo  stallone  ,innan?ialla  cavalla,  alquanto  prima ,  che  fìa  da 
•penirfp  al  coito,fich" ella  infiammata  lungamente  contemplando  quel- 
la desiderata  figuraci' imbeuaco'gli  occhi,  peonia  forte  imaginatiua 

nella- 


!98  DZLLvtqiOItlJt 

nettammo  la  simprimaydiq  nello  fomiglianteyò  che  femplicef offe  yb  va  g 

rioy  n  afe  era  colorito  ilToUedtOyfenira  pam1)  degenerare  .  Il  che  non  è  da 

.parere  al  vero  diffimile:  quando  di  tutti  i  F ilo fo fi  è  fenten^a  approua- 

tiflirnaycbe  alla  fhnt  afta  del  generante,  ò  concepente  il  parto  fi  rafio  ni- 

traagina-  g[ia:  laqn-al  fhnt  afta  fi  viene  ad  apprendere  col  guardare  ben  fìfoyefpef- 

ll2nl  ^'.foin  vnacofa  ;  e  di  q nella  profondamente  penj 'are  >  bramandola  inten- 

duchin'o .  fame/ite;  però  difie  colui  :. 

Chefimil^elofhfimil effetto  ; 
E' l  forte imaginarfk  fimil  volto , 
Quando  la  donna  nel  de  fio  carnale 

Tien  rbnomo  caro  nella  mente  oc  colto .  P 

(omegiàfi  racconta  effer  auuenuto  ad  vna  bianca  >  che  di  marito  pur 
bianco  produffe  vn  figlio  nero  Solamente  perche  nella  Camera ,  ò  nella 
Cortina  Haua  l'effigie  d'vn'ftbiope  ,  alla  qual  nell'opra  del  coito  folca 
driz?are>e  fermar  la  visla .  Et  è  pur  marauiglia  quel ,  che  frittotele 
narra  di  vna  d  Elide  •>  che  congiunta  con  vn%  Ethiopey  fé  la  figlia  bianca 
la  quale  poi  partoriva  figlio  forni  gli  ante  a}l\A  nolo  dinere^ra  <,&•  co- 
fi  il  'Toeta  ì^icea  dipadre,e  madre  bianchi >  nacquenero  > perche  tale 
era  flato  l  aiuolo  .  A  queHo  propofito  fh  l'afiutia y  che  fi  legge  nelGe- 
nefi  batter vfata(jiacobb?yilquale  per fhr generare gli  agnelli  di  varia-   » 
ti  colori  tra  le  pecore  di  fuo  focero  y  mife  dauantiàloro  gran  numero  r 
di  Verghette  parte  fcor^ate  >  e  parte  nò  giungo  i  riui  de  V  acqua-,  doue  la 
Hate  vfando  il  coito  fi  riducenano  ;  s;y  che  guardando  elle  queidiuerfi 
colori ,  simprimea  neh V animo  loro  vnafkntafia  variata,  laqual,  emen- 
do lo  fpirito  già  dtfposìo  in  quello  affetto  mediante  Vardor  di  Venere ,  tin 
gea  colori  parimente  diuerfi  i  principe  di  quel  tenero  generato .  Vede  fi 
.  pur  di  ciò  l'ifperien^afpeffe  volte  ne'  caniy  efpefìe  ancora  nelle  colom- 
becche  di  belli-,  e  varicolori)  fecondo  le  cofe y  che  nel  tempo  della lor li- 
-  bidine  bar  anno  in  coietto  hamte-,  i  polli  loro  producono  .  Tanto  più 
delle  caualle potendoci  credere  ,  deuremo  v far  diligemmo. >  che  innanji  & 
al  tempo  della  Monta ,  e  mentre  conce pono  ?  &fin  che  il  parto  fia  nel 
ventre  fermato-ielle  non  veggianofe  non  cofe  leggiadre,  e  belle  >  majfi- 
piamente  del  genere  loro  ifleffo,Terò  nella  fcelta  fi  deono  dagli  armen- 
ti cacciar  via  tutti  quelli  Qmalli,ne'  quali  fi  vedefìe  alcun  mancamen- 
to nella  forma  ,ò  nel  colorerò  nella  fanità  ;  ò  altro  difetto  da  iguardia- 
.  Catullo  niofseruato  ;  perche  potriano  ageuolmente  infettar  la  ra^^a^  non  pur 
giorni1111  montan^°  delle  giumente ,  come  già  auuenire  fuole  ;  ma  con  Veffere 
empia,     inquefìe  occafioni  del  concepere  riguardati .   In  quanti  giorni  il  Ca- 
uallo  empia,  non  è  (fecondo ^rifiatile)  ben  diterminato  >  che  talha- 

rail 


DEL    C  JLV  Al  LVy   LI  B.  III.  igp 

A  rà  il  fa  in  vnoyo  dveyo  tré;talhóra  in  più;  certamente  più  fardi ,  che  noti       3 
fa  l'iAfmoy&  con  minor  fatìcay  che  non  fa  il  Toro  j  ma  quando  fta  a  ba- 
Jìan^a fatto  yla  giumenta  mede fimaii  dimojìra  (  come  Varrone  dice) 
che  fi  difendere  fugge  lo  Stallo': c-->  .  Vero  *Anatolio  y  &  JLffirto  cinfie- 
gnano ,  che  fé  la  cavalla  vna  volta  montata  rifiuta  il  mafchio ,  face  ia- 
lefi  al  decimo  dì  (  benché  altri  fcriv.ano  al  ventefimo)  accofiare  yn' al- 
tra fiata;  Je  pur  allhora  ella  non  l'accettale  yfarà  da  fiimarft  gravida  y 
&  metter  fi  in  diffarteynon  pur  da  galloni  e  Garagmniyma  da  tutti  Ca- 
ualli  mafehi  ;  auuertendoy  che  dapoi  yihe  ha  conceputo  >  non  travagli  in 
modo  alcunoyne  pa  tifica  freddo  perciò  che  ti  freddo  molto  nuoce  alle  pre-  Seenodel 
B  gne  >  come  ancora  Varrone  ciammonific^j .  Il  fignoy  che  le  cavalle  lecaualle 
habbiano  conceputo  >  dice  Tlinio  efiler  qvesloy  ihefiubito  cangiano  il  colo-  c'habbia- 
rey  diventando  più  rofifio  ilpeloyepià  pienoyqualvnqve  e'fvfie;  &  ali  bora  no  concc 
non  è  da  concederli  più  la  montale  ben  la  bramafiero.  <±sfriSiotele  fieri- 
uey  l'indicio  della  concettione effei-enelle  (favalle-,  &  nelle  V  accheyqvan 
do  i  Mestrui  fono  loro  ceffatiperififiatio  di  quattro  >o  treyo  due  mefìyopur 
d'vn  mczo:ma  qveSto  è  malagevole  à  conoficere-,  fé  non  fi  a  perfiona  molto 
pratticay&  intendente^.  Egli  in  tutti  animali  Vivipari  >  cioè  che  prò-  Effetti  del 
duconoi  parti  vivi  compiutamente  conformi  alla  lor  natura  :  ilfangue  sàgue  me 
Mestruale  purificato  fi  rivolge  in  alimento  del  conceputo  yilq  vale  men-  "ru^*€« 
c  tre  che  fila  nel  materno  -ventre  rinchiufioy  cofii  ilfiucchia  per  la  Via  de 
l'ombilico,come  dapoi  venuto  in  luceyper  le  poppe  :  hauendo  la  Telatura 
prouedutoyche  non  fi fiacefiero  fiubitane  mutationi  delnudrimento-.  Et  ef- 
fo  Mefìruo  nelle  caualle  ancor  nell'atto  del  conce-pere  è  enfia  certay  che  fi 
converte  nella  fiormay  <&  ne  i  peli  del  Tolledro  :  perche  il  fiemefolo  dello- 
'  Stallone  non  fiaria  bafiante  a  formare  vn  sì  gran  corpo  :  e  con  tutto  ciò  il 
parto  loro  èpiufaciley&p'mnetto  di  tutti  gli  altri  mimali  (come  <A  ri- 
sotele dice)  sicché  fi  vede-,  che  doue  le  altre  quadrupedi  giacendo  figlia- 
no partorire  '.  &però  obliqui  cacciare  i partir  le  Cavalle  partoriscono 
Stando  in  piedi:  aliando  fi  toSìo  y  che  fientono  il  tempo  approffimarfi  :  & 
p.ocofangue  nella  purgation  d'ejfo  parto  mandan  fuori:  che  Lochia  i  (jre 
ci  chiamano .  La  onde  alcuni  curiofi  alterco  dì  dopo  il  parto  le  fanno 
perfior%a  montare  y  affine  che  elle  pia  toSìoy&  più  abbondantemente 
purgandoy  vengono  ad  allenare  il  parto  più  grande  >&piu  robufio  :  & 
effe  poi  fi  trotino  ancora  più  pronte  a  ricevere  il  fieme  del  nuovo coito . 
tJÀCafie  là  cavalla  dopò  il  parto  purgando  non  fi  difcaricayper  non  man- 
dar fuori  il  latticello  y  oper  qualche  altra  malitia  .*•  gioverà  buttargli  in 
corpo  vinoy&  olioy  dove  fia  Stato  a  molle  il  Titimalo  y  o  darle  a  bere  af- 
jngna  ;  a  farle  foppofie  di  foglie  dicauoli\pefic^*  St  perche  (fecondo, 

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«po'  T)  Z  L  L  J£    G  l  0  \1  Ji 

Caualte  frittotele)  auttiene  alle  Caualle,che-alcune  fiano  in  tutto  tterìli:  alcune  g 
di  natura  concepanogià,  ma  non  posano  partorire;  l'ingegno  de'fauià  tutto  ha. 
rei  conci  p>'Oueduto\  che  per far  conceperevna  tterile  >  ordina  Hippocrate  ,  chele 
pere.        fi  mettano  dentro  i  naturali ,  Salnitro ,  tterco  di  paffere,  e  terbentina-y 
pettine  rittrettiinfieme  ;  &fe  nel  medefimo  luogo  lefiiraiper  duoi gior- 
ni mettere  col  cornettoipn  bicchiere  di  vino ,  in  cui  fia  fremuto  vn  fk- 
fcio  di  porri  ,ò  di  marrubio  ben  tritato  :  é"l  dì  fogliente  fulnto-che  l barai 
fatto  cotture  da  lo  ttallone,  lefkrai  due  volte  lauaria  vulua  :  ella  fard 
di  sterilità  liberata .  Cjioua  ancora  mettere  nella  bocca  del  Cauallo  al- 
quante Ortiche  ;  Et  fé  la  giumenta  bara  giàvia  ,  ò  due  volte  portato  il 
V.entre,ma  poifia  ceffata  di  concepire: dodici  uncie  d'anifo,  fei  di  mirra,  p 
emeTa  di  'Zaffar  ano ,nett amente ,  e  ben  pettc  infieme  in  forma  dighiade 
s'impatteranno;  &  quelle  vnapervna  dentro  i  naturali  profondamene 
tefi  metter  anno\lauato  prima  con  clisleri  d'olioye  d'acqua  marina  fal- 
data il  luogo;  facendole  due  volte  il  giorno  fregare  i  lumbi  >  e  di  [otto  le 
co f eie  :  finche  faprete ,  eh' ella  fi  a  fatta  grauida  ;  &  per  cinque ,  o  fette 
giorni  dice  ancora  il  medefimo  Hippocrate  ,  che  tre  hemine  di  latte  con 
vna  quarta  d'olio  rofato ,  &  vna  dramma  d'Hipporrbi^o  ,  cinque  gra- 
tella dipeuere,  &  vnofcrupulo  di  mirra  dapoi,che  faran  bollite,  butti- 
fi  con  vnacannalunghetta  quel  brodo  tepido  alla  matrice; dandole  a  be- 
re con  acqua  cotta  farina  d'or^finche  ella  fia  partorita.  Et  per  liberar-  G 
'  la  poi  dalla  dijficrdtà  del  partorire ,  le  farai  piace  uolmente  cofiringere  le 
Parroco-  narki,chetantottovf c'irà  il  parto ,  come  Eumelofàfedey  s'ageuolaan- 
mefì  age  che  ilparto  con  buttarle  per  lo  nafo  decottione  di  finocchi  con  vino  vec- 
uoli  alle  c]yl0^  ^  0n0t  St  fé  per  auuentura  foffe  bi  fogno ,  che  per  fallite  della 
madre  fi  douefie  il  parto  fuffogar  dentro  il  ventre  ,  zAfiirto  infegna  il 
Triodo,  ilqual  è  quetto,  che  fi  metta  Umano  vnta  d'olio  caldo  dentro  il 
luogo  della  Canalla  \  e  prefa  la  Tolligine  per  la  tetta  (  fé  già  ha  tomin- 
ciata  afa  r  i  peli)  fi  strangoli,  e  tiri  fuori ,  e  tal  modo  fi  puote  ancora  te- 
nere, quando  ilTolledrofofie  morto  dentro  il  ventre  ;  come\fuole  auue- 
n'vre\b  per  difetto  de  lalflatma ,  che  indebolita  no'l  poteffe  ridurre  à  ™ 
¥  perfettìone;  b  perfuti6a,o  paffionefb  morbo  alcuno  della  madre  ;  laqual 

in  tal  accidente  fopporta  dolori  intenfiffimi  ,  dandone  fegno  con  la  tetta 
chinata;  e  ttramortita,con  la  lingua  bianca  ,  e  quafi  marciofa,  che  ap- 
,.'.  pena  afe  la  tir  adirando  dalla  bocca  va  mal  odore;  onde  conuien  fubito 
a  far  di-  aitarfi,ò  fé  Ifeme  non  fofle  ancora  animato,  &  ci  piaceffefkrla  difgra- 
fperdere  uidare ,  le  fi  farà  pur  con  la  man  ttropicciar  la  membrana  della  Tfatu- 
il  parto  a  y  a  ;ouer amente  con  medicina  fi  potràVvno  ,<&V altro  effettuare  ;piglian 
lecaualle  ^  ^  peigp  diTcda,  cioè  legno  dipecebm  graffot&pien  di  gomma; 

p  art iuta 


nZZ   C\AV\AL10>    113.111.         191 

^  partito  in  minuti ffmipe,rxi-)  i  quali  con  quattro  fel~l.  di  vino  dolce  fi. 
fkccian  bollendo  jlemar  del ter'ro  :  indi diuifo  in  tre  parti  ■>  per  tre  dì  fé 
ne  dia  a\bere-)fkcendola  per  alquanto  correre  ;effendo  fi  poffente  la  virtù 
dìeffdTeda ,  che  pur  l'odore  di  lei  fèenta  bafia  àfar  abortir  la  caualla 
pregna}non  altrimenti  che' l  fumo  d'vna  lucernari home  ^i'risìotekyjil 
berto>&  R<afiy&  titano  fan  fede .  ScriueancoralLlianoycbe>fe  tagliata 
la  co/Fa- al.Tra&ura  regittato  poiefio  in  mare  :  quella  s'attacchi  al  collo 
d'vna  caualla  grauidaje  farà  toslo  Cacciari  "aborto 'i  Egliquandò  Ha  la' 
Giumenta  per -abortire?  fi  vede con  là  natura  &  col  fondamento  gonfio , 
andar  fi  bora  corcando,&  hor leuando fin quella guifaychcfogliono par- 
* torireyconfentimento  di  grandolori  ;  &fe  toccando  con  le  mani-di  fótta 
illventreyfentirete  il  parto  muouerfvy  ella.  toBo  il  manderà  imperfetto 
fuori;ma  scegli  nonisbatteynon  è  più  viuoyondeperfàrycbenonfimuora. 
ancor  la  madre  ybifìgnerày  forcatamente  darle  à  bere  quattro  libre  di 
latterò  di  caualla-fi  di  Bufala ,  ò  di  Sómaraycon  altrettante  di  lifcia ,  tre 
d!olioy  &  vna  di  fugo  di  cipolla  bianca;  e  dopoquefio  farle  vnprofùmo^ 
di.folfo  pefioyconifeuo  vecchio  di:Buey&  vna Jfioglia  diferpeneraypofti 
ihvn  bacile  di  carboni  di  fotta  al  firn  mu&accio;&  non  potendo fi \quefio- 
bauere>  fi  potrà  dopò  la  prima  beuandafoggiungerequefì' altra  ydi  otto 

p,   mciè  d'acqua  difumoterray  quattro  di  fugo  di  Titimalo  minore*,  e  cin- 
que d *  aceto  fquillitico  :  che  con  tal  rimedi  ellirfaluaytantoslo  caccieràil 
morta  Embrione  fuóri.Gioua-  ancora  la  radice  della  Brionia  détta  V.ital 
ha,a  Vite  bianca  pettate  data  in  vnoycome  Hierocle  conferma;iÌmedèfi' 
mo  effetto  con  l'herbaT  or  dillo  al  fimil  modo  fi  potrà  fare.  jLgoflinoCò- 
lómbro  in  quel  cafoyche  fuffe  il  "Poliedro  morto  nel  materno  aluoyappra. 
ita  l:  ordine  fopr adetto  di  trouar  con  la  mano  vnta  la  bocca  della  Madri- 
ee$cbe  slàcome  vna:  chiufuradi  borfaydentro  la  quale  efièndo  ìVconcettó^ 
irUiolio  in  vn  legame  òvefteyibefembra  rete; fi  prenderai  capo  di.quel- 
foj&  pian  piano  fi  trarrà  fuori  :  ma  perche nel tirare 'potrebbe fiancarli 
p  ilibratcioylodà)  chenella  manoylaqualèfi  metteràd entro  la  naturaci  ten, 
gayvn\acmcio  vncineto di  ferro legato  con  vna  funicella)  &  con  quello 
sl  aggrappi  l'Inferiore  mafcelleyfìfermamenteyche  la  tenera  carnenonfi 
venijfe  àrilafi art  yonde  il  fèrro offendéjfe il corpo  della  e  au  alla  : chein 
tornado  fi  potrà  più  fàcilmente  tirar  per  quell'axordà.-  Etin'cafóythe A-futo.  ali 
fufie  giunto  iltèpo  del  partorire  ye'l  ^Polièdro dòuendòyfcire fi  trouaffe:  Poliedro  • 
dtfordinato >>  cacciando prima Hpiediyobe  late fiàjil 'che 'fi'c<rmeècontra^\^clt:' 
^órdine naturale ycofi farebbe  cagione. di  moftaltoffefaàlàmadrecbifo  ^^^nZi 
gneràcon  molta  diligenza  rimettere  déntro. là  prarte-vfciiay&fèlTàlle:  tamente  •  •' 
dro  è.viW)4ri%^rlacQfr{amati&paBà  nellctmtum  almeglioxhefì  po- 
trà?: 


j9i  DEll^CLO^lJt 

trà:mafefuffe  morto  )ò  veramente  non  fi  potere  in  modo  alcuno  rìentvà  g 
re ,  &  la  madre  penafie  troppa ,  farà  hi fogno  tagliar  col  rafoio  à  peT^o 
à  pe^o  tutto  quello  ,  che  farà  vfcito ,  ò  che  fi  farà  tirato  di  fuori  ,  acciò 
tfie  la  madre  con  la  propria  virtù  ejpulfiua  cacciandoli  rimanente  ri- 
manga  faina.  Ma^eper  qualche  impedimento  della  Tritura ,  ò  per  altra 
ingiuria  il  Tolledro  torcendo fi,&  riuoltandofi  hauefie  fatto  riuoltare,  e 
torcere  infieme  il  collo  de  la  madrice,fi  cederebbe  la  caualla  patir  gran 
diffi/na  angofeia ,  né  mai  requiare  ;  &  l'buomo  cercando  di  mettere  la 
mano  dentro  per  trouare  la  bocca  d'effa  m  ad, ice ,trouer ebbe  la  via  impe 
dita:  &- però  non  ci  farebbe  (peran^a  d'aiuto .  isfuuiene  etiandio  alcuna 
voltaiche  per  lo  sformo  fatto  nel  partorire ,  à  per  altra  violenta  cagione  F 
la  madrice  à  guifa  di  vnfacebetto  r  ouef dando fi,ef ce  fuori ':'Hel  qual  ca- 
fo  non  è  da  tardar  fi  à  rimediare,  perche  dimorando  all'aere  fi  viene  tal- 
mente ad  ingrofifare,che  pò f eia  è  difficile  à  rimetter  fi  ;  Subito  dunque  la- 
nifi  bene  con  vino  caldo  quella  parte,che  fia  vfcita,poi  con  olio  caldo  vn- 
tele  margini  della  natura,vengafi  lidiamente  con  la  mano  cbiufafirin- 
gendo,e  nmeitendu  à  poco  à  pocoyfin  che  del  tuttofila  rientrata,^  collo- 
cata dirittamente  net  luogo  fuo .  fndi  con  Una  fia  otturata,&  Jluppata 
ben  la  "tlatmaylcgadol  à  la  fommità  della  coda  alcune  cordette,lequali 
pafiando  di  fiotto  il  ventre  per  me^o  le  gambe  anteriori,  fi  faranno  ftar 
per  vn  giorno  legate  al  collo  ;poi  farà  bene  per  vna  ò  due  fiate  far  in  quel 
mede  fimo  luogo  genitale,  cliìleri  di  vino  bollito  con  a^rfjentio .  ^Affino 
Rimedij  narra,che  alcafeare  della  Madrice, bi fogna  far  difiendere  la  caualla  col 
al    dolor  ventre  insù;  &  che  penda  verfo  il  capo;  indi  fomentar  la  madrice  con 
dn4  ma"  m°l*a  ac(llia  >  e  pungerla  con  vn 'ago  fonile :poi  lauarla  con  vino  auflero 
in  cui  fia  bollita  feccia  d'olio  di  pari  mifura ,  &  olio  per  la  metà,e  feor- 
<^e  di  pomi  granati  :  &cofi  lauando fingerla  dentro  .    Fatto  quello  > 
mettaui fi  vna  ve  fica,  in  modo,  che  con  vn  cannalino  fi  pojfa  gonfia- 
~"re,&  legar  nel  capo,fi  che  rimanga  ben  cbiufo  il  fiato  ;  &  cofi  facendo 
reflar  di  dentro  e  fia  vefcicagonfiay  slringafiil  buco  della  natura  con  tre  g 
legature,di  maniera  però ,  che  l'orina  ne  pò  fi  a  vfcire;&  infondala  fi  vin 
nero  auflero  co  fiondi  di  lauro  abruciate,  lndipaffati  che  (ian  dodici  gior 
ni,dislegbifi  la  vulua,e  dislegata  ancora  la  vefeica  fi  tragga fuori,et  at- 
■R  aziona-  ten^afl  a  riflorar  la  caualla  con  buoni  àbi,&  con  ripofo.  Vegetiofcriuey 
mento  in  c'je  a^  dolore  della  Madrice  è  ottima  medicina  à  dar  beuanda  compofla 
torno    a  di  aloe  epatico  maslico,bacche  di  lauro,casloreo,  &  ammoniaco,triti,e 
prelagir*   £0///f  ;  con  yino,&  mele  in  vnpignatto .  Ma  poiché  à  diuerfi  accidenti , 
d'vna  ca-  h  abbiamo  f oc  cor  fo, non  farà  mal ,  che  fi  venga  à  ragionare,  come  fi  pojfa 
ualla.       fkrprefagio  di  quel,  che  vna  caualla grauida  baggiaà produrre  intórno 

àia 


<DEL  C^V^ltày    ilÈ.iìI.  ?pj 

£f  à  laqual  cofaHierocle  ci  afferma ,  che  s'ella  vicina  al  parto  fi  vedrà*  dal 
destro  lato  allargarla  forra,e  stendere  alquanto  la  poppa:  fia  chiaro  fé- 
gnoy  che  debba  mafcbile  partorire  >  come  ancor  nelle  Donne  fi  pub  affer- 
m  are, Che  basendo  la  mammella  defira  pia  [oda,  che  la  finiHra ,  èfegno 
diparto  mafcbio,percbe  il  mafebio  nel  defiro  lato  fi  genera  :  onde  al  de- 
firo lato  correndo  la  virtù  del  Mestruo  per  nudrirlo,  viene  in  quel  latoà 
far  fi  la  durerà. Tuojjì  ancor  a,fecondo  Vlinio,con  l'auttorità  d'africa- 
no conofcere,qualJe(Jo  babbi  a generato  ilCauallo  nella  fua  monta  ;  per- 
che s'egli  difnonta  da  parte  deHra,è  chiaro  c'babbixfeminato  mafvbioy. 
[e  da  finistra,femina;Uche  s 'ojferua  ancor  ne  iT  ori.  Onde  volendo  gli  E- 

Ti  gittij  dinotar  vna  Doaa,cbe  h aueffe partorita  femina,dipingono  un  Toro 

che  riguardi  à  banda  mancale  mafebio  ya  banda  deflra  ;  come  da  Oro  fi 

fcriue,&fi  conferma  da  l'africano,  ilqual  foggiunge  >  che  volendo  noiy 

che  nafca  mafebio,  facciamo  courir  la  Caualla  da  lo  Stallone ,  quando 

foffka  il  vento  <A]mlone;fe  fé  min. tonando  l'*Aufiro,  perche  i  venti  ^ìu 

strali  e 'fendo  c.dd.ffim,e  di  gran  fpirito(come  <Arifiotele  dice)  per  la  vir 

tu  delnfol  iere  %nu  lageneratioi  fieni  lile  ,  &  fi acca,  e  timida  ;  ouero 

perche  fpirandol'  <A  uJlro  ;l'  bumor  deltenper  amento  fa ,  che  ilfemepiic 

refìibumido  ;fi  come  l'bunor  più  largo  più  tardi  fi  rende  crajfo  :  Ma  i  ve 

ti  Sette-itrionaU  con  la  lorfredderja  ristringendo  il  calor  del  fé  me  ,  /'/ 

C  rendono  più  pe,fetto,fi  che  m  ifcbile  fi  procrea,  animo fo,  &  forte  ;  come 

afferma  jL Iberto  Magno .  Teròfe ben  no  foffi.ijfe  la  Tramontana,giouerÀ 

pure ,  chela  cavalla  neTatto  del  coito  fi  faccia  fiar  e  )n  la  faccia  riuolta 

dquella  parte  .  (alamela raccolta ejfere  fi  vta  fenteaxa  di  7)emocritoy 

molto  approuata ,  che  legandoti  ilfinistro  te  Nicolo  dello  fi  adone  con  vn 

funicella  di  lino  o  con  altro  legame, qn  ilunq  -ie  fi  fia  ;  fi  genera  ma febio;  jvfodo  da 

legato  il  deflroyfemina  :  &  ciò  poter  fi  ne  gli  altri  animali  ancora  fare  a  f^rparto- 

nofiroarbitrio:ComenellaCalauriavfanoi  pallori  per  far  avnelle  ;  &  rlrer  h°r 
i  ì       iì        /'  j  •/    ìi-  i  ,ir  i    malchio 

la  ragione  e  quella  ,  che  poco  dinanzi  haboiamo  tocca ,  che  Ijeme  con  lo  j^or  femj<- 

nfpirito  generante  corre  alla  parte  che  retta  fciolta  ;  &  ini  accoglie  il  fio   ne. 

vigore,  il  famigliarne  è  mila  madre ,  che'lfeme  cade  alla  destra  parte 

della,  aadrice,  vi  fi- genera  mafebio  :  efiendo  quel  luogo  il  più  caldo  :  & 

operando  alla  generatone  delmafibio.il  caldo-:  t^ltri  dicono  >  che  fé' l 

feme  del  padre  predomina ,  ,&  au&ixail  materno  ;  ne  viene  il  mafebio 

&  cofi  ali incontro  ,  filtri  fono  d'opinione ,  Che  facendo  fi  la  Giumenta 

courire  tre  giorni  innanzi  al  plenilunio  yfìirà  mafebio  :  efemina  tre  da- 

poisJMafoura  tutte  queste  cotali  circostante  importa  quello,cbe  „-€ri- 

ftotele  fcriue-yche  tutti  gli  animali  nella  prima  giouane^ra,  quando  il  ca 

lore  ancora  non  è  perfetto  >  feminiliy  &  picciole  forme  fogliono  genera- 


re;e  parimente  netta  vecchiezza  y  per  lo  mancamento  di  quello  :  con  ciò  J 
fta  cofay  che  i  corpipiùhumidiy  e  più  deboli  più  toSio  producon  [emina  : 
&  in  effetto  per  lo  generar  dei  figliuoli  fi  ricerca  nel  coito  iena  certa 
moderatione  di  calore  >  e  dihumore  >  fi  che  l'uno  nonfupen  l'altro  :  non 
altrimentiyche  fi  fk  nel  cuocere  delle  co  fesche  fé 7  fuoco  è  troppoyabruciat 
Stallone  fe  manca&onfà  il  douerey  che  fi  richiede .  Terò  hifogna  efferelo  italio- 
ti C<fibba  ne  ^'et*  me7iana>c^e  "enfia  vecchio  né  troppo  gioitane-,  contra  Vvfan%ct 
hàuere-     di  coloro,che  nelle  ra^ze  mettono  i  Caualli  più  vecchi)  ò  pur  infermi ,  in 
cui  manca  il  feme  ;  hauendo  folamente  riguardo ,  che  fiano  fiati  buoni 
in  giouentù,  e  di  buona  profapia  ;  ma  confederando  >  che  oltre  il  dar  del- 
la  doppia  fatica  alle  giumente  in  queW atto  Venereo  yalqual  fon  tardi;    » 
m.        fanno  figliuoli  di  rea  compie >ffione>e  poco  agili  ;  E  già  chiaramente  fi  ve-    " 
de  quel  cheHFilofofo  fcriffe  di  quelle  due  eta\che  nella  vecchiezza  do- 
mina la  freddezza  y&la  feccità  ,  che  fon  cagion  della  morte-,  nella  gio- 
uentùl'humiditàfé 7  caloreyonde  procede  la  vita .  Ciò conferma  Eliano, 
dicendo  i  caualli  attempati  fari  Tollcdri  in  tutte  altre  co  fé  deboli  £  ma 
principalmente infermii piedi.  TeròilVoeta  eommanda,  che'lcauallo 
venuto  a  vecch'iexjayod  à  qualche  infermità,  fi  rinchiuda  in  e  afa  y  defii- 
nandoloyad  altre  mafferitiey  &  vffici  domestici  ;  che  ad  vfo  di  guerre  >  o 
fernet  ofi  dicendo . 

Freddo  in  Venere  è  il  vecchio;  e  indarno  trahe  4 

Già  l'ingrata  fatica  ;  &fe  talhora 

enfila  battaglia  vien  ,fi  sforza  ine  affo  y 

Come  gran  foco  in  fet  chi  colmi  accefo. 
Et  à  quello  propofito  fa  quel  verfo  d'Ouìdio  ;  ilqnal  dice  ► 

jl  Venere  conuien  la  ifteffa  etate 

Chetien  le  forze  à  Marte  appropriate . 
Indi  fi  fece  quel  prouerbio  appògli  antichi;  e  he  efìendo  vfan%ayi  caualli 
invecchiati,  e  difutili  precipitai fi  in  qualche  foffo\&  co  fi  vna  donna 
già  defiderata  da  moltiypoi  che  la  bellezza  co" gli  anni  è  mancata/olerfi    . 
daogn'un  fchiuarediceana.  Lavecchiayqualcauallo  yl>[elfoffofarà  il  H 
ballo .  Mapiùdolce>&  conueneuole  efiempio  è  ìjueUo  ,  che  da  Cicerone 
s  addncejlqual  volendo  deferiuere  fvltirna  età  di  vn  grand  huomo,  che 
molte  gloriofe  opere  in  gioueritùh  abbia  fatte  y  fi  feria  di  quella  bella  comi 
$aratione,che  fé  l'antico  "Toeta  Ennio  in  quegli  ver  fi. 

Come  il  forte  Caual  yche  riel  fupremoj 

Sfatto  fouente  già  in  Olimpia  vinfe  ► 

Hot -di vecchiezza  fi  ripofa  oppreffo  .. 
Vr?  altro  frouerbio  daTlatòne  fi  nar^che  Ibico  Torta  hauendo  vn  co* 

Hall* 


DEL    C  jtV  AllQy    Lì  B.  Ili,         t>? 

'jl  uallo  Rato  già  fumo fo  corfìere,  ma  all' bora  inuecchiatoye  Banco  ;&"W 
lendolopur  traponere  alla  conte  fa  de*  corridori  ;  colui  rifiutauain  ogni 
rhodo ,  come  quello  >  che  altre  volte  bauea  prosata  il  meHkr  di  sì  fatto 
giuoco;  onde  ridendo  il  popolo  circondante  ,  egli  leuatofi  difie  il  caualla 
èfìmile  al  padronesche  ancor  io  nella  vecchie-^ra  fono  flato  coHreto  ad 
innamorarmi  ;  ma  e  fa  meglio  àfiarfifaldo  .  Et  à  quesìo forfè  allufe  > 
Horatio  quando  difle . 

■  >  .  .      Se  tu  ben  faggio  feitoflo  difciogli 

'fi  e aual  vecchio  > acciò  che  al  fin  non  pecche 

Stiri  i  fianchi  :  ond  'altri  il  rifo  inai %ì . 
B  Còfi  ad  vno ,  cheper  mancamento  di  forze  y  o  d'età)  non  voleffe  por/i  ad 
imprefa  pericolosa ,  II  Canal  d'ibìcoyfi  diceua  ;  benché  da  l'altro  canto ,, 
quando  alcuno  con  tutta  la  vecchiaia  fuffe  gagliardo  d'animoy  <&•  inge- 
gnofo  prouerbialmente  fimile  aUauallo  di  Sofocle  fi  appellaua  >  &  per 
metafora. intendendo  com&cofa  £queftre>  &  alta  lojìile  della  Trage- 
dhtyrifcetta  alla.baffe'^xadellaComedia,  quafifedeftre;  fi  come  pur  Ho 
ratio  diffe  efpreffamenté ,  ■  ■■■  i  . 

Etto  ferino  r  de  le  Tragedie  fuole 

Talhor  doler  fi  col  parlar  pedeflre . 
Concio  fia  co falche  Sofocle^ fecondo  Celio)efìendo  già  veccbio,&  accufa 
^  to  da'  fuoi  figliuoli  per  maitoycompofe vna  Tragedia  perfetti/firn  a}d  imo 
firando  comeflaua  ancora  ne" fuoi  fornimenti  al  tutto  intero  .  Ma  vera-    fo- 
rnente lagiouanc^ac  atta  al  generare;  &  accréscere  la  Mafseriaypri-  nezza  at- 
ma  chegiuga  la  ve-ccbiezjraytUtta  d'affanni  e  di  morbi  piena:  co  me  Vir.  ta  alla  gè 

In  tantoy  mentrey  eh* alle  greggie  attan^  dice,  neratio— 

La  lieta giouentà  >  difciogli  i  mafehi  : 

Manda  primiero  a ì  Tener  gli  animali  y 

Da  V  vna  prole  lor  l'altra  accrefeendo . 
iJMerauigliomi  ben  di  quelyche  Arifiotele  fcriuey  che  ad  ognìfìallone  fi  A  lo  ftal- 
^  poffano  dar  trenta  caualkyò  poco  più;  e  di  quello  altresìyche  fi  racconta         nalle 
da  HerodotOyche'lBj  di  Babilonia  altra  icaualli  desinati  alla  guerra,  far  fi  deb 
tenea  ottocento  ftalloni  tra  fedici  mila  caualle;  dando fene  venti  per  vno  bono. 
alla  monta  :  eccetto  fé  confederiamo  y  che  in  quei  tempi  le  compleffioni 
fufs  ero  più  gagliarde .  Str  abone  fcriueyin  vn  luogo  diasfpamianella  So^ 
riaycommodijfimo  à  nudrir  caualli  :  &però  Hippotrofio  nominato;  fo- 
ler  tener  fi  trenta  mila  caualleye  trecento  stalloni ,  dal  che  raccoglie  Ce- 
lioyche  fé  nefufferò  afìegnate  cento  per  vno;  ma  perche  tal  numero  è  ec~ 
ceffiuoypotrebbe  effety  che  ò  Vvna  ò  l'altra  partita  fi  fufie  da  leggere  di 
tremila^  fi  che  diece  per  ciafcbedttno  toccate  ne  fofsera .  Tliniodiceynon 

2^    2  darfene 


toó  t>  E  IL  Jt     C  LO  ^1  jt 

darfene  più  di  quìndici .  Varrone  induce  Lncienofhr  mendone,  che  ad  £ 
ogni  diece  caualle  fi  da.ua  vn  ftaUone  :  T^lladio  drittamente  dichiara 
non  poter/i  à  tutti  dar  norma  di egual  numero  ;  mafecondoil  vigor  del 
tnafcbio  ;  co  fi  efferda  darfìi  maritaggi ,  òpocchi  h  molto  ;  e  quesia  au~ 
uertéra gli  jh'à  durabili  più  in  vita.  Tur  ad  vn  camallo  giouane,edifar 
^ra  e  di  difp-ìfttione  eccellente  non  più.  di  dodici ,  ò  quindici  giumente  fi 
fon  da  dare  ■  à  gli  altri] econdo  la  lor  qualità  ;  peniti  fi  co  me  non  fo  • 
no  tutti  eguali  di  corpi ,  cofi.  anchs  non  fono  tutti  di  for%e  eguali .  Co  - 
lumelli  dice ,  efìer  ballante  v?io  flallone  à  non  manco*  di  quindici ,  né 
più  di  venti  :  &per  effere  dì  tanta.  fuifiden^a  ybifognare  che  fi  corro- 
bori prima  con  largo  cibo  ,  &  che  s'ingrajji  con  or^o  >  e£*  certa  forte  di  P 
Stalloni  legume  chiamata  Erao,ò  da  altri  Qroboy  ilqual  ejfendo  vnopoco  brutto* 
cuado  da  laf0yfarà  migliore. xAnatolio  vuoleyche  i cauallì;iqualifon  da  darfi  alla 
monta    *  montay  fi  debbono  cinque  mefi  innanzi  mettere  in  diparte  dalle  f emine  > 
&  fortificar  fi  con  fromento,  &  acqua  y  oxefìa  macerato  fior  di  farina  jjr 
accioche  con  takfoReht amento  fi  troufno  forti  alle  funeree  imprefe  : 
perche  da  padre  magro  ,  e  debile  non  potriano  fé  non  inualidi  >  e  fiacchi 
figli  progenerar  fi.  Di  ciò  parimente  Mar  arie  ci  ammonifceydicendo>  che 
i  faggi  padroni . 

.   Stan  diligenti  al  tempo  y  eporgoncnra       ! 
TiìfuY  ben  graffo  quei ,  cbefcelto  bar  anno 
Ducey  e  marito  alla  lor  Ha^ga  ?. <&■  herbe 
Fiorite  yèifàrriye fi efche  acque 'gli  danna  ;  : 
Si  ctìeì non  venga  meno  al  dolce  affanno  t 
J^è  del  digiuno  di  lor  padri  i  figli 
B^endan  fem  bianca  >  mal  difpofii  nati. 
Etveramenteyquantofia il trauaglio  de glijialloniyft può confiderare  da 
quella  ragioneyche  rende  i'^4 frodi fèoy  perche  il  cauallo  dopò  il  coito  non 
dimora  ad  orinarci dicédoycbe  ciò  fi  caufa  dafàticayperciochel'buniore 
d'vn  corpo  affannato  fcende  à  lavefcìca  ;  e 7 cauallo  fi  viene  molto  ad  ,. 
affannare  per  la  graderà  di  fé  medefìmoy&  per  lo  sformo.  E  da  tener  fi 
dunque  lo  fìallone  molto  tempo  innanzi  la  monta  fen^a  noiofa  fatica:  ria 
però  fi  a  da  lafciarftìn  ocio  totalmente •;  ma  co  moderati  effercitij  da  ricre 
arfi  più  tofloyche  da  affanarfì .'perche  la  fouerchia  fatica  difìecca  l burnì 
ditàydebilita  la  virtù^  voti  gli  ff>irìti(ceme  il  B^ufio  dice)lequai  tre  co* 
Seme  ài  fé  fon  necefiarie  al generare ;et  fouercbio  ripofo  genera  molte  fuperfluità 
Clie  rì  a   &himwigra:iiy£catarrofìymdeilcalwntturalefidebilkayelfe^     ari 
neraiiofL  QOra  v^ene  &  raffredarfiytal  chedalfouerxhio fireddoyet fouercbio  humido 
jpe.        Seguirebbe  iafteriiitd)ò  ^enerationealmenfemimle>annullad(h&  appri~ 

mende 


DEL  CJrjttlÒy   LlB,  Iti.  Ì97 

*Jl  tkendo  il  calore,che  ha  Upotettà,&  vfficio  d'oprar  il  tutto  ne! genera- 
re; fi  come  auuiene  del  troppo  caldo,  e  troppo  feccQyche  abruciando,e  de* 
struggendo  l'humidità,  impedifcono  la  materia  dampliarfì .  Vero  bifo  < 
gn.ndo)  che  ilfemefia  temperato  ,  temperatamente  farà  da  effercitarfi 
lo  H  aliane;  per  eh  e  il  moderato  ejìercitio  delia  il  calor  naturale,  aiutado 
la  virtù  digeftiua,e  confumando  la  fuperfiuità:&  fortificagli  jj>iritiy<&m 
le  virtù)Onde  il  f angue  viene à  tro  'tarfi  più  temperato  ,  &piu  puro  .  Et 
cofi  temperatamente  ancora  farà  dafhrfigrafio,  perche  la  materia  effen 
dofouerchia  >  irapedifee  il  calore  ,&la  virtù  dif cretina  a  purificarla  ,  e 
dar  la  forma:  &  nel  meglio  della  fuaoperatione  lafcia  opprefio:  all'in- 

*%  contro  efiendo  poca,non  è  bajlante  alla  generatione ,  che' l  calore  non  ri- 
troua  il  f aggetto  à  fé  conueniente  \  &  cofìper  l'uno,  come  per  l'altro  ec- 
cejfoyfnolti  morbi  naturali  ne  vengono.  Cociofiacofa,che  per  lo  fouerchh 
della  materia,doue  four  abbonda  lo  fperma,  elfangue,  fifogliono  i  mé- 
bri  accrefeere,  ouer  informa ,  quando  alcuno  eccede  nell'animale  la  fua 
donata  proportione;ouero  ianumero  ;  nafeendo  con  due  tesle ,  o  con  due 
codé:&fomigltmti:fi  come  fkn fede  alcuni,dihauer  veduta  vna  canal- 
li  con  fei  piedi:  de  i  quali  i  due  fopra  naturali,  quantunque  piccioli,  eran 
composli  ih  meyo  delle  pallore ,  dietro  le  gambe  anteriori  :  <#*  venendo 
Federigo  ter%o  Imperatore  a  vìfitare  in  Tripoli  il  Bj  ^Alfonfo  primo ,  di 
féi  piedi  portò  vn  cattallo .  Talhora  sì  fatta  abbondane  ,  ò  del  femt 
àelmafchio  ,o  del  f angue  della  femina,  onde  s'informa  e  genera  l'a- 
nimale, viene  a  corrottione-,  pero,  chelnudrimentofia  corrotto  dentro: 
onde  tal  corrottione  non  trasformando  fi  in  materia  delle  membra ,  co- 
me cofa  non  naturateci  trasforma  in  mali  bumori,  che  producono  Scro- 
fole, Iarde,  (falle,  &  altri  mali.   Quelle  vnguette  che  nelle  ginocchia  s       ■ 
nella  parte  di  dentro  fogliano  nafeere  ne  i  caualli  fuor  de  l'ordine  nati*-  r0tto  ^e- 
tale,  fumano  alcuni  caufarfi,  che  flando  ilToHcdro  nel  ventre  materno  nera  Scro 
co' piedi l'vn  con  l'altro  congionti  (come  tarlatura  ha  prouisìo  ,per  f°le>&^ 

sfarne  capace  il  luogo)  quella  parteyloue \l'  unghie  fi  fermano,vien  tal  noi 
'  ta  a  conuertirfi  in  quella  durez^a^i  che  l'unghie  confislono:  la  qualfu- 
per fluita  nondimeno  non  è  difutile  :  potendouifii  piedi  fen^a  altro  nocu- 
mento della  gamba pofare .  tJfyCa  per  mancamento  di  materia  fuol  au- 
uenire,che  l'animale  nafea  manco  di  qualche  membro,  ò  in  tutto  ,  come 
nafeendo  fen%a  orecchie,  ofenya  occhi ,  onero  in  parte ,  quando  il  mem- 
bro non  è  fecondo  la  fua  naturale,  e  douuta  forma  compito,come  nafeen- 
do con  vnteflicolo  ;  o  con  l'vno  minor  de  l'altro  >  o  con  vna  gamba  piu 
corta;  del  qual  difetto  fi  chiamano  dislumbati;  parendo  che  nel  camino- 
re  illumbonereftiojfefo .  Tuote  ancora  auuenire,che  trovando  fi  la  ma- 

*  K    3         teri* 


i$2  Ì>ÌLLJ.G10\1*AL 

teria  co  fi  del  mafchioy  come  della  f emina  di  egualpofsanxa  nella  loro,  g 
attione^e paffìone;  <&-  ogni  vna.inte udendo  produrre  lafuajpeciedi  ma- 
niera >  che  la  virtù  formativa  non  bafiaà  determinare  qual  fia  il  pia 
H  poffente  ,fe  ne  genera  l'animale  indeterminato,&  incerto  tra  macchio  y 

froditoco  e  f eminai  che  fi  chiama  Rermafrodito  :  ftcomeTlinioè  teflimonioy  che 
me  fi  gè-  T^erone  Imperadore  fé  tirare  il  carro  fuo  da  certe  caualleRermafrodi- 
nerJ'         te >  che  in  Tre  ieri  della  Belgica  Gallia  ritrovate  s'erano;  parendogli  va- 
go jhettacolO)  che'lTrincipe  delle  terre  foura  portenti  veduto  fofie .  <ssi 
quesli  s'aggiungono  quegli  altri,  mancamenti  della  Tritura,  quando  el- 
la errando  nel  form^reja  nafeere  l'animale  con  le  membra  torte)  o  non 
collocate  al  luogo  debito  .  Di  totali  MofìriTlutarco  narra  molte  ra-  P- 
gioniyche  Empedocle  giudicaua  far  fi  o  per  mancamento ,  o  pur  fouf  ab- 
bondanza delfeme,  o per  turban^a  del  commouere  :  ofe  quello  in  più. 
parti  Q  fofie  diuifo,o  trauiato  .Stratone  due :a>o  per  ac  cref cimentoso  fc  e  - 
mamento  j  o  truffo fitione.  >  o  gonfiamento .  a^itri  per  la  medrice  y,  che 
fofie  torta  in  quel  tempo  ?  lofpinto  difendendola)  altriperindifpofitione 
della  materiato  per.  infliifio  dicorpi  celefli  ?  che  fono  agenti  vmuerfali  >, 
May  quando  la  materia  e  temperata-.effa  natura  liberamente  per  tutto. 
&  egualmente. viene  temper  andò. T  ero  temperato  conuienfi  efiere  il  nu, 
drimento->e  temperato  ancora  lo  effercitioi.ilche  s'intende  di  quelli  aldo- 
ni  che  fi  tengono  in  e  afa)  i  quali  poffixmo  ad  ogni  noUro  piacere  ejferci-  q 
tare  ;  perche  quelli  ;  che  fi  tengono  ne  gli  armenti  )  fempre  fi  trouano  per 
fé  flejjì  in  qualche  moto  di  efertitio  .  Tutta  via  confederando ,  che  per 
far.  vna  forma  sì  grande  ,  è  neccjfaria  molta  materia  -..onde  più  tosìofi 
può  pece  are  di  mancamento  ycke  difotierchio  ;  il  generale  conftglio  è 
che  lo  slallone  s' ingraffi  con  abbondanza  di  quelli  perfetti  cibi)  che  pia 
fon  propriij  alla  natura  de  icaualli. Galeno  diceyeffergioueuole  àgli  fìat 
Cofe°i&,  l°n*  ^ar  l°r0  il  becere  à  mangiare ,  perche  incita  à  Venere)  è  genera 
ueuoli  al  molto  feme •  >  &  con  le  foglie  di  Tributi  fcri-te  Tliaio  ingraffarfi  in 
lo  lhllo-  Tracia  i  caualli.  Cjiouerà. ancora  per  tal  effetto  fpsffi   melargli  à 
nc*  bere  a  correnti  fiumi  )  sìper  effercitioj  fi  perche  l'acqua  fluviatile  fóura  Hi 

Acqua  tutte  ^a^r€  è  grata  a  i quadrupedi ,  effeclalmenteal  cauallo }  ilqua- 
pìoua  na    le  auuenga  che  fecondo  ^Arifiotele  fia  baslante  a  tolerar  la  fete  infine 
grata     a'  a  quattro  giorni  y  tuttauiabeue  afsaiffimo:  e  fommamente  del  bers'in- 
caualli .    graf$.i:fi  che  tutto  il  piacere  y  e  ha  dèi  mangiare ,  non  è  per  altro ,  che 
per  l'vfo  dell'acqua  >  che  affettano  alla  fine  :  onde  per  manifesìo  fegnoft 
puòaffermareycbe  quelcauallà)  che  manco  il  bere  fthifayè più  appeten- 
te del  cibo,  e  più  pienamente  sy  ingrafia  .  £ofi  dunque  foura  ogni  altro  y 
dilettando  fi  deW  acqua  ^Thilolntra  <&  Thylidrofu  da  Greci  appellato^ 

dà. 


DEL    CUV  JLlLOy  LI  B.    ti  II  *$$ 

!ji  ciò  è  di  bagnì,e  d'acque  amatore:  &però  reggiamo  grandemente  raUe- 
grarft  quefìi  animali  delle  campagne  di  molti  riui  inaiate  ;  delle  palu- 
di ,  delle  quali  dìceuauo  Hippolutra  quella ,  ch'era  destinata  al  lauare 
dei  Caualli .  Ma  le  giumente  ^Aristotele  ci  ammonisce  ,  che  fi  guardino 
dal  bere  dell'acque  crude ,  e  troppo  fredde ,  perche  ò  le  rendono  Herili  > 
è  di f emine prodiXtrici  :  ne  fi  deurà permettere  ,  che  vififermin  dentro  i 
Tolledri  teneri  ,  perche  molte  infermità  dlor  nerui  quella  fredderà 
potrebbe  indurre .  Et  sì  come  gliflalloniè  bifogno  trouarfi  alla  monta 
graffi,  &  allevati  ;  co  fi  parimente  è  di  meflieri,che  fi  trouino  leCaual- 
le  esercitate  :  accio  che  con  maggior  attitudine  di  riceuere  ,  e  ritenere  il 
B  fèrne,  incontanente  s'impregnino  ;  ma ,  quanto  ali  h abitudine  del  cor- 
po, magrette  più  tosio,  che  troppo  grafìe  riebiederanfì  ;auuer  tendo  fem- 
pre ,  che  l'unoy  e  l'altro  fouerchio  di  pari  offende  ;cagionandofene  aborto, 
ò  parto  picciolo,  e  più  debole;  perche  dalle  troppo  magre  non  fi  può  ri- 
ceuere il  debito  nudrimento  :  &  nelle  troppo  grafie  non  fi  può  ben  dila- 
tare la  materia  informata.  Quefìa  neceffari  a  preparatone  syef^rimt 
nella  Georgi  e  a  in  queìli  verfì . 

Quando  i  diletti  vfati  il  tempo  inulta, 

Lorfi  neganlefrondi  &  le  fontane  , 

Jtnri  fi  fanno  al  corfo  andar  fouente 
C  ^Affaticate  fotto  il  Sole  ardente  ; 

*jtytentre  su  l'aia  fi  raccoglie  il  grano 

La  paglia  ah andò  à  Zefiro  forgente 

Ciòfàffiyi.ffn ,  che  per  fouerchio  luffa 

Al  campo  genitaìnon fi  riflringa 

Il  pigro  folco  ;  &fi  rintuzzi  Vufo  j 

tJtyCa  fttibonde  à  fé  Venere  cara 

Traggati  ripoft  a  al  più  prof  ondo  feno* 
Ter  lo  qual  effetto,  y olendo  alcuni  feemare  ìfouerchi  humori  alle  Glume 
j.   te  desinate  alla  monta,fknno  loro  cauar  delfanguècma  Veffercitio  è  pia 

lodeuole;però quella  mentione  dell' Aia,che  dalToeta s  e fhtta,non  tan-  huon^at 
t  o  è  slata  per  diferiuer  l 'bora  de  l'esliuo  meriggio  iquanto  che  nel  più  cai  ja  tritura. 
do  fi  do  uè  fi  ero  fare  affaticare  ;  ma  fi  potria  ben  propriamente  intendere 
che  fi  metteffero  all'efiercitio  della  tritura ,  fecondo  l'ufo  di  molti  luoghi, 
majfimamente  Oltremontani,giàda  Verrone  accennato,che  vittouaglie 
dice  in  alcune  parti  batter  fi  colè  ma^je:  in  alcune  feognarfì  co'  fa/fi  per 
foura  tirati: in  alcune  con  le  pedate  delle  (aualle  menate  per  Vaia  in  giro 
con  molta  fretta .  Et,  perche  fogliono  e  fiere  alcuni  flalloni  tanto  luffurio- 
fiy  &  furio  fi,  che  fteffe  volte  gitaftano.  le  Giumente ,  &  iTolledri;  Co~ 

^    4        fornello. 


Caualle 


H>«  b  £  l  L  i4    G  l  0  IH  A 

.  luìnella  c'*nfègnaycbe  queHi tali fi  leghino  da  vnamol sfacendo  tory  al- 

Stalloni  &ere  ^  m°hno>  cfaticarfi  pertanto  ftatio>cbe  lorpaffila  bì^arria  ,  ben-  *" 
troppo  li.  che  per  minor  pericolo  di  lor  corpi  a  me  parrebbe  y  che  a  fatica  più  con 
bidmofu  uenenole  desinandoli  conpin  dolce  rimedio  >  fi  toglieffe  loro  (fecondo  il 
precetto  di  Cicerone)  alcuna  parte  de  i  cibi  vfati,e  deUecare^e,  Ma  e- 
Riltora-  gn  piu  fpejjo  auuiene,  che quefii  miferi  animali  lungamente  trauagliatiy 
ftalloni.  a^  aYrlC('hì>re  l  altrui  ra-zje  con  larghezza  del  loro  femefi  ritrouano  bi~ 
fogneuoli  dì  rifioro  dopò  la  monta  ;  &  non  bauendo  padrone  grato  ad 
hauerne  cura)  fàcilmente  verrebbona  affatto  meno  ,  il  che  non  conuenen  • 
do  fi  in  conto  alcuno  ;  chi  vorrà  con feruarli faniyripar andò  à gli  humoriy 
che  concovreffero  ad' opprimerli,  deurà  loro  da  l'ima ,  e  dal'  altra  banda  » 
del  collo  cattar  J angue  tanto ,  che  fi  reggiano  i  tefticoli  ritirati  al  luogo 
loro,e  di  quel  f angue  mefcolato  colfang'ie  diiyragofBolarmenoyfarinay 
aceto  ,  &  vena,  empiaHrarli  tutti  di  membro-in  membro  >  fuor  che  nei 
collo,&  nella  tefta;poi  nelle  islejje  parti  imbracciarli  e  courirli  bene  con 
tela  groffa  appuntata  di  su  ilgarrefe:  con  le  braccia  cacciate  fuori  ;In? 
di  per  alquanti  continola  dì  bagnando  quelle  veHi  con  lifcia-rfr  aceto  te 
pidi,fi  che  loflrettoiofi  mantenga  humido,fi  terranno  impaflorati  in  tua 
go  caldo  con  buon  gouerno  y  cibati  di  tenere  cicorelle;che  cofì  rifatti  ,  & 
ingrafiuti  dureranno  à  fenàr  gran tempo,non  pur  in  caualcare,main  ef- 
fere  canale  ati.&a  l'altro  canto  non  minor  diligen?a,&  cura  fi  è  da  ha-  Q 
uere  dellclor  mogli  rimafe grauideiauuertendo  ,  che  non  vengano  à  pa- 
tir fame  y  neà  troppo  empir  fi  \  ma  conperfetti  cibi  nudrite  fumo,  <&  non 
tentate(come  ^Anatolio  ci  ammonifce)conmntatione-  diherbaggi,ne  in- 
fettate con  nouitàd'infolite  acque  :  perche  da  l'oggetto  delle  cofeftranie- 
re  facilmente  l'aborto  fi  fmlcontraher e.  Deuranfi  elle  tenere  di  fiate  in 
Colline,ò  praterie  ombrofe ,larghe,frefcbe,  abbondanti d'berbette tenere 
più  tojloyche  lunghe; e  d'acque  buone,  correntì-piov paludose  :  Di  verno 
pur  in  ottimite  graffi  paf chignon  dì  campagne  aperte,me  difelue  rinchht 
fe:d' aere  temperatole  di  fito  aprico  (fiche 'il  fol  vi  diffecchi  ogni  vapor 
maligno  co'  raggi  f noi  )  non  foggetto  aventi  freddi,  ne  tanto  afpro  di  B 
f.iffi  b  slerpi ,  chefaceffe  lom difficile  ilpafcere  ,  el  caminare  ,  ne  tan- 
to molle  di  terreno  y  che  l-  unghie  nonfentendo  ^fpre^a  alcuna  >  fé  ne 
veniffero  ad  ammollire  .  liberto  ci  ammonifee,  molto  riguardo  douerft 
battere ,  che  fotto  buono  y  e  temperato  clima  fa  tenga  la  ra^^a  ;  perche 
oltre  alla  benignità  de  'pianeti ,  da  quello  procede  la  bontà  sì  dell'  acque 
&  sì  dell 'herbe  >  nelle  quali  confile  l'alimento  import  ami ffvno  à  gli 
animali  -,  <J%Ca  fé  per  auuentura  perla  freddi  Hagione  mancaffer 
Ì/herbe  ;  allboraft  mttam  al  coperto  inlnogo  netto  y  afeiutto fenjg 

dettivi 


'DEL    Qar^fLlO,  LI  B.  111.  .tot 

*  alcuna  bumidr.à  ecaldo  >  con  tener  chiufefe  fìnefìre  >  e  porte  :  &  non 
già  stretto  >  che  luna  CauaUa  annoiale  V altra  >  è  che  tra  lorohauef- 
fero  à  combattere  :  perche  da  fi  fatti  dif agi,  econtefe  ,  e  da  ogni  fo- 
ucycbia  fatica  fi  potria  cagionare  abortiuo  parto  >  nonfen%a  pericolo 
delle  madri  :  Terò  vi  fon  da  faretra  loro  i  ripartimene  :  gittandodi 
fotto  •  abond ante  paglia  >  in  cui  pofino  mollemente  :    cibandole  del  fieno 
-verde  minutato ,  che  loro  èfoauiffimo.  St , fé pur  nelle  fiaìle acca- 
dere di  partorire,  può  cibarfidiberba  verde  tagliata ,  ò  di  fieno  fecr- 
co ,  ò  d'orbo  macerato  rò  d'altri  cotali  cibi  leggieri  y  e  foHantiofi y 
abbeuerandole  d'acqua  fiefca  due  volte  il  dì  :  comefifkdsiQaualli.   cauane 
2J    Oltracciò  in  effo  tempo  della.  pregne7%a^[n  atollo  ci  ammonifce  >  che  pregne 
non  fi  debbano  faticare  y  ne  esercitare  in  opra  alcuna  ;  efiendo  ingut-  "°p  fi ,af- 
Jka  cofa,  che  di  due.pefi  e  dell' òpra  y  e  del  ventre  fo fiero  aggravate,  y}*11™100' 
ile  he  conferma-Virgilio  dicendo,.  • 

J^iun  comporti ,  ch'elle  i  grani  gioghi 
.  Tirino?  carriy  ne  che  faccian  lunga 
■    Viaggio-fi  frettolofo  in  folti.  >  e  in  fuga  s 
,  ^onfifaccian  varcar  fiumi  rapaci  , 
.      Ma  tra-  vaghi  bofthetti a  pafeer  ?neffe 

(jodafto  accanto  all'acque,  efrefeoe  >  e  piene.' 
C  ,  L'ombra  foaue  della  verde  riua -y 

Da  cui  difenda  i  rai  pendente  faffo. 
Trouafi  prefj.o  al  fila  ro  vn  'acerbo , 
Et  ajpro  animaluccio.y  zaffilo  detto 
La' Romani,  8firo.in.Gr  e  eia  :noiT  affano 
Diciam  :  da  cuigli  armenti  han  tanta  noia-y 
Che  fpauentati  fuggon  perle  felue. 
Empiendo  l'aria  di  muggiti horrendiy 
Con  queflo  mostro  disfogò  il  fuo  sdegno 
Giunon  cantra  la  miferagiouenca , 
Cul  9i°ue  delfino  amor  degnata  hauecL. 
Tu  cotal  pefle  dunque  attento  f caccia 
(Che  in  me^o  delfcruordeldìpiuinfejla  ) 
Balla  gravida  greggia  r  e  quella  fuori 
Fàycb'efica  allhor  che  ffiimta  il  S,ol  nouello7 

0  quando  ei  callaie  dà  luogo  alla  notte .  Tem  po- 

,  Et  certamente  queft'hore  della  matina,e  della  fera  fon  oportunealpafce^J2^  P*^ 
,  re,non  tanto  per  ifchiuare  effi  tafani  yquanto  ancora  pertrouare  pìkfre-  ^^ pr&^ 
fehel,herbeymdepmnHdùraento,)&vtUeftrk^e.)chedalle.calde:  tra  gne 

le  quali 


Voi  "D  &  1*  t\X    (5  Z  Ó  %fì  jt. 

le  quali  è  da  auuertirft,  che  non  fiano  delle  cattine,  come  la  Gentlanà  ,la  g. 

Ferola,  &  la  Coffa,  che  nonfolo  aborto poffono cagionare ,  mail lor 
veleno fo  cibo  facendo  diuenirla  cauallatuttaangofciofa,  balorda,  &  in 
focata  facilmente  la  mena  a  morte ,  fé  prettamente  non  fi  rime  dia: preti" 
dendo  radice  di Mortella  ,  Cjalanga  I{adano,S pica  nardi ,  e  cartella  con 
vino  &  acqua  vite ,  le  quali  infume  fecate  atforno,e  ridote  inpolue ,  le 
fi  daranno  à  bere  in  vin  perfetto  convn  poco  di  mele,  e  d'olio  ;  purché 
la  Lun  a  non  fi  acre  ferite ,  & ,  quantunque  la^iumentatteffe per abor- 
to, ò  per  partoinf erma ,  ferine  (plumelladeuerlefiperìo  corno  dare  a 
guifa  di  medicina  con  acqua  tepida  il  fugo  de  la  Filicula ,  herbafimile 
alle  felce,che  nafee  negli  alberivecchi>  -&  nelle  pietre ,detta  volgarmen  F 
te  con  la  parola  greca,  polipodi.  Iffipure  da  auuèrtire ,  che  in  quei  luo- 
Caiialle  ghinon  viftan  (erri,percheia  caualla  venendo  per  auentura  a  mangiar  ' 
^ra"h  d    a^cma  delle  lor  ghiande ,  fi  fionderebbe ,  fecondo  il  T^ufio ,  Contra  i  Lupi 
guardar/i  e  da  tener  fi guardia  diligente ,  che  non  fiacco/lino  in  quelle  parti ,  non 
da'  Lupi ,  falò  perche  non  facciano  infidie  ali 'armento ,  dikor  andane  alcun  belpe^ 
&  Afìni.  ^q.  rna  perche  fi  fcriue  per  co  fa  ferma,  chevna  caualla  grauida  calpe- 
fìrando  non  pur  la  pelle,male  vefiigia  di  un  Lupo,jìfconcia,e  diuien  rab 
biofa,come  \aft,  &  t^flberofcriuono  :  &però  volendogli  Egitij  dinota 
re  vtia  donna,  e  haueffe  fatto  aborto,  dipingeuano  vna  caualla  dare  di  _ 
calci  al  Lupo  .  Ma  non  meno,  che  da  quefli  nemici  fieri ,  è  da  guardar  fi  * 
ancora  da  i  dimettici ,  e  famigliari ,  come  fon  gli  ^Afinisperche  la  caual- 
la pregila  coverta  al  alcun  di  loro ,  corrompe  il  parto  fecondo  Plinio  & 
>  frittotele ,  il  quale  in  molti  luoghi  afferma ,  cbe'l  coito  Jlfinino  per  la 

freddezza  del  fuo  feme  corrompe  il  conceputo  cauallino  ;  manoncofi 
auuiene  ,  fevn  Cauallo  ricopra  la  giumenta  ingrauidata  da  vn  Jlfino  z 
Dóneme  *fìendo  il  feme  cauallino  caldiffimo  dinatura.Scriue  ancor  aTlinìo,  che 
ftruofe.     le  caualle  pregne  toccate  da  donna ,  che  habbia  il  Mettruo  fanno  abor- 
to ;  an%i  folamente  in  vederla  da  lunghi  fi  feonciano  ;  majfimamente  fé 
quella  purgatione  foffe  fontane  a  in  età  verginale  ,  ò  primo  dopo  la  ver-  a 
ginità  ;  peròfia  bene  auuertire,che  le  giouanette  in  quel  tempo  non  va-    ■ 
dano  tra  gli  armenti,  ne  che  caualchino  le  Cjiumente,ne pur  (auallo  ve- 
runo ,  perche  in  ogni  modo  gii  offendono .  Hora  bifogna  di  ripigliare  da, 
capo  il  filo,  per  non  tralafciare  quelle  altre  parti,  che  d'intorno  atta  ge- 
Coitode'  nerationede'  Cauallirefiauanodajpiegarfì  :  EJfi  dunque  da  fapere  (co* 
caualli  a  me  Tlinio  fcriue )  che  i  (aualli  non  altrimenti,  che  i  Cani,  e  Tor- 
cile hora  cl  r0gHono  difiderare  il  coito  del  mattino  ;  le  f emine  come  di  più  calda 
te  a  che  compleflione  dopo  il  meriggio  .  Fanone  &  nsfflìrto  cofiituifeono  due 
tempo,    volte  il  dì  darfì  la  monta,  nel  matino,  &  nellaferd,;  quando  fari 

l'oppor- 


'Dll  CiAVailOyllÈ.  tlt.      .20> 

-  r  opportuna  fìagion  de  l'anno  ;  laqual  zsfHHotele  fa  la  Trimaueray  di- 
cendo  all' bora  tutti  gli  annuali  efsere  pia  che  mai  inchinati  al  coitoyec- 
ceto  alcuniyche fecondo  lacommoditàconcefia  loro  dalla  "Natura  dinU- 
drire  ì  parti  loroyco fi  hanno  il  tempo  conveniente:  oltre  che  fecondo  il  fi* 
to  de  i  luoghiydouefinafcey  e  doue  fi pafcey  fé  fon  freddi  ò  caldi  yfleriliò 
herbofty  coft  icaualli  fi  foglionouariare  ò  piùtoHq  yòpiù  tardi  nel  defi- 
derio  della  monta.  ^Altroue diebiarapur ilFilofofo ,  che glifìalloni  non 
cofiall'<isffina:>,c.ome  alla  cauallafi  deono  darenell'Squinotio  yma  nel- 
l'efliuofolJìitioy,  accio  chenafcanogli  Afinelli  al.ttmpo  caldo ,  effendo 
dilòrnatur&hnpatientiffimi  del  freddo. Ciò  conferma  Tlinio  y  che' l  coi- 

n>  to  della  cauallafi  debba  fare  neW  Sfainotio  della  Trimaitera  ;  &  V'ar- 
rone,che  dice  infiemeconjLnatolio  douer fi  incominciarla  monta  da  l'&- 
quinottio  della  'Primavera  infino  alfoljìitio  de  V  eHate  y  acciò  che 7  par~ 
to  venga  à  produrfi  a  tempo-idoneo..  £t  co  fi  ancor  a  fecondo  *AfJìrtofi 
coftituifee  efiere  il.  tempo  attiffimo  alla  monta  dà  x  s  1 1 .  dì  tS^Car^a 
fin  da  altr etanti  di  Giugno  ^affine  ycbeiì parto  venga  ad  vfeir  in-  luce 
merfo  la  pia.  temperata  &  dolce  flagione .  f  raperò  che  la  caualla  por- 
ta ilventrevndici  mefiye  dieci  giorni  ;  e  quelli  partiyche  fon  dòpo  l'eHi- 
uofolHitio  conceputìyinf elle  emente  fi  allenano  y  &fono  affatto  difutili. 
Enoflri  fogliono  per  lopià  cominciarla  monta,  dal  giorno  diSanGior- 

£  gio  infino  àquello  di  San  Tietro..  iJTpfa  veramente,  l'incominciar  della. 
monta  dal  tnefe  di  Mar%p  mi  pare  molto  appropriato  y  come  quello  r 
die  appo  gli  antichi  da  principio  a  tutto  l anno  >  &  ededicato  anJfytar- 
te  y  alquale  appartengono  i  caualli  ;  &  in  effo  regna  l'ariete  a  fi  ai  buon  •■ 
fegno  .  <is4l.T\iifio  comoda  cofa  parey  che  ne"  luoghi  caldi  fi  fkeeia  la 
monta  il  mefe  d'aprile  ;  ne'  freddi  il  Maggio:  acciò  che  riuolto  l'anno  a   Caualla* 
^"Poliedri  nati.nel  mede  fimo  tempo  y  trou'mo  l'aria  temperata :  >  e  copio    quanto  té* 
foilniidrmiento.  Conciò fia  cofa  che  efiendo  neceff aria  alla  concettio-  H°  ^C*L 
ne  la  temperanza  degli  bumori  ;  &al  parto  l'abbondanza,  delnudm 

jp  mento  :  Certo  la  primauera  è  quella  flàgic  n  de  l'anno  >  che  gli  bumori 
intuitigli  animali  fi 'trovano  più ,  che  in  altra  temperati  col.fangue  >  e 
con  tutto  il  corpo;&  la  terra  ancora  piùychemairiueHita  diverdi,efìor- 
rite  herbette  fi  vede;  la  cuitenere%gaa  i  teneri  "Poliedri  corrifpondédò;- 
aui'.iene  dipaffo  in  po.fio  ,  che  cref cendo  l'animale ,  e  più  duro  facendofl 
epiùrobufìo  ;  ere  (ce  infieme  ^rs'indùrifiel'herbay  ond'eifì  nutre;  ol- 
tre che  la  medefima  cagione  fa  le  madri  più  di  latte  abondeuoli .  Ts(on  i 
biafma  il  I{ufio  ancor  l'„4  utmno per  là  nafcere;dè'Tollèdri:  offendo  fta- 
gioìie  pur  temperata  ;ma  io  dubitoy  che'  l  fi-eddòfoprauegnete  offendereb' 
beixQrpinQnaMQmindùmtisa'  quali  il  calda  ètyù\gioueuolejper  lo  ere*- 

fiere}; 


5§4  3  E  l  l  Ji    G  L0\1  J 

fière-  onde  maggior  industria  >  e  cautela  vi  [aria  di  mejlieri  per  conferà  g 
utrli.  Columella  dice,  che  incarnili  divulgo  non  fi  offeruano  tempi  de- 
terminai della  monta;raanei  generose  da  far  fi  intorno  all'Equinozio 
della  Trimauera;ajfine ,  che  in  quel  medrfimo  ternpo,che  baranno  con- 
teputo,vengano  a  partorire;  onde  conia  commodità  delle  fiorite  campa 
gne  con  poca  lor fatica  le  caualle alleuino  i  lor  figlinoli  ;  per  ciò  che  effe 
al  duodecimo  me  fé  cacciano  il  parto  in  luce-  Oueftojpatio  di  tempo  con-* 
ferma  Talladio  ,  e  Fanone  ,  ilqualejpecificafàrfi  al  decimo  giorno  del 
duodecimo  me fé  à punto  :  &  che  quelli  ,  che  dopò  qnejìo  tempo  nafeonoy 
fon  difutili,  &  vitioft.Tlinio  ferine ,  quefli ammali  portar  il  ventre  en- 
dici mefi #  pò f eia  al  duodecimo  partorire:  &  che  l'affina  ingrauidan-  p 
dofi  nell'età  di  trenta  me  fi  ypartorifee  più  lofio,  ma  da  tre  anni  inawjrj, 
offerita  quel  mede  fimo  Jpatio,e  modo  ,  che  la  Caualla .  *A risotele  pari- 
mente afferma-' *Afina,&  la  caualla partorire  al  duodecimo  mefe;  & 
altròue  dke,i  caualli  e  gli  altri  della  lor  cognatione,benche  viuano  man 
co ,t ulta  via  più  lungo  tempo  portar  il  ventre,perche  altre  vn'  anno,  al- 
tre (  che  al  pia  è)  dieci  mefi  p  off  ano  ingrauide^ja  .  Diqueflaopenio- 
vefà  anco  Hierocle,ilquale  ferine,  la  caualla  portar  il  ventre  dal  con- 
tetto dieci  mefi ,  e  dieci  giorni  :  ma  fé  pure  auuiene ,  ch'ella  partorifea 
-più  lofio, cioè  a  none  mefi ,  <£r  venti  dì ,il  Tolledro  giàfifuole  alleuare , 
•&  venire  a  giù  fi  a  crefeen^a,  madouerft  togliere  dalla  ^a^a,  perche  G 
non  farebbe  atta  ad  alcuno  feruigio  buono. Il  F  ilo fofo  vende  ragione  del- 
*  la  lungheria  del  parto  Cauallino,dicendo,che,come  la  caualla  partori*- 

fee  afìai  più  tardi,che  la  Donna,cofì  manco  poffono  viuere  i  caualli,  che 
gli  huomini,effendone  caufala  dure^adel  vétre,ò  della  vulua:  perche 
fi  come  una  terra  fecca  tardi  lefuefterpi  nudrifce,cofila  natura  delle  ca 
ualle  effere  pin  dura ,  è  pia  tarda  all'informare ,  &  alnudrire  del  parto 
fuo .  Oltre  che  chiariffima  è  la  ragione,  die  adduce  il  Raffio  che  chi  ope- 
ra fopra  molta  materia,  per  dijporia,e  darle  forma,  ha  bifogno  di  mol- 
to tempo  :  però  la  materia  della  concettane  delle  giumente,  efiendo  di 
maggior  corpo,èpiù  htìmida  di  quelle  de  gli  altri  animali,  è  di  mefiieri 
che'l  calore  habbia  in  efiepiu  lungo  jpatio  per  dar  la  per fett ione  a  toro 
figli;et  pero  la  Telatura  ha  loro  statuito  a  punto, quanto  il  Sole  circondan 
do  tutto  l  Zodiaco ,  mette  a  compire  il  corfo  fuo;cioè  vn'anno  intero;al- 
Perche  le  frettato  tempo  bifogna  all' o4fina,per  la  molta fuafirigidità.jilla  Vacca 
Donne  e  meno,  per  effere  la  materia  fua  più  fece  a,  che  pin  facilmente  rìceuela 
hàno  due  forma>€  Pu  t0^°  s'indura;  &  cofi  ne  gli  altri  fecondo  laqualità  di  cia- 
popps  fo.  feuno  fi  richiede  più  tempo,  ò  meno  a  poter  recare  compimento  ai par- 
ifi  •  //'  loro  ♦  TSlèper  altra  cagione  la  natura  ha  date  due  [ole  pope  alla  ion- 


DEL    C  UV  jtl  LOy  LI  B.  1 11.  ìo$ 

^l  na  &  alla  caurlLiyfe  nonché  no  nfonofolìte  di  partorire  pia  d' vnfolo  fi 
glio  ;  basendone  date  pia  a  gli  altri  animali ,  che  più  ne  partoriscono  in 
vn  trattoycome  alle  fero  fé *$&•  alle  cagne .  Sogliono  ancor  a) fecondo  che 
racconta  ^sfrittotele  )  alcuni  cauaUi  nafeere  con  le  poppe ,  quando  per 
auuentura  -vengono  firn  ili  alle  madri  :  &  giàfipuote  ancor  ne  i  mafehi 
far  il  latte  (com'egli  dice)  ma  la  carne  delle  lor  mammelle  vien  troppo 
fi?efiayla  done  quella  delle  femine  è  fungofay  e  piena  di  forami.  Stfo-    Muj0  e 
gliono  pur  tal  bora  effe  giumente  generar  gemelli ,  co  fi  cauallini  >  come  Burdone 
Muligniyquando  da  gli  ^4. fini  fon  coitene,  concio  fìa  cofa  che  da  e. mail  a,  da  chi  fi 
e^r  *A fino  fi  genera  il  Mulo:edacauallo  &  *Afina  il  Burdone,cbe  gli  an-  oenerlno 

B    tubi  dice  nano  Hino,&  Rinuloyfcritti  con  l'ajpiratione;  perche  ferrea  di- 
notano i parti nouelli  de  i cerni,  damme  yleuriy  caurioli,&  altri fimili . 
"Però  come  dice  ^Alberto ,/7  Mulo  raprefenta  la  voce  del'*Afinoy  HTtur-  A/jn0  jj 
done  del  cauallo  .  V \A fino  da  desinar  fi  aquetto  vjficio  non  ha  da  efiere  quàto  té- 
manco  di  tr£  annone  più  di  dieci:  &  come  ^Affinoli  deferiue,  fi  è  dafeie-  pò  fi  dee 
gliere  di  grandedijpofitione)  di  membra  quadrateci grandijjima  tetta:  d^itinai" 
■e  di  faccia  ydimaftclle,  e  dìlabra  grandi '  :  d'occhi  ion  concauinè  pic-r  ta>e  qua- 
doli:  di  nafche ff>afeye  largbe,d'orecchie gì andi,  ma  non  cadute:di  col-  le  debbe 
lo  latOyè  non  corto: di 'petto  pur  ampio  >  &  lacerto fo  ,  (jr  forte  afojfriri  e"ere* 
calci  delle  repugnanti  e  aualle  :  dì jpalle  grandi ,  &  altere  delle  partì) 
E  che  fotta  quelle  fon potte>grofie>c arno fé  >  robufie,  &  affai  tra  lor  dittan- 
ti) fh  che  nel  mefliere  poffa  ampiamente  la  f emina  abbracciare:  di  gran 
dofioydifchiena  larga  >  non  gibbofa ,  né  cuna  :  ma  che  tiri  vnafottiley  e 
diritta  linea: di  homeri  egualiy&  alti,con  l'ofìo  largOy  pieno,  &  alquan- 
to lungOyde  lati  ttefiyde  fianchìpiccioli:  &  valenti:  di  ventre  non  gon- 
fioydi  cotte  late:di  cofeie  egualiygrandhfermeye  ben  concatenate  e  chiu- 
fe  tra  loro: di  groppe  non  acute ,  nèttrette  :  di  tefiicoli  grandi  e  pari y  di 
ginocchia  grandiye  tonde :di gambe  neruofeye  poco  carnute  ;  di  coda  cora- 
ta: di  piedi  non  torti  in  entro ,  nèhumilì  ;  di  calcagni  non  troppo  ahri^nè 
troppo  baffi: e  d'vnghia  ben  dura  ,  e  concaua  :  Oltre  acciò  di  voce  chiara 
cjr  nonfottile  >  perche  q  netto  ancora  gioita  a  ff>  attentar  la  caualla  y  ò  pur 
ad  aiutarla  >  per  hauerla  ubbidiente  :  Lodafi  in  lui  lo  pelojplendido ,  e 
fiammeggi  ante  yche  s'accojii  al  morelloycon  vna  macchia  insù  la  fron- 
te-.oper  più  beitela  fia  vero  macchiato  tutto  .*  &fe-pur  fernet  macchie 
eifuffe  neroyè  ben  lodeuole  y'pur  che  bianco  non  fìa  il  ventre  >  ma  di  con- 
forme colore .  Viliffimi  fono  quelli ycheh annuii  lor  mantello  fomigliante 
a  laxenereyod  alTopocome  volgarmente  veder  fi  fogliono:perche  fan- 
no i  figliuoli  di  brutto  pela .  tJ^Ca  bella  cofa  alTincontro  è  quella  >  che 
^fo^gmnge  eflerni  ofieruata  >  che  chi  ha  la  bocca  da  dentro  >  nera^^y 

nericante 


Vo6  D  ELI  U    q  16  \1  JÌ 

torneante  ancor  la  lingua ,  fen^a  fallo  nera  farà  la  fua progenie;  e  da  g 
chi  ha  nelle  palpebrerei? orecchie  i  peli  di  color  vario,  cofi  nafeerà  va- 
riato il  figlio  .  Ìs[el  genere  de  i  Muli  Columella  dice  non  ejfere  pia  ecceU 
lenti  ò  di  forza,  ò  di  bellezza  ,  che  quelli  ,iquali  fono  da  VjLfino  femi- 
nati  ;  benché  fi  potrebbe  forfè  agguagliare quel ,  chef  off  e  generato  dal 
feluaggio  ,  che  Onagro  dicono,  de*  quali  in  Frigio ,  g-r  Licaonia  fi  troua- 
no  molte  greggie,gr  fi  fogliono  ammazzare  ;(Juefli  producono  i  figli  uè 
loci  di  corfe,e  duri  mirabilmente  di  piedi ,  ma  riefeono  quafi  indomiti,  e 
contumaci  al feruigio,e  di  brutto,e  magro  corpo,  quafi  rajfembrando  l  a 
-,     qualitapaterna.Sono  ben  queHi  procreati  daV*Afina,  e  da  V  onagro  uti~ 
rationi  iti  liffim'i  ad  ejfere  più  galloni  per  far  Muli,  come  T  alladio  fcriue .  Ma  to-  F 
torno  al-  talmente  meglio  è  far  coprire  (come  biffino  due)  da  ì  tifino  la  caual- 
le  genera  la,che  dal  cauallo  l\A fina-,  perche  alle  madri  più  ,  che  ài  padri  fogliono 
txonu       quegli  parti  afiomigliarfi ,  come  ancora  fouente  auiene  degli  altri  cofi 
rationali,  come  anco  brutti;  die quantunque 'l'openione de 'Peripatetici 
foffe ,  cbél  feme  del  mafehio  concorra  alla  generatane  coni  e  attiuo ,  e 
formale  ;èl  mefìruo  della  femina  come  paffiuo,emateriale,onde  ifigliuo 
li  deurianopm  al  padre,  che  alla  madre  nafceréfomigliantì ,  pur  fi  vede 
fpejjo  il  contrario,  ò  per  qualche  gagliarda  cojlellatione,  che  influifee  in 
fauor  della  madre  più ,  che  del  padre  in  quell'atto  del  concepere  effendo 
(come  Tolomeo  dice)  tutte  le  fàceie,&  figure  di queflo  mondo  foggette  9 
alle  celeri  ;  operchetrouando.fi  gran  debolezza  della  virtù  formalina 
nel  feme  del  mafehios  non  potendo  in  quelVhora  naturalméte  imprimere 
lafomglianza  del  padre,imprime per  addente  quella  della  madre,come 
più  atta  à  riceuerfi,e  più  .vicina  di  tutte  le  altre. Conciofia  cofa,chefecon 
do,chefifarà  raffreddato  il  feme  della  femina,  ò  del  mafehio;  ò  fecondo 
che  l'vno  auanzj  V altro ,  cofi  nafeono  i  parti  fimili:  come  "Plutarco  fcri- 
ue .  Parmenide  dicea ,  che  quando  il parto  fifa  nella  dettra  parte  della 
madrice,fembra  il  padre ,  quando  nella  manca,la  madre  .  E  tuttauìa  il 
parto  Muligno  dell' +A fina  bifogna  pur  dalla  caualla  fàrfi  alleuare;effen 
do  il  latte  Cauallino  affai  migliore  dell\Afinino,  e  di  tutti  gli  altri  come 
Varrone  dice.Ma  perche  la  caualla  il  rifiutarebbe,  è  di  meflieri  accofìàr 
glielo  nelle  tenebre,&  ingannarla  :  perche  fé  cofi  per  dieci  dì  hard  prefa 
la  dimeHichex^a  del  Polledrino ,  ella  filmandolo  filio  proprio  ,  conti- 
nuerà di  amarlo,e  dilattarlo.Etconfimil  mòdo  facendo  alle  uare  da  ca- 
valle i  ^Poliedri  afinini,e  da  tifine  i  Cauallini,  faranno  più  atti  poi  apro 
dur  Muli .  Ver  che  (fecondo  Plinio)  dicono  la  caualla  falere  fcacciar 
l'affino,  & raffina  il  Cauallo ,  fé  non  bar an  bemto  neghi  anni  teneri  it 
latte  di  quel  genere >  conxhififono  dafwr  congiungere,  Zìlcuni  confìde- 

rando 


fDÈL    CJVotltO  L1B.   111.         '207 

*  rondo,  che  la  lunghe%ga  de  crini  vagamente  dal  collo  pendenti  accrefee 
(fecondoTolluce  )àquefli  animali  vna  gran  fuperbia  ;  quando  veggio- 
no  la  eaualla  fdegnofamente  fchiuareyef cacciar  l' tifino  ;  le  fanno  J  con- 
ciamente tagliarle  chiome}quafi  cagione  della  fouerebia  ambitane,  del 
che  elle  rimangono  si  dogliofe  ,  che  nella  fronte  slefia  ( come  jL 'rislot eie 
dice)fipuò  manifeHamentè feorgere lameslitia;  & cófi  vergognofe,  & 
itlor  malgrado  à  fottoporfi  alyil  marito  le  miferefi  riducono.  <isfltri 
coftuman' anche  a  molari  crini  per  affrenar  la  tropa  libidine  ,  che  per 
auuentura  le infuriale ;gtudic andò  <tslui~cenna ,  che  l  moto  dei  peli  nel 
collo  )  &  nella  coda  cagione  di  luffhrià pojja  efiere.  Conofcono  certa- 

•g  mente  iCaualli  vna  tanta  ingiuria ,  che  riceuono  in  quella  parte  che  effi 
tengono  per  decora }  non  altrimenti  ,  che  nella  prouìncia  de  gli  Smeraldi 
detta  J^uoua granata  ,  fi  dice ,  che  votendofi  per  qualche  fallo  punire  _ 
vn  T^o  bile ,  iminislri  della  giuslitia  gli  radono  i  e  apeli'.  Bice  fi,  che  ratjfne  * 
Jlnna  fmeero  di  Sfaufu  il  primo,  che  la  generation  de'  Muli  intende f-  de    muli 
fé,  con  le  cauallegli  affini  congiungendo  ,  mentre  che  nel  deferto  pafeea  da  chi  pri 
gì'  armenti  delpadre\  come  fi  legge  nel  Genefi.  I  Cjreci  vogliono  ,  che  j*j*  nu'°" 
fofie  slata  inuentione  dei  Veneti  Taftagoni .  Democrito  (come  Eliana 
racconta) chiama  quefli  animali  non  opera  di  T^atura,  ma  furto>&  fal- 
sificato ritrouamento  di  machinatione  humana\perche  vn'jLfino  diMe- 
C  èia  battendo  sformata  vna  e aualla}& per  auuentura  ingrauidatala\gli 
huominipoi  di  talvhlen%a  difcepoli  diuenuti,  lariduffero  in  vfan%a  di 
procreare.  Il  Mulo  ha  come  l*JL  fino  l'orecchie  lunghe, le  fi>  alle  mcr&cìc-   QUajitj 
chiate,  i  piedi  piccioli)  e'I  corpo  macilento  /  le  altre parti  come  il  caual-  del  mulo* 
lo.  B^icreafi '■//  Mulo  dalla  fua 'fiancherà  col 'voltolarfi  nella  poluey  non 
altrimenti  che  gioua  alVjlfino .  Tlinio  dice  >  che  quella  polue,  doue  la 
Mula  fra  voltolatayfpargendofi  al  corpo  humanoymitigagli  ardori  amo- 
ro fi  .  I  Muli  di  lungbe^a  dìvìnere  avanzano  i  Caualli  (come  Celio  af- 
ferma)percb'e a  frequentare  il  coito  non  fono  idonei  ;  &  cofi  <isf risotele 

D  ft  riue  ejfere>ijjb  vn  Mulo  infino  ad  otianfanni.\  Hierocledal  Taren-  Ma"-  ^tt* 
tino  raccontàycbevolédo  gli^tthenìefi edifìcarvn  tempio  a  Gjiouepref-  viuano. 
fo  al  fonte  d'etto  T^pue  bocche,  &  hauendo  fatto  commandamento  ,che: 
tutti  i  Somieri  del  Contado  fi  conduceffero  alla  Cittàyfitrouòvn  ViWano, 
che  per  paura  deW  editto  meno  vn  fuo  Mulo  vecchio  di  ottantanni  •  // 
qual  Mulo,  il  popolo >  per  bohorarela  vecchiexx^y  deliberò)  che  fenica  ti-         r'     I 
rare,  nèeffer  battuto,  douejf e  e  aminar  auanti  a  tutti  gli  altriGiumenti,  Muli  or- 
che  cond'uceuano  le  pietre,  e  ilegni  per  efiafnbrica  ,&  chenimo  vendi-  binaria-  m 
tore  digraniyè  d'orbò  di  herbaggi  lofcacciajjeyvokndone  egli  manpa-  nori  della 
re*. 'Ma  ordinariamente  più  vinati  e  maggiori  le  Mule  chermafehi  fa-  Mule. 

«è» 


aog  Z>  E  L  l  ut    G  L  ò  \lfÀ 

Muli  cfì  »o.  Tonnoi  Mtdìdi fette annigenerare ypercbe fon  dirìtturapìu  calda  ^ 
quanto  ré  afiai,chenon  le  (emine  ;bencbe  quel  che  genera]]  eroyfaria  (jinno  >  cioè  di 
U  genera-  ?liCl0^a  ftaturatcome  ne  i  Torci  Metacherofi  dicetfU-indo  nafce  il  Vor- 
cione.       .cello  depravato  già  nel  -ventre  della  Scrofa  ;  e  Giani  fi  dicono  ancora  de 
gli  <Afmiye  de  Caualliycome  i  Ispani  degli  huom'm ,  Ma  le  Mule  auuen- 
Ginnichi  ga  ,.che-poteffero  tal  volta  concedere  ,non  ootriano  ridurre  il  parto  afi- 
11  dicano.  ne^perlx  madrice  picciola  ,  brieue ,  ristretta  y  e  torta  >  che  è  in  loro  ,  ca- 
rne Empedocle  dice  appo  T  lutare  a;  e  taWDiode  affer  ma 'batterle  vedu- 
te in  molte  anatomie .  ^A 'Icmeqne  dicea>i  Muli  e  fiere  sterili  per  la  fotti- 
lità  della  genitura ,  cioè  fredeiga  delfemc  ;.  le  hi  de  per  la  madrice, 
che  non  s'apre  ne  allarga  mai ,  però  gli  Egitti)  y  per  dinotar  vna  Donna  p 
sìeriky  dipingevano  vna  Mula\& quante  volte  amenze,  ebe  la  iSbCula 
haueffe  partoritoycome  quando  Mafie  (  fecondo  *A rifatele) due gemelli, 
e  quando  vn' altra  (fecondo  Herodoto)  produfie  vn  Mulo,cbebaueaige 
nit ali  incerti  di  f emina ,  e  di  mafehio  i  virili  efiendo  foprani  ;femprefiì 
prefo  a  gran  prodigio;  come  "Plinio  ferine  ,  &  Appiano  fa  fede ,  ebe  in 
Bernal  efiere  due  fiate  partorita  la  Mula,  denunciò  due  fiate  rovina  al- 
la ì{epvblicayvna  in  Silice  l'altra  in  Ce  fare .  Et  fé  nella  Soriafopra  Fe- 
nicia fi  legge ,  che  le  Mule  facciano  figli  \  &  parimente  in  Cappadocia, 
come  da  Tbeofrailo  fi  narrabile  fono  diverfe  di  qualità,  fé  pur  fonfimi- 
li\co  me  Arifìoteleye  Tlinio  fanno  fede  .  La  onde  quejìi  animali,  efiendo  G 
fterili  di  natvrayper  non  e/fere  nella  lor  compleffione  col  caldo  mifio  l'hu 
mtdoyma  ilfecco;molti  medicamenti  dalle  loro  parti  fono  siati  efeogita- 
ti  ad  indurre  sterilità  anco  alle  donney  come  I{afiy&  i^flbertofcriuono. 
Rimedio  jtue  <jfycule  e  ale  ittofe  facendo  fi  fpefto  ber  del  vino  ,  fi  viene  a  togliere 
oalciuQfe  ki  ferocità,  come  Tlinio  fcriue  &  afferma  Celio ,  ilqual  dice  alla  ferita 
delle  Scimie  parimente  giovare  il  vino .  IsTe  ipaefidi  Scitbia,e  di  Ton- 
t0y&  anco  nella  fvperiore  (j  er  mania  preffo  l'Oceano  25 'or e ale,  non  fi  ge- 
nera Mulo,  ne  A  fino  per  la  fredderà  del  Clima ,  come  fcrivono  Plinio, 
&  HerodotOyilquale  altrove  narra,cbe  nelterreno  di  Slieffnon  fipofiono  a 
generar  Muli  y  non  che'' l  luogo  fia  freddo* ma  per  altra  cagione:  ma 
Cimtihpervna  certa  beflemmia;  onde  fon  costretti  menarle  caualle  a  rice- 
quanto  té  uere  quefta  monta  fuori  de'  lor  confini .  zsfrifiotele  fcriue  la  cavalla  dar 
latte  al  '   ^atte  a^  Mulofol  fei  me  fi  >  che  poi  per  lo  dolore ,  chefentoho  alle  poppe  , 
mulo.       non  fé  le  fanno  più  fucfhiare  :  ma  al  Cavallo  ne  dan  più  tempo.  Tlinio 
,  jj      dicefali \A fine  doler  le 'poppe  dopò  il parto ,  però  al  fi 'fio  mefe /cacciar 
ilTolledro  :  ma  la  caualla  tutto  l'anno  lattare  .  rBifogna,cbe  le  caual- 
le a  ciò  destinate  non  fumo  minori  di  quattro  anni,  ne  che  p affino  il  de- 
cennio, come  'Palladio  vuole,  non  ricercando  in  efie  velocità ,  ma  robu- 

fie^a; 


dèi  cuvjtim\iif.  tu.       ss? 

rjl  fì'e?£a;&chefiano  di  corpo  grande^  offa  dure,  e  ferme  ;è  di  bella  for- 
ma: &fopra  tutto  patientiffime  dì  fatica  ;  accio. che  il  dìfcor dante  k- 
Jgnaggio  di  ftrano  genere  nelfuo  ventre  ine/iato ,  facilmente  da  lei  fi  rh  Oiial'tl 
te  ni,  &  fi  fopporti.  Maggiormente  da  confiderarfi  fi anella  procreano-  deue  ca- 
ne  de  c&ualli,per  la  quale  fi  de  fiera  da  Garrone  >  e  da  <Affirto,  che' elle  ualte  per 
fiano  di.  mexaaagrande^ja,hen  formateci  b abito  quadroni  bello  afeet  ^  3ener* 
to,di  gwppe  l&ta^iì  fianchi  grandi,  e  di  ventre  ampio  :  II B^ufio  dice-,  di 
corpo  grande ,  e  ventre  lun<^o,dcciò  che  fiano  più  capaci  al  concepere  , 
&-al  nudrire  de  i.Tolledri ,  iqnalin  vfcano  e  ere fc ano  di  forma  grande 
neruofi ,  e  di  robufia  complejjìone  .  Et  co  fi  anco  è  necefiario,  che  le  ma- 
li d  ri  fi  an  fané, e  benproportwnate  di  tutte  membra, affile,  che  fimili  cor- 
rijpondano  i  fìglmoli,ne'  quali  quanto  importila  qualità  matema,queU 
losche  nella  vita  d "librone  fi  legge ,  nepuò  far  testimonio ,  che  e/fendo 
donato  ad  Ottani  ano  vn  bel  Volledro,il  qual  da  tutti fommamente  fi  coni 
meridaua, egli  per  alcuni  fegnì  congetturando  ch'era  nato  di  madre  in- 
fetta,prono.sìicò  contra  Topenione  di  tutti)  &  indouinò,  che  non  douea  a 
buono  riufeimento  venir  giamai .  Terò  faggiamente  da  lui  fi  ordina  , 
che  delle  (fin  mente  fi  fàccia  lafcelta  ogni  anno;  &  fi  caccino  dalla  E^ar 
7^a  le  sterili,<&-  le  brutte,e  quelle-,  che  digraue  età,è  di  qualche  infermi 
tà  opprefiefhcgnofcefiero  .'Uè  fon  da  tenerfi  quelle,  che  contino  namente 
*  fi  ved  efiero  fi  are  entro  l'acque ,  qua  fi  de  la  lutatura ,  che  fono  i  Fluida- 
tili;perche  i  parti  loro  oMueigi  afeguire,&  imitare  V attieni  materne  , 
divengono  sìbramofi  dei  luoghi  aquo fi,  che  poi  fouente  nel  varcar  de' 
fiumi  col€aualiere,vifi  corcano,&  attuffano  :  Del  qual  vitiofon  chia- 
mati lAgofììni,  che  d  'i^f gotto  fogliano  al  più  nafeere; perciò  che  tali  ca- 
ualle  nel  più'caldo  tepo  de  Tettate  più  totto  s'impregnano,  come  V<ssfft-  Caua  Ili 
neper  lafiedde^a  della  loro  iflefia  natura ,  laq  ual  infieme  con  la  cai  Ao0"^1' 
dezjade' venti,  che  ali  bora  fufjiano ,  è  cagione  ,  che  per  la  maggior 
parte  fé  mine  fi  prò  crie  no  ;  & fé pur  fon  mafehi,  non  riefeono  buoni,  sì 
£  per  la  cattiua  compleffione  ,fi  per  la  f opra  giunta  del  verno  ,  che  molto 
offende  i  nouelli parti ,  trapper  lo.  freddo ,  &  per  lo  mancamento  de  gli 
herbaggi  (comefopra  dicemmo)  che  fa  mancare  il  latte  alle  madri ,  le 
quali  effendo  dì  tal  natura ,  fi  veggiono  fempre  magre ,  e  melanconiche. 
I^on  reflaperò ,  cbe'lgittarfì  il  cauallo  all'acqua,  non  foglia  efsere  aldi- 
ne volte  per  accidentale  cagione  più ,  che  per  naturale;  quando  egli  per 
auuenturafoncrchiamentéfoffe,o  da  caldo,ò  dafete,ò  da  affanni,ò  da  fa 
tica  afflitte^  che  alcuna  dijperata  anfietà  lo  Jpingeffe,dal  che  non  fia  co- 
me uitiofo  da  rifiutar  fi ,  pcJ?e  tolta  la  cagìone,Teffetto  ancora  fi  toglierà. 
Sono  oltracciò  da  cacciar  fi  via  jUecaHaUefcbehauefsero  Tvngbìe  tropo 

0  t€nere> 


%tà  D  É  II  j&    0  LO  ^  7  U 

tenereyò  mal  fitte:  e' l  collo ,  e'I  petto  troppo  carco  di  camelia  quatvie-  g 
ne  ad  occupare  i  membri ,  &  opprimere  ancor  gli  (pinti .  Finalmente 
nelle  cavalle  generose  è  da  far  fi  confideraticne  di  tutte  quelle  medefì- 
me  eccellente  y  che  ne  gli  fi  alloni  fonda  richieder/i  \  perche  coft  dagli 
ynìy  come  dagli  altri  procede  tutto  l'ejfere  della  B^az^a:.neM.ai  la  f^a 
turafuole  da  vna  e  attiva  materia  altroché  cattiua.  cof a  formare :ne  da 
albero  alcuno  buono  ,  frutti  fé  nonhuoni  derivare;  &  rade  fiate  auuiene 
(fé  non  quando  altra  nuova  cagione  fopragiungefle,)  che  i  figli  non  na  • 
fcano  d"ingegno  %  e  di  corpo  fimili  a  lor  padri  :  e  ben  che  ne  gli  huomini 
quefla  regola  generale  già.  fi  veggio,  talhor  fallire  :  nei'Brutti  nondi- 
meno infallibile  fi  ritiene •-,  e  maffimamente  nelgenert 'de 'cavalli,  come  & 
Borano  ben  afferma  dicendo .. 

1  forti  crian  forti  :  è  ne* giovenchi 

Exne' cavalli,  la  virtù,  del 'padre  :.  * 

'Ne  d'Aquila  fu  mainata  colomba,     fiche  V^ArioBo imi- 
Hndoydifie  nelle  fue  Satire ,  Di  Pacca  nafcer  Cerua  non  vedetti ..* 
TSle  mai  colombo  d1 'aquila ,  ne  figlia 
cBa  madre  infame  di  coturni  honefli . 
parimente  l'effirefle  Hattilìa  T?io  tra  le  fue  Selue  in  queftiverfì  \> 
Vhumor  y.  che  verde  nelle  frondi  appare 
Dalle  radicivien  :  coficolfeme  & 

l  coturni  de  i  padri  ài  figli  vanno .. 
La  onde  molto  piu.cautamente ,  che  nella  compra  d'vnifèmplice  cattai^ 
lo ,  fi  deurà  auuertire  in  quello  >  che  fi  desimi,  alprocriare ,  per  batter- 
ne tutta  la  progenie  lodevole^  perfetta  :  esaminando  ben  tutte  le  par- 
ti fue:  le  quali  come  che  da  quello  >  che  in  generale  s'è  detto  intorno  al- 
ici difpofìtione  ,  e  belleT^O-della  per  fona  ,  fi  pofì'an  prendere  :.  tutta  vìa 
Qualità  in  particolare  dice  Varrone ,  dover  fi fciegliere  gli ftallonL  di  mediocre 
dello  ftal;  slatura,di  ampio  corpo,  e  tutto  bello  y  fi  che nivna.part.e  fen%a  la,giu- 
flafua  proportioneinlui  flveda  .  "Palladio  vuole  il' corpo  afi ai  grande 
tutto  nodofo.  dijprjfi  mufcoliy  edialtei^a ,  corrifliondente:  fianchi lun-    . 
ghiffimi  :  larghtffimo petto:e  gr.andiffime  natiche;,  il piede afciutOyfo- 
do  y  concauo  >e  rotondo  ,  &afciutta  làtefìa  yincui  là  pelle  fola  ftia  al- 
Stallone  l'offa  accofìata_j .  oltracciò  in  niun  conto  approua-y  che  fi  metta  fial- 
pe r    che  Ione  d'i  pelo  mifchio.  y  eccetto  féfuffe  d' vna  fiamma  bontà  >  e  bellè'^ra  : 
non  Cam  perche  fi  come  partecipa  di  vari  colori  >.  co fi partecipe  fi fiima  ancora, 
™0\o*m£  fà  vari  b  umori  ;  la  doue  il  pelo  puro  d 'vn  foto  colore  ,  &~cbiaro  d'ino- 
fchio..      ta  vna  femplice  fantafìa-t  e  complefflòno.    E'  ben  vero  y  che  ognidì 
apertamente  fi. vede  >  che  lo  fialloned'vn  pelo }  grla  giumenta  d'vn 

altro, 


'DEI  C^f  Votilo  y    un.  111.         vii 

!Jl  altro  faranno  il  Tolte  dro  a" >»' altro  pelo,  òpià  chiaro  ,ò  piufcuro  ;  & 
alcuna  volta  fintile  al  padre,  alcuna  alla  madre  :  alcun' altra  in  tutto 
disforme  da  ambidue  ;  che  talhora  vno  Jlallone  baio  <&  vna  Giumenta 
foura fanno  vn  figlio  morellofò  leardo  :  cagion.indofi  ò  perforai  de"  pia- 
netino per  qualità  di  paefe,e  d'acque  ,òper  imaginazione  della  madre  ,  ò 
per  qualche  infermità  di  leijòpur  de  l'iUeffo  parto  ;  tutta  via ,  perche  il 
più  ordinario  è,  che  il  figliuolo  raff ornigli  dipelo  ò  al  padre ,  ò  alla  ma- 
dre-p  che  partecipi d 'amendue:  diligente  mente è  d' auuertirfi  aUamefco- 
lan^a  dello  slallone,  e  della  giumenta ,  cbe'lTolledro  non  riufciffe  falbo 
lauato  yòfauro  mal  colorato ,  ò  leardo  melato  ,  0  d'altro  colore  poco  lo- 

g  dato .  Et  fi  come  il  diuin  alatone,  per  batter  lafua  Republica  tempera- 
ta, ordinò  i  marrimonij  difeguali  in  quejìo  modo)  che  vn  ricco  prendef- 
fe  la  figlia  di  vnpouero;  vn  feroce  e  fpiritofo  di  vno  quieto  ,  e  tardo  ;  & 
altri  filmili  ali"  incontro;  cofi  per  far  vna  perfetta  Ha-^a  ,  farà  bene  an- 
cor guardare  ne  icoflumi  degli  Jìalloni,e  delle  Cjiument e  y  congiungen- 
do le  manfuete  co"  i  furiofì:  <&ofieruando  in  fommavn  tàltemperamen 
tocche  poffiamo  jperare  douer  fuccedere  ne  i  Poliedri  quella  mediocrità, 
che  fu  Jempre  lodatìffima  in  tutte  le  cofe:  guardando  al  vino ,  che  quan- 
do e  caftigato,&  moderatole  beuanda  vtiliffìma  al  corpo  humano,  alta- 
mente vi  bolle  co  molti  danni; com'egli  dice,  biffino  defidera  lo  slallone 

C  di  gran  corpo,&in  ogni  parte  ben  intagliato;  poi  fcriuendo  a  Caricano 
gli  dice,che  quei  Caualli ,  iquali  ne  gli  occhi  mostrano  vna  certa  àlbugi  - 
ne  ,  ò  macchia  bianca  ,  non  cagionata  da  colpo  alcuno  :  ma  Jpontanea- 
mente  nata,fino  da  rifiutare  per  feminatori  di  prole  :  perche  il  generato 
come  fofìe  venuto  in  quella  età  farebbe  al  fìmil  modo  véffato  di  cecità, 
effendo  mafehio  :  ma  fé  fofie  f  emina ,  ella  non  berediterebbé cotal  male 
per  la  purgatione,ch  "ogni  anno  fa:  e  nulla  dimeno  il  mafehio,  che  questa 
caualla'poigenerajfe,ripiglierebbe.il  vitio  dett'^ìuo  :  tanto  infino  apro- 
nepoti  difeende  per  intrinfeca  virtù  la  qualità  del  primo  generatore.  Già 

•  queìli,che  fofiero  inhabili,ò  pur  pigri  a  i  Venerei  ejfercitij  ,fouercbio  fa- 
rebbe ad  ordinare,  che  non  fi  deslinafìero  a  quel  meslier ,  che  non  fu  per 
loro,  ma  fi  cacciàflero  dalle  ^a^e  :  come  anco  quelli  -,  che  per  auuentu- 
ra  hauejfero  vnfal  tefiicolo  ;  perche  per  la  maggior  parte  fon  riputati  in 
fecondilo  vero  procreerebbono  i figli  infimili  a  quella  lor  mo^afierpe  : 
•  &  quelli ,  ne*  cui  teHicolifon  cacciate  molto  infuori  le  vene  grofje ,  non 
fono  idonei  al  generare,&  vari  in  quel  modo  fon  appellati  :  vltimamen- 
j  te  conclriude  ■lofiallone  douer  efiere  difor%e  intere,  &feni%a  mancamen 
to  veruno.  Il  ^ufio  lo  richiede  alto  di  corpo,  di  grandi  membra,  & 
in  fummatale  ychefi  conofea  e  fiere  di  complejfione  calda ,  &humida 

0    2        &cbe 


&  che  in  calda  ,  &  burnita  regione  fta  anche  nato  :  acciò  che  eì  fi  a  più  jg 
fano  y  e  più  durabile  di  natura  >  e  più  atto  etimdio  aprodnr  mafchì  ;  Ve- 
lagonio  fcrimy  che  volendo  fperimcntareyfe  lo  ftallone  fia  vtile  ,  &  at- 
te al  procreare^  fi  pigli  il  feme  fuo  genitale  in  vnape^a  di  lana-y  g  ten- 
tifi  con  due  dita  di  dileguarlo  :  che  s'egli  fempre  s 'accoglie  infer&a 
guifa  divifco  fi  conglutina ,  &  s'allenta  :  è  buonfegno  (come  Hippar- 
co  conferma)  ma  fé  nel  toccare  fi  fepar  a  facilmente  >  egli  in  vano  s'ac- 
codar ebbe  alla  Cauallayper  accrefcere  la  progenie .  tJtyCa  la  principale 
auuerten^a  fiayche  lo  Stallone  fi  a- libero  d'ogni  infermità ,  co  fi  naturale f 
come  accidentale:  perciò  che  fen^a  fallo  verunoycofi  infermati  verreb- 
bono  i  parti  loro  :  neceffariamente  fojfeguendoy  che  dafeme  corrottipar-  &t 
reditariT  tlfi  Zenermo  ■  Che  fé  Euripide  ferine  la  pay^ia  molte  volte  ejfere  mor- 
bo hereditario  :  quanto  fia  più  credibile,  che  hereditarvjfiano  gli  buo~ 
mìni  corporali  >  che  dal  generante  fi  trasfondono ^  al  generato  «?  CiòVar- 
rone  apertamente  conferma  y  dicendo  >  dalla  qualità  dello  Stallone  po-\ 
terfila  riufeita  de'  "Poliedri  pronoflicare  riquali  fé  da  buona  generano- 
Gouerno  ne  procederanno ,  degnamente  (  fecondo  ^riflotele)  nobili  potran  dir- 
da'  Polle-  ft\  Uoray  quando  e ffiprofyer  amente  faranno  venuti  a  lucty  ordina  Co-  ' 
eì  in  lucè,  omelia  y  che  in  niun  modofian  con  mano  toccati  :  perche  ogni  leggerif- 
fima  premitura  gli  offenderebbe  ;-  folamente  fi  tenga  cura  >  che  in  am~ 
pio  y  e  caldo  luogo  fi  Stiano  con  le  lor  madri  :  sì,  che  habbianof acuità 
di  poter  fucebiare  a  voglia  loro  :  eyl  freddo  ad  effi  anco  teneri  nientenoc- 
Stalieco-  eia  :  neper  la  molta  firette%ja  fi  trouino  fuffogati.  Isella  Stagione  caU 
me    hab-  da  parimente  dal  fouerchio  caldo  deuran  guardar  fi  :  auuertendo  con 
effeie        diligenza  >  che'l  luogo  y.doue ftamo,  fia  fempre  afeiuto  }  e  netto  y  fi  ebe  U 
loro  letame  iflefio  con  la  caldura  y  che  abrucia  non  guafìi  l'unghie  mal 
ancora  indurate .  Vero  le  Stalle  in  campagna  fonda  fvtr fi  larghe ,  &  in 
parte  areno fayò  pur  f affo  fa  :  an7$i  pavimenti  ottima  cofa  fiadilaStrica- 
re  con  pietrenon  afpre  >.  ma  rotonde,  e  di  grandezza  intorno  ad  vna  lh- 
bra,ò  quanto  ciafeuna  può  in  vn  pugno  capire:  che  cofinon  vi  rimane  fan  jj 
goper  le  pio  ue,ne  vi  fi  ferma  la  bruttezza  decloro  eferementi  :  e  i  Volle  - 
dri(quando  il  tempo  richiede  annetterli  dentro  le fialle )  calpestando  sw 
quelle  continouamentcy  vengono  afkrfile  vnghie  robuste  ,  efode  :  &a 
queSìo  effetto  giouerà  tenere  di  firn  il  modo  lastricata  di  fuor la  fìallày 
per  laquale  fi  facciano  ognidì  e  aminare  alquanto-,  come  Senofontec'in- 
fegna.  Tofcia,qHando  più  fermi  di  membra  fi  far an fatti veglino  conmag 
^"d  b  gìorcommouimento  fonda  menar  fi  per  luoghi  parimente  pietrofi-y  ma 
bano  al-  nomroppo  afrri .  IlB^ufio  dice ,  efìerevtilìjfìmo ,  che  i  ^Poliedri  nafea*- 
leuariu    W  in  luoghi  duri  ^montagnofty  perche,  chiara- eofaefiendOy  che-  l'ani- 


t>  zi  CotvjtitOy  un.  UT.  £óf 

jt  male  cofi  viuSy  &fì  gouernaycome  ò  dalla  T^atura ,  ò  dalla  lunga  vfan* 
%a  viene  ammaeflrato  :  dee  ciafcuno  allenar  da  princìpio  ilfuo  cauallo 
in  quello }  in  che  pia  fé  n'hard  a  feruire  >  accio  che  poffa  poi  con  minor 
affanno  foffrirlo  ;  perche  ogni  male  vfato  (come  dice  Hippocrate)  èpiU 
toler  abile  dei  nuoui.  Bouendo  dunque  il  cauallo  nellaì  fatica  de  i  pie 
feruirfh  bifognay  che  le  vnghieftan  molto  dure  per  cffer  forti  :  onde  tro- 
uan  dofh  mentre  fon  tenerey  in  luòghi  molli ,  come  fono  i  paludofi  >  cer- 
tamente fi  vengono  a  mantenere  in  quella  mollerà ,  etenerexgayfi  che 
poi  nel  bifogno  del  e  aminare  fentiran  fempre  dolore ,  e  detrimento  >  co- 
me Senofonte  >  fu  fede:ma quando  'fi  auueTgano  inluoghi  afpri  >  intetl- 
B  dendo  fempre  lavatura  à  difendere quelli  membri  y  che  più  patifeonoy 
manda  del  continouo  forya  d  piedi  -con  abbondeuole  nutrimento  ;  & 
cofi  vengono  a  farfi  più  robufle  le  gambey&  più  ferme  levnghieJLaqual 
co  fa  fo  rfe  i  Toeti  volfero  inferire)  quando  fauoleggiaro  yche  Tegafo  nel 
monte  fi  foffe  condotto-,  &.  the  con  /'  unghia  battendo  il  fafio  >  ne  hauefìe 
fatto^vfeire  il  fonte .  Ma  oltra  le  dette  ragioni  >  e'  non  è  dubbio >  che  al- 
tettando  fi  iTolledri  nelle  montagne,  mentre  che  fou  continouamente 
coHretti  di  caminare  hor  sàyhorgiù  (ilcheé  più  faticofoyche  per  lo  pia- 
no) fi  vengono  ad  allenare:  &  mille  benefici]  riceuonodacotalejferci- 
fio:  che  jpontaneaméte  fanno  pur  che  fi  guardino  dalle  neui:  che  oltre  gli 
C  altri maliyfarebbono  loro  la  viHaofcura .  Scriue  Tlinioy'che'l ^Poliedro  Poliedro 
dapoiyche  è  natOyjìà  tre  giorni  a  toccar  la  terra  con  la  bocca:  &  Fanone  <\u*  "  ^o  " 
vuole ,  che  al  decimo  dì  fi  poffa  cacciare  a  pafeere  conia  madre:  perla  c;areapa 
cui  fodisf anione  mai  non  fonOidafcompagnar fi:  pofeia  al  fecondo  mefe,  feere. 
o  pur  al  ter^o ,  fi  dee  la  madre  far  alquanto  più  del  J olito  esercitare  >  ac- 
ciò che  in  lei  fi  faccia  il  latte  più  perfetto  ,  e'I  Volledrofeguendola  >  ven- 
ga ad  auueT^jarfi  al  correre  apoco  a  poco:  e  non  faccia  indigestione  del 
molto  cibo; al  che  molto  diligentemente  s'è  d'auuertire>perche  cojìgìoua 
il  moderato,  come  il  fouer  ch'io  fa  danno  ;  però  vedendofi  ilTolledroper 
_.  naufeafchiuare  il  proprio  alimento  yfideurà  per  alquanto  /patio  allonta- 
nare dalla  fua  troppa  feconda  nudrice:  &  fé  per  auuentura  dalla  corrai 
tione  del  troppo  latte  beuutoil  Poliedro  già  fofie  colto  da  quella  acuta 
febbre,  che  le  pam  jp  tritali  accendendo  >  gli  fa  con  dif tifato  fudor  di  co- 
feie  e  de*  testicoli  dilatar  le  nafche  >  e  battere  fen^a  pofa  i  fianchile  ipol~ 
fi  y  tenendo  la  lingua  fé  e  ca ,  &  le  tempie  ardenti  ;  foccorafiprejlamente 
con  dargli  a  bereymefcolate  con  latte  digiumentayO  aifomaraydue  onde 
di  Giuleppe  violato  >  vna  di  Diamoron  >  &  vn  ter%o  di  Mann  a  ;  &per 
deflar  la  natura  fommefi 'a  y  potrà  foggiunger fi  a  tal  beuanda  vn  crislere 
d'acqua  d'Heller  a  lambiccata  con  fottiliffimo  inslrumento ,//  >  che  fola 

0    i         per 


1*4         <dé.lLjT  Gzoj^r^e 

par  leneceffarie parti  quel  miracolo  fa-  liquore  fi  venga  àf^argeve .  La  g 
parte  di  dietro  nel  Po  lledro  è  più  'alta  di  quella  dananti ,  ma  e  refeendò . 
l'età  in  molti  fi  fu  più- alta  l'anteriore.  I  Tolledri  (dice  *Ariflotele)  fono- 
t»  poco  più  fommeffi  dei  pudori;  e  cresciuti  non  ponno  toccar  fi  il  capa 
con  la  gamba  deretana  fi  come  fanno  ageuo  bnente  ancor  nouelli:&  al- 
.   ..   troue  difiingite,che  in  ogni  genere  d'animali)  le  parti  dinanzi  fon  più  va 
zi  ne  tovfibty  atte  ne' mafehi, quelle  di  dietro  più  nelle  feminetliciTolledriy 
gli  anima  fecondo  il  merito  dell  età)  TaUadio  dice  poterft  ottimamente  fare  la  coìr- 
li mafehi  fìderatioue  di  quelle  cofe,  che  ne  i  padri ,  e  nelle  madri  fi  fon  diHinte  ;  e 
^r"  rFa"  dttt*1  buona  loy  indole danno  inditio la  hilarità ,  la  alacrità ,  &  l'agilità 
che  le  de-  belliffima  afpettatione  efendo  in  quelli ,  che  fileggiano  allegri  ,ff>irito-  & 
retane,     fh  viuaci,e  desìri .  Ma quefla  allegrerà  non  deurà  già  efjer  tanta,  & 
fi  sfrenatale  s'approffimi  allapax^zia  ,onde  e'  pofeia  diuenga  indoci- 
ledila  fra  folamente,cbe  baSìi  àfuperarela  maninconia,  laqual  inhabi- 
Segni  da  petardo  fa  Inanimale  \  Quanto  dunque  alfègno  del  corpo;  ilqualfiri-- 
nofcere°"  chiede  neruofoyargut'o  >  e  grande  ,\AffH)1o  defidera  ne iTolledro  il  capo 
un  Polle-  puro  ,  e  febieto:  gli  occhi  neri; le  nafte  non  caduche  ,  l'orecchie  brieui:  il 
dr  o.  collo  tenero:  la  chio  ma  profondavi  petto  lardo  :  il  ventre  moderato  à  gin 

Ha  mifura  ?la  coda  grande  ile  braccia,^  l'anche  diritte:  le  cofeie  piene- 
di  mufcoli^l  calcagno  picciolo,iynghiafodayvnita  d'ogni  parte,  e  com- 
pita col  cerchio  fuofion  larga  come  il  pie  de  l'oca,  ne  alta,  come  quella  >  - 
che  ha  la  capra.Senofonte  dice,che'l  Tolledro,cl?edal  primo  nafeimento- 
ha  ben  alte  le  gambe,  grandiffimofaper  riufeire:  perche  di  tutti  qua- 
dmpediie  gambe  poco  ere  fono  dialte^ja,  daquel,  che  fi  nafcezma  fe- 
condola  grandezza  d'effe,  co  fi  il  rimanente  del  corpo  nel  ere f cere  corri- 
fpode.*Affìrto  dall' afta  delle  gambe  congettura^he  effendo  bafse  e  corte 
ilcauallo  harà  vn' andar  di  cane, come  fi  diceyche  porterà  ftrafeinando  i 
piedi,  efpcfìo  inciamperà  ■'  efsendo  ritte  fi  chiameranno  più  di  cerno  ,  & 
mal  e aminera.no, sballando  ilCaualiere.  Mafe'l  Volledrofi  vedrà  muo- 
uere  le  ginocchia  conpreì~ìo  e  lubrico  piegamenti,  fi  può  congetturare ,  »» 
che  cofides~lro,e  fucile  mouimenta  haran  le  gambe  in  e  aualc  arto -.perche 
oltre,che  quella  molerà  del  piegare  in  procefso  ditempo  fi  fu  maggio— 
re,èpnr  molto  lodeude,che  gli  fiveggiafìn  da  l'età  tenera ,  effendi)  ve- 
ramente afs ai  bella  parte  in  vncaualla,rbauerleginocc/na  tenti,  e  mot 
li)&  ageuoliffime  àpiegarfi  ;  perche-afsavmen  degli  altri  fi  deurà  tra- 
mare fcapucciandó,  o  Toppiccando;  &  meno  fiftancberà,che  nonfamO' 
quelli,i  quali  hauendole  molto  dure,paiono  appoggiati  in  qualche  pali  di'. 
legno  flabdi,(come  ancora  Polluce  fcriue)&  zsfffìrto  ciò  confermando y 
foggiunge,  che  quando,  il  Tolledro  nafcefte  conquella  nota,  che-dente  di 

heprt 


<DEL    CAVjtlLÒ  liti.   ìtì.  aij 

r*A  lepre  chiamano  >  battendo  i  denti  cacciati  infuori,  e'I  nafo  baffote'  non  fi 
fàccia  Untare  mafubito nato  òfi butti  via,ò  ftfepari dalla Hayga:  per- 
che tali  parti  fono  adulterini  della  Tritura,  &  portento  fi  :  benché  il 
più  auuengain  animali  di  due  generi,  come  il  Mulo.  Quelli,  che  han- 
no fmi furati ,  e  gonfi 'i  fianchi,  fono  brutti,  e  di  pocaforza;&  noiofa- 
menteiCaualtere  vifipuote  afiettarM  fopra.  Helliffimifono  quelli,  che 
tengono  l  origine  delle  (palle,  perche  fi  Stimano  robufli ,  &  nonfìcurial 
f  aitai 'caute.  Quelli  che  hanno  le  gambe  torte  guardanti  in  entro  ,  fono 
forti  di  piedi ,  ma  praui  d  ingegno  .  Quelli,  che  le  hanno  torte  in  fuori, 
fon  fiacchi,  ma  buoni  £ animo  .  T  uttauia  c'infegna  rimedio  ilCrefcen-  Poliedro 
*H  70,  che  quanto  è  nato  il  cauallo  con  le  gambe  torte  in  entro ,  fi  che  fi  nato  con 
percuota  l'una  con  l'altra,  gli  fi  facciano  con  vn  ferro  di  fuoco  acconcio  torfam 
tre  fregi  nella  parte  di  dentro  delle  cofcie  alato  ai  te§ìicoli:b  fé  fon  quel  fuoirime 
le  dinanzi,  ne  i  lacerti  >  perche  nell'andare  che  fard,  fcortkandofem-  di] . 
pre  col  continouo  fregamento  le  piaghe  de  l'arfura ,  anderà  per  forza  pia  ' 
aperto  delfolito.  Ma  quanto  a  quelli  del'animo,ottimofegnale  è  ch'egli 
èoYuèi  compagni  nella  campagna  fi  veg'gia  contendere  sì  nel  pafcere,  sì 
nel  correre  :  &  in  tutti  altri  tali  efìercitu'  fìafuperiore ,  non  dando  luo- 
go a  quello  ,  che  gli  è  vicino .  €t  che  douendofi  varcare  alcun  fiume ,  ò 
r  ftagno ,  e'fia  il  primiero  a  pafìare,  non  riguardando  a  gli  altri ,  che'lfe- 
guifiero  :  &  co  fi  primiero  anche  a  paffar  di  f alto  alcuno  fofio .  Et  che  fi 
moftri  in  ogni  accidente  intrepido  ,  non  ify  attentando  fi  mai  per  vifla  ,  ò 
pervdita,  ò  per  fopr agiunta  dicofanuoua,  &  repentina:  ma  fempre  fi 
veggia  ardito,che  con  vna  certa  lafciuia  vadafalteggiando  dinanzi  al- 
l'armento  .  Oltracciò  lodeuolifi  dicon  quelli,  che  da  piccioli  fi  commuo 
uono,e  da  commoffi  s'applacano  incontenente:perchetali  Tolledri  deten- 
gono fenra  fallo  h abili fftmi  ad  ogni  off equio  ,  e  patienttffimi  d'ogni fa- 
tica, fi  come  da  Varro,Columella,&Telagoniofì  afferma.  E'  ancora  ù*]?0^^ 
grandijfimo  argomento  di  buona  indole ,  s' egli  Hando  non  patifcedimo-  na  ijjdole 
D  ra,ma  col  pie  battendo  laterra,moslri  difiderio  di  correre ,  e  di  vagare,  dicaualli. 
Hora  quefle ,  e  quelle  parti  bdliffimamenteda  Virgilio  fur  difcritte ,  & 
da  Luigi  zsflemannirincbiufeinqkejtiverfi . 

Grande  è  il  cauallo ,  e  di  mifttra  adorna 

Effer  tutto  deurà  quadrato ,  e  lungo  ; 

Leuato  il  collo  ,  e  dotte  al  petto  aggiunge 

RJcco ,  e  formofo  ,♦  &  s'affottiglie  in  atto  ; 

Sia  brieue  il  capo  ,  &s'affcmiglialferpe; 

(orte  l'acute  orecchie ,  e  largo ,  e  piano 

Sia  l'occhio  )  e  lieto }  e  non  in  torno  cane  ; 

0    4.        Grandi* 


ili  b  Èl  IJt    G  l  0\ì  ji 

.  Grandi  y  e  gonfiate  le  fumofe  nari  :  -, 

Sia  fquar  data  la  bocca  :  &  raro  il  crine  : 

Doppio ,.  eguale  y  {pianato ,. e  dritto  ildorfo: 

V  ampia  groppa  [patio fa  :  il  petto  aperto  : 

Ben  carnofe  le  cofcie  :  e  Stretta  il  ventre  : 

Sion  neruofe  le  gambe  y  asciutte  >  e  groffe  :. 

Jtlta  Vvnghia  fonante  y  &  caua ,  e  dura  :. 

Corto  il  tallon ,  che  non  fi  pieghi  a  terra  .\ 

Sia  rotondo  il  ginocchio  :  &  fia  la  coda 

targa  ycrejpa  yfétafa.y,  e  giunta  all'  anche  ,, 

T^è  fatica  y  ò  timor  la  fmuoua  in  alto  y  f 

Tot  leui  alte  le  gambe  y  e'ipefiofnodi 

Vago  yfnello  y,  e  lèggier  :  la  teììa  alquanto  > 

Dal  dritiffimo  collo  in  arco  pieghi  >. 

Et  fia  ferma  ad  ogni har  ;mail  viuofguardo. 

Sempre  lieto  >  e  leggiadro  imo  mogiri.. 
Qnafomigliante défcrittionefkiLTolitiana  con. latita [parole  nel{fuQ> 
B&fiico  in  quefio  fenfo . . 

Il  tenero  Canal,  per  le  ca  mpagne 

Salta  :  e  fuggendo  appena  e* tocca  Ufo  mmo- 

Delle  verdi  herbe  >  afe  di  monte  faglia  (£ 

Ter  afpri  gioghi  y  òfe  faflb fi  fiumi. 

V arche  y  .leuando  il  pie  fempre  fublìme . 

Splende  a  lui  bellamente  il  capa  ardito  ;- 

giocagli  per  la  fronte,  il  crin  decoro:: 

Vibran  l'orecchie  ;  e  di  negrante  giro  ■■ 

(jliocchifian  fuor  ben  grandi  ;  efce  feruente? 

Spirito  per  le  nari  :  alto  fia  il  callo  >, 

Qual  tien  V^Lugel  >  che  dà  tema  al  Leone  > 

L'zsfugel  >..  che  chiama  il  dì  con  chiara  voce  ;• 

Speffidineruicrefconglianimofi  Hfr 

Et  ampi,  petti  y  &  s'inalyanlefpatie  :■ 

E'  il  tergo  atta  a  [edemi  v&ne'depreffi. 

Lombi  la  fpina  vacan  ax din  doppio . 

T  craffi  fianchi. y  il  cafUgato, ventre: 

jLffrman ,  fìdilatan  poi  le  groppe:  ■ 

*I)t  folte  fé  te  la  crejpetta  cada. 

Higidà  pendè  :e  i  graffi  colli  vela 

Tur  folta,  chiama  a  deftm  man  vagante*. 

Sonpot 


<DEL    CjtFjfllOylIB.nl.  217 

+,  Son  poi  le  gambe  col  ginocchio  tondo 

Molliffime  a  piegare  ;  egli  feroce 

Fremendo  ,  ip affi  alteramente  muoue  ; 

€  i  Corribanti  cimbali  col  fuono 

Del  cauo  corno  la  brieuevnghiafembra  .. 
Senofonte  ferine  ,  che  delTolledronon  domato  faranno  da  conftderarft  s^ni  nel 
diligentemente  le  parti  del  corpo >;  perche  de  l'animo  non  fuol dare  (a-  Poliedro 
Hallo  non  ancor  caualcato  ben  chiari  fegni .  Teròlaprincipalcofa  ,  che  non   "<*• 
importi)  è  fodeTga  di  tutti  i  membri,onde  egli  diuien  più  forte  ,  e  più m 
"veloce  ;  &chefia  d- ottimi-piedi,,  ecorpolento  :-  le  quali  confiderationi 
^  fon  da  offeruarfi  fecondo ,  che  la  conditone  de  la  co  fa  richiede  iperciu- 
che  dicendo  Columella,in  tre  parti  dmiderfi.il  genere  (fauallino,ìn  mate- 
ria generofa ,  che  produce  Cauallì  atti  a  if acri  certami  :  in  Mulare  ,  che  Genere  cz 
per  lo  pre^go  del  fuaparto  fi  paragona  col  primo  :  &  inipulgare ,  che  uallino  di 
mediocria,  nimali  progenera:  come  ciafeuna  dì  quefie  è  più  eccellente  >  u"°  .in  trc 
cofi  maggior  diligenza  vi  s'è: da  vfare ■:;■  effendo  charifjìmo  ad  ognivno  P 
la  primiera  dignità  effer  e  dei  Qiualll idonei  Alla  guerra  :  la  feconda  di 
quei)che  fon  buoni  a  far  viaggi  ,  0  che  ?  allenano  per  pompa,  e  per  dilet- 
to;: V ultima- dì  quelli,  che  vengono habili alle fomme .  Laonde  (co- 
.   me 'ancora Varrono  dice)  altri  effendo  atti  allamilìtia  y  altri  al  corfo,. 
C  &  al  maneggio ,  altri  alla  vettura  ,  altri  alla  monta  :  bifogneràdiuerfa 
ejière  laelettione,  dìuerfala  dottrinale  diuerfo  iìtrattamento-.  Con  ciò' 
fta  cofa.  che  hauendo  Dio  in  tutte:  le  forti  de  gli  animali  compartitele- 
gratie  fue  ,  fi  come  ninno  huomo  fufftciente  à  tutte  cofe  fi- può  trouare >> 
cofi '  radiffimi  fono  quei  (avalli ,,  òpiu  toHonon  mai  veduti ,  ebefoffero 
atcommodati  à  tutti  vjfìci,nella  maniera,  che  fi  legge  in  vna  greca  piflo- 
letta di  Sìnefto ,  ilquale  ad  Vranio  fcriue  quefio  f enfio  .  Vi  mandò  vn 
Cauallò  indono  >;  omatiffimo  di  quante  lodi  puòhauer  Càuallo  :  potre- 
tsferuiruenea  cantefedicorfo,,  acaccie,  àpugne  nella  guerra,  & -final 
D  mente  a  pompa  nella  vittoria,  che  col  trofeo  dì  Libia  hareteà  celebra- 
re .  lo  certo,  non  vifaprei  dire,  s  egli f offe  più  eccellente  cacciatore ,   ò 
corridote,.  ò  guerreggiatore ,  ò  maneggiarne..  Et:  fé  là  forma  non  vi 
■parrà  fi  bella,  come  ne* caualli  dì TSQfa  veder folette  :  hauendo  egli  la, 
cairn  (  cioè  la  fuperiore  parte  de  capo  )  ajpra,. e  parimente  ,i  lombi 
fcamati  ;dèurete  confidar  are ,  che:  cofi  ne' caualli ,  come  ne  gli  huo» 
mini  tutte  le  cofe  infieme  non  pttono  diurnamente  di  per  feritone  mai, 
corrifyondère..  Ma  da.V altro  canto  egli  di  queslo  farà  lodeuole, :  che: 
lejparti.  dure  più ,.  che  le  molli  hàriceuute grandi  dàllalstatura :  ;  & 
al.  tolèrarz.  delle:  fatiche;  l'offa  piàt  chele:  carni  fon  Atte  yondefei  Cà— 

uallìi 


uallì  votivi  fon  belli  di  carne,  inoflrìfon  buoni  d'offa .  Stafano .  Vera-   g 
mente  à  queHo  (audio  non  fo  s'altro  fifuffe  mai  trouato  fintile ,  s'è* 
fu  tale;  ma  noi  quello  chiameremo  ottimo,^-  eccellcntejn  cui  delle  vir- 
tù acanaìlo  appartenenti  la  maggiore,  &  lapin  neccfiaria  parte  cono- 
sceremo .  Voi  che  dunque  dal  fiore  fi  cono fcono  fempr  ci  frutti  (  come  il 
faggio  Jmperadore Marco  z^furelio  dicefe  daToìledro  fi  può  lariufci- 
Confide-  ta  dognicauallo  al  più  giudicare;  la  difpofitione  fard  primieramente  da 
racioiii ,n  ben  mirarfi,  per  desinarlo  a  quello  èffercitio ,  al  quale  parrà  dàlia  na- 
ualii  nel-  tura  inchinato ;non  altrimenti,  che  de  gli  b nomini  è  da  far fi  ,  comeCice- 
defìinar-  rone  ferine  di  Apollonio alqual  tenendo  [cuoia publica^ e  feorgeua  al- 
gli  aj  gli  'cun  difcepolo  poco  atto  àqueUadifciplina,  non  tompartaua  ,  che  più  vi  P 
r  1U1'  perdejfe  tempo,  ma  datagli  licenza  ;  il  confortaua ,  à  dar  fi  à quell'altra 
arte  ,  doue  più,  lo  lìimaua  idoneo .  La  qual  cofa  tanto  maggiormente  fio, 
d' auuertirfi  in  vn  e  auallo, quanto  maggior  difordine  feguirebhe ,  s 'egli  fi 
diputafìe  ;  ov.er  am?naes~lrafìe  contrario  alla  qualità  ,  attitudine ,  e  na- 
tura. Vero  d'ogni  forte  di  caualli  conuien  la  fi  alla  d'un  magnanimo  Trin 
tipe  Har  fornita,affine,che  di  quelli  poffa  ne  i  loro  proprij ,  &  confkceuo^ 
io  efferciti  con  fuo gran  commodo ,  e  diletto  ferui fi  ;  &  cofii  caualli  ef~ 
fendo  temperatamente  vfati  nell'arte  loro,più  lungamente^  più  fani  vi- 
Di  che  ur  anno, con feguendo  altresì  mirabile  eccellenza .  Hora  i  primi  deuran* 
forte  ca~  no  efiere  caualli  di  due  felle,Corfieri,rBarbari,e  ginnetti  ;appreffo  JtchiT  \ 
bo  o  i     nee  ^* var*  Paefi:>e  canotti  da  mafchere-yda  caccie ,  e  da  camini  e  per  ver~ 
Principi  no,&per  eslate,  per  piani,  &  per  colline ,  caualli  da  trarre arrette  yeda 
fornir  le  correr  pofie: caualli  da  maneggila gioslre,e  da  tornei ;e  cdualli  da  nemi 
loro  ital-  ritiene  daguerre.-i  quali  tutti  come  di  diuerfe  stature  e  conditioni  faran^ 
no,&  nobili  e  villani  \  cofià  diuerfe  operationi  faranno  appropriati .  Ma 
di  qualunque fpecie  effifiano  ;  vniuerfalmente  è  da  mirar fì,che  non  ten- 
gano caualli  fé  non  fmLJ&  intieri  di  mente  ,  e  diperfona;  ben  complejjio 
nati,&  forcati nelieffer  loro ;perche  effendo  proprio  de' caualli,  e  de' Leo 
ni  la  forza  ;  mancando  loro  il  proprio  ornamento ,  non  far  an  tenerfì  ^ 
in  pregio  alcuno  :  né  la  nobile  fi  alla  ne  deuràeffer  ingombrata -.  Sani 
di  mente  ancor  s'è  detto ,  perche  fouente  veggiamo  efier  vn  cauallo  na- 
to di  buona  rax7a,ebello,e  benproportionato ,  di  buon  pelo ,  benfegna- 
tato ,eda  buon  Caualiere  ammaeflrato  ;  nondimeno  tal  volta  fpinto  da 
certa  infermità  detta  Lunare,  ò più  toslo  da  qualche  innato  f^irito  dia- 
bolico, prende  sì  fatta  sli^a  all'i  mprouifo ,  che  fenya  conofeimento 
d' alcun  pericolo ,  fi  butta  infieme  col  padrone  in  luogo  precipitofo  ,  non 
altrimenti,che  de  i  porci  indemoniati  nel  f acro  Vangelo  fi  legge;  E  tai  ca 
uallì,  quando  penfat  e  bauerli  domi  ;  all'  bora  più  fir ani  ,  &impenfati 

motiui 


Dfrl*Ci4V\ALL0>   &IB*    111.         |$J 

wf  mofiuifi  peggiori  fare  ;  in  tuttovitiofe,  indocili)  e  bimani .  Intorno  pai 
alle  circoflarì'ze  particolari)  confederata  la  qualità  dell 'cfsercitio  >  dalie 
il  cauallo  fia  da  deslinarfi  ;  non  farà  malageuole  à  di/cernere  la  difpofe-    Qam\]0 
tionc  à  quello  corri/condente .  (on  ciò  fio.  cofa  che  per  la  vettura,^  al-  per  uettu 
tre  talifhtiche,fi  richiede  pia  che  velocità)robu£ìe%£a,  efor%a,  &  va-  ra,  &  fati 
lendofcegliere  -m'animale  valorofo  >  &  idoneo  à  trauagliare,  efpecial-  che  * 
mente  aWvfo  de'  gioghi  habiley  ferine  JlfsirtQ  ■>  che  ne  attenghiamo  à 
quelhyche  fi  a  di  petto  lato  >  e  parimente  di  ampio  colloidi  nafche  apcr- 
te-idifj}  alle  preminenti)  &  alte;  di  gambe  dritte;  e  di  gemette  non  gran- 
di) di  pie  non  torti  >nè  tramandanti;  di  ventre  non  picciolo;  e  difehiena 
2?    non  curua.Ter  le  carrette  diletta  affai,che  con  lafor^afea  congiunta  al-  percarrcr 
cuna  parte  di  velocità  ;  eproportione  >  &  conformità  diperfona  e  di  co~  te . 
love. Ter  la,  Cacciadelle  fere  fonnecefiari  i  caualli  coraggiofe  nelV  affai-  Per  Cac- 
tare)Velocinelfègmre;  agili  nel  volt arfe  ad  ogni  mano  ,  e  robufimel  re-  cia  • 
fisìere  à  gli  affanni  :  In-quesJi'Hemefìano  defederà  fi-onte  ardua:  bella) 
&  alta  tefla:  agili  orecchie  rff  tendenti  occh'hvalorofc  fp allenile  qua- 
li fea  molto  collo  rifupinato  :  ampi/imo  }e  lifeio  dorfo  ;  fmi furato  lato 
e  picchi  ventre  :  che  dal  na/ojpirino  fumanti  vapori  >  uè  mai  tengano- 
fermo  il  piede  ;  &  che  per  tutto  fi  veggia  vna  intrinfeca  virtù,  animoft 
„.  coynmamre  le  lor  membra.  S  crine  Oppiano  i  mafehi  efìer  vtili  più  che  le 
C  /emine  alle  caccie  ;  perche  più  durano  la  fatica  de  i  lunghi  cor  fi  :  &  che 
lefemine  dalla  lunga  fi  deonofkre  Bar  in  difp  arte  ,-xc  ciò  che  non  mito  uà 
no  i  mafehi  ad  annitrire^  mettano  le  fere  in  ifcompiglioy  fuor  de  bordi- 
ne difegnato  .  Hcrodota  racconta  i  popoli  Thiffageti  vi  aere  delle  caccia- 
gioni in  fuetto  modo)  ebeciafeuno  porta  il  feto  Cane,  ti  fio  cauallo  :  effi 
montano  foura  de  gli  alberai  cauaUifonocofi  ammaefìratiyche  humilif- 
femamente  corcati  sul  ventre  ,s'appiat  ano  lidi  fatto  ;cbe  l'huomo  veg- 
gend&disù  la  /era)la/aetta,e  rimontato  a  cauallo)  coi  Cane^  aggiunge, 
Ter  li  viaggi  fi  defiderano-caualli  di  cofijìrne^e  dipo/so  piaceuoli,e  quie- 
,   ti)  per  lo  qual  rifletto  è  buona  vfanza  àfkr  cabrarli  ;  perche  tolti  loro  i  „  t  r      **" 
D  tetìicoli)diuengono  oltre  modo  piùmanfueti/Ji  comeVarrone  ferine)  & 
Apuleio  conferma  là  >  doue  dice/aper  lui  non  fola  gli  lAfini)  ma  ifera- 
tiffimi  caualliper  lo>  troppo  calore,  della  libidine  indomiti)  e  sfrenati  col 
tagliar  de'  teflicoli  effer fi  fatti  humani ,  &  b umili  *  lichehoggidì  noi 
aleggiamo  :  benché  iTalafreni  meglio  fentano  non  castrati '■>  feconda 
jllbertO)perche ritengono  più  vigoreypiù  allegrezjajpin  anhno,&  mir- 
glior  vifiayehe  non  gli  Euwicbi.Et perche  nelle  cacciey  &ne'  viaggi,/).- 
ttente  auuiene  d'andar  per  luoghi  ajpriffimi,&  innaceffì,  bifognai  Canai 
li  e/sere  (altre  alla.  robufLez^ayC^r  leggkrez^ajficuri)  e  di  nulla  pa* 

uentofi 


tìs  z>  i ri  l  ot  e  i  o  \i  jt 

Mento  fi,  ma  che  arditamente  faltinofojjì ,  #•  varchiti  fiumi  :  &foura  jr 
tutto  fiano  ben  confortati  della  tefla ,  e  della  bocca;e  duri  d'vnghie^  ma 
fciolti  digionture ,  e  di  molto  neruo ,  ilpaffo  loro  fard  lodeuole  ò  di  por» 
tante,o  di  traino;  acciò  che  non  habbiano  i?npedimento  a  ipiedi  perirà- 
mainare  -,  ma  foura tutto  l andar  dipaffo  è  più  ficuro,  epiù  quieto  :  Et 
in  verità  nei  viaggi  ogni  Signore  d'auttorità  dee  andar  foura  vn  buo- 
no, e  perfetto  cauallo,non  f apendo  quel ,  che  gli  pofìa  interuenire  :  & 
nelle  caccie  è  dilettetele  fommamente  il  ritrouarfi.su  vn  cauallo  co/i  ar 
dito,come  bellamente  è  deferitto  quel  di  Jtfcanio  da  Virgilio,  e  da  Sii- 
Ho  quel  Lampone  :  chefaltando  varcauafpatij  fmifurati .  Chi  vuol  ca- 
ualli idonei  alla  pompa,che  agiliffi  ma  mente  s'inalai»  o  à  me%o  aere,con  E 
calci,ò  fen^a  calcì,&  fi  maneggino  in  tante  guife,  che  come  cofa  rara> 
&  ammirabile  gli  occhi  di  tutti  i  riguardanti  in  fé  riuolgàno  ,  fappià, 
(come  Senofonte  dice)non effer  nero  quello,  che  alcuni  Himanoyche  nel- 
la mollerà  delle  gambe  confitta  lafkcuìtà  di  al^arfi  leggierméte,  ma. 
chi  ha  molli  ,fuccinti,  e  robusli  i  lombi  ,  quelle  parti  intendendo,che  di 
fotto  le  cofcie,e  i  lati  van  verfo  ifianchiy  non  ver  la  coda,  colui fpatiofa- 
mente  potrà  con  le  gambe  di  dietro  corrijpondere  alle  dinanzi .  E  gran» 
demente  fi  loda  tal  cauall.o,quando  egli  altifsimo,e  fpefiffìmo  aliando  il 
corpo  lentamente  fra  tanto  fi  fpinge  innante  già  foura  sì  fatti  caualli 
fi  dipingono  i  Dei,e  i  Semidei,  egli  hnominifen?a  dubbio  nel  conuenien-  j 
Caualli  te  vfo  di  quefìi  fommamente  magnifici  fi  dimostrano. Lequai  cofe  Tollu- 
per  bel—  ce  affermando yfoggiunge,  chel  cauallo,  ilqualfifcegUe  per  oslentatio- 
perpaffeo  ne>&"  Per  bellezza,  fi  commenda  dal  collo ,  eh' egli  naturalmente  fi  di- 
giare.  "  letti  di  tener  alto  e  ftefo  in  arco.!  caualli  da  paleggiare  per  le  Città,ol- 
tra  V  effer  vaghi  di  leggiadro  palo,e  di  belle  fattele ,  conuien  che  fi  ano 
leggiadrie  fciolti:  veloci  allaCarriera ,  &  ficuri,  S'ordinati  al  parare^ 
trouandofi  molte  delle  slrade  diuerfamente  pericolofe:Deono  altresì  ef- 
fere  ^4.%^idori,  come  da  Spagnuoli  fidicela  noi  Cor  uetfianthin  luogo 
fermofb  nelle  bande ,  ò  nel  gif  innanzi:  Dueila  voce  par  tratta  da  l'in-  -• 
coruare,forfe  perche  il  cauallo  quadofk  cornetti,  incurua  le  mani,e  po- 
ne  V  anche  quafi  in  terra.  JLltri  caualli  di  più  perfona  deono  effererad- 
doppiantiin  diuerfeguife  ,  ò  à  terra  >  ò  in  alto,b  à  melarla .  ^t Uri  più) 
atti,epiu  leggieri  deuranno  f aitar  con  calci  da  fermo  àfermo'.o  conga  \ 
loppo  gagliardo,  o  con  duepaffi,  &vnfalto:  sì  che  del  agilità  del  ca- 
uallo^ della  diffiofitione  del  Caualiere  fi  porga  con  diuerfi  maneggi  di- 
uerfo  piacere  à  riguardanti .  I  caualli,  e  hanno  àferuirei giuochi  del- 
l'armeggiare ,  bifogna  fpecialmente  qettagiofìra  hauere  vna  carriera) 
falda  ye  trita  con  bel  parare  >fenza  mofirar  ne  sdegno ,  ne  timore  di 

fotto 


T)  E  L  C\slfìjt%Bk<%  II.B.  Ili .         221 

„£  fiotto  l'arme ,-  anzi  con  ardita  allegrezza  partir  fi  dal  capo  della  tela*, 
&  con  gagliarda  lena  continouare  il  coefo,  come  vagamente  l'^ìriofio 
defcriue. 

Il1)es~lrier ,  éhauea  andar  trito  &  foane 

Torto  all' incontro  la  Donzella  in  fretta) 

Che  nel  corfo  arreTxb  lancia  sì  grane . 
*${el  tome» fi ricerca  ineffiilbel  maneggio  per  poter  andare,e  venire  con     _,      ... 
la  fpada  inmano,  maffimamente  siila  dritta,  &  con  prefiez^a  togliere  per  lor_ 
anco  il  vantaggio  della  mano  ali auuerfario .  Isella  fcaramuccia  fi  ano  neo. 
ben' infl  rutti  al  galoppare,  in  volta  ,  &  in  me%o ,  e  in  tutto  il  circolo  ;  e 
B    particolarmente  sàia  man  manca  per  la  lancia  ;  &  pergirarfi  veloce-     Caualli 
mente  horquà,hor  là,come  vnafiifcia,',  fecondo  che  volgarmente  tra  Ca-  f^ucie. 
ualierifi  dice  ;)Ma nell' adoperare  diefia  lancia  nelle giofire  bifogna  in 
tre  modi  vfar  defirezja,  &  arte  ;  nel  principio,  chelponere,e'l  partire     Caualli 
fi  fàccia  con  beliiffvma  apparenza  di  tuttoil  corpo  ,  <&  mafftme  della  te-  P£r    gio- 
Ma,del braccio,e  delle gambe,fenza far  ài fdiceuole  moto  alcuno  ;nel  me-  ltrare* 
7$ ,  che  fi  porti  la  lancia ,  e'I  corpo  immobile ,  &  fi  riduca  à  quel  donata 
termine,che fi  mettain  reHa  congratia;e  confaldcz;za,sr,che  reftificit» 
ro  in  fella  il  Caualiere,e  certo  di  adempirlo  fcontro  determinato  :Fltima 
mente  nel  fine  farai  a  fina  perfettione,  che  con  fermezza ,  &  con  occhio 
€  dritto  s'  incontri,&  poi  fi  leni  Ihafia,  &  fi  riponga  in  cofcia,b  pur  di  fuo~ 
riycomehoggiper  minore  fatica-  s'vfa  .  Ideile  fearamuccie  oltrdquesli 
effetti  è  da  faper fi  galoppare  accesamente  su'l  finifi.ro  braccio ,  oueper 
commodo  ,  érper  ripofo  la  lanciasse  da  portare  ;  &  fé  fatto  vi  viene, 
metterla :  prefiamente 'in  re  sia ,  &  affrontar  il  nemico  nel  vìfo  ,b  pur  dì, 
■ dietro, quando  gli  fi  pofj a  rubar  la  mano .  I  Caualli  da  nemicitie  bifogna     Caualli 
efiere  già  dotati  della  maggior  parte  di  qv.efle qualità* ,  che  narrate  bah-  da  nimi- 
hiamo,&  foura  tutte  sfilando  firn  (fitta,  è  di  meflieri,chefiano  coraggiofi  cu,e- 
efivuri  degli  vrti;fermi  di  t  'fila,  &  fotte  citi  ad  ogni  mano  ,  con  l'ordine 
delle  gambe  piando  fi  in  campagna, fi  an  veloci  da  poter  feguit  are, e  fuggi 
**  r  e, fenza  rifili  armo  di  fiumi ,ò  di  fofiati .  E 'di  quefia  velocita  conlegge- 
rezza,&  iena  grande  i  caualli  da  correr  palij;  àda  poslc  ,JpecialiJfima- 

■  mente  già conuiene  che  fian  dotati .  Ter  la  guerra  daV  arrone  fi  richie-     ^      ... 
dono  zsferi  ,  cioè  arditi,  e  fieri  :  e  benché  tutti  i  caualli  di  lor  natura  per  rruer. 
fianQ  foura  ogni  altro  animale  dogati  d'vna  eccellente  grandezza  d'a-  ra.. 
nimo  ;  non  tutti  però  fon'  atti  alle  operazioni  della  militia  ,  ma  fol 
quelli,  che  piàtra  boro  fi  trouano  batter  congiunte  le  parti  della  vera 
perfettione,  perche  molti  caualli  già  fon  benfatti  della  perfona,  e  porte.- 

■  rebbono  addo/fovna  montagna,  ma  poi  dall'altro  canto  fono  inhabiliye 

grauofi 


ìli  to  E  L  l  u€     gloria 

grauofi  all' operare;  altri  far  an  leggieri,  ma  non  [offerenti  de  gli  incerchi 
e  de  gli  affanni  :  altri  non  bar  an  la  generoftà  del  cuore  >  ne  l'attitudine  £ 
dell'ingegno;  &  co  fi  nonponno  il  pregio  della  vera  lode  ottenere .  Terò 
quanto  s'è  detto  delle  qualità  del  corpo ,  che  fon  da  defiderarfi  in  vnca- 
uallo;  tutto  s'è  da  intendere  principaliffim  amente  per  lo  militare  >  e  per 
lo  pompofo  .  Dami  appo  Filoflrato  nella  vita  di  Apollonio,  dice  >  il  Ca- 
nal Militare  douer'effere  ifìrutto  di  quelle  medefime  arti,  che  ad  ogni 
Caualierefon  neceffarie:  cbefappia  difender  fe,e  ferir  il  nemico  ,  e J "cac- 
ciarlo o  e  feguitarlo ,  e  poi  rifuggire  ;  &  che  babbia  ardire  d'entrar  nel 
me%o  delle  fquadre  armate fncendofi  aprir '-la flrada,  mordendo,  e  calci- 
trando :  Le  quai  virtù  bifogna,che  s'acquiflino ,  auuexjandofi  il  cauallo  p 
a  non  temere  lo  flrepito  de  gli  feudi ,  lo/plendor  dell'armi ,  e'I  grido  de' 
combattenti.  Senofonte  ancora  ci  ammonifee,  che  in  vn  cauallo  da  « 
guerra  fi  faccia  proua  di  tutte  quelle  cofe,  ebe  in  guerra fogliono  auueni- 
re;come  difaltare  è  muroyòfleccatoyòfojfo.-montare,  e  feendere  per  col- 
line ,  quantunque  afprifjìme  ,  correndo  velo e ifjìm amente  in  su,  e'ngià; 
follecito  nello  Jpingerfì  innanzi-,  enei  ritirar  fi  in  dietro  >  e  nel voltai fi da 
canto  :  ebe  daquesìe  cofe  la  fartela  de  l'animo,  &  la  fanità  del  corpo 
fi  congettura.  Soggiunge  medefimamente  non  effer  vtile  nella  guerra  al 
Caualicre  il  cauallo  fouerebiamente  fuperbo  ;  perche  effendo  di  meflierì 
con  vn  cauallo  troppo  magnanimo  niuna  cofafar  confor%a;e  nonpoten-  (j 
dofi  nel  furore  delle  battaglie  tener  sì  fatta  auuerten^a,chefempreglifi 
vfi piaceuole%^a  al  moderare ;efrefìo per  fomma  necejfità  douédo  ufarft 
atti  difordinati  e  fuor  di  regola;auuerrebbe,  che' l  fuperbo  cauallo  fenten 
do  difufato  fa  slidio,  ne  veniffe  in  talefìi^ra ,  che  fé  sleffo  infieme  col  pa- 
drone manda/]  e  a  rouinaSe  alcuno  dunque  ha  fritto  ,  il  cauallo  da  guer- 
ra feroce  douerfi  eleggerete  daintederfi,  eh' egli  fa  animoso  ad  af  altare 
efracaffare  lefchiere  armate,ficuro  di  calche,  d'urti  e  dipercoffe,  ne  fi- 
nalmente fpauentofo  di  cofa  alcuna;ma  non  già  tanto  iracondo,e  furiofo% 
cb'eglifofìe  sfrenato,&  implacabile  ;  an^i  il  (aualiere  ha  da  richiedere 
ilfuo  cauallo  commodo,&  ageuok  a  farne  tuttoquel,chfegli  vuole,  vb-  " 
Udiente  alla  briglia ,  &  a  lofprone ,  agile  a  far  la  bifciaperla  eampa- 
gna,&  à  voltarfì  ad  ogni  mano  :  allegro  nel  caminare,  &  fen^a Amba- 
fcia,duv abile  alle  fhtiche,veloce  corridore ,  &  anco  intrepido  nuotatore 
bifognando  talbora  varcare  profondi  fiumi.  T^èfard  da  feguirfi  tope- 
mone  de  coloro;  che  per  buoni  riputano  quei  caualli,  che  fappian  fare  del- 
le molte  galanterie  ;  poco  mirando,  che  non  fan leggieri,  ne  animo  fi; 
che  quando  quefìi  andaffero  alle  guerre  >  facilmente  (ma  non  fen^a  lor 
^annoe  fcomo)fiverrebbonoad  accorgere  >  quanto,  dal  vero  dilonta- 
nati 


DEL    C  J.V  ^ilLOy    LI  B.  111.-        22J 

nati  fifofl ero.  Sono  già  di  quelli,  the  corfierifi  dicono,attijfimi  al  corre- 
re delle  lande )à  i giuochi  dello  flocco ,  nelle  fir  ade  larghe,  ò  nella  Tela  > 
a.  in  ifleccato,con  furia  ,o  fen%a,  fitto  Cavalieri  armati,  ò  difarmati,con 
piaceuolexja ,  &  lena  grande;  quefti  certamente  fon  vidi  alle  guerre , 
quanto  alla  loro  agilità,,  e  fartela;  ma  de  lavatura  [tè  da  far  non 
picciola  differen^a^erche  i  caualUgroJJìfon  buoni  follmente  ne  ifingo- 
lari  abbattimenti,ò  in  vna  giornata  Rampale,  doue  bifognafse  di  com- 
parire armato  di  tutte  arme ,  douendofi  combattere  con  grofsa  Canal-    QZin\\i 
Uria:,  nei  quali  e  a[i  import  a  molto ,  che  s'b abbia  cauallo  di  vantaggio  ;  fcaramuc 
*JWa  nelle  fcaramuc  eie,  &  in  altri  meslieri  dellamilitia,doue  più  leg-  eie. 
_  giere^a ,  eprelìe'^a  è  da  richiederfi:  loderei  più  toslo  vn  cauallo  di 
mediocre  taglia ,  come  quelli  di  l^apoli ,  che  fi  chiamano  di  due  felle ,  i 
Turchi  della1^atoUa,i  Villanidi  Spagna,  &  alcuni  F rifinì,  che  nepa- 
uentofi  foffero,ne  s~\Ì7jofi .  Bifognafjnalmenteyche'l  cauallo  dell'arme 
fìa  ben  fermo  di  teli  a,  e  di  bocca,  leggiero  alla  mano:  sì ,  che  con  minor 
pericolo,e  noia  del  Caualiere ,  &  conmaggior  forra:  pofìà  l'incontro  de 
gli  altri  cauallififfrire  :fia  da  fine  era  vifia  ;fia  piacenolffimo  in  fhrfi 
gouernare,e  cavalcare ,  <&per  l'unga  dottrina  e  pr  attica  isìruttiffìmo  iti, 
ogninecefìario  efjercitio,fuor  che  di  maneggiare  con  falti,e  calci;  per- 
che tal  vfo  annmer ebbe  molto  il Càualiere  di  arme  carco,  &  al'rando- 
£  fi-troppo  dinanrj,porta  maggior  pericolo  d'effer  ferito  nella  gola, &  ne 
glifcontri:ma  negli  altri  modi  quanto  più  farà  ammaefìrato,  &  ordi- 
nato portando  levirtk&lemembravnite&ben  conferuate  in  fé ,  pili 
recherà-commodà ,  &bonorealfuo  Signore  .  7$on  però  fi  alcuno  per 
auuentura  non  fodisfacefie  compiutamente  in,  tutti  sì  fatti  vff  ci,  farà. 
da  rifiutar fi;perciÒ  che  molti  caualli  non-perche  poco  vagliano,m<zper- 
cbepoco>cÌ  fiano  flati effercitati,  ne  vengonmeno ,  pur  quando  vi  fiàno- 
■  ammaeflrati ,  e  bene  affuefhtti,fi può  ffierare  ,  che  perfettamente  gli 
debbano  adempire  ;  &  con  l'aiuto  de  l'^Arte  diuengon  ottimi  quelli,cbe 
jy;  fi  vedranno  bencreatida  là  Telatura  con  fine  ero  &v  altro  fi  ardimen- 
to; ilquale  non  follmente  dà  la  granierga  del  fiato,.  &viuacità  dello 
Jfiiritofi  congettura,  ma  ancor  dal  veder  il  cauallo  rallegrar  fi  de  ifuo- 
ni  maffimamente.de  Uè 'trombe • ,  tutto  in  fé  commouendò fi,  tenendo  l'o— 
vecchie.  ritte,come dal.Tolitianoinvn  difììco  fi 'efprime  ,.. 
llMàrtialrDeslriero  ambigli  orecchi 
Inal'ra  allhor,.che  di  battaglia  ilfegno^ 
Dan  con  terribilfuon  le  roche  trombe  3, 
Statio  pari  mente  l'accenna,  co  fi.  dicendo  .. 

Egli,  al  fuon  delle cornale  del  le  trombe;. 

liete 


5i4  1>  %  L  L  *é    GLORIA 

liete  fcorger.a  e  intrepido  il  cauallo .  -& 

Proua  ri  Terò è  st.aa ant'r  -  vifan  -  i ,  sk  perfkr  pronai  fé' l cavallo foffe animo-    * 
il  cauallo  fò^o  pjmntofò  ittorno  romor  di  fonagli  ;  dal  quale  s'egli 

iia  animo  no)ì,.  J//;  t()^Q  dimofl..^tane  alacrità  ,fi  giudicano, 

luonc:  iti  delle  guerre  :  an^iper  annegargli  ad  ogni 

fi>  gitani  di  portar  nelle  briglie  loro  certi  fonagli)  co- 

me Parino  r.\    .  i  t  u.iuer  vedutiti  quali  greca-mente  fi  dicean  £odone\  e 
da  qy.ejla  voce  ^i  yjìofkne  vsò  il  verbo  Codonizjn  per  efperimentare,  ri- 
£  guardando  a  qnefìa  efberienxa ,  che  non  pur  ne  i  caualli-,  ma  nelle  Cotur  • 

nici  ancora  fi  f imi  far  e  Ma  per  che  di  quelle  dottrine-,  che  fi  richiedono  al 
buon  caualloynoi hanemo à trattar  appreffo  dijlintamentetrefla  hora  da  F 
ragionare^o.nei  Tolledrifi  debbano governare ,  accio  chepoffano  per- 
uemre  ad  habuità  di  effeguire  quei  dtr.erfi  méfiieriy  a'  quali  fi  an  deìliriit 
Poliedri  ti.  £t  intorno  a  quefla  parte  è  dafapoft ,  che  qi:ado  il  Tolledro  parrànon 
**? ??  •     eflere  P'1"1  bifogneuole  dilattarfi  ;  coiamodamente  fi  potrà  fhre  in  quejlo 
gouenn-  '<nodo,ch'egli.fi  metta  in  diparte  tre  giorni  innanzi  al  plenilunio,&per 
i£ .  tfyztio  di  véttjti.ittro  hore  fi  fàccia  star  dulia  madre  efclufo;poi  la  mat 

tinaie  fi  riconduca^  &  come  bara  fucebitto  tanto  del  latte  ,  cbe'l  vétre 
gli  appaia  gonfione  ne  rimaoua  in  tutto>fe)i7a  fargliene  più  guflare;che 
co  fi  diuerrà  da  poi  più  bello,  egrafìo  ;  &  portando  il  corna  del  Ceruo  ap- 
pefo  al  collo >  z^fjì-to  affermale  in  quella  età  non  fta  perfentire  mai 
morbo  alcuno.  Ma  fé  dapoiyche'l  Tolledro  è  natoci  vede  fé  tornar  afma 
ticoynon  pigliando  quell  accrefeimento  >  che  e'  de;irebbe,efficaciffimo  ri- 
medio fi  a  tdi  quella  Tellicella  >  che  i  caualli  nafeendo  vengono  à  gittaruì 
fuoriidifeccataye  ridotta  in  polueyprendere  un  pocbetto,e  darglielo  in  vii 
bicchiere  di  lattea  bere  non  efendo  egli  ancora  giunto  alfefìo  mefe  :  E 
potrebbe  fi  anco  v fare  al  fìmil  modo  polue  di  polmone  di  Volpe,  laqual 
vtiliffima^fi  fcriue  da  molti  efiere  contra  Vafma,&  altri  mali  che  anno- 
iano il  polmonei  i  quali  tanto  più  fono  pericolofi  à  i  Tolledri,quanto  che  la 
l^aturanon  vi può  per  l imperfettione  de  l'età  abbondante  d'humidità  jj 
recare  ilfoccorfo:  eumene  etiandio  nell'età  primiera,cbe  foro  diffeccan 
do  fi  il  budello  ,  fi  rimangono  di  mangiare,  e  di  bere ,  onde  à  poco  à  poco 
indeboliti  ,  &  abbattuti  fi  veggiono  stare  col  capo  chino  >  &  fi  dicono 
1>eflorati,  veramente  come  fiori  e  afe  ati  in  terra-,  nelqual  cafo  molto 
farà  gioueuole  vn  beuerone  di  farina  di  faue,  e  di  castagne  con  coto- 
gnata^ roffi  di  voua  cotte  in  aceto  forte  distemperata  ogni  co  fa  infa- 
me. Talhora  ò  per  bitmidità  del  luogo  j  o  per  fredderà  dopò  vnfouer- 
chio  efiercitio  concep'ita,diuengono  infifUt'hcoi  neruiattr  attiche  non  fi 
poffono  muouere  diperfona  ;  al  che  douendofi  prouedere  5  fi  fkrà  in  vn 

giorno 


LELCJtP'jiLL.0,   LlB.ilf.  225 

^  giorno  temperato  correre  ilVolledro  tanto ,  che  fi  reggia  ben  rifc  Adato: 
pofcia  nella  nuca  del  collo  per  Ugola  ,  &  per  lojpino  s'ungerà  molto  be- 
ne con  olio  vecchìo,oue fia  mefcolato  butiro,e  dialtea;poi  fard  buona  pe^ 
%aprofumitadi  fottoilventre.con  quel  vapore,  che  renderanno  tre  pie- 
tre viiie  info  e. ite  bagnate  con  vino  perfetto  ,epuro;  indi  couerto  digrofr 
fa  manta  fi  p  \trà  rimandare  d  luogo  fuo ,  che  cofibentofio  fia  rifiorato. 
I/i,  quelli  .modi  accortamente  mirando  alla  tenera  progenie  de  i  eaualliy 
per  confinar  in  filate  quelli,  che  maggior  afpettatiua  di  perfezione  ci 
porgeranno  ;  da  ogni  repentino  cangiamento  fopra  tutte  l'altre  cofeli 
guarderemo  -,  cibandoli  dal  quinto  mefie  innanji  di  farina  d'orbo  conia 
■!2  fina  crufca,e  di  qualche  verdure  di  terra,  felorpiaceffero  .  Tofcia  com- 
pito l'anno  (come  Farrone  e  infegna)  daremo  loro  &  cauigliata,  &  or%a 
intero  ;  non  prillandogli  della  compagnia  delle  madri,  finche  i  due  anni 
non  fi an.p afiati:  perciò  che  infimo  a  quefio  tempo  non  fol  di  latte  haran 
bifognoyma  ancor  dì gnida,come  nouellamente  venuti  al  Mondo  .  Ma  di 
là  del  fecondo  anno  deuran  difgi  unger  fi, non  comportando  ,  che  cofi  libe- 
ramente conuerfino  con  le  madri  per  le  campagne .  Verciò  che  ejfendo  il 
cauallo  (come  enfiatele  fcriue)  caldiffìmo,e  lafciuo,&inetà minore 
piuchein  altrahauendo  laluffuriain  lui  vigore,noi  altrimenti ,  che  nel 
Ciouenco,per  lo  bollore  delfirefco fangue,che foprabbonda\egli fin  d  allho    Poliedro 
C  ra.e  talhorpià  tofìo  (fecondo  la  bontà ,  e  copia  degli  herbaggi)  corniti-  hwoì  qua 
eia  ad  efiere  Himolato  dalla  cieca ,  &.  ardente  F enere  ;  sì  che  trouando  £?     . 
l' oc  e  afone  parata,  di  leggiero  verrebbe  al  coito;  &  per  la  poca  fio  stanca  ^al  coito. 
della  compie  filone  ancor  nonferma,&per  la  molta  dilettatione,  che  ri 
ceuono  di  quell'atto,  fé  ne  sìniggerebbe,  ognidì  peggiorando  apertamen- 
te; &  offefo  in  qualche  parte  del  corpo  ne  rimarrebbe .  Fgli,fe  fipotefle  il 
Tolledro  in  fi  no  a  tre  anni  interi  mantener  libero  in  abbondanti ,  e  buoni 
pafehi;  affai  -meglio  farebbe, eh  e rinchiuderlo  in  ift  alla;  per  che  difeorren- 
do  ad  aria  aperta  per  leforeHe ,  diuenebbe  in  tutte  le  membra  fimo ,  vi- 
n  goro fio, nerbo fo' ,  efnello  ;  &  in  tutte  anioni  più  eccellente  .  Quefio  però 
. .    farebbe  da  far  fi  in  modo,  che  non  islefle  in  compagnia  di  caualla  alcuna; 
an%i  né  vifla,nè  odore  potefle  batterne  ;  Concio  fia  cofa,che 
Fa  delle  fotve  preda  à  poco  a  poco 
Lafemina  in  veder  fi  ;  &  arde  il  mafebio , 
sJKetteudogli  in  oblio  le  ficlue ,  &  l  herbe . 
Tsle  folamente  ne'  Tolleeri  talauuerten^a  è  da  tener  fi,  ma  ancora  negli 
ftalloni,iquali  tutto  l'annoda  or  che  il  tempo  deflinato  alla  monta,fonda 
tenerfi  in  difparte  dalle  caualle;ò  in  remoti pafchi,ò  chiufi  in  cafia: inten- 
dendo però  dichivogliafhrrai^afcelta,egenerQfa;percbegli  altri  co  fi 

V  feminey 


-ì.i6  D  E '  t  l  U    G  t  0  \1  A 

femintycome  mafcbifì  lafrìano  ferina  eccettione  veruna  montare  a  pò-  < 
fla  loro-,  {  come  TalUid io  ferine.)  Turdouunque  fi  tengano  effi  fìalloniy 
è  da  auuertirfi,  che  l'un  dall'altro  fìian  feparati  con  alcuni  interualli 
permc^o;sì,che  non  fi  posano  a  gara  offendere-,  quando  per  V  ardor  del- 
ia lufi  uria  fi  ritr  ottano  furiofì ;  il  che  la  Trimauera  principalmente  pia 
auuiene;  perche  all' bora  picche  mai  ogni  forte  di  beìììame  per  l' abbon- 
datila  del  verde  vitto  flanno  arditiffìmi  in  lafciuia  (come  lAnatolio  di- 
ce)onde  quefla  è  quella  flagioney  tiella  quale  cefi  à  le  Giumente ,  come  a 
gli  stalloni  è  da  day  fi  libera  poteftà  del  bramato  coito  ;  altrimenti  e  que- 
-fti,e  quelle  non  potendo  l'impetaofo  de  fio  foffrire ,  ne  caderebhono  a  mil- 
Animali  [e  ma[t .  Già  (come  ^Ariflotele  feri  uè)  di  tutti  ammali  è  commune}  ì 
per  lu  u-  cjje  ftfiia  yVlM{fà  Venerea  fi  commuouanofommamente  ;  né  piacere  al- 
li    effetti  cuno  (fecondo  Socrate)è  piàvehemente,nè  più  furiofo  di  quel  di  Venere; 
condefeé'/?  come  (h- filando  a  dir  de l'huomo y  che  poi  i  he  l'amorofa  face  dentro 
dano*       l'0fpa  g  lj  £  penetrataynè  di  fatiche  ynè  di  perii  oli  >  ne  di  morte  fa  slima) 
chiaramente  ne1  Cinghiali  fi  può  vedere  >  che  tra  toro  acerbamente  s' in- 
crudelifcono^  e  quantunque  il  coito  foglia  farli  affai  deboli  in  quel  tem- 
po,combattonopur  e-,  &  meraiiigliof amente  fi  fanno,  armare ,  infangati- 
dofi  ben  il  tergo  ,  fi  che  poi  rafeiutto  refìi  duriffimo  >  b  col  fregar  degli 
alberi  indurando  la  cuticagna  già  crafjìffima  preparata,  &  aggu^an- 
do  le  Sanne-ycon  lequali  fouente  l'uri  a  l'altro  fi  dan  la  morte.  Vede  fi  ilfi- 
mile  nei  Montoni,che doue  prima incompagniaconcordepafceuano,  al 
tempo  della  monta  afpriffimi  nemici  tralordiuengono  .  Il  (famelo  quan- 
do è  di  libidine  infuriato ,  non  lafcia  apprefiarfi  nèhuomo  >  ne  altro  ani- 
male che  fi  f off  e.  Gli  Elefanti  aWbora  molte  e afe diquelle ;  che  non  ben, 
fofiero  fabrìcate-y  a  terra  mandano  ;  &  come  feguendo  Virgilio  l'Ala- 
manni foggi  unge*  \ 
//  Toro  fé  potuto  hard  giamai 
Con  la  mente  fpiar  là  doue  fono: 
L'alme  conforti  fue ,  non  fiumi ,  o  Hagni  y 
Ts[on  folitarie  felue  -,  ò  monti  eccelft  x 
Ts^on  de'  Lupi  terror  ,  non  lacci  >  ò  ferri 
Lo  potran  ritener  ;  che't  foco  inulto 
Vener ,  che  vien  da  te,  lo  fcalda  in  modo , 
Ch'altro  non  sa  veder  >  che  quel  che  e'  brama .. 
€t  fé  per  cafo  il  fuo  ri u ale  incontre-y 
Che  a  l'amata  Giouenca  intorno  pafea  ; 
Quafi  folgori  ardenti  a  ferir  vanfi 
Con  le  torna  >  &  col  petto  >  in  fin  che  l'vno> 

Direr~ 


DEL    C  >AP '^tllOy  L1B.  Uh  3*7 

Di  vergogna  >  di  duol  >  di  [angue  tinto 

Sdegno  fa  fugge  in  qualche  afcofa  valle, 

'Di  fiera  rabbia  pieno  ;  e.1  monte ,  e  i  bofchì 

Del  crucciofo  mugghiar  rifuona  intorno  \ 

Et  fendami  curar  di  fonti  >  ò  d 'herbe 

(Che  dal  patrio  terren  fi  troua  in  bando) 

Star  fi  piangendo  ;  e  in  vn  momento  poi 

(Sì  lo  ripunge ^tmor)  ancor  ritorna 

'Di  nuouo  in  guerra  >  e  del  p  afiato  danno 

Rimirando  il  firn  ben  non  fi  rimembra „ 
jj      Ilqualpotentifiìmo  affetto  efirìme anchoraìlvago  ^Arioììo  làdout 
canta  ; 

Come  partendo  afflitto  Tauro  fittole  y 

Che  la  (jiuuenca  al  vincitor  ce/Thabbia^ 

(e  rcar  le  riue ,  ò  lefelue  più  fole  > 

Lungi  da  i  pafchi ,  0  qualche  arida  fabbia  : 

Due  mugghiar  non  ceffa  all'ombra  >  e  al  Sole 

T>{è  però  fcema  l'amorofa  rabbia . 
Che  dirò  degli  Or  fi  ?  de  i  Lupi  ?  edei  Leoni  <?  quelli  aUhorapik ,  che  mai 
v fono  ferità  contra  ciafcunoyche  lor  sappreffi:  benché  meno  degli  altri 
t  fra  loro pugninoyperche  nonjogliono  fiare àgreggia  vniti  infieme  » 

^Hon  altrimenti  ancor  le  varie  Linci 

gradite  à  Tiacco,  &  à  i fugaci  (erui  > 

benché  non  atti  à  guerra  fan  pur  guerra  > 

D'iAmorfojpinti,  e  più  i  Serpenti  fieri > 

De  le  crudeli  Tigri  yò  quanto  a  rifehio 

Ter  li  campi  di  Libia  aUboa.fi  vaga . 
Stfe  alcuni  per  tal  cagione  manco  feroci  fi  veggono  diuentare,  comtfo~ 
no  Rianimali ,  che  con  noi  dime fiic amente  viuono  \  verbigratia  iCani, 
ciò  procede  dalla  copia  del  coitoy  alquaie  non  è  loro  vnfolo  tempo  Vanna 
determiu-ato  :  Ma  come  pur  Virgilio  dice  : 

Ogni  animaly  che  fiafotto  le  slelle  > 

Huo  mini ,  Fé  re,  e  <Tefci  >  e  pinti  augelli 

Calan  repente  in  furio fo  foco  ì 

Et  vn  medefmo  *s4mor  tutti  comànce . 
Tuttauia  fopra  i  Qyadwpediyìl ca.ua.Uo  èfen^a  paragone  fuggtttìffimo   Cauallo 
alla  libidine  (come  ^Alberto  conferma) sì  per  /'  abbondane  del  cibo  afiat  i'uggectif 
fanguignoy&  enfiatiuoysì  per  temperamento  della  compie  filone)  laquale^ !  ? .  a*ja 
con  llmmidità  glifh  fecondi/fimi  al  generar  e>&  con  la  molta  caldeiga 

V    z  fommamente 


aj$*  D  E  L  l  J.     G  l  0  \  I  jt 

fommamente  Infurio  fi  gli  rende;  sr,  che  ttando  infiammati  di  t  d'ardo  •     % 
rey  corrono  addogo  agUhuomini,  e  gin  ano  a  terra  icaualcanti,  quando 
per  auuentura  la  giumenta  vien  hr  veduta . 

xAllhora  vn  tremor  fubitogli  afiale 

In  tutte  membra  ;  e  non  fren  d'buom  ,  ne  sferra  ; 

"Non  rupicaue,ò  ficogli  alpeHri ,  ò  fiumi 

\apidi  punto  ritardar  gli  pomo . 
(foft propriamente  Giouannì Boccaccio  a*  e aualli aggiunge  epiteto  disfre 
natile  d'amor  caldi:  &  a  me  daperfone  degne  di  fede  è  fiato  affermatOy 
che  vn  cauallo  affai  belloy&  cariffimo  adMfonfo  Duca  di  Ferrara,fian 
do  nella  fialla  vicino  a  cei-te  caualle-,  che  fermano  per  lo  Cocchio  della  F 
Ducejpiy  s'innamorò  d'vna  di  quelle  sì  fortemente,che  nonpoteua  in  mo 
do  alcuno  ingranare  ;e  tolto  di  quel  ltiogo,non  i  flette  guari,  chef  morì  ? 
onde  il  Duca  dolenteyvolendo  fapere  la  cagione  di  quesìa  morte)  lo  fé  in 
prefen^a  di  molti  eccellenti  medici  aprir  del  corpo  ;etrouojfi  il  cuore  co- 
uerto  tutto  difangue;sì  che  efpteffamente  fu  giudicato,  ch'egli  per  amo- 
rofa  paffione  era  morto.  KlJ  ad  altroché  a  libidine, &  ad  amore  poffia- 
mo  attribuire  quel  fremente  gridar ,  che  fanno ,  cofiicaualli  vedute  le,  - 
lor  (jiumenteycome  le  caualle  veduti  ilorc  Halloni,  cantando  Gnidio, 
taf  emina  alCaualfempre  annitrifee^- . 
Annitrire  Concio fìdeofa,  die  annitrire  diciamo  quello,  che  i  Latini  diceanoHin-  & 
proprio     nire-fi  germani  Vuichlen  yò  Vtiyhelén;  i  Ciciliani  annicchiare .  Claudio 
e  i  canal  ne  gU [annali  (  come  Iconio  adduce  )f cùffie  Hinnibodantemenie  le  ca- 
ualletra  loro fp argenti  co'  calcila  terra  ;  volendo  con  frequenti  anni- 
triti intender  e,e  doue  i  Greci  il  cauallo  animale  Chremetislico  diffinifeo- 
noy  Hinnibile  fi  traduce;  efiendo  di  fina  natura  proprio  l'annitrire .-  Mi- 
rajcolofo  èquello,che  da  'Tunfania fi 'racconta,  che  nel  vico  di  -Stara- 
tone'tutta  notte  s'odono  cauàlli annitrenti,  &  huomini  combattenti;  né 
mai  efiere  flato  alcuno  bafi  ante  à  riguardarli  da  prefio ,  quando  à  data- 
opera  fi  ci  fofse  voluto  andare  .-perche i  Demoni  iracondamente  lo  di-  ». 
fcacciauanoy  ò  vecideuano  :  ma  fé  alcuno  ignorante  della  cofa  vi  fofse- 
per  auuenturafopragiunto ,  non  h'offendeuano .  frittotele ferine  ,  tut- 
ti gli  animali  al  coito  ,  &  all'  annitrire  bauer  le  proprie  voci  toro;  ma 
quelle  de1  caualli  efsere  differenti;  perche  le  fé  mine  f abito,  che  fon  nx- 
te,m$ndan  fuori  vna  certa  voce  picchia ,  sfottile  ;  i  mafiebi  picchia 
ancor-' effì-,  ma  pia  piena  ,  epiugraue  ;  e  di  giorno  in  giorno  maggior 
la  rendono.  Quando  fon  di  due  anni)  &  che  cominciano  il  coitoy  il  ma- 
fchio  mandala  voce  grande, e  grane  ;  la  f emina  più,  grandey  che  primay 
&pik  chiara fin'at  vtnteftmo  annoyper  lopiù^ma  da  indi  innanzi  la  ren- 
do?* 


l/i  don  fioca  tanto  le  feminey  quanto  i  mafcbì .  Jtleff andrò  JZ[rodi[eo  dice, 
che  nel  genere,  e  auallino  annitriscono  più  i  mafebi  delle  [emine  :  ilche 
effendo  contrari&nelle  Càprey&  nelleTecore ,  egli  ne  rende  quella  ra- 
gione; che  .delle  v.$ci  altre  fonq  animofe.,  altre  fommeffe  ;  &quesle  fon 
proprie  delle  [emine  quelle  più  virili  fono  de'  mafebi ,  fi  come  fi  vede 
che  i  CjalU  fanno  altamente  Coy  Co  •■,  le  Galline  Ca>  Ca  -,  l'annitrire  adun- 
que è  voce  animo  fa,  il  baiare  è  voce  delie  ata\  &però  quella  appartiene^ 
■alle  Tecoreyór  alle  Capre  del  feffo  feminiley  &  quella  a*  Caualli  del  fef- 
fo mafehio  ;  //  cui  annitrire  Virgilio  chiama  acuto .  ^Adamantino  feri- 
ue}ej[ere  alcuni  buominiy  che  hanno  la  voce  fintile  a  quella  del  Cauallo; 

2»  onde  poterfi  congetturare  y  che  pur  di  cauallina  libidine  fi ano  ac cefi  ; 
perche  non  ogni  buomo  è  buomoyma  fecondo  la  qualità  de'  coHumiy  co  fi  è 
buomoyouero  bestia.  Queflo  vocabolo  di  voce  cauallina  parimente  il 
Salmifla  vsòper  ejprimefvnafomma incontinenza y  dicendole iafe uno 
sàia  moglie  delproffimo  annitrirti;  però  fi  legge  in  vn' altro  luogo.  TSlon 
■vogliate fàrui  come  ilcaualloydoè  non  vogliate  dami  alla  luf[uria;onde 
medefimamente  Hefichioi  luffurio fi  chiamò flalloni .  Tlutarco  in  Siila. 
fh  mentione  effere  slato  prefo  da  ifoldati  di  lui  vn  Satiro  >  che  hauea  la 
yoceajpra  come  il  cauallo  annitrente  >  misi  a  ancora  con  vna  famiglian- 
do, del  baiato  del  montone.  lArifìoteley  &  Eliano  fan  pur  fede ,  effere 
vn" augello  chiamato  da' Greci.t^fntboye  da'  Latini FlorOy  di  bel  colore,e 
di  facile  vitto  >  che  b abita  nelle  paludi  y  &  nelle  ritte  >  &  marauiglio- 
famente  imita  la  voce  del  cauallo ,  co'l  quale  è  sì  nimico  ,  che  firn  per- 
feguita  [emprel 'altro,  pafeendo  l'berba  communemente\onde  fuoletal- 
hor  l'augello  dar  gran  noia  al  caualloy  volando  attorno ,  matalhoreglì 
dal  cauallo  è  coltoy  &  mortOy  non  efìendo  di  forte  villa  .  Et  per  tal  ne- 
mistà  naturale  dicono ,  che  gli  Sgittij  volendo  dinotare  vna  perfona  di 
pocafor%ay  che  fugge  vn  più  poffente,  dipingeuano  il  Floro  y  &  il  caual- 
lo.  s^lbi per  Floro  leggono  Oti  y  augello  più  picciolo  d'vn'<Aloccoy  e  1      ^fri 

j.  maggiore  d'una  Ciuetta  y  che  in  luogo  de  l'orecchie  ha  certe  eminenti 
piume,  &  indi  tal  nome prefe,  chiamato  altrimenti  A ftone:ma  i  fudetti 
xAutori  dimofìrano  Voti  efiereamiciffrmo  del  cauallo)  che  tutti  gli  altri 
animali pafeenti  dijpregia,e  fchiua  ;  ma  reggendo  il  cauallo  immanti- 
nente con  vnafomma,&  euidente  allegrezza  d  lui  uolando  >  glifi  acco- 
da quanto  più  puote  ;  onde  (come  dal  Gillio  fi  foggiunge)  chi  vole/fefar 
caccia  di  quelli  augelliymettafi  in  doffo  vn  cuoio  di  caualloyche  ne  pren-    c      . 
deràquanlie'  vuole .  E  naturalmente  contrario  al  cauallo  il  cameloy  contrario 
cerne  Tlinio  afferma  >  &  Herodoto ,  ilqual  raccontay  che  hauendo  Crefo  al  cauallo 
preparata  una  groffa  (aualleria  contra  Ciro  >  cosini  ordinò  all'incon- 

T    i         tro 


1 3o  DEL   L  A'  0  L  0  j(  /  l* 

f  ro  ma  [quadra  di  Cameli  ;  &  ri ufcigli  sì  bene  il  diffegno;  che  nel  prin-  g. 
cipio  deWafìaltO;  come  i  cauallifentirono  l'odore  de  i  (ameli;&  che  pa- 
rimente gli  videro  ,Jp attentati fi  mifero  in  rotta  a  dietro.   Ter  quella 
cagione  ferine  Simonide  ne  gì' lambì;  che  iTerfì  cornine  iaro  adalleua- 
c    alli  f  re  *n  Lidia  i  caualli  infìeme  co'  Cameli  ;  acciò  che  dalla  continoua  pra- 
fpauenta  tica  fi  venifie  in  qualche  parte  a  feemare  quel terror  naturale  .  Sijpa- 
no  da  gli  uentano  i  caualli  ancora  dalla  vifta  degli  Elefantini  come  da  Heliodo- 
eleuntù    r0yMar -Cellino  >  &  altri  Hifloricifi  raccoglie  .  Rifuggono  parimente  lo 
ftrw^o  C amelo  {fecondo  che  dal  (ardano  fi  narra)  &  non  òfano  di  mi- 
rarlo; Et  fono  loro  grandemente  odio  fé  tutte  le  cofe  de'  Torci,cofì  il  gru- 
nitoytome  l 'h alito }el  fetore;  (fecondo  il  Camerario.)  Et  fé  le  Pecore  f 
fi  mette  fero  dentro  lefìalle;  douef off  ero  flati  Muli;  ^i finirò  (aualli;  di- 
ce Columella  ;  che  diuemano  preflamente  rognofe.De  i  Leoni  non  fi  fof- 
fre  lo  (guardo  dai  caualli  generalmente  ,/e  non  ad  alcuni;  che  Caropi 
fono  chiamati  da  Oppiano  >  Ma  lAuìeenna  dice}i  Defìrieri  non  caflrati;e 
fortiyhauer  ardire  di appreflarfi,  e  di  combattere  co'  Leoni;ma  ì cabra- 
ti sì  fattamente  temerli;  che  ne  con  peroni -,  né  con  sferre  vi  fi  ponno 
far  accoflare .  ^l  Casltl  nouo  di  Ts^apoli  i  me  fi  à  dietro  fi  vide;  che  vn 
■  cauallo  fchiuato  per  troppa  ferocità  dal  fio  padrone  yfù  fatto  entrare 
al  luogO;done  slatino  i  Leoni  per  farlo  da  quei  sbranare  ;  ma  egli  sì  ar- 
ditamente con  forila  di  calci  vno  per  vno  gli  ributtò;  che  alla  fineille-  6 
foy  &■  con  più  pregio  ne  fu  canato  .  ^Alberto  >  e  T{afi  fcriuono  >  che  fé" l 
cauallo  calchile  vestigia  del  Leone;  ò  ver  del  LupO;glirefìaranno  ipie- 
Stupre  al  di  aggrauatì  di  tal  torpore  ;  che  non  fi  potrà  pia  muouere ..  Tlinioin  vn 
le  gambe  luogo  dice  ;  che'l  cauallo  feguendro  fotto  il  (aualiere  le  pedate  del  Lu- 
del  caual  p0  y  yiene  à  crepar  fi  ;  &  in  vn' 'altro ,  che  le  pedate  del  Lupo  calcate 
caufato  C  dal  cauallo  gli recano  fìupore  alle  gambe  ;  ilche  nelle  cofe  naturali  con- 
ferma Tanfilo  ;  &  Slianoy  ilquale  ferine  ■>  cbefe'l  cauallo  fi  fermi  per 
auuentura  nelle  pedate  del  Lupo  ;  tutto  refia  dì  torpore  comprefo;  & 
fé  quando  i  caualli  tirano  la  carretta  y  veniffero  à  toccare  il  calcagno 
del  Lupo  ;  non  fi  potriano  muouere  y  non  altrimenti  >  che  fé  con  tutto  il 
carro  foffero  agghiacciati.  Scriue  medefimamenteVlinio  ;  che'l  Silu-^ 
ro  in  ogni  parte  aff aitando  >  &  offendendo  gli  altri  animaliyffrecialmen— 
te  in  vn  fiume  di  Germania;  detto  tJMeno  >  prefto  Lisboo  yfouente  fk 
fommergere  i  caualli ,  che  quindi  varcano  ;  &  che  vn  tempo  ancho- 
ra  aituenne  ;  che  vn  Caualiere amarrando  yn  Bafilifiocon  vna  batta  y, 
pafsò  per  quella  sì  fattamente  la  forila  del  veleno  ;  che  infìeme  col  ca- 
vallo fé  ne  morì .  ^SMa  già  è  cofa  chiara;  commune  con  l'huomoefie- 
rc  al  cauallo  la  nemicitia  de!  Serpenti  ;  fi  come.  Giacobbe  agguagli® 

Dana, 


^btl  £AV ALLO)     LI B.  111.  ftji 

jl  'Demo  alla  Ceraile,che  nafta  fafi  nelfentiere ,  morde  l'unghia  del  Canal- 
Io  per  far  cadere  indietro  il  Caualiere.  Teròriuolgendamialdifcorfo  t-l-j- 
della  fomma  libidine  del '  Cauallo ,  aggiungerò  none/fere  punto  minore  arade  nel 
nelle  caualle,  sì  per  le  medefime  ragio)iidifopra  addote ,  sì  perche  fo-  ìecauall*. 
noquafipriuedi  Meflrui,  cacciandone  fempre  poco  ;  &  affai  meno  d'o- 
gni altra  quadrupede)  fecondo  la  loro  proportione  ;  le  quali  purgatimi 
certamente  fogliono  e/fere  aUefemine,  come  il  coito  à  i  mafthi  ,  fecondo 
dsfuflotele  ;  onde  tutti  gli  animali ,  che  fimilmente  fon  difoda  natura , 
fono  di  V  enere  più  bramo  fi  ;  &  quinci  a^uiene ,  che  le  Donne,  lequali 
molte  volte  habbianopartorito,  fi  anno  manco  luffurio fé;  male  Caualle 
£  nella grandetta  altresì  (  non  pero  preffo  alla  concettione  )  il  coito  fo- 
fìengono;  maffim  amente ,  chef  dice  nel  ventre  loro  reflar  voto  vn  certo 
fpatio;  effendo  più  ampio  il  luogo ,  che  dapoterfi  tutto  occupar  da  un  fa- 
lò ;  ma  più  flretto  che  poter  perfettamente  capire  vn"  altro  ;  benché  il 
medefimo  offeruino  ancor  le  Torche,  come  con  maraniglia  da  Plinio  fi 
racconta  :  ilche  ad  ambe  loro  effendo  con  le  donne  commune  ,fipotrian 
forfè  degnamente  tra  i  più  faggi  animali  connumerare ,  fecondo  la  fen- 
tenya  duquella  cafla  Imperatrice,laquale  addimandata,perche  la  mag 
giorparte  delle  befìie  >  quando  fon  pregne, rifiutano  ilcoito;le  T>onnenò? 
rifpofe  perche  fon  befìie.  Scriue  ancora  Tlinio,  che  le  Caualle  doma- 
te  prendono  il  defiderio  della  monta  due  me  fi  prima  delle  Gregali .  Et 
fecondo  ^Arinotele  efie  Caualle  fentono  più  rabbia  della  luffuria  dopò  il 
parto  ;  i  Caualli  più  nel  tempo  proprio  della  monta;  &  fi  come  le  Caual- 
le dal' odore  s'accorgono  quando  alcuna  delle  compagne  dà  opra  àVe- 
nere ,  <&■  ne  diuengono  ardentiffime per  inuidia  ;  cofi  parimente  i  Caual- 
li le  loro  innamorate  all'odore  conofeono  ;  lequali  co  fi  amano,difendonoy 
e  gouernano ,  come  propriamente  gli  huomin  ile  mogli  ere  ;  tantosto  che 
ciafeuno  hàfcorta  lafua  diletta ,  fatto  fi  impituofamente  dare  da  gli  al- 
tri luogo,  le  fi  va  ve^of amente  à  porre  alato  ,  ma  s'ella  per  auuentu- 
l)  ra  fi  difcoslaffe ,  egli  con  tenaci  morft  la  ritira ,  e  ritien  perforila  ;  & 
fé  vedeffe  vn' altro à  lei auuicinar fi,  ferocemente l'afjalta  ,  né  vna  volta 
combatte feco,ma tante, che ò l'vno ,  ò  l'altro  vittoriofo  poffeditore ,  ri- 
mafofia  :  cofi  fieramente  fon  effi  ancora  infefìati. 

Da  quel  furor  >  da  quella  fi  ene fi  a-) 

Da  quella  rabbia  detta  gelofìa. 
Oltre  che  ne  ritengeno  pui  memoria  sì  viuace ,  che  alla  voce  riconofeono 
il  RJuale,con  cui  hauefìero  combaituto.Hanno  oltr  acciò  quel  di  natura- 
le (non  altrimenti  che  gli  affini  )  ì  caualli  ,che  confottiliffìmo  odorato 
feorgendo  doue  la  femina  loro  hauràpifeiatoys*  abboffano  à  fiutare  quella 

V    4        orinay 


a^i  h-2.ll  A     G  LO  \l    jt 

erinaj  cui  molti  Vapori  afcendendo  loro  al cerueilo,fi  fattamente  il  per-  £ 
turbano ;  che  per  mandarlo  fuori,  aliano-  incontanente  la  tefìa,contra- 
bendo  il  [ornano  labbro^  dalla  qual  contrattionefegne  il  moHrar  de 'den.- 
ti,&  che  le  nafcbe  allargandoli  facciano  più  firedita>e 'più  libera  la  vfci- 
O     ato  ta  di  quelli  fumi,  che  Acutamente  danno  lor  altererà  ;  Conciofia  co  fa 
lente  ne' che  il  fenfo  dell'odorato  è  di  gran  lunga  ne'  Bruti)  che  ne  gli  buomini 
Bruti  che  eccellente  ;hauendo  quelli  men  bumido  il  ceruello  ,  che-babbi  animi  ;  co- 
neglihuo  mept  yede  principalmente  ne  gli  ^iuoltoi ,  che  per  batterlo  molto  j ecco  > 
mtau       l'aria  da  Ibumiditàaienteimpsdita^zlocifftnammtelor  apporta  l'odo- 
re ;  apprejfo  vede  fi  neiCani,  checolfemplice  annafaretrouano  tra  la 
'moltitudine  delle  genti  lofmarritto  padrone ,  e  tra  le  folte  macchie  lea-F' 
fcofeFere:iyjl  che  ma  taceròqael  raro  efiempio,  che  da  i  CaniLamen 
di  Francia  fi fuole prendere Squali  feguenio  vn  ceruo  per  piani)  e  monti 
tutto  il  giorno\efiendolor  poi  dal' ofcurità  della  notte  tolto,  ilmattinfe- 
guente  lo  ritronano  fubito  all'odore  ;  efreffo  in  vna  folta  fcbiera  di  altri 
Cerni  abbattutili ,  non  badando  ad  alcun  degli  altri ,q nel  fola  aj] aitano  > 
e  perfeguitano)  fin  che  e'  vinto  dalla  fi  anche7^à,lw  cada  innan^ià  pie- 
di .  Ma  chi  fi  mar  aitigli  della fauola  di  TSfjircifo  <? fele  Cauallesincora  , 
quando  fono  di  fouercbia  Infuria  {limolate ,  non  potendo  col  de fiderato 
maf ch'io  sfogarfi',  fouente  anniene ,  che Jpecchiandoft  all'acque  chiare > 
della  loro  ifleffa  imagine  *  innamorino  <?  elle  allbora  lafciata  ogni  cura  ** 
dei  pafto ,  languendo  diqnelirano  dìfio  ,  correrebbono  alla  morte  ;  fé 
loro  non  fi  prouede  )  facendole  ( fubito ,  che  difformi  e  macilenti  fé  ne 
veggano  diuenute)nelle  medefime  acque  riuedere  la  loro  cangiata  for- 
ma; fi  che  del  primo  innamoramento  fi  vengano  ad  obliare;  &  cofi  quel-* 
la  fia  la  cagione  della  falute  >  che  fa  del  male;  non  altrimenti  che  di  Te- 
le fo  fi  racconta,  che  dalla  punta  d' un mede  fimo  foro  di  zsfcbillefujje 
fiato  e  ferito  y  &  poi  f anato .  *A'  qneHo  pare  corrifpondente  quel  ,  che 
da  C  olumella  fi  riferifce,  non  effer  dubbio,  che  in  ale une  regioni  le  e a- 
,r      ..    ttalle  s'infiammino  tanto  del  defiderio  della  monta,  che  fé  bznenon  han-  » 
concepo-  m  M  mafchioyfigurandofielle  sleffe  latto  Venereo ,  concepono  di  vento  i 
nodiven  come  fpefio  s'è  veduto  nel  S  agromonte di  Spagna,  che  fi ftendeinOcci- 
w  -  dente  preffo  d  l'Oceano ,  le  (aualle  fen^a  coito  bauer  portato  il  ventrs 

grauido,  e  prodotto  ilparto'y  &  alleuatolo  ;  il  qual  nondimeno  era  di- 
futile,  perche  alterco  anno  venia  a  morire.  Fanone  fa  del  mede fimo 
fede fcriuendo ,  efiere vna cofa incredibile inljpagna,mapur vera-i  che 
nella  regione  diTortogallo,  dou'è  la  Città  di  Lisbona ,  al  monte  TagrOy 
eerte  C  aualle  concepono  di  vento,  in  quella  guifa,  che  fogliano  far  le. 
galline  ancora;  le  ch'i  vqm  chiamano Hipenemia  i  ma  i  parti  cofi  gene- 
rati 


7)  EL  \  C.jtr^L  I0y  L  ITE.  III.  \s^ 

a  rati  non  vivere  più  di  tre  anni.  Ti  mio  <&-  Solino  per/agro  òTagr<£ 
monte  diconoTago  fiume;affe?mandoyche in  Lufitania  d'intorno  adOlif 
fipona  le  Caualle  riuolte  al  fiato  di  Zefiro  concepono  fririto  animale  y& 
che  quello  fkttofi  vero  parto  riefee  mirabilmente  veloce*,  ma  di  vita  non 
paffa  ilter^o  anno  .Fanne  ancora  mentione il noslro gentil <JJìmo  Sanna- 
zaro ylà  doue  dice  >  T^on  altrimentiyche  lefuriofe  (aualle  nelle  ripe  del- 
i' e/iremo  Occidente  fogliono  i  genitali  fiati  di  Zefiro  afrettare  .  Rinfilino 
iìima  ciò  ejjerefiwofajò,  &  mimicamente  douerfi  intendere  per  la  fecon- 
dità delle  Giumentey&  moltitudine  delle  \a^eycbefono  in  queipaefi> 
che  volocijjimi  Caualli  producono  tnttauia.  Ma  non  può  coftuifolocon.. 
B  tradire  à  tanta  turba  difcrittoriycbeper  cofa  vera  l'affermano,  tra' qua-. 
li  è  anche  il  Diuo  sAurelio  Jigoslino.  Scritte  oltr'à  ciò  Auicenna ,  ejfer 
gli  fiato  raccontato  da  vn  vecchio  degno  difede,che  in  vna  Ifola  di  ^Ara, 
biadetta  Dealtufayvna  cauallay  conceputo  che  hebbe  il  vento ,  non  cefo- 
mai  di  correre  per  defiderio  del  coito  y  fin  che  non  toccò  gli  eslremi fini 
dell' Ifola ,  ch'erano  otto  leghe  ;  e'I  mede  fimo  dicono  alcuni  auuenire  in 
frigia  .  Alberto  dicey  cbe'lp-roprio  della  (aualla  editando  de  fiderà  il 
coito  y  ricalcitrar  alquanto  col  piede  >  ò  con  la  cofeia  &  in  queflo  mo- 
do aprendo  la  vulua  tirar  afe  il  vento  di  Me70  giorno  y  ò  di  Tramonta- 
na y  de'  quali  fi  fente  afì  ai  ricreare  ;  [aggiungendo  efiergliftatto  detto  da 
C  vna  Donna  luffuriofaycbe  mentreych'  ella  flotta  intenta  all'  atto  Venereoy 
fentia  fummo  piacere  di  fàrfi  entrare  il  vento  al  corpo  ;  &  già  nelle 
Cagne  fouente  fi  vede  >  che  di  vento  s'impregnino;  e  ben  che  facciano  tut-  Cagne  in 
ti  altri  effetti  di  grauìdex^a ,  non  pan  ori f cono  cofa  fruitale  ;  ma  quel-  giau  kiace 
la  materia  fi  conuerte  infrecie  diqualche cattiuobimore  come difeab-  uent0* 
bicLyb  altro  tale  .  J^e  iTrouerbij  di  Hefiodo  pur  fi fh  mentione  y  che  nel 
tempo  y  che  le  caualle  fono  da  tal  defiderio  fopr apre fé  y  entrano  al  cor- 
po loro  variffririti  di  lufiuria^he  lefknaocome  v feste  di  fentimento  va- 
gare incerte  yllclye  Horatio  dinota  là  doue  dice: 

Quando  l'ardente  amore  :  &  la  libidine 
P  Che  de'  Cauaile  madri frefio  infuria .. 

Et  Ouidioy  In  furia  le  caualle  fi  e  ommouonoy 

St  per  luoghi  diuifi  dì  gran  fratto 

Ter  monti  >  e  fiumi  ilor  miriti  feguono  .. 
Ma  più  efrreffamente  ne ragiona  Virgilio ,  dicendo  y 

Innan-^i  à  tutti  veramente  chiaro 

Il  furor  è  delh  Caualle  ,  à  cui 

Venere  die  tal  m  ente  y  allhor  che  Glauco 

DilacerarQiyuefte^morfoIjiingc 

^tgir 


2^4  DELL^gLO^Ì** 

+A  gir  di  là  de'  (jargari ,  e  del  fiume  i  ^ 

^ifcanio  rifonante  ;&  ogni  varco 
Si  "peggiori  fuperar  d'alpeilri  monti. 
fuahirto^  Odetto  Cj  lauto  dicono ,  che fofie  flato  figlimi  di  Sifi foy&che  regnando 
ria.  à  Totnia  città  di  Beotia,  tenea  certe  caualle ,  à  cui  daua  a  mangiare 

camihumane ,  accio  che  nelle  guerre  più  fi  fofìero  portate  ferocemente  ; 
&  alla  fine  fuperato  nel  corfo  delle  carrette  da  I&lao  >  quelle  medefimc 
il  diuoraro  >  come  da  iproprij  cani  fi  legge  efìere  auuenuto  ad  nsftteone. 
In  vna  fontana  di  Totnia  ferme  Eliano ,  che  Unendone i  Caualli  >  diuen- 
gono  arrabbiati .  SI  mede  fimo  narra  di  Coffmito  fiume  di  Tracia  il 
rolterrano.  ^Plinio  dice  de  gli  rifinì  foli  in  Totnia  ;  ma  che  intorno  ad  p 
is4bdera-)?l 'limite ,  che  fi  chiama  diDiomede ,  nafeono  certe  herbe ,  che 
C*uw         mangiandone  i  Caualli ,  incontanente  s'arrabbiano  :  f quali  efiempi  ci 
deono  fare  accorti  à  mirar  la  qualità  deW acque  y  e de gli  berbaggi  >  oue 
fiano  da  tener  fi  le  elette  Razrzi.  Di  carne  humana  fermano  ancoraché 
Caualli  rBufirihanefie  cibati ifuoi  Caualli  ;  e  Diomede  I\è  di  Tracia,  ilquale  be- 
cibati  di  nignamente  accogliendo  iforaFtieri)  gli  fea  con  allegrerà  inebbriarey 
carne  hu-  ^QJcia  addormentatigli  vecidea,  e  dauali  à  mangiare  allefue  Caualle  (  fi 
nfome-    come  racconta  <Albrico)  ma  capitatola  Hercole,fece  à  lui  quelych'eglifk 
de.  cena  ad  altri  ;  nel  che  volfero dinotare iToeti ,  che  la  virtù  fuper ala 

macchia  di  tutti  >  e  qnafi  col  Tallone  punifee  il  vìtio  con  quella  me  de  fi- (j 
ma  pena  >  in  che  delinque ,  Higino  dice  >  che queslieran  caualli  >  nomati 
Todario  >  ò  Todarco ,  LampoyXanto,e  Dino  .  Talefiito  tienpercofa  ridi- 
cola 5  che  i  (faualli  ,  animali y  che  fi  pafeono  d'orbo  y  &  fienosi  cibaffero 
mai  di  camihumane ;ma  dice  douerfi  credere  >  che  in  que tempi  antichiy 
quando  ogni  huomo  viuea  col  fudore  delle  fue  mani ,  coltiuando  la  terray 
per  hauere  la  biada  neceffario  al  vitto  fuo  ;  quesli  Signori  ejfendo fi  tan- 
to dilettati  di  tener  moltitudine  de'  (/malli  >  che  dopò  hauerconfumata 
lafoì~lan%a  di  molti  huomini  lorofudditi ,  confumaro  ancora  la  loro  pro- 
pria in  quella  ecceffiua  jpefa  da'  Cjreci  detta  Hippomania  ;  fi  venne  à 
dar  luogo  à  fi  fatte  fauole  .  ^Altri  per  le  Caualle  di  Diomede  intendono  le  "" 
fue  figlie,  le  quali  erano  meretrici  tanto  libidinofe>cheper  l' ufo  forcato 
di  Venere  pare  ano  d  inorare  i  loro  hojpitiy  &  ne  Jole  ano  pofeia  alcuni 
far  amax^are.ll  che  certamente  afiai  quadra  potendo  fi  drittamente  (fé- 
Dóne  luf  cond°  Eliano)le  lufuriofe  donne  chiamar  Caualle\confiderata  la fomma 
furiofe  libidine  di  quefli  animali . 
chiamar/i  Che  ratto  quando  all' auide  medolle 

caualle .  Sottoporla  è  la  fiamma  (il  che  più  fh  (fi 

La  Trimauera  y  perche  allhor  ritorna 

Dentro 


rDEL   CAVALLO,  L  I  B.  III.  ajj 

£  Dentro  l'offa  il  calore  )  elle  riu olta 

La  fàccia  verfo  Zefiro  >  in  su  l'alte 

fytpi  fi  Hanno y  raccogliendo  l'aure 

Leggieri  ;  efpeffo  auuien ,  che  di  quell'aure 

Sen^a  l'vfata  altrui  congiuntone 

Grauide  fatte  (marauiglia  à  dir  fi)  " 

Fuggonpergli  afprifaffi ,  &  per  le  valli  ; 

TSlJ  verfo  quelle  parti  >  ond 'Euro  fofjia  > 

0(  donde  nafce  il  Sol ,  difcorron  elle  ; 

Ma  verfo  Borea  y  ò  Cauro  >  ò  donde  il  nero 
*R  jLuliro  girando  il  del  di  pioggie  ingo  m  bra . 

fui  da  lorfi  vede  alla  perfine 

Lentamente  Hillar  certo  veleno , 

Che  da'  Tafiori  Hippomane  è  chiamato  y 

fi  qual  fouente  da  le  rie  madrigne 

Efier  raccolto  fuole  >  e  miflo  infieme 

(on  herbe  y&  con  parole  à  morte  altrui^ 
Sicome  ancora  Tibullo  accenna Udoue  canta  * 

£t  q  iteli' bumor  >  che  quando  alle  sfrenate 

(jreggie  gli  ardenti  amor  V enere fyìra  y 
£  Suole  fiillar  dalle  Veneree  parti 

Ifella  caualla  di  di/ir  accefa .. 
^riliotele  ampiamente  l 'afferma ,  fcriuendoy  di  tutto  il  feffo  fe- 
minile  de  gli  animali  y  la  caualla  più  accender  fi  di  libidine  <>allh ora ,   Ca^U.- 
chefuentare  fi  fuole  dire  :  però  nell'I  fola  di  Creta  non  fanno  mai  da  ef-  p^u  acce^. 
ferimuouere  glifìalloni)  perche  quando  le  caualle  fono  commoffe  dal-  fa  di  libì- 
Lalujfuriay  tal  volta  adunandoci  àfchiere  infieme  >  etra  lorofcber-di^- 
<%andoyfìfentono  cangiate  di  voce,&fi  veggiono  con  molta  fpefse^a  la 
coda  muouere ,  &  con  la  vulua  cacciata  in  fuori  ffeffiffimo  orinare  :  tal 
molta  lafciat a  la  compagnia  fi  mettono  a  correre y  non  verfo  l'Oriente, 
D  ò  l'Occidente  ,  ma  per  trauerfo  ;  nefilafciano  alcuno  approfjìmare  r 
fin  che  nonh abbiano ritrouato  ilmafchio  loro  ;  oche  per  eHremaflan- 
chczga  fi  fian  fermate  \  allhora  mandano  fuori  vn  certo  humore,  che 
Hippomane  è  nomato  yfimile  a  quello  >  chenelle  Scrofe  zsfpria  fichia-     . 
ma  .  Queflo  Hippomane  principalmente  per  vfo  d' incantefì'mi  nelle  co-  maQe    e 
fé d 'dimore fi  ricercaua;  fcioccamente jlimandofì cagionar  libidineca-  fuoi  eflfcc 
uallina  dchifi  defse  (come  anco  appo  Columella  fi  legge)  ben  che  fiaù- 
difficile  à  raccoglier  fi  y  perche  fcorre  affala  poco  ;■&  e  fatto  comefper- 
ma)pii*  fonile perOidi quello ychefknnoi ìmafcbi..  Tlinioldice efser Ha- 
ta, 


ìj6  *D.  E  L  L  <A    C  l  0  \1  ^ 

ta  openione  d'jlnaffilao  >  che  ponendofì  l'Hippomane  al  lucigno  dell*  w 
lucerna  accefa,fà  moslruofaméte  rappre fentare  vnamoltindine  di  tefie 
Cai:  aitine;  &  co  fi  de  Infine  parimente. E  di  più  racconta  e/fere  flato  in 
Olimpia  la  effigie d'vna cangila y che riduceaà.rabbiadi coito i caualli  y 
che  lefifojfero  appresati  ;  ejfendo  slato  mescolato  l' Hippomane  in  quel 
metallo.  Questa  co  fa  diffuj amente fi fcriue  da  "T  anfanici  in  tal  modo{co- 
me  dal  Leoniceno  fi  referifce)ycbe  vn  di  <Arcadiaynomato  Formiyefien- 
do,  per  l' batter  gran  tempo  militato  a  camallo  nella  Ciciliayvenuto  àfoni 
ma  ricchezza  ;  oltra  i  dom  confecrati  ad  ^Apollo  Delfico  >  dedicò  in  0- 
limpia  due  caualli  di  bronco,  co' loro  moderatori;  l'vno  fatto  da  Dioni- 
gi Sdrgiuo,l' altro  da  Simone  Sginet  a  ;ln  vn  de'  quali  racconta  Gillioper  P 
fama  già  dinulgata  tra  Elie  fi ,  ch'era  incbiufo  l'Hippomane  con  tanta 
intrinfeca  efficaciayche  qnatunque  tal  ftmolacro  parefse  brutto^peref se- 
re fenja  coday'aondimeno  quanti  altri  caualli  ui  s'  accofiauanoyrotto  ogni 
legamey  da  furor  di  libidine  infiammati  correuano  fopra  quello  più  ar- 
dentemente >  che  fé  vna  caualla  viuaye  belliffimafoffe  fiata:  ey*  ben  che, 
non  potendo fi  l 'vngbie  loro  fermare  in  fu  l  metalloyindarno  s^affaticaf- 
fero, non  pero  abbandonauanoil  difio  del  coito;  ma  tanto  più  con  la  boc- 
ca aperta,  &  con  ammirabili  annitriti  violentemente  fa  It  aitano  addof- 
fo)'ne  mai  fé  ne  partiuanoyfe  con  gran  forche  battiture  de'co-^oniflrap 
pati  non  n'erano. Le  medefime  cofe  Eliano  affermayfoggiungendoyciò  non 
da  inganno  ejferfi  cagionatole  tanto  del  viuoy&  del  vero  ha  uutoba- 
tteffe  cotalimagine;  ma  ejferfi  fatto  per  la  mirabile  virtù  de  l'Hippoma 
ne,cbe  l ingegnofo  artefice  hauea  ripofio  nella  misi/tra  .  *Appb  Teocrito 
ncllaF armacent ;-ii>&  appo  Hcfiodofifà  mentione  d'vn'berba  chiama 
ne  e  in oi  ta  Hippomane,  che  mangiandofi  da  caualli,gli  riduce  in  furore:  IlCra- 
llgnifica-  teua  dice  quesla  efiere  vna  pianta  firmile  di  frutto  al  cocomero  feluag- 
^  •  gio  y  di  foglia  più  nera,efpinofaqual  dipapauere.  Hipponianeftpuò  dire 

il  prato  troppo  berbofo,  e  qua  fi  luffuriante:  Hippomane  fu  cognominato 
.Aiace  da  Sofoclei-,  qua  fi  troppo  furente  ;  &  Hippomane  può  chiamar ff-yt 
ff  .  ,.  vna  donna  cofilafciuay  &  infuriata  dalla  libidine,  che  sfacciatamente 
quella  ca  defie  di  mano  àgli  bnomini .  Di  qui  tirano  i  Greci  ilVerboHippomanin 
runcula  perejfer  nelle  cofe  V  eneree  furiofo  .  Hippomane  ancora  fi  chiama  quel 
detta  Hip  laCarney  che  refia  nella  fronte  del  tenero  Tolledrino,  quando  e'  nafee^ 
oTero^ti  fotta  ^S'ùfe  d'vn  picchi  fico  fé  e  co  di  color nero,  e  di  figura  ampietta  in 
no.  tondo  ;laqual  fé  per  anuenturafi  toglieffe,  ò  rompeffe  da  alcuno,  la  giu- 

menta fentendo  l'odore ,  incontanente  verrebbe  in  f uria,  &  in  rabbia  y 
ne  più  nudr irebbe  il  figlio  .  Di  quefla  fi  compongono  alcuni  veleni  affai 
pofienti  (  come  Alberto  dimojlra)  er-  gioua  pur  àfhre  innamorare ,  ) 

come 


DEL    C  otV  ULLOy     LTB.III.         %%j 

\,4 '(come  nella  fina  <Dìdone  Virgilio  accennò)  dicendo.)  che  tra  gli  altri  ri-  \ 
medi 
•        Delcauallo  nafeente  ancor  fi  cerca 
Sueller  da  fronte  Vamorofa  carne  > 
'  Trimaycbe  tolta  dalla  madre  fia  . 
(ondo fi  cofa  y  che  la  canalla  fubito  >  e  ha  partorito  >  fi  mangia  le  fecon  - 
de  ciò  èia  veste  del  parto  ;  e  pofeia  leccando  la  fronte  del  Tolledro ,  vi 
confuma  quella  camsttay  come  da^Aristotele  par  fi  narra)  ilqual  fatto- 
lo fi  flimacot  ali  effetti  de  l'Hippomane  >  figurati  dafeminelley  e  da  per  • 
fone  follemente  fìudiofe  de  l'arti  maghe .    Con  tutto  ciò  Eliano  ferine  > 

&     quella  Carnncula  >  e  babbi  am  dettarle/mi  dire)  che  fi  a  nella  fronte  del 
Tolledrinoyalcuni  àilumbiyalcuni  ài  genitali;^  egli  ftimaycbe  la  d'uà 
na benignità pietofa delgenere  Qauallino sbobbia infifso  quefìo  configlia 
alla  mente  della  cauallayche  fubito  la  diuoriye  togliz  viaychefel  Tolle- 
dro la  por.tafseinfiny  ctì  eiviuefseyvenendo  cofi  i&feminay  come  il  ma- 
febio  sfrenato  ardor  diZJenerey  per  rabbia  di  libidine  tutta  la  genera- 
tane de' 'caualii  affatto  fi  firuggerehbe.Laqual  forza  dice  batter  ben  co- 
gnita i^Pafloriycbe  volendo  ad  alcuna  per  fona  trattar  inftdie  amatorie> 
per  infiammarla  à  lupina  ;  diligentemente  (piano  il  tempo  del  partori- 
J  re;e  tolta  fubito  quella  picelo  la  carne}cbe  Tulio  pur  appellano:  la  metta, 
no  dentro  vn'vngbia  cauallina  ,  doue  ottimamente  fi  conferua;&  nella 
fpuntar  del  Sole  ammalano  il  Tolledroycbe  già  da  fé  ftefiopoco  da  poi 
farebbe  morto;  Conciò  foffe  cofaycbe  la  madre  priuata  di  quella  certay  e 
propria  nota  di  beniuolen^yin  niun  modo  il  latterebbe ;  e  fendo  open  ione 
di  alcunché  tutto  Vamoreycbe  mettono  al  figliuolo,  foglia  dal  mangiar 
di  quella  incominciareSToifoggiungeyche  cafcunoyilqual  veniffeper  al- 
trui  inganno  à  guftar  tal  cofay  retta  prefo  d' vna  sì  violenta  forza  di  li  • 
Udine  ;  che  tutto  fi  fente  ardere;  e  gridai  non  può  pofare  ;  sì  fieramente 
innamorato  di  quante  Donne  egli  vede,cbe  corre  loro  addofjò  sfrenata- 
mente  ;&  co'  gli  occhi  medefimipary  che  V  interno  morbo  deW  amoro  fa 
fiamma  dimos~lri\dalla  qual.co.me  d'vtia  continouaye  lenta  febbre  fi  vie- 
ne à  poco  à  poco  a  co  fumare: e 'Ifo  migliarne  ancora  delle  Done  verfo  gli 
huomini  auuenire.Queflecofe  come  indegne  della  nofira  religmneyio  per 
me credO)che  fiano:Ma  ben  puòflareycbe  di  tanta  calde  zza  fofsero  que- 
fti  Hippomani  yebe  infocando  lereni^l  fegato  >  accrefiefero  gliffiriti 
della  libidineycongrau  danno  deirhumana  compie ffioney&  coft'fpecie  di 
veleni  pia  tofloycbe  dincate fimi  fan  dadirfi,Et  che  per  amor  dell'Imo^ 
mola  caualla  diuori  tal  carnicciay  non  volendo  ,  che  foffe  di  tal  veleria 
DffefoaicimO''poi  che  nqnad  altroyche  a  Recide  vtilità.  deWbu  manoge- 

nere 


nere  fi  vede  procreato  il  genere  Cauallino ,  sì  duratitela  vita  toro  ysì* 

anche  dopò  la  morte;  fi  come  d' infiniti  rimedi  alla  [alme  delfhuomo  op-  . 
portimi-)  che  dal  corpo  del  cauallo  fi  prendono ,  molti  fcrittori  difomma 
autorità  han  già  fitta  fede  . 
Latte  di  Trimieramente  del  latte  della  e aualla  vtiliffimo  l'vfo è  giudicato: 
caualla  i  frinendo  Varrone  mirabilmente  purgare  il  corpo  humano  il  latte  ca- 
che  cole  uallino;apprefìo  quel  dell \A fina ,  poiquel  della  Vaccai  vltimamen- 
iia  uo—  tequeideHaCapra  .  z^fetiodicegiouar  molto  ripurgar  le  posteme  y& 
altre  corrottioni .  Vlinio  narra  che  folue  il  ventre  >  ejpugna  i  veleni  del 
Lepre marino >  e itoffichiy  e  gioita  al  morbo  comitiale  >  mafsimamente  _ 
fé  con  quello  fi  danno  in  polite  i  testicoli  del  Cinghiale ,  ò  il  quaglio  del 
Vitello  marino;  Oltrà  ciò  è  molto  vtile  il  latte  della  e  aualla  à  farne  ba- 
gni alla  madrìce  ;  il  cui  dolore  Efculapio  afferma  >  ch'egli  beuuto  y  ac- 
queti ;  e  cacci  fuor  a  il  parto  f concio  .  B^afi ,  &  ^Alberto  dicono ,  che.  fé 
yna  Donna  slerile  beuerà  latte  cauallino  yfen^a  che  fé  n'accorga ,  met- 
tendofi  inquello ijlante  conl'huomo >  conceperày  Soggiunge  ancoraTli- 
nio  fottilifsimo  e  fiere  il  latta  cauallino  à  paro  del  (amelino;  ma  crafjif- 
fimo  l'JLfminoy  sìy  che  in  vece  di  quaglio  alcuni  l'vfano  :  Ma  Cjaleno  di- 
ce il  latte  della  caualla  pia  tosto  feenderey  efimilmente  quel  dell' xAfì- 
na  \  perche  di  grafìe  %^a  pochifsimoy  è  partecipe  :  onde  rade  volte  neln 
ventricello  d'alcuno  e'  paffa  in  cafeio .  T^ic andrò fcrifìe  il  latte  d'vna 
Caualla giouanijfimay  &  (fé  far  fi  potefie  )  vergine ,  istillato  con  bal- 
famo,contra  veleni  e  fi  ere  vtiliffimo  y  non  altrimentiyche  quel  della  Don- 
na fi  loda  in  ciò  da  frafìfhato .  *Auicenna  pone  il  latte  cauallino  (maf- 
fimamente  da  prefio  al  parto)  efiere  come  quello  delle  Camele  fattile  > 
&  aquojòy  e  rimollire  il  ventre .  *Arifìotele  dà  il  primo  luogo  di  fotti" 
gliei^a  al  latte  della  caualla ,  il  fecondo  à  quello  della  Camele .  Dio- 
floride  afferma  effere  idoneo  al  ventre  humano  il  latte  (auaUinot  come 
anco  il  Faccino  y  &  l'Afinino  ;  affai  più,  del  Tecorino  >  che  è  più  crafso , 
Sereno  infegna  :  H 

Che  chi  mollificare  il  ventre  cerca  , 
(oliane  della  (apra  il  mulfo  prenda  ; 
Ma  quel  de  la  Caualla  afsaì  migliore 
£'  da  tenerfi  che  di  lungi  auarv7a 
Del  JlfmeUa  i  valorofì  fughi . 
Marcello  approuaycb' ci  fero  del  latte  cauallino  dato  à  bereyfkcilmentef 
drfen^a pericolo  mollificaye purga  il uentre diche  da^Aetioft  iofermay 
dicendo  vtilmente  mollificar  fi  il  ventre  colferoyma  non  co  queìloycheftct 
fpremuto  dalcafcJo;perche  miglior  è  quello: che  per  naturale  de  cottione 


<T>  K  l  C  UV  AtLOy    IIB.  111.        239 

fi  fi  a  fep  arato  dal  latte  >  maffimamente  Tìa fatino  >  ò  Cauallino ,  ilqv.ale  è 
più  eccellente.  jLrifiotelefk  menticne,che  in  Frigia  fi  mefcolaua  il  latte 
della CaualUy  e  del' „4 fina  afhr'il  cafcio .  Diofcoride aggiunge  il  cafcio  Hippace, 
cauallino  chiamarfi  Hippacey  &  efiere  di  grandi/fimo  nudrimento ,  e  di  £"*  co  a 
proporzione  corrijpondente  al  "Bufalinoybenche  alcuni  Hippace  chiamino' 
ilquaglio  della  caualla;& già Ìvnoy& l'altro  approua Plinio  in  un  lim 
goyfcriuendo  Hippace  chiamar  fi  il  cafcio  cauallinoyilquale  (fecondo  Se- 
filo)  fa  i  mede  fimi  effettiycbe  l/Bufalino  ;  in  vrìaltroy  che' ì  quaglio  del- 
la Caualla  detto  Hippace  è  vtile  à  Difenterici  &  Celiaci  ;laqual  co  fa  con 
ferma  &  Diofcorideye  (falena,  aggiungendo  il  Matthioliyche  contra  mor 

n>fidi  Serpenti  èfalutifero ,  /'/  quaglio  cauallino  beuuto  con  Vino  >.  anyi fe- 
condo Efculapio  yinquejìo  modo  è  efficace  ad  acquetare  ogni  dolore  del 
corpo  humano^Slio  'Dionigi  fcriue  l'Hippace  effer  cibo  de  gli  Scitbiy  fat- 
to di  latte  cauallino;e  quejla- afferma  Hippocrate  nel  libro-de  VjLerey  & 
de*  liioghiyoutdìce  ipaftori  Scithi  mangiare  carni  cottey  &  cafcio  canal 
lino  Hippace  detto  ;  e  bere  latte  pur  di  Caualla .  Toi  nel  libro  de'  morbi 
pur  chiaramente  l'ejpone ,  dicendogli  Scithi  mettere  il  latte  Cauallino 
entro  certi  vafi  cupidi  di  legno ;&  mentreyche  quiui  infufo  fi  turba  facen 
do  f chiama ,  fi  vien  talmente  a  feparare ,  che' l  grafo  ilqual  chiamano 
*Butiro  y  efiendo  leggiero  >  nella  fuperficie  refi  a  ;  il  fero  tien  il  melano 

£  luogo  ;  ma  ilgraue  e'I  grofio  in  giù  fi  ferma  ;  e  quejlopofcia  in  diparte 
mefoy&  aflrettOy  efecco,  riman  quel  cafeioyche  Hippace  dicono\ilqua- 
le  (  feconde  Efculapio)reprimeil  yen  treye  toglie  i  torcimenti.  Varino  in- 
terpretando Hippomolgiyche  da'  Latini  fi  dir  ebbono  Squamagli ,per  colo- 
roycbe  mungono  le  (aualle,-  dice  co  fi '  chiamar  fi  certi  popoli  della  Scithiay 
detti  ancora  (jalattopotey  e  <jalattofagiy  che  viuono  di  l'atte  cauallinoy  e 
cognominati  tal  volta  z^btjyquafi  Oligobij ">  perche  di  vile  >  &femplice 
vitto  contenti '.fono  ..  Taolo  Veneto  racconta ,  che  pur  iT  art  ari  beano  iL 
latte  delle  caualleypreparato  sìfattam  entey  che  pare  e  fere  vino  bianco; 
&  èbeuanda  non  infìpiday  chiamata  da  effi  Guina  :■  €t  in  vnafelìayche 

£  a'  venfotto  d'*Agoflo  da  lor  fi  celebra  y.  fi  preparali  latte  cauallino  in 
certi  conueneuoU  vafiy  e'iFjcon  le  fu  e  manivà  diquaye  di  là  fpargen- 
do  quel  latte  in  honore  defuoi  Deiy  penf andò  (come  i  fuoiMagi  lo  am- 
maeftrano)  ch'ejfiil  beueffero  cofi  Jparfo  y  &  per  mercede  faridn  folle- 
citi  conferuadori  di  tutte  le  cofeycbeeipoJfiede.  Fatto  ilfacrificioy  beeil 
Bjil  latte  delle  caualle  bianche ,  del  quale  non  è  lecito  ad  altri  in  quel 
dì  gufi  are  y  eccetto  fé  di  Hirpe  reale  fuffe  yfuor  che  vn  certo  popolo  di 
quella  regione  Horiac  nominato  y  ilqual  ancora  tal  priuilegio  gode  y  per 
yna  certa  grani  vittoria  x  che  ottennero^  al  granCbam  di  Chinchi, 

Alberto 


I40  T>  E  L  l  oi     G  l  0  l^ì  U 

^Alberto  altresì  fa  fede,  che  certi  Barbari  ijpongono  ai  Sole  il  latte  del-  £ 
le  Cavalle  in  fino  a  tanto,  chela  parte  più.  cr  affa  fi  re  fida  ;  pofciafattolo 
bollire  in  vnv  afe, come  fi  cera,cioè  Ceriti  fi  o,quello,  che  fé  ne  cola  ,  vfano 
in  beuanda:  Coftoro  fono i  Tartari,iTruteni,  i Comani  ,  &lor finitimi, 
che"  molto  (e  ne  ingraffano,quelli  maffimxmente,che  non  fono  in  contino- 
uo  efiercitio .  I  Sarmoti(come  Timo  ferine)  fi  audrifeono  al  pia  di  fari- 
na di  miglio  critdx,mef colandole  latte  cauallino,o  fongu.e  tolto  dalle  ga- 
he  d  effi  caualli;  il  che  coferma  ne  gli  Spigram  mi  quel  Voeta,cbepafciit- 
tidalbeuuto  cauallo  glinominaV 'irgilio,dicenio  effer  bene,che  nella  fe- 
bre  delle  Tecore,lor  fi  ferifea  la  vena  fonano,  dellagamba  yfoggiunge  : 

Come  i  Tifalti  fogliono  ,  e  i  Cjeloni  F 

In  Bybodope  fuggendo  ,bnei  deferti  ; 
Che  beon  per  quetar  l'ardente  fete 
Con.Cau all'ino  f angue  in  latte  mislo  . 
Claudiano  fa  mentione,quejla  vfanza  tener  ancora  nella  Scithia , 
Laudate  Maffageta  ,  che'l  deslriere 
Ter  la  beuanda  fua  fouente  fere . 
Tutto  ciò  appro'iaTaufxnia,  ilquale  ferine ,  cheiSauromati  (fi come 
fon  tutti  nomadi  e  p afiori)  nudrifeono  gran  copia  dicaualli,  de'  quali 
non  folamente  fi  feruono  nelle  guerre  ;  mane  fanno  facrifi ciò  a'  loro 
■  T>ei  ;  e  gli  vfano  anco  in  cibi .  //  che  de  Tartari ,  e  de*  Mangi  parimen- 
Tartan  ?  te  racconta  il  Feneto,  che  fon' atterzi  a  mangiare  caualli)  &  foni .  " 
cibano  di  ^^tthia  più.  dislintamente  narra,  coftor  mangiare  le  carni  caualline 
caualli .   .tal  volta  mero  crude  \  ne  douerfi  giudicar  cofa  Urano ,  che  tale  carne 
•  paia,  loro  di  buon  fapore  ;  anzi  non  è  quitti  sì  gran  Signore  >  che  non 
tenga  la  te  sìa  d'vn  cauallo  per  la  più  dilicata  viuanda  >  che  fi  ritroui; 
•  <&  vfano  dimetterla  ne'  corniti  loro  in  sii  latomia,  come  noi  fogliam 
fare  della  tefia  di  va  Cinghiale  ;  ma  effi  quanto  più  ella  ha  del  fan- 
guinofo,e  del  mal  cotto,  più  f  aggradirono  :  £t  effendo  quesli popoli  vni- 
uerfalmente  abbondanti/fimi  diCaualli ;  quantunque  loro  ne  muore  al-  t* 
e  uno ,  0  per  cafo  di  morbo  io  per  natura  ,  effi  tagliato  il  corrotto  luogo, 
affai  volentieri  il  mangiano;  etrouandofi  nelle  guerre  fé  là  fame  gli 
preme  troppo  (ben  che  la  fopportino  lungamente  )  ammazjan'oilor  ca- 
ualli &  fé  ne  cibano ,  più  tofìo  che  da  l'imprefa  con  vergogna  s'induca- 
no, a  ritirar  fi  :  ma  prima,  che  vengano  a  qucflo  atto  >  vfano  affai  Jpejfo 
G  ;  "nizza  di  ferirli  in  certe  parti  più  idonee  per  cattarne  fangue ,  ilquale  &  per  fé 
ri  h  lotte-  §leffo,  &  mefcolato  con  farina  di  miglio  graditamente  diuorano .  flfo- 
j  di  migli -vite  costumano  i  (jianizjeri ,  che  quando  loro  ogni  cofa  manca  > 

caualli.     fji [ostentano  molti  giorni  col  [angue  esìrato  dalle  venne  di  lor  Caualli, 

&  alla, 


VtL   CUVjLltÒ)  LIS.  UH  541 

rji  &  alla  fine  gli  mangiano  ;  &  cofi  perfeuerano  alle  guerre .  Celio  affer-     Popoli 
male  carni  caualline  ,  &  Volpine  efiere  a  gran  fola%^o  a  S  armati  ,  &  che  man- 
•aVandali,  &  anco  ad  altri  popoli.  Str abone  fcriue  nella  Scitbia  mino-  jjj?  j?^J* 
reprejfo  Theodofta  ;  &  la  T  aurica  Cberfonnefo  efiere  iT^omadi ,  che  di  uallo. 
"parie  carni  &  muffirne  caualline  coflumano  di  nodrirfi  :  e  di  latte  >  e  di 
cafrìvpuvcGitallino  ,  iquali  concerta  arte  sì  ben  condiscono  ,  che  loro  è 
'pn'obfonio  eccellcntiffimo  :  Isella  ^Afiatica  fono  popoli,  che  dal  frequen 
tiffimo  vfo  di  mangiar  carni  di  C  anali  i,  Hippofagifon  chiamati .  Il  Var- 
tomaa.no  racconta, in  T>amafco  mangiar  fi  la  carne  del  Cauallo,e  del  Ca- 
melò .  Eì  ^ìtheneo  fcriue  effere  fiata  appo  Tofani  vfan^a  :  che  ne  i  dì 

*B  nat alitili  poneuano  i  ricchi  in  tauola  vn  Bue,vrì  >Afino,vn  cauallo,  &  vn 
Camelo  nel  forno  cotti;  <&  lo  mangiauano  allegramente .  tJMa  le  car- 
ni *Afinine(dice  (j aleno)  dipeffimofugo  efiere ,  infoaui  algufìo ,  e  noce-  Carne  di 
uoìiàlo  §ìomaco,difficilifJimeà  digerir  fi,  talché  afinini  d'animo  fi  pò-  ^n?E?/ 
trebbono  dir  coloro ,  che  nefricngiaffero ,  ben  che  fogliano  pur  alcuni  per  «""  ma 
cagione  difanità  i  Tolledrìni  Unenti  vfare  in  cibo  .  La  decottione  della 
Carne  cauallina  .  Tlinio  fcriueygiouar  he  unta  a  iTorci  infermi  :  &che  Decotti© 
della  carne,  e  del  letame  del  cauallo  pafciuto  in  campagna  fi  fogliono  ne   della 


carne  ca- 


molti  feruirenelle  morficature  de'  Serpi,T{agni>e  Scorpioni;  <&■  che 'l fan  .ua]ìj!L  a 
gue  Cauallino  ha  lafor%a  a  rodere  le  carni guasle:ilche  da  ^Diofcoride  fi  che  fc,u0. 
conferma,dicendo\che'l  fangue  delle  (giumente, che  h abbiano prouato  il  na. 
coitoyvtilmente  s'aggiunge  a  quei  medicamenti ,  che  rodono ,  fenici  ap- 
pellati .   Hermolao  Barbaro  fé guendo  Tlinio  dke,il  fangue  de  lofiallone 
parimente  valere  alle •  pofìeme,come delle  Caualle,che non fian  Vergini. 
<j  alenò  ferine,  non  hauer  mai  volutofperimentare,fe'l  fangue  dello  Hai-    a^f"  e  * 
Ione  foffe  ben  fenico ,  &  facefìe  crosta  ;  perche  hebbe  fempre  copia  di  cne  buo- 
molti  altri.  L'interprete  d'.duicenna  fcriue  il  fangue  del  Cauallo  ha    no. 
uer  virtù  di  bruciare ,  e  di  corromperci.  <ssfl  morbo  Itterico,  detto 
fregio ,  Tlinio  dice  giouar  il  fangue  del  Tolledro  >  0  cauallino ,  ò  Jlfini- 
£  no  prefo  con  vino  .  Il  fangue  del  Cauallo  vfano  i  Marefcalchi  a  diuerfi 
morbi  de  l'ifle fio  animale  ,  co  fi  dato  dentro  il  corpo  ;  come  applicato  di 
fuori .  Concio  fia  cofa ,  che  fé  incife  le  vene  del  palato  fi  fac  ciaf  correre 
il  fangue  dentro  il  ventre  del  cauallo ,  gli  vecide  i lumbrichi .    Et  fe'l  e  fUgUpa£ 
cauallo  foffe  infetto  di  pefìe ,  gli  fifa  leccare  foura  vna  pietra  mi  fio  con  ti  a  che 
fale  il  fangue  fuo  da  le  cingularie  vene  tolto  .  Et  in  qualunque  mem    buone  . 
òro  il  final  lo  haueffe  languore  gli  gioita  foura  quello  fregare  il  fan- 
gue fuo  .  Et  è  fempre  efficaciffimo  ,  che  canato  il  fangue  da  quel- 
la parte,  che  fecondo  la  ragione  del  male  è  conueneuole , fia  l'anima- 
le fregato  con  quello  ifteffo  mefcolato  in  aceto.  Il  fangue  delCauallo 

£{  fcriue 


zj*.  D  E  l  l  Jt    q  LO  ^1  A 

-'     fcriue  TeormeHo  mefcolarfi  con  altri  medicamentiy&  vngerfene  le Jj>al-  ~ 
k rotte)  ò dislocate. 
Affungia       Vaffungia  cauaUina  in fuffumigio caccia  fuori  tifano  morto  y&fit 
a.ualJln>  fecondarey come  Feslofàfede . 

fidato  a&  La  Midolla  cavallina  molti  vfano  mefcolata  con  unguento  a  gli 
mUza&c.  fì?afm ;»  H  Fegato  cauallino  ripoflo  in.  vna  cajjètta  di  cedro  >  pò- 
à  chebiiQ.  fcia  poluervzato >  e  dato  a  bere  con  vino  Ch'io  (che  Maluafìa  fi  può 
De*  dire)  &  acqua;  gioita  (fecondo  Galeno)  à  quelli  y  che  hauefiero  il 

fegtto  corrotto  ;  &  per  non  farlo  più  con  fumare  .     La  mil^a  polue- 
ti^ata ,  e  data  a  bere  con  acqua  dolce  >  gioua  {fecondo  "Tlinio)  a  far 
Tifare  il  parto  morto.  I  teli  itoli  del  eauallo  ficchi  y  &inpolue  da-  p 
ti  a  bere  y  stimolano  il  coito  ;  &  cofi  parimente  (fecondo  la  fuperfti-   J 
tione  de'  gentili)  fé  fi  leghino  al  braccio  de  Vhuomo  \  e  della  donna  .. 
tlmedefimo  effetto  fi  confegue  > fé U membro  genitale  del  e auallo  mot" 
to  bene  fi  bagni  &  laui  nell'olio  fette  volte  bollito  ;  pò  fcia  con  quello 
olio  s'vngano  te  parti  Veneree  de  l'vnoy  e  de  l'altro  fé  fio  :  I  licheni  del 
eauallo  >  che  fon  certi  calli  duri  >  chefitrouano  nelle  parti  didentro  del- 
te  gambe  fotto  le  ginocchia  t.  e  qualche  volta  foura  tvnghie;  Se  triti 
fi  beuano  con  aceto  y  fonano  il  mal  caduco  { fi  come  Diofcoride  ferine.} 
Galeno  aggiunge  yatmorfo  di ciafeuna  fera  effere  ancora  vtili .  Tlinio» 
gìouar e  a  confermare  i  denti y  che  vacilla  fiero  y  fé  con  olio  s'infondono  q. 
per  ly orecchie  &  cacciarle  pietre  della  vefcicatbeuuti  quaranta  dì  coti 
nino ,  ò  mulfo .  Quesle  awn entagioni ,  che  auuengono  alle  gambe  y<& 
alle  giunture  de>  e aualli  y  od' altri  animali  grandi y  Serapione  feconda 
gli  ssfrabi  chiama  Zeide  z  i  Francefi  (aldes  imbes  defcheual  ;  gli  Spa- 
gnuolilmpigenes  deltos  cauallos  ;.  L'interprete  d \Auicenna  dicery  tali 
accref cimenti  >  che  fono,  net  ginocchia.  cauallmoy  triti  e  beuuti  con  ace- 
Sudore  to  yfanar  la  foda  >  &  l'epileffia .  Il  fudare  del  eauallo  beuuto  con  ori- 
del  cauaL  na  dentro  il  bagno  fa  vfeire-  ù  T  ignito  la ,  à  Serpente  >  che  nel  ventre  dg, 
Vhuomo  entrato  fojfo .  ^Alberto  fcriue  y  che  fé  ad  va  coltello  yò  altro- 
ferro  infocato  fi  faccia  imbeuere  il  fudore  cauallino  y  refi  a  cofi  infetto  ti 
che  doue  fi  f eriffe  con  quello  y  non  cejferebbe  d  vj  e  ire  f angue  fin  a  mor- 
te de  l animale .  Efiendo  ferito  vn.  eauallo  di  faetta  auuelenata  y  itfit- 
dor  dv/i  altro  mescolato  con  pan  arrostito  gioita  dargli  a  bere  con  ori- 
na humana;  &  metterne anco  nella  piaga  mifio  con  buona  affungia* 
Schiumar.  La  fichi  urna  del  eauallo  (intendendoli  quella  che  appare  quando  egli 
è  fcaldatoy  e  fidato  :■  conciò  fia  cofa  che  dalla  vehemenrza  detmotOy 
e  del  calore  ella  procede  (fi  come.  Galeno  dice)  fregata  per  quaranta 
dì  nel  luogo y  douefi  defiderajfe>  che:  non.  nafeeffer  peli  sprinta;,  che 

qui* 


DEL    C  AV  ^L  LO,  LI  S.  III.  24^ 

j£  quiuì /puntino  ;  fk ,  che giamainon  ve  nenafcano  (come  da Sefìo  e  dà 
Plinio  fi  afferma .)  Etnei  dolore  >  ògraue^a  d'orecchie  fi  commenda 
lafchiuma  cauallina  con  oliorofato  mifla  (fecondo  l'iftefio  "Plinio)  il 
che  Martello  approua  dicendo  y  lafchiuma  del  cauallo  prefa  dtfrefcoy 
&  infufa  con  ro  fato  fa  rifolitere  ogni  dolore  d'orecchia  y  quantunque 
grande  >  &foggtunfe.  che  fé  nel  caualcare  fi  fentirà  noia  neW  anguinaie 
ò  dolor  nelle  cofcte  :  fregandouifi  lafchiumadel cauallo  y  farà  rimedia 
eff< h -a ciffimo  .  Plinio fpecifica douerfi àqueflo effetto  raccogliere  quella 
co  efca  da  la  boccay&  dal  anguinaie  d'efso  cauallo y  che  cofi  è  vtiliffi- 
ma  à  tutte  l'offeje,che  da  l'atto  del  caualcare  veniffero  àfentùrfi  ;  &  ad 

B  ogn;  rcffore  con  pnirigine y  efìendo  tale fchiuma per fua  falfedine  mor- 
ite ante, Dicono  oiti*  ac  ciò  ycbe  pigliata  la  fchiumayche  fa  il  cauallo  quan 
doftà  nel  Venereo  effercitio  :  e  raccolta  in  panno  di  fc  arlotto  >  e  poi  con- 
fermata in  uafe  d'argentoyvale  mettendo  fi  in  dofso  ad  incitar  à  libidine  la 
perfona  :  fé  cofi  fciocca  fuperftittione è  degna  dcredefi .  l\acconta  anco- 
ra Plinio  efsere  fiata  vna  compofitione  di  certi  fallaci  Magi ,  che  affer- 
mattano  far  fi  inuinctbile  vnhuomo  portando  fé  co  f eh  ium  a  di  cauallo 
t>incitoreymidolla  di  Leone y  e  peli  della  fua  fronte y  con  coda  eteHadi 
*Dr  agone  legate  con  vnghie  di  cane  in  cuoio  di  Ceruo .  La  faliua  del  e  a-  Saliu  2» 
ualloycbabbia  mangiato  auena  yò  or^o ,  è  appropriata  à  fanare  il  mal 

c  della  gola ,  che  fouente  Vediate  (come  -vna  pe$iilen%a)  fuol  autienire  > 
mafftme  à  faldati  rendendo  la  cannai  la  lingua  liuida  ffe  con  efsa  di- 
ligentemente labocca  de  l'infermo  vna  volta  fi  lamy&  poi  vn' altra  con 
humore  fremuto  di  Granchi  vituperati:  òfe  viui  hauère  non  fi  potefse  • 
rifattigli  arroHir  nel  forno  yfe  neifperga  lapoluey  dapoiy  che  vifia  la- 
nato  contai  faliuaScriue Plinio  una  cofaychepare  miracolo  fati  a  faliua 
del  cauallo  tre  dì  beuutafanar  la  tofie  y  e  morirne  quel  cauallo  >  da  cui 
fi  è  prefa.Ma  ciò  fi  conferma  da  Sefioye  da  Macello^  i  quali  fcrinonoycer- 
tiffìmo ,  gr  efficace  rimedio  efiere  a'  Tifici ,  che  per  tre  giorni  fi  beuala 

•k  fattuale  fchiuma  del  cauallo  con  acqua  calda  :  che  fé  ben  della  vita  dub- 
bio fi  fodero,  che fperawzaniuna  vi  parefse rimafaygli rende fani.  Et  col 
mede  fimo  rimedio  può  likerarfiy  chitrauagliafse  di  qualche  intolerabi- 
ley&  lunga  tofsey&  pur foggi  ungono  ,c  he  guarito  l'infermoyil  cauallo  ne 
muore .  La  lingua  Cauallina ,  Cecilio  Bione  dice  appreso  'Plinio  hauer  Lingua . 
da'  "Barbari  imparato ,  che  inuecebiata ,  &  col  uino  cottaygioua  mira- 
bilmente à  quetar  la  Mil'^a  :  ilche  Marcello  conferma  y  dichiarando > 
cbe,ellafeccatay  e  pefiando  ridotta  in  fotti lpoluey  dandofi  a  ber  con  vi- 
noyfubito  manifella  la  virtù  fua  yquet  andò  il  dolore  della  *JMil%ahu- 
mana.  I  denti  di  cauallo  mafebio  pofti  di  fono  ài  capo  di  vthche  dorma         . 

A  *        farannl 


S44  D  E  L  l  A     G  l  0  ^  /  jl 

jkranno  ck'ei  non  runfeggi)  fecondo  zsflberto)  &  l 'afferma  %/?  dicen-  g 
do  febei  denti  di  cauallo  non  cabrato  trattengo}!  quelli  ;  ckefhcefiero 
Opre  in  fogno:  intendendo  forfè  del  fi  ufi o  ;  e  de  l'orinare  .  La  farina  di 
quelli  fana  i  pernioni  :  &  le  crepature  dei  piedi  >  e  tutti  i  vitij  >  che  alle 
parti  vergognofe  auuenir  fogliono ,  come  formicole ,  &  verucche;  &  è 
falntifera  altresì à  Celiaci  >  e  cDifenterici  (come  Tlinioy  fcriue  >  e  Mar- 
cello conferma.)  Con  quelli  denti  y  che  prima  faranno  nati  al  cauallo 
toccandofi  ildentey  che  doleffe  ,  il  dolor  fi  toglie  ;  Et  fé  ad  vn  Bambino 
fi  fa  baciare  il  mufo  di  vn  cauallo  ;  non  fentirà  dolor  de  denti ,  ne  mai 
farà  da%  caualli  morfo  >  come  Sefìofhfedcs.  I\af}y  &  ^Alberto  dicono > 
che  i  denti  del  cauallo  d'vn'anno  legati  al  Bambino  gli  fanno  mette- 1 
re>  e  mutare  i  denti  previamente  ;  &fen7a  dolore .  Tliniopurefcriue  > 
che  quelli  denti  yi  quali  prima  caggionoal  cauallo  >fan  toslo  nafcere  i 
denti  aquel  Bambino  >  che  legati  gli  porti  fé co  ;  & più  efficaci  faranno  > 
fé  non  haranno  tocca  la  terra  mai,  però  Sereno  Umedefima  virtù  ap- 
prouando  canta , 

Dunque  al  tenero  collo  del  bambino 
Legar  fi  denno  quei  denti  primieri  > 
Chefur  caduchi  nel  caual  crefcente. 

Tefchio .  llTefchio(cioè  l'occhio  della  tesìajd'vna  caualla  affijfa  in  vn  palo  den- 
tro l'hortOy  non  fa  nafcerei  bruchi  per  le  f oglie  (  come  Tlinio  dice)  &  & 
'Palladio ancora  lodayche laCaluariadi Qauallanonvergineyh pur  a" \A- 
finagioua  à  metter  fi  ne  gli  horti  credendofi far  feconde  le  cofeyche  ad  ef- 

Sterco  fa  guardano .  Varrà  forfè  ad  alcuno  indegna  cofayche  fi  parli  ancora  de 
loflerco  de'  caualliyma  degniffima  confìderatione  farày  come  in  parte  si 
vileyefporca  habbia  la  Telatura  collocate  vtilità  >  né  pochey  nèpicciole  ; 
(oncibfia  cofa  che  segli  mentre  è  caldo  fi  metta  in  sù\  vnaferitay  riflrin 
gefubito(come  il  T{iifi  dice)il  fangue  f corrente;  e  tanto  più  fé  con  creta  e 
fortijfimo  aceto fìa  me  ftalato, e  commoflo  .  Rxxfiyl>iofcoridey&  ^Alberto 

Letame,  fcriuonoychel  letame  del  caualloy  o  abruciatoyh  crudoy  aggiuntoui  ace-  j» 
toyraffrenagli  erumpimenti  delfangue.  TyelagoniOy(oUmella>&  Vegetio 
dicono^  cheper  far >  chele  vene  del  caualloyonde  fi  fofie  canato  fangue  > 
non  fi  votaffero  più  del  giusto  yfileghifouraeffe  con  vnafhfcia  loflerco 
del  medefìmo  animale .  Marcello  ajfermay  clye  fé  fcorrefìe  per  ne  narici 
fouerchio  fangue  y  accoflatoui  lo  fieno  del  cauallo  freftamente  cacciato 
fubito  fouuiene  con  l'odor  folo  ;  altroue  due ,  che  più  efficace  rimedio  à 
reprim  ere  il  fangue y  fi  tiri  per  lo  nafo  alquanto  di  fugo  fremuto  dal  fre- 
fco  letame  di  vn  cauallo .  rPlinioy<&  Sereno  à  ristringere  il  fangue  dy  v- 
ua.ferita)vtilijJìm.Q  dicati  efiere  àporuifapr  a.  la  cenere  del  letame  Ca~ 

vallino. 


jf  uaflìnò  abruciato  con  f corte  d'voua .  Efculapio  vuole,  che  [ecco  ,  & 
iffierfo  ferina  il  fangue  ,4  &  che  isìillato  all'orecchie  ne  toglie  il  dolore . 
^Plinio  a  quefio  effetto  v'aggiunge  mefcolan%a  d' olio  rofato\&  di  pia  di- 
ce, Che  la  cenere  d'elfo  letame  inuecchiato  rode  le  carni  ;  &  è  efjìcacif- 
fimo  a  cacciare  ii  parto  morto ,  &  le  feconde  ,  fé  di  quella  fi  fàccia  vn 
fuffumigio,  (fecondo  che  più  chiaramente  Haly  conferma)  e  beuuto. 
con  acquafo  vino  rifirigne  ilflujfo  :  D'intorno  al qual  rimedio  Sejlofcri- 
ue,còe  lo  fieno  delCauallo  liquefatto  in  acqua,&poi  colato  ,  beuendofi 
reslringe-il  ventre  moffo .  Marcello  fi>eciHcay  che  fi  abruci,  &  la  cenere 
mefcolata  con  vino  vecchione  ben  battuta,  fi  dia  a  bere  al  T)ifenterico 

*$  fen  ja  acqua  ,fe  non  ha  febbre .  <*s4ìla  Colica  è  rimedio  prouatiffìmo,  fé 
vn  pugno  di-letame  di  cauallo  non  pafeiuto  d' herbe ,  fi  faccia  bollire  in 
me^a  mifura  di  vino  (circa  onde  diciottointendendo)  fin' d  tanto  che  -** 

limita  fia  confumata  :  el  rimanente  fi  dia  a  bere  a  pO£Q  a  poco ,  fin  che 
lo  bena  tutto  ;ma  tanto  farà  più  vtile,quantopiu  tofto  l'harà  beuuto:  & 
giouerà  fi  fattamente  ,  che  mai  più  non  farà  fentirgli  cotal  male .  Tari- 
mente  il  morbo  Regio  in  tre  giorni  far  àf anato  ',  dandofi  a  ber  con  vinoy 
quanto  vnafàua  di  fieno,  che  primieramente  dopo  il  parto  fia  vfeito 
da  TolledrOiAfinino  ,  ò  Cavallino  :  Conciò  fia  che  in  tutte  cofe  vn  me- 

r  de  fimo  effetto  fa  (fecondo  zsfuicenna)  lo  sìerco  del  Cauallo,&queÌ 
dell'affino:  effendo  amendue  egualmente fecchi.  l^on  èpurfen^a  vtilif 
tà  lo  fieno  del  cauallo  (jregale,cbe  pafee  d'herba:  fcriuendo  Diofcoride, 
ch'egli  fecco  >  &  colato  con  vino;  epoi  beuuto  >  gioua grandiffim amente 
lontra  mor fi  de'  Scorpioni.  Tlin.iice,  tanta  e/fere  la  forza del  veleno  nel 
Qm  rabbiofo,  che  pur  l' orina  di  lui  calcata  offende,  maffimamente  chi 
haueffepoflema  alcuna;  e l  rimedio  è  lo  fieno  del  Cauallo  ajperfo  d'ace- 
to^ fcaldato,pofio  dentro  vnfico.  Garrone  aggiunge  a  fuoiprecetti ,  do- 
uerfi  dare  a  i  (eminati  letame  cauallino ,  che  fia  molto  leggiero  ,  ma  a 
prati  più  graue,&  che  fia  fatto  di  cibi  d'orxp,accio  che  vengaaprodur- 

pre  molfherbe  :  zsflcuni  le  fornaci  Chimi'Aicbe  fhbricano  di  sìerco  ca- 
uallino amaffato  con  terra  ;affne,  chela  materia  più  foda  tenace  diuen- 
ga  .  L'orina  del  Cauallo  mefcolata  con  acqua  di  ferrari  gioua  a  ber  fi  con  Orina. 
tra  il  Comitiale,<&  linfàtico  morbo:  ssfltri  dicono,che  s' vna  beslia  man 
d  affé  fuori  fouerchiof angue  ,  ò  per  lo  fondamento  ,ò  per  la  natura,  oper 
-lo  nafoiprendafi  farina  diformento,  e  butiro ,  &  vouo ,  &  fattane  mer 
fcolan%a  con  orina  pre fa  di  Slatta  di  Caualli  >  e  dia  fi  tal  maffa  cotta  nel- 
la cenere  a  mangiare '.  t^ r  prouocar  l'orina  dice  Vegetio  effere  ejficacey 
che  fi  prenda  del  fango  fatto  di  orina  Cauallina ,  &  mifia  con  vino ,  & 
colato  s'infonda  per  le  narici  ;  ilqual  fango  fé  ben  fia  fecco,  farà  pur 

■  i  ^L  i     rt^e* 


rtile.  La  terra  caduta  dal  pii del  cavallo,,  fìampata  dal  fuo  veWgio  £ 
{come  fitole  auuenire:  fé  alcune  la  raccoglia  &  riponga  )  'T.linio  dice  ef- 
fer  rimedio  delfìnghio^jo  a  chi  fi  ricordi  inguai  parte  ripofla  l'babb'ia, 
Vnghic.    t  '  vagina  arfa,  e  fa  tta  cen  ere-, fana  i  roffori  della  carne  ,  &  le  pnirigini  ; 
e  beuutacon  vino,  ò  acqua  per  alquanti  giorni,  fc accia,  le  pietre  della 
vefeica  (come  datJ^Car  cello  s' afferma)  &  fattone  fuffumigio  a  don- 
na, che  bauefìe  il  parto  morto  dentro  il  ventre,  lofavfcire;  &  vnta, 
con  olio,  <&  acqua,  fina  le  gonfiature ,  &  le  posteme  in  ogni  parte  :  & 
con  olio,  &  orina  fcaldata  gùarifce  te  Scrofole  >  data  in  beuanda  fana. 
iepilenfìa  :  Mifìa  con  olio  ,  &  infufa  all'orecchie  del.  cauallo ,  gli  cura 
il  vermeycbe  nella  teJlafuol  trauagliarlo .  Rieroclefcrwe,che  iramen  F 
ti  de  l'unghia  Canal  lina  peHi,  &  in  fu  fi  con  vino  per  le  narici  del caual- 
lo,gli  promuouono  laorina  .Età  cauallo  iteofo  (cioè ,  che  rifirette  le: 
budella  non  poteffe  per  giù  mandar  gli  efer ementi  fuori)  è  gran  rime- 
dio pur  per  te  nari  ci.  infonder  polue  de  i  r amenti  del'vnghie  anteriori 
con  trecotili  di  vino  :  ò  segU  èfcrofolo,  con  quattro  cotili  d^acquafì  co~ 
me  Hippocrate  ponete  Ivnghiefauaìline  belli/fimo  è  l'vfo  appo  i  Sar- 
mati (come  da  fPaufania  fi  racconta)  che  raccoltane  gran  quantità.U 
purgana&-le  tagliano  in  certipe-%£Ì,che  fembranofquame  di'Dragò-- 
ìùyhfcorxe.  de i frutti  dell'ino  :  iquali  pertugiati  congiungonoy&  quafi 
cufeiono  connerui de  gli  Shefft  caualli  ?  <gr  fé  ne  fanno  le  corazze  non  G 
.       mena  leggiadre,  nemeno.  ferme,  che  le  vfate  da'  Greci  i  perche  a  tutti* 
"    colpi,  ò  da preffo,ò  da  lunge  tratti  reftftona  afìai  bene .  Il  cuoio  Caualr 
lino  lafciamòftare  z  ebeabruciato  ,,  e  poftò  con  acqua  y  in  sàie  pufìulc, 
(fecondo  uiukenna)  le  refrigeri  grandemente  ;  ma  egli  ben  concio,  <&•■ 
indurato  col  fate,  opportunismo  fu.  a  gli  antichi  a  farne  ^armature,  che 
gli  coprivano}  &  particolarmente  Herodoto narra >  che  gli  TLthiopixA- 
fiatici  per  vn  grandiffimo  ornamento,  <&•  per  ficuradifefa  cofiumano  die 
fortare  in  tefl.a  le  pelli  delle  fr  ondi  caualline,con  l'orecchie  erte,-&  an~ 
cor  co' crini,  che  lor  fer.uiua.no  a  guifa  d'vn  bel  cimiero ..  flqual  vfo  ri 
trouo,  antichi/fimo  Fiata  efiere ,  che  come  bora  vftamo  le  penne  de  gli  H 
Setedica  Sfi:uthìoni ,  ali  bora  di fete  di  cauallo  fi  f off  ero  portati  gli  elmetti  ador~ 
uallo.      ni,maffimamsnte  di  quelte,che  la  coda  ha  più  lunghe ,  lequali  pivi,  fuper- 
biadimoitrauano; ér  cofiUomerone  deferiue  alcune  con  cercelli d oro 
intrecciate  nel  fuo  JLchille\<&  Virgilio  l'imitò,inducendo  il  fier  M-e^em- 
tio.  vfeire  il  campo  ? 

Che  hauea  di  rame  riff fendente 'il caper 
D'altere  creila  Caualiina  hirfv.to . 
£ t  Siliio  parimcntcJmridQ  difquame}e  di  creila tCaualUna  cognomina. 

Qmwt 


*DEL    C  jiV^il  LVyZl  B.  III.  %jy 

^t  C urlone  .  Gli  elmetti  con  tal  numero  da'  Greci  fi  chiamauand  Wppurif 

&  Hippòdafiay  &  Hippbcomo  Trifalia  :  indi Bìppocorifie  jd '/>/«*8*  eletti* 
ferine  chiàmarfi  coloro  y  che  portauano  tali  elmetti  ?  ma'Torfirio -vuole  domi  di 
per  Hippocorifia  douerfì intendere  il  Caualiere  armato  y  perche  armato  peli  dica 
jìgnifica  quel  Corifta  ;  il  che  da  EuHacchicfi  conferma  >  dicendo  y  tanto  ua"°« 
efiere  Hippocorifia ,  quanto  Wpoiocb  arim  a  >  ciò  è  quello  y  chea  canal- 
lo  cambaita  ;  onde  per  dinotar  coloro ,  che  con  fete  caualline  haueffero 
gli  elmettiydouerfi  piutofio  diretìippocoriche  .  Vfauanfi  ancorale  fete 
canali  ine  ( come  Vegetio  delle  cofe  militari  dimojìr a  )  infame  corde 
■di  archi,  e  dibaleflre.  'Plutarco  dice  ;  che  per  fveifnniceUi  dape- 
™  fcare  (che  Orme  i  Greci  chiamano  (  fon  da  prender  fi  le  fete  delle  code 
de  caiialli  più  tosloy  che  di  Giumente.Hoggi  dì  fé  ne  fanno  le  tenderelle  > 
•&  i  lacciuoli  da  pigliargli  augelli  ;  &  molte  forti  de  cribri  da  fare  il 
pane  yche  Setacci  ne  fon  chiamati  ;de' quali  Tlinio  ferine  efìere  flati  in- 
ventóri i  Fr  ance  fi  ;  &  di  più  dice ,    che  quando  alt  a  tigni  naie  già  gonfit 
folfe  "venuta  pò  Berna  y  è  molto  vtiky  die  prefitte-di  e  auallo  con  tre  nodi 
legate  fi  mettono  dentro  il  male. Già  confeta  cauallina  fi  togliono  le  Ver- 
rucoleyflrettamenteà  torno  legandole)  fi  cioè  per  tal  afiringimento  pri- 


tffaniyne  quelle  mofehey  lequali  fi  dicono  caualline  (come  Rafi  & *Al-  nere  ditf 
herto  affermano)  .  La  cenere  de' peli  prefi  dalla  tefla  del  caualloymetten-  fi  fotta  » 
do  fi  con  aceto ,  &  con  lana  riflringe  ogni f commento  difangue(fecondo 
Tlinio,)  Qui  non  mi  pare  y  ch'io  tralafci  in  conto  alcuno  di  recitare 
quei  due  notabili  e  fi  empì  y  che  delle  fete.Caualline ho  leggendo  trouati  i 
Vuno  toccato  da  Cicerone  >  di  Dionigi  tiranno  >  ilqual  volendo  ad  vnfuo 
famigliare  dimoflrar  lo  fiato  della  fua  vita  da  molti  inuidiatay&  odiata 
il  fece  affettar  a  menfay  dou'  erano  tutte  quelle  più  dilicate  vìuande  > 
che  fi  poteffero  di  fare  :  in  vna  Camera  dipretiofiffime  gioie  adorna  \ 
&  finalmente  in  B^egio  apparecchio  di  quanto  par  effe  potere  far beata 
ogniperfona:  ma  sii  la  te  sia  di  cosini  pende  a  vn  tagliente  coltello  appe- 
fo  con  vnafeta  i  modo  y  che  quantunque  f  offe  cafeato  l'harebbe  vecifo  ; 
del  che  y  accortofil'inuitatoy  immantinente  fi  leuò  y  rifiutando  ciò  >  che 
dauanti  hauea .  E  tale  in  verità  fi  può  dir  la  vita  di  ciafeheduno  >  che 
tir annefe amente  V altrui  libertà  occupata  tenga .  V altro  narrato  da 
Tlutarco  ydi  Sertorio  y  ilqual  hauendoyfotto  di  fé  raccolte  molte  febiere 
di  barbare  natwniy  &  non  potendo  loro  con  raggìoni perfuadere  >  che 
nella  guerra  importa  più  il  con figlio  >  che  le  temerarie  forTe  :  dapoi 
the  yna  volta  poco  felicemente  hebbero  combattuto ,  lor  mifeinnan*- 

K  4      zi 


^iduoìcauallìy  vn  macilento  : e  fiacco  ,  l'alto  grafia ,  e  ben  robusto  *  i 
ameni  uè  con  le  codepelofej  al  fiacco  diede  vngiouane  di  gran  dijbo fi- 
ttone ,  e  di  fortezza  ammirabile  ;  al  robufto  va'  hnomicciuolo  debole  e 
minuto  ;  che fuellejfiero  à  quei  le code  :  Quefto  à  poco  d  poco  tirando  le 
fete  vna  per  vna,  in  brieue  la  jpelò  tutta  :  Quel  forcato  tenendo  ad 
ambe  mani  la  coda  intiera  infìeme ,  tentando  di  sterparla  con  impeto  in 
vn  tratto  ,  fudò  indarno,  &  mofifie  à  rifo  i circoftanti;  *Al  che  leuatofi il 
Capitano,  lor  difte ,  vedete  compagni  miei  quanto  poffapià  l'ingegno , 
che  la  for%a  :  &  quefto  folobaftòà  ridurre  ifuoi  foldati  à  quella  con- 
corde vbhidien-^a  ,  che  fi  richiede .  Ciò  fi  ritrafie  poi  da  Horatio  in  pro- 
verbio ,  à  cofi  dire  .  * 

Faccio  come  colui,  che  del  cauallo 

La  codafuelle  ;  &  ne  ritoglici  peli 

*éd  vna  ad  vnoyfin  che  tutta  caggia. 
Ter  dinotare,  che  quello  ;  cheimpetuofamenteconlefar^euonfipuà 
fare  >  maturamente  col  tempo ,  <&■  col  frequentare  ad  effetto  viene . 


IL  FI^JS  DEL     TET^ZQ  LIBICO. 


n 

MI 


!  .  \ 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CAVALIERE    ILLVST  RE 

NAPOLITANO. 

Della    Gloria  del  Cauallo  , 

LIBRO. 


I  L    Q.V  ARTO 

! 

* 

<$*£<£*£> 

Va  ritte. 
confitte 


OVEV^DO  trattare  fecondo  il  promefio  Colori, e 
ordine  in  queHo  libro  del  colore  y  e  del  pelo  loro  efla- 
ò  del  mantello  {come  dicono)  del£aualh'y  minati©— 
mi  par  veramente  diritrouarmiin  vntem- 
pesìofo  mare>  doue  da  ninna  banda  mi  fi 
fcuopra  terra  ;  perciòche  tanta  moltitudine 
di  colori  mi  fi  para  dauanti  >  che  non  fen%A 
grande  malageuole^a  fi  potranno  a  pie- 
no de fcriuere .  £t  certamente >  fé  ta  -varietà 
(come  Cicerone  dice)  propriamente  ne-' colo- 
ri confittele  quindi  fi  trasferire  all*attrecofe;egli  non  può  ejfer  di  mena , 
che  in  e ofi grande  varietà  non fia  parimente  vna  grande  confufioneT  ut-  ProPr,a— 
ta  volta  vegendo  quanto  necefiaria  fia  talconofcen-^a,  non  ho  voluto  coj0ri  . 
per  ifcauento  ritrarmi  a  dietro  ;  pervadendomi  >  che  s'io  venifft  a  man- 
care in  qualche  parte  y  faro  f cu  fato  appo  coloro^che  vedranno  il  mio  difi- 
derio e  sformo  efiere  (quanto  pojfibileper  me  fia)  digiouare  atmtiqueh- 
lische  fi  dilettano  di  CauatliJEt  perche  il  proceder  hoftro(come  il  Filofo- 
fociamonifee)  dalle  eofe  pia  communi  è  da  cominciarli  ;  acciò  che  nette 
particolari  meglio  fiamo  intefì,  prima  per  le  generali  alquanto  di f corre-  Cofedf  a 
remo.  Certa  cof a  adunque  è  >  che  il  più  delle volte  le  cofe  efieriori com-  "S-hk* 
prefedaifentimentinofiri  y  ci  fcuoprono  &  manifestano  le  interiori  &  ]e  interi© 
le  nafeofeicome  *4riftotele  afferma  y  che  gli  accidenti  ci  aiutano  a  cono-  ti. 

feere 


É^©  D  E  l  L  ji    0  t  Ò  ^ì  Jt 

fiere  la  foflam^y& la  natura,  delle  cofeZa  onde,efiendo  i  colori  qualità  g 
accidentali ,  che  ampiamente  fi  diffondono  per  li  corpi  naturali ,  fi  come 
fecondo lafentem^a  defaui^  ogni vno  vedergli  benejpejfo  lahontà  ò  la 
malvagità  delle  cofecriatefi pub  per  effidifcernere;Diquì  fi godono  i  dot 
ti  huomini  a  ricercare  le  virtù,  delle  gioie  >  6  del  herbe ,  e  di  tutte  le  altre 
cofe  :  come  per  tfiempio  ci  infegna  Tlinio  >  ottima  e/fere  quella  gem- 
ma y  nomata  Iajpiy  la  qual'babbia  color  diporpora  ;  e  dal  Colore  iCa- 
ualli  ei  Ttoui  accorger/}  ditytei  che  lorogiom>e  diquel  che  mtcia,  man- 
giando lEllebero  bianco ,  ér  rifiutando  il  nero .  Di  qui  fi  vengono  a  fare 
quei  pronofiiciyche'  l  Toeta  ejprime  nella  <jeorgicaydoue  dice ,  che  quan- 
do il  fole  mofira  nelT  Occidente  irai  di  color  feruleo,  dinota  pioggia  ;  jì 
quando  di  roffoy  venti*  Di  qui  fanno  iMediciilgìudicio  de  gli  humoriy 
come  ne  gli  zsfforifmi  Galeno  ferine .  Di  qui  fi  mouono  ìFifonomici 
a  dire  >  che  glibuominiyche  fon  bianchi  con  vnpoco  di  rojfe%?ray&  han- 
no le  carni  life ie ,  fono  di  buon  ingegno  &virthofi  :  ma  timidi  ì  troppo 
neri  ;  &  che  i  bianchi  pelo  fi  co'icapeUigrojfi  &  neri ,  fon  lafciui  ;  con 
mille  altri  giudicij  cofi fatti  :  De' quali  fu  quel  di  Giulio  Ce  fare  >  quando 
e'difte>cbe  pia  era  dafojfcettarfi  di  Brutto  edt  (affici  quali  macilenti  $pal 
lidi  fi  fc  orge  uanoyche  noadi  M,jlntonio>e  ài  DolobellaygraJJì  e  rubicon- 
di y  ìquali  come  Hudiofi di  cofe  nuoue(  come  'Plutarco  racconta)  aceti- 
fati  erano ;Efiendo  cbiariffimo  indicìo  di  maligno  animo  quel  color  pai-  ? 
lido  e  fmarritoyche  feritile  è  detto  da  Cicerone  filqual  volendo  diferiuere 
la  mente  federata  diTifoney  od' altri  e  attiui  huomini  y  fonente  fonda 
tra  lefue  orationi  le  congetture  in  talifegni  :  perche,fecondo  ù&rifiotele> 
quelliychehanpaurayìmpallidifconoy  ma  queiycbe  fi  vergognanoydiuen-r 
tan  rojfiy&pero  quel' arroffir  di  voltoyche  dicono  Erubefcen%àyfempre 
dinota  febietc^a  d'animo  ;  fi  come  dimoerà  Mitio  appo  Terentio  >  che 
vedendo  il  figlio  ad  vnafua  dimanda  efiere  diuenuto  infkccia  rojìo'y  lie- 
tamente dijfeyLa  cofa  èfalua;  conofeendo  >  ch'egli  fi  pentìffe  del  fallo  fm^  • 
1        &  fauiffima  fu quellaTitbiayfiglìuola  di*AriHoteleyche(fi  come  il  Seffa  • ,- 
narra)  addimandata  qual  colore  Himafie ella  per lo migliore  >  rifpo-. 
fey  quello  che  procede  dalla  vergogna  y  cioè  il  vermiglio  fopra  il  bian- 
Color      co.  Qofi  chiaramente  la  J^aturaperpalefarelepaffionioccolte^fifer-' 
ofrmIche  ue  ^e  *  c°l°ri  > com<s  &  fedeliffimi  meffaggìeri  >  ejfendo  l'ordinario  fuodi- 
cofafi^ni  moUrare  le  cofeintrinfeche  perle  eflrinfeche  >  cofi  intutte  l'altre  ma* 
fichi.       terie  y  come  principalmente  nella  qualità  de  gli  huomini  y  de'Caualliy  e 
da'  Caniy  fecondo  Fl.Vegetio  ;  il  che  attendendogli  Sthiopi  >  non  da* 
nano  gli  honoripublici  ad  huomini  fé  non  belli  (come  Arìflatélefcriut 
mojfi  certaméte  da  ragione  effcaceypercbe  tutte  l' operazioni  deW anima) 

fogliano 


<D  E' IX  J.  V  jil L  0,  1 I  B.  III.  $5  f 

A.  fogliono  al  temperamento  del  corpo  efjer  conformi;  &però  dicea  ilB^ 
tsklfonfo  primo,  feguendo  la /emenda  diCrifìppo,  che  labelleiga  à  air 
gomento  di  buoni  coflumi ,  come  il  fiore  de  i  frutti  ;  &  efsa  beUe-rga  non 
è  altro  (fecondo  M.Tullio)  che  una  atta  figura  di  membri ;>  confo  a ititi 
di  colare  ;ò.fecomdaVlatone,vna certa gratia,che  muoue  &  alletta  l'ani 
moper  li  feniliche  'Proclo,  affermando  diceva  bellezza  efsere  cofa  per 
fetta,amabile,e  difiabile,che  incitagli  animi  egli  addolcifce,perciò  che 
rapprefenta  vna  certa  imagint  della  diuinità.  £t  perche  ella  in:  tre  co- 
fe  confi 'fley  come  dalFicinofimoUra,  mordine)  in  quantità,  &  informa 
cioè, che  fia  il  debito  interualla  delle  parti,  che ferbino  il fìta  e' lluogo 

2?  loro;  &  che  ciafcuna  habUa  lafua  conueneuole  proportione  della  gran- 
de^ay  e  ifuoiproprif  line  amenti  &  colorì.  1  colori  certamente  fono  i 
primieri  nuncij, che  syapprefentana  agli  occhi  no$ìri,fubito  che  gli  apria- 
mo %  dandoci  tefiimonìan<7a  delle  cofe  ò  belle ,  a  wre  ;  &per  tal  cagiona 
(  cerne  JLrifiotele  afferma)  noi  amiamo  fopra  tutti  gli  altri f entimemi 
quel  del  vifo,ilquale  col  me%o  della  luce  nefk  conofeere tutte  le flette 
de* colori  particolarmente  .  Quefti  fonquelliche fanno  betta efia  Tratte- 
rà ,  la  qual  con  tanta  vagherà  ha  variato  e  dipinte  le  cofe  create  dal 
gran  Fattore.  QueSli fon  quelli,  che  rendonavaghi  &  riguardeuoliila- 
nafi;come  tra  gli  altri  ingegno f amente  fi  e  ontano  da  OuidialeteleteJ^ 

C  fute  da  Tallade,  e  da  *Aracne,,che  di  tanti colorierano,quantinemoftra  jxì  e  fuol 
In  dopò  la  piogga .  1)a  que fiti fi  lodano  i  capei  biondi,  le  guancie  ver-  colori* 
miglie,  le  ciglia  nere,  &  la  gola  candida,  con  l  altre  parti,c  he  tutto  il  dì 
fi  vantano  in  ver  fi  e  in  rime.  €  qual  co  fa  primieramente  fia  dalodarft 
in  vna  Donna,  the  quel  color  viuo  naturale,  che  in  carpo  fedo  commen- 
da il  Comico  nellèunucbo  ?  frqual  cojaaggiugneapiumarauiglia  atte 
pitture  di  ssf pelle  (feconda  Tliniojfe  non  quel coior  nero,  ch'egli  foh 
fapea  impiastrare  ;  il  quale  confèruandofi  da  polue,edabrutture>fj)ltn- 
dea  mirabilmente,fen^a  offender  punto  gli  occhi  de'riguardantitFinal- 
mentenonfen'ra  ragione  alcuni ftìmano, che  quefìo  vocabolo  di  Colare  fia 

*?  tratta  da  quel  verbo ,  con  che  i  Latini  traigli  altri  fignificàti  intendono 
fbofàrare  eH  celebrare  offendo  icaloriquelli,chefnnno  celebre  &  frono- 
reuoleognicofd  ;  fi  che  non  pur  ìMufici,ma  cofi gliOratori,come  ÌTPoe- 
ti  hanno  gli  ornamentilora  chiamati  Colori}  conia  cui  varietà  ben*ordtr- 
nata  nonaltrimentiabbellifcana  ilar  parlari,che  iTitiorile  torotauole.. 
■  E  tanta  far^a  hanno  lefignificationide  i  O)lori,chepèr,annchijjimaufan: 
%a  fi  fona  introdotte  appàtuttii Triticipi,  e^epuhlkheileinfegnedimfà 
te  di  diuerfi  colori  con  inuentioni  piene  di  miHeri.  OndeVlauto  volen- 
do fignificareyfàHQmMmQ^ta  di  profapiayd^ 

conofcea$. 


tonofcea.  sJft'Ca  laciando  da  canto  quello  difcorfo,che  de  V  altrui  perfua-  £. 
poni  non  ha  me si ieri  ;  &  venendo  à  quello  ,  che  per  lo  noflro  proposto 
non  è  dif  itile  afaperfi ,  io  trouo  variamente,  diffinirft  da'Filofofi  il  colo- 
re. Vitt  agora  il  cbiamaua  fuperfìcie ,  &  apparenti)  perche  ninna  Super- 
ficie apparendo  mai  fen^a  colore  &  ninno  colore  fetida  fuperfìcie,par  y 
che  vna  mcdefima  cofafìano  lafuperficie  e'I  colore  ;  màffimamente,che 
ninna  fuperficie  potendo  efiere  fenica  termine ,  ninno  corpo  terminato  fi 
pub  vedere ,  che  nonfia  il  mede  fimo  colorato. Vlatome  dicea  il  colore  ef- 
fere  vna  certa  fiammella  di  lume  ,  ch'effe  da  ogni  corpo  ,  le  cui  partiva- 
no accommodate  al  fentimento  della  viHa .  Et  veramente  fé  quel,  die 
ècaufa  del  vedere  fi  chiama  lume,  e  l  color  è  quello  ,.còl  quale  le  cojefi  £ 
Veggono  ,fi  potria  creder  ,  cbe'l  colore  altro  non  f uff  e  ,  che  7  lume.  Oltre 
che  fé  i  colori  efcono  dal  lume  ,  perche  i  corpi  ali  bora  folo  appaiono  co 
lorati  ,  quando  fono  illuftrati  ;  è  partendoti il  lume  ,fpare  anco  il  colore  : 
feguirà  chela  effentia  decolori  confi sìa  nel  lume  ,  da  lui  proceda  \  &  pe- 
rò vna  iftejfa  cofafìano  il  colore  eH lume .  £diquì  fi  fono  indotti  alcuni 
a  crederebbe  dal  lume  fi  generi  ogni  colore;  Il  che  fé  cofifuffe,non  fareb- 
be tanta  varietà  d'effi  colori;  perche  vnofolo  in  tutte  le  cofefi  crierebbe 
Et  oltre  che  afiorda  cofafiaapenfare  y  che i colori  ftfkccianosìdifubi- 
to  ,  &  che  non  fìano prima  ,  che  apparifcano  ;  in  qual  modo  il  lume  prò-  _ 
durebbe  il  color  nero ,  che  d'ogni  parte  gli  è  contrario  ?  Hora  ^AriHotele 
pigliando  la  via  del  me^o, giudicò  il  colore  efiere  eftremità  di  corpo  $ 
non  in  quanto  è  corpo  (  perche  farebbe  fecondo  FPk-tagorici  fuperfìcie) 
ma  di  corpo  lucido  ;  ne  già  fen^a  termine  (perche  fecondo  iTlatonici 
furia  lume)  ma  di  corpo  terminato .  Donde  feguirà,che  i  corpi  natura- 
Corpi  nz  H  folamente  riceuonoi  colori,  come  anco  gli  odori  ,  & le  altre  fenfibili 
twaliric&qttalit4>  &  di  quefli  corpi  principalmente  cinque numerandofi dai Fi- 
lo™odoJ0f°fi  > II  Cielo, gli  clementi,  gli  ./inimali,leTiante  ,  &.i  Metalli .  Il 
ri.&c     primo  fi  efclude  da  queflo  ordine  >  per  noneffer  partecipe  di  colore  al- 
cuno >  ma  follmente  lucido  ,  & trasparente in  quella  parte,  eh' egli  non  g 
è  fiellato  ;  perche  la  macchia  della  Luna  fi  dice  efiere  ò  priuatione  di  lu- 
me ,  ò  rarità  di  parti  \  e'I  Sole  è  detto  bianco  per  effere  lumino fo ,  ò  fla- 
uoperche  i-vapori  tale  teyl  rapprefentano  alla  vifla ,  parimente  gli  Ele- 
menti tutti  fon  detti  bianchi,  ma  i  tre  più  propriamente ,  per efier  lu- 
mino fi,  come  non  è  la  Terra  ,  che  retta  opaca  di fuaTS{atura .  k&Co. 
tra  la  bianche -^ra  del  Sole ,  è  degli  Elementi ,  è  differenza,  che  quel- 
lo èfempre  lucido  ;  quefli  talhorafon  tenebrofì ,  tallirà  lucidi,  fecondo 
l'aiuto ,  che  riceuono  dal  Fuoco,  e  da  effo  Sole  ;  ma  fono  tutta  via  mate- 
ria di  lume*  Il  Fuoco  di  mene  tal  volta  flauo ,  per  la  materia  flr ante- 
ra de 


DEL    C  UV  jlllOy    LIB.IIII.         2(3 

2  radel'hamidoyche  vi  fi  mefcola  :  perche  ,  fé  l  fimo  è  fonile  &purOy 
la  fiamma  diluì  biancheggia  :  &  coji  dinotte  fi  vede  per  effere  lumi- 
nofoydi giorno  per  efler  flauo  e  rubicondo.  Et  laT  err  ^quantunque  priua 
di  colore  è  tenebrosa  y  nondimeno  con  l'altrui  mefcolan^a  s'incolorifce 
diuerfamente;perche  purgata  dal  fuoco  diuenta  bianca:  come  ne  ItarCal- 
cìnay  &  nella  Cenere  può  veder  fida  quale ,  benché  fi  a  pallida  per  alcu- 
na parte  di  humorerimafainleiy  nondimeno  in  prò  ceffo  di  tempo  ef- 
balata  0  abruciata  quella  f unto  fa  humidità ,  molto  meglio  imbianchifce 
de"  corpi  miFtifoliyCome  animaliypiant€y&  metalli)  propri]  fono  i  colori 
ne'  quali  come  anco  nelle  altre  qualità  feguono  le  nature  d'  effi  Elemen- 
ti tìyde'  quali  fono  composti .  Ma  l  efler  lucido  s'intende  di  due  maniere  : 
perche  alcuni  corpi  tralycono  d'ogni  banda>  fi  che  tanto  la  parte  fopra- 
na  quanto  lafottana  &  l'intima  vifìjceme  :  quejìi  Diafani  da'  (jreci> 
da  noi  Tramar  enti  fono  appellati .  .Altri  >  di  cui  fi  veggiono  folamente 
le  parti  eftreme  >  non  le  profonde  y  fi  dicono  Epifanie ,  cioè  apparenti 
infuperfìcie:  mai  Diafani  non  pur  fono  veduti  effiymafono  ancora  me- 
yi  afkre  vedere  altriycome  l'jtria  >  l'asfcquay  ilVetroy  &  altri fimili  ; 
la  doue  l'Epifanie  per  effere  opache  nel  profondo ,  non  pofiono  giouare 
per  intermedio  allavifla .  Quelli  dunque  da  ^risiatele  fon  chiamati 
corpi  lucidi  fen^a  termine;  quesli  lucidi  terminatila  cuifuperficie(qua 

C  fi  fuperna  faccia)  è  ilfubietto  i.  l'apparenza  e  la  qualità ,  òlafacultà  > 
con  la  quale  il  corpo  è  atto  à  riceuercil  colore  ..  7^e  quella  tal  apparen- 
za (olorefipwà  nomare  iper  che  i  Diafaniyclie  appaiono  più  Ai  tutt'h  fa- 
YÌano  color  atiffimi  :  ma  eglino  per  non  efare  terminati)  quantunque  i 
colori  habbiano  in  poftan?a ,  potendo  fi  tutti  vedere  col  me^o  ;  ninno 
tutta  via  ne  hanno  certo ,  fé  non  quello  >  che  riceuono  con  la  mefcolanya 
della  Terra  >  la  quale  fa  e h'effy non  trafp  arendo  da  ogni  banda  >  il  posa- 
no ritenere  >  quely  che  fi  può  vedere  nel  freccino ,  il  quale  fé  non  hauef- 
fe  da l'vna parte  alcuno  ottacoloynonriterrebhel'imaginey  che  riceve 
&  neU'iflefso  modo  l'occhio  ha  facultà  di  riceuere  il  Colore  per  la  Crh- 

&  ftalloide  y  eh' è  in  lui;  ma  non  gli  rimar  ebbe  da  poi  impreffo  yfequell'hu- 
mor  Criftallino  non  fufie  abbracciato  da  vna  vette  >  che  per  fembian^a 
d'vn' acino  d'vuayvuea  è nominata .  JLlcuniban  voluto  direbbe  i  (olo  • 
ri  hauefiero  per  materia  il  corpo ,  e  per  forma  il  lume  ;  qua  fi  che'l  colo- 
re fuffe  vn  lume  legato  <&  infifìoin  vn  corpo  ;  &  ardifeono  d'afferma- 
re che  la  TìiancbeTga  ftavn  lume  incorporato  in  vn  corpo  chiaro:  la 
l^erè^^a  vna  priuatione  di  ogni  luce  ;  non  confentendo  che'l  !>{ero 
fia  Tofttiuo  contrario  al  Bianco  ;  ma  che  fieno  contrarie  le  difyofitia- 
ni,  cioè  la  Opacità  &  la  Trafraren^u.  [iMafQ'l  (okre  fuffe  lu- 
me per 


we  partecipato  >  eg//'  non  fieguirebbe  gli  elementi  ;  il  cbefaria  cantra  lag 

legge  Teripateticjycbe  7  lume  fi  riceue  folamente  ;  ne  fi  conferita  >  fé  non 

vifita  vn  corpo  trafparentey  del  quale  egli  è  atto,& perfezione ,  efiendo 

- •   -    all'incontro  il  colore  efìremità  de'  corpiterminati  .~J\Ga  conftderandofl 

Lumi  co-  ■> .  _..-,,  r,    .,  w     •»  /» 

flderatiin  <***■£  modi  il  lume  da  iFilojofi  ;  quando  il  corpo  e  lucido  per  n  atura  ,  Jt 

tre  modi  come  il  Sole  >  e 'l j -uoco ;&  allhorail  lume, che  quindi  efce  >  non  materia 
da'Filofo  ,ma  naturale  affetto  è  da  chiamar  fi.  Quando  il  corpo  è  Diafano  >  che 
bora  lume->&  bora  tenebre  può  riceuerey  &  all'hora  il  lame  fi  dice  t/lt* 
tione ^perche  fa  tr ducere  quelcorpo  ;  &  gli  è  quafi  vn  colore firaniero  . 
ultimamente ,  come  habitudine  ai  colori  de' corpi  determinati  y  &  fi 
chiamaperfettioney&  fkcultàda  poter  muouere  la  vìviate'  l  tra^aren--  p 
te;Il  lume  come  vifibilefi  può  dire  a  vn  certo  modoycbéfìa  colore:ma  co   ' 
me  quello  per  cui  fi  veggion  l'altre  co  fé  >  egli  è  vna  poffaw^a  attiua  del 
fenfo  del  vedere ,  riducendo  in  vn  certo  modo  col  me%o  trafparente  i  co- 
Luo^o  lori  in  atto  y  chefian  veduti  :  £t  però  quel  luogo  de  iVredicamenti  di 
ne' predi-  jlrìfiotele ,  doue  diceyche  tutti i  colori  fianno  in  tutte  le  parti  di  ogni 
^Aie>CH'  £°rp°  >  fi  èda  intendere  in  quanto  il  colore  attualmente  poffa  col  me%o 
chiauto .  delìa  luce  muouere  il  fentimento .   Conciò  fia  cofa  che  il  colore  >  che  fld 
nel  profondo  d'vncorpo  d  enfio  y  non  potrebbe  vederfìmaiyfe  non  fi  defi 
fie  via^che  la  vifta  con  la  luce  vi penetrafie.  Et  cofi  infiommafipuò  con- 
chiudere y  che  dal  efìremità  del  corporifulti  il  colore ,  il  quale  prenda  fc 
dal  lume  la  fiua perfetta  &  vltima  facultà  di  muouere  il  vifio .    Inten- 
dendo però  de'  colori  veri;perche  de  gli  apparenti  fon  cagioni  la  lucey  il 
0  fiubietoy  e'ime^o  ;  fi  come  amiene  quando  i  raggi  del  Sole  paff andò  per 

verdi  piante  a  qualche  muroyparimente  verde  parere  il  fanno :&  allho- 
rafipofion  dire  ò  lumi  colorati^  colori  illuminatile  fendo  ò  che'l  colore 
partecipi  della  cbiareTgayò  che'l  lume  partecipi  del  colore  ;  Etperque- 
jìafembian'^a ,  che  altronde  piglianoydiuerfì  nomi  i colori  han  prefi;  co- 
me da  i  Metalli  fi  dice  ^Plumbeo }  Ferrugineo^ArgentOy  &  zsfureo;da  i 
Colori  luàghiT  irioVimìceo  •)  &  Sanano ,  IndicOySinopio,  Melino{Betico)e  Co- 
prendo-    lojfino  daColoffo  città  di  Troade >  oue  la  lana  fi  tinge  fìmile  al  fiore  del  ** 
no  ì  nomi  ciclamino ,  che  Tan  porcino  da  noi  fi  chiama.  Dalle  piante  fi  dice  'Bufi- 
le Cembì  fioperpallido  :  palidiffimo  effendo  il  "Buffo  :  Hiacinthino  dal  virgulto^ 
anze .       in  cui  riluce  la  porpora  nereggiante:  Hifgino  da  Hifiege  herba:  doccino; 
&  all'vno  &  ali 'altro  famigliarne  ilSandicino:  parimente  Ianthinoyciò) 
è  Violaceo:  &  ìndi  il  TirUmtbino  che  ha  diporpora  ye  di  viola ,  feconda 
il  nome:  cofi il  Croceo  dalCrocoy  onde  laverìe  (rocotula  fé  ne  chiama, 
Citrofa  a  guifa  di  Cifro,  €Tapauerala>  che  nelle  Satire  vsò  Lucilio: 
tJfóolocbino  dal  fior  della  Mdua:  è'Balauftino  dai  fiore  del  tJWefo 

granato 


7)  ZL  i  jt  V  jtllOy  L1B.  III.  2?j 

/i  granato  >  Dagli  animali  fi  dicono  gemino  >  MuHelino ,  Itterico  a  color 
delGalgulo\CÌgneo  per  bianco  y  &  Cor  acino  per  nero;  Conchiliato& 
Mauriceo  della  Murice  Cochiglia ,  che  fa  il  liquor  purpureo.  Finalmen- 
te da  infinite  cofe  >  ma  Flammeo  della  fiamma  >  Thalajjino  dal  Marey 
Cinatio  da  londay  esfrquato  da  l'arco  celejle  >  Hialino  dal  vetroy£bur- 
neo  daW\Auorio;  &  co  fi  "Ì<liue0)  Marmoreo)LacJeo>.Cerea)Ticéo>  Cine- 
reO)SpumeQ)&  Macolofo  rcon  altri  fimili.  'Hel  che  è  da  notar/i  >  alcun 
colore  efier  proprio  5  alcuno  improprio  :.  fmproprij  fono  quelli  lumi)  che 
rapprefentano  i  colori:  proprij:  quelli  che  feguonogli  Elementi)  ò  i  loro 
wiHi;edi  ejji proprij  y  alcuni  fon  veri)  che  accompagnano  ì  corpi  mifli  ; 
*B  alcuni  fhlfh  ma  che  hanno  di  veri  imagine;  quali  fi  dicono  ancora  incer- 
tinche  ingannano  gli  occhi  de'  riguardanti)  come  lojplendordel  Cielo)  co- 
me le  Ttyuoley  &  come  tacque  del  Mare ,  ilquale  oltra  il Ceruleo  hor 
appar  verde  y  horfiauo  y  &  horpurpurea .   Quella  incertezza  di  colori  ^Oior:  :„ 
fi  vede  grandemente  adornare  t£  cordella  Colomba }  e  del  T?auone<&  cert{ . 
però  tali  augelli  Verficolorì fi foglion  dire  y  come  anco  è  vna: forte  di  fetay 
ehe  con  dinerfi  colori  appare  ;  laquaf.  varietà  è  dijjicilijjhna ,,  £r  eptaft 
impojfibile  adejfcrimerfì.  da'  Tittorì  :.  niunodi  lor  effendo  flato  y  che  ha- 
uejfe potuto  mai  agguagliare  il  celefteJlrco  ;■  7>{è  ditali  apparente 'fi  Appare» 
pt&  dare  regola  alcuna  certa  >  perche  fono  infinite  ;  &  ciò  procede  per  2?  9'  £° . 
*  tre  cagioni;  la  prima  è  yche  fi  comeil  lume  &  l'ombre  fono  più  ò  meno  je> 
tnaloro  miHey  e  temperate  col  fubietta  del  colore  ;  co  fi 'producono  le 
ùnaginidefio  ;  La  feconda ,  chei  colonnella  mefcolan<za  fon  differenti 
di  moltitudine^  di  forze;  la  terza  y  cheejfi  mede  fimi  quantunque  paiano- 
efiere  d  vna  ifieffa  jftecie)  non  hanno  eguali proportic  ni  ;  E  di  quìauuie- 
n&y  che  niuno  colore  mai  fi  può  veder  epuro  e  tale  >  qualeglì  èperfua  na- 
turaiperche  fé  nell'ombra  fi  rapprefenta  di  vno  modo  •,  d'un' altro  far  a.  nel 
lume;e'l  lume  è  differente) fefia.dicandellayò  di Lunay  Òdi  Sole  ;  &fe  u 
raggi  di  qutfUfiano  ìntenfi  ò  rimejjìy  &fe  vengano  d'Oriente  j  ò  d'Occi- 
^   dente  )ò  di  Meriggio  ;&  differente  è  anco  ilfttoyfefì  Hìia  a  vedere  perdi- 
*"  ritto  ò  per  trauerfo)di  giàò  di  sù)da  dejlra  òdafinifi'ra  -,  &fe'lmezo  fia 
dacqua)ò  d'aria^  di  crifiallo;di  modo  che  fecondo  la  diuerfìtddi  sì/kt- 
tecircoflanzei còfidiuerfe vengono  l 'apparenze..  Tuttauìaper conefee* 
te  quejletali  diuerfitàytre  cofe  fono  da  confiderarfi)  primamente  il  tra- 
poffare  dì  vn  colore  in  vn' altro  ;  perche  ilnome fi  prende  da  quello  >  che 
cffufcaglialtri;  appresola  differenza del  lume y,s'è  più  Ò.manco  ;  pofeia: 
il  temperamento  diefio  lume  con  li  mezi)Ouuenga  che\A rìsotele  dìmo— 
Hri  nelle  Meteoreyl' apparenza  de' coloridiuerfafkrfi)fecondo  ch'ejjìco*-* 
krifonQ  a  vicenda  tra  lQrdifj>Qsìi\percbe.il punicei laccante \alnero  rap- 
prefenta. 


ì$6  T>  E  LI  sA    GLO  \1  \A 

prefenta  vn  certo  bianco;  il  nero  accanto  al  verde  vn  certo  fi  ano  -,  laqual  g 
auuertcnxa  conuiene  a  quelliy  che  fan  ricami  ouer  ghirlande  ;  acciò  che  i 
lauori  ò  fiori  ben  collocati  dilettino  meglio  ilvifo*  IHwdonfl  i  colori  in 
due  maniere ,  che  tutti  gli  altri  fon  detti  jluìleri  y  fuor  che' l  Minio ,  il 
porporifioyl'iArmenioy  VlndicOyilCinabrOy  &  la  Crifocolla;  iqualiFlori- 
di fon  chiamati  :  filtri  fi  dicono  ancor  foaniycome  il  Plano  ,  ilTurpureoy 
il  Candido  yé'l  I\ofeo  tra"  primieri  ;  come  appo  Cicerone  fi  legge  -,  $*  co  fi 
foaue  roffeggiante  chiamò  Virgilio  il  giacinto  :  ladoue  dcntijjimoèil 
color  del  fuoco,  che  quaft  incidendo  la  viHa ,  fa  dileguare  gli  occhi .  Ma 
Bianco  e  venendo  alia  dislintione  loro  particolare  -,  i  colori  fon  due  chiamati fem- 
nerocolo  plici)ilcBianco>e,l1>{ero .   OueHi  due  fono  ancora  chiamati  eslremiyper  * 
ri  templi-  effere  tra  loro  grandiffnna  contrarietà  :  dicendofi  contrarie  quelle  qua- 
lità, che  infieme  pofle  grandemente  fon  differenti  y  come  fi  vede  Vincbio* 
firo  in  Carta .  Il  'Bianco  (fecondo  Ltrifìotele  )  diverge  la  vifta;fl  K(e~ 
ro  la  congrega  5  J7  bianco  èfomigliante  alla  luce ,  /'/  i^ero  alle  tenebre: 
finciò  fia  cofa  che  non  è  altro  coloniche  più  cheH  Bianco ,  ne  men  cbe'l 
T^ro  partecipi  della  luce  -,  &però  generalmente  tutte  quelle  cofe  pure 
& femplic'hche fon  lucidefBianche fon  nominate yle priue  di  luceyT^ere. 
Etficome  i  corpi  tramar  enti  con  laprefen^a  dellaluce  fi  fanno  chiariy 
Neueper  coni  abfen%aofcuri;cofi  anche  trai  corpi  opachiy  quelli,  che  partecipa-  q 
che  candì  no  affai  della  natura  de"  corpi  lucidi ,  affai  fon  bianchi;  quei  chemenoy 
da*  biancheggian  meno:  &  però  fi  vede  la  ISleue  candida,  per  effer  molto  par* 

-,  tecipe  dell'aria,  e  dell'acqua;  &  ali  incontro  nero  il  Carbone:  hauen- 
Derche112  ^°  confumate  Hfi*oco  le  parti  humide  &  aeree ,  lafciateui  le  terrestri  ; 
nero.       Ilqual  carbone  tanto  più  nero  fi  viene  a  fhre ,  quanto  in  più  graffo  le- 
gno il  fuoco  ftapreualuto ,  come  di  tede '';  ò  divliui:  Terciò  che  gene- 
randofila nereirjra  dal'  alter  atione  (  come  s'è  detto)  de  gli  elementi , 
ciò  s'intende  y  che  dal  calore  ò  fia  abbruciato  affatto,  9  almen  diffecca- 
to  l'humido  ;  fi  come  fi  veggiono  annegrire  i  luoghi  mufeofi ,  donde  pri- 
ma fia  feorfa  acqua  y  &  poi  vi  fia  battuto  il  Sole  ;  Tuo  bene  apparer  il  U 
nero  per  altri  modi ,  quando  le  cofe  ò  per  priuat ione  di  lume  >  oper  inter- 
ii. dio  di  luogo  nonfipofiono  veder  niente  ;  0  quando  per  debolezza  opo- 
chei^a  di  lume  fi  vedon  poco  :  T^e  però  fia  da  dir  fi  y  che  la  tenebra  fìa 
colore  >  ma  folo priuation  di  lumey  perche  ella  non  èfenfibìle  :  non  poten- 
dofi  dire  quanta  ne  quale  fi  fia  ella;  fi  come  fi  può  dire  del  Color  nero  >  il. 
Bianche  qualconfiile  in  fuperficie .  Da  l'altro  canto  fi  fanno  <&-  appaiono  bian- 

cofeappa  cfye  ie  cofe  in  tre  maniere  yo  per  copia  di  humor  acqueo  &  aereo:  non 
jono  in  .    r  r   ,    .         r     ,  r .  ,  ,         l     ,         r     .  ,,, 

tre  manie  cangiatima  mefcolati  :  oper  calor  interno  che  cuoca  &  confumi  l  bu- 
ri* mido  :  0  per  color  di  fuori >  atto  a  corrompere,   Hora  fi  <ome  dalla 

mefio- 


2)  ti    €  JVjìL  I0>lt  S.  ![1  !  ì.       «$? 

rM  mefcolan%a  del  dolce ,  e  dell'  amaro  fi  foglion  fare  fapori  diuerft  ;  cefi  a      . 
punto  della  miHura  di  quesli  due  primitiui  colori  diriuano  molti  altriy  COndi    ^ 
•che  fon  detti  fecondilo  metani)  ò  mìflhequefli  due  fono  y  come  Elementi  mii\i  cou 
■di  tutti  gli  altri  ;  perche  il  bianco  e'  Inero  fanno  il  color  fofco  ;  il  bianco  e  me  fi  foc- 
fplendido  col  roff'o  fanno  il  flaueycol  nero  fanno  il  purpureo  ;  Il  Flauo  e'I  cuno# 
Fofco  fanno  il  Fuluo  >  Il  Fuluo  e'I  l^gro  il  Verde  :  Il  'Bianco  e'I  Flauo  il 
Tallido  i  Fratutti  quali  fon  principali  il  Fofco  y  ilTurpureoy  ilVerdeyil 
Ceruleo,  &  ancho  il  Flauo: perche  queftifono  con  più  giuftay  &  certa  ra- 
gione formati  da  ì  due  eHremi  ;  &  però  fono  pia  diletteuoli  e  grati  àgli 
occhi  ;an%i  il  Fofco ,  &  il  Ceruleo  oltrail  diletto  fono  mirabilmente  gio- 

•%  ueuoli  a  rinfangar  la.  visla  (fi  come  Galeno  ferine)  come  quelli ,  che  più 
moderati  nella  mifturaynon  offendono  co'gli  ecceffi  >  che  hanno  altri  infi- 
ntiti color ijiquali  fen%a  conueneuole  temperamento  mefcolatiyfono  fimi- 
li  a  quei  contentiychejenxa  mifura  fattiypercuotono  con  dijpiaceuoli Cre- 
pito le  orecchie.  Dico  altri  infiniti ,  perciò  che  in  mille  diuerft  modi 
■mefcolandofì  infume  il  bianco  >  e' l'itero  y  e  gli  altri  mifli  y  mille  diuerft 
colori  (come  Vlatone  afferma)  ne  vengono  a  procedere  >  fecondo  la  pro- 
porzione di  quel  ch'eccede  :  Verbi gratia  fecondo  che'l  Bianco  concorre- 
'rà  col  Isserò  egualmente)  ò  che  Ivno  refii nella  mefcolan^a  maggior  de 
l'altro  vna  dupla ,  òfefquialteray  òfefquiterTa  ;  co  fi  diuerfe  faranno  le 
Cfoggie  di  Colore  da  effì  nato;  &fì  come  il  Bianco  naturale  y  procedente 
da  l'jLria  y  e  da  l'^Acqua,  è  caldo  &  humido  :  e  Inero  è  freddo  &  fecco 
.prouenendo  dalla  Terra  e  dal  Fuoco:  cofì  gli  altri  colori  mifli  hanno  la 
■  caufa  materiale  fecondo  che  più  ò  meno  s'accollano  ad  effi  femplici.  Ma 
■conqual  mifura  fi  vengano  a  mefcolare  i  colori  vno  per  vnoy  fé  ben  alai 
.no  il  conofcefseynon  farla  prudente  à  voler  narrarlo:poi  che  nonpotrebbe 
di  tutto  rendere  verifìmili  ragioni  in  alcun  modo:  come  <isfriftotele  dice* 
E  benché  imitando  le  fourane  miflure  fi potria  venire  a  dijputare  d'o- 
gni colore  con  probabili  argomenti  ;  tutta  volta  chi  voleffe  mettere  in 
opra  tal  difcuffione farebbe  non  fapere  y  che  differenza  fia  tra  la  Diuina 
&  Humana  natura:perchefolo  D-io  è  quelloyche  è  bafiante  a  r  accorr  e  in 
yna  molte  co  fé  y.&  poi  dinuouo  vna  co  fa  produrre  in  molte  :  come  colui 
che  infiememente  ilfàyelpuotefare.Quefla  ragione  dipiù  o  maco parte- 
cipare fi  vede  ne  i  colori  Puniceo  &  Halurgo-.Cociofia cofa  cJjefe  collie 
ro  fi  farà  mislo  vn  pofiente  lumeyfe  ne  viene  àfare  il  color  Tunìceo:quali 
fi  vedono  apparere  tutte  le  cofenegreyche  fiano  infocate,  come  i  (farboni 
accefiyo  le  fiame  fnmefe .  £t  fé  in  vna  biancb eyga  mediocre  &  ombro- 
fafi  rifletano  raggi  deboli >  fi  fa  il  color  e  Halurgoy  cioè  purpureo\y  ilqual 
jplendidijjìmo  &fionto>  com'è  propriamente  quello  ycheJhilCoccoy  cioè 

J^  la  Grana 


a  58  DELLA     GLORIA 

Grana-,  però  fi  cofiuma  adir*Purpureò  ciò  che  contiene  vn  poco  dirof-  „ 
fore,che  fia  diletteuole  a  vedere ,come  fono  varie  manio-e  di  fiori  \  an^i 
il  candido  pur  fi  clnama  talbor  purpureo  >  volendo  fi  dinotare  cofa  ,  che 
alletti  l'occhio  ;  &  cofi  Purpurei  Horatio  diffei  Cigni,  &  Turpurea  la 
He      le  1>{eue,  tsflbinouano .  Trouafi  ancora  per  lo  purpureo  pofto  il  Tilateo  . 
inuento-  ^u  del  colar  purpureo  (fecondo  i  Poeti)  Hercole  inuentore  ,  quando  per 
re  del  co-  auuentura  caminando perla  marina  ,  il  Cane  rotta  vna  Conca  di  quelle 
lor    pur-  tfje  ritengono  tal  licore  ,fi  tin(e  il  mufo  :  &  la  bella  Tiro  da  lui  amata 
**    eo*      volle,che  di  quel  colore  le  fkceffe  vna  vefte  .  Il  Tuniceo,  come  in  Feni- 
cia ritrattato fi \fi  dice  a  Fenicio  da  gli  amichile  filmano  alcuni  effere  pro- 
priamente il  colore  raffomigliante  alla  viola,che  con  parole  poco  dal  Pu-  p 
niceo  dijjònantidiconocT>aonaccio.  ;  benché  altri  il  traggano  dal  Paone. 
A  Uri  per  lo  puniceo  intendon  quello  ,cbe  rafiomiglia  alla  %ofa  vermi- 
gliaycbe  lietamente  roffeggia  >  non  fenica  però  la  negrezza  fua  :  Et  ve- 
ramente il  colorPuniceo  ètra  ilJ^ero,  &il  vermiglio ,  come  A risote- 
le dice;  &  però  Tunicee  fon  appellate  ne  ver  fi  Latini  cofi  le  T\pfe  >  co  me 
le  I{ate  della  vaga  Aurora  :  Toi  di  qui  B^ofee  fan  dette  le  poppe ,  le  de- 
ta,la  boccali  collo  di  Venere  ,  e  delle  beUe  &  lodate  Donne ,  intenden- 
do che  pattò  candide,  ma  fbarfe  pur  d'un  vago  roffor  di  fangue  ;  onde  il 
color  F{ofeo  veramente  è  quello,  che  dicono  Incarnata  :  &  B^pfa  fìcea  fi 
chiama  da'  nofiri  quel  color,  che  fi  vede  l' A  ut  uno  nelle  frondidelle  viti  q 
già  roffeggianti;ilqual  e  dorè  Xerampelino  è  da'  Greci  detto  ;  &  Atra- 
baptiche  fidiùomle  veti i  tinte  di  tal  colore*  Ma  in-ogni modo  è  mol- 
to atta  alle  battaglie  il  color  Tuniceo ,  franco  ai  libri  ;  i  cui  titoli  per 
antica  vfan^a  di  tal  colore  notar  fi  fogliono ,  in  hanore  &  memoria  de 
i  Fenici ,  i  quali  popoli  delle  lettere  furon'inuentori .  Suole  pefeia  il  Pu- 
niceo, effendo  rutilo^ioè  lampegiante,mutarfi  in  Flammea  ;  altr  evolte 
appare  Igneo  fomigliante  alfuoco\altrefanguigno,&  altre  Ojlrino  .  Ma 
quando  il  nero  viene  a  perdere  la  fua  purità ,  e  feemandofi  in  lui  thumi- 
do-fi  mefee  col  verde;fk  quel  colore,  che  nella  prima  concottione  appa- 
re nell'herhe ,  &  però  Herbacea  è  nominata  :  Et  fé  da  poi  fi  concuoca  &  H 
s'infermi  più  ,fa  il  color  "Porracea  >  fimite  a  quella  ,che  tonno  i  Porri  i 
Verde.     cjje  ^  s>  accofta  aua  negreiga.  Indi  dal  color  Verde  molta  alterato  coti 
mefcolanya  di  roffo  e  di  bianco  (feconda  Cfeltiojviene  il  Flaua  >  e  he  nelle 
nature  biade  fi  vede  rilucere;  &  però  Flaua  fu  detta  Cerere .  Il  verde  è 
perfettiffimo  netto  Smeraldo,  della  qual gemma  ninna  cofa  èpiìì  atlegrax 
Vede  fi  nelPapp  agallo  y  che  ver  de  augello  da  alcuni  fi  dice  ;  &  incerta 
forte  di  Scarafone ,  di  cui  fé  Aristotele  mentione  ;  ilquale  hauendo  sul 
dopo  vna  nota  d'oro ,  che  rafiembra  la  Luna  ;  molti  Cauallo  della  Luna. 

chiamar 


DEL    CjlVAllOylìt.llth  i£j>. 

\4  chiamar  il  fogliono.  Trai  colori,  che  verdeggiano,  è  Motto  celebre  U 
color  Trafitto,  che  verde  7?orro  dcCT  intanfì  chiama.  Il  color  verde 
confìtte  d'humido ,  e  di  lume,  &  e  detto  da'  Greci  Cklorosjlfiauo  Xan- 
tbos  ;  il  Bianco  Leucos  :  il "Hero  Melas  :  il  Fofco  Thaos  ;  &  cofì  Lettco- 
pbxos  è  detto  q.tel  colore  ,  eh' è  partecipe  del  bianco  &  del  fofco  >  fatto 
tale  dalla  natura,  lomefi  vedein  alcune  pecore ;  del  qual  colore  costuma 
di  ve  sin  fi  la  venerabile  fetta  de  F  ranci febini ,  onde  Sigi  ne  fon  chiama  i  . 
tuli  color  Vinofoycioè  quale  apparnell'  vite,  che  fi  maturano*,  e  detto  Oe-  ;  V1110'0» 
nopos  ,  &fifb  di  l^ero  lucido  e  puro  con  lume  aereo .  Orphnios  è  il  co- 
lore opaco,c'oe  tende  molto  alla  negrezza.  Lofplendido  è  detto  Lampros; 

B  ben  che  pia  tofto  accidente  di  colore  fipoffa  dire;&  cefi  Eyanthis  ,  che 
vuol  dir  Florido,il  qual  ègratiffimo  alla  vitta  ;  &  Silbon  lampeggian- 
te ;awienga  che  fiajpejfei^a  di  lume  continuata, pia  che  colore.  Il  Hpf- 
fo  dico  a  Tyrrhos ,  il  quale  come  quello ,  che  da  calor  infocato  fi  genera^ 
è  colore  del  fuoco  proprio .  Il  Ceruleo  Cyaneos  ,  e  talhorLa^urion;  dal-  ceruleo© 
laqual  voce  s  è  forfè  venuto  a  dir'  iA%urro .  Ilfuluo  Cbarocos,che  Lio-  azzurro* 
nato.fi  dice, per  ejfer  proprio  de  i  Leoni ,  e  di  quel  fulgore  ,  che  ne  gli  oc-, 
chi  de'  minacciami  fi  f noi  vedere  :  però  Charope  fu  detto  Hercole,  quafi 
iracondamente  guardante  ;  perche  Chara  chiamano  i  Greci  l'ira  ;  e  da 
q netto  horrore  cofì  C  ariddi  come  Caronte  nomati  furono .  Il  color  Fuluo  FuJuo* 

*  fé  in  certo  modo  è  ottufo  &  ofeurato ,  fi  chiama  I{auo  ;  &  cofì  chiamò. 
H  orai  io  la  Lupa,  la  quale  naturalmente  è  fultta  ;  come  fuluo  altresì  è 
vn  certo  genere  d'  ^Aquila  celebrato  da  ^A  rifatele  .  ^Alcuni  dicono  I{a- 
ni  effere  gli  occhi  tra  Flaui  &  Cesij  :  quali  nei  Cane  &  nel  Montone  fi  Qtf10 
lodano  da  Varrone .  St  perche  dal  Bianco  e  dal'  JL^urro  (fecondo  Tela- 
tone) procede  il  Cefo  ;  e  da  quejìi  fi  compone  il  Verde  in  diuerfi  gradi  ; 
fi  può  affermare  ,  che'l  Cefio  vna  parte  di  verde  habbia  ,  e  due  di 
bianco  :  E  tal  colore  Glauco  ancora  fi  può  chiamare,come  fi  vede  nelle 
fiondi  delle  faki ,  e  delle  vlue ,  paluttri  herbe,  lequalì  glauche  fon  dal 

~  Toeta  cognominate .,  benché  propriamente  il  color  Glauco  fìa  quel,  che 
appare  ne  gli  occhi  delle  'K[j)ttole,e  delle  Gattesche  fon  liicentifdeclinan- 
do  col  verde  alla  bianche%xa .  Ma  che  vna  me.defima  cofa  ftano  Glauco 
el  Cefio ,  da quefìo  fi  può  comprendere,  che  Cicerone  ferine  (esij  efiere 
fiatigli  occhi  di  Mincrua,la  qual  Homero  chiamò  ^laucopi,  perche  ha- 
uea  i  lumi  Glauchi  ■  \Aimenga  che  iTocti  fra-colori  >  ne' quali  è  alcuna 
affinità,  &  famigliatela.  >  jfeflb  vfino  l'i'.n  per  l  altro  \  fi  cerne  gli  occhi 
della  mede firna  Dea  '/ irgdio-diffe F Ìaui;e'l  veftimentodelTebro;  la  cui  Flauo. 
acqua  con H-QratiodettaFlaua^-thiamòS^lauiOi^cofìVxAlbo.pex^Pal- 
lido  ;  e'i  (eruleoper  cofa  che  alquanto  verdeggiò  che  s'inchini  ajquan- 

^.    2         toalne- 


ì€o~  *D  E  L  L  ^     G  l  0  1^  /  ji 

té  aliterò  fi  fuoie '  vf are ;e fendo  qaeHi  colori  tra  lor  vicini  .Stimano  at-  g 
cunidirftCefioquafì  Celio  ;  con  dir ,  che  rafìembraffe  al  color  yche'l  Cielo 
ci  rapprefenta  ;  &  in  queflo  modo  farebbe  vna  islefa  cofa  col  Ceruleo  > 
Ceruleo .  ffj€  qua  fi  Celuleo  ne  fu.  detto  ;  &  pero  i  tempvf  del  cielo  (erulei  diffe  En- 
nh.  Ma  eglino- y\  come  diuerfa  in  effi  èia  ditcongo  \  fcriuendofi  Cefo 
per  aeyCeruleoper  oeylatinamente  frinendo  ;  cofi  differenti  fono  di  qua- 
lità;ond'è  da  creder  fi  y  che  Cefo  deriui  da  quella  voce  y  che  ve  ci fìone  li- 
gnifica ;  &  perche  tal' epiteto  folo  àgli  occhi  fi  troua  aggiunto y  (e 'sij  fia- 
no  quelli  >  che  con  certo fplendore  di  fguardo bombile  >  pttr  che  fempre 
minacein  morte ;e tali  fi  diferiuorì  anco  in  Caronteyin  Catilinay&  in  ite- 
sene b  uomini  erudeliffìmi .  Da  l'altro  canto  T^ttuno  fi  dice  bauer  gli  P 
occhi  Cerulei  >  cerne  Dio  del  Mareyil  quale  è  pur  Ceruleo  appellato  y  per- 
che rende  quel  mede  fimo  colore yche  difopra  gli  porge  il  Cieloy  mafjìma- 
mente quando  è  fereno\&  però  il  color  Ceruleo  da  chi  Celellroyda  chi  Ma 
rino  appreffo  al  vulgo  fi  fuol  chiamare  .  £gli  antichi  y  fi  come  l'ima  opra 
di  Homeroynellaqual fi  parla  di  molte  vccifioniyomauano  di  color  sagui 
gno  ;  co  fi  l' altra  doue  i  maritimi  errori  di  Vliffe  de  ferini  fono  y  di  cern- 
ita carta  courir  folcano  :  Et  perche  è  vnafpecie  di  Ceruleo  y  che  molto 
imbina  al  neroycomequelloyche  Indico  è  chiamato  ;  fi  prende  talvolta: 
per  color  meHo;&  cofi  la  barca  di  Caronte  Cerulea  da  Virgilio  fi  cogno 
mina-y  e  di  tal  colore  eofìumauano  le  Donne  Greche  andar  vefl ite  nell'ef-  ** 
Femi'n— fe1uie  d*  coloro ycheflimattano  effere  al  del  tornati .  Chiamò  pur  l'iftef 
neo.  *  fo  'Poeta  la  barca  d'efio  Qtronte  Ferrugginea ,  cioè  a  color  di  ferro  rug- 
ginofo\il  qual  colore  è  appropriato  alle  cofe  lugubri ';&  però 7  Hiacintho 
fu  da  lui  medefimamente  Ferrugineo  appellato ynon già)  che  talfuffe  il  co- 
lore d 'effo  fioreyil  qual  è  purpureo  ;ma  per  dinotare  il  lutto  d'apollo;  che 
inquet'fiore  bauendo  cangiatoli  cariffimo  giouanettoyfcrif  e  certe  lette* 
re  nelle  foglie  in  memoria  del fuo perpetuo dolore  ;  parimente  il  Cielo  fi 
chiama  Fcrrugineoyquandbènuuolofo;&  quando  fi  vuol  dinotare  vn  tri 
fio  cafo  :  come  nella  morte  diCefarefi  dice  dal  Toetayche'l  Sole  couerfe  „ 
diFirrugineil  capo  fuo  .  Ma  Jepra  tutti  i  colori  in  verità  col  T  ile  fio  pof- 
fìam  direyche  la  TSfatura  molto  ama  il  color  Ceruleo  :  poi  che  veggiamo 
lietamente  di  quello  effere  illuftrate  quefìe  due principali  partiycbe  abrac 
ciano  Funiuerfo:  come  fono  il  Mareye'l  Cielo. Dilettaft  ancor  del  'Bianco  > 
del  Fuluoye  del Flauo: poiché  di  quefli  cria  laLunayle  Stelleye'lSole  .  l^è 
le  difpiaceil  neroyé'l  B^o(ìo:poi  che  rofio  è  ilfanguey  che  tutti  gli  animali 
mantiene  in  vita-.&nera  è  la  TS^otte  con  molti  popoliycome  gli  Ethiopiye 
gì'  IndianiSt  pchefi  vede  la  Terra  hor  coperta  di  neueyhor  vefìita  di  ver 
des<^- bora  fogliata,  rimaner  Tulla;nimo  può  dubitareycbe  adeffaT^a- 

tura 


2)  EL  CUV \AllO  ,     US.  1111]        Ì6i_ 

a  tura,  non  fiati  pur  grati  col  detto 'Bianco  ì  colori Verde  e  Tulio.  Ilco-Vuìlol 
lor  Tulio  è  propriamente quello ,  ibe  nella  maggior  parte  delterreno  fi 
fuol  vedere:&  cofhperche  di  terra  foglìono  efere  coucrti  l 'morti  yglian 
ticbi  volfero  y  che  nel  far  dei  lutti  s  ufaffcro  i  vcftimentifimili  alla  Ter- 
ra.Et  perche  le  Lepre  tiene  il  dorfo  Tulloyeìla  paurofa  ammaeftrata  dal- 
la rt{ati:ra  cere-ala  terra  difrefeo  arata  :  <$ in i  quella  corcata fi-,  inganna 
iCacciatoriyfen^a  courimento  alcuno  restando  afcofa-,folamente  per  be- 
neficio del  colore. Due  fi  il  color  'Tulloycome  diminutmo  da  Turo  :  inten- 
dendofi  Lana  Tullaquellaycbe  nonfia  tinta  d'alcun  altro  colore  >  che  del 
fuoproprio  g&  natiao:'&  cofi  ancora  fi  sìima,  cbefian  detti  Tulli  i  figli  . 

Ti  noli  de  iCauulli ,  e  de  gli  altri  animali ,  quafiTuriy  non  contaminati  di  c£,  j^f^ 
libidine>nè  violati  da  Solerò  da  freddo  ,ò  da  fatiche  .all'incontro  ogni  uoìi  dei 
altro  color  Cyche  tingendo  s' 'aggiunge ,  i  Latini  diceano  Suafo  >  quafiper-  caualli. 
fuafo  cr  indotto  à  cangiarft  dal  naturale .  Et  al  Tulio  è  fomigliante  lo 
mpluuiatoyilqual  colore  è  quelloycbe  in  vn  panno  bianco  prouienne  da 
fiimofo  jììllitico:  &  però  è  chiamato  Sordidoycom'è  il  veflimento  di  Ca    J^P  UUU 
rome  appo  Virgilio^  co  fi  coiìumauano  di  veslirfii  T^eiyper  cenfeguir 
mifericordia  apprefo  i  Giudici.  Hor,  douendo  venir  sragionare  di 
quei  colori ,  che  appartengono  alCauallo  :  faremo  prima  alcun  difeorfo 
della  natura  dei  peli  y  de  quali  quesìo  animale  è  couerto  tutto ,  fuorché 

C  nella  palpebra  inferiore  y  ouen'èpriuo  :  &  però  dicono  y  che  da  Simone 
fu  riprefo  lApelte-d'Efefoyò  Micone(com'  altri  pongono  )cbe  hauendo  tut 
te  l"  altre  parti  ingegnofamente  dipintela  vn  Cauallo,dipinfe queslapelo 
fa.Il  Telo  dunque  è  da  faperfi  non  efier  altroyche  vna  certa  fnperfluità , 
la  qu  al  fi  genera  da  alimento  corrotto(comc  <ts?; -ifiot eie ferine) &  però 
quelli  che  vfano  tritìi  cibiyfogliono  pia  dell'ordinarie  efier pelofr.  &lava 
rietà  de'  cibi  fuol  far  efere  vario  il  color  de'peli  y  fi  come  vario  è  il  nu- 
drimento.TslaJcono  i  peli  dalla  pelle }no  dalla  carne;  &  però  negli  anima 
li  Bruti  fegaono  tutti  la  natura  della  coténayla  quale yfe  ègreffa  &  rara, 
genera  per  la  copia  della  parte  terrea  y  &  per  la  largherà  dei  meati 
i  peli  grò ffiy  che  ancora  fi  'dicon  humidi  à  differenza  de  i  crejpiycbe  nafeo. 
no  dalla  fecca:  s'ella  èjpefia  e  dilicataygli  fa  fottili.-parimente  fé 7  vapore 
è  acquo fojn  leiyibe  venga  in  brieue  adifeccarfiyi  peli  non  prendono  mol 
to  accrefe  imeneo:  ma  s'egli  è  graffoyauiene  il  cotrario-.perche  no  faciline 
te  fi  differca  quel  eh 'e 'grafo  ;la  cagione  dunque  perche  il  buey&  lElefhn 
te  quantunque  babbiano  il  cuoio  pia  grofio  che '  iTorcoynondimeno  tenga 
no  i  peli  più  fottiliy  non  è  fé  non  y  che  in  quelli  i  pori fon  più  ferrati  >  e  pia 
aperti  in  quefo^Hon  refìaperò  che  ipeli '  grejfi  e  folti  non  fogliano  altre- . 
sì  procedere  da  paefcf;eddo>in  che  fa  nato:  che  nel  caldo  Jottili  &  rari 

K    3         general- 


tèi  0  E  L  l  A     G  L  0  III  ji 

g&teralmente  Jogliono  prouemre .  T^è'qui  tacerò  quel,  che  Arinotele  p 
ci  infegna  per  csnofìere  dalla  qualità  de' pelili  natura  del  Cauallo  in 
qualche  parte;  che  ipeli  afbri  y  eorti  ferrati  ,  e  lucidi  danna  chiara  fegna 
di  buona  compie ffione,&  che  ftagagliardo,&  agile,&  cor  r  aggio fo.  Ma 
quando  il  pelo  è  molle  e*r  raro ,  dinota  poca  virtù  <&poco  animo  ;fi  co- 
me fi  vede  ne' (erui  ,nelle  Vecore,  <&•  nelle  Lepri  ,  che  fona  tutti  animali 
timidi;  là  doue  i Leoni  ,  i  Cinghiati,  e  gli  Orfi,i  quali  hanno  il  pelo  duro 
fon'animofi .  fntorno  a  quejlo  veramente  importa  la  qualità  delle  regio- 
ni;perche  le  calde,come  l'Africa,  producono  i  peli  ferrati  e  e  orti  ;le  fred- 
de del  Settentrione  lunghi  e  graffi  :   &  coft  veggiamo  tutto  il  dì  fecondo 
Varia  fkrfi  ipeli  b  ajpriò  dilicat  i  ;  non  altrimenti  che  nelle  carni  degli  p  ! 
huomini  auuiene  fpejfo .  Ma  henelye  nel  genere  de  gli  ammalila  maggior 
parte  babbi  vn  colore  appropriato  allafuajpecie  ;  &  altri  molti  fiano  di 
colare  tra  loro  varij  ;  certamente  in  ninno  tanta  diuerfitàfivederfuan- 
ta  ne'  Cani  &  ne'  (aualli;  &  di  gran  lunga  maggior  in  quesli ,  ;  quali  de 
piàfoggie  di  peti  ,  che  non  ha  qua  fi  il  Cielo  stelle  ,  fon  diuifati  :  E  tal  di- 
uerfità  è  necefiario ,  che proceda  non  pur  dai  diuerfi  nudrimenti ,  e  da 
mutatione  di  luogbi,e  di etadi,ma  dalle  molte  eterne ajfettioni  &  fhn- 
Peli  de  tafie.Ma  prima  d'ogni  altra  cofa,è  bello  da  auuertirela  cagione,  perche 
|p  anima  ^e^  ^  de  quadrupedi,  come  dell'buomo  non  ricettano  mai  color purpu- 
non  rice-  reo,a  porraceo,  è  altri  tali,  che  col  verde,  &  col  nero  fon  temperati  ,&  ** 
uono  co-  ella  è,che  tuttiquefii  colori  fi  fanno  colla  me  fidanza  debrai  folari,i  qm- 
lori  pur-  //  efiendai  peli  di  pie  e  io  li  filmo  carpo  (rifletto  all' 'altre \cofe  )  e  tra  fé  dif- 
porracci°  S^mihnon pojfono  hauere  in  loro  tanta  ripercofilone ,  chevi  rendano  tat 
&c+         colori ;bifognando  alle  cofe  ampis-^a  >  e  grande  z^a  per  colorarfi;came 
auuiene  alle  clnome  eguali  e  foke-^lye  con  la  virtù  del  Sole,&  col  fi-equi 
tare  della  lifeiayrapprefentanai  color  dell* oro  ;  quale  fi  ferine  effere  fia- 
ta quella  di  Antonio  (ommodo  Imperadore,&  quali  fono  di  malte  Don- 
ne y  che  confomma  industria  vi s'ingegnano ~A  quefla  ragione  fi  potreb- 
be(  fecondo  ilrPortio)ancora  aggiungere,  che  l peto  non  può  riceuere  tal 
Colori ,  nonpotendo  i  mede  fimi  riceuere  la  cotenna  >  dalla  quale  il  pelo  è 
generato  ;&  con  laquate  in  ogni  accidente  di  mutatione  fi  muta  infieme . 
Conciafia  cofa  che  la  cotenna  fi  nudrife  di  eferementi  delfangue  ò  del 
flemma  foto  >  Optati  non  fon  purpurei  ne  verdi  fi  come  dall  a  colerafifa- 
gliono  generare  :  J^eèdadirfi,  che  la  colera poffanudrire  alcuna  cofa  .♦ 
perche  fé  bene  il  Flaua  (fecondo  i  medici)  par ,  che  tragga  tafua  origine 
dalla  colera;  egli  nondimeno  è  colore  del  Flemma  iflefio,perche  non  mot 
to  differifee  dal  bianco,^  fecondo  il  parere  de'  Teripateticiyprauiene  dal 
J  angue  incotto  e  poti;  Et  perche  il  flotto  è  il  primo  grado,in  chef  corre 

il  bianco* 


U 


t>ei  cjvjiio,  US.  ini:       \$j 

\4,  il  bianco  >  dubita' ^Aristotele  ,  s' egli  fi  debba  annumerare  tffo  'Bianco  > 
maffìmamente ,  che  fi  vedono  le  cofe  nate  bianche  ,  crefcendo  l'età  ,  far-' 
fi  per  mancamente  di  humore  Flaue  ;  &  quelle  ,  che  nel  principio  fono 
fiai'.eyCi^efcendo  il  colore,diuentar  candide .  jLuuiene  ancoraché  alcuni 
animali  neri  diuengan  bianchi,  quando  Vh umido  aKticho  resta  abrucia- 
to  dal  calore  accolto  dentro  ;  ma  di  bianchi  ninno  fi  fa  mai  nero  ;  perche 
procedendo  il  color  biancoda  lefiintion  de  l  h  umido ,  ilpelopriuo  d'hu- 
morenonpuò  pe>-  cangiamento  naturale  farfì  nero  :  per  accidente  sì  al- 
cuna volta:  e/fendo  in  certi  fiumi  proprietà  di  mutare  ipeli  :  che  fi  come 
Scamandro  in  Frigia  fa  nafeer  fiaui  gli  animali  ,  &  però  fu  chiamato 

*&  Xanto  :  cofi  afferma»  molti  che  T fiero  in  Tracia  conuertain  neri  ipeli 
bianchi,non  per  altro  certamente,cheper  la  f uà  freddala  efiremaiper- 
cioche  naturalmente  le  acque  calde,per  efiere  abbondanti  di  parti  aereey 
fanno  il  pelo  bianco  :  le  fredde  nero ,  delqual  artificio  Jpejfo  fìferuono  i 
Cozzoni  nel  farne  bagni  per  ammendar  qualche  fegno  cattino  y  che  nel 
manto  del  Cauallefi  ritrouafie .  St  cofi  ferine  S trabone ,  che  in  "Hegro-  Cozzoni 
ponto  fon  due fiumi ì^eleo ,  &  Cero  di  sì  diuerfe  nature ,  che  V  uno  agli  no  ^j,"£" 
animali  beuentifa  il  pelo  nero  >  /'  altro  il  rende  bianco .    S crine  ancora  que  o  cai. 
Brunetto  maesl.ro  di  Dante ,  parlando  de  l'^ifia,  che  nella  Rimerà  pref  de  o  fred- 

r  fo  al  mare  Rofio  è  vna  fonte,  che  fubito  fa  cangiare  il  pelo  à  chi  ne  bee.  deperfa- 
Sogiiono  etiandio  mutarfi  i  peli  fecondo  il  Climayfe  vero  è  quello ,  che  ci  bianchi  9 
raccontano  i  (jeografi ,  che  i  caualli  di  Celtiberia  ,  prouincia  della  Spa-  neri. 
gna,ch'è  tra  i  regni  di  Marciale  di  Toledo,  nafeono  biancheggianti ,  ma 
tra/portati  nelle  parti  più  di  fuori y  che  fon  in  effa  Spàgnaycangiano  il  co- 
lore* E  lafciamo  Hare,che  l'età  fa  cangiare  ipeli  :  ma  anco  i  morbi,  el      P£M  <k 
calore  firaordinario  hanno  forza  di  farli  bianchi  in  quelle  parti  y  che  fian  dent^il" 
pia  attrite  da  qualche  continouo  effercitio  ,  quali  fono  le  foggette  al  mutino. 
giogo  &  alla  fella  .  Cofi  in  fommafipuò  affermare-,  che'l  calore  ò  natu- 
rale^ accidentale,  èia  caufa  efficiente  della  bianchezza  ;  ma  la  caufx 

2)  materiale  è  l'aria  vaporofa  rinchiufa  in  quelle  parti  :  Concio fia  cofa  che 
effendo  l'aere  di  J Ita  natura  caldo,  genera  la  bianchezza,  come  nella 
fchiuma  dell'acqua/}  vede  chiaro-,  la  negrezza  procede  poiyquando  l' ha 
tnido  naturale  inuecchiato  >  &  copio  fo  non  è  concotto;  il  che  fi  vede  nelle 
ferite ,  lequali  mentre  che  la  materia  del  color  naturale  non  è  concottay 
dinentannere-.pofeia  bianche,  incominciando  fi  a  putrefarci  .  Mafie 
diceffi >  come  auuiene-,  the  la  Carne  effosla  al  Sole  diuenga  nera  <?  fi 
rifonde ,  che  per  la  troppa  feccità  quelle  parti  Terree  &  *Acquofeme- 
fcolate  à  vicenda  infieme,  non  fi  concuocono  ,  ma  'fi  abruciano .  E  di 
qui  fi  confiderà  fermamente ,  come  il  calore  diuerf amente  producali 

\    4        color 


color  bianco  ,  e'I  color  nero  ;  queslo  abbruciando  ,&  co  fi  ne  prouiene  il  £ 
fumo;quello  per  anione  continoua  diseccando;  &  però  biancheggia  quel 
la  parte  del  Camino,doue  il  fuoco  è  più  frequente  .  Mayfe  prima  che  per- 
fettamente fi  finifeano  la  mutatione  del  bianco  in  nero,  manchi l'bumida 
diffeccato;  fi  vengono  a  generare  i  colori  metani ,  fecondo  i gradi  loro  ; 
perche  alcuni preHiJfimamente fi  diffeccano,come  il  Flauo\  alcuni  riten- 
gono alquanto  d'humido,comeil  Hj'ffo;  alcuni  più,  come  il  Fofco;  &  co- 
fi  gli  altri  di  mano  in  mano  .  Tra  quali  è  ordinario  à  tutti  i  peli ,  che  da 
poi  che  fon  giunti  alla  loro  perfezione-,  diuengan  Bluffi  ;  <&  quello  è  quel 
colore ,  che  fra  tutti  è  più  durabile  ;  perciò  che  rinforzatofi  il  calore  non 
gliauan^a  humido,chepatifca  maggiore  concottione  :  tuttavia  mutan-  & 
do/i  la  età,&  venendo  gli  ammali  a  perdere  del  Calore,s'accrefce  l'hu- 
mido:dalla  cui  abbondanza  fegue  la  nagrezza->&  anco  la  lunghezza  dì 
ejfì  peli-.della  qual  lunghezza  >  che  l'ejìremo  foglia  efferflauo,  procede 
per  due  cagìoniiche  vi  manca  la  materia  de  l'humóre,  &  che  s'aggiun- 
ge il  (falordel  S  ole:  come  per  prona  fi  comfee  ne  i  Contadini  :  eljendode* 
Tefcatori  il  I\uffo  proprio^  af.fato  da  l 'acqua  marina,laquale  perfuafal- 
Acqua  di  fetga  è  calda  &  fece  a .  ^'Ca^he  prejjb  alla  radice  tutti  i  peli  foglia- 
mi re,per  no  effer  ner'unon  per  altro  auuiene  certo  ,fe  non,  che  nelle  parti  più  vici- 
che  calda  ne  a^a  cctenn(Xìpt\  humore  abbonda.  Et  che  nelle  Cicatrici,òin  altri  luo- 
gbi  d"  ulcere  confolidate  nafeano  i  peli  bianchina  cagion  è,  eh  e  quella  fe- 
conda cuticagna,come  più  debole  della prima,minor  nudrimento  attra- 
be  :k&però  gli  huomini  folamente  nelle  Cicatrici  del  capo  rifanno  i  peli, 
perche  in  tutte  l  altre parti  la  cotenna  humana  non  è  sì  craffa ,  ma  tanto 
fonile  e  dille  ata,che  la  ferita  corrompendo  il  [olito  vapore ,  non  la  fa  ri- 
durre in  quella  for%a ,  in  che  era  prima .  7S(e/  che  molta  prudenza  della 
'Natura  (fecondo  Tietro  d'lAbano)fipuòfcorgere,ch'efjendo  a  Bruti  da 
to  il  Cuoio  per  lor  difefa  &  armatura  y  prouede,chenon  rimanga  fenza 
peli  feouert oda  doue  àgli huomini  non  era  neceffario  tal  foccorfo,  hauen 
do  loro  dato  l'intelletto  per  prouedere  a  lor  bifogni.  Oltre,che  fi potrebbe  £j 
dire,che  le  fuperftuitàde gli  altri  animali >  come  più  acute  di  quelle  de 
gli  huomini,  più  futilmente  poffono  penetrare,e  preualerfi  contrago  im- 
pedimenti, che  fon  cagione  di  non  far  rinifcere  i  peli .  "Hon  pero  d'ogni 
negrezza  è  cagione  Veffere  abruciato  lo  alimento  ,  fi  come  (3 aleno  dicey 
perche  tanti  animali,  che  dalnafcimento  vengon  neri,non  è  dadirfi;che 
dal  calore  fan  dijfeccati ,  an^inel  progrefio  de  l'età  ,quando  in  loro  sia 
il  calore  più  vigorofo ,  allhora  fon  manco  negri:  oltre  che  fé  maggior  a- 
d .".filone  fuffe  la  caufa  delle  negrezza  >  il  minor  calore  farebbe  caufa 
della  bianchezza  :  <&-  co  fi  gli  animali  nel  principio  della  vita  più  tofto, 

che 


<D<EL     C  jLVjlLLO^  Il  Br.-UI  1.         26$ 

4  -che  netta  fine  deuriano  Canuti  ejfere:.  il  che  fi  vede  tutto  il  contrario  ; 
majfimamente  nel  Cigno ,  che  nafte  con  le  penne  negre  >  e  poi  fi  fa  bian- 
chìffimo .  E  già  far  fi  canuti  nella  vecchiezza  i  Cavalli)  e  i  Cani  è  cofa  e  mi  {ih 
chiara  per  tejìimonio  di  antiihiye  di  moderni:  Laqual  cofafcriue  „4rijlo-  no  canuti 
tele  auvenireper  la  concottione  del  nudriwento  ;  effendofi  l  humido  con  in    veo 
V ac cr e f cimento  de  l'età  confumato  dalcalore-.e  diqueHo  è  fegnoyche pri  c"leZ22, 
macche  1  peli  pervengono  alla  perfetta  bianchezza  )  fi  veggoìiofarfi  fa- 
tti) din  parte  ruffi,  fecondo  che  l'h  umore  fi  va  con fumando  di  p  affo  in 
paj]0)&  però  egli  fiima>  che  gli  animali ,  che  toflo  fi  fan  canuti  )fianpiU 
deboli  che  meri;  perciò  che  prima ,  che  venga  aperfettione  il  loro  accre- 

2?  feimentoydi/feccati  per  la  pochezza  del  nudrimento  >  fi  trouan  vecchi  ; 
ISle  veramente  dal  cangiar  fi  il  color  nei  peli)  fi  pub  dare  altra  ragione 
che  la  penuria  ò  l abbondanza  de  l'.alimento  .  8t  co  fi  in  diuerfi  tempi  di 
loro  età,altri  biancbijfimi>altri  negriffimì  fanno  ipeli;fecondo  che  in  lo- 
ro avanzilo  manchi  l 'humido  .  eJfyCa  quando  per  auuentura  fi  veggiono 
gli  animali  cangiar  natura  nei  colori  :  cioè  che  gli  habbiano  differenti 
da  la lorojpecieyfì  come.qval'hora i Terdici^e' Tafferi;  &  J{ondinelle,& 
ancora  i  corni  fi  fono  veduti  bianchi  ;  e  parimente  bianchi  i  Lupi  in  al- 
cune pani)  &in  Dacia  &  in  J^ouergia  bianchì  gli  Or  fi: fecondo  \Alber- 
to;&  nella  Mangi prouincia  d'Indiani^ acconta  il  Toggioy  trottar/i  Ele- 

C  fanti  bianchi)  i  qualiper  maggior  maefà  il\e  vfano  a  cavalcare: e  bian- 
camente TlutarcO)che  fu  fé  Hata  quella  (erua)da\\a  qual  Sertorio  sin- 
fingea  di  pigliar  configlio;queflo  dice  <Ariflotele)auuenire  nella  genera- 
zione per  qualche  viti0)0uer  affettO)ò  per  ifiagioney  òper  regionìyche  fan 
freddi(fime;perciò  che  gli  animali  in  quella  tenerezza)  hauendopoco  nu- 
drimentO)e  poco  humido yfhcilméte fi  poffono  deprauareycomefi  vedreb- 
be d'un  Coruoychefe  fubitO)ch'efce  dall' novo,fifpennafìe,diuerria  bianco: 
maritando  eglino  fon  perfetti)  non  ponno  certamente  cofi  di  leggieri  fa- 
re mutatione  ferina  molta  induftria  d'arte  humana ,  e  fendo  molti ,  che 
per  prova  affermano  poter/i  fare  neri  i  peli  bianchi  yfefì  lavino  Jpefo  con  peli  neri 

D  decottione  di  radici  di  felce }e  difaluia  in  lifeia  :  e  bianchii  neri)  vngen-  fipoflono 
dofi  con  graffo  colto  da  vna  Talpa  decotta  inpignatto  nuouo.QueSìo  ba    *r.  "ian- 
fli  d'hauer  trattato  della  natura^  origine  de'  colori  &  de' peli  >  quanto  cótrano.  - 
alla  materia  nojlra  potè  fé  appartenere .    Hora  venendo  a  raccontare 
didimamente  i  norxiyche  nel  pelo  del  CavallO)parteprefi  da'  Latiniypar- 
te  da'  Barbari)  parte  ancora  da  l'ifiefì a  proprietà  >  vfano  i  moderni  ;  & 
ritrouando  fei  efere  ipiu  nobili  e  principali ,  Bianco ,  Leardoy  -JWorel-     dolori 
lo)  HaiO)  e  SavrO)e  Falboyiqualifotto  loro  nereHringono  moltialtriy  noi  principa- 
quetto  mede  fimo,  ordine feguit andò >  diremo  prima)  il  'Bianco  attribuir  fi  li  fei. 

à  Gio- 


i6  6  *D  E  L  LU    G  LO  \t  ^t 

a  (jioue,ilqnal  pianeta  (fecondo  Tolomeo)  efiendo  Orientale,  cioè  daUa  £ 
congiimtioncychefh  col  Sole ,  fin'  alla  oppa fittone  ,  produce  le  creature  di 
■  color  bianco  lucido  ,  ma  ejfendo  Occidentale  ,  fk  il  color  di  bianchezza 
fmorta;  &  cofi  vengono  tra  fé  à  differire  i  colori  'Bianchi,  questo  latina- 
Bianco  ri  mente  chiamato  Albo,e  quello  Candidoyouer  Candente;  benché  Canden- 
meffo  bia  te  fi  dica  ancora  il  ferro  infocato .  Il  primo ,  fecondo  Seflo  Pompeo  ,fù 
limato  ne  tratt0  fai  vocabolo  Cjreco  Alpbum,chefignifica  bianco  rimeJfo,&  quafi 
pallido  ;ilqual  coloreycome  peffimo  ne  i  caualli,è  biafimato,^-  ali  incon- 
tro lodato  il  Candidoycioc  il  bianco  ff>lendente  e  chiaro  .  Ma  che  l'albo 
tenda  al  pallido  ,  Horatio  in  vn  -perfetto  de  l' Epodo  il  conferma  dicen- 
do .  IlTallor  albo  il  volto  tinge  ;  &  cofi  il  timore  fi  dice  inalbar  le  fac-  & 
eie  ;  &però  le  Donne  {{ornane  coBumauano  di  girappreffo  l'effequiein 
■veHe  di  quella  bianchezza,  che  raffembraua  il  color  del  mortOythe  fi  por 
tana  àfepellire,Mala  bianchezza  fìa  appropriata  a  Cjioueyoltre  all'aut- 
torità  diFulgentio,che  vna  delle  Mufe  induce  cofi  rifondere . 
1)cìla  Firginai  corte  vna  forfio 
<tsfl  bianco  Gioue  dedicata  e  fcritta  : 
7$c  rendeano  chiaro  teflimonio  gli  antichi;  i quali  vna  grande  Pecora 
bianca  à  lui  fa  crifi  cattano  ;  e  della  pelle  di  quella  fifaceuano  i  Sacerdo- 
ti il  capello  bianco  ,  che  in  tcHa  vfauano  di  portare .  "Parimente  fa  Vir- 
gilio  mentione ,  come  al  verno  la  nera  Tecora ,  à  i  felici  Zefiri  la  bian- 
ca fi  vecideua  in  facrificio .  Oltracciò  il  color  bianco  dinotaua  felici- 
tà ,&fecondocPittagora,  ancor  bontà:  e'I  contrario  il  nero;  laonde 
per  condannare ,  fi  metteano  all'vma  le  fané  nere  ,  &  le  bianche  per 
liberare:  e  quindi  nacque  il  pronerbio  ,  che  approuandofi  alcuna  co  fa  > 
la  Tietruz^a  bianca  jtdice  aggiunger  fi  ;  &  le  cofe  lodeuoli  con  la  cre- 
ta bianca ,  le  biafimeuoli  col  carbone  (fecondo  Verfio)  fi  fegnauano  ; 
&  cofi  etiandio  i  giorni  allegri  e  i  giorni  trifii .  Vero  icaualli  bianchi 
.    tanto  fi  filmavano  bene  auguriofi  appo  Rimani,  che  con  vn' altro  prouer- 

An  arin  iiQn^icea,  Andare  innanzi  co' Caualli  bianchi,  per  dinotare  vn  felice  r* 
«anzi  co        J  .        ,.    >  .     .    r      j  ■    ■  r  ,  i-  " 

caualli      augurio  :  neper  altro  gli  vfauano  ne  i  trionfi ,  adimitation  del  carro  di 

bianchi,  effo  Gioue  ,  E  tali  fi  fono  deferitti  i  Caualli  di  Cupido,  di  Caftore,  e 
prouer-    ^  •Polluce,  tali  di  Turno,  di  Latino,  e  di  Rjjefo  ,  di  Camillo  ,  di  Sii- 
la ,  di  Platone ,  <T  altri  illufiri  huomini .     Tali  (fecondo  Uerodoto)  fi 
rkhiedeano  dal  Rj  di  Terfia  in  tributo,  e  tali  fon  tenuti  in  grandijji- 
mo  gregio  dal  Rj  di  Tartari ,  ilquale  ne  tiene  razgey  che  p affano  di  nu.- 
Caualli  mero  dìw*  mila  (fi  c°Me  dalVenetofi  racconta)^  in  ogni  capo  dell  an- 
biachi  di  no  gli  fon  donati  da  fuoi  Vafialli,cento  mila  eletti  Qzualli  bianchi .  ?^e 
pregio»    fenzà  ragione  in  yeritàfono  da  pregiarft  i  caualli  bianchi;  perche  oltre 

che 


Vìi   CJLV  JLLLO,    L1B.IIII.  267 

*f  che  fogliono  efiere  più,  durabili,  &  meno  foggetti  a!  morbi ,  egli  fotta 
tal  colore  generalmente  vn' animo  piacevole  ,  vn  buono  ingegno ,  &  vn 
finterò  cuore  fi  fuol  trottare  ;  concio  fia  che  naturalmente  il  pelo  bianco? 
nafce  di  pelle  fottile  ;  e  quelli  e  hanno  fonile  il  cuoio,  tutti  fono  ( fecon- 
do il  Ftlofofo  )  ingegnofi  e  difciplinabili  ;  e 'l  contrario  fegue  in  quelli  > 
the  hanno  la  pelle grofia\eccettuatone  l  Elefante  y  fecondo  Tlinio .  ^Al- 
tri fono  d'openione.,  che'l  Cauallo  bianco  dal  partecipar  dell aere,  fia  a- 
gilè ;ma  perche  partecipa  molto  più  dell'acqua,  lo  Jìiman  fiacco  :  ^-per- 
che non  folo  è  (Jiouiale,  ma  anco  ha  della  Luna ,  pero  non  fuoleviuere 
lungo  tempo  ;  tuttauia  noi  debbiamo  dìftingu.ere ,  che  l' ^ilbofia  della 

?  Lima  ;  ediGioueil  (and ido; ancor  che  candidapur fi  chiama  effa Luna 
da  i  Toeti,e  tal  volta  *Argentea:&  co  fi  lodando  i  caualli  bianchi,noi  catt 
didi  gli  intendiamo .  Inofìri  hanno  ofteruatoy  niun  cauallo  nafeere  ve- 
ramente bianco,ma  cano,e poi  andar  fi  imbianchendo  meglio  di  tempo  in 
tempo  ,  Il  e  ano  pub  dir  fi  Jllbineo,non  ejjendo  quel  medefimo>che  èV*Al- 
bo,ouer  il  (fandido  ,  ma  de  l'vno  e  de  l'altro  partecipi  tattauia;  e  benché 
ad  altre  cofe  fi  trasferita ,  come  alla  fede,ch  'è  detta  Cana,  ciò  èpurifft- 
ma-.pur  icapelli,&  le  barbe  de'  vecchi^propMamente  fi  dicon  Cani,&  in- 
di (anuti  gli  huomini.  Hora  perche  i  caualli  bianchi  foglionohauere     Caualli 

.*.  l'unghie  tenere ,  fon  da  guardarfi  da'  luoghi  pietrofi,  &  afpri,&  anco  da        5    ,' 
yie  fkngofe\che  per  ì arena  corrono  afiai  meglio ;&■  fono  più  conueneuoli  guardarfi 
a  cauaharfi  per  le  città  in  amoro  fi  diporti,  poiché  àV  enere  ancora  fi  dalle  ftra 
attribuifee  (  fecondo  *Alcabìtio  )  il  color  bianco  :  la  qual  Dea ,  fi  come  <Je  P*etro 
difiero  i  Toeti,  efier  nata  dalla  f chinina  de  tefìtcoli  y  di  Saturno ,  gettati     *' 
in  mare,volendo  inferire  la  natura  dello  jpewna ,  ilquale,  fecondo  zsfri- 
fiotele,  èfehiumofo  partecipante  dell'aria  e  dell'acqua  ;  cofì  daquejle 
due  qualità  mef colate  di  freddo ,  &bumido,  viene  il  bianco:  &  quanto 
è  maggior  il  freddo ,  tanto  viene  maggiore  il  bianco:  ilquale  non  tanto  è 
"vago,  &  virtuofo  ,  efiendofylendido  ;  quanto  brutto  e  catt  tuo ,  tendendo 

j.  al  pallido  (  come  di  foura  s'è  detto .)  Conciò  fiacofa  5  che  nella  palli- 
dei^a  con  humorfalfo  interuien  Saturno  :  Uqualefk  gli  animali  ftem- 
matici,melanconici,&  conseguentemente  timidi,tardi,e  molli .  Ma  co- 
munque fia  ynm pubnegarfi,che no  dinotinopiu lunga  vita;<&  maggior  caualli <fi 
foria  i  pdibianchi,qualhora  fono  mefcolati con  altri  ;  delqualmodo  color lear 
fi  chiamano  poi  leardi,certamente  le  ali,c  gagliardi  infume. Quesìo  man  £*  P1" 
tello  da  Spagnuoli  è  chiamato  T\uc^io ,  il  qual  fi  diuide  in  pia  fignificati  ta  perche 
com'  è  Leardo  Tecegnoyche  del  bianco  e  del  nero  partecipa  egualmente  , 
&  Leardo  Sauino  >  che  col  bianco,  colf  angui gnoy&  col  morello  ha  del 
■  (aftagm*  Il  leardo  Tecegw  è  forte  &t  an'mofQy  come  vn  Leone, 

&  vim 


ri6S  D  Eli  A    G  LO  ^7  jl 

&  viue  molto  perche  non  è  dilicato  ;  neper  altro  fi  fuole  da  alcuni  fchi-  g 
uare  yfc  non  che  ogni  anno  imbianchile  >  più  di  modo  >  che  con  quel  tan- 
to -variare  il  pelo  non  fu  bella  vifta.  Egli  corre  bene  per  uallt  &pen 
'monti>ma  è  dagnardarfi  da  vie  acquo/e ,  perche  fente  grandiffvma  noiay 
quando  l' acqua  gli Jprn^ai  fianchi  y  &  però  fuol  gittare  tal  volta  calr 
ci.  Il  Leardo  Sanino  è  per fettiffimo   ;  di  gran forza ,  e di  gran  cuore 
con  buone  vene  >  e  buona  pelle  y  &  ottimamente  corre  per  luoghi  ac- 
quo fi  ,    d'ogni  altra  forte  >  folo  ha  di  male  ,  the  fuole  ejfere  difficile 
ad  tnfrenarfiy?na  quando  fi  irouadi  buona  bocca-)  egli  è  de  i  buoni  canal- 
li,  che  pò fi ano  ejfere  in  tutt'i  fatti .  Suiti  poi  il  Leardo  Cardeno ,  che  con 
tienevna  parte  di  biancone  due  di7iaio;pelo  certamente  afìai gentikyha  ■ 
vnghie  buone y  e'I  cuoio  duroyperò  di  (proni  non  teme  molto  .  Il  Leardo 
Inoliano  ha  del  biancoy  del  giallo  y  e  del  vermiglio^  tra  'quali  hauendo  af- 
fai del  biancOyTalpado  il  dicono .  Sono  i  i{ohaniy  ò  1\pffilliyfolleciti  degli 
fpronvper  lo  cuoio  chan  dilicato;  ma  non  fono  di  molta  faticarle  di  gran 
di  affari  ;  &  fàcilmente  fi  fogliano  infermare  :  Rjefconotuttauia  buoni 
quelli  >  che  hanno  la  codayei  crini  conformi  al  color  del  corpo: &  hauen- 
doli  più  feltri  ymigliori  fono. IlTalp  adi  hanno  buone  vnghieydurano  mol- 
to al  corfo  j  Cy-fono  di  gran  fkttioney  ma  duri  difprone .  Euui  ancora  il 
Leardo  fardenoy  per  efiere  di  colore' non  altrimenti-)  che  dello  "zaffiro  fidi  r 
ce  )fimile  alla  Sarda .  Sono  poi  l'imbrunito ,  &  l'asfrgentino  y  che  raf- 
fomigliano  all'  argento  y  ilqual&y fi  come  per  artificio  delmaeflroy  varij 
gradi  della  bianchezza  fortif ce  yqua fi  varia  la  fogliano  hauer  quefli  ;  ma 
generalmente  i  Leardi  ^Argentini  y  fé  ben  fon  belli  riguardare  y  non  fon 
forzatile  vigorofi  alle  fatiche  Sembrando  il  calorloro  vnfoco  di  paglia 
che'  poco  dura  .  Dicefi  poi  Leardo  Mofcato  quello  y  che  tiene  fouraal 
bianco  certi  fegnetti  neri  >  à  guifa  di  Mofche  >  lequaliy  perche fembrano 
•ancora  gocciole.  Ruttato  i  Latini  pur  ne  chiamano  il  C  amilo  .  Talife- 
gni  di  fumofa  e  e  alda  efshalatio.ne y  fon  riputati  buoni y  quando  vengono 
per  mefcolanza'natnrale;  ciò  èyche'l  "Poliedro  paia  hauerliprefi  ò  dalpa-  # 
dreye  dalla  madre-.che  tali  gli, h abbiano: &  in quefto  modo  per  antichif- 
fimaofferauanrafi.può  affermare ,  che' l  pelo  nero  col  banchio  dinota  il 
Canal  gagliardo  y  animofo  ,  leggiero  y  deHro  ,   di  buon  fenfo  di  gran 
lenaycdi  lunga  vita;  e  come  quello-,  in  cui  Vvno  bumore  fìa  con  l'altra 
ben  temperato  :  e  tai  Caualli  fono  attifjimi  alla  militia:  e  tali  diferiue 
Statio  le  caualle  del  Ej  Admeto  >  che  raffimigliauano  al  giorno  y  & 
alla  notte  con  le  macchie  nere  fra'  l  bianco  mijle .  Ma  fé  cotali  Mofche 
veniffero  per  accidente  ,  non  fono  co  fi  buone;  attefoy  che  procedono  >  ò 
da  corrottione  di  MeHmo  y    le  cui  gipcciole  fon',  atte  a  macchiare  il  pe^ 

lo  del- 


'DEL    C  J.V  jìLLO,LlX.  Ulì.        16$ 

2  lo  della  orlatura  \  da  qualche  infermità  della  madre  ;  ò  da  percoffe ,  0 
dafhticbefouercbie  ,  che  ella  col  ventre graue  patite  haueffe  :  òfe'lTol- 
ledro  ,  effendo  tenero  fuffe  Hata  infettato  da'  Tafani  fi  fieramente  ,  che 
dalle  lor punture  non  potato  fi  difendere  per  fiacchezza ,  fufìe  rimalo  per 

tle  cicatrici  poi  fegnalato,&  come  il  vulgo  dice,iAttauanato:ll  che  fuole 
auuenire,à  quelli,  cbe  nafcono  nella  ettate,iqnali  però  prendono  vfan^a 
di  buttar  fi  air acqua  fyefio ,  mafiimamente  quei,cbe  fsno  di  compie ffio- 
ne  in\ettremo  calda>&  hanno  con  la  pelle  fott ile  il  pelo  raro  ,  Terò  ,fe  ' 
quette  Mofcbe  di  qui  procedano  ,  fi  conofce>cbe  non  fono  di  pelo  ferrato 
e  lucido,nè  veramente  nere,ma  fmorte  &  variatele  per  tutto  il  corpo, 
g     ma  fol  ne  i  fianchi  verfo  la  groppate  nel  collo  verfo  lejfpalle;doue  nècon 

la  boccale  con  la  coda  bara  potuto  f cacciare  effi  Tauani .  filtri  Leardi     Leardi 
fi  dicono  Te^atiyO  Tintati,  cbe  in  lingua  Spagnuola  fon  dettiTias ,  &  PezzatI* 
Tartifi  chiamauano  anticamente, per  e  ih  che  appo  quei  popoli  erano  mot 
to  tenuti  in  pregio ,  per  la  vagherà  di  quelle  pe^je ,  lequali  quanto  più 
fono  di  color  chiaro ,  ò  cbe  fi  a  nero,b  fauro ,  ò  pur  ceruleo ,  ò  altro  fimile 
più  fon  belle:  Ma  fé  le  Mofch  ette  f art  ano  rafie ,  ò  lionate  folamente  nelle 
gar%e,  &  nel  mutt  accio,  il  e  attuilo  faràfuperbo,  e  talbora  fdegnofo  di 
bocca.Hora  fi  come  vario  fi  dice  il  Cielo  ,  in  parte  fereno  in  parte  nuuolo  j),fcoiore 
e*r  vario  il  vettimento fatto  alla  diuifa  con  più  colori,cbe  T>ifcolore  anco  che  fiorii. 
C  rada'  Latini à  chiamató,benche DiJ 'colore s 'intenda pure quel,che  jparga  fichi. 
da  fé  alcuni  raggi,come  quel  ramo  d'oro  ,  che  da  Virgilio  fi  di ferine ;cofi 
Variato  ;  0  Tiiuifàto  dice  quel  cauallo,  che  diuerfi  colori  tenga  in  fé  me- 
fcolati ,  e  confufi  :  &  quando  con  quefìe  pe^e  ha  le  Ballane  fin  foura  le 
ginocchia  &  nella  fkccia,fi  chiama  H obero  ,  che  Telofointerpret  aitano 
gli  antichi  :  ma  iopiutotto  credo  venir  da  Haber,  cbe  per  dir  colorato  fi 
pronuncia  in  Merefco,&  Fouuerio fi fcriue da' Tortogheft, forfè quafi 
Flauerio,perche  h  abbia  del  Flauo  vario  ;  è  quafi  Fauerio  ,  per  effere  di- 
pinto à  colori  di  fiori  di  fkua  .  T 'al  volta  il  Cauallo  di  quetto  nome  par- 
tecipa molto  ancor  del  *B aio ,  etalhor  del  Sauro  ;  mailveroHoberoè 
v  quello,  che  di  molti  colori  infìeme  ha  mefcolan^a  .  Sogliono  i  e  auaUi 
di  color,  vario  hauer  bianche  le  parti  intorno  al  ventre ,  ma  fi  lodano 
molto  quelli ,  che  tengano  vna  macchia  bianca  in  su  la  fi  onte, come  ba- 
tte a  quello,  che  ne  i  giuochi  Cauallere fichi  dell' esequie  di  *Anchife  dal 
'Poeta  è  diferitto,  ilquale  oltr'à  ciò  era  macchiato  di  bianco  per  tutto  il 
corpo  ;e  tali  è  coja  ceita  efiere  fiati  i  Caualli  di  Tracia ,  che  con  vocabolo 
paefanofi  dice uano  già  Maronitperche  di  fimili  macchie  diuifato,  hauea 
di  quel  paefe  bauuto  vn  cauallo  Turno  .  Il  Camerario  impone  toro  iti 
lingua  Tedefcavn  nome  deriuato  dagli  occhi  Strabi ,  ne  quali  fi  veggio 

ne 


,a7o  t>  ili  jt   q  io  \t  J. 

no  dine, -fi  colori  (plendere:e  dice  marauigliarft,  come  loro  fi  dia  da  alar 
ni  bla  fimo;  giudicandogli  egli  eccellentiffimi  e-r  ammirabili  ;  perche  tal  * 
bellezza  di  colori  qua  fi  diurnamente  da'ilal^atura  paiono  confeguire . 
■Ma  aite  Ho  certamente  fi  dee  intendere ,  quando  fi  giulic  a  la  miHura  de 
gli  humori ,  donde  procedono  ipeliyben  temperata  ;  altrimenti  è  d' acco- 
llar fi  pia  tojìo  algiudicio  di  Talladioyil  quale  dice ,  che  fi  come  gli  occhi 
di  diuerfi  colori  non  fon  ben  lucidi,  coft  i  caualli  variati  fogliati  ejfere  di 
varie  fkntafieybiz^rri,traiitori,difaHrofiyfìaccbijimidi,  &reHij  ;co- 
me  quelli  >  che  per  debolezza  di  color  naturale  non  baHeuole  à  digerire  > 
fono  impaHati  di  humori  varij  ,  &  mal  cottiydo minando  però  la  melan- 
conia :  &  per  la  maggior  parte  fon  nati,  di  furio  fé  \& '  lafciue  madri >  - 
lequali non  basendo  lo  Halloneàtempo  ,  s'empion  di  vento  :  auuenga  , 
che  la  diuerfi tà  di  quelli  da  altri  accidenti  ancora  efleriori  foglia  pro- 
cedere. I  Leardi  Tornatilo  E^otatiyò  Circolati)  Latinamente  Scutulati 
fipofion  direydalle  Scutule ,  cioè  macchie  tonde ,  che  fono  àguifa  di  pic- 
cioli pomiyo  di  picciole  ruote  à [empi an%a  di  quelle  veHi  diuifate  con  cer 
tigiriy  che  da  Galli  fi  cominciarono  ad  vfare-.e  tai  caualli  fi<riputano  di 
buon  pelo  purché  i  circoli  fian  neri  difopra  il  bianco  :  &  riefcono  di  pia- 
ceuole  conditone ,  deftri ,  e  maneggiami ;ben  che  fan  troppo  fenfitiui  de 
lofprone,  s)  perla  tenerezza  della  pelle  yeti  ogni  Leardo  haue  egualmen- 
te yfi  per  qnelle  note  del  dorfo ,  che  dinotano  humor 'acuto  ;&  per  l'eftre-  G 
ma  humidità  y  che  in  lorpredomina,fogliono  efiere  fottopoHi  al  concorfo 
degli  humori  nelle  parti  baffey&  poco  viuere:  Tutta  volta  non  può  ne- 
gar fi  y  che  di  tutti  i  Leardiyil  Botato  nonfta  il  migliore ,  &  l'argentino 
rivendente  non  è  cattiuo  .  Il  Leardo  marino  hafempre  qualche  miflura 
di  bianco  del  ceruleoycon  lafkccia,&  con  le  gambe  in  tutto  bianche:  po- 
nefi  nel  numero  de  gli  H  oberi,  è  dipoca  forza,  ma  veloce-,  &  àguifa, 
del  mare  mobile  ;  però  tali  fi  difcriuono  iCauaUidi  Tslettuao,  di  Tro- 
feo ,e  di  Teti.  I  Leardi  mal  colorati ,  Soricigni,  Cenerenti,  Vallidi 
Grifi ,  e  "Bifciydinotano  melanconia  e  tardità ,  partecipando  di  Cjioue  Oc- 
cidentale ,  e  di  Saturno ,  &fon  compofli  di  cattiua complefjione ,  eccet-  H 
to  fé  haueffero  il  pelo  lucido  &  ferrano  ;  con  la  qual conditione ,  fra 
tutti  quefli  è  tenuto  migliore  il  Bifcio  e  7  Grifo ,  il  quale  con  certi  picch- 
ietti circoli  trapofli  ha  mefcolati  con  bianco  i  peli  negri.  MailSorici- 
gno,  che  i  latini  Murino  dicono ,  è  proprio  da  gli  jl fini,  fecondo  Colti- 
meli a  :  e  Cinereo  è  color  naturale  de  i  caualli  feluaggi  (  fecondo  zsfl- 
berto  )  quali  fogliom  hauer  vna  linea  fofca  Hefa  dal  capo  per  lo  dorfo 
fin' alla  codda.Sono  certamente  i  caualli  Cenerenti,&  co fi  gli fmorti  >  di 
natura  pigri ,  e  poco  vigore  >  hanno  il  cuoio,  groffo,ma  l\  unghie  tenere* 

onde 


1)  E  L   C  JÌV\ALLO)   Lin.  liti,  271 

£  onde  fi  airan  più  della  flrada  dura ,  che  di  vna  fpinofa  imboccatura . 
I  Leardi  Stornello  e  Tordillo  ,  che  di  Tordi ,  e  di  Storni  raffembra.no  i  co- 
larici  Leardo  ofcurofono  in  fé  quafi  fimili  ;  pur  l'ofcuro  &  lo  torneilo 
fono  i  migliori^  &  pofìono  Ftaf  apprejfo  alVomato;  Vero  èy  che  lo  Ster- 
nello  come  fi  viene  a  r afreddar  coy  gli  anniyfuol  dinentare  abbatutoyifner 
uato>&  vi!e;reftandogli  efìhalato  tutto  il  calore  jfuor  che  nella  bocca; 
onde  fatto  fi  inhabile  al  travaglio)  fi  troua  ardente)  &  infrenato.  Il 
Tordillo  non  è  buono  per  la  mefcolan^a  del  Melato  b  Mellino  y  come  di- 
cono i  Latini)  ilqualpeloye fendo  di  colore fimile  al  mele ,  ch'èfmorto  & 
palli  dO)fi  connumera  tra'  cattila)  &  molti  fono  d'o*penioney  che  fì a  il  Gi- 

X  Ino  reprobata  appo  Virgilioyilqmle  nondimeno  alcuni  vogliono  y  che  ha- 
ueffe  intefo  di  ikafimaret 'Jllua  y  eyl  (jiluo  mifli  infìeme  yperche  vera- 
mente malto  è cattino* Melato miHa  col  bianco  pallido.  <tsfltri  affer- 
mano y  il  Cfituapropri  amente  effere  il Giallo  fmorto  y  &però  i  Ger ma- 
iali cauallo  di  tal  mantello  chiamato  £impfaelspe~rdty  che  lignifica  me- 
%pflauo:deiqual  colore  fon  belli  d'  aJpettoye  piaceuoli  a  palparfì  :  ma  me- 
f colato  col  bianco  Jmorta  y  egli  è  il  vero  Melato  pejjimo  ;  7$è  meno  cctt-    . 
tino  è,quando  il  (fillio  ft  me  fola  col  Vecegnoyò  col  Soricigno  rimefio:  per 
eh  e  tutti  icot  ali  pdi  debole7gay&  viltà  contengono  .  Sogliono  pur  alcu- 
ni chiamar  Melato  quando  faura  Leardo  il  pelo  è  rofio  :  nel  che  errano 
C  grandemente  yper che  Leardo  Saltino  pi utojìof aria  da  dirfì:  tali  caual- 
li  fon  buoni  per  due  ragioni  y  fi  perche  fon  nati  di  padre  Leardo  >  e  di  ma- 
dre Baia  b  Saura ,  fi  perche  la  mijlura  di  quelli  peli  partecipa  di  Gioue 
Orientale  e  di  Marte .  ?JWa  troppo  dura  imprefa  farla  la  mìa. >  fio  vo- 
lejjì apienaraccontarele  diuerfe  jfecie  dei  Leardi)  leqitali  fono  tanto  Leardi  di 
varie  the  tutti  gli  buomini  euriofi  del  Monda  appena  baflerebbono  d  ap-  diuerfa 
prapriareàtutte  inami  loro  ,*  perche  fi  come  iJlere-,  auuenga  che  di  fua.  Pecie* 
natura  fìa  chiaro  e  bello  )  nondimeno  per  diuerfe  cagioni  prende  colori 
iMtrifychediuerfì  effetti  producortpoi  ;  cofì  il pelo  Leardo ,  cheadefo 
ssiere  s 'a/famiglia  y  per  diuerfi  accidenti  fuol  ritenere  varie  mefcolan- 

*D  lzey  che  dinotano \  varie  qualità  :  nelle  quali  misure  non  pub  dar  fi  altra 
piucertaregpla\fe  nonché  quella  mefcolani^a  è  più  eccellente  &  pia 
pregiata  y  che  con  più  beli 'ordine  grproportione  fi  veda  fatta  :  &  nella 
quale  fi  pò f$ a  l'vn  bumor  con  l'altra  confederare  ben  temperato  -.come  fa- 
rebbe vedendo  il  Learda  partecipare  di  *B  aio  y  òdi  Sauro  y  b  per  intere 
commijflìone  >  àper  mafche  ;  il  che  dariafegno  yche  l'humorflemmatic 
fuffe  moderato  dal  fanguignoyb  dal  colericaydal  qualtemper amento  p 
cederla  buona  complef[hney&  virtù  perfetta  de  l'animale  .  8t  cofì  be 
che  nel  Mofcato  >  ò  neW  Argentina  >  ò  nel  Grifo  >  ò  nel  Botato  >,  la  bian- 

che^a 


572  D  É  l  L  A     0  l  0  T^ì  A 

cbexxa  l°r0  à'm0$Yi  humor  molle  e  corrottibile ;  nondimeno  la  noti  g 
nere  ;  che  dafortiffimo  humor  procedono  ,  gli  dinotano  egenerofiy  e  ro- 
bufli,  &  di  ftmile  completane  farà  il  Sainato  foura  J^ero  ,  benché  ten- 
ga più  del  fttperbo  ,pernon  batter  dell' httmido  tanta  parte*».  Il  pelo 
T{ero  è  detto  volgarmente  ^torello  y  qua  fi  a  Qrìor  delle  More-,  frutti 
delle  Pepite  te  ;  ò  quafi  a  color  de'  Mori  popoli  Africani;  benché  i  Lom- 
bardi Morello  dicano  il  Morato  ò  Tauona^o  cupo:  da  Spagnuoli  è  chia- 
mato Morello  :  ilquale,  quando,  è  mal  tinto,  fi  fuol  dire  Tecegno ,  for- 
fè dal  color  della  lTece,&  anco  Jtndrino  ,  che  è  migliore,  detto  quaft 
<tsf frigno,  dalle  Brugnole  faluatiche  di  tal  nome  :  ò  più  tosto  dalla  vo- 

Morte  o-  ce  Lat*na  Atro,  che  fi  diffe  come  ^Antrace,  cioè  Carbone  offendo  il  color  ? 

che  Atra.  <*sftro  quel ,  che  rende  vn  Carbone  estinto  pero  la  Morte  fu  detta  Jltra  > 
perche  il  cadanere,  fremo  quel  calor  vitale,  che  nudrifee  il  corpo,rima- 
ne  zsftro,  e'ifangue ,  ilqual  è  partecipe  del  calore ,  e  del  color  del  foco  y 
da  poi  che  èjparfo ,  e  rafceddato ,  perduto  il  r  off  or  e  ,èda  tutti  chiamato 
(soffro,  perche  fi  vede  fatto  come  vn  Carbone:  &  co  fi  Atro  è  detto  Ce- 
nere da  Virgilio  ;&  A  tra  la  fàuilla,tntendendoicadaueriarfi  al  B^ogo: 
&  tsltrifi  diceuano  quelli  giorni,  che  apport aitano  infortunio .  Differì- 
fee  il  color  nero  da  Veltro ,  perche  ogni  Atro  è  negro ,  ma  non  ogni  ne- 
grò  Atro .  Tal  fuol  effere  il  color  nero,  eli  è  dilette  itole  à  vedere  ,  come  q 
fono  gli  occhi,  i  quali  niuno  direbbe  Atri,  ma  neri;  là  doue  il  color  ssf- 
tro  èfempre  horribile,  &  appropriato  a  cofe  lugubri ,  e  dolorofe .  Due- 
llafi  il  color  Atro  dagli  antichi  ancor  jLntr  acino  ,  e  Pur  ito:  de  i  quali 
tuttauia  fon  affai  manco  neri  il Fofco  el  liuido  :  queflo  prouegnente  da 
qualche  grane  per  coffa  ha  del  brutto  ;  quello  non  è  fchifeuole ,  an%i  tal 
volta  fi  loda  nella  per fona,come  in  quel  f acro  verfo ,  Fofcafon ,  ma  fior- 
mofa  figlia  di  Gierufalemme-.Utqual  diffeven'ta  è  pur  tra  pallido  e  lucido 
che  7 pallore  tal  volta  è  grato,come  quel  di  viola,e  d'Amor  tinto,  fecon 
do  il  Vetr.ma  l'altro  èJpauenteuole,&  proprio  della  Morte,e  di  Vintone. 
Ma  s'egli  eccedendo  il  modo ,  è  troppo  fofco,  e  tende  alnero,fi  dice  "Trtffo  # 
come  vaa  vefie,che  molto  premuta  fiotto  iltorcolo,reHa  molto  più  colo- 
rata;Colorifce,dicendofi  all'incontro  quelle ,  chepoffimo  colore  imbeuuto 
haueffero .  Queflo  color  Fofco  dal  color  de  l'acqua  chiamauano  alcuni 
9*-fqu>lo,cb'è  tra  il  nero  e'I  bianco,fi  come  ancora  "Platone  infegna .  Ma 
tornando  al  color  Morello  :  egli  fecondo  il  commune  parere  y  icauallidi 
tal  mantello  fono  di  melanconica  completane ,  &  per  confeguen%a  fon 
ben  gagliardi;  co  me  ripieni  de  l' humor  terreo ,  ma  dal'  altro  canto  fono 
fti-^ofi,  fraudolenti ,  bi^arrì,  vili,pauentofi ,  e  difficili  a dottrinarfi  : 
benché  da  buoni  afeendéti  di  corpi  (elefii potrebbono  talméte  efiere  aiu- 
tati^ 


VII   CJtV Ultày    LtÉ.ììif.        27/ 

rJÌ  tati,  e  ditale  difiofitione  di  membra  ornati,  &  fi  diligenemente  difcipli 
nati,  cbeH  vitio  del  pelo  poco  verrebbe  ad  importare ,  Sogliono  i  Morel-  ■ 
lihauer  naturalmentelevnghie  fecchet  però  corrono  bene  per  ima  cam- 
pagna asciutta,  &  fé  à  tutti  C 'amili -e nimico  il  fùngo,  quelli  più  de  gli 
altri  denranno  •cfìerne  guardati  :  perche  fi  toccano  fpeffo  le  giunture 
delle  braccia  con  le  ferrature,mentre,che  fi  sformano  di  aliarle  leggier- 
mente ;de  gli  (proni  fon  fenfitìui  oltra  mìfura .  Cjli  Spagnuoli  vorrebbono 
ì  Morelli  fenjafegnale  alcuno,&  affai  ben  neri;  per  poterne  fperare  leg- 
gere7^a,  &  velocità  molto  maggiore  ;  &però  dicono  in  lingua  loro . 
Morello  itto  y  fin  Sennal  Mucbos  lo  quiereny  pocos  lo  han  .  Tuttauia 
*B  roffeggiando  in  loro  il  muflaccio ,  e  i  fianchi ,  onde  colerici  fi  dimoflrino  ; 
farà  bene ,  che  b abbiano  qualche  fii%je  di  bianco  per  le  parti  foprane  , 
&  per  lo  ventre ,  che  purgatione  di  Mil^a ,  &  correggimento  di  bumo- 
re  dinoterano;  •&  io  per  me  infumma  approuerei ,  che  nel  manto  nero  fi 
fufìe  da  defiderare  alcun  fegnale  d'altra  mis~lura,maffimamente  nella 
fronte ,  ò  nelle  parti  di  dietro ,  ò  nel  tronco  della  coda  ;  ma  che  gli  occhi 
non  fi  ano  bianchi,ò  variati,  che  incerto  cuore ,  disleale,  e  cattiua  inten- 
zione ,  &  mala  vista  promettercbbono  .  ^iuuertendo  fopra  tutto ,  che'l 
pelo  fia  molto  lucido ,  perche  il  pallido  in  ogni  forte  dinota  tutte  le 
triste  qualità,  che  fi  potefìero  imaginare  ;  però  la  principale  lode  ,  che 
fi  poffa  dare  àCaual  ~J\turello ,  faràlanegrexja  (  come  il  Vulgo  dice) 
ben  fitta ,  e  cupa;quale  ad  vn  Cauallo  dt  Spagna  il  Boiardo  attribuifcey 
dicendo  : 

La  pelle  nera  bauea  comevn  Carbone, 
£rofJi  gli  occhi,  che  pareandifoco  ; 
Sol  nella  fi-onte  bauea  di  bianco  vn  poco  . 
Tale  ancora  V  jLrioflo  diferiue  quel  di  Guidon  Seluaggio,cofi  cantando 
Qitel  venne  in pia%7a ,  fopra  vngran  deftriero , 
.    Che  fuor  che  in  fronte,  &  nel  pie  dietro  manco 
&  Sra  più  che  mai  (orbo  ofcuro,<£r  nero  . 

Et  certo  de'  moderni  Scrittori  non  è  aleimo,che  volendo  celebrare  qual- 
che Caualiere,no'l  de  ferina  in  Cauallo  benfegnalato  \  la  lunga  {perien^a 
già  dimoflrando,che  in  ogni  pelo  cofi  riefeono  più  eccellenti.  Mafie  alcun 
fi  marauigliafie,  come  vn  pelo  cattino  poffa  dittenir  buono  con  l'altrui 
mefcolam^i;aggÌHngendo,verbi'gratia,al  Morello  qualche  parte  di  bian 
co,ò  di  baio,ò  di  favroù  pur  di  grifoda  ragione  èpronta  (come  di  fopra 
s'è  dimoflrato)  che  l' uno  humore  viene  à  temprar  l'altro  ;&  l un  piane 
ta  corregge l altro ;pur  che  ipelifiendenfi>&  corti,&b umili ,  e  i  colo- 
ri aggiunti  non  fiano  fmortiyma  cbiariffmi,&  rilucenti  ;per  eh  e  in  altro 

$  modo 


374  *D  "E  l  l  <A    G  t  0  1^1  J.  iiW, 

modo  furebbono  affai  peggiore  la  qualità  del  principale  .  Et  cofì  auuiene  £ 
.  medefimamente  ,  che 7  pelo  bianco  ,  quantunque  di  non  molta  f  or '%a  fi a 
riputato.^  nondimeno  accompagnato  col  baio,ò  colfauro,ò  col  morello,è 
perfettiffimo;pcrche  la  caldera  del  [angue ,  &l'acute7^a  della  cole- 
ra aduft  a  vien  moderata  della  proprietà  aerea  ,  che  con fiHe  nel  bianco 
lucido^e  tanto  meglio  ,  quandoeffo  bianco  è  nel  me%o  della  fi -onte ,ò  nel- 
le gambe;  che  dinota  nelle  più  importanti  partidel  corpo  hauer  parteci- 
pato  del  pianeta  di  Cjioue  >  ilquale  à  tutte  le  mature,  ogni  clima  èfhuo-~ 
reuok  ■  Et  fé  diceffi ,  hor  come fé' l  bianco  è  buono  ,ipeli  d'altro  colore 
quanto  più  tendono  al  bianco ,  più  fon  cattiui  ;  egli  certamente  quefìoj 
difendere  del  color  proprio  ,  ilquale non hauendo  ladebita  fuaperfettio-  F 
neper  mancamento  d'bumor.e,& apparendo quafi lauato efmorto,non 
può  fare  lod.euole  effetto  alcuno  ;  &  oltre  alla  laida  apparenza,  dinota 
fiacca  compleffione  ;  ma  quando  il  bianco  fi  dimoftra  euidentefra  quali 
altri  colori  fi  ano,,  fempre  è  fegno  di  gran  bontà,  perche  più  chiara  dimo- 
stra l '  influjfione  del  benigno  afcendente.Et  cofipoffiam  confermare)  che, 
i  Morelli  tanto  fon  più da  pregiar  fi ,  quanto  più  il  pelo  è  veramente  ne- 

More  111    gro-efiendo  all'incontro  cattimi  mal  colorati,ò.  mal  tintici  Eolini,  i  Ter--' 
tato   più  ^       r    ....     .  ,    ■   \r     ■  •  •       ;•  ■      ert- 

eli  pree-  raZnhe  i  Soricigniycon  altri  si  fatti  manti,iquali  tanto  peggiorili  stima- 

gioquàto  no,quanto  hauefìeroi fianchile  i giri  de  gli  occhiai  mufo  rofJìMa  quan* 

piu  neri .  do  j[  Cauallo  ha  la  tefìa  ,j  crinita  coda,,  e*r  le  gambe  nere  ,e  tutto  il.  ri-  ** 

manente  del  corpo  bifeio  ofcuro,fi  filma  buono ,di gran  corragio,eÀigrark 

valore ;  perche  la  mefcolanT^adipeli  sì.ordinata  procede  dapropprtiona- 

■  to  temperamento  d'humori,e  di.pianeti,fi  come pikvolteho.detto,&  al- 

Ibora  prende  nomediCaueT^a  di  Moro,  &  alcunivi  aggiungono  ancor- 

.  Sainaio,quafi  Sagginato  àsolor  del  fiore  della  Verbena,che  Saggina  da*' 

Greci  è  detta ,_  &  cofitanto.differifce  da  lo  Stornello  ,  quanto  vien  fatta 

in  queslo  maggior  impreffione  di  calore,  che  non  in  quello  ;  &  perche? 

l'unghia  di  t  ai  CauaUtfuol' efiere  vetriola,da'  Spagnuolifi  dice: 

£' /  cabe^a  de  Moro ,  fé  tuuieffe  vgnia ,  Valria  mas  que  l'oro  ?.      ^ 
Terfettifftmo  effendo  delUaltre  parti .  Mia  il  nome  di  S.ainato,quafi  San- 
guinato à  me  parepoterfi  intendere,  &  come  partecipanteÀelfangui- 
gno  non  do  iter  fi attribuire 'fé  non  a\peli,che  di  rofio  h  abbiano  alcuna  par- 
te ,  come  fono  i  i\ifigliyiquali  hanno  la  tefla  rofia ,  òpur  à  color  di  rofa 
fcolonta,&  perche  fi  filmano,  compofìi  difangue  mal  digerito,,  riefcofla 
fei  &vitiofì\  benché  pia  deboli  poi/i an  qitelli,che  tengono  il  manto  rofio 
Cauallr  ^nfett0  ^  ^lbianchì,da' quali  Ci  dinota  indigeno,  flemma  .  Il  pelo  Trof- 
èi    pelo  f°)&h antichi R^iflici,J{u[feo  nominaunno^uafi  non  veramente  roffo,ma,' 
lofio .      miiìo  col mrQ  al  rofio projftmo;i  Latini  dicono  F^ufo^tbid.o,  e  Rgbican^- 

teh 


ìli  cjpjiìò,  Lis.iuf.       Ì7J 

jf  te,noì  R\pjfeggiante  >&nei  Canallifanguigno  ofcuro .  Il  T 'Uè fio  >  dice  il 
I{ufo,eH  Bjtbro  non  efiere  quel  medefimo,  perche  il  fangne  fi  diceRjtbroy. 
ma  non  I{i<fo  ;  dall'altro  canto  la  barba  non  rubra  ,  ma  rufa  ,  ò  rutila  fi. . 
può  dire  ,&to fi  quelle  Cagnesche  ifacer do  li  Bimani-,  per  placare  la  £a~. 
nicola  nemica  alle  vettouaglie,facrificauano,  rufey  ò  rutile  fi  diceuano, 
ma  non  rubre. Dal  colore  dunque  d'vn  Cernei  d  vna  barbacele  fian  rojjì, 
fi  può  cono  fiere  il  color  rufo  ,  ilqua  le  i  Villa  ni  ne  gli  armenti  dicon  %o- 
bo,e  Gìluo  anticamente  ,  &  ancor  Helico  ;  com'è  certa  forte  di  vino  tra 
roffo  e  bianco-)  ckeperefferea  colore  di  (erafo; chiamato  Cerafolo  .  I  me   Cera/blo 
defimi  Barra  cbiamauano  la  Vitella  col  mufo  rofio;ma  Burro  èlhuomo,  gurr- 

*£  che  per  hauer  mangiato,appare  col  volto  rojfo .  Trouafi  ancor  vfata  la 
voce  Rjibea  appo  coloro,cbe  da  l'vue  nere  dicono  far  fi  il  vino  forte,  dalle 
rubeefoaue,&  rubeo  il  T>ue  filoda\ma  non  è  propriamente  il  rubeo  come 
il  rubro, fé  non  che  gli  è  molto  proffimo .  I  germani  dalla  detta  voce  La- 
tina Butilioydicon  ^ut,il color roffo,in lingua  [aidea  Edon,& certamen- 
te il  pelo  rofio  fempre fuol  dinotare  il  f angue  acce  fio,  &  co  fi  per  l'efirema. 
viuacità  deglijpiritiyfon  riputati  difaflrofi  i  Mofcati  rojjì .  <±JA€afi  come 
in  vnaguifa  è  rofio  il  fuoco  ,  in  vn' altra  ilfangue  -,  e'I  fuoco  altro  (plen- 
dore  ha  nella  fiamma,  altro  nel  carbone  ;  e'I  f angue  ancora  fecondo,che 
di  diuerfi  humori  è  partecipe,  in diuerfi colori  appare, e  diuerfamente 
£  riluce  il  croco,  térl'o$ìro,cofidinerfequalità,e  diuerfi  nomi  fono  nei  pe- 
li, che  partecipano  del  roffore  :  tra'  quali  tengono  il  principato  il  'BaiOy 
€1  Sauro]  iquali  cempofticon  buona  tempra,  fempre  furono  lodatìfiìmi, 
che  tali  dimoflra  Homero  efiere  fiati  i Caualli  d'Hettore ,  e  di  tsfcbilley 
e  tali  quelli ,  che  a  vicenda  co'  bianchi tirauano  il  carro  di  Gioue  alcuna, 
■volta; forfè  dinotando  ifanguigni  temperati  pnr  efiere  fiotto  Gioue.  8tgia\ 
quefii  due  peli  procedono  parimente  da  bumgrfanguigno-,  ma  il  baio  è  di 
più  temperata  compie  ffìone,  e  di  più  dolce  natura;  il  faurofeofi  detto  dal 
la  (frecavoce)  che  rubicondo  fignifica ,  òper  metafora  dalla  Salaman- 

W  dra,che  dicon  Saar  a;  perche  viue  dentro  il  fuoco  (fi  come  alcuni  dico-* 
no)òpiu  tofio  quafifimile  all'auro  (  fecondo  il  Bjtfio)  ha  pia  dell' adufio, 
e  delVefiremo,^  più  partecipa  della  colera; però  fi  veggiono  tai  Caual- 
li arditi, forcati,  leggieri,&  velociffimi ;  ma Hiìgpfi,  incorregibili,  & 
àrdenti ,  che  quanto  pia  con  Veffercitiofi  rifcaldano,  più  infuria  s'alia- 
no,&  in  afpre7^a,majfimamente  fé  di  fiate  faranno  nati.  La  onde  il  me- 
de fimo  Toeta faggi  amente  attribuì  a  Marte  i  (analli  Sauri,  detti  da  lui 
Tlammofi ,  perche^  furore  minifìra  l'arme  ,&a  Marte  parimente  gli 
^.Hrologi  attribuifeono  i  colori  fiammeggianti ,  &  infocati ,  che  fono 
proprij  à  queHo  pelo  j  là  doue  dice,  i  Bai  fon  di  <jioue,  e  del  Sole  porteci-. 

Si        fh 


*7*  SÈLLA    g  L  0  E^I  A 

piJl  'Babyda  C affino  Medico,e  da,  Cjraio  Voetafi  chiama  'Balio,  da  Far" 
fone  rBadio,e  da'  più  antichi  Fadio,  forfè  per  lo  forte  fuo  caminare  :  Ce- 
lio dice ,  i  venti  violenti  chiamarfi  Balij,  perche  anco  i  (aualli  Bai  s'in- 
tendono per  veloci  da  gli  fcrittori  ;  &  co  fi  potrebbonfi  dire  ancora 
yuafi  'Baiidi  dalla  deslrezga  del  lor  portare,  altri  dicono  da  Bain,chein 
lingua  eAffiria  dinota  cuore  ,  effendo  quefti  e  aualli  coraggiofi  mirabil- 
mente ;&  quefli  fon  quelli  ,\che  col  nome  di  Spadici  honesli,fommamen 
te  fon  da  Virgilio  commendati .  Il  colore  Spadice,  fecondo  il  Camer.  ha 
vn  certo  che  delpuniceo\cioè  delrofio  ofeuro;  sì  che  Spadiceida  lui  s'in- 
tendono i  C  aualli,  chefiano  trafofcbi,&fului,&  h abbiano  macchie  rof- 
fe,  ò  qua fi  purpuree  fpar fé  in.bianco  :  in  Germania  fi  chiama  lo  Spadice  P 
EinbraulingK  .  Il  Volaterrano  per  lo  Spadice  intende  il  color  Talmeo  ; 
effendo  i  germogli  delle  palme  coni  loro  frutti  Doricamente  chiamati 
Spadici,  e  Tiaia,donde  a  noi  ti  vocabolo  è  deriuato .  Et  perche  effiDat- 
tili,mentre  che  fono  verdi,r affomigliano  di  colore  al  zaffar  anno,&  pe- 
ro Crocei  da  Apitio  fono  detti,&  Flamei  da  gli  antichi,perciò  che  di  que 
slo  colore  fi  veHiua  la  moglie  del  Flamine  Sacerdote  ;  fi  può  per  lo  Spa- 
dice intendere  anco  il  Luteo,cioè  quel  giallo  ,  che  dicono  .Aranciato  ;  il- 
qual  colore  propriamente  fi  vede  ne  i  fiori  della  Ginesìra,e  della  Calta,et 
nel  vitello  dell' vouo:  V Eritreo  vuol,che s'intenda  etiandio  il  Lionato;  il 
T  ile  fio  vuole,che  Spadicei  s'intendano  i  Bai  chiari ,  Glaucii  Bai  ofeuri  ;  t 
iquali  due  colori  fopra  tutti  gli  altri  fon  lodati  nel  genere  Cauallino.  Ag- 
giunge ancorai  mede  fimi  Spadicei  poter  fi  chiamare  Fenicei,  perche  la 
"Palma grecamente  Fenice  è  nominata.  A  me  pare,  che'l  colore  Spadi- 
ce fia  proffìmo  à  quello  >  che  dalle  cajìagne  tra  noi  è  denominato  >  ilqual 
colore  èpregiato  afiai,&  è  proprio  de  i  'Bai ,  Il  Canal  Caflagno  commu- 
nemente  ha  buona  fhccia,&  è  leale,fenja  vitio  alcuno ,  ma  di  cuore  al- 
quanto fiacco;perònel  principio  della  Carriera  nonfideefuperare  con  gli 
fyroni,ma  con  verga  più  tosio  batter  fi ,  non  in  altra  parte,  cl>e  ne  i  fian- 
chi ;  &  per  non  b  onere  motto  buone  vngbie ,  non  farà  da  affannar  fi  per  », 
terra  dura .  Quel  ,j;he  partecipa  di  Castagno ,  e  di  Sauro  chiaro ,  i  Bar- 
Baio  te-  k*n  chiamano  Baig-.  Ma  il  vero  'Baio ,  fecondo  l'openione  di  Senofonte, 
ro  come  e  degli  efierti  ,èa  color  dell'Ambra,  ò  della  Taglia,  ilquale  dicono  in- 
débbe  ef-  dorato,e  que  fio,  dal  Signor  giordano  1{uffo,è  giudicato  il  migliore  di  tut- 
*er  e*        ti  i  peli,  non  ctijpregiando  il  me%o  bianco  ofeuro.  es&lcuni  col  Leardo-  /^p- 
Baio  in-  tato ,  paragonano  il  Baio  chiaro ,  &  fimili  ancora  fan  di  natura  il  Baio 
dorato     i^iQYato,  e'I  Morello  curuo  .  Ma  iofra  tutti  que  Hi ,  fempre  mi  atterrei 
dal l  Aut  d  Baì°  indorato,  maffimamente  quando  egli  haueffe  le  gambe  >  la  coda, 
tore  .       €  i  crini  neri  yitai  volta  la  correggia  fopra  le  grappe  :  perche  dinote- 
rà 


*dei  grullo,  Lis.  mi.      277 

f*A  ria  buòna  e  gagliarda  complejfionc^t .  Differifcono  ben  tra  loro  fieffii 
'Baiy  la  cui  compleffioney  quanto  il  pelo  è  più  roffo y  piti  è  colerica  ;  quatc. 
to  più  fembra alla  I{pfa , più  è  fanguigna .  Stgià  [e condola  diuerfità 
del  coloreyquefte  &  altre  molte  appellationi  al  laiofifogliono  attribui- 
re; che  altri  Vimicei  fono  detti,cioc  fanguigni,ouer  Bufati  ;  altri  ofcuri$ 
òVecegnì,  ò  t^f  imbruni y  iqualiy  perche  molto  temono  de  gli  fproni  >  e 
gittanofpeffo  calci,ripofatamente  fideono  caualcarey  &folo  con  la  bac- 
chetta follecitare ^guardandoli  ben  da  Mule)  e  da  Cjiumente  .ssfltri  fi  di 
cono  B'. ù  rimef]ì,lauati,ò  mal  colorati  ;  altri  infiammati)  òinfocati  :  & 
altri  ancor  Tornati  Sono  oltrà  ciò  differente  tra  i  "Bai  Metallini,Lupe- 

*  gne,Zaini,&  B^abicari^de  quali tuttiyper che  dalla  voceftejfa  la  proprie- 
tà di  ciafcuno  fi  può  difcernereynon  bifogna-,  ch'io  altro  aggiunga^  fé  non 
che  Zaino  fi  può  chiamare  ogni  pelo  femplicey  quafi  Daino,  che  non  fuo- 
le  hauere  fegnale  alcuno.  Et  perche tutti i  peli non  fegnalati  yfogliono  peji  pec- 
peccare  de  l 'efìremo  di  qualche  humorey  verbi gratiayil  bianco  d'humi-  cano  del 
doyil  nero  di  feccoyil  rofìo  di  caldo,il  fauro  di  colera,  &  altri  tali jauuie-  l'eitremo 
neyche  per  fi  fatta  distemperan^a  di  membri  principali  (fi come  gli  huo  }     b». 
mini  perfimile cagione riefcono  vitiofì)  i  Caualli  ancora  vengono  dico-  m0re. 
fiumi,  di  oper  ationi  afì  ai  cattila  ;  &  per  la  maggior  parte  (fuor  yche'l 

r  fBianco,che  dì  corpo  fiacco  non  di  cuore  maligno  pecca)  fi  trottano  con  la 
loro  malu agitàytradìt ori all'huomo;onde pareyche fi  dicano  Zaini  >  quafi 
Caini  >  famigliami  a  quelprimo  fratello ,  che  per  inuidia  vccifeil  giuflo 
sslbel.  zJl'Ca  per  più  propriamente  parlare  ilvero  Zaino  y  fi  chiama 
quel  Morello yo  Baio  Vecegno  >  o  Sauro ,  chefen^a  altro  fegnale  h abbia  i 
fianchiye  i  giri  de  gli  occhi y  e'I  mufiaccio  rojjìfimilì  alLupegno  :  c£"  cofi 
potrà  dirfi  Zaino  y  quafi  Sainoy  cioè  Sauino  ;  laqual  forte  di  Caualli  cer- 
to è  gagliarda,^-  maneggiamela  di  animo  pejjimo  yper  la  completa- 
ne dijlemperata ,  con  eccefio  di  colera  >  e  di  fangue .  Et  quefto  certa- 
mente fi  fuol  vedere  per  ordinario  >  ch'ogni  pelo ,  maffimamente  ilMo- 
4~  rello,e'l  Baio  yfe  non  hafegno  alcuno  bianco  >  ne  pur  'Balzana  y  dinota  il 
(faual  ]\amingoycbe  non  caminando  con  animo  rifolutoymapreualendo(i 
della  fchknayquanto  più  è  sformato  y  più  va  ccn  due  cuori  fofpefo ,  mali- 
gnoyò  duro .  fi  R,abicanoygiudico  dirfi  quafi  B^ubicanoydinotando  il  Raf- 
fio mef colato  col  bianco  >  il qual pelo  può fi  are  cofi  nel  Baio ,  come  nel 
Sauro\&in  ambi  loro ,  quando  fufìero  infocati  yfi  loda  molto  la  mefco- 
lanxa  de*  peli  bianchì,  che  dimofiri  temperata  dal  flemma  l'abbondanza 
della  colg-ay  o  del  fangue .  Et  fe'l  abbicano  farà  di  efji  peli  bianchi  : 
feminato  dalla  mano  in  dietro ,  fi  filmerà  valere  afiai  ;  la  doue  da  quel- 
la dinanzi  poca  for^afuol  dinotare .  Hanno  medefimamente  i  Sauri 

S    $         diftintì 


distinti  i  nomi  loro  >  ch'altri  fi  dicono  biondi  ,  ò  Indorati  ,  iqudì  fono  d  •  jg 
buona  complejfione;  altri  Metallini,cBrugni,(eruigni,ò  Malcolorati ,  che 
fono  melanconici  di  nat.ura;.altri  lauati,fmorti,  rimejjì,  0  chiari, che  tra 
fé [poco  differenti han del  flemmatico  ;altri  s' appellano Bruciatilo  infoca 
tiyche  di  fangue  e  di  colera.  acuta.abbondano;altri  ofcuri,'che  han  la  cole 
rapiù  rimefja,  &  però  non  fono  co  fi  ardenti  nèfurioft.  Il  Sauro  chiaro  fi 
dice  da'  S pagnuoli.^A  ladano  ;ilqual  è  di  buono  coraggiosa  di  cuoio  fit- 
tile e  delicato ;però  fi  dee  guardare  da' luoghi  fpinofi,  &  afpri,  franco 
da' ventile  dafreddi,perche  con  poca  fatica  fuda  &fidifìèpra;s'innamo 
rafp.efjo.di  Mule  ;  &  corre  bene  per  ogni  luogo. ,  perche  tiene  affai  buona 
ynghia.  I  medeftmi,il  Sauro  Bruciatachiamato  jLla%an  ToHado,  ilqua  $ 
le  è  robuWiffimo  alle  fatiche,^  animofo,  che  per  prouerbio  foglion  dire  :. 

<ts4lzan  toflado>*Antes  muerto  que.  caniado .. 
Ilche  procede  dal  partecipar  0  ramatamente  di  Baio,Sauro,&  Morello;, 
dico  ordinatamente, perche  molto  importa  (come  altre  volte  s'è.ammo- 
nito)che  la  mefcolan^a  de'  pelifia  colili  debiti  gradi  di  proportione  tra . 
fecompofla  -,  acciò. che  gagliarda ,  &  viuace  compleffione fé  ne. dinoti,  e 

Falbo;*,  dilettatole  fia  a  gli occhi ..  Bsfìa  bora  a  dire  del  pelo  Falbo  >  che  F.lauo- 
dicono  i  Latini  ;  gli  antichi volgarmente  diceano  Falabo,fi.come  dimo- 
erà il  Conte  Boiardo,  ilqual  cantando  fcvn  Cauallà  d'  <A.rabia,dice  :, 

Tra.  Falabo>e  Sdonnino  era  il  mantello  .. 
QueHo  vocabolo  di  Sdonnino,  fi  die e.quafi  Stornino,  ouerquafì.  Ondino ,, 
cioè  a  color  dell'Onde  ,chefon  cerulee;  puoffi  ancora  chiamare  Sardeno , 
e  Cjlauco .  sJfyCa  il  Falbo ,  quantopiùs'accofla  di  fplendide%ga.  al  color 
del  Sole,ouerdelV.oro,p'mèlod'ato,comefuperiore  de  gli  altri  Falbi.,  no^ 
altrimenti,che'l  Sole  è  principe  de  i  pianeti ,  &  l'oro  è  piàpretiofo  de  g[. 
altri  metalli;dinotandà. maggioranza  in  ogni  ffcofitione ,  come  nel  dono 
che  itJWagi  offerféro;  &  nel  Candeliere,cbe  fi  figura  nell'A pocalifjì:oly  ' 
tra  que\lo,che  fi  parla  della  prima  età.  del  mondo ,  e  della  cafa.diJt.pol- 
lo,appreffo  Ouidio  .  jlll' incontro  efièndofmorto,&  mal  colorato,dino-  **. 
tamala  compofitione  di  humori  >.  e  di  pianeti ,& fiaccherà  con  molte 
altre  peffme  qualità  ;  maffimamente  di  cattiuavisla  in  brutta  fhecia  ; 
onde  quantunque fiano  veloci  di  molta  lena^giudicandofi  daflemma,<&* 
fangue  temperato  corroti  ,purfidifpregiano  >  &fcbiuano  ..  I  FalbiLu- 
pinifono  di  maggior  trauaglio,rnadi  vita piubrieue,  nonpotendo  in  tan 
.     ta  freddezza  fi  poco  calore  durar  gran  tempo .  JtScuni  raffomigliano  al 

TOzmo*  coforyCfo  dicono  Valeario,quafifimilì  ai  Baifchietti  ;  &  foglilo  batte- 
re lofpino  nero ,  e  talvolta  neri  ancora  la  coda , ,  le  gambe ,  e  i  crini  ;  gli 
Altri  fogliono  hauere  le partwHreme  partecipi  del  bianco  ;  altri  v'han* 
:     1  no. 


<&EL    C.AVJILO)  11  S.  1111.  2» 

jl  no  mefcolan%a  dell' ofcuro,  ò  della  Terra .  OueHiCaualli  certamente  di 
lor  natura  non  fon  robufti,ma  quando  corrijpondono  l'altre  qualità,che 
appartengono  allefhtte?ge,non  manca,che  non  firn  buoni  ;i  migliori  fo 
no  quelli -,  che  hanno  il  capo  neroy  &  nélrejìo  del  mantello  s 'appresa- 
nò  al  ter -nino  -,  i  quali  perlopiù  riefeono  velocitimi ,  &  allenati)  pa- 
rendo ,  che"  If eie ,  e"l fegato  h abbiano  inloro  ogni  humidità  confumata  . 
Da  tutti  quefli peluche  detti  h abbiamo  ,  deriuano  ,  ò  per  mefcolan^a ,  £ 
per  participatione  infiniti  altri*)  che [econdoi luoghi  ad  arbitrio  de  gli 
cjpcrti  veramente  fon  nominati  :  tra' 'quali  fono  più  cogniti  ifìohani, 
che  hanno  del 'Baio  y  del  Sauro,  e  delZeardo;  ma  fono  più  colerici,  & 

Ti  fanguigni  de  Sainati  ;  perche  in  loro  è  fol'una  parte  di  bianco  ,  per 
temperar  le  altre  due  del  giallo,  e  del  vermiglio  .Queftifono  veramen- 
te di  bello  pelo,  ma  fogliono  ejferfiaccbi;& le  vie pietrofe  alle  lor 'vn- 
ghie  tenere  fon  contrarie.  Il  vocabolo  di  I\ohano  potrebbe  dirfi,che  fuf- 
fe  deriuato  d  ali"  H  ebreo-,  ilqual dicendo  Bjtoah ,  dinota  (pirito,&  molti 
Cavalli  B$h ani  fi  trouano  Jpiritofi,  come  quelli,  che  hanno  a  fi  ai  del 
f angue,  in  cui  confitte  l' anima  ■,<&  lo  fpirito  .  Hora  finalmente ,  accio- 
che  dalla  conofeenya  de  gli  humori ,  fi  poffa  meglio  fare  la  congettura 
dell' animale,rittringerò  le regole  in  queììo  modo;  che  fe'lCauallo  farà 
partecipe  più.  del  Timeo ,  che  d'altro  elemento,farà  dipelo  fauro ,  di  na- 
tura  colerico  fuperbo,iracondo,&  quafì  indomito;  leggerìffimo  ,  &fal- 
tante,marade  volte  di  molta  forici:  fé  più  delV \A ere, farà  baio,fangui- 
gno,iafciuo,allegro  ,  agile, temperato,fino,&  vaìoroforSe  più  dell' ^ic- 
qua,farà bianco,  flemmatico,  tardo,e fieuole  :  SepiùdellaTerra,  farà 
morello  ,ò  melatolo  ceruatto,ò  foricigno,ò  d'altri  tali  colori,mclanconi- 
co,c  terragnuolo,indocile,e_grauofo  neW  operare. Ma  fé  di  tutti,  con  giu- 
fla  porportione  farà  partecipe ,  fi  può  dire,  che  fìa  perfetto\e  tali  foglio- 
no effere  i  Leardi  I{otati,Caue\%e  di  Moro,Bai  Castagni ,  &  Sauri%ru- 
ciati  ;  che  come  più  temperati,fono  di  più  robufla ,  e  gentil  natura.  To- 

jp  feia  quelli,  che  più  s'accoflano  à  quetti ,  fi  dicono  mediocri, e  tali  fono, 
il  Bianco  mofeato  negro,il Leardo  Argentato  con  l'estremità  nere,  il  Cri 
foT 'ardiglioni Sauro  Metallino,  e' l  Baio  indoratole  Bufato,})  feuto  .  Et 
perche  alcuni  diligenti  inuéftigatori  delle  cofe  naturali  fi  fono  accorti 
per  lunga  proua,che  ne  '{aualli  fìa  un'altra  confìderationejio  non  migra 
uerò  d'aggiungere  brieueméte  quello,che  Oppiano  cinfegna  in  verfi\  che 
i  (faualli  di  color  ceruleo  co1  piedi  varij ,  e  maculoft  ,fon  buoni  a'  Cerui; 
di  color  Glauco  ,  ilqual  è  più  nitido ,  cjrfoù  chiaro ,  contra  Orft ,  &  con 
tra  Tardi  :  i  Vului,  cioè  fanguigni,  ò  rubicondi  contra  Cinghiali,  ì 
!>{eri  con  occhi  infiammati ■)&  rilucenti,  contra  Leoni.  MaStrabone 

S    4         dicey 


Ito  ^ELL^GLO^I^i 

iice-ychepiùproprtf  fono  contro,  Leoni  i  Caualli  Fidai  •>  ilqual  colore  ynon> 
altrimenti-)  cbe'l  FlauO)è  lodatiffimoyperche  pur  s'afiomiglia  al  Sole  '»& 
all'oroycon  quella  differenza  nondimeno ,  che  nel  Sole  >  <&•  nell'oro  ftfuol 
vedere  :  efiendo  ilFuluo  più  ofcuro  del  Flauo  .  Il  Filofofo  nella  Fifteno- 
mia>  &  ne'  Troblemi  fcriue  y  i  molto  neri  efier  viliy  per  povertà  di 
[angue  >  &  parimente  i  molto  bianchi  perla  fredderà  ;  ma  i  Fuluiy 
e  i  Brunì,  per  efiere  fimili  al  Leone ,  douerfi  tenere  per  animofi.  Sti- 
mano ancora  alcuni  (  fecondo  il  Camerario)  che  più  auuenturofi  fia- 
no  à  e amie are  i  Caualli  di  vn  colore >  che  non  d'un- altro  :  &  non  man- 
cano li  zsfftrologi  d'ammonitore)  che  ciò  s'offeriti)  riguardato  ilthema 
Sepi  ce-  genitale  di  ciafeheduno .  Ma  noi  quella  curio fitàrilafciando  loro ,  ver-  p 
roiniut  remo  f°lamente  à  fare  vnap articolar  rimembranza  de  i  fegni  Celefìiy 
fi  ne'  gli  quanto  parrà)   che poffa àque&amateria giouamente  apportare)  per 
animali  .  conofeere  alquanto  meglio  la  forza  y  che  hanno  gì'  influffi  delle  flette 
ne  gli  animali  ;  poi  chenecefiario  è  (  come  ^sfrittotele  fcriue)  cheque- 
§io  Mondo  inferiore  da  ifuperni  moti  riceva  continouamente  lefue  vir- 
tutiy  e'I  fuo  gouerno  ;  e  benché  tutti  i  Caualli  fi ano  foggettià  Marte  > 
tuttauia  efji  partecipano  ancor  de  gli  altri .  Trimieramente  adunque 
è  da  faperfìy  che  i  pianeti  >  cioè  te  flette  erranti)  ò  peregrinanti  >  fon 
fette  y  che  le  fette  età  dell'huomo  y  clje  fi  dicono  dinotare  ;  infàmia  y 
pueritiay  adolefcen%ay  giouentù ,  virilità)  vec chieda  y  e  decrepità  q 
Lunay  Mercurio  >  Venere  >  Marte >  Gioue  >  e  Saturno  ;  de'  quali 
lafciamottar  >  che  il  Sol  ftgnifichi  lofpiritoy  cioè  la  vitale  anima ,  la. 
Luna  il  viger  naturale  e  vegetatinoy  (Jìoue  la  fapien^a  &  la  ragione  > 
Mercurio  le  difcipliney  Marte y  l'iray  la  f uria  y  &  la  preileiga)  Ve- 
nere il  giuoco  &  l allegrezza  y  <&■  Saturno  l' agricoltura  >  latriflcr-- 
za  y  &  la  viltà;  ma  ciafeun  diloro  nel  corpo  d'ogni  animale  tienfogget- 
te  alcune parti  :  Concio fta  cofayche  à  Saturno  (  fecondo  alcuni  )  appar- 
tiene l'orecchia  desìrayla  milza  >  la  vefeica  y  ilflemma)&  l'ofiaià  Q io- 
ne il  tatto  y  il  polmone)  le  cofle  y  le cartilagini ,  le  arterie)  &lojper- 
ma;àMartel  'orecchia  mancale  reni ,  le  veney  &  i  teWicoli  ;  al  Sole  la  & 
visla  )  il  cuore  y  ilcerebrOy  ineruiy  l'occhio  dritto >  e  tutta  la  parte  del 
corpo  deHra  ;  à  Venere  l'odorato  >  il  fegato  >  <&•  la  carne  :  à  Mercurio 
la  lingua ,  il  fiele)  e'I  fondamento;  alla  Luna  ilguflo  yloflomacoy  il  ven- 
tr€)le parti  della  femìna  genitali ,  &  l'occhio  manco  con  tutta  la  banda 
finiflra  dell'altre  membra,  filtri  à  Saturno  attribuirono 4a  milza.)  à 
Gioue  il  fegato  )à  Marte  ilfangue  y  al  Sole  il  cuore  >  e'I  capo  >  à  Venere  le 
.reniy  i genitali ,  à  Mercurio  la  bocca  y  &  alla  Luna  loflomaco .  Ma  per 
tentare  le  loro  proprietà  dìjìintamente ,  incominciando  dalla  più  vici- 
na ànoi 


DEL   CUV ALIO,  L1B.  IHI.  *St 

jgnaà noi  \  fi  troua  ferino cbiamarfi Lunayquafi vna>& ftngolare fra gli 
altri  Ittmi  appreffo  al  Solenti 'é  fio  fratello;òperche  luce- dell  altrui  lu- 
me -,  da  effo  fratello  prendendo  la  fm  pofan^a  y  con  laquale  è  ornamen- 
to  della  ilotte  .  Ella  dominasti  l argentoy&  fopra  ilMarey  accrefcendo>  fuoj  eflpec 
tutti  gli  humori  >  per  effere  pianeta  freddo  &  humido ,  notturno  >  <&fe-  ù  ne  gli 
mininoti  a  ilfuo  corfo  in  giorni  vintifettey&  bore  dieci;alberga  in  Can-  animali* 
croy  e  regna  in  Tauro  :fk  l' animai  flemmaticoymutabiley&  incannan- 
te >  disforme'  d'occhi;mangiator  ingordo ,  pericolojo  in  acqua  >  poco  attó> 
alla  difciplina  >  <& facile  ad  infermarti  yF^lh  di  color  bianco  con  qual- 
che macchiayg?affù  y  di  pelle  grofìay  di  grande  sìatura  y  &  col  gli  occhi 
*B  eminenti  in  fuoriy  fecondo  il  (j aurica  ..  ^Alcabitio  diceycbe  de  i  colori  tie- 
ne il  Croceoy  quando  fi  troua  vicina  al  Sole:e  tal  volta  il  Rruno  ,  §ìando 
in  volta  nella  Terra  ;  de  i  fapori  tiene  ilfalfo  :  Ideile  figure  fu  l'anima- 
le bianco  con  rojfore  ,  con  la  facci  a  rotondatigli  occhi  non  in  tutto  ne^ 
rì%  con  lefopracìgliegiuntey&  confegno  in  fronte. Guido  lionato  citan- 
do l'openione  d'alcuni  antichi  t  le  attribuifceil  color  Citrino  y  Ubraam  il 
bianconi  poluerulento^e'  l  verde  .Il  Ticino  dice. che  i  colori  acqueiy  verdiy 
rofatiye  bianchiti  della  Lunaydi  Venere^  e  di  Mercurio  .  Et  co  fi  quan- 
do l'animale  farà  Lunare  y  fi  trouerà  in  effetto  vile  e  timido  >  fecondo  la 
natura  del  freddo ,  e  del J angue  acq  uofo  > per ciò  che  reffredandofi  i  me  a-. 
C  ti  y  e  tal  J angue  non  potendo  di  leggieri  fcaldare il  cuore  ne  i  pericoli, 
refta  /' animale  fen^a  ira  >fen%a  ardirey&fen^a  caloreyperduto  d' ani- 
moy&  auuilito .   Sopra  la  Luna  è  Mercurio  >  dalla  cura  delle  merci  co- 
fi  chiamato ,  pianeta  freddayefeccoymafcolinoydiurnoye  di  natura  conuer   M^cu-^ 
tibikycioè  felice  accompagnato  con  fegni  felici ,  &  infelice  con  gVinfeli-  ^^^^ 
cUalcuna  volta  fa  gli  effetti  del  Soleydcuna  quei  della  Luna  :  ha  fianca 
ifi  Gemini  >  &inV  ergine  :  &  perde  inTefce  il  fuo  dominio:  fa  il  corfo 
fuo  in  trecento  fefìantacinque  giorni^  vn  quarto-)  come  il  Sole  .  Jlfuo. 
colore  (  fecondoTolomeo  )  è  quel  del  Mele  y  che  dicono.Melichroas  i 
Mefahala  dice  y  cbeH  colore  tra  bianco  &  nero  è  di  Mercurio .  <ssfl- 
&  cabitio  vuole ,  che  ogni  colore  mi/lo  &  variato  yfìa  Mercuriale  y  e(pe- 
cialmente  il  color,  del  giglio  faluaticoy  ilqual partecipa  afìai  del  Giallo  • 
(jenera  eglila  criatura  non  molto  bianca  y  né  molto  nera  y  con  la  fronte: 
eleuataycon  la  fàccia  e  nafo  &  dita  lunghi  >  con  la  barba  rara  nelle  ma- 
fceUeye  congli  occhi  belli ,  non  neri  in  tutto  ;  d'animo  amico  di  negoevj  r 
difecluttioni  y  e  di  contrarietà  y  d'ingegno  fonile  nelle  in quifìtioni  &  ne' 
magisleri  >  e.  partecipe  di  timore  :  Il  Gaurico  fcriue ,  che  la  fa  di  me<~ 
diocre  ftatura  y  dipelirariy  con  gli  occhi  piccioli  y  follecita  y  madipo* 
co.  animo  >  facilmente  crucciofa^  ma  mitigatile  prefiamente .  Inforna 

mai, 


i8i  D  E  l  l  o€    G  l  0  \1  Jt 

Colori  di  mapoffìamodìre  y  cbeipeli  MelatOyF  albo  >  (ematto,  Fofco,  &varìoy  g 
compie/"-  j*ono  fegnì  fa  Mercuriale  compie jfìone  ,   e  di  qualità  Hemperate  ;  che 
M°tcu     -^  ^  pianeta  fi  fard  con  qualche  fé gno  contrario  incontrato  y  farà  l'ani- 
riaie.        male  fa  llace  ,  difubbidiente,hora  timidoy&  horai'.dao§y  mflabilc  5  gr  rf/ 
tww  intentione  ;  ma  con  qualche  benigna  mefcolan^a  il  farà  docile , 
Venere  e  agilcyallegroy&  fortunato .  Toifegue  Venere  >  che  quafi  vana  cofa  dal- 
tuoi  eftet  ^  manjera  fai  fH0  nafeerefu  nomata  ;  pianeta  feminino  y  freddo  >  & 
bumidó  y  e  nSHU7ttot  belli/fimo  tuttauia .,  gratiofo  ,  e  dolce  y partecipando 
afìai  del  Sole  >  à  par  di  cm  ella  fr.ifccH  SOrfofito  ;  tenendo  la  fede  in  li- 
bra y  &  in  1 '  auroyregnando  ini?  e f ce  y&  perdendo  il  valore  in  Vergine . 
Dà  alle  cnature  molta  gratia  &  venufld  >  maffimamenta  negli  occhi ,  ? 
&  le  rende  amabiliyjpiritofeylafciuey  &  amiche  dell  armonia  y  con  tem- 
perata complejfioneytrouandofi  ella  Occidentale .  ^Alcabitio  dice,  chele 
fa  bianche  tiranti  al  nero  di  bel  colore  ,  &  talvolta  bianche  con  rofìore, 
di  fàccia  tondaymafceìle  picciole ,  crini  foltiy&  occhi  belli ,  e  negri/fimi 
oltra  modo.  Il  mede  fimo  approua  il  Gaurìco,  ilqual  diceyche  le  fa  bian- 
Sole  e     cheydi  carne  molleycon  occhi  allegriycon  crini  ftefì  >  con  bella  fàccia  >  e 
fuoi  eftet  con  fattele  ben  propertionate    Tolomeo  fcriue ,  ch'ella  fa  ì  mede  fimi 
effetti  y  &  produce  i  medefimi  coloriy  che  à  Gioue  s' '  attribmfcono . 
Terò  vedendofi  il  (fauàìlo  difplendido  color  bianco  yòfoloyò  con  altri pe-     , 
li  Giornali  accompagnati,  conglì  occhi  lucidi  &  allegri  ;  può  gudicar- 
fi  y  che  fia  di  buona  compleffione ,  piaceuole ,  c^  manfueto  y  &  che  fàcil- 
mente h  abbia  a  feruare  in  atteggiandon>na  certa  ordinata  mifur  a  e  di- 
fciplina  ,  &  fé  con  debito  temperamento  farà  partecipe  ancor  del  Sole, 
fi  potrà  colFicino  dire ,  ch'egli  babbia  vnite  infìeme  quelle  tre  (jratie, 
che  da  Venere  mai  non  fifeompagnano.  Ts(el  mero  di  tutti  fette  i  pianeti 
(aguifa  di  cuore  ne i corpi  noflri)  è  locato  ilSoleyCome  lor  DuceeTrin- 
cipey fecondo  Cicerone yò  più  toflo  come  Bj  loroyfecondo  Trafmegifìo:  Ifi- 
doro  dice  co  fi  nomarfiypereffer  egli  folo  coluiyche  più  riluce  y  qua  fi  fon- 
te di  tutto  il  lumeyche  è  nel  Cieloye  difpenfatore  di  vita  à  tutto  fi  Mondo  y  jj 
fi  come  ben  diffeH  omero  :ò  ver  perche pervn  folo  viaggio  dello  Zodiaco, 
egli  foltamente  camina  fempre  y  in  vnfolo  anno  compiendo  il  giro  fuo . 
£  pianeta  caldo  efecco  temperatamente ,  mafcolino  >  diurno,  fortuna- 
to per affretto  ,  &  in  fomma  nobiliffimo,  &  perfetto  .  Ha  la  fede  pro- 
pria in  Leone,  il  regno  in  ^Ariete  y  &  dominio  fopra  Toro .  Il  fuo  co- 
lore fecondo  Halij  è  franerò  &  Croceo ,  cti  è  il  giallo  ofeuro  con  parte 
di  r  off  or  e  .  jluenaris  gli  attribuire  il  roffo ,  che  col  Croceo  fia  tempe- 
rato .  Il  Ficmo ,  il  pupureo  chiaro  .  JLlcabitio  ogni  colore ,  che  paia 
peregrino,  &  de' fapori  gli  dà  l'agro,  cioèl'  acuto,aggiungendo ,  ch'e- 


*D  EL    C  >AVotL  LO)   LI  B.  II  IL         i$y 

-  *  gli  fa  l'animale  di  picchia  ftatura ,  ma  di  bel  corpo  ;  crejpOy  &  caluo . 
Il  Gamico  dice ,  che  Ifa  pieno  dì  carne ,  di  bel  volto  ydi  occhi  grandi , 
dipeli  acuti),  e  dicolor  bianco  miHo  con  citrino  .  T^oi  in  fofian^apo- 
trem  conchiudere)  che' l  'Baby  é~l  Falbo  •>&  altri  colorii  urei  co  fi  fat- 
ti dimoslrano  il  Cauallo  e/fere  di  temperata  complejfione,  forato auuen 
iurofoy  difciplinabile,  &fedeley  d'animo  non  cofi  sfrenato  come  il  Mar- 
tialey  ma  moderatoy  e  benché  dal  Soley  fecondo  le  varie  forjeych' egli  ri- 
tiene in  diuerfijpatij  y  co  fi  diuerfe  influffioni  proceder  fogliono ,  tutta  uia 
fi  può  affermare)  che  ogni  cofa  filare  fìa  in  effetto  miglior  dell'altre ,  <& 
però  il  Zafferanno ,  &  l'oro  (fecondo  Porfirio ,  &  ^Liberto  tJWagno) 

!E  hanno  virtù,  di  confortare)  edi  allegrare  i  cuori  immani .  Di  fopra  al  Marte  e 
Sole  s~ìàMarte)che  Mamerte  diceuano  i  Sabini)  i  Poeti  talhor  Mauorte  >  fuoi  effet 
come  quelloy, che  gran  cofe  volta  fiotto fopra  con  lefue  guerreyouer  èpre-  u  • 
fo  il  nome  fuo  dalla  voce  Latina.  diMafcbio  yeffendo  più  proprio  a  gli 
huomin'h  che  alle  donne.il  guerreggiare  .  E '  pianeta-eHremamente  cal- 
do )&feccO),col'erìcoymaligno  & fiiriofO)di natura  fomigliantealfuo- 
cjO)  e  notturnO)mafcolinoy,&  veloce  y  che.  in  due  anni  fk  il  corfofuo  y  ba- 
ttendo la:cafa  in  Scorpione)  ^rin:^€'riete y  regnando  in  Capricorno  y<& 
perdendo  in  Cancro ..  Ha  dominio  fopra  il  ferro;  eH  colore  è  il  vermi- 
glio^ infocato  yperòssflcabitio ferine  ,  che  Marte  fa  gli  animali  rof]ìy 

C  co'  crini  rufiy  con  fèccia  tarda ,  con  occhi  crocei  >  e  terribili  à  guardare  > 
colpie fegnato  dìqjtalcbe  maccbiayaudaciyfnperbi  y  folle  citi  y&  acuti . 
Il  Cjaurico  affermando ,.  cheglì'fkroffi  yfoggiunge  ancora  di  rari  peli y 
di  piccioli:  occhi  y,  di  denti  Jiorti y  di  giujla  perfonay  di  buona  carne  y 
allegri)  ma  fojpettofi .  "Propriamente dunque 'i.Caualli  Sauri y  edi  peli 
cofi  ardenti  yfon.M'artiali y  flèmperai ■  amente  colerici  yfdegnofì  >  inquie- 
ti y  impatientiy  impetuofi >  e  fìraboccheuoh i,  majjìmamente  nel  tempo- 
elìiuO)  quando  s'aggiunge  (come\Arifiotele.dice)  fuoco  a  fuoco  :  però 
fideono.trauagliare.modefiamente)  &  fen%a  più  infiammarli  con  bat- 
titure'  )fqlèndo  tutti  hauere  la  pelle:  fonile ..  Che'l  color  I\pfjò.  fia  prò- 

&  prio  Martiale  >  fi  può  conofeere  chiaramente  da.  l'effetto  della  colera ,     Colore: 
che l' Ira  nafeendo  dal  molto- calore  accolto.dèntro  yfk  diuentare  fubi-r  roflb  è 
toroffeggiantiia  faccia  )  e  gli  occhi .  Ma  il- rofiore  y  trouandofi  queslo  martiale.- 
pianeta  inOccidente)  prouienefemplice  ,  &fen%a  quella  tanta  viuaci- 
tày  eh' egli,  infonde  in  Oriente  y  che  do  uè  queslo  colóre  è  troppo  accefor 
vuol  Paianone ,  che  dimoHri  animo  vario  dicojlumi  >  e  incontinente  : 
ilchefi.  dee  intendere  per,  la  troppa  copia  del •  f angue  >  e  della  colera  a-  c  ■      , 
cittay  ejfendo.ognì  ecceffovitiofoye  biafymeuole.  Ts^el 'fi 'fio Cielo  fi à  fuoi  eflfec 
Gioite  y  dal  gioitare:  cofi: chiamato  y  padre  de  gli  huominiy.e  dègl'.lddij   ti.. 

come: 


ig4  DELIA     G  L  0  1^1  A 

come  dicono  iToeti,  &  anima  del  Mondo,come  dicono  i  Filofofì;  piane-  £ 
ta  caldo,&  b umido  temperato ,  mascolino  ,  diurno  ,  e  fortunato  ,  vigo* 
rofo,fplendido,  e  benigno;  alberga  in  Sagittario  ,  &in?efce,  regna  in 
Cancro,  e  perde  in  C  apricorno,f accado  il  giro  [no  in  anni  dodici .  Ha  do- 
rninio  nello  flagno  ,  e'I  fno  calore  (fecondo  Abraam  Auenaris  Aflro- 
togo  Hebreo)  è  il  Bianco  mefcolato  d alcun  rofiore .  Haly  Aberangel 
gli  attribuire  ancora  il  Flauo .    tJfyCarftlio  Ticino  ,  quel  dell'oro  mijìo 
con  V  argento .  Alcabitio ,  il  Cinereo  ,  foggiungendo,ch' egli  fa  l'huomo 
di  bella  statura ,  di  bel  corpo,  di  fàccia  ben  colorita  ,  co'  gli  occhi  non  in 
tutto  neri  ,  ma  grandi;  con  le  pupille  late  ;  con  le  narici  non  eguali,  con 
la  barba  crejpa ,  di  buoni  coflumi ,  e  di  bell'animo  :  Il  Gamico  dice ,  di  ? 
bella  fàccia,  graffo  ,  con  piani  crini  ;  con  occhi  bianchi  ,  di  buona  ftatu- 
ra,ma  di  poca  for^a^e tal  volta  Jparfo  di  macchie  roffe.  Il  'Bianco  dun- 
que) l 'Argentinoci  'Baio,  il  Sauro  indoratoci  Falbo  hanno  qualità  (fil- 
male ,&  anco  Aerea,  che  fecondo  Hippocrate  èàquelladiCfioue  cor- 
rifl>ondente,&  cofi  tali  C amili  fi  poffono  riputare  belli  ,  fauij ,  viuaciy 
docili,  finceri ,  arditi ,  manfueti  ,  &  aiìuenturofi  ;  perciò  che  fono  d'hu- 
morfanguigno;  é'I  (angue  quanto  è  più  caldo,  &  meno  acquofo;  più  fà- 
cilmente ne'  pericoli ,  &  nelle  difficili  imprefe  foccorre  al  cuore  ;  &  fa 
l'animai  gagliardo,  cjr  coraggiofo .  Egli  fi  sa  bene ,  che  in  molti  luoghi 
.       per  Gioue  s'intende  il  Foco  ;  ne  già  per  altro  i  Toeti  difiero ,  che  Saturno  j 
per  qua-  gene'ò  Gioue,  Giunone, K[ettuno, e Tlutone  ;fe  non perdimoflrare,  che 
li  cole  fé  Dio  creò  i  quattro  elementi  Foco ,  Aria ,  Acqua ,  e  Terra  :  tutta  volta 
imende    ancor  tra'  Toeti,  Cjioue  s'intende  talhor  per  l'Aria  :  efìendo  vna  me- 
di Poeti.  jef}ma  c0 fa  con  Giunone,  laqual  di  lui  però  Virgilio  chiama  forella,  e 
moglie  ;  &  cofì  Horatio  dice,fotto  il  fredda  Gioue ,  chefotto  il  Diut  da 
altri  fi  fuole  dire  ;  intendendo  fotto  il  Cielo  fcouerto  nel  tempo  della 
rHotte,  eh' è  fredda  &  humida  :  è  pur  intendendo  la  feconda  ragione  de 
l'Aere,ch'è  de  l'ifleffa  conditione,  iui  genei-andofi  le  neui,le  grandini,^- 
le  pioggie;  làdoue  la  prima  è  calda,  &  humida  ,  come  Gioue .  Si  perche 
ogni  elemento  bifogna,  che  fia  partecipe  della  virtù  di  Cfioue  ,  cioè  di  " 
'Dio,  ilqual  è  anima  vniuerfale  di  tutte  le  cofe  create,queflo  nome  di  Gio- 
ue da  molti  antichi  autori  è  slato  vf ato  per  Cielo,  &is4ere,  come  da 
Crate,  da  Filone ,  da  H  omero ,  iquali  Germanico  Ce  fin  isfrato  induce , 
Ma  propriamente  quando  de*  pianeti  fi  parla  >  a  Gioue  fi  attribuifee  il  co- 
lor bianco  lucido ,  e  douunque  fi  vedrà  il  color  Giouiale  accompagnato 
con  temperata  compleffione ,  è  da  tener  fi  per  fermo  ,  che  fian  congiunte 
tutte  ottime  qualità  :  onero  è,  che  Gioue  effendo  Occidentale,  feema  il 
caldo }  &  accrefee  l'humido  ;  onde  recando  il  fanone  troppo  acquofof 

efred- 


Wl'CJtVJtllO)   L1B.  11 II.  28? 

'j£  e  freddo,  il  color  non  viene  cofì  viu^ce  ,  ne  l'anima  le  cofì  perfetto.  jQw* 

tuttauia  è  d'  auuertirfhche  a  produrre  il  color,non  importa  il  pianeta  fa      9°^r* 
lo,  ma  il  temperamento  si  della  Bigione  ,  come  della  diffofitione  dei  gè-  p"0|u_ 
ner antico  naturale,}}  imaginatiua,  con  altri  slraordinarij  accidenti  ,  de'  chjn0. 
quali  è  gran  dijficultd  a  dare  ragioni  certe  ;  &  co  fi  non  in  tutti  i  luoghi 
è  da  dirfi,  che  Gioite  produca  bianchi  gli  animali,  come  nell^fia  mino- 
re, fcriue  Herodoto ,  effere  ordinario  ;  perche  fé  nafceffe  vno  in  Ethiopia 
fatto  (fioue  ,  farebbe  afìai ,  chef  off  e  manco  de  gli  altri  nero ,  &  in  altri 
animali  ancoraché  vengono  varij  di  colore ,  può  effo  pianeta  effere  me- 
fcolato;  ma  veramente  i  Cjiouialift  conofaono  alia  forma ,  alla  cowplef- 
*B    fione,  al  pelo  >  a  gli  occhi ,  &  in  tutti  i  lorgefli ,  che  fono  vaghi ,  tempe- 
rati, lucidi,  allegri,  agili ,  efpiritafi .  L'ultimo  pianeta  >  chejìà  fatto  il  fjturno 
Bielo  Stellato,  è  Saturno,cofi  nomato  dalla  faturità ,  che  e'  diede  di  vet-  e  Tuoi  ef- 
touaglie, a  popoli  dell'Italia,  egli  è  freddo ,  e  J ecco,  mafcolino  , diurno,  ttlu 
melanconico ,e  maluagio;  pur  entrando  nel  circolo  di  Girne  ,  tempra  la 
fua  maluagità  ,&  fecondo  la  congiuntane  di  altri  fogni,  talvolta  gene- 
ra abbondan^a.Ha  la  fua  cafa  in  jlcquario,&  in  Capricorno  >  £'  di  tan- 
ta tardeTgayche  vuol  trentanni  a  compire  il  corfofuo  ;  e'  Ifuo  dominio  è 
nel  piombo,  alla  cui  fembian^a  egli  genera  pondero  fa ,  e  brune  le  crea- 
ture.  Jllcabitio  dice,che  Saturno  fa  V  animale  di  colore  tra  nero  &  ero- 
*  ceo,magro,e  curuo ,  con  vene  &  labbra  grofte ,  con  pelle  fecca ,  e  barba 
yara,graue  di  piedi  >  con  gli  occhi  piccioli ,  e  chini  à  terra ,  feduttore ,  & 
fanguinofo:Toi  con  l'auttoritàdi  Dorothio  e* foggiunge,cke  l 'animai  Sa- 
turnino ha  il  corpo  affai  pelofo ,  le  ciglia  giunte ,  è  atto  alle  fatiche ,  con 
parte  di  fartela,  di  ^labilità,  di  audacia  ,  e  d'ingegno .  Il  Guaricopo- 
ne,che  Saturno  in  afeendente  fagli  animali  di  picchia  slatura ,  tra  neri 
e  gialli,  mediocremente  graffa  di  brutto  a(petpo,iraccndi,  e  mifti,grauo- 
fi,e  pigri,che  fi  vengono  a  toccare,  l'un  pie  con  /•  altro  .Tolomeo  dice,  che 
Saturno  Orientale  dà  la  compleffwne  fredda ,  &  humida ,  Occidentale  > 
fredda,&  fecca.  Et  noi  fermamente  dal  color  pallido  ,fofco  ,%nero  >e 
**  terreo  potremo  conofeere  i  Cauaìii  Saturnini,  e  giudicarli  mal  foni ,  fal- 
laci,incons~lanti> lenti,timidi,e  cattiuiyS  propriamente  melanconici  ;■  il- 
quale  hiimore  »Ariflotele  fcriue  cagionare  molti  diuerfi  effettì,non  altri- 
menti ^he  f  noie  il  vino,&  ejierlatto  a  riceuer^fommo freddo,& fammo 
caldoyèome  il  ferro  :  ilquale  pofìo ,  che  fia  freddiffimo  di  natura,  nondi- 
meno accojlato  alfuoco,diukn  qaldiffimo  .  Tali  dunque  fono  quegli  ani- 
maliche  à  quefto  pianeta,^  a  queflo  humore  foggetti  fono ,  che  con  di- 
uerfi affetti  e attiuifempre  peccano  in  qualche  efiremo  .  Kl^n  però  d'ai- 
tmofipuò  nc^arCfcbe  tra  Saturnini  no fi troni  qualche  vno  huon&yfi  «h 

me 


2g6  <D  t  l  l\A    Ù  t  6  ^f  Zi     " 

Huomini  me  s'è  veduto  in  molti  huomini;tra'  quali  Bellerofontey  AiacefUercoley  £  ■ 
Saturni—  &  jLlefiandro  quantunque  di  color  Saturnino  fodero  (come  fcriùono)fu- 
c  f  a\  ron  pur  valoro fi  j  arditi  y  veloci,  &  inviti.  Ora  quesli  pianeti  mouendoft 
Pùneti  da  ^Ponente  a  Leuanteycontrarij  al  primo  mobile ,  fi  dividono  in  cafe  do- 
di diuerfi  dici;ad  ogni  vna  delle  quali  Jllcabitio  attribuire  ilfuo  colore ,  dicendoy 
efferci,&  c])e  lvafendente -,0  laprimay&  la  fettima fono  bianche ;lafeconday  &la 
duodecima  verdi; Laterza  et  l'vndecima,croce;la  quarta  &la  decima^ 
rójfe;la  quinta  &  la  nona  anelate  ;  la  fejla  &  la  ottaua^nere .  Il  Gxuri- 
co  aggiunge y  che  Saturnoynon  ejfendo  in  caf a  propria  >  nèineffaltationey 
fa  l'animale  difgratiato\nella  ter^a  &  nella  nona,infortunato  ne'  viag-  , 
gi;nellafefla,infermo  il  più  della  vitafua;nelladuodecimaytimido,e  mal  V 
M  auuenturofo.fjioue  nella  fecondaci  fk  di  buono  ingegnoynella  ter-^a ,  in- 
fortunato in  viaggio;nellafettimayvittoriofo;neU'ottauaydi  lunga  uita; 
nella  nonayVtik  e  coJìante\nella  vndecima,fedeleye  fecondo. Marte  in  ed 
fa  propriayil  fa  gagliardo->potente,e  fortunato  in  arme,  bombile,  &  mi- 
nacciofo;nella  ter%a  malfortunato  in  camini;  nellafeftayjpefio  infermo 
per  troppo  fangue  ;nella  [ettima,dififtrofo  ne'piediy  &  nelle  mani  ;nellct 
nonayaudaceyincontinentey&  infedele ;nella  decimayValorofo.il  Sole  nel 
la  fecondayilfa  di  bello  collo\nella  terxay  projpero  ne'  camini  ;  nella  fé- 
Haymolto  infermo ;nella  ottauayeffendo  infegno  acqueoyfk  morire  in  ac-  q 
qua:  in  igneoy  per  fuoco ,  ò  per  ferro  -,  in  terreo ,  per  cadutalo  per  routnay 
in aereoyimpiccato-.in Scorpione , di pesle , ò di morfo velenofo .  XJenere 
nella  fefla,il  fa  ftnoy&  robuHìjfimo.  fJ^Cercurìo  in  afcendenteyilfà  inge 
gnofo;nella  ter^ayfortunato  in  via-.nella  fettimay  luffuriofo  :  nella otta~- 
uayinfortunato:nella  vndecimayauuenturofo  :  nella  duodecimayinfelicey 
&  mobile  di  ceruello .  La  Lunanellafecondayanuenturofo  in  ogni  cofa: 
nella  feslayfe  farà  fortunata  y  ilfhràfanoyfe  al  contrario ,  fémpre  infer- 
mo:nella  nona  ih  cafa  diMarteyilfh  dedito  alle  armi:  nella  duodecimay 
infeliceye  di  vita  brieueJEt perche  gli  effetti  di  queHì  pianeti  y  oltre  >  che 
nelle  regioni  temperate  fuccidon  meglio  ■>  che  nélVeflreme ,  due  fouente  H 
hanno  f allenar  certamente  fi  fogliano  accrefcere}Ò  moderarey  fecondo  i  J 
fegni  Celefiiy  con  cui fi congiuHgono  :  verbi [gratta  y  fé  Marte 'fitrouerà 
in Leoneyfarà  l'animale  furiofo  oltrà  mifura >  perche  in  tafeccejfo  con- 
correr iano  infieme  il  pianeta  fiero  >  ilfegno  caldo ,  &  fé  e  co ,  &  la  co- 
lera acuta  naturaleyèhe  in  quella  ftagione  domina  pia  che  màiy&  alt  in- 
contro fé  V  enere  fi  trouaffè  in  ariete ,  ò  in  Sagginano  :  dalla  loro  giun- 
ta benignità  diuerria  benigni ffimo  V  animale:  ma  trottando  fi  inT 'auroy 
ò  /'«|  Capricorno  cattiui  fegni ?  farebbe  effetti  alquanto  contrarij  a  fùa. 
naturay  &cofiàuwenzdeglF4trifmili:rionfòàncHnào  tììti'auìay  chìl 

pianeta 


rDll    C  A  V  aiLOy  Li Rr  HU.  a87 

+£  pìan?ta  in  gran  parte  non  fi  trouifetnpre  dìfor^a  maggiore,che'lfegno} 
onde  Dominatori  fi  dicono  i  pianeti  :  Teròper  miglior  chiarex^a  de  i 
curici  fi,  auuenga  ,  che  lungfi  dalia  mia  profeffioìietraf correr  e  mi  cono-^ 
fca  :  pur  verrò  particolarmente  à  narrare  anco  de  i  fegni  tutto  quello  , 
che  ne'  prof  efori  di  quefla  faenza  ne  ho  letto .  ÌEffendo  dunque  nella  sfe- 
ra del  Mondo  vna  linea  detta  Equinottiale  y  perche  quando  il  Sole  è  in  gquinot 
quella  >  rende  lals^ott  e  eguale  al  giorno  :  laqual  linea  diuide  il  Mondo  tiale  . 
in  due  parti  eguali  correndo  dalVOrienre  >  all'Occidente,  e  laf dando  da 
man  deslra  Temi/pero  'Boreale  y  e  da  manca l'Auftrale:  auuenga  >  che 
Arifiotele  le  parti  Orientali,  dimandi  deHre ,  l  Occidentali,  finiHre:eff a 

*M  linea  Equinottiale  è  diuifa  per  trauerfo  da  vn  grande  circolo  >  ilqual  dì- 
cono  lo  Zodiaco  :  che /ignifero  vuol  dire  :  effendo  in  lui  collocata  dodi-  zodiaco.. 
ci  fegni  con  eguale  ordine  >  &mifura.  Conciofiacofachelafuperficie 
fua  è  larga  dodici  gradi ,  come  vna  fkfcia  >,  $•  per  lunghexxa  è  pur  di- 
uifa. in  dodici  parti,che  fi  chiaman  fegni,  &  ogni fegno  è  partito  in  tren-  Segni  Ce 
ta  gradi  y  che  poi  fi' diuidonain  tre  fàccia  i  laonde  qua  fi  ordinariamente  le"i- 
auuiene  ,  che  in  ogni  fegno  fi  fanno  tre  mutationi  di  tempi  ,  fecondo  gli 
ajf>etti,&  le  cafe  de  i.pianeti,e  tutti  infieme  fanno  trecento  feff anta  gra- 
di ,  diuidendofì  ogni  grado  in  fejfanta  parti ,  che  minuti  fi  dicono  dagli 
s^Hrologi .  Ondefegue,  che  eia fcun  fegno  fia  vna  figura  fuperfic.ìale  di 
C"  quattro  lati ,  dodici  gradi  larga,  e  trenta  luaga.-.  per  ilquali  fegni  ilSole- 
continuamente  girandoli  corfofuo ,  viene  ddijftenfare  i  giorni ,  i  me  fi  y    . 
e  l'anno:-  effendo  uelmezo  d'efio  Zodiaco  vna  linea  detta  Scliptica ,.  nel-  qH^ù^ 
Laquale fanno  lEcliffìla  Luna ,  e'I  Sole .  J^omandofi queHijegni "M'on- 
toneyTorOyfjemelliyCancroy  Leone ,  Vergine ,  Libra  y  Scorpione ,  Sagitta- 
rio ,  Capricorno  >  Aquario  ,  eTefci .  Iquali tutti effendo  a  gli.  Elementi 
rajfomigliatiy,  il  Montone ,  il  Leone  ye'l  Sagittario  fon  del  fuoco  :  i  ge- 
mellila Library  &  Aquario  fon  dell'  aria ,  Cancro ,  Scorpione  >  e  Tefcl 
dell' A  cqua}T  auro  y  V  ergine  y  e  Capricorno  della  terra  :  & -eonfeguert— 

v.  temente,  vengono  ad  hauerpof  andane  i  quattro  humori  y  colera  yfam- 
gue,  flemma  y  &  melanconia  :  ma.  alcuni  fon  detti.amari,  che  effendo  in 
eccefio  caldi  y  e  fécchiy  efeitano  la  colera  v  alcuni  dolci  y  che  tempe- 
ratamente caldi  y  e*r  humidiy  fonlamici  della  natura. Olt/ acciò  ditut- 
ti  dodici  y  primieri  fei  fi  dicono  Settentrionali ,  perche  declinano  dall' €-  Segni  Se* 
quinottiale  verfo  Settentrione  y  i  fei altri :,  Auslrali ,  perche  tengono  jf^&Aui 
il.  me%o>  cerchio   del  Zodìacoy  che  ISquinottiale  fi  piega  di'  Auflro  y  itrali.- 
<&  cofi  quefli fon  più  vicini  al Toh  Antartico ,come '  quelli  di'  Artico. 
Chiamanfi  ancora  i  primi  Orientali  >  sì  perche  fono  fertili  y  e  fi  frutti- 
feri >.  come  perche  fono  primieri  djiafcere.  dalla  parte  di  Oriente  :  là  dar 

uej  ' 


-  a8S  D  E  L  l  J,     G  L  0  \l  Jt 

negli  altri  fei  fon  detti  Occidentali ,  perche  calano  [otto  ilnoHro  Itemi'  g 
fpero ,  come  dall' afpetto  del  Cielo  ft  può  vedere ,  &  perche fotto  illor  do 

urm  e  "  m^ni°  l  frutti  della  terra  fi  vengono  à  corrompere  .  zsfltri  fi  dicono 

mafcoJi-  diurni ,  &  ma] 'colini ,  dinotando  (fi  come  ancor  ne  i  "Pianeti  fi  è  da. 

ni-  intendere  )  che  fan  piti  forti  ,  e  di  maggior  virtù  con  i  loro  influffi  in 
tutte  le  cofe,&  ancor  pia  caldi,come  fono  il  Montone  ;  i  Gemelli  ,  ilLeo- 
ne,  la  Libra ,  il  Sagittario ,  <&ViAquario.JL Uri  notturni  y&femininiy 
che  han  qualità  contrarie  à  queHe,cioè,che fono  meno  cbiari,&  nten  pò- 
tentiiquali  fono  il  Toro,il  (ancro,la  Verginelle  Scorpione, il  (fapricornoy 
e  i  Tefci .  Diconfi  (omunii  Gemelli,  la  Vergine,  il  Sagittario  >  & 
Tefci  :  Fijfiy  il  Toro,  il  Leone  :  lo  Scorpione ,  &  jt quario  :  Mobili  >  * 
il  tJMontoneyil  Cancro  y  la  Libra  y  e 'l  Capricorno  :  perciò  che  in  quefli 
quattro  fi  cangia  il  tempo  in  quattro ftagioni  y  Trimauera  ,  EHate  ? 
^Autunno  y  &  Verno  :  le  quali  mutationi  non  fanno  gli.  altri.  Chi 
nafce  di  Trimauera  >  vien  di  buono  colore  (  fecondo  il  Cj '  aurico)  di  con- 
veniente statura ,  di  belliocchi  caldo  &  humido ,  e fanguignotD' 'EHa- 
te farà  di  corpo  ben  temperato ,  di  b:,.onaflatura,di  occhi  grandi,  di  cri- 
ni fpeffi  ,  caldo  ;  &  fecco ,  0-  iracondo  :  Di  autunno  yfifh  biondo  al 
color  di  mele ,  magro ,  dijpalle  larghe ,  con  mediocri  capelli  ,  con  gli  oc- 
chi bendijpofìiy  di  voce  fonile ,  freddo  ,f ecco  :  rDi  Verno  buona  Hatu-  ~ 
raye  buona  proportioneyccn  crini  piani  y  &  rari  >  &  complejfione  fredda 
&bumida.  Chi  nafce  fotto  Leone,  òSagittarioy  y  ieri  grande  di  per  fai- 
na y  fotto  Cancro  >  ò  Capricorno  ,  ò  'Tefci,  picciolo  di  Altura  :  IS^elprin- 
cipio  del  Montone,  del  Toro,  e  del  Leone  ,farà  di  membri  grofio-}nelfìney 
magro  y  all'incontro  i principi]  de  i  (jemelliy  dello  Scorpione^  delSagit- 
tarioyproducono  magri  gli  animali  ;  il  fine  graffi  ;  La  Librarla  Vergine > 
e*  /  Sagittario ,  gli  fanno  ben  proportionatiye  di  temperata  compleffione  ; 
Il  Toro  y  Scorpio  &  i  Tefci  y  in  contrario .  E  benché  l' ordinaro  nafci- 
mento  de'  Caualliy  veggiamo  efiere  nei  me  fi  d'aprile ,  ò  di  Maggio ,  e 
tal  volta  di  Luglio,èd'^fgoHo,  che  fon  peggiori  ;non  mancherò  tuttauia  fj 
di  brieuemente  diHinguere  co'  fegni  d'effi  mefi ,  ancora  gli  altri  vn  per 
vno  :  perche  non  protra  tal  difcorfo  fé  nongiouare  a  chi  volefie  curiofa* 
mente  ricercare  ogni  minuta  condizione  d'vnfuo  catiaìlo\non  efiendo  dub 
bioyche  fapendofi  di  qual  pianetaye  di  qualfegno  egli  partecipi  >  fi  potrà 
più  di  leggieri  con fider are  y  di  quaVhumoreye  di  qual 'animo  >  epofianya 
Montone  egliftfia.fi  Montone  dunque,ouerl'  A riete,per  comune  openione,è  ilpri 

fetti .  mofegnoyche  infieme  col  Sole,fù  innanzi à  tutti  creato  al  Mondoy&  però 
il  me  fé  di  Marmette  il  primo  dell' annoyfecondo  l'vfo  anticoyé  l  dominio 
del  capoycon  tutte  le  parti fue}gli  è  attribuitoy  e  di  co  mpleffione  calday& 

leccai 


DEL   CjiV^lllOy  LIB.  UH.  %tj> 

Ìs£  feccd:  e'I  fuo  pianeta  è  Marte  :  &  diluièlafua  prima  fnccia  >  del  Sole 
la  feconda: &  di  Venere  è  la  terza  :  la  cafa  fua  è  di  vita,e  di  nafcimen* 
to  .  V  accendente  della  fua  prima  faccia  ,  fa  V  animai  colerico  >  aduflo, 
ir  acondo,et  pieno  d'  auuerfità:dell'vltima  facciaci  fa  buono,forte,ama-    ^auajj^ 
HU,lodeuole,  piaceuole,  e  di  color  nero  .  St  ordinariamente  i  caualli  na  natl  fotto 
ti  fotto  il  Montone  ,  riefcono  agili-,  e  gagliardi  :  col  corpo  carnofo, crini  diuerfi 
foltiyoreccbie  picciole,  collo  lungone  tefta  afciuta  :  però  dicemmo  inoltri  p,anet*  » 
Trattici  ,  cbe'l  Cauallo  doueffe  bauere  il  capo  di  Montone  .  Il  Tauro,  fcono, 
è  fegno  del  me  fé  d 'aprile freddo,&  fecco  il  fuo  pianeta  e  Venere  ;  &  in 
lei,nella  Luna-,®-  in  Marte  ha  la  fua  Han%a;il  fm  dominio  è  nel  collo-,  & 
B  nella  gola,  produce  (fecondo  Mifaele)  potenti ,  &  fuperbe  le  creaturey 
con  la  faccia  curua  colnafo  ,  &  orecchie  grandi ,  e  co'i  crini  neri .  Ua- 
feendente  della  prima  faccia  le  fa  lafciue  (fecondo  UCjaurko)  della  ter 
•za  vile,  &  infortunato .  I  gemini  fono  vn  fegno  caldo-,  &  bumido,be- 
nigno,e  liberale, il  fuo  pianeta  è  Mercurio;  genera  gli  animali  crucciofty 
ma  poco  durabili  nella  ira  :  Herili  :  madefiderofi  di  cofe  alte  ;  yirtuofty 
docili,bellhfortunati,fanguigni,  &  ben  complejjìonati  ,  perche  nelmefe 
di  Maggio  fi  troua  in  tutti  il  fangue  più  affinato  :  ha  egli  dominio  nelle 
fpalle,  braccia ,  e  mani.  Il  (/mero  è  nel  me  fé  di  giugno  ,  fegno  freddo 
&  bamido:il  fuo  pianeta,è  la  Luna;  e  da  lei  da  Venere,  e  da  Marte  è  do- 
*■  minato ^genera  le  creature  incoftanti,contumaci,fuperbe,auare,  e  lufìu- 
riofe  :  ha  dominio  nel  petto  ,  &  nelle  due  cofìe grandi  a  quello  anneffe  . 

■  Il  Leone,di  Luglw,è  caldo-,  e  fecco  :  il  fuo  pianeta  è  il  Sole  ;  la  prima  fua 
faccia  è  di  Saturno-,  la  feconda  di  Cjioue  ,  e  di  Marte  Vvltima  :  onde  gli 

-  animaliycbe  nafeono  fotto  lui,  fon  caldiffimi,forti,e  rilucenti,  magnani- 
mi, e  robufì„faui,  ma  iracondi  contragli  ojfenditori.  tiapofianta  nel- 

•  l'orificio  dello  ftomaco  ,  <&  nel  cuore  .  coltri  al  Cancro  danno  ilcuore  » 

-  eìr  al  Leone  il  petto  .  La  V 'ergine  è  di  a^fgojìo ,  fredda ,  &fecca ,  il  fua 
pianeta  è  V 'enere ,  e  di  lei  ha  la  feconda  faccia,  effendo  del  Sol  la  pri- 
ma;e  di  Mercurio  la  ferina:  Fa  le  creature  belle  difaccia,ed'occbi:d'a- 

•^  nimo  affai  piaceuòli,ben  costumate  ,difcrete ,  burniti)  &  amabili .  Ha 
i  dominio  nel  fondo  dello  Homaco  ,  infmo  all'ombilico ,  nel  diaframma^ 
nel  fegato,&  nel  polmone .  Et  perche  la  vicinanza  del  Leone,che  èfer- 

■  uente  aflringe  la  fredderà  di  quefto  fegno ,  in  tal  tempo  gli  animali 
fogliono  effer  oppyefjì  più  che  in  altro  dyinfermità,&  voglionogli  jLSìro 
logi ,  che  i  nati  di  Luglio  fi  ano  fu  perieri  a  quei  del  precedente ,  e  di  que- 
fto  mefe.La  Libra  è  di  Settembre,  fegno  caldo ,  &  bumido  ,  il  fuo  piane- 
ta e  Venere  partecipa  di  Saturno ,  e  di  Mercurio  ,  e  Gioue  :  "Nella  pri- 

»  ma  faccia  fa  ì  animai fallace,ribaldo  >  e  traditore ,  nella  vltitna>  da  be~ 

T  ne}& 


*go  D  E  L  L  *i    G  L  0  T^l  jt 

m,&bonorato .  Hapoffan^a  neWinteBiniy  &  nell'omUico ,  &  in  tv.t-  £ 
te  quelle  parti)  che  fi  contengono  in/ina  a  i genitali  >  &  nelle  natiche  al- 
tresìy  &  nella  fcbiena ,  con  lecofleyche  quivi  pendono .  lo  Storpio  è  di 
Ottobreyfreddo,  &  bumido:ilfuo  vero  pianeta  è  Marte  ymaè  dominato 
ancora  da  ZJenere,e  dalla  Luna;  In  prima  fàcciayfà  lr  animalevirtuofo: 
infeconda>fhflidiofo:in  ter^aylufìuriofoyfecofidoil  Gaurico  ;■  Mifaele  di- 
ce la  cafa  di  lui  effere  infortimatayperche  dinota  morti  y  affanniy  danni> 
paureyinganni,guerreydifordini,<*r  aftutie  ;  &fotto  lui  venir  le  creature 
di  poco  valore,con  faccia  >  &  occhi  piccioli  :  &  molti  crini .  Ha  domi- 
nio ne  i  membri  genitali,come  la  vulua,la  madrice,  il  peritoneo,  iteflì- 
coliy  &  lor  borfa ,  con  tutte  le  parti  vergognofe  dauanti  e  dietro .  Il  Sa-  P 
gittario,è  di  rb{onembre>caldo>& [ecco ;ba  per  pianeta  Gioue)  eparimen 
te  Saturnali  Sole  :  la  prima  fua  fàccia  è  di  Mercurio ,  la  feconda  della: 
Lunata  ter%a  di  Marte  »  Isella  prima  eterea,  fa  f  animai  da  bene  >  ma 
pericolofo  à  morir  per  effufion  di  fanguejiella  feconda,  ben  proportiana- 
to  diperfona,  e  difcreto,  ma  lufiuriofo .  filtri  dicono  quefìo  fegno  chia- 
mar fi  fignor  de  i  viaggiydellafapien^aydel  magiHeroyde  gli  humoriydel- 
leftgnorie,  dell'ingegno,  e  deW  audacia:  onde  ft  può  giudicare  ,  chefotto 
lui  l'animale  venga  ad  effere  ben  difciplinato ,  nobile  et  animo  fìtà  >edi 
buonpaffo .  Il  fuo  dominio  è  ne  l>anche&  nelgroffo  delle  cofeie.  il  Ca- 
.  pricomo  è  di  Decembre  ,  fegno  freddo  ye  fecco  ;  il  fuo  pianeta  è  S*tuv-  ** 
no  ;  la  prima  fàccia  ha  di  Gioite ,  la  feconda  di  Martey  la  ter%a  del  Sole* 
La  fua  coflellatione  è  di  dominio  ,  e  digrandei^a  ;  pero  gli  ammali  da 
lui  diuengono fortunati y  II Gaurico diceychenon trouandofi  (jioueyna- 
feon  bruttiy  e  trouandouifi  V 'enere fian  lafciui .  Ha  poffan%a  nelle  ginoc- 
chia y  e-r-  nel  fonile  delle  cofeie .  Ifidoro  vuole ,  ci?  egli  fi  chiami  di  que- 
llo nome  y  perche  fi  come  la  Capra  volentieri  carni na  per  luoghi  altiy 
cofiil  Sole  trouandoftintal  fegno  yvàtuttauia  falendo  per  li  circoWBo- 
reali.  ^Aquario  è di  Gennaio  ,  freddo  \  &  humido  :  il  fuo  pianeta  è  Sa- 
turnoy  la  prima  fua  fàccia  è  di  Venere,  la  feconda  di  Mercurio ,  la  ter-  g 
T^a  dellaluna  :  nella  prima,  &  feconda,  fa  l'animate  caflo  ,  nella  ter^ay 
&  ribaldo y&vik  :  Il  cauallo  nato  fotto  quefìo  fegno,  è  piaceuoley 
di  buon  cuore  >  e  di  buona  forte .  Ha  do  minio  nelle  gambe** .  ultima- 
mente i  Tefci  fondi  Febraioyfegnofreddoy  &  humido ,  dominato  da  Ve- 
nere di  Marte  >e  dalla  Luna  >  mail  fuo  vero  pianeta  è  (fioue.  Fa  gli 
animali  raminghi ,  maluagi  ,  e  melanconici ,  con  diuerft  colori  >  &  me- 
diocre Hatura .  Troudndouifi  Saturuo,fi  porteria  pericolo  di  morir  in  ac- 
qua, La  fua  poffan^a  è  foura  i  piedi  »  Il  faper  da  qual  fegno  fìa  domi- 
nata ciafewta pam  dell animale > importa  molto; perche  ritrouandofi 

la 


>*  la  Luna,  in  quel  fegno,  non  fi  dee  quelfuo  membro  toccar  con  fuoco ,  ni 
con  ferro  ;  ne  per  cauarnefangue  ,  né  per  altro  ;  &  fé  per  auuentura  in 
quel tal  membro  ì animale  riceuefie  ferita ,  ò  colpo,  egli  porta  pericolo 
di  morire ,  fecondo  che  gli  effrerti  hanno  oferuato .  Et  coft  dalla  quali-  qJJJJJJJj  l 
t  à  del  fegno  Jotto  cui  fi  nafte,  procede  la  qualità  della  complejfione  ;  &  natifotto 
fecondo  qttefla  varietà,vn  membro  fard  più  debole,^  piuforte,che  vrfal-  diuerfi  fé 
tro  .  Ma  ninno  fi mar -ani gli  ,  come  vn  fegno  mede  fimo  in  diuerft  luoghi  *m' 
trottato  ^lignifichi male ,  e  bene; perche  (fi  come  i  Chiromantici  afferma- 
no )vna  figura  circolare  nel  monte  di  Gioue,promettere  dignitatì,e  pre- 
lature ;  mane  la  linea  vitale ,  perden^a  d'  occhi  :  il  che  con  ^Aflrono- 

*2trriia  ancor  fi  conferma  loro  ,  chela  prima  figura  dimoSìra  (jioueejfere 
flato  nella  natiuìtà  dell'  huomo  ben  collocato  ,  col  Sole;  ma  l'altra  Marte 
con  la  Luna,  &  oltre  à  ciò  vnasìella  nel  monte  di  Gioite ,  prefagifte 
efi  alt  ationi,in  quel  di  Venere ,  infàmia  per  donne,econgiuntìonedivili^ 
e  brutti  amori;con  altri  molti  ejìempi,che  addurre qui  fi potrebbono;  co- 
ft auuiene  ,  che  fecondo  gli  affretti  ,  e  i  luoghi  de  i  pianeti  ,  vn  fegno  può 
cagionare  diuerft  effetti  in  vn  Cauallo;ftchefi  vedrà  hauere  alcune  par- 
ti del  corpo  beUe,alcune  brutte .  Verbi  gratia,fe  in  ^Ariete  farà  Satur- 
no;!) Marte, fen^a  affretto  alcuno  buono  delle  fortnne,il  caualloharà  bua 
na  lefìa  :  efiendouiGìoue  ,  ò  Venere ,  Ih  ara  bella  ;  &  co  fi dif correndo  , 

C  peri"  altre  parti ,  fi  trotterà  la  cagione  del  bello;e  del  brutto.  Fi  medefl- 
mo  potrà  far  fi  ccnfiderando  le  membra  fottopofìe  a \i  pianeti-.che  fe'l  ca- 
vallo battejfe  la  Luna  in  aftendente,ouer 'in  fettima  ,  congii-.nta  col  Solerò 
contrapoTta,egli  hanrebbe  à  perdere  vn' occhio .  Se  con  la  Liinafuffe  con 
giunto  Saturno  ,  il  e  au  allo  f aria  debole  ,  eccetto  fé  guardale  a  qualche 
buona  fortuna  ,  cioè  Venererò  gioite  di  buono  affrettala  congiuntone  di 
Gioite  Orientale, e  del  Sole  ,  fa  il  cauallo  felice,  e  preffrero  :  Di  Marte ,  e 
della  Luna,pericolofo,di  vita  brieue,  &fine  malfortunato  ;  él  m ede fi- 
mo fk  quella  del  Sole  con  efio  lei,eccetto,fe'l  padrone  del  luogo  dove  fi  fh 
la  congiuntane,  moderaffe  limale  :  Di  Venere^ della  luna,ilfn  riguar 
deuole,&  altiero;Di  Mercurio ,  e  dell'ijlcfa ,  il  rende  docile .  jQ/<?  è  di 
meflieri  faperfì  ancora,  che  gli  affretti  delle  bielle  fon  chiamati  diuerft-  ■  f  ^Dn  *} 
mente,  ciò  èyCong!i:ntìone,Oppofitione,QuadratO)Trino  e S 'efìile .La con-  j? 
giuntione  è  cattiua,o  buona,fecondo  la  natura  delle  felle  che  fon  congiun 
te  :  L'oppofìtione,e  quadrato  fon  fempre  rei  :  lì  Trinomi  fefìilcfon  fem- 
pre  buoni .  Il  trino  dunque,  ti  fejìile  di  Saturno  con  la  Luna ,  dimoerà 
no  felicità,  fé  faranno  in  buoni  luoghi  delnafcimento  :  Il  mede  fimo' fhn- 
no  quei  di  Gioue,e  del  Sole: Quelli  di  Marte,e  del  Sole,il  fanno  nelle  guer 
re  ben  fortunato  ?  e   cofi  quei  del  Sole-)  e  della  Luna .  Il  quadrato  dì 

T     z        Satur- 


*p»  t)  ÈLI  U    G  LO  1^1  jt 

Saturno  ,  e  della  Luna ,  fa  il  cauallo  di  mala  compie ffìone  ,  pigro ,  &  in  £ 
disciplinabile .  Quel  di  Cjioue ,  e  della  Luna  ,  dà  buona  apparenza  nel 
principio^  ma  rio  fine  ;  Quel  di  Marte  ,  e  della  Luna  ,  diV 'enere ,  e 
di  Mercurio y  di  Mercurio,  e  della  Luna,  difauuenturato  dino- 
tano l 'animale.  V  oppofitione  di  Saturno  ,  e  del  Sole,  dizione,  e  del 
Sole,il  dimoftrano  mal  fano,e  di  tri  fio  fine:cDi  Marte,e  della  Luna,  del 
Sole ,  della  Luna,  pericolo fo  nelle  battaglie  .  Di  Mercurio,e  della  Luna 
timido  &  reflio;  Il  cauallo,  che  bara  Venere  contrapofia  ad efiaLuna 
nonferuirà  mai  bene  per  iftallone .  Et  cofipuò  trafcorrerfi  per  tutti i  mo- 
diche a  ciaf  cuna  flella  poffono  interuenirei  detti  affretti,  iquali  banfor- 
%a  diaccrefcere  il  bene, e  fc  e  mar  e  il  malerbe  fi  dinot affé  per  effe  Helle ,  F 
Che  fé  Marte  fufle  congiunto  con  la  Luna  in  Leone ,  &  che'l  Solefufie  in 
^Ariete  in  buon  luogo  della  figura  nel  medefimo  grado  della  congiuntio 
ne,  ouer'appreffo;  leuerebbevia  il  male  denunciato;percbe  il  Sole ,  eh' è 
padrone  del  Leone, ri f guarda  quel  luogo  di  affretto  trino  :  &  eglifitrona 
nella  fua  efsaltatione ,  che  è  Varieté.  Ma  doue  mi  lafcio  io  più  traffrorta 
re  r  J^on  è  queHa  la  mia  intentione,nè  tale  è  la  mia  pofsan^a ,  e  bobbio,  ■ 
à  rinchiuder  quafi  in  picchi  Vetro ,  V  acque  d'un  vaflopolago;bafta  ba- 
tter accennato  il  modo,  come  da  i  corpi  celeftì  fi  poffano  fare  i  giudicvj 
nel  Cauallo  prendendo,  da  quanto  s'è  toccata-quello  fol,che  per  efso  fac- 
cia; conciò  fi a  cofa  ,  che  grandiffima  forcali  auendo  iloro  influjjì  in  tut-  G 
ti  i  terreni  corpi,come  oggetti  inferiori  alla  lor  pò fsan^a, tanta  maggiore 
certamente  V  hanno  fopra  il  cauallo,quanto  egli,  auuenga  che  fia fra  tut 
ti  i  quadrupedi  il  più  nobile,  e"  l  più  perfetto  ,non  è però  dotato  di  quella 
ragione,con  la  qual  bafìafse  à  contrariare ,  &  vincere  quefte  tali  coflel- 
lationi  ,  che  piegano  gli  animi .  non  is forcano .  "Ben  potrà  forfè  alcuno 
Corpi  ce  venirmi  incontro,biafimando,cb'  io  h abbia  in  quefìi  difeorfi  attribuita  al 
itili  e  lo-  cauallo  maluagità,o  benignità  di  fortuna,laquale  s'attribuifee  all'buomo 
ro  influì-  JQi0)in  cui  è  la  ragione,& l 'intelletto ;che  doue non  fono  quefti ,  non  può 
reui .       efsere( come  afferma  zsfrifìotele )laFortuna.^A  cofìuifi  potrà  riffronde- 

re,la  Fortuna  poter  fi  dire  ne  gli  animali  bruti ,  o  buona  >  o  ria ,  per  fo-  ** 
•  miglianxa  dell'huomo;  il  quale ,  efsendo  principale  neW operare ,  ferue 
delCauallo,come  J finimento  :e  ffr  efso  i  Cieli  foglino  ad  vn'buomo  infor- 
tunato,maiar,  incora  i  caualli,&  altri  fimil'iflrumenti,  mal  fortunatiy 
fi  che  molte  volte  la  ria  fortuna  deW  animale  bruto,s' imputa  all'buomo 
e  quella  dell' b'iomo ,  all'animale  .  Oltre,  che  per  antichi,  &  moderni 
efsempi,  fi  fon  veduti  alcuni  Qiualli  hauer  fempre  apportata  vittoria > 
e£*  honore  a'  lor  padroni,come  quel  di  Cefare,d  Jllefsandro.e  d'altri  mot 
ti>  che  babbiamo  racconti  )  altri-,  ali 'inconti  o  >  del  continuo  apporta- 
ti infor^ 


DEL  CAVALLO,  LIB.  IV.  291 

A  ti  infortuni] ,&  vergogne, e  danni ,e morte  :fi  come  diflintamente  fi  tro 

uà  fcritto  di  quel Seiano,  cauallo  cofi  nomato  da  Seio,ilqual  prima  gli   Seianoca- 
fìpadrone.  Egli  nacque  nella prouincia  di  Argo,della  progeni  e  dì  quel  uallo  fata- 
Zi?  ra^Za ,  che  Hercole  da  Tracia  bauea  menata  ;  Era  di  pelo  baio,  &  J5'e  fua  "'" 
molle,  di  collo  alto,  di  chioma,  e  coda  lunghiffime,di  gambe  afciutte,  di 
piedi  fermi, e  di  groppa  larga:  &foura  tutto  pien  di  rigore:  &  infom- 
tna,ditalbelle,z7a,  che  di  molte  lutane  parti  veniuanoper  vederlo  ;ma 
nondimeno  e  fu  di  fato y  che  ciafcuno,  che'lpoffcdea,  inbreue, con  tutta 
la  cafa ,  fé  neandaua  à  rouina  ;  &  ciò  fi  vede  per  cinque  proue ,  che 
Gn.  SeiOyilqual  andato  Confilo  nella  Grecia,l'hauea  di  trenta  me  fi  com 

B  perato,edomo,  poco  da  poi  fu  condonato  in  Roma  da  M.Antonio, ami 
ferabil  morte, per  hauerfeguite  le  parti  di  Augufio.  Cornelio  Dolabella 
che  poi  per  ceto  milafcjìeryi  il  comperò,  al  capo  d'vn'annofà  amma^ 
%ato  in  vna  popolare  feditione  in  Epiro  moffa.  Caio  Caffo  ter%o  compe 
rat  ore  fra  due  anni  morì  attoscato  con  moglie,  e  figli .  Venne  il  cauallo 
pòfcia 'iielle  mani  di  M.  Antonio,  che  perfenfena  diede  tanto  à  colui, 
che  gliel  menò,  quanto  à  chi  venduto  l'hauea;  ma  non  inette  due  me  fi, 
che  venuto  à  battaglia  maritima  con  Auguflo, bebbe  quello  infelice  fi- 
ne,che  a  tutti  è  noto,mxffimammte  a  quelli,  che  harranno  Plutarco  let- 
to, ultimamente  attempatola  venduto  per  vilprezgp  ad  vn  Caualie- 

C  re  d'Afta,  nomato  Nigidio,ilqual  paffando  la  fiumara  di  Af aratone, 
amendue  fcapucciati,fi  affogarono  in  quell'acqua,  oue  mai  più  non  fu- 
rori viHi;&  cefi  per  cofa  di  malaugurio  venne  in  prouerbio  à  dir  fi  il  e  a 
noi  Seiano  ;come  per  fomigliante  cagione  l'oro  Tolofanofi  diffe  ancora. 
Chi  negherà  dunque ,  che  queìla  non  fia  veramente  vna  for%a  fatale 
innata  nell'animale? Non  nego  iogià,chenon  confifla  nella  libera  volon 
ti  deU'huomo  di  adoperare  ò  bene,  ò  male  il  fuo  frumento  :  perche  fi 
vede  tutto  ilgiorno  vn  cauallo  buono  fiotto  vn  buon  Caualiere  venirmi 
gliore, che  fiotto  vn' altro:  &  s'egli  farà  men  buono,  certamente  non  an- 
drà con  tanto  dì  fior  dine, &  pericolone  lo  regga  vn  dotto  artefice,  quan-  Inclinatio- 

j)  to  fé 7  fieno  fia  in  mano  di  vno  fiocco,  &  inefperto .  Tuttauia,  chi  ne-  "'  &  ìnfluf 
gaffe  le  inclinati oni  delle  ftelle  ne  gli  animali ,  contradirebbe  à  tutta  la. ._  *  g     " 
fcuola  de  gli  Adrologi  ;  i  quali  di  commune  volere  affermano, i  fegni,  a\\  huomi- 
&i  pianeti  communicar  le  loro  compii filoni  à  quanti  nafeono,  &  le  ni,  come  ne 
buone,  ò  rie  fortune  à  ciafeheduno ,  fecondo ,  che  i  fegni  nella  nati-  gj1  anima- 
uità  fi  trottano  in  luoghi  fortunati  con  buoni  affretti,  ò  con  maluagi,ne     ' 
gl'infelici;  &  parimente  .fecondo, che  i  pianeti  per  fé  fianoprojpereuo- 
U,comeGioue,&  Venere  ;  ò  infortunati, come  Saturno,  &  Ad  arte  ;  & 
fecondo,  che  gli  altri ,  che  fon  neutrali ,  fi  trouano  accompagnati  con 

T     3         buoni 


2^4  DELLA    GLORIA 

buoni  >o  con cattiui  .  Et  cofi  Tolomeo  con  la  natiuità  de  glihuominidi  ]% 
quella  de*  Brutti  ancora  fcriffe:  &  Aly  Rodoban  dice  etyreffamentehct 
uer  offeruatanei  quadrupedi  la coUellatione  del  nafcimento;&  ampia 
mente  Giulio  Firmico  ancor  ne  tratta  ;  siche  faputafi  l'horaà  puntor 
in  che  il  cauallo  nafte,  &  la  ragione  con  la  fua latitudine,  fi potria  for- 
mare vna  figura  nel  calcolo ,che 'fi fuole  :  e  riguardati  i  pianeti ,,&  l' of- 
fendente,&fuoì  padroni  giudicare  nopnr  s'egli  debba  riuf ciré  animo- 
fo, agile, gagliardo, fano,  e  di  lunga  vita,  ma  etiandio  qual  debba  efferc 
l?vltimo, proprio  fuocolore  ,con  molte  altre  condìtioni  vtilir&  neccf- 
farie  al  cauallo  ,.&  al  Caualiere .  Et  cofi  (per  aggiungere  ancora  que- 
(ì' altro  tjfempioj  fe'l  cauallo  haueffe  in  afcendente  Marte  Orientale  à  p 
gradi  nout.,0  dieci  di  Ariete  egli  verrebbe  ad  ejj ere  colerico ,.& f :oc ofo, 
effl  >do  caldi,efecchi  il  pi  anela, e' Ifegno;  ma  perche  la  slcllafiffa,ch'iui 
jìtroua ,ch è  l'ombilicodi  quella  celesleimagine ,  detta  il  caual  mag- 
giorerà della  natura  di  Gioue,ilqual  è  temperato:  fi  tempererebbe  anco 
ra  laco:mphj]ìone  dell'animale, onde  e'  farebbe  leggiero ,ardito;  viuace, 
&■  molto  habìle  al  guerreggiare,  con  pelo candido,  &  rutilo  mifiiinfie- 
meihauc do  Saturno  Occidentalein  Cancro,riufcirebbe picciolo  di  cor 
pò,  freddo  dinatura,malfano,edi  cortavita.  Ma  fé  quefiigiudicij  fo- 
no diffi  il'iffimi  ad  inuesligare  :  bifognandoui  molte  fottilità  di  regole 
Agronomiche, &  molte  minute, ma  import  antiffimecircofia7e,lequali  q 
più  per  ifpiratione  diuina,,che  per  arte  fi  poffono  a  pena  comprendere  ; 
poiché  vanandofi  l afcendente, gli  ometti  ancor  a,&  le  congiuntionija 
figura, &  la  fàccia  del  Cielo  fi  vengono  à  variare;,  certamente  no  man- 
ca pure, che  non  fi  poffa  fi  our  ire  in  qualche  parte  la  ine linatione  di  effe 
Dalla  quali  $elle,  &  fecondo  i  precetti  dati ,  dalla  qualità  de' peli conofeere  gli  hu- 
tà  de'  peli  mori  del  cauallo,&  fuoi  influffi;  percioche  vedendolo  di  pelo  infocato,. 
porerfi  co    &  confeguentemente  per  proua  trouandolo  iracondo ,  e  incorrigibile; 

"°flCt/re  i!  (lentamente  potremo  dire  in  lui  dominare  Leone-,  e  Alarle  :  e  deuremo* 
innuui  del     .  ir  »■•!/•       •        ..,-..,       „    ~ 

cauallo        riputarlo  infortunato ,coe  pericoloso  ne  i  moti  vioieti,&  nelle fhttiom 

delle  battaglie  ,.douc  non  è  mai  bene  adoprar  e  anali  i  tanto  impetuofi,  fj 

chenon  fi ballino  à  raffrenare  :  &  in  quello  modo  fi  potranno  fkrek 

con fiderationi  di  tutti  gli, altri  :  aggiungendoui  l'ifyerien'za  maejlra  di 

tutte  l'arti  :  dalla  quale  fecondo  le  operationi  dell'animale  fi  conofeerà 

la  compleffione,  fé  fu  temperatalo  altrimenti  ;  perche  dalla  temperan- 

Dalla  tem-  xafogliono  veramente  per  ordinario  frguire  futi  ejfi  buòni,  e  fortuna- 

peranza  fé-  ti  ;  ma  da  gli  efìremi  non  fi  piffono  affettare  altri ,  che  trifti  efiti . 

gui'ei  buo  Orietta tempt-ranya  confile  nel  mefiolamento  delle  qualità  Elemen- 

ni  iuccefsK  tan  fato  con  proportione  ben  ccncordeuolejoncorrendow  medefima- 

mente 


DEI  CAVALLO,  L1B.  IT.  *95 

A  mente  proportionatala  forma  delle  membra,  laqualconfifle  nella  gran 
de%^a,nel  numero  delle  parti,  nella  figura,  nella  mifura ,  nell'ordine , 
&nelfito  .  Et  benché  la  vera  temperanza  non  fia  (fecondo  Galeno) 
■perfettamente  fé  non  nellbuomo  :  battendo  egli  la  più-nobile  anima  fra 
tutti  i  mortali  corpi  :  laqual  non  fi  fari  a  potuta  esercitare  nelle  fpeco- 
lationi,et  intelligence  delle  cofefublimi,ottime,ediuine,al  che  fu  pro- 
priamente prodotto  col  vifo  leuato  là  verfo  il  Cielo ,  fi  come  ben  dice 
Guidio,fe  non  fuffero  flati  ben  or 'dinati, & compofìigli  organi ,sì  iflrin 
fecbi,  come  intrinfecbi  :  Nulla  di  meno ,  ella  fi  difeerne  ancorafecondo 
lafua  specie  nelcauallo,  in  cui  lofpirito  certamente  non  può  fare  l'ope- 

B  rationi  conuenienti  ,fe  n  on  babbia  leparti  del  corpo  e  dentro  -,  e  fuori , 

ben  collocate^  .  Però  non  debbiamo  noi  marauigliarci ,  fé  tal  volta  Caualli  bel 
Teggiam  cauallidi  pelo,  e  di  filitela  belli ,  far  cattiue  operationi ,  &  li  Far  tal  voi 
rìuerefempre  infermi,  e  briewe  tempo  ;  perche  le  parti inter ne  faranno  ta  cac?He. 
in  loro  affai  maldijposle  :  e  tal  volta  alcuni  brutti  operan  bene, perche  0^&LZtxQ^u 
lofpirito  con  lafor%a  di  qualche benigna  coflellatione  ,  fupera  la  mala 
compofitione  delle  membra,  e  de  ipeli .,  i quali  fogliono  fpeffo  vtnirt  à 
fomiglianxa  de'  genitori, et  anco  de' progenitori:  òdi  figure  imaginate. 
Vero  è ,  che  al  mancamento  a*  vn' animale  irr  ottonale , non  fi  può  co  fi 
agenolmente  rimediare ,  come  fu  l'buomo  ;  ilquale  con  l'aiuto  princi- 

tS  palmente  delfommo  Dio ,  &  colgiudicio  proprio  ragioneuole ,  può  li- 
beramente raffrenare  gli  appetiti ,  &refifìere  alle  inclinationi  contra- 
rie al  decoro,  &  all'honeflo  ;  ma  il  cauaUo,fen%a  la  difciplina  dellbuo-    Difciplfne 

monon  può correveerelamaluavia natura  (uà;  là  douel'  ammaestra-  n?  ?  ,u?t 
»  *^^  nir  buoni  ì 

mento  bumano  batta  à  farlo  di  mediocre ,  diuenir  buono ,  e  di  buono ,  cauauj , 

ottimo  €  perfetto .  Ma,  fi  come  nella  coltura  de'  campi  è  neceffario  pri- 
mieramente difetrnere  il  terreno  à  qual  forte  di  piante  ;  ò  di  femen%a 
fia  più  idoneo ,  e  quefìo  giudicio  fi  fuol  prendere  da  quell'herbe,  e  da 
quei  virgulti,  ch'egli  naturalmente  da  f eproduce  ;  cofi  affine ,  ebe  nel- 
Vammaefìrare  de  i  cauaUi,poffa la  difciplina  trar  profitto, impiegando- 
li fi  degnamentein  parte  acconciazdefcriuerò  con  ordine  più  difìintoque-  . 
gli  altri  fegni,  con  che  lavatura  mirabilmente  diuifando  ,  &  quafi  djfcuopro^ 
ricamando  i  mantelli  loro ,  fuol  difeourire  la  qualità ,  òbuona  ,  ò  ria,  nolequali- 
che  in  effi  fia ,  fecondo ,  che  per  antichi  accorgimenti  sé  imparato  :  i  tà  d'vn  ca- 
quali  fegni  perebe  fono  di  due  maniere,  Ballane, e  Remolini  fi  chiama-  ua"°  • 
no  volgarmente.il  nome  de  i  Remolini  par  che  dertui  da  picciolo  mola,  . 
effendo  eglino  di  peli  ritorti  in  fttfo  certi  circoli  piccioletti  quanto  vrì  RemoIiri1" 
quadrino, che  già  Cerchielli  fole  an  chiamarfi  JLtfecodo  le  prime  fillabe, 
dinotano  douer'effere  remoti  dalla  visla  propria  dei  e au allo, e  parte  vi*. 

T     4         tino 


.. 


*$6  DELLA    GLORIA 

einod  fegato ,  &  al  cuore  :  cioè  ch'egli  li  habbìa  in  parte ,  che  non  fi 
pojfano  vedere  da  fé  mede  fimo  ;  come  faria  nell'anche  didietro  preffo 
la  coda,  nella  fronte  3nella  gola  3  &  nel  collo  preffo  ài  crini  ;  otte  fé 
fuffer  due ,  l'vno  incontra  l'altro  3  affai  migliori  fi flimerebbono;  &  per 
lo  piùi caualli  cofi notati 3  riefcono  affai  gagliardi  y  &  auuenturofi  : 
Ma,  quando  fono,b  per  lo  diritto  del  polfo ,  ò  nel  me%o  del  petto 3  ò  nel- 
le cofìe3  ò  nelle  fpalle ,  ò  ne'  fianchi  3  òfotto  il  ventre  3  fono  maluagi  fe- 
gni ,  dinotando ,  che  quelle  parti  inferiori  fujfer o  aggrauate  dall' impe- 
tuofa,e  difordinatafor%a  de  gli  humori  ;  dal  cui  contratto  io  crederei, 
che  fi gener afferò  nel  cauallo  quefìi  cotali circelli  non  altramente  3  che 
per  contrajìo  di  venti  ne  veggi  amo  fpeffo  far  fi  nella  terra,  nell'aria  3&  F 
nel  mare;  laqualtempesla  da'  Latini  è  chiamata  Turbine;  &  cofi  Ho- 
mero  nel  naufragio  di  Vliffe  diferi  uè  quel  riuolgimeto  d 'acque ,e  di  ven 
ti3chefa  Cariddi  3propriamente  fimile  al  Remolino .  Nafcono  i  Remo- 
lini 3  quando  lafuperfluitàfeccay  dalla  quale  (fecondo  Anfìotele) fi  ge- 
nerano ipeli  (  perche  l'altra  humida  genera  il  [udore)  è  i  alda  fouer- 
^hiamente  ;  percioche  mentre .,  cheja  qualità  terrefìre,  con  la  naturale 
graue%ga  tira  i  peli  in  giù  3  e  quella  del  fuoco  in  su  :  effi  peli  non  poten- 
do per  la  loro  ùebole%ja  refifìtre  3  vengono  ad  effer  torti  :  &  come  dif- 
ferenti dagli  altri  3  che  procedono  da  eshalationè  fredda  3  fianno  rau- 
nati ,  &  raccolti  infieme  àguifa  di  circoletti ,  talhora  in  altra  forma  :  G 
che  effendo  alquanto  lunga  à  guifa  d'vna  penna  3  Spada  romana,  lafo- 
glion  dire  :  ma  la  figura  circolare  per  ragioni  Geometriche  è  pia  perfet- 
ta in  tutte  cofe  ;  onde  infomma  i  Remolini  nelle  parti  fuperiori3&  emi 
nenti  3  che  dette  habbiamo ,  come  quelli ',  che purificano  da  intemperata 
humidità  i  luoghi ,in  cui  s'appoggiano ,  fon  tenuti  per  fegni  ottimi  :  & 
hanno  veramente  tanta  virtà3cheper  effi  s'ammenda  e  tempra  ogni  ri- 
Balzane.     **°  ^  Ballane,  che  nel  cauallo peffime  fi  trouaffero.  Il  nome  delle  quali 
par  che  fia  tratto  dalle  Bal^e  3  faffi  alpefiri  di  alte  rupi  in  foggia  ton- 
da :  ò  da  Ballai ,  che  per  J alti  fi  vfano  dire ,  &  che  ancora  per  li  circoli 
dell'inferno  da  Dante  fi  trouan  detti .  Ma  3  qualunque  nefia  l'origine  3  fi 
elle  dinotano  quelle  macchie  di  color  bianco  3  nero,  ò  miflo3  che  nafcono 
talhor  nella  fronte  3  nel  mufiaccio ,  ne' crini  3  &  nella  coda  ;  talhora ,  e 
"fiùfouente  nell'efìremità  delle  gambe  del  cauallo, et  in  fino  à  piedi, doue 
fuole  perlopiùfpcffo  concorrere l'humor flemmatico ,  ò  aereo  cacciato 
da  i  luoghi  intcriori.  E  tali  Ballane  propriamete  appartegono  al  caual 
lo 3ilqual  effendo  e aldiffimo per natui a  ,c accia  fuori  quefìi  fegni;  manel 
Mulo  fé  ne  veggiono  di  radiffmo ,  perche  ilfeme  dell' A  fino  3  &  pari- 
mente il  me(iruo  dell'  Afina  fonfieddiffimi  ;  fiche  m  ogni  modo3  che  gli 

nafea 


T>ZL  CAVALLO,  L1B,  IV.  1.97 

'A  nafta  vieti  partecipe  più  del  freddo  yche  del  caldo  .fecondo  I'vfo  vniuer  ,. 

fale  .  Hor  di  quelle  tre  specie  di  Ballane .  che  auuengono  à  caualli .  le  w  t**fa. 
mifte  ordinariamente  foglion  ejfere  variate  di  bianco  con  f auro  .òcon 
baio.ò  con  h  obero '.&  foglion  nafcere  a  cauallo  parimente  pezzato,  & 
vario:procededo  tutte  e  tre  ò  daimaginatione.ò  dafom\glia%a  de  prof 
fimi  .  ò  da  cotrottione ,  ò  da  mefcolan%a  d'humori'.o  da  influii  celefti; 
lequali  cinque  cofehauendo  moltapoffan%a  in  tutto  il  e  or  pò. maggior  e 
l'hanno  nelle  parti  di  quello  efireme  .E  già  tutte  le  Ballane  come  de 
riuate  da  humore  indigeno  fono  per  fé  cattiue ,  debilitando  i  membri , 
in  cui  auuengono  ;ma  perche  accidentalmente  àiffeccano  lefuperfluità 
B  de  l'humidio.&  delfreddo  nei  membri  baffiydi  comune  parere  fi  jiima 
buone}quando  tengono  quelle  conditioniyche  fi  richiedono.  Cociofia  co 
fa  che  le  Ballane  nere  deono  efferefempre  eguali ;le  Bianche  in  ali  una, 
-parte  grandi  yin  alcuna picciole.fecodo.che più ò  menoficonofca  efferui 
bifogno  d'humiditàyò  delfauor  di  Venere ,  ò  di  Gioue,  per  temperanza 
degli  altri  peli;onde  altramente  conuegono  al  Morello ,  e h'è  di  terrai 
Saturnino;altramete  alfauro.ch'è  di  Fuoco ,&  Marnale;  &  coft  pari 
mete  fi  fono  da  confi  derare  gli  altri  partecipi  d'ejji  due  .  Ma  ordinaria       Bajzane 
mente  .quanto  fon  piùpiccioleyet  men  calcate,  &  che  meno  fagliano  fo  quaij  t>uo- 
pra  le  giunte  delle  pafiore  .tanto  migliori  fon  riputate  .maffimamete  ef  ne ,  e  quali 
C  fendo  bianche  ;percheyquato  più  il  cauallo  ha  del  pelo  bianco  nelle  gam  ree« 
be.tanto  più  debole  èfiimato  .  maffimamete fé labianche%p^afuffe nel- 
laparte  anteriore y& fé  toccaffe  leginocchie.ouero  l'vnghie.  Et  in  effet 
to  le  Ballane  dalla  parte  di  dietro  fon  femore  miglioria  più  fortunate, 
che  dal  dinanzi  ;  &  quelle  di  dietro ,  ò  deono  efferfole ,  ò  maggiori  di 
quelle  dinan%i;non  mancando  alla  fronte  .0  nell'vno.  ò  nell'altro  modo 
il  fegno  bianco  ;  perche  fcl  cauallo  Ballano  di  duepiedi  haueffe  Pvna 
delle  mani  biaca.e  maffimamete  la  deflra;  quantunque  farebbe  fegno  di 
molto  prc^go  .nondimeno  fen%a  lafìella  non  è  perfetto. Ma  il  Ballano 
delle  due  mani  haggia  pur  bianco  ò  l'vno.ò  l'altro  piede,  che  non  fi  fee- 
D  ma  della  fua  maluagità.Il  Ballano  di  quattro  fi  fìimafincero  di  fante* 
fia.ma  di  poca  forza.ancor. che  Silio  lodi  affai  Pancate  y  à  cuifplendea 
la  fronte  bianca.e  bianco  era  ognifuo  piede .  Gli  antichi  Pr attici  dico- 
no  effere  mal  fegnale  ,  quando  vn  cauallo  è  Trauato.ò  trafìrauato  .  _  SSjJ 
Trauato  int  edono  yquado  egli  tiene  la  Balzana  in  vno  piede,  et  in  vna  Traftraua» 
mano  di  banda  diritta,  amendue.ò  de  banda  manca;,  ma  alquan-  to. 
to  men  piggiore  .fé  fia  della  man  della  briglia .  e  del  pie  dellaftaffa . 
cioè  della  banda  manca  .  Trafìrauato  quando  egli  la  tiene  in  vna 
mano  deflra  9&  in  vn  pie  finiftro.,0  all'incontro  :  Ù4  qucfto  è  il  più 

m  augno; 


«p8  DELLA    GLORIA 

maligno  ;per  eh  e  lor  auuieneperbauer  tenuti  nel  vene  materno!  piedi,  £ 
et  le  mani  difordinatameteauuiluppati;  ond'effi  tirando  fempre  à  quel 
naturale  iflintojnciampanomoltofpeffeyCogran  pericolo  de  i padroni; 
ma  pur  fra  manco  male,  effeudo  trafirauato  del  pie  della  fraffa ,  e  della 
Caualli  for  man  della  lancia.  Affermano  altresì ,  che  tutti  queicaualli  t  chan  bifo- 
tunati.       gno  difegni  ne  lor  o  pie  di  ;qu  ali  fono  i  Morelli,!  Sauri, et  alcuni  Bai  jet 
altroché  parte  e  ipano  di  tai  peli  troppo  adufii\fi  reputano  fortunati ,  e 
di  buon  core,  &  rie/cono corridori:quando  fono  fegnalati  del  pie  della 
fiajfa  cioè  donde  il  Caualiere  monta  à  causilo  ,etfempre  co  lifta  in  fron- 
te: comie  quelcauollo  Vergili  ano, ilquale  difopraindnjfi,che  dimoslran 
Ar&eglio.    £0  alteramente  la  fronte  bianca ,  bianche  banca  le  rejìigia  del  primo  f 
piede. Il  Ballano  del  pie  diritto  fi  dice  Arsegli o  qua  fi  Arcendo }  e  da 
f chinar fi;che .benché foglia  apparer eccellente  nell'opre  fue ,  t  ut  tatti  a  è 
vitiofo,e  difafirofo,per  le  battaglie;però  dicono  gli  Spagnuoli. 
De  l'ombre  maloy  de  cauallo  Ariel 
Se  guardar à  quienfuere  cucrdo  del. 
E  tanto  maggiormente  s'egli  fuffe  dipelo f auro ,  ilqual  douendo  in  tut- 
te le  parti  conueneuoli  hauere  ifegnt  bianchi  per  temperanza  della  fua, 
complefìione  caldijjima  ,&  non  hauendo  la  Natura  cacciato  fuori  fé 
non  quel  poco  di  fegno  ,per  io  quale  dimostra  nel  fegato  qinui  corri- 
spondente ejfere  abbondanza  d'humor  cattino,  figiudicafuperbiffìmo,  q 
&  indomabile  sparendo  dir  fi  quafi  Ar fé  gì  io, tanto  èarfo,  &  infocato. 
Difauenturofo  anco  fi  trouaeffere  il  Ballano  deUaman  della  lancia, 
Nei  Sauri  benché  fa  maneggiante ,  e  di  buono fenfo  .  Ma  il  Ballano  della  man 
che  fegnali  della  briglia  è  di  poco  pregio  .  Et  per  narrare  difìintamente  ciò ,  che 
fi  difiden-^er  lUnga  efperienia  queftì  Brattici hanno  oJferuato;nei  Sauri  Bruni 
effx  non  defiderano  fegnali  nelle  p  arti  b  affé ,  come  fono  tacche  ,liHe , 
arminij  e  ballane ,  ihefoglion  dirfi  ;  acciò  che  la  graueipa  del  flem- 
ma non  reniffe  a  dar  contrario  effetto  alYhumor  acce fo, che  tira  natu- 
ralmente per  lafua  leggiereiga  alle  parti  alte  ;  ma  lodano  ben ,  che  la 
loro  temperatura  con  qualche  humiditàft  difeopriffe  per  alcuni  peli  bià  // 
chi ,  ò  mof  he  fparfe  per  lo  capo ,  &  per  lo  dorfo,hauendo  iUapo ,  & 
le  gambe  nere  ,  con  crini  folti  viuaci,  &  rojfi  .  Ne:  Sauri  chiari  sia 
bene  hauere  lislato  ildoffo,  con  crini  biondi, &  coda  atyerfa  di  peli  ne 
ri:&  effere  ben'isfacciatijfi ,  che  pare/fero efìhalare  quei  difcenfi ,  che 
li  fogliano  fare  ttupidi ,  e  di  mal  fenfo ,  &  anco  infermi.  A  i  Sauri  in 
dorati yche  Fuluifipnffon  dire,conuengonoi  crini  non  conformi  ai  cor- 
po ,  come  ne  gli  altri  fi  fuol  richiedere  :  ma  bianchi ,  el  dorfo  ruffo, 
fon  effere  cai-fati  di  tutti  e  quattro  i  piedi  ;  ma  quelli,  che  né  Bruni 

né  chiari 


DEL  CAVALLO,  L1B.  ir.  ±99 

j§nè  chiarì fi  poffon  dire  Solamente  nelle  parti  pofieriorib  abbiano  le  bal- 
ene ;  sì, che  dimo^rino  purificato  il  cuore ,e'i l fegato .  J falbi  fi  difiano  Falbi . 
ben  lislati  nella  fchiena,  &  ben  vergati  nelle  parti  eslreme  bajfe  ;  e  pur 
bauendo  il  capo  nero ,  migliori  fono  imaffimamentefe'l  marito  loro  ti- 
rale alpelo  ceruino .  Il  baio  posticipante  di  castagno ,  e  di  alavano  dee  Ne'  bai  che 
ha  uè  re  nella  fronte  vnafielletta  di  bianco  ,dalla  quale  difcenda  vn  rag-  fcgnali  fi  ri 
gio  alle  narici ,  &  iui  s'allargi  alquanto,  ma  non  tocchi  il  fonano  lab-  chieggano# 
bro;  oltre  acciò  habbiaire  piedi  bianchi  ;i  due  di  dietro ,  e  Ifinislro 
dinanzi, il  quale  fé  fin  al  me%p  de  lo  ìlincofarà  ballano  ,  più  bello  farà 
slimato  ;  mai  crini jl 'ciuffo  ,&  la  coda  cleono  effèr  neriT  Benché  il  Con 
g  te  Matteo  in  eie  differifea  alquanto  ladoue  de friuendo  Frontino  dice, 

Quel  buon  deHrier,chefù  fen%a  magagna, 

E  sì  compiuto yebe  nullagli  manca; 

Baglio  er  atutto  àfcor%adi  caflagna, 

Ma  fin  al  nafo  hauea  la  fronte  bianca;. 

Nacqu e  à  Granata  nel  regn 0  di  Spagna? 

La  tesla  bafcbietta>e  graffa  ciafeun'anta; 

La  coda  è  come  bionda,e 'terra  tocca; 

E  da  tre  pie  bal%an, dolce  di  bocca* 
Et  l'Ar  lofio  induce  Ruggiero  a  canale  are  fopra  vn  baio  corfier  ,di 
q  chioma  nera T  ri 

Di  fronte  bianca,  e  di  due  pie  ballano.. 
Alcafìagno  ofeuro  fi  richiede  nella  fronte  vnafletla  bianca  rotonda, 
tarato  migliore,  quanto  maggiore  :  nelle  parti  di  baffo  gli  difdice  ogni 
fegno  bianco  ;  an^i  cofi  à  lui  come  al  castagno  pecegno  ,  che  tira  al 
nero  ;  &  anco  ali  abbruno  ,che  mediocremente  partecipa  dell' vno, 
e  dell'altro,  cunuiene  hauer  di  color  nero  le  gambe ,  la  coda,  e  i  cri- 
ni ;  questi  folti ,  quella  non  molto  corca ..  Al  baio  indorato  fìau  bene: 
i crini  rari ,  ò  Spani ,  come  fi  dice  :  le  parti  estreme  nere  :  il  mostaccio 
vn  poco  intaccato  di  bianco  :  e'I  doffo  atperfo  di  mofche ,  e  peli  bian- 
jy  chiypermoslrare,cbel'humiditànon  fi  a  affatto  di  strutta  in  loro.  Ma 
in  generale  à  cawalli  bai  per  comune  fenten%a  fi  loda  molto  vna  lifìa 
nera,  che  fenda  dal  collo, fin' alla  coda  :  &  quanto  più  larga  fuffe,  mi- 
glior farebbe  :  bauendo  roffi  il  ventre ,  e'I  gouitelio  ,  che  dicono  del- 
la fpalla,  che  confina  alla  parte  della  cintura  :  perche  cofi  danno  fegno 
della  purgati  on  e  del  fegatose  della  mil%a-,e  della buona  httbitudine 
del  ventricolo,darebbe  appettatila  d'integra  falute,  di  gentil  natura,  e 
di  gran  perfettione  :  la  qualfi  confermerebbe  fen%a  alcun  fallo,  effen- 
èovna  bricue  balzana  folamente  nel  pie  finislro,  e  non  altrou<_j .  /  ! 

morello 


5oo  DELLA    GLORIA 

Morello ,  e  morello  babbitt  vna  fcempia  ftelletta  in  fronte ,  e  tutti  quattro  ì  piedi  £ 
fue  qualità,  bianchi  yina  la  balzana  del  dritto  picciola,intendedo  però  .ch'egli  fi  a  co 
Urico  aduftOj  con  hauer  nel  manto  nero  i  fianchi  roffi,  che  qualhora  da 
quelli  ancora  neri  fi  conofieffe  effere  melanconico  ,non  fi  richiede ,che'l 
freddo,  e'ifecco  habbia  à  riceuere  temperamento  alcun  di  flemma  d'imo- 
Tirato  da 'peli  bianchi ,i  quali, effendo  neceffaru  folamente  à  moderare 
lafoiterchia  caldezza,  certamente  quelli,  che  non  han  tanto  dell'infoca 
to,non  ne  han  bifogno;  come  fono  i  manti  mal  color  ati,ò  lattati,  efmor- 
ti:  i  quali  nere  più  toflo  ordinariamente  amano  effe  ballane:  &però  ta 
li  conuengono  a  leardi,  per  rinforzare  in  loro  l'vnghie,  le  quali  dottun- 
que  da  balzana  occupatefìano,fi  ritr  ottano  deboltffime  :  non  altrimen-  p 
ti, che  l'occhio  da  balena  coperto  rimane  di  mala  rifia,  &  fa  l'animai 
ramingo,  epauentofo .  Onde  per  regola  infallibile  fi  può  dire,  che  tutte 
Balzane  in  le  bal%ane,che  toccan  l'vnghie,otterogli  occhi, fon  dannofe,e  biafeme- 
tutte  le  lor  uo^.  ^  cfje  i>f}auere  tutte  l'eftpeme  parti  di  coler  nero,  fa  migliore  ogni 
li  p  pelo  che  fi  a  cattino  :  là  done  ninno  pelo,  ibe  fia  buono  quanto  e'  fi  vo- 

glia, può  dirfì  perfetto ,  fé  non  ha  quali  he  f'gno  di  adufìione ,  hauen- 
do  almeno  i  luoghi  di  baffo  neri  :  eccettuando  pero  quei  manti ,  chcha- 
ueffero  bifogno  difegni  bianchi .  Et  ruttauia  fé  in  effe  ballane  bianche 
far  annodale  une  macchie  nere:  è  dafaperfi,che  a  quelle,  che  fono  di  buo- 
no effetto, accrefeono  bontà  :  &  coft  all'incontro;  benché  molte  ftano  di  q 
Argentino  par  ere, migli  ori  effere  fen%a  nero .  all'argentino  dunque  conuiene  ha- 
cauallo  ,  e  nere  le  gambe  nere  firìal  ginocchio  ,&  cefi  la  febiena,  la  coda,  et  cri- 
lue  con  i-  ni  :coni'eftremo  dei  collo, & fommo  della  teftafeminati  dimofebene- 
'         re  :  le  quali  macchiette  ordinatamente  (par fé  per  tutto  il  corpo ,  fanno 
"a  °*  tenere  iltor  dilloper  buon  e  attallo .  Il  palpado  f itole  hauer  certi  fegni, 
che  dicono  appomadure ,  grandi  come  dobble  d'oro ,  più  chiare  in  me- 
>Z0  che  nell'intorno  :  à  quello, con  laflclletta  in  fi  onte, fi  ara  bene  il  pie 
deliro  di  dietro  me%o  bianconi  finifìro  bianco  tutto:  &  cofi  alfauino. 
Cardeno.  Al  cardeno  la  balzana  nel  pie  manco  di  dietro  folo  ;  Al  pecegno  folo 

vnaHellapicciola  in  su  la  fiorite .  Quei , che  fono  à  color  di  cenere,  per-  fj 
che  generalmente  hanno  il  capofofco:&-  le  gambe, la  coda,ei  crini  brìi 
ni,deono  oltre  la  [iella,  batter  la  balzana  nelfinifìro  pie  deretano  fin' al 
tallone. Quei, che  fono  à  color  ceruino,fon  lodati, hauendo  tutta  la  fron- 
tebi anca  Scendendone  vna  lifìa ,  che  trapaffi  amendue  le  labbra  :  con 
ambi  i  piedi  fini Bri, -.che  fiati  balzani  :  ma  quel  di  dietro  più  altamen- 
te :  che  quanto  la  bianchezza  più  falirà,  più  fia  lodeuole .  I  rohanit 
deono  hauer  in  fronte  vna  tifla  di  bianco  larga,  dritta,  e  lunga  fin  fiot- 
to al  labbro  :  &  le  balzane  in  tutti  quattro  i  piedi ,  ma  quella  del 

manco 


'DEL    C  >AVjIL  LOy   L  I  B.  II 1  I.         _?oi 

j.  manco  deretano  >  afta?  più  alta .  il  famigliane  richiedono  gli  Hoberi , 
;  quali  per  la  varietà  degli  affetti,  che  la  varietà  de  i  colori  dinota  >  po- 
co buono  fi  fl  imene  bue  )fe  quei  pianeti  benignile  dolci  ■>  che  producono  la 
bianchezza  ben  rilucente  ,  non  v'influifìero  i  lor  fhuori  con  la  lifla  in 
fàccia,  <gr  con  fhr  bianche  tutte  e  quattro  le  gambe  loro  ;  nelle  qualiy 
quando  dalle  balzane  di  dietro  faglia  vna  lifla,  che  vada  à  toccare  le  co 
fcie  ,  e'  l  ventre-cottimo  fegno  dicon  effere .  Ouefli  ,  &  altri  precetti  anco- 
raci fogliono  raccontare  da  quei ,  che  fanno  profeffione  fopra  Caual  li; 
ma  ninno,infino  àquì,ne  ha  rendute  altre  ragioni;  fé  non  che  co  fi  da' loro 
antecefsorififta  apprefo  di  mano  in  mano;  Là  onde  difiderando  io  di  rin- 

*g  forzare  quefla  nobiliffima  arte ,  con  quanto  verrà  poffì bile  alle  mie  forze 
entrerò  in  quefl 'altro  labirinto,à  ricercare  col  mio  bafso  ingegno  ,  le  prò 
fonde,  &  ofcure  caufe  di  tali  effetti .  S primieramente  confiderando  in     Segnali 
qualmodoqueflifegnali  di  che  trattiamoci  vengano  à generai?  :  io  mi  ne'caualli 
riuolgo  à  quello  iflefso ,  che  dìffì  prima  ;  che  ogni  pelo  d'animale  (eccet-  »Q  g  aeae 
to  l'huomo)  nafce,conforme  alla  cotenna  ;  fi  come  oltre  allafentenza  di  xmQ . 
frittotele  ,  per  prona  fi  può  vedere  à  tutte  l' bore  ;  che  in  quella  parte 
del  Cauallo ,  oue  faranno  i  peli  bianchi,  fi  troueràparimente  la  pelle 
bianca;oueneri,  nera  :  e doue  varij, ancora  varia  .  I principij  del  cuo-  Principi/ 
io  fon  nell'ojfo ,  &  nella  carne;  da' quali  due,nafce  vna  certa  vifcofità ,  .     cu0"~ 

C  che  venuta  alla fuperficie  del  corpo  ,  s'afciuga  ,&fhffìdura,  &foda> 
come  terrea  di  natura  .-Quando  dunque  in  quella  vifcofa  materia  abbon 
da  l'elemento  dell aere,prouiene  la  pelle  bianca,la  qual  confe  guentemen 
te  produce  il  pelo  bianco  .  Oltr'à  -ciò  fé  veraèlafentenza  diTlatone , 
che'lfeme  nel  generare  fi  muoua  da  ciafcuna  parte  del  corpo  ;  egliè  co- 
fa  certa,  che  ogni  parte  generata  debba  rafsomigliare  alla  generante  > 
òfe  vogliamo  più  accodarci  all'openione  di  JtriSìotele ,  che  fé  ben'ilfe- 
me  non  difcenda  da  ogni  parte ,  nulla  di  meno  contiene  in  fé  la  virtù  di 
ciafcuna  parte  -,  non  altrimenti ,  che  da  vn  granello  di  miglio  nafcevn 
gran  fuflojion  perche  tanta  grandezza  attualmente  in  luifuffe,  ma  per- 

&  cbeyi  era  la  pofsanza  di  far  tale  effetto;  la  onde  nelfeme  dell'animale  , 

efsendo  virtù  di  far'  afso  migliare  ilgenerato  al  genitore;  &  ne  l'imagina  s 

tione  della  f emina,  che  concepe, efsendo  parimente  forza  di  dare  qualità 
alparto,  come  largamente  già  d  imos~irammo,certo  ò  l' uno ,  òl'altrapuò 
di  totali  fegni  cagione  efsere,in  quella guifa,che  veggiamo  ancor  nel  cor 
pò  degli  huomini  auuenire  alcune  macchie,fecondo  la  cofa,  che  per  au- 
uentura  infantafìa ,  e  difiderio  della  donna  caduta  fofse; le  quali  daino- 
ftro  vulgo  fi  fogliono  chiamar  (jole .  7<[on  mancano  ancor' alcuni  di  giù-  Gole  che 
dicare^he  la  lifla  bianca^hefuol  venire  in  su  la frote proceda  da  quella  iano  * 

carniccia> 


301  1>  "E  II  *A    G  10  \l  Jt 

carnicciayche  divorata  la  CauaUayvi  lafcia  la  citatrice ,  la  qual  poi  prò- 
duce  i  peli  bianchi  ;  Ma  fé  ciòfujjevero  tutti  iTolledri  egualmente ha. 
rebbono  tale  slellatperche  tatti  nafcono  con  l'H-ppjmane  ;  eccetto  fé  dì*- 
cefferoycbe  in  alcuni  fofie  fiielta  con  più  violenza-,  che  in  altri;  al  che  con 
tra d.  ce  il  V ilo fofo -al  quale  afferma-  che  la  madre  ciò  fa  leccando;  come 
pire  s 'è  detto .  udtutenga  nondimeno  in  qual  modo  fi  V3gliaycheper  ra- 
gioni &plofoficbe>&  agronomiche  vien'approuatoy  la  Stella  bianca  nel 
la  fronte  in  ogni  forte  dipeli ,  indifferentemente  effere  gioueuole  &for- 
Stella  in  tunatay;naffinamen:e  in  Caualio ,  che  nelle  parti  di  baffo  habbia  fegnali 
fronte  di  dilodate  ballane  .  Lodafi  molto  la  li$labiancayibe  difcenda perla  fàc-  p 
caualio  è  ciayma  che  no  tocchi  le  cigliayne'i  mojlaccio;perche  in  tal  modo  farebbe 
p'ne[^ro"'  difaftrofoye  di  mala  bocca;dinotado  flemmaticoy&  melanconico  l'animale 
quella  bianchezza  fm  or  tacche  f noi  metter/i  nel  moHaccioy  chiama  vol- 
garmente Morfea  ,  qnafi  himor  felhye  e attiuo; la qual'h attendo  mef  co- 
lanti di  serti  e  di  roffo  Lupegno  a  guifi  dì \  fchixjamento  mai  colora-, 
rato')  dinota  oltre  ilfiaccoye(fere  incorreggibile  per  dìfordinata  copofìtìw 
nesdoaendo  la  hocca,&  l'occhio  effere  dun  colore  finceroye  fchietto; poi 
che  nell'ufo  fi  difeernono  le  parti  afe  o  Ce  dell'  animale  yneW  altra  fi  regge*) 
&  domina  tatto  il  corpo;  majpeccialmente  la  bocca  deurà  di  fuori  efiere 
Caualio  di  colore  conforme  all'altro  pelo;di  dentro  più  tofìo  roffayche  altrimenti  G 
col  mulo  ^  ia  ragiQH€  percbe  H  Caualio  col  mufo  bianco  nonfia  buono  di  bocca  > 
r,ó  e  buo-  fi  filma  quefta  ;  che  da  mancamento  di  [angue  vegnendo  à  procedere  tal 
no  di  boc  bianchezza  y&  oue  non  èfangueynon  potendo  effere  giriti  acati  :  il  Ca- 


ci 


u  allo  refi  a  fenza  quella  virtù  fen fi tiua  del  freniche  hauer  deurebbe;<& 
coft  non  mailicando  la  briglia  fi  vedrà  fare  la  fchiumx  pallida^  e  corren- 
tetil 'che dimostra  mala  cornile \IJioneye  tesìainfer  na  .  Cofi  ancora  haué 
do  intorno  a  gli  occhi  y  ouer  ne  i  fianchi  pelo  fi mile  à  quel  del  Lupo ,  è 
malfegnale ,  perche  dinota  effere  bizzarro  ,  efrodolentoVero  èycbe'l  ca- 
ualio battendo  vna  ffella  bianca  nella  fronte  fen-^a  lijlayy-  vrì  altra  nel 
?no(laccio;fc  di  più  hauefìela  balzana  nel  pie  della  flaffay  fi  torrebbe  di 
.  lui  ogni  difetto;  ma  fé  le  ballane  delle  parti  bafie  dmotaflrro  mal'effetto\ 
JJJJrj  %  ne  la  HelUyne  la  Ujìa  mitigherebbe  molto  lafua  malignità .  Quelloyche 
'(fino  affermay  cheiCaualliy  c'hann.)  la  faccia  bianca ,  più  tardi  de 
Ai  altri  invecchiano  >  fi  può  con  qualche  ragione  naturale  benfoslenta- 
•  ;  che  effendo  iUuore ,  e' l  cerebro  le  parti  principali  de  la  vita  :  o- 
■■'.a  diqaefìeqaanto  bara  iHrumentipiù  accommodati  alla  loro  con 
ferita -;one  tartt.  più  prolungherà  la  vita  dell'animale .  Et  perche  nella 
tetta  :      ]         ve     ^nferuare  il  cerebro  è  propriamente  fatta  ;  quando 
l'offoètrcppojpejfo)  H  cere bro  non  potendo  commodamente  efìh  alare 

e  purga  re 


H 


<DEL    Cj£V  jiLLO,  Li  B.  1111.  .30? 

e  purgare  la  fna  h  umidità^  fi  viene  a  corrompere  y  e  putrefare  ;  &  indi 
*4  refi  a  la  vita  hrieue  >  il  (ausilo  hauendo  la  faccia  bianca  ?  dinota  hauere 
quelVoffo  raro  ; fi che  la  materia  de  l'acre  s'è  potuta  ifnaporar'  à  darla 
bianchezza  alla  pelle  prima:  &  poi  al  pelo\:  onde  conferuatofi  meglio  il 
cerebro  yfi  conferva  meglio  la  vita  in  loro .  Da  Ihumidità  dunque  del 
cerebro  procedendo  ancora  la  Hello,  bianca;  s'ella  farà  mediocreydinote- 
ràeffer moderata  la  fna  origine  :&  però  è slimata  buona:  maefjendofo- 
p.ercbia>&  malproportionata y  è  cattino  fegno  :  perche  cefi  difordinato 
dimoslra  effere  il  mouimento  di  quello  hi.  more  :  Et  però  fi  loda  molto  la 
fiella  tondayepiccioletta:biafimandofi  l'interrottay&  la  diffufa  in  molte 
partiy  laquale  pub  dinotare  ancora  difcordan^a  delle  celefii  infij  fifoni. 

*B  TJel  che  per  maggior  chiarezza  è  da  faperfi  y  Venere  hauer  la  prima, 
fua  eafa  nella  facciala  feconda  nel  colofla  ter7^a  nelle  fpalleynelle  brac- 
cìayet  nelle  mani:&  finalmente  la  duodecima  ne  ipiedi:sì  che  quando  fi 
vede  ilfegno  bianco  filare  berì ordinato  in  quesle  parti  >  dinota  l'anima- 
le efiere  fortunato  >  cerne fauorito  dal  buon  pianeta  :  ma  s'egli  è  fouer- 
cbi0)ò  mal  collocatoyfignifica  infortunio,  hauendo  hauuto  nella  fua  con- 
cettioney  formatione  y  e  naf cimento  il  pianeta  retrogrado  >  0  in  affretto 
di  Marte  >  b  d'altra  maligna  fiella .  Oltre  y  che  riceuendo  tutti  i  mem- 
bri nudrimento  dal  f angue  y  che  fi  genera  nel  fegato  con  l'aiuto  del  cuo- 
re; ogni  volta  j  che  i  fegni  bianchi  fi  veggiono  temperati  y  e  ben  difpo- 

C  Sii  per- le  parti  del  corpo  eslrinfeche  >  dinotano  temperate  effere  quelle 
parti  interiori-,  che  la  vita  mantengono--,  &  pero  e  fendo  i  piedi  freddi  y  e 
fecchi  di  lor  natura;  fé  vi  s* aggiunga  la  bianchezza  y  la  qual  procede 
da  caldoy&  humido  y  certamente  fi  pub  filmare  y  che  la  virtù  digefiiua^ 
&  la  ejpulfiua  ,  che  gli  nudrifeono  yfianoin  effi gagliarde  >  &  forti  >  & 
che  in  tutto  il  corpo  fia  quel  temperamento  propoitionatc^cheglifa  ha- 
bili  a  tutte  le  conueneuoli  a  tuoni .  Ma  fé  i  fegni  eccedono  la  mifura  di- 
notano parimente  eccedere  gli  humori  :  iquali  fi  cerne  ne  glihuorninì 
fon  cagioni  dì  podagre  yedi  chiragre  y  cefi  ne  i  Caudtii  inducono  col  fio- 
uerebio  fiacchezza,®-  morbi  ne*  piedi  co  fi  dinan^come  di  dietro  .  £  di 

D  qui  s' è  fattoyche  le  Ballane  bianche  anterioriy  fogliano  per  lo  più  danno-  ,  Balzane 
fé  effere  giudicate  :non  per  altroché  per  l'abbondanza  de  fhumiditàydal  anteriori 
la  qual  procede  la  corrottone  y  &  la  debole^a;  onde  gli  animali  fo-  dannofe. 
lendo  generalmente  hauere  fiacche  le  parti  di  dietro ,  come  quelle  >  che 
fono  pia  lontane  dal  fonte  del  calor  vitale  y  che  è  il  cuore:  trouandofi 
anchora  fiacche  quelle  dinanzi;  dal  le  quali  comincia  ogni  loro  moto;uen 
gono  ad  effere  difettofi  dì  tutte  le  gambe  y  &  non  atti  alloro  vfftcio  ;  la  pofterfaf 
dotte  felici  fi  riputano  le  Italiane  poUerioriy  parendo  >  che  la  natuja  ri  buone 

con 


/■ 


>©4  TtniijtGior^i^ 

con  abbondanti  b umori  di  caldo,e  d'humido  [occorra  alle  parti  deboli. .Et 
snelle  fon  per  trauerfo ,  oltre  che  dinotano  Venere  efiere  fiata  con  Marte 
in  mal' a(p  etto,  &in  mal  luogo  ;  dimostrano  disiemperan^a  de  i  mem- 
bri principali,  &  etiandio  impotenza  della  virtù ,  che  non  han  feritati  i 
loro  ordini .  Ma  come  ho  detto ,  per  ritrovare  le  cagioni  di quefli  fegni 
è  da  ricorrer/i  alla  confideratione  de  i  pianeti)  che  fé  nafcendo  {verbi 
grafia  )  //  Cavallo,  afcendeffero  otto  gradi  di  ariete ,  &  itti  fufie  Mar- 
te, ritrovando  fi  Giove  al  quinto  grado  di  quello  isleffo  fegno  ;  all' bora 
Marte  per  efiere  in  e  afa  fua,&più  poffente ,  che  Giove ,  farà  il  color 
fuo,ch'è  roffo  ,  infiammato  •>  ma  perche  Giove  è  nel  fuo  termine ,  &  pur 
vi  ha  pofianxa  ;  farà  qualche  effetto ,  non  potendolo  far  in  tutto,  e  prò-  * 
durala  siella  bianca  in  sii  la  front  e.  Et  fé  per  avventura  afcendeffero 
quattordici  gradi  di  Tauro  ,  dove  riguarda  l a  fendente  di  buono  afpet- 
tOySaturno  anebor  che  in  qneflo  luogo  fi  a  peregrino ,  purperchenon  vi  fi 
trova  altro  pianeta  ,  darà  egli  il  color  pallido  :  ma  Cjiove  riguardando 
V afeendente  ,farà  almeno  le  ballane  ,  ò  altre  note  di  bianco  lucido  .  E 
di  qneflo  modo  fi  potrebbono  fare  gli  altri  giudicij  fu' l  Cauàllo  ,  per  ra- 
gioni d\A(ìronomia\  lequali  non  efiendo  il  mio  proponimento ,  ne  la 
mia  profefjione  di  dichiarare  minutamente ,  ho  voluto  queflo  folo  toc- 
carne ,  per  aprire  alquanto  di  via  à  chi  vorrà  penetrare  ne  i  folti  bofehi 
di  quella  fcienxa,nobihfJima  certamente,ma  ineslricabile ,  per  confifle-  G 
re  in  certi  punti  variabili,^  infiniti  ,  de'  quali  fallendo  in  vno,fi  cade  in 
precipitio  d'errori .  Terò  lafciando  quefle  totali  confiderationi  a  qual- 
che ingegno  più  curio fo ,  e  pia  elevato  ;  io  non  manco  di  affermare  quely 
chefouente  ho  ricordato  ,  che  le  più  ferme ,  e  chiare  congetture  fi  pofion 
Corset-  fare  dalle  fattele  del  Cauallo ,  che  frano  i  membri  formati  con  quella 
oùTlitldl  proportione giufla,cbe  fi  conviene  ;  dall' 'h abitudine,  e  dalla  vivacità  del 
vn  canal-  fiato ,  che  fi  feorge  ne  igefli  fvoi;  dal  pelo,cheft  conofea  di  buone  coflel- 
ìo3  delle  lattoni,  e  dibvmori  ben  temperati;dalla progenie;  ond'ei  difeenda.;  & 
fattezze,  finalmente  dalla  flagione,&  dalla  regione,  in  chefia  nato,  &  allevato  : 
ridenti .    Concio  fi  a  cofa,che  di  qvìfi  potrà  comprendere^  quali  difcipline  ,  a  qua-  H 
li  effercitvj ,  a  quali  governi,  à  quali  luoghi,  &  a  quali  tempi vn  Caval- 
lo fra  atto  piàyche  vn' altro .  Et  veramente  di  quanta  importane  fra  il 
clima,&  l'habito  del  Cielo  in  ognifpecie  d'animali,  fi  può  da  queflo  con» 
fiderare ,  che  la  vita  confitte  nel  temperamento  del  cuore ,  mediante  la  . 
Ragioni  refrigeratone  dell'aria;  laqual  nonpartendoft  mai  da  noi,ma  del  conti» 
fredde  p-  nm  circondandone ,  è  cagione ,  ch'efia  con  la  fua  fottilità  penetrando  i 
fino  fame  corph  gli  alteri  fortemente ,  <&  cofi  auuiene,che  nelle  regioni  fredde  ,  la 
e  fete.      frede^a  dell  'aria  fàcédo  ne  gliftomacbi  vnire  il  cal4o,fk  digerire  afiai 

&  affai 


DEL  CAVALLO*  L1B.  1  V.  30J 

A  &  affai  mangiare, e  bere,  &per  confegum^a  abbondar  di  [angue ,  dal 
qualft  genera  molta  carne,&  vna  quantitàdi  jpiritigroJJi;che  nonpo- 
tendo ft  ri  foluer  e  per  la  repugnan^a  del  freddo  eflerno  yrendecofnbru~    Cauallidi 


partedc  Fràce{ijonpiugrandi,<zr  menojcioiti  aeuaperjona,  eoe  usar  "J.      """* 
beri ,  ei  Mor  efebi, nati  nelle  parti  Meridionali  ;  doue l'aria  con  lafua  o ueS? dì^at 
troppa  caldera  difunifee  il  calor  dello  jìomaco:onde poco  digerendole  de. 
poco  mangiando  ,ebeuendo  ,vengono  ad  hauerepoco,  e  fottìi  fangue,& 
co  fi  efltnuati  di  corpo ,fon  molto  fpiritofi,mapoco  animo  fi. Gli  altri  3cì>e 

3  nafeono  nelle  regioni  pmtemperate  ,fono  ancora  più  temperati  quanto 
allaforma,e  quanto  alla  compie  filone  ;&  più,&  meno  fecondo  la  mag- 
giore, ò  minor  vicinità  del  temperameto;come  i  cauallidi  Spagna,  d'I- 
talia^ di  Greùa,e  di  tutta  quellaparte,doue  nafeono  bora  i  yen  caual 
ti  Turchi  ;  perche  tutte  quelle  regioni  fono  quafi  egualmente  dijìanti 
datt \Equinottiale ,e dal  Settentrione .  Onde  cofigli  buommi,come  i  ca- 
nali! ,  -vi  fi  producono  fonili  di  lpirito,edifpofli  di  tutte  le  parti  del  cor- 
po; &  in  confegHCìixa  pnìdifciplinabili  de  1  troppo  Settentrionali ,  che 
peccano  di  mancameto:e  de  i  troppo  Meridionali, che  peccano  di  eccef- 
fo.  Quefìa  meltfima  diflintìone  fai'  Alciato  parlando  del  Duello;  che 

C  Li  maggior  parte  de  ipopoli  di  Eur  op  a  3i  quali  fono  po^i  nell'Occidente 
&  nel  Meriggio, come  Spagnuoli, Guafcom, Italiani  ,e  Greci, àfono  fan 
guigni,&  coraggiofì  ;  ò  colerici  impetuofi;ma gli  vni  e  gli  altri  cofìanti 
nel  cobattere.l  Settentrionali  fon  maggiori  diforya,e  aiftatura;ma  co- 
me flemmatici  fono  pigri, &  poco  animo  fife  dall'1  ira  nofiano  mofsi.  Gli 
JEtbiopi,  e  gli  Africani,  per  effer'adufìi,  &  perbauer'  il  calore  rifoluto 
in  lorofeno  inhabili  d'ingegno,&  anco  timidi.  Sì  che  veramente  poffia- 
mo  dire  tanti  effere  i  generi  de  i  caualli,quatefono  le  nationi  de  gli  huo 
mini;&  cofi  tra  queTti, come  tra  quellieffere  dittimi  i  gradi  della  nobil 
tà,e  dellaprofapia;  &  però  nopoca  fraude  nel  càgiare  ,ò  nel  comperare  Luoghi  dà 

D  d' vn  cauallofeole  apportare  la  bugia  del  nafcimeto3e  della  patria;  mol  n°  '"d  <c  '? 
tifìngedolo  digenerofopaefe,  per  anteporlo  degno  di  maggior  pre^jo ,        czu,'* 
Là  onde,  poi  che  della  qualità  de  i genitori  h abbiamo  largamente  tratta  t£% 
to  nell'altro  libro;horaquanto  à  i  luoghi,  fetido  quel  e  'ho <  trottato  fcrit- 
to,et  e  ho  vdito  daperfone,cbe  in  diuerfi,e  lontani  peregrinagli  han  co 
nofcìute  le  vriiuerfaliffetie  de  i  caualli,ò  che  nelle  loro fialle  gli  han  nu 
driti  ;  oltra  quello ,  che  io  mede  fimo  n'ho  veduto  ;fpicgherò  1  meriti,  & 
le  dignità  di  ciafeuna,  cbefia  più  celebre^  .  fra  lequali  veramente  la 
principale ,  e  piùfhmofa  appo  tutti  gli  fenttori  fi  vede  che  fia  la  Gre* 

V  eia  ; 


3o£  D  E  L  L  A    G  LO  RIA 

Grecia  prò  eia  ;  ne  per  alta  cagione  fi  mojjero  i  Poeti  a  due, che  in  Tenaglia ,  vna  E 
duce  caual-  delle  Greche  prouincie,  fa  prodotto  il primier  cavallo, e  trottato primie-* 
h  migliori  ramente l'yj-Q  del  cavale  are ;come  difopragià  dim1  firammo;fe  non  che 
eione .     "  quel  pae(e  era  folito  di  produrre  il  fiore  de  i  canali:  ,e  de'  Cavalieri  ;e  ta- 
ti valcrofi  cavalli  celebrati  dal  Principe  de  iPoeti,ècofa  chiara,chetvt 
ti  in  Grecia  furono  nafi. Et  Ovidio  nella  fàvola  di  Batto  dimoUrapvre, 
che  nella  Grecia  fufjtro  molte  elette  rajge  de  i  e  avalli  soft  dicendo , 
Di  nobili  cavalle  egli  Icgreggie 
In  guardia  ,  e  cura  hauca-j  . 
Però  Nemefiano  t  omeadà  affai  la  Grecia ,  come  di  perfettiffimi  caualli 
prodvcitm  e  :  &  Affino  conferma  i  caualli  Greci  effer  veloci  ,  &  ani-  F 
mofi,di  buoni  piedini  gran  corposi  bella  tettatiti  davanti, et  in  tutto 
leggiadri ,  riguardevclì  ;folamcnfe  lacc?igiontura  delle  groppe  noti  cor 
rifondere  acconciamente.  Ma  fra  tutti  i  Greci, per  commune  confenti 
Tenaglia  meto,quei  di  Teffagliafcmpre  tenero  il  principato;  fi  cerne  fi  confiderà 
di  perfettif-  .ipcrtamente  da  quelli hiHorici ,  che  raccontano  Serfehauer  fatta  qui- 
nmi  caualli  l{j  rn.xgi0ftra  cvrule,  per  provare  le  fue  caualle  in  quel  luogo,  dove 
ce .     '  '      banca  vdito  effer  e  le  migliori  di  tutto  il  mondo  ;  &  Cefare  Dittatore , 
per  vn  raro  spettacolo ,h aver  fatto  vedere  a  Romani  vn  combattimen- 
to di  cavalli  Teff  ali  con  atfri  Tori  fi  quali  refìaro  alla  fine  morti  da  ì  e  a 
valli .  Et  cofi  dandofi  anticamente  la  lode  prima  alle  cavalle  di  Teffa- 
glia  ,  fi  ridvffe  in  proverbio  à  dire ,  fi  porrà  la  cavalla  Teff  ala ,  per  di-  G 
notare  vnfommo  premio  :  <&  fecondo  ,  che  dice  il  Camerario,  oltra  la 
Caualle  di  mentione  fìttane  da  Arinotele ,  le  caualle  della  Farfaglia,  provincia 
Farfaglia  p  pur  della  Macedonia,  cerne  laTtffaglia, fon  chiamate dabene, e giujìe 
che  da  bene  perche  fanno  i  Poliedri fempre  fintili  à  i  padri  :  &  effendo  lamettropo- 
e  giulte .     [j  jj  quefie  regioni  vna  Città  chiamata  Pella  ,  patria  di  Filippo ,  e  di 
Alejf andrò;  Gratio  Poeta  fa  dei  cavalli  Pellet  honorcvolementionc^j. 
Vn' altra  Città  del  mede  fimo  nome  è  nella  Sofia,  pur  da'  Macedoni  edi 
ficata,oueper  lo  Re  ftp  afe  e  ano  trenta  mila  cavalle, con  trecentofìallc- 
ni,&  congrannvmero  di  Co'xjoni  ;  fi  come  Strabone  narra.  Marco 
Prouincie  Fanone  tra  i  Ivoghi  idonei  ad  armenti ,ponc  degniffime  la  Teffaglia,  e'I  jj 
famofe  di   Peloponnefo,che  hoggi  dicono  la  Morea:Ntl  cui  bel  me%o  è  laprovin- 
buone  raz-  cja  ^  Arcadia  con  pafchifertilijfimi,  &  appropriati  alle  ra%?£  de  i  ca- 
ri  1  caua  -  uam^  anc0  d' A  fini  buoni  à  generar e gagliardi  i  Mvli  ;  cornei 'ifleffo 
Strabone  dice  affermando  ottimi effere  i  cavalli  Arcadici,egli  Argolì- 
ci,egli  Epidanrici  ;  Oltr'à  ciòlafolitudine  degli  Et  oli  Acarnani  effere 
tomodiffima  alpafeere  de  i  cauaìli,non  meno  che  la  Teffaglia.  Nel  gol- 
fo Argolico  è  la  città  di  Epidaro ,  detta  hoggi  Maluafia ,  la  qual  Vir- 
gilio 


?DEL  C AVALLO,  LIB.  IV.  307 

Agili0  chiama  domatrice  delle  caualle  ;  ikhe  à  me  pare  douer fi  intender 
piùtofloin  qitefìa  regione,  che  in  Dalmatia,dou'è  vn'altra  Epidauro, 
che  Ragusa  bora  fi  nomina-*.*  In  quesìa  ifleffa  Pemnfula  fono  ancora  Città  ce!e- 
ie  due  altre  città  Argo,  &  Micene ,  eelebratiffime  di  caualli,  fi  come  bri  per  ca- 
dimoerà  Horatio  in  vna  Ode,  dicendo  :  u™1  * 

lnhonor  di  Giunon  molti  diranno 
Ricche  Micene,  &  Argo  atto  a  caualli . 
In  Ar<i$ ,  ferine  Aufonio  ,effère  fiati nudr iti Cillaro ,  &  Arione  fh- 
mofi  caualli.,  Gratto  dice,  èffe/ vnichi  perle  cacciaggionii  cavalli  nati 
in  filicene,  perche  fon  grandi  &ton  mirabile  velocità  aliano  ali  aria 

B  l'alte  gambe .  ParimentS\Firgilio  difcriuendo  vn  buon  cauallo,  dice, 
che  rapprefenti  in  fuoi  effètti 

La  patria  Epìfò,  &  le  forti  Micenea . 
Epiro  boggi  la  chiamano  Albania ,  &  per  effer  confine  alla  Macedo- 
rrH,&  quafi  fotto  vrì'iHeffo  clima,nonè  mar  ani  gli  a, eh  e  tcn-.ffe  puree' 
ceilenra  nel  geii ere  de'  cavalli,  fi  come  vn' altra  volta  fa  Virgilio  men- 
zione,'che. quindi  fi  produceuàno.    .      ,M 

Delle  cauallè  Eliadi  le  palmcs. 
Intendendo  di  quelle,  che  confeguiuano  vittoria  ne  i  giuochi  Olimpici 
fatti  in  Elide ,  paefe  pur  della  Mòrea  ;  doue  non  folo  concorreano  ca- 

q  valli  fhanieri  di  fomma  gloria,  ma  ve  nenafeeano  ancora  eccellcntif- 
fimi.  E  queflifono  i  caualli  Epei,  the  celebra  Oppiano:  Concio  foffe  co- 
fa,  <  he  gli  Elei  ("fecondo  Strab^ncjfi  chiamauano  prima  Epei .  Si  leg- 
ge,  che  gli  Etti  fhceuariob(Ìlj]<meira:%£e  ,con  far' andare  allamonta 
le  caualle  fuora  de' fini  loro  ;  bauendocofi  efperimentato  il  buon  fuc- 
cefifo  ;  fi  come  appo  gli  Argiui, per  maggior  fecondità  facean  congiun- 
gere  le  pecore  co'i  nontoni,  nel  bofeo  ai  Agenore ,  appropriato  d  que- 
fìa  prona .  Narra  Str abone,  che  Ncflore  andato  à  depredare  il  con- 
tado Neleo,  nemenò  centocinquanta  caualle  dipelo  falbo,  tutte  fegui-> 
te  dai  lor  poliedri .  Affino due  ,i  caualli  Epiroti  effer  mordaci,  & 

pperuerfi  .  Vegeti  ó- ■afferma  i  caualli  d'Epiro ,  e  quei  di  Dalmatia ,  fo- 
lef  effer  e  contumaci  al  fieno,  &  vili  d'animo  ;  tuttauia  anuez^arfi  al- 
l' arme, &  alle  guerre  ;  altroue  dice  gli  Epiroti, e  i  Ciciliani  non  douerfi 
di  fioreggiare,  fé  non  vi  manchi  bellezza,  e  buon  costume .  Aè  manca 
Gratio  di  lodare  i  caualli  Cbaonii,  che  fono  del  paefe  alpeflro  d'Epiro . 
A  tempo  nofiro,  in  tutti  quefii  nominati  paefi,  intendo  pur  mantener  fi 
ra%jre  di  buoni  caualli  in  abondan^a;&  ancor'.m  molte  Ifole  della  Gre- 
cia,come  nel  Zante,  &  nella  Ccfalonia  ;  ma  non  vengono  cefi  perfetti 
come  quelli  di  terraferma .  Quei  di  Creta,  hoggi  detta  Candia,fon  lo- 

V    2         dati 


508  DELLA    GLORIA 

dati  da  Oppiano .  Rhodi  etiandio,  e  Cipri  ne  producono  belli,  e  buoni,  £ 
Prouincìe  ma  fono  pie  doli  di  Hatura .  Potrebbe  alcuno  qui  dimandarmi ,  fé  le  re- 
che  già  prò  gioni  di  Crecìa}&  l altre  delie  quali  appreffo  ragioneremo,  fiano  a'  no- 
duceuano    jiYlgj0-nil  fa  quella  coditione  in  pro.ìur  caualli, di  quale  ne'paffatifeco- 
ualli  fé  fià*  tifiate  fono  ?  Al  che  rifbodo  intorno  alla  quantità, che  tutte  quelle  Pro-  ' 
no  hoggi    uincie,le  quali  per  dono  naturale  fono  fiate  fertili  d'alcuna  cofa,  hanno 
della  mede  femprein  quella  fertilità  perfeuerato  ;  come  fi  vede  ne'  luoghi,  che  pro- 
fima  condi  dHcono  \  metalli, le  pietre  pretiofe , le  perle, le  Tpetierieje  tinture, e  diuer 
fé  figure  di  animali ;tra  quali  è  da  credere  ,la  prò  genie  de'  caualli  in  mol 
tiffime  parti  effere  innumer  abile,  non  altrimenti, che  de  gli  huominifi  è 
fhtta,i  quali  fono  tanto  moltiplicati,  che  quafi  non  è  palmo  di  terreno,  p 
che  no  fìahabitato;come  fanno  fede  coloro,  che  per  lo  modo  fi  dilettano 
di  vagare.  Quato  alle  qualità  loro, è  cofa  certa,chein  molti  luoghi  han 
mutato  lo  fiato  di  primo, ò  nella  formafò  nel  colore, ò  nel  valore  ;  co  fi  in 
bene,  come  in  male  ;  e  più  tofìo  in  male  ;  poi  che  veggiamo  tutte  le  cofe 
inchinarfi  ali 'occafofempr€,e  peggiorare  di  giorno  in  giorno. Jlche  fé  au 
uiene  àgli  huomini,  ì  quali  reggiamo  hora  affai  più  deboli,  e  più  e atti- 
lli;che  nelfecolo  antico  non  fi  vedeuano;  ottimamente  dicedo  HoratiOy 
L'età  de'  padri  via  peggior  de  gli  aui 
Noi  portò  più  maluagi,  i  quai  daremo 
Progenie  ancor  più  vitiofa  affai .  Q 

Quanto  maggiormente  ha  potuto  auuemrea'  caualli  ,n  elle  cui  ra%^ey 
tariffimi  fono  quelli , che  mettono  quanta  cura  Vidi  meftierii  Oltra 
quefio  per le  continoue  guerre •,  ogni  proumeiaè  venuta  à  cangiare  habi 
latori  ;  d  i  iter  fé  genti  à  vicenda  occupando  il  tutto;  le  quali ,  fi  come 
nuoui  vocaboli ,  e  cofiumi ,  cofi  nuoue  Jpecie  di  caualli  recate  hanno  -y 
e  quelli  poi  mefcolati  co'  i  paefani, va' altra  mtoua  prole  han  generata  ► 
Là  onde  noi  marauigliare  non  ci  deuremo ,  fé  dalla  Grecia  nuoue  fog- 
lie di  caualli  veggiam  venire:  Jmperoche  oltra  l 'effere  Rata  in  vartf 
tempi  fignoreggìata  da  varie  nationi  (come  l'antiche  hifìorie  fanno  fe- 
de) vltimamente  nell'anno  mcccclxxxi,  venne  tutta  in  poter  // 
di  Turchi,  popoli  della  Scithia  ;  i  quali  habitanti  preffo  al  mare Ca- 
fpio,nel  d  e  e  l  x .  calarono  nella  Perfia  ;  indi  nell'Afta  minore,  che 
Turchia  maggiore ,  pofeia  ancor  Natòlia  per  vna  città  principale 
cofi  detta ,  fu  nominata  ;  &  alla  fine  entrarono  in  Europa ,  toglien- 
do l'Imperio  Orientale  à  i  Chrisìiani .  Quelli  feroci/fimi  popoli  me- 
_  ,.  narono  feco  gran  moltitudine  di  veloci,  e  gagliardi  caualli;  effen- 
pkjfi  dica-  donc  tutte  quelle  regioni  d'intorno  al  mare  Hircano  abondantiffime  ; 
ualli.  daHa  cui  generati one  fono  prouenute  molte  perfette  ra^e  sì  nella. 

Grecia. 


DEL  CAVALLO,  LIB.  UH.  Jop 

j4Qrccia,&  sì  nell'antica  Tracia,  e  bora  in  gran  parte  chiamano  Roma- 
nia ;  la  qual  dedicata  à  Marte ,  abbondaua  e  di  Caualli, e  di  buomini 
bellico fi ,e  principalmente  ne  furon  celebri  i  Cannili  del  Rè  Rbefo ,  nati 
nel  monte  Jfmaro;ne'  quali  confi  siedo  vn'de'fatifaHoreuoli  à  Troiani 
per  indufìria  di  Diomede, e  di  Vii ffe , vennero  in  man  de'  Greci.  Affino, 
contra  quel,che  Virgilio  moflr a,dice  i  CaualU  di  Tracia  effer  brutti  di  caualli  di 
apparen%a,di  rìg:  do  tarpale  di  grandi  [palle ,  di  f ch'iena  gobba, di  gam-  Tracia. 
he  aperte ,  &  però  di  paffo,e  di  corfo  vacillante  .  Elianofcriue  all'in- 
contro i  caualli  Getici  e/fere  velocitimi .  un'altra  parte  di  Tracia  con 
la  Mi  fa  inferiore  ,fi  chiama  Bulgaria;&  nella  Mifiafuperiorefi  con- 
fi tengono  boggi  la  Boffena  ,  la  Seruia,&  la  Rufcia  ;  le  quali  tutte  poffie- 
de  il  Turco .  Là  onde  dicendo  ile 'amerario ,cbc i  Caualli  di  Mifia  fo- 
vliorìeffere  molto  idonei  al  guerreggiar e ;&  quafi  tutti  i  caualli, ebe  ve  Caualli 
^onoda  Leuante,folcJofi  chiamar Turchi  Rumene  che  non  fipojfa  dal  Torchi.  : 
kt  regione  far  di  loro  giudi  ciò  alcuno  fermo,  perche  ne  vegono  certi  po- 
co agili, magagli  ardi, che  non  riderò  mai  Turchia;  ma  fon  bastardi  co 
ine\cùlan%a  di  Scbiaui,Ai  Coruatti,di iAlbanefì ,  diVaìlacchi,Q  d'altri 
Settentrionali circonuici ni:  Altri  ne  vengono  di  mediocre  bellerja  ,€ 
forma  che  fon  nati  ne  le  parti  pikbaffe  della  Grecia ,  da  giumente  paefa 
né  ,e  slalloniTurchi;altri  fon  gra  imbelli ,&  velocitimi  ,i  quali  vegono 
C  veramente  dalla  Turchia.  Afa  fé  alcuno  fi  marauigliaffe,comoica- 

uà  'li  Turchi  effendo  riputati  sì  buoni, vanno  co  fi  mal  cofertati  di  bocca  j-mcyil  ^ 
e  poco  rileua;i)  legabe,fapp:a  l' vii  procedere, perche  coflumaao  d'in-  che  mal  co 
fegnare  i  caualli  da  i  due  anni  coniibertà;nèham  i  altra  force  di  freno  fenati     di 
in  vfo,cbe  quella,cbe  in  lor  veggiamo,la  qualnóferue  eccetto  àfar'an-  bocca  e  po- 
dareilcauaUo  colatela  alt  a, e  fermarlo  alla  cameratwmoltoaccom-  coJlleu,no 
damete:  Dell' altro, è  cagione  Unaf  ere  ne'  paefi piani;: he  quando  fuf-      & 
fero  offri  moti ,  al%arià  le  gab  e, cornei  Sardi ,  &  altri  tali  :Oltr'à  cibi 
Turchi  no  amie%i^ano  mai  il  ca  •'allo  al  trotto, il  quale  àfcioglier'i  me- 
bri  ègioueuole  Sommamente .  Tiene  il  Gran  Tur-co  ptrferuigio  diftia 
T)  per  fona, dugento-caualli  ,al  cuigouemo  ajjìftono  cento  huomini;e  qua- 
tro  mila  altri a  caualli,  che  fi  fanno  folamete  caualcare  da  igiouenetti 
del  Serraglio  fiper  loro  effercìtio,bper  compagnia  del  granfignot e,  rie 
cbiffimameteguerniti tutti.  Sono  i  caualli  Turchi  perla  più  parte  bian 
obi  ,sìper  l' anùcbiffima  Hirpe  loro ,  sì  anche  per  la  proprietà  forfè  del 
dimadi  quei  pae fi,  benché  ne  vengano  alcuna  volta  e  Sauri' et  Bai,ma  Scithiapro 
Morelli  affai  di  raro  :et  certame-te  i  caualli  Turchi  fono  di  gran  bontà,  cauaj|j, 
difposli  di  corpo, altieri, et  fieri  d 'mimo ,&  forti  di  membra,  e  di  nerui, 
come  quelli ,  che  di f  endono  dalla  Scithia ,  che  femprefu  di  buoni  ca- 
.         .  V    s         ualli 


jio  T>  E  L  L  A    G  LV  R  LA 

uMproducitriceii  quali  quantunque  piccioli  yfon&  tuttauìa  yelcciffi-  £ 
mi ,  e  gagliardi  :  ma  feroci  :  onde  per  batterli  più  manfueti,  la  maggior 
parte  fi  fuol  caftrare  yfi  come  Str  abone  ferme:  Et  perche  gli  Scitbiye  i 
Saci  per  vna  meiefimacofa  Jiponno  intedereeffendo i Saci popoli  del 
la  Scithia-.dice  Eliano  effere  di  natura  i  Caualli  Saci,  che  fc  mai  butta- 
no à  terra  il  tauallier  e  yfubito  fi  fermano  per  farlo  montare  vrì  altra 
Tartaria  ^°^ta'^a  Scitbiayregione  copiojisjima  dir  arie  nationiyè  chiamata  bog 
prouincia  .  gi  U  Tartariayaella  quale  tutta  quell agra  parte ycbe  da  Setentrioncfta 
volta  in  Onenteji  trotta  aggetta  alt Imperador  del  Cataio ,  che  in  lo- 
ro lingua  chiamano  il  gran  Caham ,  volgarmente  diciam  Gran  caney  à 
qui  da  ciafeuno  fi  parla  in  ginocchioni  f come  narra  Giouan  Boemojnè  p 
egii  à  per  fona  rifonde  yJe  non  per  terio  ;  &  vfa  nel  fuo  fuggcllo  co- 
e  Cuoi  vrof-  tM Parou> Di°ln  Cieloye Cbutcbut Ci)am  in  terra  fortezza  di  Dioy& 
fimarv  fi  nu  i'npcra  .ore  ai  tutti  gL  b uomini.  Tiene  dieci  mila  Caualle ,  del  cui  lat- 
drilcono  di  te  egli  ,y  i  fuoi  projimamfi  nudrifeono  ycome  affermailVillanoua.So- 
latte  di  ca-  no  nelle  jaeproumcie  arméti  innumer  abili  di  Caualli  >et  inpocbijfimo 
ualle.  pregio jSi  che  vanno  i  mercanti,^  ne  comperano  come  pecore  àcetina 

ia:  Ma  ve  ne  fono  di  tanta  lenay&  velocità  yckefecodo  ebeferiue  Mat 
tbia  da  Michouyin  vnagwrnata  fan  venti  leghe.  Herodotofh fede, 
che  mila  Satinai  Caualli  Sopportano  bene  la  lunga,  e  grande for%a  del 
verno  ;magh  A/ini  yei  Muli  pur  'incominciante noia  fojfrifcono;ejfen  g 
do  il  tontr  ano  in  altre  parti  ìcbei  Caualli  al  freddo  languirono  yi  Mu- 
li egli  Afini  dura  forti. Ma  ne  i  luoghi  preffo  la  Tana/l  Caucafo  Bo- 
reale yil  verno  è  tanto  a:proycbe  muna  forte  di  beftie  può  capami,  comi 
Dionigi  r aconta  :  però  fi  calano  nei  paefi  più  temperati ycome  noifap- 
c  ...  piamo  vfarfì  dall'  Abruzzo  in  Puglia;e  da'  confini  di  terraTedefca  al 
Sani.  Venetiano.  ICaualli  Perfianimondifferifcon  molto  dagl'altri  di  fta- 

tura,e  di  pofituramafolo  di  caminatura  :  perche  hano  ilpajfo  minuto 
e  jpeJfoycbe  1 6  diletto  dolcemete  va  fclleuando  il  Caualieremè  per  arte 
fon  infegnati:ma  la  natura  iTteffaparch'à  quello  (come  Vegetio  dice) 
gl'habbia  informati ,  perche  tra' l Portate,  e' iTr  ottante  fon  metani  yco-  jy 
me  fé  col 'vno ,  et  col 'altro  haueffero  comune  alcuna  parte. Sono  fuperbi 
d'animo^t  [e  no  fi  ano  f aggiogati  per  la  faticala  del  cotinuo  coturna- 
ti verfoil  Cauahere-.ma  quelycbe  in  loro  è  di  marauiglia ,  in  tanto  fer- 
itore fon  offeruati  pur  del  decoro  ;  hanno  il  collo  curuato  in  arco ,  fi  che 
paiono  appoggiar  fi  al  petto  loro .  Giofafkt  Barbaro  con  altri  moderni 
Scrittori  narra  che'lgràde  rfan  Caffan  Sophi  Rè  della  Pcrfiay  infimo  al 
rnofcTauro  tiene  infinite  ra%£e  di  Caualli  eccelletemi,  ilcbe  fàcilmf 
te  fi  è  da  credere  offendo  à  luìfottopofia  laMediaJa  quale  quatofuffe 

fertilifjima 


DEL  CAVALLO*  LìB.   IV,         .311 

A  fertilifjlma  di  caualli  fipuò  conofcere  in  Herodoto  là  doue  ferine  che  in 

vno  efferato  fi  numera.ro  ottanta  milacaualli .  f  caualli  Medi  (fcchi-  Cauaifi  Me 
do  Affino  (fono  di  eccellete  grandetta  ;■&  Eliano  afferma  ynella  Me-  di . 
dia  effergli  buomini  generalmente  di  corpo  graffo, e  parimente  i  canal- 
li  loro,  i  quali  infìemeco'i  padroni  paiono  dilettar  fi  di -queUa  fattela 
graffa  e  riguardatole ,  &  anco  de  gli  ornamenti  efìeriori .  Teneuano  i 
Rè  di  Perfia  in  gran  pregio  i  caualli  Niffci,  per  vfo  loro  :  perche  erano  i  cauaMi  Nif 
pia  belli  di  tutti  gli  altri ,  di  tefia  pica  ola,  di  crini  lunghi  s  folti, biondi,  fri . 
e  pendenti  dall' vna,  e  dall'altra  band  a, di  place  noie  paffb ,  facile  ad  im- 
brigliare, ottimi d'ingegno,  e  grandiffimi  diperfbna;  la  qualgrandcxja 

B  procede  a  per  virtù  di  quell'herba  ,  che  ingr  affai  caualli  mirabilmente , 
chiamata  Medica  [forfè  quella,chein  Lombardia  è  chiamata  Melica) 
delia  quale  è  abbondantiffimo  il  campo  Niffeo  ,  che  preffo  la  Media  è 
pofio ,  fecondo  Eufìathio  ;  ò fecondo  altri  in  effa  medefima  regione^  . 
Hcrodoto  nella  diferittione  dell'efferato  Perfiano  dice,  che  appreffoà 
gii  Haftati  andauano  dieci  caualli  belli ffimament e  adorni,  detti  Ni fei 
per  effere  prodotti  in  vnagran  campagna  di  Media,che  N.feafi  nomi- 
nana  ,  e  produce  a  i  caualli  grandi ,  indifeguia  il  Carro  di  Gioite  tirato 
da  otto  caualli  bianchi,  è  pò faa  Serfe  condotto  da  vn  altro  Carro  di  ca- 
ualli pur  Nifei .  Alcuni, fecondo  Varino, interpretano  Nifeoperflauo, 

C  pcrcìoche  Nifa  produce  tutti  i  caualli  di  pelo  Flauo  :  ma  da  Marcelli- 
no fi  conferma  effere  appo  i  Medi  ra^je  nobili  di  caualli, chi  amati  Ni- 
fei, Attirimi  alle  guerre .  Eran  tenuti  1  Mediffi  come  Strabone fcriue) 
di  dare  ogni  .inno  al  Rè  di  Perfia  tre  mila  caualli  :  i  Cappadoci  mille ,  e       Caualli 
cinquecento  .  La  Cappadocia  ferine  Solino, effere  fopra  l'altre  terre  al-  Cappado- 
leuatrice  di  caualli, &  commodiffima  à  talprouento .  Vegeti 0  dice ,  la  C1* 
nobiltà  de'  caualli  Cappadoci  effere  gloriofa ,  ilche  afferma  Nemefia- 
710.  Oppianogli  cognomina  in  deti,<&  veloci  foggi  ungendo, che  tnetre, 
che  fon  piccioli,  e  latt enti,  fon  fiacchi  ;  ma  quantopiù  crefeono  di  età , 
più  leggieri  diuengono,  e  gagliardi ,  &  animo  fi  :  idonei  parimente  alle 

D  guerre,  e  caccie  ;  perche  non  temono  l'arme ,  neper  paura  fi  difecftano 
dalle  fere.  Vn  monte  di  Cappadocia,  detto  Argeo,  ilqualefìima  il  Boc- 
caccio volgarmente  nomar  fi  Art  ago, Claudi  ano  appella  di  volanti  ca- 
valli padre  .  Di  Ambe  E/omero  chi  amandola  diurna,  dice, che  da  Hir- 
t acide  fi  portaro  certi  caualli  grandi  di  ftatura ,  &  ardenti  di  spirito, 
all'imprefa  di  Troia,allev.ati preffo  al  fiume  Selleente.  1  caualli  di  Cap- 
padocia ,  fcriue  Jlffirto,  effere  della  febi  atta  de  i  Parthi,ma  di  tefìa  più 
grani  :  e  i  Parthi  dice  effere  di  fatex^e  grandi ,  &  ampie  ;  coraggiofi , 
di  altiera  apparcn^a}&  eccellenti di  piedi:  fono  etiandio  dìtantalcna, 

V     4         che 


3«  D  E  L  L  A    G  L  0  R  VA 

che  corrono  molte  miglia  fenici  bere  ,fi  come  da  Propcrtiofifafedc^> .  E 
Parthiaab-  Fu  fempre  abondantiffima  ia  Partbia  die  avalli  ,  che  non  per  altro  fu 
bondantif-   yintò  l'esercito  di  A4. Cr  affo ,  e  poi  di  Antonio;  che,  per  la  grande  ,hr 
i ma    i  ca-  vaioroj-d  cavalleria,che  di  cinquanta milagiunfe  al  numero itivna  vo{ 
ta .  Le  lor  opre  cofi  militari, come  cim  li>,  fanno  à  cavallo  :  riputando/i 
vili  di  conditione  quelli ,  che  vanno  à  piede  :  e  deWoro ,  e  dell'argento 
non  fi  feruono  in  altro ,  che  ingvernirt  l'arme ,  &  i  cavalli,  i quali  fo-     . 
.    gliono  tutti  empir  di  penne ,  infegno  di  velocità, ■<&  per  leggiadria  :  fi 
come  dal  Bohemo ,  &  Fillanouafi  narra .  Sono  riputati  daOppiano  i 
caualli  Parthi  di  egual  Ttolore ,  con  quei  d'Armenia  :  laqyal  Frontino 
dice ,  cheproduceagran  quantità  di  caualli  belli  ;  &  cefi  gli  Armeni ,  p 
come  gli  Archiui ,  fi  riputavano  atti  à  guerra .  Enea  Siluio  Piccolo- 
Armenia  mini fcriuel'  Armenia  effer  molto  commoda  al  pafeere  de  i  caualli  non 
commoda    altrimenti, che  la  Media:  ìlgouernatore  di  Armenia  ogni  anno  man- 
ualh'.CerCa"  ^aitaa^e  ài  Perfia  ventimila  Poliedri  nei  facri  Febei.  Artaba%ù 
quando  con  Antonio  calò  centra  la  Media ,  gli  moftrò  oltre  àgli  altri 
caualli ,  fei  mila  huomini  d'arme  in  tutto  punto  ;  effendo  gli  Armeni 
non men,chei Medifludiofijjìmi di  caualli; & coft  gli  Abani .  Vege- 
tio  pone  i  caualli  Armeni ,  &Safhreni  appreffo  à  i  Perfiani .  Se  ne 
Cilicia  prò  produceano  ancora eccelleti  dalla  Cilicia,  laqval  Hercdotofcriue,ch'e- 
ducitr ice  di  ra  t€rmta  jj  dareà  Dario  Rè  di  Perfia}trece?itofeffantafei  caualli  bian  q 
ualli.  c^  Per  ciaJcm  anno;  cioè  vno  per giorno:  &  cinquecento  talenti  d'ar- 

gento ;  de'  quali  cento  quaranta  fi  fj>endeanoin  quella  regione  d'ejfa 
Cilicia  y  doue  fi  alleuaiiano  molte ra%%e .  Hora  cofi  la  Cilicia  ,come 
la  Cappadociafonprouincie  della  Natolia,foggette  al  Turco;  però  non 
CaiialH  è  maraviglia  come  i  caualli  Turchi  per  la  maggior  parte ,  &  quafi  per 
che'  PH"  ordinario} fianoeccellentiffimi 3comedettohal)biamo .  DiSarmatia, 
tj  #  fcriue  Affino ,  venir  caualli  non  brutti  ,  anyj  leggiadri  n ella  maniera 

loro  s  f empiici  ,grandi  di  fattela ,  di  tefla  fonte ,  di  bel  collo ,  atti  al 
corfo ,  &  alle  battaglie .  Racconta  Plinio,  che  douendo  i  S armati  fare 
vn  viaggio  lungo ,non  danno  da  mangiare  al  Cavallo  vn  giorno  innan-  // 
^i,mafolo  vn  poco  à  bere;&poi  di  coutinouo  corfo  cavali  ano  per  cen- 
to cinquanta  miglia.  Chiamano  certi  Caualli  Aetogeni ,  per  vna  certa, 
nativa  nota ,  che  portano  alle  tyalle  ;  ondegli  tengono  in  molta  /Urna  * 
&con  quelli  contendono  di  velocità  fra  tutti  gli  altri;  ctperògti  vfano 
alle  correrie  delle  guerre  ;  ma  febiuano  quelli ,  che  nelle  groppe  porta- 
no lanota  Aquilina;&  offeruano  di  non  vfarli  mai  nsllc  battaglie,  co* 
me  male  auuenturofi  ;  che  fàcilmente  il  cavaliere  vi  morrebbe ,  ò  pur 
incorrerebbe  in  qualche  male .  /  caualli  Fafiani  fi  diceano  (fecondo 

Celio) 


DÉ'L  CAVALLO,  LIB.  IV.  J13 

ÀCelio)  dal  merco  dell'augello  di  queHo  nome  :  ò perche  nella  provincia 

di  F afide  erano  caualli  eccellentijfimi  di  bellezza  .  1  caualli  Soriani  fi  Causili  So 
commendano  da  Alberto,  non  altrimenti ,  che  i  Cappadoci.Lodouicc^  FJani.  ce^ 
Ariojìo  celebra  vn  Leardo  arrotato  di  Soria  con  quefti  ver  fi .  rau* 

■    Entrò  Marfifa  s'rn  defìricr  Leardo 

Tutto  jparfo  di  macchie ,  e  di  rotelle  , 

Di  picciol  capo,  e  d'ammofo  fguardo  , 

'  D'andar  fuperbo  3  e  di  fattele  belle , 

V e'I  miglior,  pe'l  pììi  vago,  e  più  gagliardo 

Di  mille,  che  n'hauea  con  briglie ,  &  felle  , 
B  Scelti  in  Damafco  ;  &  realmente  ormilo  , 

Et  à  Marfifa  Norandin  donollo . 
E  già  la  Valeflìna  con  quell'altre  finitime  regioni  fa  abbondantijfima     Paleffina 
dicaualli ,  ficomc  Ifaiadimoflra  làdoue  dice ,  Ripiena  fu  la  terra  di  abbondàtif 
lui  dì  caualli  ,  &  innumerabili  furono  le  fue  carrette.  Et  fi  legge  ""Jj!  &  ca- 
ancora  che'l  fauiffimo  Re  Salomone  tenea  quaranta  mila  caualli  da-  ua 
carrette,e  dodici  mila  da  Caualieri,al  cuigouerno  erano  deflinati  'mol- 
ti capi, che  con  ogni  dilìgema  vi  attendeano.  Jl  Re  di  Babilonia,fcriue 
Herodoto  ,  che  oltre  ài  caualli  desinati  alla  guerra  3  tenea  ottocento 
Halloni  con  fedici  mila  caualle  ;  dandone  venti  per  vno  alla  monta, 
C  come  anticamente  fi  coflumauano  .  L'India  tutti  gli  animali  produce   india  pro- 
pià  grandi ,  che  gli  altri  luoghi  :  fuor  ,  che  i  caualli  ;  i  quali  racconta  duce  caual- 
ilmedefimo  auttore ,  che  fori 'auan%ati  da  quei dì  Mediai .  1  caualli  li  grandi- 
Indiani ,  fcriue  Eliano ,  che  mofìi  à  falti ,  è  mejfi  à  correre  fuor  di  mo- 
do, non  fi  pojfono  da  ogniuno  ritenere ,  né  raffrenare  ;  ma  il  voler  al- 
lentare ò  Hringere  lorle  redine  ,èeofa  da  huomini ,  che  da' primi  anni 
dell'età  loro  fiano  flati  ammaeftrati  allafcien%a  delle  cofa  cauaìlcref- 
che  :  quefli  fanno  ben  foslenerli  con  la  briglia, e  da  indotti,  e  sfrenati 
ridurli  vbbidienti  in  picciol  giro .  Jl  mede  fimo  racconta ,  che  appo  gli 
Ffili  Indiani  (perciò  che  in  Africa  fono  gli  altri  Jnafccno  caualli  non  Caualfi  del 
D  maggiori  di  vn  casìronc .  Neil' A frica;fi  come  i popoli  variamente  no-  li  Pfìlli  in- 
minati  (fecondo  Strabone)poco  tra  loro  differì feono  di  cofìumi:  mafo-  diani  • 
lo  nel  colore  fon  diuifati  :  cofi  i  caualli,  ò  che  nafeano  in  Numi  dia  ,6  in  f  4  "ica' c 
Getulia,ò  nelle  Mauritanie,  ò  nell'Etiopie, ò  nelle  Libie, ò  in  altra  par-  j"0^""^ 
te  chefia  dellAfrica  ;pocotra  loro  fon  differenti:  che  tutti  fono  'di  sia-  noi  Barba- 
tura  non  molto  grande,  ma  vaghi ,  &  agili fsimi  al  corfo,  e  tanto  vbbi-  ri. 
dienti,  che  s'auuczganoàfeguire  le  vefiigia  del  padrone ,  à  guifa  di  fi- 
di cani ,  &  fi  fanno  reggere  folamente  con  la  bacchetta  :  però  Virgilio 
chiama  i  Numidi  infreni ,  cioè  fenia  freno,  &  Cilio  gli  appella  gente 

che 


3i4  DELLA    GLORIA 

jche  non  ha  freno  :  &  Martìale  dicz_j  .  £ 

La  verga  regge  il  MaJJileo  Cauallo  ; 
Effendo  i  Mafjili  popoli  della  Libia .  Parimente  Lucano  fcriu^f 
La  gente  Majftlea ,  cbe'ldorfo  ignudo 
Premendo  del  dejlricr;con  verga  lieue 
Il  volge,  non  f apendo  vfo  di  freno . 
Virgilio  loda  molto  vn  cauallo  Sidonio ,  che  ad  Afcanio  fu  donato  da 
Didone  Reina  di  Cartagine:  e  già  da  Tunigi  ne  vengono  di  moltobelli. 
Re  di  Afri-  Narra  Strahone ,  che  i  Rè  dell'Africa  fi  dilettano  tanto  delle  ra^ge  , 
ca  fi  diletta  che  ogni  anno  vi  fi  fa  raffegna  di  cento  mila  Poliedri ,  &  che  i  caualli 
no  di  raz  africani  hanno  le  labbra  ,ò  (fecondo  gli  altri  interpreti)  l'vngbiepiù  F 
2C*      ,    .  lunghe ycheinofìr ali.  Eliano  fcriue,  che i  caualli  ai  Libia  fono  vele- 
Caualli  Li  C]^mi  f0pM  gli  a[tri  ;  ni  mai  fi  fiancano  ,  fon  dilicati ,  e  magri ,  ma 
idonei  à  offerire  ogni  negligenza  di  lor  padroni ,  iquali  non  gli  siri- 
gliano,nè  loro  nettano  mai  i  piedi  ,nè  acconciali  letto ,  ne  danno  biada  ; 
ma  fubito ,  che  fatto  il  lor  viaggio  fon  difmontati ,  gli  mettono  à  pa- 
Caualli  fcerc  alleCampagne .  Difomma  velocità  altresì  fono  gli  Arabi  cele- 
Arabi,    brati,che  Alarbi dicono, il  cui  Principe  (feròdo il  Vartomanno)  Zam- 
beio  è  nomato  .  Cosloro  vfano  le  caualle  di  tantapreileT^a ,  che  tra 
dì,  e  notte  fanno  poco  meno  di  cento  miglia  ;  parendo  piùtoito  volare, 
che  caualcare  .  La  plebe  non  cofluma felle,  mafolamcnte  lanobiltà ,  e  G 
quefiifoli  vanno  tutti  vesliti  benebbe  gli  altri  fi  contentano  d'yna  fo- 
la camicia  .  Sono  ancora  hoggidì  vfate  molto  le  caualle  da  gli  Africa- 
ni, perche  fono  di  maggiorlena,e  di  più  lunga  vitalbe  i  mafehi, iquali 
oltre,  che  diuerfi  morbi  di  tcfticolifogliono  fofferire ,  -vengono  poi  dal- 
l'e  fftrcitio  del  coito  e  dalle  difcipline  effere  indeboliti  ;&  però  gli  Scithi 
medefimamente  le  caualle  più  volentieri  vfauano  nelle  guerre;  di  cedo, 
molto  importare,  che  fen'^a  impedir'  il  corfo,  elle  mandano  via  l'orina  : 
ilche  i  caualli  non  p off on  fare  ;  &  le  vfauano  maggiormente  f  come 
Arinotele  fcriue)  quando  elle  eran  grauide ,  &  che'l  parto  s'era  co- 
minciato à  muouerc  dentro  il  ventre , per  farle  pia  facilmente ,  &  fen-  H 
%a  pericolo  partorire .  Né  mirano  quefti  popoli  ,  che  tutte  le  femine 
fiano  manco  animofe,chei  mafehi^  eccetto  l'Qrfa,  &  la  Panthera  .-per- 
che delle  caualie  efìinon  vogliono  fé  non  fuga  :  all'incontro  i Germa- 
ni folo  alla  vettura ,  &  alla  coltura ,  non  mica  alle  guerre  vfano  le  ca- 
Caualli  Mo  ua^€  •  I caualli  ALorefchi ,  dice  Oppiano ,  effere  ecccllentifiimi  infop- 
refehi.        portare  i  lunghi  corfi ,  &  le  dure  fatiche,  Str  abone  firiue ,  che  fono  di 
color  fttluo, e  molto  splendido  ;  &  che  foli  fratutti  gli  altri  caualli ,  fo- 
no animo fi  ad  allettar 'il  gran  ruggito  de'  Leoni ,  fen^a  fpauento  ;  po- 
tèn  do fi 


DEL  C AFALLO,  L1B.  IV.  31J 

A  tfndofi  ciò  attribuire  all'habito,  che  vi  fanno ,  col  frequente  cacciare 
di  qucfle  fere  in  quei  paefi .  A  questi  fon  projfìmi  quei  di  Libia  >  di 
velocità  durabile  ,e  tanto  grande ,  che  quantunque  le  Dorcadiftano 
velociffime  in  quel  paefe,  nondimeno  fono  al  corfo  inferiori  de  ì  canal* 
li .  Di  forma  fono  fintili  gli  vni  à  gli  altri  ;  fc  non  che  quei  di  Libia 
fon  maggiori,  col  corpo  lungo ,  di  cofìe,  e  di  lati  più  crajji ,  e  di  petto 
più  ampio  à  [ottenere  vn  dritto  impeto  :  ti  caldo ,  &  la  fete  del  me%o 
giorno  fopport  ano  ageuolmmte .  /  caualli  Calambrij  da  vn  certo  luogo  Caualli  Ca 
'di  Libia  cofi  detti,  fono  celebri  appo  Hefichio  ,&  Varino.  Da  Oppia-  lambrij. 
no  fi  commendano  gli  Erembiy  cofi  nominati  da  vn  paefe  d'Afi'ica,che 

$  altri  dicono  Trogloditi .  Quei  di  Cirene ,  Affitto  dice ,  e/J rere  di  bella  Caualli  di 
grandezza, di  fianchi  tiretti,  e  piccioli  ,&  però  idonei  al  curale  com-  ^irene* 
battimento  ;  buoni  di  piedi  in  eccellenza,  con  vn  lungo  trar  di  fiato  del 
caualcare.Tutti  quefli  caualli  Africani  indifferentemente  fono  tra  noi 
chiamati  Barbari , fi  come  tutte  quelle  region:  per la  più  parte  fi  chiama 
no  Barbarla;  equindipromene  grandiffimo  numero  di  caualli  :  i  quali, 
benchenafcano  in  luoghi  piani,  fono  pur'ifnelli  di  gambe,  &  le  aliano 
affai  leggiere ,  per  cagion  del  paefe  arenofo ,  e  troppo  caldo,  &  perche 
di  loro  natura,cofi  i  Barbari,come  iTurchi  fon  corraggiofi:  &  l'animo 
ad  amendue  accrefce forila:  né  con  gli  vni,nè  co  gli  altri  fono  da  vfarfi 

C  battiture, né  pur  minacele;  ma  fempre.piaceuole'zge  -.altrimenti  fi  met- 
terebbono  in  fuga  alla  di  (per  at  a.  hlora  tornando  alleprouincie  di  Euro- 
paleggiamo  ogn'vna  cognominare  ifuoi  diftint ■  amente, con  grandijjì- 
ma  differenza  di  corpi, e  di  coflumi.  Conciofia  cofa,che  dalle  parti  fog- 
gette  all'Aquilone ,  e  pochifiimi  caualli  foglwno  venir  buoni  offendo  Caualli  Set 
i  grandi  perla  maggior  parte  tardi,  i  piccioli  fàflidiofi ,  &  psricolofi  tentno»aI« 
nel  caminare,  che  vanno  continouamente  per  battere  il  mufo  in  terra.  ^  t 
Non  manca  pure,  che  dalla  Britanni^non  vengano  fouente  (come  dal 
Voliteranno  fi  fcriuej  Acchinee  di  vfr.bel  portarti  e, quali  folcano  pri- 
ma venir  di  Spagnaio  fi  cangi  ado  il  tempo  la  natura  dei  paefi,  come  fa 

D  di  tutte  l'altre  cofe  ifimili  fino  quelle, che  vegono  d'Hirlanda,  volgar-       r     ... 
mente  chiamate  Vbine  .  De  i  Pollacchi  altresì  riefeono  molto  buoni,  Pollacchi 
per  ejfere  la  Polonia  pme  della  Sarmatia  Europea,  vicina  all' A  fiati-  buoni . 
ca,laqual  è  tato  lodata  di  progenie  di  caualli  appreffo  Vivaio,  et  altri  au 
thori.  De  gì' Vngh  eri, la  prima  vtilitàfccme  Vtgetio  firme)  è  effere  afi  Caualli  Vn 
fuefhtti  alle  fatiche  della%uerra,  &  ne  i  torneamenti,e giuochi  circola-  &"e"  ' 
ri,confofferen7a  del  freddo, e  della  finte -.Hanno  la  tefla  adunca,egran- 
de,gli  occhi  cacciati  infuori,  le  narici  angufte,  le  mafcellelate,il  collo 
Rigido ,  erobuTto  i  crini  pendenti  infino  alle  ginocchie ,  le  cofìe  grandi, 

ilfrlo 


gi6  DELLA    GLORIA 

tifilo  della  fcbiena  incarnato,  la  coda  folta,  le  gambe  for%atifìime ,  le  £ 
bafipicciole,  l'vngbie  diffufe  epiene,  t  flambi  incauati,  e  tutto  il  corpo 
fatto  ad  angoli  incile  groppe  non  v'èpiega;nelle  polpe  no  vifon'cminen 
%e  di  renetta  Statura  èpiuin  lùgbezga,ibein  altex^a,il  vetre  efshau- 
fto  lor  tira  in  su  ;  l'offa  fon  grandi,  la  magrezza  in  loro  è  grata,  sì  che 
la  bruttezza  gli  fa  in  fomma  parer  più  belli >b anno  l'animo  moderato, 
Caualli  del  prudente,  e  patiente  delle  percoffe  •  Il  Camerario  dice,  i  caualli  della, 
f  "er^ò  Pannon^aCla  qualfuperiore 'fi  chiama  Aujìria,  inferiore  è  i'Vnghcria) 
re .  effer  idonei  alla  guerra;  e  di  natura  mordaci,  e  calcitrofi  ;  tuttauia  non 

y far  ferocità,  fé  non  irritati  ò  per  opinione,  ò  per  tema  a"  offe  fa .  Ap- 
preso àgli  tangheri ,Vegetio  commenda  i  Borgognoni,  e  quei  di  Turin-  p 
g:a,come  tolcranti  di  ogni  ingiuri  a,&  veramente  fé  ne  vedeno  ijperien 
Zf  affai  buone .  I  Tnringi  fono  vicini  à  gli  He  fi ,  da  Plinio  chiamati 
(fé.  ondo  il  Colai  eranno)  Cimbri  Mediterranei:  boggi  il  lor  Lanthgraf 
ne  ha  belle  ra^^S  ;  &  cofi  il  Duca  di  Bauicra,  e'I  Duca  di  Vittemberg, 
Principi  e  molti  altri  Principi  di  Alemagna,  che  farla  lungo  à  raccontare  ;  tra  i 
che  hanno  eguali  il  Conte  Palatinotiene  ottocento  e aualle ,  con  eletttfiimi  slallonì 
A  Iema-  coslfcrcc'>  ebefen%a  aiuto  di  paslori,  ò  di  cani  difendono  l'armento  da 
<ma .  ogni  fori  e  di  fiere .  Appare  in  Cornelio  Tacito,  la  Germania  t ff ere  fia- 

ta abbondantifiima  di  caualli,  sì  che  fé  ne  mandauano  fpeffo  armenti  in 
dono  à  igran  Signori  :  Horafra  tutte  le  fue  prouincie  ne  fono  fertili  la  q 
Prouincie  Denamarca,già  da'  Latini  chiamata  Dacia,la  Sa/foni a,la  Fnfa,ÌAu- 
Settentno-  ^ria^e'l  Ducato  di  Lorena,&  Lutzburg  ;  oue  copiofamente  ad  ogni  ef- 
"  <i  Cu  p'°~  fercit^°  fe  neferuono .  All'incontro  Terra  di  Suizz^ri  ne  è  sieri  le,  per 
caualli.       l'apprezza, che  ellatiene,&  la  Borgogna  non  ne  produce  tanti, ne  cofi 
grandi, cornei' Alemagna.  Nei  terzo  grado  pone  Vcgetio  i  Prigioni, io 
me  non  meno  di  velocità,  che  diperfeueranza  di  dorfo  inuitti,  ma  hog- 
Caualli  Fri  gì  tutti  i  caualli  Tedefchi,  &  Alemanni,  che  Frigivni  fi  dicono:  per  lo 
gioni.         più  fi  trouanograui,  e  pigri,  cln  fempre  trottano,  &  vanno  à  (alti  ;  di 
natura  ritiofa,poltrona,e  doppiale  tanto  più  quando  fi  comporta  la  lo- 
ro poltr  oneriate  però  con  efii  è  da  proceda  fi ,  <?  ajprezz?,  percuotendoli  ^ 
fenzariijctto,percauernebuonprofitto,  perche  non  tcnendofi  attimo- 
rati, ogni  dì  crefeerebbe  la  loro  malignità .  Et  ben  può  gloriar  fi  vn  Ca- 
ualiere, quando  alcuno  ditai  caualli  harràridotto  à  buontermine  :  per- 
cioebe,  oltra  l'effere  di  due  cuori,  hanno  le  fattezze  dinanzi  cofi  catti- 
ue, che  peggi  or  ano  l'altre  porti  buone,  che  in  efii  f uff  ero  :  non  giouando 
ad  altro  la  forza  loro,  che  à  quello,  in  che  già  fe  ne  feruono  i  paefani  di 
trarne  e  arri, portar  ne  fiacchi,  e  di  ararne  :  coinè  noi  ci  fruiamo  diboni, 
e  difomieri .  Eglino,  oltr'à  ciò,  fono  quafi  nel  generale  di  corta  villa, 

per  le 

0 


DEL  CAVALLO,  tlB.  ÌV .  $17 

ji  per  le  citinone  neuiiet  beino  l'vnghie  bianche ,e  molli  nelle  regioni ,che 
fono  acquofé,qual  è  Frifa,  &fon  duri  di  bocca ,  sì  per  lafouerchitfero 
cità,comef  lagroffe^ta  delle  labbra 3cbe  impedifeno  il  dominio  delfrt 
no:ondefaggiamètefogliono  i  Germani  imporre  loro  le  più  atyre,eftr& 
ne  briglie ,che fi  potejfero  mai  vedere  3altij]ime  a" occhi 3per  rileuarli  di 
tejìaye  tanto  alte  ancor  di  dentro ,  che  la  guardia  del  me%p  della  briglia 
•va  poco  men,che  la  radice  della  lingua  a  toccare. Il  fimile  couiene  a  e  a. 
ualli  di  Francìajhe  di  natura  sappreffano  al  Tedefco ,  ma  ne  riefeono 
ad  yfo  di  fella  affai  migliori;  che  quantunque  in  alcuni  autori  la  Galli  a 
fi  dìmojlrì  digrojfali  caualli  producitrice3leggendofi  appo  Plauto. 

$  Dei  Gallici  Cantherijfian  più  vili.  Caual^ 

Et  appo  Girolamo  JGodanfi  eglino  de  i  Catherij  della  Gallia:  &  noi  di-  Francefi* 
letti fciolto  V  Aftnello  di  Zaccaria;  nondimeno  dall'altro  canto  L.A- 
pulico  commeda  molto  iGiumenti  Gallicani 3  dicendo  genero} a  dignità 
lorOydare  la generofa progenie  ;  e'I  Politiano  il  conferma  bene ,  quando 
parlado  della  grandezza  di  Lorenzo  di  Medici ,chiama  i  caualli  Fran 
cefi  atti  allaguerra3dicendo: 

Francia  à  lui  manda  i  Martial  deHrierì. 
Il  Camerario  fra  tutti  i  Francefi  loda  come  uobili  alle guerre ^co- 
rnili MenapìÀ 3  detti  Geldrici  volgarmente  3che  da  Cefarefoncbia- 

C  tnati  Rugi  3nel  paefetcbe  dicono  Rugenlad  .  LaGeldria  è  nella  Gal- 
lia Belgica,  oue  bora  è  laBrabantia,  Treneri,  eMaflrich;vicina 
propriamente  al  Ducato  di  Giulia, e  di  Cleues  .  Parimente  idonei  di- 
ce effere  al  combattere  quei  caualli,  che  tra  gli  Suir^eri fi  producono, 
&  maffimamente  gli  Algioici ,  che  lungo  tempo  durar  fi (limano  .  I 
Dacianifono  di  tejla  afciuta,di  collo  fcarno ,  e  ben  fondati 3e  d'boneslo 
animoima  con  poca  ragione  tenuti  3  e  caualcati,come  in  quelle prouin-  Caualli  Da 
eie  al  più  auuiene  :  &  per  la  maggior  parte  cafirattsvfano  .  Jcaual-  Slafll*lr  ,, 
//'  d'Jslria  C fecondo  Affino )vagliono  di  piedi  3fon  alti, con  la fchie-  ftr*!|* 
na  continouata,&  caua.-veloci alcorfo.  ì Venetiam fi giudica ,cbedi- 

j)  fcUano  da  i  Veneti  popoli  della  Paflagonia ,  iquali  dopò  la  guerra  Tro  Caualli  Ve 
tana  vennero  in  quejli[luogbi;&  foleano  mettere induslriafingolare  neciani. 
nelnudrire  de  i  caualli,  la  quale  a'  tempi  nojìri  è  mancata  in  loro. 
Ma  fi  troua,che  Dionigi  Tiranno  della  Cicilia ,di  qui  cosìituìil 
feme  delle  fue  ra^ge  ,per  bauerne  canalli  atti  alle gioftre;si  ebegià 
nella  Grecia  era  molto  celebre  la  nobiltà  delle  raige  Venete;  e  gran 
tempo  fi  mantennero  quella  fama ,  fi  come  Strabone  narraùl  quale 
(poi  che  a  metione  della  Cicilia  fiam  venuti)  altroue  afferma, i caualli  ^ua!''  Ci 
Ciciliani  effere  più  veloci  de"  Morefcbiyn*  *  Morefcbi  più  animofi  de  c,lianj' 

Ciciliani 


:i  ;i8  DELLA     GLORIA 

Ciciliani .  Sono  certamente  i  cauaUiCiciliani  velociffimi  ad  opinione  £ 
dimoiti  altri  Scrittori  ;e  {ferialmente  Virgilio  chiama  generatore  di 
magnanimi  caualli  il  monte  Agraga ,  ilqual  è  prefjo  la  Città  a" 'Agri- 
gento ychi amata  bora  Gergento;  donde  Scruiodice3chefi  mandauano  i 
caualli  à  correre  nella  Greciay  &  pe  tornauano  vincitori .  llche  fi  con- 
ferma  da  Aleff andrò  yil  qual  racconta  yeffere  flati  in  Olimpia  tpcffe 
"volte  vincitori i  cauaUiCiciliani  di  Agrigento ,  e  di  Etna;  che  dicono 
Mongibello,wfieme  con  quei  di  Epiro, di  Fenetia  y  e  di  JSifa .  Legge  fi 
ancoraché  offendo  venuto  meno  le  ra^e  de  i  caualli  in  Cappadociaylet 
rifioraro  perconfiglio  dell'oracolo  di  Dctfi,con  le  ra%%e  Agrigentine ,e 
diuenmro  affai  migliori.  Però  non  dee  parer  incredibile,  qui  Ilo /he  feri  p 
uè  Plinio  ,etSolinoyche  neUa  Cicilia  fi fuferotrouate molte  piramidi,  et 
fepolturedi  famofi  caualli,effendone quelpaefe  ecccllentijjirno.Atem-, 
Razze  fa-  pj  noTlri  ui  fono  famofe  le  razge  del  Duca  di  Biuona  ,  del  Duca  dì 
dlia.6  m  '  Terranouajdel  Barone  di  Rafadale9del  Barone  di  Sicoliana,del  Mar- 
chefe  diGiraci, di  Cola,diFerina,diFefauli, del  Baron  della  Delia y  di 
Pogiades,di  Lauri  celi  a, del  Baron  di  Cercaci, di  Notarbartoli,di  Min- 
neffi,di  Pietro  C agio, di  Pier  Andrea  Settimoydi  Amare,  di  Do  Fabio 
di  Bologva,di  Bartolo  in  Corbera>di  Ribbera,di  Ceruilio,  del  Caron  del 
Palazzo,  dei  Monachi  di  S.  Martino,  delle  fcale  di  S.  Nicolò  larena, 
del  Barone  del  Comifo , del  Alarchefe  di  Nìcodia  ;di  Don  Lorenzo  di  (# 
Giuoniye  di  Matthùo  Bon'anno;  oltra  molte  altrt, che  nofn  potute  co 
fiperuenireà  mia  notitiarle  quali  tutte  producono  Cor  furi, e  G inetti  di 
gran  bontà,&  principalmente  la  Ra^a  Regia.  L'altre  /fole  del  Mar 
Thirreno,come  laCorfica,&  la  Sardegna  ,fcriueil  Fiateranno  y  che 
Caualli  di  producono  caualli  affai  corti  di  per  fona ,  ma  d'animo  ardito,  e  grnerofo 
Corfica  e  e  dipaffo  ine  quieto. Ciò  conferma  anco  //Termini  o,ilquale  ha- 
Sardegna.  Ucdo  feguito  in  Ccrficail  Magnifico  Andrea  imperiale, 
General  dell' JUuftnff ima  Republua  Genattefe:  tra  V  altre  cofe, di' egli 
nella  fua  hifìoria  ha  de  fritte  di  quella  ìfola,mi  raccontaych'iui  nella 
Prouincia  detta  di  qua  da'  monti  fono  le  radice  di  Chiatra,di  Zuani,di  j-£ 
T  alone  ,della  P  amar  accia ydi  Altianiydi  Anti fanti, e  dello  Lucoylequa 
li  producono  cauallidi  me%a  taglia ,  di  buoni  piedi  y  e  toler  anti  d'ogni 
fatii  a.  Di  là  da'  monti  fono  le  ra^ge  d'/fìriaydi  Ornano  ,di  Boxjyd'Orto 
lo, e  di  Ouen%a ,  dalle  quali  e/cono  caualli  grandi,  &  ottimi  corridori; 
E  generalmente  in  quella  /fola  per  effere  i  luoghi  alpeflri  ydice ,  che  fo- 
no i  caualli  di  fortijfme  vnghie  yc  di  mirabile  tyirito  ,che  faltano  à 
guifa  di  capre, per  le  macchie, '&  per le bal%e .  Dice  ancor  a  effer gli 
fiato  da  perfone  degne  di  fede  raccontato  ,che'l  Signor  Vincente  da 

Iftria, 


„_•.: 


DEL  CAVALLO,  LJB.  IV.  319 

A  Jjìria'Jjebbe-quiuijVn  cauallo  Giornà  chiamato  Jlquale  per  dar  più  com 
modo  al  padrone /he' l  e  anale  aua, e  alando  la  coftiera  del  mote,  don' era 
ilfùo  Camello,  portaua  infmo  al  piano  di  giù  le  eambe  di  dietro  piegate 
con  vna  incredibile  attitudine.  Et  che  di  quefìa  ifìtffarax^a,che  laBi-  Caualli  del 
lancia  vfa  per  merco  ^nacque  altre  volte  un  cauallotanto  alto  della  per{  j11^0  • 
fona,che  appena  potea  chinare  la  tejia  alpafeere  ;  e  di  piedi  era  sì  gran- 
de che  per  ogni  ferro  bifognauano  diciatto  chiodi-,  Deicorfifono  più 
focofìi  Sardi  compredominati  dahumor Sanguineo  >et colerico ;et  effer- 
citati  affai  al  correre  in  quelpaefe-yperò  co' gli  uni, co' gli  altri  è  da  ufar- 
fi  grandiferetiòne;  e  temperamento;  non  infoiandoli  con  troppo  batti- 
li ture  perche  con  lapiaceuoleT^cafi  rimettono  facilmente  dal  lor furore. 

Magli  vni  •■>  egli  altri  non  han  che  fare  co?  i  caualli  Ciciliani,  i  qualidi  cauai|jcDa 
velocità  cedonofolamete  a  i  Parthi,&  à  gli  Armeni;  fi  come  Oppiano  gnuoli 
ferine  ;  All'incontro  i  Partbi, dice, effer  e  auan'zati  dagli  Spagnuoli  ,fog- 
giugnendo ,  che  gli  Spagnuoli  tanto  auan%ano  di  velocità  gli  altri  ca- 
ualli,quanto  /' Aquila  gli  Augelli ,il  Delfino  ìpefei .  Vegetio,appreffo 
à  quelli  di  Cappadocia  loda  i  caualli  Spagnuoli ,  dicendo  effer  pari ,  ò 
profumala  palma  loro  nel  corfo ,  &  nel  maneggio  :nè  inferiori  però 
effer  e  i  Ciciliani;  benché  l'Africa  foglia  ad  vfo  difella  dargli  del f angue 
Spagnuolo  velociffimi  altresì  :  poituttauiafoggiunge ,  i  caualli  Perfìa- 
C  ni,  Vngberi,  Epiroti,  eCiciliani  hauerela  vita  lunga  ;  ma  brieue  i  Nu- 
midi ,e  gli  Spagnuoli.  Il  Volateranno  ferine /he  di  spagna  fi  producono 
caualli  eccelleti  diìeggiere%^a,e  di  leggiadri  a:  E' l  Camerario  afferma, 
che  i  cavalli  Spagnuoli  per  openìone  di  velocità,  e  di  agilità  fono  ricer- 
cati da  i  Signori .  Affino  dice ,  i  caualli  Spagnuoli  effer  e  di  f atterga, 
grande  leggiadra, e  dritta  :  di  bella  tefla ,  con  una  congiuntane  di  mem 
bra  vagamente  di uifat a ,  ma  con  le  groppe  erette  ;  robufii  al  fare  de* 
viaggi;  di  corpo  né  dilicato,  ne  atto  ad  ammagrirfi  :  ma  inhabili  al  cor- 
fo ,  perche  nel  caualcare  non  fi  curano  degli  f^roni;  an%i  dal  nafeimen- 
to  infino  alla  età  intera,  fon  cofìumati ,  &  vbbidienti ,  poi  diuengono 
D  mordaci^  cattiui  .  Oppiano  ancora  non  nega,  che  gli  Spagnuoli  fan 
leggiadri  di  corpo, ma  piccioli }di  poche for%e\e  di  vile  animo, coni' vn- 
gbiapocofoda:  &  che  in  poco  tyatio  di  carrier  aperdono  il  vigore .  Da 
quefìe contrarie  openioni di  auttori antichi  vi  bifogna intendere ,  che 
-varie  maniere  di  caualli  fi  producono  dalla  Spagna ,  e  cattiue  e  buone; 
fi  come  auuiene  etiandio  in  tutte  le  altre  parti.  Et  quel  che  A f sirto  feri 
uè, che  i  caualli  fi  procriano  dì  maggior  corpo  del  ter%o  clima ,  in  fino  al 
fello,  mapiùgrandisepiù forti  ancor  nel  fettimOy  epià  tolerati  della  fa- 
tica,cbe}quei  del  teryo,  ouerdel  quarto;  nella  Spagna  più  chiaramente 

che 


$io  DELLA    GLORIA 

che  altrove ,  fi  manifefìa .  Ma  a  queflo  conferitori  tutti ,  che  i  cavalli  £ 
Spagnuolifiano  belli  &  agilifjimi  con  tanta  leggerezza ,  che  di  qvì  fi 
yen  ne  à  divolgare  ,che  le  cavalle  nella  Spagna  coni,  epano  di  vento,  fi  co 
me  altroue  s'è  narrato .  Ciò  conferma  il  B> emo ,  e  l  t'illanoua ,  i  quali 
fcriuono,  la  Spagna  e/fere  fiata  fempr e  commendata  per  velocità  mira- 
bile de'  caualli, iquali  bellamente  i  Cavalieri  armati  alla  leggiera  caval- 
cano con  le  gambe  contratte  (volgarmente  alla  Ginetta )  &  fi  diletta- 
no digioftrareyefkre  tutti  gli  altri  effercitu  militari  affai  più  <j>efjò,cbe 
i  Franco  fi .  Solino ,  e  Pomponio  Mella  affermavo  parimente ,  la  Spa- 
gna d'ogni  dono  naturale  effert  fertili ffìm a ,  efpecialmente  di  cavalli , 
i  quali  verfo  le  montagne ,  &  l'Oceano- ,  nafecno  più  eccellenti  :  1  pò-  £ 
Vfo  di  Spa-  poli  di  Spagna,  Str ■  abone  feri  ve  che  tutti  vf avario  di  portare  certi  feudi 
gnuoli  in    àguifadirne%a  Luna  chiamate  Pelte,  con  armature  leggiere  per  ejfere 
rmare.       ^  at[j  aue  Yuberie ,  adoprando  la  fiondaci  dardo,  &  la  Tpada  ,&  co- 
ftvmauano  di  mefcolare  tra  pedoni  la  caualleria:  c/fendo  i  loro  cavalli 
ammaeslrati àfalire  ogni  atpro  monte ,  &  à piegare  ageuohffmamen- 
te  le  ginocchia ,  dovunque  fuffe  mefiicri ,  e  quante  volte  fvfftro  co- 
mandati :  foggi  ungendo  i  e  avalli  Celtibcn  efiere  filmili  à  i  Parthi,  per- 
che di  agilità ,  e  di  dtfire^ja  di  correre  avanzano  tutti  gli  altri .  Nel- 
la Celtiberia  era  la  Città  di  Bibbili ,  patria  di  Martialc,  hoggi  nomata 
Calataiud,  l  aquale  egli  feri vendo  à  Li  ci  ano ,  chiamanobile  d'armi ,  e  G 
dicaualli  .  Celebra  egli  ancorai  caualli  d'Avflria  ,  che  confina  con 
la  Cantabria  ,  hoggi  detta  Bifcaia:  dicendo,  che  quantunque  fiano 
piccioli  ci  perfona,  fono  tuttavia  leggeriffimi  di  gambe,  &pevvfare 
le  fve  parole  ,rac cogliono à numero  l'vnghie rapide^  .  Di  qvesla re- 
gione,&  anco  della  Gallicia ,  elfècongivntapur  con  l'Aufiria  ,fon  lo- 
dati da  Plinio  i  cavalli  d'vn  bel  portante  .  Ma  per  dire  de'  tempi  no- 
Uri ,  Noi  veggiamo  di  Spagna  produrfi  cavalli  maneggiarti  di  ilatv- 
ra grande ,  epieeiola ,  affai  leggiadri ,  e  gagliardi ,  per  la  mefcolan%a, 
e' hanno  co  gli  Africani .  Altri  ve  ne  fono  di  più  taglia,  i  he  i  Barba- 
ri, &fon  chiamati  G 'inetti, i  quali  moflr ano  granita  nel  paffeggio^  &  ti 
nel  maneggio,  &  in  tutti  i  loro  movimenti .  Altri  di  maggior  fortez^ 
Villani  di  Xa*  e  di  membri  groffi,  fon  detti  Villani  di  Spagna,  non  perche  pan 
Spagna .     tenuti  in  manco  pregio  :  ma  perche  le  raz^e  più  nobili  fi  tengono  ne' 
paefi  vicini  al  mare ,  lequali  per  la  più  parte  producono  caualli  belli  fi- 
mi ,  dipelo  bianco  yòfauro ,  òflauo ,  co'  i  crini  pendenti  infimo  à  terra  i 
che  fono  in  grandifjima  fiima  appo  coloro,  the  fan  pr  e ftffìoned?  inna- 
morati >&  molti-ancora  di  quesli  nobili  ne  riefiono  sìfvperbi,&  cofi  al 
Uri,  che  non  bafta  la  forza  del  Colone  à  domarli  fenica  aiuto  di  qual- 
che 


DEL  C AVALLO,  LJB.  IV.  3*1 

A  che  artificio  violento-.ma  quei, che  Villani  chiamano,  fi  allenano  in  Ino 
gbi  afpri,quali  fono,  le  montagne  di  A  karaté  diAHfiria,&fenon  co- 
fi  belli, riescono  tuttavia  ecctllenttffimi  di robufi esaltato ,chei  caual- 
li  delrégno  di  Marcia  fono  filmati  i  migliori  ditutta  Spagna  ,  &  cofi 
nella  prouincia  Betica,detta  volgarmente 'Andalusa.  Il  territorio  dì 
Granata,per  effere  mont agno fo ^produce  pochi, e piccioli  caualli, ma  for 
tiffimi,  &  leggieri ,  comeffxffofifon  veduti  in  poter  delConte  di  Ttn- 
dillaye  di  Don  Roderigo  Mexia  Signor  di  Santafimia.Quel  di  Cordona 
ne  produce  più  di  numero,&  più  grandi  ;  sì  che  fono  ben  commodi  alla 
guerra;&  ne  tengono  razj^e  il  Vefcono,e  Don  Luigi  Manriquc^on  al 

B  cuni  altri.  Ma  quel  di  Siuilla, benché  no  produca  molti  leggi  eri, e  belli, 
nondimeno  fon  troppo  dilicati,&  mal' idonei  alla  militiate  ne  trouano 
quiui  appo  il  Mar  che  fé  di  Villanoua ,  Pietro  di  Pidieda,e'l  Signor  del- 
l' Algab  a. Fertilijfimo  né  pur  il  territorio  di  Jier cernala  medcfima  di- 
licatczjg  offende  alquato  la  perfettione,c  'hanno  dell' altre  parti:Si  di- 
lettano d'allenarne  Martin  Danila  fiondalo  Pere^Rui  LopezJiTru 
gillo,Giouandi  Villa  uian  tremila^  Venauente.  Molti  buoni  caualli      Signori 
fi  producon 0  altresì  ne  i  territorij  di  Ecija ,  di  Bacca,  di  Vbeda,  e  di  la-  S  pagnuoli 
ben;  nellequali  Città  fon  padroni  di  belle  rav^e  Don  Fernando  di  Tor-  P[jroni  d* 
res,  Don  Diego  di Cabra,Don  Diego  diCarauaial,  Gìeronimo  di  Men  bcl,e  razze* 

C  dov^a,  il  Conte  di  Vrena,e'i  Duca  d'Arcos,e'l  Duca  di  Medina  Side- 
nia^i  Contedi  Palmare  ipaeft  del lor  dominiozE'l Signor  Marcbefe 
di  Tariffa  Due  a  di  cicala  vna  fàmofa  ra^xa  mantiene  di  bei  Omet- 
ti .  In Calldlatengono lodaticauaUi Don  Diego  Mexia,e  Don  Rode- 
rlo, eGiouan  d'Vlloa .  In  Toledo  Don  Francefco  di  Rojas,&  in  Na- 
uarra  il  Coneslabile.  Sonoancora  altri  molti ,  e  Signori  llluslri,  e 
priuatì genti Ihuomini, che  in  quefie,  &in  altre prouincie  della  Spagna 
attendono  à  far  nudrire  eletti  generi  di  caualli  ;  oltre  à  quelli ,  che  la 
Maeslà  del  Sereniffvmo  Renofiro  Signore  fa  gommare  in  Aranfue1^ 
ma  uè  tutti  fi  fon  potuti  da  merifapere ,  né  io  mi  fon  cnratodi  ricer- 

D  carli .  Non  però  paffero  confilentio  il  Reame  di  Portogallo,  doue  (per, 
quanto  intendo) fon  molte  buone  ra%£e,e  di  Barbari  ,e  di  Ginetti,  corri- 
spondenti alla  fama  de'  tempi  antichi  ;  fra  le  quali  l'Infante  Don  Luigi 
in  rn  luogo  chiamato  Saluatìerra,ne  tiene  -vna  affai  leggiadra,che  heb- 
be  dalConte  di  Marialua  ;  vn' altra  ne  tiene  il  Duca  d'Anciro  in  Bel- 
nwnte;  yn' altra  in  Villa  Ve^ofa  il  Duca  di  Brigan^a, dalla  quale  per 
lopinefeono  Leardi \quini  nomati  Rn%ZJ  l  e  dicono,  che  hebbe  origine 
quefla  ra^ada  vn  Calmilo  Africano  \  che  nell'imprcfa.  di  Zamor- 
raacquiftò  il  padre,  ilqual  Cauallo  ,  fi  chiamava  Pie  di  gatto,  for^ 

X  fé 


3il  DELLA    GLORIA 

fé  perche  fuffe  leggiero,  e  deftro  come  vn  Gatto .  Hannouene  ancora  il  E 
Marchefe  di  Herrera,il  Conte  di  Caslannera,  il  Come  di  Linnares,e*l 
Cote  di  CudiguersLuis  Aluare%di  Tabora,Manuel  Telle^Don  Gio- 
Caualli  del  uan  Maxcarennas3e  Don  Diego  di  Sofa,con  alcuni  altri .  Finalmente 
Mondo  no  da  quefle  Ratgefe  n'è  co  fi  dilatata  la  prole  al  Mondo  nuouo,  che  dotte 
uo*  prima  no  fi  haueua  notitia  di  caualli, hor  a  ve  n'è  in  molti  luoghi  fertili- 

tà marauigliofa,  majfimamente  nel  Regno  di  Melinda,  che  ètra  l'Jfola 
di  Mombrarza,&  Calicut.Et  in  fommapoffiamo  ben'  affermare,che  le 
Ra^e  di  Spagna,fopra  tutte  l' altre, màtegono  il  principato ,quiuiufan 
doft  più  che  altroue  vnafomma  indufìria,  e  diligenza,  nell'elettioni  de 
gli  ftalloni,e  delle giumente ;non  comportado  i  caualieri,che  s'intromet  J* 
ta  ne-  loro  armenti  ale  uno, che  non  fa  di  legnaggio  }e  d'h  abitudine  per- 
fettijfimo;  &  la  medefma  curavi  tengono  quei  priuati  contadini ,  che 
allenano  pur  caualli  ,qnat  un  que  di  poco  numero  Jquali  da  noi  fi  chiama 
no  Caf alini.  E  di  qui  viene, che  tutti  i  caualli  Spagnuoli  riefconogetilif 
fimi  di  natura;&  fé  ben  fé  ne  trouano  alcuni  di  poco  neruo  nondimeno 
è  tanta  la  loro  boni à,efincerità  d' animo  generofo, che  cuoprono,&  aua 
%ano  ogni  difetto,  che  in  ejfifuffe  ;  onde  ileaualiere  ha  da  vfare  co  loro 
le  minacciepiù  tofto,che  le  pi  re  effe,  delle  quali  ncnfno  degni)  né  bifo- 
gnatrauaglio  all'imbrigliare  ;  ad  ogni fcrte  di  freno  accemmodandoft . 
Causili  f>ejia  fj0raìCbe  mi  riduca  alla  bella  Itali  a, ali  a  quale  efft  ndo  fiate  vnita-  q 
ta  ,a*  mente  conceffe  dalla  benigna  Natura  tutte  le  gratie ,  the  per  l'altre 
prouincie  paratamente  -difperfe  furono ,  fi  cerne  nella  Georgicarende 
buon  te/limonio  il  Poeta  ;fofferifca  l'ifieffalnuidiayihe  ancor'  il  vanto 
de  i  caualli ,  che  meritamente  le  fu  da  Plinio  attribuito ,  rimanga  fuo; 
potendofi  affermare  à  mio  parere  (né  credo,  che  in  ciò  m'inganni  affetto 
alcuno)  che  i  caualli  Italiani  fiano  di  gran  lunga  fuper  tori  à  quanti  mai 
per  tutte  l'altre  parti  del  Mondo  ne  fuffero  celebrati .  E  qua  fi  pò» 
triano  addurre  infiniti  cffempiy  in -quante  guerre  import  atijjime  da'  Ro 
mani  fatte  in  diuerft  luoghi, l'opera  della  caualleria  Italiana  haueffe  iti» 
ftri  vittorie  confeguite.  Ma  veramente  fé  la  bontà  delle  ravgefuol  prò-  fj 
cedere  da  più  cofe,come  dal  temperamento  dell'aere,  dall'attitudine  del 
faefe ,  dalla  fcelta  de  i  caualli ,  e  finalmente  dalia  cura  de  gli  habitanti 
delle  prouincie,  che  di  sì  fatto  effercitio  fi  dilettino;  incredibile  non  dee 
effere,  chequefià  maggior  an%afiorifca nella  Italia  ;  doue  quanto  fia 
benigno  il  clima,quanto  opportuno,  &  ameno  ilfito,fopra  tuffigli  al- 
tri delFvniuerfo,ècofa chiara ,  cbefen%acontradittione  veruna  fi ap- 
proua  da  ogni  gente  ;  effendo  slata  l'Italia  per  la  fua  felicità  defidera^ 
tafempre  da  varie  nationi ,  &  pero  continouamente  infeflata  di  guer- 
re, 


DEL  CAVALLO,  L1B.  ÌV.  g*| 

A  re,  &  fecondo  le  volubili  forze  deiia  Fortuna  diuerf amite  fioreggia- 
ta; della  quale  varietà  effendoui  introdotte  varie  qualità  di  cauallifco- 
me  di  [opra  accennai  fi  fono  venute  àfkre  perfèttiffime  raTge,  di  tem- 
perati humoriper  virtù  dell'aria,  di  robufìa  compleffione  per  la  natura 
de'  luoghi  ,di  vaga  bel{e%$a,per  la  mefcolanza  di  eletti  progenitori, e  di 
mirabile  attitudine  per  la  dottrina  di  ecceUentiffimi  Caualieri.  Bi  tut-    Reame  j  • 
te  le  quali  parti  e/fendo  il  Reame  di  Napoli  fior itiffimo;  egli  infommafi  Napoli  fio 
può  concbiudere ,  che tenga  di  queHa  gloria  il  primo  grado:  llche  dal  ritiflìmodi 
giudicio  delgrandiffìmo  Carlo  v.  Imperai  or  e  chiaramente fu  ap-  caualli. 
prouato  ,Uqualehauendo  ottima  conofcenzateprattica  di  tutte  le  fyecie 

B  di  cauaUi,e  di  tutte  Vani  cauallerefche,fempre  eleffeper  feruigio  difua 
perfona  i  càualli  Napolitani, come  idonei  ad  ogni  effercitio,etfattione. 
Non  può  negar  fi  già,  che  l'altre  parti  dell'Italia  non  producano  ancora 
in  abbondanza  caualli  eccellenti  di  coraggio ,  di  leggierey^a,  e  di  ga- 
gliardia,  come  fi  vede  per  le  memorie  de  gli  antichi, tra'  quali  fi  lodano 
per  attiffmi  alle  guerre  i  Tirrheni,cioèTofcani  da  Oppiano  ;  e  da  Gar- 
rone quei  di  Rieti  in  Campagna  di  Roma,  che  da  Volaterrano  fi  dicono 
£ofceani,per  vna  campagna  di  quelpaefe  chiamata  Rofcea,doue  la  ru-  Rai"  &• 
giada  tien  conti  no  uamente  l'berbette  bumide  ;  &  come  etiandio  fico-  ™.  .  . 
nofce  per  efyerienza  di  moderni;  tra'  quali  fanno  ottima  riufcita  le  no:  tajjanj. 

C  bili  razg?  d'orbino ,  di  Firenze ,  di  Ferrara,  di  Mantoua,  e  di  Par- 
ma, che  genero  fi  caualli  fono  flati  fempre folite  di  produrre  ;  maffima- 
mente  quella  de'  Sign  ori  Gon%agbi.,cbe  con  eletti  Barbari  è  mef colata  ; 
e  da  quella  de'  Signori  Farne  fi  vfcì  quelfamofo  Le  ardo, chiamato  il  Sai 
tamuro,  che  tanto  fu  dal  Signor  Marcbefedd  Vafìo  tenuto  in  pregio.. 
Ma  fé  di  tutti  i  caualli  rarijjimi  fono  quelli ,  che  di  tutte  le  conditici  i  Lodi  de*  ca 
neceffarie  adornati,  &  à  tutti  gli  ejfercitii  fiano  idonei;  di  tal  lode  i  Au  ualli  Napo 
politanifoli  veramente  al  più  generale  fi  trouan  degni;  perche  al  carni-  *ltan*  • 
nare,  al  paleggiare, al  trottar  e, al  galoppare,  all'armeggiare,  al  volteg- 
giare, &  al  cacciare  hanno  eccellenza,  &fmo  di  buona  taglia,  di  mol- 

D  ta  bellezza ,  di  gr -an  lena,  dì  molta  forza,  di  mirabile  leggi erc%^aa 
di  pronto  ingegno ,  e  di  alto  animo;  fermi  di  tefia  ,  e  piaccuvli  di 
bocca ,  con  vbbidienza  incredibile  della  briglia  ;  &  finalmente  cofi 
docili ,  &  cofidettri ,  che  maneggiati  da  vn  buon  Ctaua\iere ,  fi  muo- 
uono  à  mifura,  &  quafi  ballano  ;  fi  che  in  effetto  fi  vede  in  loro  quel, 
che  gli  antichi ,  forfè  appena  creduti,  di/fero  già  Mei  Sibariti  della 
Calauria-j .  Et  per  incominciare  da  quefia  iHejj'a  P.rouincia  à  raccon- 
tare alcune  più  famofe  razze  di  tutto  il  Regno  ; .  Quiuiinduoghi  rtt- 
ilici  ;  ma  ameni ,  fi  tiene  quella  del  Signor  Principe  di  Bi  figliano ,  la 
i  X    z         qual 


314-  T>  E  L  L  A    O  L  O  *  1  J 

qualproduffe  quelcelebre  cauallo,cbefè.  nomato  il  Sauro  Concfiabile,  £ 
ballano  di  quattro, e  della  fronte  :  e.tutto  dì  produce corfieri,e ginetti 
belli;  Sonoui  etiandio  di  molta  Him&  le  taqge  delSig.  Duca  di  Mon* 
telione,del  Marcbefe  di  Caflel  vetere3del  Conte  di  Santa  Seuerina3del 
Signor  Duca  di  Nocera3del  Baron  dell'I  fola  di  Luca3Giouan  Forefla3di 
Santo  Stefano  del  Btfco,de  i  Campanelli  ,d  e'  Cruculi3  e  di  Melifa .  In 
Terra  d'O-  terra  d'Otranto  flà  la  ra%%a  antichiffima  del  Signor  Giofredo  Palaga- 
tranco .       no^  Galr^l  $corna3del  Baro  di  Motola3del  Barone  di  Caroftno3e  del 
Barone  di  Paligianoy  e  di  molto  nome  ve  n'hanno  ancora  i  Signori  Pa- 
gani^ quei  di  Ri  fi  in  Monopoli,  e  Conuerfano  ;  e'isig.  Duca  di  Santo 
Terra  di  Pietro .  In  terra  di  Bari ,  oltre  alla  ra%$a3cb'era  dellarR-eina  di  polo-  F 
***r'  *  nia3  vi  fìanno  quelle  del  Signor  Duca  d'Adri3del  Signor  Luigi  Pigna- 

telb3del  Sign  or  Scipion  di  Somma3del  Signor  Marcbefe  di  Pulignano, 
del  S.gnor  Marcbefe  della  Ter%a ,  donde  vfcì  quel  Sauro  Rabicano, 
ben  formato ,  &  animofo3  ch'era  generale  in  tutti  i  maneggi 3eperfet- 
ttjfimo,  e  da  quella  del  Signor  Duca  di  Gravino  vfcì  quel  Baio  faporito 
Caflagno,  ftgnalato  nella  fronte  ,&  in  vn  piede  :  cauatto  di  grandiffi- 
maag  liti,  ammaeflrato  dal  Signor  Federigo  Grifone 3  e  mandato  dal- 
Vllluflrilfimo  licere  all'  Altera  del  Principe  di  Spagna  ;  &  ne  riefco- 
no  del  continuo  cauatti  cor  fieri  3  e  di  due  felle  eccellentiffìmi  :  Tien'an- 
corbuonara%£aìl  Mafìro  Portulano  di  Taranto  ,&  alcuni  altri  nel  Q 
paefe  di  Martina  3  delle  Noci  3di  Palo ,  di  Fafciano ,  e  di  Medugno . 
Puglia.  N'Ha  Puglia ,  la  quale  per  commodità  di  cannili,  è  lodata  molto  appo 
yarrcn<> ,  fid  la  raTga  del  Signor  Principe  di  Molfetta,  nella  Proci- 
na;  del  Signor  Conte  di  Alt  auilla  nella  Riccia;  del  Signor  Contedi 
Sant'  Angelo  mio  cognato ,del  Signor  Marcbefe  di  Lecito,  del  Signor 
Marcbefe  di  Lauello,  del  Signor  Carlo  Mormile,  del  Sig.  Marcello, 
e  del  Signor  Don  Marino  Caraccioli  ,dei  Signori  Pignatelli,  di  Cor- 
nelio  de  C  braccioli, e  dei  .Monaci  di  Santa  Mariadi  Tremiti nelGar 
gdn^i  -Eum  ancora  la  raxj^adel  Signor  Conte  di  Ruuo  ,hora  Duca 
<à'Andriy  dalla  quale  vfiv quel  Baio  Caftaguo  ofcuro  ,  fegnato  nella  Ff 
fronte ,  camllo  di  mirabile  jpirito ,  che  dall' jlluftrifjimo  Signor  Don 
Pietro  di  Toledo  fu  mandato  al  Sereniffimo  Re  Filippo  nofìro  Signore, 
quando  bebbe  à  paffar  per  Genoua .  Et  vene  tengono  affai  lodate  il 
Vefcouo  di  Bouino ,  i  Signori  Marche fi  di  lrico ,  e  Triuico,i Ma- 
gnifici Ra'ià'chieri  ,&  anco  i  Ceceri ,  da'  quali  vfcìvn  Leardo  ro- 
tato^be  bora  è  in  man  del  Signor  Principe  di  Solmone ,  cauatto  di 
buona  taglia,  di  fàtte%^a  affai  ben  proportionate,  gagliardo,  e  corag- 
$iofo  j  aitiffimoad  ogni  forte  di  maneggio ,  e  ^edulmente  al  raddop- 
piare, 


<DEL    CJtVjilLOyllB.lllt        525 

\A  piare  y  fiche  meritamente  fi  può  connumerare  trai  più  celebri  $  che  fidi 

no  ò  d' antichi^  ò  di  moderni .  Inetta.  Bafilicatay  onde  fa  Horatio  mentio-  BaJiff&ft 
ne  del  fuo  Qiuallo  da  Satriano  ,  Ha  vna  perfetti ffìma  raiga  del  Signor  ta* 
Principe  d'Oftiglianoycbe  produffe  quel  *Baio  (prona  Ballano  della  fron 
teyedelp'iè  della  Giaffa y  che  fu  veramente  miracoloso .  Hauuene  il  Si- 
gnor Duca  di  Martina  mio  fratello  >  Don  Ferrante  Gaietanoy  il  Signor 
Cjiouan  Iacopo  Dentice}  il  Signor  Giouanni  Caracciolo  di  Mar  fico  -,  il  Si- 
gnor Thefonere  a  Grottula;i  Monaci  di  San  Lorenzo  della  Tadula^n- 
tonio  da  Serinoy  eH  Signor  Conte  di  Potenza  ,  donde  vfcì  quel  Sauro,  f aiu- 
tatore y  chefeajpauento  a  molti  Caualcatori  >  donato  al  F^euerendijfimo 
B  Cardinal  Farne  fé  ;  e  quel  Sainato  Ballante  y  che  fola  efiogran  Sinifcalco 

ardiua  di  caualcare^coflumando  Jproni  lunghi .  Isella  prouincia  di  Trin-  princt- 
cipato  ,  eralabellijfima  rayga  delPrindpe  di  Salerno  >  cheproduceaec-  pato. 
celienti  Cor  fieri  yGinettiy&  *Acchineey  e  tra  gli  altri  ne  vfcì  quel  Baio 
Fantafia  di  pelo  Caflagno  ,  Ballano  della  manfiniftra ,  che  con  la  dot- 
trina del  Signor  (jiouan  Francefco  Sanfeuerino,  diuenne  mirabile  .  Hora 
v'è  quella  del  Signor  Principe  d'^tfcoliy  del  Signor  Conte  diSant'^fga- 
ta}del  Signor  Giacomo  Caracciolo ,  del  Signor  Gjiouamberardino  Carbo 
ne  >  e  del  Signor  Conte  di  Confa  >  hoggi  Trincipe  di  Venoja  ;  dalla  quale 
ra^a  al  più  efcono  gran  Cor/ieri)  come  fu  quel  famofo  Cauallo  y  det- 
*■  to  il  Liuriero,&  il  Cja^uoloytbe  Don  Vgo  licere  di queflo  Hegnofì  pre- 
fe  per  fua  perfona .    i^ell^brw^o  flanno  le  ra%£e  del  Signor  Duca  Abruzzo 
di  Termole ,  del  Signor  Duca  di  Popoli ,  del  Signor  Marchefe  di  Santo 
Lucido  ,  del  Signor  Marchefe  di  'Buchiankoydel  Signor  Giouanni  Carac- 
ciolo diCelenja  ;  del  Signor  Viccntp  d'Euoliy  iiVicm%o  di  Capite ,  e  di 
<ts4leff andrò  dello  Startaro.   Trejfo  a  Beneuento  tien  rai^ail  Signor 
Giouamberardino  Carbone  y  tJWarchefe  della  l'adula  .  In  Terra  di  La-  Terra  di 
Uoro  ne  tiene  il  Signor  {{liberto  Carafky  la  cuiraigafuoleprodur  Ginet-  Lauoro* 
ti  per  la  più  parte;  i  Monaci  di  Monte  C afino  in  San  fermano ,  1  Sella- 
ridi  diVitulanoy  e'I  Signor  congelo  'Barone  .  Tene  ala  in  >Arienyoil 
V  Signor  zJHaJfimo  di  Mont'^A  Ito  mio  Cognato ;della  quale  il  Signor  Tren 
cipe  di  Solmoney  hoggidì  n'ha  vn  cauallo  dipelo  'Baio  Caflagno  ;  ne  fcu- 
ro  y  ne  chiaro  >  ma  lucido  yfegnato  di  bianco  in  ambi  i  pie  di  dietro ,  cer- 
tamente marauigliofo  in  tutte  le  attioni  e aualler e fche  >  con  quefta  fac- 
ciale uirtùy  che  ogni  voltaychefia  accennato  dalCaualiereybafla  a  rom- 
pere qual  fi  voglia  porta  con  le  mani ,  &  co'  piedi ,  &  con  la  fi-onte ,  & 
talhorafi  moflra  difposìo  a  falirper  vn  muro  in  alto  ,  cofeda  fkriiìu- 
pire  i  riguardanti .  <tSli"afouerchia  >  &  forfè  vana  fatica  farebbe  a  vo- 
ler in  numero  qui  riftringere  tutte  le  Bgfgey  che  nel  Bearne  dil^a- 

X     3         poli 


$ìé     DELIA  GLO'XJA  DEL  CAVALLO  llB.  UH. 

poli  fi  ritrouano  ,  pochi  efiendo.  quei  Signori  ,  ò  gentiluomini :,  che  non  E. 
rfhabbiano  ,  fecondo  l'opportunità  de  i  loro  luoghi ,  ma.  fra  tutte ,  la  più 
eccellente,  &  lapin  degna  è  quella,che  in  nome  di  fua  Ùhlaesiàfi  man- 
tiene inCalauria,  &  inTvglia;  onde  generalmente  perfetti  Caualli,  & 
alla  guerra  idonei  fi  producono.  ;  &  facendo  fiorii  annoia  fcielta  dei 
Poliedri  atti  a  domarfi ,  fi  conducono  alla  Città  di  Isfapoli  in  vna  ftaUa 
Ideale ,che  fuor  delle  mura Jìa prefìo.alla foce  del  belSebeto,  fittola  cu- 
ra del  Signor  A JcanioCaracciolo,il  quale ,  come  Luogotenente  del  Si- 
gnor Don  Antonio  di  Toledo,  Qiuallarixgp  maggiore  ,  è  dalla, 
(orte  f alari ato ..  Di  qui ,tra  altri  infiniti  di  fommo  preggio  , 
yfcì  quel  "Baio  Caftagno  Brancaleone  ,  fegnato  nella. 

fronte,  ilqual  con  gli  ammaeflr ■amenti  di  M.,  ■      - 

Giouambattifla  di  Ariano ,  diuenne  eccel- 

leatiffimo,    &  meritò,    che,  fofie 

mandato    allinuitiffimo  Im- 

peradore,.  che  viua, 

in  gloria  ^ 


ILEl'XJE  DEL  QV-jì^TO;  LlR^p*  6 


Vi 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CAVALIERE    ILLVSTRE 

NAPOLITAN  O. 

Della  Gloria  del  Cauallo* 

I   L   EVINTO     LIBRO* 

7  ?^  horahabbiamo  trattato  della  natura  de 
i  Caualli)  e  delle  loro  parti ,  con  la  confide- 
ratione  de  i  peli  >  e  delle  regioni  :  ilchepof- 
fiamo  dire-)  chefia  la  maggior  parte  della 
Teorica  di  queft'arte:  Hora  venendo  alla 
prattica  >  per  mostrare  comefia  da  ridar  fi 
quefio  gentilijfimo  animale -à  far  quelle  ope- 
re ,  che  fono  in,  diuerfi  meflierinecefìarie  >  e 
Vs^g^^SNìia^J^  grate  all'huomo,farà  bene  >  che  feguitiamo 
t  esempio  del  Platonico  OnoJ andrò  ,  ilqual  volendo  fcriuere  gli  ordini 
della  guerra  >  defcrilfe  prima  le  parti  dell'ottimo  Capitano .  Et  co  fi  pri- 
ma ch'io  tocchi  della  difciplinadelCauallo-,  duo  alcune  co  fé  conuenien- 
ti  al  Cavalcatore  :  *A  cui  non  altrimenti*)  che  à  l Oratore  fi  richiedo--  Quali  co 
no  oltra  Vjirte  >  IJmitatione  ,  &  Vejferiiiìo;  &  fopra  tutto  il  dcfìderio  te  fi  con. 
di  conseguir  la  eccellenza  :  lequai  cofe  in  ogni  profjfione  fon  tanto  tffi  u/nSan<> 
caduche  ninno  dee  diffidar/i  di  fé  medefimo,  quando  taf  ciati  i  vani  giuo  -  cat0ii. 
chi  >  egliocij  contrari  alla  virtù  >  di  continouo  fi  efierchi  imparando  :  e 
tanto  maggiormente  vrìhuomo  "Hobile  >  ilqual  douendo  auan^argli  al- 
tri in  ogni  lode  >  come  gli  auan%a  in  degnità  y  con  più  ardore  deurà  sfor- 
mar fi  di  acquietar  la perfettione  di  quello  mefliere  honoratiffimoy  nel- 
qjuil  principalmente  confifte  la  gloria  militare .  Et  benché  fia  mot* 

X    4        tonfr 


$iS  D  E  L  L  A     g  L  0  B^I  jt 

Ciualca-  t0  ner0ì  ty  approuato  il  parere  di  Senofonte)  cbe'l  Cavaliere  s' egli  ègio-  £ 
effzraio-  nane  idee  più  tofìo  (pender  il  tempo  ad  addentrare  la  fua  perfona  y  <&  à 
uenc       prouare  le  forze  (uè ,  effer  citando  fi  con  alcuno  più  di  lui  pr attico  >  e  piti 
dotto  nel  cavalcare ,  &  nell' armeggiar  e  y&  s'egli  è  vecchio,  dee  più  ta- 
tto occuparfi  a  feruìr  la  patria ,  ouer  il  Trincipe ,  o  con  l'opera ,  o  col 
consiglio  nella  guerra  ,  ò  nella  pace ,  &  a  giouarein  ogni  pojjìbil  modo 
a* parenti)  &  agli  amidi  che  attendere  in  quella ,  ò  in  quella  età  a  do- 
mar Tolledri  ;  Tutta  volta  è  neceffario  ,  ch'egli  ftejfo  h abbia  ottima  co- 
noscenza di  tutte  quelle  cofe}  che  fi  richiedono  al  domare;  accioche  dan- 
do il Tolledro  al  Domatore ,  non  altrimenti  >  che  vn  figlinolo  alVedan- 
te,  che  l' ammaettri;  fappia  ordinatamente  circofcriuergli  i  modi  y  che  a  P 
tener  s' babbi  ano:  folendofì  per  lo  più  commettere  quefto  primiero  vjfi- 
.  ciò  a  minifiri  >  che  non  fanno  talhor  compiutamente  quel  che  deurebbo- 
chi  fono  no  giàfapere.CoHoro  volgarmente  fon  chiamati  Coxjoniyperche  cot^a 
e  perche  noye  contrafiano  co'  T  olle  driyc  aitale  andogli  in  Bardella)  &  anco  in  Sei- 
cofi  detti  la.)infino  a  tanto y  che  gli  habbiano  ditetla  ben  r affettati  ;  nel  che  vera- 
mente  (apportano  gran  trau  agli  y  &  gran  pericoli  :  perle  fierezze)  e  di- 
uerfe  firn t afte  de'  Tolledri  ;  iqualipofcia  (per  ajjìgnarli in  quell 'efierci- 
tioy  ouela  brinatura  gliharà  inchinati)  fi  commettono  a  più  ejperti 
Caualcatori)  che  molta  fatica  pur  vifoftengono  :  Et  però  bifognay.cbe 
amendue  fian  perfone  ben  proportionate  di  corpoyagili)gagliarde ,  robu- 
ftey&-  animofe  >  &fopra  tutto  confederate ,  fame  >  &  intendenti  >  fi  che 
pre^amente  fian  capaci  di  quanto  loro  fi imponete  ;  cJr  habbiano  buon 
giudicio  di  conofeere  la  complejjìone)  l' inclinatone,  l'attitudine ,  e  tutto 
/'  C-fiere  delCauallo  :  non  altrimenti ,  che  fa  vnfagace  Medico  de  gl'In- 
fermi^ dvn  faggio  Taire  di  famiglia  de'  fuoi figliuoli)  e  fer  nidori  :  ajfi- 
ne  )dye  fatte  quelle  confiderationi  y  che  fi  richiedono  y  a  quello  effer  citio  > 
Cauallifi  addestrino  l '  animale,  alquale il  veggiano  più,  idaneo.Che  certamente  fé  i 
debbono  Cauallifi  aslrignefiero  a  quello  fola ,  a  che  dalla  J^atura  fi  riconofeono 
aitrigne-  inchinataci  afeuno  riufeirebbe  nella  fua  operazione  eccellentiffimo  .  Ma  ^ 
io  V*  che"  1ua^  ra&one  approverà  >  che  vn  Barbaroyod  vn  Turco  nato  atto  a  corre- 
fono  in~  re  come  vn  Vento,noi  vogliamo  ,  che  raddoppie,  ofpari  calci  falt andò  in 
chi  nati,    aria  §  Vn  defiriere  di  taglia  vada  di  portante .  Vn  appropriato  a  l' an- 
dar piaéeuole ,  <&•  quieto y  trotti)  ò  corra fempre ?  Quefio  è vno  sformare 
iellal^atura  ,  non  meno  pazzamente  ,  che  firn  quegli  altri  ,  iquali  fen- 
%a  mirare  a  i  fegniyne  alle  conditioni  dell  animale ,  fi  mettono  a  trava- 
gliare fu'  (faualli  ,  che  in  mill'anni  non  bafierebbono  a  confeguire  quel- 
la perfettione  ,  ch'effi  vorrebbono  .    Egli  fi  può  correggere  la  ijatu- 
r4>  come  farebbe  quando  vn  Cannilo  battendo  alcun  cattino  co  slume,  il 

Ca.ua- 


DEL  CAVjLILOy  L'IB.  V.  $29 

jt  Caualiere  con  larte,col  travaglio ,  &  con  castigo  ce'l  va  togliendo  :  nel 
che  è  neceffarioy  che  non  fi  a  mai  foprafedvto  \  perche  finente  vn  Cavallo 
ammendato  venendo  in  mano  diperfena  poco  accortalo  men  potente-)  ri- 
torna alla  prima  fua  cattività  naturale ^uoffì  ancora  la  Islatura  aiuta- 
re quando  il  Cavallo  battendo  pòca  agilità^  lena,fifit  confefìercitio,  & 
conia  deslre^a  accommodar e  a  qualche  degno  mefiiere  :  Tuoffì  mol- 
to più  felicemente  folleuare  efiaT^atura,  quando  l' animale  efendo  da 
fé  in  chinato  al  bere ,  la  buona  dottrina  con  merauigliofo  profitto  il  rida- 
te afomma  perfettione .  Ma  voler  contrariare  alla  l<{aturay& far -(co- 
me dicono)à  malgrado  della  Minerua  ;  èpenfiervanoy  e  temerario ,  & 
_  qua  fi  vri  imitar  de  gli  flolti  Cjigantiy  che  volendo  (fecondo  i  Toeti)fiir 
fto&  alCkloy  caddero  fulminanti  >  &  oppreffida  que'  meàefimimontiy 
che  follemente  haueano  accumulati  l' vn  fopra  V altro  JEt  volere  sfora- 
re vn1  animale  oltre  la  fua  poffibiltày  non  è  altro  >  che  vn  voler  mettere 
ad  vna  fragile  nauicella  vele  maggiori  del  conuene noie: finche  correndo 
à  romper  fi  in  qualche  f doglio  >  i  lamenti  farebbono  dagirarfipiù  alla  te- 
merità del  Gouernatore,  che  non  à  l'ajpreiga  della  Fortuna,  come  Plu- 
tarco ben  dice  ;  le  cui  belle fenten^e >  che  nel  trattato  dellaTranquillità 
dell' animo  s'introdaconoy  daquefio  argomento  non  fon  lontane  :  che  non 
a  tutti  tutte  le  cofe  appartengono  ;  ma  hifogna ,  che  ciafcuno  fecondo  il 
C  Tithio  oracolo  gouernandofiydi  riconofcere  fé  medefimoyveda  bene  quel-   Ciafciu 
loychegli  è  piuproprio  naturale,  &  aquello  s'applichi  ;  lafciando  ad  al-  nodee  ap 
tri  quelyche  per  fé  non  conofce  buono .  Che  già  per  tal  documento  Home-  Plic*r"  a 
ro  induce  (j ione  ordinare  a? '  enere y  che  lafci  Marte  impacciar  fi  nelle  co-  fat  "li*è 
feidi guerra,  &  ella  habbia  folamente  cura  de  i piaceri  >  e  de'  letti  nu%^  più  prò- 
Talueffendo  conveniente  a  gli  Deiy  the  ciafcuno  della  fua  potefià  fi  con-  Prl0# 
tenti:  &  che,  fecondo  Horatio  : 

1  fabbrili  ittrumenti  i  fabbri  trattino. 
Si  come  adunque(per  addurre  ancora  à  queflo  propofito  le  parole  di  Cìce-  Difpofi- 
rone  )  veggiamo negli  huomini  le  difpofitioni  de' corpi  effere  differenti:  rioni  dì 
X>  perche  altri  vaglio^  a  correreyaltri  a  lunare  ;  altri  fon  bclliy&  altri  brut  £orP*  ^" 
tiiet  molto  più  differiti  effere  ancoragli  animiyet  igufii:  perche  altri  uié  crentl  " 
dedito  alle  lettereyaltri  all' arme;  altri  a  buoni  coflumiyaltri  a  cattiuiyal- 
tri  ama  l'amaro,&  altri  il  dolce:  co  fi  tra  gli  animali  brutti  rio  puri  di  gè   £>  juerfj_ 
nerifo  n  diuerfi,hauédo  la  Telatura  diuerfamente  difiribuiti  i  mefìierifra  tà  come  è 
loroycome per  efiépio  a'Buoi tarare,a*  Cani ilcacciare,& ilguardare-3a  ne    oli 
gli  hftomini  l'operare,^  l  contemplare:ma  diuerfifjìme  fono  le  ihciinatio-  J^jj"'^ 
ni  dì  ognifpecie  :  perche  fi  come  de'  Cani  qual  è  più  atto  a*  Lepri,  qualà  ne  ,  ca_ 
Ringhiali  :cofi  dèi  Cavalli,  benché fian  tutti  appropriati  al  correre  ,&-  uallì. 

al 


^o  D  E  L  l  o€    g  l  0  ^1  Ji 

al  portare,nondimeno  quale  più  idoneo  ad  vn  modo  ,  qual  pia  ad  vrìal-  g 
tro.  Vero  Sommamente  è  necefiario,  che  prima  fi  conofca  bene  tutto  l' ef- 
fe re  intrinfeco,&  eUrinfeco  diquello,che  noi  prendiamo  ad  ammaefira- 
re,&  poi  fecondo  lafua  propriah  abilità  gli  diamola  dottnna,& l 'effer- 
citio  con  fatica  toler  abile  y&  con  conuenienti  caHighi .  Lequali  mi  paio- 
no a  punto  effer  conformi  a  quelle ,  cbé'l  mede  fimo  Cicerone  adduce  nel 
formare  del  fuo  Oratore-,  che  nondebbiamo  rimanere  dieffortare  coluiy 
che  puh  riufcir  perfetto,ne  ^attentare  queW  altro  ,  che  a  qualche  medio- 
cre'fegno  pub  arriuareimafe  la  prima  cofa  è  diuina  ;  &  la  feconda ,  che 
è  ò  di  non  fhr quello ,cb >e,  non  puoi  fhre  perfettamente ,o  di  far  quello,  che 
già  non  fai  del  tutto  male  :  è  conditione  dihumanaperfona  ;  certamen-  F 
te  la  ter?a  ,  che  è  di  voler  efiere  eccellente  a  dijpetto  della  Tsfatura ,  in- 
oltre allapofianxa  delle proprie  forze>è  fcbioccbezja  dihuomo,  che  co 
la  propria  tromba  cerchi  di  ramare  molti  teflimoni  della  fua  pazzia  . 
Onde  firana  fciocchezja  veramente  è  da  dir  fi  di  quei  Signori,  che'facen- 
dogran  difbendio  alle  ì{az£e,&  vfandogran  diligenza  à  lo  fcegliere  de 
i  Caualli,pofcia  ò per  auaritia  ,  ò  per  trafcur aggine  poco  mirano  in  man 
di  cui  commettano  i  lor  Tolledri ,  iquali  fenza  dubbio  tali  riufcìrannoy 
quale  farà  fiata  la  primiera  lor  difciplina  :  tanta  forza  hauendo  in  tutte 
le  cofe  -quella  imprejfione,  che  pria  simbee  ,  che  poi  diffciliffimamente  il  _ 
prefo  habito  fi  rimuoue,come  bellamente  dimoHra  Horatioin  quello  ef- 
fempio,che  cofì  adduce . 

Tal' odor  ferba  lungamente  il  vafe> 

Di  qual  fa  frefco  vna  fol  volta  pieno . 
Conforme  all' antico  prouerbio  ,  Quel  che  poni  in  vafì  nuoui , Tinche  ìn- 
uecchinve  lo  troui.Ilche  mede  fintamente  Virgilio  affermò,  làdouedifle: 

Da  tenero  auuezxarfi  ^  purg?an  cofa . 
E  già  veggiamo,  che  per  colpa  d'ignoranti,  &  inefperti  cozzoni  vnVol- 
ledro  fpeffìffime  volte  di  buona  afpettatione  diuien  cattino  ,  efconferta- 
to  ;  mentre  che  tutti  indifferentemente  gli  ammaefirano  ad  vn  modo,  p£ 
fempre  gridando  ,  e  percotendo  >  e  tirando  il  cauezgone  hor  qua  hor  là 
fenza  mifura  né  fermezza  :  onde  il  Poliedro  di  collo ,  e  di  bocca  rotto 
(come  tra'  gualcatori  s'v fa  dire )  viene  a  prender  tanti ,  e  talivitijy 
che  poi  tutti  i  migliori  maeHri  del  Mondo,  effendo  t  ardi,  non  gli  po- 
trcbbono  racconciarci  .  Ver  ciò  che  in  togliere  le  cattine  ìmprejfioniy 
che  vna  volta  fi  fiano  prefe,  grandiffima  diffcultà  (come  Quintilia- 
no afferma)  fi  trotta:  bifognando,  che  doppio  pefo  vi  fi  fosìenga ,  a> 
cacciar  via  la  dottrina  falfa,  &  entroduruilavera  :  Et  però  Timo- 
teo >  che  nell'arte  di  fonare  kViueera  chiarijfimoy  folearifcuoter  al 

doppio 


&EE    CAVALLO,     LlB.r.  331 

>  d'oppio  maggior  [alar  io  da  coiaio,  che  islituiti  prima  da  alcun altro  y 
andauario  alla  fua  [cuoia  ;  che  da  che  vi  fnjfe  andato  del  tutto  ro^o: 
Et  queììa  importanza  fu  molto  bene  da  Filippo   Macedone  confederata , 
che' Ifuo  figliuolo  in  fin  qua  fi  dal  latte,  e  dalla  culla  commi  fé  alla  difci- 
plina  debTrincipe  de'  Filofofi  .  Eleggafi  dunque cofi  il  co^oneycome  il  Cozzoni 
Caualcatoregiudiciojoyprudente  y  e  pratico ,  ilqualfappiasìfkttamen-  corj       ^ 
te  adopperrarfuche'l  (fauallo  intenda  il  voler  fuo  :  &  che  l'ami  (per  dir  conditio- 
cofi)  e  tema  infieme  :  bifognando  >  che  l'uno  conof  a  l'altro  ;  altrimenti  ni  debba 


non  faranno  tra  loro  d'accordo  mai  fi  :  come  tra  due  huomin  i  mal  fi  può 


no  haue- 


re. 


attaccare  amislày  fé  non  fìano conformi  di  volontà ,  &fe  feouerti  fe- 
*£  greti  deVcuore  tra  loro  >  non  s'ingegnino  a  vicenda  di  compiaverfì.  Sopra 
tutto  fiapatientC)  &  manfueto  >  non  colerico  ,nè  sliT^ofo;  perche  l'Ira 
il  più  delle  volle  difegna  cofe,  delle  quali  necefjàriamente  è  compagno 
il  pentimento  :  ne  mai  da  vn' Iracondo  fi  potrà  far  e  cofa  perfetta  : maf- 
fimamente  fé  per  auuentura  gli  viene  alle  t,:am  vn  C 'auallo  fuperbo  y  e 
generofo  y  ilquale riceuendo  fqueychia  ingiuria,fhcilmente  cadendo  in  di 
jfeeratione  >  s' infoca ,  &fifa  sboccato  :  come  i  Caualli  del  Sole,  mal  go- 
mmati da  Fetonte  >.  fecondo  Gnidio  ilqual  dice ,-. 

Voi  chefcaldatifuvgli.  animi  fieri , 

//  duro  collo  >  e  ripugnante  al  freno  . 
C  £t  fe'l  (fauallo  fuffe  pigro  e  di  poca  lena  ;  egli  certamente  il  farà  pia 
vite ,  q  tòfto  il  condurrà,  alla  morte  >  volendo  ,  che  in  vn  momento  fac- 
cia ogni  cófa  5  fenya  dargli  tempo ,  né  effercitio  moderato  >  c£*  alterna- 
to >  conueniénte  alla  difrofitione  diluii  Tero-per  principale  regola  nel 
mesliere  Cakallerefco  Senofont  ecomanda  y  che  non  fi  vada  mai  con  ira,  a!  Caini 
né  confiiperbia  al (fauallo  >  mafempre  con  carene  di  voce^e  di  mano  ,  0  lo  fi  vada 
che  fia  di fuor.iyb  nelle  flalle  y  oue  none  da  comportar  fi  >  che  mai  fibat-  conc*rez 
tajnè  che  fi  fgridi  y  eccetto  qualhora  bifognafìe per  casligare y  0  ripren^-  ccniente.. 
dere  qualche  vitio  ;  ò  quando  alcuno  ne  fnfie  odo foy  &  addormentato 
di  fua  natura  y  che  fi  doueffe  con  oportuni  modi  tenere  co'  fenjì  desìi . 
XfXonciofì'a  cofa  che  fi  come  ài' Oratore  appartiene  di  far  due  cofe  col 
fuo  parlare  ,  cioè'y  che  muoua  le.  menti %  quetey&  plachi  le  turbate  ;  cofi 
dee  ilCaualcatore co' debiti me%t  attendere  àqueflofiney  che fólleciti >. 
&  appresti  iCanalli  tardi  ;  &  affreni  ):  e  mitighi  ifuriofì ..  Et  fi  come  ,, 
ger  v far  le: parole  tì orati ane  : 

T^iuno  è  tanto  fier  y  che  non  fipoffa  y, 

Treftando  orecchia  al  colto  dir3  placare: 
Cofi  ninna- qualità  di  C  auallo  jpauentinoiych  e  con  là  diligente  ;&  conti- 
noua.difciplina  non-  pojfiamo.  cattarne,  alcun,  buon  frutto:  che  [e  ben alcun Q. 

nella. 


§3%  DE  IL  U    G  l  0\1  jÉ 

nella  prìmafuagfouanèz^a  non  fi  mo/ìra/fe  sì  agile,  e  gagliardo  >  com* 
farebbe  il  de  fio  no/lro  ;  purbaremo  à/psrare  ,  ch'egli  col  tempo  vi  deb- 
ba  efiere  :  non  e/fendo  da  dubitar/i ,  che  con  l'età  non  fi  faccia  mutatione 
in  tutti  gli  animali  e  di  compie '//ione ,  e  d' intensione  ;  variando  fi  gli  hu- 
mori  co'  pianeti,  fecondoVroclo  :  fi  che  molti  prima  /limati  inhabili,  fi 
fon  veduti  riufcire  atti/fimi ,  aggiuntoci  il  diligente  ,  e  lungo  sludio  del 
maeftro  :  fi  come  all'incontro  molti  di  buon  principile  di  buona  fperan- 
%a  fono  poi  diuenuti  per  la  colpa  della  difciplina  cattiui .  La  primiera 
«auallo  fi  dunque  industria ,  &  maggior  cura  in  quello  folo  deurà  confi  fiere  ,  che  fi 
feccia  zt- faccia  il  Cuuallo  (come  il  Retorico  dice  dell'uditore)  attento,  docile, -e 
cento,  do  beneuolo: frequentando  di  toccargli  con  mano  piaceuole,<&  leggiera  hor  f 
cile,ebe-  -j  ca^Q  ^  fj0rn  do/fo,hor  le groppe,hor  il  ventre,bor  le  gambe,&  bora  i 
piedi,  alzandoglieli  fruente  ;&  nettandoli^  battendoli  alcuna  volta  da 
fermo  à  fermo  (lequai  cofe  dan  giouamento  per  l'imbrigliare  >  infellaref 
fb-ìgliare,ferrare,  &  medicare)  &  finalmente  accarezzandolo  in  tan- 
ti modi ,  che  egli  venga  à  prendere  amistà ,  e  dimefiichexza  non  pur  del 
J uo gouematore  ,  maetiandiodi  colui,che  Iharàà  caualcare;  conofcen- 
dolo  non  pur  alla  voce,ma  all'  odore,come  di  molti  fi  e  veduto  :fi ,  che 
non  folamentenonfi.fi>  auenti, ma  s'allegri  quante  fiate  ilfenta  accofia- 
re>& fopporti  di  far  fi  maneggiare  in  tutte  le  parti  :  llche  non  farà  ma- 
lageuole  àconfeguire ,  ve dendo fi  apertamente ,  che  non  folo  gli  augel-  <j 
Fiere  di-  li,eicani,ma  molte  Fere  firane  ,  <&•  più  feluaggie  con  la  lunga  v fan%a  > 
LengonoJ  ^  con  [a  piaceuolezza  diuengono  manfuete ,  &  amore  uoliffime  ver- 
manltietey^  i'/,l40m0)  come  di  molti  Leoni  fi  legge  >  che  per  la  lunga  pratica  fi 
ceuolez-  fon  fatti  piaceuoli,  &  bum  ani.  8t  perche  tutte  le  nouità  repentine  ■ 
za.  &  violente  fono  contrarie  allargatura ,  pero  volendo  rifiringere  in 

feruitù  vn' animai  nato  libero  >  &  feroce  nella  campagna,è  dimefiieri 
accortamente  hauer riguardo ,  come,  e  quando  ciò  fia  dafhrfì.  Intor- 
no al  che  già  fi  troua  fcritto ,  che  Federigo  Imperadore'niun  Polie- 
dro facea  domare  per  la  fua  perfona ,  che  non  fu/fe  slato  di  quattro 
anni  ;  tenendo  ferma  openione,  ciré  cofì  veniffe  il  (auallo  à  conferuar-  H 
fi  più  favo  ,  &  pikrobufio,  con  le  gambe  afciutte ,  e  nette,  fenzate- 
Polled  ro  ma  ^  gaUe,ne  d'altra  infermità >  ò  difetto .  Ma  certamente  potria  te- 
fi  Cdebba  merfi,che  in  tanta  età  fufjle  non  meno  pericolofo ,  che  malageuole  il  do- 
domare  ,  mare  ;  non  e/fendo  nelle  membra quella  piegheuole  tenerezza  y  che  fi 
&  in  che  richiede  :  &  facendo  fi  prima  dei  due  anni ,  elle  nonfarebbono  in  quel- 
modo,     la  perfezione  dirobtt/lezza,  che  fuffe  atta  àfoflenere  i  franagli ,  che 
vibifognano.  ^Accofiandoci  dunque  ài' ordine  di  Fanone ,  che  loda  il 
terzo  anno  ;  io  per  più  ficuro  configlio  approuerei ,  che  il  "Poliedro  ài 

trenta 


DEL  CAMALLO,  LIB.  K  33$ 

A  trenta  mefipiaceuolmente  allacciato  con  vnafune  ben  pofia,e  lunga,  fi 
faceffe  per  quattro,  ò  cinque  giorni  fcaue%$are  liberamente  da  fé  me- 
defimo,fen%a  altrimenti  toccarlo  tacciò  che  venga  col  timore  (perden- 
do  à  poco  a  poco  della  [olita  libertà}  à  dimefiicarfi ,  &  ad  imparare 
la  fofferen%a  della  nuouafuggettione .  Indi  quanto  meno  lontana  fuffe 
vnafialla,tanto  minor  pericolo  vi  farebbe ,che  nel  menarlo  fuor  dell' ar 
mento  fi  veniffeà  fiaccare  in  qualche  membro  :  che  già  per  quefìa  ra- 
gione i  nofìri  Rè  Ar  agone  fi  di  felice  memoria  ordinar  0 ,  che  preffo  alle 
rarig  befferò  preparate  alcune  Halle ,  ouei  poliedri  primieramente 
fi  njlrigneffero  fen%a  di/piacere ,  ne  difail.ro  veruno ,  Et  perche  la  nuo- 

B  uà  ine  ape fir atura  potrebbe  affannar  il  poliedro  fouerchiamente ,  e  dif- 
feccarlo  :  è  pur  offenderlo  dentro  in  altro  modo  :  farà  bene  fchiuare  il 
tempo  caldo:  e  benché  alcuni  lodino  ,che  fi fàccia  nel  principio  di  Alag- 
gio ,  quando  i  poliedri  fogliono  ritrouarfi  purgati  d'ogni  corrottione, 
&  ingraffati:  &  meglio  fi  poffono  fomentare  con  l'herbe  fiefche  ,le 
quali  molto  à  loro  fon  cordiali ,  &  conueneuoli  in  quel  tempo  :  nondi- 
meno al  parer  mio  faceniofi  intorno  al  me  fé  d'Ottobre  farebbe  meglio, 
perche  in  quella  fiagione  fiefca  fi  potria  più  ficur amente  affaticare  il 
eauallo  tenero ,gouernandolo  bene  il  Perno  col  remolo ,ò  con  la  crufca, 
ò  col  brenno,che  noi  diciamo  ;  in  acconcia  fìalla,  afciutta,e  caldai  lega- 

C  to  di  talmanieracon  vn  capefìro  di  cuoio  forte ,  ma  morbido ,e  piace- 
uole,  che  non  venga  per  lo  jlampellare  ad  offender  fi  nelle  gambe ,  delle 
quali  bi fogna  attaccare  vn  pi  è  dinanzi ,  &  vn  di  dietro,  ò  ambidue  di- 
nanzi, con  pafìoie  di  lana,  più  tofìo,  che  di  lino, liquame  duro:  an^i  fe'l 
capefìro  fi  poteffe  fare  di  crini  di  eauallo,  migliore  farebbe,  fecondo  il 
Rufto .  In  queflo  me%o  effendo  (come  Virgilio  dice) 
Il  primo  affanno  del  e  aual, veder  e 
L'arme  de"  combattenti,  &fofferire 
L'argute  trombe,  &  le  tridenti  ruote  ; 
Et  nella  flalla  i  fieni  vdir  fonanti , 

j)  Ottima  cofa  fia  ad  auue<%garlo  di  paffo  in  paffofeome  Garrone  ci  #m~ 
monifee)  à  cotali  vifte>&  tali  t> 'dite;  facendo ,che  à  canto  alla  mangia- 
toia vi  Hianoappefe  con  diuerfiifìrumenti  da  guerra  molte  forti  di  bri- 
glie,lequali  egli  continouamente  guardando,&  col mufotalhor toccai 
do,ft  riduca  di  mano  in  mano  ad  vna  certa  fiducia  di  n 0  tenerle per  abor 
reuoli .  Parimente  fia  bene  (fi  come  Affino  con  figlia)  à  menarlo fouen- 
te  à  bere  alle  fontane  per  lo  me%o  della  città  in  compagnia  di  qualche  ca 
ttal  domato;ìaqual  compagnia  nella  fìalla  ancora  gli  è gioueuole, durate 
lafi4aajpre%£a,&  finche  s'induca  àftarqxieto>&  agir foioappreffo  al 

curatore; 


354  DELLA    GLORIA 

curatore;  ilqual  con  humanità  primieramtte  s'ingegnerà  di  far  fi  da  lui  £ 
feguire:  ma  s'egli  vifuffe  duro,&  renitente  faccialo  da  dietro  follecita- 
te  con  voci, con  atti,&  con  per coffe ,qualh or  bi fogni  :  benché  in  effetto 
farla  migliore,  che  ciò  s'otteneffe  di  propria  volontà  :  douendo  poi  que- 
lla piaceuoleTgadi  gir  appreffo,apportar  nelle  e  accie,  &  nelle  guerre 
infinito  commodo. Mora  con  sì  piaceuoli  difcipline  mettendogli  talbor  la 
bardella  in  doffojaquale  è  da  batter  fi  pian  pianole  da  leuarft,  poi  da  ri- 
metter fi  vn' altra  volta-.talhor  caualcandolo  defiramete,e  dandogli  mo 
deratafhtica,  fi  tratterà  infmo  alla  Primauera  :  quando  finiti  i  trefuoi 
anni,  fi  potrà  faticare  vn  poco  più,  rinfrefcandolo  ben  con  l'herba  :  e*r 
tnètre,che  duri  l' Efìate,paJfeggiandolo  alla  leggiera:  Ma  "venuto  l'Au  F 
tnnnofarà  conueneuole  a  cavalcarlo  piaceuolmente  ogni  mattina,  pri- 
ma ,che  mangi  la  biada  ;  &  continouare  in  fino  à  tanto,  ch'egli  intenda 
bene  il  freno,  i  torni,  egli  altri  maneggi,  a'  quali  farà  per  aucntura  piti 
inchinato.Poi  come  fi  vedràgiunto  ad  vn  certo  lodeuole  termine  di  dot 
trina,e  di  lenajbaflerà  caualcarlo  ogni  ter%o  giorno;  &  alla  fine  due  dì 
foli  per  fettimana:  eccetto  fé  per  lo  tato  ripofofi  conofeeffe  impoltroni- 
re,ò  infuperbire,ò  dimenticar^  delle  cofe  imparate,  che  quado  ciò  auue- 
niffe,  bifogneria  tornare  ad  effercitarlo  vn'horail giorno,  fen%a  alcuno 
interuallo,  fecondo  che  e'  ci  paia  poter  re  filler  e.  Affino  fcriuedo  à  Ge- 
tulio  Seuero,lodaua,  che'l  poliedro  à  i  due  anni  f eparato  dall'armento,  G 
fi  domaffe  ogni  giorno ,  ò  almeno  ogni  ter%o  giorno, &  ccmefuffe  diue- 
nuto  vbbidiente,  e  trattabile  al  montare,  fi  effercitaffe  piaceuolmente, 
crefcendoglil'  effercitio  à  poco  à  poco,  fin  chehaueffe  tre  anni  :  dopò  la 
qualetà  fi  doueffe  effer  citare  più  gagliardamente  ,&  più  lungamente 
infimo  alfefto  anno  ;  &  allhora  non  fi  tralafci afferò  gli  effercitij ,  nelle 
fatiche ,  maffimamente  in  cauallo,che  haueffe  àferuirepcrle  battaglie, 
nelle  quali  ordinariamente  i  trauagli  fon  grandi, e  lunghi .  Maperche 
perfetto  cavalcatore  ni  uno  pup  effer  e  riputato,  che  non  fia  ben'iftrutto 
dell'imbrigliare  :  effendo  la  briglia  quella ,  che  ci  fa  confentire  qnefti 
animali  di  modo,  che  con  effa  reggendo  laboccasmeniamoattornofco-  h 
me  San  Giacomoper  effempio  dicejtutto  il  lor  corpo  à  voglia  nofìra  ;  à 
guifa  veramente  di  vn  Timone, che  di  questa  veloce  Nane  indri-^a  il 
corfo-.è  di  mefiti  cri  prima  chef  venga  all'atto  del  nauigare ,  che  discor- 
riamo in  qual  maniera  fi  debba  adoperare  il  magistero  del  buon  Noc- 
chiere .  Seguendo  dunque, &  rìHrettamcnte  con  quel  piùchiaromo- 
do,e  distinto  ordine ,  che  fi  poff a, imitando  coloro, che  di  quefìe  cofe  ha» 
con  giudicio  grande  trattato  diffufamente  ,ò  che  di  prefen%a  l hanno 
infu'l  fatto  infegnate  :  tra  quali  fono  il  Cartellaci  Grifone,  il  Fia- 

fihit 


DEL  CAVALLO,  LJB.  V.  9ìti 

'Afchi3ilCadamuflo,eyiSanfeuerino;con  ingegnarmi  di  confermare  imo- 
derni  precetti  con  le  antiche  autorità;  dirò,  che  douendofi  le  briglie  fé-  Briglie  co- 
condo  la  qualità  della  bocca  eleggere  ;  bisognerà  primier 'amente  l'aper-  me  da  vfar- 
tura  di  quella  considerare  ;  laquaf  effendo  grande  honeflamente  (  cerne  ".  JJK'^2 
piùtoflo  che  picchia  fi  difidera,perche  meglio  vi  fi  acconcia  l'imbocca-  j}J-  e  cocnie 
tara)  le  conuerrà  la  briglia  parimente  moderata  di  prefe  ,  e  d'altezza  debbano  ef 
d'occhioiò  di  Monate;ma  effendo  molto  grande  yfarà  da  por  fi  briglia  di  fere. 
due,  ò  di  tre  prefe ,  come farehbono  doppie  golette ,  afille  di  pater  no- 
stri :  &  occorrendo  di  adoperare  le  briglie  aperte,  che  fon  più  dure ,  vi 
conuerrà  il  chiappone  di  quelle  prefe  ;  che  balleranno  :  auuertendo ,che 
B  la  briglia  nonfia  baffa  d'occhio  più  deldouere,  majfimamente  hauendo 
più  d'vna  prefa  ;  perche  fàcilmente  traboccherebbe ,  effendo  il  cauallo 
sformato  ad  aprir  la  bocca  per  la  paffione ,  che  dalla  prefa  di  [opra  egli 
fentirebbe  nella  gengiua;  &  all'incotro  s' ella  f uff  e  troppo  altajìlbarboc 
ciak  non  batterebbe  alfegno  fuo.  Etfe'l  Cauallo  Jhauendo  ilfeffo  gran- 
de ,fi  tir  affi  la  briglia  su  con  la  fu  a  lingua,è  da  metter  fi  negli  occhi  del- 
la  guardia  vnafìanghcttafcaue'zga,  ouero  Inter a\ma  quefio  non  auuer 
rà  ,fe  le  prefe  far  an  di  modo ,  che  con  proportione  riempano  l'apertura 
di  e/fa  bocca;  laqual  effendo  picchia,  ancor  picchia  fi  richiede  l' imboc- 
catura,maffimamete  fé  lo  fc  agl'ione  fuffe  più  alto  del  conueneuole  -.però 
C  allhora  ri  flarà  bene  non  vnaprefa,che  talhorafariafouerchia,ma  due 
Oliuettejò  Campanello, ò  la  me%aftroppa,che  s'affomiglia  al  Baronet- 
to con  rotelle  ;  ò  la  Beuagna  da  vna  prefa  con  rotella ,  eh' è  briglia  pur 
chiufa  con  meloni,  ò  con  baronetti  à  rotelle  ;però  vi  fi  fuol  ancor  met- 
tere la  Montada,  che  tocca  ilpalato-.nelqualmodo  è  freno  gagliardo, 
che  conuiene  à'  caualli  di  dura  bocca,  mafen%a  la  Montada  riman  pia- 
ceuole .  La  Stroppa  altresì  è  perfettabriglia^che  poco  empie  la  bocca,e  Stroppa? 
di  far  mando  il  labbro ,  fa  per la  lingua  affai  buon  forare  ;  ma  le  Rotelle 
deono  corrifpodere  alle  fatele  della  bocca,  &  effere  t  oler  abili  alle  gen 
giuei  &  per  briglia  aperta  il  chiappone  d'vna  fola  prefa  pur  fruirebbe» 
Laparte  douefìpofa  la  lingua,è  da  dt fiderai fi ficca,  &  magra ,  perche 
ogni  imboccatura  di  briglia  vi  slaria  bene  ;  ma  s'ella  farà  carnofa,  bifi  - 
gnerà  porgli  freno  piaceuole,  che  fi  pò ff a  masticare ,  dando  luogo  à  po- 
ter tener  e  la  briglia  dentro  ;  altrimenti  il  cauallo  verrebbe  ad  h abito  di 
portarla  fempre  fuori  muligna,e  brutta;  ilqual  vithjuolprccedere  dal 
la  piene%ga  del  palato,  &  confeguentemente  dalla  gr  offesa  di  effa 
lingua ,  con  laqualefi  difende  quanto  può  dalla  briglia  mal  pofta .  Pro* 
fiate  fi  dunque  le  briglie  chiufejcome  la  Stroppaci  campanello  ;  ò  altre 
tali,fenongiouafjero ,  fi  potrebbe  venire  all' vfo  del  chiappone .  Vera- 
mente 


3J6  BEL  L.A     GLORIA 

mente  la  lede  detta  lingua,  è  l&fottighex^a,  perche  più  fàcilmente  s'im  E 
briglta,&~~  maftica  meglio  qualunque  forte  di  freno  fia;  pur  che  tal  fotti 
gliela  non  fiaferpentina,come  fi  dice ;&  in  ecceffo;perch?cofi  fareb-  , 
he  mfenfata,&  incorreggibile:  Ma  offendo  grcffa,bif gna  vfart  U  bri- 
ghe forti, come  la  Stroppaci  Chiappone,  e'i  Ginetto  aperto  ,ò  altre  fimi 
li  :  Tuttauia  farà  bene,  vedere  prima  fé  fi  potè (fé  fare  con  lepiaceuoli, 
.     per  conferuare  al poffibile  lagengiua  ;  effendo  meglio ,  e h 'et  fi  difenda, 
con  la  lingna,che  no  romper  fi  lagengiua:  Et  è  da  vfarfigrad'arte,che'l 
cauallo  hauendo  la  linguagroffa,  manichi  bene  la  briglia  chiufa ,  ade- 
fcandolo  congioccoli  attaccati  nella  Ciciliana  di  quella,puntutinó  trep 
pò  agw%zj:i quali  alfegno  dell'imboccatura  corriffondanogiuflamente,  F. 
fi  che  non  vengano  fotto  la  prefa  battete  su  la  gcngiua,  che  egli  farebbe 
gittare  via  la  teila. Quando  il  cauallo  è  uitiofo  di  cacciare  la  lingua  fu9 
ri,fi  deono  fare  igioccoli  a  catenette  affai  lunghi  laccio  che  egli  per  rac- 
GioccolL     corli, ritiri  quella  dentro  il  palato. Gioitati  o  ancora  igioccoli  a  far  difle- 
dere  la  lingua  à  quei  caualli,che  la  tengono  ritirata  troppo 3&  aggrup- 
pata;per  lo  dispiacere, che  han  fentito ,ò  fentono  della  briglia  :  però  non 
foto  ne  i  freni  chiù  fi, ma  ne  gli  aperti  fon  gioueucli  affai,  pcnendofi  non 
meno  allafommità  della  Montada,  che  alle  due  bande  delle  fue  annoda 
ture.ptr  dargli  maggior  piacere. Et  cofi  negli  vni,come  negli  altri  fre- 
ni fi  potrà  ancor  vtilmente  auuiluppare  yn  groppo  di  farina  confale ,  ò 
mele:  iafci  adoperò  il  mele, quando  fon  Aiofche,percbe  cai  molta  noia 
coflrignerebbono  il  cauallo  àfcaffar  la  tefta.  Aiutaparimentela  lingua  G 
a  7»aslicare  il  freno  piaceuolmente ,  vna  RobaltcUa,òpicciolapiaìlra , 
con  molti  di  effigioccoli  attaccati.  Ai  a  fé  niuna  di  quefle  cofe  battaffe  à 
farglielo  mafiicare,  bifognaprouedere con  briglia, e 'habbiapoffan^a di 
o      forare  :  prouando  primamente  la  flroppa  co' fudetti  adefeamenti  ;  po- 
feia  il  chiappone  con  laballotta,ò  bottóne, coni' altri  dicono;  ò  voledcla 
fià  forte, con  la  rotella  nella  cima. ìndi  f aria  d'adoperar  fi  il  Pie  di  gatto, 
ò  l'imboccatura  del  Ginetto  aperto, aggiungendo^  la  faliuera  ,ò  i  gioc- 
colt,  com'ho  detto,  che  gli  fari  an  perfora  venire  voglia  di  mafìicarla: 
facendogli  maffimamete  vna  buon' hor atener  e  con  qualche  adefeamen 
to,la  briglia  in  bocca,prima  che  fi  caualchi:&per  quattro  dì  non  muo-  H 
uerlofe  non  di  paffo,  ò  di  trotto ,  acciò  i  he  poffa  pigliare  piacere  d'effa  : 
mafopra  tutto  è  da  procederfteon  tal  difcretione,che  egli  non  fé  nefde- 
gni  per  molta  offefa ,  altrimenti  non  pur  non  la  manicherebbe  ,m  a  di- 
sperato ',  non  l'accetteria  per  modo  alcuno  mai  più  in  bocc<t-> .  Se'l  ca- 
uallo poneffela  lingua  fopra  l'imboccatura,  è  dimeslieri ,  che  fiproue- 
dafìringendo  la  Muffar  ola  ;  &fe  à  pieno  ciò  non  giouajfe ,  è  da  v far  fi 

nella 


Del  cavallo,  lib.  r.         %zi 

£  netta  briglia  chìufa  vna  Robalteìla  dentro  in  vna  prefa,la  clone  la  A  fon. 
tadadeurebbe  slare:  in  vece  della  quale  è  buono  anco  il  chiappone  da 
vnatò  da  dueprefeyò  con  filetti  :  per ebe  battendo  per  [otto Kefito3non  cer 
eberebbe  di  porla  [opra  :  &  non  baHando  queslo ,  mettaft  la  robalteìla. 
nellaportella ,  che  nonglifta  né difpiaeeuole ,  né  dannofa .  Vfafi  anco- 
ra di  porre  su  la  mantada,per  nonfafìngorgar  la  lingua3una  cafiagna, 
ò  vn  bottone, ò  vnarotella,ò  vnacochiglia,ò  vn  paternostro. Ma  s'egli 
di  [otto  l'imboccatura  cacciaffe  la  lingua  fuori 3  òper  diritto ,  ouer  da  i 
iati ,  &  nongiouaffe  la  Muffar  ola  ftretta  bonefiamente  ;  prouinfi  pri- 
ma che  le  briglie  chiufe3come  Beuagne,  Scbiaccie,  Oliue,  Aggrupidi , 
2?  Fiafichi  Campanelli  3Bafionetti,T  eri  ^Meloni  3  b  altri fimili  :fi  che'l  ca- 
vallo h  abbia  libertà  di  forare  àfuo  piacere  ;  pere  hen$aslicando3verrà  à 
tenere  la  lingua  al  fegnoie  fé pur' 'alla  fine fianco  ,ia  manda  fuori 3fiapri- 
mitro  l'vfo  della  Beuagna  con  dueprefe ,  &  nongiouando  intieramen- 
te3s'adoprin  l'altre  :  Ma  in  vece  della  Ciciliana3fia  vnaprefa  con  due 
rotelle ,che  cofi  il  cauallofarà  cofiretto  di  tenere  la  lingua  bengiufìa  d£-       . 
tro  :  Et  fé  con  tutto  ciò  non  mane  affé  il  vitio 3  mettaft  il  Cariollo ,  eh' è  cjMS  J 
vn  chiappone  co  n  filetti  abbracciati ,  che  nella  guardia  fan  la  prefiu> . 
Auuertendo  3chela  briglia  baggia  da  l'occhio  il  fitto  doHere3fi  che  non  fi 
leni  troppo  in  alto  la  portella ,  fiotto  laqualefono  da  por  fi  me%e  rotelle 
^  pia  vicine  di  fiotto  che  di  fopra3acciò  che  facciano  gufiar 'il  morfo3  trat- 
tenendo la  lingua  quato  più  ferma  fi  pofifa,&  uietado  di  cacciarla  fuori 
f  uia  alcuna;potrebbefi  ancora  tifare  il  chiappon  chiufio-.ma  quando  tut 
ti  cotai  rime  dij  f uff er  uanifeomefi  trouano  affai  Frifoni,  &  altre  specie 
di  caualliyche  noper  accidente  fir  aordinario  3  maper  naturale  poltrone- 
ria la  tegon  fempre  fuori)  bifogneriatrocare  di  effa  lingua  quella  parte, 
che  manda  fuori  3ilcb  e  fi  può  far  e  ficur  amente  3  fen'za  temere  ale  un  peri 
colo:Tuttauia  no  è  mai  da  uenirfi  al  taglio;fimhe  nofifia  prouato  ogni 
ppffibile  artificio  3mafjimamente  fé  quello3che  uà  di  fuor  itnonfv fife  mol- 
to. La  gengiua  non  dee  effere  troppo  carnofa3nè  troppo  agw^a:  perche 
£  quefta  facilmente  fi raperebbe ^quando  il  calmilo  re i  maneggi  è  firma- 
to appoggiai  fi  alquanto  in  sii  la  briglia  ;  e  quella  difficilmete  àfuo  modo 
fi  riterrebbe:  effondo  dunque  mediocre  tra  quefie  due3le  cenuerrà  alcu- 
na briglia  delle piaceuoli  3  òfe  per  altro  riffetto  non  fipoteffero  adepe» 
rare  le  briglie  cbiuf e  ;il  chiappone  oon  la  ballotta  non  afpra  farà  oppor- 
tuno :  e  fé  dalla  bocca  fipoffano  comportare  le  dueprefe ,  maggior  for- 
tczjafarà  alcauallo3&  minor  peritole  ;  perche  le  <axZolette  dcllapor 
fella  non  potranno  cofi  offendere  lagengiua3  come  fi  n%a  la  pi  efa  di  fio- 
fra  uerriano  àfare.  Ma  molto  più  lapiaceuole%jca  dell'imboccatura  è 

T  ntceffa- 


338  BELLA    GLORIA 

necejfaria  altegengiue  aguzze  ,  allequali  contengono i  Cannoni j&le  £ 
Spolette, &  altre  tali  forti  ài  briglie  cbiufe  ►  Sopra  tutto  però  è  da  au- 
uertìrfi,  che  prima ,  che  fi  tormenti  ìapartedi  dentro,fi  dee  tormentare 
quella  difuorì,comefifa  conMuJfarola  di  ferro  [opra  il  nafo,òcon  bar 
bocciale pia  gagliardo  >  quanto  il  barboeciopoffafoffrire ,  crefcendo  la 
guardia  vnpochetto,òfhcendolabuttiata  dinnanzi, per  gagliardirla;  e 
quando  bìfognaffe  nell'imboccatura  vfar fortezza,  none  dafhrfi  in  par 
te  ,  che  tocchi  lagengiua  :  mala  montada  ,  ò  la  fhlfa  montada  farà  da 
vfarfi.Allegengiue  carnofecbuona  la  Beuagna  con  rotella,  b  la  Strop- 
pa doppia  di  rotelle,  nellaquale  vnaslanghetta  intera  non  farla  male  , 
ma  no  potendo  mancare  di  bri  glia  aperta,  fi  potrà  mettere  il  chiappone  p 
da  vna,ò  da  dueprefe  con  rotella .  Puoffi  ancora  vfar  e  la  montada ,  ò  la 
fhlfa, quando  fi  voglia,majfimametenellafiroppafemplice,laquale  tan 
to  sii  lagengiua,quanto  nel  palato  farà  fortezga:e  chi  vorrà  valerfi  di 
fortezza, eh  e  batta  dai  lati  della  gengiua,farà  buona  briglia  ,  per  aper- 
taci chiappone  àgarbino;& per  chiufa,lafklfa  Stroppa.Mafe  lagen- 
giua fiffegià  tormentata,  ò  rotta  per  cagione  di  briglia,  ò  di  man  catti- 
la; e  da  guarir  fi  con  rimedij  opportuni, di  mele  rofato,ò  di  brenello  di  le 
gno  couerto  con  feltro, òpezjQt  di  lino  ben' immelata,  no  lafciando,  che 
fi  rifaldi  per  fé  medefima;  anzi  s'ellafuffe  rifanata ,  bifognerebbe  rom- 
perla vn altra  volta  permedicarla,acciò  che  nelle  crepature  non  nafeef  Q 
fé  vna  certa  carnofità  callofa  e  dura,  che  poco  haurebbe  à  temere  il  fie- 
no :  &  in  quel  mez$  couiene  vfare  imboccature piaceuoliffime,e  ben  di 
uinte,potendoui  mettere  alquato  di  montadaibenche  vtilifiima  ancora 
vi  farebbe  vna  cordella  ,  che  circondale  effe gengiue ,  ò  come  ad  altri 
piace, una  catenellaino  volendo  adoperare  il  barbocciale-.nè  prima,che 
figuarifca,fi  deurà  mai  caualcare  con  briglia  dm  a, per  che  facilmente  il 
Cauallo  verrebbe  adinaìborar fi,  &  à  fare  altri  disordini  poi  difficili  ad 
ammendar  fi  ;  ma  guarito,  fi  potrà  rafjìcurare  a  poco  a  poco  con  briglia 
dolce,  Ufciandogliela  in  libertà,  e  galoppandolo  con  defìrezga  in  volt 
ta  larga  ,&ad  oncia  ad  oncia  ,fì  che  egli  dafefìeffo  venga  àfermarfi  :  fj 
Tuttauia  chi  non  voleffe  rompere  il  callo  già  foprauenuto  allagengiua, 
potrebbe  vfare  la  Falfaflroppa ,  ò  bifognando  briglia  aperta ,  il  Chiap- 
pone à  garbino  :  perche  le  rotelle  cofi  di  queflo ,  come  di  quella,  non 
battono  J opra ,  ma  da  i  lati  d'effa  gengiua  non  tormentati,  douendo  ef- 
fère  altttte_j .  Il  labro  del  cauallo  effendo  fittile ,  e  che  non  armi  di 
dentro ,  refìa  più  acconcio  all' imbrigliar  e, &  allhora  èpropriato  ti  Pe- 
reto ,  ò  l'Aggrupido  ;  ma  effendo  groffo  il  Cauallo  fé  ne  arma ,  e  fé  ne 
difende  sì ,  che  l'imboccatura  non  puònelfuo  luogo  debito  operare  ;  o»- 

de 


DEL  CAVALLO,  L1B.  V,  ^9 

*4  de  fari  a  neceffario  il  campanello,  che  vale  à  ribattere  il  labbro,  che  sia 
dentro  :  Sono  ancora  opportune la  beuagna,ela  Uroppa  femplice,  e  la 
doppia  co  fi  di  rotelle  some  diprefe:  le  quaì  co  fé  fan  quefla  differe%a  ne 
i  freni  ,difcempioò  doppio  ma  quando  fi  voleffefare  a"  vna  pref a  }le  ro- 
telle di  fuori  far  ian  dafàrfipiHfottilne  d'alteri  eguali:  benché  quelle 
di  me%o ,  fé  la  gf  offerta  della  lingua  il  richieaejje ,  fi  potrebbono  far 
pia  bajfe:  Voledola  di  due  prefeydcono  le  rotelle  della  fourana  ejjere  pia 
infuori  delle  fottane .  E  bi  fognando  vfare  briglia  aperta,  farà  l  ndm  il 
chiappone  di  due  prefe  ;  fhi  endo  in  quella  di  [opra  la  rotella, ,  che  fìa 
-vicina  alla  guardia  d'ogni  Iato,  &  in  quella  di  fono  la  balotta  :  ilche  è 

B  da  offtruarfi  in  tutte  le  briglie  di  due  prefe  :  Ne  però  fi  vieta,  che  sì  ;n 
due3sì  in  vna  prefa ,  non  fi  poffala  balotta  cangiar  in  rotella ,  perche 
armaaffai  bene,  efapihforte  la  briglia  con  maggior  commodo  di  fora- 
te: &  chi  cercaffe  di  difarmare  il  labbro  del  cannilo  col  barbocciale,po- 
irebbe  valer/i  di  quello  del  Ginetto  opportunamente,  fen%a  offbfa  delle 
^engiue,  ne  del  barboccio .  Il  dente  detto  Scaglione,  acciò  che  non  di-  Dente  det* 
fìùrbi  l'imboccatura,  fi  difider a  diritto,  e  da  i  denti  f ottani  lontano  vn  to  (caglio- 
dito  :  e  quanto  egli  è  pia  baffo, tanto  è  migliore:  ma  s'egli  guarda  in  den  "c  c°me 
tro;  è  pericolo,  che'l cauallo,  effendo  malfimamente  di  slrette  mafcelk 
fi  tagli  la  lingua  con  tffo  fcaglione,  &  con  la  briglia,  alche  volendo al- 

C  e  uni  procedere,  glie'l  cauano;  ma  fouente  auuiene, che'l  cauallofenten 
do  pofciatoccarfifopra  il  luogo,  dou'era  Udente  ;  per  la  molta  paffione 
s'inalbera,  e  diffìcilmente  mai  più  fi  conferta  di  tesla .  Fero  più  te- 
diente fia, che  vi  fi  lajci  limandolo  folovn  poco ,  sicbenon  refììcoft 
puntuto;  auuertendo ,  che'l  labbro  non  giunga  ad  effo,  perche  copren- 
dolo fi  verrebbe 4  tagliare  ogni  volta,  chela  briglia  fuffe  tirata  ;  però 
bafterà  vfare  i  modi  poco  dinanzi  ordinati  del  dif armar  e:&  giouerà  pa 
rimente 'far, cbelabrigliaftia  alquanto  pia  dell 'v fato  alto  dallo  fcaglio- 
ne, perche  difudejà  lingua  ;  ben  che  fi  venga  in  queslo  modo  à  temere 
manco .  AV  meno  pericolofo  è  lo  fcaglione, che  guardi  infuori,  perche 

j)  il  cauallo  volendo  fi  armar  del  labbro,  fé 7 taglia  ypeffo ,  maffìmamen- 
tefe'l  labbro  ègroffo,  e'idente  baffo  :  però  tutto  prouedimento  harrà  da 
effere ,  che  non  s'armi ,  &  farà  ancora  da  aumrtir fi, che  gli  f e  agl'io- 
ni effendo  difeguali,  l'imboccatura  deurà  battere  più  alta  verfo  il  den- 
te, che  fa  più  baffo,  perche  s'ella  fi  metteffe  giufìa  da  tutti  i  lati,  farla, 
pendere  il  cauallo  col  collo , e  con  la  tesla  da  quella  banda,  don  egli 
fentiffe  maggior  dolore .  Potrebbe  fi  bene  aliare  la  brìglia  d'occhio 
dal  mede  fimo  lato  del dente  baffo,  i  khe  volendo  fare,  s 'alzerà  la  bal- 
lotta, ò  U  rotella, quanto  è  la  differenza  della  baffe^ja,  che  cofi 

T     z         verrà 


340  DELLA    GLORIA 

verrà  l'imboccatura  à  batter  giufla  in  ogni  lato;  ma/opra  tutto  leguar  E 
die  fot  tane  è  da  mirar  fi  fempre  ,  che  fiano  eguali .   Se  le  ma) celle 
non  faranno  troppo  larghe;  né  troppo  ftrette ,  l'imboccatura  farà  di 
largherà  ordinaria ,  &  honefla,  cioè  quant'vna  man»  (òpih,  ò  man- 
co,  fecondo  la  taglia  del  cauallo)  con  laportella  ampia  d'vn  dito  grof- 
fo  in  briglia  aperta;  ma  fé  tal  mifura  auanzaffe  la  slrettez^a  delle  ma- 
fcelle,bifogna  flringerla  :  perche  fé  f uff  e  briglia  chiufa,  gli batterebbe 
fuori  dellagengiua,  &  facilmente  gliela  romperebbe  ;&  fé [uff e  chiap- 
pone jtanto  peggio  le  camole  della  portella,oue  tutta  l'imboccatura 
fià attaccata, percuoterebbono  fopra quella,  à cui  né  ballotta, nèro- 
tellaper  difefapoi  giouerebbe  :  All'incontro  fé  l' imboccatura  fuffe  più  p 
firett.i,che  dall'ampiezza  d'effe  mafccllefi  richiedeffe,  il  cauallo  nopo 
tendo  prendere  tpalfo  della  briglia,  refterebbe  come  legato  :  Conuienfi 
adunque ,e per  ytilità,eper  belletta  farebbe  la  briglia  fecondo  la  prò- 
portione  delle  mafcelle  sliagiufìa  in  bocca.  Ilchefc  no  fi  confiderà  nel- 
lemule yche  hanno  dirette per ordinario  le  mafcelle,  non  è  marauiglia, 
nèimportan%a\perche  oltreché  effe  nofimuouonomai,fenon  dipaffo, 
ò  di  portante, le  lorobriglie  nonfifnodano,e  cefi  nopoffono  cadere  fuo- 
ri della  gengiua  ;  e  fé  ben  cadeffero,  non  le  temono  ,  hauendolaincalli- 
Barboccio  ta  per  le  sbrigliate t  &  fklfe  redine .  il  barboccio  del  cauallo  tra  carno- 
come  fi  di-  foy&  afeiuttofi  di  fiderà  mediocre,  con  vn  caualetto,doue  ripofi  il  bar-  q 
Jfala        bocciale, si  che  non  poffa  correre  in  su,  eccetto  fé  la  briglia  colpaffe,  che 
fuffe  troppo  alta  d occhio ;&  à  tal  barboccio  conuieneil  barboccialeton 
do, non  fonile, né  quadrone  d'altra  affra  maniera:fen%a  cangiarfi  mai, 
fé  altra  cagione  non  ci  aflringeffe.  Ma  s'egli  fuffe  afeiuttofi  barboccia- 
le  correndo  in  su ,  fari  a  traboccar  la  briglia ,  però  in  tal  cafo  è  da  pro- 
uederfi  con  S,  lungo,  e  col  rampino,  ciafeun  d'vn  per^o  :  perche  lo  fa- 
ranno slar  baffo  al  luogo  fuo  .  Gli  altri  SS,  deono  effere  slretti  infieme 
&  non  fottili  ;  acciò  che  conferuino  il  barboccio  f ano, &  ritengano  fer- 
mo il  barboc  ci  ale.  Gioua  ancora  neW attaccare, lafciarlo  alquanto  baf- 
fo, perche  non.monter  ebbe  più  del  douere  ;  ma  fé  abboffando  fi,  traboc-  r* 
caffè  qualche  poco  per  tal  ricetto  al%ifi  d'occhio,  ò  nell'imboccatura,  ò 
nella  guardia;  crefeendo  la  S,  &  il  rampino  :  &  ciò  non  bafìando,  alla 
fine  ilbarbocciale  del  Ginetto  (benché  faccia  alquanto  brutto  vedere) 
potrà  adoperar  fi .  Haueril  barboccio  carnofo,è  mala  parte, per  non  ef- 
feruiil  canaletto ,  che  tiene  fermo  il  barboccialc ,  sì  che  ogni  yolta, 
che  fi  raccoglie  la  briglia,  òche'l  cauallo  muoue  la  barba  (come  fo- 
uente  fogliono  tali  fare)  il  barbocciale  traf corre  insù  ,&  la  briglia 
dà  yolta  inbocca  :  però  per  farlo  ftare  al  fegno  fuo,  è  da  rimediar- 

ficol 


DEL  CAFALLO,  UB.  K  541 

Uff  coi  S,&  col  Rampino  interi, &  lunghi, che  lo  terranno  a  baffo;  facen 
dogli  altri  SS ',  quadrighe  con  pia  fonema  ,&  meglio  s' attaccheranno. 
ji  fintile  barbocào  è  anco  buono  il  bàrbocciale  àbottone,penbt  attac- 
cato in  effo,  n  m  corre  cofi  facilmente  in  [ufo,  &  è  buona  fortezza  per 
conferuarla  barba ,  battendo  al  gi ufi 0  luogo  :  GioHaaltresitei.ee  U 
M \iffarolaJlrena;  &  alquanto  baffa  ;  acciò  che  non  poffa  il  cauallr  ar- 
rugareil  barbocào  sì  di  leggieri .  Et, quando  tutto  ciò  non  baflajfe,  po- 
trebbe tener/I  fermo, atta:  e  adoui  vnacatenetta,  che  vemffe  anco  ai  at 
taccarfiin  queW altra  catenetta  più  alta,cbefi  fuol  porre  per  fermezza 
delle  gambe  delia  briglia  [otto  leportelle  :  &  cofi  il  borbocciale  nonpo- 
JB  tendo  falir  in  alto,  ilaràfempre  al  douuio  luogo ,  Batterà  ancor  giujìo 
nel  me%o  della  barba  ilbarbocciale,  tenendo  quattro  S  piccioli ,  &  vn 
lungo  dalla  banda  delira;  e  dall'altra  vn  rampino  con  la  maglia;}  quali 
ivfiemefiano  di  lunghezza  pari  al  S,  più  lungo;e  quelli  SS,  bi fogna  che 
babbiano  la  coniieneuole  picgaloro,  acciò  che  non  battano  su  la  guar- 
dia,&  facci  ano  montar  e  ilbarbocciale  \ilcbetatopiù  auuerrebbe,quan 
to  più  graffe  le  labbra fujfero:  Non  mancano  già  di  color  o,chepiù  com- 
modo dicon  efiere  ad  vfare  tre  S,piccioli;ma  veramente  potrà  vederfi, 
che  pari  di  numero  faranno  l'opera  loro  con  più  giuftezj^-* .  Le  ga-    Ga"ane  » 
najfe  ancora ,  acciò  che  non  impedivano  l' imbrigli  or  e  Jbi fogna,  chefia-  no  pj^jc* 
C  nopicciole  ;  e  difcoìlo  l'vna  dall'altra  tanto,  che  vi  fi  poffa  mettere  vn 
pugno  in mezo-.mahauerle  picciole,  e  sirene  infieme  ,é  cattiua  parte 
più,  ò  meno  fecondo  il  collo  ,  ilquale  hauendo  buona  volta ,  farla  men 
male.  Però  non  potrà  errarfi  ad  vfar  briglia,cbe  non  molto  sforai  il  ca- 
notto à  slar  difetto,  maffimamente  s'egli  ha  il  coUo,ògroffo,  ò  corto, nel 
qual  cafofaria  gran  difordinc  à  sforzarlo  oltre  iafua  natura, più  del  do- 
nere  .   Quando  reggiamo  dunque  lui  non  lafciarfi  ridur  con  la.  tefla  al 
fegno,  noi  non  per  forza ,  ma  con  definita  debbiam  tirarlo  ;  vf arido 
piaceuole  imboccatura,  e  guardiapoco  lunga,laqual  fa  fiacca, ncn  pe- 
rò di  manieracela  briglia  trabocchi  né  la  Mufjarolafi  siringa  tanto, 
X)  che  h  leghi  :  ma ,  dandogli  alquanto  di  libertà ,  fi  vieti  foto  d'aprir  U 
bocca .  Hauer  le  ganajfe  grandi  è  cofa  pejfima ,  tanto  più  s'elle  fiano 
infume  slr ette:  nelqual  cafo  e da  fcbiuarfi la  guardia  ardita,  pert.be 
sforza  troppo  con  diifiacere  :  e  tanto  più,  quanto  e  più  lunga  ;  onde  il 
cauallo  ajiretto  dalla  gran  paffione,  viene  à  far  molte  cofe  connati  vo- 
ierneflrogittando  via latesla,  ò  flanciandofi  innanzj  fi  inalborandrfi, 
ò  fquerzegnando ,  e  torcendo  la  bocca,  ò  cercando  taluoltadi  pigiar 
co'  denti  la  guardia  :  alla  qv.al  cofa  ben  fi  può  giàprouedere ,attauan- 
do  certe  catenelle  al  bàrbocciale  ,&ài  bolcioni  della  Vanghetta  :  ma 


H»  DELLA    GLORI  A 

per  rimediare  à  tutte  l'altre,  bifogna  vfare  la  guardia  fiacca,colfuo  do-  E 
uerdell'occbio,cbe  non  trabocchi :e  tanto  piò  fiacca,  quanto  più  le  ga- 
naffe  piffero  flr  ette  infiemei  tene  ndo  córte  le  guardie  al  poffihile,econ 
piaceuolczgafempre  temperando  la  mano  in  tutti  ì  moti .  Alcuni  più 
tofto  vogliono  adoperare  la  guardia  ardita,  e  baffa  a" occhio,  fi  che  tra- 
bocchi,(limando  in  quejlo  modo  il  cauallo  non  riceuere  difyiacere,m*fi 
vede  il  contrario, perche  la  guardia  baffa  d'occhio  fa,  che  l'imboccatu- 
ra,?'i  barbociale  flutti  infume  tormentino  labarba,&  la  gengiua,  & 
l'bnomo  priuato  della  montada,  &  delle  dueprefe,  no'lpuote  reggere  à 
fuo  modo.  Oltr'ac  ciò  l'ar  didelfa  fa  tanto  dimenare  le  guardie, cheper 
poco,  che  fi  muoua  la  lingua,  fi  vengono  ad  incrociare  in fieme  con  noia  f 
del  Cauallo ,  e  brutta  vifla  :  però  il  meglio  fia,  che  in  luogo  della  tra^ 
boccantefi  adopri  la  guardia  fiacca  {fi  come  ho  detto)  fuggendo  l'efìre- 
BrigJie  per  mo  ;  che  in  tutte  le  cofe  è  vitiofo .  Al  collo  ferpentino  ogni  briglia  sia 
collo  (èr-    lene  tuttauia  per  ordinario  gli  couiene  ma  piaceuole  imboccatura  coti 
pentino .     ^oca  gUarc[iay  e  non  molto  ardita,  perche  facilmente  ridurrà  la  tefla  al 
fegnofuo.  S'egli  è  inarcato,  (ò  come  dicono)  à  pergolato,  è  mala  parte 
mzffimamente  fé  non  fono  buone  le  qualità  delia  bocca,dellaquale  effen 
do  ilCauallo  duro,  è  da  imbrigliar  fi  con  gagliarda  imboccatura,  quale 
laflroppa  con  due  rotelle  aitar  elle, &  con  laguardia  lunghetta,efiacca: 
&  s'egli  troppo  fi  appetta/fé  mcttafìfra  i  corami  del  fottogola  della  te.  G 
ftiera  vn  ferro, che  giri  intomo  di  maniera,  che 'l faccia  forgere .  Poi  fé 
tolto  da  queslo  vitio  bi fi  gnaffe  per  reggerlo  più  fortezza,  adoprifi 
Muffar  ola  di  ferro  fatta  àfeghetta,  òil  barbocciole  quadro, ò  à  bottoni, 
s'egli  ilfofffifca .  Ma  fé  fuffe  buono  di  bocca  ;  glifi  può  mettere  vna. 
imboccatura  dolce  con  guardia  fiacca,  &  fenya  montada  ;  tenendoli 
mano  più  dauanti  dell'ordinario ,  perche  fen%a  cotali  aiuti  battendo  le 
guardie  al  petto ,  il  Cauallo  verrebbe  ai  accappucciarfì .  Se'l  Caual- 
lo è  riuerfo ,  non  comporta  briglia,  che  troppo  sforai ,  né  molta  guar- 
dia, né  ardita ,  ma  fiacca,  e  corta,  &  con  montada  :  però  l'imbocca- 
tura da  Ginetto  con  guardia  all'Italiana  gli  farà  propria  :  e'I  Ginetto  H 
chìufo  per  conferuatione  della  gengiua  è  migliore  dell'aperto,  nel  qual 
bifogna  nella  parte ,  che  batte  su  la  gengiua,  mettere  vna  ipoletta,  ò 
battottina  tonda,  è  altre  fimili  cofe,  che  fon  piaceuoli,  &  l'imboccatu- 
ra non  fiat  anto  larga,  che  batta  fuori  della  gengiua,  perche  molto  /<rv 
ria  noceuole  :  però  tal  forte  di  briglia  non  è  da  operar  fi  fé  non  da  Caua- 
liere,  chefia  di  buona  mano, altrimenti  cen  piùficurtafi  potranno  vfn- 
re  altre  briglie  con  vn  poco  di  montada, e  guardie  quanto  più  corte  ftan 
foffibili  à  far  fi,  &  non  ardite^ .  E,fe'l  Cauallo  f uff  e  ài  poca  for^a, 

potrebbe 


PEL  CAVALLO,  LtB.  V*  5*3 

£  potrebbe  v far  fi  la  Muffar  ola  di  ferro ,  €1  Barbocciale  quadro ,  perche     m 
più  partente  gli  comporterebbe ,  die  Ginetto  male  adoperato. Chi  tiene  »  Jjg  te£? 
il  collo  corto, e  groffo,fuol'bauer  gran  ganaffe,lequali  contrattano  à  chi  foe°0fcr£ 
voglia  tirarlo  (otto;  però  è  dimeslieri  adoperar la  guardia  U*ngbetta,e 
fiacca  con  l'imboccatura  piaceuole  ,fn  à  tantoché  fia  vnpoco  aciom- 
tnodato,percbe  voler  ad  vn  tratto  difufarlodalgirCeruigno,  farla  dif- 
cihjjìmo  ,<&anco  pericolofo  di  rompere  la  gengiva ,  é"l  barboicio }  & 
peggiofarebbe;  quando  eglibauejfe  leganajje  infiemcaflrette;  nelqual 
tafobifogneria  per  qualche  giorno  adoperare  la  caue-xina ,  che  va  nel 
tnc^j  delle  braccia,  detta  volgarmenteCamarra;  l  aquale  nel  principio  CamarflU 

%  è  da  tirarfi apoco  àpocotcondcsìre%za;poi come  il  cauallofaràridot- 
to,  leuata  quella  gli  fi  farà  conueniente  imboccatura ,  &  in  ciò  la  mcn- 
tadafa  buono  effetto,  perche  lo  t'ir  af otto, &  aiuta  à  forgerei  auuerttn- 
do  però  che  la  briglia  mai  non  trabocchi;  &  bifognando  aiuto  per  me- 
glio reggerlo  ,fi  potrà  vfare  quel  di  fiora ,  ma  quando,  le  cofepiaceuoli 
non  ci  pare/fero  oportune  ,adoprifi  la  Muffar ola^'l  Barbocciale, come 
poco  dianyj  s'è  detto, pur  che  il  coporti  ilBarboccio,  ilquale  effendo  cor 
nofo  molto, richiederebbe  laftoppacon  qu  atro  rotelle,  &  volendola  far 
più  forte  fi  può  in  ejfa  mettere  pcrlaCicilana  vna  goletta  intera  :.  vo- 
lendola meri  gagliarda  ;  fi  può  fare  fcaue7^a  con  vn  poco  di  montada; 

£  e  conguardia  alquanto  lunga  ma  fiacca ,  fecondo  il  ìlouer  dell'occhio  a) 
non  traboccare*  Chiedi  collo  afeiuttoje  corto,  fuol  appettar  fi, hauen- 
do  pccaganaffa ,  e  larga  ;  però  bifcgna  prouedere  in  prima  conpiaceuo- 
le%%a  di  briglia3  e  con  defireiga  di  mano  ;  poi  ti cm giocando  quefle  due 
eofe ,  fi  adopereranno  le  guardie  digran  volta,ardite, e  corte,  perche  le 
lunghe  di  leggieri  fi  fogiiono  incrociare, &  incanali  are  :  ilcbe  tuttauia 
potrebbe fchiuarfi,  ponendo  nellaparte  di  giù  tra  le  due  gambe  della  bri- 
glia, vnafìangbetta  intera-,  laqual  ancora  aggiunge  fortezza ,  perche 
l'imboccatura  non  ifnodandofi ,  è  pia  duretta ,  e  quando  per  auuentura 
fuffe  neceffario  aiuti ,  fi  può  nelfottogolamettere  vn  ferro  nella  guifa  , 

2)  che  di  fopra  s'è  dimostrato .  Afa, perche  queflo  vitio  di  appettar  fi,  ò  di  Appettarli 
gittar  via lateflacon atti  bruttiffimi ,  epengliofi,  procede d più  delle  on-te  prot« 
volte dallapaffwne ,  che 'ICauallo [ente  mllagengiua,  ò  nella  lingua,  ò 
nel  palato,  ònelnafo ,  ò  nelbarboccio  ;  bifogna  ejfere  accortiffmo  à. 
confiderare  cg?ii  cagione ,  concio  fia  cofa  che  tali  c'jfeje  fogiiono  auue- 
nire ,  ò  perdurerà  dì  Prefe ,  ò  A/nfarcla ,  ò di  Barbocciale  ;  ò  per 
troppo  gagliarda  Aiontada ,  ò  per  guardia  troppo  ardita ,  ò  pirafprc%- 
%a  di  mano  nel  maneggiar  e  ,è  finalmente  per  ncn  andarfi  fecondo  la  na- 
tura dell'animale,  allaquale  fopr a  tutto  è  da  hauer fi  riguardi r  ferrprc 
,  r     4         no?} 


344  DELLA    GLORIA 

non  correndo  fubito  ài  rimedij  difyiaceuoli ,  che?  I  face/fero  venire  in  E 
difyeratione,  ma  facendo  ogni  co/a  moderatamente,  e  con  l'ordine  [ho. 
Briglia  per  jj  collo  groffo,  e  lungo  ,fuol  effere  scompagnato  con  gran  tefia,  e  gran 
fo .  °  ^r°  "  %***$*  »  on^e  P&  foieuare ,  e  reggere  tanto  pefo ,  ri  bifogna  guardi* 
lunfjbetta}e  con  poca  volta  ;  aggiungendovi  indi'  .:ne*te  aiuto  con  In 
tMHcqrana,  e  col  barboceiale  à  botto  it ,  òfe  la  neteffità  il  riebiedeffe  , 
con  Muffatola  di  ferro ,  e  barrocciai  quadro  ;  purché  fta  atta  la  barba. 
à  f  offerirlo  ;  douendofi  auuertire  in  quefti  cafi ,  doue  lagraue%%a  del- 
3.  V  animale  fi  vuole  aiutar  con  briglia,  che  la  bocca  non  vega  à  romperfi 

in  parte  alcuna-.e  non  è  mai  da  comportarfi,che'l  cauallo  s'appoggi  mol 
to  in  su  la  brigliaynè  chefopra  quella  fi  abbandoni  fi ,  che  le  braccia  del  Jf 
Gaualliere  con  fatica  ilpotejfero  foslenere  ;  perche  di  qui  procedono  le 
Vetture  nelle  gengiue^nelpalatOte  nel  barboccio  :  lequai  lafc  i andò fifa- 
„  tiare  da  loro  fieffe,  fanno  vna  certa  carne  e  allo  fa  ,  che  poi  non  teme  più 
*  «  imboccatura, ne  barhocciaU  di  qual  forte  fi  fiano,'  Vero  quando  per  au- 
uentura  la  barba  fi  foffe  rotta ,  fi  potrà  in  vece  del  barbocciale  portar 
nella  briglia  vna  correggia  di  cuoio  vnta  à'affugna ,  infino  à  tanto,  che 
fa  faldata  :  ò  courire  effo  barbocciale  tondo  di  cuoio  fimilmente  vnto  ; 
&  vfandoglifi  Muffar  ola,o  di  e  orarne, ò  di  ferro,  ò  e  amarra;  è  caue^- 
na, non  figli  firinga  ,ne  tiri  troppo, maffimamtnte  nel  principio,  perche 
il  cauallo  ne  fentir ebbe  gran  dispiacere  ,moflrandone  fegni  con  lofquer- 
tegnare^  ò  con  l'malborarfi,ò slanciar fi',e  con  altri  cotali  attiiperòpro' 
cedafi  in  tutto  con  tempo,  e  con  defire^a,  laf dandole  prima  alquanto  G 
molti  ,e  poi  tirandole  à  poco  a  poco. Et  faràbene,che  mejfa  la  caucQnay 
prima  che  fi  motià  Cauallo,  fi  faccia  menare  à  mano  alquanti  pa(Ji$er 
vedere  come  lacomporti;  e  poi  piaceuolmente;  fecondo  ilbifogno,fi  yx 
da  dioperando .  Alcuni  volendo  perfor^a  vincereil  cauallo,gli  metto- 
no vna  catenella  dintorno  alle  gengi ite  dinanzi  ,r accomandata  à  gli 
occhi  della  guardia,  òdi  bolc ioni  della  Ciciliana,  Hringendobene  la 
Muffarola  :  ma  tal  modo  non  è  lodeuole ,  nèficuro  à  cofiumarfi ,  per- 
che il  cauallo  ne  fente  dolore  intoler abile, che  gli  auuilifce  l'animo  &* 
indebolì fi e  lefor%e,oltre,cbe  egli  impedito  di  aprir  bene  la  bocca,perde 
di  lena:  perofeperauuentura  ad  vn  Cauallo  sfrenato  fi  rompejfe  la  bri-  H 
gliajn  cafo  di  neceffitàpiìi  tosloapprouerei,che  vi  fi  metteffe  vnacor- 
dclla ,  in  vece  della  catenella  ;  tenendo  la  briglia  non  molto  raccolta  , 
iaqualbrigliavorreiycbenontraboccajfein  alcun  modo,  ma  ebeha- 
neffeii  barbocciale ,  vtilijfimo  à  non  farfentir  quella pajfione  ,  che  la 
catenella,ò  cordellajòpur  vnfilo  fuoi  dare  alle gengiue, ogni  volta,che 
fi  viene  i  tirar  la  briglia .  Et  perche  in  tali  cafi  è  vtilijfima  la  Àfuffa- 

rola 


Ì)£L  CAVALLO,  L1B.  V.  p$ 

A  fola  ajlretta,farà  bene  rimediare,  che  le  fibbie  della  Muffarola  no  fi  al 
larghinole  però  fi  potrà  quitti  porre  inguifa  di  barboccialeito  yna  catt- 
nella.Ma  bifognafopra  tutto  auuertire3  che  l'imboccatturafempre  va- 
da begiufta  in  bocca, e'ibarboccialealbarboccio  nel fuo proprio  luogo, 
mettendolo  più  s~lr etto, ò  più  largo, fecondo  jhe'lbifogno  richiederà;  co 
fiderando,  chetai  legame  fu  ritrouato ,  non  per  distruggere ,  e  lacerare 
la  barba,  ma  più  tofìo  per  ritenere  il  freno  faldo .  E  per  ò  douendo fi  ac- 
cortamente [chinare  le  noie  del  barboccio ,  e  le  cicatrici  delle gengiue  , 
fempre  dirci  douerfiin  Caualli  di  dura  bocca  v far  più  tosto  l'afprexga 
de  la  m*ntada,e  delle  gambe  della  briglia ,  che  de  l'imboccature  ,e  del 
B  barbocciale-.perciochele  gambe, ò  guardie  gagliarde,  eia  Montada  ver 
fo  ilpalato,  danno  al  Cauallo  non  poco  timore  né  su  le  gengiue  il  lafaa 
no  appoggiare,nè  su  la  barbaymafenya  offefa il  fanno  gir  più  leggiero. 
Parimente  è  da  veder  fi,  che  la  barbetta  dellaguardiafiaphgata  in  fuo 
ri  di  modo  che  non  offenda  il  labbro  ;  delche  il  Caualiere  fi  accorger k 
meglio  j  facendo  montare  vn  altro  fopra  il  Cauallo,  &  egli  a  pie guar- 
dando minutamente  lagiujìevga  de  l'occhio ,  e  l'opra  della  briglia .  Et 
acetiche  non  fi  facci  errore, giudicando  alta  d'occhio  vna  briglia  ardi* 
ta  diguardia ,  ò  baffa  vna  di  fiacca  ;  è  da  faperfi ,  eh  e  la  giuìle%ga  de 
l'occhio  de  la  briglia  ha  due  mìfure ,  vna  cheripofa  su  lagengiua,  l'al- 
ti tra  dotte  fi  ferma  il  barbocciale ,  del  quale  in  vna  mede/ima  briglia  fi 
può  rompere  la  mifura  con  aliarlo,  &  abbacarlo  più  del  fuo  ordinario 
luogo,in  questo  modo,  che  volendo  al%are^i  metta  vnafpolettina,  do- 
ti'effofuol  ripofare,  ponendo  luifopra  quella  ;  &  volendolo  abbacare  , 
fi  limi  l'occhio  della  guardia,  fi  che  venga  a  cader  più  baffo,  ouer  fi  fac- 
ci ano  buchi  fotto,  e  dentro  quelli  fi  mettaie'lfimilefi  può  fare  con  quel  Mifura  ren- 
dei Ginetto, quantunque  ftapofto nellamontada. Intendefiroitalami- ta  qaal  * 
fura ,  quando  il  barbocciale  non  batte  (come  conuienej  nel  luogo  fuo ,   ee  ml§n<** 
ò  per  effere  con  la  maglia  troppo  ftretto ,  ò  molle ,  ò  per  montar  in  su 
nelr  accogliere  della  brigliajmpeditafi  quella  parte,  cheripofa  ordina- 
J)riamente  su  lagengiua  .  Tal  volta  le  due  mìfure  de  l'occhio  fi  rompo- 
no ad  vn  tratto,  procedendo  co  fi  da  ardita ,  come  dafiaccaguardia ,  la 
quale  col  face  aria  fi  può  abb  affare ,  e  con  ardirla  al%are  d'occhi .  In- 
tende fi  ardita  la  guardia,  quando  fi  vede ,  ch'ella  tiri  di  fotto  affai 
infuori  ,òche  corcando  amendue  le  guardie , vengano  di  fotto  ad  effere 
più  vicine:&  operando  in  contrario,  farà  fiacca.  Sono  pur  certe  Mon 
t  ade , che  fan  parere  ad  alcuni  la  briglia  più  ardita,  nonlafciandola 
traboccare  ;  &  vfano  fimilmentc  la  catenella ,  ò  la  cordella  intorno 
alle  gengiue .  Ma  propriamente  fi  fiaccano  le  guardie,  e  fi  ardi- 
rono 


?45  DELLA    GLORIA 

[cono  in  quella  incuruatura,cbe  dal  di  fuori  va  preffo  alla  bocca  ;  effen-  E 
do  difutile, e  brutto  il  coflume  di  coloro  ,che  le  piegano  indentro  dal  me- 
70  ingiù,  e  talbora  infuori .  Quello  ben  fi  può  tenere  per  fermo ,  che 
quanto  più  la  briglia  fia  alta  di  monte ,  tanto  pia  terrà  il  Cauallo  fug- 
getto:  ma  tale  altera  deurà  effere  proportionataalla  bocca,&  alla  ila. 
tura  dell'animale:  auuertendo  pcrò,che  la  maggiore  ,che  debba  effere  fa- 
rd quanto  baUi  a  liberare  la  lingua  fetida  offendere  il  palato  in  modo  al 
cuno .  Nèfolo  nel  monte  è  da  far  fi  qucUa  confìderatione,  ma  ancor  ne 
gli  occhi fdiconfi  Occhi  quelli  doue s'attacca  la  tejìierajpercioche  quan 
to  più  la  briglia  è  alta  d'Occhi  ttanto  più  rilevato  fa  andare  il  Cauallo  : 
eperòconuicneà  quelli, cb  e  vanno  col  capo  chino, &  che  hanno  Ubar-  & 
ha  alta,comefon  molti  per  lapiùparte  di  bocca  picchia, chy  è  difficile  ad 
infrenar  fi  :  All'incontro  gli  occhi  baffi  fan  metter' il  Cauallo  più  fotto  ; 
e  nulla  dimeno  la  via  del  me%o  è  la  più  ficura ,  facendo  che  gli  occhi 
C f chinato  Vv no  e  l'altro  efiremoJfiangiufli,&  alla  gran  de^a  della  bri 
glia, fecondo  Ubi fogno ,corri?pondenti. La  qualbrigliafecodo  lagrade^ 
%a  del  Cauallo,  e  fecondo  lafor^a,  che  tiene ,  e  fecondo  ch'egli  porta  la 
iefla,  co  fi  deurà  effere  più  ò  men  0  lunga  .  Certamente  i  freni  affai  corti 
fon  buoni  à  far  commodamentcbere  il  Cauallo  in  ogni  riuo:  ma  dall'al- 
tro canto  fanno ,  ch'egli  fìa  poco  fìcuro  della  boccate  della  tetta  ;  perche 
venendofiad  vrtare  col  nimico, egli  r.reuerà  lapercoffa  nel  mufo,ilqua  G 
le  per  la  cortezza  della  briglia  fi  troueràfuor  delfuo  douere  eleuato:on 
de  facilmente  farà  ributtato >ògittatoàterra',effendo  il  Mufo  la  più  di- 
licataparte  cbefia  nel  capo,eccetto  gli  occhi .  Ma /egli  porterà  il  fre- 
no di  giu/ìalunghei^a, porterà  anco  il  capo  nelfuo  debito  modo,dagir 
fermo  alla  mano,  e  fìcuro  à  gli f contri  ;  perche  verrà  àfeontrare  con  U 
fronte,  àguifa  di  vn  Montone, con  magior'ojfefa  dell' auuer far  io  ,emag- 
Frcniche  giorfalue%^a  di  fé  mede fimo te  delpairone.  Et  cofi  1  freni  di  Spagna,di 
nò  rettano  Barbaria,edi  Turchia,no  recano  buoni  per  gì' incontrile  ben  giouano 
buoni  £  gli  à  far* andare  il  cauallo piitliberoye  di f ciotto ,e  copiù  fiato.  Però  il  miglio 

re  farà  di  tenerci  al  mediocre,  vfando  il  freno  né  molto  lungo,  né  molto  // 
corto .  Poffiamo  bene  adoperare  il  lungo  in  Poliedri ,  i  quali  bifognaffe 
tileuare, e  fermar  di  tcfìa,pert  he  venendo  loro  à  toccare  tal  freno  tipet- 
to ,il  Caualiere  con  l'arte  della  mano  gli  aiutargli  lena  in  alto, et  gli  fa 
fermi  :ma  come  gli  ha  ridotti  ad  vn  termine  conucueuo  le, egli  no  manca 
di  cangiar  freno ,  che  venga  à  fare  più  bel  vedere;  perche  il  tanto  lungo 
refìa  sgarbato .  Là  onde  dirittamente  fi  può  conchiudere ,  che  fé  qualche 
neceffità  no  cofìringa,la  lunghezza  dcllabriglia  in  Canata  digiuna  ta- 
glia^ ridotti  à  difciplina,deurà  dirado  aua7^r'vnpalmo:e  più  lodeuo 

li  in  ejfet- 


DEL  CAVALLO,  LIB.  V.  547 

A  li  in  effetto  faranno  flirtiate  le  guardie  corte,  che  le  affai  lunghe ,  pur 
che  alla  fattela  del  Cauallo  non  di fconuengano.  Non  nego  già  3cbe  U 
guardia  lunga  non  fia  di  mirabile  aiuto  al  Poliedro ,  per  forgerlo  bene, 
&  affettarlo  ;  mUgperchetrouerete  molti  ,  i  quali  non  potran  per  qual- 
che particolare  cagione  tolerare  la  lunga,  farà  bifogno,che  ne  mettiate 
loro  vna  me%xiia  s  laqual  non  fia  ardita ,  né  trabbocante  ;  e  di  quefla, 
raffettato  ch'egli  fia,  deurà  leuarfi  alcuna  parte,  fecodo  che  meglio  par- 
rà richieder  fi:  potendo  parimente  aiutare  à forgerlo  vna  fil%a  di  pater 
noflri  po[ìa  al  luogo  delfottogola.  Ma  mentre cbe'l  Cauallo  non  èfer-  Brìglie  p*r 
moditesìa,òchela  portatroppobaffa;conuerràin  qualunque  briglia  Ffua^°  r * 
B  fifia,ò  aperta,  ò  chiufa,  le  guardie  effer  diritte;  e  tanto  più,  quanto  più  ^"^1™* 
egli  fi  pon  di  fatto:  pofciafi  potranno  vfare  le  mediocri  riuolte,le  quali 
oltre  che  riducono  la  teHa  à  quella falde%$a  che  fi  de  fiderà  ;  fanno  an- 
cora la  vifta  più  gratiofa  :  benché  le  diritte  altre  fi  potrebbono  far  fi  di 
tal  maniera  buttate  innanzi,  che  furiano  il  mede  fimo  effetto, che  fanno 
le  riuoltate.Bajìifapere  infomma  quefto,che  quanto  più  le  guardie  fon 
diritte,  &  le  loro  efìremità  vengono  in  dietro  verfo  il  Caualiere,  tanto  + 

meno  gagliarda  è  la  briglia,  rileuando,  e  cacciando  il  mofìaccio  fuor  a  : 
e  quanto  più  fon  riuolte,e  corrono  inanzi,  tato  più  fi  viene  à  mettere  il 
mofìaccio  di  f otto  vicino  al  petto; fi  che  in  ogni  forte  di  briglia,  fi  potrà-  Briglie  qua 
C  no  fecondo  il  bifogno  del  CauaUo  mutare  le  guardie.  Ma  perche  il  va-  do  rouini- 
riar  delle  briglie  rouina  la  bocca  ,&  è cagione  di  molti  dif ordini:  è  di  no  fe  bo§- 
meftierì,  che  dalprincipio  confideratefi  bene  le  fattele  dell'animale, ca# 
ftfceglia  quel  freno, che  panano  richiedere  le  fue  parti:  Et, fé  ben  molte 
briglie  foffero  appropriate  alla  fua  codinone,  nodimeno  di  quelle  molte 
vna  fola  dal  principio,  fin  che'lCauallo  fia  ben  fermato  ;  deurà  adope- 
rar fi, no  afiringendoci  altra  necefJìtà.Et  quadoper  auutturafi  Heffein 
dubbio, qual più  opportuna  doueffe  effere;primieramentefarà  dapor fe- 
rie vnaflapiùpiaceuole  chefipoffa  :& poi  fi potrebbono  tentar  l'altre 
digrado  ingrado ,eff aminando  maturamente  quanto  bifogna  per  bene- 
Dficio  del  Cauallo, fin  che  fi  venga  con  fondate  ragioni, &  euidenti  proue 
alfegno  debito .  Né  fon  da  imitar  fi  coloro,  chefolamente  con  l'afire^ 
<^a  delle  briglie  penfano  di  fermare  il  cauallo  di  capo;  non  auuedendofi, 
tbe  co  fi  più  to(lo  lo  auuilifcono,  ò  tal  fiat  a  l'inafyrifcono.  Egli  per  ridar 
re  vn  di  quefti  animali  alla  fua  compiuta  perfettione ,  v'è  neceffaria  la 
buon*  arte, che  conofciuta  la  inclinatione,&  attitudine  di  lui, con  fatica 
moderata,&  co  temperamele  di  mano, e  di  e  ale  agno, ferina  perdere  vn 
minimo  momento  delToccafìone,chefi  richiedeffe,  aiuto, ouergaftigo, il 
facci*  accorgere  à  poco  à  poco  del  volere  di  chi  lo  regge,  &  a  quello 

accommo- 


}4*  DELLA    O  L  ORIA 

uceommodarfi.  Non  già  negado,cbe  da  poi  cbe'l  Cauallo  è  fermo, e  bene  E 
ammaefìrato,non  conuenga  porgli  freno  poco  piu^ò  meno  gagliardo,^* 
artificiofo, fecondo  la  qualità  detta  («a  boccas  per  farlo  con  maggior  pid 
ceuole7ga}e  leggere  zga;ò  co  più  moderalo  appoggio  fuggetto al  Caua* 
\iere\ma  col  freno  piace  noie  da  principio ,b  after  angli  ordini  de  i  circoli 
delle  volte,  e  delle  pofate,  per  farlo  di  tefìa  falda,  e  difciolto,  e  di  buoun, 
bocca:  Procede  certamente  la  mala  bocca,  ò  che'l  Cauallo  abbandonai 
dofialcorfo,eper  efìremafracebe^xanon  potendoci  poi  race  or  difehie- 
na,non  sàfermarfi,  ò  ch%egli  effendo  di  granfenfo,  e  riceutndo  le  batti- 
ture fuor  di  ordine,  e  di  mifnra,  non  sa  conofeere  al  parare  la  volontà 
di  chi  gli  è  di  [opra,  e  penfa  faluarfi  con  quel  fuggire  ;  ò  pur  procede  P 
per  durerà  di  barre,  ò  per  difetto  di  lingua  ;  per  la  prima  cagione,  fé 
voiponesle  atyriffimi  barbocciali^omefono  i  quadri,  Spino  fi, duri, e  fa- 
rli ,  A'  punti  di  Diamanti,  A  fpica,  &  A  ferrette,  con  nodi,  &  fenici 
nodi;  fàrefìe peggio;perche,rompendofenela  barba,e  la Naturaproue- 
dendo  al  membro  lefo,  vi  remerebbe  tanto  maggior  dure7ga,  che  mol- 
to meno  dapoi  temeria  la  briglia  :  ò  pur  mentre,  ch'iui  fi  induceffebeu 
falda  la  cicatrice ,  farebbe  il  Cauallo  sì  tenero  d'effa  barba ,  che  fàcil- 
mente s'i?iafboreria,ò  fi  metterebbe  in  difperatione,  ò  diuer  ebbe  fuor  di 
modo  pauentofo,  e  di  mala  faccia .  E'I  fomigliante  auuerrebbe ,  fé  per 
la  feconda  vorresle  porre  Baronetti ,  Ballotte  tagliate  ,  Rote,  Falli,  G 
Monti, Brìglie  fané, e  d'vn  pe%jo;perche  vi  bifogneria  portar  la  mano 
fempre  attentataci  ch'egli  non  harrebbe  fermcT^a  alcuna-.e portando- 
gliela falda,  egli, per  di  fender  fi  dall'agrezza,  caricando  fi  su  la  briglia 
fi  romperebbe  le  barre .  Et  per  la  terra  ponendogli  le  caslagne,  i  botto- 
ni, ò  le  coquiglie,  &  altre  tali, per  leuargli  la  difefa ,  che  fa  con  la  lin- 
gua,e  per  fargliela  far  fotti  le,  e  slar  di  fotto,  farefìe,  che  quella  per  ef- 
fer  membro  inquieto,e  come  la  palpebra  dell'occhio  mobile,  non  trouan 
do  doue  appoggiarfi  fen<za  offefa,  non  potrebbe  aggiuntar  fi  in  modo  al- 
cuno :  però  tlbarbocciabe  vfato  communemente  ad  S  tonde,  è  alla  Gi- 
netta,  per  la  barba  ;  e'I  Morfo  aperto,  che  fia  fuenato,  ò  à  Chiappone,  H 
per  le  barre, e  perla  lingua ,  oltra  il  Cannone,  ò  Campanello ,  ò  Pero, 
&\altri  tali  con  Bottoni,  Rotelle,  A  netti, &  Falli;  far  an  bafiaMiàcor- 
reggere  quegli  vitij  ;  /quali  feben  proceieffero  da  poca  lena,  ò  da  fia- 
to groffo,  ò  per  colpa  dette  ganafje,  ò  della  barba,  ò  delle  labbra ,che  ar- 
maffero  troppo  su  legengiue;òper  cicatrici, che f afferò  netta  bocca, b  per 
qualunque  altra  cagione  fi  foffe  :  non  fi  deuranno  rimediare  con  freni 
gagliardi  inconfideratamente  di  fuhto  ptfìi ,  né  con  afbre  e  aiutrfe 
maniere  di  barbocciali;  ma  più  toslo  con  aolci ,  adoperando  la  buo- 
na dot- 

'■ 


DEL  CAMALLO,  L1B.  V.  $49 

*A  na  dottrina,  la  quale  ógni  cauallo  ò  debole ,  ò  fenfitiuo,  mantenuto  con 
la  rara.  Camera  in  giusla  lena;  farà  idonea  a  regolare.  Pur  quando  al- 
cuno per  auuenturafe  ne  trouaffe  di  li  rato  di  barre ,e  di  lingua  affai  ;  & 
altro  rimedio  non  vifuffe;  caualcatelo  prima  fenica  barbocciale;percbe 
quantunque  glie' l  ponefle  coperto  di  tela  in  canone  auuinto  et  vecchio, 
pur' egli  non  ofando  mai  d 'appoggiar  fi ,  non  potrebbe  rivendere  in  cofa 
à  tempo  :  Ma  come  poi  con  maggior  ficurtà  egli  comincia/fé  à  pigliar 
appoggio  ;  voi  per  alcuni  giorni  ponetegli ,  in  luogo  dibarbocciale,  vnA 
-gagarellà  riformata  &  larga  guanto  il  Follie  are;  che  non  glifia  eret- 
ta nella  barba}ma  tanto  tirata ,  che  batti  à  non  far  molto  traboccare  la 
B  briglia-,  &  all'vltimo gli  potrete  mettere  ìlfolito  barbocciale  ;  ò  ne  fa- 
rete farvno  leggiero  di  ferro  filato  à  maglie  Ce  forane  (come  di  ceno  gli 
Orefici)  cbefiano  eguali,  e  piane .  Non  crediate  però,  che  oltra  quelle    Briglie  di 
forti  di  briglie,  delle  quali  s'è  fatta  mentione  di  fopra,  non  ne  fi  ano  al-  diuerfe  for 
tre  molte  in  frequente  vfan%ade' tempi  nofiri;  benché  tanta  diuerfità  ll* 
ne  gli  antichi  non  paiagià,  che  fé  necofìumaffe  ;  ponendone  Senofonte 
fol  due  maniere ,  Vna  leggiera  con  grandi  circoli,  l'altra  graue  con  effi 
calcati  e  ftretti,  nella  quale  egli  vuole,  che  le  chiufure  fiano  più  acute, 
uccio  che  il  cauallo  offefo  dalV  a^rexja  diquefta,  venga  più  à  ralle- 
grarfi  quando  poi  gli  farà  polla  quell'altra  dolce, con  la  quale  più  pron- 
C  tamente  effeguirà  quelle  ifleffe  cofe,che  con  la  forte  gli  faranno  fiate  in- 
fegnate .  Ma  s'egli, dileggiata  la  piaceuolen^a,  fteffe  ofìinato,  quei 
grandi  circoli, che  per  tal' effetto  vi  fono  meffi,lo  coftringeranno  di  apri- 
re la  bocca,  e  di  accettare  i  Lupi.  Diceuafi  Lupi,ouer  Lupatoappò  Lupati  fre- 
Romani,  vn  freno  afpriffimo,  ilquale  vfauano  già  i  Galli ,  cofi  nomato  ni  afpriflì- 
( fecondo  Seruio)  dalla  f ornigli an%a  de'  denti  del  Lupo,  che  fon  difegua-  m'  • 
//'  ;  &  però  acerbiffimo  effendoil  morfo  loro,  Virgilio  dice, 
A  duri  Lupati  il  cauallo  vbbidire  : 
Et  Ouidio  in  vn  luogo, 

L'afpro  Destriere  co"  i  Lupati  duri 
&  Si  gafiig*  di  bocca-» .  &  in  vn' altro, 

Alle  redine  lente  l'animofo 
Caual,  col  tempo  confentendo,  accetta 
Con  piaceuole  bocca  i  duri  Lupi . 
Soggiunge  poi  Senofonte,  queflo  freno  afyro  poter  fi  variare  in  più  me- 
diai con  intrigarlo,  come  con  discenderlo  :  Ma  di  qualunque  maniera 
faranno  i  freni, e'  vuole, che  molli, e  piegheuoli  frano  tutti;  percioche  il 
rigido  in  qualfi  voglia  parte,  che'l  cauallo  l' barra  apprefo ,  tutto  verrà 
iritenerfi  fra  le  maf celle, non  altrimenti  che  auuiene  divno  (piedo,il 

quale 


}$ò  D  E  L  t  A    G  h  O  R  1  A 

quale  douunque  fi  afferri  con  la  mano ,  fi  alza  tutto  ;  1$  doue  il  molle,  £ 
àguifa  di  catena,  in  quella  parte  folamente,  che  è  tenuta,  non  fi  piega, 
ma  l'altre  parti  pendono, e  trafcorrono;lequalul  Cauallo  sformando  fi  di 
raccorre,vien  tra  quel  me70  àperdere  i  Lupi  dalle  mafcelle:&  per  que 
Jla  ragione  fi  mettono  al  mezo  degli  alti  leanndla,  acciò  che  il  cauallo 
ingegnandofi  con  la  lingua,&  co'  denti  di  aflringer  quelli ,tralafci  di  ap 
pigliare  il  freno  tra  le  mafcelle .  Et  per  dichiarare  quai  frano  i  freni 
Freni  mol-  molli,  &  quali  i  rigidi,  Molle  dice  chiamarfi  quello,  doue gli  affi  hanno 
Ii,e  rigidi .    ^  commefure  ben  late,  e  lifeie  ;  e  tutte  le  cofe,  le  quali  s'ac commodano 
in  effiyparim'éte  fori  ampie, &  meno  tpefr "e,  come  farebbe  à  dire ile 'anno 
ne, e  la  Schiccia  de'  tempi  nofì  ri.  All' incontro  è  rigido  quello  ,in  cui  tuu  f 
tele  fue  particelle  egualmente  difeorrono ,  e  fi  collidono,  epercuotono 
infame, come  fono  le briglie compone,  & intrincate  .Tutta  volta  qua- 
lunque freno  cifia  abbattutogli  ordina,che  con  effo,fen%agir  varian- 
do, fi  ri  duca  il  Cauallo  à  quella  dottrina;  che  fi  richiede.  Ma  i  moder- 
ni effendofi  dilettati  di  ritrouarefemprecofe  nuoue,  e  di  aggiungere  al- 
le trouate;han  volutoyuafr  ad  ogni  qualità  di  Cauallo,  an%i  ad  ogni  vi 
tio  ò  naturale  ,ò  accidentale, eh  e  e'frfuffe,appropriare  vna foggia  di  bri 
glia.Ond'io  ,per  fodkfvte  à  molti,  poffonendo  quelle,  che  foffifiii  he  fon 
più  tojìo  che  neceffanc  ;  e  no  curandomi  di  raccontare  l'rfo  diuerfo  dei 
Briglie  qua  paeftt  come  farebbe  a  dire  diflint  amete  le  briglie  Tedefche,  Grechefche,  Q 
1 P1  *  T 'urchefche  ,Per frane ,Moref  he,&  altre  tali',  raccorrò  folamete  le  più 

vi  ili, e  le  più  approuate,  &  v fate  generalmente  nell'Italia  :  oue  quefto 
effercitio  hafempre  tenuto  il  primo  luogo;  valendomi  delgiudicio  di  co 
loro,  che  fono  fiati  effertifjimi,  &  eccellenti  in  tal  mefìiero  -.fecondo  i 
quali  potremo  parimente  al  modo  di  Senofonte  difiinguerle  in  due  Sfe- 
Briglie  chiù  eie, Briglie  chiufe,  le  quali  couengono  a'  caualli  di  natura,  e  di  volontà 
&•  .  buona,òpure  non  troppo  rea:e  Briglie  apertele  quali  fono  di  piùpo(fa?i 

rtf  ie  a"  ^^perfettamente  correggono,  fottomettcnot&  aggiuntarlo  ogni  Ca- 
uallo .  Tra  le  chiufe,  il  Cannone  fu  nominato  per  effer  voto  come  vna 
canna;&  perche  fi  adopera  di  due  maniere;l'vno  e  ha  le  gambe,  òguar  pj 
die  (come  fi  dice)  diritte  è  quella  briglia, che  primieramente  fi  dee  met 
fere  al  Poliedro  di  qualunque  conditione  fifa;  per  domarlo,  e  fermar- 
lo bene,fenyafdcgnarlo  di  bocca  ;  eferuc  ancora  à  cauallo,  che  habbia 
mefìiero  della  tamarro-, .  L'altro,  e  ha  le  guardie  riueUe,  è  la  fecon- 
da, che  fi  mette ,  quando  il  Poliedro  s'è  ridotto  à  fermezza,  &  ad  in- 
telligenza del  vero  ordine  intorno  alfuo  cpi  rare;  egiouaper  cacciarlo 
vn  poco  col  capo  innanzi .  La  Schiaccia  ,  prefe  forfè  tal  nome  per 
Schiaccia,    hauerele  ff>onde  d'ogn 'intorno  piegate  à  forni  gli  an^a  d'vnafihiac- 

ciata, 


DEL  CAVALLO,  LIB.  V.  351 

A  detta  ripiena  di  condimenti  ;  &ponefi  al  Cauallo ycbe  fife orge  alquan- 
to duro  di  boccata  tempo  ebefia fermato  già  della  tefta  :  Ma  fé  egli  nd 
parlare la  cacciajfe  auanti ,  hi  fognerà ,  perfarglielaritirare  aldouuto 
fegno  aggiungere  ad  effa  Schiaccia  vn  fallo grande  lifeio  vicino  all' an- 
nodatila; à  modo  di  ritorto ,  con  vn  pater  nofiro ,  pur  lifeio  nella  cima 
della p alletta jcb e  vìftarà  in/ufo .  Et  s'egli  faceffepiuma%uoli  ciò  è  di- 
fefa  ò  contrajìo  con  le  labbra;  òpurbaueffe  vitiodi  portare  la  lingua 
fuori,  farà  bene  mettere  per  ogni  canto  della  Schiaccia  vn  bottone  inga 
fiato  ;  facile  à  voltar fi :ilquale  quatopiùfuffegroffo,  più  fari  a  forte  ;ma 
ilpiu  lodeuolefa  vn  mediocre  :  an%ipiù  tojìo  vn  picciolo,  ebaffo ,  che 

B  altrimenti  ;  epurin  ognìbanda  del  nodo  appreffo  al  Bottone  fi  potrian 
porre  due  annelletti\e  tal  volta  tre,fe  alquanto  più  stretti  fuffero  i  Bot- 
toni^ tale  fi  chiamerà  Schiacciainannellata}fi  come  Profilata  fuol  dir- 
fi,  aggiungendouifi  vn  Profilo.  Il  Melone, co  fi  detto  per  la  fomiti  ante  Melone» 
figura  futrouato  per  vietare  che'l  Cauallo  non  fi  difenda  con  lalingua  ; 
&  è  parimente  di  due  maniere .  llfodo,elifcio,comeOliua(ehegià  co  fi 
minuto  ancor  apotrebbe  far  fi, &  Oliuettafifuol  chiamar  e)è  appropria 
to  àporficon  la  Cicilianadifopra,  quàdo  il  Cauallo  col  Cannonerò  con 
la  Scbiac  eia  s'appoggia  alla  manofhauendo  la  bocca  grande ,e  buona->z 
Ma  s'egli  faceffe  sformo  con  le  labbra ,  non  pofandofi  in  sa  le  barre  ,fi 

C  potrebbono farei  Meloni  tondi,epiù groffetti;ponendoui ad  ogni  can- 
to di  fuori  vny annelletto  volgarmente  chiamato  Fallo .  L'altra  forte  di  Fallo . 
Melone;  ebe  fi  fa  diuifato  à  felle  {propriamente come  vn  di  quelli , 
che  i  Tofani  dicon  P  eponi  )  per  effer  alquanto  più  forte  del  Lifeio ,  è 
buono  per  Cauallo  ,  che  s'appoggi  più  del  douere;  e  che  babbi  a  la  lin- 
gua aTpra ,  e  callofa  :  la  quale  s'egli  tyeffo  e  acci  affé  fuori ,  vi  fi  potrà 
aggiungere  nella  annodatura  vna  Castagnuola  tagliata  :  ilehe  fruirà 
etiandjo  per  abb f affario  di  tefta.  EtfevnaCaftagnuola  tagliata  lifeia  Caffagnu© 
che  non  è  co  fi  afyra ,  come  la  tagliata ,  fi  aggiungerà  al  Melone  incifo  's>  °  Cai**- 
minuto  nel  me%o  ;  con  due  falli  lifei  dalle  bande  verfofuora ,  giouerà  à  °  a' 

D  fermar  bene  il  Cauallo  con  bello  appoggio  :  &  à  fargli  cacciare  i  piu- 
maTguoli  ♦  Non  mancherò  tuttauia  di  auuertire ,  che  questa  Casta- 
gna ,  la  quale  pia  propriamente  Rota ,  ò  Rotella  potrìa  cbiamarfi  3  è 
giudicata  cattiua  ;  però  farà  bene  non  vfarla  fé  non  per  qualche  estre- 
ma neceffità  :  potendofi  mettere  infuo  luogo  pervn  certo  lecchetto ,  in 
qualfi  voglia  Briglia  di  quefte  chiufe ,  vn  bottonetto  lifeio  ò  uer'vn' 
Annelletto ,  &  al  più  due ,  per  ogni  banda,  giufti  3  e  habili  à  voltar  fi . 
E'I  Melone  picciolo  à  felle, con  due Falli  gradi  tagliati,  pofiipreffo  al- 
la piar  di  a  ne  Ile  bande,  e  due  altri  minori  pur  tagliati ,  pofti  prejfo 

all'anno- 


552  D  E  L  L  A    G  LO  R  I  A 

all' annodatura-.è  buono  sì  per  fermare  il  Cauallo ycome  per  farlo  abbaf-  £ 
far  di  tefta ,  cacciando  i  piuma%^uoli  per  virtù  de  i  falli  grandi ,  e  pi- 
gliando fi  piacere  per  gli  altri  piccioli .  Ma  quando  cofi  i  grandi ,c*- 
,  mei  piccioli  fufferlifcitfipotrian  mettere  àCauaUo}chevoleffealquan 
Briglia  a  f0  pjfr  ljbera  [a  lingua .  Fanfi  ancora  briglie  à  fembian%a  di  Pero ,  in 
di  PeroMdi  d°PPiaf°ZSJa  '•  ^  ^xfcl°  con  rn  fallo  pur  lifciopreffo  alla  guardia  ,Jerue 
due  manie-  al  Cauallo  ychefapiumaz^uoii  affai  meglio ,  che  qualuque  altra  briglia 
re .  fi  fia  tutta  uolta  il  tagliato  à  felle  con  vn  fallo  lifcio  alle  bande  delle 

guardie ,  e  con  yna  Castagnuola  tagliata  t  nel  me%o  dell  anno  datura  ; 
verrà  ad  effere  vie  più  forte  }come  s'è  detto  già  nel  Melone  .Vfafi  ezian- 
dio per  .corrcttione  de  i  piumaz^uoli  il  Pero  doppio ,  ciò  è  ponere  F 
due  Perettiper  ogni  banda  ;  ma  cofi  qnefliycome  il  Pero  fatto  à  faccia- 
te sf  ara  meglio  à  non  vfarefenon  di  rado  per  gran  bifogno.il/omiglian- 
te  dico  del  Campanello ,  che  fu  per  la  fua  forma  cofi  nomato ,  e  pur  à 
fhcciette}t  talbora  doppio  fi  fuolefkre3  benché  piùfpedientefia  ad  vfar 
lo  lifcio  col  fuo  tempagno  à  volta ,  optano  .  Ben  vi  fi  può  mettere  vìi 
F  alletto  per  ogni  banda  di  fuori  :  che  cofi  farà  miglior  opra  nella  bocca 
in  cuifia  durala  ;  che  non  iifeempio .  E  mettendoui ancora  vn 'altro 
Fallo  pur  picciolo  ,e  lifcio  alle  bande  dell' annodatura ,  verrà  à  cacciar 
bene  ipiuma^uoli,  &  à  fermar  ilCauallo .  Benché  il  mede fimo pof* 
Campanel  fa  far  fi  mettendo  al  Campanello  lifcio  vna  Cajlagnuola  lifeia  nel  me%o  Q 
1°  •  d'effa  annodatura  ;  per  laqualc  il  cauallo  verrà  ad  appoggiarfi  meglio 

con  la  lingua .  Ma  quando  egli  fuffe  duro3feruirà  il  Campanello  fallito 
tagliato  :  ò  fé  pur  volefic  vfareil  fallito  lifcio  potrefie  metterui  vna 
Ciciliana  fpe^ata.e  nel  mcTO  di  quella  vna  paletta  infufo-.il  cui  timo- 
re gli  farebbe  abbaffar  la  tefta ,  s'egli  di  fua  natura  l 'alzaffe fpeffo .  Due 
Campanelli  infieme  lifei  con  vn  Fallo  tagliatola  l'vno,e  l'altro  Cam^ 
panello  y  fon  profitteuoli  per  cauallo ,  che  tra/porti ,  &  che  fiaue%ji. 
E'I  Campanello  à  fheciette  con  vn  fallo  lifcio  alle  bande  delle  guardie, 
&  vn  altro  più  picciolo  preffol'  annodatura ,  con  vna  paletta  nel  me- 
Xp  y  con  vn  pater  nofiro  lifcio  in  cima ,  &  con  le  legature  dalle  bande  H 
piene  di  pater  noslrilifci ,  e  piccioli  ;  gioua  infallibilmente  per  Caiial- 
Pater  no-  lo  durifjìmo  ,  e  che  hautffe  bi fogno  di  i  acciar  via  i piumazguoli .  Tre 
ftri  à  qua- filze  di  pater  nojtri  con  vn  Melone  fatto  a  file  picciolo ,  e  lunghetto 
le  cauallo  fi  per  og^fil^a  :  e  ne[  mi  ^0  yn  puciolo  pater  ntfìrv  tagliato  ;fin  buone       * 
no.  "  Per '  Cauallo  piaieuolet&  àcuifincbuda  vri imboccatura  ben  piensu>, 

D»e  fiiza  di  pater  noslri  tagliati  t  ò  pur  aggiuntola  la  paletta  con  vn 
pater  nojiro  nella  e  mafon'vtiliper  abbafjar  della  ttjìa  vn  Cauallo  e  on 
fuo  piacere .  Pater  noflrigrofJite  lifa  co  vna  paletta  in  fufu3f cruore  per 

cauallo 


DEL  CAVALLO,  LIB.  V.  323 

A  cauallo ,  che  hancffe  picciola  bocca ,  e  fcaue^affe .  Buefrl^e  di  pater 
nofìri lifci  conneagono  àcauallo  piaceuoie ,  &  che  non  mafiicaffe  be- 
ne il  freno  :  £f  per  chi  lo  rodejfe  co'i  denti,/}  potrebbe  fra  l'vna  e  l'altra 
fil-jra  mettere  va  Bafìonfano .  Il  Baronetto  freme  per  far 'abbaffare  rn  /^0neÌ£ 
cauallo  piaceuolmente,& è  alquanto  fartele  ben  fi  dimostra  facile  >ef-  CÌQ°  v 
fendo  lifeio.  Alcuni  per  correggere  i  pmma^uoU,  vfano  vn  Bafìonet- 
to  co'i  bottoni  tondi, volubili, ingaflati  ;  ò  co'  1  Falli  gagliardi  ,e  rileva- 
ti àgttifa  di  Ruote  :  Ma  quadofrpoffa  con  altro  rimediar  e, farà  meglio 
à  non  y farlo .  Il  Ritorto  ferue  per  cauallo,  che  fra  duro  di  bocca  t  &  che  Ritorto. 
voglia  la  lingua  libera.  Hora  bauendo  detto  delle  briglie  chiù  fé  ,  rac- 

j5  conteremo  le  Aperte  ,  dcllequali  benché  ritengano  fomiglian%a  la       Br,g"* 


maggior  parte  delle  su  dette ,  come  fono  le  Schiaccici  Meloni  tondi , 


aperte. 


PeriJ  Campanelli, e  i  Bafronetti  ;  i  quali  fanno  la  lingua  libera  in  gran 
parte;  tuttauia  il  chiappone  (bli gli  a  co  fi detta ,  per  effere  à  guifa  di 
laccio  inchiappata  nellefpor.de  dell' imboccatura;  come  che  anticamen- 
te Briglia  à  ferro  di  cauallo  fi  nominaffe  )  per  cotal'effetto  è  di  piti  va- 
lore :  &cofr  effendo  già  il  cannone  fatto  à  chiappone  /limato  buono  , 
pur  chi'l  volefre  ancor  più  forte ,  ri  potrebbe  aggiungere  le  legature 
delle  bande ,  piene  dipaternoftri  lifci-,  Concio  fra  cofa,che  il  chiappone 
con  tre  legature ,  effendo  in  ciaf  cuna  di  quelle  ,  due  pater  noslri  lifci, è 

r  vtiliffimo  à  cauallo ,  che  non  maslicaffeil  morfo .  Buona  etiandiofarà 

la  Schiaccia  à  chiappone  per  Cauallo  ,  ebehabbia  la  bocca  grande ,     gct,-acc«a 
&  che  fra  duro  di  barre .  La  qual  durala  parimente  varrà  à  torre  il  >,  chiappo 
chiappone  con  le  Oline,  ò  co'  Alcioni  li  fri, ò  pur  frettati, &  faraUo  ol-  ne  a  quale 
tfà  ciò  libero  della  lingua, &  fermo  del  capo:  Auuertendo,che'l  chiap  cauallo  co 
pone  con  le  Oliue  corregge, &  aggiufta  più  di  quello  co'  Meloni. Il  Me  ^fn.^a  *  ,- 
Ione  lifeio  col  chiappone  difnodato  nelme%o ,  è  per  cauallo  piaceuoie  fCIO  ^  pj£ 
dibocca,il  quale  foglia  cacciare  la  lingua  fuori  :  ma  di  più  for%a  farà ,  forti . 
fé  ad  effro  Aielone  lifeio  col  Chiappone  fi  aggiungerà  va  Fzlìo  grande 
pur  lifeio  prefjb  alla  guardia ,  &  vn  minore  preffo  al  chiappone ,  con  le 

V)  legature  dalle  bande  del  mente  del  chiappone,  piene  di  pater  nofìri ,  in 
luogo  della  Ciciliana  :  &  varrà  grandemente  a  cacciar  i  piumaTguo- 
li: Ma  propriamente  il  mdone  lifeio  à  Chiappone , ferrato  da  giù  con  le 
legature  piene  di  pater  noìlri  per  dritto, fi  mette  à  Cauallo, che  andaff e 
con  la  bocca  aperta .  //  Aielone  lifeio  lunghetto  à  chiappone  [ano  con 
due  legature  dalle  bande  piene  di  pater  nofìri,  è  da  metterfr  à  Cauallo  3 
che  baneffe  la  lingua  tagliata  :  &fc  nt  II' imboccatura  faranno  igioca- 
relli,  farà  vtile  per  Cauallo ,  che  beccheggiaffe .  //  Alcione  lunghetto 
fellato  à  Chiappone  coi  le  legature  per  dritto  piene  di  pater  no- 

Z  ftri, 


554  DELLA    GLORIA 

Uri,è  buono  per  Cauaìlo piai enoteche  andajfe  troppo  col  mufo  innari.  E 
II  Melone  chiamato  Duckefco,fatto  afe  Uc,et  à  Chiappone ,con  leguar 
die  diritte ,con  vn  paternostro  nella  cima  del  Chiappone ,ehe  da  su  di  ef 
fo  tirando  ingiù  verfo  laguardia  ,  habbia  le  legature  piene  di  pater  no- 
firi da  ambe  le  bande:  è  conueniente  à  Cauaìlo, che  tir  affé  alla  mano,& 
Meloni  due  cfre  non  f offe  di  buona  boca.  Due  Meloni  àfelle,con  vn  Fallo  lifeio  tra 
a  qual    .a-  i>yn0je  l'AUro,fatti  à  Chiappone,  con  legature  da  ogni  bandaper  dirit- 
uengano.     to, piene  di  pater  nofiri  ;  conuengono  à  Cav.aììo,cheg\ffe  troppo  col  ca- 
po innanzi, per  ridurlopiaceuolmente,e  per  fargli  ben  mafìicareilmor 
fo  .  Il  Pero  lifeio  à  Chiappone  con  vn  picciolo  Fallo  dalla  banda  della 
gamba ,  ò  stanghetta  fcom'altri  dicono)  fer uè  per  far  andare  la  lingua  jF 
libera,  &  per  cacciare  ipiuma^uoli  .  Alcuni  per  maggior  efficacia 
Campanel  mettono  almeno  del  Chiappone  una  sbarretta  piena  di  piccioli  pater 
io  lifeio  à  noftri  ;  e  dal  baffo  della  Guardia  tirando  verfo  il  Chiappone ,  oggiun- 
chiappone.  gjn0  due  legature,  vna  per  bada, piene  parimente  di  pater  nofiri.  JlCa- 
pantllo  lifeio  à  Chiappone  con  vn  Folletto  dalla  banda  della  Guardia , 
vale  à  far  fermare  bene  il  cauaìlo, &  à  correggergli  ipiuma%^uoli;ta- 
tófe'l  tempagno  di  ejfo  campanello  fia  fatto  piano ,  quanto  pure  s'eifia 
à  volta.  E  ben  dafaperfi,che  cofi  à  chiappone, come  anco  nell'altro  mo- 
do su  dimofirato  il  i  amp  anello  fallito  tagliato ,  è  più  forte  del  lifeio  ;  e 
conuiene  à  cauaìlo  duro  di  boccajlquale  non  maslicaffe  il  morfo:  ma  il  G 
lifeio  fallito  pofio  alia  rouefcia,cioè,che'igroffo  vadapreffo  al  chiappo- 
ne,frue  à  cauallo,chehaueffela  lingua  gr  off  a  ,e  la  boccapicciola,&  an 
Tre  pater  co  dura.  Tre  pater  noftri  tagliati, e  poftì  à  chiappone  con  la  Ciciliana  fa 
noftri  porti  nAj  yaglionoàfarcon  piaceuolczga  abbaffareil  cauaìlo  di  tefìa.  Il  Ba- 
a  chiappo-  jionetto  c0[  chiappone ,  toglie  cofi  bene  la  durerà  dibotea,  come  il 
Baronetto  Rit°rt0  puf  a  chiappone  con  vn  Fallo  lifeio  per  banda',&  più  forte  farà 
col  chiap-  effo  ritorto  con  vn  pater  nofi.ro ,  &  quattro  dalle  bande  ;  mafortiffimo 
pone.       _  fopra  tutti  vn  Ouadro  à  faccìe  col  chiappone.  Souuiemmi  qui  di  fare 
Chiapponi  amertit0 t  c}Je  tutti  quefli chiapponi  deono  efferefaninelme^o,  donde 
no  efière."  bifogner  òche  pendala  faliuer  a  ;  &  ciafeuno  d 'ejfi  connerrà  annodar fi  H 
co  i  Baronetti ,  che  reggeranno  i  AI  eleni,  i  Veri,  e  i  campanelli,  doue  il 
cauaìlo  s'appoggia  :  altrimenti  fé  fu/fero  d'vnfolope%gocon  le bande  , 
farian  da  fuggir  fi  come  briglie  dipocofapore,e  di  troppa  ajpre?ga.  Tur 
quando  il  cauaìlo  fuffe  carico  digarT^e ,  duro  di  barre ,  di  bocca ,  e  final- 
mente peffimo  di  natura  ;  fi potrebbe  qual  fi  voglia  de  i  su  ferini  chiap- 
poni far  coi  Bracciali,ò  Filetti  {com' altri  dicono)  acchiappati  dalle  ban 
de  del  monte  in  quei  forami ,  doueftfogliono  mettere  i  pallonetti  del- 
laCiciliana,nongià  doue  singafta  ,efi  fofìiene  l'imboccatura  (  come 

altri 


DEL  C  AVALLO y  L1B.  V:  $5? 

\d  altri  fanno)  e  quanto  più  in  alto  faranno  i  forami  delle  fìangbette,  da 
annodanti  ejfì  braccioli,  tanto  più  gagliarda  farà  la  briglia,  llcbemede 
finamente  è  da  effirnarfi  nelle  briglie  [nevate ,  volendo  rimediare, 
cbe'l cauallo non  fibeua labriglia ,  Il  cannone  fnenato,  fcrue  per  f<r    Cannone 
andar  il  cauallo  baffo  di  tefìa ,  &  libero  di  lingua  ;  e  facendofi  fuenato  fuenato  & 
con  la  aggruppai  ura,che tenga  i  giocc avelli tdinerriap;ù  leggiero .  Per       j  <;auaj 
cauallo  ebe  s'ingorga  la  lingua,s' 'egli  è  dilicato  di  barre ,  feruti  à  vn  ni  e-  \Q  fi  cóucb 
'Zp  cannone  fuenato,  con  fé  fteffo  legato  à  Perno,  onera  Cbiappo,  eh' è  ga. 
molto  meglio :ncn  tenedo  altro, ebe  la  Cic diana  di  fopraifevxa  metter- 
ai quei  braccioli  co'  i paternoftri ,  cbefifoglwno  attaccare  deues' anno- 

g  da  la  briglia:  mas'egli  non  è  dilicato  dibarre,feruiràil  tannane  fuena- 
to,int€ro\agginntim  effi  braccioli  pieni  di  ani /letti,  fi  come  s'vfano:  & 
.  cofi  quc(ìo,i  ome  quello  fi potriano  acchiappare  co  vna  piletta  nel  me 
^p,  per  far  la  bocca  piufuggetta,  &  la  lingua  più  libera .  //  mede  fimo     Schiaccia 
effetto  farà , e  col  me  de  fimo  er  dine  puòvfarfi  la  me%a  fcbiaccia,c  la™&zzzs  ~ 
febiaccia  intera fuenate;  e  tanto  in  effe  quoto  ne  i  cannoni  la  volta  del-  femano  t 
lafuenaturafi  può  fare  à  dui  modi, à  pie  di  gatto,  &  à  collo  d'oca  ;  de  i 
quali  però  quefì'vit imo  garbo  verrà  più  forte, &  co  più  profìtto.  Et  per 
far  chela  febiaccia  prema  benelebarre ,  &  che  togli  a  alcauallo  i  piu- 
ma%zuoli,ò  cb'eUafiafuenata,  òcbefta  chiufa,fi  potrannoincìafeuna 

£»  banda  d'effa,oue  il  cauallo  s'appoggia,  far  due  proffili  rileuati,  tondi,  à 
gnìfadi  cordoncttij'vno  di  f opra,  &  l'altro  di  fotto,greffi  poco  più  di 
rn  doppio  tyago.  La  briglia,chiamatapiè di gatto  intero, co'  i  meloni  li  Briglia,  pie 
fci,òcon  oline,  sia  bene  a  cauallo  duro  di  barre,  che  babbi  ala  bocca  dl  £a"°  * 
picciola;  ma  hauendola  grande ,  gli  conuiene  co'  i  peri,  è  co'  i  campa-  *Q  c^enl 
v.elli  :  e  Ipropriamente il  pie  di  gatto  col  pero  Ufcio ,  toglie  i  piuma7z  ga . 
TUoIì'a,  col  campanello  àfaccie,  toglie  la  durerà  della  bocca,&  la  mo- 
biltà  della  tcfla .  Cd  melone  à  felle  è  buono  per  cauallo  duro  di  bocca, 
e  che  para  su  le  ^alle_j  .  Col  meiofi  e  Ufcio,  ecrn  l' aggruppatila  è  più 
leggiero .  Afa  fé  al  melone  àf  ile  s'aggiunga  !aaygruppatura,cbetcn- 

jy  ga  vna  paletta  con  vn pater  ncflro  nella  cima  ;  farà  conuenenole  mol- 
to à  cauallo  duro,  che  trasferii .  Il  pie  di  gatto  col  ritorto ,  e  con  due 
falli  l:fci,  vnoper  banda,  vale  à  firmare  vn  cavallo,  che  al^affc  la  te- 
fìa .  -Con  li  pater  noslri  li  fa  è  buono  per  chi  baueffe  la  bocca  dura, e  dif- 
fipata  ,  &  che  non  masìicaffe  bene  il  morfo  :  Ma  fé  i  pater  mfìri  fi 
metteranno  folo  da  baffo,  &  egli  farà  fi  hietto  di  fafo,  fi  ruirà  per  ca- 
uallo,  ebe  trafportaffe :  E fìando  i  pater  mfìri  nel  laftone  di  %iù, 
&  vn  melone  Ufcio  in  quel  di  fopra  (nelqual  modo  fa  à  due  prefej 
egli  farà  conueruente  à  cauallo  durof  aglionato  di  nuouo.  Il  me^piè 

Z     x         di 


3j6  DELLA    GLORIA 

Mezo  pie  di  gatto,  da  alcuni  è  chiamato  quadretto yda  alcuni  chiappone fpe^a-  g 
di  gatto ,  ò  t0:  pcrciocbe  non  diffcrifce  in  altro  dal  chiappone  ,  fé  non  che  qucjto  i 
quadretto .  fper^at0  e  giunto  nel  me%p,&  è  quadro, flr  etto  fopra  il  mente  alquan- 
to più  che  non  è  di  fotte,  &fano  d'vn  pe^go  dalle  bande,  dotte  il  canal- 
Io  s'appoggia,benchc  pur' ini  fi  potrebbe  far' acchiappato  da  chilvoleffc. 
vie  più  leggiero',  efiarebbe  ad  arbitrio  di  ciafeuno,  di  metter  e  alla  Cici- 
liana duefaliuereye  taluolta  quattro }per  dar  maggior  piaceuolczja  al- 
ia lingua .  tìora  il  me%opiè  digatto, con  va  melone  li f e  io  per  ogni  ban- 
da, òpur  con  oliuetta ,  ò  con  vn  pero ,  ò  campanello  lifci ,  farà  idoneo 
per  cauallo  non  molto  duro  di  barre ,  che  haueffe  la  bocca  mfipida ,  & 
afciutta,&  andaffe  col  capo  chino:  ò  chefhceffe  ipiuma%guoli.Efe  ol-  -g 
tre  al  melone,  ri  fi  metta  nel  mt%o  yn  pater  nostro, far  a  buono  per  ca- 
uallo duro  di  bocca,  il  quale  non  hauefft totalmente  bifegno  di  tenere  la 
lingua  libera.  Mapiù forte  farà,  fé  coi  pero  lifcio,e  con  va  pater  noflro 
nel  mc70,vifi  aggiunga  alla  banda  della  guardia  mo  fello.  Co'i'pater 
nojìri  lifci  è  vtile  per  e  auallo  duro,  che  non  maslicajfe  il  morfo,  &  yo- 
Uff  e  alquanto  la  lingua  libera  .  Tutto  pieno  di  falli  tagliati  con  vna. 
paletta  al  baffo ,  gioua  à  cauallo ,  che  oltra  i  detti  ritu'  foUffe  cacciare 
fpeffo  la  lingua  fuori .  A'on  mi  rimarrò  pure  di  ricordare  ,the  qut  Ila 
parte,  doue  quefta  briglia  fi  congiunge,  bemhe  fi  pofja  congiungere  be- 
.  ne  à  perno  ;  t  intani  a  effe  a  do  congi  unta  à  chiappo,  aggiufterà  il  cauallo  g 
„    di  tesla,e  di  collo  conpiù  fermerà.  E'I  monte  fi  può  fare  non  folo  à  pie 

ngiie  co-  fa  a  atto, ma  anco  à  volta,  di  bel^arbo,  chefembri  va  collo  d 'oca  ;  fico- 
polte  ehm-      f,   .  ?  .yr    .  <  '.      .  *>        J       J,      „  ,      ?J.  ,. 

fe#  me  a  chiapponi  ojani,  o  giunti  e  conueneuole.  Sono  certe  altre  briglie 

compone  cbiufcjle  quali  non  mi  flagrane  di  raccot are,  pcrciocbe  milze 

occafionipotranopcr  auuetura  richiedere  l'vfo  loro:  fi  come  farà, quan 

do  à  e  auallo, che  fguerciajfe  co  la  bocca,&  faceffe  f orfici  con  la  briglia, 

'  fi  metteranno  duef.l%e  di  pater  nojìri  col  baflonefano  alle  bade,&  con 

iannodatura  nel  me%o.  Tre  pater  noHri  lifci  annodati  ad  vna  paletta, 

fopra  effi  vna  legatura  piena  d'altri  più  piccioli  pater  noslri  pur  dalla 

Eafton  fa-  guardia  alla  detta  paletta ,  feruiranno  per  cauallo  fcaue7^atore .  Vn  ^ 

no  con  due  bafionfano  con  due  pater  nottri  lifci  per  banda, &  y  no  fallo  tagliato  in 

pater    no-  rnt7Q.  &  yn  chiappone  annodato  fopra  effo  bafione,i  6  vnafil^a  dipa 

,  ter  ncsìri  più  à  baffo,  da  vna  banda  filava  ente  ;  farà  vtile  per  cauallo, 

Baffoni  c\je  mordeffe  la  briglia  più  dall'yn  tato,  che  dall'altro  .  Duebajìonifa- 

e  ani  '     ni ,  effendo  in  quel  di  bajjo  tre  pater  noflri  lifci  per  banda,  e  nel  mc%ò 

vn  fallo  grande  tagliato  ;enel  battone  di  fopra  vn  altro  fimil  fallo  nei 

Ballon'  tr-  WCK.°  ' e^  r(fi°  filetto  :  gioueranno  per  cauallo,  che  foglia  prendere 

fani.  c0' l  ^nti  la  briglia,  parendo  di  vclcrfela  inghiottire  .Tre baìtom fani 

congiùnti. 


DEL  CAVALLO,  L1B.  V.  $?7 

A  congiunti, e/fendo  nel  [ottano  tre  pater  noflri  li  fri  per  ogni  canto,  e  nel- 
la mita  vn  pater  nodro  tagliato:  nel  melano  parimente  tre  pater  noflri 
lifci  per  banda, [en\altro  :  &  nel  [oprano  vn  melone  li  fi  io  lunghino  : 
e  [opra  tutti  vnapaletta  :  faran  buoni  per  i  ai  allo ,  chetrahe  cale  i  alle 
mura,  fai  endogli  peròjpeffo  [entire  ti  gasligo  delle sfrt  nate,  che'l  riter- 
ranno da  total  vino .  firn  Ione lif  io  con  la  paletta  in[ufo, e  nella  cima  Melone  fj- 
vh  pa'er  noftro,farà  conuencuole  à  cauallo, ibebabocea  picciolo^ .  CI?  con  *a 
Jlmtloneà  fi  Ile  annodato  ad  vna  palletta,  fi  andò  sueffa  aggruppato 
yn  altro  melone  li[ciohnghctto;è  prrfltteuole  per  cauallo  sfrenatole 
prendefje  la  briglia  e  o'  denti  ,efcaue%gaffe .  Vn  fallo  grande  per  banda      Vn  falfo 

B  tagliato ,  ferue  per  raffettare  vn  cauallo  di  tefla ,  e  per  non  farlo  rug-  grande  per 
gire ,  cometaibora  alcuni  fanno  ;  &  è  buono  per  caualli  piccioli,  che  kàda  tag''a 
campando  fi  appoggiafjero  alla  mano .  Altre  briglie ,  che  fi  dicono  ^n^r     * 
chiapponi  Janifcn^a annodatura}  fifrgliono  costumare di  quesle  fi g-  £r.-gife  jet* 
gie .  Pater  neflri  Ufii ,  co'l  chiappone  [ano  di  fotto ,  &  le  legature  di  te  chiappo- 
foprafcbiettefen^altra  co[a ,  vagliono  per  cauallo,  che  troppo  al%i  la  ni>  &  altre 
tefla  .  Tre  pater  noslri  lifci  per  banda  col  chiappone fano,&  vn  baflc-  ort1, 
ne  fchietto,diceano  gli  antichi  effer  idonei  per  cauallo,  che  baucffele 
fcane  :  ilche  fi  slima,  che  voleffero  dire  per  quei  caualli,  che  di  fepra, 
e  di  fotto  hanno  fcaglioni,  come  più  volte  già  fé  ne  fon  veduti .  Quat- 

C  tropater  noflri  lifci  colchiappone,  e  di  più  vn  melone  lifeio  congiunto 
ad  ejfo  chiappone ;feruono per  cauallo,  che  tiri  alla  mano  :  e  tal  briglia 
volgarmente  fi  nomina  il  Garbuglio,  per  effer  e  intrigata  .  Chiappone  cn^lD  ° 
fano  con  vn  picciolo  melon  lifeio  ,<&  vna  sbarra  per  diritto  piena  di  pa-  dmerfi . 
ter  noflri,  con  vn  paternifìer  lifeio  tra  la  sbarra,  e' l  melone,  è  buono 
per  cauallo ,  che  [crolli  il  capo.  Chiappone  con  vna  legatura  da  già 
fen^altro  ;  &  che'lbaslone  del  chiappone  fa  fi  hietto  :  ma  che  difopra 
vi  fìia  vna  legatura  di  pater  noslri  ;ftfà  per  cauallo  i  he  porti  lafcbie- 
na  troppo  forte  ,noiofa  alCaualiere  ,il  qual  de  urà  fargli  bene  fent  ir 
la  mano .  Alodo  di  piedi  gatto  fano  co'  i  basloni  [empiici  da  baffo,      Modo  di 

2)  vn  melone  lifeio  di  fopra,&  vnpaternoslro  lifeio  nel  montato:  e gio-  P'è  di  gat- 
ueuole  à  cauallo  fcaglionato ,  ibe  troppo  s'appoggi  in  su  la  mano.  to»an°' 
Quell'altre  briglie  fi  chiamano  pie  di  gatto  mede  fintamente ,  fen^a 
annodatura  ;  inuentatein  sì  fatte  guife^j .  Pie  di  gatto  fen^a  nodo,  pjè  di  gatto 
co'  i  pater  noflri  lifci  nellapartedi  [otto  ,•  &  vn  fallo  tagliato,  nella  di  più  ioni. 
cima  del  mc^o  ,  è  vtile  per  cauallo  ,  che  fi  a  fen%a  fcaglwr  e_j  . 
Pie  di  gatto  fano,  e  di  fotto ,  e  di  [opra  pieno  di  pater  noflri  ;  che  hab- 
bia  vna  paletta  in  sa,  con  vn  patir  nvftro  ;  ferue  per  cauallo ,  che 
tira  troppo  alla  mano.  Pie  di  gatto  fen%a  nodo,  con  tre  pater  neflri 

Z     S         lifci 


55S  BELLA    GLORIA 

iifci  per  ogni  canto, &  con  vna  paletta  nella  cima,  fi  pone  à  cauallo  fc  a  £ 
glionato  ,  che  fcaucz^zaffc .  Pie  di  Gatto  [ano  con  tre  paternostri  lifci 
per  banda,col  Battone  [ano  difopra,ccn  vn  pater  nofiro  lifcio  per  ogni 
lato, e  nelfommo  vna  paletta  con  vn  pater  nofiro  ;e  nel  me%o  della  fre- 
natura vn  baflonetto  purfrno,con  vn  fallo  tagliato  ;  conmene  à  caval- 
lo, che  foglia  col  capo  dar'alla  Giaffa .  Pie  di  Gatto  intero  con  tre  pater 
noslri  lifci  per  eia/cuna  banda  di  [otto, e  nel  Bafione  di  [opra  vn  melo- 
ne à  felle  per  ogni  canto,  con  vn  Fallo  tagliato  su  la  paletta;  valeàcor- 
reggere  vn  cauallo ,  che  vada  troppo  in  sii  la  fchiena .  Et  fé  vn  ftmile 
Pie  di  Gatto  co*  i  pater  noflri  lifci  da  baffo,  battendo  nel  Bafione  [opra- 
no vn  melone fellatoper.bandashabbianelme^o  della  frenatura  vna  f 
paletta  calata  in  giù,feruirà  per  cauallo  fcaglionato ,  in  cui  fia  ve%j 
Briglia  à  %o  di  tenere  fruente  la  lingua  fuori.  Lorenzo  Rufio  dice, che  per  caual- 
inezo  mor-  //  Scaglionati  è  buona  quella  forma,  che  dicono .  A  me%p  morfo,  che 
*°  '  l'vna  barra  ha  di  trauerfo,  e  l'altra  partita  in  duce  chi  volcffe potreb- 

be à  tal  forma  aggiungere  vn  camo,  ò  e  arado,  come  cenilo  chiamano, 
attaccando  à  quello  alcune  catenelle.  Percaualli  coffe  agi  ionati,  come 
Morfo  Pari  non  fagli  cnati, dice  ejfer  e  molto  atto  ilmorfo  parigino, che  dalla  par- 
gino  per  ca  te  ^  yajf0  jya  vna  yAYra,con  vn  canelloie  dall'altra  parte  di  su  vn' altra, 
naci.CSÉ» IO  barra  [oda  col  camo,  al  quale  foglwno  alcuni  appendere  fimilmente  le 

catenelle .  Fri  altra  briglia  dice  chiamar  fi,  A  martello,  che  dalla  par-  G 
te  di  fotto  battendo  vna  barra  con  vn  cannello ,  &  vn  altra  foda  dalla 
Briglia  à  parte  di  [opra  :  tien  nel  me%o  vn  martello,  che fi fiende  verfo  il  cannel- 
ttartello .     lo ,  col  qual  però  non  fi  congiunge  :  e  quefia  egli  loda  per  caualli  non 
fcaglionatijò  per  poliedri  :  benché  per  polledriniunane  giudichi  più 
Briglia  à  acconcia  di  quella  che  dicono,  A  duo  cannelli,  per  ejfere leggiera,  cerne 
«luo  cannel  m  qHi\\\  principe  fi  richiede .  Altre  forme ,  che  con  la  loro  affretta 
offendono  la  bocca,  egli  ammonisce,  che  dapartefi  lafcino:  eleggendo/} 
quella,chefi  conofea  meglio  addaitata  alla  grande7^a3  &  alla  qualità 
della  boccale  con  la  debita  difìa^afifappiano  colocare  le  barre, è  i  can- 
nelli ;auuertcndo  alla  breititi 3ò gronderà  del  circolo;  &  alla  piega  del  fi 
Camo  che  laferra,chefta  conueniente.  Sono  alcuni, ebe  per  lo  camoprcffimamtte 
cofa  fìgnin  ramm  emorato, int  edono  il  cauczgpne  ,in  quel  verfo  del  Salmo,  che  di- 
ce, Nel  chamo,e  nel  freno  cofiringi  le  lor  mafcelle;&  in  quel  luogo  de  i 
Rè,douefi  legge,  Porrò  il  circolo  nel  tuo  nafo ,  e'I  chamo  nelle  tue  lab- 
bra;e  ti  rimenerè  nella  via,ondefei  venuto.  Altri  da  quefio  nome  anti- 
co slimano  ejfer  fi  deriuato  quello  della  camarra,  la  quale  fenati  fatica 
del  Cavaliere,  gafìiga  il  cauallo  per  fé  mede  fimo .  Ma  io  rimetterò  tal 
difcu(fioneài  Grammatici  ;&  poi  che  iritroui  delle  briglie  fono  hog- 

gimai 


DEL  CAVALLO,  L1B.  V,  359 

A  gimai  quafi  infiniti  ;&  Tariffimi  fìimo  effere  quei  Brigliari  sìpocofcorti  Brìglfe.e  Io 
nell'arte  loro,cbe  non  conofcano  tutte cot  ali  foggi  e, et  che  al bifogno  no  f °  ritroui 
[appiano  lauorare  coft  ciafcuna  di  quelle,  che  babbiam  defcritteycome  ia^a^' 
etiandio  ogn  altra  fintile, che  per  auuentura  di  nuouofi  componeffe;la- 
fcierò  finalmente  quefta  cura  al  meslier  loro,  ò  puf  all' odo  di  qualch'al 
tro,che  piùcuriofamentedi  mevoleffeporfià  cercare  il/ondo  d'un  va- 
ilo pelago  .  A  me  baffi  d'intorno  à  quello  capo  dell' imbrigli  are, hauer 
fatto  accorto  il  Caualiere  di  tutte  quelle  cofìderatìoni,  che  neceffarie  ho 
giudicate  à  douerfihauere,tanto  delle  qualitàparticolari  dell'animale, 
quato  della  proporzione  de  gliftrumeti  appropriati  à  reggerlo,  et  aggiu 

B  Ilario .  Nelqual  di  fior fo  dolendo/i  forfè  alcuno,  th'io  habbia  vfati  vo- 
caboliftrani, e  troppo  ofcuri;  non  credaych' tomi  fia  compiaciuto  di  non 
dirgli  pia  ebari;  ma  che  non  babbi  a  potuto  altrimenti fare;  hifognando 
ch'io  miferuiffi  di  quelle  uoci,che  fi  coft  umano  tra  coloro  ,che fanno  prò 
feffionediCaualcare.  Ntlafcieròtuttauia  di  replicare ,che  quefta  varie 
tà  di  fieni gioua  àfaperfi  per  rimediare  ad  alcuno  vitio  del  Cauallo  ,  il     Freni,  Se 
quale effendo d'inclinatione,  dilena,diagilitàydi  velocità,!) difor%a U  cognitionc 
deuoleypecca(fe dall'altro  cato  in  appoggiarfi  troppo  alla  manojnrode-  della  Jpj» 
reyò  ber  fi  ilfien  oyin  portare  il  capo  buttato  in  fuori, ò  troppo  alto,ò  trop  JjjJ  et*0fo 
pò  baffo ,  in  riuolgerfi  la  lingua  per  lo  palato ,  od  in  tenerla  afeiutta  e  giouino. 

C  nerayod  inportarla  àguifa  di  Mule  cacciata  in  fuor  e  y<&  in  far*  altri  gè- 
(li  diuerfiye  brutti.  Ma  propriamente  al  Poliedro  conuengono,  come  s'è 
detto  ,i  fieni  piùtofto  piaceuoli,  che  gagliardi  fecondo  l'effempio  delpri 
moproducitore  de  i  Canal  li  jlquale  cantano  i  Poeti,  con  tener a,e  dolce 
briglia  bauer  domato  Arione;&  anco  fecondo  la  dottrinayet  vniuer fia- 
le coslume  di  tutti  gli  effierti  ;  Che  fé  ben  Senofonte  nel  luogo  di  [opra 
parche  accennaffe  che  fariabere  ad  vfar  prima  le  briglie  graui  et  forti, 
perche  dapoi  fi  gu  fieri ano  meglio  le  piaceuoli  ,& le leggiere  ,-ciò  slimo 
douerfi  in  federe  per  co  figlio  particolare ,  in  Caualli  troppo  afpri  e  fieri; 
che  fé' l  volejfimo  intendere  per  generale  precetto ,  farla  da  crederfi,ibe 

JD  ne'  tempi  fuoi  1  Caualli  fuffer  più  grandi,  &  più  poffenti;ilcbe  no  hareb 
beàparerciftrano;effendocofaben  certayihe  in  quato  la  natura  ha  1  rea 
to  e  prodotto, quella  virtù  ycbe  ne  i  principi]  era  gràdifiima  &  perfetta, 
s'è  venuta  di  tempo  in  tempo  corrompedoye  fcemando.fi  come  vn  altra 
volta  ho  dimofìrato.  Ma  intendafi  come  fi  voglia,noi  peffiam  (juefìo  te 
ner  per  fermo,  che  quel  Cauallo  y  ilqualc  con  la  buona  disciplina  del  di- 
ligente caualcatore  non  fi  corregge  ynon  puòfitrarfi,  che  faccia  mai  be- 
ne con  qualfi  voglia  fieno  atyroye  duro,  che  fi  metteffe  ;  an7j  con  quello 
egli  ne  verrebbe  à  dityeratione ,  è  pur  farebbe  quali  he  piaga  incurabile 

Z    4         nella 


36©  DELLA    GLORIA 

nella  boccajaquale  nonfolo  è  daguardarfi  del  tutto  ìUefa,come  quella»  E 
eh' è  organo  de  gli  {piriti  dell'ari  'male  :  ma  è  da  mantener  fi  con  quanta 
dolcezza  pojfibilefia}pcrhauerne  migliori  effetti .  E  però  non  farà  for- 
fè di  poca  importanza  il  riguardare  di  quale  fragno ,  &  di  qual  tempra 
fia  dal  maeUro  faldata  la  briglia  ;  Conciofia  cofa,cbe  non  è  dubbio  che 
la  bocca  del  Cauallo  non  prenda  cofi  piacere  del  buono ,come  altcratio- 
ne  del  rio .  Ondeyquando  habbiam  detto  di  quegli  antichi  Satrapi tcbe 
Freni  deb-  metteuano  ifì-eni  dorati  cC  lor  Caualli3è  da  filmai fi \che  no  tanto  ilfacef 
ceri?  con'  fr^o  ad  oslentatione  della  lorgrander^a,  quanto  per  beneficio  grande 
qualche  co  del  nobile  animale ;alquale fé  pur  non  Togliamo >ò  nonpcffiamo  effer  li- 
fa  chedilet  ber  ali  d'un  poco  d'oro  in  ricompenfadi  tanti  aiuti  sche  da  lui  fi  riceuono  F 
ti  al  Caual-  yer  amente  ingrato  farà  colui ,  che  nonglifta  almeno  corte  fé  in  quello  ; 
*0,  che  volendo  mettergli  in  bocca  vn  freno  nuouo  ( ' maffimamente  s'egli  è 

Polledrojglielo  vngaprima  di  qualche  cofayche  diletteuolefapore  yen 
ga  à  reccargli,fi  che  egli  confuo  molto  piacere  il  maflichi,  &  rifaccia 
fchiuma  ;  il  che  importando  non  poco,  molti  faggi  amente  coflumano  di 
mefcolare  colmelepolueredi  Liquiricia,onde  vnto  il  freno pia  uoletier 
s 'accettai  fi  ritiene  .  Oltr'à  ciò  per  hauer  lo  facile  all' infrenare  }l' ordine 
del  me  de  fimo  Seno  fonte  mi  pare  ottimo  ad  off eruar fi  ,  che  il  curatore 
primieramente  s' accolli  alfinifìro  lato  delCauallo,pofciapofate  le  redi 
ne  su  le  spalle  lenendo  con  la  man  deftra  albata  la  tesliera,  con  la  man- 
ca gli  accofli  ilmorfo  della  briglia  ;  ilquale  s'egli  accetterà  nella  bocca 
gli  fi  potranno  acconciai eleredineinfu'l  collo  ,con  molte  carene }del-  G 
lequali  conofea  hauer  fatto  bene  ad  efferfi  la/ciato  imbrigliare:  Ma 
s'egli  non  apriffe  la  bocca ,  l'huomo  tenendo  il  freno  apprtffato  à  i  denti 
metterà  il  deto  grande  della  mano  tra  le  mafcelle  dell 'animale ,  che  con 
tal  modo  parecchi  fogliono  aprir  la  bocca. E  quado  per  auuetura  né  pur 
cofi  riceuere  il  voleffe ,  egli  fpingagli  il  labro  innanzi  al  dente  canino  y 
che  tantosto  l' aprir  àfuo  malgrado  :pochi(jìmi  effendo  quelli ,  che  fatto 
Curator  di  quesìo  non  acconfentano .E/abbia  etiandio  in  due  cofe  auuerten%a  il  cu 
caualliqua-  more,  l'vna,cbe  non  tiri  mai  per  le  redine  il  Cauallo  fdegnofamete, per 
debb1  h"26  c^)e    fi  &*  fi  yime  *  fare  ^a  bocca  dura  :  l'altrayche'l  freno  fi  metta  di 
K  >  coueneuole  {patio  difìante  dal  concauo  della  bocca:  perche  s'egli  preme  H 

troppo  le  mafcelle , -vi  fi  viene  àfar  certo  callo ychepoi  non  hanno  più  fen 
timento-.&  s'egli  più  lungamente  pende  ingiù  fiaalfommo  dellabocca 
Mordere  il  reflapoteìlà  al  Cauallo  di  non  vbbi  dir  e  al  Cannili  ere,  ogni  volta  che  di 
freno  mo-  mordere  il  freno  gli  venga  voglia. Et  perche  quando  il  Cauallo  morde  il 
che  fie  'fi6  fien0  »  contrafta  à  queìloycbegli  è  comandato  dal  fuo padrone  :  trajpor- 
chì.  tarono  i  Romani  cotal  parlare  ancora  à  gli  huomini  3  fi  come  vsò  Ci- 

cerone 


DEI  CAVALLO,  L1B.  V.  361 

JÌ  cerone ,fcrìutdo  à  Brut  0,  Se  tu  morderai  il  freno,  poffa  morirebbe  tutti 
quanti  fono, potranorefifrer  e  alle  prime  parole  tue.  Intendendo  s 'egli  fa 
ceffe  purfegno  di  contradire. Et  all' incontro,  Accettar  il  freno, fi  dicean 
quelle  per  fon  e, eh  e  cofeffauano  d'effer  Vinte ,&  cofentiuano  di  vbbidire    A  ccettare 
al  vincitore, fi  come  fi  troua  ufato  appo  Virgilio, e  bellametefi  dinota  al  jl  6  t."0£he 
tre  sì  in  quello  apologo  di  Efopo,  che  da  Horatio  fi  racconta  la  doue  dice  'S"1"™1* 

Miglior1  in  pugna  da  i  communi  h erbaggi 

Scaccìaua  il  Ceruo  il  buon  Canal  foutnte . 

E  in  che  il  minore  in  sì  lunga  tenzone 

Cbiefe  da  l'Huomfoccorfo,ertceuette 
JB  //  fren  :  ma  poi  1  he  -vincitore  ardito 

farti  dalfuo  nemico ,  ei  né  dal  dorfo 

Il  Caualier ,  ne  da  la  bocca  il  freno 

Scuoter  potendo  mai  ,feruo  rìmafc_j . 
E  di  qui  i  Latini  prefero  ancor  coftume,  che  dicendo, Dar  le  redine  del    Dar  lere- 
le  cofe  ad  alcun  huomo ,  s'intendenti  dargli  affoluta  potefià  di  tutto  -,  fi  ***  ch.e  *** 
come  ilCaualiere  tenendo  in  mano  le  redine  dellabriglia  ,resla  intera-  °ni  c    * 
mente  padrone  del  fuo  Cauallo, potendolo  volgere  oue  k  lui  piace.  E  pe- 
rò Senofonte  foggiunge  bene,chefopra  ogni  altra  cofa  il  Curatore  fi  dee 
faticare  in  quella ,  cbe'l  Cauallo  accetti  il  freno  ben  volentieri  ;  laqual 
C  cofa  è  di  tanta  importanza ,  che  fen%a  effa  rimane  difutile  l'animale  ; 
ma  s'egli  non  folo  quando  menerà  il  Cauallo  alla  fatica ,  ma  quando  il 
tornerà  al  rìpofo ,  quando  loflriglierà ,  e  quando  il  condurrà  alla  bia- 
da^ pur  alpafco fempreV auuexperà  con  la  brigliain  bocca:  fen%a  dub 
bio  il  ridurrà  à  tale,  che  egli  (fontaneamente  l'apprenderà  ogni  vol- 
ta che  gli  fra  rappr esentata ,  &  offerta .  Et  per  difcgnare  il  luogo  pro- 
prio della  bocca  ,  doue  la  briglia  fi  debba  mettere  tdirò  quefto ,  che 
s'ella  fi  metterà  vnpoco  più  difopra  gli  fcaglioni ,  f ara, che' l  Cauallo 
andrà  più  eleuato ,  e  fermo  di  tefia ,  e  più- ficur  amente  in  effa  fi  appog- 
gerà ,  e  con  minor  tr aitagli 0 imparerà  lepofate  ;  potendofi  più  fìcura- 
D  mente  aitare  di  mano .  Accader  à  bene  di  porla  baffa  più  ò  meno  fecon- 
do l'effer  fuo, ma  generalmente  à  tutti  ì  Cannili  tanto  folo  ha  da  ìlar  al- 
ta ,  pofando  nelle  barre, che  non  batta  su  effi  fcaglioni  -,  altrimenti  fi  fa- 
ria  fpeffo  mot  ino  con  la  tesla;non  hauendo  il  giufto  appoggio .  Auuer- 
tafi  dunque  ad  effa  briglia  ,  che  Ria  fermamente  appiccata  alla  te.  Briglia  fifa 
siterà ,  &  alle  redine  ;  e  cheprincipalmente  batta  bene,  e  giufio  in  hoc-  appiccata 
ca ,  fiando  al  fuo  conuenenole  luogo ,  accioche  poffa  fare  il  fuo  debito  femumen- 
effetto  :  perche ftando  troppo  baffa,  danneggia  la  bocca  ;  fraudo  troppo  *" 
alta,  è  poco  slimata  dall' animale^  .  Ma  chi  v ole ff e  far  paragone , 

qua! 


te. 


3<?2  D  l IL  L  A    G  L  O  R  1  A 

([uni  di  quefli  due  eflremifuffe più  fopport abile ,  e  men  dannofo  :  certa-  5 
mente  direi ,  che  men  male  farebbe ,  che  la  briglia  andaffe  più  tojio  al- 
quanto alta,  che  baffa  ;  maffimamente  s'ellanon  è  delle  aperte  (perche 
generalmente  le  briglie  chiufe  deono  andar  più  alte,  chele  aperte J  e'I 
Barbocciale  douendogià  flar  dimodoché  raffreni fen%a [degno  la  bar- 
ba ,  pur  [e  per  awienturafi  ueniffe  à  peccare  :  pia  toflofaria  da  peccar  fi 
in  alquanta  larghezza ,  che  difirette^a  :  laqual farebbe  portar  il  ca- 
po dij concertato  Ragionando  mille  ine  mementi  ye  difordini:eccettofe'l 
Cauallofujfe  tanto  duro,  &  afpro  di  bocca,che  richiedere  non  pur  bar- 
bocciale ben  tiretto,  e  briglia  forte ,  ma  Muffar  ole  etiandio ,  e  caue^ 
Muffarola  %pni  con  ferro .  Veramente  la  Muffar  ola  molto  è  da  lodar jì ,  perche  F 
e  fuo  vffi-  fé' le  audio  porta  naturalmente  la  bocca  chiufa,non  gli  può  nuocere  :  e 
ciò .  fe  pure  [a  tiene  apert  agrandemente  gli  gioua ,  e  correggelo  di  tal  modo 

che  effendo  auue^atocon  effafquantunque  poi  gli  fi  toglieffejandereb 
befempre  col  fuo  nero  appoggio ,  e  congran  mi  fura ,  portandola  bocca 
chiufa,e  la  lingua  giuHa,col  capo  fermo  ,&  col  collo  inarcato. llqual  ap 
poggio  fopra  ogni  altra  cofa  è  conueneuole ,  e  neceffario  alcauallo,  non. 
pur  nel  maneggiar  fi  da  fermo  à  fermo,  ò  à  repoloni  ;  ma  quando  paffeg- 
gia ,  e  quando  trotta ,  ò galoppa ,  ò  corre  ;  peruenir  eguale  in  un  fegno 
fempre ,  eficuro ,  e  forte  a  gli  f contri,  &  urti .  Auuer  tendo  pero, ehe 
U  Muffarola  non  deurà  effer etanto  aflretta ,  che'l  Cauallo  ne  riceueffe  G 
impedimento  al  refpirare  i  eccetto  s'eglifoffe  uitiofo  difouerchiamente 
aprire  labocca,  ò  di  caricarfi  allamanoiche  ailhoraper correggerlo ,  ui 
Cauallo  farla  neceffaria  ancor  di  ferro  ;  e  facendo  il  cauallo  forfici  (come  uol- 
che  faccia  garmente,s'ufa  di  direjnon  pur  con  l'artefieio  de  i freni  compofii(come 
forfia  e  fuo  s>£  jnj"egnatoje  C0H  ia  Muffarola  ftretta,e  con  alcuna fuffr enata  da  l'u- 
rem  l  '  na,ò dall' altrabarra^bd'ambegiunte ,farà dagajììgarfi ,tcnendobene 
la  mano  falda  ;  ma  con  dargli  a  tempo  botte  hcr  con  l'uno,hor  con  l'al- 
tro $prone,e  molte  più  dalla  banda  contraria,  ou'eigangheggia ,  e  torce 
la  bocca  ;  per  rimouerlo  da  quel  brutto  moto  col  fuo  contrario .  Et  non 
uolendo  dal  principio  ufar  ilgafligo  dello  fprone ,  fi  potrà  fare  il  forni-  H 
gitante  prima  con  lapunta  delp.ede,epoicola  Giaffa  battendolo  nella 
/palla  di  fotto ,  ò  di  fopra  uerfo  la  gr affolla ,  dei  contrario  lato ,  batta- 
gliandolo ogni  fìat  a ,  eh' e'  torni  al  uiiio .  Ala ,  perche  affai  volte  il  ca- 
uallo fa  forfici  ,  non  per  malignità  di  bocca ,  ma  per  non  poter  f offrir  e 
il  monte  della  briglia:e  talhoraper  la  mano  difìemperata  del  Cauallie- 
re\  che  non  ha  arte  in  foggìogarlo  à  tempo, e  con  mi  fura  :  in  quesli  cafi  è 
da  rimediar  fi  <.on  porgli  la  briglia  chiufa,  ò  pur  non  affatto  aperta 
piùòmeHogagliarda,fecondo  la  ddicatura  della  fua  bocca-.&con  tener 

%U 

/ 


DEL  CAVALLO,  LIB.  K  365 

Agli  la  mano  ferma  con  quella  maggiore  ,è  minor  leggiere%^a,  che  la  fua 
qualità  ci  parrà  richiedere .  //  collaro  conuien  effere  fempre  largo  , 
affine  }cbel  canàio  poffa  tenere  bene  il  capo  fottoffen^a  che  la  gola  gli 
fia  impeditaci  come  all'incontro  à  chi  teneffe  il  capo  troppo  baffo,  gli 
antichi  foleano  mettere  vn  collaro  di  legno  in  forma  rotonda,  e  lunga, 
per  fargli  al%ar  la  tesìa .  Le  tigne,  non  deonojlare  ajìrette  fouercbia- 
mente,  perche  molti  per  tal  cagione  fi  buttano  a  terra  ;  alcuni  ffaran 
calci yòs'inalb  orano  ;  altri  fi  fermano  di  maniera, che  non  baftarebbe 
il  fuoco  a  farli  andar  più  oltre  :Bi fogna  dunque  non  pur  in  cioferuare  U 
mediocrità,majJimamente  quando  accadeffe  infettare  caualle;dalle  qua 
B  li  in  niuna  maniera  fi  può  talefìrettc^a  mai  tolerare  ;  ma  in  ogni  al- 
tra cofa  guardare,  che  l'animai  nonriceua  offefa  in  modo  alcuno,  fuor 
di  quello ,  che  per  correttione  gli  fi  fhceffe_j .  La  {ella  è  da  por  fi  più  Sella  comt 
tojlo  verfo  innanzi  ,che  verfo  dietro  :  perche  cofiil  Caualiere  parrà  "ee  Por"  '  - 
più  acconcio,  e'I  caual  più  vago,  e  più  raccolto  :  eccetto  s'egli  fuffe 
troppo  corto  di  collo, e  baffo  dauanti;  douendofi  in  quefìo  hauer  riguar 
do  al  commodo  d'effo  cauallojl  quale  tenedo  la  fella  in  su  le  tyalle  ,refie 
riaimpedito  all'atteggiare  :  e' l  Caualiere  non  potriacofi  bene  tener  la 
mano  della  briglia  preffo  all' arcione  lilche  molto  importai  farebbe  an- 
co tal  ecc  effo  pericolofo  per  inciampi  ,e  per  fatti .  Vfanfi  per  le  guerre  le     Selle  per 
C  felle  armate, con  l'  arciontondo,&  con l'arcion  gobbo,  talhora  quadro  :  guerre. 
le  quali  inoflri  antichi  tal  volta  vfauanodi  legno  couerto  di  cuoio  bu- 
fhlino,  fi  come  per  difefa  del  cauallo  fuceandi  tal  cuoio  ancor  le  bar- 
de: ma  hoggidìfifan  couerte  di maglie,  òpiaftre  dì  ferro.  Et  iCaualieri 
armati  alla  leggiera  le  fogliono  per  maggior  agilità  vfar  più  piccioli, 
che  gli  armati  di  tutti  pe%gi,  come  gli  huojpini  d'arme,  &  i  giqfìranti  : 
4'  quali  conuien  portare  le  felle  auanti  ben  alte,  e  con  l'arcion  quadro, 
che  difende  bene  gran  parte  del  corpo  del  Caualiere.  Ter  gii  altri  Selle iliuef» 
communi  vfi,fono  varie le  maniere,  che  fi cofìumano  sì  per vagherà,  fé, 
e  sì  per  agio  :  facendofi  felle  alla  Baftarda,  alla  Stradiota,alla  Man- 
D  touana,alla  Cafiigliana,  allaCaramana,  alla  Tur  chef ca,  alla  Tedefca, 
alla  Francefe ,  lifcia,  e  me%a  borrellata ,  e  di  innumerabili  altre  fog- 
gie, fecondo  le  diuerfe  fpeci e  de  i  caualli,  e fecondo l'vfan%a  delle  Pro- 
uincie,&  varie  fantafie  delle perfone,  che  producono  ogni  dì  nuoue  in- 
uentioni .  Deuràin  ogni  modo  la  fella  teffere  poca  falda,  per  fare 
parere  piùbello  ilCaualiere,  mofìrandotuttala  proportione della  fua 
gamba  :  ilche  è  più  neceffarìo  à  coloro, che  fon  di  brìeueflatura.  1  Bor- 
rdli  di  e/fa  deuranno  effer  fatti  borniamente, si  che  non  ifìringano  mot  ?°Jf}  **" 
to  la  cofciacon  lor  groffexga  :  né  deurà  quella  parte, che  dicono  il 

Cadino 


3*4  DELLA     GLORIA 

Cadino  e(fer  tanto  fretta, che  non  vi  fi  poteffeflar  dentro  agiatamente:  £ 

an%j  in  tutto  è  da  mirarfi,  che' [Cavaliere  fi  poffa,  in  qualunque  moto 

egli  fàccia,  tener  ben  [aldo  in  fella,  per  non  incorrere  in  pericolo  ,&  in 

Guernimen  dishonore .  I guernimenti  ,per  ogni  ricetto,  conuiene,che  fian  forti  ,& 

tjcomehab  a.tti,&  anco  belli, maffimamente  fé  la  fattela  del  cauallo  ne  paia  de- 

biano  a  ei-  ^na  c^e  qUantunque  non  da  g[j  ornamenti ,ma  dallafpetto,  e  dal  vaio- 

re  fi  giudichi  (fecondo  Socrate)  il  buon  cauallo  :  tutta  volta  fi  vede 

chiaro  quel,  che  dal  Poeta  fi  cantai . 

Che  fyeffo  accrefee  vna  beltà  vn  lei  manto  . 
E  fono  ancora  alcuni  candii ,che  fi  accrefeono  <X 'ardimento  ,quadc  fi 
veggiono  ben  guernitifi  come  già  pi  r  molti  effempi  ne"  libri  difopra  s'è  F 
Brache  confermato .  Ma  quelle ,ehc generalmente  fi  chiaman  Brac  he,  le  quali 
n'pere"^0  rflamoa^e  bande  delle  groppiere  ,auuenga, che  adornino  la  groppa 
piere .  del  cauallo,  fono  tuttauia  dannofe  affai  velie  guerre,  e  nelle  e  accie ,  & 

anco  nella  città,  perche  fouente  fitol  auuemre,  che  volendo  ilCaualie- 
re fmontare  ali  improuifo ,  la  tpada  trouandofi  quitti  dentro ,  &  auui- 
luppandofi  tra  le  gambe,  il  fàccia  dare  di  fi  hiena  in  terra  :  oltre ,  che 
effe  impedi  fi  ono  molto  quando  fi  corre  per  luoghi  non  ben  aperti  :  però 
lafciatele  Brache,  fi  a  meglio  vfare  ifi  mpliei  guernimenti .  E  per  non 
incorrere  parimete  in  quei  pericoli,  chefoglwno  interuenire  per  lefìaf- 
feflrctte,  quando  l'oc  e  afione  sformando,  che  per  isolar  più  firmo, tutto  G 
il  pie  vi  fi  metta  dentro  ;fe  per  aunenturafi  cadeffe,ilmiferoCaualie- 
re  farebbe  àguifit  d'Hettore  fìrafeinato  :  è  di  me/Iteri, eh' 'elle  fi  portino 
larghe,  e  grandi,  come  piùficure,  raaffvmamente  in  quelle  fàttioni,  oue 
fi  va  zar  lo  a"  arme,  &  oue  fi  pub  dubitare  di  tali  cafi  ,•  che  perle  cit- 
tà i  galanti  nel  paleggiare  le  voglion  picciole,  portando  folamente  la 
punta  del  pie  nella  loro  estremità  :  Et  coloro, che  hanno  la  gamba  cor- 
ta, ragioneuolmente  vfanodi  portare  la  slaffabaffa  ;ma  alta  coloro. 
Staffe,   che  l'hanno  lunga-» .  Cofietia-idioper  vfo  cittadinefeo,  gli  feontri  del- 
le felle  fi  portan  corti ,  sì  che  il  ginocchio  del  Caualicre  rimane  in  li- 
bertà ;  e  bifognando  muouerlo  ne  i  maneggi,  non  è  dalla  lunghezza  di  Ei 
quelli  impedita  lafor%afua:  Ma  per  vfo  militare  gli  feontri  lunghi  fon 
più  gioueuoli  (come  anticamente  fi  cos1umauanr')  perche  difendono  le 
ginocchia  dell'h  uomo  dagli  vrti  d'altri  caualli  :Bifcgnapcrò  con  felle  di 
queflo  modo ,  portare  gli  sproni  sì  lunghi  d'hasla ,  che  non  fiamo  co- 
rretti di  piegar  con  fàtua  il  ginocchio,  e  farci  ancora  innanzi  con  la 
Sprone  e  perfona,  per  giungere  alla  pancia  del  cauallo .  Etera  mi  par  fouer- 
fua  affibbia  chio  à  ricordare,  che  mettendo  lo  fprcne  al  piede,  l'affibbiatura  fi  fhc- 
tura.  cia  y€mre  aua  y^nda  di  fuori;  come  già  ordinaria  èl'vfan^a:  ma 

non 


DEL  CAVALLO ,  LIB.  V.  36$ 

A  non  lafcierò  tuttauia  di  raccotareà  quello  propofito  vnafacetia  di  Lo- 
renzo di  Medici, e  ho  vdita:cbe ,volendo  portare  gli Jproni  al  contrario 
vn  Pifloiefe,  ilqualft  vataua  molto  d'intender  fi  di  candii,  e  pretender 
che  gli  fuffe  flato  fatto  gran  torto  in  va  palio , che' l  cauallo  d  effo  Loren 
%o  haueaguadagnato  in  Pifloia  :  lo  dimandò.  Oliai  cofa  haiteffe  più  fre- 
quentata, di  metter  fi  (proni,  ò  di  correr  palij  i  e  colui  rifondendo  3  che 
Sbanca  più  volte  mejfi  gli  {proni,  gli  dijfe,  Hot  vedi,ihe  tu  gli  tieni  al- 
la rouefcia  ;  e  cofi  potrebbe  ancofeffere,  che  alla  ronef  la  baiteffi  fatto 
correre  lituo  Barbaro .  Modo  certamente  affai  bello  da  fare  accorgete 
altrui  della fuafciocche^a .  Aìaritornando alle condittiom  dell'inai-  Eretti  «felle 

B  lare:  aggiungerò,  i  borrelli  delle  ginocchia  douefeffere  più  toflo  Jj  ititi  g'nocchia 
innanzi ,cbe  non  diritti  ;  acciocbefen^a  impedimento  fi poffa  fpingere  re  c -nt-  r^ 
meglio  la  gamba  aitanti:  la  qual  à  me  nopiace,cbe  fi  porti  fempr  e  acco-  nanii. 
fiata  al  vetre  del  cauallo, per  che  fa  brutto  vedere:  e  l'huomofi  dee  sfur 
%aredi  abbellir  le  cofe  della  Natura,  non  di  formarle  ;  potendo  fi  majfi- 
inamente  con  tutto  ciò  dar' al  cauallo  quell'aiuto, che  fi  e  ottiene,  & fug 
gir  l'esìremo  sì  della  fonerchia  curiofità,  sì  della  troppa,  affettione,  che 
flano  male  in  tutte  le  cofe. Dd  che  vorrei, che  fi  ncordaffero  tutti  quel-  Geftifcorr- 
li,iquali  e  amie  andò, fan  certi  gefli  cofi  difcoueneuoli,e  laidi,  che  fon at-  ueneuoh  di 
ti  à  farne  ridere  ancor  le  pietre:  perche  talhora  vanno  con  la  teHa  riuol  chl  caua*" 

C  taindìetro , talhora  flendono  le  e  alcagnainfmo  alla  coda  del  cauallo, tal 
bora  àguìfa  di  beine  guardano  fempr  e  in  terra,e  con  labocca,e  con  l'al- 
tre membra  fan  più  moti, che  nofuolfare  vn  pappagallo, od  vnafimia, 
e  mille  mali  incurabili  paiono  batter  in  doffo  ;  le  quai  cofe  quanto  dedi- 
cano, à  veder  fi ,  ogniuno  il  giudichi .  Fero  è,  che  nella  campagna  non 
pur  fono  toler abili ,  ma  tal  volta  neceffarij  per  l'ammaeflr  amento  del 
cauallo,  alcuni  moti  nidi  voce,  e  di  per  fona  :  i  quali  slan  male,  paffeg- 
giandoper  le  città .  Main  ogni  modo  appartiene  al  Cauatiere  dijaper 
reggere  fé  mede  fimo , prima  c'h  abbia  à  regger  altri  :  &  addeslrarfejief- 
fo  niente  meno,  che'lfuo  cauallo ,sì  che  à  mifurafi  reggia  l'vno  accom- 

D  pagnar  l'altro  in  tutte  l' opere,  che  fi  faranno  :  apprendendo  vn  bello 
fitte  di  caualcare  arditamente  con  vn  penfìero,  chefia  con  lui  vn'iftejj  0 
corpo, di  vn  folo  fé  tifo, e  di  vn  volere  ;  e  con  vna  certa  attitudine,  e  leg- 
giadria,che  diletta  riguardanti  :  non  pendendo  in  lato  alcuno  ;  ma 
fempr  e  giufto,  diritto,  e  J aldo  mirando  la  tefla  del  cauallo,sì  che  al  ciuf- 
fo di  quella  porti  corri (fondente  il  nafofuo.  Non  dico  già  queflo  douerft 
far  appunto  nell'infegnare,ò  nel  combatterei  perche  combattendo  bi- 
fogna  mirar  ancora  alla  mano  del  nemico ,&  a'fuoi  moti,  &  infegnan- 
do,fon  da  chinar  fi  fyeffo  gli  occhi ,  per  vederle  braccia  del  cauallo, 

che 


;66  DELLA    GLORIA 

che  nelle  volte  vadano  ordinate.  Ma  ordinariamente  (come  Senofonte  £ 
conforma)  non  deurà  mai  il  Caualiere  slarfu'l  cattato  in  quella  guifa, 
che  fi  cosluma  à  [edere  fopra  vn  carro  :  an^i  premendo  lafcbiena  del- 
l'animale  con  vn  ginfto, e  concordatole  contrapefo-,  vi  fi  fermerà  con  le 
cofcie,con  le  ginocchia  riflrctte;iafciando  dir  inamente, et  co  fermezza 
calare  le  gambe  ingiù,  non  altnmente,che  quando  fi  sia  in  piedini  che 
i  piedi  pofandogiufti  in  su  le  slaffe,  lapunta  loro  riguardi  la  punta  del- 
Gambe  co  l'orecchie  delcauallo .  Loda  bene  tifìeffo  auttore,all'vfo  militare  guar- 
me  fi  deb-  janj0  ;  cke  [e  gam(;e  infìeme  coU  piedi  fi  facciano  rimcjfamcntepende- 
modare  da  re  dalle  ginocchia;  per  che  tenendo  fi  moltorigide,feper auuentura  tifi 
vncaualca-  riceueffe  alcuno  (contro,  ne  fcntiriano  maggior  percoffa  con  perìcolo  di  F 
torc .  JpcZZarf' ma non  iftwdo  coffìirate,  vcrrebbono  meglio  à  cedere,  & 

a  fchiuare:baftàdo,che  fi  tengano  bene  le  cofeie falde, su  lequaliferma- 
tofi  tutto  il  corpo  deurà pàrimete  il  tronco ,cioè \quellaparte ,cb 'è  fopra 
le  cofcie,portarfi  agile,*  diffefìo  à  uoltarfi  in  ogni  ucrfo.-Malaftrettc^ 
Cofcie  co-  r^  c;ejit>  cofciejìa  tale,fenxa  muouerfi  punto  dalfggio  loro,cbe  no  ba- 
me  u  dt  •  fu  jinemicOyò  cafo  veruno  à  leuarui  di  fella.  Et  auiocbe  poffìate,com- 
re  à  caual-  battcdo,tal  volta  aliare  la  vita,egagliardametefkruifuperiore  ad  effo 
lo.  nimico  ò  con  la  ?pada,ò  con  l'accia,ò  con  la  ma%$a:  e  tal  volta/chinare 

le  fue  per  coffe, chinandola  allato  manco  ^porterete  la  slaffa  defìrame%o 
punto  più  corta  della  finifira  ;  che  co  fi  l'vn' effetto ,  &  l'altro  vi  verrà  Q 
commodo ,&  feruirauui  in  ogni  altra  occafione.  Tenendo/i  oltr'à  ciò  lo 
slaffile  fiotto  il  ginocchio,  fi  va  più  fcioltoiauuenga  che  tenerlo  di  fopra 
fi  coìlumaffe  già  dagli  antichi,cofìretti  à  caualcarepiù  lungo  per  l'vfò 
de'  caualli  armati  di  barde,per  le  quali  etiandio  fi  richiedeuano  glijpro 
ni  vn  palmo  lunghi y  affine,  che  fi  foffe  potuto  giungere  allapanciain 
Staffile  co  quella  parte  inferiore, ch'era  feouerta .  Lo  {loffie  fi  dee  attaccare  alla 
me  fi  dee  prima  fibbia  della  fella,  vicino  alle  {palle  del  cauallo,  non  già  alla  dere- 
attaccare .  tana,percheil  Caualiere  co  fi  porterà  più  ornatamente  la  gamba  fna  lon 
tana  dal  ventre  d'effo  cauallo  :  Non  è  però  da  attaccar  fi  molto  apprefi- 
fato  allo  [contro  delia  fella, perche  non  farebbe  Hare  ben  forte  ilCaua-  fj 
liere, né  il  cauallo  fi  potria  cofi  prefìo  [occorrere  con  lofprone,perlafo 
uerchia  disianza  della  yimba.  E  prima  che  fi  caualchi  ;  è  da  auuertirfì 
nonfolamente,che  la  briglia,  con  tutte  le  parti  della  tefierafia  ottima- 
mente ai  commodata,come  s'è  detto;ma  he  cofi  le  cigne,  come  gli  staf- 
fili, maffimamente  quelli  della  banda  fin  /ira,  oue  il  Caualiere  s' appog- 
giavano be  if>rti,&  ben  legati,  accioche  ò  nel  caualcarc  ;ò  ne  i  e  a  fi  im 
p  >rtantit  non  fi  venga  à  riccuere  fi  orno,  e  danno  :  auucrtendo  ancora 
fe'l  i  amilo  sita  ben  ferrato, &  fé  babbi  a  mangiata  bene  la  fna  preluda, 

perche 


DEL  CAVALLO,  L1B.  V.  %6-] 

A  perche  altrimenti  egli  mal  potrebbe  refifiere  alla  fatica-/ .  Le  Redine  Redine  co- 
vuole  Senofonte  yche  frano  eguali  ;  non  fragili  ne  lubriche  fi  chefcorref  me  habbia 
fero  dalle  mani;nè  tanto  gr  offe ,ch e  infieme  con  quelle  non  fi  poteffe  af  ad  e"ere' 
ferrare ,  fecondo  ilbifogno, qualche  altra  cofa .  IL  Caue%^onc,ò  (  come  c 
altri  dicono)  caue%jina  ordinariamente  s'adopera  in  tutti  i  caualli,pri  0  cauezzi- 
mo  fatto  di fune  poi  di  cuoio ,etalhor  di  ferro fecondo  3  che la  neceffità  il  na  à  quali 
richiede:  Emolti  lodano, che  fi  faccia  portare  infino  all'età  di  quattro  caualli  s'a- 
anni  in  cinque,  tanto  che'l  Poliedro  fi  fia  ben'accommodato  del  capo ,  e  doperi. 
del  collo  :  alqual  effetto  egli  certamente  è  gioueuole  oltra  modo  fen^a 
dare  alla  bocca  quelle  offefe,chefogliono  cagionare  le  F  alfe  redine,  on-     .f     .. 
B  de  il  più  delle  volte  le  gè  ngiue  sì  fattamente  fi  vengono  à  tormentare  i    *  ere  ** 
che  poi  diuenute  (  qua  fi  addormentate  )  callo  fé,  e  durejbifogna  adope- 
rare briglie  Mulefche  3  e  disperate  3  per  raffrenarlo  ;  &  oltr'à  ciò  come 
fuffe  venuto  alfeìlo  anno  ;  bìfogneria  cangiar  luogo ,  e  moto  alla  mano 
delle  redine ^volendolo  tener forto;  che  co'l  multacelo  nogiffe  à  tera3ti- 
rando  il  braccio  fuor  di  mifura-.ilqual  vitio  dicono  Impettare  ~  Che  già    impettare 
non  per  altro  le  Mule  fogliono  effere  sfrenate  3che  per  lo  continouo  por-  che   vitio 
tar delle Falf e  r  edine  fdallequaliincallite file gengiue ,non puoeffere sì  fa' 
gagliardai 'imboccatura,chelor  fi  mette;che quando  alle  volte predono 
paura ,  non  isf or xfno  il  padrone  à  fuo  mal  grado ,  tiri  pure  quanto  egli 
C  puote.  Seruono, dunque  le  falfe  redine  per  corranone  di  qualche  vitio 

d'vn  cauallo  già  fatto  :  &  vfinfi  congrantemper  amento, &  artificio  r  Fa.    J"    " 
ma  per  ammaefìrare  vncauallogiouane ,  nonfimutiilcauezgone  ;  il  faferuan0r 
quale  à'  cor  fieri  3&  a  Fri  foni  fta  ben  di  ferro:  à'  caualli  di  me%A  taglia,, 
a  Ginetti,  &  à'Turchi di corda,òdi  corame,ch'èpiùpiaceuole  :  mar- 
inamente quando  effifon  più  alleggeriti, &  meglio  fermati ..  Etficome 
varie  fono  le  difpofitioni  de  i  Poliedri 3  quando  primieramente  s'hanno 
à  caualcare,cofi  vario  deurà  effere  il  portamento  del  codone;  ò  del  ca  porram£to 
ualiere:  perche  quelli  1  quali  diaboli  e  amete  con  fommi  sfor-^i  s'ingegna  dei  cozzo- 
no  di  buttare à  terra  chiflà  lorfopra;  ò  che  fi  corcano;  òche  s'inalbora*  ne  b  Caua- 
j)  no  fi  che  non  vogliono  andare  innanzi  3ò  fan  difeonferti ,  &  atti  ribaldi  liere  vario  * 
e  vili :conuerrà,che  terribilmente fiangafiigati;  e  sformati  con  repenti- 
ne &  violente  carriere, gridi, e  battiture  ;&  in  tutti  i  modi  finalmente, 
fifaccia3ch'efjì  nella  loro  peruerfità  non  rimangano  vincitori  *  Alcu- 
ni 3che  per  vigorofo,&  ardito  fpirito  fanno  certi  no  brutti  motiui  di  fot 
%afi  di  leggiere^a}fen^a  però  dimoflrarci  punto  di  poltroneria,  n  è  di 
eattiuaintentione:  non  fon  da  batter fi, né fiancai fuma folamete fon  da 
correggerfi  con  la  vocestanto,chefi  riducano  à  conofcere;che  uoi  non  te 
mendo  diloro,voletein  ogni  conto,che  facciano  àvofiro  modo:  &  con 

quesìi 


3<5S  D,E  L  L  A    GLORIA 

qnefìi  in  {omnia  è  da  tener  fi  vn  certo  ordine  'di  mediocrità ,  che  non  fi  & 
auuil:{cano,nèin{uperbifcano:perciò  che  di  tei  natura,  alla  fi  ne  diligo- 
no eccellentijjimi, quando  alle  belle  doti  natiyrali  ,{arà  in  loro  aggiunto 
l'adornamento  dell'idonea  maefiria  ;  laquale  ,  fi  come  è  atta  afupplire 
molte  parti ,  che  perauuentura  mane afferò  ;cofi  è  mirabile  efficaci  a  à  de- 
fian  [enfi ,etle  virtù  occulte  dell' animale.  Altri  ve  ne  fono  di  minora- 
mmo ,e  più  timidi.-verfo  iqualièda  vfarfi  maggiorartelo  patien%a,et 
con  e  are7j[e;  facendogli  con  diuerfe  esperienze  accertare, che  non  baue 
tefantafia  dibatterli  né  {gridarli  ,ma  di  trattarli pi acenolmente ,{olche 
s'addattino  à{odkfarui .  Ma  generalmete  effendo  bene  in  tutte  le  cofe, 
che  prima  che  fi  vega  all'armeni  fj>erimetino  i  configli -.ogni  altro  modo  F 
prima  della  forza  de  ara  tentar  fi ,  per  [aggiogare  quefli  animali,  i  quali 
Poliedri  c°  l'bumanitàpià  toilo,cbe  co  la  fufbiafogiiono  allbuomo  bumiliarfi. 
più  tolto    Et  in  nerità  douendofi  vn  Poliedro  tirare  al  conofiimento  di  qne!lo,cbe 
con  huma-  meno  intende, &  à  quella  cffercitatione,cbe  pia  l'affanna;  è  di  meftieri, 
nita3che  co  cfJ£  Vl  ^  Q  ondile  aper  la  più, facile, e  fpedita  u:a,cbefi  poffafàre.  Egli  a- 
fog<*ìo<*hi-  dnnque,come  fi  far  àbcndimefticato, e  fatto  p'iaceuole  al  toccare  ,ficac- 
no.      °       cierà  co  un  Ingo  e  amicone  fuori  del  Traflofuo,cioè  del  luogo  ,douefuo 
le  pigliare  il  ripofo,e  l  cibo:  et  poetagli  la  Bardella  in  dojfofcò  laquale, 
prima  che  all'vfo  de  Ila  fella  fi  rega,cÒuien  che  per  buono  Ffatiofi  auue%^ 
Zjjpctrà  cignarfi  no  molto  jìretto;  &  fen%a  motaruifopraper  qualche.  G 
giorno, fi  lafcierà  co  fi  vefìito  falteggiare  à fuapoflaipoi  {enza  {degnar- 
lo punto,  rimcnàdolo  à  mano  pi  acenolmente  alla  {uà  fiatagli  fi  leuerà 
la  bardella,accare%gadolo  con  la  mano  leggiera  di  [opra  il  dorfo.  Altre 
Bardella  uolt e poi gli fi potrà  mettere effa  bardella  neltrafìo fuo:etpojìog!i acco- 
quando  da  ciamete.  nel  capo  vncaue7zonc,alquale  uoinel  cavalcare  u'baurete  ad 
f°j  attenere  con  ambe  le  mani,  difgiunte  però  l'vna  dall'altra,  &  ne  barete 

à  correggere  il  e  au  allo, far  et  e  che  f opra  quello  fìia  vn'altro  catiez^cne 
%  bengroffo,  &  lungo  cirìafei  pafii ,  ilquale  babbia  a  tener  in  mano  vna 

per  fona  ben  efperta,cbe'lguidi,e  tenga  forte:  Auiiertedo,cbe  ambidue 
i  cauez7onifianfiitti,epo§ìi  di  modo  nella  tefta ,  cbe'l  Poliedro  non  ne  li 
babbia  afentir  tra  l'orecchie  offefa  alcuna  ,  onde  vemffe  à prendere  ta- 
le {degno, che  poi  malagcuolmentefopportajfe  di  lafciarfi  mettere  fimi  li 
cofe  nel  capo.  Fatto  ciò,voi  confomma  dilige%apr Giurerete  (come  Se- 
Modo  di  nofonteVÀfaiue)chc'l  caualcare  vi  venga  ageuole;fen7a  molto  aiuto 
domare  poi  d'altri  mrniftri ,  perche  nonfempreil  Caualicregli  fi  potrebbe  trouare 
ledri.  da  prcjfo  ;  &  però  quefta  {ara  la  primiera  industria  ,  cke'l  Poliedro 

co'l  fiiiifìro  fianco  s'accofii  dalla  vofira  banda  defira  ad  alcun  poggio, 
nel  quale  voi  commodamcnte{aretepofio  .'facendo ,  che  vi  fi  mt  ni  con 

carezze, 


DZl  TJL  raiLO,  ZI  B.  V.  369 

^-Xarc7^yò.bifognandovifiJpingada'circónftanticon  mani,  &xonmi-  c^JgC<j[* 
naccie;e  fé pur fùffe  incorriggibileye  malignoydiaglifi  con  vnbacchetto-  40marfi. 
ne  in  qualunque parte della perfona più  accorici  vi  venga  ;  fuor  che  ne 
gli  occhile  nel  mufi accio; che  femper  fon  dafcbwarfi.Giouerebhe  -ancora 
farlo  fi  are  rif contro  al  Soley  acciò  che  (pazientato  dalla  maggior  ombra, 
che  voi  réderefte>egli  deponeffe  il  fuo  fmifurato  ardire  ;fi  tome  giudicio- 
fàrnente prouarono  ne  i  lorfamófì  CaualiiyBeRerofonte9  &  JLlejf andrò . 
Ma  com'egli  finalmente  fi  farà  accojlatoy  voi  dolcemente  raJJicurandoU 
con  la  manoy  battuta  più  e  più  volte  la  bardella  y  v'ingegnerete  di  mon- 
tarfufo  con  tutta  quella  deHreT^a^chefìapojJlbile^  E  caualcatc,  il  ter- 

£  rete  fermo  vna  buona  pe%ga;parte  nel  collo  (come  fi  fu  )  accarezzan- 
dolo ,  parte  r affettandola  la  perfona}ei  vefiimentiyfi  come  il  I{ufìo  ci  ri- 
corda .  Indi  s'egli  vorrà  da  fé  caminareylafciatelo  andar  pian  piano  al- 
quanti puffi  :  pofcia fermatele  vfP  altra  voltale  dopò  vn picciolo  inter- 
itallo paffate  oltra^non  mancando  di  dargli  temperato  foccorfo  con  lapa, 
rolay  con  le  gambe  fen^ajproni  y  e  con  alcune  leggiere  battiture  piace- 
uolmente  .  M  afe  con  ciò  non  caminaffe>fhte}che  la  guida  il  tiri  con  quel 
xaue-^zone-,  che  egli  tiene y  portandolo  cofifermoyche'l  Poliedro  non  pof- 
fa  tra] correre  fuor  del  diritto  :  Efepurefitrajportafie  >  egli  auuertendoy 
che  lafuafunefra  le  gambe  di  lui  non  $'  attrauerfi  y  vadagli  dirimpetto 

*-  douunquefcorraiTotraffi  ancora  fa  re  da  qual ch'altro  battere  nella  grop 
pa:e  non  bastando  tutto  questo  a  farlo  andare  >  vfiuifi  (come  'detto  hab- 
biamo)la  for^a  per  ogni  verfoyfin  ch'egli  vinto  fi  conduca  in  quella  par 
te  della  campagna}doue  baureteà  fare  gli  effercitij  appartenenti  alla  di 
fciplina  .  £t  quando  quesìofhreteyfaràlodeuole-)  che  (fé  qualche  necef/i- 
tà particolare  non  vi  costringe)  non  variate  fouenle  luogo  ;per  che  il  Voi 
ledro  ogni  volta ,  che giunge alla  J cuoia vfat a ,  fi  viene  à  ricordare  dei 
buoni  ordini  infegnatiye  di  tutti  i  casligbihauuti,quando  egli  haueffe  er- 
rato^ cofi  miglior ado  di  giornoyin  giorno  con  memnigliofo  profitto  vèr 

2)  ràadvnbelliffimo grado  della  J ùa  difcipliaay  ficuro  <&  fermo  in  mènadi 
feiyòdi  cinque  me  fi;  benché  alcuno  fia  più  veloce  à  l 'imparare ',  alcun  più 
tardo  ;  fecondo  che  tra  gli  huomìni  ancora  gl'ingegni  fi  tronano  differiti. 
Et  perche  la  premura  della  Bardella  confifle  in  matenere  il  Poliedro  f al- 
do del  collo  e  della  tetta  >  & ben '  awiezgato  perlo  diritto ;è  di  mejìierip 
che 7  Cozzone  porti  ilcorpo  alquanto  indietro  >  e  i  pugni  h  abili  y  benpo- 
ftiy  fermi y  eflretti  di  [otto  a  quella.  ;  fiche  poffa  con  facilità  auuiar- 
lofgr  conpiaceuoUzga  ridurlo  a  ritenere .  W  fi  coniarne  di  metter 
f libito  ilTolledro  alle  difcipline  dei  Torni}e  delle  volte  ;  ejfendo  il  mo- 
to Circolare  tanto  malageuole  fopra  ogni  altro  >  quanto  ~egli  per  Or* 

vM  dir*) 


%jo  VELIA    G  L  0  \1  jt 

dine  >  &  per  mifura  èperfettiflime;  come  quclloyche  al  celefle  firafiomi  p- 
gluiy&  è  di  termine  infinito  :fi  che  il  tenero  animale  uinto  daU'injblitay 
e  fouerchia  afpre^a  di  tal'ejfercitioy  ilqude  naturalmente  indebolifce, 
e  confonde  il  cemelloy$~  offufca  lauijlra  ;  diserebbe irrefolHtoypigroy& 
M     •    -   ripelato  >  come  dir foliono  .E  di  queflo  fi  rende  ragione  da  Alefìandro 
t  i  de]  cor  xAfrodifeoy  e  da  Macrobioy  i quali  fcriuono  fette  efiere  i  mouimenti  del 
pò    fette  corpo  >  cioè  di  gire  ò  di  bafìo  in  altOyb  di  alto  in  bafio  >  ò  di  farfi innan^iy 
delCaual  &  di  farft  in  dietro  fi  andò  al  piano  y  ò  di  voltar  fi  à  man  deflray  ò  a  man 
fmiftray&  l'ultimo  è  ilgirarfi  attorno  >  ilqual  moitimento  non  è  comune 
àgli  animali  ne  ordinarioycome  gli  altri  :  an  H  lor  dà  alteratone  y  e  Ra- 
llento grande ypcrcìb  che  turbando fi  fotto  fopra  gli  humori  del  capo?  gli  £ 
organi  de  ifentimenti  nonpoffono  ricevere  la  virtù  &  poflan%a  anima- 
le-yonde  il  pefo  del  corpo  non  efiendo  dallo fpirito foflenuto  y  ècoflrettù  7 
che  caggia  à  terraceccettofe  tal  moto  fi  faceffe  prima  alla  largaycon  te- 
peramentoy  e  co  uarietà;e  poi  riflringendolo  a  poco  àpoco  yfi  ueniffe  co'l 
lu  ngo  vfoà  prender  l'h  abito  yche  non  farebbe  fentime  offefa.  Veròyfi  co- 
m  e  nell'arte  della  Mufica  volédo  imparar  di  catareyfi  comincia  dal  ca 
to  ferrnoyprima  che  fionda  nenirfi  al  figurato:  e tutti  i  principe delle  cofe 
dalle  parti più  communi  (fecondo  il  Filofofo)  fon  da  prender  fi:  co  fi  nel- 
l'arte del  caualcare  èneceffarioy  cbe'lCaualloper  la  prima  cofafìaddi. 
rÌ7gi  di gvrauantiye  tornare  in  dietro  ;  d  quali  motipar  che  la  T^atura 
Volte  co-  medefima  l'accompagnuLa  onde  ridottofì  il  ^Poliedro  a  fopportar  in  dof 
me  fi  deb  j-Q  ^  Qaualiere  ,  fi  farà  gir  di  trotto  alquanti  paffi  per  vna  Hrada  di- 
dal  Polle  ritta>c  piana  :*indi  fattolo  con  carezze  fermare  alquanto  > fi  pafferà  ol- 
dro.  tre  co'  l filmile  modo;  &  finalmente  battuta  riguardo  al  poter  fuoyfi  tome 

rà  oue  prima  fu  caualcato  ;  indri^xandolo  alla  primiera  pifiayper  linea 
drittayper  qualche  tépoùndi  tal  uolta  per  linea  curuaye  tartuofa  y  dalia 
quale  poi  nafee  il  circoloynon  altrimenthche  dalla  fuperfieie  nafte  il  cor 
pò  Ma  quefle  primiere  volte  aeura.no  far  fi  larghey  e  Jpatiofey  acciò  chey 
olir  a  i  detti  iticoueniéti-ynon  venga  à  torcergli  il  collo  colniy  che'l  guida:  ff 
rNon  mancherete  però  difìringerlo  àpoco  àpoco  y  ogni  dì  più,  y  talché in 
m  conu eneuolejp atìo  di  tempo  ei  fi  riduca  temperatammte  à  fare  la 
Molta  giunta  :  approffimando  pian  piano  à fargli  porre  latelìay  oue  tien 
lagropp  a>&  àfkryche'l  braccio  contrario  della  bandayin  che  volete  voi 
tarlo  ys' in  caualli  di  fopra  Paltroye  non  difottoyne  d  '  incontroycome  antì~ 
camente  fifacea>e  come  hoggidì  tal  fiata  molti  ignoranti  costumano  ; 
e  per  dar  gli  pia  ageuolei^ay  fenica  alcuno  difor dine  y  à  s) fatto  incaualr- 
layeyìnco  mincierete  la  uolta  con  unpaffo  innanzi:  checofi  mouendoficS 
mifura  la  parte  anteriore yjegnirà  lapofterioreil  medefimo  effetto:  fin 

chi 


B 


DEL    C\AVJt  ILO    LIBICO    V.         371 

che  farà  attorniata  crìi  mede/imo  ordine  tutta  la  -volta-Alche  nella  per- 
fettone  del  (auallo  fi  potrà  fare,  non  douendofi già  tentare  ne  i  princi- 
pe .  Voi  quando  bareteà  fcaualcare ,  il  farete  vrì altra  uolta  accoftzre 
alpo%%io,e  destramente  fmont andò  ,  e  di  nnouo  poi  ri  votando ,  &■  ali  %  v 

fine  refi  andò  in  piedini  uerrete  ad  ajfuurare  talmente  con  noce  ,  <£r  con 
mano,ch' egli  nell'uno,  &  nell'altro  atto  fi  Hia  fermo  y&patiente.  ^Al- 
tre aolte  i  medefimi  modi  potrete  u] are  per  affocarlo  ,  com2  dicalo  ;  far- 
cendo ,  che  tolta  via  la  guida  ,  &  qu-elfuo  lungo  caue^one;il  Volledro 
fiaper  alquanti  dì  caualcato  piaceuolmente  dietro  ad  un'altro  Catullo  , 
per  terreno  fildo  ;  accioche  fem^a  molto  affanno  fi  rafficuri  ,  &  auue^- 
?i  ;  attendendo  ad  addrix^arlo,e  fermarlo  bene  co  fi  su  l'anche ,  come  di 
tetta,  e  di  collo ;p  arandolo  giutto,e  folleuato  dinanzi  con  quella  ubbidié 
^a  ,  che  fi  conukne;  &  licitandolo  largo ,  quando  per  le  medefime  orme 
i'harete  à  ridurre  al  luogo,  onde  il  mouette .  Indi,come  n'accorgete ,  che 
egli  difciolto  al  trottOyfacilmente  fi  ferma ,  &  uolta  ;  gli  fi  potrà  porre  , 
per  prima  briglia ,  un  Cannone  con  le  gambe  diritte,leggiero  ,  fchietto  > 
yfatoy&  aiiuinto  [come  dir  fi  fuole,)& unto  di  meleyconfale  mfieme,ac- 
ciò  ch'egli  con  diletto  il  riceua ,  e  tenga ,  facendola  dolcemente  f chiama 
col  matticare;e'l  Barbocciale  di  Ini fiatondo,lento ,  e  ben'auuolto  >  e  cir-  Barboc» 
condato  dipela  ,  0  di  corame,  affine ,  che  nongliporga  dolor  aerano  :  ciale  co- 
Eportando  le  redine  pari,accommandate  alla  man  fmittray  uiferuirete  "J5  ^e 
folamente  del  e  anemone, con  tenerlo  eguale  e  giallo, &  ogni  di  piàjlret  t0> 
to  e  fermo. Cofi  ancora  di  giorno  in  giorno,  in  più  e  aualcate  andrete  rac- 
cogliendo pian  pian  le  redine ,  con  sì  bello  epiaceuol  modo ,  che'l  Volle- 
dro JenT^af  degno  aengaà  gufi  ar 'il freno à poco  à  poco,  infino  à  tanto > 
che  voggiate  il  capo  di  lai  andar  ben  fiotto  neltuogo  fuo ,  cioè ,  di  pofit ti- 
ra allegra,raccolta,immobile,&ficura ,  con  vna  certa  mifiira  inuaria- 
hile,laquale  benché  meglio  colgiudicio,&  con  la  pr  attica ,  che  con  rego 
le  d'arte  fi  pofia  apprendere  ;  pur  può  dir  fi, eh' ella  confitte  nel  gouemo 
del  Qiualiere,cheb  abbia  à  tener  e  le  mani  del  cauer^one  ferme ,  non  ri- 
mouédole  mai  dalla fommità  delle Jpalle  del  Cauallo(  ò  da preffo  à iduoi 
borrelli,quadofi  caualchera  con  lafellajet  acconfentédo  con  l' vrì  all' al- 
tra,fecondo  che'l  bifogno  richiederà ,  acciò  che  il  collo  di  lui  non  riceua 
offe  fa  dalla  dijìemperata  volt  a,ch' egli faceffeJLoda  Senofonte,  che  fi  ten 
ga  l'vfan^a  de'Verfiani ,  ad  auua^ar'il  Cauallc  à portar  ingroppa  ;  il- 
che  in  effetto  è  molto  vtile,sìpervfo  di  guerra,ò  per  la  caccia  ;fouéte  ac 
cadédo,ch'ogni  Caualiere  habbia  à  leuar'vn  fantaciuo,ò  vnfer  nidore;  sì 
ancora  per  l'vfo  della  città,doue  fi  pojfono  far  carenze  ad  vrì  amico,  paf 
feggiado  cofiinfietne^  tal  fiata  portami  domarne  fi  cofi umaua  piàjpef 


fo-]nrima->  che fi  foffero introdotti  cotantiCoechi  .-& ferue ancor a,cbe't  £ 
"Padrone  trouandofi  infermo,per  auuentura,  ò  ferito,à  vecchio ;puo  efie- 
re fofte?itato  sul  (amilo  da  alcun'  altroché  gli  uada  ingroppa  .Maquc 
Hofipotràprocurare,  come  fi  ueggia  il  'Poliedro  tolto  dalla  primera, 
fm  ferità  ,  &  alquanto  dimesticato .  Cautamente  però  tra  queflo  me%o 


glion  dare  fuor  d'egnipropofìto;  delinquali 'tanto- fi  Bigina  queHi  ani" 
mali,quanto  una  creaturarationaleyche  fta  battuta  contra ragione  :  che 
già  per  colpa  di  sì  inconfiderati  miniiìri  fauente  auuiene,  che' L fanciullo 
f'uSSa  la  f e  noia  >  il  Falcone  sbatta  l'ali ,  e'I  Tolledro  fcuota  in  capo  -  Voi  F 
dunque  con  ogni  diligenza  procurando  >.  ch'egli  con  fua  piacere  prenda 
su 'l freno  alcun 'appogw  y  e  fi  prepari  all' ubbidienza  y  lafcando  il  primo 
feroce,e feluaggio  siile  ;piaceuolmente  gì infegnerete,oltra  igiàdetti  or 
dini,com' egli  habbia  à  ceffare  in  dietro  (  cofa  già  neceffariain  gran  ma- 
niera, majfmiamente  in  C  amili}  che  sformano  con  la  testa  >  &  che  tra— 
portano  con  le  (falle)  facendoych'ei  muouapm  toflo  le  gabe  ,  e  l'anche  f 
che  ileapoyb  il  collo:  &  per  uno  ,  o  duo  me  fi  effer  citatolo  in  quefli  modi* 
e  ridotoìo  à  termine,che  faccia  bene  tri  maneggi  per  lo  dirito-,  afficuran- 
.  douifi  prima  di  pafio,e  poi  di  trotto:  potrete  in  luogo  della  Bardella  por- 
do  da  por  &*  ^a  ^e^a>&  co  hgouerno  accrefcergli  ancor fatica;dandogli,fecodo  Li 
£  i  luogo  fuainclinatione,&  attitudim,altripiu  difficili  documenti  ;ilche  farà  dà 
•della  bar-  farlo  trottare 'per  larghi  circolile  per  lungo,  in  terreno  fondo,,  di  frefea 
*tìela*       arato  :  Ove  poi  che-harete  caualcato  di  trotto  circa  cento  p affi  da  dritto 
à  dritto, farete  due  torni 'ffatiofi,e  ben  tondi , incominciando  da  man  de- 
stra, &fopra  quelli  slahpatifeguirete  dal' una ,  e  dall'altra  mano  due 
uolte  e  me%a:fi  che  il  decimo  Torno  fi apur  da  dejira  ,  &  alfine  ufeita- 
ne,c  aminerete  pur  di  trotto  circa  altrettanto  ffat  io  per  diritto-^ ferma- 
to che  ui  fiateuna  buona  pe^a  , tenendolo  giuBo,e  faldosi farete  pian 
piano  uoltar  da  deftr  a  ;e  tornando  di  trotto  per  la  pifka,anderete  àfmon  q 
tareoue  camlcafte;leuandogli  quitti  modefimo  la  bardelL.i,òfìa  la  fella; 
per  far  celo  affkur  are:  &  cofi  perfeuererete per  otto  giorni.  Tofcia  ogni 
dì  potrete  ere  fiere  una  uotta,fin  che  fiate  giunto  à  cinque  e  mecche  fa- 
Torar       ran  c*na  uentìdue  Torni  :  ilqual  numero  (fé  altra  neceffità  al  contrario 
^uàti  hab  non  ui  astringa) \non  deureteuoi crefeere  y  né  mancare? finche  non  ueg- 
biano  da  giate  ilCauallo  hauer  prefa  quella  fic  urta  su  labriglia  >  che.  fi richiede  .- 
**r"  t        jtllhora  ogni  dì  potrete  aggiungere  una  uoltafìn  che  arriuare  all'undì- 
ci,&me%a ,  che  far an  Torni  quaratafei  ;  numero  conueniente  ad  ogni 
QutallQ  gioitene  >  ?  gagliarda ,  Rimettendo  però  al  giudkio  del  Ca- 

ualiere> 


£  ualiereyche  conforme  allapoffan^ay&  albifogno  de  l'animale  fi  regoli 
quanto  al  numero  (che  mal  fi  pub  altrimenti  determinare)  di  effe  volte. 
Dalle  quali>  poi  che  conofcerete  luì  hauer qualche  parte  di  lena  acqui- 
stata) potrete  fcemarne  tre;  cioè)  dodiciTorni:  andando  in  cambio  loro 
dodici  fiate  di  trotto  in  altra  parte  da  dritto  a  dritto }  per  ifpatio  d'una 
pie  dola  carriera  y  tenendo  fi  fu' 7  pendino  y  ò  fra  gli  v  Itimi  duoi  terreni: 
tAuuertendo  peròyche  l'andarey  e'I  tornare  fi  fàccia  fempre  su  laflampa 
delle  prime  pedate;  e  che  in  ogni  te i-mine  sh abbia  a  voltare  giufio  y  & 
ordinato  di  braccia.Oltr  a  ciò  è  da  tenerfi  ben' a  memoriay  chefnbito  che 
harete  ridotto  ilTolledro  a  e  aminar  volentieri)  ò  condotto  da  altro  huo 

B  moyò  accompagnato  da  altro  Caualloyb  foloy  ilche  è  meglio;deurctefem 
pre portarlo  di  trotto  y  e  non  di  paffo  mai  \  eccetto  quando  il  menaHe  è 
nella  fi  allayò  per  la  CittdfVolendolo  affìcurare  y  ò  carenare  :  III 'rotto  Trotto  co 
efiendo  quel  primo  documentoyche  fta  da  darfiycome  fondamento  di  tilt  me  ^a  à* 
te  le  virtàycke  al  C auallo  pofìono  appartenere.  Concio fia  cofaycheìl  trot 
to  dìfeioglìe  le  membraye  le  giìiture;  alleggerì fee  le  parti  baffe;  rafiettay 
&  ferma  la  teHaye'l  collo  ;&fitialméte  vnifee  leuirtu  di  tutto  il  corpo ; 
mentre yche'lVolledro  coflretto  di  muouerfi  con  le  braccia-, &  con  le  ga- 
.  he  ordinatamentey&  con  mirabil  mifuraynon già  a  sballi)  come  nel  cor 
fa  viene  afkre;gli  bifognay  per  non  difeonfertarfi  y  raccorft  ben  con  tut~ 

C  te  le  membra ,  e  co'l  capo  falda  y  &  aiutarfi  con  la  propria  f or ?ay  e  leg- 

giereTga.  Et  in  veritàquanto  difficile  JìaqueHo  moto  del  Trot  tare  coft 

al  Caualloycome  al  Caualierejpnò  da  quello  confiderarfh  che  da  Senofon      Trotto 

te  s'afferma ,  eh  'egli  è  più  artifìciofo  y  che  naturale:  per  cloche  il  C  auallo  più  arti  fi 

di  fua  natura  è  inchinato  al  correre,  come  fi  vede  dì  quei  Tolledri)  che  C10'°»cne 
r        •„..     //  ,.  J  -ii-  naturale 

amarriti  nelle  campagney  vditeper  auuentura  annitrir  le  madriycon  ar-. 

dito  corfo  vanno  a  trouarle  :  onde  iì\us~ìici  per  prouerbio  foglìon  dìrey 

Checorrereye  caminarey  ogni  C  auallo  lo  fa  fare y  e  cofiveggiamo  affai  fo  Galoppo 

uenteyche  uoledo  trottare  un  Volledroyeglifubito  cerca  di  por  fi  al  galop-  che  ila. 

poycioèy  ad  un  corfo  non  troppo  ueloce  y  e  dislefo  \eper  ridurlo  al  trotto 

u  ordinato  y  ui  bifogna  trauaglio  d'arte  y  &  anco  forila  ad  alterare  la  fua 

naturaMiglior  fegno  però  fi  sììmayche  da  paffo  incominciadoy  fi  uenga 

al  trotto  :  che  nonquando  con  fatica  dal  trotto  è  da  ridurfi  al  galoppo  : 

perche  quelli  fono  auuiamenti  naturali\come  fi  vede  ne  gli  augelli)  che 

da  terra  fi  muouono  per  uo  lare  :  e  da  l'altro. modo  fi  può  comprendere  y 

che"l  C auallo  fìa  graueye  feonfertato  .  Mafia  quanto  e' fi  uoglia  tardoy 

poltroney&  uitiofo;  che  facendolo  trottare  lungo  tempo  per  mano  d'huo 

mo  confiderato ,  &  intendente ,  ne  cauerete  per  buon  cofìrutto:  ecol 

trotto  folo  yfenxa  mai  adoperarlo  in  altro  >  ridurrete  ogni  C auallo  (pur 

*s?Jl    l        che 


574  rDELL^^LOT^I^( 

chenonfrad'imperfettanatura,  ò  di  mólta  età)  a  competente perfettio- 
Trotto  di  ne  ^  aZ^lt^>e  di  lena,  e  di  gagliardia.  Col  trotto  certamente  fi  togliono 
qua  te  co-  le  malitie}  e  le  cattine  intentioni;  col  Trotto  s'apprendono  tutte  l'ottime 
fé  buone  discipline  ,  e  col  trotto  poi  fi  confer nano  le  apprefe  t.  Veroè,  chequando 
cagione. ,  yn  Cauallo  giàprouetto  d'annue  in  parte  ammaeftrato,fr  conofeefre  ba- 
fcofo,&  ardente, ò  vano ,  che  non  hauefre  appoggio  alcuno  :  ponendogli 
vn  freno  piaceuole,&  auuinto,glif aria  più  vtile  il  galoppo  con  vna  mi" 
fura  Iemale  lunga,per farlo  acquetare,  &  appoggiare  .  Ma  a  tutti  no- 
uellamente  domatici  trotto  è  necefrario:  &  a  quelli,  che  non  difendono, 
né  aggiungono  bene  le  giunture,egli  lungo, e  pretto  fi  dee  donare;  il  con- 
trario a  quei,  che  fono  tardi  a  leuarfi  dinanzi  ■>  onde  fi  vengono  poi  (co- 
me volgarmente  dicono)  a  palpar  e)CÌoè-,ad  arriuarfr,  e  fouerchiamente 
Hendendofr,a  guifa  di  C  amelo, fi  fanno  lunghi.  Quefr  itali  deuran  trot- 
tar fi  ben  raccolti  ,fi  chevnifeano  il  corpo  ,  ilqual  neruofo ,  &  acconcio 
paia:  lS{ondimeno  a  chi  molto  venijfe  a  fdegno  il  trotto,  gli  fi  potrebbe 
dare  più  temperato  ;&  infegnaregli  ordini  delle  volte  talhor  fu'lpaffo: 
accioche  con  la  piaceuole^ra,  e  col  continouo  siile  buono ,  &  effercitio  > 
egli  difiogliendo  ogn'hora  più  le  giunture ,  &  alleggerendo  le  membra; 
Caualli  ven^JTe  di  giorno  in  giorno  ad  anan^are  di  difciplina ,  e  di  lena  ;  fen%a  le 
doue    da  quali,diffic il mente  gli  effetti  della  for^a  fi  pojfono  adoperare.  Vegetio  di 
mancg-     ceydouerfr  Jpejfo  maneggiare  il  (fauallo  in  luogo  afciutto,e piano,cìnquan 
SU1  "•       ta  pajjì  lungo ,  e  cinque  largo ,  doue  fra  meffo  abbondantemente  terra,  e 
fabbione  bene  ordinato,a fomiglianr a  d'uno  Stadio,oue  gli  antichifkce- 
uano  a  correre  .  ^/tltri  fogliono  esercitare  i  lor  Caualli  tra'l  folco ,  tra* 
luogbi  di  colline,  ouer  rampanti  ;  accioche  nel  volgerfr  habbiano  piùfk- 
•cilitàyritr ouando  il  vantaggio  della  terra.jLltri  invnaslrada,che  nella 
fine  di  ambii  capi,haggia  bafre^a,  affine,  che  imparino  di  falcare  con 
Canche,e  d'incarnare  le  mani .  filtri  per  vna  linea,  che  fra  ne'  fuoi  ter- 
mini rileuata  ;  acciò  che  nel  chiudere  della  volta,  il  Cauallo,  che  di  rite- 
gno ha  bi  fogno ,  fi troni  ben' eie  nato  dinanzi  (per  quel  vantaggio ,  che'l 
terreno  gli  da)  e  ben  falcato  con  le  parti  di  dietro.  JLltri  in  vnajlradet- 
ta,a  guifa  d'un  canale, che habbia  divampante  d'ogni  banda,  accioche 
fonente  frpofra  al  Cauallo  cangiar  mano  :  &  egli  per  tema  di  cafeare  in 
quei  falli  di  terreno, vada  appicciato  co' piedi,  e  ben  raccolto  con  la  per- 
dona .  filtri  Mnoghi  rinchmfr,onde  s'aftringono  al  prendere  delle  vol- 
te ;  e  fen^a  poter  fuggire ,  fr  poffano  meglio  caftigare  di  lor  difetti . 
tsfltri  nelle  slrade  larghe  col  trotto,ò  col  galoppo  :  ò  pur  ne  i  Circoli,  ò 
f&micircoli;  diuerfamente  volgendolhper fargli  andar  con  vn  cuor fìnce 
ro}  fé mpre  liberi  in  ogni  parte }  fen^a  conofeere  luogo  determinato ,  co- 
me 


H 


1>£L    CUV UllO    LIB.   V.  375 

me  conmene  a  Canal  di  guerra .  Quefliy  &  altri  cotali  modiynell' am- 
maestrare de'  Caualli  fon  bnoni>e  belli ,  quando  fi  fanno  a  temidi  gra- 
do ,  con  temperamento  >  e  con  mi  fura  -,  fecondo  gli  ordini  conueneuoli , 
che  appreffo  distingueremo  ;  e  fecondo  la  pofan%ay  &  inclinatione  del- 
l'animale .  <ts4ltrìmente<,ditemi  vnpocoy  non  farebbe  difordine  euiden- 
te>fe  vn  Cauallo  y  che  hauefie  bifogno  di  luogo  fondo  >  per  efier  egli  lega- 
tole greue;  fi  efercitaffe  in  luogo  duro  $  Vn  y  che  nonfklcajfe  bene  con 
l'anche  ?  e  parade  con  le  /palle ,  &  col  capo  vano  y  fi  maneggiale  in 
altri  luoghi  y  che  h affi  nella  fine  del  I\epolone?  ò  nonfiefiercitafle  con- 
tinuo nelle  fcefte?  E  quelli ì  quali  douefiero  puntalmente  con  ogni  at- 
tentaneeffer  fermati }  fi  difciplinaflero  altroueyche  nel  circolo  >  e  nel 
folco?1  ls(on  farebbe  ancora  grande  inconueniente  y  che  i  Caualli  non 
ben  fermatiyne  abaHan^a  difciplinatì  y  fi  maneggia/fero  importuna- 
mente y  efen-ra  ordine >  o  mifura  in  sì  dinerfi  >  e  difficili  modiy  che  fi  fon 
detti*  v  che  t'ali  maneggi  fi  vf afferò  fen^a  differenza ,  cofi  a' Canal- 
li  gioueniycome  ad  attempati*  co  fi  a'robusliy  &  agili,come  a'  deboli  > 
e  tardi  ì  Ogniuno  certamente  sì  fatti  errori  può  rkonofcere;  che  fé' l  Ca- 
uallo  haueff e  piìi ingegno ,  che  non  ha  vnfagacijfimo  hmmo:pihfor%a 
d'vn  Leofante  >  e  più  leggiere^a  d'un  'Tardo;  non  farà  maifojHciente 
ad  imparare  t ante  varietà  di  co fé }  quante  confuf amente  dalai  ricer- 
chiamo y  ne  foffrire  tanti  franagli ,  quanti  fen^a  conftderatione  gli  fo- 
glion  dare  perfoney  che  fanno  appena  fior  su  la  fella:  onde  il  panerò  ani- 
male fjpeffo  ne  viene  a  vìuere  fempre  infermo:  conciofta  cofay  che  da 
l'è  fere  faticato  fouerchiamente  nella  prima  gio  nane  7^ayfì  fogliono  e a  _  .. 
gionare le Ierde}le Formeyle Schinelky  le l\efley  le Sciaticheyi Quartiyle  ft-ra ppaz. 
Todagre  y  le  Difcorrenze,e  mill' altri  mali.  Et  altrifi  veggiono  derrena-  zato  in 
ti\altri  rotti  di  bocca  y  ò  di  piedhaltri  arfi  dentroy  e  rari  fon  quei  (aualliy  cor,!e  }a 

i     r  J-r  ìt     t         r      ■  r  \   i        r-  ■  r  Ierdc  lOV 

chef  enT^a  difetto  giungano  alla  loro  fioritay  e  perfetta  età  de  ifei  annip  me  gcc> 
comedi  radiffimo  ancora  fi  vedea  (come  Urifldtele  dice)  tra  quelli , 
ch'erano  vincitori  ne  i  giuochi  Olimpici  y  che  vn  mede  fimo  huomo  in  età 
giouenile,&  in  matura  fufìequiui  Hato  Vittorio fo -.non  già  per  altra  ca- 
gione yfe  non ,  che  ifouerchi  effercitvj  dati  fin  dalla  fanciullesca ,  non 
fa  cenano  lungamente  durarne  i  corpi  la  robufìc^a:  effendo  chiarisfi- 
ma  cofaycheì  corpi  violentati  allefktichey  e  difciplinatì  contra  la  lor  na 
turale  inclinationey&  attitudine y  non  fono  pur  impediti  al  crefeereyma 
diuengono  affatto  inhabili  all'operare,  (ertamente  l'effercitio  degli  ani      Corpi 
mali  è  da  regolarfiyfecondo  quel  che  veggiamo  auuenir  del  ferroyche  co  violétati 
fi  dall'efere  adopratopià  del  douereyfi  uieneà  confumare;  come  non  ado  £felc  $  jj 
prandojfija  ruggine  il  corrode .  Quefti  due  ecceffiy  b  di  troppafhticayò  di  corrano  . 

UJi    4  troppo 


376  D  E  L  L  >A     G  L  0  1^1  jt 

troppo  ocio  ,/pefie  volte  ci  hanfktto  uederey  che  alcuni  CauaUiyhauendo  £ 
data  bella  dimofiratione  >  e  grande  fperan^a  dell' efier  loro  in  queiprimi 
annifl  uando  poi  crefciuti  in  età  doMeano  mostrare  maggior  pofìan%ay  fi 
*nA^r  fono  tYOuat^  incredibilmente  fiacchi  >  ò  poltroni .  1{on  refiaperòyche  la 
«allo  on-  fiaeche^a  ^l  Cauallo  non  fi  fcuopra  ancor  fen^a  cagione  del  troppo 
de  fi  (cuo  affanno ,  perche  alcuni  debolidi  natura  (fi  come  tutti  van  nel  principio 
pra  .         pauentofi  del  (faualiere  y  che  loro  è  montato  addoffo  )  r  acolto  tutto  il  vi- 
gore) che  ejjì  tengono yuanno  sì  deftiye  fcnfitiuiyche paion  forti  :  ma  come 
fi  fono  afficitrati  dell'intorno  >  non  dimoflrano  più  tal  gagliardiay  uenen- 
dofi  maffimamente  adaggrauaredicarne:  ladouequel  Caualloyche  na 
turalmente  è  gagliardo  yfe  farà  co 'debiti  modi-,  e  riguardi  effercitati,  fi  V 
vedrà  fempre  crescere  in  bontà  di  anno  in  anno  .  Deurà  dunque  il  pru- 
dente maeììro  [opra  tutti  gli  altri  accorgimenti  nelV  esercitar  di  fimi  Co, 
ualli ^riguardare  alla fi agioney&  all'età; alla  difpofitioney&  alla  lena  di 
ciafcheduno;e  fecondo  quelle  fcemare>accrefcerey  &  variare  i  modiye  i 
luoghi  :  perche  fi  come  l'effercitio  moderato  con  grandifjimo  giouamen- 
to  aggiunge  ardireyforte%7^ay&  agilità  all' animale;  co  fi  il  fouerchioyol- 
tre  che  opprimey  e  ffegne  quel  vigore ,  che  la  Telatura  gli  ha  dato  :  il  fa 
diuentare  sì  pigroy&  vile:  e  he  poi  né  a  q  uè  Ilo  y  né  ad  altro  vale .  Terò  fé 
dfdouri-  ^ '^rte(fecondo  il  Filofofojimita  laT^aturay  quanto  ella puote\e feguen- 
do  ifuoi  me^i  y  molte  co  fé  di  lei  compifee  ;  fi  come  veggiamo  le  piante 
prima  produrle  [rondi ,  pofeia  ifioriy&  indi  i  frutti  y  e  ninna  co  fa  in  vn 
tratto  può  confeguire\lafuaperfettione  \  co  fi impoffibile  effendoy  che  vn 
"Poliedro  s'accommodi  in  vn  fubitoàimoti  violenti  >  fé prima  non  fìa 
fgroffato  in  alcuni  più,  dolci-,  e  toler abili  ;è  dimeBeri-,  che  ledifcipli- 
ne  gli  fi  ano  date  confìderatamente  con  Vordin  fuo:  perche  fi  come  ad  vn 
vafe  di  bocca  Jìretta  dando  fi,  ly acqua  con  furia  tutta  infieme  y  fi  Jparge 
fuori;ma  datafi  aflilla  a  fluiamo  empie  a  colmo  y  cofi  volendoyche  vna 
creatura  nuouamente  prodotta  al  Mondo  impari  ogni  co  fa  in  vn  dìynon 
farà  nulla: ma  addottrinandola  à  poco  àpocoye  fempre  auan^ando  ter-  ff 
reno  di  mano  in  manoypotrà  ridurfi  a  quella  eccellenza-,  che  fidi  fiderà^ 
bifognandoyche per  fkr  >  che  la  difpofition  fi  conuertain  h abito  ,  vi  con- 
corra il  tempo  y  ilqual)come  Tosfidonio  dicea)équely  che  dislribuifce  il 
mondano  moto  \  e  quel  che  (fecondo  ilVoeta)  tutte  le  co  fé  apporta  con 
lafua  ordinata  vicenda-)  e  con  lafua  appropriata  flagione  :  però  dice 
heneOuidio  : 

I  giouenchi  difficili  àgli  aratri 
Vengon  col  tempo  :  e  col  tempo  y  i  Dejlrieri 
S 'infegnan  di  patire  i  lenti  freni . 

Douendo 


Metodo 
li< 
na 


DEL    C  JL  V  sA  l  LO,    LÌB.V.  Wj 

'jl  rDouédo  dunque  in  tutto  feruar  tempore  procedere  con  quell'ordine,  che 

conuiene  sfaremo ,  che  tutte  le  forti  di  maneggi  fi  an  prima  dipaJfo}  poi  /^. 

ditrotto,poi  di  galoppo  ;e  poi  con  maggiore  celerità  :  Trima  di  lungo  e  ^^^ 
poi  diritto ,  pofcia  involte ,  lequali  faranno  prima  di  mezo  circolo ,  baqo  effe 
&  vltimamente poireddoppiate;prima a  terra ,  pofcia à  melarla,  pò-  re. 
fcia  in  alto:prima  in  circoli  grandi,  efjbatiofij  pofcia  in  più  riflretti:  pri- 
ma in  luoghi  piani fonduti,&  aperti,  pofcia  in  rampanti  durile  più  dif- 
ficili: confideratafemprelaforxa-)  fh  abilità,  e  V attitudine  del  Caual- 
lo:  e  confederata  ancora  l'età  j  perche  a  gioueni  fon  da  vfarfi  termini 
più  temperati ,  più  ageuoli,  e  più  ampi;  con  altri  fi potrano    adoperare 
B  altri  modi ,  che  al  corpo ,  &  alfenfo  dell'animale  apportino  più  fatica  ; 
&  in  fomma  altrimenti  fi  tratteranno  quei,  che  fi  conofcono  agili,  e  ro- 
buSti,altrimenti  i  duri,ei  fiacchi .  Laonde  lodeuole  cof ami  pare  in  ve-  Trotti  co 
rità,  che  a  Cauallo  di  poco  neruo  fi  incominci  à  dar  il  troto  per  torni  ua^0    ^j 
Stampati  de  altri  prima-laccio  cheanimofo ,  più  libero,  epiugiuflo  s'in-  poco  ner 
dirizzi  per  la  pifta fatta,  dalla  quale  fé  talhor  a  ufcifie,  egli  tr  ornando  fi  uo. 
da  fé  medefimo  fubito  cafligato ,  vi  tornerebbe  :  efcndoglipiù  fucile  à 
trottare  per  via  battuta,che  perfolchi  di  maiefe .  Etejjì  torni ,  acciò  che 
d'vna  mi  fura  più  facilmente fi faccian  giufii  ,farà  bene,  che  nel  princi- 
pio fi  fi  ampino  di  p  affo  ,e  poi  di  trotto .  Jlnzi  quando  il  Cauallo  fuffe 
difenfi  troppo  bafcofi ,  ò  che  per  habito  cattino  nel  dar  del  trotto  fi  po- 
nete in  su  la  mano  ,  e  tir  affé  viaii  Torni  {ariano  da  dar  fi  leggiermente 
di  pafio  per  tanti  giorni ,  ch'egli  rasficuratofi ,  àpoco  à  poco  veniffe  ad 
auuiarfi  altrottodafeSteffo  .  Ma  non  vogliate  mai  fare  i  tomi  (eo-  T01*^1  no 
me  vfano  alcuni)  in  vna  fola  Stampa  di  vnogiro  :  perche  il  Tolledro  in  -x  n  vna  f0 
molti  modi  potrebbe  rimanere  impedito  ,  &  accorar  e  con  tal  paura;  che  la  ftampa 
giunto  allaparte,  don egli  fi fuol  voltare  ,  Starebbe  confufo,  e  refiio  al  ^l  vn  Sl" 
fhrfi  auanti,òpur  non  finterebbe  ilgiufio  ordine ,  che  conuiene:  potreb-  r0* 
honfì  ben  concedere  alcuna  fiata  à  Cauallo  vecchio ,  e  di  buonfenfo,  per 
£  torglila  durezza  del  collo  alla  volta  :  & per farlo  in  ogni  altra  forma 
di  torni,trouar  fempre  divno  tuono .  Ma  per  il  generale  meglio  fiafem- 
fre  à  Stampar  due \circbli .  JL  cauallo  gagliardo ,  quanto  egli  è  più  ocio- 
fo>&  legato  ,più  contengono  luoghi  fatico  fi  non  pur  di  terra  rotta  da 
l'aratro,ma  tal  volta  acì^pfa,et  fango fa,o pur  di  qualche  arenofo  lido  y 
comeT<tettuno fi  legge  appo  Statio  hauer  fatto  \doue  effendo  difficile 
il  caminare  ,più  duro  gli  fio)  il  trottare ,  &  per  conseguente  ne  haràpià 
ytile y  imparando  di  alzfrbene  le  braccia,  &  le  Jp alle  infieme\  per 
lo  qual, effetto,  &perJùrlo  and ar più  largo  ,  coStuman  molti  di  le- 
gare alle paSìoie >&aU' 'altre giunture } certe  balle  di  legno  tonde. 

Sarebbefi 


J78  ù  Z  L  L  *A    G  L  0  1^1  oi 

Sarebbe  fi  però  in  cot  a' luoghi  da  auuertire,cbe'l  traualgio  uenifie  adef-  £ 
elio  dee  fere  me  diocre  :  perche  vi  fi  paté  tanto ,  che  l'ecceffopotria  produrre  cat 
cfler  me-  tiui  effetti  nell'intrinfeco,&  ejìrinfeco  del  Cauallo;e  tanto  più  s'egli  fujie 
diocre  .  dipoca  compie [(fione,b  divil  natura,  (onueneuole  ancor  gli  fia,che  quan 
do  vltimamente voltandolo  da  man  deHra,farete per  la pifla  tornato  à 
T  orni  per  gir  uen  viatallhora  voltandolo  difìnislra,  trottiate  per  le  me- 
defìme  orme  alcapoeslremo  ;  &  indi  conia  volta  desìr a  torniate  àpo- 
farui  in  effi  Torni  ;  vantaggiando  ogni  dì  tal  numero ,  fecondo  laforya-, 
e  lena  ,  che  in  lui  conofcerete .  Toi  quando  quefti  Torni)  perla  contino- 
uapiHa  ,faran  diuenuti  duri  >  quafi  inajlraccati  ;  el  Volledro  vi  parrà 
bene  afficurato  .'glieli  farete /lampare  in  altra  parte  di  mate  fé,  nèllaqua  F 
le  quanto  più  frefca  ,  e  fonda  fie  l'aratura,  più  difcolto  il  farà,  di  gambe  , 
Ma  s'egli  f ufi  e  di  mala  volontà  agire  ne  i  Torni  à  cerchio  ,voi  nel  me%o 
delTorno  mettendoui  a  piede ;e  tenendo  ilTolledro  conia  madeflraper 
le  redine  ,bper  la  coda  più  tofto  del  C anemone ,  quanto  fi  pub  a  lungo  ; 
con  vna  bacchetta  nell'altra  mano,folleciterete  da  dietro,  tenendo  il  pie 
deflro  fenno:  e  con  girar  il  finiflro  ver/o  dilui,f  accompagnerete  in  ogni 
giro  ,  eh' ei  faccia. ,  fin  che  vipaia  bene  affaticato:  poi  cangiando  manoy 
e piede ,  il  farete  affannare  nell'altra  volta ,  finche  totalmente  viparrà 
vinto  à  farlo  tornare  nel  detto  circolo  .  €  quando  voi  folo  a  tanti  vjftci 
non  bajlarebbe,vi  feruirete  d'vna,ò  di  più  perfone,in  vojlro  aiuto:  fi  co- 
me parimente  farà  opportuno ,  quando  egli  alla  fin  del  trotto  andafie  a 
fermarfi  torto: che  fé  voifo  con  calcagno,})  co  bacchetta  vorrette  addri\ 
'Zarlo ,  egli  facilmente  fi  potria  dissonare,  b  porre  in  fuga:  ma  vn'à  pie- 
de,fingendolo  con  le  mani  da  quel  lato,chefi  trotterà  fuor  difegno,l'ag 
giuHerà  delle  gambe,  e  delle  braccia  al  diritto  della  f  uà  piHa:b  pur  voi 
folo  temperatamente  nella: parte  contraria  il  batterete  con  quel  penden 
te  della  Caue^xana  ,  che  auan^a  ;  guardandola  di  adoperar  bacchetta^ 
finche  non  gli  h abbiate  data  con  vfo  notitia  della  briglia:  z^fn^ifen^a 
battitura,e  fen?a  aiuto  vi  potrete  rimediare ,  fé  vedendo  lui  conlaCa-  fj 
negarla  giuHa  fermarfi  torto ,  caminerete pian  piano  fin' a  dieci  palmi 
oltre;  &  ini  dalla  banda  contraria  delfuo  torcere  tenendo  la  corda  (fe- 
condo,ch 'egli  vi  sfor%a)più  b  men  tirataci  fermerete,  accarezzandolo 
[opra  il  collo  con  la  mano  della  baccheta .  Egiàfemper ,  che  fatti  i  Tor- 
ni fi  uà  àpofare,  èapropofitofarglifhrtrepafleyi  à dietro,  percafli- 
garlo  piaceuolmente  di  quel  trasportare,  che  generalmente  v~Polledrifo. 
glionofare  nel  principio  della  lor  difciplina  :  e  poi  Jpingendoui  innan- 
zi >  &  voltami  :  &  alquanto  fermatoui,  partir  viadaqual  vfan^a  di 
rinculcare  nel  detto  modo^in  quelli  è  neceftaria  maggiormente}che  uen- 

$on 


DEL    C  UVjLLLÒy   L1B.    V.  $79 

gon  duri  j  &  abbanàonanào{ì  su  la  briglia  >  sformano  la  mano  nel  carni' 

*"  riarde  nel  pò  fare .  Ma  all'incontro  non  fa  per  quelliy  che  di  lor  natura  fo- 
uercbiamente  nel  parar  fi  rinculano .  Oltra  acciò)  s'egli  andando  per  ejji 
Tomiynonfi  porta  ingiro  col  corpo  eguale  ,  è  da  prouederfi  y  che  facen- 
do il  Torno  dalla  man  deflra y  fi  tenga  la  gambafiniflra  verfo  la  jp  alla  > 
ò  al  diritto  delle  cignete  la  deflrapiu,  alquanto  in  dietroy  là  verfo  il  fian- 
co; e cofialVincontro.battendolo  oue  bifogna  :  maffimamente s'egli  nel 
fuo  trottareymancafìe  di  furialo  di  mifura:ò  voleffe  fermar  fi  inaiiTÌ,  tem 
po.7S[el  che giouerà  nonpurla  voceye  quel  moto  di  labbraycon  chefifuol 
dare  animo  a?  Tolledì%  ma  l'aiuto  della  gambay  e  del  calcagno;  ilquale 
glifi  è  da  far  conofcere  a  poco  apocoy  dandoglielo  da  quella bandaychì 'è 
contra  alTorno  ;  equalche  fiata  ancora  >  acciohe  non  efca  da  la  piftay 
in  quelpuntoy  che  gli  derete  la  botta  dalla  parte  contrariargli  attende- 
rete l'altra  coni' altro  calcagno  y  e  quando  cere  affé  pure  di  -vacillare  y  il 
batterete  con  ambe  le  calcagna  egualmente  giunte  per  maggior  accor- 
gimentoye  càftigo.  llcheferuirà parimente  ogni  voltayche  vorrete  dar- 
gli maggior  velocita  y  ò  nel  circolo  y  ò  nel  gire  indiritto ,  ò  di  p  affo  y  ò  di 
trottoy  0  di  galoppo  ;ò  quando  vorrete  farlo  f alt  are  y  perche  foglion  mol 
ti  leuarfi  in  alto  pia  con  l'aiuto  delle  polpe  delle  gambe  y  ò  delle  calca- 
gne  y  che  con  ijpronate .  Giona  etiandio  la  Gamba  a  correggere  vn  Ca- 
q  uallo  y  che  giffe  continouamente  col  collo  rotto  y  cioè  pendenteyò  torto  in 
vna  banda  :  appoggiando  la  polpa  d'efia  nel  ventre  diluipreffo  le  cigne 
del  contrario  latoy  e  pungendolo  infieme  da  bora  in  hora  y  con  lo  jprone 
della  mede/ima  gambay  attentamente  .  Ma  fé  volete  con  maggior  for- 
*za  cojìringere  il  (aualloyche  venga  pronto  dalla  mano  y  ou'egli  tiene  il 
collo  duro-yVoi  girando  la  man  della  brigliaye  laperfona  y  vi  calerete  da 
quella  banda  con  lajpallaye  con  tutto  il  corpoyaccos~ìando  la  polpa  della, 
gamba  al  fuo  ventreyfermatoui  bene  in  su  lajlajfa  con  l'altro  piede  :e  col 
yifo  chino  mirando  fempre  a  l'occhio  fuo  y  lo  caualcarete  con  tal  con- 
trapefo  vn  buono fyatio  ;  ch'egli  casligato  di  ciò  >  rimirando  voiy  farà 

D     sformato  di  Inabilitare  il  collo  da  quella  parte  ;  òpur  vfate  il  mede  fimo 

contrapefoinogniTornoyche  co  fi  per  forya  verrà  aggiustato  .  Vfaftpa-  <..-«%  z 
rimente  l'aiuto  della  s~ìaffay  del  quale  può  dirfìquejìoy  ch'egli  è  più  j or-  fuo  aiuto. 
te  di  quel  della  polpa  l  epiupiaceuole  di  quel  dello  Jprone  :  E  quando  fi 
dà  fottola  jballay  ferue ad  aggiuftar  il  Cauallo  delle  parti  dinanzi: 
quando  fi  dà  nella  pancia  y  il  fa  gir  da  banda  *,  quando  fi  dà  nelle  parti  Voce  hu« 
di  dietro  yl'aggiufta  di  groppe .  Ma  fopra  tutti  gli  aiuti  yinogni  mo~  ™a.n*  *?* 
tOf  la  igocebumana  è  digrandiffima  import  an^ty  efficacia  al  genere  caria  àCa 
Caualtino;  D ella  qualcof a  non  folament e  gli  antichi  Scrittori  fantefli-  ualli. 

moniof 


3$o  DELL^fGLO^ia 

monh  cerne  Virgilio  >  che  in  vn  luogo  dice  >  con  gridi  effortarfi  ICaualli  £ 
frementiì&  in  vii  altro  yVolar  Eurialo  fui  (/inailo  con  plaufo,  e  fremi- 
to projpere.'.ole  ;  e  L:;canoy  col  grido  aiutar  fi  il  T>cfl  riero  quando  fi  cor- 
rene'  campi  Elei  .•  lafciamoflar  gli  altri  effempi  infiniti  de  gli  altri  Toe 
tiyche  farebbe  qr.ì  tedio  araccontare:manoi  mede  fimi  apertamente  veg 
giam  per  prouayche  tanto  per  dar' aiuto,  &  animo  ad  vn  Caualloy  quan- 
to per  dargli  caììigo,efp. mento ,  la  voce ,  più  ch'ogni  altro  atto-,  ciferue 
mirabilmente  :  &  èvn  rimedio  fingolare  a  diuertirlo  da  ogni  malpen- 
v    .    ,    fiero ,ch 'egli  teneffe,ò  di  buttar  calciyO  d'inalbo  rarfiyò  di  difenderfi.  Vo- 
fì    vfano  lendolo  dunque  inanimare yquando  fi  trottalo  galoppa ,  ò  maneggiai  I{e 
nel    dare  poloni;  fifogliono  dire  in  Italia  ta  paroley  Eia,eia  :  ò  ViayviayVia  su.     F 
animo  al  7^//^  Carriera ,  fi  può  affrettare  non  pur  con  efìe  y  ma  con  tutte  l'altre  , 
che  vengano  infanta  fi  a,  par che  fi  ano  con  brieue,&  vino  accento  .  7\(« 
Coruettiyìielle  Tofate,  e  nelle  volte  ,  ò  cheftanfcempie ,  ò  raddoppiate  , 
fuol'effet  effcacijfìmo  vn  certo  fuono  y  cbe  non  può  dinotar  fi  con  penna  > 
ma  con  la  bocca  fi  viene  a  fcocc  are, quando  fi  pone  la  punta  della  lingua, 
nel  me^o  del  palato,  &  1»  vn  tempo  fifcioglie .   Is^el  tenere  fi  porger 
animo  al  Cauallo  ,  per  furio  venir  più  fi e uro  ,  più  eleuato,  e  più  leg- 

f'iero  dinanzi)  e  di  dietro  :  con  dir  Flap,  hap;  ouerHepy  hepy  ouer  Hop, 
op  :  ilqaal  tuono  è  poco  differente  da  quel  che  in  Fiandra  vfano  iCar- 
rettie-riyche  follecitando  i  Qinalli  dicono  Lop  ,  lop  :  fi  come  dà  Fr  ance  fi  G 
Deuanydeuan;  da  Spagnuoli  Delanty  delant;da'Germani  Fluxyfluxy  per 
accento  di  folle  citareyfì  costuma  di  dire .  all'incontro  volendo  cafìigar 
in  ogni  difordine  yòfconfertoycb' egli  fiicefle  :  potrete  dire  con  altaygr 
afpra  voce  quelle  medefime parole,  che  adiratamente  traglihuominifo 
glion  dir  fi:  òpur  agiudicio  voslroyfecondo  Voce  afone  y  direte  quelkycbe 
più  vi  par  anno  atte  afpauentarloy&  a  correggerlo  del  fuo  fallo .  Toi 
vedendolo  vinto,  è  da  mutar  fi  il  tuono  in  piaceuoley  e  baffa  voce,  dicen- 
do Hoy  ho;  tante  volte}che  bajìino  ad  afficurarlouon  toccargli  su  l 'mar- 
catura del  collo  con  la  man  destra  y  ò  grattarlo  tra  i  criniy  ò  nel  garrese: 
checonquefìidue  modi  fi  accare^aycome  ben  dimostra  nella  Georgi-  ^ 
e  a  il  Toeta ,  dicendo  : 

Delle  lufinghe ,  e  delle  lodi  allhora  \ 
S'allegran  molto  ;  del  maeflro  amando 
Il  fuon  y  che  dolce  in  su  la  testa  applaude^ . 
Poppif-  Questo  da  Senofonte  è  nominato  VoppifmoyCfuando  firette  le  labbra  fi  fh 
mo  ,  che  con  la  bocca  un  certo  fuono  più  acutoycol  quale  i  Caualli  propriamente  fi 
fogliono  mitigare  icomouendo fi  all'incontro  col  fuono  chiamato  Clogmoy 
thefijk  col  palatole  con  la  gola  :  Benché  fé  co  quefio  vfajtfìmo  d'offerire 

alCa- 


l£  al  C  audio  le  cofegrateyele  contrarie  con  quell'altro  :  egli  facilmente 
imparerebbe  di  quietarfi  colClogmoy  &  incitarfi col  Toppifmo  :  Dimo- 
dOycbepuò  affermarfiyla  voce  far  quello  effettOy  che  dinotano  gli  altri  gè 
fìsche  l'accompagnano .  Certamente)  fi  come  ifoldati  quantunque  fuf- 
fero  fianchi ,  elafjìyfentendo  le  trombe,&  i  tamburi  infmno  allegro  y  e 
forte  ^ripigliano  animose gagliardia  ;  &  ognifairito  humanoper  melan- 
conico y  ch'egli  fi  a  y  parimente  riceue  confo  rto  :  e  contenterà  tale,  che 
rauuiua  le  membray  ogni  voltaychefenta  l'armonia  di  qualche  firumen-  * 

to  allegramente  fonato  :  &  all'incontro  fentendo  il  fuono  languido ,  e 
dolente  y  riceue  trifie^ay  e  di/piacere  >  che  indebolire }  e  rimette  il  cor- 

fe  pò.  1)ella  qualcofagiàmanifefla  proua  fi  vede  nel  magno  zsfleffan- 
droy  quando  Timotheo  iJHuficofonandoy  e  cantando  a  l'ufan%a  Frigia^ 
eglinonfìpitè  contenere y  che  dalle  viuandey  che  dauanti  teneay  non 
correffe  all'arme  con  gran  furore  :  ma  toflo  cangiato  il  fuono  a  l'ufan%a 
Doricay  egli piaceuolmente  acquetarfiy  ritornò  alla  menfa .  Cofi  a  pun- 
to i  Caualli  ancoray  per  effer  animali  di  fpirito  molto  acuto  ,  <&•  inten- 
dente y&  inclinati  già  (fecondo  "Plutarco)  ad  vbbidire  alla,  voce  hu- 
mana  i  qual' è  il  tuono  y  che  loro  fàccia  il  Caualiere ,  tal  effetto  riceuo- 
no  :  percioche  fi  come  dalla  bocca  dell'huomo  efce  (fecondo  la  fauola 
r  di  quel  Satiro)  il  caldo ,  e'I  freddo  ;  cofi  con  la  voce  fipofiono  fare  di- 
uerfi  effetti ,  ò  fgridando  y  ò  esortando  >  ò  carenando  .  Et  e  di  tanta 
virtù  la  voce  verfo  i  Caualli  y  che  non  li  confonde ,  lidifluona ,  ù  fcon- 
ferta ,  ne  gli  toglie  da  fé ,  negli  auuilifcey  ne  gli  accora ,  ne  gli  pone  in 
fuga  y  ne  gli  difpera  y  come  fogliono  fare  le  baronate ,  le  quali  benché 
pan  parimente  gioueuoli  in  molti  cafi;  purè  neceffarioy  che  fi  vfìna 
fin  atempoyeconpià  mifura ,  e  con  più  riguardi  :  efempre  richiedono 
al  fin  careygey  con  modiy  che  gli  facciati  conofcere  il  fuo  errore  efiere 
fiato  cagione  del  fuo  calìigo .  Ideile  parole  è  da  tener  fi  folamente  vn 
certo  tenore  >  che  l'afpre^a  delle  voci  crefca  yò  manchi  >  fecondo  y  che 

p  fi  vedrà  crefcerey  e  mancare  la  malitia  del  Cauallo  :  £t  effe  fole  few^a  le 
battiture  poffono  bengiouareyma  quefiefen%a  quelle  di  radoyo  pur  noni 
mai .  "Però  infieme  accompagnate  deuranna  vfayfiy  come  ben  cinfegna 
Homero  con  l'effempiovdutumedonteyilquale  bara  con  dolci  paroleyhor  Batnnn^ 
coti  minaccie  y  hor  conpercoffe  moderaua  i  Caualli  del  grande  ^Achille?  debbono 
€*l  famigliarne  dimoerà  Silio  approu-arelà  doue  parlando  d'uno  y  che  vfara'Ca 
canale  aita  vn Caual  d'^tuHriay  dice  :  ua^- 

Le  voci  mifie  con  le  buffe  aggiunte . 
E  certamente  quando  il  cauallo  haurà  r'icomyfciute  le  botte  detbaflone  in 
su  la  tefia ,  9 gli  fèroni  alfiancopfia  quanto  fi  voglia  Ramingo ,  e  di  imi 

cuori» 


Jg£  *D  E  L  l  sA    G  L  0  ^  7  ^£ 

.     cuoriyòe  folo  il  terrore  delle p (troie [ara  bacante  a  ridurlo  al  bette .  Ma  £ 
lo  o°vfo  nell'uf°  di  effi  jproni peccauano già  gli  anticbiyiquali  no  gli  danano  maiy 
'  fin  che  il  C audio  non  fufe  flato  intendente  di  tatti  gli  ordiniyonde  autte 
nia}cb'egli  lungamente  afficurato  con  l'aiuto  della  bacchetta-,  e  de  i  cai- 
cagni.piani  y  alnouo  fentire  delle  (pronate  diuenia  vitiofo  ;  e  quanto  più 
era  attempato  in  pò f  anta  y  e  robrfiexja  ypiùrejìaua  incorretto  tper^ 
che  come  sbigottito  per  le  nouelle  punture ,  e  confufo  della  volontà  del 
Caualiere-,{pejJo  and  ma  a  trauerfoy  ouer  a  falti,ò  trabea  calti  ;  con  tut- 
to >  che  lo  jpronajfero  dentro  l'acque y  acziocbe  baueffe  potuto  men  con- 
trattare :  £  parimente  horapeccano  que'  moderni-,  che  più  per  tempo , 
che  non  converrebbe,  gli  danno ,  quando  il  Tolledro  non  fi  troua  ancor    * 
atto,  ne  proportionato  atale  conof cimento:  d alche '  auuieneych' 'egli  rice- 
vendo fin  dal  principio  tanto  aiutoynon  può  dapoi  far  altro  accrefeimen^ 
tQycbefia  notabìUyin  -virtù .  Stimo  dunque  lodeuole  a  non  ajpett  are-di 
dargli  jproni  su  l'infegnare  della  Carrier ayquando  bifognerebbey  ch'egli 
primafapejfe  bene  riparare  ;ma  a  dargli  s'ultrottareyfubitOycb' egli  ba- 
ra ben  riconofàutii  Torniy  e  portata  la  briglia  per  qualche  conueneuole 
tempo;  perche  co  fi  verrà  meglio  a  fujferirgliy  &  ad  agginflarfi  contan 
tafemplìcità)&  vbbidien^aycbe  [emendo fi  infieme  gridale  pungereyfi 
accorgerà  di quello ,cbe dal padrone  gli  è  comandato  ;  efen%afdegnarft  - 
punto  l'effegiùrà  :  E  perii  primi  giorni  fi  potrebbono  adoperare  ghero- 
ni con  rotelliney  che  non  punge/fero ,  accioche  non  veniffe  il  Tolledro  per 
l'impatien^a  a  fare  alcun' atto  slrano:bifognandoychel'aiutOy  ò  castigo 
d'ejjì  jproniy  ilquale  (appreffo  a  quel  della  briglia ,  che  corregge  la  boc- 
caye  dijpone  il  collo)è  import antiffimoye principale ;fi a  conforme  a  quel- 
lo ,cbe  l'animale  potrà  foffrirejyauutofi  rifletto  al  pelo  •>&  al  fentimen- 
toych'egli  habbia.Ma  a  Cauallo  attempatoci  natura  Gioliuoy  ch'ejfendo 
yna  medefima  cofa  co'l  I^amingo^è  di peggior  cuorey  e  di  manco  animo-y 
e  quanto  più  fi  batte  di  Jproni ,  più  accora ,  e  men  camina  ;  fon  da  darfiy 
quando  fi  va  dipaffoper  laCittày  con  aiuto  di  voce  ye  di  puntione  y  met-  t* 
tendolo  a  maggior  furia  di  trotto  a  corpo  di  Cauallo: &  com'egli  rinfor- 
za i  pajjiyè  da  accarezzarci  con  la  mano:  ilqual  motiuo  fatto  fi  il  giorno 
più  fiate  nel  paffeggiare  y  fi  potrà  poi  andar  di  trotto  perla  campagna  y 
ponendolo  a  più  furi  a  di  galoppo  \  &  co  fi  diuenuto  fi  curo  >  &intenden- 
Caualli  te  deglifproniyfipotrà  effer citare  ne  i  torni .  Quelli  che  in  fentirfì  toc- 
Spronati ,  car  difproniybuttan  calci}efi  mettono  da  trauerfo ,  e  faltando  van  I{pn- 
c  lei"  co-  ZerKcomefì  dice)  con  animo  di  abbattere  il  Caualiereyfon  da  castigar" 
me  da  cor  fi  ferociffimamente  nel  far  de  i  Torni ,  con  per  coffa  d'un  bacchettone  in- 
reggerfi.  fid  l'orecchie ,  &  alle  braccia,  j  &  con  terrore  di  voce  irata  >  fin  cb'eifi 

renda 


<DEt    C*AV  Ji  LIO,    LJB.    V.  %%$ 

A  renda,ponendofiallapifla  :  Ma  le  Jpronatefon  da  darfi  àtempo  à  tem- 
po:efubito,  che  fi  yeggia  fatto  vbbidieate,fi  accarezzi .  L7ur  fé  alcuno 
inuecchiato  nella fua  malignità,fempre  p!tgn?.ffe;&  cognofceftefi  di  gra 
de  animo-)  tanto  farla  da  tr aitagli  cr fi  di  trotto,  ò  di  galoppo,  a  torni,  & 
4  repoloni  in  luoghi  per  lui  difuant  aggio  fi:  ch'egli  uenìffe  a  fidare  :  per- 
che la  pelle  del  Cauallo ,  quanto  più,  è  calda  e  faticata ,  meno  rifente  quel 
che  l'annoia  :  ma  effendo  uile ,  non  bifogneria  moleftarlo  tanto ,  che  per 
impotenza  abbandonandofi ,  diueniffe  pesilo  .  E  perche  a  ninno  errore,    A  error 
quantunque  minimo,  del  Cauallo  ,fi  dee  mai  confentire;fe  uoicorreggen  J?-!un<jj  i 
dolo  con  gli  jproni,  egli  fcuoteffe  l'orecchie  e  l  capo  Subitamente  in  quel  ^tt  accó- 
B  fa  medefima parte ,  doue  l'hauete punto ,  fon  da  raddoppiarli  le  [prona-  fentire  . 
te,  e  moltiplicar/i  in/ino  a  tanto,ch'ei  fopport  arido  le  botte  ,refìi fermo  di 
tefla .  S'egli  nel  caminare  leuafìe  un'orecchia  su ,  &  l'altra  calale  in  Errori  del 
giù,con  certi  motiui ,  chepare  hauer  qualche  mofca  dentro  à  quelle:  Jla-  come   da 
tefopra  di  uoi ,  che'lpiù  delle  uolte  penfa  di  furale una  ribalderia  peri-  caftigar— 
colo fa:Et  per  interrompere  ilfuo  malvagio  pen fiero, date  gli  incontanen  fi» 
te  due ,  ò  tre  botte  dijprone ,  dalla  banda  contraria  diquelVorecchia,che 
,  pia  muoue: atterrendolo  ancor  con  uoce  :  es'edifeguijìe  cotai  difordini, 
caligatelo  animof amente  con  baronate infra} 'orecchie ;  che  cofi  per  te- 
ma dell' efier  percolo  in  quel  membro  sì  principale  :  cangierà  quella  fu- 
perba  f uà  fant  afta.  Ma  quando  ciò  non  f ufi  e  per  malignità,  macheve- 
ramente  alcuna  mofeetta  il  morfìcafe:b  che  la  tejliera  gli  punge fe:ba 
Sìerà  con  lofprone  contrario  modefi amente f olle citarlo,&  rimediare  al 
fuo  bifogno.Et  accorgendomeli1  eglia  Hia  col  pen  fiero  di  far  qualche  me- 
lina con  Caualli,che  gli  fiano  da  lato  ;gaJligatelo,  b  con  noce  hor  renda; 
o  con  briglia  ad  ambe  le  barre ,  b  con  bacchetta  in  su  la  teHa ,  ò  con 
l'vno,o  con  l'altro /prone,  duplicando  le  botte  ,  fecondo  l'importanza: 
e  talvolta  con  le  botte corrifjìondentil'vna  ài' altra,  in  quefto  modoy 
che  s'egli  farà  l'errore  da  banda  manca ,  nói  fubito  ,  che  l'hauete  punto 
£  al  lato  deHro,  in  quello  iìlante ,  che  Iettate  lofprone ,  volete  dargHt al- 
tra botta  colfinislro  ;  la  qual fornita ,  gliene  darete  vn' altra  co'l  dirit- 
to: fi  che  battendo  à  modo  di  Mufica ,  l'vna  botta  inulti  l'altra  :  &  vna 
di  mt%o  effendo  in  quella  parte ,  dou'ei  difordina  -,  due  la  prima,  &  t  ul- 
timavano dalla  contraria: con  tal  mifura ,  &  corrifponden%a  moltipli^ 
candole,  quanto  conofeerete  richiedere  il  bifogno,  ilquale  ancor  vi  farà 
maeftro  à  faper  di  qual  banda  piìtfò  meno  il  debbiate  battere  :  riguar- 
dando l'incl'matione  ,\che  egli  tiene  più  da  luna  mano ,  che  dall'altra  t 
Tal  uolta  il  casligo  fi  dee  non  folo  dalla  parte  contraria,  ma  ancor  da 
Innate  dall' altra  in  un  mede  fimo  tempo  con  gli  jproni  giunti,  e  pari 

egualmente^ 


584  &Zll*ACLO\T*A 

egualmente  battendo  >  e  queflo  s*vfa  quando  il  (auallo  è  auuiato  alle  uoìg 
te  y  per  farlo  attondare .  T^è  mai  fard  da  batterfinel  fianco ,  mapreffo 
alle  cìgne  fempre  >  fé  non  quando  fi  uà  ad  attondar  la  volta  nel  maneg- 
gio :  che  attlmra  alquanto  più  dietro  di  quelle  bifogna  farlo  :  acciò  che 
con  tal  aiuto  egli  venga  à  rileuarfi  di  dietro  con  la  medefima  altera ,  e 
mìfuray  con  laqualefi  rileua  dinanzi  con  l'aiuto  della  briglia .  Che  già 
Affondar  mn  ^er  a^tra  cagtone  jei  yulgo  fi  dice  attondar  difproniquefio  atto  y 

che  sforma  mirabilmente  il  (auattò  a  venir  in  quattro}  e  far  la  volta  fu- 
rio  fa  alta  y  eguale  >  e  tonda; fé  non  perche  in  vno  iflante  egli  voltando  le 
fp  alle y fotte uà  lanche  <?  Efeperauuentura  il  (auallo  fuffe  tanto  leggie- 
ro j  efenfitiuOyche  battuto  da  vna  banda,fi  voltaffe  troppo  veloce  4  l'ai-  p 
tra  col  cotto  torto  ;b  fi  gìtt  affé  fuor  del  fegno;quel  foccorfo  ,  the  gli  fi  da- 
rà con  V attondare  dell'altro  jprone,ò  detta  gambayò  detta  fi  affa  >  e  talho- 
radett'vnoye  dell'altro  modo  ,  il  riterrà  da  quello  errore y  facendolo  tor- 
nar gìuflo  atta  fua  pifla .  1  quali  aiuti  alcuna  fiata  conuiene  dar  fi  nel 
principio  detta  voltayalcuna  nel  me^oyalcuna  al  chiudere:  ma  generala 
mente  dalla  parte  contrarla  della  volta  ;  cioè  y  che  volendo  voltarlo  da 
mandeflray  douete  aiutarlo  con  lo  (prone  finifirOy  e pofciaìn  vntempo 
attondar  con  l'altro  :  non  battendo  in  queflo  attondare  lo  (prone  àparo  > 
mavnpocopiu  à  dietro  dell' altro  yilq  itale  batte  vicino  atte  cigne:  Queflo 
ferrar  di  volta  conio  fprone  di  dietro  >  gìoua  mirabilmente  a'Cauattiy  & 
che  vengono  troppo  faldiye  quafi  duri  di  cotto  a  finir  la  volta  :  e  pero  co- 
me fi  fentono  pungere  dallo  fproneyacconfentendoy&  volgendofì  in  quel- 
la parteypiu  ageuolmente  vengono  ad  attundarla ,  1SQ  mancano  di  colo- 
royche  nel  cominciar  detta  volta  per  ine  aminar  il  C  auallo  y  l'accennano 
leggiermente  conio  fprone  di  dentro  :epoinel  me-^Oye  nel  fine fempre  il 
battono  con  quel  di  fuori .  Dé'quaidue  modi  fi  come  io  lodo  ilprìmoyco- 
ftnonbidfimo  il  fecondoeperche  ambiduefens^a  errore  fi  poffono  vfarey 
fecondo  y  che  il  bifogno  del  C  auallo  parrà  richiedere .  J^èlche  certamen- 
te è  tanta  la  diffidata  di  conofeere  ilfnofentimentOye  difapere  pigliar  il  j£ 
tempOye  più  y  e  meno  in  vna  >  v  in  vr^altr aparte  toccarlo ;che  nonpotenr-    ' 
do  fi  efprlmere  conparole}  con  la  pr  attica  fola  bifogna  apprender/i  .Tur 
fé  volete  moflrargli  y  che  battendolo  difproniy  egli  fi  ponga  il  muflacch 
fottOyìlche  al  combattere  molto  giouatvoi  quando  egli  nel  fermar  fi  il  tie 
ne  eleuato }  moleflatelo  à  tempo  con  lo  fprone  hor  defiro  >  horfìniHro }  e 
bora  giunti  ;  tenendofalda  la  mano  della  briglia  :  &  alcuna  fiata  nel 
medefimo tempo  conia  defir alo sformerete  fopr -a il  cotto  ad  abbaffarlo: 
&  fé  non  confenteyf atelo  far  (  tirando  la  briglia)  tre  paffi  in  dietro > 
€  poi  al  mede  fimo  luogo  tornar  fiati  piano  >  tanto  continuando  tal 

gaftig* 


B 


L  11    C    \AV\AllO    LIBTLÒ    V.  ^ 

?*  gafligo,ctieglinelfentir  lafpronata  chini  il  mufiaccio  verfo  tipetto;  e-r 
alihora  vedendofi  accarezzato,  venga  infomma  a  conofcere.il  voler  vo 
ftro:Efe  pur  fi  trouafie  duro;voi  quado  l'harete  moleftato  con  gli  favoni 
battetelo  ancor  con  la  punta  del  piede ;o  con  la  slaffa  nella  gr affollalo  nel 
fuo  gomitello  -,  &  iui  tenetela  alquanto  ferma  ,  che  cofiegli  per  mirar 
quello  ,  che  gli  da  noia ,  fi  abbaffe  rà  :  &  in  quel  punto  voi  allargando  il 
piede  :  gli  farete  carene  ;  llqualmodoèvtilijfimo  ancora  ad  vfarfi, 
quando  il  cavallo  è  duro  di  collo  da  ima  mano\b  atte  dolo  con  la  ft  affa  fot 
to  la  fp alla  di  quella  ifleffa  mano  .  Ma  veramente  ilgajligo  de  lofprone 
firajfomigliaala  virtù  del  fuoco ,  che  fuol  fare  diuerfì  effetti,  rendendo 
vna  materia  molle-,  vrì  altra  dura,  ;  perche  s'ejjigiouano  a  far  portare  la 
tefia  fiotto, giouano  altre  situando  fi  porta  troppo  bafiayà  rileuarla;  pun 
gendogli  a  tempo  il  ventre-,  efpeffo  toccandolo  nella  groppa  con  la  punta 
della  bacchetta,che  feenda  difopra  la  {palla  vojìr  a,  portando  più  alta,e 
più  leggiera  la  man  della  briglia:  per  poterlo  più  ageuolmente,&  ferina 
fuo  f degno  aitare  :  per  lo  qual' effetto  l'iUeff a  brìglia  pia  alta  fi  a  bene  a 
metter  frappimi  andò  largo,  e  couerto  di  tela  il  bisbocciale .  Parimente  Sproni 
gli  jproni  giouano  ad  abbo.fiarle  volte  alte,&  al^ar  le  bafie ^pungendo fi  Siouanoà 
/'/  cauallo  con  vno,ò  due  botte  da  la  banda  contraria  di  quella  voltaiche  ?  .  ar 
non  farà  Hata  ben  fatta:  .A  Ile  quai  botte  fi  potranno  far  corri/podere  al-  tc  y  g*  a  j_ 
tretante  con  l'altro /prone, tornando  inquello  islateà  darcele  pur  al  con-  nx  le  baf 
trarlo  lato,come  le  prime,quando  maggior  bi fogno  shaueffe  di  aggiuflar  ^e* 
lo  Nelle  quai  co  fé  chiaramente  fi  fcuopre  la  fomma  docilità  diquefìo  no 
bile  animale,che può  agguagli  wfi  ad  vn  fanciullo,  iiquale  p  timor  di  vn 
folgafìigofiafaldo,  e  tace ,  poi  (sa'l  maefiro piaccia)  fi  muoue,e  parla . 
Coft  ancor a}benche  laprincipal  qualità  de  gli  fpyoni  in  tanta  uarietà  di 
effetti  fia  di  far  e  aminare  il  Cauallo  innan^i,giouano  pur  a  gafiigarlo,no 
uolendofi  quietare,  fi  ch'egli  riconofeendo  V  err  or  fuo, fi  ponga  in  quattro 
cjrnonfimuoua  ;  fermatagli  dal  (fauallere  la  mano  a  tempo .  <S\€a 
qui  bifogna  in  verità  gran  temperanza,  che  gli  fi  faccia  conofeere  a 
poco  apoco ,  quando  congli  fproni  volete  camini,  &  quando  che  pari.; 
&  però  fin  ch'egli  haueffe  la  vera  cognizione  di  quefto ,  farebbe  meglio, 
che  inqueiprincipij  nel  parare  fi  aiutaffe  divocefolo  ,ferbando  l'vfo 
de  gli  fproni,  ò  della  bacchetta  perle  difcipline  malagevoli,  &  per  li 
bifogni  delgasligare  :  ò 'per  farlo  andare  liberamente .  Hor  s'egli  nell'o- 
perarefì  togliere  dal  trotto,torcendo  il  collo,voi  battetelo  con  uno /pro- 
ne da  quella  banda,  ou'epin  duro,  che  pressamente  aggiustato,  fi  porrà 
non  folo  in  e  fio ,  ma  inbel  pafieggio  ;  adatt  andò  fi  la  f ch'iena,  efeio- 
gliendo  le  braccia,  con  maggior  lena ,  &  con  quel  tuono,  che  fi  richiede. 

'BB  Ma" 


3S6  7)  E  L  L  a     C  L  0  \1  Jt 

Caualli  Mafe  tenendo  il  collo  eguale  da  ogni  manoy,vfciffe  dal  trotto  >  battetelo     ] 
come    fi  cóglijfironi  pariyiminimadolo  ancor  con:voce\7ion  consentendo  macche 
debbino    yada  alpafoper  la  campagnayacciocbe  Ivfo  venga  in  natura:,  eccetto 
diicipli--  qHan([0.  H  volete  per  la  Ginetta  :  che  allhora  douendo  il  Gìnetto  portar 
la  coda  qnafi '  immobile  ynon legata  come  il  (orfiereymafciolta;egli  tan- 
to più  ferma  Id  porterà.,  quanto meno  farà  battuto  ;,pemnonbifogneria 
dargli  fproni  per  lo  trottare  y  mafólo.  (<&  moderatamente  (  per  ad- 
drizzarlo  y  &aggiuflarlo.aìle_voltefcempieyeraddòppiatey  òper  dargli 
uelocità. della  carriera;  che  in  altri ".efìèr-citij  ilpafiopiugli  couieney  cbe'l 
gir  di  trotto  .  Efefìandbfermoyui  piaceteceli  egli  fi  faccia  da  un  de  lati 
&  u '.da  di  coflato  a  poco  apoco  sbattetelo  dal  contr.arioybor  co  la  polpa  F 
della  gamba,  horcon  la  fìaffayhor conio  fpronejjor  menoy&  horpiugra 
ueyaiutandolo  fempre conia giufle^a  della  briglia  :  &  comey,egliuna\: 
uolta  ni  ubbidì  fca y  accarezzatelo  fen?a  toccarlo  più  colcalcagno  :  che 
poi  [abito  y  che  fi fentirà  fermare  la  briglia  un  pocoye  toccarfi  aluentrej, 
fi  far  ad  a  laltroXato  quanto  vorrete:  &  in  tal  modo  s 'ingegnerai  di  gire 
anco  in  coruetti.Et  volendo  che  fi  faccia  da-latofblcon  lagroppayfén,ra' 
muouere  la  parte:dinanzJ,o/feruerete  ilmedefimo  ordine  ;v  oli  andò  però  > 
vnpoco  la  man  de  la  briglia  in  vno  ijìeffo  tempo  da  quella  banda  y,doue 
gliÀaretc.  lo  fproneyper fargli  girar  lanche ..  Quelli  castighi ouer*  aiuti 
gli  daranno  la  ueray<&  ottima  inteìlìgenya  ylaquale  fi  potrà,  con  la  ha- 
chettapiufermarefea  queltempoyche  fi  tocca  di  (prone yfi minac cierà  y, 
ohatteràxon  ejia  nel  fi  ancoro  nella  fjjalla  da  la  mede  fimo,  banda  contra- 
Bacdiet^l  rioyche  cofipofciafen^a  peroni  lo  intenderà  .  E  fé  la  bacchetta  conuie- 
ta  quanto-  ne  alCaualiereanciorquandb.il  fio  cauallo  è'bendifciplinato:folamente 
ne   vfare  per^unen^arla  mano  in  quelle  due  parti  y,  nelle  quali  combattendo,  èdi 
dal  caua-  mestieri  tener  lafpada:moltopiugli  è'neceflaria  nel  uolèrlo  addottrina- 
liere . .       re  y  non  altrimenti  >  che  la.  ferola  al  maeflro  co  'fùoij colar i  :  &fenr7A  : 
dubbio  ellamolto  vale,  non  fola,  afollècitareymaetiandio  a  togliere- 
dalCauallb  ogni  malpenfieroy  quand'oda  tempo,  fifa  vfàre  y&  è  molto  j£ 
propria  ad  alleggerirlo  ycofidduantiybattendb<  con:  efi'a  luna  y  e  l altra _ 
banda:  come  di  dietro  battendo  ifianchiye  talhor  le  groppe.  Ondèy  per- 
che nelprincipio  ella  naturalmente  è  fjjauenteuole  alTolledro^uoi  non 
fkreteycome  fan  molti  incfpertiy&  poco  auuedutiychecofinelles~talleyco: 
tne.nelle  campagne  non  attendono  ad altroyjche a  dar  bacchettate  ay  lor- 
Poliedri  \mave  ne feruirete  follmente  ne i  bifogniy&  in.  qualunque: 
tempo  ui fi  porgerà  y,trouandòni  sul.  cauallo  rpiàceuoltoente  Iharete  a  : 
prendere  y  fenica  furiay&prefelay4ccare'77arlò  ;  grattandogli  fbpra  il 
mlià)  tyreJfQ;algarrefercQnquel2QcQ  dì  &cchetarchevifarete:allh(iy 


7>EL    C  J£V  JtLLOy    L1B.    V.  3S7 

/£  ravfcire  dì  fiotto  pugno  deflroyche  la  vieneyacciò  ch'egli  fé  ne  venga  ad 
ajficurare  a  poco  apoco  JEt  fé  ui parrà  di  affienarlo  con  le  carezze  del 
la  man  fola  >y  uoiin  quél  tepo  prendendo  la  bacchetta  per  la  mittà,vela 
metterete  nella  finiflrafi  a  U  dito  grofioy&le  reddine-.che  co  fi  ri  reflerà 
ìa  man  dritta  libera  per  grattarlo>e  la  ^bacchetta  facileye  commoda  ari 
pigliarla}quando  farà  hifogno  di  adoperarla-^  focendoui parere  bendi 
Jboflo.yno  vi  diflurberà  di  c&fa diamo,  Qjtando >fi pàfteggiayu  quando  non 
volete  aiutar  ilcauallo  di  bacchetta  y  elio  con  la  p unta  su  verfo  la  vo- 
firajpalla  deftra,e  col  braccio  diflefo  al  baffo  yè  da  tener  fi  alta  fra  il  polli- 
carene  l'altre  ditaychenonjfian  clnufe-}  appoggiando  la  mano  sii  la  cofeia 

B  dejlra.y  0  poco  indietroifecondo  che  a  voi  più  commodo  ne  verrà  :  pofeia 
quando  vi  occorre  dijeruirueaeyvoi  tantoflo  chiudendo  il  pugno  y  la  po- 
trete calare  in  quella  banda  y  che  fa  di  hifogno.  >{e  i  maneggi  ella  fi  dee 
tenere  con  laijlejfa  man  deftray&  col  braccio  tot  alme  te  diflefo  ingiù>col 
pugno  verfò  la  cofeia  drittOyO  poco  più  dietro  ad  ejfoyfacendoy  che  la  bac 
ebetta  gli  fia  di  trauerfo  al  collo  iperhauerla  più  pronta  nelle  occafionij 
che  la  richiedonoymaffimamente  volendo  voltar  sii  la  àeìlra  mono. E  co 
m'egli  baurà prefaìa  voltadeHray  voipocoprima  the  incominciate  la 
ftnijlray  la  porrete  diHefa  alla  banda  deslr  allontano  circa  due  palmi  da 
l'occhio  de  la  briglia^  del  caualloilafciando  donanti  córrere  lafuapun- 
tay&  comefete  vicino  a  voler  prédere  l'altra  voltay  la  metterete  al  tra- 
uerfo  del  collo  nella  parte  finiflraycome  prima  ;&  co  fi  fecodolayolta  ca 
gierete  mano  alla  baccbetta;ileheè  molto  necejìario  difaper  farà  tépoy 
sì  perche  ilC  auallo  innanzi  tempo  fia  auuifato  di  quello  y  che  bara  da  fa- 
re y  e  fi  trouipiu  agile  ad  ogni  mano  yfen'zaeffer gli  dato  tempo  di  ma- 
chinare  qualche  maluagiafkntafia  ;  e  sì  perche  voi  ali  incontro  del  ne- 
mico fappiate  adoperare  lajpada  da  ogni  bandaytrouandouiberìb  abitua  "Bacchet- 
ta la  mano  à fermar  fi  doue  conuiene .  Certamente  il  primo  ye  proprio  luo  *p  'jf/116-^ 
go  della  bacchetta  è  diportarlafopra  il  collo  del  cauallo  ;efip  trottarla  pgrML 

jy  più  vicina  nell'occorenxaysì  per  la  commodità  del  braccio  del  Caualiere 
e  fi  per  efferquello  ilpiu  conueneuole  luogo  da  portar  lo  flocco  per  ribut 
tarpiuficuramente  il  ferir  del  nemico:  ma  è  dahauerfi  talriguardoyche 
fe'l  cauallo  è  molle  y  ò  men  duro  di  collo  da  vna  manoy  e  più  vi  fi  butta 
da  fé  mede  fimo  y  ò  più  vi pende  :  a  quella  banda  è  da  tener  fi  chinata  ef- 
.fa  bacchetta  più  b  meno  y  fecondo  il  bifogno ,  E  s'egli  è  già  eguale  da. 
latoyvoi  potrete  cangiarla  vna  volta  per  manoycon  effo  aiutandoloy  òga, 
Sfogandolo  fecondo  la  necefità  y  bordai 'una  >  borda  l'altra  parte  delle 
groppeyò  de'fiancbiyo  delle  jpalle  :  &  alla  fine  la  tornerete  fempre  apo- 
fare  in  vno  di  quei  luoghi)  che  fono  le  due  principali guardie  de  la  fra- 

BB    a        da 


zz$  \  <D  E  l  va   Giosia  I 

Catullo  àayVvna  per  parare ,  &  l'altra  per  ferire.  Ma  quando  accadeffe  dica-  ^  , 
«u  andò  fi  Rigarlo  nella  te  sìa  y  doue  egli  teme  le  botte  incredibilmente y  fi  concede 
re.6  ìlK"  a  portarlaypiu  ò  mentita  fuor  deldouereyonde  più  fàcile  venga  il  batte- 
re :effendo  import  an^a^he  fi  batta  a  tempore  chenonfipoffa  da  lui  febi 
uareiVotrebbefi  anco  maneggiareytenendo  la  bacchetta  alta  aguifa  che 
fi  tiene  la  lanciayq uando  fi  corre  àpugno  baffoyfenxa panere  in  cofciay  <&* 
egnifiataycbefof)e  puffo  alla  uoltayc alarla  da  quella  manoyoue  bifognaz 
e  data  la  vokaytomarla  al  primo  luo-go.Et  fe'l  Cauallo-  non  chiudefìe  la 
volta  beneye  nongiffe  a  ferrare  la  verapifity  fi  potrà  battere  nella  ^al- 
la contraria  della  voltay&  in  quella  fermar  la  bacchetta poìyfìn  che  fe- 
guendo  il  maneggio-yfi  cangi  mano. ,H  or -a  fra  gli  altri  aiuti  della  bacchet  & 
taynon  lafcierò  di  ricordareyche  fuoleymolte  fiate  effer  gioueuole  quel  fi- 
f ch'io  >  che  con  lo  fuinchiarefi  viene  àfh  re:  Intendendo  però-  ;  che  s'hab- 
Fifchf  del  |ga  a({  vjare  in  Qiualli  giouenirf uando  fi  adottrinano  >  perche  in  Caualli 
^  ammaestrati  mi  par  brutto  y  cheH  Caualiere  s'aunex^i  a  fare  quegli  atti 

che  fogliano-  i  (Cocchieri  con  le  loro  sferre Sfuo'l  venire  a  tal  vitia  queflo 
habitoyche  alcuni  trouandofiper  auuenturafenxubacchettaypur'ìmpen 
Jatamente  dimenano  la  manoy&  anco  il  bracchy  non  altrimenti  y  che  fé 
l'hauefferoye  forfè piuy  fi  come  altri  difauued ut amente  quando  manegì- 
gianoi  lor  Caualli  per  la  Città  y  non  fi  poffono  aftenere  di- far  tutti  quelli 
medefimi mouiraentiycbe  fogliano fhre;quando  ammaeflrano in  campa- 
gnaùlche  difeonuiene  oltra  mifuraydouendofi  in  tutte  le  attionìhauer  ri 
guardo  al  luagoyal tempo >e-r  alla perfcna.<Auuertite  dunque  di  fhr1  ogni 
cofa  aggratiatamenteye  co  bel  garbo yno  mouendo  membro  veruno  della 
perfonafuor  di prapofito:&  ogni  uolta  che  vogliate feruirui  dela  bacchet 
ta fittelo  ataltempoy&  con  tal  de5ìre%jayche  fodisfb celate  non  folo  al 
voler  voHrOytna  all'animo  ancora  de'  circostanti.  Et  volendo-yihe'l  co- 
ualloycon  l'vfo  de  la  bacchetta  y  non  folo  intenda  la  briglia^  fi fàccia  in 
dietroyma  che  vada  fofrefo  fenya  sformar  la  manoyfarà  gioueuole  gran- 
demente yfefermato-y  che  voil'habbiate  y  tirando  con  la  man  falda  y  più  # 
òmeno  la  briglia y  fecondo  la  durre^ay  eh' è  nella  bocca,  gli  darete 
pian  piano  su  l' marcatura  del  colio  con  la  bacchettaycofì  per  vn  pezgo 
folle  citandolo  .  £  s'egli  non  fi  muoueyo  fi difende  pungetelo  a  tempo  hor 
con  l'vno y  hor  con  l'altro  fyrone  da  quella  parte  più  y  doue  gira  p'm 
P  anche  y  accio  vada  giusto .  jinyiy  febifognay  vn'huomoapiede  con. 
la  bacchetta  nelle  ginocchia  y  o  nelle  braccia  y  e  di  rado  nel  muflace  io  ;  e 
qualche  fiata  minaccilo  fen%a  battere  y  e  fé  ciò  non  ba$~lafiey  fate 
ch'egli  prendendolo  per  la  guardia  de  la  briglia  y  lo  sfohi  a  dietro  ;  e  ri- 
tirando almen'yn  braccio  >  fermateui  vn  poco  piaceuolmente  aceare^ 

^andofoi 


<D  IL    CAVALLO)   LIB.  VI.  3$$ 

\4,  ^andolo;poi  tornate  a  fare  il  fimile,  tirandogli  fol  la  briglidycfc  egli  per 
la  dottrina,  e  per  le  carexge  ritenute)  con  ambe  le  braccia  fi  farà  in  die- 
tro potendo  anco  ofieruare,  che  toccandolo  con  la  mità  della  bacchetta 
fopra,il  collo,gli  parliate  con  tuono  bafìo ,  quanto  egli  fi  pofìa  intendere.    CaualTa 
dicendogli  quel  che  da  lui  defideriatc,  che  aqueflifegni  accorto  fi  dea-  &  iniéda 
uallo ,  fenia  dubbio  fi  renderà  in  breue  gi.iflo,facile,&  leggiero.  Tana  dell'huo- 
forfè  ridicola  coj'a  ad  alcun  lettore  ,  che  vn  calmilo  h abbia  ad  intendere  m  o . 
il  parlare  d'vn'huomo,  &  ubbidirlo;  ma  oltre  che  fi  vede  in  effetto,  che 
pur  riefce,Veraméte  ella  è  cofit  approvata  da  mokìfcTÌttOTt,^  V^&T*- 
v.iffriìiide"  quali  come  che  io  ne'  four  ani  libri  h  abbia  già  recitate  parec- 

*  chie  fentenize,e  diuerfi  effempiynon  mi  rimarrò  tuttauia  di  addiirquì  in 

tejlimonio  il  grande  Homero,  ilquale  induce  Hettore  parlare  a?  fuoi  ct-^PTettore  a 
ualliyin que/io  modo. Hor sii diuino  Xanto,diuino  cPodagrO)diuino  Etone,  'u°l.  ca" 
diuino  Lampo, rendetemi  bora  il  guiderdone per l'ornamento, per  lo  man 
giare,eperlo  bere,cbe  Andromaca  mia  conforte  cortefemente  v'ha  da- 
to; ella  con  dilicatijfinio  pane  v ha  ingranati; ella  quante  volte  bifogna 
gliene  parea,v' ha  mefcolato  delvino;ella  con  diligenti ffìma  cura  vi  ha 
pafeiuti  ;  hauendo  inpen fiero  prima  il  gouemo  voHro  ,  che  il  mio,  che 
le  fono  marito  .  Hor  su  dunque  folle  citate  ai  bora  animofamente ,  per 
~  arriuare  lS(eftore,e  Diomede:  acciò  che  io  pofia  leuare  a  TS^eslore  quel- 
lo feudo,  di  cui  ne  corre  la  fama  infino  al  cielo ,  per  effere  tutto  d'oro 
di  fuori)  e  dentro;  <&■  a  Diomede  quell eccellente  corata,  che  Falca- 
no mede/imo  ha  fabbricata:  Quejii  due  s'io  prenderòyfoa  certo,che  .tnt-  - 
tigli  altri  Greci  quesla  notte  fé  ne  monteranno  sbigottiti  alle  nani.  Coft 
cantaua  il  Principe  de*  Toetijcertamente  non  per  altro  miflero,che  per 
dinotare  Vaiato  de  le  parole  efìer  molto  gioueuole  con  Caualli  ;  come  di 
foprabo  ragionato;  però  non  manchi  di  auualerfene  il  Qiualiere  in  quel 
tempo ,  e*r  in  quel  modo,  che  pili  opportuno  giudicherà ,  &  ogni  volta, 
che'l  fuo  (fauallo  non gifie fermo  di  tesia,an^i  cacciaffe  il  mujìaccio  in 

D  fuori)0  altO)0  baffo  verfo  ilpetto,non  manchi  dintuonJrgli  con  voce  hor         * 
ribile  gli  orecchi)  traquelli  dandogli  infamemente  vna  gran  barona- 
ta con  la  bacchetta,oltra  ilgasligo  de  la  briglia,accompagnato  nel  me- 
defimo  i/i  ante  :  né  ceffi  di  battere,  e  di fgridare ,  fin  ch'egli  dura  nella     <.        - 
fua perfidia  .  Tofcia  vedendolo  in  parte  vinto ,  maneggilo  vn  poco  qlI(idone 
fopra  il  trotto  ,&  sul  galoppo ,  che  non  efea  molto  dalla  fua  lena.  &  ce/Tarij  a 
alla  fine  fermando  fi  con  carc7^a,lafciloflar  conia  buona  bocca.  t^lAa  £^1, 
s'egli  nel  vedere  d'ella  bacchetta  ,  riceuere  delle  percojfe ,  pur'osli-  bacchet— 
natamente  mouefìe  il  capo:  aggiungali  ilgaftigode  gli  (proni  dell' vna ,  tx , 
ò  de  l'altra  banda ,  0  pur  quando  egli  and  afte  torto  di  collo  da 

TB     ^  vna 


v      }go  D  E  L  L  jt     G  L  0  B^l  jt 

\na  banda,fe  non  vuol  e  affogarla  con  lo (prone,  faccialo  pure,con  ta  bac  £ 
cljetta,battendolo  nel  fi anco , onci  ventre  preffo  le  cigne,dala  contraria 
\parte  :  e  fé  bifogno  parefie ,  non  retti  anco  di,  batterlo  fra  l' orecchie  ga- 
^        gliardamente  :  'Ter  che  in  ninno  luogo  fi  temono  pia  le  baronate  del  ca- 
uallo  ,  che  in  su,  la  tetta  dùue  ricono  fante  ch'egli  habbia  tre ,  òquattra 
botte,  poifolo  in  vdir  la  voce,p.d  infentirfi  punto,  a  tempo  d'vnfolojpro- 
ne,mirabilmente  farà  corretto:  ls(e  dubitatele  caligandolo  di  bacchet- 
talo vediate  allhora  in  maggior  difordine ,  che  totto  fi  verrà  a  trouar 
e  ofertato~di  gentil  garbo  inematgityf erravi  mè*fi2?'jL  $*l  cafHgo\ft  che 
Cauallo .  p0[  Uq  g\i f arane  ce fiario  altriment i.Ma  fé per  auuentur  acquando  ricette 
DennYchl^z  batton.ata,o per  fua  naturale  malignità  s'  impénajfe,bifognafubito  in  & 
CaiHgofeY^  tépk^h'eififo(pende,dargligran  bacchettate  aguifadi  man.dirit- 
gli  debba,  tofra  le  bracci.a,e  le  ginocchia;  che  cofi piegandole, mai  non  oferàpiudi 
condurfi a  quello  errore:  Eiquando  il  cauallo  fufiefolito  di  commettere 
tal  difordine fl>efievolte,faràbene  innaniri  tempo  batterlo  vna  fiata  fra 
le  bracciale  poi  per  maggior  ficure7^a  portargli  calata  innan-ria  quelle 
la  bacchetta,che  vada  lunga  infino,  a  terra;  acciò  che  da  ambiane  quefit. 
atti  accortole  Jpauentato,non  ardifea  più  di  tentare  cot al  difordine.  Mot 
ti  perfuadédofì,che'l  e  afiigo  del  baflone  ré  da  timido  il  cauallo,e  gli  tolga 
l'ardir  e, rio  molto  il  lodano,ma  s'ingannano,  perche  quldo  in  quell'i fian 
Bacchetta  te  cbefa  Hdifordine,è  corretto,  dal  caualiere,neceffariamétefi  viene  per 
cau  al  lo  ti  IjqRovfoyad  accorgerebbe  la  fua  malignità  ne  fu  cagione;  e  doperete  - 
m  ido  a   rientra  fi,  vede  chiaro  uh'egli  dopò  tal  cattigo,grandemente fi  guarda  da 
Q0'  quel  fuo:  vitio. .  Ben  farebbe  vn  grande  errore, ch'egli  fi  hattonafiefenra 

commettere  fallo  alcuno'»  che  allhora  fi trotterebbe  conf ufo, non  f apendo 
penfar  la  caufa  \  onde poi fempre,che  vedeffe  il  battone,  o  la  bacchetta 
■verrebbe,  a dittornar fi.  Terò  bifogna  molto dihauergiudicio intai ca- 
ttici non  potendofi  far  peggio  x  che  battere  vn  Qauallo,  maffimamente 
nel  uifo  y  o  nella  tetta,  quando  e'  uà  bene  _  TSlel  qual  cafo  è  di  mettieri 
poi,chefi  ufi  arte  da  raffigurarlo,,  che  non  ttia  co  fi  difànimato;,  con.  far-  j% 
gli  conofeere,.  come  uoiuolete ,.  ch'egli  nontema  di  cofa  alcuna  ;  fuor 
che  qnalhora,per fuo  difetto  è  cafligato  ..TS^e  meno  giudiciofa,  e  pratti^ 
cadeurà  e  fiere  la  per  fona  di  cui  vogliate  feruirui  a  piede  all'incontro! 
del  cauallo  con  bafione;  bifognando,ckefappia  à  tempo  battere,e  minac 
dare,  &  aiutare;  fchiuando gli.occhi (quanto  èpoffibile)  e'I  mattacela 
come  più  uolte  s'è  ricordato  ►  Sperche  rari  fon  coloro,  che  in  ciò  tenga- 
no quella  mifura,  <&  or  dine, che  conuiene\non  è  da  far  fi  fé  non  in  una  e- 
firemaneceffiià ,  quando  il  Cauallo  per  lungo  ufo  haggiaprefo  habito  di 
$irar  uia  di  bocca  y  o  di  non  uolerfi  uoltare  a  tépoie  molto  maggiormen^ 

te 


. 


Lll    CATULLO,   US.    V.  39t 

#  te,quando  egli  haueffe  prefo  coslume  di  buttarci  in  terra. ,  e  corcarfi,  o  dì 
far  altre  tali  vigliaccherie  ;  che  aUbora  f ubito  ch'egli  appreffa  ai  luogo 
done  il  fuol fàre,ò [libito  chefìfcorge  in  lui  tal  fantafia,  deurà  vno  a  pie- 
de co  bombii  guardo  miradolo  [empre  in  fàccia,  minacciarlo  di  baflone 
con  gridi  altiffimi,  tacendo  intanto  il  (aualiere,cbe gli ftà  fopra; [ema 
far  motiuo  alamoffe  non  che'l  faccia  dapoi  trottar  ne  i  torninone  pur  fìa-  ^  ^  *  ft 
no  alcuni  hiiomini,  che  nel  bifogno  facciano  il  [ornigli  ante  ,  che  coft  con  ga  [n  tet^m 
paura  [ara  corretto  .  Ma  s'egli  pur fi  ponejfe  interra,  ini  [orlatamente  ra. 
al  [ito  difretto  il  fa  rete  per  alquanto  fratto  tenere,  caftigadolo  crudelmen  g 

te  con  voci,  e  con  per  coffe  in  fra  V  orecchie  ,  e  douunque  meglio  fi  può . 

B  tdfitfgfél  bi[ogno  aslrignefie,  [aria  pur  benebbe  nella  punta  d'un  baflon 
lungo  legato  vn  fàfcio  dipaglia ,  ò  di  [loppa  acce[o  ,  [ubito  che'l  cauallo 
facefie  [egno  di  corcarfi,  o  che  fi  corcaffe,  gli  fi  ponejfe  di  [otto  il  mu[o  un 
poco  appr,-ef[o  :  ch'egli  non  [olo  prenderebbe  frauento  di  quella  fiamma, 
che  fi  vede  dinanzi  agli  oc  chiama  [entirebbe  gran  noia ,  e  del  fumo  ;  che 
gli  entra  per  le  nafcbe,  e  delfaoco,  che  gli  cuoce  il  muflaccio  .  llqual  ca- 
ftigo  fi  potrebbe  anco  fare  a  CaualB^eflio  ,  bor  nelle  gambe  ,  horne  i  gar- 
retti, borfra  le  co[cie,e [otto  teflicoli;tent at ■  amente però,quanto  baflajfe 
a  dar  terrore,[en^a  offendere .  E  nel  vitio  di  corcarfi,non  men,  che' If ito 
co  puògiouar  V acqua [uriofzmente  buttatagli  nell'or  e  cchìe-fo [cbi^gata- 
gli  contragli  occhi  (il  che  pur  gioua  a  Cauallo,che  pecchi  di  credenza  ; 
fàcédofi  all'occhio  dellaparte  contraria  d'efia)  perche  da  quefii  animali 
fi  fattamente  fi  teme  di  ejfer  tocchi  d'acqua  nella  testa ,  che  per  vn  ca- 
uallo, ilquale  alpajfar  de' fiumi  vi  fi  foglia  corcar  dentro ,  none  meglio 
rimedio  (oltre  al  cafligo  de  le  bajlonate ,  de  lofrrone ,  e  della  voce)  che 
di  fargli  due,e  tre  volte  a  fuo  mal  difretto  attuffar  il  capo  entro  l'acqua, 
fin' all'orecchie,  ajfine,cbe  fr  attentato,  mai  più  noi  faccia  :  Ma  [e'I  uitio 
è  leggiero,  ogni  volta ,  che  voigli[arete  cono[cere  la  cagione  de  gli  altri 
più  ordinari  e  aflighi,  che  gli  darete,  fiate  ficuro,  che  facilmente  Ibare- 

P  te  conforme  al  voler  voslro  \  e  [e  pur  il  vede fie  nel  princìpio  renitente, 
non  vi  di[animiate,perche  con  la  continoua  diligenza  il  vìncerete,auuer 
tendo  [empre,  che  nel  cafiigaredue  conditioni  fonnecef[arie,l'  una,  che  fi  . 
faccia  contempo ,  e  con  mifiura  -,  l'altra ,  che  [ubito ,  che  fi  veggiail  ca- 
ligo hauergio nato, [eguano  le  care^^e  :  affine,  che  da  i  due  contrari  il 
Cauallo ,  eh' è  animale  di grandiffimoj enfio  ,  e  di  mirabile  intelligenza, 
venga  aconofeere  il  [uo  migliore  :  Come  bellamente  Telatone  mofira  re  ddp,. 
(benché  con  profondo  mifierio  ciò  fi  narri)  cbe'l  carrettiere  de  l'anima  ruma. 
uolendo  cafiigarel'un  Cauallo  difubbidiente ,  &  opinato  ilquale  [ubito 
che  s'è  moj[o,inchina  a  terra:  tira  le  redine  affai  più  forte:  &  rifirìngen- 

BB    4         doli 


§pi  D  E  L  l  j£     Cj  L  0  1^1  J[ 

doli)  fu  fanguinofa  la  brutta  lingua  y  eie  maf celle  ;  e  con  gran  pena  gli  £ 
fu  piegare  le  gambe^  e  la  groppa  indietro;  ilchc  fiefi e  volte  patendo  il 
rio  Des~ìrieroya\\a  perfine  manca  di  parjftre  y  e  mansuetamente  vbbi- 
difce  aUaprouidenra  del  fuo  Rettore  y  tremandone  per  paura .  Hor  mi- 
eioueuo-"  rate  TAmt0  giovevole  fia  il  caHigoy  mcffimamente  quando  è  terribile ■> 
ièVil  ci-  che  finente  s'è  vìHo  alcun  Caualiere  yilquale  i. fu  alti  ente  correndo  vn 
ualio.         Camallo  dipeffima  bocca  per  la  dislcfa  campagna y  l'ha  tanto  battuto  in 
continua  cor  fi  con  li  (proni ,  e  con  baftcni)  volendo  qua.fi  ammazzarlo 
%  per  la  fina  malignità)  ch'egli  alfine  mancando  di  lena  y  e  venuto  da  fi  A 

fcrmarfi :  il  dì  Tegnente  correndolo  nella  giuìla  carriera  y  hauerlo  con  un 
poco  tirar  la  briglia  fàcilmente  fermato  .  Ts[on  lodo  già  che  questo  s'ufi  F 
communemente y  ma  filo  per  qualclye  eflremaneceffìtà  :  perche  oltre  , 
the  l' 'animale  fuol  difìeccarfi  con  pericolo  grande  della  fua  vita  ;  non 
fempre  riefee  bene  :  douendofi  ad  alcuni  Caualli  di  milafkntafìa  con  mi 
glior  artificio  fhr  intendere  la  cagione  vera  del  fuo  castigo.  Lodo  ben  io 
per  regola  ordinaria)  che  ogni  fiata  y  che  harete  caligato  il  Cauallo  di 
alcun  vitiO)àebbi'te  caualcarlo  la  mattina  feguente  ;  perche  lafrefca-* 
memoria  del  cafligo  fi  troueràfinfibUe  y  e  più  pronto  ad  vbbidire.  Hora 
hauendo  de  l'ufi  de  la  Bacchetta  parlato  affai)  effiefio  accadendo  di  non 
¥an°     "  portarla:  e  da  faperft  chela  man  deflra  allhorafi  dee  tenere  quafi  aper 
fi  dee  te-  ta  nell'arcione)  pofando  su  l'orto  il  pollic are  ;  fi  vi  trottate  à paleggiare 
net  fenza  auer  tenerla  in  sa  la  cofeia .  Ma  volendo  correre^  maneggiareyfarebbe 
la  bac-     yitÌQ  in  taj  modi  portarla  ;  douendofi  con  efia  pigliar  per  lo  melale  re- 
dine pendenti)  e  con  quelle  tenerla  chiufalà  doue  fuole  slare  y&  ado- 
prarficon  la  bacchetta. Senofonte  diccyefiler  bellifjìmo  a  vedere  il  Caua- 
liere >  quando  porta  il  braccio  piegato  allato:  oltre y  che  da  quello  ap- 
poggio fi  rie  e  ne  più  forra)  e  robuflex^a:  Ma  quefto  modo  è  da  intender jì 
filamentenel  palfeggiare  ;ficomehoggidi  molto  l'ufano  gli  Spagnuoli 
Mano  del  quando  per  la  città  cavalcano  alla  Ginetta  .  La  mano  de  la  brigliaychia- 
la  briglia  ra  cofa  èyche  per  la  feiar  franca  la  deflra  per  la  lanciayeperlafpada  :è  n 
perche  è  da  finisìra  >  nella  quale  confluendo  tutto  il  gouernO)  Infogna  faper 
la  «mitra  con  e^a  -vaTiaYe  \  moì:l  a  tempo  y  &  vfar'a  tempo  la  fermezza  y  e  tem- 
peramento, che  fi  conuiene  )  &  è  da  portar  fi  in  vno  diquefli  modi)0  baf- 
fa  vicino  algarrefe  (opra  il  fregio  de  la  conerta  >  6  alquanto  più  di  fi- 
pra  verfo  il  mezzo  de  lardone  y  òpiù  alta  nell'orlo  fuo  ,*  e  rade  volt(L*> 
più  eleuat  a:  Il  primo  è  per  correggere  quel  y  che  f uff  e  malagevole  a 
venir  fitto  ;  il  fecondo  per  mantenerlo  >  fin  >  ch'egli  fia  ben  afiuefntto 
in  quella  virtù  ;  il  terrò  per  adoprarlo  y  o  per  moslrarlo  y  &  è  propria- 
mente quel  modoyche  conuiene  a  Cauallo  totalmente fermo^  affiatr*- 

to 


'DEL    C*AV  J[  ILO,    l  I  B.    V.  $93 

~jl  to  nella  fiua  bontà,o  pur  di  firn  natura  inchinato  a  portar  la  tefla  nel  [no    pauajja 
debito  luogo  \  ilqualC audio  chiamato  Ombriano  ;  qnafi,che  fempre  mi-  Ombria- 
ri  l'ombra  fua  col  vifio  chino  ;volgar  méte  per  corrotto  vocabolo  Moria-  no  ò  mo- 
'no.Oiiefii  ver  amente  fono  gli  v  fi  più  approuati  a"  tempinoftri  con  ragio  j*iaP°  I11* 
ni  info  Hibili,&  elùdenti:  perche  tenendo/i  la  mano  fiotto  l'aryion  e,  ella 
volendo  con  lungo  vfo  cercare  difottoporre  il  capo  de  l' animale, viene  a 
fopportare  minor  trauaglio ,  che  quando  fen^a  appoggio  fi  ritrouafifie;  e'I 
Ca  uallo  fé  ne  vien  meglio  a  fermar  di  tefla.  Tenendo/}  a  mei^aria,  il  con 
ferua  nelV  efifier  fiuo\poi  con  la  mano  più  libera  affai  meglio  fi  può  atteg- 
giare ,  l  a  qual  mano  tuttaui  a  non  de  ara  tanto  efiìereleuata,  che  in  vn 

B  bifogno  nonpoffa  aitare,  ò  correggere  il  Qzuallo  .  rHon  refterò  dunque 
dì  auuertire  ,  che'l  primo  modo  fi  come  ègioueuole  àCaualli,  che  di  cor- 
rettane di  mano  han  bifogno;  co  fi  potrebbe  effer  dannofo  a  quelli ,  che  fi 
rinculano ,  0  che  s'inalberano  ;  <£  quali  fi  dee  portare  la  man  de  la  bri- 
glia piìi  dificiolta,per  maggior  fi  e  urta  del  Caualiere  ,  e  per  if chinar  e  co"  i 
contrari  moti  sì  fatti  vitij .  filtri  la  portano  innanzi  verfo  il  collo  :  al-  Mano  del 
tri  tanto  alta ,  che  giunge  a  loJìomaco:chi  incontro  a  l'arcione,e  chi  più  l^ 
fuori  è  chi  pia  dentro  :  ma  non  in  og  ni  tempo-,  ne  con  ogni  Cauallofon  da  porcarfì . 
vfarft cotalimodi ;  bisognandoti  Caualiere  hauer buon  difeorfo  ;  che 
fie'lCauallovàdi  natura  col  capo  [otto,  conuiene  (fecondo  l'ordine  del 
mede  fimo  Senofionte,e  fecondo  la  naturale  ragione)  portar  le  redine  con 
la  mano  più  alta  ;  s'egli  va  col  collo  diflefo  innanzi  ,fion  da  portar  fi  con 
mano  baffia-.perche  coft  più  aggeuolmente  fi  raccorranno,e  la  viftafara 
più  vaga,  e  più  leggiadra  :  £  chi  non  giudicherebbe  effer  gran  diford  ine 
aj.  or  are  la  mano  baffi  a  a  Caualli  Reflij ,  0  inalboranti ,  0  tardi  al  corfio 
e  ch'in  ti  a  terra  ?  e  da  l'altro  canto  portarla  alta ,  0  troppo  innanzi  ,  0 
tre  f pò  fi.  iolta,a'  caualli  vani,inquieti,  Gar-^eri,e  Contegni?  Già  il  por- 
tare de  la  man' alta  fi  vfia  nelle  parti  de  la  T^timidia,  &  in  tutte  l'altre 
de  l'africa  a  me  cognite,  oue  caualcano  corto  con  felle  piane  buttati  in 

£  dietro  \e  i  loro  Caualli  fono  fcapoli,  '&  auue^i  alla  libertà ,  e  con  certo 
tenor  di  lanciagli  voltano,e  fermano;  &  volendo  loro  darfiorya,e  lena, 
da  i  due  anni  mettono  loro  addofifio  in  luogo  di  Bardella,  vn  facco  pieno 
d'arena  trapunto  con  lana  di  fiotto  a  guifia  di  pannello  •■>  e  co  fi  gli  fknno 
ftare  vnaparte  del  dì;  &6gni giorno  poi  lor  accreficonpefo,  fin  che  pa- 
iano potere  portare  vn'huomo  armato  :  e  tutto  il  lor  fondamento  è 
di  correre  continouamente,&  velocififimì,  e  di  uoltaye  alla  larga  non  di 
maneggiare  flretto,ne  d'efier  habili  a  combattere  a  corpo  a  corpo ,  doue 
confi file  la  veradificiplina  de  la  militare  Caualeria  :  z^llaqnal  noi  do- 
uendo  attendere }  molte  ragioni  trouiamo,  chela  briglia  non  dee  por- 

tarfiì 


594  T>  E  t  L  ^€    G  L  0  1^1  U 

tarficon  mano  fofpefay&  alta  sì\  perche  fiancando fi il  braccio  >nonpo~  g 
trebbono  al  tenere  maffimamete  di  Camalli  ajpri  e  duri  di  bocca  far  quel 
la  for^ayche  bifognajfe  :  sì  perche  nel  combattere  ne  potrebbono  di  Leg- 
gieri efìer  tagliatele  redine  :  e perderiauo  la  commodità  nonfolo  de  la 
maggior  difefa}  che  s'hà  nel  pugnare  a  Caualby  ma  anco  di  offendere  il 
nemicoyche  ne  Jleffe  da  man  finifirayoue  stariamo  à  lui  fempre  [coperti)  e 
perduto  il  temon  de  la  briglia ,  ancor  [oggetti .  E  sì  perche  il  Cauallo 
pigliando  tuttauia  libertà)  e  furandoci  la  mano  a  poco  a  pocoyfaria  diffi- 
cile à farcelo  ubbidiente  3  òpur  a  durar  lungamente  in  fuggettione  ;  e 
non  harebbe  vn  fegno  fermo  >  doue  appoggiaffe  la  boccafua  :  non  poten- 
do ef[er  di  manco,  che  la  mano  alta  non  vada  del  continolo  vacillando  :  F 
onde  farebbe  impoffibile  à  maneggiar  fi  mai  con  mifura  :  E  sì  perche  il 
Caualiere  non  anderebbe  co  fi  giujloyvnito,e  ftretto;ne  farebbe  co/i  bel  uè- 
dere  :  come  nell  altra  mediocre  manierayche  s'è  moslrata.^AmmaeHrifi 
dunque  il  cauallo  da  principio  con  quella  buona  dottrina  y  che  fi  conuie- 
ncy  che  dapoiy  che  fi  è  fermato  ;  ò aitalo  bafia ,  che  fi  portila  mano  de  la 
briglia;ò  fé  ben  le  redine  fi  port  afferò  con  lafiniHray  òpur  co'  denti  (per 
dir  co  fi)  fempre  virijponderà  diurnamente .  E  quando  fi  debba  dare-** 
pia  libertà  di  mano ,  e  quando  meno ,  fi  lafcia  algiudicio  del  (faualie- 
re  y  il  quale  vf andò  fecondo  il  bifogno  tutte  quelle  confiderationi  >  che  fi 
conuengono ,  maffimamente  intorno  à  l' inclinatione  del  fuo  Caualloyfh-  & 
cilmente  il  ridurrà  a  la  defiderata  perfettione .  Ma  qualunque  de'  mo- 
di s'ufiy  è  d'auuertirfi  di  tener  fempre  fra  le  due  redine  il  deto  picciolo  > 
detto  ^Luriculare  ;  fi  che  il  monte  di  Venere  con  quella  parte  della  Li- 
ne a  Vitakyclìè  preffo  la  giuntura  della  manoyfia  verfo  l'arcione  col  dito 
ToRicare  sàie  due  redine  girato  alla  banda  deHra .  Squanto  pia  volte- 
rete il  pugno  di  manierayche  l'^iuriculare  vada  difottoye'lpollicare  pili 
tojlo  difopra  verfo  il  collo ,  che  non  verfo  l'arcione  y  tanto  più  il  Cauallo 
vi  verrà  fuggetto  :  però  fecondo  la  neceffità  vi  modererete;  EJcordando- 
uìyche  quando  eglipendefle  da  qualche  banda ,  gli  fi  dee  tenere  la  T\edi-  ™ 
Caftiso  na  contraria  più  tirata  dell'altra  ;  e  tanto  più  quanto  più  egli  va  torto  : 
di  briglia  accordandola  à  poco  àpoco  conia  man  defiraye  questo  fi  chiama  caftigo 
quale  fi  di  di  briglia .  Ma  s'egli  va  giufloy  fon  da  portar  fi  eguali  y  ò  pur  uilpoco  pia 
longhetta  la  manca(fi  come  dal^ufiofi approua)maffimamente fé  mor- 
rete farlo  piùpronto  alla  mano  dejlray  che  allafiniHra ,  comeperladi- 
gnità  naturale  di  quella  è  da  prò  curar  fi  ypoi  che  da  quella  banda  per  di- 
fefiy  e  per  offe  fa  fi  maneggia  lajpada .  Tutta  volta  affine  che  in  gene- 
rale non  habbiate  à  portar  l'unapiù  tirata  de  l'altra ,  vi  sformerete  dal 
principio^  che  fi  caualca  >  aggiuHar  il  Cauallo  di  bocca}eon  le  redine** 

fempre 


f  DEL   C  U  V  Jt  L  L0>    L1B.V.  jp? 

fempre giufle ,  &fimilmente  con  lefklfe  redine  y  fé  uifono  :  che  cofipot 
*£  uerrà  ordinatijjìmo  in  ogni  co  fa .  Il  qual  cofiume  appartiene  ad  ogni  (a- 
ualiere  di  ofieruar  fempre  (come  Senofonte  ammonifee)  che  montato  à 
(auatto  y  prima  d'ogni  altra  cofa  s'aggiufìi  in  man  le  redine  >  e  poi  s'ac- 
conci la  uefìe^b  pur  s'adatti  la  lancia  nell'altra  mano>quando  farà  bifo- 
gno  di  adoperarlaMa  caualcando  con  le  f alfe  redine yò  conia  caue^a- 
na^auuertiateyche'lyoflro  deto picciolo  bara  a  reggerle;  ponédofitra  le 
redine  in  vece  di  quello  ilfeguente  deto ,,  che  dicono  annullare  tper  che  in 
tal  maniera  l'une  co  fé ,  e  l'altre  con  più  ageuole%^a  e  più  efficacia  ordi- 
natamente fi  potranno  adoperare .  Le  f alfe  redine  certamente  in  luogo  Falfe'redì 
de  la  Caue-^anayfipojfono  mettere>come  il  Cauallo  paia  riconofeere  he-  ne  *n |uo 
£  ne  la  briglia ,  &  intendere  ben  il  trotto  non  pur  di  dritto  >  ma  anco  in  ?fue2Za__ 
volte  :  'Benché  altri  (com'io  più  lodojcon  la  caue^ana^e  redine  foglia-  na  come 
no  far  l'effetto;  altri  le  portino  giutamentejl che  viene  di  più  trauaglìoy  da  metter 
&  intrigo  al  Cauaìiere  :  ^C  cui  maggiore  temperamento  di  mano  Ufo-  "* 
gna  neW  adoperare  lefklfe  redine \chel  cauezjronne:  imperò  che  da  que- 
llo dijlemperato  il  difeonferto  folo  del  collo  potria  procedere  :  ma  da  la. 
difiemperan^a  di  quelle  nafte  la  rouina  e  del  collo _>  e  della  boccale  mag- 
giormente delle  gengiue.Tof eia  quando  eglifaprà  voltar  fi  ad  ogni  ma* 
no,fipotran  torre  sì  fatti  ifirumenti:  Ma  tanto  con  effi,quanto  fenyaybi- 
fogna  portar  fempre  la  mano  ferma }  e  con  dolce  appoggio;  tuttauia  co- 
me vienfottoy  accortar  le  redine  >  e  come  la  tefia  fermata  nelfuo  luoga 
"vada  con  tafronteaferìre^manteneruelo  tra  continola  effercitij,tenédo 
fempre  la  man  de  la  briglia  faldate  temperata;  fen'za  mai dargli  altra 
di  libertà;  che  co  fi  verrà  egli  slefio  mirabilméte  ad  allegcrirfiy  &  a  pi- 
gliarfi  co  gran  piacer -efmaflic andò  la  briglia)vnfoaue  appoggio  :  il  qual 
è  mero  tra  i  due  vitiofi  eflremi  del  vaneggiar  e,e  caricare^  quejìo  è  quel 
tocche  più,  giouìà  fermar  la  tefìa^contra  l'vfofciocco  di  alcuni  de'  noflrì. 
antichi yì quali  cor foyò  manneggiatOyil  Cauallo  ypenfando  di  accarezzar 
loygli  lentauano  la  mano,fìnche  s'era  da  star  ferma  .E  feiochex^a  anco- 
ra ra  in  ueritàè  di  quei  modemiychepiu  vtile  slimanoyche'l  Cauallo  con  la. 
tefla  affai  difcioltay  e  libera  fi  mantenga  nella  fua  naturale  ferocitàyche 
non  fargli  conofeere  fuggettione  >  e  castigo  alcuno  :  7$ei  qual  modo  il 
(aualiere  verrebbe  ad  efiere  contra  l'ordine  il  guidato:  e  facilmente  an- 
derebbono  giunti  in precìpitìo: chiaramente  vedendofiychelCauallo por 
tondo  il  muoiacelo  fuori  y  rio  folo  nonpubpreualerfi  bene  de  la  fua  forza,. 
ma  in  ogni  anione  èfacilisfimo  à  cadere.  ;  &  ogni  pie  dola  pietra  ti  po- 
trebbe offendere)  rio  potendo  egli  mirare  al  luogoyoue  mette  ipiedite  s'im 
oìampraffe  alta  carriera  (come  finente  auuenir  fuole)  con  grandiffima* 

diffcultà 


^6  D  E  L  L  <A     G  l  0  ^  /  Jt. 

diffìcnltà  Pi  potrebbe  aitare  :  &  urtando  con  effo  mufl accio  in  qualche  ji 
parte ,  ò  verrebbe  ad  impennar  fi  per  [ordegno  ;  ò  perlai-aite  percofia 
mortalmente  riuerferebbe,efiédo  molto  fenfttiuo  dicotal  membrotperò 
qttata  pia  nel  pio  contiene  noie  luogo  il  terrà  di  [otto  più  forte  onderà  di 
fcbiena,contnttalafuapoffanxavnitoda  gruppo. a  gruppo  ;  onde  bara 
mirabile  agilità,leggiere-^ja  ,  e  lena  in  adoperarle più  fi  e  uro  fi  frane- 
rà in  tutti  gli  [contri  ,  andando  a  ferir  con  la  fronte  innanzi,  ctìè  la  più 
gagliarda  parte ,  che  la  Telatura  gli  bobbio,  nel  corpo  data  :  onde  feti  jo 
fuo pericolo  può  mondare  ogni  co  fa  à  terra:  e  tantopiu  farà  fàcile  àper- 
marfiy<&:  aggiuftarfi  di  boccali  collo,?  di  teHa,con  quella  vera  mi  fura, 
che  gli  conuiene .  Ciò  fra  molti  altri  faui  conferma  apertamente  Loren-  F 
%o  ifjtfio,  il  quale  ferine,  che  nel  trottare^  nel  galoppare,  ò  nel  correre, 
il  codone  dee  tirar  afe  le  redine  afi  ai  bifie,  talché  venga  a  tenerle  giù 
verfo  ilgarrepe,  onde  il  Canotto  ,  incarnando,  e  piegando  il  cotto,inchini 
la  testa  prefio  al  petto:  zJ/Ka  questo  è  da  fard  dal  principio  a  poco  apo- 
co, fecondo,  che  parrà  più(pediente:e  qui  fi  dee  adoperare  ogni  iniifirio, 
e  confetta;  per  effere  digrandiffvma  vtilità  al  Cauallo ,  &  al  Coualiere  : 
perche  ilC auallo  portando  la  testa  china. ,  &  affai  vicina  al  petto ,  col 
cotto  conuenenolmente  incarnato  ,  vedrà  più  chiaro  doue  bobbio  apor- 
rei piedi  ,  e  fi  girerà  meglio  ad  ogni  mano  :  e'I  (aualiere  più  facilmente 
potrà  ad  ogni  fuo  voglia  ritenerlo,e  fermarlo;  e  però  tal  virtù  in  vn  Co-  G 
uallo  dice  efiere  molto  commendata,  anzi  richieder  fi  più-,  che  ogni  al- 
tra. Incordatela  oltr  acciò,che  effendo  il  Canotto  aggiustatoci  tejla,col 
muslaccio  di  fiotto  ;qua?ito  piti  carico  di  garzerò  duro  di  borre,andrà  grò 
uofo  alla  mano;  tato  più  glifi  bara  da  portare  la  man  leggiero,  e  tépera- 
ta;che  altrimenti  appoggiadofi  eglis,s'  aggrotterebbe  più  deldouere:e  di- 
uenédopoco  timido  de  la  briglia ,  farebbe  a  tutte  l'hore  difefa.  Ma  quan- 
do egli  fi  viene  àfommoi^rare  fopra  la  briglia,  rubado  il  tempotvoi  fer- 
mandola mano  fenica  foritela  sformar  e,gastigatelo  fubito  con  vna,ò  due 
botte  difprone,&  alcuna  volta  conijpronigiunti,facendolo  star pur per- 
nionefermato fa  quel  mot  ino;  e  fé  caminando,no'l  fatte  mettere  in  mag™- 
gior  pappo,  ma  con  qualche  carena  di poprail  cotto  afficur atelo ,  che  non 
fi  metta  in  fuga  per  quel  gasiigo  ,  baflando ,  che  rie onofe a  il  fino  errore . 
•Auuertite però ,  che s  egli fommoxj^ando  Pi  colcafie più  del  vna mano y 
che  de  l'altra;  lo  (prone  s'è  da  dare  dai  contrario  lato,  non  donde  pende. 
E  fé  nel  par. ir  e  fa  pur  motiuo  filmile  ;  voi  parimente  tenendo  lo  mano 
ben  ferma,  dategli  vn  poco  di  fuff renata  conia  redina  destro;  e  per- 
niato, che  Cara,  gaftigatelo  hor  con  l'vno,bor  con  l' altro  (prone  ,  poitor* 
nando  in  dierto,  <&•  va' altra  volta  uenendo  di  trotto,  ò  di  galoppo  > 

il  farete 


"DEL    CjtV^€llO    LI  3.    V.  $9j 

\A.  il  farete  parare  >  tenendo  quella  redina  delira  app.ireccbìata  àfàre  il  fa- 
migliarne >  s'egli  non  fu. ffe  corretto  in  quella  barra  .-facendo  >  ch'egli  [e 
ben  andaffe  come  fi  dene ,  fé  ne  accorga  :  accioebe  tanto  più  fi  rimanga 
di  tale  fallo  ;  8 fé  ciò  non  bafta  >  dategli  la  Affienata  con  le  due  redine ,  M  quaint^ 
efolo  con  la  mano  finiflra ,  che  farà  ilgasligo  di  brigliain  ambe  le  bar-  necefla- 
re  :  e  hor  in  questo ,  hor  in  quel  modo  il  trauagliate  ■>  fin  che  haggiapre-  ria. 
foilfeslofuo .  Gli  anni  a  dietro  (  come  da  molti  già  fi  racconta  )  M.E- 
uangelifta  da  Milano-»  maestro  di  Caualli  eccellente  y  per  fermarli  Ca- 
uallo  di  tesla -,&  allegerirlo  dinanzi)  e  per  farlo  andar  con  la  fchiena 
vnita  nella  virtù  fua;entrodufìe  l'vfo  de  la  (famarra  ,  la  qual era  ejfica-  f-  ai?afuf 
#  ciffìrna:  fé non  che  quando  poi  fi  toglieuay  egli  accorgendofi  della liber-  fe  entro- 
tà  >  molto  più  uaneggiaua  •>  eccetto  y  fé  per  qualche  lungo  fpat  io  fuffe  con  dotta ., 
eflababituato.Verò  potraffi  bene  ufar  la  (amarra  alcuni  giorni  in  Ca- 
uallo grauey  abbandonato y  dijficultofo  y  e  uano  ditefìa  ;  ma  lafofanTa 
de  l'effetto  confiderà  nell'ofieruare  de  i  belli  ordini  a  questo  appropria-* 
ti  >  quali  fono  oltra  ipre fritti  >  che  quantunque  il  Cauallo  caccia  il  mu- 
oiacelofuorìfb  uolge  il  capo  iti  vna  banda;voigaftigandolo  da  l'altra  co 
unayò  due  botte  dijprone,  uoltiate  un  poco  il  pugno  della  briglia  di  que- 
Jia  medefima  banda  contraria  a  quella  oue  egli  torce  il  colloùlquale  ef- 
~  fendo  duro  da  man  dirittayuoi  tenédo  la  briglia  al  modofolito  protrete  ti 
rar  la  redina  deflr  a  col  fecondo  deto  y  che  Indice  è  nominato  (pertioche 
con  quello  fi  fuor  far  V  atto  del  dimostrare  )  e  tenerla  ferma  tra  efoye'l 
Tollicare .  S'egli  è  duro  da  la  manca»potretefi-a  le  due  redine  tenere  non 
folo  il  deto  lAuriculareyfecondo  l'ufo  ordinario  y  &  cornmune jmaporuì 
ancori' ^Anulare  y  che  gli  è  congiunto ;per  dargli  più  agiatamente  con  la 
finiflra  redina  maggior  gafiigo  nell'iftefia  parte  ,  ou'egli  è  ramingo .  Et 
coftneWunoy  come  nell'altro  uifipotràil  deto  di  meio  accompagnare.  Aiuto  del 
Totrebbefi  anco  aggiungere  l'aiuto  de  la  Caue^anaye(bifognandoJquel      Cauez 
de  le  F alfe  redine  altresì  ;  pur  chef  fchiui  fojfefa  delle gengiue .  Mail 
Jf)   più  fa  cile  modo  di  correggere  un  Cauallo ,  chefempre  gifie  col  collo  tor- 
to in  un  de'latifarà  di  uolteggiarlo  ne  i  Torni  da  luna  y  e  da  l'altra  ma- 
no -,  quanto  paia ,  che  conuenietemente pojfaf  'offrire ,  gasligandolo  da 
la  banda  contraria  del  fuo  uitio y  in  tutti  i  modi  :  e  ricordandoui  in  effi 
Tomi»  che  s'egli  è  duro  da  banda  deflr  a,  noi  con  quella  mano  deurete 
prendere  la  mitàde  la  deflr  a  redina  y  e  più  ò  meno  tirarla  y  ch'egli  uen- 
ga  à  piegare  il  collo:e  co  fi  all'incontro  .  0  pur  caminando  di  trotto  y  ò  dì 
pafio  quindiciyò  uenti  palmi y  il  protrete  fermare  ;&  in  un  tempo  uoltar- 
lo  con  gli  aiuti  necefìarij  da  la  contraria  banday  in  maniera  sì  ordinata, 
ch'egli  uenga  ad  incanaliate  il  braccio  contrario  de  la  uolta  fopra 

l'altro: 


39 s  unu  jzoi^u  1 

t  altro: poi  giunto  a  l'altro  termine  voltarlo  ancor  da  l'isieffamand,tor  g 
nando  femperpervna  pifla^  e gaWigandolo  pur  da  la  parte  contraria  , 
quando  fiiUe  :  e  co  fi  continouamente  lo  trafl aiterete  da  quél  lato  in  fino  a 
tanto ,  c/;e  rf/  tesìa^  di  collo  ,  a  di  braccia  egli  venga  giuslo ..-  &  all' bora 
fattagli  fare  vna  volta  per  mano  ( '  sflenlo  pero  la  prima  e  Vvltima  da. 
man  deflra)  lo  lafcierxtecon  buona  bocca  :  Jiuuertendofempre  dì  porta 
re  la  mano  fermale  temperatamente  vnpoco  torcerla  verfo  quella  par- 
te, oue  il  collo  è  in  lui  più  duro  :  ne  dell'aiuto  della  lingua  macargli  mai; 
che  co/i  fermato  bene  ye  confettato  diteflaydiuerrà  in  ogni  maneggio  af- 
fai più  fiicile  y  epiudefiro.  Ma  quando  il  Cauallo  f offe  inue echi  ito  in 
quel  difetto  yfi  che  haueffe  il  fio  lacerto  inarcato  da  l'vna  banda ,  e  fimo  $ 
da  l'altra;oltra  i  gaftighi  diglba,diflaffa,difproni,di  baccbetta^&yo- 
.ce,edi  brigliayi  quali  a  tempo,&  a  mifura  con  molta  diligenza  deurar^ 
Chiodet-  novfarfhfarà  bene,  che  da  là  banda  contrariagli  fi  mettano  tre  chiòdet 
ti  tre  nel  ^  uelportamorfo  de  la  briglia,&  altr  etati  nella  maffaroUaie  fé  portatiti 
io     della  t0  il  caP°  torto  y  tre  altri  nella  tefliera  \  potando  cufcirueli  al  fecondo  cuo 
briglia      io,accioche  no  fan  veduti;  sì  the  coperte  le  tefle  dal  corame  fopr  ano  ,ven 
&c.quan  ganole  punte  a  moleflare  la  gar^a  del  Cauallo  -,  il  qual  portandoli  al- 
terfu  mCt  quanti  giomi,reflerà  per  for^a,e  per  timore  fempreaggiuflato.  Totreb- 
bonfi  ancora  qnesli  chiodetti  in  vna  piaslretta  di  ferro  legare  fotto  quel- 
la  parte  de  la  tesliera,oue  volete  che  eis 'inchinilo  pur  da  quella  medefi 
ma  banda,  oifeglifi  Ha  girato  .  Totr affi  pur ben  corregere  q  uè  fio  vitto  * 
fé  pò fl  agli  la  caaej^ana ,  fé  ne  leghi  vn  capo  nella  fopracigna  dal  lato 
Oli' egli  è  duro  y  b  che  legato  un  capo  di  guinzaglio  fermo ,  àguifa  d'vna 
correggia ,  nella  portella  de  l'ingaflatura  de  la  briglia,  oue  lafhlfa  redi- 
na fi  fuol  ponere ;ò  nella  muffarola,  che  di  nuouo  gli  panerete  ;  Il  che  ap- 
porteria  maco  fdegno ,  e  difeonferto  a  la  bocca:! 'altro  capofileghi  nella 
fopracigna  della  medefima  bada,sì  bé  tirati  ambidue ,  che'l  Cauallo  vi  fi 
-venga  a  piegar  il  collo;  e  coftfacciaft  flare  Jpeffo  vn  lungo  Jpatio  :  ò  di  tal 
modo  fi  caualchi  per  qualche  giorno .  filtri  sì  fatte  cofe  (  quando  il  Ca  jj 
ualloè  duro  da  man  deflra)  non  mettono  nella  fopracigna,  mapaffate 
per  entro  la  sì  affa,  le  tengono  nella  man  deflra  ;  acciò  che  in  vn  tempo 
fermando  fi  su  laflaffa ,  pofìano  tifarle ,  e  rallentarle  fecondo  che'l  bifo- 
Modi  di  gno  richiede  .Tutta  volt  a  di  minor  intrigo ,  e  fnilidio  alC  aualiere ,  edi 
ammae-    maggior' efficacia  per  ogni  lato  del  Cauallo ,  mi  pare  il  primiero  modo  ? 
uaTlif  a~  H ^.al farà  anco  effcacijfimo  aliberare  il  Cauallo  d'ogni  credenza,  fé 
nella  detta  guifa  foflolo  in  vna  fi-rada  chiufa  da  ambi  i  lati,  &  aggiu- 
fiateglico'l  bottone  calato  le  redine  fopra  il  collo  ,  voi  a  piedi  meffoui  al- 
l'incontro }  con  -pna  bacchettagli  diate  -vna  botta  nel  mufiacc'io  nel- 

laparte 


rDEL   C\AV\A  IlOy   UE.    V..  39? 

r     là  parte  contraria-  a  quella)  ou'egli  peccale  finito  eh' ei fi  voltafaccia  un'' 
**  altro  che  ftia  da  dietro*,  il  fomiglianteycofi Simulandolo 'per  vn  pe?go; 
che  poi  fenya  altro  aiuto  di  bacchettaci  farà  ,per  tema  ;ogni  fiata  ,che 
"vedrà l'ombra  diquella,Ò:chevdh-àqiiel.fuondilingua,chedeurà:fem* 
pre  vf c'ire  a  tempo  con  la  bacchetta  del  muBaccio,che  detta  habbiamo  . 
E  fé  al  fare  diqueBe.  volte  egli  cadeffe,non  ve  ne  curate ,  che  da  fé  s'al- 
^eràpiù  cafiigato ..  Toi.accorgendoui ,  che fia fianco;  gli feiorrete quel 
capo  legato  allàfópracigna,e'mefioui  aCaualloyvi acconciar et:e 'nelle  ma 
ni  le  redine  ,equelguinxaglio9  ò.  caue^one:  e  caminando  di  trotto  cir- 
ca cinquanta  palmi %  &  alfinfermatoui,  lo  farete  voltar  nella  banda  y 
ori  egli  a  voltar  fi  e  duro -.parte-  aiutandolo  voi  con  la  lingua  ,  e  con  tira- 
re  la  cordaio  guinzaglio  ;cheuiferuirà.perfalj a  redina  dklifiefiò  lato  > 
parte  minacciandolo  in  faccia  un'altroapiecon  la  bachetta\e  tornato  al 
primiero  luogo,glidareteV.  altra  uolta  co'ifimili  modi  :.  7^  iqualinon 
jard.maleyd'al  principio  (per  moBrargliquelchaue.a  fare)  aiutarlo  con 
Lafatfa  redina  due  Ò  tre  fiate  che  poi  là  memoria  fola  degli  hauuti.  ca- 
stighi l'aiuterà .  Totrefie  ancora  preualerui  d'una  caue%jana,attacan- 
dbuìuna  lunga  corda  che  pendènte*  nella  banda  ,„  dbueil  Cauallonon  fi, 
volta,  fi  faccia  tirare  da  un' h  uomo  a  piede,  quantunque,  egli  faccia  dife- 
fa  dinongirarfi. :.e  queBa  corda  fi  metter  aneli  annello  della,  caue^^a- 
g  nadi.modo  tateyche  tirando  fi Bringa,.lafciand'o  s'allenti:^  all'hornel 
Uifiefìo  punto  midi  lingua  l  aiuterete;  accioche  prendendo  tal  ufo ,  poi 
fen^a  tirar,  fi  uoltì.a  queluoflrofcoppio.  Totrehbefi  parimente  una  cor- 
dèlla prefio  a  fei palmi  lunga  legare  per  un  capo  de  la  banda  contraria 
èia  la.  Creden%a,a  l'occhio  de  la  briglia  chefofiien, la  teBiera:.  &  uoltata  Credéza-. 
ffa'l  labbro  difotto,e  lagengiua,-  mandarla  a  pafiare  per  l  altro  occhio  UUI0, 
facendo,  prefio  a  quello  un  nodoalla  corda,  fi.  che  ne uenga  troppo  ad' 
allentarfi.ynepiu  del.  foffereuole  Bla  tirata;  e'I.  CaualierequeBo  capo> 
tenendo  in  mano:  agni  fa  difalfa  redina  ,coltirare  sformerà  il  Cauallo> 
perlo  dolor  ydk  gli  reca,  a  far  lauolta  ;  non  mancando  pero  d'aiutar-  Cafti^oiì1 
Zi  lo  di  lingua  a  tempo,  edlogni.alt.ro:  aiutoycheoportuno  fi 'Siimi. J^e  mol-  Cau  aflo  „ 
todìfferenteimodofiufaper  cafiigare  un  (auallo,  che fi 'beuefie 'la  .bri-  che  beua 
glia,  Òfaceffecon  le  labbra  piuma^uoli,Òcheportafie  la  linguafuoriy^^*' 
ò  che  fufie  duro  di  barre,o  che.  più  del  do  uere  fi  appogiafieipercbe  legato 
L'un  capo  della  cordèlla,  6  pur  ducatenetta  a  liuti  occhio  dela  briglia  fiot- 
to il  barbocciale;e.  l'altro  nell'altro,fi fa  Bare  ben  tirata  fra  lagengiuay 
e'I  labbro  di  fiotto  riuerfata  :  e  cofi  ogni.fortesdi  briglia  uiene  a  rendere: 
più:-  gagliarda :•■;  e  confeguentemente  il  Cauallo  più  leggiero -.perche  la.: 
ko.caa  uien'ad  effere  difa r  mata,  delle  labbra  >,e  raffrenata  delle. gengiue» 


400  *D  E  l  L  J.     f  L  Ò  H>  t  Jt  l  • •? 

Artificio  M xper  tor  la  Credenza  altri  artifìci  pure  fi  ponno  vfare,  come  farebbe 
credenza*  ^Poìlere  ^etr0  a  quello  uncinello  (  che  Guancetto  fi  può  chiamare ,  al 
quals'accbiippala  maglia  del barbocciale  )  due  punte  acute  a  giù  fa  di 
jpronetti  di  Gallo  :  da  le  quali  f emendo  fi  nella  barba  p.into  il  Cauallo ,  è 
coflretto  difùr  la  volta  a fuo  mal  grado  .  Tsfel  nodo  ancora  di  quella  > 
S,  che  l'vncinello  fosliene,fi  potrebbono  far  due  punte  alla  parte  di  fo- 
pra,che  nell'occhio  de  la  briglia  s'attacca  dequali  più  in  alto  verfo  d  fi- 
ne deli  bocca  lo  pungerebbono  :  e  benché  l'ordine  naturale  fa,  che  que- 
lle punte  fi  mettano  inquella  banda  del  muslacda,  oue  non  volentieri 
egli  fi  volta:tuttauu  più  tosto  da  l'altra.)  alcuni  fé  necorregono  :  il  che 
non  è  fen^a  cagione  ^  perche  il  Cauallo  per  euitare  quei  slimoli  ,  che  ha 
dal' un  canto  yvolge  il  mofì accio  a  V  altro .  Tuojfi  ancora  utilmente  per 
correttane  di  quelli  vitti  riuoltare  al  rouerfcio  l'vncinetto  del  barboccìa 
le,  fi  che  fi  venga  a  pir^icare  la  barba  ;  ma  tai  caflighi,  che  offendono 
quellaparte  che  tanto  importala  me  nonpiacciono,  maffvmamente  in  Ca 
ualli  flixj[ofhche  fon  atti  ad  inalhorayf,  ò  rinculai  fi  .  Sono  alcuni  ,  che 
vogliono  correggere  la  Credenza ,  facendo  che  l 'una  mitàde  la  briglia 
fatta  di  lauoro  più  gagliardo  de  l'altra,  batta  nella  bocca  di  quella  ma- 
no, doue  il  Cauallo  fi  trona  duro  :  il  che  può  far  fi  bene  fol  nella  fchiaccia 
ò  fuenata,ò  chiufa ,  con  va  profflo  rilcuato  da  vna  banda  ;  perche  fen- 
ya  torgli  laficurtà  de  l'appogiarfi ,  gli  vale  molto  a  furio  andare  egua- 
le: ma  in  agni  altra  forte  di  briglia  farebbe  (fecondo  l'opinione  di  alcuni 
altri)  errar  grauiffimo;  perche  fé  ben  alcuna  giouafte  a  queflo  vitio  (co- 
me far  ia  d'incaslare  vn  Fallo  neia  briglia  di  due  Meloni  lifci  ,  e  ton- 
di) apporteria  nondimeno  impedimento  a  l'altre  virtù,  che  fi  richiedo- 
Bocca  del  no  :  E  la  bocca  del  Cauallo  è  da  mantenerfi  fempre  con  buon  fapore  :  e 
cauallo  n  per  battere  il  collo  giù  ilo  ,  fempre  gli  confitene  la  briglia  giufia  :  che 
con  buon  qHanc^°  ellapremepiù  da  l'una  banda,  che  non  da  l'altra\fe  benli  toglie 
(àpore.     la  Credenza  da  vna  mano  ,glie  la  potrebbe  lafci  ar  da  l'altra  ;  efìendo 
quefta  vna  delle  cagioni ,  onde  procedono  le  Crederne  \  perche  il  Ca- 
uallo teme  di  voltar  fi  a  quella  banda,  oue  nella  bocca  fi  fente  offefo. 
filtri  per  inh  abile  ingegno  non  f apendo  alla  volta  ingarbar  le  br  accie  > 
ne  pur  il  collo  -,  la  prendono  con  difpetto  tale  ;  che  poi fentendo fi  fianchi) 
lafchiuano  affatto,  e  l'abborifcono .  filtri  per  non  hauer  molta  agilità) 
ò  forgiò  lena;fknno  il  famigliarne ,  maffimamente  quando  per  fouer- 
chia ,  edifordinatafkticafon  difìornati .  filtri  non  potendo  intendere 
l'auuifo  di  qualche  malpratico  Caualiere  ;  che  l'aiuta  per  auuentura ,  ò 
casliga  contra  l'ordine  conueneuole;  fé  ne  rimangono  duri,  in  forfè,  fil- 
tri dal  principio  mal  e auakati^  e  di  collo  rotti  per  ogni  minimo  nuom 

fdegno, 


H 


«DEL  C^r^LLO,   LÌB.  V.  401 

J{  -legnoso  trauaglio ,  fiinno  oflinat ■  amente  diffefa  .  Et  altri  riconofcendo 
la  viltà  di  chi  gli  è  di  [opra,  che  foglia  fouente  cedere  alla  fkntafta  de 
l 'animale:  fi flan  fuperbiy  &  ogni  di  nella  loro  maligniti  pia  fi  vengono 
a  confermare  .  Mairi  ogni  modoyche ciò  awienga,  per  ottimo  rimedio  fi  a  ^  VQj_ 
può  aggiungere  3  che  quando  ilCauallo  ha  tema  di  voltarci  da  vna  ma-  gere  il  ca 
no  y  ò  più  volentieri  fi  volta  dai  vna ,  che  da  Ìaltra:voi  come  Iharete  "allo  a  ql 
vna  buona  periamole/iato ?  che  fi  volti  à  In  banda,  che  gli  fugge;  de  u-  ^Jm   * 
rete  con  mirabil  furia  confentir gli  àie  volte  del  altra  mano  >  alle  quali  fao<?c, 
uà  fetida  ripe  'r;e  non  mancando  mai  di  caligarlo  di  voci  >  e  di  bacchet- 
ta in  su  la  te  sìa  ,  e  fra  i  orecchie  da  quella  parte ,  in  che  e  duro.  :  tmto  il 
B  volterete  in  vn  continouo  fiato-.da  la  man  fuaycheglifàfliditoy  ettanco 
incomincia  mancar  di  lena:^€lÌhora  poi  con  gli  aiuti  oportuni  voltan- 
dolo da  l' altra  _,  à  la  qu.al  ripugnaua;il  trouerete  vbbidiente$&  voi  Iba- 
rete  ad  accarezzare.  £  fé  bramate  vincere  ogni  Cauallo-.efìirlo  Àfuo  di 
fpetto  voltare  da  ogni  manovrategli  ordini  voflriin  vna  male  fé fonda  y  e 
molle  ;  maneggiandolo  à.B<epoloni >  prima  di 'paffo ,  e  poi  di  trotto ,  e 
com'egli  prende  p tigna  di  nonvoltarfi  da  màiio-.voi  tantosto  con  terribi 
le  ferocità  di  minaccie,e  di  battiture  da  l'vna  y.  e  da  i  altra  banda  della 
tetta,  e  maggiormente  da  quella  manosi)  a  luièfacile,ilfor7^retepm 
e  più  volte  ;efe  con  tutto  ciò^flarà  ottinato  >;  andiate >sbarattat  amente  », 
^  &  &  varij  modi  battendolo  sbrigliandolo  yt 'correndolo  boy  di  trotto,  hor 
di  corfo ,  hor.  digatoppoyda  dritto  à.drittoyb.  vero à  torni ,/en.^a rifletto 
e  fen?d  fiaufa .,  E  s'egli  fi  pone  pure  in  su  la  briglia  and  andò  via-x  tanta 
più  voi  lo  ff>auentiate:con gridi  altiffbniy  e  poi  fermandolo  con  quell'ira, 
for^atelo'vn' altra  fiatale  ?ion.voltandofiytornate  àfhr  come  prima  ani- 
mof amente  y  finche  venga  à  girarfi  da  quella  mano,  che  voi  volete ;à  la 
quale  voltato  ,  ch'egli  fiaymaneggiatetovnpe7gp  à  I{epoioni,  come  par 
rà  à  voi ,  che  gli  conuenga .  Ma  quandoeylidi  ciò  difperatOypareffe  ha-* 
uer  volontà  diinalborarfiyvoi  demete  baterlo  d'horain  bora  fra  le  brac- 
Yy  eia  dinanzi  :  e  fé  alla  fine  accortoli  de  ienw-e.yfàrà  le  volte,libere  fen%a 
punta,voi  prettamente  mancando  di  quella  furiaygli  farete  ■careTge  di 
voceydi  mano  y  e  di  ripofo;poi  e aminando  paffo  paffo yq-uante  fiate  egli  top 
naffe  al fuo  difordine  y  tante  voi  fìmilmeme  ritornerete à  caligarlo  con 
grande  afpre^a  :  determinandola  di  nonpvtirui  mai  da  mattino  àfera 
finche  non  iharetefuperatOy  e:  ridotto  ;  perche:  farebbe  vn  grande  er- 
rore à  lafciarlo  sì  dijlornato  ..  *>(e  vipautyche  ira  quefìi  precetti  fia  Di/ordì— 
tontraditione  di  parole  -,  perche  talbora  il  difordine  fatto  à  tempo ,  è  ne  fatto  a 
il  maggior  ordine  ,  che  fi  pofia  fare  ;  pur  >  che'l  (aualiere  habbia  jj^^JJ? 
difeorfodiconofeere  quando  tonuenga  un  modo-y  e  quando  vn' altro  .    dine. 

CC        Sfopm 


^02  ?>  E  L  Z  jt     G  L  0  J^  I  A 

£  [opra  ogni  auvertenza  fi  ofseruiqnefioyche  finche il  car.aUonùn  fia  tu-  £ 

talmente  libero  delfino  vitioynon  fi  faccia  caualcare  d'altroychepervna 

mano  altrimenti  àia  dottrina  auuerrebbeycome  à  la  Coltura  quando  v- 

nafiantafouente  yfii  tramuta  in  più  d'vno  terreno  >  che  non  hafpatio  da 

fermare  le  fine  radici.H  or  perche  l'efiercitio  à  quello  yihe  in  ogni  difcipli 

ria  èdifingolarey  e  mirabile  efficacia  adeflirpare  ogni  difetto  >  non  mi 

1  granerò  di  dare  vn' altro  ordine  pia  dipinto  y  come  nei  Torni  fi  pofìa  to- 

La  crede  oliere  la  Credenja  :  Stamparne  dunque  in  vna  Male fé  rotta  due  circo- 
li, comef.  •     •     j-    »  ti  7  .,         ,i    v    •  •  r     r         r 
fi  pofla  to  "  >  e  cominciando  da  quella  parteyone  il  cavallo  e  uitiojo  >  farete  jopra 

glisre.  l'imo  tre  Tomi  di  trotto  >  &  attortone  feguirete  altrettanti  pur  daVi- 
slefia  mano  su  l'altro  circolo  :  pofia  tornando  al  primo  giro y  fienza  v-  P 
fcir  mai  da  la  piftayco?itinnerete  di  questo  modo  infimo  atantoyche  reg- 
giate >  che  l'cauallo  col  continouar  del  giro  ,  fitadiuenuto  facile  à  quella 
mano  do  n'era  duro.Tt  vfeendo  da  i  detti  torni  onderete  di  trotto  da  drit- 
to a  dritto  poco  meno  diquato  richiede  vnagiusla  carriera  v  P^epoloney 
&  ini  pofatouiygli farete  carenze  vn  pezjo ^ponendogli  la  manofopra  il 
collo  poi  come  l'harete  fatto  quietOyVoltav.do  ilpugnoyper  darla  volta  da 
la  detta  /ìu.noydoue  egli  ha  la  Creden%a\farete >chevnOyfgr 'dandogli da 
la  banda  contraria  y  il  pere  nota  in  fi  e  eia  con  la  bacchetta  ;  finche  e  i  fi 
volthe  fé  per  auuentura  fi  impennafieypercuotaio  su  le  braccia .  Ma  co- 
me  prendere  lavoltayfaria  da  e  arcuar  fi:  e  tornando  ditrotto  alfegno  > 
de  primi  torniyfermatOyche  m  tifiate  yv  farete  i  mede  fimi  modi  per  far- 
lo voltare  pur  da  l'isìefa  mano  \  &  volendolo  hauere  a  ciò  più  fàcile  (  fé 
pur  eglifuffe  vitiofo  disformar  la  bocca)potrete  cofida  l'vnycome  da  l'ai 
trocapo  dopo  la  pò  fa  ;  fargli  fare  due  paffi  in  dietro  \  &in  quel  tempo 
prendergli  la  voltatma  com'egli  la  intédabencytalipaffifon  da  laftiarfi. 
perche  continuando  fi  farebbe  venir  le  volte  fouerchiamente  abbando- 
nate y  e  troppo  fio pra  l'anche  ;  pericolofie  y  e  brutte .  In  tutte  le  quali  co- 
fé  e  da  auuertirfi  y  che  fi  tenga  fiempre  la  red'ma  de  la  banda  contraria 
de  la  credenza  y  più  tir  at  a  del1  altra  y  come già  dimofir ato  h abbiamo  ;  jj 
e  che  fiati  dà  quella  mede fìma  banda  cominciate ,  e  finite  le  volte  y  e 
da  quella  datii  cafìighi ,  che  fi  conuengono  .  l^e  importerà  y  che  tro- 
uandofi  il  cauallo  difficultofo  y  e  duro  à  qualche  torno  y  vi  fi  faccia  per 
la  medefìma  pisla  ritornare  à  quella  isleffa  mano  tante  fiate ,  quante  il 
hifiogno  para  richiedere  ;  imperò  che  col  continouo  habito  fi  verrà  a 
correggere  l'un  contrario  col  fino  appofìto  :  &  efìendo  i  circoli  larghi 
(  fi  come  far  fi  deono  in  cotai  cafi  )  fetida  darfi  molto  ti -attaglio  al  (a- 
ualiere,  y  efen-za  auuilirfi  il  Cauallo  in  quel  moto  circolare  ;  egli  verrà  a 
lafciar  la  fua  malignità)  &  in  brieue  fi  trouerà  sì  corretto y  ebefen- 


<de  i  cav ano  iiB.  v: 


4<>j 


B 


74  altre  battiture  y  in  fentirfi  calare  la  bacchetta  del  Caualiere  aU 
mano  contrario  delfuo  vitio  y  &  in  vdir folamente  il  moto  de  lafua  Uri- 
gua ,  prenderà  con  vbbidienxa  quelle  volte,  che  fi  comandano ;poi  come 
egli  fife  ridotto  a  sì  buon  termine y  potrebbe  attendere  il  £aualiere  ad 
alleuarloyfacédolo  per  dieci  mattine  [olire, e  poifcéderecircavn  miglio 
per  qualche  collina  di  pafso  furiofo y  quanto  fi  pofsa  da  lui  [offrire  ^ 
quanto  più  talfalita  fufse  di  luogo  rotto  a  folcili  trauer fi  (  andandola 
però  non  cofiveloceymamifurato)  tanto  più  fi  addeslrarebbe  (come  il 
F^< fio  dice) ad  aliarle  bracciay  &  a  fermar  l'ancheycfcioglier  ben  tut- 
ti i  membri  y  e  ne  lo  fendere  s' auuexjarebbe  a  raccogliere  làtesla  y  à 
fortificar  labracciay&  ad  incofciar  (  come  dir  fi  fuole)  conlepa&i  de- 
retane. Tarimente  giouerà  farlo  andare  di  trotto y  e  di  galoppo  in  qual- 
che hiogo  fparfo  di  molte  pietre  grofse  >  picciole  y  e  melane ,  perche  tra. 
quelle  il  Cauallo  camineria  sì  accorto  >  &  attentato  y  e  fi  leggiero  y  che 
fchiueria  di  batter  fi  co  i  piedi .  Ma  ciò  non  farla  da  far  fi  con  caualloy  che 
non  hauefìe  perfette unghie  ;  perche  co  fi  da  la  via  pietrofafi  fogliono 
cagionare  F or melley  eF alfi  quartiycome  de  la  <fjelatay  Chiouardiye  da  la 
fangofa  CrepU7jeye  lattiui  humori  ;  però  più  fi  curo  efp  ediente  farebbe  a 
fare  i  Torni  a  parte  aparte  canati  con  alami  fofettiy  0  gradoni  y  0  pur 

r  pafieggiarlo  fpefto  a  trauer fo  per  falchi  ben  fondi  \  vfando  di  questi  mo- 
di quelche  più  Rimerete  atto  per  foccorrer  al  difetto  de  lafua  natura . 
E  s'egli  fi  batteffe  di  braccia  nel  far  de  le  volteynon  vi  curate  \per  ch'egli 
Hefio  ne  verrà  caligato,  e  [e  ne  guarderà  per  memoria  del  fuo  male  . 
M  a  di  tutti  i  detti  vkij  non  è  alcuno  tanto  importante  y  quanto  il  Refìio  Reftio  v  ì 
ilqual  richiede  diligentijfima  curain  corrigimento  y  che  fé  per  amie n-  n-°  eA^.°l 
tura  fi  conofea  efere  cagione  la  viltàye  la  poca  forra  del  Caualloyilqua- 
le  veggendofì  troppo  moleflatoy  fi  abbandona  ferina  voler  più  gire  auan 
tiybifognerà  y  chevoicaualcandolo  invna strada chiufa (U muray  odi 
altefiepi  da  le  bande  y  facciate  slar 'alcuni  al  capo  d'effa  y  che  gli  diano 

D  baronate  alle  gambe  y&ài  garretti  y  e  con  terribili  gridiy  e  furie  il  mi- 
naccino di  dietro  infno  a  tanto  ch'egli  uadi  viay  &  all' bora  voiyche  fa- 
rete slato  fempretacitoye  faldo  addofsoygli  farete  carezze  (opra  il  col- 
loye  caminato  circa  otto  volte  per  quella  slraday  che  fa  ben  lunga  y  ne 
fmonteretey  0  piaceuolmente  ve  ne  tornerete  a  cafa:  continouando  que- 
sto modo  tanti giomiyche  totalmente  il  vediate  ridottoye  confermato  in 
quella  fincerità  y  che  de fiderate .  8  s'egli  non  fola  nonvolefse  e  aminare 
auantiy  ma  quanto  pia  fufse  moleRatoytanto  più  fi  facefse  indietro  y  non 
pur  gli  farete  ere f cere  le  minacele  y  e  le  baronate  da  altri  a  piedi  ;  ma 
voi  ìlefso  adiratami  rinoltolo  in  quella  iflefsaparteydouepareych' egli 

CC     2  an- 


404  rD2ll^GL01^ia 

'anderebbe  pia  voluntieri  >  vfcendo  de  la  slrada ,  gli  darete  fu  galoppo  g 
stretto  furio fo  per  lo  Jpatio  d'vna  carriera  battendolo  fé  mpre fra  l'orec 
chiede  nella  teslaypoi  voltandolo  à  la  Hrada  y  ch'egli  fchiuaua ,  lo  sfor- 
merete à  caminare  ;  corregendolo  più  di  voce  y  che  di  bafione  ;  che  cofi 
meglio  parendogli  a  gir  auanti  con  le  carene ,  e  he  far  fi  indietro  con  le 
fante  fatichete  battiture^  a  la  fine  vi  cederà .  Tur  fé  la  maluagità  ò  co- 
dardia del  CauaUo  contai gajìighi  non  fivincefie  yfacciafi  in  quell'i- 
sl  ante  ^  con  furiofe  sfrenate  rinculare  alquanti p 'affi ,  &poi  fi  giriyoue 
fieradaauaiareyo.  veramente  legatagli  vna  groffa  corda  neltroncon 
de  la  coda^vn  intorno  a  piede  con  gran  violenta  lo  tiri  per  quella  in  die- 
troyquando  ei  contraila ,  che  cofi  egli  sfor^andofi  di  fcampare  ?  andrà  F 
innanzi-  ^Alcuni  (fi  come  ferine  Lorenzo  J{u fio)  fatto  ben  caldo  vn  ba- 
Ftoncello  di  Corniolo  ,o  di  lacciuolo  ,  vn  palmo  lungo  y  glieli  fan  met- 
tere beri  altofotto  la  coda  (  quanao  il  (au allo  non  vuolgir' oltre)  &  in 
vnoiftante  lo-fyingono  con  gli/proni.  ^Attri  fanno  vn  ferro  groffettoy 
lungo  vn  braccioyche  habbiauell'vno  capo  vn  lungo  manico ,  &  a  l'al- 
tro capo  diuifom  tre  rametti  curuiye  bene  acuti-,  e  tale  ifir  amento  por- 
gendo con  l'vna  mano  dietro  le  cofeiey  con  V altra  adoprano  la  bacchet- 
tayO  pur  la  sferra  y  e  cofi  togliono  queslo  vino ,  quantunque  ìnuecchia- 
to.  filtri  vn  ferro  tre  dita  targo,  e  lungo  vn  pàlmole  me^Oypienotut- 
to  (fi  punte  agwzgey  legano  al  (otto  coda  de  la  groppieraye quella  partey 
chehaue  à  pendere ,  legano  con  vn' altra  cordetta,la  qual  paff andò  fra 
le  cofcie\effi  quando  bifogna  hor  la  tirano  >  &  boria  allentano  :  <isfltri 
vi  legano  vn  (agnuolo  iJLltri  vn-£jatto .-  jAltri'im  BJccio ,  iqualìcon 
morfiycon  gr-iffiatureye  con/iridi  fieramente  infettino  tra  le  cofcieilCa 
uallo^e  lo  (pauentino  :  filtri  con  vn  chiodo  il  pungono  da  dietra prejfoà 
la  fibbia  de  lagroppieraye \contenerci la  mano  ferma yilrip ungono  tan- 
te volteych' egli  s'induca  ad  vbbidire.J^e  tacerò  (benché  feiocca  fola  mi 
paia(che  alcuni  lodano  ad  vfarcol  I{eftjofl>roni,in  cui  le  rotelle  fianfat 
te  di  forbici  adoprate da  qualche  concubina.,,  ò  pur  fatte  dijpada  y  con  jj 
che  fa  slato  commefìo  qualche  homicidio  .yìltri  jf  erano  di  far  frutto 
con  dir  alCaualloychevada  viaycomevà  il  giudice  a  l'.Jufernoper  dar 
la  fenten-ra  riarma  io  quefli  vltimi  rimedi  tengo  per  vani ,  e  quegli  altri 
violentisno  molto  approuoyperche  molte  volte  la  tata  ajpre^a  de  igafli 
ghi  fa  fio;  dire  il  Causilo ,.  e  di-jp erare  del  tutto,  £ben  tuitauiayche'lCa- 
ualiere  n'habbìa  natiti/tyacc$  che  afìrettoda  la  neceffitày  fappia  feruir- 
fidc  ipiu  oportuni  >  perciò  che  fi  trou ano  de  i  CanaUioslimtiye  B^amin- 
ghiycioè  di  due  volontà  y  chefempre  cercando  di  difender  fi  yhan  hi  fógno 
jti  Uranc:  correttiom ?',.  Vn' altra  ffiecie  di  J\efttj  è  più  facile  à  correg^ 

&rfir 


DEL  ,C  JtVULlO    LIB^O    V.  407 

*>£  Zeì"fi>  qiiando  ilC audio  e  fendo  di  natura  gagliardo  >  e  fuperbo  >  fé  per 
auuentura  da  le  fouerebie  ,  o  disordinate  fatiche ,  gli viene  alquanto  d 
mancarla  lena,o  l' ingegnai  fé  cofi  dir fi può,parlandofi  di  brutto  anima- 
le)fi  pre; tale  cofalti,  e  con  aggruppi:  ofe  dal  principio  bara  ricompiuto 
^r  ile  il  cavalcatore  ?  e  rimafo  con  tanto  ardimento  ,  chepofeia  àfuo  mal 
grado  fi  fermale  fa  miti 'altre  ribalderie,  non  volendo  fi  fottomettere  àia 
uera  difciplina  :  Conofccndofì  dunque,  o  da  l'vna  ,o  da  l'altra  diqueBc 
cagioni uenirc  il  vith,voi  medefimo  in  vna  campagna  (fenica  altro  aiu  ■ 
to)vi  metterete  disk  a  Stimolarlo  con  ifpauente  noli  gridi,  e  con  dargli 
d'vn  bacchettone  fiat orecchie  ,  e  fra  le  braccia)  e  quanto  pia  abbondaf- 
J5  fé  nelle pie  malignità  >  non  volendofi  aimiare  ,  tanto  più  fieramente  lo 
fgrideretc ,  e  batterete ,  epermtggior  tran  zglio  fio  gli  darete  i  Torni) 
oda  ambe  le  bmieyo  da  quella  folaga  la  quale  egli  più  contrafla;  che  a 
lafine  accorgendo  fi  di  non  poterai  offendere,  ne  fup  erare  yie  colpenfiero 
ne  tongli  effettivi  fi  renderà  fo%getto;&  T?bbidiènte,&  allhora  care^ 
zzandolo  di  voce,e  di  maao,il  p  iffegglarete  otto,o  dieci  volte,bor  di  trot 
tOyhor  di  galoppo,  &  all'vltimo  dipafìo:  £  fi  coni:  questo  correggimen- 
to può  pur feruire  a  quelli  J{eflj ,  che  prìmadifjt  ;  cofiaqueHi  fipofson» 
bene  applicare  altresì  gli  altri  orditi  primi  dati,  fecondo,che  pia  necef- 
fariofi  vedrà. fon  tutto  eia  non  mancherò  di  dirne  vn  altro,  che  dal  me 
de  fimo  ?  Ityfio  è  ricordato  ,  dagli  antichi  fi  vfana  non  fola  per  og'nifpe- 
tiedi  1\e(lio;  ma  ancora  per  quello  Cauallo,  ilquale  per  naturale  iflinto, 
oper  influfso  di  qualche  Hello. ,  fufse  vitiofo  di  corcarfì  repentinamente 
nell  acqua,nel  pafsar  che  fifa  di  efse.E  quefto  è  diponere  vn  Chiappo  feo 
ridore  a  la  borfa  de'  puoi  tesìicoli,ficendo  vfeir  il  capo  de  la  corda  fra  le 
cofeie  didietro,ilqual  capo  tenédo  il  Caualierecon  la  mano  destra,  ogni 
-polta,che  s'accorgami  voler  fi  fermare,  òlafciarft  cadere  ;il  tiri  afe  con 
minacciar lo,e  fyronarlo  in  vno  iflante  :  e  fé  per  tale  cafligo  egli  andane 
auantiyil potrebbe  difubito  allentare;  perebe  verrebe  ad  allargarfi.  Ma 

g-  tal  manierale  altre  fimili ,  che  pofsono  offen  dere  lafanità,non  fono  da 
approuarfi ,  eccetto  in  capo  di  vna  invecchiata  malignità,  che  nonfipo- 
teffe  correggere  altrimenti .  Sperò  la  più  certa ,  e  piuficura  uiafarà , 
per  eflirparè  qualfi  voglia  vitio  di  \eflio,chc  no  fi  lafci  mai  lefsercitio 
de  iTomi,v fato  già  da  primi  Caualieri  del  mondo,non  meno,che  a'  tem 
pi  noflri,fecondo  che  per  adietro  per  molte  auttorità  di  fcrittori  h  aure- 
te  potuto  comprendere,maffimamente  do  ne  fi  è-parlato  deiTeletronij, 
ilquale  efìercitio  certamente  veggiamo;  che  ferma  di  tesja,  e  di  bocca  o- 
gni  caualloylafi  icura  del  freno ,  che  toglie  la  malafnntafia,loflabilifce 
nel  buon propofito,  gli  vnifee  y  rinforza  le  membra ,  difcioglie  le  giun- 

C  C    3  ture 


40<J  D  E  L  L  jt     G  L  0  \I  Jt 

turCyavcrefce  lena^porge  ar  dir  eye  perfettamente  f'addefìra  al  maneggia 
re  Ma  effiTorniyinfino  a  tanto  >  chelCauallofia  ben  difciolto  di  braccia 
e  di  gambe  >  e  che  intenda  bene  il  parare  }e  le  volte  da.  l'vna,  e  da  l'altra 
manose  onuerrà  >  che  non  fiano  fatti  fé  non  di  trottOy  quanto  più.  j "dolio  fi 
poffa  dare ;eccettofé'l  cauallo  fnjfe  sì  durone pigroyche  bifognaffe  darceli 
con  galoppo  >t 'ben.  con  furiatfacendo  pernii  contrario  a  Caualloycbefuf- 
fe  di  molto  fenfo^e  di  gran- corraggio  ;  al  q  itale  bacerebbe,  (irouado fi  già 
fermo  de  la  tefliyede  la  boccajchevfcendo  dal  trotta  dei  I "o.miys: andaf 
fé  da  diritto  a.  diritto  di  gxloppo;p arandolo  a  la  fine  con  lepofate  >  che  fi 
Galoppo,  contengono  £  perche  non  è  da  infegnarfi 'il  galoppo  y  fin  chel  Cauallo  non 
d&utmfcf11  bene  ammaestrato,  diefìe  popte  y  nelle  quali  confitte  il  fondamento 
guarir  ..  deWagilità  del (faualloye  la  maggior  parte  de  la  mifùra-ychene  i.  maneg 
gi  fi  richiede potrà.d.ar glifi  tale  ittr unione  in  qne fio  modo yebe  andando» 
in  vna  ttrada  Iviga  nella  Campagniyoue  il  terreno  fla  giuj}oy&  hahile  a 
canale  arfìy  vifr  camini  di  trotto  furiofoy  circa  palmi  quaranta  >  e  poi  fi 
fermiyaiutandolo-  al  tenere  con  la  manoycon  la  vocey  &  a  tempo  di fpm 
ni  pari  moderatamente  datile  con  la  bacchetta  nelle  fp  allertante  ch'egli 
faccia  alcun  motìuo  di  al\arfi  auantiyalmeno  con  vno  braccio ,  e  fé  no'l 
faceffeytenetelo  fermo  ye  caligatelo  due  ótre  volte  sì  con  gli  (proni  y  e  sii 
con  la  voceLpoifubito.colme.de/fmo  trotto  andérete  altri  tati  paffiinnan. 
^ri-.c  fermando  farete  il fomigliante-.ecoft di  trotto  in  trotto  per feuer are 
te  in  fino-  a  tantoycheegli  conofeendo  il  voler  voslroy&*  accorgédofi  deli 
easligoyfi  riduca  a  fpefolarfi  daterra;del  che  come  faccia  vno  atto  folo  >; 
voi  care-r^adolo  co  la  voceye  co  la  man  desìrayà  con  la  bacchetta preffo 
al  garrefeyvi fermerete  per -vna  pe2^a:Lndi  co'l  mede  fimo  ordine  trat- 
tereteyclxeglìverralcon  ageuole^ay&  allegrezza  a  pò  far  fi  alt  0y&  al- 
['bora  laiiitarete  no<diJpronÌ;m.afQlaméìe.di  polpe  di  gambe ->e.t  di  voce- 
fempreiperche  Valuto  della  voce  molto-  importa  in  ognicofay  emaffìma 
mente  per  tale  effetto. E  potendo fi  fceglierequalche.  luogoydoue  al  tenere- 
chefia  da  far  fi  yil terreno  fuffe alquanto pia  baffo  y  certamente  farebbe 
Caflìgo  afiai fnuoreuole  al (auallotil  qualein  questi  modi  e  da  trauagliarft yfìn. 
ad  te  pò-  ebefì  riduca  a  venir  facile  al  pofàre  :.  £  fé  facete  lepofate  troppo  alte  >. 
ò  non  ben  gii  fteyf aria  da  caftigarfi  a  tempo  in  quelloifìante  difproniy  di 
bacchetta  ne"  fianchi  fé  pur  bifognaffe  te  fc  lefacefie  difpettofey  &  inai- 
borateytato  vie  pia  farà,  da  cafìigarfìnonfolo  ne  i  detti  modi;  ma  ezian- 
dio con  batterlo  di  bacchetta  nelle  bracciay.  e  poi  tantofto  ed  arimetter  fi 
auantiamifurad'vncortoT{epolone;  ò pur 'voltato per la medeftmapi- 
slaye  da  tornar  fi  di  trotto  a  pararlo  J opra  littefio  pendino  ydoue fu  lapri— 
maparatayetinquelefferey  ebefifermiy  glifi  daranno  tutti  quell'i  aiuti 

©  di  voce* 


G 


K 


*DEL    C*A  VJtLLOy    LJB.    V.  407 

A  o  di  voce-fi  dìgambe,o  difi>roni,o  di  bacchetta  ,  che  parranno  pia  0  me- 
no efiere  neceffarij, tante  volte  continouando ,  fin  -che  egli  le  fàccia  beney 
e  fattegliene  fare  tre ,  0  almeno  due .  quanto  pia  longojpatio  vi  fi  terrà 
fermo  con  le  carezze  tanto  più  profitte 'iole  gli  farà:  &  ogni  fi  ata,ch' egli 
al  tenere  vi  fi  far  he  fugga  a  man  defira,o  afvnfira,voi  da  quella  mede- 
fima  banda  do  liete- premerlo  con  la  polpa  de  1 1  vostra  gambale  punger- 
lo conio fi>ro?ie,quanto  comfcerete  efiere  di  bifogno ,  sformandolo  total- 
mente,che  ritornando  nel  pio  debito  Imgo ,  fi  fermi  eguale, e  giuslo  h 
vnapifia,  che  co fi  aia  fi ne fi  trouerà  corretto  -,  fen^a  richiedere  poi  né 
quefio,  né  altro  aiuto .  Hora  com'egliharà  imparate  le  pofate  col  trotto     Poffare 

£  potrà  con  le  medefime  regole  impararle  col  galoppo  .  E  quando  ne  l'un  cokrotto 
modo, e  ne  V altro  l'intenderà  con  ricono  fcese  ben  gli  aiuti  :  non  farà  da 
tener  fi  tiu  al  corto  ,  perche  potrebbe  pigliar  vitio  di  fermar'fi  alto  ,qua- 
fi  in  cgnipafio ,  a  dijpetto  delCaualiere  7  però  fi  a  bene  di  trottar  qualche 
Sirada  lunga,  quant»  a  glifi. i  carriera  fi  può  richiedere ,  che  Jporga  in 
vn  pendino  eguale  ,e  grande;  e  fopra  quello  andar  di  trotto  a  tenerlo  ne  i 
primi  terreniyi  ne' metani ,  0  ne  gli  estremi,  fecondo  che"l  cauaUo  potrà 
foffrire;  aiutandola  fempre  di  voce,  0  digambe,o  pur  di  fioroni  :  e  come  fi 
fuffe  dfficurato  in  quel  pendinoyvifi  potrebbe  gir  di  galoppo,  efimilmen- 
te  aitarlo  al  tenere, che  cofi  verrebbe  a  far  le  pofate  pikgratiofe  co  ì  fai-  Pendino» 
chi  aitanti.  ^A uuerteudo  però  >  cbe'l  pendino  a  CauaUo  gioitane  fuot effe- 
re  fpauenteuole  ,  e  molte  volte  mtoler  abile ,  fi  che  farebbe  da  tener/i  a  ì 
dioi  primi  terreniycioé  in  quella  parte^che  è  tra'l  piano,  e'I  bafio  >  e  come 
fofje  venuto  i'ificure^a,et  in  maggior  f or 7^a, fi  potrebbe  tenere  al  me^o 
del  pendinoyche  è  più  affarono  pur  fàgli  vltimi  due  terreni,  cioè  in  quella 
parte,  che  viene  a  refi  are  tra'l  bafio,el  piano  »  Oltr'a  ciò  è  da -auuertir fi- 
che quel  CauaUo, che  naturalmente  ha  leggiere ^  %a,  balia  the%l  più  delle 
volte  fi  efierciti  nel  piano, eccetto  fé  fuffe  duro  ne  i falchi;  che  in  tal  e  afa 
per  farlo  affale  are,come  conuiene,il pendino  gli  faria  necefjarip  femprey 

»)  infino  a  tantoych'egli  intendeffe  il  lafciarfi  ad  ietroyfc  orrendo  inan^icon 
le  pofate  ,  fenja  le  quali  non  fi  può  far  maneggio ,  che  ordinato  >  e buo- 
no fiaVeramente  il  lafciar  andare  il  CauaUo  alefiefe  >  0  di  trotto,  0  di 
galoppo,o  piano, 0  (fecondo  la  neceffità)  furiofo;  fa  molti  buoni  effetti^ 
perch' egli  non  pur  affale  a  l'anche  minutamente  (  il  che  da  principio  al 
maneggiare, è  ficurt  a  al  CJuallo,et  al  Caualiere)  ma  etiandio  uiene  a  far 
con  leggiadria  le  fue  apprefentate ,  0  cornetti,  per  quel  uantaggio,che  la 
terra  a  quel  modo  baffo  gli  mene  a  dare  (co fa  certo  affai  leggiadra,  & 
vtile)&  in  q  uè  fi  a  guifa  diugnuto  agile  ad  al^arfi  dinanxiy  &  ad  incor- 
uarfi  didietro  (come  Senofonte  4e fiderà)  ìdiuerrà  ancor  'habde a  far 

CC    $        falti» 


40$  <D  E  L  L  <A     g  L  0  B^I  jt 

[alti;  effarar  calci  con  diuerfc  mifureyefiendoci  egli  inclinato:  l^efola-  - 
mente  fi  fermay  e  fi  aggiufia  di  capcy  e  di  Locca ,  ma  in  tutte  le  membra 
fi  conforta  >  fi  vmfee,  e  fi  fortifica .  Bifogna  però)  cbeH  cavaliere  babkìa 
la  mano  attentata  >  leggiera,  immobile >  e  fenfitiua  >  accordanla  con  gli 
altri  aiuti;  che  in  vnfubito  intenda  ■>  e  conofea  il  bifogno  del  Cauallo  >  e 
che  a  quello  s  accommodi  preflamentey  ferina  [degnarlo  punto  (il  che  fa- 
rebbe pericolofo)  né  cedergli  in  conto  alcuno  (ilche  farebbe  difordine) 
cofa  che  non  fi  pub  con  la  parola  infegnare  :  ma  con  naturale  attitudine, 
e  lunga  pratica  fuole  apprender fi  non  fen^a  quella  difficultà  >  che  dimo- 
erà Ouidio  in  Fetonte-^  cui  tra  i  principali  ricordi  il  padre  dice  : 

mc'debba  V ultima  flrada  è  china  >&  vi  bifogna  F 

no  elTere.  Moderamento  rijoluto  ,  e  certo . 

Deano  effere  le  calate  lunghe  >  firette  >  ferrate ■>  e  piene  di  arenayo  pur  di 
polite  per  fi  e  urta  sì  delCauallo  (maffimamente  quando  èTolledro)  e  sì 
del  Caualierey  alqual  fecondo  l'occafione  y  el  bifogno  auuerrà  di  vfare 
dinerfi  modi  con  la  mano  de  le  redine yo  pure  con  ambedueyfe per  auuen- 
tura  vi  fiala  cauezganayo  le  fùlfe  redine.  Si  dee  bene  auuertireyihe  effen 
do  per  auuentura  il  È\epolone  tuttauia  pendenteynon  e  da  darfi  al  Caual- 
lo tanta  furiayquanta  dar  gli  fi  potrebbeyfefofie  piano  >  efolnellafineha- 
uefie  quel  poco  di  rampante  \  ma  fecondo  y  che  fono  i  luoghi  pia  o  meno 
ageuoliyO  difficultofìyco fi  vi  dee  trattare  l'animale  yilquale  fi  come  con  G 
piacere  acconftnte  al  temperamento ,  cofi  con  ifdegno  repugna  aWeccef- 
fo-yperche  naturalmente  gli  Bruti  ancor  conofeono  il gioueuoley&  il  dan- 
nofoyapprendendo  qudloye  fuggendo  qut fio  :e  maffimamente  ciò  fa  il  Ca- 
ualloyper  effere  animale  di  grandiffimofenfoy  e  di  molto  ardire .  Questi 
tali  B^epoloniyfi  deonotante  volte  continouareyquc.nte  ficonofeerà  y  chfl 
(auallon'haggia  bifogaoye  che  non  prenda  fde^no  :  e  fi  come  ne  f  andare 
verfalafcefa\fideonofkr  conjrettay  ò  fianodi  trottoyo  di  galoppo  ;  cofi 
nel  ritornare  verfo  il  fino principio  ,  vi  fide  condurli  Cauallo  piaceuol- 
mente  e  fermar  fi  alquanto  ordinatamente y  prima  ch'egli  fi  parta  dal 
capo  del  l\epolone  :  il  che  fimilmente  fi  de  fare  nella  fine  della  calata  y  . 
oueegli  va  a  parareyaccar  ex^andolo  fempre  quando  benefit  adopera ,  e 
caligandolo  quando  fa  il  contrario  .  Ma  quello  >  che  alcuni  dubbitanoy 
che  correndo/}  il  Cauallo  per  li  pendini  >  venga  afoallarfiy  ferine  il  me- 
de fimo  Senofonte  y  che  non  debba  dare  timore  a  per  fona  alcuna  :  effendo- 
fi  veduta  mille  volte  l'e/perien^ay  che i popoliTerfianiy  e  tutti  gliOdrif- 
fiyiquali  cofiumano  di  combattere ,  correndo  liberamente  per  le  calate; 
haueano  fempre  con  tutto  ciò  i  Caualli  fanj ,  niente  mancoy  che  i  Greci 
douendoperò  auimtireU  Caualierey  che  correndo  per  lo  pendino ,  egli 

teneri- 


T>EL  £<AV^LLO>    L  I  B.   V.  409 

jt  tenendo  le  fue  forze  vnite,  e  la  man  de  la  briglia  ben  temperata  ,  e  fer- 
ma-fi pieghi  talmente  indietro  con  laperjbnaqaafi  a  la  fapina,foflencn- 
do  il  freno  ;  che  non  venga  a  calare  infieme  colfuo  Cauallo  in  precipitìo: 
Benché  non  ad  ogni  musilo  commur,  emente  fi pub  ciò  fare  :  però  che  ne  i 
Caualli  dolci  di  bocca,e  che  naturalmente  affale  ano: fi  de  vfare  maggior 
temperamento  in  sì  fatti  aiuti;perche  fktendofi  troppo  il  Caualiere  indie 
tro  conia  per fona,&  aiutando  il  Cauallo  fouerchiamente  di  briglia,  po- 
trebbono  ambidue precipitofamente  al  rouefeio  pericolare  :  La  onde  vi 
è  di  mesìierla  temperanza,con  fuggirei  ecceffo  non  meno  in  queìlo,che 
in  ogni  altro  atto  del  caualcare,  per  efiere  di  gran  momento  .  Hora  per-  ... 

4jj  che  fi  trouanoalcv.ni  Tolledri  vili,e  di  ti:  al' intelletto;  che  ejTendo  aue%-  v  -^    e  ^ 
%i  di  effere  aiutati  con  Jproni  al  parare;  ogni  -volta  che  fi  fentono  da  quei  mal  inrel- 
pungere,fi  fermano,fe  non  uoglionoin  conto  alcuno  più  far  fi  auanti\que-  letto  che 
Sii  che  haueffero  prefo  giàtal  vitio  difermar  fi  a  voglia  loro,  faranno  da  co'aSllco 
casligarfi  terribilmente  con  la  voce,e  con  e£ì  Jproni,  e  con  la  bacchetta, 
borane  fianchi;  hor  sàie  bracciali  nto,  the  imparino  difermarfi ,  e  di 
fhr  lepofate  a  voglia  voflra  (intendendo  l'aiuto  ,  che  lor  darete)  e  non 
quando  a  lor  piace.  Bifogna  tuttauia  auuertire  ,  che  l'aiuto  dello Jperone  Sperone  e 
d'altro  modo  fi  dà  nelle  pofate,  e  d'altro  nello  Jpingere  del  cauallo, per-  fuo  aiuto 

r  che  quello  è  più  temperato ,  e  questo  pia  violento  ,  in  quello  fi  raccoglie  a  C.aua* 
il  freno,  &  in  quesito  fi  rallenta  .  Dijferifce  ancora  l'aiuto  dellavoce  in 
queUi  due  atti,  perche  in  quello  moderatamente  s'inanima  ,e'  inquesii 
ardentemente  s'incita .  Mafe'l  (fauallo  è  leggiero,  &  volete,che  al  te- 
nere fàccia  falti,parend&ui,  che  cihabbia  attitudine  naturale ;aiutate- 
1 0  con  gli  ff  roni  eguali ,  0  con  le  polpe  della  gam  ba,le  quali  in  alcuni  Ca- 
ualli fogflwno  pmferuire:  e  con  la  voce  a  tempo,maffìmamcnte  al  fecon 
do  f alto,  quando  egli  fi  leua  in  aere  :  &in  quello  isì ante  fuinchiate  la 
bacchetta  nella groppa,&  a  l'una,  &  a  l'altra  cofia  :  e  quiui  maggior- 
mente doue  più  pende,e  conofeendo,  c'haggia  bifogno  d  effere  dal  dianzi 

2)  allegerito,aiut atelo  pur  con  effa  a  tempio  a  la  spalla  deslra,  0 lafmiflra 
0  in  ambedue  a  vicenda.  E  fé  vipare  il  cauallo  di  tanta  forza;  e  di  tal'e- 
tà:chefipoffa  allegerire  ancor  di  dietro ,  voi  in  quello^  che  fa  la  pofata, 
battete  ad  aiutarlo  di  voce,  facendolo  minacciare,  e  battere  di  dietro  da 
vn 'huomo  a  piedi giudiciofo,con  vn  bacchettone  a  l'anche,&  a  la  grop- 
pa il  chegioua  ad  alleggerirlo,^-  ad  auuiuarlo  e  parimente  a  fargli  ben 
portare  la  coda,  che  molta  importalo  fé' l  cauallo  fi  fre  di  molto  fenfo ,  e 
duro  di gar^e  dal  nafcimento,il  batterete  noi  ììeffo  hor  da  l'v.nafhor  da 
U altra  banda, &  hor  giuntamente  da  dietro  con  la  bacchetia,e  tal' hora 
.con  i  Jf>roni  pari)  iti/ino  a  tanto,ch  egli  cominci  a  gruppiggiar -a,  echevì 

intenda 


410  Z>  E  L  L  ^f     g  L  0  \7  *,£ 

intenda ,  carrellandolo  p  rettamente  coniammo  dejìra  fopra  il  collo ,  -g 
ogni  voltaici)'  egli  bara  fatto  vn  faltog'mflo ,  &  aggrupatoie  tenendolo 
fermo  in  quel  modo,no'l  molefìerete più  per  vai  buona  p^zj^a,  ma  il  ri- 
durrete a  e  afa  paffo  paffo;  an?i  farete  ben$  no  ammontare  (come  Se- 
nofonte ammonifce)  ■&■  a  farlo  piace  uolmente  'menar  a  mano,percbe  da- 
poi  caualcandofi  vn '  altràvolta,verrebbe  a  far  più  folti  con  pia  pronte^- 
*%a.  Veramente  la  miglior  ijìitiitioneyche in  q/.esto  mefìiere  fi pojia  darep 
foggiunge  il  detto  *Autore,non  effer- altra,  else  di  dar  ripofo^s  tare  //o 
al  Qxuallo  ogni  fiat  a, eh  e  haràvbbidito  :  conàvfiacofi,  che  gli  b  uomini 
ftpoffono  bin'jmmaeflr.ae  conle  pa-ole , basendo  'Dio  donata  questa 
Caualli  tanta  gratta  a  noi  foli  ;  ma  iCaialli  non  potendofi  addottrinirecoa  la}? 
debbono  fiMeUa>b'J°gnafa r  loro  conofcerJ il noslro  intento  con  diuerfa-tie.ite tra- 
addoctri-  uagliarli,&  afpreggiarli  nel  malfatto,  &  all' incontro  facendo  bene  dar 
«are.        /oro  gr  atiof amente  quiete  e  piacere  affine ,  che  f agendo  il  male  >  e  moflì 
da  quella  certa  jperan^a  del  bene,  fi  riducano  femore  ad  vbbidire  di 
buona  voglia;  altrimenti  ciò  che faieffero  per isforjata^  eslremane- 
ceffità,nè fi  potrebbe  dire,  cìfcffiilfapeffero  ben  farete  facendolo-,  ilfk- 
rebbono  di  maniera,  che  fodisfhiefe  al  Cavaliere ,  ne  che  f affé  gradito  a 
i  circolanti-,  an^f farebbe  come  fé  vno  Hittrione  fuffe  con  bastonate  co- 
stretto a  recitare  ,  o  da  fa  r gè  Hi .  Se  defiderate  dunque  far  bella  mofira 
delvofìro  C  auallo, col  fdteggiar  e, mettete  ogni  indi iflria  ad  auuei^arlo  G 
che  afegni  foli,fenja  battitura  niun.ifi  venga  ad  inal^arejcomeye  quan 
do  vi  fi  a  più  a  grado:  E  s'egli  non  fu  fé  per  auuentiiradel  tutto  inclinato 
ad  aggrupparfi  con  calci;&àvoipiacej]e di  ammaestrarlo  ancor  dique 
slo  ;  potrete  due  ,  ò  tre  volte  il  giorno  batterlo  nella ftalla ,  con  vn  bac- 
chettone in  sul  me^p  della  groppa  (di  tal  forte  però  ,  ch'ei  non  venga  a 
battere  le  fpalle  co  furia  alla  magiatoia,ilcbe  farebbe  pericolofo)  aiutan 
dolo  con  la  voce,  e  folle  citandolo  infino  a  tanto,cbyegli  fi inalai,  e  stenda 
i  calciyiquali ogni  voltaiche ei  non  trabeffe giufti  copie giunti,determi- 
nati,e  diftefi;voi  maggiormente  l'harete  a  battere ',fin  che  vi  corrifpÓda,  jj 
egli  porga  eguali\&  aU'hora  il  lafcierete  co  quella  buona  bocca,acciò  pi- 
gliammo a  tal' effettore  s'auuei^i  ad  vbbidirui  fubito,che  fentafuinchia, 
re  la  bacchettale  muouereil  vostro  labbro,  jluuertiteperò,che  ognifia- 
ta,che  caualcando  vi  metterete  a  fare  aggruppare  il  Cauallo  a  f alti, farà 
grande  errore,che  dimenrfle  il  corpo  innan^i,ò  indietro;o  che  vfeirte  ri- 
leuato  difella,e  poi  vi  calaste;  come  in  alcuni  poco  efpertift  vede  ;  an^i 
bifogna,cbe  filate faldiffimo  fu'l  Cauallo  con  la  per  fona;  e  per  talfalde^ 
^a  non  pur  la  fella deuràeflere  fatta  in  modo  che  ci  veniate  a  stringere 
bene  le  ginocchia  ;  ma  che  voi  propriamente  fiate  alquanto  ajfuefhtto  al 

Canal- 


*DEL    C\AV\ALLOy    LTB.   V,  4IT 

j[  caualcare)&  auuex^o,a  teneruigiutto  col  corpo  fermo,cedendomifurct 
tamente  al  tempo  de  igruppi  >  come  ,  e  quando  fard  bifogno  :  altrimenti 
voinonfarefie  cofa  buona,m%i  anderesìe  con  gran  pericolo  di  sbalzare) 
ti  Cavallo  fi  trotterebbe  difconfertato,eJlordito:peròfinche  egli  conofca 
il  voler  voftroyt  prenda  l" ordine-,  e  la  mifura  di  aggruppare  la  fcbiena, 
■voi  rio-l  deurete  nella  campagna  troppo  sformare  ;baftando,che  al  fin  del 
pafìoyO  del  trotto,,  0  del  galoppo ,0  della  carriera  ,  e  maflìmamente  nelle 
e  alate,  per  fuo  maggior  vantaggio  ,  gli  facciate  fare  due  ,  otre  fatti,  ò 
quattro  ;  ma  non  più:  altrimenti  gli  farebbe  trauerfi,  &  abbandonati % 
non  fenya  pericolo  dimpenarfi:.  e  tra  gli  altri  aiuti)  che  barete  a  dargli) 

B  certamente  (come  ho  detto)  il  pendino  gli  farà  molto  comodo  ad  auue^ 
<%arlo,pur  che nel  principio  non fui  troppo,  rampante  :  Tuttauia  feHCa-    Caualkr 
uallo di  fua  natura  fajie  leggiero,  e  faltatore ,  potrefle  maggior  numero  ipj^iero  G 
di.falti  da  lui  richiedere  ,  attendendo  folamente  a  far,ch' e  gli  non  penda  ^^  farlo 
da  banda  alcuna,ma  vada  egualeyeper  ~rna  pisi  a  (il  che  fàcilmente  col.  faLtar^cha 
trotto  prima  sii  tornì  gli  fi  infegna)  &  cofi  anderete  innanzi  per  quel-  s'"a  a'a" 
lojpatioythe  vi  paia  il  Qmallo  poter  durare  desiando  pure  con  tanta  for 
%a,che  tvltimofalto  fìa  più  toflo,  maggiore ■>  che.  minore  del  primo  ,,  e  di 
tutti  gli  altri;perlaj ciarlo  con  ardire ,  e  con  conferto;e  non  come  alcuni 
poco ejperti fanno , che 0 inuaghiti  , 0  storditi fu'llor  Cauallo  ,gli  danna 

C  tantafasiidia  ,  che  in  vece  di  ara  maeflrarlo,  e  fa  rgli  prendere  vigore,  lo> 
difconfò'tano,&auitifcono:rPoi  quando  vorrete  ammaestrarlo  di  J alta 
refofiipervatcruenein  molte  importanti  occafioni,potrere  feguir  il  pre- 
cettodeW  iflejfo  Senofonte,ilquale  dice,, che  qual' bora  vi  venga  alle  ma-    Causila 
nivn  (auallo  malpratico  di falt are,  debbiate  prefe  a  mano  le  redine ,  0  codifaka» 
il  caue-^7Kone,trarìo  voi  (fenra  alcuno  indofio  )  a  pafiar  di  folto  alcuna  re .. 
foffa,e  s'eglifchiuafie  di  (altare  sfategli  dare  (con  aiuto  di  voce)  con  vn 
bachettone  ben  forte  in  fu  la  groppa,che  co  fi  p  after  à  non  quello-ffi <atio  fo- 
lo,che  voi  vorrete ,  ma  ancora  più;  crefcendo  di  giorno  in  giorno  il  detto> 
Jpatio:ne  dapoi  ajpetterdla  baronata;  ma  comefentirà  accoflarglifi  al- 
cun  di  dietro, egli  fubito  f aiterà  :  Indicarne  Iharete  alquanto  auue^za- 
toa  queHo,potrete,$landoglìvoia  Cauallo /aria  f alt  are  le  fofi  e  pie  e  io- 
le prima,  e  poi  maggiori  digrado,  in  grado,fecondo ,  che  vi  parrà  poterfi 
fare-.efiendo  ottima  cofa  ad ' effercitarfi in  s  ì fatti  meflieri,  cofi il Caualie 
re,come  il  (auallo  .-perche  in  tal  modo  lvnopotràferuire,egìouarea  fa 
troMa  nello  sfor%o,chefifkrà  delfaltare,.  conuerrà  non  aleggiarlo  dil 
briglià;m.a  dargli  a  tempo  l'aiuto  de  glijproni  con  quello  della  perfona  y 
e  delle  redine  ;accioebe  non  venga  il  Cauallo  a  mancare  nelle  parti  di  die 
tro^mapik  toflo  raccoltoxet  unito,  ogni  fuo  vigore^liberaméte  pafii  a  met 

terein, 


4T2  DELL**     G  L  0  \ì  Jt 

Ciualli  tere  in  faluo  fé  flsffo  ye"l  fuo  padrone  :  E  per  poter  meglio  porre  in  opera  jg 
j>  le  guer-  cotai  dottrine-,;!  che  poi  nelle  guerre  fi  trottino  le  perfone  robusleyficure , 
X\     o     &  a&*lì:e  iCauaìli  bene  afiuefatti,  certamente  non  è  co  fa  migliore  dello 
cella  cac-  tficreitia  della  Caccia ,  doue  per  dinerjì  luoghi  fi  richiede  >  che  s'h  abbia 
eia.  a  correre  :  &  a  [altare  y  hora  poco  >  &  bora  afi  ai ,  laqnale  varietà  non 

viene  ad  a/J ere  al  cauallo  cofiodiofa,  come  farebbe quando  eglifempre 
in  vnapartc,&  in  vìi  modo  fi  traiiagliaffe  \  perche  ognicorpo  nel  varia- 
re de1  moti(comeilF  ilo  fofo  dice  )  prende  ripofo  :  edipoiveggiamoyche 
da  l 'andare fempre  di  piano  fi  riceue  maggiore  fìanche%ra,  che  dal  ca- 
mino* variato,con  tuttoché 7 piano  fia  men  faticofo  d'ogni  altro  luogo  . 
Tenete  però  quetta  regola  in  memor'uhfn  chel  cauallo  noyifia  alleggie-  P 
rito  dinanzi  con  le  pò  fate-,  e  di  dietro-,  coi  gruppi^  calci,e  che  non  fap- 
pia  tener  fi  bene  >  e  parare  al  baffo  ,  &  al  trotto  y  non  è  da  trauagliarfi 
in  fi  fatti  modi  ,  ne  è  da  dargli/I  il  galoppo ,  ne  anco  ifalti  ;  perche  fa- 
rebbe difordine  elùdente -,  fini ile  a  quel  di  coloro,  che fen^a  apprendere 
Grammatica  yvolefìero  fkrfi  dotti  :  ma  quando  egli  farà  ridotto  a  tale  , 
che  tutte  tai  cofe  intenda  bene ,  e  che  vada  libero  >  &  eguale  >  voi  caual- 
candolopiu  di  rado, per  fargli  prendere  più  ardire:  e  dandogli  meno  tor- 
ni di  trotto,  e  di  quelli  vfeendo  di  galoppo, il  vedrete  allegramente  dafe} 
à  tempo,  in  ogni  due  pajjì  forniti  y  forgere  da  gruppo  in  gruppo  alga- 
loppo gagliardo)  &  andar ginflo  inftno  al  luogo y  doli  egli  è  folito  dipa-  u 
rare  )0  pur  giunto  al  termine  far fuoif alti,  e  com'egli  haràprefa  laco- 
nofcen%ay  &  la  mifura  d'eflo  galoppo  y  batterà  di  mantenerlo  nella  fua 
perfezione  col  trotto  fleffo  .  Il  Raffio  loda  y  che  come  il  cauallo  è  affue- 
fhtto  al  maneggiare  •>  ft  fàccia  galoppare  nel  principio  a  poco  a  poco  col 
più  corto,  e  breuefaho  >  che  fia  poffibile,accit)  che  non  venga  a  pigliar- 
ne fdegno  tale ,  che  poi  gli  rincrefeefie  di  farlo  più  :  ilche  farebbe  vn 
grande  error  del  coitone ,  diuentandone  di  leggieri  il  Canal  R^eftio.  Hor 
Galoppo  fi  v°gliam<>  confiderare ,  quanto  fa  vtile  ilgaloppo,in  verità  ritrouia- 
quàto  fu  mo  -yeti  egli  dato  lungo  per lo  diritto  yfk  gir ilCauallo  libero,  e  fincero  di  g 
vite,         cuore  ;  e  cofi  tra  gli  altri  caualli  ;  come  traglihnomini  benficuro  ;  da- 
to in  volta,  ofemi circolare  y  o  circolare,o  con  cangiar fiefio  mano  y  fer- 
ite mirabilmente  per  effercitio  di  guerra  :  maffunamente  ;  quando  non 
fifa  cono f e  ere  luogo  >  ne  volta,  ne  tempo  determinato  al  cauallo  ;  il 
quale  efendo  per  auuentura  Re  ftio  >  noi  dopò  hauerlo  galoppato  ve- 
locemente ne  i  torni-,  nel  cacciarete  con  furia,  e  galopperete  di  lungo,fh- 
cendolojpeffo  andar  y&  venir  per  li  mede  fimi  luoghi  :  &  vltimamente 
con  piace uole^a  paleggiar ete ,  &  guardateui  di  maneggiar  cotai  Ca- 
ttaui (  mentre^che  prefìttono  nella  loro  maluagitàjal  corto ,  ò  tra  gli 

bmminiy 


DEI   CjtVJ.LLOy    L1B.    V.         4IJ 

j[  huomini  5  ò  altri  Caualliy  ò  vero  prefi  0  à  le  loro  falle;  perche  loro  dare- 
Jìe  occajìone  di  fare  ogrChor  peggio  ima  ammaestratele  fempre  à  lungoy 
&  in  luoghi  apertile  larghi.  ICaualli  però  di  buona  intentione  fi  poffono 
liberamente  in  ogni  luogo  adoperare;  e  quando  fon  venuti  in  termine  di 
conueneuole  difciplindyfara  molto gioueuole fargli  maneggiare^ galop- 
pare tray  CaualUyentrando  >  &  vfcendo  Jempretra  lor con furia,&  va- 
riando manoyperche  oltre  y  che  fa  vn  bel  vederey  ella  è  co  fa  molto  ardi- 
ta y  vtik.ye  ftcura  nelle  guerre  '  ritrouifi  il  Caualiere ,  0  conia  lancialo 
conia  ffiada  in  mano  .Certamente fatanti  buoni  tffeitiy  che  fa  il  galop* 
poyquefio  e  belliffimoy  che"  l  Cauallo  >  //  qualper  naturalo  per  cattino  co- 

2J  fiume -yfuffe ardente^  fli^ofo  >  e  poHo  in  fugarne hauefic  fermo  appog- 
gio ala  brigliaycontinouandofi a  galoppare  fen^a  furia y  epofciaàtrot- 
tare  ycon  mano  temperata  (e  mafjimamente  efendo  con  cane^ana)  vie 
ne  infallibilmente  a  lafaare  ogni  vitio  inbrieue  tempo  .  Il  dar'vnfoaue 
galoppo  in  volte ygioua  a  Cauallo  y  che  nel  maneggiare  hauefe  yitip  di- 
orinar troppo  Jpefioj  e  fuor  di  tempo  :  perche  con  quei  torni  cofipìace- 
tioli  verrebbe  à  deporre  la  gran  pauraycherì e  cagione .  Giona  etiandio 
dfkreychevn  cauàtlo.yil quale  andafie  molto  leggiero  a  la  mano  y  e  non 
volejfe  appoggiarli^  e  tal  volta  ingorgasse  la-lingua  y  venga  a  porla  fi- 
curamente  fòttò  iabrigliaypofandofi  neUe  barreyche  fono  Ispani  fotta- 

C  ne  de  la  bocca/oprai  denti  fcaglioni  :  Ma. a  (aualloy  che  fu  [fé  infinga}— 
do(comefidicé)ol$amingOyVtiliffimifono  i  Torni  prima  di  trotto  fciol- 
tOy&  affrettatoypoi  dì  gaìoppoycon  quantafuria  fia  poffwìk>  auuerten- 
doperòyche  le  volte  nelprincipio  non  fan  mette  : perche  forfè  ilfarebbo- 
110 accorare-,ma  fi  accrefeano  digiorno  in  giorno  fecondo  lapofifan^a  del 
Cauallo  a  poco  a  pocoynon  mancando  diafficurarlo  col  fpccprfo  de  la  yo 
ceyO  de  la  bacchettayo  degli  Jproniqtempoa  tempotche  cofiyerràafyo 
gliarfi  de  le prauefue  fantafie  y  e  de  la  paura  y  e  terrà  folo  ilpenfiero  di 
fornir  efse  volte '  velocemente. J'tiliffimi  fon* ancorai torni di  furiofoga-  Torni  di; 
loppoyincominciatiperòfempre  di  trottoyà  far  venire  in  vn  tuono  per f et-  f^^^y 
toychi  andafe  sbal^andoyàfcherx^ndocoìsapo  yenon  syaggiuslafe  y  an  tiliflìmi>, 
t%i  tal  volta  di fordinat amente  buttafse  calci .  In  ogni  yno  di  quei  motiui 
è  da  gasligarf  primardi  voce  folayo  pur'iufìeme  co  la  bacchetta  difopra 
al  fiancoybifognando  ;  e  con  gli  j^roni  ancora  qualche  fiata  ytion  bastan- 
do la  voceye  labacchetta;al^andogli  acquei  tempo  la.  man  de  la  briglia 
vn pocoyper  rimouerlo  da  quel penfìeroyne  mai  cef  andò  finche  ei  no  ce- 
da: Mafie  con-queslonon  fi  rimane  fé  del  trar  di  calci  y.bifogna  in  quello 
iflante  yfen^a  interuallo  prendere  con  la  man  deftra  la  deftra  redine  >  e 
,  tirando;  dargli  un  poco  di  fuf fi  enata  nella  barra  \  cofigofligadolq  quan- 
te fia^. 


414  LllL^gLOT^l.A 

te  fiate  lù  tornì  a  fare, e  come  farà  corretto  >  sì  che  vada  bene,voi  conti-  £ 
luterete  il  voflro  galoppo;  affiatandolo  conte  carre-^e  de  la  mano  sù'l 
collo,  e  de  la  piaceuole ,  e  bafia  voce .  Sono  olir' acciò  alcuni  Cauaìli  na- 
ruralmente  fuperbi  >e  furio/i  conpoca  for^a  ,  che  volendoli  galoppare + 
!!? ttJ  ne  prendono  certa  naufea,che  fanno  a  gnifadirBolfi  il  fiato  grofio:à  que 
idonei  al  sii  tali  come  gli  harete  afficurati  sul  trottoydarete  i  torni  di  galoppo  a 
galoppo,  tempore  con  gran  temperamento;  che  con  quelli  deterranno  fiamme  giu- 
fii,e  ne  la  carrier  a  poi  intenderanno  bene  il  parere ,  ferina  metter  fi  in  fu- 
ga come  gran  parte  (quando  non  fono  bene  amaefirati)  foglionofare  di 
tal  natura  ;  Et  ogni  voltaiche  fi  galoppa,  ricordataci  di  darpiuyò  meno 
aiuto  di  voce, di  Jproni,e  di  bacchetta,  fecondo,che  più  0  meno  verrà  il  p 
ca  uallo  ad  vnirfi  con  cffo  voi,e  fecondo  la  lena,e'lfentimento,che  in  lui 
fcorgerete,perciò  che  a  difere ttione  del  Caualiere  sìa  a  qual  cauallo  deb 
ha  dar  fi  il  galoppo  più  veloce  ,&à  qual  più  tardo  \  chiara  cofa  effendo 
che  l'animale  ociofo,egreUe,èdafoìlecitarfi  con  tempo  conueneuo- 
lein  diuerfi  modi ,  quanto  fi  puòdo  JìÌT^ofo ,  0  troppo  fenfitiuo,e  mobile 
è  da  trattar  fi  con  maniere  piace. tot  i ,  e  quiete.  E  farà  bene  ad  offeruar  la 
norma,che  dàFirgilio,che  fin' al  quarto  anno  dell' et  à^non  fi  faccia  ilTol 
ledro  galoppare  ingiro  ;ma  dopò  questo  fi  potrà  anco  dare  inluoghi  aper 
Poliedro  tì,eJpatiofi  a[  yefoce  corfo.  Dapoi  che  dunque  il  caualloynonfolo  al  trot- 
tò rem  pò  to,ma  anco  al  galoppo  bara  conseguite  le  necefìarie  leggiere^e,^  ap-  G 
non  fi  fac  prefo  il  vero  aggiufiaméto  della  tefia,e  delle  pofate,e  delle  affalcate,gli 
eia  galop  fi  potrà  dar  la  carrier  a,ma  no  mai  prima;percbe  farebbe  vn  grande  er- 
rc/e  In  °  rore,  eccetto  fé  in  quelle  prime  fiate, che  vi  venire  vn  Cauallo  alle  mani-, 
voì,due,ò  tre  volte  il  volejle  correre,per  conofeere  fot  amente  la  velocità 
Signor  0  lalenafua  .  Ma  volendo  procedere  con  quei  termini)  che  fi  deono,bel- 
Cola  Pa-  Uffimo  fi  a  a  feguirquell ordine  >  che  dal  Signor  Cola  Vagano  fi  offerua- 
gano  ,  e  ua ^  Hqiml'e  ?  come ottimo  caualcatore,par  che deffe nella  patria  nojira 
menti  nel  vna  eerta  norma  di  affinare>&  imbellire  que  fi' arte. Egli  a  ninno  cauallo 
l'arte  ca-  mai  daua  il  corfo, finche  non  l'hauefie  copiutamente  ammaeflrato  d'ogni 
ualerefca  altra  cofa:e  ifuoi  ammaefir -amenti  dal  principio  al  fine  confi fieuano  tut  ** 
ti  sii  'lpaffo,e  fopra  il  trotto,che  fermaua  la  tefta,efciogliena  le  braccia^ 
e  rade  volte  fopra  il  galoppo,che  doppo,hauerlo  caualcatofei  me fi,o  for- 
fè vn'anno,gli  infegnaua  il  correr  in  otto' giorni;  egli  rifl>  videa  con  tan- 
taprefle7^a,e  co  tal  mi  fura,  cheparea  cofa  mirabile  a'  riguardanti: fi 
che  dall' vfo  de'  torni  a  trotto  furio  fo ,  poffiamo  dire,  che  dipenda  vera- 
mentela  perfettione ,  co  fi  di  tutti  i  maneggi,  come  fpeti-aimente  della 
carriera,laq».alfi  come  dando  fi  con  queHe  circofian?e,&  a  que  fio  tem- 
po è  più  confortata)  e  piuficura  ;  cofi  aWincontrOj  quando  intempesii- 

uamente 


DEL    C  Jt  V '  Jl  LIO,    L1B.V.  415 

\A  ttamente  ella  fi  dà,  viene  ad  cffere  difordinata,  eperìcolofa ,  per  la  poca 

fermezja,epoca  vbiidien;  a  del  Cauaìlo^Hègià  è  di  rneflierid'infegna-   Cauallo 
re  al  Cavallo  il  correrebbe  di  è  naturale  :  ma  è  ben  conueneuole  ,  e  ne-  C^Q  .  5?'e 
ceffono  ;cke  fi fàccia  conficurtà  del  Caualiere;e  confertat amente ;  al  che  jnjf  ana., 
non  fi  p;  ò  egli  ridurre  fedra  la  difciplina-,  efenza  il  tempo  .    Tercbe  la  re . 
carriera  de  ara  e/fere  giuHa,determinata  ,  veloce,  e  trita ,  rinforzando 
jempre  infuria  infìno  alfine  doue  il  Cauallo  affalcbi,  &  pari  con  le  po- 
mate. £  quanto  più  fuffe  di  mezataglia,o  chehauefepiù  del  Cjinetto,pm 
fpatiofa gli  fi  potrebbe  dare,non  però  tanto,  che  trapaff affé  ilfno  douere> 
onde  il  cauallo  per  dejfe  la  fua  furi a}ilche  gli  faria  difpregio,e  fùria  bntt- 
%  to  vedere.  Ma  tanto  meri  lunga  fi  conuerrebbe ,  quanto  più  granfe,  e 
groffo fuffe  il  cauallo .  £t  volendolo  tenere  bene  auuezzo  asfalti,  molto 
più  corta  dell'ordinario  la  farete  ;acciò,che  al  parare  egli  habbiapurpar 
te  dilena,e  di  vigore  da  potare  falt  are  ageuolmente  .  TS{e  mai  batterete 
ifproni  su  la  carrier  amenza  l'aiuto  della  voce  aggiunto  infieme ,  maffi- 
mamentefin  che  il  cauallo  ègiouane  ,e  fin  che  non  è  ben' accorto  di  tutti 
gli  ordini  e  della  noftraintentione.  E  fc  binerete  di  dargli fpeffo  la  carrie- 
ra,baflando  ogni  due  mefi,o  al  più  ogni  me  fé  vna  volta;  anzi  effendo  il 
Cauallo  di  natura  flizzofo ,  &  ardente,  fé  maggior  interuallo  fi  trapo* 
neffe,miglior  farebbe  :  tanto  pia  s'egli  fuffe  naturalmente  di  dura  bocca, 
Lorenzo  B^ufw  quantunque  nel  principio,  lodi,  che'l  cauallo  fi  fàccia  vna 
voltala  fettimana  correr la  mattina  per  tempo ,  periftrada  benpianay 
&  alquanto  arenofa,yn  quarto  di  miglio  prima ,  e  pofcia  un  miglio  ,  & 
ancor  più  di  mano  in  mano\dkendo,che  quanto  più  fpeffo  il  Cauallo  corre 
(moderatamente  però  correndojtanto  piùveloce  diuiene ,  e più  desìro  al 
corfo  :  nondimeno  egli  mede  fimo  foggiungendo  confeffa ,  che  dal  troppo 
fpeffo  correre,auuengono  quefli  mali,  che  il  cauallo  perde  una  gran  parte 
delfuo  confueto  imbrigliarfi,enediuentapiùfocofo,  e  sboccato  ,&  alle 
volte  I{eslio .  Del  che  mi  pare  non  effere  da  dubitar  fi  ;veggendofìaper- 
£   tamente  (fi  come  i  corridori  di  lande  fan  fede)  ch'el  frequente\correre 
difconferta  la  tefla ,  e  f cerna  le  forze  dell'animale ,  mettendolo  in  fugOy 
&  in  difperatione,  e  l'auuilifce ,  &  accorra ,  e  con  mile  difauuenture  il 
rouina  di  giorno, in  giorno.  Gltre,che  i  due  precetti  diuerfì  di  efìo  Rj'fiofì 
potran  concordare  in  queslo  modo,che  il  primo  s'intenda  per  QiuaUi  de~ 
Rinati  al  corfo,detti,volgarmente  Calmili  da  TaHj,e'l  fecondo  per  Qiual 
li  difciplinati,e  da  maneggio .  */tmifi  dunque  per  quella  prima  manie- 
ra di  Caualli ,  la  mediocrità  del  correre ,  e  per  quella  feconda  la  rarità; 
&  in  qualunque  modofifia,  ognifiata,chefi  voglia  far  correre  il  Caual- 
lo ;  prima  di  ogni  altra  co  fa ,  gli  fi  faccia  ?  paleggiando ,  riconofcere  il 

luogo 


\\6  T>tlljiGLO^_ljt 

wogo  iella,  carriera  (il  che  parimente  fi  de  offeruare  nel  I{epolone)  il  £ 
qual luogo  fa  bene  à  Scegliere  netto  y  e  ferini  pietre  ;  perche  tanto  pik  il 
Cauallo  ricorrerà  veloce _>  eficuro  :  ^giunto  al  capo-di  quello  ,  faccìafi 
voltare  con  quel  proprio  modo  >  che  fi  farà  tenuto  n?l  paleggiare  >  ò  che 
fia  nato  dipaffo-,0  di  trotto;  facendo  fi  poiferm  ir  con  la  tetta  diritta  y  t 
con  tutta  laperfona  per  lo  lungo  d'effa  carriera .  Senofonte  dice  ejfere 
fiata  opinione  generalesche  fu(le  più  bel  vedere  l'incominciare  del  cor- 
po dalla  parte  finiflra ,  che  dalla  deflra  :  e  chi  volefìe  battere  sì  fatta 
cura-)  potrebbe  incominciare  la  fua  carriera  in  quello  ittante ,  cbe'l  Ca- 
uallo moueffeilpaffo  defiro: perche  co fi  douendo poi  inalzare  il  finittrOy 
daquelloincominciarebbe  il  corfofuo\e  quando  fi  voltaffe  a  man  man-  P 
ca,cofi  ancora  comminciarebbe  la  volta;  conciofia  cofa ,  che  ordinaria-' 
mente  fi  vede  che  volgendofiil  Cauallo  à  man  dettra}procede  con  le  par- 
ti pur  deflrey&  àia  finiftra  con  le  flnittre  .  (jli  h  uomini  certamente  vo- 
lendo correre Cogliono  mettere y  innanzi  il  pie  ftnisiro ''>  perche  douendo 
aliare  il  desìroyvengono  con  maggior  impeto  a  dare  principio  à  la  car- 
riera ;  el  mede  fimo  firn  nella  lottale  nel  volteggiare .  Ma  quel  che  >  nel 
correre  àCauallo  importa  più >m  iffi.mméte  per  conto  della  lanciayè  che 
fi  miri  di  lanciare  a  manfìnisìra  y  e  non  a  deftra  yvfiepeyb  muroybtauo- 
lato  digiottra >  che  quitti  f affé  ;  perche  altrimenti  fi  correrebbe  al  roue- 
f ciò. E  facendo/i  (prima  che fi  giungere  al  capo  del  corfo)  vna  rimeffa  co 
meza  volta  a  man  de/Ira,  àguifa  di  1\epolone  y  in  mifnra  di  contratem- 
poyò  di  mezo  tempo  (de 'quali  temoi  apprejfo  ragioneremo) con  tener  do 
pò  quella  per  lo  diritto  il  Cauallo  alquanto  fermo; farebbe  cofa  non  fola- 
mente  fi  cttr -ay&  vtileyma  di  vlfia  affai  bella  :maffimamentey  cbe'l  Caua 
liere  potrebbe  da  poi  Iettarlo  ftibito  alla  carrieraybattendolo  con  gli  forò 
niyecon  la  bacchetta  tutto  ad  vn  tempo  nella  fp  alla  fin  ittr  a y  &  v fondo 
etiandio  la  voce  terribile  in  alcuni .  <Auuertaperò  di  far  ogni  cofa  con 
temper  amento  ye  dinonufare  molte  battiture; perche  oltre  al  mal  b abito 
di  auuexgaril  Cauallo  a  non  correre  altrimentiygli  recherebbe  fiacche1^  H 
'%a  taleyche  ben  gli  fi  protrebbe dire  y 

E  per  troppo  fpronar  la  fuga  è  tarda. 
Oltreyche  farla  certaméte  vn  brutto  -vedere  di  fé  mede  fimo  >  che  fi  come 
difdice  al  Ntufico  aprir  troppo  largamente  la  bocca ,  à  l'Oratore  fare  va- 
rice troppi  gefliyal  Filofofo  crucciar  fi  nelle  difputeyal  Giostratore  fettoter 
il  capOyet  al  Ej  ridere  co  cacchino; cofi  difeottiene  al  Caualiere  fare  quei 
tanti  gridi  fenzainterualloye  fuor  di  tempo  ;e  quei  battimenti  di  gambe 
quei  dimenamenti ,  e  storcimenti  di perfonayche'ì  fanno  parere  più  totto 
vn  Cauallaro ,  che  porti  lettere  per  lepofle  >  ò  come  s'egli  correffe  à  cac~ 

zia  die 


<DEL    CUV  Ulto    LIB.   V.  417 

Z£  eia  dietro  allaZepre  .  Voi dunque  accommodandoui  a  tutto  con  un  bel 
garbo;  come  farete  prefio  alla  fine  della  carrieray  incominciarete  a  rite- 
nere il  Caualloper  lo  dritto  y  facendo  ogni  opera y  ch'egli  vada  con  l'an- 
che a  terr astenendo  la  tefla  al  fegno  firn  :  e  principalmente  auuert  irete 
di  non  coftwiger  l  animale  a  fare  mai  cofay  che  auanirile  forye  fue  y  e 
la  pia  iruiinatione  ( 'come  finente  ho  ricordato)  ne  che  s'induca  ad  alcu- 
no fdegno;  perche  non  fé  ne  haurebbe  maihonorato  fuccefìo  :  &  affine 
che  egli  pofia  ritornare  con  miglior' animo  l'altre  fiat?  alla  carrier  allo- 
tterà che  dapoi  che  l'harete  corfoyil  facciate  pur  pajfeggiare  con  care^- 
%e  per  effayvna  volta  almenoycome  prima  fi  fece  .^oi  douendo  [monta- 
li reyordina  Senofonteyche  non  fi  faccia  ne  tra'Caualliy  né  tra  turba  d'Imo    v,-t,0  con 
tniniynèfuor  del  luogoydella  carriera  ma  doue  l'animale  è  costretto  al-  trario    ai 
la  faticala  concedagli/}  il  ripofo .  E  perche  fi troua  in  alcuni  quel  yitio  R.eiho. 
contrario  al  I{eflioyche  Ouidio  bellamente  defcrineyla  doue  dice; 

Il  (aualy  che  di  bocca  è  troppo  duro  > 

Inprecipitio  rape  il  fuo  Signore  y 

Che  gli  fchiumo fi  freni  in  van  ritenta* 
Ben  che  non  foto  per  colpa  di  mala  bocca  y  ò  di  troppa  viuacitày  che  fa-  . 

ceffi  fonercbiamente  iCaualli  ardenti  y  e  furio  fi  ;  ma  fpefo  per  hauer  sboccato 
bauuta  mala  creanza  daperfonayche  non  ha  faputo  foggiogarliyne  far-  e  [noi  re- 
gli  accorti  del  fio  volere  ;  effi  nella  carriera  y  trouandofi  infiammati  >  e  medi  j. 
fuor  di  fi  flcffiy  fi  pongono  in  su  la  mano,  &  vanno  via  finirà  fermar- 
fi  ;  ò  fi  pur  fi  fer mano  >  fanno  vn  difordinatoy  e  mal  tenere  :  Quefii  ta- 
li bi  fognerà  e  aitale  ar  fi  con  maggior  attentione y  e  con  più  moderando,  > 
che  fi  fu  fi  er  Tolledri;e  primieramente  in  vna  strada  lunga  ;  echiufa 
da  itati  infognerete  al  Cauallo  di  fermar/i  fu' lpafioy  poifopra  il  trotto 
e  poi  fu 'lgaloppoyfacendogli  (fempre  che  fi  fermi)  farle  pofate  al  do- 
vuto modoyt 'farlo tal  volta  rinculare;e  starete  per  molti  di  fen^a  dar- 
gli distefo  cor  fi  y  an^i  ogni  fiata  y  che  al  fine  del  galoppo  hard  fatte  le 
£j  pofate ,  deurà  in  quello  ifiante  vn'huomo  all'incontro  con  vna  bacchetta 
leggier amente  batterlo  nelle  bracciay&  accenarlonel  must  accio  alcuna 
volt  a  y  e farlo  far 'in  dietro  alquanti paffiy  che  co  fi  egli  ricono  fi  endo  il 
"vostro  intentoyfubito  che  fermato  fi  vedrà  dauati  vn  co'l  bastone  in  ma- 
noyfen%a  affrettare  le  battiture ,  fi  farà  dietro  yfintendofi  maffimamen- 
te  tirar  la  briglia  y  come  farà  diuenuto  facile  al  parare  y  eficuro  al  riti- 
rar fi  >  potrete  nel  mede/imo  luogo  dargli  piaceuolmente  vna  carriera , 
fen'xa  toccarlo  difl>roniyò  di  bacchettai  ferina  dir  motto  y  né  troppo sf or 
%arlo:mafolamenteapproffimandoui  a  quella  parte  y  doue  al  galoppo  fi 
fuolt fermare^ 'aiuterete  al  parare  co  leparole}  chefogliono  dir  fi  al  far 

Ò  D        delle 


41&  D  E  L  L  Jt     G  L  0  \I\y€ 

delle  pò  fate  ;&■  in  vìi  tempo  l  huomo  d'incontro  il  minaccierà  co'lgridoy  £ 
ò  lo  l  baffone:  e  fé  volere  fatare,  auantiyilbatterà.  Mafie  fuffe  ubbidien- 
te a  fermar  fi.  -,  gli f irete  carene  vn pe^ro y  e  parimente  il  farete  fare 
par  alquanto  indietro  ;pofciaper  la  carriera  paffeggiarete  circa  fei  vol- 
te tra  l  and  are  ,&  venire ',  fermando  ui  fempre  in  quel  mede  fimo  luogo^, 
done  folete  parare  ,  né  poi  per  alcuni  giorni  il  correrete  ;e  con  questa  di- 
fciplina  egli  verrà  a  lafciare  quel,  vitio  di  sboccato ..  ^Alcuni  per  to- 
gliere questo  vitio  dipanar  viayfamo.fi  are  nel  luogo  delparare>  vno ,  ò 
due  hi.omini  confà  fi  di  paglia  acce  fi?  e  legati,  a' bastoni.,  filtri  gli 
fanno  ancora  trar  delle  pietre  \  ma  q  uè sto  al  parer  mio  non  è  da  v far  fi 
mai?  e  dir  adiffimo  quello  i  il  miglior  effendo  di  correggerlo  con  briglia  P 
conueniente  a  la  qualità  della  bocca  fuay  o  di  più  mettergli  la  cordella , 
tt  la  catenetta  fiotto  le gengiueylegat.a  agli  occhi  dieffa  briglia..  Benché 
per  molto  ychel.C  amilo  fuffe  di  maligna  natura-,.  &  inuecchiato  in  quel 
mal  v fio  ditirar  viay  facilmente  fi  amjnaefìrerày  Rammenderà  >  con- 
tinuando di  paffo  inpaffo  gli  altri  ordini  fopr  adetti  ;  che  fé  per  auuen- 
tura  il.difetto  procedere  da  poca  for%a>o  poco.fiato  dell  ammalerò  d'ante 
cofiile  di.effere  fiato  fouerchiamente  pofio  al  correre ,  etroppo  battuto ,  ò 
fgridato  più  del.  douereyvoi  conofeiuta  la.  cagione  del  makypotrete  con  la 
piace noie  difciplina>&  ejfercilio  temperato  rimediarli  >  fecondo  che  già 
parlando  de  i  fi-eni,  edt  barboccidi  vi  ragionai. Is^è in  veritàeda  Hi-  ** 
marfiageuol  cofa  chevn  Caualloda  vn  violento ,  e  diritto  corfo  a  voglia, 
dell huomo-)  in  vnfiibito  fi  ntengayo.fi  volga  altroae an^i  è  va.  attovio- 
lentQye  fiomigliante  (  come  jLrisZtot.ele  dice)  à far  e  andar  l'acqua  in  alto 
e  la  fiamma  ingiù.  Eperofommamente  ènecejfario ,.  che  il  Qmaliere  y, 
dòuendo  parare  alla  fine  della  carriera^tiri  la  briglia  foauemmte  >.  e  con 
tal  tempo  y  che'l  Cauallo  non  trafyorti  '> .  né  fé  ne  venga  dalli  altro  canto  a 
fdegnare  con  tac  fiere^a  y  che  fi  rouefei  su' Ifuo  padrone  y  come  "Panfilo- 
Saffo  in  vrì Epigramma  dimostra  effer'auuenuto  ad.<iy€ntonio  Vico>a  lui. 
driTgando  cot a  parole  y.  jj 

Di  crudel  morte  noi  Deftriertivccifèy 

Bencb'egligraueiltuo  corpo  premeffe ;,  - 

Ma  fi  thfiefioymal  tir  andò  i  freni  y 

Tu  della  morte '.tua fofii cagione:. 

1<le  di  fato  più  bel  morir potem '.'.. 

^  Polendo  forfè  inferireyche  morire  col  me70  del  caualloyfi  doueffe  glorio— 

Figliuoli  fQfalìùriptóareypiheh&wl'.m&ZQ  delferroyò  d'altra  cofa  non  tanto  no- 

pi  più  no  bUe.Carncade.vcra?,:éte  affai  bene  difie  (comeLaertio  ci  racconta) che  ì 

baiano à  figlLoli.de i  granTrmeipi  ninna  cofa b^fiano a fapere.  con  pili  certe^x. 

che'l 


DEL    C  Jt   VJL  ILO,    Ll'B.V.  41? 

l/f  che'l  caualcare.-percioche  nell'altre  fidente  eìfendo  adulati  dai  lormae-  faper  nju 
s~iri,JpeJfo  nerestano  ignoranti,})  ripieni  di  molti  errori:  Ma  fé  nel  canal-  na  cofa  co 
care  non  hanno  quella  vera  dottrina,  che  fi  richiede,  fi  trouano  cafiigati  P,u  cer- 
perche  ile anallo  non  facendo  eccettione  ,  delle perfone,bntta  à  terra  chi  -|  cau'ajca 
non  tiene  di.  lui  quel  reggimento,  che  fi  cornitene ..  La  onde  per  if chinare  si  re  . 
fatti  e afi,deurà  ogni  vno  confider are)  come  Senofonte  configlia(chcl  ca- 
uallo feroce  è  fomigliante  dWhuomo  iracondo:  e  fi  come  non  fi  commuo-     Cauallo 
nono  ad  ira  per  quelle  perfine  di  natura  ftÌ7gpfe>à  citinone  dettarne  fai  J"tn[10^eC 
tacoj%che  l'offenda  \vofi  non  fi  mette  a  far  difordini  quel  cauallo,  per  Jjj  perfo- 
brano ,  ch'eglifia,  ilquale  non  fenta  lefione  in  parte  alcuna .    Trocuri  -ne . 

*B  dunque  il  Qiualierefcome  da  prima  è  slato  ammonito)  che  nel  montare 
a  e  anallo, no  fi  a  noiófo,&  molefio  ali  animale  :&  poi  che  vifaràfufo,m 
gii  diafuhito  iltrauaglio,ma  dopò  alquanto  di  pofa,  menilo  innan'xi  con 
dolce  imperio, e  comìnci. vnào  da'  moti  lenti,feguédopofcia  i  mediocri,lo 
fpinga  finalmente  (co  gli  ordini  detti)  a  la  carrier  a,che  cofi  il  cauallo  vo 
lentieri  la  prenderà  da  fé  medefìmo,ne  verrà  a  fentire  fdegno  di  quel  do 
minio  repentino,  che  da  tutti  gli  animai  incredibilmente  è  odiato  ;  per 
che  tutte  le  e  ofe  repentine perturban  gli  animi,  parimente  volendo  ri- 
tenere nella  carriera  vn  (fauallo  fiero,non  tirerete  la  brìglia  fubit amen 
te  in  vn  tratto:  ma  contai  piaceuolexja  a  poco  apoco  ,  che  paiate  inuì- 

*■  tarlo,non già  coflringerlo  a  fermarfi.Etin  tutto  il  caualcare  (quadoque 
fii  caualli  brani  per  auuentura  vi  uengono  die  manì)auuer^ateui  agir' 
infetta  di  tal  manierale  voi  niente  vi  commomate,  né  tocchiate  il  j[a- 
uallo  in  altre  parte,che  doueper  cagione  del  fermo  federe,  e  dell'aiutare 
e  correggere  del  cauallo ,  è  neceffario  di  toccarlo  .  Gionerà  ancora  per    Caualk 
placare  la fua ferocità,  più toHo  il  correre  lunghi  jpatij  per  lo  diritto  ,  fei-oce  co 
che  lo  ffeffo  voltare.  Ma  fé fperasle ,  che  fiancandolo  coltrauaglio  del-  me  ^  pia 
le  molte  carriere,verrefte  a  farlo  diuentare  più  manfuetoyvi  trouarefle  c  u 
ingannato  :  perche  fi  come  gli  huomini  iracondi-,  quanto  più  fono  da  at- 

jr>  trui  moleslati,piu  vengono  ad  infiammar  fi,  cofi  a  punto  i  caualli  feroci, 
q  nato  fuor  del  debito  fono  più  trauagliati,piu  vfano  violenta,  efogliono 
difi> eratamente  con  modi  indegni  trattare  fé  sleffi  eicaualieri;e  quesla 
è  la  cagione,che  tali  caualli  no  cofi  facilmete,come gli  altri,fi  deonoffin 
gere  a  gran  carrìera,nè  fipoffono  bene  dimesticare  con  altri  cauaìli:per 
chela  ferocità  ordinariamente  fi  troua  ne gli  animali ,  che  fono  di  a- 
fijrdnatura;  e  nulla  di  meno  fi  richiedono  a  quefii. caualli  brigliepiuto- 
fio  leggiere,che  dure:e  fé  pur  fé  ne  mettefìe  loro  alcuna  aJpra,bifognereb 
he  allargarla  in  modo ,  che  dìuenifìe  alquanto  più  leggiera ,  per  euitare 
molti  difordini)che  per  la  violerà  poteffero  auenire,èper  lo  fdegno;  non 

DD     2,  U- 


410  T>  E  L  L  ,A   Cj  L  o  \l  «A 

lanciando  pero  di  rimediare  a  i  vitij  ,  che  ne  la  bocca  fu  fiero,  o  di  lingua  g 
o  dilabbrato  che  auueniffero  per  colpa  de  la  teSla  malformata  di  ga- 
nafle  >  o  digar^e  y  o  di  gola  ycdi  barba y  ne  i  quali  cefi  e  dì  mefliero  ri- 
correre e  gli  artifìci]  dimoHrati;Ma  di  qualuique  forte  fi  fta  la  briglia^ 
certamente  la  bocca  del  Cauatlo  feroce  non  è  dafcrolarfi  con  efia y  ne 
con  tanta  vchemen^a  ch'egli  fé  ne  inafbri  >  né  con  tanta  dolcex^ay  ch'e- 
gli nonfenta  il  voler  vottrorma  con  grandi jjima  temperammo,  di  mano 
farà  da  regger ft:e  come  da  l'aliare  >  cb'eg  li  farà  della  tefia  y  vi  accor- 
ger ete^clj  egli  de  fideri  le  redine  esentate  ;  fodis farete  allhora  alfuo  de- 
fioyftando  in  luogo  atto  al  corfo;fen^a  dargli  moleftia  in  contrariarper- 
ch 'egli da  fé  ftejj'o  arditamente  fi  metterà  acorrere,  ^effendo  cofacbia-F 
Causili  nJfima>c^e  *  Candii  naturalmente  fi  allegrano  del  corfoye  ne  hanpiace- 
fi  dilieta-  reypurcheda  altri  importunamente  non  vi  fiano  attrettiyue  difordinatd 
no  del  cor  mente  sf orbettini  che  fi  comprende  dal  coHnme  ordinario  del  toro  gene- 
io  naturai  re;the  ogni  vokay  che  vn  (auallo  è  liberato y  non  fé  ne  va  caminando  a 
paf<oyma  con  fuga  .  Odiando  voi  dunque  vedrete  il  vomirò CanaUoquajì 
infiammato  br  auarui  difotto  >  allentategli  dolcemente  il  freno  ;  ch'egli 
per  l'allegrerà  y  che  fentirày  filmando  fi  fatto  libero,  fi  rileuerà  aguifa 
difefteggiante  col  capoye  con  le  gambe  y&rn  tutto  xaprefenterà  quel- 
la riguardeuole  magnificenza^  leggiadriayalla  quale  fi  fiuole  addotta- 
re  difua  natura  y  quando  egli  va  tra  altri  Caualli  a  ricouerarfi.  Di  tutti  G 
quegli  configli  di  Senofonte  lafomma  è  ?  che  con  Caualli  feroci  fi  vaia 
fempre  col  buono  ?  e'I  mede  fimo  è  confermato  da  Ouidio  ne  gli  Jl mori > 
facendo  vna  comparatane  con  quefti  verfi  r 

Vidi  io  l'ahr'hier  contra  ifuoifren  tenace 
(on  riluttante  bocca  ir'vn  C 'auallo  > 
Che  fulmine  fembraua;  e  poi  fermarfi 
Subito  y  ebefentì  date  afua  voglia 
Le  redme  Har  lente  in  su  la  chioma.  •   , 

(ontra  quel  che  fi  vieta  ogrìvn  fi  sforma  y 
Squel  che  più  fi  nega  y  più  fi  brama  ;  ** 

Cofì  l'infermo  a  l'acque  ha  fempre  il  core . 
Diquì  poftono  riconofeere  l' err  or  loro  quei  y  che  fi  mettono  a  lacerare 
Eror  di  co  €on  tern  ym  sbrigliate  la  bocca  cfvnfier  QiuaUo  y  e  tanto  lo  sbigottifeo- 
con°le  ftri  no  >  &  auecano  con  le  hattitune  >  eftronate  y  e  con  gti  importuni  y  e  di- 
glielo, la-  [ordinati  corfiy  che  non  pur  non  confeguono  punto  diquello  y  chevogtio- 
cerano  la  no  ;  ma  con  brutto  ffiett acolo  incorrono  fpefio  a  Hranipericoliy  e  difordi- 
C  "ili  w/  :  e$ ero  bifferebbe  gridar  loro  con  quelle  parole  y  che  Silio  introdu- 
fieri.         ce>  ad  vn  'infoiente  auriga  >  co  fi  parlando  z 

One 


DEL    C  U  V  *A  ILO,    L1B.V.  421 

rjg  Due  tu  Cimo  dirupeuol  vai? 

1)epon  la  sferra  ;  e  l'allentate  funi 
*A  te  raccogli  moderato  bomai* 
Certamente  la  moderatone  in  tutte  le  cofe  è  neceffaria  ,  né  mai  pò-  Modera- 
tràil  (aualiere  acquistare  fempre  honore ,  fé  non  faprà  slar 'attento  »one  lo- 
alle  occafioni  ,feruando  il  tempo  ,  e  la  mifura  in  quanto  fu  :  percioche  fi  deM0^  m 
come  o^ni  moto  ò naturale ,  ofopra  naturale  yfija  dalfommo  motore^*  cofe< 
con  fommo  ordine)  e  perfetta  mifura ,  cofi  gli  h  uomini,  iquali  fono  del- 
la di.Jna  Japienr^a  minislri  ,  in  tutti  i  loro  moti  fi  deono  gouemare  con 
la  donuaproportione  ,  non  volendo  far  cofe  difordinate ,  0-  imperfette. 

B  Egiài  volteggiatori ,  eifaltatori  ( lafciando  slare i  ballatoriper  ejjere 
oltra  modo  biafmati  dal  faggio  Cliftene  ,  come  da  Herodoto  s'afferma) 
fé  in  quei  principe  de  i  loro  atteggiamenti,  da' quali  procedanogli  altri 
effetti ,  non  feruajfero  la  mifura  del  tempo  con  gran  giudicio  ,  non  fk- 
rebbono  cofafe  non  disforme  ;  e  pericolo  fa  a  lor  fteffi  :  il  cJje  più  partico- 
larmente fi  vede  nel  giuoco  della  jpada,  0  di  qualfi  voglia  altra  forfeit 
di  arme,  oue  non  ojferuandofi  puntalmente  quella  vera  mifura  0  velo- 
ce, 0  tarda,  cìje  bifognafie ,  con  la  preHei^a  de'  pied ,  e  de  mani,  acom- 
pagnata conia  viuacità  dell'ingegno  ,  e  degli  occhi  ifenja  dubbio  ve- 
runo  lo  febermidore  in  vece  di  ferir  \  altrui,  fi  fentiria  egli  ferito  .  (ofi 
parimente  volendofi  esercitare  alcun  cauallo,  non  potrà  fkrfi  cofabella, 
né  buona  mai  ,fe  non  fi  feruino  gli  ordini,e  le  mifure  jnuficali,  che  a  le  3Ln^i  j) 
diuerfe  qualità  de'  maneggi  fi  appartengono  \  maffimamente ,  che  effen-  mirabil 
do  il  Cauallo  animale  di  mirabile  fenfo,  che  mirabilmente  prende  diletto  fenfo  fi  ef 

della  mufica,  e  fé  ne  muoue  (come  di  Copra  in  molti  luo?hi  chiaramen-  *ercm  c° 
♦„  »»j-JT al      \Z        j      /  r    -x        "  1  •  ordini   e 

te  se  dimostrato )  e£"  vedendofìgia  apertamente ,  che  ogni  mommento,  mlfure . 

che  da  fé  mede  fimo  egli  faccia  >ilfh  naturalmente  con  vna  certa  ordi- 
naria mifura,  &fouente  ancora  conproportione  di  Dupla ,  0  di  Tripla ,  Mufica  di 
ouero  di  Quadrupla ,  &  alcuna  volta  di  Sefquialtera ,  ebepare  ad  ogni lettd  a* ca 
P    contemplante  marauigliofa  :  tanto  più  richiede  d'ejfere  esercitato  da  ua  °* 
perfona  accorta,  che  noi  diftoni;  ma  più  prc/lo  con  l'arte  de  la  ma- 
no aiutando  il  buono  iflinto  de  la  natura  ;il  conferma  nella  fuagiusla, 
&  ordinata  maniera,  ojferuandoi  termini  de  la  mufica,  iquali  fi  co- 
me di  mifura  fon  differenti ,  altri  e/fendo  ftretti,  <&•  veloci,  altri  lar- 
ghi e  tardi ,  &  altri  mediocri ,  e  temperati,  cofi  differentemente  ne  imo 
ti  del  cauallo  fi  vengono  ad  v far  e.  Ter  cloche  andando  di  p  affo  fi  fer- 
va la  mifura  generale  detta  del  Semicircolo  >  dando  vna  Semibreue  in- 
tera ,  0  partita  in  due  Minime  ,per  ciafeuna  battuta ,  fi  veggiono  in  ef- 
fo  p>  affo  le  gambe  dinanzi  del  C  amilo  far  il  tempo  di  due  Minime,  in- 

Db    1         comin- 


41 1  t>  E  t  t  U     Cj  L  0  %.$  Jl 

iominciando  con  la  delira,  e  finendo  con  lafiniftra;  e fomighant 'eménte  j? 

quelle  di  dietro-. 
Nel  por-      Riportante  de  i  CauaUi  >■  e  parimente  mila  Traina  fi  fa  la  Vropor- 
Traina      tioneTripUyan^i  tal  volta  per  la  velocità  de  i  piedi fi potrebbe chiama- 
qual  prò-  re  più  to  fio  Sefcupla.  tsfltri  feruono  la  fqpr  adetta  mifura  ordinaria 
portione   fa  [a  Semibreuey  facendo  co  i  quattro  piedi  il  tempo  di  quattro  Semimi" 

NelCtrat-  n*me  in  ym$aute  - 

io.  'Nel  trotto  fi  [erua  la  mifura  del  Binario  >.  dando  ma  brìeueper  ckt- 

fcun  tempo  delprincipio  infine  al fine ;  facendo  vn tempo  di  Semibreue 
con  la  dejlra:>&  vn .altro  con  lafinislra  ;  laqual  mifura  per  la  fùagra- 
uità  è  giudicata  da  i  Mufici  più  perfetta  ~  & 

Nel  gaio-      RlCjaloppo  sufanopur  lemifure  Semicircolari  con  quella  mag- 
P°*  gior,  o  minor  velocità  y  die  a  l'attitudine  del  Cauallo  (come  difopra  fi  è 

rkordato)  par->  che  conuenga;  feruandofì  la  debita  proportione  >  feconda 
il  tempo,  che  vi  fi  tiene.  Ma  certamente  quando  vogliamoyche'l  Galop- 
po fi  faccia  raccolto  y  e  con  beli  aria  agruppatoyciferuiremo  di  quel  tem- 
po, che  fanno  in  Tripla  due  Minime  apprejfo  ad  vn  foffeiro  (fé  pur  auua- 
lerci  di  me^fojpiriy  e  di  Semiminime  non  poffiamo)  aiutandoil  cauatfb 
non  pur  con  la  voce  corrifi>ondente  y  ma  con  la  polpa  ancor  de  la  gamba. 
firetta  è  la  panciate  tenendo  la  bacchetta  a  trauerfo  del  collo  faremo  y 
che  folamente  ondeggi  vnpoc&  fen^  toccarlo  yne gli  allenteremo ,  ne  • 
tir  aremo  la  briglia  molto  :  ond'egli  venifiea  peccare  in  alcuno  de  i  due 
efiremiy.che  in  ogni  maneggio  fon  dafuggirfi  t.  o  dijporgere  ilmufiaccio- 
innanzi  y  o  di  gir  tanto  accappucciato  chepareffe  vn  Montone ,  quando 
con  altri  va  a  co^arermay  che  portando  la  tefiagiufia  in  vnbel  modof 
&  vnito  in  fé  con  leggiadriayfi  fi)ingainnan<ii  a  tempo  a  tempo  y.quantoy 
a  noi  piaccia?  potendo  a  la  fine  fargli  fare  (prima,  che  lo  fermiamo)  vrt 
I{epoloney,tenendolo  per  lo  diritto'. 
Nel  corfo  Ri  corfo  per  ejfere  atto  veloci/fimo  >  &  violento  y  certamente  pa- 
re difficile  a  feruare  lordine  di  mifura ,  pur  da  huomini  efperti  vi  fi  j^ 
potrebbe  v fare  in  quefio.  modoy  che  partitala  carriera  in  tre  tempii 
ne  i  dueeìlremiy  cioè  nel  principio  >  e  nella  fine  fi  feruafie  la  mifu- 
ra ne  troppo  preBa,ne  tarda  >ma  temperata  >  e  mediocre  ;  e  nel  me- 
%p  y  che  contiene  in  fé  quattro  parti  della  carriera  yfi  vfafìe  la  mifura 
velociffima .  ha  mediocrità  nel  principio  della  carriera  ferue  Jpecial- 
mente  a  far  partire  pia  ordinato  y  e  più.  ficuracofi  ilcaualloy  come  an- 
co il  Caualiere  armato  y  fiche  nonfaràmoto  difconueneuole  con  la  lan- 
cia y  ne  con  la  tefla  y  per  cagione  delgraue  Elmetto  ;  perà  quando  egli 
UQiiè  armato  >  pare  afiai  più  bello  quelpartir  velocemente  dal  capq 

de 


DEL   Cjtr*4lL0,    US.   K  42? 

v*f  de  la  carriera  y  il  che  e  parimente  gioueuole,  quando  (Icone  a  gara, 
con  altri  CauaUi,  per  effere  il  primo  a  togliere  Vattant  aggio  al  fuo 
competitore .  delfine  poi  la  temperata  mifura,  togliendo  pian  piano 
la  furia  al  (auallo ,  ferite  a  farlo  parare  fenTa  pericolo  >  e  fenica  difor- 
dine  de  la  bocca ,  del  capo ,  de  le ffialle,  e  dell'anche  :  le  quali  verreb- 
bono  altrimenti  a  difconfertarfi  nel  (fauallo,  con  danno  ,  efcorno  del  Ca- 
Ualierell  rimanente  della  carriera  bifogna,che  fi  faccia  con  quella  mag 
giore  velocità,  che'  l  C  auallo  pofì  a  foffrire,  aiutandolo  atempo(fecond@ 
il  bifogm)  più  con  la  voce ,  che  con  altro  incitamento  noiofo,  &  ajpro  » 
Ma  quando  il  Qiuallo  quefte  mifure  del  me^o  non  feguifie  con  quella 

B  presieda,  e  fuga,  che  fi  richiede;  veramente  fé  none  colpa  delCaua- 
liert  ,  chenm  fappia  reggerlo  ,  e  commoiterlo  :  farà  euidente  fegno  > 
ch'egli  fia  di  poca  lena,  e  conuerrà  temperare  la  mifura  in  qualche  mo- 
do,e  con  tali  acc  ordimenti  ,&  ofieruan7C,e  non  puf  il  C  auallo  parrà  pia 
bello,e  farà  stimato  ficuro,  e  buon  corridore:ma  il  Qiu  altere  altresì  con 
più  agUità,e  con  piti  vagherà  fi  vedrà,  portare,  &  adoperare  la  lancia 
cofi  neW arrecate  ,  e  nello  [controre  ,  come  nel  leu-are,  e  nel  rimettere  al 
fuo  proprio  luogo,e  tempo  .  Oltre  acciò  nel  ritener  del  C auallo ,  potreb- 
be il  Caualiere  (trottando fi  difarmato)  fargli  far  qualche  falti  a  bal'zì, 

r  purché  prima  l'bauefle  tenuto  foauemente  a  poco  a  poco  ,  nel  modoy 
ches'èinfegnato  ;  perche  trottando fi  in  fuga  ,  non  farebbe  atto  afaltar 
mai  bene  :  &  in  questi  falti ,  1  quali  non  meno  à  la  fine  de  la  carriera-, 
che  à  la  fine  del  B^epolone ,  è  da  la  rimejìa  fi  slimano  opportuni  >  e  con- 
veneuoliicert amente  bifogna  feruar  il  tempo  della  proportione;  dando- 
gli aiuto  con  la  voce  gagliarda  ,  e  con  gli  fioroni  eguali  preffo  a  le  cigne, 
accompagnati  colfifchio  de  la  bacchetta ,  la  qual  disk  la  (palla  finiftrt 
fi  farà  verfo  lanche  del  Qntallo  e  aliar  e,allent  andò  liberamente(non  pe 
rò  del  tutto)  la  briglia .  Ma  tali  cofe  è  di  meflieri ,  che  hauendo  la  Mu~ 
fica  per  guida,  e  non  vfcendo  mai  da  quella  mifura,  che  s'incomincia, 

2)  accordi  tutte  dà  vnpttnto  infieme ,  chi  defidera  di  confeguire  la  vera 

lode  di  aggarbato,&  eccellente  maneggiatore.  St  accioche  de  le  varie      fo^ic 
foggie  de  if aitanti  maneggi  non  fi  manchi  dibatter  notitia,ionon  re-  varie  de 
fiero  di  farne  vn  breue  difeorfo  dififnt  amente  :  oncLe  foggiungo,  che  nel  l  maneg- 
maneggio  d'vnpafio ,  &  vn  folto  ,  il  Qattallo  fijpinge  à  far  il  p  affo  tra  |£  tó"an" 
fratto  di  due  Semiminime, conforme  al  moto  de  lefue  gambe  anteriori:  e 
finitamente  poifegueilfalto  a  mifura  di  vna  minima  sonde  fi  viene  ìn- 
tetamente  a  compire  il  tempo  d'vna  battuta  :  e  fi  come  nel  far  del  paffo 
bifogna  dar  conia  voce fommefia  aiuto,s~iringendo  le  polpe  de  le  gambe, 
ér  allentando  vnpochetto  la  briglia }  cofi  nel  leiwrfiilQmallo  al  fatta  ,        -  < 


DD     4         farà 


414  D  E  L  t  j£    G  l  0  B^  I  U 

farà  da  inforzar  fi  li  voce  in  ter^a  minore ;trouaniofi  preHiffimo  il  Ca-  g 
ualiere  aà  allentargli  vn altro  poco  la  briglia)  &  a  pungerlo  con  gli 
fioroni  incitandolo  altre  fi  colfifcio  iella  bxcclyctta  >  con  la  quale  (fé  vor- 
^Maneg-  r£  farlo  tirar  di  calci)  potrà  aggiungerlo  nell'anche  .  Il  Maneggio  di 
Juepaffi.  duepaffi,&  vn  f alto  fi  potrà  far  al  ifleffo  modo, che  proffimamente  hab~ 
biam  de  ferino,  fé  non  chedoue  quiui  in  dua'Semiminime  fi  fk  vnpajfo  > 
qui  più  velocemente  fé  ne  firn  due  in  quattro  crome  ,  corrifftondenti  al 
moto  de  le  prime  gambe  ,le  quali  crome  giunte  con  la  minima  attribuita 
al  faltoyademp  iono  la  giunta  mifura  di  vna  Semibreue.Mx  rari  fon  quei 
Caualli,chebabbiano  agilità^  fov%a  da  re  fi  fiere  a  tanta  velocità,  che  in 
tempo  di  S emibreue poff ano  fare  due  p affi,  <£rvno  folto  ;  onde  tanto  piuF 
fermamente  a  me  pare  di  poter  dire ,  che  volere  nel  primiero  maneggio 
fhrlvn  pafìo  a  tempo  di  due  Crome  feguenti  advnfofpiro  (come  alcu- 
ni vorrebbonoje  nel fecondo  far' i  duepaffia  tempo  di  tre  (rome con  me- 
Zofojfriro  innan*zi,facendo  il f alto  cofi  ne  l'vno,  come  ne  l'altro  a  tempo 
di  vna  Semiminima  in  Emiolia: farebbe  cofadifficiliffimase  forfè  impofi- . 
fibileST  ero  fecondo-,  che  fi  ritrouiiftrument  oh  abile,  cofipotran  metterfi, 
in  efiecutionefi  fatte  cofe ,  lequalicome,  che  meglio  con  ifperien^afi 
vengono  a  cono fcere,e  quaft  toccare  :  che  con  lingua,  o  con  penna  fi  b/Cr 
ftino  adefj?rimere,o  dinotare  non  mancherà  tuttauia  difoggiunger  que- 
Miftire  fi0  >  che  &  mifuredela  Mufica  fono  di  tre  maniere,  l'yna  à  battuta  di  G 
della  Mu  Semibreue  >  del  Binario  numero:  l'altra  ài  Breue  del  melano;  e  la  ter%a 
fica  di  tre  fai  T  emario,ì>Vroportionaley  die  porta feco  tre  Semibreue  per  ciaf  cuna 
battuta,o  vogliam  dir  tempo  .  Le  due  prime  hauendo  il  madode  l'an- 
dar conforme  ,fontra  lor  differentiin  quello,cbel'vna  è  fc empia,  e  l'al- 
'  tra  doppiala  feempia  vniuerfilmmte  fi  vfa  in  tutte  forti  di  moti  ,e  dì 
maneggi,  che  fa  il  cattallo,e'l  (aualiere  per  auitarlo  :  ma  la  doppia  non 
fi  può  cofi  ofieruare,  perche  farebbe  troppo  tardo  il  moto,  &  ilfoccorfo . 
L'altra  mifura  y  che  in  vltimo  habbiamo  pofl a:  la  quale  generalmente  fi 
fud  vfar  nelle  proporzioni  ,fi  può  molto  bene  offeruare  in  alcun  maneg- 
gio,efj>ecialmentey doue ij alti fon mefcolati con  p affi, perche bifognan-    . 
docipiu  tempo  mal  fi  potria,fe  non  a  mifura  del  Ternario,  maneggiare: 
s  ì  come  nonfkcendofi  i  pafii,bafieria  la  Binaria femplicey  <&  ordinaria . 
Ma  perche  non  fi  può  infomma  conchiudere  altro,  fé  non,  che  l'vfo  de  le 
mifuresh abbia  ad  accommodare  a  l'attitudine  del  causilo  tmi  refla  ad 
auuertirui,che  non  vogliate  mai  cominciare  mi fura  tale,che  non  poffia- 
Mane^eri  te  cominouarla  infino  al  fine  del  voHro  maneggio:  e  nel  dar  gli  aiuti 
di  pìih  e  fiate  follecito  ,  &  accorto  di  far  infieme  ogni  cofa,a  tempo.  Oltracciò 
lalti.        quanto  à  imamgp  iij>affi  >  e  fatti',  farete  bcneje  volendo  maneggiar 

in 


DEL    CAVJtllO,    l!B.   V.  425 

*A  in  aliano  de  i  due  descritti  modi ,  non  darete  al  cavallo  rimeffe  Hraardi- 
narie\\e  camerale  altra  noia,  che  lo  venifie  a  difionare;  ma  folamente 
in  vece  ai  quel  paleggio ,  chefempre  coniterria  farfi  inuan%i,  e  dapoi  > 
che"  l  mettiate  a  qualche  fatica,  0  difciplina,quivi  feruirete  deltrottoy 
ilqualgiìuerànel  principio  a  farlo  pronto ,  e  nella  fine  a  quietarlo  . 
Quanto  a  \falti,che  svfanofenTa paffi,voi  parimente  conquella  mifu-  sajt j  j,-. 
ra,a  con  quell'accento ,  che  s'è  dimostrato  richieder  fi  a  ifalti  a  Bal%i ,  uerfi    di 
potrete  fare  ifalti  a  Montone  ,  è  i  folti  a  la  Capriola;  co  fi  chiomati,per-  Caualli. . 
che  viene  il  cauallo  a  j altare  in  quella  guifa ,  che  f alt  ano  i  Montoni  ,  ei 
Caprioli.  Fero  è,  che  nei  f alti  à  Montone  è  di  mefìieri ,  che'l  Caual- 

*  lo  ,  nonfifainga  cofi  col  corpo  innanzi  ,  come  fa  quando  falta-a  bal?j , 
ma  che vintamente  forgendo  in  alto  più,  che  allhora  non  fa  >  cali  poi 
giuflo  nel  luogo  ,  donde  ei  fi  leua .  £  propriamente  conuengono  tali  J al- 
tipiù  nella  fine  del  B^polone ,  che  in  altro  modo  sfacendo  con  leggiera 
fpronata,e  con  mediocre  allentamento  di  briglia  effo  R^epolone  foltanto 
lungo  ,  che'l  (auallopoff a  pigliar  vnpoco  di  fuga,  con  la  quale  venga 
più  altamente  aleuarfi  al  folto ,  nel  qual  tempo  riducendo  a  mediocre 
fegno  la  briglia,farà  da  accompagnarfi  la  voce\non  folo  colfifchio  de  la 
bacchetta  (  con  eff a  cingendogli  alcunavoltala  pancia  da  ogni  lato) 

f  ma  con  l'aiuto  altersì  de  le  gambe ,  battendolo  conpolpe  ,fen^a  fargli 
molto  fentir  gli  faroni ,  per  che  con  quelli  verrebbe  a  guidar  fi  troppo  a 
vantirnon  calando  a  lapifta  fua  determinata  ;  equesio  è  l'ordine  vero 
per  farei  gruppi  da  fermo  a  fermo, come  fi  dicono.  Tsle  ifalti  ala  Ca- 
priolali Cauallo  fingendo  fi  ogni  ber  più  innan%i,ne  cadendo  a\  mede- 
fimo  luogo  ,fa  certamente  quel  moto  ,  che  s'è  detto  de  ifalti  a  bal^i  > 
mainquefio  v  a  differente ,  che  nel  e  alare,  che  fh  dal  folto  aterra,al%a 
in  aria  l'anche,  fa arando  calci:  il quale fpar are ,differifce  etiandio  da 
l'ordinario, per  che  douegli  altri  calci,  ò  nel  folto  a  Motone,ò  in  altro  ma 
neggio-.fìfparano  nel  montare ,  queslififparono  nel  calare ,  abboffando 

D  lefpalle,fì  che  non  vengono  cofi  ben  confortati,  né  cofi  com  modi,eficu- 
ri  per  che  vi  èfopra,ilqual  di  leggieri  potrebbe  in  quell'atto  vfeir  di  fel- 
la,*-egli  non  isla  gagliardo  in  efia;e  ben  auuertìto,  intendendo  il  tempo. 
Quando  dunque  vi  piacerà  di  effer  citare  in  quefia  galanteria  il  Cauallo 
voftro ,  come  egli  fi  trotterà  vicino  a  la  fine  della  rimeffa,  ofia  carriera 
0 1{epolone  ;  l'onderete  raccogliendo  a  poco  a  poco  ,è  tolto  ,  che'l  hab- 
biote  da  quella  fuga,  tornarete  a  rendergli  alquanto  la  briglia  :  aiu- 
tandolo tutto  infieme,  sì  con  la  voce  gagliarda ,  fi  con  gli  [proni  e- 
guali,  e  fi  con  la  bacchetta ,  battendolo  da  ambe  le  bande  all'anche  >  di 
fopra  mano  :  che  cofi  verrà  a  leuarft  al  folto  :  dalqual  calato ,  ch'efia 

eter- 


4*6  T)tLL*JGLO\lj£ 

<t  terrei^  de  tira  prestamente  effer  raccolto  con  la  briglia  ;  che  co  fi  tante  jf 
volte,quante  egli  farà  co  i  fopradettimodi  aiutato,  verrà  a  farcii  mede 
fimo-vf andò  fi  pero  la  mediocrità ,  e  non  leccefo  ,  //  quale  o  slittare,  o 
auidlirc  indubitatamente  il  farebbe  ,  &  volendo  per  auuentura  voltar- 
hypotrete  tantojio  piegarla  marna  quella  banda,doue  vorrete,pungen 
dolo  in  quell'istante  dal  lato  contrario  con  lofprone,e  tenendo  la  bacchet 
ta  nel  collo  attraile;- fata,  farete  ch'egli  dal  mede  fimo  lato  la  veggia 
prendere  ;  che  co ft  prenderà  la  volta  piti  agetiolmente ,  con  quella  mifu- 
ra  ,  e  con  quell'aria ,  che  da  lui  fi  può  richiedere  .   Stimerà  forfè  alcuno 
fouerchia  ,  #"  vana  cofa,  che  l'huomo  s'affatichi  d'infegnar  questi  fatti 
alfuo  (auaUo;ma  e' s'inganna;  perche  oltreché  vien  belliffimo  a  vede-  P 
re  vn  Cauallo  ,  che  vada  ondeggiante  di  gruppo  ingruppo  ;  certamente 
con  quefle  dottrine  alleggerendoli  di  bracciale  di  gambe,diuien  più  agi- 
c     Y      le,  e  più  pronto  a  tutte  l'altre  virtù*)  chef  richiedono;  fi  come  il  giuoco 
dee  la  per  de  la  palla  ài  Caualiere  fé  ben  non  è  nect farlo  quanto  afe  ,  non  fipuo 
il  giuoco  tuttauia  negare  clmxÀtrevn  certo  che  di  ornamento ,  non  gli  fi  a  molto 
deJIa  pai-  giouetiole  ad  adesìrarlo  all'armeggiare.  72  i  fogna  ben  f opra  tutto  confi- 
derai la  taglia,  l'habilità ,  e  la  propria  inclinatione  de  l'animale  ;  che 
quando  taicofe  vi  concorreffero ,  non  f aria  da  dubitar  fi ,  che  a  nobili 
giouani  attendenti  a  far  bene  in  fella ,  nonfufe  vtile,  &  honoreuole  di 
ammaejìrare  iloro  Catiiìli  a  tai  maneggilo*  quali  digiorno  in  giorno  fi 
f ariano  piti  des~ìri,e  più  leggieriferuandofi  la  temperane,  e'I  preferi- 
to ordine  .  Ma  ejfendo  vn  Cauallo  affai  veloce,ò  di  qualità  propriamen- 
te al  guerreggiar  e,  fiocco  farebbe  chi  fi  mette  fé  ad  efercitarlo  in  que- 
sti f  alti  ,  &  in  quefli  gruppi; i  quali  nella  militia  apporteriano  più  tosto 
impedimento,e  danno,che  beneficio  alcuno  al  Caualiere,com' altre  uolte 
s'è  detto .  Chi  vorrà  nondimeno  addeflrarne  alcuno  a  la  Capriola  ,fard 
bene,  che  per  qualche  giorni  continoui  il  trotto  su  vn  lungo  pendino,  fer- 
mandofifra  i  due  primi  terreni,  otte  fittegli  fare  due  pò  fate ,  l'inciti  col 
moto  delle  labbra  àfhr  di  trotto  due  p  affi  auanti,  aiutandolo  neWvltimo  fj 
pafio  a  fkr  fimilmentèicome  prima)  le  duepofate.-e  cofi procedendo  con 
paffi  di  trotto ,  e  con  pofate ,  il  Cauallo  verrà  in  brieue  a  confeguir  tale 
intelligenza ,  &  attitudine,  che  in  ogni  parare  farà  in  vece  di  quei  pajfi 
due  gruppi  eguali,  fojpendendofi  da  dietro,  e  rileuandofi  dauanti  con  le 
pò fate  à  tempo  à  tempo  :  onde pofeia  da  palmo  à  palmo  andrà  difehiend 
gruppeggiandoye  pallotando  con  le  braccia  piegate,  e  giuste,e  con  tanto 
ordine ,  che  appena  harà  tocca  la  terra ,  xhefifarà  leuato  in  alto  sfio- 
rando (fé  voi  l'aiuterete)  vnpaio  di  calci  in  ogni  gruppo .  E  fé  ben  il 
Cauallo  per  debole%ja  di  lombi  non  aggruppale }  pur  farebbe  quei 

pafi 


<DEL    C  JtV  Jl  LIO,    LJB.    V.  427 

jl  paff,  di  trotto  terragnuoli  fempre  ad  vn  numero,  &  eguali  >  eoa  le  pò  fa* 

ttapprcffo,dis\bel  garbo  ,.c  contalmifuray  che  la  Capriola  farla  lode-  ^  cauallo 
uole,  e  bella  a  riguardare  >  In  qneHo  modo  effendo  il  Cauallo  per  la  Gì-  per  ja  qì. 
nettargli  fi  potrebbeno  insegnare  anco  i  Coruetti  de  la  maniera ,  che  Se-  netta  fi 
no/onte  diferi  fé ,  riponendo  a  terra  l r anche  ,  &  incuneando  le  braccia  ;  P°^no 
ma  s'egli  fufje  di  grande  salatura?  che  dicono  per  la  Ghifaygli  sia  miglio-  j  coruet- 
re  la  Capriola  y  laquale facendo fibaffay  è  poco  differente  dai  Coruetti  :  ti. 
perche  i  Cornetti  non  folo  fi  fanno  fingendo  auanti  >  come  la  Capriola  : 
ma  slando  in  luogo  fermo  per  buona  pe7^a,  e  mantenendolo pe fole  ,  c2* 
a  comando,  fi  baila  su  l'anche,  e  su  le  braccia  ;  e  cofi  ballando  poi  fi  riti" 

$  ra  indietro  y  oda  l'uno  ,  0  da  l'altro  lato  y  ilche  procede  de  la  buona  in- 
telligen'ra  de  la  briglia,dela  bacchetta ,  e  de  lo  fprone  ;■  con  le  quai  cofe 
il  Cauallo  fi  può  trattenere,  ò  -volgere,  ofpingere  innanzi  y  0  far  indietro 
e  da  le  bande,  quanto,e  come  fi  uoglia;Ma  cofi  al  fare  de  iCoruetti ,  co- 
me al  Galoppo  gagliardo  (ilquale  richiede  i  medeftmi  ordini;  e' ha  la 
Capriola,  fé  non,  che  in  ogni  due  p affi  bi fogna  pigliar  il  tempo ,  e  la  mi- 
fura,<&~  aiutarlo)  difficilmente  fi  potrà  con  l'arte  sformare ,  fe'l  Cauallo  c  •     . 
non  farà  di  natura  leggiero  ,  e  jnello .  Ben  fi  potrà  sforare  a  la  Ciani-  ta  gi0ua  2 
betta  ,  che  molto  è  bella ,  e  gioueuole  a  i  Coruetti  ,&ai  maneggi  m  affi-  i  Coruet- 
mamente  di  B^epoloni,  a'  quali  èneceffariafommamente,efn  affai  bel  ve  u» 
C  dere,perche'l  (auallo  dimoHra  col  tener  di  quel  braccio  aliato  ,flafat- 
tiffimo  ad  ogni  minimo  cenno  del  Caualiere .  Vero  volendo  dar  al  Caual- 
lo quell'altra  dottrina,  potrete  nella  falla  porui  a  la  banda  destra  de  la 
Mangiatoiaydoue  Ha  legato ,  0-  indi  con  vna  bacchetta  il  batterete  nel 
braccio  diritto  hor  in  vna ,  hor  in  altra  parte ,  quando  leggiermente ,  e 
quando  forte,  e  cofi  battédo  l'inciterete  col  fuoho  proprio  de  la  lingua  ad 
al^arquel  braccio ,  ilquale  aizzato  fin  tanto,  ch'egli  il  terrà  fofpefo  y  voi 
tacédo  fenya  batterloygli  terrete  la  bacchetta  su  effo  braccio,minacc'wi 
dolofpeffo,  che  non  l'abbaffi  ;  ma  ogni  volta ,  che  tomi  a  pò  farlo  in  terra 
voi  con  la  voce  ,  e  con  le  per  coffe  tornerete  afàrleuare  quel  braccio  in 

**  alto\e  cofi  tenendolo  fermo  vn  quarto  d'bora,o  poco  meno,gU  grattere- 
te il  Garrefe,per  farglielo  tenere  pia  volentieri  ;  &  altre  uolte  con  fimil 
ordine  attenderete,  ch'egli  fàccia  la  Ciambetta  col  braccio  manco  :  Tot 
come  intenderà  bene  di  aliare  hor  Punoyhor  l'altr&a  voglia  voslray  voi 
umilmente  ponendoui  a  percotergli  con  bacchetta  il  braccio  deftro,fa?e- 
te  che  nel  mede  fimo  tempo  vn' altro  a  manfìnifira  pungendolo  preffo  il 
luogo  de  le  Cigne  con  vn  baronetto ,  faccia  il  motiuo  ordinario  de  la  lin- 
gua, che  cofi  egli  verrà  ad  aliare  il  braccio  dritto  1  pofeia  pen  fargli  al- 
%ar  pur  l'altro^  voi  percotendogliil  braceia  manco  >  il  farete  pungere,  a. 

man 


4*8  DELL^GLOl^l^ 

man  destra  alcuna  fiata  piacevolmente,  &  alcuna  volta  (ependo  dibì-  £ 
fogno)  con  violenta  :  fiche  egli  aitueji^ato  in  questo  modo,  ogni  volta, 
che  dal  Cavaliere  montato  ia  fella  egli  fìfenta  pungere ,  da  lun  lato  con 
lo  /prone,  [emendo  infiememente  il  fegno  [olito  de  la  lingua,  s'auueigi 
a  leuarsàil  contrario  braccio ,  fen^a  bifogno  de  la  bacchetta,  laqual 
non  femprefipuo  bavere ,  ne  fempre  cornitene  portar  fi  :  anxi  con  que/lo 
vfo  verrà  a  tale,  che  quantunque  v'accosterete  a  lui  da  l'vna  banda, 
egli  de  l'altra  alzerà  il  braccio,  finche  gli  starete predente  il  terrà  leua- 
to .  sJfóa perche  potrebbe  auuenire  ,  che'l  Cauallo  al^afe  il  braccio  di 
quella  banda  :  do  ne  egli  èpunto;voiii  quel  mede  fimo  istante,  che' l  fit- 
te pungere,  gli  toccante  il  braccio  contrario  col  vofiro  piede ,  o  fé  f affé  F 
malitiofo,  con  la  bacchetta  raddoppiando  le  botte,  cofi  de  lo/perone,  co- 
me d'efja  bacchetta  infimo  a  tinto  ,  ch'egli  fi  fia  bene  accorto  delfuo  er- 
rore, e  del  vostro  volere,  e  cofi  contino-.iaado  farete ,  che  al  fegno  de  la 
voce,e  del  contrario  /prone,  egli  tenga  hor  l'uno ,  hor  l'altro  braccio  eie- 
nato  ,  al  meno  vn' bora  per  ogni  giorno  :  mo/lrandoui  terribile  in  ogni 
volta,  cb'ei  fi  metteffe  malignamente  a  far  difefa  :  perche  in  pochi/fimo 
tempo  fi  ridurrà  ad  vbbidisnra;  maffim  imente  ,  che  quando  voi  gli  da- 
rete q ite/lo  ammae/lramento,egli  deuràtrouarfi già  fuggetto,  &  inten- 
dente de  l'altre  cofe.  Voi  ui  bifognsrà  que/li  ordini  infegnati  nella  stalla, 
mettere  in  opera  in  Qampagna  con  la  fella,  fi  che  standoglifopra ,  tenen-  & 
dolo  j aldo  co  late/la  ridotta  al  luogo  fuo,il facciate  da  vn 'altro  pie  mole- 
fiarnel  braccio  con  la  bacchetta^  con  la  voce,  non  mouendoui  voi  per  le 
prime  fiate  ad  altro ,  che  a  carenarlo ,  quando  il  tiene  fo/pefo  a  vofira 
voglia: poi  nel  tempo,che  colui  gli  percuote  il  braccio ,  voi  con  lo /prone 
a  la  banda  contraria  il  batterete, accompagnando  ogni  cofa  con  quel  mo 
to  dilingua,che  fi  richiede  a  que/lo  effetto;  e  co  fi  il  ridurrete,  a  poco  a  pò 
co  ad  intelligenTa  del  voler  vofiro:  moltiplicando  caflighi  ognifiata,che 
egli  uenifie  bÌ7^arro,o  pigro;  &  a  la  fine  per  miglior  cautela  quando  egli 
non  ri/pondefie  bene  a  lo  /prone  contrario  ,  &  all'accento,  voi  medefimo  # 
tenendo  la  bacchetta,  gli  potrete  con  e/la  cingere  vnagran  botta  di  quel 
la  banda  del  braccio, eh' egli  non  al^a;e  cofi  per  for^a  vincendo  ognifua 
renitenza ,  il  farete  /lare  vna  granpei^a  con  la  Ciambetta  fo/pefa  hor 
con  l'uno^hor  con  l'altro  braccio ;voifiandogli  tuttavia  foura:ilqual  or- 
dine tanto  più  Agevolmente  vi  riufeird,  quanto  per  auuentura  incontra- 
fle  Cauallo,che  naturalmente  (come  fouente  già  fé  ne  veggiono)  fu/ìe  in- 
clinato^ tal  maneggia: e/I endo  il  contrario  ne  ifuperbi,/li^%pfi,e  trop- 
po ardenti  '■'Pofcia  per  meglio  ridurle  a  quefla  agilità,  che  quando  fi 
voglia  raddoppiare  ,  venga  a  far  la  Ciambetta  di  bello  garbo ,  farà  bene 

efferci- 


s 


DEL    C\AVjILLO>    L  I B. V.  4*9 

ejjercìt',rlo)con  dargli  nel  p~hcipio  fui  vn.t  volta  per  mano  :  perche  poi 
non  sì  tosic  b  %  rifinita  la  volta  dèfira  co.i  li  CI  imbetta  ,  che  bara  l'ul- 
tra apparecchiata  nella  fìniflra.E  tal  ef]  eràrio  e  meglio  a  far  fi  in  qual- 
che luògo  flr  etto,  e  ferrato  di  mura  -,  nel  quale  come  farete  di  p: fio ,  ò  di 
trotto  giunto  a  la  fine  del  J{epolone ,  £r  vorrete  parare ,  &  voltarlo  da 
quefìa,o  da  quella  mano;voi  accollandolo  quanto  fi  può  a  la  tela  del  mtt 
ro,&  aiutandolo  con  la  polpa  de  la  gamba ,  0  con  lojprone  da  la  ban- 
dacontraria  de  la  volta ,  lo  coftringerete  a  far  la  Ciambetta  perforTa^ 
perche  egli  non  potendo  fèn^a  molta  fatica  al  chiudere  de  la  volta  inca- 
uallare  l'vn  braccio,temerà  di  batterfi  l\iltro:e  con  queHo  modo  voltati 
dofi  fempre  conia  fua  dilantera ,  verrà  a  corregger/i  parimente,  s'egl 
hauejfe  mala  creatila  di  voltare  la  groppa^  l'  anche,prima  delejpalle,i 
mi-maneggi  are .  La  onde  cofiper  togliere  cotal  vitioy  come  per  fare  con 
bella  attitudine  la  Ciambetta,non  hauendofi  il  commodo  de  le  mura,non 
fi  manchi  di  trouare  qualche  dirada  curua ,  chefia  alquanto  rilegata  da 
ambii  lati,  0  qualche  parte  nella  (ampagna  ,  oueo  l'aratro  0  la  for%a 
de  l'acqua  habbia  canata  (comefuole  auuenire)vna  v'iettala  quale  da 
le  bande  tenga  il  terreno  vnpoco  alto  ,  che  vada  afalir  di  sbiafcio  .   S 
qualhora  mancafiero  quefte  cofe  ,  potrebbe  far  fi  fare  a  poHa  vn  fimil 
fofìo  >  che  di  lunghezza  falfe  f*mt9  fi  vuole  vn  Bietolone  -,  di  larghe^ 
%a  due  ,  0  tre  palmi  difotto,  e  poco  più ,  0  meno  di  vnpalmo  di  fondo  ; 
che  altrotanto  fagliendo  per  ogni  intorno  ,  s 'allargale  difopra  apoco  a 
poco,fi  cheveniffe  a  parer  in  guifa  d'vna'Barchetta '■  ;  &  iui  hor'alcor-' 
to  ,hora  la  lunga  fingendo  il  Cauallo  di  pafìo;ò  pur  di  trotto,  gli  dare- 
te da  vn  capo  la  meTa  volta  di  mano  delirale  dal' altro  la  me?a  volta 
di  manfmiHra  ;  e  coft  continouando  da  quarto  in  quarto-sditelo  tre  volte 
per  mano,facendolo  voltar  baffo,con  ritenere  la  mano  giufta,?  aiuterete 
a  tempo  con  la  lingua ,  e  con  gli  (proni  dal  lato  contrario  ,  0  con  le -polpe 
de  le  gambe  ;  fecondo,  che  più  bifogno  giudicherete  :  perche  dentro  o^ni 
1  vnodiqueWi  luoghi  l 'altezza  de  le  bande  fate  per  forza  voltar  il  (fa~ 
uallo  con  la  Ciambetta  ;  e  fé  i  capi  d'effi  luoghi  fufìero  alquanto  pendi- 
ni ,farebbono  affai  lodeuoli  :  e' l  fondo  potrebbe  già  arriuare  fin1  a  quat- 
tro pàlmi,facendo  tanto  maggiore  la  largherà  difopra  ;  mabifogna- 
rebbe  nel  voltarlo  vfar  maggior  temperamento,  e  fermerà  di  mano, 
e  maggior  mìfura  con  l'arte  veraper  non  farui  punto  trasportare  .  Bifo- 
gnafopra  tutto  bene  auuertire,che'lCauaHoin  luogo  difolleuare  il  brac- 
cio nella  yolta,  non  fi  faccia  indietro,  0  nonefca  dal  fcflo,  perche 
tal  vitio  farebbe  grandifftmo  oppofito  al  vostro  intento idouendo  tutta  la 
diligerne  y far  fi  in  questo  ?  eh' egli  fermo  dì  tetta  ,di  collo,  e  di  arco ,  w- 

tenda 


43©  rDZLlsAGlO^lJL 

tenda,  bene  le  volte  facendole  non  còlente ,  ò  rinculateyma  flretteye  gin-  £ 
He  con  le  bracci iye  con  quel  tempoycbe  fi  connieney  perche  e ofì prenden- 
do h abito  di  tempre  accorcioifi  con  bell'aria,  e  con  bel  modo  quella gam 
ba  do:'' egli  farà  la  volta;in  ogni  maneggio  poi  farà  costretto  di  porla  te 
, .  slay  oue  tien  la  groppa y  e  di  venire  con  la  Gambetta  da  fé  medefimo . 
due*  ma  -  ^0'fapercl^lfmon  delle  uolteye  da  faperfi  ;  ch'elle  fon  di  due  maniererò 
mere .       larghe>cbe  fon  de  i  torni:  ojìrette y  che  fono  de  i  maneggi  tanto  a  Hepo- 
loniyquanto  da  fermo  afermoye  questo  fon 'ò  fcempieyo  raddopiateyde  le 
quali  poffiamo  diry  che  la  rne^a  nolta  contiei  il  tempo  di  quattro  mini- 
meyla  copita  di  ottoyla  raddoppiata  di  ' edici;  raddoppiado  però  a  terray 
fi  che  ogni  gamba  vi  faccia  il  moto  fio:  perch?  in  altro  modo  piu  fretto-^  " 
lofo  y  per  la  velocità  di  alcuni  cavalli;  e  per  la  presieda  degli  aiuti  del 
Caualiereyle  minime  di  Mentano  fé  miminimey  è  già  quei  caualliy  che  rad-» 
doppiano  a  me^a  ariayferuano  pure  il  tempo  di  Semibreue  e  fanno  Liìor 
volta  raddoppiata  in  quattro  tempiyauuengayche  da  alcuni/}  face  lattai 
horayin  feiyche  fono  di  due  triangoìiycome  dicono  ;^Altri  la  fanno  in  ottoy 
facendo  tutta  la  volta  in  coruettiyilqual  'modo  è  molto  fteuro  nella  Città, 
Per  Repo  &in  ogni  altro  luogo ,  che  fufie  fodoye  pericolofo  da  e  afe  arui.  Quanto  al 
Ione  che  j^polone^iremo-fCÌfegli  (fecondo  la  maggior  parte  dei  (aualieri)  s'in- 
tendi .     tende  l'atto  de  l'andare  ;  &  venire  ordinatamente  per  vna  dritta  linea 
di  contiene uole lp at io  :  onde  parche  fia  detto  quafi  T\epeUone y  da  l'effere 
fpeffo  il  cauallo  rimeffo-,  cacctatoy  evinto  per  vna  fteffa  linea  ripetendo 
piu  uolte  il  medefimo  corfo:perciò  che  queslo  maneggio  fi  fa  fingendo  il 
Cauallo  a  fuga ,  quanto  à  lo  (patio  d'vna  rimeffa  :  e  poi  fermandolo  per 
diritto  con  lefklcateyepoi  co  lapofatafo  con  farlo  apprefentatefnel  rite- 
nere) con  lanche  quafi  ate;ra  ;  come  ilpiufogliono  fare  i  CaualU  di  Spa 
gnaycb  e  volgarmente  fi  dicono  *A 'xj^idoriy  a'  quali  s' attribuifce  a  molta 
lode  5  che  dopo  l'effere  ritenuti  sliano  (come  i  Voeti  difcrmono  i  bei  De- 
ftrierQin  moto  continuo  con  le  braccieymaHUando  la  brigliaye  mottrart 
do  fi  pronti  ad  o?ni  comando  del  Caualiere  :  Fatti  pofeia  quei  Hepoloni  >  tf, 
che  fifaran  volutici fk  pian  piano  tornare  il  Cauallo  a  dietroy  per  fargli) 
mojìrare  la  fua  vbbien^a ,  la  quale  mancando  in  lui  yfarà  di  mejìieriy 
che  gli  s'infegniy tirando  con  desirex^ala  brìglia ,  fi  ch'egli  fen^ct 
commouerfi  punto  a  sdegno  tenga  la  tefta  ne  troppo  in  fuori  y  ne  molta 
accapucciata  ;  ma  aljegno  fio:  e  co  fi  fattolo  fare  alcuni  paffi  a  dietro  y 
fifpingerà  auanti  di  trotto  y  odi  galoppo  y  auuertendo  fempre  ;  che  nel 
principio  è  da  cacciar  fi   di  trotto  fin' a  quel  fegno  donde  egli  s'barà 
leuato  5  6""  in  ogniPyepolone  dal  principio  al  fine  è  da  feruarfilamifurX 
zgmk tanto ''ì$Uq.$4cìo,  quanto  nella  velocità:  percheiVariandofiifa- 

rti 


DEL    C  JL  VU  L  LO,   L  I  S  .    V\  43  r 

*j  ria  dijpregio  al  (aualloycome  fé  non  haueffe  lena,  e  for\a  da  potere  con- 
tinuare il  Jprefo  [pacione  la  fuga  incominciata  :  parrebbe  anco  [corno  al 
(faualiere -facendo fi  riputar  per  poco  gindiciofo,  ch'egli  non  conofcefìe  la 
poffan^a  ,  e'I  bifogno  del  pio  Cavallo  ,  però  le  rime/fe  furio  fé  -vogliono 
efiere  poche ;e  buone  ;  perche  nonpoffono  effere  durabili  >  nonauuenendo 
co  fi  a  le  temperate,  le  quali  fé  ben  fu  fero  molte,  fempre  fi  potrian  fare 
con  vna  mifura  islefa .  Oltracciò  prima ,  che  fi  diano  al  Cauallo  ^po- 
lonifurio  fi  col  galoppo  ferrato  ;  eflreto  ;  bifogna  darceli  di pafio ,  odi  Repolonf 
trotto  con  le  volte  ;  lequali  dal  principio  fon  da  far  fi  pian  piano ,  fola-  ^°?!e     ** 
mente  incauallando  le  braccia,^  ej] a  volta  del I{epolc)ie  generalmente  dare. 
%  fifuol  far  fc  empi  a ,  per  trouarfi.  il  Cav.aliere  pm  prefìo,  &  -veloce  al    , 
ritornare,  ocon  la  ffada.  siila  mandeslr.a,ocon  la  lancia  su  lafiniftra 
tronandofiper  auuenturainifcaramuccia  .  .Alcuni  tuttauia più  per ■  bel- 
lezza ^  che  per  vtilita\la  fanno  di  tre  tempi,  vfando  queslo  modo,  che 
giunti  al  termine  del  B^epolom^gli  danno  vna  volta  Inter  a,&  vna  me%a; 
ritornando  due  fate  la.  tesla  delCaualloy  oue  prima  tenra  la  groppa:poi        *-v 
tornando  in.  dietro  per  la  pifta  del  mede  fimo  B^epolone  y  giunti  all'altre 
termine, fanno  il  famigliate  da  l'altra  mano  in  modo,che  la  prima,  e  Ivi 
urna  volta  fia  da  deftra}e  cofi  continouatido  fin '  a  quel  numero* ,  che  paia 
ilCauaUo.poter  ri  fi  fiere  ;  a  la  fine  il  parano  con  le  pofate,talhora  nell'v- 

C    no  capo  del  I\epolone  danno  la  me%a  volta  da  mandeflra,e  fubito  in  quel 
tempo  cangiando  mano  da  la  banda  finiftra ,  fanno  la  volta  integra;  poi 
nell'altro  capo  prendendo  la  me7^avoltafinifìra\in  quello  ifìante  chiudo- 
no la  volta  intej-a  da  man  defira,e  co  fi feguendo  fempre  con  vna  voltale 
me^a  fhllitayallvlt  imo  pafando ,  il  fan  parare,Ma  quefi  tai  B^epoloni  co  'Volte  rad' 
le  volte  raddoppiate  non  fono  buoni  per  vfo  de  la  militiay  oue  bifogna  pre  doppiate 
5ie%za,e  non  tratteniménto,an^i  dico  di piu,chefe.f  Cauallo  nonfufe  di  ^onuenè; 
natura  fine  er  acaulmente  poma  diuétar  refiio  altornar  con  furiale  s' e-  uoIì. 
glifoffe  dipocafehiena ,  perderebbe  gran  parte  del  fuo  potere  ;  perche 
le  volte  raddoppiate  nonfolo  al  B^epolone  :  ma  da  fermo  a  fermo  ["  maffi- 
m  amente  fé  f uff  ero  due  per  mano  )  a  Cauallo  gi-ai-.ofo,  Ò  {lofio  y  duro 
0  di  mal  intelletto ,  fono  fempre  difconuenenoh,e  contrarie;  che  gli  rom 
pono  i  lombi,  &  indebolirono  affatto  i  nerui,  &  il  ceruello.  Terò 
quando  pur  fi  voglia  maneggiare  con  fi  fatte  volte,  bafierà  vfare  vna 
fola  volta  per  mano,  e  non  tante  ,  che  coffa  più  vtile  al  combattere; 
e.  fi  perferua  la  poffan%a  de  l'animale  ,  il  quale  con  più    bell'aria 
accommodendofi  le  hai  eia,  farà,  la  volta  di  fchiena  più  attondata  > 
rifondendo  poi  fempre  da  ogni  mano  ..  «^ Uri dopo  hauer  fatta  la 
Tolta ,  fermano  il  cauallo  con.apprefentare  ;  e  poi  fi  lafciano  anda- 
re 


4?i  D'Eliot    ClO^lji 

re velocemente ;la  qual  maniera  non  può  negar  fi,  chenonfia  bella;  ma  £ 
furfàflare  il  (/inailo  con  due  cori y  e  s'egli  di  natura  fuffe  T{amingoy  bi- 
fogneria  penare  va  pe^o  per  furio  andare  innanzi  :  lodaft  bene  il  trat- 
tenere al  principio  del  ì\epolonc  y  ò  nella  fine  dopò  la  volta ,  in  quei  Ca- 
ualliyche  fuffero  furiofi ,  e  che  nel  volgere  no  isleffero  fermi  su  la  briglia  , 
ma  parefiero  voler  fuggire  fen^a  feruare  gli  ordini  neceffarij  yele  mifu- 
re.E  quello  volpe  inferire  già  Senofonte^quando  eglifopra  ogni  altro  ef- 
A"itatìo-  fere itioylod andò  quella  agitatione ,  che  da  lui  è  chiamata  'Tedi  in  lingua 
ne  chia—  Cf  recandone  il  Caualh  s  aue^ja  a  vjltarfi  alìvna y  &  all'altra  mano  ; 
mata  pedi  g  conpocf?ljJlmo  ìnteruallo  bor  di  quieto  fi  maone  al  corfo  y  hor  di  com- 
Senofon-   moffo  ftpofa  (virtù  non  pur  conueneuole  al  giuoco  di  Caro  felli  >  vtiliffi-  F 
te.  mo  a  frequentare  y  per  hanerfomigiian-ra  di  guerra  :  ma  ìieceffaria  fo~ 

G  mocodi  ura  0gni  ai(.ya  a  ie  vere  battaglielo  :te  la  maggior  importata  del  (faual- 
che°  vtiie  ^°  conficela  questi  due  atti  di  feguitare  per  offendere  il  nemica ,  e  diri- 
àfrequen  t ir  or  fi  CQJtf alue^za  delfino  padrone.)  *A  Ila  fine  ammonifcey  che  nel 
tare?        far  della  volta  fi  faccia  il  C  aiutilo  fermare  alquantoycon  diry  che  no  è  fa- 
cile cofa  y  nefen^a  pericolo  y  che  vn  Cauallo  incitato  repentinamente y  fi 
giri  in  volt aymaffimamen te  in  luogo  lubricoyouer'ajpro.-e  fé  pur  no  piacef 
fé  di  fermarlo  y  dice  che  nel  voltare  auuerta  il  Qiualiere  di  piegar  con 
quella  maggior  defire7^ayche  fta  pojfìbileytanto  fé  flefio  al  far  della  voi 
tayquato  il  Caualloyaiutadolo  con  la  brigliaye  con  lagambay&  accompa 
gnadolo  verfo  la  bandayconlaperfona  benfermayefalda,altrimétiydileg 
gieriffimo  auuerrebbeyche  fé  ne  gifiero  a  terra  amen$iic  infiemetpoiqua 
do  il  Cauallo  dopò  la  volta ,  guarderà  per  lo  diritto ,  alt  bora  fi  potrà  ifli 
Caualiere  £are  ^  nuom  algire  veloce ,  //  che  èfomigliante  all'ordine ,  che  tutto  dì 
habia  grà  a'nofiri  tempi  fi  vfaVeramente  bifogna  alCaualiere  (comepiù  volte  s'è 
tem  pera-  detto) hauer  con  molto  difeorfoye  con  lunga  pr attica  gran  téperamentoye 
men  to  e  fnipiiYa.ynon  pur  nelle  maniynelle gambeye  nelle  calcagne:ma  nelle  cofciey 
nella  fchienay&  in  tutto  il  portamento  del  corpo ;il  quale  in  ogni  anione 
deuràfàrfi  vedere  aggratiatOy&  aggarbato;  accompagnando  il  Cauallo  n 
conforme  alfuo  motoso  fi  nel  rimettere  yò  nelfaltareyò  nel parare ,  come 
ancora  in  tutte  l'altre  cofeye  maggiormente  nelle  volte ;ò  chefìano  di  re 
poloniyò  raddoppiate  ;e  tale  accompagnamento  fi  deuràfkredi  modoyche 
la  perfona  contutto  ciò  non  penda  da  lato  alcunoyil  che  fi  farà  più  age- 
uolmente  in  questa  manierayche  quando  il  Cauallo  fa  la  volta  da  man  de 
flrayil  Caualiere  l'accompagni  co'l  corpo  dirittOygirando  folo  lajpallaye'l 
braccio  manco  vn  poco  verfo  l'orecchia  di  luifinislraypiù  è  meno  fecon- 
da il  bifogno;efe  all' hor  a  il  corpo  penderà  alquato  indietroy  maggior  aiti 
toglifia  a  far  parare,  q  apprefentarey  ò  volger  il  Cauallo }  conri(j>on- 

dere 


DEI   CUVjtLlOy   LI  8.     V.  43}  > 

ledere  tutto  a  tempo  con  quel  motoy  ch'egli  farà  falcando  alla  volta ,  <&■ 
mouendole  bracciale  non  altrimenti .  (ofi  ancora  quando  egli  prenderà 
lai>olta  a  man  manca,  deurà  girar' un  poco  la  fy  alla ,  e'I  braccio  dejìro 
verfo  la  dejìra  orecchia  ;  fi  eòe  tal  contrade  fo  il  faccia  battere  fempre 
giusto  in  vna  pisìa,cbiudendo  con  facilità  la  volta  piufuriofa,  &  ordi-  Caualio 
nata.  xAiutajì  parimente  il  Caualio  a  far  la  volta,  sì  con  fermare  la  Ini-  ,-utj  ^  fa 
glia  vnpoco  alla  fine  del  l\epolone  y  sì  col  moto  della  lingua  >  e  sì  con  le  la  volta. , 
polpe  dellagxmba  contrarialo  con  lo Jfrrone,  fé fia  bifogno .  E  f abito  che 
egli  b  aura  pr  e  fa  la  volta ,  farà  da  buttar  fi  auanti  con  gli  fproni  pariy 
non  meno  al  principio  dèe  fio  l\epolone,che  qual  bora  farete  circa  quin- 
B  dici  palmi  vicino  al  termine  de  la  volta  :  acciò  non  lafci  lafuafuga ,  ne 
vi  accortili  \epol6ne}ò  vi  rubila  voltale asìigandolo  pure  co  ifproni pa- 
ri ogni  fiata}cb' egli  non  vi  vbbidifee  con  l'ordineyche  conuiene:£ per  far- 
lo andare  determinato  y  e  corretto  >  non  fi  manchi  di  aiutarlo  di  lingua  > 
majfrmamente  poco  innan^lyche  fi  giunga  a  la  voltala  ecioebe  egli  f cor- 
rendoys'  apparecchi  a  farla  più  gratto  fa .  Fero  è,cbe  a  caualio  di  troppo 
fenfononbifognalojf>rone;e  l'aiuto  della  lingua  non  gli  conuiene  prima 
ài  quel  tempOyche  volete  voltarlo  .  Ma-quel  che  non  è  molto  fenfitiuo  y  è 
da  toccar  fi  di  fproni  al  principio  >  &  allamità  del  repoloney  &  alter- 
mine  de  la  volta  .-benché  fé  in  quefl' ultimo  tempo  della  pofata  voi  farete 
il  motiuo  della  lin%j> astenendo  la  man  diritta ,  eginfla ,  fenica  voltarla 
in  lato  alcuno: egli  feyi7a  l'aiuto  dello  fprone  verrà  tantosto  falcandolo 
alyarfi  un  poco  auanti  apigliarfi  la  volta  di  bel  garbo,sìretta ,  e  giusta 
t  non  troppo  eleuata:  perche  quando  il  caualio  è  ben  fermato  di  tes~ta,la 
mano  fola  dell' accorto  Caualier  e  y  con  fua  faldcz^a  y  basterà  a  tenerlo» 
corretto  di  tal  manìeraycb' eglino  fommo7gerà,ne farà  altro  cattino  ma 
tonelV andare  del  repolone\o  nel  voltar  fi.  Laonde  per  tonfeguire  tale 
perfettione  in  qualunque  forte  di  maneggio  fi  fi a,  conuerràno  allargare 
in  fuor  a  il  braccio  manco  in  parte  alcuna\ma  tenerlo  faldoy  e  co  vnpoco 

^  di  cenno  a  tépOy&  in  bel  modoyvoltarilpugnofolo  della  briglia ,  ilquai 
pugno  no  efea  né  qua  ne  là  dal  diritto  dell 'incarnatila  del  collo:  ma  va- 
da  gin  fio  fen%a  corcar  fi.  Couerrà  etiandio  auuertireyche  ciafama  di  effe 
uolteyaiutata  co  gli  ordini  veri  >  fia  più  toflo  baffa,  che  altayperche  il  Ca- 
ualio venendoci  facile  y  e  non  forato  5  piegherà  il  braccio  di  buona  gra- 
tiayediuerrà  dafefleffo  agile  ala  Ciambetta:  ne  fia  la  volta  corcata 
come  fi  dice;  perche  è  bi-utaye  pericolofa ,  mafia  di  tal  giufle^ay  che'l 
Caualio  mouendo  primieraméte  le  jp  alle  con  le  braccia ,  e  non  le  parti  di 
dietro  >  venga  a  pò  r  la  tefia  a  quel  diritto,  douefiaua  la  groppa.  Jll  che 
molto  giouerà  il  trotto  furiofo  frequentato  in  vn  folco ,  0  in  vna  pitta 

EE  di 


4^4  T>  E  L  L  j:    G  L  0  ^T  Jt 

di  trauerfo  f citta,  nella  maiefe .  Et  ogni  fiat  a,cb' egli  al  maneggio  di  I{e-  £ 
poloni  facefie  le  volte  corcate,  o  larghe  ,  difmandandofi  dal [no  battuto 
fegno  ?  voi  poco  prima  y  che  animate 'a  ciafcima  di  effe ,  il  caligherete 
di  briglia  nella  barra  di  quellaparte,oue  farete  la  volta,fen^a  pero  mo- 
lestarlo quando  vedrete, eh' e'  fia  conetto .  Sarà  benepermefìo  à Canal- 
Io  debole  di natura,che  trouandofì  già  fermo,  egiujìo  allamanoneltem 
po,chefu  ifhlchi,fi  colchi  poco  pia  d'un  palmo  verfo  il  lato  >  don' egli  ha,. 
davoltarfi,accioche  fenica  difòettoye  con  più  ageuole^a  chiuda  la  voi 
t  a  più  attamente .  Ma  non  fi  concede  in  altro  modo;  an^i  quantunque  il 
cauallo  defle  da  madeslra;la  volta  f al fii,o  la  pigliale  troppo  alta,òtrop 
pò  baffa,o in qiial fi  voglia  altro  modo  difòrdinata contraiti uoler voHro  F 
voi  com' egli  fara\voltato,nel'gir  innanzi  ,  gli  darete  per  caHigq  vna,& 
due  botte  con  torrone  fìniHro:  e  giunto  alfolito  luogo,  lo  volterete  pur 
dalla  man  desìra;poifegiiédo  il  B^epolone,come  anìuate  ali  altro  termi— 
ne,voli  atelo  da  man  maca,finche  dou'era  la  volta  d'es~lrarfialafìniflray 
&in  tal  g"ifa  procederete "fin *  à.yielnumero,che  vi  piace  di  maneggiar— 
lb,vfando  il  medefimocafiigo  di  banda  conti -aria, e'imedt fimo  poffoni— 
mento  di  volte,  quando  egli  fallile  d'iman  fìniftra .  Giouerebbe.ancor  ac- 
quando egli  non  face fi'e  in  vncapola  volta  giusla,voltarlo  all'  ifìeff a  barr 
deprima  che:  s'anima  quel  fegno,  e  parendo ,  che  s' accort  afe  troppo  il  . 
%epolone,  potresle  il  perduto  flratio  avanzare  nell'altro  capo  alla  volta  ** 
dell' altra  mano. Ma  forfè  di  rado  accaderà,cbehabbiatediqneflb  apre— 
ualeruiyperchefolamente  il  cangiar  della  mano,e'lpojfor  delle  volte(cbex 
d'etto  habbiamo)  fen^a  altro  caftigo ,  bafleràa  correggerlo  :  &  in  ogni 
maneggio,che  sì  fatto  modo  fi  vfi,farà  conofcere  l'egualità,e  l'ubbidien- 
za del  cauallo ,  degna  di  molta  lode. .  T>ouendofi  in  cioauuertire,  che* 
ognifiata,ches'babbia  advfare  il  caftigo  di  volta,.bifognerà  procedere- 
il  cafiigo  di fòrone, come  s' è  dimostrato.  E  quandoil cauallo  e f ce  dallapi 
Sìa,?ion  mancate  di  caligarlo  o  conia  bacchetta al fianco,o  con  lo  fòro- 
rie  da  quella  banda,oue ei  fi  buttay  a  con  le  sfrenate,  sfor^andblo,,che  ri-  jjr 
torni  al  fegno  fuo,feguendó  ilvoslro  maneggio  ordinatamente .  ^Alcuna, 
fiata  il  cauaUo,che  per  età  non  haggia  ancor  la  poffan^a  fùa  copitamen— 
te,fchiuando  la  fatica  fubito  eh-' egli  arriui ,  voria  pigliar]}  lavolta  feri— 
%a  quel tépo,cbe  gli  appartiene:pero  nel  dare  de  i  ^epoloni  a  tal  Cauallà> 
o  corti ,  ò  lunghi  y  o  dì  trotto,  o  di  galoppo ,,  giunto  ,  che  fiate- al  termi- 
ne, inciafcnnd'ejfi  farete  le  pofate  a  quel  numero,  che  nel  maneggio  ri- 
thiederàì:  efermatoui  vn  pe^jo ,  gli  farete  carene,  e  poi  gli  darete 
lavolta,  su  la  quale,  s'egli  fufie  difordìnatoy  emoiio.preHo al  farfia— 
%4ntiy$Qtrefj.e  giiirvn poco <  fermarti}  indi  caminar pammente:  circ& 

tre 


'jl  trepaffi,  poiporloal  trotto, e  comefetea  corpo  ilCaualloy  'porlo  al  ga- 
loppo,}) pur  feguendo  il  mede  fimo  trotto  prendergli  l'altra  volta,ferman 
doni  fimilmente  sii  quella^  e  cofi  continouando  i  vofiri  ordini.  Ma  s'egli 
è  bene  intendente,bafierà  per  mantenerlo  ,  che  dapoi  c'barete  poggia- 
to; andiate  fól'vna  volta  di  galoppo  ,  a  mi  fura  d'vnapicciolatarriera^ 
■&  alfine.ytenendolo  diritto  con  le  pofate,vi fermiate  vripe%g?quiui:po- 
fcia  torniate  dipafio,o  di  trotto  a  quel  capo  ,  onde  partitiche  fatta  la  voi 
ta,maneggiate  per  la  mfdefimapisìacon  quel  tempo  ,  Se  e' 'fappfafkre. 
E  perche  fi  trottano  ancora  de  i  caualli  dinatirrafuperbi,  e  dijpettofì,  e 
■talhorafiaccln,iqualiò  per  efere  mai-criati,ò  fuor-di  modo  battuti ,  yuan 

2$  do  fon  giunti  alfine  del  J{epolone,o  di  trotto  ,  o  di  galoppo  ,  prendono  la 
molta  con  molta  nanfe  a,fen%a  ilfuo  vero  tempo,  efen^a  lafua  mifura  > 
hifognerÀ)che  per  cafligare  di  tal  vitio  vn  cauallo  ,  v fiate  il  Bipolo  ne  di 
paJfa,poi  come  a  coipo  di  cauallo  farete  vicino  al  terminagli  diate  velo- 
cità di  trottolò  di  galoppo  ,&  ii:igu:nta,dat egida  volta giujìa,e<hiufa 
■da  man  defìra  ;  vi  fermiate  vn  pe^o  :  pofcia  pian  piano  auuiandoid  di 
paJfo,per  ìa  primiera  pislate  dandogli  al  fine  furia  ,  farete  il  mede  fimo  a 
manfiniftra,e  con  tal  ordine  andando^  tornando  prefìo  ad  ottofiate,vlti 
inamente  il  parrerete  conlepofate  ,  e  quando  viparrà,ch'eglihaggia  be- 
ne  imparato  il  tempo,fermato ,  che  vi  farete  vnpoco  fopra  lavolta  >  mi 

^  auuiarete  di  galoppo,  continuando  di  quefla  foggia  per qualche  giorno  , 
Toi  come  finalmente  egli  farà  del  tutto  aggiuntato,  rifconofcendo  il  vero 
garbo,chefi  conuiene  ,  non  vferete  più  il  fermami  punto  fopra  la  voltai 
ma  chiufa  ch'egli  Vharà,  voi  fen^a  dargli  paufa,il  caccìarete  aitanti  con 
gran  prefieT^a: altrimenti  farebbe  vitio  da  poterne  venire,a  grauiincon 
uenienti,prrche  efendo  fi  f chinato  Ivn  difetto  del  voltar  difpettofoiefitg  Volte  Uà 
gitiuo,s 'incorrerebbe  nell'altro  al  I{eftio,&  al  B^amingo.^Anuertdfipari  c2ualu 
mente,che  le  volte,fieno  eguali  cofi  la  des~ìra,come  lafinrflra:  tutto  cTv- 
na  mifura ,  d'vn  ordine,  dvn  tempo,&  d'vnofpacio  corrijpondentifem- 

2)  preaquél  modo  ,  che  sincominciano-.perche  in  altro  modo  fi  filmerebbe 
ignoranza  grande  di  (aualìere,  quando  per  voler  dare  ìnconfiderata- 
•mente il  maneggio  furiofo,  e  lungo,  aguifa  di  carriera,  cofiringe  il 
Cauallo,  non  folo  a  non  poter  durare  in  fare  tutte  le  volte  di  quella  for- 
te di  tempo ,  che  fa  le  prime;  ma  etiandio  ad  anda)-e  dipaffo,&  accorta- 
re  il  detto Jpacio  ,  talché  in  ogni  P^epolone  l'vna  viene  differente  dall'al- 
tra ;  ilquale  errore,è  da  fuggir  fi ,  douendofi  ammaeflrare  il  cauallo  con 
quella  furia,  e  con  quel  tempo,  che  la  fua  qualità  può  [offrire  ;  perche 
coftcon  molta  ageuole^aconfemeràin  tuttofino  alla  fine,q  nella  mifu- 
ra ,  che  tien  prima,  £  per  fapere  àif cerner  e  queste  diuerfe  condi- 
re   a        tiovì, 


45  S  D  E  l  l  Jt     G  L  0  B^I  JC 

tioniy  è  da  faperfiytbe'l  Cauallo  forzato  y  e  di  buona  bocca^come  favài-  £ 
finita  di  voltar  fi  bene  all'vna,&  aW  altra  mano, fi  potrà  maneggiare  fu- 
ttoPDo  °  r*°f°  a  yoftrA  voglia.; ma  ynettfycbe  e  troppo  fenfitiuo  y  e  carico  digarzey 
fenfiriuo  *  duro  di  barreye  fiacco  difchienaye  digambeyfe  bene  per  la  buona  creart 
non  fi  de  -za  pare  fé  di  dolce bocca ,  pur farebbe  da  maneggiar -fi  con  più  rifpettOy 
maneg--    non  ponendolo  in  tanta  fuga.Tutta  via  di  qualunque  fatela  fia  il  ca- 
rifpetco .   ualloycertamente  quanto  più,  fi  manterrà  fui paffoye fu'l  trotto  nei  maneg 
gi ,  e  dì  rado  fi  l  galoppo  y feriva  moltavelocità:mentreych'eglinon  ven_ 
ga  a  la  perfetta  difciplinaytantopiù  diuerrà  gagliardo ,  egiusloynè  ma; 
fi  toccherà  co  i ferri  di  dietro ,  ò pur  dinanzi ,  ne farà  giamaibìzarria  7 
ne  difeonferto  veruno  .  I\efìa  bora  intorno  alle  volte  à  dire  queHo  >F 
Volte  fa-  che  elle  di  qualunque  forte  fi  fianoy  de  tiranno  e  fere  tonde  yfenza  tor- 
no tonde.  cere  -pnpujitOye  ben  finiteyfenza  tr  app  a  far  il  principio  ya  dar  fi  in  dietro; 
altrimenti  f ariano  difordinatey&  imperfette  contrarie  affatto  allaqua- 
lità  circolareyche  fopra  tutte  l 'altre  figure  è  per fettiffimayper effere  egua, 
leyvniforme  >  fenz^a  principio ,  efenzafine  -,  conciofia  cofay  che'l  Circola 
.  da' Geometri  fi  diffnifee  effere  vaa  piana  figura  contenuta  da  vnafola  lì 

diifinuo.  neaycb' è  chiamata  circonferenxa  ynel  mezo  della  quale  figura  è  vn  pun- 
to y  che  diefjo  cerchio  fi  dice  il  (entro  >  conditionato  di  modo  taley  che. 
tutte  quelle  rette  linee ,  che  fi  tir  afiero  quindi  a  la  circonferenza }  j aria- 
no infallibilmente  fra  loro  eguali .  Hora  quefìi  circoliy  9  giri  y  ò  torni yaue  & 
iCaualli  ordinariamente  fi  trottano ,  e  galoppano  >  richiederebbono  per 
ragione  di  mufica  tanto  di  (patio ,  e  circuito  >  che  in  due  fi  potè  fiero  far  e 
otto  tempi  di  h-ene  >  fi  che  ciafeum  di  effi  veniffe  ad  effere  di  otto  femi- 
hreuiyche farebbe  vna  maffima  y  la  quale  èia  maggior figura,  che  fia  nel 
la  mufica  >  cioè  di  quattro  tempi  del  binario  numero  >  che  imparteriana 
fedicip affi  del  Caualloy  otto  con  ladeflray  &  altr etanti  con  la  finiflray 
a  battuta  di  minima^  che  fia  di  galoppo  >ù  che  fia  di  trotto.  Ma  perche  si 
fatti  circoliyper  effer'vnpoco  flretti  e  confeguentemente  alquanto  mala, 
geuoliy  non  fi  pò  fono  dare  fé  non  aXaualli  di  buon  cuorey  e  ben  difcipli-  „ 
natiy  e  più  tofio  di  trottoyche  di  galoppo  (il  qual  ricerca  maggiore  fpa-    ■ 
tio)  per  queHo  fi  protrebbono  far  più  grandiper  la  mità  intera  y  fi  che 
ciafeun  di  effi f offe  di  otto  tempi  del  binario  >:  che  importare bbono  trenta 
due p affi  del  Cauallo  >  cioè  fediti  con  l'una  y  &  altretanti  con  l'altra  ma- 
no .   E  feper  auuentura  il  cauallo  (  maffimimegte  quando  èVolledro) 
hauefìe  bi fogno  di  circolo  tuttauia  piùfpatiofo  per  galoppare  >  ouereffen- 
doegli  alla  difciplina  ben  introdottoy  gli  fuffe  più.  vtile il  circolo  più  fìret 
tOyper  volteggiarey  e  per  riftringerlo  al  maneggio ;non  fi  vieta  >  che  voi 
nonpoffiate  avoìlrapofta crefcerlopfcemarlo  ,  pur  chefempre  vifer- 

Htate 


DEL    C  J.V  a  ILO,    11B.    V.  4/7" 

^f  aiate  del  numero  quadrinario;cioèrche  cofanetto  allargareycome  nell'a  - 
stringere  d'effi  cir  colagli  facciate  quattro  paffi  (che  è  vn  tépo  di  Breue) 
più  o  meno  di  quello-)  ch'eran  prima ,  e  fecondo  il  detto  numero  quadri- 
nario fi  deurano parimente  regolare i  moti  del  cauallo  y  o  ch'egli  fa  in 
giro  ùjlretto:cbe  è  il  dijjicileyO  nel  largo  >  che  è  il  facile ,  o  nel  'mediocre ,      _ .      ., 
che  è  il  temperato; cofi  nette  volte  de  torni,  come  ancora  ne  i  F{epoloni.  nej  ma_ 
Volendo  dunque  maneggiare  il  cauallo  in  voltaci  trottolo  digaloppoyfi  neggiare 
polfono  fare  due  circoli  giunti  infieme:e  tal  horatre  ;  pojli  a  guifadivn  ju^['  fi 
triangolo  ;e  chi  voteffe^potrebbe  dall' 'altra  bada  aggiunger  uene  un'altro  f  "^ 
fi  che  fìarebbono  quattro  infieme  a  guifad vna  croce  :  Ma  i  due  foli  fon 

B  pia  lodatile  più  vfatiy  per  infegnare  a  vn  Cauallo  gioitane  y  fenza  intri- 
cargli il  ceruelloJ  tre  fono  buoni  per  mantenerlo  poi  in  lena>&in  memo 
ria  delle  cofe  infegnate ,  cangiandogli  qualche  fiata  la  mano.  I  qu  ..ttro 
feruono  per  fare  esercitare  in  vn  mede/imo  tempo ,  e  luogo  pia  d'un  Ca- 
uallo; laqual  cofay  oltra  che  fa  uno  jpettacolo  affai  bello  -,  produce  anco- 
ra due  import antiffimi  ejfettiycbe  iCaualli  s  auue^ano  il  cangiar  della 
mano  con  grande  vbbidien-ray  attitudine  y  epreSle-rja  :  e  s  afficurano  d 
pajfare  l'uno  vicino  all' altroyfen^a  far  fegno  difpaxeatOyne  rnotiuo  alcit 
no  di  teslayo  di  boccayil  che  fommamente gioua  nell'efercitio  della  guer 
rayeneglifleccati:rSifognaperòyche  ne  i  Circoli  cofi  intricatici  (aualie- 
rifiauo  molto  ejpertiy&auuertitiy  che  no  facciano  auuiluppare  i  caualli 
infiemeyO  darfifcontri-.vfando  in  tal' atto  piujpefìo  il  trotto  che  ilg  alop- 
poyper  ejfere  moto  quello  men  violento. £  trottando  con  due  caualli  y  e  di 
meslieriyche  l'uno  incominciando  la  volta  da  man  de/Ira ,  l'altro  in  vn 
tempo  per  lo  medefimo  torno  la  prenda  da  man  finislra-.co'l fimiley  ordì 
ne  poi  cangiando  i  tomiy  efeguendo  le  volte;  &  acciò  che  nello  feontra- 
re  non  vengano  ad  vrtarfi  congraue  offefa ,  è  nece farlo ,  che  a  uicenda 
l'uno  di  loro  allarghi  circa  due  palmi  alla  volta  il  giro.Oltra  queflo  per 
maneggiare  treyo  quattro  maniere  di  Caualli  infieme  in  uno  circolo  \fipo  aj,  re   t£" 

^    trebbono  dentro  l' uno  ben  grande  y  stampare  due  y  otre  altri  minori  di  o  quattro 
jpatio  y  aproportione  y  in  quella  guifa  y  che  iCofmografi  dicono  sì  are  gli  maniere  _ 
Elementi  nella  sfera del  Mondo  y  otte  lEthereyl'^erey  il  Marey  e  laTer-  -J1  caua]k 
ra  ordinatamente  s' abbracciano  \  e  fi  rinchiudono  d 'ognintorno  :  l^e  i  CQ[0  jn£~ 
quali  circoli  co  fi  doppiati  >/ aria  bello  a  riguardare  y  che  volteggi  andofi  me. 
ogni  cauallo  in  dìuerfo  moto  ,  &  in  varie  maniere  (come  a  dire  d'un  di 
galoppoyl 'altro  di  trotto}e l'altro  dipafoyhorda  man  deftray& bordai 
lafinlfra)venifero  a  far  in  vn  certo  modo  una  muficale  corrijpoden^ay 
&  vn  vedere  affai  leggiadre  vago  per  la  varietàye  per  la  mifura ,  che 
vi  fi  vede,  Trendendo  ciafeuno  la  volta  in  yarij  luoghi  e  in  modo ,  che 

E  E    i         l'uno 


l'uno  con  l  altro  non  fi  impediffe  .  Totrebbejì  ancora  accanto  al  circolo 
co  fi  diaifatoyfiampare  yrì  altra  forma  difvnil  modo ,  perpajfare  da  gli 
vni  agli  altriycomefifa  ne  i  cerchi  fcempli;  ma  vi  bifognerebbe  gradif- 
fimo  accorgimento  y  che  i  Caualli  non  fi  vrtaffero  i  non  hauendogli  altri 
quella  facilità  di paff.zggio  y  che  ha  quel  folo  y  ilquale  galoppa  nel  mag- 
gior cerchio  y  cheftà  di  fuori .  Strani  forfè  panano  quelli  modi ,  eh  'io 
propongo  ;  ma  perche  l'ingegno  può  vincere  ogni  dureTgat  e  niuna  fa- 
tica è  da  tralafciarfi  per  ridurre  il  Qxuallo  a  quella  agilitày  eficurei^ay 
che  fi  de  fiderà  :  non  mancherò  di  foggiungere  arditamente ,  che  fi  pof- 
fono  Jiampare  tre  figure  quadratecene  quali  ciaf  cuna  è  di  quattro  egua 
li  lati  di  retti  angoli  ;  eftando  l'ima  dentro  l'altra  con  conueneuoli  Inter-  , 
ualliy  aggiunger ui  dal  difopra  vn  circolo  tanto  largo  y  che  proportiona- 
tamente  giraffe  fuori  de  i  quattro  angoli  delquadro  maggiore  >  facendo 
ancora  àentr' alquadro  minore  vii altro  circolo.  l<[elqual  modo  LCaual- 
li  non  fi  verrebbono  ad  impaccine  Vun  con  V altro  y  perche  maneggian- 
done vno  nel  cerchio  grande  di  fuori  a  galoppo ,  cangiando  la  volta  nel 
mede  fimo  C  ir  coloye  maneggiandone  vn 'altro  nel  cerchio  picciolo  di  den- 
tro a  volte  raddoppiate  fi  potriano  inogn'uno  dei  tre  quadri  e^fercit  are- 
quattro  caualli  a  E^epoloni  y  o  di  trotto,  o  di  galoppo  x  pigliando  le  volta- 
ne i  loro  angoliyfi  che  in  vn  tempo  fi  verrebbono  a  maneggiare  quattor- 
dici caualli  in fieme  :■  Ma  (come  più  volte  ho  ricordato)  bifogneriayche 
in  maneggi  sì  intricati  i  Cavalieri  foftero  ejfierti  y  &  auuertiti  >,  &  i  Ca- 
ualli ben  difciplinati .  Chi  volefje  altresì  tirando  per  vn  quadrato,  vna  li- 
nea dell' angolofìnijlro  di  fottOyall' angolo  dejlro  di fopyayfhrne  due  Tria- 
goli  lAmbligonij  (cofi  chiamatiyquando  l'vno  lor  .Angolo  è  ottufo ,  cioè 
maggiore  del  retto)  e  pofeia  quelloyche  resìagiù.da  la  banda  diritta  par- 
tire con  vn  altra  linea  >  laquale  il  conuertife  in  due  triangoli  detti  Sca- 
leniyche  di  tre  lati  difegnali fon  contenntkpotrebbein  effo  quadro  co  fi  di- 
uifo  in  tre  differenti  triangoli  >  maneggiare  diuerft  Caualli  con  diligente 
attenzione.  E  facendo  fi  vn  Triangolo  Ortogonio ,che  confile  di  vno.  ango 
lo  retto  (dicendo fi  retto  quello  angolo  y  che  fi  fa  con  vna  linea  retta  per- 
pendicolarey  giunta  con  vn' altra  retta  y  &  eguale  linea)  ilquale.  Ortogo- 
nio farebbe  fomigliante  a  quel  Triangolo,  che  nel  cielo  è  collocato  dentro 
il  circolo  esliuoy&'  equinottialeyprefj'o  alCauallo  alatOy&aW^frieteyCon. 
vna  fìella  per  ciafeun  angoloy<&  vn' altra  nel  me%o  della  linea perpendi- 
colareyfecoìido  che  ci  dimoflrano gli  Aflronomi;vi  fi  potrebbono  pur  ef- 
fer  citare  i  Caualli  a  maneggio  o  lungoyo  corto:  facédo  le  volte  nei  luoghi, 
delle  dette  Helle  angolariyO  pur  nel  cerchio ,  dentro  ilquale  sì  fatta  figu- 
ra fi  potria  collocarci  ^Sgli  nondimeno  dituttiqueììiipiù  frequenta- 
tila 


H. 


7ji  ti,enecefiarij  modi  fono  i  circoli;  e  i  repoloni  ;i  quali  repoloni  fifogliono  i  circoli  e 
far  oline  ati,cioè  convna  dirita  linea  ( come  prima  diffi)  o  femicircola-  re  polo  ni 
rifatti  con  linee  curue  ,  che  volgarmente  agmfa  di  bifciafi  dicono  fer-  n°^^rfj 
■peg^ianti;  aggiunte  cofi  negli  vnU  come  ne  gli  altrieri  capone  in  piedi,le  modi  di 
forme  dei  Circolilo  uè  fi  fan  io  le  volte  [compie  ,0  raddoppiate  .  Maìpri-  nianeg— 
mi  lineaàycome  più  fàcili,  &  vfitatitonuengono  pia  a'  Caualligiouani;  S10' 
gli  altri  perche  fono  fcambiati,fklliti,  &  indeterminati,non  fi  deiiranno 
adoperare-,  fin  che'l  Cauatto  non  fa  ben  fermo ,  in  ognifua  attione  vhbi 
■diente  ,&  aggiutt  ito  :  perche  altrimenti  gli  apport arebbono  danno  più 
tofto,  che  alcun  vantaggio  mafjimamente  s'egli  fife  di  cuor  ramingo  ,e 

2?  nonftncero  :  tuttauia  quando  fi  richiedere  di  maneggiare  pia  caualliin- 
fieme  Vvno  all'incontro  dell'altro  ,  per  fargli  afficurare  per  vnTomeo , 
portando  i  Caualieri  lefpade  in  mano  cofi  le  forme  lineari,  come  femicir 
colarifipotrianofar  doppie,  &  aggiungere  l'vna  appyeffo  all'  altra;  fa- 
cendo che  Vvno  cauallo  veniffe  all'incontro  dell'altro ,  conficurtà ,  e  con 
determinatione  :an^ri  chi  voleff e  in  vnrepolone  mefcolare  am  édue  lefor 
me ,  potrebbe  tra  la  diritta  linea  del  me^o  ,e  dei  due  circoli  de  i  capì  , 
far  due  Vincete  curue  ;  cioè ,  che  dopò  la  rimefìa  del  repolonefi  ferpeg- 
giaffe  vn  poco,prima  che  fi  veniffe  alla  volta  dei  Circoli,  ò  pur  nel  me%o 
fare  alcune  linee  curue ,  e  poi  vicino  a  i  circoli  le  diritte ,  0  breui ,  0  lun- 
ghe:, fecondo  che  il  faggio  Caualiere  cono  fc  era  bifognire,  0  convenire  al 
fuo  Cauallo,  il  quale  con  fi  fatta  varietà  di  effercitudiuerrà  in  tutto  fi- 
curo,determìnato,fincero,agile,&  ordinato.  Ma  generalmente  i!l{epo-  ^f^   ~~ 
Ione  a'  canotti  bi7^arri,epigri,è  da  dar  fi  più  tosVo  veloce,diritto,e  lungo,  U3i\\[   bj_ 
che  tardo,curuo,e  cortojl  contrario  vfando  (  ma  con  mano  ben  tempe-  zan  co— 
rata)  a  quei  che  fi  conofcefero  ardenti,  e  vani ,  per  non  far  li  venire  in  me  dadar 
maggior  furia ,  e  difconferto  di  bocca,  e  di  tutto  il  capo;  &  ottima  co  fa 
io  per  me  fempre  giudicherei ,  che  vfcito  il  Cauallo  da  igiri ,  fi  and  offe  a 
parare,  ala  fcefa  :  <&iuiconcarer^e  fi  riteneffe  per  qualche  ffatio  ;fa- 

2)  cendolo  ancora  (fefufie  duro  di  bocca)  ritrarre  in  dietro,  epofcia  vol- 
gere,e  paleggiarlo  con  piaceuole%^a  nei  mede  fimi  luoghi,  dou' egli  fìt  a  caual- 
trauagliato ,  come  già  più  fiate  habbiamo  detto  .  E  fé  alcuno  dubitafse,  lo  di  ma- 
fé 7  Cauallo  fi  debba  fempre  in  vna  mede fima  parte  del  circolo  far  voi-  '*?  natura 
tare;  fappia ,  che  per  addottrinare  vn  Cauallo  giouane ,  0  di  inala  natu-  darfi  ja 
ya,non  è  male  dargli  la  volta  in  luoghi  certi,  e  determinati,  accioche  volta. 
meglio  l'imparUMa  com'egli  fuf  e  ben  introdotto  nelle  prime  difcipline  Difriplf- 
piùnecejfarie  (quali fono,  efì ere  fermo  di  tefla,e 'di  bocca;  intendere  la  p^fn||e{ 
mano,e  lo  f^rone:  cono f cere  gli  aiuti,&  igaftigbifaper  parare  con  fan-  Cauallo. 
che  sfar  fi  indietro ■>&  voltar  fi  con  l'ordine  conueneuole  de  le  gambe)  e. 

££    4  che 


440  D  E  L  L  >A    G  L  0  Pv  I  j: 

che  non  f K^edi  mala  inclininone-,  &  attitudine;  all' bora  farà  bene  a  far  j 
gli  variare  i  luoghi  a  le  voltey  non  facendogliene  riconoscere  alcun  certo 
come  propriamente  connien  di  fave  a  (aitai  di  guerra.zsfWhora  ancor  ay 
fcorgendofi  il  C, mallo  effei-e  già  diueniito  farro  >  e  pretta  a  furie  volte 
dirette;  e  fàcile  a  fare  le  pofatey  fi  potrà  infegnare  di  maneggiare  a  mifu 
va  di  mejoy  o  di  tutto  tempo  :  Intende  fi  a  me%p  tempo  quando  il  canal- 
Io  dopò  la  rimefìa  è  ritenuto  per  lo  diritto  y  e  fenra  dargli  tempo  di  far 
vnapofatayfifk  voltare  :ma  dandogli  tempo  di  farne  vna>e  facendoglie- 
la fare  y  à  che  voglia ,  o  non  voltandolo  poi  nel  fare  de  la  feconda  ;  quel- 
hbfi  dice  'maneggio  a  tutto  tempo  .  E  cofi  neti'vn  modo-,  come  neW  altro 
eio^mT-  can:i^eny  che  le  volte  fian fatte  intere)  giu5ieyebelleye  fen%apuntade,aj? 
fura  di  man  deTlray&  à  man  finifira\non  permettendo  al  caualloyfe  a  melario, 
mezzo,  o  fi  maneggia,ch'ei  pofi  le  braccia  in  terray finche  non  habbia  finitala  me- 
di tu  tto  ^  yofa.ng  cacci  dipofta  ipiè  di  dietro-,  ma  fól  amente  gli  torca  in  mo- 
'  do,che paianofquafi facendo  vn  picchio  cerchio} accompagnare  la  mi- 
fura  de la  I>el  antera  >  e  la  pò  fu  ure  de  la  perfona  yfen%a  difordinargli 
dal  luogo ,  nel  qualfi  trouano  ,  e  fenya  buttar  te  groppe  fuori  infino  >  a; 
tantoché  ritornata  la  fàccia  al  mede  fimo  fentiere,  oue  quelle  flauanoyfi 
pojfajpingere  ad  vn' altra  rimeffa  ylaqualfacendofi  a  tutta  fuga,  pari- 
mente nella  fine  di  lei  fi  -riterrà  per  h  diritto ,  efubitofi  volterà  a  mi  fu- 
ra di  me^o  tempo,  è  fé  ciò non  fi 'poteffeper  la  molta  prefieT^a)  amifu-  G 
ra  di  tutto  tempo :facendofempreyche  laprimate  l'vltima  volta  fiano  a 
man  defiraysì per  ragion  de  la  jp.ida^aquale  s- adopera  a  quella  mano,? 
sì  perla  dignità  del  luogo,eccetto  fé  qualche  vrgente  cagione  vi  Jpingef 
fé  a  fare  il  contrario  >  o  clye'l  Cauallo  fufte  pia  renitente  ,  ò  hauefie  il  ter  • 
reno  pia  vantaggio  da  la  man  mancay  che  da  la  dritta .  ^Altri  vfano  la: 
mifura  del  mero  tempo  in  quefia  maniera(mafi imamente  a  (aualligio- 
nani)  che  dapoi,c!ie  han  forniti  i  torni  yvan  di  trotto  in  qualche  folco,  ò> 
fìrada  flretta,cìye  fi  a  di  terreno  alquanto  mobileydando  animo  al  caual- 
lo con  moto  di  labbra  y  o  ver  con  voce;  &  volendolo  fermar  al  termine 
i'vna  brieue  carriera ,  o  dilungo  ^epolone  y  gli  fanno  fare vna  pofata-,  ** 
poi  neiVeffere  y  ch'egli  fi  lena  per  far  r  altra ,  prendono  con  l'aiuto  de  la 
lingua  la  volta  da  mino  deftrayfen^a  fargli  torcere  il  collo  :  maeftre- 
wlmente ^occorrendogli  con  le  redine  giurìe  y  e  con  la  cauerjana,& 
fai fé  redine  >  facendogli  ancor  à  tempo  conofcer  ilfoccorfo  de  gli  /pro- 
ni -,  òde  la  polpa  de  la  gamba ,  ò  della  slaffa ,  e  de la  bacchetta  infìeme , 
fecondo  ilbifognoye  fentimento  y  ch'egli  tiene, e  cofi  data  la  volta  fenica 
appuntamento, e  con  bell'aere ,  tornano  a  quel  capo,onde  fi  mofiero  ?  &* 
ktifimilmente  fatta  la  prima pofatay  nel  cominciare  de  la  feconda^ 

pren- 


BEL    C^V^LLO,    LIB.   V.  44 1 

«^  prendono  l'altra  volta  da  manfinislra  ,  continouando  tal  ordine  cir- 
ca dodici  Bjtpoloni  tra  laudare ,  &  venire,  opià  ,  0  meno,  fecondo  la 
for%a,e  lena ,  eh' è  nel  cauallo,  Uquale  non  è  da  faticar  fi  mai  tanto ,  che 
l'vltime  rimejfe  veniffe  a  fare  fiaccamente  ,e  di  malgarbo:  ma  s'egli  è 
di  molta  for%a,e  leggiere^a,  poi  che  l  hanno  ridotto  ad  intelligenza  di 
quel  maneggio  ,  gli fanno  dopòlarimeffa  far  due pofate  ,nel  far  de  la 
ter%a,fubito,ch'egli  incomincia  a  leuarfi,lo pigliano  a  la  volta,  feguen- 
do  il  fudetto  ordine  \  e  quesìo  chiamano  il  maneggio  di  tutto  tempo . 
(ertamente  pigliar  di  tal  modo  ilter^o  tempo  fi  come  per  ne  e  e ffit  a  f noi 
vfarfi  in  (faualli  vitiofi  di  bocca,o  pigri)  &  inhabili^o  poco  ficuri  a  fai- 
car  con  l  anche,mafiimamente  in  luoghi  per  itolo  fi:  bifognando  affettar- 
li ,  che  vengono  a  parar  bene,  e  che  s'vnifcano  in  fé  mede  fimi,  apparec- 
chiandofi  à  la  volta:  co  fi  per  elettione  facendofi  va  Cauallo  di  grande 
agilità,e  difommafor%a ,  e  di  bella  vifia  ■■>  perche  con  quel  vantaggia- 
to ordine  fi  viene  a  mostrare,  quanto  eglifia  allenato  nel  trattenerfi,& 
vbbidiente  nell  affrettare  gli  aiuti  del  (aualiere  .  Tarimente  pigliar  il 
primo  tempo ,  benché  nonfia  molto  ficv.ro , perche  le  volte  vengono  im- 
pennate ,  nondimeno  trouandofi  (auallo  di  tanta prefie^a,  che  in  vno 
iflefìo  tempo  leuandofi  in  alto  ,  prende]]  e  la  volt  avvolgendo  con  bell'aria 

C  in  vn  medefimo  iftante  la  fronte,  oue  prima  tenea  fagroppe,  non  può  ne- 
gar fi  eh' egli  non  face]] e frett  acolo  afiai  vagoline  che  farebbe  gioueuo- 
le  al  caualiere  con  la  fyada  in  mano,  trouadofi  nella  Campagna-,  ma  non 
cofi  nelle  Città  >  oue  di  leggieri  potrebbe  con  sì  violenta  volta  cafeando 
pericolare. 'Terò  potendofi  far  le  volte  in  diuerfi  tempi  (  come  prof/ima- 
mente s'è  dimostrato)  ciò  è  in  tre,in  due,&  in  vno:quefia  diuerfitàfarà 
da  appropriar  fi  a  la  condizione  del  Cauallo;  ma  in  gener  ale  f chinando  di 
tali  modi  il  primo ,  e  l'vltimo,ci  appiglieremo  a  quel  di  mecche  più 
lodeuole,e  più  vtile  (meffimamente  per  l'armeggiare)  è  giudicato .-pi- 
gliandolo fui  principio  de  la  feconda  pò  fata;  perche  cofi  la  volta  verrà 

Z)  piti  ageuole,più presla  ,  e  meglio  ordinata  .  EqueiCaualieri,  che  non 
fi  toslo  hanno ]pinto  il  Cauallo  a  la  rimeffa^he  l'incominciano  a  ritener, 
facendogli  far  gran  copia  di  falchi  :  e  prima  ,  che  diano  la  volt  a,  molte 
pofate,  0  più  to  fio  or  fate  ( come  anticamente  diceuano  ,parendo,  che'l 
Cauallo  fileni  con  le  braccia  inalborate  aguifa  d'Orfo)  non  fon  da  ejìer 
imitati,  fé  non  in  cafo  di  neceffità  (come poco  dinanzi  h abbiamo  det-    Cauallo 
to)  maneggiando/i  Cauallo  debole  0  troppo  vile  ;  che  nonpoteffe  foffri-  per  le  bat 
re  la  rime  fi  a  in  fuga,  ne  ben  parare  ,fen?a  tale  temperamento ,  (ir  arti-  tao||e  co 
fido.  <>JWa  chi  vuole  ammaefirare  un  Cauallo  eletto ,  e  defiinatoper  lo  uerzar£, 
combattere }  dee  auneTgarlo  a  difiender fi  nella  rimeffa  in  tal  maniera 

deli- 


to  o  con 
tra  tòpo 


444  B  E  L  L  jt     G  L  0  \1  <A 

deliberato  >  che  verfo  la  fine  quando  è  da  far  fi  lo  f contro  col  nemico y  la  £ 
•violenta  ^e  l'impeto  venga  più  tofto  acrefcerey  chea  mancare ,  dando 
la  volta  poi  con  tal  preslexja,ché'l  nemico  non  babbi  a  tempo  di  rubarla 
terreno,ne  par  di  giungerai  allejpalle  ,  guadagnandola  la  mano  con  vo- 
ftra perdita)  e  di fauant aggio  ;  anji  douete  auue^Tare  il  vofi.ro  Cauallo 
tanto  agile  a  le  rime(ìe,&"  veloce  ale  volte,che  guadagnando  a  poco  a 
poco  il  terreno  a  l'auuerfirioyv2niate  a  la  fine  a  rubargli  la  mano;  don- 
de nafce  indubitatamente  la  vittoria.  <JPl€a  fi  de  auuertirey  che  la  pre- 
sieda non  fi  a  difor  dinata  ;  perche  fi  come  da  l'ordine ,  e  dalx  medio- 
crità viene  a f accedere  ogni  bene,cofì  dal difordine,  e  da  lecce  fio  proce- 
dono fàcilmente  contran j  effetti ;onde  potrebbe  il  vofiro  Cauallo  fcaue^J* 
-%are  0  dar  di  banda-)  0  pur  [degnar fi  di  bocca  per  fouerchioy  &  violento 
Maneg-  aiutoyche  gli  farefieV fafi  etiandio  il  maneggione  T{ubatoyo  contra  té- 
gio  ruba-  pò  fi  chiama,  nel  quale  fi  tiene  il  (fauallo  dopala  rimeffa  (fiorendo)  su. 
l'anche  y  &  alfine  di  fuoifalchìy  in  quel  tempo y  ch'eìfuolefhre  la  pri- 
ma pofata  y  gli  fi  prende  la  volta  :però  chiamandofi  Contratempo y  che 
in  quello  illante  ,  che'l  (fauaìlo  vuol  cominciare  a  fpefolarfi  perpofare, 
glifi  ruba,e  chiude  la  volta,  non  consentendogli  fi  il  tempo  di  far,  0  for- 
nire lafua  pofata,  fé  non  quando  vltimamente  il  (faualiene  va  a  fermar 
lo  .  Queslo  maneggio  è  molto  gioueuole  y  &  atti/fimo  per  le  guerre ,  e 
per lifieccat'h  e Jpecialmente  conuiene  a Qzuaìli ,  che nonpofiono  fojfrir 
V affettar  del  tempo  ,  0  per  ùoca  lena  ,  che  h abbiano  y  0  per  difetto  della 
fchena,o  della  barba  y  0  della  bocca  yo  per  colpa  della  loro  fiiTgofa  na- 
twcA  .  Differì fce  ben  chiaramente  il  contratempo  dagli  altri  due  anco- 
ra in  queftoyche  doue  in  quelli  fi  offerita  di  tenerci  cauallo  per  lo  diritto,- 
quando  già  ih  aue  a  donarla  volta  -,  inqueflo  non  gli  fi  dà  jpatio  di  ac- 
conciami fi;  ma  fintolo  a  tutta  fuga  nella  rime faye  cominciato  a  fermar 
lopafiati  idue  ter^i  d'ejfa,  nella  fine  fi  tiene  alquanto  di  sbiafcio  da 
la  contraria  banda  y  che  vuole  voltar  fi  ;  per  accenargli  y  &  ine  aminar- 
gli la  volta  ;  facendolo  poi  voltare  (nelfimil  modo ,  che  negli  altri  s'è  /j 
detto)  che  non  muti  di  luogo  i  pie  di  dietro,  finche  non  fia  ritornato  a 
la  diritta  pitia  :  Et  volendo  dopò  la  volta  fermarlo ,  fi  terrà  con  la  vita 
per  lo  diritto ,  e  con  le  braccia  in  lui  ben  raccolte  >  e  potrane  fkrfi  qual- 
che pofate ,  pur  che  fi  facciano  con  grana  ,  ne  molto  alte  \  perche, 
oltre  la  brutta  vifla, farebbe  ancora  dannofo  cotal  coslume,  potendo  ef- 
fer  di  leggieri  battuto  a  terra  y  quando  gli  fuffe  dato  alcuno  incontro . 
£  per  queìlaifleffa  ragione  certamente  il  Cauallo  di  guerra  l'vfo  de  le 
molte  pofate  nonislà  maibenc^.  Tutta  volta  per  allegerire  il  Caual- 
lo ,  e  per  vna  certa  gala  ne  i  maneggi ,  volendo  ferita?  il  vero  ordine,  fi 

potrebbe 


x  'DEL    CUVjLLLO,    LIB.    r.  44^ 

'jl  potrebbe  (a  parer  mio)  in  quello  di  tutto  tempo  parar  nell'ultimo ,  e  fer- 
mare con  tre  pofate ,  in  quello  di  me^o  tempo  con  due,&  in  quello  di 
Contratempo  con  vna  fola,  facendola  però  ilCauallo  a  volere  del  C aua- 
liere  ,  e  non  a  fuo  ;  basìando  ,  che  gliene  fi  a  datofegno  con  polpe  de  le 
gambe  a  la  pancia .  Ma  quanto  a  le  pofate,  che  nelle  volte  de  i  Bipolo-    ?™J  JJJ* 
ni  fi  fon  da  fare  :  aggiunga  fi quefto  auuertimento  ,  ch'elle  non  fiano  da  ca  je  p0fa 
fermo  a  fermo  y  ma  fempre  innanzi  ;  eccetto  quando  vorrete  andare  a  te  che  so 
fermami  youem  quel  modo  potrete  farne  quante  la  qualità  del  (auallo  da ,.       . 
parrà  richiedere  :  ma  fé  continuate  tuttauia  il  maneggio,  bifognerà,  tecje  jre., 
che  lepofate  feguano  il  moto  delle  falcate ,  lequali  accioche  fiano  fica-  poloni . 

g  re,  e  belle,  farà  di  meslieri,  ch'elle  vadano  con  ordine  tuttauia  innanzi 
e  con  la  medefima  mifura  procedano  lepofate  y  che  nafcono  da  quel, 
modo  del  falcare  dell' 'anche  :  perche  fé  mai  il  Cauallo  non  falcaffe,  già- 
mai  non  verrebbe  a  fare  pofate,  o  cornetti,  o  apprefentate  :  che  più  nella 
mifura-y  che  nell'apparenza  fono  differenti  fra  loro  .  Oltracciò  fé' l  Ca-  Balzotto* 
Hallo  fnjfe  atto  a  fare  alcuno  ballotto?  fermo  che  egli,  fuffe  ,farialode- 
uole  a  fargliene  fare  alcuno  ;  facendolo  tornare  a  punto  donde  fi  lena  ; 
con  aiutarlo  a  tal' effetto  con  le  mede firme polpe  ,  aggiunta  Ufficino  del- 
la bacchetta,  con  laquale  tal  bora  fi  potrà  b.ittere  ne'fianchi,o  nella  pan 
cia,non  allentando  però  la  briglia,  ma  tenendola  giufiamente  do  uè  fi  tra 

C  uà,  e  parendo,  che' l  (auallo  o  per  negligerne  ,  o  per  poca  leggiere%£fc 
n'hauejfedi  bifognoypotrete  vnpocopiu  aiutarlo  a  forgere,al%ando  al- 
quanto la  mojio  della  briglia  ;  oltr  ai  quali  aiuti  quel  della  voce  altresì 
conuiene,maffimamente  a  Cauallo giouane.S s'egli  haueffe  etiandio  pron 
te%ja  a'  calci,potrebbon  dar  fi  non  folo  nel  p. ir  are,  ma  nelle  ùolte,nogià 
del  contratempo ,  ma  degli  altri,ne  iquali  fubito  che'l  (auallo  alla  fine 
del  repolone  falcando  ha  fatta  la  prima  o  la  fecondapofata ,  &  vorrà, 
incominciare  la  volta,  fi  può  con  aiuto  di  voce,o  dijproni,  o  di  bacchet- 
ta,fargli  trarre  vn  paio  di  calci,et.  al  chiudere  della  volta  vrì altra  paio  <, 
efeguendo  il  I\epolone  fare  il  filmile  a  la  volta  de  l'altro  capo:  e  cofipro-  c^cj  ^ 

**  cedere,  ch'egli  in  cìafcuno  dieffi  capi  ,ffari  due  paia  di  calci  con  l'ifleffb 
tépo;o  fé  ciò  non  piacefie,  fargliene  in  ogni  capo  del  T\epolone  Jparare  vn 
paio  folo  altempoyche  chiude  la  volta  in  quella  parte ,  dov.e  tenea  la  te- 
fta,e  pone  la  groppa.  Ma  cofiil  Contratempo,come  UT uttotepo,s  appren 
derà  dal  Cauallo  più  facilmente ,  quando  prima  fi  farà  bene  effercitato 
nel  meTO  tépo,ilquale  veramente  (come  s'è  detto)  ejìendo  il  melano  tra. 
idue  ejìremi  ,èda  e  fere  più  lodato,e  frequentatoipoi  che  all'  efiecutione- 
del  tutta  tempo  no  confondono  bene  lefor%e  d'ogni  Cauallo;  e  l  altro  è 
^erkolofo^majfimamente facendo fi  in  altre  paniche  infondate,&  are- 

nofe* 


444  *D  E  L  l  ^£    G  L  0  \I  >A 

Mane»-  no  [e.  Ts{on  fi  nega  perocché' l  contratempo  non  fin  appropriato  a*  caualU  £ 
fate     °°  P0^'''04hgra!tofb  di  poca  forya-,  e  che  non  faccia  di  molti  effetti  buoni , 
a  quali  ca  ancor  in  quelli ,  che  per  canina  natura  ,  ò  per  mala  dottrina  f ufi er  fug- 
ualli   ap-  gofi ,  ne  con  quella  facilità ,  &  vbbidieni^a,  che  fi  richiede,  ven fiero  al 
propruto  yQltare  _  Ma  quando  pur  alcun  di  loro  non  viparefie  bibite  a  tal  maneg- 
gio ,  potreste  dargli  la  rime 'fi  a  poco  maggiore ,  eòe  di  galoppo,  e  tenerlo 
per  lo  dirittoydandogli  poi  la  volta  fiibito ,  ch'egli  fi  farà  da  fé  slefio  ac-> 
conciato  a  poterla  fare.  '1S[è  lafcierò  di  dire ,  che  per  leuare  di  fimil  fu- 
ga ogni  sfrenato  Cauallo  ,jarà  rimedio  efficaci ffìmo  di  farlo  tal  volta  v- 
feire  dal  diritto  fenderò  yt  ir  aaiogli  vna  Pedina  vn  pochetti. E  s'egli  per 
ejfere  troppo  fenfitiuoyvi  fitra  il  tempo ,  efen^a  affrettare  il  voftro  fegno  F 
fi  prende  la  volta  più  presìo  diquello;che  voi  volete  (laqual  cofanon  è> 
giamai  da  compjrtarfi)e  per  m  iggior errore  la  prende  corcatalo  dijpet 
tofa,e  di  mal  garbo: farà  bene  maneggiarlo fpeffo  no  in  altra  mifura,  che 
di  tutto  tempo  fu'lpafio,o  fu' l  trotto,  o  fa'l  galoppo  :  e  fermato  vnpexjo 
"voltarlo  baffo  baffoycon  fargli  iicanallare  le  braccia  yo  con  fargli  far  la 
Ciambetta(fe par  ci  è  inclinato) che  con  tal  vfo  ,  &  ordine  andrà  dapoi    * 
femprevbbidienteye giuflo  a  queltempoye  modoyche  voirichiederete.  E 
già  in  qualunque  delle  dette  mlfure  vorrete  maneggiare  bafioybafio,e  ter 
ra  terrayfacédolo  feorrere  co'ifalchiye  più  o  meno  intertenédolo  alle  uol- 
te(fecondoil  tempOyche  v farete) chiadendoleycome conuengonoye  con  gli  & 
aiutiyche  loro  accadono: -certame  te  il  cauallo  verrà  a  far  bene  efia  Ciam- 
betta;  maffimamente  fé  volendolo  maneggiare  in  quefl a guifa,trouerete 
vn  luogo ,  che  in  ogni  capo,doue  fivàà  parare ,  e  fidala  volta ,  habbict 
qualche  poco  pendino  col  terreno  durodaqual  cofa  in  tutte  l'altre  qualità 
di  maneggi  parimente  farà  gioueuole  ;  perche  il  Cauallo  fi  trouerà  co- 
rretto a  falcar  bene,  &  a  far  le  pò  fate }  &  a  voltar  fi  con  gran  mifura  y 
e  con  beli  aria  ;  intendendo  però  ,  che  prima  di  quefte  operationi  eglifi 
trouiper  dottrina  alleggerito  delle  braccia,  e  de  la  bocca ,  con  ejfere  be- 
ne intendente  de  la  briglia  :  altrimenti  vi  farla  difordine ,  non  giàt  nel  rt 
parare,  ilquale  in  nefl un  luogo  fifa  migliore  ;  che  nelle  calate  ;  ma  nel 
"voltare,  maffimamente  con  presler^a  ;  il  che  farebbe  afiaimalage- 
uole,in fìmil luoghi,  a" caualli, chetai  qualità  nonhaueffero  confegui- 
Cauallo  te,t  E  perche fempre  èdahauerfi  riguardo  a  la  poftan^adel  Cauallo, 
deue  ma-  non  manchero  di  ricordami,  che  quando  o  per  natura,  o  per  età  egli 
neggiarfi  f ufie debole, o  per  altra  cagione  affaticato,  non  vogliate  maneggiar- 
ci trot-  lo  fili  trotto  cofifouente,  ma  alcuna  fiata  fu  Ipaffo  folo  ,  prendendogli 
le  volte  con  vno  de  i  detti  tempi .  Vero  è,  che  incominciandofi  o  di  paf- 
futo di  trotto ,  non  è  da  lafciarfi  l'ordine  per  "vnpe^go }  perche  varian- 
dola 


T>EL    C U  V UllO    L1B.    V.  44- 

\4  dolo  troppo  Jpefio  ,  verreHe  à  confondere  l 'animale .  Toi  come  fu'lpaffby 
e  fu'l  trotto  [opra  maneggiar/}  bene  à  tutfi  modi) potrete  maneggiar- 
lo fu'l  galoppo  coi  mede  fimi  tempii  orditi  involtandolo  ad  ogni  mano> 
e  poco  prima ,  che  diate  la  volta,  n  on  dimonticate  di  voltar  da  la  ban- 
da contraria  la  baccbetta,acciocbe'l  Qmallo  intenda  la  volontà  voflrd 
ebabbiafyatio  di  accommodarfì  a  fùria  aggraziata .  Et  in  quel  tempo  y 
che' l  volete  fermare,  aiutatelo  con  gli Jproni  pari  ,0  con  le  polpe  de  le 
gambe,  0  con  la  voce,  e  con  la  bacchetta  ,  facendogli  fare  lefuepofate  . 
Incordatali  ancora  co  fi  innanzi,  che  voi  l'habbiatea  maneggiare,  co- 
me dapoi,  che  Iharete  maneggiato ,  0  di  trotto ,  0  di  galoppo ,  diqualun- 

*  que  velocità,  0  tempo  fifa  :  riprefo,  ci/ egli  habbia  fiato,  paleggiarlo 
a  quieto  p  affo,  e  con  carezze,  per  quella  via,  chedourà  tenere,  e  per 
quella  medefima  pifla,che  haurà  fatta,  &  iui  andando,e  tornando  die- 
ci, ò  dodici  fiate  ,jempre,  che  farete  al  termine ,  il  volterete  di  modo 
tale,che incaualchi il  braccio  contrario  [opra  labro,  comefouentevibò 
dimoflrato  ;  perche  co  fi  egli  riconofeendo  il  luogo ,  eie  carene ,  fi  ver- 
rà ad  affìcurare  di  ogni  dubbioie'l  giorno  apprefo  con  pia  facilità  fi  tro- 
tterà confortato  ,  &  inanimato  ,  maffimamente  fé  non  Iharete  lafciato 
fafiidito ,  ne  auuilito  il  giorno  auanti ,  dal  che  in  ogni  forte  di  maneggia 

~  vi  guardarete  con  accortiffima  diligenza,  eccetto  fé  la  poltroneria  del 
Cauallo  vijpingejfe  a  far  l'oppofito.  jLuuertendo  bene,  che  maneggian- 
do,  bifogna  non folo andar,  e  tornar fempre per  vna  ijlefa  pifta  ,•  ma 
fempre  ancora  arriuar  a  que'  termini,onde  vi  partite  col  l{epolone,e  do- 
tte fatela  prima  volta  ;  non  parendo  bene ,  &  ejfeudofnor  dell'ordine, 
che'l  (/inailo  accortando  il  I{epolone,e  mancando  de  la  fua  fuga,vi  hab- 
bia a  rubar  la  voltante  che  trajportando  di  bocca ,  habbia  a  pafar  il 
primo  fegno  de  la  fua  volta .  Sarà  ben  lecito  per  arte ,  e  per  volere  del 
Caualiere,  non  già  per  isfor^o  del  Cauallo,  oàcc».::?c,  0  allungare  il 
I{epolone,  il qual fi ' f itole  alcuna  volta  far  corto,  0  per  cajligarqual- 

D  che  difeonferto  del  Cauallo ,  0  per  voler  moftrare  lafuapre^ìex^a  }  & 
alcuna  fiata  fi fu  più  lungo  ,  quando  fi conofee ,  ch'egli  vi  voglia  rubar 
la  mano,o  che  andaffe  vnpoco  r  amingo, 0  nero  per  uoler  moHrare  lubbi 
dien%a,  e  la  fmeerità  de  l'animo  del  Cauallo  :  e  per  tal  cagione  ancora 
molti  ufano  (dapoi,che'lloro  Canallo  è  ben  difciplinato)  di  maneggiar 
lohorad  un  fegno,hor' 'ad  vn  altro>&  cangiando  luogo,&  uariando  ma- 
no :  acciò  che  nella  guerra  poi  fi  troni  fempre  vbbidiente,  e  pretto  m 
qual  fi  voglia  parte,oue  il  padron  vorrà  ,  che  volti:  il  qual  ordine  al  pa- 
rer mio  è  molto  vago,&  a  fai  vtile;  ma  non  fi  può  ad  altri  Caualli  vfar, 
fé  non  a  quelli  >  che  di  animo  >  difor%a  f  di  fiatone  di  agalit  àfono  ottimi) 


tperfettiyperche  vi  bifognalafinceritàdelcuoreye  lapofianza  ,  la  lena  g 
e  l'attitudine  del  corpo,le  quali gofe  infiemenoin  tutti  i  caualli  fon  collo- 
cate ..  Oltf  acciò  chi  volere  dimoftrare  altre  galanterie  col  [no  (auallo9 
facendolo  slar  pronto,^  a  comando  ad  ogni  manoso  pur  chi  voleffe  in* 
volte  In-  gamar  qualche  cauallo ,  che  gli  rubaffe  la  mano  ;  potrebbe  vfar  le  vol- 
o  fallite  to&bcfi  dicono  Ingannate^  F '  all'ite  ylequali  fi  fanno  in  quesla  foggia ,  che 
quàto  8c  Jpinto  il  cauallo  a  la  remifia ,  òfia  lineare  ,  ò  femicircolare  ;  e  tenutolo  a 
come   fi  la  fìne  per  l0  diritto  in  mifura  di  mezo,  ò  di  tutto  tépo  ,  il  Caualiere  finge 
ccia'ao'  di  volerlo  voltare  ad  vna  mano  :  ma  tantosto  poi  lo  rifulge  al  altra. 
T^e'lchebifogna,  che  a  quella  mano,in  che  fi  finge  divoltarlo,nonfi  dia 
la  briglia  troppo  in  libertà  ,  acciò  che  non  fi  venga  a  pafjar  il  douuto  F 
fegnoy  e  benché  fi  muouanole  braccia  a  cominciar  alquanto  la  volta  fùl- 
fa ,  nondimeno  ipiè  di  dietro  hanno  a  slare  nel  luogo  loro  ,  finche  egli  ri- 
uoltofi  a  V  altra  mano y  hard  finita  la  volta  vera,laqualfarà  tornando  a 
la  dirita  pi]ìa-j .  Sdi  tal  modo  fi  potranno  fare  tante  rimeffe,  quante 
porrà  ,  che'l  Cauallo poffafofienere  fen-ra  Hanchezj^a ,  efen za  sdegno , 
lafciandolo  più  toslo  di/ìofo,  che  fhsìiditoy  dandogli  fé  mpr  e  tanto  dijpa- 
Volte   tl°  ^a  vn  mmeZS,lQ  ad  vn' altro ,  ch'egli  venga  a  riprendere  lafua  lena 
Raddop.  perche  ordinariamente  in  ogni  anione  quello  temperamento  è  neceffa- 
piate.      rio.  Maquando  il  cauallo  da  fermo  a  fermo  fi  fk  tondo  tondo  voltare  r 
più  dvna  volta  per  mano  :fi  dicono  volte  Raddoppiate  ,  lequali  volen- 
do far  à  meza  aria  ,  bifognerà  ,  che  teniate  la  briglia  alquanto  più  rac- 
colta del  folito,  non  già  y  che  ferriate  in  effa:  macheti  manteniate  in  vn 
giuflofegno  infimo  atato,ch 'egliharà  finite  le  voltetchs  richiedetey  piega, 
do  folamente  il  pugno  alla  banda  y  in  che  fi  volt  a: parimente  l'aiutarete 
conia  voce,  ne  terribile,  ne  fommeffa,  ma  mediocre,  fecondo  ìlfuo 
bifogno,  e  conia  bacchetta  fuinchiata  al  fianco,  òpiutoflo  a  la  pancia, 
tenendogli  ancora  dal  lato  de  la  volta  la  polpa  de  la  gamba  accostata  > 
e  dal  altra  lato  ;  che  non  fi  volta ,  accontato  lo  fiorone,  finche  volteggia 
da  quella  mano  :  acciò ,  che' l  Cauallo  tutto  in  fé  vnito  venga  con  beli  or-  ff 
dine  a  chiudere  la  volta giujla  tonda ,  e  folleuata,e  finite  le  volte  auuer- 
tireteyche  egli  fi  troni  con  tutti  i  piedi  in  quel  luogo  iflefio ,  donde  fi  lem 
nell 'incominciare .  Se  vorrete  raddoppiare  a  terra  a  terra ,  hifogna  pa- 
rimente, che  fatte  due,  ò  più  volte  (bencbe  a  farne  più  di  ducJ 
per  mano ,  poco  è  lodeuole ,  e  menficuro  )  il  Cauallo  fi  troui  con  la  fronte 
e  con  la  vita  per  lo  diritto  in  quella  mede fima  parte  doue  prima  era  y 
ma  firìa  tanto,  ch'egli  non  l'haggia  compite,  i  fuoi  pie  di  dietro  non 
de  tir  anno  dal  centro  del  circolo  vfeir  mai ,  ilqual  centro  farà  quel  pun- 
to') «  termine >  doue  voi  vi  farete  pofto  a  raddoppiare  ;  principalmente 

mirando, 


DEI  CJtV jtlLOy  LTB.  V..  447 
'  -  mirando  >  che  volte  fi  facciano  conia  Ciambetta  ?  incaualcando  femore 
Ivn  braccio  di  [opra  l  altrove  cioche  belle  fiano  filmate  :  Jl  quefie  due 
maniere  fi  puote  aggiungere  ancor la  terza  di  raddoppiare  a  tutta  aria?  p^re°p^ 
foleuandofi  il  Cauallo  dinanzi  3  e  di  dietro  ?della  quale  maniera  nonac  mu*  aria» 
cade  a.  dar  regola  jpeciale ,  perciò  che  tutti  e  tre  effi  modi  non  differito- 
nolvndal'  altro?ne  dinumero?ne  diordine;majolo  neW  apparenza^nel 
lamifura?  e ne gli  aiutici quali  deuranno  eff ere  più?  o  meno  ?  fecondo  ? 
che  vi  parrà  più?.  0  manco  douerfi  il  Cauallo  foìleuar  >  0  abbacar  a  le 
volte ? la cuimifuratanta  fi fa  più  tarda ?  quanto  elle  fi  fan  più  altere 
maffimamente  con  calci  ?  otte  fi  richiede  maggior  tempo;  che  nell'altre  : 
£  o€uuertend'o  tuttavia  ?  che  le  volte  fempre  nella  faccia  de'  circolanti 
fian  cominciatele  finite  sèi.  la  man  d'eslra?&  in  luogoychefia  vantaggio- 
fa  al  cauallo  ;ineomminciandole  ancorale  finendole  con  le  pofate?lequali 
facendo  fi  nel  principio  de  lavolta  fanno  il  Cauallo nel  maneggio  piua- 
gile?epiu  auuifato  in  quel  che  hauràda  fare  ?  e  nella  fine  il  fanno  giudi- 
carevbbidiente ,  leggiero?  &  allenato  ?  e  fa  certamente  vn  belvedere  : 

parendo  il  cauallo  slar  Tempre  in  apparecchio  di  volerfk  adoperar  in     „    , 
*  tr  -i  r>      i-      n.-r      ■     •  ■  1    r  r  />  j      volteae®' 

quanto  accennale  il  ^aualierejS^e  vi  paia  marauigliaje  Jouente  ho  aet-  n0  hauer 

tocche  tutte  levolte  deono  hauer  principio^  fine  nella  destra  parte?  non  princìpio 

foto  per  altre  accafioni?ma  per  la  propria  degnitàdell'islefio  luogo  :  per  e  fine  nel 

C  che-fi  come  la  più  perfetta  parte  del  Cielo  èia  deftra?  laquale  da  i  Filo- 1?    Panft 
fofi  fi  attribuire  alnafcimento  del  Solere  fi  come  da  la  banda  deflra  fer- 
mamentecrediamo?che'l  Sommo  giudice habbia  da  collocare ifuoielet   pòrtun* 
ti)  ilche  daFergilio  ftefio  (  benché  fenza-  il  vero  lume  de  la  fede)  ri-  perch  e  ff 
trottiamo  efierfi  accennato  y  e  da  altrinatur  ali  pur  confermato  :  Onde  fi  adetta  de 
èfattOyche  la  fortuna  ancora  fi  dica  deftt -acquando fkuoreuole  fi  dirno-  ra  • 
fira  ;  e  che  ladefiradatutt'i  Scrittori. fiprendanonfol  per  la  fede?  ma. 
^er  la  virtù  etiandio?e  per  la  pofianza^cofi  le  volte  destre  degnamente 
"vengono  ad frauere tal  preminenza .  ,A lamia  quefio  aggiungono?  che' l 
cauallo  da.fi  fieffo  le  fu  più  volentieri?  sìpercheegli  viene.in  luce?,  in- 

f"  cimata  al  lato  de  fkro.-e  sì  perche  fegue  ihnoto  della  nona  sfera?  che  voi-  Deftra  » 
geda  l'Occidente  ?  a  l'Oriente  ?  cioè  dalla  banda  manca  alla  diritta?  il  che  più 
qual  mota  fé  ha  forzami  corpi  fuperiori?  tanto-  più  è da  crederfì  ?  che  opera  che 
V  habbia  ne  gli  inferiori.  Dal  che  dicono  parimente  auuenireche  1'huomo 
in  tutto  adopra più  ageuolmente  la.  deftra  ?che  la finiftrra.jt'ltri allineo    cauallc* 
tra  dicono  il  Cauallo  efier  più  pronto- per  la  fua  natura  a  voltarfiaman  fé  Zìa  più 
finifira  sfondando  sii  leifiefie  ragioni  il  parer  loro  ?  eh- egli  fiondo  nel  Pr"nt<J.^ 
"ventre  materno  co' Hata deflro?viene a  tenere  il kapo  riuolto  verfo  Ufi-  ||^a  £jj[ 
m$W)d:wendofidireichfegti.fe^aalwnmQto  èxt*. 

fe^ua. 


44s  a  -Elia  g  l  0  j^i  a 

fe%ua  il  moto  rutto  del  cielo  >  chefempre  corre  dal  diritto  al  mxnco  >  //  £ 
qua!  moto  è  pia  violento  di  tutti  gii  altri)  e  dall' effe mpioy  che  s'è  oppojìo 
dell  bnomoy  joggiongono  all'argomento  y  che  fi  cornei 'huomo  fa  piti  for- 
%a  con  Li  destra,  eh  e  con  lafiniHra  ;  co  fi  il  Caualio  dapoi  eh  è  venuto  in 
poter  di  lui  y  fi  vien  di  continuo  ad  auuei^ax di  volger  il  mufo  el  collo 
al  lato  manco:perche  ogni  volta  >  che  fia  portata  con  la  caue^a,  o  con 
le  redineyfifentepià  offefo  dalla  bandadeslra;  onde  sì per  q  netta  acci- 
dentale cagione  fia  qual  quando  beri  il  (auallo  naturalmente  f affé  incli- 
nato alla  man  desìrayfhr  iacon  lafo>-^a  del  lungo  babito ,  ch'egli  inchi- 
nale alla  cotraria:e  sì  per  quella primiera  e  agione  del  nafcimentOyoffer 
mano  quesli  animali  batter  più  facile  la  volt  a  ftnijlra(come  giada  Loré  F 
%o  Hufiofi  confermale  però  efiere  di  mesiieriycbe  co  la  difcipliaa  fi  fac- 
ciano agili  a  quella  manoyonde  fono  diuenutiyO  nati  duri;accioche  il  Ca- 
valiere nbaggiapiù  commodo  ne  i  bifogni .  Voi  ched'tnque  sì  fatte  di- 
fante  conchiudono  in  ogni  modoycbe  le  volte  a  mano  deslra  deono  effere 
primevo-  vltime}io  non  mi  curo  di  argomentar  ui con  pia  parole  ;  Ts(è  mi 
Bendo  a  difm-iuer  l'ordine  y  che  particolarmente  s'haueffe  a  tenere  per 
ammaeftrare  il  Caualio  di  raddoppiare;  perche  farebbe  un  replicare  del- 
le medefime  cofeychò  difopra  ordinate  ;  douendo fi  nelle  volte  intere  >  e 
raddoppiate  offeruar  quei  mede  fimi  aiuti ,  che  a  le  femicircolari  del  I{e- 
polonefon  necefiarvj;pur  che  efli  aiutiyfecondo  chele  volte  s'aumentano, 
co  fi  co  mifura  s'accrefeanote  fecondo  che  la  uarietà  de  i  maneggi  richie- 
Caualio  deycofipiù  ò  meno  fi  facciano  ardui.  Volendo  poi  mantenere  il  Caualio 
inftrutto  ben'islruto  alle  volte  r  addoppiate  yOgni  fiata  che  fi  caualcaydeurete  fat- 
rad  doDi'a  tl  ^uo  Pa{Fetthv°ltarlo  pian  piano  tre  òfei  volte  in  queBo  modoycbe  pri- 
te  come  fi  ma  fi  faccia  vna  ò  due  volte  a  mano  dettraypoi  vna  o  due  afiniftray  viti 
dee  man  maméte  altretate  a  deftra;indi fermatoti  vnpocoypotretefeguire  il  via. 
cenere  .  gfo  y0ftYOyet  in  efie  volte  harete  fempre  ad  auuertire  (come  già  dal  prin- 
cipio dimostrai) che  volendo  il  Caualio  voltarfi  a  mano  deBraydouràfo- 
pra  il  braccio  deflro  incauallare  ilfiniJìro;e  co  fi  all'incontro  \nè  mai  cef-  g 
farete  difor^arloyche  vadagiusloy  e  che  non  s' allarghi  da  quella  volta  > 
che  prima  ha  fatta;  ma  sépre  torni  allapijlafua:e  che  muoua  lejpalley  e 
le  bracciaynon  mutado  della  mifuraye  dell'ordine  fopradettoy  i pie  di  die 
tro:&in  qualuque  mano  darete  la  volta  y  tenere  quella  regola,  cbefpef- 
fo  ho  ricordai  aydi  fargli  porla  teBay  oue  tiene  la  gropp  ?>  chiudendo  fen- 
%a  difeonferto  le  volte  in  quel  mede  fimo  puntoydonde  l'incominciajleytiò 
è  in  quella  ifiejfaparteyverfo  la  quale  era  dirupato  il  voflro  vifo,quado 
tenédo  UC auallo  in  sa  la  linea  ^Arcuale pojlo  in  (pltelU(comefi  dicejui 
mouefte  a  voltarlo.E  bencheys'eglineUbÌHdere  vantaggiale  per  auuen- 

tura 


7)2  l   CjIVjLIIÙ)  US.    V.  ;   449 

"j[  tura  alcun  paffo  auanti,  non  farebbe  tanto  di  vitto  ,  quanto  ilfarfi  indie± 
tro,o  da  qualche  banda;tuttauiavolendolo  voi  correggere  ,cht nel  far 
de  la  volta  non  fi  trafporti  punto  di  làdalfegno,  deurete  maneggiarlo 
con  mano  alquanto  più  ferma  dell' vfato  ;  non  però  fen^a  il  fuo  douuto 
temperamento-)  e  chiudendo  le  volte,ritirarlo pian  piano  sfacendolo  far 
indietro  tanto,quanto  s è  fatto  innanzi: ^Potrete  ancora  per  correggerlo 
diquefio  ;  por ui  con  latefia  del  cauallo  ali  incontro  d'vn' 'albero  o  d'vn 
muro  poco  difcotto,&  verfo  quello  chiudere fempre  le  volte ,che  co  fi  egli 
non  potendo  farfi  .alianti  ,  farà  cosìretto  di  voltar  fi  giù  fio  in  vn  luogo 
iHefio.Cjiouerà  fimilmente per  tal' effetto ,  che  voi  raddoppiate ffeffo  in 

B  qualche  piano,ilquale  finifca  in  vn  pendino,facendo,  che' (Cauallo  chiu- 
dala volta  con  le  bracciale  con  latefia  verfo  l'alto  \  e  con  V  anche  verfo 
il  bafìo,e  volendolo  cafligare,che  non  fi  faccia  indietro  diquàdelfegno^ 
yferete  l'oppofito,r addoppiandolo  col  fuo  capo,e  braccia  verfo  il  bafio,  e 
coni' anche  e  groppe  verfo  l'alto  .  Oltracciò  di  nonfarfìa  ninna  banda-, 
-pena  correttole  dapoi  che  Tharete  invna  maiefe  a  trauerfo  maneggia- 
to a  repoloniye  parate;  alla  fine  il  facciate  quiui  mede  fimo  raddoppiare 
invno  diretto  Circolo  battuto  dalle fue  Stampe,  non  laf dando  gli  aiuti 
necejfarij  delle  gambe,della  manose  della  bacchetta,per  farlo  venire  pia 
confertatamente,che  in  tal  modo  gli  farà  fatica  ad  vfcire  del  terreno  per 
la  pitta  già  fatto  durone  mettere  i  piedilà  doue  affonda:  M  a  per  f areiche 
egli  ueniffe  più  facile  alle  volte,maJfimamente  quando  f ufi  e  di  fenfo  fal- 
lacele poco  difpoflo  a  maneggiarfirfotrete  andare  al  capo  d'una  lugafira 
da,&  iui  con  paufa,efen^a  furia  dargli  due  volte  da  man  delira  :  Tot 
cominciato  pian  piano  due  paffi  auanti,al  tempo  che'l  fermerete, voltar- 
lo altrettanto  da  man  finìfira,e  co  fi  in  ogni  due p affi  auuicendando  le  uol 
te  con  quel  numero  >  &  ordine ,  con  che  harete  incominciato  paffeggiare 
tutta  la  firada; aiutandolo  con  la  linguale  conia  bacchettale  co  lagaba, 
e  conio, fiorone  dalla  banda  contraria  della  volta,  etaVhora  attondadolo 
2)  con  duefproni:accioche  alla  fin  della  uoltavengafpefolato,  e  non  addor 
mentato,come  dirfifuole-.che  in  queHaguifa  caminando  il  cauallo, fi  tró 
uerà  qua  fi  fempre  auuiato  a  voltar  il  braccio  contrario  J opra  Valtro,fi  co 
me  conuierìalla  uera  volta:  oltre  eh' egli  prenderà  manco  afdegno  que- 
fio  uariar  diluogo,e  co  più  piaceuole^ajì  addeflrerà  alle  uolte,  piglian 
do  per  cofa  naturale l'h abito  continuo.  Vltimamete giunto  al  termine  di 
eff a  firada  il  volterete  a  mano  dritta,e  perla  mede fima  pifi a  amano  ma- 
ca:Indi  voltatolo  uri  altra  fiata  a  man  deHra,vi  fermarete.Totrefie  àn 
cor  a  in  ogni  due  paffi  dar  quattro  volte,due  a  man  deflra ,  e  due  a  man 
finiHra;ofe  uolette)ancorafei;tomandodalafinifira  a  farle  adeflrafa 

FF  co  fi 


45o  D  E  l  L  ^     <j  L  0  \1  jl 

cofifeguire:an^ife'l  Cattallo  nonfaceffe  bene  le  volte  da  vna  banda,  con    £ 
verrebe  in  ogni  due  paffifiejfo  voltarlo  da  quella  iHeffa  mauoydouefalli- 
fee:  e  affogandola  dallato  contrario  conio  jj)roneyfinche  e i  fi  aggiusti: poiy 
come  conofeerete-ych'eifia  correttogli  farete  care%ge  y  voltandolo  vna  o 
due  fiate  per  ogni  mano:efe  la  Stradandone questo  fareteyfuffe  corta-,  no 
mancherà  >  che  nanpoffiate  tornare  a  dietro  >  e  per  la  mede/ima  battuta. 
Raodop-  rfeue  ^Yime  pedate  ofieruare  ì  mede  fimi  ordini  >  quato  bafieuoli  vi  parrà, 
fcma  qua  9^  ordinariamente  al  (auallos'ihfegna  di  raddoppiare  quando  hapa- 
do  ha  pa-  ratOyO  dopo  l' ufc  ita  dei  torni yo  dopo  il  maneggio  de' ^poloni  ;  attedendt 
rato.         a  fargli  bene  incaualcare  le  braccia-.tutta  volta  l'infegnarcelo  co'l  carni 
nar  aitanti  aellaguifa,  che proffimamente s 'è '  dimostrata  y  e molto  vtileF 
per  Caualliyche  fuffer  duri  a  sì  fatte  volteye  forfè  radicati  gran  tempo  nel 
mal  co  fiume  yiaqualpigritiaye  dureigayo  che  fia  per  cattino  babitoyoper 
natura  >  bifogna  certamente  >  chel  (aualiere  non  faccia  invecchiare  nel 
fuo  Cauallo,  an^i  com'egli  Ih  abbia  ridotto  a  termine  di  fapere  i ne au  al- 
iar fi  le  braccia  perfkì-eyche  i  detti  vitijfi  conaertano  in  preste^ay  &  in 
agilitàydeurà  nella  campagna-,  o  più  tofto  in  luogo-  stretto  fargli  fare  eoa 
quanta  furia  fiapoffibileye  fen^a  paufaycinque  o  fette  volte  per  manoybat 
tendolo  co  lo  Jprone contrario  tanto  f^effo. che  accato  a  le  tigne  gli  facci* 
fanguey  e  battendolo  ancora  ben  forte  con  la  bacchetta  in  su,  lafiralla  pa- 
rimente contraria  alla  volta:  che  fé  ben'all'ìyorafi  mouerà  poco  folle cito,  & 
nulla  di  meno  canale andò  fi  lafeguente  mattina,egUperlafrefca  memo- 
ria delle  battiture  y  e  punture  non  ancora  faldateyma  tanto  più  dogliofoy 
quato  più  fredde  fi  troverà  più  fenfi tino  dell'altre  botte  aggiunte  in  quel" 
le  partiy  e  co  fi  riconofeendo  la  cagione  di  tal  castighi,  farà  per  for^a  piìt 
facikye pili  prcfto  alle  volte  doppie  ,efiHogliene  date  fol  due  per  ogni  ma- 
Catallo  no  cù>i  £etti  aUitì  t  Bengionerà  al  Cauallo,  che  venifie  afìai  lento  al  rad- 
raddop2  doppiare(pur  chefappia  giàordinare  le  braccia  nel  voltarfi)clje  alla  fine 
piare,che  d'unpicciolo  repaloue  di  trottOyilquale fi  termina  digaloppOynel  tépo,che 
gioui.      egli  bara  fatta  la  volta  feempia  y  fi  faccia  chiudere  previamente  l'altra 

mità  della  volta  della  mede/ima  mano  t&im  con  carene  fi  fermi  al-  - 
quanto -.benché  fenxa fermar fiypotrebbe  effere ,  ch'egli  fi  ritrouaffe  in  at- 
titudine di  feguire  due  volte  raddoppiate  per  mano  :E finche et  raddop- 
pia ,  deurà  continuamente  efiere  aiutato  con  quanta  velocità  dilingua  fi 
poffa  fare yper che  cofi  trouandofi  velocemente  auuiato  col  I\cpoloneypren- 
derànonpur  con presie^a-ye facilitale  volte  doppie-,  mail  verofenfo  di 
tale  aiuto. Voi  com'egli  a  quelfiono  dilingua  intenderà  bene  levolteyna 
bifognerà  darcele  più  con  fimili  I\epolonhpercbe  le  farà confertate  y  e  da 
fermo  a  fermo  in  ognitempo  3  e  tnanieraf  che  fi  -vorranno .  Ma  con  al- 
tra. 


<blL    Coi?  oiLLO    L1B.    P.  45? 

jt  tra  arte  bifognerà  ad  efie  volte  raddoppiate  dar  pia  veloce  mifura  >  e 
maggior  furia;perlo  qual  effetto  fi fkrà  andare  ditrotto  :  ò  di  galoppo  y 
quantoèiofòatio  di  vna  breue  carriera\fremandolo  poi  con  vna,o  due,  vj 'e  fJj* 
ò  tre  pofiite ,  Indi  con  l'aiuto  de  la  linguale  de  lo/prone  finiHro  ,  o  amen-  tnez'aen* 
due  attendati  (  fe'l  canaìlofuffe  pefato,e  d  i poco  fenjo )  fi  fkrà  ordinata-  come    fe 
mente  voltare fojpefo  :  manongià impennato  da  banda diritta,ponendo-  wiparw 
gli  la  testa ,  doue  all' bora  ha  la  groppate  farà  me^a  volta  >  poi  ferma- 
tolo vn  peirroyft  chiuderà  colfimile  ordine  da  la  mede  firn  a  banda  destra 
l'altra  mità  de  la  volta.-pofandolo  giusto  in  quella  pifla,  domerà  prima; 
e  fatto  il  famigliarne  da  la  banda  manca,  fi  tornerà  all'  vltimo  a  far  il 
B  mede/imo  a  banda  deflra\fi  che  venendo  ad  effere  in  tutto  tre  volte  inte- 
re ,  la  prima;  &  vltimafiano  da  man  diritta ,  e  quella  di  me^o  da  man. 
manca.  Et  inquefio  modo  follecitandofi  fpeffo  il  Cauallo,  imparerà  di  fa- 
re le  volte  furiofe,o  dimeno  aererò  baffe  ofofpefe,&  alte,con  quel  tem- 
pore co  quella  mi[ura,che  a  la  fua  attitudine,  e  difciplina  fi  richiede ;e  co 
me  egli  farà  a  ciò  diuenuto  fkcile,gli fi potrebbe  doppiare  il  numero,chin 
dendo  fen^a  paufa ,  &  interamente  le  volte  da  ogni  mino  tante  fiate , 
quante  la  lena  :  e'I  bifogno  ricerca.  "Potrebbe fi  ancora  vfare  quest'altro 
modoyihe  ognifiata,chefi  daranno  le  due  volte  da  mail  destra,o  da  man 
r  finisira ,  come  il  Caualiere  fi  troua  alla  mità  de  la  feconda  volta ,  aiuti 
il  Cauallo  di  linguale  di  baccbeta;  e  di  [prone  contrario,o  (s'egli per  au- 
uentura  pareffe  addormentarfi  nel  volteggiare)  di fproni parafi  chefem 
pre  venga  prefliffimo  y  e  con  bell'aere  a  chiudere  l'vltima  me^a  volta . 
lAuuertendo  perocché  le  prime  volte,  o  chefian  defire,e  che  fìanfinistre 
non  deuranno  in  quefla  forte  di  maneggio  effere  furiofe  :  bastando  ,  che 
vadano  con  mifura  incanaliate  le  braccia  contrarie  f opra  l'altre,e  che  fi   . 
dia  vnpoco  di  furia  [olamente  ne  la  mità  di  ogni  feconda  volta  ;  che  fé 
andrà  alla  fine  a  chiudere  ;  il  qual  tempo  accio  che  meglio  s'intenda ,  è 
da  faperfi,  che  generalmente  ogni  volta  circolare  è  di  quattro  quarti  y  volte  cìr* 

q   tal  che la  raddoppiata  farebbe  di  otto  (lafciando  flare,  che  fi come  quel-  colati  di 
la  fuol' efiere  alcuna  fiata  di  tre  ;  cofì  questa  può  difei  quarti  talhora  quattro 
efiere)  ma  perche  nel  raddoppiare  fi  coflumay  chela  volta  fcempia  fi  J?I5IS 
figli  con  nome  di  rncza  volta-,  haremo  qui  a  far  conto-,  che  ogni  volta  fia  dano. 
due  quarti ,  fi  che  le  due  volte  da  qualunque  manofìfiano  ,fon  quattro 
quarti.  I{addoppiadofi  dunque,è  di  mestieri  che  la  furia  s'haggia  a  dare 
da  quarto,inquarto,cioè  da  me%ain  me%a  uoltaydaW vltimo  quarto  in- 
cominciando,con  ordine  tale,  che  fin  che  non  ha  furia  uell'vno,  non  gli  fi 
dia  nell'altro  vfando  quefla  egualità  co  fi  al  destro  lato,  come  alfinistro 
perche  auueTgato  a  fi  fatta  dottrina  il  cauallo  fi ,  trotterà  poi  da  [e  me- 

FF     z         defimo 


452  D  E  L  L  *A     G  l  0  \1  Jt 

defimo  &  alle  prime  volte>  &  alle  feconde  furiofoy  e  giallo  da  ogni  ma-  g 
no.  E  que Ho  infomma  per  regola  vera  fi può  conchiudere  >  che  l  prin- 
cipio di tai  volte fempre  de  efiey -temperato ,  ilme^ppiu  pretto  ye  Ifine 
ancor  più  veloce  >  altrimenti  f ariano  difordinate .  Ma  nel  principio  del- 
l'ammaejlr  amento  fi  a  beneycb'egli  per  molti  giorni  fimatenga  veloce fo 
lamente  nell  vltimo  quarto  delprimo  circolo  >  e  pofcia  (di  mano  in  ma- 
nojnell' altro,  vltimo  del  fecondò  circoloychefii  la  volta  raddoppiatayfk- 
cendoytbefojftefoy  e  leggiero  vada  a  cadere  fempre  a  quel  Jegno }  onde 
prima  fi  moffe. Voi  com'egli  farà  del  tutto  bene  intendente,gli  fi  potran- 
no ordinamente  dar  tre  volte  per  ogni  mano  con  quella  velocità  >  che 
conueneuolefiada  prima  perà  fempre  pian  piano  ;  perche  cofitrouando-  F- 
fi  il  Cauallo  auuiate  con  ordine  le  fue  braccia ,  per  pigro  chefuffe  >  e  di- 
mal  fenfoyV erra  da  fé  con  mirabile  mifura^e  deftreiga  a-  feguire  veloce- 
mente l'  altre  due  doppie  per  ogni  mano  con  li  fopr  adetti  ordiniy&aiutu 
Hora  di  queHi  due  modi  deurà  accortamente,  conofcere  il  (aualiere  a. 
quale  auallo  couengalvnoy&  a  quali' altro  .-evolendoyche  nel' raddop- 
piare fi  ffarìn  calci)  vferàil  primo,aiutando  iCauallo  in  ogni  me^a vol- 
ta a  tirarne  vn  paioyfi  che  in  ogni  copita  vnpaio  ne  tragga  auantiy&  vn 
gaio  a  dietroyfempre  a  quel diritto  ydoue  lena  latefka>  e  pori  la  groppa  \i 
quali >r  addoppiando  fi  le  v  ohe  yfaran  fempre  raddoppiati .  jLltri  in  vna: 
volta  Circolare  fogliono  far  trarre  vnpaio  di  calci  folamente^e  nella  rad  & 
dòppiat.aydue.  Jlltri  dalprincipio  della  uolta,infino  alfine  della,  raddop- 
piata non  ne  fan  trarre  fé  novn  paioneW attondare  dell' vltimo  Circolo  ; 
cofia  dirittoycome  amanco  ;però  fi  de"  auuertireyche  ihqualuque  modo  fi 
fiay  non  ènèhelloyuè.gioueuoleyche'l  Cauallo  maneggiando  a  terra  habbia, 
a  trar  calci:perche più  tojìo  darebbe  inditio  di  effere  bimano  y&arden— 
teyche  valorofot  ma  conuengono  i  calci  a  quei  che  maneggiano  a  me^a- 
ballottar  ria,o  à  tutt'aria^  aggrupatifil  chepaUotandofi  fuol  dire)&  vi  fi  deo- 
che   c©ia.  no  incitare  queifolamenteyche  ci  fono  attiy  &  inclinati  ;vf andò  la  debita 

mifwayfen%a  sformare  alcuno  a  trarne  più  di  quelliyche  lafiia  agilità  >  e  r* 

poffan<za  può  fopportare  :  Ma  in  ogni  auuenimento  deurà  ingegnarfi  il 

(faualiere(v olendo  in  quefiaguifà  maneggiar  il fuo  Cauallo)di fargli  trar 

calci  nell'dttondar  delle  volteypiutoflo  y  che  nel  cominciare  y  per  che  tal 

modo  è  più  ordinatoria  vagone  piuficuroy  e  permeglio  inanimarcelo ,  fi 

potrebbe  in.ogni  me%avoltafermare-vnpe'X^Oy&  inquel  tépo  carexgar 

loy  affiorandolo  con  la  manoy  e  pofcia feguir  il  predetto  ordine  ajlrin- 

Radd'op-  gendolo  di  mano  inmano;finchefaràperuenuto  allafua  perfetione .  E 

uer  iìmen  perche  in  diiterfi  modi  fi  fuol  cominciare  a  raddoppiare  y  non  mancherà 

te  *  di  dire  che  quella  foggia  di  far  duey  q  tre  fiate  accorgere  il  Caualfa 

(prima. 


DEL    CjIV*ALLO>    LJB.    V.  45 j 

\/l  (  prima  che  raddoppie)  di  quello  ch'egli  h abbia  a  fare-i  folleuandolo  dT- 
nan%iypallottando}&  al  fecondo  0  ter%o  tempopigliandoloye  tantofio  al 
iutadolo  alle  volterà  bifogno  di  maggior  arte y&  attentione\che  quell'or 
tra  foggia  y  che  commnuemente  in  taualliT  erragnuoli  fi  fuole  vfare  ; 
quando  fen^a  folleuarli  col  pallottareyJìfan  di f abito  r  addoppiar  ey&  al 
primo  tempoyche  fileuano  ^fen^a  affrettare il  fecondo  ò  ter%oy  lor  fi  por- 
gono gli  aiuti  da  far  le  volte. De'  quali aiutiyoltre  alla  mifura  della  per- 
fouaycon  la  quale  il  Caualiero  (fi  come  altroue  s'è  ricordato)  deurà  fem- 
pre  accompagnare  alle  volte  il  fuoC 'aiutilo  :  certamente  quel  della  lin- 
gua fri  a  tantoché  fi  raddoppia^  non  deurà  mancar  mailer  efier  molto 
B  appropriato  a  farlo  Jpefolare  furio  foye  giufioymouendo  le  Jp aliene la  grop 
pa  ordinatamente  infieme:&  a  fargli  chiudere  egualmente  le  volte  per 
la  mede/ima  pijlay&  in  quel  dritto  dou era  prima,  auuertédoyche  tal'a- 
iuto  di  vocerò  dilabbray  ò  dilinguayfi  deurà  piti  temperatamente  y  e  con 
più  granita  fare  nelle  Cittayche  nelle  campagne;  perche  molte  cofe  sìan 
bene  in  vnluogoyche  non  conuengono  in  vn' altro  .  Et  oltre  i  detti  aiuti 
(fé'  l  bifogno  richiede/fé  ( non  fi  rimarrà  il  (aualieredi  aiutarlo  ancora 
con  la  baccheta  >  battendolo  innan%iy  0  dietro ,  doue  fi  foffe  da  eleuarey  e 
poi  per  farlo  più  prefio  >  gliela  mofirera  fempre  dalla  banda  contraria 
della  volta .  Islè  folamente  con  le  polpe  delle  gambeyò  con  le  Ha  fé  fi  ag-  „. 

giungerà  opportuno  foccorfo;  ma  con  lojpro  -iey  vfando  le  botteycorriJpon-  ajcu  n{ 
denti  alla  man  dalla  brigliaypiuo  meno  pungenti)  fecondo  che  la  condi-  più  fnten 
tione  dell'animale  richiederà  ;  perciò  che  alcuni  caualli  intendendo  più  f0lw.    *a 
t'aiuto  della  bacchetta  nella/palla-,  che  dello  [prone  alla  pac'uv.e  quesli  ^ch/l" 
fono  per  lo  più  vn  poco  deboliy  che  fi  preuagliono  pia  della  leggiere^ga ,  fprone  , 
che  della  for7~a:J£  Uri  all'incontro  rifondono  meglio  a  lo  fproneyche  a  la  &  al  con- 
bacchettai  quejli fono  di  più  pofan^aye  piulodeuoliy  folendofi  dire  >  che  trano. 
l'huomo  ilquale  nofopporta  vn'iracodo;e'l  cauallo  che  nonfoffreglijpro 
niynon  diuenta  mai  buono;  ejfendo  di  natura  pertinaci)  incorriggibiliy& 

q    oslinati.Terò  di  tutti  gli  aiuti  quello  più  fi  frequenterà}che  miglior  pro- 
fitto fi  vedrà  fareye  quel  che  viene  più  commodo  al  Caualiere:  da  cui  cer 
tamente  gli  aiuti  della  manovella  gambaye  del  calcagno  fono  quelli  più 
proprie  più  naturaliyc  he  pò  fon  darfiy  maffimamente  nelferuor  dell' 'ar- 
meyoue  s'ha  da  fare  altro  y  che  atteder  ad  aiutar' il  cauallo  con  le  labbra    /-.auaj]0 
0  co  la  linguayo  co  la  bacchettaye perciò  io  configlieli  a  ciafchunoyche  fi  come    fi 
sfor%affe  di  ammaestrale  di  auue^are il  fuo  cauallo  di  manierayche  dee  au-- 
in  ogni  tépoy& in  qualfi  voglia occafioneyfen^atate circofa%eygliven  uezzareo 
ga  a  rifondere giusìo ,  e  confertato  >  il  che  principalmente  fi  conseguirà  occoren, 
(ol  timor  della  briglia^  col  temperato  foccorfo  degli  fproniy  iqualipro-  ze. 

FF    j  pria- 


454  D  E  L  L  ^£     G  L  0  \I  ^f 

f  riamente  potran  femore  ogni  fi ata y  che  fi  veggiailQiuallo  non  ine  a-  g 
uallare  le  braccia  y  ò  nonfaperfi  aliare y  e  [offendere  co'lfuo  ordine y  o- 
non  andare  ynè  fermar  fi  giifloynè  gir  con  furia y  o  non  volgerfi  volentie- 
ri^ non  farfi  da  quella  banda  y  che  voi  volete:  In  ogni  vna  de'  quali  fil- 
li >  fermato  che  voi  Ih  abbiate  dopò  le  volte  ygli  darete  con  l'vno  fprone 
contrario  vna  o  due  bottey  e  tantosto  datogliene  altrettante  con  l'altro  > 
ritornerete  ferina  intervallo  a  pungerlo  parimente  dalla  banda  contra- 
ria d'e(ìa  volta  malfattale fen-ra  vfeire  di  quella  pisi  ayil  volterete  qui- 
tti mede fimoydoue  fallendo  fi  volta  primaiperche  alfvltimo  con  sì  fatto 
cafligo  verrà  corretto:&  albora  vedendoych  egli  facciale  volte  co  quel 
la  perfettione>cbe  richiedevi  fermerete  vn  pe^o  ac  e  ar  evirandolo. ls[è  P 
mi  pare  già  da  tace;  fi  :  che  fé  in  quel  luogo  y  doue  infegnerete  il  Cauallo 
di  raddoppiare y  fi  troueràper  auuentura  interpola  alcuna  pietra  (non 
dico  già  di  talgrandejjay  che  fuffe  di  impedimento  al  Caualloye  di  peri- 
colo al  (faualiere)non  uogliate  leuarlaycome  da  poco  pratticifi  cofìumay 
perche  farebbe  cagione  di  farlo  andare  più  giusto  y  più  auuifato  ypiù  cor- 
retto^ con  maggior  fuggettione  .Vero  volendolo  maneggiare  a  repoloniy 
farete  bene  a  proturareyche  ne' capi  loroya  i  lati  delle  bandey  doue  fi  ha- 
ueffero  a  far  le  volte  yf ufi  er  poste  a  bello  studio  vna  o  due  pietre  ypoco  più. 
q  meno  d' vn  palmo  y  per  cloche  il  (/inailo  per  tema  dì  quelle  y  verrebbe 
con  la  volta  più  chiufaye  forfè  conia  Ciambetta  ferirà  altro  aiuto.  E  vo- 
tendo  mostrar' il 'profitto  d  vn  ben  difciplinatoDefìriero  ad  alcuni  Sìgno 
tiyauuertireteyche  efìiper  riguardare)  fi mettano  femper  a  bada  defìray 
per  che  co  fi  in  ogni  voltaiche  voi  farete  a  i  repoloniy  vi  volterete  a  loro 
difkcciaye  non  difpalle:  Saria  bene  più  apropofìtoyche  effi  vi  steffero  al- 
E  incontro  ^perche  vederiano  meglio  il  principio  yil  meroye'lfi^ey  eJ-  ogni 
particolarità  del  maneggio  rma  ciò  bifogner  ebbe  y  che  fuffe  in  finestre  yo 
loggieyperchefìando  giù  nella  flradayquel  luogo  non  farebbe  ficuroyper  lì 
molti  difaflriyche  fogliono  auuenireyrompédofì  qualche  redinay  o  barboc 
cialeyò  porta  morfoyma(Jimaméte  quando  il  Cauallo  fuffe  di  mala  bocca .  j£ 
_  .    Vero  èyche  quando  fi  volefìe  comperare  y  òfcegliere  alcun  (faualloyio  con 

vox   d' v  n  figlicreiycti el  compratore^  elettore  steffe  a  piede  al  medefimo  pianoy  do 
cauallo      uè  fifaceffe il  Cauallo  effercitareyaccioche puntalmente  fi  potefì ero  feor- 
flia  à  p^-gere  tutti  i  fuoimotiui  di  fiato  ,  di  lena  y  di  confertay  di  attitudine  >  e 
lo  eflerci.  &°?ni  a^tr0  effetto  importante  alla  bontày&  allafanità  d'efio  animale  : 
tare-         *sille  quai  cofeystandofi  in  luogo  rìmotofo  altoy  non  fi  potrebbe  hauerte  sì 
buon  riguardo  .  Tofcia  lordine  r  che  da  voifr  deurà  tenere-,  potrà  effere 
in  questo  modo yche  partitoni  di  trotto  con  la  punta  delta  bacchetta  alta 
verfo  laftalla  destra^  come  farete  al  capo  della  c.arrieray  calandola. 

bacchetta^    . 


«DEL    C^tV  jtLLOy    LIB.    V.  455 

£  bacchetta  yprendiate  da  man  destra  vna  me^voltagiuflay  e  vi  fer- 
miate vn  poco  Jndi  e aminando  pianpianoy  quanto  tiene  vn  corpo  di  Ca- 
uallo,&poitantoftoconvn  bel  mouere furio fo Jpi  igendoui  al  corjo  ,  an- 
diate dananti  aglifbettatori  a  parare  :  0  pur  il  facciate  di  là  di  loro  al- 
quanti palmi;  &  fomiti  i  voflri  falchi)  fóltamente  allaprCmay  0  fecon- 
dalo terjapofata  (fecondo  la  forte  del  maneggio  y'che  vorrete  vfare ,  0 
cbel  Caualìo  potrà  foffrire)  gli  prendiate  la  volta  da  man  destra  ,e  tor- 
nando per  la  battuta  dellat  carriera  y  come  farete  al  termine  difegnato 
del  repolone>  ilquale  deurete  accortare  ad  vn  giufto  Jpatio  :  diate  co'l  • 

medeftmo  tempo  la  volta  da  manfini$lra:&  venendouene  via  per  l'i/ìef 

B  fapista  ;  prefa  ebebarete  l 'altra  volta  di  mano  diritta ,  come  da  prima 
vene  torniate  aparare  doue  faceste  la  manca ,  E' però  da auuertir finche 
quando  il  capo  della  carriera ,  che  d  ettolb  abbiamo^' f ufi  e  per  auuentu- 
ra  in  luogo  pendente  a  man  finijlrayfarefìe forcato  di  volt  arni  su  effa  ma 
no  manca-yvariandola parimente  nell'altre  volte. Votre/le  ancora  nel  da 
re  della  e arriera  venir 'à  parare  alquanto  più  di  qua  de  i  riguardanti  :  e 
come  il  Cauallo  ben  fermo  hauejje  ordinatamente  fatte  le  pomate  >  fin- 
gerlo innanzi  a  jpatio  di  repolone-,e  prefa  la  volta  desìray  come  f offe  tor- 
nato ai  fegnoydoue parasleypigliare  la  volta  finistroye  con  vn  altro  1\e- 
poloneyrimetterlo  più  auantiffacendo  in  tal  modo  tra  l'andare  yt&  veni- 

^  reyquattroyo  fei\epoloniyO  pihyo  menoyfecondoy  che  vi  parràconuenire  a 
lagagliarday&  al  fiato  del  cauallo:  & ala  fine fermarui nel cojpetto  de 
ì  Signori:  venendo  afarelaprima  y  &  vltima  volta  (  comefempre  già  fi 
conuiene)da  man  diritta  :  T>oi  cofi  nelVun  modoycome  nell'altro  batten- 
do paratOye  formato  il  caualloygli  darete  le  uolte  r addoppiate ytrattenen 
dolo  co'i  coruetiyO  con  la  Capriola  (fé  ci  è  inclinato)  innanjiy  che  fi  rad- 
doppie  y  0  pur'appreffo  :  Benché  propriamente  la  Capriola  verrebbe  mi-  c  .  . 
gliore  y  fé  gliela  faceste  fare  infieme  con  due  volte  doppie  per  ogni  ma-  come  deb 
noy  prima  y  che  fi  correffe  ;  e  dopo  la  carriera  maneggiatolo  a  ^epoloniy  ba  farfi . 

rj  gli  deHe  vn' altra  fiata  le  volte  doppie  al  fine  d'ejjì  nell'ijiejfo  'modo  . 

Quejla  vfanxa  di  dare  E^epoloni  dopo  la  carrier ayè propriamente  quella-,  ReP°I°«i 
che  s'appartiene  a  la  guerra  ;  perche  il  primo  atto  è  di  andare  di  corfo  a  car^iera , 
l'incontro  de  i  nemici  con  la  lancia:epoi  canata  fuori  lampada ,  entrare, 
&  vfeire  di  B^epoloni  da  me^o  loro  .  Ma  hifogna  ?  cbe'l  Cauallo  per  ba- 
viere tal' attitudine  fia  nonfolo  robusto  y  &  vigorofo  per  eccellemmo, ,  & 
ottimamente  ammaeftratOy&  effercitatorma  etiandio  di  animo  fweeroy 
e  non  ramingo;  altrimenti  non  potrebbe  refistere  a  l'ajfanno}  ne  faprebbe 
addestrar  fi  a  tanti  moti  cofi  diuerfi .  T?otraffì  ben  con  ciafeun' altro ,  che 
fta  di  mediocre  forteTga?  ojferuare  quest'altra  forma ,  laqual  raffem- 

fF    4        Ira, 


456  <D  n  L  L  j£     G  L  O  \I  Jt 

bra  vna  battaglia  piccioli  fingalarey  che  fen^a  carriera  maneggiandolo  ^ 
con  ri  mettere  fempre  innanji,faci  tate  tra  l'andare ,  e  twnare  indietro , 
non  pur  fei  ma  ottono  dietimo  dodici  ?\epdoniypiu  o  mena  furio  fi  y  feconda 
Vhabilità,che  in  lui  forgerete  i  dolendo  però  di  minor  numero,? pia  cer- 
ti efere  ifuriofi,acciocbe  in  ejfi  crefcapiù tosìo  lafuriay chenonmachi ; 
iquali  i\epaloni  voi  finendo-  a  man  dejlra,fi  come  incominciarle ,  parere- 
te nel  lacgoyonde  partuìe sfacendo  pofare  il  cauallo  alquanto  :  poi  fatta- 
gli fare  la  Capriolale  datagli  vna;  o  due  volte  raddoppiate  dama  dejlra 
.  &  vna  o  due  da  lafiaiflra,  &  altrettante  pur  da  la  delira  ,  vi  fermare- 

Carrìera   te  ;  E  perche  il  cauallo  più  >  che  in  altro  tempo  vien  facile  al  raddoppiar 
maneg-     cofi  alla  fin  de  i  Rjpoloaiy  come  anco  alla  fine  de  la  camera  ,  o  fiaperp 
q10  ,  a  C'    l'h  abito  co  fi  continuato,  y  o  clje  naturalmente  con  più  agende  \x&fi  viene 
\\x  me-     a(l  un  mota  da  vrìaltroycbe  da  vna  quiete  ad  vn  motOypotrefle già  fen-za 
glio  a  dar  quelli  vfar  ben  queHayfe  partito  con  effàye  parato  in  quei  termine,ilqual 
■  prima,  fzrdpoco  innanzi  >  che  fi  peruenga  i  riguardanti,  daretedopò  lepofatele 
volte  doppie  in  quel  madoye  numero  che  giudiciafamente  vi  piacerà .  2\(e 
contemandoui'di  eia  folo  yfe  dopo  corfo ,  e  raddoppiato ,  gli  farete  vna 
pezja  riprendere  fiato, fermandolo  dopo  harete  paratoie  paleggiandola 
poi  per  la  camera  ;  come  conofeerete  ,  che  fi  a  ridotto  a  la  fua- primiera 
quiete, e  lenaypotrete  all' bora  maneggiarlo  fìcur  amente  a' I\epolom\e  con 
le  volte  pofposie:&  a  qualunque  altro  modo  vifaràgj-atoMaperfaper-  G 
ui  rifoluere  y  quando  fia  meglio  a  dar  prima  la  carriera  >  a  quando  a  dar 
prima  ilmaneggioy  e  quanta  paufa  bifogni  tramenare  ogni  fiata ,  che  a 
a  quella  fi  tomi  ;  farà  di  mefìieri  batter  notitia  de  la  forza ,  de  la  lena, 
de  V  animo,  e  de  la  compie fficne  propria  del  cauallo  con  buon  dif cor  fa 
di  riconofi  tre  quando  fiaprojfimo  a  laslanchs?7ay  o  quando  al  tedia. 
da'  quali  non  è  da  fa;  fi  mai  vincere,  ne  aggraziare  :{ e  bramate,  ch'e- 
gli fé  mpr e  venga  a  rijponderuiin  vn  buon  tuono .  Qui  non  tralaf clero  di 
far  ancor  mèntione  d'un' altro  maneggio ,  contrario ,  e  differente  da  tut- 
ti gli  altri  vfato  d*.  molti  popoli  Oltramontani,  c-r  Oltr  amar  ini, che  uol- 
Volte  gannente,  Volta  d'anche  è  chiamato ,  rafiembra  vìi  combattimento  di  ™ 
^*A"c^e  fieccatoyi/i  quella  gufa  ,  che  fpinto  il  cauallo  contra  il  nemico  yepaffa~ 
qua.  ìa.  t0  guanto  oltre y\ubitamente fi  ritiene ,equafi  nel  medefimaislantefi 
riuolge  ;  facendogli  fare  mera  volta  con  l  anche  fole  y  fen-ra  che.  muoua 
puntaiptè  diìunjidalluoga  y  oue  fi  trouano  nel  tenere;baUandoycbe  So- 
lamente fi  torcano  di  maniera  y  che  vengono  a  circondare  la  ulta  di  lui 
con  le  lor  punte  ;  perche  in  quello  moda  non  mouendo  il  Cauallo  altro  y 
che  le  parti  di  dietro  nel  fuo  voltare:  viene  il  Caualier e  del  continuo  a 
fiarcolfuo  mmico  a  fronte  ìfenra  volgergli  mai  lafcbiena .  Macoluiy 

che 


7>£Z     C^V^illO    lì  3.    V.  YJ 

>\  che  perauentura  fi  voglia  di  tal  ordine  [fruire  >  deio -à  cautamente  a- 
uernre  f  fiatay  che  [i  n  abbia  il  >:■:*/.  .:  .:.:.  ..:.  cef:rc  >  ny.  ri- 

uolgail  audio  a  f  altra  rtiano-.tercce  '■■:::  rerreche  al  Ivo  e  o r.  :<::•:.  o  , 
E  Indettomela-  tconvn   ;i:err.pode:>.rafkre  comp::a-zer- 

fettamenfCjficbeilCauaUo  enra  batter  cxngu.tJ.pohi  :.  :  z:z  .:;.:~y:r:>  ì 
ritroiii  in  vrfiftante  rumba  alfentier  dorato:  altrimenti  nonpot*.  ,  -:  dì 
fenderti)  ne  offendere  l'  au:>.er_  '-'r.-j  pam  lofi  i  wtrfi  [:  rtt ,  majfimkmemìc 
fe'lnen  <afìemolto  dao^  .  ottono* 

fi  difpicca  a  la  rimeffa  perlofuo  diritro^ion  viene  mai  ad kaMer' latita  la 

■g  forra  na; e confeguente/nemtemMt.pm) nedar^  .  ere feontra alcuno 
femxa  fin  d.  t ::>.:>::.: gg. :■:  .  Soer  addefiarlo a  voltarfi  coficon  Panche, 
fen^arnou:  mento  deleghi  hn :: e :awa  è  di meH'ieri,che 'iCaualiere  te- 
WMtòfU  ara  per  d  triti  ■;  ,r;r  "j;  ::  la  mano  in  parte  alcuna;  ma  che  nella 
vo.  .       '.:.  :to  con  la  briglia,  battendolo  conio  (prone  non  dal 

Uro  contr.v  .  :  ne  gli  altri  maneggi  s  e  coTzum.it oj  ma  u:  auel 

fianco  .    :  [i  volta  ;  stringendoli  ancora  la  pancia  con C 'al- 

t&tgamba,  fi  come  fiume  l    ;;;  4ì  la  più  pane  de  iT  edefckiy  &■  aie 
altri }  ■  junk  non  vf.-.ni:        fi   me  nostro  di  fermarfi  fola  con  le  gi- 
nocchia; stanno  forti  a  capati  :  :     .aiuto  de  la  briglia,  e  delecalcag-  l  • 

C  nelqual  modo  fi  viene  a  toccar  il  camallo  in  quel  proprio  luogo ,  dotte 
bora  richiede^  chefia  rocco  di  fprone  per  questo  effetto  :  per  lo  qua!  cen- 
ti:-; -.ompag^relahottadieffafpronecmlabaccbetta,per- 
e  ttendah  dai  medefimo  lato  fatto  mano  le  groppe.  Iotuttaaiadi  e  .-.- 
/?:.:..  -  neggio  (  o  buono,o  bello ,  ch'egli  fi  a)  non  molto  mi  feruirei  , 
r  :  .le  non  fegitendo  il  moto  naturale ,  che  è  di  mouer  prima  le  parti 
ij  ;  ::  aa  li  :.f  fi può  giudicare  difordinatoy&  imper- 
fetto .  Diro  ma  bene  5  che  quando  auvengadi  trottami  nello  steccato, . 
.:o  meno  batterete  il  Caualio  con  lo  (prone, tanto  meglio  fhrese^per- 
che  Ihuomo  con  quel  battere  ft  r 

&  m affun ameni  e  nella  voi:.:  y  &  il  Caualio  col  troppo  fjrronar  ,  potrebbe 
per  ammemtmafitt  .'■...  che  difordme;  oltre,  ebemancheria  di  lena,  e 
d: vigore.  tfefaùGt  dtlt  prone fi  a  neceffario, fé  voi  primaycbe  viri- 
cucine  affa::;  :  e[che,barete  ridotto  conlungo  studio  il  Canali. 
tal  cronte^ayche  com'egli  fi  vedefie  tenuto  per lo  diritto  ,  con  ognimi- 
mrno  cenno  de  la  marno,  e  de  la  polpa  de  la  gamba, intende/fé  quello, 

fare.;  E'qmmtbvput  diueri  '.  e  agi: 
tal  confli:::: .  o  moda  portar  la  ma 

no  -,  tanto  più  fi  deura  ciafcuno  m  ;.  ;         é    lunergrare  in  talguifa  il 
f:iQcauaUoy(.b  egliin  qualunque    ,.,..   ..;  -; ... ::) ....  ;..;:  >  e  g.;-.:    .'-:::  > 

tm 


458  *D  E  L  L  >A    G  L  0  \I  Jt 

non  manchi  di  operar  bene",  con  ordine ,"  agilità  ,'  e  fermerà .  E  però  £ 
non  è  da  comportar  già  mai,  che'l  Cauallo  fi  ammaeslrafre  in  qualche 
maniera ,  ch'egli  non  f ape/se  far  bene  fé  non  di  fotto  al  fuo  maefrro:  co- 
me quelTrete  di  villa ,  che  in  altro  Breuiale  ,  che  nel  fuo  non  fapea  leg- 
gere ;  lAn^i  bifogna  con  tanta  accortala,  e  diligenza  fargli  intendere 
afegni ,  e  frequentare  i  veri  ordini  \  ch'egli  da  fé  mede  fimo  effeguendoliy 
quando  ben fufe  caualcato  da  perfona  roya  diqueflo  meHiere ,  la  facef- 
fe parere  efyerta ,  e  honorata .  Maperche  all'incontro  fuol'auuenire,che 
per  vn  cauallo  male  ammaejlrato  da  altre  mani,  vn  faggio  Caualca- 
tore  parrà  ignorante-,  e  rellerà  con  ifcornoy  mentre,ch  egli  fecondo  le  giù 
He  regole  andando  [orto,  e  diritto  in  sa  la  fella,  e  dando  a  tempo,e  con  F 
mifura  i  leggieri,  epiaceuoli  aiuti  de  la  mano ,  e  del  calcagno;  non  vfe- 
r     ,-     rà  appoggi  di fr  alle  ,o  ritorcimenti  di  collo,ne  for^e  di  braccia  y&  mar- 
te, nófac-  eamenti  di  gambe, ne  altri  t  ali  fconfert  amenti ,  col  meyo  de"  quali  fa- 
cia  proua  rauBOemald  bestia  a  mane'ggiarfi  ;  io  efforto  ogni  Qmaliere  defidero- 
di   &  ifl  fo  di  far  fi  honore,  che  con  cauallo  ftraniero  non  efca  mai  afarpruoua  di 
ftnzà  ha--^  nell  altrui  coietto,  fé primanon  bara  diligentemente  in  di/parte  rico- 
uer   prò-  nofciuta  ogni  conditione,  e  difciplina  di  lui,  e  fé  in  ejfo  per  auuentura  non 
uato  vn  ^trouerà  tutta  quella  attitudine,  che  bifogna  ;  imitili  buon  Mufico,  il 
cauallo  a  qualdilettandofi  di  farfivdir  diraro ,  ma  fempre  con  eccellenza  i  pie 
toslofifarà  tenere  bi^arro,  e  capricciofo,che  non  s'induca  a  fonare  Jiru- 
mento  falfo ,  ò  ditionato  .  E  poi  che  il  cauallo  (come  in  diuerfiluoghi  fi 
è  dimofrrato)  fu  da  lanatura  jpecialmente  prodotto  ad  vfo  delle  batta- 
glie, è  di  meslieri,  eh egli  non  fol  fi  fàccia  bello  maneggiatore,  mafr- 
curo  guerreggiatore  con  quelle  conditioniy  che  nel  Tei-^o  libro  habbiam 
de  fritte  :  fra  le  quali  certamente  fi  può  molto  bene  confiderare,  che 
Ca.uz\PQnonPer altro  s 'è  detto  il cauallo  Tegafo  hauer  bauute  di  ferro  le  corna  } 
gafo,per-  e  l'vnghie  ;  fé  non  per  inferire,  che  volendo/i  vn  Cauallo  flimar  perfetto, 
che  J? £or  e  degno  d'ejfere  con  le  lodi  inalbato  al  Cielo ,  bifogna ,  che  fìafrcuriffr- 
ro  e  l'vn-  mo  ^e  ^a  fronte  > e  robuslijffimo  de  le  gambe, e  che  in  vece  déllalc,e  del  n 
ghie.        fato  di  fuoco  c'hebbe  colui ,  fra  di  fomma  velocità ,  e  di  fomma  lena  ; 
altrimenti,  che  ci  varebbe  nei  perigli  de  la  militia,  che'l  Cauallo  fapef- 
fe  far  infiniti  atteggiamenti ,  s'egli  non  hauefre  le  dette  qualità nece fra- 
rie,  accompagnate  con  quelle  de  l'animo  import  antìffime  f*  dal  Toeta  ri" 
dirette  in  quefri  ver  fi  > 

Ch'egli  al  fiero  fonar  di  trombe ,  e  d'arme. 
Si  defii ,  e  inalai,  e  non  ritroui  pofa  ; 
Ma  con  mille  fegnai  s'acconci  a  guerra . 
2\ty7  ritenga  nelcorfo  o  fofro  >  o  varco  ; 

2%m 


D E  L    CjI  VJi  IL  0,    11  B.    r«  459 

\X  Klongli  dia  tema  (ou'il  bisogno  fi reni) 

zJfyQnnaciofo  torrente-,  ò  fiume,  ò  fragno  ; 

Ts(gn  con  la  rabbia  fua  Is^ettuno  iflejìo  ; 

TS(on  romor  lofiauenti  oprejfo ,  ò  lungey 

D'improuifo  cader  di  tronco,  ò  pietra  ; 

TS^on  quello  borrendo  fiion ,  che  s  ajfomiglia 

xAl fiero  fulminar  di  Gioue  irato . 
attenda  dunque  il  Qzualiere  con  ogni  cura ,  e  con  ogni  fludio  a  far  con  caUalIo  t> 
l'arte,  la  quale  correggeva  mala  inclinatione naturale ,  &  accrefcela  guerra  co 
buona;  che* Ifuo  Cauallo  diuenga  ben  corr  aggio fo  ,  in  tutto  intrepido, fu-  me  <jee  z- 
E  cendoglijpejjo  vederle  fentir  lofilendore ,  elofirepito  delle  arme,  efief-  ^ae  rar" 
fopur  caualcandolo  egli armato,pr ima  con  lacoraz?a->bracciale,efi)al- 
lazzifolo  poi  con  gli  Jlrnefi,  e  Schenieri  ancorale  poi  con  l'Elmo. •fenica, 
batterlo ,  ne  Sgridarlo  in  quei  principe  in  modo  alcuno  ;  anzifenza  dar- 
gli mole  Hia  gli  farà  carene  infino  a  tanto,che  gliene  paia  del  tutto  af- 
fiatato :  poi  potrà  cominciare  ad  efier  citarlo ,  mojlrandogli  la  lancia  > 
e*r  lajpada  appreffo  al  vifo:  benché  prima  di  quefro  farà  meglio  ad  af- 
ficurarlo  con  la  bacchettarla  quale  canale  andò  di  paff 0,0  di  trotto,  gli 
porgerà  infra  le  orecchie ,  &  borali  vna,  hot 'all' "altra  banda  del  capoy 
vicino  agli  occhi  ifouente  con  efia  accarezzandolo  nel  collo ,  accioche 
non  fi  fi  auenti  di  quel  vedere .  E  com'egli  bauràprefa  tal  ficurzj^y  fa- 
rà che  vnThuomafiandogli  all' incontro,  fàccia  fegno  di  volerlo  battere 
nella  tefia  ,  &  all'hora  egli  dando  anima  al  Cauallo ,  che  vada  innanzi 
lo  rimetterà  contra  colui,il  quale  in  quel  tipa  fi  farà  indietro. Similmen- 
tepoi  lo  potrà  rimettere  contra  altroché  lo  minaccino,o  confiade  aWin- 
con  tro,oc  on  alte  voci  ;pur  che  in  ogni  modo  nel  voHro  rimettere  effi 
moflrino  di  fuggire  de  quai  rime  fé  potranno  far  fi  da  trefiate,laprima  di 
paJJo,l  altra  ditrotto,e  la  terza  dÌgaloppo,incitandolo  co  la  voce,  e  con     . 
glifproniyin  modoperò  difoccorfo,non dicaHigo  ;  e continouato quello  Rime"e* 
7j  ordine  alquanti  giorni,  come  il  vedrà  animofo  in  cotali  fcontriygli  da~ 
rà  animo  contra  i  colpi  de  gli  Archibugi,  facendone  fi arare  alcuni  fen- 
ZUpaUa,prÌma  alquanto  difcoHo ,  poipiudaprefìo  ;  e  fra  tanto  lo  ter- 
ra) al  coftato  dvrì altro,  0  pur  nel  mezo  di  due  (aualli,piu  attempati^1 
giàficurial  romore  dell'  artiglierie ,  &  alla  fine  egli  medefimo  Jtanda 
dCauallo  ,f caricherà  qualche  feoppio  ,  non  mancando  poi  di  fargli  ca~ 
tez^e  e  con  la  mano ,  e  con  la  parola  ,  &  in  quanti  altri  modi  potrà;  e'I 
medefimo  ordine  feruirà  per  anuen^zarlo  a  fentire  fenzajpauento  ifuo- 
ni  delle  Trombe, e  deiTamburi,  oaltri  fremiti  \  nel  qual  tempo  il  Caua- 
•  Mere  non  deurà  far  fegno  alcuno  di  paura ,  òdimouimento^  né  gli  fera 

vedere. 


^6o  DKLL^(jlO\J^t 

Vedere  co  falche  V  atteriffeima  s'ingegnerà  (quantopoffibilefia)a  dargli  £ 
quiete, e  ficurez?a .  Oltraquefle  cofe  è  da  faperfi ,  che  efiendo  il  genere 
Cauallino  inchinato  naturalmente  a  trattener  fi  in  co'mpagnia,come  na- 
to,&  allenato  intra  gli  armenti  >  fi  come  è  difficile  ad  ammaestrar  fi  vn 
cauallo  d'efferepreslo,&  vbbidiente  ad  vfcire,qualhora  con  molti  altri 
fi  troua  a  maneggiare ';  cofi  non  di  leggieri  s  induce  a  gir  lor  contra.onde 
bifogna  co  la  continoua  difciplina  aJficiirarcelo,andando  (co'i  mede/imi 
ordiaiyche  de  glihvomini  fi  fon  detti)  dafaccia  a  faccia  ad  incontrargli^ 
ma  anuertirete  di  nonfargi  dare ,  ne  riceuere  vrto  alcuno  ,  acciòcheper 
tal  botta  egli  non  venife  a  dif animar  fi  ;  anzi  farete ,  che  voi  fingendo 
il  Cauallo  vÒslro ,  l'altro  Caualiere  tirando  la  briglia  al  fio  fi  faccia  in  F 
dietro,  *Altre  fiate  poi  nella  Campagna  mettendovi  l'vno  incotra  l 'altro 
quanto  fia  lungo  vn  T\epolone  ,  &  in  vn  tempo  partendovi  amendue  hor 
di  trottoyhor  di  galoppo  ,  egli  verrà  al  luogo  voHro,  &  voialfvo,e  cia- 
feuno  prendendo  la  volta  deflra,ritornerete,a  poffare, &  aprender  l'al- 
tra da  manfmisìraiguardando  che  alpaffar,e  ripagare; non  vi  vrtiate, 
perche  bafieràdi  andare  l'vno  da  l'altro  difcoslo  vn  palmo  :  finche  poi 
vi  parrà  di  poter  venire  più  ale  ftrette  esercitandovi  a  quel  >  che  Seno- 
fonte loda  ne  i  conflitti)  che  l'vn  Cavaliere  fi  sforai  di  trar  l'altro  di  fel- 
la .  TSlelq  vai' atto  certamente  la  migliore  ne  bara  colui;  che  bene  vnito 
nella  feila  pluf  apra  fpingere]ilfuo  cavallo  addoffo  a  l' auuerf ano, pèrche  & 
in  tal  modo  mentre, che'l  nemico  fa  forza,  di  fmuouer  voi,trovandoui  voi 
ben  fitto  al  lato  >  farà  più  facile  ad  effer  egligittato  a  terra  .  Ma  a  que- 
ftaperfettione  mal  può  venir  fi,  non  effendo  prima  fatti  i  Cavalli  animo- 
(ì,edi  buonafaccia\per  lo  qual  effetto,  oltra  gli  altri artifici,farà  giove- 
noie, che  mentre  vn  Caualiere  trottalo  galoppa  dentro  iTorniyfe  voi  non 
volete feco  effer  citanti  nelle  maniere  fopr  a  narrate ,  almeno  sitate  su'l 
vofiro  cauallo  davna  banda  di  efii  tomi  fermo,a  riguardare-,  cofi  tenen- 
do lo  ancora  fermo  in  qualche  lato  della  carrier  a,o  pur  nel  termine;  e  s'è 
gli  nel  veder  altripafìare ,  o  parare  incominci  affé  per  timor  naturale,  o  t* 
per  vrto  altrove  hauvto,avoltar  la  groppa,  sformatevi  a  non  conferir- 
gli: anzi  per  ogni  miglior  via  ,che  fiapojjìbile-,  con  aiuti  piacevoli  >  e 
con  carezze  procurate  di  farlo  fìar  faldose  per  più  fi  curez^a  potrete 
fargli flare  vn' altro  cauallo  animofo  a  canto:  perche  adeffempio  di  quel 
lo  slaràficvro  fi  come  ficvro  andrà  con  qualche  tal  compagnia  5  quan- 
do paleggiando  per  la  Città  vorrete ,  che  le  diverfe  novità  de  le  cofe,  le 
quali  fi  trovano  per  le  vie  no 7  faccino  pauentofo.  T^el  che  deurete  fegui- 
rcil  co  figlio  del  mede  fimo  Senofonte  dal  I{rtfÌo  confermato, non  dandogli 
battiture  in  conto   alcuno ,  come  altri  fanno  perche  il  (fauallo  Himan- 

do 


i  DEL"  C  a  TU  L  LO',    L  T  B.  r..  461 

-,  do  quelle  procedere  da  l  iSìeffacofa,  onde  ha  il  terrore  ;  ne  rìmarebbe 
più  timido  e  pia  vile  ;  pero,  in  tali  accidenti  vifermarete,  e  maneggian- 
do quel  che  gli  pare  bombile ,  ò  piaceuolmente  facendotelo  appreffare-, 
gli  fu  rete  conofcere,che  non  vi  fi  a  cagione  di  hauer  paura  ,  e  s'egli  a  la 
fine  ajjicurato pafiera  via ynon  mancherete  di care%^arlo  sii I-collo  ,  ma 
fé  fuffe  pertinace  dinonpaffare ',  voi  tacendole  non  dandogli  altra  noia  > 
lo  farete  di  dietro. follecitare  da  vn'huomo  a  piedi  con  islrepito  di  lab- 
bra ■>  e  con  minaccieuoli  parole ,  e  talhora  conbaslonate  àia  groppa  ,& 
all'anche ,  finche  egli  vada  r  benché  fé' l  Qattallo  perfettamente  già  fìa 
ammaeflrato  di  maneggiar  fi  ad  ogni  mano ,  potrete  voifieffo ,  quando  il 

%  vedrete  caminarcofi tra  due ,  afficurarlo,e  dargli  aiuto  al paffar  oltre  r 
sìconla  voce,  sì  con  le  polpe  de  le  gambe ,  ò  con  libroni ,  e  gimtamente 
alcuna  fiata  con  la  bacchetta  .J  quali  aiuti  conwengono  a  dar  fi  in  quel- 
HHante,che  vi  accorgete  ,  lui  metter  fi  in  fojpetto  ,  fenica  dargli  tempo  > 
che  nella  fantafia  gli  fi  fermi  ilpenfiero  di  quella  tema  ,  che  fi  figura  * 
Ma  perche  il  timore  de  i  Cauallif itole procedere  ,  oda  animo  vile  ,  eper 
fé  Ueffo  poltrone ,  0  da  naturale  dijfetto  di  occhio  ,  0  da  vedere,  ofen-  Timor  di 
tir  cofe  non  altre  volte  vedute ,  ne  fentite, farà  bene >  che  fi  difeerna  eia-  caullt  on 
fama  de  le  tre  cagioni  in  quefio  modoy  chequando  è  per  la  prima  ,  il  Ca-  <je  Proce- 
uallo  fi vede  per  ijpauentorefiar  attonito ,  e  fiordito,  e  tremargli  il  cuo- 

C  re  ynon  bafiandofovza alcuna  di  minacele  a  farlo  gir  oltre;  e  quando  fi- 
nalmente forato  d'ale  battitureye  da  altre  ajprezge  ,  faràpafiato  ,  gli 
parrà  di  hauer  a  torno  cento  giriti  infernali .  S'egli  è  per  la  feconda  ,  fi 
adombrerà  repentinamente  j  ma  poi  con  ogni  minimo  ceno  del  Caualie- 
refi  raffigurerà  dipaffare .  Già  non  è  dubbio  veruno  y  che  quefii  animali     Cauallt 
generalmente  han  la  vi&apiu  vantaggiofa  de  gli  altri,  battendo  la  pru-  hanno  la 
dentifflmalslatur a,per fargli  domabili-,  ordinato  y  chele  cofe  materia-  yl: *  J^ 
li  pareffer  loro  afi  ai  più  grandi,  che  in  effetto  non  fono:  perche  fé  le  ve-  fa  de  gli 
defiero  de  la  propria  forma,  effi  come  fuperbiffimi  poca  filma farrebbo-  altri  ani— 
no  e  degli  huomim,e  de  gli  frumenti,  che  in  v fio  loro  s'adoprano  :  e  co  fi  ma^  • 

**  JLrifiotele fcriue -y  che  a  tutti  quelli,  che  tengono  gli  occhi  humidi,  le  co- 
fe appaiono  più  grofiette  per  la  debolezza  de  la  vifia,,  nella  quale  toflo 
fi  rompe  il  lume:e  quefii  tali  ordinariamente  veggiono  afiai meglio  di  no 
te  che  di  dì  ,  donde  qualhora  il  Cauallo  per  cagion  de  la  visla  è  timido  y 
el{es~ìio;fi potrà  dire  quel  chediffè  M.Vandolfo  Martelli,  cheglifimet 
tano  gli  occhialiit 'fi potrà crederey  che  quanto  piti  s'apprefferà a  tetàma 
tura,peggiorenediuerrà,percioche  efiendo  egli  aggrauato  per  infermità, 
naturale  del capo,e  confeguentemente  degli  occhi,l'ofcurità  de  la  flalla 
.  contraria  a  la.  Campagna  fempre  il.  verrà  ad  offendere,  maggiormen- 
te ;  e. 


^6i  b  t  l  l  *A    G  L  Q  \l  A 

te  :  e peróne  l*  ma  forte  y  ne  l'altra  di  tali  caualli  farà  da  tener  fi;  come  g 
quelita  cui  mancano  le  importaticene qualitày  o  del'animjyo  de  la.  vi/la 
iqualiydifetti  intrinfecbiye  nattj  non  fi  pofforio  mai  del  tutto  diradicare: 
Mala  ter?a  conditione ,quando  la  paura  nafce  da  co  fé  nuoueyageuolmen 
te  con  la  dottrina ,  e  con  l'v fo  fi  potrà  togliole  :  offeruanio  quel  che  altra 
"poltabò ricordato >  cheglifiinfhp^tuttc  vedere;  e  ricomfcere  fpeffe 
volte  y  e  che  piace uolmente  fiasfàualcato  di  dìye  di  notte  per  li  Mercati,  ; 
come  fi  af  e  fer  ^  P*a"KK?  >  ^oue  fono  le  turbe  delle  genti;o  le  guardie  de'  foldati  \  e 
iicuri  dal  per  le  strade  di  Orefici  >  di  Armieri ,  e  di  altri  fabbri ,  che  fanno  strepi-* 
lo  ftrepi-  ti,  e  per  quelle  parti  altresì y  oite  fi  veggiono  Velli ,  ecorpimotri.Eliano 
to    delle  fcriue)  cheper  fkrvnC  audio  animo  forche  non  pauenti  le  fi>  ade  iqiian-  F 
"      '      do  rifuonauo  su  gli  feudi;  dee  effere  afine fatto  ad  ognifuono y  &  ad  ogni 
fremitole  jpefio  di  fotto  al  fieno  gli  fideono  mettere  fimolacri  di  Cadane- 
ri  armati  y  accioche  fooportino  nella  guerra  la  vista  de  glivccifi  >  e  non 
per  la  paura  fi  ano  di futili  al  maggior  vopo.ilche  ben  dimostrò  d' inten- 
dere il  grande  Homero ^quando  eglifcriffe  "Diomede  ama-^are  i folda- 
ti diTracia ,  &  Vlife  firafeinar  i  corpi  morti  per  quellaflrada y  donde i 
caualli  douean  menarfiyaffineyche  per  alcuno  fpauento  isbigottitiynonfiff 
fer  loro  dirottamente  fuggiti  di  mano .  Tenendo  fi  dunque  fi  fatti  modiy 
potrete  effere  voi  ben  certi  y  che'lvoflro  (auallo  in  breuijjìmo  tempo  fi 
trotterà  fic uro  e  corraggiofogagliardamenteyfen-^abi fogno  dì  v  fare  quel 
Ventarelloy  o  Molinello  (come lo  nominano i fanciulli) fatto  di  carta, 
che  contra  il  vento  correndo  portar  il  fogliono  :  ilquale  alcuni  mettono 
nella  fronte  del  cauallo,b  pur  in  vna  de  le  orecchie  fermato  fotto  il  cuoio 
de  la  Teflierayfi  che  rotandogli  fempre  dauantiagli  occhiygiudicanoyche 
Vbabbia  a  diflorre  da  l'imaginatione  di  quelle  ombreyche  lo  Jpauentano . 
Ma  perche  togliendo  da  poi  quefio  artifichy  faria  da  dubitar  fi  y  ch'egli 
non  ritorna/fé  a 'maggior  timore:  io  per  me  più  lodeuoli  filmo  gli  altri 
modi  iquali  faranno  da  ojleruarfi  con  molta  cura  nelle  Halle,  nelle  Cam- 
pagne,e  per  le  Cittd,come apieno  fi  è  dimofirato\acciò  che'lCauallo  con-  g 
fegua  la  gloria  della  fua  perfettione  ,  la  quale fommariamente pofjiamo 
conchiudere ,  che  in  tre  parti  confifie ,  diefler  bello  ,  agile ,  e  corraggio- 
Bellezza/ò  .La  beitela  (come  giànefourani  libri  fi  e  potuto  vedere)  fi  richiede 
fi  richie-  fa  tre  Cofe, nella  taglia  della  per fonaynella por portione  delle  membra  >  e 
cofe>        nel  color  del  mantello  ;  V  agilità  ne  comprende  tre  altre y  che  fon  la  lena. 
Abilità  la  legoiereT^a y  V  attitudine,^  in  altrettante  fi  può  conofeere  il  corag- 
compren  giQ ,  <•/?*'/  cauallo  non  fi  adombri  nella  vista  delle  cofe  repentine  ;  non  fi 
de  tre  co-  ^auentl  $  dirgli  strepiti,  ne f chini timidamente  gli  feontriy  e  le  per- 
come :  le  qua  tre  parti  >  benché  tutte  baggiano  bifogno  del  dono  Jpeciale 

delU 


B 


"ji  della  TJatura:  tuttauia  nonfipuònegare,che  lafeconda,e  molta  mag- 
giormente la  terza  dell' effer  e  animofo,  non  baHino uon  la  forza  dell' 'ar- 
te ad  acquifiarfi,o  migliorare  ;  purché  il  (faualiere,  il  quale  vorrà  con- 
seguire queHi,o  altri  buoni  effetti  daìfuo  cauallo,habbìa  tre  altri  quali- 
tà infeflejfoydi  conofcere  l'intentione,  e  V efiere  del  cauallo,diftarglifor     .    . 
te  fuH  doffo,e  co\belgarbo:e  di  aiutarlo  coforme  alfuo  bifogno;  Tre  fono  pYincip2i^ 
ipiu  principali  aiuti  y  che  fi  fogliono  dare  nel  maneggiare,  quel  della  ma  li  nelma- 
no,quel  della  gamba,e  quel  della  voce  :  Tre  opere  fa  la  mano  or  alien-  neggiare. 
tare,  0  ritirare  y  0  voltare .  In  tre  maniere foccqrrcla  gamba,  0  con  la 
polpa,o  con  la  Giaffa ,  0  con  lojprone  :  de'  quali  atti  il  primo  è  tempera- 
to, e  l'altro  mediocre ,  e  l'vltimopiu  gagliardo  .  £  tre  effetti  può  far  la 
voce,di  accennare,di  follecitare ,  e  di  caftigare  ;  benché  i  mede  fimi  pof- 
fano  attribuii  fi  alle  I{edine,efalfe  redine,alla  Cauez7Wtia,&  alla  Bac-  ¥?"  tr.e 
chetta.Tre  moti  ha  il  cauallo,fi  comeha  l'huomo,dijpingerfi,di  ritrar-  \Q% 
fi,e  di  voltar  fi  ;che  fé  ben' egli  fuole  talhora  andar  di  canto,  queTto  mo- 
to fi  può  più  tojìo  attribuire,alf  artificio  ,ch  e  alla  Telatura.  Ditre  modi  fi 
fuol  voltare,di  me%o  circolo  ,  di  compito ,  e  di  doppio  :  &  in  treguife  fi 
fan  le  volte,a  terra,a  memoria,  e  in  tutto  alte,  diuerfamente  ancora  fi 
vfanoin  tre  foggiefb  fimplici,o  aggruppate,o  con  calci  TreejTercitij,neì  Efferati) 
i  quali  è  bifogno  di  arte  ,  appartengono  al  cauallo,  correre , galoppare,  e  tre  appai* 
trottare .  La  carriera  è  violenta  ,  e'ifkficuroy  e  veloce:  Il  galoppo  è  di  tenenti, 
minor  violenza,  elfit  vnito  della  perfona,e  majieggiante  ;  Il  Trotto  è 
più  temperato  di  ambidue,elo  difcioglie,e  ftabilifcefm  tre  luoghi  fi  fuoyl     ^uophi 
esercitare ,  nel  piano  ,  ne  le  difcefe,e  nei  rampanti .  E  tre  co  fé  contiene  da  potere 
ilpiano,quando  egli  è  atto  a  poteruifi  maneggiare  ficur amente,  la  car-  eflercìta- 
riera,ilj "olco,é 7  circolo. Tre  effetti fa  ladifcefa,  eh' egli  pari  con  V anche,  reicaual- 
apprefenti  con  le  braccia,e  fi  fermi  di  tefl a  .^Altrettanti  ne  fa  il  rampan- 
te,che  il  cauallo  vada  più  accorto^t  a  ferrato  co  i  piedi ,  e  che  vilifica  la 
virtù  della  fchiena  dettatela  ,perlo  timore,c'hadi caderein  quel  falli- 
mento del  terreno ,  e  che  poi  fàccia  le  meze volte  più  facilmente  per  lo 
vantaggio  dì  e  fio  terreno.Tre  ordini  di  maneggi  principalmente  conuen     ordini 
gono  alCauallo  da  guerra,  il  primo  e  quel  del  circolo ,  maffimamente  al  tre  di  ma 
modo  f e  ambiato  ,  quando  femicir colare  ,  e  quando  circolarci  quando  a-  neggi.o  • 
ftretto,e  quando  largo  ^quando  confuria,e  quando  fenza;  cangiando  fem 
pre  luogo,e  manonl  cheferue  allafcaramuccia.  Valtro,è  a  \epoloniper 
diritto,il  che  è  vtile  per  torneo,  &  abbattimento  da  corpo  a  corpo  .  Il 
terzo U  raddoppiare  ,  chefaafiai  belvedere  perlaCìttà,  &  ègioue- 
uole  ,quando  il  Caualiere  per  auuentura  fi  ritrouaffein  mezo  d'vno 
fquadroneper  difenderfi,e  poi  vfcirnetEper  non  tralaf dare  di  dir  ari- 

10 


Caualiere  co  alcuna  cofa  appartenente  al  Caualìere,  egli  atre  cofe  fpecialmentèy  g 
a  quante  ogni  'volta  che  vuole  canale  are  >  deurà  (per  non  riceuere  danno ,  e  feor- 
cofe  deb-  nojaMHertire,a  la  briglia  con  fuolfornimentiyalle  Haffeye  maffimamen- 
ti  re.""61"  te  a  l*finì3ra»  &  a^e  cigne  :  ?re  a^tYl  accorgimemiypoi  che  e  montato 
a  Canallo  >  glifi  richiedono  y  aggiuHarfile  redine ,  addrÌTgarfì  in  fellaf 
&  accommodarfi  le  veHe;  &  altrettanti  glie  ne  contengono  nel  opera- 
reycioè  Hare  vnìtOy  accorto ,  e  bello  [opra  il  Cauallo.  Tre  altre  auuerten- 
%e  ancor  fegnalatamente  deuràhauereytrouaadofi  nella  furia  dell'arme 
che  non  batta  forte  di  calcagno:  perehe  farebbe  al Cauallo  mancarla  le 
naye  l'ardimento  ;  che  porti  la  mano  della  brìglia  ben  temperata  >  e  ben 
poTla;percbe  altrimenti  il  farebbe fdegnare  di  bocca;  e  che  porti  la  ma-  P 
no  dello  flocco  in  tal  modo ,  che  non  fi  fianchi  >  e  che  Hia  in  vn  certo  atto 
Stati  tre  di  poter  difender fey&  offendere  altri  .Tre flati  fono  nella  Jpada  fola>  o 
nella  lpa-  fìal'huomo  apiedey  ofia  a  Cauallo:  di  Caualiere  alto  y  dimenarla,  e  di 
baffo:8queH'vltimo  epiùfìcuro  per  efiere  vn  modo  più  vnitoy  e  più  co- 
Effetti  del  uertOymaffvmamente  trouandofi  a  Cauallo.Tre  effetti  fi  fanno  con  la  (pa- 
li fpada .  da;fiferifceyfi  para  ye  fi  febiua:  dal  primo  y  e  fecondo  flato  fi  ferifee  y  dal 
ter%pfipara ,  efipoterbbe  ancor  offendere .  Con  tre  tempi  fi  ferifee  >  da 
tempo  a  tempori  contratempo:e  di  fopratemponl  quarto  per  lafua  dif- 
ficultà  di  rado  fi  trouaynè  forfè  mai.  In  tre  maniere  fi  fchiuaycon  la  per- 
fona  indietrofda  man  deflraye  da  finiflra.  (fiàfi  come  tre  fono  i  moti  na- 
turali ordinarij  del  Mondo  (come  il  Filofofo  dice)  dal  me^Oy  cioè  dalle 
parti  inferiori  alle  [oprane ;al  me%oy  cioè  dalle  foprane  alle  inferiori  ;  e 
circa  il  mexpyil  che  è  proprio  de  i  Cieli  :  co  fi  a  punto  fon  tre  i  moti  ordi- 
narijycheha  lhuomoydifkrfiinnanxiydifarfiindietroy  e  digirarfi  a  tor- 
no^ qua-  tre  moti  il  Caualiere  y  che  defideri  la  vittoria  >  bifognafare  con 
tre  qualità;con  l'vnione  e  velocità  di  membri y  con  l'occhione  co'lgmdi- 
tio  accortoye  col  pugno  follecito  e  robuHo-.perche  col  primo  motofitétay 
e  fi  ferifce:col  fecondo  fiparayfifchiuaye  fi  prouocayò  chiama(come  altri 
dicono)  e  col  ter^o  quartiando  fi  vengono  a  fare  diuerfamente  gli  Heffi  fj 
effettiyfecondo  le  varie  occafioni.  E  fi  come  di  tutte  le  cofe  trefone  i  ter- 
miniyrioè pr ine ipioyme7$ye  fine;  cofì  il  Caualiere  nel  fuo giuocoy  ò  abbat- 
timento diarmeyfi  de  infegnarey  nel  principio  dell' aJJaltOy  di  parer  bello 
à  i  circoflanti;nelmei%pyefìerfollecitOye  corraggiofo\e  nella  fine  Vittorio 
fo ;  le  quai  cofe  y  perche  con  affai  più  malagenoleiga  fi  fanno  a  Caualloy 
che  apiede(fi  come  altroue ho  detto)  bifogna,che'{ caualiere-yoltra l'effer 
ben 'accortoy&  agile  difuaperfonafia  ancora  ben,intédéte>ani%ipadron 
intero  della  volontaydelle  attioniye  di  tutto  l'effere  del  Cauallo.  Tornan- 
do duque  à  quello}che  di  pia  fi  richiede  per  vn  Qiualiere  armato}exon  la 

lancia, 


DEL    C^fF^LLOy    L1B.     V.  46$ 

.^f-,  lancia-,  dirò  che  tre  qualità  parimente  contengono  ad  ejfa  lancky  che  fìa  \  Caua* 
portata  in  vn  garbo  immobile  ■>  &  aerofoyben  pofta  in  reHay  &  diritta-  liere  ar— 
mente  incontrata .  Di  tre  maniere  fi  porta  la  lancialo  in  cofciayò  entro  la  m*to  S^ 
fella,o  fuor  della  fella,prefo  al  Borrello  di  dietro  }o  fui  braccio  manco  :   CTano  > 
Il  primo  vfo  è  diguerra ,  e  di gioflra;il  fecondo  diSortifcia  y  e'I  terzo  di 
Caual  leggiero  .  Quanto  alle  altre  arme  co  fi  de f enfine  >  come  ojfenfiuey 
diciamoyche  tre  coniitioni  per  effe  fon  da  richieder fi}  che  fiano  l'.tiliybel- 
le,e  commode;e Jpecialmente ne  bifognanotre  alla  corazza ,  ch'ella  fia 
cortayacciò  che  non  ofendejfe  il  pettignone;  larga ,  che  non  impedire  la 
lena^eH  fiatone  di  rignardeuole  viHay  affine  che  fa  ilCaualiere  da  gli 

B    amici  pììi  honorato>e  da  nemici  più.  ricettato  ;  i  quali  più  toHo  al  gua- 
dagno delricattoyche alfvccidere intenti  flanno  .  sJMa  adefsoCaua- 
liereyoltre  che nell apprendere  di  qualunque  dottrina  fi  fi  aytre  cofe  han- 
no a  co?icorrere,pofi  anzayfapienzjy  &  amore  :  Certamente  fopra  ogni 
altra  fon  neceff arie  tre  virtù  ubbidienza  nelV  imparar  e, follecitudine  in 
efiercitarfi>&  valore  neWejfequire .  Queffo  valore  e  quella  fortezza  > 
la  quale, fr ai  due  eflremiytimidità,  e  temerità  Ha  mezana  :  dalla  timi-  Effetti  <fl 
dita  feguono  1  tre  effetti  figurati  per  le  tre  gorgoni  (come  Fidgentio  ejpo  la  timidi 
ne)dé'  quali  il  primo  indebolire  l' animo  Jl  fecondo  il  confondeye'i  terzo  ta  ' 
ofcurala  vifla;latemeritàfuolfempre  accompagnar/i  con  la  furia  del- 
l'irayla quale  accéddendo  il f angue  intorno  al  cuoreyimpedifce  la  mentey 
che  non  difcema  il  vero  ;toglie  via  il  freno  della  ragioneye  fpoglia  l'huo- 
mod'ognihumanitày  ingombrandolo  di  crudeli  e  ferignifpiriti:  e  però   * 
poi  che  tutte  le  h umane  att ioni  procedono  da  tre  cofe  ,  dalla  ']s(atura  y  trumane 
dalVVfoye  dalla  \agiones  chi  fi  cono fce  per  auuentura  naturalmente  ef-  actioni  ,{> 
fer  iracondo  yinfegni fi  ne  iprincipij  dell' occa foni  con  la  forza  della  cedono  '; 
Ragione  ributtare  l'Iraythe  ella  non  penetri  a  dominarlo  >  e  tanto  per  fé-  ~a  tre  co" 
neri  in  quello  habito  >  che  l'vfo  di  mano  in  mano  venga  a  conuertirfi  in 
"Snatura . 

IL  FIl^E  DEL  Ofl^TO  LIBBJO. 


*&&*&& 
<&¥$>(£*$> 


9g  di 


DI    PASQVAL    CARACCIOLO 

CAVALIERE    ILLVSTRE 

NAPOLITANO. 

Della  Gloria  del  Cauallo , 


Militia  di 
gran  di- 
gnità, & 


Nobiltà 
veri  on- 
de habbia 
hauuto 
principio 


IL    SESTO    LIBRO. 

S  S  E  J^D  OSI  già  ridotto  il  Caual- 
lo co'  fudetti  ammaeftramenti  ai 
attitudine  di  feruire  all' b uomo  in  tut- 
ti que'  meflkriy  che  fi  richiedono  ;e'l 
più  importante  vfo  di  tal  animale  con 
fìsìendo  (  come  più  volte  moflrato 
habbiamo)  nelle  opere  militari  \  non 
mi  par  difdiceuole  a  questo  luogo  di 
ragionar  alquanto  della  militia,  lo- 
cai dignitàqtianto  fi  a  nobile,  fi  vera- 
mente fi  può  da  quefto  confiderare > 
che  ilfommo  Iddio  per  la  bocca  de  i  firn  .Apostoli,  e  Trofeti  in  molti 
luoghi  della  facra  Scrittura  [otto  nome  di  effercito  chiama  i  celejli  fot- 
riti:  &  appo  gli  h  uomini  la  vera  tiobiltàf  trotta  (per  autorità  di  molti) 
dalla  Virtù  >  e  dalla  Militia  batter  battuta  la  prima  origine  :  e  per  li  me- 
riti >  della  Militia  fi  dauano  i  J{egni  nelle  antiche  R^epubliche  (come  da 
lAriHotele  fifitfede)  creandofi  Fjdail^obili  colui >  che  haueffe  confer- 
uati  i  popoli  dalle  altrui  ingiurie ,  qttalfu  in  jLtbene  C»dro  ,  o  che  gli 
haueffe  liberati  iaferuitk  ;  qualfu  tra"  Ver  fi  Ciro ,  &-infomm  t  tutto  il 
gouerno  er -a  fondato  in  quelli  >  che  f tiferò  h abili  alle  arme ,  e  che  V  ba- 
ite fero  ancor  dinanzi  esercitatele  co  fi  la  I{epublicade'Cfreci  da'  falda- 
ti fi  ordinata,  e  Specialmente  da'  (aiialieriy  ne'  quali  all' bora  conftfteua 
V  eccellenza,  e  la  forza  della  guerra)  non  fapendofi  ancora  adoprare  be- 
ne 


H 


<D£Z  £<AV<A  ILO,    LI  E.   VX.         ^67 

rjl  ne  l  infanteria  ;  e  la  Republic  a  de"  Romani  non  pur  da  perfine  armige- 
re  fu  fondat  acquali  furono  Remoy  e  Romolo y  che  lafciato  il p aflorale me 
flieri  perfegnitando  i  ladriyacq  nifi  aro  col  valor  dell'armi  riputatione  mi 
rabile  appo  i  finitimi  :  ma  con  la  vera  difciplina  della  militia  tanto 
ampiamente  fi  jìefe  y  che  diuenuta  qua  fi  Reina  di  tutto  il  mondo  > 
termino  con  l'Oceano  l'Imperio  (  come  il  Toetadice  )  e  con  le  flette 
lafama.  Islonfen^a gran  cagione  adunque  dijfe  Cicerone  orando  per 
Murena jcbe  la  virtù,  della  difciplina  militare  è  più  eccellente  di  tutte  le 
altreye  che  quanto  è  nello  Imperioynello  flato  della  Città  fia  ripofìo  [otto 
la  tutela y  eprcfidh  della  virtù  belile  ayla  quale  altresì  da  Valerio  M affi- 
li   moè  chiamata  fommo  decorose  Stabilimento  dell'Imperio  Romano  >  nel 
cui  grembo  ye  tutela ,  dice  egliyil  fereno  tranquillo  flato  della  beata  pace 
fi  acqueta. Oltre  a  ciò  quefia  fcien%a  (fecondo  Viatorie  è  vtiliffimafopra 
tutte  l'altre:  perciò  che(  come  egli  riferifce)coluiyche  die  le  leggi  a'  Cre- 
tefiyle  compofe  in  maniera,  come  fé  queglihuomini  foffero  fiati  fempre 
in  ordine  a  dontr  combattere ;  denotando  per  queflo  y  che  lo  fi abilmente 
•vero  di  tutti  igouerni  sìa  ripoflo  nella  militare  difciplina .  Horfe  andìa 
mo  confiderando la  manieraycon  che quefìi  illufiri popoli  Rimani  guer-    Guerre 
reggiauanoycert amante  affai  diuerfa  dalla  noflra  la  ritrouiamoyche  non  (£ue<ÌSj£ 
(come  tranoi  fi  vede)  in  diabolici  iflrumenti  quali  fono  "Bombarde ;Can  dalle  mo- 
noniyColombrineySacriyFalconetti)SinerigliySerpentineySpingardeyMor-  derneper 
tariy&  archibugi)  &in  armeyche  courono  dalla  te  fia  infimo  alpiedey  S    "tru* 
ma  folament  e  nell'ardire  y  e  nella  fortezza  propria  fi  fìdauano  :  conciò 
foffe  cofayche  i  Qiualieri  Bimani  (  come  inVolibiofi  dimoflrajcombat- 
teuano  anticamente  fenica  corata  y  anzj,  ignudi  dalla  cintura  in  su  y  e 
coi  br aconi  intorno  alle  loro  parti  vergogno] e  y  &  in  quel  modo  agilifji- 
mi erano  al  montare  a  cauallo  y  e  defiriffimi  al  maneggiare ,  ma  troppo 
[oggetti  a  'pericoline  'fatti  dell' arme  ;perche  reflauano  difarmatiye  quafi 
ignudi.  Tortauano  certi  feudi  di  cuoio  di  bue  y  iqualinele  pioggie  gon-  Cuoi  cot 
jy  fiando  difutili  diueniuano.Di  quefìi  cuoi  cottiyfcriue  ancora  Varrone  ef~  ti  armatu 
fere  fiate  le  antichiffime  armature  y  onde  fi  conriuano  i  Romani  pofeia  l'^J  anu~ 
prefero  la  forma ,  e  l'vfo  dell'armi  Greche  y  lequali  in  procefìo  di  tempo 
fi  tralafciarono  in  Italiayoue  sì  fattamente  fi  venne  a  fregnere  la  difci- 
plina della  militiayche  in  ogni  fkttione  bifognaua  chiamare  faldati  flra- 
nieri.T>alche  già  s'era  ridotto  di  bel  paefe  in  bruttiffima  feruitù  di  bar- 
bare nationiyinfino  a  tanto  che  Jtrberigo  da  Balbiano  Conte  di  Cunioyhuo  Alberigo 
mo  di fingolar  virtùye  degno  deterna  memoria  y  rinouato  il  cofiume  di   *   a    u 
far  l'arme  diferroycominciò  ad  addefìrare  a  cauallo  gli  Italiani  in  que- 
fia foggiale  bora  yfiamo }  la  qualj>  le  felle  ferrate  y  e  inar  donate  e  per 
■~uh  GG     z         le 


468  DELIA      CLODIA 

leflaffeynelle  quali  il  Qtualiere  fi  sìa  pia  fermo  y  e  piàficuro;è  tanto  mi- 
glior della  antica  cbeboggi  iena  compagnia  di  gente  d'arme  fi  trouereb- 
be  di  gran  lunga  fuperioreà  dieci  di  quelle  .  Senofonte  già  infegnò,  co- 
Caualiare  me  pt  dQHejle  armare  ilCaualiereydicendoy  che  fi  acconciale  bene  in  dof- 
dee  arma  fa  a^a  perfona  vna  lorica ,  la  qual  non  impedijfe  ne  al  federe  ;  né  al  pie- 
ve. gayfh  n(>n  troppo  largarne  troppa  flrett  a  ;  perche  quefla  farebbe  legame 
non  armatura ;e  quella  verrebbe  afofienerfitutta  da  gli  bomeri  con  grò, 
noia.  Il  collo  e'I  capofifoffero  da  guardare  con  moka  curati  cui  coprirne 
ti  efendo  con  debita  modo  lauorati  y  aggiangerano  yoltre  la  fìcurei^ay 
grande  ornamento  al  Caualiere;  ma  fan  tali  y  che  non  fé  ne  impedifea  la 
-vi fa  in  coMo  alcuno. E  perche  effendo  affitta  lafìnislra  il  Caualiere  ri- 
mane quafpriuo  delfuoprefdio;  à.  coprir  quefla  dice  afai  e  fere  appro- 
uata  queli  armaturayche  dicon  Manoyouer  Manopola\e  la  deHra,efen- 
Manopo-  d0  neceffario  dHnal^arfìyo  che  fi  voglia  lanciar  dardo  yo  dar  feritale  da. 
auuertirfiycbe  ninna  parte  della  lorica  impedifea  il  fio  vjficio y  &  efferle 
da  aggiungere  vnfuo  appropiato  guernimento  y  che  la  ricuopray  di  ma- 
niera peru,che  refti  ancora  ben  munita  quella parteycbe  fi faiopre  alyan 
do  il  braccio  offendo  quiui  vna  della  parti  vitali  import antiffima  y  e  per 
non  lafciar  ignude  le  anguinaie  y  habbiano  elle  pure  i  particolari  loro  di- 
fendimene. Oltfa  cioè  da  confiderarfiyche  offendendofi  il  cauallo:fi  tro 
Cauallo. ua  il  Caualiere  in  gran  pericoloypercio  bifognay  che  egli  ancora  fiaguar- 
perche  fi  dato  con  le fue  proprie  armature  ydi  front  aleye  di  pettorale  y  e  dicoflali;  e 
debba  ar  fi  angli  principalmente  i  fianchi  fortificati  ;  oue  le  ferite  fon  più mortali  >. 
"he^        ¥er  efiere  tener iffimi  :■  ma  eglino  fiprotranno  con  quel  fornimento ,  che 
do.  dal  girare  intorno  ci  ifiancbiy&  alle  groppe  Girrello  dicono  >  &  infieme 
co  la  fella  fortificareJa  qual  dee  efiere  cofiacconciaycheyl 'cauallo  no  fé ite 
offenda  ;e'l  Caualiere  vi  fin  affettato  afiaifermaméte;a\cuibifogna  mu~ 
iure  ancorale  gamheye ì piedini  quali  coprendo  fi  di  cuoio  sfaranno  arma 
tiye  calcati  infìememente:  Queflefono  le  arme  da  f cacciar  e  dal  corpo  hu 
mano  col  dinino  fkuore  le  offefe  ;  ma  per  offendere  il  nemico  y  dice  miglio  j^ 
Arme  of-  re  effere  lafcimitarray  che  lafiadayperche  altamente  ferendo  di  taglby. 
fenfi  uè .   fi  fila  piaga  più  violenta .  In  queftaguifa  negli  antichi  ritratti  fi  veg- 
giono  armatigli  huomini  d'arme  a  Cauallo  y  che portauano  vna  camicia 
di  maglieria  qual  copriua  loro  infino  alle  ginoccchiaycon  bracciale  e  con 
guanti  di  ferrose  co  fchinieri;  e  co  vn  morione  allacciato  con  vn gran  pe 
naccbio:e  con  vn  grande  fendo  nella  man  manca  ;  &  vn  lancione  nella 
dirittaJ  lor  (faualli  erano  fpeffo  armati  di  lame  di  ferroymeffe  perordi- 
aotichi     ne  5  ^  a'1  maglie  ;come  fi  vedeuano  le  cora^eye  igiacchidel  tempapaffa 
come  ar-  to y  e  come  cofiumauanogjai Verfiyi'quali ferine  OjCurtioy  che dipìafirt 

diferra> 


C 


man  . 


DEI    CUVjtllO,    L1B.    VI.         4^p 

^jf  di  ferro  ordinatamente  con  effe,copriuano  fe,ey  loro  caualli .  Quefle  ap- 
po ioì  con  vocabolo  Francefejon  dette  bande;  e  le  fanno  non  pur  difer- 
ro,ma  di  grò  fi  (fi -no  cuoio  di  Bufalo  ,  o  di  Toro,  odi  Dante,  per  non  dar 
tanto  pefo  all'  animale ,  &  i  cavalli  co//  innati ,  fi  mettono  per  incontro 
nella  vanguarda  della  gente  d'arme  .  Mahoggi  la  Canalleria  de 'nobili  > 
mirando  più  alla  pompa,che  all'vtile,s'è  ridotta  per  abufo,afhre  difeta 
iguemimenti ,  che  nulla  giouano  in  effetto ,  e  di  qui  nafte,  che  contra  la 
Canalleria  Francefe,  che  in  gran  parte  ritiene  ancora  l'vfo  delle  barde  " 
difficilmente  con  altra  fi  pub  refifiere .  Hora  i  Caualierico'  caualli,  cofi  w    % 

coverti  da  ogni  bada,fi jchiamauano  (atafratti,e  fecodo  <Ammiano  Mar  «-^A/fj] 

B    celli/io,  Clinabanaru  altrefi  .Lituo  gli  nomina  Loricati  %  cioè  Armati  di  nome  di- 
lorica  ;  la  quale  alcuni  intendono  per  quella  arm  atura  ,  che  volgarmen-  uerfo.    , 
tefidiceJLnima^o  Cor  albina, forfè  perche  difende  la  vita,e'l  core,alpri 
yogliono,che  foffe  piutotto  il  (fiacco: fi  come  da  Virgilio  fi  dimottra\che 
la  de  ferine  contefta  di  ba?ni,cioè  di  catenette  ,  ò  maglie.  E  cofipare  in- 
tender  fi  dalTetrarca ,  ilquale  dice . 

Contra  colui  ,  e!/ ogni  lorica  fmaglia->. 
Il  che  IjLriotto  imit  b  dicendo , 

Ch'ogni  elmo  rompe  ,  ogni  lorica  f maglia^ . 
Equefto  farebbe  già  il  più  fermo  intendimento  :  fé  "Budeo  non  diffr-  ,  ^0liCl 
nifie, la  lorica  effere  vna  protettione,vn  riparo,  vna  difefa  di  ciafebedu-  jajjucieo. 
nacofa:  che  in  vniuerfale  fi  puote  intendere  non  folo  nelle  perfone,  ma 
anchenellecofe  l'inanimate,  come  ne  gli  argini,  e  nella  mura;  fi  che 
ageuolmente  vi  fi  puote  ancora  intendere  il  Corfaletto ,  o  C077  alieto ,  0 
Cora?ga,come  dicono  l'armatura  tutta  di  ferro  fodo;  poi  che  i  Catafìr at- 
tiche s'armano  di  lorica,  Vegetio  dice, effere  benficuri  dalle  ferite ,  ma 
per  V impedimento  e  pefo  delle  arme  troppo  grani  foler e  fpefio,  &  age- 
volmente efìcr  prefi .    ^Acatafrati  fi  dicevano  pofeia  quelli ,  che  noi  Carni  le- 
chiamiamo  (aliai  leggieri,  cioè  armati  leggiermente ;  detti  ancora  Eia-  giert    co- 

2>  fri  da'  Greci;  e  Veliti ,  quafi  Volatili  da  Latini  per  la  loro  velocità ,  che  me  ctui  * 
in  ogni  poco  fanno  f correrie ,fcaramuccie:  Benché  que  fio  nome  di  Veliti  amicarne 
(fecondo  Tolibio ,  &  Elianojfì  daua  più  propriamente  a  quei  pedoni,  te. 
ch'erano  nelV  efferato  manco  ricchi,  più giouani,piu  agili ,  e  meno  ar- 
mati, de  ì  quali  alcuni  vfauano  le  fronde  con  le  pietre,  &  alcuni  al- 
tri diuerfe  arme  da  tirare ,  e  da  lanciare  in  varij  modi,  e  di  lontano  of- 
fendeuano  il  nemico  .  Eglino  ancora  portauanovn  certo  berrettino  in 
tetta  couerto  di  pelle  di  lupo ,  là  douegli  altri  portauano  il  celatone  con 
le  penne,per  parere  vitto  fi  agli  amici,&  jpauenteuoli  anemici .  Hora 
gli  altri  foldati  Bimani  >  cofi  da  Cauallo,come  da  piedi  erano  parte 

(j  G     3  battati 


47©  DELL**     C  L  0  B^I  j£ 

Soldati  bastati,  armati  di  corpOyihe  combatteuano  con diuerfe arme 'd  basta  >  £ 
haftati,&  e  parte  fiutati  y  eh  erandettiTjeltatiy  e  Cenatile  Clipeati\per  gli  fcudiy 
Scu  tati .    cheportauano  in  varie  guife  -parte  Ferentarij;  coft detti  dal portar  del- 
lraiutoyche  facevano:  trouandofi fpedith>e prontiafoccorrere in  ogni  ban 
datone  il  bifogno  ricerchi  gli  h  ave  fé  più-,e  costoro  v fonano nel  combat 
tere  >  archi ,  baleflreyfìondeyQd  altri  tali  faettamentutra!  quali  bora  pof 
.    fiamo  annoverare  gli  f coppi  y  e  gli  archibugi .  IfoldatiFerentarijydetti 
J  '  alirimente  arcieri  y  I  addatoti  >  Sagittarie  Tarantini  fi  deonopiù  prò 
priamente  intendere  per  quei  faldati  da  Cavallo  ,  che  adoper ariano  gli 
archile  faette,  &  i  dar  diye  fimili.  altre  cofe  >  e  tutte  cotalifyeciedifol 
dati ,  che  ferifcono  da  lungi  yofiano  Caualieriyouerpedoniy  appo  Farro-  F 
Ro     ii     nr  fon  detti  I\prarii;con  db- ,  che rafìembrino  la  rugiada;  la  qualfi  co- 
"  me  è  principio  della  pioggia;  co  fi  quefiidannoprincipio  alla  battaglia  $ 
e  però  nelle  Corna  fi  fogliano  collocare- y  come  Vegetiopone..  Maeglico 
fi  Ivnaycome  l  altra  ffecie  di.  costoroy  forniti ifaettamentixÒ  rottele  l'am 
ciey  pur  vengono  dapreffo  ad  «'Zguffàrfì  •■,  adoperando  tefyade  >ò /o 
fciixiyòle ?na-2^e;come Eliano  ammaestra »  T)e iCauallileggieriyalcu. 
ni  portauano  vna  cbiauerina  (oltre  le  altre  arme  difenfute  )  e  nel  brac- 
cio finislrovn  grande  feudo  >  e  nel  destro  vn'hasta  lungaynon. già  fittile- 
e  tremolante  con  vn  ferro  y.  come- più  anticamente fi 'vfàua  yma  ben.fer- 
maye  condueferriyAl  rfan^a  (jreca(come  vuolTolibiojalcunicolme  "' 
de  fimo feudo  tre  dardi  di  punta  lunga  afaiy&  vn  fol  dardo  nella  deflra 
.    .  con  un  filatone  in  capQy&vna  (ora^^ma  in  dofio ..  Gli  JLrcieriporta-' 
eome-an-  «wa>  alle  fftallevna  faretra  y  cioèvn  tur  eaffo  pieno  di  jrecciey&  vnar- 
dauan  ve  co  nella  man  manca  y  comma  freccia  nella  diritta  pronta  per  tirare ,  con 
«iti*         lajpada  pendente  al  fiacco  yecon  vn  pugnale  al  lata  destro  ;  tutti  con  le 
loro celateye  co1  gambali .  Vinfegna  della  CaualLeria  Bimana  eravna. 
.    .    ^Aquila  ferma  su  la  punta  appianata  dì 'vna  balia  ; la  qual?né£àuaì 
fe?na  del  leg&erì teneua  legata  poco  di  fitto  d piedi  di  effd  ^Aquila  vna  benda  di 
la/caualle  taffettà  y  per  differenza  de glihuomini  d'arme;  equefidinfegna  fi  porta  j% 
ria  Roma  uà  da  vno  nella  ma  finiflra;chefu'l  capo  teneua  in  vece  di  celata  lapel- 
Dz"  le  di  qualche  fera,acconciat a afomiglian^a  divnatefta  di Leone{come- 

da' Greci  è  dipinto  Hercole)per  effere  (pauenteuolealnemico\fi  come  Ve 
getio  ferine.  Questa  infegna  dell aquila  era  ancora commune  à tutto 
iP ejjercitoy  e  già  Ivfarono  i  Romani  anticamente  in  fégno  d'ella  lorogra 
de^raye  maggior \mra  tra  tutti  i  popolimon  altrimenti  che  fi  dimostra 
l'aquila  fra  tutti  i  volatili  yper  effere  vece  Ilo  filare y  e  Gfiouialeyperche 
nivrì  altro  à  paro  di  lui  riguarda ,  e  fi  auukina  al  Sole  >  e  Cjioue  (come 
fulgentio  afferma)  porti  tequila  per  infegna  nella  battaglia ,  ch'egli 

fece: 


+bll    CjtVjttLO    US.   FI.  471 

ji  fece  contro,  i figliuoli  di  Titanoye  nella  prefa  di  Ganimede. Hebbero  oltra    iufegnè 
quella  i  Romani  altre  infegne ,  cioè  di  colore ,  del  Minotauro ,  di  Lupiy  d  iuerfe 
di  canalli  ye  de'  Cinghiali .  Maperehe  Mario  nel  fecondo  fuo  Consolato  de  ^oma 
tolfeai  Cimbri la  medefimaiafegna-.coslumarono  dopo  i  Rimani  di  por 
tarequesTunafolamentc  alla  battaglia  (tomeVUnio  ajfermajlafcian- 
4o  tutte  le  altre  ne  i  /leccati,  Le  bandiere  de'  colori  anco  erano  varie  ;   Bandiere 
perche •neìl  "•alloggiamento  del  Generale  fi  diri^raua  la  bandiera  bianca}  de'  Roma 
&  in  quello  de'  Tribuni  le  rofi e  y  lequali  erano  ancor  proprie  della  fan-  ni  vane. 
teria  5  fi  come  il  ceruleo  era  della  Caualleria  y  la  quale  fi  diuideua  in  De- 
curie, in  Turme  >  &■  in  *Ale  >  non  altrimenti  che  in  Manipoli ,  in  Centu- 

&    rie,  &  in  Cohorti  la  fanteria,  Il  Manipolo  era  di  venti  faldati ,  detto  j0  ^^tu 
qudfi  più  mani ,  0  per  lo  fafcio  del  fieno  >  che  legato  in  vna  pertica  vsò  ria,  e  Co- 
B^pmolo  perìnfegna;  Vegetio  l'intende  per  dieci  y  che  filano  infieme  in  none. 
ima  tenda  fla  Centuria  era  di  cento  pedoni  ì  laCohorte  (oltra  la  Milia- 
ria  y  eh 'er -ala  più  degna  dell  'efferato)  contenea  cinque  centurie  >  e  tal- 
uoltapiù  e  qualche  fiata  mmo  ;  la  onde  vari]  nomi  hauea  >  i  quali  pari- 
mente ft  e  angianano  fecondo  la  diuerfità  delio  ejfercitioya  che  era  depu- 
tatala Decuria  s^ìntendeua  di  dieci  caualliy&  ogni  tre  Decurie  fkceua-  i?ecui  ia  » 
no  vna  Turma ,  per  lo  che  da  Fanone  fu  detta  Terdena ,  laqual  Turma  ^la. 
tuttauia  fiotto  l'infegna  d'un  Decurione  fole  a  guidar  fi  :  V^Ale  s'intende- 
nano  per  lifquadroni  de'  Caualli ,  che  ricueprono  il  corpo  dell'esercito. 
Fegetio  defidera  il  Decurione  agile*,  e  ben  dijpofto  ;  fi  che  armato  di 
tutte  arme*)  poff a  con  fomma  ammiratone  de"  circondanti  montare  a 
eauallo  con  vn  faltoy  e  caualcare  gagliardamenteyet  volteggiare yfapen 
do  benferuirfi  dell'hasla  ;e  ben  tirare: E  che  fia  idoneo  ad  ammaefirare  i 
fuoifeguaci  di  tutti  vfficiyche  ad  equejire  pugna  fi  appartengono  Vanen- 
do cura-tche  tengano  ben  forbite  le  loro  armature  :  perche  lo  fl>lendorc~J 
deWarmeyfuole  apportare  a1  nemici  terrore  :  &  agli  amici  diletto  al  ri- 
guardare :  mafopra  tutto  hauere  l'occhio  >  che  ciafeuno  gonerni  bene  il 
q  fuo  Cauallo  .  Scriue  Fesloy  che qual'hora i  Cenfori  ì\omani  vedeuano  vn 

Caudllo  mal  trattato  dal Caualiere;gli  toglieuano  loftipendioy  e'I Canal-    Cauallo 
lo  :  fi  come  in  molte  conftitutioni  diquefto  regno  fi  vede  ejìerfi  vfato  da  <jouei'" 
gli  Imperadori,e  da  altri  Bj.EyCome  Gelilo  narr acquando  vedeuano  trop  uernarc." 
pografio  y  0  corpulento  il  Caualiere  ygli  toglieuano  il  cauallo;  come  non 
atto  ad  effeguire  il  fuo  vfficio  con  tanto  pefo .  Le  Decurieye  le  Turme  fe- 
condo la  volontà  de'  Capitani }e  fecondo  il  bifognofi  accrefceuanoy  efifee 
mauano:e  benché  il  numero  fi  mutaffeynon  però  mutauano  il  nome .  &a 
poi  differenza  traì  foldatiyche  alcuni  fi  diceuano  Legionari] ypublicamen-  Lesiona- 
te stipendiati)  eferitti  nelle  matricole  ordinarie  :  hauendo  /biennemente  ri]  v 

GG     4         dato 


.^. 


47V  *t)  E  L  L  <A     G  L  0  B^  1  Jt 

._  dato  il giuramento-di  offeruare  fede '  inuiolabile  >  feriva  tema  dipericó-  g 
AufiJian/  ^  Q  j-  morte  .  <isfltrift  diceuano  tAufilianjycheper  aiuto  di  costa  fi  con 
Acccn/Ù    duceuano  allo  esercito:  &  il  più  erano  delle  genti  confederate,  e  tra  co- 
Boro  erano  i  Gregari]  ,  foldati  raccolti  dal  vulgo ,  &  z^ccenfi  quafi ac- 
codati quelli  che  f emiliano  public  amente  y  de'  quali  portavano  l'acqua 
ilifjì,  e  le  legna  iC  aloni  :  Concia  fuffe  co  fa,  che  i  legionari)  >  che  fi  appel- 
lauano  dimorati)  erano  efentida  ogni  forte  di  fendmento  ,fe  non  che 
quando  bifognaua  tagliare  i  legnami  per  lo /leccato  y  o  cattare  ifoffi.y  e 
fare  i  bafiioniyod  altre  tali  opere necefj arie ,  aiutauano  tutti  quanti  al- 
la vicenda;  parte  faticando ,  e  parte  guardando  .  Et  all' bora,  era  di- 
letteuole  certamente  a  vedere  i  giouani  foldati  alfuono  della  trombet-  & 
ta  f abito  pò  fare  l'arme,  cauarfii  £elatomdi  testa ,  mettere  giù  ipauefiy 
efaeffo  giti aranco  a  terra  i  Corf aletti  y  e  dar  di  mano  alle  fcuri  yod  alle 
Legione.  ^^  ^  ^  altri  firmili  islromenti ,  con  prontiffima  diligenza .  La  Legione 
Soldati  di  fi  dice  uà  per  lo  eleggere  della  gente  y  chefifacsua,  come  Iconio  dicevo 
diuerfe      Sceglieuano  (fecondo  Polibio)  i  Bimani  i  loro  foldati  di  più  forte ,  cioè    , 
fpe  tie  e     i  giouanetti  >  per  Veliti  alla  leggiera ,  /  giouani  pia  robusti  per  Haftatiy 
nomi  ap-  aicìmi  con  gH  fc/i(ny  ond'eran  detti  Veltati  >  &  alcuni  fen^a  feudi  con  le 
.mani.       hasle  più  lunghe  y  &  armati  di  corpo  alla  Greca  (come  Eliano  infegna) 
i  migliori  de'  quali  fi  appellavano  Principi,  e  gli  altri  eram  più  attem- 
patiy&  Vcteraniy  che  Tr tariffi  cbiamauano  dell'iste  fi  a  maniera  arma- 
ti(c  ofi  deltiy  perciò  teneuauo  il  terxo  ordine  nelle  battaglie,  dopo  gli  Ha- 
!ììati)&  i  "Principi)  e  questi  gli  elegeuano  dalla  nota  ejperien^a  y  quegli 
altri  dalle  migliori  congetture  ,  che  appareuano  .  Ma  in  quello  conget- 
turare varia  è  fiata  lopenìone  de  gli h  ho  mini  :  Pirro  I{e  degliEpiroti 
Parti  che  voleua  ifuoi  di  corpo  grande  y&  agile  della  vita-,  Cefaremirauapari- 
dono  à"  mente  a^a  dìfjxìfitioM  della  perfonay  ricercando  tutte  quelle  parti ,  che 
vn  buon  fogh0**0  farei' Intorno  più  gagliardo  ,epiù  difposio  y  come  fono  gli  oc  chi 
folda  to.    grandi  y  fuegliati ,  e  vini ,  la  te  sìa  diritta  y  e  non  picciolay  il  collo  ner- 
uofoy  lo  stomaco  eie  nato  y  le  braccia ,  e  le  dita  l  larghe  y  e  forti  y  il  ven- 
tre piatto  y  le  Italie  larghe ,  le  cojcie  graffe ,  le  gambe  arcate  >  &  i  piedi   * 
afeiutti.  lAltri  han  detto  douerfi  ne'  foldati  guardare  a'  costumi  y  al- 
trimenti fi  elegge  vrìifiromento  di  fcandaliy  &vna  infettione  di  tutta 
la  gregia  :  &  veramente  la  virtù  è  la  principale  cofa  ,  che  fi  debba  ri- 
chiedereydalla  quale  nafeendo. 

Timor  d'infamia  >  e  fol  de  fio  d'honorem. 
7^e  nafee  ancora  la  vittoria  ageuolmente;  la  doueno  puotevfciredacat 
tiuo  animo  honoratayne  laudeuole  co  fi  alcuna  ;e  chegiouerà  armar  bene 
ynfoldato}e  mettere  ben  a  cauallo  vn'huomo  d'arme,  fé  questo,  e  quella. 

non 


<DEL    CjLVjLLLG,    L1B.FI.  47? 

\A  non  ha  buon  corei 'Q^on  gioiui  ad  vn  Principe  batter  gran  numero  di  bua 
mini  afuofoldo,  [epoca  viriate  alberghi  in  e  (fi ,  però  è  neceffario  nei  fa- 
re dette  compagnie,[cegliei  e  perfine  valenti,  ardite,  [en[ate  ,  e  coftuma- 
te;chepol]anofkfhonore  afe  medefimi,  e  feruigioper  lo  padrone,&  otr- 
tima  congettura  dar  adi  tale  colui;  chef,  vedrà  poco  parlatore;  penfofi, 
più  toHo ,  che  vano  .  *JWa[e  vn  Capitano  vuol  hauere  buoni  fidati, 
egli  è  di  meslierilui  sleffo  ejfere  buono  [oldato,perciocheè  imponibile, 
che  pofavn'infignare  ad  altri,quel  che  effo  mai  non  imparò  .  Ma  quel- 
lo, che  bene  fi  effo  impedifiequeflo  ordine ,  è  la  gratta  ,  &  il  [nuore  ;  per 
melode'  quali  fi  danno  le  compagnie  ad  huomini  inejperti: che  il  più  del 

**  le  volte  recano  vergogna  a  quelli  ,  che  gli  hanno  [aspreggiati  ;  danno  a 
chi  gli  hauea  accettati,  &  a  [e  slejfi  l'uno  e  l'altro .  Vero  grandemente 
in  verità  s'è  da  [uggire  di  dar  carico  a  niuno  per  intercefiime  d'amici ,  0    Vffrci  & 
di  parenti  ,[e  prima  non  è  bene  infirmato .,  ch'egli  fa  h  abile  a  fiftenerlo;  c^.lcIi\  ? 
..perche  l'ufficio  mainon  è  ben  datoyquando  non  fi  dà  e  per[ona,che  nefap-  . *  '  f 
pia  render  conto,e  che  meritatole giudicato  ne  fi  a  per  proprio  [no  vaio-  re. 
re ÙJJfói 'tempo  di  Romolo  contenutala  legione  tre  mila  finti ,  e  trecen- 
to Caiialieri,  e  da  queflo  numero  temanogli  Spagnuolifon  venuti  a  chia 
-mare  il  Ter%o ,  quando  tre  'mila  fanti  fanno  [otto  vn  Maeflro  di  cam-r  Colonne} 

£  po,o[otto  vn  Colonnello ,  ilqual  vocabolo  dalla  Canni  pare  che  fa  deri-  l°>P"'c"e 
nato,  e  fendo  egli  il  foHenimento  del  [no  efferato  ■  e  [e  altri  firiuono  Co- 
ronella,par  diminutivo  dalla  corona  >  quafì  vn  picciolo  Imperadore:  E 
ben  qui  d' avvertir  fi,che  (fi  come  in  Eliano  [1  dimoslra)  quei  (api  di  più 
compagnie  chiamati boggidì  Colonelli;  erano  nell 'ef  eretto  de'  Romani , 
fecondo  il  carico,cbe haueuano, variamente nominati:  Tcrcioche  vi  era 
il.Ventacofiarca  governatore  di  più  di  cinquecento  huomini:  il  Chiliar-  Colonnel 
ca,che  gouernaua  il  doppio;  il  Melare  a,  0  Telarca  di  maggior  numero  :  li  già  no- 
il  Falangarca ,  0  Stratego  condottieri  di  vita  battaglia  fimplice,  cioè  di  pinati  va 
vna  legione  ;  &  altri  ancora  di  maggior  governo  ,  e  tutte  quefle  ban- 

D  de  accrefceuano,o  mancavano ,  fecondo ,  che  l'efferato  augumentaua  ,0 
difminuiua  nel  numero  de'  fidati  ;  Terbio  giudicherei,  douerfì  inten- 
dere quejìa  maniera  di  gouerno  per  gli  tempi  degl'Imperadori,  (poi  che 
Eliano  ad  Hadriano  [criffe)e  non  già  di  Confili ,  iquali  nel  loro  ef  eretto 
del  Legato,  de  i  Tribuni  fi  firviuano  .    Hora  le  Legioni  (  cofi  chiamata 
dall' eligere  de  i  fidati  )  da  che  ella  hebbe  principio  nel  tempo  di  Romu-    I-e£I0nc 
lo  di  mano  in  mano  fu  accrefeiuta  in  vario  numero  ,fì  come  inLiuio  ,  in  percj^e'eo 
'Polibio,  e  pofiia,  in  Eliano  pub  veder fi,che hora d' uno,  hora  d'un' altro  fi  eletta. 
modo  la  pongono :V egetio  nondimeno  dice,  che  la  Legione ,  int  era  hauea 
almanco  [ei  mila  huomini  a piedì}e fettecento  trentadue  a  caudlo,Tlur 

tarco 


^74  'DÉll^Glòf^lJ: 

tarco  glifnfei  cento  :  ^Altrifefìantafei  ancora  vi  aggiungono .  Di'  que-  £ 
He  tal  legioni  fi  legge ,  che  quaranta  quattro  ne  erano  ordinariamente 
pagate  da  Ce  fare  JLugutto,e  poi  da  gli  altri ,  che  fuc  cedettero  all'I  mpe- 
rio,mentre  che  ttette  in  fiore,  cioè  infimo  à  Costantino  ,  che  lo  trafportò  in 
Oriente  ,  e  perete  effe  leghni  diradijjìmo  intere  erano;  noi  ficuramen- 
te facendo  ogni  vna  difei  mila  pedoni  >  e  cinquecento  Caualli  ;  a  tre  feu- 
di il  meje  per  fante,  fkrebbono  diciotto  mila  ;  e  per  feffanta  capi  di  {qua- 
dra, a  feudi  fei,  trecento  fefianta  :  e  i  Caualieri  a  feudi  noue  ;  quattro 
mila,  e  cinquecento;  che  in  tutto  far  ebbono  fomma  di  feudi  ventidue 
mila,  &  ottocento  fejfanta  per  ogni  mefe ,  e  per  ogni  anno  dugento  fet- 
tanta  quattro  mila  trecento  venti:  laqual  moltiplicati  per  tutto  il  detto  ™ 
numero  montauano  le  paghe  di  ciafeun' anno  a  dodici  milioni,  fettanta 
mila,  &  ottanta  feudi  ;fpefa  in  verità  quafì  incredibile  a  chi  nonconfi- 
deraffe  la  grandezza  di  quel  dominio  .  !>{gn  è  da  tralafciarfi ,  che  Toli- 
bio  riparte  quetto  fiipendio  diuerf amente  in  danari ,  &  in  vettouaglief 
facendo  tuttauia  differenza  tra  foldati,&  Rettori,  tra  Tedoni,  e  Cava- 
lieri, trafoggetti,  &  officiali ,  e  finalmente  tra  legionarij ,  e  confedera- 
ti .  Si  tratteneuano  q  nette  legioni  in  dinerfe  prouincie  perprefidio  y  ac- 
etiche douunque  fiifie  nato  alcuno  moto,  fi  f uff  ero  trouate  prette  a  cor- 
rere in  aiuto;  e  cofi  difpofie  a  due  a  due  ttauano  ventidue  efferati  di  con-  - 
tinouo  ordinati,  e  faldati;  dal  chefiprefeil  vocabolo  di  Soldati  ;  come 
fcrimno  Cajfiodoro,Vegetio,  eFrontino:concio  fufìe 'cofa,che  Soldati  pro- 
priamente quelli  fi  appellauano ,  a  cui  dalVImperadore  era  deputato ,  e 
promeffo  il  foldo .  *JWa  fé  dijfinir  vogliamo  quefio  nome  fecondo  la  uo- 
Miles  che  ce  de'  Latini ,  da  i  quali  è  chiamato  Miles ,  egli  non  vuol  fignificare  al- 
fìgnifichi  tro,  faluo  che  vn  faldato  tra  mille  eletto ,  denotando  V accuratexga,che 
nel  fcegliere  de'  foldati  vfarfì  deue ,  e  per  confeguente  l  eccellenza  de 
Duplica-  gH  huomini,  che  eleggere  fi  denno  in  quitta  nobile  difciplina .  Vno  effer- 
cito  qual  Clt0  dunque  detto  il  Duplicato,  ttaua  nellaMifìa  inferiore ;vrì altro  nel- 
fuffe.  /<*  Dacia ;vn'^iugufìano  nella  Scotia;  vn" altro  nella  Tjumidia  ;  vn  Ca-  H 
latio  in  Fenitia;  vn  Cirenaico  in  ^Arabia;  vn  Flauio,  &  yno  Scitico  in  So- 
ria;vn  Macedonico  neìlaV  alacchia;  vn  Vincitore ,  &  vnVittoriofo  in 
Jnghilterra\due  Claudij  nella  Mifìa  fuperiore;  &  vn" altro  del  medefimo 
titolo  nella  Tranfìluaniajvn  Ferreo,&  vn  'Decimo  in  Giudea  :  vn" altro 
'Decimo  in  *Alemagna;vnFulmifero  in  Egitto ;vn  Gemello  nella  Tano- 
nia;  vn  Valerio  in  B  rettagna;  vn  'Apollonio  in  Cappadocia;  &  vno  in  Ero- 
ina che  diceuano  i  Maccieri,e  flauano  alla  guardia  dell' Imperadore. Scri- 
ve Jtleff andrò  degli^Al  effandri,  eh' alle  legioni  i  Duci  mettevano  inomi 
fecondo  ifuccejfi)  e  che  C.Cefare  le  principali  nomò  Martia^  &  ^Alauda; 

hebbe 


D  EL    C \J[  V  ^LLO>    LI  B.    Vj..  tff 

^j  bebbe  in  grandi ffimohonore  Li  Decima  y  e  l'altre chiamò  fecondo  il  nu- 
mero. Islerone  volendo  menar  cfiercito  alle  porte  Qzftùe  •> fece  vna  legio- 
ne di  fei  mila  foldatiy  eia  chiamò  Falange  di\A'lejf andrò .  Othone  la 
principale fua  legione chiamò\AÌutatrice  :  Vitellioy  Rapace  :V 'alenano 
Felice:  <Adrianoy  Hineruia:  altri  Trimigenia,  altriClafficayaltriItali- 
cay  Oalbianay  e  Findemiffa  :.  In,  ogni,  legione  erano  fei  Tribmi,  fecondo 
'Polibio:  ma  fecondo  altri  meno  y  efìendo  per  auuentura  la  legione  più 
picciola.  Squeri  primieramente  per  diuer fa  cagioni  ye  con  varie  pre- 
rogatine  {ft  come FeneStellay  eTomponio  Leto  ci  dimoflrano)  &in.  di- 
uerfa  numero  fecondo  la  varietadelte  occafìoni  y  e  de' tempi  :  cofì nella 

%  Cittàycome  nell  efferato  fi  creauano .  M 'a  lafaiandoqueH allunga  di fcuf- 
fione  daparte ,  diciamo  conTolibio  >  che  i  Tribuni  militari  fi  elegeuano 
da  i  (onfoli  >  c-r  erano  dinumero  ventiquattro  m  ogni  esercito  di  quat- 
tro legiomy  cioèquattordeciy.  che  haueuano  militato  cinque  anni  >  e  dieci 
altri)  che  anni  dieci  guerreggiato  haueffera ,  e-r  eran  detti  Tribuni  dalle    Tribù  n£ 
Tribù  di  B^omayle  quali  anticamente  non  eran  fé  non  tre  e  dopa  furano  in  chi  fuffe- 
maggior  numeroydalle  quali  fi  face  u.a  la  fcelt  a  de' faldati.  Finalmente  i  v?'*¥°?~ 
faldati  medefìmi  hebbero  quefia  autorita;eper  ifpatia  di  tempOyyennero    e   ettl  * 
adeffere  eletti  per  le  voci  del  popolo  >  fin  che  poi  ridotta  fi  la  B^epublica. 
nettapoteHà  de'Cefari  y  per  loro  giudicio  fi  creauano  Tribuni  buomini    .         % 

C  dietàfmaturaxadornÌdipruden'^ay  e  didottrinaxcbe  infieme  conlevir- 
tuti  haueuano  etiandiola  militare  eff)erkttrza:&vltimamente fu  coHit 
matoychefe  l'Imperadore  donauatalvffcio  advnfoldatoy  egli  mede  fi- 
mo gli  metteuala  fpada  in  mano\per fegno  delta  poteflà  y  chefopra  i  fal- 
dati doueua  tenere.l^on  altrimentiycbe  boggidic  ofì umano  molti  Trinci 
fi  nell£uropa  ne  i  loro  ordini  regolari  de"  Caualieri .  ^ipparteneua  à  i 
Tribuni  hauer  cura  delcampoyche  con  ordine  fi  viueffeyfi  attendere  al- 
tarmey&a'  Caualliyfi  caminaffayft  alloggiaffayfifhceffaro  i  ripariyfi  met 
teffe  in  ordinanTgy&infquadroneyfìfzicefsero  le guardiey  e  le  fentinelle 
dinotteye  di  giorno:  affiney  che  ninna  fpia  nemica  potefse  entrami \nè  gli 

**  mane  afiero  le  munùioniye  fi  rìpartifìero  ordinatamente  y  fecondo' Ibifa- 
gno  y  non  ad  altra  guifa,  che  i  Colonelliy  i  Sergenti  maggiori  y  emaesiri 
di  campa'  tempinofirifimno  :  'Budea  gli  agguaglia  alti  Marifcalch  idi 
Francia .  I  Tribuni,  ancora  riceueuano  ì giuramenti  della  vbbidienya  da 
i faldati  ifenya  il  quale  facr amento  >  nèafunteynè  a  (aualliereyera  le- 
eito  muouer  l  arme  contra  il  nemico  :  il  che  dimostra  Catone  il  vecchio 
ìnvna  certa  fua  Tislolafcritta  alfiglioya  cui  ricorda  -  che  s'egli  fufìe  li- 
eentiato  y  fané  tornaffe  alla  Città  ;  o  fepureflefle  nell efsercito  ydoueffe 
dall' Imperatore  ottenere  y  che  lecito  gli  fuf se  di  combattere,  cantra  il 

nemico  > 


nemico  >e di  rum trrx  trio  .  Quando cotali cerimonie  fifnceuano ,  ììa- 
nano  iT 'flbtml  ventiti  li  hrorP al'idameuti  ( che  alcuni  chiamavo  Cotte  £ 
di  arme)  &  affettati  [otto  vn  baldachlno  di  forma  tondi  ;d  il  che  per  au 
uentnrasè  venuto  a  chiamarT  ribwie le  Commità  circolarcene  fogliano 
tenere  le  noHre  Chiefe  :  lui  effiTribunifcelto  vn  faldato  più  [ufficiente  > 
glifxccua.no  d'ire  le  par  ole-,  e  fare  tutti  gli  attiche  conueniuano;  poi  gli 
altri  paffando>mofìrauanopurfegni,  come  giurali  ano  d  offeruare  tutto' 
quelloyche'l  primo  haueua  giurato .  Sidislendeua  ancora  il  giuramen- 
to a  non  rubare  cofaalcuua,cbe  mai tro'tafìero;e cofì trovatala  porta- 
nano  incontanente  ad  ejjì  Tribuni;  altrimenti  grane  cafllgo  riportato  ne 
harebbono  ;  fi  come  già  (Turchi  ofleruano  Sottilmente  ;  e  per  maggiore  „ 
cautela  tengono  le guardie  dipntate  fra  loro  >  perche  non  fieno  rubati 
quelli  j  che  portano  vettouaglie  al  campo  :  di  maniera,  che  ifknciullini 
vanno  ficur  amente  vendendo  per  tuttofi  pane-,  e  i  frutti -.e  curano  altre- 
sì le  dette  giiardiey  che  donde  l'esercito  pafìa-fò  clone  fi '  fe<-ma,non  fi  gua 
slino  i  giardini^  gli  altri  luoghi  delle  colture ,  che  rendono  frutto:  fi  che 
effe "mede fi  me  non  ardifeono  di  toccare  fen^a  licenza  del  padrone  vn  fai 
.Capitani  l°pomo;efiendaui lapena capital' (fi  na.Oueflo  ordine  certamente  deu- 
dieiìerci-  rebbe  offeruare  ogni  Qapit ano  d 'esercito  >  fi  come  bene  ofìeruò  il  Signor 
teche  or-  Cjiouanr3attis~ìa  Qiflaldo  Marchefe  di  Cafianoye Conte  di  Tiadena  in 
dine  deb-  j-ranfilnania;doue  trouandofiCfenerle  incontra  Turchi^  efiendo  fiati  q 
feruare .    rubati  alcuni  Viuandieri  da  certi  faldati  Vngar'hegli  hauutane  notitia, 
fenr^a  affettar  querela  yfèfodisfare  delfuo  >  e  di  più  premiare  i  Viuan- 
dieri^e  poi  fubito  fé  morire  i  rubatoriydal  che  tutti  fi  fp  attentarono  di  pia 
vfare fimili  villanie  ;  e  quelli  afficurath  non  mancauano  mai  di  portare 
al  campo  le  vettouaglieyfi  che p arena  diflarfiin  vna  abbondante  Cittày 
_  .  non  in  deferta  piaggia ,  com'era  quella.  £ra  ancora  de1  Ternani  Tribuni 

che  fi  dan  1°  ~PJfic'io  di  ordinare  lafkntaria,  e  la  Qiualleria ,  e  di  dar  licenza  à  gli 
no  a'folda  vni>&  agli  altroché  haueuano  ben  feruito,per  ritirarfi  a  cafa  loro:  fe- 
ti   di  tre  Cond0  H  tempore  la  neceffità  della  guerra  ;  ma  queflo  tuttania  per  ordi- 

'  ne  del  Confolo-fò  del  pio  Luogotenente .  Erano  tre  le  forti  delle  licenze ,  fi  "■ 
come  da  Vlpiano->e  da  Marcello  (jiurifconfulti  fi  raccoglie;  l'vna  bone- 
sla}che  fi  daua  compiuto  il  tempo  della  militia,  V altra  caufaria^quando 
pervitio  di  animo\  o  di  corpo  il  faldato  fìgiudicauamale  idoneo  alla, 
guerra;  l'altra  vitupero  fa  >  quando  alcuno  per  delitto  fi  difeioglieua  dal 
giuramento!  Tribuni  oltra  ciò  erano  obligati  infieme  co'iCapitani  d'ha 
uer  cura  all'armey.^  a'  Caualliy&  a'  d  inirl;di  vifitare  i  malatiydifkr 
medicare i feriti;  e  di  notare  i  nomi  de'Caporali>  e  detergenti;  efiendo 
bruttijjìmacofa  ad  vn  Colonnello  >  <>  generale  y  nonfapere  particola^ 

mente 


LZlCjtVJLlLO,    IIB.   ri.  477 

'jt  mente  il  tiome  di  tutti  gli fuoi  officiali  ,  de' quali  queflo  vocabolo  di  Ser-  Sergente 
gente,parcbedalforgerefia  dedotto  ,  bifognandoglillar  follecito  ,fem-  chi  fia  & 
pre  in  piedi  aporie  guardie  ,  acconciare  gli  alloggiamenti,  e  formare  o«t1edet'* 
le  ordinante .  Haueuauo  i  Tribuni  à  raffrenarci  tumulti,  che  tra  fal- 
dati fi  foffer  mofft,  ascoltando  paticntemente  le  querele  di  ciafebeduno; 
e  facendo  loro  giujìitia  dirittamente;  equalbora  nelle  compagnie  troua- 
uano  alcun  foldato  cattino  ;il  cafiauano  ,  e  cacciauano  immantenente\il 
che  fi  riputaua  à  grandiffima  Villania .  ScriueVolibio,  che  fé  vn  foldato  delinquè 
baite fie  errato  a  far  la  fcolta ,  era  condotto  fubito  dananti  al  Tribuno,  ti  come  il 
ilqualefu'l  mede  fimo  luogo  gli  fàceua  all'  bora  all'  bora  fare  il  fuo  prò-  punifea- 
B  ce  fio  in  prefen%a  ditutta  la  compagnia^  s'egli  era  condennato,  la  punì-  n0* 
tioneera  tale  ,  che  toccandolo  il  Tribuno  con  vna  bacchetta,  gli  eraper- 
mefio  di  fuggire ,  fé  fuffe  potuto  fcamp are  dalle  m-ini  degli  altri  folda- 
ti,che  in  quel  punto  à  colpi  di  pietre,di  dardi,  di  freccie,  e  di  altre  ar- 
migli erano  all'intorno  ;  e  p^nre  fcampando per  auuentura,  non  perciò 
s'ìntendeua  faluo. Conciò  fuffe co} a,  che  gli  eraprobibito  di  ritornare  al- 
la fua  patria\nè  era  amico,ò  parentele  he  fuffe  ofato  di  r  accettarlo. Que- 
fto  ofteruano  boggi  i  SuiTgeri ,  che  per  le  picche  fan  paffare  coloro ,  che 
in  ciò  errano  ;  e  parimente  i  T  r  ance  fi  dagli  fleffifoldati fan  punire  i  mi- 
litari delitti  à  colpi  di  archibugi,  e  d'alabarde ,  fecondo  laprofeffione  di 
ciafeuno ..  Ma  quando  fi  cornette  altro  fallo  fuor  della  difciplina  il  dan- 
no al  Manigoldo ,  come  infame ,  &  indegno  di  morire  col  me^o  dell'ar- 
me. Itegli  altri  errori  più  leggieri,,  come  fé 7  faldato  [{ornano  fu fie 
fiato  difubidiente  in  qualche  comandamento ,  il  Tribuno  imponeua  al 
Centurione  di  frullarlo  confarmenti  di  Vite  ;  afe  straniero  fuffe  egli  sla- 
to, con  rami  di  Mele  granate,  ò  altre  verghe  :  la  qual  vfan^a  dimoflra 
Limo ,  che  Scipione  Emiliano  entroduffe  nell'afìedio  di  Is^umantia ,  e 
qnefto  è  quello,cbe  Tlinio  accenna,  là  done  dice ,  che  la  vite  ifiefia  nelle 
colpe honoralapena.In tanto fe'l foldato  hauefie  ritenuta  la  mano  del 
f)  Centurione,  od  i  Sarmenti?  egli  era  priuo  del  luogo  fuo  ;  e  fé  per  forza  fi 
fuffe  voluto  difendere ,  era  punito  come  dicafo  criminale  .  Se  alcuno 
fufie  fiato  riprefo  fin  alla  terza  volta  per  vn  mede  fimo  errore:  eragra- 
uemente  cafligato,comeoflinato .  BJputauafi ancora  a  grande  infàmia , 
e  s'incorreua  ingrauijfimapena ,.  fé  7 foldato  baueffe  fatta  fai  fa  tefiimo- 
nianza,òhaueffevfata  dishoneflamente  la  bellezza  del  fuo  corpo ,  ouer 
fefalfamente  fi f offe  vantato  di  qualche  prodezza  nel  coffetto  delTri- 
buno,òfe  nelle  guardie,ouer  nella  battaglia  fi  fife  partito  dal  luogo  or- 
dinato^ che  hauefie  lafciato  lyarme,Ma  quando  taliinconnenienti  di  ab- 
bandonare i  luoghi,  f uff  era  auenuti  d  tutta  vna  compagnia  :  o  s'ella  in. 

altra 


478  T>  1  II  sA    G  l  0  ^7  ji 

altro  fh'lo  tutta  infieme  i<icorfafufie;non  giudicando  fi  bene,  che  a  tanta  p 
C,Iche  %Qnti  fi  deffe  morteci*  dagli  antichi  faggi  ordinata  la  Decimazione, co- 


tione 


fia.  e  quan  nte  Cicerone  parlando  perCluentio  ne  dimostrale  questa  eriche  rauna- 
do  entro-  to  tutto  il  campo ,  e  menata  in  me^o  la  colpeitole  nioltitudiae;il  Tribuno 
"otta*       dopo  molte  ingiuriofe  riprenfioni,  prendeua  à  forte  la  decima,  ò  la  quin- 
ta) ò  la  vi? e firn  a  pari e :e  perdonando  agli  altri)  e queflifkceua  tagliar 
latefia  ;  dimodoché  fé  ben  la  pena  non  perueniua  atutti,  vi  perueniua 
la  paura  terribilijfima;e  con  tutto  ciò  coloro,  che  rimaneuano,  egli  face- 
Romani  ua  alloggiar  fuor  del  forte  ;e  loro  fi  daua  or^o  dafar  pane  invece  digra- 
fetieri  al  no  Ma  fé  erano  fé  neri  nella  militia  i  Romani  al  e  affogare,  erano  ali  in- 
caitigare,  contro  larghi  al  permiare,conciò  fuffe  co  falche  il  generale  nella  prefen-  p 
e    larghi  ^  ji  tutt0  lejfercito  lodaua  ciafeuno  fecondo  l'atto  virtufo,  che hauefie 
re.  fhtto>&  a  chihaueua  ferito  il  nemico ,  donauaperhonore  un  dardo  alla 

F  r  ance fe;al fante  à  pie, che  fhaueffe fcaualcatoyvn  vafo  d' oro; ali  b uomo 
d'arme  vn  ricco  fornimento  dvn  cauallo,oltr  acciò  fi  donauano  le  colla 
ne,a  foldatiflranierid  oro:a  cittadini d 'argento,^  all'incontro  a' citta- 
dini foli  ibr  acci.detti.Si  dauano  ancora fedie  d '  auorio,e  taige ,  e  corone 
d'oro  in  varie  foggie  :  a  chi  fofie  flato  primo  a  falir  le  muraci  dauavna 
corona  a  fominglianja  di  medi  murali:  &àfomiglian%a  di  palififfi,  chi 
fuffe  primiero  entrato  ne  gli fleccati  :  *A  chi  hauefie f alitata  la  vita  de 
vn  Cittadino,  vna  con  foglie  fimili  alla  quercia:  ^€  chi  gli  hauefie  li-  G 
berati  d'  affedio,una  di gramigna,la  quale  non  da  Duci,  ò  dalmperado- 
rifi  donauajcome  l altre ;  ma  bifognaua  concederfida  tutto  l'efferato:  e 
pero  lapin  nobile  di  tutte  fi  riputaua,  e  con  tali  corone  fi  poteua  compa- 
rere in  ogni folennitd.'Tlatone  ancor fa  fede,che  anticamente  per  prouo- 
caregli  animi  alla  vinìfera  flatuito,che  coloro,  iqual  eccellentemente 
Co  one  baiiefier0  combattuto ,  fufiero flati honorati  di  tre  gradi  di  corone  di 
diuerfe    fondi  d'alberi  perpetuamente  verdi,  lequali  poi  fi  pendeuano  dentro  i 
cóle  qua  tempi)  co  la  ifcrittione,e  col  titolo,acciòche  eterno  fuffe  rimafo  il  teflimo 
li  fi  hono  nio  del  valore. (aligola  entrodufje  nuoue  maniere  di  corone,  che  figura- 
foldati.     uano  la  Luna,  o  il  Sole,  o  /'  altre  fielle .  Is^e  itempi  di  cdrefiiefi  donàua- 
novettouaglie ,  e  be filami,  e  terre  da  coltiuare,fi  come  Siila  a'fuoi 
Premii  di  foldati,partì  il  territorio  di  <^fre^jo,e  di  Volterra^  Cefare  il  Cremonefe 
uerfi  dati  e  parte  del  Manto  uano  :Dauanfi  oltrà  ciò  in  premio  i  cognomi,le  promo- 
aioldati.  doni  de  gli  ordini  ,i  yefìimenti,  le  paghe  doppie ,  le  monete ,  che  dice- 
uano  Donatiue,  il  priuilegio  di  federe  tra' Senatori  ne  gli  fpettacoli:tal- 
hor a  le  flatue  trionfali  ai  fapitani,  &  agli  altri  la  vacanza  della 
militia ,  che  a  gli  anni  cinquanta  fi  daua  per  legge  a' Veterani  >  come 
Seneca fcriuendo  a  T 'aldino  dimofìra  :  E  dqpauafi  entrata  di  viuerf 

ai 


'DEL    CJ[V  U  IlOy    L1B.V1.  479 

a  i  figli  di  coloro ,  che  valoroj amente  combattendo  per  la  patria ,  fofier 
morti;  Ilcbe  ofernar^o  ancora  gli  ^Athenie fi  y  i  quali  perbonoregli  fe- 
pelliuano  dentro  la  fii  ita  con  publicbe  efequic^» .  Socrate  nella  fua  B^e- 
pnblica  diceyche  tutti  quelli)  iquali gagliardamente  combattendo  vengo 
no  a  morireyfian  chiamati  della  generatane  dell' oroydoè  del  primo  gra- 
doydellaTs[obiltày  e  poscia  quelli  che  mor anno  difefida  quefla  stirpe  y 
diventino  Dij  terreflriy guardiani  de  gli  huomi  ni>&  ottimi  propulfateri 
d'ogni  maley  e  conuerrà  dall'oracolo  bauer  configlio  inqual  maniera  fio. 
dafepelirftye  co  quali infegne  da  honorarfi.Egià  coloroyche  honoratamen 
te  per  la  Rep'ublica  guerreggiando  morivano y  vini  più  tojìo  y  che  morti 
erano  riputati  :  come  ben  da  Giufiiniano  Imperadore  fi  afferma  y  la  doue 
diceycbe  i  figliuoli  morti  nella  battaglia  giouano  a  padri  non  altrimenti^ 
che  fé  fufìer  viui  per  cloche  s'intendono  viuere  in  gloria  eternamente^». 
Ilcbe  non  pur  da  Cicerone  fi  tratta  à  pieno  in  quel  fuofegno  di  Scipione^ 
ma  anco  nelle  Eneide  il  Toeta  conferma  (di,  V  aliante  parlando  )  che  i  fi- 
gliuoli morti  valorofamentepugnandoybembe  apportino  dolore^  appor- 
tano ancora  fommo  honore  a'  loro  padri. Tarim  ente  fi  legge,  chegliHibe 
ri  per  honorare  i  loro  morti  guerrieri ,  e  per  incitare  alla  gloria  gli  ani- 
mi de'  viventi;  fontuofamente  gli  fepeliuanoyal'xando  intorno  al  fepolcro 
»  di  ciafeheduno  tanti  obedifebiy  quanti  nemici  baueffe  veci/i  di  mano  fua. 
1  Cartagine/i  dauano  al  faldato  tante  annetta,  in  quante  imprefe  egli  ha- 
uejfe  ben  guerreggiato  .  Oltra  tutte  queste  cofe  in  ì\pma  fi  ce fiumana ,      .  ..    -. 
che  a'  fidati non  corretta  mai termine  in  lorpregiudic io  nelle  liti  :  e  foli  de'ibldati 
effi  haueano  poteslàdifhrfi  testamento  vivente  il  padre;  con  ciò  fvffe  co-  Romani. 
fayche  ejfendo  robbe  acquisiate  confiitka  della  militia,non  era  beney  che 
(come  Giouenale  dicejnel  corpo  del  Cenfo  fi fero  :Elafciando  da  parte 
l'altre  lor  prerogatine  (che  lungo  farebbe  à  raccontarlejdiciamoyche  ve- 
ramentei  Bimani con  punirei  e  attiuiy  e  guiderdonare  ivirtuo fi  y  man- 
teneuano  la  lor  militiapotentiffima  ?  e  non  fen^a  gran  ragione  :  poi  che 
5  per  auttorità  di  S  olone  la  penay  &  il  premio  fono  il  vero  Stabilimento  de 
gli  Imperij. Oltre  acciò  tutta  l '  amminifiratione  della giufiitia  toccana  ad 
effi  Tribuni  di  cui  parlauanoyiquali  gouernauano  À  vicenda  nelle  cofe  ge- 
nerali del  campo  *A  loro  ancora  apparteneua  tenere  l'efiercìto  in  vbbi- 
diev.'zadi  quanto  fi  commàndaua ,  &  etiandio  nell'effercitioy  ilqualè 
necefario  fommamente  ;  ejjìmetteuan' ordine  y  che  i  fidati  andando  a 
fare  il  faccomano  y  nonfufero  colti  dall' inimico  aWimprouifoy  e  t  mena- 
no in  guardia  le  chiaui  delle  porte  del  campo;  le  quali  ordinariamente  Porte  "e* 
erano  quattro  ,  capaci  tutte  di  p affami  le  (auallerìe ,  e  le  Carrette  >  e  la  ^e  chia- 
prima  fi  nomina  Tret'oìia  /  per  ejfer  volta-  verfo  il  padiglione  del  mate. 

Tretere 


^Tretoreydoèdel  generale  ;  perche  cofi  fi  chiamò  talvolta  il  Duce  del-  g 
lo  esercito  >  ilqual  nome  fu  poi  attribuito  a  certi  Magiflrati  fnpremi  in 
l{oma,e  pori/nente,ejfendo  dilatato  l'Imperio,.?  ì gouernatori  delle  Tra 
uincie,iquali  guerreggiando/i  per  auuentiirane  i  loro  confini,  fu  ce nano 
altresì  l'vfficio  di  Qipitan  generale  ;  hor  questa  porta  riguardano,  l'O- 
riente-,0  i  nemici;perche  per  effe  doueuano  vfcire  le  fchiere  ordinate  alla 
battagliala  feconda  fi  dice  uà  Decumana,per  effer  molto  grande,  efla- 
ita  nella  parte  dccretanadel  campo,  onde  foleuano  vfcire  ifententiati 
alla  morte  per  qualche  ribalde ria.Later^a  fi  chiamano  Trincipale}don 
do  vfciuano  i  "Trencipi  dell' effer  cito\  &  era  come  vna  porta  falfa;  onde 
foleua  ancora  mandar  fi  tal  volt  a  fuori  Caualleria,  per  fo  e  correr  e  gli  al-  F 
tri  vfciti.Ter  la  quarta  entrauano  le  vettouaglie,e  i  carriaggi  delle  mer 
ci  necefiarie  al  campo ,  e  fi  diceua  Quintana  ,  perla  via  cofi  detta  y  che 
Campi  co  c^uiui  metteua  capo. Conciò  fuffe  co  fa,  che  i  Romani  ordinauano  il  campo 
nari^a  "  informa  quadrale  lafciando  il  forte  cento  piedi  lontano  dagli  alloggia- 
Romani,  menti  per  ogni  lato  :  nel  più  commodo  luogo  fi  dirigano  il  padiglione 
del  Coufolo,nel  me^o  di  vna  pia^a  quadra  ;  a  i  cui  quattro  angoli  at- 
tendevano i  deputati  per  la  fua  guardia.D  al  vno  de'  lati  di  queflapio'jr- 
tza,difco  Ho  cinquanta  piedi ,  slauano  le  tende  de*  Tribuni  per  lo  diritto 
di  vna  linea  ;  (foninteruallo  poi  di  cento  piedi  alloggiauano  i  Caualieri 
Legionarijfl'vno  incontra  aW  altro;  e  come  informadi  slrade  dall' vno, 
e  dall'altro  lato  erano  le  turme ,  e  le  compagnie  de'  foldati  :  co  fi  dopò  la 
Caualleria  fi  collocauano  iTriarij,  a  d'altra  parte  all'oppo/ìto  dicoflo- 
ro  i  Trincipi.  Dietro  à  quefligli  altri  Haslati  lunghi,  e  rincontro  a  loro  fi 
metteua  la  caualleria  de'  confederati  -,  la  qual foleua  efiere  due  volte  di 
maggior  numero  della  Legionaria:  la  doue  la  fanteria  erafempre  egua- 
le^ mai  non  auuan^aua  ;  perche  a  due  legioni  Bimane  altrettanto  nu- 
mero,cioè  di  dodici  mila  fanti  confederati  ordinariamente  fi  aggiunge- 
rne quali  alquanto  difeofio  della  loro  Caualleria  fi  alloggiauano  volti 
di  v'ìfo  verfo  i  loro  forti.  Hor  a  fatte  in  quesla  guifa  le  cinque  vie  focena  j£ 
no  ancora  vn  tranfito  per  meyo  delle  legioni,  e  per  trauerfo  delie  flr  ade; 
che  la  via  Quintana  fi  nominano  ;  &  ea  nondimeno  vn  camino  eguai- 
méte  diflate  da'  padiglioni  de'  Tribuni:T>ietro  a'  quali  quello  Jpatio,cbe 
reftaua  infino  al  Generale ,  feruiua  in  parte  per  il  mercato ,  &  in  parte, 
per  lo  Theforiere ,  che  diceuano  Qneslore  .  rPoifopra  i  lati  trauerfali  di 
forti:  vna  parte  riguardado  la  T heforeriayl' altra  il  mercatOyolloggiaua, 
no  i  (jentilhuomini  a  cauallo,che  volontariamente feguiuano  la  impre- 
fa;edopò  quejli  era  collocata  la  fanteria  flr  aordinaria  madata  in  aiuto, 
che  voltano  loro  le  fp aliene  guardano  il  forte  c%  l' ultima  parte  di  tutt'H 

Campo. 


Armarne- 


7)  IL   C-JyjtLLOi    Ll*±    VI.  4S1 

^f;  Campo.  I  luoghi  votiychereHauano  dall' vna>e  dall'altra  parte  feruiua- 
no  à  coloro. y  che  dimoino  in  manofopragiungeuano ,  &  agli  artefici  ;  co- 
me legnaiuoli}  manìfcalchiy  ìngegnieri  >  e  maeìiri  d 'armejlquale  luogo 
■^trmamentariofi  dkeua*  QueHo  fi  è  detto  quanto  alla  cura  di  vno  ^"""jJjT 
'(onfolo  ychefoproflanaà  due  legioni  con grondiffima  pcdefià  >  xhe'lSe-  xofafulTc. 
nato  gli  duna  (fecondoLiuioye  To'libio)  di  commandare ,  difendere ,  e 
dipunire.Quando  poi  amendue  infieme  fi  accampanano  >  congiunti  gli 
eremiti,  il  medefimo  ordine  fi [emana  :  fé  non  y  che' l  luogo  era  per  due 
volte  più  fpatiqfo  :  Ma  prima  fi  rignardaua  bene  ed  [ito  >  xbe  fife  d'aria 
falubre  ;  oltre  à  laforte*zga  ;  e  commodo  ad  hauerT  acque  y  legnali  con 
B  aceto  mescolando ypo co  ricere  auano  ì'vfo  del  vino ,  E  delTribuno  y  d  cui     V  fiìrio 
toccaua  la  vicenda ,  era l'vfficio  difeegliere  il  luogoy  pigliando  augurio  dcl  Tnbu 
dalle  intefline  delle  bejìie  '(  rome  afferma  Vitruuio)  s  elle  erano  intereye 
fané ,  ò  fé  maculate  in  modo  alcuno  ;  •&  egli  era  ?  che  difegnaua  i  parti- 
ment ideile  vieye  delle  tende  ylequali  cinte  di  tela  eran  conuerte  difottilif- 
fime  tauole ,  e  mentre ,  che'l  Campo  fi  fortifi  caffè  y  e  mettefie  mordine^ 
la  CauaUeria  ftauaìn  ordinanza  infieme  con  i  Triarij  a  guardare  >  che 
i  loro  giouani  non  fujfero  impenfat amente  afi aitati  dal  nemico .  T>oi  cia- 
feuna  di  tutte  le  compagnie  era  vUigdta  di  far'  ogni  giorno  la  guardia 
innanzi  al  Confolo}per  le  cofe ,  che  potute  fuffero  accadere ,  /'/  Tribuno  >  a 
^  cuifujfe  toccato  dgouemoyteneua  di  notte  due  fentinelle  di  quattro  per- 
fine Vvna;e  Vvnavegghiaua  donanti  al  padiglioneyl' altra  dietro  ypref- 
fo  a1  (/malli  :  Tuttauiadicotalivffici  appo  UT  ributto  erano  e f enti  iT  ria  Triarij,  e 
rij  y  i  quali continouamente però  feruiuano  alleturmede'CauaUieriyfe-  loro  \ffi- 
€ondoy  che  allogiati  foffero  l'vno  apprefìo  all'altro  :  #"  erano  vbligatid  ct0* 
tener  tura ,  che  i  CaualliincapeHrandofi ,  ó  tra  loro  a'zguffandofì  non  fi 
guafìàfieroy  opur  col  romoiemettèffero  vanamente  il  Campo  in  arme, 
CU  Hafiatijnceuan  didi  la  guardia  intorno  allo  Heccato  ;  e  diquefiiper  „  «    ; 
ogni  porta  fi  auan  dieci.  Lo  Jìeccato da  due lati guardauanoi  Ì\omwiy  ìorovffi- 
/)  da  due  altri i  Confederati  ;  i  quali  (come  vuolTolibio  _)  figouemauano  ciò» 
ferTrefettiynon  altrìmentiyche  i  Rimani  perTribuni  •.  Quelli y  che  fra- 
nano allaguardia  del  Generale  (ofojfejlato  $(e  >  «  Dittatore  >  0  Confalo  > 
0  Pretore  fVUero  Imper  odore)  eran  tutti  fanti  elettiye  diuerfamente  ar- 
mati nel  modo  già  detto  per  ìnnantyparlandofi  de'Trencìpiy  e  de' Tria- 
rij ì  Tra? faldati  cofa  ninna  fen^afegno  di  commandamento poteafhrfi  ; 
la  onde  per  defìnareyo per  cenare  bifognaua  afiettare  il  fuon  della  trom- 
ba ?  laquakpoila  fera  ordinate  che  fuffero  le  fentinelle  a' luoghi  loro* 
fonando  fignìficauay  che  elafe uno  volendo  >  poteua  metterfi  d  dormi- 
te .  Venuta  la  mattina  andavano  a  falcare  ì  loro  capi)  e  quefti  poi  4 

UH  ìloro 


482  DElL^£GLOB^I^£ 

$  loro  maggiori  fi  apprefentauano^  finalmente  tutti  gli  officiali  del  cam-  * 
pò  fi  ritirali  ano  ver fo  il  padiglione  del  Cjenerale>e  tal  -volta  de  fuo  Luù 
Tribuno  gotenente  (ilquale  s'era  esercito  I{eale  ,  fi  chiamata  Tribuno  de'  (ele- 
deceleri  riyfe  Confai  are  ,  fi  chiamaua  Legato,  e  fé  fi  gouernauaper 'Dittatore ,  fi 
Maeftro'    noma.ua  Maeflro  de'Caualieri,  e  finalmente  Trefetto  pretorio  s'era  effer 
de'  Caua-  cito  Imperiale)  à  prendere  il  contrafegno,b  altro  ordine  neceff ariose  cofi 
lieri,epre  i  e  api  ancora  della  CauaUeria  ogni  mattino  andauano  alle  tende  déTri- 
«orio  »     "  b'mi  >  •  gli  accompagnauano  àfiir  la  corte  al  Generale  del  campo  ,  ò  al 
detto  fuo  Luogetenente  ,  doue  confultauano  delie  bifog/ie  della  guerra  \  e 
i  Tribuni  communicando  le  cof e  co' Capitani  sì  di  (aualli,come di  fanti ; 
Queslipoi  commandauano  alle  loro  (ompagnie  tutto  qucllo,che  bifogna*. 
uà.  Quando  il  Campo  fi  doueua  disloggiare,al  primo  fuono  della  Trom- 
ba fi  fendevano  i  padiglioni, &  ogriiunofàceuafhrdelli;al  fecondo  fi  ca 
ricattano  i  M:Ji,ò  altri  besliami jò  le  carrette  ,  e  fi  abbruciauanogli  al- 
loggiamenti y  e  fi  disfkceuano  iripariyalterxo  fi  marciaua  con  tanto  or- 
dine ,  che  fé  alcuno  fufieper  auuentura  rima  fo  d  dietro  ,  pure  gli  hifo- 
E  farcito  gnaua  rie  creare,  e  metter  fi  al  fuo  luogo  .  JJe'viaggidiffroneuanoiloro 
come  ne'  efierciti  in  quefìa guifa,che  prima  andaua  innanzi  gran  quantità  digéte 
fe^ffìf  o-  *  Cauallo  lontana  alquanto  dalle  battaglie , per  difeoprire  il  camino, per 
fio»  afficurarfi  de  gli  aguati  ;  pofeia  in  ordine  di  combattere  feguiua  il  corno 

deflro confuoi  carriaggi^  bagagliera  coda a'quali  caminauavna  le-  * 
gione  con  lefue  bagaglie  apprefo ,  &  indi  col  medefimo  ordine  l'altra  ; 
dopo  q uè sle  feguiua  il  fwiflro  Corno,encn  molto  da  lungi  il  refio  della 
(auaìleria  ,  e  coft  auuenendo,  che  fufferu  affa Itati  da  dietro,  òdauanti 
ouer  per  fianco;  le  bagaglie  tutte  in  vn  tempo  fi  fa  cenano  ritirare  in  vn 
latOyclye  piuficuro  partito  fu^e,  e  che  meno  bauefie potuto  impedire  l' ef- 
ferato nel  combattere  \  e  fi  fizceuafhre  tesla  alle  battaglie  verfo  il  lato 
onde  erano  af  aliti .  Quefìo  ordine  è  belliffirno  ad  imitare  ancora  a*  tépi 
noftri;mandando  innanzi  per  tutte  le  bande  alcun  buon  numero  di  ftra- 
dioti^e  d'archibugieri  à  (auallo  per  ifeorta ,  apprefio  a'  quali  fegua  vna 
parte  di  Caualli  leggieri  sidap refio,che  incontrando/i  con  nemici,poffa-  ^ 
no  darfoccorfo  >  &  in  vn  mede  fimo  tempo  dar'auuifo  all'  esercito ,  che 
vien'apprefio,acciùhabbia  tempo  da  metterfi  inpunto.  I faldati  fi  fono 
-da  ordinare  à  fila  a  fila  fecondai  numero  delle  genti,  e  capacità  delle 
ftrade  con  f.isian^a  conueneuole  tra  loro,sì  che  l'vna  non  impedifea  l'ai 
traycon  tal 'ordine^be  ejfendo  per  forte  neceffitati  acombatere  ,fi  troia- 
no ben  preparati  :  Jluuertendo  oltracciò  che  in  tai  cafigli  jlrchihicgie- 
ri  feparar  fi deono  dai  bicchieri  e fàrfi  innan'rj-y  e  dalle  bande  non  al- 
trimentiycbe  i  Peliti  antic  amente fhcenanofl'JirtigUeria  beriaccompa  - 

gnata 


DEL   CjIVjìHO,    11B.    Vi.  48/ 

14  gnata  dalla  (uà  guardia  eletta ,  s'ha  da  menare  da  quella  parte  ,  donde  rr  , 

più  difender  poff a  ifuoi,  e  far  danno  agli  auuer far  ij.  La(aualleriileg-  ria  \*a~f, 
giera  sì  nel  marciare  ,  come  neltombattere  s'è  da  porre  più  projjlma  a1  ra,  douc  e 
nemiche  tanto  lontana  dalle  battaglieli  cfsendo  rinc:data,habbia  buo-  <&  porfì  » 
nofbaciodilciuivfi  dauanti  da  iTedoni,  e  porfcgli  dalla  banda  àfomi- 
gùanxadì  *A le f difendendogli  da  iCaualien  mmici:Le geti d'arme,che       Uj  ar~ 
hanno  da Jì are  appreffo  a'  Cantai  leggieri  fchierati à  diedro  à  uentiyO  più  tlada  por 
.   fecondo  7  numero  de'  Caualieri ,  e  la  capacità  del  luogo  y  fi  fon  da  porre  fu 
parimente  in  parte ,  che  aguifa  d'vno  feudo  difendano  la  Fanteria   da 
gli  incontri  della  Cauelleria  nemica,  e  Jje  offendo  per  auiientuca  rijpin- 
%  teyfi  pofj ano  ritirare  ftn%a  mettere  indifordine  la  Fureria  Le  fronti  del 
le  battaglieli  cangeranno,fecondo,  chel'occafìo  ne  dell' affalto  richiede- 
rà facendo  della  te  Ha  coda,e  della  coda  tesla,di  fianchi  fronti,  e  di  frati 
fiancbiycfi  ordineranno  etiandio  in  varie  forme  (come  Eliano  infegna) 
fecodo  ilfito  del  luogo,e  fecondo  il  numero ,e  la  qualità  de'vno,  e  l'altro 
efsercitOyordinando  copi  fkntiycome  i  Cauaìli  nelle  parti  più  vantaggio 
fé  all' effe  r  loro;  aiwertendo,  che  Ivnaparte  del  Campo  non  fi  allontani 
dall'altra  nel  Laminare:  al  che  hanno  da  prcuedere  alcun  i  Capi  a  posta, 
che  ritardando  i  troppo prefìiye folle citando  i  troppo  lenti,  facciano  muo 
_  aere  ipaffiad  vn  mede  fimo  modo,e  tempo,  fecondo  li  mifura  del  batte- 
re de"  tamhuriyO  del  fonar  delle  trombe  .  fra  ilfoldato  Romano  auuex^ 
>%o  aportar  in  doflo  gran  pefi,e  groffifhfci  di  tutto  quello,  che  per  fuo 
vitto  fàceua  mejlieri  per  dodici  dì ,6  quindici(come  narrano  alcuni  hifto 
rici)  &  oltra  diuerfi  va/ì,  porta  uà  vn  paniere,  0  cesia,  vna  pala,  vna 
fcure,vnafilce,^r  vna  fune >di  maniera,cbe  propriamente  Muli  cogno- 
minati furq  i  foldati  di  Mario,  ilquale  primo  fi  dice  efiere  flato  inuento-  Soldati  di 
re  di  cotai  ordine, per  tor  via  lafuperfluità  delle  bagaglie,  Scipione  an-  Mario,  g- 
cora  Emiliano  fi  legge  hauer  vendute  tutte  le  bestie  difoma ,  che  trono  c^e    S0— 
nel  fuo  efsercito,e  tomadato,che  ciafeuno  s'hauefse  portato  grano  j>  tren  ^"muIìI* 

j)   ta  giorni,e  fette  pali  da  fare  /leccato.  Qui  fi  p  uò  confiderai-e  quanta  fuf 
fé  la fatica  di  q uè*  foldati (come già  nella  Colonna  di  Traiano  fcolpiti  fi 
veggionoin  Roma)  che  parte  su  le  Jf  alle,  parte  appefì  all'bafta  porta- 
unno  i  lor  bifogni  :  7\fon  conHumauano  mai  di  cuocer' il  pane  inforno  ;  Pane  de* 
ma  di  quella  poca  farina,  che  era  loro  confegnata  dalla  munitione,f ape  foidruian 
uan  dafefhrfilefchiacciate,letorte,e  le  lafagne;haueuano  ben  qualche  tl 
foco  di  lardo  perdarfapore  alle  mineflre .  Ma  quel,  che  poco  bifogno  pi- 
cena lor  hauere  di  vettouaglie,  era  la  quatità  grande  de!  befliamegrof- 
fo,e  picciolo,  che  con  molta  ageuoleTga  feguitaua  Veffercitoipure  quan- 
do loro  fufse  venuto  meno  il  vitto  totalmente  y  erano  sì  afsuefùttialla 

UH     z  toleran^a, 


484  D  £  LI  jì    q  L  0  \1A 

toleran^a,cbe  di  radici  d'herbe,e  di  frutti fetuaggi  fi  foUent  aitano.  Tot  £ 
fono  gli  Imper  adori  cominciarono  aviuere  con  pia  agioitrouando  il  mo 
do  di  mangiar  fempre  il  panefrefco  ,  e  di  bere  continouamente  vino, che 
prima  era  flraordinario  >  e  fortuita  ,non  pur  tra' Romani '  ,maetiandio 
tra:  Cartagine  fi ,  che  nette  guerre  non  ne  beueuano  in  modo  alcuno,come 
Tlatone ,  &  ^Aristotele fanno  fedeli  che  offeruano  hoggiÌSui'%geri><&* 
iTedefchi\fotamente quando  fon  diguardia .  Troaara  in  fbmma  tante 
M  te  di  altre  fotte ateZZ?>  che  a  poco  apoco  vennero  ad  ifneruarequegli  antichi 
fcip!ma>e  animi  rohusliffimi  ,  &  fi  è  venuto  a  tanto,  cheifoldatinon foto  dihone- 
rro  ppa  de  fte  viuande  non  fi  contentano-  >  ma  cercano  i  capponile  le  galline ,  &  al- 
l'c^ezza  tre  lafciuie  ,  e  cofi  dediti  alla  gola  y  &  al  giuoco ,  effeminati,  emolli  fi  F 
tia  moder troucino  ne' fattiti'  arme  ,  non  potendo  patire  di  dormire  ma  notte in fuyl 
na.  terreno;anij,  come  nonveggiono  le  camere>e  i  tetti  adornllare  loro  mil 

le  anni  di  ridurfi  àcafafua  ;  [equali  dilicate^je  fono  affatto*  contrarie 
al  Dio  delle  battaglie,  che(fecondo  Uomero)  fi  compiace  nel  faldato  du~ 
xo,robvfio,e  forte  ;patiente  delle  §xtiche{come  pur  Virgilio  dice)  e  con- 
tenta del  poco ;la  onde  Socrate  ordinò  ,  che  i  cibi  de'  faldati fuffero  frutti 
delta  terra  per  la  più  parte  ;  e  che  tanto  ilmangiare,  quanto  Ubere fuffe 
fobrio,e  moderato :nè  s'vfaffero  a  portare  letti,  con  la  cuìcommodità  di- 
v.entaffer  pigri .  Terò  Varrcfiofi  dee  da  loro  più  frequentare >  acciònon 
Jiono  astretti  a.  portar  molti  apparati;  e  fopr  atutto  la  Tarfìmonia  è  con  ** 
uenenole  alla  militia  ,douendo  fempre  tenere  dauanti  a  gli  occhi  quel 
gran  Curiose  quel  l abrkioy  che  wagiando  in  vnafcodella  di  Ìegno,fiar- 
roHiuana  vna  rapa  accanto  al fuoco.  Quella  toleran^a  a  nofiravergo- 
gna,e  danno,  fi  vede  rimafia  foto  ne  i  ^iannì^eri\  &  in  alcuni  luoghi 
inferiori  delVVnghcria,  che  quando  il  Turca  muoue guerra  in  parte  lon- 
tana ,  cìafcunofi  prepara  in  certi  fac  cheti  alcuna  quantità  digrani,  e  di 
tifi  cotti,o  della  farinate  carne  fatata  tagliata  sì  fottilméte,  che  pare  poi 
ue,taquatcon  acqua  fegliono  ftemperare>e  con  queste  cofe,che fico  por- 
tano,vfanda  vna  estrema  parfimonia.fi  matengono,e  con  lafibrietafof-  yg 
Turchi  fiifiono  ogni ìncommodo,  non  mancando  mai  de  i  loro  ordini^  Offèruafi 
Seaz  zeff ,  ciaancora  dalle  genti  ìCauallo  del  gran  Turco,  che  ciaf cuno  per  gran  Si 
&  a^r*  *  gnore^ch'egli  fìa,porta  nell'arcione  della  fella  vn  certovafi,chi  diargi 
ofll  ruino  *V^*  &  a^r0  ntet  alto,  feconda  il  grado  delle  perfine  ;  douejla  del  pane: 
2  Ti  v  kg-  covn  pe,zgo  di  carne  cotta  di  Z/acca,à  di  Cafjtrone,o  vn  TollaBro^  covit 
gi    alfa    poco  divua pafferina,e fichi ficchi,à  altre frutta,e  sùta  gropfravna  cer- 
guerra.     ta  n^f^a  d*or%apercpie  bifigniy  chepoteffiro  accadere,maffmamentc 
per  tuoghi^ncognitu  (fli  Sco'zgeftpariméte  confimma  cotiné\a  fi trat- 
tengono nelle  gueneypQrtàdQ  ogrfuno  il fuo  picchetto  della far ina,laqucL- 

le  come    i 


<DtL   (fUVULLO,    LIB.   VI.  48/ 

'jt  le  come  focaccia  cuocono  [opra  vna  piastra  di  ferro  poflafopra.il  fuo- 
co.Ter  la  fame  certamente  fi  tronano  perdute  molte  imprefe,  che  rio  per  'J^  jft 
altro  (e  fare  vinferPetreio,&  Jffira.nio  in  Ijfragna, .  Gli  Spartani  fi  riduf-  ja  perdita 
fero  a  cibarfi  di  Serpi,  zsflefiandro  contra  Battilani  fi  trono  intanta  mi-  Ai   moke 
feria,cbe  dopo  l  ejferfi  mangiati  tutti  i  cauillì,  ,ele  altre  beUie,fì  mitri-  lmPl'e»e. 
€auano  ifiuoi  di  fughi  di  herbe.  Cambife  co  atra  gli  Ethiopi  fu  corretto 
■di  decimare  ogni  giorno  gli /mommi,,  eicaualli,  in  finche  dubitando  : 
che  poi  nontoccajfe  a  fé,  lafciò  iimprefa .  Vero  chi  hxueamouerguer-  p,.0U1-/-o 
ra  ,  bifogna  primamente  far  grandifiìma  prouifione  di  farine  ,  dipani,  e  ne  s   che 
di  bifcott'hdi  rifoye  di  legumi  di  ogni  forte ,  di  formaggi ,  di  pefci  fatati ,  àcbs  por- 
B   e  co  fi  di  carni;  e  d'altre  fìntili  co  fé ,  che  fi  conferuano  afiai  tempo:  batteri  u.l\     da 
do  la  ne  e  e  fi  aria  quantità  di  boni,  o*di  camalli ,  che  condmano  tali  mimi-  ue  gU€ri^ 
tioni,  parte  in  caffè,  e  parte  in  fiacchi  fopr  ai  carri  ;  alche  fi  deonode pit- 
tare i  fimi  commiflarij,&  altri  vfficiali,iquali  poi  con  ordine  le  habbia- 
no  a  di Hribuire,  percìye  tanto  maggiore  diligenza  è  da  v far  fi  a  prò  uè  de-  . 
re  contrada  fame  in  quegli  tempi,  quanto  meno  foribabili  le  perfonea 
fofferirla,che  non  era  al  tempo  di  qué'  glorio  fi,  Bimani  degni  vincitori  di 
tutto  il  mondo  .  Bella  cofa  allbora  era  a  vedere ^be  donendofi  far  gior- 
nata^ Confilo,  0  filmile  altro  Gè  ier.de  conlefue  armi,  chefiportaua-     • 
no  ordinariamente  doti  egli  era,et  accrefceuano  grandemente  l 'auttorità; 
intorniato  dalla fina  guardia,^  accompagnato  da  fuoi  Tribuni,  eprinci 
f Mi  Capitani ,  montaua  fopravri alto  luogo  fatto  diglebe  ;  eraunatia 
fuonditrembaiCenturioni,  e'  capi  di  fqiuidre ,  loro  per  ragioni  perfua- 
dendo  la  vittoria  effer  certa,gli  inanimaua ,  e  raccendala  ;  ejr  in  queHo 
import  aua  ben  grandemente ,  che  tali  perfine  fi  fiero  piene  di  dottrina, 
e  di  eloquenza  ;  perche  per  togliere  yna  fin  ifir  a  open  ione  da  vricjferci- 
to,per  rimediare  agli  ammutinamenti,e per  dar  cuore  dicob'ttere,non 
ci  è  miglior  me^o,che  la  parola;  pero  fcriuendo\Suetouio  di  Germanico, 
fraV  altre  lode  gli  attribuifee ,  e/)  eglihaueuale parole fktte per  guada- 
jp  gnarfi gli animi  delle  perfine.  Tofciafiàceua  il  Confilo  tre  mite  fonar  la 
tromba,quafi  addimandando,fe  erano  apparecchiati  apugnare,et  allho 
ra  tutti  riffondeuano  >  disi ,  ad  alta  voce  ;  talhora prima,  che  ne  f afferò 
dimandati,^ aliando  con  braui  gridila  mano  deflra ,  dìmoHrauano  i 
cuori  pieni  di  Martiale  ardore  .  <ts?fiai  certamente  importa  quel  dar  di   Dar'a  n  L 
animo  afoldati  nel  giorno  della  battaglia,  con  lajperan^a  deìpremij  >  e  mo*'  {ol- 
eàri gli  fpeflì  confortiyiquali  foglionofàr  p.trere  minori  i  peri  coli -yauuen-  ™j"!  ,,. 
ga ,  che  il  premio  del  generofo  foldato  fia  la  gloria,  e  la  fama  >  efiendogli  ponanza. 
lavirtuteiHeffapiu  calda  confort  atriceii "quando  per  auuentura  con  le 
parole  ciò  non  poteffe fhrfi,almen  con  fegni  potrà  fupplir fi,  imitando  Ce- 
li H     $  fare} 


4$6  T>  E  l  L  jl     G  L  0  O  rjt 

fare,ilqual  vna  volt  a  fi  troua,cbe  con  l'alzare  del  dito  Indice ,  inanima-  £ 
uaifnoi  a  combattere  arditamente  Significando,  che  loro  promette  uà  la 
dignità  dell'anello  in  guiderdone  ;  Oltracciò,  ne  i  finittri,  che  fogliono 
_  •  ~  ,  auucnire  in  efiebattaglie, quanto  import a,  cbe'l  Generale  fappia  attuta- 
re à\nGc  ^iente  diffimulare,  rinomandogli  in  bene  con  fronte  allegra  ,  per  togliere: 
nerale  di  lo ff>aueflto,che  batta  à  disordinare  tutto  vrì  efferato  i' 
grand'im  Q0fi  Annibal , poi  che  a  l'imperio  afflitto 

portanza..  Vid'efurfi  Fortuna  sì  moietta? 

Bjfe  fra  gente  lagrimofa  fernetta  y 
Ter  isfogaril  fuo  acerbo  de  fritto  . 
Cofi  faggiamente  etiandio  Tulio  Hottilio  Rjde'  Rimani,  fi  legge ,  che  & 
vedendo  partire  dal  fuo  efiercito  i  confederatile  tur  bar  figli  animi  de  gli 
altri;  egli  difie  ,  che  non  fi  fgomentaffero  punto  7  perche  di  fuo  ordine  fi 
partiuano  r?  I  mede  fimo  auuenendo  aSilla,ilmedefimofinfe.  Fri"  altra 
volta  combattendo  egli  contra  Mitridate,  e  veggendo  ifuoipotti  in  fu- 
ga, fi '  mife incontraloro,  dicendo,  o  fidati  ,che-  fuggite ,  quando  farete' 
in  Homa}& addimandati douehauete lafciato il vottro  Capitano  ,  diter 
chel'bauete  lafciato  in  "Beotia,intento  a  combattere  contra  i  voflri nemi 
ci;lequai  parole  infiammando  di  forno  gli  animi  diquelliygli  riconduf— 
fero  alla  pugna  con  talvigore,.  che  furono  vincitori.  Speffo  ancora  fa-  _ 
l'eua  Siila  per  fare,  che  i  fuoi  faldati  attendeffero  più  alla  vittoria,  to- 
gliendo V infegne  di  mano  a  gli  ^Alfieri ,  gittarle  tra 'nemici ,  acciocbe' 
v.ergognandofi ,  l'baueffero  a  ricuperare'.   Filippo  Rj  di  Macedonia  per  « 
torre,  la  freran%a  della  fuga  a'  fuoi,chetemeuanodi  combattere  con  gli 
Scitbi, manda  molti  caualli  dietro  a  gli  ordini  per  vccidere  coloro  ,  che 
fiìfero  voluti  diparthfi,laqualtema  ritenne  tutti  si  animofi,che  ottenne: 
ro  la  vittoria.  Attilio  Confilo  veggendo  fuggire  vna  parte  del  fuo  effer— 
citoyvioppofe  l'altra  à.feguitare,  che  fé  non  tornauano  a  combattere,  fé- 
bene  f uff  ero  j campati  da'  nemici ,  non farienof campati  da  gli amici  ;  e' 
cofi  la  vitupero  fa  fuga  riuoltaro  in  glbriofa  vittoria ..  Vn  Rj  degli  Af-  }% 
firi  diceua  a'  fuoi ,  che  la  vittoria  non  s'acquiflaua  con  le  fpalle ,  ma  con 
le  mani .  Sertorioin  Iffagua  per  non  dar  terrore  a'  fuoi,  v nife  vn  feriti— 
dore,che  gli  recauanouella  della  morte  d'un  Capitano  .-  Tito  Didio  ba- 
ttendo perdute  molte  genti,  in  vna  battaglia ,  la  notte  chetamente  fece 
fotterrare  la  maggior  parte  ,■  fi  che  il  mattino  veggendo  i  nemici  molti 
comeTr*  ^  ^oro  mor^a--a  Campagna ,  epochi  de'  Rimani ,  dubitando  d'hauerne 
dinata  Abbattuto  il  peggio,- fi  partirò,  la  fidando  Lidio  quafi  di  vinto  vincitore. Or— 
Rom  ani .  diaauano  iRpmani  la  loro  fanteria  (oltra  la  banda  diV'eliti,  che  agui- 
fadì  sArchibugieri  cobatteuano,  offendendogli  nemici  di  lontano)  in  tre 

fona-  ' 


DEL    C  JLV  jtllOi  L1B.    VI.        487 

^j£  fquadroni,UaJlati,Trincipi,e  Triarij,  che  noi  diciamo  boggi l antiguar* 
dia  la  battagliacela  retroguardia:  la  prima  fronte  dunque  era  divida- 
ti con  le  picche ,  tantovniti,  e  ferrati  infieme,  che  baftauano  afoHenere 
ogrì 'impeto  del  nemico .  £&t  feconda  teneua  l' ordine  alquanto  rado,  che 
bafiaua  nel  bifogno  a  riceuere i  primieri.  La  terxa  poi  difoldati  tutti  ree 
cbi,&  efperthiella  guerra, fi  poneuain  attitudine  di  dar  luogo  a  gli  vni, 
&  a  gli  alt  ri;  e  qui  ni  confiBeual'-pltimafyeran?a,effendo  quafivn  mu. 
ro (come  dice  Rafaello  Folaterrano )  perche  quiui  era  tutta  la  poffan^a 
della  hattaglUycomein  huomini  deliberati  di  vinceremo  di  morire .-onde 
nacque  ilprouerbio,che  nelVefìreme  difperatione  delle  cofe  falena  dir  fi  : 

3  -^A'Triari  è  ridottala  bifogna_j. 

.^rmauanfi  ifoldati  Promani  diuerfamente fecondo  il  grado, la  ricche^ 
7a,e  l'etiche  haueuano  ;  I  Veliti  (come  fi  è  detto}nonport aitano  arme       >ff.g 
da  difefa,  fatuo,  chevna  T^otellinadi  tre  piedi  per  diametro  ,  &  alcuni  /j  aj-maffe 
d'effififeruiuano  di  dardi  acuti  ,  ma  fatti  dirai  forte,che  non  fi  bauejfe-  ro. 
ro  potuto  da' nemici  indietro  rilanciare,  &  alcun' altri  di  faetumi,fajfi, 
e  d'altre  cvfefimilida  tirare,e  tutti  portauano  lejpade.  (jli  altri  faldati 
portauano  faldi,  e  ben  fermi feudi ,  &  arme  dif enfine ,  chi  vnapiaflra 
diferro,cheeraper  ogni  verfo  vn palmo,  che  chiamaùano  (juardacore, 
dauanti  alloflomaco,chivna  (bravina  con  lefuefalde,e  bracciali  coti 

^  uenienti,chi  vngiuppone  di  Cordeschi  giacchi  di  maglia,e  chi  arme  gra- 
ni alla  Hacedonica,li  fchenieri  nelle  gambe,  il  celatone  di  ferro  in  tefta 
con  lipennacchilunghi,ene  i  fianchi  pitgnale,e jpada,chiamata  daVoli- 
bio  Spagnola,che  haueua  vna  buona  punta,  il  taglio  afìai  gagliardo,  e 
forteto  pigolo  di  me  ^oHamuano  finalmente  le  hajìe  didiuerfe  manie- 
re,perciò  che  nel  primo  fquadrone  le  portauano  lunghe  ,  qua/ì /imiti  al- 
le  nostre  picche, chiamate  anticamente Sarifie  .(jli  altri -pfauano  iTili 
lunghi  fei gomiti  tra  l'haììa,  che  la  maggior  parte  era  ferrata,  &  il 
ferro,ilquale  era  àfomiglian^a  di  vngranfjyiedo  con  due  ale .  Vi  era-  - 

25  no  ancora  iTili  più  piccioli  ffimili  alla  Vramea  di (jermani  .  filtri  in 
luogo  delle  Vicche,e  delti  Tilhportauano  (fecondo  ^Polibio)  le  ^aga- 
glie,e  le  giannette  ;  e  con  tali  arme  ?  in fignor irono  i  Bimani  di  tutto  il 
mondo .  TeròVegetio grida  contrai  foldati del tempo fuo,  chelafcia- 
te  l'arme  degli  anticln,cofi  graui,come  leggiere ,  and  aitano  alle  batta- 
glie quafi  ignudi  ;  hauendo  alla  fine  prefo  vn  barbaro  ornamento ,  che 
in  luogo  di  corfaletti ,  e  di  corazze,  fìarmauano  di  certe  yefii  di  lana, 
e  di  bambagia  trapuntate ,  che  diceuano  Toracomache.',  vocabolo  pre~  -j-oraco- 
fo  dalTorace^  che  i  Cjreci  intendeuano  per  lo  petto,  ì  Latini  per  ogni  nuche; 
tourimemo  dipettofflajffmamente  di  metallo  ,perdifefa ,  come  fi  vede 

HH    4  appo 


4gS  D  E  l  l  jt     G  L  0  \l  „€ 

appigli fcrittori.  Sopra q  nette  ,  quando  pioueu  a , fi gitt  aliano  in  dofo  £ 
vn  mantello  di  cuoio  con  lefue  maniche  :    Inuentione  per  Iettar  'ilpefo, 
e  [cacciare  il  freddo  al  faldato  diuenuto  delicato,  e  paurofo  nel  campeg- 
giar di  verno.  I  Capitani  le portauano  di  velluto,  o  dir  afo  creme fino^ 
o  di  altra feta;  i foldati  baffi  diguamello  ,otela  tinta  ;  Del  retto  por~ 
tauano  tutti  celate  coti  gli  orecchi  ornati  di  certe  gir  elle  ,e  fi  cal^auano 
[carpe  orlate  di  ferro  ;  tenendo  parimente  fornito  di  ferro  ne  gli  orli  vn 
grande  feudo;  con  vnagianetta in  mano ,  ouer'vn  forte  /puntone  col 
ferro  triangolare  ;o  pure  gran  baleflre  dilegno,chefono  durate  in  vfan- 
%a,  infimo  a  noflra  memoria  .  L'arme  de' Greci  amici)  i  fi  pò  fono  com- 
prendere da  quella  deferittìone ,  che  fk  Homero  ,  armando  Paride,  oue^. 
dice  y  ch'egli  primieramente  fi  mife  glifcbineriy  poi  fi  veflì  la  cora^ 
%a  ,  poi  fi  elafe  la  ff>  ada  al  fianco;  e  s'adattò  [opra  le  [falle  vn'ampio 
[cudo  ,  e  su  la  tetta  il  morione  adorno  d'vn  pennacchio,  che  tremolaua  ; 
appreffo  prefe  vna  gagliarda  batta,  il  cui  ferro  riluceua  aguifa  d'iter- 
[o  argento  ;  dell  i  quale  dtfiriffimamentefapeua  egli feruir fi  nelle  bat- 
taglie.  VergilioneldecimQyimitando  Homero,  deferiue  la  celata  di 
Cigno  di  Liguria  ornata  di  penne  di  colori  diuerfi ..  Quetta  manieradì 
pennachi  di  vari  colori ,  &  altri  [opra  i  celatoni  vn  piede  e  mexo  , 
vfaronoancoi  Romani  anticamente:  perche  renàeuano  i  foldati  più 
Soldati    belli,  e  pia  bombili  in  apparenza .  1  Greci  per  off aitar e  i  nemici, fi 
Greci  co-  fondauano  principalmente  nelle  picche  (fecondo  Eliano)  che  chiama- 
maff131"  lian°Sariffe  >  le  quali ,  fecondo  alcuni,  erano  diciotto  piedi  lunghe ,  s 
fecondo  alcun' altri,  di  gomitiquattordici y  e  con  quefie  fi  difendeua- 
ìio  da"  Caualli,&  apriuano  le  contrarie  ordinanze  .  Dione-Biella  vita  di 
(arac all«,r acconta,  che  la  Falange  Macedonica  nel  tempo  di  z^left an- 
drò ,  era  di  huomini  fedici  mila ,.  che  vfauano  celatoni  di  cuoio  bouina 
,,       crudo  ;  corazzine  di  lino  di  tre  doppieyfcudi  d'Ottone, batte  lungbe,ffra- 
delk  fola  ^a  corta>e  chiauerina.  Ordinauano  le  Falangi,fiicendo  vn  corpo  folo  dì 
gi.  tutto  l  '  efferato  a  fila  a  fila  y  in  tale  modo  y  chefe  un  faldato  della  pri- 

ma fila  cadetta  ferite  6  morto ,  fubito  vn' ahro  della  feconda  entrala  ai  - 
luogo  ;  e  cofi  confeguentemente  di  tutte  le  altre  ;  fi  che  le  fila  di  coloro  , 
che  combatteuano  ,  erano  fempre  intere :e  fi  trouaua  più  tatto  confuma- 
ta,cbe  rotta  ejfa  Falange  ;  fi  cornehoggi  ne'  loro  battaglioni  ofìeruano 
ancho  i  Suiz7^ri ,  ei  Germani  ,quelli  poco  curando  fi  di  gir  dtfarma- 
ti  di  corpo-tanto  fi  confidano  nella  flretta  lor 'ordinanza  *e  quetti  arma, 
tiferuando  il  medefimo  ordine,  con  maggior  fntica,e  minor  prettezj^a , 
*J?Ka  più  [te  uro  pare  l'ordine  de' Bimani,  i  quali  hauendo  da  ritirar fi j 
crinforTgrfi  tre  fiate >  bifognaua^he per  effer  vintici  auefìero  tre  volte 

contraria 


7)  EL    CJtVoiLLOy  LI  B.-Vl.  489 

£  contraria  la  fortunale  che  tre  volte  fi  trouaffe  nel  nemico  ardire ,  efor- 
^.Scipione  volendo  combattere  con  ,Amiballe,  ilquale  nella  tefia  della 
battaglia  haueuapofli  tutti  gli  Elefanti  ,  ordino  i  fuoi  [quadroni  tanto 
apertiyche  fenra  difor  dinar  fi,  gli  riceueuano  ,  con  quello  modo  vinfe  la 
giomata.Terò pojfiamo  confiderare,  che  la  battaglia  mainon  è  daordi- 
narfi  in  punta ,  perche  i  nemici  ordinando  la  loro  informa  di  forbiti  >  La 
romperebbono  ageuohnente.  Seruauafi  pur  queftaprerogatiua  a' ' falda- 
ti legionari]  ;  che  come  ne  gli  alloggiamenti ,  co fi nelle  battaglie  fé m~ 
pre  in  me%o  de"  confederati  fi  collocauano  >  tanto  da  Cauallo,  quanto  da 
piedi  Ma  la  Caualleria  era  ordinario  ^che  fi  mettejfe  a"  fianchi  dell' effer- 
ato in  quella  guifa ,  che  l'augello  difende  con  l'ale  il  corpo  ;  però  ,  come    .   Va,  *e" 
25  (jellio  dice  ,  questo  mede  fimo  nome  fu  loro  dato;  che  in  dieci  ale ,  bande  mZni,  co- 
da  noi  dette, diuideuano  i  Romani  la  Caualleria;  e  di  ciafcima  pigliaua-  me  s'ordì 
no  tre  Capitaniperla  retroguardia^  quali  il  primo  era  capo  della  Ban  naffe« 
da>gli  altri  teneitano  luogo  di  Decurioni;  e  co  fi  liuto  vfafyejfo ,  Tiu  al- 
quanto di  danno  quesì'ala  di  Caualieri  fu  ad  ^Amiiballe . 
E  Vergilio  : 

sJtyCentre  s'ajfannanle  follecite  ale 
vd  far  la  caccia  per  le  felne  intorno . 
Intendendo iCaualieri,  come Seruio Mauro  ejpone.  S  ole  uafi  fare  delk  pirgo  or» 
turme  vna  ordimmo,  quadra  à  guifa  di  torre,  che  però  Tirgo  la  nomina-  dina  za  di 
C  uanoycontre cento fefianta,ò quattro  cento Caualli, fecondo  Euftatio. Li-  turme« 
curgo  agrandiffimosforTofèvna  turmaquadrata  dì  cinquata  (aualliy 
e diuife  i finti,  e i Caualieri  in fei tribù ,  delle  quali  ognumo  haueuavn 
Tribuno,c  quattro  Trefetti  Manipulani,otto  quinquagenari,e  fedici  Du- 
ci.Di  effe  Tribù  talhorafi  faceuano  tre  turme,  talhora  fei,fecondo  il  bifo 
gno;etra  l  altre  fu  vnaCohorte  di  Sparta,detta  Titaneta,di  gradiffimo 
yalore,che  fi  riferbauaper  gli  vltimi pericoli,  z^fntioco  chiamò  Gemea  Qemea 
yn'ala  di  mille  Cauallì.Tare  a  Senofonte,che  vna  caualleria  di  mille  per 
fone,fia  numero  coueneuoleyfhcile  ad  ordinarfiye  mantener fi, &  idoneo  a. 
'    fare  cofe  notabili;  e  loda,cbe  tra'  Cittadini  vi  fi,  mefchieno  foraslieri,  per 
mettere  emulationefraloro  JleJfi.Conciofia  cofa,che  tra'  Lacedemoni  tro 
uiamo  allhora  efferfi  cominciate  a  fare  cofe  celebri  co  (faualli,quadofira 
nieri  Caualieri  aggiunfero  alfoldo  loro.  £  benché  ottima  cofa,e  fingolare 
farebbe  ordinare  vna  Caualleria  tutta  di  perfone  nobili ,  non  fono  tutta- 
uia  da  rifiutarfi  della  gente  (ontadinefca  alcuni  giouani,i  quali  per  di  fio 
d' annobilir fi,riceuiìti  che  fono  all'ordine^' ingegnano  difhrcofafegnala 
ta\e  con  molta  vbbidien%a  adempiono  ognivffciolor'imposlo.Uorapa- 
'  y€)che  ottimamente  formato  s'intenda  vno  elfercito,  quando  ha  numero 

di 


di  diciotto,ò  ventiyò  ventìcinque  mila  fanti,  e  di  due  mila,  e  cinquecen-  j? 
to  Caualli,ne'  quali fiano  due  ter%i  d'hiiomini  d'arme,&vno  de  Qmalli 
Causile—  leggieri .  l^cll efferato di^Aleff andrò ,  ferine TaoloOrofw, effere  flati 
ria  di  alcu  trentadue  mila  pedonile  quattro  mila  (aualli ,  e  con  quefiafipoca  gente 
chi .   ntl"  ^  dubbio  (come  Cjinflino  dice)  fé  fifa  più  da  marauigliare  ,  che  babbia 
vìnto  tutto  il  mondo-fi  che pur'babbiahauuto  ardire  d 'afì 'aitarlo ;m affi- 
mamente,che Dario  F^ede'  Terfì,la  prima  volta furotto  da  lui,hauen- 
dofeicento  mila  faldati  Jotto  di  fé ,  l'altra  volta  con  tre  cento  mila  fan- 
tine cento  milfi  Caualli  parimente  fu  posio  in  fiiga,reftando  prigioni  ma- 
dre,e  moglie ',e figlie ,  per  lequali  offerfe  la  mità  del  R^egnofuo  ,  eglifur 
morti  ottanta  mila  pedoni ,  e  dieci  mila  Caualli,eprefi  quaranta  mila;  F 
tanto  importa  nelle  guerre  più  l'ordine,  e'I  valore  che  il  numero';  fi  come 
Ordine  e  fiyede  ancora  nelle  cofe  di  *Agefilao ,  ilqual  creato  Rj  de'Lacedemonij 
rna^iore  neltempo,che'l  Rj  de'  Terfifitceua  terribile  apparecchio  per  tragetta- 
importan  re  incontra  loro  ;  Egli  non  volle  affettare  il  nemico  in  cafa,  ma  andò  a 
za    nelle  trottarlo  infine  all' Ji fi  a:  doue  arricchiti  ifuoifoldati  con  varie  prede,  v 
guerre  ,    Yotto  con  molte  battaglie  ildifegno  de' nemici,  vittoriofo  rapportò  ficu- 
titudine    re,KKa  a^a  patria;  &  effendo  nel  ritorno  afì aitato  da  infinti  a. mvltit  udi- 
te' folda-  ne  di Larifìei,Cranoni,Scotnjfi,  Farfalij,  eTefsali;  egli  fatto  dell'  éfsercì- 
11  •  to  vn  quadrato  fquadrone ,  diuife  la  Caualleria  per  tutti  i  fianchi,  laqnu  r 

le non  pure  foftenne ogni impeto-,  mamifeinfngagli  affali  tori;  &  at- 
tr alter  fata  fi  parte nella  via,  che  quelli  ritornando  doueuanfare,gli  col- 
fé  aW improuifo  ;  e  morendo  nella  pugnaTolicarmo  Var folio  Capitano  ■> 
gli  altri congrandiffimaperdita di lor  gente,  non  fifermaron  mai  ,fin 
che  non  furon  giunti  al  monte  jLntracio  :  Laonde  ^ìgefilao  allegria- 
mo fol  di  quello,  che  di  arte  Cauallerefca  haueua  vinti  quelli ,  che  più  di 
queHa  cofa  face uano prof effione,  al%o  nel  luogo  per  memoria  vn  trofeo, 
Haueuaft  egli  già  rannata  quefìa  bella  (analleria,con  tal'induflria,che 
a'  più  ricchi  delle  contrade  afe  foggette,  haueua  dato  ordine  dinudrire 
Caualli  J celti ,e per  grida  haueua  predetto,  che  nonfuffe  obligato  di  anda  jj 
re  alla  guerra  perfonalmente  colui,che  haueffe  dato  in  vecefua  vn'buo- 
Vsàza  de'  moidoneo,&  arme,e  Caualli.Ma  di  effi  Lacedemoni  era  l'vfan^a ,  che  i 
lacede—  Qzuallifi  teneuano  in  commune,  fi  che  donendo  alcuno  andar  fuora,  & 
moni    in  bauendo  bifogno  di caualcatura,douunque hauefìe  vijìo  vn  cauallo ,  fe'l 
ualli  per  $ìgliaua>eferuitofene,bellamentepoive lo  tornaua.Taliin  veritdqnefti 
guerre .    popoli  nell'arte  della  militia  fiportaro,che  non  folo  fi gloriaro  dì  difen- 
dere la  lor  patria  fenya  mura,ponendo  piufpcran'za  nellavirtìt  delle  a-,' 
me,ch  e  nella  fonema  de'  ripari  ;ma  vennero  etiandio  a  commandare  a 
tutto  il  reftate  della  (jrecia;e  riufeitì  fopra  tutte  l'altre  natiom  ecceller 

lijjìmip 


<2)  E  L     C  Jl  V  jillO    LIB.   VI.  491 

ti  (fimi,  furo  tenuti  in  tanta  Wima,che  i  Cartbaginefi  col  configlio  di  Xanv 
tippo  Lacedemonio  ruppero  M,  ^Attilio  Regalo,  da  cui  molte  volte  erano 
fiati  vinti,  per  lo  mal'ordine,cbe  tenevano  sconcio  fitfii ■  cofa,  che  efft  ef- 
fendo  fuperiori  di  numero  di  Caualliy  e  di  Elefanti -,  foleuanofhrfi  ga- 
gliardi ne*  monti  ;  ma  fattigli  fcendere  à  campo  nelle  pianure ,  douei 
Promani  copiofi  di  pedoni,  e  deboli  eli  Caualleria ,  fi  fkceuan  forti ,  age- 
uolmentegli  fé  vincitori .  Là  onde  ^Annibale  parimente  vn  maeflro  di 
guerra  Lac edemonico  menò  feto  ,paffando  nella  Italia  molti  uoglionoy 
che  dal  costume  di  Lacedemoni  Claudio  C efare  baueffe  fermato  l'ordi- 
ne, ch'egli  diede  alia  fuamilitia  ;  che  appreffo  alla  Cohorte  daua  l'*Ala> 

g  e  dopòl  '  jllailTribunato  della.  Legione,  fi  che  di  grado  in  grado  i  mi- 
nori C  apitani  f  ufi  ero  fottopoHi  all'Imperio  de'  maggiori lefen'xa  confu- 
sone ogrìvno  haaeffe  dipinto  il  fuovffcio  .  Scofi  molte  ,e  molte  eflendo 
le  cure,  y  che  nelle  guerre  bifognauanodi  commetterfi,  auueniua,cbe  nin- 
no vi  era,  in  cuimediocre  prudenza  conofeiuta  fi  fufse ,  che  non  hauejje 
bauuto y  alcun  honore .  Si  come  dunque  appo  i  Lacedemoni  il  fupremo  Pfeminé-- 
Tmperio  era  del  Bj,pofcia  de  i  Duci,poi  de  i  Tribuni,che  Eforigli  chia-  auerr^dc 
marono,indidéCenturioni,^r vltimamente de'Decani:cofinellefìercito  Lacede-  " 
de'  Homaniera  ordinato,cbefe Ifoldato  era  àcauallòyvbidiffe  al  Decita  moni. 
rione ;s: 'era  da  pie de,fuffe  J oggetto  al  capo  delManipolo  (detto  horaCa- 

Cpo  di  f quadra)  cottora  alCenturione,  il  Centurione  alTrefetto  della  Co- 
horte, &  al  Tribuno,  Quefli  alVrefetto  della  Legione,  Colìui  alLuogo- 
tenente generale,  ilquale  per  diuerfe  cagioni  (  come  detto  habbiamoper 
innanzi,  fecondo  la  varietà  de'tempi,folea  diuerfamente  nominar  fi)  egli 
finalmente  al  Capitan 'generale dell 'efferato,  ilquale  ancora  convarij  no 
mÌfoleuacbiamarfì,cioèBj,Confolo,Vroconfolo,Vretore,rDuce,rDitta- 
tore,&  ImperadoreFi  erano  anco  nel  e  ampo  certi  altri  Magiflrati  chia 
matirPrefetti,iquali(oltra quelli ,  che gpuernauano  iconfederati,  cornea 
yuolTolìbio,aguifa  di  Tribuni) erano  molti  y<^r f eparatamente  deputa- 
ti àdiuerfivffcij (oltre,che iTribuni ancora,fecondo fi  è dettoper autto- 

**  rità dell' ifteffo  T?olibio,rìhanemno  comunemétepenfiero)cioèfopraipa' 
diglìoni,fopra  lagrafcia,fopragU  artefici ,  e  le  machine,  efopra  glifièc— 
catie  nel  dì  delia-giornata  fopra  alcune  bande  dìfhnti,ò  diCaiialli,feco> 
db  bauefìeparfo  al  Generale ..  Terò  il  Dittatore  era  il  più  degno  di  tutti 
quantii  Magi flrati,d'allar cui  fenten^i  no  era  lecito  appellare:  ma  la  Bit 
tatura  non  era continouo  magistrato  .-perche  follmente  in  qualche  grade- 
neceffiià  della  B^epublìcaficreauapermefifei,  ebifognaua,chefifacefie: 
dimena  notte,e  no  fuori  d'ltalia,echefuffe  huomo  giàJlato  Cofolo,ben— 
^(Mnt^trQui(^èrHatQin^urÌQCamiìlo  1  ilquale  quantunque  nofuf- 


^9i  D  E  L  L  o€    G  L  0  \1  *A 

fi  Confettare  :  nondimeno  nel  gran  pericolo ,  in  che  i  T{omanì  erano  flati  ~ 
ridotti  da'Veienti,il  fecero  Dittatore,e  contraffa  voglia  li  prolungarti 
il  maeslratoper  vrìanno,e  cofi  otténe  cinque  volte  la  Dittatura,^ quat- 
tro trionfi  ;e  fu  liberatore  della fui  patria.  Siila  nt'V  occupar  della  Ditta- 
tur  a,fi  trono  batter fatti  morire  in  varie  guerre  pia  di  cento  mila  b  lami- 
ni) nouant a  Senatori  ,  quindici  Confiti,  e  dell'ordine  eqttefl  -e come  feri- 
ne ^Appiano)  due  mila  e feicento  ^nondimeno  poco  dapoi  volontari  amen 
te  la  depofe .  Dopoi  lui  (e far  e  bausndo  fitto  di  fé  ridotte  tutte  le  ragio- 
ni della  J\epublica ,  fi  diebiarb  perpetuo  "Dittatore  ,mala  perpetuitàpo- 
codurb,  che  fattoli  da  ottimi  Cittadini  vna  congiura,  nelmejo  delSe- 
Dittatore  nato  fu  ammaliato  .  Scrive  Liuio,cbe  la  prima  mentione  di  far  un  Dit-  p 
quado  co  tator,nacque  in  ì{oma,  quando  s'bebbe  nouella ,  ebe  trenta  popoli  s'era- 
à  crear/ì    no  conH}uraì:l  ad  effortatione  di  Ottauio  Mamilio ,  e  fi  troua  appo  anti- 
chiffimi  auttoriT.  Largio  effere  Slato  il  primo  Dittatore ,  e  Spurio  C af- 
flo il  primo  Maeslro  de"  Caualieri;  conciò  f ufi e  co  fa ,  ebequefìi  due  ma- 
gistrati andauano  fempre  congiunti ;e  di  autorità  appreffo  al  Dittatore 
non  era  altro, più,  profumano ,  che'lMasflro  di  Caualieri,  ilquale  dalVi- 
fteffo  Dittatore  fi  eleggeua,  facendolo  fuperiore  a  tutti  gli  altri  ;  fi  come 
nellifleffoCefare,dicuifiamo  venuti  in  mentione,  poteua  veder  fi,  che 
nominato/i  infieme  con  la  Dittatura  Confilo  per  dieci  anni ,  fi  elejfe  per 
compagno  ^Antonio  fuo  carijjìmo ,  dichiarandolo  Maeftro  di  caualieri ,  G 
benché  fra  tanto  ordinale,  che  Lepido  effercitafìe in  luogo  di  luil vffeio. 
Maeftro  Dell' vjf  ciò,  che  appartiene  al  Maefìro  di  Caualieri,detto  da  Greci  Hip- 
de'  Caua-  parco ,cbe  Generale  di  Caualli  poffìamo  noi  dire ;Senofonte  fcriuendo,  di- 
vffiao  U°  ce->c^c%tiprimieramentehadaprocurare  lagratia  delfimmo1)io;cbe 
tutto  quello,ch egli  bara  a  dire ,  &  adoperare, fìa  accetto  a  lui,  falci- 
fero afe  Heffo,  vtile  a  gli  amici ,  e  glorio  fi  alla  fua  I{epublica,  o  al  fuo 
Trincipe: \Appreffo  dee perfonalmente  fen^a  confidar/i  in  ter^a perfinay 
riuedere  la  caualleria,cbe  fia  intera:  cociofia  cofa,cbe  o  per  vecchiezza, 
oper  infermità,  o  per  altri  accidenti ,  fpefìo  viene  à  mancare  di  numero,   „ 
ejpejfo  ancora  fi  defrauda  da'Capitani,oltra  i  particolari  trafuggimenti, 
cJjefoglionfkrfi ,  come  auuenne  al  Bj  Frana fio  ,  che  nel  dì  della  batta- 
.  glia  credendofi  battere  infinita  gente,  appena  fine  trono  vn  terzo,  onde 
CauallijC  egli  rimafe  rotto,  e  prigione  .  E  cofi  i Caualieri,  cornei  e  auallibifogna 
che  fiano  effere  fan; tutti,e  robnfli  della  perfina,&  atti  a  [offerire  ogni  fatica:  In 
fani .         queHo  riuedere  diCompagnie,  bi fogna  difiernere  le  genti  veterane  dal- 
le nuoue,e  tra  loro  compartirle  di  tal  -maniera ,  cbe'l  ro^o  congiunto  con 
Veffercitato  venga  ad  ammaeflrarfi  agevolmente  alia  militia:Et  appar- 
tiene al  Capitano  tener' abbondanza  di  felle,)  e  briglie)  &  alquanto  nu- 
mero 


rDEL    CUVjtllOy    LIB.  VI.  49f 

j£  mero  di  cauallifauerchio  y  per  poter  opportunamente  [occorrere  a'  bifo- 
gni  de'  faldati;  atquale  effetto  deehaueril  Generale  appo  le  fue  compa- 
gnie tutti  gli  artifli  delle  cofe  neceffariey  come  fallar  iy  armar  oli y  maestri    .    . 
di  [proni ,  e  dicorreggieyemarefaatchi y  &  ancofi[tci,e  chirugici .  Ma  i  x  ^jati. 
faldati  [opra  tuttofano*  datenerfiin  continouo  eJ[ercitioyfì  che  [iena  agi- 
liffimi  a  [aitar* a  Cauallo  con  tutte  le  toro  arme y  deliri  a  lanciare  y  &  a 
far  le  altre  necefiarieoperationi  Cauallerefabe;  e  [opra  tutta  vbbidienti; 
per  cloche  non  offeruandofi lordine  del  Duce}  la  militia  è  fatta  nulla  ;  fi 
come [aggiamenteVlatone  dice  >  che  vn  capa  di  guerra  non  può  far  cofa 
buonay[e  non  è  tanta,  vbbidien^a  ney[uoi[otdatiy  quanta  in[e  bifagna  e[- 

B  [ere  difcrettione  >  e  moderan^a  ;  Conciofia  co[aycbe  £  ubbidir  e  ye'lcom- 
mandare  nafaono  da  vn  virtuofa  temperamento  :  Il  perche  il  mede/imo 
Senofonte  nella  B^epublica  de* Lacedemoni  diceyl' ubbidire  ejfere  vnfom- 
mo  heneysì  nella  guerraysì  nella  pace ;e  quanto  pia  t'ufficio  Ha  in  mano  di 
grandi  huominiy  tanto  più  acquistare  vbbidien^a  :  là  onde  è  di  mestieri 
in  veritàyche'l (apitano  fiahuomo  di  rìputationey  di  configlio  \  fiche  da  capitane» 
Vauttorità  diluì  mojfi i[oldatiyhabbiano  pronto  l'animo  ad ubbidirlo  y  e  fiahuomo 
fargli faruigio. Sopratutto èdimefiieriych 'eglifia  virtuofaymodefloy  giù  di  riputa- 
ftoyclementey[obriOylibera£ey[acondoyanimofa  &  terribileyaltresìyfecon-  tl^c'  ^ec 
do  y  che  le  occafioniricercheranno^atientf.e  temperato  nel  trattare  de  i 

C  negotijyaccortoy  e  curiojo  nelle  co[e  dell' esercito  ;  nonpunto  negligente r> 
ma  trouififempre  il  primo  a  deftarfiye  l' ultimo  a  dormire. E  perche  a  tut 
te  le  cofe  il  Generale  non  può  attendere  confaaprefan^a  (come  farebbe 
il meglio)  è  di  meHieri  hauer fatto  di  fa  gli  altri  vffic  iati  sì  fattamente 
ammaestrati)  eprattichi  alle  cofa  Cauallerefabe  >  che  buono  parte  della 
fatica gli pofiona  con  lof indù  far  ia  alleggerir ey  che  certamente fa t  Gene- 
rale non  è  da'  buoni  y  &  ejperti  minifiri  aiutato  yfi  troua  fampre  in  gran 
trauaglioy  non  [ola  nette  battagliela  in  tutti  gli  altri  progroffi dell 'ef- 
ferato sperò  icapi  bifagna faeglierfi  tutti prattichiye  prudenti >  &  inten- 
dentiyma  non  arroganti: co' qtmli  il  Generate  è  bene  >  che  conferifaa  le  oc- 

P  correnxeyintendendo  il  parere  di  ciafahedunoy  e  di  quelli  raccogliendo  il 
migliore  tra  [e  medefimo  >  fan%a  manifejìare  la  fata  determinatione  a 
ninno  inferiore  ;  perche  basta  poi  dare  gli  ordini  al  tempo  [uo  :  imitan- 
do Cecilia  Metello  y  itquate  dimandato  da  vn  [uo  Tribuna  >  qual partito 
doueffè  prendere  in  vn  certo  [uccefio  dìguerraygli  rijpofayche  egli  abbru- 
gerebbe  la  [uà  camicia  y  fa  stimafie  quella  effere  confapeuole  delle  cofa; 
(hehaueije  a  fare.  Et  Antigono  dimandata  dafuofigliualojQuando  vo- 
leuafar  muouere  Veffercitoygli  difte  con  molto  fdegnoySeì forfè  tu  sì  fat- 
tamente fardo  >  che  non  [entir  aita  tromba  come  gli  altri  ì  t&C(t  [enei 

tempi 


4^4  l>  JLll  U     G  IO  ^1  j£ 

tempo  della  pace  venifse  a  noia  il  ratinare  le  fquadre  ad  effercitio;  (ifo  ^ 
no  particolarmente  i  Caualìeri  da  e fsort  areiche  ciafcuno  per  fé  efca  fpef- 
fo  alla  Campagna  ,  auuei^andofi  accorrere  col  fauallo  ingiù ,  &  in  su 
per  ogni  forte  di  luogo  quantunque  afpriffìmo  ;  fi  come  varie  fono  le  ne- 
ceffitàele  occafwniy  che  la  guerra  fuol  apportare:  alla  quale ,  come  fé 
diproffinrO  hauefse  a  fopraggiungere  ,fempre  fi  fon  da  ammonire ,  che 
sliem  in  apparecchio -/rimembrando  loro,nonper  altro  fùr fi  Ltgrofsajpe 
fa  del  [bldo  loro,che  per  hauerli  in  ordine  ne'  infogni;  &  in  ciò  dice,che'l 
popolo  JLtheniefe  fbendeuaogni  anno  talenti  quarauta.  Qui  pojjìamo 
noi  aggiungere  quelli  efse  mpi;  che  To  mpeo  zjfóagno  fkceua  di  contino 
uo  efsercitare  ifuoi  foldati,correndo  co'  più  leggieri)] alt andò  co*  più  de-  p 
ftriypugnando  co  più  forti:  e  pigliando  piacere  nelgittar  lapietraylancia 
re  il  palo  di  ferrosi  dardo,  e  finalmente  nel  giuocare  alle  braccia.  Leg- 
giamo parimente  di  Scipione  ^Africano  ,  ebefempre  fkceua  effercitare  i 
fuoi;fen7a  mai  perdonare  alla  fhtic affliggendo  l'otio  in  ogni  modo,ft  che 
per  qual  difagio  fi  fufie  slato,nonfi  trouauano  giamai  fìanchi;imitando 
quelloyche  ferine  Floro  di  P\omolo  ,  che  continouamente  lafua  giouentù 
Orio  no-  in  giuochi  d  arme, e  di  (analliunena  effercitatanellapàce,perche  la  tro 
ceuole  a'  uaffe  pofeia  isìrutta  nelle  guerre '.Et  Homero  medefimamente  diJichil- 
foldati.      ie  cantajchepemon  islar'otiofo,  correuafouente  armato  per  la  marina. 

£  quanto  fialotio  noceuole  a'  faldati ,  fi  può  dall'ef  empio  diAnnibaìle  G 
confi der are ,  ilqual  ridotto  in  Capoua  il  fuo  esercito  ,  fi  diedero  tanto  à 
r    '  rl'T  '  &*  agh&  a' piaceri ,  che  perduta  quella  difciplina  militare ,  onde  tante 
curgo  .      volte  erano flativittorio fi,  venneàrouina  co  la  patria. E  per  dar'  ad  in- 
tendere quesla  co  fa  Licurgo  a* fuoiLacedemoni,propofe  loro  due  cani  in 
vn  mede  fimo  tépo  nati,dè'  quali  Vvno  allenato  fuori  alle  caccie,  V  altro 
ScithiTur  in  cucina,chiar •  amente  dimoslr aro  ladifferen^adauanti  al  popolo,  quel 
chi,  e  Già  [0  correndo  contra  la  ferace  quello  verfo  l'efca.Fu  da'  Scithifempre  of- 
che^oiTer-  fermt0  l'vfodegli  ejfercitij,&  hoggidì  fra'Turchi  l'ofìeruano  i  Gianni?^ 
uino    ne  Tari ,  i  quali  in  ogni  tempo  s'affuefanno  à  tolerare  i  difagi,  e  le  fu  tiche  ì 
glieflerci  nonlafciando  maidiejlercitarfi  altrar  dell'arco ,  e  dell'  archibugio,  al  H 
u  *  correre  di  lancia  al  modo  loro,  atteggiare  fopra  Caualli,giuocare  difei- 

raitare,&in  altri  cotali  Jiudi,  che  fono  neceftarvj  a  coloro,che  bramano 
dy  acquistare  la  vera  gloria  dell'arme,  laquale  fenxa  fudore  non  può  oc 
qnijlarfi .  Oferuafietiandio  nelle  Citta  di  Suixgeri,e  di  germani,  oue  i 
giouani(  maffimamente  ne  idìfefliui)  flanno  in continouo  ejjercitio  di 
dinerfi  mesìieri  alla  Ginnasìica,<&  alla  guerra  appartenenti. Trarrà  an- 
cora Vegetio,di  varij  modi  effere  slata  la  prima  difciplina  per  esercita- 
re il  nouello  faldato  f  ò  di  portare  in  camino  pefi  >  ò  di  correre  armato^  ò 

di 


DEL CAVALLO,   LlB.ri-  495 

/£  di  [altare  nel  Canal  di  legno  >  o  principalmente  di  pugnare  al  palo .  Era 
ilpalovna  certa  imagine  db  legno  fi/fa  in  terra;la  ami  con  lancia ,  ò  co 
ijpada  igiou.iui  affahaiumo  ,  come  [e  nemico  fi f uff  e  egli  ,  con  vno  feudo 
di  vimini  ,  o  talhora  con  ma  grane  ma^aferrata,acciò  che  nella  vera, 
pugna  fi  trouafì ero  più  fediti  ;  fi  effer  cita  nano  ancora  con  l'arcopropo 
nendo  alcun  fegno  ;  i  quali  efercitij  tutti  s'vfano  attempi  noflri  da  ogni 
jbirito  defiderofo  di  gloria  :  Maper  effercitarela  C malteria  ,gioua  ajìai 
(come  Senofonte  foggiunge)  che  bora  in  vna  compagnia,^  bora  in  vn'-al 
tra,nel  cofietto  di  Cittadini,efcaàfàre giefìre >  &  altri giuochi  (faualle-* 
refehi  \  doue  ciafcimoper  ambinone  d'honorefi  sforma  di  comparere  be- 
ne in  ordine,e  bene  maneggiare  l'arme,  &iCaualli:nel  che  fard  profit- 
ti tettole  oltre  modo ,  proporre  ne  gli  frettatoli  alcuni  premi],  fotto  cotali 
giudici,  che  dalle  loro  fentéze  rimangano  molto  lieti  i  vincitori  per  mag 
gioran^a  d'autorità.  E  queHe  pompe  conuiene  maffimamente  diprefen- 
tare  nelle  folennifesle,  alle  quali  par  che  co  fi  in  certo  modo  fi  accrefea 
honoran^a .  Sipoffono  ancora  alle  efiortationi aggiungere  i  commanda- 
menti con  le  pene  -,  i  quali  perche  da  tutti  fieno  offeruatiihifognafar  co- 
nofeere  differenza,  tra  glivbbidienti ,  e  i  contumaci  ;quefli  abbaffando  di 
conditione,  e  quelli  esaltando  con  più  vtili ,  &borreuoli  trattamenti. 
T^el  tempo  della  guerra  facendo  fi  viaggi,è  da  prouederfi  ,  che  nonfiaf- 
r  fhnnino  i  (aualli  mai  fin' 'a  fiancherà  ;  ilchefia,fe  fi  faranno  giornate 
moderate  ,  e  fé  fi  farà  camino  per  luoghi  opportuni  d'acque:e  dando  loro 
alcuno  Jpatio  di  ricrear/} .  Eia  bene  ancora  in  qualche  parte  far  diuentar 
pedoni  i  Caualiere,efempre  fifono  da  affrettare  gli  vltimi  ,  che  appreffo 
yengono;  acciò  che  per  la  forila  dello  arriuare  non  fi  confummo  .  Ma  cu 
minando  per  luoghi  fo/petti,allhora  lefquadre  fono  da  ricrear  fi  non  tut- 
te infieme,ma  a  vicenda  ;  perche  non  f uff  ero  colte  /prouedtite  da' nemici 
congran  pericolo  .*And andò  per  luoghi  frettila  C  aualleria  fie  più  fi- 
cura,  che  e  amini  ordinata  in  Corni:  doue  polla  via  farà  più  larga,  dila~ 
tinfi  le  fronti; Quando  poi  s'è  venuto  in  aperta  Campagna,/}  fono  da  di- 
jp  fponere  in  Falangi.  Quando  per  luoghi  difficili  hifogna  e  aminare  parti' 
tamenteperiftrade  diuerfe  s  fono  d' affegnarft  i  minislri  ad  ognifchieray 
acciò  che  venendo  il  bifogno ,  non  fi  troni  diffipata  in  fuga  la  C  aualle- 
ria. E  fempre  è  bene  far' andare  innanzi  alcunipiùfeorti,  che  trouan- 
doipaffi  più  malagevoli ,  infegnino  i  migliori  a'  feguitanti  ;  Vero  il     ffl  ..   .. 
buon  Capitano  dee  procurare  d  batter  notitia  delle  regioni  co  fi  pa—  £uonj q* 
trie  ,come  hoflili;  e  tenerle  dipinte  à  parte  à  parte;  recando  di  gran  pùanii 
lunga  fuperiore  colui,  che  bara  conofcen7a  della  Strada,  edelpaefey 
òquellof  chen'è  ignorante  ;  La  onde  amtenendo  pure,  che  al  Capi- 
tano 


tanofia  del  tutto  incognitala  contrada;  almanco  non  dee  mancare  >  the    % 

non  habbia  alcune  perfine  paefane  y  e  pr  attiche  appo  fé  ;  perciò  che  im- 

r    -        porta  oltra  mifura  fapere  i  luoghi ,  doue  il  pedone  può  fuperare  il  Caua- 

iìaaccor-  liere  y  e  doue  all'incontro ,  Bifognafopra  tutto  flaf  accortone1  viaggiti 

to  ne'via-  .Capitano ,  di  non  abbattere  neWinfidie  del  nemico ,  oda  liti  tiratoyòper 

8l  •  tradimento  difpieyo per  fefleffo  caminando  difauuedtttamente  :  e  luoghi 

foretti  da  far  'imboccate fon  tuttiqueìli  y  doue  fono  felue  >  valli  y  foreste  > 

cauerne)foffi,riuiereyargini ,  e  e  afe ,  ò  mura  vecchie;  benché  di  effe  imbo- 

fcate fi  poffabauer femore  :o  perla  poluey  o  per  gli  augelli  >  che  in  aito 

fi  Iettano  ;  dal  cui Jp attente uole  volo  auuifatif campar  o  in  diuerfi  tempi 

Thiamene  figliuolo  di  Orette  >  e  Taolo  Emilio  Confalo  ,  ìlquale  attrauer-  F 

fando  il  camino  ■>  circondò  di  tal  modo  dieci  mila  Boemi  n'afeofiin  certe 

acque;  che  gli  afi  aitanti  fi  trouano  off  aitatile frac affati ,  Cajfio  menando 

in  Siria  ilfuo  esercito  contrai?  arthiy  fece  vna  imbofeata  di  pedoni  >  & 

egli  con  iC  atialli  andato  alle  frontiere  de "nemici  >  &  attaccata  vnafea- 

ramucciayprima  leggieraypofciaìngrofiatay  e  ritirando  fi  pian  piano  ygli 

condufie  al  luogo  dell'inganno  >  doue  intorniati ,  gli  taglio  tutti  ape^gi* 

T omitti  mandando  honefia  quantità  di  Caualli  à  combattere  con  Ciro  > 

quelli  poi  riculandoà  dietro  y  e  fingendo  di  fuggire  ylo  conduffero  in  certi 

ftrettiydoue con  tutti ifttoi rimafe morto  (ofi  Romolo  vìnfe i  Fidenati ,  e 

cofi  Tompeofè prigione Terpenna  in  ffpagna ,  Jlnnibxìle  con  vna  gran 

quantità  di  bestiami  lafciata  in  certi defertiyadefcò  i  Bimani  a  caricarfi 

della  preda  y  e  f ecene  molta  strage  :  Fri  altra  volta  con  lieite  prouocatìo- 

ne  tirò  Minutio  alVimbofc  ataychaueafktta  in  certe  ripe  ff>e%gate  >  doue 

l'harebbe  rotto  y  fé  Fabio  Majfimo  non  lo  hatteffe  aiutato  y  che  ììaua  bene 

auuertito  ditalfucceffo  ,'Terò  conuìene  al  Generale  non  prestar  fede  alle 

cofey  che  fon  poco  veriftmiliy  e  contrai  or  dine ymafempre  fiorettare  di 

qualche  fiaude  ;  facendo  molta  fiima  del  nemico  tra  fé  mede  fimo  ;  ben* 

che  per  inanimar  ifoldatiyh  abbia  fouente  il  contrario  a  dimofirare  ;  te- 

nendogli  tuttauia  sì  ben  difciplinatiy  chea  tutte  le  bore  fi  trouino  in  or-  jj, 

dine  y  configliati  di  quello ,  che  à  fare  haueffero  -,perche  le  cofe  pria  viHe 

offendono  affai  manco .  E  per  euitare  V  inganno  delle  fallaci  guide >  fono 

elleno  da  caricarfi  di  gran  promejfe  >  pur  che  facciano  fedelmente  il  loro 

vfficioye  diterribili  minaccieyfe  mane  afferò  ;e  tronandoue  alcuna  in  fàU 

loyè  da  cafiigarfi  (pereffempio  deW  altre  )feueramente  >  ma  ilprincipal 

2àCT  nelle  far^ '  c^e  ma*  nonfìf*cciafaPere  aWefiercito  >  doue  fi  voglia  andare  >  né 

guerre  co  dotte  alloggiare ,  E  cofi  il dipartire  farà  piùvtile  fkrfi per voce-y  denun- 

iaottima.  dandolo  ^Capitani ,  equelli  ay loro  fud d'iti >  che  per  handopublico  ;  non 

effendo  co  fa  migliore  nelle  guerre  >  che  lafecrete^a^erche  non  fapen- 

doti 


DEL    CjLVJ.LLX)y    LIB.    VI.  497 

r^£  -do  il  nemico  le  altruiprouifioniy  menopuòfkr'infidie-.epiu  fofyettofo  >*• 
pauentofo  d iuiene ;la  doue  i  prefidij  non  occolti  dimostrano  apertamen- 
te andatilo  paura:  delle  quali quella  fh  cautol'auuerfario  aproueder- 
fiy  e  questa  Vincita  ad  afìaltare .  zJ^fapcr  togliere  lafofpettione ,  che  la 
molta  fecrete^afuole  recare  ;  giona  tal  volta  poste  le  occolte  infìiie  y 
fare  [copertamente  alcune  guardie  :  e  tal  volta  mandare  innanzi  alcuni  Spie  ne- 
pochi  y  che  tentando  allettino  alla  rete  l'augello  auido,  Ter  effettuare  cedane 
le  quai  cofey  principalmente  fi  deono  batterete  fi>ie  idonee ,  cbefappia-  "c  %l\  eJ_ 
no  render  conto  di  ciò  che  muouano  i  nemici;  perche  non  è  cofa  certar/ien 
tey  che  fiat amo  necefiaria  al  Capitano ^  quanto  le  buone  foie ,  le  quali 
B  primay  the  giunga  la  guerra  y  fono  da  tenerti  alla  mano  esercitate  :  fce- 
gliendone sì  dalle  Cittadi  communi  amiche ,  e  sì  de'  mercanti >  iquali 
tome  beneuoglienti  portando  le  mercine  cefi  arie  atte  genti  yfogliono  hu- 
manumente  raccolti  efiere  in  ogni  parte .  Sono  etiandio  di  grande  vtili-  strataSrC„ 
tà  coloroychefixlf amente  fingono  di  ribellarftye  trafuggire  permaltrat-  me  di  gra 
tamentOy  che  loro  fia  siato  fatto  •>  0  per  malarimunerntione  y  0  per tenia  devdlita. 
■di  castigo  diqualche  delitto  commeffoy  e  con  altri diuerfi  colonie  di  que* 
sii  fi pofiono  per  diuerfe  parti  y  &  in  diuerfi  tempi  mandar  molti  fcelti 
de'  più  arditiy&'  ingegnofiy  iquali  raccogliendofì  poi  in  qualche  Città  del 
nemico;  pofiano  sformare  vnaportay  0  torrey  0  parte  di  mura ,  e  darla  in 
poter  nofìroy  come  fé  Zoiro,cf?e  fingendo  d'ejfere  fuggito  da  Dario ,  edi 
lui  molto  dolendo  fi  >  con  moflrarfi  priuo  di  nafoy  di  labbra  y  e  di  orecchie 
ch'egli  sleffo  volontariamente fi  haueua  tagliati  aquejio  effetto;  indufi- 
fé  la  Città  di  Babilonia  à  darli  fede ,  e  co  fi  fu  cagione  della  fua  perdita . 
lAnniballe  nel  conflitto  di  Canne  in  quefla  giù  fa  fé  paffar  nel  campo  Bi- 
mano feicento  ISlumidiy  iquali  per  più  afjicurargliy  depofero  l'armeyegli 
fcudi-yOnde  credendo fiyche  fuffero  da  douero  fuggitiyfuron  pò fiinelV  ulti- 
mo fquadrone  ;e  nell 'incominciare  della  prima  battagli ayeffi  co  certe  fpa-* 
de  corteyihe  teneuano  afcofeycominciaro  a  ferire  da  dietro.  Mennoue  B$ 
£  dio  effendo  fuperiore  di  (fauallia  fuoi  nemiciy  e  dèfideran  do  fargli  fcende 
re  da' colli  alla  pianura  yfece  andare  alcuni fuoi  y  come  fuggitila  nel  loro 
efferato  y  affermando  efier  nata  tanta  difiordia  nel  campo  di  Mennoney 
*be  tutti  fé  nepartiuano  y  aconfermationedi  che  egli  finfe  nel  loro  co- 
ietto fortificar  alcune  CaUellay  furono  colti  in  me^o  della  Caualleriaye 
mal  trattati .  La  onde  dee  ben  auuertireil  Generale ,  che  nel  campo  fuo 
non  entrino  genti  nemiche  fiotto  colore  difuggitiuiy  che  tali  fon  più  atti  a 
tradireyche  agiouare  :  Vero  quando  alcuno  fé  ne  ritroua  yè  da  far  fi  ri- 
tenere in  buona  custodia  da  gli  officiali  a  ciò  deputati  >  finche  fi  fappia 
J#  verità  diguelloy  che  danno  ad  intendere  :  parimente,  fi  dee  guardare 
l  II  da. 


498  *D  E  L  L  *A  .  G  L  0  B^I  *£ 

da  quelli ,  che  fitto  fjiecie  di  amicitia  il  chiamano*)  ò  conducono  a  ragiona  £ 
menti  appartati  per  mofirargli  «leu  bel  trattolo  per  trattar  alcun  accor 
do,chè  co  fi  (j iugurt a  per  andar' à  parlar  con  Siila, fu  prefica  Mario .  Il 
perche  è  d'andar  fi  maturamente  in  ognicofamonlafciandofi  mai  tra- 
sportare dal  defiderio,  né  mai  è  da  fidar  fi  tanto  nelle  fpie^che  fi  tralaf ci- 
riole guardie  -,  eie  cautele: aii7Ìhifogna  fiar  cofi intento  ,  edicontinauo 
apparecchiato,comefefuffe  venuta  noua  ,  che"  l  nemico  fi approffimaffe\ 
(ondò  fi  a  cofa,che  quantunque  le  fpie  fi 'ano  fedeli  pur  difficile  egli  è  ,  che 
tutte  le  cofe  à  tempo  fi  poffano,rapportare,per  li  molti  impe dimentiche 
intrattengono  nelle  guerre, doue  repentinamente  ancora  molte  occafio- 
ni  fuori  d'ogni fperan^afoglicno  offerir  fi,  che  difubitanoprouedimento  P' 
Candori  bifogno  hauno.Terò  de  i  corridori,chefifondamandar  innanzi  primi 
e  numero  fa}  ■£  benebbe  fan  pochiyper  poter  traf correre  in  tutti  i  latv.i  fecondipiu 
'     forti  di  numero ,  per  poter far e  fi> alla  ài  primi,  e fufferoaff aitati  iterai 
più  gagliardi  dell'altre  due  fquadre;per  poter  arrettare  inemici ,  quan- 
do in  gran  numero  fi  trouaffero  :  hauendo  fempre  confideratiane  a  quel 
che  l  fito  richiede. Ma  quella  e  la  v  ir  tù-^e  gloria  principale  del  Capitano: 
che  al  pericolo  mainon.fi  offerifea  volontariamente,  fé non  quando  fifa 
rà.  ben  accertatoci)' egli  farebbe  fuperior  e;  perche  feruire  a'  defideri  del. 
nemico,?  più  totto  vn  tradimento  de'fuoi  compagni,  e  temer ita,c he  for- 
t£7^a,fi  come:dìmottràFabbio,Mafsimo,  ilquale  confideranno  lafortu-  ** 
na  d'jLniballe ,  la  ttrage  tante  volte  riceuuta  dafuoi,  volle  tardando 
contrattare  coneffa,e  con  confìlio  fouuenire  àgli  errori paffati,e  cofitem 
poreggi.ando;turbò  i  difegnidel  nemico,auuenga,  che  tions'auuede fiero- 
i.fuoi  mede  fimi  a  che  tendefìe  lafua  dimora  .  pero  bifogna  al  (generale 
effere  lungamente  efperimentatonel  mettiere  della guerra,& bauer  ve- 
dute^ lette  molte  cofe, onde fappia  conofeere,  e  prendere  tutti  que'van- 
taggi,che  fhuoreuoligli  s'offeriranno,confiderado  accortamente  la  quali, 
tà  de' tempre  la  for^a  del  nemic o,ilquale ,  prudenza  fie ;nella più  infero- 
ma  parte  ,  che  fi  vedrà,fe  ben'vltima  eli  a  f offe ,  ferir 'in  prima,  Ò  pure  in  ^ 
quella  doue  meno  egli  fperaua;  e  fempre  è da  tener fi l'occhio  à  quello,cbe 
eglifhper  nonperdere  maioccafione  ;  e  ciò  che  fi  vede  poter  glifi  rubare 
non  fi  retti  di  mandaui  alcuni  atti  a  cotal opera  ;  e  mouendofi  in  altra 
parte,é  da  faperfi,s'  egli  per  debole?^  difor%e  lafci  alcuna  cofa;  0  fé  d 
crini  per  troppa  confidenza  vagafiero  fuor  dell'ordine .    E  bella  cofa  è  ' 
cert amente  quett a  quando;,  oltra le fi>ie,il  Capitancrttefio  può  vedere  dì 
qualche  fienro  poggio  .-facendo  in fomma,  che  ninno  errore  del  nemicò  fé: 
ne puffi  impunito;  Ver  ciò  che  con  quette  artifpeffe  volte  gli  animali  ir- 
xationali  ajjàltano  x  £r  ammalano  i  maggiori  -,  come,  la  Muffola ,  e'ii 

Ttfjbbito 


DEL    C^£  VJtl  L  0,    ZlB.    VI.         499 

j{  J^ibbio  ì  pollami)  e' l  Lupo  ibe filami;  battendo  guardato  prima,  onde 
più  [miramente  póteffero  calarfì,&  ouepofcia  ricouerarfì .  T)eurà  dun- 
que lofludiofo  della  dì[cipliua  Cauallere[ca,[apere  ottimamente  di  quan-  . 
tv  (patio  vn  Cauaiiere  aggiunga  vnpedone  ;  e  quzvto  dalla  Lunga  i  Ca- 
ualli tardi poffono  fugge ndo [campare  da  più  veloci ,e  denrà[apere  lo  ar 
teficio  altresì  d'ingannare  il  nemico  confintio'ù,  e  con  vane  apparente  ,, 
cioè  come  bruendo  pochi  Caualli ,  po[  a  fargli  parere  molti,e  i  molti  po- 
cbi:partenHo,parer prefenteye prefenterfarer partito,e  finalmente  quan- 
do egli  e  più  debile \fpauentare,e  quando  àpiu  poJ[enie,fingere  di  temere:: 
e  non  è  giada  vergognar  [idi  vfar' 'inganni 'fìntili  nelle  guerre  ;  baflaihe 
3S  nonfì  rompa  in  modo  alcuno'la [ede  dxtayche  nel  retto  ? 
Il  vincer  [empre  [u  lodabil  co[a  , 
Vincafi  per  [ortuna,ò  per  inganno  . 
Come  ben  e  amò  V  JLrios~lo,ìmitando  Virgilio,il  quale  diffey 
Se  inganno  ,  ò  virtù  fìa-, 
Chi  nei  ne  mie  o  ricercando  vada  ; 
Ti  quantunque Ur  afida  Lacedemonio  dicefie ,  che  chipoteua  Sincere  per   Vlt^,fie 
forza^non  doueuaferuirfi  dell' inganno  :tutt  ani  a  Vane  confane  iilefia  p^  perar 
fì  delude  ;  e  certamente  più  vittorie  per  arte,  che  per  [orza  fì  trouano  te  che  per 
acquisiate .  Tirro  contra  la Caualleria  Romana  mi/egli  Elefanti .  Se-  forza. 
miramis  coi' gli  Elefanti  contrafhtti  mi[e  in[uga  la  Qiualleria  di  Stauro- 
batel{è  dell'India .   (refi)  $$  di  Lidia  contra  i  caualli  mette  uà  i  Ca- 
lmeli. Gli  Spagnnoll,  per  vincere  Amilcare  Cartagine[e,  pofero  da- 
uanti  alla  battaglia  molte  e  arra  pieni  di  fncelle,delle  quali  acce[e  i  "Suoi 
[entendo  lo  fìrepito ,  epauentofi  correndo  tra'Jtemici -,  turbaron  gli  or- 
dinile gli  ruppero  .  Il  1{è  di  Eotoliti  per[uperare  Terofia  J\è  della  Terfìa 
fece  fare  molti  [offi  couerti,  che  non  pareano,  [eura  quali  fingendo  di 
fuggire,  condujfei nemici,  e cofì  traboccati,  gli  oppreffe.  Gli  Egittij 
ricouerte  con  alga ,  e  polue  certe  paludi,  confi rmdata  [uga  vi  allettaro- 
jf  noilnemico,  e  con  pocbijfima  perdita  diloro  rimafero  vincitori  :  e'  l  me- 
de fimo  inganno  vsoVitriato  Spagnuolo  contra'  B^omani.L. Scipione  afìe* 
alando  vnaCittà  di  Sardigna,fin[e  metterfi  infinga,  per  certo  ammutì* 
namento  delle  [uè  genti,onde  vfìiti  i  Cittadini  à[eguitarlo  ,  diedero  tem* 
po,e  commodità  all'agnato  dì  entrare  nella  Città .  ^Amilcare  neW'affe- 
dio  di  Agrigento,  prouocati  quei  di  dentro  alla  pugna ,  e  con  fìmulata 
fuga  dilontanandoli  dalle  mure  ,  fatto  alzare  vngranfumo  da  certe  le- 
gna verdi  accefe  dalla  [uà  imbofiata  prefio  alla  Città,  inulto  i  nemi- 
ci dubbiofì  delle  lor  ca[e  à  ritornarfi ,  quando  fì  trouaro  colti  In  mezo ,  e 
tutti  vecifi ,  %/tntÌQco  in  (appadocia  veduto  vftire  alcuni  Caualli  d'vna 

il     a   '     Città 


56o  D  E  L  L  ^     G  L  0  B^  I  jt 

Città  che  affediaua ,  /  quali  andauano  a  pigliare  frumento  y  egli  ammàf^  £ 
Tritigli  ,fè  dilor'babiti  veftire  ifuoi  ;  che  caricati  di  grano  i  mede/imi 
Caualliy  glirimewro  alCaflello,  doue  Ufciati  entrare  dalle  guardie  in- 
auuertentiy  diedero  perforai  adito  àgli  altroché  poco  da  lungi  fegui- 
uano. Epaminonda  T  ebano  vedendoyche  molte  donne  vfciuano  a  folla^ 
•%o  fuori  divna  (fitta  d' ^ir  e  adiayfè  venire  donnef e  amente  molti  puoi  già 
uannetti  valentiycbe  entrati  infieme  con  quelle  >  la  notte  sforate  le  por- 
te yentroduff  ero  lefcbiere  .  Effi  ^Arcadi  ancora  afiediando  va  Qiflello  di 
Mifìeniyarmati  alquanti  de'loroà famigliarla  de'nemiciye facendoli  ac- 
codare a  eerto  foc cor forche  andana  dentro  >  hebber  la  terra  aperta .  *An— 
mb.dle  parimente  con  glihabitiye  linguaggi  fimi  prefe molte  Città  di  Ita-*?, 
Ha.  Turino  a' tempi  noflri  con,  le  e  arra  >  che  [otto  il  fieno  conduceuanoi 
gente  armataybebbe  ad  efìer  prefo  da  Imperiali.  Ma  chi  potrà  mai  rac- 
contare tutte-  l'aftutie?  egli  à  diligente  maefiro  non  mancheranno  mai 
delle  vtili inuentioni  :  che  pianto  alle  cofe  dette,fkcile  bara  àfare ,  che 
i  pochi  paiano  affai  fé  lotano  da  gii  occhi  del  nemico  farà  andare  le  fqua 
dre  foltamente  vmte  infìeme;perche  maggiore  polue  commouer  annodai 
che gioua  fare  i  pedoni  ancora giuocar  copiediy  e  portar'basle  lunghe  in 
mano ,  òcofa  chequelle  ajfembri;e  menar 'etiandio  le  bagagliecofi  con- 
giunte ^percioche  dalla  varietà  del  mouhmnto  yla  cofatanto  pia  grande 
apparirà  :  *A  queflo  effetto  fi  legge ,  che  Sulpitio  pofefopra  muli>  &  al-  ■ 
tre  beslie  tutti  i  feruidori  e  faccomanni  del  fuo  efferato  y  che  da  lungi 
pareuano  genti  >  che  veniffero  infoccorfo  de' Rimani ye  fece  ritirare  il  ne- 
mico yà  cui  parsua  di  banere  la  vittoria  certa.Gli  afiaiparrano  pochi  >  fé 
trouand'ofi  le  vie- torte  y  inquelle  afeornderàparte  del  fuo  esercito  ;  ma; 
nelle  campagne  farà  andar  e  le  fchier  e ffarfcye  larghe ,  con lande dirittey 
e  corte;?  pure  calate  àterraychenon  pofiano  vederfì  dal  nemico •;&  in  ciò- 
vtile ancora fiaymofìrare di nonhauer feco-numero  alcun  d'i  fàntiy.e tut- 
ta via  menargli  afeof amente per  me^oi  Caualieri  y  òpur  da  dietro.  Il 
che  ageuolmente  ci  vien  fatto .  Ma  ninno  puofimnlare  cofa  alcuna  à.  vo 
gliafua,fè  prima  non  harà >  acquietata  la  beniuolen.-^a  de  fuoi  feguaci  ;  il  ** 
che  faràquando  egli  benignamente  gli  harà  trattati  con  diligenr^aye  cu- 
ra particolareyche  lor  non  manchi  alcuna  cofa  delle  necefi arie  alla  vitar 
e  s'egli  di  qualche  cofa  abbonderà  ;  honeslofiadi  farne  a  l'oro  parte . 
jPuì 'mi  fouuiene  il  bello  efj empio-dì  -Teopompo  ilTebano  y  à-  cui  andan- 
do vn  faldato  à  dimandargli  alcuna  poca  moneta  per  comperarfi  da 
mangiare  :  &  egli  nùhauendolayfifc  alcole  f e  arpe  yche  haueuain  piediy 
tdiffe  .  Io  s  altra  co  fa- migliore  baueffiy  pivt  volentieri  te  la  darei  ;  ma 
fra  targa  vendi  quefte  y-effendo  piùgiuflo  >  ch'io  camini  fenica  fcarpe  y  che: 

faccia 


DEL    CAVALLO,    L1B.    Vt.  501 

'^4  fàccia  te  patire  di  fame.  Et  all' bora  certamente  farà  amatole  riuerito  U  Capitano 
Captano ^quando  quelle  co  fesche  altri  -vorrà  che  facciano  >  egli  farà  pri-  q  paciosa- 
maye  meglio  di  ciafcun  altro  y  che  quando  i  faldati  veggiono  caualcare  raauaa:cd 
gagliardamente  il  Capitano,  e  con  [alto  pafsari  fojfi ,  i  fiumi ,  &  i  ripari 
&  vfcire  daognidijftcidtà)&  oltre  alla  forte  r^a  della  perfona  ,il  veg- 
giono benefaperi  ynodidi  vincere  i  nemici  \  e  non  maouer  guerra  cantra . 
la  volontà  di  Dioynèfar  le  co  fé  dafurhfoyaWhorafeara  dubbio  non  pof- 
finfarcy  che  non  fi  sferri  ognuno  di  feg  citarlo  con  imttatione,  e  con  ob- 
bidien-^aye  con fedeltàfyer andò  ciafeuno  la  vittoria fermaméte  \perche 
ogni  proponimento  effendo  giiiHo\e  naturalmente  confiderata,  e  cafiglia 

J  tOynonpifèfe  non  promettere  buon  fuccejfoylà  douel'imprefe  inique  > pri- 
ve di  configlioypregne  difrettayfono  mal  volentieri  feguitate  dalle  per  fa 
ne  y  e  mal  projperate  dallafortuna .  Vero  falena  dire  Agefilaoy  eh  e  tre 
cofe  bifognano  al  buon  Duceyaudacia  contrai  nemici:  beneuolsn^a  uerfo 
ifudditi:e  ragione  intorno  ai  tempi  y  (oncia  fi  a  cofa  y  che  grandemente 
importali  dif cernere  le  opportunitàyprmcipaimente  dello  affaltare}ilcbe 
può  far  fi  con  gran  vaut  aggio }  fi  andò  ti  nemico  occupato  ad  attendarfi>4  ò 
neldefinarfyO  nel  cenareyo neldormireyo  nel  leuarfi;nelle  quai cofe  yfo- 
gliono  ifoldati  deponer  l'arm€>e  tanto  maggio  rméte  i  Caualieriy  quanta 
maggiore Jp atto  richiedono  a  raffettarfi.^ille guardie ,&  allejpie  conti- 

^  nouamentefono  da  far  fi  infidieyche  fogliano  efierpocbiy&  alle  volte  di- 
lontanarfi  molto  dalle  loro  munìtionìye  non  è  preda  tanto  glorio  fayquajt> 
to  è  quella  >  quando prefe  le  (pieyfi può  dar'addoffo  al  nemico  JprouedutOy 
0  quando  nel  varcar  di  qualche  fiume  fé  n'afialta  vna  parte >  0  in  qneHa- 
oinquella  riua. Cert  amente  Icijf alt  are  ali  improuifoyè  cofay  che  dà  gran  A/Talcare 
dijfimo  fi>auento  ad  vn '  effercitoymafiìmamente a  tempo  di  not te ylaq itale  a  ymPf? 
per  fé  fteffa  è  jpauenteuole.E  perche  nelle  guerre  è  molto  meglio  far  l'in-  „ra  ncje 
fidio  ad  altrui;  che  difender  fi  dalle fatte ynon  è  da  dar  fi  maltempo  alti  2-  ipauenw. 
mico  di  confìgliarfiynè  di  pigliar  partitoyfì  come  il  gran  Tefcara  nell'af- 

£  fedio  di  Tania  con  le  continone  incamifeiate  haaeua  ridotti  i  Fra.icefi  a 
tal  terrore, che  ne  gli  fieffi  riparine  digiomoynè  di  notte  fi teneuano  fitti 
ri.Gli sforai  di  vietare  ilpaffofifannoyo  nelle  valli firette  da'moci:come  P*tt?  do- 
te Termopile  appo  iCjreci ,  0  nelle  riue  defiumi ,  come  fu 'l  Badano  fece  ^ ■  P°*~ 
UFjFrancefco  al  gran  Carlo  Quinto  :  che  hauendo  prefalaTrouen^a , 
volendo  entrar'  in  Francia  a  perfuafione  di  sintomo  da  Lena  >  fu  ca- 
pretto di  ritornacene  a  dietro  con  molta  perditafPerò  auuenendo  ilpaf 
fare  alcuno  fiume  all'incontro  de'nemici  yfe  con  apparecchio  di  artiglie- 
ria non  fi  potè  fiero  diHurbare  queiyche  cercano  d' impedir  eybifogn  a  vfar  - 
kaftutie  >  moHrando  di  mettere  1 ponti  in  ordine ,  iquali  femprefi  fono  da  . 
Il     $         por- 


5<&  *D  E  t  l  ji     G  L  0  K.I  J£ 

portare  nelle  corra  in  apparecchio  per  tali  ?ieccjjìtà  ;  &  in  più  luoghi  &  . 
mandando  in  vifla  di  nemici  va  mimerò  diCaualli: per  la  cui  mckitudi- 
ne  quelli  Staranno  più  penfofi,  &  in  più  parti  baranno  d-a  tenere  guardie 
t*r  in  queHo  me%o  UGenerale  nascosamente  mandi  adi  imieSligare  altri' 
pcffipiù  lontani,  accioche  tenendo  i  nemici  a  bada  in  vnaparte, nell'al- 
tra fàccia  di  notte  piantar  i  penti  ;  e  poi  Uf dando  alcuna  gente,chem% 
Siri  le  fi  er  cito  Sìar  pur  fermo,- il  neruo  d'efio improuifamente ,  e  fen<7€ 
romore  rada  ad  occupare,  quell'altra  riua,  cofi  Tompeo  moSìrandofii 
dubbiofohor  dìpaffare-,  bor  di  tornare  ,  trattenne tanto  il  nemico  ycbv 
prefa  l'occafione per  altro  luogo  impennato  pafsò  con  impeto  .Tarimene 
te  Senofonte  tentando  due paffi '  invnfi::me,ingannò  gli Jirmeni,  che  con  F 
correvano  folamente  alla  viSla  di  fua  perfona ..  *Autofrate-  Terfiano* 
cond'ucendo  l'efferato  in  Tifìdia  ,  e  trottando  i  praffi  difficili ,  e  ben  guar» 
dati*)  fingendo  di  ritornacene ',  poco  da  poi  gli  afjaltò.dinotte  allimpro— 
Caualieri  u*f°  > e  &*  occupo  .  Tsliccfirato  Capitano  degli  itoli,  ingannò  gli  Spiro- 
neldepre  thfingendo  di  andare  a  paffare  per  altra  via..  Is^el  depredare  bifogna  i 
dar«.        Caualieri efiere  beri  anucijia  correre  velocemente  per  ogni  dirupeuole^ 
&  ajpro  luogo;  nel  che  gli  ejfercitati  tanto  auan^anogl'inefyerti,  quan- 
to l'aquila  vna  lèpre  \  Sona  alcuni ,  che  dolendo  affalir  quelli  ,di  cui  fi 
conofconofuperiori,vanno  con  poca  gente r&  in  quelli,di  cui  temono  ef- 
fere  inferiori,  cacciano  fuor  intatte  le  fquadreTjche  banne:ma  il  contrario 
è  da  far  fi, perche- fé.  ben  la  vittoria  èficura,  non  appartiene  ri^armia— 
tei  foldatimiv.no  effendofi  mai  pentito  di  hauer  vinto  con  molte partiy, 
t '  qulpoffiamo  fortificai cicon  quel  detto,ihe Cicerone.attribuifce ali  '*A~ 
fi -icario  ,maa  Itri  ad  Ificrate  celebre  Capitano  ,-  ilquale  in  vna  regione  a- 
mica  facendo  fare  Sìeccati,e  foffi  contrai  nemiei,&  vn  certo  giudicando» 
fouerchia  effere  la  cautela  ,  doue  nonera  cagion  di  tema  ,rifyofe  ,  brutta 
Ifler re-  cofi  effere  advn  1)uce  ,fe  qualche cofa  interuenifie,dìr,'ìs{on  ci  baueucf 
pu'a-o  "?  penfato.E  cofimegliofia,  che fcjpettofo  »,  che  imprudente Ihuomo fìari— 
mt^ho  C  ì)Ut:lt0  a*  danwfi.oi.  Quando  all'incontro  haueffimo  a  tentare  i  nemici,  f$ 
che3  im-    che  di  numero  ci  cuamrfiero^benche  ciòfia  da  fuggirff (quanto  fipi.ò)co. 
prudéte.  granàifjlma  avvertenza  ;  tv.ttauia  e  meglio  farlo  conpochi  (fàualli  fcel— 
t'h'.q'iuìli.nel  b:  fogno  fi  poffano  rifaluare  ;  che  con  tutte  le tarme infieme* 
tra  lequalil'iùio  ali.  altro  darebbe  impedimento  nel  fuggire  :  e  parecchi- 
nonbauendo  icattalM  cofi  veloci,  oberi  acconci;  ononefiendo  eglino  cofi 
pratticbi,come  il  fatto richiederebbe 'Jaria  perduti  .e  fi  riporterebbe  quel— 
lo,che  fi  fufie  cercato  di  dar  altrui  :  EcerP.ffima  cofa  è,cbepiùfncilmerr. 
te  i  molti.da  i  pochi,i  he  i  pochi  da  i  molti  e  di  velocitale  di  fatica  fòglio— 
no  efiere  fuperati;  perche  don' è  la  moltitudine  9  iui  fi  dice  efiere  l<t 

confi** 


-3  11   tJtTJtllf>>    US.    ti.         5«j     » 

fj£  tònfuftone  ;  e  più  ageuolmente  fi  trovano  pochi  perfetti  r.eìV  e/ferriti* 
che  bifogna,che  molti\  ma/fìm  amente, che  nelle  fattioni  delle  guerre  no* 
fono  i  molti  che  fanno  il  fatto;mai  pochi  arditile  valorofi  .  Terò  tutt* 
ciò  non  perla  giornata  campale  s'intenda  ;  ma  per  gli  alfalti  repentini*: 
maffimamente  nel  tempo  della  notte ,  nella  quale  con  maggiore  auuer~ 
ten7a,exol  contrafegno  dinome, e  di  vesie,e  con  ottima  f celta  difoldati 
t  di  (analli  combatter  fi  deue,per  hauerae  honore.^ioua  taluolta  in  ta-     -A  guati 
iicaftfkrefintione  di  alcuno  occulto  aguato  per  ifpauentare  il  nemico  ™~&10 
'dalfeguitareSi  de  parimente  auuertire  ,  che  la  retirata  fi  fàccia  fen^a 
difordine  ,  &accortamente,e  chei  migliori foldati-,  co  fi  come  furono  i 

B    primi  ail'-a/faltare,cofi  fi ano  gl'vltimial  ritirar/intrattenendo  valorofa 

mente  l'impeto  di  nemiche  ritirandoli  poi  le  /quadre  verfogli  amici-)  Squadro* 
fkcciafiin  modo,che  no  gli  pongano  in  ifpauento,  &  in  difordine.  Ma  fé  ne  come 
tonpariiaCaualleria->èda?^iijfarfi)ioftimo,  rio  difutile,  che  di  vnofqua  c,  "*  c"* 
drone  fi  facciano  due  ordinile  l'vno  coduca  il  generale  de'  Caualieri,l'al  fa^ 
tro  fi  commetta  ad  vno,che  più  idoneo  ali 'v/ftcio t  farà giudicato,  e  co/luì 
feguendo  alla  coda  la  prima  fchiera  -,  quando  vedrai  nemico  apprejfar/ì 
■&hauer  attaccata  già  la  battaglia  con  l'ordine  primiero,  incontinente 
voliegli  di  banda  incontra  quello?  perche  calandogli  di  fianco  all'impeli 
fato,daranno,maggior/pauento,efe  tanto  egliquantó'lfuo  generale  me 
*  neranno  co  feco  pedoni  da  dietro  afcofi,&infiemefkrannoimpeto  all'im 
prouifo-,  facendoperò  fcaramucciare  -la  fanteria  nella  banda  per  lei  pia 
vantaggìofa,che  offendale  nofia  offefa,otterranno  la  vittoria  facilmen- 
te,/} come  di  gran  lunga  maggiori  parere  fogliano  ò  beni,ò  mali,cbeven 
gono  fuori  d'a/pettatione  alleperfone;  equeslecofe  ben  fi  poffòno  cono- 
fcere  da  chi  confiderà,  quanto  flupefatti  rimangan  queUi,che  cadono  in 
infidie; benché  di  numero  le  vincejfero;e  quatopoicrefca  il  terrore,  veg 
gendo  il  nemico  fermatofi  ali incontro-.e  veramete  come  ne  gli  affalti  mi 
gliorifono  le  parti  del  prouocare,che  delprouocato  ;  co  fi  il  premeditata 
*).  auaxal'improKifo, e  di  due  tanti  Vaffalitore  aua-^a  d' animo  l'ajfaltato; e 
già  fi  vedeyche  nel  cobattere  delle  guerre,}  nemici  ne'  primi  giorni  foglio 
no  efiere  jp  attente  uolià  vicenda;  ma  inprocefso  di  tempo  ogniuno  più  fi 
rafficura  in  certo  modo.  Veramente  quando  fi  ha  poca  Canal  leria,gioua 
mirabilmente  mettere  da  dietro  qualche  bandadi  Ticchieri,e  per  lo  me 
%o  alquanti  ^Archibugieri ;  ordinando a  Caualli,che  loro  diano  luogo  da, 
venire  à  combattere,  e  co  fi  mettedo  pedoni  fra  genti  d'arme  Ce  fare  vin- 
fe  Tompeo  m  far  faglia;  e  Scanderbech  ottenne  molte  littorie .  Ma  Se- 
nofonte dice  egli  bene,  che  difcrìuere  q  nette  eofe,non  è  difficile:matro~ 
nare  chi pwdentmffle,fedelmmey&animQfaynente  cali  contraine* 

11    4  midi 


504  h  "E  L  L  A     C  t  0  B^I  ^t 

micitftieflo  è l'vfficio  dell ottimo  Capitano  di  Canaìierty  che  non  cofi  di  .£ 
piano  >fi  mette  in  opera:  bisognando  dipari  virtù  hauere  ifuoifeguaci  > 
cfje  lvbbidifcanoy&  accompagnino  ;e  qneTti  tali  fi  poffono  conoscere  da 
quel  fegnojfe  loro  efiédo  dilettatole  di  fcntire qualche  honoratOye  glorio- 
fi  fatto  d'altro  grande  huomoyfì  mofireranno  defiderofi  di  confeguire  ef- 
ft  vna  [unii fa  ma,fen%a  [chinar -  pericolile fatiche  Islelfa  r  delle  fcara.- 
muecieychi  auuedntamétey  e  velocemente  feguita  il  }iemico,e  delliflefìo 
modo  poi  fi  ritiraycolui  è  vtilijfimo  alla  gnerra:e  con  alquatipiugagliat 
di  delle  compagnie  slar  affrettando  il  nemicoy  quand 'ei  medefimamente 
Vfficio  tiene  à  ritirar fiy&  aff aitarlo  aWimprouifozeglièpur  cofa  da  laudatole 
éel  Capi-  Caitaliere.Bifogna  bene  il  Capitano  d&  Canai  leggieri ,  che  ha  da  ejfer'il  * 


ino  de*  prima  ad  attaccar  lapugna  y  slar  auuert  ito  di  non  prendere  varca  >  che 
"  venijfe  ad  imbarazzare  gli  [quadroni  di  gente  àpiedeyo  l'altra  Caualle- 


tai 
Ca 
gìeri . 


ria:  ma  che  h abbia  da  poter [i  ritirare  in  vna  banda ,  doue  lorofia  fatta 
Jpalla  da  vnafchiera  d' archibugieriyà  non  ritirarfì  con  dìfordine  ;douen- 
dofipai  dar  dentro  da  vn  corpo  di  gente  d'armene  cori  un*  altra  dìfante- 
ria:e  lodafi  certaméte  nelle  battaglie)  che [empre fi  refemivnofqnadro 
ne  di  gente  a  Caualhyche  no  fi  disbadi  mai  fenici  ffrrefo  ordine  del  Cjene 
ralcyfe  ben  vedefie  il  nemico  poTto  in  [uga,  cjiendo  incerti  i[uc  ceffi  delle 
guerre  yS  dubbio  fa  la  fortuna  .  Ma  le  occafìoni:che  cia[cunopub  pigliare 
per  mofirare  il  [no  valor  eytanto  è  difficile  à[criner  tutte }  quanto  àfaper  ( 
le  co[e;che  deono  auuenire.ll  miglior  precetto  •>  che  poff a  darfifaraque- 
ftoyche  quelle  cofèythe  ciafeuno  cono[ce  vtìliytroui  ancora  penfando  il  mo 
doy  come  le  poffa  mettere  in  efiecutioneyperche  le  cofe  ben  pen[ate  sì  nel- 
V  agricolturaysi  nell'arte  del  nauigareyesìnegli  vfficipublici;  nulla  gio- 
nanoyje  non  fi  tiene  cura  di  effettuarle  £  [e  vsnijje  alcuno  a  tthnareyche 
troppo  gran  fastidio  fi  a  in  esercitare  l'arte  Cauallerefca  diqueflo  modo 
egli  deurà  confederare  y  che  quell'oche  fi  effereitauano  a  giuochi  Gimici 
fofferiuano  affai  più  noieyperchefi  come  nel  libro  de'  Lottatori  ferine  Fi- 
loìiratoycoloroyche  doueuano  vfeire  a"  combattimenti  rfrhna  di  tutte  le 
cofe  per  alquanti  giorni  attendeuano  ali efiercitio  con  maggior  fatica  > 
che  dapoi;verbi  grati*.  Quelli^cìie  doneuan  cotendere  al  corfoycorreua 
no  molti  dì  nella  rena  con  gli  Schinieri  pefantuaffneychepoidifcioltiyS 
quafi  liberati  di  legami  yfi  trouaffero  più  fediti  :  Quelli  y  che  douean 
[altare  >  fi  auuezgauanoà farlo  con  mani  cariche  :  oltre  a  ciò  mangia:- 
uano  Carne  di  Bueyche  li faceffe  più  forti  y  e  s'asleneuano  da  tutte  le  al- 
tre deliciefyecialmente  dal  coitole  quali  cofe  l'zsfpoflolo  dimoftrò  ben 
di  fapereyqitando  diffe ,  Quelli  che  corrono  nello  Stadio ,  s'attengono  da 
tutte  te  cofe  per  confeguire  folamente  vna  coronavano  e  corrottibih) 

dom 


H 


B 


VML   QU-VjtlLOy    LIB.   VI.  505 

*A   doue  là  coronamenti  appettiamo,  è ''Sempiterna,  (ofii  quelli  veramen- 
te fempre  s'affannano  con  fiidore  ;  ma  nell'effier citio  Cauallerefico,  mol- 
tiffimecofie  fono  piene  di  dtlecto  :  che  fé  alcuno  defiderafe  fnrfì  augello 
(come  Senofonte  fioggi/mge)  ninna  delle  opere  immane  è  ,  che  al  volare 
paiapiu  fiomigliante  ,  che 7  caualcare .  filtro  poi  è  il  premio  delCaua-     prem,'0 
liere ,  che  non  è  del  lottatore  ,  perche  s'ottiene  la  vittoria  nelle  guerre ,  del  Caua 
cofa  dolciffima,&-  vtile,&  glorio  fa  oltra  mìfiura  ;  tanto  più  che  di  que-  liere . 
ft  a  gloria  fiuole  ancora  la  I{e public a  partecipe  diuenire  ,&fene  viene 
infomma  a  tanta  beatitudine,  ch'io  nonfio,fe  cofa  migliore  (tra  le  pro- 
fane) diquesla  militare  difciplinafi  trotti  al  mondo  :  conciò  fia  cofa-, 
che  per  lei  fi  confierua  la  libertà,  per  lei  fi  slabilifconoiJ\eami^  e  per  lei 
ft  viene  finalmente  aìla  tranquillità  dell'alma  pace,che  quanta  fia  la  mi" 
feria  di  coloro ,  i  quali  effeminati  e  delicati  non  curano  l'è  fi  er  citio  del- 
l'arme,Efckine  il  dimotlra  apertamente ,  dicendo,  che  per  mancamen- 
to di  cuore  fi  Inficiano  faccheggiare  leproprie  terre,  abbattere  te  mura , 
abbrucciare  le  cafie,fi>ogliare  leChiefie ,  violare le  figliuole ,  sformare  le 
mogli,ftratiare,&  vecidere  icari  figli ',  &  vltimamente  ridar  fi  tutti  in 
eslremapouèttà,&infeliciJJìmafeì-uitù.Là  doue  i  Rimani  (come  Vege- 
tti dice)  vegliamo ,  che  per  militare  virtù  guadagnarono  le  aslutie  de 
gli zsffricankla fiottigliela  degli Spagnuoli,la  fortezza de'  Francefi, 
la  robusle^a  de'  permanile  la  prudenza  de'  Grecite  di  tanti,etalifiuc- 
ceffi  degni  furono  certamente,poi  che  infieme  con  lafor%a,e  con  la  virtù. 
■  congiunfero  fiempre  la  riuerenza  delle  cofie  celefii,  e  fiacre,  ottimamente 
giudicando  ;che  la  Religione  gouernaffe  l arme,  e  chefienza  quella  non  fi 
potefiero  mantenere  :  Il  perche  fiemper  cosiumaro  di  menare  to'i  loro 
efferati  i  Sacerdoti  quali  prima  che  fi  doueffe  combattere , dirizzato 
yn' altare  dauanti  al  Confblo ,  ò  generale ,  fkceuano fiacrifi ciò  .  Si  che 
yeriffima  è  lafientenza  di  Cicerone,  che  parlando  degli  Jl  rufpici ,  dice  i 
I{omani,per  la  loro  pietà ,  e  religione,  &  fingolare  fiapienza,  ordinando 
tutte  le  cofe  fiotto  lafede,&  aiuto  de  gli*Dei  immortaUJoanere  foggio- 
>  gate  tante  nationi,&  acquislatofi  tanto  impero .  Queslo  efìempio  dun- 
que deurà  tenerfì  innanzi  agli  occhiti  Capitano  defiderofio  di  honore  >  e 
confiderare,  che  effiendo  la  guerra  piena  di  mille  finifìri  auuenimenti  > 
-per  lediuerfie  infidie  de'  nemici»  le  quali  occulte  à  gli  huomini ,  fono 
manifeWfiime  al  l{è  dei  Cieli:  colui  ne  porta  fienza  dubbio  la  miglio- 
,  re  >  che  più  fi  troua  amico  à  lui ,  ilquale  donando  vna  certa  virtù 
.  prefiaga,  e  quafìdiuinatrice  di  tutti  i  fiucceffi,  chiaramente  infiegna^ 
quello  >  che  fia  da  fchiuarfi  ;  cofit  fit  tornare  il  magnanimo  buomo, 
f alito  ricco  ?  eglmofo.  a  cofa  fina  :  altrimenti  egli  è  imponibile ,  ebei  ca- 
pita- ' 


officio  pitani,e  faldati  ingìufii ,  dishonejli,  incontinenti,rapaci,  &  ingórdi )cbe  g 
de!  Gene  non  tengono  riueren^ne  ofseruanxa;pofsano  confeguirvittoria,nè fitr 
raJc         mai  coj-a  atcìma  buona.  Vero  il  (generale  è  tenuto  ad  euitare  gli  ingiur- 
ili danni,correggere  i  beftemmiatori,fhuorire  gli  innocenti,  caligare* 
cattiui,pagare  ifoldati,difendere  i popoli  da'  faccheggiamenti,e  da  ru- 
berie^ mantener  a*  nemicila  fede;  deurà  ancora  efsere  vigilante,fitrc 
andar fecrete  le  cofe  tra"  fuoi  Capitani  communicandole  con  pochini 
quali  fi  ano  vecchi,& eJ}erti,mafaui,non temerari],  & ofiinati;  &in 
tutte  le  cofe  Siimi  meglio  efsere,attacarfuoì  conftglio  alla  ragione,che 
raccommandarfi  alla  fortuna  eccetto  ne' pericoli improuifi,ne 'quali  hi 
fogna  tenere  auuertitiifoldati,ch  e  filano  animofi,perche  la  virtù  d'vwo  P 
mette  paura  a  molti;  ricordifì  egli  in  fomma  nondouerfi  nelle  guerre 
mai  hauer  la  -vittoria  per  di fp  erata,  ne  mai  per  certa;  e  tenga  in  menti 
riafopra  tutto,cti  eglihabbia  à  render  ragione  à  Dio,  &  al  I{e  diquan- 
to fà.,e  di  fare  lafcìa.Eper  venire  alquanto  più  distintamente  a.  ragiona 
re  di  quelle  parti,  che  convengono  al  buon  faldato;  egli  lafciando  di  di- 
fputare  fé  gl'inuétori  della  militia,V  efsore  Egittio,  TanaiScita,e  2s{ino 
lAffirio  da  honorato  difio  digloria,e  di  lode,  ò  pia  tofto  da  auaritiafuf- 
Guerre  fer0  flati  moffi;  certamente  dapoi  che  gli  huominifotto  le  buone  leggi  à 
?°f     jf1 viuere  incominciaro,fi  vietò,  che  non  fi fucefie  guerra  niuna,eccetto  giù 
giuile,£-  s~ia,cperfin  dipace;  e  però  difie  ben\Arifiotde ,  che  fi  come  ilnegotio  è  ** 
che         periodo  eie  cofe  neceffarie,  &vtili  fono  per  Vhoneflo;  cofi  la  guerra  fi 
fa  per  hauerfene  polla  pace  ;  non  già  per  commettere  fiererzge,e  ruba- 
menti,le  quali  cofe  han  più  dell  inh umano,  che  del  ragìoneuole.  Ma  per- 
che tal  volta  auuiene,che  non  e  è permejfo procedere  perla  via  detta  ra- 
gione^ gli  è  di  mestieri  in  tal  e  afa  rie  correre  alla  fiorai  come  Cicerone 
diceua.-e  coftfurono  introdotte  le  guerre,accioche  inpace  fen'^a  ingiuriti 
Guerre  fi viueffeJEt  quella  guerra,  fecondo  le leggi  milit~si,giufta  fi  giudicauay 
giutfe.      chefifkceua  per  acquistare  le  cofe  tolte ,  ò  per  difefa;  e  queHa  era  la  più 

lecitale  la  più  fanta; però  appo  tutti  i  dator  di  leggi,e  tyecialmente  appo  ^ 
Socrate, Tlatone,^  *Arifiotele;i  faldati  fi  chiamauano  propulfatori,  di 
fenfori,aìutatorije guardiani  delle  l^epubliche  :  &  Homero  negliHinni 
appella  Marte  feruatore  delle  Città,padre  della  felice  vittoria,aiutatoise 
della  giuflitia,tiranno  de  gli  iniquì,e  duce  dei  buonhT^e  ad  altro  ejfet- 
to  Trvclo  diffe,  che  il  fine  della  guerra  è  lagiufiitia:  il  che  è  da  intender 
fi  in  tre  modi,nel  principio  in  volerla  prendere  giustamente, come  dett» 
habbiamo;nel  mc^o  in  effequirla  ancor  giù  ftamente,e  nella  fine  in  trat- 
tare h  umanamente  i  fuperati .  infogna  la  guerra  ejìer  prima  denun- 
ciata ,  che  s'incominci  i  &è  dafhrfi  con  foldati  Hipmdiatiy  &  vitir 

tolati 


*DEt.    C*AV\AILQ    LIB.   ri.  $rf 

jl  colati  con  giuramento,non  con  gentitumultuare,hoggi  chiamati  jlutn^ 
eurieri  ,  douendo  fchiuare  quei  difòrdini,  quelle  crudeltà  ,  e  quelle  tiran- 
niche molto  difconuengono  alla  difciplina  della  militia;  laquale)  fi  co- 
me effercitanaofidegnamente,fh  diuenire  Ihuomo  nobile, e  glorio fo  >  co- 
fi  all' incontro  difgiunta  dalle  fue virtù  rimane  priua  d'ogni  lode,e  degni 
ta,epiutofio  malitia,che militia  può  chiamar  fi.  %eeeffariacofa  adun-  G,UJ"|* 
queè;  che  ciafcunhuomo,  ìlquale  con lefiercitio militare  vorrà.annobi- a."  foi^ù 
lirfi,ò  piuilbiBr.arfì,  babbi  a  in  tutte  le  fue  anioni  per  fuo  vero , .  &  v  ni-  per  a  n  no- 
co  fcopro  ejfa  giuslitia ,.  Iberna  di  tutte  l 'altre  virtù,;  e  cofi  nondeuràmai  bilirfi  » 
feruire  in  guerre  ingiusle,per  non  offendere  il  giù  fio  Dio ,  nelle  cui  mani 
%   Stanno  le  vittorie ,  eie  -rouine  de  gli  eserciti  ;  altrimenti  con fider -andò 
com egli feuer  amente  punif ce gli atti  ingiunti  ,glientteràper:for.'zavn<* 
tanta  paura  al  cuore  ,che  non  potrà  mai  animo  fornente  combattere  ,  né 
basleràad hauerne mai  vn buon  fucceffo .  Voi  quando  egli  fi  fardpofì* 
Aguerra  lecita,  è  obligato  di  rimaner  contento-dei  fuo  Stipendio,  non  fa- 
cendo a  perfona  veruna  Hratio,nè  ingiuria.  Socrate  (come  fi  legge  ne  gli 
fcritti  del  fuo  difcepolo)  ancor  chenonhaueffe  hauuto  il  lume  della  no- 
firafiede,s'accoslòtuttauia  alla  verità,  ordinando  nelle  fue  lèggi,  che  fi 
doueffeportar  rifletto  a  gli  huomihi  de  lamedèfima: natione  ;  tra'' quali 
guerreggiandofi,non  guerraymafeditione  deura  chiamar  fi ,  eperòcom* 

C  manda,chenonfrfaccheggi,nèfirouini,nèpurfiabrucci,mabafterà,cht. 
fi  piglino  i  frutti  di  quell 'anno  ycioconcedendofi  al  parer  mio ,  sì  per  vet- 
tovagliare l '  efferato  y  e  si  per  ridurre  à  Hrettaneceffttà  di  arrender  fi  il 
nemico.  Cicerone  vuole, che  di  vn  modo, fi  faccia  guerra  colnemico,duny  ye1-r5Lcu11 
altro  colcompetitore,effendò grandifjima  differenza dalla  guerra,  che  fi  teda  farfi 
fa  per  nemicitia  capitale,com'era  tra?  Cartagine  fi,  e  Bimani  ;  a  quella  s 
the  fifa  per  la  maggioranza  della  degnità follmente ,  e  dell'honorem  La.  Crudeltà). 
crudeltà  fi  dee  fuggire  nonpur^  in  quello  tempo ,  che  fi  guerreggia ,  ma  4a  *US»,C 
ctiandio  dopo  la  vittoriàconfeguita;douédofi  effere  humano,  emaffima*-  guerr<;  „ 
menteverfa  colorcr,che non fufiero fiati inhumanì, e fieri;  overfòcolorOy 

™  che '  f uff ero-inh  abili  di natura ,  come  fono ydonne ,  fanciulli,  &veechi,& 
meo  infermi-imitando  in  ciò  il  Leone ..  £quei,cbe.volontariamcnte  alla 
fede  del  Capitano  fi 'arrende/fero,,  benignamente deuran.  riceuerfì,e  con* 
ftruarfi;edieffo  Capitano  farà,  l'-vfficiodi  difenderei prigioni,  fycordifi: 
ilfoldato-  di  quelValtr  a  fentm^a  di  Socrate,  affermata  poi  d'^Ariflotele^     Soldati' 
in  niun  modo  efiere  lecito  alvincitore  di  fogliare  i morti  fuor  che  dell' ar,  no  debbo 
me,che  in: d'ofio  haueffero  ;  perche  oltre,cheper  la  cupidigia  dì  tal  ruba-  "°  .in ""ur 
xe,moltiejfercitÌin.  sulla  vittoria  fon  difirutti,  egli  è  propriamente  cofa  ira  -  cor_ 
^animofeminilediporlcmaniadv^cadaueroìefim^ 

2°' 


jo?  'D'ELIUGIOI^ÌJI 

pò  freddo  facente  in  terra:v fondo  crudeltà  in  quelloycbe  è  rimafoydìpar  jg 
titoCid'auuerfarh,ch'è  lofpirito.  Certamente  il  fatto  di  co/loro  non  diffe- 
rifce  punto  da  quel  de  i  e  antiquati  s'adirano  contra  le  pietre,cbe  fon  tira. 
te-,  lanciando  colui  ,  che  le  tira-,  e  dall'altro  canto  belli/fimo  penfìero  è  da 
dirfìquelloycbe  diVJtocri  Bigina  degli<Ajfiri,  'Plutarco,  & Herodoto 
raccontano: eh' ella  battendo  su  Ifuofepolcro  fatto  fcriuere  vn'epitafio  >. 
che  dicetChi  bara  bifogno  di  danari  y  prendane  di  qui  quanti  vorrà  ;  ma 
non  battendone  bifogno, indarno  mi  aprirà:  dopo  lungo  interdillo  apren- 
Soldato  dolo  Dario,nontrouo  altroché  taiparole.^ii  maluagio,  &  infelice  Ca^ 
non  deue  uaUere,cui  l'auaritia  bafpinto  a  tal  follia , di  trar  fuor  della  fepoltura  i 
eflereaua  morti  per  vii  defiderio  di  riccheT^a..Ter  fuggir  dunque  il  velenofoaffet-  f 
to  dell' auaritia,r  adice  di  tutti  i  malfalla  quale  niunofauio  mai,nè  ma- 
gnanimo fu  foggetto;  fon  da  tenerfi  dauanti  agli  occhigli  honorati  ef- 
fempi  di  CurioydiV  abricio,  di  Scipione,  d'Epaminunda ,  e  di  Tino  Rjde 
gli  Spiroti  :  iquati  difpregiaronofempre  l'oro ,  procurando  follmente  di 
fignoreggiare  a  quei,  che  pofìedeuano  :  difdiceuole  cofa  effendo  adbuo- 
mo  nobile  che  mercante  della  guerra  (come  Snnio  dice)  più  toslo ,  che 
guerriero  fia  nominato;  con  cibfta  cofa  ,  che  in  nuli 'altro  modo  lagran- 
de^a  dell'animo  più  riluce,che  nell'opera  della  liberalità ,  &  infteme- 
mente  della  pietà,  per  laquale  non  men ,  che  per  l'arme  è cantato  famo- 
fo  il  figlimi  d'iAnchife,  ilquale  (oltr  a  gli  altri  pieto fi  fatti) gittato  ater-  « 
ra  Laufo,non  volle  vcciderlo  affatto,nè  dif armare, an%ipermife ,  che  tal 
qual'eray  andaffe  a  morire  in  man  del  padre .  La  gentile^ay  e  l'affabi- 
lità in  vnfoldato ,  efommamente  lodeuole  y  e  tanto  più  >  quanto  eglifia 
vjjicialey  ò  Capitanoycome  ben  c'infegnano  HomerOy  e  Virgilio ,  deferi- 
uendo  Vliffey  &  Enea,  che  con  fatti,  e  con  parole  trattauano  da  compa- 
gni i  loro  fudditi  dolcemente.  Cicerone  parimente]  ci  ammonifcey  che 
quanto  più  fiamo  fuperioriypiù  corte  fi ,  e  benigni  debbiam  portarci  >  #* 
.        .    veramente  ogni  cuor  nobile  fogliato  fi  delia  crudeltà  ,  della  fuperbia ,  e 
del  buon  dell' arrogan'zayfi  dee  veftire  dipiaceuole%7a,di  modestia ,  e  diclemen-  „ 
foldato.    %aydella  quale fopra  gli  altri  Heroi  fu  lodati '(fimo  Ce  fare  Dittatore.  De- 
Uè  oltr'à  ciò  il  buon  foldato  ,  oltre  alla  robusle^rra  del  corpo ,  efier  forte 
d'animo,  e  la  forteto,  s'intendeyper  quella  virtùycbefrala  temerità  >  e 
timidità  è  locata:  però  diffe  il  Filofofo,l 'ottimo  luogo  nella  guerra  effere 
il  me%anoyCÌoè  del  forte ;  perciò  che  i  troppo  audaci  danfouente  cagione 
di fkr perdere  vn'effercito,et  è  inbumana  >  efeiocca  cofa  venire  temera- 
riamente con  nemici  alle  mani, dall' altro  cito  i  troppo  timidi  fon  da  cac- 
ùarfi  dalla  malitiaycome  uitupereuoliyepesliferiydouédofi  quando  lane- 
^ffi:à}e'l  tépo  lo  rkhiedeycoraggiofamente  ribatterete  preporfi  la  mor~ 

te 


DÈI    CjtVjLllQy    11B.    VI.  509 

j[  teallafermtùy  &  all'ignominia,  eleggendo  più  tofio  il  pericolo ,  chela- 
fuga:  altrimenti  fecondo  la  legge  diTlatone  y  chi  circondato  da' nemici 
&  efendo  armato  non  fi  difendeyma  volontariamente  gitta  l'armi  fite }  „  ,  ,    ■  . 
feuer  amente  deuràeffere  cafiigato,  ne  pia  farà  da  raccorfi  alla  militia  midie  poi 
ma  come  codardo-,  epoltrone ,  egli fi  farà  con  vergogna  menare in  vili  troni. 
efercitvj il  rimanente  della  f uà  vita .  Jlnxi  per  euitare  maggiori  difordi 
niy  mediante  i  quali  potrebbe  di  leggiero  porfi  in  pericolo  t esercito  > 
talvolta  (dice  egli)  farà  forfè  lodeuole ,  che  fi  recida }  e  eleggendo  il 
minor  danno  y(  come  ancora  ad  Ariftotele  piace)  il  quale  parlando  della  x 

regìa podeftày  induce  con  l'autorità  d  Hamero  .Agamennone  cofi  ara-  J.,n? V™ 
gionare  a  i  fuoifoldati  ;  *A  colu.iy  che  vedrò  lontano  dalla  battaglia  y  ^il     C 
«  non  giouerà  il  fuggire  >  perche  a  me  fi  ara  donargli  morte  y  anxj  col 
corpo  Jparfo  y  &  infepolto  pafcerà  gli  vccelliy  e' farà  efca  de  i  (fani . 
Ci  ha  due  altri  gradi  di  timidità ,  l'vno  è  di  quelli ,  che  vengon  meno  al- 
le fattioni  fetida  licenza  ;  /'  altro  di  coloro  y  che  pur  fen-ja  permiffione 
del  principe  fi  partono  dalla  guerra  :  Tutti  queftì  vuol  Vlatoncy  che 
fian  giudicati  y  e  ben  puniti  ;  ma  molto  più  importante  èl'vltimoy  al 
qual  non  accade  eccetione  y  0  di  fé fa  alcuna ,  e  la  daue  l'arroganza  qual 
che  volta  fi  può  efcufare\che  (fi  come  sfrittotele  dice  )  auuenga  y  che  a. 
nullo  ofìequiofia  vtiley  pur  fouente per  auuentura  ella  è  gioueuole>  co- 
me fi  vide  in  per  fona  di  Quinto  Fabio  V^utiliano  contra  Sanniti ,  &  in 
C  quella  di  (fofio  contra  Latini  >  ambidue  maeHri  di  Cauallieri .  Ma  volen- 
dofi  tenere  la  via  di  me^o  >  eh' è  la  migliore,  feguiremo\  il  configlio  di  Ci- 
cerone y  il  quale  dice  y  che  nello  entrare  de  i pericoli  imitiamo  i  medici  > 
che  gli  amalati  leggiermente  con  leggiere  medicine  curano ,  ma  a' mor- 
bi grani  fon  cqflretti  di  fare  pericolofey  e  dubbie  cure  :  però  difiderar 
nel  tranquillo  il  tempo- contrario  y  eparhia,  mafouucnire  alla  tempe-  Ij^^aJ? 
fta  con  qual  fi  voglia  ragione,  èfauieT^a  ;  e  tanto  piùfe  rifehiarata  la  morire  , 
cofa  y  fé  ne  confeguepiu  di  bene  >  che  di  male  tenendola  per  dubbiofa .    che  fcam- 
Senocrate  dilfe y  che  l'ottimo  (apitano  trouandofi  ne'pericoliy  dee  pia  parcórut 
tolio  glorio f amente  morire  >  che  bruttamente  f campare  :  fi  come  ancor 
D  il  Toeta  entroduce  Turno  co  fi  rifondere  alla  fonila  > 
Di  liberata  fon  ciò  eh' è  d'acerbo 
Qm  la  morte  patir  ;  ne  mi  vedrai 
Dishonoratopiù  ;  lafcia  (  ti  prego)  . 
Che  quefio  vno  furore  inprima  efiegua . 
Et. inventa  la  vergogna  y  e  l'ira  fono  ejficaciffime  à  muouergli  animi  al 
dibatter e:ma  moltopiù  il  %elo  dell'honorem  la  virtù  ;  lafcando  ftare  la- 
grafor^ayche  da  l'amore  quando  bolle  nel  corfrofondoydi  tutte  le  quali 

cofe» 


tamente 


jio  D  E  L  l  A r  ■  9  l  0  B^f  jt 

cofe,pcrche  infinite  fenté%e ,&  anco  effempi  da  l'iHeffo  Virgilio)  e  dallo  g 
mero  fi  pon  raccogliere ,  io  non  mifìendo  à  rat contarli. Benfoggìungerò9 
Maggior  cjje  mxggiorloAe  fi  acquifla  per  le  virtù  dell- 'animo  ,  che  per  qual  fi  vo- 
qiiiila  caglia  gran  fatto  di  corpO)0  di  fortuna  >  perciòche ,  fi  co?ne  la  ingiuslitia  di 
ramno  ,  estui,  che  tien  l'arme  è  più  maluagia  di  tutte  l altre ,  co  fi  anco  la  virtù  è 
che  con  la  pH  gloriofa  vincendo  lira  ,  e  V  appetitole  tanto  pia  degno  di  lode  farà  il 
foldato  portandofi  continente,quanto  per  ordinario  fbglion' efiere  inchina 
ti  allalafciuiaqiieiycbefeguono  tal  mefìieri:  che  già  non  per  altro  iToeti 
fa uolle ggiaro  efierfi  con  Marte  congiunta  Venere: fi  come  effì  difauedu- 
tamente  auuiluppati  reslarono,cofi(pefio  auuiene,che  i  [oliati  sfr enata- 
mente dando  fi  alle  Veneree  voluttà,resìano  colti  all' improuifo  da'lorneF 
miciy  o  diuengono  tanto  effeminati  >  che  poi  malpofiono  contrariare ,  ne   . 
durare  i  difagi:e  le  fatiche  della  militia-.come  hahbiam  detto  efierfi  ve- 
•  •  •       duto  nell'effercitio  di^Anniballe ,  che  per  efiere  ifuernato  in  Capotta  tra 
piaceri  ro  delitie,e  piaceri  >  incominciò  à  perdere  di  quel  neruo ,  che  prima  in  molti 
uina  degli  danni  di  Promani  haueua  mofìrato  ;  &  all'incontro  più  gloria  apporto 
efferati.  a^  jLlzffandro,&  à  Scipione  la  continenxa,che  l  vno  in  *Afia,  e  l'altro 
Jfpagna  haueua  vfato,che  tutte  l'altre  vittorie  confeguite:afiaipiu  diffì- 
...  cile  efiendo  l'huomo  vincere  fé  mede  fimo ,  che  altrui .  Ma  dirò  di  quelli 
f  ubbidicn  Hudit**  efiere  Rxtl  ln  guerra  una  volta  fola ,  o  perche  fon  nobili ,  ofi 
ti  iliaca  fentono  di  animo  coraggiofo,fi  sdegnano  d  efìere  commandati:  e  con  vna 
-no.  certa  vana  prefuntione  non  feruando  mai  l'ordine;  che  fi  richiede,  incor- 

rono in  mille  errori  ,  &  in  luogo  di  feruire  fan  differuigio  ?  Costoro  (co- 
me Socrate  dice)  deono  effere  cacciati  dalla  greggia,  come  Lupi:  perche 
chi  non  fa  ftima  de  gliflatuti ,  non  porta  reueren^  alfuo  ^Principe,  ne 
amore ,  e  per  confeguente  non  può  fare  cofa  honoreuole .  Ma  fi  deurìano 
eglino  ricordare  di  quella  bella  fenten^a  di  *AriHotele,  che  ninno  pub) 
ben  commandare ,  fé  prima  non  fia  flato  egli  fotto  altrui  imperio  :  onde 
per  venire  à  quel  grado  di  faper  gouemare  vn  esercito,  è  di  mestieri, 
che  fia fiato  molto  tempo  innanzi  fuggetto  à  gli  altrui  commandamenti,  jj 
perche  la  difciplina  militare  non  è  fi  fucile,  che,in  vn  giorno  fi  pofìa  ap- 
prendere, come  feioccamente  alcuni  penfano .  Senofonte  ìnducendo  CU 
ro,  che  addimanda  al  padre,come  debba  egli  fare  per  hauere  migliore 
conditione  difuoi  nemici  ;  gli  fu  rifondere ,  che  tra  l'altre  cofe  è  necef- 
fario  ,  che  egli fiaìnfidiatore,  difjìmulatore ,  &  ingannatore  ;  Il  che 
fi  dee  intendere  folamente  nelle  Hratagemme  ,  &  afìutìe  militari) 
fatto  con  valor  d'animose  d'ingegno  ,  non  già  con  rompimento  delia-fe- 
de ;laquale  efiendo  pedamento  della giuslitia,e  da  femarfi  ancora(come 
fé  Bagolo)  co' nemici  ;  fecondo  la  commimeopenione  de  ì  Filòfofi  ;  a 

non 


25  E  l  ~  CsA  Vói  ILO;    Li  3.    VI.  511 

J{  nondeue  vn  faldato  ammettere  in  fé  cofa,  che  ad  huomo  da  bene  non  ap~    Soldato 
partenga;là  onde  molto  deurà  effer  lontano  dalla  bugia  ?  0  da  mentita  \  non  dee 
conciò  fia  cofay  che  vn  mendace  è  basleuole  à  ruuinare  ben  mille  efierci  ^  e.r .     " 
th&  vn  bugiardo  non  è  atto  a  far  fantine  Ile  ;  guardie yfcortey  riconofci-  ° 
menti)&  auuifi  né  imboliate, ne  può  bauerefeco  maivaloreyò  virtù  al- 
cuna.Terc sSenocrate folea  direyche'lVrincipe fopra tutte  le cofed.ee dma 
re,&  offerudre  la  veritàdi mdnierd  tale; che sbobbia  più  credenza  al- 
la fua  paro  laycbe  a'  giuramenti  di  tutti  gli  huomini\eJJendo  certamente 
la-verità  fecondo  piacque  ad  alcuni  antichi  Filofòfi  agguagliata  advn  Ve  ita. 
ficuro  pegnoydd  vn  forte  fcudoyidvn:  mare fempre  tranquillo  }&advn 
&  Solexcbenon  vàall'Occafomai;  trionfando  ella  del  tempo }  eno'ltempo 

giamai  di  lei.Che'l  faldato  debba  fedele  efjere  alfuo  Vrincipeyèfouerchio     Soldato1 
adaddur  ragioniyejfendo  argomento  per  fé  ben  chiaroyma  perche  lafedel  fe  jeje  aj 
tànon  confitte  filo  in  non  abbandonar  la.infegna  >  né  trattare:  mai  co  fa  fuoPrin- 
contraalfuoSignorey  ma  etiandio  in  tener  fecreto  ogni  maneggio  >&  cipe  fecer 
ugni  difegnoyche  intendere  far  fi  cotrail  nimico,ricordifi  de  gli  ejfempi ,  t0  ' 
che  fi  raccontano  dagli  hifiorici  >  che  i  faldati  di  Dario  vollero  pia  tojlo 
fujfrire  infiniti tormentiyche  palefaread  jLlefs  andrò  per  qualfentiere  il 
Bj  loro  fuggito  fofie,  &iAnafsilio  Capitano  lAtheniefa prefo  da  Lacede 
monile  graueméte  tormentattOyno  uolle  mai  acconfantire  di  riuelare  ife 
£  cretidi\Agefalaofuo Signoreye lafciamoslareyche  i  ferui diTlancoper   Lodi  del 
ninna  pena  s'induffaro  a  fcourire  dou'eranafcofail  lor  padrone  .-e'iferuo  fecreto.. 
di  Catone  Hette pertinacifiimo  a  negare  vn  delitto,  a  colui  impojìo  ;ma 
quel  che  d' ammiratane  mi  par  più  degno^venute  alle  mani  d'^ìtheniefi 
certe  lettereyche  Filippo  mandano: ad  Olimpia  fua  moglieray  le  rimando 
rono  indietro  fubito  co  fi  fuggellateycom'elle  eranoy  dicendo  alportatorey, 
poi  che  per  legge  erano  obligatidiefserfacreti;  non  Vhaueuano  volute 
leggereyne  vedere: fi  che  trai  nemici  la  fa crete^a  inquefio  modo  y  fi  of- 
feruaaayquanto  più  cautamente  è  da  mantener  fi  fra  gli  amiche  fra  '  pa- 

,  droni? Egli  deurà  il  buon  faldato  più  io  fio  imitare  Zenone }  &\Anafsar- 
co  (quello  co  1 denti  fi troncò  la  propria  lingua  y  efèutolla  nel  vifo  del 
Tiranno  ye quello fingendo  di  voler  parlar  fecretomenteal giudice  ;  gli 
-  afferrò  l'orecchio: e  glie  lo  troncò  coi  denti) che  ridurfi  apalefare ifecre- 
ti  del  fuo  Trencipe  y  0  papuano  y  &  a  tal  propo fato  è  notabile  quello  ef- 
fempioyche  d  jLlefs andrò  fa fcriue.y  ch'egli  leggendovna  lettera  venuta- 
gli da  fua  madre  y  che.  importanti  negocij  conteneua  y  rauuedutofa  > 
che.  ffeHione  fuo  fauorito  y,che  dà  dietro  gli  Sì  atta  >  l'haueua  pur  lettay 
gli  accoflò  su.  la  bocca  l'annello  del  fuofuggello:  volendogli  dinotare: 

shù  chi.  è  partecipe  de  l'altrui,  fecreto  $  dee  tenere,  la.  bocca  chiufa .... 

--■■■-■■■-•-  Et 


5ia  T>  V.  L  L  Jt    G  l  0  B^  1  ji 

Tacitur—  Et  in  -perita  Vedere  taciturno  è  co  fa  molto  lodevole  in  vnfoldato:  perche  p 
nità  loda-  auuerrandoft  l'huomo  a  raffrenare  la  lìngua  fa  vfjicio  di  virtuofo,égra 
ta*  to  al  fio  Signore  ,confer  uà  l'honor  proprio  feìij^a  offendere  quel  d'altrui, 

e  finalmente  viene  a  guadagnare  queflo  teforo  delfecreto,cbe  detto  bah 
Adulatio  biamo.  Terò  quando  fi  vede  alcuno  effere  adulatore  ,  o  vantatore  ,  o 
nc*  ciarlatore  :  e  che  nonfa,o  non  può  tenere  la  lingua  a  fieno ,  fugga  fi  la 

fuaprattica,  né  glifi fidi fecreto  alcuno: fi  come giàHruto,e  Caffiomai 
non  vollero  difeoprire  i  lor  trattati  a  Cicerone  amico  loro  ,  e  nemicijjì- 
mo  di  ^efare ,  perche  il  conofceuano  incontinente  nel  parlare ,  e  quefla 
incontinenza  fu  cagione  della  fua  morte  ;  quesìa  ancora  ofeurb  la  fama 
di  rDemoHbene  eloquenti/fimo  oratore  :  equeHafcemò  la  gloria  de  ifa-  p 
mofi fatti  di  Titea  gran  Capitano  d'^Atheniefi  .  Fuluio  fauorito  d' jl  li- 
gustro,per  hauer  fidato  vn  fecreto  dell'I mperadore  a  fua  moglie,  venne 
in  tale  dif gratta,  ch'amendue  con  le  mani  proprie  fi  vccifero.Vn  de'  con 
giurati  contra  ls[erone  ,  per  batter  detta  vtia  fola  parola  ad  vn,  che  era 
tratto  al  mortai  fttpplicio  ,  diede  occafìone  ali I mperadore  difeoprir 
la  congiurale  farne  vendetta  acerbi/fi <na,e  crudele  .  La  congiura  di'Ca- 
tìlìnafu  fcoperta,e  punita  per  leparole,cbe  vn  compagno  diffe  alla  don- 
na ci)  egli  amaua.E  Dionigi  Siracusano  fé  troncare  il  capo  a  Briante  fuo 
fauorito  ,  per  batter  narrato  a  Tlatone  quel  ,  eh' egli  faceua  nella  fua 
camera.  Vedete  quanti  inconuenienti  ,  e  quante  rouine  auuengono  dal  G 
non  effere  continente  dilingua  :  Certamente  fauijjìmi  erano  i  Romani, 
che  non  pur  dauano  1'annello  dell'oro  al  Secretano  ,  annumerandolo  al 
grado  nobile  in  premio  della  fua  fedeltà:  ma  adorauano  il  Silentio  co- 
me vno  Dio  ,  imitando  gli  Egittij,  &  anco  iTerfi,che  in  fomma  vene- 
ratane teneuano  il  fecreto  :  e  parimente  gli \Atheniefi ,  che  inmemoria 
del  fecreto  allattano  le flatue,come fecero  aLeona,  che  mai  nonsinduf 
feafcoprire  vna  congiura:  ma  fopra  tutti  i  Lacedemoni  furo  am\iciffi- 
mi  della  taciturnità  ,  e  del  bit  uè  parlare,  che  pero  Laconico  ne  fu  detto: 
&boggidìi  Signori  Venetiani  in  quefla  virtù  ritengono  il  primo  luo-  „ 
go:  fi  come  con  molti  effempij  fi  è  veduto,  e  tra  gli  altri  in  qttello,cbe  ha- 
uendo  determinato  il  Senato ,  che  fuffe punito  di  morte  il  Carmignola 
lor  Generale,per  la  cui  colpa  s'era  perduta  vna  loro  armata  nel  tempo 
di  Eugenio  Tapa  quarto-.eper  certi  rifpetti l'efsecutione tardando parec 
■  chi  me  fi  quantunque  molti  de'  Senatori  bauefìe  colui  amici,  pur  la  cofa 
andò  sìfecreta,  ch'egli  chiamato  alla  Città,  fé  né  venne  allaficura ,  e  fu 
Vignar]--  prefo,egiufiitiato  immantinente.  Ma  tra  tutte  le  virtu,che  necefsaria- 
fa  ria  al  "  ment  e  appartengono  al  buonfoldato,  gli  dee  e f sere  molto  amica  la  vigi 
(alda  to .  latria  :  perche  il  deputato  a  far  la  guardia ,  o  lafentjnella  >  come  dico* 

no  -è 


VEICAV  jilLO,    L1B.  VI.  $2? 

^f  rtòyè  di  mefliero  ,  cbefia  folle cito,e  di  poco  fonno ,  aguifad'vn  fido  Cane 
(come  Socrate  folea  dire)  che  accutiffimamenta  annafi,  efenta  ognino- 
uitàyche  all' esercito  foprauenga  ,•  e  per  potere  flar  vigilante  ,  è  neceffa- 
rio  d he[fer  fobrio,e  temperato, perche  la  crapula  induce  ilfonno ,  il  qua- 
le veramente  (fecondo  ilToeta)  fi  può  parente  della  morte  appellare  ; 
perche  di  vrìhuom  che  dorma,  tanta flima  fifa  (come  Tlutario  con- 
ferma (  quanta  s'eglipìk  non  viuefie  ;  onde  ridicola  co  fa  verrebbe  ad 
efiere y  cJjé'l  guardiano  hauefie  bifogno  dell 'altrui  guardia .  8  molto 
maggiormente  fi  richiede  la  vigilanza  in  chi  è  capo  di  vrì efferato,  al 
quale  non  altrimenti,che  advnpadre  di  famiglia  ^AriHotele  dice  efie- 
B  re  conueneuole ,  che fiatvltimoaripofarfi,elprimo  a  rifuegliarfi ,  £  Capitana 
perche  fi  come  tra'  namgantierrando  alcuno  ,  farebbe  danno  in  qualche  co  h  fua 
parte  ;  ma  errando  colui,  che  tiene  il  gouerno  in  mano  >  fùria  tutta  la  vjla  dee 
nane  gir  a  rouina  ,  cofi  quando  alcun  faldato  fkllifie  nelfuo  mefliero  pri-  fe^mo  a 
uatamente,  cagiona  ad  alcuni  damo,manon  di tal  momento,  qual fa-  g\{  aitrit 
rebbeil  fallo  del  Capitano;  (comefaggiamente^gapeto  à  Giufliniano 
Imperadore  già  fcrìffe  )  bisogna,  che  chi prende  à  reggiere  vnefiercito, 
fia  dotato  di  prudenza  mirabile,  efingolare,  fi  che  non  venga  mai  à 
fare  cofa  che  fi  pofi  a  da' fuoi  riprendere  ,•  come demoHraHomero,  che 
qualche  volta  auueniua  ad  sAgamennone,à  cui  ne  i  configli  con  beflem- 
mie  &  altre  maluagie  parole  accerbamente  foleuan  rifl)ondere,&  in  ef- 
fetto non  è  da  flimar fi  degno  di  commandare  ad  altri ,  chi  non  auan^i 
di  valore  i  fuoi  foggetti ,  i  quali  in  tutte  V anioni  tengono  gli  occhi ,  ri- 
uoltiàlui,  come  à  loro  Jpecchio  ;  però  dice  a  Senofonte ,  che  quanto  pia 
ilVrincipe è grande  di  te  fori ,  e  di  pojfan^a,  tanto  pia  dee  di  virtù  e 
di  degniti  fuperare gli  altri.  ;  conciò  fa  co  fa ,  che  in  qual  maniera  (  co- 
me <ssfriHotele  fcriue potrà  ben  commandare  colui>che  non  fia  giuflo ,  e 
temperato  te  che  non  fappia  (fecondo  Cicerone)  commandare  afe  flef- 
fo ,  vincendo  i  fuo  mede/imi  appetiti?  Claudiano  à  quefìo propofito 
q  dijfe  bene , 

t^lThor  giusto  più  offeruantefkffi , 

7^e  difoportare  niega  il  popol,  quando 

Vede  V  ifleffo  auttore  à  fé  vbhidir: 

JL IT 'ej] empio  del  I{e  s'adatta  il  Mondo  : 

7^è  co  fi  pon  piegare  i  fenfi  hitmani 

(jli  editti ,  come  del  lettor  la  vita  : 

ColTrincìpe  fi  cangia  il  mobil  vulgo . 
B ifogna  dunque,  che  ì  (apuano  feguendo  l'orme  del  Signor  de'Cielì^pe- 
ri  in  vn  mede  fimo  tempo^  ammaestri  >fe  vuol  >  info,  labilmente  e/fere 

KK        vbbidi- 


514  DELLA     GLORIAI" 

ubbidito;  perche  fé  ben' alarne  parti,  della  prudenza fip'ojfono  fuor  della 
battaglia  esercitar  eccome  ilben  confultare,  e  giudicare ;qnella,cbe  toc- 
ca al  commandare  nella  militia,  bisognando  venirfi.  ali] atto  prò [(fimo  > 
mal  fi  può  mettere  ad.efecutionefen^a  laforte.'Zja  dell,  animo  >  efenya 
l'ejperien%a;la  quale^  benché  conl'vfo  del  lungo  tempo  fi  foglia  appren- 
dere;non  refi  a  però)  che  con  l  aiuto  delle  faenze  ihuorno  non.poffa  diue- 
niria  pochi  anni  prudente  >&  aw.ifato  delle  cofe  del  mondo,non  altrimen- 
ti) che  fé  tutte  f afferò  paffateper  mani  fue.Hora  le  fcien^e  >cbe  Socrate 
Scienze  orclmò  dagli  ottimi  foldati  donerfi  apprendere ,  fono  la  Filofofìa,  per  co- 
néri  ai  qli  nofcere  ieffere  >  e  la  verità.di  tutte  le  cofe  ;  la  computation  de  i.  numeri) 
ottimi  fpl  cb'è.  Ì  Aritmetica)^  qualffecondo  Tlatoncjeffendo  nece farla  à tutte  le 
<^au*-        arthperche  gli  h  uomini  ro%i  ,.e  fomiolenti  fa  delli  )docili)rìcordeuoli)& 
ingegnofi sfacendo profittoper  arte. diuina più  toHoyche  naturaìefyecial 
mente  è.  commoda  alla,  militi  a-»per faperfi  e  aminare  in  ordinante  fer- 
mare iv.arijfquadroni.;  che  fi  richiedono  >  ilquale  ordine  (come.Eliano 
dice)  incominew  ne  itempi  d  HomerO)  efendo  flato  eglldiciò.il  primo, 
fcrittore  y.appreffo  è  neceffària  per  fàper  alloggiare. vn  campO)&  hor  ri?-- 
Brignere  y  hor  allargare  effo  allogiamento  )  per  fàper  occupare.vnpaefc: 
co 'fuoi.vant  aggine. per  fapere  ancor  l'attitudine  delle macchie da  guerra, 
come  ben  fa  mentione.  Plutarco  in  Marcello  parlando,  di.  zsfi-chimede  ^ 
ottimo  architetto .  £  ville  altresì l'Astronomia  ,  per  conofeere  i  moti 
dolle  sìeUe^  i.  loro  effetti.con  le  mutationi^  opportunitàyde  i  tempi.Lo 
dafi  medefimamentela  cognition  dell  a. Mi: fica ,  non già.  per  fonar eye  per 
cantare  (benché  talvolta  ciòfia  lecito  peri' e f  empio  d'Achille  y  che  da. 
tìomero  fi  mofira)  ma  per  imparare  con  la  confinante  difonan^a  de* 
numeri  la  conofeen^a  del  buono ,  e  dei  bella .  'Ter cloche  >  quanta  fa  la: 
forila  della  Mufic.a  >  (lafciandò  da  parte  quel  che  nella  politica  ilFilofo-- 
fo  ne  ferine)  fi  può  veder  e  chiaramente  peri' esempio fd'Aleff andrò  Ma. 
gno  j  ilquale  vdendo  per forte Timotheo  Muffilo  cantare  al  modo  frigio 
al^andofi  dalla  tauoh yricor fé furio] amente  alle  arme  (e  di  ciò  parimen-  /£/ 
te  intender  volle  t^irgiliO)dicendo,cbe  colf  nono  delle  trombe  fi  comuoua, 
no  gli  huominiy,  e  i  Caualli  >  e  Marte  fi  accende)  ma  hauendo  poi  il.Mu-- 
fico  mutato  il  modo  Frigio  nel  Dorio^ritomò \  eglia  mangiare  quietameli; 
te .  Hor  l  isleffo  Socrate  dice  effer  ancora  molto  gioue noie  la  Dialettica: 
che  conduce  l'huomo  a  fernirf  delle  faenze  ;e  difeacciate  le  fiippofitioniy, 
lo  fa  in  tutte  le  dottrine  accutiffimo  al  dimandare^  al'rifp'ondereymaf- 
fimamente  imparata  iti  et  a. per fett  acquando  il  vero  fi  può  dìfeernere.  col. 
giuditio  naturale  •  perde  in  fanciullezza  ilfa  diuenire  verfùto  >,eca- 
uillofo,.  la  Pittorica  quanto  fta.neccfi'aria  al  Capitano,,  mi  par  fo~- 

uer&ia,  " 


Ì)ZL    CjlVJLLÒ,   ItB.  77.       yi? 

f  uerchìo  a  dimofìrare  con  altri  efiempi.  Jtriflotele  certamenteycome  irti- 
portantilfimdyla  richiedere  fcriuendo  ad  MefiandrO)  gli  dicey  che  comi 
il  condtittiere  e  conferuatore  de  l'efiercito,  co  fi  il  bel  parlare  con  ertidi- 
tione  edace  della  vita,e  diqaefla  virtù  fìkfom.namente  lod  ito  da  Theo 
jrajlo  il FJ Filippo.  La  Cofmografia  >  e  geografìa  parimente  è  vtiliffima 
alfoldato^perbaaereconofcenra  dei  Circoli, de iClimati,  e  delle  I\egio- 
ni^molto  import  ando,cbe  vn  Capitano  h  abbia  adhauere  cognitione  delle 
cofe  generali^  particolari  delVvìih'.erfo)  e  che  per  queflo  venga  ad  efser 
pi attico  d'vnluogo prima ,  che  vi arriiré.-e perche  molte  fiate  auuiene , 
che  sbdbbiaìio  a  disegnare  pae fi ,  Città,  fór-te7ge>macchine>&  altre  di- 
3     "uerfe  co  fé  ailamiUtia'àppartenenti,grandifjimo  commodo  apporterà  al 
foldatp  ilfaper  dipingere)  efiendo  veramente  la  pittura  vn'  arte  nobilif- 
fimay  imitatrice  della  natura  >  fenica laquale  mal  fipotria  concfcerela 
bellézza  delle  cofe  animate  >  &  anco  inanimate  con  le  loro  proportioni) 
linee, e  figure;  ìlobe  con fiderandoTaolo  Emilio  ;poi  chebbefuperato  il 
^Terfeo  menò  ficco  in  RpmaMetr odoro  diesftheneperfàrammaefìra 
ve  vn  fu o  figlinolo  nonfolo  dalla  Filofiofiayma  ancor  della  piti uràydel  ■  ^p;tturaar 
la  quale  oltre  modo  furono  amatori  lAléfìandrOy  Demetrio)  ^AttalO)&  te  nobihf 
Ji '  uguftoyefiendo  già  noto  perle  biMorie quanto  da  quei  due  fnfi  ero  ama-  fìma. 
tiy&  ofìeruaticProtegeney&  pipette Ma 'tra  quelle  belle  parti non  è  da 
tralafciarfi  la  cognitione  di  dinerfie  lingue  cbe  reca  ornamento,e  benefit-  Gognuio 
ciò  incredibile  al  faldato  in  molti  modi  :  e  però  dagli  antichi 'Principi  di  uerfe  jin~ 
Germania;  particolarmente  da  Carlo  quarto  ìmperadore  fu  ordinato  >  gue orna- 
citutti  i  figliuoli  di  grandi  buomini  dafihnciullexTa  impar  afferò  al-  mento  a* 
meno  tre  idiomi  oltrail  natio,  ch'erano  il  Latino,l*ìtaliano>e  lo  Schiatti)  lt 

ne . '  feguendo gli ef] empi  de  i  T\e  de  l'^ifta\efifietialmente  di  quello  gran. 
Mitridate:  che  in  ventidue  linguaggi  fape  a  pari  are  y  e  rifondere  a'  fuoi 
fuggettift  come  attempi  noftrihabbiam  ueduto  ilgloriofo  Caiio  QuintOy 
che  di  tutte  le  lingue,cb 'erano  fiotto  ilfuo  lmpero-,ragionaua  fifkttamen 
Y)  te>che  ognivna  diefise  gliparea  efser  propria  j  e  naturale.  Hora  tutte 
quefle :fcien%e  J ariano  vane  >  fé  non  fiufisero  ben  conferivate  nel  tefioro 
della  memoria)  ìaqual  riputandofiì  a  molta  lode  in  ciafcurì buomo^  af- 
faipiu  lodeuole  ,  e  necefìaria  è  in  vn  Capitano  5  ìlquale  deuràper  lapin 
parte  fapere  i  nomi  di  fuoi  faldati  r  accio  che  nelle  cofe  repentine  cbia- 
mado  hor  queflo  y  hor  quello  col  nome  fuOyvenga  atrouarglifi  pi'tbeneuo 
li>e  di  ciò  fingolarmerìte  fu  commendato  Ciroy&.tÀdriano,  &  ancor  Ci- 
nea  di  Tino  ambafciatoreycbe  dimorato  in  ì{oma  fiol  due giomi,ottima 
mente  feppe  ridire  inomi  di  tutti  ì  Senatori)  epatritij "Promani  >  la  qual 
memoria  certamente  fi  può  acquistare }  e  confermare  col  frequente  leg- 

XX    ;z  gere 


5*<5  DELLA    GLORIA 

tftftoria  gere  delle  hìflorieyche  foura  ogni  altra  fcien^ fono  vtiliffime  alfoldatOy  g 
Utiliffima  fi  per  l' acuter^a  de  l'ingegnose  sì  per  l'imitatione,  imitando  fi  gli  animi 
al  iodato*  fommamente  allegloriofe  imprefe  de  i  fritti  antichi)  &in  verità  le  lette 
re  fono  quelle ,  che  fanno  Vhuomo  più  prudente  y  e  più  temperato  nelle 
fue  attioniypiu  animo foy  e  collante  ne  i  pericoliypiu  iflrutto  ne  gli  ordini 
della  guerra,piu  rifoluto  ne  i  repentini  accidentiypin  giusto  nelgouerna- 
reypiu  efperto  nel  difendere ,  o  nell' efpugnare  delle  Città  >  &  infomma 
più  auueduto  in  tutti  affariyperb  Socrate  dicea  non  do  uer  efiere  il  falda- 
to terribile  folament  e ye  corraggiofo}ma  etiandio  sì  babiley&  acuto  i"tn- 
geptiy  che  pojfa  apprendere  le  dottrine  te  patientiffimo  a  profeguire  com 
decfJnii  puntamente  il  fhticofoftudio  delle  lettere .  E  pere f?e  in  ogni  modo  con- 
te Vocio,  niene  à  chi  fegue  la  gloria  militare  y  fuggire  Vocio  y  è  di  meftiero  >  che  in 
quelli  tempiyciye  fi 'fanelli  alloggiamétiyòfottotreguaynon  manchi  mai 
di  efer  citar  fi  e  con  la  mente  ;e  con  il  corpOyO-ffneychefoprauenendoloc- 
cafone  della  guerra  fi  troni  atto  &  iflrutto  in  tutte  le  cofcUefiercitio  de 
la  mente  confifte  nella  contemplutioneye  nello  studio  delle  feien^y^r  ar 
tiyche  dette  habhiamo ,  dellequalenonpurè  d'hauerfi  conofcee%aymae- 
tiandio  di  molte  fi  è  da  fare  ejperien^a,  perche  molte  fé  ne  conofeona 
meglio  per  Catto  prattkoy  che  per  lo  tbeorko.&  indi fouente  auMienefco- 
me  ilFilofofo  dice)che  meglio  giudichi  vn'efpertOychevn'arteficeyfì  co- 
me ài  vna  cafafh  miglior  giudicio  Vhabitanteyche  VarchitettOydel  timo- 
ne migliore  il  nocchieroyche'l  Fabbroye  delle  viuande  migliorelofealcoy 
ehe'l  coco  y  e  cofìneceffaria  cofafk  daffari  già  riputata  ;  che  la  difcipli- 
na  militare  fujìe  accompagnata}  e  guidata  delle  letterey  accie  che  con- 
feguita  la  faenza ,  fi  potè  fé  procedere  alla  efferienta  ;  poco  ejfendo  gio- 
Srienze  ,  ueuoli  tarme  nella  Campagna  (come  Cicerone  dice)  fé  nella  cafa  non  è 
Siano  be-  "  configlio  .E  fé  vogliamo  vedere  quanto  slianbene le  faenze  nei  folda- 
ne  ne  i     tl '■  •> e  maggiormente  ne  i  Capitani)  a'  quali  fi à  tutte  il  pefo  confutare  > 
Soldati,    digiudicarey  di  commandare  > e  dieffeqttire yitpoffìanno  da  mite effem- 
pi  apertamente  confederare)  che  tutte  le  fiorite  J{epublicheytutti  ifortu- 
nati  l\egniye  tutti  gli  ordinati  eserciti  fi  fono  fé  mpre  gouemati  non  me- 
no  con  le  dottrine  di  faggi  huominiy  che  col  valore  di  arditi  >  e  forti:  on- 
de  (come  Seneca  ferine)  non  meno  fu  necefiario  à  I{oma  Catone  per  h 
configlioy  che  Scipione  per  laguerra:e  tralafciando  motte  notabili  men- 
tioniyche  di  Romani potrebbonfhr fi ,  certamente  fi  legge  >  che  Apollo- 
nio Filofofo  gouernò  fettanfanni  la  Città  di  Cartagine ,  dotterà  ordine  y 
che  non  fi  eleggeua  mai  vn  Senatore fen%a  il  confentimento  divn  Filofo- 
foy€  quitti  finalmente  egli  fu  honorato  di  tante  statue)  quanti  annihauea 
feruito  alla  I{epublica  :  Che  dirò  di  DemoSìbcM)  ilqualin  tanta  ve- 
nerai ione 


'jl  nerdtìonefà  da  gl'A^tbenie fi  tenuto  :  che  gli  fu  dri-^ata  vnaflatua  con 
ifcrittìone-fla  qual  diceuaychefe  lafor^a  di  Demoslhcne  fuffe  Hata  egua 
le  allafavienra  delfuo  ingegno  :  il  Bj  di  Macedonia  non  barebbe  mai 
fuperati  i  Greci .  Che  dirò  il  Valerio  difcepolo  di  Teofraslo?  a  cuigliflef- 
fi^Atheniefi  per  la  fiafapiem^a  dirizzarono  la  fiat  uà  in  molte  parti  del- 
la Citta ,  Che  dirò  di  tanti  altri  eccellenti  fcientiati  f5  che  con  diuerfi  bo- 
nari) e  premvj  in  vita-,  e  in  morte  fono  flzti  celebri  e  reueritiper  lo  gran 
beneficio  y  che  col  loro  fapere  bai  io  apportato  a  quei  Cittadini }  che 
fi  fono  di  lor  fé  miti .  EqualTrincipe  fumai  y  che  alla  gloria  afpiraf-  Principi 
fé  y  che  co  fi  nella  pace  come  nella  guerra  non  s  babbi  a  tenuto  appref-^  aPpo 

B  fo  alcuno  fauio ,  e  dotto  huomo  i  e  chenonfia  fiato  amator  delle  buone  no  Eemi^ 
lettere  ?  Già  fi  sa  quanto  fu  bonorato  A risotele  dal  I{e  Filippo  y  &in  (àuij  e  Ice 
quanta  riuerenza.il  tenne  poi  a^flefìandro  fuo  figlio yilqu ale y  hauendo  cerati. 
xAriflotele  publicate  alcune  opere  della  Filofofia  (come  Temislio  affer- 
ma) egli  grandemente  con  lui  fé  ne  dolfeycbe  le  co  fé  a  fé  infegnate  fi 
f off  ero  a  tutti  fatte  communiy  foggiongendoycìj  egli  più  difiaua  diauan 
dargli  altri  nel  fapere  >  che  nel  potere  yfi  sa  ancora  con  q  :ianto  femore 
egli  frequentò  di  legger  la  Jliade  la  notte  y  tenendolo  il  dì  confemata  in 
vna  pretiofìffima  cafìettinayoue  Dario  era  flato  [olito  di  tenere  le  fuc~> 
gioie*  Ciro  Rj  de'  Ter  fi  conduceay  fempre  fé  co  Senofonte)  che  fa  gran 
CapitanoyegranFilofofo;  &  vn "altro  famofo  littcrato  chiamato  Chiloy 
&  offerfe  anco  molto  teforo  a  TS[icodio  pur  Filofofo  y  chel'baueffe  am- 
maesìrato  nella  pace  y  efeguito  nella  guerra  .  Tirro  Rj  degli  Epiroti 
hebbe fempre  Zotiroy  e  tenne  l  opere  d" Efchine  in  tanta  sìimayche  l'oroy 
ond' erano  fregiate  afeendea  ad  vn  valore  inesìimabile  :  fu  tanto  fcìen- 
tiatOyche  compofe  libri  della  difeipliua  militare  y  di  che  parimente  (fe- 
condo Silano )  fcriffero  Enea  y  Cinea  Teff  alo  ,  Frontino  y  Alefì andrò  fi^ 
gliuolo  diVirro  Clearcoy  Taufaniay&  altri  grandi  huomini,  Furono  pa- 
rimente fcientiati  Serfey  ^Archelao  &  SpawÀnunda .  (Antigono  vno  de 

D  i  fucceffori  di \Alejf andrò  mandò  fin  in  Italia  a  chiamare  Zenone  Stoicoy 

e  non  potendo  bauerluiyhebbe  due  fuoi  difcepoli  nobili/fimi .  Mitridate  retrer,  i 
hebbeTlatone  intanto  pregio>cbe  volendolo  honor  ire  di  Hatua  y  cercò  tenuti  in 
il  miglior  arteficeycbe  fi  fufje potuto  trouare  in  quelli  tempi .  E  Dionigi  grande 
tanto  bonorò  l'iHefìo  Filofofoyche  venendo  in  Siciliay  gli  vfcì  incontro  a  h°n°rc . 
riceuerlo  con  gran  pompey  e  l  fé  federe  nella  reale  carretta;  &  il  mede- 
fimo  Mitridate  nel  maggior  feruore  della  guerra  fi  effercitaua  nelle  let 
terey&  con  effo  lui conduceua  precettori  >  &■  Filofofi  eccellenti .  Temi- 
flocle  imparò  da  Anaffagoray&  Alcibiade  da  Socrate:<ts?nnibaleheh- 
be  fempre  feco  Stilano^  Sofilao .  Tolomeo^  d'Egitto  tenne H opimo 

KK     $         Filo- 


5ig.  <D  E  L  L  ^     G  L  0  B^  I  Jl 

Filofofo  ,  e  fé  edificare  ad  Homero  vn  tempio  .  La  libreria  del  Fila-  E  ■ 
delf o,  che  fk  di  fette  cento  mila  volumi,  e  quella  di  Sereno  Sarmoni- 
co lafc.iata  per  testamento  a  Cjoidiano  di  Cefi  anta  mila  libri,  poffono 
far  ampia  fede  della  dottrina  di  amendue .  Tififirato  con  gran  dijpen- 
dio  fé  fare m ^ithene  vna  pi-bliea  libreria,  laqual  confumata  per  le 
guerre  di  Serfe ,  fu  rifiorata  con  fomma  cura  diSeleuco ,  &  vrì altra 
Eumelone  fece  inVergamo ,  huomini  tutti  amatori  delle  fcien%€-J . 
E.  [e  alle  co  fé  de'  Romani  ci  riuolgiamo ,  troueremo  il  grati  Scipione  ef— 
Soldati  j-eye  gat0  d/jiep0lo  di  Tanetio ,  &  amicifjìmo  di  Tolibio ,  e  nelle  guerre 
di  "ran     batter  fempì  e  condotto  feto  il  Toeta  fnnio ,  afquale  diede  infiniti  pre- 
domina .  mij,  &  bonori,  in  vita ,  &in  morte  ferii. endoTlinio ,  ch'egli  ordinò,  & 
che  la  fìatua  di  questo  gran  Toeta  fi  mette fie  nel  fuo  fepolcro,  affine  > 
cbe'l  titolo  d'hauere  acquifìata  l\Afirica  tnfìememente  con  quello  del 
Toeta  fopra  la  fuafepoltura  fi  leggefie .  Catone  Vticenfe  fu  difcepolo 
d\Antipatro ,  &  il  maggior  Catone  volle  nella  vecchiaia  imparare  l& 
lingua  greca  .  Lafeio  X>.  Fabio  Mo.ffimo,  MXraffo ,  Lucullo ,  M.  Bruto, 
M.  ^Antonio,  &  altri  innumer  alili  Capitani. ,  che  di  fidente  ornati  furo- 
no:&  venendo  ai  due  vltimicapidital  Bepublica^eer.t amente  della  fin- 
gola}-  dottrina  di  Ce  fare  i  fuoi  medefimi  ferini  rendono  tefiimonio  Squa- 
li a  par  della  vita^glibebbect.ra  di  faluare,  quando  anuoto  ficampo  in  - 
Jllefiandria  ragionevolmente  pref imponendo,  che  la  gloria  d'un  grande 
lmperadore,  non  meno  confi fie  ne  i  libri ,  che  nelle  armi,  e  come  S.aluftio 
afferma,  non  minor  lode  apportano  gli  ferini  d'vno  hifiorico ,  che  igefiti 
d  vn  Capitano ,  perche  quefìi  fen\a  quelli  refterebbono  fempre  oficuri. 
Pompeo  Magno  fu  parimente  di  gran  fapere ,  e  tenne  ìfiauiin  tanta  ve- 
neratione ,  che  ritornando  d  *Afh  glonofo per  le  vittorie  di  Mitridate, 
nonfifdegnò  d'andar  a  vifitare  il  Filofofo  Toffidonio  :  7s(e  volle ,  cbe'l. 
Littore  (fecondo  il  co  fiume)  buffljfe  la  porta,e  nell'entrare  ordinò,  che. 
ini  fi  fottometteffero  ifiuoi  laureati  fa f ci,  a  cui  fottopofii  fi  erano  lOrien 
te,  e  l'Occidente  .  Ottauiano  augusto  fu  di  eccellente  dottrina ,  come  ft 
fegnalat amente  fi  vede  da  i  ver  fi,  ch'egli  fé  nella  morte  del  fuo  caro  Vir 
gtlio,  a  cui  diede  gran  premtj,  e  fpecialmente per  quei  verfì  delfefio,che 
egli  compofe,e  recitò  (come  riferifee  Donato)  in  lode  di  Marcello,  nipote 
dell  lmperadore  bebbe  ali  bora  per  ciafic  un  verfo  diece  fefiertvj  di  quei , 
che  v alenano  vintieinque feudi  l'uno ,  riducendogli,  alla  no  fira  moneta, 
diede  egli  ancora  a  Cornelio  Gallo  grande  Àegnità  nel  Senato,&  in  fom- 
ma fiotto  lui  fiorirono  infommo  honore  molti  celebri  letter.ati,come fu  Si-. 
monid€,^fpirareo,A.pollodoro,^fìnio,Tollione,ValerioM.effala,Hora- 
tiOìQiidiofl'ibtdlotCatuUoyTuccaffl  Varo-,  iquali  molto  furono  fluoriti 

fempre 


'DEL    CAVjillO    LIB.    VI.  51^ 

\/L  fempre  da  Mecenate ,  che  in  ciò  imitaua  bene  il  fuo  Signore .  <Domitian9 
auuenga ,  che  tra'  maluagi  Imper  adori  fi  a  riputato y  nondimeno  honorò 
tanto  ;  i  liner  ati  y  che  tre  volte  creò  Confalo  Siili')  italico  >  e  diede  molti 
premij  a  StatioyambiToeti  ccceìleatiffimi .  Trai -ino  oltre  a  Tlutarco  fuo 
maejlroytenne  in  tanto  honore  Dione  Filofofoy  cheli  cond  <cea  fempre  fe- 
to nel  carro  fuo. ^Antonio  fi  feruì  di  Gorgia^  lAleff.indro  Seuero  diVlpia 
no)  Antonio  fuo  figliuolo  di  Oppiano.  ^Adriano  diede  il  Conflato  ad 
^Arriano  ;  e  (jratiano  adAnfonio  Gallo  >  Di^J^C.  *.4  y.relio  è  fo  cerchio  a 
parlarerfoi  che  oltre  al  testimonio  del  'Tetrarca ,  ifuoi  mede  fimi  fritti 
fanno  fede  quanto  egli  fife  d'ogni  lande  degno , 

™  Tien  diFilofofia  la  lingua  e' l petto  . 

Sthebbe quefto  dottiffimo  Imper adore  in  tanta  veneratane  il  grande 
hiflorico  Vadouanoy  che  fèfepelire  lefua  offa  in  vn  fé  poltro  di  Torfido  > 
tenendo  conferuate  in  vna  eletta  d'oro  l'opere  fue  .  Lafciò  C/iufiinianoy 
ilquale  dalla  raccolta  >  che  fé  fare  delle  leggi ,  fi  può  giudicare  quan- 
to fujfe  slato  di  feientiati  amatore^  lafcio  altriy  che  troppo  farebbe  lun- 
go a  raccontare  non  pur  di  antichi  y  ma  etiandiodi  moderni  Trincipi> 
tra'  quali  fon  fhmo fi  intorno  a  tal  virtù  Sigifmondo  I mper adore  y  Mat- 
tina Rj  di  angheria  ,  liberto  I{e  diTs[apoli  >  fotto  il  quale  fiorirò  nella 
noHra  patria  il  Boccacio ,  &  il  -Tetrarca  fommamente  honorati ,  e  ca- 
rexj^atiy  *Alfonfo  ilfauio  Rj  di  Cafiigliay  e  fopra  tutti  A'ifonfoy  che  pri- 
mo di  A.ragonefi  conquijlò  il  reame  da  cui  fi  pori  aua  per  imprefa  vn  li- 
bro apertOydinotandoyche  la  cognitione  delle  faenze  è  fommamente  ne- 
ceffaria  a  chi  hapefo  di  altrui  governi  ;  altrimenti  (co  megli  dicca)  vn 
Bj  non  liner  ato  fi  potria  dire  vn' Affino  incoronato  offendo  vn  rico  igno 
rante  fimile  ad  vna  pecora  d'oro  (fecondo  Diogene)  grvn'huomofen- 
ja  dottrina  è  più  toslo  vn' ombra ,  ò  vna  dipinta  imagine  >  che  ver'huo- 
mo  ;  TS(el  tempo  del  detto  z^flfonfo  fiorirono  a^ntonio  \Tanomitay  Lo- 
renzo Valla  y  &  Giordano  l'ontano  .  Ter  tanto  ilgenerofo  foldato  con 

25  diligente  induHria  de urà  procurare  difkr fi  dotto  ;  e  non  trapaffar  mai 
giorno  fen^a  alcuna  prò  fitte uo  le  Unione ,  majfimamente  nelle  vacante 
delle  guerre  ;<gr  in  quel  tempo  ancora  che  fi  guereggìa ,  tutto  quell'ocio 
che  per  auuenturafì  concedeyèda  dijpenfarfi  alle  belle  ìettere}moslran- 
doy  chela  notte  prenda  configlio  di  quel ,  che  il  dì  fi  fard  da  fare  ;  e 
q uè  fio  è  quello  effercitio  >  che  polifce  l'ingegno  y  e  l'animo ,  riducendo- 
■  lo  a  quella  perfettione}che  propriamente  conuiene  ad  huomo  nobile  .  T)e  E fàrcitij 
gli  altri  ejfercitij  y  che  appartengono  al  corpo  per  farlo  agile  y  e  rebuìlo ,  Q?™c  *\a\ 
quelli  fi  filmano  conueneuoli  y  che  non  deformino  il  decoro ,  nefianfer-  tj, 
uiliy  ma  tutti  per lo  fine  della  guerra  (  come  Vlatone  diflingue)  cioè 

KK     4         che 


5  20  T>ELLjLGLO\lJl 

che  la  per  fona  fi  venga  ad  esercitare  in  tutti  quei  modi ,  che  poffono  ef-  £ 
feriali  vfo  della  militia  accommod/iti,come  fono  l'armeggiare,il  caual- 
careni  lanciare,  ilfaltare,il  correte ,  il  volteggiare ,  /*/  lunare ,  il  trarre 
alla  verfaglia  con  arco ,  ò fionda,  %l giiiocare alla palla , ilnuotare,&  il 
cacciare-,®*  altri  tali-, chefiono  infommi  honsfli,  e  liberali,  ciò  è  conue- 
nienti  ad  huomo  libero ,  e  cofi  Socrate  ordinò, che  in  niun  conto  igiouani 
fi  doueffero  mettere  ad  imitare  i getti  deglHiHrioni ,  de'buffoni  ò  d'al- 
tre baJJe,molli,&  effeminate  perfone,cbe  fon  affatto  difdiceuoli  alla  mi- 
litia,fì  come  Maggiamente  il  poeta  indacc,cbe  Turno  rinfacciano-  a'  Tro- 
iani le  vefli lnnghe,e dilicate,la follai euole pigritia,e  le dan%eyche ha- 
ueano  a  cuore ,  e  troppo  in  vfo ,  Herodotto  fopra  modo  biafimo  Hippo-F 
elide  figlinolo  diT  ir  andrò,  che  con  poco  decoro  ballò  in  cafa  diCliìle- 
nefuo  fuocero .  Tlatone  vuole ,  cÌk  volendofìilfolddto  dilettar  del  bal- 
lo,il  faccia  armato,che  cofi  giouerà  per  allegerirlo,  &  adeHrarloje  tut- 
ti gli  altri effercitij honorati;  che  habbiam  detti  ( tra 'quali,tiene  il  pri- 
mo luogo  il  caualcare  in  diuerfeguife,  montandola  à folti,  e  difmontan- 
do)egli  loda,che  fi  facciano  armati, non  però  violenti , perche  ninno  di- 
fciplina  violenta  puòfitrfi  Fiabile ,  &  ogni  forte  di  effercitio  dee  (fecon- 
do .AriHotele  (  effere  moderata,  ma  del  continouo  frequentata  con  l  or- 
din  fuo,non  donendo fi  affrettare  il  tempo  del bi fogno,  moquando  èlopa- 
ce,auue7^arfì  a  quelle  opre,cheft  richiedono  alla  guerra,fhcendo  per  gir- 
uoco  quel,che  poi  da  donerò  fi  è  da  fare .  Homero  nel  vigefimo  ter%p,& 
Virgilio  nel  quinto  in  più  luoghi  deferiuono,  che  i  nobili giouanidiuerfa- 
mentefi  efercitauano,hor  col  correre,  &  maneggiar  Caualli,hor  con  la 
fcrima,ecolfaettare,&'korcolceBo>&  col  dardo,  &hor  (  comeOui- 
dio  due)  mandando  in  alto  il  grane  falfo ,  donano  ifperienra  delle  loro 
braccia .  E  Silio  dìferiuendo  la  mirabile  attitudine  di  Scipione ,  dice  >  che 
egli  inme^o  de' fuoi  compagni  dona  gran  fegni  della  futura  lode,vibran 
do  il  palo,trap  afilando  con  folto  ilfoffo  delle  mura ,  e  con  l'arme  indoffa 
rompendo  a  nuotai' ondofo  vareo,e  talhora  con  veloce  pianta  per  l'aper- 
ta campagna  auan-^ando  vn  Deflrier  volante,  talhora  tirando  vnfaflo, 
onero  vrìhoHafuor  dello ffiatio,  che  oceupauano  i padiglioni .  In  quefìe 
attioni  dunque  deuro  ilgiouane  effercitarfì  da  i  primi  anni ,  acciò  che 
poi  nella  militia  poffa  adoperar  fi  con  maggior  gloria ,  e  minor  fatica, 
imitando  gli  lAufomf ,  dura  generation  dalla  fìirpe  loro  (come  Vergili^ 
dice  )  i  quali  perla  prima  cofa  portau  ano  à  i  fiumi  i  loro  figli  >  e  col  fie- 
ro gelo  dell'onde  lorindurau  ano  i corpi  teneri, ilqual  coHume  ferine 
^Arì fi. nella  Tolitica  efier  fiato  mcdefimamenete  da  Germani  ofteructa; 
ghetta  educai  ione  e'dimosiròpche  molto  haueffe  giouato  à  Turno  ,quàd.Q 

fifaluQ 


'DEL    C  jiV+ALLO,    LIS.   Vi,  Sii 

\£  fi  f duo  [aitando  per  le  mitra  armato  dentro  alTeuere,&  parimente  a"- 
Moratio  Cocky  &  a  Cefare,iqudiper  fapere  ben  nuotare  ambidue  fi  f al- 
itarono dal  pericolo)  l'uno  di  l\pma,&  l'altro  in  Sfitto  .  St  ninno  è,  che 
non  giudichi  apertamente  fi  per  ragione,e  fi  per  efperienz[a,gran  ttantag 
gio portare  vn'huomo  iftrutto,&  esercitato,  ad  vìi  'altro  ignorante  ,  vjr 
ociofo  .  isfuezz^fi  dunque  il  nobile  gioitane  a  maneggiare  tutte  le  forti 
d'arme  offenfiue,  e  dif enfine,  conuene itoli  alla  fua  prò fejfione ,  e  fegn da- 
tamentela  Jpada ,  cb'èpitt  continua  ,ela  lamia:  acciocbe  fi  troni dzflro 
■a  tutti  i  generali,  e  particolari  ■abbattimen.ti,&  auuczzjfi  a  maneggia-  .  , 
reilCaitalloin  tutti  imodiy  fecondo  le  regole  già  narratele  rche  e  fendo 

w  la  CauaUaria  il  neruo ,  e  l'ale  d'ogni  efferato,! 'ella  non  fi  troni Jpedita,e 

berìinslrutta,apporteràpiu  danno ,  che  vtile  al  Capitano  co'fuoi  difordi-  Qauaj]c- 
ni,  e  quelle  due  -virtù  fono  principali)  e  piunecejfarie  per  la  gloria  mili  ria  neruo 
tare  :  gli  dtri  efferati]  ybenebe  ninno  ne  fi  a  >  che  non  apporti  in  molte  oc-  deliiefler 
cafoni  vn  beneficio /ingoiare)  come  il  corfo  d  feguitare,&  al  ritirarfi^l  cm* 
/alto  a  varcar fiepiyripariyò  foffiytutta  volta  tanto  folo giouerà  frequen 
tarli/quanto  confermano  le  membra  in  attitudine  ,  &  in  fortezza  ,  Uche 
mirabilmente  gioueuole  èia  lotta ,  con  laq  itale  fi  vengono  tutte  le  parti 
del  corpo  ad reffer citar eye  molto  puòferttire  ne  ifingolari  combattimenti, 
r  ò  nell' incontrar  del  nemico  a  piede  :  auuertendo  però)  che  in  tal  effercitio 
l'huomo  non  venga  ad  vfeire  delfino  decoro-,  e  cagionarfi diJpregio,e  rifo, 
S  perche  Tariffimi  fono  quelli  ;  che  fan  compiutamente  idonei  a  tutte  le 
co  fé  ,  e  fendo  dijjìmiliglifludij  :  come  igiufli,  deurà  ciafe  uno  in  quelli  ef- 
fer  citar fiy  a'  quali  più  fi  conofeerà  inchinato  di  fua  naturayche  in  quelli, 
confeguira  eccellenza  y  e  gloria.  Et  fé  per  temperare  la  durezza,  e 
la  faticayche  neh" apprender  delle  difcipline  fi  fuol  fentirey  alcuno  ricer- 
cajfe  interuallo  di  qualche  diportoy  non  gli  farà  negato  il  giuocoyilquale 
con  la  fua  opportunità  fia  come  vna  medicinayche  aquietiye  rinforzi  l'a- 
nimo ;  ma  è  d'auuertirfi  (fecondo  Socrate  )  che  effo  giuoco  non  fia  difu- 

&  tile,h  vile  ò  pur  illecito,  come  farebbe  di  e  urte,  e  di  dadi,  che  fi  veggion 
batter  infettato  il  modo,  ma  conueneuoli  faranno  gli  fiacchi,  de' quali  fi 
dice  >  che  nell'efferato  di  (jreci  Tdamede  fu  inuentore  :  e  le  palle ,  &  i 
pdloni ,  &  anco  il  maglio  :  &  altri  fimili  doue  s'adopra  il  corpo  y  o  la 
mente ,  ma  non  la  forte  .  Si  potrebbe  già  con  le  carte  giuocar  a  folaz^p   Palamc- 
fenza  auaritia ,  e  fen%a  fraude ,  ma  perche  hoggi  l'ufo  di  tal  giuoco  è         jCn" 
tutto  fondato  in  cupidigia  di  guadagnare ,  e  d'ingannare ,  pieno  di  truf-  fo^hi , 
fé  y  di  bugiey  di  pergiuri  >  di  beflem  miey  d'ingiurie ,  di  litigiy  di  brighe >  e 
di  duelliy  il  meglio  fia ,  che  tali  haretteriefi  fuggano  dalla  lunga ,  come 
rottine  di  patrimoni ;  e  di  riputai IQU€  >  oltre  che  quando  ben' altro  difetta 

XK    5         W? 


a  T>  E  l  l  Jl     G  L  0  \l  ^ 

non  vi  fi  commettere  >  certamente  il  perdere  di  quel  tempo ,  che  (come  j 
Horatio  dice)àguifad'vno  rapido  fiume  fé  ne  fugge,  elmaldijpenfa- 
re  de  idoni  del  fommo  Dio  yèdigrandifjhna  importanza  ;  non  douen- 
doVhuomofar  mai  pafiar  e  vn  giorno  fenica  linea(come  di  jl pelle  fi  di- 
ceajciò  è  fen^i  alcuna  buona  opera;  poiché  nafcefolo  per  faticare  in  ho- 
nore  di  chi  ci  crea  >  &  pofciaper  benefìcio  del  proffimo:  e  cofiper  li  diui- 
ni precettiycome.ancora per  li  humani  y  fiamo  obligati  di  fchiuar  l'odo y 
cagione  di  tutti  i  maliye  fchiuar  lifcandoli}  quanto  poffibileper  noi  fio, . 
E  fé  i  Rimani,  parendo  non  conuenire  alla  loro  grandetta ,  &  accioche 
non  fi  contaminaffe  la  loro  giouentù  y  sbandirono  vn  tempo  gli  Scrittori 
co'i  loro  ferini  dishones~ti,<£r  mitil^e  fé  per  la  medefima  cagione  fu  vie-  F 
tato  a  i  gionani  dagli  antichi  famj,che  non  fi  mir  afiero  le  dishonefie pit- 
ture: Hor  quanto  via  più  fcacciarfi  denno  i giuochi  difconueneuoliyet  in- 
giufti?  La  onde  confideratii  diuerfi  inciampi ,  che,  algiuoco  auuengonoy 
io  direi  minor  vitioeffere  ad  vn'buomo ,  che  egli  tal  volta  incorra  inyn 
difordine  repentinoyche  porfi  cofijpejfo  in  vn  tal  pericolovolontarioydan 
nofo  alle  robbeypregiudiciale  all' bonore^non gioueuole  al  corpo }e  danno- 
fo  alFanimaie pero  molto  fìt  commendato.  OttauianoatqualCcome  Sueto- 
Giuochi  i  nio  fcriuejdue  cofe  ejprejìamente  vietò  a'R^manifi  giuoc  hi  per  la  beflem 
prehibici.  m^e  ?  coniti  per  la  infirmiate  nella  honorata  corte  del  Sexsniffimo  noflro 
Bj}  perefiirparqueÉa  malavfan'za  {auuenga  chepocbifjìmoquiuifia 
'  frequentatale  slatuìtox  che  ninno  vincitore  può  per  via  dell  'Ricade ,  il- 
quatèil  Giudice  della  Corte  a slringere-  al  pagamento  ilperditore  in  coti 
li  giuochi  Jà  do/te  degli  akriyne' quali  fi  efferata  la  perfona ,  ouerl'inge- 
gnoyfifd  il  contrario  igr  in  verità  i  danari  guadagnati  infifkttigiuochiy 
s'intendonoffecodo  l'opinione  d'alcuniTbeologi)malamente acquijlatiyè 
pera  non  potrebbono  mai  effer  durabili  al poffeffore;parédomiyche  di  mi- 
glior acquisto  fi  debbano  giudicare  le  ricchezze  d'un  mercate^lqualefe: 
ben  vhaueffe  trapofii  alcuni  brutti  me%i  di  anaritiaypur  vi  harebbe  cor- 
foil  rifehio  congran  trauagiio,che  quelle  d'un  giuocatore>ilquat  per  au-  -g- 
uentnra  malamente  e  confrauiolentiye  ribaldi  mòdi  le  acquisla.  E  ben- 
ché alcuno  benpofìa  ejfere ,  che  nel  giuoco  non  ponga  affetti  diford'cnatiy 
né  vi  commetta  difettiypur'io  dirò  imponibile  eflere>cbe  nelfacqua s'en- 
tri fen-ra  bagnar  fi  ;  e  nel  fuoco  fé;  i^a  ahbruciarfi ;  però  non  pojfo  fé  non 
confici,  ire  ogni  gentile  Jpirito  yche  non  voglia  mai  contaminar/i  in  sì 
fatte  maec  biejp  quantunque  per  commune  fenten^a  tutti  i  viti]  fiano  af- 
fai pia  disi)'  y  re  udii  a  i vecchi ,  che  a  igiouani  y  douendo  quelli  effer  cen- 
f  ■  \&  effempio.  à  quefli;  nulladimeno  quefio  maluaggìo  vitio  delgiuo- 
care  è  da  filmar  fi  meno  lecito  a'giouani  >  che  a'  vecchi  >  efiendo  propria 

detta. 


DEL   Car^tLLOyLl^.FT.        f^i 

^  della  giouoitù  ilfiiticarfi  in  efiércitvj  hdeuoli,&  bonorati;&  efferefco- 

meilToeta  dice) partente  dell'opere ,  e-r  auue^o  alpaca  ;  domando  la  Virgilio^ 
terra  conle%appey  òfcuotendo  con  guerre  l'altrui  Galletta*  K[è  de~ 
urà  alcuno  [degnar fi  di  quetta  mentione  y  che  del  coltiuare  della  terrai  Romani , 
s'è  fitta  ,percbe  molti  è  molti  gran  personaggi  >  come  Camillo ,  Curio  x  c,ne  ^  àie- 
Cincinnato  5  Scipione ,  Valerio,  Catone,  Litcullo>e  Diocletiano  (per  toc-  aencoltu 
carde  gli  etterni)  Laerte,  Saulo  B^e  de  gli  Hebrei ,e  Ciro  fi legge ;  eberi-  ra. 
tiratifi  dalle  fatiche  della  militia  yfi  diedero  a  viuere  quietamente  con 
tu  agricoltura,  laquale  appo  tutte  le  Republkhe. ,  &  in  tutte  le  leggiyda 
tutti  iFilofofi  è  slata  giudicata  bonoratìffima, e  da  Virgilio  chiamata. 
B  dégnamente  fantijjima  ,  ad  imitatione  d'Hefiodo  ,ilquale  a  tintigli  al- 
tri guadagni  prepone  quello,cbe  dall' ^Agricoltura  prouiene,per  che  (co- 
me A  riflotele  afferma)fen%a  ingiuriale  fen^a  violenta  veruna  del  prof- 
fimo  fi  raccoglie  >  e-r  ella  è  tanto  appropriata  a  fargli  huomini  d'anima 
e  fi  di  corpo  rohufliye  gagliardi  (fimi, eh  e  meritamente  (atone  difjegli  ot- 
timi foldati  dall' agricoltura  proceder  e ,  come  quelli,  chehanprefo  l'ha-* 
bito  d'efierefpregiatori  de'  pericoli;  foffèrenti  delle  fatiche,  e  continenti. 
Tuttauia  chi  bauefie  afchiuo  le  cofe  ruftiebe  , potrebbe  dilettarli  della     Caccia 
caccia,laquale  èfommamente  conueneuole  ad  Imam  nobile,^  a  faldato,  conuene. 
percioebe  oltre  che  è  ejfervitio- affai  piaceuole  ,&■  bonetto,  ella  è  molto  uoleaCa 
fimile  alla  militia,  an%i  (fecondo  il  Filofofo)  la  caccia  è  vna  parte  d'ef  ualiere  ► 
fa  militia  venendo  fi  in  vn  tempo  ad  esercitare  l'ingegno ,  e  la  per  fona . 
Terò  s'è  da  auuertire  ,  che  non  tutte  le  caccie  ,fi  riputano  degne  di  que- 
fia  fomiglian^a ,  mafolo  quelle,  doues'adoprano  arme,  e firatagemme^ 
o  fìa  nella  campagna,òfia  nell'aria .  Tlatone  loda  più  la  cac  eia  terreflrey 
che  l'aerea,epiu  la  battaglio  fa  con  cani,  e  dardi ,  che  l'ingannehole fat- 
ta con  lacci ,  ouer  con  reti ,  ma  four atutto  biafima  il  cacciar  dinotte,  e 
in  acqua,come efiercitio  mercenario,  &  ignobile.  Et  perche  ogni  cafafi 
de  far  con  la  fua  mifura,fona  da  biafmatfi  ancor  a,quelli,che  lafeiadogli 
-  n  altri  ejfercitij,che  per  la  falute  dell' anima,per  decoro  del corpo,e per  co- 
feruatione  delle  fo flange  fono  più  vtili,e  neceffarq  alla  vita,  fi  danno  fo- 
uerchiamenteaUacatcia  in  preda  ;  douendofi tanta  di  lei  feruir  vngio- 
uaneyquanto  venga  a  conferuarfi  il  corpo  agile,fano,e  deflo  in  quel  tem- 
po ,  che  non  potrebbe  occupar  fi  in  cofa  di  più,  momento  ;  che  veramente 
in  quefle  cotali  occafioni  la  caccia  è  di  mirabile  profitta  ad  aue^gar  le 
perfone  alla fhtìca,&  oltre  che  cotteffafi  vengono  a  conofeere  i  vantag- 
gi delpaefe  (ilche  molto  importa)  vi  fi  apprende  etiandio  con  gran  pia- 
cere dottrina  di  molte  parti,  che  appartengono  alla  militia  ;  e  cofi  Vir- 
gilityin  molti  luoghi  dimofira  la  caccia  effer  nobilijfimo  efercitio,  fre- 

quen* 


4  D  E  l  L  J.     G  L  0 1^1  ^ 

dentato  da  Afcanioye  da  Laufo  y  ìlqual  debellatore  delle  fere  egli  chìtf 
may  inducendo  Turno  a  cantare  ifuoi  dice y  che  in/in  dalla  fanciulle^ 
%a  attendeuano  alle  caccie  >  e  molesìauano  le  felue  y  maneggiando  i  ca- 
ualliye  tendendogli  archi .  TJione  fcrittor  grauiffìrnofli  quel  libro  >  che 
fcrifìe  del  Pregno ,  cioè  di  quelle  cofe,che  appartengono  ad  vn  Ej  ;  tra  gli 
altri  precetti  >  biafimando  coloro y  che  confumano  il  tempo  in  canti ,  e 
ptoni  ;  foggiunge ,  che  il  buon  Vrincipe  non  fi  mette  continuamente  ad 
ydire  sì  fatte  cofey  ma  filma  la  caccia  per  ottima  inuentioney  perciò 
che  vi  fi  fa  più  robufio  il  corpo  y  è  più  ardito  l'animo  :  e  tutte  le  cofe 
della  guerra  vi  fi  adoprano  :  effendo  in  quella  necefìario  y  che  fi  caual- 
chiy  e  che  fi  corra  :  che  s'incontrino  atroci  Fere  :  che  fifopporti  e  caldoy 
e  freddo  ;  è  chefouente  vifiproui  la  fumé  ;  e  per  deftderio  della  preday 
yien  la  per  fona  con  vn  certo  piacere  ad  auue%jarfi  alia  toleran^a.  Ter 
li  quali  effetti  non  fon  da  lodarfi  punto  le  caccie  alla  Terfiana 
che  tenendo  rinchiufe  le  Fere  in  certi  giardini  y  co* 
me  in  prigione  y  le  vecidono  quando  vogliono  fenica 
fatica y  ne rif ch'io  alcuno  :  togliendo  il  piacere 
del  ritrouare  >  la  diligenza  del  feguì- 
tarey  e  la  conte  fa  dello  aff alta- 
re :  come  fanno  a  punto  colo- 
ro y  che  volendo  fare 
profeffìone  di 
bellicofiy  e 
di  brar> 
uiy 
{chinando  le  guerre ,  fi  mettono 
in  cafa  loro  a  tagliare  <* 
pe^gi  ì  ferui  mife~ 
riy  ò  i  prigio- 
ni. • 

IL  FI'HE  DEL  SESTO  LIBRJ). 


u 


ùl 


I 


B 


DI    PASQVAL    CARACCIOLO 
CAVALIERE    ILLVSTRE 

NAPOLITANO. 

Della   Gloria  del  Cauallo  , 

L    IBRO    SETTIMO. 

jL  VE  KJ^D  0  già  defcritte  molte  difcipli- 
ne^cheal  Caualierey  &  al  Cauallo  s' appar- 
tengono) ci  reSia  bora  a  defcriueme>&  inse- 
gnarne yna  non  meno  ne  cefi  aria  >  &  im- 
portante ?  cioè)  a  che  modo  questo  coftyti- 
le->  e  glorio fo  animale  lungamente  mantene- 
re^ conferuar fi  pofìa:e  perche  qneHoftfà  in 
due  modiy  l'vno  col  confettargli  la  fanità 
prefente^e  preferii  arlo  dalle  malattie)  in  che 
poteffeincorrereyeffendone  àmolte^non me- 
no che  l'huomoyfottopoHo;  latro  colliberarlo  da  quelle^nelle quali f of- 
fe già  incorfo  ;  &  precedendo  la  fanità  alla  malattia  per  degnità)  & 
per  tempo  5  ci  è  paruto  ragioneuole  primieramente  mo$ìrarey  come  egli 
fìa  da  gouernarft  per  conferuarlo  in  fanità  .  Concio fia  cofa  >  che  la  ne- 
gligenza del  gouerno  balia  à  corrompere  &  à  guaHare  ogni  Caual-    Cauallo 
loyquantunque  eccellentiffimoy&  à  far  in  tutto  difutile  vn  me  dio  creala  ^ome.*? 
dotte  la  cura  diligente ,  e  continoua  riduce  i  vili  ad  yfo  non  dijpregieuo-  uar  fano  t 
le>e  i  mediocri  jouentead  eccellenza,  llche  gli  antichi  Toeti  paruero 
d'accennare  >  quando  di/fero,  da  J^ettuno^eda  Cerere  e fier fi  generato 
yn  (fauallo  ;  per  dinotare  apertamente ,  che  i  Cauallidi  buonpafto  fo- 
gliono  peruenire  ad  yna  certa  diuinità-.e  cefi  nonfen^a  miHerio  il  gran- 
de Homero  propone  il  corfo  d'yn  Cauallo  ben  pafeiuto .  ,  et  certa- 
mente 


p2  B  E  L  L  U     G  L  0  1^1  A 

Natura  mente  effendo  ad  ogni  genere  d'animali  flato  dato  dalla  T^atura  il  g 
ad    ogni  fuo  nutrimento  più  famigliare  y  fi  come  Cjaleno  dicey  la  Cicuta  àgli 
genere  d'  storniyl' Elleboro  alle  fot  umici ,  le  carni  crude  a"  Leoni,  le  cotte ,  e'ipa- 
dnTfuo  ne  difr  omento  allhuomOyl'Eruoa' Buoi;la  Vaga ay  il  Fienose  l'Orbo  fo- 
p pno  nu  no  proprie-,e  famigliari  a"  (faualli.  Ciò  fi  conferma  da  ^Lrifiotelzyilqua- 
tnmemo.  le  ferine  {'berbere  le  biade  effere  cibo  de'  Muliye  de' Caualli .  Tolluce  an- 
none;-a  inudrimenti  dt  Caualli  effer  l'orroyil  fieno ,  lazeaydoè  lajpeltay 
e  l'olyra  da'  Latini  chiamata  jLrinca,  la  qual  è  pur  fpeeie  di  %ea  (come 
^Diofcoride  ferine  ,di  temperamento  mezano  trai  granone  l'orbo.  <Alber 
to  diceva'  (faualli  eonuenireil  cibo  durettOyche  non  gonfie  ;e  taliftima  ef- 
fere l'auena,  e  la  (peltaypiù  che  ogn altra  forte  di  biada.  Matthh  da  Mi-  F 
chou  ferine  y  che  i  Caualli  de' Tartari  co"  piedi  fi  cercano  fiotto  lanette 
l'herbay  e  l'acqua  Solo  nellaprouincia  detta  *Aden  >  /  Caualliyi  Buoi  >  le 
Pelei   et-  pecore^  i  e  ameli  mangianTefci  (  come  daTaolo  Veneto  fi racconta) 
tulli .     "  è  più  volontieri  ifeechiyche  ifirefchiiefiendoui  di  Tefci  abbondanza  gran 
de>ecareflia  dell'herbeye  delle  biadeyper  lo  fmifurato  calore  Ma  qual  eo- 
fa  non  e  da  tener  fi  per  incredibile ,  fé  appo  Herodoto  fi  legge  anco ,  che  i 
Teonipopolih abitanti  nella  palude  Tr.ifideyondèbreue  paff aggio  in  Ma 
cedonia;danno  i  Tefci  per  cibo  a'  lor  Caualli y  &  Stiano  afferma  y  efiere 
Hatafùmaychei  folti  non  pur  a'  Caualliyma  a'  Buoi  altresì  gli  dauano  . 
Homero  dimoflra ,  che  Rettore  deffe  à  mangiare  a'  fuoi  Caualli  il  fro- 
mentOyindncendo  lui  cofi  ver  fio  lor  parlare  ; 

Il  tritico  foaue  io  vi  porger . 
Ma  Galeno  dice  yi  fi omento  efier  pericolofo  à  dar  fi  in  cibo  a*  C aualliyec- 
cetto  fé  fuffe  quella  Jpecieyche  dicono  Tifkyfimile  al  fi-omento  di  colore  > 
di  caldezza  y  e  di  fpeffez^a  ;  fé  non  che  è  più  minuta;  &è  loro  affai 
gioueuoky  e  diletteuole .  E  Serapione  conferma  >  che  i  Caualli  quan- 
Fromcto  ^0  mannano  del  fi-omento ,  maino' l  fanno  fenra  ?ran  detrimento  ;  e 

danofoa  /r  n,    ci  r~  ilr         v        n    ■        n 

•  caualli      majjime  neu  estate  :  Tur  quantunque  il  bijogno  ci  cojtringefie ,  conuer- 

rebbe  farlo  prima  ben  cuocere ,  ò  almeno  slar'à  molle  nell'acqua y  acciò  fj 
che  fi  fehiuaffe  il  pericolo  del  gonfiare  >  come  fpeffo  fa  ;  &  in  ogni  mo- 
do diafene  per  la  metà  manco  di  quely  chefifuoldare  dell'orzo  yfi  co- 
me ali incontro  dando  fi  auena ,  la  qual  è  ottima  nell'es~lateyòfpeltayla 
qual  non  ètantofirefea  quanto  l 'auena  ;  j aria  da  darfeneper  la  metà 
più  ;  per  effer  cofe  di  minore  fos~ìanza  ,  e  di  minor  corpo  .  E  però  l'orzo 
il  quale  è  cibo  più  naturale  y  e  più  ordinario  dei  Caualli ,  benché  fiafire- 
feo  difna  natura y  nondimeno  per  effer  molto  fio  fi  antiofoy  non  fi  de  dar  in 
molta  copia  ne  i  tempi  caldiyquando  ilfanguefià  nel  maggiore  fuo  incre 
mento,  infogna  ben  fiopra  tutto  hauere  cura  y  ch'egli  non  fia  poluero- 

foyne 


DEL    CAVULLO,     L  I  B.    Vìi.  $13 

deef 

i  i*  Ctfc 

^0  /»  vna,nè  iti  due  volte,  ma  in  più  portwni  ;  pere  he  ciò  che  apoco  a  pò-  '^ 
co  fi  viene  a  prendere  ,  co  n  legitima  digefiione  può  confumarft ,  ma  l'in- 
ghiottito fuor  di  regola  fi  trafmanda  co  fi  intero]  &  indigeHo .  Senofon- 
te pare  che  accenni;  che  gli  antichi  due  volte  il  giorno  cihauano  ilor  Ca 
ualli;Ma  Cjioachimo  (amerario  dà  tal  or  dine, che  la  mattina  fen^a  ha- 
uer  prima  dato  il  fienosi  dia  la  biada,  laqual  confumata,  gli  fi  puote  in- 
torno alVhora  ter^a  gittar  dauanti  vnfkfcio  difieno,e  mangiato  quello, 
dargli  a  bere,che  faràverfo  Tuonatali  ho*  a.  gli  fi  porgerà  vn' altro  fiifcio 

jg  di  fieno:  e  tre  bore  dopoi  ,fi  darà  la  merenda  di  cibo  fimile  a  quello  della 
mattina:pofcia  vn"  altro  fnf ciò  di  fieno ,  &  indi  a  bere,  col  mede  fimo  de- 
bito interuallo  ;  finalmente  fi  darà  il  mangiare  della  fera  alquanto  più 
copiofo,maffimamente  di  verno ,  &  infieme  gli  fi  darà  vno  b  duefkfci  di 
fieno. Ma  prima  che  IC  amilo  fenta  portargli  fi  la  biada,  faciaglifi  acco- 
dare l  acqua  pura,feper  auuentura  egli  haueffefete .  E  quello  ordine  fi 
può  nelle  Halle  offeruare,quando  altro  non  c'impediffe,che  per  vfaril  ca 
uallo  bifognafe  affrettare  il  paflo  ;come  jpejfofuol  auenire  .  is^e  i  viaggi 
non  è  da  dai-fì molta  biadanel  merogiorno:ma  tanto  più  di  buono  fieno. 
e  la  cena  è  da  darfi  tolto;  acciò  pia  tofta  cominci  a  ripofarfì .  Di  che  mi-    r     *r 

C   fura  la  biada  fi  fa  da  dare, dice  il  Camerario  non  poter  fi  di  certo  cofipre  ra  fi  deb_ 
fcriuere ,  perche  non  à  tutti  conuiene  eguale  :  tuttauia  'la  commune  par  ba  dare  a* 
che  fia  diquattro  chenici,cioè  quafi  quanto  fei  volte  fi  puote  prendere  <;ol  Cattaui. 
cauo  delle  due  mani.  *JfyCa  è  ben  da  veder  fi;  che  alcuni  più  largamente, 
alcuni  parcamente  bifognapafeer fi:  conciò  fta  cofa,che  a'  Canalli,cbe  di 
rado,e  non  molto  trauagliano,ma  cheflanno  in  ripofo,  non  è  da  dar  fi  pie 
na  la  prebenda  .  Vero  è,che  quando  fi  viene  ella  àfeemare ,  conuiene  di 
darla  mefcolata  conpaglia,ò(comepiàfi  loda)  con  colmi  di  vettouaglie 
ben  minu%gati .  Conuienfi  anco  amen  ir  e ,  fecondo  il  K^fio,che  altri  cibi 
tonuengono  a'  Caualli  attempati ,  &  altri  a1  gìouani:  perciò  che  di  quel-- 
«  li  è  proprio,?  naturale  il  fieno ,  l'orbo ,  la  paglia ,  l'auena,e  Iherba  i  ma 
il  Toledro  fi  dee  à  fujficien^a  dare  dell'herba  ;  e  del  fieno  con  orzo  ,  ò 
altro  fimile ,  òpurfen^a  :  perche  l'herba ,  e'I  fieno  dilatano  il  ventre  y 
e'I  corpo;  e  mediante  la  loro  humidità  fanno  naturalmente  maggiorile; 
membra;&  effendo  l'animale  di  natura  humidoyò fia giouane,o  fia  vec- 
chio jdandofi  cibo  humido ,  come  è  CherhA,  viene  anco  a  conferuarft    Paglia  è 
[anaturale  compie fiionc^ .  V'ero  è,  che  l  fieno  a  Cavalli  Tonini  (co-  b^°»a.a<^ 
me  fi  dicono)  ò  chehaueffero  il  moto,  e'I  fiato  gr  off 0,  none  gioueuole:  &&  caI 
ferola  paglia  è  buona  per  ogni  forte  di  Caualli  x  maffimamentequan-  uallù. 

do, 


524  *D  E  L  L  ^f    C  L  0  ^1  A 

do  fon  giunti  ad  età  perfettaycbe  richiede  i  cibi  feccbi  >  e  moderati,  iquali  E 
non  ingr  affati  molto  y  ma  mantengono  l'animale  in  vn  competente  flato  > 
&  in  maggior  robuslezza  ;perciò  che  non  disfacendofi  di  leggiero  il  cibo 
duroyqnal'è  dell'orice  della  paglia;  viene  a  fare  l'animale  più  atto  alla 
faticarla  douevu  cibo  tenero ychetoflo  fi  rifìolueyil  rende  debole .  Sman- 
Ta    Ilo  tenere  ilcauallo  in  babito  mediocre,cbe  non  fia  ne  troppo grafìo;nè  trop- 
in  che  ha-  p°  magroyfempre  lodati  ffima  co  fa  fu  giudicata.  In  certi  luoghi  d'ingbd- 
bito  deb-  terra  fi  fanno  pani  di  legumi ,  come  difaue>e  di  pifelli;  egli  danno  a  lor 
ba  mante  caualli:e  nel  vero  tafana  cotta  ingrafia  mirabìlmenteye  mafjìme  qi-ado 
v'è  mefcolato  olioyògrajfo  di  camene  l  e  ecere  ancor  è  b'.'ono/ma  e  più  at- 
to per  Ifialloniycbe  per  cibo  ordinario  .  ^fltrivfino  di  dare  alarne  volte  p 
vn pezzo  di  pane  con  alquanto  file  >  ma  molto  pia  vtilefia  dar  del  pane 
macerato  in  buon  vino  >  che  già  il  vino  è  fommamente profittatole  al  ca- 
ualloyper  renderlo animofo,e però  non  è  marauiglia  y  che  Homero  dimo- 
stri i grandi  Heroi  tal  volta  haucr  dato  vino  dlorCaualli  Bagnar  d  ac- 
qua la  biada,  benché  fi  biafimi  da  alcuno  ;  pur  non  fenica  ragione  fi  potrà 
fare  alcuna  volta,per  temperare  la  molta  ficcità  >  che  è  in  quella ,  don- 
de il  cauallo potrebbe  riceuere qualche  offefa:  auuengay  che  i al  vf mza 
fi  slimi  far  diuenir  i  e aualli  faslidio fi  di  guììo  .  Vero  in  tutto  è  da  ftarfi 
auuertito  fecondo  la  diuerfità  delle  compie ffioni  y  e  delle  flagioni.  Sono 
alcuni  e  aualli ,  che  mangiata  la  biada  yfi  mettono  a  rodere  quanti  ftra-  G 
menti  da  preffo  fitrouanoiilche  fiflima  offendere  l'anhelito:  benché  altri 
fiano  di  parere  >  che  ciò  non  nuoccia ,  altri  che  gioui  ancora:  ma  a  me 
non  fia  mai,  ciò  perfuafo .  Terò  a  quefli  tali  giudico  far  fi  bene,  che  dopò 
l'ordinario  lor  mangiareyfi  metta  il  capeflroy  che  non  impedifea  ilfiatoy 
maprobibifcaquel  fozzo paflo  :  z^tuuengay  che  fi  a  generalmente  più, 
vide  (come  ordina  Senofonte)  che  il  (auallo  dopo  mangiare  della  mat- 
tinayfi  difeioglia  dalla  B^afiella}e  fi  faccia  effercitareyacciocbe  più  giocon 
do  gli  fia  quel  della  fera  .  Sopra  tutto  è  dafaperfi  y  che  co  fi  il  mangiarey 
Mangiare  come  il  bere  delC '  auallo  ;quanto  è  pia  netto\e  più  finceroytanto  è  miglio- 
e  bere  del  re  però  Infogna  metterci  buona  cura  y  che  fé  ne  togli  a  ogni  brutezza^e  "■ 
fia  netto,  diligentemente  è  da  nettar  fi  la  Mangiatoia  ydoè  la  Caffettay  doue  fa- 
rà da  metter  fi  la  biada,laq  itale  de  uràeff ere  prima  ben  criuellatdyefcel- 
tay  e  pura ,  che non  fia  l'orbo  muffato  >  o  dalla  vecchiezza  corrofo  y  o 
troppo  frefeo;  et  fieno  parimente ,  o  fia  paglia ,  o  fafei  di  veccia  :  non 
fon  da  porfi  innanzi  al  Cauallo  come  vengono  dalla  feniera;  ma  fi  deo-. 
no  feiegliere  gli  incorrotti  y  &  odoriferi  '  e  prima  fi  fono  da  rivolgerci 
tra  le  mani  in guifa  y  che  ne  caggia  la  polke  y  e  le  fporcbezja  ;  conciò 
fiacofaychela  polue  cofi  del  fienoy  come  dell'orzo ,  o  deli  avena ,  o  d'al- 
tra 


DEL    CjtV^tlOy    IIB.    VII.  52  j 

\A  tra  biada  fuol  facilmente  generar  toffe  y  e  difjec  are  le  interiora ,  lavale 
infermità  è  qua  fi  incurabile  ;&  ogni  poco  dijìeno  cattino  (comeVegetio 
fcriue) fuol  fare  alC  animale  quelli  e ffetti-,che  fa  il  veleno:delchefe  facef  Cura  qua 
fefegno  il  paffo  incertoycon  gli  occhi  vaghile  fempre  fplendidi:  bifogna-  do  ilCa- 
rebbecauarglifangue  della  madriceye  dallaparte  di  dentro  della  cogiun  "^ njj*J 
tura  della  jp alla: con  dargli  beuanda  di  fichi  fecchi  in  odorifero  vino  cot-  ojato  cibi 
tiyaflenendolo  da  or%oye  da  fieno  ;  ò  pur  dargli  in  unofeftario  di  vin  vec-  poluerofi. 
chio  quattro  cocchiari  di  meleyvn 'oncia  dipolue  d'incenfo ,  ottofcrupoli 
dipepe,e  pefla  la  pelle  del  ventre  d'un  Tolto  feccata  al  fumo  ;  7<{el  qual 
modo  mede/imamente  fi  poffono  curare  gli  offe  fi  dalVhanere  mangia- 
to cattino  or%o;  fé  non  che  queflifi  fanno  ftare  nell'acqua  fredda  in  un 
fiume  contra  il  corfo .  L'acqua  conuenìente al  bere  del  (auaUo ,  fi  richie-  £ cquad  1 
de  alquanto  falfaymaffime  per  lo  verno;e  che  fiapiaceuolmente  corrente  q2uì\\q 
0  vn  poco  turbida;perche  tali  acque  fono  caldeyegrcfìettey  e  più  nodrifco  quale  deb 
no;ma  lefreddeye  le  velociyajiai  meno  :  tuttauia  quefle  né"  tempi  caldi  fi  »*  eflere . 
poffbn  concedere  per  temperare  il  gran  calore  ;&  all'hora(fecondo  ill{u- 
fio) fono  più  vtilieffendo  dolci yperche  r inf refe  andò  y  &humettando  >  ri- 
stringono il  calore  y  e  reprimono  lafeccità .  Ma  in  tutto  è  da  hauerfi  ri- 
guardo aWvfan^a y  in  chefitroui  allenato  V animale ,  laqualefeper  au- 
uenturafujfe  cattiuaynonfubitamenteyma  a  poco  a  poco  fi  a  da  mutar  fi: 
£  perche  la  J^atura y  non fopporta  mai  le  fubitane  mutationi .  T^el  verno 
certamente  fi  vfa  a  far  bere  il  Cauallo  dapoi  che  s'ha  mangiata  la  biaday 
il  contrario  neW  e  fiate. nel  qual  tempo  gli  fida  anco  nel  me^o  giorno  l'ac- 
qua frefea .  E  perche  il  Cauallo  fé  non  bee  copiofamente ,  e  di  buona  va- 
glia y  non  può  metter  carneygiouerà  lauarglila  bocca  dal  di  dentro  ye  fre- 
gargliela confale,  &  vino  :  che  cofipiu  acidamente  mangierà  >  e  beue- 
rà.  Vegetio  loda  l'acqua  limpidayefreddayforgenteye  corrente:  e quan 
topiù  rapidamente  corray  miglior  dice  e  fere  ;  perche  non  ammette  in  fé 
malignità  :  ma  alcuni  pigriye poco  curiofiypongon  dauati  al  cauallo  qua- 
lunque forte  d'acqua  fi  trouano  più  daprefìo  in  quali  he  vafoy  e  loro  gra- 
D  uà  di  menarlo  fuori:  ilche  molto  è  biafimenole;perche  non  è  da  dar  fi  mai 
acquay  chefifìa  trattenuta  in  vafo  molti  giorni  y  0  che  nello  feouerto  fio, 
potuto  in  quella  cadere  è  polueyò  altra  brutterà  ;  ma  fempre  e  da  trar- 
fi frefea .  *Ne  mancano  alcuni  y  che  giudicano  le  più  falutifere  acque  per 
Ca  ualli  effere  quelle  de  gli  Hagnì  più  turbidi  ;  ma  veggiamo  buona par- 
te non  volere-,  quantunque  aff et  atiy  affaggiare  di  acque  taluauuenga  che 
fia  cofa  naturale  del  genere  Cauaìlino-,  turbar  le  chiare  col  calpeHiopri 
ma  che  beuano .  Efipotria  dubitare  (come  Vegetio  dice) che  l'-acque  in- 
torbidate di  fango  >  0  di  arena)  ree  afero  impedimento  ai  meati  dell'ori^ 

nare> 


%i$  t>  tu  jt   gì  0  1^1  Jt 

nareficome  ancopotriafeguire  dall'effere  troppo  fredde,che  bevendone]? 
auidaméte  laffetato  e  audio  {facilmente  verrebbe  afentire  dolor  nel  uè 
tre,e  ne  gli  interini  :  onde  per  la  vicinità  pnòfeguire  la  retentione  della 
orina ,  come  vegiamo  auuenire  ne  i  dolori  colici.  In  ogni  modo  queHo  e 
certiffmo,  che  ninna  cofa  ingrafìa  tanto  i  caualliy  e  i  Muli,  quanto  il  bere 
come  fpeffe  volte  da^Arislotele  fi  afferma  :  ilqualefogginnge  ilberfor* 
bendo  efiere  commune  al  cauaìlo  con  tutti  gli  altri  animali-,  che  hanno  i 
denti  continouati .  l^efarà  da  tralasciar  fi  l  auuerten^a  ,  di  che  <s^4jfìr- 
to  frinendo  a  Tedio  Decurione ,  ci  ammonifee  ,  che  quando  il  cauaìlo  fi 
Sanguifu  mena  à  bere,  fi  guardi  con  diligenza  nelle  EJue,  che  non  vi  sliano  appic 
li  fere  a"  Cul  e  ^  Sangui  fughe:  perche  tirate  col  bere  fi fogliono  affigere  fotto  la  Un  F 
caualli ,  e  gua,e  nelle  labbra,ilche  pur' apporta  minor  pericolo,  perciò  che  ageuol- 
cuia  die/"  mente  fé  ne  potranno  leuar  con  mano,m a  quando  più  à  déntro  faran  ca- 
latele fuggendo  ilfangue  a  poco  a  poco,  verranno  adeflenuare  ilpoue 
ro  animale  ,  e  fé  molte  faranno  infieme  ,  il  ridurranno  a  morte  più  pre- 
ttamente .    Subito  dunque  anuenuto  il  cafo ,  fa  da  darglifì  per  bocca, 
co*  l  cornetto  vna  buona  quantità  d'alio,  che  incontanente  le  farà  per 
giufo  cadere  Mieroclemef ce  coni  olio  ancorai' acquaie  dice  altri  confi- 
gliare,  che  vi  fi freghi  fale  ,  altri  cacciata  fuori  la  lingua  dell!  animale 
fregar  il  luogo  con  la  radice  dell' ^iriflolochia  rotonda,tritalnfortiffìmo     , 
acetoyfi  chefiavenuta  a  (r  afferà  di  mele, mefcolatoui  ancor'  olio. Tela 
gonio  dice,il  maggior  pericolo  delle  fanguifughe  efìere,che  affiffe  alla  go 
la ,  coni accrefeimento, che riceuono delfangue,fucchiato,chiudono  la 
via  del  cibo  :  però  quando  in  luogo  co  fi  difficile  fi  fan  pofle,  ordina  > 
che  gli  fi  metta  vna  cannaingola ,  e  per  quella  s'infonda  olio  mefcolato 
con  vino .  Vuojfi  etiandio  per  la  medefima  canna  far*  entrare  nella  gola 
il  fumo  di  vn  Cimice  abruciato .  xAltri  ammalano  effi  Cimici  nelle 
narici  del  cauaìlo,  che  da  tal' odore  fubito  reJìa  morta  lafanguifuga  ;  E 
queflo  rimedio  affermano  efiere  ancora  gioueuole  a'Buoi,  &  ad  altre  be 
ftie.^fnatoliomoJìra,che  di  luogo,doue  le  fanguifughe  fi  pon  toccare,fon  fj 
dafpiccarfi  con  vna  fronde  di  fico ,  0  conpanno  ajpro;e  loda,  che  effendo 
affiffe  nella  bocca,  vi  fi  accostino  cinque  Cimici  triti  con  la  mano: fé  nel- 
la gola,il  fumo  di  quelli  potrà  cacciarle.  Selle  faranno  appiccate  alle  na 
rici-.fi  vedrà  vfeire  ilfangue  in  abbondane,  &  all'hora  videurà  infof- 
Rarefale ,  &  olio,  e  con  le  f orfici  fi  tenterà  di  tagliare ,  0  di  abruciarle 
con  fer  amento  infocato ,  empìafìrandoui  pofeia  il  pane  arfo  >  trito  mi~ 
nutamente:&  ammafsato  con  vino.  Ma  tra  l'altre  cofe  più  necefsarie, 
fi  de hauercura ,  che  nonfnbito  dopò'l  mangiare  fi  diatrauaglio  a  l'a- 
nitnale:perche  s'egli  pieno  di  cibo  farà  pofìo  a  correre}facilmeute  potrà 

incor- 


rDEtCUVjilLOy    LlB.ril.  ?27 

j£  incorrete  in  fujfocatione  (fi  come  biffino  dice)  il  quale intalcafo ordi- 
miychefi  aiuti  con  dargli  per  lo  nafovn  poco  di  falnitroyò  di  Cimino ,  e 
di  Galbano  con  odorifero  vino: fregandogli  tutto  il  corpo  con  olio  vecchio 
e  dandogli  à.  bere  dell'acqua  caldaio  laf dandolo  entrar  e  in  acqua  fred- 
da. Parimente  è  da  ben' auuertirfì,y  che  non  fi  fàccia  mai  nelfudore  bere 
ilC aualloynè  prendere  cibo  in  conto  alcuno  perciò  >  che  hauendo  la  futi- 
cajparfo  il  calore  naturale  nelle  parti  di  fuori  y  e  recatone  poco  dentro  > 
feguey  ebevi  reSìi.molta  debolczgayinmodoy  che' [mangiare  eh  egli fh- 
ceffè  in  quel  tempo  ,  gli.caufarebhe.oppilagione  y  o  di  leggiero  fi corrom- 
perebbe: e  da  quel,  bere  gli  verrebbe  qua  fi  vn  veleno  à.fcorrere  allegam- 
2£   be.y  e  facilmente  ancora  fubitana  morte  ne  può feguire .  Vero \Affirtodi 
concor  deparer  e  con Eumelo  y.  &  Hierocley,  negano  efier  lecito  y  che  a\ 
(au allo  ììanco  per fatica  fi porga  biada  in  modo  alcuno  ;  concio fia  co- 
fa  y  che  quando  lanìmaledopò  ileorfo ,  è  vn  lungo  viaggio  anfando  y  e 
pigliando  ancor  fato >  >  fi  mette  finitamente  a  mangiar  l'orbo  yvn'humor 
crudo  incontanente  l affale,  y  egli  tr afe orr e  tutto  il  corpOythe gli  tronca, 
affatto  lefor%ey  fi  chenon  può  fermar  fi  inpiedi  ynt ì  voltar fiyma  corcato 
trauaglia  congran  fudare  >  nonpotendo  fé  non  con  grande  difficurtà.ori— 
nare-E  queiìo  maleycomecagionato  dattorne  chiamato  da' Latini  Hor  Hordea- 
deationiy  da'^reciChrithiafi  y  e  da  alcuni  volgariQrT^olò.^ltri dicono  uPncfUO) 

C  ilfegno  effere-yckefìfente  moleTiia  nelpalato >  e fpirapiu feruentemen— 
te  dell'vfato .  Ma  benché  limino  ninno  rimedio  ritrouarfiyfe  la  natura, 
benefica  perfefleffa  non  vi foccorra>tuttavia  fi potrà.fouuemre ardita- 
mente con  trarfangue  dalle  vene  delle  gambe  dinan%ifotto  il  ginocchio 
didentrOyOuerdifuoriyecauatoneà.ba£ìan%afìringerl>t  vena  con  vna 
fhfcia:  fkcendoui  vn  bagno  caldo  d'acqua  temperata  con  alquanto  d'ace 
to  della  quale  piena  vna  fpongia,fì premeràdoue  le  fi)  alle  vanno  àfinirey. 
fi ' che T.hum.ore fcorrapiuperle gambeye'ldi.feguente  dal  medefimo  Ino 
go  fi  trarrà f àngue  delle  gambe  didietrojconfnre  i  medefìmi  bagni;  fen 
%a  dargli  or%o  infino  al  quartodecimo  ^orientandolo  co  herbaggiypafieg 

& glandolo  ogni  giorno  al  Sole>doue  alla  fine  s'vngerà  di  olio  co  àcetoye  le- 
gato in  alto  colcauefi.ro  y  fi fregherà.molto  bene  fecondo  il  pelo,  già  per  • 
le  gambe  -.perche  per  quelle  fonane,  parti  fi  credeyche.  l'impeto  di  tàlma 
Vs.ifuapoYÌ  :  eperò  fé  ne  vengono  a  mutar  l'vnghie:..  Hoi  quando  farà 
cominciato  a  megliorareyfì potrà  menare  à_lauare>epiaceuolméte  inci- 
tare al  corfo.il  che  no  è  da  tentarfi  nel  principia  d'efìo  malej  perno  ehm 
d'ere  in  tutto  i  meati  giàxond'enfati.^Auuieneffeffo  il  medefimo  male  per 
lo  bere  copibfoyche'l  (auallo  faccia  nelviaggioyÒ  in  altra  faticaci fegnoi 
èù  ch'egli  trema  ye'lpalato  gfifigonfia  >  idi  che  i  medefìmi  rimedi  fon, 

davfarfu: 


da  vfarfima  in  queHo  pia  preftamentefi  ricupera  la  falute  ;  ne  caggh-  g 
nò  l 'vnghie. Dell  'attronchi  ben  ne  guarire  vna  fiat  a ,  mai  però  non  refla 
in  maniera,  che poffa  fare  iferuigiv fati.  Sono  alcuni,  che  fubito  che'i 
(auallo  è  incorfo  al  detto  male  ,  gli  danno  per  bocca  yn  pugno  di  fiale  co 
forte  aceto  .  filtri  danno  à  bere  acqua  confalnitro .  filtrigli  vietano  il 
bere, e' l  curano  conclifleridiBrenno,  &olio,  & acqua,  conl'ottaua 
parte  difalnitro,fkcendolo  dipoi  paleggiare,  e  tal  volta  correre  per  mon 
tada.  Soggiunge  Hierocle  ifegni  di  queflo  male  efier gli  occhi  brutti,  e 
con  vna  certa  e  uligine  offufeati ,  le  vene  gonfie ,  la  bocca  piena  di  vice- 
ré,  le  crene,e  i  ver  fi  del  palato  rileuatipiìi  dell'ordinario  >  e'I  fiato  cal- 
difjìmo:  &  ordina  ,  che  primamente  fi  cauifangue  dal  palato  nella  par-  F 
te  fmifira  in  su  la  terzaò  quarta  crina  ;  poi fé  ne  catti  in  maggior  copia, 
delle  gambe  dinanzi,  dalla  banda  di  dietro  fopra  il  ginocchio ,  neper 
quel  giamo  glifi  dia  altro  smangiare  che\l'herba  frefca,e  tenera,  chefia 
fiata  bagnata  in  acqua,della  quale  acqua  glifi  potrà  ancora  far  bere  al- 
quanto :  nelfeguentedìfipotrà  dareoltra  l'herba  un  poco  d'orbo  :  e  nel 
terzo  vnpoco  più  ;  pò f eia  fi  verrà  alfuo  confueto .  Sfe'l  male  calaffe  al- 
le parti  di  dietro  y  cauigli  f  angue  da  ambe  le  cofeie  fiotto  le  congiunture 
inabondanza.  jLltri  pesi  ano  bene  die 'ci,ò  quindici  fiondi  di  Hyofcya- 
mo  che  dicono  Iufquiamo  ,ò  fé  tal'herba  non  fi  trouaffe  verde, peflano  la 
femenza  quanto  tre  dita  nepofìonprendere,e  con  vino  la  danno  à  bere,  ò  ^ 
la  buttano  per  lo  nafo:e  cofi  l' animale  viene  fubito  à  liberar  fi  .Oltrà  ciò 
tra  i  Cjreci Mare f calchi  fi  trouaquefi  a  medicina  giouare  à  cauallo,  che 
patifea  per  la  detta  Hordeatione,  ò  chehabbia il  male aduco ;ònonpojfa 
alzarfi,  né  caminare ,  Che  pefie  bene  le  fiondi  del  fico  faluatico ,  e  mefìe 
in  acqua  fi edda,quel  che  fé  ne  colerà,fi  dia  col  cornetto  in  bocca  all' ani- 
male due  ò  tre  volte, poi  fi  faccia  correr  forte ,  che  cofi  tornerà  in  fanità 
Segni  per  ffifià&WBtAFegetiQ  dice  ,  che  quando  l'animale  è  oppreffo  d'indigefiio- 
conofeer  ne,ò  di  ripienezza ,  il  cheprouiene  dall' effer fi  troppo  ociofamsntepafciu 
quando  il  to;ò  da  hauer  mangiato  orzo  nuouoyil  quale  è  molto  callo  :  ò  pur  d'ha-  j» 
CaUa  (To'  Her^°  m*$iat0  nelfuofudore-.fi  conofee  per  queHifegni,che  tutto  fudan- 
daindigc  do  parr ad' hauer  e  legatele  fj>  alle,  &  and  era  girando  hor  qua  hor  lày 
ftione .     fenzafapere  oue  fi  vada ,  al  che  farà  da  prouederfi  con  trargli  dal  colla 
fangue-.e  di  quel  f angue  mifio  co  olio  e  co  aceto  fi  egrargli  bene  tutto  il  cor 
pò,  effer citandolo  in  leggieri  paffeggiamentiie  tot  alméte  aUenédolo  dal 
l'orzo  :  e  farà  beneper  tre  giorni  dar  gli  per  bocca  fugo  difoglie  di  caua- 
li:  mifio  con  vino  vecchio,e  polue  di  mir'rba,&  alquanto  di  Hrutto.yA  Qt 
uallo,che  Beffe  male  per  npletione  di  ftomaco,fcriue  *A flirto,  ottima  co- 
fa  efiere}cbe  fi  cauifangue  dalle  piegature  delle  ginocbia,  e  dalle  gambe 

dinanzj: 


'DEL    C  AV 'jtLZOy    LIB.ril.  529 

14  dìnarf^ì:  (filtri  di  fopray  e  di  [otto  il  ginocchio  ferirono  )percbe  quan- 
do la  calda  natura  di  quefio  animale  fi  viene  repentinamente  per  la 
crudeli  de*  cibi  ad  infiammare  ;ageuolment  e  lo  puote  afialire  febbre, 
poi  malageuole  à  curar/i.  jLltroue  dice,  che  quando  il  C amilo  per  indi-  ^jone     ^ 
gestione  Ha  maleyfì  conofcey  che  ha  le  labbra  enfiate, la  lingua grojf a ,  il  fuo  rime- 
capo  maggiore ye per  tutto  il  corpo  p  ufi  uleyonde  bifogna  ilprimo  dì  trar-  dio  . 
gli  [angue  dalcolloye  dargli  d  mangiare  (fé  farà  tempo)  lattughe^  gra- 
migne^ fronde  di  canna folamentenl  fecondo  fagnarlo  nelle  tempiere  ci 
bario  delle  me  de  fi  me  herbe  :nel  terxoyfe  farà  eslatey  dargli  beuande  rin- 
frefeatiueycome  quellayche  è  compoìla  di  Draganti^  vin  dolceyfe  è  ver- 

*  noydargli  di  quelleychc  fono  buone  àrifcaldare  TheonneHo  diceva  riple-  Repleti*.. 
tioneye  la  crudezza  effere  vn  male  affai  veloceyche  accade  quadofi  man  ne,  e  cru- 
giauanuoue  biade  non  ancora  mature  >  lequali  dilettando  grandemente  dezzache 
i'  animale yegli  fé  ne  empie  la  pane  iay  gonfiando  in  modoyche  par  che  ere  ^     ,a" 
piyefifente  ofefo;con  doglia  intoler abile  a" inteftiniyonde  fi  vedegittarft 
in  terra  con  ijpeffi gemiti  ;  fpeffo  ancora  muouer  la  coda  y  e  Jfiefto  rutta- 
re. \Però  non  è  da  comportar/i  mai  >  ché"l  Cauallofi  pafea  di  tali  cibi  >  fé 
prima  non  fiano  fiati  bagnati  nell  acqua  :  &  iui  h  abbiano  lafc  iata  quella: 
noctuole  condii  ione:  e  già  ordinariamente  fi  coftumaychequado  la  necef- 
fitàjpingeàdarfialCauallo  orxonuouoyfifk  molto  ben  bagnareyper  le- 
uarnelapoluey  el'ardor  del  Solere  poi  rafeiugato  fi  dà  a  mangiare  .Ma 
quando  per  auuenturafaràoccorfoy  ch'egli  su  l\Aia  islejfa  habbia  man- 
giato più  del  douere  le  biade  ammontonate  y  non  è  miglior  rimedio ,  che 
tr  ar gli  f angue  dalle  gambe  dinanzi  (come  fi  è  detto)  perche  quelle  par- 
ti primieraméte  fogliono  reflar  lefeye  qua/i  legate  da  tal  crudeiga.non 
mancando  ancora  di  farlo  cm  are  con  idi  fieri  y  per  meglio  euacuarlo  . 
^Africano  fcriueyrimediarfi  con  dargli  due  congvj  di  acqua  calday  e  poco 
dapoi  trenta  cime  di  braffica  alquato  cotteye  difiolte  in  aceto. alcuni  bel 
lite  le  cime  della  braffica  con  olio  y  lepeftano  >  e  datele  per  bocca  col  cor- 

2)  netto  yfhn  correre  il  Giumento  y  astenendolo  per  vn  giorno  da  ogni  altro 
cibo,  filtri  il  tengono  chiufoin  cafaychenonpafca\poigli  danno  quattro 
libbre  di  cime  di  lentifco  y  e  d'oliuaflro  ycon  vna  di  mele  trite  infieme;  e 
mefcolate  con  vn  congio  d'acqua  tenuta  per  vna  notte  alla  ferenaihyii 
pafiata  vrìhoraygli  mettono  dauati  quattro  libbre  d'orobi  maceratiyfen 
%a  dargli  altro  à  bere: e  questo  fan  per  due  dìyfin  che  tutta  la  cagion  del 
languore  fìagitavia.Mafopra  tutti  efficace  rimedio  dice  efìerey  che  dan 
dogli  poco  cibo  y  fi  tagli  attorno  la  carne  proffima  alVvnghiey  acciò  che 
n'efcafangue;efe'l  dolore perfeuerafieygli fi  firinga  forte  con  vnafkfcia 
la  parte  della  coda  vicina  alle  groppe:  e  gonfiata  che  vi  fi  a  la  vena ,  fé 

XX  ne 


5^0  D  E  L  l  Jl     G  L  0  \1  J€    ! 

ne  tragga  [angue  à  bafìanxa:poi  ristagnatolo  con  proprio,  fi  fàccia  cor-  £ 
vere  .  Oltr'd  ciò  vfh.no  alcuni  di  dargli,  à  bere  in  tre  bercine  di  vino y  tre 
onde  di  ciglio  peflo.<Altri  danno  ilf.dnitro  .  ^Altri  pefte  le  cipolle y  & 
ammcfiate  con[aleyà  pexj^i  àpeyvi^glie  li  mettono  entro  il  budello >e pò. 
[eli  ilfhnnoyi  corfa  muouere.Hierocle  di, più  ammoni fce,che fe'lCaaal- . 
lo  s'è  ammalato  per  troppo  mangiar  di  biadatigli  tragga  [angue  dalie- 
vene  del  petto  verfo  le  Jpalleye [imilmente  dallegambe;main  niìmmo-, 
dofiferifcano  quelle  del  collo; perche  i/ùfonpofte  le  vene  della  gol ayche 
iLatini  dicono  Iugulari:  i  (jreci  Spbragitidi  >  e  l'altre  grandi  altresìycbe 
andado  insùyfiaccoflano  aWorecchiey[ummmiH/andùalla  midolladel- 
lafpina  il  [no  iidnmentos^£iberto  chiama  Infundatur abitando  il  Gin-  P 
mento  basendo  con  fretta  mangiata  molta  biadale  poi [ubito  prima^he 
tb  abbia  digeritaci  fa  ripieno  dimolto  bere;  ouero  [e  egli  tolto  davna 
molta  fatica  con molta  fkmey  baggia  auidamente  diuoratalabiada  con. 
le  granella  intere  y  [en^a  romperle  co!  denti  y  né mafticarle  come  fi con- 
uenia.-radegli  di[cende  alle  gambe  vna[uria  di  humori  con  granpru- 
ritoyqualbor[ra  lac.ameyelt  pelle  [arati  concor fuma  in  ogni  modo  egli 
nonpuòcaminareyfe  non  titubando  y  e  di  maniera  come  [e  caminaffe  sa. 
la  bragia  ardente;  e  [er  mando  fi.  trema  co'piediyefta  con  le  membra  con. 
trattele  ristrette  in  [e  y  defiando vdi  fiar corcato. -epotgiacendo  non  può >. 
perla  grauer^ayal^ar  da  ferrale  parti  di  dietro-ycome fé  conia  briglia 
fitfie  tirato  inn.in^ye  qu.ifìcade  su  le  ginocchia  posleriori.  Il  Cre[cenjo 
Inforni  ir-  diceycbe  al  (fauallo  virae  il  morbo  In[ondutoyò.  Blandimento  per  troppo 
to ,  o  Ri-  mangiare  y  ò  per  troppo  berey  perle  quali  co[s  fi  genera  troppo  [angue ,, 
ta  e^Co  c^e  difendendo  alle  gambeyl  impedifcenel  caminare:  ò  per  b  amori  pur 
rimedio,  iut  di[ce[iycagionati  da  troppafhtica  y  ò  da  altro  dolor  hauutOyond.' egli 
Viene  a,  perder  l'vnghiey[e  con  diligenza  noi  fi  fo  e corre:  Terò[ubitoyche 
fi  vedegrauemente  muouere  le  ginocchia  y  ò^oppicarey,  &  effere  duro- 
nel [uo  volgere )S'egli  ègraf[oye  di  perfetta  etàygl  [i  dia  à  bere  à[ua  vo- 
glia^ poi  da  ambe  le  tempie  y  e  da  ogni  gamba  fi J agni  nelle  vene  vfa-  ff 
te  y  quafì  infmo  Àdebole  ^a  del  corpo  :  &  incontanente  fi  metta  in  ac^ 
qua  fredda  corrente in  fino  al  ventre  y  &  vi  fi  tenga  [ermo  [en-^a  dargl  i 
co[a  alcuna  da  mangiare  y  fin  che  del  tutto  non  fi  a  guarito .   Ma  sceglie 
magroye giouaney[eu^a  dargli  il  detto  bcueraggioytenga[i  all'aere [red- 
doyattaccato  col  [reno  in  alto  y[i  che  fia  forcato  difendere  in  su  quanto 
puote  la  tettaci  collo;  poi  gli  [i  faccia  di  [otto  ìpiedi  vn  letto  di  pietre 
viue  ritodeydigrof[ex7.a  dvn  pugno  ;per  che  dal  cotinouo  calcare  diquel 
leyverrano  le  gambe  àfìare  in  mouimentosper  lo  quale  i  nerui  indegnati 
[cacciar anno  la  granendo,  degli  humori.  Trima  peròfìa  couerto  di  vna, 

tela.    4 


one 


DEL   CjVJTZlOy    L1B.    mi.        Hi 

[/f  tela  di  lino  bagnatale  mangiane  bea,mà  dimori  al  Sole,fìmbe  non  fiati 
dotto  al  primiero  slato  .  Queste  cure  approdando  il  J\uffo,  e'i^ufio ,  ii» 
tonoycbe tal infermità  a"  (faualli  giouani  f ad  più  tofto  giouare,  che  nuo 
cere ,  perche  dal  dfcenfo  de  gli  humori  ,  le  gambe  fi  vengon  loro  ad  in- 
groffarc;  fo  zgiungon  tuttania  poter  fi  pur  rimediare,  ali ìnfufione,fe  sfer 
rati  tutti  quattro  i  piedi  ,  vi  fi  metta  caldo  l  or^p  ben  cotto,legandouclo 
con  pezge,  e  lafcifi  pur' a  fua  pofìa  mangiar  dell'orbo  .  ^Alcuni  £oflum&- 
no  di  bagnar  il  pane  in  aceto  forte ,  e  poi  dargliene  à  bere,  mettendo  il 
(giumento  in. luogo  freddo,  filtri  lanario  bene  in  acqua  fredda-,  poi  caual 
cario  infin  chefuÀi,<&  appreffo  e  aitargli  f angue  da  ambe  le  gabe .  Altri 

B  fonargli  nelle  narici  polue  di  radice  di  J\afano,ò  di  Salce  ,  e  farlo  di  fu  , 

bito  caminare.^igoslino  (olombro  fcnue,Vlnfufione,che pur  Sindecimo  q^'  . 
è  chiamata,  effere  vna  certa  caldera  difangue,chefcendeper  la  coten  quattro 
na  alle  giuntar  e, &  all'vngbie,  e  fi  come  da  quattro  cagioni fuol  proueni  modi. 
re,cofi  in  quattroraodi  vuol  che  diuerfamente  fi  curile  viene  per  humor 
crud0)&  indigefto  di  troppo  orTOjògranv  mangiato,  tenga  fi  il  (giumen- 
to dodici  bore  in  afiinen^a  di  bere,  e  di  mangiare ,  pei  gli  fi  dia  à  bere, 
vrìhemina  à'  acqua,oue  fia  cotto  orTO,  ò  veramente  acqua  dimalua  con. 
vna  libra  d'olio  ;  &  ogni  digli  fi  ano  fatti  differì  di  acqua  di  cauiglia, 
o  di  decottione  dìaithea,e  di  bìete-.Oltr'à  ab,  allacciate  con  vnfunkcllo 
le  gambe  fopra  il  ginocchio,  traggagli  fi  fengue  dalle  vene  delle  pafiore,. 
dalla  banda  dimeì}ica  dall'uno,?  dall'altro  lato; e' l fecondo  dì,daìlapar 
tefilueflre:dar.dGgli  apprefo  a  beìeviihemina  d'offu rato,cioè di acetoy 
&  acqua,  misto  con  vn  pugno  affale:  Ilchcjpcfofarà  da  vfarfi  per  re- 
frigerio dellal<[atur  a,  perciò  che  ccnqu-ejio  male  fuol  gire  accompagna 
ta  la  febbre. E  fé  mancaffe  c-ommodità  di  acque  correnti  con  molto  aere> 
oite  fi  poteffe  fare  slare  buona pe^a  attutato  ,  non  fi  manchi  d'empia- 
firare  le  gambe  di  creta,  &■  aceto .  S'ellaprocede  da  humor  colerico  >  o 
fanguigno,slandofi  in  oc  io ,  &  in  rìpofo,dìafigli  il  primo  giorno  beuanda  i  l 

r,  di  due  libbre  di  acqua ,  oue  per  vna  notte  fi  a  fiata  à  molle  vna  libbra  di 
radici,di  feluaggio  cocomero;^  l  fecondo  e  ani  figli  f angue  dal  collo ,  al 
quarto  dai  piedi,  poi  su  la  fchienaft  metta  pam  bagnato  in  acqua,  & 
attorno  alle  gabe  in/ino  alla  ginocchia  fi  mettano  fpQgnie  cucite  inpanno  \ 
di  lino,àguifa  dical^eyfpargendomfpefo  aceto  :  e.  fé' l  Cauallofuffe  mol- 
to aggrauato,gli  fian  legate  ,  b  troncate  le  vene  di  fopra  alle  ginocchia^ 
firignendo  polle ferite  con  pe%%e.  Loda  fi  ancora  à  dar  per  tre  dì  vna 
libbra  di  fugo  di  portulaca  in  ciafeun  giorno,percbe  grandemente  probi 
bifee  l'Infufìone.Se  vien  per  fouerchia  fatica  majjimamente  d' efiate  ;  o 
quando  di yerno  dopò  lafatk&nonè  flato  afciugato,nè  paleggiato,  ma,  ,- 

IL     2         pò  fio 


poslo  in  flalla  piena  di  letameydalla  cui caliditày&  molerà  i piedi  trag  E 
gono  afe  l'humoreycome  la  calamita  [noi  far  del  ferro :non  è  da  cauar- 
glifi  fangueyfin  che l'animale  nonfia  benripofatOye fatta  mijìura  di  due 
onde  d'incenfo  rotondo  >  tredileuatnay  quattro  dramme  di  ^ajfranoy 
vna  libbra  di  fi ondi  di  fico  feluaticofò  dimeslicoy&  venticinque  granel- 
la dipepeyfe  ne  darano  in  tre  giorni  eguali  parthdifciolte  in  vino,  &  olio 
di  eHate  freddile  di  verno  tepidi  >ò  veramente  per  tre  digli  fta  data  ac- 
qua>che  bollendo  con  or%o  ftafcemata  del  ter%oyaggiungendoui  y  colata 
ch'ella  fta  >  olio  rofato  y  &  voua  crude  ben  dibattute .  S'ella  procede  dal 
troppo  bere;  che  habbia  fatto  trouandofi  caldoy&  affettato^  dice  >  che  fé- 
condo  la  dottrina,  di  Hippocratey  è  datrarglip.  d  al  pett  o  f angue  ycuradofi^ 
nel  principio  }  ma  ejfendo  l'infermità  nelfuo  mejOyfarebbe  da  trarfi  dal 
le  gambete  fé  di  molti  di  dalle pafloie ,  dalla  parte  dimentica  :  vngendo 
àolioyedi  vinoye  con  molte  mani  fregando  tutta  la  besliaye  Jpecialmente 
le  gambe  .  Fatto  ciò  per  due  giorni  fi  darà  la  beuanda  delV  incenfo  •>  che 
proffimamentes' è  dettaye  non  fi  mancherà  di  frequentare  i  clifleri  (  co- 
me di  fopra  s'è  ordinato)  finche' l  Giumento  fi  fìa  ridotto  al  primo  flato» 
E  qualunque  di  qnefle  quattro  cagioni  fi  fiay  conuerrà  farlo  aslenere 
(quanto  pojjibile  fia  )  dal  bereymajfimamente  dell'  acque  fredde  ^dando- 
gli però  ff  effe  volterà  poca  quantità  di  decottione  di  or%p  vecchioyò  di  _ 
acqua  di  remolayò  bollitura  d  endiuieye fcàroleyò  di  %ticche ,  ò  di  meloni 
Il  magiare  farà  dipane  bagnato  nell' aceto yò  dior^o  mollificato  nelVac-. 
qua-ye  poi  rafciutto  ;  parcamente  però;  benché  meglio  fia  metterlo  àqual 
che  pafcoyfe  libagione  il  permettayò  dargli  la  gramigna  battuta,  e  laua 
ta  ;  acciò  che  il  cibo  dell' herbe  facendo  il  corpo  lubricoye  prouocado  l'ori 
nayvenga  àfàr  digei-ire  l'humory  che  non  èdisìeffo .  (jli  altri  antichi  chia 
mattano  quefio  male  Inacquamene  >  òlnacquatura:  i  Moderni  il  clna- 
Riprefo  mano  riprenfione;e  RJprefo  dicono  il  Caiiallo quando  ò  per fouerchia  fk- 
ouaado  fi  tic  a  >  ò  per  fouerchia  biada  concorfogti  humor  crudo  alle  parti  baffeymal 
UiÈo       puùgiongerei piedi  alcaminareyma  con  l' orecchie freddey  tirando  i  fian 
chi  >  sia  con  le  gambe  quafi  impalate.Ilqual  male  Maeflro  Mauro  dicea, 
venire  ancora  quando  dopò  la  fatica  fi  pone  il  Giumento  in  luogo  fcouer 
(OyVentofoyC  freddo  .  K(è  alcuno  douerfi  maravigliare  >  perche  tal  male 
venga  piti  nelle  gambe  dinan%iycbe  in  quelle  di  dietro yconfider andò y  che 
per  effere  il  calore  del  cuor  più  vicino,  alle  parti  anteriori  >  vi  cagiona 
più  fàcilmente  la  difìolutione  de glilmmori  >  che  vi  concorrono  *  Ma  in 
ogni  modo  che  fi  fnjfeyegli  volendo  curare  il  Fjpr  e  foyprimìer amente  (co- 
me narra  M.CftonmBattifla  Ferravo)  gli  traheafangue  dalla  vena.com 
muneye  diquelfangue  mifia  vna  libbra  con  tre  onde  di  slerco  d'huomo> 

eftem- 


Tttl   £jIVjì  ILO,    LIB.   Vìi,         $$} 

~j[  e  Stemperata  con  vn  boccale  di  vino  >  e^  vn  bicchiero  di  fogo  di  Cipolla 
biancayglie  la  daua  a  bere  :  indi  allacciate  le  verte  su  le  ginocchia  ante- 
riori co  due piumacciol'he  duefhfciey& impiajlratc  leJpaUeye  tutte  quat 
tro  le  gambe  ,&  i  testicoli  con  creta  refoluta  in  aceto  forteti  fkceua  paf- 
feggiar  di  continouoy'notteye  giorno  per  tre  dìyafienendolo  dal  mangiare: 
E  ciò  non  giouando  >  glilauaua  le  gambe  tre  volte  il  dì  con  tepida  lifcia 
forte,vietandogliil  ripofo  nel  detto  modoyò  fé  pur  glie  lo  concede ayglie'l 
daua  su  dure  lettiere  dipietre:e  mattinole  fera  gli  fkcea  clisteri  con  de- 
cottione  di  malueye  d'herba  di  mttroyaggiuntoui  olio  comune .  Maestro 
Giouan  Marco  tratto  fangue  da  gli  f contri  dell'animale  ,  il  fkcea  cami- 
B  nare  tre  bore  per  luoghi  non  pietrofì;ma  più  tosto  areno fiy  ò  dimobil  ter 
renoy  e  due  volte  il  dìglibagnaua  le  gambe  con  aceto  forte  bollito  con 
tnaluey  non  dandoglià  mangiare  per  quaranta  bore .  Oltracciò  mejfolo 
nell'acqua  fredda  corrente  >  e  poi  cheli  dentro  era  cominciano  à  trema- 
reyfnttolci  ancor  dimorare  non  men  d'vrìboray  lo  faceuapoi  colpiaceuo 
le  effercitio  rifcaldare;  nel  qual' efiercitio  il  face  uà  continouar  per  quat- 
tro giorni^ac  ciò  che  il  fangue  quafi  addormentato  non  fi  mortificajfe;  né 
gli  daua  altro  ciboyche  di  crufcatemperatayò  di  radici  di  gramigna  vna 
volta  il  dì  £ fé  quell'acqua ,  doue  egli  da  due  in  due  bore  lofaceua  stare 
,        attujfato  in/ino  al  petto  yf uff  e  fiata  limofay  &  abbodante  difanguifughey  sa  M  crU  ifu_ 
com'è  il  nojlrofiumicello  della  Madalenay'molto  lo  flimaua  àpropofitOy  ghe^quan 
perche  tali  animalucci  appiccati/i  alle  gambe  y  f ugaua.no  gli  humori  lui  do  ài  vti- 
adunati.Mafe'l  malefujfe  con  tutto  ciò  perfeuerato; pafiato  il  nonoyilfk     ,?•   ^a" 
cea  cinque  giorni  interi  dimorare  entro  l'acqua  marina  fen7ya  magiare: 
£  certamente  l'acqua  marina  è  più  lodeuole  y  per  effer  meno  pericolofa 
ad  offendere  i  neruiycome  nell'altre  fuol'auuenire.Jo  tra  gli  ordini  di  M. 
Tier\Andreayche  algouerno  de'  Cauallifu  efyertiffimo  huomoye  celebre 
nettatone  del  vittoriofiffimo  F^è^Alfonfo  d'j4ragonaprimoye  di  Ferran 
dofuo  figlio;  e  tra  quelli  rimediychefuro  ejperimentati  per  M. Luigi  Ven- 
£)  toy  ho  trouato  y  che  dalla  parte  contraria ,  che  fi  duole  il  (aitai  Ejprefo} 
debba  cauarfi  fangue  infino  àtantOychel  fangue  fi  veggia  cagiatoy  òpur 
fin  che  fi  veggia  l'vno  de'  fuoi  testicoli  ritirare;  questo  effendo  il  fegno, 

che  nefia canato  à  bafianra.E  trouandofi  addolorato  d'ambe  le  bracciy 

fé  ne  cauifol  dallaparte  del  collo  deflray  che  al  Fegato  corrijponde:e  fat 
to  quejloyvnganfi fubito  l'vnghie  con  olio  tepidoye  dapoiychefì fia  alquan 
to  pajfeggiatq ,  glifi  dia  con  vn  corno  à  bere  vn' oncia  di  fugo  di  Cipolla 
con  sterco  humanoyquanto  paia  bastareyfe  egli  èfiefco  ,  ò  con  cinque  on- 
de delfecco  ridotto  in  polue:difiemperate  con  acqua  freddayfe'l  Cauallo 
hard  le  orecchie  calde ima  fé  fredde^  co  vin  perfetto:  e  fittolo  per  cinque 

IL     ?  bore 


554  DELL  j£'(jLO  1^1  *£ 

bore  fiar ferina  cibo^nettafi  nell'acqua  mar  ina.  fin' a£  ginocchio,  òpurfi  u 
fàccia  fiare  in  (fu alche-fiume  vrìhora,.  e  me'zadndi òfì  pafieggi ,  òfì  la- 
[ci  ripofitreju  l,fieno,ò  sklapaglia  ,.  acciò  che  il  natura  le  calore  fi  venga 
à  defi.ire  ifopra  tutto  non  fi  l'afe  i  di  bagnare  le  bracciale  le  gambe  con 
aceto,,  ouefiA  mefeo  lato  fugo  di  So  latro ,  0.B0I0  JLrmenio,e  Sale  (perche 
fi  fatto  Strettorio  è  molto  appropriato  a  ripercuotere,  gli  humori(e  l  con- 
e  ano  dell' vngkie  ,  empiafi  con  fieno  di  por  come f colato  con  aceto  caldo 
quanto  fi  pofia  durare  :  àin  luogo  del  detto  fierco  mettafi  orxp.pefio,ò 
irufca-,0  cencreyacciochefimitighi.il  dolore^cbe  concorre  in  quelle par- 
ti :no?i  mani  andò  di  vn  ?  erefi  e  vnghie  con  olio  tepido  fera,e  mattino,ac- 
ciò  che  l- aceto  non  le  difi  ecebi;  e  di  purgarli  il  ventre  con  e  li  fieri,  vn  dì  sì,  & 
&  vn  nhycome  ne gli  huomini fi cofinmay  finche  eiguarifea.  Tofciaat-. 
tendafi  à  rifiorarlo  col.  buongouerno  maffimamente  con  rBeueroni  fred- 
di di  farina  d'orafe fia  di  fiate,e fe"l  Qauallo  fia  graffo:,  altrimenti  fian 
tepidi,e  di  grano  :e  comericuptra  l' appetitoydiaglifi  à  mangiar  il3ren-. 
r.z  cotta,  raffreddato,^  à.  bere  l'acquatone  tal  Brennofia  fiato  cotto.  In 
quefii modi  fìpmfoccorrere  alte  BJprenfibni , cpiando  fon.prefiamente 

rimediate  ycioe,  che  non  fi' fia  indugiatopiudi  tre  giorni  :  ma  quando  (i, 

fufic  fiato  piu;è  da  crederfi  ,,  cheglihumorifian.difcefi  ài  Torelli  ::epe- 
ròquindibifognerà,  cauarfangue  in>  tutti  quattro  J  piedi  %  trdtpelo,e  1 
l!vngbia;opurmquelfolQ.,cbefi.a riprefo,chefenevedràyfcifvn.ama-  **  I 
teria  corrotta  ye  gialla,e  fé'  l male fùf] e  fcefo  piàà.bafio  ycauififangue- 
dentro  le  fontanelle-^: ioè',ncl  fondo  deipie.diyquiuipofcia  ft  metta  Stop- 
patà\on  bianco  d'vouo.sbattuto.  confale  :esà.  la  Stoppata fi-metta  ilFi^ 
mo  delTorco  bollitomi^  aceto  ^ome.s \ \detto:.e  fé dàquefia fagnh  delle 
fontanelle  no  vfeiffe  materia  ;èynecefiarioyche s'infagin  ne. i  capi  delle  Boi 
lettelo  Fettoni }oue  poi  fi  metta  Stoppata  di  panno  vecchio  bagnato  con* 
aceto  y  e  fiale  :lequai  Stoppate  fon  conjieneuoli,acciò  che  quel  letame  di 
Vo  rco,del  quale  fi  d Cono  empia  fir are  l'vnghie,n^venga  dbruciari.  luo~ 
gbi  feriti  dalla  lancietta. .  Kor  mentre,ichelQiualloguarifce,èdafkrfi  f% 
fiare  nella  fi  alla  con.buone  lettiere,e  difciolto,percbe fon  moltiyche  slan 
do  legati  con  la  e  aue^a,fion  ofano  di  corcarfi,per  dubbio,cheaggrauati. 
dal  malerbe  fentonoypoi.nonpofiano.rilenarfi' .  Turfefra.t  mtocheben 
conualifc  e  fi  douefie  ferrar  enfiano  iferrifiretti  di  vergarne  co  la  Brinai 
fi  tocchi  l' v.nghia  in  parte  alcuna ,  poi  che  per  lafor^a  delmale  ell,t  fi 
verràfiome.  s '  èdiraofirato)a\rinouare.Lodano,  medcfimamente,cbe  dopò* 
lefagniCflegabedel  RJprefofiano  bagnate  divina  bollito  co^fmar  ino,, 
&  empiafirate  con  cenere,fàrina  d'orzo^  aceto  bolliti  infieme,  legan- 
dole poi  con.  vnajàfcia  bagnata  di  vino  caldo .Oltrd  ciò>dall'hauer  man-^ 

&ata. 


( 


Ì>EL    CUVUlLO>    11B.    Vlì.  $|| 

jl  giato  molto  >  e  non  digeflo,  o  dall' efiere  fiato  innanzi  ladigeHioneefier- 
citato,o  dall'hauer  troppo  beuuto  dell acqua  fredda  fubito  dopo  l'orbo-  : 

—  è dallo  batter  fubito  corfo  dopo  quel  bére ,  fuole  amenire  la  ■I^agiatura,  Hagfatu- 
o  (come  Crejen-ro  dice)  morbo  JLragnato ,  che  fenica  trar  fratto  di  q  icl  |a>9  mo  r- 
cbe  mangia^ gli fa  di lingo  buttar  lo  slerco indi gefio,  etoneasq.ta  li-  ^(to  .'^ 
quido  :  laqualcofa  auuenendo,  egli  non  fi  a  dafktkarfi ,  né  da  fa  fi  muo-  Ile  fi  rrenc 
iter  puf  unpafio  fernet  fua  voglia  j  perciocht  il  mote  del  corpo  eff agita  y ;  ri- 
•e commoueiì  -ventre ,  eie intefiine  :  e  farà  da  aHenerfi  dal  bere  quanto 
poffibile  fìa,lafciandòio  and&r  pafcendo  lefrefcbe  berbette,cbe  facihnen 
te  fi  digerifcono,e  fono  ottime  atloflomaco  indebolito.  Ma  fi  gli  auuenif- 

2?  fé  per  B^pletione,egli  farà  da  cibarfi  parcamente,  e  di  co  fé  leggiere  ,  co- 
me Farrey  o  Crrtfca,  o  altro tale-y  dandogli  a  bere  acqua  mifia  con  farina) 
t fomentandolo  con  Arfenìco*>&  ìncenfo,ft  come  il  B^tifio  ci  ammaefira. 
M.  "Pier \Andreadke ,  chefifpenni  vn'ToUaflro  sì  défir  amente ,  ebe  non 
fi  rompa  la  pelle,  Capertelo  per  lungo  tanto  >  chele  interina  fi -e  ani* 
fuort,non  filata  altrimenti ,  ma  cofi  fanguinofo  >  come  egli  fia^vi fi  met- 
fan  dentro  due  onde  di  cera  wioua,e  ricucita  ogni  apertura,  fi  die  la  ce- 
ra non  poffa  vfcirne,facciafi  roslire  di  moào^cbe'lfttùgo  non  vadaà  ter- 
ra;poiroftito  fifprema  ,fi  cofiquefto  liquore\come  quel  fugo  fi  dia  a  bt- 
re al  cauallo  I{agiato  ^perche  fubito  farà  fono .  Ma  fi -come  fi  debbono  i 

^  caualli  guardare  dalla  indigeflione,e  repletìone  fouer  chiamo  fi  all'incon- 
tro è  da  auuertirfi  di  non  fkrli  patire  lungamente  la  fame  ^laq  uà  l, gene- 
ralmente a  tutti  i  Giumenti  è  si  difficile  atolerare,  che  quando  altro  non 
pofiono  y  fi  mettono  a  rodere  le  porte  ,  &  ogni  altro  luogo  >  che  fia  neUa 
flalla,  oue per  auuentura  sleffmrincbiufi:  deicbe^ilefi andrò  zsffrodifeo  \  Tfncc*i* 
diff e  eff  ere  la  cagione, che  quefli  animali  naturalmente  ndlojlomaco  lo-  j0<  caua  " 
ro  hanno  la  virtù  appetìtiua,&  attrattiua  molto gagliarda,e gli  mtefìini 
molto  largbiìonde  mancandoli  cibo, vengono  a  trauagliare,  e  patire  gru 
demente .  Quando  dunque  il  cauallo  >  per  eff  ere  Hatogran  te  mpo  fenfa 

p-  mangiareyfi  trotterà  infermo,  prendafi  vnfeslario  difemèn^a di  j4po,  e 
due  di  Fieno  Greco  :  difeme  di  Lino  dramme  tre,  e  tre  libbre  di  Eruo  >  ài 
^yfffugna  onde  feiydi  radici  di*P  anace, d'Iride  Illirica^  di  btrba  Satana 
libbra  mc^a  per  co  fa:  e  di  tutte  infieme  trite, &am  mafiate  co  vin o  vèc- 
chioyfi  facciano  petgi  quato  vna  noce,& ficcati  all'ombrale poi  rifiuti 
con  tre  onde  di  Mele  in  vn  Settario  di  vin  vecchio,fi  diano  per  bócca  al- 
l'animale  tre  giorni  continoti  fen%aàargli  altro  .  Giouerà  anco  mirabile 
7ne te,  fargli  entrare  per  le  narici  vn  profume  ditefìa  di  £ane  abruciata^ 
Ma  perche  impóffiUl  cofa  è>chefi  poffa  il  cauallo  gouernar  di  modo,  che 
non  cornetta  nel  vimre  degli  trwri;  perdutili  fi  vengono  poi  a  ragunat 

Il    4        d'werfe 


5]6  D  E  l  L  ^t     G  L  0  \I   Jt 

diuerfe  forti  dì  escrementi)  e  di  canini  bumorì  ;  da  iquali  glifoprafìan-  g 
Cauallo  no  infinite  forti  di  malattie;rPercio  vtiliffnna  cofa,  andine  cefi  a  ri  a  farày 
«re^vnà  che  fi  purghi  almeno  vna  volta  L'anno;  che  cofiviue  meglio  ,  e  più.  lunga 
voi ta  Tan  tempo  :  e  quafi ringiouenifce .  Racconterò  dunque  alcuni  modi ,  che  per 
no.  tal  effetto  ritrovo  r fati: concio fia  cofa,che  molti  fono,  che  in  luoghi-)  do- 

tte fia  molta  copia  di  Melloni ,  glie  ne  danno  a  mangiare  tagliati  minu- 
tamente :  quefli purgano  a  marauiglia,  maffìme  pervia  della  Orina  ,  e 
pofcia  ingranano .  .Altri  il  fanno  con  dargli  fichi  in  abbondanza,  filtri 
(e  queflo  è  meglio)  danno  per  quindici  dì  Vinaccia  d'Fue  ;  dal  che  otti- 
mamente fi 'purga-,  e  fi  ingrafia  l 'animale  ;  e  fé l  Cavallo  patifj  e  dell  infer 
Polfiuo,e  mità,detta  Tolfiuoy'nonfi  troua  miglior  rimedio,  che  fargli  copio famen-^, 
tuo  rime-  te  mangiare  di  t  ai  V  inaccie .  Toffonfi  ancora  vf  ire  per  la  purga  certi 
altri  modi  medicinali ,  come  il  mefcolare  ottimo  vino  bianco  con  le  inte- 
riora del  Tefce  Barbo,àdella  Tenca,ben  minutate,  e  con  vn  corno  but- 
targliene mila  gola  ;  ouerofitr  bollire  in  acqua  di  fiume  la  Segala,  tanto, 
che  non  fi  rompa:  e  poi  fé  e  cata  >  dargliela  in  luogo  di  biada  ,  che  il  purga. 
afiai,&  hauendo  vermi  nelle  budella  ,  gli  manda  via.  QueHa  Segala  è 
chiamata  ancor  dal  Ronfio  Siligine  ,  benché  la  Siligine  fuffe  vnafpecie  di 
grano,onde  i  Rimani  fheenano  il  più  bianco  ,  e  miglior  pane  ,  che  in  quei 
tempi  fi  ritrouaffe  :  sJ^Ca  qualunque  ella  fi  fia,qucfio  modo  di  purgato- 
ne è  difficile ;perche  mal  volentieri  i  caualli  la  mangiano:  né  gioua  all'in  " 
grafiare,come  ne  anco  il  poco  innanzi  detto.Terò  il  miglior  è  quello  dcl- 
l'herba,che  fa  ambiduegli  effetti  con  più  commoditàficuramtnte  ,  e  co- 
fi  diremo,che'l  cauallo  ,fin  che  non  è  peruenuto  all' età  perfetta  ,  cioè ,  al 
fettimo  anno,nonfideeper  ciafeuno  anno  defraudare  dell  herbafua-.per- 
cioche  veramente  fberba  di fc  accia  la  Melanconia  ,  purifica  il  f angue, 
Herba  ,  e  àcerefee  la  perfona,aumenta  le  for^e,ringiouenifce  la  compleffione ,  ab- 
fuoi  effet  bellifce  il  pelo-,  e  fana  moltimorbi  interiori .  eJlia  nel  dare  dell'herbe 
ti  nel  Ca-  è  da  auuertirfi,ch' elle  non  fiano  corrotte,  q putrefatte , perche  l'anìmar- 
uallo*       |g  ne  riceneyebbe  non  poca  offefa  ,  dandone  fegno  col  fiato  inconfiante ,  e 

buttato  a  fcoffe,e  col  debole  caminare  ;nelqual  cafo  conuerrà  (comeVe-  & 
lagonio  fcriue)  oauarglif angue  dal  ventre,  o  dalle  fp  alle  >  e  dargli  a  be- 
re vin  cotto,afìenendolo  daWorxp,&  adoperando  cofe,cbe facciano  vri- 
nare.  Olirà  ciò,per  efiere  varie  le  nature  dell'herbe,  è  di  meHitri  vfar 
diligenza  à  farne  f celta:  e  non  dargliele  alla  confufatpotendo  di  leggie- 
ro auucnircene  di  cattiu a  proprietà ,  che  in  vece  di  beneficio  apportereb- 
bono  danno  all'animale  :  e  queflo  ottimamente  fi  offerita  nella  mia  pa- 
tria. J^elche  import  a  mede fimamente  confiderare  il  paefe,doue  efit 
herbe  fian  nate  :  che gidTliniofkfede  ,  come  in  vnpaefe  di  (jrecia ,  che 

fi  dice 


DEL    CjIVjC  ILO,    1 1  B.    Vìi.  537 

A.  fi  dice  Termini  di  Dio  mede  preffo  ^ibderdyper  la  malignità  dell'herbayfi 

arrabbiano  i caualli  :  e'I  famigliarne  auuiene  agli.  jLftni  preffo  Votnky  2rrM>^Lii 
regione  cofi  chiamataycome  anco  dice  Elianoyarabbiayfi  i  caualliybeuen  per  herbe 
do  della  fontana  di  Totniaycbe  non  è  molto  difeosìo  dalla  Città  di  Tebe ,  ui(te. 
e  cofi  auuenire  a  qt  eliache  beono  di  frffinitoy  fiume  di  Tracia  y  chefeor- 
re  nel  Biflonico  Stagnoy  oue  flava  la  Pregia  di  Diomede ,  che  tcneua  quei 
feroci  canallijcbe  Herocle  eJpngnò.Hieroclefcriueyche  iMuli,  e  gliJl fi- 
ni mangiando  le  fiondi  del  j{ododafrie>o(com' altri  diconoJOleandro,  in- 
corrono a  rottura  di  vefcica.-perciochefi  vegono  a  raffreddare,e  difeior- 
re  le  veneychefeorronoper  lafchienay  con  lequaleejfa  vefeica  è  congiun 
taye  cofi  ne  muoiono  ;  ma  il  cauallo  non  teme  difìmil  male ,  per  efiere  di 

*  più  calda  natura ,  che  digerifee  più  toslo  i  cibi.  T^on  gli  auuiene  co fty  Cauallo 
s* egli  mangia  la  B  raffica  faluatic a  col  fieno  perauentura}ò  con  altre  ber  mangian- 
be:percioche  (come  ^Affino  dice)  egline perde  di  tal  modo  leforjey  che  d0  ?[aj?!j 
nonfipuò  ritenere  in  piedi:  e  fi  conofee  per  queflofegno  ;  chele  parti  di  C2j  jn  crie 
dietro  fi  ritirano  di  manier^che  vacillandoyvanno  a  cadere:  e  non  fi  rin  male  in- 
for%afin  che  la  digeftione  del  cattino  paflo  non  efea  fuori.  Jn  tal  cafo  bi-  corra  ,  e 
fogna  pestare  la  Braffica  dimefiicayc  mefcolatoui  latteye  fino  odorifero)  ^Q  ^ 
colarloye  darlo  per  bocca  aW  animale  yO  fi  potriano  aggiùngere  al  fugo  del- 
la Braffica ,  fichi  cott  iy  0  làbari  Marini  pefti:  e  due  volte  il  giorno  dar- 

~  gliquefla  miSiuray  finche  il  ventre habbia  renduto  il  cibo  cagion  del  ma 
le .  Queslofu  Jpeffo  ejperimentato  da  M. Luigi  Vento.,  ilqualfe  qualche 
volta  baueffe  voluto  per  burla  far  parere  morto  vn  caualloyglidaua  con 
l'orbo  a  mangiare  la  Sempreuiuay  che  dicono  herba  graffa:  poi  metten- 
dogli aceto farte  nel  najòye  tiell 'orecchie yil  fv.ceua  rauuiuere.  Il  nocumé 
tOyche  fuolfkrey  trouata  nel  mangiare  y  0  nel  bere  >  lafcorya  pirenaica  > 
o'I  Laferpitio  ;  figuarifce  buttando  per  lo  nafo  Menta  filue  sire  pesla  con 
Mekyedifciolta  in  vino. S'egli  mangiafie  lo  AconitOyche  Miopbonon  an- 
co chiamanoyquafi prefo  di  vertigine  caderebbe yrifoluendofi  tutto  il  cor-  Cauallo 
pò:  allbora  è  da  trarfi  fangue  dalla  vena  delle  T empie ydandogli per  boc-  c^e  ^a^- 

&  ca  con  vino  vecchio  lafemenja  dell'apio  faluaticoy  0  domeììico  , 0  l\u-    ™  " *? £" 
tapefla  .  S'egliguslaffe  laCicutayla  tefiagli fi  granerebbe  dital  forno,  nito,  Ci- 
€  ftuporeyche  vacilleria  con  andar/i  appoggiando  per  le  mura-.onde  con-  cuta,  &c» 
uerrebbe  cauarglifangue  dalle  vene  del  colloycon  dargli  vna  beuanda  di 
•pino  vecchio,  oigofiino  Colombro  dice  rimediar  fi  a  tal  veleno  con  infu- 
fione di  vinone  polue  di^jentiana. Similmente  harebbe  sluporey  e  trifle^ 
%a  in  tutto  il  corpo ,  chi  mangiaffe ilVapauero  faluatico  y  e  farla  da  cu- 
rar fi  >  e  aitandogli  fangue  da  quella  vena  y  che  è  su  le  ciglia  y  e  dandogli 
infufa  col  vino  lafemenfa  del  domestico,  0  la  I\uta  peHa  ;  0  veramen- 
te il 


5^g  B  t  l  L  ,A    G  L  0  \ì  J 

te  il  Mitridato,b  la  Teriaca,hora  per  bora.  Mangiando  il  Ih  fluiamo  iì~    j 
uien  maniaco,e dorme  grandemente  con gli  occhi  aperti,  o  patifce  verti- 
gine^ Hupefkttione  mirabìle;nelqual  cafo  egli  vuole,che glifi  dia  vrìon 
eia  difeme  dil^aslurtio  a?rejìe,infufa  con  vino  dolce  ;  o  cinque  onde  di 
pepe. lungo  decotto  in  vino:o  garofoli ,  e  mira ,  di  ciafcimo  onde  tre ,  di- 
[ciotte  in  vino  Mangiandola  Ferohjdiuien  parimente  fmanìofo,con  mol 
ta  angofcìa,anfando  fpeffo;fa  gli  occhi  roffi,eV  orina  fimUe  aiifda,  o  tal 
volta  rojjìna  ;  però  prima  chepàjjl  il  veleno  al  core  ?  bìfognei-à  buttargli 
in  canna  olio,aceto,e  fiero,me7ga  bemina ,  ocotilaper  ciafeuno  ;  ei  fi- 
gliente dì  trargli  fangue  dal  petto,  e  fargli  vn-ciittere  di  decottione  di 
Malue  con  vna  mano  di  slerco  di  Colombo,  &  olio  in  buona  quantità  :  F 
Cjioua  anco  a  fargli  bere  col  vino  il  fugo  della  polue  del  Cardo  amaro  ;   ; 
o  neramente  vna  mano  di  radice  di  Cocomero  agresle ,  pefia ,  e  difciolta 
Herbe  a  p  jnoij0m  Ma  all'incontro  fono  altre  herbe  appropriate  al  genere  Cauallì- 
a'  caualli.  no  >  tra^e  ?{uali  più  celebri  appo  le  genti  ,fi  rìtrona  la  Medica  lodatiffi- 
ma;che,  fecondo  Columella,  auan^a  tutte  l  altre  ad  ingraffare  :  il  che  fi 
Medica  afferma  da  Telagonio,oue  dice,che  cantra  la  magrexja,niuna  cofa  vale 
herba  ap-  tanto,quanto  Vherba  Medica-^ che data  in  vece  di fieno,  ìngr  affai  (fiu- 
^cTuaH?  ment*:  ma  douerfi  dare  moderatamente,acciò  che  per  troppo  fangue  non 
fi flr angoli  V animale.  Str  abone  fcriuel  herba  Medica,  mir  abilmente  nu- 
drire  icaualli,  etrouarfiabbondantiffima  nella  Media,  onde  haprefoil  & 
nome:  Arinotele  vuole  efierpih  vtile  a1 -caualli,  quando  prima  fia  Hata 
fegata,o  pafeiuta  da  altri  animali,e  poi  rinata  ;  perche  la  primiera  falce 
di  lei  dice  effer  cattiua  :  e  fé  perausntura  fufie  bagnata  d'acqua  fetida > 
o  fulfurea ,  affai  peggiore.  V arino  dice ,  f  herba  Medica  effer  fieno  ottì- 
mo,e  nobilifjìmo  appo  noi ,  &  attijfimo.à'  caualli  ;  e  chiamarfi Trifoglio 
altresì  :ilche  da  Seruioft  conferma  con  l'autorità  di  Dionigi ,  ch'ella  fia 
fpecie  di  Trifoglio .  ^Diofcoride  pone  lei  nelfuflo  effer  fimile  al  Trifoglio, 
ma  crefeendo  diuenire  le  fiondi  fue più  Hrette  di  quelle  del  Trifoglio  ;  e 
dar  fi  per  cibo  al  defilarne  in  luogo  di  gramigna.  Il  B^tellio  afferma  que-  jj 
fia  herba  Medica,dirfi  Melica  volgarmente;  corrotto  il  vocabolo  .-benché 
in  Francia  ìruHici  la  fogliano  chiamare  Fieri  di  "Borgogna  :  e  che  femi- 
nata  una  volta,dura  dieci  anni: aggiungendole  a'  tépifuoì  in  ogni  par 
te  era  incominciate  àfeminarfi .  Il  Matthioli  dice  non  trouarfene  in  Ita- 
lia ;  ma  in  Ifpagna  efieme grandiffìma  abbondane  :  e  chiamarfi  in  lo- 
ro idioma  *Alfalfes;r itene  do  il  vefiìgio  del  vocabolo  Arabico,  ^flasfeft. 
llBeltunefelanominaFasfafiye  co  fi  etiandio  vn' antico  Chìofatore  di 
ffuicenna  ,  ilquale  dice  Fasfafa  effere  Trifoglio ,  che  fi  dà  a*  caualli 
per  ingrafi arli  :  fimile  alla  Scilla  ylaquale  Saluatico  pone  effer*herb€ 

dolcif- 


DEL    C\AV JtLLQ,    L1B.   VII.  n? 

j$  dolciffimay  e  gratìfJìmaà'Caualli  ;  e  con  effai  Calarne  fi  ingraffano  i 
Loro  giumenti .  fi  Rufio  racconta  efer'in  Taglia  certe  herbe  chiamate 
Trifogliyche  feminate  per  vna  volta,  durano  pertre  anni;  perche  ogni 
anno  germinando.  >. producono  certe  herhette  verdine  tenere  >  che  Hanno 
tutta  la  State  nelle  loro  perfezione;  equesle prima  purgano  ;pofcia  in- 
graffano iCauallià  marauiglia  ..  2s[pnfofe  dal  vocabolo  fopra  toccato 
F  asfkfayfuffe.  deriuato  quello?,  che  noi  Tslapolitani  diciamo  Farfara  yla  • 
quale  è  differente  daquella  di  Tofcana;perche  la  noflra  ha  le  fr ondi  pie- 
ciole,  la  loro  le  ha  maggiori  dell'Heller  a  \  &in  alcuni.luoghi  d'Italia  la 
chiamano  unghia  di  Canallo.Diofcoride  moflra  quella  e  fere  la  Tojfìla- 

2fc  gine  ylaquale  tuttAuia  è  propria  aX  anali}  >  per  ingraffarli;  e  loro  ftfuol 
dare  C  autunno  me f colata  conpaglia  minuta  .  fi  mede  fimo  ferine  ipo- 
poli della Tracìayhabitantìpreffo.ìlfiwme  Strimone>i  ngroffart  i loro  (a 
Halli  col  Tribolo  herba.  verde  ;  laquale  è  di  due  fpecieyacquaticayeter- 
reflre:&  ambedue  fondi  natura  fredda^  humida(come  (f  aleno  affer- 
majperòfono  vtiti  alCaualloyficomeTlinio  ancora  feri  ite. H  oggi  inco- 
rna da'Fillaniye dagli Herbainoli Tribolo ,  àTripolo  fi  chiama  vna  fpe- 
eie  dil 'rifoglio  >  da  alcuni  cognominato  Cauallina,  ilqualèil  Mattinoli 
vuoleychefia  il [Citi 'fcojaqu.al 'herba  tutti  gli:  antichi  Scrittori  conferma 
no  ingraffare  moHogli.anim.aUye  loro  efiere- appetìbile. Le  altre  due  for- 

C  fidi  Tùfoglioygiàlfonnoteper  UpnatLTStei  luoghifreddi(com'èin  Fran- 
ciayin\Alemagnay  <&■  in  Inghilterra),  perche  viifonol'herbey  e  i  Tafchi 
più  fottiliypiu  teneri y, e piu.verdi  ;-.  foglionapurgare  i  lorCaualli  con  lo 
TratOyche  ingraffa  ancora  mirabilmente-.  Quefìo  Tratoin  Terra  di  La- 
uoro  fifeminaxon  ogni  debita  curale  di  vna  fomenta  folxy  che  fa le  fo- 
glieye ifufìiytuttìditreintrejrondicolfior  roffoiefifeminadi maniera y 
cheÀatla  mitàdi  Mar%py  infino  alla  fine  di  Maggio  yfemprefiha  TratO: 
verdèyondè  fi viene  à  chiamare  ùsJWarratico ,  ÒMaiatico  :  e  fa.  vera- 
mente effetti.miracolofineiCaudli:ofialabontà.delV.ariay  Ò>purdi  effa 
herbaylaqital fi flima  efler  quella ,  che  i  Latini  diceuano  Eruo  >  gli  Spa- 
*•  gnuoti  dicon  IeruosyiFrancefìErSyiTedefchi  £ruen:gli  Speciali.volgar- 
mente  Orobo, filtri  per  LEruo  intendono  qnelloyche  volgarmente  fi  dice 
B^uiglio »-..  Jiltri.dicono  l 'Sruo  inTofcana.chiamarfi ilMofcho  y.cbefh  le 
foglie  yeH  grano  fimile  al  Tifello .  filtri  affermano  dir fiCèruio:  e  benché 
l' Eruofia  herba  appropriata  al  genere  Bonino  >  come  il.Toeta  mostra 
neW Eglogayoue dice re 

i4hi  quanto  in  Sruo  graffo  UToro  e  magro.,. 
Tutta-volt a alC anellino  altresì  è  molto  accommod'ato.  Sono  ancora  buo^ 
ni ger  li Qaualliyla Spelta > $•  ilTanicojepiùdituttiègioHeuole  laCi— 

caria  >t 


^o  I>  E  L  L  jt    G  l  0  J^l  U 

coru>cbe  la  eHate  fi  dà  tritale  mefcolata  con  la  pagliare  purifica  il  fan-  g 
gne  dell 'animale ,e  fa  lucido  il  pelo ;e  l'ingr affale  rinfrefc a  tutto-,  toglien 
do  la  bramarci)  egli  naturalmente  fuolhauere  deWherba  yerde.Dj.jJi  al 
la  fine  del  verno ,  e  qua  fi  per  tutta  la  primavera  il  Lupino  in  berba  >  ma 
alquanto  jeccoyebé  netto,e  moderatamete; perche  fé  nel  principio  fi  def 
fé  in  abbondanza^  verdéggianteyò  con  le  radici  brutte  genererebbe  do- 
lori al  Cauallo;  però  ,per  maggior  temperamento  ,fi  dà  mefcolato  con  la 
paglia;efìpuò  dare  ad  ogni  forte  diCaualloyCon  gran  profìtto  .Vlinio  di- 
ceycb'el  Lupino  è  cibo  commune  àgli  buominiycjr  a  qu  idrupediyche  han 
no  vnghia\à gli  huomini  intendendo  il fruttoyà gli  altri  il  frutto-,  e  l ber- 
ba: ma  d  Caualliyil  frutto  nonfuol  dar  fi,  fé  no  per  iflretta  nccefficà .  Dio  -  F 
fcoride  aggiugeycbe  l'acqua  de' Lupini  cotti  con  la  radice  della  Carlina, 
guarifce  la  Scabbia  de'  quadrupedi-,  con  lauarnegli  ;  L^iuenafipuo  dar 
mefcolata  con  paglia  dorzoynel  principio  dell'  Jiutunnoyinfra  ilgiorno: 
ma  perche  cofi  quejlaycome  altri  legumiyrio  fono  di  molto  frutto  ;qualun 
que  cibo  tale  Hr  aordinario  fi  dia  al  (faualloy  no  peròfideurà  mai  defrau 
dare  della  fua  biada  ordinaria  dell'orbo-,  ilquale  generado  f angue  più  fot 
tiley&  Via  mencrudoyfk  le  carni  robuftey  e  fodere  tiene  in  fomma  ilpri 
mo grado  fopra  ogni  altro  nudrimento,  che  à  Cauallo  appartiene:perche 

Orzo ,  e  l'0'''Z?  èquelloyche  li  mantiene  piùfaniy  e  più  gagliardi,  quando  tempe- 

pagl  ia  ap  ratamente,^  accorpi  ripofati  fi  porge  :e  di  qui  nacque  ilprouerbioycbe:  ^ 

propriatif  C aual  d'or 7 oye  di  paglia 

lìmo  cibo  _     r    j    lK  L     r 

de'CauaJ     ,  E  cofa  da  battaglia. 

\i.  Là  onde  affai  meglio  farebbe  >  quando  la  neceffità  non  astringe  ad  al- 

tro y  cibar" il  Cauallo  fempre  di  quefle  due ,  fenra  tante  diuerfe  efche  > 
the  diuerfi  bumori  producono  y  e  non  in  ogni  luogo  fi  poffono  bauere 
in  tempi  di  guerra  y  e  di  trauagli  :  quando  difageuolmentefi  può  l'ani- 
male difauergare .  QueHo  conferma  il  I{ufìo  y  ilquale  fcriue ,  che  chi 
vuol  tenere  più  fono  ilfuo  Cauallo  y  e  più  idoneo  alla  fatica ,  gli  diaper 
tutto  l'anno  paglia ,  &  orzo;  e  guardi  fi  di  dargli  laTrimauera  her- 
be}ò  Farraine  :  ma  ben  l'autunno  gli  darà  dell' herbe  de'Trati  con  la 
lor  rugiada  frefcaydandogli  nondimeno  la  notte  la  fua  biada  dell'orzo; 
&  in  tal  modo  più  lungo  tempo  gli  viuerày  e  più  gagliardo.  z&Caciò 
dice  douerft  offeruarey  quando  il  (auallo  non  doueffe  vfcir  venale  :  per- 
che allhora  per  furio  vedere  più  bello ,  e  tondo ,  fi  dee  ogni  industria 
adoperare ,  per  ingranarlo  .  Et  deueft  intendere  il  fuo  configlio  per 
Caualli  già  fatti:  perche  a'  Caualli  giouaniy  per  commune  parere y 
non  è  fé, non  lodeuole  cofa  à  darogniVrimauera  la  Farraina,  e  l'altre 
herbe  appropriate;  maffimamente  quando  non  sh  abbia  dapoi  à faticare: 

e  cofi 


H 


M 


BEL    CjtV  ^LLO,    LlB.riI.         547 

e  eofi  hoggidì  per  ridur'vn  Cannilo  allafua  perfettione  con  purgarlo  y& 
ingrafiarloygeneralmente  reggiamo  vfarfi  effa  Farrainaylaqnal  tinteti-     *  "di"* 
de  vna  commisura  di  molte  biade  verdiytagliate  prima  che  fian  venu-  <jadarfi  al 
te  àfrutto;detta  da'Cjermani  (fecondo  Vuillicchio)Eingemenghe:da  al-  Cauallo  . 
triCaualUri%£Ì  chiamata  Drageta:dalGreci(fecondo  Hierocle)CjraJìin: 
da  Latini  Farragineyquafì  congregatane  di  Farri  ;  ò  >  fecondo  il  Hjtellioy 
quaft  Farro  tagliato  colf  erro. S  crine  frittotele,  che  la  Farraina  polifce 
il  pelo  di  chi  fé  nepafce  ,  quando  ella  comincia  ad  effere  grauida  delle 
■pettouaglie  ;  ma  quando  già  se  fatta  horrida^e  dura  con  le  *Aresle  >  non 
è  più  ville  .  In  terra  diLauorofifa  la  Farraina  di  vna  femen^a  fimile 
all'oro^e produce  laJpicafenT^afofian^a,  La  Farraina  >  dice  il  loffio ,  che 
dandofi  al  C auallo  per  quindici  dì,lo  purga  benijjimo^poi  dando  fi  per  pia 
tempo  y  gioita  ad  ingranarlo .  Sumelofcriueyche  la  Farraina  fi  fuol  dare 
a'Tolledriy  paffato ,  che  hanno  il  terTO  annone  che  tal  purga  è  molto  ne- 
ceffaria  :  e  bifogna  farlo  per  dieci  dì  continouati ,  fen^a  fargli guflar al- 
tro :  poi  da  Ivndecimo  giornoyfin'  alquartodecimo ,  glifi  è  da  dare  del- 
l'orbo  :  aggginngendone  ogni  dia  poco  à  poco  :  e  fatto  quefìo  per  quat- 
tro giorniyfifarà  ftare  in  ripofo  altri  dieci  ipofcia  mediocremente  fi  po- 
trà cominciare  ad  esercitare  :  e quando  farà fidato  y  intarlo  d'olio  ;e  fé 
fuffe  fredda  ftagione  >  farà  dafarfi  del  fuoco  entro  la  slatta  .  ^Aggiunge 
ancora  efiere  gioueuole  la  Farraina  a 'Buoi  y  &  à  gli  altri  dimtfiici  ani- 
maliye  fé  più  volte  fi  farà  pafcereypoter  basi  are  per  tutto  Maggio  .  *Af- 
firto  fcriue  >  che  la  Farraina  è  la  principale  curatione  >  e  la  più  neceffa- 
ria  y  che  fi  a  per  lo  genere  Cauattim  ;  che  con  tal  cibo  nella  Trimauera  fi 
purga  in fiemementeye s7 ingrafia  :  e  dice  la  più  lodata  Farraina  tffere  del 
FromentOyfecondariamente  quella  dell'ergo: e  l'  vnaye  l'altra  di  quefle  ef 
fer  miglioreyfe  farà  femìnata  preffo  alla  marina  -.perche  y  fecondo  Vege- 
tti y  purga  il  ventre  più  facilmenteyC  tira  a  baffo  i  canini  humori.*Affer- 
ma  douerfi  dare  la  Farraina  per  dieci  di  afiolut  amente  yfen%a  altro  ci- 
bo; poi  per  altri  dieci  infieme  con  effà  vn  poco  d'orbo  y  auuertendo  >  che 
quando  al  Cauallo  fi  è  da  dare  or^o  mifio  con  la  Farraina  ;  0  con  altre 
herbeyelle  non  deono  effere  verdiye  tenere  >  ma  cominciami  àfeccare  >  e 
durette  :  efemprefi  è  dadarejpathy  ch'egli  hauendo  mangiato  l'orbo  > 
l'habbia  digerito  primayche gli fi  dia  àmangiare  dell'herbe  :  altrimenti 
lubricando/i loflomaco ,  e'I ventreyla  biada  nonverrebbe àfare  gioua- 
mento  alcuno.Hora  la  mifura  dell' or^yche  fìa  da  darfi  nel  tempo  della 
F  arraina  col  detto  ordine  y  fi  potrà  gir  accrefcendo  di  mano  in  manoy 
finche  fi  farà  venuto  all'ordinario  :  Tslelche  è  da  fermarfi  ;  dandogli 
cwtinouamente  il  fieno  verde ,  mentre  ;  che  hauerefe  ne  potrà .  Ma  do- 
tte 


ve  ffie  penuria  difkrrainay  che  non  bafiaffe  adirne  per  dieci  dì  ■>  fi  pò-  g 
tra  dare  follmente  per  cinque  y  incornine  tar.do  da  i  venticinque  del  mèfé 
quando  compie  la  Luna  %  fi  che  dalle  falende  dell'altro ,  quando  la  Luna, 
principia^' incominci  à  dar  mifka  con  l gyt^o enfino  al  decimo y  Tuttauia 
paffat  li  primi  cinque  gioruiyil  Cauallo  è  da  port  ar fi  all'  acque  y  &  attuf- 
fariufi  di  menierayche  vipofjà  nuotare  ùndilauato  d'ogni  fo7s7,uray  è  da 
vngerfi  d  olioye  di  vino-.poi  con  le  mani  s'andrà  premendo  y  e  lifciando  il 
pelo  di  maniera  y  che  tutto  l'humorefe  rìefca  via .  Maprima  y  che  fi  dia. 
lafkrrainay  è  da  tra;  fi j angue  dalle  vene  del  petto  ,  e  del  palato»  acciò 
che  vfeito  il  primo  fangne  fatto  dicofe  fecche ,  e  mal  condìtionate ,  entri 
il  nono  del  verde  pia  purgato  :  e  co  fi  poi  il  Cau  allo  non  incorrerà  facil-  F 
mente  in  malattie.  Soggiunge  di  più  yeffer  e  vtile  fommamente  à  Canale 
losche  fi  pafea  cofid  herba  vtrdeymettere  dauanti  in  vna  tauoletta-p  in 
altro  vafe  ampioyalquato  faleyche  ne  poffa  prendere  quanto  voglia-,  per 
rimediare  à  certe  puftulette  y  che  fogliano  najeere  nella  bocca:  &  à  que- 
Jìo  effetto  gli  fi  potrà  con  la  mano  fregar  la  bocca  di  efjo  fole .  Hierocle 
diceyche  nellaTrimauera per  lofien  verdeyfuol  venire  al  Cauallo  l'^Al- 
Alcola     colayilquale  è  vn  male  di  dueffecieyche  tal  volta fenra  viceré  della  boc- 
male ,  e  cafa,  yfìirt.  lafchiuma  infocata y  e  puzzolente ,  tal  volta  fa  vfeire  fatte 
~jj°  umt~  guinofe  neh l  intime  parti  della  boccale  nella  gola. E fi endo  (dunque  di  que 
fio  modoyfarà  dalegarfìla  linguale  cacciatala fuoriyfi  vngeranno  dime  " 
le  tutte  le  parti  della  boccayquanto  più,  à  dentro  fi  pofìa  y  e  fi  lafceràflar 
cofi  per  mera  hora  y  acciò  che  egli  leccando  y  venga  a  tor  via  le  couerte 
dell' vlcereipoi  tirata  fuori  vn' altra  volta  la  linguayfi /porgerà  nelle  par 
ti  ef ulcerate  fottiliffimapolue  di  fcor%e  fecche  di  Tomi  granati  y  e  di 
fiondi  d'OUui  y  ò  pur  di  vna  di  efie  cofe  ;  e  per  mera  hora  fi  farà  ilare  col 
capo  alto  :  poi  vi  fi  lauerà  con  vino  :  cofi  continouando  per  none  giorni . 
I^ell' altro  modo  bafieràyche  legata  la  lingua  con  vnojpago  alla  caue^ 
%ay&  fi faccia  fi are  fuori  per  meza  horayfichefi  venga  bene  a  raffredda- 
re, &  inqueflo  mezo  fi  butti  in  bocca  la  detta  polite  >  con  fargli  tenere  tj 
la  tetta  alta  y&  alla  fine  >  fi  laui  con  acqua  ;  ofìeruando  tal' ordine  fette  ' 
giorniyche  cofi  la  piroga  della  fchiuma  verrà  a  mancare  :  Mafopra  tut- 
elali di  to  bifogna  auuertire  y  che'l  Cauallo  foggeto  ammali  di  Giunture  y  non  è  da 
giunmic.farfipafcere  alla  campagna\perche  facilmente  l'humor  e  traf correndo  fot 
to  lapelley  produce  Scabbia  :  dalla  quale  foprauegnendo  ilferuor  delSo- 
leyfi  concepe  rabbia ,  <&■  infania  :  sjfàeglio fi a  dunque  dargli  lafarraina 
Hemor-  dentro  il  tetto .  E  perche  fuole  ancora  in  quesli  tempi  (  quando  al  Giu- 
profufìó   mento  fi  cangiano  in  verdi  i  cibi  fec chi)  venirgli  per  su  lafchiena,  e  per 
disague»  le  jpallevnaHemorrbeay  òprofufiondifanguey  cheèlafuapurgatione 

molta 


DEI    CJtVjtllO,    IIB.    VII.  J4J 

'a  molto  falubre\cocìofia  cofa,che  le  parti  maligne,®-  veleno  fé  vfcite  dal- 
le vene, e  orrenda  per  [otto  lapzlle,  vengonoper  lafuperfìcie  diquella  à 
cacciarti  fuori  :  e'^ii  con  figlia  ,  che  non  fi  fàccia  falafio  in  luogo  alcuno 
per  cloche  tornando  quel  fangue  putrido  entro  le  vene ,  farebbe  cagione^ 
di  alcuno  gran  malettengafi  folamente  ben  guardato  da'  freddi  ;  perche 
fireflringerebbono  i  meati  della  coteuna,e,l  'humor impedito  di  vfcire  in 
quel  modo,fi  couenirebbe  in  leprofa  Rogna: Ma  lafciando  feguire  il  cor 
fo  dellaTs(atura,  attenda  fi a  ricrearlo  con  gli  b  erbaggi  appropriati  ad 
ingranare.  Il  medeftmo  afferma  <A(fìrto,da  cui  fi  loda,  che  prima  ,  che'l 
£auallofi  venga  a  rinfrefcare  con  l'herbe  verdi,gli  fi  fàccia  muouereil 

$  ventre  ;  dandogli  la  radice  del  Cocomero  f abiatico  trita  in  fottiliffima 
polue,emifla  con  altrettanto  falnitro,laqual  medicina  egli  dice  eff ere  co 
ueneuole  a  tutti  i  Cjiumenti,cbe flanno  ingregge,  douédofi  però  eccettua 
re  le  (auallegrauide ;ma  non  quelle  che  lattano:  e  dando/I a'  Tolledriy 
dice  effere  bene  àmef colarci  ancor  del  file >per  inuitarlifprendendo  pe- 
rò le  parti  grofie,cioè,  le  attaccature,  e  le  brutture  del  fole)- ogni  quin- 
to dì,  per  quindici  giorni  ypcrche  queslo  gli  preferueràda  I{pgna  >  e  da 
ogrì  altro  male.  Vone  etiandio  efiere  vtile  al  Cauallo ,  che  pafee  herba  y 
darvna  bevanda  da  lui  chiam  ita.Epicloe  yxhericeua  vn 'oncia  di  mele^  E  pidoe 
&vrì  altra  dipeuere,dodicivoua,&vino,&oliÓàirparTmifura,qnan-  beuàda  a 

C  to.  paia  che  fi  richieda  A  E  chi  farà  Jlare  dalla  fera  al  mattino  cinque  vo-  Cauallo  , 
uà  infortiffimo  aceto ,  e  polgli  dia  afCauallo  per  bocca  la  Vrimauera ,  c  e  Pa  ce 
dice  apportargli grandiffimo  giouamenvo.  Hierocle  vuole  >  che  venuto-    Qr£jfne 
il  tempo  di  dar'' al  cauallo  l'ho  rbe  verdi,  gli  fifa  ccia  per  vn  giornoman-  cìie  fi  de- 
giare de  ila  Gramigna ,  eh' egli  chiama  Fien  feluaggio  ,  e  nel  feguente  dì  uè  tenere 
gli  fi ifpiri per  le  narici polite  composta  di  radice  di  (occo,  di  Foglio  •>  ]>l    u*1 
d'Iride,  di  Costo,  e  di  Venere  :  pofeiaper  due ,  o  tre  altri  giorni  fi  fàccia  ver(jì. 
Star  fuori  al  pafcolo ,  acciò  che  tenendo  il  capo  baffo ,  ne  cacci  via  tutto 
tbumore  catarro  fo,y -accolto  nel  freddo  vemote  diuenga  alleggerito,e  net 
to  di  ceruello,e  ficuro,cbe  non  gli  nafeano  mai  né  fcrofole ,  né  altri  mali , 
**  che  quindi  fogtiono  generar  fi.  Voi  fi  può-  ritirare  nella  slalla,e  porgli  da- 
uanti,perquattro,o  cinque  giorni,  la  Gramigna  ;  &  al  feslo  giorno  s'in- 
cominci a  dargli  lafàrrainadelfromento,  opur  dell' or  jo:  epafiato  il 
cpùnto  dì,glifi  cani  fangue,col  qual  mefcolatofalnitro ,  aceto,  voua,  & 
olio  ,  ferì  impiastri  tutto  il  Cauallo  da  capo  à  piedi  al  ver  fo  del  pelo:  e 
tanto  fi  tenga  al  Sole ,  che  fi  rafeiughi  :  pò f eia  rimenandolo  alla  Halta, 
gli  fi  può  per  altri  cinque  giorni  dar  lafarraina  y  fenrra  adoperare  lajìri- 
glia  mai .-  Jilfefio  dì  fi  menerà  a  lauare  con  radergli  di  doffo  ogni  brut- 
te?j^:e  fregato^  asciugato  ben  co  un  drappo  ajfcro  >  dapoifi  mantenga 

pur 


J44  D  E  LL'jt    C  LO  \1  jt 

pur  con  Farraina  entro  la  fi alla  giorni  al  pia  quattordeci,  al  manco  fet-  JJ 
te,ò  noue;  accio  che  cofì  diuenga graffo ,e  bello,cbe  certamente  con  que 
Sìa  maniera  di  viuere  fiafìcuro  da'  morbi)  &  atto affo ffrire  delle  fati- 
che.Et  quefìi  tuliprecetti(affermando  ancorali  altri  di  <is?f[ìrto)eglifk 
fede  battere  raccolti  da  vn  libretto ,  che  Diocle  fcrifte  al  l\è  Antigono , 
Sanità  ne  fa  rimedi^  falutiferi.Teonneflo  parimente  co  fi  ferine .  Colai-,  che  defide- 
e  Muli  co  ra  c';  mantener  lafanità  a*  Muli,&  a?  Cauaìli,bifogna  governarli  mdu- 
mejfì  con  foiosamente  con  laFarraina,e  conVocimo  (ilqual  vocabolo  dinota  me- 
ferm .  defimamente  ilfeminato  verde,prima  che  fàccia  fpica;detto  da  Ocispa 
rola  Greca,che  fignifca  toflo,  perciò  che  talcibo  mito  uè  il  ventre a  que- 
lli animali,]}  come  il  B^uellioeff>oneua)e  la  naturai  purgatione  fi  cofiit-  F 
ma  di  que  fio  modo,che  nella  Tri?nanera,quado  la  Cagione  fomminifira 
il  verde  pafcolo,  prefìo  alla  mità  di^iprile,in  quei  fereni giorni)  quando 
fi  vede  il  del  tacere  >  caccieraii  Giumenti  dalle  Halle,  e  per  vn  giorno  li 
paf cerai  difaluatichi,  &  herbofi  cefpugli  ;  Il  dì  feguente  infoderai  loro 
pex  le  nariciycon  vna  cannetta  ,polue  co  fi  fatta.  T  rendi  di  radice  di  Gra 
na,  che  dicono  (occo  Gnidio,di  Tenere,  diVulegio,e  d'Origano,ana  on- 
cia vna  :  di  foglio  d'Iride,e  di  Colio ,  e  di  radice  di  Cocomero  feluaggio 
ana  oncia  me?a,e  tutte  infiernefottiliJfimamentepeHe,  fi  p affino  per  vn 
cTìuetìoZafìinna'.nelrejto  corriffiondià  punto  àgli  ordini  diHierocle  . 
Il  Camerario  nelfuo  Hippocomico  >  volendo  ridurre  alle  noftrevfan^e  & 
-qiìcfiaWa'niera  di  curar' i  Caualli,edipreferuargli  da  i  morbi,cofi  fcri- 
ueXaTrimauera  giouerannoi  cibi niente  fecchi,ma  molli,e  teneri:  per- 
ciò ottima  cofafiaper  la  fanità  delCauallo,  menarlo  in  prati  di  fugofa^ 
e  buona  gramigna,&  iui  farlo  pafeere  à  voglia  fua,  perche  notigli  noce 
ra  il fatiarfene.-ma  fé  qualche  cofaper  auuenturafufìe impediméto,che 
non  fi  potefie  cacciare  alla  campagna,gli  fi  potranno  portare  nella  Italia 
efie gramigne  fegate  :  e  quefìo  cibo  fi  potrà  dare  ad  arbitrio  del  padrone 
(ch'io  non  oferei prefinire  il  tempo)  dal  primo  di  Maggio,  inftno  alfetti- 
moiefolamente  digiorno:perche  la  fera  bifogna  dargli  auena  >  odor^o, 
non  afìahma  la  qnintaparte  dell  ordinario  :  &  à  tal  prebenda  fia  bene 
adergere  alquanto  fale,o iter  anteporcello  in  difparte,che  lolecchhefra 
quefìo  me%p  gioua  afìai  di  mouerglifiarnuti,  confortare  alnafoper  vn 
camolino  quella  poluetta,che  Eumelo  preferiffe ,  con  T^itro  abrucciatoy 
I{adiceUa,Teuere  bianco,Iride  Illirica,et  Veratro  negro,lequali  cofe  noi 
potremmo  cangiare  con  I{ofmarinofb{ardo)e  Saluta, fecondo  il  giudicio 
di  ciafeuno:  Tofcia altri feigiornijtpaj cera  d'berba  tagliata ,  laquale 
non  fia  né  verde, né  ancora  fecca,ma  d'vn  certo  fieno  verdeggiante,e  gli 
fi  darà  la  fua  prebenda  intera  ;  efhttequefle  cofe  >  gli  fi  catterà  del  fan- 

gue 


H 


<DEL    CJ.V  a  LLO>    L1B.FI1.  54? 

l£  gue  ben  largamente:e  cofipoi  fi  ripiglierà  l'vfata  cura  delfuo  gouerno  » 
Inqueflo  modo  il  C  audio  diuerrà  vigorose  politole  pieno  di  corpo ,  non 
con  certa  molle  fuperfluità  ;  ma  con  carne forr^ata ,  e  fan  a  ,  fenica  teme-  Auuer  - 
re  , 'che  ogni  Viene  momento  lapofa  affliggere .  Ma  il  tempo ,  chel  (a-  m  étl  „ul 
urdlo  fi  tiene  all'berba]  (  che  il  Crefcen^o  termina  per  vn  mefe  ]  bifogna  do  il  ca- 
herì  auuertìre ,  che  non  V  offendati  freddo  in  modo  alcuno  ;  e  però  non  è  lJa''°'»tic 
da  menar  fi  dia  Campagna ,  fé  non  quando  l'aria  è  ferena  >  e  li  notte  è  ^     er" 
bene  à  farlo flare  con  qualche  coperta  di  lanafopra  :  perche  l'herbe  per 
la  loro  molto  bumidita  poffono  infreddare ,  &  indur  l 'animale  a  morbi 
.      afiai  cattila  .  Toi finito  il  dar  dell'herba,  fida  la  paglia  nuoua,  e  maffi- 
jZB  mamente  quella  d'or%o,ched'afiai  è  più  frefea ,  &  indi  di  mano  in  ma* 
■^r  no  altri  cibi  più  foflantiali .  rNonlafciando  di  dire-)  cbeauuenendo  di  non 
•  batter  commodità  di  dargli  l'berba,  fi  può  dare  dal  principio  dell' efla„ 
te,inftno  al  rinfrefe  amento  dell' \Autuno,la paglia  de  lor%o  nuoua  conti 
nouamente  con  biada  dior^p  vecchia ,  ò  fé  per  neceffità  pur  fife  nuoua 
bagnata  ;  e  rafeiutta  all' ombra:  e  tra'l  giorno  dargli  la  pagliata,  cioè  > 
paglia  ben  trita  bagnatale  miHa  con  Brenno  .  L'vfo  ancora  della  E^eBop-   Reftop- 
pia(cbefono  i  cohniy  ògringi  del  grano  mifli  con  herbe)  fi  vede  per  efpe-  P™  e  * uo 
rien%a  effer  molto  gioueuole  per  (faualli  >  i  quali  non  hauefiero  bauta  ber  v  j^'?"c 
ha  la  primauera  :  e  ferue  ancora  à  dar  fi  per alami  di  a'(faualli,  i  quali  uaf]j% 
perbauere  hfc  iota  l'berba,  Cogliono  b  auere  à  finito  la  paglia  in  quei 
principe  :però  fé  ben  da  gli  antichino  fé  n'è  fitta  mentione,  io  molto  l'ap- 
prouerei,  perche  partecipando  effa  I{eftoppiadel  verde,  e  del  J  ecco  iufie- 
me,  il  Cauallo  verrà à poco  à poco  a  di fufarfi  dal  verde,  z?  a  gradire  la 
taglia  .  E  chi  per  auuentura  vorrà  nel  verno  pafeere  dell'inerba  il  fio 
cauaìloypotrà  offeruar  quell'ordine, eh  e  dagli  Hippiatri  fu  fritto,  chef 
facciano  il  giorno  innari  diligentemente  bollire  le  foglie  gitone  à  magia- 
re,et  vi  fi  pogaolio,fale,petrofemolo,e  cimino  ben  pefii  :  e'ifeguente  di  fi  Morbi  di 
faccia  il  condimento  più  afeiutto  ponédoui  della  Jfpungìà.  Dicono  oltre,  jne  ja  cu_ 
2>  acciò,  ebe  nel  verno  è  ottima  cofa  per  li  morbi  che  fogliano  venir  détro,  rariì. 
Jpefio  dar  al  Cauallo  bocconi  di  AJfungia  con  olio  ro fato,  ebutiro:  ò  be- 
uada  di  tre  onde  d'olio  caldo  comune,co  meira  oncia  difemen^a  d'Apio 
ben  trita. Opportune  ancora  di  verno  mettono  quefle  altre  beuande .  Vn 
feflario  di  vin  vecchio,  me^a  libra  di  olio  perfetto  ,  mei^a  di  Draganti^ 
emeTa  di mele:vn 'oncia  di  pepe ,e  diecidi  ruta  verde ,  uoua  quitte  uor 
rete,&  vin  cotto  quato  bafìi.  Vegetio  pone  tre  fé  (lari  di  vino,un oncia  di 
pepe,&  vna  di  bacche  di  iauro,fei  di  ruta  ver  de, e  fei  di  mele,  tre  di  cer 
foglioyO  difuafemen^a,tre  difemew^a  di  finocchi^  tre  di  draganti,  vo- 
da  quanto  VQrrai,efugo  di  vua  pafìa  quanto  l'vfo  ricercherà t.  »A flirto 

MM  con 


U6  T>  E  t  L  JÉ     C ■  L  0  \l  Ltf 

con  vn  feffàrfò dì  vino  ordini fei  liquori 'd'muayHrì 'oncia  dipepey &  vn'  £• 
altra  di  ruta  vcrdcy&  olio, e  aragantife  nielerfneza  libbra  per  vuo.Loda 
fianco a pigliar 7\iffrano)ccJìo>.pctrofelino Macedonico >  mirra , inc.enfo 
mafcbiodragantiycalamandrinaybettonicaytiminio  <A leffandr ino ype ne- 
re >e  polue  diaienfjyonciavaa  per  forte  y,e  pefle  tutte  quefle  cofejnfieme 
fé  n:  dia  vn' oncia  all'animale  con  yitioy&olio  d.baftariTJa^E  cbivi  me- 
fcol'.-.fe  ( 'gì  a" orTgt avventi  dattiliyventicinque'fi.cbifeccbiygrafo  di  bec 
coye  brodo  d'vn  cagnolino- bollito  in  acquaymi'glior  farebbe  la  medicina. 
Oltr  accia  pigliandofi  co  floyc  affla  fifluLhpetrofelinoybettonicaylegno  dol 
ceymaggioranayfpigo'nardoyfarcofagoy.nieliloto ,  armoniaco  yfquinanto 
detto  ali:  iniziti  giunco  odoratflyaloeymirraycalamo  aromaticoyradice  di  f- 
panaceaye  dragantì^ana  omiedneynardo  Gallicoycentaureaye dragontea. 
ana  oncia  vnayiride  lllric agenti ana  ;  arislolochia  y  o  %affranoy.ana  on- 
de quattro  y  affèntio ,  manìpoli  tre  7con  tre  onde  di.Opoponago  yfarà  be- 
uanda  conueniente  di  verno  à  tutti  gli  anbnali.O,  veramente  prendafi  dì 
opoponago  oncia  me^digalbano  altrettanto  ydi  midolla  dì  cerno  oncia, 
ynaydi bifiopo  dneydi ragia y  sgomma  Colophoniaquattroydiolio dilane- 
rò feìydi  olio  commane  apdìc  'he  di  dio  fquìnanto  altrettanioy  efkttefi  in- 
terne bollire  in  vii  vafc  di  rame  à  fuoco  lentOyfi  che  diuenti  vn  lìquor  be 
n  ifyejfitOyfc  rìvnga  la  fronte  de  iCaualli .  Spotrebbe  anco  feruire  à  gli 
huomini  y  che  per.  troppo  freddo  patìff ero  lafcjatica.lsQ  cofa  alcuna  dico 
noritrouarfiycbe  preferuidi  neruo gli  animali  da  ogni  maleyquanto  but- 
tar loro  di  quesia  compofitione in  corpo  con  vn  cornetto  .  Scalda  ancora., 
y.na  benandata  qual  contenga  di?\iffrano  oncia  vna}di  mirra,draganti,, 
e  cimino  due  onde  per  forte  :  convinotepidoyouerdigentianaydi.peuere 
neroydipeuere  bianco ;e  di  filerò  yh  fé feliypur  onde  due  per  ciafeuno  y  o  dì 
afientioyoncie  due ,  con  tre  di  lupini  amari  y  &  altrettante  dicatloreo  y  ò 
(come  altri  dicono),  di  Ts(aflorico pietra .  £cbifàceffe  bollire  in  acqua  > 
mirra  y  cjpigoTSlardoy.anaoncia.vna  >.  coftoy  e  affla  lignea  y  ana  onde 
due  y  biffopo  y  &  affèntio  y .  ana  onciefei,con  dodici  di  cipero  y  bar  ebbe  v-  j% 
ria  decottione  >.  ebe  data  a  bere  per  tre  diyfaria  ejfi'caciffìma  non  purea, 
fcaldareyma  àfare  orinare y. e  dettar  le  virtù  di  tutto  il  corpo  :  gioitene- 
Incorda    ^  ancora  alla  toffe  all"IncordatOy&  alle  velenofe  morfic atur e :ricor dana- 
io e  vele-  doni-poi  nel  quarto  giorno  dargli  a  bere  olio ,  acciò  ebe  del  tutto,  riman- 
nofe  mor  ga  netto.  Certamente 'bifogna  con  molta  diligen^  rimediare  alle  fred- 
p    jjre,;    dureylequali ,  opre  fé  in  cafa  y  ò  pur  di  fuori  >fefì  vengono  ad entrinfìca- 
e  loro  ri-  re  ne^e  v'fcCre  lungamente  ,.  producono  diuerfì  mali  pernicìofi  : 
medi,-       pcròinfieme  con  le  beuandey  non  fi  manciù  di.adoperare  (come  Vegetiti 
ci  con  figlia  (  le  vntioni  a-pprogriate  À  rife aliare  ;  delle  quali  vna,. 

potrà^ 


7)11    CAVALLO,    LlB.Mt.        ^47 

fjt.  potrà  comporfi  con  bacche  di  lauro,  cipero,  falnitro,galbano, e  folfo  vino 
' ana  oncia  vnaycera, gomma  di  pinole  terbentina,ani  libbra  yna,e  due 
di  ajf/rngìa..  Vrì  altra  dett a  MlimamicaVelagonio  ordino  per Ufi efio  AIJlmai1- 
effetto  ;  ponendo  gom  m  a  di  pino, go  m  ma  fece: ,  g  ->  )n  m  a  Colofonia,  ego  m-  n  e  p  fre(j 
maTerbentina,midolladi cerno, galb  ano, opjp  anace  ,olio  di lauroyé  ce-  dure. 
ra  di  p  ari  pefofliquefatti  in  vnapeii  da  con  carboni  difottolezgiermen 
te  acce  filanto  che  vengano  ad  vnirfi,e  condcnfarfupoife  ne  fregheran- 
no le  t empiee  le  reni  dell'animale.  JtWiticpiro,  ne  i  di  Canicolari  fi  deo  - 
noìjpejìo  fare  bagnare  iCaualli  ne  i  }ìumi,o  nell'onde falfe;econ  rìnffie-  'ty$i$\!£ 
fatine  meditine  è  dafoccorrerfi  allaneceffità  de  tepiie  delle  fatice,dUn-  nuea«  ri 

B  do  lorole  due  oncie  d'olio  freddo,conquattro  fcrupuli  di^affrano  ■,  e  con  ualli  nei 
ynpoco  d'afsentio.ò  melerò fato  :  e  fé  non  baflaffe il  liquore,  mettauifi  dl  canico 
del  vino ,  ò  pur  metta/i  à  molle  vrì oncia  di  offrano  in  vino  vecchio  ,  e  il u 
tre  di'  draganti  in  acqua  calda,  poi  mefcolando  vi  fi  aggi'mgano  inftemt 
ynfaf detto  di  porri  verdi,&  vrì  altro  di  apio  ancor  verde, con  vna  he- 
mina  di  fugo  di  portulaca,tre  fettari  di  latte  caprinoyvno  di  fugo  di  vu'a 
pa(fa,tre  onde  di  mele,vna  libbra  d'olio  rofato,fette  vo'.ia,et  uin  uecchio 
à  bafla^aje  d'ogni  co  fa  ben  petta,emisìa  infieme,fe  ne  dia  per  bocca  vii 
feflario  il  dì, per  tre  giorni .  Ilfegno,  che  l'animale  fa  fiato  percojfo  nel 
ceruello  del  gran  femore  del  Sole  Canicólare,dice  eff e re,  eh' 'egli  è  sforma 
-''  to  a  tenere  la  tefla  china,cjrìn  tal  cafo^prima  d'ognialira  cofa,e  da.trar 
gìifi  fangue  dalle  tépie,egio:ia  per  la  narice  fi  ni  ara  buttargli  va  fefla- 
rio di  vino,ouefia  rifiuto  fugo  di f rondi  di  cauli ,e  di  apio-.e  sefl  i  ci  pa 
reffe  forte  fcaldatoyfacci  fi peti  are petrofe molo,dauco  y  allkoyfpigo  nar 
do,fìnoaerete,  et  abrotano, per  cgual  pefo,  e  dian figli  con  acqua  melata  . 
Mafeparefienonpoterfi  fottenere  infejlejfo  ,  venendogli  quafi  à  cader 
le  membraipiace  ad  alcuni,  che  e' attenga  dalbere,e  co/Jaf  etato  fi  lafci 
ttare  nell' acqua  fredda  per  lo  Jpatio  di  vrìhora.JLltri  dicono  douerglifi 
dar  col  corno  per  la  gola,f arimi  d'orbo  con  vino ,  ò  farina  di  fruméto  con 

*)<  acqua freddalo  per  più  certe^ja,  tre  voua  crude  conpulegio ,  &  acqua 
temperata  d'aceto, me fcol aioui ancor olio.Tonè  altresì  Fegetio  efere  bè 
uandaafsairinfrefcaiiua:  fé  in  vnfettario  di  vin  vecchio  fi  mefcoli  me- 
ra libbra  di  olio  comune\vn  ciato  di  olio  di  coriandri,&  vrì  altro  di  lat- 
tughe ;e  tre  voua:facédo  poi  di  tutto  tre  parti,per  darle  in  tre  giorni  fcal 
date;  e  più  efficace  fard,fe  in  quelpunto,che  deurà  darf,  vi  fi  aggi'ingé- 
rd  vn'hemina  di  acqua  allhora  canata  dalla  Ciflerna  .  *Affi.  to  ,  da  cui 
pare,che  Fegetio  h abbia  prefa  grati  parte  iz'  dati  ordiniyin  vn  luogo  lo- 
da per  Iettate  vin  coito,%affrano,  e  pignoli  ammollati  in  vino,e  dr  agan 
ti  ammollati  in  acqua  calday  con  mefcolarfi  ogni  cofa  infieme.ln  vrì  al* 

\MM    ì       ih 


y4g  T>  E  L  L  A     G  L  0  \l  jt 

tro  dìceyche  prima  fi  metta,  in  vino  il  Taffranoy&in  acqua  calda  idra-  E 
ganti, poi  difcioltiychefianoyvi  fi  aggiunga  il  porrose  l'apio  verdey&  in 
corporata  ogni  cofani  fi  metta  fugo  di  lattuga-Jatte  di  caprayolio  rofa- 
toymeleyvin  cottoy&  vino  vecchio.-diflribuendolo  in  tre  dì  .^Altroue  or- 
dinaycbe  fi  pigli petroj elino y  frutti  di  mirtOyfefeli  Cjallicoy  fquinantoyfe- 
tne  di  apioye  di  ormino;  epefìeinfieme ,  e  mefcolate  in  acqua  melatay  e 
poi  colatey  fé  ne  dia  beuanda  la  fiate .  S  crine  etiandio  rinfrefcarfì  afìaì 
_         .  V  animale  con  vna  beuandayin  cuifia  miflo  viri  veccbioyolio  buono y  vua 
ap  «pria-  pa[fayquanto  fi  vuole y&  acqua  fredda  a  baììanja .  E  poter  anco  far*  il 
taal  Ci-  mede  fimo  buono  effetto  ypolue  dy  incenfo  con  vino  bianco  tepido  data  per 
uallo  per  (afniflra  narice .  Fri  altra  beuanda  Vegetio  pone  appropriata  à  darft  * 
no  e  pri-  ^^utltnno^lcl  f  rimauera  ;  la  qual  contiene  coHo  celticoy  petrofemolo 
mauera .   bettonicayliquiritiayfagapenoyfpica  Indiana  yfaffifragiay  eupatorhy  me- 
lilotOyr  adici  di  giglio  Illirico  pauonai^ro  >  e  di  draganteay  amomo  >  ari" 
Holochia  rotonda  y  fquinantOyaferOyaloey  &  opopanacey  me^a  oncia  per 
cofa-.carma  di  ca(fì.iycentaureaygétìanayarisìolochia  lunga,  mirray  caflo 
reoye  ^affranoyoncia  vna  per  forte  ;  efei  di  dragamo  ycon  due  fkfciettì 
di  afìentio  pontico;queHe  cofe  tutte  ridotte  in  polue  yHima  poter  baflare 
Beuande  tye  fò  £  dodici  ani maliydandofi  dileguate  in  perfetto  vino.E  per  ogni  fio. 
itagione .  S^one  ^ce  efere  bette  a  tener  triti  in  fottiliffima  polue  di  paripefo  il  co-  _ 
Sìoyil  melìloto  y  Vhifopo  y  ilfanfucoyTafaro  y  itmarrubioyil  dragantoy  la 
dragonteaj  anHolo chiama  centaurea  minorey  la  gentianaylafj>ka  Cel- 
tica y  foglie ye  le  radici  de"  gigli  Illirici  :  perche  accadendo  di  feru ircene 
di  fiate  y  vi  potremo  mescolare  ^affrarioye  meley  e  più  dragantiy  fecondo; 
che  neceffario  ci  parrà:  e  diverno  aggiungerui  peuere  >  e  f emende  di  a- 
pioyE  difenape;dandonepoicofinellvn  tempo  ycome  nell  altroyvn  cttc- 
chiaro  al  Cauallo  in  vufesìertio  di  buon  vino.  Qttefta  beuanda  vtile  in 
ogni  tempo  è  de  fritta  da  biffino  in  qucfto  modo  >  Che  pigliando  cofìoy 
meliloto-yìjiffopofeccoyiride  Illirìcayariflolochiaymirra  clcttaydragotea> 
efpigo  1<{ardoyvrì oncia  per  co faypoHe  infteme  fi  conferita /? ero  in  pohiey 
e  di  Hate  vi  fi  mefcolaffe  %affranoydr agamia  mele:  e  di  verno  tre  oncie 
di  peuere  folamente  .  Ma  la  più  vtile  polue  >  che  fi  pò fa  tenereper  ogni 
tempoye  per  ogni  infermità  dice  effere  qttellayche  fi  compone  digétianay 
d'arifl'olochiaydi  mirraydi  pomelle  di  lauroye  di  rafura  d'auorio:&  vo- 
lendola adoperare^ facciano  prima  bollire  in  vino,  le  radici  del  Giunco 
acuto  col  marrubio  tpof eia  colato  il  vinoyvifi  metta  vn  poco  dieffa  pol- 
.       ueyefe  ne  dia  per  tre  giorni  à  bere  all'animale .  Fri  altra  ne  pone  anco- 
Quadri—  ra^}€  <f&'$reciTetrippoyda'  Romani  Quadrigaria  potione  ècbiamata^, 
garia.       done  entrano  dragaMiyetrofdinoyfarcofhgOycaffia  ligneay(ò  Fiftolayco-^ 

me 


H 


'DEL   CAVALI  0)    US.   VII.         $49 

jl  me  dicono)euforbido,gétiana\polne  dH'ncenfo,peuere,coìl;oymelilotOyiri- 
de lilirica,opop  anace,  fpigo Tsjjrdo,  fquinanto,  ammoniaco-,  cinamomo, 
feme  di  r  ut  aye  frutti  di  mirtóy  onci  ì  va  1  per  cone  j  cfei  di  betonica  con 
due  fkfc ietti  di  biffo po,vna  libra  di  vitriolo  ,  venticinque  pigne  picciole 
■verdine  radicelo  legno  dolce  ;lequaicofe  infìemè  tritte,e  paffute  per  fotti 
liffimafeta,-dice  douerft  tenere  appareccbi.it.? ,  e  poi  neibifogno  darne à 
bere  col  vino.  Oltracciò  dice,per  ogni  cofa  efier  giouenole-,  che  fi  pren- 
dano venti  fichi  fecchi,due  libre  v  'olio,  vn  manipolo  di  bietole,  quindici 
onde  di  farina  di  orjo,&  altrettante  dà  fieno  Cjreco,  e  mefcolate  con  Ut 
te  d  ,Afina,fe  ne  dia  di  continolo  à  beuanda.  Hierocle  approuar  per  mot- 

S  to  vtile  la  farina  dell or^o  cotta  congrafio  di  becco,e  mcfcolata  con  de- 
cozione difien  Cjreco  .E  per  ogni  dolore  Affino  afferma  efferfi  prouato   p 
giouar  mirabilmente,  che l'berba  dettaVanxcea  fui  diHéperata in  vino  uil\Q  acj 0 
con  vn' oncia  di  ragia  terrebinthinafò  che  nelfimil  modo  fi  dia  con  acqua  g«i  dolo- 
c-alda,il  befalo  vecchio  polueri^aio.E  fé  la  radice  della  mede fima  pana-  xc  di  canal 
cea  ridotta  inpolue,e  crìnellata,(ì  amw  affi  con  farina  di  frumento  ,&  vi  °  ' 
no  vecchio;  t 'fattine  panetti,  fi  diano  a  bere  co  qualche  liquore  dislempe 
rati,dice  effere  vtiliffima  medicina  ,  che  fé  ben  V  animale  haueffe  rottu- 
ra dcntro,il  guarirebbe.  Con  tutto  ciò  ne  compone  vrì  altra,laquale  dice 
effere  mìracolof a  in  ogni  Hagione  per  risiorar gli  animali ,  e  liberargli 
da  ogni  male:ordinando,cbe  prendiamo  amomo  oncia  vna,  galbana,& 
opoponace,oncie  due,nardo  fpicato;e  nardo  gallico,  ana  onde  tre,  carpo 
baljamo,onciequattro,meliloto,a[(jìa  fi  fi  ola ,  rofefecche,  maggiorana-) 
giunco  odorato, min  a, e  graffo  di  toro,  ana  onde  cinque,  gomma  .Arabi- 
ca onde  otto,e  draganti,  onde  dieci,  fcalogne  none,  e  dattili  venti,  mele 
ottimo  libbra  vnaytre  fejìarij  di  farina  di  fieno  greco,  tre  di  vino  cotto  ; 
e  venticinque  di  vino  vecchio  .  f  draganti,il galbano,e  fopoponace,de- 
uranno  effer  triti ,  e  macerati  nel  vino: pofeia  con  l'altre  cofe  bollendo 
in fieme-ifi  faranno  ridurre  al  ter70  \  gittandoui  àpaco  à  poco  il  vino ,  e'/ 

^  vino  cotto.  Qui  non  mi  pare  da  tralafciar  quel  che  Vegetio  ci' ammoni- 
re ,  che  nelV  adoperare  belle  beuande  ,  fi  auuertifca  di  darle  col  corno  sì  co^*n  ^ 
pianamente,c  con  tal  deìirex7a,che  in  cambio  dimandarla  per  la  cari-  debbano 
na  del  cibo, non  and  afferò  nelV arteria  dello  fpirito;  per  quel  luogo,che  di-  dare. 
cono  Epigliotto  :  onde  l' animale  di  leggiero  fi  affogherebbe  ,  comepuole 
auuenire,s'elle[ì  de/fero  in  tempo, che  egli  t  office:  però  quando  ciò  fi  ve- 
deffe,(rcciafi  feiogliere  àpafteggiare ,  fin  che  tal  noia  gli  fiapafiat  a;  al- 
legandolo fi- a  quel  yne%o  con  altra potione  appropriata  à  mitigare  l'of- 
fefa  di  quei  meati  ;il  che  farà  con  dargli  a  bere  olio  rofato  mislo,  &  agi- 
tato bene  con  acqua  tepidaco  neramente  fugo  di  vua  paf$a,cbe  prefetti  d- 

eJ*/CM    3  neo 


550  ..     D    E  l  L  j£     g '    l  0  B^I  J!._ 

neo  nriediogiàfuole.  effere  in  ogni,  toffe  :Qltraciò  gli  fi  potranno  sbruf-  g 
fare  h  uà  nei  con. acqua  temperate*  d'aceto,e  pulegio  :  poi  come  fi  vedrà 
quietato  bene,  fi  dia  la. medicina,la  qual  tanto  meglio  verrà  à  digerir  fi, . 
q  auto  con  maggior  aftinenxa  gli  fard  sì  ito  negato  il  bere-,  e  l'orbo  il 
giorno  inaridì  \  e  quanto  più  fi  tarderà  dapoi  à  prebendario  .    Hor  non: 
mi  fa  grane  di  foggiungere  ancora  quei generali  rimedi,chel  mede  fimo 
auttore  afferma  ejfergioueuoliad  ogni  forte  di  malattia,  acciò  che  nei 
Rimedi  bifogni  fi  poffano.  adoperare  i pia  opportuni.    JJ.iole  egli  adunque,  che: 
ad  ogn  i    minutamente  fi  peflì  del  fé  me  bn. ftalato  della  'zucca  Egittiaca  vn'aceta 
ione  di    jj0i0>e  misto ,  e  ben' agitato  con  mexo  fejiario  di  buon  vino,  fi  coli  con 
di  caual-  yna  te^h.e  fi  butti per  la  delira  narice  al  corpo  all'animale  :  perche  ol-  &• 
li .  tre  gli  altri,  benefit  tj,.gioua  molto.alle  dijjicultà.  de  gl'intestini .   Loda 

etiandioyche pefle  le  radiciyerdi  del  Cocomero  faluatico,e  per  vna  not- 
te macerate  nell'Acqua ,  epoi.ripestate,e  colate,  fi.  diano  per  bocca  tre 
cuc  chiari  di  quel  fugo,  misto  confainitro}e  con  vino  tepido,fette  contino 
ni  giorn'hpurche  l'animale  non  habbia  febbre,  fimilmenteilfalnitro  ben- 
tr.itto,e le  mcdefime  radici.del cocomero  f abiatico  minutaméte tagliate ■ 
aggiuntola  ancor  dell' apio  yftpotran  me fcolar  e  tra  l'orilo  ben  purgato;  e. 
metterlo  dauantial  Cauallo  infermo. Et  accioche  non  folocolrnangiare, . 
m*  col  beuere  altresì.eglifia  medie  ato,f ara  Bene  àmiflicare  etiandio  nel 
V acqua  l'isleffo  cocomero  minutato,  come  s'è  detto,ò_piu  toflo  polueri 
7Ato,come:a  Telagonio  piacque  :  il  quale  contra  la  pefìe  ordinò tutte  le 
dette  cofe.Qioua.  ancora  à.t  agliate,  minutamente,  radici  diebulo,e  di  or- 
tica^ macerate,  in  bonifiìmo  slrutto,epoi  colate  con  panno  di  lino,darne_ 
tre continoni  dì.per lo  nafo  yqnantofala  mifuradiynlvouo..  Ilqualri- 
medio  io  trono,  che  fu  ordinato  da  Tifìerio.Cicilianopur  contra  la  peJH-- 
len%a,mefcolandole  dette  radici  con  tant a  falamora  dipefee quanto  ca. 
pi  fé  in  tre  gufi  dvoua..  E  chi  prenderà  vna  libbra  diherbafauina,  due: 
onde  di  céraurea,tre  ditriffagine,quattro  di  ariflolochia,  e  di  bacche  di. 
lauro,e  di  mirra  altr etate  per  vna,  e  polueri^ate  infìeme,e  criuellate  ne  j^ 
gitteràper  la  gola  vn  buon  cucchiàro  all' animale. co  vnfesìario  di  vino 
Cura  d'a-.  alquanto  caldò,glifarangiouamentograndifimoin  ogni  male. Totr  affli 
iiitar  tut-  parimente  aiutare à. tutte  le  infermità.con  questa  cura,fe (quando  lefor  ■ 
te  _1  infer-  ^£  ^  p0jjano  co;  .portare)  fi  cani fingile  prima  dal  collo  ypoidàlpala-. 
Cauallo  .  to,e  da  qual  fi  veglia  luogo  ,doue  il  male  fi  fcuopra,  cioè,fe  nella  faccia-, 
dal  capo\fe  nelle  parti  dinanzi ,  dalle  fp alle  ;e fé  in  quelle  didietro,  dalle-. 
cofcie;e  diqiiclfdngue  misto  con:aceto,fi freghi  per tutto  il corpo,e  maf-- 
fimaméte  nel  luogo  infermoiindiprefo del  fané  di  finocchi,  e  delle  radi- 
ci di  panacele  dicj-ingio^tre  onde  per  cofai&vna  e  meta  di  aloe  fotilif— 

fmamente. 


DEL    CjlVAllOy    IIB.    Vìi.         Tffi 

rj£  /imamente  ridotte  in  polue}&  in  tre  particelle  diuife,con  vn  feslario  &l 
farina  di  frumento  roìiito  meficolate  in  accana  ch'ara ,  fé  ne  dia  per  tre 
giorni  beuanda  :  <A 'ni 'tenendo, che la  detta  herbairingoy  che  fi  dice  al- 
tresì Erìngio)  farà  migliore  fé  fi  troni  nata  dal  fluttuar  dell'onda  marina 
per  lo  lito,  q  >afi  al  (fardo  faluatice  fomig  li  mte .  Telagvìh  crede  effer 
efficacìffvma  medicina  per  tutte  le  infermità)  quantunque  pestifere-; fé  uh 
Tollo  di  Cicogna  yche  già  haueffe  postele  penne  :y'ma  non  potefie  ancora 
Jbftenerfi nel  voloy/ì mettefie  viuo dentro  vn pignatto  di  terra,  ilquile 
empiaslrato  dì'igejfo  dou'effe  metteìfi  dentro  vnfornoydd cui vapore  e  (fio 
Tollo  abrucdatofi  riducete  in  polue>conferuandóla  in  -vn  vafio  di  vetro, 

2?  e  nelhifognofe ne  dèfse  vnxucchia.ro  convnfcjlario  ili  buon  vino  ali' ani 
male,  finche  fi  rifanaffe .  V  egetiodixe,che  tal  pollo  figitti  in  vn  calda- 
io d'acqua  bollente >  poi  tratto  fuori ,  xofiìeffato  fi  fàccia  abrucciare  dal 
•vapore  del  forno  :&  indi  fi  poluerirj.  Tlinioper  tutti  i  morbi  di  quadru- 
pediyfommamènte  commenda  vna  Capra  intera  col  cuoio-,  &  vna  ì\ana 
rofj'a  minutamente  tagliatagli  citìfoyb  la  ruta  con  vino ,  o  le  fiemen^t^ 
bagnate  con  feccia  d'olio,  date  perle  narici .  Il  Camerario  a  tutti  i  lan- 
guori dice  apportarfi  rimedio  preficntaneo  con  lahedera  terreflreno  pur 
data  a  mangiar  e >m  a  trita  posla  nel  nafio  per  muouere  ftamuti  ■:  .Alcuni 
dicono,  che  mettendo/}  la  radice  Carlina  nella  briglia  prefìo  alla  bocca 

^  delCauallo  nei  viaggiagli  fi  conferuano  lungamente  lefor^yC  ninno  fu- 
bitaneo  morbo  gli  può  venire .  Chirone  Centauro  trai' altre  fue  compofì- 
tioni  fi  trotta  hauer  ordinata  quejla,  che  vn  Cagnolino  da  latte  fc anato 
"pìno,e  cattategli  l' intcriorayfi  metta  nell'acqua  bolléte,  oue  fi  fàccia/i  ar 
tanto ,  che  reììi  non  pur  pelato ,  ma  fiotto  in  modo  >  che  l'offa )ì  poffanó 
leuar  via:  indi  prefio  il  rimanente  di  queslo  brodo  y  e  me  [colato  coniflrut- 
to  di  'Torco y  vino  vecchioyolioypepèy  e  mele  ,fene  conferui  intorno  ad  vn 
fefiarioy&  ad  ogni  animale  infermo  fé  ne  diano  caldette  due  cotile  co  un 
pugno  difalnitro  ogni  giornoyfin  che  recuperila  falute.  Il  medefimo  effet 

7)  tofi  dke,chefa  vn  (apretto  pelato,e  lefiato  con  tuttìi  piediyouer amente 
vn  Gallo  biancoyO  pur  vna  gamba  di  rPorcointèra  yfcotta}  e  condita  nel 
detto  modoyfi  come  ^Affino  fa  fede ,  ilqual  dice  hauer  vfato  di  far  bolli- 
re in  acquaie  radici  del  titimallo  biancOy  b  dell' arifiolochia  lungay  ò  del 
cocomero afininoyb la centaurea  minore,  o'I peucedanoyò l  afientio ,  bla 
feméia  della  coloquintida  Egittiaca  brufiolatayco  la  midolla  cruday  e  di 
tal  decottione  mifla  con  mele  ydarne  ogni  dì beuanda  per fette  giorni: fio- 
pra  tutto  lodado  il  cocomero  afinino  col  falnitro:pervna  bevadafempli- 
ce  ordina  àpigliare  fiei  voua  co  fiei  onde  di  mele  ottìmoye  fiei  di  olioy  e  dar 
le  mifie  co  v in  perfetto .  Vfaua  ancora  Chirone  quefla  beuanda  per  rifilo^ 

MM    4        far 


552  1>ZL.LU     C  L  0  \l  jt 

rargli  ammali^  curar  bolfiye  tuttele  altre  lUtrinfeche  infermità-,  preti-  £ 
dendogerntiana,arislolochiarotonda,mirr  a  tragloditayraf.ua  d auonoy 
e  bacche  di  lauro  di  egual  pefo:  e  di  tutte  ridotte  in  polue ,  prefo  vn  coc- 
chia;-oyvi  aggiungerla  quattro  fcropoli  di  bijjbpo  tritOytreoncie  di  mele; 
ò  di  fugo  dvua  pafià,vn  fesìario  di  #mo,&  vn  boccone  di  gifnoftemfe- 
rato:alle  quai  cofiydapoi  che  farà  fktigato  il  canalizzi  potrà  aggiungere 
vna  hemina  di  affentio.  Parimente  vn  cucchia.ro  della  detta  polue  fen^a 
altra  aggiuutione  potrebbe  darfi  nel  vino  ,  che  fui  bollito  con  radici  di 
giunco  acuto^e  di  marrubioye  poi  colatoyouer  con  tre  oncie  di  mele>&  vn 
fesìario  di  acqua  tepidayouefia  fiato  cotto  l'apio  ye  le  radici  del  giunca  ; 
faie-ido  eia  per  tre  giorni.  £Ui  medefima  polue  y  dandofenepiù  d'un  cuc  * 
chiaro  con  va  fesìario  di  vino  vecchio^  vna  hemina  d'olio  verde,libe- 
ra  l'animale  da  ogni  veleno famorficatura;  &  operandola  con  aggiunta, 
di  pcpcydi  p'.degio  e  di  cimino  ytanto,ch  e  in  tutto  fia  vn  cucchiaro ,  e  dan- 
dola con  vn  fesìario  di  vinoyVale  àf cacciare  ogni  raffreddamentoycome 
ZJegetio  affermatici  ual  foggiunge>  che  per  confermare  la  finità ,  Chirone 
yfaji.a  vn' altra  purgazione  di  quefio  modoychc  pesìo  vn  capo  d'aglio  mag 
P  urgat  io  gioit)da  alt  uni  GallicOye  da  altri  chiamato  Vlpico,con  me\a  oncia  difa- 
ne  per  co  gapeno:  e  mef colatigli  con  vn  bicchiero  di  buon' olio  y  e  me^p  fesìario  di 
ieruar  ix  acqUa>n€  daua  vna  hemina  all' animale  cofi  domatoycome  d' armentOyfh 
caualli.      cendolo  ogni  anno  nel  principio  de  i giorni  Canicolari  >  per  tye  continoui 
dì}e  cofi  tutto  l'anno  poi  fi  >->.■.  anfani .  ^èfi  dee  ce/Jare  di  dar' à  l'amato 
cauallo  convenienti  beuar.de per  riparare  alla  magrei^ayolla  fiancher- 
^a,alla  toffey&-  al  dolor  de  gl'interiori-,  come  farà  dandogli  vna  hemina 
di  buon  vino  con  vn' quo  indo  sbattutole  fan  me  [colati  dodici  fcropo- 
li difolfo  viuo,e  quatti  o  di  mirra  ridotto  in  poh' e .  Dice  ancora  efier  ap- 
propriata a  purgare  ben  dentro  ,  e  risìorar  l'animale  da  ogni  infermità 
vn' altra  medicina  di  maggior  fi>efa.yih  e  richiede  vn  fesìario  di  or%ataytt 
vn' altro  di  bacche  di  lauro  quando  fiorifconoyvna  Lemma  difemenje  di 
linoy&-  va  altra  di  fieno  GrecoyVn  fa  filetto  di  rutayvn' altro  dipulegioye 
due  di  hiffopayq  uindici  lumache  de{le  migliori,  &  altrettanti  bulbi  (che 
fono  fiecie  di  cipol\e)oltr  a  ciò  venti  fichi  doppi ,  e  datili  altrettanti  y  tre 
capi  d 'agli }vn 'oncia  dì  ^ajfranoy  efei  difetto  di  capra ,  con  fior  di  grafia 
falfo  di  porco-,0  del  budello  fuo  diritto^  o  pur  in  luogo  di  quefie  co  fé  di  par 
commettendo  vn  capo  di  Capretto  pelato  co'  fv.oi  piediy&  intesxiniypurga- 
ti.Tutte  quefie  co  fé  bt  netteye  rnifte  inficme  fi  coceramin  acqua  di  Cifier 
nayfin'à  tatoyche  quel  budello  di  Torco  y  o  quel  capo  di  Capretto  fiaf cot- 
tole però  vi  fi  rifonderà  dell'acqua ,  acciochc  non  fi  abbrutiafie  la  decot- 
Uonetma  che  bollendo  fi  fàccia  più  graffa:  Indi  diligentemente  colatala.) 

vi 


<D  E  L     (LjLKUIXO    L  1  B,    FI. 


.5*? 


%A  vi  fi  aggiungeranno  draganti,  macerati  il  dì  innanzi  in  acqua  caldaie  tre 
feìlan  del  fugo  di  vna  pafìa;  e  di  tal  compofitione  ogni  dì  fi  darà  vnfefiq. 
rjo  in  beuanday  aggiungendoci  il  primo  giorno  fei  voua  dipiH.y  il  fecondo 
due  voua  piene  d'olio  rofato y  Uterino  tre  onde  di  b'.itiro  y  laqual  medici- 
na è  da  dar  fi  a  digiuno  sfacendolo  poi  foi-.ra  offa  digiunare  fette  bore  ye 
per  gran  fpatiopajfeggiare..  In  quesìo  modo  fi  potrebbe  anco  dare  vn  al- 
tra beuanday  che  riceueffe  meya  libbra  difkriija  di  fkua ,  tre  onde  di  a- 
nagallicOy&  altrettante  di  amiloycioè  di  fugo  di  frumento^  fei  dipolue- 
re  qnndrigaria  y  laquale  fìì  da  ChironeiaTiituita  con  prendere  gentianay 
ariHolocbia>cétaurea)bettonicayfa/fip''.gia)faufucoìapio)abrotanoicra- 
faro  libbra  vnaper  cofayaloey?nirruyc  patorioycardamomo-,fbica  (eltica 
galbanoycafiorioy  opoponaceyradici  dipanaceyiìrutio:e  liquiriti.iyana  on- 
de fei ]d anco  yfoglio  7S[a.rdoyana  onde  trenti -agami  tre  UbbreycpHoy  armo 
niacoye  cajfia;ana  onciavnaye  fcropolo  vno  :  afìentio  fhfoi  tre  di  fugo  di 
perisiereo  fecoye  criuellatoyoncie cinque:  le quqi  cofe  infisme pesìe-;  fono 
.  da  conferuarfi  con  diligenza  in  vafo  di  vetro  youer  di  fi  agno  >  "Pelago-  . 

nio  compofe  laquadrigaria  in  queftomodoy  che  fi  prenda  cimi amomoy  ^t  "" 
jpigo  leardo  di  Soria;fi>ica  dlndiayX^ffarano  di  Siciliay  mirra  Troglodi  ^,e  £  có_ 
tayfquinantO)pepc  neroypepe bianco  yiungOymanna d  inceri fo y  bettonicay  ponga. 
caffianeraytriffagine: folio  nardo  Celiicoydpolla  Indianayfioraceylaferoy 
r  &  agarico  di  Mar  Maggiore  y  meenfo  maf ch'io  y  radJce  di  giglio  Illirico 
$>auona?goytimocreticoy  calamo  aromatico  ypetrojhì:ol-oy  meleterra- 
g?ioygentianayrofa  fecca  y  caffi.--  in  canna  y<&  euula  y  mcfcolando  di  pari 
mifura  ogni  co  fa  inficine  y  e  pefte  y  e  crivellate  fi  ferbino  in  vna  buffala  : 
per  darne  poi  ne  i  bifogni  me  ftalato  con  vino  y  &  olio  vn  cuc  chiaro^  ò  più. 
fecondo  lagagliardia  dell'animale .  .Affino  la  ordinò  ancora  dinerfa- 
meme}  pigliando  fogiiO)fp:goT>\ardo  y  Taf  arano  y  pepe  bianco  ,  neroy  e 
lungo y  radice  di opoponace ,  caffial>{ardinay  caffia Marrnalite •-,  e  caf- 
fia  dils[idafnmey  radice  di  giglio  Illirico  ^eme  d'apìoypome  di  terr ado- 
rno granato  y  peucedano  y  famna y gentiana  y  herba  VKi»finaymirraytbimo 
D  trifiagineycofloyincenfo  mafchioy  geffe  Mantio  y  calamo  aromatico  y  rofa 
feccayrutafaluaticaypetrofemoloy  ariftolochia  lunga  y  amomo  y  calamo 
firiacoy&  artemifia  infieme poluerÌ7ateye  conferuate.  Ma  fopra  tutti  i 
rimediy  Vegetio  dicey  approuatiffima efiere  quello  antidoto  che  da  Tela-  Diapente 
gonio  fu  ordinato  contra  la  pe$lilen?a  y  e  Diapente  è  chiamato  per  effer  contra  ja 
comporlo  di  cinque  cofey  cioèymirraygentianayariHolocbia  lungafbacche  peftc. 
di  lauree  r afuro  d'auorioyper  egualpefo  trite  infiemeye  criuelUte.Que- 
fìa  compofitione  egli  chiama  eccelléteymiracolofaye perfettij]ìmay  fen^a 
laquale  dice  efiere  ftroppio  il  Marifcalco  y  e  però  ejfere  necefiario ,  che 

chi 


554  h  111  o€    G  IO  \1  Jt 

chiamala,  fallite  de* firn  Giumenti  ,la  tenga  femore  apparecchiata  fi  in 
cafa,eftper  viaggio  ;  perche  inogni  qualità  di  morbo  vale  a  liberare  di 
pericolo  l'animale,  dandofi  marinamente  ne  7  principili .,  quando  egli  fi 
vede  melanconico^  ragricchiato,  o  tentato  di  qualche  macchia:  e  fé  ben 
egli  fi  effercitaffe ,  efhticaffeyquesla  con  lafua  virtù,  nonfolo  fcaccierà  i 
mali  di  dentro,  magli  accrefeerà  vigor  ne  gli  Jpiriti  ■,  e  nelle  membra  : 
Vvjodileiè  darfene  vncucchiaro  difciolto  in  vn  feslario  di  buon  vino 


ac- 


à '     fTe  '  tepidetto,continouandoper  tre  dìy  o  quanto  pia  il  bifogno  richiederà: 
come  fi    credendola  mifura  di  giorno  in  giorno .  ^Agostino  Colombro  dice  yfàrfi 
faccia.       la  7  triaca  cDiateJferonycio'è  lafignora  delle  medicine,  co mpofla  di  quat- 
tro cofe -.pigliando  mirra,gentiana,arifìolochia  rotondo,  e  bacche  di  lati- -F 
roy  anaoncie  tre ,  confette  con  vna  libbra  di  melefchiumato,e  conferua- 
te  in  vafe  di  vetro  :  della  quale  compofttione  fi  dà  me^a  oncia  con  vino 
in  molte  infermitàymajjìmamente  del  cerebro  :  e  dadofi  le  dette  quattro 
cofeinfottiliffimapolue  miflecon  cinque  libbre  di  grafo  frefeo  diTorco 
diftruttoyò  minutamente  tagliato  ;  dice  effere folutiuo ,  o  confettane  de 
JLlapisyVtiliffima  ad  aflergere,e  purgare  i  morbi  generati  nel  corpo  ,  co- 
me M  alea  fé  cca,ò  Tirfi,Orthopnea,AfmayTofeyT>ifeccaméto,Vermini, 
e  mal  di  filomaco. Vn"  altra  ne  pone  il  primo  auttor e  parimente  falutif era 
&  opporttmacontra  ogni  forte  di  male  ,  la  quale  riceue  mirra ,  incenfo 
mafehio,  efeor^e  di  pomo  granato,  ana  libbra  vna,acacia  ro/fa,gomma  ^ 
abrucciata,  afentio  pontico,polue  diferpillo,  betonica,centaureayf agape 
no, f affi f ragia,  peucedano,e  cadmia  votride ,  che  è  forte  di  tutiapiuper- 
fetta,ana  libbra  me-^a,  pevere ,  e  offrano  ,  ana  onde  tre .  Quefie  cofe 
ben  pefle,  e  crivellate  fi  mefcoleranno  in  trefejìarij  di  buon  mele ,  e  cot- 
te leggiermente,  conferuaranno  in  vetro ,  òfiagno  ,  per  darne  al  bifogno 
di  febbre  vngran  cucchiaro  il  dì,  conynahemina  d'acqua  calda,e  tre  on 
eie  di  fiore  d'olio:non  efiendoui  febbre ,  ò  cominciando  a  rifanarfi ,  fé  ne 
Beuanda  darà  conolio,&  vino,piu giorni,  fin  che  del  tuttofa  ristorato  .  zsfffirto 
caloceri-   chiama  Calocerina(che  da  molti  s'interpreta  Opportuna)  quella  betian-  fj 
na ,  dia-    da,che  fi  compone  con  dragantiyhiJfopoy  maggiorana ,  mirra ,  incenfo,  e 
chilo.       ^uccaro ,  oncia  vna  per  cofa ,  e  tre  dramme  di  ^ajfrano  :  le  quai  cofe  fi 
facciano  flar'à  molle  in  fugo  di  rofe,  che  dicono  B^odoHagma  ;  e  fé  ne  dia 
a  bere  il  ter^p-  La  beuanda  Diachylo,cioèfuccata,o  diftrgoli,  dice  com- 
porfi  con  farina  d'or%o,efiengreco,vnfeftario  per  vno,  fichi  Jecchi,  olio 
e  latte,  ana  libbre  quattro ,  vn  manipolo  di  biete ,  &  vn"  altro  di  ruta . 
Tropotifma  nomina  quella  medicina ,  con  la  quale  fi  purgano  i  (jiumen~ 
ti,prendendo  cardamomo  ,farcofkgo,petrofemolo,gentiana,  centaureay 
opopanace,efalatico,ana  onde  tre ^maggiorana)  hijfoppo  ?  mirra , iridep 

aloe, 


DEI   C\AV  jtllOy   l.IB.  Vìi.  555 

•ji  aloe,abrotano,legno  dolce,pepe,  cipero,  acori,betonica,  e  porri,  anaon- 
eie  quattro  ;%affrano,Caftoreo,f])igaceltica,meliloto,affen'ZO,  foglio,  cuf- 
fia lignea,e  calamo  odorato  ,  ò  corri  altri  dicono,  aromatico ,  ana  onde 
[eì,e  due  dijauina  ,  conquattrolibre.  di  draganti ,  le  quaicofepe§ìe,c 
pafìate  per  fottìi  f et  a,®  incorporate  con  trehemine  di  mele,  due  di  vi-  , 
no,  due  iao.ua  ,  &  olia  rofato  à  bastanza  ,fi  danno  col  corno  à  bere  :  Il 
medefimo  effetto  fi  fa  prendendo  cinnamomo,caffia  lignea,®  iride  f  Uri. 
QA>ana.mcie  due:foglio,jpigo  leardo, e  garofhli,ana  onde  tre,coflo,amo 
mo,agarico,e  mirobolani,ana  onde  quattro,con  quattro  fcropoli.di  ?af- 
frano,ventiquattro  libbre  di  viao,e  ventifette  di  mele,altrifcriuouo  iteti 

%  tifette  feflari  di.vino,e  mele:  e  dvtal  compofitione  fi  dà  ad  ogni  animale 
vnhemina,o  quattro  onciè,come  ad'ahri.piace  .  Heuanda  cromatica,  ò 
odorata  egli  chiama  quella ,  che  ricette  hiflopo,  ?affr  ano, pepe ,  bianco  y. 
pepecommune,petrofèmolo,incenfo,e  mirra,oncia  vnaper forte,dragan 
ti,e  coHo  quanto  fi  giudichi  efiere  baftante ..  Hierocle  ordina  due  medi- 
cine ^Aromatiche,  l'vna  delle,  quali  contiene  calamo  aromatico,fquinan: 
t:o,pepe,arifloloc.hia,e  pepnia,ana  onde  fei,  mirra  eletta,.gengieuo,e  le- 
gno dicinamomo,anaoncie  quattro,amomo,caffia  lignea, e  cinnamomo,, 
ana  onde  tre  ;  <&vna  di  ?affrano , .  con  opopanaci,  co  fio,  iride,e  croco- 
magmate,cioèfeccia  d'vnguento  di  '-^affrano^ibbr.a  vna  pey  cofa .  L'al- 

C  tra  contiene  iride,cardàmomoylaferpitio,calamo aromatico,grano gni-y 
dio,arij[tolocbia~,gentiana,peucedano,  cent.aurea,  legno  dolce,  offrano  >, 
draganti,e.pepe,ana  onde  fei,folio,coUo,amomo,cajfìa  lìgnea,fquinatk- 
tO)Jpigo  TS(ardd,Jpica  I{oman,xilobalfamo,cioè.  legno,  dibalfamo,  e  petro 
feJino,ana onde otto;melil.oto,hifopo,maggiorana,  rofefecche,  mele,& 
vano  ottimo,vnfe$ìario per ciafeuno, &vna libbra  d'olio,con. dattili  citi 
quanta,&votta quindici.  Sua compofitione.ancor è,  che  con.vnfeHario 
(ò  come  da  altri  fi  poneyvrì~acettabolo)  di.melè,&  vn'  altro  d' olio  fatto- 
d'oline  acerbe,®1  facciano. bollir porri,aneto,pulègio,&  apio,vnfafciet 
to  per  vno  :.  e  la  loro  oppreffione  incorporata  con  fior  di  farina  ,fi  dia  d  ■ 

**  bere. .  E  per  beuanda,chefi  dà  innanzi ', ordina ,  che  fi  facciano  bollir  fu-  R        , 
goli  d'orto ,  con  graffo  di  becco,  aggiungendoti  ancor  fiengreco,  e  poi  apr0pria- 
s 'adoperi '.sJtyCa  particolarmente. a*  Caualli,  i  quali  per.  occolta  cagione,  ta  a'caual. 
diuentan magri,egli vuole,  che  fidiabeuand'adi  vino  con  mirra-,®  olio  ^  ma§rl  v 
vecchio,ò  conventi  granella  dipeuerebianco,òcondècottionedifaluiay 
ÒM  rutaie.quando  la  magrezza  fuffe  proceduta  dalle,  continone  fatiche 
lo  dà,  che  quattro,  feflari  d'orobi  bianchi  franti  non  fottilmente,fi faccia- 
no vn dì macerare,  in. duer feflari  divino  bianco  di  buonfapore,e  di  qnel- 
U.orobifi  dia.  ilter'zoogni.  dì  per  trenta  giorni  r  prima  >  che  beua^.. 

In, 


55<£  D  E  L  l  jl     G  l  0  \l  J. 

Jn  verità  <il animali  attenuati  dalla  magrezza  >  maiftpoflono  ridurre  £ 
alleprifline  lor  forze  ifenz^afludio  diligente  del  Curatore)  il/i  naie  débita 
fiare  molto  anuert ito  y  quando  vedrà  [abitane  a  -nenie  effere  venuta  vna 
gran  magrezza  al  ino  Cauallo  ;  perche  yfetoslo  non  gli  [occorrerà)  egli 
cofi  languendo  verrà  à  perire  ;  però  ne  gli  principi] fa  lodatole  à  d- irgli 
ognidì  perlonafo  dieci  libbre digaro ,  ilqualeè  vtilijjimo à cacciare  il 
catarroyconforta  mirabilmente  gli  interiori;  parimele  fi  a  bene  à  dargli- 
jpejfoper  bocca  meja  oncia  difolfoy  e  quattro  fcropoli  di  mirra  polueri- 
zati ,  &  va  volto  crudo  con  vnfeslario  di  vin  vecchio  ,  &  vagendogli 
tutto  il  corpo  con  olioy&  vino  misli  infieme  sfarlo  contri  il  pelo  flretta- 
mente  dapiu  mani  pregare  acciòcbe  i  iteriti  fi  vengano  à  Mòllifi 'care,e  la  F 
pelle  ad  allargare  ydeflandofi  l'appetito  :  mafoura  tutto  fi  tenga  afci'tt- 
to>e  caldo  nella  flallaycon  buon  letto  dipagliaye  nel  verno  dixglifiàbere 
caldo  tre  onde  d  olioycon  meza  oncia,difeme  d'apio  ben  trita  disiate 
freddo  due  onde  d'olio  ycon  quattro [cropoli  di  zaffar  ano  y  e  con  vn poco- 
d'a/[entioyo  mei rofato:potendouifl  metter  ancor  dd  vino .  Due  altresì  > 
effere,  ottimo  per  lo  uernoychefi  prendano  quattro  modi]  'd'orzoy  vn[efla 
rio  d'eruoyvn  di  noe  ertoli ,  &  vndivuapajfa  [e 7  merito  del  cauallo  il 
ricbiedeye  lafhcultà  del  Signore  il  comporta) oltracciò  otto [ejiari  difa- 
uay&  otto  di  ceci,quattro  digranoy  e  quattro  difien  greco ylaqual  mifln 
ra  il  giorno  pinanzjfi  metterà  à  molle  in  vna  conca  di  acqua  cbiaraypoi  &  - 
lattatala  alquanto  a[ciugareyfì  comincierà  à  darne  mejo  modiolamat 
tinaydr  altrettanto  àferay  cofi  continouando  per  giorni  ventiimoy[cn%a 
menarli  à  bere  fuor  della  slalla.Le  medefime  cofepotran  feruire  ancora 
diflatcy[e  non  che  tolto  Verno  y[i  potranno  in  vece  dell'altre  cofe  dar  le 
fiorame,  à  slima  de  le  miftreyciò  è  moltiye  grandi  fkfci  di  orzo  verde  ;  e 
pochiy  e  piccioli  del[rumento  y  di  cecile  difien  Greco  y  tagliati  a  minuto . 
*A flirto  narraycbe  per  rifiorare  i  Caualli  magri;iCapadoci  coflumauarìO 
di  pigliare  tre  modi»  d'orroy  trefeslarijdifhue  >  due  di  orobiy&  otto  di 
ceciy&  altrettante  difhgiuoliye  di  tutti  misli  infiemey  &  vn giorno  in-  r* 
nanzj  tenuti àmolle  nel  vinoye poi  alquanto  rafciuttiyìie danano  vn  mo- 
dio  il  giorno  yper  [ette  yò  quindici  y  o  venti,  giorni  y  fecondo  il  bi[ogno  del- 
l'animale. I  Siri  à  qiiefla  miflnra  aggiungeuano  vn  feslario  di  pinocchi) 
&  vn' altro  di  vite  pajje,  tenendo  i  giumenti  in  luoghi  ofeuriye  niente  hit 
midi. Tel  agonio  varia  fei  feslari  difrumentoyefei  di fhuayquattro  difagi 
uoliye  tre  difien  greco ,-pofcia  aggungeyche  tutte  le  cofe  da  Vegetio  dette, 
fi  facciano  bollire  vn  giorno  innanzi  in  acqua  nettaypoi  tolta  l'acqua;& 
alquanto  afeiugate  yfe  ne  dia  di  mattino ,  e  di  [era  egital  portione  yper 
trenta  giorni  y[c  la  magrezza  fuffe  molta  ;  ma  [e  minore  >  d  iciotto  fa~ 

riano 


BEL    C  Jtr  ^iLLO,    llB.Vlf.  ?5  7 

riano  ballanti .  filtri  diceyche  vfano  di  fa  r  cuocere  vn  Cagno  lino  yo  Tor 
celletto  con  farina  d'orroy  e  di  quel  brodo  danno  a  ber  e  col  cerno  per  tre  ^j^e^da 
dì .  zsfltri  pigliano  vna  brancata  di  ruta ,  quìi,  dici  bacche  di  lauroy  due  hiTaffare 
onde  di  mirraytre  di  cimino  Etbiopico ,  e  me?a  cotila  di  buon'olio  y  fkt-  i  caualli. 
t  o  ogni  co  fa  bollire  con  vino  neroyne  dan  per  tre  giorni  beuanda  .  +A  Uri 
per  remi  dì  Jan  mangiar  vn  modio  di  frumento  rofiito  mescolato  con  ac- 
quaie mele .  a^fltriper  ogni  dì  danno  vn  modio  di  lupini  cotiche  frano 
dolci  y  fi  che  ne  potejfero  ancora  mangiare  gli  buomini  ;  perche  efìendo 
amariymouerebbono  dolori  al  ventre  dell  animale,  filtri  dan  mefcolà- 
te  con  l'orbo  le  castagne  cotte  alforno-,  e  grofiamente  pifiey  o  macinate, 
jlltri  mef colate  con  V  01-70  >  e  minutare  le  radici  della  gramigna y  che 
fifoglionofuellere  doli  jlratro  ;  dandogli  almeno  del  Brenno  fparfo  di 
alquanto  [ale  .  M.  Luigi ,  a  i  caualli  ammagriti  fen^a  caufa  apparente, 
daua  a  bere  mistura  di  vinoy  di  olio  ,  e  di  mele  ;  e  fendo  bollite  nel  vino 
dieci  granella  di  pepe  bianco  con  vnofaf detto  di  rutay&  ordinariamen- 
te dando  loro  a  mangiare  del  Brenne ,  vn'hora  dapoi  lor  daua  Germano 
cotto  ■  e  co  fi  gV  ingrafi  aua.  Tal  volta  co  fiumana  per  quindici  dì  bagnar 
loro  la  fronte^mattino  e  fera  con  vnapei^a  bagnata  di  fugo  di  cipolla  : 
maper  co  fa  più  efficace tene a ,  che  prefa  vna  libbra  di  polue  di  ginepro 
[ecco  alfornoyfifacefie  con  farina  d'orbo  bellire  in  tanta  acqua  >  quanto 
vn Cauallo  potefie bere ,  &•  vn terTo piìi-.poi colata ,  con efierui aggiun- 
ta mexa  libbra  di  meleti  teneffe  alferenoper  vna  notie^e  la  mattina  per 
tempo  fi  defie  al  Cauallo  con  vn  poco  di  or^o  per  tre  mattine  continona- 
te:e poi fitrabefie [angue dalle cigne  d'ambi ilati.  Sumelo  ferine  > che'l 
Cimnento  magro  fenza  languore^  riHor addandogli  bruftulato  ìlfromen 
toyo  l'orbo:  ma  alle  beuande delrìtcqua  èdaaggiimgerfifemprevino  >  e 
€on  la  biada  è  da  mef  colar  fi  il  Brenno ,  e  tal  volta  Verno  y  fin  che  ricoue- 
r ato  il pi-imo  vigore  >  fi  torni  aWvfo  dell'orzo puro  >  ilche  da  Cotumella 
fi  afferma .  Veramente  il  Brenno  fiufato  con  olio  yfuol  recare  ne'  tempi 
freddi  grandijfìmo  giouamento  al  genere  Cauallino  :  E  per ingrafi are^e 
\  fortificare  conferirono  fammamente  i  beueroni  difarina  d'orzoyO  di  fio 
mento  con  acqua  cotta  auuertendoyche  a  languidiy  &  infermi  y  fi  deono 
dare  tepidiye  mefcolati  con  mele,et  co  liqniritia  altresì  ^quando  fi  patifea 
nel  capOyO  nelpolmone,cbe  a'fanifipofjan  dare  femplicUe  freddi .  Otti- 
me fono  etiando  a  continouare  in  cibo  le  fiondi  verdi  di  falci  >  òdi  canne. 
E'I  mangiar  della  f egala  alquanto  cottaye  poi  rafcmttayrinforza  affaiyet 
•ptdde  i  vermini  dentro  il  corpo.Tarimente  le  Chiocciole,  0  CiamarucÌTt 
cotte  in  acqua  con  orzoyO  fromentOyvagliono  ad  ingrafi  are  ;  onero  pren- 
danfi  tre  Tartttcbe  >  €  buttatene  via  le  tefterle  wdeyipiediyegli  inte&p- 

nifi 


558  T>  E  L  L  ^    G  l  0  \I\J    ! 

ni  fi  facciano  tanto  bollirebbe  feparata  la  carne  dati  off  agl'acqua  ne  rejìi  jf 
grafia;  e  tal  brodo  fi  fàccia  al  canòtto  in  qualche  va  fé,  mie  fi  flato  con  fe- 
mola ,  ò  farina  ,  non  dandogli  altra  beuanda  ,  fin  che  non  shabbia  tutta 
forbita  quella-,  e  fé  niente  di  carne  vifuffe  auawz^ta  diaglifi  a  mangiare 
entro  la  biada,ch  e  facendo  fi  ciò  tre  volte)  V  animale  quantunque  magrif 
fìmo,&  opprejfo  di  tofìe  fecca,  resterà  fano,e  graffo  ,e  tondo  mirabilmen 
te  Ma  cotali  Tejlndiniy  b  T antiche  bifogna ,  che  fiano  acquatiche,percbc 
fon  miglior  ideile  terrejlri.   Benché  ^Alberto  ferina  >  d)e  leT-artucbe 
cotte,e  date  con  la  biada,produconograffe^a.marauigliofa,  ma  fallace 
&  appartenente  più  tosto  d  venditori,i  quali  à  difegno  di  picciol  tempo 
procurano  quejle  industrie,  chea  quei  Signori,  che  defiderano  perpetua  *j 
•Rimedi  la  falute,e  la  beitela  de'Jorfaualli.  E  perche  con  sì  diligenti  goderai 
■2.  Caualli  potrebbono  gli  animali  venir  fi  graffi,  che  la  molta  empitura  gli  offen- 
che  fu  Ile-  farebbe  >  in  quel  e  afa  farà  bene  (co  me  Telagonio  ci  am  monifee)  trar  ìor 
"rafffdr  fanSHe  dal  ventre, b  dalla  vena  Matrice,fecondo  Vegetio,  b  veramente) 
uenuti  £  fecondo  ilB^ifio)  far lor bere  farina  di  miglio  in  acqua  tepida ,  effendo 
li  buoni    quella  bafiante  ad  ammagrirli  Mapoi  che  non  tanto  è  facile  a  procedere 
gouerni.   confra  [a  fouerchiagraffei^a,  quanto  malageuole  il  riparare  alla  ma- 
grc^a,  che  vien  confumando  a  poco  a  poco  Ihumor  vitale  dell  anima- 
le: aggiungerò  ancora  certi  altri  rimedi,cbe  fi  ritrovano  opportuni  maf- 
fimamente  cheffeffo  auuiene,che  vnCauallofi  vede  magro  fén%afaper 
fene  la  cagione,e  per  molto  che  mangi  bene,ei  non  ingraffa.^i  quefko  di- 
tono affai giouare  vna  beuanda  di  vino  buono  con  faluui ,  fauinay  melo 
terragno,e  bacche  di  lauro  in  buona  quantità,mefcolate  infieme  co  graf- 
fo di  Orfo .  E  col  vino  parimente  ffpojfpn  dare  le  interiori  de'  Tefci  ben 
trite,oueramente  (fecondo  il  l\nfio)prehdanfì  faue  frante  ,e  faccianfi  quo 
cere  in  acqua  con  molto  fale,poitoltane  vna  parte, e  mefcolata,con  quat 
tro  partidi  crufea^e  con  l'acquandone  effe  faue  faranno  cotte,diaftà  man 
giare  al  C auallo,per che  mirabilmente  l ingrafferà,  fi  come  ancora  faran 
no  i  cauoli  alquanto  cotti  con  vn  poco  difale,e  mef colati  pur  con  la  cm-  u 
fca.Telagoniofcriue,che  quando  la  pelle  dell'animale  diuentaafciutta,e  < 
che  non  fi  ferite  profìtto  alcun  del  cibo  >  ilchefuole  interuenireperla 
fouerchia  fatica:  bifogna  primieramente  vngerlo  tutto  d'olio  di  ruta> 
appreffo  dargli  vna  beuanda  fatta  di  pastinache ,  draganti,  rut  affine- 
slre,  menta  fìlueslre ,  apio ,  meliloto ,  &affentio  di  eguale,  mifur a  y 
bolliti  in  vino .  Vegetio  dice  cofi  i  Giumenti ,  come  gli  huomini  patire 
la  Stenuatione ,  chiamata  Sintafi,  quando  il  cibo  non  paffa  in  nudri- 
mento,mafen^alafciarefoJlan%a  alcuna,fi  conuerte  fubito  in  orina,  & 
in  feccia  ;  onde  il  mìfero  animale  ogni  di  ammagrifee  tanto >  che  l'offa 

alla 


'DEL     C  U  V\A  Ilo'  LI  E.    VT.  '5^ 

*.  alta  fine  gli  appaiano  fuori,e  per  molto  mangiare  che  fàccia ,  tuttauiafi 
muore  di  fame,,  inuano  tentando  di  rodere  ciò  che  dauamifi  troua;  però 
è  di  meflierifoc correre  nel  principio  con  vna  vntione  che  riceue  Termen- 
tina,midolla  di.  ceruo,affungia  vecchia  fenica  fale\radici  di  giglio  Illiri- 
co pauona7go,efanfuco,libbra  vna  per  cofa,merza  di  propoli,due  di  cera, 
&  olio  laurino  àbaHan^a  ,.  le  quai  co  fé  lentamente  cotte  sa  i  carboni 
fi  deano  ridurre  àdurex^a  di  vn  cerotto, aggiungendo  in  effa  miflura 
ancor  calda  la  medefima  polne  dei  gigli ,  e  creta  Cimolia,che per  cenere 
di  fapone  fi  puote  intendere,  e  fin  che  fi  raffreddi ,  fia  dimenata  :  Conque- 
slovnguento  dunque ,  di  tre  in  tre  di  fi  fregherà.molto  bene  ilcauallo, 

n,  tanto  che  fé  ne  venga  àrifcaldare ,  &  fidare,  &  ogni  di  ben  couerto  fi 
farà  paffeggiare ..  Deuraffi  oltrà  ciò  apparecchiare  vna,  beuanda  r 
prendendo  fàntonico,abrotano^riffagìney  e  camepiteos,oncie  quattro  per 
'yna,gentiana,mirra,opopanace,efua  raike,ana  onde  due,conmexa  ori 
eia  di%uccaro,&  alquanto  diruta,delle  quali  cofe  in  fottiliffima  polite  ri 
dotto  infìeme,fi  dar  an  due  cucchiari  cotti  in  vino  vecchio,  con  fugo  di 
ptifana,doue  fa  cotto  tiAchio,aggiuntiui  ancora  due  cucchiari  di  farina, 
di  orobhcontinouando  per  none  giorni ;poi  meffoui  interuallo  dvnafetti 
mana,per  fargli  riprendere  for%a\fi  potrà  di  nono  ripigliare  l'ijìeffa  beua 
da, e.  cofìhon  cefi  are- fin  chenonfia  ridotto  à  quelloììato,chefidifidera  .. 

q  Totraffi  ben  vtilmente  in  quei  giorni  di-  me%p ,  dar' a.  bocconi,  farina  di 
frumento  impaflata  con.latte,cibandolofol  difemola,&  di  paglia,  vie— 
tandogU  l'or7^p,e  l'herba  verde,fin  che  incominci  à/riftorarfì.  Il  Crefcen- 
^e'I  Bluffo  chiamano  fcalmatur a  quella  infermità,che Àiffecca  l interio  Scalmani; 
r.a  del  cauallo,e  gli.maccrail  corpo,e  fa  putire  lo  slerco  ,piu,  chefefuf-  ra  quale 
fé  d'huomo,delquale  fi  fogliano  internamente  generare  certi  vermic  doli  In'erm"a 
che  molto  l'annoiano;  e  noi  fanno  ingrafi  are,ne prendere.  carne,onde  egli  cura, 
diuentaeflenuato,e  fecco  come  vn  legno, e  con  vna  continouafeteffeffo  ne 
viene  a  patire  ancora  febbre;  il  quale  vitio  certamente  procede  ò  da  lun- 
ga fame,o  da,  molti  affanni,  che  fouerchiàméte  hanno  rifcaldato,e  disfa-t 

E  to  il  fegato  yperò  bifogna primieramente  mollificargli  il  ventre  con  eli- 
cere fatto  di  decottione  colata  dell' herbe  violarla  ,.  parìetaria  (ò  come 
dicono,panatara)  e  malua,e  crufea  d'orbo >aon  difeiorui  dapoi  caffìafiflo, 
la,  e  hùiiro  in  buona  quantità  di  pari  pefo  ■■.  II.  \ufio  aggiunge  alla  de- 
cottione branca  Orfina,fcarola,lattuca,pimpinella,portulaca ,  e^ajfa- 
rano ,  ilquale  Clistere  caldo  quanto  più  fi  potrà  tenere  dallo  animale, 
tanto  più gioùeuole  gli  farà,per  humettare  le  intefkina,che  n'ha  bifogno.. 
'Poi  col  corno  due,otre  volte  piano  gli  fi  dia  vn  heueraggio  ditorli,  ciò  è 
rofjì  d'voiia  y  cotti  con  olio  violato  y  e  dibattuti  con  buon  vino  'bian- 
co' 


r^o  DELL  yt<jL0  1^1  jl 

co .'  Tuo/fi  ancora  curar  in  altro  modo ,  chef  giumento  fi  metta  foto  nel-  - 
la  slalla ,  e  per  due y  ò  tre  dì  non  glifi  dia  à  mangiare  ynè  à  bere;poiglifi 
metta  d aitanti  lardo ,  ò  carne  di  Torco  falatayche  sì  per  la  fa  meye  sì  per 
lo  falfume  volentieri  ne  mangierà  :  indi  incontanente  gli  fìa  dato  à  bere 
quanto  egli  vorrà  di  acqua  tepiday  douefia  mej colata  competentemente 
farina  d'orbo  >  efin'à  tanto y che  voti  il  ventre  >  farà  ben  caualcarlo  vn 
foco .  Fra  tutte  l'altre  co  fé  che  gli  fi  pofiono  dare  in  cibo  y  il  pia  ficuro 
farà  dargliyprima  che  be  iaydue  volte  il  giorno  grano  ben  mondo  >  e  cotto 
con  vnpoco  di  falene  di  lardoy&  afciutto  al  Sole  ,  ò  in  altro  modo  ;  per- 
che  tal  grano  è  di  gran  nudnmentoye  rifày£r  ingraffa  il  C  amilo  mirabil- 
mente^ puotefi  ancor  vfare  contra  la  t  offe: fi  come  per  l'vno ,  e  per  l'ai-  p 
troye contra  i  vermini  altresì  vtiliffima  fi  dice  effere  la  cameye  la  decot 
tione  di  vnferpeytolta  la  codayelcapo  .  Ouefii  ordini  il  Bjtfio  approuait 
doyfoggiunge  la  Scolmatura  effere  incura  bile  quando  i  peli  cominciano 
à  cadere  :  però  bifogna  tosìo  rimediar  eye fecondo  il  fio  parere  >  farà  oca 
fatto  y  che  dalla  vena  del  collo  fi  e  auif angue  y  poiy  mejìo  il  giumento  in 
luogofrefcOfglifi  dia  à  mangiare  di  bora  in  bora  alcun  herb  aggio  y  fu  l 
qualfia  lanotte  caduta  la  rugiada  ;  e  con  debiti  interualli  fi  torni  pura 
trar  del  f angue  altre  fi  ateyvn  poco  per  volta;perche  t  al  f angue  pofio  nel 
le  fcodellefi  vedrà  diuentare  in  colore  di  offrano .  Giouali  anco  affai  à 
lafciarlopafcere  àfua  voglia  mattino  e  fera  in  luogo  ydouefia  abbondan  G 
^a  digramigna^accioche  confortandofi  la  naturayvengaàridur  il calo- 
renel proprio  fio  temperamento .  M.Tier \Andrea  curauagli  Scalma- 
ti con  clifleri  di  fiondi  di  violeymel  violatOy  e  raffi  d'voua:  e  con  beuero  ■ 
ni  d'acqua  bollita  con  Brenno  ,  efeuo  di  Caprone: dando  loro  à  mangia- 
re rnisìo  col  Brenno  or?o  cottoye fiato  adfereno.  Questo  male  di  eftrema 
magrexja  i  Gieci  chiamano  Echedermiaye  Coriagine  i  Latini  :  perche  il 
cuoio  fi  vien  talmente  à  rislingere  con  le  cofte,e  con  l'altra  offay  che  non 
fé  ne  può  fi>  ic  are  per  molte  >  che  con  le  dita  fi  faccia forxa-.e  l'animale  no 
Mali  che  riceHe '^e^ 'alimento profitto alcuno.Il che Vegetio dice no  foler  auuenire 
resultano  mai  fen^a  febbre  jpeflo  produrre  alcune  minute  abbotature  per   la 
dalla  ical-  perfona;e  curarfi  in  quello  modo ych e  quelle  infiagioni  >  chefuffe  vfeite 
matura  Io  jliQrl  ^  fifregbino  con  fa[e }  e  thimo  triti ,  e  difciolti  in  vino  roffo  ;  Voi 
fai  oltracciò  fi  freghi  tutto  con  mislura  di pece  >  gomma  >  cauiale  polue 

d'incenfoye  cera  ddegnateye  cotte  in  olio  vecchio.Spche  pocogiouano  gli 
-pnguétidifuoriyfe'l  male  non  è  intrinfec amente  ancor  curato,  conuerrà 
dargli  per  bocca  vna  cotila  di  odorifero  vino  vecchio  y  con  vn  ciato  de 
olio  verde  y  me?a  oncia  di  mirra ,  e  trenta  granella  di  pepe  bianco  mi- 
He  infiemeiò  con  tanto  vim3&  olio  metter ,  peHifkfcietti  di  ruta  verde 

e  del- 


i>EL    C  jt  v  J-  LLO,    LlB.Vlt.  $6i 

jl  e  deWopopanace  hennetto.  ^Alcuni  vfano  dare  à  bere  [angue  diTorcbet* 
ta  mi/io  con  vino;ma  egli  è  di  parerebbe  quanto  più  (angue  vi  fi  aduna, 
più  periglio  fo  diuenga  il  inde  :  pero  più  fu  ara  afferma  e/sere  tal  bevan- 
da che  ogni  dì  con  vna  cotila  di  y  ino  fi  diane  tre  pjicie  di  mislura  di  cipol 
le  Germane ,  efemen^a  di  ruta  trita  infieme .  Egli  dice  venire  fi  fktto 
male  per  troppo  freddo,o  per  isfon^ameuto  di.  qualche  necejfità .  Telago-  Siccità  di 
niofcriue,che  tal  fece  ita  di  pelle  alimene  quando  il  Giumento  è  slato  lun-  Pe"e« 
gamente  battuto  dal  Sole  ardente,e  poterfi  rimediarci  vngendogli  bene 
il  corpo,  e  maffi'uameute il  capo  con  olio  di  ruta ,  è  rofato  :  poi  quando  la 
cuticagna  bara  be?ie  imbeuuto  quel  liquore  ,  gli  fi  dia  calda  vna  beuan- 

B  dafhtta  di  paslinacbe,draganti,ruta  faluatica,mentafiro,apio,meliloto 
&  affentio  di  egual  mi  fura  pesle  infieme,e  bollite  in  acqua.T  eonneflo  Io- 
diche con  decottione  di  lauro  calda  fi  fument  ino  le  jp  alle ,  poi  con  vino, 
&  olio  tutta  la perfona  fi  freghi  al  Sole,  quando  è  più  caldo,  e  per  ogni 
banda  fi  tiri  la  pelle  in  fuori.  E  perche  egli  dice  apprender fi quefio  vitio 
quando  V  animale  fidante  nel  far  dell  opere ,  fi  è  lafciato  raffreddare  ;  ò 
quando  difotto  alpe  fola  pioggia  l  bara  bagnato  :  ci  eforta  adoferuare 
con  diligenza  ,  che  quando  i  Giumenti  ritornano  dalle  fatiche  ;  mentre 
fon  caldi  y  &  anhelanti,fiano  sbruffati  con  vino,  &  af cingati,  buttando 
loro  in  canna  boconi  di  afìungia  ;    ls[è  mai  fidati ,  o  rifcaldati  >  che  fi  a- 

*  no,fi  pongano  in  luogo  freddo ,  ò  vento  fo  \percioche  (come  il  Crefcenxo 
fcriue)  pub  di  leggiero  auuenime  il  morbo ,  che  da  lui  è  chiamato  Infe-  Infeftuto 
fiuto ,  da  Cjiordan  ]{uffo  Infufìito ,  e  dal  ?\ufio  Infusi >■ co ,  che  attraile  i  °  Infiliti- 
iierui,e  fa  languide  le  membra  in  maniera,chc  reflaimpedito  ileamina-  t0  '.l    (- 
re ;e  tal  volt a  induce  tumore,che  slira  il  cuoio  fi fkttamente,che  appena  e  cura  <jj 
fi  può  con  le  ditaflringere;  e  tal  volta  fh  loro  lagrimare gli  occhi .  1<{el  effo . 
qualcafovuole ,  che  incontanente  fi  metta  il  Cauallo  in  luogo  caldo  ,  e 
poi  difotto  il  ventre  glifi  pongano  in  terra  alcune  pietre  vi  :e  infocate,e 
due  perfone  tenendo  vugroflo ,  &  ampio  panno  dilana  difiefo  con  ambe 

j)  le  manifopra  ilCauallo:  vn'altro  butti  acqua  calda  sii  quelle  pietre,  ac- 
etiche quella  fumofità  comprenda  tutto  l u animale,  el  riduca  àfudore: 
*A II bora  cofi  fudato  sinuolgerà,  e  flringerà  con  quel  panno,  e  filafcie- 
raflare:pofcia  vuole, che  gli  fi  ano  fi- egate  le  gambe  con  butiro,  ò  con  di- 
althea,ò  con  olio,ò  con  altro  vntuofo  liquor  caldetto  :  ò  che  glifiano  ba- 
gnate con  decottione  fatta  di  paglia  digrmo,  di  refìe  d'agli,  di  cenere,  e 
di  maina  :  continouando  ciòfpefio  il  giorno ,  e  tenendolo  fempr  e  in  luogo 
caldo ,  con  dargli  parimente  caldi  cibià  mangiare ,  finche  fi  a  ritornato 
alprimo  flato  difanità .  Il  B^iifio  dice,  che  quefìa  decottione  tepida  glifi 
dia  col  mangiar  e}  finche  eiguarifea .  Ter  ifebiuare  adunque  tanti  mali 

Tif^  perni- 


^6i  1)  E  L  L  ^£     G  L  0  B^I  JL 

perniciofi  ;  che  per  la  poca  diligenza,  del  curatore  poffono  fouragiungere  £ 
al  ìiojìro  nobile  animale  ,  bifogna  quelpreccttofoura  ogni  altro  ritenere 
itene  in  memoria ,  che  d.a  vn  grande  affannone  calore  non  è  dafkrfi  reperì 
finamente  ,  ma  à  pò  eoa  poco  prendere  il  refrigerio)  e'I  ripofo  :  come  già 
vn' altra  volta  ho  ricordato  ..È  fé  necejfario  par  effe ,  dopò  l'affanno  affai 
gioueria(come  Vegetio  dicejnel  tempo  dell' eflate sbruffargli  nelle  narici 
&  in  tutta  la  fàccia  alquanto  di pofca(cioè.  d'acqua  mescolata  con  aceto) 
aggiuntola  vn  poco  di  pulegio  trito  ,  e  per  bocca  dargli  alquante  voua' 
dibattute  con  vna  hemina  di  buon  vino, E/fendo  verno  sbruffargli  Murici 
(che  è  acqua  mifla  cofale)e  dargli  beuada  di  vino,& olio  tepido,laqual 
beuanda  di  efiat  e  ancor  a  farebbe  opportuna  à.fhrft  fredda,facendo,  che  £•' 
in  vna  hemina  di  vino  fu  fiero  due.  onde  di  olio  ;  douendo,  effere  tre  nel 
Cauallo  verno.  Hieroclè  dice,che  quando  veggiamo  il  cauallo  per  lungo  viaggio 
reftato  ac  o  corfo  restar' accefo,  debbiamo  buttargli  in  cana  palle  di  affungia  vec- 
ceio  per    dna  di  Torco ,  difciolte  in  odorifero  vino  vecchio,  e  per  làfìniHra  nari- 
uiaSgio  o  sfrondi  di  cauoli  ,  e  di  apio  parimente  difciolte  in  vino  :  ò  dargli  à  bere  ■ 
corfo  .     con  acqua  melata  fé  mi  dipetrofcmolo,fefeli,abrotano,fquinanto,epajli  l 
nacefelueslre  di  eguai  mi  fura  ben  pesle  infieme  .  Oltfà  cio\prefe  vnfh-  - 
feieto  d'hifìopo,due  onde  dipignoli,due di  draganti,e  due  di  marrubio pe  ■ 
£ìi>.&  incorporati  in  vna  hemina  di  latte  di  capra  ,fe  ne.  potrà,  ogni  di 
far  bere  vna  libra  con  vino  ,  e>T  olio  ,  ò  fé  faremo. bollir  e  piedi  d'agnello     ' 
C0..coriandri,&  aneto  vecchio  ,e  poipefleremo  bene  i  coriandri  verdine  gli  • 
incorporammo  confìggali  d  orzo,e grafìa  di  e apr asolando  con  la  decot- 
tionepgni  co  fa  infieme: potremo  per  tre. di  darne  a  bere  à  Caualli,  che  ha  ) 
Cauallo.  patito  gran  e aldo, ò  grande  affanno  .  ^Affirto  ancora  ben  faggiamente  ci 
fianco . .  ammonifce,che  quando  il  cauallo  ritorna  fi  stanco ,  e  fidato  dal  camino  » 
che  batte  i  fianchi,  efofpirando  anhela,e  f china  il  cibo ,  fi  faccia  per  vn  ■ 
horapofare ,poi  gli  fi  mettano  inbocca  fiondidi  canne, ò  gramigna, 
yerde  ò  latuche  br  piate  d'aceto  per  rinfrefcarlo  dei-gran  calore-.pofda 
meffo  dalla  fera  à  macerare  in  acqua  vnfeslario  dìpignuoli  con  vna  ori-  Hi 
da  di.  xaffrano ,  &  vn' altra  di  Draganti,  ilmattin  vegnente  ogni  cofa 
minutamente  fi  triti  in  difparte;indi  miste  infieme,  vi  fi  aggiunga  vnfe  • 
starlo  di  vin  perfetto,e  tre. onde  di  fugo  di  portulaca, e  temperate  co  ac-  - 
-      "  del  ■elua  freddà'ychefta  à  bastanza,  fé  ne  dia  per  tre  giorni  beuada,p  are  amen  ■ 
laftan-     te  y fan  do  l'orbo.  1 .fegni  della  Stanchezza  egli  dice  effere  questi ,  chel 
<hezza .    Cauallo  non  può  star  in  piedi , ,  ma  trema ,  ha  gli  occhi ,  cauati,  il  colla  > 
duro,&  incordato,e  tiene  il. capo  baffo,che  fé  lo  flimoli,l 'alza  alquanto-)  , 
ma  fubito  pofeià  il  china  :  però  conuiene  ,  ch'egli  fìafpruzj^to  di ui-  - 
no  )  &  olio  tepido^  dopòl'yntione  sfregato  bene,  poi  copiofamente  U->  - 

uatQj 


per 


DEL    CjtVJ.lia,   US.    VII. 

Jjt  Mdto  con  acqua  calda  &  afciugatodndi  couerto  di  drappo  fiapojlo  in  ac* 
concia  ftalla,e  con  delicato  e  buon  letto  fiotto  >  e  prefa  la  lingua  gli  fi  pie- 
ciano  Jpeffo  inghiottire  pezjetti  lunghi  di  farina  fattile  incorporata  coh 
'odorifero  vino  :  e  tal  volta  gli  fi  butti  per  lo  nafo  alquanto  di  ■goffrano 
difciolto  in  ac'aua  :  ilche  non  dee  rincrefcerci  difhreognifiata^  che  veg- 
giamo  il  e  audio  per  lungo  viaggio  >  ò  co) forimzfo fianco  .  E  principal- 
^ente  quando  il  veggi  amo  tirarle  batter  i  fianchi  ,  0  nelpolmone  haue- 
'  re  qualche  altra  deb^lei^xa^e  diueUtar  m  tgro .  dice  efier  bene ,  che  per  lo 
■  nafo  facciamo  buttare  con  due  onde  di  olio,  e  quattro  di  vino  due  dram- 
me di  vna  copofitione,chc  cotienedue  oncie,di  zaffranoytre  di  pepe>qudfr- 
2?  frodi  melerei d 'iride pes~la,e criueìlata'; quindici  divuapiffa,  canati i 
fiocinilo  vinacciuoli^  altrettanti  di  pignnolifcor^atida  qual  compUfi- 
•tione  Teonneflo  approua  per  tutte  quelle  infermità ,  che  vengono  afeofey 
dicendo  e/fere  si  dt  aprimieramente  da  armeni  inuentata  ,  e  da  lui  per 
•lunghe  ejperienrre  verificata .  Diferifcefolamentè  nella  mifura  del  vino 
di  cui  pone  due libbre,&  altri  dell' V  uà  p  afa,  e  de  i  pinocchi  mettono  lib- 
bre cinque  per  co  fa.  Oltre  a  ciò,  quando  per  le  dette  cagioni  di  lunghe 
fatiche  vede  (fimo  il  cauallo  filar  pien  di  vento  y  debbiamo  perfette  dì  dar  ^zlì 
glia  bere  del  vino  temperato  con  acqua  di  egual  mifura.  Ma  fé  tir  affé  i  iitanchez 
fianchile  gli  hauejfe  tefiynon  è  dadarfi  vinoybasìando  che  fé  infette  onde  za. 

*"  è  me-ra  di  acquafdifciolta  vna  dramma  di  %afifrano,glifi  butti  per  la  fini 
ftra  narice. Oltre  à  ciò  per  leuar  via  ognijlanche^a,  &  ogni  doglia  ,  or- 
dina vn  ceroto  conpeceygommaye  cerayondenoue  e  mè^a  per  cofa\gaì- 
banoiopoponaccyjloraceye  bdellioyana  oncie,me%a,mifle,&  menate  injìè 
me;  la  qual  compofitione  dileguando  fi  con  olio  ciprinoydoè  di  ligujìro  ,  di 
ce  efiere  contra  i  raffreddamenti  de  gli  huomini  efficace ,  fi  ■come  ancora 
ne  gli  huomini  dice  hauer  adoperato  quéfio  altro  vtili'sftmo  a'cdualliycbe 
fi  pigliano  otto  onde  di  cera  ,  e  bagnatala  con  olio  di  ligufiro  ,  fi  remeni.y 
finche  fia  fatta  fonile  come  "vna  foglia,  e  cofifi  lafcijìare  al  Sole  con  due 

fy  oncie,e  me^a  di  detto  olio}  finche  l'imbeua  tutto  ;  poi  vi  fi  aggiunge  vna 
libbra  d'armoniaco  pejlo  con  altrettanto  aceto  biancòyèforte,&  ogni  ri- 
fa s'incorpori  beneinfieme!K[on  meno  ancora  dice  valére  contra  le  F  ietto  p[en0!ez- 
le^e ,  ò  doglie  co  fi  humane  ;  come  caualline  ;  Che  fi  prenda  vna  libbra  te ,  e  do- 
di a/fungio,&  vn'altra  di  gomma,ò  ragia(come  dicono)colofonia,&  ot  glie  come 
1 0  uncie  di  cera,con  vna  di  certi  fa,ò  biacca;  lequali  fi  facciano  macerare     curin(?* 
neW acqua  infieme ,  in  vn  vafe  di  terra  nnouocvn giorno ,  &  vna  notte  y 
poi  colatane  l'acqua,  e  trita  la  ceru  fa  ben  minuta  >  vi  fi  aggiunga  me- 
%p  ciato  di  mele ,  e  mefcoìando  fi  muoua  tanto  col  pefldlo  >  che  ogni 
sofà  venga  ridottati  perfezione  di  vn  ceroto  ì  pofeia  prendendo  l'olia 

2v(X    a         cotl 


conia  manoyfi  rifolua,e  parte  nette  tempie,  pàrfie  nel  federe  dell'anima-  E 
le  fé  ne  fàccia  pene .  Vale  etirndio  a  ^creare  le  parti  deboli ,  e  corrobo- 
rare leforyc ,  quella  Lipara ,  cheTclmatica  è  appellatala  qual confitte 
in  bitume,e  cedro  di  pari  bolliti  infume  .  Vn' altra  per  lo  mede/imo  ef- 
fetto fi  compone  con  yna  libbra  di  ceni  fa,  eme^a  di  litargirio  trite,  e 
quattro  enei  e  di  olio  ir mo  cai  yn  fefls.rio  di  aceto:  le qnaicofe  ,mefcola\- 
toui  elio  cemmune:&  yino,tantofi  menino  con  yna  mefcola,  che  tutto 
diuenuto  jpejjcifi  pojfa  applicare  in  linimento  ;  e  questo  dicono  ancor  po- 
Cauallori  terfi  nello  feorticato  ,  e  ncll'ylcere  tenere  adoperare.  Telagonio  ferine , 
Coluto  del  c!:e  t albera  yn  Cav.allo  perfhme,òperittanthe7^afi  trov.a  quafi  rifolu- 
le  «nebra  te  delle  membra,  che  non  fé  ne  piò  prendere  in  modo  alcuno  :  e  benché^ 
chezza .  *  ^  cagioni  di  tal  delele7gaf1a.no  div.erfe ,  tutta  yia  gli indicif  il  pia  del- 
le y  olte  fon  fomlglianti  ;  onde  fi  caufa  errore  nel  curargli;  però  bifogna 
con  diligenza  flar'auuertito ,  per  cieche  qi-.mdo  l 'animale  china  la  te- 
tta à  terra ,  con  yn  continouo  anfare ,  òfcfpirare  :  èfegno  di  febbre,  ò  di 
laflezza  dolori. Quando  non  può  tener  fi  in  pitd^ma  cade  affatto,  dinota  laffeT^ 
cagionata  ^a  cagionata  da  lunga  fatica ,  ò  da  gran  caldo  ;  e  cofi  douendofi  rittora- 
£  •  lun£a  re  le  jor%e,narra  e  fere  piacciuto  à  Ceifo ,  che  fi  fàccia  aflener  dal  berey 
tanto  che  gli  yenga  yna  fete  grand 'iffima,e  qua  fi  intolerabile,&  all'ho- 
ra  fi  meni  all'acqua  fredda,&  yifi  lafci fare per  yn'hora,cìf  egli  certa- 
méte  métterà  mirabile  refrigerio,egagliardia.Secondo  Floro gioua  dar 
gli  col  corno  le  fr  ondi  dell' Olmo  pette  in  yino:ma  egli  loda  à  dare  farina 
d'orbo,  odi  fromento  con  acqua  fredda,  otre  y  oua  dileguate  con  olby 
piilegio,&  acqua  temperatata  d'aceto. filtrigli  mettono  in  bocca  yn'vo 
no  crudo  a  digiuno, e 7  dì  feguente per  lo  nafo  gli  buttano  (piche  d'vlpicoy 
v  a" aglio  petti  in  vino: e  cefi  tolto  il  languore,e  fca celati  i  yit^,le  forre  fi 
yégonoà  rittor  are. filtri  yfano  à  dar  per  boccayna  de  cottione  fatta  con 
•fugo  di  fien  Greco,chefia  colato  per  tela  ?ietta,appioìrnta)ineliloto,&  hi 
fopo:  ynfkfcetto  per  yno  bolliti  in fteme. Jlltri  fan  cuocere  Itene  infieme 
tre  fai eletti  dapio,e  tre  di  porr i^  tre  di  cancli,con  trenta  bacche  di  lan- 
ro,dodici  libbre  di  farina  d'orbo,  e  quattro  di  carne  di  porco  ,  poi  yiag- 
k  giungono  due  onde  di  opopanace ,  e  due  dipepe,co  ynfeflario  e  me%o  ài 

mele,  e'I  danno  à  bere  per  ricuperare  le  forile 'dell'animale. I  Greci  chia>- 
Hippoco  mano  Hippocopi  quelli  medie ameti,chc  fono  appropriati  à  Iettare  la  Fiat 
h  fìachcz  d^ZK*  <&  '  $&àrf£>$"  yno  ne  copongono  con  cera,mele,rame  nero,e  pi% 
zade'Ca-  'hagine>o  marchettare  quai  co  fé  fi  menano  tanto  infìemeycbe  prendano 
calli.        color  yermiglio\pofcia  aggiunto/ti  aceto,ne  danno  alqitato,&  affermarlo 
anco  àgli  hnomini  efsere  appr  opr  iato. Z/n'  altro  ne  fanno  prendendo  cer- 
rayirmoniaco  >  bacche  di  laure,  gomma  dura  >   &  o  Ho  lifcim  >  cioè  dà- 

ttilU- 


2)£f    CjÌVJLLÒ,    LI  B.   Vìi.        :$6s 

U  fallato  per  fé  Beffo  dalle  oliue,e  non  tortiuojibbra  vnapercofa:  opopa- 
nace  e  bdellio,ana  libre  duey  magiorana  libbre  quattro  ,  termentina,  & 
olio  ciprino,ana  libbra  me^a  mannàie  peperino,  oncia  vna  co  due  di  nino 
vecchio;  e  con  quello  a  fermano  lena;- fi  via  ogni  doglióse  laffitudine.  Vrì 
altro  fé  ne  defcriue  da  Hierocle  con  opopanace,gdlbàni  caHoreo,  armo- 
niacOyeuforbio,pilatro,mirrayponfoligey  e  ter  mentina ,  onde  quattro  per 
vno,tnaggiorana,c midolla  di cerm->ani libbra  mera  i  cinque  di  cera,  e 
dieci  diolio  II  mede/imo  Ruttore  per  Caualle  fcaldato  fouerchiamente 
per  importune  faticheyloda  a  mettergli  in  canna  bocconi  d'affungia  uec- 
.  hiadiporcoybignata in  odorifero  vino  vecchio  :  e  con  affungia  altresì  > 

B  &  Vino  tepido  vngergli  la  fchiena,e'l  capo.  E  fé  per  tale  fiancherà  fi 
fojfe  venuto  a  febbre  ardente  :  ordina,  che  fi  prenda  vnfetlario  di  latte 
di  capra,  con  draganti,aro  gallico,pigniioli,  marrubbio,ana  onde  due;t 
tal  misura  fi  die  per  bocca  con  olio ,  &  vino  \  onero  prendafifugo  d'or- 
,%ata,feuo  dicapra,&  vn  quarto  d'agnello, e  fatti  cuocere  con  coriandro 
verde  ben  pejìo,et  aneto  vecchio;  di  quel  liquore  colato  fi  dia  per  tre  gior 
ni  beuanda. (j  '.oua  pur  dare  per  la  fini/Ira  narice  le  cime  dell'apio ,  e  del- 
la braffica pesle  in  viuo  .*Altripeflanofeme  di petrofemolo,  dauco,fefeli 
Cjallico,abrotano,e  gimeo  odorato  di  pari  mifura ,  egli  danno  a  bere  con 
\  acqua  melata.  Vegetìo  afferma  la  fiancherà  foler  dimoflrare  i  mede- 
fimi  fegni,che  fi fogliono  vedere  della  febbreycon  gli  occhi  concauiylagrì 
mofiye  fanguigniyorecchie  flaccideyanhclito  fyeffoye  foiyirofo;  fkflidio  del 
fieno;egraue7^a  di  tutto  il  corpo  ,fi  chele  gambe  di  ct>è£fò  paionlegate 
e  quelle  dinanzi  fi  portano  come  rotte.  .A  quello  egli  dice  douerfi  buttar 
in  cannapane  macerato  nel  vino  o  con  vino  disiemperati liquori  d'uoua, 
perciò  che'l  refrigerio  dell' vouo  accrefee  molta  viriate  al  vino  ,  fi  come 
il  vino  al  pane ^emettergli  ancor  dauanti  delle  ìattuche ,  o  delle  grami- 
gne ben  lauate ,  e  tritate ,  e  principalmente  per  tre  dì  continouargli  la 
beuanda  fatta  con  fughi  d'orbata,  e  di  vua  paffa,  olio  rofatGy&  voua: 

£  ma  prima  conmene  dargli  or^ofecco, ,'e / "corticato  :  effendo  regola  prin- 
cipale,  che'l  cauallo  coflretto  à  faticarfi  oltra  la  fuà  pojfan^a ,  &  af- 
fi accato;è  da  foftentarfi  leggiermente  con  poco  orxo,e  molto  fieno:  an^i 
molti  vogliono  ,  che  infino  al  ter%p  dì  fi  attenga  dall'orbo  affatto . 
Vn' altra  beuanda  egli  narra  effere fiata  da  *A flirto  ordinata,  laqual  con 
tiene  vn' oncia  d'hiffopo ,  vna  d'abrotano  ,fei  di  maggiorana ,  detta  al  - 
trimentifanfuco  :  vna  libbra  di fien greco ,due  difemen^a  di  lino.  Que- 
fie  cofe  pefìe  infieme  e  criuellate ;  fi  mettano  a  cuocere  in  vn  caldaio 
nuouo ,  confeifeflari  d'acqua ,  e  noue  fichi  doppi  :  indi  bollendo  feema- 
tafi  l'acqua  della  mità,fifj>rema  il  liquore  delrìmanente,&  aggiuntila 

KK    3         tr<t 


^66  XD  E  L  L  ^     G  l  0  7^1  à 

trefefiari  di  vino  vecchio,  me?o  di  mele ,  &  vna  dramma  di  pepe  trito,  g 
fi  facciano  ribollire  >&■  poi  fé  ne- dia  à  bere  alquanto  caldo  per  molti  gior- 
ni*  tsfuuertendo,  che  a  gli  animali  ammalati  per  isfovrantento  ,  e  per 
iftanche^a,  fi  carne  è  digrandiffimo gìoitamento  a  cauar  fangue  ,  cofi 
in  n'um  modo  è  da  trarfi  ne  i  principif,confisìendo  la  latitudine  ne  imu- 
fcoli,e  neruÌ,non  nelle  vene,  lequaliritrouandofi  vote  di  [angue-,  vereb- 
beno  quelle  parti  taffe  maggiormente  àdifec  e  arfijumminiftr  ondo  loro  il 
fangue  la  necefiaria  hu7nidità,molle7^a,efofientamento,Ma  è  da  afyet- 
tarfi almeno  ilterT^o  giorno  del  loro  ripofo.  IS^è  meno  è  da  auuertire  > 
chea'  Giumenti  infermi  per  fiacchezza  non  fono  da  fai 'afì 'a; fi  le  parti di 
dietro:  acciche  elle  non  fi  indeboliffero  totalmente:  ma  fi  le  vene  par-  F 
ranno  enfiatene  gli  Riachi ,  e  piene  dhumore  ,fipotrà  dalle  corone  de* 
piedi  cauar  il  pingue*  Benconuerrà  del'contino-uoconolioy&  vino  tepi- 
di vngerli  leff>allc,e  le  gambe,  e  diligentemente  fregarlo  tuttOy  facendo- 
lo fi are in  luogo  caldo,e  bene  agiato,  con  atto  letto- di  paglia,  àdileta- 
,    r    mefècco^  dilicato ,  ouepoffa  pio  far  fi,  e  ricrear  fi:  taquaì  cofa  ragione- 
Principal  uolmentefù  &a  dumeto.  appro.iata,quand'afcriJfe che  in  tutte  le  infermi 
rimedio  a  t adequali  vengono  da  HanebeTga,  il 'principat  rimedio  è  il  ripofo  ;  lo- 
ia, tìan-    dando,  eh  e  fi  faccia  fpeffò  bere  al  Giumento  buona  quantità d'olio,  odi 
2Zi  *    graffò  dilegato  con  vino  :  e  checon  olio  caldo  ò  pur  con  graffò- gl'i  fan 
fregate  te  rene,ei  lombi*  Hora  è  da  faperfi,che a  quefia  perlifera  debo- 
lez^ail  Canotto  incorre  non  folamente  (  come  dip-roffimo  habbiam  det- 
to )  Quando  egli  è  aHretto  a  fkr  più  di  quello ,  che  t  fuo  naturai  potere 
comporti;  dal  che  quafi  innumerabile  febiera  di  morbiper  ogni  parte 
della  perfona  Fegetio  accortamente  dimostra  foler  procedere ye  quel  tra 
gli  altri  vniuerfale,  che  gli  disfà  le  congiunture  di  tutte  le  membra,  e 
guaHa  la  difpofition  de  gfinteriorirma  vi  incorre  etiandio  per  lo  contra- 
Octa  lux  rl°  eftrem<>>  quando  egli  è  tenuto  gran  tepo  in  ocitTy*  ilquale  parimente  di 
gè,  cagio-  infiniti  mali  è  cagione: effendo fi  giàper  lunghe  efperien^e  veduto,^  ve- 
ne di  mol  dendofi  tutto  il  giorno,  che  ogni  lodato  Cauallo  fi  viene  à perdere  nel  ri-  f$ 
uuH  '  a  f0fì:&"veriJfimo  èqv.ello,che  volgarméte  fifuole  dire,  che  più  fon  quelli 
Caualliicbe  fi 'guafìano  nette  flalle, che  quei,cbe  patifeono  alle  campagne: 
conciofia  cofa,che  quanto  più,  il  cauallo  è  gagliardo,e  genero fo,  tanto  peg 
giofbpporta  di  effer  lungamente  trattenuto  alta  \afiella,  defiderado  per 
fuanatura  difeorrere  ,e  f atteggiar  e .  Questo  fi  legge  hauer  bene  offer- 
ito tingegnofhy  &  valorofo  Rj  Sumone ,  ilquale  affediato  da  *Antigo- 
no  in  vn  Cafletto,e  non  hauédo  luoghi  fpatiofida  esercitare  i  fuoi  caual- 
li,accioche  cofiflando  non  haiieffero  prefo  tanguore,pigritia,  &  altri  vi- 
'tij)Come  auuienej  hebbe  cura  di  fare  appendere  co  le  funi  alquantetauo- 

k 


2>££    C AVVILO,    LIB-  VAI.  ^y 

jl  te  a  trauerfo  per  di /otto  Upetto  loro  >  le  quali  poi  focena  aliare  in  tal 
modoycbe  i  Cauallicon  la  parte  dinanzi  fi  folleuauano  alquanto  dalla  ter 
raja  quale  effi  sforxandofi  dì  toccare^  non  poffendo;  veniuano  in  que- 
gli sforzi  ad  efieuitarfi  i  on  tutto  il  corpo*)®-  a  fidarne ,  E  di  mesliero 
adunque  fcbe '  l  (amilo  fi  tenga  effer  citato,  e  che  fi  caualcbijpejfo  con  di- 
rittiye  torti  corfi  per  montate^eper  difcefeycome  ?iell:  altro  libro  s'è  dimo.  £fl"ercjt; 
firato:Ma  non  mancherò  tutta  via  di  ricordare  vn' altra  voltaycbe  ogni  dee  faru" 
effercitio  è  dafarfi  con  auuertew%a,e difcrettioneynon  con  vn  certo  impe  c°  au  uer- 
to  infanoye  temerario:  con  cbefogliono  traiuigliarli  gl'inconfiderati  y  &•  len2a- 
vanifiafferiyi  quali  in  abfen^a  de  i  lor  padroni  contendendo  con  i  compa 
B.  gniygli  fanno  correre ^ fidare  fen^a  mifuraye  conperuerfa  impa rietina 
non  folo  con  le  bacchette ,  ma  con  gli /proni  attrocemente  gli  battono  ,  e 
non  gli  lafciano  rifiatareyfi  ebe  mifer  amente  indebolifcono  loro  le  for%e> 
e  corrompono  ogni  buona  difcìplinaye  cofiumeyche  haueffero  mai  appi?- 
fa.  grandemente  fi  yeggiono  ancora  in  ciò  peccare  i  cottovi  ignoranti) 
efcioccbi,&  altri  gialloni  mal'efi>ertiy€  prefontuofi,  i quali facendo  poco 
conto  di  queiycbefannoye  non  curando  fi di faperepiu  oltre  vengono  con 
l  et  àà  ere  fere  nella  loro  ignoranza^  immodes~tia.lAlche  l'accorto  Si- 
gìioredeurà  mirareynon  confidando  ifiwiCauaUiad  altre  mani,  che  de 
huomini  amoreuoliye  difcrettiye  chefappiano  maneggiarli^  conofeano  ì 
■  mali  y  che  da  sì  iniqui  trattamenti prouengono  .  E  ben  che  in  ogni  tempo 
conuengaycbe  fejfercitiofia  moderatoypur  hi  quelle  slagioniycbe  ordina- 
riamente fon  troppo  calde ,  ò  troppo  fredde  :  bifogna  con  più  diligenza 
fuggirgli  efìremi:perchefe'lCauallo ne  i giorni e$lini(maffimaméte  da 
me%p  Luglio  al  fin  d'\Agos~lo) fi  farà  faticare  alla  difi>eratay  facilmente 
egli  fi  potrà  diffeccare  di  dentro ,e fcalmanare  come  fi  dice;  douédofì^  a- 
l  bora  più  toflo  tenere  in  fi  efebi  luogbi  confrefchì  cibi;  che  aggìongere  al 
taldo  l'ajfannoye  la  BancheTga  :  Tarimente  fé  nell  ajpre^a  del  verm 
(come  farebbe  il  Decembrey&  il  gennaio)  egli  fi  fkceffe  molto  affanna- 

P  reyfcaldandofiy  efudandoydi  leggiero  piglierebhe  qualche graueye  perni 

ciofo  I\affred  amento:  e  per quefia  cagione  ancora  il  trauagliar  della  fera  Ra"TCa— 
non  è  lodeuole;perciocbe  alla  fatica^  alfudorefoprauenendo  il  freddo  come     fi 
naturale  della  notte  fi  come  all'  bora  farla  fopraprefo  da  quello  della  fìa  generi. 
gione(e  non  potendo  fi  basleuolmente  afeiugarey  verrebbe  àraffredar fi: 
oltre  che nongli  fi  potrebbe  dare  la  biada  fecondo  ilfolitOy  perle  ragio- 
niycbe  già  difoprafi  fon  dette .  Jl  (faualcare  dunque  della  mattina  nelle  Caualca- 
due  altre  ftagionipiu  temperate;è  il  pia  vtiley  &  opportuno  per  tutti  i  pj^U0D? 
rifletti.  Mafempre  è  da  hauerficura ,  che  alle  fatiche  ordinartelo  mag-  pontino. 
giormente  all'ingiurie  de gli  Jìraor -dinarij  sforyamentiyno  feguafo  non  fi 

VK    4         «£&mZ 


568  DEL  LA     G  L  0  \l  U 

aggiunga,  la  negligenza  del  governo  :T  ero  rimenldofi  il  cduallo  dall' ef-    £ 
fercitio,  deuràil  (furatore  con  vnfkfcio  di  paglia ,  ò  di  fieno  fecole  netto 
forbirgli^  fregarli  tutto  il  corpo-,  e  più  diligentemente  i  piedi,  e'I  ventre 
rasciugando  con  molta  cura  ifttdori,&  ogni  altra  h'.imidùà,non  toglìen 
dogli  fubitamentc  la  fella  ;  ma  facendolo  fotto  quella  dislacciata  ,  &  al- 
quanto aUargatayrefyigerareye  raccorre il  fiato,e  le  forze  fue:  Tofcia  le 
•uandola  è  da  fhrfi  paleggiare  pian  piano,couerto  di  qualche  panno,  in-^ 
fino  à  tanto  che l  calore,e'lfndorefiafuaporato,  è  gito  via,primacbe  fi 
leghi  alla  mangiatoia:e  poi  che  fi vedrà  asciugatole  ridotto  pofatamen- 
te  all' efiere  fuo  >  col  debito  iute  mallo  gli  fi  potrà  dare  mia  particella  di 
fyada  e  menarlo  a  bere,aUettaadolo  col  fi fcb  io  per  farlo  bere  più  volon-  &  ' 
tieridndi  rimcnato  à  la  flalla  dargli  più  largamente  il  cibo  fuo.  Vera- 
Alla  con-  "mente  fi  come(fecondo  la  diuinafente  ira)  non  nel  pane  foloviue  l'huo- 
fermtio-  moccoli  io  poffo  direbbe  non  la  diligenza  fola  dei  cibi  importa  alla  con- 
ne  ,.^,(ra  feruatione  de  iCaualli;  ma  gli  altr'r.tratt  amenti  ancora  fono  con  molta. 
fi  ricerche  diligenza  daofieri'.arfi,  cbe  appartengono  alla  loro  conditioneide  iqua- 
ohra  ilei  li  non  è  da  ^ar fi  à  molta  confidenza  de  i  fer nidori  >  cbe per  la  più  parte 
b°*  nonfolo  wn  riguardano, ne  riparano  al  damo  del  loro  padrone  :  ma  per 

anuentur'a  fé  ne  rallegrano  altresì>&  vi  fi  ingegnano  àfommo  iludio:  e 
cofi  auuiene q.iel cbeleggiadr -amente  racconta  Cfellio,che  vn  certo  gen- 
tilbuomo  grafìa  di  perfon.t,  battendo  macilento  il  fuo  Cauallo,  &  addi- 
mandato  della  cagione,rifpofc  no  douereffere  maraviglia,  s 'egliflefie  di 
miglior 'babito,cbe 7  e auallo  :  perciò  ch'egli  fi  gouemaua  per fé  medefi- 
mo,mail  cauallo  era  gouemato  dal  feruidore;&  aquefio  propofito  an- 
cora fanno  quei  notabili  detti  divnTerfiano ,  e  di  vn*altroLibio,cbe  da 
sArìfìotehfi  raccontano,cbe  quesli  addimad andò.  Qual letame  fuffe mi 
gliore  per  li  capifrijpofe  effer  quello,  cbe  vi  lafciafiero  i piedi  delpadro- 
Occhio  nere  quegli  ricbieflo.Qual  cofapiu  giouaffe  ad  ingraffare  vn  e  auallo?  di f 
del  Padro  j-e  i'0CC\ylQ  del  padrone .  Vera  vtiliffvna  cofafia ,  cheH padrone  fi  truoirì 
fere  il  Ca  JPefl°  prefente  nell'opere  necefiarie  al  fuo  caualloycome  riddargli  à  bere, 
vallo,  e£"  à  mangiare  nel  Brio  nettare,  firigliare.epo  ne  in  ordine,  cbe  già  non-  " 
altro  fignificaua  quell'aureo  detto  di  fiatone,  chela  fronte  è  migliore  de 
£occipitio,cuii  della  parte  deretana  della  tefìa ,  fé  non  cbe  mal  vanno  le 
co  fé  della  e  afa  -.quando  il  padrone  ha  volte  le fp alle.  £t  a  queHo  effetto  fi 
todada  Senofaite,cbe  la  Stalla  fia  edificata  nel  Palagio  in  talftto,cbe't 
Signóre  frequent'fjtmamente  venga  ad  baner  dauanti  agli  occhi  ifuoì 
(auailr.tra  i  quali  (benché  moltijjimi  ne  pofjìeda)  non  potendo  effere,cbe 
alcuni  non  ne  babbia  più  cari  di  tutti  gli  altri ;ò  per  valore:  ò  per  beller- 
%a;òper  certo  efiequio  naturale:queHi; ferine  il  Carne  rario,cbe  bifogn* 

tsnsm 


B 


<1)EL    C  \A  V  jiLLO    Li*:  VII.         \69 

tenerfi  con  quella  curaye  guardiaycon  che  fi  tengono  le  moglierr.èbefrco 
me  i  manteche  molto  le  amano  yfknno  bene  à  non  mandarle  tra  le  Rra- 
niere  congregationì  de'  conuki;e  delle  fefle:  perche  fempre  fé  ne  ritorna, 
no  con  openioniye  coRumi  nuoui:  cofi  quando  vno  ha  trouato  vn  cauallo     , 
fecondoyil  fuo  difìoyfe  mallo  preRa  ad  altri ,  tenga  per  certo  >  che o  poco 
piuyh  poco  meno  >  ma  cangiato  certamente  in  qualche  e ofa  gli  tornerà 
fempre  peggio  re .  Et  infomma<ifipuo  dir  questo  con  verità,  che'l  Signor 
che  vfa  negligenza  nel  fuo  Cauallo ,  è  negligente  ancora  di  fé  mede  fino 
poiché  fi  vede  manifefiamente,chel  Cauallo  nei  pencoli  prende  la  per- 
fona  del  padrone,come  in  depofito  da  rendere  fedelmente. Terò  il  veder- 
lo jpejfo  oltre  che  apporta  quefla  grande  vtilitàych'egli  non  viene  ad  effe- 
re  defraudato  de  inecefìarij  fuoi gouerni  : gioua  ancora  mirabilmente  y 
che  l'vn  prenda  la  conofcen%a  dell' altro:onde  viene  à  nafceretal' amore  1    .. 
che  reca  diletto  infinitOy<&  incredibile  vtilità  negli  accidenti,  fi  diligèn  mo  feuc 
te  padrone  adunque  deurà  entrare  Jb effe  nella  fua  Ralla  :  &  auuertire  effsr  fatta 
perlaprimiera  cofa  (come  Vegetw  ciammonife)  che'lfuolo  diquelLty  c  cotriego 
majfimamente  doue  dimorano  iCaualliypenda  alquanto  indietro-,  e  fi  a  di  uernata* 
tauoleynon  di  legni  fragiliycome  ffefjo  per  imperiti a,o  negligenza  fìfuol 
fhre,ma  fatto  di  buona ,  e  forte  rouere y  per  cloche  queRafpecie  di  legna- 
me indura  Vvnghie  deWanimale^non  altrimentiychefcfo.  E  che  babbia 
poi  la  fua  fo falche  riceua  l'orina  col  fuo  condotto  di  folto:  affine  chef  ori 
na  non  rigorghi>e  i  tocchi  i  piedi .  Ordinandole  ogni  dì  fi  caccino  dalla. 
Ralla  tutti  glifìrami  humidi ,  ei  letami:  i  quali  fono  da  raccorfi  in  di- 
parte in  vno  luogo  -.perche  ognihumore  >  chetenefe  bagnate  Vvnghie 
dell  animale  offenderebbe  ;  oltre  che  lo  Re;  co  latto  (come  di  ce  Varro- 
ne)ad  abrncciarle .  Il  perche  ordina  Cohmeìla,  che  la  falla  fìa  in  luogo 
<afciuttOylaRricata  d'afe  di  T{ouere ,  fu  cer.dofifpeffojpa^are  ilfv.oloye 
per  di  foura gittarui paglia .  Tarimente  Cjioachirm  Camerario  dice^cht 
ta  Ralla  fìa  netta,  epolita  ,  con  efferui  ogni  cofa  refettatà  al  luogo  fuo 
non  àhrimentiyche  fi  fa  delle  (amerete  fate  proprie jperche  nenfolo  èdù- 
letteuole  à  vedere,e  commenda  molto  la  diligenza ,  4  lagentilexTa  del 
padronerma  conferita  etiandio->&  accrefee  la  fallita  de  gli  animali:  to-r 
gliendofi  quelle  muffe>e  quei  fetori,  che  fàcilmente  vitiano  il  lo  fariheli- 
to-.oltre  che  tutte  le  cofefqu alide  corrompono  Varia ,  deuepoi  maggio- 
ri mali  fon  da  temer  fi.  ft  veramente  è  gran  vergogna  a  tenere  vna  Rat- 
ta ditalmanierayche  chi vi  entrain  affèn^a  de i  cauaUiyfìimanon  caual 
U,ma  Torci  iui  tener  fi. E  poiché  à  quefla  mentionefì  è  cadutegli  gran-   ^aua^? 
demente  è  da  guardarfiy  che  in  tu  ogo  doue  Ranno  Torci ,  mai  nonfifac-  jou  c  ga  n 
sia  il  e  mallo  Hare  }  né  pur fermare  iui  da frejlo  :  efiendo  odiofjifime  al  no  Porci  • 

genere 


570  h  £  L  L  U    G  LO  \1  *A.     ! 

genere  Cauallino  tutte  le  cofe  7orcineysì  ilgrunnitoy  sì  l'balitoye  sì  il  fé-  £. . 
Porcino  tore;difcemendo  ancora  in  quefla  parte  la  iHefìa  l^atura  vngencroftf- 
ftercoap-yjwo  animaleyda  va  viliffimo ,  &•  ignauo  .  Oltre  "che  fé  l  Cauallo  veniffe 
U3.1U lQo~Per àifauentura  à  mangiar  lo  Herco  porcino  in  qualche  modo  ,  dicono 
me  a  nco  che  gli  Viene  [libito  vnapeflden  xay  che  bi fogna  viuoy  e  morto  fepararlo 
delle  galli  dagli  altri .  Sono  all'incontro  alcuni  (come  Columellafafede)  che  nelle 
nc  *  Halle  fan  nudrire  alcuni  (aproniy  con  dir  >  che  il  loro  odore  faccia  Varici 

falutifera  a'  Canalliye  gioia  à [cacciare  alcuni  mali.  Ma  quello  ancora  è 
daauuertirfiy  che  nelle  Halle  non  fi  facciano  mai  accoflare  (jdline  y  le 
quali volentieri  [olendo  [eguitar  le  reliquie  della  biaday  fpejfo  nelle  man 
giatoie  la[cìano  delle  piumeye  de  gli  fter  chi  humidiyche  poi  inghiottendo  & 
fi  da  i  Caualliylor  apportano  gran  pericolo iqueHi  al  ventrey&  à  la  vefi- 
Cura  per  cay(jUeHea{iag0la  y  n  cj?e  quando  per  difauentura  aimenuto  fuffey  il  rir 
che  hab-  "medio per  la  pi'uma(fecondo  il  B^'fio)farà  queHoyche  il  Cauallo  fi  cuoca 
bia  magia  nelf  omhilico  d'attorno  (il  che  fuolc  anco  nel  mal  delti nfujjìone  >  &  in 
to  fterco  quello  falla,  difenteria  affai  giouare)  poi  gli  fi  metta  in  bocca  fieno  'So 
1  °a  ln   nino  caldoye  glifi  cani  fangue ,  &  apprefjo  glifi  mettano  alla  gola  tut- 
te le  Interiora  d'vna gallina:  e  non  guarendo  per  quefla  viayfi  torni  dili- 
gentemente à  trar  del  fangue.  Dell' hauere  diuoratoloflerco  humido  y  il 
fegnofia'y fecondo  biffino y  &  Hierocle)  che  al  Cauallo  viene  vnflufìo  di 
ventre  liquidiffimoye  moccofo:&  all' bora  è  da  pigliar  fi  Herco  bianco  di 
gallinayche  fìa  duroye  con  afongiaye  farina  y  &  vino  nero^che  fia  auHe- 
ro  ammaffate  >  fi  riducano  a  bocconiye  fi  facciano  ingiottire:  ouero  glifi 
può  dare  con  vinoye  mele  femenya  di  lino.  zJMa  è  da  effercitarfi  colpaf- 
feggiare  i  nfino  à  tantoyche  tal  moto  gli  muoua  il  ventre .    E  fé  qualche 
horrore  fopragiungcfìeye  i  peli  fi  arricciafferoy  prendafi  bacche  di  lauro 
falnitro>acetO}&olioyemifiiinfìeme>fe  n'vngaper  tre  di  in  luogo  caldo 
oue  niente  di  freddo  poffa  entrare;  ò  vero  per  tre  dìglifidianofrondi  di 
fico  f abiatico  peHe  co  acqua  tepida  .  M.Luigiyà  chi hauefìe  mangiato  lo 
fterco  dellaGallinay  daua  à  bere  tre  onciedifeme  d'apioyco  trelibbredi  fj 
meleye  mc%a  mifura  dì  cimino.  Vedi  vna  leggiera  cofa  quanto  importa. 
Cura  per.d^c  meno  import  anteyè  fe'l  Cauallo  per  difauentura  fi  troui  mangiando, 
cauallo  e  hauer fi  inghiottito  alcun  Buprefleyanimaluccio  divede  di  Cantarelleyco 
man°iato7we  vn  picciolo  I{agno;cbefifuole  criare  dentro  ilfieno:et  è  di  tanta  ma, 
Bupreste.  lignitàycbe'l  mifero  Cauallo  fentendofi  ardere  internamenteyco  ecceffiuo 
dolor  di  ventreygittato  à  terra  fi  torce  tutto;al  chefecodo  HierocleyTeo 
nefloy  &,  biffino  y  bifognafoccorrere  con  lefrondi  de  la  Braffica  trite  in 
duefeflari  di  vinoy&  vna  Hemina  d'olioydadogliele  per  la  fìniflra  Ifa- 
rke  ;  ò  con  l'afien^o  cotto  nel  yino  :  giona  ancor  l'orbo  bagnato  d'olio^ 

òdi 


dsi  tarullo,  irà  fu.       tfìft 

f  ò  di  decottione  di  bietole  >  datò  à  mangiare  :  ò  l'vntione  di  olio  con  folfó 
trittoyfktta  al  ventre :i quai  rimedi  fon  buoni  ancora  per  mal  di  vermi .  , 

Dicono  alcuni  il  Buprefte  ejfere  fimilead  vn  picciolo  Scarobeo  y  e  cbia-  %upr*iie 
marft  cofiyperche  giace  al  pia  per  l'ordinario  in  vna  buona  herba  di  que- 
ftonome .  Eliano  ferine  parimente  auuenirc  al  bilenche  feVharànelpa- 
fiere  ingbiottitoypoco  dapoi  gonfiando  caderà  morto  .  Hippocratedicey  .  . 
clye  quando  ciò  è  auuenuto  >  il  Cauallofivede  diftendere  tutto  >  e  gonfia- 
to il  ventre  mandar  fuori  sterco  minuto  ,ejp  e ffo>&  a  poca  a  poco  caccia- 
re ilfiatOyfen-za  curarfi  di  mangiare;  alche  è  da  rimediarfi  con  legargli 
la  tefta,e  tagliar  le  veneyche  vengono  [opra  le  nariciyft  cbe'lfangue  efea' 

B  fuori  per  la  bocca  :  è  dargli  àdiuorarbrafjìche  cotte  con  falamora ,  & 
olio .  Vegetio  dice  chiamar  fi  da  alami  Volpeflre  che  fanno  firingere  il 
petto  al  cauallo  di  modoyche  ilfoffogano:  però  ordina ,  che  coperto  beney 
fi  faccia  correre  ypoi  leggiermente  fi  fa  laffi  nel  palatoy&  accioche  venga 
a  traghiottirfìilfangue  y  chefeorre  yfacciafi  pafieggiare  à  buonpaffo ,  e 
diaglifià  mangiare •fi-omento  bagnato  con  fugo  di  vuapaffa ,  e  porri  >  e^ 
anco  per  lo  corno  vino,  caldo  con  vua  pafia  periata »  E  perche  non  fi  può    Lume/e 
intutto  vietare  al  curatoreyche  rio  porti  alla  fi  alla  fuoco  accefo  per  quel-  fuoco  co- 
ligouerniy  che  la  notte  bifognanfkrfi;è  d' auuertirfi  y  che  cautamente  vi  ™jj  *  |f 
fi  portiy&  vi  fi  tenga  il  lume  y  appendendolo  in  parte  y  che  fialontaniffi-  ie  ftalle. 

C  m  o  dafienoye  da  paglia^  da  ogni  altra  materia  atta  ad  accender  fifa  cil- 
mente;folendùJpeJfo  vnafnuilla  muouere grandi incendu' .:  Terqneflo  il 
meglio  fia  vfar  lanterneye  le  Halle  però  fi  lodano  fatte  a  voltay  cen  tutte 
opere  di  pietra  pia  toflo  >  che  di  legnami .  Sin  efiefialle  demo  con  debi- 
to ordine  fiardijpofiii  luoghi  ydoue  acconciamente  fi  pojfano  riporre ,  e 
collocare  le  cofe  che  appartengono  all'vfo  de  i  C aualliycome  fclky  briglie 
&  altri  fornimenti  y  iquali  tutti  hanno  a  slar  difcoflo  da  gli  animali  : 
percioche  molti  fé  ne  trouano  co  fi  petulanti  >  e  per  la  buona  sì  natura  y  e 
sì  cura  lufiuriantiyche  fi  mettono  a  rodere  ciò  chepofìono  toccare: e  talho 
ra  diùoranai  peigi  dei  drappi  y  e  de*  corami .  Vero  non  fonda  buttar  fi 
a  cafo  in  ogni  luogo  il  pettine yla  fingila  ye'l panno  da  nettare  i  matutto- 
ordinatamente  s'è  da  conferuare  in  dijparte  alla  fua  fede  con  riguardeuo 
le  diligenza  ,  Senofonte  dice ,  douerfi  bauere  buona  guardia  alla  Jiallay 
che  non  ifìia  aperta  per  ciafeheduno;  fi  perche  la  biada  no  fia  rubatalo- 
me  per faperfe't  cauallo  felhabbìo:  magiata  bene ;concio fia  co  falche  due 
fonoi  principali  fegni  della  fanitàyvno  dentro  la  fkallay  s'egli  volentieriy 
•  & auidaméte pafceye  fé  ben  digerifeej 'altro- fuoriyfe  la  boccagli  abbon- 
da di  humoreye  difehiume..  Hanno  dipià  ad' ejfere  nella  fi  alla  fi  bene  di- 
fiintt  k  Tofie  con  legni >  o  pietre  y  che  ciafeun  Cauallo  pò  fia  mangiare  la. 

biada, 


571  7)  E  L  L  iJ    G  L  0  Ji  1  Jl 

biada  fuafer  tempo,ò  t ardi  ;ne  gli  /la  dal  vicino  preoccupata;percioche  * 

ttnefli  animali  fno  aitidijjimial  mangiare  ,  fi  che  decorata  prettamente 

■     la  parte  fua ,  fi  mettono  a  confumare  quella  del  compagno ,  e  vi  fono  di 

quelli,che  per  naturale  faflidio  fon  più  tardi  degli  altri  al  -mangiare;  e  fé 

loro  feparat amente  non  fi  defende  la  rata  loro  ,  in  brieue  fi  veggiona 

ammagliti . 

Raftelle-       La  R^aflellera  fia  digiuna  alterca-,  fecondo  la dijpotions  del  Caualloy 

j"a,  £?me  nonpiù  alta  del  dpuere,  accioche  non  sy  affanni  allo  stendere  del  collo-, 

ftare  ep.^  tanto  bajfa,chegli  toccale  la  testa-)  gli  occhi .  Fami  )fi  certamente  le 

che  fatta.  I{aflellere  per  due  cagioni, luna  per  farebbe  non  fi  confumi  afiaifkrame, 

V  altra  per  fare  cafcare  la  polve  del  fieno ,  ò  dclUpaglia  :  ma  perche  tal  p 
polucpuòdi  leggiero  andare  per  le  narici)  e  tal  volta  ne  gli  occhi  del  ca- 
uallo^non  fenja  pericolo, olir  e  che  fanno  star  fempre  i  crini  brutti,  fò  in 
comportila  me  non  piace  Cvfo  loro  ^che  più  perlhoHeria,  che  per  le  Ca- 
uallari^je  è  conueneuole-,  mafjìm amente,  che  alluma ,  &  aW altra  del- 
le dette  cagioni  può  fupp'ùre  la  diligenza  de  i  famigli  dcflinati  alla  cu- 
ra de  i  Caualli .  £ benché  il  Crefcem^o^l  ?\i'.fio  dicano,che  fia  molto  vti- 
le  al  cauallo,fàrgli  prendere  il  ciho  in  tcvra,accaiito  i piedi  ,fi  chefia  co- 
rretto difendere  lungi  U  collo  ingiù,che  co  fi  div.iene  più  dilicato,piu  ma 
neggieuole,e  più  bello,e  crefce  di  gambe  ,  concorrendoci  maggior  nudri- 
Mangia-  mento,per  lo  ttar  pia  continuo  appoggiato  su  quelle  dinanzi;  nondimeno  G 
H°  hh°mr  P^  ^de'wk  mi  Pa>e  d  configlio  di  ~4natolio,cbe  la  Mangiatoia  fa  alta, 
fer  fatca  è  accl^  c^e  l  caualli  già  venuti  a  perfettionc,  non  vengano  ad  incapeflrar- 
poiU.  fi, e  i  Tolledri  cof  retti  di  pigliare  il  cibo  , guardando  in  su ,  s'auuexjino 
à  tenere  il  capo  alto ,  ilche  è  di  ^randiffima  vagherà  al  genere  (aual- 
Uno;eperò  l'Epiteto  di  alti  diede  Virgilio  à  iTrefepi.Cjiouerà  bene  afk- 
re,che  efia  Mangiatoia  fia  cupa ,  accioche  il  cauallo  per  prendere  il  cibo 
di  dentro,venga  ad  incarcare,&-  infottilire  il  collotoltre  che  per  taf  agi 
tatione ,  e  trauaglio  egli  vien  meglio  o  maflicare  la  biada ,  e  preparar  fi 
meglio  a  digerirla.  Deeft  tenere  il  cauallo  nella  stalla  in  queflo  modo,  co 
me  il  Cref cenato  de  ferine,  che  gli  fi  mettailcapejìro  di  morbido  >  e  forte 
cuoio,e  fi  leghi  con  doppie  redine  alla  Mangiatoia;  cioè  che  effendo  la  ca 
ucz^a  diuifa  in  due  corde ,  elle  fi  leghino  ne  i  due  anelli  chefianno  affffi 
nella  Mangiatoia  dall 'un  lato, e  dall'altro  animale, ilquale  in  queflo  mo 
do  non  verrà  ad  intenerire ,  o  indurire  il  collo  più  da  vna  mano,  che  da 
vrì altra;  ma  lo  fi  mantenerà  fempre  egualex giuflo.Oltrà  ciò  ipiè  dinan 
Ttf  fon  da  legar  fi  ad  vn  di  quei  di  dentro  con  vna  Tafioia  fatta  di  lana , 
accioche  nonpojfa  andare  innanzi  in  alcun  modo  :  e  questa  vfanraper 
lafanità  delle  gambe  è  gioueuolefornmamente.  Etnei  vero  à  tenere  il 

Canal- 


<DEl    CjìV  JS  ILO,    LJB.Vn.  ff§ 

\A   C aunlh  con  le  pafloie,e  trainello  (come  volgarmente  fi  fuol aìre)  auan- 
yaqueflo  ,  ci) egli  non  folament e  fi  auv.ej^a  à  Uare  co  i  piedi  eguali , 
ma  fi  conferuale  ffalle  ,  e  parimente  le  mantiengiufle  ;  che  altrimenti 
mouendo  fhlfamente  le  bracciali  leggiero  fi protrebbe  sfilare,intr •apri- 
rete fiorceì  e  .  Senofonte  dice  ,  che  conuiene  ilCauallo  effer  legato  dalla 
parte  foprana  della  tetta  ,  percioche  qualunque  cofa  gli  offenda  la  bocca 
egli  fittole  fchiuarla  con  aliare  il  capo  :  ilche facendo  legato  in  queslo 
modo  ,  i  legami  fi  vengono  ad  allargare  più  toslo ,  che  à  rompere .  Ma 
egli  è  dafaperfi  ,  che  del  caueflro,con  chef  lega  alla  1{eHellera,non  dee 
rislrengerfi  mai  il  nodo  inquellaparte  della  tefla,  nella  quale  fi  mette 
la  tesliera  detta  briglia ,  e  perciothe  efendo,  che iCauallo  ffefio  muoue 
*  la  teflain  e  fi  a  tJMangiatoia ,  fé  la  legatura  venìffe  ad  annoiarlo  prefìo 
l'orecchie,  faria  cagione  dialcuntumore,  ò  rompitura  :  e  l'animale  con 
tal'offefa  non  accetterebbe  dapoinèfeno,nè  altro  ri fìringimemo. Quan- 
do poi  bifogna  cacciarlo  fiori,  non  è  dafùrfi  inmcdo,  che  chilo  mena 
gli  vada  dietro  ;  perche  co  fi  il  Q.  ualìc  potrebbe  vf  re  tutte  quelle  mali- 
gnità,che  gli  piace  fiero  ffen^a  potè;  uifi  prouede;  e;e  meno  è  da  far  fi,  che 
Vhuomogli  vada  innanzi  tirandolo  leg  ato  con  lunghe  redine .  percioche 
parimente  nett'vno,enell 'altro  fiancopotria  riuolgere  fina  malitia,&  of- 
fendere anco  il  conduttore -.oltre  che  [e  molti  (auallifi  menaffero  in  que- 
>  Hi  modi  ,  non  fi  potrebbono  raffrenare,che  non  fi  oltraggi  afferò  à  vicen- 
da.Ma  s'egli  fi  menerà  da  lato  qua  fi  dipari  in  compagnia  ,  non  potrà  di 
leggiero  offendere  altri,&  ottimamente  fi  trouerà  preparato  à  far  fi  ca- 
ualcareffe  con  prefle^ja  bifogna fft farlo. 

La  Ralla  deurà  hauere  altresì  buon  li-.me,&  vno,ò  più  fecondo  la  gra 
deT^a  d'effa;accioche  auuei^atoatte  tenebre  l'animale  non  venifìè poi 
ad  offenderfiper  la  lue  e,l  aquale  repétina  ,  òdifufatafa  dano  aWacuteT^ 
%a  della  vifta.Talladio  vuole,che  la  magione  sì  de'Caualli,e  sì  de' Buoi, 
guardi  al  Me%o giomo:ma  che  no  haggia  bifogno  ,  né  fiaprìuo  de  i  lumi 
del  Settentrione,i  quali  nel  verno  clm.fi  niente  offenderano,e  la  Hate  a- 
D  perù  rinfrefcherano.Terò  Vegetio  dice,che  nella  fate  co  fi  di  dì  come  di 
notte  alla  falla  fi  dee  dar' aria:  e'I  verno  dee  più  tofio  efferetepida,che 
caldai  percioche  il  troppo  caldo  auuenga  ,  che  conferui  la  g  rafei^a  ,fk 
nondimeno  indigefiione,  e  nuoce  forte  alla  natura,  maffimamente,che  fé 
àcquei  vapore  fi  caccia  fuori  al  freddo  in[olito,inccnteneìite  glifoprauie 
ne  infermità.  Tolluce  doue ordina  ,  che'l  fifone  dee  auueT^are  ilCa- 
uallo à  via  pietrefa,ma  non  troppo  ajpra  ;  foggiunge, ottima  cofa  efferey 
che  la  slatta  fia  U fincata  dipietre  sì  grandette ,  che  ciafetma  hauefie  à 
pefare  intorno  ad  yna  libbra  perche  il  Cauallo  con  l'vfo  di  calcare  qumi 

fi  vie- 


/*  viene  à  fortificare  i  piedi  mirabilmente .  7/  mede/imo  ordina  Senofonte  £ 
dicendo ,  che  li  Stalla  nella  parte  di  fuori  jl ara  heniffi,noy&  ampUerà,e 
falderài piedi  dèi  cavallone  vi'fifpargano  quattroyò  cinque  carra  di  [affi 
rotondi  di  grandezza quanto  può  flringerevna  mano  >  i  quali  con  ferro 
fipofìono  tenere  rijiretti ,  che  non  fi  muouano,e  fouru  quelli ,  qnfi  in  via 
■pietrofayogni  di  il  Cauallo  è  da  far  fi  alquanto  caminare .  Dee  ancora  flar 
vicino  alla  Stalla  vn luogo  dipagliaccia  couerto ,  doue  i  cavalli  innanzi 
al  berefipofìano  voltare  :  ilquale  effercitio gioita  molto  allafanicà ,  efk 
f coltri  re  i  difetti  dell  infermità,  conciò  fia  cofa  >  che  qualunque  animale  ò 
non  fi  trauolge  fecondo  il  [olito  fuo  cofiume  yÒ  totalmente  fìgge  di  cori- 
car fi  ;  moHra ,  ctieglifia  opprefìo  di  qualche  male  ;  &  aWbora  bifogna  P 
fegregarlo  dal  confortio  degli  altri  >  e  curarlo.  Quello  voltolare  ferine  " 
anco  il  B^r-: fio  effere  tanto  vtile  à  giumenti y  che  fé  vedendo  fi  il  cauallo 
fianco  per  lo  camino  appena  potere  piti  gir' aitanti,  fi  fàccia  entrare  in 
qualche fiallayò  altra  cafaycbepiu  opportuna  fi  ritroui  per  islraia,  ò  pur 
fifkcciain  efi a  Jlrada  pofare  alquanto  ;  efiendo  però  il  tempo  cofiquietOy 
che  né  pioggia  >  né  vento  poteffe  apportargli  danno  ;  e  Iettatagli  la  fella , 
ò  barda ,  fi  lafci  bene  afuapofia  voltolare  per  terra  :  egli  mirabilmente 
rinforzato  forgerà  in  pie  fi  frefeoy  e  vogliofo  di  caminare  >  che  parrà 
non  batter'  ancora  in  quel  dì  mofìo  altro  pafìo  .  ^Afferma  parimente 
*A flirto  ottima  cofa  efiere ,  che  gli  animali  di  vnghiefodefi  menino  fpef-  & 
foài  volutabri.  Volutabro  intendendo  il  luogo  atto  à  voltare  l'anima- 
le :  il  quale  luogo  eglifcriue  douerfi fcegliere  di  terreno  duro^  efodo  >  e- 
gualeypiano ,  epoluerofo  :  manepietrofo ,  ne  afpro  :  acciò  che fenza offe- 
fa  vi  fi  poffono  faborrare  :  aggiungendo  effere  riprobati  i  terreni  troppo 
graffi  y  letamati ,  e  gra  mignofi  ;  perche  non  rendono  il  cauallo  agile  >  ne 
jpedito  .  Ma  principalmente  é  da  auuertirfi  y  ch'egli  non  fi  voltolaffe  sa 
herbe y  otte fuffero  le  Bruche y  ciòéy  certi animalucci chiamati  [ampe ,  e 
da  alcuni  Bjtfe ,  e  tal  volta  Bruchi ,  come  la  J frittura  Sacra  gli  noma. 
rHè  che  {i  fregafie  mai  ad  arbori  >  che  di  quelle  abbondafiero  ;  perche  & 
(fecondo  che  Hierocle  dice)fubito  la  cuticagna  con  certe  bollifole  fi gon-  \ 
fiarebbe  y  e  s'incallirebbe  :  per  tutto  alzandofi  certi  liuidifegni ,  eglioc- 
xhi  diuerrebbono  concaui ,  &  offufeati .  *Al  che  bifogneria  rimediare  vn- 
gendogli  tutto  il  corpo  confortiamo  aceto ,  ouefuffe  mescolato  falnitrO) 
e  calcamo  y  che  dicono  Cetriolo  :  ma  faria  da  guardar  fi  y  che  ne  gli  oc- 
chi non  ne  (correre  alcuna  flilla , 
.      Il  iettoycbes'ba  da  fare  al  cauallo  per  lo  ripofo  della  mttey  deurà  efìer 
Cauallo    dipagliafo  di  fieno  alto  infino  alle  ginocchia ,  come  il  Crescenzo  pone  fo- 
ài fari.  lumeUa  diceyche  ad  ogni  debole  animale  è  da  apparecebiarfi  il  letto  bene 

alta* 


ITEt   C^AViA  LIO,    L  I  B.   VII.         575 

M  altamente,acciò  che più  molle  uifiripofi  .Il  Camerario  feri  uè,  che'llet- 
todelcauallo  conuiene  ejfere  più  pieno  il verno,  che  V  efiate:  perche  la 
notte piu  lungamente  l  animale  flà. coricato  :  e  non  meno  dal  calore,  che 
dal  freddo  fi  fuole  offendere  ibenche  aWvno,&  all' altro  il  fito  della  Stai 
là  può  riparare^ ella  aguifa  di  cantina  di  vinofifaràfrefea ,  di  fiate,  e 
di  veruo  tepida; pia  quando  altrimenti fuffe,è  di  mefliero  prouederfi  con 
la  ragione, e  con  l'artefìcio  sfacendo  all' animale  tener  di  verno  vnaco- 
tierta.  di  làna,che gli Uringa  bene  il  petto,  e'I  ventre,  per  lo  freddo,  che 
grauemente  loro  è  contrario  ,e  di  eflate  vna  dilino,  per  difenderlo  dalle  ■ 
mofche ,  &  altri  animalucci,  iquali  perche  fogliono  in  quel  tempo  pene- 
trarefotto  la  coda,efotto  il  ventre  aWànguinaglie,benehe  il  giorno  anco  > 
ra  il  diligete  curatore  le  debba  fcacciare,la  fera  maggiormente  il  deurà 
fnre.-acciòcheilCauallononfìà  interrotto  ddlfuoripofo.Epoichela  de- 
gnitàdi  questo  generofo  animale  r ichiede, che  gli  fiaconfcr nata  la  f alti 
te. con  tutte  quelle  indujìrie ,  e  diligente,  ebefìan  poffibili  :  non  differirò 
in  altro  luogo  la  mentione  di  quei  profumi ,  che  dàfaggie  perfone anti- 
che furo  ritrouati,efpfati  nelle  flalle  per  discacciarne •imalijpiriti,e far 
•vanii  fafcini,fé.  credenza  uisèdddare\  e  maggiormente  per  purgare  il 
cauallo,e  rifanarlo  dà  ogni  infermità;  mentre  che  l'odóre  delle  cofe  ap- 
propriate entrando  per  la  bocca,e  per  le  narici  penetra  in  tutte  le  parti,        f     .. 

qì  ched'entrof'ujferojplcerate,òmaldijpojìe:ecofif^ejfoficuraqHel,chelè  v^t-  nel„v. 

•  ~  beuade,e  l'altre  medicine  no  han  poffuto,  maffimamente quando  per  cor  le  flalle*. . 
rottione  di  Aere  fitemeffe ,  0  pericolàffe  dipeHe .  Tìendàfì  dunque  folfo 
uiuo,caHoreo,galbàno,  albito,e  ceci  crudi,  e  ana  libbra  meya^una  di 
bitume  (jiudaico,opopanace,pietra  ematita,  pietra  fidèrita,e  pietra  ar- 
gerita,an,a  oncia  un a,f ale  armoniaco, rafura  di  corno:  dì  ceruo,finopide> , 
(pagata  femina,pietra  di  Gagato,&  vua  marina,  ana  onde  tre, midolla 
di  loda  di  pino,feme  di  cedro  ;e  pece  liquidà,ana  libbre  tre,caualètti  ma 
rini,ftelle.marine,pellè  marine,  code  mar  ine, vnghie  marine, et  offa  di  fé  • 
pia  a  numero/ette  d'ogni  co  fa, e  di  tutte  trite, e  me f colate  fi  pigli  vn  cuc 

Xt  chiaro,mettédòlo  in  siila  bragia  fotto  la  tetta  del  cauallo,ilquale  fi  ten 
ga  couerto  d'vn  drappo  in  maniéra,che  attragga  tutto  il  profumo. In  un' 
altro  modo  ancora  qusfla  compofiiioè  da  Vegetio  ordinata ,  che  a  due  ■ 
libbre  di  folfo  viuo,vna  di  bitume  giudaico,  efei.  di  opop  anace, s' aggiun 
ga  accanto,corno  diceruo^galbano,  caflòreo,radici  di  giglio  Illirico  pa-  ■ 
mnarzgo,di pietra  Gagato  mafehio,  e  pietra  dilagato  f emina,  onciefeì  \ 
per  ciàfcuna,fale  armoniaco  due, fai.  Cappadocio,et  vua  marina,ana  oh  ì 
eie  tre;  piètra  ematita,  fidèrita ,  &argerita  ;  vrì oncia  per  vna,me%A  '. 
oncia  d'oro  )  midolla  di  cernono  Ho  di  cedrone  pece  liquidastre,  libbre  per." 

cofa}) 


576  DELlutg.LOlll^ 

cofaycaualletti  marini)  vngbiey  e  codds  mariney&ofla  difepia  numero  j? 
fette,?  fcor^e  di  pallucbe:a(fermandoycbe  tal  profumo  giovi  al  m. de  co 
fi  de  i  Caualii  ,  come  deglihuommi ,  e  che  viglia  à  purgar  l'aria  >&à 
probibir  la  gragrìmola  :  e  quando  le  fadette  pietre  non  fi  trouffero ,  òft 
fchiuaffe  lafpefa,  dice)  che  l'altre  cofe  efficaciflìmamente pur giouereb- 
bono.<A flirto  fcriueycbe prendendo Jolfoypanaceay  peucedano^e pietra  co. 
lamita,  vrìomia  per  vna  ;  dne  di  pietra  folomonìca,efei  di  bitume ,  & 
adoperandole  incorporate  con  gomma  y  e  terbentinayfi  puote  rimediare 
à  diutrfi  mali,e  fi  facci  ino  l'ombre  noceuoli  dalla  stalla. 
Mofche      ^a  tornan(^0  alfajìidio  delle  mofcbe ,  delle  quali  era  namo  condotti 
come  fi   à  ragionar  e -yCbi  volcffe,  ch'elle  niente  di  noia  recaffero  a  fttoi  ammali ,  F 
poflano    potrà  feruir/l  degli  ordini  di  Beretio ,  vngendo  i  loro  corpi  di  graffo  di 
AUC'ìì  !  leone>ò  &  °ti°  mescolato  con  cafia  tritalo  doue  fian  cotte  bacche  di  lau- 
j^  "  ro  rnedefimaméte  trite.  Oltr  acciò  il  lauro  trito  co  veratro  neroyfe  vn  p* 

co  fi  lafci  macerare  in  latte,  ò  infuogo  di  vuapaffa,  onero  in  acqua  me- 
lata amanza  le  mofcbe  de quali  parimente  con  lodor  dellanepntayòpur 
co  reffargiméto  della  decottione  delle  ftte frondi,fi  potrebbono  dift, accia 
re,nè  mai  fi  accaneranno  oue  con  acquafiaffarfo  il  veratro  bagnato  in 
latterò  in  vino  cotto  con  orpimento ;nè  doue  fiapofto  aitimele  cunilla  tri- 
ta .  jLnatoliofcriue,che  chi  de  fiderà  far  e  vna  slrage  delle  mo fchey  fac- 
cia vna  foffa,e  mettaui  fruttici  di  Oleandro  pesli;  che  quitti  d'ogni  ban-  G 
da  conuoleranno  gli  fc  iammi  lo  ro  ,  &  affatto  potrà  vcciderli .  27  V  o- 
laterrano  dice ;cbe  il  fermento  detto  ancora  leuatinay  miflo  con  limatu- 
ra di  ferro  t  recide  le  mofcbe  colgnflare  :  e  fi  [cacciano  col  fuffumigio 
del  vetriolo,ò  dell' origano  feluaggio.  Sogliono  il  pia  le  mofche  infefiare 
le  piaghe,  su  le  quali  bi fogna  slillare  pece  Uquefktta  con  afìungia  di  por 
co  vecchiayò  pur  con  olio:  e  q  uè  sì  a  diligenza  pia  farà  da  v  far  fi ,  oue  tra 
i  rimedi  fia  poslo  mele  :  perche  alla  dolcezza  di  quello  non  pur  le  mo- 
fchey  ma  le  api  ancora  vola?w ,  le  quali  ac  co  slate  fi  alla  piaga  ,  vi  crean 
vermi  :  benché  fogliono  i  uermi  nafeere  in  tutte  le  piaghe  tenute  con  ne- 
TafFan  i  gligenza.  Sono  pofeia  dafeaccìarfi  i  t affarìi ,  che  con  le  loro  punture  fo 
come  fi  di  gHono  dirupare  in  pazzia  il  genere  (auallino  :  e  però  Didimo  ordina  > 
da,Ccaua£  chequel  luogo  doue  gli  animali pafeono  ;òfiripofanoyfijparga  diac- 
ji .  quayouefian  cotte  bacche  di  lauro  pesle  y  che  lorper  naturale  iHinto  è 

odiofo  incredlbilmenteMa  fé  già  fi  fufìericeuuta  l'offe  fa  delle  punture^ 
CuJici  co  la  cerofa  con  acqua  lepuòfmorzare.  Democrito  ferine  fcacciar fi  i  culi- 
rne  fi  di-  f/  Col  fuffumigio  della  calamita ,  ò  delgith ,  ò  delgalbano ,  ò  delfolfey  ò 
dalle  (tal-  delciminoyòdella  cunilayò  dello  bdellio;ò  ( fecondo  il Folaterr ano)  del 
le .  uetriolo(come  difopra s'èdetto)con  limatura  di gineproyò  di cedroy  ò  di 

ciprepo 


,       DEL    CUV ULLO>    1 1  B.    VII.  $77 

<U  cipreffo  ,•  e 7 fintile  effetto  fanno  le  bacchi  fue\ò  fé  nelle  porte >  e  nel  me* 
%o  della  cafa fi  tengano  appe fé  alquante  fete  Qiualline  ;  òfe  vififyarga 
acquatone  fta  fiat  a  maceratala  rida,  ò  decotta  la  conyr^a  ,  la  qual'her- 
bapcr  effere  appropriata  ad  vccidere  ì  pìtici)?  i  chnìci,pulicaria  ,  e  cimi- 
caria  pur  fi  nomina  ;  come  'Tlinio  ,  e'I  ì\ueliio  ferirono  ,  1{e  effi  tafani 
ardifcono  di  toccare  quell'animale ,  chefia  vnto  di  manna  con  olio  >  e  con 
aceto  .  Oltre à dòlo fier co  botano,  ò  fuffumigato  ,  0  empiasìrato  per  le 
mura,è  loro  odiofiffimo .  TSJJ  s'apprelj eranno  ouefim  poHi  frutici  di  ca- 
nape >  maffìmamente  fé  fan  fioriti^  ne  doue  fia  fatto  foffumigio  con  la 
radice  dell'enola,aggiuntoui  il  cenere  delle  buccine. E  fé  vnafpogna  d'a- 

1  ceto  forte  s'appendanelfommo  della  cafa}  tutte  lcxenjare,ò  tafani  à      .  . 
fibiera  quitti  fi  raccorranno  .  Terdifcacciarei  pulci,  ferine  Tanfi  lo  che  me  ^  ^_ 
doue  fi  faccia  vnafofìa,  nella  quale  fi  metta  fangue  di  capra ,  ò  fiutici  di  /cacciano 
rododafne;  quanti  neflaranno  per  auentura  afeofi  in  quella  fianca ,  tut-  dalie  ^zi- 
ti vi  correranno:  fi  come  ancora  anuerrà  in  parte,  ouefiajparfa  acqua 
in  che  fìano  fiate  macerate  le  fiondi  del  lauro  trite,  òl'berbapedicolare 
che  fecondo  l'openion  vi  B^emberto  Dodoneo ,  è  chiamata  da  Greci  Ule- 
tlorolophos ,  e  da  Tlinio  Crifìa ,  latinamente  :  della  quale pafeendo figli 
animali  foglion  produrre  gran  copia  di  pidocchi. Undrea  Mattinoli  dice 

fs  chiamar  fi  pedicolare  la  Staphifagria  ,  che  dicono  ancora  V uà  filuefire . 
Vale  ad  ammalarli  la  muriafo  l'acqua  marina,?  acqua,  ouefta  ftato 
macerato  V abfinthio,o  la  radice  del  cocomero  faluatico  ;  ò  le  radici  del 
la  Chamelea,ò  le  fiondi  del  Pioppo  pefio  ,o'l  Cimino  feluaggio  trito  con 
la femen^a  di  cocomero  anguineo,  o'I  fugo  d'efio  cocomero,  d'I  cimino 
trito  >  e  di  pari  pefo  mi  fio  in  acqua  col  veratro  :  ò  l'acqua  doue  fia  flato 
bagnato gith ,  0  la  decottione  bollente  della  cony^a ,  0  tribolo  ,ola  fe- 
menxa  del  finape  faldata  al  fuoco .  Si  mandano  i  pulci  in  rouina  ,fe  do- 
pò jpa^ato  ilpauimento,  vififemini  la  calcina  viua  con  vn  criuello  da 
vecce:  ò  fe'lfuolo  fi  bagni  con  l'olio  delle  fraci  macerate.  E  fé  di  Umtir 

£  ca  vecchia  s'vnga  tutto  il  corpo  dell'animale,  egli  farà  fìcuro  da  taliaf- 
falti .  Il  Volat  errano  ferine ,  che  bagnando  fi rami  di  afienyo  con  acquay 
ouefta  mifio  il  vetriolo ,  tutti  vi  correranno ,  &fi  morranno  .  f  cimiciy     Cimici 
fcriueT>idimo  difcacciarfi,fele  mura,ò  le  legna  fi  tingano  di  colla  di  pe  2JJXJ  ? 
fce,ò  di  pece  liquida,ò  di  fugo  di  cocomero  feluaggio ,  ò  di  f rondi  di  mela  ^iie  fa  \ 
rancio,ò  di  hellara,ò  di  cappari  cotti  in  olio,ò  di  aceto ,  ouefta  Hata  ma-  le . 
cerata  lafquilla  minutamente  tagliata,ò  difeccie  d'olio  cotte,e  mefcola 
te  confiel  di  bue ,  ò  difiel  di  toro,ò  di  caprone,  aggiuntola  forte  aceto ,  ò 
vettriolo ,  òfolfo  viuo,  &  olio  vecchio.  V acquatone  fiano  fiati  bagnati 
i  lupini>,cbe  generalmente  fi  fuol'vfareyvccide  quelli  pulci,che  toccammo, 

00        non 


j7$  ,11  D  £'X  I  ^'^L  Oli  f\yf:  a  a 

»o«  vietaychepoco  da  poi  quafi  rìfcufcitati non  comialifcano .  La  Scolo-  £ 
penetra  fece ata  gli  discaccia  colfuo  odore  >  e'I  mede  fimo  effetto  fanno  le 
fr  ondi  dell' beller a  trite  con  alquante fanguifighe  t  concio  fia  cofacbele 
fang;tiftgbe,ei  cimki(come  il  Fiorentino  ci  la  fciò  fritto)  vicédeuolmite 
col  jiato  s'ammalano  l'  vno  l'alirotpcro  tlfuffumigio  delle  fangnifughe  i 
fi  de  urà  far' in  modoydyel  vapore  comprenda  bene  il  luogo  chiujo  ,  è  che  . 
non  ifuanifca  all'  aria  .  Democrito  affer  ma  non  generar  fi  cimici  in  moda, 
alcanoydo.iefliano  appefii  piedi  del  cer.tOyo  della  Ispre.e  fé  alcuno  nel  far- 
de  viaggi  fi  metterà  dtfottoallettovn  vafe  pieno  di  acquafredday  non- 
farà  da  tal  pelle  tocco  nelfuo  dormire  ~ 
.       Se  dipedoccìn^dt  ricini  l' animale  fife  aggrauato  :fcri.:e  ^Didimo  >,  F 
doipedoc  che  fi  facciano  cuocere  in  acqua  radici  d'acerey  òdi  ciperi  pesìe  ;  e  con. 
chioRici  q nella  decotrone tepida  fi  bagni  copiofamente  per  tutto  iL  corpo  ;  ma  bi-\ 
ni.haran.  fogna  prima  tofar  gli  crini '-dai  ciuffo  della  fronte fin 'alla  febiena,  per  ef-.. 
no  aggra-  ^re  «pe/Ztfp^rtep/V*  infefiata.Sono  alcurUyche fi  feruono  del  liquor  della, 
uailo.        cedriafolamente..  Altri  lo  bagnano  fimilmente  e  o  decottione  di  radice  di 
Mandragola  ;  ma  è  daguardarfi  xd/egli  non  negusìaffe ,  perche  gli re^ 
cherebbe  affai  pericolo  . 

I  Bfcinimedefìmamentefubitocafcherannoyfe  dipece  liquefatte  con 
affnngia  di  porco  fàran  toccati  .-  uè  con  mano  fon  da  iìerparfìy.  accia 
che  non  Tengano  à  lafciar  viceré .  alcuni  gli  mettono,  al  collo  vno. 
pe'Z£a  vnta  di  effungia  vecchia  y  ouefia incorporato  argento,  vino  .iAl- 
tri  lattano  con  acqua  >  o uè  fia  decotta  gomma»  Telagonio  foggiunge  > 
tibefe'l  ventre ,  o'I  federe  dall'  animale  fi  vedefie  pieno  di.  pedoccbiycon- 
uerrebbenel  mangiare  dargli  me  folate  con  lor-ro  more  crude .  zsfltri 
Lattano  il  luogo  con  acqua  y  ouefian  cotte  le  radici  di  effo.  moraro  *  tJfyCa 
fé  i  crini  y  e  tutta  laperfona  ne  fleffe  affediata,  bifognerebbe  vngerla 
di  cicuta  verde  trita ,  ò  di  olio  mifto  con  fugo  di  radici  di  ciclamino  >  che 
'Panporcino  è  chiamato ;h attendo  prima  per  tutto  purgata  bene  la  cuti- 
£agna;pofcia  il  dì  feguente farla  da  lauarfi  con  lifeia  calda ,  &  vn' altra  e» 
"volta  vngerfì  del  medicameli  come  TeonneHo  confi  erma. liierocle  dice , 
che  volendo  purgar  l'animale  di  pedoccbiyfaluatichife  effijìanno  in  luo- 
ghi interiori  ygli  fi  daràper  bocca  olio  di  fandaraca y  cioè  (fecondo  che 
alcuni  intendono)  di  vernice:  fé  difuoriyprendafi  della  medefima  fan- 
daraca quanto  parrà  baftante-y  e  con  olio  commune  fé  rìvnga  il  luogo 
o  pur  con  feccia  di  olio  calda  ;  che  tutti  morranno  con  tal  unguento  >. 
il  quale  fncendofi  al  Sole  farà  meglio  .  *JWa  l'offefa  di  tutti  queHi 
tuttauia  fi potrebbono  tolerarey  effendo  cagioni  folamente  di  noiay  e 
didifagioy  non  di  mQrte}  né  d 'altro  male ,  come  fono  gli  feorpioniy  &  i 

ferpentiy 


<DZl    C  JiV  Attui   ttB.rìl  ffò 

'"A  fèrpénti,i  cui  veleno  fi  mor fi  atterranno  l'animale .  Vero  con  maggior  di 
ligen^aè  da  guardar fi,che  taipeflifere  befliole  non  s 'accoflino  a' -noflrt 
tetti.  Sta  questo  effetto  Dio  fané  ferine ,  che  s'egli  fi  prenda  vn  feorpiò  i 
ne  fi  abruci,tuttigli  altri  fuggiranno  da  quel  contorno.  Scaccia  parimen 
te  gli  fcorpioni,e  tutti  iferpi  il  fuffumigio  della  fiwdaracca  congalbano, 
e  bitiroyo  grafo  di  capra  ;  e  fé  alcuno  fi  bagni  bsne  le  mani  del  fugo  del-  Scorpio-* 
la  radice  di elfo galbano->aff h-ma fìcuraméte poter 'aggrappare  glifcor-  n'  ?oir>e  ** 
'pioni,t ri  ferpmtue  la  medefima  radice  in  accattarla  allo  feorpione,  im    dIlc^C1"- 
tnantinente  l'vccide;jì  come  la  radice  dell'aconito  (fecodorDiofcoride)  mazzi«o. 
toccandogli  fcorpioniygli fa dinenire  sìupidi.  Oltracciò  raccontali  Ta- 

B  ventino  effere  auttore,  che  chi  tiene  l'herba  Siderita,doma  di  tal  manie 
ragli  Scorpionifcbe  non  può  da  quelli  e  fere  offefo  in  conto  alcuno  ,  e  fe- 
condoytbe  da  Vlutarco  dice  efferfi  ritrouato,ogni  volta  che  vna  ìfocci- 
Holafiarà  affjfaalla  I{asìellajofcorpione  non  oferà  d'entrare  alla  Hal- 
ite parimente  giouaràgli  huo  mini,s'ella  fi  tenga  legata  nel  pie  del  lei 
to.ISlJ  lafcierò  di  dire  quelche  egli  riferifee  da  Apuleio ,  che  fé  alcuno 
per  coffa  da  feorpione  ,caualchi  vno  A  fino  col  vifo  riuolto  verfo  la  coda: 
il  dolore  trapafia  ali  A  fino  ,  il  quale  cacciando  vnpeto  darà  fegno  ,  the 
fyabbiagià  conceputo  il  male.il  che  béche  ridicolo  paia,non  è  tanto  di  ma 
rauiglia,quanto  quello,  che  Democrito  poi  foggiunge,ehe  fé  un  punto  da 

"  feorpione  dica  ad  vn'Afino  all'orecchia.  Lo  Scorpione  m,hapercojfo,re- 
fìerà  libero  d'ogni  male,pafiando  ilveneficio  al  quadrupede,  fi  medefi- 
mo  afferma  ,  che  portar*  addo  fio  la  radice  della  rofa,  vale  cqntra  il  ve- 
rterlo degli  fcorpioni,e  de  ferpenti .  Oltr'à  ciò  lo  Stellione^  lo  feorpione 
fi  fattamente  fra  loro  pugnano  con  occulta  difeordia  di  nature,  che  vn- 
gendo  il  luogo  per  caffo  dallo  feorpione  con  olio ,  ouefiaftato  macerato  , 
e  disfatto  lo  §lellione:fi  refla  libero  :  eH  medefimo  effetto  fi  dice,che  fac- 
cia V  olio,oue  fia  cotto  il  medefìmo  feorpione  .  Gioua  ancora  al  percoffa 
mangiar' il  bulbo  della  fquilla ,  quando  fi  a  difapore  dolce  ;  e  fecondo  il 

yp  Fiorentinoyfe  nella  puntura  frefe  a  dello  feorpione  fi  felli  latte  di  fico,  il 
veleno  fi  ferma  affatto  .  ZoroaHro  ferine  vtiliffimo  efiere,  che'lpercojfo 
beua  con  Vino  la  femenxa  della  lattuea.  Altri  affermano  bajlare ,  che'l 
luogo  della  puntura  fifuggelli  con  vn 'anello  di  argento  \mafe  ciò  non 
giouaffe  ,  con  vn  ferro  infocato  fi  tagli.  M:  Luigihauea  per  fegno,  che'l. 
Cauallo  fuffe  flato  punto  da  feorpione,  quando ,  egli  buttando  humort 
verde  per  lo  nafo  malamente  poteua  rcjpirare,&  voleua,che  cotto  Ulna 
go  della  puntura  con  caldo  ferro,  fi  fufie  dato  vino  in  ben  and  a  con  tréta 
granella  di  pepe  biancodaqual  miflura  aggiuntoni  origano,  &  artemi-i 
fia  vfaua  ancor  a  nelle  morsicature  de  iferpenli  Affino  co  Hierocle  dkeji 
■  -  00     2  che'l 


cbe'l  C  audio  percoffo  da  fcorpione>fi  ritira  nelle  ginocchia,  fi  che  ne  vìe 
ne  a  -roppicareye  co  dijpcultdd'aìibelito  firbiua  il  cibo;e  dal  nafo  gli  fior 
re  vn  certo  bumore  verde  >e putrefatto  ;  e  curarfi  come  quelliycbe  Jorio 
morfi  da'  ferpétiuioè  dàdogli  ubere  co  vufeSlario  di  via  vecchio  caldo 
trenta  granella  trite  de  peneremo  pur  il  thimoyb  la  ruta  pesilo  l'artemi- 
.      i-    fia  cotta  con  effo  vinotouer1  olio  rofato  parimente  col  vino  puroy<Anato- 
a  tutte  le  Ho  feriue  prefentaneo  aiuto  efere  a  tutte  le  punture  velenoje  adi  fcoìpio- 
pu  n  tu  re   niyb  di  fé  rpent  iymett  ere  f opra  il  luogo  letame  di  porco >  b  di  bue:ò  fecon- 
velenofe.  doZSegetioyslerco  d: *Afinoyo folatro  pesìoyb  lanuta  marinaycbei  Gre- 
ci dicono  yòTitimaIo;ò  Iberba  Apollin  areiche  altri  dicono  itfquiamoyb 
feme  di  lino}b  alarne  abruci?to->b  fal<titro,ò  fale  di  terra.  £  qualunque  di  * 
qyefte  cof  In  panno  di  tela  fi  coli  con  acqua;  e  quella  fi  dia  d  bere,  è  vti- 
liffima.Le  morficature  de  ferpentiydice  Eumeloy  chef  debbano  pungere 
con  Li  can;ii)0!-:ero  sfregami  di  [opra  la  cenere  d"  efifa  canna  abruciata  ; 
giouando  ancora  dar  in  beuada  tal  cenere  rifiuta  con  vino  bpur  con  v'u- 
nì dar ' artemifi.iye  camomillapefie  infieme-.o  trita  la  radice  deWherbay 
che  dicono  rPerfanata)/ì  come  etiandio  la  radice  delficagioua  data  per 
h  narici  con  vino  tepido  .  'Utile  fa  ancora  mettere  fopra  il  luogo  >  creta, 
con  olio>&  acetone  laferoycbe  per  lo  fugo  cirenaico  s'intendeyouero  Tulli 
di  I{pndinella  minutati,  ò pure  il  nido  loro  sfregato  con  vino  vecchio . 
Cauatlo  llebe  Telagonio  dicegiauare  à  tutte  te  offefe  di  veleno  fi  denti .  Scriue 
tnorfodal  jlfiirtoycon  (Jierocleycbe quando ilCauallo è 'slato  rnorfo  da  qualche fer 
fcrpe  che  pe;fegUOm>  quefiifegniycbeper  tutta  la  pafona  gli  forre  unfred  do  bor- 
ea »       "  *°r9*e  tutto  fi  gonfi  ayfa  fremito  co  i  denti  y  e  con  la  boccagli  occhi  fi  fan 
fanguigniyil  federe  fi  rouefeiay  il  genitale  glipende  giurtalbora  cafeana 
ipelidal  colloye  dalla  coda;eper  tutto  gli  nafeono  certe pie ciole  bolle  > 
è  ve  fiche  pU7golenti:perb  èdaprouederfi  con  dargli  à  bere  con  vino  olia 
rofatOyò  trenta  granelli  di  peuere  bentritoyb  tbimofo  fefeli  ereticoydetta 
altrimenti  t or dilioyO  rutapes~iayò  artemifia  bollita  y  ò  lapolemoniay  & 
ariftolochia  parimente  con  vino:  cauatogli  prima  fangue  dalcollo-.vn- 
pendolo  tutto  di  vint>,&olio  con  pomello  di  lauro  eotte  ;  le  cui  frondi fa-  " 
no  vtiliffime  anco  à  mangiare  >  fi  come  vtiliffimoancofia  à  dargli  per  la 
fmiflra  narice  polue  delle  radici  delTherba  echioy  che  chiamano  viperi- 
na^ della  polemoniayche  polmonaria  foglion  dire  >  mefeolate  con  vino  » 
Giona  etiandio  dopo  tratto  il  fangue  far  su  la  morficaturaempiaslro  di, 
miglhye  frumentone  per  tre  dì  rinomarcelo  due  fiate  il  giorno  .  ^Alcuni 
confi gliano, che  prima  fi  tagli  il  luogo  morfuatOypoi  vi  fi  dia  Hfuocoy,  <&•■ 
ultimamente  fi  dianole  fopradette  beuande  ye  che  conorina  fi  laui  be- 
ne la  piagale  con  molle  vnguento  fi  curi .  Il  (olombro  loda  >  che"l  luogo, 

morfi- 


2>£Z    C  jtV  ALLO)    LlB.Ptl  581 

jl  morficato  s'unga  con  acetone  fenapi  miHi:  per  bocca  fi  dia  vrì oncia  dira 
dice  di  dittamo  difcioltaìn  vrìbemina  di  buon  Vino  .  Ma  per  vn  rimedio 
eicellcntiffimoyche  può  liberar  e  da  morte  ogni  animale  morftcato  daj'er 
pi  y  0  da  altri  vermi  veleno  fi  :  0  purattofitcatoyo  appellato  y  loda  y  che  fi 
metta  in  sii  la  morficaìurayo  piagay  0  che  fi  dia  à  bere  con  vino  y  0  vera- 
mente  con  acqua  rofa,o  di  endi:uayvn  poco  di  quesia  miìiura y  che  ancor    Mi/tura 
per  gli  b  uomini  è  pretiofa.  Dittamo  bianco,polemonia y  gentiana,  impe-  Pe''.  ani- 
ratoriayangelica,gariofilatayfpigo  nardoytermentinaybolo  armeno,  terra  ?ca'!;nj?r 
figillataybenedittayfiladelfiay&  alociferon-.pefie  infiemey  e  ferbate  in  vn  veleno. 
faccbetto  .  £fe  le  radici  di  tutte  le  dette  herbe  y  '0  l'altre  cofe  non  fi  po- 
B  tefierc  battere  cQmpitamente;bas~leràhauerne  dueyo  tre  0  pur  una.  Ben- 
ché non  faranno  mai  per  mane  are  la  termentina,la  gentianaye'l  dittamo 
ecofi  il  bolo  armeno, gariofìlataye  la  terrafìgillata  -,  lequali  almeno  po~ 
trannovf-.rfi,  &  varranopiu  che  lateriaca  .  17  dittamo  egli  narra  efier 
di  tanta  for^h  che  vna  besii 1 fi  metterà  più  tofio  a  paffare  per  lofuocoy 
che  per  vn  cerchio  ditale  herba  .  Hippocrate  dice  ff  e  fio  auuenirey  che 
wtpenfat  amente  corcando fi  V  animale ,il  ferpeyo  la  vipera  prouocata  dal 
pefo  j  gli  imprime  il  morfo  ;  &infomma  quelle  cofe y  che  giouano  a  gli 
buor/iini  in  tali  cafiyle  medeme  egli  giudica  di  grandiffima  parte  vtiliy  e 
falutifere,  alle  befìie:e  particolarméte  a'  Caualliye  Muliy&  Afinìgiouar 
molto  il  trar  del  fif.ngueyche  incontanente  fi  è  dafhre.*Aggiungendoyche 
quando  la  mor filatura  è  fiat  a  di  vipera, fi  cono f ce  y  che  n'efee  la  marcia 
?ie?ay&  all' bora  fi  deurà  prima  il  luogo  fcarifi  care  con  ferro;  pofeiapor 
v.ifopra  con  fiale  l'berba  perfonata  trita-,  o'I  trifoglio,che  in  luoghi  fi  ago 
lofifuol  trouarfi  di  graueodoreynè  dijfimile  al  bitnme;però  da'Creci  det 
ta  lAfpbaltion ,  e  diquefia  herba  il  fugo  fi  dà  per  bocca  mislo  con  vino  y  e 
le  fionditrite con  fole fi  mettono  su  la  fcarifi cagione  à guifia  d'empiafiroy 
ofe  quesla  herba  verde  non  fi  trouaffefil  mede  fimo  effetto  faranno  lefe- 
men7eye  le  radici  beuute  con  vinoso  pofle  con  acqua  melata  in  su  la  pia- 
£  ga.Vlinio  dice  ejfere  vtile  a' quadrupedi  offe  fi  daferpemiyi  Gammari  pre 
fi  in  cibotouero  il  daucoy  0  il  fiele  del  vefpertiglione  con  aceto  y  0  la  ruta 
data  con  vino  per  le  narici  >  onero  il  cagnolino  della  muttella  ignudo  y  e 
fi ef co  petto  con  fiale:  di  più  aggiungendo,  che  la  felce  pofio  su' 7  capo  del- 
l' animaleyil  difenda  datali  morfi.Oltrà  ciò  a'  morfi  di  vipera  è  rimedio 
tfficaciffimoypettar  le  cime  tenere  del  fi  affino ,  e  darne  à  bere  il  fugo  con 
yino  puro ,  s'egli  è  fen^a  febbre  :  altrimenti  ben  temperato;  mettendo  le  Mornca- 
fiondi  del  medefimo  pette  su'l  luogo  le  fio  .  Conofcefi  la  morficatura  della       a  co_ 
vipera ,  od' altro  Serpe  y  quando  dalla  piaga  incomincia  a  venir  fuori  me  fi  co- 
h  umor  putrido  y  come  Vegetio  fcr  lue }  ilquale  loda  recider un  Cauret-  noia. 

00     3  to} 


5g3  D  E  L.L  JL     C  LO \\l  Jt       -   '  ' 

to  ,  ò  ^Agnello  ,  «  Callo  :  eprefo  il  polmone  con  gli  altri  interiori  ancora 
caldi:mettergU  su  la  piaga;  e  ben  te gameti  ,  accioche  fi  tiri  fuori  tutto' l 
veleno  ;  e  continuamente  s'è  da  dare  quesla  beuanda  di  vn  fejlario  di 
vin  vecchio  con  y  ria  bellina  di  fai  trito,  eme^a  oncia  d 'acoro  pontico 
pur  trito:  e  perfeueraffe  la  gonfiatura  :  prendi  buona  quantità  divital- 
kz  feluaggia,e  abruciatala,e  fatto  rauno,cioè  lifcia,della  fua  cenere, glie 
ne  darai  à  bere  vn  fejlario  la  volta  ;  e  della  medefima  cenere  con  aceto 
Rimedi  ffajfc  alla  piaga  empierò .  £  quando  ciònongiouaffe,  cidarai  il  fuocoy 
morfica-    medicando  poi  con  diligenza  la  piaga  abruciata,e  su  la  cicatrice  metten. 
ture  vele-  do  farina  dorrò  convino,olio,e  [ale  .  Il  Pyufio  vuole)  che  co  fi  a  Cauallo, 
noie.         tome  ad  hi  o mo,ilqualefuffe  morficato  da  ferpe ,  fi  dia  a  bere  la  fanico- 
lapefla,  e /temperata  con  latte  di  vacca  di  vn  colore  .  Oltre  di  ciò  al  ca- 
uallo fi  può  dare  per  yn  corno  la  tiriaca  con  vino  perfetto,  finendogli  te- 
nere la  tefla  alta  in  sii ,  perche  poffa  meglio  ingiottirla  tutta  ;  e  le  cipolle 
ben  pejìeinjìeme  con  mele,  e  file  yfon  vtiliffime  àlegarfi  fu' l  luogo  of- 
fe fo  .  filtri  da  polche  han  r.afo  il  luogo  della  puntma,efatioui  un  taglio, 
per  lungo,&  vn' altro  per  trauerfo,  vi  mettono  vntione  di  gre  fio  dilupoy 
o  di  fugo  delcardamomo,o  del  cardoìicellofo  del  fangiiino,  ò.del  fenaproy 
prendano  tal  fugo  o  dalle  foglie  di  efìe  herbe,  ò  dalle  lorfemenje  pesle,  e 
fremute  ;ò  ueramente  cotte  conlifciadi  vite,o  di  falce,  &  olio  vecchio:  ^ 
e  quando  quejlo  non  giouaffe ,  vi  dannò  il  fuoco  t  Il  morfo  della  C  eciglia 
cagiona  tumore,e  marcia,pur  Loffefa  di  leifìfana,phngendo  il luogo.con 
vna  agucchia  di  rame-,  e '  ponendola  di  fopwcla  creta  cimolia  con  aceto.. 
Ma  per  ifchinare  quefli  pericolofi  anuenimétiti  >  farà  bene  efye  rimeritare 
i  precetti  di  Didimo,a  difeacciaretai  m alt 'diti ioni  dalle  contrade,  oue  di 
morano  iCaualli;  dice  adunque, eh  e  fé  d' intorno  alle  macerie  fi  a  f emina- 
tafartemifia ,  o  l'abrotano  ,  i  ferpi  non  anderannoper  entro  il  luogo  :-e 
■quelli,  che  tra  effe  pietre nafeo fi  f uff  ero, fuggir  ni  via  col  fuffumigio  del- 
ia radice  del  giglio  ,.o  di  corno  d  i  cerno ,  o  d'unghia  di  capra  ,odi  ìlerco 
d'aquila  y  o  di  Ts[ibbio  ycon  isliraee.  £t  àquefl1)  effetto  fi  può  pigliare  jg 
lagrima  di  papauero,gith,galbarto,  folfo,  piretro  ,peucedano  ,  &  vngìe 
caprine  ,  e  di  tutte  infiemepefte ,  e  ridotte  infarina ,  &  ammaffate  con 
forte  aceto ,  farne  perdetti ,  che  in  diner fi  luoghi  abruci  andofì ',  fraude- 
ranno, coni odore  del  fumo  tutti  i  ferpenti..  Dice  di  più  il  Fiorentino 
hauerefcritto,chei  i  ferpi  non  s'accoflano  in  quel  luogo,  douefitéga  graf- 
fe ™  ren  f°  ^lceYU0^  &  radice  della  betonica,ò  la  gemma  gagate,o  ildittamo.fi 
ciano  ad-  Tribolo  herba,trita  in  acqua,o  fola,  metted'finelle caueme  deiferpentiy 
dorinciv-  //.  caccia  fuori: ■&  accollando  ad  vn'afpide  la  radice  della  vefcicaria,che 
tau,  e  vai  chiamano  Halicac  abo ,  egli  reHerà  addormentato.  Democrito  lafciò, 

ferita 


DEL    CjìV  jtlLO,    LIB.   FU.  58^, 

rjl  fcritto  ,  che  fé  vna  fola  penna  della  Ibi  fi  gitti  [opra,  il  ferpente ,  egli  non 
fi  pub  muouere:forfe  perche  quefio  *A ugello  gli  perfeguita  fieramente, e 
gli  fracafj "a  .E  tocca/idoli 'con  frondì  diquercia  Ci  fili  morire,  fi  come  an- 
cora auuicne,  fé  lorofputi  nella  bocca  vn'hio  ;no  digiuno  ■  \Apuleo  dice, 
che  percotcndo  ilferpe  con  la  canna  vna  fot  volta ,  ei  resìra  immobile  ; 
ma  fé  più ,  eglifì  ricouera  alla  e  alterna  ;  e  fé  alcuno  con  la  finiHra  il  pi- 
gliaper  la  coi  i,non  baflerà  à  tenerlo,  ma  con  la  dcjlra  ei  non.fi  muoue. 
Et  affermali  T  ar  satino  che  non  può  ejfere  ojfefio  da'  [erpichi  fi  tinge  del 
fugo  dell'herba  D  ragoncello .  Col  fugo  ancora  della  radice,  ò  con  la  fe- 
men^a  fi  caccia  uia.Sono  me  de  fi  mamente  i  fruttici  del  Melogr  anato  lo? 

B  grandemente  contrari .  Mafopra  tuttiqueW ordine  è  belli/fimo ,  che  fi  * 

prenda  vn  barile,  il  quale  h  abbia  fenato  per  falfumi  ,  e  metta/}  coper- 
to'di  f  armeni  1,0  d 'altre  ramaglia  feccbe;percbe  tutta  lafcbiera  de ifer 
penti,che  fuffe  per  indi  int orno, l afe iate  le  sìan^e  proprie,  quiuifi  ridar  ■ 
rannoyoue  a  tuapofta potrai  abruciarli  ;  ò  pur  otturano  il  vafo,  portarli 
via,doue  ti  piace .  Quesle  taliauuerten-re  fi  deuran  principalmente  of- 
feruare  nelle  Qvmpagne,oue  fi  mettono  apafeere  i  CauaUi.ma  nelle flal 
le  refla  ancora  da  auuertifi,  che  fi  trouano  Jpecie  di  Hagni  veleno  fi,  co-  R*»1!1  ve 
me  fono  i  Falangij ,  che  fogliano  generare  i  parti  loro  tra  ifkfci  del  fie  ^a  r^  no  p 
notonde  auuenendo,cheÌCauallo  per  imprudenza  mangi  cotal progenie,  fsfo  il  ca- 

^  ò  cbelFalangio  il  morda,  ne  viene  inpericolo  molto  grane,  chefkcil-  uallo. 
mente  il  mena  a  morte:egià  conofeerete  fé  egli  uefia  offefo ,  quando  gli 
Tederete  il  corpo  infiammato,  e  per  tutto  vfeire  certe  pusinle ,  i genitali 
gonfiati,  el  orina  rapprefentare  vn  certo  che,fimile  à  tele  di  I{agni . 
Oltr'à  ciò  luifehiuare  il  cibofo  mangiar pochi/fimo,  e  tutto  dileguarfì  in 
fudore.U  rimedio  farà  quefio  (come  ferme  Hierocle)  che  trottato  il  luo- 
go douefia  fiato  morfo ,  vi  fi  tagli  per  lintorno^  acciochei  veleno  fé  ne 
diHilli,oueramente  vi  fi  dia  ilfuoco,<&fopra  quello  fi.  adoprino  le  necef- 
farie  infufioni  (  che  già  à  tutte  le  morfure  de  ferpenti  ^Affino  loda  per 

2*  efficaciffimo  rimedio ,  e  prefentaneo ,  che  fi  cuoca  ti  luogo  offefo,  donde  il 
fenfo  delia  puntione  fi  rapprefenta  )  fatto  quefio,,  fi  piò  dare  per  bocca 
conpilatro,econpeuere  triti ,  l'herba  pedicolare  ben  pefta,  e  co  fi  all'v- 
no  cafo  delleffere  morfo,come  all'altro  di  hauerfi  denorato  il Falangio , 
parimente  farà  gioueuole  dargli  con  fino  infiifo ,  peuere ,  ò  quaglio  di 
cerno  ,  ò  thimo  ,ò  la  anslolochia  rotonda ,  òfemenxa  dell'apio  faluati- 
co  ,  òpur  domeflico ,  ò  bacche  di  lauro  trite,  aggiuntola  olio  rofato  : 
Ma  hi  fogna  l 'animale  fiare  in  luogo  caldo ,  e  fargli  bagni  di  acqua  cal- 
da, cibandolo  odifrondi  tenere  di  lauro ,  òdi  farina  d'orbo,  ò  di  otti- 
mo fienoyinfino  a  tanto  >  che'l  dolore  fia  rimeffo:  poi  è  difkrfi  per  effer- 

0  0     4  citio 


y&4  1)  E  L  l  U     G  L  0  \l  jL 

Seni  ùtio  paleggiare  .  Vegetio  dice}che  quando  il  Giumento  hattrà  mangiato    JS 
quando  il  rf  Hjgnoyfi  vedrà  tutto  gonfiareyma  d'intorno  Ìorreccbieya  le  narici  con 
Cauallo    maggioYe  infiammatone  ;  ali  bora  è  da  cattar  fi  Sangue  dal  palato  y  e  di 
"iato 'ita"  quello  wift0  con  vn  fé  sì  aro  di  aceto  ,  &  vna  he  min  a  di  [ale  ,  vngerne  i 
gni .        luoghi  gonfiatile  poi  courirlo  beney  acciò  che  fidi .  E  fe'l  Palagio  ih aura 
morfoyjì  conofeerà  che'l  membro  genitale  gli  flard drittOyp arendo  voler 
orinareye  non  potere  ;allbora  bifigicrà  dargli  per  bocca  vn' oncia  di  pe- 
uerey  vna  di  pi  Litro  >  <&■  vn1  altra  ili  "Ptta  faluaticapefle  infiemecon  vino 
Topora-  ve  echio. Scritte  ancora  Hippocrate  >  auuenir  fouente,.  che  corcato/i  il  ca- 
gno e  iua  uanQ mllaft.dlx  > il  Toporagno  pianamente  s\tccofìi  à i  fianchile  talho- 
morfì  ca-    ■  J     ,  ,  y,  •    ?••  e        -,        r     U     i        •      ;       •    \  ff 

tura   co-  ra  provocato  dal  moto  di  l'Argii  Infigga  il  morfo  .  Qjtesìo  ammalacelo  e  c 

me  fi  me-  da'  Greci  chiamato  Mygaleyper  efiere  digrande^jra  di  vn  Topo  commi* 
dichi .  neydijpecie  Mtfielina;col  mnfo  lungoycoda  fottiley  e  con  quattro  fihte  di 
denti[co?ne  jlcatio  nara)  e  quanto  più  egli  è  piccoloy  tanto  piupreslofi 
trotta  al  mordere  :  e  fon  tanto  veleno  fi  i  debiti  loroy  che  Subitamente  vn 
duro  tumore  dimofìra  il  luogo  offefi):  indi  fi  gonfia  per  tutto  il  corpose  gli 
diHill.i  dal  ventre  comevna  marciargli  occhi  fi  veggionolagrimarey& 
egli  rifiutando  il  cibo^gittafofpiri  conpoca  paufa\Al  che  fi rimedia  }dan 
dogli  per  bocca  lafemen^a  del  lino  cotta  in  vinoy&  olioyò  lanigella(che 
gita}ò  melantbio  altri  chiamano )trit a  con  odorifero  vino,  Ilcheyfecondo 
Hierockygli  fipuote  anco  dare  per  le  nariciymettendo  su  la  morfìcatura 
stereo  di  cane  y  Hqiw.le  àglihuomini  altresì  dice  effere  Salutifero .  Vifv 
pojfono  ancora  mettere  Jpicbi  daglipefli  confalnitro,  òfaley  ò.  cimino  di 
pari  mifnra  a  itft  efife  cimino  trito  con  vn  poco  di  pece  tiquiday  e- di  afiun 
già  àguifa  dempiafiro  :  o  come  biffino  poney  agli  pesli  con  aceto:  o  la 
traffica  in  fimi  t  modo ,  o  la  Creta  cimoliay  o  pur  difigohy  parimente  con 
aceto  ammaffatayO  la  terra-,  che  fi  trotta  nelle  rote  delle  earrayammaf- 
fata  con  orinayo  pur  con  aceto  forte.DUono  ancora  il  Suffumigio  del  cor- 
no cenano  giouare  a  qtteHepesle.  Ma  primieramente  fi  dee  con  vna  p:m 
fa  di  coltello  gir  pungendo  la  parte  le  fa.  filtri  giudicano  megV.Oycheri- 
ceuuto  ilmorfoyincontanentevifidia  il  fuoco  Str  atonico  vorreblyeyche'l 
luogo  del  tumore  fi  fcarificafieycioè  minutamente  fi tagliaj] e  convn  ra- 
foio  y  come  ftfh.no  tagliare  delle  ventofe  :  acciòché'l  veleno  vfcifi'e  fuori 
m  almamente  quando fttjfe infiammato  attorno  :  poi  vifiiauajfe  con  a- 
cetoyt 'faleye'l  (eguenteygiorno  con  aqua  dolce;  medicando  la  infocatura 
con  rafeiatttre  di  bagni .  Ma  fé  con  quello  fcarificarey  la  infiammatone 
ere fc effe ybifogna  con  ferri  tondi  infocati  efi'dcerarla  in  giro}  compren- 
dendo ahtmaparte  delfano  ;  e  con  ferri  diritti  ancora  tornare  à  furio  y 
fer  jkmt  vfeire la  marcia:  coft ancora  fé  per  aimentura  non  viftfuf- 

fi 


B 


Dl%    C  oiVJtl  L'Oy    LI  È.    VII,         58^ 

fé  fcarifi catone  l tùmor  fife già  comincia* e  àfkrfi  maturo-»  &  immarci 
reyOttima  cofafia  con  vna  lama  infocata  rifegare  lafommità  del  cuoio, 
abmeiando  ciò  che  vi  è  di  vitiofo:epofcia  vngerui  con  olio,  e  pece  liqui- 
dafo  con  affungiavecchia.  Ala  quando  rotta  già  Vinfiammagioneyil  tu- 
more ha  fatta  bocca,allbo?af:  è  da  nettarle^  lauare  bene  con  aceto,(par 
gédo  la  piaga  di  cenere  d'or^o/nè  altro\pià  se  da  tèt  are  :per  cloche  co  vfo 
di  altri  aiutila  piagapiìi  s'inacerbarebbe  :  &  è  da  dar  glie  fi  vna  beuan- 
da  di  farina  difromento  ,  e  di  aneto  con  vnfejìario  divino  y  aigiuntouì 
yn  poco  d'olio  di  cedria .  Oltra  tutti  cotalt  rimedi  gioua  afiai  dare  per 
bocca  all'animale  con  vn  fesìario  di  vino  yn  mede  fimo  Toporagno  in- 
trito: facendo  y  che  colfuofieffo  corpo  purghi  il  fallo  del  male  recato  al  • 
triti  come  Telagonio  dicevi  quale  aggiunge^  gioueuole  ancora  efferey  che 
prefo  il  detto  Topoyfi fàccia  morire  dentro  l'olio,^-  ini  putrefar fiy poi  di 
effo  pesìoye  di  fcioltoyvngafi  il  luogo  offe fo;o freghi fi  bene  con  la  pelle  di 
luigiàfecca.Sifuole  ancora  efjo  Topo  vino  empraftrare  tutto  interno  di 
creta  da  figoloye  feccatOycbe  fìayappenderlo  al  collo  de  i  (fiumentiye  cofi 
credono  alcuni  (benché  io  nonfappia  con  qual  ragione  )  che  non  poffano 
mai  effere  offe  fi  da  quesìi  morft;  1  quali  allhorafon  più  pericolo fi ,  e  mor 
tiferi,quandofon  dati  da  T  opa  grauida^ilche  fi  conofee  dalla  grandezza 
del  tumore  y  e  dalle  viceré ,  chefifhnno:e  da  cotaliV  Jlfina  grauidapiu 
ì  periglio  riceue ;  al  che  fi  dice  effere  efficace  la  cenere  dell' berla  chiama-  Mecjìcina 
tapanporcinoymijìa  con  aceto .S'gli ancora fcriueyche  amorfi  di  Fatan-  cótraraoc 
qiiydi  Ssrpétiy  e  di  Topiragniygioua  metteresti  luogo  morficato  malue  tìcature 
pefieyo  terra  prefa  da  cav.erne  diFormiceinfnfa  co  vinoj.aquale  è  buona  velenole. 
anco  à  dargli  à  bereiél  medefrmo  dice  Vegetiofkr  la  terra  delle  Talpe) 
di  più  affermandole  contra  'colpi  di  ogni  forte  di  animaliyche  lanciano 
rio  veleno-.vale  mirabilmente  a  mettere  insù  lapiagayla  radice  delVHa 
fida  J{egiaydetta  altrimenti  .Asfodelo  ,  trita  y  e  difchlta  con  vino  vec-  p  a- 
chio.Sperche  graue  pericolo  pur' apportale  laTafiinaea  marìnayche  voi  manna, e 
gannente  fi  chiama  Tefce  Colomboypercoteffeil  (aualloy*AjJìrto  ferme,  fua  morii 
)    douerglifi  dar  per  bocca  il  fegato  dell' ifiefia  Vaììinaca  marinaytrito  in  matura» 
yna  hemina  di  vinone  per  raffrenare  l'impeto  del J angue  fcorrenteymet 
tere  su  la  morft  catur  ala  fentarea.Vaslinacafi  legge  ancora  nominar  fi 
-yn'animaluccio  infetOyfimile  alla  Venie  ella  y  che  fi  vede  andar  erran- 
do per  le  cafuy  la  quale fe'l  (fauallo  veniff'eàdiuorarey  ^AriUotele,  di- 
ce e  fiere  male  irr  emediabile .  1  Greci Hippiatri  ftrr tuono  quefta  befiiola 
raff'omigliare  al  B^egnoygenerarfi  nelle  (fampagne^  andar  ferpédo  con 
la  codaal^ata)e'l  Cauallohauendola  col  fieno  ingbiottita>diuétar  gonfio 
solfato  acuto  >  e  buttar  gran  puftule,  non  altrimenti  che  fé  daVipei-a 


5g<$  DÉLL.Jt    G  l  0  \l  Ji 

fufe  morfo.però  vogliono ,  che  datagli  la  beuandavfata  cantra  veneri  y  g  * 
fi  lari)  efli'.fi  bene  con  acqua  calda y  pofcia  vntolo  con  decottione  di  fec- 
cia di  aceto  ;e  di  lino  tagliato  minutamente  ybolliti  infiemeyfi faccia  slar 
CQperto  di  drappi  y  in  luogo  caldo ,  col  fuoco  accanto  .   *Al  terzo  giorno 
poi  fi  laueràye  fregherà  vn  altra  volta  con  àqua  calda  al  coperto y  s'vn- 
gcrà  di  f abiuro  fen%aaltro  vnguento  .  Quando  auuieney  che  nelle  cac - 
eie  vn  Torco  Cinghiale  ferife  a  co'  denti  il  cauallo  dentro  le  gambe-,  dice 
che  tali  mor fi  fogliano  facilmente  degenerare  in  viceré ,  e  ne  fa  fogno  il 
tumore)  il  quale  bifogna  curar  fi  con  acqua  fredda  y  vfando  nella  piaga  il 
Morfica—  medicarne  detto  Diacb?lcante>o  di  fior  di  rame-,0  vero  vif  può  di  [opra 
tura   da   mettere  polite  di  teHa  di  Cane  abruciata  fen7\x  la  lingua.  Quando  i'vnP 
vn    altro  QaucLi[0  j)a  morfo  /' ritrosia  ferita  fi  dee  curare  con  falaworafo  con  ace- 
to infilato  (fi  come  Hierocle ferine)  ma  quelli  morfi  y  che  s'imprimono 
Morfica-  ^  neruiyfacilmente  muouonola  colera;  e 'fi / anano  con  l\,4ltbea.Contra 
tura    del  morfi  di  Cane  arrabiatoy  dice  douerfi  mettere  su  la  parte  addentata  le-. 
rane  arra  tame  di  capra  y  falfume  vecchio ,  &  e  buio  me?a  libbra  per  vno  y  con 
quaranta  noci  delle  miglioriytutte  inficine  ben  pefte.Fegetio  per  vna  cu- 
ra generale  di  tutte  le  morficature  velenofe  y  ordinay  che  primieramen- 
Cura  ae-te  illuogo  lefo  fiafuffumigato  con  infidi  vouay  bagnate  prima  in  aceto 
nerale    a  e  poi  abruciate:  aggiunto  ui  Corno  di  £ernoy  ò  Cjalbano:  pofcia  quel  luogo 
le  morfi-  minutamente  fi  punga  conlalancietta  yfichen'efca  det  fangue  affai;  G 
Jenofe.     onero  à  i  luoghi  che  fi  vedranno  infetatiyfì  dia  il  fuoco:  &  in  ogni  modo 
con  calde  coperte  fi fàccia  paleggiare l animaleyaccioche fudiy  cibando- 
lo di  farina  d?  or  xp  ycwifr  ondi  di  f raffilo,  e  vitalbe  :  e  sii  la  piaga  fi  met- 
ta mele  dittico yò  Cimino  mefcolato  in  vino  vecchione  fcaldatoyaggiun- 
taui  orina  d'huomo.  Ma  particolarmente  ne  gli  morfi  panini  (fi  come 
dellaTaslinacafi  difìe)  cofi  il  fegato  del  mede  fimo  Caney  che  bobbio, 
morfo -,  egli  ferine  effere  vtile  à  dar  fi  cotto  a  mangiare  àchifiaoffefox 
oner  amente ridotto  inpolueye  miflo  con  cenere  di  fiori  di  fieno,  &  afiun- 
già  vecchiaymetterlo  sii lapiaga .    Dice ancorahauer  grandiffìmapro-  pr 
prietàsì  per  Giumentiycome  per  huomini  morfi  da'  Cani  y  lar adice  del- 
l'herba  Cinorodonycioè  Hpfa  caninay  fuelta  difrefeo  ;  chelauatay  epefla 
fi  ponga  sii  lamorficatura  delCan  rabbiofo.-efene  dia  anco  à  bere  con 
■vino  vecchio  per  ogni  giorno.  Tarimente  fi  potrà  dare  per  tre  dì  vnahe- 
rn,ina  calda  di  vin  vecchio  con  vnfcropolo  difalnitroy<&  vn' altro  di  bitu 
me  Giudaicoyouero  pur  co  vino  dargli  il  fugo  (premuto  dalle  foglieyò  dal 
lafcorzayo  da  i  granelli  del  fan  fuco:  il  quale  farà  più  ejficace,fefaràfla 
to  dalnatio  terreno  già  trappiatato.TuofJi  ancora(fe  bifogno  fiajtoccar 
col  fuoco  la  parte  lefa:e  l'animale  couié  tenerfiin  luogo  ferrato,  che  non 

veggio. 


DEL    CAVALLO,    LIS.    Vii.  5^7 

+  neggialwme .  "He  è  far  fi  poca  filma  di  qneflicafi  :  perciò  che  cofi  Imo- 
mini,come  (finimenti dalla  morficatiira  del Can  rabbiofo  divengono  Hy-  EfFett,d!?l 
drophobi,  cioè  timorofi  dell'acquaie  fi  veggiono  con  le  vene  diflefe,e  con  caturadei 
gli  occhi  acce  fi  fudando  tremare ,  e  conbatimento  di  denti  andar  fi  fire-  cane  rab- 
gando  per  le  mura  :  ilchefia fegnale ,  che  fi  connertano  anch' ejfi  in  rab~  ^olo. 
bia  .  flllbora  dunque  bifognerà  rimediare  con  trar  loro,  f angue  dalle  co 
fciet  &  allenendogli  da'  cibi)  in  luogo  ofcuro  fi  metterà  loro  dauanti 
vna  conca  d'acqua  ,  sì  pianamente  ,  che  nonfentano  il  romor  d'effa  :  poi 
prefa  vna  man  di  ruta ,  e  dodici  bacche  di  lauro ,  e  pefie  infieme  con  me- 
fcolarui  vn oncia  d'aceto,^  vna  libbra  di  olio  rofato  ,fe  ne  vngerà  loro 
#   il  capo,  e  te  narici)  e  co  fi  guariranno .  Hor  non  mi  pare,  che  fi  debba  tra- 
portare  più  oltre  la  cognitione  di  quei  Tafìelli,  che  Hierocle  ordinò,  po- 
tendo l'vfo  lorogionare  mirabilmente  non  folo  in  quefìo  ,ma  in  molti  al- 
tripericolo fi accidenti,  e  mali.  Trendafi  dunque  ^affr  ano ,perfemolo  >  Portelli  di 
e  e affia  lignea,  ana  oncia  vna,mirra ,  pilatro,  &  hifjopo ,  ana  onde  due, 
ruta  dimeflica,e  fior  d'abrotano,  ana  onde  quattro  :e  diquesle  co  fé  pefìe> 
e  criuellate,&  impaciate  con  forte  aceto  fi  fhecian  girelle  d: 'un'obolo  l' li- 
na,, tfifecchino  all'ombra  :  pofeia  una  di  quelle  distemperata  con  fugoli 
■d' orxp,fì  dia  co  acqua  calda  a,  chi  patiffe  dolori  colici,  difenteria,  torfion 
di  budella,difficultàdiorina,o  mal  difegato,o  con  vino  a  quelli,  che-fttf- 
C  fero  morficati  daFalangij ,  da  feorpioni,  0  da  Can  Bobbio  fo  .  n^goslino 
Colombro  vuole,che  follecitamente  all' animale  morfo  da  Cane,o  da~Lu~ 
pò  rabbiofo  (prima ,  chep:ffìil  veleno  al  core)  fi  dia  a  bere  difciolta  in 
acqua  l'Arislolocbia  lunga  con  eguale pefo  diopopa?iace;ocon  effa  opo- 
panace  la  cipolla  peUa\  e  conopopanace  mefcolata  la  pece  ,farà  daporft 
nella  morficatura  aperta  prima  con  la  lancietta,  non  effendo  bene,  che, 
quella  non  fi  rifrmgefe^uouuifimcóYApplicare  empiafìro  fatto  di  opo- 
panace  difciolto  con  aceto,aiuga,cifolle,butiro,e ruta  :  ouer amente  fat- 
to di  foglie  pesle  ài  .Agno  caslo  :  del  cuifeme  vn' oncia  infufacon  acqua 
.     due  0  tre  volte,dice  efìér'ottima.-medìcina,come  anco  farebbe  miflufa  di 
**  mirra  ,gentiana  y  e  pólue  di  feor^e  di  granchi  di  fiume  cotte ,  oncia  vna 
per  cofaypur  in  acqua  difciolte:  l^òn  mancando  di  tener  l 'animale guar 
dato  quaranta  gior  ni,che  non  v'eggia  acqua:  Olirà  lequai  co  fé  conchiu- 
de molto  valere  il  cauterio  fatto  su  la  morficatnra.il  B^ufw  dkeycheqm 
do  il  Camallo  comincia  ad -arrabbi  arfi  di  modo,che-  dia  morfi,  epercuota,    CauaNo» 
0  pur'ildimojìriper  altro* fégtìb ,  debba  pèflarfila  radice  di  cptella-her-  ^   come. 
baDifiaco ,  laquale  volgarmente  foglion  chiamare  FergadiTaflore,e  fi  curi.. 
conacqua  buttargliela  in  gola  y  che  l' inghiottì fc a ,  che  fubito  ritornerà   . 
neW  efiere  fuo^effendofene.  veduta  la  prou  a  in.  vna  pecora^  laquale  ferita. 

col. 


col  corno  da  vna  Vacca  arrabbiatayparìmente  era  diuennta  rabbiofa;&  £ 
in  vna  donnaycb'era  incominciata  ad  vfcir  di  fenn^A [fermando  tal  ber 
ba  efì ere  anco  cfficacijfima  contra  il  mal  della  pietra.  M.  Luigina  ca- 
nalini bef afferò  flati  morfi  da  Can  rabbiofoydaua  a  bere  col  vino  la  Tim 
pineilay  ma  effendofi  arrabbiati  >  in  altro  modo  5  cauaua  lorfangue  dalle 
tempieydal  collose  dalle  cigneidauaàbere  untaureaye  piantatine  bollite 
nel  vinoni  teneua  couerti  con  va  panno  fempre  bagnato  di.  acqua  fred- 
i  k-a  da:o  legati  in  qualche  legnoyglijnceuafiarattuffatiin  mare  >eJpeffo  co 
ài    Cani  buone  bastonate  glifaceua  correrete)-  lauargli  dalla  rea  jknt  afta.  T$el- 
cótagiofa  la  Riabbia  certamente  fogliono  per  morbo  co  fi  incorrere  i  Caualliy  come 

,  /'  Cani  y  e  cofi  mordendo  fan  per  contagione  rabbia  fi  gli  altri  y  che  molte  p 
Caualh  yoitepr  cauano  con  atroci  morfi  le  proprie  intentine.  Ma  quando  per  na- 
feluaeei    turafuffero  troppo  sìrani,e  quafi  feluaggiSumeliò  fcriueyche  con  dar  la 
comcii  ri  ro  ad  inghiottire  in  bocconi  alquante  piarne  di  gallina  in  quel  modo*>  che 
ducano.    *^  cipiaccia>pur  che  loro  non  resìino  nellagola  :  o  uerarnente  (fecondo 
l  interpretazione  di  alami)  con  dargli  ad  inghiottire  fieno  duro  di  gal- 
lina ,  vengono  a  de porre  ogni  ferocità  .  Sono  ancora  da'  Greci  ordinate 
due  beuandeper  Caualliyche  mordono }l  una  delle  quali  contiene  biffopoy 
gentianay  opopanacey  fquinanto  yfeme  d'apio  y  panate y  e cafiìayana  oKt 
eie  dueyfagapenoymirrayfìcbifecchi  i%enrzeroy  petrofelino ,  coftoy  &  a~ 
coriyana  oncia  vna  y  peftiaaca  filues~lre  y  calcina  viuay  &  apio  barbare-  G 
fio  y  ana  onde  quattro  >  mai  rublo ,  onde,  feiy  e  di  ruta  manipolo  vno . 
V altra  richiede  ,  che  di  %affrano  y  mirra  >  e  cosloy  ana  oncietre->  e  dialoe 
onde  fei  fi  pefiino  feparat  amente  fi  mettano  a  molle  in  vinoy  e  di  dragati 
ti  onde  due  ,  fian  posle  in  acqua  pur  da  per  fé  pofeia  il  dì  feguente  fiano 
misle  infieme  con  acqua ,  aggiungendola  vino  apoco  a  poco  tanto  >  che 
venga  ad  efiere  libbre  vndici  y  &  tìfici?  tre  y  aggiungendoui ancora  dm 
libbre  di  mele .  JL Ila,  fine  incorporata  bene  ogni  cofa ,  e  poHdin  vfopiy 
gnattoififaràfcaldare ,  mettendouifopra  alquanto  di  peuere  ;  e  fi  darà 
à  bere  al  cauallo  mordaceydi  verno  tepida;  e  fredda  di  slate^* .  Ma  per- 
che  alla  Fibbia,  &  al  furore  fi  viene  più  Jpejfo  per  lo  mal  trattamento 
de  i  cut atoriyche  per altro  :  perciocché  e  fendo  eglino  animali  fuperbiy  & 
iracondiyfùalmente  con  la  temeraria  fii-z^a  di  chi  gli gouernay  ogli  co- 
mica yfi  riducono  in  perditione  del  tutto  y  non  che  s  arrabbiano  y  &  im~ 
pa^ifcono.Terò  molto  bene  è  da  guardar  fi  daqnelycbefyeffo  veggiamo 
fàrfiycbe  non  per  ogni  leggiera  e  auf a  al^auallo  fi  faccia  brauura  nella 
fi  alla:  perche  Ufciamo  flareyche  per  paura  y^eper  defiderio  difebiuarc^» 
le  ojfefiybattono  tipetto ,  o  le  $  alle  allaMangiatoiay  od  a  gli  altri  legni 
e  le  fi  rompono  f^efie  volte ,  onde  distili  resi  ano  alVadrone-,  certamen- 
te 


£  EL    C  \AV  ^ìLLOy    LI  B.  VII.  j$p 

A  te  queW  altro  male  ne  amena)  che  L'animale  s'empie  a  di  vile  timidità  > 
òdi  rabbiosa  ferocità:  e  cofi  altri  fi  veggiono  con  le  membra  tremare 
prefio  alla  ^stella  y  fenica  elùdente  cagione >  fé  non  cl>e  per  tema  delle 
battiture  nonpoffono  slare  in  piedi  :  filtri  con  ogni  poffóile  sformo  >  & 
impeto  cercano  di  fuggire  le  cofe  contrariey^r  violenti  quantunque  fen- 
tonoapproffìmar e  alcun  di  quelli^  da  cui  dubitano  di  riceuere  imali  ri- 
tenuti altre  volte  :  là  doue  tutto  il  contrario  fi  richiede  il  bnongouemo.  : 
concio fiacof a  )  che  principalmente  importa }  cbe'l  Cauallo  con  vna  certa 
affettionefi  rallegri  divedere  il  fuo  gommatore:  ma  ch'egli  venga  a  di- 
lettar fidi  perfonayche  non  tanto  s'ingegna  à  carezzarlo)  quanto  à  cali- 
garlo di  continouO)cen amente  è  impoJfibtle.Bifogna  dunque  tutta  la  cu- 

*  ra  dei  C  attuili fhr fi  con  vna  tale  amore  uolezja->  che  l'animale  accorgen  ,  tT 
dofi  ne  gli  effetti  di  effere  amato  dall' huomoy  e  tenuto  caro  ;  nonpurnon  ^ouernar 
s'induca  ad  odiarlo)&àfchiuarlO)ma  lo  riami  più,  tofto)  e  lo  ricerchi  da  fi  co  amo 
fé  Hefloye  lo  defideri  a  tutte  le  hore^come per  naturale  ifiintofuole  auue  reuolezza 
nire .  M.  Luigi  diceuay  che  chi  voleftefìirfi  volere  bene  dalfuo  Cauallo  y 

gli  deffe  amangiare  fiondi  di  granoni  borragine->  e  di  tamarici:  maque 
slofolo  non  bafla)  perche  gli  effetti  amoreuoli  confi fiono  fopra  ogni  altro 
nel  rimuouere  tutte  quelle  cofe  che  fogliono  offendere  gli  animali ,  come 
lafhmey  lafetey  eH  freddo  nel  vernaci e aldo  ye  le  mofche  nella  fiate,  e  le 

*  humide  ye  puzzolenti  lordure  dalle  fi  alle  ;  e  confiflono  anco  nel  care^- 
Zettole  maneggiare  di  quelle  parti  y  che  loro  è  gran  diletto  ad  efiertoc- 
cheycomefono  principalmente  le  hirfuteycioè  il  collo  fin' al garrefey  e  tut 
te  l'altreydonde  effì  mal  pofiono  per  fé  difeacciare  cofa}che  gli  annoi .  E 
quefto  tal  carezzare  sì  con  la  mano  >  come  con  la  voce>farà  idoneo  >  & 
efficace à  rendere  pi  aceuole}manfuetO)e  cofiumato  ogni  caualloy  chefnfle 
feroceye  di  natura  maliciofo ,  oltre  che  non  è  punto  da  dubitarft  >  che  tra 
gli  altri gouerni  y  che  appartengono  d  CauaUiy  vtilìffimo  loro  è)  che  due 
volte  il  giorno  lorfiacon  le  mani  diligentem  ente  fregato  il  corpo  tutto: 
perche  la  pelle  fi  viene  a  dilatareygr  a  crefeere  ingraffez'za^no  altrimen 

X>  tiyche  fuoltal  curagiouare  all'huomoycome  dice  bene  Columella ,  da  cui 
s' afferma  y  che  più  gioua  al  Cavallo  battergli  con  la  mano  premente  fre- 
gato il  dorfo  y  che  fé  larghifjìmamente  gli  fia  dato  a  mangiare  .  *Al  che 
corrifponde  queUcbe  fi  ferine  dal  Camerarioy  che  i  Qtualli  quando  meno 
,  diligentemente fon  gommatilo folo  nel  mangiareyma  nell'altre  cure  lor 
necefìurieydiuengonofiacchiymagri)ehruttiynon  altrimenti  che  fé  in  ma- 
nifefio  morbo  ,o  tal' bora  in  occulto  languore  fi  ritrouafieroJlcbe  non  au- 
v.iene  àquelliyche  a*  tempi  idonei  fon  menati  alla  mangiatoia ,  all'acqua^ 
&  aWeffercitioye  che  principalmente^  o  con  la  striglia  ?  o pur  con  la  ma- 
no 


Cauallo 


nojon  ben  fregati .  Incredibile  co  fi  emendo  quanto  &  alla  fallite ',&  aJJa  £ 
leggiadria  del  cauallo  fa  vtile  quella  cara  delle  fregagione ,  la  quale  fi 
Cauaiio  troua  appà  gH  antichi  efere  fiata  vfata  per  fmgolar  rimedio  d  animali 
deucftri-  efie-iuati.  Vero  conitene  mie  cofa  fiacche  ogni  giorno  pyima,chelCaiial- 
gliarc .     lo  fi  meni  à  bere,fia  strigliato ,  e  fregato  per  lo  dorfo^eper  legambeye  per 
tutte  l'altre  membra-spettinandolo  bene  Seguendo  con  la  mano  il  {ito  de 
i  peluche  lucidi  ne  dittentano.E  questo  gouerno  è  meglio  a  f  ir  fi  fuor  del 
la  fi  allaga  luogo  pur  lastricato  dipietre  tonde  y&  aerofo ,  come  fono  le 
piaz^ze,ò  li  cortili  ;  che  cofi  meglio  fife  Hot  ono  le  [porche  zj^e ,  e  lapolue: 
■e  meglio  fi  fanno  tutte  quelle  opere,che  fon  dafarfiMa  Li  dapoc  aggine 
de'  fer  nidori  il  piti  delle  volte  fugge  la  fhticay&  accanto  alla  Magiatoia  ? 
fi  mettono  à  nettarlo  ; fé  pur il fanno  ,  chefpeffo  ogni  cura  ne  mettono  in 
oblioycon  grandiffvmo  detrimento  dell'animale^  vergogna  del  padrò- 
d  °^ci"  ne-^lz*tofl  dunque  il  cauallo  dal  dormire,facciafi  per  la  stalla  mede- 
ualli  nel-  finta  paleggiare  duo  ò  tre  volte;  acciò  chelfmguey  che  s'era  ridotto  ne 
la  Italia .    ifontiprincipali,inco mincia  ad  auttiarfi,e  fpargerfi  per  le  membra,  Jtè- 
di  cacciatoi  fuori ,  leghi f  tanto  alla  larga  >  che  paia  quafi  libero  y  e  di- 
fciolto;e  cofi  piaceitolmente  fi  freghi,e  netti  con  tanta  diligenzayche  nin 
na  lordura  in  lui  rimangayricordandoci  de'  nostri  antichi)  iquaiyfi  dicey 
-  che  con  vn  coltello  di  legno  nettauano  Scotenna  de  i  Caualli  y  e  poi  con 
certe  feor-r e  di  dattili  appianando  forbtuano  i  peli)  acciò  chefufìero  me-  " 
gl'io  ter  fi  :rNj  efficacciauan  mai  allo  flrigliare,nè  al  voltolare  il  Cauallo 
con  briglia;ma  co  caueslroill  che  pur offeruerà  il  buon  curatore,  lafcian 
do  ilfrenofolamente  allvfo  del  canalcarerma  in  tutti  gli  altri  mifleriy 
e   °e  fi°  cb€fìfenP^$0!teì"nodeU'animalcyfiferuiràdelcaueflroyilqitale  èda 
dee  vfare  faperfi  ben' ' accommodare  al  cauallo,  che  non  impedifea  il  refpirarey  ma . 
a'caualli .  folamente  raffreni  i  mordimenti,e  lefubitane  inuafioni. Ideilo  origliare 
dei  pie  dinanzi,friue  Tolluceyche'l fante  ha  da  slare  con  la  testa  riuol 
ta  in  quella  medeftma  parte  dotte  il  cauallo  tien  vòlta  la  pia:  Tofcia  in 
quei  di  dietro  egli  ha  da  riguardare, che  non  fi  accosti  mai  Cauallo,néco  fj 
tra lafkccia,nè contrala coda;ma aluerfo cofi diquefla,come diquellay  * 
altrimenti  fe'L  Cauallo, facefìe  sformo  con  l'vnayo  con  l'altra  di  quelle  par 
ti)Vincerebbe  le  forze  del  fuo  huomo,  ilqualefe  nel  detto  modo  glifi  ac- 
costerà da  lato,fìarà  eglificuro  da  ogni  offefa;  e  meglio,o  piti  lungamen 
te  potrà  curare  il  fuo  Cauallo; fi  come  Senofonte  ancor  afferma,  aggiun-  • 
gèndoyche  lo  strigliare;/}  cominci dallatefìa,e  da  i  crini;perche  in  vano 
s'infegna  di  nettare  le  parti  fonane  y  chi  la  fòia  lorde  quelle  di  fopra: 
e  cofi  poi  fi  vada  di  mano  in  mano  per  tutto  il  corpo  vfando  tutti  quelli 
istrumenti >  che  fon  fatti  per  nettare  i  caualli,  alzare  i  peli)  e  caccia* 

re 


<D  &L   (fUVjllLÌ),    LIB.   VII.  fòt 

si  re  la  polve  ,  fregandogli  contro,  pelo .  Maauuertifcali,'  che  i peti  dellsc 
[ch'iena  con  niutì  altra  co  fu  fon  da  toccar fi,ch e  con  la  manosa  quale  pren 
derido,  gli  appiani  fecondo  il  vcrfo,cbe  vi  fon  nati  ;altrimente  l animale 
nefentirebbe  noiofa  offefiSimilmente,dice  non  efere  benebbe  fi  f  viglino  ze  j£«? 
Jpeffo  que'lnogbiyche  fon' ignudi  dipelilo  che  pur  gli  hanno  più  radi)  e  pia  origliare. 
fottili,come principalmente  di  fatto  il  ventre,  doue  oltre  che  al  cauallo  è 
noia  di  efiere  tùcco,auuiene  poi ,  che  quando  pia  quella  parte  fi  trotta  net- 
ta,piu  raccoglie  co  fé  mole/te  ali 'animale ;e  di  più  la  fktic a  farebbe  vana, 
perche  fubito ,  chc'l  cauallo  è  v fato  fuori  >  d'wiene  ftmile  à  quel)  che  da 
ninno  fia  Hata  nettato  in  quella  parte  ;  e  pur  douendofarloffifkrà  meglio 

È  con  mano  .  Mafoura  tutto  il  membro  genitale  è  dafhrglifi  tenere  netto 
con  diligenza:  perche  Handopien  dilordura,ff>effo  auuieneychef  orinare 
gli  simpedifce.  il  capo  è  da  nettarfì  con  qualche  pe^adi  lana  bagnatay 
perciò  che  efendo  egli  tutto  pien  d,ofa,fe  con  ferro  ;  ò  con  legno  vififre- 
gafìe-yne fentirebbe  afiai  noia.Tarimenteèda  bagnarfila  coda,il  ciuffo ye 
icrini,dlfponendogli  col  pettine  acconciimente,e  co  t  ai  gouemi  procurati 
dolche  fi  facciano  quato  più  fipoffono,  lunghini  per  comodità  dell'anima,. 
le,e  del  padrone,comeper  belle%ga ,  della  quale  non  pur  fi  dilettano  i  ri- 
guardati, ma  effifìeffi  naturalmente  ne  fentono granpiacere.Cjioaibimo 
Camerario  dice  marauigliar fi  della  ragion  di  coloro,cbe  tallhora  bellifjì 

C   mi  cauaUiycol troncar  loro  la  eodayei  crini,rendonfo^iffimidvederey  e 

quafi  con  note  d'infamia  disformati: \Auuenga  chefia  da  lodar  fi  dall'ai-  Tagliare* 
tro  cato  Ì offeruari'xayche poi  han  tenuta  i  maggiori nos~ìri,i quali  conle-  crini  a  ca 
gare  à  quelli  si  tofati  caualli  altre  chiome  Uraniere,  fi  fono  ingegnati  di  uallieco- 
riHorareil  tolto  ornamento .  Ma  perche  non  baueffero  pin  toslo  ritenuto     bructa* 
edifefo  il  naturale  y  egli  certamente  fi  congettura  effere  prima  auuenu- 
to per  in u enfiane  di  alcuno ,  ilq naie  hauendo  viHo  per  qualche  fcabbio- 
fa impetigine guaftarfi  la  coda à  qualche  fuo  generofo  Cauallo,  e  non 
fàpendo  altro  rimedio ,  fi  ridufie  al  detto  modo ,  ilq  naie  poi  per  nouiià 
fi  cominciò  ad  vfare  ancora  fenya  neceffità,fi  come  in  altre  cofe  del  mon- 

*  do  fi  vede  far  fi.  Oltre  che  potrebbe  efiere  flato  alcun  galantuccio,  il 
quale  hauendo  à  noia  la  coda,  e  i  crini  del  fuo>  (fauallo,  che  gli  ba- 
ueffero bruttata  la  vefle  incominciò  a  farglieli  troncare  >  etofare ..  So- 
gliono tutta  volta  alcuni  dire,che  coti  fi  fatta  mutilatione  diuengona  i  c& 
ualli  più  animo  fi  :  ma ,  ciò  io  dubito,  che  fiafalfo  e  che  nonfia  d'appro- 
uarfi  i  n  conto  alcuno,togliendofi  con  la  coda  quella  necefiaria  difefa,che 
la  'Hatura  ha  lor  data  per  cacciare  glinfefli  animalucci,  a  guìfa  dì 
vn  Ventaglio  :  fi  che  in  fomma  non  è  da  farfi  mai  vna  tanta  ingiuria  al. 
Cauallo  ì  fé  non  per  qualche  accidente  y  che  per  forbii  richieda,  ò  per. 

■voler.- 


voler  fare  vna  dhnoflratione  die  gentili  accerbiffimo  lutto)  comefileg-  g 
gè  appo  Plutarco,  h.v.ier  fktto^ilefì  taira  Magno  nella  morte  di  Efis- 
ftione,cheperfegno  del  fu  j  grane  d)hre  feto  fare  tutti  i  CaHalliyZr  Mu- 
li y  che  fi  trouauano  nel  può  esercito  ,  e  mattare  le  più  alte  cim  i  delle  Cit- 
toda  e  tacche  erano  in  quel  contorno .  Maborgi  inniun  conto  fi  cuflumt  il  ta- 
5i"kk        giarde  la  coda,  fé  non  qualche  rari  fflna  volta  in  l\on^ini  affai  piccio- 
u^hare.    ^-  Vfafibene  di  tagliare  le  orecchie  à  quei  Cortaldi,  che  ha-teffero  il 
collo  gr  off o,il  petto  largo  ,  e  la  fronte  fpatiofa  ;  o  veramante ,  che  banef- 
fero  l  isleffe  orecchie  affai  lunghe .  Oltracciò  fono  alcuni ,  che  fogliano 
intrecciare  il  ciuffo  in  certo  modoyche  viene  come  in  due  virghette  à  pen 
dere  in  su  la  fronte  ;  dal  che  fé  peafaio  il  cataUo  parer  più  bello,  afiai  F 
s'ingannano  \  fé  penfinoprotederfi  alla  vista  che  nw  rimanga  occupa- 
tayfono  riprefi  da  Senofonte  ,  il  quale  dimojira  qmfii  peli  non  dar  impac- 
cio.Ma  Vegetio  dice  bene,  che  ne  i  Caualli  non  fol  amente  fi  dee  confide- 
rare  Vvtilità ,  mail  rifletto  della  beile^ja  :  e  però  chi  vuol  tagliare  dal 
collo  icriniydeefhrlo  con  buona  diU^enja,  che  l  Cauallo  ne  venga  à  com- 
parire adorno  y&v  ago -.effendo  moltiy  che  co  fi  conciano  i  crini  de' Caual- 
li da  Carrette ,  come  diquelli  da  felle;  che  ancor  che  tagliarli  più  di  fotta 
paia  più  vtile ,  nondimeno  refla  affai  brutto  à  vedere  .  mitrigli  radono 
in  modo ,  che  parche  habbian  volato  farci  vn'arco .  alcuni  ad  vfanja 
degli  ^ir menti  vi  lafcian  per  ordine  alcuni  crini  tra  la  r afura .  Ma  più  G 
bello  fi  filmai' vfoycbei  Moderni  han  prefo  de"Perfìani,che  me-ra  laca 
uigliatacon  ogni  diligenza  fi  rade  dalla  parte  finiflra;  e  dalla  destra  fi 
taglia  niente  :  E  non  so  in  qual  modo  Hia  -meglio  :  perche  quel  che  ordi- 
nariamente è  lodato,  corrifponde  al  detto  di  Vergilio  > 
folta  è  la  chiomayche  pendente  vaffi 
^4.  ripofare  in  su  la  deslrafpalla . 
Il  che  fi  può  dire  y  chefiaconueneuole  sì  per  lo  decoro,  e  per  la  digni- 
tà, che  babbiam  dimostrato  effere  nella  parte  deflrapiù,  che  nella  fi- 
nislra  ;  e  sì  per  la  commodità  del  Qiualiere ,  il  qual  portando  all'arcion  « 
Jinisìrolafpada.ò  la  ma^ra,  ò l'accia,  òlofcoppietto  (fi  come s' ti- 
fa) potrebbe  neW  adoperare  di  quelli  riceuere  impedimento  dai  lunghi 
crini,  che  quitti fuffero .   tjfóolti  nondimeno  desiderano  la  chioma  de* 
lor  Caualli  amano  mane  a,  dicendo  hauerne  commodo  co  fi  nel  canal- 
care,  enellofmontate,  come  anto  nel  ritener  fi  in  qualche  accidente > 
doueciò  bifognaffe,  ò  f^e^jandofi  le  redine ,  o  trouandofi  a  pericolo fo 
guazzo  di  alti  fiumi.  Tur  fé  la  chioma  fard  partita ,  conuerrà  to- 
farei  crini  dimeno  il  collo  in  maniera,  che  tanto  dalla  fponda  dirit- 
te, quanto  dalla  manca  vn' ordine  contino uato  ne  reiìi  :  fecondo  >  chei 

popoli 


DEL    CJl  FU  LLOy     L1B.    VII.  59^ 

\X  popoli  Tarthi  fi  dicono  costumare .  Lafciate  nulla  dimeno  tutte  queslé 
cotalifoggie  di  tof amenti  ,  chi  vorrà  più  toflo  adornare ,  #*  accrescere  i 
doni  della  'ì^aturaìchefcemargli,ò  guaslarli,potrà  feguire  iprecettiyche 
in  ciò  fi  trottano ,  come  tra  gli  altrine  dà  ^ìluzrtojà  dotte  ferine  ,  che  la 
te  sia  del  Cauallo  fi  ammagrifee,  e  diuiene  afe 1 iuta  (  fttal  fi  richiede  per 
più  belk^a)  fé  prima ,  che  egli  giunga  a  i  fette  anni  gli  fi  freghi ,  e  laui 
(beffo  con  acqua  fredda  :  ma  il  collo  fi  fa  più  crafro ,  e  i  crini  trefeono  af- 
faimeglio  y  fé  ffreffo ,  e  con  diligenza  fi  bagni  accanto  le  fj> alle  con  acqua 
calda,  pettinandogli  conledeta ,  «Alcuni  diconoyckefc  nel  me  fé  di  Mag- 
gio fi  danno  à  mangiare  fiondi  di  fàggio  tenere  ai  Caualli,  gli  nafceil 

B  pelo  elegantijfimo  di  colore.e  di  molerà .  Hippocrate  dice  y  che  per  far 
crefcerela  coda,  i crini ,  e'I  ciuffo  ,fi  debbano ff>efro  lauare  con  orina  di 
fanciulli,  e  poi  con  lifeia  fatta  di  calcina  viua,di  cerufa^che  dicon  biac- 
ca,e  di  litargirioycioè  febiuma  d'argentoybollite  in  acqua,che  cofi  dine-f- 
ratino belli  (fimi  dilunghez^a.  Il  famerarioperfuade  d  procurare  que- 
fio  grandi/fimo  ornamento  del  Cauaìlo  di  fargli  battere  la  coda  lunga  ye 
folta  di  peli;  con  httmettarlafpeffo  di  fero  liquido  ,  0  d'acque  fredda . 
<tAjfirto  vuole  y  che  a"  Caualli  >  che  fon  troppo  pelo fi ,  0  che  tengono  i  peli 
homdiy&  bufati  ;  fi  dia  per  trenta  giorni  mej  colato  io  la  biada  vn  me- 
jo  modio  di  ceti  bianchi  macerati  in  acqua ,  agginntoui  altrettanto  dì 
vite  paffe  :  che  cofi  ilpdo  afbrodiuerà  dilicatijfimo  :  ma  il  Cauallo  è  da 
rinforxarfi  con  forilo  in  abbandan^a  per  ridurre  i  peli  alla  pianeta  > 
che  fi  couuiene .  Hierocle  a  qneflo  aggiunge  e  fere  vtiliffimo  ythe  quan- 
do al  cauallo  fi  e  atta  f angue  y  fé  ne  empiasìri  tutto  il  corpo ,  <&■  vi  fila- 
fei fiore  per  tre  giorni  :  poi  colpettine  togliendo  quel  f angue  già  di  fece  a- 
tOy  ì  crini  fi  vengalo  a  slaccare ,  &  allegare  ,  che  in  tal  modo  fi  troue- 
ranno  mólliffimL^iltri fyargendo  l'orbo,  e'I  fieno  di forte  falamora ,  Ri- 
mano far  fi  frutto  a  quefiacura ,  11  mede  fimo  akroue  ferine  y  chiamarfi 
Hifirichida  vn  vitio  della  coda,quando  i  peli  fon  fatti  rigidi  comèfete  di  Hiflrichi 

£  porcoyparendoycbe frano fimili  aquclle fyineyche gli  HiRrici fogliano  lan 
tiare  ;e  quando  ciò  auuiene  y  il cauallo  va  tanto  fregando  la  coda  al  mtì- 
royclye fi fcorticayet  vi commuoue delle  vlcere-.però  bifognaycbe  fueltine 
yiaque'  peU,o  pur  to  fati, fi  freghi  co  vinoye  falnitro  il  luogo  esulcerato  : 
e  poi  vi  fi  slilli  lagrima  di  papauerOyo(come  diconojopio  difciolto  in  ace- 
to Mapm  disforme  è  quell'altro  vitio ,  quando  ipeliqnafi  ammarati,  fé 
ne  caggionoperfe  di  paffo  in  paffo:  alche  ^Affirto  ordina  douerfi  rimedia- 
re io  lattarla  coda  diligenteméte  primacon  orina,  e  poi  con  vino,  et  olio. 
'Dicono  ancora  effere  ejficaciffimo ,  che  dopò  iauatala  due  volte  al  detto 
modo,fi  vnga  con  graffo  dicane^o  divolpe,o  pur  di  por  co. Et  ottima  co  fa 

??  fa, 


fia ,  cbeefia  t  oda  nettata  con  diligenza  fi  bagni  con  acqua  >  onefia  cotta 
la  radice  della  althea  >  e  conia  mano  piaceuolmente  pois'afciughi  zebe 
qucfìayjpcnto  iltarloyvale  à  riempierla  dilunghi  >  e  folti  peli  :  egioua  al- 
tresì àgli biiominiy  &  alle  donile.  Hierocle  foggiunge  y  che  fé  la  coda 
s"  immarcifeyò  f afferò  vlcerenei  crini  ,  bifogneria  radergli^ purgar  ef- 
fe viceré  confalnitro  abruciatOyff>ruzzand%uipoivin  puro  .-indi  mondifi 
care  il  luogo  con  orina ,  e  per  cinque  di  ponti  unguento  da  ferite  :  al  fé  fio 
lanario  con  acqua ,  e  pomi  vnguento  molle .  Tiberio  per  far  ere  fiere  i  pe- 
rioda mefcolato  con  vino  il  cenere  dell' berba  detta  batracbio ,  ò  ranun- 
tolo:Tcunnesìo  con  la  decottione  dell altbea>il fugo  della  braffica->e  della 
Pehrella.  maluaycgetio  vuoleyche  quando  i  peli  e aggiono,  feniche proceda  da  i 
a  fuoi  ri-  cagione  manifeHa,fi  vnga  il  luogo  gelato  con  medicarne  caldo  sfatto  di 
meaij  *  jjjigQ  nardo  >  &  vuapaffa  pesle  >  e  cotte  con  acetoùlche  fu  prima  ordina, 
to  da  Telagonio,  ilquale  tra  i  valenti/fimi  rimedi  per  la  Te  Lorella  affer- 
ma efiere ,  che  vi  fi  metta  butiro  con  carta  abruciatayò  cenere  di  lupini  > 
ò  di  fnua  franta  ,  o  di  tesi  a  di  (fané  >  h  veramente  fpeffo  vifilaui  con  de- 
cottione di  [emenda  di  Uno^ò  di  fengrecoy  fatta  in  vino:  the  gli  farà  pre- 
ttamente rinafcere.Et  chi  volefie  nudrire  i  pelilo  far  che  crefeeffero  pre- 
si amenteyabruci  vna  tefìudine  con  farmentiye  ridotta  in  e enere,mettala 
in  vn  pignatto  di  terra  nuouo ,  mefcolandoui  tre  onde  di  alume  crudo ,  e 
quanto  parrà  bacante  di  medolla  di  cento  trita  in  vino  :  equesle  conti- 
noti molti  giorni,che  vedrà  effettihellifjimi.il  I{ufio  fcriue,  che  dalia  ca- 
da del  Cauallo  cafeano  i  peli  y  quando  egli  è  flato  sìt  quella  parte  fpeffo 
battutolo  fé  troppo  è  slato  cffannatOy  o  J e  pur  il J angue  gli  fopr -abbonda  : 
E  per  rimedio  ponequefìo:Chefe  tal  vitio  èfol  nella  coda ,  fi  debba  apri- 
re per  lo  lungo  nella  fu  a  eslremità  verfo  le  natiche  infino  al  quarto  no- 
do delVoffoyctìè  nella  coda  yecon  vn  ferro  cauatone  fuori  q  uè  ll'ofio y  che 
alcuni  chiamano  la  bariuola y  fi  metta  per  tutta  la  fifiurafale  à  bastare 
?a  :  e  con  vn  ferro  caldo  calato  in  vnpoco  di  fate,  fi 'facciano  alcune  cot- 
ture alquato  profondere  torte  in  sàyper  diuerfi  luoghi  della  coda*,®-  in  eia 
feuna  di  efìe  cotture  fi  metta  vna  brocca  di  legnose  per  none  divi  filafii 
no  fìareyeccetto ,  fé  prima  per  fé  cadefìero .  Scriue  oltr'à  ciòy  cheàquella. 
a .  infirmitàyche  viene  alla  coda  del  Cauallo ,  chiamata  Langio ,  che  àguifit 
che  fia.  '  ^vn  Cancr0  ia  corrode  hi  maniera  tale  >  che  ne  fa  cadere  nonfolo  ipeli  > 
ma  la  carne ,  &  anco  i  nodi  dell'offa  ad  vno  ad  vnoyfe  non  fi  rimedia  nel 
principio,/}  proncde  in  quefto  modoy  che  fatto  vncapitelloyquantopiufor 
te  fi  pofsafàre  >  cioè ,  vna  lìfcia  di  cenere  di  quercia ,  che  à  medicine  cofi 
ài  huominìy  come  di  beflie  a  vfettole  (fecondo  che  il  (olombro  da  Diofcorì 
de  nfenfte)vifi  bagni  molto  bene  Hoppa  dentro^efi  leghi  difopra  il  ma- 
le: 


'DEH  CAVALLO y   L1B.  Vìi.         fa 

[A  le:&  ognivolta,che  la/loppa  fta  dijfeccata,fi torni  a  bagnare  nel  capi-* 
tello,eft  metta  dinuouofopra  il  male:fàcendolofpefie  volte  ogni  dì  per 
tregiorni,ò  quattro:poi  co  le  cofe  appropriate  fi  curi  la  piaga,  e  fi  fàccia 
incarnare.J^afce  anco  tal  voltancl  trocon  della  coda,  e  nel  collo  altresì 
Ipe/fo  al  garrefe}vn  certo  prurito,cbe dal  continouo fregare,che  vi  fifa, 
fifcorticatutto,&  vinafeono  certe  ampollete,c  adendone  affatto  ipeli. 
Ilchefuole anuenire ò per polue,  che  vi  fa  rimzfa  dilungo  tempo,  onde 
végonole  radici  di  effi  peli à  putrefar fi,ò  per  molta  magrexjra,che  tro- 
ttando fi  i  membri  priui  del  debito ,  nudrimento,nonpof]bno  fupptire  alla 
parte  diquelli,cbe  fi  nudrifeono  di  crafo,e  fecciofo  fangue,  ò  veramente 

B  per foprabbondan%a  di  fangue  infetto,ò  di  altri  bumori  colerici,  e  falf,i 
quali  p  unge  do,e  mordicado,confumano  le  radici  de'  peli:  E  fi  puòvede- 
re,cbe  feH  f angue  è  quello,che  foprabbonda,  farà  la  marcia  bianca: f e  la>  Mali  nef- 
colera,butterà  fuori  vna  fattile,  epoca  cofa,  quafi  arficcia;fe  il  flemma  \*  CO£*a  de 
falfo,produrrà  molte  bumiditd  co  certe  fcarde ;  fé  la  malinconia;fnrà  la  l       a 
fcabbiafecca.  Ma  auuenendo  alla  coda  per  il  più  da  bumorfalfo  coleri- 
co,^- accefo,cbe  per  quella  vena,  che  [corre  per  lodino ,  va  à  ferma* fi 
nella  coda,come  in  eììremoluogo ,  fi  che  la  "datura  volédo  purificarlo, 
fa  vfc ir  fuori  quelle  crufiette:farà  bene,cbe  lauat  ala  prima  cofapone,  e 
lifeia  béforte,vi  fi  faccia  vntioneco  miflura  difolfo,  argento  viuo,  olio 

*  comune,e  fugo  di  cipolla  bianca,ana  onde  quattro,  vn  bicebiero  di  fugo 
di  copetelle,vna libbra  di  liquor  di  farde  in  barile,  &  vn  altra  di  aceto: 
aggiuntoui  ancoratilo  dilauro;ft  come  ordina  il  Ferraro.  M.Tier  An- 
drea pone  folaméte,cbe  fi  laui  con  acquatepida,&  aceto ;ma perche  tal 
prurito  fuol' anco  anuenire  per  vermi,che  abbondado  détro  il  corpo,ten- 
gono  il  federe  affediato  ;  onde  il  (fauallo  bramofo  di  cacciarli, fi  va  gratti     Prurito 
do:  in  tal  cafo  dice,cheft  bagni  vn  pe%go,di  tela  con  fughi  di  afìentio,e  di  gufato  ; 
méta  detta  herbafana,  mifii  infteme:  e  quella  tela  co  fi  bagnata  fi  metta  oejja  CQ^ 
co  vn  cannone  di  canna  entro  il  federe,cbe  quado  verrà  votare  il  vetre,  da \t 

4j  la  manderà  fuori  :  e  fé  neceffarioparefìe ,  diagli/}  anco  beuanda  di  detti 
fughi.T  eonneHo  perleuarla  noia  inqueHe  tarme,  che  generate  nel  fto- 
maco,e  nelle  budella,quando  fi  mandano  fuori  conia  feccia^  attaccano 
al  federe ,  onde  poinafee  nella  coda  il  prurito,  loda,chefi  metta  nel  bu- 
dello diritto  la  mano  bagnata  dyolh,  tafiado  attorno  attorno, e frappati 
con  le  dita,e  tirati  fuor  a  queivermicciuoli,  vi  fi  f^arga  cenere, of ale  tri 
to,b  vi  fi  laui  con  acquamarina,  o  con  folamoria;  buttandogli  in  canna 
opopanace,vino,& olio, ò paTia fatta dwrigano,f ale, e  p fillio  . Siimelo, 
e  Telagonio  fcriuono  >  che  fatta  bollire  la  radice  deWherba  Cameleon- 
te  in  acqua  tanto }  che  fia  calata  al  ter^o }  vi  fi  aggiunga  un  fefiario  di 

<PT     a  vino 


59£  DEIU     g  L  0  2^7  jC 

•pino (o  fecondo  Vegetio  vrìhemina) con  dite  onde  di  opopanace,  efr  but-  g 
fi  per  le  narice  fintjlra  ali  animale .  (fiotta  fnnil mente  à  dar  per  lo  nafo 
con  vna  hemtna  di  aceto  agli  di  Cipro-.ò  Umbria  di  terra  pefti.Il  Colom 
bro  diceycbeper  cono/cere  la  cagion  del  prurito  della  codaydebba  cercar 
fi  con  la  manoydoite  il  (giumento  haggia  più  voglia  d 'e fiere  grattato  ;  e 
trouandofiyche  flanella  verga  per  brutture)  ebevi  fianoyfaran  da  lauar 
fi  quei  luoghi  con  j apone ,e  lifcia  :  Sefuffeper  le 'zecche  afferrate- infra  le 
cofcie  y  o  fiotto  la  coday  che  mordono  di  continouoy  vi  fi  farà  vntione  con 
olio  caldoyòconl'  vngnento  abruciatiuoy  che  di  cantaridi  fi  compone:  fé 
procede/fé  fòr  vermi)  iquali  nello  fmaltire  fogliono  ap parere  nel  fommo 
del  fondamento  fi  potran  con  la  mano  ilrappareye  cacciar  via.- Se  fi  cau-  & 
fafieper  bumore colerico  aiuto iuiconcorfoy il  luogoprimafi  lauerà con 
lifciaypoi  rafciugatOyft  vngerà  con  vaguento  di  Ut  argino  >  b  cerufizyò  di 
fquilla  pesla  confolfoybitumey&  olio:  ciò  facendo  due  volte  ilgiornoy  di 
Hate  alferenoydi  verno  al  Sole:  e  fi  terrà  quell'ordine)  che  nella  fcabbia 
fi  narreràytauanda  f angue,  dal  collo  per  diuertire)primaych' altra  cofa  fi 
fhcciaMaper  tornare  al  modo  del  gouemoy  donde  ci  fuiòin  continoua- 
to  ragionare  del  ciujfoyde  i  criniye  della  cadayàcbe  modo  fi  debbano  que 
He  parti  conferitore  co  fi  per  commodità  dell'animale  ye  del  Caualiere  y 
d?Ca  jjj  come  ancoper  ornamento-.ordina  ilCrefcen^o  y  che-di mattinole  di  fera> 
jj.  primàychefi  diala  biada  al  Caualloyfi  meni  con  ripofatopaffb  à  bere ye  fi 

faccia  Har  dentro  ì acqua  infino  alle  ginocchia)  ò  più,  difoprayper  tre  h* 
re)Con  dir  e  yCÌycb  la  f redenta  dell'acqua  dolce  fo  lafcccità  della  f alata , 
restringe gli h umoriyche  fog'.iono  fender e  alle  gambe.  Il  I{ufio  tutto  ciò 
confermando  ydice  douerfi folametite  auuertire  y  che  quando  il  Canali) 
bee  l'acquaynongli  tocchi  i  tefiicoti  >  e  cioè  poi  non  fi  faccia  rientrare  al- 
ia fialla  )  fin clye  non  fienale  gambe  ben  rafciugate ,  perche  la  fumofità 
della  fialla  calda  con  quello  Intmore ,  chefiifìe  rimifo  mi  (aualloy  pò- 
Gambe  trebbi 'in e flegambz generar (jalley& altri  cattiui  mali.  HaàSenofon- 
quando  fi  te  nonpiaceyclK%li  fi  lanino  le '  gambe  }p3r  eia  che con  ninna  vtilità ,  fa- 
liuareV  rebbe  dannofy  all'vigbie quel co.itmo.'talfamettare)  però <dice  effere  me- 
Caualli.   glioyche  fi  freghino  co  le  mani.ll  Camerario  tuttauia  giudica  effere  trop 
pò  ardire  ai  afferm  ire  quefi'ordiie  contrai' vfan^a  di  tutti  già  inuec* 
chiataycheogni  dì  fi  mandano  i  Caualli  ai  attutare  entro  l'acqua  infim 
al  ventre  y  mafiima/nentey  che  gli  antichi  anchor  a  fole  ani  aitare  /e- 
bruteT^e  delventreye  delle  gambe  .  T ero  il  fuo  parere  dice  effereque- 
Sloy  che  tal'vjodi  lauare  y  non  fi a  da  frefuentarfi  di  vernjy  e  mai  non  fi 
feccia  à  tempo  >  chel  (/mallo  fi  troni  fidante ,  òtroppo  caldo  ,  ne  in 
conto  aU imo  quando  j "offe  in  fojpitione  di  morbo  >  ò  quando  fi  hauejie  a) 

medicare 


Gouemo 


DEL    CUVJllO)    L1B.    VII.         597 

~jl  medicare  con  beuande  >  ò  con  chirurgia ,  ma  nel  retto  efiere  bene  à  far  fi' 
Quanto  -al  ventre  alcuni  pongono  quejia  dittintione  y  che  i  Caualli  ma- 
gri non  fi  facciano  attujfare  in  fino  al  ventre ,  con  diryche  raffreddato  fi  il 
ventrey  nonfentirebbonol'alimcntoy  mai  più  graffi  più  fpeffoy  e  piùpro- 
fondamente  vi  fono  da  far'  andare ,  accio  che  no  ingr affino  fouercbiamen 
te  >  ma  fi  conferuino  il  corpo  intero,e  fano.  fieramente  dice  bene  Elianoy 
che  i  Caualli  fi  dilettano  dcllauare^e  degli  vnguenti;pero  alcuni  dicono 
molto  giouare ài  neruiy  che  interuallat amente  fi  lanino  le  gambe  con  vi 
no  caldoyò  con  feccia,  n^fltri  le  lauano  la  fera  con  quella  acqua  di  cuci- 
na y  con  che  fi  fono  lanate  le  fcudelle,  ò  con  quel  vinoychefì  troua  raccol 
B  to  dav.anti a  i T>ogU.  Cjiouan  Battitta  Ferraro  approua y  che  l  (faualloft 
faccia  ftar  nell'estate  me?^hora  entro  qualche  fiume  fin' al  ginocchio-pel 
verno  al  mare  :  Isella  primauera  gli  fian  lanate  le  gambe  nella  ttan^a 
con  acqua  forgcnt  e  f refe  aft^eW  autunno  con  vino  tepido  bollito  con  I{o- 
felliyLauriye  Cedriy  che  in  quetto  modo  gli  fi  verranno  à  conferuar  libere 
d  ogni  maleyafciuttey  fodey  &  vigorofe .  € 'certamente  import antiffima  Cófèrua- 
cofa  èfopra  tutte  le  altre  il  conferuar  e  à  queflo  vtilijfimo  animale fané ,  none  del 
efen%a  vitio  alcuno  legamheyipiediye  le  vnghie\come quelle partiyìielle  Jj  f  rande 
quali  confìtte  tutta  l'vtilitày  che  di  lui  fi  prende  iconciofìa  cofayche  ogni  importati 
voltayche'l  Cauallo  nonfìpofsa  ben  auualer  delle  gambe  >  epiedifuoiy  io  za|. 
non  veggio  in  che  pofiaferuire ,  fé  non  per  ifp  attentar  gli  augelli  col  Te- 
f ch'io.  Trincipalmente  adunque  fi  deurà  vfare  diligerne  in  quettoy  che  al 
Qiuallo  y  oltre  alle  co  fé predette ,  fìano  Jpefic  volte  fregate  le  giunture 
de'  piedi  y  e  con  vn  feri  o  purgate  l'vngbie  nonpur  del  fango ,  ma  della 
polueyè  d'ogni  altra  brutturay  per  picchia  eh' ella  f uff  e;  perche  co  fi  ven- 
gono à  fuaporarfìyrefrigerarfìy  e  fortificai fi.  Lodano  alcuniy  che  nettate  ,  . 
l' vnghie  ogni  fera  per  ordinarioyvi  fi  empiattri  il  cauo  con  letame  frefeo  ^  CaUai 
di  bue  legato  con  vna  pe^a.  tisfltri  voglionoyche  ciò  fi  faccia  Vvn  gior  lo    come 
no  sìye  l'altro  nò.  n^fltri  più  giorni  le  intermettono:  e  benefitrouino  ben  da  curarfì 
$  di  quelliyche  fouerchia  filmano  quettacura,  all'incontro  vi  fon  de  glial- 
triyche  nonpur l approuano  y  &  ofieruanoy  ma  di  più  levngono  difeuoy 
ò  d' affungia  .  t^ltri  vi  mettono  il  detto  tterco  Bouinoy  ò  Cauallinoycon 
vn'vouo  frefeo  dibattute  cenere  calda  mifii  infìeme.  zAffirU  lodayche 
vi  fi  frequentilo  tterco  frefeo.  del  Bu£ybollito  con  origano  in  olioy  &acc 
toye  che  vedendofì  cominciare  ilCaualloà  mangiarfi  ipiediy  vi  fi  metta 
di  continouo  empiattro  fatto  di  tterco  di  (fané  liquido  confortiffimo 
aceto .  t>K".  Luigi  à  quei  (aualli ,  che  hauean  l'vnghia  troppo  fecca ,  ò 
(come  dicono)vitriola ,  infafciaua  i piedi  con  feccia  divino  bianco:  ò  li 
bagnaua  co  fugo  di  Tiè  (fauallino petto;? glivngeua  con J apone  dipaney 

TV    3  feuo 


5p8  *D  E  L  l.  jì     G  LO \  F^T  \A 

ftuo  di  Casi-rato, e  mele,  infieme  incorporati  -  £t.  v-ifeJu  far  ere  fiere 
l'vngbia,l'vngeuaco  olio  mi  fio  con  graffo  di  firpe  fritto  nella  padella  :a 
pure  lau.it. zia prima  conacqmcalda,  l'vngeua.con  vnafeor-ra  di  lardo 
cotta. .reietto  affermagiouare  a\  fortificar  l'vngljie  ,fe  fémpre  dopò  il 
camino  fi  faccia  vnbagao  di  vino  caldo  allegimture .  Ma  quandoieUe: 
da  i.  viaggi  qualche  ingiuria  haueffiia  rieeu  ita  ,  fonj  da  risìorarfi  con. 
buoni  vnguenti  appropriati,  carne,  farla  quel  che  da^Pvlagonio  prima  fu 
ordinato,cbc  fiprendinotre  capi  d'agli,vi  fu  fetta  di  ruta,  ,fei  onde  di 
alume  tritolile  libbre  di  affnngia  vecchia,^  alquanto  di  sìerco  d'^i fi- 
no cotti  infieme:  della  quale-misura  fi  faccia  vngere  la  fer  ai  piedi  del- 
l'animale  >e  fé  ri empiano  per  tutto  le  vngbie  ~  L'ìfteJfoZJegetio  altroue 
pone  fette  capi  d 'agl'atre  brancate  di  rut  affette  onde  di  allume,oltrs  lo- 
flerco  dellJ£fino,e  l'affugnia:  confermando ,  che  tale  empiaslro  è  molto, 
efficace  a  far  crefeere  Ivnghiepieciole,  e  rifare  le  confumate .  ls{udrifce> 
ancorale  ferma  l  vngbie  l' unguento  fatto  con  tre  libbre  dipece  liquida > 
due  e  me%a  d' aceto  forte,  vna  d'offentiayvna  di  affungia ,-  me^a  di  olio, 
"vecchio  ,  e  none  capi  d'agli  pefli  y  mefcolando  ogni  co  fa  bollita  infieme .. 
Efefopra  i  piedi,  ferrati-  fi  frequenterà  di  mettere  per moki,  giorni  vna 
parte  di  alume,e  due  di hellerapefleinfieme,  l' vngbie  verranno  mirabil 
mente  à  fortificar  fi;  afe  co  foglie  debellerà  fi  mefcerÀ  vna  libbra  di  fiale,, 
me'ra  dipece  liquida,&vna  hernina  diaceto  .Ma  f  opra  ogni  altro  me- 
die  amento  quello  dice  effere  potentiffimo  ad  indurare  lvnghie,per  tene- 
riffime,ch' elle  fiano.Vrendafi  vna lucerta verde viua,e meffala in  vnpi- 
gnattonuouo,aggiungauifìme7a libbra  di.alume  giudaico,  e  me'ra  di  af 
fentio  peflo,vna  di  olio  veccbio>&vn'altradi  ceraie  come  bollédoque- 
fiecofeinfieme^fi  vedrà  la  Incerta  dtsfhtt4,coli fi  tal  decottione,econfer^ 
nifi  nel  pignatto.'pofcia  volendolo  adoperare  ,raiafil.vngbia  di  fatto,  e 
meffo  in.vna  canna  verde  il  detto  vnguejito  caldo  ,  chefia  allhora  tolta» 
dal  fuoco, fi flilli nell'unghia  r.afa,fregandda  nella  pianta,e  d'àttomo;co. 
atmerten^a  però,che  nanfe  ne  tocchi  la  corona;  e  tal'vntione  per  inter-  jj 
pofli  giorni  fi- faccia almeno  vna  volta  il  mefe.Quetta  compofitione  io  la 
trono  ordinata  da  i  Cjreci  in  queflo  modo;  che  con  vn'hemina  d'olio  fi  fitc 
ciati  tanto  bollire  due,ò  tre  Incerte  verdi,che  fi  disfacciano, poi  tolte  l'ofi- 
fa,nel  brodo  fi  metta  me?a  libbra  di.  bitumepesìo,due  di  graffa  vecchio 
di  Torco^  fei  di  pece  :  le  quai  cofe  di  eotnpagnia  fi  fk  celano  a  bafian%& 
bollirete  poi  fé  rìvnga.^Anatoliodicédoycbel'vngbie  de'  Volledrifì  indù 
rifeonocon  farli  effercitare  in  luoghi  afpri,ò  fparfi  di  giara: foggiungeef 
fer  bel  remedio  ad  vngere  l  vngbie  tenere,  e  le  loro  concauità  con  grafia 
vecchio  di  Torco,edi  Becco,fUfQ  hìhoj& àglio  infieme  incorporatici* 

tri 


G 


T>EL  •.Cj£P?JfLLÒ,llB.  VÌV.  599 

%£  tri  met fona  discintamente  y  che  con  aceto  fi  facciati  bollire  due  libbre  di 
afiungia diTòrcotfre  onde  d'iridey  quattro  di  folfoye  fei di  aglio .  Hiero- 
eie  lodayche  in  quella  slagioneyche  l'animale  fi  lena  dall' herbay  gli  fifac 
ciano  inghiottire,  dattili  fenial  o\fayma  pie  ai  di  biacca ,  che  cojì  -verrà  à 
confemar fi  tutto  l' anno  fano  de"  piedi;  &  altroac  dke3  effere  molto  ap-, 
propriatàallaconferuatione de.piedi  queUa  mifìura  :  Bdellioygalbanox 
opop  anace  ylit  argino  ye  per  fumo  ammwiago  >  due  oncieper  cofa  >  ma  di 
ca'floreoyme%a  di  euforbioyquattro  dipoUfàd  incenfo  •>  fei  di  bitume  y  e  fei 
di  pece  cotta  .  vAffirtofcriffeà  Marco  Mario  'Decurione  y  che  quantun- 
que fi-amolto  difficile  da  correggere  vn  vitio  naturale  dell' unghieyche  fo- 

B  no  tenerey  e  che  facilmente  fi  romponoyefì  confumano  ;tuttauolta  per  fitr 
le  migliori  all'vfoy  chef  richiedeyfarà  beney  che  fi  facciano  fpe/fo  bagnar 
con  acquayoue.fia  natobollitotiprefio^o  quelle  Jpine ,  che  producono  mo- 
reyLatinamente<cbiamatfi  rubile  da  noi  roueti  >  e  roui;  0  veramente  con, 
decottione  d'ajfentioyò  con  aceto  misjo  con  falamoia;&  à  chi f offe graue 
il  procurar  quejle  mislureynon  manchi  d' olio  fchiettp  nel  verno  :  e  d'af- 
fttngianella  efiate.  Di  darci  il  fuocoybenche  molti  molte  cofe  babbia  det- 
te :  egli  per  lo  miglior  modo  approua  il  gocciolami  bitume  con  vna  fhee 
aicefa .;  £  fe'l  Cauallo  di  fodo  piede  fifruaffe  l'vnghia  per  alcuno  accì- 
dentea  anigli fi  di  j 'otto  il  ginocchio  f angue y  acciochenonfoprauertga  in- 
fi  ammagione  stila  corona  >  nelqiial  luegoi  non  fi  può  mettere  ferro\ai  ;. 
perche  l'unghia  fi  guaderebbe .  Sumcló  diceyche  bauendofi  l'animale^. 
fruatayo  con  fumata  l'vnghia-,  fi  bagni  con  acqua  caldaie  s'unga  d'afiun- 
gia;o  rafa  l'unghia  infno  al  viuoytanto  ch'egli  fopportarepo/J'ayvi  fi  met 
ta  per  tre  dì  aglioye  folfo  peflo  di  copagnia .  Teónneflo  ci  auuertifcey  che 
-queiGiumenti ,  iqualiperlo  cambiar  fi  bai:ej]ètofruatal'vngbiay  e  non. 
fuffero  siati  curatiycafcano  inf ebbre  afs ai  pericolo fa  :  però  vuole  y  che  fi 
lanino  i  piedi  con  acqua'  caldayouefìa  bollita  radice  di  altheayche  malua 
fìluesìre  da  alcuni  è  dettate  ciò  fi  fàccia  tantoché  l'unghia  diuenti  tene- 

^  ra:fndi  rafpat.alay  e  leuatane  fin  dal  fondo  quella  parte  >  che  era  ojfeft) 
5  ri  fi  metta  ton  vnpeTgo  difportay  e  panno  graffo  ben  legato  di  attorno  y 
yn'empiajìro di.aglioyet  ajfugnia  vecchia  miftiinfìeme:e  nafeendoui  in- 
fiamagioney  fi  tragga  fanguefotto il ginocdno  y  e  fi  faccia  slare  à  ripofo 
in  luogo  tepidoyouefia  ilfuolo  di  letame  afciuttoy  e  non  duro;  accio  che  il, 
fermami  il  pie  de  no  l'offendere:  ati^ifia  tale  efio  letameyche  il  pie  ne  ve- 
ga  àriceuere  nudrimento  .  Oltr'à  ch)perfnrcrefcerel'unghiay  egli  ordì- 
nayche  all' aglioy&  all' ajfungia  s'aggiunga  bitumey  folfo  viuoy&  olio  di 
pece: e  tal'vntìonefi  metta  intorno  alla  coronaJPer  farle  indurireydice.ef 
fere  molto  appropriatole  ali 'afugniayal  folfo  viuoy&  all'olio  di  pece  fi 

TV    4        aggiun- 


eoo  T>  E  L  L  *4     C  LO  V^l  *A 

Aggiungano  gomma,  e  ceray  o  che  vnpe^rco  di  P710  gr0JF°fìfenda>  come  \£ 
fifa  delle  fkci,e  mefiaui  ajfungia  dentro  -,  fi fàccia  flillaresù  tutto  li  fon- 
do dell  vngbia;  continuandolo  per  tre  giorni ;e  poi  paffuta  vna  fettima- 
nayfi  torni  à  farlo  .  0 che nettata  fvnghia  ,fi  riempia  tutta  per  ogni  in- 
torno di  femen^e  d' hellera  pefie  :  e  poi  vi  fi  mettavna  [carpa  acc  ommo- 
data,piena  di  pece  liquida  ,  e  di  ajfungia  :  laquale  f carpa  non  fi  rimuoua 
fé  non  di  tre  in  tre  giorni  ,  e  veramente  mettafi  fopra  fvnghia  vna  par- 
te d  al  urne  di  rocca  tondo  ,  e  due  di  femen-ze  d'hellera  :  poi  diffoluendo 
aglioy  e  bitume  di  compagnia  su  vn  largo  ferro  infocato  ,  vi  fi  faccia  per 
tre  giorni  Hillare  :  ilquale  rimedio  anco  a'  Buoi  farà  gioueuole  .  £ per- 
che nel  tempo  del  verno  fuolyauuenire,che'l giacchio  offende  in  tal  modo  * 
le  caule  chie,o  l'unghie  deiCaualliy  che  ne  1 1 fi ano  gonfie >,&  infiamma- 
teyegli  ordìna,chefì  lanino  prima  con  olipy&  acqua  calda  ;  poi  rafeiuga- 
te  con  vn  drappo  ajpro  ,  fi  leghino  bene  con  altre  bende  :  &  fe'l  tumore 
pareffe  grande,/}  debba  aprire,  con  empiafirarui  da  poi  farina  d'arido  boi 
Ut  a  in  aceto  forte .  Telagonioperfar  ere  fi  ere  le  vnghie,  loda,  che  in  ac- 
qua fi  facciano  bollire  faueypoi  difciolte  con  mele  fi '.'/tendano  sii  vnape^- 
iaylaqualefi  metta  di  fopra  l'vnghiayo  che  bagnatala  con  aceto  caldo, fi 
freghi  con  marrubio  incoiporato  con  afientio,&  affungia  vecchia  ìl^el- 
Pclmau--  fa  compofitioneTelmaticafi  co?itengono adarce,e  gomma cotta,anaon-  r 
eia  me^a,galbano,pece,ealciti,  &afiungia  ana  oncia  vna,  castorio  vna 
e  me%ayragia gra/iaye galla *Aleft^ndrinayana  onde  dueybitume  ghtdai 
coy&  acetoyana  onde  feiyincorporate  con  due  libbre  diceva,  &  vrìhemi 
Ha,e  me^a  d'olio.  Hippocrate  vuoleyche  adapriamo  minio, fale-^tceto,  vo 
Ha,c  leuamento  mi/li  infieme,o  che  prendiamo  due  libbre  dicauiaro  vec- 
cbioytre  di  affungia,e  quattro  d'erobi  y  me^heminu  di  mele,  vn'oncia  di 
terebintinaydue  di  l:fciaye  due  d'aceto  adacquatole  di  gomma ,  e  tre  di 
cera,  quattro  di  pece,disfacendo  il  e  anidro  con  l'altre  cofe  pe/ie  nei  mor 
taioy\oÀa  ettandioyche  prefo  olio  antica  di  cedro,  feccia  d'aglio ,  affungia 
vecchia,e  calcina  vhia  quanto  ba/li,  fi  faccia  ogni  cofa  distemperare  m- 
fieme,e  bollire  nel  vino.  ^Ago/lino  Colombro  approua  in  gran  maniera,, 
che  volendo  far  l'unghie  ben  forti,  e  dure ,  di/fece  andò  la  troppa  humidi- 
tà,  che  in  quelle  / ufi e ,  debba  farfi  vna  volta  il  dì  su  la  corona  del  piede 
rafa,vntione  al  Sole  con  mifiura  di  galla  nonperforata,efolfo  verde  d'e- 
guai  pefo,triti  fottilmente  con  vnpoco  di  fiale yedivetroy  e  pofeia  in  ace- 
to forte  confetto  di  rognon  di  caftrone  colato,bolliti  fin*  alla  cofumatione 
dell' aceto  £  quando  l'unghie  all'incontro  haggian  bifogno  di  efier'humet 
tate, e  nudriteyfi  come  auuienè  tal  volta  per  ignorala  de'Ferra{uri,iqua~ 
Ufoueuhiamhe  aprédo  iquartnet  afsettigliadQl' unghiata fanno ftria^ 

gere, 


<DEl    C  U  V  *A  ILO    LI  3.    VII.         6pt 

gereye  di  fatare,  onde  il  C  audio  resla  nonpur  disformato  co  i  piedi  lun- 
gbi  àguifa  di  Miiloymagrauc,e  doglioso  cori  cerchiyfete  >  chiouardiy&  to  per  £ 
altri  maiiyegl.  loda  la  compofitione  di  quefio  vnguento,  cbeprefo  oliba   vnghie . 
noye  cera  nuoua,ana  oncia  vna,dialthea,e  terebétina,ana  onde  tre,quat 
tro  di  butiro,e  fei  d'olio  vecchio  confeuo  di  cafirone,  e. fugo  dipiantagi- 
ne,libbra  vnaper  vnoyfifaccian  bollire  fin  che  il  detto  fugo  fia  confuma- 
tOye  poi  s'adoperi.  E  perciò  molto  importante,  e  necefsaria  èia  caracche 
fidèhauere,cbe'lcauallofta  benferrato,conciofia,che  -àpi  ferrarlo  ma- 
lamente nafcono  non  folo  i  già  detti  mali ,  ma  altri  ancora  pericoloni,  e 
difficili  da  curar  fi,  i  quali f^ef so  rendono  difutile  al  Vadrone  l' amato  co- 
uallo ,  e  pero  io  configlio  à  chiunche  ba  caro  ilfuo  Animale ,  che  dia  la 
cura  di  ferrarlo  a'Marifcalcbi  ejperti,che  b  abbiano  lungo  tempo  efserci- 
tato  il  mifiiero,mafopra  tutto, che  fi  ano  huominida  bene,e  di  Intona  con 
fcien^a,non  ingordi  al  guadagno ,  che  per  volerne  in  poco  te  mpo  ferrar 
molti,perlaprefciapoca  indurrla  vi  adoperafsero,o  ueraméte  ne  defse- 
rolacura  a'  gar^ni  ignorati,  &  inefperti,e  perciò  farà  fempre  daeleg- 
gerfipiù  uolentieri  un  Marifcalco  amico,  che  unfiraniero,  benché  dipa- 
ri fhffcien%a.  Ma  quefio  luogo  pare,che  necefsariamente  ricerchi  >  ch'io 
debba  trattar  del  modo  di  ferrare.  M.  Tier '^Andrea  vuole,che  a\  Tolle- 
driypoiche  è  slato  lordato  à  magiare, per  quindici  gio  mi  or%o;fi  metta-     Ferrare 
noferrzdure  bengrofse,egraui,e  le  fifaccian  loroportare  circa  vn  me-  jjSfL  *L 
fe,per  farli  pia  leggieri  di  braccia  ;poi  tolte  quelle,  fi  metta  loro  delle  più  j  caualH» 
fottili  di  mano  in  mano  .  Ma  ordinariamente  ammonifce  i  Marifcalchì, 
che  facciano  tutti  i  ferri  Jìretti  di  verga/fuei  dauanti  corti,e  tondi:  quei 
di  dietro  puntuti  alquanto  nella  cima  ,  conia  ferràturapertngiata  ver/o 
talloni  :  per  cloche  ne  i  pie  di  dietro  il  vino  sia  verfo  la  punta ,  Itando  al 
contrario  in  quei  dinanzi.  Loda-,  che  l'acconciatura  dell'  unghia  fi  faccia) 
tagliandoyO  do  landò  con  la  Spinetta  quel  che  fia  dibifogno,  per  affettar 
giufiamente  il  ferree  chef  aprano  bene  i  T  a.llQni,incominciado  da  i  Fet- 
toni in  sù,non  cauado  l'ungbiayal  cui  fonte  in  niun  modo  è  d'aecoflarfì.In 
quei  (aualli ,  che  dalla  parte  di  dietro  fnjfero  fìniftri,  vuole,  che  col  col-  ; 
fello  fi  tagli  tvnghia  contraria,^  maniera,ch'elta  paia  be  dritta  a  gli  oc 
chi.  Magli  ordini  di  Luigi  Vento  fon  quesliyche  le  mani  del  Cauallo  con- 
ueneuolmente  fi  taglino  con  la  I{pina  dalla  parte  di  me^o  in  sii  verfo  la 
pmta\fempre  aliando  la  manoyftma  toccare  il  tnolle,  né  ilfuol  del  pie- 
de:efe  i  e  ale  agni  f uff  ero  afiaì  più  alti  di  quel  che  fi  richiede ,-  abbaffwfiy 
tagliando  folameme  là,daue  bara  da  federe  il  ferro:  maguardifi  di  toc- 
camelie  parti  interioriydic  dìcon  Fonti  ;percbe  fi  leueria  la  fortezza  $Qk 
la  mano  ;  guadando  ilpromdimemo  >  chela  l^aturaha  quivi  fa  io ,  il 

quale 


Sei  D  £  l  l  A r    G  LO  fCì  A 

quale  ciafcwtó  fi  dee  pia  tvflo  ingegnare  di  mantenere ,  maffimamerit* ',  g1 
che  dal  tagliar' entrala  Boiate  nei  Fettoni,afifottigliandol'vngkiafouer- 
chiamente,fi  fogliono  cagionare  Falfi  Quarti  ,  C~  altri  mali  :  e  però  non- 
fi  dee  lambroffare,nè  tagliar  con  la  \oinafe  non  la  punta ,  e  tanto  din< 
tomo,quanto  peri '  «filettatura  del  ferro  è  neceffario  :  e  quando  fi  veggio, 
efierfi  con  la  J{pin.ifcemato  afi ai>non  fi  comporti  ,  che  vi  fi  tagli  col  col- 
Ferri  de  i  ^.//0)<r0/  quale  fi  verrebbe  a  fcemarpiù,per  effer  men  faticai  ferri  d'ma- 
C    ilio    "KJnorpfian  P"*  &*$&'  di  vergale  un  deto  TolHcare:  perche  laforte^ 
?ra  loro  non  ha  da  confifiere  in  ampie^  br,  ma  ingrofie^ja,  laqual  deurd 
effere  egitale  cefi  nel  calcagno,  come  nella punta:e  cofi  egualmete  ancor 
fian  tondi;  flampati  in  punta  alpiu  che  fi  puòimbumitiverfo  la  fola,  eV 
ben  battuti  ,  &  intauolati  dimodoché  lavanda  di  fuori  feda  per  tutto 
eguale,  e  giunta ,  né  parte  alcuna  di  effine  balli  ,  o  fàccia  luflro,  ne  feda- 
no  sii  i  caltagniyperche  difiruggerebbono  i  lor  quarti:  ma  fi  come  convie- 
ne, che  V  unghia  fi  tagli  in  punta,  cofi  in  punta  fi  facciano  Bar  affettate 
le  ferrature  anteriori  $  che  in  qnefto  modo  il  cauallo  verrà  à  slar'appog*- 
giato  col  forte  della  mano  in  terra,tenendo  le  bracciadiritte,  e  le  vngh've 
(icure  da  ogni  danno  .  'Hei  pie  di  dietro,  quando  lapcrfonapotefie  con 
vna  parola  effere  intef addirebbe ,  che  l'unghia  fi  doueffe  tagliare'ttf  con- 
trario'di  quella  ddle  mani  dauanti  :  ma  per  dar  la  cofa  più -chiara  ad 
intenderete  da  faperfi^h'ella  poco  fi  dee  abbafìare,  né  làmbroffàre  ,  per-    , 
che  il  pie  di  dietro  tiene  tutta  lafor^a ,  e  7  meno  dell'unghia  nel  calca-. 
gno}  e  nella  punta  ha  il  vino  affai  vicino  :  però  conueneucle  cofa  effendo, 
che  fi  proueggia  a  quella  parte, che  meno  è  forteydeurà  il  ferro  slartan^ 
to  affettato  in  punta ,  che  non  hi  fogni-di  coltello  tagliarne  pìrrvnamini- 
mapartkella.il  ferro  loro  fi  a  tanto,  che  coura  egualmente  la  puntai,  e  i 
quarti  de  i  calcagni,pumuto,e grofio  nella  punta  ;  fiottile,  e  slampato,  ò 
pelato  ne  i  calcagnicene  rampone  :riofia  troppo  firetto,  né  pur  trop- 
po largo,mafeggia  eguài  per  tutto,e  meffimamentene  i  calcagni,  ìquali 
efiendoprouijìi  in  fi  bel  modo,  aiuteranno  il  Cauallo  à  farlo  andare  di  ™ 
Chiodi  miglior  p  a  fio, e  con  più.  vigore  .  f  Chiodi  eofinelle  mani,  come  de'  piedi}    • 
di  che  for  fian  largl?hfottili,e  lunghi: larghi,  acciò  che  h abbiano  la  forteto.  >  che 
rna  fi  ri.  mn  p0jfi0ÌJ0  ]-,aveY  con  la  groffe^ja  .•  fiottili ,  aci  io  che  poffano  prendere 
r0>  ■"      bona  pò  fi  a ,  né vengano  a  premere  alvino,nè  arompere ,  e far  gran  bu- 
gio :  Li-nghi,acciò  che  avanzando  affai,  fi  taglino  preffo  al  forte ,  in  me-* 
dò  chela  Ribattitura  efiendo forte ,  e  corta  ,  i  Chiodi  fi  metteranno  ben 
fermici  Cauallo  non  fi  verrà  per  viaggio  à  disferrare .  Deonfi mettere 
in  queflo  modo ,  cheH  chiodo  s'accofti  alla  slamp atirra  del  ferro ,  verfò 
la  banda  di  fuori  y  e  che  per  diritto  fiehiauiy  accioefo  la  pafiuravada 

per 


DEL  ^CrfV  jtlLOi  l-IB,  VM.  603 

j$  per  (a  Teorie  per  lo  forte  deWvngbiayfen^a  paura  di  incbiodareynè  di 
s ferrar fi  -.per ciò  che  i  chiodi  meffiper  lo  dir'utOye  tutti  eguali-,  fon  mag-, 
gior  forane pojfono  danneggiare  y  come  far  ebbono  mettendogli  di  co- 
flato [ive.ro  èyche  nel  mettere  bifognaycbèl  chiodo  vada  vn  poco  piegato 
con  la  puntaycbe  guardi  infuori-  Giordan  B^tffoyeTietro  (frefqenTOy  lo- 
dano i ferriche  fi  cqnf acciano  alla  tondezza  dell vngbiayie  che  l'eftre- 
mità  del  circuitole  giro  lorofìa  Sirena:  che  cofiVvnghia.fi  confsrua.coft. 
più  forte^xa^e  diuien  maggiore. Oltr'à  ciò  fian  bene  accoHantiye  no  grof 
fìyegreui  (come  alcuni  coslumano)  ma  leggieriy  acciò  che  l'animale  non 
impeditodatalgraue^aypiù  leggiermente  fi.  venga  à folle  uare  co  ipie 

$    di.Dirò  ben  queHoyche  quando  il  cauallo  ha  quel  difetto  ,che  diconoUai 
lottare ycioèyche per  al%ar  troppo  le  bracciay.fi  toccaquellendle parti  di. 
dentro  col  pie  medefimoyondericeue  neineruigranp.xjJwne;allhora  con 
uengono  Sferri  più  groffi  dell'ordinario ,  benché  più  gli  gioui  dinoneffe- 
refollecitato  altrottoy  oue  più.  s'offende .  Ma  principalmente  configlia- 
no  i  detti  n^futtoriy  che  i  Poliedri  fi  lafcino  andar  gran  tempo  disferra-   Poliedri 
tiyper che  tanto  più  l'vnghie  loro  con  più  dure^^a  verranno  àcrefcerey^  lafcino 
majfimamente  facendo  fi  pafcolare  in  faflofey&  afpre  colline  :  e  già  chia-  ^"mpo^lir' 
ramente  fi  può  vedere (come anco  dal  I\u fio  fi  conferma chequanto  più  ferrati.. 
gioitene  fi  ferra  vn  caualloytanto  piùtenerey  e  fiacche  fi  trouan  Ivnghie. 
C  Certamente  fi  come  i  piedi  fon  quelli  y  che  portano  il  corpo  yefopportano 
lafnticaycofì  conuiene  kauer  cura  d'effìycoogni  poffibile  diligen^aymaf- 
ftmamente  nell'atto  delferrareynelqualeybenche  ogni  Ferraruccio  pre- 
fuma  di  faper' efiere  ye  di  fchiuar  la  condanna  y  che  legitimamente  gli 
fepraflay  dipagarele  (pefeyche  bif ogn  ano  a\  curar  e  il  Giumento  inchio- 
dato yò  di  pagare  tutto  ilpre^p  di  quello  y  che  ne  moriffe:.  nondimeno  il 
Q4ualierefarà.bene.{'come.difopraancofi èdetto).a\non mettere  ilfuo 
Cauallo  in  madiperfonayche nonfiaprattic.ay&  auueduta dituttequel- 
lecircoflanT^ychenecefìariamente  fi  deono  in  tal  mejìiero  confidèrarec: 
Conciafia  cofaycbegrandi  errori  in  danno.dell  animale  potràcommetter 

7)  reychi  non  f oppia  la  differenza  de  i  pie  dinanzi  dà  quei  di  dietro:  effendo 
quefli(come  f^dettolpiùfenfibiUnellapuntay  e  quelli  più  nei  calcagni: 
aUequai parti,  piùfenfitiue.  non  fi  delira  accollare  cpjchiodi  rrha  fi mi- 
rerà di  tenerle  fortificate  col  ferro  poflo  in  buonmòdo .,  Ilferroper  lo 
pie  dinanzi  il  Fiafchiloday  che  dal  me%o  auanti  baggia  più.  toflo  del  tori   Ra  pone- 
vo y  che  del  puntuto  y, e  delme^o  indietro  tiri  al  lunghetto  iMafmandoV^^0?1^ 
lyfo  di  farlo  con  quel  rampone  yche.fi fuol  fare  inquei  dì  dietro  :.  perciò>ìln^ Z1  j 
che  ponendofi  il  piede  interra  difegualeyfivengono.adoffendere.inerr- 
ui.de.tte.  braccia ymaffmamente  quando  fivadà  per.  luoghlmontuofi ,  $ 

pietrofiy 


pietrofi ,  che  non  potendo fty  col  rampone  attaccare  à  ifaffh  il  piede  sfug-  £ 
ge>c'l  calcagno  riceve  gran  paffìone:  Alche  volendo  prouedere  iT  urchi 
qual'hora  per  fi  fatti  luoghi  hanno  a  far  viaggio-,  cojlumano  i ferri  in  su 
r'moltiyche  come  feudi  fkeeian  riparo  à  i  calcagni  >  -&  acciò  che  non  pof- 
fa  sfuggire  il  piede  ^mettono  tutti  i  chiodi  baftardiy  fatti  à  guifadi  'Bot- 
toncin'hnon  in  tutto  co  fi  altiycome  quei  che  fi  dicono  chiodi  da  ghiaccio^ 


Hroppiarfiymettendo  per  forte  Vvn  pi 
uenire,e  fi  perche  volendo  ab^ar  di  tal  ferro  l'vnghia ,  Infogna  laf ciarla 
più  alta  in punta}abbaf  adola  nel  calcagno;  acciò  che'lpiè  jìpotefìe  met  *\J 
tere  eguale  in  t erra; come  fempre  conuiene:  fi  che  di  leggiero  efio  calca 
gno  verrebbe  a  fentire  offefa  tanto  maggiore ,  quanto  più  acuto  fuffe  il 
Rampone: però  quando  pur  fé  ne  voglia  valere  alcuno,} "acciaile più  tofto 
due,che  vnoìn  ciafeun  ferro ye  facciagli  più  baffiyche  fipuotCy&  all'Ara 
goneftycioèjche  ftano  più  larghiyet  vadano  vìi  poco  inn^ydifferenti  dal 
V  altra  foggia;  che  fon  piùacutiy&vanper  diritto  in  terra;  e  confi  deri, 
che  fé  con  queHi  ramponi  il  ferro  fu  fedi  modoy  che  flringejfe  ilpiede> 
maffimaméte  nelle  parti  di  dietro; farebbe  non  altrimentiyche  fé  vn'huo 
mo  hauendo  vnfajf olino  fotto  lapianta,baueffe flretta di  più  lafcarpa;e  q 
di  qui  facilmente  al  Cauallo  potrebbe  crepar  vn  quarto.  T^J  egli  appro- 
ua  Ivfanta  di  coloro -,  che  mettono  tal  volta  certi  anellettinei  ferri  de  i 
pie  dman^ycon  direbbe  il  Cauallo  al%a  meglio  le  braccia  >  &  imbrandi 
fee  lefpalle:e  non  s'accorgono ,  che  quella prejle-^ra ,  che  talhorafi  mo- 
ftra,è  cagionata  dalla  paffìone  >  che  per  quelli  fi  fente;  non  daaìutoyche 
fé  ne  prendaci  come  nel  trotto  fi  può  vedereyche  quanto  più  faticofo  è  il 
terrenoytanto  più  tofto  il  Cauallo  y  quantunque  debole  >  al%a  le  braccia  > 
per  fuggir  quella  pena,che  ne  patifceSDannofe  parimente  fon  quelle  ere 
fte>cbe  per  non  fare  fdrocciolare  ilCaualloy  alcuni  adopr  ano  ài  pie  di- 
nan?i:e  però  f aria  meglio  per  taV  effetto  vfar  quella  forte  diferroy  che  fi  H2 
fa  per  Qinettiye  Barbari y  quando  al Talio  fi  dee  correre  y&  Sin  modo , 
the  netta  parte  di  fuori  egli  ha  à  guifa  d'vnafegbettay  vn  cerchiello  at- 
tornoychefen^a  nocimento  veruno  del  piede'yaff erra  il  terreno  mirabil- 
menteypotédofi  far  le  punte  del  cerchiello  più  ò  meno  acuteycome  l'huo- 
mo  voglia  :pur  che  egli  fta  di  ferro  crudoye  temperatoye  bé  battuto:per- 
che  noneffendo  duroyaf$ai  toìlo  fi fruflerebbe.J(uuertafi peròyche  in  tal 
ferratura  la  groffczja  di  dentro  deurà  effer  eguale  à  i  denti  del  cer- 
chiello :  al  cui  mexo  chi  volefe  far  hauere  alquanto  nelVlmbordito  » 
potrebbe  farlo  >  pur  che  ìlmbordigione  fuffe  più  baffetta  di  efie  punte^ 

Chiamarfi 


BEL    C  jtVjLLLOy    L1B.V11.  fai 

\A  Chiame  fi  fmbordigione  quella  Tancietta  >  ò  quel  rilieuoy  che  alcuni  fa-     .     >* 
glionfkre  nel  mejo  de' ferriytalhor  minore }e  talbor  maggiore ;per  difen  aio  ne  cht 
Aere  meglio  la  pianta  del  pie  dinanzi:  maellanonègioueuole  ad  ogni  cofafu. 
forte  di  vngbisye  bifogmyche  fta  fatta  >  &  accompagnata  come  fi  dee . 
Ordinariamente  il  ferro  del  pie  d'uianzinm  dee  auan^are  l'vngbia  nella 
punta>eccetto  fé  ella  vifufìefruflaye  confimata,ma  dee  bene  efierle  uan 
tagiofo  ne  ilat'h  dal  mezo  à  dietroyper  furie  vtilità.Di  dietro  poi  egli  dgc 
efiere poHo  alfegno  eguale  allifuoi  confini ,  altrimenti  fé  auan?afie  in 
quelle  partici  Cauallo  co' ferri  di  dietro  potria  aggrapparle  fé  rnancaf-   ' 
feyne patirebbono  le  calcagna  ;lequali  nel  tenerume  dell  offo  loroytbe  voi 
garmente  diciam  Fsttone}deuranno  boneHammte  effere  aperte^ton  en- 
*  trandoperò  troppo  indentro)  maffimamentefe  non.  vi  fu fie  quella  bontà  > 
cheft  richiede  perche  facendo  altrimenti  yfìfhrian  deboli)  e  piufirette. 
E  quando  il  calcagno  per  auuenturafi  trouafie  indurito  di  modo  ,che  no» 
fipoteffe  adoperare  Incaflro  per  aprirlo  >  e  toc  dell"  v-ngbia.  (  fi  come  tal 
volta  per  trafeur aggine  di  chi  n'ha  cura>  faotauu  eaire)  bagnifi  prima 
con  acqua  caldaio  con  va  ferro  caldo  fifcaldi)  che  coft  diuerrà  sì  molley 
che  potrà  torfene quella partCycbe fi  ricbieda.T>.ilLi  punta  dell"  vnghia  fi 
torrà  quello  >  che  vi  fi  vedrà  effere  necefiario  per  darle  quella,  proporzio- 
ne chele  conuiene  :ikhe  fi  conofeerà  con  far  porre  il  piede  in  terraJFatto 
-  quefto,fì  metterà  con  l'Incastro  ancor  la  Caffaymuertendo  perà,cbe  non 
fi  giugeffe  accanto  al  viuo.Hor  coìyis  l'vngbia  fìa  tutta  acconc ingaggila 
glifi  il  ferro  con  e(ìa;e  come  fi  v  iggia  ben  agf/iflitO)  che  véga  a  copren 
dere  tutta l'vnghiaytiÓ  e(iendofcarfoynè  uant  aggio  foyo;ie  non  bifognajie; 
fermi  fi  co  due  chiodi  del  forame  di  mezo>  de"  quali  il  primo  fi.i  della  par 
te  di  detroyl  altro  della  parte  di  fuori: indi  fi  chiavi  il  rimanente;  e  piega 
tigli  tutti  dietro  al  corno  ingittycome  fifa  ;.taglinfi  preffa  ade  fio corno y 
tanto  che  fi  poff a  fare  la  ribattitura)  ma  prhn,  i  ch'eli  i  fi  faccia,  di  fuori; 
fi  deuràcol  martello  battere  bene  in  sii  la  tefii  de"  chiodi),  di  vno  in  boa» 
tenedo  calcata  latanaglia  fotta  la  ribattitura^che  fopra  il  corna  farà  da 
jp  farfìdaqual  ribattitura  fe'l  Cauallo  è  J olito  di  toccarfi nelle  braccia  ,  & 
nelle gambeyfideurà  fare  (maffinamente  nelle pxrti  di  dentro)  con  di- 
ligenza non  poca;£perprouedere  à  l'offe  fa  ,  che  quindi  potrebbe:  nafee- 
reyfariabene.far  nel  corna  convn  bottone  di  ferro  affocata  t  ante  foffet- 
teyquate  ribattiture  di  chiodi  fi  deuranfare>  che  coft rimanenza  afeofty 
non  potran  nocere  i  e  per  orna  mento .dell' vnghia  non  fi  manchi  di  chiu- 
dere i buchi  yi quali  baranno  lafciati-  i  primi  chiodi  y  tingendo  ancora  di 
vnbel  nero  tuìto  il  cprno  ycbe  appar  di  fopra .  l 'chiodi  per  tutti  i  piedi 
{oltre  all' effere  boneHamenteiarg!?i}fQ.ttili>elun^hi)fì  richiede^ebe  non 

fiano 


éù$  T)ZILUGL0\1A  \ 

pano  sfogliofiynè  troppo  duri:&  a'  Caualli  communi)  fé  ne  mettano  ot-  £ 
tOyò  noue  per  ogni  ferro:  a*  Corfìeriyò  Frifoni  dieciyò  vndiciy  e  talhorpiu. 
In  alcuni  altri  tal  volta  bastano  feiyò  fette,  jLuuertcndoyche  quando  fa 
no  dijpariyla  maggior  parte  d' e ffi  ha  da  ejferpojla  dal  lato  di  fuori:  per- 
che non  è  co  fi  fenfitiua  quefla  parte ,  come  quella  didentro  :  Ma  molto 
pia  neceffario  è  auuertireyquando  auuiene,che  vn  medefimo  chiodo  s'hab 
ina  più  -volte  à  mettere}e  ricattare;  che  non  fi  faccia  qualche  Trattamef- 
faypeggior  della  Inchiodaturay  sfogliando  fi  ilchiodoyò  con  la  punta  toc- 
cando il  viuo  :  Sperò  apra  ben  gli  occhi  il  Merifcdlco  y  maffìmamente 
quando  ilpièdelcaualloèbennudrito  ;  né  mai  comporti  yche  l'vnghia 
anan%i  il  ferro;  perche  dileggier  fi  guaderebbe  ;ma  quando  ellafiafer-  F 
rata ,  e  fi  veggia  qualche  pochetto  restar  di  fuori  >  taglila  col  coltelloy  è 
me?gpyepoipolifcaui  con  la  B^ajp a: Miri  ancor ayche  non  s'inganniy  quan 
do  la  ferratura  per  efferegrofia  y  dura  affai fen^afruflar  fi  ;  non  accor- 
gendo/i y  che  fra  tanto  l'vnghia  è  crefciuta  y  e 7  ferro  viene  à  ripofar  su  i 
polfiyaslringendoli  di  manierayche  furia  tosto  crepare  vn  quartOyfe  à  ri- 
Vnghic  mettere  fi  dimori.T^el  pie  di  dietro  l'vnghia  deurà  effere  tanto  tagliata^ 
ctro,  cfje  yenga  alla  fua  conueneuole proportione ,  guardando  però  >  che  non 
ranno  da  s'intacchi  tanto ,  maffìmamente  nella  punta  y  chea  con  l'Incastro  yò  col 
tagliarci .  chiodo  fi  giunga  al  viuo. Di  dentro  ancor  conuerrà  ben  nettarlayaprendo 
le  calcagna  con  quella  confideratìoneyche  in  tutto  bifogna  hauerfi.llfer 
ro  loro  quando  fi  voglia  far  vant  aggio fetto  di  dietro,e  ne'  lati  di  dietroy 
non  fa  danofoyan%i gioueuoleal  rejflo  poi  ha  daflare  eguale  co  l'vnghia. 
Ferri  per  yfafiperH  pie  di  dietro  il  ferro }  che  h  abbia  alquanto  del  lunghettoy  con 
dietro.      rn  ramponano  dal  lato  difuori\  efìendo  nel  lato  di  dentro  talgrojfe^a 
nel  ferroyò  lafciadofi  tale  altera  neWvnghia  di quellaparte}che  fi  ven 
gaad  agguagliare  effo  rampone  :  acciò  che  'iCauallo  non  venga  à  porre 
in  bilancia  ilpiedein  terra .  Et  volendo  fchiuar  quefte  fatiche  maffìma- 
mente per  non  hauere  à  leuare troppo  dell' vnghia  da  quella  parte ,  do  uè 
fuffe  quell'vn  rampone  (  ilche  non  farebbe  fé  non  danno fo)  fé  ne  potreb-  # 
bono  mettere  duey  pur  chef  uff  ero  mediocri yttè  molto  altiy  né  molto  pun~ 
Ramponi  tuti.C  ertamente  i  Ramponi  ài  ferri fon  necejfarij >  quando  sé  dacami- 
célfani"6  narePer  luogbi :  ajpriyò  montuofiyò  agghìacciatiyò  dotte  fi ano  falli  di  ter- 
reno rampanteyò  pur  di  felci:  ma  da  l'altro  canto  è  da  auuertirfiy  che  a* 
Caualliyi  quali  e  aminano  vnpocco  àjlrettoy  non  è  bene  fkr  ramponi  dal- 
la parte  di  dentroyperche  facilmente  fi  toglieranno  col  metter fil'vn  pie 
defopra  l'altro.^  Caualliyche  hanno  le  gambe  bouineynon  folo  conuen- 
gonoi  ramponi ,  ma  etiandiofon  dafkrfiiferripià  alti  della  banda  di 
dentroyche  dal  di  fuori  >  per  coprire  quel  naturale  difetto .  Et  infomma 

pojfpam 


1 


?)Zl    CUV UllO    US.   VII.        6oj 

\A  p°Jfiain  conchiùdere  y  che  i  Tamponi  fi  deonofhre  o  grandi ,  ò  piccioli  ■>  h 
di  dentro  ,  ò  di  fuori  >  fecondo  che  la  qualità  del  (fauallo  parrà  richiede- 
re.J^on  mancherò  tuttauia  di  foggiungereyche  fi  trouano  alcuni ,  i  quali 
diconoyche  quanto  più  il  Cauallo  fi  taglia  >  tanto  piagli  fon  conneneuoli 
i  I{amponi ,  affine  che  egli  mede  fimo  fi  gaWighiyfi  come  egli  mede  fimo  fi 
fa  il  male  ;  &  adducono  l'efiempio  delle  balle ,  che  fi  mettono  a'QtuaUi 
tardilo  tiretti  nel  cambiar  e.  JLltrifhnno  quefla  dislintione}  che  à  Caual- 
lo >  che  fi  ritagli^  non  per  magrezza  >  o  SlanchexTiych'egli  habbia  ;  mi 
per  vitionaturale;  non  è  da  metter  fi  rampone  dal  lato  di  fuori  >  co  fi  ne  i 
ferri  dinanzi  >  come  in  quelli  de  ipiè  di  dietro  :  anzj  dal  mede/imo  lato  è 

B  dafcemarfipiù  l'vngbia,  che  non  fi  farebbe  per  l'ordinario  :  e l  ferro  nel 
quarto  di  dentro  fi  deurà  fare  pia  groffetto ,  che  in  quel  di  fuori.  E  fé 
ciò  non  bafiafie  à  vietarla  ritagliatura  yfarà  beneyche'l ferro  nelle  parti 
di  détro  habbia  unagroflezga  à  guija  d'vn  bottone  y  che  no  occupi  più  di 
vn  buco  di  chiodo;  e  nel  calcagno  fia  ancora  sìgrofio  ,  che  agguagli  quel 
tal  bottone)  e  che  la  verga  di  effo  ferro  fia  eguale  alTvngbia  in  quella  par 
te  offendo  l' altra  fen^a  rampone,c  pia  baffetta .  Con  leuar  del  ferro  tutto 
il  quarto  di  dentro  (come  alcuni  coflumano)  il  Cauallo  non  manca  di  ri- 
tagliar fiye quella  parte  sferrata  >  che  molto  èfenfitiua ,  fi  viene  ad  inde- 
bolire :  però  meglio  fia  à  rimediare  con  gli  altri  modi  ;  Mafie  l  Cauallo  fi 

C  ritaglia  per  cagione  di  mettere  in  terra  il  pie  mancino  ;  in  tal  cafo  da 
quella  parte  del  ferro  >  doue  anderebbeil  rampone^uandofi  fitcefie  nel- 
le parti  di  dentro;  conuerrà ,  chefifcemi  alquanto ,  non  già  che  rimanga 
più  corta-)  ma  più  sìretta  dal  di  fuori  ;  leumdone  tanto  (àio  j  che  ini  non 
fia  eguale  all'vnghia  y  preffo  alla  quale  il  ferro  in  quel poco  fpatio  fi  fu- 
ra anco  piùfottile  >  che  non  farà  il  re  fio  di  quello  ifieffo  lato ,  ilquale  di 
groficzgaharàda  effer conforme ali 'altra  parte  ;  acciò  che' l  pie  fi  pofi  a. 
giufio  fermare  in  terra.  ^ill'incontroyfe'lCauallo  fuffe  naturalmente  af- 
fai fpartOybifogneria  dalla  parte  di fuori  fkreyche'l ferro  y  oltra  il  rampo- 
ne) haueffevn  rilieuo  maggiore  dell'ordinario;  manonfufìe cofi groffo 
**  dalla  parte  didentro  :  anri  da  quefla  parte  fariada  abbaffarfi  Ivnghia 
più  di  quello  y  che  fi  farebbe }  quando  non  fuffe per tal  cagione .-Intenden- 
do però)  che  mentre  fi  cena  diprouedere  in  vna  parte  del  piede ,  non  fi 
venga  àfar  danno  all'altre  ;  ma  che  confiderai amente  fi  miri  à  tutto . 
Quando  il  Cauallo  co'  pie  di  dietro  s'aggiunge  in  qual.fi  voglia  parte  di- 
nanzjy  procede  dall efiere  piùfollecito  yepreslo  ad  alzar  le  gambe ,  che 
le  braccia  :  onde  yfi  come  fi  defideraycb' egli  fia  ballano  più  toHo  di  die- 
tro >  che  dinanzi  y  acciò  che  da  quello  humor  flemmatico  fi  vengano  d 
far  pigre  quelle  parti  y  che  manco  importano }  e  che  fogliono  offendere 

l'altre 


éo$  bXLlJtijLtHiljl 

l  altre  nzl  detto  modo  -,  cofi  in  vece  della  lettura  ,  farà,  da  v  far  fi  l'arie,  £ 
facendo  più  grane  il  ferro  del  pie  di  dietro  >  con  metterci  vna  "Barbetta , 
che  vada  su  la  punta  dell  vnghia,laqual  punta  in  questo  cafo  deurà  ta- 
gliai fi  pili  dell' vfato,sì  per  accomodar  mégliola  piega  del  ferro,?  sì  per 
fare  il  piedi  più  deboie  in  quelle  parti.ò  veramente  fàcciafi  y  che  la  pun- 
ta del  ferro  del  pie  di  dietro  fia  groffettaye  tanto  fcarfa ,  che  non  giunga 
alla  punta  dell  vnghia  ,perche  cofi  aggiungendo ftyverrà  a  riceuere  offe- 
fa  a  fai  minori. Quado  fi  volejfe prouedere folo ali  jiggrapare  > o  come 
volgarmente  dicono  S  calcagnare  yfipuo  fare  il  ferro  del  pie  din  tnriyche 
non  efea  de  dietro  fuor  del  cofine  dell' vnghia\b  veramentcychc  fta  rivol- 
to fopra  il  calcagno  al  Turche feo  modo:  ma  bifogueria  y  che  al  poffibde  p 
fujfe  leggiero  >  acciò  che  per  la  graue^^a,  di  quello  non  rimane  fero  le 
braccia  piii  impedite,  e  più  pigre:  Confederi  aduque  ogni  co  fa  il  Caualie- 
re ye  fecondo  il  hi  fogno  fi  rifolua ,  che  già  di  quello  riuoltare  il  ferro  ,  ò  su 
la  putitalo  sul  calcagno ,  egli  fi  potrà  auualere  in  ogni  altro  cafo  ,  che  ò 
£vnayò  i  altra  parte  richieda  d'efjere  difefayò  perferuata. E  perche  le  con 
fiderationi più  importanti  confiftono  in  di'  cernere  le  diuerfe  condizioni 
A       .  .    dell' vnghie: farà  bene  ,che di/tintamente  qui  fi  difeorra  ( fecondo  le  rego- 
le intor-  le  delFiafchiy  edialtriVrattici)qualciiray  &  auuerten^i  à  qnal' vn 
no  all' Vrr  ghiafia  conueneuole;nonguardado  al  color  folo;poi  che  delle  nere,e  del 
ghie,        le  bianche ,  e  delle  mifchieyJene  veggiono  ottimey&  anco  peffitne  fenra  G 
regola;  Quando  dunque  il  piede  è  fodoy  efortey  di  honeHa  temperatura, 
col  corno  lifcio ,  e  proportionatoycol  fetton  buonoye  co  le  calcagna  larghe, 
mediocri  tra  l'alto  >  el  baffo  :gli  fi. irà  bene  vn  ordinaria  ferratura  al 
modo ,  che  qui  di  fopràfi  è  de  fritto. Quell' vnghie,  che  fon  già  forti ,  ma 
nel  tempo  del  caldo  patifeonograde mente;  perche  diuengono  tato  afeiut 
te  ,  che'ICauallo  à  gran  pena  vi  fi  può  reggere  :  bifogna  che fian  dicon- 
tinouo  immorbidite  co  cofehumettatiue }e  che  lor fi faccia  vna  ferratura 
né  Ftretta ,  né  fcarfa ,  né  che  diapaffìone  in  modo  alcuno  :  e  facendola  vn 
poco  imbordita  yfariapur  bene  :  Ma  perche  tali  vnghie  (maffim  imente 
quando  la  punta  fi  lafcia  per  trafur  aggine  troppo  lunga  )  fi  voltano  in 
dentro  agcuolméteye  fi  aftruppano,&  incasellano  ;  bifogna  che  vi  fihab 
*ft  h'0"  ^iagran  diligen?ay&  attenti  onc .  Incasellato  s'intende  il  piedi,  quan- 
to,qual  fé  d°  ti  calcagno  fi  jlringeye  nel  (j  aretto  fi  fente  vn  calore  oltra  naturale;  e 
iDtenda.  fé  fi  batta  su' l  corno  ,  eglirifuona  come  vna  %uc  e  adequali  cofe  auuen- 
gonopernon  hauer'il  piede  quel  nud  rimento  ;  che  gli  bifogna,  emen- 
do riflretta  la  via  :  onde  dee  feorrere  il  buono  humore ,  concorrendo 
più  toHo  in  alcuna  parte  di  efìo  piede  humor  cattino  .  zsfltre  vn- 
ghie paiono  dure,  ma  U  loro  durerà  afio miglia  al  vetro  ,  jpe^an- 

dofi 


1>1L    CjtV-jtLLOy  LlB.'.r.!!.  &o? 

r*  do fi facilmente ,  fichefpeffo  nel  ferrare ne  faltartpc^i  i  epoHoilferroy. 
non  fla  guari,  che  crolla  ;  es'vna  volta  il  Cauallo  metta  il  pie  infìniflro 
o  in  qualche  buco ,o  che  vada  per  luoghi fa$ofì,o  pur  fùngo  fi ,  vilafcierk 
'  ilferro,con  parte  ancor  dell' vngbia  :  Quefìc  dunque  sì  vitrioleybifogna 
che  continouamente  fi  tengano  vnte  di  buoni  vngucnt'h&  a'ior  ferri  non 
fimettano  Crefìe ,  ò  'Barbette ,  o Ramponi ,  o  Imbordigioniyperche  l'un- 
ghia fi  verrebbe  àfpeTgare  >  cjràguifadi  fritellafi  allargherebbe  quel 
ppcoythe  vfreslaffe-.mafiano  deltutto  eguali,  e  girili  dal  mei^)  innan^ 
e  dal  me%p  à  dietro grofetti  >  e  larghi  di  verga  minimamente  nelle  cal- 
cagna .  ^iltre  di  color  bianco  yfon  chiamate  (jhiacciuole y  che  aguifa  di     Vnghie 

p  ghraccio  fi  rompono  parimente  ogni  voltaiche  l' vngbia  auanji  il  ferro,  °/ì'a  CC1"" 
o  cheppie  non  fi  metta  eguale  in  terra  :  però  la  ferratura  ha  da  efferej 
che  prodeggia  ad  ambi  due  tali  inconuenienti,auuertendo,ch' ella  w  ven, 
gaàpofarfidifopraiVolfì  :  e  perche  fpeffo  auuiene ,  che  effendo  ,  oper 
RJnfufione,oper  altra  caufa  concorfi  humorine  i  piedi  ;  lapianta  è  rima 
fa  tanto  piena ,  che  quafi  tocca  terra,non  è  bene  vfare  i  ferri  imborditi-, 
come  vfano  alcuni  ignoranti ,  iquali  credendo/i  aiutare  per  vnaslrada  > 
non  s'accorgono  ,  che  per  l'altra  vengono  àfhre  maggiore  offefa ,  come 
proffimamente  s'è  dettoima  il  meglio  falche 7  ferro  fi faccia  groffetto  da 
i  lati,e  fonile  nel  me%o,&  in  tal  maniera  che  quella  fcttiglieiga  ven- 
ga à  dar  luogo  alla  piene^a:e  quando  db  non  baslafìe ,  fàccia/i  il  ferro 

t  non  pur  fonile  nel  me%o,  ma  vnpoco  imbordito ,  purché  da  i  lati  di  fuo- 
ri fia  in  ejfo  ferro  vnaf eghetta ,  che  circondi  la  pianta,  la  qualfeghetta 
fìa  alquanto  più  alta  deWlmbordigione:e  co  fi  il  piede  verrà  ad  e  fere  con 
feruato  fen^a  alcun  danno. Totriano  bene  in  luogo  della  feghetta  ferui- 
reichiodi,co'  quali  s'hauefe  à  fermare  il  ferro  ,fhcendofi  di  teftasìfkt- 
ta:chehoneHamenterileuino,come  i  chiodi  Fr  ance  fi ,  i  quali  giouèrebbo 
no  anco  à  non  far slifciare,o  trafeorrere  il  Cauallo.  E  perche  quando  que- 
gli piedi  Ghiaccinoli^  Vitrioli,non  fon  ferrati ,  come  fi  deono,ma  i  ferri 
yengono  loro  àflringere  le  calcagna  ;  fifa  nell'unghia  dal  me^o  à  dietro 

-   incominciado  dalla  corona,e  tirado  al  baffo  ;  vna  crepaturajhe  volgar- 

D  mente  fi  chiama  Quarto;  è  dafaperfi  come  in  tal  cafo  è  di  meUiero  ,  che  crepato- 
al  pie  fi  porga  aiuto  con  ferrature  fatte  di  modo-,  che  laf dando  feoperta  ra'chiama 
quella  parte  doue  Vvnghia  è  crepata{accioche  fui  male  non  venga  cofa ,  ta  Quar- 
che  pia  l'inafpri)  finifeano  prefìo  alla  crepatura,  &  iuifianpiù  groffette 
dell'ordinario:  poi  corneo  per  vnt  ioni,  oper  feflefiala  crepatura  fi  farà 
ricongiunta y  e  calata  al  baffo ,  fi  potrà  adoperare  il  ferro  intero  di  quella 
maniera,che  miglior  parrà; fopra  tutto  auuertédo  di  non  dar  fouerchiafk 
fica  all'animale^  di  tener  guardate  da  ognipaffìone  quelle  parti  dal  me* 

HJL'    ^à 


X.0 


rfl»  D  E  L  L  ji     G  L  0  JR^  I  jt 

%oJ  dietro,maJJtmamente quando  dilornxtHYa.fi  conoscono  deboli,  efog 
getteasifatti  mali  ;  con  ciò  fi  a  co  fa  che  fi  tremano  alcune  forti  di  piedi  y 
cheq  '.antique  firn  forti ,&•  afciutti  nell  altre  partiranno  tuttavia  mor 
hid'.ffino  il  tenera, ne  dell'offa,  &i  calcagni, abhondandoui  vn  certo  bu- 
more  p<:trido,cbe  intenerifee  quel  Ir.ogo^fi  che  nonpi.òfopportare  all'in- 
contro durc^ja  alcuna:^  tali  piedi  nonfolo  e  onuer.gonofep  arati  rime- 
di ,per  tener  morbida  la  punta,  e  diseccare  i talloni  :  mabifogna;chein 
efie  vie  pia  che  in  altri  fi  guardi  il  Man f calco  di  -non  entrar  troppo  con 
l  Ine  ajlro  in  quella  parte  fi  molle ,  chesìàfemprern  periglio  di  incaftel- 
larfi  per  fé  mede  fi  ma  .  Il  ferro  loro  fa  vnpochetto  imbordito  ,  che  non 
li  faccia  ft  tinger  eccome  naturalmente  fi  firingeriano  y&babbiale  ver-$ 
ohe  di  dietro  grofe,e  largke,&  eguali  in  terra,fen?a  rampone  >  e  più  vi- 
cine del  con fueto ;laq".al ferratura  è  più  bella  in  visìa,epiu  leggiera ,  e 
non  me  no  vt  ile  del  ferro  à  Ponticello,  che  alcuni  vf ano  fo  migliarne  à 
quello ,  che  per  li  Muli  tal  hor  sadopra .  Parimente  fen%a  ra  mpone  >  & 
imbordit a  non  molto  alto  ,  fi  richiede  la  ferratura  per  quelli  piedi,  cìte 
Piedi  co-  fon  chiamati  (odogni,  fatti  aguifa  di  quei  del  M.".lo,alti  di  calcagna ,  e 
dogni.  rijlretti  infieme .  7{e  i  quali ,  poi  che  coufideratamente  fi  farà  aperto  il 
Tallone,potrà  abbaffarfi  tanto,  quanto  fi  conofeerà  effert  di  rnejìiero-^er 
dargli  la  fua  proportione,  att'èdendo  poi  à  tener  quella  parte  più  morbida 
clKfipno  .  La  tenerezza  de'piedi ,  e  mxjftmamente  nelle  calcagna,  e  ne 
Fettoni  f noie  il  più  delle  volte  auuenire  in  Caualli  nudriti  in  luoghi  paln- 
dùfiyj  fangofiipero  quando  quesìe  parti  fi  veggiono  troppo  molli ,  ri  chie- 
dono per  alcuni  me  fi  ferrature  con  certi  me  ji  ferri,  chef  dicono  àlunet- 
tarperche  andando  dal  me~ro  indietro  cofi  sferrati,  fiverran  qniui  ad  in- 
durire ,  e  fi aaueT^eranno  vifiemcmente  à  folle nare  le  braccia,  e  le Jp al- 
le con  più  agilità ,  epreSìezTa ,  mentre  che  vorr  anno  f chinar  la  pacione 
che  fentiranno  dal  pone  il  calcagno  in  terra ,  magnamente  nel  trotta- 
re .  Fero ,  che  tali  (fauallifon  da  effer  e  faticati  con  diferetione,  in  luo- 
ghi non  faffofi, né  difodo  terremo*  perche  non  fol amente neU'vnghie ,  ma 
ne  ineriti  delle  braccia,e  e  onfeguent  emente  in  tutto  il  corpo  verrebbono  ** 
à  dameggiar fi  :  &  è  da  auuertirfi ,  che  non  fi  flia  tanto  annonaria 
ietta  ferratura,  detta  à  lunetta,che  il  piede  vi  volga  la  punta  in  sii  e  nel 
vie^o  fi  troni  Tir  etto  ^ome  per  poca  diligenza  del  curatore  tal  volta  au- 
uiene  :  'Toi  come  fife oger anno  le  calcagna  alquanto  indurile,  ftpotran 
mettere  i  ferri  di  tutti  compitile  fian  grofìetti  di  dietro,  e  larghi  di  ver 
ga^fen^a  ramponi: foura  tutto  mirando,thelpìèfi  metta  eguale  in  ter- 
ra .  £  fé  mai  auuiene ,  chél  cauallo  òper  infermità  bauntafoper  mal  co- 
fiume  >  òpereffei-e  Hata  mal  ferrato ,  non  pofi a  pianare  in  terra  il  pie 

di 


ti  IL   CjtVjÈllò)    Il  È.  VII.  SU 

~jl  di  dietro,ma  camini  fol  con  la  punta-.il  rimedio  fia,  che  tagliata  la  punta 
dell'unghia  più  dell'ordinario,  vi  fi  metta  ferro,  che  fa  co  due  ramponi^ 
è  verameme,chc  h  abbia  in  piata  va  E^torio,  che  l'auan  ^i,  che  cofi  egli 
farà  corretto  à  riporre.il garretto  in  terra .  Toi  quando  fi  conofcerà  lui 
poter  caminareficurarnenteyleuato  quejlo,  Pyitorio,glifi  metterà  vnfier- 
ro  ordinario  con  due  ramponi ,  laficiandofempre  il  calcagno  più  alto  di  fv,r  jjar  x 
quel  che  fifa  rcbbe,quado  questa  cagione  no'l  richiedere  Ma  perche  fip  efi-  caualli 


B  corda  poslo  dentro  vnbaflone,  come  a'  dì  nosìri  s'vfa;no  fon  cofie,che  co  ualli  con 
uengonoyfe  non  a'Fnfoni,  &  altri  Caualli  villani,poltroni,evitiofi:ma  uengono.. 
quei,che  fono  genero/ì  egentili  d'animo/juanto  più  fon  afrettuco  torme 
to,più  diuengcno  fieri  è  fin  s'infocano-,  rafierabrando  ivalorofii,eprodi 
huominiyc  he  più  con  la  co  rte finche  co  la  brauurafi  lafcian  vincere:  però 
con  tali  bifogna  v fiate  piaceuclc^a ,  facendogli  slare  alcun 'à  e au allo, 
ebehor  con  accenti  dolci,  horcon  terribili  il trattenga,grattàdogli(qua 
do  s'acqueti)il  collo ,  e'I  capo.  Il  che  fé  per  auuentura  nongioui  ,fiiangli 
con  grofo panno  covertigli  occhi-perche  non  uedendo  lume fi potràquie 
tarc.E  non  quietaìidofi  clic  or  con  questo,  dlhorajì  potranno  imbalciare 
te  braccia  con  la  gamba,che  non  vuol  ferrai  apponendo  al?  altra  vnabal 
7a  con  vn'annelletto  dentro,&  in  quello  fi  metterà  vna  corda  intreccia, 
ta  con  lajua  coda ,  la  qual  corda  fi  tiri  tanto  ,  che  venga  ad  aljar  quella 
gcmba,quanto  farà  neccfifario,e  co  fi  tenuta  da  vn*  altro  fcfpefa,commo- 
damente  potrà  ferrarfi;£t  in  e afio,che non  fi potè j se  far,  ch'egli  tenefse  al 
Tata  lagamba,fenxa  trar  calcinagli  legato  al  collo  vna  cigna  attacca, 
ta  alla  giuntura  dclpiede,e  tengafi  da  alcuno  tirata  tantoché  alla  fine  e 
gli  l'alai .  Mafie  con  tutti  quefiiprouedimenti,  egli  sleffipnr  ostinato  di 
non  lafciarfi  ferrare  ;allhorafia  mefifonel  trauaglio,ò  gittato  à  terra:& 

D  y fì  ogni  cofaper  fo)-xa,&  ogni  indii(ìria,ch'  egli  noti  refill  vinto  nella  fina 

pertinacia  :  altrimenti  prcnderiavitio  di  non  laficiarfimai  più  ferrare .  »,«-  c^ 
Hor  poi  che  de  gli  ordivi  appartenenti  al  ben fierrare,mi par  chea  bafian  proce.lo- 
?a  fi  fila  trattato:  non  farà  fuor  dipropofito  afioggiungere,  cornea  quei  no  dalfer 
mali,che  dui  mal  fiorare  Cogliono  procedere ,  cautamente  fi  poffa  in  o-  r}TC.  \   e 
gni accidente  rimediare .Trouo dunque  le  Inchiodature foler' auuenire  jj, 
di  tre  maniere ,  fecondo  che  da  giordano  T{i(ffio ,  e  da  Tietro  CreficenTO  fii 
fcriue ,  e  da  Lorenzo  \ufiiof  conferma.  La  prima  Jpecie  quando  il  T nel- 
lo profiondem ente  resta  danneggiato  dal  chiodo:  e  molto  pericolofia  ;  Tuello. 
perche  il  TuellG,è  vna  certa  tenereyga  loffio  fitta  àguifia  dell' vngbia  > 

QJl^  a  che 


6^  DÈ'LL^GLOJlI^f 

che  midrifcc,  e  mantiene  Vvnghia  ;  e  trahe  à  fé  tutte  le  radici  di  quelli  :  g 
fé  egli  dunque  ha  ricew.ta  loffefà  affai  profonda,  il  miglior  rimedio  fia 
difolar  Ivnghia nel  modo,  cbegiàdifopras'cdimojìrato  :  Sei  offefa  è 
pocajcuoprafi  con  qualche  atto  ferra  mento  la  Solapreffo  lapiaga,eta~ 
gli'tft  tanto  de  Ivnghia  >  cbe'l  mal  d'ogn 'intorno  fi  poff a  toccar  in/ino  al 
fondo  :  efeoperta  bene  V Inchiodatura,  affottiglifi  la  Solaper  tutto,efpe- 
cialmentc  da  preffo  al  male  ,fi  che  l'vngbia  no' l  prema  più,  ne  glifi  ac- 
colti vn  buono  fpatio;perche  altrimenti  ilfaldar  della  cameni  rinoua- 
mento  deWvnghia  t  impedirebbe:  Fatto  quejlo  empiafi  lapiga  di/loppa 
bagnata  in  bianco  devono  y  poi  fi  curi  con  fai  trito ,  e  forti/fimo  aceto,  ò 
con  polue  di  g.:lla,o  di  mirto,o  di  Untifco,l  aitato  pria  con  aceto  il  luogo  F 
offefo.Lodafì  bene,  che  l'Inchiodatura  infino  alqnarto  di  non  fifcuopray 
^"ra,p.e  r  accioche  datoffpatio  àgli  humori  di  raimùrfì ,  meglio  fi  poffano  poi  ca- 
datura .  *  u.:rC)''iia  altra  il  quarto  non  è  da  lafciarfipiìi  Ilare  in  eflo  luogo  l'Incbio 
datura  humore  alcuno;  perche  tutta  l'vnghiafi  verrebbe  àxorropere,  e 
putrefare  .  Lafeconda,quando  il  chiodo  ba  fatta  magagna  tra  il  T  nello , 
e  f  vnghi.:,è  meno  pericolo  fa,  per  non  efere  offefo  il  T  nello  fé  non  dal  la- 
to:e  li  cura  è  quella,  ebefeoperta  l'Inchiodatura  inf.no  al  viuo,e  taglia- 
ta (come  s'è  detto  Tv  righi  a  in  maniera,chc  niente  s  accosli  al  male,pri- 
maméte  la  piaga  fi  lavi  con  tepido  aceti  >poi  s'empia  tutto  di  fai  minuto, 
edifepra  vi  fi  -metta  vna  pe-^apur  d'aceto  bagnata  ,  mutandouela  di  G 
mattatalo  di  feri:  facendogli  tutto  il  pie  tenere  bene  infà fiato  .La  ter-- 
>ra  (becie ,  quando  il  chiodo  fen?a  tocard  X nello  èpafialó  tra'lviuo  >  e 
Ivnghia; è  più  agevole  à  curar fi,  perche  tagliata  he  l'vnghia  di  fuor  ^fin- 
che fi  fi  a  trouata  l'cffefa^cbafkt  ta  il  chiod'o,accio  che  non  poff  a  refi  arni 
dentro  né  lorditia,ne outrefhttione  veruna,  baslerà  mettere  nella  piaga 
Qfeuo,ò  cera,ò  olio, o  altra  cof a  vntuofa  molto  ben  calla;  ofale,  etarta* 
TQpeftiinfieme;ofale,fìligin£,&  oliomefcolati.Vuoffi  ancora  adoperare 
quanto  nelle  due  altre  cure  s'è  ordinato  ,  ma  il.miglior rimedio  per  ogni 
forte  d'fuchiodature  è  tenuto  quefìo,che  fkttobollire  in  picciolo  v  afe  al-  ^ 
quato  di  file  tritoyfileui  dal  fuoco,  e  viftaggiuga  quattro  volte  tanto  di 
ter  benna;  &■  incorporata  ognicofa  infieme,fene  empiafq  nato  più  calda- 
mente  fi  potrà  fare)  il  luogo  delVInchiodatura,dapoi  che  Caratato  ben'i- 
fccperto;e  raffreddato  cbefia,vifìfparga  su.,  polue  di  folfo  viuo;poi  vi  fi 
leghilo  bene  firetti  pium  ac  e  inoli  diflopa:efe  bifognafe  caualcarlo,met 
tamfi  difopra  bibace  mifla  co feuo. .Oltracciò  ogni  volt a,che  nel  pie  fuf- 
fe  entrato  ò  chiedono  legno,fcnoprafi  bé  la  piaga,poi  vi  fi  butti  detro  olio 
bolléte;?  raffreddato  e  cofumato  queir  olioynettauifìterbentina  pnrfer* 
ventejche  empia  il  luogoQempre  tenendo  il  piede  aliato)  eraffreddata. 

ancor. 


DEL  C  jiV  Jt  LLO>    L1B.   FU.  6ij 

~jl  ancor  queHa,fpargauifi  delfolfo  ben  tritoyepofiouifoura  vnpiumacciuo 
lo  di  ftoppa,ferrifiy  e e-aualchifi  allaficura  :  benché  'meglio  farebbe  a  re- 
nerlo  in  ripofo  per  qualche  dì. E  quando  per  queste  tali  off enfioni  sh  abbia 
àtagliare  l 'vnghiaypcr ricercare l 'inchiod ■it;>ra\mettauifi  (prima  ché~l 
pie  fi  tocchi)  vna  peT^a  ben  caldayempiaftruta  di  feuoycrufcayò  folfo  (co 
m  altri pongono)e  malue  bollite  infìeméin  acetoyfìn  che  fifa  la  Tutiglia 
■ben  fatta  fpefja;e  taipeT^a  yifì  lafct  fiar  i-ifafciata  per  dodici horeyche 
cofi  mitigato  il  dolor e,<&  aperti  i pori ,  l'unghia  fi  trotterà  più  agcuolc^t 
a  tagliarfi:  E  fé  maiaumniffeycbeper  ignoranza  del  Marifcalco,  ilqtia- 
le  non  h abbia  faput§  fcourirey  ò  curar  bene  l'Inchiodatura  y  la  putrefate 
B  tion  del  maleychefi  trouerà  nel  pie  rinchiufa  y  per  non  haueraltroue  v- 
feita  ,  fifaceffe  la  via  tra' l  vitto  y  e'I  morto  dell 'vnghia  ;  rompendo  fu'l 
pie  la  carneye  buttafe  di  fuori  marciaye  poltroneria,  bifognay  che  quesla 
piaga  difoprafi  curi  come  la  [opra  pofta  ,  e  l  inchiodatura  di  dentro  fi 
cerchi  fotto  la  fola  del  piede  in  fino  al  vino  ,  poi  fi  medichi  al  par  dell' al- 
trey  che  fi  fon  dette  .  M.Tier' \Andrea ,  nell'Inchiodature  fatte  difrefco 
fen%aprodurmateria,b  bratta:  fubito  leuato  il  chiodoyfen?a  cattar' altri 
menti  lunghiaymetteua  su'l  bugio  vn  pe^zp  di  jiiccaro  CandiyalquaVac 
cofiando  vna  verga  di  ferro  y  infocata,  ve  lofkceua  liquefare  y  e  fonder 
dentro  :poi  ripicno-.e  sonetto  il  detto  bugio  confeuo  ,  tornaua  a  ferrare  il 
Cauallo:  e  doue  nonfìfuffe  trottato  il  ^uccaroyponeua  mele .  Se  l'Inchio- 
datura era  vecchia,  e  che  haueffe  fatta  materia  ;  cauatta  il  luogo  della 
magagna ,  guardando fi  di  far  f angue  :  e  poi  vi  metteua  fi  oppa  bagna- 
ta con  bianco  d'vouoyo  con  orina  dhuomo:  e  difopraponeua  delfeuo  y  e 
cofi  ilferraua:  Tuttauolta  vi  metteua  masi  ice feluaggio  y  e  poi  tornaua 
alla  Stoppata-fìltra  sì  fatte  Inchiodatureyegli  diceuayche  qualfi  voglia 
Suhattuta,o(come  altri  dicono) S battitura,  viene  communemente per  lo 
Lambrofiare,  o  Tapinare ,  cioè  tagliare  dell  vngbie ,  &  in  ogni  modo  è 
dannofa  molto  ;laquale  in  qualunque  parte  delpièfuffe  auuenuta,  era  da 
j\  lui  curataycon  mettere  dentro  il  maleyslerco  di  'Torco  bollito  in  acetoyo 
nel  medefimo  modo  cenere ;e  fé  ciò  non  bafianayegli  ricono f ciato  il  luogo 
della  Subattitura,vi  cauav.a  co  una  Legrctta,  sì  che  fi  ft-fìe  votuta  uotar 
la  materia  quiui  accoltayefe'l  male  era  ne  i  Fettoni  vi  metteua  te  re  ben 
tinay&  olio  infieme  bolliti  -,  e  fé  in  altra  parte ,  vi  poneuafale ,  cjr  aceto 
forte:  E  per  riconofeere  il  luogo  del  male,vfaua  d'infhfciare  il  piede  con 
yn  panno  di  lino  bagnato  di  qualche  vnto  y  che  doue  tale  panno  refi  atta 
più  toHo  afciuttO)iuifcorgena,che  il  ferro  hauetta  premutoye  fubitamen 
te  ilfuceua  cangiare,  abbaffando  la  punta  ;  oltre  che  donde  il  ferro  pa- 
tena più  lucido  j  lui  diceua  effere  più  confumato  ,  premere  in  quella 

Q^Q^  $         banda* 


£i4  b  £  L.L  U    <j  L  0  \l  Jt 

banda  .  Gionan  Battista  Ferravo  per  tutte  le  Sbattiture,  Inchiodature,  2? 
Jlmmac.m'.re,  e  Trcmiture  di  ferri ,  dice  efiere  lodatiffimo ni  bagno  fat- 
to a  i  piedi  con  brenne  bollito  inacqua  con  afiungia  :  perche  il  luogo  fi 
viene  ad  indolcire ,  cfialtandofi  per  li  Tori  la  malignità  degli  humori , 
ini  ad. -nati  per  lo  dolore  :■  e  quando  ciò  non  giouaffe ,  loda ,  che  fiotto  la 
pianta  fi  metta  caldo.or%opeMo>  bollito  in  -vino  ;  òHercofrefco  di  porco 
bollito  in  aceto  con  graffo  di  Cauallo  ,  ògrafio  diTorco  ,  &  aceto  all'i- 
ra di  fer_flejfo.mo.do.  Luigi  Vento  per  curar  le Tremiture-del  ferro  ,.fkceua  bol- 
lo  come  lire  in  vn  pignatto  pìen  d  acqua ,  or%o  mondato,  poipefla  nel  mortaio  ,  e 
fi  curine*  fatto  come  vna  paHa,  ilfhceu.a  bollir  di  nono  con  mele ,  aggiuntata  vna 
onci-idi  cimino  trito:  e  quesìo  vìiguento  pone.ua  per  tutto  il  piede,hauen  F 
do  prima  vnto  d  afiungia  e  dentro,  e  fuori.  Le  Inchiodature  eglicuraua> 
yngendole  due  volte  il  dì  per  otto  giorni  con  liquore  ,  0  decottione  di  vna 
Bificia  prima  abmcìata ,  e  poi  bollita  in  olio  :  *Altre  volte  cercata  l'In- 
chiodatura >  vi  metteuavn  poco  difille  y  e  fopra  il  fiale  vn  pocodifpo- 
gna,e  di  polmone;  chiudendo  il  bugio,  che 7  chiodo  haueua  laficiato:e 's.  el 
la  havejfe  già  rotta  la  (oruara  ,  ei tagliando  dell' vnghia,  allargaua  la 
piagh.:,  e  poneauifloppa  bagnata  con  bianco  d'vouo,efal  7tinuto,bendi- 
?nenati:e'l  fecondo  divi  metteua  afiungia  con  roffio  d'vouo,e  cofiì  riftefea 
uà  ogni  dì; fin  che  l'unghia  reslaua  fatta .  (jl'Jncantefìmi,  ch'egli  cofii  in 
quesìi  come  in  molti  altri  mali  talvolta  vfiauaindinerfì  modi  :  efiendo. 
forfè  q-uei  tempi  ancora  involti  ne  gli  antichi  errori ,  io  non  mi  euro  di 
raccontare,  perche  gli  reputo  per  ridicoli,&  in  tutto  vani:  ma  dirò  bene 
vn'vnt.ione,  con  la  quale  egli  non  pur  le  antiche  Inchiodature ,  e  le  Sole 
de'  piediyche per  qualfii  voglia  cagione fiifiufiero  ammarcite;?nafianaua 
ancora  iChiouardi,  eie  (fepaccie ,  &ogni forte  di  humori  concorfiì  al 
di  ccnfpa  $lcde-OXtr  à  ciò  inogni male ,  che  fiv.fi  e  pervenuto  per premitura  di  fiel- 
cie  come  la>  ò  Bardai  in  ogni  mo^ficatura,e  ferita  ,  congrandiffimogiouamen-- 
£  curino,  to  l'adoperaua;aJfermando,cbe  ninno  deurebbe  maiflarnefien^a.-E que- 
sta era, che  pr  e  fa  vna  f codetta  di  meley.e  tanto  di  aceto  forte, quanto  e  a-  ^ 
pifie  in  vn  quarto  di  vn  bicchiero:e  mifli  infieme  con  vn  pochetto  d'olioy 
e-r  vn.pochetto  di  fieno  dicaprone  ben  petto ,  glifkceua  bollire  in  vnpi- 
gnatello,fbpra  vn  poco  di  bragia,  fuor  delfuocoy  menandogli  bene  con  un 
bafloncello  :  poi  come  vedetta  la  decottione  arroffita,  viaggitmgeuavn 
Tornefie  di  verderame,  &  va' altro  di  vitriolo,riddotiin  fiottilifjimapol- 
ue,e fiempre  agitando,glifhceua  cuocere,  fin  che  l'unguento  fiuffe  venuto 
alla  fitta  perfettione  yilchesì  conoficeua  da  vederlo  roffio  ,  e  che  gufatane 
con  lapunta  del  bastoncello  vna  gocciola  sàia  pietra,incontanentequa~ 
gitana.  Toi  quando  y  ole  uà  medicare  le  feritelo  morfteature ,  opremitu*- 

re  di. 


rM  re  di  'Bardalo  Sellategli  prima  lauaua  quelle  con  vino  bianco  bollito  con 
rofmarinoy  poi  ramingatele,  re  rìrngeua  due  volte  il  dì .  Le  Crepaccie,e 
gli  humcri  lauaua  con  acqua  calda  netta,  poi  rafciutte  con  panno  netto, 
rifaceva  la  detta  rntione  con  la  mano,  fen^a  metterla  altra  legacela  . 
bielle  Inchiodature  ,  ò  [eie  marcite  >  òjlerponate  di  legno  ,  ò  diferro-)  ò 
d'offo  ,  cbe'l  Càuallo  haueffe  denir  o  il  pie  riccuute  ;  lauaua  la  piaga  con 
fale,&  aceto  caldo;  &  allargava  il  luogo  sì,  che  trnguento  rifuìfe po- 
tuto ben  penetrare. I  Chicuardi,egli primieramente  faceua  rompere,  em~ 
piaflrandoui  rnpoco  di  fieno  bimano  frefco:pof  eia  per  ammarcire,e  ti- 
rar le  radicar i  metteua  laTotrella  ;  ò  veramente  rnpe^etto  di  rer- 
t>  '  derame  acconcio  àguifa  d'rno  Stigillo ,  e  come  lapiaga  s'erafeoperta", 
& allargatae purgata  alquanto:  meteuanel  bugio  rno  Higillo  disloppa 
bagnato  diquefìo  unguento, fkfciandi)lo  poi  con  pe7ga:il  quale  fìi- 
gilio  ogni  tre  giorni  impiccioliuayper  fare  chiudere  il  bugio 
àpaffo  àpafio;  ma  prima ,  che  ri  mctteff'e  la  Hoppa 
ruta,  ogni  fiata  ri  faceua  lauagione  con  fugo 
di  chelidonie  co  fi  curauaquei  mali,chegià 
fon  molto  pericolo  fi  d'infiflolire . 

IL  FJ^E  J>EL  SETTIMO  LIBICO,, 


«A   4  »? 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CA  VALIER  E    ILLVST  RE 

NAPO  LITANO. 

F 

Della  Gloria  del  Catullo  , 

LI    BRO    OTTAVO. 

S  5S£ "NJ)  0SI  ne^ predente  libro  trat- 
'  tato  del  modo  >  con  che  fi  a  da  governar fi  il 
Qmallo  per  conferuarh,  infanità  <&•  in  buo~ 
no,  e  bello  flato  ;  conneueuole  cofa borami 
pare  ,  che  fi  tratti,  come  da  quei  morbi,  ne* 
quali  fuffe  egli  già  incorfo,libera<r  ftpoffa  . 
Intendendo  però  dei  più  notabili)  &  imi- 
portanti  >  e  che  dahuominidiqueflaprofef- 
fione  intendenti  fono  siati  ofieruati/Perciò- 
che  s'io  volejfi  trattar  dituttiquei  maliche 


gli  poffono  auv.ernre,oltre,  che  troppo fmifurat amente  crederebbe  que- 
llo nojlto  volu?)ie,tenerei  ima  imprefa  difegnale  alte  mie  forze  ,  trapaf- 
fando  i  termini  della  mia  profeffione.  Faremo  dunque,e  meritamente  > 

Tefh  me  principio  dalla  teslayperbauer  ella  fra  tutte  l'altre  membra  in  ogni 

DakPnna  jj>e  eie  di  animali  per  forte  battuto  il  principato,  effendo  fiata  poftay  nei 
più  eminente  luogo  del  corpo  con  tanta  degnità,  che  de  i  cinque  [enfi 
dati  dalla  J-fatura à gli  animali > ella  ne  tiene quattroyche foni 'odora- 
tola vista  ,  l'vdito,e'lgufio  ,  bar.endo  anco' l tato  commune  con  Paltre 

Cure  piparti  .  Ma  quanto  il ca-po  è  più  eccellente,  e  four  a  gli  altri  membri  ha. 

mali  della  pò  te  sia  y  tanto  à  maggiori  pericoli  è fottoposio .  Terciò  che  fogliono 
fpejioi  cauatli  fentire  nella  tefta  eccedine  doglie  :  alle  quali  douendojì 
previamente  rimediareyfard  bene  à  cono feere  i  fegni,iquali  fono  (come 

Vegetti 


H 


idh. 


*DEL    C^€  VotlLO    LI  È.    Vili,         6ij 

%A  Vegetìodice)  che  co fi  attorno  àgli occhi,come  ancor  nella,  lingua,  nel  Segnìqua 
palato,e  nelle  labrafiveggiono  enfiagioni ,  lequali  crefeende  il  dolo-  do  il  ma- 
rcia forte  crefeono  :  il  giumento  rie  afa  il  patto ,  nel  e  aminare  vacilla  /"  1*^  ~ 
datutto  il  corpo,  equafi  odorando  quitto  ritroua,fifpauenta  dell'ombra 
propria  :  e  perche  t  ai  dolori  vengono  il  più  delle  volte  da  corrottone  di 
fanguejfarfa  in  quelle  vene,  che  fono  intorno  alle  tempie,del  quale  ipan 
nicolidel  ceruello  fi  fiendono  sì  fattamente ,  che  l'animale  fente  dolor 
grande  in  tutta  la  tefia,  fé  l'ojfefa  è  egualmente per tutto,  ma  fé  più  in 
vna  banda,  che  in  vn' altra  egli  diuiene  (come  Vegetio  dice)  jtppiofo  > 
cioè,  H  emicranico ,  &  aggr  aitato  invna  parte  del  capo:  col  quale  fià 
fempre  chino  alla  Mangiatoia,fenza  mangiare ,  con  gli  occhi  tefì ,  enfia 
ti,e  caliginofi  yfquaffando  le  orecchie,e  con  vertigine  continuila,  va  tor- 
reggiando,come  a  la  macina .  berciò  bi fogna  falaffarlo  in  quetl'ifìcfio 
luogo, e  far  gli  tener  e  il  capo  continouamentevnto  d'olio,^-  aceto,efua- 
porarglielo  Jpeffo  (efendo  verno)  con  facchetti  pieni  di  orzo  cotto  caldoy 
che  fia  fiato  macerato  prima  nell'acqua  vn  giorno  ìmvanzi^fioua  etian-     » 
dio  cauarfanguc  dal palato,o  fatto  cuocere  su  carboni fierco  di  bue,  fai 
nitro  pefio,efapone:che  in  aceto  fia  fiato  a  molle,  farne  empiafiro  da  por- 
lo foura  il  ceruello,bagnando  efio  empiafiro  d'aceto .  Ma  che'l  dolor  del     p0'0" 
capo  fiaper conuertirfi inpa7jia,  ifegni  dueeffere  quesli che  all'anima  quandofi 
e  le  gratamente  gittato  sàia  mangiatoia,ìiafcono  fpeffe  lagrime  con  gli  oc  connetto 
chi  pefantij,' orecchie fian  diritte,!' anhelito fpeffo,  ilpelofecco,(peffi  tre-  no  i n  paz 
mori,e  l'ajpettoèbrutto,e  maninconico  .  .Allhorafonpiit  da  frequentar  fi  zia  * 
le  fomentagioni  del  capo ,  tr  ah  endof angue  dall' vna,  e- dall' altra  banda 
del  collo,e  fi  farà  afiener  dal  molto  bere .  Teonnefio  dice,  che'l  cauallo; 
che  ha  doglia  di  te  sìa  non  puote  alzarla,  ma  la  tiene  fempre  chinata  a 
terra  con  l'orecchie ,  sbafate,  con  gli  occhi  tenebro  fi,  lagrimofi,  equafi 
fempre ferrati,con  dijfcultà  riguardando,^  non  accetta  cofa  vernna.jLl 
Ihora  vuole,che  e  aitatogli  f angue  dalpalato,non  dirittamente, ma  à  tra 
v.erfo,gli  fi  dia  quefia  beuanda,  che  vale  dprouocar  l'orina:  rnefcolando- 
D  femenza  d'apio  co»  fugo  di  porri  bolliti,^ vino,  &  olio,  e  poi  che  hard' 
caminato  pian  pianoylaf elfi  ripofarefindifi  rinfrefehi  con  acqua(come  fi 
fa  nel  mal  dell'orzatolo)  che  fé' l  ventre  fi  mouerà,  cefferàìl  dolore,e  per 
rifiorare  gli  ocehi.,che  ne  dinengonofcoloriti,non  fi  manchi  di  fnre  vntio 
ne  con  mele,efugo  di  fino  cebi .  Eumelo ,  quando  il  cauallo  con  gli  occhi 
infiammati,e  con  buttar  per  la  becca  baie,  dimofira  batter  doglia  di  te- 
fiayVUole,chtsul  capo  fi  butti  acqua  afìai '<■  calda, fi '  caui  fangue  dalla  fio 
te,fi  diano  à  bere  foglie  di  trifoglio  pefie, e  fi  tenga  in  letto  dtfirame  ben 
iilicato.  Segliocchifuffertefi,  bifogneria  cattar  fangue  dal  collo ,  e 

dal 


dal  capo>e  dargli  à  bere  tre  onciedifale  difciolto  in  acquai  per  la  fini-  £ 
stra  narice  buttargli  vn  festario  d'orina  vecchia y  ouefnfer  disfatti  al- 
quanti di  quei  vermiyche  nafcono  tra'l  terreno. Columella  approva  que- 
sto ordineycbe  s'apra  la  vena  difotto  l'occhione  che  fi  bagni  la  bocca  con 
acqua  caldafen%afarlo  mangiare  ;  ilfcguente  dì  glifi  dia  fieno  verde , 
&  acqua  tepidari  ter%o  fi  dia  dell'orbo  confien  di  veccie.e  che  fi  faccia 
bere  poco  la  volta  yfin  che  ricuperi  la  fallite .  ^Alcuni  incorporando  con 

*  olio  vecchioycastoreoyfalnitroypecegrafaypolue  d'incenf ormando  le  ama, 

reyC  bacche  di  lauroyìie  ungono  il  capo  >  lattato  prima  con  orina  .  zslltri 
folamente  cajloreo  y  noci  amare ,  ruta  verde ,  e  rofa  vi  empiastrano  con 
aceto  b  veramente  disfatta  in  vn  mortaio  me?a  libbra  di  biacca-)  chefia  * 
Hata  in  acqua  ventiquattro  horeinvafe  nuouo  di  creta  >&  aggiuntovi 
ceravamo  le  pestano  infieme,cbe  rimangano  bene  incorporate  ;  poi  me- 
f colatola  vnpoco  di  mek<>ne  mettono  empiastro  alle  tempie  del  Cauallo  > 
con  le  mani  vnte  d'olio .  Squeflo  rimedio  egli  afferma giouar e  ancora  d 
gli  huomini  inguai  fi  voglia  dolore:  douendo  tutta  la  compofitione  e  fe- 
re due  oncie,e  me%a .  *Altroue  dice  >  che  la  doglia  del  capo  fuol  venire 
quando  s'èprefo  il  cibo  in  tempo  non  conueneuohy  &  ordinale  fi  caui 
I angue  dalle  tempie  yfin  che  fi  veggia  vfeire  fincero  :  poi  fatta  bollire  in 
olio;  &  aceto  forte  (fé  fa  di  eftate)  od  in  olio,&  vino{fefia  di  verno)la    q 
più  fonile  paglia>cbefi  troua  nell'aia ,  facci  afenefomentagione:  ò  con 
eleboro  neroye  falnitroyana  oncia  vnay?nej colati  con  vinoy  &  altrettan- 
to olio  fac  ciaf ene  ben  caldamente  vntione  per  tutto  il  corpo .  *Affirto  ap- 
pianando la  detta  vntione  ,  maffimamente  dentro  l'orecchie^foggiunge 
vna  compofitione  vtiliffima  a  dare  per  la  destra  narice,  difjoluendo  in 
vn  festario  di  vino  odorifero  nero  venti  rubacbey&  vn  manipolo  difron 
di  tenere  di  lauroycon  altrettanto  difcorie  dì  melo  granatole  mirra  quan 
to  farian  trefhucye  laferpitioy  quanto  due,pesla  ogni  cofa  ben  fottilméte 
&  effere  pur  gioueuole  >  cheficauifangue  dalle  narici  y  e  che  per  bocca 
fi  dia  bollita  farina  d'orbo.  Vn' altra  compofitione  fu  da  lui  ordinata  per  H 
gli  humoriy  chefeorrono  dalla  testa ,  Che  incorporato  butiro  >  ò  olio  con 
falamoia ,  e  con  mele, fi  butti  per  lo  nafo  :  pò f eia  legato  il  capo  ingiù  yfi 
Vertigi  lafci  andar  pafeendo.  Ss'egli patiffe  vertigine>repentinamente  cadendo 

ne  •  à  terray  Hierocle  vuokyche  fi  adopri quella  medicina^  che  riceuefemen- 

o^e  di  cipolle  lunghe,  c2"  doe  ana  oncia  vna,pepe  bianco  onde  tre>  e  mele 
il  quarto  .  Ma  fé  dal  concorfo  delfangue  >  ò  della  colera  vienil  cetuello, 
ò  veramente  ifuoi pannicoli ad  infamar  fi,  & atostemarft-,  egli  detenu- 
tonefrcneticoydel  continouo  vafaltandoye  qua  fi  indomito  non  fi  può  vite 
nersyne  prendere  >  gr  appena  può  reggere  fé  medefìmo.  Della  quale  in- 
fermità 


t>  Et    CU  VjIILO)     L1B.    Vili.         619 

4  fermitàyfe  ben  l  animale  farà  curatoynondimeno  restando  ojfefa  qualche 
parte  del  ceruelloynon [aria  ftcuro  >  che  non  douefie  rimanere  inh abile  da 
quel  latoyche  alla  parte  ojfefa  corrijponde  :  onde  farla  difficile  à  voltar  fi 
efempre  da  quella  banda  s'andràaccottando  alle  mura:  oltre  cheperdu 
ta  la  gratta  del  buono  andar e,egli  pigramente  mouendofiy  non  fedireb- 
be le  battiture  y  &  harebbe  cofi  la  vifla ,  cometa  mente  pia  ingroffata  : 
Te  rò  bifognayche  à.i  mali  del  capoyche  fono  tanto  pericolo^  :accort  amen  Cura  del 
te  dal  principio  fi  proueday  adoperando  la  cura  >  che  dicono  del  Cillo  con  C1 
quefi'ordineyihe parcamente  cibato  l'animale  fenra  dargli or?o ,  al  ter- 
7$  giorno  gli  fi  cauifangue  dalla  rena  matrice  y  quanto  l'età  y  ò  lefor- 

B  ?e  permetter annoyfnttoqueSloyaSìengafi  il  primo  dì  dal  ciboy  e  dal  berey 
ilfeguente  fi  cominci  à  dargli  bocconi  di  cauli  cotti  con  iflrutto  di  por- 
co ye  conditi  con  buon" olio,  non  restando  di  dargli  ancora à  mangiare  lat- 
tuche  tre  volte  il  giorno .  Efe'l  ventre  farà  moffofor.tementeydiaglifi  in 
vece  de  ì  cauli  y  paglia  y  e  crufcay  non  dandogli  il  dì  feguente  altroyche  à 
ber  dell'acquar  l'altro  giorno  poi  metta  fi  in  vna  fianca  da  bagno  yfi  che 
"pifudi  y  auuertendoperò  di  trarueloper  tempo  y  acciocheiltroppo  caldo 
non  gli  ferr -affé  lofpirito .  c^fU'bora  freghifi  bene  con  e  lìoy  &  vino  dan- 
dogli per  bocca  foglie  dirafkno  con  polue  di  nitro  :  indi  fatto  con  olio 
cuocere  in  vafe  nuouor  adici  di  cocomero  afinino  verde  minutamente  ta 
gliateydapoi  che  di  tal  decottione  farà  rientrato  il  terTOydiafene.vna  he- 
minaper  tregiorniy  accioche  il  ventre  fi  muoua ,  0  diaglifiper  ta'l  effet- 
to vn  danaro  d'elleboro  bianco  ben  trito  co  mele  difciolto  invnahemina 
di  viti  dolceyb  con  tal  vino  due  danari di  fcamonea:  M  afe' l  corpo  fouer- 
chiamente  fi  mouefeydiaglift  ^inagallico  con  fugo  d'or^atay  che  vale  a 
rìftringereyò  tralapagliayela  crufea  metta  fi orTO  fritto  co  léticchiauna 
libbraper  vno:e  cinque  giorni  dapoi  attmdafì  à  riHorarhy  leggiermente 
effercitandobyfecodoyche  fi fiimino  rifluente  le  forile  fueye  nel  mangiare 
aggiugafi  il  cibo  diparte  in  parte ;fìn  ch'eglifia  ridotto  al  primiero  fi atoy 

p;  rio  mancando  dipurgargli  il  capo  con  la  polue  della  radice'Dianeriaychc 
noi  chiamiamo  artemifia  ;  òdi  radice  di  laferor  infocata  al nafo per  vn 
cannello  ;Ò  veramente  con  buono  flrutto  mefcolato  con  olioy  legandogli  il 
capOye  i  piediypoi  come  fi  conofea  efiere  bépurgatoyfifdogliayet  infonda/i 
perlifiejfa  via  butiro liquefatto  con  olio  r.ofato ,  accioche  fi '  mitighi!' a- 
fèreTga  della purgat ione 'primiera. Quado  ilceruellofi  è  comoffo  nell'ani  ceruellò 
maleydiceTelagonio  conofcerfiych'egli  h  a  d'intorno  a  gUocchi  enfiagioni)  commof- 
ricufa  ilpaJìoycaminatortOyjcapucciafpeJfoyeft.cojmMper  tutto  il  cor-  focomefi 
fo.id U bora  egli  vuoleyche fatto fi  bollire  con  aceto  no  molto forteyet  olio.  cono*c^» 
^HrmofQ,(comsJicom  altri^ro fato)  venti  Jpacihe' di  lauro,  mera  libbra, 

di 


620  DELLUGLOl^Ijt 

dinitroy&yn  ma^ro  diruta  ben  trite  infieme-,  fé  n'unga  il  capo-, llquale  jr 
poi  s' inuiluppi  forte  con  vnapelle  di  lana  caldaio  veramente  fi  mettain 
luogo  delle  dette  cofefoura  il  ceruello  va' empi attro  di  farina  d'ordì  mi 
tticata  con  gomma>&  a  gui fa  di  vn-cerotOypongafi  fra  l'orecchie  con  uhi 
panno  di  linoycera  con  olio  di  Cipro  y  dandogli  per  bocca  fette  G  amari  di 
fiume  triti  con  due  onde  di  fugo  di  cauli)  aggiuntoti  vn  fettario  di  latte 
di  capra  con  due  ciathi  di  olio  ben  colati .  V  egstio  foggiu:ige  poter  fi  fare 
bocconi  di  due  ciathi  di  meleycon  vn  fettario  d'acqua  caldaie  difciolti  in 
acqua  fredda  darglieli  in  beuanda,  dandogli  ancora  a  bere  farina  di  gra, 
noyfefarà  vernofò  ctorzoyfefiadittatey  con  latte  efprefo  di  fugo  di  ami- 
.    ,,  loycioèyconfugo  di  grano  macerato  in  acqua.  Quando  i  pannicoli  della  P 
delhueft  !  te^afìfon  ditte fi(ilche  prouiene  da  non  hauer  dormito  >  o  dal  non  haue- 
diflefi .      re  ben  digeritOyh  dall' effere  ttato  troppo  jlretto  y  o  daWhauer  beuuto  del- 
C  acqua  fredda  nel  [udore)  fi  conofee  >  che  l'animale  qua/i  offufeato  della 
vifla\tremaye  fuda  in  tutto  il  corpOye  quetta  dijlentione  è  madre  degli  al 
tri  maliyperche  fé  prettamente  non  fi  rimedia  a  farlo  copetentemtte  dar 
mireyegli  diuien  freneticoye  par^jp  affatto:  fubito  duque  traggali  fangue 
dal  collo  fecondo  la  proportione  dell' età,e  della  flaturaye fregato  per gra 
/patio  co  acetOy&  olio  nella  tettale  negli  altri  membri  y  tengafi  in  luogo 
ombrofo(e(fendo  fiate)  co  un  buon  letto  di  paglia  fottOy  accioche  tal  mor    ~ 
bidex^ayef'efche7ja  lo  inulti  alfonnoipoi  con  paglie  crufca}  o  con  fo- 
glie di  lattuchey  risiorifi  dolcemente ,  facendolo  caminare  pian  piano  >  e 
come  paia  tempoycomincifi  a  dare  dell'or^  bagnatoyaccrefcendo  il  cibo 
à  poco  à  poco. E  fé  al  fettimo  giorno  quetto  rimedio  no  fuffe giouatOycaui- 
fifangue  dalle  tempie,e  con  trefcropoli  di  pepey&  vna  dramma  di  ^af- 
franoymefcolatcfi  lefeméxe  di  natturtioydi  apioydi  lattucaydi  anagallico 
di  petrofemoloye  d' aneto  faluaticoyoncia  vna  per  vnoyben  criuellate  >  #• 
impalate  con  acquay  fé  ne  facciano  boconetti  d'una  dramma  l'vno  y  & 
a  digiuno  fé  ne  dia  per  bocca  dijfolutoycon  acqua  vnoper  volt  ay fin  che  ci 
guarifcayefe  no  appetiffe  il  mangiareydiafene  due  il  giorno  dileguati  con  n 
fugo  di  petifanaso  d'oriatayiion  vfando  il  vinoypercl?  egli  à  tutte  l'infer 
mità  del  capo  è  noceuole  ;  benché  Telagonio  lodi  per  beuanda  vn' obolo 
dipepe  bianco  y  e  duefcropoli  di  ^affrano ,  con  tre  ciathi  d'acqua  melata 
Segmdel  dati  col  vino.  I  fegniycbe'l  Cavallo  fi  a  fatto  pa^Oyfcriue  Eumelo ,  che 
fcttopaz-  ftcno  Vi€^  ''  Dar  &  morfo  alla  mangiatoiayafi aitar  gli  huominiy  impor- 
to m  tunamente  annitrire  >  tener' erte  le  narici >  fquafiar  l'orecchie  tefe  >  e  le 
mafcelle  y  guardar  con  gli  occhi  fifjì  y  ardenti  yconcauiy  rigidi ,  e  fan- 
guigniycacciarper  la  bocca  gran  quantità  difehiuma ,  le  vene  più  alte 
del  Jblito  apparir  di  color  puniceo  fiammeggiante  >  e  fudareper  tutto  il 

corpo 


T>EL   gJtP&ZttOy  LIB.   FUI.         6iì 

jF  corpo.  Jlll'hora  bifogna  principalmente  furio  Har  legato  con  diligen^, 
che  nonpoffa  né  fé ,  né  altrui  offendere  :  appreffo  cattargli  [angue  dalle  ' 
gambe>e  dalla  [ch'iena ,  e  con  quello  mescolato  con  vino  fregargli  il  cor- 
pose co  ferri  infocati  dargli  f\>  effe  punte  nel  ventre^  nelle  tempie  alfom- 
mo  cuoio.  S'egli  ha  tesìiccliyè  ben  s~lrapparglieliyf errando  le  loro  vene> 
con  mettenti  pece yolioyfaley  e  cenere .yofcia  ogni  dì  buttargli  acqua  tepi 
da  addoffbfche  cofi  il  furore fi  finerà  majfimimentefe'l  mal  quando  an- 
cora èfr  e fcoj ara  curato  .  Bifogna  oltr'd  ciò  tenerlo  in  iflalla  calda ,  e 
priuadi  lume infìno  a  tanto  y  che  appetisca  il  cibo:  ilquale  deurà  efe- 
dre dilicato  di  teneriffimo  herbaggioyO  fieno;  e  bifogna  muouereiluentre 

B  con  dargli  per  bocca  fugoy  o  fé  menta  dì  cicuta  difciolte  in  acqua  ;  e  con 
veratro  (detto  altrimenti  elleboro)  nero,  bollito  in  acetohvnger  e  tutto  il 
corpoy  e  maffimamenteil  capo  con  diligenza ,  ilquale  fimilmente  fipuo 
vngerecon  rut.apes~ìay  e  con  pelli  d '^Agnelli  bagnate,  d'olio  caldo  è  da 
fkrfìfìar  tutto  coperto  y  e  s'egli  evenuto  a  tale ,  che  contrafe  mede  fimo 
volga  i  dentiy  diaglifi  col  cornetto  per  tre  giorni  slerco  humano  difciolto 
in  vin  perfetto  .  Hippocrate  ordinayche  copertagli  bene  là  facci  iy  fi  che 
non  veggia  chi  gli  fi '  accofìa  ,  e  legatolo  slrettamente  per  lo  collodi  toc- 
chino con  la  lancietta  le  vene  larghe  ;  facendone  vfcire f angue  in  fino  a 
tantoyche  l'animale  fi  veggia  venir  mac  arido  :poi  fìagnatOy  làfciafi  ripo- 
fareyauuertendoyche  intorno  àllafuafl.amra  non  fi  faccia  tumulto  >nèflr e 
pito  alcuno  y&  venuta  la  fera ,  glifi  dia  a  bere  dell' a  equa  y, e  là  feguente 
fera  fi  fàccia  ilfimile  y  fetida  dargli  altro  a  mangiare  y  né  a  bere  per  tre 
giorni.  Velagonio  ferine  yche  fi  fàccia  falìu  are  con  dirgli  per  bocca  apio 
verdeye  cardamomo pelìiymefcolati con  mele  in  vino  bianco :e fé  coque- 
fio  il  morbo  no  mane -afieydiafì leggiermente  il  fuoco  nella  teslay  vngédo 
quella  di  caldi  vnguentiy  e  gli  occhi  diopportuni  collirijyche  difeacciano 
là  caligine: ma  prima  cctuififangue  dalle  tempiey  poi  diafia  bere  per  cin 
que giorni  acqua  melataycofeme  ctapioydi  latucayedi  papaueriyjpigo  nar 

jjj,;  doye  petrofemolo  Macedonicoydipari  mifura  misìi  infieme.  Altri  catta- 
no dalle  gambe  tre  fes~ì  ari  di  fangueynulla  dandogli  a  mangiare  y  fé  no  la. 
fera  quattro  fefiari  di  farina  d'orbo  {temperata  co  due.di  acqua  tepida  y 
il.  fecodo giorno  gli  dan  due  pugni  di  fugo  d'orbo  frefcoyo  fecoy&  altret- 
tanta farina  d'orbo  nell'  acquàyche  ha  da  bere:poi  comincìado  a  rifanar- 
fiygli  danno  il  fieno  piulargamente  yma  l'orbo  y  e'ibere parcamentey  <&*- 
àpoco  a  poco  .Hìerocle  loda  ildar per  boccayp  per  le  narici  quattro  he- 
mine  di  vino  auftero,e  neroy  o  veramente  a  guifa  difaliuatoy  dar  glifi  là. 
radice  del  cocomero  faluatico  cotta  in  vinoy  aggiuntola  vn  poco  difalni- 
trojo  di  rutapeHa  co  méta3e  che. 'Lapo  principalméte  fi  freghi he forte?, 

menan-- 


éiz  D  ?  I  l  *4    $  L  0  \1  A 

menando  Jpeffo  l'animale  àpiacenole  effercitio.Ma  s'egli  comincia  à  vo- 
ler mordere,bifogna,cbe  trattogli  [angue  dalle  gambe ,  e  dalle  braccia , 
niente  gli  fi  dia  per  quel  giorno  à  mangiare,  ilfeguentè  pò  co  ,  e  nel  tcri^o 
.  gli  fàccia  bere  [emenda  di  cicuta  difciolt -a  in  acqua .  iXjfirto  dkecon- 
Caualli  traherfila  pa^jja,  o  per  efiere  slato  l'animale  troppo  battuto  da  fer- 
onde  fi  co  uentiffìmiraidel  Sole  y  ò  per  b altere  mangiata  gran  quantità  di  quelle 
tra8Sa*  veccie,cbe  dicono  orobico  altro  noce  noie  pafcoy  ò  per  batter  beuute  catti- 
ne acquerò  cbe  la  colera  flaua  fa  fcorfa  alle  vene  miniftre  del  [angue,  o 
cbegra  forila  difangueyo  d' infiammagionsfa  calata  nelle  mébrane,  che 
veslono  il  ceruello .  Ma  egli  è  d'openioney  cbe  fé  tal  C  audio  fi  fucciafiar 
in  luo70  folingo,e  tenebro fo  (come  dice  piacere  ad  alcuni) fi  riduce  à  mag  ' 
giorfurorey&  anco  a  morte.  Con  tutto  ciò  Vegetio  approua  il  primo  con- 
ftglio,e  prima  d'ogn' altra  cofa  vuoleycbe  all'animale  impa^itoyo  arrab 
biatoyper  colpa  del  ceruello,  ò  di  altro  male  di  capo  ,fi  cani  [angue  dalle 
vene  angulari,dal  palato,e  poi  dalle  gabe,  altroue  dice  dalle  tépie  ,  o  dal 
collose  qualche  volta  dalla  vena  matrice:  afienédolo  dal  mangiare,  e  dal 
bere  per  qualche  giorno:  ma  nel fcguétc  potrà  dargli  fi  acqua  freddatoti, 
nouando  per  quattro  dì  à  purgargli  il  ventre  con  clijìeri  ,  <£r  vngcrgli  il 
capo  d'olioye  pece  liquida,empiendogl  iene  l'orecchie,  e  legandogliele  con. 
fafcie.  Ordina  ancoraché  fi  pigli  opopanace,  &olio  vecchio,  ana  libbra 
una,galbano  oncia  vnaygomaye  maslice  trito,eterebttma,ana  onde  due, 
e  tre  di  pece  greca;  della  quale  misìura  fi  freghi  henefoura  il  ceruello,  fti 
landogli  oliofolo  dZtro  l  oreccbie:ma  prima,che  V unguéto  fi  metta,  [ua- 
^oriful  ceruello  con  pacchetti  caldi  d'orbo  cotto:efe  coquefio  nofiguari- 
fceyabrucifi  il  capofitto  i  primi  capelliye  foura  le  vene  delle  tépie:  perche 
ilferuore  del  cauterio  rinforza  la  debolezza  del  capo ,  rifiora  i  pannico- 
li^ riduce  àfanità  l'animale ,  ilquale  con  cibi  molli  è  dafofientarfi ,  non 
concedendogli  or^Oyfin  che  non  fiaguarito:ma  foura  tutto  gli  fi  può  dare 
dell'apio  quanto  vuole.  Dice  oltr'acciò,cbe  contra  la  I{abbia,ò  Ta^ifia  è 
rimedio  efficacìffimo  dar  per  lo  nafonoue  bacche  di  lauro ,  &  venti  vno  H 
jpichi  d  aglio  purgati,ben  triti  in  vin  vecchio  bianco,  e  Jpeffc  fregar  7 cor 
pò  con  olio ,  &  aceto ,  ouefia  me  folata  polve  di  mirto  fecco  .  Tra  l'al- 
tre bevande  vfando  qutfia,  vna  dramma  dipolued'incenfo,  vn' oncia  di 
radice  dipanace,tre  di[a[fifragia,&  vn  aceto  bianco,  aggiungédoui  ac- 
qua melatalo  con  acqua  melata,  &  olio  mefcolar  due  libbre  di  cimino 
ruslico  pcluerÌ7^ato,o  dargli  femplicemente  latte  di  capra.  Ma  lapin  at- 
ta pone  tfier  qucsla,chefi  prenda  papavero  faluatico ,  iitfquiamo,  apio  e 
lafua  femen%a,  oncia  vna  per  cofa,  e  con  due  onde  difeme  dilattuca  ri- 
dotte inficme  in  polue  }fe  ne  dia  vn  buon  cuabiaro  con  acqua ,  opur  con 

filgO 


DEL    CjtVJlllO,    LlB.'ril.  6ij 

X  fugo  d'orbata  quando  eglijch'maffe  il  cibo .  tJ^Ca  perche  volendo  cura- 
re vn  Catiallo  par^o  ò  furiofo ,  non  fi '  poffono  i  rimedi  manuali  porre  ad 
ejfecutione  fi  tur  amen:  e: fi  come  ancora  auuerrebbe,quando  egli,quantun 
quefanofi.fi e  per  fu.:  natura  impartente  ,  non  farà  fuor  di  propofito  à 
raccontare  quel  che  dal  P^fìo  intorno  à  que/ìo  fu  ordinato)  che  con  la  bia 
da  gli  fi  diano  à  magiare  tre  onde  e  me%a  di  iufquiamo,ilqualfkrà  ,  che 
per  tutto  vn  giorno  eglino  fentatanzjpaia  mortoci  che  fi  potrà  fare  nel 
corpo  fuo  quel  che  fi  voglia  .  Vn'  altra  Opiata  fi  fh,con  mittura  di  opì&f    Opiata 
mandragora-.e  difemente  dell  uno  iufquiamo  ,  e  de  W  altro, ana  onde  tré  per  lo  ca- 
co» vna  di  noce  mofcate,&  vn' altra  di  legno  aloe:  facendo  prima  cuoce  ua^°  Paz 
re  bene  lefcorxe  della  mandragora^ l  iu.fquiamo,fin  che  l'acqua  diuen- 
ti  roffa  :  pofcia  in  quell'acqua  difi  iolto  opio  ,fi  butterà  nella  gola  con  vii 
cornetto  Vn!  altra  ancor  a  fé  ne  puh  comporre,  difciogliendo  nel  vino  mìrt 
ra,perfigià,e  iufquiamo,ana  onde  due ,  e  ori  vna  digarofoli .  Qtiando  poi 
fi  deurà  rifuegliare  ,  glifi  lauerà  con  ,k qua  fredda  da  tetta ,  e  i  membri 
genitali,  e  cofi  leuatofi  in  piedi  fi  potrà  adacquare ,  e  bagnar  per  tutto .  E 
perche  fogliono  tutti quefti  vitij  di  cer  nello  )che  detti h abbiamole f eluder  e 
lafalubrità  del  fonno; come  Vegetio  cu  cflon  manche-/  è  di  ricordare,ch.e 
in  tali  cafi  lodeuole  cofafia  a  rimediarcele  p?  fa  il  mifero  animale  dor  Sonno  co 
mire,e  fudare  infieme;perlo  qual' effetto  a  lui pìace,che  fi  fàccia  [far  co-  me  l?r(\ 
C  uerto  ben  di  letame  vn  buono  jpat  io  in  calda  fi  al  la,  che  s'egli  fiderà  da-  cauallo. 
rà  certo  fegno  di  conualerfi .  Ter  prono  e  are  il  fono,  zaffino  ferine ,  che 
fi  prenda  latte  di papauere  quanto  vrìvbolo ,  e  di  aneto  quanto  fi  poffa 
prendere  con  tre  dita,e  petti  bene>e  mefcolati  con  vnonda,e  mexa  d'olio 
fi  diano  in  beuanda .  E  mancando  il  detto  latte ,  adoprifi  la  femehT^  per 
tretanti,con  vn'hemina  di  buon  vino. Giona  etiandio  ali  iftejfo  effetto  v- 
nacompofitione di  mirra,  cnciedue,  di  cardamomo'  ;  fior  ace  ,  efemedi 
iufquiamo,ana  onde  quattro  e  fei  di  pepe. all'incontro  auuiene  vn'  altro 
maledetto  Lethargo^del  tutto  contrario  allafienefia,  qua?ido  l'animate 
alienato  di  mente ,  non  fi  ricorda  difefìefìo ,  né  delle  cofe  necefiarie  alla  Lethargo 
0  fua  vita,ma  opprefio  da  vna  ineftugnabile  aeceffità  di  dormire  >  non  puh 
tenerfi  in  piedi,  ma  di  cmtiaouo  corcato  non  curandofi  del  mangiare •> 
né  del  bere,fi riduce  àmagre?:?aeftrema)e  fàcilmente  alla  morte;  fé  ta- 
tto non  fi  foccorre  .  Terò  ordinaVelagcnìo ,  ch'egli  fi  faccia  fi are  in  v- 
nafialladi  buon  aria,  oue  il  fuolo  fra  couerto  di  paglia  minutalo  di  te- 
nero fieno  :  e  che  continouamente fra  ttropicciato  con  le  maniache  ven- 
ga àfiar  detto,  sfor7%andolù$efio,non  pur  con  voci  ;  ma  con  bacchetta 
à  leuarfi,e  muouerfi  àpafieggiare .  E giouerà  fregarli  particolarmente 
tutti    quattro  i piedi  conbrennoy  fiale,  &  aceto- calce,    dandogli. 

beue- 


4  2$  J>  E  l  L  j€     G  L  6  \1  *A 

beueroni  di  duefcfiari  d'acqua  temperata  d'aceto  con  farina  dì  grano ,  e 
fate  :  parimente  fi  pw  dare  col  cornetto  il  fiore  peflo  dell' artemifia  con 
olio  ,  &  vn  poco  di  buona  mirra .  Ma  principalmente  conviene  attenerlo 
da  toryo  ,  dandogli  a  mangiare  faue  fecche,  accioché'l  mangiare  de  i  ci- 
bi duri il  tenga  [negl'iato .  Oltr'd  ciò  traggafi fangue preffo  alle  vertebre 
che  fon  li  offi  del  collo  :  poipeflando  tre  onde  di  B^upontico,  e  cinque  di 
radici  di  cappari,con  cinque  altre  di  calamo  odorato ,  ò  (come  dicono) 
aromatico,criuellate  che  fiano,  mettafene  tre  cucchiari  in  vnfesìario  de 
acquaie  diafi  à  bere .  Vegetio  vuole,  cìyeal  caiullo  Letargico  fia  fomen- 
tato il  capo  con  acqua  calda  ,  ouefia  slato  cotto  il  pulegio  ,  poi  vnto  con 
olio, &  adar ce  tritola  quale  vntione  fiacopiof amente  fatta  fin  all' or  ec-  P 
cbie;  e  fagli  data  ogni  dì  beuanda  di  due  cotile  di  decottione  di  artemi- 
fiae  di  camomilla  Illirica .  Speffo  ancoragli  fiano  fument'ati  con  acqua 
calda  i  pie  dinanzi.  Quando  la  cura  di  quello  male  è  pericolofa  ,  fi  co- 
no feeriche  gli  occhi  comelippofi  lagrimeranno,cgli  tutto grano fo,e fon 
nolcnto  s'appoggierà  alla  mangiatoia^  caminando  cerniera  co  ipiè  di  die 
tro .  Jlllhora  cani fi  fangue  dalla  finifìra  cofcia,e  dal  pie  deliro  dinanzi 
che  più  ne  fuolrejlare  aggrauato,  e  di  quel  fangue  fi  vnga  ,  dandogli  a 
bere  /'  artemifia  pefla  col  ranno ,  e  due  ciathi  d'olio  ,  tre  continoui  gior- 
ni :il  quarto  poi  fi  e  effi  E  s'egli  fufie  fafiidito  del  cibo,diagliafi  a  mangia- 
re  terno  cotto  col  mele^  a  bere  l'acqua  tepida:efe  ciò  non  giouafie,dia 
fi  ogni  dì  vn'hemina  di  decottione  difemenya  di  lino,  aggiuntoui  mele  a 
bafian^a;la  qu.al  beuanda  ègioueuole  ancora  a  quei ,  e  han  febbre  .Con- 
ferma ancora  Vegetio  i  rimedi  fopr adetti  di  Telagonio  tutti  a  punto  ,  fé 
non  che  ordina  a  far  polue  di  radici  di  cappari,di  fpigo  nardo ,  e  di  galla 
Siriaca,ana  onde  due,con  tre  di  afronitro  ?  per  darne  in  beuanda  con  ac- 
qua tepida:  auuertendo  ,  che  mai  non  fi  dia  a  bere  acqua  o  troppo  calda 
o  troppo  fredda.  *Affirto  ferine,  che  la  Letargia  fuol  auuenire  con  ba- 
tter* il  (auallo  rottura  in  più  d'un  piede,  e  loda,  che  per  ambe  le  narici 
fi  butti  vino  con  aceto  non  troppo  forte ,  e  che  s'vnga  il  capo  con  fangue  jj 
caldo  di  volpe,o  con  cafloreo .  Hierocle  vuole ,  che  quando  il  Giumento 
oppreffo  d'vn  certo  V eterno  (come  daLatinifi  dice)  fi  vede  fouerchia- 
mente  fi ar  a  dormire ,  fi  fàccia  caminare  vn  grande  fpatio,  poi  rime- 
natolo alla  fi  alla  ,fiaricriato  con  varietà  di  fre fichi  herbaggi ,  ponendo- 
gli dauanti  cime  dicauoli,e  dilauro ,  con  farina  d'orbo  .  Sogliono  anco- 
rai Cjiumentinon  men,che gli  huomini  incorrere  al  mal  caduco, il  qua- 
Malcadu  le  lAgoslinoColombro  afferma  chiamar  fi  Epilenfia,  e  morbo  Lunatico 
co  e  lua  (  benché  Lunatici  chiamano  alcuni  gli  animali  paTgi,e  dicono,che'lcer- 
cura .  nello  fi,  muta  loro  fecondo  che  la  Luna  va  crefcendo,o  mancando)  da  al- 
tri 


DEL    C,A  r  *v*  ZLOy    l  1  S.    VII.  6t$ 

14  tri  fi  chiama  Sacra  paffione ,  da  altri  *Acerbiffima  paffione,  laquale  tc~ 
nendo  aggrauato  il  cerebro  ,  e  la  midolla  del  capo  ,  oue  fono  le  celloley  ò 
thefauri  della  virtù  animale;  fa  che  fi  vengano  à  perdere  le  pofian%e  de 
ifenfi.-onde  l'animale  col  vifo  accecato,  efpaucnteuole,  non  mangia,  né 
bee,mafi  va  con  la  tefta  appoggiando  al  muro  ,\  ò  tal  volta  fubit amente 
cafca,e  fa  fchiuma  nella  bocca;  talvolta  calcitrando  dà  dimorfo  alla  ter 
ra  .  Onde  bi fogna  primieramente ,  ch'egli  in  ofcuraftalla  fi  fàccia  Bare 
legato  cofidi  pìedi,come  di  capo: acciò  che  co'  fuoitemerarij  movimenti 
nonpofìa  offender  fi  ;  perche  molte  volte  auuiene ,  checuratofi  il  morbo 
fi  pena  à  curar  le  rotture,che  sbattendo  egli  sleffo  s' ha  fatte:  pofcia  è  da 
B  tr ar fi  f angue  dalle  vene  pulfatili  delle  tèpie,le  cui  aperture,  chelalaciet 
taharà  lafciate  >  fi  deuranno  cauterizzare  con  islrumento  di  rame  non 
molto  à  fondo :\E  per  lo  nafoglifì  butterà  slerco  di  Cicogna  difciolto  in 
acqua  di  malua:ouer  amente  gli  fi  daràlafolenne  medicina,che  Diate f- 
ferongià  s'è  detto  effere  nominata .  Vegetio  ferine,  i  Giumenti  incorrere 
al  mal  caduco,  oucr  lunatico ,  fi  che  Hanno  vnpe^ocome  morti,  e  tal 
volta  giacendo  tremano,co  lafalliua  in  bocca;  tal  voltapietre  flanno  in 
termine  quafi  dijf  erato  della  vita,fi  leuatio,e  mangiano .  *A  quefli  vuo- 
le,checonle  deta  fi  tasli  la  cartilagine  del  nafo  ,  la  quale  quanto  più  fi 
trotterà fredda,più  fi  conofeerà  filare  in  pericolo  :  fper  curarli  bifogna, 
che  abbondantemente  fi  caui  f angue  dal  collo ,  e  dopò  il  quinto  dì  dalle 
tempie,tenendoli  in  luogo  caldo  vntiper  il  corpo,e  maffimamente  nel  ca 
pò  con  olio  dilauro,epece  liquida,  del  che  farà  bencà  metter  anco  entro 
Vorecchiednfoffiando  loro  alle  nafche  alcuna  diquelle polui,che  habbian 
detto  purgar' il  capo,e  dado  per  bocca quefla  beuada,  chefàtto-cuocere  in 
vnfcftario  di  mele,r  adice  dipanace,diagridio,e  cocomero  feluaggio,ana 
oncia  vna,e  dua  di  rauanetti,fe  ne  prenda  un  cucchiaro  per  volta,efi  dia 
con,vnfefiario  d'acqua,etre drame  d'olio:  e  quudo  quefio  maleperfeue- 
rafie  ,fktciafi  quel  cauterio  alla  tesla ,  ch'egli  difopraha  ordinato.  Gio. 
»)  BattiftaFerraro  dice,che'l  mal  caduco,repilenfia,e'l  m.  al  della  Luna,  fo 
no  vnaiflef  a  infermità, procedente  da  humidità  fouerchia ,  ebepofta 
trai  craneo ,  e  la  dura  madrenonpuò  dal  cerebro  digerir/}:  e  fi  comene 
gli  huominifi  difeuopre  con  la  deboleiga  de'  fenfi ,  e  co'l  cadere ,  con  la 
fchiuma  della  bocca,econ  la  bajbutie,  efincopi%ar  della  linguaio  fi  ne' 
Giumenti  fi  feorge  col  rotare  del  capo  aguifa  d'vn  molino ,  e  col  tenere 
degli  occhipercoffi,che  quantunque  aperti,non  veggionopur  laflradafi; 
come  àgli  huomini  gioua  dar  fi  il fuoco  nella  commiffura  coronale  per 
diffecare  quella  malignahumidità,che  offende  il  cerebro,co(i  a'  (f  lumen 
ti  è  gioueuole  la  fagnia  prima  nel  ciuffo  per  ifuaporare  ,epoi  ne'  fianchi 


616  D  E  L  L  ^      <j  L  O  F^I  Jt 

per -diuertireilndi  fi  potrà  fare  pur'vn  cauterio  nel  mc^p  della  fronte,  co  £ 
vnbottonetto  di  fuoco ,  ò  veramente  aprir  la  pelle  nel  detto  luogo  fra. 
l'vn? ocehio,e l  altro  feouerto lofio-,  raderlo  diliiat amente convna  I{pi- 
netta  fin' al  primo  pannicolo,piglidndo  tanta  fuperfì eie  doffo  in  cerchio  5 
quanto  f uff  e  vn  carlino  :  Laqual  piaga  per  quattro  giorni  fi  bagnerà  con 
yn a  (pongia  allupata  in  Vino  bianco,  bollito  con  ro fé,  f angue  di  drago  y 
mhra,masT;ice,&  incenfo  polueri%ati ..  Fatto queflo,fifarà. vn  cauterio 
foura  la  nuca,pafìandoui  vn  laccio  dall'vna ,  e  dall'altra  banda  del  la- 
certo :  che  per  quefle  diuer foni  ilCauallo  rimarrà  libero,  come  fouente 
da  Marco  (jreco  fi  narra  e  fere  slato  efperimentato  :  lodando  ,  che  fra 
queslo.  meio  fi  faccia  Bar  in  luogo  ofeuro  ,folitario,e  lontano  dafìrepiti  F 
Capogat  e  Yomoriyiccio  che  non  fi  conturbili  cerebromaggiormente .  Oltr'à  ciò  > 
ferinità  principio,efpecie  depilmfìa  egli  dice  efere  il  Capo  gatto,  infermità  co- 
Ha  t  fi  dal  vulgo  chiamata ,  che  fa  perfoueì  chio  fìupore  cafeare  l'animale  à. 
terra,e  fuole  auuenire  sì  per  abbondanza  di  huraori  concorfi  al  cerebro  > 
come  per  accidenti  dihauer  tenuto  il  collo  fr  etto, òli  capo  baffo,ò  riceu- 
ta  per  co  fa  ;  Ilfegno  proprio  di  tal  male  è ,  che  fi  gonfia  la  gola,  gli  oc— 
chi,e  tutto  il  capo,ilquale  fouente  fife  note  e  fi  trauaglia  liei  mafie  are:- 
Ilrimediofìa,  che  prima  di  ogni  altra  co  fi  fi  c.aui  f angue  dalle  vene  dell 
la  cintura,})  delle  cofeie  da  dietro,per  diuer.tire  •■  pofeia  rafo  il  luogo  af- 
fatto,*'intacchi  col  rafoio,  per  ejlrinfecare  gli  humori  corrotti:  e  frega- ^ 
touifale,vifi  aggiunga  vnguentofktto  con  Macedonica,T?ulione,<^r  *A- 
grippa,ana  oncia  vna,e  due  di  dialthea,vngendo  ciafeuna  parte,  dell' en- 
fi agione-.e  fé  queflo  non  gioua(Je}adoprifi  vn' altro  vnguento  copoflo  con. 
olio  di  lauro,affungia  dorfo,grafìo  di  melogna,vettriolo,e  polue  di.  can- 
taridi.!^ fi  manchi  di  fare  quefì  altra  cofa,*J7l'Cettafì  a  bollire  vncapo. 
di  Gatto  mafehio  col  fuo  fegato  :  e  poi  che  tutto  fi  farà  disfatto,  e  ridot- 
to in.  liquore  ,fia  tal  decottione  colata  ,e  ben  purificata,  &  aggìuntoui 
^uccaro  fino,&  acqua  di  gramigna  ,pongafì  nellambicco  a  dislillare,e 
quello  ci/indi  rifulgerà)  fi  dia  a  bere .  Votrajjì  ancora  foccorrere  al  Giù-  £» 
mcnto,dadoglivn  bottone  di  fuoco  al  più  e arno fo;  e piano  dellaguancìa  y 
medicando  poi  quella  parte  con  penne  bagnate  di  olio-.e  fregando,  tutto  il 
capo  vna  volta  il  di  con  fauina,e  cenere  boUita  in  vino  bianco,ma  pafia- 
to  il  ter^o  giorno ,  in  luogo.del  nino  farà  l  aceto  yinfino  alfetUmo:  tra'l 
quale  Jpatio  s'egli f china  fé  il  cibo  ,non  farebbe  import ante,.ma  fiondò \ 
più  oltre  y  egli  verrebbe  fen%a  alcun  fallo  à  perire  verfo  il  quarto  deci- 
mosfi  come  da  M.  Luigi  fi  affermaua  ,  dacuiglL  Hejfi  rimedi  ho  troua- 
Apoptef  tifcTMi-  t-ZWa  l'tsfpoplejfia ,  dice 'ilColombro  ,.effere  priuatione:  co  fi 
fa  *         difenfo  r  come  di  moto:  grauifiìma  infermità,  che  non  piamente  fu  ca- 

fcat 


ì>tl    CJVjtLLOy   Il  È.  Viti.        6i'7 

pjl  fcar  l'animaleya  guifa  dell' Epilenfiayma  no'lfa  muouere  d'alcu  membro 
fi  che  veramente  pare  effere  morto  iA^' cui  è  da  fouuenirfi  parte  confujfu 
migi  di  co  fé  calde-,  come  di  cafìoreoye  di  ariHvlochia  rotonda  ypefle  alla 
grof]a:parte  con  cUHeri  di  decottioni  di  camomilla^  di  ruta.E  s' egli  co- 
mincierà  a  fentire  :  conuerrà  infondergli  per  lo  nafo  H  caftoreo  difciolto 
infimo  di  rutayò  veramente  in  bollitione  di  vino<,unayò  due  volte ,  insin- 
ché farà .  QuesV altra  medicina  egli  afferma  efiere  fiata  approdata  da 
tutt'i  f  m'hco fi  per  curare  ogni  infermità  diceruelloye  di  palaie  y  òfrene- 
fie>  ò  rabbie:  co  me  anco  per  curare  ogni  male  di  nenù-,0  paralifie  ;  Tren- 
dafi  legno  aloe  y  &  vua  pafiafcn%a  arili ,  ana  libbra  vna  >  radice  di  vi- 
li   falba  ben  mondayUbbra  meza;fquilla  arroflayno  celle  monde ,  noci  mon- 
fcadeyxuccaroycardamomoye  macisyana  oncia  vnaygaro foli  > pepe  lungo 
fai geMmaygaliamnfcada>$)igo  nardoye flicados y  ana  oncia me^a  y  con 
tre  di  agarico  ye  pefle  fottilmente  quelle  cofeycke  fon  da  peftatfitfhccianfi 
■cuocere  infume  a  fuoco  lento  y  fri  alla  confumatione  de'fugi;laqual  con- 
fettane farà  bene  y  che  fi  tenga  in  bottega  y  per  darne  opportunamente 
ne  i  bifogni  vrì oncia  la  volta  difciolta  in  vino  caldo; frequentadola  finche 
l'animale  fia  ridotto  al  primo  flato .  Ma  fé  con  efia  tardafiero  a  guarir  fi- 
gli .Appio fi  5  che  anco  à  quelli  è  ella  efficaciffima  y  tagli  fi  la  cotenna  sù'l 
meTO  della  fronteytra  l'vna  e  l'altra  fontanella  degli  occhiy  con  vnago- 
'  C  bia  di  ferro  caldaye  leuìfi  quelloyche  farà  nel  mejo  d'effo  ifìrumento  :  poi 
con  vno  criuello  picciolo  non  puntutoyma  fembiante  al  deto  della  manoy 
pertugifi  l'offo  cautamente  >  che  non  fi  toccale  il  panno  de  celebro  :  dal 
ijual  bugio  fi  cauerà  qualche  goccia  di  acquofitàfe  vi  fé  ne  trouerà ,  e  po- 
fcia  il  luogo  fi  curi  con  pece  liquida  ^Appartiene  anco  al  ceruello  lofpafi-  ,_     >. 
moyche  da  Latini  è  detta  Couulfioneyper  ejfer  vnaviolétapaffione  de'ner  <>  Conimi 
ui  i  quali  come  le  arterie  dal  cuoreye  le  vene  dal  fegatoso  fi  fono  dalcere  iìone. 
bro  dependenti. Ma  quefio  è  di  trejpecie:percio  che  fé 7  male  egualmen- 
te tutte  le  parti  neruofe  del  corpo  comprende  di  modo  y  chei animale  è 
sfolto  atenere  ilcollo  colrefio  del  corpo  immobile  >  fen%a  poterlo  pie- 
gare a  bada  verunayfi  chiama  co  la  parola  greco  Tetanoyfe  i  neruifi  con- 
trahonoye  ftirano  violenteméte  alle  parti  dinan^Smproflotonoyfeà  quel 
li  di  dietroyvien  detto  Opiflotono;fn  quetto  fi  tieneyil capo  ri/tolto  indie  pmw&Ro 
troye'l  collo  tefo  ,  &  incordato  di  modo  y  che  né  l'vnoy  ne  l'altro  fi  può  tono  & 
piegare:  oltrà  ciò  le  orecchie  fian  diritteye  dure y gli  occhi  pie doli y  fi fifi ,  e  Opiitoto 
Bramitatele  parti  Vicine  al  nafo  tirate  in  dietro  y  le  labbray  e  lalingna  no* 
impedita  di  manierayche  della  bocca  non  fi  può  l'animale  aiutale™  in  a- 
pera  alcuna ,  la  coda  fla  fredda ,  e  rigida  y  eia  fchiena  tanto  indurata  > 
che  in  lato  ninno  fi può  voltare  >  caminando  Hrafcina  i  pie  di  dietro  y  né 

KK    *        può 


6iS  D  E  L  L  a     G  L  0  ^  J    U 

può  quei  dinanzi  piegare  ;e  co  fi  gettando  di  [ordinati  gli  vni ,  e  gli  aitai  ,    i 
confuma  l'vnghiemelle  montate  cafca  in  dietro,e  s  egli  fi  sformerà  di  Ie- 
ttarfh  nonpotendofi  con  le  derettane  parti  fermare,fiirà  a  gnifa  di  (fané, 
qualhorafiede  ,  che  con  le  groppe  in  terra  s  appoggierà  ne  i  pie  dinanzj  ; 
e  già  però  queflo  male  da' Greci  OpiHhotono  è  chiamatole  he  tutte  le  par- 
ti del  corpo  si  vengono  a  torcere  in  die  tro  ,  &  à  sìirare  :  dalla  quale  dì, 
ftentione ,  ò  (per  dir  meglio)  ritrattone ,  dimmi  per  vna  certa  ragione 
di  confortio  auuiene  ancora  trauaglio  alla  vefìca,che  con  dijficultà  man- 
da fuori  l  orina .  Jncorrefià  co  fi  fatte  difauentureperpià  cagioni)  ò  che'l 
fanallo  inchiodatole  7^oppo,fia  flato  forcato  a  correre  fu' l  dolore  :  ò  che 
fifa  fatto  fudare  in  luoghi,b  tempi  freddi  :  ò  che  fudato  fi fiala] "ciato  fu-& 
bito  raffreddare  ,  flando  la  notte  a  Cielo  f coperto, <&  in  terra  foda ,  e  la- 
ftricata  di  pietre:  e  (quel  che  più  importa)  non  fomentato  con  cibo  alcu- 
no ,  fi  che  lemafcellehanprefo torpore  ;  ò  che  rotta ,  ofpafmata  alcuna 
jpallayfi  fa  fopra  quella  addormentato,e  fermato  per  lungo  fratto;  ò  che 
per  qualche  modo  hauefie  riceuata  percoffa  in  quelle  parti,oue  naf cono  i 
T encomiò  le  T  anno  chie,come  farebbe  nell '  zsfnguinaie  ;  ò  che  da  i  raggi 
Caniculari  lungamente  fa  flato  percoffo  ,  ediffoluto  .Comunque  fia  ,  chi 
di  verno  fi  troua  colto  da  queflo  male,diffcilmente  fi  fuol  ridurre  afani- 
tà:di  eslate,  vfandoft  diligen%a,fi  puote  aiutare, vngendolo  di  grafo  di 
porco,  terbentina ,  cera  ,  e  pepe  trito ,  mefcolati  con  olio  vecchio  ;  o  di  ce- 
ra,incenfo,goma,  folfo ,  cfalnitro  con  olio  jlemperati .  ^Alcuni  fan  bagni 
al  capo  con  acqua,  o  uè  fi  ano  bolliti  orobi,  ouefor%p,  coprendogli  il 
corpo  con  hirfute  pelli  di  pecore ,  la  cui  lana  fia  dell'iflejfa  decottione 
sbruffata  :  filtri  nel  luogo ,  doue  fi  raunano  i  letami  fatta  vna  f off  a  >  vi 
mettono  il  Cauallo  ,  e  tutto  ne  lo  ricuoprono  ,  ò  finalmente  in  arena,  che 
fia  per  battimento  di  Sole  caldijfma .  isfltri  dicono  ,  efief  vtiliffimo  a. 
dar  fi  due  volte  il  dì  per  bocca  >  òper  lo  nafo  queflo  medicamele  quan- 
to più  fentirà  di  vecchie,zja-)migÌior  far  à,f atto  con  dieci  granella  di  pe- 
pe,vna  dramma  di  Salnitro, e  quanto  vnafaua  di  laferpitio ,  con  tre  eia.- 
thi  d'olio  ,  c£*  vrìbemìnx  di  odorifero  vino  .  filtri  per  cofa  ejperimenta- 
ta  lodano  à  dare  il  fanguefrefeo  di  manxp,  0  tre  dramme  d'incenfo ,  & 
altretanu  di  lateydifiiolto  in  vino,  benché  da  alcuni  fi  dican'oncie .  Ta- 
li ordini  asfffrrto  narra  effere flati  dati  da  valenti  buomini,  ma  gli  vfati 
daini  e  fere  :  che  fi  prendano  otto  onde  di  graffo  vecchio  di  por  co,  &  al- 
trettante di  graffo  amorfo ,  0  dibecco  quattro  di  graffo  d'oca ,  e  due  di  Per 
bentìna^vn  fesìario,b  due  d'olio  commune,o  tre  ciathi  del  eedrino,e  fat- 
te queste  cofe  bollire  infìeme,  vi  fi  aggiunga  farina  bollita  in  acqua,  e  fai 
nitro ,  efale  ,  oncie  quattro  per  cofa  .oiltri  dicono ,  chefen^a  la  farina 

finn 


DEL  CjtVU  LIO,   LIB.   Vlì'h  629 

jl  Jìm  mefcolate  in  acquavite  fia prima  bollito  falnitroyefaleye  con  tal'un~ 
guento  caldo  fi  fregi  per  tutto  bene  y  e  che  di  pìk  liquefatti  alcuni  pe^- 
%idi  affungiayvifi  aggiunga  liquido  mele,&  olioy  laqual  mistura  bollita 
vn' altra  volta  con  vino ,  fi  butti  per  le  narici .  Quando  poi  la  cura  è  an- 
data innam^iyadoprifi  l'unguento  di  bdellioyche  contiene galbanoyammo- 
niacoybitumeycolladitauroygommaponticaycerayincenfo  mirray  aloe,  0- 
popanaceymidolla  di  ceritoye  bdellioyMcia  vna  per  cofaycon  due  di  masti 
ceye  fei  di pignoliycol quale  vnguento  sii  carboni  difciolto  con  olio  commu 
neyo  più  lofio  conquel  di  liguflroyvngaft  il  capoye  il  collo)S  tutto  il  corpo.  < 
Indi  conuèrtolo  ben  con  drappi  y  fia  caualcato  per  luoghi  aprichi ,  e  con 

B  leggieri  galoppi  eJfercitatoyinfìn  chefudi .  Tofcia  nettatogli  ognihumo-  1 
reyfiafregatoy&  vnto  del  medicarne  vn' altra  volta  ;  cofi  continouando 
fin  che  fia  f ano. filtri  compongono  vnfimile  vnguento  con  galbanoyam- 
moniacoygommaycolofoniaycerayOpopanace->midolladiceruoybdellioyaf- 
fungiayfolfoy&  vino. Il  mangiar  e  bifognaycheJpeffoglifìa  coceffo  :  acciò 
chele  mafcelle  di  continouo  moto  ftano  agitate  e  per  farle  più  muouere> 
farà  bene  mefcolare  con  l'orbo  i  ce  ci  crudi-,  &  in  ogni  modo  conuiene  con 
ogni  varietà  di  cibi  alien  arloyeccettuate  lefkue.  (fiotta  dargli  à  bere  del 
vinoyoue  fia  Jparfofalnitroye  tenédolo  in  luogo  caldo ,  e  niente  [oggetto  a* 
freddi, frequentare  le  fregagioni  con  peceyet  olioyepoi  ejfercitarlo;  ma  di 
pece  non  deurà  ej) ere  gran  quantità ,  perche  ristringerla  gli  fj)ir  acoli  del 
fudore.Cauar  fangue  a  chipatifee  sì  fatti  rigori  di  nerui ,  [aria  dannofo.; 
perche  efìhauHe  le  itene y  reHeria  tanto  fecca  la  neruofità  delle  labbray 
che  non  le  potrebbe  dapoi  più  muouere  .  J^è  in  qtteHo  male  farà  d'ado- 
perar fi  il  fuoco  \  perche  guarendone  egli  non  rimarebbe  a  gli  vfati  mi- 
slieri  del  tutto  h abile .  Hierocle  approuando  le  dette  cofeyfoggiungeychc 
nelprincipio  del  male  alcuni  menato  il  giumento  ài  bagni ',  neHfhnfuda 
re>  poi  rafeiutoy  il  firn  paleggiare  con  alcune  couerte  indofto y  che  im- 
heuano  ognifuahumiditày&  alla  fine  fregato -,con  vntione  di  aceto  yfal- 

D  nitroy  vin  cottoyvoua ,  &  olioyìl  riducono  alla  stalla  y  nella  quale  tenen- 
do il  fuoco  accefo  >  per  fùria  calda  >  fi  guardano  >  che  non  vi  fi  fhceffe 
punto  di  fumo:  perche  di  leggieri  l'animale  infermo  ne  faria  f affocato  . 
Telagonio parimente  afferma  gli  ordini  foura[crittiy  e  co  tutto  ciòferiue 
effere  anco  bene  ad  vnger  al  Sole  il  Cauallo  infermo  y  con  vnguentoy  che 
rkeue  vna  libbra  di peceye  due  di  pomelle  dilauroy  vn'oncia  di  radice  di 
panacey  efeidifarinad'incenfoy  con  due  fest ari  di  vino  vecchio:  e  fé 
non  giouaffeydiafi  leggiermente  il  fuoco  alla  tefiaypreffo  l'oreccbiey&  al 
t collo  ancor  aylegadouivna  pelle  pelo  fa  attorno-,  dopò  il  fuoco  dice  efiefu- 
ile  beuande  di  cofe  calde }  come  di  cimino  >ò  d'aglio  y  0  di  laferpitioy 

ÌX    3         òdi 


h  di  p omelie  dilauro  pefìe  .  "Loda  etiandio  a  dare  il  fuoco  alla  fchiena,e  g  \ 
lombi-fin  giù alle  gambe ',  &  afhrper  tre giomi-vndone  con  oliò,  e  fiale, 
quando  le  bro^e?  ò  crutte  della  cotti-,  ra  faran  cafeate  ,  lanario  con  ori- 
na dih'uomo  i  e  bagnarlo  con  acqua  calda  ^dandogli  à  mangiare  frondi 
difico domestico  mille conor^o ,efromcnto ,  muerati  nell'acqua >  & 
à  digiuno  dargli  à  bere  farina  di  'frumenti* Stemperata  con  acqua  tepida 
Moderatamente  però  gli  fi  dia  à  bere  -,  acaochepiù  tosto  eglihabbia  fe- 
te  :  e  fé  per  aiwentur  agli  fopraueniffe febbre  ■>  meglio  f aria  per  dijfoluere 
quefli  rigo ri,ò  diflentioni  di  nerui . 

'T connetto  racconta,,  come  trottando Ct  in  compagnia  delI\èdiTeo- 
nia,nel  paffar  dell' ^ilpi  ,fubit  amente  vna  mattina  caflò  tal  furia  di  F 
"inette ,  che  molti  de  i  faldati  di  p affo  in  pafio  ,  moriuano  agghiacciavi 
infieme  co  caualli y  iqualicon  le  labbra  -contratte ,  e  co  i  denti.  Stretti , 
reftauano  in  pie  fijjì  in  quel  vefrigio ,  in  che  fi  trottavano  ,  e  fu  per  auen- 
tura  risto  vn  Cauallo  ancor  vino  portare  in  doffo  va  faldato  morto, ilqua 
letenea  le  armi ,  e  la  briglia  nelle  mani ,  e  stana  sì  forte  in  feti  a  ,  che  pa- 
tena vino  -,  e  con  fatica da  glialtrine  fuffiiccato  .  In  tanta  calamità  vm 
Cauallo  di  lui,  fi  l  quale  andana  vn  paggio,  fu  prefo  di  ritrattion  dì 
nerui,  del  che  gli  rincrebbe  affai,  ejìendogli  motto  caro  :  perche ,  oltre 
alla  bell'eia  ^non  era  chi  di  velocità ,  riè  d'ardire  l'anamuiffe-,  &  era      . 
Franccfe ,  di  anni  otto..  Tosìo  fi  adunque  in  animo  di  faluarlo  ,fcefì  che 
fura  in  vnaTerra  ,.do:i'era  abbondanza  di  legna,  egli  pofatoìl  Qauallo 
in<vna  si  alletta,  vi  fé  per  ogni  canto  fare  del  fuoco  fen^a  fumo,  e  come 
che  pare  fé  già.quafi  morto ,  fra  vn'hora  incominciò  alquanto  à  mouer- 
fi?  non  potè  u  a  però  mafricare  co  fa- veruna  di  quante  in  boccagli  haueffe 
patte  ;  onde  venutogli  à  mente  di  comporre  vn  medicarne ,  chiamato- 
Jtcopo,  per effere  proprio  affacciarci  rigori,  & àrifiorar  le  fiacche^ 
Ze,i'vnfe  diquello}  né  Stette guariyche'l  C 411  a  Ilo ,  largamente  fudandoy, 
cominciò  à  mangiare  di  certo  pane  macerato,  che  gli  diede. Q  netta  com- 
Com  pofi  fofìtione  egli  afferma  effere  la  più  efficace,  e  più  miracolofa,che  mai  fi  pò   jg 
tioni  per  te  fé  da  Mari] laico  adoperare ,  per  ridurre  vn  cauallo  me%o  fccco  al  fuo 
ridurre-    primo  habito,e  data  ancor  per  lo  nafo,purga  la  tetta  mirabilmetc.  Ti-en 
lo  Cmezo  ^afi  dunque oldano,oncia  vna,e'forbio,grafo  di  volpe,galbano,epetrofé 
perduto  e  molo,ana  onde  due,bdellio,  hferpitio,  fior  di fdnitro  ,pomelle'-di  lanroy 
lecco.        hifopo,e  carpobalfamo,ana  onde  tre,  cafloreo,  opopanace,  e  femediiA- 
gno  cafro, anamde  quattro, falnitro, e  radice  d'Ireos  fecca,  ana  onde  eia 
que,adarce,pepe  perfnmo  ammoniaco,frerco  di  colombo,  pieretro,  e  freme 
di  ruta,ana  onciefei,&  otto  di  cardamomo.  Oltr'à  cio,vna  libra  di  op&~ 
balfamo,<&*  vn' altra  di  terebentina)  vnfeftario  di  fumo  dipcce,vri altro 

d'olio 


Cauallo 
tedi 


7> E 2    CAVUllOy  lib.  r  ìli.  -%f\ 

\A.  d'oliolorino  >  &  vìi 'altro  di  olio  irino  ydue  diolio  difpico  >  quattro  dio* 
Ho  commune  molto  vecchio^ '-cinque  di  olio  di  UguUro:e  poi  che  fi  faran 
ro  in  difparte  colate  le  co  fesche  pò  fono  l'iquefkìfhfhcciafi  mediocremen- 
te bollire  con  tutte  l'altre:  indi  colata  Ltmiflura  fi  adoperi  con  vino:  e  fé 
co'l  tempo  dn^v^ife  d.r,  a  ;*dif doglia  fi  con  elio  di  ligustro  à  modo  di  il- 
nimentio.  Hippocrate  vuole,  che  al  Cavallo  ritratto  di  nerui  in  dietro  yfì  c~ai 
e  aiti  fang-te  dall' 'Anguinaie  ,  e  poi  che  farà  flato  copìofamerìtè  bagnato  ner'u  ±  % 
.  di  acqua  caldaia  vnto  con  olio,  fjr  vino,  one  fiano  incorporate  pomelle 
di  lauro  pesi  e  {mettendogli  sàia  testa ',  e  fopra  i  lombi  vna  pelle  bagna- 
ta della  rnedefima  vntione;e  buttadogli  per  lo  nafo  miftara  di  va  fefia- 

*    rio  di  vinone  due  d'olio,con  tre  onde  diniirra,&  vna  dramma  di  ^afjra 

■  ìio,b  veramente  hauendo  pes1e,&  mcj colate  vna  dramma  di  draganti  > 
due  Ai  mirra  graffa ,  e  tre  di  cafia  lignea  ,fe  ne  diano  tre  dramme  in  be- 
uanda  con  chiara  d'vouo  in  vna  hemina  di  vino,  vrì  altra  d'olioy  &  al" 

.  frettato  di  mele:  e  prima  che  fi  dia  à  mangiare,  gli  fiano  date  otto  onde 

■  di  orobi  brustolati  .E  perche  fé  àquefli  mali  prestamente  nonfifocorrey 
V animale  vien  tofto <à ferrare,  e  slringere  la  bocca  in  manierà,che  poi  di 
fk  me  fi  muore  :  egli  loda ,  che  quando  con  gli  altri  rimedi  poco  frutto  fi 
veggiafhre,s'ad/oper'ilfuoco,incominciàdo  dagli  occhi  ad  efulcerare  igi 

r  ri.  loroypoi  nelle  (palle  fi  tirino  tre  linee  ,  e  per  li  fianchi  ,  e  per  li  lombi  da 
Ivno-)  e d/àlV altro  cantone per}a fchiena >  ouefianpià  lunghe\medìcdn- 
do  poiie  cotture  con  graffo  ,  e  fomentandole  con  aceto  per  fette  giorni > 
trall  qual  [patio  fi  butterà  per  lo  nafo  dolci  heuande  :  lottano  dilatiate 
le  piaghe  con  acqua  calda,faran  con  lido  medie  ate,mettendoi'.i  [opra  fi 
li  di  lanafuccida,cioè  non  lauata,bagnati  nel  mele^Differete  dal  ÈJtKat    Cauallo 
to,eglipono  Ifncordato  di  nerui,  quantunque  i  pegni fiano  quafiegua-  ln^orcia-^ 
//'  che  l'animale  tiene  la  bocca  fecca,  l'orecchie  tefe  a  tranerfo>  e'I capo ,  u[t 
€l  collo  immobile,fi  che  non  fi  pub  fé  non  con  gran  difficultà  volgere,  tr.e 
ma  co  tutto  il  corpomouendofiva  indietro-,  0  s'alia  diritto,e  le  vene  del 
le  [palle  slatino  quafiììirate ,  come  slarfogliono  nelle  Gotte:  però  vuol 
che  prefa  vna  onciale  menadi  vnguento  da gotte,mt f colata  io  àltretan 

■  to  di  vino  puro  ,  fi  butti  caldo  per  quella  parte  del  nafo,  che  più  ritienili 
fiato:  poi  fubito  fi  faccia  correrete  per  quel  dì  no  fi  dia  a  defirìare,<&  dee 
ria  fé  non  far  in  a. Con  figlia  etiandio,che  al  Cauallo  fncordato  fi  apranole 
vene  del  petto,epoi  queìle,che  fono  attorno  al  federe }e  lauatolo  tutto  be~ 

■  ne  co  acqua  calda, fia  vnto  con  buoni  vnguenti,  epofato  allòfcuro  con  di 
Meato  letto  in  buona  fi  alla  ,e  come  habbìa  mandati  alquanti  fojpiri  fuor  a, 
diaglifi  a  mangiare  il  fieno  sbruffato  difalnitro  ,  astenendolo  dall' or%ot 
fin  eh' egli  fia  de  tutto  libero  furono  etiandio  da  Affino  ordinate  per  li 

W    4  nerui 


6?2  D  E  L  L  J.     G  L    0  B^I  U 

•  .  .'    - 

•nerui  molte  altre  efficaciffime  compofttioni,  tra  le  quali  fé  vnfeBario  di    E 

tornelle  di  lauro,vn'  altro  di  maggiorana^:  tre  di  buono  vino  co  [abiuro, 
■polite  d'incenfo,e  gomma  di  pino,ana  libbra  vna,e  con  olio  comune,  foi- 
fo  viuo,e  cimino  barbarefco,ana  onde  tre ■; fi  facciati  tanto  bollir  e,che  la, 
miftura  diuengajpefta,e  pefìa  in  vn  vafe,poifi  rifcaldi,.volendola  ads-^ 
perare  in vntione,dice,cbe  Jana  nonpurgli  Incordatila  fcaccia,e dif- 
folue,i  tumori,  &  i  languori  delle  ff>alle,dei  lombi,  e  delle  cofcie.  Tsr 
quelli,  che  bantio  ritratto  il  capo  in  dietro ,  loda  unguento  fatto  con  vn 
Jc  jlario  di  pomelle  di  lauro  >  vn' altra  di  cimìna,  tre  d'olio,  cotti  con  vna 
libbra  di  terbentina,tre  onde  digalbano,  &  altrettante  difolfo  viuo,fo 
flent andò  fra  tanto  lo  animale  con  cibi  asciutti ,  e  con  pecchi  pampani  di  &' 
vite .  Vn' 'altra  compofitione  per  lo  corpo  legato,  egli  defcriue  in  quesla 
foggia^he  opopanaco,  cera,  e  pece,  e  gomma  cotta  fi  facciano  liquefare 
con  vrufeflario  d'olio,e  colatele  cofi  calde,vi  s'infonda  aceto,&  incorpo- 
%  rata  ogni  cofa  infteme,fi  metta  in  opera.  cPer  nerui,che  ha  patito  freddo, 
Nerui ,  e  jàcciafi  bollire  cera,<&  olio  di  liguftro,o  ciprino  ,ana  ancia  vna^opopana 
tito  fred-  ce>?  midolla  di  ceruo,ana  onde  due,con  tre  diflorace,e  quattro  diterben 
do .  fina,  adoperando  l'vntione  in  luogo  caldo. £  sì  per  neui,  si  per  giuntureie 

sì  per  freddimento, dice  poter  fi  adoperare  l'vnguéto  melino,di  color  d'o- 
ro,che  riceue  opopanace  yterbe)/tinaygalbano  ,e  mirra  ottìmoyina  oncia 
.  meza  ammoniaco, incéfo,e  graffo  di  tomianaonciavna,cer  a,  e  ragia  cot 
ta,ana  onde  fei,con  tre  di  fior  di  fale:  douendofi  in  vino  difìoluere  l'opo- 
panace,la  mirra,l-  incenfo,e l  fior  di  fale:  e  pof eia  incorporarli  co  l'altre 
cofe  già- liquefatte. Fale  ancora  per  nerui,opopanace,  terbétina,bdeUià; 
fquinanto,&  vif ch'io  quercino, ana  oncia  vna,con  dus di galbano,òvera 
mente  vn' oncia  di  pomelle  di  laura, due  di  opopanace,tre  dipapaueroy 
quattro  di  Ut  argino^ fé i  d'olio  laurino fo  pene  abrueiata,bitume,ftorace> 
galbano,bdellio,&  incenfo,dipari  pefo,ò  pece  frefca,bitume  giudaico,va 
gia,colofonia,cera,e  folfoviuoi bolliti  co  grafo  dibeccoXoglie  oltr'à  ciò 
le  doglie  de'  nerui,mifiura  di  ammomaco,pece,hitume,egvlbano,ana  lib 
bre  tre  bdcllio,epropoli,e  terbentina,ana  libbre  due,co  vnàdiftorace,& 
un'altradi uifchio;udipecefecca,hiJfopo humida,colofonia;perfmno  am 
moniaco,pomelle  di  làuro, \  bdellio,  propoli;.e  galbano,libra  vna  per  cofa-, 
bitume,&  aceto,ana  libbra  me%a,con  due  di  fioracelo  di  ftorace,propo 
li,cera  bianca ,  e  papaueri,  ana  libbra  me%a ,  con  vna  di  verderame ,  e 
quattro  e  menadi  pomelle  di  lauro  >-.»  di  pomelle  dilauro,  fugo  di  papa- 
vero ,  florace ,  propoli ,  e  cera  bianca,libbra  vna  e  mexa  pet  cofa,con  v- 
na  libbra  di  cera ,  &  vn' altra  di  viole  bianche  ,  òdifemen^a  dipapa- 
,  uerograffo  di  becco?  pomelle  di  lauro  >  florace >  opopanace,e  ragia,  ana. 

libbr* 


ìt 


*DEL    CjLVsAllQ    t  I B.    Viti.         6\i 

*A  libbra  vna,e  quattro,di  cera  con  olio  irind,  e  colofonia  >  ana  onde  fei  y  e 
due  digalbano,o  ài  cinque  libbre  di  olio ,  duediragia,nnadititargirio, 
e  meya  di  cera  con  gallano,  opopanace^ncenfo^  mirra,  ana,  onde  due, 
&  vino  à  baUanna-.Q  di  graffo  di  toro,  opio,  &■  iride  Illirica,  ana  libbra 
vna,galbano,polue  d'incenfo,  midolla  di  ceruo,viole  bianche,  e  terbenti 
na,libbra  vna,emezaper  cofa,con  me^a  oncia  di  artfìolochia,ò  digalba 
no,&  verderame,ana  oncia  vna,grafio  colato,olio,e  terbentina,  ana  Uh 
bre  due ,  e  quattro  di  marche/ita  :  Oltr'à  ciò  per  fortificare  i  nerui,  egli 
compone  vnceroto,  che  può- giouare  ancor  àgli  buomtni,  che  baneffero 
le  pedane:  in  quesìo  modo,ftanpeIie  in  vn  mortaio  due  libbre  di  cera  ;  e 
fei  di  biffopo  humidate  di  tal  mijlura  pigliate  fei  oncie,fi  fk celano  di  nuo 
no  peflare  convn  pestello  di  piombo  infmo  a  tantoy  che  rimangano  inpe- 
fo  di  onde  dueipoivi  fi  aggiungano  tre  libbre  di  melex  &  aceto  quanto 
baslupofcia  fei  onde  di  ammoniaco ;vna  di  agretti  rofliti  nella  padella» 
equindici  di  marmo  trito,e  tamigiatoJndipesla  vna  libbra  digalbano» 
e  fatta  tenera,ft  peflerà  ogni  cofa  infieme,  &  vltimamente  vi  fi  aggiun- 
geranno tre  onde  di  midolla  di  cerno y  e  fei  d'olio  antico-  >  e  fattine  peigi 
lungbi,ft  siederanno  per  gli  ìyuomini  su  vnapeiga  dllino,per  li  Giumen 
ti  su  vn  pe%go  di  lana  iE  contra  tutti  i  vitij  di  nerui  fòggìunge  valer  il 
medicarne  detto  <Anacollema,c he femplh emente  coffe in perfumoam  Anacoll& 
q  moniaco  tritone  difìoluto  iu  aceto.  Ma  co  ninno  rimedio  flima poter fi  aiu  ma. 
tareilcauallo  neruico,comyegli  il  chiama,ilqnalebauendo  aggricchiatì 
i  nerui  interni,  flende  il  collo,  &  al^a  il  capo ,  guardando  in  su  col  mirfo 
Brettodi  modo,che  no  puh  aprirla  bocca,  ilventrenon  rende  cofa  vera 
na,el  membro  genitale  fuaginato  gocciola  fpeffa  orina  ,àpoco  àpoco,e  le 
gabe  vacillano  fempre  torte  cafeando  col  capo  in  già.  Se  iCauallo  hauen 
do  panocchie  fentifi'e  per  quelle  tal  doglia  nel  caminare  ;  che  gli  venifle 
lo  Ipafimo^fitcciafiHar  quieto,efian  fomentate  le  panocchie  abbondan- 
,  temente  con  acquacaldaye  convngietalhora  bagnate  di  caldo  uino,  poi 
fi} "accia  untione  con  grafi  o  di  becco  , .  falnkro  abbruciato, cera,  &  aceto 
X)  compofii  infieme.  V  egetto  fcriue,chiar  a  cofa  effere,cbe  i  Girtmentipati-    sPa^m^ 
feono  lo Jp afimo, quando  fiveggionofubit amente cafcare,e  con  legiuntu  mtifcajda 
re  diflefe  palpitare  in  tutto  il  corpo ,  e  talhora  caedaper  la  bocca  fchìu-  i  giumen- 
te: nel  qual  cafo  giouerà  dar  loro  i  cibi  bruffati  di  acqua  temperata  con  "  • 
acetoyfalnitro,epolue  di  cocomero  faluatico:  mefcolando  ancor  delfalni 
tro  nelhere,che  hano  a  farete  per  lo  nafo  buttar  me^a  codia  di  f angue  di 
Tartuca  marina  y&  altrettanto  d*  aceto  con  vn poco  di  lafero  ;  e  fpeffo  ■ 
fregar lafchiena con olio,falnitro ,<& aceto mifli  in/teme .  T{oborofa  e-  f^°fp°J^ 
gliihiama^uslla infermità,  che  èjfcetie  di  T irò  fecco}  e f aumentar  £a-  dì  tuo . 

nimale 


6?4  -*D  E  L  L  jt     G  L  0  ^  J  Jf 

nimale  rigido  come  legno ,  con  gli  occhi  chiù  fi  ,  l'orecchie  fredde,  n'arici  *  E 
difiefe,bocca  [errata, collo  ir.imi  bile,e  reni  strette,  legato  di  fp  "Me  diga 
be,e  dipied:,e  col  corpo  infornino,  tutto  riìlretto,&  induratoci  che  non 
■  può  dinzjar  ,  né  piegar  la  tejia .,  ne  muouer  li  coda,  né  bei i  giacere:  la 
.  qual  infermità  prouie  ie  per  ifpafimo  di  neruifo  per  tremore;  fi  co  me  ac- 
cade quando  ne  i  piedi,  ò  in  altri  luoghi  neruofi  fi  fon  fitti  cauterij  pia 
profondi  delconneneiiole  lòfe^  dapoi  eoe  l'animale  è  fi. ito  cabrato-,  fi  è 
aggiuntaci frefco  dolore  la  negligenza  del  b'tongóuernoyche  glihabbia 
fatto  patire  freddo  ;  òfedaluogo  troppo  caldo  fia  sìato  canato,  e  poHo 
al  jrcddoyòfe  nel  freddo  fi  farà  fitto  fidare  affai.  Quefia  sì  fatta  B^pren 
fionefe  hard  occupati  i  lombi,:l  Giumeuto  diuien  Tetanico,  e  fi  cura  con    P 
caldivnguenti,(peci.ilmente  (come da  rapiti  s'afferma)vngendo  gli  tre, 
ò  quattro  volte  le gam'je  con  aceto,  ouefia  diffoluto  aglio  petto:  canal- 
candolo  finche  fi  fcaldi  bene,e  poicoprje'idolo,acciò  fidi  :  «fSW a  s'ella  fa- 
rà auuenuta  nele  parti  dinanrj ,  di  modo  ch'eglinoa  poffa  aprir  la  boc- 
Cauallc  ca,nonrì  è  remedbjperche  di  farne  vìe-ie  a  morirfi.Oitello,che  il  tutxo  il 
perduto   corpo  egualmente  già  fra  perduto:  m  i  p  ir  nulla  dimeno  apre  la  boccay 
in  turco  1  teur£  Con  Calde  vationiejfertadto  fregato ,  e  poi  coperto  ben  difchiaid- 
'    ne  in  luogo  caldo,col  fuoco  apprcfo  netto  difumo,che  coptamente  vea 
ga  à  fudare,&  accioche  col  mnouere  delle  m  tfcelle  pur  fi  rifcaldiyfian-    _ 
gli  dati  da  rodere  ram'tfcelli  di  lauro  groffettifo  fkue  dure  mefcolate  con 
bacche  di  lauro  àdigiuno,e  perche  fi  mantenga,  non  ft  manchi  di  dargli 
à  bajìan^a  farina  d'orbo  con  la  crufca,  mettendogli  per  bere  acqua  cal- 
da innanzi,  e  per  lafviiflra  narice  gli  fi  a  butato  perfetto  olio  rnijlo  con 
fugo  d'orbata,  purgandogli  il  ventre  con  clisleri  d  acqua  melata,  ouefia 
alquanto  e asloreodifi oluto  ..Alcuni  costumano  di  fare  slare  al  Soledi- 
Slefo  l'infermo,e  coperto  d'arena  tutto  (fuor  che  il  capo,e  le  groppe)  in 
fin  cbefudi.Macon  la  prima  cura  molti  fi  trouano  effer  guariti:  Et  qua/t 
do  pumonbawefe  ella  giouatoyloda,che  al  collofi  dia  il  fuoco  dall' vnay 
e  dall'altra  banda  à  pe^Z?  #  P67^0  >  efopra  tutta  la  [ch'iena  %li  ftan  pò-  j{ 
ftipertredìfaccbettidi  brenno caldi vj alio  i-iftemein  caldiffimo luo- 
go quella  vntione,la  qual  fifa  con  vna  libbra  di  cera)  va' altra  di  opopa- 
nace,e  meza  dicajloreo  ;  va' oncia  di  pepe ,  e  due  e  meza  di  midolla  di 
cerno, mefcolate  con  buon  vino  vecchio  fPnolJi  ancora  vfareper  vntione 
e  per  diflilarne  alcuna  parte  entro  l'orecchie  vino,olio,e  pece  liquida  in- 
fieme  bolliti:e  neceffaria  gli  farà  quefia  compofitione,che  pub  à  Tetanici 
pHrgiouare,danco,tnfiagineye  cornino  alefìadrino,ana  onde due,anagàl 
lico,casloreo,  ibrotanoymanay^affranoy7^tccaroyet  hiffopo,  ana  oncia  v- 
na}con  mez^a  di  pepe  biancoy  ridotte  in  polve, dandone  due  cucchiari  con 

fugo 


D  EL^C  J.V  ut  ho;   V1&.  Vili.         6fr 

ji  fi'SP  d'orbata,  caldaio  (fé  l'animale  fiufie  più  gagliardo)  con  vua  benzi- 
na di  Vai  vecchio  per  caldo .  E  cofi  in  quefla,  coinè  in  ogrì 'altra  ,  oue.fin 
bene  mitigare  l  auilerità.della  bevanda ,  e  Unire  i  canali  della  gola  ,  non 
fi  manchi  di  mefcolare  alquanto  d'olia  ,<Altr-i (com'egli  raccontajcauan 
f angue  dalle  tempie ,  e  con  quel  [angue  mijìo  con  fai  nitro y  cas~ìoreo,e  fa- 
le,tilfreganQ,tcnendolofempre  in  luogocaldo  :  e  poi  gli  danno  in  beuada 
latte  di  capracon  olio,ruta  ypepe  bianco  ,.  bacche  dilauro ,  e  fkue  frante 
dandogli  ancora  a  m  angixre  orzo-)  accioche  egli  agiti  le  maf celle  :  Jll  ter 
%o  giorno  gli cauanofangue  dalla  coda,econ  vntioni  calde  gli  mantengo 
ìió  le  reni.  Qualche  volta  mefiolo  ne  i  bagni ,  lo  fcald 'ano  ogni  dlcon 
£  beuande,e  gli  fanno  tenere  in  bocca  ramuf celli  di  falce, ò  di  rouerp;  e  r  af- 
fati i  dodici  dì,lo  fan  paleggiar  copertole  ciochc  fudi.  ^Alcuni  altri  per . 
guarire  i  P\pborofi,  e  per  caci  iare  il  freddo  ,  danfro'/*di  di  fichi ,  lequafa 
bau  virtù  difcaldare,  &  vfano  à  dare  con  tepido  vino  vecchio  nuslura 
di  gentiana,s~ìorace,  manna  ,  &  %uccaro  ana  onde  tre ,  con  due  di  opo— 
panace,aggiuutoui  vnofcropolo  di  mirrale  tre  dipepe  lungo.  Vfano  an- 
cora di  far  cuocere  in  acqua  mei^a  libbra  di  bacche  di  lauro  y.  &  vna  di 
cera  e  on  otto  onde  di  terebentina-)  quattro  di fiorace  >  due  di  opopanace  y 
&  al U  et ante  dimedolla  di  cerno ,?nefcoUtot'.i olio  di  pino  quanto  bafiaf- 
fe:e  di  tal  misìura  fregando,  l'vngono^  iquali  rimedi  mede/imamente^ 
egli  a  ferma  poterti  vfare  per  chi  patifie  la  coriàgine .  GliOpislhotoni ,o        . ,,  ( 
Epijlothoni  (com'egli  ferine  }  loda  ,  che  fi  facciano  Mare  vnagran  pe^j  con  j   co. 
%a  al  Sole  quando  più  arde  ,  coperti  con groffì  panni,  ò  purinuolti  nel  me  fi  cu- 
proprio  loro  sìerco,accioche  fudino:e  per  beuanda  molto  f alucifera  a  dar  l'ino.. 
per  bocca  eglipone  quella  ,  che  poco  difierifee  da  quella,  che  qui  tra  le 
pr-ìm  e.  è  slata  riferita  ,  venti  granella  di  pepe  ,vn 'oncia  difiinitro  >  vn 
pezzetto  di  lafiero  Tirrheno  àgrandez^a.  d ' vna  faua  ,e'lpefo4'ynda - 
naio  di  Cedro,mefcolate  con  vnahemina  di  fiore  difinitto  y  c^rvn  f fila- 
rlo di  buon  vin  vecchio.  TslJ  fi  manchi  dibuttarperlo  nafo  grafi afre fot. 
£  di  Torco  bollita  sui  carboni  con  olio,  -mele,  &  vino.  Ter  vntioni  appro- 
ua,quefte  midolla  di  (eruo,e  fiorace,ana  oncia  tre,gomma,&  olio  di  lau 
romana  onde  quattro,cm.due  di  opopanace,  liquefattaui  infieme  vna  lib- 
bra di  ce)- ab  facciafi  cuocere  vnfeftario  di  bacche di  lauro,  due  di  cimi- 
nole dite  d'olio, con  vn' oncia digqma,tre  digalbano,et altrett  atedi folfo 
vitto  .  Oltracciò  ordina  per  li  nerui  graffi  vnguento  ince/ifiuo  di  questo 
modo;Galbano,opopamce,midoUà  di  ceriio,ammoniaco,terbentina,pro 
poli,viole,incomio,vifchio,eflorace,ana  libbre  due,bitume,et  olio  cerino  Vnguen- 
ana  libbre  tre,pece  greca,pece dura,cèra,e '  géma  pituita,  ana  libbre  cin- ncfyiaraf 
que ..  Vrì altro  per  dolor  di  nerui  ne  pone  poco  diuerfo .  ^albano,opopa^{i.. 

nace 


6}6  T>  E  L  L\A    C  L  0  B^  I  \A 

naceyhifopoyammoniacoy propoliyvioleyftoraceybitumey gómma  >  farina  £ 
d'incenfo,t  bacche  dilanroyana  libbra  vna ,  terebentina  t  e  pece  liquida, 
ana  libbre  feiycon  vna  e  me^a  di  vino  infieme  cotte. 

Il  medefimo  effetto  dic-epoterftfkre  con  vnempiaslroyche  contenga^ 
galb^noyammoniacoyterbentinaypepeye graffo  di  cernoyana  onde  treycon 
cinque  di  draganti^ [e i  di  cera:o  veramente  midolla  di  ceruoyfolfo  uinoy 
alnmeygommayepece grecayana  libbra  vna  con  due  di  cera  sbattute  in- 
~       fìeme.  jLgoWmo  Colombro  interpreta  l'Opiflhotono  effereflirametoy  e  da 
de'  nerui  ^ore  ne^  dorfo:o  neramente  acuto  morbo  ne  i  lambì;  ma  lapafjìonedener 
in  tre  tno  uiyjp a/imo; egli  dice  efere  di  tre  modi ,  che  quando  il  male  tutte  le  parti 
di  •  del  corpo  vniuerfalmente  comprendeyfi  dice  Tetano  >  s'egli  àttrahe  fola-  0 

mente i  lacertifò  le  corde  della  parte  anteriore\come  del  collo  delpettOy 
e  delle bracciayfi  dice  ^A  metano  yfe  quelle  didietro ,  come  della  fchieìia 
de  ifìanchiye  delle  gambe  Tojìetano  è  chiamatoci  quefie  treffetie  la  pri 
mieraych'è  più  dubbiofayegli  ordinay  che  fi  curiy  buttandogli  per  la  gola 
buon  vino  caldoy&  olio  dolceyconpcpeydnnamomoyfpicayoriganoy  ethif- 
fopo;b  vino  buco  bollito  co  vn  manipolo  di  ruta}aggiuntauipolue  di  bac- 
che di  (auro ,  e  difiler  montano ,  ana  onde  tre:o  vino  con  me^a  oncia  di 
cafloreo  trito:  la  cui  fumigatìone  è  gioite  noie  ancor  non  poco  .  donano 
parimente  i  clisleri  di  vino  bixco:  ouefia  bollito  affentioy  o  rutayfe  la  cura  r 
farà  di  vernoyfe  di  eslateyfi  potranfkre  d 'acqua  di  canigliayouefìa  diffo- 
luto  mele.  Vngafi  oltra  a  ciò  con  misura  eguale  di  olio  laurino  uolpino  } 
olio  di  enforbidoyolio  dipepeyolio  irino;oliofambucin3yolio  coslinoydial- 
theay  e  graffo  vecchio  di  porcoy  e  poi  fi  c/topra  con  vna  buona  manta  di 
lana;e  fé  fopra  i  luoghi  vnti  fi  frargeffe  polue  di pulegiaydi feme  difena- 
piydi  bacche  di  lauroye  di  euforbioymiglior frutto  fé  ne  h <ar -ebbe.  Quefl  'al- 
tra vnthne  egli  dice  douerfi  tenere  fempre  in  bottega ,  pere/fere  faluber- 
rima  non  folamente  à  tutte  le  pafjìoni  neruofe ,  òjpafmi  :  ma  a  colici  e-r 
illiaci  altresìy&  alle  dure  poterne  :  la  qual  richiedey  cbetuffilagineyfien 
grecoyfeme  di  lino  y  radice  di  altheay  e  feme  di  maina ,  aria  oncia  me-^a  fj 
bittiro  vaccino ymarciatony  agrippaye  dialtheayana  oncia  vnay  hijfopo  ha 
mido  onciedue  ,  olio  di  camomilla)  &  anethino ,  e  fugo  di  ciclamino , 
ana  onde  tre ,  con  cinque  fichi  jecchiy  fi  facciano  in  feme  difiolkere  a 
fuoco  lento;  fin*  alla  confumatione  ypoivifi  aggiunga  vn  'oncia ,  e  me- 
Diapente  ^^  poluedi  cappari,  e  fpicay  e  fqutnantOy  ana  onde  due  con  cera  à 
uale  con-  baslan^a.  Lvnguento  ancor  Diapeme(cofi  nominatOyperche  confifle  di 
tra  li  ipaf  cinque  cofe)  egli  afferma  valer  contra  glijpafmiy  e  leuar  via  cofigli  an- 
nodamenti deUe  giunture?  come  le  dure^ey&  enfiagioni  de'  nerui  :  per 
la  cfticopofitioney  conmen  con  olio  irrino  incorporare  me^a  oncia  diflo- 

race 


mi. 


DEL    CUV \XLLOy     LfB.    Vili.         63J 

Jt  race  liquida y  due  di  terbentina  y  fei  di  buona  ceraye  dieci  di  vifchio  quer" 
tino .  Ofetalivntionìmancaffero;fhccianft  convinoyolio vecchio}epece 
liquida  infìeme  bolliti:  ò  veramente con  olio  ,e  con  buonvinofkcciaft  bol- 
lirla radice  pefla  delpilatroy  ci?  è  chiamato  da' Greci  Detano;  e  ben  for- 
te contrapelo  vngafene  il  Giumento :per -che  è  medicina  molto  appropria 
ta  alle  membra  affreddatey  0  che  patiffero  Tarlifiayè  molto  ancora  vale 
ad  aprirey&  spurgare  loppilagione  de  i  colatoi y  cioè  la  cojlrettione  del 
le  narici.Eper  rifolnereil  cojìringi  mento  delle  mafcelley  che  ne  [noie  au- 
uenireylodayche  fia  cibato  con  cofe  dureycome  ceciyQrobiyfkue  minuterà 
biscottato  y  &oi-%o  buono ;il che  non giouandoy  deurà  il  maeflro  aprir 
col  rafoio  dall'vnaye  dall'altra  banda  della  fkcciaye  trinato  quel  neruofi 
naie  del  capoyche  fcende  fino  alle  labbra-,  deliramente  con  vn  ferro  info- 
cato tagliarlo  pr  e  fio  all'offa  della  mafcellaye  poi 'curar  le  piaghe  come  co 
me  ne. L'infermo  bifognayche  fia  tenuto  in  luogo  caldo ,  e  quando  fuffe  al 
cun  dì  quieto  col  Sole  caldo  y  fdria  bene  caudcarlo  foane  mente .  Ver  la 
feconda Jpecie  è  d'auuertirjìy  che  lafì  dia  h  abbia  l'vfcio  verfo  la  parte 
*AuStraleyche  la  tejia  del  Giumento  Stia  coperta  di  panno  di  lana  y  e  vn- 
ta  con  buoni  vnguenti  >  tra' quali  egli  loda  l'olio  laurino y  del  qualft  può 
mettere  nell orecchie ye  nelle  nxriciye  per  lo  collose  per  io  petto ,  dandone 
ancor  per  la  gola  infufione.  Approna  etiandio  a  dar  due  volte  il  dì  la 
C  beuanda  di  vnfeSlario  di  vin  vecchioy&vrìbemina  d'alio  con  vn 'oncia, 
di  nitro  fai  fo  quanto  vnafkua  di  .Affa fetida  >e  dieci  granella  dipepe yfk- 
cendoui  liquefare  alquanta  pece. E  molto  dice  douer  giouare  fé  con  graf- 
fo di  Cauallo  fi  fàccia  acanto  al  fuoco  fregagione  da  due  perfoney  che  con 
le  mani  Stirino  la  cotenna  d.ill  vnaye  dall'altra  banda ,  e  per  fare  y  che'l 
Cauallo  manicando  la  briglia  y  prenda  medicina  al  fuo  male  ,  fi  potrà  in 
efiainuolgere ,  e  legare  la  radice  del  pilatro  y  che  è  gioueuole  grande- 
mente à  sì  fatte  ritrattioniSfe  la  befita  hauefie  vitio  ditrar  calci y  non  fi 
manchi  di  molestarla;  accioche  ne  tragga  (pefìo  ;  perche  in  quefh  modo 
mouendo  le  gambe  >  ineruifi  Stenderanno .  Uvltimaftecie  egli  giudica 
D  incurabikyperla  grande  attrattione  delle  corde,  che  fa  restar  la  teSìa  ri 
uolta  in  sàyflringendofì  ifianchiylagolayi  dentiyle  labbra  y  e  le  mafcelle. 
M.Tier  Andrea  ne  glifpafmiychefofier  venuti  per  dolore  di  nerui ,  0  di  Jrjj?  PJF 
ve  ney  ò  per  colpa  ricettato  in  alcuna  giuntura  y  ò  per  ferita ,  adoperali  a  i  Ugrg  < 
clifleri  di  olioy  &  vino  tepidi:  e  quado per  auuentura  haueffe  visto  Ughi 
mento  andareyb  Star  in  cos~tayfenxa  poter  piegar eynè  muouere  le  giuntu- 
re: & effendogli  con  la  brigliayò  con  la  caue^a  aliato  il  capoygirare  co 
forza  ambigli  occhi  in  bianco  >  giudicaua  lui  patire  lo  fp  a  fi, no  y  il  quale 
nello  fj>  ino  >nel  collose  nelle  gaghe  più,  che  in  altra  parte  del  coi-po  diceua 

foler 


é3%  D  E  L  L  ^    C  L  ò  f^l\A 

foler  venire\eper  curarlo preflamenteyglifàcea  in  vna  flalla  ben  calda;  £ 
vn  buono  letto  di  paglia ,  ò  di  fieno  afciuttoye  couertolo  con  vna  manta 
che  tutto  il  coprendeffeycucita  al  petto  acciò  che  caduta  mai  no  gli  fuffe 
il fàceuaflare fciolto.-percbe  fi  fuffe potutaleuare >?  corcare  à  voglia  fua: 
Indi  ben  forte  pefia  berba  di  muro ,  &  in  vna  caldaia  afciutta  mefiaU  à 
fcaldareye  menatala  beneyfincbe  tutta  fufiefudatayn'empiea  vnfacchct- 
to  di  tela  fonile  >vn  pabno  e  me?o  largoye di  lunghei^ay  che  dalla  coda  fi 
fuffe  dislefo per  la  fchienaye  tra  l 'orecchie  fin  oltre  allafrontey  ilqual  jac 
chettocofi  nei  capi  >  come  ne  i  me^i  legaua  di  forte  y  che  fuffe  slato  ben 
fermo  fotto  la  manta ,  acciò  che  dal  calore  di  queii  berba  tutto  lo  jpino 
haueffe  riceuuto  confortoy&  incorporata  vn"  oncia  di  fera  pigra;  &  vn' 
altra  diDialtbea  con  quattro  di  afungiafufa  difcrofa  y  òpur  di  porco , 
nefhceua  vntione  tra  l'vnaye  l'altra  orecchidye  fotto  lagone  le  mdfcel- 
leyfàcédogli  tenere  in  bocca  vn  bafloneyacciò  che  V  animale  fuffe  venuto  a 
menar  le  ganghe  y  fé  impedite  le  baueffe  battute  :  &  à  mangiare  gli  da*- 
uà  del  brenno  cotto  raffreddatolo  beueroni  di  farina  ben  dimenatale  e  io 
Come  fi  che  fi  fuf  e  potuto  foflentare  in  fi  pericolofo  accidente  y  dal  quale  chi  pur 
incorra    ne  fcampay  eglidiceua  falere  fp  e  fio  venire  a  quel  maleyo  più  tofto  vitio  ; 
nel    miìcheT 'irò  volgarmente  è  chiamato  per  lo  tirar  continouo  delle  ganghe '•> 
del  Tiro.  tnettendofi  à  rodere; e  mafiicare  la  mangiatoia:^ Iche  fàcilmente  da  lui 
fi  rimediaua;per  che  face  dolo  fiar  co'i  pie  legati  in  luogoy  doue  non  fuffe 
fata  B^aflellera  verunaygli  daua  il  mangiare  nella  Biaderà  appefa  al  ca 
Tiro  che  p0  _  gi0Han  Battijìa  Terraro  dice  il  Tiro  effere  vna  peri  colofa  infermità  ; 
J/jaTfaoi  che  ritira  inerui  dependenti  dal  capo  \  cagionata  cofi per fouerchia  raf- 
effetti ,     freddatura;o fcaldatura;come per  four  abbondante  concorfo  difangue  : 
Sono  gli  effetti  di  que fio  maleyfuoltare  locchio\ritirareil  mufo:dirijgar 
V orecchie  :  mancare  ne  i  fianchi  -,  fchiancar  le  cofeie  >  e  tener  la  coda  te- 
fate  la  bocca  cbiufa .  Il  rimedio  è  \  che  effendo  il  cauallo  fcarnatOye  ma- 
gro ;  glifi  fàccia  vn  caueftro  di  fuoco  accefo  per  quelle  parti  :  oue  la  ca- 
uex^a  di  cuoio  gli  è  fìtuata;dandogli  vn  bottone  su  la  fronte:  al  Tappo; 
&  in  ciafeuna  parte  dei  fianchi:  e  delle  (palle  -•  vngendo  poi  le  cotture 
con  olio  di  viola:7JeJì  manchi  di  fargli  fempre  tenere  in  bocca  vn  bafio 
neynto  di  lardo:òpur  la  briglia  vnta  di  mele: acciò  che  con  quel  conti- 
nouo mouimento delle mafcelle  ;  inerui  s'aiutino  al  rifoluerfi  ■:  per  lo 
qual  effetto  giouerà  dargli  a  mangiare  bifcotteliyfaue;e  crufea  me f colata 
con  fiengreco:tal  voltapaglia:e  qualche poco  di  or^o;  guardando  infom 
ma:  eh' egli  non  reslifen-^a  cibar/i;  e  mentreycbeHmafticare  per  auaétu- 
ra  gli  fuffe  impedito  ;  almeno  facon  beueroni  foflantiali fortificato  ;  ne 
per  quaranta  giorni  fi  faccia  vfeire  dalla  fua  fianca  ;  laqualfta  calda 

fenici 


D  E  L  (f<AVA  LIO,    L  I  B.   Vili.  6$$ 

jl  fen^a  altro  lume, che  di  lucerna;  e  per  tre  dì  farà  ben  con  clifleri  di  ac- 
quaci remola,e  di  olio  commune  deflar  Wì^atura;  mafel  animale  fia 
graffofepien  di  came,prima  d'ogni  altra  co ja,conuerràf agitarlo  nel  col-' 
lo,e  poi  apertogli  sul  mojlaccio,e  trottato  il  neruo  crinale,  ihefhcilmen 
te  per  la  grofie7^a  potrà  difcernerf,  troncarlo  col  rafoio  sì  deliramente, 
eh  e  non  fi  faccia  offefa  à  gli.altri  contigui  à  lui, che  fon  più  piccioli;  fndi 
composlo  vno  vnguento  con  afìungia  d 'orfo,e graffo  diauoltoìo,  ana  on- 
de due,dialthea,pulione,e  cera  bianca,ana  onde  quattro,  dimacedonia 
tre,di  agrippa  cinque;  e  di  butirofei  ;  aggiuntoti  quattro  libbre  di.  olio 
vecchio ,  vngerne  la  deftr  aparte  del  collo ,  e  laftnislra  di.  tutto  lo  Jpino 

B  fri  alla  coda:  cingendoli addo ffo  vna  manta  grauofa,  e  calda;  e  per  cin- 
que giorni ' contino uar e  clisìert  divino ,  &  olio  mefcolatl  con  decottione 
di  malue,d'herba  di  muro,  o  di  bìete  colate  infieme ..  Soggiunge  ancora 
foter  procedere  il  Tiro  da  pafftone  talvolta  del  dente,  mafcellare ,  e  tal. 
volta  del  detto  neruo  crinale,  &  effendo  per  la  primiera  cagione,il  Giu- 
mento sì  ara cinque 'giorni fenia  mangiare ,  poi  cefi andò  il  dolor e\inc o- 
mincierà  à  prendere  cibo;per  la  feconda,.mangeràpure,ma  slarà  in  peri 
colo,grande  infitto  al quartodecimoitrdlquale fyatio  no  venendogli uno 
uerifuftonie  nuoui  accidéti,ft  potràhauer  ficureiga  di fuaf alate. Oltr'à     Empia- 

,v    ciò, per  appropriata  a'  nerui.e  molto  utile,egli approua  l'empiafiro ,  che  FrQi  aP" 
nomina  Sdogliatiuo,composlo  di gomma,dragante,cera  nuoua^pece  na  %*°J». "^ 
uale,e  ter b emina  congiunte  infieme.  M.Luigi  su  i  nerui per  fkticaaddo-  ui .. 
gliati,vfaua  dimettere  empiaf.ro  fatto  confeuo  di  pecora,&  affungia  di 
porco,dianatra;e  digallina;o  confeuo  dibecco,verderame,epalatara:- 
ò  con grafìo di ceruo galbano,cera,ammoniaco ,-papauero biancc,e ter- 
hentmafo  conforma  digrano,calcina  vergine,e  mele ;ò con folfo  viuo,  e 
fugo  di cipolla;e  quando  vedetta ,  che  glihumoritirauano  i  nerui  a  die- 
tro vi  metteuafugo  àifafn  buco,c  faime  lauata  con  aceto.  Speffo  i  canal  - 
//  Incuruati,egli  emana  con  la  misura  delle  cinque  vntionì,  butiro,  olio.    Miftura-. 

jj  di  lauro,  Jlgrippa,dialthea,e macedonia.Ma  fouratutto  et  configli aua,  Pcr  caual 
che  sauuertiffe  a  non.  mettere  in  luoghi  di  nerui,  ò  digiunture:  alcuna-  uat$# 
polue  diquelle,che  troppo  foihviolenti,come  rifegallo,arfenico,folimato, 
&  altre  talì,per  che  facilmente  ne  feguirebbe  gonfie^  a,effafimo. Del- 
lo fyafimo , ch'egli chiamauàT  etano, quefli  diceua efiere  ifegni,cheil 
Giumento  malpuo  mangiare,  emalmuouere  l  e  fì>  alle,  ne  le  gambe,  e 
jfrejfo  cade  :.•  T'ero  volendolo  curare:,  il  poneua  in  luogo  caldo  con  bra~ 
già  attorno  fen7a$umo,e  con  tre  coitene  addogo  dijìefe  in/ino  al  capo,  e 
pr  tre,  ò  quattro  giorni  il  focena  tre  volte  il  dì  da  quattro  perfone  fre- 
gar ben  foriere  con  caldi  liquori  vngere,adoperando  principalmote  que- 

Sìa. 


£4a  htlL^tGLO^l^i 

fìavntione ,  che  riceueua  pepe,& olio  nardino,ana  oncia  vna,euforbio,  E 
e  graffo  di  volpe,anioncie  due:bdellio,ammoniaco,galbano,affa  fetida, 
e  carpobalfamo ,  ana  onde  tre  ,caftoreo,opopxnace,nitro  bacche  dilati* 
ro,  &  ireos  fecco,ana  onde  quattro  ,con  olio  dilauro,e  di  e  amo  miliare  au 
pi,ana  libbra  vna,e  quattro  del  commune,agginntOni  di  terbentinaqua  ' 
topareaa,  che  fi  richiedere.  Ter  cibo  gli  d  ana  ceci  ammolatinell 'acqua  • 
o  orobi,e  cofe  calde ;el  bere  voleua,che  fuffe  di  acqua  tepida,e  tal  -volta 
divino  vecchio  con polue  d' incenfo,e pepe  trito:tal  volta  col  vino  mefeo 
lana  nonpepe  folo ,  ma  cinnamomo  ,  hifiopo  ,  horigano,abrotano}mele, 
ejpigo  nardo .  Taralifia  ancora ,  dice  Vegetio,il  giumento  patire  àguì 
fa  degli  huomini,e  conofeerfi  al  cammar  torto  da  vn  lato  (come  s'èdet  P 
to)  e  benché  alcuni  s'ingegnino  di  ridriigare  il  collo  ,  facendoli  calare 
dauanti  il  batto  con  molto  pefo  ,  nondimeno  la  principal  cura  farà  di  te 
nerlo  in  luogo  caldo ,  continouando  le  vntioni,  e  le  beuande,come  per  lo 
Segni  del  f{pborofo  s'è  ordinato  :  &  oltra  il  e  aitar  del  f angue ,  fkcciaglifi  col  cau- 
li r"0iu-tt:erioneii> aitra pxyte  della  tempia  vnafielletta .  I  fegni  della  1\ifolutio- 
neru  i     e  ne  de'nerui  ,  e  dal  malVar  alitico ,  quando  la  offefa  è  nel  ceruello  yfcri- 
mal  para-  nonogl'Hippiatri  efìerqueHi,che  le  labbra  rilavate  fi  vengono  brutta- 
litico.       mente  a  rouefeiare ,  la  lingua  difìeccata  pendei' vn  degli  occhi  è  minor 

dell' altro,e  l'vna  dell'orecchie  più  flaccida,  e  pendente. -ma  fé  non  veden  G 
do/i  offefa  alcuna  nellafkccia,ft  rifoluano  i  nerui,ò  di  tutto* l  corpo,ò  d'v- 
na parte  folo,la  cagione  del  male  è  nel  principio  della  midolla  fpinale . 
lAWhora  vogliono ,  che  le  labbra  fi  ano  Hroppicciate  ben  forte ,  &  vnte 
con  mistura  di  bitume,polue  d'incenfo,  gomma  di  pino,  &  olio  vecchio, 
Parlafìa  ana  kbra  me7a,con  vnadi  ammoniaco  >  aggiuntoui galbano ,  propoli,  e 
come  fi  midolla  di  cerno ,  ana  oncia  vna  ,  bolite  infieme  .  La  Tarla  fia,  che  per 
curi .  offefa  de  '  nerui  auuiene  alle  labbra ,  torcendo  quelle,  e  difconfertandola 
faccia,dice  Sgottino  Colombro  poter ft  curare ,  fé  fatto  bollire  con  vino 
in  vafepuro  cocomeri  afmini  orecchia  di  topo ,  noce  mufcata,noce  dfn- 
dia,  acori,  e  piretro  di  egualmifur  a:  colata  la  decottione  per  panno  di  H 
lino  ,  fi  dia  per  lo  nafo  due  volte  il  dì,  per  ogni  narice  vna  fiat  a  ;  perche 
purga  la  teììa ,  e  conforta  i  nerui  mirabilmente .  Vale  anco  à  quefìo  lo 
flernutatorio  con  euforbio  ,  ò  conpepefo  con  nigelh  :  e'I  fuffumigio  del 
casloreocon  ogni  vna  dell' vntioni  fopra  ordinate,fktta  da  quella  parte* 
onde  fi  veggiono  i  nerui  effere  contratti:  &  vltimamente  giouerà  il  cau 
terio  alle  vene  dietro  V orecchie  nella  fommità  della  mafcellainferiore,ò 
Vmcifione  di  quei  nerui,  che  legano  il  labbro ,  nella  maniera,  che  s'è  de- 
feriti a  .  Quando  la  Tarlafia  veniffe  ancora  in  altre  parti ,  fi  che  l'ani- 
male andafie  tutto  torto  da  vna  banda  aguifa  divn  granchio  ,ò  come , 

s'egli 


DEL    CXVJLL  LOy    L  1  B.    V  Uh         6+t 

jl  s"  egli  f uff  e  premuto  da barda,  & non  potefie  piegart *il  collocarne  fé  ha- 
uefte  rottele  "Botole  dì  qutllo,b; 'fogna  che  fi  cani  [angue  dalla  tempia  con 
trarla ,  col  quale  [angue  miflo  conpolue  di  T^itro  •>  Sale,et  Casloreo,egli 
fia  vnto  ,  ò  con  altri  vaganti  dei  già,  narrati)  non  maìicando  di  adope- 
rare anco  v  clifìerl:  &  fé  con  quello  mn  figuariffe,fkc  cianft  dal  lato  con    spaGmo 
trarlo  le  cotture  al  collo  d 'noi  palmi  prefìo  'alla  Jpalla.  Seque  Ha  infermi  quàd©  ve 
tàdijpafìmo  vien  per  taglUmento  dnoda,ò  per  ferita,  ò  lefione  di  altri  £a.  Per,  ta- 
nerulyjìa  caderizato  il  luogo  con  olio  bollente  di  Suforblo,  &  mettaui-  ~j/dn^  j° 
fi-.-empiaflro  di  Opopanace '{Piretro ,Cafìoreo,  &  Euforbìo .  S'ella  venire  come  fi 
per  veleno  fa  morficatura,fkcclafi  bollire,  &  macerare  in  olio  vn  di  quei  curi , 
B  mede  fimi  vermlccluoll,che  haràpunto,&  non  folamente  fé  n'vnga  II  me 
bro  morfo;  ma  lafchiena,l  fianchila  gol  a,e'l  colofb  veramente  sii  la  mor 
fu  atura  mettafi  He  reo  frefeo  di  porco  due  ò  tre  volte  ;  adoprando  quel- 
le beuande,  chela  tali  cafi  habbiam  dette  efferoportune  .  Ma  poi  che  de  i 
mali ,  che  auaengono  al  Cer nello  fi  è  ragionato  à  baflanza ,  ragionatole 
cofa  ci  pare  di  trattar  nel  fecondo  luogo  dlquei,  che  anuenirpoffono  a  gli 
occhi  ,perefier  queftipm,  che  alcun' altro  de  gli  Ifirumenti  de  ifenfì  al- 
la natura  del  e  entello  famigliami  ,per  l'eccellenza  mirabile,  &  artifì- 
cio flupendo,  che  la  fagace  lettura  adoperò  nella  fkbrica ,  &  compofi- 
tione  loro  Xaquale  è  anco  cagione,  che  fia.no  Ifposll  à  diuerfi  mallperlco- 
lofi,iquallconddlgeaza,&preflez£d  conuienfaper  curare  .  Trimiera- 
mente  auuien  loro  quel  male ,  che  chiamano  i  (jrecl  Ophtalmia,  &l  La-    vP,11^1" 
tini  fnfiammaglone  degli  occhi ,  ò  (come  da  altri  fi  Interpreta)  llppltu-  gamma(T. 
dlne,laqual  altalene  ò  per  bollimento  dlfangue,  ò  pertroppa  copia  d'ali-  gion  d'oc 
mento,&  pero  blfogna  curarla  con  trarf angue  dalle  tempie,  gocciolando  c^{  co.mc 
mW  occhio  per  tre  giorni  latte  miflicato  con  mele:  ò  farci  vntione  con  me 
le->  &  lAloe  epatica,  perche  ribatte  fortemente  Vbumo  re .  appropriati 
fon  pur  quefii  (olllrij ,  Incenfo,  farina  d'amido ,  &  midolla  d 'agnello , 
dramma  vna  per  forte,con  vna  oncia  a" olio  rofato,&  vn  bianco  d'uouo: 
2)  ò  farina  d'tAmido>&  SpigoT^ardo,  ana  drammeduey  con  vnadl%af- 
frano  Incorporate  con  mele  :ò  fugo  di  finocchio,  &fugo  di  foglie  d'bede- 
ra  attaccata à  le  pietre  ,  latte  dl&sffina,  b  di  Cagna,  (angue  di  Colombo 
domestico,  &  rugiada  di  cauolo  con  mele  ottimo  .  bilami foffano  alle 
Trarla  SaleThurio,ò  gagliardo  (come  altri  dicono)  &  fé  l'Occhio  noH 
fipoteffe aprlre,riucrfano  le  palpebre,&  rafyate  con  vn  coltello,vl  sbruf 
fano  vino ,  &  poi  cauano  fangue  dalle  tempie ,  e  co  fi  gli  f anano  .  Il  (o~ 
lombro  dice  auuenire  àgli  occhi  la  Opbtalmia-,  che  è  vna  infammagglo 
ne,che  manda fempre  f correnti  humori;  la  wffez%.aper  concorfo  di  mol 
tofangue>&  lafcorrenza  di  lagrime ,  detta  da  <~jred  Epifora)  de'  quali 

'    S$  la 


$4»  3  E  l  L  A     g  l  0  I^t  Jl 

la  Optalmia  dice  douerfi  curare  in  quefro  modo  y  che  fi  cani  [angue  dal-  £ 
le  vèney  che  fon  fotta  l'occhio  vna  pianta  di  mano  :  poi  fi  canterini  nella 
parte  foprana  della  couerta.  deWocchiOy&  che.  fi  adoperi  unguento  fat- 
to con  Mjrra>&  Aloe  pefle,  <&•  ottimamente  mefcohte  co.  acqua  di  Mor 
telta.y  &co  vnpoco  di  olio  poflo  à  goccia  a\goccia  ,  ò  che  fi  leghi  su  l'oc- 
chio vnapeiga>  ò  sloppa  con  chiara  d  vouoy  <&  A  lume  ;  àchefifkccia. 
lauanda  con' 'm.e%a libbra  di  acqua piouanayouc  fra  fremperat.ame^a  on 
eia  di  xaffrano,  >  &  vna  di  alarne .  llfangm<><&  U  rafferma  dice  leuarfi 
dagli  occhiyvfando  polui  di  antimonio^  e  di  nicchi  di  mirabolani  citrini 
difciolte  co  acqua  rofa,ò  veramente  vfando  aloe  difciolta  co  vino;ilche 
vale  anchora  Alenarle  macule  non  altrimenti  y  che  sadopri  mijiura  di  F 
^ffranoye.diftlgemmadipari.péfrcon.melefchiumatOyadi  mirra ,  eìr* 
&orren~  dirafuva.d'of[adifeppiapurcoji  mele.  St per  rislrigner e  la f corretta  del 
n  di  la-  le  Ugrimeylaqu  al  procedendo  q  da  pzrcofie,òd-i  fregagioni  ,ò.  da  freddu- 
f ime  ca  rg^- tej^a^ dalmmoriditcerebro.difcendentiyfaycbe'l  Giumento,  appe^ 
iringa  „  *4  pw  aprire  gli  occhi)  e  tal  volta  ilpriua  affatto  della  vifta;  egHordi- 
nayche  l'occhiojpejie  volte  fi  latiti  co  al$eyfarcocoll.ay&  fkmacho  diliem 
peraticon  buon  vi  io.  DalCrefcen^o  ,.  e  dal  B^'.ffofr  ordinaycheperme^a. 
la  fronte  fi  metta  vno  fretto  io.  di  /naftice>  &  olibMio^dibattuti  con  biacoi 
(tvouoyc  diflefrin  vnap2^ì  qua.ttro.dita  targai  tato  lìiìtgaychefipof- 
fa  legare  fono  le  tempie  yhaue  ndoprima  ben  rafo  il  luogo  >  otte,  quella  ^* 
farà.da metterfi yilquale vi (ì tafcieràjlarety finche fiveggianogti  occhi 
fajii;e  l  leuarlojarà  dxfhrfileggiermejittyadoperan.doui.olio ,  &  acqua- 
ealda.Mafe  con  ciònonfrterminaffe.y.bifogna  ychelevene  dell' vna ,.  e*r 
dell'abiti  tempia  fran  con. ferr ainfocato  cotteli  H^tfro  àquesìecofé  fog- 
giunge  y.poterft  vticmente  bagnare  gli  occhi  tre  volte  Udì  con  purijjlno 
vmobiancOy&  ogni  volta  buttar uipoidentro  con  vn  cannello  polite  d'of 
fo  difepiay  e- di  Tartaroyà  veramente  tegami  fopr-aper  vna  y  &per  più. 
notti  vn  roffad'voualejfo  mifro  con  vn.poco.di  cimino  ;ò  mettenti  vn'ent- 
piafrro di hedera  terrestre  ygr-  cera  .  V 'egetio  diceyche 'l \fangue  canato  jj 
fra  l'occhiaguarifce  il  mal  della,  lagrima  >  fé  contino.uame.nte:  fi  faccia 
yntione  con  mele ottimo-»  frmilmétegioaera\  fé.  vn  danaro  di  mirray/ne- 
^4  oncia  di  freno  di  (ocodrilloy^me^  difale  atn  man  iato  fr  art  pefreyet. 
mef colate  con  duoi  Ciathidi  buon  mele  ..  Oltrà.ciaper  animate  y  che  fra 
molto lippo  y  cio&y che  habbhgli.occhifcorpentidi  molta  humore ypone 
quello  vnguéto  efrer  cffrcaciffimoycbe  vrt&ncìadi  mirraTroglodìtayvna 
d'incenfor  mafchioydue  di/^affram  Siciliamydue  di  Limpido  di  Ciproy^r 
due  di  rame  abruciato  ypefrey  e  crivellate  fran  mifre  con  acqua  pioggia^ 
tino- buono y&  metta  bafrtansrA..ii^ie,t'u(Ìndna  vedendo  glioechi'ef* 

fi* 


niL  tarano,  ns.  mi.       *# 

\4  ferlagrimoftper  difcenfo  di  teftay  empieua  un  facchetto  di  farina  dì 
Jaueturrate  dentro  la  cenere  y  &  quello  bagnato  in  aceto  miHo  con  ac- 
qua rofa;  alquanto  caldo  mettea  nella  fi  ontc\abbr  acci  andone  ancori  poi 
fi  :  &  nel infkfdaua-:  e  aitando  [angue  da  ambi  i  fianchi  M. Luigi  à  alit- 
ilo mate  remediaua  mettendo  dentro  t'odino  pòhie  di  fate  y  fiotto  gli  oc- 
chi vita  belletta  di  cuoio  rotondo  con  vn  bugio  nel  me%o  :  &  [opra  gli 
occhi  vnofirettoio  fatto  con  pece ■Latina^gàlbano^ammoniaco  y  mafiicè  t 
incenfi^ &  trebentina.Taìuolta  in  vn  pignatto  pieno  di  maluafia  metten 
do  vn  tornefe  dipdue  di  Tucia ,  &  me^a  oncia  dimaftice  y  lefea  riilil- 
Ure  ad  vn  fuoco  fenica  fumo  ■:  ■&  poi^uel  liquore  metteua  ne  gli  occhi 

B    mattino  ;■&  fera-TT  aluolta^gli  fea  bollendo  ridune  alterco  acqua  per- 
fetta con  vn  gottodi  maluafia}etutia,  &  verderame^tenendo  poi  la  de- 
cozione in  vrì ampolletta  ben couertay  per  feuirfene  ad  indegnatione-y 
&  altri  mali  di  occhiai  quali  effondo  tenebro  fi ,  egli  li  bagnava  (peffb  cvft 
aceto  forte, ,  in  cui  f offe  bollito  il  verderame  :  ■&  per  purificarli  coslu- 
maua  de cottion  di  finocchi^  ediBettonica  bollite  in  acqua ,  agimtoui 
juccaro .  Ter  toglier  loro  ogni  dclcre e deperita figodiradicidibetto-     fi1'?- 
nica,e  di-celidonia  y&  fugo  dimta  Ioli  ita  con  viro  bianco  :  &per  to-  occ\u  co_ 
gliere  ogni  macchia  v  ìvfjbr  di  f angue ,  frequentava fugo  di  celidonia  >  e  me  fi  tol- 
■di  piantatine  y  con  poi  uè  di  cocomero  fedi atico.-Cicuei.cUtiandio  molti  oin0  • 
£  afferman'-efifere  à far  chiari  glivcchi non  mende\Thuomo;chedelcaual- 
hyvnguento  fatto  con  vn' oncia  di  mzk$ne%a  di  acquatili  et  a  di  rutay-e  to"pprol 
due  dramme  di  TTKyuvro.  Plinio  pergiouam  ente  de gliocchi  leda  la  priato  al 
centaurea  minorerà  ihamelea-g-r  l anagaRide .  <jli  t^fntichiperleuaì'e  «nal  di  oc 
le  infiammaggioniykgauano  su  l' occhio  vna fyongia  piena  di  aceto  :  per  chl  ' 
mitigare  ogni  dolore  y  medicauano  con  ammoniayfalnitroy&  ceray  ò 
gomma  trite  di  egual  mifura.Columella  pone  fugo  eli  piantaginey&  me- 
le lAttkoyò  pur  di  Timo ,  ìl  J^i.fioper  Itua-r'il  r  off  ore  y  e  dolore  degli  oc- 
chiyh  f angue yche  viftfuffefparfoyò  ^Pannicello  ,  tanto  fé  per cali fa  fi ed- 
da  quanto  fé  per  percoffa  y  ò  per  altro  modo  auuenuto  fu  (fé ,  ordina  vn- 
guento  rofio  in  quefla  foggia  y  che  fi  prendano  due  onde  di  Sinopide  mi-      ^ 

^  nutiffimamente  trita  y  e  dieci  di  farina  di  grano  paffata  per  fottiliffima 
fetay  alle  quali  temperate  con  acqua  in  vafe  di  rame  Raggiunga  altret- 
tanto di  duro  mele  >  &  con  vna  me f cola  preffo  ai  fuoco  lento  fi  menino 
fin'  a  tanto  -y  e  helamtfiuraft  veggi  a  ben  condenfata  ;  xSHa  propriamen- 
te per  nettar  Vocthio  quandunque  vi  appaia  fanguey  egli  loda  à  met- 
terui  su  vna  chiara  d'uouoy  ò  fugo  di  celidonia  y  ò  le  cime  di  vepri 
cotte  in  puriffimoy  &  ottimo  vino  bianco  >  grfe  nel  vino  bollente  con 
fole  s' aggiunga  mirra  >  &  perfetto  mele  y  editai  compofitione  fi  vnga 

SS     2         l'occhio^ 


644  7>  E  L  L  ~4     C  l  O  ^  I  U 

tocchio  >  fumentadolopoi  col  acqua  fredda  .  Siimelo  dice  guarir ft  ogn  J£ 
rofìore^  ogni  vitio  d 'occhio,  fé  con  penna  fi  vngano  dell' vnguento  fa- 
to e  on  tenere  di  fona  bianca ,  me  le,  &  olioib  veramente  con  eguali  por-* 
tioni  di  )nele:difept  bianco  y  e  di  cenere  d'eff affina:  il  fugo  della  quale. 
è  pur  vtile  mefc  olito  io  vino  -vecchio. Ohi accio  gli  occhi  f augnino  fi  egli 
yiiol,cbe  fi  curino  con  frittura  dì  chiara  d'uouoyolio  rofatto>e  biacca,  o 
(eruf.-yc  tu  are fi prima  j "angue dalle  tempie :&  fé  recando  il  fiufio  vipro- 
d  ;u  effe  bvngliayùr'uajafcifid ungere  j  &  per  duoi  giorni  fi  butti  vino 
per  le  narici  :  pofeiafi  torni  à  mettere  la  detta  mifiuriaàguifa  d'empia 
siro  l efiate  con  acqu-ì  fredda ,  il  verno  con  vino  melato  caldo.Gioueuol- 
mente  etiandio  fi  pub  dar  a  bere  quando  ha  fete  >  bpur  col  corno  buttar* 
in  canna  l 'acqua  colatayoue  fia  fiato  mat  erato>&  con  la  lunga  agitatione 
disfatto  vn  nido  di  rondinelle  intero  come  fi  fu  leuato.  Defcnuefipur  da 
lui  queft  'ordine  daferua  rfiin  fi  fate  cure  >  che  l  animale  fi  facia  ftan 
in  luogo  caldo >non  dandogli à  mangiar  er^oy  ina  brennoye  paglia  folo  : 
poi  fk  e  ciaf]  bollire  in  buon  vino  vna  hemina  di  faina  di  frumento',  vn 
fesiario  d'acqua  melatayvn  'oncia  di  gomma  y  &  altrettanto  d'incenfo  in 
polue  y  aggiuntati  liquori  di  due  voua  :  e  di  tal  compofitione  s  cmpiaslri 
l'occhio  y  &  legato  con  vnafiifcia  fi  lafcifìare  cofi  tutta  la  notteylauan- 
dolo  la  mattina  quandoglifi  dar  amo  i  detti  cibi  :  al  quarto  dì  pofeia 
s'unga  confino  'mele.  Vtili  pone  ancora  quefii  altri  vnguenti  x  balfamo  > 
zrpepe  av.a  onde  due  >  con  vna  di  midolla  di  pie  d'agnello ,  vnfacio  di 
finocchiyvn  roffo  d'uouo  (benché  da  altri  fi  dica  vn  chiaro  )  efpichi  d'a- 
glio lombardo fogaUico  a  banan'raytfiirray'zaffrano  >  e  fquinnato  in  polus 
mifiicati  con  mele-.b  polue  d'incenfoy  mirray  &  olio  ana  ancia  vna ,  con 
fei  di  mele  ,  b  cafra  lignea  y  mirra  y  &  elio y  ana  onde  yfei  cinque  difpigo 
nardoyC  due  di  viole  ft~ccheyconfei  oboli  di pepeyquattro  di  opop  anace  y&* 
cinque  ài  vmo.Hyfeffendofi nominate  di  proffimo  l Vaghiate  dafaperfiy 
che  ver  ifiillagione  di  cr  affi  h  umori ;  accolli  nella  te  sia  y  per  colpa  maffi- 
mameme  di  fangueye  di  flemma  >  n  afono  à  gli  occhi  certe  neruofe  pelli- 
Pre*v2:.i3  cine  bianche^ Membrandlefo  cartilagini  >d  ette  da'CjreciTterygia ye da 


curino 

b  della  Luna;  &àquefìono  oubfafi  altro  rimedio  >  che  con  mano  :  per- 
che bifogna  (faédofiar'il  C allatto  faldoy&  ben  legate)  pigliar  l'occhio 
da  due  parti  re  tirando  infieme  }far y  chela  fuperficie  dell'unghia  facia 
vna  rugalo  rappa  come  (ì  dice  :  allhora  con  vn  ferro  piegato  diforteyche 
nonpoffa  offender  toccHoyattau.atafi  l'unghia  >  fi  taglierà  attorno  at- 
torni 


hit.  CJtVAlt  ò>    US.    tilt         6tf 

jl  tórno  con  vn coltello  {puntato  :  t^efitema  di  far  quello  (  come  Eumelr 
ci  infegna  )  perche  di  fotto  vijlà  vna  couerta ,  che  per  e/fere  dura  co  me 
vn  corno  ,  ceratoide  è  nominata  :  cofi  tagliata  l'vnghia  fìcuramente  ,fi 
potrà  fomentare  l'occhio  confpongie  bagnate  in  acqua  temperata  con  ace 
to  :  &  al  terzo  di  vi  fi  metterà  vnguento  fatto  con  vn 'oncia  di  terra  ri- 
molta,  cr  meza  diTomfolige ,  che  intendono  per  la  T uria  preparata 
(benché  altri  mettano  onde  jet)  con  duefcropcfi  deride  incorporate  co* 
mele  .  Hierocle  vuole,  che  mefso  fotto  il  dito  fi  paffi  per  l'unghia  vn'a- 
cotche  tiri  vn  filo ,  efc  aliatala  co  i  due  capi  di  quello ,  ò  pur  con  vna  te- 
nagliuola  aggrappatala ,  fi  tagli  via  ,  pofcia  su  quella  parte  tagliata  fi 

B  metta  J ale  ,  con  olio ,  <&per  fé i giorni  s  unga  con  midolla  canata  da  gli 
ofjì  delle  co f eie  di  qualche  pecora .  fi  Ejtfio  approua,  che  con  vn  ago 
à'jLuario  s'alzi  l'unghia  dell'occhio,^-  con  le  f orfici  poi  fi  tagli  :  &  per 
cofa  proitatifjima  à  corrodere  V  unghia  •>  &  a  leuare  il  bianca  de  gli  oc- 
chi ,  maffimamente  ftl  male  non  è  antico  ,  pone ,  che  vi  fi  metta  di  fopra 
poluerizata  vna  lacerta  verde  con  polue  di  tsfrfenico  .  xAlcuni  abruna- 
no  dieci  di  quei  lapilli ,  bpietruccine ,  che  nelle  tefie  de 'gammari  fi  ri- 
trouano,<&"  poluerizatì,ne  infoffiano  dentro  V occhio:  finche  diuev.ga  rof- 
fo ,  poi  vi  vngono  mele .  filtri  cotto  vrìuouofo  due, finche  fi an  duri  pren- 
dono  il  biancone  abruciato  su  vn  ferro  di  fuoco ,  ne  fanno  cenere,  &  me- 
fcolataui  minutiffimapolne  di  pepe,e  di  zezfuero  ne  fpirano  dentro  l'oc- 
chio vn  cannuolo  di cartapieno.fA.lvrifimilmente  v'iìbirano  polue  difeor 
<ze  di  quelle  conche,b  cochiglie ,  chef  ritrouano  ne  gli  [lagni ,  ©"  co  fi  af- 
fermano leuar  l  unghie ,  (irle  cicatrici  ancor  degli  occhi .  IlColombro 
ordina,che  l'unghia  fi  pigli  con  vn  fonile  vncinello ,  e  tagliata  conforfì- 
ci,ò  con  rafoio  c*aldo  ,  vi  fi  metta  dapoi  cimino ,  &  Sale  .  7S^  confente  * 
che  tale  in  ci f ara  fi  fkc  eia  con. ferro  freddo  per  effere  i  luoghi  neruofi ,  <& 
fenfitiui  :  vuol  tutta  via,che  cautamente  fi  auuertifca  ,che  la  caldezza, 
del  fuoco  non  lafci  offefo  l'occhio  :  &  prima ,  che  fi  venga  a  quefìa  cura , 

jp  loda  che  fi  tenti  di  leuar  l  onghia,mettendo  nell'occhio  vn  vnguento  fot 
to  con  vetriolo ,  verderame  abruciatOyf.de  ammoniaco^  fiele  di  tauro 
una  oncia  vnaycon  due  diSarcocòlla^cy-  due  di  pepe  fottilmeme  pene,  jjf 
mefcolate  con  mele  J~  egetio  friue,che  quando  fi  è  fatt  aneli  occhio  vn'en 
fiagione  callofa,e  dura,che  fembra  vn  offo  ,  debba  il  (fomento gittarfi  d 
terrai  apertala  pelle  dell' occhio,tagliare  con  vn  rafoio  quella  offatu- 
ra,b  cartilagine,  fi  che  /piani  al  pari  dell'altra  parte  ,  gr  cefi  (pianata  ,fi 
empia  il  luogo  d' aceto,  &  olio  ,  &  fi fa  fri. •  atterzo  dìfid:sleghi,C*  cofi 
di  nuonofi  curi  per  cinque  giorni,finchc  manchi  dferuore:poi  s'vfi  il  me- 
dicamento folito  da  ferite,^  con  unguento  Hiticofi  confumila  carne  cat 

SS     5  tiua , 


fitta ,  /*/zc6e  lapiagafi  règgia  netta' >&  eguale  conta  corner  &  fetale  g  \ 
affatma  àonfì  potefie  im  amare  y  tanto  fi  [radichi  ogni  giorno y  ch'ella* 
s'infauguiniyche  coft  verrà  ad  incarnarfi  :  &  [e  da  poi  cominciale  à  cre- 
scere vii  altra  voltay  cuocafi  leggiermente  conpunte  infocate .  Ma  quel- 
l'altro male  quando  nell'occhio  singrofìu  vn  cattino  Immote  a  guifa  di 
Saphylo  yn  acino  d'vna  cheda'Greci  Staphyloma  è  chiamato  >  egli  dice  efier  af- 
"curi.™  fai  difficile  à  curarfìytuttauiafipuò  tentare  con  trar  f angue  di  fiotto  Voci) 
chio,e  bagnarlo  con  calda  decottione  di  rutayedi  radici  di  finocchio  >& 
fé  facendo  piaga  fi  pianerà  >  potrà  bagnar  fi  con  fugo  di  fieno  greco  >  <& 
vnger  con  Collirij  piacenoliyi  quali  fi  richiedono  per  la  rottura  de  i  pan- 
nicoli dell'occhio;  t:oi  ferrata  con  la  pianerà  la  cicatrice y  fi  vfer annoi  P 
colliYtj  pili  forti  finche  ciaf  una  parte  resli  egualmente  pianata  ,  sfa- 
lla .  Et  pere  he  queili  mali  non  folamente  vengono  per  canfe  intrinfecke> 
difciogUendofiy  ò  flemperandofi  gU  humori  per  fouerchia  calidrtà,  è 
fr edderjay  ma  fpeffo  vengono  ancora  per  interiori  accidenti y  come  per 
qualche  per  coffa  ò  colpo  y  .che  l  animale  h  abbia  ricettato  nell'occhio  y  fa- 
rà bene  di  hauer pronti  ilor  rimediymaj]ìm- imente ne i principi]  dififht~ 
ti  cafi  )  quando  è  molto  gio ne uole '>  &  opportuno  l'aprire  le  palpebre  del- 
l'occhio offefo ,  e  sbruffarci  ottimo  vino  forte  (fi  come  ^Lffirto  fcriue)  &. 
fé  per  amtentura  vi  foprajiemfie  injiammaggioney  leghiuifi  empiaftro  di 
farina  con  vino  :  &  fé  l' humore  non  cefiaffe  di  calareyfac  clan  fi  cotture  & 
■attorno  ali  oc  chioytenendo  sii  quello  vnafpongia  bagnatale  cioche  il  fuo- 
co non  distrugga  la  virtù  della  luce. Vt ile  ancor,  fia  à  rifirigneril  corfo 
de  glihumori  con  vntionefhtta  dilitargirio  lauato  >  &  pefto  con  fugo  di 
lufquiamo  di  egual  pontone  >  agginntouiilter^a  di  fugo  di  papauero  > 
cioè  d'opto  j  &  altrettanto  di  verderame  y  e  difolfopefii  infieme  y  &  in- 
corporati con  nino  dolceyHierocle affermando  à punto  ledette cofeyv'ag>- 
giugne  ancor  graffo  d'oca:  &  di  più  dicono  ambid.iejcbe  fe'l  Cauallo  ba- 
ttendo ricenut aneli  'occhio  botta  >  ne  mandi  fuor  groffa  lippa  y  cioè  gran 
quantità  di  pitnitaye  di  groffo  bumoreyè  pericolo  >  che  tutto  l  occhio  feo-  ._ 
landò  non  fi  dileguiyQ  che  non  efea  dalla  fua  fede  :  &  perà  conuerrà  vn- 
gerlo  con  midolla  pecorina  tratta  dagli  offi  delle  cofciey&  duey  ù  tre  voi 
te  il  di  tenerla  U  man  per  vn  perjofnfo  .  Ma  fé  tal  midolla  non  fi  tro- 
uaffefrefca  >  q /tal  fi  richiede  y  fi  potrà  in  fio  luogo  vfar  graffo  di  oca  > 
o  di  gallina  ben  dibattutodlqualgrafìo  ancor  con  la  detta  midolla  fi  pa- 
tria mefcolare .  Voi  quando  la  piaga  farà  richiufay  e  ridotta  à  cicatri- 
ce j  &  già  fi  vedrà  mancato  il  corfo  di  quelle  brutte  humidità:  farà  be- 
ne adoperare  fi  fittto  vnguentoyche  difiolute quattro  dramme\  di  midol~ 
la  di  pecoroni  fi  metta  M'oblia  di  offrano yvn 'altro  di  vitrialoyo  di  ra~ 

me, 


DEL    C  jiV*JLLO\.Ll  5.    Viti.         $47 

jl  me  abruciato  (come  altri  dicono)  &  due  di  mìrroytriti  infteme,  aggiun- 
gendoui  pofcia  mele: che  con  quesìo  fi  Ietterà  ilfegno  del  t aglio ,  &  l  oc- 
chio reHerà  illuHrato.  ^Per  lo  quale  effetto  quesT  altra  compofitione  di- 
cono efer  anco.efficaciffima,vn  obolo  di  verderame,  dite  di  mirra,e  di-e 
di  fior  difalnitro  ^Aleffandrino  triti,  &  raccolti  in  mele  .  Ma  perjaldar 
le  ferite  oltre  l'vnguento  delia-midolla  >  gioucrapure  mirabilmente  la 
farina  degli  orobi  paffatapcr  fottiliffima  feta,  &  con  mele  ottimo  in- 
corporata,aggit:ngendoiti  ancora  (  come  ad  alcuni  piace)  olio  rofato  <& 
liquor  d'vouo .  Vegetio  vuole,  eh  e  quando  l'occhio  fi  veggiaper  la  ferita  Occhi  in 
incancarirfiydebba  adoperarfi  olio  rofato-,  vouo,&polued  orobiche  fon  canc«e>;i- 
B •frutttiUqi'.el  legume  ,  ch'ei  chiama  ceruio:  &  purgata  chefia  la  piaga,  ritacome 
fi  medichi  con  mele  attico  ,  0  del  migliore  che  firitroiii  :  &  cofi  il  tjiu-  fi  curino. 
mento  non  incorrerà  in  pericolo  di  morire  .  Telagonioper  lepercojjè  de 
gli  occhi  dice  efiere  molto  bene  di  mettere  [opra  l'occhio  liquore  d'vouo, 
&  olio  rofato  con  lana,ò  sloppa,  eHfegnente  giorno  fomentarlo  con  te-* 
fida  decottione  di  fieno  greco ,  legandovi  vnafpongia  piena  di  quella  > 
poi  mettenti  di  nuouo  la  medefìma  stoppata  ,  &  come  incominci  à  mi- 
gliorare, poruiil  collirio  ,  che  contiene  vn 'oncia  di  mirra  eletta,  con  vn 
obolo  di  offrano  trita,e  decotta  in  acqua  melata,incorporandoui  due,  ò 
tre  onde  di  puro  mele  .  Cioua  ancora  à  metter  su  l 'oci  hio  offefo  cenere 
9  dipeli  di  corame  vecchio  abruciati  al  forno. Eumelofcriue,le  ferite  de  perjte  $x 
gli  occhi  poter  fi  medicare  affai  bene,  fé  con  mele  s'incorpori  offrano,  occhi  co- 
pepe  bianco,fale  ammoniaco,aglio,&  cpio  oncia  vna  percofa:&  molto  me  fi  cu- 
effere  pur  gioueuole polueri^ato  lo  fieno  hi'.mano ,  ò  la  radke  de  gli  nn0  r 
x/trchichìocchi  faluatiihi  mefcolata  con  file  .  Et  co  fi  le  ferite ,  teme  le 
effulcerationi  de  gli  occhi  curare  fi  poffono ,  cdoprandoui mirra,  offra- 
no y  &  fiori  di  odorato  giunco  minutiffimamente  triti ,  &  mifticati  con 
mele .  Ma  propriamente  per  /'  viceré  de  gli  occhi  è  molto  acconcia  quel- 
la compofitione,che  in  vafe.di  corno,  ò  di  vetro  (fecondo  il  E^iellio)  ò  di 

p  .legno   (fecondo  il  (ameraria)  e  da  tener  fi  apparecchiata,  laquclfì  fh 
con  midolla  di  cerno  ben  purgataci  che  niuno  officello  vifta  rimafo,  & 
in  vn  mortaio  di  marmo pefìa  con  vna  dramma  di  <xaffrano.il  Hj'fio  or     PercofTc 
dina,che  fubito,  cbe'lCauallo  habbia  riceuuta  nell'occhio  alcuna  botta,  de  ghoc- 
fi  prenda  vnpane;&  cariatane  la  mollica,  fi  riempia  di  carboni  acce  fi,  cni  • 
finche  s'arda  di  dentro  bene;  pofeia  bagnata  quella  erotta  in  vino  bian- 
co ,  fi  metta  di  fopra  l'occhio ,  &  fi fàccia  fpejfo  ,  lauando  il  ciglio  d'efìo 
occhio  infermo  con  faponata  di  acqua  fredda  (ilqual  ciglio  fé  per  auuen- 
turafifuffe  rotto  ;  Vegetio  dice ,  poter  fi  curare  conpolue  d'incenfo,  & 
liquor  d'vouo .  Mafe  l'occhio  per  quefie  vie  non  fi  guarifie^  cauififi.n- 

H     4  gue 


gue  della  vena  della  tetta,  che  [vende  al  collo .  zsflcbm  Marifcalchi  del    £ 
tempo  noftro,qitando  il  Camallo  è  flato  offefo,  ò  ferito  nell  occbio,aprono 
incontanente  la  vena  dauanti  àgli  occhi:  altri  quella,  che  Ha  [otto  il  le 
game  del  nafo: legando  la  tetta  in  giù)  accioche  in  maggiore  abbondane 
^afcorrailfangue.M.Tier'^Andrea,  nell'occhio,  chehauea  riceuuto. 
difrefco  il  colpo,  adopraua  bianco  d'uouo  sbattuto  con  acqua  ro fa,  met- 
tendoui  jloppa  bagnata  di  acqua  tepida  ,  &  vn  panno  di  due  doppie,  coft 
facendo  tre,ò  quattro  volte  il  dìstiche  fufie  ttato  bifogno.  M.Luigi,  l'ef- 
fato  ,  &  mondato  vn  vouo,  L'apria  &  meffouifale,  ^affrano,  &  acqua, 
rofata-.il  pone  a  con  vna  p^T^a  difopra  l'occhio ,  &  per  duoi  dì  ve'l  la- 
fcianattare  :  ò  veramente- vi  metteacon  bianco  d'uouo  farina  di fùue  v^ 
&  polite  d'acacia:  &  fé  l'occhio  fi  fuffe  infiftolitOy  ilcuraua  col  fugo 
della  piantagine  ripofato  .  Veramente  grand ijfima  diligenza  fi  dèufare. 
nella  cura  delle  ulcerede gli  occhi .  Tèrciochefoglionodopb  quetteri- 
manerui  alcune  cicatrici  ylequali  chiamano' ancora  albugini,  ò  bianche^ 
%e,maiageuoli  da  curarfì.  Vegetio  per  quette  ordina  uu' oncia  ^r  me%a 
difpigo  nardo  >  tre  dìfale  ammoniaco ,  vna  di  xaffrano,me,za  dipepe  r 
&  me^a  di  cadmia ,  che  èfrecie  di  tutia .   (fioueuole  ancora  dice  efjere 
il  fale  trita  con  l'ofìo  della  fepia,  ^rfemen^a  di fenape.  fanatico,  a  fate 
mitto  con  ruggine  di  rame,&  aceto ,ò  ruta, incenjo  mafchio,fierco  di  co-  r 
lomboymuria,mele,  'goffrano,  cadmia  >  olio  rofato,  e  commune  fcropoli 
quattro  per  cofa^mitti  infieme,oltr  a  quetti  dice  effer  molto  celebre  l'vn 
guentoTsQirdinOìCbericeue  due  fcropoli  dì  opopanace,  &  cinque  digom 
ro  nardi--  ma>^iie  onde  di  viole ;&fei  di  pepe  bianco,aggiuntouijpigo  nardo,mar 
no  per  le  rubio,cafia,& offrano  Siciliano  oncia  me^aper  co  fa,  con  olio  a  battati 
albugini    <^a.Hierocle  per  torre  il  bianco ,  che  viene  àgli  occJn ,.  loda  affai  larafu- 
delli  .oc-  ra  deii>0ff0,  della  fepia  con  olio  rofato,mirr  a,  <&  mele,òfal  di  minerà ,  à> 
d'india  trito  minutamente  con  mele,e  offrano  •  ò  fiori  pejìi  di  paflina  - 
oafeluatica^  di  anemone ,ò- fugo  dihedera  mafiicata:  ò.falnitro  con  mir 
ra,mele  ,  &  finocchio  peflo  :  òcheftàiffoluavna  dramma  di  mirra  con 
yrìoncia  di  T^afrano  &vna  e  me-za  di  mele  :  oche  fi  prenda  mirra  9 
?a$rano,balfamo,ruta,&  cadmia  ana  oncia  vna,pepe  bianco  oncieduey 
frigo  nardo  vna  &  mexa,mele,  grradicedi  afraragoana  onciame'za  >. 
&  cinque  di  nido  di  H  alcioni  y  menandole  infieme  con  aqua  di  fiume,  ù 
piouana,aggiutiui  duoi  fcropoli  dì  vin vecchio,  (filtri  in  quettarimedio 
mettono  frigo  nardo  onde  due,  &  mc^a,  irmele,  <&  radici  d-afrargi 
libbra  me%aperT>no.)  Scriueegli  ancor  a- poter  fi  v fare  cocomero,e  gab- 
bano ana  onde  due ,  pepe  bianco  ,  &  incenfo  mufehio  ana  onde  fei  con 
ynofcropolo  di  rame  abruciato,  &•  meleàbaftan'%a.i  Se  la  bianche^ 


DEI    CJlVULLO%    L I  B.    Vili.         649 

jl  %a  dell'occhio  è  nel  principia  >  batterà  fomentare  l'occhio  con  acqua  te- 
pida,  &  poi  metterla  il  midollo  (cioè  quella  parte  che  Ha  nel  me%o) 
della  cipolla  peHa>  e  con  falnrtro  dif ciotta  in  olio  dioliuaflroy  ò  pur 
gommane  il  più  vecchio ,  che  fi  ritroui  :  hauendo  prima,  cauata  fangue 
dalle  vene  delle  tempieyà  piùto-Ho  da  quelle  della  fàccia ,  chefono  fot- 
tute fernette  delle  guancie  ,  come  più  piace  ad  <*sfjfirto  >  ilquale  feri- 
ne >  che  aprendo  fi  la  vena  delk  tempie ,  quando  giàl' occhio  è  dmenu- 
to  bianco  >  gli  fi  fa  danna;  perche  diuien  come  invetriato-  y  &  filmili  à 
pietra  bianca  .   Ottima  co  fa  pur  egli  ftima  per  leuar  quesìi  bianchi  >  e 
quefte  nuuoleyàargemey  &  ateritioni  (  come  dir  fi  vogliano)  che  forata 
con  vnaj ubbia  l'orecchia  y  àpur  la  pelle  fiotto  leeminentie  delle  guan- 
B    eie  y  vi  fi  metta  veratro  di  dentro  .  Et  per  cofa  pr aitata  faggiunge  y  che 
rotti  1 ;  piedi  crudi  di  vn  e apretto jfe  ne  tolga  la  midolla^  mifla  bella- 
mente con  olio  rofatOyfe  rìvnga  l'occhio  due  0  tre  volte  .  "Pone  egli  an~ 
coravn  collirio  in  queHo  modoyche  fi  pigli  offrano  cirenaicoy  mele  col- 
to fen%afuma  >  pepe  bianco >  pepe  lungoy  &  vnguento  di  offrano  >  ana 
oncia  vna;Incenfamafchioymirra  eletta>fugo  di  finocchio yfiugo- di  belle?- 
raye  foglie  di  tofayona  onde  dueycon  vna  h emina  di  vino  >  &opobalfia- 
mo quanto  bafliMa  jiffirtomedefimamente  fu  ordinato  (come  Vegetio 
riferifee) cenere  di  noci  auellaney&  polue  d'incenfioyincorporateconme 
r  le:ò  con  otto  granella  di  pepe  bianco  mefcalare  mele  >  ^affrano ,  ofio  di 
fep'uty<&  rutaycma onde  due  y  &  dibalfamo  vna.  Eumelo  per  Itcicatri- 
d  de  gli  occhi  loday  che  vnh uomo  digiuno  miftichifide  y  ejj>utinell'oc- 
chioxO-  che  vi  fimetta  femenxe  di  peHinacafaluatica  abruciate  y  &  fu- 
ga di  piantaggine  con  mele  fomentando  dapoicon  acqua  fredda  .Ver  la 
hiancumeyche.ancorfiafrefco  ardinayche  tratto  f angue  dalle  vene  ocula 
riyò  dalle  ttmpieyfi  metta  nell'occhio  fugo  di  cipolla  con  falnitro; ò  fhua- 
nera  abbruciata  mifla  con  mele ;ò  cenere  di  tefle dir  od  inelle  pur  incorpa 
rata  co  mele  io  liquor  d'voua  con  meky&  oliorofatosù  dilicata  lana  dì- 
+.  Hefo:ò.tre  onde  di  mele  con  vn  feflario  difalamora  diTefceyetre  di  vi- 
no perfetto  .Ma  feHbiancume  fuffe  inueccbiatoyadopriuifimiflura  di  me 
Uycon Salnitroyfugadi finoccbiy& leuamento  d'orbo 1  abruciato. Teonne- 
flo  afferma  non  lafciar  confermare  il  bianco  difeefo  à  l'occhioyfe  vififhc 
da  vntione  con  miSiura  di  quattro  onde  di  pepe  nero  yòdue  del  bianco  -, 
quattro  di  fiale  ammoniaco  y  vnofcropolo  di  mirrayetre  dramme  di  %af- 
frano  con  fugo  di  balfamo  àbaftan,^a:òfie  nell'occhio  fifpiri  polue  della 
femen%a  dell' herbafideriteycbiamata  da  alcuni  altheayda  altri  achalio: 
e  fiuta  queflofi  laui  bene  co  acqua  piouana  fredda.Gioua  ancor  l'vfio  del 
tenete,  d'vn  fino  di  linonetto  confale  abrudato  raccolti  in  melerò  miflo 

con 


con  mele  il  fugo  del  pan  •porcino:  b  con  mele  graffo  di  oca,olio  rofato,<^rg 
polue  d'off o  di  fèpta  :  bcon  tal  polue ,  &  mete  incorporar  fugo  difinoc-r 
chi,r^ffrano,mirra,ejpigo  nardo  d'eguale  mi  fura  .  ^Alcuni  pesi  ano  per 
tre  dì  nel  mortaio  eguali  ptrti  di  f ale  ammoniaco  ,  e  di  finocchi ,  &  al 
quarto  dì  meftaui  acqua  di  fiume,  ò  di  fontana,vi  peftano  per  otto  gior- 
ni due  volte  il  giorno  :  poi  vi  aggiungono  mera  libbra  di  mele ,  &  cofì 
apparecchiano  il  collirio  contraquefti  biancumi  d'occhio. Sogliono  anco- 
ra in  vafe  di  rame  riporre  vn' 'altro  vnguento  fatto  con  tre  oboli  di  foa- 
uiffima  mirray  &  altrettanto  dijpigo  diSoria  mef colati  con  cime  di  can  " 
ne  verdi  abruciate,  &  infimil  bofjolo  tengono  parimente  apparecchiato 
il  fugo  de'  porri  petti  con  diligenza  .  filtri  adoprano  mele-,  incenfo  ma-F 
fchio,mirra  eletta,pepe  bianco,?  a ffrano,  aloe  epatica,fale  ammoniaco, 
slirace puro,alume  fcagliola,e  falnitro  grece;oncìa  vna  per  cofa,  co  due 
diperfumo  ammoniaco  trite  infame Vegetio  dice  leuarfi  la  bianchezza, 
venuta  ài'  occhione  guarir  fi  quando  benfuffe  del  tutto  ch'info  ,  vngtndo- 
lo  molti  giorni  mattino  ,  &  fera  con  fugo  di  hedera  terre/Ire  ben  pesìa , 
b  veramente  con  fugo  canato  dalle  bacche  ,b  dalle  frondi  d' hedera  alta: 
&fecibparefìe  difficile  ,bafieria  diptftar  lungamente  le  dette  frondi 
con  alquanto  di  acqua  fredda,  &  la  colatura  di  quella  infonder  per  vna 
picchia  canna  dentro  V  occhio,®  all' vlt imo  slillarni  perfetto,®  frefeo 
vino  Si  pojfono  ancor  vfar  bolliti  infieme  trefeslarij  di  vin  vecchio  bian  - 
cO)&vndigarofilicon  tre  onde  di  mele.  Etfe'l  bianco  pyocedeffeda 
per  cofa,vi  gioveranno  due  onde  di  fandaraca,  due  difale  ammoniaco  , 
mera  di  pepe  bianco,e  quattro  di  r afura  d'olfo  di  feppia,mijle  con  mele. 
jLgosìino  Colombro  dice  l'albugine,  b'I  panno  dell'occhio  venuto  per  di- 
feenfo  dirheuma,  b  per  percojja,  poto fi  toglierete canato J angue  dalla 
vena  di  fotto  l'occkio,b  dal  terrò  fcalone  del  palato,  fi  faccia  nella  con- 
caua parte  dell'occhio  vntione  con  lardo  di  porco,®  fugo  di  quella  ana- 
gallide ,  che  fa  il  fiore  celefte,  b  roffo ,  oltre  che  eglifolea  tener  feruato 
in  vetro  vn  collirio  fatto  con  incenfo ,  Taffrano ,  efeaglie  di  rame  abru-   | 
ciato, difciolte  con  mele,  vino,®  acqua  pioggia.  tJtyf.Tier'dsfndrea  ve- 
dendo da  qualche  infermità  ditefla  effer  rimafa  alcuna  biancheria,  ò 
nuuola,b  turbamento  ne  gli  occhi,mcfcolata  mera  oncia  di  fale  con  vna 
di  ruccaro  candido ,  ne  infcffaua  con  vn  cannnoìo  ,  b  con  vn  feartoech 
acconcio  parte  nell'vna  orecchia,&  parte  nell  ' altra,oppilandolepoi  con 
vn  poco  di  cotone  ;  ®  fel  Cauallo  non  l'hauefe  comportato  in  ambe  l'o- 
recchie ,  cgliilfea  tvna  notte  à  l'vna  ,  ®  l'altra,à  l'altra ,  ®per  nin- 
no modo  approuaua ,  chef  metteffe  cofa  alcuna  entro  l'occhio ,  con  dir, 
cheejfendo  mébro  sì  dilicato,fhcilmenie  mettendone  cofeforti,jfì  verreb- 
be 


*DEl   CotX^iLLOy  LIB.  FUI.  6<$i 

jf  be  (  in  luogo  di- le  uare  il  finitola  ) ad ' euacuare fc,  e  differiate del  tutto, 
M litigi  per  le  bianche^  vfauafofìo  della  fepìa  con  pepe  bianco  yam- 
moniUco,e  xaffrano  tolto  il  pepe >  aggiungneuz  infuo  luogo  mirra  >  fale  > 
e  Herco  humano  ridotto  in  politelo  con  lafeppia>&col  %affra.no  mefco- 
laua  opopanace,& nitro  ana  onde  due;&  vna  libbra  di  mele^taluolta 
vfaua  nitro  fonile  confai  di  montagna:taluolta  vna  lucertola  arfa  me 
fcolata  con  mele. Dlofcoride  fcriueycbe  fatta  su  gli  occhi  vntione  delle  fa 
glie->&de  i  fiori  del  pap ■attero  cornuto  >  ammenda  le  biancure,  &lem*~ 
uoletteyche  i  Giumenti  in  quelle  hauefiero,  e  (fecondo  j£uìcenna)  anco-  £a  tarat_ 
ra  le  viceré .  Sono  anco  gli  occhi  del  Cauallo  non  meno  >  che  quelli  degli  te,ò  fuffu 

B    huominifuggèti  alla  cataratta-,  che  latinamente  fi  dice  fuffafione-,che  è  fa>'»e    "e 
quando  vn'humor  lento-fi  congelato  fra  la  parte  cornea  >  £r  criftallinafi  %\  r  aual 
mette  intorno  allapupi\la-)<&  però  l'interprete  d'  ^Auicenna  queflo  tal  vi  [0 }  e  [ot 
tio  chiama  acqua  >  Vegetio  il  nomina  turbamento  >  ilq itale  dice  effere  di  cura . 
tre Jpecie ,  Tlatocoriefi chiamando  quando  lapupillaoltr'almodo  natu- 
rale fi /parge  per  cagione  difouerchif.tdori  >  òfouerchi  affanai  >  rompen- 
dofi dal  caldo  quella  fottìi  tnzm.br  x>i  iycbe  coitine  il  Itimele  fé  ben  l'oc- 
chio pareflefano,&  niente  fdegnato,  tuttauìafi  conofce  il  vitio,  che  nel- 
la fua  pupilla  non  fi  vede  come  in  ifjpzchio  l'  altrui  imigìne,la  onde  jpar- 
faella  vnafol  voltalo  può  mxipiuper  rinsdio  alcuno  ricuperare  l'vfo 
C  del  vedereynon  altrimente,  che  l  vitello  dell'  ttouo  Jparfo  per  qnalche  ca- 
fo  non  può  nelprimiero  fuo  efiere  riui.rfi^tenocoriafi  dimanda ,  quan- 
do la  visìa  con  una  certa  caligine  fi  rifiriage,&  per  lefor%e,Hipocoria- 
fi quando  difcende  bumor  dal  capo  hor  nell'vno  occhio  ,&  bor  ndl'altroy 
&  conofce  fi  al  lagrimare,  lequali  egualmente  fi  cureranno  con  trarfan 
gue  difopra'l  ciglioyò  dalle  tempie,  &  con  bagnar  ogni  dì  l'occhio  infer- 
mo con  acqua  tepida,ouefia  cotta  la  celidonia^  la  ruta  con  le  radici  del 
Finocchio',  vngendolo  ancora  con  quel  collirio  (cioè  vnguento  da  occhi} 
chefìfk  di  fugo  di  opop  anace,  e  con  quello  di  opobalfamo  ,  cioè  di  fugo  > 

•    che  fi  catia  forando  co  l  coltello  il  legno  del  balfams  di  mirabile  odore  .♦ 
Ma  fé  laforxa  del  male  producete  nell'occhio  oanno:  bifogni  co  diligeti 

_  traguardare  di  qual  colore  fia  ejfo  pannicelloyche pofio  nella  pupilla  im- 
pedifce  la  viHa,che  s'egli  fuffe  di  color  d'oro  ò  troppo  biaco,  è  infanabile; 
s'egli  è  di  color  (toliua  ftmile  alla  muffa,  dice  che  quando  farà  matura-, 
potràcurarfi  (come  ftfk  neWhuomo)per  Varacentefi,  che  s'intende  per 
quel  pertugia  >  chefifk  nell'occhio  per  purgare  la  cataratta .  Et  la  cura 
(fecondo  U'ColombrOyche  meglio  dfjiingue  quel,cbe  pur  da  Vegetio  ò  or- 
dinato) è  di  quejlo  moda,cbe  il  giorno  innanzi  il  giumento  fi  tenga  tépe 
rato  del  mangiare^  maggiormente  del  berciai  bufatola  à  terra  in  dili- 
mo. 


£5  2  &  t  L  L  A    0  l  6:  \  7  Jt       p 

f  4to  luog#,glifi  acconci  bene  la  tefta,e'l  coìto  di  mamera,cbe  tàigà  ape?  jp 
to  l'occhio  fenica  poterlo  ferraresi ll'bora  con  t'^Ago  appropriata  fi  fac- 
cia il  bugio  nel  bianco  di  [opra  accanto  al  neroja  dotte  è  posta  la  Hipo- 
cbifiycbeè  illuogo  fi-a'l  corno ,  e'iCriftallo  dell'occhio  ;  e  premali  l'ago* 
nerfo  la  parte  di  [otto  abbattendo  la  (fatar  atta ,  laqual  abbattutafi  non 
fi  tragga  l'ago ,  ma  cbiufo  l'occhio,fkcciafi  ben'ifuaporare  con  vn  panno 
ò  piumacciuolo  caldo  pia  volte  meffo  di  [opra  :  perche  tal  volta  fuol ri- 
dolere; poi  cono  feiutafi  la  chiarezza  della  Tupilla  ,  fiche  non  vi  riman- 
ga caligine^  nube  alcuna ,  cauifi  fuori  il  ferro ,  &  infkfcifi  l'ocdno  con 
vnoflrettoio  di  lana  ,  èfioppa  con  bianco  d'muo,  &  olio  Hpfato ,  neper 
quel  giorno  fi  lafci  mangiare  :  perche  l agitatione  delle  M afe elle dare  b-  P 
he  motore  noia  aWocchio:?nail  bere  (s'egli ne  voglia) potrà  conceder-  ' 
fi  ;  K^elfeguented)  dislegato  fi  fomenterà  lungamente  con  acqua  calda, 
e  flillatoui  fugo  di  fiengreco  ,  vi  fi  potrà  dinouo  il  medefimo  slrettoio  :  e 
fatto  quello  per  tre  ,  ò  quattro  giorni  ;  ba  fiera  fomentarlo  col  detto  fugo 
&vngerlo  con  buon  mele,  finche  del  tutto  fi  fia  guarito  ;  Ma  prima, 
che  fi  venga  à  quesla  cura  dell' agugliare ,  farà  bene  prouare  fé  per  lo 
nafo  pofta  leuarfila  torbidezza  dell 'oc cbio,come  folcente  rie fee ,  non  ef- 
fendo  la  Cataratta  già  confermata  :e  quefiada  ambi  loro  fi  fcriue  fkrfi 
in  ta l  maniera , che  quella  narice ,  che  corrifponde  all'occhio  infermo  ,  fi  ~ 
fàccia  (infocando  con  vn  camolino)  penetrare  di  odorifero  vino  à  quei 
fottiliffimi  pertugile  netta  callofità  del  nafo  fìtrouano  ,  perche  la  vir- 
tù del  vino  per  quei  meati  interiori  pajìando  à  l'occhio,  darà  grandijji- 
tno  giouamento ,  del  qual farà  certo  fegno  ,  quando  egli  fi  veggia  da  poi 
lagrimare.  Il  B^ufio  ferine,  alcuni fiere  con  vn' ago  d'Jluorio  alzar  ai- 
quanto  il  pannicello^  poi  tagliatolo  attorno,  Jp argerui  fopr -a  con  vn  Can- 
nello Cimino  in  polue  :  filtri  metter  quattro  dita  di  [otto  àgli  occhi  alci* 
nefiettette  occolte  ,  che  bafie ,  poifoffiar  dentro  gli  occhi  fiale  fottiliffi-* 
inamente  trito .  filtri  far  vnofp ir aglio  di  fiotto  àgli  occhi,  facendo  en~> 
Prore  infino  à  l'ofio  vn  ferro  infocato  alto  vn  groffo  dito,&  in  quefti  mo-  f| 
di purgarfi  ogni  caligine  d'occhi  cagionata  ò  per  h umore  Bjjeumatico , 
ò  per  colpi.  <tsfltri  quando  fi  paté  per  fi  egatura,poi  c'han  canato  f an- 
gue dalla  vena  oculare,iauar  l'occho  confaponatafredda,e  di  fiotto  por- 
ui  vnafieUetta .  Vegetio  loda  il  fuoco  dato  nelle  vene  di  quella  tem- 
pia,  eh'  è fiopra  l' occhio  ,  quando  è  lunatico,  cioè  che  fecondo  il  va- 
Lututico  rlar  della  Luna  bor  fi  uede  chiaro,  &bor  macchiato,  perche  co  fi  vie- 
quales*in  ne  ad  impedir  fi  V  humor  nocino  ;  ma  prima  potria  vederfi  fie  fi  gua- 
tcnda .      riffe  cattando  fangue  dalle  Tempie  di  fiotto  à  Cocchio  per  interpofli gior- 
ni :  non  mancando  diadoprarui  ogni  dì  le  fomentagioni ,  e  lauationi 

appropriate. 


*DEL    C \AV  ^  LLOy   L  1  B.  Vili.  <S$f 

*&  appropriate. Molti  per  V  occhio  lunatico^  per  la  cicatrite  d'elPocchio  yftè? 
no  il  vitello  dell' nono  ammalata  confale,&  arfo  y  &  poluerixato  :  Te? 
nettar' il  panno  dell'occhio  yVegetio  pone  file  ammoniacoyjlerco  dicoco- 
drillo  y  offrano  y  &  mirra  anafcropoli  dv.oiycon  dieci  di  rafura  d'ofio  di 
fepia  .iCjreci  *J\'tarifcalchiper  discacciare  le  fuffufioni  >  dicono  poter  fi 
conferuare  in  vn' ampolla  di  vetro  vna  compofìtioneylaqual  contiene  file 
atticoyflerco  dicocodrilloy&  raschiatura  d'ofio  di  fepia  vn'onciayi^r  me 
i^a  per  co  fa  >  aggiuntoui  offrano  y  folio ,  &  ambra  ridotti  in  polue  ;&  fé 
per  cafo  veniffe  à  liquefarfi  >  o  diuentafie  humiditày  vi  fi  può  aggiungere 
vn  poco  di  gomma  trita  y  &  poi  nel  bifogno  darla  difciolta  in  acqua. 
lAlcuni  con  queslo  rimedio  leggono  congiuntoyche  fi  mefcoli  mele  &  olio 
vecchio  di  egual  mifura .  filtri  non  pur  il  'mettono  feparato  >  ma  in  vece 
dell'olio  dicono  aceto  vecchio .  Lodano  ancora  l'vfo  di  due  onde  difiilni- 
troy&  cinque  granella  di  pepe  bianco  yò  dieci  del  nero  con  vn  poco  di  fo- 
lio indo  (che  pur  Thillario  alcuni  dicono  )  tn:e  infieme  :  ò  di  mele  per- 
fettoyfele  di  Hienayò  di  volpey&  opobalfimodi  pari  mifura  mijìi  con  me 
'Xaportione  dipepe  :  laqualcompofìtione pur  in  v afe  d i  vetro  y  òdifla- 
gno è  ben  èfaluarfi .  Telagon'to ordino  il  collìrio nardino in quefl'o  modo y 
mirray^affranoy  cafia ,  &  cimino  ana  onde  tre ,  con  due  di  pepe  bianco , 
vna  di  viole yme7^a  dijpigo  nardoy&  jei  dolio  ciprino  (come? 'egetio  nar 
£  ra)  benché  il  Colombro  metta  vna  oncia  di  pepe  lungo y  due  di  bianco y 
quattro  di  cimino  >  cinque  dijpigo  nardo ,  &fei  d'olio  ciprino  con  mirra  > 
cafia  ligneay&  %affrano  ana  onde  tre  Vrì  altro  ne  compone  il  medefimo* 
Telagonio  con  opobalfamoy'zaffranoyfale  hijpanicoymirray  lepidio  >  affro- 
nitroy&  ofio  di  fepia  ana  oncia  vnaydue  di  cadmiay&  vna  libbra  di  me- 
le attico. QuesH  altra  compofitione ancora fìi fua  :  TYendaf  gom?nay  ce- 
tufa  y  opobalfamo  y.olioyfale  >  &  mele  &  incorporata  ogni  co  fa  infiemey 
vngafeneyl animale  per  giorni  interuallatiy  finche  rifani .  Chirone  infti- 
tuìper  le  infermità  de  gli  occhi ,  che  fi  prende/] e  polite  d'incenfo  ma- 
fchioye  di  slerco  humano  abruciatoycere  di  corona  di  bufilo  >  òdi  bue  del 
D  laparte  più  durayfale  ammoniacoypepe  lungOyOJfo  di  fepia ,  fior  di  crùo- 
gineyrutaye\affranopefie  infiemeyaggiutoui  mefoy&  vino  vecchioyquan 
to  paia  bafiante  :  ò  veramente  ofio  di  fepia  yfale  y%affrano  >  mirra  tro^ 
gloditay  etereo  di  cocodrilh  mislicate  con  mele .  (jiordan  Bjijfoy  e 
Tietro  Crefcen%o  dicono  y  poter  fi  leuare  quel  pannicello  bianco  >  it- 
qnaleaccopando  la  pupilla  di  me^o  y  adombra  la  vijla  :  fé  col  cannel- 
lo fi  butti  dentro  l'occhio  due  volte  il  dì  minutijfwi amente  polue  di  tar- 
taro crudoyfola  yo  accompagnata  con  polue  d'ojfa  di  fepia  >o  questa  con 
aloe  ,*  e  ambedue  le  primiere,  congiunte  confai  gemma  ?  o  quejìo  mefeo- 

LltO; 


*  H  D  zìi  j.    q  l  0  \1  J. 

iato  con  ì Jìerco  bianco  di  lucertole  ;auuertédo  dì  non  metterne  fonerebio  £ 
che  dijfeccafìel  occhio-)  fimilment*  vi  fi  potrebbe  {fecondo  il  Bjifio)  in- 
foffiare  polve  d'urì  uovo  yìlqvale  votato  per  vnpertuggiettoy&  ripieno  di 
pevere  yfi  flit  fitto  nel  forno  infocare  dentro  vn  pianano  hi  coverto  ;ò  poi 
ne  diviva  felce  ncra^onde  foleano  i  Bimani  infetti are k  sìradey  &per 
far  che  fi  pigli  il  (òttilijfim<!yqvalfì  richiedeymettafi  tal  polve  in  vna  feo 
della  ni'oua  dilegno  y  poi  ritogliendolo ,  vfift  quello ,  che  col  venticello 
del  deto  fi  coglierà  del  poco  rima fo  vi  afferrato  >  che  per  prona  è  gioveuo 
le  ancor  àgli buomini.  Sei panno  fvffe  antico ,  vngaft  con  graffo  di  galli  - 
ndy  prima  che  vi  fi  mettano  tali  polvi  >  lequali  ancora  in  altro  modo  fi 
pojfonoadoperareyperciocbe  fel'ofla  della  feppia y  eH  tartaro  di  pari  pc-  F 
fo  co  pepe:  e  co  vn  poco  di  fale polverizzati  fan  mijli  con  mele  in  vna  feor 
•za  d'vouoye  faldati  alla  ceneremo  pur*  al  fole;  vngédoyie  l'occhio  con  vna 
pennati  guarirà  d'ogni  maccbiayche  l'advbrjfie.M.Lvigi  àgli  occhia  chi 
Panno  de  baveferohavuto  pannoyvfaua  di  mettere  polve  di  /rondi  d' ebulo  fecche-jb 
gli  occhi  yeraméte  Hercofecco  dhuomo  conafo  di  feppia }& -/è  ben  quel pano  fof 
C°  dìchi  •  fe  ventitoper  colpo  ricevuto  nell'occhio ,  egliperfett amente  il  guariva  > 
continuando  d'infocarvi  con  vn  cannolino  mìjìvria  di  falgemmay&  difk 
rina  d'evforbh  ana  onde  dney&  me?a ,  con  rafvm  di  ojfo  di  feppia ,  & 
candido  difiroppo  acetofoyana  onde  due  ridotte  in  fottilijfima  polue.Il 
Ferrato  volendo  curare  vn  Caualloycheb abbia  la  cataratta)  pi-ende  mer  r 
corella  y  &  olio  di  olive  ana  onde  quattro  y  radici  di  malua ,  &  zuzearo 
Una  libbra  vnayco  due  di  mele  rofatoy&  quattro  d'acquay&  poiché  in  va 
fé  di  tara  le  ha  fatte  bollirey&  mancare  due  detafa  ìlar  la  decottione  al 
fereno per vnanotte:per loquale Jpacio  hauendo  tenuto  l'animale  fenja 
magiareyla  mattina  gli  ne  dà  la  tnità  in  benandari  rettante  la  fera  tene 
dolo  infitto  al  fervente  giorno  fenza  cibo y  ilqualefarà  vn  poco  di  farina 
d'orzoyb  di  gramigna-.Vn' altra  beuanda  puf  è  giouenole  à  gli  ocebif at- 
ta di  meleyfien  grecoyterbentinay&  olio  comune  oncia  vna  per  cofaytenu 
te  in  vna  caldaia  d'acqua  fbpra'l  fuocoyfincbe  leui  il  bollir eypoi  fatta  raf 
freddar  e  )ff>argavifi  vn  pugno  dijemolay&  vn  terrò  d'oncia  del  centorioy  fi 
cjr  agitata  ben  la  miSìurafi  dia  col  corno. Toglie  fi pur 'il panno  tfel'hel- 
[era  terreftrcye'l  pan  porcino  infieme  peftiy<&  mefcolati  cmlifrìa^ty  ori 
nadi  fanciullo  vergine  fi  facciano  colare  con  vnpanno  dilino  y  e  diquel- 
la colatura  fi  metta  nell'occhio  due  volte  il  dì. ^Parimente  corrode  il pan 
no  il  vederame  peUofopra  un  marmo rr>  macerato  nel  vino  per  vna  ndt 
fTr'Uad!  te'e'  mC(iefimo  effetto  reca  il  fugo  delle  radici  della  celidoniaye  della  ru 
mal  d'oc-  ta-  Incorrono  ancoragli  occhi  in  vna  infermità  y  che  Tritiate  da  Vegctio 
òhi.  è  nominatayquando  ipeli  dell' vya  palpebra  annoianoye  abruciano  l'altra 

foche 


*DEL   £UV- UlLOy   LIB.  Pili,  6$, 

*4  fi,  che  muouono  le  lagrime,&  conturbano  la  yifla  all'animale-,  &  curaft 
in  quello  modoy  che  col  rafoio  fi  tagli  la  pelle  della  palpebra  dalla  parte 
di  dentro  non  lungi  da  i  peli  ,  pò f eia  tagliata  per  lungo  vna  fiifciett*  a 
mifura  de  gli  occhi  ,fi  legherà  verfo  la  palpebra  di  fuori  y  accioche  l'oc- 
chio pò  fi  a  ricevere  la  vlìia,et  la  fua  gratta  naturale  fen^a  brutterà  ve 
runa.-e  di  [opra,  vi  fi  metterà,  vna  ffccngia  bagnata  in  muria ,  &  ottimo 
olio:  al quinto  giorno  la ffrongia  fi  teucra,  e  dentro,  l'occhio  fi  porrà  il  coir 
Urlo  conueneuole,e  di  fuori  t'unguento  bafilico  :  nella  fafeia  fi  slegherà^ 
finche  la  piaga  non  fia  venuta  a  cicatrice-:  &  quando  fi  tonala  fafcia\x 
non  per  qne&o  fi  refierà  di  medica-r  dentro  l'occhio  ,fi  perche  non.fi fide- 

P  gni,&  fi  perche  la  carne  nuoua  non  erefea  troppo  .  Molti  fono  y  che  cre- 
fciutayla  tagliano  conle  forfici,  ma  fa  brutto  vedere.:^  fi  macbid'vfa 
reinquefii  cafi  l'acqua  temperata  conacetoycheperlofi/fio  delf angue 
è  molta  bmnapev  e  fiere  frigidaii  Qolombro  per  rifirignere  quella  carno 
fità,ò  tumore ,  che  qualche- v  otta  fi  fa  di  dentro-  nella  palpebra  y  ordina 
per  vntionevn  medicarne  fatto  di  aloe,  litargirioyfarcocolta ,  &  fiore  di 
rame  arfo,pefii  fottilmente.  y  <&  irte or por ati  con  fugo  di  celidonia  :  &fe 
con  queÈo>non-fifcemaJfe,vi4oleyihefi  tagli,  &poi  vi  fi  leghi  co  itria  pei^ 
sfottile  vnpoco  di  fate,,  e  di  cimino* .  61  per  rimediare  a  la  gotta  falfa, 

r  che  per  corruzione  di  burnir  colerico  fuol  venir  a  guifa  di  fcabbia  nella 
faceiarfrdinaythe  tr  atto  f angue  dalla  vena  del  collo,ftvnga  il  luogo  due 
yotte  ildicon  vnguento\cherkeuedue  onde  dihiaccay  e  due  di  oliorofa 
to^  mifiicate  con  vna  fquilla  ben  pefia ,.  aggiuntola  ancor  (come  piace  ad 
alcuni),  aceto  :  hauendoui  prima  fatta  lauanda  conQj]icrat&:&  mentre 
che  l'animai fi gnarifcaycibifi di 'fieno, e  di  frodi  di  canne,&  altri  fimilL  ' 
Il  \u fio  ferine,  foler  venire  cofià  i  faualli,  come  a  gli  hmmìni  la  mor~  g. 

feaylaferpigine,  6  impetigine  prejfo -a  gli  oc cìn  (per  lo  pipi)  &  nelle  pai-  j"erpiojne,. 
peère;e  talvolta preffa  al mfo,&  alla  bocca  ;  e'trimedioloro  efier -  yche  ò  impeti- 
fi prenda  radice  di  bionia,cac  omero ^faluaticOycelidonia-yVicitelXayasfq-  gjne,elor 

D;  delo,flammufo,&aroy& [è ne cauifugoycon  due-parti  de'  quali  fime-  rImedl°" 
fedi  vna  d'aceto,  e  bollendo  infiemefe-ne faccia  confùmar  il  ter^o,  po~ 
feia  aggiuntoti  polue  dllitargirioycjr  colata  la  mifiura  fi  riduca  afor- 
mad 'unguento  con aggiuntone di oHolorino,<&cera  r^rvnpoce dar- 
gentOiVÙw:&  affermando  tal' untione  efiere promtijfima  a  leuarlamor- 
fe.a  infallibilmente .  Tiiojfipur'adoprare  per  fétte:  giorni-  empiaiìro  dt\ 
[emende  pefle  di  femtpi ,  con  fortijjtma  aceto,  ammalate  >  ò  gomma  di- 
pruni  dif  ciotta  inaceto,,  &  militata  poi  con  f uligine:  ò^eramentefac- 
cmfivnguento  cmmirxayf angue  di  dragpyìaloey.fterco  di  papero.  ,orpi- 
meMOyfàpone^olÌQ:dilaHro^.'dloliui.>J  <&  aceto  ^  M/Pier' Andrea  chia^- 

maua 


matta morfea,& taluolta alauara  quelU  fcagliette , o  forfore, b crufche  £ 
hianche,lequaliper  colerico ,  &  falfo  b umore  foglion  venire  a  gli  ani- 
mali,b  su  le  palpebre)  b  fìttogli  occhi  ,  è  nel  moro  ,  b  ne  itcfìicoli ,  &  in 
quelle  vicine  parti  :  &  volendo  curar  tal  male,cauaua  f angue  dilla  ve-  ' 
na  principale  del  collo  à  banda  dritta ':pofcia  hauendo  co'ifapoie,  &  li- 
fcia  di  [armento  lanate  le  parte  infètte,  le  vage.i  con  vng'iento  fktt-o  di 
fortiffima  calcina  viua ,  e  difapone  molle  :  b  fé  tale  non  fi  fife  trovato-, 
egli  rafa  lafuperficie  del  duro,  il  mettea  à  bollire  con  lìfcià  di  far  mento, 
&  quelle  reliquie  difapone  adopraua  nella  miftura  del  detto  vnguento, 
col  quale  vernano  à  cafcare  quelle  fcagliette ,  b  pur  fi  ventano  àfepara- 
re  fi,  che  con  mano  fé  ne  Iettano  :  &feH  cuoio  di  [otto  rèflatta  bianco,  F 
ternana  ad  infaponare,  &  anco  ad  vngere ,  finche  fi  fufìe  veduto  nero  '•: 
^Allhora  vifea  vntione  d'olio,  e'I  dì  feguente  vifea  lananda  con  acqua 
tepida ,  fen^a  altro  .  Sole  a  parimente  Iettar  la  morfea  fbefio  ponendola 
fugo  dìtithimalo, blatte  di  f abiatico  fico,  vagendo  alla  fine  in  luogo 
d'olio  :  ma  perche  l'vno  ,&  l'altro  farla  pericolo fo  quando  per  amien- 
tura toc cafiè l'occhio, migliore fiimaua laprima cura .  M. Luigibauen- 
do  fatto  bollire  con  aceto  forte  radici diT affo  Barbiffo,  e  gomma  ara- 
bica, ne  vngea  la  morfea,  &  com' ella  era  mortificataci  pone  frvnguen 
tofutto  con  or  pimento,  bianco  d'uouo,  &  fugo  di  vitrangolo  aria  oncia  -, 
meja,  con  va  quarto  d'oncia  difolfo,  &  altrettanto  di  verderame ,  ag- 
giunteti} due  onde  di  olio .  Taluolta  rafo,  &  infanguinato  il  luogo  della 
morfea  viponea  ranocchie  acquatiche  ridotte  in  polite ,  b  fangue  di  le- 
pre: b  veramente  vna  licerta  verde  tagliata  minuta ,  &  mifiicata  con 
file,  e  graffo  di  porco  .  Tal  uolta  viponea  miftura  di  vetriolo,  ciminoy 
&fale  con  olio  di  oline  :  b  dipepelungo,pepe  bianco, pepe  nero,cinnamo- 
mo,  garofoli  >  &  ^en^iuero  ana  onde  due  con  olio  rofato  :  b  di  ceneri  di 
^^y^A^grifomelo ,  e  di  melo  stemperate .  l^e  gidla  cura  delle  orecchie  deurà 
effe  come  efìer  difpregiat  a:  perche  dai  troppo  dolor  di  quelle potria  l'animale  venir 
H  curino .  in  pai^ia  :  però  fcorgendofi  lui  batter  noia,b  male  in  efìe,  vfifi  diligenza  t? 
(come  Vegetio  ferine)  a  purgarle  dentro ,  acciò  fi  foglia  la  cagione  ,  che 
muoue  la  doglia,b  che  l'offende:  &fe  nulla  vi  fi  ritroni  ,fkcciauififtare 
per  vna  notte  vna  fpongia  bagnata  in  falnitro,&  acqua: nel  terT^o  gior- 
no fi  ribagni  col  nitro,mcdefìmamente  in  calda .  Hierocledice,che  dapoi 
che  l'orecchia  fi  farti  nettata  bene  con  vnahumida  fpongia  j  vi  fi  butti 
dentro  mele,falnitro,^r  acqna,colatiìnfieme,efnttoquefto,  vi  fi  metta, 
yn  altra  fpongia,che  afforba,&  afcittgbi  tutto  l'humore  per  ifpatio  d'una 
notte: e 7  feguente  dìfian  lanate  con  acqua  tepida,& falnitrouofi  fkeen- 
do  jfreffe  volte  ogni  dì,  fin  che  paia  efier  dimesìiero ,  Et  fé  per  auuentu- 

ravi 


àiitjpjiiby  ite:  tnu        *j7 

_  —  •■ 

r  ra  vìfuffe  entrata  acqua  yfiillifi  dentro  l'orecchie  olio  vecchio  co  altret- 
tanto  falnitroyjpingendoui  lana  [uccida  poi  di  fbpra:ilchefkcendofi  arie» 
ranelle  ferite  y fi  faner  anno  .  Vegetio  à  tal  miHura  aggiungendo  aceto  > 
foggiungeych'  efiendoui  piagheyvifi  metta  dell'acqua  liparia,  &fian  cu- 

-  rateyfe  vifiaffe  -entrato  qualche  animaluccio,  vi  fi  potrà  calare  il  tafloy  ì> 
altro  fimile  ferro  inuolto  di  lana  con  gomma  benglutinofiay&  inuefean-  • 
teiriuolgendouelo per  entroy  accioche  apprenda  quel  che  v'ùfeorfo;  ben- 
ché il  mede  fimo  poffo  tentar  fi  con  qualche  iHromento  lungo ,  &  fottilex 
ricuruato  yn  poco  à  la  puntayà  guifia  d'un  netta  oreccio:&  quando  quefii 
modi  non  giouafferoyfi  potranno  adoperare  i  e  li/Ieri  fiottili  per  l'orecchie. 
Se  in  alcuna  di  quelle  fi  f affé  fatta  raccolta  di  trilli  bumoriyqucido  fi  con§ 

-bfca.no  maturati-y  veggédone  vficire  vna  craffa  materia  famigliarne  à  me- 
Uybifognerà  (come  ^.fifirtoferiue)  danti  vn  taglio  per  lo  dritto-,  fecon- 
do che  ricbiedey^r  co  fi  purgatafi  la  poHemaypotrà  guarirfi  con  meleyalu 
me  di  roccolo  ed  vfiaruiper  tre  giorni  pe%ge  bagnate  d'acetOyet  olio:  b  di 
olio  y  vino  y  &  fiale  yfk fidandola  bene  :  &  alquanto  fi  potrà  medicar  con 
V  unguento  fiolito  da  ferite:  fé  ben  fufie  maculatala  cartilagine  .  Simil- 
mente quando  vi  fi  vedrà  enfiagione  grande  con  durerà  dalia  radice 
.dell' orecchialo  dalla  congiuntura  del  capOymaturata ,  chefia,deurà  ta- 
gliarfi  di  modoy  che  la  ferita  riguardi  ingiky  affine ;ch  e  poffafeorrer  fino- 
ra Ih  umore  :&  per fhr  venire  à  maturità  la  gonferà  .  V "egetio  loda-d  Gófìezz. 
C  metterai  per  empiaHrOyfeme  di  Unoypolue  di  fromentoy  &  fiengreco  y&  dell'orec 
fé  la  ferita  ne  peggiorajfeyadoprifi  il  cauterio  nelle  parti  vicine  all' enfia-  chiecome 
gioney  le  quali  maggiormente  deur  anno  effer  punte  col  ferro  infocato  > 
medicando  dapoi  le.  cotture.  Hierocle  ordinay  che  fé  le  viceré  fon  dentro 
vifìfchi7gi  olio  y  &  vinopuroy  poi  vi  fi  goccioli  olio  &  fugò  di  porri  yla*- 
uandoui  ancora  con  acqua  tepida  .  'Dice  ancora  la  centaurea  macera- 
ta nel  vino  y  &  con  quello  mifia  effer  gioueuole  ad  infonder  fi  nell'orec-  vermicci 
chie .  Il  Colombro  dice  >  che  facendo  almen  per  vn  giorno  fiar  l'orecchio  uoli  nelle 
pieno  della  polite  centaurea  minoreycbiufoy  &  legato  con  vnapcx^ay  vi  orecchie 
P  fi  vcciderahno  quei  vermiccioliy  che  per  putredine  ,  òper  morfìcature di  C°TJllJ^. 
animalucciyb  per  efulceratione  vi  fi  fiogliono  generare  y  con  pericolo  non 
pur  di  rodere  il  neru.Oy  che ftànelmeTO  dell' orecchia  y  ma  di  approffi- 
marfi  al  ceruello->&  fhr  l'animai  maniacOy  &furiofo .  E'I fìmil gioita- 
mento  potrebbon  fare  le  fiondi  delperfico ,  ò  del  cocomero  fialuatico ,  ò 
ambe  giunte  infieme.M.  Luigi  ai  mali  dell' orecchie  ufaua  fiondi  di  piop- 
po con  calcina  pefie,  &pafiateperfeta  y  qualche  volta  a  giumenti  fiordi 
mettea  full 'orecchie  empia  Uro  di  f aite  frante  bencottey  &  con  pena  ba- 
gnata d'olio  di  laur  o  vngea  di  dentro .  Quelle pofiemey  ò  dure  infiagio- 

TT         ni 


45S  V  E  L  l  U     G  L  0  ì^i  ^ 

I  ftHigui..  niparotidi  nominatale  nafiono  alla  congiuntane  del  collo  con  la  tefta  p 
gliom  ,  o  preffo  a  l'orecchie y  il  Colombro  loda,  che  fi  ano  punte  (effendopicciole) 
è  lor  cura  con  ^rument0  di  rame  non.  molto  acuto ,  &  che  fi  tocchi  la  vena  della 
lingu accattandone  quel  [angHeyche fiapeffibile:e'l  feguente giorno  fifkc- 
eia  il  mede  fimo  nelterjo  [catone  del  palato ,  da  quella  parte  y  doue  è  il 
malg.-tna  efiendograndiyvuol)che  fen^a  trar  [angue }s adopri  vn'empia- 
firo  fatto  configgo  di  lapaxji  acuti  bollito  con  grafia  di  por  co  liquefatti 
già  y  &  colata  prima  :  laqual  miflura  fi  dee  molto  bene  agitare  ancor 
leuata  dal  [uocoy  finche  fia  fredda:  gr  come  il  luogo  fiveggia  contai  un 
tione  mollificato ;fi  tagliaymettendaui  t^.jli  bagnati  in  olioyacetoyuinoyet 
[ale y  &  poi  fi  curi  la  piaga  con  altre  coauenes.oli  medicine }  tenendola  p 
aperta  finche  paia  del  tutto  purgata  là  ria  materia.  Et  perche  ne  //c-J 
piaghe  curate  co  fi  delli  fìranguiglio-iiy  et  parotide,come  dell' altre  pofle- 
me  della  tejiay[ogliono  rimanere  certi  fittili  pertugietti y  che  delcatinm 
buttano  acqua,  chiarate fpeti.ilmeete  quando  f  animale  mafiicay  egli  ap- 
prouayche  tal  hv.morefi  lafici  vfiireper  alcun  te:vpo>.&  uolendolo  poi  ri 
ftrignereyordinaytbe prefi)  co  le  tanaglie  il  cuoio  di  quet[oramey  che  v'è 
rimatoci  trapaffi  vna  [ubbia  per  l'unay&  per  l'altra  banda  ^mettendo  in 
ciafiuna  di  ejje  due  bande  cofi  [orate  vnfusìiceUo  di legno  fiottile ,  fiche 
tali  duoi  [ufi  i  celli  vengano  agitila  di  noce  à [errare  il pertugio  anticoyle- 
gati  bifieme  t  ol  cucio  co  np.l  di  canape  ;  &  fi  laficino  cofi  ftare  >  finche  ne  q 
Cagiano  per  [e  Sìeffiiìlqual  modofipnò  vfiire  in  tutti  altri  fimili  acciden- 
ti dipiagheyeccetto  [e'inoti  poterfi  chiudere,  &  fai  dare  fi  cagionale  da 
corrot tione  di  carne  >  ò  dinerui  yòda  impedimento  di  qualche  ojficello  y 
comefiioU  auucnire.  alcuni  configliano:  che  le  parotidifiano fomenta- 
te con  acqua  calday  <&■  empiastratc  con  farina  dyoi~ro  >  e  grafia  di  porco. 
osffJìrtQ  vuolyche  due  volte  il  dì  vi  fi  leghi  [ufo  vnafhongia  bagnate  di 
aceto  caldoybifinoatatoyches'immarci[caia]ihora  vififhccia  va  taglio 
*gui[a  d'vna  luna  cornuta  >  fiche  le  cornette  guardino  in  su  { perche  cofi 
ne  potràmeglìo  vfiire  thumore  accotto)fi>argendoui[al  minuto.Ildìfie- 
guente  [omentifi  il  luogocon  acqua  caldayet  mondificato  chefìaymetta-  fi 
nifi  empiafiro  di  farina  d'orobi  mifix  con  mele:ne  vi  fi  prema  col  ditoynt 
ponga  ta§ìayperche  fàcilmente  quelle  parti  infiammando  fi ypotrìana  ve- 
nire afìiìola:&  nel firmi modo [criue poterfi curare  quelle  polìemey  che 
nafiono  nella  gola.  Hierocle  ancora  cofi  per  te  pofìeme  venute  allagola^ 
(»me  per  quelle  y  che  vengono  dietro  t  orecchie  ;  loda  molto  lefomenta- 
gioni  dell'acqua  calday&l'empiaFtro  della  farina  dell' orxoycon  douerft 
tagliare  quando  h  aran  fatto  raccoglimento  >  o  abruciare  [e  non  veni  fiere 
Scropok.  à  maturarfi.  Vegetio  parimente  ordina ,  che  tanto  le  [cro[oley  quan- 
te 


DEL    CJ.yjtLl6>  LtS.rtIL        6^ 

€  to  le  parotidi,che  volgarmétefi  dicono  orecchioni,/}  debbano  medicbarH 
con  caldi  medicamenti  ,  &  con  vnguento  di  fior  d'orbo  con  tre  onde  di 
gomma  cotto  in  mele:poi  come  la  enfiagione  parrà  matura  ,  vi  fi  faccia 
taglio  $ir,gando  gli  h  umori  accolti,&  vi  fi  mettano  pe%ge  di  lino  bagna- 
te in  olio,aceto,e  fiale;  ne  gli  altri  giorni  adopnfi  V  vnguento  daferite,ten 
g.ifi  aperta  la  piaga  ,  finche  interamente  fi  fi  a  purificata  ,  perche  in  tal 
luoghi  per  Ufirette^jra  fi  fogliano  generare  pofleme  ben  facilmente.  Ha 
parimente  il  nafo  ìfuoi  prò p.rij  maii,percioche  auuienfè'sffofe  m^ffima-  Mali  del 
mente  quando  il  e  amilo  è  afiretto  a  correr"  oltr  a  le  fior  Tifile)  eh  e  del  na-  "^  *Jj 
fio  gli  ejle  fern^a  percoffa,o  ferita  alcuna  gran  copia  di  fangue,iiqual  ma  n0j  e  pri- 
E  le  Cuferino  dalmedemo  Vegetio  è  chiamata,  e  dice  curarfi  in  quello  mo  ma    del 
doyche  vntod olio  ,&  aceto  per  tutto  il  corpo  fi  piccia  liarben  coverto  Cuferino 
in  ripofe  in  luogo  tepido, e  inietto  molle- e  per  le  narici  gli  fi  a  data  co  lat 
te  vna  oncia  d'Eruca  pcsla,o  co  viri  dolce  yn'oncia  d  '  anHolochia,e  me 
%a  di  taffrano-.b  tono  è  ancora  il  fugo  de  i  coriandri  verdi  col  ito,  perche 
il  freddo  naturalmente  riftrigne  il  fangue;però  vtiliglifiapur'à  bagnar 
la  tetta  confreddifiìma  acqua  temperata  con  aceto,  mìììoui  alquanto  fa 
le:o  con  vn  cannolino  foffiar  nel  nifi  polite  di  carta,  &  lana  abrutiate:  o 
veramente  prenda]}  fugo  di  porro  fiatim  (fenonfipoteffe  hauerdeico* 
riandri)  &  mef colato  con  me^a  oncia  di  fugo  di  grano  macerato  in  ac- 
qua,&  vna  di  anagaUico,  a?  giuntarti  vna  dramma  di  fior  di  frumento^ 
&  vn* altra  d'incenfo  poluerixato  ,  e  diuifia  tal  miftura  in  tre  parti,  fé  ne 
bagnino  le  narici  con  vino  nero: che  cofi  il  fangue  fi  ìlagnerà.Tuofi  etìan 
dio  il  fugo  del  porr  0,0  delcoriandro  mef  colare con  centaurèa,  violacea  y 
trifiagine,&  nitro  di  egital  mifura ,  e.di  ini  co  fé  peste,  e  cria  elate  darne 
Ogni  di  vn  cucchiaro  per  bocca  con  vna  kvmina  d'acqua  tepida ,  perche 
tal  beuanda  ritiene  il f angue  diffeccagli  bumori,  &fana  altre  infermi- 
tà,che fuffero  per  venire.  M.Tier '^Andrea  non  volea  the  finitamente  fi 
flagnaffe  ilfluffo  del fangue,ma  laftiatone  vfeire  alquanto)  o  dal  nafo,o 
T)  dall  orecchie,onde  egli  yfeìffe,  mettea  fu la  fronte  dell  'animale  un'emù 
piaslro  fatto  di  fugo  dì  nafturtio,  e  farina  difaue  tonate,  o  ònifeate ,  & 
co  fi  incontanente  cefìaua- .  Ma  fé  per  efier  rotta  la  cartalagine  del  nafo  Cart  ilagi 
(cioè  quel  tenero  ofso,che  fiepara  le  narici,detto  da  Cjreci  T rigano)  gran  "e  del  na 
furia  dì  f angue  rtefca,ne  fi pofsaftagnar.  Vegetio  feguendo  ì  ordine  ami  °* 
co  de  gli  Hippìatri,  ordina  ckefu'l  luogo  offefofi  metta  una  fi ogn  a  ba- 
gnata in  aceto,<&rìuclta  in  polue  d'incenfo  rnafchio .  Ts{afce  nel  nafo  (so 
me  da  Affino  fi  fcriue)  una  certa  carnagione  di  circuito  di  una  morolay 
che  dicono  poHpo,ilquale  uitio  è  famigliare  a  causili  della  Sarmatia,et  polipo". 
è  di  modoycbe  cbiudédo  il  forame  potrebbe  affogar  l'animale-)  oltre  che'l 

TT     2  fa 


S6o  D  E  L  l  ^i     G  L  ò  \  I  jt 

fa  fiar  fonnolento,e  maninconicOyfi  che  non  può  annitrire,  ne  vuol  man  g  > 
giare  &■  caccia  fuori  certi  mucchi  marcio fi,e  pw^olenti:  ^fl  che  fi  può 
rimediare,?  egli  fuffe  vfcito  infioratagli  indo  con  acuto  ferro  quella  par 
te  che  fi  puì>y&  fu  quella  ,  che  resia  jpargendo  calciti  cruda  polueri^a- 
ta,la  qual  ancor  con  aceto  incorporato  fi  può  vfarey  ò  feccia  d'olio  bolli- 
ta con  anftolochia .  Ma  f egli  è  dentro  fi,  che  non  fi  a  pojfibile  à  toccar  fi  > 
non  eie  altro  rimedio,che  di  fregarlo  }&  confumarlo  col  piombo.  Vege- 
tio  dite,bruciirlo  con  vn  cauterio  di  piombo  quadrato.Hierocle foggimi' 
gè,  che  alcuni  con  tre  lunghe  agucchie  pungendo  minutamente  il  poli- 
po^ lavandolo  forte  con  vino,&-olÌ9,il  vengono  à  disfare  :  jtltri  in- 
fondono al  nafo  vafesìario  di  vimine  fi  in  diffoluti  incenfo,  nitroyruta,  F 
&■  lagrima  dipapauero  merai  libbra  per  vno. M. Luigi  fu' l  polipo  taglia- 
to noafolamente  co  fiumana  di  mettere  la  calcina  viua  ammafìxta  con 
faceto  :  ma  qualche  voltavi  adopraua  V alume  ;  &  quando  ilCauallo 
fenica  tal  male  haueffe  battuta  dtficultà  di  rifiatare  per  le  narici,egli  tre 
volte  dadogli  à  bere  decottione  di  tamaricì  bolliti  in  acqua  ridotta  al  ter 
Viceré  "^P  '°  ZmrtH:L  facilmente  Si  vegghno  tal  volta  nafeere  nel  nafo  certe  vi 
nel  nafo  cere  pU7^olenti,da  Greci  dette  o^ene,  per  lequali  .Affino  ordina  quindi 
dette  oze  ci  onde  di  alume  di  rocca,fei  di  [angue  di  Dragoytre  di  vifchio,  &  aceto 
ac'  a  bafìaxa.lìierQcle  vuole,che  bagnata  in  vn  vafe  la  fcopiaycon  chef  net  r 

ta  il  forno  >  fi  pigli  queir  acquay^r-  fé  n*vnga  l'animale  al  fole  ,  h  attendo 
prima  con  aceto  lattato  il  luogo,&  afeiugato:  affermano  alcuni,poterjt 
in  ciò  adoperar  quei  medeftmi  rimedi  y  che  per  acquette  de'piedtjfì  ado~ 
Urano.  Ma  import  antiffima  vera-mente  y  e  molto  pericolofa  è  quella gra- 
He-iga>&  concorfo  di  catarroycbe  aitatene  al  nafo  per  indico  fittone  del 
la  tefla:per  cloche  fuole  benefpefo  terminare  in  ciamorroyinfirmitàjpa- 
uenteuole,& che'lpiu  delle  volte  recamorte  all'infelice  animate. Ouan 
do  dùnque  vegliamo  ilCauallofchiuar'il  cibo ,  ò  fé  mangia,  muouer  con 
diffìcultà  le  labbrayfe  camina,mttouer  tardi  la  per  fona  :&  fé  atra  la  te- 
ftaygittarfofpiriytie  poter  fi  corcàre,ò  riuoltare,come  fetenefìe  incordati  ì  j. 
nerui  interior iy&  oltra  ciò  hauer  le  vene  dettate  nel  capo  y  &  nella  fac- 
ciayfan  fegni  manifes~li(fecondo  jtffirto)tl  capo  efier  oppreffoy&  aggra- 
ttato  da gra  quatità  d'bumor  catarro fo,  ilqttal fé  per  auentura  diftillerà 
nell'afysra  arteria,donie  fi  cagiona  la  toffe ,  da'  Latini  fi  chiama rauce1- 
dineyfe  alla  bocca,&  alle  fkuci,catarro  co  la  parola greca,che  da  Latini 
eoi  nome  del  genere  vie  detta  dislillatìone,ma  fé  calerà  il  detto  humore 
nelntfo,Graued'.ne  la  dom.indano  i Latini,  che  noi  la  diremo  graueri^y 
ne]le  quali  tutte  la  tetta  grauemente  patifcey  alla  quale  (per  effer  la  pi» 
tioblle parte  del  Lorpo)dQHeremofenra,  dimora  darfoccorfoydado  al  Co* 

Hallo 


25  £1    C  \A  VM  l LO,    US.   Vili.         661 

M  uallo  bevanda  di  vna  bemina  di  odorifero  vino  biancoyoue  trenta  grand 
la  di  pepefian  mille  in  politelo  veramente  di  decottione  di  ritta)  ò  di  Sai 
uia,b  dì  artemifiayò  di.foglie  di  polito  bollite  nel  vino  .  Debbiamo  ancora 
farlo  esercitare  in  leggieri  galoppi,  ac  credendogli  la  fatica  di  giorno  m  „        , 
yomoijÌHcbc  a  paia  migliorato. di  appetito ,  &r  alleuiato  della  grauez^    Cauallo 
za.'ì^t)  mancheremo  di  bagnarli  fpefìo  la  tejìa  con  acqua  calda ,  e  di  far--  come  ri 
gli  entrar  non  pur  nel  nafò ,  ma  nella  bocca  profumo  di  pome  Ile  di  lauro  Porgli. 
pefte  in  stt  la  bragia,})  di  ahimè  di  rocca  polueri^ata ,  tenendogli  il  capo 
ben  coverto  di  drappi-,  e  dandogli  à  mangiare  grano  flato  à  molle  nel  vi- 
no,&foHra  tutto  non  larderemo  le  fregagioni)  che  inqueslicaftpià  ,cbe- 
negli  altri  fon  ne  ceff arie  per  aprir  i  meathvfando  infìememente  le  medi 

B  anejcbe  vaglio/io  à  purgare  la  tejìa  >  come  farsa  buttargli  per  ionafo  a- 
rffialocbia  con  vinO)0  falnitro  con  acqua ,  òfale  ,  e-r  alume  dirocca  con 
vino:&-  fé  con  queftirimedij  non  ft  guariffe  ;camfi  [angue  dal  collose  dal 
la  bocca ,  0-  accioche  il  rbeunio  efcafuoriyprend.(ftvn  'oncia  di  fole  due 
d'i/iLtenJòjetre  &  meza  di  [àngue  di  taitr0)0  di  manzo  gioitane ,  e-r  pefte 
infieme,&-  incorporate  poi  con  aceto  forte,[e ne  facciano  pillale  digran- 
dez^a  di  vna  noce-.delle  quali  afciugate,&-  indurite  al  Sole,fe  ne  dia  per 
bocca  vna  il  giorno  difciolta  in  acetoso  pur  in  vino,fefufìe  debole  ilgiu- 
7iicntO)baucndogli  prima  fatti  i  bagni  ,  &  i  profumi ordinati  di  fou.ra  . 
alcuni  vfatio  per  purgar  il  capo  la  falamora  di  pefce,  o  puf  ottimo  vino 

C  forte  buttato  per  le  narici .  filtri  d'unpomo  di  mandragora  tagliato  in 
molti pezT^h&'feccato  alfole,ò  iter  nel  fomo,f ari  polue,  &  poi  l'adopra- 
no.  ^Altri  dopò  bauer  canato  fang\e  dalla  boccayo  dalle  té  pie, fan  bollire 
in  vino  au  fiero  due  parti  dicreta^  vna  di  acati  a  vecchia,  &  co  fi  cal- 
de le  mettono  foura  il  capo  sfredditOyb  ripieno,  &  vedédo  vfcir  molto  bu 
more  per  lo  nafo)gli  danno  per  otto  giornibeuanda  di  una  bemina  di  vi- 
noyoue  due  onde  difenape  mondai  ben  trita,ò(comt  altri  dicono)dife  * 
nauro  con  pari pe[o  di  meleftan  difiolute ,  Xeonneslo ,  accioche  tutta  la 
gravezza  raccolta  nel  cerebro  cali  giù ,  ordina  che  fi  e  ani  f angue  dalle 
tempie-)?na  prima  di  qmflo  vuol,  che  fi  bagni  lafommità  della  tejìa  con  ■ 
olio  caldo: accioche  aperti  i  chinfi  jpiracoli)  s'aiuti  il  difeenfo  deglibumo 
rì\&  adopri fi  quella  mislura  di  politi)  che  muoue  lo  sternutare  ;  legnali 
polui  fi  fanno  di  falnitrO)di  pepe  bianconi  slrutio  berba)  d'iri  illirica^ 
d'elleboro  nero ;& -crivellate  infìeme  fi  feffano  dentro  il  nafoy  accioche 
l'oppilagione  del  capo  fi  venga  àfeiorre;  &  fé  con  quelle  cofe  il  mal  non 
fi  rifoluefie  )  butti  fi  per  lo  nafo  vino  nero  con  alquanto  di  opopanace , 
e  con  polued'infenfomajcbiO)  quando  i'-humory  che  fìbuttaffepareffe , 
palio  ;  nelqual  cafo  dopiò  il  detto  rimedio  y  gioueria  confrondi  di  UurOy 

TT     3         fargli 


éèì  t>  e  t  t  .r  g  l  o  pvi  a "  ' 

fargli  profumo .  Telagonio  dice ,  purgar  fi  il  capo  con  buttar  per  lo  nafb  £ 
vna  miflura  di  vino  con  polite  d'inccnfo  ,  euforbio  ,  &  cent  aurea  lunga- 
mente bolliti  in  vn  pignatto  ,  ò  con  dargli  per  bocca  due  voua  incorpora  - 
te  con  venti  granella  di  pepe,  e*r  vn  oncia  di  mele,fkcendogliper  me^o- 
ratener  la  teftapiegata  a  piedi  :  ò  che  ne  II  orecchia  fi  goccioli  vnpoco 
.  difortiffimo  aceia  con  olio  vccchioy&fabiitroyò  graffo  di  gallina  con  ifpl 
go  nardoib  veramente  olio  bollito  co  butiro,con  ruta,<^r  conquei  vermic 
ciudi,,  che  fi  chiamano  ^i /inetti  ,  b  mille  piedi,  che  toccati  fi  contrahono 
in  vn  globo,&-  camìnano  inarcati .  t^fltroue  egli  ferine  efiere  necefìarh 
flucch'  ^  confiderai'  la  diu#rfità  de  i  mucchi ,  perche  la  forte  del  male  fi  può  co- 
de, nafo  nofeereinquefìo  modo,che fé effi humori fi veggiono  vfeir dal nafo chia-  f 
duerfi  riy£  tremar  enti,  fon  cofe  ordinarie-»  &  fri  ite  per  vn  giorno  fenya  darpun 
roftrano  t0  da  fo  frettare.  Se  fon  più  grò >ifi,e pia  bianchi,  difeendono  dal  cerueìlo, 
<apo .  &  '■"■'MMoniJiono  douerji  rimediar  prestamente  alla  tejta .  fpiujpejji , 
&  à  color  difkua  ,  procedono  dalle  ghiande ,  ckeper  auumtura  fi  fono 
generate  nella  gola,  i  graffi,  fcbiitmofi,  e  pallidi  dinotano  infermità  nel 
polmone.  I  leggieri,  e  gialli  fofchi  minaccian  febbre yifottili ,  &  roffeg- 
gianti  dimofirano  vecchia  infreddatura, -onde  bifogna  l*animale  co  calde 
beuande  effer  curato .  Quesli  fegnifenT^a  varietà  alcuna  fon  daVegetio 
confermati,  itqual  foggiunge ,  tèe  per  far  dal  nafo  difcarrertquelthu- 
mor  verde,è  pallidoyche  nel  capo  fuol  raunarfi,  ottimo  rimedio  fia  àftil-  0 
lare  perle  narici  fieno  di  buomo,b  di  caprone  con  olio  rofato ,  &  vino 
mifio:  ilche  afferma  alla  fan  ita  del  polmone  ancor  giouare.  Tlinio  dice 
atte  pafjìoni  della  tetta  de  i  giumentiefier  gioueuole  la  vite  nera ,  &  la 
'Brionia,®'  per lareuma,ofcorrimentoca.taro[o  metter nell'orecchia  un 
f ut  colo  di  cr  et  ano, q  d'elleboranero  alenandolo  poi  nella  medefima  bora 
il  dì  fegaente.  Sgottino  Colombro  per  purgarli  capa  degli  humori,  che: 
V aggrauaff ero ,  loda  affai  a  dar  per  bocca  lafemen^a  delnaslurtiòpe- 
fla,& incorporata  con  mele,  ò  dargli tal'herba  à mangiare  ,tróuandoft 
yerde,ò.  buttargli  per  lo  nafo  il  fugo  di  quella ,  ilqual  mefcolato  con  latte 
caprino  rifoluerehhe  ancora  il  dolor  del  petto .  "i^e  meno  vtìlmentc  dice 
poter  fi  vfare  iLfugo,ò  le  fiondi  della  Jiafifagria,òJìafufaria:  (come  dajpe 
ciati  fi  chiama)che  pituitaria  etiandiofifuol  chiamare;  per  effereappro 
priata  a  i  canari .  Loda  ancora  le- fernette  del  fenape  con:  le  bacche  del 
lauro  pefìe,et  mefeolate  co  melerò uerameteprendafì  vna  quatitàd^effe 
bacche  mature^memtre  fon  frefche'.e  poi chepefìefaran  bollite  inuna  cai 
daia^e  ff  remute  bene,r  accolga  fi  quella  parte  di  vntuofb  liquore,  che  ap- 
parirà di  fopra  qua  fi  dalla  dee ott ione  diuifo ,  &  conferuatofi quefto  olio 
in  vn  uafry  adoprifi  perleuare  le  doglie  del  capo  y€tp  difìolyere  i  catarri 

coagu- 


DEL    C  jLVJtllOy'l  IB.V  tll.         663 

'jt  coagulati  y  mettendone  dentro  l'orecchie ^  e  buttandone  per  lo  nafo.  Af. 
Tier'<±s4hdreaflHando  il  Cj  inmento  patiataricameto  diteflayglie  la  vn- 
gea primieramente  con  calda  affungiada  l'vna  orecchia  a  l'altrayfcen- 
dendo  giù  perla  goL%<&  per  la  fa  cela;  poi  con  ifyongie  vi  ficea  bagni  di 
acqua  tepidayCt fé  dal  nafo  forre  a  materia ,  effendo  Hcauallo  maggiore 
diquattro  anniygli  trahea  fangue  dai  fi anch', '$&  fé  haueffe  vifloilven- 
Ire  gonfio  (  come  ftoV  auiienire  :ò  le  vene  del  collo  grofie  più  dell' vfato  > 
Vinfagnaua  nella  -vena  commrae  del  collo  d  banda  dritta.  £  tratto  il  fan 
gue  sfacendolo  pafseggiarcy-come  il  vedea  fcaldato  alquantOygli  attaca- 
ua  alleteflavna  biader addentro  laqual  hauea  meffa  benpeFtay  e  trit- 
%  taqueìlherbay  che da  alcuni è  chiamata  vidieity  enei  Ideamela  dico- 
no fuoco  m<irtQ]  aiiertendo  y  ch'egli  nonhaueJfe^guMatay  ne  tocca  tal  her- 
ba  eoi  mufo;  ma  fot  amente  ne  hamffe  prefii  lafuafumofità  :  Indi  come 
-peata  L-grimargli  occhiytogliea  la  biaderà^  poco  dopo:  gliela  rimet- 
tea:  co  fi  fruendo  tre  volte  il  dì  per  interuallatìgiomiy  accioche  dallato- 
fa  che  molto  era  forte  $  non  haueffe  il  C  anallo  fent  ita  nota  maggiore  del 
fuoUfogno.Quesla  biadera,che  detta  habbiamoys  'intende  efìefvn  fac-  Raderà 
thettOynel  quale  fi  cofluma  di  metterla  biada  )  acconcio  in  modoyche  le-  flit  °  à 
gato  alla  feftiera>r  inchiude  il  capo  dell'animale:  &  con  talfachettò  egli 
,  vfaua  di  far  ancora  ifuffumìgiymettendom  dentro  vn  v  afe  pieno  dibra- 
giaycon  rofmarino  peftoy&  con  invenfo  di  foprajòton  altre 'Oport  une  pol- 
iti: auuertendoycbc'l  fumo  non  9 fife  fuori della  biddera:m  atutto  pene 
trafile  per  ogni  giratolo  della  teSìayteneudo  il  giumeto  imbrigliato  yet im 
pafloiato  :  &  accioche  egli  non  fi  fuffe  Rallentato  del  nuouovfo  d'efia 
biaderdy  l'àwzexuua  vn  giorno  innanzi  à  mangiare  la  biada  in  quella-, 
H  orafe  co  i  detti  rimedi  egli  hauefie  vislo  il  caricamento  del  capo;  0  h 
f commento  del  nafo  nM  cejfareyfkceabolir  vnpe^^o  diiardoyò  d'affitto 
già  nonfalata  di  porco  inpefo  di  onde  feiyet  prefo  il graffo  feparato  dal- 
l'acquay&  già  raffreddato  y  il  mefcolauacon  due oncie  d'olio  ,  duoi  hì&- 

i£  chieri  d'orina  d'huomo  y  &  vn  divino:  etalmiflura  daua  tepida  a  bèi- 
col  corno. fndif atto  ftar  due  bore  il  giumento  infrenato  dentro  lafìallay 
gli  daua  a  mangiar  del  Brenno  cotto  ,  e  flato  al  ferenoyfe  era  eflate  :  ma 
■0  di  verno  baHaua  a  darlo  raffreddato  ;  percioche  caldo  l'ha-rébbe  offefo  ■ 
&fi  sformava  di  fargli  bere quell 'acqua^che  dalla  (premitura  di  quello 
vfeita  era:eccettofe'l  C  mallo  fi  fuffe  contentato  di  mangiarlo  nel  moloy 
che  fanno  i porci.  Vfaua  ancora  a  dare  di  raffreddati  alcun  beueront  te- 
pido di  farinai® 'per  cibo  loro  frequentali  a  il  frumento  còttOyoHgerma^ 
noyol  miglioy  quando  era  vemoye  or?o  cottoy  &  paglia  quando  er$<tte* 
Qualche  vvlta,  egli fitta fottìi f armadi  fané  modate}  ri  empiee  fac- 

T'T    à  cbettQ 


66+  DELL^GLOI^I  Jt 

thcto  grande  quanto  lafrontedfilCauallói  ìlqual  Tacchetto  (bagnandolo  jg; 
ita  axq ho.  rofata,&  aceto  tepido,e  poi  fremendolo) f e  a,zbc  dijlefo  rejlafìe 
grofio  quanto  vn  ditoi&  cofi  il  mettca  su  la,frome,  vntaprimadi  graf- 
jò,ò  d'affungia  di  porco  fu  fa  ,  etepida,  acciò  che  fhimidità  delfaccbetto 
non  baitele  fatto  danno:  e  quattro,  o  cinque  fiate  lauaua  gli  occhi  con 
acqua  tepida^Altre  volte  bagnaua  la  fronte  con  fugo  difolatro,  &  ace- 
to mis~li,&  folèa  dire  , che  la  raff redatura  fi  potrebbe  chiamare  più  to- 
Ho  rifc  aldatura-iper  che  fuole  auuenire  per  bumore  colerico  diffoluto  dal 
caldo,maffi inamente  ,  quando  ilcauallo  tratto  difialla  troppo  calda  s'è 
fatto  dimorare  in  parte  troppo  fredda  ,  e  diquesìo  male  egli  banca  per 
fegni  il  battimento  de  fianchi ,  e  delle  cigliala  freddcrgadell 'orecchie  >  f 
e  deWhalito  delle  narici,la  gonfi  atura,e'l  lagrimare  degli  occhi)  e  l  do- 
lor per  tutto  graue  .  Eumelio  contra  il  raffreddamento  loda  il  dar* a  be- 
re f angue  caldo  diporco,agitato  con  vino.Hierocle  dice  bafiare,chefi  dia 
Maslice,  &  ruta  bollite  con  mele,&  alquanto  di  olio,  aggiuntola  ancor 
del  peuere.  M.  Luigi  coslumaua  beuanda  di  vino  con  ruta  -,  &  olio  infie- 
me  bollitì:o  di  vino,olio  ,  mele,  cimino,  &  graffo  di  porco. Taluolta  ac- 
concio vn  gallo  d'  vn'anno ,  come  fi  f effe  douuto  mangiare  >&  con  quel 
fritto  bollire  quattro  onde  di  Cimino ,  &  vna  di^affrano,  daua  dapoi  a 
_     ,.       bere  il  brodo. Tietro  Qefceni^o^  (fior danol{iiffo,fcriuono,ch  eia fred- 
zanelca-  dc^a  del  capo  viene  alcauallofiper  la  detta  cagione  di  hauer  fentiti  ' 
pò  del  ca  due  contrari  efiremi  di  caldaie  freddo  ,  fiancoraper  quelle  fuper fruita, 
/^7co~  die  intrinfecameute  per  altre  cagioni  fi  fogliano  ratinare  ;  laqualfred- 
dezga  muoue  in  effo  capo  dolore  >  eftordimento ,  6"  provocando  l\ ajpera 
arteria  fa  ioffire,tolta  in  gran  parte  la  voglia  del  mangiare ,  e  delbere . 
Terò  volendo  à  queflo  rimediare,  vogliono,  chef  faccia  tener  coucrto  il 
capo  appicciandolo  bene,  e  tenendole  vnte cofi di fuori,come  didentro, 
fyeffo  nelle  orecchie  fi  metta  butiro;ò  che'l  butiro  con  olio  lorinofi  metta 
nelle naric'v.o  che  bagnata  di  olio lorino  vnape^a di  lino?  acconciamen 
te  fi  leghi  al  morfo  della  briglia  sfacendo  fempre  con  tal  freno  in  bocca  jj 
bere  il  cauallo.-oi  he  fi  faccia  entrare  nel  nafo  il  fumo  a"  vn  panno  di  lino 
*rfo;  o  dibambagio  vecchio  abruciato  ,o  che  nel  nafo  leggiermente  fi 
metta  vwfófionetto  ,  in  cuifìa  legata  vnapexja  vnta  di  fapone  faracir 
mfeo  •>  ò  nero  >  &  poco  Hanfe  poi  fé  ne  caui;  perche  con  quesìo  fi  moua.- 
ra-to  li  fir  amiti,  che  fan  purgare  ilceruello  >  &figitteranna  gli  humori 
liqiidi  :  o  veramente  mettaglifi  la  biaderà  piena  di  grano  ben  cotto 5  fy 
calao  quanto  fi  pofìa  patire  :  ficbeegli  riceua  quel- vapore  nel7iafoy,& 
ne  m<ngià  voglia  fua  :  ilquale  grano  tanto  pia  giotterà,quanto  fra  cotto 
con  pulizia  y  ty  confaluia}oconfauina}  come  altn  leggono;  &  fé  con 

tali 


ri 


«D£  L    CjtV'^LLO    L  1  B.    V  III.         66^ 

jt  tali  rimedi  non  gaarijfe,  mettanfi  i  fetoni  fotto'lagolay  ò  convn  ferro  a- 
gu^ro  infocato  pertuginft  profondamente  quelle  ghiandole  che  fono  fot- 
tote  maf celle  tra 'l  collo  >  e'icapoy&fhccianfi  ancora  con  ferro  torto 
cotture  nel  mc<zo  del  front  e,  acetiche  operi vna  viay  òper  V  dittagli 
humorifi  vengano  àfuapor  are  }&  àtrarfuora: facendolo  fpefjo  bere  ac- 
qua coitale  calda , guardandolo  da  tutte  le  cofe  fredde.  Loren^  I{ufio> 
confermando  à  punto  le  dette  cure  foggiugne  poterft  ancora  legare  al 
morfo  del  freno  lafauinaioper  quattroyò cinque  dì  far  due  volte  ilgior- 
novntione  alle  tempie  ài fianchi ,  &  al  ventre  con  due  onde  d'olio  di 
lauroydnque  dipiretroy  &feididialtheayò  far  gli  tirar  per  boccay&per 
B  lonafo  il  vapore  delle  tartuche  ben  cotte  in  acqua ,  q  pur  il  vapor  della 
faluiaye  delpulegio  bolliti  mfiemeUenendo  al  e  inailo  ben  coperta  la  te- 
Sia  da  ogni  banda ,  ò  veramente  facciafi  bollir  bene  vna  libbra  di  fieno 
grecof&  mefcolatafi  con  l  acqua  di  quella  decottione  vna ,  ò  due  libbra 
di  farina  di  grano  >  diafene  beuerone  due  volte  il  giorno  fen^a  dargli  air 
tro  à  bere  poi  fecco  al  fole  quel  fiengreco  diafi  raffio  con  la  biada  à  man- 
giare per  nouedì^ch  e  cofi  diuerra  non  pur  fino  ;ma  ancor  più  grafio.Ilbe 
ve  dell'acqua,  cotta  eglilodaychefia  tepiday&  tniUìa confemente  difinoc 
cbiOy&  couvnpoco  di  vinone  di  farina  digranoy  &  s  egli  fcbìuafie  berr 
nc  faccianfi  astringere  dalla  fete.T>ice  oltr  accio  hauer fempre  trottato 
vero  y  quefio  rimedio  fingolare per  vn  (auallo  grauamente infreddato  > 
che  fi  facciano  tre  oquattrofafcetii  dir  amuf celli  di  vitalba*»  ò  di  vital- 
bone  lunghivnpalmo  l'vno,  leuatene  via  le  frondai  q  uai  f 'afe etti  molto 
ben  co  due  pietre  rottile pefìiyfi  mettano  entro  vnfacchetto  (nella  manie 
ra  difoura  detta)legato  al  coìloyguardàdoperò)  che'l  causilo  m  ne  man 
giafie  il  chefattofìyalquante  volte:  caccierà  con  lafumofìtà  di  quellher. 
ha  tutti  gli humori.Totrebbefi ancora  fare 'quefl' altra -curayche  prefe  le 
feor^e  di  me%o  iltronco  deU\alno(arbore  chefitroua  dappreffo  i  fiumi) 
&  nettate yda  ogni  fuper fluita  ifteriore  yfìfaccian  co  acqua  chiara  in  pi- 
.  £  gnatto  nuouo  bollire  infino  à  tantoché  fio.  confumatala  mità  dell  acqua, 
travolte  rifondédouiye  tre  volte  facédola  diffecar  mcza(come s'èdetto) 
pofciafpremute  le  feor^eye  buttatele  via^colifi  l'acqua;  gr  con  due  parti 
di. quella  colatura  mefcolado  vna  parte  difaimayb  dU,ardo}  ò  di  butir.Oy 
facciafifcaldarey  e  co  vn  corno  madifene  tepidovn  becchiere  détto  lago 
la  dell' animaley&  vn'altrofe  nehutti  nelle  narici ;auuertendoy  che  egli 
fia  HatOy<Q~  che  fila  digiuno  alme  tre  bore  daprimaye  dapo'v.ilche  fattofi 
per  tre  di  vna  volta  ò.  due  il  giorno  guarirà  fen^a  dubbio  ogni  e  auallo 
che  patiffe  di  tofìefeccayò  diftranguriayò  di  ciamorroynel  quale  fogliono 
(come  difoprafè.  detto)terminartal  volta  i  raffreddamenti^  quanto 

pik 


■ 


•     666  btll^t    GlÒ\l\A 

più  fi  vedejfe  inlaiopppilagione  delle  naricìytanto  più  non  fi  manchi  hut--g 
tarper  quelle  tre  cucchiari  della  detta  decottione  il  primo' dì;  duoi  il  fe- 
condo y  &  vno  il  teryo  :■  &  ac cloche poffa /correre  bene  il  liquore  in  giù  > 
tengafi  la  tefla  ah^atain  sii  con  fa  briglia^  la  bocca  aperti  con  vn  ba- 
_.  ftone.Queslo  nome  di  Ciamorrò,»  pur  Ciamoiro^che  vfH  il  vt:lgQ>da  aldi 

to  perche  ni  è  detto  cimorrayda  akurii  cimoria  >  e  da  altri  cimonca>  il  che  pare  più 
cofi  detto  accoHar fi  alla  parola  GrecaChimonos  >&  farebbe  Ethimotogia  ben-ra- 
&  onde  n  gioneuoleyeffendo  il  verno,  et  la  .fredex^a  cagione  di  tal  infermità  gran- 
■  nc  '      demente pericolofa  àgli  Giumenti ,  ilquali  fi  veggiono  buttar  continuo 
flujfo  di  rheuma  per  le  nariciye  di  tutte  le  paffioni,che  per  diftemperanza 
auuengono, ninna  èpeggior  diqueHa,nèpiù  mortale  .  Incorrono  in  e/fa  F 
iCauaUiyper  cffer  i  me ati di que sii  animali  ampiye grandi , fiche  lafre- 
de^ga  trouando  molto  aperta  la  Hrada,lìberamente  entra  dentro 7  cer- 
ttelloy&  aslrignendolo ,  quafi fremendo  fu  diflillare  gli  humoriy  c!y€  in 
efiofi  ritrouanoyiqualifcende:ido  alle  partì Jpiritali  delVanhnale,  ■<&*  oc- 
cupandole tutteyalla  fine  lo  fuffocano  con  la  loro  foprabbandan\a;  o  ve- 
ramente con  la  loro  congelatane y  quando  lilla  feccità  della  complèfftone 
s'aggiugne  la  fredderà  delluogoy  ò  della  ftagione  (e/fendo  queftafied- 
de%^a  continua,  &  ferma  )  vengono  ad  annichilare  àpocodpt>co  il  na- 
turale calore. 'Hon  manca-già  che  non  fogliavenir' ancora  per  cagion  del 
verme  volatile  il  ciamorro;ma  in  ogni  modo  ifegni  del  male  fon  quefli , 
Segni  del  che' l  cauallo  tien  cofi  le  narici,  come- l'orecchie)  e  tutte  le  altre  eflremì- 
r©  m°r"   tà  fempre  jredde,gli  occhi  grani,  &  lagrimofi,  la  tétta  dime  fi  a,  non  ap- 
petire mangiarle  bere,dijficilmente  rifiata,  fpeffo  toffe,e  qualche  volta 
hàvn  certo  tremore  per  le  membra ,  delle  quali  difficilmente  pubpre- 
Rimedio  ualerfi.ll rimedio  è(fecondo  il  Bluffo,  &il (fefcénxo)cb }  eglifi faccia fia 
al  ciamor  Ye  in  luogo  caldo  col  capo  coperto  d'vn  buon  drappo  di  lanà;&  che  fi  ci- 
r0  •  hi  dicofe  calde,&fe'l  tempo  il  permetta ,  fi  faccia  andar  pafeendo  mi- 

nute herbette ,  leq uà li  daranno  occafione'di  fargli  tenere  la  tefla  china 
più  de  l'vfato,  &  cofi  verrà  gran  patte  de  gli  hnmori  già  molto  tepo  rac  fj 
colti  à  mandar  fuori.Ter  lo  qual  effetto  fi  potranno  adoperare  gli  ordini 
proffimamente,e  di  fopm  dati  ;  ne  sù-la  fronte  fola  farà  gioueuole  il  cau- 
terio; ma  anco  in,  su  lefpalle,&  nella  coda,  accioche  venga  l'humore  ad 
amarcirfi;e  dando  à  mangiare  la  farina  delgrano,farà  bene  a  mtfcolar- 
uifitk,&polue  di  calde  jpeciarie,come  di  canellà^galanga,  %en\etierOy 
&  altre  tali.Giouerà  ancoffecodo  il  I{ufiq)pronocargli  n  armiti  coti  pòì- 
ue  di  Elleboro,edipepe  infoffiata  atte  narici ,  hfarà  quelle  fuffnmìgìó  di 
folfo,e  dyorpiméto,ò  di  lino  bagnato  in  feccia  d'olio,prima  accefo,  &poi 
fmor^ato,  l^e  difutile  fi  a  à  lattargli  ogni  dì  la  teff  a,  e'I  collo  con  vino 

in  cui 


T>EL    C  UVA  ILO,   LlB.VUT.  66y 

\A  *n  ùù  gUMipeù  >  ruta,faluia ,  hijfopo ,  affentio  ,  &  fiondi  dì  lauro  fiano 
infieme  bollite ,  ò  con  buon  -vino  buttargli  in  bocca  dieci  bianchi  d'uoua 
con  pepe,  e  anneUa.fga.ro foliy  &  aglipeJìL  Tsencbe  in  beuanda  pur  fi  po- 
trebbe dare  decottione  d' ebuli,  &  fambuchi  con  ver7e,& agli,  bolliti  in 
acqua  fatfa.E  trai  altre  vutioni  questa  farà  molto  efficace,  che  facendo 
liquefare  al  fuocame1^  libbra  di  fangue  di  porco  ,  vi  fi  metta  vna  lib- 
bradifugo  di  bieta  con  tre  onde  d'èuforbio  fottiliffimamente  peste  ;  & 
come  fiano  bolliti  alqUantoinfieme,fi  leni  il  vafe  dal  fuoco  ,&vifi  me- 
fcolivrì  oncia dinuo.ua polue di euforèio ;■&  conferuato l'vnguento  in v- 
na  buffola,quando  fi  voglia  adoperare,fe  n'ungano  alcune  lunghefcopet- 

£  te>  che  fi  mettanaben  indentro  alle:  narici  del  Cavallo  ,&  vi  fi  lafcino 
slarvnpoco:  che  tosto- fi  vedrà  feendere  dalla  tefla  vna  gran  copia  di 
materiaputrefattat  &  fi  potrai  altro  giorno  tornar  àfitre  il fòmiglian- 
te  con  tanta  vtilità,chefe'lmale  è  fi  e  fio,  ne  guarirà:  s'egli  è  invecchiato, 
&  cofeguentementeìncurabile^fi  afeottderà  di  maniera,che per  quindici 
dì  ninno  fi  potrà  accorgerebbe 7  e  au  allo  pati  fi  a  di  fintile  infermità  :  &  è 
bene  àfapere,  che  quando  tal  male  è  per  guarir  fi, la  cottura,  oH  cauterio 
butta  marcia  ;  mail  fegno  catti  uo  è  quando  l  animale  manda  dal  petto 
vnfuono  rauco,  maffimaméte s'egli  per  mancamento  della  naturale  vir 
tu  è  cejìato  g  ià  di  tofjìre.  Il  Colombro  dice  chiamar  fi  il  ciamorro  agrip- 
C  paria,ò  cori"%a,&  efier  propriamente  pofìema  fatta  nella  caruca,ò  nella 
tesla,laqual  pofiema  fi  genera  non  folamente  per  freddure,  mapereffer- 
fi  patita  fnme,ò  fete  fouerchiamente ,  òper  efferfi  mangiati  cibi  muffati > 
&  corrotti,  à  per  corrottìone  di  aere ,  òper  contagio  di  altri  animalim^ 
fetti  di  fimil  male.  J^el  principio  feorrono per  lo  nafo  humori  vifcofi,che 
nonpw^ano  yi  fianchi  saffottigliano,  poco  fi mangia,&  con  difficultàfi 
rifiatatpoi  quel  che  fi  manda  per  le  narici  è  pallidore  pu%7olente,e  lega- 
be  s'enfiano,  ìpeli  con  molta  magre^a  dell  animale  s '  arriccÌano,etof- 
fendo  con  strettura  di  petta  fi'ftride  ;  vlt imamente- fi  mandano  mucchi 
roffì,  ò  pur  alquanto  fanguigni,  ò  crocei  :  &  allhora  è  deaerato  dipo- 
terviuere  :  la  feconda  fpecie  è  pur  difficile  à  curar  fi- ;  ma  La  prima  fi 
puote.  rimediare;  &  à  questo  fine  egli  loda  à  buttargli '.per ambele 'narici 

**  vn  bicchier  di  fugo  di  jLnagallide,che pur  dicono  morgillina,fkcendogli 
poi  per  vnyhora  tenere  il  capo  legato  à  ipiedi,ò  veraméte  diffolute  in  ace- 
to tre  dramme  difinapepeste,e  tre  di  Euforbio  darne  per  lafinifira  nari 
et  vna  dramma  ogni  mattino  prima  chebeua\^rcomefi  vegga  miglio- 
rata %fuentifi  la  vena  del  palato  .  1  fegnicattiui  diquesto  male  diceefi  . 
fere  ,fe  i  crini  dei  collo  fé  ne  vengano  ad  ogni  leggiero  tratto  ,&  fé  le  ^/"dei  * 
gambe  dinan^i(per  la  mollificagint  deinerm?che  vengano  dalla  nuca)  fi  ciamorro. 

piegaf 


66%  D  1  l  L  \A    §  l  0 ^  7  ^ 

piegafiero  in  dietro .  Giouan  Battila  Ferraro  dice  cbe'l  catarro  ò  diflil-  g 
nel  cere-  ^one  di  cerebro  nel  caualloyfi  come  è  di  trefortiy  e  ofi  tre  nomifonifcey 
brode'ca  '/  primo  è  Raffreddamento  >  che  per  li  colatoi  di  efio  cerebro  favillare 
ualli  di  indigeno  bumore,  ■&  auniene  o  per  cangiare  di  fi  alla ,  ò  per  Iettargli  la 
tre  (orti,  ^ellaquando  egli  ancora  èfudato?  b  caldoyò  per  dargli  da  bere  >  ò  preben- 
dario primayc/y egli fta ben afciuttOygy  ripofato  ;  pero douendofi  al  mal 
cagionato  dalle  jrede%ge  rimediare  col  [no  contrario  >  loda  l'mtion  fat- 
ta di  fatto  la  nuca  in/ino  à  l'ultimo  termine  della  gola  con  Dialtbe-ty  e  bu 
tiro  vn'onciapervnayaggiuntouivn  terzo d'olio  di  lauro  ;  delquale  olio 
giouerà  anco  infondere  entro  l'orecchie  alcuna  parte:  co  fi  facédo  per  quat 
tro  giorni  vna  volt  a  il  dì .  Loda  ancora  il  profumo  fatto  conincenfo,  qfa  P 
penne  di  palombo ,  ma  fé  ne  l'uria  ne  l'altra  cof a  facete  frutto ,-  adopnfi 
-vn  più  forte  rimedio ,  ilquale  è ,  cbefhttofi  vnguento-  con  vn  terzo  d'on- 
cia d'olio  di  lauroyaltrettantod'euforbioye  due  dramme  di  bianco;  ellebQ . 
royfe  ne  vngano  due  penne  lunghe  vn  palmo  l' unayleq mali pofle  nelle  no-* 
nciy  vi  fi  facciano  ftar  legate  vna  buon'horay  che  coft  verrà  dpurgarfi 
quella  materiaycbe  nel  capo  fa  cocentrata.  Il  fecodo  èCiamorr.Oyche  prò 
cedédoda  l'ifleffo  raffreddamento  moltipli.catOy&  coagolato.ymada ì hu 
more  pia  d'enfoyepiu  vifeofo  di  color fomigliante  al  miiolloyO  puf  ad  v& 
uoyetira  drittaméte  alla  golayoc  capando  il  pafio  del  cibori  che  l'anima- 
le  fouente  viene  d  ributtar  per  lo  nafo  l'acqua  beuutay  miHa  con, gran  ■ 
parte  della  pituita}che  in  quei  luoghi  era  cocorfay&fi  nel  refpirarey  fi  ne 
ipeliycheper  lo  fianco  fon' ingrifntiydimojìr  andò  con  debolezza  il 'fuo  ma 
Isyrichiede  aiuto  di  e  aldi  beueroni  di  farina ,  e  di  altri  opportuni  rimedi 
tra  qu  ili  fé' l  vapore  del  grano  bollitOyò  lafumofità  della  vitalba  peHa> 
ò  pur  d ella  fauine Ila  colfacchettoper  quattro  gitomi  legato  al  capo  (nel- 
la manierayche  già  difourafièdimoHrata)non  baran  per  auuentur  agio 
tiatOydiafi  vna  beuanda  tepida  di  due  carafe  di  vino  >  oueftano  incorpo  ■ 
rati  due  pani grattatiydieci  rofji  di  vouaydue  onde  di  xengeueroy  &  vna 
quarta  di  %affr ano  con  cinnamomoygarofali\noce  mofcataycardamomoy 
jpigo  nardo ,  cimino  ,  galanga  >  e*r  mei  di  zubeba ,  vn  terzo  d'oncia  per 
ciafeheduno*  L'ultima  (pecie  egli  no  ma  T)ifcenfoyilqual  percuote  le  par- 
ti efìreme ,  &  angolari  della  gola  >  ingroffando  l'interne  fronde  dì  quel- 
lay  &  fuol  produr  gotte yfcalanzje  >  podagre  >  e£*  altri  fi  fatti  mali .  ^£ 
queHo  dice  gipuar 'affai  ilfuffumigio  del  folfo  due  volte  il  dì  alla  di-  • 
ginn  a  yò  che  fi metta  fin 'àia  gola  vn  nerno  bouilevnto  di  meley  o  che 
fotto  l'orecchia  tralcuoioy  &  la  carne  fi  facciano  due  fontane  con  ferro 
acuto  infocato  5  foura  le  quali  fi  mettano  due  piumacciuoli  ;  facendo- 
gli di  pia  vnoHrettoio  con  vna  libbra  di  pece  greca }  otto  onde  di  pece  > 

nauale 


'DEI    CAVJtllO    L1B.    Vili.         669 

jt  riaualeyquattro  di  Byafapinay&  quattro  di  terbentina,due  d' incenfoyvna 
di  mafticeyvna  di  ammoniaco  y  &  un'altra  digalbano  ;  mefcolate  in  vn 
vignato,&  con  Vacimatura  incorporate  ;  ilquale  strettoio  bara  à  copri- 
re lafronteyfi  che  venga  à  terminar  nella  gola  da  ciafcunlato  .  Oltrac- 
ciò non  fi  rimanga  di  fare  per  le  nariciogni  mattino  vn  gargarismo  con 
fichi  pecchi  àpefo  di  vna  UbbrayVuapafiaygiitggioleydragantifrigidiy& 
mele  anaoncie  feiycon  tre  di  liquiritia  battuta ,  &  di  fieno  greco  bollite 
infieme;e  paffateper  laflamegna  con  offrano. Buoni  fono  ancoi  mafli- 
c'atoi  di  fichi pofli  nei  bastoncelli  entro  le  gar%eyperche  tolta  V  amaritu- 
dine cagionata  dal  difeorfo  dell' humore  corrottOyriducouo  l  appetito.M. 
&  Luigi  dìHinguea  il  ciamorro  in  humidoye  infecco  :  quato  al  primo  diceay 
che  mentre  che  per  lo  nafo  difeorre  humore  lucido  y&fottileyvi  fi  può  fh  - 
re  alcun  rimedioycome  co  mincia  ad  vfeir  gialhy  fi  dee  l' animale fep ara- 
re dal  confortio  degli  altriyaccioche  no  gl'infettafle\  come  il  giallo  è  me- 
[colato  con  fangue7la  cura  è  vana.lodaua  pureyche  s'attendeffe  à  confor 
tare  il  polmone  y  &  à  purgare  il  cerebro  di  quella  rannata  materia:  per 
li  quali  effetti  vfaua  di  dare  per  laftnifìra  narice  vino  con  mele  y  cinna- 
momoycafiafiflolay  bacche  di  lauro  &  femi  d'apio  pejìi:ò  vino  mefcola- 
tofolamente  co  feme  di  linoyò  con  radici  di  jLrisiologiciyò  co  mele  terrai 
r  gnoyò  confrichi  d'aglio  yòpuruino  bollito  con  rtttay  &  con  origano  :  per 
bocca  dauavna  beuandafktta  con  due  libbre  di  ottimo  vino  rofhy&  vn 
di  olioyme%a  oncia  di  finocchi  y  &  mei^a  di  Hercò  cThuomo  >.  vna  difien 
grecoye  tre  difemen^e  d'hedera  ;  Vfaua  ancor  a  profumi  di  rofmarino  > 
con  lauriymortelleycimino  dolceypulegioymaHicey&  incenfo;Ilfecco  di^- 
cea  conofcerfiychfsl  Cauallo  porta  le  narici  apertey  e  grandi  più-  dell' vfa- 
toynonfi  volta  volentieri  y  ammagrifcey  efìira  i  fianchi)  &  la  pelle  detta 
fchìena  s'indurifee  come  vna  pietra}  quejlo  egli  tene  a  per  difficitiffwio  a 
curarstuttamlta  non  fìrimanea  di  adoperami  i  mede/imi  rimedi  y  che 
ftfondettiy  ^particolarmente  contìnuaua  di  dare  per  fette  dibeuanda  dì 
.£  vino  fon  vna  oncia  di  peùcedano  y&vrì altra  di \AriHolochia;c\per  fa 
nafo  due  parti  di  olioydue  dì  vino  cotto  rottOy  &  vna  di  fugo  di  cocomerai 
feluaggioyòfhruifuffumigio  d'origano  :  &  fé  talp  afflane  f off  e  venuta  a) 
'Poliedro  latanteycuraua  la  madreydandole  à  bere  acqua  ouefufie  rifo- 
lutofalnitroy&  à  mangiar  or%o  con  rafano  minutato .  Se  muloy  ò  mu- 
la haueffe  hauto  il  ciamorro  y  egli  fi  guardaua  di  adoperare  ifuffumigi  y 
affermando  non  effer  buoni  alla  lor  compleffione  ;  &  vfaua  quefli  rimedi    Cjam0r 
chepurfipofìono  vfare  per  li  Caualli.eglifea  feccare  al  forno  le  cofeie  di  j0j  G  mu. 
vna  lepre  y&  ridottele  in  polue  p  affata  per  fé  t  a  y.  vimefcolaua  vn'on-  là. 
eia  di  mumia^  yn:  altra  di  B^eu  barbano  pdle  y  &  di  tal  misura  pyt- 


£7o  VE  L  L  jt     G  LO  \1  ù 

fa  vn'onciaja  daua  à  bere  con  oliojcbe  bollendo  fi fuffe ridotto  al  ter?* '  g 
in  mifuradivna  tazj,ayfncendo  flar  legato  l'animale  digitato  dalia  fera 
fin' al  mattino  fPofcia  neWorzoyche  daua  a  mangiare  cofi  la  mattina ,. 
comelaferay  egli  mefcolata  della  mede  fimo,  poi ne  quanto  fi  potea  pren- 
dere con  tre  dita  ;  &  fé  non  l'haueffe  voUita  in  quel  modoy  gliela  dina  a 
ber  col  vhoyfhcendolo  flar'vri giorno  àqueflo  modo  .Et  dt  l  isìejfa  polue 
di  lepre  va' oncia  e  meza  mefcolata  con  vn  poco  di  verderame)  vfaua  di 
dafalcauallo  y  che  hauefie  hauuto  male  di  vomitar  la  biada  .'facendolo  , 
Beuanda  filar  digiuno  tutta  lanotteypoila  mattina  tornaua  a  darcene  altrettanto 
per  li  eia-  à  mangiare  entro  la  crufca.Vri altra  beuanda  ancor  vfaua  per  li  clamor 
morn .  ricomposta  con  duo  bianchi  di  vouayfolfoyC a fui  fittola  &  fiengreco  ana  P 
oncia  vnay&  aloe  epatica  vnay&  mcza.Oltr' accio  peslando  euforbido, 
&  macedonia  ana  oncia  vnaye  zenzeueroy<&  pepe  vita  quarta  per  cofay 
di  effe  politi  mefcolatefpargea  due  penne  di  auoltoio  y  vnte  di  nero  fapo- 
ne;  &  quelle  mettendo  tra  a  mbe  le  narici-,  ve  lefeaflare  per  ifpatio  di  vn' 
horayprima  che  V  animale  hauefìe  à  bere  ;co fi  facendo  fette  mattine:  ma 
corri egli  vedea  fchiuarfi Vorzoynon  viperdea  più  medicine >y&  fe%l  «*«▼. 
lo  fonato  già  del  ciamorroy  alquìnto  >  ò  feslo  dì  dopò  la  volta  della  Luna, 
haueffe  buttato  fangne  per  lo  nafo}prefagiuay  che  al  quintodecimoyò  pur 
al  ventefìmo  fi  morrebbe.fn  quesla  diffinitìon  del  ciamorroM. Luigi  par 
che  h  abbia feguiti  gli  Hippiatri  nella  cura  deWhumiday&fecca  malide; 
ma  perche  noi  della  fecca  parleremo  tra  le  infermitàyche  al  polmone  ap- 
partengono y  verremo  qui  a  parlar  dell' humida ,  la  quale  propriamente 
ha  dato  alla  malide  queslonome  >  deriuato  da  maloy  che  grecamente  vn 
vello  di  lana  (fecondo  lopenione  di  Teonneslo)  dinota  ypercioche  a  tal 
bianchezza  fi  rafìembra  quella  catarrofa  marciay  che  dal  nafoyo  dalla 
bocca  dell'animale  difeorre  y  &  benché  dalla  parte  occupata  la  malidt 
prenda  ferialmente  ilfiuo  cognome  in  tutte  le  fue  feerie ,  nondimeno  per 
e  'x  or-  vera  diffinitione  di  lei  egliponey  chefia  vna  raunanza  di  h umori  corrot- 
to e  fua  tl  difficile  à  cacciar  fi;  la  cui  difeorrenz*  effendomanij cetto  fegnale  della  j 
dirHnitio  «JWaliah  umida  y  è di  mettieri  che  effa  meteria  fi  confiderà ,  perche  fé 
fiafen%aodor  cattino  y  dimorerà  nonefferui  vlcera  alcuna  intrinfe- 
caymafoV  abbondanza  dihumoriy  iquali  è  daprocurarfi  di  cacciar  fuo- 
ri per  ogni  via;  vfando  tra  gli  altri  quesìo  medie  amey  che  vale  ad  aprire 
i  meatiy  &  a  purgare .  Cauifi  il  liquor  di  tre  voua ,  &  poi  de  i gufici  loro 
titpene  duoi  di  meley&  vna  di  falamoray&  fi  votino  appuntoydoue  Vuo 
uà  fi  fon  votateyet  aggiuntela  cinque  onde  d'olio  vecchio  communeyo  di 
conaftrelloyO  d  ireos ycon  tre  dramme  di  pepey  &  altrettante  di  radici  di 
coccoyO  grano gnidioye  di  iride  illiricapefie  infieme;  diafiper  bocca  o  per 

lo 


ne. 


«Z>  E  l  ••C.JtVjfLLOy.'L  1  B.  Vili.  6yi 

j  lo  mfo,  facendo  per  me^hora  tenere  il  capo  alto,  quato  il  Giumento  può 
tolerare:indi  fi  fàccia  correrey&  comefia  ben  £*.ticato,  leghifi  con  vn  ca 
pesìroydimodoyche  la  tefia  riguardi  ingià,a  'iocbe  più  ageuolmente  lo 
humore  fé 'npoffa  [correre.  St  fatto  cofi  tre  giorni-,  ne  vedendo  fi  pia  vfcir 
mdteria,vtilmentegli{tdarà(fìnchefani)  vn  cu  e chiaro  digentiana  trita 
&  criuellatay&  vn 'altro  d^Ariflolochìain  vnfettario  d'acqua  melata. 
Ma  fé  gli  bumori  putridi  bar  anno  col  lor  concorfo  abruciate  lepartiy  nel 
lequali  fi  fono  accolti  :  allhora  quelle  materie  >  ch'efeon  fuori  ,  rendono 
brutta  p#5j&*3  e  diffìcilmente  tal  vitto  fi  ejp  ugna  >  tutta  volta  non  farà 
alieno  dalla  ragione  del  medicare  ;  dando  fi  per  tre  dì  nou' onde  d'acqua 

»  melata  con  due  di  olio .  Et  quando  l humore  incomincierà  fàcilmente  ad 
vfcire,prendanfi  le  cime  del  cauolo,&  le  malue  >  cotte primate  fpremur- 
te,  con  tre  porri:  &  vna  libbra  d'affungia  di  porco  vecchia  :  lequai  cofe 
feHe  in  vn  mortaio,&  ammaffate  in  cinque  òfeipaHelli  tondi,  e  lunghi, 
fi  facciano  inghiottireyprefa  la  lingua  dell'animale,  et  mejfouilo  sbaglio) 
nella  boccali  come  s'ufa.£t  andati  che  fianagiìi  ,  gli  fi  fàccia  bere  acqua 
mefcolata  con  feccia  di  vino:  Il  che  parimente  per  giorni  tre  fi  deurà  fre- 
quentar e. Bando  fi  ancora  con  vino  vecchio  quella  compofitione,che  dico- 
no tptra  formaco,può  ridurfì  il  giumento  alla  primiera  fua  fanità  .  Ma 
fé  con  tai  rimedi  l'ulcere  non  fi  rifiringe fiero  ,  ma  pia  toftofì  dilat afferò, 
C  degenerando  in  Ts^omayche  mangia  >  &  confuma  il  corpo  yfarà  da  vfarfi 
il  tetrafarmaco  folo  con  acqua  melata,  bench 'altri  dicano  vìn  melato, 
fltetrafarmaco  certamente  fecondo  il  nome  confifìedi  quattro  medi-  Tetrafarv 
cine  ,  lequali  (fi  come  Hieroclepone)  fono  Bdelio,  tsfriflotochia  roton-  maco . 
da  y  bacche  di  lauro,  e  Cjentiana  .  ^igatocle  perlaMalide  hurnida ,  or- 
dina y  che  fi  prenda  coHo ,  cipero  y  opopanace ,  gengieuoy  petrofemolo  , 
abrotano  ,  draganti  y  offrano  ,  aloe  >  mirra ,  fquinanto  >  melilotoyhifio- 
fOymeuy  macis,c,ardamomo,arifiolochia,fent  aurea  minore,  él  frutto,& 
la  radice  della  thimela;  e  di  quefie  cofe  trite  infìeme  di  pari  pefi  >  &  cri- 

.  uellateì&  raccolte  in  meUyfifkccian  padelli  di  tre  dramme  Ivnoy  iqua- 
li  feccati  à  l'ombra ,  fi  daran  poi  per  lo  nafo  ,  dileguati  nei  verno  in  vino 
vecchio,  neW  efiate  in  vìn  ftefeo  potente  ,  aggiuntaui  ,  vn'oncia  d'olio 

*  rofato  .  Ter  ogni  forte,  di  malide  vtiliffìmo  dice  effere  à  far  euocere  in 
acqua  tutta  vna  notte  à  fuoco  lento  vna  libbra  di  jirffiolochia -,  e  tre 
onde  di  magiorana ,  con vna  quarta,  parte  di vn moggio  di  fichi  graffi,, 
priapefli  infìeme  >  e  di  tal  decottioue  colata  vn  feflariamiHo  con  vna 
quarta  portionedi  mele  buttargli  in  canna,  ^Alcuni  lodano  grande  mete, 
che  un  cocodrillo  terrefire,&  vna  ranapaluftrefì  buttino  viui  in  vn  pi- 
giano pien  d'olio,e  tanto  fi fkeeian  bollirti  che  i  loro  corpi  fimo  in  tutto 
-  ■  o  di- 


£7i  titltUCjLOt^tjL 

disjnttiy&  rifoluti ,  pofcia  colato  il  brodo  s'infondaper  le  narici .  is4l~  g 
tri  nel  principio  del  male  vfan  di  dare  neljìmil  modo  olioonjacinoy  cioè 
fatto  d'oline  acerbe ,  chiare  d'uoueyfalamora  di  pefce ,  &  falnitrofino 
infieme  agitati.  Tiberio  daua  il  primo  giorno  tre  bocconi  di  Slercodifci- 
mia  con  afungia  ve  ccbia^l  fecondo  ,e'l  terzo  fate  ;  poi  commandaua , 
che  l' animale  con  carene  fuffe  ben  governato  .  donerà  parimente  ri- 
durrein  fotil  polueymirray  ^affranoy  ejpigoyvna  dramma  per  cofa ,  con 
opopanace,&-  apio  ana  dramme  fei ,  e  darle  per  lafimftra  narice  con  due 
bemine  divin  dolcey&  vn  ciato  d'olio  bianco  ;ò  nel  vino  dar  una  dram" 
ma  di  ciclamino  (che  dicono  pan  porcino)  feccato ,  &  ridotto  in  polue  y 
mifla  con  me^o  obolo  d'opopanaceye  due  bacche  di  lauro  fritte;  ò  vera-  F  ■ 
mente  rafura  d' auorio  mifla  con  faley  e  difciolta par  in  odorifero  vino 
^°j  bianco .  Hierocle>&  A [ffirto  diconoychequalhora  il  giumento  dalia  ma 
cauaìlofa  ^a  ^um^a  è  aggi- aitato  yc  accia  per  lo  nafo  vna  marcia  aqitofaytrau  aglio. 
ag?raua-  -  di  toffeynon  mette  bocca  a  ciboynon  al^a  la  tetta,  e  tien  l'orecchie  dhnef- 
to    dalla  feycon  tutto  il  corpo  languidoy&  caduto .  Ver  curarlo  approuano  il  dar- 
m  Vi' a^U"  $l*Per  1°  naf°  l*  radice  petta  dell' <Ariflolochiayò  tre  dramme  delta  radi 
te  del  ciclamino  intre  ciati  di  odorifero  vinoy&  pofcia  menarlo  àpafee- 
reyò  veramente  dargli  con  meley  e  liquori  d'uoua  ben  agitati  vnfeslario 
di  brodoy  ouefia  bolitaye  disfktta  vna  gamba  di  porco  con  tutto  il  piede; 
ilchepsr  bocca  altresì  è  gioueuole  à  butarfi  .  Giona  etiandio  a  dar  per  la  ** 
manca  narice  ^afr  ano ,  cafiay  mirra  y  &  cinnamomo  vna  dramma  per 
cofa  con  bacche  dilauroy  &femen?e  di  apio  trite  in  vn  mortaio  y  e  dile- 
guate in  vna  hemina  di  vinrfaporofoy<&  me^a  di  mele.  Et  per  molifica- 
re  l'arteriafò  via  delfiatoyconferifce  la  fanguinaria  berba,  che  polijper- 
moda  altri  fi  chiama ,  trita  minutamente  >  e  data  per  la  narice  finisìra 
con  duoi  accetaboli  di  buon  vinoVegetio  diceyche  quando  l' animale  pa- 
tifee  per  humida  infermità  y/ì  vede  cacciar  dal  nafo  vnhumor  pallido* 
crafìoye  pwqrolentefilcbe  gli  antichi  nomauanoflufio  ^Atheniefe)colpet 
to  ftridereyco  gli  occhi  lagrimarey  e  flar  col  capo  pe fante  ;  ilquale prima 
d'ogni  altra  cofa  bifognerà  di  allegerireydado  per  le  narici  mijiura  calda  ** 
di  tre  onde  di  buono  olio ,  vna  di  fiore  dijlrutto  di  porco  >  e  tre  ciati  di 
vin  vecchioilndi  legata  latefta  ài  piediyfifurà  cofi  impedito  e  aminar  e 
pian  piano  ;acciod?e  venga  fuori  tutto  Ihumor  catt'utornel  che  fé  comin- 
-  .  ciafie  ad  vfcirfangm ,  non  farla  da  temer fiymzi  farebbe  fegno  ,  ch'egli 

perfettamente  fujie  purgato .  Voi  per  legargli  q iteli' aJpreTga  >  gli  fi 
bagneran  le  narici  con  fé  uo  di  capra  difciolto  in  olio  .  àio  nera  pure  con 
vna  canna  fonargli  nel  nafo  polue  di  radice  di  lafero  y  accioebe  fi  pro- 
uochi  lo  fiarnuto  :  &  nel  bere  dargli  con  l'acqua  il  wHurtio  me f colato  : 

&vn~ 


DEL    CU  VA  ItO  y    11  S.    Vili        *ij 

+  &  ungendo  d'olio  caldo  l'orecchie ,  e  tatto  il  capo  ;  mettere  lana  in  fu'' 
ceruello.EfficaciJfimo  ancor  fiacofì  in  quello  male,  come  in  tutti  gl'altri 
Vvfo  della  diapenteydandone  vn  buon  cuc\hiaro  il  primo  giorno-,  d'Jìem 
peratoin  vnfeflario  di  vin  vecchio  alq nanfrktepidojil fecondo  dì  vno  & 
me70'.é,lter%o  due.Oltf  acciò  cauatoglifangue  dalla  vena  matricole  del 
mUoyfi a  con  quello  &  aceto  miHi.  fregato  tutto  contra  il  pelo,  tenendolo 
m  luogo  caldo.-Ethauendo  il  cibo  àfchiuoy  diagli/}  a  bere  in  cinque  fejla 
ri  d'acquayvn  di  farina  d'orTOyò  difrumento .  Ilfanguefarà  pur  vtìleà 
trarfi  dal  palatole  l'infermità  pia  grattale;  alla  qual  veramente  conme 
ne  rimediar  fi  con  diligenza,  emendo  facile  d  conuertirfì  nel  mal  delfojpì 
roydoè  in  dijficultà  dijpirare,  ouepocafferawza  difalutefi  lafcierebbe; 

B  fi  comefipotria  parimente  congetturare-)  quando  l'humor  cominciaffe  à 
fcorrereper  lo  nafoydi  color  fimile  a  goffrano  Hipocrate  contra  la  ma- 
lia,&  ogni  altro  morbo  confìgliaà  prendere  mirra>  iride  illiricaì&  fe- 
mi  d'apioye  d'arisìolochia  aria  onde  trey  falnitrio  finoy&  folfo  vìuo  ana 
onde  cinquenne  di  pome  Ile  di  lauro-i  &  fei  di  feccia  di  tutte  quelle  cofey 
che  entrano  neWvnguento  di  croco  >  della  quale  mistura  fi  faccia  polue  > 
&  poi  con  agiunta  di  vino  y  patta  y  diuifa  in  pillule ,  fi  che  nel  bifognofe  c        ,  r 
nepojfa  dar  per  lo  nafo  vnala  volta  diHemperata  in  vino  bianco.  *A  di-  maji  fe\\z 
ucrfe  forti  de'  mali  è  anco  fottopofla  la  bocca ,  percioche  alle  volte  è  oc-  bocca  del 
cupato  il  mufo  del  (fauallo  da  Moruilliyche  fono  à guifa  diporetti.il che  cauaMo. 
reggendo.  M  Luigiyvi  menauaper  difopra  leggiermente  vna  paletta  di 
fuocoy&poi  vifea  vntione  di  olio  freddo.  Il  B^ufio  chiama  Floncella  cer 
te  enfiagioni  molli  picchiere  nel  meyonerey  che  nafeono  fopra'l  labro 
dirimpetto  à  i  denti  molari  y  cagionate  ò  da  polite  afpra  qiùui  fermata  ,  0 
dal  paf cere  herbe  fredde ,  la  qual' infermità  gli  fa  di  bocca  cadere  il  ci- 
boyperò  bifogna  in  quel  me^Oydoue  è  la  carne  gonfia  y  tagliar  tutta  la  fo- 
rnita della  Floncella  à  guifa  d'vn  circolo  y  <£r  trarla  fuori  con  vn  ferro 
fonile  infocato  ben" 'acuto  .  Vn' altro  mahyche  per  ab  ondando,  di  f angue     .     " 
nafte  nella  parte foprana  della  boccale  fopra  i  détiy  dice  chiamarfi Lam  LaPalC0, 
pafcoye  da  alcuni  Fauayquando  ifolchiyche  fono  fra  i  denti?  in  alitano  y  e  , 
gonfiano  di  tal  modo  >  che  l 'animale  non  può  tenere  il  cibo  in  bocca  ,  & 
per  curarlo  conuiene  con  vnafalcietta  curua  à  guifa  di  C.  ben  agUTgay 
&  infocata  tagliar'  il  tumor  de  i  due  primieri  folcili  >  cauandone  tanto  > 
quanto  ne  può  lafalcietta  tirare  in  vna  volta:  mafe'l  mal  f uff  e  nouello ,  • 
&  -fioco  gonfioybaflerebbe  dal  ter^o  folcoy  che  è  fra  i  denti  dinanxiytrar  • 
j angue  con  la  lancietta.  Talatinayò  Talatara  dicono  volgarmente  quan  pajatf  na 
do  fi  ueggiono  nelpalato  certi  folchi  prof ondiy  & fanguinofi  con  nnafijfu  o  palata- 
vi app  arem  eye  chiara-Alche  auuiene  dal  mangiar  di  biadeyoue fono  pun  «  • 
genti  puebe;  benché  foglia  auuenir' ancor  per  flemma .  Quella  fi  guari- 
■    ■  VV  fee 


£74  DELLA     g  L  0  i^  /  A 

fatfaamanio  il  luogo  del  palato  con  vno  fottiliffimo  ferro,  ò  pur  fregati-  £ 
doni  con  cofa,che  ne  fàccia  vfair  fangue,vngendoui  poi  di  mele  bollito  co 
cipolle,  &  con  cacio  arrofto .  Oltracciò  alle  volte  alimene  (fé  come  il 
Rjfao  el  P\iijfo  fcriuono  )  che  nella  bocca  del  Camallo  nafcono  certi  turno 
ri  lunghetti ,  e  groffiàguifa  di  mandole  .che  molto  stringono  le  mafcelle, 
C^  l  impedifaono  al  mangiare, an?j  il  fanno  temere  di  porfi  il  cibo  in  boc 
ca.Il  rimedio  è  che  fé  tutta  la  bocca  è  gonfia ,  prejlamente  fi  cauifangue 
dalle  vene,  che  fono  fatto  la  lingua  (tenendogli  con  arte  aperto  la  bocca 
fra  quello  Jp  acio  )  poi  tutte  le  parti  inteme  della  bocca  fi  freghino  forte 
con  falene  tartaro  tritti,&  in  vino  forti  (fimo, o  pur  in  aceto  bagnati  pri- 
ma :  laqiial  fregagione  parimente  coki' iene  quando  fi  fi  a  bi fognato  di  p 
pagliare  le  dette  ghiandole,  o  di  canarie  fuori  con  qualche  picciolo, 
curuo,&  atto  ferro .  Sefufie  gonfio  il  palato  ancora ,  apra  fi  quel  tumore 
per lungo  con  vnalan detta  ben 'acuta,  &  poi  la  piaga  fi  freghi  con]  fai 
minuto.  M.Vier Andrea  per  curar  la  Faua,  non  pur  quella  durc^ja 
che  flauatrai  denti,    togliea  dal  fecondo  grado  col  ferrod  guifa  d'vna 
r  ometta  riuolto  ,   &  fatto  roffo  al  fuoco ,  guardando  fi  dipaffar  col  fuoco 
dalterjo  grado  in  su:  ma  in  due  o  tre  luoghi  pungea  ilTalato  con  qual- 
che offa  di  corno  di  ceruo,o  di  caur'volo)  fahiv.ado  di  adoperare  in  queflo  il 
ferro  per  lo  pericolo  di  toccar  la  camiccia  dell' offo  del  Valato,onde  jpaf- 
mo  gli  auuerr  ebbe)  &  con  la  mano  premente  fattone v fair  f angue  in  ab-  Q 
bondanxa,lauaua  la  bocca  con  fugo  di  oline  pefie,mefaolato  con  aceto,<gr 
/ale  ben  trito ;poi  gli  daua  à  mangiar  vnpoco  di  Rrenno,  onderà  pur  me- 
fcolatofale  :  fagnandolo  ancor  ne  i  fianchi ,  s'era  buon  tempQ .  La  mede- 
fama  lauandx  egli  vfaua  quando  con  ferro  acuto  hauea  fatta  apertura  al 
labbro  gonfio  dentro  la  bocca  di  fatto  alle  M.rfaelle ,  facendo  tener  al 
Cauallo  vn  bora  col  capo  alto  il  freno  ii  bocca  rauolto  d^vn  panno  ba- 
gnato in  e( Vo  fugo  JEumelo, ferine,  fanarfi  le  doglie  del p alato,cauado  f an- 
gue dalla  iftefj \t  parte, che  duole  a  buttando  per  lo  nafo  un'oncia  d'incéfa 
mafahio,  e  due  di  fa  men^e  di  lino  pefìe ,  &  difciolte  in  acqua  tepida  ;  à 
più  toslo  nelfìmil  modo  vno  ac  cet  obolo  di  fame  d?  apio:  &  fa' l  dolore  fif** 
fa ecceffiuo,cuocafi  leggiermente  l'vnafaalla ,  <&  t altra  preffa  le  colle  > 
non  facendo  penetrare  più  di  vn  deto  il  ferro  ealdo .  z^flle  viceré  putri- 
de della  boccata'  Cjreci  chiamate  <ssfpptbe ,  fi  pofìono  applicare  con  fa- 
rina, &  aceto  i  fruttici  del cipreffa  pefli,  ò  le  cime  della  Chamelea, 
&  <ss4nfiolochia  rotonda  tritte,e  criuellote,o  veramente  il  pomo  grana- 
to agro  .  Et  s'elle  fufsero  cagionate  per  ingiuria  della  briglia  ,vi  fi  pu* 
mettere  Chalciti  abruciata  mifìa  con  mele.  Suole  qualche  uolta  auueni- 
re,che  quando  la  briglia  ha  rotto  per  amtentura  il  palato  in  qualche  par-. 
tetf  quandi  j>er  purgar'U  Cauallo  di  fahìumay  per  rimediare  ad  alcun- 

dei 


1>ll  C^V^llQ>  LI  B.  Vili.  6jì 

°jt  de  i  mali  difoura  dettile  vi  fono  aperte  le  vene  con  lalancietta  >  il  [an- 
gue non  può  Hagnarfiyejfendo  il  licogo  difficile  à  rittuvrelegatura;  tarpe- 
rò molti  co  fiumano  darci  ilfuocoyfkcendolo  slar  col  capo  al'xato.  Ma  al 
Ccloryibrc  par  migliore  che  mei^af corica  digroffa  noce  piena  di  Cauallf- 
ìio  fioco  abrucidto-Jì  mettasu  la  rottura^he  ?nand 'a  il  [angue: &■  perche 
in  cjfu  [co;  %a  da.ramio  cffei  e  due  pertugiati ,  in  ogni  uno  deludi  [ara 
vn  forte  filo  di  canape:  questi  due  fili  [i  attaccheremo  di  tal  maniera  su 
lenaruhche  la [coy^a [Ha [e; ma:oue fìa pofla  ;  cjrper  quel  dinoti  fi  da- 
rà à  bacane  a mattgiare:poi  curando  la  piaga  con  vnguento  di  mele  y& 
mirra  infra  chefaniy  fi  ciberà  d'herba^e  di  remala^  d'orbo  >  ò  di  grano 

B  bollito .  Fegttio  ordina  a  metterci  vn  pejo  dijpongia  polue  d'incen- 
[o  ybagnando  le  reni ,  /  teflicoliy  e'I  ceruello  di  acqua  fredda:  & [equefto 
rimedio [ujj e  tardo  ad  aitareyempiaftrafi  il  capo  di  JLcatia  téperata  con 
forte  aceto,&  mifia  con  incen[o.  Et  [e'I  cauallo  apprefio  i  denti  Maficella 
riyòiti  altraparte  della  bocca  fi  baueffe  rotto  l' ofio'ytzr  non  potejfe  chiude 
re;il  mo  r[o  >  ma  pendendogli  le  labbra  yftejfe  con  i  denti  aperti:egli  dice 
■douerfi con foment  agioni di  acqua  calda  racconciare  effe  ìabbray  e  tutte 
le  parti  rotte,lequali  [aran  da  rifirignerfi  beninfieme  con  vna  [ottiliffì- 
mafhfcia  bagnata  d*acetOy&  olio  :  &  acciò  che  non  gli  guafli  le  labbra, 
e  ì  denti  leghiuìfi  di  [opra  vna  Boi-fetta  :  cjr  quando  ella  fi  [coglierà  per 
medicarlo >ò per fiido  mangi  tre^ò  bcreybifagna con  la  mano  ritenere  le 
cofe^  chz  con  lafkfiafi  [aran  mefìe>acciò  non  cadano  ;  e'I  cibo  deurà  ef- 
jere  crufeayr^r  farina  d'orxo  in[ieme[o  p-ir  orinata:  quando  egli  mangiaf 
[epoco:&  cofi  inquaranta  giorni  farà  faldato.Se  la  lingua  fi  intagliale 
(come  fuole  auuenireyò  per  colpa  del  [renoso  dcWifleffo  animaleycbè  con 
proprij  denti  la  fi  mordefie)  egli  vìtoly  che  con  fibbie  fia  cucita  >  poi  la- 
nata con  vino  >  e  jpar [a  di  polue  di  galla.  <*sfltriy  dicey  che  cucita  >  e 
lauata^vi  mettono  mele  per  purgarla  >  &  vltimamente  vivfano  la  pol- 
ue del  pomogranato  .  Et  in  talcafio  è  da  darfi  à  mangiare  pur  Crufica 

p  in  vece  d'orbo  y  tenenffimo  fica  tagliato  .  Il  B^fio [crine  (  affermando 

quello  j  che  il  Bjiffo [riffe )  che  efiendo  impiagata  la  lingua  ,[e  tal  im-  Linaua 
piagatwa  è  di  trauerfo  >  &  comprende  la  mità  d'efia  lingua  >  ò  dali'v-  impiaga. 
na>  ò  dall'altra  banda  ;  debba  tagliarfiy  perche  non  fi  potrebbe  al-  ta* 
trimenti  guarire  ;  &  perdendo  quella  parte  l 'animale ,  poco  peggio- 
ra .  <J^fa  fé  foffefa  fuffe  per  Ungo ,  ò  fé  Ih  piaga  di  trauerfo  non 
fufie  grande y  fi  potrà  medicare  due  volte  il  dì  con  vnguento  fatto  di 
melerojfoy  &  midolla  di  carne  di  porco  [alata  3  con  vn  poco  di  calce 
viuaye  pepe  tritoybollìta  ogni  co[ay&  menata  infieme>  bagnando  prima 
la  lingua  con  vino  tepido  >  fen'za  adoprar  la  briglia ,  finche  quella  non 
fia  del  tutto  falda .  T^afcono  ancora  fiotto  la  lingua,  ò  fiotto  ilTa- 

VV     2         lato 


€jó  *D  E  l  l\A.     G  l  0  \1  U 

lato  certe  cofe ,  che  rajfomigliano  tette  fecche  di  qualche  anim > aletto  >  //  & 
quali  non  men  da  lui,che  da  .Alberto  fon  dette  Barbule:&  quando  ven- 
gono à  crefeere  pia  d'vn  picciolo  granello)  impedifeono  il  mangiare  :que 
He  tirate  molto  bene  con  vn  ferro  fott ile  agw^o  infocato^fon  da  tagliar- 
fì  con  leforfici  ?  prefìo  alle  radici.  M.  Tier' Andrea  con  vna  cofa  acuta 
d' argento  fo  di  ottone  apria  deliramente  ciafeuna  diquefle  granelley  che 
dicea  barbe:  &  poi  le  fregaua  col  fugo  de  Voline  mifio  con  fale ,  &ace- 
to(come  di  [opra  s'è  dimofirato  )& 7  imbrigliali a.  L'intagliature  della 
Cura  del-  lingua  fatte  difopra^permolto  che  fufiero  grandi  egli  dicea  poco  impor- 
le intaglia  tare,pur  ch'ella  fi  teneffe  di  fottO)&  nonfnfie  troncata  in  tuttoy&  volen 
ture  della  ^0  fidarle  y  egli  appuntana  la  lingua  con  punti  f^effi-,  mettendo  ilpri-  F 
'     mo  punto  nel  me^o  di  quella  y  &  in  ciafeuno  punto  vna  penna  di  gallina 
in  queflo  modoyche  per  quel  luogo  donde  egli  paffaua  l'ago  >  paffaua  an- 
cor la  penn  apponendo  la  f ch'iena  di  lei  verfo  lejponde  della  lingua,  &  le- 
gandola  bene  con  l'uno  capo  del  filo  doppio  ,  perciò  che  fen*  a  tal  penna 
il  filo  folo  harebhe  tagliata  la  carne  della  lingua,che  naturalmente  èjpo— 
gniofa,&  molle, fi che  l'appuntatura  non  farebbe  durata:  &in  ciò  mira- 
va con  diligenza  ,  che  le  fronde  dieffa  lingua  foffen  rimafe  fé  ben  gin- 
fte,e  giunte  :■  Indi  fen%a  dimora  prendea  vnafkfcia  di  lino  sì  larga  yche 
haueffe potuto  coprire  tutta  l  appuntatura:  &  fi  lunga ,  ihefujfe  bafiata  _ 
a  dar  tre  volte  intorno  alla  lingua  :  eir  quefiafnfeia  vi  enfia  di  manieray 
che  non  fi  fufìe  potuta  fmuouere ,  cufiendo  ancor  delle  dette  penne  in- 
quella  parte ydoue  la  cucitura  d' efìa  fa f eia  vernai  hauenào  già  dibat-. 
tuto  bianco  d'uouo-finche  h aite fie  fatto  inolio  di  fchiuma,&  aggiuntola 
fugo  di  "Naslurtio  yhauendogli  agitati  di  nnouo  infieme,contalmisìura 
bagnauala  detta  fiifciayintominciando  dal  canto  di  fopra,e  tanto  la  ri- 
mollauay  che  l' infufione  f uff  e  penetrata  per  ogni  parte  .  Fatto  queflo, 
eglifea  Tiare  il  Cauallo  arredinato  di  modo  >  che  non  haueffe  potuto  ab- 
baffaril  capo  per  quindeci  bore ,  bfedeci.  Ter  cibo  gli  dana  in  quel gior^ 
no  Crufea  >  &  farina  bollite  ìnfieme  ,  &  colate  per  vn  e annegacelo  ,  òfe-  ^ 
tacchy&  non  premute  :  l'acqua  di  tal  decottionferuendogli  per  lo  bere  t 
il  feguente  dì  nefea  bollire  di  nuouo,perche  altrimenti  fi  f ariano  corrotte-, 
&  l'animale  non.  ne  harebbe  mangiato ,  ò  ne  harebbe  riceuuta  nel  corpo? 
tffefa  :  asfl  ter%o  giorno  gli  dana  a  mangiare  quel  >  che  volea  :  &fe 
V  infaf datura  fi  auaferma->&  la  lingua  non  fufìe  enfiata,  non  la  moueat 
ma  vedendo  altrimente  la  dìf enfia  ,  guardando  d'inori  toccare  l'appunta, 
tura  della  lìngua  :  &  incontanente  hauendo  pofte  con  vino  fiondi  d'oli- 
ue  ,  &  con  tal  fugo  hauendo  mifio  minuto  fale  ,  ne  bagnaua  la  lingua  i. 
&  mettendogli  briglia  dì  due  cannoni)  vi  rauuolgea  vna  fkfcia  pari* 
mente  bagnata  di  quel  liquore  >  &  co  fi  il  fé  a  slare  infrenato  vn'hora  > 

due 


DEL  C  jiV  jtllòy  UÈ.   Vili.     ^      6jy 

'jl  due  volte  il  dhrio  face  dogli  hauer  noia  di  mofcbe>  ne  altra  cagione  di  ma 
uimentOyO  di  fatica,  ^Al  quinto  dì  fé  la  lingua  era  faldata  (come  di  ra- 
gione efìer  douea)tagliaua  a  ciafcuna  penna  il  filo-,  che  flaua  dalla  par- 
te difoura-,  &  dalla  parte  di  fatto  ne  le  tir  ani  ;  &bauendo  in  tal  modo 
tolta  la  cocituraycontinaauaper  due  dì  a  fargli  tener  in  bocca  due  volte 
il  giorno  la  briglia  auuiluppato  di  panno  bagnato  del  detto  fugo. Et  fé  al- 
la lingua  fu(fe  uenuta  lamaccbi  i  biancaycome  per  cagione  dimolto  fan 
gne ,  e  di  calorfuole  auuenire ,  o  nde  il  cauallo  potria  rimanere  prino  di 
quel  membro y\ e  tardi  vi  fi  prodeggia:  egli  con  vn  coltellino  battendo  tan 
to  rafa  la  lingua,cbe  non  vifufie  rimafa  bianchexj^a  alcuna ,  vifea  con 
B  vn  ferro  torto  infocato  due  ferite  difopra  :  indi  glie  la  lauaua  con  fugo  di 
oliueyacetO)& fale>& pofciailfeaflar imbrigliato  vrìbora nella  flaUay 
ejfendo  il  tépo  freddoyb  in  luogo  fr  e fcoye fendo  caldo ,  &fe  neceffario  gli 
pare  ciyC  auaua  f angue  daifianchiyfe  l'età  del  cauallo  il  coportaua.  M.Lui 
gi  vfaua  di  fregare  con  olioy&pepe  la  lingua  infermayinfino  à  tantoyche 
baue fé  fatto  f angue  :  qualche  volta  adopraua  ben  calda  vna  fetta  di 
prefitto  cotta  a  la  bragia.  Hippocrate  per  la  rilaffation  della  ling'ia  lo- 
da galle  bollite  in  vin  neroyb  la  Centaureapefla .  Telagonto,  l'Iride  in- 
corporata con  mele  ;  hauendoui  prima  con  vino  fané  lauande  .  Eumelo 
fcriueycurarfi  la  linguayfe punta  la  veha>cb'è  difotto  la  UnguayUi  fi  met 
ta  empiafiro  di  laferpithy  aceto  >  efetnola  dandogli  a  bere  dell'acqua  te- 
pida.E  per  le  doglie  delle  gengiue  apoflemateydette  da  lui  Tarulidiyvuol  p  •  • , . 
che  tratto  fangue  dalle  parti  di  foureyfi  pungano  effe  gengiue ye  poi  fifre  e  ior  cun[ 
gbino  ben  con  fakyinfin  che  fanino.M  .Tier  \Andrea  vedendo  le  gengiue 
mortificateye gonfi eyleuaua  con  B^pinettayb  ^Allegra  (come  la  chiamano) 
il  cuoioyche  sìa  fra  i  dentiy&  conia  lancietta  rigaua  per  dritto  quel  cuo-. 

Iìoyche  ftà  di  fuori  d'efft  dentaccio  che  l'humore  ne  difcorreffe:  indi  pe- 
fiefrondi  d'oliua  con  faley&  acetoy  &  cauatonefugo ,  bagnaua  in  quello 
yn  panno  di  linoydel  qual  auuolgea  la  briglia,chepofcia  in  bocca  glifea 
£  tenere Vegetio  diceyfra  legengiuey&  le  mafcelle  auueniryvn 'enfiagione 
à  i  Poliedri ,  quando  nel  primo  mettere  de  i  denti  loro  fi  J r calda  molto  il 
capoyilqual  adunamento  d'humoriyda  lui  Tvllario  nominatoyporge tanto  puuarj0 
doloreyche  rio  pò  fono  maflicare.  Quefla  enfiagione  egli  vuol  che  prima-  e  fua  cura 
mente  fta  con  Vatiglie ben  maturataypofcia  aperta  conferro}&  vltima- 
mente  curata  con  olioyacetOy&falc.  Scriue  ancora ,  che  quando  doglio- 
no  all'animale  i  denti  y  dr  le  gengiue  fi  conofce  dalla  gonferà  diqueU 
Uydalla  copia  delle  faliueych 'egli  manda  fuoriyoltre  che  fi  vede  inghiot- 
tire l'orbo  intero  >  &  ammagrirfi  ?  £t  in  talcafo  loda  y  che  le  Mafcelle 
fi  lanino  confortiffimo  aceto  caldo y  ouefia  fiata  macerata  cretu  cimo- 

VV     i         lia} 


éjS  *Z>  E  L  L  Jl     G  L  0  \1\A 

Ila  continuando  per  cinque  giorni  :  &  dentro  le  gengive  fi  metta  polite  E 
di  pomo  granato  con  mele:&  con  effa  fi  freghino  il  ter^o  giorno;  <jr  lun- 
gamente infino  à  tantoché  vfcita  fuori  la  cattiua  miteriay  eglifiafano. 
ma'  Tiberio  per  ribattere  il  l\heuma  y  che  fcende  à  i  denti ,  ordinò  quello  ri- 
medio vtile  ancor  a\  gli  kuomini .  Tre  dramme  d'ojfo  di  fepia  arfo  >  vno 
fcropolo  di  mirra ,  &vn\iltradi  pepe  yvn 'ancia  dipalegio  bruflolato  > 
_      -       me%a  di  fai  di  montagna  pur  br  uHq  lato  y  &  di  Iride  Illirica  altretanto 
mi  fi  fer-  con  tre<*ncie  d'ombilici  marini  abruciato  lo  fiordo.  Ter  fermare  i  dentiy 
nino.       fcor^e  di  pomi  granatiyalume  di  rocca y  foriymifi)&  verderame  ana  on- 
cia vnaycime di Jpiney galla  non  matura,  efpinaegittia  ana  onde  tre: ado 
prando  tai  cofe polueri^ateye  bollitevi  aceto.  Columella ferine }che  quan-  - 
do  al  Cavallo  dogliono  le  mafe  elle  yò  fono  enfiate^  conuien  fomentar  fi  con 
bagni  di  aceto  caldoy&  poi  fregar  fi  con  afiungia  vecchia:  &fe  con  que- 
llo il  dolore  non  manca  i  Eumclo  ordina  y.  che  fi  cuocano\fimilmente  cu- 
Mafcelle  «  yandole  quando  f afferò  apottemate .  ^i/fìrto  dice  y  folerfi  mite  mafcelle. 
generar  certe pietrey  lequalìfefi  LtfciaJJera  far  maggiori  y  apporterebbe 
molta  noia;  però  bifogna  dalprincipioychefifcorgonoyaprir  co  ferro  quel- 
laparteydoue  è  lapietray  &■  con  acconcio  iUrumento  canaria  fuori  :  con 
diligenza  guardando  y  che  niente  di  quella  materia  vi  rimanga  y,perche 
di  nuauo  s  ac  ere  fiere  bbe.  Ter  le'putrefkttioni  delle  mafcelle  y  e  viceré  > 
cljefi  dilati ano perla  bocca  egliloday.chel  calciti  fi  fàccia  diuentare  nel  q 
Viceré  fQC0  rofF°)p°fi'ia  ridetto  in  poi  ne  y  e  me f colato,  con  mele  fi  riponga  in  vn 
nella  go-  boffoloy&  $* adoperi.  Ma  quando  le  viceré  nella  gola  fon  generatey  onde 
la.  l'animale  fi  vede  aframente  to ffir  e  <>ef chinare  il  cibo  y  vuole  che  gli  fio. 

data  beuanda  d''  acquay  nella  quale  fi an  bolliti  due  Jèfìari di  fichi y  e  me- 
fcolatc  due  vouayòfugoli  d'orilo  con  vrìuouo  .  Seuellagolajaràqualche 
votturayeglifi  vedrò,  con  le  vene  afimtte  y  &  con  la  bocca  piena  d'alcola 
graueme'nte  tirar  il  fiatoy.  roncheggiareybuttare  per  lo  nafo  humor  mar- 
ciofoybatter  i  fianchiytremar  conle  gambey  e  "zoppicare  y  &  non  lafiiar fi 
toccar  la  carncyfaltandoglii  teHicoli  Jpcfiofuori.-però  bi fognerà  curarlo; 
dandogli  per  fefianta  giorni,  beuande  di  due  parti  di  vino  dolce  neroy  & 
cinque  adacqua  mef  colata  con  fottiliffima polue  d' or  obliquali  fiano  fiati  ff 
tenuti  à  molle  in  acqua  due  dìye  due  nottiy  &  raf cìngati  dapoi  y  &pefti* 
Telagonio  à  tal  male  ordina  ddar  per  lo  nafo  incorporata  con  vinaque- 
fta  mifturaymeleye  clragantiyana libbra  vnaymirraye  yaffranoyonaonae 
treyjpigo  di  Soriaytermentinayarmoniacoy&pcpe  bianco  ana  onde  quat- 
troycon  due  dijpigo  nardoyvna  &  me^a  di  cinnamomo  >  <&  quattro  ,  <3r 
me^a  dincenfo  mafebio  •  ò  veramente  prenda  fi  vna  libbra  di  femen^a 
di  lino  brustolata }  vn  feftario  di  pignoli  >  &  vn' altro  di  vua  pafia  con 

tre 


dei.  c av ano,  un.  viti.      679 

rjl  tre  onde  di  pepe,e  dieci  di  mirra  :  &poi  che  liquefatte  le  co  fé  liquabili, 
vifaran  mefcolate  le  polui,fkcciafene  con  mele  ma  maffa  ben" agitata  , 
e  diflinta  in  pillolle  grandi  quanto  vna  noce,  delle  quali  fé  ne  dia  vna  la 
"volta  per  otto  giorni ,  Fri  altra  compofuionc  egli  fa  conpamclle  iplauro 
acoriffquìnato,e  ^ajfrano  anaoncie  tre^mirra  ottica  a,pepe  neroyZF  ành 
§ìolochia  ana  oncie  quattro*pepe  ì>ianco,e  cinnamomo  ana  onde  cinque, 
con  due  di  cafia.Quando  Ugola  è  fola  mente  effifperata,e  non  butta  mar 
cia,Eu/mllo  dice  bafìare  ,  che  fi  dia  in  beuanda  me^a  libbra  di  'Pino  con 
yna  oncia  di  colla  rodiate  draganti  fciolti in  acqua.  Quando  il  giumen- 
to fi  -vede  non  poter  mangiarcene  inghiottirete  tener  fuori la  Ivagua  Uni 
B  daò  verde,gonfia,o  colante  di  faliue,dinota  haner  male  entro  la  gola,  ò 
tra  la  via  del  cibo,o  del fiato,ò  nel luogo,cb'è  detto  ingoio  -,  ilquale  male 
Tariflhimiada  alcuni  è  nomìnato:e  da  altri  fon  chiamate  Tonfile /quel- 
l  enfiagioni,  che  vengono  alle  anguflie  della  gola:  &  come  fi  reggia  dì  mia  Q  t-~ 
bocca butarfi  marcia,  fi  pub  copredere,cf?e  lapojìemafia  rotta déiromel  (ilk. 
quali afo  tìierocleloda,  caperlo  nafo  fi  butti  acqua  mescolata  con  ace 
toi&  che  deflr  amente  ffighendo  dentro  la  gola  vno  fìilo,ò  taHo  vnto  di 
mele,fi  vada  fchìxgando  il  luogo  apofiemato,&  già  ogni  volta,che  l  ani 
malefveggia  con  enfiagion  della  gola  impedito  all'inghiottire ,  cofiu- 
mano  alcuni  di  ficcar  nella  canna  vn  bafionetto  inuiluppato  di  Sìoppa, 
*"  per  romper  quelle  vlcere,che  vi fufj  ero  ;gitt  arido  ui  poi  tre  liquori  d'voua 
con  aceto  battuti.  Simili  quafi  defcriue  i  fegni  della  fcaranxia>che  ferran  Scaràzia. 
do  lagola  non  pur  ingroffa  la  lingua ,  ma  fa  ancora  go  nfiare  le  labbra,  e 
gliocchi,e  tutto  il  capo.J£lqual  male  grandemente perìcolo fo  al  anima 
le  è  dafoccorrerfi,vngédo  corifei  di  toro-fò  di  man-?o  la  lingm,&  le  tem 
pie  con  l'altre  parti  della  tesìa,  fomentate  prima  co  bagni  di  acqua  caU 
da:&fi  butterà  per  le  narici  vino,  &-  olio  vecchio:  Conueneuole  ancora 
fia  vngereilCauallo  con  la  compofitione  di  Bdellio  diftoluta:&  farlo  pa 
fcolare,òfe  mane  afe  il  fieno  vcrde,dargli  il  fé  e  colarlo  difalnitrofo  uè 
T)  ramente  or^ojparfo  di  farina  di  frumento.  Sangue  non  è  da  cauarfi  da  al 
tra  parte,che  dal  palato:  &  quando  egli  Hara  meglio,farà  ben  purgarlo 
colfilueHre  cocomero,& falnitro. ^Affino  pone  i  mede  fimi  ordini  tutti  a 
punto,&  quello  di  più,che  per  lo  nafo  può  anco  dar  fi  confalnitro  decot- 
tione  difichi.Et  altroue  dicendo  foler  auuenir  e  lo  flranguiglione  quando 
il  Cauallo  ripieno  dipaftolo,o  d'altro  cibo, fi  fa  correre  troppo  sforata- 
mente -.fcriue  poter/i  rimediare, dandogli  per  lo  nafo  vn'hemina  di  odori 
fero  vino  bianco  con  vna  dramma  difalnitro,òper  bocca  tre  oboli  di  gal 
bano,e  di  cimino  triti  con  vino  ;  b  con  uino  le  bacche  del  lauro,  fregando 
xo  olio  vecchio  tutta  U  teftayfen-^a  fargli  toccare  acqua  fredda  infin  che 

VV     4  foni. 


6$o  D  E  L  L  ji     G  l  0  ì^  I  jt 

[ani.  Vegetio  féguendo  l'vno,&  l'altro  di  effi  vittori  approuay  che  per   g» 
le  uar  quette  enfiagioni  di  canneyche  fon  come  financbeycioè  pofieme  cai 
de  di  [angue ,ne  i  mufculiytra  le  fàuci  ;  &  per  mitigare  quella  tanta  a  - 
fare  r£.i\dapoi  che  fi  farà  tutta  la  bocca  fomentata  con  l'acquay&vnta 
colfiel  taurinoyfi  dia  in  beuanda  mattino  >  &fera  vrìhemina  di  quetta 
compofitione;due  libbre  d "olio  veccbhy& vn  feflario  di  vino  con  decot~ 
tione  di  none  fichi feccbi,&  none  capi  di  porri  ben  peflirmefcolandoui  ari 
cora  nitro  ^  le  ffandrino .  Mancando  verdura  in  cibo,  loda  farina  d'orbo 
coi  nitroyO  teneri/fimo  fieno  sbruffato  di  nitroy^r  acqua.)  &  alla  fine  del 
male  purgargli  il  ventre  con  vnfsfìario  di  vino ,  otte  fi  a  vn  cuccbiaro  di 
Enfiarlo-  p0i  i€di  radice  di  cocomero  ^Afini'io,a?^iugnendouipur  delnitro  .  Al-  & 
Tefta  lin  tri(com egli  narra) fogliono  l' 'enfiagioni  del  capOydella  linguaye  della  go 
eoa,  e  go-  la  co  fi  curare }  che  mettono  dentro  il  fioco  parecchie  pietre  di  quellcycbe 
la  come  il  fono  buone  per  l'vfo  del  macinare ,  c£*  come  fi  veggiono  infocate-,  le  but- 
curmo .    tmiy  zcj  vni  zj  vn  t  asntr0  yn  -pafe pieno  d'orina ,  che slia  di  fotto  alla 
tefla  dell'animale  ben  couerta  da  ogni  bada>&  perche  il  vapore  di  quel 
la  gli  entri  meglio  alla  boccaygliela  tengono  aperta  co  vn  bafione;&fat 
to  ciò  lungamente ygli fregano  il  capone  gengiue>e  tutta  la  bocca  con  ac- 
qua marinaio  falataymisla  con  forte  aceto:  pofcia  vngono  la  tefla  >  &  le 
labbra  con  stereo  di  bue  dileguato  con  aceto  caldoydaadogli  perberey& 
per  mangiare  farina  d' or^o  con  acjn  i  tepida,  filtri  vfano  vntionidifler 
co  di  porco  incorporato  con  rade.  [Altri  fregata  la  lingua  con  olioynitroy 
&  meleyadoprano  empiasiri  di  farina  bollita  con  vino. .ffltri  diconoydo- 
uerfi  vfar  fola-mente  i  bagni  bumidi;per che le  co  fé  fecchey  restringono  il 
fi atoSoggiugne  egli  tutta  viay  che  quando  l'enfiagione  della  gola  proce- 
dere da  troppo  fangue  (dche  Ci  con  olle  da  gli  occhi  fanguigniy  e  dalie  ve- 
ne deflefeycbs  otturano  l'vdito  fi  debba  trar  fangue  dalle  tempie  >  selle 
non  fono  eniate^ò  dal  pai atoy  fé  parimente non  vi  fi  veggia  indegnagio- 
neye'l  capo  fi  debba  vngere  di  creta  cimolia  per  itti  oartiy  e  di  creta  -ve- 
ra temperata  con  forte  vino  caldo  per  la  ter^a.M  i  le  Gbiandoley  clye  fen      . 
>%a  dolore  nifcono  tra  le  fk  ici  più  b  ifi-,  &  le  m  afcelle  de  gli  animaliydi- 
ce  efiere  congelamenti  di  fangue  duriy& fio  migli  anti  alle  Ghiande  >&  pò 
ter  fi  nel  principio  dileguar  con  le  m  mi,  fregandolo  forte  con  olio  tepido^ 
&  Ce  crefcefieroypoterfì  abruciare  mentre  che  fono  picciolermale  grofìet 
te  hi fogna  trar  via  con  ferro yt agitandole  per  lo  me  70  con  diligenti)  che 
le  vene  non  Han  toccatey  £r  per  stagnar  il  fangue  fi  darà  fuoco  alla  pia- 
gayla  quii  ri  jorrà  curaref  per  otto  giorni  con  faley  &  olioy  e  bagni  d'ac- 
qua caldz  co  mtroyh  di  orina  calda}e  xaffrano;pofcia  per  tre  di  nifi  met- 
terà vinQ)riÌQì&  fkrìaa  derm^òpur  dor%o  mista  con  mtfe.  Et  q  uà  lun~ 

qiiC 


*DE  L    C  ji  V  >A  ILO    LIB.    FI  IL         6Si 

\A  que  piaga  fi  fia  òdi flranguiglioni,  ò  di  fcrofole, òdi  orecchioni  fappiafi  Stranguù 
che  dapoichefifaran  canati  (come  s'è  detto)  più  prestamente-,  venda  p"0"1» 
guarir/i  conpolue  di  pomi  granati  fparfa  di  [opra, Il  Bj-:fio  ,quelle  ghian-  ^comQ 
dole,che  intorno  alla  gola  nate ,  paiono  pezzetti  di  carne,  diceda  alcuni  fi  curino. 
efìer  chiamate  Branche,e  da  alcuni  altri  Stranguiglioni,  perche  fogliono  Ghianda 
Strangolare  ilcauallo,&  abbrancano  di  tal  mode ila  gola,&  le  mafcelle  *c  e      cu 
che  egli  gorgoglia  volédoff>irare,&  ha  gran  pena  ne  II 'inghiottire,  e  por 
ta  fi  fattamente  il  capo  erto,chefi  conofee  apertamente  la  gonfiatura  del 
cannonilo^  delgorg07olo  (come  dicono)  i  cui  meati  tanto  più  fi  riftrin- 
gono,quanto  più  quelle  s'ingroffano  per  concorfo  deglibumori;  che  ca- 
lano dalla  tesla  ,  &  pero  queflo  male  fito-l  effere  a'  Tolledri  piufami- 
gliare,  perche  in  effi  l'humidità  molto  fin  (file  fa  ci  In:  ente  da  ogni  debole 
calore  viene  à  disfar ft,&  è  molto  atta  à  putrefar  fi.  Volendo  dunqueri- 
mediarui,egli  conferma  l'ordine  del  Qfefcenezo,chefubito,che  fi  veggia- 
no  quefle  giandole  aumentare,  fi  mettano  fotto  lagola  coueneuolifetoni 
v  lacci(come  il  vulgo  gli  chiama)iquali  mattina,  &  fera  fan  da  menar 
fi:  &  facendo  flar'il  cauallo  col  capo  couerto ,  &  in  luogo  caldo  ,  glifi 
facciano  in  efia  golafpeffe  vntioni  di  butiro  :  £t  quando  l'agitatione  de  i 
fetoni  poco  giouaffe,  Sterpi  fi  dalle  radici,  &  cauifi  fuori  lo  flranguiglio- 
ne  in  quel  modo,che  nella  cura  del  verme ,  &  delle  galle  fi  dimostrerà  : 
e  ma  habbiaft  auuerten%a  all'vfo  del  Bjfagallo  ,  pere  he  ponendofi  fenya 
mifura,  mangerebbe  la  carne  fin  dentro  aWoffo ,  hauendo  quafi  virtù  di 
fuoco  in  tutte  le  rotture  ò  tagliature. aggiunge  fi  pur  da  lui  vn 'altra  cu- 
ra,che  fé  l'età  dell'animale  può  fopportare  il  trar  del  fangue,fe  ne  trag- 
ga dalla  vena  commune,&  poi  sà'l  luogo  de  gli  Stranguiglioni  fi  metta 
yn'empiattro  da  maturare,e  difìoluere,fatto  con  malua,feme  di  lino  af- 
fentio,ruta,  &  hedera  terrefìre  con  efferui  mescolato  pr  e  fio  al  fuoco  olio 
lorino  bollito  (e  Dialthea.Siagli  ancor  data  à  bere  acqua  tepida  con  fari- 
na^ met  taf  in  sa  lagola  empiaflro  di  crufea  cotta  con  vino,  et  comin- 
ciatofi  il  tumore  à  maturare,fiaui  data  vna punta  di  lancieta,&  mode- 
D  ratamente  fi  efferati  l1  animale .  *Altre  ghiandole  fono  da  ambidue,e 

dal  Bluffo  ancora  chiamate  Vuole,o  Viuole,  che  nafeendo  tra'l  collo,  e'I  Viuole  co 
capo  fogliono  parimente  per  foura  abbondanza  di  humori  crefeer  tanto;  ™0  icurl 
che'lpouero  Cauallo  non  potendo  inghiottire ,  ne  refj>irare,afannato  da 
gran  calore,e  da  gran  fete,lecca  ciò  che  gli  fi  pone  dauanti,e  gìttato  à  ter 
ra  sbatte  continuamente  le  orecchie,e  tal  volta  trema.  "Però  bifogna,che 
come  fi  veggiano  effere  Viuole  alquanto  groffette  ,ftano  profondamen- 
te focate  con  vna  punta  di  ferro  ardente,  o  fan  per  lo  lungo  tagliate  con 
la  lancetta  infitto,  al  fondo  >  e  Sterpate  nel  modo>  che  proJJl,namente 

s'è 


6%i  D  E  l  l  *&    G  L  0  B^I  <A 

s'è  ricordato  .  Tuo/fi  pur  fare  la  cura  loro  in  altro  modoyche  dalla  vena  g 
del  collose  da  quella  y  che  èjbtto  la  lingua  fi  cani  [angue:  poifopra  il  ma- 
le fi  metta  empia  ftro  di  maluanifco  >&  di  Temente  di  lino  )  poi  svaga 
con  butiro  >  &  vnguento  di  dthea  :  &  comincimelo  a  mollificarft ,  vi  fi 
facciano  con  vno  stilo  d'argento  infocato  alquanti  pertugi ',&  in  ciajcurìo 
di  quelli,  fi  metta,  vno  stoppino,  A le  uni  per  guarir  k  Viuole  caaano  f an- 
gue non  pur  di  Jotto  Ixliaguayn.i  dietro  l'orecchie-,  ò  nel  mexofiralvnXy 
& l\iltra.<Aicuni stendendo l orecchia dejìraingiufo  alla m\f cella pref 
fo  il  collo  y  doue  toccai' efiremità  di  ejfa  orecchiatagli  ano  la  pelle ,  &  ne 
canario  i  vermicci'ioliyò  legranelle  di  queste  piandole .  J£  Uri  ficcano  al 
nafo  alcune  tenere  verghette  di  Coriliyin  manierayche  ne  fanno  vfeir  fan  F  .. 
gue,  &poi  vijpargonJ  acqua  fai  fa .  <isiUri  dicono  trale  narici  apparer 
certe  vene  liuidey  dalle  quali  gioita  cauar f angue  sfregandole  con  le  deta 
fpinte  in  dentro  quanto  più  fi  farà  potuto ,  & quel  j "angue  >  che  ne  difeor- 
reyglì  fa  leccareynonla(ciando  si ir  l'animale  in  luogo  fermo  .  <zsfltri  gli 
danno  à  bere  il  mestruo  delle  donne ,  affermando >,  ch'egli  mai  più  non  fa- 
rà tentato  da  questo  male .  M.  Tier  ^Andrea  vedendo  il  Canotto  moflrar 
dolor iyò  to.fioney  con  efiergli  enfiato  il  luogo  y  doue  fi  fanno  li  slrangni- 
glioniy  gli  dana  à  bere  col  vino  va' onc  io  d'ani  fi  y  ò  quattro  onde  di  ster- 
co di  colombo ,  ò  fugo  canto  da  fiondi  di  perficoyo  di  affentio  pefle  y  pur 
mefcolato  con  vino  forte  .-facendolo  p  affé ggiar  per  la  stalla .  Mafe'l  £V  . 
natio  haueffe  moflrato  turbamento  d'occhi  y  ò  dolore  fenica  tal  enfiagion 
di  gola  egli  ricono  fendo  le  Gambe  y  e  trouate  quelle  g  and  uglie ,  che  han 
nome  dijìranguiglioni  y  tagliaua  con  vni  lancietta  il  cuoio  in  fufo  >  au- 
uertendo  dinon  toccar  ineruiypoi  con  vna  cornetta  fc  amati  effi  slr  angui 
glioni  ferina  toccar  le  vene  con  quei  congiunteygli  trahe  fuori(come  vo- 
ua)  ad  vno  ad  vno:  &  fatto  qnesloyvngea  il  luogo  con  olioye  terbentina 
miflhe  faldati  infieme:  ponendo  dentro  la  piaga  vn  groffo  sloiello  bagna 
to  in  fugo  di  naslurtioye  jparfo  di  fai  minuto  :  ilquale  accioche  nonfuffe 
cafcatoyegli  con  vnfilo  di  canape  illegaua  col  cuoio  dall' vnay  e  dall'ai-  jg 
trapartetne  mancaua  di  fognare ne  i fianchi  il  Caualloyche  nonfufic  sla- 
Gadmli  t0  ^et^  minore  delquarto  anno.  Oneste  infermità  che  fi  fanno  al  canno- 
e  tome  ne  della  gola  >  egli  communemente  nominano  gandugliey  adene  yflran- 
h  curino,  guiglioni ,  ò  fquinan^e:c^  folea  curarle  in  questi  altri  modhche  con  af- 
fungia  diporco  fufa ,  vnge  a  bene  tutto  il  luogo  dell'  enfi  agioney  epojlaui 
lana  fuccida  >  vi  legauaimafafcia  >  che  paffaua  per  l'orecchie  y  facendo 
star' il  Giumento  caldo ,  &  in  buon  letto .  Ma  fé  la  materia  non  fifuffe 
rotta  per  fé  s~leffoycome  da  lui  fi  difìd  erano,  <^r  fufie  flato  bifogno  di  ve- 
nir alla  forT^  ,  perfouuenire  al  mifero  animale  y  che  non  potendo  man- 
gi** 


DEL    CJl-V^ilLOy    11B.    Fili.         <rs? 

jl  giar,nè  bere  s'appreffaua  alla  morte-,  egli  prendea  vn  ma%?oJi  giunchi 
grofìo  quanto  vn  dardo,&  lungo  quanto  efferpotea ,  fuetti  in  modo,  che 
baite  fiera  haimto  del  bianco  in  punta,  &poi  chel'hauea  ben  aggiuflatoy 
il  legaua  slretto,fi  che  hauejfe  battuta  buona  fermeT^a  neW  adoperare  : 
&  quel  capo  bianco  delle  radici,  ilqual  egli  baite  a  lafciatofuor  dei  lega- 
mi,piccbiatoto  bene,&  martellatolo  (come  del  lino  ftfuale  fare)  l'ungea 
con  afiungia  di  porco  ,ftendendo  ancor  l'untione  due  palmi  in  giù,  <&  ac- 
concio il  C 'auallo (in  quel  modo  >  che  fi  costuma  quando  fi  è da  dar qual- 
che beuanda)co  i  piedi  impastoiati,  con  la  te  sia  legata  in  alto,  &  con  vn 
groffo  baflone  mefio  in  bocca  dalla  parte  delle  finiftre  ganghe ,  frccaua 

P  quel  mai^ro  di  giunchi  nel  e  annone,  facendola  arriuare  in/ino  al  petto  : 
&  co/i  rompea,e  curaua  quei  tumori,  ebe  occupavano  il paffo  tanto  im- 
portante :auuertendo  però ,  che  la  materia  fi  fujfe  già  trottata  diJpoftay 
perche  altrimenti  vi  fi  farebbe  cagionata  maggiore  infiammatone.  Et 
perche  giudicati  a  il  ciamarro  non  pater  qua  fi  mai  venir  fen^a  li  fir angui 
glioni;eglifempre,che  hauefie  voluto  curar  quel  male,fea  la  cura  di  que 
Ho  nel  detto  modo ,  aggiungendomi  a  fomentandone  del  rofm  arino  nella 
biaderà.  Il  Ferraro parimente  afferma,  che  per  lo  continouo  concarfo  di 
humori  putridi,&  virulenti  distillati  dal  capo ,  &  nella  gola  fermati  ,,fi 
genera  la  Scalen%ia(Greco  vocabolo,  che  ToHema  dinota)  onde  rifìret-  Scalenzfa 
C  tafilafpra  arteria,che  Trahea  è  chiamataci  vengono  ad  alterare  infie-  come  fi 
mementenon  pur  le  vene  principali  del  capo,  ma  l'altre  copillari,  che  in  generi ,  e 
quelle  parti  dimorano:  &per  rimedio  approvando  l  antico  v fa  di  cauar  curl* 
fangue  dalla  parte  del  collo  contraria  a  quefla  impreffiriieyfoggìunge  ef- 
ferbene,  che  rafo  il  luogo  dell'enfiagione,  s  intacchi  minutamente  col 
rafoio,  &fì  freghi  di  fai  ben  trito  ;  vn-hora  dapoi  vi  fi  metta  vnguento 
fatto  con  vna  dramma  di  bianco  elleboro,  e  due  di  cantaridi polueri^ate 
un  ter%o  d'oncia  di  dialthea,&  altrettanto  d'olio  dilauro.  Et  poi  che  tal 
medicarne  vi  farà  flato  per  ifpatio  di  uemiquattro- bore ,  radafi  il  luogo 
con  vn  coltella  di  canna,&  ritornifiàfare  ilfomigliante  due  altre  ttolte. 
fndi  come  fi  fcorga,che  e'  Hrinfecandofila  malignità,  nonfiflenda,farà 
bene  applicanti  empierò  fatto  con  afiungia  di  porco  battuta,branca  or 

**  fina,&  maluauìfcoi&  fé  bifognopareffe,percuotafi  il  luogo  dilicatamen 
te  col  ferro,  adoperandoci  alla  fine  l  unguento  uerde .  M.Lttigiper  cura- 
te la  Scatenata  ufaua  di  mettere  mollica  dì  panedifcioha  con  fugo  d'a-> 
pio,e  fcaldata:  ò  neramente  flirata  il  cuoio  fatto  la  gola  yvidaua  cinque 
punte  dì  foco,ponédoci  penne  unte  d'olio  di  ut  ria:  etcauauafangue  dalla 
uena  commune.  Vfauaetiandio  di  cauar  fuori  li  fìranguiglioni,tagliado 
efcartudo(come  s'è  detto)e  guardaua  di  non  tafciayui  reliquia  di  quella 

corrotta 


684  DELL^fLOJ^T^ 

corrottamateriayche  di leggiero  farla  crefciuta:& fatto  quefìo  uìpone-  g 
uà  la  Ftoppata>medicando  dapoi  con  fugo  di  albwzi>meleyfaimx)&  cal- 
cina viuaybolliti inftemefin  che  d  rojfe^rafoffer  venuti)  ne  mai  lafciaua 
diporre  sk  l'enfiagione  vn  dif  enfino  fatto  con  fior  di  farinate  bianco  d'ito 
uo  beri agitati, ,T 'aluolt a  con  la  floppata  folca  feruirfi  di  due  Licertele  poi 
medicare  con  l'unguento  Egittixco,ò  con  boloy  &  faima  ;  &fe"l  male  fi 
fuffe  veduto  verde,&  putrefùttoyeglifea  bollire  radice  di  brune  a  or/ina 
femente  di  Uno  >  &  fieno  greco  :  pofciapefliglifea  ribollire  con  olio  >  af- 
Proficula  fungiate  butiroye  tal  mìflura  ben  calda  mette  a  sk  quello.  Varimente  vo- 
ceneri   e  ^en^°  curare  l&  Trofìcula  (com'egli  dicea)  che  fifa  deatro  il  cannaro-%- 
fuacura.  "ZOyadoperauaqieftxmifturadibrancaorfinxy  maiiifco  >  e  palatara  ,  E 
bollitey  epesle  infiemey&  poi ribollite  coi  butiro,ì{f:mgia>&  olio;  et  ha 
uendo  co  fi  mollificatoyet  h  umettato  di  fuori  il  luogo  fregauail  cannaro^ 
%o  di  dentro  con  vn  nerito  di  buey  vnto  di  butiroye  di  meley  nella  cuipun- 
tabaccata  vna  fetta  di  hrdoylegi'ia  con  vna  pexja  >  e 'Ifimile  qualcioe 
yoltafea  con  ramvfcelli  di  fico  acconcia  td  miftiero.^igoflin  Colombro 
narra ,  Hippocrate  hauer  nella  cura  de'  "Bruti  fcritto ,  che  la  fcalenjia 
per  difeenfo  del  capo ,  &  majfimamente  per  colpa  delfangne  fifa  nella 
goLiy&  potendo  venire  di  ogni  tempo ,  quella ,  che  via  di  verno  è  la  pik 
fìcura: s'ella  fi  medichi  nel  principio  ,  ifegni  fono  oltra  l'enfiagion  della    - 
Se^ni  del  golaye  degli  occhiythe  la  canna  gr  off  ola  confonito  di  nxfchey  anfando  Va 
Ja  fcalen-  rumale  forte ;eJp$o  quando  bee ,  ributta  l'acqua  per  le  narici  :  &  che  fi 
21a#  dee  rimediare  con  diuerfwni  dif  angue  >  &  con  ripercoffioni  di  cofe  dif- 

feccatiueycome  farebbe  difkr  bollire  con  aceto  y  &  vino  oline  non  matu- 
re yfummacco  >  feorye  di  noci ,  &femenr%e  di  rutas  aggiuntola  alquan- 
to di  motto  cotto:  &  di  tal  mittura  lauare  non  pur  la  lingua  ,  ma  ancor 
lagoUycofi  di  dentroycon  l'appropriato  iflrumentoy  come  di  fuori  >  acciò 
che  col  rafoio  fipoffa  leuare  ilpelo,ò  con  aceto  preparatOy  &  alume.  Si- 
mili lauagionifì  potranfare  co  nino  bollito  col  taffo  barbaffo  il  cui  vapo- 
re gioua  etiandio  a  fomentarne  la  testa:  &  principalmente  afferma  do-  ft 
uergiouareyfe  la  gola  deflraméte  fìajlroppicciatay  &  rotta  la  fua-potte- 
ma  co  una  f ufi  a  di  legno  teneroyò  ueraméte  co  vn  neruo  bouinoy  che  su  la 
punta  h abbiano  attaccata  unafpongia  >  laqualefi  bagni  jpeffo  nel  vino  >  a 
in  cuifian  bollite  eguali portioni  di  pepe ,  fale  armoniacoy  galle,  pilatro> 
balauHriye  fcor%e  di  granati  acetofi  .Teonnetto  era  di  parere  >  che  nelle 
potteme  della  gola  non  fi  opraffe  con  mano,ma  con  empiaflri  di  cofe  atte 
a  farle  maturare,®-  prima  di  fugoli  d'orbo,  afìungiadi  porca  vecchiay 
a.lthezHs>ttay&  aglio  petto  ;  fé' l  luogo  ynon  fi  rompe ,  metterui  medicami 
abmciatiuiy  che  mangino  il  cuoio  folo  (benché  altri  fermano  darui 

il 


DEL    CoiVU  ILO,    IIB.    Vili.         Q&% 

jl  i  l fuoco  di  modo  ,  che  fol'intachd  la  pelle)  poi  metterai  per  tirare  la  pò- . 
flema  quesìa  compofitione,vna  libbra  di  faponnero,  due  d'affungia  uec- 
chiarori  due  onde  di  vifcbio  di  quercia,  e  di  morbidi  fichi  fecchi  ,&  ce- 
ra^ pece  (benché  altri  dicano  ragia)  quanto  fi  giudichi  effer  bastante. 
Ma  pafiando  a  i  morbi  delle  parti  fpiritali ,  primieramente  trattaremo  To/reo 
dellaTofie ,  malattia  fattidiofa,  &  molto  difficile  da  curare ,  laqualè deproce- 
asfjfìrtofc  riue,che  quando  è  rara  ,  e  fa  chinare  la  tefia  a  terra ,  èfegno,  da',  e  co- 
chefia  commofia  dalle  parti  inteftine\ma  quando  e 'ifpejfa)&  fenya  inper  me  "  cur* 
ualli,&  V animale  ne  Bende  il  collo,e  tanto  dedito  al  mangiare  ,  quan- 
to al  bere, diuien  pur  magro  ,  ella  procede  da  raffreddamento  ,  e  per  cu-- 
B  rarla  dice  bifognare  primieramente ',  che  fi  purghi  il  corpo  ,  con  dar  per 
bocca  il  cocomero  *Afinino,o  lefue  radici  trite  con  falnitro?  *Alleffandri- 
no,  &  vino  vecchio  :  pofcia  alterco  dì  dar  pur  col  corno  quattro  J "corse- 
le più.  grofse  di  cipolla  canina ,  peHe  con  tanto  di  lafero  ,  quanto  fufse 
vnafaua,&  vna  libbra  d'olio  vecchio,  et  vnfefìario  di  vino  bianco  odo- 
rifero,difciolte,& mefcolate  con  dilige  ara  .  Conferifce  etiandio  a  dar 
per  bocca  grafso  di  pecora,  ò  di  (ferito  con  cera  liquefatta ,  òrfano  di  mele 
in  nino  dolce:òcon  vino,  olio,  &  file  il  marrobio  trito  :  Ma  inanyi  tali 
beuande  giouerà  il  profumo  fatto  con  agli  di  Cipro ,  cipolle  ,  bitume  giu- 
daico ,&  gomma  di  ginepro ,. di  pari  pefo ,  ilche  continouandofì  per  tre 
*  giorni  è  d'auuertirfi ,  che  gli  occhi  Hianferrati:ma  che'lnafo  ,e  la  bocca 
(coperto  il  capo)attrahano  ben  lodore.Qnefto  mede/imo  fi  conferma  da, 
Hierocie,  da  Velago'nio,  e  da  Vegetio,  ilqual  nel  detto  fuffumiglio  diflin- 
guefreoncie  percofa  :  &  la  precedente  beuanda  diftnue  in  quello  mo- 
diythe  vnfkf detto  di  marrobio  trito  fi  miftichi  convriuouo,&  con  vino 
fuccido,  aggiuntola  graffo  diceruo,ò  mancando  quello ,  laverbenaca ,  e 
temperata  ogni  cofa  con  la  cera ,  fi  dia  col  corno  .  Soggiunge  etiandio  > 
che' l  giumento ,  ilquale  ha  toffe  per  fieddore ,  fuole  beuendo  ribbutar 
l'acqua  per  le  narici  ;  &puo  curare  in  quello  modo,  che  facendogli  con. 
jk   qualche  cofa  tenerla  bocca  aperta,  &  mettendoui  dentro  la  mano  piana, 
fi  rompa  con  lunghie  vna  picchia  vefcica ,  che  nella  parte  difopr a  fi  tro- 
ueràipofcia gli  fiano  gittate  in  canna  tre  pillole  di  affungia  ben  pefìe,  & 
inuolte  in  fotilijjima farina  difhue:Epertre  dì  gli  fia  fregata la  bocca  di 
fagliandogli  con  vino  paftelli  caldi  difpctie  in  beuande  .  Tal  volta  da 
qualche off efa  della  gola  fi  commuoue  la  toffe,  quando  òpolue,  ò  rifchia, 
ò  offo,  o  altro  tale  vi  è  entrato  :  ilche  è  tanto  pericolofo-,  che  fé  totto  non 
fi  foccorre,  t 'animale  per  impatienya  della  pena,  viene  in  pax7ia  :  bifo- 
gna  dunque  al  chiaro  fpiar  la  canna  con  diligenza  ,  e  vedendouifi  alcuna. 
i.ofay  cattargliela  deliramente  y  <&Uuato  illuogo  dell' infiammagli 


ne.  con 


t$$  D  ZI  l  A f     0  L  0  B^l  A 

ne  con  vnajpongìa  piena  d'acqua  ftarfa  di  nitro ,  mettenti  olio  rofato  cai-  g 
do  &  lana  [uccida  y  laqual  togliendo  fi  al  teryp  giorno  fi  bagnerà  il  male 
con  vino  tepidoyoue  fiano  temperati  quattro acropoli  di  %uccaroy&vna 
di  alume  colato.Se  procede/fé  per  piaghe y  chefofjero  in  e/Ja  gela ,  pren- 
da/ì  pepe  neroymirra  troglodita  >  o  pelue  d  inienfo  ana  oncia  me^a  >  ra- 
dice di  gigli  Illirici  pauona'zgi)  e  draganti  ypumaten;:tià  molle  y  ana 
onciayvnay  vnoferopoh  di  -ruccaro ,  vnfefiario  di  fugo  di  vua  paf'a ,  & 
cinque  vouay&  mescolata  ogni  co  fa  infiemeyfe  ne  dia  col  corno  per  tre  di. 
Ter  rimediar  ali \Arteria  inajpritay&  a\lo(pafimoy  prendafi  di  fiengre- 
co^ feme  di  l'inondi  dragantiydi  ruta  verde,  di  fai  e  y  e  di  anagallico  ana 
libbra  me%a  con  vna  d'hifiopo  >  delle  quali  cofe  infieme  pefìe  y  &  cotte  P 
con  fugo  di  vua  pafìa y  che  fia  rientrato  alla  tcr%a  parte  y  fi  dia  per  tre 
giorni  ali 'animalesche  tofie,  epernoue al bolfo  *<Alla  toJfeye grauc-^a  di 
tetta  y  è  buono  infóndere  per  la  narice  de  ftra  con  acqua  calda  l'olio  ra- 
eiera  co"  fat0>°  yer0  ^  commwey&  finifee  latoffe  leggiera  data  col  corno  per  tre 
me  fi  gua  dì  vna  diquesìe  altre  compofitioni ,  pejlando  bene  in  vn  mortaio  d>>.c  fe- 
rifea.        flari  di  farina  di  fhua  roflitay  e  tre  di  fugo  di  vua  paffay   er   me- 
fcolandoui  trenta  granella  di  pepe  triteye  tre  libbre  di  feuo  di  beccoyò  ve- 
ro vnfesìario  di  detta  farina ,  mescolato  cotrefeftari  di  vinvecchio>& 
vna  libbra  d'olio  ;  ò  fatta  flar'd  molle  per  tre  giorni  vna  hemina  di  efie 
faueindue  feti  ari  di  fugo  d'una  p  affa  y  e  tritatele  poi  con  diligenza  >  fi 
dittribuife ano  in  tre  parti .  Ffimo  i  Barbari  contra  la  tofie  vn  rimedio 
efficaceycbefeccata  allombraye  trita  la  radice  dellherba  enulayche  molti 
campana  dicono ;e  di  quella  polue  mejfìà  molle  tre  cucchiari  in  vnfefla 
rio  di  viri  vecchio ;dapoi  che  l'hanno  ben  agitatoyotturano  il  v afe  >  acciò 
che  no  ijuapori  l'odor  falubre:e'  l  dì  feguente  il  dano  per  bocca  all'animale 
cofi facendo  per  molti giorni.Hieroclc  per  rimedio  della  tofieloda  il  dra 
ganto  flato  a  molle  in  acqua  tepiday  e  dato  con  olioy&  vino  cottoio  vero  il 
brodo  delle faue  frante  cotte  y  colato  con  grafo  di  porco  y  cjrouerola  li- 
feia  colataymifta  confalnitro  y  vouayolioye  mele  :  parimente  le  cime  te-  jfj 
nere  della  brafficay  e  dijpicchi  d'aglio ,  <£r  afiungia  diporco  di parimifu- 
rayincorporate  in  olio  di  cedro  e  ridotte  in  cinque  bocconi  pò  fono  darfi 
col  cornetto  y  e'ifimile  effetto  fu  vn' oncia  di  mirrayma  il  cauallo  per  tre 
ho  re  da  poi  non  à  da  lafciarfi  bere.  Tiberio  vuoleytenendo  il  cauallo  nel- 
la Piallagli  fi  dia  à  bere  il  ter^p  giornali  quintoye'lfettimo  affungiay& 
pece  liquida  y  b  veramente  quefìa  miHura  ypepe  ygentiana  >  arifìologiay 
mirraye  gomma  ana  oncia  vnaydue  di  bacche  di  lauro  y  fei  di  opopanacey 
&  altrettante  di  fuga  cirenaico  ;  benché  altri  in  luogo  di  queÙoy  fcriuo~ 
no  oncia  me%a  ài  lagrima  ài  papauero'.  tsflcuni  mettono  dentro  vn 

gufeio 


DEL  C  AV  >ALLOy    L1B.   Vili.  6§y 

-jf  gufcio  d'vouo  olio  di  cedro,  arfenico,e  fpicbi  di  aglio  pefti,&  affungia  di 
porco,  &  per  tre  fiate  lo  danno;  vltimaraeate  ancorali  feme  delpaliu- 
ro  trito  fiddà  bere .  Gregorio  dice ,  mitigar  fi  la  tojìe  con  dar  per  bocca, 
va  medicamento  ,  che  ricette  duefefiari  d'orbo,  fette  porri  con  le  lorfi- 
bre,cinque  cime  di  braffica ,  e  tre  ciati  di  mele  con  grafo  di  pecora,  olio> 
purgato,&  apio  ana  onde  quattro  in/teme  pesti .  Eumelo  con  verdi  her- 
be,^ con  tenere  cime  d'alberi  ,  ferine  douerft  ricrear  l'animale  infermo  , 
e  la  toffe  frefea  mojfa  da  efulceragione,ò  l'afperità  della  via  del  fiato,  fi- 
nir/} con  vnfeftario  di  vino  mefcolato  co  falnitro  pefio,o  con  vnfejlario 
d'acqua  calda  mifia  con  fottilijfima  farina  dilenticchie,  o  di  pifelli  ma- 

S  cinatifenya  gufci,o  vero  con  dar  per  le  narici  parecchi  giorni  due  aceta- 
boli di  misturatone  fìa  vna  oncia  di  mirra,vn' altra  di  offrano,  &  quàt 
tro  d'incenfo  triti;con  tre  hemine  di  vino,  e  tre  ciati  d'olio;ò  con  tre  he- 
mine  di  vino,quattro  dramme  di  ruta,vna  di  aneto,&  vrì altra  d'Ireos 
pelle  ìnfieme.Ma  tutto  il  corpo  conmene  chefia  ben'vnto  con  olio  di  lino . 
Hippocrate  contra  la  toffe  del  giumento  ordina  a  dar  mefcolato,  con  or- 
Z°,&  con  orobi  il  dragante  tagliato  minut amente ;ol  mede fimo  per  tre 
giorni  macerato  in  vna  bemina  di  vino  fkf  inghiottire  con  olio  misìo ,  ò 
nel  mede/imo  modo  la  radice  della  ruta  decotta  in  vrìhemina  d'acqua.. 
Giona  ancora  fparger  l'orilo  con  fugo  di  tamarigio  peflo.  nJ^Ca  s'egli  o 
C  per  bocca;o  per  nafo  butta  fé  marcio ft  bumori ,  gli  è  molto  appropriata 
iajìungia  del  porco  macerataper  tre  dì  in  orina  fanciulle fca,&  poi  bol- 
lita in  vna  bemina  di  vino,&  vh" altra  d'olioio  con  olio,&  vino  cotta  la 
maluaio  con  acqua ,  &oliol'artemifia  ;  o  il  fugo  della  traffica  bollito 
con  vin  perfetto. Decotte  pur  le  bacche  del  lauro  fi  pestano  ,  &  coìifhri- 
na,&  ajfungia  vecchia  &  vino  dolce  e  fi  amaffano  in  bocconi,  che  ogni 
di  vt  Urne  nte  fi  fanno  inghiottire  :  &  villi  fono  i  bocconi  fatti  di  grafo 
di  porco  inuoltiin  butiro  &mele. Oltracciò  unfafdeto  di  marrobio  co  vn 
feslario  di  vin  bianco,el  fiengreco  tenuto  a  molle,  <&-  vn  fé  si;  arto-,  o  dar- 
to  di  fichi  graffi  o  verdi  dattili;  bollendo  infieme  ridotti  al  terzo,  confe- 

D    rifeono  dati  per  bocca  in  tre  continoui giorni,  vngendone  ancora  il  corpo 
dal  capo  in  fino  allvnghie .  Cjioua  etiandio  con  olio  fatto  di  oline  acerbe 
dare  il  fugo  del  'Brenno  bollito,e  {premuto, &  per  vna  tela  colate  con  di- 
ligen%a,chenonvipaffaffe  alcuna  fquama  di  ejfa  crufca.TeonneHo  feri-  Toffe  ne* 
ne  commouerfi  la  toffe  maggiormente  ne  i  'Tolledri,  quando  comincia-  P°^e*]"r 
no  ad  imbrigliar  fi  perche  efendo  cofiretti  di  tener  la  bocca  aperta  pia  coaimuo1 
dellvfatOyvengono  il  loro  petti  a)  raffreddar/i ,  e  di  più  nella  Hate  accol-  uà. 
gonpolue.  la  qual  occupando  le  ^Arterie  del  polmone  >  cagiona  la  toffe 
conjnoUanoin,^ycanalligUgrandi  aituiene  ancora  per  polve,  o  cofiat* 

trav- 


68$  D  E  l  L  A     G  l  0  ^  ÌA     ' 

tratta  ney  camini  fatti  per  li  gru  caldi  >  ò  ricettata  fra  l'orbo  per  mglìgen  jr 
-      ..74  del  curatore ,  ò  pur  per  baner  beuuto  fangofe  acque:ma  la  peggiore 
lana  o  fie  $  tHtte  ^a  tofie  >  c^e  v^ana  >  ò  fiera  è  chiamata  ,  la  qttal  con  tanta  ve- 
ti .  bemen^afuol  ventresche  rotto  il  palato,nè  fa  vfcirefaagueyé'l  giumen- 
to per  lo  grande  sformo  orina ,  epetteggia  wfieme}  e  di  quefta  il  piti  fono 
tr attagliata  cauaìii guerreggiatori)  ò  corridori: decitali  egli  dice  batter- 
ne già  curati  alcuni;  ma  molti  vinti  dal  male  no  batter  potuto  giamai  fai 
uare  ypttrefìendofi  faticato  vn  tempo  col  cer  nello  per  guarir' vnf no  ca- 
uallo  deflinano  al  corfo  di  gran  valore  ;trouò  vn  rimedio  alla  fineycol  qua 
le  afferma  poter  fi  f occorrer  e  ad  ogni  toffe  :  la  cui  compofitione  riceue 
vn  he  mina  d'vuepaffe  bianche  5  &  vrì altra  di  mele  eletto  >  dite  onde  di  P  . 
maggiorana^  vna  d'origanoycon  cinque  libbre  di  affungia  vecchia  non 
falata  >  e  none  tefte  d'agli  grandi}che  dicono  vlpicide  quai  cofeyfecondo 
laqttalità  diciafcunaypeHey  e  liquefatte^  mefcolate poi  tutte  infieme^e 
fattene  tre  parti  ,fi  danno  per  tre  giorni  all'animaley  bagnando  i  bocconi 
fempre  di  mele  nuouo  .  Quando  la  tofie  è  venata  per  raffreddamento , 
fono  da  v far  fi  medicamétiyche  rilaffino}e  che  fc  aldino.  Quando  da  polue 
e  da  caloriyfi  approuan  qttelliycbe nettino  i  meatiy&  ogni  loro  fcabreTga 
lifcino  y  come  fia  yfe  pojti  la  fera  à  macerare  in  forte  aceto  cinque  votia 
coni  gufci  lorOy&  trottatigli  la  mattina  co  fi  rimolliti  come  veggiamo 
talbora  efiere  l'voua  vfcitefuor  di  tempo  >  o  non  anco  nateydi  ciaf  cimo  fi 
letti  la  fcor^a ,  &  fi  lafci  il  panno  intero  :  indi  raitolgendole  in  polite  di 
oropimcntoyh  d'arfenicoy)  fecondo  Vegetio  in  pece  liquida) fi  gittino  inte 
re  ad  vno  ad  vno  nella  tana  dell'  animale  >  tenédo  con  la  mano  la  lingua 
caciatainfuoriyC  latefìa  alta  finche  tutte  l'haggia  ben  tragbiottite: e  do- 
pò qitefle  glifi  dia  il  fugo  del  fieno  grecoyo  Vor%atayflemperata  con  mele> 
che  cofiin  tre  giorni  farà  guarito.  ^Pelagonioper  tre  giornivuole  >  che  fi 
diano  Tasìelli  quanto  vrì  vouo  fatti  di  porri  cotti  con  la  fideritiye  tenuti 
à  molle  in  olio  rofato ,  mele ,  &  vino  cottoy  e' l  mede  fimo  effetto  farebbe 
il  fugo  diqttella  berba  con  la  decottione  dell'altre  cofeybuttato  in  gola. 
Vegetio  vuole  >  che  fi  e  no  e  ano  i  porriy&  mef colati  con  la  parietaria  ben 
peflayfe  ne  facciano  bocconi  temperati  in  olio  rofato ,  &  in  vn  vouo  in- 
/r  Dre  uoltiinmeley&fttgodivuapafìa:  &  apprejfo  à  queSìi  fi  faccia  bere  la 
fa  per  ca-  colatura  di  quell'acqua  ,  onci  porri  faran  bolliti .  *Alla  toffe  prefaper 
mino  ,  o  caminoyfì  toglia  tanto  dì  laferpitioy  quanto  fia  vna  nociuola}rifoluto  nel 
gran    fu-  vino  ucccbioy&  fi  dia  col  corno  per  vn  dìfolo.  La  tofie  cagionata  dagra 
'       fudorey  bifogna  curarfi  con  medicamento)  che  contiene  marrobioy  &in- 
cenfo  mafehio  aria  oncia  una ,  cent  aurea ,  e  radice  dipanaceana  onde 
tre >  cotto)  e  mirra  troglodite  ana  onde  quattro >  &  ~w  picciolo  fa- 

fciettQ 


Bit  cjtrAitQy  its.  rttu      é%9 

14  fcietto  dì  biJfopO)  ogni  cofapeJlay&  criuellata  ,  e  cotta  in  vna  heminafo 

feflario  di  meley&  ridotta  in  bocconi.  La  toffe  commoffa  dal  polmone  fi  mofod°| 
guari  fee  dado  ali  animale  unfafcictto  di  hiffoppoycinque  onde  di  laferoy  polmone. 
due  dipaflinaca  di  candia  y  altrettante  d'herbafauina  >  e  tre  di  dittamo 
con  lagrima  dioapaueroynaflmtio ,  polue  d'incenfo ,  e  mirra  eletta  ana 
oncia  vnay&  feidiCafiorco  yò(come  ad  altri  più  piace  )  me%ayficmpc- 
rdteinfiemc  in  aceto  melato  (come  altri  dicono)  incorporate  con  mele . 
tsilla  toffe  >  &  a  bolfièdafdccorrerfi  con  bocconi  fatti  di  fpichi  di  aglio 
gallicoy&fideritiy&  d'un' altra herbayche  perdicio  diconoypefley  &  in- 
corporate con  affungia  vecchia  ;  iquali  fi  danno  per  tre  giorni  all'anima- 
le immerfi  inbutiroy<&  mele.Vegetio  pone  vna  fimilcofay  dicendo  ,  che 

*  fé  la  toffe  prouiene  da  rotturay  e  per  bolfità:  prima  fi  tiri  anagallico  >  poi  T°fl«  per 
vifimefcoliherbaparietaria  tenera  per  le  due  parti  y  &  aggiuntati  af-  k^ir"™'0 
fungia  vecchiayfi  pefii  infieme  con  diligen^ay  e  fé  ne  diano  bocconi  in  di- 
nari giornee  dijpare  numeroyjìemperati in  butiroye  mele .  Trouafi pure 
tra  effi  varietàyche  per  la  toffe  proceduta  da  effafperagione ,  ò  oltra  offe- 
fa  di  gola  Telagonio  mette  due  onde  di  mirray&  me^a  di  nafturtio  con 
feme  di  lino  abruciato: pignoli-,  &  vuepajfe ,  vn  feflario  per  ciafeuno  >  e 
due  libbre  di  mele  -.quelle  cofe  trite  con  diligerne  fi  ammaff ano  inpi- 
lule  a  grandezza  di  vna  nocey&  fé  ne  fitnno  inghiottire  tre  il giorm 
per  cinque  }ò  fette  dì.  Altri  vorriano  delle  dette  mifure  vna  oncia  di  mir- 
rayvn' altra  dijpignoli  >  &fei  di  naflurtio .  Vegetio  pone  per  lo  naflurtio 
il  cardamomo  y  e  per  li  pinocchi  i  noiciuoliy  aggiungendoti  due  onde  di 
pepeyò  pur  in  altro  modoyche  tre  onde  di  mirra ,  e£*  vna  di  cardamomo, 
■vn  feflario  di  vue ,  &  vn' altro  di  noccimlifi  cuocano  con  mele  àfuoc$ 
lento  y  e  poi  con  butiro  temperato  fi  diano  in  bocconi .  Ma  confermano 
amendueeflervtile  al  medefìmoy  che  aperta  vnagaìlinayò  pollo  f canna- 
to ancor  tremanteye  prefo  ilfuo  ventricolo  cofiinteroyc  caldoy  come  fi  tro 
uerdyprima  che  firaffrediyfi gitti  inuolto  di  mele  in  canna  all'animale  : 

n  &  che  efiendo  la  toffe  afiai  molesta  >  fi  peHino  in  vn  mortaio  pillile  di 
ciprcjfo  ben  cottey&lepiù  tenere  fiondi  delfherba  fidenti  >  &  vrceola- 
re  y  che  dicono  parietaria ,  &  agli  lombardi;  dellequai  cofe  con  affugnia 
incorporate  fi  facciano  bocconi ,  e  tenuti  alquanti  giorni  dentro  il  vino  > 
gr  l'olio  y  fi  diano  con  vouay  e  vino  cotto  ;  &fc  le  pilule  non  fi  trouafie- 
roy  le  f rondi  del  cipreffo  trite  in  poluey  e  miHe  con  l'altre  cofe  far an  l'ef- 
fetto. Applacafì  oltracciò  la  toffe  con  tal  miftura  ,  mirra  yfpigo  nardoy 
'%affranoycafia:pepeyacoroy&  ammoniaco  ana  oncia  vnayme^a  dipafli- 
nacafeluaggiay&vnay  &  menadi  petrofemolo  Macedonico;  lequai 
cofe  pefte  con  acqua  melata  fi  riducono  in  paBettiy  che  poi  fi  danno 

XX  bagnati 


é9o  D  E   L-L  *A     g-  l  0  ^  I  Jl 

bagnati  di  vino  cottolo  con  fugo  di  vua  pafay  h  emendo  dati  il  giorno  in-  £ 
h    fr  fC  nanV:  **  ^ere  draganti  difciolti  in  acqua  melata  .  Vegetio  in  luogo  del- 
fniro.       l'amoniacoye  del  ?affr  ano  pone  ^uc  caro  y  co  fio  y  efragano.  Leuafila 
tofie  vecchiayet  ilfojpiro  inficmementeyelo  $lr.-ngniglioney  egioua  etia- 
dio  alla  eftenuationeyfe  fi  prenda  mi)  ra  ottima,  opopanace,  iride  illirica^ 
detta  il  giglio  pauona^7oy  e  gallano  ana  onde  d.-:e  y  Prèdi  ftorace  roffo  > 
quattro  di  terebentinayvna  difìmfonia cadetta puri'fquia?fioy&  me?* 
dopioy&  pcsìe  infame  fi  dian  col  corno  difcioltc  in  vino.  Vegetio  fernet 
metterei  opto  incorpora  l'altre  tofe  con  mele)&  ne  fa  bocconi. Si  pofiono 
ancora  far  ton  vna  libbra  di  mele  perfetto  y  me%a  di  afungia  y  dodici  fi- 
chi fecchiyvna  pigna  intera  abruciatayfigo  dtca::olicottiy&vnahemi-  F 
nayòj  e  storio  di  buona  falamorayet  viti  inamente  fi  danno  per  le  narici  le 
frondi  dellhederaynon  di  quella  volgare,cbe  per  le  mura  verdeggiala 
della  biancaytritey  e  mefcolate  con  vino  bianco  ,  ò  con  vino  vecchio  pefte 
le  frondi  tenere  della  ruta  .  Giona  ancor  dar' il  fieno  mef colato  confemt 
di  giunco  acutoya  jparfo  difugodi  cocomero  faluaticoyla  cuifemen,iay  et 
radice  fecca  è  buona  à  dare  con  l'orbo  misla:  Vegetio  varia  affliamo 
questi  rimedi  :  perche  con  le  frondi  dell' bedera  accompagna  le  frodi  del 
pioppo  bianco:  alle  foglie,  della  ruta  aggingne  mele  :  col  fieno  mefcola  le 
foglie  del  cocomero  y  &■  con '.terzo  ultra  le  radici  quello ,  mette  ancora 
fetmdili/M  .  SoggiugneTelagomoycfergio'-euoleàdjreperlafinislra.  G 
parte  del  nafo  radice  di  p anace  pefia  con  vna  hemina  di  vino  >  é  tre  ciati 
d  olio  ,  ò  con  vino  y  e  mele  il  folfo  viuo  mcfcolato  con  lafauina .  Tari- 
mente  quattro  fero  poli  di  detta  herba  fauinay  due  di  offrano  >  &  vn  di 
mirraycon  vna  hemina  di  olioye  tre  di  vinoy  fon  vtilì  a  darfene  parte  per 
boccayall  animaley  <&■  parte  peri?  narici  doppo  dsfmarey  ò  vero  darli  a) 
deuorare  con  vna  hemina  di  vino  la  Brafftca  pesta  ò  me%o  fcropolo  del- 
la radice  del  mcraroy&  altrettanto  del  girafole  y  che  dicono  beliotropio 
fi  danno  per  bocca  triti  con  vna  hemina ,  ò  fefiario  di  vin  caldo .  Sifana 
la  toffe  vecchia  co  due  libbre  di  hiffoppo  macerato  in  trefejìari  d'acquay  „ 
dando  prima  Ihifiopo  trito  con  quattro  feftari  di  minutifjima  farina 
di lenticchie  àboc coni:  e  poli 'acqua  della  maceragione  per  lo  cornetoy 
fecondo ,  che  Collumella  ancor  afferma .  Giona  continuare  per  molti  dì 
tre  ciati  di  fugo  di  porro  convita  hemina  d'olio  >  &  lefibbre  di  quello 
trite  con  farina  d'or%o  \  ò  del  mede  fimo  le  radici  ben  lanate  y  epe  fi  e  con 
farina  digranoy  date  alla  digiuna  mirabile  effetto  ancora  fannoy  &cofi 
i'orobo  fen\a  gufei  macinato  di  pari  mifura  con  l'orbo  rofiito  y  e  dato  a 
bocconi  yò  le  lenticchie  pur  fen^a  gufa  ridotte  a  fottìi  farina  y  date  a 
rorhire  con  egual  mifura  di  acqua  calda  per  tre  giorni .  Vfafi  anco  à  ri- 
*  durre 


"DEL  C^tV  jtLLOy   L1B.V11Ì.  6$i 

'jl  durre  incoine la  lenticchia  rofiitay  e  fimilmente  le  femtn?e  del  lino, 
e' l  fieno  greco  :  pofci  p affati  per  fottiliffima  fetà  y  di  ciafcuno  prendere 
vn  cucchiaro y  <&*  aggiuntiui  fpichi  d'aglio  gallico  à  bis~ianyay  dargli  col 
vinoVegetw  dice  che  di  lenticchia.zs4lefìandrinayfemen,ze  di Uno >& fi e 
no  greco  fi  prenda  vìt'hemina  per  ciafcunoyc  on  mera  oncia  di  draganti 
mejji  a  molle  un  giorno  innanzi i»  acqua  tepiday  e  con  tre  onde  diana^. 
gallico  pes~lebeneifbemperatey  e  cotte  con  tre  J'eTtari  di.  acqua  in  caldaio 
nuouoi,  Ce  ne  dia  la  te^a  parte  con  vnjeftario  di  fugo  di  vita  paffa  per 
tre  giorni ^  cofi  ii  bolfo  farà  fino  .  Cioueuole  cncorfiaà  dare  con  vino 
vecchio  vn  cnc chiare-di f uligine  tritolata ,  è  la  cenere  legeriffima  y  cioè 
&  la  fhuilla  dell'  cimo  Stemperato  in  acqua  tepida  con  pari  mi  fura  d'olio  > 
e  con  tre  uoua:ò  che  ft  prenda  vn  danaio  di  fugo  di  marrobio  y  ò  di  porrò 
(coni' altri  dicono)  vna libbra  &  menadi  -mele  ottimo ,  &  ventidue  fi- 
chi:e  bollita  ogni  co  fa  in  freme  in  vi  pignatta  ^ridotta  al  me%o y  fi  vi  agx 
giunga  incenfo  mafchioye  radice  di  panace  aria  oncia  vna,  con  vna  &  me 
^adimirra  troglodita^  due  dixAriftologiay&  come  far  anno  ottimaynen 
te  cotte y  fi  riferbino  in  vafe  di  legnoso  ver  di  piombo ,  poi  nel  bifogno  fé 
ne  dumo  due  cucchiariper  volta .  Il  medie  amento  yche  fornitene  alla  tof- 
fe  non  pur  degli  animali  brutti y  ma  ancor  degli  huomini  y  ricette  fiori  di 
giunco  odoratOyOpopanace ,  mirra  y  lagrima  di  papauero  y  %affrano  cici- 
liano  y  foglie  di  nardo ,  e  cotto  ana  drainme  quattroyet  mele  quanto  bafli 
ad  incorporare  le  dette  cofeyd andane  poi  due  dramme:  parimente  fi  puh 
medicare  la  toffeconlabenanda  ;  che  confitte  di  draganti  >  cimino y  fpi- 
gonardoymirraye  pepe  ana  oncia  vnayco  vna  libbra  difeme  d'Horminoy 
e  duefeflaridi  vinocottocò  veratri  ente  prenda  fi  i^fbrotanoy  &bijfopo 
Cretenfe  ana  onciefeiy  cinnamomo yr adice  dipanaceyepepe  nero  ana  Oli- 
via vnay  cofioyfpigo  nardoycaftay  mirray  incenfo  mafchioy  7affranoypepe 
biancoye  fiori  di giunco  odorato  ana  oncìeydueycardamomoye  caftorioon 
tia  mera  papiro  abruciato  oncia  unay  e  mera  y  un  danaio  di  opioy&  cin-i 
j5  que  libbre  di  mele  y  del  primo  y  che  efea  y  incorporata  ogni  e  afa  ìnfìemey 
&  aggiuntata  l'herba  rumìceydettàLdua%iy  ben  decotta  confale ,  cimi- 
noyacetoy&  olioyfe  ne  facciano  bocconi  tondiy&  fé  ne  diano  tre  nel  pri- 
mo giorno,  quattro  nelfecondoye  nel  terzo  cinque  ;  che  fé  ne  uedrà  mi- 
rabile giouamento.lslon  mancherò  di  direychefono  alcuni  y  i  qualiquel  > 
che  s'è  detta  dell' herba  di  lauarj  y  mettono  feparato  dal  primiero .  rime-' 
dio:&  in  effo  uarianotra  l'altre  mifure  >  il  cardamomo  y  e'I  cattoreo  >. 
■  e'I  papiro  abruaatoymettédo  libbra  me%a  per  uno  .  Mafopra  timi  gli  al 
tri  rimediTelagonw  alla  fine  dice  hauerquefio  in  proua  trouato  effica- 
ci/fimo conti -a  la  pertinacia  della  toffeyche  fatto  cuocere  unfettario  difhm 

XX     z  ttc 


691  *D  E  L  l  jt     G  L  0  T^l  ^£ 

uè  roftiteyft  peftino  nel  mortaioy&  aggiuntati  tre  onde  di  butiroye  dued*  g 
grafìa  di  becco, tutte  infteme  fi  rifoluano  in  vafe  di  terra  nuauo  con  cene- 
re ardente  di  [otto  :  pofcia  fatto  bollire  in  di/parte  in  vn  caldaio  il  fieno 
greco,e  gettatane  la  prima  acqua  >  vi  fi  mettano  quattro f ettari  d'acqua 
nuoua  con  veti  fichi  feccbi,e  due  onde  di  legno  dolccy&  come  ne  farà  boi 
lendo  confumata  la  quarta  parteyfi  riunifcal'vna  mifluraye  l'altra /tem- 
perata con  diligen^aggiungendoui  della  decottione  quoto  pareffe  necef 
J ano per  dileguare ,  fi  che  pofia  fàcilmente paffar  la  beuandaper  lo  cor- 
netoylaqual  per  tre,  òper  cinque  giorni  farà  da  dar  fi .  Vegeti*  dice  >  che 
vn  fefiario  di  fhua  abruciata  fi cuoca  in  acqua  fen-^a  fale  >  nella  guifa, 
che  fi  cuoce  per  l'huomoy  poi  feparat  amente  ft  metta  in  un  caldaio-  vnfe-  & 
fiario  di  fien  greco, e  cominciando  à  bollir  eyvift  muti  l'acqua^  vi  fi  ag- 
giungano venti  fichi  fecchiy  e  graffi ,  e  due  onde  di  liquiritia y  &  ridotti  > 
che  faranno  i  cinque  feflertif  del  liquore  à  quattro  netti  :  prenda/i  il  fien 
grecoye  fichiye  la  liquiritia^  la  fhua  cotta  >  <&•  confeuo  di  becco  ,  e  due 
onde  di  butiro  fi  pefiino  bene  infteme  in  vn  mortaio  :  &  col  brodo  >  oue  fi 
farà  cotto  il  fieno  grece,  ogni  co  fa  al  Sole  fiaflemperata  con  diligenza  >  e 
col  corno  fene  diapiù  d'vn'hemina  il  dì  all'animale ,  e  bifognando  difkr 
più  liquida  la  beuandayvi fi  aggiunga  quanto  bafli  di  fugo  cfvuapafia, 
Toffe  fec  il  fyifìo  chiama  toffe  fecca  quando  l'animale  tojiendo  m  caccia  cofa  ve- 
ca*  runa  per  le  narici;  e  tale  infermità  dice  venir  dagl'interiori^  effer  mol 

to  pericolo fa  >  fetoflo  non  fi [occorra ,  ilqualfoccorfopuòfnrfi  non  fola- 
mente  in  quei  due  modiche  per  lo  bolfo  egli  ordinatone proffimamen- 
te  fi  dirà)  del  ferpeye  del  gralefio-.ma  in  quegli  altri  due  y  chenellama- 
gre?ga->&  fcalmatura  etiandio  fi  defcriuerannoydelle  tartuche^e  de  i  lar 
dmi:&  m  vn' altro  etiandio  ,che  nella  fredej^a  del  capo  ft  narro ,  delle 
corteccie  dell'  alno, Que fio  folo  dinuouo  aggèungnendoycbe  finche faniyfì* 
ben  guardato  dal  freddo  y  ne  glifi  faccia  bere  altr' 'acqua  y  che  calda  >  e<r 
4  mangiare  gli  ftan  dati  crefcioniy&  altre  berbeychefcaldinoy&  affotti- 
glino  gli  humori  yfefia  dijlatey  e/fendo  di  verno ,  gli  fi anfenac duoli  ye  jj 
tepide  piogene  fatte  di  crufca  .  M.  Luigi  centrala  toffevfauadi  dare  i 
bere  acqua  bulina  con  tamarigioych  e  fojfe  mancata  la  tet^ra  parteyò-gom 
ma  di  cerafo  difciolta  in  vino  e aldoyò  marrubio  petto  >  eJr  mefcolato  con 
vinoy&  olioyò  decotthne  colata  di  marrubio ,  centaureay  &  bacche  di 
lauro  bollite  in  vino-ychefuffefeemato  delle  due  parthàth  erba  chiama^ 
ta  grechifeo  y  bollita  in  acqua  y&petta  con  afimgia  di  porco >  >  afuligine 
di  forno  con  falnitroyrofio  d'uouoymeley&'  olioy  o  farina  d'orbo  j  & me- 
le bolliti  infteme  >  &  in  olio  temperati  yò  draganti  ammollati  in  ae- 
9*4  tepida ,  C   mifìi  con  elioy  &  vino  cotto.  Taluolta  con  fé { 

onde 


bU.tjiVJiiò,  un.  viti     &?j 

^  tncie  di  dragati  tenuti  per  vn  d\y<&  vnanotte  neW  acqua,mefcoUua  hif 
fopoy&fien  greco  diparipèfo,&  vna  libbra  di  mele,& poiché  bollendo 
fi  erano  ridotti  alter%Oyne  damper  dieci  giorni .  Tal  volta  feci  cuocere 
■fhuefrantefenza  lefcor%ey&  con  radice  di  eboliy  &  affungia  lepejiaua 
infiemeyaggiugnenà^ni  vit  oncia  di  pepe,<^r  le  daua.  intbeu.inda  vna  voi 
ta  il  dì .  Taluolta  riducendo  in  polite  axfiafiftulay  cinnamomoygalbano% 
&  ammoniaco  ana  onde  ti  e ,  ^affranoypepe  bianco ,  %cn%iuerQy  <&•  opo- 
panace  ana  oncia  vna:pigliaiia  vn' oncia  di  fai  miHurayC  di  verno  la  da 
uà  con  vna  libbra  di  vino  coìtoci  fiati  ednolio,&  vino  vecchie.  Taluol 
ta  adopraua  bacche  di  Uutroygc: 'rianay  ariSiolochia,  &rafirra  datiorio 
mijle  d'eguat  mifura,  Taluolta  per  cinqv*  mattini  daua  fugo  dicauoliyì 

$  di  apio  con  radici  di  giglio  celejìe,  di  ttufrtibiO)  aggiuntaui  mc^a  oncia 
di  maHicey?ne^adi  arifiolafbì^,^-  y$a  di  min £>T  aiuoli  a  co  vna  libbra 
di  fugo  di  marrubio  fea  bollire  altn  pittato  ai  h~ìib,finchc  Vhuniorefifuf 
fé  confumato -.indi  viraefcolaua  olibano,  wirrà  eletta,  e*r  iiquiritia  ana 
onde  due}con  tre  di  bacche  di  la;r,Oy&vn.it>jdragantiyridotte  in  poluef 
&  dauane  à  bere  con  vino  bianco  in  tre  fiate.  Tali.'.  Uà  battendo  fhtto  in 
vn  va  fé  di  rame  bollire  con  due  acque  cangiate,  vpa  libbra  di  fien  Greco, 
Xtitdiofamente  purgato,  &  leggiermente  arie,-  ".renato  fi,  eh"  egli  non 
fi  fujfe  arfo ,  tornaua  àfitrlo  bollir  nella  periti  -  .qua  con  venti  fichi fec- 
chi;  &  alla  fine  cauatone  ilfugOyil  mefcolai  %  cZfatie  cotte, butirO)<& fé- 

£  uo  firefeo  di  becco  :  incorporando  ogni  co  fa  bene  in  vn  mortaio ,  e  di  tale 
decottione  fcaldata  poi  daua  vn  corno  pieno .  Ma  per  lo  più  ordinario 
egli  prima  purgava  il  Giumento  col  fugo  delfeluaggio  cocomeroypoifea 
bollire  con  olio  >  e  vino  bianco  cinque  feor^e  di  vna  grofi&fquillaypejlc 
con  dodici  t  arpe  fi  di  ajja  fetida ,  e  tal  compofitione  gli  daua  per  bocca  : 
§  veramente  battendo  indijparte  peHavna  cipolla }  &  quattro  tarpefi 
d'arfenico  rofio,  mefcolaua  tai  cofe  infìeme ,  &  fattene  trepartiy  ne  fea 
in  tre  dì  fuffumigioytenendogli  il  capo  couertoye  gli occhi  ferrati:  &-  ap- 
preffo  aljuffumigio  gli  daua  à  berefeuo  di  daino ,  ò  di  montone  difciolto 

U  in  vino  dolce,  ^tgofiino  (olombro  ferine  y  la  tofie  degli  animali  efiere 
vn  moto  del  polmone  naturalmente  fufc'itato  dalla  potenza  ejpulfiuaper 
trar  fuori  le  caufe  nociue  y  fi  come  naturate  moto  del  cerebro  èiofiamu- 
to:  &  perche  molte  fogliano  ejjere  le  cagioni  deltojjìre ,  egli  ordinayche 
procedendo  per  vento,fi  debba  fare  fomentagioni  con  camomillay  pule- 
gio:betonicay£r  magiorana  bollite  in  vino  bianco:  ponendo  tale  dee-ottio 
ne  con  vn  pigatto  [otto  la  tefia  ben  ricouerta  da  ogni  banda,  ò  ver  amen" 
te  fi  faccia  tìam  -tato; 'o  di  pepe  yò  d'euforbio  ,òdi  veratro .  Se  proce- 
defie  per  fumo,  fi  debba  cangiar  luogo^fhcendolo  ftare  oué  b  ittono  ver*- 

KX     ?  ti 


fi  <tsfuftrali.Seperpolueybuttifiperlónafovino ,  &  olio  caldo  per  mot-  £ 
ti  giorniyò  buttinfi perla  gola  pajlelli  fatti  di  poni  leffati  co  la  verbenay 
cèe  berba  ferrarla  alcuni  cbiamanoyaggiuntoui  mele,  &  oliorofato*  Se 
$er  corrosione  di  aerCyfrequcntifi  con  decottione  difia'>iy&  di  v uè p af- 
fé la  confezione  cDiatefferonyche  poco  dopò  fi  defcriuerl .  Sela-toffepro^ 
cedeffeper  alcuna  cofa  ajpraychtnd  magiare fojfe  rima  fa  entro  la  gola  9 
Infogna  adopr are  quella  innentioneycbe  dicono  traiiaglioyac  conciando  di 
modoycbe'i  Canotto  flia  conia  bocca  aperta  incontro al  Soley&  co  fi  fior 
gendoftquelycbeojfendeyfi  tragga  fuori  al  meglio  ycbe  fa  pofftbile,à  non 
feorgendofi  per  li  fc atomiche  fono  in  efìagola,.  mettauifi del  butiroyla  cui 
mollerà  farà,  pajfar  via  le  rufUche^c  ini  nafcofe:ò  veramente  ficchi-  F 
fi  per  Ha  gola  vn.nerno  bouile  con  lana  legata  in  cima,  vntodi  mele,  e  di 
trcbentinaycfr  egli  nettando  la  flr  ad  a  farà  ceffarela  noia  Se*l tojfere  fofT 
fé  venuto,  per  mal  reggimento ,  ò  per  altra  ingiuriaychenel  capo  haueffe 
generato  htmor  freddo }  ilqual  difettando  al  petto  cofiringe  l'animale  d 
fortarfi  di  cacciarle  fuoriyCgii  imitando  l'ordine  di  Fegetioyapproua,cbe 
conlynghiefi  rompano  nella  bocca  certe  vefeiebette  y  ebe  fi  trouer an- 
no di  fono  y  &  molte  voltela  mattinaper  tempo  fi  facciano  inghiottire 
trepaltotte  di  grafi  a  vecchia  di  porcoy.mifla  con fottilifjìma  farina  d'.or- 
XP)&  con  calde  fyecie .  ^Altrifaui  ei  raccontàyche  lodano  a  porre  fatto- 
la teUa  panni  meflruali ,  non  effendo  cofa  migliore  di  tal  profumo .  Ma  <* 
fel  rheumayche  cagionale  la  toffeyfuffe  ealdo(ilche  fi  conofceycbe'l  ma- 
le ne  i  tempi  caldi,&  con  le  calde  beuade ,  &  col  mangiare  d'ella  paglia 
s'accrefce,&  ne  i  tempi  humidi)&  col  mangiar  delTbeyba  manca)  prea 
d  a  fi  camomilla  y&  mslilotoana  oncia  mc%ayliquiritia  mondaye  tutte  ge- 
tter adoni  difendali  ano  oncia  vnay  meya  libbra  di  rofe  roffefeccate  y  (jr 
una  dramma  di  canfora  ;  e  di  qnesìe  cofe  bollite  in  aCfuafi  faccia  entra, 
re  il  vapore  per  la  boccay& perlonafo.  molte fiate:&  come  la  materia 
paia  fcematayfì  tragga  fangue  dal  palato. <Approua  etiandio  l inuentìù 
ne  de Barbari  daVegetìo 'riferita  . mala radice  d'i  poluerixare  egli  pò-  ^ 
Caualto ,  ne  diuerfa  :■  poiché  difaluia  feluaggia  la  ferine.  Se'l  Giumento  fi  vedrà 
che  conte  con  le  narici  chiufe  non  poter  anfore  >  ejjxeffo  polfeggiare  con  i  fianchi  * 
nana-chi  ^c€  effsre  cofa  certache'l  mal'efia  nel  polmone:&  quanto  più  fofie  tar- 
fc  aulire.  ^°  Sbattere  de  ifianchiy  più  antkofarebbe  il  male ,  daqneipanniy  che'l 
petto  circondanoycagionato:ne'  quali  e  a  fi  vuolyche  ogni  mattinaper  tre 
dì  gli  fi  dia  infufione  d'vna  libbra  di  afimgiafrefca  diporco:  dandogli 
apprefìo  yri  oncia  della  confettion  Diapente  con  acqua  dorr^youefia  cot 
ta  va' bemina  d'vuc  p  affé,  (jioua  ancora  nell' acquayoue  fio  cotto  l'or^y 
§vr  bollire  vna  mano  piena  di  femmte  d!oxtkai&  poi  colata  difeiortti 

me7$ 


l/g.  Và&ZX4  libbra  d'afiungiaye  darne  per  molti giomhe  dando fi  la  decottioni 
v  éeWer^o  misìa  con  decottione  di  foglie,  fi  rifoluono  glihumorì  groffi  vi" 
fcofìye  fi togliere  V afina .  Mtricon  la  prebenda  dono  p ette  le  foglie  del- 
la fauina  .  zsfltricon  due  onde  ài  pan  porcino  me f colandone  quattro  dì 
fmimioj&  altrettcMo  di  anHolochia  ridotte  in  f  ducane  danno  un'oncia  . 

la  vota  con  due  roffi  &  urna  dif ciotti  in  vmoJ'tfakfamedicinafperime»  a<Jc  JjjjJJ? 
tot -a  à guarire  ogni  toffe  amica,  egUdkcefitre ,  fi  fi  Palino  infiemepri-  roflfe  aati 
ma  quaranta  granella  dì  j  epe  ,  indi  quattro  >  ò  cinque  radici  di  rafano  >  ca- 
poi  quattro  capitagli  con  fai  weit  di  butiro  voceinOy&  fattene  pallotte, 
fé  ne  butti  per  la  gola  ogni  r  lattino  vna  fiefica  per  quindici  dì,  facendo 

g  Hard  Cauallo  infrenato  infimo  à  nona ,  acciò  che  la  digerifea  prima]  >  che 
gli  fia  dato  U?nangiare>e'l  bere .  Oltracciò  narrayche  Maefiro  Mofeper 
lo  malerbe  venifie  al  polmone  y  vfiauadì  dare  per  tre  dì  una  bcuan&a  dì 
fugo  dUiquiritiaymifto  con  acqua,nc\la  quale  foffie  fiata  tenuta  ya  giorno 
À7nolley  &pei  bollita  vnaquontitàdivua  paff a  purgata  di fine  graneUcy 
tenendo  il  giumento  in  atteneva.  JCuwene  anco  aP{  Cauallo  oltre  dia  tof-     ,—    . 
fé  f  la  dijficultà  del  rifiatare ,  laquale  è  di fpecie  y  percioebe  s'ella  è  lieuey  ^  ^d  rj" 
&  dipoco  momentOy  col  nome  del  genere  fi  dimanda  difficoltà  d' oziseli-  fiatare  di 
toyb  di  rifiatare,? 'ella  è  pia  vehementey&  tale ,  che  non  pojfal' animale  trefpeue. 
rifiatare  fien%a  fuono,&  anbelath^e  fi  chiama  JLfraoy  &Vulfi)yondeil 

C  volgo  dice  poi  3olfio,?nafie  oltre  i  mali  predelti  >  s'aggiungerà  anco  que- 
fio  di peggio}cbe  non poffia  egli  rifiatare,  fie  non  col  collo  al%atOy&  drit~ 
tOyOrtbopnea  vien  deta  col  vocabolo  greco  .  Horlaficiata  la  pr  intaccarne 
quella,che  è  di  poco  momento,  parleremo  delle  due  atre  import atiffnne ,  „  .. 
&  dijficiliffime,& prima  del  T>olfo,ìlq naie  benché fia  malageuole da  cu  fuemedu 
rarfiytuttauia  non  manca  luogo  alle  medicine  ,  trjt  lequal:  è  molto  vtìle  cine. 
dar  per  le  narici  me-ja  libbra  difolfo,  &  me^a  di  mirra,co  un  ciato  d'o  - 
Ho  y  &  due  acetaboli  di  buon  vino  y  &fc  con  q  u  e  sii  aiuti  non  fi  liberaffey 
bifiogna  fitto  l'ale,ò  ficagli  delle  gambe  dinan^iyfin'alla  vanii  i  tirar  una, 
linea  di  fuoco ,  tenendo  la  mano  fofpefa  in  modo  ,  che'l  ferro  non  fi  (fin- 
gcffe  dentro  fouerchìamente,e  purgato  che  fia  di  marcia  il  luogo,  la  cot- 
tura potrà  fianar fi  con  olio ,  ceray  &  pece .  Veramente  la  polue  delfolfio 
viuò  infiufa  col  vin  dolce ,  molti  dicon  giouar'à  tutt'i  morbi  d'interiori ,  e 
grauei^e  di  anbelito:  alcuni  liquefatto  il  fiolfo,& poficia  tnto,ne  da  rne- 
ficolati  con  la  biada  tre  ,  ò  quattro  danari  :  ma  quesfo  fi  come  affermano, 
egregiamente  curare  tutti  i  mali  naficofi de  Giumenti,  fé  fincceda  he  !?;co 
fiondando  in  contrario  lafortnna,dicono  apportare  fibit  a  morte:  pexo  il, 
Camerario  non  vuoUche  fi  adì)pri,fie  no  da  qualche  fretta  nei  cjfi  a.  He^ 
merio  ordina  à  buttar  per  tre  de  col  cornetto  gm  per  la  gola  me%a  libbra, 

XX    4         di 


49S  hàfiht    G  L  0  ^.1  Jt 


' 


ài  furino,  difkue  >  tenuta  a  molle  in  tre  [ettari  di  vino  coito  >  è  poi  mefeo-  £* 
lata  con  ma  libbra  digrafio  dibecco,e  trent' uno  granella  di  pepe  trite  > 
ogni  cofa  agitata  infierite.  Velagonio  vuole ,  che  [cannato  un  porchetta 
lattcnperfucl  [angue  caldo  comev[cirày  incontanente  fi  butti  in  canna  al 
polmonario  .  Gioua  etiandio  per  parecchi giorniyinfinche  [ani,fhrgli 'in- 
ghiottire pe^i  dìfermentOyò  leuatina ammalati  con  vino  cotto ,  onero 
[ol per  tre  giorni  dargli pafielli  fatti  di  if[ur,gia  vecchiaymeley  vino  cot- 
toyliqnori  d 'voua^e jpichi  & aglio ga&ki ,  mondi  y  epefii  :  tenendo  ben' in 
.  -      x  memoriayche  ogni  volta ,  che  gli  fi  è  ùa.dar'4  bere  acqua ,  vi  fi  ttemperi 
Pulcino'     la  farina.  Il  Crcfccn^OyC' l  Bluffo  dicevo  chiamarfi  Bulfinoyò  Tulfino  una 
che  infcr-  in[ermità  ,  che  fi  genera  ne*  cavali  del  polmone ,  oppiandogli  di  manie-  f 
m\iu  fìa.     ranche  appena  l'animale  può  rejpirarey  ondefiegue  vna  continoua  egran- 
de  [uffocationc  delle  nariciy  e*r  vnofpefib  battimento  di  fianchi:  &  uiene 
fàcilmente  à  (/inaili  ripieni>e  graffignando  [ono[ubitaméteye  [ouerchia- 
mente  faticati)  ò  quando  dopbla  moka  fatica >  han  tenuta  dell'acqua; 
freddataci  chepeccano  i famigli)  che  per  dar  loro  maggior  fete,li  fanno 
prima  fiancare  à  córrere  .  la  cura  di  quetto  male  è  certamente  difficile  : 
tuttauhq:.  :  ...\;  eglièfrefcoyfipub  curare,  vfandoci cofe calde,  chedif- 
fheciano  quelle  bu  n  'iditd  >  che  difiolute  dal  caldo  >  fi  fono  coadunate  [ra\ 
quei  meati,<ù-  àqixfio  gioverà  vn  beveraggio  di garofuli , gengieuoy  no-  ft 
cimo[cade,e  galanga  per  egual  pe[o,polueri-^ati,e  difciólti  con  uino,ag- 
giuntoui  ancogruogo  in  coueneuole  quantita.il  B^ufio  chiama  quefio  ma- 
*:     le  Tulfiuo,  &  alle  quattro  cofe  di  prima  aggiunge  cardamomoye  difiin- 
gue  tre  dramme  per  vnayponendoui  di  più  ciminoye  f emente  di  finocchio 
in  quantità  maggior  delle  dette  co  fé  :e  offrano  quanto  paiayche  batti:  e 
tanti  roffi  d'voua,quanto  farà  tutto  il  rimanente  della  mifiura  :  laquale 
ben1  agitata  con  ottimo  vino  bianco ,  di  (tenga  liquida  in  maniera  ,  che  fi 
poffa  forbire  ageuolmenteydandola  col  corno  all'animale,  a  cui  fi  farà  te 
nere  la  tefia  alta ,  accìoche  difeenda  bene  la  medicina ,  &  co  fi  ancora  è 
dafnrfiHare  dapoiperifp  itio  divrìhora  :  pofeiaèda  menarfi  àmanoy  ft 
e  e  amicar  fi  con  lento  pafib,accioche  la  digerifcay  e  non  la  vomiti;  <jr 
perche  elìapofiafhrela  fua  operatione ,  egli  non  è  da  lafciarfi  mangia- 
reyne  bere  altro  per  va  giorno^  vna  notte.il  dì  feguente  gli  fi  daranno 
[rondi  di  canne ,  ouer  di  [alci,  ò  altri  h  erbaggi  [re [chi  ,  accioche  fi  venga 
con  quelle  à  temperare  il  calore  del  beueraggio.Il  Raffio  compone  la  det- 
ta beuanda  con garo[oli,noci  mo[cade,galan^a,  &  cardamomo,  tre  on- 
de per  cofa ,  materia  di  camino  y  [emente  di  fieno ,  <&•  cimino  poco  piti 
delle  dette  co[e; incorporate  con  vino  ,  goffrano,  &  roffi  di  vona  del  mo- 
jOjche  s'è  narrato  :&  aggiugnendouiliqviritia  inpolue  >  ò  in  [ugo  ydict 

che 


'DEL  £j.r  jlllOy  LIBI  Fili,  ètf 

jl  che  pia  gioverebbe  à  purgar  il  polmone  >  e  temprerebbe  il  caldo  dell'al- 
tre cofe  Fri  altra  bevanda  ancora  egli  afferma  effer  marauigliofaà  que- 
llo male  >  laqual  rkeue  capiìli  neri  >  fraJffini,liquiritia,ireos,  pajfì,e  fieno 
greco  ana  oncia  meya,cardamomo,pepe,bavrach,  mandole  amare,femi 
d'ortica,e  d'^iriflolochia  ana  onde  due  ideile  quali  fatta  una  decottìoney 
e  con  quella  dijfoluto  mer^a  oncia  d'agarico,  e  due  di  polpa  di  coloquinta 
con  fin  due  libbre  di  meleti  dia  col  corno  tre  volte,ò  più  ,  fi  più  bifogna; 
e  quando  fofìe  troppo  quagliatale  dura,  aggiongauifi  decottione  di  liqui- 
ritia,fe  la  infermità  fo^e  vecchia ,  i  snche  il  Crefien%o ,  e'I  Bluffo  creda- 
nole fiaincvr  abile, tutta  volta  mettono  quefìi  rimedi  da  provar,  che  fi 
B  cuoca  l'vn  fianco,  e  l'altro  con  due  linee  incrocicchiate,  acciò  che' l  fuoco 
gli  refìringa,cbepiu  non  battano  :  &  oltre  di  ciò  fi  tagliano  le  narici  per 
lungo,acciò  che  pofia  più  facilmente  attrarre  l'aere ,  &  rifiatare  :  e  nel 
tempo  delle vindemie non  fi  manchi  di  cibarlo  d 'vite, &  abbeuerarlo  di 
dolce  mofto,ilqual  fecondo  il  Hufìo  converrà  efiere  frefco,e  prima  che  boi 
la;  ò  uero  in  vece  del  mofto  dargli  vino  buono  temperato  con  decottione 
diliquiritia  :  &à  mangiare  giova  dargli  per  tre  giorni  vn  pocodigra~ 
no  aleffo,laf dandolo  ftare  in  luogo  fereho,  efrefco  a  pafcere  l' herbe  ver- 
di. Loda  etiandioychefi  cauifangue  dalle  gambe  dinanzi,  &  che  in  am- 
bedue i  fianchi  oltra  le  cotture,  fi  mettano  duefetoni ,  vngendolitre  voi- 
*  teildìdifapone,acciocheglihvmoridifcendangm,  poi  con  la  farina,  ò 
con  herba  verde  fi  dia  mefcolato  l'affentìo ,  e'I  marrubio  à  mangiare  ,il 
fugo  de'  qvali  è  vtiliffìmo  ancora  à  dar  co'l  corno  :e  delle  dette  herbe  in- 
terne conruta  fi metta  empiaftro  fopra  i  fianchi ,  tenendo  l'animale  in 
ripofo, e  guardando  dal  freddo,e  da  co  fi  opilative,  dovendo  fi  in  ogni  mo- 
do prouocqr l'orina  per  cacciar  fuori  la  ventofìtà .  Oltre  di  queHe  cofe, 
vnfirpe  tolta  la  tefia  ,  la  coda  >  e  V  interiora ,  è  da  bollir  fi  in  acqua  fin' à 
tanto  che  la  carne  fi  fipari  dalla  ff>ina,laqval  bvttata  via,tvtto  il  rima- 
nente della  decottione  è  vtiliffìmo  à  dare  a  bere  di  tre  in  tre  giorni,  ò  ue- 
D  rod  mangiare  mefcolato  con  crufia,  ò  grano,ò  altra  biada ,  cofi  facendo 
di  tre,òquattrofirphilche  conferifce  ancora  àfcalmanati,e  contra  uer- 
mini,etoffe  ficca .  M.Vier  ^Andrea  chiama  Bolfo ,  ò  veramente  Olfago 
quel  Cauallo,  ilquale  prima  che  efialaffe,facefìe  vna  premuta  con  i  fian- 
chi^ Tulfivo  quello,  che  ne  faceffe  dve:con  dir,che  ogni  volta,che'l  poi 
mone  infermato  non  può  fare  il  fio  vfficio  ordinario,^  neccfiario,  l'ani- 
male per  fare  vento  al  cuore,  &  non  ifihiattare,fafor%a  con  le  coflatey 
alle  quali  efìo  polmone  Ha  attaccato  ;  &  da  qvefla  apparente  diffuvh- 
tà  del  rifiatare  fi  può  conofiere  il  male  intrinfeco,  s'egli  è  picciolo ,  b 
grande  :  però  per  la  prima  conditione  egli  volea  >  chel  giumento  fuffi 

ubato 


49i  httl^qto  \ì:jì 

cibato  dipaglìa,&  d'orbo  fon  ntttatidi  ognipolue,&  che  fifhceffe  paf-  g 
feggiare  due  bore  mattinole  fera,guardando lo  da  maggior  fatica;  et  che 
cattatogli  f angue  dal  collo,fincbe  fvno  de'teflicolife  nefuffe  entrato,  gli 
fi de  fé  vn beuerone  copojìo  con  vna  noce  ntofcada ,  due  drame  di %affra- 
noymc^a  oncia  di  %en%euero,'M  quarto  à'mcia  di  cinnamomo,&  un  fk 
co  di  liquirizia  incorporate  in  vn  bicchier*  di  vino,&  vn  altre  d'orina  di 
huonioy  &fi  come  innanzi  del  beverone  il  fé  et  Bare  imbrigliato  per  vna. 
bora,cofipervn'altrailfeaflar  àapoi,accihcbe  meglio  hauefìe  operato t 
f  affata  laqual' bora  gli  daua  labiada  deWor70,et  riugiata  quella,gli  da 
uà  à  bere .  Ter  curar  il  cPulfiuo9  eglifca  bollire  co  brenna  alquanti  fichi 
biancbi,iquali  come  eran  cotti,ropea  con  le  mani,et  veggédoli  ben  disfkt  £, 
tì,colaua,et premea  la  decottione  di  modo,che  ne  fofie  vfeita  tutta  lafo- 
fìan-Qt  in  quantità  di  tre  à  quattro  bicchieri,  d  q Hai i  aggi lignea  tre  onde 
d-amidoy&me^a.  d'affmgiafen'zafale,&ne  daua  co  un  corno  benanda. 
vna  volta  il  giorno  per  quattro  dì. Data  la  beuada,vrìhora  dapoigli  da* 
uà  à  mangiare  del  brenna  cotto,et  V  abbeueraua  dell'acqua,  ou'efio  brénà. 
era  bollito,ò  pur  d'altra  acqua  .  flfecodo  digli  mettea  dentro  la  biaderà, 
vnpignatto  con  cenere,&  bragia,et  rofmarino  pefto,  accioche  talfomert 
to  entrando  per  li  buchi  della  fàccia,  foffe  penetrato  fin' al  polmone  :  <& 
quando  fi  fofle potuto  hauer  polmone  di  volpe  da  far  abruciare ,  miglio- 
Afma.       re ilgiudicaua .  Quefla  infermità  egli  dicea  negli  buomini.dirfi  zsifma, 
&  co  fi  à  Uro,  copie  alle  beHie  affermaua  la  detta  fometagione  efìer  gio- 
ueuok;perchefh  dispaccare  il  polmone  dalle  coslelle,etcofi  viene  à  dona 
Solfo  on-  re  n  yento  al  cuore.  M.  Luigi  dicea,  chel  Bolfo  viene  per  mangiar  penney 
r£  *2ene  ò  per  troppo  correre,b  per fouerebio  calore  ,  quando  il  (fauallo  ha  beuuto: 
&per  rimedio  ordinaua,che  fifàcefeslarein  dieta,&poi  che  fifone  te- 
nuto infrenato  in  buono  Jpatio,gli  fi  deffero  à  mangiar  co  l'orbo,  ò  in  altro 
modo  due  libbre  di  lardo  di  porco  tagliato  minutaméte-.poifhttifi  bollire 
la  carne  della  Tartuca,e  bé  pefla,&  mefcolata  parimente  co  lardo  fi  def 
fé  à  bere.  Taluolta  il  curaua,  buttandogli  per  la  gola  vn  rotolo,&  mexo  f| 
d'olio,&  meyoper  lo  fondamento:  &  per  tre  giorni  gli  daua  anco  à  bere 
ogni  dì  vna  libbra  di  fugo  di  'pepiteli* .  Taluolta,poi  ch'egli  hauena  al- 
lacciatala vena  de  fianchigli  daua  vna  beuanda  di  vino  bianco,et  uoua 
sbattute  co  rofmarino,faluia,&  ruta  ben  trite  infìeme.  Sei  male  nofuffe 
durato  più  £  un'anno,  egli  battendo  fatto  slare  il  Giumento  un  giorno,^ 
vna  notte  fen^a  magiare,? li  d  ina  vnbtueroned  'olioymelc,  ^uccaro,  <&. 
acqua  rofa,vn»a  libbra  per  cofa,bollìte  alquanto  infìeme,e  tenute  la  notte 
allaferenaVn'altro  beuerone  ancor 'adopraua  nelfimil  modo ,  prenden- 
do dieci  occhi  Tomolo  tanto  d'olio,quanto  pefanano  eff\  ocebi^t  aggiun 

toni 


'jl  toni  %uccaYO,mele,&  fale  tritoyana  libbra  vna,acqua  rofa,feménte  di  fi 
nocchi  dolci,&  cinnamom  o  pesto  ana  onde  quattro; le  quai  cofe  eglifea 
bollire  in  vnpignatto,e  mancare  un  deto;conferuado  poi  tale  mifìura  in 
vti  vafe  s~ìagnato;percbe  quanto  più  ella  f  offe  Hata  vecchia  >&  col  tépt 
purificataymigliore  la  givMcaua  :  &  fé  prefa  questa  beuanda  il  Cauallo 
baueffe' mostrato  di  hauer  dolori  ,  ne pigliaua  buonfegno ,  affermando, 
che  f aria  libero  in  tre  hore.Quado  il  malefujfe  flato  antico  di  fette,  fìn'à 
dieci  anni,eglihauendo fatto  vn poco  bollire  infieme  %uccarorofato,  & 
.olio  doliua,ana  libbra  vaaymer£orelta,et  radicidi  maiue,ana  libbra  me 
?a,et  quattro  d'acqua, fé  a  flare  tal  compofitione  alfereno  in  vafeyche  di 

£  rame  non  fufìe:& fattene  due  partirne  dauaà  bere  in  due  fere  ^tenendo 
il  Cauallo  per  quelle  notti  digiuno,  facendogli  le  mattine  fegueti  magiar 
farina;&fe  con  quefli  rimedi  no  fi  fuffe giouato.-eglifnttoloflar  tregior 
vi  fen%aberey  vi  mettea  dauativna gran  conca  di  moflo,ilquale gli da- 
ua  o  fallitelo  morteli  Ferraro  dice  *Bolfo,ò  Rolfiuo,non  dinotare  ne  i  ca- 
valli altroyche'l  mal  del  Tolmone,dislinto  negli  huomini  in  due  vocabo 
liy^£fma  dkendofi  quando  è  offefa  la  cannay  Tifi  quando  è  offe  fa  la  pro- 
pria foììa%a  cTefio  "Polmone ;che per  efiere  d'i  natura  fpogniofo,  ognihora 
yienpiu  col  toffire,et  con  l'altre  uiolenti  agitationi  a  lacerarfi^Alle  quai 
due  forti  di  male  fommam  ente  fi  firn  ano  conferire  hoc  dipino,  et  polue 
€  dipolmone  di  volpe.  Vengono  i  duméti  à  patire  di  queflo  per  l 'oppilagio 
ne  dei  pori,ede  i  meati  deWafbra  arteriafòTrachea^della  quale  oppila 
gione-fuoVefìere '  cau  fa,ò  la  fouerebia  humiditàfopra  nata,bla  ficcità  ac 
cidentakyche  dà  cibi  fecchiy& polnerofi proceda: comunque fìa,ferl  mal 
non  è  molto  impreffo,cgli  approua,che  ali 'animale  per  uentiquattrohore 
tenuto  digiuno,fi  diavna  beuada copofla  di olioyme!e,e  ^uccaro,ana lib- 
bra vna,&  quattro  di  femente  di  finocchi  con  vny oncia  di  fugo  difaluiay 
&  cinque  di  acqua  rofa,bolltdo  feemate  vn  dito,  <&  purificate  alfereno> 
per  vn  a  notte  ?&  fé  con  questo  non  miglior  afie,  chiaramente  fi  potrebbe 
comprenderebbe  la  parte  fintale  incomincia  àconoperfi  ;onde  per  ouuia 
re  la  cagione- ,  laquale  e  l'abbondanza  degli  humori,che  dalla  testa  di- 
fendono, far  a  bene, che  con  vn  ferro  tondo  di  buona  forte  infocato  ftpaffi 
fra  cuoio,e  pelle  dal  me^p  de  Ila  fronte  infino  alcapocerro ,  tormentando 
ancor  lofio  per  pocoffatioie  dentrail  bugio.fàttp  fi  mettano  due  penne 
iunghe  vnte  di  graffo  d'vtria,lequai  rinouatedv.e  volte  il  giorno,  far  am 
no  per  quella  firada  eftrinfecare  la  maligna,materia,che  per  vie  interne- 
/correa  .  Oltracciò  il  Cauallo  infermo  no?i  è  da  far  fi  mangiare  per  nouer 
giorni  altro  cibo  y  che  biada  tenendolo  dopo  quella  mangiata  y  fempre 
mftenatQ),  sì  perche  non  tocchiUramey&  maggiomente.ypercbe  mafli~ 

candb 


ga*  h  tllJt   6  Le  l^ì  jt 

cando  la  briglia,venga  a,  fare  il  difcorjb  più  fàcile  alle  materie;  &  s'egli  g 
non  prende  il  cibo, fi  puh  lanciare  per  incurabile  >  ma  s'egli  non  mancale 
di  auualerfi  de  i  denti,loda,che  per  rinforzar  la  natura  contra  il  male  > 
fi  dia  vna  bevanda  fatta  con  occhi,&  interiori  di  Tonno,  tre  libbre  d 'o- 
lio  d'oliua,ò  più  tojlo  di  mandola,&  vna  di  fale,aggiuntoui  %uccaro,cin 
namomo,  &  mele  purgato^  ana  onde  quattro  ,  difiemperate  con  aqUa 
rofa,e  bollite  infieme  >  jpargendoui  ancor  le  femen^e  de  i  finocchi polue- 
ri^ate:  ma  prima  che  fi  ricetta  cotal  beuanda,facciafi  flave  l'animale  do 
dici  horefen^a  cibar  fi  :  &  fé  per  altrettanto  (patio  non  opcrafse,  diagli fi 
W 'altra  beuanda  di  cinque  onde  di  gileppe  violato,  con  quattro  d'olio 
commune,infieme  dijlemperate:per che  farà  mirabile  effetto,&  fi  difcer  *  - 
nera  da  iTorcimenti,  che  foprauerr  anno,  desiando  fi  la  natura  à  caccia- 
re le  materie  velenofe,&  corrotte.  Qnefta  cura  egli  afferma  efiere  com- 
mune  >  <&•  vniuerfale  d  ciafcuna  forte  ài  'Solfo  :  ma  perche  il  battere  de' 
fianchinole  molte  volte  auuenire,per  la  dijficultà  del  rifpirar -e,laquale 
dalla  s~ìretex^a  dei  luoghi  fuole  cagionar  fi ,  molti  QiuaUi  nel  principio 
effendo  loro  aperte  le  nafche,foglion  guarir  fi .  V  egetio  fcriue,  che quan- 
do le  narici  fi  veggiono  con  fatica  raccogliere^  rendere  il  fiato, &  i  fian- 
chi fyeff  amente  polfeggiare,  la  toffe  procede per  cagion  del  fegato,  ò  del 
polmone  Ma  quando  tal  battere  di  poi  fi  nel  ventre,  e  ne  i  fianchi  fi  vede 
lento,  ella  prouiene  per  ojfefa  di  quei  luoghi  >  douefono  legate  le  intesli- 
na,ilche  fi  fuole  cagionare  da  fouer  ch'io  òfalto,ò  corfO)ò  e aldo,ò  freddo; 
è  pur  per  altre  piaghe,  che  in  alcuna  delle  vifeere  fofìero  auuenute,le 
quali  fé  ben  haue fero  fatte  le  cicatrici  in  rifanarft,tuttauia  con  l'afpre^ 
•za  dello  jpeffo  dimenaméto,fogliono  eccitare  perpetua  tofie  nel  (jiumen 
to,che  quindi  viene  ad irfiBolfo  :  &  queste  cagioni  poffono  ben  con  pia- 
ceuoli  medicamenti  efere  aiutate ,  e  tenute  fo^eferma  guarite  non  mai 
del  tutto  :pur  in  ogni  tépo  fiafalutifero,  che  fi  prenda  vna  hemina  difiert 
greco,&  vrì  altra  difemenye  di  lino,co  draganti,e  emuliate  fi  mettano 
à  molle  in  acqua  caldani  di  feguente  fé  ne  diaper  lo  corno  con  acqua  te 
pida  vna  cotila  molti giorni,mefcolandoui  fempre  un  ciato  d'olio  rofato. 
Co  questo  rimedio  il  mal  firefeo  fi  fana,e'l  vecchio  fi  mitigi  Alcuni  tifa- 
no d  ire  per  due  dì  il  Tracanton  con  olio,  &  nel  ter"xo  rafani  cotti,e  pejli 
co  v ino ,aggmgendoui  nella  fiate paflellirinfrefcatiHÌ.(onciofia  cofa,che 
à  ta'i  difetti  non  fi  richiede  beuanda  aus~ìera,che  inafpriffe,ma  femplicef 
Uggiera,erinfrefcatiua,&  no  couiene  infunili  cafitrar  mai  f angue. (re 
defigiouare  •<'  Giumenti  Bolft,cbe  due  onde  di  drag  xnti  ,  vna  hemina  di 
fìégrecoyct  uri altra  di  Cerne  di  lino,feparataméte  fi  facciano  macerar  un 
glorio  innari  in  acqua  calda:poiprefa  vna  libbra  difeuo  di  becco,  e  due 

•nck 


DEI    CAVA  ILO,    LI&.    rill.  70X 

jl  oncie  di  midolla  di  ceruo,con  radice  di  dragantea, gentiana,  centaureay 
efeuo  di  t auro  yvn' oncia  per  vna  fi  peftino  lungamente  in  vn  mortaio-  > 
ejr  yltimamente  aggiuntila  trefeftari  di  fugo  divua  paffa  >  &  l 'acqua 
della  detta  maceragione,fifkcciano  cuocere  infteme  vn  caldaio-,  &fe  ne 
dia  per  tre  giorni  à  bere  .-perfette  ancora  è  buono  à  dar  col  mele  il  bro- 
do fatto  d'vna  tetta  A*  Agnello  tato  cotta,cbe  l'offa  fi  ano  dittaccate  dal 
la  carne  per  fé  medefime .'  &  per  cinque  vale  à  dare  con  dite  voua  ,  & 
vn'hemina  di  vin  vecchioydue  cuccbiari  di  mifiura  di  mirra  troglodita^ 
&folfo  vitto  ana  oncia  ima  yincenfomaf ch'io  con  radice  di  panace  ana 
onde  due  poluer'iTate  infteme.  Cura  ancorai  bolfì  co  pigliar  vn  fé  fi  ar io  di 
B  fiengreco  co  venti  fichi  fecchiye  graffi,  vnfafcietto  d'apio,  &  vn  diruta 
cotti  in  acqua  per  la  mittÀ,&  aggiunt aui poi  draganti fiéperati,<&  ana- 
gallicoy  &*  agli  petti  >  tre  onde  per  uno>  e  fattine  bocconi  àgrojfer^a  di 
"vna  noceydarne  il  primo  dì  treyil fecondo  cinqueyil  ter?o  fette. J^eìla  toff0ffc  che 
feyche  uicne  dalle  hudelUypnde  il  giumento  gonfio  continuamente  rumi  viene  dal 
na  mentre  beeyfarX  vtile  dargli  per  cinque  giorni  beuanda  fatta  con  me-  Je  budeU 
-%a  oncia  dipepe  bianco,  una  dipafiinaca,due  di  mirrale  tre  di  mele,me~  *  " 
%a  libbra  di  carotte  uerdiymczo  fefiario  di/pinnocchi  mondati,  &  me%p 
di  vua  pafia,cotti  in  acqua,ag?inntoMÌ  vino  tepido  io  vero  glifi  facciano 
inghiottire  bocconi  compofli  di  mele,afiungia,alume,  e  fole triti.  Ma  nel 
la  Orthopneayil  Giumento  non  può  rifiatare,fe  no  tenendo  il  eolio  al^atOy 
onde  le  narici  fi  vegghm  infiammate  con  certo  ardore, grauemente  pi- 
gliando,e  cacciando  il  fiato  ^,0  me  fé  fuffocaffe,  i  fianchi  con  molta  vehcr- 
mema,  &  fen%ainteruallo  battono  -.egli  caminàndo  fitìra  in  dietro,  & 
non  potendo  montare  per  luoghi  alti,  fi  gilta  à  terra,  oue  nonfifisnde'ynè 
fi  riuolta,  mafolamente  de  fiderà  dial^arfi ,  &  languendo  con  euìdente 
mefiitia fi confuma,tiene  l'orecchie  ritte,egli  occhi  apertt,de'  quali Vv~ 
iu>>&  *  altroyè  pur'il  deftrofi  vede  tinto  co  difufata  gialle^aye  fatto  le 
maf celle  nafcono  certe  pie ciole  enfiagioni .  QueHo  uitio  ne  ì  principe  fi 
»  fcacciayufaniouifi  continola  diligenza:  ma  l'andar  del  CauaUofcrupu- 
loj amente  è  da  ofieruarfi,  che  s'egli  va  piegatopiò  uerfo.  la  parte  deftra  > 
fard  luogo  atta  medkinayma  fé  pende  col  manco, difficilmente  potrà  cu~ 
rarfiycbe  gidfupe.rato  dal  male^' abbate  d'animo,  (onuerrà  nondimeno 
fyerimentare  cotali  ainti(come  il  (artaginefe  Magone  fcriue) che  in  tre 
giorni  fi  cani  f angue  da  dodici  utne  ;  compartendo  quattro  per  uno:  po- 
feia  continouataméte  per  dieci  giorni  fi  dia  ben  arida  composta  di  goffra 
no,niirra ottìma,jpiga nardo, &pepe bianco,  ana  onda  una,  trefeftari 
d'acqua  melatay  &uno  d'olioyUaccbioyuna  hemina  di  rofato,&  un'altra, 
d'olio,  di  lentifcoybollite  infteme  in  un  iiafe,  nuouoy  con  un  Cagnolinoyche 

non 


fai  T>  E  l  l    'Jt    0  l  0  J^l  J 

nta  paffi  die  à  dì  da  che  fta  nato  >  alla  quale  decottione  fi  potrà  aggi/m-  g 
gere  vn'uouoy&  più  acqua  melata  nell' adoperar  e. Tiberio  vuokychenel 
primo  dì  fi  buttino  in  canna  aW animale  tre  voua  macerate  nell  acetoy  fi 
che  nefiano  diftolti i gufci:  l'altro  dì  cinque ,  //  ter^o  fette .  Jfffirto  dice, 
che  d".c  dr amine  d'incenfoy&  vna  difolfo  ben  triti  >  e  mefcolati  con  me- 
le->&  odorifero  viti  bianco  fi  diano  per  le  narici yò  con  meley  &  vino  pol- 
ve dipece  >  e  difalnirro  abruciato  :  continuando  fin  che  gli  fia  mancata, 
quella  jpeffexja  di  anbelare  :  e'ifalnitro  gioita  grandemente  à  mefeo- 
larfi  nel  fienose  nelle  beuande^ejra  queflo  mexp  il  (giumento  no  è  dafhrfi 
esercitare  >  né  patir  freddo .  Hierocle  approua  l'ordine  diCleomene,  che 
fi  diano  cibiy  che  fcaldinoycome gli  ore  bi  fi  atti  a  molleyl 'auenay  il  cècey  e  F 
l'oryóy  & nel  ber  fi  mefcoli  la farina,  utilmente  ancora  per  la  finiflra 
narice  fi  danno  con  vino,&  mele,folfo>cpolue  d'incenfo  ;  ò  per  bocca  vn. 
poco  difolfo  viuoye  draganti  con  vino  dolce  ;  òrper  none  di  il  f angue  cal- 
do d'vn  gagnolino  fcannatoyaggiuntini  due  cucchi  ari  di  cimino  Ethiopi- 
coye  del  mede  fimo  altrettanti  conferifiono  dati  con  vn'hemina  di  vinone 
duo  di  fugo  delVherba ,  che  dicono  £oda  (auallina .  Se'l  vitio  ancora  è 
frefcoyprendafi  vnfeHario  di  vino  vecchione  tre  di  acqua  melatayvna  he 
minad'olio  dilauroyvrì  altra  di  quel  dilentifcoy  &  vna  libbra  del  rofa- 
toycon  vna  oncia  di  ^affranoydT*  vn" altra  di  mirra}e  bolita  ogni  cofa  in-  , 
fieme  con?n  gallo ,  e  ridotta  al  terxpfe  ne  diavn  hemina  la  volta  fei 
continola  giorni  per  le  narici ,  aggiungendofi  fempre  il  liquor  d' un'uovo , 
e£r  acqua  melata:  &  con  la  medefima  decottione gioua  fomentare  la  te- 
fiayei  piedi  y  che  cefi  l'animale  fi  guarirà;  hauendogli  prima  in  tre  gior- 
ni canato  f  angue  .Telagonio  ordinayche  dalla  fchienà  fi  tragga  fanguey 
e  di  quello  mefcolato  con  olio,&  aceto  s*vnga  il  giumento ,  aftenendoh 
dal  mangiare  in  quanto  farà  pò ffihile  5  potendo  fi  di  verno  fomentare  tfsn 
fkrina  digrano,e  di  fate  con  quella  d'orbo  .  Fra  queflo  me^o  fagli  data 
bèuanda  di  vino  con  dragantiybitnmey&  vino  cottoyaggiuntoui  fangUe'di 
caney&  quanto  di  cimino  fi  potrà  prendere  con  tre  dita  :  ò  veramente  dia-  # 
glifi  il  bianco  dell'uouo  con  mele ye  pignuoli  tritiy  continouando  ciò  venti 
diyò  in  fino  à  tanto  y  che' l  polmone  fi fenta  libero  y  &  fé  con  queflo  non  fi 
fufie  giouatoyfi  curerà  con  fargli  ficcare  alpettOy  ouero  alle  radici  del  na- 
foyò  dell 'orecchieyla  radice  della  Confonda  nerayoConfiliginey  come  dico 
noxonciofia  cofayche  per  tutte quefie parti  la  forra  del  maleftfuole  ifiia 
la  diffi-  por  are  Conferifce  ancor  data  per  le  narici  difciolta  in  vino  caldo  la  radi- 
culca  di  ce  jei  ceif0)ò  moraro  al  pefo  di  tre  oboliyh  dati  per  bocca  co  acqua  mela- 
come  li  tapaflelli fatti  con  radice  cocomero  faluatico  nociamarey  &  mele:Ma 
(occorra,  principalmente  à  quegli  animali  chepatifeono  difficultà  di  rejpirare  con- 
viene 


t>tl   X  Jt  VJ?  ILO,    1 I  B.    Vili.         yoj 

-  >  uiene  forte  fregare  il  capo  con  vnfeflario  di  vino  ,  &  vn  ciato  d'olio  ,U 
qual  fregagione  in  tutte  le  dijp  erate  infermità  p  romene  rimedio.  Cbipa- 
tìfce  diqueUo  vitio,fuole  per  le  narici  buttare  vna  marcia  fetida  :  a  que 
fio  commodiffimafiaquella  beuanda,cbe  riceke  tre bemine  di  vincono 
di  Candiate  fior  d'hijfoppo,cafia,eryngioy  abrotano ,  &  altretante  di  co- 
fio: le  quali  cofe  benpefle,&  mescolate  con  vino  cotto  fi  buttano  in  can- 
na ali  animale,  (ertamente  quejla  difficoltà  di  rifiatare  ,egli  dice  contra 
herft  per  fudore,per  fouerchia  fatica ,ò  per  fofpiro:  intendendo  perfofpiro 
la  Sirena  delpetto,che  s^fslbma  i  Greci  dicono,quando  non  ftp  ito  gira- 
re fen%a  anhelagione,&  fetida  vn  certo  fuono,come  già  fi  è  detto,  ^illho 

jj  ra  conuiene  dargli  mislura  di  mirra  ottim  arride  illirica,pepe,  offrano, 
polue  d'incenfo  ,  e  draganti,  vna  oncia  per  co  fa,  vn  fellatio  di  viri  cotto 
diCandia,&  vuepajfe  quanto  paiano  effere  à  bafra%a .  Oltracciò  >  a  chi 
i  ente  tr  attaglio  delfofpiro,conuiene  mollificare  la  canna  co  afìungia,bn 
Hro,e  mele,poi  fregami  fai fonile ,  e  e au atogli f angue  ,  vngerlo  bene  di 
quello,mefcolato  con  vna  hemina  di  fugo  dì  marrubio,due  divino,e  d'ó- 
lio,e  me%a  oncia  d'incefo.Vegetio  dicc,gli  animaliOrthonici  difficilmen 
tepoterft  liberare,  fé  ben  non  muoiono  previamente , perche 7  polmone  à 
poco  à  poco  fi  viene  àfeccare ,  ondefegue  magrezza  bombile,  &  final- 
mente la  morte.  Da  frefeo  nondimeno  egli  loda  à  curarft  in  quello  modo-, 
C  che  fi  cani  fangue  dal  petto,  &•  con  vino ,  &  olio  in  freme  caldamente  fé 
ri  unga:  diagli  fi  ancor  cinque  giorni  per  le  narici  il  P\anno  diftéperato  con 
olio:  &poi  glifi  diaper  bocca  ogni  dì  beuanda  di  vin  nero  caldo,oue  fra 
difciolto  quanto  una  noce  di  quella  mislura ,  Senapi  ^dlejìandrini  roflitiy 
folfo  uiuo,mirra,cardamomo,peHiper  egual  pefo,&  cotti  con  buon  me- 
le «Altri  peftano  due  onde  di  mirra,una  di  folfo,  &  me^a  difalnitro,  co 
un  pugno  di  pece  liquida,&  aggiuntole  mele  con  odorifero  vino  bianco*) 
ne  danno  fpefro  per  le  narici.  Guardifì  fopr a  tutto  dal  freddo,<&-  con  tem 
perato  paleggiare  fi faccia  fudar' alquantomè fi  manchi  di  sbruffargli  il 
fieno,&  l'acqua  con falnitro,&  mellicrato.  IlColombrodice,ifegnide  <,  0  •  ,  . 
gli  afmatici  efiere ,  che  quando  fono  sformati  àcorrere ,  ò  caminare yfon  \{  Afmati 
costretti  per  la  molta  pena  della  fuffocatione  ad  aprirla  hocca,f cornac-  ci. 

®  cbiando^e  frridendoie  fé  troppo  fufì ero  fhticatij/affogberebbono.  (jliOr- 
thonoici,oltra  lo  ffreffo  anfare ,  egli  altri  fegni,  caccian  dal  nafo,  e  dalla 
bocca  humidità)toffendo  flrìdono,fùnno flridore,e  taluoita  peti,mangia- 
no,e  heonopik  del  falito,&  cibadoft  d'berba,  paionguaritì,ma  tornando 
all'vfo  della  paglia,de gli  altri  cibifeccbi,difcuoprono  illormale,etcofi 
degli  vnì ,  come  de  gli  altri  la  cura  tanto  è  più  difficile  >  quanto  la  cofa 
è  piìt  antica;  però  douendofi  al  mal  frefeo  rimediare  con  diligenza ,  egli 

loda, 


»jq±  t>  t  t  l  sA    <5  L  0  ^_  1  Jt 

iodiche  àgli  afmaticifia  pottol elleboro  aitanti  alpetto,  come  ne  i  mor  jg 
bipeftilentialiftufa,  acciò  che  la  materia,  che  opprime  lauta  deWànhe 
lito,fi  depuri^  &  conduca  fuori:  pofcia  per  fette  giorni  glifi  daran  ogni 
mattino  beuanda  di  vino  con  nitro  falfo,  e  tre  e uc chiari  d'acqua  melata, 
'  nella  quale  fiano  Hate  à  molle  ventiquattro  bore,  &poifpremute  radi- 
ci pefte  di  cocomero  afininoverde  :  &  per  fette  altri  gli  fi  darà  ognidì' 
vnfeflariodi  latte  caprino  jrefco:&  fi faranno  cauterij  tra  l'vno  cosla- 
toy  e  l' altro  prejfo  alla  fommità  dell' offo  fuperior  della  gamba  .Toi  farà 
bene  à  dargli  continouamente  per  le  narici  vn  ciato  di  ranno  ,  cioè  di  li- 
feia  fatta  con  cenere  d'olmofò  ver  di  quercia,  laqual  cofa  egli  con  l'auto 
Beuanda  YitàdiDiofcoride  affermane i  mali  del  polmone  co  fi  alle beslie ,  come  ap 
tea  Or—  gli  buomini  efìergioueuole .  *A"  gli  ortbonoici  poi  che  per  fette  giorni  fi 
thonoici.  faranno  purgati  con  latte  di  capra,  conuiene  quella  bevanda,  eh' è  anco 
vtile  a'  rheumaticiy  che  prendendo  cafiafiflola,fpigo  nardo,%affrano,co 
fio,mirra,fior  digunco,  &-pepe  bianco  ana oncia  vna,  &  mejcolandoui 
fkrinadi  capogrille,cioè  di orobi,fi diffolua ogni cofa  con  mele  fchiuma- 
to,  &fe  ne  dia  coi  vino  vn* oncia:  ò  veramente  appreflo  allapwgatione 
del  latte,fi  diaà  ber  l'acqua,  oue  pervna  notte  y  &  vn  giorno  fi  fian  ri- 
mollati  gli  occhi  gli  orobiyi  quali  f alati  giouano  a  dar  fi  mangiare  con 
l'or%o  misliXjioua  anco  àfare  bollire  in  vn  pignatto  nuouo  con  duefefta  r 
ri  di  acqua  fin 'alla  confumatione  del ier^o ,  quaranta  fichi  pecchi,  &  vn 
fkfcietto  d'hifioppOye  tal' acqua  colata  diuidere  in  tre  parti,  e  darle  in  tre 
mattine  al  patiente,  co  fi  continouando  finche  l'aderita  cominci  à  manca 
re~4pproua  etiandio ,  che  con  quel  brodoy  oue  bollendo  fi  fio,  disfatto  vn 
groffo  ferpe,t agliata  la  coda,elcapo:fi  mefcoli  cinnamomo,garofkli,& 
galanga  ana  oncia  me%a,  eìr  me^a  libbra  di  mele,difciolti  invn  fcftariù 
di  vin  bianco:dando  talbeuandxper  none  dì,fra  quali  èda  tener  fi  in  ri" 
pofo  l'animale  cibato  difieno,e  d'orbo  arro flato. Oltracciò  per  guarire  gli 
ortbonoici  ,<& rifare  iCauallidifleccati,ò  difeaduti  (come  fi  dice)  ordi- 
nale per  cinque  giorni,ò  pi*  fecondo  il  bifognoyfi  tengano  in  attinenza 
conquesto  pafto,  che  fatta  bollire  in  acqua  vna  te  Ha  di  cattrone  moxga 
te  le  corna,  poi  che  la  carne  fifardfeparata  dall'offa,  minutamente  fi  tx 
gliyh  ver  fi  batta,&  mefcolata  con  tanto  brenno,quanto  tre  volte  co  ma  ' 
no  giunte  fi  può  pigliare,  fi  diaà  mangiar  con  alquanto  da  bere  apprtf- 
fo:e  flato  vn'hora  con  quetto  pafio ,  glifi  dia  l'orbo  tenuto  vna  notte  à 
molle  in  olio  dolce,e  bene  f colato:  non  dandogli  altro,  finche  no  l'habbia 
mangiato:lndi  fi  potrà  dare  vnpoco  di  fieno-fi  di  paglia  d'orbo:  colme- 
defimo  ordine  per  quindici  dìfipotranno  curare  i  bolfi,  &  tacciare  via 
ogni  difficultà  di  anbelitoyòjirettura .  Veramente  (come  Vegetio  nar* 

rajfi 


<&el  iuv Atto,  un.  riti:         ?òf 

\  r+  ra)  fi  come  dal  polmone  gli  animali  fani  rìceuono  il  mantenimento  della  c\^n^   f- 
vita  >  co  fi  parimente  per  difetto  di  lui  viene  pericolo  di  morte  a  gl'infer-  n(mo  ^2i 
m'ho  difett -officinali del  loro  male  dan quesìi  inditvj.  Toffonograuemen-  male  del 
teye  (putan  marciaytnandando  fuori  gran  pu^a  dalle  narici-)  &  corrot-  P0^m0iis. 
to  He  reo  per  lo  fé  ceffo  >  difficilmente  fi  gitt  ano  a  giacere  >  ma  Hanno  ap- 
poggiati alla  mangiatoia ,  tal  volta  fi  veggi  ono  per  lo  corpo  enfiagionifi- 
milià  quelle  )che fanno  i  vermi;&  fé  l infermità  farà  lunga  ippiche- 
ranno  co' pie  din.iaziMfogna  dunque  [occorrere  contai  beuanda ,  pren- 
dafi  vn' oncia  di  foglio ,  &  va' altra  di  manna  d ine -enfio  y  due  d'hiffopo  > 
due  di  mirrale  tre  d'incenfo  mafebio  :  &  ridotte  infieme  inpolueydiafe- 
ne  vn  cucchiaro  con  tre  uqua  mefcolate  neW acqua  y  opiutoflo  nel  latte 
g  caprino  (fé  V  animale  è  fenica  appetito)  aggiuntoui  vn  cucchiaro  di  m<z-~ 
leVifipuo  ancora  aggiugne  re  il  fuco  deli' orbata  con  olio  rofato:ò  vera- 
méte  prefi  di  e/fa  polve  cinque  cucchiari ,  &  mifii  con  due  feflari  di  fari- 
na di  frumento^  vn  di  farina  d'orobi farne  bocconi,  e  darne  fette  per 
giorno  infino  à  tantoché  appetifea  il  mangiare .  Ter  lo  qual  effetto  gli 
fi  metterà  dauanti  ogni  forte  di  cibo  verde  da  vnd  banda,e  da  vn' altra  li 
ticchie  con  granoso  orxp  roftito  >  &  paglia ,  accioche  eglislejfo  s'elegga 
quel  ciboycbe  più  aggradifce,fopra  tutto  conuien  dargli  ogni  dì  latte f  re 
fco:o  veramente  acqua,nella  quale  fi  ano  flati  à  molle  dì,e  notte  gli  orobi . 
r  e  paleggiarlo  (p e  ffo\poi  come  comincieràà  star  bene  ridurlo  alla  fatica, 
C    àpoco  à  poco.  tA  quelliyche hanno  il  corpo  robujlo  >  &  fon  fenr^a  naufea, 
è  da  cauarfifangue  dal  collocò  dalpalato,oltr  acciò  fi  può  dare  vrìbemi. 
na  la  volta  di  vino  veccbioy&  odorifero  con  cenere  d'olmo  Lutato  in  ac- 
qua:ma  à  chi  haueffe  bifogno  di  maggior  foccorfo^diafi  col  vino  vna  dra 
ma  di  radice  di  lentifco  y  me^a  oncia  di%uccaro  >  e  due  d'incenfo  .  Vrì al- 
tra beuanda  ancor  è  vtileyche  contiene  vn  oncia  di  Horàce  >  va' altra  di 
cafiaye  due  di  cardamomoydifciolte in  vinoyfe'l giumento  è  gagliardo^ 
fen^a  febbre  ;  altrimenti  con  fugo  d'orbata  farà  da  dar  fi.  (jioua  ancora 
dar  col  vino  [emende  di  rauani [premergli in  bocca  vue  bianche  y  e  den- 
Q  tro  lacqua>che  beemetter  mandole  fritte ,  continouando  tal  cura  in  fin- 
che fani  .  Jlltroue  dice ,  che  buttando  per  lo  nafo  due  cotile  di  Hercodi 
buomoja  di  cafìrone  con  vnbicchiero  d'olio  rofato  >  &  con  vino  infieme 
fifàgiouamento  non  pura  chipatifcejlfiuffo  JLttaniefe  per  far  difen- 
deredalla  tesìaquell'humor  verde^ò  pallido  che  fi  fiaygrandemente  al- 
la fanita  del  polmone  ancora  fi  cofiferifee.  Gli  Hippiatri  fcriuono  cono-  Dolor  del 
feerfi  il  dolor del  polmone ;che  l'animale  è  tr  attagliato  d'vna'tofietta  mol-  polmone 
to.fpefìaye  caccia fuori  per  bocca ,  &  per  nafo  humor  muccofo  conanhe-  ^'"q/1 
lito  grane,  &  impedito  >  ributta  la  biada  già  manicata,  e  difidera 

T  T         bere 


di  taliatte,potrà  v far  fi  brodo ,  oue  fiano  decotti piedi  di  porco  ben  grafi-  % 
fi  co.n  feuo  di  becco  infieme,  &  fi  faccia  bere  acqua  {temperata  di  verno 
<      ...  con  farina  di  grano,  e  di  fiate  con  farina  d'orbo:  perche  conquesìa  cura 
polmone  ^e  cofe  rotteft  fideranno .  Qmndo  il  polmone  è  già  venuto  àputrefkrft  . 
putrefat-  ifegnifono,che'l  giumento  bee,e  mangia  più  del  folito,latoffe più  l'info 
*o..  fia,e  butta  marcialo  peX7Ì  delle  viceré,  all' bora  bifogna  dargli  pertre 

ò  fette  giorni  il  fugo  della  portulaca  con  olio  rofato,  aggiuntila  draganti 
ammollati  in  vino  dolce  di  candiamo  in  latte  caprinow  veramente  in  de- 
Vomica  qua,oue  fife  difciolta  farina  d'or%o>o  d'auena.Sela  vomica  per  auuen- 
fe  fi  rosi-  tura  verrà  à  romper fi,vfiirà  dal  nafo  vna  peHiferapw^a:  & per  rime 
pe  che  n-  ^0  conucYrà  darg  li  parecchi  giorni  due  onde  di  co  fio,  e  quattro  di  cafia-\ 
uenCTa.       p  affate  per  fottilìffima  feta ,  e  me  folate  con  vino,  aggiunteui  vue  paffe  V 
dife  tolte  infieme .  Con  Ivfodi  quefle cureegliracconta  hauer  guarito 
vn  buon  Cauallo,à  cui  il  padrone  fenicamente  dando  ogni  dì  vn  corno  di 
fale,Vhauea  fatto  diuentar  tifico ,  effendoglirofa,e  confumata  la  carta , 
che  cv.opre  il  polmcne,e  la  [ciato  dagli  altri  per  difi>erato,egli  ilridufie 
a  tale  rifior  amento,  che'l  I{e  lo  tene  a  poi  caro  per J uà  per  fona .  ssfffirto 
dice, che  quando  nel  polmone  è  rotta  alcuna  co  fa ,  [opramene  latoffecon 
molta  noia ,  efee  il  fiato  graue ,  &  con  certo  Crepito  la  bocca featurifee 
di  crafia  marciaci  collodi  petto  fi  ammagrifce,le  gambe  dinanzi  fi  veg^ 
.     giono  %oppicare,e  tal  volta  fi  ributta  fangueper  lo nafo. Di  que Ho  male^ 
tardi  fi  rhoura  il  giumento  ,  &fe  ben  fé  ne  guarifce,nonperb  refta  ido- 
neo alle  fatiche  grandi ,  tuttauia  con  tal  rimedio  fi  foccorre ,  che  l'er- 
uo,ò  l'orobo  franto ,  macerato  in  acqua  per  vn  dì ,  &  vnanotte,&  poi 
feccato,fi  riduce  in  farinata  qualpafiataper fotti  liffima  feta,  &  mefea- 
.  lata  con  vino  nero  odorifero,^  acqua  calda  di  pari  mifura,fi  dà  à  berey 
ma  s'egli  fchiuafìeil  bere  :  bifogna  gitt  argliela  nella  gola  ,pref ala  lin- 
gua per  fargliela  forbire  più  fàcilmente  .  Ts^cnfidee  molto  far  vfeire  y 
ma  più  tofio  in  calda  fialla  è  da  tener  fi  coperto  bene ,  facendogli  fpeffo 
bere  colata,e  fcaldata  quell'acqua,  doue  gli  orobi  faranno  fiati  à  molle  :  ., 
0  come  altri  fcriuono ,  acqua,  doue  fia  fiemperata  farina  di  orzo  con  al-  H 
•  quanto  difalnitro per  fopra,il qual  giouerà  aggiugnere  ad  ogni  altra  fior 
te  di  bc;  anda,che  calda  deurà pur  effere.  donerà  parimente  rifoluere  in 
farina  alcune  pietrine,  et  infieme  col  nitro  mefcolarle  entro  la  biada,c<m 
i  medt fimi  rimedi  fi  guarifee  la  rottura  della  via  del  fiato,  ilquai  male 
tutta  via  f noie  più  iugo  effer,pumell'vno,  &  nell  altro  è  da  vngerfi  Ina- 
nimale con  vino,&  olioyfregando  bene  fecondo  il  pelo. Ma  propriamente 
per  rottura  di  polmone  conferifee  dar  col  corno  aceto  forte  tepido:  ò  ve- 
ramente orina  d'buomo  condueonciedi  afiungia  liquefatta  .    Oltre  à 

ciò 


btl   CUVsAllOy   US.   Vili.        700 

r    ciò  per  tutte  offe/e  di  polmone  è  efficace ,  che  con  due  onde  di  fiale y  &  con 

■      acqua  empaslati  trefeftari  di  fa  rina  dyorobi  bianchi  y  e  ridotto  quel  pa- 
ne abruciato  >  ò  [ecco  inpoluerefottiliffimo ,  fijparga  trai  bere  >  che  sé 
da  daremo  prendafi  ^affranoymirrayjpigo  di  foriaycafiay  farina  d'amido* 
ariftolochia  longayglaucioy  olio ;e  gramigna ,  epefle  tutte  le  co  fé  fecche9 
&  incorporate  con  le  humide}  aggiungafi  vn acetabolo  di  mele-)  &  una 
hemina  diperfettifjìmo  vinone  diafi  la  mis~lura  per  le  narici .  Ifugoli  an~ 
cor  dell'orbata  faranno  vtilifjlmi  à  frequentare .  Eumelo  dice  >  che  i 
rotti  nel  polmone  tacendo  buttati  marcia,  &fogliono  con  infatiabile  in- 
gordigia diuorare  i  cibile  le  beuandey&  fi  curano  dando  loro  eguali  por- 
tioni  dinardo>cinnamomo,cafiaymirra,  e  offrano  }  trite  in  vna  hemina 
*  di  vin  neroy  &  non  trouandofi  queste  cofe  il  mede  fimo  effetto  farà  farina 
de  gli  orobifiemperati  in  vinoy&  acqua  caldayquanto parrà  baflare  d'o- 
gni cofa.Quefl 'altra  potioneyegli  afferma  ejjer  vtiliffima  a  tutti  queiyche 
fifentifiero  qualche  cofa  rottalo  fpafmiata  nelpolmoneio  che  dirupando 
foffero  e  aduti fui  polmone  y  òper qualunque  cagione  vihaueffero  riceuu- 
ta  alcunanoiayprendafijpigo  nardoycofìoy  fquinanto  >  mirray  e  afta  lineaf 
xaffranoyeringioye pepe  bianco  vn'oncia per  vno ;e  tai  cofe pefìe infieme  > 
e  mefcolate  con  farina  d'orobi  à  baftan'^ayfi  raccogliano  in  meley&  cofi 
ferbateypoi  nel  bifognofe  ne  pigli  vrìoboloy  e  difciolto  in  acqua  fi  dia  per 
la  narice  fini fìra  ali ammalerà  cui  primieramente  conuien  fregar  la  boc 

£    e  a  con  afienj^Oyfalnitroymele ,  &  acqua  con  aceto  mifla.  Giona  etiandio 
à  dolori  di  polmoni  >  che  prima  d'ogni  altra  cofa  dalle  gambe  appreffo  le 
corde  fi  caui  fangue>e  di  quello  mefcolato  con  olioy&  acetoyefìendo  efla-  Polmone 
teyò  convinoyeffendo  vernoys'unga  ileorpo.  Il  (hlombro  dicey  indebolir-  <ìuando  s* 
fiye  diffeccarfi  il  polmone  per  difetto  di  nudrimento  :  Quando  non  puh  j-"a       V." 
que\~io  dallo  ìlomaco  al  fegato  efier  mandato  ;  ne  dal  fegato  a  gli  altri  fecchi .  r 
tnembriyonde  non  potendo  con  l'aiuto  del  polmone  già  indebolitOy  attra- 
heril  cuore  l'aura  vitaleyche  contéperi  ilfuofouerchio  caloreynecefiaria 
méte  per  uia  di  fuffoc  adone  fegue  la  morte  a  gli  animali:  allaquale  pche 

D  lo  tifico  fi  va  sépre  approfjìmadoydice  che  mortale  viaticoyo  fojpiro  >(e«- 
matico  tal'infermità  è  chiamattiy&  ifegni  di  quella  fonoycb' egli  cotinua 
mente  fi  a!fottiglia>&  ammagrifceyfemprc  fi  lamenta  quadogiaceyhà  la. 
pelle  dura  a  pigliareynon  muta  il  pelo  vecchio  y  ne  può  piegare  le  gambey 
ne  la  fchienaypigramente  tojfeyejpejso  anfa;  Bifognando  dunque  di  dar-  ^e»"'  °lu* 
gli  foccorfo  nel principioyfi prederà  Thimoyrofmarinoyrutay  chamedrioy  mone  fi" 
chamepitioycalamintay  praffioy  mentaychamomiUay  origanoy  affen^o,<^r  m deboli- 
fiondi  di  lauroyvnfhf detto  per  vno ,  &  fattigli  infieme  bollire  con  buon  fra. 
yin  bianco  f  finche  la  terTa parte  ne  fia  confumata ,  fé  ne  fàràvnba- 

YT     $         gno 


yiè  B    Z  L  L  J.     G  1  0    \1A 

jnoy  fregando  ben  contri  pelo  difopra  il  dorfoy  e  d munti  il  pettoyfinche     j 
venga  in  fudorey  poi  rafciilgato  in  buona  ft.zHa  >  glifi  darà  a  mangiare 
dell' berbayò  della  remoli  bagnata^  o  dell'orbo  rimojlato  in  acqua  >  ò  del 
grano  cotto  y  o.  del  fieno  arrofiato  .  fi  be.  e.  deurà  fempre  efiere  di  decot- 
tion  difemenje  di  malua:ùfchoyfkcenddo  prima  afietireyac  cloche  ne  be- 
tta ;&-quando  onninamente  non  ne  volefie  y  non  fi  manchi  di  dargliene 
due  volte  il  dì  col  corno .  Sopra  tutto  è  da  mirar  fi  à  dargli  cofe  humide 
guardandolo  dalle  fecche  ..  Vero  il  latte  caprino  gli  è  molto  appropria- 
to y  e  tra  gli  altri  rimedi  fi  potranno  adoperare  quelli  y  che  per  la  tofie  da 
i  membri  interiori  procedente  fi  fono  ordinati  >  fé  non  che  la  grafia  del 
porco  non  è  da  dar  fi  per  efiere  tanto  folutiua  >  che  non  fa  al  propofito  di  V 
Malideap  tal  male.  Hora  efiendo  oportuno  a  ragion  ufi  di  quella  malidey  ch'ai  poi 
te  a]6  ool   mone  appartiene  y  è  dafaperfi  come  ogni  morbo ,  che  apportale grande> 
mone .       &  ceì'to  pericolo  a  gli  animaliyaggrauandoli  di  maniera  y  che  mal  fi  po- 
tejfero  pia  dimuouereyi  Greci  ca  vn  comun  -vocabolo  malide  nominaro: 
laquale  benché  JL flirto  y  <£r  Hierocle  haueffer  dìfiinta  in  quattro  f^ecie  > 
bumidayfeccayarticolareyet  fottopelle;Vegetio  latinamente  uolfe  chiamar 
to.malleoyihe  pofeia  il  vulgo  ha  detto  mez^officome  quell'altra  malia) 
ci  diuife  in  fette  modiyponendo  oltrale  d'ette  quattroyl' infermità  Elefkn-* 
fica  della  lepre ,  la  Farci  minofa  del  verme  y  &  quella  che  viene  [otto  le 
reni. Di  tutte  le  q-ualinoi  parte  hauendo  trattatoy&  parte  douendotr  at-  & 
tare  in  quegli  altri luoghiycbs  (fecondo  lordine  ifiituito)  più  à  propofito- 
ciparanno ^tratteremo qui  delta  ficca  y  laqualnonfolopuoprouenire  da 
poluefo  da  qualche  acute  ariftelle  della  pagliaio  dell'orto]  che  nel  diuo^ 
fece    e     rareflf°Ueroinfilfe  nelpolmoneyòda  l'hauer  mangiato fien  putrefatto'. 
me  fi  co-  jpeff° '( cornei *  eonneHofcriue  ) )fi genera dahumori corrotti  nella  cafiet- 
ri. .  t  a  del  polmone  y.  &  nelle  parti  vicine  al cuore ,.  iquali  humori  non  fono 

flemmayofangueyma  luna  colera  e  l'altray  cioè  lagiallay&  la  nerra:& 
per  quefii  fegni  fi  fcopreyche  l 'animale fubitamente  languendo  fi  amma± 
grifee àmerauigliay  non  fi  cura  più  del  mangiare y  e  ttimolato  dalla  tofie 
non  pi.o toflireyma  apre  la  boccay& fkla  forza  in  vanoyche'l fiato  man- 
cay  ond'egli  retta  come  fé  inghiottire  ofia >  &fu(fe  da quellepunto:  Ol-  ■ 
tr' acciò  al^a  i  fianchi  y  e  difende  la  pelle  inguifay  che  battendola  con  le 
mani  y  rifuom  com'un  tamburo  :  Ma  quando  fi  fofi'e  giàperuenuto  à  fi 
fhttiterminiy  vano  farebbe  ogni  vfo  di  medicinay  perche  l  animai  non  ha. 
rebbe  vigore  da  contrattare  più  al  morbo  y  ilquale  prima  che  venga  à 
tanta  vebemenzay  benché  difficile  fia  in  ogni  modo  àdifeacciarfi  ypur  co 
queflo  rimedio  molte  volte  da  lui  fperimentato  ,  e  degno  di  ammiratió- 
ne  y  potrà  curar/}  >  dando  per  la  finijira  narice  per  fette  giorni  conti-' 

noui 


2)  1  L    CJIVJ.11  Oy    US.    Vili.        7H 

rM  noni  vnfeflario  di  moflo  fremuto  dì  vue  bianche yoggiuntoui  due  dram- 
me  dipeucedanoy&  altrettante  d'Jtris~\olocbìarotondaypaffate  per  fot- 
tìi[et a  y  fomentando  fra  q  uè  fio  mei^o  V  infermo  con  poco ,  &  fottìi  cibo  y 
perche  cofiil  mal fevcofen' 'andrà  via^gatocleper  rimedio  della  malia 
feccayvuol  che  fi  prenda  fugo  di  peoniay&  [emende  dilattucayana  onde 
otto,quattro  di  fugo  d'affentio  y'tre  di  zaffranoy  due  difeme  di  cocomero 
dimeSlìcoy&  vna  di  fugo  di  papaiieroycioè  d'opioy  con  vna  libbra  d'olio 
rofatodequaicofe  (pesley&  -criuellatele  fecche  y  &  mìfle  con  le  liquide) 
fìanriferbate  invn  vafe  di  piombo  ,  grnel  bifogno  poiprefenefoltre 
af?  um&ydianfrò  per  lo  nafoyòper  la  boccaycon  tre  onde  d'olio  rofato  in  vn 

S  festario  d'acqua  melata.-continouandolo  per  tre  giorni  :&  ridotto  che 'fi 
"peggia  il  giumento  à  fanitàymandìfi  à  pafcere  in  qualche  prateria  vici 
naàfiumiyò  paludiyò  laghiyma  non  vicina  al mare.<zs4ffirtQy&  Hierocle 
dicono^  la  inalide feccaefier  altra  modo  perìcolofa  >  &quafi  inuincibile 
da  rimedida  qualfà  tener  le  narici  aperte  >  e  grandi  più  dell  V fato: fen- 
%a  vfcirne  bnmore  alcunoy&  l'animale  fonando  fortey  dijiende}  egófìa 
i  fianchila  la  pelle  per  tutto  duray  e  Rado  come  tefo  non  fi  pub  volgere 
fé  non  difficilmente  col  corpo  fodo.&  per  non  digerire  qaély  che  magia-) 
diuenta  magro  &  confumato .  Onde  afferma  il  T ebano  Eumelo>  che  tal 
infermità  non  fi  può  curare  in  modo  al  e  uno  ype  re  io  eh  e  il  polmone  fi  rom- 

C  pe  al  dell.ro  latoy&fe  ne  piglia  il  mai  di  cosìe}  Tdeuritid-e  nominato: ma  pjem.j  t,-_ 
effi  configliano  tutta  viayche  nel  principio  quando  il  Canallo  prefo  da  qice  de  che  ma 
Ha  malia  fi  vede  batter  vna  leggiera  tcfficeìlayglifi  dia  per  la  fini/ira  na  le  fia . 
rìce  vrihemina  dì  buon  vino  con  vna  dramma  di  manna  d'incenfo  y  & 
vn' altra  d'incenfo  petto  :  ò  veramente  con  vino  tepido  vna  dramma ,  e 
rnexa  dì  falnitro:  dadogli  ancora  sbruffato  di  falnitro  ilfienoy  &  lor%py 
fra  i  quali  pur  gioua  d  mettere  il  rafano  minu%jatOy  ò  le  cime  de'  ca:diy 
come  ad  altri  piace,  l^arrano  oltracciò  effere  ììato  vfato  dagli  antichi 
di  profumare  tutti  gV  animaliyche  fono  di  vnghia  intera^  quando  da  tale 
infermità  fon  oppreffi:  facendo  in  vnv afe  di  terra  nuouo  abruciare  ori- 
gano di  montagnay  vna  volta  il  dì  per  tre  continola  giorni 'y&  poi  lunga 
mente  per  altri  interuallati .  I  Cauallicaslrati  non  fono  fogetti  à  quello 
male .  Ma  fé 'l  poliedro  nouellamente  venuto  ìnlucey  vi  incoi  refiey  bifo- 
gnaprouedere  alla  madrey  che  gli  dà  latteyricreandolacon  fienOy&  con 
varij  herbaggiy  e  prouocata  a  fete}darle  il  falnitro  mijlo  nell'acqney  che 
ha  da  bere  :  mettendo  in  dijparteye  dalla- lunga  gli  ammorbati ,  perche 
fkciliffimamente fé  ne  verrebbe  ad  infettare  l'armento  tutto  .  Vegetìo  c€CC*  '"" 
fcriueylafecca  infermità  folerfi  chiamare  mal  difofpiroyperche  l'anima-  che  deca 
le  grauemente  fojpiray  battendo  i  fianchi  fj>ejfoy  e  dimoslrando  hauer  fofpno. 

TT     4  dentro 


712  DE  l  l  U     G  l  0  ^  I  jl 

dentro  vn  grande  ardore, come  quello  in  cui  il  polmone  è  difeccatoyfi  che  jt 
fate  vna  fete  infopport  abile,  ne  delpefo  del  ventre  fi  [carica  ageuolmen 
te,&  guarda  con  gli  occhi  torui,tien  l'orecchie  dille fé ;e  (la  tutto  in  fé  ri 
fretto, ma ffimamente  de  i  teflicoli,che  appena  fi  moftran  fuori:  ogni  gior 
no  diuien  più  magro,e  più  fonile,  &  finalmente  rimane  fecco  :  La  onde 
fi  come  in  ogni  forte  di  medicina  è  più  fucile  àfcemare  quelche abboda  y 
che  àfupplire  quel  che  manca;  molti  negano  queflo  morbo  poter  curar- 
fi:  tutta  volta  fé  ne  guarifcono  ancora  molti,  rimediandofi  nel  principio^ 
non  già  col  trar  [angue  ,  chelor  è  contrario  oltra  modo ,  ma  con  vngere 
tutto  il  corpo  di  olio,&  vino  faldati  infteme,fregando  lungamente  con 
tra  il  pelo,fin'à  fitdore,  &foura  tutto  bagnando  bene  il  capo  la  gola,  &  f 
le  maf celle. *A  lami  tagliano  fra  le  narici,  &le  bagnano  fj>efio  per  molti 
giorni, gittandoui  acqua  fredda  co  vncannuolo,per  mitigare  la  difficul 
tà  del  rifiatare  :  &  per  mollificare  la  feccità,  vfano  l'orbo  bagnato ,  & 
l 'herbe  verde,in  finche  fé  ne  ritroua.  Ma  per  medicinarlo  ben  didentrùy 
fi  potrà  dare  col  e  orno  (oltra  la  diapente  per  più  di  tre  giorni)  vna  beuan 
da  fatta  congrafio  diporco,dei  pia  rimeffo  ;fugo  di  frumento  macerato 
in  acqua ,  cotto  con  mele ,  &  fugo  di  vue  pafie,  mefcolata  ogni  cofa  in- 
fieme;che  co  fi  il  canal  della  gola ,  c*r  la  congiuntura  delle  mafcelk  ri- 
fìrette  dal  male ,  verranno  ad  allargar/i .  Ter  lo  qual  effetto  giwierà  >, 
per  tre  di  continuargliene  ancor  vrì altra  >  che  riceue  vnfefiar io  di  fu- 
go fremuto  di  vue  paffe ,vno  fcropolo  di  offrano,  vrì oncia  digiglioilti 
ricopauona^jo,^  vrì  altra  tfincenfo  maciuato,me^a  di mirra,  &  me- 
Sja  dì  pepe  nero,con  liquori  di  cinque  voua  crude,  ò  veramente  prenda  fi 
vnfesìario  di  fugo  d'oretta  confeuo  di  capra  cotto:&  miftolo  confolfo 
yiuo,&  incenfo  mafehio  triti  di  paì-i peft ,  ogni  dìfenedia  vn  cucchiaro 
con  acqua  £or%o  :  ò  fatte  alquante  pillole  con  mele,  hutiro,  &afli4ngia 
fen^a  fale,per  egual  portione  >  inuolte  in  fughi  di  vuapaffa,e  di  orbata 
il  primo  dì  fé  ne  diano  cinque^!  fecondo  fette,  il  terjo  none  .Et  fé  la  tof- 
fe  crefcefie,potràdarfì  con  [ugo  tepido  di  orbata  ò  et 'vuapafia,vnfesìa  H 
rio  di  fatta  franta  cotta  con  tre  capi  cTaglio,e  tre  onde  di j  e  uo  caprino:  o 
fé  queslofìtceffe  tarda  operathne,fìtcciafì  iafte  me  cuocere  vnfesìario  di 
fiengreco,  e  due  libbre  di  fichi  fècchi  rnin-ntaniate  pefìi,&  come  V  acqua 
farà  bollendo  feemat  a  della  mità,  fi  coli  fuori,  indi  pedi  i  fichi ,  e l fieni 
greco  in  vn  mortaio  con  trefh[cetti  d'apio ,  altrettanti  di  ruta,tre  oncit 
di  agl'.,e  due  di  dragontea ,  &  con  acqua  della  decottione  fktta  liquida 
la  bevanda,  fi  dia  col  cornetto  al 'animale ,  che  hauefìe  il  morbo  [ecco;  a 
chefufie  bolfo,a;ot^o  dentro:pofciacom  egli  incominci  adefirrepiuga- 
Riardo.  >  lecita  fi  a  dal  colta  cattargli  f angue  >  e  di  quello  me f colato  con 

aceto 


*Z)£Z   QjLV  JLLLOy   LI  B.  Vili.  713 

jl  aceto  forte  fregarlo  tutto .    I{eftadi  preferite  d  dirfi  de  i  maliy  che  Maij  c^e 
fogliono  auuenire  al  cuore  youe  tanto  maggiore  feiem^a  hifogna  vfare  >  auuengo- 
quanto  è  cofa  chiara ,  lui  effer  la  fontana  di  tutta  la  vita .  £t  primiera-  n0  aI  cuo 
mente  parleremo  del  dolore ,  che  fuole  annerirgli }  ilquale  tremore  >  0 
palpitatone  di  cuorey  &  (ardiaca  pajfione  volgarmente  è  addimanda  ■ 
ta  &  quei)  che' Ipatifcono  Cardiaci)  &fi  conofeeràda  certi  fegni^  che  carj,-acj 
l'animale  con  gli  occhi  dimeffi  rapprefenta  trisìezja>  e  col  defi.ro  fotte»-  chi  fiano 
te  lagrima:  batte  continouamente  la  terra  col  capo ,  e  tal  volta  fi  mor-  e  c°m£  fi 
de  i  fianchici  quali  infieme  col  ventre  rislrìngeye  contrahe  à  fé  ;  tenendo  ™£ :  IC  l" 
gonfi  i  tefiicoliye  le  ginocchia.  Quando  dunque  eglififcopre  ilfuo  male  > 
B  conuienfoccorrerloprejlamente ,  dandogli  con  olio  >  &  vino  per  bocca  > 
b  per  le  narici  cofeyche  vagliono  a  rifcaldare>come  fono  (fecondo  sof- 
fino y  &  Hierocle)  cipolla  canina ,  pepey  incenfoy  arifiolochiay  bacche  . 
di  lauro }mirray  thimo  ;  altra  tale  :  &  con  vinoy  e  olio,  ò  tal  volta  con  0- 
lioy&folfoèda  fregharfi  fpeffo  con  diligenza,  tenendogli  couertoil 
"pentre^e  tutto  il  petto  maggiormente  con  buoni  drappi  ;  la  Haìla  >  doue 
fi  tiene  bifognafpai^arfifpefioy  chefiianettiffimayffiargendoui  alcu- 
ne cofe  >  eìye  rendano  buono  odore  confortatiuo  >  comefrondi  di  lauro  > 
e  di  mirtQy  &  altre  fìmili  ;  il  cibo  deurà  efiere  di  cofe  feccia  yfchiuando 
le  verdi:  <tJWa  quando  egli  vinto  dal  languore  non  può  tenerfi  in  piedi  > 
*  &  mof[b)&  jpinto  dall' huomo  s appoggia  al  primo  ritegno  >  che  fi  tro- 
tti dapreffoyfuda  copio} amente  nel  ventre y  e  nelle  jpalle>& glifoprauie- 
netremoreye  diftentione  di  tutti  i  ne-ruiyonde  affano  gittato  à  terray  non 
fi  difiendey  ma  corcato  fui  ventre  giace  >  e  traucgliato  dal  gran  dolore 
defiderando  di  fotte  uar fi ynon  bafia  con  lefiiefor%e  y  el  membro  gt m'ita- 
lecacciato  in  fuori  y  hauendo  i  testicoli  ritirati  manda  ly orina 4 goccia 
a  goccia;  all' hora  fi  pub  faperey  che  la  colera  feorfa  per  le  z^frterie  e- 
fyugna  la  rocca  del  corey  &  non  v'è  più  da  contraHare ,  ne  da  fare  di- 
fefa.  Teonnefio  dice,  douerfidare  al  cardiaco  per  tre  giorni  beuanda 
£  compofia  con  quattro  onde  di  meleytre  difalnitroyet  quanto  vnafkua  di 
laferpitio  con  duo  fefiari  di  acqua  calday&  vn  di  aceto  .  Telagonio  po- 
ne fenapey&  lafero  à  grandezza  di  vnafhua  ciafeun  di  effi  y  e  due  ace- 
taholiydi  mele ,  con  due  ciati  d'acqua  calday  &  quattro  d' aceto  .  «J^frf 
Tvnoy  &  l'altro  afferma  douerfi  l'animale  ricreare  converdiherbag- 
giy  come  la  medica  >  &  la  gramigna  >  &fe  con  quefte  cofe  non  ricupe- 
raffe  lafanità  >  cauifì  fangue  dalle  vene  dei  pie  dinanzi  fiotto  i  ginoc- 
chi >  e  dai  piedi  ancor  di  dietro  >  fé  bifognaffe .    Eumelo  per  la  fini- 
fir  a  narice  ordina  per  tre  giorni  infufione  di  vnahemina  di  vin  bian- 
to}  eoa  due  oncie  di  feme  di  finocchio  >&  altrettante  di  anifi  y  &fe,l 

dolore 


714  t>  JL  L  L  *A     G  L  0  \1  iA 

dolore  pure  tteffe  fermo,cauì fi [angue  dalla gamba,poi  fi  prenda  radice  g 
dilaferpitio  quanto  vnafaua,  <&-  altrettanto  difalnitro,con  due  acetabo 
lidi  melerà  ne  fé fl  ari  di  acqua  tepida,&  vn' he  mina  d'acetóy&  mefcoU 
ta  infieme  ogni  co  fa ,  fi  diaper  bocca.  M.  Luigi  vfiiua  à  dar  col  vino  a- 
e    d  '  e    &*Pe&i>  °  cimino  >  ò  rosmarino ,  &  in  tutto  il  resto  off er  liana  gli  ordini 
paflìone     zntich'hprima  narrati.  Il  Colomhro  ferine  >  che  h  pafjixae  cardiaca  è  in  « 
onde  na.  tentìffìma>&  vniuerfide,percbe  ojfende  il  I{e  de  i  P\e>&  la  radice  di  tut- 
fce .  tfj  membri ,  &  Viene  per  molte  occafioni,  ò  difonerchio  tr  attaglio ,  ò  di 

mal  go:ierno,effendo fi  fatto  patir  l'animale  di  caldo,ò  difreddo,ò  difete 
ò  di  fumerò  per  bauer  mangiato  troppo  orzo  nuouo,  bfìeio,  ò  paglia  cor-    ■ 
rotta,  òperbauer tenuta  troppo  l 'orina  ,  ò  per  non  effe vgli  Hato  canato^ 
fangue^qumdo  era  bifogno  ;  Conofciutofi  dunque  fi  fatto  male,  è  di  me- 
*  filerò  j  che previamente  fi faccia  ilfalaffo  nelle  vene  del  collo  y  0  ver  del 
petto  y  &poi  glifi  dia  à  bere  meza  bemina  ài  aceto  fqftllitico  ,  ilquale 
àquejìi  morbi  è  molto  proprio ,  &  efficace  :  TS(j  fi  manchi  di  fargli  due 
volte  il  dì  rkeuere  il  fumo  difmirnio  ,  &  Incenfo ,  poftì  in  vn  vafe  pie- 
Trifera  no  di  bragia  fotto  al  capo .  Quella  confezione,  che  Gioitami  Damafceno 
buona  p  compofe  per  vfo  d'huominiychiamandolaT  rifera  far  acenica,  diceeffere 
0  '  fiata  jperimentata  ancor  nella  cura  de  i  Giumenti,  perche  dandofene 

vn' oncia  con  vino  caldo,  fi  rimedia  mirabilmente  al  dolorerò  tremar  de'l 
Se^ni  de'  core->e  alle  fine  opiy  &  alle  febbri  ,&alle  5ìanche?ge,ò  languori  ditutto 
mali   del  il  corpo .  ffegni  cofi  del  male  del  cuore,  come  delle  fincopiy  che  per  efìa 
cuore,     tal  volta  vengono,  fono  (oltragli  altri  )  il  tatto  freddo  del  nafo ,  e  delle 
orecchie  >  il  tremore  y  il  fiato  ffiefioyil  collo  chinato ,  &  la  debolezza  di 
non  poter  fi  tenere  in  piedi  :  Ma  fé  cacciandogli  la  lingua  fuor  della  bocca 
egli  con  fatica  la  ritiri, fappiafiyc  he  diffìcilmente  potrà  fcampare-.ilqual 
Sincopi  fogno  in  molte  altre  infermità  certamente  infallibile  fi  ritroua.  Vengo- 
come  e  ^  no  ancora  lefìncopi ,  ò  di  vernò  per  malignità  di  qualche  humor  veleno- 
quado  \'c  f0yChe  aff alti  il  cuore ,  b  dieflatepihfi>ejfoperfiiffocatione  di  fidila  cal- 
daio pur  ingombrata  di  tai  letami  >  che  con  la  loro  f timo fità  refi  fingano  jj 
i  vitali  filtriti  per  ca.hr  eionde  il  Giumento  addolorato?  contorcimenti  fi 
volta fpeffo  neldeflro  latOymofira gli  occhi  roffi,  &fà  nera?  òfanguino- 
fa  l'orina.  1>{el  qual  cafo  parimente  conuengono  le  fagnie  del  collo,  ò 
del  petto-,  le  quali  è  meglio  à  fare  in  due  giorni-,  per  non  cauar  molta 
f angue  la  prima  volta-.& conuengono  ancor  le  ben  ande  dell'aceto  fquil- 
litico ,  per  tre  dì  non  dandogli  orzo  j  ma  herba  verde ,  o  fieno  >  ò  brenno 
bagnato .  Tnoffi  oltr acciò  trarfugo  di  coriandri,  ò  di  porri  piantati,^ 
di  cicorea ,  e$r  cent  aure  a  maggiore  >  e  darne  ogni  di  con  acqua?  aggiun- 
gen  doni  pur  falnitro  :  perche  m  tal  modo  la  fopr  a  abbondanza  del  fan- 


D  IL'C  JLV  U  1  l  0,   t  1  B.  Vili.         71-5 

j§  gue  o  di  altro  peccante  humore  fi  verrà  a  diHruggere  a  poco  à  poco. 
Sincopa  ancor  egli  chiama  quando  l'animale ,  ò  per  molta  ingiuria  di   <.. 
sformata  fatica ,  ò  per  effergli  Hata  Jpeffo  leuata  la  fella  quando  era  c^e  cofa 
caldo  ,  è  venuto  à  tal  lafei^a,  e  tal  Languore ,  che  non  può  andare  ,  ne  fu . 
agevolmente  giacere-)  ma  conia  fchiena  tirata,  &  con  le  gambe  pari- 
mente contratte  fi  lamenta  ,  non  fen^a  febbre ,  la  qual  nella  bocca  cal- 
da, &  fece  a  fi  manifeHa .  e^f  i  quali  fé gni  bifogna ,  che  aumrtifcam 
bene  iMarifcalchi  ;  perche  molti  per  ignoranza  curandolo  come  ripre- 
fb  ,fitrouano  ingannati .  e^fqveHo  njn  è  da  cauarfi  f angue  in  quei  pri- 
mi giorni  ,ma  fono  da  far  fi  bagni  nelle  Jpalle,&  nelle  gambe  con  ac- 

J5  qua  bollita  con  cenere,  <&•  fate  ,ò  veramente  bollita  con  alarne^. 
jLìtri  con  figliano  a  fare  fittfk  di  [otto  il  ventre  con  pietre  calde ,  prui- 
na bollito  con  rofmarino,  pulegio  ,  origano,  &  calaminta-* .  Cfiouano 
parimente  le  vntioni  di  vino ,  e  d'olio ,  &  i  temperati  e(fer  c'iti ,  che'l 
muouano  à  fudore ,  afcingandolo  poi  nella  Hall  a,  oue  nonfiahumi^fi 
il  fuolo ,  né  duro  :  &  per  confortarlo ,  prendafi  meliloto ,  &  incenfo 
rotondo,  ana oncia  vna,  mirra,  &  radice  di  an-igallide ,  ana  onde 
due  ,-zaffrano,  &  draganti,  ana  onde  quattro,  &  ridotte  in  polite  fi 
diuidano  in-  tre  parti ,:  dandole  in  tre  giorni,  con  due  cucchiari  di  mele 
per  ogni  volta  :  laqual '  compofitione  perfettamentrfi  può  ancor' adopra- 
q  re  ne  gli  Epiflotoni,  ne  i  Tifici,  &  negli  frafimi .  Veramente  da  i  (far-  Cardiaci 
diaci.non  differirono  in  altro  i  Sincopati,  fé  non  che  quelli bah.  manca-  differifco 
mento  per  male,  che  fa  nella  cadetta  del  cuor  e,  &  quefli  per  fumo,  sincopati 
che  proceda  per  altra  via,  &  fi  conofeono  (come  Vegetio  narra)  per 
tali  fegni,.  che  l'animale  fi  muouepiu  pigramente  del folito,  come  fé 
fuffe  impedito  da  reprenfione,  ma  vi  è  pur  differenza  :  perche  iripre fi 
benché  leuino  tardi  ipiedi ,  fogliano  tutta  viapiegare  le  gambe,  &ca- 
minare  ;.  mai  fincopativanquafi  legati  di.  tutto  il  corpo,  &  volendoft 
corcare,  fi  gittano  a  terra  con  tutta  laperjona,non  fenica  gemiti  :  volen- 
doft aliare  fanno  vnfuriofo  sfor^o,ma  per  lo  dolore  di  tutte  le  membra, 
/>.  tardi  fi  drizzano  ,.  &  non  fi  curano  del  mangiarci,  llche  prouieneò 
per  abbondanza  d'humori,  Ò  per  affanno^ccejjìuo  ,  quando  il  troppo  fu- 
dore ha  Hancati  i  neruì,  &  conquaffate  le  membra  y  lequali  bifogna 
riHorare  con  bagni  di  acqua  mifta,  con  poluedi  fieno ,  fcaldandogli  il 
filo  della  fchiena ,  le  fratte,  &  le  reni ,  poi  rafeiugato  fi  deurà  lunga- 
mente fregare  con  vino,  &  olio  :■&  convna  buona  coperta  indoffo  fi fa- 
rà rìpofare  agiatamente  in  alio  letto  dipaglia,  grfattoper  tre  gior- 
ni, cofi,  fia  bene  a  rifcaldarto  con  quella  beuanday  che  già  il  (olom- 

hro 


yi6  b  Z  l  l  jt    G  l  b  \1  *U 

hyohauea  prefadaquefto  auttore;  ma  qui  fi  troua  defcritta  >  in  altro  g 
modo.  Trendafi  vrì oncia  di  mei  lauato  (  il  che  forfè  èdaìeggerft 
Meliloto)  due  di  mirra ,  &  quattro  di  draganti  >  quattro  dram- 
me di  offrano  >  v?ia  libbra  di  anagalUco  >  &  vn' altra  di 
incenfo  mafchio ,  &  di  tai  cofe  ridotte  in  fottìi  pol- 
ite y  dianfene  due  cuccbiari  con  vna  bemina 
d'acqua  calda  ,  due  ciati  d'olio  rofatOy 
&  due  cucchiari  di  meley  cofi 
facendo  in  pia  giorni  fin 
cbeeirifani.  Ta- 
rimene ajfer-  P 
mando  > 
che  tal  beuanda  per  Bolfì  ancor  ay  & 
per  quei,  cbe  hanno  il  male 
a                                    del  Tiro  è  loda- 

tiffima-j . 


Il  VIWJ.  DELL'OTTAVO  LIBICO. 


DI 


£ 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CA  VALIER  E    ILLVST  RE 

NAPOLITANO. 

Della  Gloria  del  Cauallo  , 

LIBRO    N  O-N-O. 


0T0  i  morbi  della  tetta ,  &  del  petto  >  de 
i  quali  appieno  è  ttato  ragionato  nel  prece- 
dente libro y  chiede  l' ordine  y  che  fi  tratti  di 
quelli  del  ventre  inferiore ,  per  il  quale  in- 
tendiamo tutte  quelle  parti  y  che  fono  dal 
diaframma  in  giù  fin' allo  ffo  della  pube  y  tra 
le  quali  primieramente  ci  fi  rapprcfentano 
le  indijpofitioni  dello  fiomaco.  E  dunque  da. 
fapereycbe  emendo  fi  il  magiareyé'l  ben  nel- 
..  la  cottiti  cap  acità  riceuutoyfe  con  l'aiuto  del 
ealor  naturale  ottimamente  fi  cuocey&  digerifceyparte  d'eflo  tirata  por 
)  le  vene  del  Mefenterio  nel  fegato  fi  coni-erte  in  f angue  per foflent  amen- 
to di  tutto,lcorpOy&  parte  in  efcrementi.Ma  fé  per  aunentura  per  qual-  j^ajj-  cpjC 

•  che  cagione  nonpofìa  egli  ben  digerir  fi  yfi  verrà  à  corrompereyò  in  gran  prouégo- 
.  parte  à  conuertire  in  ventofitày  dalle  quali  cagioni  nafcey  nonfolamen-  no  da  in- 
.  te'l  dolore  dello  flomace ^mala^aufea  >  ilfingultOy  la  deboleTga  diap-  dlJ>eItlQ'- 

•  petitoyle  apqfieme  ne  le  vlceragìoniy&  diuerfi altrimaliyi  quali  con  non 
molta  dtffcultàjaran  conofcidtti  dal  buon  Marifcalcoy  fé  con  diligenza 
offerueràgli  atti  >  &  movimenti  dell'animale  >  ilquale  benché  non  poffa 

.  parlareynon  reflaperò  >  che  non  accenni  con  l'occhio  il  luogo  y  doueha.il 
makiCalpettandoypiangendo  j  &  lamentandofi  Jfcejje  volte .  tAll'hofa 
;  bifogna 


7ig  szn/fzd^ 

bìfogna  primieramente (fecodo'lColombro)  chenellaflallafiafparfodel  j 
fieno  ajj allacciò  che  egli  volendo  fi  buttar  in  terra(come  import unaméte  '■ 
fuolfhrcjnon  refti  ojfefo;  apprcfio  è  di  attender  fi  alla  fu. %  cura  conpaf- 
Vntionc  feggiarlofoauementey&'  con  bagnarlo  di  acqua  caldai  poi  rafciugato 
per  dolo-  vngeyl^@fr€garloperÌifìiUibi}&perlafcbie;ia  con  olio  dilauroy  eh- 
ice.         Ih  commitney  graffo  di  vn  altro  tana,!!*,  ^  pece  liquida  inferno  falda- 
ti; la  qualvnuone  è  buona  per  tutti-id ,.  sriy  ò  torcimenti  di  ventrCy&fk 
buona  operatione  ancora  nella  Str anguria.  'Del  detto  olio  forino  che  fi* 
perfettOygioua  puf ad  infondergli  per  lagola  mc^a  libbra  alquanto  cal- 
do-ybenche  per  leuare  qualfi  voglia  dolore  cagionato  per  bumori  crud  yò 
per  ventofitàynon  è  cofay  che  tanto  fa  appropriata  guanto  l'inf afone  dì  * 
me'za  libbra  d'acqua  divitay  la  qual  è  molto gioueuole  anco  al  Tetano  ; 
&  alloJpafimo:&  buttandoftper  lo  nafoy  vale  contra  le  freddure  del  ca- 
po mirabilmente.  Vale  etiandio  non  meno  contra  la  vento fità  dclloHo- 
macoyche  contra  lapaffion  della  teHay  <&  contra  ManìeySpilenfeyVerti 
giniy^r  Taralifie  quella  confettioneyche  confifte  in  z^fgarico,Jìici?.dos>&' 
Cbamedrioana  onde  dieciyfagapenoy  <£ropopanaceyanaonàeottQyfcme 
di  petrofemoloyarijlolochia  rotonday&  pepe  ana  onde  cinqueycinnamo- 
moy-raffranoyjpicaymirray  &  poluedicafia  lignea  ana  onde  quattro y  & 
"venticinque  di  coloquintida ,  ridotte  infieme  in  fottil  poluey  &  con  mele 
{piumato  incorporate. Oltf  acciò  per  cacciar  fuori  la  ventofità  del  corpo 
chefk  dolori yproftteuole  cofafia  à  dare  con  vino  caldo  vn' oncia  dìque- 
fi*  altra  miHurayfemexe  di  linoy&  di  anìfi  ana  onde  ducyfinocchiycariùy 
Miflura  fóer  montan°ì'^"cimino  ana  ància  me^aypepeye  ^edoaria  ana  oncia  vnay 
per  difea  &  due  dì  fiori  di  camomilla  con  vna  mano  di  fieno  grecoyognì  cofa  pefia 
ciar  le  ve  fottilmente ,  &col  mele  confetta.  Et  co  fi  per  quelli  che  patifeono  dello 
colica .     Cornac Oynonpoffendo  digerire ycome per  quelliyche finitamente  vengono 
A  tremar ,  ò  che  hanno  fpa fimo  >  può  vfarft  queHa  compofitione ,  galan- 
gaynoci  mofeadey  cinnamomo ,  pepe  lungoy^en^iuero  y  e  garvfkli  ana  on- 
de dueyaniftymaratrO)ameosyfefeliycaruiy&  cimino  ana  oncia  vnaypetti  ff 
&  mifiicati  y  col  mele  >  aggiunteui  di  fugo  di  citr  angolo  onde  due .  La. 
confettìone  del  fieno  greco  ordinata  da  Hippocratey  &  approuata  dai 
tutti  ìfanìy  egli  afferma giouare  nonpure  allo  flomaco;  ma  à  tutte  l'al- 
tre infermità  >  che  al  corpo  aunenir  poffono  co  fi  degli  animali  ratìona- 
liycome  di  brutti  y  facendoli  à  maraviglia  ingranar  ey  e  fìarfemprefani: 
&  f^in  queflo  modo  >  cheprefe  cinque  libbre  di  fieno  greco  fi  fanno 
romperey&  in  vn  pignatto  nuotto  pien  d'acqua  fi  fanno  à  fuoco  tempera- 
to cuocereytanto  cheftan  diuentate  come  poltigia.  jlllhora  vi  fi  mettono 
trp  libre  di  h ut irò  divaccdfrefcoy&vna  oncia  di  olio  di  lino  co  vn* altra 

d'olio 


«Z>  E  l  .  C  0  V *41L0   IIB.     IX.  719 

"m  d'olio  di  noce,®  mefcolata  ogni cofainfieme,  fi  lena  dal  fuoco,  poi fatte-         ..  « 
ne  tre  pani,  fi  danno  per  tre  dì  in  qual  fi  vogliafiagion,  chefta.  Sappiaft  ftomaco 
ben  q  uè Ho  >  che lo  fìomaco più  che  per  altra  co  fa  fi  viene-  a  malignare,  com«(ì«i 
quando  l'animate  pati] ce freddo  ,  onelpafcereallacampagna^maffima-  "no. 
mente  mangiando  l'kerba  col  ghiaccio  fopra,ò  nella  fialla,che  fuffe  ma~ 
V  acconcia  ,  ®  colfuolo  non  len'afciutto  :  perche  concependoft  tal  fred- 
dezza, la  virtù  digefìiua  rimane  indebilita  >  ®~four  abbonda  Fbumor  vi 
fiofo  flemmatico,®  indigefio,che  genera  la  *AnaUrofu,fomigliante  (co 
m'egli  dieejà  canino  vomito,nbuttadofi  per  le  viefourane  il  cibo  co  conti 
nua  naufea  :  sAtqual  male  bifogna  rimediare  gommando  il  Giumento 

B    in  miglior  luogo  con  orio,® fieno  >  e  dargli  in  beuanda  quella  compofi- 
tione  di  cofe  catde,chepoco  difopra  habbiam  deferitta,  onero  pcsìar  tre 
onde  difementa  deWherba  chiamata gith,®  con  me^a  cotila  di  olio,® 
vnfeftaria  di  vino  darglila  in  bocca;®- fé  non  volendo  mangiare  fi  ve- 
deffe  hauer  la  bocca  feruida,piena  di  reuma  con  le  crene  del  palato  rile- 
vate a  Ufi  a  à  lifta  ,  bifognera  traigli  della  ter^a  trena  poco  meno  d'u- 
na hemina  di  f angue,®  fregatogli  la  bocca  di  origano  &  J ale, fargli feo- 
lare  quelle  baue,pofi  ia  lauarla  con  acqua  fredda,®  fin 'alle fei  bore  da-  ^-..r-. 
poi  no  dargli  cibo  da  nau fé  a  ancora  fi  toglie  uia,  dàdogli  per  lo  nafo  vna  comeft  ta 
hemina  di  vino,aue fia  petìo,®  rifiatato  vn  e apod *  aglio; alcuni  veggédo  glia  via  . 
C  t animale  fchiuare  il  cibo,® fiore  borriàop  tutta  la  per  fona  co"  peli  ag- 
gricciatagli danno  fangue  di  porca giouanemifio  con  vino  di  pari  mifit- 
ratjtltricon  vino  dono  le  cepolle,òfcalognepefie,®  fomenta  di  ruculay 
g  vero  il  licore,doue  fiaUata  tenuta  a,  molle  l'artemifia  ,  con  mefcolarci 
vnpoco  difatnitro:  gioverà  etiandio  pafcerlo  di  farina  fé  la  ftagìone  lo- 
permetterà,®  con  varie  forti  diherbaggi  atmangiareinuitarto  :  Mafie 
all'incontro  amenifie,ch€l  duméto,  per  difufata,®  intenfafhme,fifen-       .. 
tifie  con/untare,®  quanta  più  mangiavamo  più  appetifìe  x  che  appetito  OCjC|ie  g» 
canino,®  Bolimone,à  Bulfino  fi fiuol  dire  ronde  eglifpeffo  syincurua;in  die  e  come  fi 
tro,®  ha  tremare;®  in  certa  andaret^A  quella  fi  rimeàier  addandogli  curi. 

B  bocconi  dipane frefeo  pieni  di  vmo,maffimamentetrouandofiin  viaggio, 
che  fiondo  in  cafagli  fi  potranno  meglio  darepìgnolipefti ,  òfior  di  fa- 
rina, pur  nel  vino  :  ilche  Hierocle  afferma y  dicendo  ottimo  foceorfa 
efier'acauaUo,  che  perimpatiemradifitme  cornine  iafie  à  pericolare >  . 
dargli  per  bocca  con  vn  corno  vna  parte  di  farina  macerata  nel  vino  » 
e  ridotta  in  fugo  :  ®"  fé  tal  morbo  andaffe  innanzi  y  dar  nel  mede  fimo 
modo  il  fior  della  farina  >  o  ?  egli  non  potè fie  durare,  ®cimanxafiero  te 
cofeneceffarie per gli  affamati  y  glifi  pul  dar  vn  beuerone  di  vino  con 
"vngugia  di  polite  y  Qpur'iltenemammoffato.y>  con  vinamettergli  nella: 

&  ola. 


%oU  à  pe%?o  a,  pe%go .  Concio fia  cofa  che  [olendo  il  più  delle  volte  prò-  £ 
Cedere  qneflo  inde  da  molto  calore  di  aere ,  ò  difktica ,  ò  per  lunghe  vi- 
gilieyò  molta  effufione  di  colera  >  ò  per  molta  quantità  di  vermini:  che  di* 
uorano  il  cibo  dentro  il  ventre  fecondo  che  la  cagione  potrà  conofcerfi, 
co  fi  deurà  far  fi  la  curalo  con  cibigroffi  >  &  duri  da  digerire  y  come  gra- 
no cottoyfauefranteypane  fenica  fermento  ,  pori iliache  yvoua  alleffe ,  &. 
altre  tali,  ò  veramente  con  dilicati  e  nutritiui  y  come  le  Trippe  >  nel 
qMal  modo  gioverà  grandemente  anco/vngere  tutto  il  corpo  con  vinoy 
&  olio  tepidi  contra  pehyfregadolo  bene  alfotey&  flropicciando  la  cuti- 
Diarea  cagna:  'Dalla  corruttioney&  indigestione  de  i  cibi  fi  genera  anco  la  Dia 
che  èz,8z  rea,detta  da  Cjreci  ancora  GranitOydS-è  vnfempliccflufo  di  humoriyche  &  L 
come  fi    facendo  grarugiti  per  lo  ventreyfe  ne  uano  àfeorrere  per  le  parti  fottaney 
medichi,  n  qualflufìo  può  prender  fi  in  buona  parte  >  che  la  natura  per  fé  medefì- 
ma  fi  purgai) re  :  ma  quando  la  quantità  fuffe  moltay&  con  debole^a  di 
Lie  teria  virthyf aria  pericolo foyè  dariflrignerfi con  i  rimcdlycheft-diranno.Lien- 
teria ,  fi  chiama  quel  fluffoy  nel  quale,  quel  che  fi  mangia ,  &  che  fi 
bee,  fi  manda  per  lofeceffoy  inquella  medefima  quantità ,  &  qualità  : 
&  fé  preflamente  non  fi  foueniffe,  fiuta  mortale  :  però  conueneuole 
cofa  fiacche  fi  offendilo  gli  ordini  dati  già  per  la  ragiatura ,  oltra  iquali 
Maefìro  Coluccio  daFlumarifece  ottima  ijperien^y  con  dar  algiumen- 
to  due  dì  in  beuanda  roffi  d'uouaycannellay7\iffran0ymirraycafìiay  aceto, 
Diséteria  &  vinoybattuti infieme  .Ma  difenteria  dice  efiere diuifione di  intefliniy 
edolore  per  qualche  fcoriagioney&  vlceragionedi  quelli ycagionat a  per 
mala  qualità  di  humoreycome  di  colera  aduflayòf lemma  falfo  :  òperop- 
pilagione  di  fegatOyh  rotture  divene^ò per  corrottine  di  aere  y  ò  pervio- 
,  len%a  di  vento  humido ,  &  cattino  fi  comeèl'*Auflro  .Ifegni  di  effafo- 
i  fluffi  ia  no<Juando  alcun  fliffio  di  che  projjimamente  fi  fono  detti  >  è  durato  più 
di  due  ò  tre  giorni  ;  e  talflufio  èpu%jolente ,  acquofo  y  ò  camofo  >  ò  fan- 
guinofo  y  ò  bianco  >  ò  vifeofo  >  &  àguifa  di  aceto  bolle  alquanto  in  ter- 
ra .  Il  rimedio  è  y  che  fi  cauifangue  dalle  vene  del  collo ,  &.per  molti 
dì  gli  fi  dia  à  bere  la  decottione  della  feor^a  della  querciuola ,  battendo 
fatta  le  far  quella ,  chi' è  tra  la  corteccia  di  fuori  e'I  legno  :  ò  glifi  dia  vi- 
no roffo  con  polue  di  pomiceyche perfettamente  riHringeyComc già  da  Ve 
'  getti  fu  affermato  y  il  qual  non  mane  a  di  ammonirci  y  chenonfitardi  à 
rimediare  àflujji  del  ventreyperche  fon  molto  perico  lofi  3  &  ciò  fi  faccia 
dando  la  falutifera  beuanda  divino  forte  con  galle  di  Soriay  &  carote^ 
infìemepefle  y  ò  di  vino  con  rberbaroJfia.E'  buon  rimedio  ancora  a  dar 
yn'hemina  difalnitro  in  fottiliffimapolue  ridotto  in  me%a  oncia  d'aceto 
difciolta:ilqual  nitro  effendo  vergine  >fia  migliore:ò  yeremente  con  vn~ 

fefla- 


DEL   C^iVJSZLO)    L1B.XI.  yìt 

[£  feftario  di  aceto,  &  acqua  melata,dargli  ma  libbra  dijlerco  di  pecorai 
Buona  ftmilmente  dice  effere  quefla  compofitione,che  prefa  me%a  oncia 
di  pepe  ,  &  mera  di  pece ,  vna  &  mera  di  cafta ,  e  due  di  cera  con  vna 
libbra  di  lardone  ne  fàccia  pafta,  &ft  diuida  in  per^j ,  i  quali  fi  bagni-r 
no  in  cera  liquida,  fi  che  ne  reatino  coperti  effi  bocconi,  che  fi  daranno  . 
M.Luigiper  curare  i flufjì  prendea  dodici  roffì  d'voua  leffatein  aceto,& 
fattane  polite  le  mefcolaua  con  vna  taya  di  farina  difaue ,  &  vrì  altra 
di  farina  di  cavagne  mondate:  indi  difciolta  ogni  cofa  in  due  ta'rje  di  vi 
no  bianco,&  mera  di  aceto  forte,le  daua  à  bere. Tal  volta  daua  beuero- 
ni  diquefte  due  farine  bollite  in  acqua.Tal  volta  daua  ftemperate  col  vi 
no  la  farina  delle  e a^iagne, e  quella  del  grano .  Tal  volta  bauendo  fatto 

B  bollire  alquanto  d'orilo  prendea  treta^e  di  quella  acqua,  &  mefcolata 
ui  mera  libbra  di  farina  d'orbo  e  vn  bicebiero  d'olio,  tornaua  à  bollire , 
poi  colate  vi  aggiongnea  due  bicchieri  di  olio,e  mera  oncia  di  cannella,e 
daua  a  bere.Tal  volta  fea  nell'acqua  bollire  orro,paglia  di grano,e  femè 
tre  di  nafiurtio,e  quella  decottioue  buttauaper  bocca}  &  nell'acqua  ordì 
naria,che  gli  daua  per  bere,mettea  femenre  di  lenticchie, e  face  alo  anda 
re  vn  poco.Vfaua  ancora  di  dareà  i  Difenterici  beuade  di  vino  co  femen 
tre  di  lattuche,ò  con  fiori  di  cauoli  pefti,ò  con  polue  di  una  tortorella,che 
uiua  fi  foffe  fatta  abruciare  dentro  unpignatto  afe  luto,  e  ben  coperto  :  /'/ 
che  propriaméte  adoprauafe  la fcorrenrafufse  fiata  co  [angue  oltre  che 
'  ogni  volt  a,ch 'egli  haueffe  veduto  vfeir  sague per  lo  fecejfo,  primieramé 
te  il  fea  infagnare  nel  palato,  poi  gli  daua  per  bocca  la  radice  de  gli  al- 
buri  mefcolata  co  vino  dolce,& farina  digrano,&  affongia  di  porco  boi 
lite  in  acqua: e  di  quell'acqua  sbruffaua  ancora  l'orro.T^e  mlcaua  di  ado 
per  are  le  beuande  di  aceto  con  lagalanga  pefla,ò  di  aceto  con  acqua  mi- 
Ho,e  bollito  con  fcorre,e  con  fiori  di  melo  granato.  Hierocle  fcriue,  che'l 
fiujfo  del  ventre  inuecchiandofinell  animale,gli  confuma  le  forile  à  poco 
à  poco,  e  conduce  à  morte,però  bifogna  curarlo  fin  dal  principio,dadogli 
Vorrò  bagnato  d'aceto,&  miflo  con  paglia  minuta  di  frumento  aggiuto 
M  alquato  delrhoo,  ò  rhu,che  chiamano  coriario,percioche  svfa  al  con 
ciar  delle  pelli,&  volgarmente  fomac  co  è  detto.  Gioua  ancora  pestarle 
frondi  del  rhamno,cffè  vna  forte  di  fpina,&  fattine  con  farina,  et  acqua 

*  bocconi ,  buttarglieli  nella  gola,  ònel  fimil  modo  le  femenre  del  carda- 
momo^ de  gli  agretti  ( coni  altri  dicono)  peHe ,  edifcioltein  vnpoco  di 
ncqua.  Conuiene  oltr  acciò  non  dargli  cibo  afsaifecco,  ne  troppo  da  bere: 
j&  nell'  acqua  farà  bene  à  mettere  giunchi  pefìi ,  ò  tenere  cime  di  quelle 
fpine,che  producono  more,non  molto  però ,  accioche  no  7  facciano  troppo 
Mitico  diuentaremefi  manchi  di  farlo  alquanto  paffeggiare .  enfiano 

Z  2  ^  Mari- 


72S  -B  É't  tu    qt  0  711 ìjf 

Marifcalco  lodano, ,  che  fi  brusìolaffe  l'orbo,  sbruffandolo  con  vn  poc°     £ 
d'aceto  nel  brustolare  ;pev  che  fe-dopo  bru fiutato  fi  sbruffafie,il Giumen- 
to per  l'odore}non  ne  mangiarebbc. <Altri hauendo  bruJlolate}e ridotte  fé 
fottìi poiuc  tre  hemim  di  uinacciiìoli>&  mcfcokitom  altretanto  di  fari- 
na di  frumento  contrefeslari  di  acqua  pura,  guel  buttano  in  canna  con 
tino  imbattono  piria  (come  dicono)®  non  d'ori^symadi  minuta  paglia  lQ 
cibano  .  Rippocrate  vuole ,  che  fi  dia  a  bere  acetofa  con  vino  auslero  ,  o 
tal  vino  bollito  con  fiondi  di fpine,ovino,®  farina ,  òconvnfeslario  di 
"pino puro  me^a  oncia  di  laferpitio:ò  veramente  fei  onde  di  fmirtelle  ne- 
re benpesìe  con  vn  feflario  di  portulaca  di  horto  difcioglianfi  in  altret- 
tanto  di  vino  dolce  :  ®fe  iCauallo  non  voleffe  berne  ,aggiungaui fi  fari-  g 
nad 'amido  ,  e  dì  a  fi '  à  mangiare  or^o  brt.ftolato  .  Fu  altra  beuanda  egli 
compone  con  fior  di  pino  y  fomac  chi ,®  galle  jLlefi  andane  ana  libbra  v- 
nayaff e  aio, abrotano  hifiopo,  ®  ruta  analibbramc^a ,  incorporate  con 
y  ino. Tiberio  dice ,  eh  e  quando  fi.  vede  il  cauallo  per  haueril.  ventre  liquir 
do  portare  le  gambe  quafi  legategli  fi  faccia  patir  fete  ,  ®  poi  gli  fi  dia- 
no a\  bere  due  onde  d'HiJfòpo  infufo  in  acqua  ;  ®fe  non  fi  libera ,  cauifì 
■prima  fangne  dalle  ginocchiate  dalie-gambe,  &factiafiftare  entro  V  ac- 
qua per  me^a  horaypoi  neW  acqua,che  bara  à  ber e,mett a fhpolue  di  frond- 
ài di  rouifecche .  (fioua  etiandio  à  dargli  a  bere,  in  vna  hemina  dìfapo— 
rofo  vino  ®  vn\altra  di  acquatomi  granati,®' farina.  .-.  oper tre-giorni  G- 
buttargli  in  canna  slerco  dicane  difciolto  invino  vecchio,®' ben  colato. 
Gregorio  per  t'animai  'Difentericoordinò  ipafieUiy  ale  tirelle  in-  queflo- 
modo  che  fi  prenda  far  ina  di  amido  y®  acatia  ana  oncia  vnaT^affrano-y 
incenfo  >  ®-  mirra  ana  onde  fei,contre  di  opio ,  ®vna  ®  meta  di.  lido 
&poi  che  ogni  vna  indìfparte  farà- ben  pesta  gitomi fi  àpesìarle  tutte  in- 
fameyaggiugnendoui  decattione  di  rofe,o  difalegaro  ,  o  di  mirto  verde 
per  due  giorni  in  vn  mortaro ,  indi  afeiutta.  chefia  la  minima  y  adòprifi. 
conia  detta  decottione  ;  hauendogli  prima  fatto vn  clifiere  difugo  di  fa- 
Ugaro.M'a  fe4' ufcitefuffero  imbrattate  di fangue,bifogneria  conia  tirel- 
la incorporar  la  pietra  ematica  .  Toffafi  ancora fare  di  tal'  compofitione 
fuppofte  lunghe;®  vt ile  è  parimente  advngerne  l'ombitico,lo  slomaco  ti 
Gauallo  e  tutt0  ^ventre  >  Hor'\A  flirto  narra  >  che  quando  il  flufìo  è  venuto  a\ 
che  man-  ^Dìfenteria,  ciòey  che  V  intestina  fon  dì  tal  modo  efi  ulcerate  y  clje  cor* 
di  fuor  il  lofierco  muccofo.  Mandeno  fuori  il  f angue  ùl  budello  con  vnofpefìo  dè*- 
bu  dello  °  fiderio  di  buttare  fuolrouefciarfiy  ®vjc  ir  fuori  del  fondamento  y  alta- 
meli  foc-  qu^  àifauentura  ilCanallopiu  che  V \Afino  >  ò'imulo  èfottoposlo  .*  on- 
sorra.      de  bifógna  tagliar  via  quel  di  fuoriycht  come  fouerclno.sAliri  dicono  tav 
gliarh attorno ,. o disUc  cario  :  oauwnenteyero)  fd?iuando  di non  tar- 
siar i 


s Et  curati i o>  1 7 1\  ne.  jn? 

rjl  glia?  parte  alcuna  dette  parti  ultime ,  che  fi  Hrìngòno,'cìoè  della coroni? 
del  fondamento  al  qual  mai  più  non  rientrerebbe,  &  reftandt  apertola 
feberia  fuori  il  budello,clje  gì' è  Vicina^  l'animai  no  patria  più  viuere. 
Fatta  queìla  opra  di  mano  ,  egli  vuole  j  che  fi  dia  è  bére  vn'bemina  di 
aceto  mijlo  con  mele  bollito  confeor-rc  di  pomi  granati  :  ò  pefie,&  cri- 
vellate le  galle  ,fkcciafene,pafia  coni  affiorato  ,  &  à  bocconi  fi  butti  in 
canna\l<[e  fi  manchi  Hi  dar  mescolate  le  fiondi  deU'bedera  tra  la  biada, 
tagliate  minuitzmente  con  vn  coltello.  Tal  cura  di  taglio  daVegetio  an- 
corale dalColombro  fi  giudica  necefiaria,  condir,  che  altrimenti  non  fi 
riuòlgeria  dentro  quella  parte  vfcitafuori,laquale  quando  ben  non  fi  po- 
lì teffe  tagliare  tutta ,  non  importeria  ;  perche  quelpoco,che  rimarrebbe , 
rientreria  guarendo fi  a  poco  àpoco  .Siltri  nondimeno  fon  di  parere,  che 
quando  ilfedercafcaffe:o  reslajfe  fuori,deggia  bagnar fi d 'olio  caldo^raf 
fo  di  pecoru,&  acq.-:a  tepida;  &  pian  piano  Jpingerfi  dentro: pò feia  met- 
tergli per  clistere  le  mede fime  co  fé,  aggiuntavi  gomma  cotta .  llI{ufio 
loda ,  che  fo  ura  il  budello  vfeito  dal  fondamento  fi  f^arga  fale  Ben  trito 
&ripoHo  che  s'babbia  dentro,  vi  fi  metta  vnpergo  di  lardo  , fatto  à 
modo  difoppasla^fkcendoui  difoura  tenere  la.  maina  cotta-*.  <J%C.Tier 
■^Andrea  con  vino  bianco,  à  vermiglio  perfetto  bollito  con  rofmarino,  & 
con  l'berba  chiamata  slepa  bianca  fole  a  lauar  due,ò  tre  volte  il  dìilpo- 
^  flerolo(com 'egli  diceajò  budello  vfeito  fuori  :&  fé  per  fé  non  rientraua, 
egli  afciugatolo  con  va  panno  caldo ,  gentilmente  con  la  mano  il  rimet- 
tea  dentro,  &  pofeia  co'l  detto  panno  caldo  oppìlaua  il  forame  benfiret 
to ,  &  facendo  paff aria  coda  infra  le  cofeie,  la  legaua  con  la  cignia  da- 
uanti  >  poi  quando  il  cauaUo  hauefie  voluto  votar  il  ventre ,  glie  la  feio- 
gliea,è  tornauaafkre  ilfomigliante,  cofì  continouando  finche  fi  fiiffe  gua 
rito  àpieno.  Et  perelye  tal  male  fuoV  auuenire  per  d;<c  cagioni  contrarie) 
diflercorare ,  ò  troppo  liquido ,  ì»  troppo  fecco ,  eglifefvffe  fiata  la  pri- 
ma caufa*  giifea  elicere  di  farina  di  grano  riforme  fidata  con  vino ,  in 
.  cuifojfero  bollite  le  dette  herbe  infiemecon  vn  poco  di  camomilla ,  dan- 
dogli à  mangiar  orxp,& paglia  ben  monda;  fé  fuffe  fiata  lajeconda,feà 
il  clifiere  con  malua,  mercorella,  brenna,  leuatina,  olio  -,  e  graffo  di  bec- 
co ,  v fondo  per  cibo  brenno,boRito,  e  tenuta  alfereno  quando  era  evertè , 
ò  raffreddato  alcouerto ,  quando  era  verno  ,  &  per  lo  bere  fi  ferula  del- 
l'acqua,oue  quello  era  bollito  :  facendo  difrefea  tale  iecottiove  di  voi-  CauaNo 
ì a  involta-,.  Quando  il  feder  fuffe  rotto,  Eumelo  vuole,  chevifiChzbbii 
metta  incenfo  bollito  in  vino  di  buon  fapore  ,  ò  veramente,  che  fivn-  rotto  il  fé 
ga  prima  d'olio,  &poi  vi  fi  metta  cenere  d'Ireos  abruciato .  Telagonic  me  ^  Cl^ 
dice  ogni  rottura ,  che  fujfe  nel  federe,  curarfi  con  f angue  di  drago,  <&  ri. 

IZ       2  fugQ 


724  h  t  l  l  U     G  L  0  \  I  Jt 

fugo  di  porro,  me f colati  confale,  pece,  olio-,  &  affungia  vecchia.  <isfgo-  E 
vlceragj.o  fìino  Colombrofcriue,che  nel  federe  fuolfhrfi  alcuna  vlceragione,ò  [cor- 
ni &c.i|£l  tìcament0)ò  tumore,quando  per  adufiionedi  colera  nera  moltiplicata  in 
quelle  parti  ,  &  quando  per  violenta  di  Cerchi  fecchi  e  duri ,  che  venga 
no  ad  apprir  le  vene  hemorroidali  :  &  per  curare  fi  fktti  mali  è  dafaper 
fh  che  alando  afeiutto  il  luogo  off efo  fenica  purgar  materia  alcuna,vi  Ha 
rà  bene  vno  vnguento  fatto  con  eguali  portioni  di  midolli  d'ofi a  di  bue 
e  di  ceruo,edi  mafcelle  diporco,butiro  di  vacca  fenya  fale,olio  commu- 
ne  >  e  di  mirto,  &  litt argino,  aggiuntaui  alquanta  cera.Mafen'vfcifie 
bumor  marciofo  ,ò  pur  acquo fo,  ve  ne  farà  conueneuole  vn  altro,  ilqual 
contiene  litargireo,  biacca,  maftice,  aloe,  incenfo,farcocolla}mumia,&  * 
bolo  armeno,per  egual  pefo  polueri?ati,&  confitti  con olio,ò  veramente 
mettafinel  budello  vna  misura  di  galle  ,  cicuta,  pimpinella,  e  feorze 
di  pomi  granati  ben  peHe  infieme  \&fe  conquefte  cure  nonfiguarif- 
fe,  &  lo  fmaltir gli  veniffe  à  forza  ìjpingafìil  braccio  vnto  d'olio  calda 
entro  il  budello,e  trouate  quelle  pie  e  iole  eminente  ,  che  producono  /'  hu- 
more ,  procurifi  difiacarle  con  le  vnghie ,  &  poi  vi  fi  metta  l'vntionc^>, 
lei  *&  1°  Ma  grandemente  pericolofì,&  mortali  fono  i  dolori  Colici ,  &Iliaci:ne 
1  iaci .       '  quali  hifògna  vfarfì grand  ifiima  diligenza  >  &preftezga,percbe  mol- 
te altre  forti d'infermità  fi poffono  alquanto  più  prolungare:  ma  tali  do-  q 
Errori  di  lori,fe  preflamente  non  fi  rimedia  ,prefiamentefogliono  reccar  morte  : 
Marefcal-  benché  il  poco  fapere  de'  Marefcalcbi  giudichi  facilmente  poter  fi  curare 
no  i  dolo*  ^  cm  mcantl  5  ò  con  altre fimili  fhuole,  ad  vfanya  divecchiareUe:  &fì 
li  colici,    come  ogni  dolore,che  nel  ventre  fi  muoue,fh  riuoltare,e  torcere  l'anima- 
le per  terra>per  la  qual  cofa  da  (jreci  è  chiamato  ftrofo:  cofi  filmano  ef- 
ferfempre  vna  cagione  :  &  molti  ne  fun  perire  :impoffibile  effendo,  che 
fia  efficacia  la  medicinale  pnmanonfia  conofeiuta  la  forte  del  male  per 
Chorda-  fegniproprij,&  per  ragioni ,  Sente  tal  volta  il  Cauallo  vn  dolor  afprijfi* 
^    *         moyche  è  nominato  Chorda^o ,  quando  le  budella  per  vento fità,  ò  fmno- 

fità  fi  ttirano  come  vna  corda ,  &  in  fi  fritto  modo  fi legano  infieme,  che  H 
l'animale  è  corretto  di  vomitare  è  non  pur  il  cibo,  &  l'acqua,  ma  lo 
fieno  ancora:  &  fentendo  grandi  ffìmainfiammazione intorno  àl'om- 
bilicOjfi  va  riuoltando  con  tanto  impeto ycFe ; cnpà^~&viene  à  morte:  il 
qual  dolor  e  da  alcuni  è  chiamato  Jliaco  per generarfì  nell'interino  fot- 
tile,ileo  nominato ,  ilquale  efiendo  ferrato  per  infìamagione ,  0  per  ejìer- 
fi  lo  HercB  nel  fin  d~effo  molto  induritolo  l  fa  cadere  nella  concauità  dei 
budello  longanone ,  per  lo  quale  ordinariamente  la  feccia  delle  cofe  dige- 
rite  difeende:  onde  il  ventre  fi  gonfia  tra  le  vìfeere,  &  fente  cofi  acerbi 
dolori^  morfirfbe l'animale gitta?idofi àterra,ftendei piedi  calcitran- 
do : 


bit  C  JIV  j£LLO>    US.  IX.  7*f 

jt  do,&  quanto  più  per  Vimp  atien%a  fi  va  sbal^ando,&  volteggiando  più 
crefee  la  ventofìtà,laqual  mescolata  fi  conio  flerco,non  frenando  ufcitay 
accrefee  la  pena.  Si generano  parimente  nell interino  crafo,nominato-         - 
Colon^grauiffimi  dolori ,  che  perciò  coficidettifono,  iqualiperlopiicna-  nell'inte- 
feonodaventoftà.  UorV egetio  ordina,chequantunque fi  reggia  l'ani-  iìiaocitf 
male  gir  fi  cafi  rivoltando  per  terra-,  gli  fia  abbondantemente  bagnato  di  '0f 
olio  il  forame  difotto,per  lo  quale  fi  f^inga  la  mano  entro  il  budello  drit- 
toyperche  tr  oh  andò  cjlo  budello  aperto  co  fottìi  buco,  fifaprà  effe/  doglia     -|- 
di  cojpoy&fi  tenterà  di  tirare  io  fieno  ver  fola  mano  fhcédo  pofeia  quel 
urimedtficbe  fi  conuengono ,  fé  tastando,  fi  trotterai  budello  ferrato,& 
fuffogato;che  appena  vipoffa  entrar  la  mano,con  ejferui  pocoflerco,  & 
£  ridotto  inpilhde,fi  diràeffer  oppilagione ,  la  qual  bifognerà  rifoluere^J 
con  clisleri,&-  vntioni  .Ma  trouandofi  non  bauer  molto  fler co ,  ne  e  fere  — 
fortemente  enfiato  ,  fi  giudicherà  effer  doglia  di  fiomaco  ,  la  quale  con 
calde  beuande ,  &  fregagioni  potrà  curar fi ,  ma  trouandofi  gonfio,  &' 
fomigliante  ad  vn  tamburo,  fi  terrà  per  certo  il  budello  fottflehauer  la 
pajfione  digran  pericolone  conprefle^a  non  fi  foccorra  in  queflo  modoy 
ilqual  potrà  parimente  feruire  ne  gli  altri  dolori,  che  fi  fon  detti ,  che  al  -~l_ 
Giumento  fan  lungamente  faldate  le  reni  con  acqua  calda  ,  <&  accio-    \ 
che  il  vapore  poffa  più  penetrare ,  vi  fi  metta  ff>effo  bagnato  di  quella  il 
fieno ,  &  poi  con  buone  fchiauìne  cinto  fi  fàccia  Hare  in  luogo  caldo  . 

'  Oltr  acciò  farà  bene  fregarlo  tutto  con  calda  mifìura  dì  olio  commune^  -r. 
olio  di  lauro,&  pece  hquida,vngendone  parimente  i  tesìicoli,  &  infon- 
dendone trai orecchie ;e tal  fregagione deurà  durare,fin  ci/egli  incomin 
eia  fidare,  &  fuentare  per  le  parti  di  fiotto,  dal  qualfegno  buona  ff?e- 
rawza  di  fanitàfii  potrà  pigliar  e. *ì<{e  fi  manchi  di  dargli  ogni  giorno  qi-  e  -  -rr 
Ha  beuanda,che  fcalda,&  rifiolue  il  ventre,  laqual  riceue  cinquanta  gr  0. 
nella  di  pepe,cimino  ^ìleffandrino,cimino  africano;  e  vetro  fello  quanto 
con  quattro  dita  fi  può  apprendere  di  ciaficunoyfieme^a  d'apio,mirra,ne- 

£  pita,&  triffagine  egualmente;  &  nitro  e  la  me^a  parte  dell  altre  cofe,le 
quai  ben  trite  faranno  con  vino  caldo,&  olio  di  pari  mifura,&  con  me- 
le à  baftan%a,meficolate,e  difciolte.  Quando  fi  fatto  rimedio  nongiouaf-  -4— 
fé  mettanfiper  tutto  il  corpo  facchetti  di  calda  femolaffieffo  rinouati^ 
fiaccianfii  fpejfi  clifìeri  con  acqua  calda ,  &  olio  me j colato  con  fal$  •>  me- 
le, nitro,  &voua  ;  o  veramente  in  luogo  di  tai  clifleri,  adoprinfi  le  S~ 
fupposìe  di  lunghi,e  duripaslelli,fkttidi  fale,&  mele  infeme  cotti ,  che 
cofi  aperto,&  allargato  il  ventre,  verrà  a  cacciar  fiorila  vento fità,  &    <.      .  ,. 
la  feccia.  Se  nel  metter  della  mano  tragliintefìini,  vifitrouerà  vna  ^0\Qr  CQm 
gran  durezza  firmile  ad  vna  %ucca^  fi  Slimerà  da  colico  dolore  effer  uefii  lieo. 

ZZ     3         fato 


jió  D  E  l  L  jì     G  L  0  \1   A 

fitto  l'.ammaleyilqualefi  vedràttar  volentieri  corcato  al  lato  dèftro,e  dì  g 
fienderfi  al  forcar/i  di  orinare:  e>  quanto  pia  duro  fi  fentirà  effo  budel- 
lo ,  più.  lungo  farà  il  dolore  >.  benché  al  pia  non  fi  a  per  p  affare  il  quinto 
giorno  :  e  falutif ero  fegno  fia/e  appreffò  al  cliflere,  od  à  la  beuanda  ,  egli 
manderà  fuori  abbondanza  di  fieno  d::ro  .  Di  quefìo  male  de  finteflino 
feanJ1  di  chinato  Colotiy  che  fuol  produrre  enfiagioni^  dolore,  fuol'efier  figno  > 
eflb.         che'l  Giumento  va  fraudando  con  i  pie  dinamjyle  appetifee,  il  pafieggia- 

(Yefi>cffo,èlcdlo  della  fialla,benche  fi  i  con  diligenza  couerto  ;  &  fi  può 
curare  br  affando  gli  nelle  narici  lafero  firiaco  Stemperato  in  vinotepido* 
tAltrone  dice- y  che  lapafjìone  colica  fuol  tormentar  grane  mente  gli  ani- 
mali: fi  che  filando  in  piedi  gli  fa  cadere  à.guifa  di  attratti  y  a  mal  cadu- 
co^ beuendo  acqua  fiedda,fudanoytremraoy  efianno  anguHioft\;  per  li 
/  ,.  quali  ottimo  rimedio  ria  pigliare  anifì di poncoy  petrofemolo  yfeme  di  fi- 
nocchio >  marrubio,abrotano,yzen7ero  ,  eijr  ruta  ana  oncia  unaypepenero 
<&  centaurea  maggiorery  &  minore  anacmie  dney  camepitìo  yepulegio> 
ana  oncia  mexa,tre  di  aneto,  &  vna>&  me%a  di  apioy.con quattro  fcro- 
poli  di  lìblfìico  y  &  altrettanti  di  eupatorio  :  e  di  tali  cofepefte  infìemey 
&ben  cernute  incorporate  con  due  libbre  di  mele,  [chiamato  ;  poi  fatta 
compofitione^fe  ne  dia  quanto  f uff e^  vn'auellana  con  vn  fefìario  di  acqua 
*7    tepida  ogni  volta ,  &fe'l  dolore  perfeueraffe ,.  diafi  à  bere  vn  fefìario  di: 
vinofekietto  con  cinque  cuc  chiari  difemmra  di  finocchi  ben  tritta,ò  ve  g 
r amente  con  alquanto  di  pepe ,  &con  la  pò  lue  della  pelle  dei  ventre  di' 
vn  polio  ficca,  al  forno.  La  prima  compofitione  egli  prefeda  Tehgonioyil 
quale  r -acconta  efiere  Hata  già  ordinata  da.  (elfo  in  queftafoggia,rcnpon 
ticoypetrofemoloyfemi  d'apioye  difinocchioypepe  nero >  marrubio  ,,ahro- 
tanoyleuifìicoyaglioy  cent  aure  a+pulegio  mondo  ,  <&  ruta  ana  oncia  vnay 
aìugayeupatorio,e  renderò  ana  oncia  me^ayvno  fcropoladi  aneto  ,  e  due 
libbre  di  mele  cottoybenche  altri,  di  tal  mifiura  lettati  V  agli,mettono.  del- 
la rutay  e  dell'eupatorio  anafcropoli  quattro?,  &•  fei  oncie  dina  :  richie- 
di   dendo  delta  centaurea  le  femenre .  (jioueria  parimente  (fecondo  cofluiji 
pigliar  vn'hemina  di  vin  vecchioyvn' oncia  d'incenfo ,  cinque  d' aceto,  <&■ 
quattro  cucch.iari  di  mele  ,  e  di  tutto  fatte  tre  parti  y  darle  al  colico  in  ff 
e    tre  giorni ,.  facendolo  caminare  con  buone  coperte  in  dofìo  .  K[e  difutile 
farla  à  dargli  à  bere  con  vino  >  e-r  pepe  ta  [corra  pefta  de  i  capparifecca 
al  fumo  :  benché  alcuni  mettano  gli  Hefjì  e  appari .  Il  ¥  errato  dice,che'l 
poloi  ^  dolore  colico  non  è  altroché  paffìone  dell'interino  >.  cagionatola  vento- 
fia.  '        fìt*  quiui  rinchìufa  >  laqual  non  poffendo  V animale  fuent are ,  fi  gitta 
gonfio  in  terra ,  &fuda,.etar^p  reHa  di  menarfi,  quanto  per  auuentu- 
rafi  trouerà  con  lodino giufo ,  <&  con.  i  piedi  aizzati  >  &  aitai  dolore  egli 

fuol 


1>  EL  C  UV  Jil  LO,  l  lì.  IX.  727 

*À  juol  venire  per  hauer fi  abeuerato  caldo  ,  ò  di  acqua  fetida  ,  e  canina  > 
ò  per  bauere  cangiata  Gialla.  Quando  dnnque,fi  voglia  [occorrere  alfuo 
male,facciafiper la  prima  cofaì'infagnia  delle  nafche,  e  de  i fianchi)  & 
dopò  quella  vn garzone  battendo  conia  mano  c-at  ciato  dal  budello  quan- 
to diìlerco  viharatroncCto  ,meuaui inglobo di  due  onde  di  mele  ,  & 
una  di  [ale  amm  a  fiate  con  tre  dramme  d'olio^ficcando  il  braccio  quanto 
più  in  dentro  poffa:<&  ciò  non  giouando,facciagli  un  clifiere  con  aloe  epa  f-, 
tica,e  tre  forti  di-olij  ,  uiolato,)ofato,  e  di  noce  col  uino  incorporati  :  col 
qudl  rimedio  fé  fra-quattro  bore  ei  non  migliorerà  ,fappiafi ,  che. fra  tré 

_  altre  uervàà morte ,  ma  la  paffione  Iliaca,  dice  effer  quando  il  Cauallo    ìPaflìone 
dimofha  doglia  nel  federe,  &  che  non  pofiendo  cacciar  fuori  le  feerie ,  Iliaca 
tempeflaper  terra,&  col  membro  fuaginato  orina  fpefio;  mafemprepo  ^l"3» 
co,&  lentamentezper  lo  cui  rimedio  vuol,cbeficaui  da  i  fianchi fangue, 
<&■  che  fi faccia passeggiare ,  acciò  non  fi  cortèi  :  battendogli  prima  fatti  ■ 
due  clisìeri  communi  con  la  decottione  deilaremola ,  &  dell'herbadi 
muro:  &  che  per  dif cacciar  la  vento fita  raccolta  dentro ,  fi  mettano  à  i 
rognoni fachetti e aldi pieni di  brenno,fcaldato  invna  caldaiafen^'ac- 
qua:ejrfe  ciò  nongiouaffe,  diafi  ubere  per  quattro  giorni  (che  tanto  fuol 
durare  fi  fatto  male)aj£uajtimereoreUa,e  di  radice  ilendiuia  mifla  con  - 

£  olio  commune,&  aglipefii.  Oltracciò  grandemente  approua  la  beuan-    , 
da  del  vino  con  la  teriaca,  &  .Aloe  epatica  &  per  generale  rimedio  de 
i  dolori  afferma  effer  e  conueneuolc  il  trar  f angue  da  i  fianchi, fi  co  me  per 
le  febbri  fifa  dal  collo  ;&  perche  il  ritener  delle  feerie  fuol  mandar  catti 
uè effalagioni  alla  tefia,non  disloda  l'infagnìa  delle  tempie  ancora.  Teon    Cauallo 
netto  ferine  ;  che  quando  ileauallo  fi  è  ripieno  di  troppo  cibo ,  e  non  l'ha  npienodi 
digerito,/}  fuol  generar  nel  budello  Cotonina  co  fa  molto  dura,che  rifiri  ^0  $fCi 
gnendo  il  meato,onde  pafia  l'orina,  dà  grandi  dolori  ali animale,  ilqual 
fi  vede  mordere  fé  medefimo ,  ejpefio  leuarfi  con  impeto-,  t  paffeggiare , 
&  poi  tornare à giacere  vn  altra  volta,&  Voltare  il  mufo  verfo  lafchie 

t>  na,&  fojpir areali bora  vuole,  che  fi aiuti,meuendo  la  mano  vnta  nel 
federe  ,  conia  quale  canato  fuori  lo  slerco ,  che  fi  troni,  s'babbia  afte- 
gare  loferoto  della  veftca  leggiermente;  accioche  orini:fhtto  queflo  dia 
glifi  per  bócca  fugo  di  cavoli  bollito  con  vn  ciato  di  fugo  d'appio  in  Vna 
hemina  d'olio,&vn' altra  di  vino-poi  s'vngail  ventre  con  vino,  &  olio 
caldi,e  di  più  gli  fi  faccia  vn  clifiere pur d 'olio,  e  di  vino,  facendolo  ca- 
mbiare in  sù>&  ingiù  ,  accioche  la  vento fità  ne  efea;  perche  fé pur 'una 
fiata  eg  lifuentaffe ,  uerrebbe  ad  alleggerir  fi  di  tanta  infiaggione;  per  lo 
qual  effetto  gioua  medefimamente  à  legargli  grettamente  ne  i  fianchi  meo 

facchetti  pieni  di  paglia  minuta,bagnata  in  acqua  calda,che  lo  rifcaldi- 

ZZ     4  no:& 


j2,8  DELL^£     G  L  0  B^  I  Jt 

no:&  fé  per  auuentura  gli  foorauenife  angofcia,  ò  sfinimento  di cuore  >  £ 

diagli  fi  à  mangiar  auena,  ò  fien  verde,  ò  pur  [ecco  sbruffano  d'acqua,  e 

diaglifi  à  bere  in  abbondanti.! fegni  di  fallite  fono  l'orecchie  bajfe,  ilfia> 

to  e aldo,&for7^ato,&~  l'andar  del  corpo  .  ^4d' incontro  fi  potrà  tenere 

per  ijpedito ,  quando  fi  uzdrà  il  fiato  raro,  i  fi  anch'i  fidati,  le  narici  fred- 

..    de,le gambe ,  el  collo  rigiii,e'l membro  caduto  in  fuori .  jL  quelli,  che 

nel  biutel  ^mno  doglie.ncl  budello  Ileo ,  vuol,  che  fan  fatti  clifieri  con  decottione- 

lo  Ileo  co  di  bietole,&  falnitro,e  bdelliopeHo ,  &  chefian  lavati  con  acquacalda- 

me  Ci  foc-  e  tenuti  couerti  col  fuoco  apprejfo,  dando  fi  loro  à  mangiar  fkrraina,ò  fie 

corrano.   nQ  tenero^  pur' altre  cofe,  che  muouaao  il  ventre.  Ts^e  fi  dee  mancar  del 

l'aiuto  della  m  ino  vnta  per  cavar  quel  chef  troua  uellintefliuo,  &  vti-$ 
liffimofia  di  dare à  otre  le  femen  xe  delle  biete  con  vino,  &  olio-fò  vera- 
mente con  vino  fchietto, buttar  e  perle  narici  larajpatura  dell' vnghie  de 
ipiè  didietro.  lAffirto  dice,che  al  Giumento  ileofj ,  ilquale  rigetta  il  ci- 
bo per  la  bocca  ò  per  lo  nafo,  bifogm  prim  i  con  la  m  ino  aprir  (come  s'è 
dettofla  aia  allo  jlerco,  pofeia  infondergli  per  lo  nafo  acqua  conolio,  <& 
falnitro,la  qual  acqua  miglior  farà  ;  fé  co  i  quella  fan  cotte  biete.  Oltra 
acciò  conacqua  calda  fumentargli  la  fchiena,  e  tutta  la  groppa,  non 
lafciandolo  entrare  in  acqua  freddi,  e  dargli  à  mangiar  fien  uerde,  ò  or- 
-%o  cotto,ò  farina  d'orbo  ,ò  veramente  auena  macinata,  e  sbruffata  di    r 
falnitro.  M.  Luigi  fole  a  dar  per  lo  nafo  difciolta  in  acquala  me  de fima 
feccia  che  conia  manohauea  tratta  dal fondamento:e  talvolta  all'  ac- 
qua tepida, olio ,  e  falnitro  aggiunge  a  vino,  parimente  buttandolo  per  la 
nafca.Quando  l'animai  vomita l'acqua,che hà.beuuta,dinotapatir  nello 
ch^uornT  ftomaco  molto  freddo,&  richiede ,  che  tratogli  fangue  del  colh ,  gli  fia- 
rai'acqua  no.date  beuande  cald>,&  con  calde  vationi  fregate  le  fp alleai  petto: & 
beuuta      che  gli  fia  purgato  ancora  il  capo  per  via  d'elle  narici,  con  efergli  dato 
perche      ilfenape,fe  pur  bi fogni ,  &  è  in  qnefla  da,  bauerfi  grandijfi-n  x  auuerten- 
<za,concio fia  che  ^ihfL andrò  ^ifrodifeo  fk  va  problema,perche  ilcanal- 
loquando  vomita  muore  ?  & virifponde ,  perche  forfè  il  vomitar  glie  n 
contranatura ,  opiu  tofl),perche  èfegno ,  ch'eglihabbia  dentro  il  corpo 
coffìche  gli  è  cagione  di  morte  .  Hierocle  per  general  rimedio  delle  bu- 
della ordina  quefla  confettione efficaciffina,  che  prefo  graffo  di  toro,pu- 
legiO)Origano,thimo,ruta,&  la  fere  gallico  ana  libbra  mexa  co  vna  d'a- 
pio,^ vn' altra  di  calaminta,  fi  facciano  infieme  bollire  tanto ,  che  cali 
Uterxoi&poife ni  dia à bore in  ibhndvi?a;T Uoffi ancora inqueft'al- 
Dolor  del  fro  modofanar'il  dolore  dell' inteUina ,  che'l  ventre  del  Qutallofi  leghi 
come  ^fi  flrett0  con  panni  caldi,  &  poi  fi  faccia  correre  in  volta  in  fiicbe  fudi  .. 
(ani.         Giona  pur  4 e aitargli  f angue  dalle  gambe  di  dietro,  &  bagnarlo  di  acqua. 

calda. 


<D  E  l    C^  V  JLLLO,    LI  B.   TX.  729 

f  calda,  facendolo  flare  in  luogo f  caldo ,  e  dargli  à  bere  decottionc  di  fari- 
na di  frumento,oue  fiati  me  folate  due  onde  difalnitro,  &  vna  d'olio;ò 
•vero  dargli  vuefrefche  cotte  con  mera  libbra  d'olio  dentro  t'acqua .  Il 
mede  fimo  effetto  fi  fà,fe  poslefi  con  aceto  à  liquefare  in  vn  vafe  ài  terra, 
nuouo  pece,cjr  cera,  vi  s'aggiungano  slorace,  &  opopanace  triti,&  Ie- 
ttato il  vafo  dal  fuoco  ,  vi  fi  metta  galbano  .  Olfr  acciò  egli  ferine  ,  che 
quando  al  giumento  auuiene  la  epiHrofi,dò  è  il  rouefeiamento  dell' inte         .„ 
s~tino,fi  troua  in  gran  pericolo  della  vitayl  fegno  del  malése  che  con  i  pie  ^  CO[tìC  fi 
dinanyipoco  fipuote  fbingere  ,&  a quelli  ac e osi a  quei  di  dietro  ,  neper  medichi. 
lo  dolore  fi  può  piegare  .  (oloro  dunque  i  quali  con  metterla  mino  per 
ì   lo  federe, penf ano  di  ridurlo  alVord.in.fuo  ;  fono  in  errore,perche  non  falò 
no'lpofìono  effettuare ,  mapiutofh  vicagionano  infiammagioni ,  egon- 
fieT^a-fJ^feglio vi firimedia  con  farlo  galoppare  in  volte,  &lafciar!o 
poi  riuoltarper  terra,  che  cofi  il  budello  fuol  raffettayfi,  dandogli  maffi- 
mamente  per  la  bocca,&  per  le  narici  via  dolce,  &  laferpitio.  Il  mede-     Natura 
fimo  à  punto  afferma  ^ijjìrto,il  quale  aggiunge^  he  la  natura  dell  iute-  deh  inte- 
fiino  grande  non  è  in  tutti  eguale,  perche  alcuni fi '  fuole  flendere  fettan-  ^e  ^nìer- 
tadue piediin  lunghe-zja ,  in  alcuni  quaranta  due  ;  intendendo fi  però <in  fo  ne  gli 
quelli,che  fonno  d'età  perfetta ;per eh  e  i  poliedri  l'hanno  minore.  Scriuefi  animali. 
parimente  da  ambidiie,che  qualche  volta  il  lunganone  fi  rivolge  in  ma- 
nierale lo  Herco  non  può  calare,  e'I  ventre  fi  troua  oppilatocon  grade       "^r"^ 
offefa  di  tutto  il  corpo  ;  ilchefi  conofee àquefìi  fegni ,  ché'lcauallo  porta  COme  fico 
la  coda  Uefa  infuori,  &  le  narici  aperte,battc  col  pie  la  terra,&  odora  nofea  .• 
ifuoi  letami)  fuda  ,di fatto  l'ali,  e  talhora  trema  con  certi  grk  doli  nelle 
fpalle,mofìrafpefìo  il  membro  fuor  i,come  fé  volejfe  orinar ■e,-.*? fpe fio  an- 
cor fi  volteggiaci  chenon  è  da  prohibirfi, perche gligioua,&- per  curar- 
loybifogna  dargli  per  bocca  due  hemine  d'olio,e  di  vino  :  ò  per  lafmifìra 
narice  l' opopanace  trito ,  &  l'JLpio  con  la  quarta  parte  di  vino  bianco  - 
Infogna  ancora  furio  fpe  fo  paleggiare, dandogli  a  mangiare  fen  uerde, 
0  €jr mefcolargli  falnitroalbere ,  benché  dal  primo  dì  innanzi  gli  faran 
buoni  i  tepidi  beueroni  di  farina  di  grano  ;  &foura  tutto  non  fi  manchi 
ài  far  porre  la  mano  entro  il  federe  per  tirar  via  lefeccie,  che  fi  trottano 
condenfate:  &  poi  fi  faccia  vn  clislere  con  quattro  voua,duefes~tari  de 
olio,  altrettanti  di  acqua  calda ,  &falnitro  à  bafìan^a .  Siimelo  ordi- 
na vn  cliflere  con  quattro  feflari  di  mele ?&  otto  di  acqua  calda,  fei  fero • 
poli  di.  laferpitio,  ejr  radici  di  cocomero  feluaggio  quanto  paia,che  bafli .. 
QueHo  rimedio  ciconfiglia,  che  fi  frequenti  per purgar 7  ventre,  facen- 
do dapoicaminare  il  (fiumento,x  cui  nel  bere  fi  metta  mele,  elleboro,^ 
falnitra ,  utilmente  etiandìofìda  colfalnitro,  il  cimino  faluatico  me^- 


7jo  T>ZLljtqiO\ljt 

fcolato  :  'Ne  meno  efficacemente  con  la gentiana  fi  purgano  i  Giumenti»  jp 
&■  allo*  ventre t acqua  del  canape  altresì  Tlinio  ferine  efier  gioueuole  . 
Se  alcun  di  loro  intorno  al  federe  baite fie  rade  per  la  molta  acrimonia 
dibumbrifo  per  pruritoyfipuò  guarire  [e  pre fa  l'herba,  e he  dicono  cin- 
que foglie }  e  quindici  capi  d' aglio ,  pe(li  che  fi  ano,  fé  nefhccian  e  ire  Ile , 
le  quali  raccolte  con  fei  onde  di  mele,&  vnfesìario  d o  Ho  >fi  buttino  per 
la  narice  finiflra  :  ò  veramente  gli  fi  diano  à  bere  due  bemine  di  lifcia 
langlion  colata,  &  vna  di  vino.t^gofìmo  Colombro  dice  il  Caualla  foler  fentire 
ofFefo  co-  molto  dolore  quando  l  intestino  chiamato  Langlion  ,cioè  fondo  ,  vafe  di 
me  licun.  Jjjoycbe^e'.fitrouariflrettoperloflercoy  che  è  indurato^  per  gonfie^ 
'za^ctìe 'u 'babbi a  fatta  l '  or%o  indigefìo  :  il  qual  dolore  egli  dimoflra  col  F 
portarla  codatefa->  &  con  lo  fpefìo  corcarfi  :  peròapproua,  cbeglifia 
foccorfo  con  la  mano  vnta,&  con  cliftere  di  vino,falnitro,e  Fterco  di  pa- 
lombo, òdi  gallina  .  Et  perche  à  mitigari  i  dolori  delle  parti  interne  non 
è  coja  più  efficace  ,  chel'vfode'clisleri,  il  qual  nome  fu  prefo  dal  verbo 
Clillere  eleo  ,  che  inclinare  dinota ,  com'egli  ferme:  non  farà  male  do  io  qui  tra- 
o         et-  metta  alcuni  fuoi  ricordi gioueuolià  tal propofito  :  &  quelli  fono  ,  che 
fco'rfofo-  l' animale  è  da  tener  fi  in  luogo,che  venga  à  pendere  dauanti ,  &  4  slare 
pra  efib  .  alto  di  dietro  ,  accioebe  pofa  ritenere  bene  :  &  prima  ,  che  altro  fi  fac- 
cia,èda  nettai  fi  il  hi  dello  con  la  mano  vnta  di  olio  caldo,traìoendo  fuo- 
ri la  feccia  ,  che  vi  fi  troui,pofcia  èdamirarfi ,  chela  decottionenonfia  G 
fredda  ne  però  molto  calda  ;  perche  fi  come  quefìa  offenderebbe  gran- 
difjìmaméte  la  tenerezza  del  intefimo,co fi  quella  non  farla  operazione 
■veruna  ;  però  col  tatto  farà  bene  attenerci  al  me%o,chefia  tepidetta,per 
che  in  tal  modo  fi  potrà  meglio foffrire  ,&  ritenere  più  lungamente  .Ol- 
tracciò fi  auuertnà,  che  nel  mettere  del  cliftere  non  viferifea  il  veto  in 
alcun  ?nodo  perche  penetrato  al  corpo  per  quella  via,  la  natura  hareb- 
be  fatica  à  difcacciarlo  ,  &  accioebe  fi  tolga  ogni  altra  occafwne  di  co  fi 
fatte  ventofità,no  fi  metta  l'i  finimento  nelforame,cbe  prima  nofiapofla 
la  decottione  entro  la  cal%a ,  la  qual  da  poi  fi  terrà  con  le  mani  alte ,  fi  # 
che  ninna  parte  ve  ne  rimanga,  e  l  cannuolofi  trarrà  alla  fine  pian  piano 
fuori  ,  non  facendo  per  vn  buono  fpatio  mouere  il  giumento.  *Ajfìrto 
fcriue,douerfi  far  il  clistere  con  vrì  orticello,ilquale  habbia  vn  cannolino 
vnto  di  cera ,  per  quanto  è  daporfi  dentro.  Hor  tornando  al  primiero  di- 
Tiolorenel  fcorf°  >  e&i  narra  fentirfi  ancor  dolore  nelVintefiino  groffo  chiamato  Co- 
l'inreltino  lon  tal  volt  a  per  bumorivifecfi  generati  quiui  per  freddo  ,òper  maladi 
Colon  p    gefìione  ,  tal  volta  per  g)  ade  ventofità,che  vi  à  rinchiufa ,  tal  volta  per 
humon     feccità,che  vi fopr abbonda  ,  ò per  fouerebio  effercitio,òper  caldera  di 
Vl      l      aererò  di  cibile  tal  volta,perpoca  effufione  dell'humor  colerico  ,  chefuol 

eccitare 


DSL    CJ.  Vjt  ItOy    l  I  B.'    TX.  73 1 

•y-  eccitare  la  virtù  ejpulfwa  ;  &  qualunque  ne  fra  la  caufiy  quello  dolore 
colico  ,è  molto  intenfo,  benché  di  raro  fé  ne  peri  fot ,  fé  prestamente  vi  fi 
rimedi  con  i  pastelli ,  ò  di  inde  bollito  con  vna  ter?^a  di  [ale ,  ò  di J apone 
bianco  à  grofieyga  di  nociy  0  del  nero  inuolto  in  carta  bambagina)  e  fic- 
cati  dentro;  0  con  elicer  i fatti  con  tre  cotile  di  fugo  di  radici  di  cocome- 
ro feluaggioyvna  di  odorifero  vino*,  &  vn 'altra  di  olioy'non  mancando  di 
far  bagni,  con  acqua  calda  per  le  reni  y&  vntioni  con  olio  per  li  fianchi  > 
Jìropic dando  benla  cotenna,  &  tenendolo  ben  copertoconqualche  man- 
ta appreso  al  fuoco ..  Giona  medefìmamente  fargli  stufa  [otto  il  ventre 
con  acqua  fenda  avella  quale  fi  mettano  delle  pietre ^che  ricettano  il  va- 

%    pore.  Vtiliffwio  ancora  è  ivfo  delle  beuande  calde  a  digiuno  date-,  0  di 
vino  con  olioy  &  mele  >  ò  di  vino  co  n  la  radice  del  peucedano  pefla  ,  0 
con  lagentianay  ò  colpolipodio  quercino-.o  veramente  al  vinoyolio,&  me 
le  aggiitnganfi  venti  granella  dipepey  e  dieci  bacche  di  lauro  confemen- 
%e  dipetrrofemoloy  d'apioyd'anifiy  e  di  nafìurtio  egualmente  quanto  fi  può 
con  tre  deta  prendereymettendoui pur  ceritaurea>  et  calaminta  tutte  ben     dolore 
trite  .  xAll'inteflino  fottile,&  puro  chiamato  lleoyfuol  generar  fi  dolore  fb  nell'Inte- 
per  batteri'  animale  beuitto  quando  era  in  fudorey  0  per  non  effere  slato  ft'n°!U:o 
ben  afeiugato  del  fuo  fudorc;percheda  quello  mojfala  ventofità)&  non  aenerj  # 
trottando  efitoper  le  parti  fattane  ,  è  costretta  di  tornar  sùy  menando  fé-  ° 
C  cola  fecciaycbe  per  la  boccayetper  lo  nafofivede  vfcire.Trouiene  anco- 
rail  mortai  dolore  quado  dal  molto  volicggiareych"  egli  per  la  pena  hab- 
biafhttofifon  venuti  a  ficcare  i  velami,&  le  vene  delle  hudellayfi  the 
ristrette  le  pellicole  intestinali  colj "angue fparfo ,  rejìa  l'ordinario  baffo- 
della  ventoftàye  della  feccia  impeditola  cura  non  e  differente  dilla  co-  Cura  per 
licayperche  richiede  vntioni  calde  >.  &  beuande  fimiliy  tra  le  quali fi  pof-  ,,.  or! , . 
fonovfar  qnefteyvinoy  olio  &  mele  con  femen^e  trite  di  mar  atro ,  di  na-  no  jjeo  " 
fbirtioye  di  fenapi  vna  dramma  per  ognifpecie:a  decottione  di  eupatorio 
bollitain  acqua  :  ilcheoltra  al  mitigar  delle  torfioniy  ègioueuole  anco  al 
fegatOyò  decottione  dell berba  fauina  bollita  in  vinoy  laqualbenfiretta  fi 
D  pUQVtilmét e  applicare  alle  reniy  &  foprai  fi.ancbiyonelfimil  modo  l'ber 

bachiamataiuacon olio fritta.Vn lattuario egliracconta efier  flato co>-  Lattuario 
posto  da  Maestro  Mofecotra  la  colica  paffioneycon bacche  di  lauroyfemi  co"tra  ** 
di  petrofemoloye di  fino-echio  ana onde  tre  y  pepe  nero  onde  due  ypraffioy  colica . 
abrotanoyfemid'  apioyp  di  aneti  ana  oncia  vnay  &  ermodattili  oncia  me- 
,%aypesìe:infiemey&  cernuteci  mislìcate  co'due  libbre  dimelefchinma- 
to  z  delqual  lattuario  fi  può  dare  quanto  vna  noce  per  volta  con  acqua 
calda  .  Vn'  altra  confettione  chiamata  diapefon  contiene  pepe  biancoy  e 
influiamo bianco  ana  dramme  none,  pilatro ,  jfrigo }  &  castoreo  ana 

dramma      \ 


dramm.a  vnaydue  di  yafifranoye  tre  di  ^AriHolocbia  rotonda  fritte  fottìi-     1 
mentey  &  incorporate  con  mele y  che  auanxi  dì  quattro  parti  le  altre  co- 
fe .  Quella  confettane  à  dame  un'oncia  con  vino  caldo y  egli  afferma 
poterfi  vfare  non  folamenteper  le  ventofità  >  che  affligono  l'inte/tina ,  ò 
per  le p.iffioni  dello  fiomaco  ,  ma  per  molte  altre  inferwitày& majfima- 
mente  alle  caualleydapoi  che  ha  n  pa  rt  orilo  :  &  nelle  febbri  di  siate ,  di- 
Doglie  fci0ita  per0-  con  acqua  di  violai .  Vegetìo  distinguete  doglie  del  Mentre 
diftince     inquetìo  modoy  che  quando  l'animale  fi vede  far  duro  slerco,  batter  con 
da  Vege-  i  piedi  la  terra y  &volteggiarfiy<& per  trapofle  bore  fentir  refi'igeratio- 
tio.  nCy  &  ripofoyguardandofi  Jpeffo  i  fianchi y  previamente  gli  fi  debba  dare 

vn  fesìario  di  vin  vecchio)  &  vna  mifuray&  meja  d'olio  tepidiycon  due  * 
cucchiari  di  misìura  di  acuro  y  anifi ,  &  opopanace ,  vna  libbra  per  cofa 
infieme  pefte  y  facendo  il  fimilepertre  giorni.  S'egli  battendo  il  dolore 
fen^a  gonfiezza  fi vedrà  mettere  la  coda  fi  a  lecofcie,  &  mirar  fi  il  uen- 
trc  yfarà  ben  dargli  col  vino  caldo  polne  difeme  di  rutafaluatica ,  ò  di- 
meflica:  ò  le  fiondi  di  efia,  pejìe  y  &  mettergli  nel  federe  dueyb  tre  ciroti 
lunghi  composli  di  cipolle  vecchiey  fichi feccbìynìtroyfierco  di  colombo , 
&  orina.  Se'l  ventre  fi  ridurafìeyconuien  ribaldarglielo  con  acqua  cal- 
daie fargli  vncliftere  col  fugo  di  herba  cantambria,  nelquale  fi ano  fiate 
cotte  bietey&  malue  con  falnitro  y  vna  hemina  d'olio  >  e  quattro  fcropoli 
dislerco  dicolomboyfacendolo  dapoì  cambiare  alquanto  ,  &quandoal- 
tro  non  fi  poteffe;faccianfì  bollire  in  acqua  le  biete>  &  come  la  decottion 
fta  ridotta  al  ter?oyprendafi  quel  fugo,  &  mefcolato  con  nitro ,  &  olio 
s'adopri.  Ter  rimedio  ancor  fingolarey&fifico  egliponeyched  l'animale) 
che  fi  duole  y  fi  leghi  aWombilico  la  bocca  di  vna  lumacca  non  netta  da 
manoyne  da  terragne  tocca  da  dente .  cSH'aeflro  Mauro  dicey  il  dolor  nel 
cauallo  non  effe/ altroché  vna  colicapaffioneyb  troncatane  (per  dir  cofi) 
dell' inteftina>&  venire  (come  difoura  s'è  dimostrato)  o  per  molto  man- 
giare jò  per  molto  digiuno  >  ò  perhauerebeuuto  molto  in  fretta  dopoH 
mangiare  y  ò  per  efierfi  molto  affaticato  appreffo  al  bere;  &  ifegni  efiere  # 
il  gorgogliare  :  il  torcer  fi  (pefio  ;  el  buttar  fi  fi>e(fo  per  terra ,  &  lofpefifo 
guarà  arfi  al  ventrey  Ugual  fi  vede  ingroffatoy  e'I  nonpotere  ballare:  & 
per  rimedio  daua ,  che  fi  cauafie  fangue  della  vena  del  collo  y  ò  dalle  na- 
rici ,  &  poi  fi  e  anale  affé  per  luoghi  areno fi ,  o  pietrofi  ;  &  ertiyJagliendoy 
&fcendendoy  acciò  chel  cibo  calafie  al  fondo  dello  stomaco  >  &  venifie 
il  calor  naturaley  à  confo  rtarfiy  &  fatto  quefioy  fi  douefie  tenere  in  iftal- 
la  caldayfenxa  mangiare: e  ferina  bereyfinche  fi  vedeffe  paffato  ilgonfia- 
ruentoynon  lafciandolo  noleggiare  troppo  perterrayacciochepertalfor- 
•^a  non  fi  uerùfiero  a  rompere  l' intestina.  Oltracciò  lodauaper  cofa  ma- 

rauigliofa 


*DEL    CUV  U  ILO,  LIB,  IX.)  y^ 

j£  rauiglìofa  contro,  dolori  d'ogni  animale  y  buttargli  nella  gola  alquante 
gocciole  d'orina  di  fanciullo^  mettergli  al  federe  come  vnofiuello  dime 
le  terragno  vnto  d 'olio }ò  veramente  m'acconcio  bastone pur 'unto,  vol- 
gendo a  poco  a  pocoyò  fargli  vn  eli  fiere  di  acqua  falfay  &fapone  mislo. 
Mafia  tutte  le  cagioni,  chefoglion  muouereil  dolore  del  ventre  la  prin- 
cipale  è  quella  is~lejfay  che  nel  mal  dell'oriolo  fu  già  narrata  :  perciò-  ^j  ^0|or 
che  fé  l  (fau  allo  faticato  fi  èpoHofubitamente  a  diuorare  la  biada  y  non  del   ven» 
può  macerarla  beney&  coft  la  maggior  parte  del  cibo  refiando  nel  tètre  tre . 
intera ,  &lo  animale  per  lafete  che  la  crudeT^a  cagiona ,  beuendo  pia 
largamente  del  douereyquell 'or%o  viene  con  Ibumoreà gonfi arfiyetem- 
B  pie  il  ventre .  Quindi  vengono  fi  terribili  torcimenti  y  ch'egli  fida  per 
tutta  la  perfonay&  maggiormente  nelle  cofteyne  i  fianchi  >  &  ne  i  testi- 
coli) e  trema  infiememente  con  gettare  fpeffi  fofiiri  &con  rapprefenta- 
reimagine  di  piangente  >  percuote  prima  coi  piedi  il  fuoloypof eia  caden- 
do à  terra  fi  riuolge  hor  in  questo  y  hor'in  quel  lato  y  &  con  certi  islabili 
ìnterualli  bora  finte  vnpoco  di  quiete,  hor dimiouo  fi  duole  acerbamen 
te  >  hor  s'al%a  >  hor  fi  ricorca-,  ejpejjo  qua  fi  moslrando  il  luogo y  che  duo- 
le ,  riuolge  il  capo  al  ventre  y  ilqual  fi  vede  pergonfieTga  dijiefo y  &  le 
budella  qua  fi  latrando  fanno  mormorio;  dalle  narici  efee  gran  femore  > 
l'orecchie  fon  flaccide y  &  ricalate y  la  coda  tefa  y  la  bocca  chiufa  >  &la 
lingua  afciutay&  ajpraycome  Hippocrate  difiriue  >  da  cui  fi  ordina  y  che 
V animale  fi  curi  con  caldi  bagnile  con grojfe  copertele  lo  rifcaldinopo 
fciayò  per  la  boccayò  per  lonafo  gli  fi  dia  beuada  di  trefeflan  di  uino  uec 
chio  con  cinque  dramme  di  mirra  :  &poco  da  poi  fi  faccia  alquanto  cor- 
rere. Ts^elfuo  mangiare fìa  mefcolato  l'appio  in  abbondataci  berefia  di 
acqua  tepida:  fiancato  il  vétre  facciafi  correrevn' altra  voltayaccioche 
fudi.Curafi  ancor  a  fé  per  la  fini flr  a  narice  glifi  butti  lafemen^a  del  na- 
fturtio  trita  in  acqua:  &  per  bocca  le  rafeiature  dell'unghie,  ò  terra  ca- 
.  nata  da  topi  ragniypur'in  acqua  difciohey  dandogli  a  mangiare  de  II' ber 
2)  bà  medie a.+4natolio  per  le  torfioni  del  uentre  approua  la  infufione  della  jnfufione 
mirra  co  vinovecchio  detta  difoprayalla  quale  pervfo  di  tre  giorni  tre  per  le  tor 
hemine  d'olio  egli  aggiunge  ;ma  loda  ancora  a  fargli  vn  cliftere  di  acqua  fiorii  del 
^marina  caldayouefian  bollite  mortelle  yò  foglie  dipolioy&  abrotano.Gio-  ventre  * 
ueuoli  dice  pur  efiere  le  tepide  beuande  di  vino  vecchio  aufiero  con  man 
doleamareyò  confalnitroyò  di  acqua  con  fior^e  di  pomi  granati;  &otti 
ma  cofafia  a  fargli  inghiottire  quattro  voua  sbattute  c&tuttelefcor^e: 
Mafe'l  dolore  più  aggrauajfey  &  nulla  rendefie  il  ventre-,  fi  non  cofiret- 
to  al  (auallofi  uedrebhe  tirare  la  coda  in  tra  le  cofeie-,  e  slar  corcato  fa- 
pra  la  paci  a:  et  all'har  cmerrebbe  dargli  a  berefemé%e  di  rutafaluatica 
>  peslein 


"     7?  4  »  Z  L  l  ^t    <}  LO   \1  JL 

fcfie  in  vin  \ò  mirra  -detta  co  olio  tepido}&  vn  poco  di  m?k,ò  fioraci  e  g 
ariftolochia  con  vhioy  &  olio^ò  folamente  fugo  di  porri  con  vinoy<£r  olio* 
gioita  oh>-  acciò  con  vinoy^rolio  caldo  fregarlo  tatto,  epariméte  di  nino 
&  olio  fargli  cliflere  ;  e. con  Umano  unta  aiutarlo  a  cacciar  fierco  ma- 
neggiando piaceualmentc  la  vefcica: e  dargli  a  mangiare  orobiy  o  auena 
co  quelli  mifla-.ò  veramente  ad  vn  cucebiaro  di  cimino  bea  modo>e  mezo 
■di  fé  me  di  r  ut  alaggi',  mgaft  quanto  unafkua  di  opopanace ,  e  quante  me- 
<%a  fhna  di  laferpuioy  e  mefcolata  ogni  co  fa  in  un  feslario  di  vin  vecchio 
to  quella  mifura  d'olio  oiifacinoycioè  fatto  d  oline  acerbeyche paia  bafla- 
refene  diaper tre giorni  fendala] "dargli  magiar  deWorzoy&faccianfij 
dueyotre  lunghe  foppoHe  con  mefcolan^a  di  dieci  cipolle pefie}noMe  fere  & 
poli  di  fichi  fecchiyvn  difalnitrot  e  quattro  di  sterco  di  colombo  .  *Affirto 
dice potergli/i  dare  a  bere  vn  ciato  d?olioy&  vino  tepidiycon  tanto  di  ceti 
taurea  ben  pesi  alquanto  con  tredeta  fi  poff a  prender  e  sfacendolo  correre 
poi  di  trotto.  In  luogo  della  centaure  a  fi  potrebbe  adoper  are  l' opopanace 
è  la  mirrai  l 'apioyo  fua  femen%ayola  cbelidonia}o  quel  mufeoyche  uien> 
d  aW  indi:  &fediquefie  cofe  ninna  fé  ne  trouaffe  a  tempo  y  non  fi  manchi 
di  dargli  la  orina  humana  all'h&ra  vfeit  addandogli  ancora  farina  d'orzo 
difciolto  in  acqua  calda.  Hierocle  ordina y  che  fi  cani  a  baBanzafangne 
dalle  vene  del  petto  ? e tratte  con  la  mano  vnta quelle  cofeyche  otturano 
il  budello }  vi  fi  metta  in  forma  d'un' nono  mele  fchiumato ,  &  fiale  pe fio 
quanto  f ariano  due  onde:  ne  fi  manchi  di  fargli  bagni  di  acqua  calda 
fopra  le  (pallet fu  le  gr  opperò  per  le  coftie,  e  di  buttargli  per  lafiniHra 
narice  decottione  di  bietole  con  un  feftario  di  vin  dolce ,  ò  di  fugo  di  vita 
pafia.Gioua  pur  dargli  per  lo  nafo  fichi  cotti  benpefliy  &  co  una  oncia  di 
falnitro  difcìolti  in  acquayo  pur' in  vinoso  fé  le  foglie  del  polio  cotte  in  vi 
no  sfacendolo  poi  moderatamente  correre  yfen%a  dargli  da  bere  per lo 
primo  dìyne  orzo  per  tre  giorni  y  trai  quale  jfratio  bafierà  fomentarlo  fo- 
lamentey  con  l'herba  verdey  riducendolo  poi  alfolito  apoco  a  poco .  Te- 
lagonio  afferma  leuarfi  il  dolor  del  ventrey  co  dar  per  bocca  all'animale  £j 
duefcropoli  di  radice  dipanaceay&  vno  di  arifiohchiain  odorifero  uino 
difcìolti  y  o  due  onde  difeme  diruta  con  vino  vecchio ,  o  lefemenze  del 
folatro^e  del  naslurtio  trite  in  vinoy&  olio  y  o  mirra  buona  con  un  fefta- 
rio di  vin  vecchioy  &  vnpoco  di  fiale  :  laqual  beuanda  è  da  darfi  tepida 
con  hauerui prima  fmorzato  vn  ferro  infocato,  parimente  fi  pub  col  cor- 
netto darcf\erco  di  lepre  con  none  cucebiari  di  mele  >&  quindici  gra- 
nella di  pepe  mifii  con  fugo  di  cauoli  :  o  veramente  faccianfi  abrucia- 
re  tre  di  quelle  offa  di  porco  y  che  latinamente  tali ,  &  volgarmente  pa- 
rellefono  chiamate ,  lequali  offa  non  pano  Hate  tocche  da  denti  huma- 

ni}9 


<D2L    C^r^LLOirB,    tx.         7?j 

\A  iÉye  trìte^e  drfck?li3  in  vmoy&  olioqu'nto  frtrebbe  vn'hcmina y  dianfi  a 
bere  .'Dice  ancora,  y  giou  ire y  che i  palato  dell'  animale  fi  freghi  difìerco 
humanot  &  molti  affermunoyche  chi  vedcfre  nuotare' alcuno y  &  malfi- 
mameate  vrì '  anatrayfaria  libero  dal  dolore .Teonne fio  loda  l'aiuto  della 
mano  vntafo  di  vnafoppojla  di fcamonsa fatta  aguifa  d  mono  >  òd'vno 
cliftere  di  acqua  >  &0I10  ;  loda  ancora  a  buttar  per  la  narice  finisJravn- 
feììario  di  vino  con  quattro  Onde  d'olio  y  &  di  fugo  di  camli  altrettanto    Cliflerc 
Eirmelo  per  le  doglie  del  corpo  ordina  vn  clijiere  confal/iitro ,  &  olio  di  P? r  "°JT 
paripefo  mef colati  con  fugo  di bietole ,  e  decottione  di  capo  di  capra  >  £orp0. 
e  brodo  di  gallina^  acqua  di  or?o  tantoché  fra  vnfeslario:&fe  mag- 

R   gior  dolore  fopraueniff e  y  fatciafì fomentagione  :  0  veramente  diaglifr  a 
bere  con  vino  bianco  di  buon  faporef emenda  d'apio  ycalamandrina  y& 
mirra.  M.Tier' ^Andrea  il  dolor  del  ventre  raccont aita  per  due  cagio-      Dolor 
nifoler  venireyla  primaper  indigestione  in  molti  modificando  al  canal   ®t\  Veti  - 
ho  Sedata  la  portione  della  f uà  biada  maggiore  dell' ordinariato  me  au-      '    cjue 
uieneyfe  nella  fera  fi  voglia  fupplire  àquel  y  che  nella  mattina  era  man-  cagioni  .• 
catoyfi  eh' egli  frollando  fi  affamato  y  la  mangiatiti  a  mal  masticata  y  ò 
quando  dopo  il  mangiare  non  s'è  fatto  berey  ò  quando  fattolo  bere  y  non 
glifi  è  datoyda  mangiare:o  quando  il  giumento  effendo  aff etato  yo  caldo 
haràbeuuto acqua fouerchiayo  molto  fredda ,  ne' quali  cafr  chi  voleffe 
gfcbiuarefr  fritto  maley  deuria  moderatamente  farlo dapoi  trauagliare  . 
La.  feconda  cagione  diceaeff ere  per  importuno  yo  fouen % Ino  efìercitio  >  & 
affanno  y  quando  il  giumento  fubito  ,  che  s'è  tratto  dalla  sitila  y  s'è  fat- 
to correre  y.  0  quando  fen^a  mifura  s'è  faticato ,  fiche  ilgrafro  è  venuto-  "S 
colf  angue  à  mef  colar fry  ilchefr  conofre  da  vna  certa  d::rei^a.y  che  fifa 
nella  pelle ■  difottoàiteslicoli  ;  fpefìo  ne  fegue  morte,  fé  per  auuentura 
fr  tagli ,  laffimgia  >  effendo  maffrmamente  il  corpo  groffoy  h  ver  amente 
fé  ne  viene  à.  perdere  tutta  la  carne  y  tornando  l!  animai  qua  fi  [eco  iti 
brutto  modo  >  benché àque 'Ho  egli  rimediaua  (purché  non  fi  fafie  gid: 
tagliata  V  affungia).  dandogli  à  mangiare  ilbrenno  cotto  y  e  tenuto  alfe-- 
jfr  reno  >  &  à  bere  l'acqua  di  quello;  onde  la  carne  ageuolmente  fi  venia.' 
arifare  in  pie  ciol  tempo,  f utta  volta  per  qualunque  cagione  } v.fi-e  au-  ■ 
uenuto  yegliilcurauacon  vna  beuanda  di  quefro  modoy  chepesìe  {'her- 
be d'affenthy  e  di  menta  y  ne  cauaua  il  fugo ,  e  poi  tornaua  m  peftirla. 
àue  otre  altre  volte  con  buon  vinoy  nelqual  colato-  in  quantità  di  due 
gotti  y  mefcola.ua  due  onde  di  acqua  ardente  yche  dicono acqua-vita ,  ò 
àhe  onde  di  aneto  yh  quattro  di  iìerco  di  colombo  poluerixati  >  aggiu- 
gnendoui ancor  polue  diquelleteley  cIk  dentro  le  noci  partono  i  lorfrut- 
ti.»  pelandone  cpiontùn  otta  ne  ritrovava  ?:  &  ^offendo  hauere  del  fugo* 

della, 


7J*  <D  Z  IL  ot    G  IO  t^l  Jt 

della  perficariayl'adopraua  più  volentieri  in  luogo  dell'  herbe  predetta  ■  £ 
E  data  quefiabeuanday  il  fea  paleggiare  per  entro  la  fiallay  ò  s'egli 
fi /offe  voluto  corcare}guardaua ,  che  non  baue/fe  battuto  il  capo  alla  m& 
giatoia  y  ò  pur  al  muroycome  fonente  per  tal  doloratole  accadereye'lfea 
ripofare  in  buona  lettiera  :  ma  in  ogni  modo  non  m  ancan a  di  bagnarli  le 
gambe  dalle  ginocchia  ingiù  con  tepido  aceto ,  &fale  >  per  reprimere  gli 
humoriyche  non  difcéndefieroy  por  cloche  fogliono  queste  infermità  {alta- 
re in  riprenfioni ,  (jracciochetal  ripercoffiuo  non  hauefìe  offefe  le  vn- 
Rimedio  ghieyei le  vnghea  con  olio  tepidoyprima  che  altro  haufie  fatto .   Stfe già 
alcripré-  la  riprenfione fufìe  auuenuta ,  fi  che  le  gambe  incordate  >  &  attificate 
(ioni .       difficilmente  fi  fofì ero  potute  muouerefo  maneggiare ,  egli  nettate  le  vn-  p 
ghie  del  Giumento -iglieH  empiaflraua  dijlerco  di  porco  bollito  }  con  vi/io 
rofio  in  vn  pignatto  copertoio  veramente  di  cedere  pur  bollita  nel  detto 
modo;  mettendola  quanto  più  calda  fi  fufìebafi  .ito  a  tolerare  :  &fopra 
quella  ponea  del  Iettarne  fecco  dell' ifiiffo  Cavallo ,  ac  cloche  fenja  pexja 
òfàfcia  hauefìe  ben  foslenutay  &  affermata  l' e mpiafi satura .  Ma  prima 
diquefla  cofaglihauea  canato  fangue  dal  collo  dalli  parte  dritta,ofìer- 
uando  pur  l'ordine  delp  iffeggiarc^e  del  bagnarey  &  fé  per  lo  dolore  ha- 
ueffe incominciato  à  fudare ne ifianchiy  ò  ne  l'orecchie}gli  mettea  addof- 
fovn  lenitolo  bagnato  di  frsddiffina  acqua  y  e  glielo  cufcia  nel  petto  > 
fen^a  fargli  toc  e  are  il  ventre  :  &  fo  ora  tal  le  natolo  pone  a  vn  a  manta  G 
afciutayflrignendogliela  con vna  cignay&  con  vna  cimofii  alla  codayac- 
cioche  bé  ferma  vifuffe  fiat  a:  &  fattagli  mettere  nel  federe  la  mano  un- 
ta d'un garxoneyfe  colai  trouaua lo  Herco  feccoyegli  ordinaua  vn  clifle- 
re  in  queUa  guifa,che  co  fr  ondi  di  viole ,  e  di  maluey  fifone  bollito  brenna 
&  colandole  per  vn  panno  mettea  da  parte  quel  liquore  >  che  perfefief- 
fo  nefuffe  vfcito  >  pofcia  premendo  il  brenna  >  adoperaua  quello  >  che  per 
forila  ne  era  vfcito ,  ò  non  bafiando ,  vi  aggiunga  della  primi  colatura  > 
quanto  fea  di  mefiiero  >  &  mejcolauacilenatina  >  ò  fermento ,  mele ,  & 
olbycon  vn  poco  difaley&  vn  gotto  d'orina  d'huomoyfacendoyche  tutta 
la  mifiurafuffe  fiata  quanto  per  vfo  di  due  h  nomini  haueff e  filmato  efìer 
.conueneuole^.  Se  lofierco  vi fitrouaua  liquidoyegli  volea ,  cbe'l  cliflere. 
fi  faceff e  con  tre  onde  di  fé  no  di  becco  pefloy  &  liquefatto  ,  due  onde 
d'olioye  due  bicchieri  di  vino  agitati  infiemey&  fé  f uff  e  venuto  in  Difen- 
teria ,  vi  aggiugnea  farina  di  grano  rifo  .  Ma  fé  neìlo  Herco  il  Giumento 
haueffe  menato  grafìo  appreffo  al  primo  cliflere  per  lo  fecco  ,  ò  in  altro 
modoy  egli  per  confortare  il  budelloy  gliene  fea  vn' altro  confeuo  di  becco 
fufo  y  &  roffi  di  vouafrefche.  M.  Luigi  ofìernaua  il  mede  fimo  ordine  tut- 
to a  punto  y  ne  però  mancaua  d  ufare  altri  rimedi  y  perche  tal  volta  te- 
nendo 


DEL    C  jtV^f  L  L  0,    LIB.1X.  7V7 

j£  uenào  il  Cauallo  in  attenenza  gli  da  uà  vna  Iettando,  di  vino  bianco  per- 
fetto con  vrì oncia,  di  terriaca  fi na,  &  vn' altra  di  aloe  epatica  polucri^a. 
ta,laqual  beuanda  tene  a  per  frugolare  cantra  ogni  ìndigeFlione  ,  vento- 
fitàjò colica paffione ,  & contravermi, & contra  ognibumor  con-otto 
veleno  fo<  tal  volta  va  rotolo  di  [ale ,  &  vn' altro  di  mele  in  vn  pignatto 
nuouofea  tanto  bollirebbe  fr.ffero  tornati  al  me^p  , gufatane  fempre  la 
fcbiuma:poi  fuor  delfuoco,màcato  il  bollori  mefcolaua  vn' oncia  dipoi 
uè  di  euforbioyò  veramente  due  onde  di  agli  ben  pesii  ;  &•  canterà  ogni 
cofa  incorporata ,  la  mettea  in  va  vafe  di  rame  fi agnato  ,  &  lafciauala 
raffreddare: Indi  pigliatone  quanto  vn  vouo,ilfea  porre  entro  il  budello 
del  giumento  infermo  ,'à  cui  tolta  la  e  attenga  concedea  dilicato  ripofo, 
B  &perfegno  difanità  h auea^egli  corcato  fi ,  bauefje  poco  dapoi  comin- 
ciato ad  operareycacciando  molta  vento fìtà^cjr  pofeia  due,  ò  tre  volte  fi 
fufle  aliato .  Tal  uolta  gli  fea  tre  cure  alla  fila  con  acqua  di  brenno  cola, 
ta  mescolataci  vi  "oncia  d'anifi,et  un'altra  d  incenfo,me^a  libbra  di fe- 
menile  difinoccbi,et  me^afcudella  di  lardo  [quagliato:  et  fé  coqueflo  rio 
fi '  fufìe  liberategli  alterco  dine  vedeailfegno  dal  battimento  de'  fian- 
cbi,e  dal  capo  baffo ,ilcbe  confederando  venir  perfebbre,gli  battana  nel- 
la gola  alquante  voua  dibattute  con  ^uccaro  Hato  à  mole  due  giorni  in 
acqua  fredda. T  al  volta  gli  fea  vntione  con  mifìura  di  cimino  peflo ,  fa- 
rina di  fien grecoyc  dialtbea  ani  oncia-mei^a  ,  vnadi  cera  mona,  equat- 
C    tro  di  mele  crudo  folliti  in  vn  pignatto  .  Olir  acciò  egli  battendo  fé  e  e  ato 
al  forno  la  radice  dell' berba  imperatoria  con  le  f ne  foglie ,  lapolueri^a- 
ua,& prefane  mexa  libbra,vi  mefcolaua  aloe  epatica,  fjsigo ,  &galan- 
ga  ana  onde  tre,vna  d  euforbio,  e  due  di  Macedonica  :  &  ammaffata  0  -    „  ^  a  & 
gai  cofa  iafieme  con  acqua  vita,&feccata  al  forno,  la  conferuana  in  vn  al   dolor 
fachetto  di  cuoiotpofcUi  in  tutte  forti  di  dolori  di  uètrefòd "altri maliche  di  Venere 
foffero  flati  dentro  il  corpo  ,  prendea  di  quella  mifìura  ridotta  in  polite,  ^c' 
quanto  ne  f uff  e  capito  in  vn  gufilo  d'uouo ,  <£r  con  vna  tay^a  di  vmo  la 
,  _  daua  à  bere  all'animale ,  ilqitale  fé  in  dodici  bore  non  fi  fui  fé  liberato',, 
pronosìicaua,che  feihore  dapoi  douea  morire, giudicando  la  qualità  del 
morbo  incurabile,et  initindbile  :  a^dopraua  ancora talpafla nelle  diffi-    M-,, 
cult à  dell  'orina,&  ogni  volta  ebe  bau  effe veduto  il  corpo  gonfio:  bauen  aj]a  diffi- 
dogli  prima  fatto  clisiere  con.olio,&  vino  di  pari  mifura  bolliti  con  me-  culti  d'o- 
%a  libbra  di  mele,&  con  rofmarino.  Se'l  ventre  eragonfìo,e  duro  ,  fea  rlna* 

il  clifìere  con  malue,mercorella,brancao;frna,  e  cànhlia  :  &  componea  ^  ,    ... 
_      /  j     j-     •      r  ■  r    ■       r      1      ■     ■         n         r    r   -Dolori  ai 

vna  beuanda  di  odorifero  vino,  con  farina  jottue, cimino,  e fterco  frefeo  ventre  da 

di  palombo ,  aggiuntoti  vn"  oncia  di  e  a  fi  a  preparata ,  me%a  difolfo  ,&  diuerfe  ca 

rilega  di  fieno  greco  .    //  Crefcen^o  ferine  >  1 dolori ,  &  attorcimenti  &loni« 

.  li  a  a  del 


73$  £  t  l  l  JX    C  t  0  \  I  JB     ■' 

del  corpo  talhorvenire  per  efferfì  mangiato  troppo  frigi  ,  il  quale  non  di  Kl 
gerendofì,viene  a  gonfi  arfì  dentro  il  ve?it  re ,  e  del  continuo  tormenta  i 
fianchi  di  maniera  >  che  l'animale  non  può  filar  in  piedi  :  a^flchefiarà  da 
rime.di.arfi  in  quefìo  modo,che  fitto  cuocer  viole,malue,panatara,e  bran 
caorftna,matricara,è  mercorella,  &  femente  di  finocchi ,  ò  di  ^inifii ,  dì 
pari  mifiura,con  vna  buona  quantica)  di  fiale  yjnele,olio,&  crufica,menata 
fi  bene  ogni  cofainfieme,  fene  faccia  vn  cliftere  caldo  :  indi  otturato  > 
con  stoppa  il  poHirone,  due  perfione  per  lo  ventre  vnto  prima  di  caldo  o- 
lìo  menino  erettamente  vn  baìtone  ben  lifcio,e  tondo  dalla  parte  dinan- 
•%i  incominciando  ,  &  fatto  quelito  fi tolga  la  sìoppa,  &  fi.  caualchi  pian 
pano  ver  fio  luoghi  'alti-finche,  madi  via  col  cliftere  vna  gra  parte  delle  co     j; 
fé  indigefte .  Il  B^tifio  confermando  ogni  cofa  àpunto  ,  dicepoterfi  ancor' 
utilmente  buttar 'incanna  vn'orciuolo  di  vinacon  dite  pugni-di  fiale,  & 
poi  fargli  vnafioppofta  d'vn  porro  di  nerrofiapone  vnto.Tal  volta  viene  il 
dolor  per  fiouerchiof  angue  corrotto,  fra  le  vene,  lequalifiveggion  gonfie 
„         a  fen%a  enfiagioni  del  ventre,  ò  de  i  fianchi^  onde  hifogna  cauarglifangue 
per  dolor  dalla  vena  chiamata  tigranica(eh'èprefio  alla  cignia)dal  una,edal al- 
di ventre,  tra  banda\&  fatto  quefìo ,  /'/  cauaUòfi menipefiopafioper  manofien^a 
dargli  a  mangiare,  ne  à  bere  finche  il  dolor  non  fia  cefiato .  Il  (ol'ombroj 
racconta,  che  nel  fiuo  tempo  vn-.di  D  almatia  volendo  curar  'un  (aualloi 
della  doglia  delventre,gli  diede  ìnfiu filone  di  argento  vino  ,  onde  finhito  & 
fioprauennero  accidenti  di  morte  almifiero  an.imale,mafiu  da  luifouuenu 
to  con  dargli  à  bere  duefieft'aridi  latte,facendalo poipaffeggiare piaceuol. 
mente,e'l  fintile  aiuto  dice  poter  fi  dare  con  vna  oncia  dimirra-,0  di  pol- 
ne  di  ruta  dificioltain  vino,hora per  hora,infinoà tanto  ,,che paia  libero, 
b  per  due  otre  volte  dar  colvino  ilcofiopolueri^ato,  à  la  ficolopendra .. 
Suol  ben  venir  il  dolor  del  ventine  non  fio  lo  per  indigtsìione ,  o  crudeltà,, 
comehors'è  dctto,ma  etiandiopereffier fi  divorato  nel  fieno  alcunveleno— 
fo  r  agno, ò>  altro animalucciofiecondochehabbiamo  altrouegìàdìmoftrA. 
to:e  talvolta  vienper  ver.mi,o  ithstbricicriati  nell 'inteftine,che  mordenr. 
dò,&  lacerando  di  déntro  yfìxn,  che'.lmifiero  animale  conifteffìborrarifì- 
fcuote  ,.  &fi  raccoglie  contutto  il  corpo  :  ne  pur  fi  riguarda  il  ventre  h  & 
ma  conia  bocca  fe'lfrega,&  rodtfpejfo;.ilche  veggendofiybifogna  buttar, 
gllingoka  vn'oneia  dì  pfìlUo  poluerì^ato  ,  e-r  vn! altra  di  rafeiatum  di 
corna- di  cerno  con  fé  i  di  opopanaci  dìfciolte  inacqua  melata,ò  fargli  ma. 
giticele  cime  tenere  del  fauro^r  bere  Va  decottione  della  me?ita,&fe  p 
quejlo  male  gli  fiopramniffie  difficultà  di  orina,  diafiglì  con  olio.vnoficm 
ftolo divpop anace .  Eumelo  vuole,che  nel  fieno ,  che  mangi  ,&nellyac->- 
4^ua  }  che  bee  >  fiftarga  -pnpoco  difialnitro ,  &  per  la  finiSra.  narice  fi 

butti  ' 


msL  e  jtv ano  un.  /#:      §g 

jt  butti  vnabemina  di  vin  dolce,  òdi  fugo  d'vuapaffaXònfugò'dicauoli,ò  Mal  di 
per  bocca  fi  dia  mefcolata  con  vino,&  olio  la  camòmilla,ola  centaurea  l^r^  °? 
•  la  radice  delfdueflre  cocomero  .  VLippocràtè  Bice,  il  mal  di  vermi  non 
efier  fàcile  ad  efpugnarfi  con  medicami,  nondimeno  quando  il  caualloft 
butti  in  terra  ,  &firanmlge,  &  annitrifee,  dando  fegno  deljuo  odore , 
approua  molto  à  dargli  per  lonafoilfugode'  canoli  co  olio,  &falnitro: 
ò  veramente  minima  di  fichi  fecebi,  &fior  di  rame  ana  onde  quattro  , 
ttre  di  fcbeggie,ò  funame  di  rame  con  acéto,&  olio  àba'stanxa.M.'rPie- 
r  Andrea  accorgèndofi ,  che'l  cauallo  fé  rimiraua  fouente  à  i  fianchi , 
dalcbecònofcea  luifentirpaffiòneper  vermi,  persamente  gli  daua  a  be- 

B  re  tre  gotti  di  fugo  di  fiondi  dipefico  ,ò  di  fugo  di  afientio ,  ò  di  menta  ì 
&fe  vedeaih'egli  haue/fe  perduto  il  mangiare,  gli  daua  bré>io  cotto-,& 
raffreddato,!)  ben  croni  di  farina  còtta  ?  etornatogli  l'appetito  ,gli  dina 
l'orbo  cotto  à'iaifa  di  grano  riffrin  tempo  di  es~ìate ,  vfando  di  verno  il 
'  germano^  l  frumento  cotto,c  parimente  poi  raffreddato.!  vermigli  di*  Vermi  co 
cea,crearfi  neUorpo  del  cauallo  in  tré  luoghi ,  e  di  tre  maniere,  nel  veti*-  me     cr.ex 
tre  lunghi grofft, e  bianchi,  nella  gola  dirti  rotondi,e  groffi,  iquali  paffa-  corpo  del 
ilo  ancora  in già,&  vanno  a  metterfi  nelfedereda  ter^afpècie  è  di-quel  cauallo . 
ìi,cbe fi fanno  tra  le  cociate  lunghi,  e  fonili,  come  fila,  &fon  chiamati 
fcor%erh,ò  filandre:  &  per  la  cura  di  tutti  vfaua  di  dare  a  mangiare  ^ura  Per 

'*  lbèif)a,che  per fic  aria ,  b  trahouara  è  nominata,  che  fa  lefrondi  come  il       eimI  ' 
■perfico,e'lfuJlo  nodofo  ,  &  roffo  ,  &  nafte  in  luoghi  acquoft  laqualher- 
bafe  colta  di  frefeo  nonhauejie  il  giumento  volentièri  mangiata  il  pri- 
mo giorno;  gliela  daua  il  fecondo  0  7  t-en^o,  quando  èra  alquanto  mofeia, 
&piufaporita;non  dandogli  fra  tanto  d  mangiare  altrO,che  paglia.  Et  Polue  & 
perche  il  verno  quefiaherbanon'jìritroua ,  egli  necogliea  nel  me  fé  di  altri  me- 
maggio  gran  quantità ,  & peccatala  confeniaua  ;  dandone  pòi nel  bifo-  dicaméti, 
gno  vna  oncia  in  polue  d  bere ,  ò  veramente  pelandola  "molto  bene  con  j^J    l  ver 
trep-artì  d'acqua,&  vna  4' aceto,  ne  cauaua  tanto  difngo,quanto  in  ire 

£  gotti  capito  f uff  e ,  &  prima  che  deffe  tal  hèuaada  ,fea  fi  are  l'animale 
infrenato  per  ifpatio  eli  due,ò  tre  bore,  accioche  ftfujfèben  digerito  quel 
che  dentro  loflomaco  fi  tronaua,&  altrettanto  il  fé  a  Har  dapoi,acciò  • 
che  non  fi, f uff  e  impeditat  operazione  di  quella.Hora  Vvfo  diquesta  pol- 
ue ;  ò  diqìieHo  fugo  egli  affermaua  ancoragli  buornini  ejfergioueuole , 
&  cafo,cbe  tal'herba  non  fi  fuffe  potuta  hauerè,  lodaua ,  che  fi  pefiajfe* 
ro  bene  affentio;e  menta,e  fcaldatele  al  foco  in  vna  caldaia,ò  padella  in 
afciutto,fene  empieffero  due  fac  duetti  grandi ,  l'vnofi  me  t  teff  e  foura  il 
yentre,l' altro  per  siila  fchiena ,  corrifpondentì  fra  loro,  <&■  caldiquan- 
to  fi  potefiero  foffrire.  dalia  criatura,  ÙH\  Luigi  contravermi  d&ua  à 
*■■  ■  %/laa     2  bere 


740  1)  E  t  L  J.     G  l  0  \l  jt 

Vermi  eo  bere  vott-a  con  olio,e  buon  vino-,  &  nel federe  mette  apetronico  .  Il  I{h~  £ 
me  li  gè  fio  fcriue,generarfi  i  venni  nel  -ventre  dell'  animale,  ò  dal  tnfìo  mangia 
cond  o'i  re>°  dalla  troppa  fcarfità  del  berey  i quali fan,  che  l  Cauallo  ammagrito, 
Rufìo ,  £on  i  peli  aggricciati  indofio  fi  volteggia,®-  riuolteggia,efpeffo  co'  den- 
ti fi  rode  i  lati ,  ofi  sforma  con  i  pie  grattami:  onde  fé  conpreste-^anon 
fi  rimedia:in  Irene  gli  cauerebbouo  l' intestina  :  pero  farà  bene  ,  buttar- 
gli nella  gola  tutte ■  l  interiora  calde  d'vna  gallina  giouane ,  tenendogli 
bene  il  capo  alto,  finche  interamente  l*  babbi  a  inghiottite  ;  e  cofi  facendo 
per  tre  mattine  ,  non  glifi  dia  à  mangiare,  ne  à  bere  fin  ad  bora  dì  nona. 
^Alcuni  a  cauallo,  e  ha  uermi,  danno  ginefìe  d'abrotano  fottilmente  pe- 
Sle,mef colate  con  Li  biadaye  gli  fan  bere  dell 'acqua  j "alfa .  filtrigli  fan  & 
Mangiar  della  fé  gala  vnpoco  coita  ,  &poifecca  al  fole  .  filtri,  fiondi 
verdi  di  f alicià  di  canne ,che glieli  fan  mandar  con  loflerco  via  _  ^Affir- 
to  ferine  i  cerai  ancora  efìer  fogetti  àqneslo  male,  e-r  con  maggior  peri- 
colo perche  nel  ruminare,  fagliono  loro  alla  gola,e  gli  fanno  andare  sìov 
diti  attorno  -,  mala  natura  lorbaprouislo  del  rimedia,  che-fi  mettono  aì 
mangiar  ferpi,&- altri  veleno  fi  animali^  coftfananoXa  doue  i  Caual- 
Ufe  ne  riducono  ad  horrenda  magre^a  conpeli  erti,  non  fei^a  febbre  :- 
&Jpefìo  à  morte ,  non  dandofi  alcun  foccorfo  dal  lor padrone  ,  ilqual 
douen.io  fapere,cheq  itesi  i  verminafeono  per  lo  pia  da  indigestione,  &  q 
eorrottione  di  cibi,  farà  bene  à  metter  cura  ,  cbe'lfuo  Cauallo  habbia  di- 
gerito quel ,  chea  mangiare  gli  bara  donato ,  &che  non  fàccia  paffar 
l' bora  ordinaria  à  dargli  la  fua  prebenda ,  perche  i  digiuni  fon  più  tor- 
mentati'' da  qiesìi  fieri  animalucci,  i  quali  (quando  lor  manca  ilfolito 
nudrimento )  fi  mettono  à  far  piaghe  perloftomaco ,  &-  a  confumare  le 
parti  vitali  :  dando  tuttauiafeqno  dì  loro  ,  quando  nel federe  fi  troua  vn 
certo  bumore  firmile  a  fina  cotta,  che  è  la marcia  fatta  da  effi  dentroy 
e'I  Cj lamento  fenra  gonfie^a  del  ventre  ,fiva  ;  inoltrando ,  &fi  corca 
con  le  gambe  al^ate,mettendofì il  capo  fra  legambe,e  tal  volta  fi fquar* 
eia  ilpetto,gri  lombi  con  iproprii  den:i,e  gitt  a  fofp  ir  i,&  lamenti  freffì,  & 
effendo giaproffimo  al  morire .  Terò  prima  che  a  tali  accidenti  fi  ven- 
ga ,  procuri  fi  di  vccidereqnefti  vermi,ò  lumhrici,  ò  caroli,  o  tignole  co- 
me fi  chiamanoyche  dentro  il  ventre  fi  fon  ertati:  perìo  qualeffetto  fipa 
tra  oltra  gli  alt,  i  rimedi ,  adoperare  il  fugo  delporro,edel  -marrubio,  a 
veramente  vna  parte  d'afimgìa,  e  tre  d'hiffopo  miftew  bocconi  di  lupini 
mexo  crudi pesli,  o  fi  mil  mente  Vherbafiintonìca  pesala  con  orobi ,  & fi- 
chi fecchiVegetio  loda,che  per  tre  giorni  fi  dia  a  bere  vn'bemina  di  cene 
redi  legno  Cecco  d'oliua  convn' altra  di  olio  verde:o  veramente  fàccia-* 
fi  bollire  con  due  fefiari  di  olio  verde  y&  amaro,  vn  f afe  ietto  di  affen^a 

portico^ 


btl  C'JP  JLlÒ,   li  È.  IX.  74? 

l/f  ponticòypòivi s' 'aggiungano  femen^e  di  najlurtio  >  di  coriandri,  e  di  ra- 
dici Santonico  ,  &fwopido  pontico  oncia  vna  per  cofa  ;  &  me^a  libbra 
di  mirto,e  di  fiengreco^  cotte  vna  buona  pe^^a  tutti  infieme,  di  è/i  di 
tale  decottione  v/fhemina  la  volta  con  mera  di  acqua  calda,  vfandola 
molti  giorni ,  &.per  pia  giouamento  vi  fi  potrà  mescolare  caHoreo  ,  <& 
falnitro.T.iofft  aucof  in  qneft'  altro  modofhrU  beuanda,  e  darne  v>f  be- 
rlina il  giorno  alla  digiuna. S  antonico,&  polite  di  offendo  pontico,lupini 
crudhje'aen^a  di  niHurtio  ,  e  di  radici,  r  afura  di  corno  ceruino ,  fior  di 
frumento  ,  e  del  legamo  chiamato  eruo3  ò  ceruio ,  ò  pur'orobo  ana  onde 
tre,con tre paHe'ùi  di finopido pontico  ,  tre fesiari divino  britfco ,  vno  de 
oliojpagnuoloyò  del  -miglior  noslr  ale  yv  n'onda  di  opopanacey  &  vn  he- 
B  mina  difemen^e  di  cortandri  trita  infieme  ogni  cofa  ,  &  cotta  con  dili- 
genza .  Situi  vn' altra  confettione,cbe  jpejfo  libera  l'animale  da  morte  .* 
polue  di  fantonico,e  di  orobi,afsen%o  ponticoylupini  crudi  herba  lent au- 
rea,^ femi  di  rafano  ana  onde  duey  vna  dUorno  di  cerno  y  &  me^a  di  Clifteri 
opopanacetre  bocconi  difinopidopontico,duefeftaridi  vinofortey&  uno  ef^caS";1 
d'olio  verdede  quaicofe  mifte  infieme  fi  diano  cofi  caldeyche'l  Qiumeto  { vermi. 
le  pofsa  col  corno  pigliar  per  boccay  poslo  con  ipiè  dinanzi  in  luogo  erto, 
acciochepiu  ageuolmente  nell'iute  rioragli  fcenda  la  medicina ,  laquale 
il  feguente  giorno  fi  potrà  dare  per  cliftere  y  facendolo  Jlare  con  ipiè  di- 
nanziin  luogo  bafio  ,&  cofi  alternatiuamente  cominouar  per  le  parti 

C    fouraney&  fattane  alquanti  giorni  y  adoprandone  vn  feflario  per  volta-, 
Tarimente per  benanda,&  per  cb.ftere giouerà  dar  in  due  fejiari  d'aceto 
vna  libbra  di  radici  di  e  apparo  ficiliano  y  ò  le  bacce  con  le  foglie  trite . 
Veramente  i  clisteri  in  quefti  malifogliono  ejfere  efficacijfimi,percbe  tal 
pesle  di  animalucci ajfaltafouente  il  quaglio,oue  le  beuande  di  rado  pof 
fono  penetrare;  però  quejl' altro  cliftere  fard  opportunoycbe  fi  facciano  in- 
fieme cuocere  offendo  pontico,fantonico,  femenja  di  rafano ^emen^a di 
coriandriyradice  dicappari,fhrina  di  lupini  crudi,orobi,& falnitro  ana 
onde  tre  vna  di  opopanaceye  due  di  cent  aurea,  con  vnfeHario  ,  &  me- 
^o  di  aceto  fortey  e-r  altrottanto  di  olio  verde,  e  di  tutta  la  mistura  s'a- 
doprivn  feslario  il  dì  ben  caldoycontinouandolo  per  tre  giorni,  (jiou.euoli 
parimente  fono  iclifteridi  acqua  calda  confale,  efehiuma  di  nitro  :  & 
gioueuole  è  la  beuanda  di  acqua  tepida  con  vna  branca  difemenredi 
coriandri ,  &  altrettanto  di  quelle  di  naslurtio  trite  infieme,  data  per 
tre  continola  giorni .  J^e  difutil  fi  a  à  fregar 'il filo  della  fchiena ,  e  tutto 
il  dofio  con  pece  liquida,&  olio  caldo  ,  quanto  le  mànipoffano  talerare; 
&  vngendo  ben  d'olio  il  ventre,e  i  testicoli,  e  di  olio  empiendoli  le  orec- 
chie e 7  fondamento,  nel  quale  fi  potrà  mettere  il  f ale  cotto  col  mele^J. 

esfa  a     3  Oltr' 


74*        htii^tgiù\ia 

Oltracciò  egli  ferine  ,  che  dalle  morficature  dì  quefìi  vermi,  ìquali  ven-  tg 
gono  alla  fine  à  forar  il  ventricolo  ,  &  confumare  le  vifcere,fuol proce- 
dere il  Morbo  alienate)  che  toglie  il  fenti  mento  all'animale,  di  maniera^ 
Morbo  a-  che  fi  andò  con  gti  occhi  aperti  non  vede  chi  gli  s 'apprefia.  Quefiomor- 
che  fa  'e  ho  dà  ben  fegn ale di fé nelle labbra,  &•  In  tintala  bocca^che  s'enfiano  co 
fuo  rime-  me  fé foffero  siate  punte-  da  qualche  velenofo  ammalacelo,  ?naJpefìo  in- 
aio .         ganna  i  poco  pr attici  fotto  jpecie  difanità  ;  perche  il  Giumento  parendo 
flar  ben  grafo ,  vien'àpericolodi  morire  all'  improuìfo  :  benché  effóndo 
preflo  il  rimedio  ,  può  f alitar  fi  in  quefìo  modo ,  che  trattogli  fangue  dal 
collo,glifi  dia  vna  beuada  composta  con  manna  di  <%kccarOy  e  trifiagine 
ana  onde  tre  ,  abrotanoy  dr \Arifiolocbia  rotonda  ana  libbra  mera  ,&F 
iena  digallico  pefie  infieme,  &  con  acqua  melata  cotte  .  Et  perche  tale 
infermitàè  contagiofa  di  modoyche  fkcii.ffvn amente  trapala  in  altri,  fé 
appreffo  à  lui  faranno  siati  nella  medefimaflalla,ò  pur  net  mede  fimo  pa 
feo  altri  Giumentiy  non  fi  manchi  di  dare  ad  ognuni  di  quelli  vn'hemina 
dell' iftefia beuanda  ;  adoprandoui parimente  i  profumi  ^che  à.pestilenti 
mali  conuengqno  ;  òpiu  tosto  ((fendo  ancor  à  tempo)  mandinji in  altra 
regione  indijparte.  Il  (olobro  dice,  i  lumbricigenerarfi  net  corpo  delfa- 
r.imale di [putredine,  come  nel  mondo  fi  generano!  vermi,  le  mofche,  & 
altri  fimili  :.  &  questa  putredine  fi  fa  con  l'humor  flemmatico  Colo ,  dal 
quale  fi  fritta  materia  prende Jp ir ito,&  nudrimento  ;& peni  distruggerli  •* 
egli  vuole ,  chepertredìfi-ctiano  al  giumento  due  hemine  di  latte ,  a  di. 
acqua  melatayicciocbe  i  vermi  allettati  da  tal  dolce^rafi  adunino  infie 
me?&  al  quarto  giorno  fi  diati  tre  libbre  di  graffo  di  porco  disfatta  in  vn 
pignatto,mefcoladoiii  vn' oncia  d'aloe  caualtina polneri^ata,ò  della  dia- 
pente^ polue  di  centamea,b  farina  di  lupini,  perche  taVinfufionefotuen- 
doil  ve.ntre,fhrà  vfeir fuori  la maffa  accolta.   "Pwff; \  ancor  dare  miftu- 
ra  d'aloe,e  di  melerò,  fugo  di  f rondi  di  perfico-.ò-  veramente  la  polite  de  gli 
offi  del  perfino  difciolta  in  buon  vino  ;  ò  polne  dibettonica  con  fugo  di 
offendo  JLt  fé  i  vermi  fuggendo  tai  cofe  amare  venifiero  à fermarfi fyef^ 
fo  al  federe ,fe  ne  vedra\fegno  dal  grattar  della  coda>&con  la  mano-  vn 
té  fi  potran  Iettare,  fi  come  altroue  sy è dimofirato-.  Mauro  Tede/co  tenea. 
per  rimedio  approuato  contr a  il  dolor  cagionato  da  qitejti  vermiycheper 
dne,ò-  tre  volte fì-fhcefk  vn  cliflere  con  acqua  di  fumoterra,&  acqua  d'a 
tiue,o. di  radici  di 'iucche  feluaggie ,  &  dipiùXglifidefie  vna  beuanda > 
composta  con  cinque-onde  di  late  di  fomiera,  quattro  dili)cia,tre 'di  te- 
riacayvna  di  folfo  pefio,un terger di  nocemofcada,&  vnpìgnatto  d'olio? 
prima  di  queste  cofe  cauata  fangne  dal  dorfo,ò  dalle  tempie, &  fattogli 
mettere  nel  barello  il  braccio,  vnty  da  vn  garzane  ♦  Marco-Greco  quarta 

dare- 


nxi  cjtvj.no,  un.  nt.       74/ 

fjf  do  vedeail  Qtuaìlo  morder ft  il  petto  acerbamente ,  'diche  fa  credendo  di 

offendere  il  -verme  chiamato  fcaglia,non  tardaua  àfoc  correr glicon  vna  faSfot 
beuanda,laqual  cottene  vna  quinta  parte  fronda  ai  fiel  di  cerno,  tre on- 
de di teriaca ,  due  di femen^e di '  iufquiamo ,  fei  diUttè  di  afina, quat- 
tro di  latte  di  donna  partorita  à  mafchio-,  e  cine  di  fiel  ditorro ,  con  vna 
libbra  di  fugo  di  cicuta  ,e  di  pimpinella^  è  due  dramme  di  fiel  di  cerno 
diHemperata  ogni co  fa-in  acqua •divisìerna  :  ilquaì  rimedio  il  Ferraro 
afferma  efler' anco®  glibuomini  appropriato,mettendofi  in  luogo  del  fiel 
di-ceruoia-polue  del  corno  fuo  mefcolatanellà  teriaca  co  le  f emende  del" 
laportulaca,&  quel  chefegue .  "2v(p«  meno  importanti  fono  i  mali  >  che    Mali  ed 

%  auuengono  alfegato,pereffer'egli(comeper  inan^i detto  babbiamo)  fon  fega«>. 
-  te,  &  officina  del  f angue  >  onde  anuiene ,  cbe  -ogni  picciolo  erro  re ,  che  in 
quesli fi  commetta-.apportieflremv pericolo  di  morte  all'animale. llqna- 
le  fi cono j cera  bauer' il  fegato  infiammatole  maldifpòHo,  fé  gli  fi  vedrà 
gonfiare  il  ventre ;Ìevofcie,il  genitale;  &  iprecordij,  &  maggiormen- 
teaUa parte  delira ,  me  l'animale  riuolge  là  fàccia  fpeffo ,  quaficon  gli 
occhi  dimagrando  il  luogo  ojfefo,gitta  toffendo  certi  fofpiri,  con  difficul- 
tà  rifpira,  e  caccia  vn  .fiato  grane,  €  puT^Tolente  ;  tiene  gli  vitiati,i&-  la 
bocca  afciutta,onde  la  lingua  diuieneajpra,&  pur  gonfi  ata,&  con  nau~ 
fea  del  mangiare  appetifee ilbere,e diuenta  magro  :  nel  e aminare  muo- 
C  ne  più  pigramente  le  gambe  di  dietro ,  febiua  di  corcarfi,  e  cadendo  fi 
volge ,  hor  qua ,  bor  là  :  ma  quando  viene  à  fermar fi  fopra  la  partede- 
ìlra ,  i  dolor  viepiù  s'infiammano  .  bora  per  curarlo ,  c^fffirto  ferine  > 
ch'egli  fi  fàccia  piacevolmente  pafìeggiare,ma  non  faticare)  fitenga  con 
buone  coperte  di  fopra ,  &  con  morbidi  letti  di  fiotto  >  ■&  fi  freghi  fpef- 
fo con  vino,  &  olio  :  fpeffo  ancora  nel  bere  gli  fan  buttati  pomi  granati, 
&  farina  di  frumento  di  vemo:ò  cPor%G  di  fiate  :  e  tal  volta  gli  fi  dia  la 
decottione  de*  fichi  vecchi,  la  decotticne  amor  delle  foglie  del  polio  in 
vino  è  vtileàdarper  bocca,  o  per  la  narice  deslra^,  ò  fimilmente  lairi 
illirica pesla in  due  hemine divino  adacquato,  ò  bollita  con  vino,  ■& 

&  olio  la  conica;  ma  fopra  tutti  prefentaneo  aiuto  porge  à  dar  col  vino 
pesla  Iberbapoleminia,  laqual  raffembra  la  calaminta,  o  nepita  ampiay 
fé  non  eh' è  più  bianca,  e  diguflo  più  amaro,e  di  grane  odore:\<& nafee  in 
prati  bumidi,e  palufiri,^r/ì  dice  anco  a  gli  bnomini  effer  J aiuti fera,ado- 
prata  in  linimento.  L'orzo,che  s'è  da  dare,  bijvgna ,  che  fìa  prima  tenuto 
à  molle  in  acqua  calda .  Jgatocle  dice  douerft  l'animale  corroborare 
con  leggieri pafìeggi,  con  abbondanti  untioni,  &  con  cibi  falubri  &  bu- 
midi ,  dandoglieli  à  poco  àpOco:e  loda  l'acqua,  oue  /' 'abrotano  fia  decot- 
toiperdoche  beuendo  più  che  buttandogli  per  lonafo  le  medicine,  queflo 

via  a    4         morto 


744  DE  l  L    Jt    C  L  0  \l  \A 

morbo  fi  caccia .  Tutta  via  Teonneflo  vuole ,  che  per  cinque  giorni  fi  dia  £ 
fer  la  narice  dettra  infufione  di  vna  libbra  di  mele  >  &  mexa  difalnitro 
vna  hemina  di  vin  biancoy&  vnfettario  d  acqua  misti  infiemey&fe  per 
queflo  nonfiguarifcey  tragga  fi  f angue  da  ipiè  dinanzi  fono  le  ginocchia 
&  vltimamente  diafi  il  fuoco  alla  ter%a  cotta  di  fotta  l'ale  lafciando 
quattro  deta  difpatio  fra  le  due  righe  delle  cotture .  Hippocrate  fcriue, 
traua^ia°  che  quando  il  fegato  è  trauagliatOy  hifogna  falaffare  il  Cjiumento  al  collo 
io  come  e  dargli  a  bere  vna  hemina  di  vino  con  mirra,  &  incenfo  quanto  vada- 
ti curi .  tiaro ,  &  alla  naufea  è  dafoccorrerfi  con  beueroni  di  fior  di  fa,  rina ,  di- 
fciolta  in  acqua  polendo  da  quelgutto  apprendere  defiderio  di  bere,  e  di 
mangiare.Se'l  vitio  vàpur'oltre,conuerràtrarf angue  dall'urlone  dall'ai  F 
troyfeno  de  l  aleyò  da  gli  [cagli,  z^uuiene  q uè Ho  male  ad  alcuniyquando 
violentemente  han  corfo  per  luoghi pietrofì y  &afprià  quali  batta  dar 
per  lo  nafo  va' acetabolo  di  cimino  con  vino>&  olio  .  Cjioua  anco  à  dare 
nelfimil  modamiflura  di  vn' acetabolo  di  mele yvny altro  difalnitroye  due- 
di  ciminoycon  un  fejìaric vd 'olio>e  di  acquai  peregual  mifura  butiroyopa- 
panaceymirraye  melemifiicon  vino,  ò  con  vino  dar  per  bocca  per  tre  gior 
ni  rane  di  paludi  bollendo  disfatte .  Vtiliffimo  ancor' è  à  dar  col  vino  la 
noce  punica  piccioliffimayò.  pignuoliycon  vna  oncia  di  "zaffranoy&  vn' al- 
tra di  cimino  barbaresco minutiffimamente  trite:  o  con  vino  l'origano  G 
Secata  faluatico:& farina  di  p ep e. M.Tier  ^Andrea  conofcendo  dalla  molta  fe- 
del  tega--  te  la[eccità  del  fegato  ,  vi  rimediaua  inquejlo  modo  y  che  tratto  fugo  di 
que'  cardilli  (carne  nel  reame  fi  chiamano)  che  nafcono  tra  lepietrey  <& 
in  coJliere,-vi  mefcolaua  vnpoco  di  acqua  rofay  &  convnajpongia  ne  ha. 
gnaua  il  coflato  dejìroylauato  prima  con  lifciay<&  faponey&  rafciugato; 
perche  cofiiporifi  ritrouauano preparati  à  riceuere  il  freddo  del  detto 
fugo;et  cornei' una  bagnata  era  afciuttayvifacea  metter  l'altre  contino- 
uando  per  tre  dì  quattro  volte  il  giorno  ,  e  con  tal  curali  Giù  mento  ricu- 
perando tappetitOy  gli  daua  appreso  al  berey  orzo  cotto  al  mangiare  con 
alquanto  di  brenno  mi/io:  legandolo  molto  corto  yac ciò  che  nonfifoffe  cor  a 
catoy  perche  corcando  fio  neWvnofo  nelV  altro,  lato  l'harebbe  offefo.  Ve- 
getio  y  à  chi patifce  del  fegato  y  loda  dar  per  bocca  vnfettario  d'acqua  di 
orinata  con  tre  ciati  d'olio  rofatoyouertre  onde  difeme  d'apio  y  tre  di  hif- 
fopo  y  &  vna  di  abrotano  y  &  olia  verde  à  battawzaycotte  con  vino  buo- 
noye  ridotte  à  le  due  parti  >  continouando  tal  bevanda  per  qualche  gior- 
no\&  perche  il  giumento  difettoso  diquetto  male  yfuole  hauer  aggiun- 
ta febbre  y  &  indurato ,  e  gonfio  il  dettro  tetticolo  yfarà  bene  me f colar 
col  vino  due  dramme  d 'incenfo  tritor  e  fregato  lungamente  e  on  diligen- 
v^a)  procurar  con  idonee  couerte  y  che  fudi  bene  )&  a  qualunque  Cj'm- 

mm<k 


DEL    C  *A  V^i  L  LO,    LI  B.   IX.  745 

^£  mento  haueffe  magagnato  il  fegato,  o'I  Volmone  ,  ò  l'altre  vicine  mem- 

bra,ordina,  che  fi  cari  [angue  dalle  rene  del  petto  pofie  nell'ima  ,  enei-   Fegato  ò 
l'altra  parte  dotte  lejpallefi  congiungono  con  le  braccia,  e  dotte  fi  fh  pie-  ^J^^ 
ga  nel  rejìringere  della  Jpalla.Horfi  come  lafamtà  dell  animale  conjifte  to.& 
(a  guifa  di  m  ufi  co)  nella  concordanza  degli  Elementi,  e  de  gli  h  umori, 
de'  quali  è  compofio,che  di  [opra  fu  detto  nel  fegato  generar  fi,  cofiperil 
contrario  dalla  difcordan^a,et  dal  trottar  fi  impedite  le  membra  ad  ese- 
guire glivffici,  chela  natura  ordinatamente  aciafeun  di  loro  ha  com- 
meffi,nafcono  infinite  forti  di  morbi,  &  tra  gli  altri  auuiene  alcuna  vol- 
tale nonpofiendola  colera  liberamente p^jf are  perla  via  ,che al  fno  Colera  co 
B  ricettacolo  la  conducete  purgarfi  per  lorina-.malfiando  fi  ferma  dentro  neri    fie» 
accrefeiutaò  per  compleffione,  che cofi porti  :  ò per  dtfiemperanja pati-  giumenti 
tanel  troppo  correre,  otrauagliare;offendai  e  aualli,&  maggiormente  e  fa©1  "- 
i  muli,egli  afini,  in  due  maniere,o  feccoyo  humida.  S'ella  èfecca  fi  veg-  me  ^  ' 
giono  queslifegni,che  tutto  il  corpo,  &  maffimamente  il  ventre  è  molto 
caldo,&  la  bocca  arficcia,  egli  fchiua  di  corcarfi  per  la  pena  intrtnfeca 
ecceffiua,no  mancando  di  lamétarfiftl  corpo  fi  gli  rtsìringe,che  non  ren- 
dere non  con  grande  dtfficultà  gli  e  fio  emeriti .  Onde  fecondo  gli  ordini  di 
jLffirto)èdafoccorrCifi  con  difteria1 'acqua,fnlnitro,&  olio\ per  cattar- 
gli la  uentofitàihauendogli fatto  prima  nettare  il  budello  da  qualche  put 
*  to  co  la  mano  vnt  a  ficcata  dentro  ilfedere,&  è  dafùrffiar'in  ripofo,ci- 
bandolo  di  tenero,&  verde  fieno,  0  del  ficco  (fé  lafiagione  cofi  volejfe) 
sbruffato  difalnitro,o  d'acqua  melata ,  0  di  vino  dolce .  Giona  ancora  à 
buttargli  per  lo  najo  con  vino  dolce, tepida  decottione  di  malna\  non  dan 
dogli  a  mangiar  'or^p,  fé  non  macerato  nell'acqua ,  laqualpur  tepida ,.  e  r~°  -f~ 
fjparfa  di  falnitro  vtiliffimamente  pub  dar  figli  à  bere  .  Oliando  la  cole- 
ra è  humida  ,fi  conofee,  che  gli  occhi  gialli  languifcono,  &  rifplendono; 
e'I  medefimo  color  rapprefentano  le  vene  fottoposie  alla  lìngua  ;  &  cofi 
gialla  vien  fuori  ancor  l'orina;  le  narici  Hanno  aperte ,  e  dislratte  ,lo- 

r*  recchie,  &  i  fianchi  fi  dileguano  in  fudore  ;  dalla  bocca  efee  vn'ar- 
dor  grande;  egli  fcrollandofi  manda  gemiti,  & quando  corcato  fi fen- 
de, parimente fiorirà;  oltra  acciò  qualche  volta  convna  delle  gambe 
gonfie ,  è  coflretto  di  zoppicare .  Quefio  fi potrà  aiutare  con  beuanda. di 
due  hemine  d'acqua  mifia  con  aceto  ,  0  con  dargliene  vna  di  vino  ,  e  di 
mele,  &  vn' altra  d'acqua,nelle  quali  fian  triti  cimino ,  e  thimo  d'egual 
mifura:&  con  trargli  poi  dalle  gambe  fangue. bilami  commandano,che 
fi  laui  :  JLltri  più  tofloadoprano  l'habito  tepido  del  fuoco ,  e'ifuffumi- 
gio .  Sglipur  altroue  ci  auuertìfce  ,che  quando  il  cauolloflando  in  ripo- 
foffivedefeorrcre  di  fudore per tutta  laperfona  ^0  pur  in  alcuna  par- 
te- 


74<5  DELIA    ^10  ^1  A 

te,  ferita  comprenderne  la  cagione1;  è  dafaperfi  ,  che  la  colera  è  calata  % 
in  quel  luogo  :  &fia  rimedio  prefentaneo  à  dargli  beuanda  di  vino  dol- 
Sudoie  ce  ^  fa  rpier>  Andrea-vedendo  il(jii:mento  fen7Kafo(pitione  di  caldo  fu- 
fpiàon  di  d  are  ,e  diffonder  fi  quafiin  acqua;gh  mettea  addofìo  vn  lenitolo  bagna 
calci .  to  di  acqua  fi  efca.  ;  guardando  però  ,  che  non  tocaffs  la  pancia  ;  è  [opra 
quello  vna  manìa  di  lana  afciutta;e  cofiquel  dolore-,  che  ne  era  cagione 
cefiaua  affatto.  Hierotle  afferma ,  che  quando  l'animare  infefìato  dalla 
colera  humida,il  ventre  fi  difìolue  in  [udore ,  e  patifce  gran  torcimenti: 
&  egli  fregando  alle  mura  ilpetto,diuien  ritrofo^effo  trahendo  di  cal- 
ci à  chi  s'accosla;e  manda  fuori l'orina  craffa  ,  e  nera  :  pevilche  vtiliffi- 
mamente  gli  fi  poffono  dar  per  bocca  le  frondi  della  brafjica  faluatica,F 
pefle,e  bollite  in  due  hemin?  di  vin  vecchione  una  di  mele;  ò  co  nino  il  pe 
pe  trito,&  l'opopanace;ò  co latte ;et  nino  l'herba  H era e Ho:  fomentando- 
lo con  cibo  alquanto  più  parco  deWvfato:&  ottimo  farà  ilgra?io  roflitoy 
<£-  la  farina  delgrano,ma  niente  fieno.  Et  perche  il  fonnofuol'in  queflo 
male  fuggire  ;giouerà  per  lo  nafo  infondere  il  mirto  faluatico  trito  in  vi- 
no^ fargli  letto  alto,e  delicato,oue  fi  poffabenripofare  .  La  colera  fec- 
cafi  toglie  co  l'infufione  della  braffica  feluaggia ,  &falnitro  infieme  di- 
fciolti  in  vino;  &  con  bagni  di  acqua  fredda,  continouati  fu  l'ombilico . 
Stratonico  ordinaua  a  dar  per  bocca  un'acetabolo  di  melc,&  vn' altro  di 
ferae  di  finocchio  con  vna  dramma  difertula  campana,cioè,di  melilotoy 
trita  in  vn'hemina  di  vino,  &feifeHari  di  acqua  .  Alcuni  dan  col  nino 
tre  onde  della  radice  dell' herba  viperina,  chiamata  altrimenti  echio 5 
pesi  a  ben  fottilmente .  Altri  con  vino  nero  le  frondi  dell' bedera  me  fico- 
late-^  Itri  le  feor^e  del  pomo  granato,  &  le  frondi  dell' oliua  fialuatica 
pefte,&  macerate  nel  vino  glifiinno  inghiottire. Et  fé  con  quefìo  non  cef- 
fa  il  male  ,  toccano  con  la  lanciata  le  vene  poflefopra  il  nafo',  Eumelo 
fcriue,chefe  la  colera  dà  noia  all'  animale  ,11  ventre  ft  gonfi  a  fenica  fuen- 
tare  però  con  la  mano  vnta  fon  da  aprir  fi  gli  vfei  naturali  riflretti;  e  tot 
to  il  fimo  vi  fon  da  metterfì  fopposlefhtte  di  orìgano  felu aggio ,  &her-  g 
ha  pedicolare  (altri  dicono  vua  feluaggia)  mista  con  mele  fchiumato , 
aggiuntola  fate  trito  :  che  cofi  il  ventre  fi  muoue  ,  #*  la  colera  tutta  fi 
caccia  fuori.  Alcuni  danno  per  bocca  tre  onde  di  mirra  difciolta  in  un 
hemina  di  vino,&  vngono  il  federe  di  pece  liquida  :  Altri  gli  firn  clifleri 
d  Ita  co°  con  acclHCL  marina:ò  veramente  con  falamora:  Altri  con  orxo  verde  fan 
lera  fecca  bollire  le  tefle  de'  porri  pefìe,&-  ne  danno  à  bere  il  fugo  tepido .  Ma  della 
colera  fecca  è  fegno  lofpafimo,chericeue  in  tutto  il  corpo;e'lCauallobat 
te  con  l'unghie  la  mangiatoia,  come  sbigottito  per  qualche  tema  ;  gli  oc- 
chi con  tal  cagione  gli  refiano  conturbatijche  non  vede  vn'hHomo,chegli 

^ia 


» 


D  El  C  JtV  Ut  LO,  US.  IT.  747 

rg  fila  dauanti  :  fi  sfo  r%a  di  raccogliere  afe  il  capeHro  ,&  fivà  riuoltando 
fpéfso:&  perciò  non  accade  fé  non  quando  la  colera  bà  piene  le  parti  vi- 
cine al  coreybifogna  rimediami  con  trar  j ■angue  dal  collo,  e  dalle  tempie 
indi  fatta  la  fregagione  y  dargli  per  le  narici  quattro  fejìari  di  vino  >  per 
(a  quale  heuanda  ageminante  fi  potrà  muonere  vomito  di  quella  ripie- 
ne%ga  >  che  foprabbonda  ,&  fi  potrà  folnere  ancor' il  ventre,  ilquale  fé 
non  rijpondefìe  conuerrè  pronocarlo  di  fottoy  ò  veramente  dargliper 
bocca  vn  danaio  di  elleboro  nero,  &  va' altro  difeme  di  tino  triti  kkdue 
hemine  di  vino:& fel  feme  del  lino  non  fitrouaffe  y  baflerà  vna- dram-  ~^* 
ma  di  fc  amone  ai  poi  fi  diano  perle  narici  ajfentia^y  cét aurea  macerati 
U    in  acqua  melatalo  in  vino  y.  com' altri  dicono:e'l  giumento  fi  laui  tutto 
con  acqua  jrefca.Cjriouaparimcnte  dar  per  bocca  polite  d,incenfoy&  mir- 
ra trite  per  egual  parte  ;  per  lafinisira  narice  vn  toporagno  difciolto  in 
vn'bemina  calda  di  vino  bianco  .  Quando  la  colera  è  bumida,r  anima-  Segni  del 
te  giacente  non  fi  può  di  leggiero  Iettar  fufo,  &  alitato  fi  trema,  efla  per  |f  co'era 
cadete.  : ilibe  fuole  auuenir -e quando  cglibà  divorato  Vorrò  novello  ba-      nu  a" 
gnato,àpefioyò  fé  dopo  vn  grande  affanno  efiendo  ancor  caldo,  ha  beuu- 
to  dell' acqua  firedda:  Il  rimedio  fiatargli  per  lafiniflra  narice  tre  onde 
digallayVna  dinoce  di  pino,vny  altra  di  fommacco,  &  altrettanto  di  cor 
teceiaèi  melo  rofio  triti  in  vna  beni  ina  di  vino  tepido,co$lrignédo  il  Gin 
mento  à  cambiare Xaluolt a  quelliycbefcno  off  e  fi  dalla  colera,  fi  veggio- 
na  andar  Troppi  di  ciafcunpiedcy  con  le  vene  pkne  difangu* ,  e  cacciate- 
in  fuoriyvfcendo  di  ogni  parte  vn  gran  vapore,  all' bora  fon  da  cnrarfiin 
quefto,  modo  >  che  fi  cani  dal  collo  [angue  in  due  giornate  l'vna  apprefio 
all,afara)&  apparando  effofangue  liuido,et  vitiofo  tanto  fé  ne  lafci  vfcir 
che  venga  puro. E  per  bocca  gli  fi  dia  acqua  melata,&  fi  fomenti  con  ver 
de  b erbaggio, e  con  beueroni  difkrina,e  vino  nero,non  mancando  di  inte- 
nerirgli con  la  mano  le  Jpalle,&  nudare  con  fi egaggkni  le parti  eftrinfi 
che-yflcciòfi  rilaffi  alquanto  la  cuticagna  che  ftà  Stirata  J^egetio  dkeycbe 
quando  il  Giumento  è  inf e  flato- dada  coler ayfi  vaftorcendo  >  e  riuoltada, 
&  come-fehauejfe  dolor  di  corpo,&fi  rimedia  con  me^a  oncia  di  triffagine 
nera,ttna  di  manna  di  -Tuccaroydue  di  nitroyt  due  di  altea,deUe  quali  tri 
ttin.vnfeSìario  di  buon  vinoy  e  mifieinfiemeyfi  damper  la  narice  fini- 
ftra  vna  hemina  ta  volta  ca acqua  melai  a,c  aitatogli  prima  dal  colla  fan 
gueJìt quando  la  colera  f offe  fecca  y  giouerà perla  narice  deflra  il  mirto? 
fal'uatkapeflain  vino  temprato- conacquaydandogli  inveceydeìx'or^Oyil  r  ^era 
fprre  tritoXatììora fi fjìarge  eSlrinfecamente  la  coleraper  lo  corpo,onde  j£  Cor  pò 
£  animale  dtuiene-  itterkoydetto  cofi  da  ktero  augello  chiamato GalbuUy.h  i  giu- 
è&eccafìcQ  tb.  colorgiaUQiCQntà.cHiwfia^iceVliw  men»  ic- 

fonano      ierlcu    » 


74*  tolLLoiGLOTtljt 

J anano  morendo  t 'augello, e  di quello  male,  che  T{egio  fi  fuol  dire,ì  fé gni  g 
7?      che  fon  &lioccbi  verdine  becciofi,la  tesla  china,  la  pelle  dura,ilpelo  borrido, 
Zìa  efegni  e  t  zoppicare  con  corta  angofcia.la  cura  deus  effere  quefla,cbe  fi freghi 
di  cflò .    bene  con  olio,e  nino  tepidi,e  mefio  in  luogo  ofcuro  ,fi  cuopra  di  tal  modo 
con  fcbiamne,che  pur  di  giorno  non  gli  fi  posano  uedergli  occhi-.oltre  di 
ciò  fatte  bene  infocare  alcune  pie ciole  pietre  da  matinare,fi  gittino  den- 
tro vn  vafe  d'olio  pò  fio  à  pie  dell  animale  in  tal  maniera,  che 7  fumo  da 
quelle  moffogli  entri  per  la  bocca,&per  le  narici,che  farà  mirabile  gio 
uamento,continouato  per  fette  giorni .  Egiouerdper  dodeci  giorni  la  be- 
vanda di  f angue  di  capra  e  latte  di  pecora,  cojìo ,  &  an  agallico  mifli  in 
olio;oueropeflifi  una  libbra  di  panace  Siriaco  ,  &  un'altra  difeme  d'a-  F  . 
pio  ,  e  criuellatefian  misle  in  un'altra  libbra  di  mele  attico ,  per  darne, 
,  quattro  cucchiari  la  volta  ih  vn  feflario  d'acquarne  fi ano  flati  cotti  lu- 
pini cì'udi,cofi  fheendoper  cinque  giorni;  &  fé  questo  giouafee  tardi,  fàc 
ciaf  flar' al  fereno  un  uafe  ìiuouo  con  tre  fé  si  ari  di  nin  o,e  tre  onde  difler 
co  di  cane  bianco  mefcolati,  cjrper  tre  altrettanti  dì  fé  ne  dia  beuanda . 
Tuojfi  ancora  in  vece  deluino  ufare  l'acqua ,  ouefiano  decoti  ceceri . 
Cauallo  Quando  il  Cj  inmento  è  flemmatico,  non  è  fen^a  febbre,  etiene  gli  occhi, 
cleome  rictrati,e le orecche dislefe,rigide,e percuote  fj^efio la terra,co  piedi; ma 
fi  rifani .  può  famrfi,cauadogli  [angue  dalla  vena  matrice,del  quale  faldato  con 

vino  &  olio  farà  da  fregar  fi  tutto  diligent '([imamente  contra  il  pelo,te-  G 
nendolo  in  luogo  caldo.  Molto più  Jpefso  auuiene ,  che  offenda  il  giumento 
Humorsà  l'humor  fanguigno  ,ilqualeo  f)uer  ch'io ,  òindigeslo,ò  corrotto  che  egli 
guigno .   fia^difcorre  per  la  perfona,&  reca  infermitàfo  dolore  à  tutto  il  corpo,  ò 
pur  in  qualche  membro,onde  bifogna  necefìariamente  fcemarglelo.  Ife- 
gni  quando  il  cauallo  b  aggi  a  bifogno  ,  chcglifiafcemato ,  far  anno  quefli 
che  gli  occhi  s'arrof  ano,  &  fileggiano  torbidi,  elagrimofi,  le  vene  fi 
gonfiano  piudell  ordinario,e  gli  viene  vn  prurito  per  tutto  il  cuoio ,  che 
fpefio  il  fu  fregare  :talhora  i  crini  cafeano ,  e  fogliono  per  lo  doffo  nafee- 
re  alcuni  tumori  roffigni,ò  ampolle tte,mangia  meno  dell' vfato,la  orina  « 
efee  roffa,crafa,e  fetida ,  e  parimente  pw^ja  oltre  modo  lo  fieno  fuo  . 
Stfe  all' bora  non  fi  rimedia  preflamente,molti  mali  ne  pofsono  auueni- 
re  di  gran  pericolo,  e  fpetialmente  lofuole  afferrare  vna  rogna  diffìcilif- 
fimaà  curar  fi -.pero  fen'xa  negligeva  gli  fi  cauerà  f angue  dalla  uena  com 
m  une,ch'èin  meTO  al  collo,da  tre,ò  quattro  libbre  accetto  fefofie  debo- 
Cauar  sa-  le,òpolledro,che  allkora  ballerà  vna ,  e  me?a,  b  due;  conciofia  cofa  che 
gue  vtilij  in  quefli  effetti  principalmente  è  da  riguardarfi  l'età ,  &  la  forya  dello 
iimo  qua  animaieyeYamente{fi  come  il  Colombro  dice)iUauar  delfangue  fi  tro- 
tta vtiliffimo  à  molte  cofe}  &  principalmente fuolfhrfi per  cinque  inten-  ■, 

tioni , 


<DEb    C  A  V  Ji  L  LO,L  1  B.  ÌX.  749 

jl  rioni  ',  0  per  diuertir  le  materie  da  ima  ad  altraparte  ,  ò  per  divertire  i 
mali,chefi  temono,e  concerna;-  Li  farinàio  per  rinfrescar  il  fouerchio  ca- 
lore intrinfecofo  per  diminuire  il  fouer  ch'io  Pingue,  ò  per  purgare  in  vni- 
uerfale gli  bumori  peccanti,  in  qualche  modo;  Ma  perche  poco  vagliono 
le  medicine,  fé  prima  non  fi  conofce  la  ragion  della  cura ,  &  la  caafa,  & 
la  qualità  del  male  ,  è  neceffario  fare  molte  confiderationi,quando  il  fan 
gue  s'è  da  cauare,perciocbe  in  ejjo  confluendo  la  vitale  virtù  degli  ani- 
mal'hfe  egli  al  tempo  fuo ,  &  col  debito  modo  non  farà  tratto  ,  non  folo 
non  giouerà,  ma  potrà  apportare  grandiffimi  pericoli.  Trimier  amente 
dunque  guardifi  al  poffihile  >  che  l' aere  non  fìa  corrotto,  ònuuolofo  ,&  n)en[1  jn". 
B  faccia fipr ima  cambiare  ìlGiumentovnpoco  ,per  rileuare  la  virtù  de  torno  al 
glijpiriti,e  degli  humori  ,  ma  non  tanto  ,  che  venifìe  in  [udore ,  ati^i  vn  caua-  fan 
giorno  innante  d'ajlenerfidifàtiche,e  da  fomentar  fi  con  leggieri  e  par-  ?ue* 
chi  cibi,accioche  fi  troni  regolato  di  corpose  non  turbato  perindigejìione. 
Il  miglior  tempo  da  falafiarefì  intende  quando  gli  humori  fono  in  mo~ 
to,&  chel  corpo  per  la  hnmidità,  e  calidità  della  fiagionef  troua  appa 
'  recchiato  à  l'aumentare:  il 'che  fi  a  del  me  fé  d'aprile  in  fino  allamitàdi 
Maggio .Maeslro Mauro  dicea,che  àpreferuar  il  (auallo  da  molte infer 
mità,ilifi  dee  almanco  tre  volte  l'anno  cauare  fangue,  vna  circa  il  fine 
di  ^Aprile;  perche  aWhora comincia  il  fangue  àmoltiplicar fi ,  vn  altra 
il  principio  di  Settembre,acciò  che  il  fangue }che  fi  troua  acce fo  per  la  di- 
slemperan%a  del  caldo,[uapori fuora,  la  terza  circa  la  mità  di  rDecem- 
bre,accioche  vada  fora  il  fangue  groffo  coadunato .  Ilche  tutta  uia  è  da 
offeruarfi,ò  da  mutar  fi  fecondo  la  qualità  de  gli  animali,  e  de'  luoghi  ouc 
fi  troua.  Il  Bj.fio,e'lCrefcen^o  uoghono ,  che  in  tutte  quattro  le  scagioni 
■  dell' anno  fi  cav.i  fangue  dalla  uena  confv.eta  del  collo ,  per  mantenere  il 
fauallo  [anodiche  aggìugne  Giordano  BJffo ,  che  di  queste  quattro  ogni 
volta  èdacauarfì  manco  fangue,  &  approuano,  che  fi  [chini  difhrfa- 
iafio  nella  fìronte,o  nelpetto,ò  nelle  cofle,ò  ver  ne  i  fianchile  qualche  ne- 
r\    cejfità  no  ajlringefie,  perche  tal  luoghi  richiedono  poi  vfama.  difrequen 
tarlo.  Hieroc le  riferifce,che  ne  jLffirto ,  'ne  Siimelo  approuaua,che  [en%a 
neceffitàfi  cauajfe  fangue  à  Cauallifani  ,accioche  Ivfan^a  del  cauare  y 
fé poi  fitralafciafie in  qualche tempo,non  offendere  in  alcun  modo,come 
fuole  auueniretoltre  che  diceuano ,  che'l  cauar  del  fangue  induce  bolli- 
mento^ concita  morbi  ageuolmente.rNe in  uertàfipuo  negare,chenon 
faccia  diuentare  V animale timorofo,&  di  corta  vis~ia,  &  ne-  caualli  co 
lerici,ò  sli'ZTo fi  genera  bi%jaria,&'  altri iniqui  effetti: -perone  io  mi  in- 
durrei à  farlo ,  fé  non  per  manfeftì  bifogrii .  Comiofia  cofa,  che  già  me- 
diantii  buoni  cibi  £  animale  più  ficur amente  fi  può  purgare ,  &  quando  ■ 

per 


5£t)  Diligi     (jLO\ljf 

^  Cauallo  per  troppa  grafferà  fojfe  diuenuto  indomitOy&  fitperboyall'hora  la  mi-  g 
IUr  $k°r  difcipima  per  correggerlo  farà  lo  fcemarglipa  rte  delfuo  mangia- 

corre-™a.  refì  c0  m  c  Prr  e!fc  mpi°  afUo  p^opofito  Cicerone  induce  ad  Or t enfio  dicen- 
do  idomatoride'  caualli  non  foto  le  battiture  adopranoal  domare  yma 
fottraggono  anco  lì  cibo  ,à  finche  con  la  fame  sindebollifca  la  troppo  sfre 
nata  forila,  M  mcdcfimo  modo  dicono  vfarfiin  India  nel  domare  degli 
Elzfanti(come  racconta  il  'Poggio.)  Tutta  nolta  co  fi  i  modemi,come  gli 
antichi  auttori  afermano ,  per  conferuare  l'animale  in  finità  perfetta- 
Sangue  menteyconuiene  cauarglifangue  dal  palato:  però  Vegetio  loda,  che  àfa- 

quado  da  nisó~à  "Tolledrinonfe  ne  tragga  da  altra  parte:  perche  da  qui  tanto  à 

cauarfì  al  minor'hquanto  À  maggiori  e  vtilìffimo  di  cattar  l'bumorcy  per  alleggerì-  P 
u  °*  re  il  ceruello>&  gii  occhi,& ciò  egli  dice  poterfi  fixre  ogni  mefe  alla  man 
canora  della  Luna:  perche  qualunque  paffione  di  tefta  hauefie ,  à  naufea 
di  mangiare-aie  vien  curato-)  &  cofi  mede fimamentegioua  furio  quando 
gli  venijfe  enfiagione  di  ^Arterieyò  di  gola  ò  gran  graue^a  di  tetta. .A f- 
firto  fcriuendo  àT  iranio  Baronesche  l'hauea  dimandatoyquando  fafie  bt 
ne à  canari angue  al  Caualloydice ^quando  egli  è  corpolentOy  e  troppo  grafi 
fo,&  che  fi  fregalo  per  fé  tteffiofò  accofiandofi  alle fiangbe>ò  dalie  mura, 
&fouentefi  morderò  fcrolla  il  capo; tenendo  l'orecchie  calatte  ■>  &fi>ef- 
fo  sbadacchia  ,  non  tenendo  malferme  le  gambe  anteriori,  e  gli  oc  cln  fi 
veggiono  pieni  di  {porcherìe  catarrali  nei  loro  angolino  ch'egli  derme  più 
delfolitoye  Ha  corcatolo  fé  col  ttercoy  ò  con  l'orina  fi  vede  vfeir  delfan- 
gite;  all'hora  bifogna  trargliene  percuotendo  la  ter^a>ò  quarta  eminenza 
delle  vene  del  palatoyauuertendoyche  non  facilmente  fi  ristagna,  quando 
preffo  al  dente  canino  fia  percoffa  la  vena  ,  oltr' acciò  nel  tempo  quan- 
do fida  ìherha  ali  animale  yvtilifi  imamente  fi  cauailfangue  nonpur 
da  ipori  del  palato,  ma  dalle  vene  a  Itresì  del  petto:  il  che-tutti  Bimano 
neceffario  à  fine,  che'lfangue  nuouoferuido  per  natura  mefcolatofi  co'l 
■ve-cchio^non  cagionajfepericolo,&  debolexja:Là  doue  votandofile  ve- 
ne del  corrottOyrimangono più  atteà  riempir ft  del  fìncero .  filtri  àque-  ft 
Ho  effetto  fogliono  toccare  la  vena  del  collo,  che  dicono  M  africa  le  ydoue 
anco  è  folito  falafiarfi  communemente  in  quelle  infermitàyche  infettano 
tutto  il  corpo ,  come  le  febbri  fono,  &fitroua  efiere  vfan^a  di  alcu- 
ni popoli  ,  cheinquefta  vena  falajfano  i  (jittmenti  nella  fetta  di  Santo 
Stefano  femacagìon  di male  ;  ma  forfè  per  le  molte  ferie  di  queltem~ 
pOydubitaudo  ,  cbc'l  troppo  ripofo  non  offendefie .  Il  mede  fimo  fcriuen- 
do d 'Demetrio  cofi  parla ,  Voi  che  vi  dilettate  di  nutricar  Caualli ,  non 
vorrei,  chenonfapette,che  àqnellìyche  fon  cafiratiy  non  èdatrarfifan* 
gue  in  modo  alcuno  ;  perche  indeboliti  refterebbono  meno  habili  alle 

fatiche 


D  E  L    CUVJL  LLOy     LTS.    XI.  ffi 

%g  fnticbèyoltre  che  il  corpo  della  l  ancien  a  genera  inpam;j<agioney&  vera 
mente  battendo  eglino  con  i  teflicoli  perduta  molta  parte  delle  loro  for- 
•zeyquando  poi  vengono  di  pia  ad  efier  votati  di  [angue  refi  ano  ifneruati 
effendo  col  mancamento  del  [angue  cresciuta  in  loro  la  frigiditàydcl  che 
danfegno  le  vene ,.  che  fi  veggyio  inefjì  attenuate  >  eperqneBa  cagione. 
medefimamsntenonficanafangueda  ^dfìnì»  ne  da  Muli; perche  nata-  sar)(,ue 
Talmente  ne  hanno  mancoy&  le  vene  loro  fono  più  deboli  >  che  degli  al-  a  q  Gl'ani 
tr'hfi  pofìono  folamente  falafi are  nelle  vene  del palatoye  della  coday  dode  mali  non 
ferina  pericolo  fi  trahe  giouamento  per  tonferuatione dalla  falute ,  ma.  "■  caua* 
altro  ite.  non .  Similmente  gli  fi alloni  non  deono  efiere  falajfati  ypercioche 

»    nel  coito  la  matura,  digerifee  parte  delfangueye  delle  forve*  e-co fi  Bando 
il  corpo  intento  al  generare)  la  doppia  cura  iluerreb.be  àdifieccare .  Ma 
quando  fofier  tolti  d'atalmeBiero ,,  fé  ogni  anno  alla  Barione  dell'herba1 
non  faranno  purgati  del fangueydiuerrannoycicchi:  perche  quello  chefo- 
leuanoper  lo  coito  digerire,  corre  foragli  occhi .  z^fneora  e dafaperfiy. 
che  à  canalliMecchi  ■>  &  àpolledri  •>  che  non  palino  iltervpannoy  errore 
fina  cauar  f angue  percioche  àqueBifi  troncherebbe  la  Virtù  del'cre- 
feere ,  e  delle  forile  >  &  a  quelli  fifcemerehbe  lavanti  naturale ,  &ji 
lafciarebbe  Brada  àjnille  malaccetto fé 'negli  uni>& negli  altri  qual- 
che'importante  neceffità  Lo  richiede fie '■;■  (ondo fa  co  fa  che  effendo  que- 
C  Bionequalcofapiu  import afiey  ò  trar  f angue  non  bifognand'o  >  ò  non 
tr.ar.lo-bifognando  yMoltifauiconchiudoìioy  che-quefìo  piudi  quello  reca 
terribili auuenimentiycmuertendof  in  mortai nelenol hurnor corrotto . 
Molti  nel  falafiare  hanno  auuertimento  alla  Luna ,  concordando  il  moto- 
di  lei  con  l'età  dell 'animale,  in  queBomodoy  che  àcaualli  di  tre  anni  infi- 
no à fette 'appropriano i  giomilunari  dal  fecondo  in  fino  al  quarto'  deci- 
moycmdireycheinqueltempoxrefcel'bumiditày  & quel  pianeta  ba  più- 
dominac ione 'ali!  horanei  corpigiouani  ancor  cu j cent iycome  all'incontro1 
corrijponde  il  rimanente  àii  corpiycbe  già  declinano  .  Ma  oltre  alla  Luna 
aonnieneetiandio;haue.r  riguardo  àifegni  celefliide' quali  altro  cor  rifèon 
D  dead  vno, membro  y.<^r  altro  ad  altro ,  fi  come  nel  quarto  libro  fi  è  dimo~ 
ftrato  y  fi  cheuotendo  il  maeflro  operare  l'arte-  fua  con  ferro ,-  o  con  fm.- 
co.iwalcunmembro  yfhada  ueder  bene  r  chela  Luna  non  fa  in  quelfegno 
che '  cor  rijp  onde,  alla  parteydou'èdafàrfi  loperatione ,  perche  fé  ne  incor- 
r.ersbbe in gran.pericolo.Gioiian'Sàttifìa Ferraro  lòdàycheuolendo  info-— 
gnareyò  allacciar  eie  uene-fo  medicare  <*s4pofìemey  o.tagliar  poh--        '     G  ioni  i  iti! 
ò.tjarrefiyà  dar  beuandèyò  darfuoio^a: congiugnere  flalloniyO' cacciar  Tòt  ' ei lc}:*  ta 
Itdriyò  infrenargli yò dar  lóro ffìroniy  fi f chinino  queffi giorni  come  infelì-  ,f  ,'   ^,Z3im 
ai  MiGmnaìQ U.tsrT^^qmna^qmìto^nma^ter.z^tciu'  k  u*21i, 


terzo* 


751  <D  E  L  L  ^t    G  l  0  ^  J  Jt 

trzodtcimo,decimofettimo,e  decimonono. Di  tJ^Car^o  il  terzodecimo)   j» 
'quintodecimo  ,&feflodecimo .  D'aprile  il  quarto, e' l  quinto  .  Di  Mag- 
gio l ottano,? I  quartodecimo  :  Di  Giugno  il  feHorDi  Luglio  il  fesìodecn 
mo,e'l  d^cimonono:  D'jLgoslol'ottauo^lfesìo  decimo  :  Di  Settembre  il 
primo,ilqumtodecimo,e  Ifeflodecimo  :  D'ottobre  ilf;flodecimo:Dil^o- 
Infogna—  uembreil  quintodecimo,e 7  fefìodecimo;rDi  Decembre  il  feHo,&  lotta- 
re  perche  uo .  Quanto  all' infagnare  egli  dice,  che  per due  intentioni  fu  trottato  da 
ricroua--  medici,  Vvna  per  diuertire  ,  cattando  [angue  dalle  parti  remote,  l  altra 
10  '  per  euacuare,  trahendone  dalle  proffime  :  &  primieramente  volendoli 

preferuare  il  corpo  da  q 'ielle  infirmiti,  che  potefiero  accadere  :  appro- 
na,che  nella  primauera,&  nell autunno  fi  tocchi  la  vena  del  collo,  dalla  * 
quale  dipende  Ivniuerfale  purgationerDi  perno  fi  tocchi  la  vena  de  fian- 
chi ,  e  delle  vigne  per  deftare  il  [angue  ;  Di  eflatcfhcciafi  ilfalaffo  nelle 
parti  eslreme ,  &  eleuate  dei  debiti  vafi  :  per  prohibir  le  corrottioni  > 
cjie  potrebbe  cxufare  l ^Arfura  di  quella  Ragione  ;  nella  quale  è  daau-- 
uertirfi  di  non  falaffare  Caualli  fa  uri  ,ò  morelli,o  firn  atifo falbi ,  eccetto 
fé  per  qualche  neceffità  fé  richiedeffe,p*r  cloche  e  fendo  predominati  di  . 
Diftintio  humornero,e abruciato,in alcuni d'ef/ì s' eftinguerebbe il  calor naturale,  . 
ne  per  le  gfe  in  alcuni  con  grandiHcmperameit3,^  danno  s'accenderebbe.  Ma  vo- 
ln^nìQ'  lendofi  rimediare ,  ali  infermità  accadute ,  egli  pone  quefla  diflintione 
dell' infignie,che  cauadofifangue  dalla  fommità  del  capo,fi  gioua  contra 
gliftupori ,  &  letargie ,  fi  toglie  l  oppilagione  del  fenfo  dell' vdita ,  & 
fi  mitiga  il  dolore  degli  occhi,  divertendoci  da  loro  il  concorfo  delle  ma- 
terie .  Effendo  piaghe,ò  vlcere,ò  altro  male  neW orecchie, ò  nella  tefta ,  ò 
nel  collo,fon  da  inciderfì  quella  tre  vene, che  vfeenio  dal  capo  fonposìe  • 
fopra,  e  dentro  l'orecchia  :  la qualfagniaI{efurretione  di  morti  da  al- 
cuni è  chiamata,perche  molti,  della  cuifalutenon  ci  era  fperan^a  alcu- 
na ,  fi  fono  per  tal  via  ridotti  àfamtà .  L'infagnia  fopra  le  ciglia  prefta 
ali 'occhio  gioua  all'infermità ,  che  i  Greci  dicono  Hypoconapfi ,  la  qual< 
con  gli  humori,che  agli  occhi  difcendono,impedifcelavifta,&  col  tem-  u 
pò  indurandofitale  acquofità,  cataratta  fi  viene  à  nominare ,  l'infagnia 
delle  tempie  leua  lofeurità  de  gli  occhi,l'Ottalmia,&  ognifuriofo  difee- 
fo  ;  è gioueuole  altresì  contra  il  verme  volatiuo,  e auando f ene  f angue 
infìno  alla  debolezza  dell' animale,che  fincopanoi  diciamo,e  i  (jreci  Ly-     " 
pothomia.Et  fé  l Oftalmia  fufle  antica,  égli  occhi haueffero infiamagio- 
^  ne,òpanno,ò  lagrimefo  altro  vitio  delia  vifta#  fé  nel  capo  fipatifte  dolo  . 
re,feruirà  qlla  infagnia,che  ne  i  luoghi  delle  lagrime  farà  fktta.qflo  fief- 
fo  modo  nelle  rationali  creature  fi  fuole  vfar  da  Medici,che  deflado  ileo 
corfo  del J angue  dalle  parti  lontane  >  s'auuicinano  à poco  à poco  al  luogo  > 

affetto 


DEL   CAVAllOy    Hs.    IX.  75J 

dell' euacuareyfinche  trottata  la  rebelle  naturaycaccino  via  la  cagione  del 
r*€  male ;& perche  non  èhabil  effo  luogo  à  patir  il fèrro  yfiferuouodi  pun- 

genti  herbe  à  far  piaceuolmentevfcir fuori  l'humor peccante.  Oltracciò  -  . 
Vinfagniade  gli  occhi  è  buona  contra  l'enfiagione  del  petto  >  perche  gli  dm/^^ 
occhi  hanno  gran  communican^a  col  core  y  &  buona  etiandio  è  contra  i  che  foc 
nerui  attriti .  L  infagnia  della  punta  del  nafogioua  alla  infermità  de  Vi-  corrono. 
fieflo  mébroyprefuppofla  prima  l'vniuerfalepurgatione  della  parte  rimo-  ^lu  m 
t a,&  vale  ancora  contra  la  turbatione  degli  occhi  mirrabilmente.  L'in- 
fagnia  della  labbra  cura  la  difficoltà  di  ^fnhelitoy  V sAnticuore-,  li  Stran 
guiglioniyle  Vlcere,b  l'enfiagioni  della  bocca,&  le  puflule,  b  posìeme  y  0 
doglie  delle  gengiue  :  e' l  mede  fimo  effetto  fa  l' infagnia  della  lingua ,  la 
qual  di  più  contra  la  Scalen%ia  fi  trotta  effìcaciffima ,  &  prohibifce  la 
Tifi,&  che'l  cauallo  fi  faccia  Tulfìuo  y  e  Bolfo  .  Vinfagme  delpalato  nel 
ter%o  folcoythe  Ha  fra  i  denti  interioriyfhtta  per  linea  drittay&  perpen- 
dicolare cura  i  maliquiui  auuenutiÀifeccando  la  troppa  bumidità  ,  che 
gliproduce.  (fauandofifanguedifulBarbottOy  figiouaalle  puHule  de 
gli  occbi,alla  graue%ga  della  lingua ,  cjr  al  prurito  delle  nariciycauando- 
fene  dal  collo ,  fi  curano  particolarmente  l'infermità  cagionate  da  ripie- 
ne^ayò  dagraue%7sa:& cauadofene  fin 'alla fincopeyfi  rimedia  contra  il 
verme ,  &  contra  la  rogna  ,  ò  altro  prurito  y  &  fi  prohibifce  l' Immore  » 
che  fcende  alle  gengive ,  Vinfagnia  di  dentro  la  cofciay  gioua  contra  le 
t  ZraWe'>&  contrai  vermiy&  allacciando fi lavena  della  fontanella ,  che 
feorre già  per  me?o  le  cofeie  anteriori ,  fi  curano  gli  fpakani  \  toccan- 
do fi  la  vena  de  iteflicoli  ,fi  diminuifee  l'ardor  carnaleyfi  lena  V enfiagio- 
ne di  quelliy&  fi  probibifeono  le  fincope  del  cuoreye'l  tremore  ;  oltre  che 
appropriato  rimedio  contra  le  frenefie  è  giudicato. V  inf agaia  delle  giun- 
ture y  douefi  dice  Sciaygioua  al  dolore  dellanchey&  vale  ejficaciffima- 
menteper  lafciatica.M.'Tie/^indrea  ordinauayche  per  tenere  il  cauallo 
fano  glifi  trahefie  f angue  nel  Ma;~xoyò  nell'aprile  y  ò  nel  Maggio,  ò  nel 
Settembreyò  nell'Ottobre  inpaefi  caldi\ma  nelli  freddi  alla  fine  di  z^pri- 
)  le  y  ode  gli  altri  tre  nominati  mefi  auuertendo  femprey  che' l  giorno  f offe 
quietOy&  ferenoy&  che'l  fegno  non  dominaffe  in  quella  partey  doue  Vin- 
fagnia fi  doueffefkrey  an^i  che  nefufie  lontano  almeno  per  cinque  dì. 
Dicea  oltr' accibyche  effendo  il  giumento  maggior  di  otto  anniyglicaua- 
no  f angue  dal  collo  y  quando  la  Luna  era  in  mancanza  >  ma  s'ella  era 
in  crefeenya ,  l'infagnaua  ne  ifianchi.Sempreperòfncea  la  infegnla  nel- 
la crefeen^a ,  fé  la  beftia  era  minor  dell'età  fudetta.  jiltre  volte  diceay 
che  douendofi  cauar  f angue  dal  collo  fi  fhceffe  nelle  beflie  vecchie  :  cre- 
dendo la  Luna-y  &  allegiouani  al  mancar  di  quella  ;  ma  douendofi  trar  ^ 

Bbb        da 


754  D  E  l  l  U     C  l  0  P^I  jt 

da  i  fianchi ,  fifkcefie  cefi  neWvne,come  nell  altre  alla  ere  fienai. La  qua 
tità  del  f angue,  che  fi  doueffefkr  vfiire,egli  dìtermin  aita  fecondo  la  qua 
lità, che  dì  quello  feorgea,  maffimamente  nelle  femine  ,  è  nei  mafehica- 
Hrritf  :  perche  ne  gt  interi  hauea  per  fegno  di  baslan^a ,  quando  l'uno  de 
i  teflicotife  n'entraua,folendo  communemente  efiere  il  fini^lro .  Kfe  con- 
por  taua,che  prima  dell  infagniafi  p^Jfeggi^fie,an^  volea ,  che  foffe  fia- 
to in  ripofo  per  molto  jpatio  nella  fiatiamoti  dir  che  ogni  mouimema  nel-' 
V animale  cagiona  calore  ,  per  lo  quale  commouendofi  ilfiangue,  fi  viene 
àmefcolare  il  buon  col  cattiuo,&-  cofi  non  vfeirebbe  il  corrotto  fbloial- 
tre  che  effendofi  ingrofiatu  effo  f angue ,  non  potria  di  leggiero  vficire  ;fe 
nonfifhcejj'e  lincifione  più  grande,il  the  al poffibile  dee  fchiuarfi .  Hip-  p 
pocrate  ferine  importar  affai,che  fi  confi deri  la  natura  ,  eia  dijpofitione 
dell'animai?  ,  percioche  alcuni  fono  di  prospera  compie IJione  ,  alcuni  di 
cattiua  foggetti  à  morbi,alcunì fcarmi>& macHenti,<& co fi ilfangue.no 
in  tutti  è  quel  medefìmo,ne  pur  fi  troua  finale  in  tutti  i  viìij;  ma  in  eia- 
Sanguini  pcuna  malatìa  è  differente  di  colore  .  Conciofiacofa  che  ìlfangue  de  i  ben 
cauallii  dijpofii  è  temperato,copiofo,  &  rofio ,  a  i  quali  per  per feruarli  dainfer- 
mitàfipuò  feemare .  Di  quelli  y  che  fon  raalaticci,&  fi  trottano  in  lan- 
guore',ilj 'angue  è  vario,e  fchiumofo .  Di  quelli  ,  che  fan  riprefi  è  vifeofo , 
&  nero  :  Terà  il  Cauallo  primieramente  farà  da  ricrea)  fi  di  -verde  cibo 
nei  campi  herbofi,  mentre  che  la  foaue,  e  lieta  ferr aggine  efee  fuori,  la'  q 
quale  generi  nelle  vene  ilfiangue  fi  e fico,e  nudrifea  le  forile  di  modo  ,  che 
ne  diuenga  più  robufto:e  donendo  cauargli  fzngue,che  l' aggrava fie,fhc~ 
elafi  nella  feconda  bora  del  giorno-,  firignendo  il  colla  con  vna  coreggia  > 
e  facendo  ftar  la  tefia  ertale  tanto  fiefa,chc  ìtori  delle  vene  fi  vengano 
ed  inalbare  :  ne  i  quali  non  è  da  (finger fi  la  lancietta  profondamente.  ? 
perche  trafìggendo  fi  la  a^frteria,  non  di  leggiero  fi  potria  rifiagnare  il 
f angue ,  &  la  medefima  aimertenTO.  hi  fogna  tenere  nell'altre  partì  fi  di 
licateycome  fia  falajfando  le  vene  ,  che  difeendono  quattro  dita  fiotto  leti 
toni  de  gli  occhi,ilche  fi  fuolefare  per  togliere  lafuffufione ,  &  altri  vì- 
tij .  Sifogliono  ancora  con  certe  lanciette  minute  fatte  appo  fia  toccar  le 
vene,che  fono  di  [opragli  occhi .  Il  cauar  fiangue  dalle  orecchie  in  ogni  H 
modo,  che  pofiafhrfi  ,  èvtiliffimo  à  Cefalargici  ,  cioè  à  quelli ,.  che  fi  dol- 
gono della  fé  fia,  &  àpangi,  à  frenetici,  à  rabbia  fi  ,  &  àcaduci,ò  che 
palificano  debilità  difiomaco ,  o  mal  di  tiro  ,  ma  meglio  fi  a  fiotto  le  tem- 
pie dall' vna ,  e  dally altra  banda  in  quella  vena,  che  fia  tre  dita  difeofio 
Salaffare  fagli  ocq\jì  ;  &  quando  ilfalafio  èdafhrfi in  efie  tempie >  cantilene  con 
uene  bia-  "^n  tegame  Hrignere  il  capo  prejfo  gli  orecchi ,  <&•  cofi  albata  la  venay 
4«naio.  ferirla  leggiermente .  affina  biafma  il  falaffar  delle  vene}chefiono  en- 
tro le 


'DEL    Cjì  V  ^LL&LIB.    IX.         "j'j'j 

jt  tro  le  cofcìe:percbe  votate  difangueycommitnìcano(per  vna  certa  ragia 
ne  dì  confortio)il  male  &  la  doglia  con  le  membra  genitali)  fi  che  il  fe- 
guente  giorno  fi  vedrà  l'animale  gir  Toppo*,  &  appena  muouerfi.  Bt  fé 
alcuno  pia  di  [opra  taglierà  la  vena  ^ngttinayche  volgarmente  dicono 
Serpentinayla  qual  è  pafla  apprefio  à  i testicoli  alquanto  [opra  ;faràca- 
gione  di  morte. Biifima  ancor  il  fai  a  fi  ar  delle  vene  >  che  fono  nella  coro- 
na del  piede  ;  perche  non  folamente v'induce  calofità,  maguaftal'vn- 
gbiain  mcnieraycbe l'animale  diuenta Troppo  :  Loda  bene  >  che à  Caual- 
lo,ìlqualeyhauendo  gli fchincbi  graffi,  e  pieni  di  carne, fàcilmente  fi  rom 
pe  i  piedi)H.mdo  in  ripofo  :  fi  tragga  fangue  ogni  mefe  fatto  il  ginocchio. 
B  Quando  per  male  )cbe  fìa  venuto  alle  gambe  di  dietroybifogni  cattare  fan 
gueifaràda  cattar  fi  J  otto  la  piegatura  del ginocchio  prefio  algaretto  > 
dalla  banda  didentroyòpur  di  fuori.  Et  quando  accade  che'l  gaudio  per 
ejfere  stato  Jpinto  fiouerchiamenteyno può  ne  star  in  piedone  pur  corcar- 
fih&  l'eftrémità  de'  piedi  fi  impostemi fcono,bifiogna  trar  fangue  da  quel 
levengychefono  nelle  ginocchiayhor  di  dietro y  &  bar  dinanzj.Se'l  giu- 
mento ha  gommeyò  altro  dolor  nelle  gambero  nelle  cofcie  y  Vegetio  vuole 
che  accortamente  fi  e  ani  fangue  dalle  vene,cbe  vengono  dall'Interiora  > 
e  trattone  il  bifiagnoyla  ferita  fi  leghi  con  vnafkfiìetta  .  *Ad  Opistotoniy 
.  m  à  1>olff)d  (olici)&  à  quei  che  pati fi ano  maldii\eaiy  ò  doglie  di  ventre)  ^   r*/lua 
*■  gioita  cauare  fangue  dalla  coda)  ò  dalle  v; fiere  y  però  volendo  falajfarlo  faja /fare  p 
nella  coda)  ella  fi farà  fi bene  aliare)  che  tocchi  i  lombi  y  e  quattro  dita 
lungidal  federe  )doue  non  fono  peli)  fi  pere  oterà  con  vna  bacchetta  non 
•  molto gratte)finche  la  vena  appaia,  la  qual ferita  con  l.i  lancietta ,  trat- 
to à  baSlanya  il  fangue  fi  legherà  con  vna  fh fida  .    Valendo  falajfarlo    . 
per  le  vifiere)fi  toccheranno  con  la  lancietta  le  vene  di  mszoy  cb'efcono 
infuori  nelle  cofcie  fiotto  le  anguinaie  >  dalla  parte  finlHra y  b  destra  ; 
ma  cautamente  perla  vicina  mefcolan?a  de'  neruiy  &  cattato  il  fangue 
vi  fi  metterà  creta  difopraper  rifiati. ire  la  piaga  fatta .'  Aia  per  genera- 
re le  precetto  approuaegli)  che  nel  principio  >  ò  nel  fine  più  tòsto  >  che  nel 
me%o  delle  infirmitàfi  caui fangue  all'  animale  y&  in  tutti  que  lische  fo- 
no da  falajfarfi  propone  fi  fatto  ordine,che  douendo  trar  fangue  dal  col- 
lo )  donde  il  più  delle  volte  fi  vfa  y  mettafiil  Giumento  in  terra  piana  y 
primayche  habbia  mangiato)  ò  beuuto  >  &  cinto  il  collo  con  vna  correg- 
gia di  cuoio  stringafi  fortemente  y  fi  che  la  vena  appaia  beneyla  qual  la- 
nata con  vnajpungia  yfarà  da  nettarfi  tanto ,  che  venga  alta:  &  perche 
due  fono  le  vene)  che  difeendono  dalla  fommità  della  teflay&  fi  riduco- 
<  no  infie  me  fiotto  le  mafcellefino  allagola^onttienfi  quattro  dita  fitto  ef- 
fe, vene  mettere  la  punta,  delferroypremendo^alquanto  difopracoH  deto 

Bbb     1  della 


'^6  *D  E  l  L  j£     G  L  0  \l  Jt 

della  man  mancayacciochela  venafen^a  giocare fila  più  gonfi 'atay&  al  e 
t bora  fi  potrà  fecondo  il  coflume  toccare  conia  lancìetta  ben  agwx^atay 
\a  qual  è  da  tener  fi  con  duo  deta  delia  deslra  in  tal  maniera  >  che  tanta 
punta  ne  efca  fuori  >  quanto  par  necefario  a  far  entrareyfofpendendo  tut- 
ta via  col  deto  di  me70y&  moderando  la  mano  leggiermenteyacciò  che 
non  ferendo  più  forteyche  hifognaffe  y  fi  venijfe  à  rompere  l'arteria-,  o  la 
gola:  £t  però  Hierocle  ciammonifcey  douerfi  molto  ben''  auuertire;che  la 
vena  non  fi  trapaffi  dal  ferramento y  maf  imamente  quando  fi  cauafan* 
gue  dal  colloco  dalla  bocca,  lequaivene  maggiori  pericoli  minacciano 
all' animale:  et  più  diligenti  bifogna  vfarfiyquandole  vene  fon  fi  fottiliy 
che  appena  fi  poffono  ben  difcemere.  Bora  aperta  cofila  venaymet  tagli-  f 
fi  dauati  il  fienoyacciò  che  per  lo  mouimento  delle  mafcelle  nel  mangia- 
re efca  il  [angue  con  empito  più  dirotto  >  poi  quando  /' humore già  nero>e 
putrido  comincierà  à  venir  più  chiarore  ui fi  ilfìenoychepiu  non  mangia* 
grpofla  vna  cannaio  ver  vn pentolo  rotondo  di  leg?io(c$me  Velagonia 
ferine)  in  fu  la  venayflringafi  la  piagaymettendoui  vn  pergo  di  cuoio  im- 
peciatoyper  ritenere  il  f angue y  ben  che  alcuni  vi  vfino  più  la  creta:  Indi 
-•*  •.  fi  rimeni  il  (jiumento  in  luogo  ofcuroye  caldoycon  dargli  à  mangiare  del- 
la fkrraina:o  fé  l  tempo  no  l  por  taf  e  ydel  fieno  più  tenero  per  fette  giorni 
-  ■'■  &  fette  nottiy  offerendogli  ancora  l'acqua  che  poffa  bere .  Conciofiacofa  ~ 

cbejlffirto  affermayche  à  tutti  gl'animaliyche  tégono  unghia  fodaypokhe 
„  ..  loro  è  cauatofanguey  non  fi  dee  lungamente  vietare  il  berey  ami  fé  tos~l<ì 

non  fi  prouede  alla  feteyfacilmente dentro  fi feopierebbono  .  17  B^ufio  bia- 
^    .  fima  que\liy  chefogliono  toflo  dopolfalaffo  dare  àberey  lodandoyche  per 

tre  bore  fi  faccia  Bar  il  (jiumento  col  capo  legato  in  su  ;  &  che  poi  per 
vn  giorno  y  <&  vna  notte  nonglifi  diano  a  mangiar  cofe  dureychefaceffe- 
ro  difciorrela  vena  ristretta .  Oltra  quefie  cofe  foggiunge  .  Vegetio  effer 
gioueuole fommamente ,  chefubito  dopò  ilfalaffoy.  quel fiangue tratto  fi 
mefcoli  con  olioy&  con  aceto  >  &fe  nevnga  tutto- il  corpose  particolar- 
mente il  luogoydonde  fi  è  cauato:effendo  appo  Marefcalchi  regola  appro  U 
«►        e  natiffimaychel  fanguefrefeo  mefio  co  aceto  in  liniméto  deW  animale ygio 
frefco&có  tta  a  tutte  le  forti  d'infermità.  Fatta  la  vntioney  fi  meni  alfaley&  quitti 
aceto  effi-  fimilmente  fi  tragga  fangne  dal  palato y  &  fi  purghino  della  fchiuma  i 
cace  a  tue  ^en^  canjnifìno  a[  teryo  grado ,  facendolo  slare  con  la  briglia  legata 
miti  •       a^°  di  tes~la<>&  in  quel  giorno  bifogna  con  delicati  cibiy  e  con  femola  fo- 
mentarlo :  poi  comincia  à  poco >-à poco  ogni  vol^ptu  ritornare  all'orba 
fecondo  ilfolito-  :  &  effendo  il  giorno  caldoyfarà  bene  menarlo  al  mare  y 
ouer  al  fiume ,  &  iui  lauarloye  diligentemente  con  olio  >  e  vino  fregarla 
al  fole y  e  con  tal  governo  fi  può  rimettere  francamente  alle  fatiche*** 

Auu  ne 


te 


DEL  C  jfVjtllOy    L1B.1X.  7^7 

'jjr  <Auuìene  taluolta  ancoraché  la  vena  fi  bi fogni  allacciarèjagliadoft  per 
trauerfo  come  vn  legno  fegato  da  ferra ,  ikhe  fecondo  sAlberto  co  fi  è  da. 
fkrfìycbe  primamente  fi  bagniti  cuoio  dell'animale  con  acqua  calda  ,  e 
fé  ne  radano i  peli,  poi  vi  fi  freghi  tanto  con  le  mani,  che  la  vena  fi  rile- 
.ui  fopra  la  pelle, laqual  allhora  è  da  tagliar  fi  fecondo  la  lunghezza  d'efi- 
fa  vena,che  farà  dafpe7ga.rfi:&  co  fi  fep  aratala  vena  dalla  carne,  pò- 
tra  tagliar/! ,  &  cauarne  à  baslan^afangue  fecondo  che  piena,  e  craffa 
fi  vederà,pofcia  con  vna  bacchetta  dilicata  alyift  due  deta,&  co  vn  filo 
fonile  fi  leghi  intorno  fatta  la  inciftone,i  capi  della  vena  dall' vna,e  dal 
l 'altra  banda  alquanto  fi  abrucino,e  tanto  il  filo,  quanto  icapi  di  e/fa  ve 
na  pendano  fuori  della  ferita,accio  che  dalla  vena,che  frale  legature  fi 
B  faràputrefuttayleggierméte  fi  poffano  distaccare  coft  le  file,come  le  par 
ti  della  vena  tagliatale  fé' If angue  in  alcuna  parte,e  maffimamente  nel 
piede  farà  raccolto  prima  che  fi  caccia  fuori,  la  vena  è  da  legar/i  dalla 
parte  inferiore,non  daquella>chefiindrix%a  al  core,  &  in  queslo  modo 
eglifcriue douerft  cauare il  f angue.  Il Un  fio  in  talcafo  ordina  parimen- 
te,chefi  tagli  il  cuoio  per  lo  lungo  della  vena,  &  inquella  linea  s'alala 
vena  leggiermente  fu,laqual  legata  da  due  parti  con  forte,&  doppio  fi- 
lo,/} tagli  tra  l'vna,e  l'altra  legatura  prefìo  al  nodo,hauendo  prima  he- 
ne  legati  i  e  api;  pere  he  non  venifie  molto  fiuffo  di  f angue  ad  vfcirfuora . 
E'I  filo  fi  lafci  penderceli  tal  modo,  che  di  leggiero  fi  po/i  a  il  nodo  flrigne 
re,ò  rallentare  fecondo  la  corrottione,ò  m  alignità  de  gli  humori,chefi  uè 
drà  nel  f angue, che  efee  fuori,tenendo  aperto  il  capOy  che  vien  dal  corpo > 
onde  efee  il  fangue,&  l'altro  bé  legato.Ma quefio  allacciare,  ò  trocar  di 
vene,è  da  fchiuarfi;perche  mai  non  re/la  il  e au allo  sformato,  com er apri 
ma,ne  altro  giouaméto  ne  prende ,f e  non  che  fuole  apparir  più  bello. Cjià 
fogliono  alcuni  allacciar  le  vene  fiotto  le  cofeie  a'  lor  Caualli  per  hauerli 
più  agilh&  più  leggieri ,  &priui  diinfiuenTe  di  humo  ri  nelle  vltìme,  e 
bafie  parti:  ma  ciò  no  dura  per  molto  fi>atio,per  che  coltépo  debilitando/i 

£  quelli  membri,  fi  vengono  ad  incuruare  ,  e  l  giumento  resla  dipericolo- 
fa  ejfercitatione,&  mouimento,di  frale  compleffione,e  di  corta  uitacTur 
douendofi fhre  tal  magistero, farà men  dannofo  à farlo àTolledriyper ef 
fere  più  neW aumento,che  nella  declinatone  la  lornatura,fi  che  verreb- 
be ad  humettarfi  l'accidental  feccità  di  quei  luoghi  ,à  quali  non  fareb- 
be l'allacciatura  difendere  ilnudrimento:&  farà  da  fkrfi  in  queslo  mo 
do  vfato  da  i  moderni,  che  annettato  fopra  il  ginocchio  quanto  vna  pian 
ta,  fi  fep  ari  defir  amente  col  B^afoio  la  pelle  della  carne,  por/epurati  i 
neruic  duoli ,  fi  percuota  la  vena  ,  &  s'allacci  dalla  parte  di  fopra,  con 
doppio  legame  ben' incerato  ;Indi  vi  fi  dia  il fuoco  per  prohibir  gli  humo- 

Bbb    $  ri, 


77f$  T>  £  L  l  jl     G  L  0  \I  oi 

.     ,  ricche  naturalmente  .'Uè  parti  offefe  concorrer  [bollono.  Hof  intorno  al-   » 
Errori  nel.,.  -  n^.jj-.r.  •  »   '-  «-     ^   *»    .  -  -     . vA     ..  „,   ,     & 


trar  fan-  ^nfagnie  refìa  da  dir  fi  y  che  tal  -volta  fi  viene  ad  errare  y  trtL^ 
gue .         vena  per  trailer fo  da  parte  a)  parte y  fin'  aita  cameya  dandoci] 


tagliando  la 
rper  trailer fo  da  parte  a)  parte  y  fin' aita  cameya  dandoci  tanti  colpi , 
che  concorrendoci  enfiagioniyil  [angue  resta  oppilato:  Ter  lo  primo  cafo 
M.Vier  Andrea  toccana  la  piaga  con  trebentida  mefcolata  con  olio  più 
che  tepidoy&  men  che  ferui4oypoi  vi  rnettea  vna  buona  fioppata  di  bian 
co  di  vano  battuto  con  fugo  di  nasìurtio  ;  lacuale  fioppata  non  togliea, 
fin' al  terxo  giornoyfc  lapiaga  non  fi  [uff  e  gonfiata;  ma  porgendoci  alcun 
tumoreyleuata  quellayvifea  prhnaméte  vntioneton  tardo-,  ò  co  afiungia 
fquagliatayfcolata:poivinfizft  latta  vnfacebetto  di  Imo  pieno  d'berbadi 
muro  >  eh  egli  folea  chiamare  Morella  T\pquera  benpefìay  efcaldata  al  p 
fuoco  in  va  fé  afci<tto:procurandaychefnfie  tanto  calda  guanto  l'anima 
le  comportar  pote(fe>  e  do  facendo  die  volte  il  giorno  yta  piaga  con  quel 
calore  fi  difgoafi  .ina. Ter  lo  feconda  eglifi  sfor^aua  di  cattar [angue  dal 
la  rmdefima  venay  di  fotta  al  IttogOy  doueper  li  motti  colpi  fi  fuffe  adu- 
nato Immote  ;  e  toccando  i  detti  colpi  errati  fotamente  col  fugo  delna- 
Hurtioyvi  mettea  la  Morella  I\oqueraycome  s'è  d  imo  strato  :&  fé  non  ha 
uefie  potuto  d.illijìefìa  vena  trar  [angue ,  linfagnaua  nell'altra  parte 
del  collo -.onde  fé  parimente  non  fofie  vfeito  fangueyegli  iafìifciaua  in  arn 
bi  effì  luoghi  la  detta  herha  fcaldatai  &  poi  l-infagnaua  in  ambi  ifian- 
chiylafciandone  vfeire  afta  pasla  fen^a  sìagnarey  dicendo  no  efferne  da  G 
temere  per  conto  alcuno  y  poi  che  vene  principali  non  fono  .  Quando  nel 
trar  del  fangue  fi  gonfia  la  veniyfogliono  alcuni  rimediar  ci  con  pomi  fa 
pra  alcuni  pampani  catti  di  vite  bianca  »  Hierocle  ferine  •>,  che  quando  il 
Venapa  trar  del  [angue  nelle  parti  oblique  prejìo  alle  ginocchia  >  <gr  nelle  fealle 
refan^ue  g-neraffe  infiammatone^ t animale  7gppica(feyil  luogo  è  da  bagnar  fi 
tre  o  quattro  volte  il  giorno  con  acqua  calda ,  empia  Tirandolo  di  creta 
ci  molta  con  aceto  difiemperata  :  et  Ca.iallo  è  da  far  fi  piaceuohnente  poi 
pafseggiare .  Telagoma  ordinayche  douefitjfe  venuta  infiammagianey  fi 
debba  mettere  terra  cimolia  con  olio,  $~  acetoy  aggiunt ani  paini  et  inceri 
foycipoUefaluaticljeyòfcalogne(come  altri  dicano  (et  lumache  infiemepe 
Veni  ra-  fieiapplicanda  tal'empiajlro  caldo  di  uernoy&  freddo  di  Efiate .  Stper- 
guarà  co-  ^  ^  molta  peri  e  olofo  quando  la  uenH  tagliata  non  fi  pub  nferrare^cri- 
ferri  ..       H€  ^  imdefimy  efsere  il  rimedio>  che  fi  metta  difopra  il  ba.ba.gio  beriun- 
ta  d'olioyò  pur  unta  unape?ga  di  lino  arfayà (ter cadi  (aualto  >  ù  d'^ifi- 
noymentre  è  e  aldo  y  ciafeun  de'  quali  più  efficace  farà  (fecondo  il  l\ufio) 
fé  fi  sbatta  con  creta  y  <gracetofarteyòfefi  abruci  con  feltro  >  parimen- 
te giouerà  un  peT^o  di  feltro  abruciato  dentro  un  mfey  e  bagnato  confa 
go di ortica,  ^ nero ira'empiaftro fatto  di efse  ortiche t^uero  empiaslro 

coUq 


H 


DEL   C  UVALLOy    11B.  IX.  759 

jf  caldo  fatto  di  quelli  funghi  >  che  fi  dicono  volgarmente  ve f ciche  di  tu- 
fo ,  petti  bene  con  islerco  di  porco  >  che  pafca  herba  *  Filagna  etiandio 
mirabilmente  la  Emorragia  il  pomi  sa  polue  di  panno-fi  difeta  arfa-,  con 
farci  poi  liquefar  di  [opra  la  colofonia  ;  ò  veramente  il  pomi  gejjh  mislo 
con  calcina-,  e  fiocinilo  granellìyò  ardii  (come  àiuerf amente  fi  dice  d'vua 
ben  tritilo  me f colato  il  rafano  con  ortica  pesta  y  e  fole,  ò  polue  di  cannel- 
la e  garofani  flemperata  con  laudano  yò  (fecondo  ^Affino)  legami  fo- 
pra  alume  di  rocca  abruciatoye  trito  .  hi  caft  più  pericolofi  può  prendere 
aloe ygalbanoypecey gomma  y  olibano-,  mirra  >  mafticeylitargiriOy  cerayfe- 
uo  di  e  aprone, olio  communey  e  di  tal  miflnrajpejfo  untarci  luogo  >  ilqual. 

B  rimedio  conferifee  ancora  alla  tigna  molto .  Vtgetio  dice  auuenire  alcu- 
na volta  >  che  quando  il  Cauallo  s' è  purgatodifchìumanelpalatoynon 
fi  può  riitagìiare  il  fangmyperò  nel  luogo  ydoue  ha  rotto  la  lanciettay 
mettafi  la  (pongìayfacendoioftar  col  capo  erto ,  &  conacqua  freddagli 
fi  bagnino  ie  reniy  i  teflicolue'l  ceruelloy  &fe  quefto  rimedio  f offe  tardo-, 
gli  fi  metta  fu' l  capo  àguifa  dilinimento  polue  d'incenfo  >  e*r  acatia  con 
aceto  fortiffimo  stemperata  .  $  crine  Telagonio  altresì  y  che quando  per 
auuentura  cauato  fangue  dalla  gamba  ;  feguife  per  concorfo  di  humort 
infiammaggione; fi  faccia  empia/Irò  dicalcina  viuaycalcitideymeley  &  J.nnam*" 

^  arijìolochia  di  pari  pefo,  &  vi  fi  leghi  con  vn  panno  di  linoyò  vi  s'empia-  £on  cofr0 
siri  con  mele  il  Canape  faluatico  feccoy  etritoy  ò  ve;  amente  (  fecondo  gli  d'humore 
ordini  di  giordano  R^fo)  tolte  due  parti  d'incenfo  >  &  vna  d'aloe  pati- 
co;  epolueri%ateye  sbattute  con  chiara  àuouo y  e  mefcolataui  pelidi  le- 
prey  fé  ne  applichi  empiajlro  su  la  ve?iay  ò  sìt  la  piagay  ptr  ciò  ciré  cofi  al 
Vunbifognoycome  all'altro  tutti  cotai  rimedi  fono  efficaci,  auuertèdo  pe- 
ròyche  dapoiyche  ciafeun  di  ejji  vi  fia  legato  fopra  ben  flr  ertamente ,  non 
fé  ne  deuràleuar' infino  alterco  giorno .  St  quando  la  nectffità  più  xo- 
ftrignejfe  di  prouedere  ,  cauifi  fangue  da  vena  di  parte  contraria  >  ò  nel  • 
colhyò  nella gambayò  in  altro  membro-,  affine  chefidiuertaper  altra  via,  < 

n  Vltimamente  quando  nulla  di  queste  cure giouatafi.fie ,  vi  fi  potrà  col 
cauterio  dar' il  fuoco  leggiermente  di  manieray  che  i  nerui  non  fé  n'ojfen-  .   . 
dono.  Ideile  cure  degli  animali  doppio  rimedio  han  dimostrato  i  faggi  ^[^  cur£ 
auttoriy  l'uno  con  diminutione  del  fangue y  che  allarga  te  cofe  ristrette  >  de  gif  ani 
l'altro  con  abruciamento  delcauterioycheriJirigneleaUargateydiffecca  ma^.« 
lebumideyif]ottiglialeingwflateydijloluele  ragunateyò  l '  indurateyriti-  ■ 
rà  lejparfey  corregge  i  dolori  vecchi  yf^cgne  le  posleme  >  e  tagli  à  quel- 
le) che  cr e f cono  fuor  deWordine;  perche  quando  col  ferro  infocato  fi 
rompe  la  carne  >  ogni  male  viene  a.  maturar ft  -,  &  à  rifoluerfiy  <&  tfee  * 
fuori  conlhumor  perii  forami  fatti  y  poi  per  più  benefìcio  rifcaldatc** 

Bbb    4        le 


jéo  D  Z  L  t  Jl     G  l  0  T<^1  jl 

,    le  cicatriciyilluoga  diniene  con  duriffima  pelle  affai  piùfortey  che  prima-  e   * 
Cauterio  mn  etaQ^{eji0  tauterìo  è voce grecayche dinota  vrìiftromentodi ferroy 
come  ,  &  o  Pur  ài  rame  di  Ciproyche  è  migliore  yilqual  infocato-)  s'accofla  al  luogo%  . 
tjuàrjos'o  eh' è  da  curarfi  y  benché  alcune  volte  il  fuoco  fi  dianon propriamente  ne. 
pei*         ìfìioi  affettila  ne  iproffimi  à  quelli y per  diuertire  >  come  nel  collo ,  ef- 
fendo  l'animale  infermato  al  capo;&  nei  lombi  y  effendo  il  male  fotta  le 
reni .  D affi il  fuoco  talhor  pungendo  col  ferramento  y  talhara  tirando  à 
famigliammo  di  far' una  linea y  talualta  àguifa  d'vna  olino,  :  &  m  questo 
fi  loda  molto  la  maestria  del  Marefcalco  >  quandanel  dar  del  fuoco  egli 
ha  buon  occhio  di  non  far fegnoy  che  poi  difdica  aW  animale  y  &  fecondo 
la  qualità  delle  pelle  >  dou'èìl.  male  >  co/i più  forte ',  ò  più  leggiero  fi  è  da  r 
dare. zsfuuer  tendo  di  non  darlo  mai fopr  a  giunture  yne  in  luoghi  neruofiy 
ma  fempre  alquanto  più  altoyòpiù  baffo:  altrimenti  perpetua  debolezza 
ne  auuerrebbe  >  cjrfe  mai  fi  toccaffe  col  fuoco  la  corona  del  piede  y  fé  ne 
verrebbe  à  perder  Vvnghia  ferrea  (peranno  dipiurinafcere:  onde  il  (jiu- 
mento  difutile  rimarrebbey  ne  fi  richiede  vfo  di  fuoco  a  quelle  eminente  > 
che  nafeendoper  lo  corpoyfìmili a  brnfchiyetaluolta  maggiorìyfimma%— 
ciay&fi  rampona  a  lor  pafla:  perche  fono  purgationi  y  lequali  rifirignen- 
dofiye  ritornando  dentro (  offender  ebbano  tanimatey  raunandofi  ma/fima- 
mente  nelle  giunture  ;  ma  fi  curano  tali  brufehi  con  lauagioni  di  ac~  *. 
qua  caldai  vntioni  digrafio.  Parimente  è  contrario  il  fuoco  a  mébriy 
è  tortiyo  dislogatiydauendofi  afrettareyche  prima  fiano  Stabiliti  y  &  riunì- 
t^e  ridolti  alla  fede  loro  y  e  quando  per  beneficio  di  natura  non  faranno  i 
corroborati  y  è  da  veder  fi  di  guarirti  con  vntioni  furgatiue ,  empiaUri 
mollificatimi  non  douendo  e fierf rettolo  fa  a  dar  il  fuoco  fen^a  buona  y  t 
lunga  canfiderationeyperciò  che  molte  volte  ne  de-uiene  l'animale  (come 
Vegetìofcriuè)aggranatoy<&  lefod'à  onde  tutte  altre  medicine  fi  patron* 
no  prouar'in  primay&  vltimamente poi  ricorrere  ai  cautervjyiquali ac- 
ciò che  non  bifognipoi  rinouarfi  >  conuerrà  farli  canuenientemente  pro- 
fondi la  prima  voltay&  più  felicemente  nella  Trimoueray  ò  nella  eftatey  U 
che  in  altro  tempo  fi  fagliano  adoperare  (fecondo  >A flirto)  &  meglio 
nella  mancanza  della  Lunayche  nella  crefeen^a  fogliona  riufeir  (come  i 
//  %ufio  ne  fa  fede)  percioche  fecondo  lei  crefeono  y  &  mancano  gli  im- 
moti de-'  corpi  terrestri .  Chi  de  fiderà  (dice  egli)  la  lunga  fanltà  delfuo 
(auaUoyfi  che  negailey  ne  foproffiyne frittelle  yneierde  ,  ne  mrbey  ne  fu- 
rine ne  fpauani  giamai  l'infe^inoy  grebe  canmaggior  fiducia  fi  paffo 
faticareyperciìy  che  dalla  fouerchia fatica fogliona  i  giumenti  meorrerc 
in  detti  mali ;babbia cura  >  cb*egli  da  vn ferito  maeflrofio  cottoin  quel- 
li luogbiydaiie  cotali  yitijfoglìono  nafcere.Ei >fe i Cjiummti fi  cuocono  di 

due) 


<DE  h     C^i  V  ULLO  LlB.    IX.  76t 

j[  irti ,  ò  di  tre  anni y  0  prima  che  fi  togliano  dagli  armenti)  {libito  fi  deont  l 
lanciar  liberamente  andare  per  tipa/coli  ficaia  altro  medicamento  sic 
le  cotture  >  legnali  co  fi  da  fé  meglio  fi  cureranno ,  e  pia  belle  ancora  ap- 
parirannoypercbe  la  rugiada  mir  abilmente  guarificel'aduflione y  e  toglie 
il  prurito .  Ma  egli  è  dafiaperfìy  che'l  cauterio  in  quale  flato  ritroua  l'a- 
nimaleria quel  mede/imo  il  confieruaipero  quando  il  Càuallofì  duole  per 
alcuno  de  viti]  nominatiynon  è  da  dar  fi  il  fuoco  in/ino  a  tanto,  che'l  do- 
lornon  fa  cejfato ,  e'I  dolor  fi  può  leuare  con  mettere  calda  nel  luogo  in-  Dolor  fat 
fermo  vna  mollica  di  pane  gro/fo  fritta  con  un  poco  di  vino  in  vece  d'olio.  £°  •  *  "" 
Di  pia  ci  ammoni  fesche  ogni  voltoycbefi  dà  nelle  gambe  ilfuoco}f  deo-  me  fi  ieui 
B    no  far  le  linee  per  dritto  >  e  per  trauerfo  y  fecondo  va  il  pelo, che  fende  m 
giùyperche  vengono  poi  tali  cotture  ad  efiere  meglio  couerte  à  quefto  mo 
do  >  &fie  per  auuenturafi  venifie  à  toccar  qualcÌK  neruo  y  meno  fi  offen- 
derebbe .  Ideile  garrette  il  fuoco  f  dà  per  lungo,  e  per  lato  nel  me^p  del  Fuoco  co 
tumore;  UCauallo  pigro  }e  fpauentofio  fi  dà  nel fianco  a  gui fa  divnaro-  ™e  "  ^'a 
tayfncédoui  crociye  punti  in  mexoy& umilmente  nelle  renile  nei  quattro  e  come  fi 
polfhcon  dargli  à  mangiare  delpanicoye  guardarlo  co  diligenza  in  luogo  medichi . 
caldo:  m  le  cotture fi  pone  f  una  voltafieno  bouinofrefco  menato  co  olio 
caldo,&  nel  medefimo  issante  farà  bene  di  mettergli  nel  collo  vn  collaro 
-fatto  di  verghete  le  pattoie  ne  i  piedi,  fi  che  non  poffa  né  co  vngbie  né  con 
la  bocca  fregar  fiele  in  modo  alcuno  >  né  fi  pofia  accostare  à  luogo  duroy 
don  'elle fìficortic afiero  :  perche  per  lo  molto  prurito  egli  vi  fi  fregheria 
volontieriyò  potendo  vi  fi  darebbe  di  morfi,&  fi  con  fumerebbe  in  fino  ài 
neruitpemin  ogni  parteycbe'l  giumento  fìa  cotto,  bifognafiaf  benvauuer 
titoych 'egli non batti à  toccar  fi  le  cotture,  né  che  vada  ulama  lorditiafio 
praquelleyche  fi  bagnino  d'acquaper  none  dì  da  che  furono  fatte ,  pofcia 
pafiato.il  nono  >  come  fi  vedranno  ficorticate,  e  f eparate  dal  cuoio  ftefioy 
fiaràdatenerfii  inqualche  corrente  di  modo ,  che  t acqua  tocchi  le  cottu- 
iredal  mattino  per  tempo  infitto  a  me^ter^a,  & -Iettato  dell'acqua  fi 
D  É&ÈVM  sù  &  cotture  pilue  di terra  fiottili ffima ,  ò  cenere  di  felce  pafiato 
perla  feta>  da,  fkrfì  la  fera  tenendo  in  acqua  fredda  da  bora  di  veffro 
infimo  à  pofata  di  Soley& poi  fifiargendoui  detta  poluetilquaT ordine  con- 
nina di  continuare  infimo  a  tanto,cbe  le'piaglye  del  fuoco  r  eslino  in  tutto 
fklde^éttriyfiitte  la  mattinale  cottureydopò  merigìo  vi  pongono  lo  ster- 
eo del  bueycofi  facendo  per  tre  giorni  y  poi  l'ungono  d*otiotepido  con  vna 
pennaye  mortificato  chefi'a  ilfuoco,vi  mettono  cenere caUa,fiache  fi  fìa 
guarito.** ltriyper  dieci  dìprimajcke  diano  il ' fiuocoytengono  l animalein    <■ 
4cqua.fr'edday&  velociffsmay  pofcia  vngono  le  cotture  con  olio  una  fiata:  - 
IgiwnQ^dffirtQ fcrìue^bo  quàdo  sé dato il fuoco  alla  parte  vitiofihpri- 

ma 


'     y6i  P"%  l  l  U    C  l  0  1^1  U 

ina  fi  latti  con  orina  vecchiaypoi  vi  fi fàccia  linimento  d'afiungia  vecchia  g 
liquefatta  con  pece  dipari'pefo ,  Telagonio  dice  >  la  corteccia  del  melo 
medicarle  abruciature.Hierocle perfaldare  le  cotture,ordina>cbe'l pri- 
mo dì  nelle  margini  di  quelle  fi  metta  fole  minutOy  &  olio  con  vna  pénay 
&  ne  ifeguenti  infino  alfetùmo  vi  fi  ponga  fudore  di  fanciullo  >  b  vero 
in  luogo  di  quello  vn'vnguento  fktto  di  vera ,  pece  liquida  ,  affungia  di 
porco )Olio>&  fale; che  coft  ne  calcheranno  le  crosìe ,  ò  bro'^e  :  pafiati  i 
fette  giorni^  vi  fi  bagni  due  volte  il  dì  con  vino  vecchio  temperato  co  ac- 
qua calda  y  e  lauato  il  luogo y  vi  fi  slilli  vino-)  &  olio  y  fpargendoui  fari- 
na di  orobi)  laqual  farina  con  lauarlo  due  fiate  il  giorno  d'acqua  calday 
.  farà  da  continouarfiy  finche  farà  bifogno  ;  &fe  in  quelli  >  che  per  dolor  di  & 
fj01  reni  haranno  hauuto  il  fuoco  nel  vertibolo  delle  cofeie ,  ò  delle  groppe  y 
«mando  fi  non  faranno  fra  i  fette  dì  caduteyò  moffe  le  crosìe y  è  da-faperfi  y  che  non 
iia  dato  ii  potranno  lungamente  fcampar  la  vita  *  perciò  che  qualche  cofa  nelle  in- 
fuoco,     teriora  farà  lor  rotta .  Ma  per  far  e  cadere  efie  crosìe  delle  cotture  pari- 
mentefi poffono  adoprare  mefehiate  infieme  Hìffopo  humido  ,  &  fior  di 
.falnitro  ana  oncia  vnaypropoliyammoniacOypolue  d'incenfoypepeygalba- 
no  ana  oncie  due  i<&  quattro  di  vifchio  con  vna  libbra  di  ceraio  ver  amen 
te  con  vna  libbra  diceray&  quattro  onde  di  bitume  prédanfi propoliyhif 
fopo  bumidayfolfoy&  alume  di  rocca  ana  oncia  vnay&  ammmiacoygal- 
banoyopopanace)nitro>pepey  &  vifchio  ana  onde  due .  EfficactJiltresì  a 
Cotture  tutte  CO(i;Ure  tra  gli  empi  aslri  greci  fi  deferiue  la  lipara  y  che  riceue  me- 
medichi-  V1  libbra  dicerufaycioè  biacca  &  altrettanto  difandicey  con  dieci  chiare 
no.  d'uouay  &  olio  rofato ,  e  fugo  difolatro  >  quanto  fi  filmerà  douer  bafiare. 

Vrì altra  liparayche per  effere  bianca  quando  fi  diffoluey  animene  leuce  è 
nominata  flaqual  vale  co  fi  per  lo  abruciatoycome  per  lo  fcortìcatoyet  per 
l'ulcereyche  végonc  da  lor  poftaycofisle  in  Litargirioy  e  biacca  libbra  vna 
per  co faymefcolate  con  olio  communey&  aceto  quanto  bifogni.  Fri  altro 
vnto  molle  fifa  con  fandiceybiaccay&  olio  rofatoyfei  onde  per  uno  Vrì  al 
tro  conbiaccay&  fandice  ana  libbre  duey  aggiuntela  onde  di  Ut  argino  y  & 
&  olio  rofatoy&  aceto  forteyquantofigiudichi  neceffario .  M. Luigi  su  le 
cotture  me  t tee  vnguento  fatto  con  mafiicey&  incenfo  ana  onde  quattro  y 
Cadice  di  giglio  bianco  domeslicoyfeuo  >  affungia  vecchiay  eflerco  diTa- 
lombi  l'incorporata  ogni  cofa  infieme  >  b  veramente  cotta  fiotto  la  cenere 
la  radice  del  detto  gigliata  mefcolaua  con  cerayfeuo  di  capray&  afiun- 
già  vecchia.-taluoltavugea  le  cotture  co  fugo  dipiatagginey  chiara  d 'ho 
Cauteri]   WOj  ct  °^°  rùfa°*>  battuti  infiemeytalvolta  il  fugo  delia  piantaggine  me- 
mi- cx   iu  Jcolaua  con  maslicey&  ne  vngea  dueyò  tre  volte  il  luogo  cotto.  Il  Coloni- 
due  modi  bro  dicevi  cauterij  intender  fi  in  duo  modi,  .Attuali  queUi)che  fi •fanno  con 

iHrnmenti 


G. 


DEL  C  ^!V  ALLO,  LTB.  IX.  j6? 

y  iHrumenti  infocati ,i  quali  egli  approuay  che  fi  in  di  rame  per  cfier  metal 
lo  diamorofa  natura^  non malignoycom 'è  ilferroy&  Votentiali quei) 
che  fi  fanno  con  molenda  di  to  (fichi  y  e  d'altre  co  fé  acute ,  che  han  uirtà 
fomigliante  al  fuoco,  fi  come  fìfcorge  nell'unguento  fatto  di  Dialgar  ci- 
trino^ di  trocifchi  di  asfodeli;  che  fon  di  pofsanya  troppo  mordace .  Di   pjaufi: 
quefle  compofìtioni  caufiicfeye  abruciatiue  (oltraquelle^che faranno  or-  che  ò  a 
dinatene  iluoghiyoue  particolarmente  deuranuo  adoprarft)non  manche  bruciati- 
rò  de  defcriuerealcuneycomevniuerfaliy  che  ho  trouate.  Scriue  dunque  uecompo 
TeòneHoycheprefa  vna  parte  di  calcina  viua}&  altrettanto  di  feccia  di 
vino  ahruciatay  s'incorpori  con  lifciafktta  con  cenere  di  giunchi  •>  òfusli 
$    difhua-yò  d'offi  d'oliuay&  adoprimft  finche  è  frefca:  ò  veraméte  vna  dra 
ma  di  calcina  nuoua,due  di.  feccia  d'aceto  ahruciatay  e  tre  di  fior  di  f ai- 
nitro  fkccianfì  bollire  con  lifcia  forte :ò  prenda fi  pece  abruciataygommay 
&fal  armoniaco  ana  libbra  vnaybitumey  e  bdellio  aria  onde  trey<&"fac~ 

>  ciafene  mifìuracon  vn' oncia  digalbmoye  due  di  propoli. Toffon fi  ancor* 
vfare  capparifrefchiyb  foglie  di  telefio  pesle}  difcolte  con  fugo  di  figaro  > 
&  aceto/Pelagonio  mefcola  ceray  &  litargioam  libbra  vnayraminayra 
già  cotta  j  e  biacca  ana  libbra  mczayarmonìaco  y  &  rame  abruciata  ana 
onde  treycon  vna  hemina  d'olio .  Hieroclepone  galbano  >  &  opopanaci 
ana  oncia  vnayhitume giudaicoy&  alume [cagliala  ana  onciefei  con  tre 

C  di  litargirioyaggiutaui  vna  libbra  di  affungia  vecchìa,vn  fefiaria  di  ace 
to  fqnilliticOy&  me%a  hemina  d'olio:  ò  veraméte  prendafì pece  di  nauey 
ragia  cottaybitumegitidaicoypeceyvifchioy&  cera  vna  libbra  per  cofa  co 
due  onde  di  galbano  yquattro  d'incéfoy&fei  di  armoni  acoyalle  quali  cofe 
liquefhttey&  colate aggiungati fi  due  onde  di  opopanace  peftoy<cir  conia 
jpatula  mouédo  fhcàaft  incorporar  nella  cai^a  ogni  cofa  infiemey  &fe 
diuentaffe  troppo  duroyaggiungauifi  affungia  vecchia  difciottay& armo 
iliaco  a)  baRanya  .  Sen^a  il  vifchio  ancor  fard  buono  ;  ma  fé  fuffe  gran 
Qaldoy  accia  che  non  fi  f coli  fvntione  yfkcciàuifì  aggiunta  difei  onde  di 
pece  di  naueycioèrafpatay&  rafa  da  qualche  nauilioy&  cofi s'vngatper- 

&  che  tal'vnguento  fra  tuffigli  altroché  abrucianoyè filmato  efficacifftmo* 
Vegetio  raccanta-yeffere  fiato  da  Chirone  ordinato  l'vnguento  abruciati- 
uà  con  bdellio  arabico>galhanoygoccìa  di  Ftoracey  apofiimayfugo  d^hifio- 
pOye goccia  armoniaca  due  onci» per  cofa  y  tre  di  vifchio  Italiano,  <grfei 
dipolue  d'incenfòyaggiuntaui gemmarti catiialey& pece brutia  ana lib- 
bravnaybitume giudaicoybitume apollonioy  et  cera commune ana  libbre 
due .  Fn' altra  neriferifee  in  quella  modoygalbanoy  colla,  &  polue  d'in- 
cenfa  ana  onde  tre y  fé i  diterbentinxy  &  fette  di  bdellio  con  grafi o  di  to- 
rOfceraypecey^vifchio  ana  libbre  due}&vna  digamma.  Et  poiché  fia- 

ma 


7<$4  D  E  l  l  ot    G  L  0  ^  J  J. 

mo  venuti  à  ragionare  di  co  fi  fatte  compofttione ,  non  mancherò  dì  na-  g 
rame  alarne ,  che  in  parti  cafi  vùliffin  amente  vfar  fi  foglìono  :  &  pri- 
mieramente V ìslejlo  auttore  compone  vrìempixfiro  crudo  inqueHagui 
fa}d ne  libbre  di  calcinx  viuayvna  di  fimpiio  .Aleft  indrinO)  &  me^a  di 
fichi  fecebiy  firn  coi.xfìmgix  à  biflan?ipefley&  mefcolate.V ti  altro  ne 
ordina  conprop  deioyHoraceymidolla  di  ceruoyOpop  macero  acche  di  lau 
roypece  grecayfeuo  di  toroygraffo  d' or foy&  grafìa  di  leone  ana  onde  ducy 
bdellioyegentiana  ana  oncie treyfagapenoy  olio  diCiproy^r  olio commu- 
ne  vecchio  ana  onde  quattroycera  punica  >  armoniacoypolue  d'incenfo3e 
galbanoana  onde  feiVn" altro  con  fagapenoy  farina  dinccafoy&treben 
ima  ana  onde  tre}midolla  diceruoypropuleio  ypece  bruti a,xceto  fortif-  F 
fimoy<&  olio  di  giglio  pauonaigo  ana  onde  quattro ;fìoraceygalbanOyfe- 
uo  di  capra}&  olio  di  lentifco  ana  onciefeiy  due  di  opio  di  Spagnay&  ce 
Sincrif-  ra,&  armoniaco  ana  libbra  vna  .  V  empiaHrofincrifma  egli  compone 
ma  empia  £Qn  cera  Yoffay&  pece  greca  analibbre  ducyolio  laurinoyolio  di  CiprOyfe- 
fi  compo-  uo  ditoroymidolla  di  ceruoyhiffoppOyet  afìungia  vecchia  ana  libbra  vnay 
ne.  infieme  cotte  :V  vnguento  ancor  fincretico  egli  dice  efiere  da  notarfi  co- 

Voleri  -  me  afìaifalutiferoyilqual contiene  armoniaco,  olio  di Ciproyfeuo  diTau- 
tico  mCre  rò>&rafi°  d'orfoyopopanace  >  galbanoye propuleio  ana  oncietrey  Horace , 
terbentinaye grafìo  di  Icone  ana  onde  quattrOyolio  glaucinoy  <&•  olio  com 
mune  vecchio  ana  onde  feiye  due  di  midolla  di  ceruo  y  con  vna  libbra  di  Q 
affungia  vecchiaycotte  à  fuoco  lento. Vn' altro  vnguento  deferiue  con  ar- 
moniaco y  florace ,  olio  di  Cipro ,  olio  diixuroyolio  rofatOy  egalbano  ana 
onde  tre  yincenfomafd}ioy&  hifìopo  ana  onde  quattro  >  fior  di  nitro > 
&  pepe  bianco  ana  onde  due ,  bacche  di  lauro,  midolla  di  ceruo  >  grafìa 
d'ocaygrajfo  diceruoy&  opopanace  ana  onde  fei; cera,  &  ajìungia  vec- 
chia ana  libbra  vna  >  eduediterbentina  con  vna  heminadi  fortiffima 
aceto  incorporate.  T ragli  ordini  degli  antichi-  marefcalchi  Greciyfi  tro- 
fia ordinato  l' vnguento  di  dittamo  in  quefla  foggia.  Che  fi  facciano  bolli 
re  cento  dramme  di  litargirio  con  quattordici  onde  d'olioy  finche  s'attac 
chinoypoi  buttatouirame  abruciato ,  <&•  verderame  drame  otto  pervnay 
fi  facciano  ftmilmente  bollire  :  poi  vi  fi  mettano  cinquanta  dramme  di 
ragia  colofoniay  &fedici  di  profumo  ammoniaco  pefio  :  facendoli  ancor 
bollire-.Jndipofleui  fei dramme  djfquamediramey  e  di  difriggiy  e  bolli- 
to vn  poco  >  vi  fi  buttino  vinticinque  fcropolidi  cera  :  &  Iettato  iluafe 
dalfuocoyvift  aggiungano  dodici  dramme  digalbana  mollificata  conot 
to  di propoli;poi  fi  ritorni  à  bollire  alquanto,&  vi  fi  buttino  otto  dram- 
me di  aloe ,  &  altrettante  di  dittamo  >  dodeci  di  polue  dancenfoy  fedeci 
ditsfrittolocbia  y  feidigentiana  ;  &  fé  non  faranno  bene  iti  corporati 

fifkcdano 


H 


B 


VEL    €  AV  JL  L  LO,  LIB.  IX.  76*$ 

jl  fi  facciano  ancor  bóUire  con  leggier  fuoco  .  Ts(efarà  male  à  buttami  v** 

poco  d'acquayaccioche  il  Ut  argino  no  fi  abruci.  La  compofitione  amabile  Compofi 
coitene  incenfo,  &  mirra  ana  onde  qnattroyceray&  ragia  cotta  ana  lib  tlo"e.    a" 
hra  vnayaffungia  di  porco  fenxafaley&  Lapatio  ana  libbre  due  :  ilquale  ' 
lapatio  inuolto  in  cartai  da  farfi  cuocere  fatto  la  cenere  calda,  etpofcia 
pefiofarà  da  incorporaci  con  V altre  cofe:La  campo fittone  ^ifroditica  ri  compofi 
ceue graffo  di  toro,afiungia  di  porco  frefca^ragia  dìpino,&  cera  ana  lib  tione  afro 
bra  vnay  graffo  di  beccoye  graffo  di  pecora  ana  libbra  me%a  liquefatte,  -,  «"Ica. 
&  colate.  La  compofitione  di  fugo  di  mandragora  fi  fk  con  affungiadi  Compofi 
porco  vecchiacce  brutta,  cera  cotta  ,  &  oliocommuae  ana  libbre  due,  t'°»e    ?i 
opio,opopanace,aloe  epatico, mirra,<&-  incenfo  ana  oncia  vna,mifi, galla  "f  n^., 
&  calciti  ana  onde  due,litargirioybiacca,lume  di  rocca,&  fugo  di  man  „0ra . 
dragora  ana  onde  tre,&  aceto fortifjìmo  a bafìaii'^a:  delle quai  cofepri 
mafifhran  liquefare  quelle ,  che  faranno  liquabili,pofcia  in  vn  mortaio 
buttatemi  'altre  polueri%ate,fe ne farà  pati  a  :  &  volendola  adoperare, 
fé  ne  prenderà  vna  libbra,.  &fimefcolerà  con  vn' altra  libbra  di  cera, 
T»' 'altra dipece  br utiay&fei  d'olio  co  mmune.  L'unguento  detto  d' herbe  Vnguen*» 
confifìeingalbanoymirra^loeybiacca^erderarne-tpolue  d'ini enfoypropo  j°         r" 
//'  elettay.armoniacoyragia  di  rBithinia,àriflolocbia,marmbio;etpepe  bru 
tia  ana  onde  dueycedrotrocifchiCocirion,centaureayireos radice  ditrifo 
glio,&  artemifia  ana  onde  tre yfior  difalnitroypepe  bianco  y  & pomeUe 
di  lauro  ana  onciequattro,ceray&  ciperi  ana  onde  fei,pece  vecchiayoko 
vecchio  y& Ut  argino  ana  libbre  due.^A  q  uè  fi  e  cofe  (offendo  verno) fi  rne- 
terà  con  l'olio  il  vino  accompagnato }  &fe  ne  farà  vntione  calda,ficen- 
do  poifiar  l'infermo  couerto  di  drappi  in  buona  ftalla .  Di  fichi  fi  chia-  Vnguen- 
ma  quelT  unguentOyche  fi  fa  co  due  libbre  di  fichi  dolci  ben  pefiiy  &  quat t0  "l  "  c"1 
tro  onde  di  falnitro  incorporate .  'D'afiungia  fi  nomina  quelyche  contie- 
ne  vna  libbra  d'affungia  vecchia  me f colata  con  calcina  viua  à  baftan- 10  ^afTun 
%a,  ilqual  vnguentoper  tr?  giorni  fi  lega  difopra  il  malcj .  Il  T  rifar-  già. 
maco  riceue  armoniaco  >  <&■  cera  libbra  vna  per  cofa ,  &  aceto  quanto  Trifarma 
bifogni.  La  compo fittone  di  quattro  medicine  richiede  arifìolochia  ro-  CQ0mv06. 
tondaygentianayhdellioy&  pomelle  di  lauro  onde  fei  per  ciafcuno  .  L'un-  tione    di 
guento  duro  fi  fa  con  midolla  dì  ceruoy  efforace  ana  onde  tre  yopopana-  quattro 
ceyolio  laurino,^-  papaueri,ana onde quattroy  cinque  di  cera,fei d'hiffo-  medicine 
pò  humidaye  due  di  bdelUo  .  La  compofitione  alquanto  liquida  fi  fa  con  to  ^ur(y. 
due  libbre  di  cera,quattro  onde  di  biaccaye  tre  di  farina  d'amido .  <tsff-  Compofi 
firto  compone  vn' unguento  con  laferpitioygalbano,  &pepe  nero  ana  on-  tione    a- 
eia  una  incenfo  mafchio  meyay  Horace  vna  &  me^a y  opopanaci  duey  ctuuU- 
£raffa  dì  tauro  tr  ^midolla  di  cerno  qjiattro,armoniacoxolio  laurinoyolia 

ixinoy 


j66  DÈLIA    G  l  0  \1  A 

irinoyolio  di  conaslrello,  e  terbentina  ana  onciefei,&  libbra  vna  di  ce-  E 
raVrì 'altro  con  cera,& gomma  ana  libbra  vna,  'Bdellio,  per  fumo  am- 
moniaco &  polite  d'incenfo  ana  onde  due,  terbentina,  galbano,  &  opo- 
panace  ana  onde  fei.V  a'  altro  con  cera ,  &  ammoniaco  ana  libbra  vna  , 
galhano,e  terbentina  ana  onde  due ,  &  olio  di  conasìrelo  quanto  bafii  y 
le  quai  cofe  fi  faranno  bollire infieme  (  eccetto  l' armoniaco  che  farà  da 
disfa; fi)  &  poi  che  faran  bollite,  fi  metteranno  à  sfreddire  in  va  v afe 
per  adoprarle  .  Va' altro  congalbano ,  hifiopohumida,  ireos,graJfo  d'o- 
ca,^ midolla  di  cerno  ana  onde  due ,  grafo  di  torò,e  bdelìio  ana  onde 
tre,ierbentina  quattro,  armoniaco  mera,pepe  bianco,  &  fior  difalnitro 
ana  vna ,  (jr  me^j,e  tre  libbre  di  cera  .  fi  ceroto  aceto  fa  può  far  fi  (co- 
m'egli dice) fé  in  vn  vafe  di  terra  fi  fàccia  bollire  vna  libbra  di  pece  du- 
ra,vrì  oncia  di  polite  d'incenfo,me7a  di  galbano, due  di  armoniaco,  e  die 
ci  di  cera,coa  tre, e  me  za  di  aceto  bianco ,  mettendotene  poi  tra'l  bollire 
altretantoàpoco  à  poco,  fi  che  fia  Hata  in  tutto  va'heminadefo  ace- 
Cerotodi  to.Digrafo,&  cera  fi  nomina  quel  ceroto ,  che  fi  fi  mettendo,  à  bollire 
graffo  e    m  vn  pigfi^to  otto  onde  di  ceraie  gvafìo  diceruofo  di  becco,o  di  maro  > 
pigliato  diquel,chefi  troua  appo  le  reni  ;  con  due  onde  di  colofonia,  & 
una,&  meia  d'olio,lequai  cofe  come  fi  ueggiano  incorporate; fi  leueran 
no  dalfuoco,aggii'gnendoui  mera  oncia  di polue  d'incenfo,  e  due  dram- 
me di  galbano  .  Di  cera  fi  chiama  quel,  che  contiene  una  libbra  di  cera 
con  terbentina,ragia  dipino,colofoaia,&pece  ana  ondefei,  opopanace, 
galbano, armo niaco,fagapeno ,  offrano,  incenfo,  e  bdellio  ana  oncia  v- 
na.Il  ceroto  giallo  fifa  conincenfo,colofonia,cera  e  terbentina  cotta  ana 
Ceroto  onciefe  >  g.  opopanace,fior  difale ,  armoniaco,  galbano ,  &fagapeno 
*       '       ana  oncia  vna. Il  ceroto  di  fi  chi ,  il  qualfìfàpeflando  infieme  fichi  bar- 
Ceroto  bar  e f chi ,  galbano ,  pece  brutia,folfo ,  &falnitro  >  una  libbra  per  co  fa,  fi 
di  fi  chi .    fuol  adoprare  in  fino  à  tanto ,  che  ceffi  la  doglia  ,&poifì  mette  il  ceroto 
crudo.  Ver  far  quel  ceroto,  che  Amulamula  è  Riamato,  prenda  fi  fior 
difale,&  cera  ana  oncia  mera,  hiffopo  humida ,  profumo  ammoniaco,e  ^ 
Ceroto  propoli  ana  oncia  una,incenfomafcbio  una,  &  me7a,cafloreo,&  ragia 
mula.  *  '*  di  pino  ana  onde  due,Horace  due,&  me-za,bitume,  opopanace,galbanoy 
fagapeno,  vifchio  quercino ,  e  bdellio  ana  onde  tre ,  terbentina  quattro  > 
&  libbra  vna  &  meta  di  pece  brutia.  Hora  diffoluafi  l'opop anace  dili- 
Compofi  "  gentemente  col  fior  del f ale, &  poiché  l'altre  cofe  fi  far  an  liquefatte,  ag- 
tione    di  giunganuifi  le  polui.La  copofitione  di  pece  egli  ordinò  con  una  libbra,<& 
P^  Kc"   mera  dipece  cotta,due  dipece  afeiutta ,  due  d'olio ,  &  vna  di  cera,due 
Azanue .  Qncie  ^  meliloto,&  meza  di  vinoVn  altra  di  Aranito  riceue graffo  di 
porco}o graffo  di  toro  ana  onckfeiycera}^r.hifiopo  humida  ana  onde  tre, 

cinque 


'DEL   £jlV  jlllO  y  DB.  IX.  j6y 

.  cinque  di  ragia  di  pino ,  e  due  di  pece  afchtta .  Telagonìo  compofe  vn 
unguento  col  lafcrpitio ,  &  fior  di  rame  ana  libbra  vna}falnitro ,  rame 
abruciato>&  ajfungia  (ina  libbre  due^e  tre  di  bitume giudaico  yafferman* 
do  poter  fi  in  luogo  del  laferpitio  metter  cadmia.V ri  altro  con  pece  dura 
pece  bmtiayragia  dipino  >  &  opopanace  ana  libbra  ma ,  galbano  >  pro- 
poliyjolfo  viuoypolue  d'incenfoy^affrano^gomma armoniaca ,  mirra  otti- 
mayftoraccycolofonia  >  &  radice  di  panacea  ana  oncia  vnaybitume  giu- 
daico y  &  cera  ana  onciefeiy  dite  di  midolla  di  cerno  y  bollite  infìeme  a 
fyioco  lento. Fn' altro  con  verderame  >  rame  abruciato  yfalnitro  arfo  yfal 
armoniacOyfeccia  abruciatayelleboro  nero ,  galbano  >  &  cera  ana  libbra 
£    me%a  y  &  vna  di  afinngia .  Vuntione  quadrigaria  ordinò  con  graffo  di 

toro  y  di  becco  >  e  di  cerno  onde  due  per  eia feuno  ,  grafo  d'oca ,  ceray  e  ouanJi?".f 
terbentina  ana  libbra  vna  y  &vnfeslario  d'olio  vecchio  Vn'  altra  com-  rja.  & 
pofìtione  egli  fé  con  incenfo  mafebio  y  laferpitio,  &  olio  di  ligi» firo  ana 
onde  due  >  vna  dipepe ,  tre  di  7Ì%ifa  nero  purgato  ,  quattro  di  pomelle 
di  lauro  yfei  di  cera  >  altrettante  di  gomma  cotti  >  &  fette  di  olio  buono 
mifte  con  vna  libbra  di  pece  dura  :  lequaicofeda  poi  che  far  an  bollite 
fi  riuerferanno  in  acqua  fredday&  come  fi  veggh.no  quiuivnitey  &  adu- 
nateyft  potrano  adoprare .  léppreua  ani  or  f-pfò  d  incorporare  gomma , 
cera  ,  olio&  litargirio  libbre  tre  per  eia fc uno  .  lìCeroto  di  ^Arehide- 

C  ma  per  li  poliedri  confìtte  in  vifebio  qnercinoygalbanoyfior  di  fate  ■%  con- 
foliday&  meliloto  Mia  onde  feiycafioreoy,&  eupatorio  ana  onde  tre  y  eu- 
ferbio  due /ragia  di  pino ye  terbentina  aria  libbra  vnaycera.y&  propoli  vna 
&  me%aye  tre  dipece  vecchia.  Vtfaltrofe  ne  può  fare  con  armoniaco ,  e 
bitume  ana  onde  due  >  galbano <y&  mirra  ana  oncia  vv-iycasìoreoyeufor- 
hìo  y  opopanace  ?  adarcey  &  colofonia  ana  onde  feiye  tre  di  pece  vecchia 
prefa  da  naui ,  aggiunteui  duelibbre  di  cera  '.  Hippocrate  lodaua  quel  ce- 
rotOyche fi  fa  di  frutti  dipino  egualmente  confchiuma  d'aceto  accompa- 
gnati .  Hieroclequelychefifà  con  ragìaycolofonia>affungi£iy<£r  cera  di  pa- 
ri pefo. Fri"  altro  pur  ne  diferiue  con  litargmoyolio  vecchioy  &  ragia  cola 

2)  fonia  ana  libbra  vnayceray&  propoli  ana  onde  feiincenfoyttoracey  rame 
abruciatOymidolla  di  e erv.Oye  galbano  ana  onde  quattro  >  &  vna  di  opo- 
panaci :  delle  quai  cofe  il  litargirio  peflo  è  da  fàrft  prima  difeiorre  coTo- 
Ho  nel  pignattOypofcia  incorporato  t  opopanace  con  vino  fi  èd'aggiugne- 
re  aW  altre  cofe. .Tet -farne  vrfaltroyvuoly  che  fi  difciolgano  con  aceto  tre 
onde  di  profumo  ammoniacòy  grotto  dipolue  d '  incenfoypoiliquefxttene 
fei  di  cerayquattradi  terhentinay&  otto  di  galbano  co  vna  libbra  di  pece 
durafìano  di  compagnia  incorporate .  Vrì altro  (  fecondo  hii)  richiede 
opopanace  >  galbano  >  cera  >  bitume^  e  terbentina  ana  libbra  mera ,  pece 

vecchia^ 


7S8  DÉlLUgiO^loi 

apecchia)&  ragia  colofonia  ana  libbra  vnay^r  vnfeftarioyd'olioyFn*  altro  £ 
contiene  euforbioyOpopanaceygalbanoy  e  cafloreo  ana  onde  due ,  fagape- 
no>e  Horace  ana  oncia  vnaypropoliy  &  polue  d'incenfo  ana  o  mie  tre ,  <^i- 
Tifoye  terbentina  ana  onde  fedeci  >  &  cinque  di  bdellio  con  prefumo  am- 
r  moniacOy&  vifchio  ana  libbra  vnayceray<&  gomma  cotta  aria  libbre  duey 
tione  bar  t,e  ^  Pece  yeccbia>&  fà  di  bitume.  La  compofitione  barbara  da  lui  ordì 
bara.    £  nata  rkeue  bitume giudaicoypece  afciuttayceraye gomma  ana  libbra  vna 
litargirioy&-  mirra  ana  oncia  vniybiacca  vnay&  me%a.ytcrbentinay  pol- 
ue d'incenfo  y  &  opopanace  ana  onde  dueytre  di  olio  >  c-r  aceto  à  baslan- 
7ta.M. Luigi  folea  far 'un 'unguento in  quefto  modoycbe fcorticata  vna  v- 
tria  y  &  leuatone  quello  di  dentro  y  Li  tagliaua  minutamente  ,  (jr  la  fea  & 
bollire  y  nell'olio  infino  à  tanto  y  che  l'odane  f afferò  vfcite  nette  :  pd- 
fcia  à  quel  brodo  aggiungendo  mele ,  &  dialtbea  ana  libbre  due ,  olio 
di  lauro  y  incenfo ,  cera  nuoua  >  &feuo  di  caflrone  ana  libbra  mera  >  <&• 
vna  di  terbentinayfea  bollire  ogni  co  fa  in/teme  finche  nefuffe  m'acato  vn 
deto.Speffo  anchor ah auendo  fatto  alquanto  bollire  vna  libbra  d'olio  ro- 
fato;ve  ne  mettea  vn' altra  di  cera-,& fattala  altretanto  bollire ,  -vi ag- 
giunge a  vn' altra  libbra  di  litargirioycjr  poiché  tai  co  fé  infieme  erano  vn} 
poco  bollite  y  come  perfetto  vnguento  l'adoperaua .  Ter  empiaHro  crudo 
Empia-  vfaua  vna  libbra  di  afiungiayincorporata  con  altrettanto  di  calcinayo  ve- 
ftro  cru-  Y-amente  mefcolaua  midolla  di  ceruoopop  anace ,  &  pece  di  pino  libbra  u 
vna  percofiycon  vnay  &me^a  di  Horace ,  &  tre  onde  di  olio  ciprino . 
T aluolta prendendo  armoniacoy&  cera  roffa  ana  libra  vnayfloraceyfer- 
polhy&  peucedano  ana  onde  dusyVÌtriolo;&  olio  ana  onde quattroy  & 
Hidropi-  fà  di  polue  d'incenfo  ne  fea  empierò  .  Tra  i  mali  del  fegato  fi  connume- 
fìa  tra  i     ra  anco  iHidropifia.  Terciocbe  non  può  mai  da  quefla  l'a  nimale  efferin 
mali  del  fefiatOyfe'l  fegato  non  è  oltre  modo  indebolito y&  refrigerato. Dal  che  a» 
regaio,     ^neyche  non  potendo  egli  conuertire  il  chilogia  tirato  in  f angue  y  lo  tra 
muti  in  gran  parte  in  acquayb  in  vento ,  veramente  in  f angue  flemmati 
Hidropi-  My^  acquofo .  Onde  poi  nafcono  trejpecie  di  Uidropifia ,  che  commune-  „, 
fia  di  tre  mente  chiamano  rifate \Timpanitey&  ^fnaffarca.D alle quali queiyche 
ipecic.     fono  oppreffiycon  difficultà  rijpiranoy  fi  gonfia  loro  non  pur  il  ventre ,  &i 
fianchi  y  ma  anco  il  fondamento  y  ilqualeriflrigneloro  di  maniera  y  che 
mandan  fuori pochijjìma ,  e  dura  feccia  .  Jl  quello  male  affino  feri- 
ne rimediar  fi  con  cliflerefktto  di  tre  hemine  di  fugo  di  radici  di  cocome- 
ro faluatico  y  misle  con  altrettante  di  odorifero  vino  y  &  vna  d'olioyag- 
giuntoui  ancor  falnitro ,  come  Hierocle  foggiugnt .  Vfafi  ancor  à  fhr 
clifleridi  vinoyin  cuifia  infieme  col  falnitro  difciolta  vna  brancata  difier 
co  di  colombo  y  ò  di  Gallina }  &  gioita  di  falnitro  dargli  sbruffata  la  bia- 

da> 


Iti 


<T)1L    CJtV^L'LÒ>LlX.  IX.  7*£ 

l£  idy&quel  chebee:perche  ognififorche^a  del  corpo  col  falnitro  fi 'pw 
ga\&  fargli  bere  tal  voltavano  >  tenendolo  in  ripofo  yfe  non  che  alcuna 
fiat  a  fi  meni  pian  piano  à  paleggiare  ;  ne  fi  manchi  di  fregarlo  eretta- 
mente con  olioy  &  vino  f^effe  fiate  fecondo  il  pelo  :  e  di  trargli  fwgu  e  da  . 
quella  parte  della  codardie  quattro  deta  dal  federe  è  distante, Il  Qdom-  cetera 
bro  dice  folerfi  chiamare  fiato  in  Cetera  la  vento fità  de' fianchi  accolta 
fra  lo  miracy  &  lo  Sifhc  :  ondi  l'animale  refta  con  la  pelle  flirata  &  col 
collo  attratoyfi  che  non  pub  chinar  fi  alpafcere  >  nelcaminare  non  giun- 
ge i  piedi  di  dietro  con  quei  dinanjiygira  fodoy  comefefuffe  di  vno fion- 
dilo y  £r  con  difficultà  orina  y  efendone  cagione  nònfolamente  la  [eccita 
■  del  ciboyma  il  gran  calore  di  qualche  lunga  fhticay  che  l'animale  fojfer- 
B  tahabbia:& perche fi potria  temerey  che  da  tale  enfiagione  veniffe  àfhr- 
fi  alcuna  crepantigiafò  rottura  di  veney  loda  che  prettamente  con  bagni 
òflufe  vi  fi  rimediale  di  efiate  fi  fkcciafpefio  attuffare  nell'acqua  mari- 
naylaqual  diffecando  la  humiditày  verrà  a  difioluere  infiememéte  la  ven 
tofità.  (fioua  ancora  farli  clisteri  due  volte  il  dì  con  decottione  diparie- 
taria  y  aggiuntola  olioy  &  falnitro  \  &  parimente  vfare  fyeffo  le  paflelle 
del  mele,&  fakyche  tirano  la  ventofttà  perfett amente ycihandolo  d'her- 
ba  verde ,  e  di  brenno  bagnato  intriche  f ani  .  Il  I\iifio  fcriueyche  la  ven-  Ve  tonta* . 
tofità  entrata  più  volte  per  li  pori  aperti  nella  fatica  ,ò  nel  fudot e ,  fa 
stranamente  gonfiare  ifianchiye'l  ventre  ;onde  conuiene  ungere  d'olio  un 

C    cannello  di  canna  ben  groflby&  lungo  vn  palmo,  &  porgitelo  nel  federe 
più  della  mit allegandolo  in  capo  della  coda  di  modo  che  vittia  fermo  : 
poi  trottar  il  (aualloper  erte  colline  ben  coperto  y  hauendogli  prima  fre- 
gati i  fianchi  con  mani  bagnate  d'olio  e  aldo:  apprefio  dargli  à  mangiare 
cofe  caldeycome granoyfpeltaye  fieno}&  a  bere  acquay  ouefia  Hata  cotta 
buona  quatità  di  ciminoye  difemé^e  difinocchiy  nella  quale  acqua  alqua. 
to  raffreddatafarà  ben  mefcolare  farina  digrano:&  non  dargli  altro  a 
bereyfinche  no  h abbia prefo  tutto  quel heuerone -.tenendolo  fempre in  luo- 
go caldoiche  cofi  cacciando  la  ventofità  fuori  per  lo  canelloy  l'enfiagione  _   e    . 
e'I  dolore  verranno  à  mancare  infiemey  fi  come  il  Q-efcen^Oy  e'I  \uffo  in  ne<    ° 
tutto  affermano  .  Fri  altra  enfiagione  è  piufemplice ,  quando  l'animale 
tenédo  le  nafte  aperte >&  con  difficultà  rifiatando,  riflrigne  i  fianchi ,  e'I 
ventre:  &  cura  fi  con  lafetey&  co  dargli  smangiare  del  fieno  verde  ,per- 
cioche  il  cibofecco  l'offende  molto .  Vegetio  dicey  che  fé  per  cagione  del-    Gonfia- 
l'anhelito  procedefferogonfiamentiyfidebban  mettere  fu 7  ceruelhy  &fo  me"!iPe.r 
fra  il  petto  Jpognie  bagnate  in  aceto  y&  acqua  calda;  fiutando  nell'aree-  f»auhclito 
chie  olio  laurino:e  tenendo  il  (jiumétoin  luogo  freddo ,gli  fi  fmuouano  le 
narici  >  acciò  ebefteffo  Uarnuti .  Se  per  l'enfiagione  del  corpo  fi  vedejfe 

Ccc  l'ani- 


77©  '  B É  L  È  J.     q  l  0  I^T  U 

t  animale  conturbato  batter  late;ra  horton  quejh,  bar  coti  quello  piede 
&  [offrir  are ->€  tremar ,  fidandogli  itefììcali  ;  e  tenere  il  capo  à  i  fianchi 
come  fé  volefieilfuo  male  appalefare;  vuol  che  fi  fàccia  caminare  pian 
fiano}&  poiché  conia  mano  vntafifarà  cacciato  lofierco  dal  fondarne 
toyvi  fi  mettano  none  pe^igrofiiy  e  tondi  di  mele  cotto  convnaterx*. 
parte  di  fileyper fargli  venir  voglia  di  buttar  via  il  rimanente;  &  effen 
do  vernoys 'vagano  di  olio ,  ty-pece  i  lombi  >  &  le  orecchie:  &gli  fi  dia 
vna  beiianda  di  vinoy&  olio  con  alquanto  di  acqua  caldayouefian  difio- 
lute  bacche  di  lauroypepe  ciminoypetrofemolo  yfalnitroy  &femen?ede. 
*Agrio>e  di  finocchi. Quelliyche  dapoiyche  han  beuntOyfi  veggiono  gonfia- 
wcorl      rey&  foffiare  infieme  yegli  chiama  S.arcofliy&  vuoly  che  fi  dia  loro  con  p 
vinoy&  olio  vnfc/lario  diranno  y,&  cinque  onde  difeme  dipiantagine . 
^A  le  uni  han  detto  douerfi far  vna  picchia  piaga  due  detadifcoSìo  dal- 
l'ombilico  verfo  il  petto  y&  con  vna  canna  cavarne  fina  trefefiari  di 
humore  o  più  fecondo  che'l  tumore  fi  veggia  grande:  mapiuficuro  èycbe 
da  più  parti  fé  ne  cani  in  piufiate^cciò  che  la  fubita  feccan/^a  noncagio- 
ni peritolo:  &■  farà  bene  fiirlo  Jpefio  accodare  alle  bottege  de'  profnmie- 
r'h  perche  idiimfi  odori  fon  molto  gioueuoti  al  poi moneye  ffreffo  fregarlo 
acciò,  che  fudiyc  cangiando  in  gramigne  y<&  ceceri  il fieno  ,&  l or%Oye dan 
dogli  ancora  à  mangiare  dell'apio.  Oltrà  ciò  fi pofìono  far  cuocere  in  tre 
temine  divino  due  onde  di  radici di '  afpatagifeluaggiytanto  che  la  de-  G 
coniane  rimanga  al  ter^Oyt  darne  vn^hemina  ogni  volttyò  con  vino  vec 
cbio  dargli  difciolti  Tomi  granati  pefliyòpetrofemoli:frequentando  pari 
mente  quelt altre  beuande  che  à  prouocare  l'orina  fon^efficaci^Quefì  a  cu 
Cun  per  rafH  aP^°  deferittada  Telagonioper  l'Hidrcpici;i  quali diceyche 'han 
Cauallihi  no  ilventre  grande  cai  criniy&  con  gli  o/fi  delia  {ch'iena  diri^atiy^r  ri 
dropici.    gidiynon  fìpoffon piegareyion  dijp lacere  caminamycoji  dijficultà  refpira- 
noy  &  nel  voltare  del  corpo  fi  dogliono  con  infiammagiane  delle  budel- 
la.QueTtafolament  e  vi  fi  troua  dipiuy  che  i  ceceri  dati  a  mangiare  fiana 
fiati  macerati  nell"acquaydella  quale  fi  faedano  bagni  all'  animale  ydan 
dogli  a  bere  acqua  difiumeycon  esercitarlo  dopò  il  ber  ey  facendogli  por 
tar  le  gambe  legate  con  ateme- cordelle.  Ma  foura  tutto  Ubere  fta  poco.  " 
perche  lafete  ecofa  principale  a  guarire  fi  fatto  male;  e  tra  l'altre  be- 
uande fi  potrà  dare  difciolta  invino  radice  di  panacea  y  a  con  trehemi- 
... .      .  ne  di  vino  ybo  e  conetti  ammaffati  di  mete,e  butiroye  dileguatiyin  vn  ciato 
fil  come  'dy°Ho  net  mortaio.  Egli  racconta  venire  l'Hidropifi a  quando  non  facen- 
ti °cneri.  dofìla  piena  digefìione  de'  cibìy  l'hitmor  nocino  gonfia  tutto  il  corpo  del- 
l'animate >  fiche  nelcapononfi  veggionle  veney  e  toccandogli  fi  la  Un- 
guayfHbitamenteglifimttouela  toffem  -volendolo  Gurare>bifognaeffef~- 

citarla 


Z>EZ    Coi  Vjì  ilo,  LI  B.    7#.  77I 

rjl  eìtarloypafieggiandolo  al  Soleycouerto  di  gratti  manteyfincbe  fudiyfregan 
dolo  contra  pelo;e  dargli  a  mangiare  le  radicidelcocomerofeluaggio,& 
le  fitte  fioglie,perche  purgano;e'  l  fieno  bagnato  d'acqua  e  di  fialnitro  >  & 
lupini  ancor  macerati granpeT^o  in  acquai  poi  raficiutti  y  non  lafcian-  . 
dolo  bere  fé  non  cofa  tepida  ,  &  molto  poca,cbe  basii  fido  à  fomentarlo  . 
Et  fé  tal  cura  parefre  tardayfkcciafi  quel  taglio-,  che  fi  è  detto  difotto  al- 
l' ombilico,metteado  fioura  la  piaga  due,ò  tre  granella  di  fiale,  acciò  che 
non  fii.  fieni  ,finche  non  facon  l'ufo  della  canna  diseccato  l'humore  in  tut 
to  :  poi  con  bemnde  lenitiue ,  &  con  efrercitij potrà  ndur fi  al  primiero 
Hato .  oi flirto  dice  -y  ifegni  dell' tìidropifi a  >  ciò  è  dell' bumor  acquofo  Se<mi  del 

B  Jparfo  perlacuticagna,efìere  le  ginocchiate  gamberi  piedini  ventre,  &  THidiopi 
1  tefticoli  gonfi  ,  con  vna  certa  durerà  molle  >  che  premendo  con  lama-  "*• 
no  vi  refi  a  il  fegno  delle  deta>lafcbiena>le groppe,ei  fianchi  fono  fi  àififec- 
cati,&  àmiycJx  paiono  incalliti  in  offaj  le  vene  della fkeeia,  delcapo  y  e 
difotto  la  lingua  fon  tutte  afeofe:  fattolo  corcare  ,  noni  appoggia  fiour  a 
la  pancia ,  ma  fi  disìctide,  &{ì  butta  in  banda  ,  e  ipeli  nel  fregare  fé  ne 
"pan  via  :  Il  rimedio  è  che  couerto  di  pelli  ìanofe  ,  ò  di  pe fanti  febiauine 
fi  facci  a  con  efifercitio  fidare  al  Sole ,  &  poi  fi  freghi  fecondo  il  pelo  per 
tutto  il  corpo  dandogli  a  mangiare  oph ,  -ò  cime  di  braffica  ,  ò  r  adici  y  <&• 
foglie  di  rauaniyò  fiondi  d'olmoie  tutte  quell'altre  co  fé  che  muouonoyìl  ve 

C  tre  et  che  fanno  or'tnare^et  fé  nofiojjefìagione  difieno  verde,fi potrà  dare 
ìlfecco  sbruffato  difalnitro  :  Ma  ilfuo principal  cibo  deurà  efiere  Vher- 
Jba  Medicayò  ceceri  franti, frati  à  motte  nell'acqua  vngiorno}&  vnanot- 
te,&poi  colati;&fie'l  mahynon  fiidiminu'ifìe^h.c  ciaf  filare  il<jiumentò 
co'piè  legati  diflefo  col  corpo  in  sùy&  pigliando  la  pelle  difotto  a  l'ombili 
co  tre  ò  quattro  deta  verfo  la  verga  in  mexp  la  regione  del  vitre,vifìfàc 
eia  conia  lancictta  vna  apertura;poicon  l'altro  hflruméto  dettoTaracé 
terio,non  troppo  acuto, fi  perfori  il  pannicolo  fin' alle  budellayguardando 
però  di  non  toccarle  :  &  in  effo pertugio  fi  metta  que  Ila  cannella  di  rame 
che  fogliano  vfare  i  Marefcalchi, forata  minutamente  dalle  bande  fiacen 

**  do  per  quella  vfeir  quanto  fi  potrà  di  vn  certo  bumore  >  che  parrà  fiomi- 
gliante  ad  orina  chiara  :  J^el  qual  atto  fi  farà  piegar  l'animale  in  cofta  > 
acciò  che  vi  fra  miglior  pendenza,  &  come  parmche  ne  fiavfcitocom^ 
pit ■  amente ,  fi  potrà  con  ago  fiottile  cucire  il  taglio,  &  •curare  à  guifia 
delle  ferite  >  dandoui  per  ognintorno  alcune  botte  di  fuoco  diHantiVuna  v  ' 

dall'altra  pò fida  faldata  le  pelle  con  pece  liquida^  fi  deurà  con  più  vehe- 
menti  cor  fi  procurar  ilfiudorein  maggior  e  opia.,dandogliàbere  ben  par- 
camente y  acciò  che  dinuouo  non  fi  riempia.  Quièda  anuertirfityche  l'a- 
pertura della  lanciotto,  non  deurà  effere  tanto  ampia >  che  ne  potefie  vficì- 

£cc     2     re 


?7*  b  z  i  l  a    g l  o  i^i  a 

re  il  T{iticeUoyma  accadendo,  che  vfcìffe ,  egli  farà  da  legarficon  va  filo  £ 
preffo  la  pelle,  &  co  fi  Uf ciarlo  fin  che  à  fiiapoHa  fi  difciogliefie:  Benché 
Modi  d   non  fa)'à  di  mefiiero  venire  al  rimedio  del  tagliare,  jc'l  mal  da  principio 
curar  fhi-  conosciuto  fi  farà  curato  con  gli  altri  modi  ,  à  iquali  Hierocle  aggiugne 
dj-opi/Ia.  quelli  ,  che  fi  dia  vna  beuanda  fatta  con  tre  ciathi  difemen%e  difenapi, 
vna hemina  di  latte,e  tre  d'olio:  &fequeHa  nong/onaffe  ,fhcciafi  bolir 
radice  difparagi  feluefiri,d'apio,  di  finocchio,  due  onde  per  vno  in  vnpi~ 
gnatto  con  due  feftari  di  olio  vecchio  ,  fin  che  la  decottione  fi  a  fcemata 
della  metà  ,  &  diafi  à  bere.  Gioueuole  ancora  fia  a  dare  la  deccottione 
dalla  gramigna  bollita  in  acquato  veraméte  letame  di  bue  abruciato,  & 
femenxe  di  pastinaca  trite  ,  &  infieme  difciolte  in  acqua.Tiberio  loda  à  & 
buttar  in  canna  le  cime  della  coloquintida ,  ò  zucca  boXlite-.oper  lo  nafo 
il  fugo  del  rauano,il  qual  migliore  farà,  quando  haràlefemen%e  non 
fecche  anchora:  ò  veramente  diafi  col  corno  vna  beuada  calda  di  vino  > 
e  d'olio  j  ouefian  difciolte  radici  di  fé  fieli  gallico ,  e  di  panace -y  ò  prenda 
fi  thimo  felueHre,fem.enza  di  cimino,&  mele  due  onde  per  cofa,&qua 
to  vnafkua  di  laferpitio ,  e  difciolta  ogni  co  fa  in  tre  hemine  d'acqua,  fi 
dia  a  bere ,  facendolo  Slare  fenza  cibo  per  quella  notte.   Se  la  gonfie^- 
■%a  del  ventre  è  molta,farà  bene  mettergli  fopra  l'ombilico  cenere  calda 
&  afiungia  rinuolte  in  vn  len^olo,fkfciandogli bene  la  pancia,  &ftt-  - 
tendo  tenere  il  Giumento  da  molti  huomini,  accioche  ripugnando  non 
moueffe  le  legature,b  fhcefte  male  afe  mede  fimo.  E  fé  tutto  ciò  poco  pro- 
fitto haueffe  fixttOydiafi.il  fuoco  dalla  parte  fini Hrapreffo  all'ultima  cofla 
quattro  deta  di  lungi,manon  fi  profondi  il  ferro  più  di  vn  deto;  poi  le  cot 
ture  guarifcafi  al  modo  vfato.Quefli  rimedi  fi  poffonointéder' appropria 
.  ti  anco  al  Timpanico,il  cui  ventre  rifuona  come  vn  taburo.  Vegetio  il  m 
coche'ma  m*m  Timpanitico:e  dice,ch' egli  prede  afchino  il  magiare,è  lbere,e  pò- 
le  fia .       co>ò  niéte  dorme-.equado  comincia  a  madar'humore  fuor  del  nafo,è  fuor 
difperaza  di  finità,  ma  e  fedo  nette  le  nafche,fi  può  curare, fé  per  tregior 
niglifian  dati  tepidi  due  bicchieri  di  latte  d'orzata  ben'ifpremuto^dado  u 
gli  per  altrettanti  beuada  copofia  co  acqua  dì  ciflerna,vin  vecchio  di  buon    ' 
odorerei  ciathi  difìengrecoyventi  dattiliyvn  fkfcietto  d'agli  verdi,equat 
tro  onde  d'hiffopotoltrale  qual  conferma  la  beuanda  del  thimo,e  l'empia 
Tiro  della  cenereyche proffimamente  habbiamo  detto.IlColobrOydicendo 
Segni  che  l'Hidropico  oltra  gì' altri fegni  hauer  gì  oc  chi  à  color  di  meleye'l  fiato  fjpef 
no?Hi-  foedebile:ordin:icbeapprefjo  alle  fregagioni  fatte  al  fole,  gli  s'infonda 
tropico,  ""w  biacoyone  fi  ano  fiate  pofle  p  molte  volte  lame  di  ferro  infocate  zcofifk 
cédoper  molti  giomi:ò  che  fi  diano  difciolti  in  vino  trocifci  di  bdellio,  & 
fagapeno  tre  onde  per  vno  :  confitti  co  fugo  d  i  finocchi^  difolatro,  il  qual 

[ugt> 


mi  c  j.  Voti  lOy  zrs.  ix :        77? 

jt  fugò  per  tre  dì,e  tre  notti  fi  fìa  rifchiarato  :  &  lodando,  che  per  nonfhr~ 
lo  bere  afìai,fi  mettano  al  vafe  dell' acqua,alctine  frafcbe,ò giunchi)  che 
impediscano  il  forbire  :  alla  fine  approua,  che  fatto  nel  ventre  il  taglio  } 
che  pr opimamente  s'è  defcritto,fe  ne  caia  a  poco  a  poro  l'bumore,adope- 
rando  di  tre  in  tre  giorni. la  cannella,  fin  che  bifogni .  V egetto  afferma ,. 
che'l  mede  fimo  taglio  cofi  ègioneuole  a  quegli  animali,  che  fono  {lapidi 
ò  ammagliti  per  troppafatica  di  lungo  tempo,  come  anco  è  rimedio  fin- 
golareper  curar' vna  uolta  per fempre  l'enfiagione  del  co)po,laqual  rac  p  r    •  - 
conta  foler  venir  in  queslo  modo,che  qualche  voli  a  per  ecceffmo  correre  dej  corBpo 
ò  per  altro  affanno  il  fudore  feendendo  fi  caccia  nelle  parti  intcriori  fra  come  a u- 
la  congiuntura  del  ventre,e  de  gì' intesiini,ilqualfudore  porge  gran  pun  uen2a>  e 
■  tioni,e  doglie  dentro  ;  &  quando  dopo Itr attaglio  l'animale  fi  raffredda  r£m 
nonfente  il  dolore:  ma  cominciando  à  rifcaldarft ,  dinuouoft  duole,  per- 
cotendo  laterra,equafì  sforzadofi  di  mangiarla;e  da  i  molti  riuogimen- 
ti  ch'egli  vifk,ft  viene  intrinfe  e  amente  a  generare  vna  tata,&  tale  ven 
tofità,  che  poi  fi  riduce  ad  idropifia ,  la  qual  perche  molte  volte  fuol'in- 
gannare  i  poco  pr attici  ,i  quali  stimano ,  che  la  gonfiezza  del  corpo  fìa 
per  abbondanza  dicarne,&  non  per  male  :  bi fogna  slarben  accorto  à  i 
fegni)  che  diflintamente  fi  danno  dagli  fcrittori .  *Anuertendo  ancora  >    M-, 
che  l'animale  che  patifee  di  mal  di  milza,ò  di  jpienza,com' altri  dicono,  fuo  maic 
~    ha  pur  il  ventre  grande,  come  l'b  idropico. ma  la  gonfiezza  è  maggior e,,  come     fi 
&  più  afpra  nella  parte  fin  iflr  a ,  che  nell'altra:  &  è  fi  dura ,  che  appe-  cu  ri  : 
na  cede  alla  mano,che  vi premefìe:oltr  acciò  co  l'anbelito,&  co  i  lamen 
tifi  moflra  vngran  dolore,&  maggiormente  quando  egli  è  per  auentu- 
ra  eJ]ercitato,che  fi  vede  buttare  il  capo  horqnà,hor  là>di  continuo  flar- 
nutando,come  da  Telagonio  fi dimoiìra .  jllqual  male  i  (jiumentifo- 
gliono  incorrere  più  l'efìate,che  in  altro  tempo ,  mentre  che  troppo  auidi 
feguendo  la  dolcezza  de  ifi efebi  berbaggi,vien  loro  la  milza  a  crefee- 
re  fuor  di  modo. Il  rimedio  (fecondo  Teonneslo)  è,  che  lefcorze  delle  ra- 
to dici  di  capparifi  facciano  in  otto  fefiari  di  acqua  ,&vnd'  aceto  bollire 
infìno  a  tanto,che  ladecottionfia  ridotta  ad  vna  picchia  mifura,la  qua- 
le fi  dia  a  bere  quando  il  giumento  bara  ben  padito  .  Tuoffi  ancor  dare 
vna  beuanda  di  vino  brufeo ,  ouefian  difciolti  aglio,afienzo ,  marrubio^ 
&fabiitro ,  facendolo  dapoi  caminare ,  prima  però  è  da  trarfi  fangue 
dalle fpalle ,  <&  è  da  aflenerfi  dall'orzo ,  finche  il  corpo  fi  veggia  ri- 
dotto all'habito  comieneuole ,  &  ogni  mattina  fi  bagnerà  con  if^ungie 
di  acqua  calda  ;&  con  le  mani  ben  firette  fi  fregherà.  tJfyCafe  con.queflo 
il  tumor  del  ventre  non  fi  raffettaffe ,  bifogneria  dar' il  fuoco  dalVvno ,  e 
dall'altro  cato  del globo^vn palmo  però  difcoHo,&  propriamente  in  due 

Ccc    $  partì 


774  2>  E  l  L  */f     C  L  0  fQ&  A 

parti  una  dotte  batte  il  calcagno  del  Caualìer  >  l'altra  tre  deta  fotta  >  au^  g 
vertendo  di  non  toccar  uenaye  di  non  profondare  più  del  douere .  *A fìn- 
to non  acconfente  al  dar  del  fuoco  >  dicendo  >  che  la  fede  della  milza  e 
fenestrata  in  certo  modo  >  che  non  fi  potrebbe  fa  re  sì  destramente ,  che 
lafor%a  det  fuoco  non  trafeorrefie ,  &penetrafse  ;  però  giudicava  mi~ 
glior  cura ,  che'ICjiumento  fi  faccia  ogni  dì  e  ambiare  più  del  folito  >  <& 
correr  prima  piaceuolmente ,  &  poi  più  forte  acciò  chefudi  :  &  perla 
(ìnifira  narice  gli  fia  buttato  lejprefiione  del  mirabolano  petto  con  ac- 
qua e*r  aceto:  ò  nelfimilmodo  lafemenya  del  tamarigio  :  ò  Meramente 
difciolta  in  nino  la  ebamelea-,  ò  come  altri  dicono  l'Oleaflello ,  dando  di 
tutto  un'hemina  ;  &  questo  farà  da  continuar  fi  per  molti  giorni  per  che  p 
con  diffidata  fi fuale  guarire  sì  fatto  uìtio .  t^f//' acqua-,che  fi  dà  a  bere  > 
mettafi  del falnitroyò  alume  di  rocca  in  luogo  fuoy  &  cofi  al  fienoy&  al- 
l'orT^o  ancor  ayfi  come  Hierocle  apien  conferma.!  fruttici  parimente  del 
rufco,e  del  tamarigio  fipoffono  mefcolare  coni  acqua  non  fen^a  gran-- 
dijjima  utilità,  come  da  molti  s'è  futa  fede.  Eumelo  ordina,  che  la  fera 
fi  faccia  bere  un'acetabolo  difemi  di  cimino,  &  un'altra  di  mele,&  qua 
to  unafaua  di  laferpitioyslemperata agni cofa in  trefeslari  d  acqua,  & 
un' hemina  di  aceto  .-facendolo  /lare  la  notte  fenica  mangiare  ;  &  fé  eia 
•  a  ytton  Z^0Ma!fe  y  aproua  il  dare  del  fuoco  preffo  all'ultima  cojla  da  banda 
maìedel-  mancacome  Tiberio giàdìf opra  ha  per  l  hidropica  ordinato.  Vegetia  G 
la  milza  ,fcriue,cbe  quando  l'animale  patifee  della  mìtica,,  bagli  occhi  rouefei,  & 
foffocati  difangue ,  camma  più  tardo  del  confueto,ha  i  latigonfi,lema- 
Roboro-  ftdlerifirette,e'l  collo  difiefo,&rìgido,quafidimofir  andò  un  principia  Ir 
del  mal  Jtyborofo .,  Questo  difetto  dice  effere  folita  di  uenire  da  troppa 
infreddatura;qiiandaìhcDoffoada  freddo-fa  da  pioggia  fa  da  grandiney  ò 
da  nuuole  è  fiata  percoffo  :■  &  per  curarlo  vuole  che  fi  cani  non  poco  di  . 
fangue  dalla  coda  (perche  cauandone  molto  fi  r  afredderebbe , . aggiun- 
gendo fi freddo  à  fredda  )  e  di  quel  fangue  mefcolatacan  vino,  &  olio  , 
s'vnga  lafchienaye't  colloy  mettendoni  fopr  a  f adatti  caldi  pieni  difema 
la,cofì largbi,&  cofi  lunghi,che poffano pigliare  tutta lafchiena,e  i lom 
hi  infieme  :  ilfeguente  dì  fi  fura  la  medefima  untioney&  fi  metter  ano  i  ** 
facchetti  nelfimil  mado.Ma  non  fi  lafcerà  digitargli  in  gola  una  beuan 
da  d'acqua  melata  &  olio ,  auefiana  difciolte  afien^o,  etriffagine ,  ano. 
onde  vna,petrofemolo  vna  &  me^a,betonica,manna  dÌ7pccaro,<&  ca 
Sloreo  ana  onde  due,ariftolocbia,&incenfo  mafehio  anaoncietre,tutte 
infieme  ben  trite  :  che  femra,  dubbia  fi  guarirà .  csfltri  dicono  douerfi 
l'animale  aflenere  dall'orbo  per  ogni  modo,e  trattogli  fangue  dalle  ginn 
ture  delle t  cofeie ,  e  delle  fj>  alle ,  mef&larne  una  parte  con  egual  pefa  di 

falni- 


<&EL    CU  V  ALLO  II*.    IX.  775 

-    falnitro  manuhiOyafien%o  ponticoy&  olio,&  vinfortey  e  darglielo  abe- 
sfacendolo  poi pafleggiareye  fcaldare  coniffrvngiey  &  lungamente  fre-     ■ 
gare.  Et  fé  l'enfiagione  del  ventre  res~iafiefermayfaccianfi  i  caute  rij  al   Cui  tetij 
petto,&  cinque  giorni  dapoi  fìfrcciandinuoue  ti?  ieta  di\fotto  alino-  fifone 
go  da  quelite  da  quella  bandai utta  uoltaper guarir  questo  male ,  egli  d  el  vétrc. 
pone  vn altro  vngttentOy  cb'è digrandijfimaejjicacia  :  ilqual  ricette  ca- 
fioreoydepl9,opepanace%  pecegreca>  e*r  apoffima ,  ana  onde  tre  y  quattro 
di  manna  d'incenfo,feidi  cerarono  d'olio  laurino,  due  di  terebentina,  & 
vna  di  feuo  'di  tapraycon  vn  feHario  di  olio  ciprino ,  &vna  'libbra  di 
midolla  di  i  ertto  .  sA  llequaixofe  (battendo  peÙe,  &  criuelate  lefecche 
»  &  dileguate  le  altre  in  tu  la  bragia)  fi  aggiugnerà  mifiura  di  creta  >  in- 
cuocer anfi  leggiermente  in  v-afenttotto  :  conferuando  t  al  compo fittone  fi 
per  queSìi  bijògni,&  fi  per  fregarne  iRjpieniytbefofiengonoquafi  la  me- 
de fima  paffione .  «J^f .  "TiérUndrea  conofcendo  il  mal  della  Mil^a  dal 
cofiatofinifiro  più  alto  deldiritto,pigliaua  vna  cipolla grvffa>&  Iettato- 
le ilgariolo  di  me^o,  di  manieraperò  ,  che  la  barba  difottofoffe  rimafa 
col  fuolo  fano,la  mettea  con  tutte  leftte  (poglie  à  cuocere  dentro  la  cene- 
re calda,b  in  bragia  taltycbe  non  fi  f uff  e  àbruciata  :  e  tenendo  apparec- 
chiata vna  buona  quantità  di  fugo  d'ajfentio  ,  ne  empiea  la  concauità  di 
quella:  &  come  l un  fugo  venia  a  mancare^vi  mettea  dell' altroyfìnche  la 

C  cipolla  f uff  e  fiata  cotta  perfettamente  :  JL II bora  l' empiea  di  nuouo,  <&* 
come  sera  imbemtto  ilfugo,ne  toglie  le  (poglie,&  la  barba,  &  la  peHa- 
ua  prima  fola,poi  accompagnata  co  afinngia  dijcrofa,ò  pur  di  porco  non 
f uf a: &  alla  fine->e fi,  eìidofi  fatto  come  vno  unguento,fi  mettea  confapone 
&  lifeia  à  lattare  la  parte  gonfia,  &come  era  asciutta ,  vifeal'ontione 
ben  e alda,laqital  di  continuo  ei  rinouaua  più  volte  il  dì .  IlColombro  di- 
ceycbe'l  giumento  Splenetico  fi  vede  (tra gli  altri  fegni)  anfare  jpefìoy 
ogni  giorno  diuentare  più  magroyepiù  brutto  y&  non  por  fi  leggiermente 
a  giacere  :  per  il  cui  rimedio  loda  >  che  per  la  gola  fi  dia  il  fugo  del  pr af- 
fo me f colato  convino:b  veramente  l  aceto  fqmllitico  molti  dì  &  che  mi 

D  §ìo  con  vino,&  olio  ilfangue  trattogli  dal  collo,  fé  ne  faccia,  vntione  col 
da  nel  dorfo  y  &  nel  proprio  luogo ,  dott'c  il  male  :  douendo  efiere  prima 
rafo:Vltimamente  ancora  vi  fi potrà  applicare quefi 'altro  vnguétoy  che 
aglihttomini  sleffi  è  gioueuole  grandemente  ,  ilqualefifa  con  graffo  di 
gallina,di  anatra,  d'ocay  e  di  porco,butlro  vaccino ,  olio  volpin  0y&  olio 
communeyqttanto  più  vecchio  fi pofi ah •  attere ybollit a  ogni  cofa  di  pari pe-  Enfìagio- 
fo  con  fugo  di  pan  porcinoyfin  chetai  fugo  fi  a  confumato .  Quefia  enfia-  ue  °  uear 
gione  b  ventofità  di  mil^a  egli  dice  venire  per  malignità  del  fegato  ^j^aòn 
quando  ella  non  cuoce  perfettamente  nell'efier  fuo  quely  che  n'attrabe.    de  dcriuù 

C  ce     4        Ma 


yyó  D  E  L  L  \A ■■    q  L  0  QJ  jl 

Mali  del.  rJ%€a pafianio  a  i  m ali  ielle  \eni.  E'  da  [aperfi,  efier  anco  qnesle,come    £ 
le  Renu    molte  altreparti  del  corpo  à  dmerfi  malifoggette,&  primieramente  a. 
dolore  ,  ilqualeda  quest'o  fi  può  cono f cere  che iTeUicolift rUeuanoper 
gonfìe?jra>&  con  affienita  efce  l'orina,  laquale  vien  finguinofa  yneray 
crajfa}e  puzzolente-,  l'animale  non  puàformarfi  ne  i  pie  di  dietro y  ma  li 
yù  torcendo ,  &  quafi  tirando  in  giro  con  Le  e  alliccine  groffey  e  tarde,  ejr* 
co  fi  vacillando  s'accoda  alle  mura  y.gli  battono  f^effo  i  fianchi,  gli  occhi 
Dolor  del  fanno  cacciati  in [uoriyno  al  tutto  sbadigliala  pili  del  [olito  annitrisce, 
le  reni  on  E  tal  male  [noie  .anuenire  yo  per  corfe  troppo  violenti,  o  per  [ouerchi 
de  &  gens  pefiyo  per  batter  e  arninato  per  luoghi  pallido fty  oueipièii  dietro  glifta- 
TXj  e        '  no  per  d'fa.iétura  sfiggiti  di  fotto;  o  veraméteper  ha/ter  patito  qualche  F 
gran  freddo  .  Vero  il rimedio  fi a ,  che  fi  fomentino  Jj>effo,&  largamente 
lafchiena,ei  lombi  con  acqua  calda,o  con  vino,&  olio,  &  [alnitro,tene 
dolo  dapoi  ben  couerto  conqualchs  drappo ,  &  vi  fi  applichino  al  bìfo- 
gno  medicamenti  abruciatiui,  &in  ejierenivngi  tenti  e  aldi,  facendogli 
clifìeri  di  acqua  tepida ,  oue  fa  difcioltalz  radice  dell  asfodelo  decotta 
in  vinafor;e,&  poi  ben  trita;dandogli  ancor  per  bocca  vrìhemìna  dilat 
te  di  pecora  per  tregiorni,è  altrettanto  di  midolla  di  cerno  bollita  con  pa 
potrone  "  olio:  a  veramente  quella  odorifera  potione,  che- chiamano  zsfromaticA 
Aramati-  laqual  conti  eneo  Ho  yVÌnoymeley^r  liquori  d'votta:  o  prenda ft  petrofemo-  - 
**•  lo,pepe,mirra  ottimay  e  afa  lignea,&  anifi  ana  onde  quattro ,  cafìoreo, 

feme  d'apio ,  efpigo  nardo;  ana  oncia  vna  :  con  due  di  opto  y  &  pefìa  ,  e 
crivellata  ogni  cofa  infteme,fe  ne  dia  vn  cucchiaro  con  vino  cotto  .  gioua 
parimente  poluerizate  dodici  galle  verdi  di  ciprejio  abruciate four  a  i  car 
boniye  tre  oncie  di  falnitro,te  quaimef colate  con  tre  onde  di  mele,  &  al- 
trettante diperfetto  olio  :  darne  beuandaper  quattro  dì  in  quattro  fé  fio- 
ri di  vino  vecchio. Ma  fe'l  dolore  fife  infopport  abile,  apprafi  le  tiene  del 
i'nngbie,e  delfanguequiidi  vfeito  mefcolato  con  olio ,  &  affungia  fiano 
*  -pnteìe  reni  >&fe  necefìario  parefìe ,  non  fi  manchi  di  vfarui  empiaHri 

lenitiui ,  tra'  quali  dicono  efiere  effeaciffìmo  a  leuaril  dolore  delle  reni,  u 
&  a  rifìorareyogni  fiacchezza  cftiefìo  Jlcopo,  ilqual  riceue  radice  di  cha 
meleonefecca,folfo  vino  yftrafuftria  e  fugo  di  tapfa}ana  onde  quattro  > 
pepey&  berba  lanariayana  onde  tre,due  dipiretro,&  vna  d'euforbio,  co 
vna  Ubèra  d'olio  e  om  nane,  e  due  di  quello  di  conaflrclloy  aggiunta/tir* 
dice  di  cocomero  faluaticoylaqual  mi  fura  agitata  infiemeyfnche  fta  ve- 
nuta afpeftezza  di  m  de ,  fi  terrà  conferii at a  in  va[e  di  vetro  per  li  bifo- 
Nefritr-  gpi'  -  Tiberio  dice ,  al  T^efriticio  douerfi  cauar [angue  dall\,dngumaie 
co .  '  |  preffo  a  i  Tefìicoli,  e  fcematogli  il  mangiare  >  dargli  per  più  giorni  per  le 
narici  wst  oncia  di fkua  franta^  due  d'incenfo  infotùUffimapolueymi- 

fi* 


DEL    CJtVjLlLO,   L  I  B.    'IX.  jjy 

j£  He  col  mele:&  perboccala  decottione  divn  gagnolino  frappato  diden 
tro  il  ventre  della  madre,e  bollito  con  farina  d'orzo,^  colato  con  mele. 
Hierocle  approda  le  fomentagioni,  e-r  l'vnionide  i  lombi  ,  e  delle  groppe 
co  fkre  Bare  l'animale  ben'auuolto  di  mante:  &  fargli  un  elicere  copio- 
fijfìmodi  acqua  calda; mettendogli  damati  cofe  appropriate  a  prouoca- 
reyl'orinaycome  l'apioye'l  finocchio .  Vtile  è  pur  à  dargli  l'berba  Medica 
verdey&  ceceri  bianchi  in  vino .  Libri  lodano  il  buon  fieno  >  ò  la  farina 
del  frumento,ò pur 'ilpaneyquanto  egli  ne  brami .  Ma  farà  medicina  effi- 
cacifilma  y  che  prendendo  due  cuc chiari  di  apioy  altrettanti  di  pastinaca 
feluaggia  y  e  due  tanti  d'aneto,  con  tre  oboli  di  mirra  ,  triti gli  fiano  dati 
B   mvnahemina  divin  dolcc^s.  Facciafi  oltre  acciò  cambiare  piaeeuol- 
mente  > e'I letto glifia  acconcio  con dilicati ,  colmi  >  acciò  che  commoda 
fi  ripofiyfinche  l'orine  fi  veggian  chiare,  i  testicoli  fgonfiatiye  i  pie  di  die- 
tro auan-rarenon  manco  difei  deta  nel  e aminar e. Cleo mene  Lindo  voleay 
che  abruciatala  radice  delverbafcOyò(come  altri  dicono jdel giglio  det- 
to Brusìo  loney&  ridotta  inpolueyfe  n?  fitceffe  eli  fieri  con  vino,&  acqua 
d'egual  mifura..  ^Affino  ordina,che  douefi  congiangono  le  ofia  delle  co- 
f eie  con  la  vefcicayfi  diana  co  ferri  dritti  ventiquattro  punte  difuocoyda- 
diciper  bada,fkcendone  tre  righe  difiintefra  loro  con  interuallo  di  quat- 
troyò  ditre  deta .  7sle  fi  manchi  di  tener' unta  leggiermente  la  febiena  di 
ceray& olio,fkcendofiar l' animale  inripofo,finche  guarifcaV  egetio  feri  MorboSu 
ue-yìl  morbo  Subrenaleyfi  come  è  pieno  di  pericoli,  cofi  dall'altro  canto  ef-  b^enale•■ 
fer fàcile  àconofcerfi;per che  l'animale  offefanelle  reni,,  man  e  ondo  dalla 
parte  di  dietroy  dimofirerà  fegna  di  mortale  neceffitày  etenendo  horrida 
l'afpettOysbattuta  la  coda,rigida  lafchiena,duralapelleyerifiretti ifian 
chi  y  toffirà  grauemente  y  <&  perche  tutta  la  forza  del  male  gli  tiene  op~ 
prejfi  i  lumbiyla  cura  deurà  dalle  cofeie  incominciarfi  y  cauando  da  ambe 
due  buona  copiaydij angue •>  del  quale  mej  colato  con  aceto  forte  fi  freghe- 
ranno ca  diligeva  le  reniy&  tutto  il  corpo.  'Bifogna  ancora  caldiffime  far 
_  ti  di  clifteri  adoperareycomefiaquefl.o  ;  Trendafi aloe,piretro,pulegioye 
bacche  dilauroyana  oncia  vnaydi  casloreo  me?ayd 'euforbio  vna,&  me- 
'za.yR  difemente  difenapi  treycon  vna  hernìna  di  fole:  &  quefie  cofe  trite 
ben  tutte  infiemeye  diuife  in  tre  parti,vna  il  dì  nefia  mefcolata  con  me- 
%afefiario  d'acqua  tepida,  netta  quale  fi  a  bollita  la  femola  del  grano  cot 
to: che  cofi  mollificate  le.  inteslinaye fcaldate intrinfecamente  le  reni,thu 
mor  rifoluta  verrà  con  lo  siercofuo ri. .  Sono  pur' utili  yaqueslo  male  gli 
vft  cofi  della  polue ''Diapente  > già ordinata  ,  comedi  quella  beuanda  di 
otto  cofeyche  nella  cura  delle  giunture  farà  de  ferina.  Oltracciò  conuie- 
ne fregare fèeffoye  ben  forte  i  lombi  con  olio  di  lauro>&  vino:  &fhr  cau- 

terif 


77»  D  t  l  l  U     G  LO  T^l  A 

,  terij  nelle  reni y  acetiche  e  ftrinfecamente  ancora  la  fierezza  del  morbo  g 
Mufcoli  fìa  fcperjta  ;  Taluolta  ancora  i  mufcoli  delle  reni  fon  tormentati  o  per 
delle  reni  /•  TT.  ,  •    \        •    •  ,.      /•   \        -^        j- r  # 

/zftctf  dilungo  viaggioyo  per  incitamento  di  corjoyo  perisfor^o  dijalta- 

re;dal  che  s'indurì} cono  efie  reai,fi  ristringono  i  testicoli)  e  tirata  dietro 
la  cofciayf animale  non  può  raccogliere  fé  mede  fimo  .  la  queflo  cafo  bi- 
fogna  cavargli  fangue-)  quanto  la  qualità  del  corpo  potrà  patire  fa  cendo- 
lo  ripofarein  letto  morbidoy&  curandolo  con  beuandey&  vntioni  appro 
priateyfen%a  furio  esercitare  in  modo  alcuno,  fin  che  non  fìa  del  tutto  li- 
_  *     .  bero,&  riflorato .  Il  I^fio  dice, incorrere  il  (f  inmento  in  vna infermità 

di  reni*01  chiamata  Soffione  di  reni y  ò  morficatura ,  perche  vengono  gli  humori  à 
morficarle ,  & farle immobili  contunde  parti  di  dietro  ;  onde  à  guifa  P 
di  gotta  finitamente  il  fanno  cadere  à  terray  &  talhora  penetrando  infi- 
tto al  cuore,  il  conducono  alla  morte:  laqual infermità  pia  ne'  tempi  cal- 
diyche ne* freddi  fuole  aunenire:  pero  fen?a  dimora  è  da  foccorrerfiy  ca- 
ttando fangue  dalla  uena  grofiayclyè  tra  le  cofckye  da  quella,chefià  fotto 
la  coda  tre  deta  dinante  dalle  natiche  >  &  lafcifi  bene  vfciril  f angue , 
perche  don' è  vnafmifurata  repletìone,iui  conuien  piamente  vnafmifu- 
rata  euacuagione:&fe  dopò  guarito  l 'ani  m de  fi  fentiffe  fiacco  ,  e  debole 
delle  reniyponendoui poi  di  su  il  trifoglio  pefto  con  afiungiayaccioche  i pe- 
li non  manchino  di  rinafeerui..  Afferma pur  egli  beneypoter guarir fi  del-  — 

Gotte  re-  le  gotte  renaliogni  CjiumentOyfe  prima  fi  fàccia  pafiar  nuotando  per  ac- 

nali.  qua  con  ente  ypof eia  fi  cuoca  nella  giuntura  difopra  l'anche y  &  apprefio 
gli  fi  mettano  duefetonifra  ipolfi  delle  cofeie;  et  mede fimamente  fra  le 
gabe  dinan7i.ll Crefcewzoyel 1\uffo chiamano Malferuto quella paffione 

Ma  u-  delle  reniyò pur  de  ilumbiy  che di  continuo  attrahe  inerui  ;  cagionata ò 
da  fuperflnità  di  cattila  bumoriy  ò  da  freddezza  lungamente  compre fa  > 
ò  da  qualche  fouer  ch'io  incarcoyonde  il  Giumento  non  può  dalla  parte  di 
dietro  alzar  le  gambe  ;  al  che  da  loro  fi  ordina  tal  rimedio y  fecondo  la 
lunghezza-,  e  latitudine  del  luogo  infermoyvi  fi  slenda  liquefatta  la  pece 
nauakypoi jparfauiper  di  fopra  ima  mis~iura  dibolo  armenoypece grecay  ft 
galbanoytnaftice-yf angue  di  drago  yincenfo  >  &  galla  diparipefi  infieme 
poluerizatiyfi  metta  alquanto  calda  foprai  bimbi,  r afone  prima  il  pelo: 
e  tale  strettoio  non  fé  ne  leui, finche  no  fi  potrà  Iettare  leggiermente  da  fé 
mede  fimo. Efficace  pur  dicono  efiereyfe fi fàccia  con  ammoniacoy  olibano» 
masliceygalbanoyconfolida  maggioreybolo  armenoype  ce  grecayf angue  di 
drago  y  &  f angue  fref co  òfeccodiCauallo  :  lequai  co  fé  per  egualmifura 
tri;e>&  con  bianchi  d'nouaye  buona  quantità  di  farina  sbattute  infiemey 
e  s~tefb  in  vnapezja  di  lino  forte-, fiano  applicate  alle  reni  :  fi  come  fi  pof- 
fono  ancor' applicare  alla  gamba  y  ouefujfe  qualche  attritione  dimmi-,  è 

fintile 


to 


D  E£:CjeFoìL  LO,   l  1  B.   fX.  779 

fimile /degnamente  ;  levando  poi  talejìrettoio  al  nono  giorno  con  acqua'' 
"*  calda,&  fempre  vngendo  il  nervo  di  •damo  liquore. Ma  quando  il  Mal~ 
feruto  con  quesli  rimedi  non  fi  caraffe ,  giouerà  per  vltimofàr  con  ferro 
conuene  noi  mente  infocato  molte,efpe/fe  linee  ne  i  lombi  per  lungo  ,  & 
per  trauet fondali  vna ,  e  dall'altra  parte,  perciò  che  tanto  i  detti  empia- 
fìri,quanti  le  cotture  vagliono  a  difecaregli  bnmori,riHrigne?e  la  car- 
ne,&  àfaldare  le  renile  i  lombi.  *A  quefie  co  fé  /aggiunge  il  Hjifio,  ejle- 
re  anco  gioueuole  fommamente,che  prefo  miglìo,&  fale  arfo,per  fotta 
uà  parte, fi  facciano  fcaldart  in  vna  f irta  ina, &  mnoiter  bene  con  vn  ba 
sione  ;e'fparfoui  vnpoco  di  -pino,  fé  ri empia  vnafacchetta,  la  qual  cal- 
_  da  quanto  fi  pnò  foffàre,fi  metta  in  su  le  reni  ,  e'n  su  l'anche  dell' anima- 
Uycoprendolo  di  tal  modo  in  quella  parte,che'l  vapore  non  efea  altroue, 
&  ciò  fi  continouipiù  volte  il  dì,fnche  fiafano.Giouan  ^Battisi a  Ferra- 
vo dice,  ilMalferuto  non  e fìer 'altro,che  infermità  di  rognoni,  ò  gotta:  è 
dinotar  propriamente  il  Difrenato  :  il  qualmale  fé  auuenife  (come  tal 
volta  fuole)per  humori  indigesli,e  piitridiyiui  concorf, dipendenti  da  poi 
moncelli,e  garrefi  rio  ben  guaritilo  daincifione,  ò- per  coffe  in  quei  luoghi 
date,basleria  cauar  fangue  dalia  vana  del  dorfo,e. guardarlo  da  i  raggi 
della  Lunaria  quale  ha  maligna  for?rt  su  l'infermità  fredde,  edependen 
ti dafléma  corrotta.  Sefofìe  auuenuto  perfredexra,loda,cke  su  i  rogna  ' 
q  nifi  metta  il  miglio  caldo:  <£rfe  quelnongiouaffe,  allacci  fi  la  gola  del- 
l'animale prefo  al  capo,e  feoperta  vna  vena  nell'orecchie  y  chefeorreà 
gli  occbi,veggendola  ingroffata,fi  tocchi  con  lalancietta  dall' vna,e  dal- 
l'altra bada;percbe  è  rimedio  approuatiffìmo  per  difuiargli  humori,che 
dalla  tefta  alle  parti  efireme,e  cauemofe  difcédonoS  egli  f offe  auuenuto 
per  fouerchio pefo  ,  ò  per  cadute,b  per  trar  calci ,  ò-pcr  altre  agitationì  > 
ebepofìono  cagh  nar  debolezza à  quei  kgaméti,&  nerui,dice,che  la  co 
ueniente  prouifione  farla  da  far  ima  grata  di  fuoco  sui  I{pgnoni  ,&  poi 
metterui  lofìrettoio  co  t  acchnatura.-fhtédo  cofè  da  i  l'attyomenelle  par 
ti  dalla  Scia,e  degli  Vffoli  il  mede  fimo  ;  le  quali  quattro  aperture- farla 
D  no  da  medicar/i  con  la  penna  vnta  d'olio  communeie  due  altre  fé  ne  pò- 
trebbono  ancora  fare  da  ambe  le  bade  della  carriuola-.percheper  sì  fatte 
purgagioni  liberamente  verrà  a  guarir fùMafe'l  giumento  fìeffe  con  la 
groppa  in  terra  per  non  poter  fi  foftenere  nei  pie  di  dietro,  tenedo  folleua 
te  le  braccia,àa  lui  fi  giudica  incurabile .  M.  Luigi  per  lo  Halferutoyil 
qual  diceefìer  dislogatura,  di  reni,,  applicanti  ad  efi'o  luogo  due  onde  di 
rafàpina,tre  d'olibano  mafcbio,quattro  di  pece  greca,  &  altrettante  del 
la  latina,  aggiungnendoui  ancora  vri oncia  di  bolo  armeno,  &  mrra  di 
fangue  di  drago  :Il  qual'empiaftro  egli  no  mouea,fin  che  no  f uff  e  caduto 

per 


78o  D  E  L  L  *4    G  L  0  \1  jt 

per  fé  medefimo,hauendoci  polla  accimatura  di  grana  fopra.Etfc'l  Ca-  g 
uallo  nonfifofie  potuto  al^are,gli  daua  due  bottonetti  di  fuoco  dal  can- 
to de  i  fianchi,™ fino  a  i  rognoni,tra  cuoio, e  pelle ^come  fi  dice^e  dalla  ve 
na  del  corpo  gli  traheaf angue .  M.Tier' .Andrea  volendo  curare  il  Mal- 
ferutoyo  il  cDislombato,mettea  su  laparte,  don' era  il  male,  vn fiocchet- 
to di  tela  fottile,(accioche'l  calore  fiuffe  meglio  pajfatojpieno  dherba  di 
muro,pesla,&  fioffritta  in  feco  :  &  poi  gli  cignea  vna  barda  indofio,  ac- 
ciò che  il  detto  calore  fi  fife  più  confieruato:cojì  facendo  per  tre,ò  quat 
tro  dìypoi  leuata  l'herba,  empiea  il  mede  fimo  facchetto  di  miglio  ,  fiale, 
e  brennoyparimente  faldati  in  vafeafciutto  :  &  nel  fimil  modo  V  adope- 
rauayfin  che  del  tutto  fuffe  guarito. Ma  tal  cura  egli  dicea  non  douerfifa  F 
re  fé  non  nel  tempo  caldo :per -che quei  Marifcalchiy  i  quali  volefferocura 
requeflo  male  di  vernoyfì  mouerebbono  per  difegnofol  di  guadagno,  ef- 
fendo  la  cofa  lunga ,  e  difficile  a  rifoluerfi .  IljColombro  dice ,  il  mal  de* 
,  Lombi  venire  per  due  mayiiere,l' vna  fé  l'animale  hi  patito  troppo  fred- 
T  ombi  %  doymaffimamente  dopo  l'eJfercitio:ò  troppo  caldo  effendo  slato  forfè  bat 
fua  cura.  tuto  dal  Solfieruented'altrays'egli  cafcato  di  fiotto  il  pefoy  rimanendole 
parti  di  dietro  in  qualche  fofia.  ^4  questa  caghile  dice  poter  fi  rimediar 
con  clistieri  d'acqua  di  caniglia,mele,  &  olioy  fatti  due  volte  il  dì  finche 
fani,&  confagnif  nelle  cofcie,ò  con  cotture,s 'altro  non  gioui.^4  quell'ai 
tra  conuengonocìifiieri  vna  volta  il  dì  con  acqua  di  canigliay  mefcolata  G 
con  olio  dirutay&  con  decottione pur  di  ruta  confinocchidolci,coloquin- 
tida,ci?nino  agrefie,&  centaurea.  Sogliono  alcuni  per  vfo  di  clistieri  pi- 
gliareypilatroyeuforbioyaloeypulegio ,  &  bacche  dilauro}ana  oncia  vna, 
con  me%a  di  cafioreoytre  di f chiama  di  nitro,quatro  difeme  difienape,& 
fette  di  fiale  trito,e  diuifia  tal  mistura  per  tre  giorniycon  acqua  di  remola, 
adoperarla.^  Itri  del  f angue  canato  dalle  co  fide  ,  &  me f colato  con  forte 
aceto;vngono  tutto  ilcorpo,&  meffimefiu  le  reni  :  Ma  principalmente  è 
da  tener jì  in  vafie  di  slagno  confieruata  vna  confiettioneyche  contiene  aca- 
tUyfieme  dirofieycorno  di  cerno  arfoypolue  difierpillo,afienxo  marinoybe- 
tonicayfaffifragiaycentaureay&  peucedanoyana  libbra  merza,mirrayfcor 
%a.  dipomi  granati ,  &  incenfo  buono  ana  libbra  vna,  e  tre  onde  di  pepe 
con  tre  feflari  di  mele  fchiumato,bollita  vnpoco  ogni  cofa infieme,p  dar 
ne  poifiedeci  onde  il  dì  con  vino  e aldo. Olt  'acciò  per  lo  dolore  de"  lombi  fi 
troua  ordinato  da  gl'Hippiatri ,  che  fi  faccia  vntione  con  cera,  &  olio,  ò 
con  mistura  d'aceto,  bitume,  opopanace,  &folfio  viuodiparipefo,ò  che 
l'oprala  doglia  fi  metta  va'  empiajlro  compoflo  di  farina  d'orbo  dimena, 
ta  co  graffo  di  becco,e  gomma  dura,laqual  bollendo  fia  fatta  liquida  ;  ò 
veramente  composto  con  vnfejìario  di  farina,  &  vn'hemina  difemen- 


DEL    CjlVjlLtOy     L 1  B.    IX.         781 

,     .-» 
jl  ^dicanoli  trite  y  &  infiemc  temperate  in  acqua  fredda .  I  quali  em- 

piatfri  faranno  fpefto  da  rinouarfiy  applicandogli  caldi  quanto  la  mano 
potrà  foffrire  :  &fe  con  ejfì  il  inai  non  mane  affé yadopri fi  il  fuoco  confer 
ri  drittiycominciando  dalla  piegatura  della  gamba  fin  alginocchhydal- 
l'vnaye  dall' altra  parte  yjpiugendo  ben  forte  il  ferro  :  perche  quel  luogo 
ha  molta  carne>che  non  di  leggiero  cede  à  chi  vi  prema  ;  e  difopra  vi  fi 
metta  vn  poco  difale  ben  fiottile ifktto  quejlo  conuerrà  lauar'effe  cotture 
con  acqua  caldaye  sbruffarle  con  vinoy&olio  y  mettendola  alla  fine  pol- 
ite di  pane  di  or^p  abruciato  :  ne  fi  farà  muouere  l'animale  finche  non 
fiaper  parecchi  giorni  fortificato  con  buoni  cibi.  Vegetio  lodayche  i  lom- 
B    hi  fian  fomentati  lungamente  con  acqua  caldaie  fior  di  fieno ,  <&  fregati 
con  caldiffme  vntioniy&  vltimamente  posloui  'NJtro  d\Africay  fan  con 
•vnguenti  abruciatiui corroborati  :  &  confermando  molti  de'  rimedi  fo- 
pra  narrati>aggiimgepariméte  giouare  il  (ìfimbrio  con  unfefiario  di  fari 
naliquefatto  ne  l'acqua  .Ma  quando  il  mal  fuffe  cofifdegnatoy  che  non 
giouaffero  queHe  cure ,  approua ,  the  con  va  cauterio  di  rame  fta  abru- 
ciata la  parte  addolorataci  modo  però ,  che  l'animale  non  venga  con  le 
cotture  à  parer  brutto .  Dalla  diftenperanza  delle  reni  nafee  anco 
l'orinare  fenya  mifuray  conuertendoft  in  orin  a ,  quanto  fi  bee ,  Diabethi-  Diabethi 
ca  dal  Colombro  nominata^  fi  cagiona  (fecondo  lui)  òper  troppa  fred-  P  5  e  ma 
de%^a  di  reniyò  per  troppa  caldera. tì or  j' ella  procede  per  caufa  fred-  n^e  g  cu- 
da  (ilchefi  conofee ,  che  auuienene  i  tempi freddi  >  &  l  animale  è  ferina  ri. 
fete)fi  pub  curare  coti  fargli  di  fiotto  il  ventre  vn  copio  fo  profumo  di  ca- 
§loreoy&  mirra  ,  fregando  bene  tutte  le  membra  ;  <&■  con  dargli  matti- 
noy&  ferabeuandadi  buon  vino  con  cafloreymirraypiretro  ,  cir  copoledi 
ghiande  ridotte  infittii  polue .  Ma  fé  per  caufa  calda ,  conueria  cattar- 
gli fangue  dalle  vene  del  colhygr  fargli  clifierì  con  decottione  di  maluay 
e  brennoy  e  di  pia  rafo  il  pelo  di  fu  le  reni  y  porvi  caldo  vn' empiaftro  db- 
ftefo  in  fotilpelleycompofto  di  fangue  di  drago  y  bolo  armeno ,  copole  di 
»)  ghiande rojì e >  balauìlì>hipocis~loyacaciay&  laudano  oncia  vnaper  cofa 
confitte  con  olio  di  mirto  ,  &  cera  a  bastanza .  Tal'bora  (come  Vegetio 
narra)  per  cagione  delle  ì~ìeffe  reni  fi  orina  f angue  y  del  quale  fé  troppo     Sangue 
fi  verfaJTeyil  male Jaria  incurabile  yma  fé poco ,  fi  può  curare  >  cauando  quando  fi 
all' animale  fangue  dalla  matrice  y  ò  dalle  cofeie  &  dandogli  poi  con  ac-  onn*  co? 
qua  il  fugo  de  porri  fatiui  a  bere  *$  crine  anco  l'ifleffo  ^Autore ,  orinar  media. 
fangue  gli  animali  oc  io fiy&pigriyper  ejfer  troppo  pieniy&  per  rimediar 
ioroy  convenir falaffarli  nella  mede fima  vena  matrice y  ecceto  s'eglino  -- 
fuffero  molto  attenuati  >  &  magri  che  in  tal  cafo  l'aprir  delle  vene  è  lo- 
ro centrarlo.  tJffa  coftneU'un  \modo}  come  nell'altro  è  fdutif ero  à 

dare 


7$2  iD  Z  L  L  jt    q  l  0  \l  A 

dare  (pefio  latte  di  capra  con  le  radici  dell 'ebolo  pefle,  &fugo  di  herba  jg 
parietaria  mifli  in/teme  .  Dice/i  medefìmamente  effere  appropriato  à 
prendere  vrìoncia,&  me%a  di  draganti  ,  tre  fcropoli  di  fiorate)  e  di  ne- 
J])olO)&  cento  noccioli  di  pino,i quali  purgati  fi  ano  flati  nel  vino  per  lun- 
go fpatio, & pofcia  pesti;  e  di  tutta  fktta  pasl ripigliarne  quanto  vna  noc- 
ciuola,e  darla  difciolta  in  vnfeslario  di  vino  ,continouando  per  fette  gìor 
ni.  Teligonio  frinendo  ad  ^irfippo  dice  ,  molte  fiate  la  moltitudine  del 
fangue  nuoce  à  i  Cauallifani,  rompendo  le  vene  in  qualche  luogo ,   il  che 
fi  deurà  fchiuare,che  non  accada  , &  molte  fiate  neW  orina  d'un cauallo 
affai  faticatoci  vede  fangue  :  però  s'egli  è  graffo  ,  bifogna  cattargli  fan- 
gue dal  ventre  ,  e  dargli à  bere  latte  dicapra  ,  farina  d'amido  ,  tre  vo-  F 
uà  ,  &fugo  di  vetriolo  :  ma  s'egli  è  magro  ,  deurà  menar  fi  qua  ,  &ld 
fen%a  trar  fangne,vfandoper  l'uno,  &  per  l'altro  quejìa  beuanda,  me- 
%a  oncia  di  dragatiti  mollificati  in  vino,  quattro  fcropoli  d'opio ,  altret- 
tanto diflorace ,  e^  pignnoli  dodici  >  fan  tutte  qr.eHe  cofe  incorporatele 
drijlibuitc  à  bocconetti;e  diafene  vna  la  volta  difciolto  in  vino .  Il  che  fi 
può  anco  vfarpergli  huomini,  togliendone  quanto  vna  fkua  dentro  vn' 
vouo .  (jiouà  etiandio  a  buttargli  in  gola  fugo  di  porro  con  vino  mela- 
to, &  vn'uouo  con  un  poco  di  mirra  mifii infieme  .0  veramente  fi  curi  in 
qigHo  modo,  e auifi fangue  dal  palato  ,  poi  difciolgafi  la  radice  dell' a- 
sfodelo,in  duoifeìlari  di  vino  dolce ,  &  aggiuntala  farina  di  frumento 
burattata  con  diligenza ,  &fomacchi  di  Soria  lungamente  bolliti  in  ac- 
qua ,  fi  diano àbere ,  facendolo  alquanto  paleggiare  ;  maprimad'ogni 
altra  cofa  bagni  fi  il  ventre  d'acqua ,  &  falnitro  ,  <&  co  fi  l',or%p .  Jinato- 
lio  peri  orinar  del  fangue  ordina,  chef  dia  per  tre  giorni  fkua  franta 
cotta  fenxa  fcor%e  ,  aggiuntoui  graffo  di  cerno ,  &vnpoco  di  vino  ;  ò 
con  vn  corno  fi  butti  ingola  vn'hemina  dilatte  dicapra,  con  tre  onde  d'o- 
lio ,  &  farina  d'amido  quanto  ne  capiffe  in  tre  voua,Jlffirto,  &  Hiero- 
cle  fcriuono ,  che  quelli,  che  dal  membro  genitale,  ò  dal  federe  man- 
dano fangue  fuori ,  non  han  bifogno  di  altri  fegni  àfar  conofeere  il  lor  # 
male,  perche 'Idimofìra  il  fangue  ifìeflo  :  mala  finità  fi  ricupera  col 
trar  del  fangue  del  palato ,  &  col  dargli  à  bere  la  radice  dell'asfodelo 
diftemperata  invn  fefìario  divin  dolce  :  facendo,  che  la  bea  and  a  fi  a 
liquida  anxj  che  nò.  Fatto  quefìofe  ne  darà  vn' altra  ftmilmente  non 
f^effa  di  farina  di  grano  ben  monda,  bollita  in  acqua  vn  buono  fpatio 
con  graffo  di  porco ,  <&■  polue  di  fcorje  di  pomi  granati  :  facendolo 
e  aminare  velocemente,  &  baraffi  cura  di  fargli  hauere  il  ventre  hw- 
mido  ,  dandogli  à  bere  falnitro  ,  &  à  mangiare  il  fieno  >  #•  l'or- 
bo pur  di  falnitro  sbruffati  ?  guardandolo  dal  freddo.  Quello  rime- 
dio 


,  dio  è  fritto  daVegetio  ancora  cof  à  punto,fe?ion  che egli  è  di  parerey 
**  che' IC amilo  fia  ritenuto  non  fot 'amente  dal  correre ,  ma  da  ogni  lento 
Luminare  altresìyaccioche fi  risìringa  la  renanti  è  interrotta.Oltr acciò 
cifoggiungeyche  molte  volte  per  correre-,  &  per  [altare ,  fi  ro  mpono  al- 
cune vene  delle  intrinfecbe,ilcbe  non  fa  mdageuole  à  conofcerfìydando 
ne  fegno  il  [angue  ;  che  bifogna per  qualche  via  vfeir  di  fiori;  oltreché  Ven?  '"* 
gli  occhi  fi  veggion  gonfiai  collo  freddo  con  tutto  il  corpo ,  &  l'animale  ^  ^  rom_ 
con  naufe  a  manine  onico  y  all'hora  li  fogna  temperarlo  dal  bere  >  e  dal  pano  ,  e 
mangiareylafciandolo dormire, agiat amente,  <£r  cauarglifingue dalla  *n ìime- 
venamatrice>adoperando  cofe  Hitiche^e proprie  àfaldare:  ne 'fi tarderà  '  * 
_  -di  mettere  su  le  reni  vno  strettoio ,  ilqualfifa  con  bulbi  >  Tartuche  vi- 
uepefle-,  cinque  agli  >  &  vna  libbra  di  anagallico  mefcolati  infieme  >  // 
che  può  giouare  non  pur  à  quelli^che  hanno  le  renifmoffeyò  rotte  per  cai 
doyò  perfuticatmaponendof  sa  le  tempie  sfuria  ceffare  ilftnffo  del  fan- 
gue-i  che  per  lo  nafo  calaffe  gufo  S  egli  vemitafe  il  fangneylodayche  gli 
fia  dato  per  bocca  fugo  di  gineRra>e  di  porri  mefcolato  con  olio>vinoy& 
ranno  ;  òche  fifhcciainvnvafe  non*  di  rame  bollir  con  acqua  affen^p 
ponticoye  fpigo  nardo  d'egual  mifuray  e  quella  decottionefiadata  in  be?- 
uanda;come  daTelagonio  già  fu  fritto.  zJtl 'fPicr'zsfndrea  diceax  che 
quando  fi  rompe  dentro  il  corpo  del  cauallo  alci-.navena  >  non  è  da  dit- 
q  bitarfi  y  ebenon  fa  perfouerebia  &  efrema  fòrya ,  ò  per  caduta  yò  per 
bottay  per  lequali  cagioni  ff noie  buttar  [angue  per  lo  nafo ,  ò per  la  boc- 
cata per  lo  fondamento  y  ò  per  la  vergayfecondo  il  luogo ,  doue  l'offefa  s'è 
riceuutayO  buttandofi  il  f angue  per  le  due  fiorane  partiyv  oleiche  fipal- 
paffe  dalle nariciyfin' a  l'orecchie  y  e  doue  fi  trouafi'e  qualche  maceatu- 
ràyo  colpo  y  fi  mette  fé  vnfacchettOiben  caldo  pieno  d'herba  dimuro  pe- 
fiaye  faldata  in  fecco  in  qualche  pateila^ò  caldaiayò  bacino;ò  ver'amen 
te  vi  fi  mett efero  foglie di  cauoli  faldate  nella  bragia ,.  hanendv  pria 
martellati  i  nerui  di  quelle  y  che  fon  nel  mexp  y  cangiando  la  raffrenata 
con  lapin  calda;  Indi  leuata  l'herbayò  le  fogliavi  fi  vngcffe  con  olio  ro- 
Z>  fato  tepidoy&  vi  fi  legafie  vnfacchetto  di  calda  cenerebbe  ui]fief e  fer- 
mo ;,  &fccòti  quefio  il  f angue  non  fi  s7agnaffex  douefie  metter  fi  in  su 
la.  fronte  vn'empiaftro  di  farina  difìtue  torrateye  nette,  mefcolato.  con 
quattro  o  cinquebiàncbi  dvoua  sbattute  con  fugo  dinaUurtio  y&  vna 
oncia  di  [angue  di  drago  :  IStpn  trouandofì  fegna  di  colpo  alcunoypari- 
mente  lodauaychefimetteffe  in  futa  fronte  il  detto  empiafìroy&  veden- 
dofi  mandar  fuori  lo  Beno  duro  yftfncefìe  vn  cliftere  commune  di  fi on- 
di di  viole  y  mercorellay  malua  ybrennoy  olio  mele  y  &  leuatina  bollite  > 
&  per for^acglate  infime  %cw  aggiungenti  vn!  oncia  di  ier  apigra  ^e 

due 


734  DÉLLjt-GLOlLlJt 

due  onde  di  mele  ,  ma  s'eglifiercorafie  liquido ,  fi  mancaffe  pel  dittero    jg 

&  &  fi  defte  vn  beuerone  di  due  bicchieri  di  nino  con  meza  oncia  d'in- 
cenfo,&  altrettanto  di  mafiice ,  facendolo ftaf  in  piedi,accioche  gittato 
in  terra  non  haueffe  cagione  di  fur  forza .  S'egli  buttaffe  il  [angue  per  lo 
fond  amento, volea,che  s'  infagnaffe  nel  collo  finche  i  testicoli  fi  vede/fie- 
ro ritirati  ,  eccetto  fé  la  vena  aperta  lanciale [angue  di  buon  colore  ;  & 
apprejb  allafagnia,fi  dej[e  il  beuerone ,  che  s'è  decritto  .  S'egli  il  but- 
tale perla  verga  ;  ordinaua,  che  fi  mettejfero  in  acqua  à  bollire  con 
brenno  fichi  fecchi,i  quali  alquanto  bolliti  fi  peslafiero,  &  poi  fi  toraaf- 
fero  à  bollire,^  comefoffero  ben  disfatti,  la  decottione,per  vn  panno  di 
lino  fi  colaffe,&  fi  mettelfe  da  parte  quel,che  per  forza  fé  ne  cauaJfe,tor-P 
nando  à  bollir  vn' altra  volta  quel,  che  nefofse  vfeitoperfe  medefimo: 
Indi  prefa  un'oncia  di  latte  difemenze  di  melloni,^-  vn  altra  di  femen 
%e  di  yucche  ben  monde,  e  pefie  ,fi  diffolueffero  in  ambe  le  colature  per 
forza  ufcitelc  quali  [ujfero  a  mi  fura  di  quattro  bicchieri  ,  &  [e  ne  dejfe 
he -.landa  per  quattro  giorni ,  facendo  [lare  vn'hora  manzi  >  e  due  da  poi 
il  Cauallo  imbrigliato  fenza  mangiare ,  il  cui  cibo  era  orzo ,  e  paglia ,  b 
brenno  bollito,??  raffreddato^  fiato  al  [ereno,e[fendo  estate. £t  per  buo- 
c  mini  ancora  affermaua  giouare  tal  beuerone .  *Auuiene  anco  tal  volta  > 
conofe^fe  con  grauiffimo  pericolo,  che  ali  animale  fi  ritenga  l'orina,  ilchegli  è  ca- 
l'ori  ria  fi  a  gione  di  acerbi [Jìrna  p.-jfione ,  &  ficonofee  (fecondo,  che'l  Crefcenzo,e'l 
ritenuta ,  Truffo  fcriuonojche  fi  vede  il  luogo  prefio  alla  uerga  alquanto  gonfio,  & 
'  fi  menano  forte,e  fpefio  i  fianchi  :  &  per  rimediargli,  lodano ,  che  fi  [ùc- 
cia bollir  vna  quantità  di  acqua  confemenze  difpinaci,ò(Come  altri  di- 
cono) fenacciuoli,cretaria,parietaria,&  radici  dijparagi,e  di  brufehi  di 
pari  mifura  :  &  cotta  ognicofa  infieme ,  fi  metta  nel  luogo  uicino  alla, 
uerga  con  vnafafcia  lunga,  &  ampia,  legata  [opra  la  [ch'iena  ;  rino- 
uando  [empre  la  calda,quando  laprima  è  raffreddata .  (jioua  anco  af- 
fai cauar  fuori  la  verga  del  Cauallo  con  ma?ii  vnte  ,  &  cen  olio  debita-  . 
mente  caldo  fregarla  ,  &po[cia  col  detto  picciolo  mettere  nel  [uo  buco  # 
vn  poco  di  pepe  con  aglio  pesto ,  ò  cimici  cotti  in  olio,  &fi  come  dal  i^w- 
fio  fi  fogginnge,il  qualracconta,come [ouente i groffi,  &vifcofi humori, 
cb'accorono  nella  vefeica  ,  opilano  il  capo  ,  d'I  collo  diquella  in  modo  > 
che  non  può  ufeire  l'orina,  &  fé  tofio  non  fi  focorr a ,  potrebbe  dalla, 
gran  coppia  dell'orina  uenireà  romperfilauefcica,  <&■  l'animale  fé  ne 
morrebbe  :  però  farà  bene  che  tolto  un  matone  caldo,  fi  metta  di  fiotto  al 
uentre,  ungendo  d'olio  di  lauro ,  ò  di  dialthea  i  membri  genitali,  &per 
tutto  intorno ,  acche:  he  penetri  bene la  forza  della  medicina,  la  qual 
verrà  àprouocare  l'orina:  ò  veramente  pendendo  l 'vna  fajffij ragia, 

&  Patirà 


&coine  fi 
curi 


w^  &  l'altra,^- fé men^e,  &herbe  calde,  e  diuretiche  con  tutte  le  radici)  Orina  co 
come  fono  i  finocchi,  gli  afparagi,ibrufchi,  ipetrofemoli,  &  altri  fi-  me  fi  prò 
mili fhccianfi bollire  in  odorifero v ino , finche  ne  fia  confumata  la  ter^a  uoc 
parte  ;  &  pofeia  di  quel  vino  ft  dia  à  bere  ,  che  difoluendo  gli  hnmori 
grofjì,  apriràle  vie  dell'orinare ,  Troitocafi  anco  l'orina  mirabilmente,fe 
fopra  i  membri-genitali  fi  metta  vn  empiaftro  di  agli  peHi  con  fiaffifra- 
gia  .  Sdandofi  pur  bocca  vn  manipolo  difauina  ben  frittale  difìempera- 
ta  in  olio,ò  in  buon  vino,fi  verrà  à  mitigare  il  dolor  cagionato  ò  per  ven- 
tofìtà)  ò  per  ritenimento  d'orina  .  In  quefla  infermitàegli  dice  effer  mal 
fegno  fé  fopragiunga  vnfiufio  fmìf tirato  di  ventre ,  ò  fé' l  tumore, e* l  do- 
lore  Hafaldo  a  tormentare  il  Cauallo  mifero  :  ^tlquale  fé  pur  ninna  di 
quejle  cofefncefie  frutto, proni  fi  à  mettergli  da  lato  qualche giumento , 
perche  il  defiderio  del  coito  fera  baHa?ite  à  prouocare  l'orina  :  llche  di 
commune fenten^a  afferman  tutti  efifer' utile  contra  ogni  dolor  di  ventre, 
conciofìacofa  che  il  piacere  del  coito  corrobora  le  for^e,  &  conforta  le 
membra .  (ofi  ancora  fé  tal  tormento  auneniffe  alla  (faualla\faràgioue- 
uole  à  fùrie  deffare  i  venerei  limoli  con  accollarle  il  mafehio ,  fi  come 
*s4 'ffirto  approua;benche *Ariftotele fcrina,il  Cauallo  folo  efier'alla diffi- 
data dell'orina  foggetto,al  qnal  dottiamo  autor  delle  cofe  della  natura, 
dice  Hierocle,douerfi  credere; &  cofi  egli  e' infegna>che quando  il  canal- 
£     lo  patifee  difficoltà  d'orina ,  da  qnefii  fegni  fi  riconofee ,  che  defidera  di 
correre  ,  e  batte  la  coda  infra  le  Loj'cie,&  nelvoltarfi  cala  in  giù  legrop 
pe ,  pò f andò  fi  fopra  i  lombi,  e^ caccia  fuori  vn  poco  il  membro,  come  fé 
uoleffe  orinare, gittando  alcune  gocciole  ;ma  nonpnote.^lll'hora  vuol,che 
glifiafoccorfoy  buttandogli  in  gola  vin  dolce  con  acqua  calda,  òp  in  toflo 
con  decottione  di  bietole ,  e  di  malue, mi/lo  di  pari  mifura,  non  eccedendo 
però  vn  feftario.Tuoffi  anco  dare  per  la  manca  narice  vin  dolce  bianco , 
bollito  con  f rondi  d'hedera,mifioui  del  falnitro,ò per  la  dritta  vnfeHario 
di  fugo  di  porri  cotti  con  le  foglie ;ò  veramente  di fugo  di  canoli  convn 
D  hemina  di  odorifero  vino,e  due  onde  d'olio ,  facendolo  dapoi  pianamen- 
te trottare.  Tarimente  fi  può  per  lo  nafo  buttare  vHa  libbra  di  vino  bol- 
lito con  aJfen-70,  ò  per  bocca  dargli  con  vn' hemina  di  vino  tanto  di  opo- 
panace  trito ,  quanta  è  la  punta  del  deto  picciolo ,  ò  due  ciati  di  [emen- 
de di  rafano  triterò  vno  di  feme  d'apio,ò  due  onci? dipepe  ,  ò  vn' aceta- 
bolo di  verbena ,  ò  quanto  vnafkua  di  laferpitio ,  àggiuntaui  vna  dram- 
ma di  falnitro ,  e  due  dattili  infieme  cotti .  Tnttauia  meglio  risponde  à 
dar  col  vino  l  hippofelino,ò  le  radici  del  finocchio  cauallino ,  che  dicono 
hippomaratro,ò  fé  portegli  nel  federe  tre,ò  cinque  cipolle  lunghe,&  ama  ■ 

rijjìme  leuate  le  prime foglie -,fi  faccia  andar  di  trotto.  Similmente  glifi  > 

Ddd         può 


ySS  £>  E  L  l  A     G  LO  i^J  Jl 

può  metter  vn  ciroto,ò  balano  ama/fato  con  mele  ,  &fale  à  gnifa  d'uouo   g 
ò  veramente  vtipocodi  p anace '  fen\  altro  .  Giona  ancor  dargli  à  bere 
tre  bemine  di  decottione  di  ceceri)  nella  quale  fian  mifii  duefafciettì  di 
ferpillo,ò  dargli  la  radice  dell'apio  trita  in  vino  dolce  ,  ò  in  acqua  mela- 
ta, ò  dargli 'farina,  di  grano  cotta  con  graffo  di  pecora  in  acqua,  bfemen- 
•%€  di  cimino  bollite  in  vino  vecchio  ;  o/è/  ciati  di  fugo  di  porri  con  tre  di 
aceto  fquillitico,  &pari  mifura  di  mele  ;  ò  cinque  feflari di  opopanace 
fciolto  invino  ,,  <&  mele  distribuiti  pettinane  giorn  ^cibandolo  fra  quel 
mexp  con  or^o  mollificato  nell'acqua,&  con  fieno  tenero,&  minutato,, 
clamigli  buttano  incanna  fieno  ,dicanemiSto,  con  fiale,  vino ,  & 
ammoniacoyo  Stereo  di  porco  misto  convino,&  ben  colato  :  ò  dueteSie  F 
d'aglio  mondate,  e  pesiere  difcioltein  vino,fkcendo  poi \  correre  il  caual- 
lo:ò.  col  vino  vn  ragno  peSto,olpulegio  con  l" acquai/Litri  gli  danno  vna 
compofìtione  y  che  contiene  fi er co  di  lucerta,opobalfamo  :  incenfoma- 
fchioycalce  abruciatayarpimcntOypepeLiancoygrafio  d'oca  ,  &  f àngue  di 
Colomba  *  ana  oncie tre,  mele  ottimo^ grafio  difeppean-a  onde  quat- 
tromila di  nido  di  rondine,  due  di  midi  Ho  di  gambe  di  agnello ,  &fei  di 
fugo  diperficaroypefia  ogni  co  fa  in  vn  mortaio  .  mitrigli  buttano  per  lo 
nafo  tre  oboli  di  aceto,  e  due  oncie  dijème  di  pafiinaca  felueStr.e,  con  vn 
feStario  di  vin  dolce  ;  ò  pur  le  radici  di  ejfa  pastinaca ,  ò  le  f emende  >  del 
eacomemdime.Siico  difciolte  nel  vinofo  le  radici  dell' afparago  trite,  ebol^ 
lite  in  vino  vecchio  ^Similmente  fi  fuole  adoperare  il  vino,ouefia  diftioL 
ta,&  colata  l'herba^che  equifeto^ioècod'a  cauallina  è  chiamata,  ola  ra- 
dice dell' ebuhyche  i Greci  dicono  Cameatte  ;  q  veramente  ouefia  difciol- 
to,&  colata,  ilfàngOyprefo  di  luogo, netqu ale  i  Cauallih  abbiano  orinato  > 
come  per  via  fi  fuol  trouarc,e di  efio fango  vtile  ancora  fi  fi  ima  ad  vnge- 
re  il  vent?e,&  empia firarlo. Oltre  che  da  tutti  fi  loda  affai  ,che  l'anima- 
le fi  meni 'al detto  luogo,  doue  l altre beSii^fo.glion  fremarfi  aa\  orinare  , 
perche  fàcilmente  gliene  verrà  voglia ,  o  fé  tal  luogo  non  fi  trouafie  cofi 
dapprcfio,menifi  in  qualche  parte fhngofa  difimilmoda  .  I  Tartari,  vfa-  t 
no  difhrfiaril  Cauallo  tutto  couerto  dal  capo  à  ipiedi,con  vna  grande  y 
&  grofia  manta,e  pofiigli  carboni  vini  di  fotta  col  cafloreo:gli  profuma-  « 
no  il  ventre,  & i testicoli,  poi fubito il fan  caminare  ,  &  cofi  orina  .. 
Magone  (arthaginefe  ne'fuoi  libri  di.  Agricoltura  dice  ,  che  à  Cauallo , 
che  non  pofia  chinare  ,  fi  butti  per  lo-nafo  vn'hemina  di  vino  con  rafiia- 
•tura  limata  di  fiotto  l'vngbie  de'fuoi  medefimi  piedi ..  Oltracciò  tra 
Vefcicafe  gii  ordini  de  gli  Hippiatri  fi  troua  fcritto ,  chequando  la  vefeica  è  fer- 
come     fi  Yata  >  €fiend°Hi  oppofia ,  ocondwfataalcunacofa,  che  impedifee  l'n- 
curi .       feita  nell'orma  >  vi  fi  debba  fibi^are fugo  di  anifi>  e  di  finocchi  mifio 

con 


«Z>  EL  C^v  ^lt  °y  L1B.  IX.  787 

rM  con  t>ouo,&  viri  dolce  tepido,che  co  fi  s'aprirà,^  forfè  di  quìprefe  <JW' 
Luigi  il  cofiume  di  dare  per  quefìo  male  il  fugò  de  gli  anifi,  e  de  i  finoc- 
chi con  vino  dolce  in  beuande  :  benché  vfafe  ancora  di  dare  il  vino  dol- 
ce, in  cui  fu/Te  bollita  la  radice  del  rafano  fen^a  altro  .Talvolta  nel  pie 
dritto  dinan^ ,  <£r  in  quel  di  dietro  legaua  ferine  q:;cfle parole,  Cjeon, 
ThifonjTigriSy-y-  Euprates  ,  che  fono  i  nomi  di  quei  quattro  fiumi,  che 
tragono  origine  dalTaradifo  terre/Ire:  lequai parole fcriuédoft  ne  i  quat- 
tro piedi  del  Giumento,vna  per  ciafcuno,crcdea,  che  giouajfero  al  riprè 
fo,trattogli prima  fangne  del  collo  da  ambe  le  bande  :  ilche forfè  impor- 
tava più  che  lo  ferino  delle  parole,nelle  quali  io  poco  mi  fiderei.  Tal  voi 

B  ta  ei  metteafiil  membro  ilfiel  del  porco,del  che  afferma.ua  haaer  vifia 
proua,e  tal  volta  dentro  a  quello  mette  a  con  vna  candeletta  di  cera  vft 
pelo  tolto  dalle  parti  genitali  cTvna  donna  .inficimi fi  dilettano  di  mette- 
re un  cimice  vino  nell'orecchia  finiflra,fe  èfemina  quella,  chepatifee  del 
l 'orinai  e,ò  nella  deslra,s' egli  è  mafcbìo,&  vrì altro  cimice  peflo  ficcano 
al  buco  della  verga.Telagonio  loda  d  menere  nella  verga  vna  rnofea  vi- 
naio vn  penetro  d'incenJo,ò  aglio  peslo,b  vna  fottìi [òpposla  di  falcidi 
mele  cottolo  di  bitume,  &  che  i  lumbifiano  bagnati  di  vino;  &  olio . 
jtd  Eutnelo  piace ,  che  fan  fregate  le  reni  con  olio  caldo  me f colato  con 
grafo.  Vegetio  approvando  le  dette  cofe^foggiunge  effer  anco  bene,  che 

C  per  la  finifìra  narice  fi  diano  diro  cetile  di  dolcijfimo  vino  ,oue  fa  cotto 
Caglio^  l%auenafaluatica,ò  nelfimil  modo  buoni  fichi  cotti  in  acquarne 
fcolataui  polve  di  nitro .  Et  fé  nel  buco  del  membro  fi  metta  un  collirio 
lungo,&  fonile  di  lume  falfo  mislicato  con  olio, &  fai  e  trito.T.':offi  pur 
adoperare gioueuolmente  la  polue  deWincenfo  d-fciolta  con  vouo  in  vi- 
no dolce,  &  fugo  di  apio,e  di  cavoli: 'Xe  di  futili  folio  le  radici  dell  apio  n  .     ,  . 
cotte  neimellicrato,che  è  acqua  melata,&  vino  infieme.  Ter  rimedia-  uentre  ca 
re  al  dolore  del  ventre  cagionato  da  non  poter  orinare,  ilche  fuole  auue  •  gionato 
.  nire  con  affogamento  di  gola,  egli  dice  douerft  trarfangue  dal  petto,e  di  da  nonpo 

^  quello  fargli  lauagìone  per  fopra;Oltry  acciò\douerfi  mettere  la  mano  un-  „    nna" 
ta  di  tepido  liquore  entro  il  budello,e  trattone  lo  slerco, fargli  un  disile 
re  con  vna  libbra  d'  olio,&  vrì  acetabolo  di  fai  trito.  Et  perche  tal  dolo- 
re fi  fol  cagionare  dalla  vefeica ,  chefuol  nel  correre  rovefeiarfi,  egli  or- 
dina ,  che  meffa  la  mano  per  lo  forame  in  giù ,  fi  venga  abbafando  fin 
verfo  il  membro  genitale ,  ove  trouata  la  vefeica  piena  di  orina ,  fi  con- 
duca leggiermente  hor  dalla  deflra  >  &  hor  dallafiniHra  parte  verfo  il 
detto  forame  in  sii  con  olio,&  co  fi  fi  provochi  ad  orinare. Se  la  orinaci  ri      . 
teneffe  per  la  pietra,  che  flanella  ve feie  a  generataci  che  fi  cono f e  e,  che  cenlua  r  n 
V  animale  fi  rivolge  per  tenace  gemme  sformando  fi  d'orinare,con  molta  la  pietra. 

Ddd     z  pena 


penay  la  qual  ogni  giorno  più  crefce:  &  quesìo  male  [noi  per  lo  più  auue-    % 
nire  in  tenera  età  :  conterrà  metter  la  mano  per  entro  il  forame  da  baf- 
foydi  fiotto  al  qual  taftando  con  le  atta  il  collo  delia  vefeieayfi  traueràla 
pietra ,  &  fi  e  aiterà  dalla  punta  del  budello  dritto  y  e  di  effa  vefeica: 
&  poi  fi  curerà  con  elifieri  adunatile ,  &  con  beuande  diuretiche ,  accia 
che  vengano  à  rifanarft  i  pertugi  fatti  nella  vefeica  >  la  quale  per  trop- 
po sformo  fuol  taluolta  romperfi  per  fé  slefiaprejfo  al  forame  del  federe 
per  lo  quale  vien  fuori  l'orina  fimile  ad  acqua  .  Ma  fi  fatta  cura  è  molta 
rotta02  è  difficileyperebe  patendofi  tal  rottura  y  finitore  di  p  a  fi  ione:  Delmede- 
male  in-  fimo  parer  (quanto  àquefia  parte)  fi  troua  ^Affino-,  ilqu  ale  ferine  efier 
curabile.  't  ìncur  abile  yqu  andò  per  qualche  difauentura  la  vefeica  s'è  rotta>  il  che  fi  & 
conosce  per  le  feccie  liquide ,  che  infume  con  l'orina  fi veggiono  vfeire 
dal  fondamento  :  &  co  fi  anco  quando  ella  s'èfmofia  dal  luogo  fuo>  on- 
de fi  vedejje  il  giumento  impedito  di  orinare  tirarfi  la  groppa,  eftrafci- 
nare  levnghie .  Soggiongendo  effere  tn  grande  errore  coloro-,  chejperano 
con  la  mano  pofìa  nel  budello  ,  drizzare  la  vefeica:  perciò  che  Hando 
ella  attacata  alV  off o  chiamato  S  acroyè  impoffibile^che  fi  tocchi  per  quel 
la  via  >  che  fi  è  detta ,  per  la  quale  >  chi  fi  sfor%affe  dipingere  la  mano 
più  indentro  dell'ordinario  >  egli  Jen^a  profitta  veruno  viaccrefeerebbe 
con  tanta  infìammagione  la  doglia,  che  l'animale  non  potendola  tolera-  ~ 
Paflìoni  Yeyin  brieuefe  re  morrebbe. tJ^Ca  quanto  alle paffioniyche'l  giumento  fen 
che  fi  fen  te  ^er  cag-l0ne  dell'orina,  egli  dice  efier  di  tre  forti  >  l'vna  chiamato  Dif- 
Forìrw :  ri-  fi*™*  >  quando  l'orina  fi  caccia  con  gran  faslidìo ,  e  difficoltà .     L'altra 
tenutaci  Str anguria ,  quando  ella  fi  caccia  fallandola  à  goccia  à  goccia  >cjr  la 
tre  forti.    ter%a  Ifchuria  >  che  è  propriamente  lafnpprefftoney  ò  ritention  dell' ori- 
na  y  quando  l'animale  non  può  ne  molto  >  ne  poco  cacciarne  in  conto  al- 
cuno. Quesla  vltima  egli  dice  y  che  malageuolmente fibafia  ad aiutarey 
percioche  dandofi  cofe efficaci  alprouocarlo,fi  muoue  prurito  >  e  brugia- 
re  alcanal  dell' orinay&  vififàfemprepiu  male  .<l5M "a  t 'altre due  for- 
ti poffono  meglio  effere  curate  coni  rimedi >  che  fi  fon  detti  :  non  tra-  H 
la] "dando  di  far  bagni ,  &  fomentagioni  con  ifpefìe  Jjmngie  di  acqua 
calda  à  lombiyalle groppe yalle  cofciey&à  tutta  la  panciaymaffimamen- 
te  in  quelle  partiyche  fono  alle  vie  del? orina  corrifyondenti:  la  qual  ac- 
qua ejfendo  decottione  dell' herba  fauinay  miglior  farebbe  à  lauarne  i 
teslicoli  y&la  verga.  Sopra  tutto  aftengafi  l'animale  dall' or^Oy  e  dal- 
l'acqua fch  ietta  >  &  cibi  fi  difien  verde  yòpur  del  fé  eco  sbrufato  con  ac- 
qua melata ,  con  la  quale  parimente  farà  bene  à  sbruffargli  la  farina, 
dell' orxoy&  ciò  che  altro  a  mangiare  g\i  fi  donafis  :  dandogli  fi>e(fe  infu- 
fioni  della  mede  finta  acqua  melata  per  lanaricefiniHra  .  M.Tier'iAn- 

drca 


DEI    CsAVAllO)    LIB.    IX.         f%$ 

*&  drecoHumaua  di  mettere  nella  biaday  &  anco  nelle  beua.de  alquante  di 
quelle  membraneyche  dentro  le  nociporta.no  l'uno  Jpicchio  dall'  altro,&h 
cofitogliea,la  difficultà  dell'orinare .  IlColombro  loda  ,  che  alCauallo, 
che  patifce  quesle  difficidtà,fi  dia  per  tre  giorni  inf a/ione  di  fugo  d'ebuliy 
bollito  con  me%a  oncia  di  bitume  giudaico)  o  dccottion  di  naflurtio  fktta 
con  vino;  &  che  vnta  la  verga  con  olio  di  lauro  yfi  metta  polue  di  pepe 
nel  fuo  forame .  Ma  fé  per  fredderà  riceiiuta  dal  bere  dell'  acque  fred-  -predóet^ 
de,&  maligne,  òper  interpofitionedi  eferementifouerchiamente  diffec-  za  che  im 
catì  s'impediffe  la  purgatione  dell' orina,efìendo  tra  la  vefeica,  e'I  budel-  pedifee  la 
hyoue  quelli  fi  riducono  ,  vicendeuole  compatimento  y  per  cacciar  via  la  Eg^pf^ 
fredderà  impreffa,loda  il  Ferraroy  che  dopò  hauergli  cauato  f angue  da  rjIia  , 
ifi.anchiy  e  dalle  nafee  y  &  dopò  battergli  fatto  vn  cliflere  con  acqua  di 
remola  y  edecottione  d'herba  di  muro  >  gli  fi  dia  à  bere  del  fiero  caprino 
condecottione  di  mercorellayfkcendolopaffeggiarey  acciò  che  7  color  na- 
turale venga  a  deftarfi .  Et  per  rimediar  alla  difficultà  dell'orinare  > 
vuolyche  prima  fi  cani  fangue  dai  fianchi,  e  dal  dorfoye  pofeia  per  lo  fo- 
rame della  verga  fi  metta  vna  fottiliffìma  y  &  lunga  candela  di  cera, 
vnta  d'olio  &  afperfa  di  pepe  trito  y  e  di  ^cn%euero .  cJTKa  perche  tale 
difficultà  fuole  Jpejfo  accadere  per  riuolgj,mento  della  vefcica,trouandofi 
il  meato  dell'orinare  in  altra  parte ,  che  doue  la  natura  l'ha  fiutato  y  egli. 
q    in  tal  cafo  approua  l'vfo  degli  efperti  >  che  fi  metta  nel  forame  del  bu- 
dello il  braccio  vnto  ,  &  deliramente  con  la  mano  fi  riduca  effa  vefeica 
al  luogo  fuo.  Hor  perche  quejìo  male  della  vefeica  è  vn  diquegli  actttif-    Cagioni 
fimiyche  fogliano  venire a  iCaualliy  &  a  gli  altri  animali  di  vnghiain-    9deyeri 
teray  vccidendogli  in  brieue  tempo  y  fé  non  fi  aiutano:  farà  bene  >  che  per  ij  della  ve 
fapere  come  fi  pofia  fchiuarey  fi  fappiano  anco  le  cagioni  e  fi  erney  &  ac-  feica . 
cidentaliydonde  egli  s'attrahey  delle  quali  (lafciando  ìlare  la  heredita- 
ria  y  che  tal  voltay  fuol'efser  per  lo  padre  >  ò  per  la  m<tdrey  che  a  tal  ma--. 
le  fofse  siato  foggetto  )  la  prima  è  quella ,  quando  tutto  il  dì  canal can- 
ti doft,& faticando  fi  l' 'anima  le, no>i  s'èlafciato  orinare  mai,  concio fia  co- 
fa  che  il  meatoyche  va  dalla  vefeica  al  membro  genitale  riceue  ageuol- 
mente  infiammagione  ,  laqual  fubito  poi  cagiona  difficultà  di  orina  }  & 
gran  dolore:  &però  è d  auuertirfi con  diligenza  nelfkr dei  camini y 
che  alCauallo  fi  doni  fpatio  di  orinare  fpef]  e  volte  per  ìHrada  (fi  come 
bene  fi  offerua  da  i  Tedefchi ,  iq  itali  in  ognilegaper  lo  meno  fi  fermano  > 
&  fanno  ripofarey  &  orinare  i  lor  Qiualli  >  fcoHandofi  dalla  flrada)  cjr 
poi  giunto  alluogoy  non  fi  permetta,  che  egli  mangi ,  nebeua  co  fa  veru- 
na y  fé  non  bara  orinato  prima ,  fé  ben  fi  doueffe  lungamente  affrettare  > 
#-  alla  fine  (fé  necefìario  pareffe)  con  artifici^  provocarcelo  .  Trendrfi 

*Ddd     $         ancora     t. 


';po  DILLA    Cj  L  0  B^l  A 

ancora  fi  fatto  vitio  y  quando  wll' afyre^'za  del  verno  vieti  l'animale*  E 
fentire  vn  gran  freddo;  al  chef  puote rimediare  con  farli  nella  Hall* 
tener  di  notte  il  fuoco  appreffo  yperche  ccfirifcaldatoy  fard  pia  pretto 
all'orinare  .  Et  quando  di  tale  fagiane  fi  abbatta  apaffare  per  qualche 
fumé  (patiofo)  e  tanto  alto ,  che  h  abbia,  ad  avanzare  il  ventre  dell'ani- 
maleffarà  lodevole  cofe  j  che  non  fi  fàccia  entrar  iteli' acqua ,  ferr^aha- 
nere  prima  orinato;  altrimenti  prima-,  cb'eglrn?ttfcifie,  potria  di  leggiero 
foprauenirgli  fupprefjìone  d'orina  >  e  dolor  di  corpo  .  Oltr' acciò  fé  l  Giu- 
mento folito  ad  effere  effercitatQyflara\in  odo  molti  giorni,  la  indigefiio- 
nefànafcere  tali  (porchette  dihumori  acrhcbe  calati  alla  vefcica;  infig 
gonomorf  catare  y  &puntioni  al  canal  della  verga:  &  quindi  procede 
fyejfo l'infermità. della  Stranguriay  come-giada  f^egetio- fi  conferma-»,  p 
Cura  qua  ^Auuiene  alcuna  volta  y  che  la  verga  vfcita  di  fuori  non  poffa  ritirar  fi 
do  la  ver-  nella  fua  guaina  y  il  che  fuolritardar  l'orina  ,  & offender grandemente 
ritirarli     l'animale .  Ter  cura  di  queiio  male  Telagonio  ordina  a  dare  per  bocca. 
nella  fua  incenfo ,  cimino y  cjr  voua  difciolte  in  vinoyò  Iettarne  diporco  tìempera- 
guaina  »    t o  con  aceto  >  e£"  colato  5  o  due  fcropoli  di  radice  dipanacetrita  in  vino* 
o  la  radice  della  rutafluefre  mefcotata  con  terfo  di  caiiolo  :  Il  che  al- 
le torfioni  del  ventre  anco  è  non  poto  gioueuole  ..  zsfffirtoy  &Hiero- 
eie  vogliono  ,  che'l  (fauallo  fi  faccia  entrar  nel  corfo  d'un  fiume  youer 
nel  mare  y  di  maniera  chefia  co  ipiè  dinanzi  verfo  ta  p-arte  >  doride  l'ac- 
qua y  o  tonda  difende  >  <&■  ini  fi  tenga  per  vn  buon  pe-r^o .  Jllcunìgit- 
tatolo  a.  terra ,.  &  fofpefolo  per  le  gambe ,  gli  fìegauo  il  membro  con 
cera  yfalnitro  benpeflo  ye  grafo  di  becco  ;  poi  gli  buttano  adofìo  gran 
quantità  di  acqua  fredda ,  laqual  effsndo  marma ,  farla  migliore  y& 
non  potendo  fi  qaesla  hauere  y.  f  potrebbe fpargere  fale  nella  dolce*» . 
tSW.a  più  facile  rimedio  fiayche  Piando  ilCauaìhinpiediy  fi  tocchi  leg- 
giermente la  pelle  attorno  al  membro-  con  vna punta  d'agucchia  >  &  poi 
fi  bagnino  le  punture- con  forte- aceto ,che  cofìegli  ritornerà  al  naturai  fua 
Vino  di  lHOg0  ^  lUhe  fi  pub  amo  fare  al  bidello  del  federe)  <£r  alla  matrice- y 
versa  ria»  qutfhoraìvfciffer  fuori ,  e'I  medefimo  effètto  farà  fregando  tai  luoghi 
&  di  due.  con  le  ortiche .  Il  (olombro  diceyche  queUo  vitio  di  tener  continuamen-  ** 
te  la  verga  tirata*  &  ritta-,  è  di  due  maniere  >  &  ha  due  nomi ,  Satiriafi 
dicendo  fi  quando  l  animale  fa  queHo  per  grande  Himolo  di  libidineypre- 
fbper  ocioy  &  per  ripofo ,  ò  per  complef/jone  molto  fanguigna ,  aper  ra- 
gione di  tempo. Triapifmorfitando  egliil fàfen-7v.defiderio  alcuno  di  coi- 
toydel  che  è  cagione  qualche  grofìa  materia  vifcofanelle  vie fpermati- 
che  adunata  >  &  l a  natura  tenta  di  difìoluerla  y  &  confumarfayma  non 
Quote** .  Hor  per  l'uno  >  &  per  l'altro  potrà  feruire  il  fuffumigiodi  rur 

té* 


!DEI    CJ.  V  Ulto  US.    IX.         7pt 

r  ìa\  camomillaypulegioy  &  agnocaHo ,  e'I  mettere  in  fu  le  reni  una  la- 
mina di  piombo  Sottilmente  pertugiata-)  e  bagnata  d'aceto:ma  al  primo 
oltra  quefio  conuientrar  fangm  dalle  uene  del  e  olio  in  abondan'za.iSW. 
^ier^ìndreadiceayche per  rifcaldam-ento  di  rognoniyò  per  ufo  di  molto 
coito  il  Cauallo  uien  à  portare  il  membro  fuori  fen^a  tornarlo:  &  cosìtt 
ma.ua  di  lanario  tre  ò  quattre  uolte  il  dì  con  panno  fittile  bagnato  in  te 
pida  decottione  di  fiondi  di  uiole,piantagine,  &  folatrOybolLite  infiemey 
&  colate  >  spremute  bene  >  oueramente  infimile  decottione  diHepa 
bianca  yrofmarinoycamomillay&  me^anella  >  che  èquafifimile  alla  ca- 
momilla:fiicendolo  ttar'in  buon  letto  afcìuttOy&  nettoyaccib  che  ninna 

\  bruttura  foffe potuta  andar 'al  membroy  il  qualfe  per  auuentura  bauef- 
fe  battuta  alcuna  piagayegli  dopò  lauatoloy&  afciugatoloyiii  mette  a  un- 
guento rofatOyungendolofottilmenteiperche  ogni  untione(fecondo  ilfuo 
precetto) dee  e/fere  fottiley  &  ogni  empiaflrogroffo.  Qualche  uoltafea 
bolire  in  perfetto  uinolaflepa  biancayeHrofmarino  yfen^a  altro  y  e  di 
quella  colatura  tepida  bagnaua  per  tre  continovi  giorni  il  membro  para 
liticoyfi  come  daluifolea  cbiamarfi;  &  fé  con  quello  nonfuffe  tornato 
in  dentro  egli  rifoluendofi  d  i  tagliarlo }  il  legaua  con  vnfilo  incordato 
fonile  à  trine  afilo  di  balestra  due  y  ò  tre  detapiu  alto  di  quella  parte  > 
onde  Vhauea  à  tagliarla  qual parte  dkeayike  la  natura  medefimafuol 

'  moflrareye  tagliatolo  in  modoyche  ne  refiafie  vn  deto  di  fopra  la  legatu 
rayfubit amente  vi  accoHaua  vn  ferro  caldo  non  molto  groffo  y  non  pre- 
mendo molto  la  manoyma  più  toflo  tornando  ad  accollarcelo  più  fiate  a 
poco  dpocoytanto  che  lafcaldaturafufe  rimafa  à  color  d'oro:  guardati 
dofi  fopra  tuttOy  cbe'l  detto  ferro  non  hauefie  toccato  il  forame  delVori- 
nare:pofcia  quel  luogo  cofifcaldato  vngea  con  vnpoco  d'olio  mefcola- 
to  con  terbentina  alquanto  caldo  ;ma  non  cocente:  &  fatto  quello  feio- 
gliea  il  trine  afilo  ;&  fé  per  auuentura  il  membro  fé  nefuffe  rientratOy  e- 

gli  nel  detto  olio  y  e  terbentina  bagnato  vn  poco  di  pe^xa  inuolta  alla  ci- 
ma a"  va  baronetto  y  l vngea  cofi  didentro  come  Stando  di  fuori  harebbe 

fatto  .  Quando  accadeayche  alcuno  de  i  testicoli  fé  ne  f uff  e  entrato  den- 
tro y(del  che  fuole  il giumento  fentir  gran  pena)  egli  prima  fcaldauail 
luogo  con  molti  panni  caldi  y  mettendo  l'vno  à  vicenda  appreffo  aWal- 
troy  pofeia  vi  fea  il  fomìgliante  con  fpungie  bagnate  in  vino  bollito  con 
vofmarinoyò  veramente  con  herba  di  'muro peflay& foffritta  in  afciuttOy 
in  qualche  pad  ella  yò  caldaiay  applicandotela  ben  calda.  *A le una  volta 
a'Caualli  vecchi  per  qualche  fmifmata  fatica  yòfomay  dì feende  nella  .?-Ulfe^0 
borfa  de  i  tefìicoli  alcun  budello  y  il qual,  per  lo  più  y  fuol  e/fere  il  budel  nejja  ve- 
largOy&  quefl a  indico fitione  chiamano  Enterocele  :  ali  bora  voglio-  feica. 

D  dd    4  noy 


Vfo  dica 


792  D  t  l  l  A     CLODIA 

tiOycke  fi  jfiinga  il  budello  dentro,&  che  lofcroto,cioè  la  borfa  de'  teslico  g 
lifijpinga  in  quella  parte  dode  il  budello  era  calato,  &fi  leghi  forte  con. 
unofyagofacédoui  bagni  d'aceto  mislo  confalnitro  ,  &fe  doue  s'è  fatta 
la  legatura  uenifìe  a  putrefar  fi  ,  conuerrà  à  bagnar  l'anguinaie  co  acqua 
fredda,&  l'vlcere  fimilméte,lequalipotran  curarft  co  femplice  medica 
me,ò  molle  vnguento,&  farà  bene  fargli  vnbraghiero,chefoflentii  teflL 
coliyfincbedel  tutto  fi  fan  guariti. (j lordano  fytjfo,& molti  altri.  *A.uto~ 
ri  Rimano  effere  incurabile  quando  l'interina  dìfcendono  nella  borfa  de* 
teslicoli,rompendoft  quella  pelliccila  chiamata  Siphac,ch'etra  ejfi  tetti 
coli,e gl'inteÌiini,eccettofe'l  cauallofi  cajlrajfey  &  cattatogli  l'vn  tefli- 
colo  ojfefo,ò  ambidue  fé  già  le  fi  ambidue  parefìero,fi tomaffe  il  budello  F 
ailuogofuo  ;  cuocendo  poi  con  un  ferro  largo  la piaga  per  ogn  intorno,  e 
medicandola  all' v fato. E  poiché  il  luogo  richiedea  do  uer fi  parlare  della 
ftra^Ca^  CaHragione,non  mancherò  di.dire,come  fi  legge  appo  Str  abone, efier  epe 
uaUi.        cullare  a'  S armati ,  &  a  Scithi  caflrar  i  caualli  loro ,  che  non  fono  afìai 
grandi,ma  veloci,e  feroci  mirabilméte.^Ammiano  Marcellino  il  confer- 
ma,dicendo  a'  Sarmati,&  a?  Quadi  e 'fiefvfan^a  di  caflrar -eh  maggior 
parte  de'  lor  caualli  per  molte  ragioni,  acciò  che  dalla  vifla,o  dall'odore 
delle  caualle  commoffi  a  libidine,  non  gli  traj^orta fero  fuor  dell  ordine^ 
q  che  douendofifar alcuna  imbofcata,non  gli  fcoprifiero  con  l'annitrire,  r 
e  principalmente  perhauerlipiu  vbidienti,e  maneggieuoli  nel  cangiare, 
che  fogliono  fare  nel  feritore  delle  battagile.tA  quello  propofito  fa  quel- 
lo,che  leggiadramente  dice  ^Apuleio.  Molti  io  so  non  folamente  deboli 
j£fmeìli,ma  ferociffimi  caualli  infiammati  dal  fouerchio  calore  dallali 
bidine,e  per  queslosfrenati,e  paygiycon  tal  maledizione  di  caflramen- 
to  efjer  dinenutifubito  mafueti,e  però  dice  V  arrone  effer  buoni  per  ~oiag 
gì  i  caualli  castrati  perche  fono  piupiaceuoli,& commodamente  pojfa- 
no  trattenerfì  con  tutti  gl'i  altri.Ma  che  per  cagione  dell' anntitrire  ft  ca- 
flr afferò  i  caualli,non  dee  parer  maravigliale  vero  èquello,che  da'  Gre- 
ci Hippiatri  il  B^ibellìo  ci  racconta,che  nella  Cfrecia  con  certi  legami  ac-  £f 
conci  raffrenauano  la  lingua ,-  e  uell'Ifole  di  C orfica,  ò  di  Sardigna  ce  la 
tagliauano,perche  nopotefiero  annitrire.In  angheria  fé  ne  caflrano  mot 
ti  in  età,e  dicefi  che  loro  no  caggiono  mai  i  primi  natiui  d'enti;  il  che  TU. 
nio  afferma  auuenire  à tutti  i  C aualli,cbe jì  caflrino  inpicciolc^za.  Ma 
io  per  caualli  da  guerra  con  ardirei  di  approdare  e  aflr  amento,  dubi- 
tando,chenon  diueniffero  poi  più  timidi:  benché  Ariflot eie fermamente 
ciperfuada,ch  e  tutt'i  animali  caslrandofì  in  età  nouella,quando  fono  al 
crefcimento,diuengonopiubelli,epiugrandi,e  la  voce  loro  fi  cangia  in  fé 
minile  ima  fé  fifa  dopò  top  luto  il  creftimento,fi  fogliano  guafiare,  e  tal- 
bora. 


ÙEL    CjtrjtVLÙy    L1B.1X.  j9j 

2>  hor a  morirne. A 'Uberto yi  (faualli  velociy&  vtili  al  bifogno  delfeguitarey 
e  del fuggire  vuokyche  fi  caftrinoytcciocbe loro  non  fi '  uengano  inerui  ad 
indurare  per  lo  fouerchio  calor  dei  dorJoyda  cui  procede  lafeccitàye'l  ma 
camento  della  for^a  adefii  nerui  y  &  co  fi  togliendo  i  testicoli,  fi  viene  a 
fcemare  il  e alor  naturale fir aordinario. Palladio  ordina  cbel  caslrarfi  T6^0 '  * 
fàccia  nel  mefe  diMar%o  a  tutt'i  Quadrupedi^  maffimctméte  a'faualli.  cauauj. 
tAffirtofcrìueyi  tempi  del  caflrar'efìer 'offeritati  comunalméte  l'Ziutun- 
noye  laTrimauera  ypur  la  eHate  ancora  egli  fi  ricordaua  batterlo  fatto 
fenyaoffefa  dell* animale  ;e  queflomodo  deferiue 'a  farlo. Che  gittato  il  e  a  Modo  di 
uallo  a  terra,e  legatoli  i piedhglifiano  egualméte  ristretti  covna  cinta  caftr.ar  c* 
jj  va  i  teHicoliyattorno,  a'  qualifì  faccia  vn  taglio  tale  nella  pelle ,  che  ne  ua  u 
poffano  ufeir  le  uoua:poi  che prefl amente  iloro  neruiychei  (Jreci(dicono 
Cremaflere  p ciò  che  da  quelli  dipendono  le  parti  genitali)  fi  tagliera.no  co 
vn  coltello  infocatole  da  quellaparte,  onde  Hauano  attaccati  con  ef/i 
tefìicoliytirado  il  coltello  dalla  parte  di  dietro  inrihiynon  al  contrario: 
€  tal  coltello  bifognaychefìa  benifjlmo  infocato yacciothe  al  primo  tratto  >, 
e  al  più  al  fé  codo  fàccia  l'effettoyaltrimétifi  mouerebbe  infìamagione  :ln 
ài  affibbiata  la  piagarvi  fi  metteranno  difopra  f  lacci  di  tela  yo  fiocchi  di 
lana  bagnati  in  l'olio  dipeceyi  quali  linaméti  al  ter%o  dì  fi feioglierano  y 
cotinouando  poi  in  ogni  giorno  d'vnger'l  luogo  con  vna péna  bagnata  nel 
C  detto  olio  infino  a  tatOycbe  vi  fi  fàccia  la  cicatrice  St^el  diche  Jarà  cafira- 
tOyè  da aflencrfì  da  ogniciboynel  feguéte  è  da  inuitarfiapoco  ap-oco  a  be 
rey&  a  mugiareyvfandogliene  largherà  di  giorno  in  giorno  :7{ell' bore 
frefehefi  puh,  vn  poco  far pafieggiare  .-  nel  caldoyè  meglio^che  fiia  nella 
fialla.Mafe'l  cauallo  negli  ArmétifardcafiratOypoicbe  col  ferro  infoca 
to  (come  s'è  dettojgli  barai  tagliati  i  teslicoliyungerai  la  ferita  co  oliodi 
peceye'l  farai  liberaméte  andarpafcédo  a  voglia fuaf  rio  cabrando  perì* 
queftiche.fiano  alla capagria yfe nondifiagione diTrimauera.  Toife-a 
quelli  di  Hall  a  figo  fi  affé  la  ferita  per  infiamagioneybifogna  ponti  la  cre- 
_    ttt  dmoliadifciolta  in  acetorA  uuertendoyche  quelliychehauefierovn  te 
fiicoìoynonfe  ne  fono  da  priuare  :  perche  verrebbono  in gran  pericolo  col 
caBr.arfi;&fel  cauallo  é^andoji daquefiomeHierodelcaflrareyfimet  Co/ìder* 
tefìead'annitrircyèmalfegno  per fina  falute.  De  iVolledri.  è  difficile  a  di  tione  cir- 
f cernere  itefiicoliyma  egli  dice  efiere 'fama già  diuolgatayche  fé' l  cauallo  ca  j  denti 
mlmettere  de  i  fecondi  denti  fard  caftratOytio muterà gli  altri  y  ejwtte-  re  j  caua|i 
rài  denti  canini  men  lunghi  dell'ordinario  :  ne  a'  difeenfi  di  gambe  farà-  li. 
Jbggetto.Hierocle  di  più  diftwgueyibe  nel  mefe  di  Maggio  quando  fojfia 
l'Aquilone  fi  caui  vnafofia}e  quivi  fi  discenda  il  cauallo  col  ventre  infu, 
faìlegato  dipiedi)in  m.odoychenonfipofiaperfor'^a  al-^are,  auuertendo) 


794  T>  E  L  l  jt    G  l  0  $  1  jt 

the  nel  lenare  de  i  testicoli  no  fi  frappino  anco  te  radici  loro,pofcìa  la  fé  g 
Vita  stempia  di  fale,accioche  non  gonfie  per  infammagione,  ò  vero,  -vi  fi 
metta  difopra  cenere  di  f armenti  con  litargirio;  &facciafi  l'animale  al 
%are  in  piedi  ,  &  fi  a  astenuto  per  quel  giorno  dal  bere  ,  e  fomentato  con 
poco  cibo  :  ne  per  ire  altri  giorni  fi  faccia  ber molto  ,  ma  come  infermo 
fia  rinfrefeato  con  verdi  herbaggi.  Il  fecondo  dì,fe  non  fi  vedrà  vfcirpiu 
j angue  ,fi  lauerà  la  ferita  ,  &  svngeranno  le  reni ,  la  tejla,  &  le  narici 
di  pece  ,  &  olio  ,non  facendolo  e aminar  molto  ,  finche  non  fa  ridotto  à 
fanità.Cjiouerà  ancora  dopo  il  terT^o  giorno  vngere  la  ferita  con  pece  li- 
quida,^- cenere,mefcolatoui  vnpoco  d'olio,  acciò  che  più  toslo  vi  fi  fac- 
cia la  cicatrice,  e  che  le  mofche  non  lo  infefiinoy  e  fra  tanto  bi fogna  furio  P 
ftar  in  luogo  caldo ,e  fi  curo  da'  fedi,  con  vna  coperta  indofioybagnando 
li  dolcemente  tutto  il  corpo  di  vinoyouefia  difciolto  incenfo  inpoluetma 
fé  la  ferita  ancora  bittt  affé f angue,  fi  potrà  vnger  con  vn  ciato  di  fugo  di 
marr".bioy&  vna  oncia  di  ammoniaco  mefcolati  e  o  mele  .  //  Hj'fio  dice, 
douer fi  fùria  caHragione  l'aprile,  b  il  Maggio  alla  macaw^a  della  Lu- 
ua,ba':édo  due  giorni  innari  afte, auto  diligenteméte  l'animale  dal  bere: 
e  perche  è  molto  pericolofo  il  canrar  co  ferro  ;à  lui  pare  ilpiuficuro  ms 
do  che  i  Poliedri  fi  cabrino  co  attorcere  i  tesìicoli,comefifìi  ne  i  Boui,ro 
pendo  la: e  tutti  i  nenriyaccìoche  venga  à  perdere  ognifuperbia,  e  chi  vo 
leffe  far  girne  restar  alcuna  parte,fol  vna  parte  potrebbe  romperneyfùt- 
to  queflofono  da  vngerft  le  cofcie,equei  luoghi  con  olio  di  oliua  alquanto 
tepido  ognigiorKOyinfìno  a  tantoché  fiano  fgonfiyguardadolo  bé  dal  ven 
to,&  ogni  di  è  da  caualcarfi pian  piano  vnpoco.  Ma  tal  modo  nongioua 
in  quella  età,che  ì  caualli  hanno  i  nerui  durijperche  volendo  loro  attorce 
re iteBicoliyprima  fi  romperà  il  cuoioyche  i  neruiydelche  fi potrebbe  ve- 
nir a  pericolo  della  vita,perb  farà  da  tener  fi  vn' altro  ordine,comunemé 
te  ofìeruato_  dalle  genti  oltramarine  di  Soria,  e  da  tutti  gli  altri  Orienta- 
li,^ quafi  non  vfano  altriyche  Caualli  caìlrati.  Co  fioro  dunque  poslo  il 
Qiuallo  a  terraye  legatigli  bene  ipiediyil  volgono  alla fupina: indi  tolgo-  fj 
no  vna  tauoletta  pianiffima,e  debitaméte grcfa,e  forteyche  habbia  tutti 
i  labbri,  e  giri  f noi  tondi,  e  piani, fi  che  non  poffano  tagliar  eyne offendere 
daniun  cato,e  tato  lata,  chevifipoftaìn  lungo  fìendere  la  borfa  deite- 
siicoli,di  manìera,che  le  uoua  cCeffi  rimaga  fora  della  tauoleta,  che  co- 
munalmente fuole  bastare  di  largherà  quato  una  pianta  di  mano,e  do 
nendo  quefia  tauoletta  efser  pertugiata da  ambii  capi,  inmodo  >  che  da 
Cun  bugio  all'altro  uifia  al  più  un  palmo  di  diftan^ajetr  co  fi  mede/ima 
mente  pertugiata  unbajìone  ben  tondo ,  egroffo  quanto  una  lancia*,  b  un 
pisello ;paf  ano  per  li  bugi  d'ejfa  tauoletta ,  e  d'efio  baftone  una  cordella 

di  canape 


£££    CJIVU  LIO)  ■L'I'È.'  IX.  79$ 

r*  di  canape}ò  di  fetayfi  che  l'uno  con  l'altra  fi  venga  ajirignere:e  ben  ma- 
neggiatale He  fa  la  bar  fa  dei  teflicolìyla  pongono  quitti  dentro  ,  firignen- 
do  co  un  tortoioyquautopiàpofiona,&'  appreso  con  ma  ma%juola  di  le- 
gno batton forte-ima  attamente  fiapra  ilbafione,tal  che  inerui  deitejlico- 
li  fi vengono >a  romper  tutti,  ò  vero  in  parte  fecondo  ftiefft '  vaglianoypo- 
feia  lyungono,e  gouernanoy(come  s'è  detto  di /òpra  J  &  cofi  i  tefiicoli  co- 
minciado  a  poco  a  poco  a  difieccarfiyin  tutto  s'annullano-,  rimanendo  inte 
ra  la  borfialoroJlqual  modo  è davfirfiò  nella  primauera,  ò  neW^Autn- 
noyaccioche  ne  il  troppo  fieddoyne  il  troppo  caldo  venifie  à  nuocere:  ève 
r  amente  bifogna  ebeinquefìo  vjficio  il  maeflraHiamolta  acorto  ye fendo 
B  molto  pericolofo  in  mano  di  chi  nofojfe  bé pratico  del  meftiero  .  M.  Tier 
Andrea  dicea,cbe'l  co  fiume  dì  alcune  géti,cbe  non  caflrano  i  Caualliyfie 
no  quado  fono  Toìledri>nÓ  èper  altroycbeper  ignorane  non-hauendo  la 
vera  notitia  difaper  cafirare;percbe  cofi  può fìtrfià  Cannili  vecchi,  come 
àgionani,benche  egli  negaffe->chepiìtficuramente->&  con  manco  fatica  fi 
cafirano  inouelliycbegli  attempati.Et  per  fhr  quefio  mefiiero  eglivoteay 
ibefifceglieffe  il  tèpo  temperato  nel  me  fé  diMagghyò  di  Settembre,  ef- 
fendo  in  luogo  freddo  ,&  mont  agno f 0,0  di  aprile,  b  di  Ottobre,  e/fendo  il 
luogo  caldo}et  vicina  alla  marinay&  che  auuertifie  cofi  al  pianeta  delta 
L>ma,cbefujfemancante,comeanco  al vento,cbe  non fufìe  Scirocco. L'or  Ordini  e 

C  dinepoidatenerfi ,  egliinfiegnauamqueftaguifia ,  cbe'lcauallo  di  tutti  e  m  r  a^ 
quattro  ipiedifilegbiaguifadi  vnMontonetfuaÀo  fi tofa,et  chela  cor-  tenercnel 
dafia  di  lana,ac  cloche  non  faccia  male  agiiftincbi:pofciamettafiinjra  caftrare. 
te  gabe  fiotto  alla  legatura  vn  legno  grofio>&  largo  ,(come  adir  vna  bar 
ra)co  vn  cofano  spanno  difopra,accioche  le  gabe  non  riceuano  offe  fa  da 
e  fio  legnoyilquale  effendo  fomentato  da  due  perfine  per  ogni  capo ,  fia  ri- 
volto ilcauallo  aìLafupinayCon  fargli  tenerla  conerà,  e'ifreno  in  bocca 
et  vn  fiacca  di  paglia  di  fiotto  al  capo. Fatto  qfio,  prédafiun  bafione  di  Cja 
uarrera-ycìoè  rofia  biaca  faluatica,t agliata  di  fiefcoylungo  un  palmole  me 
%p>e  grojfa  quanto  una  lancia  manefe:& partitolo  per  lo  me^Oylegbifi  da 

**  frmeapo  ydoue  fi  farà/atto  vnfegnaleùndì  legati  i  te fiicoU  con  vnacor- 
da  da  fiagnare,  siringa  fi  la  lorborfa  col  detto  bafioneyaccofiataalvétrey 
difiendédala  pelle 'ycbe  no  ifiia  arrappatadétroil  baffone  ,<&•  feparado  art 
corayduoineruìycb'egli  cbiamauadidimiyda'quali  dipédono  i  tefiicoli,  fi 
cbenaHeJfe  l'uno  di  fiòpr  al  altro. Stando  le  cofeinqueflo  modoyfcioglìafi 
la  corda,efirignédo  ilbafione,jpingafiverfioi  tefiicoli  inmanieretyche  na 
firipiegbiil  cuoioy.ne  (come  s' è  detto)  i  nerui  fi inxaualclnnoie  fpìgnendo 
effoyla  pelle  fi  tiri  uerfio  lo  uétre  quato  finora  lefione  de  i  tefiicoli  pofia  far- 
fi:&  alia  fine  leghifiUbafloneèen  fìxettamenteypui -chenouenga  ata- 

gliar 


y96  btll^i    GIOSIA 

gliar  il  cuoio.  xAXChoYd  il  caudlloftfhri  Iettare  in  piediy  &  melagli  v~na  - 
paTtoiayfi  tornerà  afirignere  il  bafioneyfe  bifogno  parefieyctìegli  trouan- 
do fi  già  perduto  il  fenfo  di  quello  luogo  per  la  gran  dogliaycoporterà  ogni 
altro  rihringimento;&{;ofi  meni  fi  neÙafiallaJaqualfia  calda)  &  unga 
glifi  il  uétre,&  le  cofcie  infieme  con  olio  di  camomilla)  &  rofato  miftiyet 
tepidi  :  pofcia  in  capo  difedici)ò  diciotto  bore)  fi  potrà  leuareil  baflone; 
che  l'animale  re  fterà  cafirato  fenxa  perdere i  teHicoliynella  borfa  ;  Ma 
volendoyche  fi  perdano  y  vi  filafcieràftare  lo  Hrignimento  d'efio  bafione 
per  ottO)0  noue giorni)tra' l  quale Jpatiofuol  cadere  ogni  cofa  infteme:  & 
quando  ciò  fi  difideriyno  fi  faranno  lifci  itagli  del  bafioneycome  farebbon 
da  far  fi  nell'altro  modo: perche  co  fi  verrà  meglio  a  tagliar  fi  il  cuoio  V fa-  p 
uà  ancora  certi  altri  modi  nel  caUrareychefhcédoftar  di  cofìato  il  caual 
lo  in  terr  a -ye  legatigli i  tefiicolìymstteafra quelliyet  la  verga  una  maT^a 
da  batter  lino,o  ueraméte  un  bacione  rotondoye  lifcioydi groffeT^a  d'una 
manO)Come  quello}con  che  fi  peftano  gli  empiaflriyet  feparati  que'  neruiy 
che  fi  fon  detti  battea  prima  V uno;  e  pofcia  l'altro  co  martello  da  orefice  ; 
auitertendo  di  dar  i  colpi  ad  agioye  deliramente  >  fi  che  nonfifojfe  venuto 
a  tagliar  effi  nerigne  per  il  cuoiO)indifciolto  il  caualloy&  con  una  mata 
difopra  menatolo  allafiallayraffreddato  che  egli  s'eraygli  traheafangtte 
dal  collo  dalla  banda  drittayin  quella  quantità  y  che  la  qualità  richiedea: 
poi  nellhora  calda  il feapajfeggiareyfen%a  dargli  altra  noiaycibadolo  di  G 
pagliayedi  orzo  y  ilquale  alcuna  volta  fea  cuocere  in  molta  acqua  fin' al 
màcarey&  neW  aggiugnere  dell'altra  acquayvi  mefcolaua  brénoyet  fatto 
loynell'ifleJfa  caldaia  couertayraffreddare  glie'l  daua  a  magiare yadoper a, 
do  le  vntionigià  ordinate.^iltrefiatepoichehaueafirettiitefiicoli  co  la 
cordagli  appianauay&  aggiuttauaycbe  f off  ero  sìatin^Vefserey  &  luogo 
loroypoigentilméte  tagliaua  la  pelleyfchiuando  le  vene^ètfacendo  quato 
più  picchia  apertura  fi  j -offe potuta  fare  fidamente  chefnfie  bafiato  alte- 
Sìicolo  di  vfcirne;&  co  fi  tiratolo  fuori  infteme  col  neruoy&-  legatolo  bel 
lamente  con  vn  trincarlo  da  baleflray  tagliaua  il  neruo  y  &  fubitamente 
il  toccaua  con  vn  ferro  fiottile  arroffito  al  fuoco  y  Sciogliendo  il  trincafilo: 
indi  fatto  ilfomigliante  nell'altro  tefiicolo  cattata  per  lo  mede  fimo  bu- 
gioy  empieua  la  borfa  loro  di  cenere  criuellataymifia  con  olio  y  poifeguia 
tafagnia,  egli  altri  conueneuoli  reggimenti.^ Itre  volte  come  haueafe- 
parati  inerui nel  detto  modoy  paffauaitefticoliper  lo  me%o  di  quelli  tan 
tefiateyquant£  potea  yfi  chefifuffer  venuti  a  torcere  di  maniera  che  quel 
nudrimento  y  ilquale  per  effinerui  fi  fuole  fumminifirare  i  tefkicoli  non 
f uff  e  potuto  paff are  più:  &  cafo  che  alcuno  di quelli  nerui  fi  fofie ritirato 
egli  tornaua  ad  aggìuHarlo  >  acciò  che  hauejfe  potuto  dinuouo  torce- 
rei& 


IhE  L    CAVA  LIO,     LI  fi.    IX.         f$j    *■ 

4  re;  &  cofì  V animale  refìaua  caslrato,  governandolo  poifecodo  il  debito. 
Altri  configliano  di  millic are  il  f angue  co  forte  aceto,  puntarne  le  re- 
nile cofcie,&  le  gabe  di  dentro  .  Ter  molte  cagioni  fuole  auuenire  al  ca-  CreDant: 
uallo  difkrfi  crepantiglia  nelle  fue  parti  interiori ,  del  che  fi  dàfegno  col  0jja  fatta 
fangue,ch'efce  òperlaverga,òperlofeceffo  ,  ò p la  bocca yilqual fangue  nelle  par 
dapoifi  cangia  in  marcia,&  per  ciò  il  Colombro  ci  ammoni fie ,  che  ogni  C1  interi» 
yolta,che  alcuno  di  taifegnalifi  veggia,  debba  l animale  tenerfi  in  buo-  cónorca. 
na  curalo  dandogli  da  magiare  il  primo  dì}  ma  buttandogli  per  la  gola 
infufione  d'incenfo  mafchio-.opio  tebaico,ruta,  &  cicorea,  oncia  vnaper 
cofa;laqual  infufione  farà  da  cotinouarfi  infincbe  fani,efi>effe  volte  glifi 
B  faranno  clifteri  per  tenere  il l  ventre  lubrico ,  acciò  che  febbre  non  foura- 

giunga.  A  quelìiyche  per  la  verga  buttaffer  marcia,  Telagonio  loda,cbe     Marcia 
p  none  giorni  fi  dia  à  bere  decottione  colata  d'un  gallone  d'un  cagnolino,  buttata  p 
bolliti  in  acqua,aggiutaui  una  dr ama  di  bitume  .  Se  per  aunétura  fi fyafi-  c^e  "fi 
maffe,ò  ropefie qualche  cofa  neW 'anguinaiayonde gofìatofi  ilfeno  di  quel-  curi . 
la,il  giumento  non  pofìa  caminareialVbora  contiene  (fecondo  Affirto)fo    Rotture 
métafeffe  anguinaie,co  abboda^a  d'acqua  ealda,&  fimilméte coifpun-  neiran- 
gie  piene  di  uino  caldo,e  di  più  applicarla  affungia  di  capra,cera,  &  fai-  guinaia. 
nitro  arfo  con  aceto  difciolti.  Quelli,cbe  han  rotta,ofi>afimata  alcuna  co 
r  fa  nelle  parti  interne,  egli  ferine,  ebe  tengono  gli  o  cebi  conedui,  e£  afcofi 
in  dentro  più  dell'  vfato  dimeffhe  guardanti  in  giù  :  e  benebe  mangino  he 
ne,e  beuano,tuttauia  s  ammagrifeono  Pianamente ,  &  hanno  rifiretti  i 
fianchi ,  caminan  poco ,  &  fefianno  in  piedi,  s'appoggiano  foura  i  pie  di 
dietro,pendendo  verfo  quelli  dinanzi.  Questi  tali  a  poco  a  poco  fi  vengo- 
no a  confmnare;  &  come  fi  veggiono  f  l'orina,  o  per  lo  fece  fio  madarfan 
gue  fuori,non  islanno  guari  a  morire  .  Se'l  budello  è  crepato,  o  diuifo  in        5.^ 
dueparti,fi  vede  vfcìr  il  cibo,&  lo  ilerco  per  le  narici,et  per  le  parti  di 
fotto  mandarfi  humor'acquofo:eH  corpo  tutto  f correndo  di  [udore,  et.  lan 
guendo  fi  viene  aperdere-.Et  benché  a  tai  rotture  difficilijfimo  fia  trottar 
-  rimedio  effìcace,tutta  uoltacoqueflo  egli  afferma  poter  fi  aiutare  anco- 
ra i  defperatiperqualfi  voglia  dolor* intrinfe co,  che  fifenta  ,  Che  me%a 
libbra  d'iride  illiricapefia,e  criuellata,fi  mefioli  co  tre  onde  di  pepe, tre 
hemine  dimele^unfeflariodivuapafiafen^a  vinacciuoli,e  di talmi 
fiurafi  diano  fei  onde  a  bere  con  una  hemina  di  vinone  dnoifefiari  d'olio. 
Ha  virtù  di  agglutinare  quella  beuada,cbe  confiflc  in  mirra,draganti>ci 
mino,e  %affrano,yrì 'oncia, per  cofa,date  m  vin' tepido 'Hippocrate topofe  Medicina 
la  medicina  conglutinante  con  uinocoto,draganti,7affrano,cbalciti,no-  cong*u"- 
ci  dipino,&voua  quante  baflino  ad  incorporarci  .  Hierocle  con  due,  meficoni 
è  tre  onde  d'incenfo  >  due  di  \maftice  >  e  tre  di  cimino  >  due  hemine  d\  ponga. 

olio 


7P3  D  E  l  L  J    q  IO  \1  ^t 

elio  rofato,e  tre  di  vino  cotto  ,  altrettante  di  bulbi,  òfcalogne}e  quindici  E 
voua.La  pone  ancora  in  altro  modo  con  due  onde  d'incenfo,  e  tre  di  ma- 
fliceyvnfeftario  d'olio  rofato ,  &  vii"  altro  di  bulbi  >  tre  he  mine  di  fior  di 
fkrina>&  altrettante  di  vino  cotto  quindici  voua,e  buouoliyò  chiocciole 
venticinque .Telagonio  fé  vn' altra  compofnionc ,cbe  vale  a  conglutina- 
re >&  rinfrefcare,incorporando  in  aceto  àbasìanx*  incenfo ,  minio,  of- 
frano, buouoli,  efcalogne  d'africa  ana  onde  fei  con  vnahemina  di  fior 
di  farina.  Oltf  accib(com'  egli  fh  fede)  nafcevna  certa  herba  nelle  mu- 
ragliele tra  le  pietreyche  i  medici  chiamano  poligono.  Qvefta  perpetua- 
mente verdeggiay&  è  fen^afrondiy  ma  Jparge  i  ramofceìii  pendentiy  & 
arrendeuoli  come  giunco  >  &  fo  migli  ami  a  quelli  del  pia  fattile ,  epiuP 
lungo  (patio .  Hordatalherba  col  vino  bollitale  ridotta  alte>-^Oyvfano 
gli  Spagnuoli  di  dar  la  decottione  alor  caualli  ;  &  con  effafola  medici- 
na gli  guarifcono  da  tutti  i  morbi:  né  altro  rimedio  fanno  ,  quando  fo- 
frettano  effere  in  quelli  rotta  nelle  parti  di  dentro  alcuna  cofa .  Diofcori- 
degià  attribuifce  virtù  di  r  attaccare  la  carne  >  e  di  confo  lid  are  le  ferite 
frefcbe,  &  le  rotture  intestinali  at/ymphito  petreo  >  ma  il  fa  differente 
dal  poligono  >  ilqualtuttauìa  difcriue  con  rami  fonili,  teneri,  e  pimi ,  de 
fyeffì  nodi,che  aguifa  di  gramigna  va  ferpendo  per  terray  &  afferma  il 
fugo  di  lui  bennto  riflagnar  li  (pud  delfangue.il  Mattioli  dice,il  poligo- 
no  volgarmente  chiam  ir  fi  corrrcg  ghUy  o  centinodia,  che  per  li  capi,& 
per  le  publiche  fìrade  fi  troua  vniuerfalmente  in  ogniluogOy  &  approua 
Vvfo  di  quello  a  e  onfolid  arie  ferite  :  Ma  tornando  al  primo  >Auttore,e- 
glifoggùmgeyvalere  afiaiper  tutti  ì  mali  interioriy  che  per  fette  giorni  fi 
butti  in  gola  quella  compofidone .  Semente  dinaflurtio,  ò  agretto  bian-~ 
co ,  &  incenfo  con  fei  granella  di  pepe,  e  tre  ciati  difeme  di  dauco ,  ò  di 
paflinacafeluaggiaymefcolati  con  mele,&  vino  vecchio .  Buono  è  anco- 
ra à  buttar  per  lo  nafo  per  quattro  giorni  vna  hemina  di  decottione  delle 
radicCyO  delle  femen%e  dell' afpar  ago }  bollite  in  acqua,  che  fi  a  mancata 
del  terxp,e  fatto  quefio ,  dargli  per  bocca  per  tre  giorni  butiro  opopana-  # 
ceyfagapeno  y&  mehydne  onde  per  cofa  con  vna  hemina  di  vin  vec- 
chio.zsfltroue  loda  a  buttare  per  laftniflra  narice  difcolti  in  vino,  buti- 
ro, opopanace  mele ,  &  mirra  di  egual  mifura.  Toglie  fi  parimente  ogni 
dolore,dandofi  à  bere  in  acqua  calda  l  herba  detta  Heraclea,  o  la  pana- 
cea trite  con  vino  vecchio:  cjrfanafì  ogni  ìnteHina  ferita,fe  prefa  la  pa- 
nacea con  egual  mifura  di  farina ,  di  grano  per  fottiliffima  feta  paffate 
infieme ,  &  ammalate  con  vino  vecchione  ne  facciano  gitole  ,  che  poi 
feccate,e  dijlenìpcratefi  diano  à  bere. 

Batterebbe 


DEt  C\AP '\4  tL  Oy  t!B.  TX.  797 

RESTE  B^SB  B  E  per  compita  ,  #■  perfetta  notiti-?  degnali  intrin- 
fecbiparticulari-Jl  ragionar  dei  dolori  artetici,de quali  fono  Jpe- 
tielafiiaticay  &  la  podagra ,  ma  dij} erimo  a  trattarne  nel  feguente 
libro ,  doue  a  piene  fi  mofireranno  i  mali  eshinf echi,  per  far  dottrina 
più  cbiaray&  continuata.*!3 afferemo  dimq  ve  a  trattar  della  fi-ebbre  ;  per 
efiefanco  quefla  morbo  intrinfecoybenebe  vniuerfale  ,  &à  tutto' l  corpo 
appartenente,  ejfendo  ella  vn  calore  non  naturale ,  che  accefo  nel  cuore , 
vien  per  le  vene  >  &  arterie  communicato  a  tutte  le  parti  del  corpo  .  Di 
quesla  tratteremo  noi  folamente  quanto  ci  parrà  alla  prefente  materia 
conuenirfi,hauendo(come  altre  volte  detto  balliamo)  deliberato  di  la- 
feiare  a' Medici  diligenti  le  particulari)  &  minute  di  flint  ioni  de  i  morbi, 
come  anco  le  troppa  alte,  &  curiofe  confderationi .  Cjenerafi  dunque  né* 
Ciumenti  la  febbre  ,  quando  di  freddo ,  ò  di  caldo  hanno  ricevuta  offe  fa    ^  e       fi 
graue  ,ò  quando  con fouenbia  fatica  tr attagliati-fon  vennti  a  fianchete  aeneri  ne 
%a,ò  ve ro  a  riprenfione,  per  efkrfi  raffreddati  dopò  ilfudorefo  quandopa  i  giumen 
tifeon  crudeTga  di  cibi  :  ilche  fnole  al  pia  av.ixnire,qualbora,del\efre-  °* 
febe  biade  fon  fatollati  ingordamente  percicche  quelle  difficilmente  ( co- 
me altroue  s'è  dìmofirato)  fi  pofiono  digerirei  di  membro  in  membro  -      .    ,. 
distribuire  :  Maqualunque  fìa  l'erigine  della  Febbre ,  fi  conofee  ella  per  Vcbbre. 
queslifegnida  Jlffirto  datile  he  l'animale  tiene  la  tejìa  aggrauata,e  cbi- 

C  na  À  terra  >  di.  modo  che  fen^  gran  fatica,  e  noia  nonpuote  alitarla  ,  gli 
ocebi  gonfi  cacciati  in  fi  ori,&  nuuolofi  ycon  diffa  ulfa.fi  aprono,  <&■ pie- 
ni attorno  dil.ardure,fcorron  lagrime  alcuna  volt ade  labbra  fian  languì 
de,ependenti,con  molle%ja,la  bocca  sbattuta  sìa  piena  d  viceré,  e  d*fa- 
tine-ye  caccia  il  fiato  fervente ,  fi>if}o,egraue ,  e  tirato ,  con  vn  e  zito  im- 
pedimento ,*  e  talbora  con  fiorirò ,  ifiancbi  battono  fai^a  paufa  :  e  tutte- 
le  membra  paiono  rilaffate ,  d'ogni  banda  sfauillando  calore  inufitato  r 
itefiicoi.  ;  quafi  difciolti ,.  pendono  fiaccamente  .-■  egli  Stende  le  gambe y 
&  ha  tal graueyga  di  tutto  il  corpo  y  che  per  molto  che  fìa  sìirnolato-i 
non  può  caminare  auantiy.ma  vacilla  àguifa  d'ebbro y  tardamente y  <jr 

D  per  trauerfó  menando  le  gambe  borqud  bor  là,  &  quajì  appena  fofie- 
nendo  la  granella  di  fé  medefimo  ;  an^i  alla  fine  fi  core  a  in  vn  dila- 
ti y  (jr  non  fi  puh  rwolgere  poi  nell'altro ,  nèpurefi  puote  al^tre,  in 
tutto  rapprefent.ando  nel  volto  flefio  vna  certa  mesìitia  euidente ,,  &  Cura  de 
affettato  fchiua  il  mangiare  %  ne  può,  dormire  .  Hora  la  cura  dee  ejfe-^^™3™* 
retale,  ebeficaui  f angue  dalle  tempie  ;  ò  dalla  faccia ,  per  alternar 
la  materia  che  aggrauay  efiendo  il  capo  quello,cbe  èpiufòggeito  allafor- 
^adicpuifiomale  :■  il  prime  dì  fi  aftenga  da  ogni  cibo,  ma  folamente  gli 
Jfia  data  bere  vn  poco;  poi  ne  gli  altri  dì  fi  potrà,  dare  vnpoco  di  buon  fie- 
no 


Soo  &  Eli  «9    Gì  0  %^1\A 

nofyarfo  di  acqua  melata ,  ò  di  berla  verde ,  facendolo  tiare  in  ripofo  £ 
di  tutte  cofe  :  non  mancando  però  di  paleggiarlo  alcuna  volta  piaceuol- 
mentey  &  di  verno  fi  tenga  coperto  bene  in  luogo  caldo  ;  poi  comin- 
ciando à  Hare  alquanto  meglioyft  potrà  menare  a  pafcere  alla  campagna 
fé  lajìagione  il  porterà  -,  fé  non  y  gli  fi  darai  berba  tagliata  minutamen- 
te>  òcimedirauano  y  e  di  lauro }  6 farina  d'orto  ,  ejr l'orbo  He 'ffo ,  pur 
che  fia  macerato  in  acqua,&fen^agufciy  &peHo  in  modo  di  orbata: 
ma  Ivfo  dell'orbo  dourà  effere  raro  nei  principi! '..  Et  perche  non  fempre 
per  cagione  di  febbre  auuieney  che' l giumento  inchini  a  terra  il  capo ,  q 
Henda  le  gambe  torte(come  habbiam  dettojchifene  vorrà  -meglio  accer 
tarey  mettali dauanti  lorxpy&  altre fimil biade  ,  che  s'egli prontamen-  P 
tene  mangierà;  non  bara  febbre  y  mx  fol  amente  Hanchexj  a  >  conciofìa 
cofa  che  nella  febbre  auniene  propriamente  lanaufea  del  mangiare  > 
che  tutti  cotali  cibi  fi  hanno  à  fcbiuo:&folo  il  bere  fi  diftdera ,  &ft  ri* 
cerca ,  onde  auuiene  crefcendo  il  morboyche  l  animale  fnifce  la  vitayper 
tale  inedia  il  cauallo  certamente  fopport a  l  impeto  della  febbre  infino  ai 
terzo  dì  con  poca  noia  -,  ma  pafìato  queHo  termine  va  perdendo  il  vigore 
di  manoyin  mano  s'egli  non  è  foccorfo. Quelli  che  affermano  conofcerfi  la 
febbre  con  toccare  l  orecchie^  con  acojìare  la  mano  al  lato  fotto  la  piega 
tura  della  Jp  alla  non  fono  da  afcoltarfiyperche  da  cot  al  tatto  niunadimo- 
Sanguefi  Hratione  vera  fé  ne  riceue .  Ma  aumrtafi  nella  febbre ,  che  mai  non  fi  & 
debba-      tragga  fangue  dalle  vene ,  che  fono  appreffo  a'  neruiy  perche  ageuolmen- 
l  f  bh      te  nefeSl^re^e  loft>afimo}&  meno  è  lecito  di  cauarne  a  quelliy  che  mo- 
'  Hrano  fegno  di  lajfìtudineyperche  reHerebbono  affatto  indeboliti  y  &if- 
neruati  :  Ben'approua  egliyche  quando  il  cauallo  Ha  mal  per  febbre  ygli  fi 
àia  il  fuoco  nella  tefla ,  dal  ciuffoylungo  i  criniyfin  all'origine  delle  jp  alle  ■> 
dall' vnaye  dall'altra  banda  co  ferri  drittiyin  forma  di  verghetteyperche 
reftando  inuitta  la  principale  reggitrice  fkcultà  del  corpo ,  l animai  fi 
conferita  dinogire  in  rouinayet  col  medefimo  modofipoffon  cuocere  quel 
UyC  hanno  incordato  il  collo  0  tirato  in  dietroyHierocle  foggiunge y  poter  „ 
fi  aiutar' il giumentoyche  haggiafebreydandogli per  bocca  vn  ciato  di  vi- 
noy&  vn' altro  d'acqua  co  bacche  di  lauro  trite\&  vn' acetabolo  de  meley 
ouer'ilfeme  dell'apio  trito  con  duoi  ciati  di  vino ,  e  tre  di  acqua  .  £t  per- 
che fuole  innanzi  alla  febbre  trafcorrere  tutto  il  corpo  vn  certo  borrore  > 
che  tremando  l'animale ,  fàflrepito  coni  denti:  quando  l'hora  di  queflo 
fredofiprefenta'y  Conuiené  coprirlo  bene  di  qu alche p anni ,  e  dargli  vn 
beuerone  caldo  di  farina  d ' orxoyfenxa.altro  5  cibo  ,  accio  chenellaffalto 
del  male  fi  troni  He  uè.  Se'l  ventre  gli  è  riflrettOy  è  buono  à  dargli  le  more 
già  maturate  >  altrimenti  fi  potrà  dare  per  le  narici  infuftone  fh  tta  con 

la  radice 


B 


Mi  C  JVJt  LLO,   US.  IX.  8ot 

la  radice  del  moro  trita  e  cotta  in  tre  hemine  d*  acqua y  mefcolata  cori 
vndi  meleipoficia  menato  à  bagnici  lauerà,& fregato  bene  con  olio,  & 
vino  ,  fi  ricoprirà  di  caldi flr  amenti.  Quando  fi  farà  venuto  a  termine  , 
che  l 'animale  incominci  a  pofiar  col  fionno, fi  potrà  meglio  cibare  à  poco 
à  poco,  e  trargli  tre  hemine  di  f angue  dalle  tempie,  &feiil  dì  feguente 
dalle  gambe  Jópra  il  ginocchio ,  gouernandolo  poi  con diligenza .  €ume- 
lo  dice,  che  per  la  febbre  fi  e  auif angue  dal  collo,  poi  per  tre  giorni  fi 
dia  per  le  narici  vino  vecchio ,  &J angue  di  tartuca  marina  con  mirra  y 
incenfo,e  caffia ,  vrì 'oncia  &  mer^aper  cofa ,  oueramente fkeeiafi  bol- 
lire unfhfcietto  d'abrotano ,  quanto  con  mano  fipuote  flrignere ,  e  fichi 
d'^ifrica  à  baHan^a ,  con  ruta,apio,  menta ,  &  paftinaca ,  e  tal  decot- 
tione  per  altrettanti  dì  fi  dia  fredda  à  bere.  *Agatotico  ordina  tre  vouay 
e  due  onde  d  'olio,rofato  con  vna  libbra  di  vino  bianco  leggiero ,  &  odo- 
rifero ,  &  vuole  chef  tenga  il  cauallo  in  luogo ,  dotte  pofia  fàcilmente 
rejpirare ,  cibandolo  fol  di  fieno ,  e  beuerandoloffiefio  di  acqua  frefea,  & 
s'egtifebiuafte  il  bere ,  aprafi  la  bocca  >  fecondo  Vv fianca ,  &  con  quel- 
lo inftrumento ,  che  dicono  oriculario ,  glifi  butti  il  liquor  in  canna  ,  & 
tenutolo  tre  giorni  in  queHo  modo ,  fi  potrà  ricrear  con  l'orilo  dato  dì 
giorno  in  giorno  più  largamente.  Didimo  dice,  fioler alcuni  giumenti, 
quando  hanno  febbre  correr vnpoco,& poi  fermar -fi,  &  qua  fi  pr  e  fi  di 
vertigine  affatto  cader  à  terra  ;  &  la  cura  effere ,  che'l primo  dì  non  fi 
dia  nulla  à  mangiare  :nel  feguente,  prima  che  tocchi  cibo ,  fi  cauifangue 
di  fotta  la  coda ,  &  dopò  l'interuallo  d'vn'horaglifi  facciano  ingiotti- 
re  trenta  cime  di  braffica  mediocri,ammaJfate  à  bocconi  con  olio,  &fia- 
lamora  dipefce,&  quefìa  efe  a  fi  contino  ai  cinque  giorni  fempre  alla  di- 
giuna .  Son  buone  oltracciò  le  cime;  ò  le  più  tenere  f rondi  deWoliua ,  ò 
del  lentifco ,  ò  ver' i  pampini  della  vite^b  la  gramigna  lauata-.e  darli  tre 
volte  il  dì  à  bere  acqua  frediffima ,  &  con  ifeungia  piena  d'acqua  nettar- 
gli fpeffo,le  orecchie,  le  labbra  ,  e  le  narici ,  tenendo  l'animale  rinchiufo 
inflalla,  finche  fa  del  tutto  fano.<t^flc uni  fogliono  con  lame  di  ferro  info- 
cate effulcerare  la  fàccia  di  fiotto  gli  occhi,pofcia  due  volte  il  giorno  con 
vnpankello  bagnato  d'orina  vecchia  calda  ,fument are  effe  cotture  fin 'à 
tanto,che  facciano  le  crufìe,e  che  cadute  quelle  vi  reflila  cicatrice  ,  e  di 
più  fearifie  andò  le  oreccbie,ne  fanno  vfeir  fangue. filtri  danno  à  magiar 
la  farina  ammafiata  con  vino .  zsfltvicon  vinoilcitifo .  <L*4ltri  lanano  il 
giumento  con  acqna,&  fiale, e  aprendolo  poi  di  manti  caldi .  Ma  per  feb- 
bre di  Mula  afferma  particolarmente  giouar'a  darfì  in  cibo  il  cauolo 
crudo .  Telagonio  afferma,  la  fr  ebbe ,  che  molto  fi  allunga fi  e  cacciar/i 
con  quefli  vnguenti  Uniti  à  tutto  il  corpo  contra  il  pelo  ;  vno  coni- 
li e  e        pofto 


£oi  *Z> £  VI  jt     ÒLO  ^  J  '^£ 

pofto  con  dragantifebepe biotico  ana  oncia  vnaygeuiana  onvia  me^ay 
feme  tf  ' horminioyfumaL  chi >  e  pece  nero  ana  oncie  due  ,  feme  d'apio  due 
e  mczjay  fugo  di  panacea  camomilla  ana  oncie  tre ,  mirra  troglodita 
&  incenfo  mafchio  ana  oni  le qv.att;  oytriffaginey  che  calamandrina  è  pur 
chiamataycncie  noueye  due  libbra  di  yinoycottoVrì  altro  fé  ne  compone 
con  rcfeycjr  olio  vecchio  ana  libbra  vnayacetoy  olio  di  conaflrello  ana  lib 
bra  vna  ejr  me7gay  portulaca ,  &  noci  vecchie  ana  libbra  mejga  y  con 
mentay&  rutta  a]  baflwzaVrì  altrafe  ncfh  con  abrotanoyadarceyfior di 
falnitrO)  e  bacche  di  lauro  verdi  >  due  oncie  per  vno  mille  y  vrì altro  con 
hiffopOycafioyeoyolioglc:Hcinoyolio  laurino^  olio  d  iride  ana  oncie  quat- 
tromila di  figa  dipanai  e>&  W&ga  d'cffenyo  >  aggiun  tatti  ana  libbra  de 
afiungia.Oltf  accio  fcaccia  la  febbre^  ogni  dolore  intesìinoy  &  rifa  la  & 
magre? 7^1  quella  hcuanda  ypepe ,  bacche  di  lauro  >  &feme  d'apio  ana 
oncia  mayfei  diradici  d'iride  illirica  detta  da  alcuni  giglio  faluatico  y  ò 
panona7^o.y  e due  & meija  di  polite  d'incenfóy  mefcolate  con  fugo  di 
vita  paj]ayò  vino  cotto .  .Altri  y  du  eyche  vfano  à  dare  per  le,  narici  vnfe~ 
ftarìoyb  vna  lilbra  dilatte  a" afway&  duoi  ciati  d  oglioycon  vnfcropola 
di  yaffranoyduoi  di  mirra }  &  vna  dramma  y  ò  vn  cucchiaro  di  feme  di 
apio.V fa  fi  ancoro  queH' altra  dopò  che  s'è.  tratto  il  fangueybiffo.pOyafie?i- 
tioy&  fichi,  ana  oncie  dueygentiana  &  feme  d 'apio  ana  onciefeìy&  qnat 
Pro  di  arislo.lochia ,  con  vnfkfcietto  di  ruta  >  bolliti  con  acqua  w  va  fé  di 
creta  ?  ^t  ridotto  alterco  dequali cofe-  vedendofi  annigrire  >  Jaràfegnoy 
chefìano.  cotte  come  conujene  y  e  di  tale  decottione  fi  potrà  dare  col  corno, 
vn 'heminayVn 'altra  beuandafifh  con  fugo  di  fiengreco  ben  colato  y  & 
fafciettid'apioydi  rut  ayd' hifiopo  y  e  dimeliloto  bolliti infieme .  Vn' altra. 
[e  ne  compone  con  mei^a  libbra  di  latte  di  capra  y  vn  ciato  d'olio  quat- 
tro youay&  amido  à  basìan^a ,  aggiuntouifugo  dell  ber ba  y  che  dicono, 
vetriolo ..  Tra  quejii  rimedi  eglifoggiugne  >  che  non  fi  manchi  dare  di  e- 
fiate  beueronidi.  acqua  fredda  con  farina  d'or%oye  di  uerno  d'acqua  tepi- 
da con  farina  di  grano  temperatamente^  e;  è  in  ogni  slagione  \  &  alla  fi- 
ne yfe  non  cefi  andò  la  febbre  yfi  ve  de  fi  ero  i  fianchi  gonfi  yadoprin fi  ime  di-  « 
e  amenti  abruciatiuiyfacendo  cauteri]  nei  fianchi: fecondo  ychedaVege- 
tio  fi  diflingueyilquale per la  febbre,  di  verno  appro.ua  la  feconda  vntio- 
neyche  s'è  defcrittoyfe  nonché  in  luogo  de  l'olio  di  conaflrello  pone  me^ 
%a  libbra  di  capra  :  dell'aceto  pone  tre  hemine;&  le  noci  dice ,  che  fila- 
no amare. Dalle  benande  mette  a  punto  la  primay&  la  feconda:nellater 
Tafa  quefla  varietày  che  pone  hiffopo  ;  affentio  >  gentiana  >  &  abrotano, 
ana  oncia  vnayfei  di  fichi  fecchiy  tre  di  femen^a  d'apio  bollite  con  la  rti~ 
fa  ;  &  sì  fatta  decottione  yuol>cke  fi  diamefcQlata  con  vnahemina  di 

buon 


2>£Z  fatfnÀyLiPl  Li  È.  ÌX.  8a; 

y£  buon  "pino  Za  quinta  pone  in  duoi  modiyme%£o  feHdrio  di  latte  di  capra 
yn  bicchier  d'oliotfuattro  vouay&  vn  bicchier  di  fugo  di  frumento  ma- 
cerato  nell'acqua^ fugo  dell'herhay  che  dicono  orciolaranl  qual  modo 
non  è  differente  come  quesl' altroché  richiede  col  latte  caprinoy  &  con  i 
fughi  del  frumentone  della  dettaherba  tre  onde  d'olioyfci  d'abrotanoyet 
y  na  libbra  dihijfopo ,  Folendoy  che  prima  di  tal  benandafi  canifangue 
dalla  vena  madrice,ò  del  palato,  (pnforme  al  primiero  modo  ^Anatolia 
la  de  ferine  con  vna  hemina  di  latte  di  capra ,  vn  ciato  d'olio,  liquori  di 
quattro  vouay  fugo  di  portulaca  >  òdelperdicio  detta  herba  vrccolaréy 
&  farina  d'amido  quanto  baili  lodandoyche  fé  ne  dia  per  tre  giorni ,  ò 

^  fin' a  tantoychefia  ridotto  àfanità  l anim a leyche  haueffe febbre  perifian 
cheTgay&fofe  diuenuto  afiaì  macilentOy&  confumato  .  Se  la  febbre  fi 
foffe  moffa  da  mal  digolay  ò  da  altre  diHillagioni  del  capo ,  loda ,  che  fi 
facciano  fomentagioni  di  acqua  calda  alle ginocchiay  0-  a"  piediy  &  li- 
nìmentidifaleyoriganoypecey&  olio  al  palato,  fregandola  bocca  confec 
eia  divino  y  &  folatro  maggiore  infieme  pefli;  e  'ICj  lamento  fiaricriato 
con  pryoye gramigna  ver  de. Oltracciò  egli  diceyla  febbre  coiofcerfi  dal- 
la faccia  fp  e  fi  a.y  &■  figurataycbe  rende  il  v&ntrty  e  douerfi  curare  Vefxatc 
con  bagni  caldi  y  acciochenonfenta  horror  e  >  fo  fumando  l'animale  con 

r  poco  cibo  di  farina  di  orobi  y  ò  di  grano,  e  beuande  di  acqua  frefea  ,  non 
'  mancando  di  fargli  purgare  il  ventre  y  ■&  e aitargli  f angue  dal  collo  >ò 
dalle  vene  dellagolcye  del  petto  y  fomentando  le  ginocchia  con  caldo  a- 
cetoypoì  quando  fi vedrà  miglior  atOypotrà  Untar  fi  con  acqua  calda.  Ve-  t  r ,  ,. 
getio  ferine  che  fé  la  febbre  vicn  d'efìatCyil  (j 'iumento  fidar  per tattOy&  eftate . 
con  battimento  di  poi  fi  tranagliando)&  con  pena  di  oriti  are yfi  gitta  per 
trauerfoà  terra  y  allhora  conuienc  cauargli  j angue  dalla  vena  infra  le 
cofeiequattro  deta  lungi  dal  federe  ,ò  non  tr  oliando  fi  questa  vena  5  fa- 
gnift  nel  collo  y  con  darli  poi  vna  beuanda  compojìa  con  fughi  diporcel- 
lanaye  di  rofa  campanaycon  draganti yincenfo>&  mulfo  .  S'ella  verrà  de  febbre  di 

D  lAutunnoyfi  trarràfangue  dal  collocò  dal  palato  nel  ter^o  grado  >&■  con  autunno. 
acqua  melatay&  vino  fi  daranno  pejìe  e  criucllate  rofeyttr:J]ag,;ne,  e  dra 
ganti  vnfeflario  per  ciafeuna  .  'Bifogna  ancora  confiderarcy  che  quando 
l'animale  ha  febbre  per  indige fi  ione ,  ò  per  empitura  y  onde  fi  vede  tirar 
dal  nafo  il  fiato  grofìo  y  batter  (pejfo  ifianchiy  &  piegar/i  nella  fchienay 
lacuale  per  rislingimento  diuenta  rigidaytonuiene  copio f  .meni  e  dal  col 
lo  e  aitai  gli  f angue  >  e  con  aceto  fregarli  il  nafo ,  acciochefi  prouochi  lo 
fiarnutOy&  hauendo  difficile  ilventreyaiutaie  con  la  mano  a  cacciarlo 
fterco}&  dandogli  per  interuallopochiyleggiericibiye  fregato  ccnle  ne- 
tejfarie  vntioniyfarloftare in  luogo  caldopertre  ò  quattro  bore  ben  co- 

Eee     2  uerto 


$04  D  E  L  l  U     Cjl  0  \1\4 

Febbre  ca  tterto,poi  cofi paffeggiarlo  con  panni  adofio  .  Se  la febbre  ficagionaffe  g 
gianata    da  qualche  poHema ,  à  piaga  del  corpoyò  della  gola  ,èda  trarfifangue 
da  polle-  dalle  tempie,ò  dal  palato,&  dal  collo  ancora,& dalle  mafceile:&  m& 
deliamente  dal  luogo  ,  dou'ha  il  male];  &  alla  fine  da  qualunque parte- 
fi fia,fi 'a  buono  à  trarne, pur  che  s' babbi  a  rijpetto  aìÌafor%a  dell' anima" 
le,&  quando  fchiuafìe  il  cibo,  glifipoffono  ogni  dìbuttare nella  gola , 
inuoltein  olio,fette  grofie  pillole,fhtte  di  fugo  di  ima  paffa,  e  farina  im- 
paciata con  acqua  àguifa  di  farinata  fi-retta  :  &  ultimamente  ancora 
Infufiani  fi  d<*  <*  ^ere  vna  Gemina  d'aqua  con  tre  oboli  di  offrano  .  Ma  fra  tut- 
da  rinfre  te  le  infufioni  quella  fcriuono  gli  hippiatri  bauere  propria  virtù  di  rin- 
I^kk  'e     frefcare  il  giumento,cbe  babbia  febbre,che  fi  compone  con  vna  oncia  di  f 
ru      olio  rofato,&  vn  altra  di  aceto,  alle  quali  lungamente  menate  infieme, 
dòppo  alquanto  fratio  fi  aggiunge  altro  olio  rofato  inpefo  di  onde  tre  y 
&  altrettanto  di  mele  con  vna  libbra  di  latte,  &  vnaJjemina  di  vino . 
csfltri  dicono  ,  che  prima  fi  dia  a  bere l' aceto  ,&  l'olio  rofato  sbattuti 
infieme:  poi  con  vn  poco  d'intemallo  fi  dia  l'altra  beuanda  di  mele,  olio 
rofato,latte,&  vino.  Et  nelle  febbri  certamente  nonpuò  l'animale  me- 
Febbre  ^°>c^e conherbaggi  verdi  effere  foHenuto  .  *AgoJlino  (olombro  dice > 
Che  fia .    la  febbre  non  effer altro ,  che  vn  calore  s'Irono  aggiunto  al  naturale ,  &■ 
confermando  ifegni,&  le  cagioni  d'ifópradette^  approualafagnia-del-  ~ 
le  tempie,  per  effere  vene ,  che  vengono  dal  cuore  con  f angue  arteriale  t 
laqual  fagnia  edafarfi  quando  fi  veggia:  l'animale  effere  indeclinatio- 
ne  della  fita  alteragione-.etloda  a  dargli  per bocca  frutti  di  lauro  difciol- 
t.icon  mele  in  vìno,aceto,&  acqua  alquanto  tepida,fkcendòlo  pafieggia 
re  foauemente  non  pìud'vn  mìglio.  Contra  la  febbre  dell  eHate  coferma 
la  beuanda  d  a  Z/eget  io.  ordinata;  fé  non  che in  luogo  del  mulfo  pone  fugo 
di  pane  abbeusrato  in  acqua  di  viole,b  nella  loro  infufioneda  qual  bena- 
èa  non  detterà  effer  in  quantità  molto  grande .  Tuoffi  ancora  vilmen- 
te dare  à  bere  per  tre  dì  V  aceto  fquilitico;  oueramente  il  fugo  della  radi- 
ce del  fambHco,due,b  tre  libbreper  volta.  Tsfe  fi  manchi  di  far  clijìeri  ftf 
con  dècottione  dì  malue  ,bietole,portulaca,  brancaorfìna,brenno,  meley 
&  olio  violate,  e  di  lattare  le  gambe  con  acqua  ,ouefian  bollite  le  mal* 
ue,òfrondi  di  viole-,  &papaueri,  e  giufquiami.  Oltre  le  quali  cofe  gioue- 
rà  mettere  fu  le  tempie,&  nella  fronte  con  vna  pe^^a  di  lino  vn' empia 
firo  fatto  di  farina  d'orilo,  sfrondi  di  rofe  polueri'rate ,  edifciolte  con 
acqua  rofa,aceto  &• chiara  di  voua .  Fn'altro  ripercoffiuo  per  li  mede- 
fimi  luoghi,  quando  il  giumento  moslraffe  dolor  di  capo  >  tenendolo  di- 
meffo  con  gli  occhi  ferrati, &  con  l'orecchie  immobili,Qgli  ordina  a  fare 
Monfermìrredl  liniyii  lattugbe3di  portulache  >  e  di  giufquiami ,  pefte 

fottilmente. 


ttl  CJ.V  JÌl  l  0,   l  1B.  IX.  to$ 

£f  fottìlmtntei&  ben  dimenate  con  bianco  d'uoua.Contra  la  febbre  di  ver» 
no  loda  lafagnia  del  palato  >  &  Ivntioni  di  vino&olio ,  ouefta  bollita 
la  ruta  sfregando  contrapelo  >  &  poi  con  vna  peyga  di  lana  ben  rasciu- 
gando y  &  ordina  a  dare  y?ia  beuanda  con  acqua  d' or  %p fornente  di gìuf- 
quiamoyfmirnioy  &  olibano  ana  oncic  due  >  <&  quattro  di  ^afrano  ridot- 
te in  fottìi  polue:  lequai  cofe  dando  fi  a  i  Giumenti  con  vino  buono  vna  voi 
ta  il  mefe^quando  fon  fanì-ydice  che  f ariano  mirabile  il  giouamétoà  con- 
feritagli in  fanltàyfen'za  fargli  venire  in  morbo  alcuno .  Se  l'animale  ha- 
uefie  febbre  per  e  agion  dello  ftomacoy  il  qual  non  potendo  ben  digerire  > 
bar  ebbe  fatto  corromper  gli  hi  mori  ;  fi  conofcei  à  oltra  lo  jpeffo  anfarey 
C  che  l'eflremità  dell'orecchie  farebbe  fredda ,  &  la  Jchiena  con  rn  certo 
rigore  fi  farebbe  riflretta)&  aggriciatayò(come  egli  dice)  apporlorcita, 
per  cui  rimedio  loda  chef  tragga  f angue  dal  collocò  dalpetto-fò  dalle  ga- 
{)€>&  che  per  due  giorni  gli  fa  data  a  bere  vn'hemina  difugo  di  feluag- 
gio  cocomero-facendogli  tre>ò  quattro  differì  con  acqua  di  canigliayolio, 
&  fale>  aggiuntaui  vna  mano  diflerco  dipolombo  benpeHo-pcrcioche  il 
calor  della  febbre  fuol  far  diuentare  il  corpo  fiiticoy  &  per  quefia  cagio- 
ne non  è  da  far  fi  mangiare  oryo  >  ne  paglia  ;  che  fanno  lo  fieno  duro ,  e 
diffìcile  a  paflare.*Altrifaui(come  egli  narra)  configliano  il  buttar  per  la 
gola  due  h  emine  di  fugo  canato  dalle  radici  del  subucOyilche  gioua  anco 

**  ra  à  tutti  coloroyche per  rompimento^  per  fangue  alterato  infermi  f offe 
ro  .Oltr'à  ciò  grandemente  da  lui  fi  loda  la  confettane  di  thimo  j  laqual 
confi He  in  thimo^pepe^mirra^  &  foglie  diruta  onde quattro  per  cofapo- 
fìe  inficme>&  confìtte  con  melefihiumatoydicendopoterfene  dar  vn' oit 
eia  con  acqua  d'orT^o  tepida  a  chi haueffe  febbre ,  o  con  tepido  vino  a  chi 
fojfe  auuelenatoper  qualche  caufa.  M.  Tier  Andrea giudicaua  il  caual- 
lo  hauer  febbre  quando  il  vedea  tenere  il  capo  grane  ;gli  occhi  turbatiy 
la  bocca  fecca  ?  &  l'orecchie  calate-)  fidar  V  orecchie)  &  fattogli  occhi , 
&  bora  cacciare  vnpoco  il  membro  fuori >  hor  ritirarlo  :  &  vedendo  > 
2  ctieglì fchiujff e  il  cibo  ■>  comprendea  l'humore  effere  nella  te  fa  ;  però 

*     cauatogli  fangue  dai  finchiygli  fea  dall'una  all' altra  orecchia  >  &  per 

fotto  la  gola  vntione  d ,a{fungia->&  poi  gli  bagnaua  il  capo  con  acqua  te- 

pidaycofi  facendo  tre  ò  quattro  fiate  il  dì;  &  fé  con  queSìo  non  f offe  man» 

cato  quel  caricamentOyvi  adoprauailfacchetto  delle  fauetorr  ade  <>  che 

altrouesè  detto .  S'egli  non  hauefie perduto  V  appetito  •>  gli  daua  vn  be- 

\  verone  alquanto  tepido  di  dieciroffid'uouay  feioncìe  d' affungia  di  por- 

$o  fen%a 'faleivna  di  coffia^  vn*  altra  di  ier  apigra  >  ceti  due  bicchieri  di 

.  vino  bianco  y  hauendolo  fatto  fare  fei  bore  innanzi  few^a  mangiare  y 

€  tre  dapoi .  la  falla  doue  il tenea  3  procurauay  che  f uff  e  di  ver- 

'  Eee    i         no 


«3  c<r/</^  >  di  fiate  frefca ,  &fófca-in  ogni  tempo<  u  Ter  cibo  gli  dauci  or-  g 
Tra  te»  cottole  fyeffo  aguifa  Migrano  rifa  :  cioè  che  l'orbo  s'hauejfe  im~ 
beuuta  tutta  Facquayoue  s'era  cotto  >  hauendolo  da  poi  tenuto  nell'islef- 
fa  pignatte  dentro  il  fimo^accioche  fi  fufie  rafciutto  meglio  y  del  qu  al  or» 
«  mefcolato  con  brennoygli  mettea  ma  particella  dauantiy  aggiugnen** 
iouene  a\  poco  a)poco>  s'egli  volentieri  n'hauefie mangiato  .-  altrimenti 
pejlaua  H  detto  oriocon  vn  poco  di  queir  acqua?  qm  s'era  bollito  > 
&  poi  premendo  il  eobaua  >  &  di  quet  l'atte  fea  vn  beuerone  mefcolato. 
con  fattile  farina  d'orbo  ;ilquale  beuerone  dauafo fianca  grande  all'ani- 
male^ liberaualo  dalla  febbre  >  [olendo  dire ,  che  poco  vagliano  quellt 
mediciney  che  non. fomentano  la  virtù  mentre ,  che  s'accende  affacciar  il 
male .   Tal  volta  daua  i  beueroni  di  farina  d'orbo >.  e  di  farina  di  grana 
i'egual:  mifura ,  bollite  infieme  di  manieracela  decottione  fofie  rima- 
fa  liquida ,  ^r  atta  à  beuerfi  ?mafe'l  Qauallo  hauejfe  fchiuato  il  bere ,  la 
pari  bollire  tanto  y  chefuffe  rmxfa  piujpejfa  ,  atta  però  a\paffarper  lo 
cornoycol  quale  glielo  buttaua  entro  la  gola. Et  fe'l vede a  sìercorare  du 
tOyglifea  eli/Ieri  con  latte  di  caprai  olio  rofato  >.  aggiuntouì  alquanto 
alenatimi  :  affermando  q  uè  fto  rimedio  effere  generale  cofi  a'  giumenti 
come  anco  adhuomini .  Se  la  febbre  fuffe  fiata  ter^anayvedendofi  il  ca- 
mallo filar  l' un  giorno,  bene ,  &  l'altra  noKyfoleafimUmente  curarlo  conia 
beuanda  de  i  roffi  d'uouay&  col  cibo  dell'orbo  cotto  >  e  beueroni  difarin* 
d'or-^o  dìslemperatanell'  acqua  borita  (  come  s-è  detto  )  & cofi guariti 
parimente  i  quartanarij  .  Gjiouan  Battigia  Ferraro  dice  y  la  febbre  efiere 
ed     5  au€M9n  difangueverfo  il  cuore y  e  difixnguerfì  in  duefpetie  ,  humoraley 
Ferrara  .  &  epbemera.-quesla  fuol auuenire  oper  agitatione  dihum&riyòper  ifmi- 
furatotrauaglioyòperfredde'^a>ò  per  arfurayo  per  timor  ripentirti  >  & 
altri  fimitiaccidentiy&  dura  non  più ,d 'un  giorno -.quella  èpiu  lunga  >& 
Viene  quando  gli  immuri  fon  già  corrotti)  e  putrefatti)  ò  alcuno^di  quelli 
_  j.         confeguita  vittoria  centra  gli  altriyopprimeie  virtù dell 'animale.  €t  per 
%cre>        cbe-le  infermità^  b  e  nel  verno,  &■  nelT  autunno  fi  fcuoprono  yfogliono  ba- 
tter origine  dal  cerebrOy&  nella  primaueray&  nell'eslate  dal  cuore:que *jd 
Sic  fon  veramente  da  dir  fi  febbri  e-r  quelle  più  toHofomiglian'^e  di  feb- 
bri :  &  cofil'vne ,  come  l'altre  fon  da  curar jt  col  lor  contrarioyfcaldan- 
doy&  confortando  quelmembroycheperfouercbiabiimidita\&  fredde^ 
%a  dislilla  quegli  agri  humoriy  chefimnoyalterar'ilcorpoy&  vinfoefears- 
doye  difendendo  quell'altro  dalle  fumofe  &  maligne  efialagioniyche  ma* 
da  il fegatoyvotandoy<&- purificando  ilfangueyche  per  foarabbondanvray 
&  corrosione  pece  affé .  Giafi'fuoldireyche  dì  tutte  le  creature  y  ciafeu- 
uà- per  naturate  ììIìhìq  è  fogna,  adakun  male  particolare >  come  lap& 


DtL   CUV  Ali  t\    ltÈ.lf.        prf 

tana-fEhuomo  "n 


gì  torà  à  la  tifala,  capra  a  VepUepfiay  il  (fané  alla  rabbiayil  leone  alla  quar  prawrfc 
tana^Ebuomo  allafebbre^e'l  cauallo  a  i  dolori,  nondimeno  la  febbre  an~  f^"  olt 
torà  fi  vede  travagliare  il  Cauallo  non  jxenjcbn  l'buo  mo,an%i  tanto  piuy  ri  mali}. 


quanto  in  lui  non  fi  può  come  neWhuomo  d.il  moto  de  i  pQlfiy&  data  qua 
litàdell  orine  difcemcre  la  propria  conditone  del  male-,  &  quantunque 
egli  fiarobufiìffimo  alk fatiche  y  non  baila  però  àfojferiretal  male  per 
lungo  fputio^percioche  ejfende  molta  [eccita  ne'fuoi  intefUrìbtfucìlmen* 
te  coni  aggiunta  di  quello  [tratto  calore  vi  fi  indurano  gli  escrementi » 
sicché  impedita  la  virtù  efpultricey  s'accendono  più  gli ifyiriti y&  màfie* 
ramente  recidono  l'animale  yfe  nonsvfi  preficzga  ad  h umettare  quei 

j$  luoghi:  Bifogna  dunque  il  medico  effere  diligete,  <&  accorto  a  tuttélecpr 
coflan^perche  alcuni  morbi  fon  cronkiychefitrafportanoingran  tem 
pojquaìi  conuien,cliefi digerivano  àpocoàpocoy  alcuni  fon  furiaft^he  ri 
chiedono  i  rimedi  fen^a  altro  indugio:  e  dovendo  alla  dìuerfitÀ  de'  mali 
appropriare  ciaf  e un  rimedio  >  barda  confiderai?  alcune  febbri  effere  di 
fàcile  cur adone >àlcune  di  àifficileyàlcune  efientiali^pero  per  tre  vie  farà 
da  trattar  fi  la  cura  loro:prima  con  i  pronoftiebi  detta  morteypoi  con  im- 
pedire il  camino  del  male ,  che  tende  àqueUa ,  #"  vkimamente  con  ri- 
dure l'eccefio  de  gli bumori  al  naturale  temperamento  .Primieramente 
dtmqueyegli  lodayche  dalla  vena  delle  tempie  dappreffo  àgli  occhi  fi  trag 

C  gaf angue  intorno  a  due  libbre :<>  fé  cibperimpatien'za  del  Giumento  non 
potejfe  farfhtraggafi  dalla  delira  parte  del  collo:  &fefra  dieci  horerio 
fifeorgeffe  miglioramento  >  aiutafi  la  natura  con  vna  beuanda  di  venti 
roffi  d'vouayconferua  rofata^uccaro  finoyolio  vecchioyacqua  d'endiuiay 
&  di  bugloffa  ana  onde  quattro ,  &fei  di  diamoron  con  acqua  di  buona 
cislerna  incorporate:  &  indi  ad  vn  bora  glifi  fàccia  vn  cliflere  conde- 
quadi  camomillay'^r  mercarella;  co  quale  m  operadofhcàafi  il  fecondo 
alfimil  modo  :potendoft  per  férmo  tenerey  che  fé  con  tale  beuanda  la  feh 
bre  non  viene  a  declinar ey  darà  trijla  afyettatione  de  fatti  fuoìy  &  [aria 

•_.  forfè  per  honor  della  medicina  beneàlafciarlo  col  fol  pronostico,  fieome 
nelle  perkolofe  infermità  Hippocrate  velea.  Secondariamente  douendo- 
fi  con  la  digeflion  procurare  che  la  natura  malignata  non  venga  al  firn 
terribile, fi  fard  lafagnia  delcolloy  &  fé  fra  quindici  bore  la  febbre  non  fi 
jcemafieygli  fi  darà  col  corno  vna  beuanda  compofi a  con  cinque  onde  di 
giulebbe  rojato,&feì  di  giulebbe  violato,difciolte  in  vnftftario  d'acqua 
di  fumo  terra:&  fé  fra  fette  in  otto  bore  no  miglior  affé  yfi  farà  la  fogni* 
nelle  tempiey&  clifteri  mattino,&  fera.Ciò  nongiouandoyfacciafi  cuoce 
re  vna  gallina  giouane  dentro  l'acqua  y  tanto  che  tutta  lafojlan%a  delle 
tarni  fi  riduca  infugo>  del. quale  prefe  due  libbre  y  incorforandoui  fedivi 

Eec    4  ro£i, 


J     So*  D  E  l  L  jt     GLORIMI* 

roffi  d'vouayfi  diano  a  bere  :  Et  fé  fra  quattro  giorni  il  giumento  non  fi  £ 
vedefie  alleggerito  y  fi  potrà  con  quest'altro  medicamento y  da  ogni  forte 
di  febbre  appropriato jconofcereys'egli  fofle  per  ifeampare  .  Trendafivn 
gallo  cTvn'armojQ  par'  vna  gallinaycke  non  h  abbia  fatte  vouay<&  tolte  le 
penne  fen^a  vcciderlay  buttafuori  vna  fottiliffima  verga  per  ogni  parti 
&  con  tali  tormenti  mort  ammetta  fi  a  cuocere  in  vnpignatto  nuouoy  co-  - 
me  ella  fiàyfev.%ayche  altramente  fi  apra  y  e  disfatta  che  fiaypiglifi  quel 
liquore  colato  f&  congarofali  ;  &  cinnamomo  perfetto  ana  libbra  vnay 
pepe  lnngoy&  reubarbaro  vn  terreo  d'oncia  per  vnoy  caffia,  &  acqua  de 
vidimale  di  buglofa  ana  oncie  quattroyacqua  di  fumo  terray  -nacaro  fi- 
no ana  oncie  cinquenne  di conferuaviolatayvna  di  mannay&-  dieci  rof-  & 
fi  di  vouayincorporata  ognicofa  infiemey  fi  dia  a  bere  dandogli  dapoi  vn 
becchier  difugodi  arancio  dolce .  Fatto  quesìoyfé'l  cauallo  fidando  fi 
corca  y  èfegnodi  morte;percbe  dinota  il  vigor  naturale  per  lafor^a  del 
morbo  effer  dimeffo;  &fein  termine  di  ventiquattro  Imre  dopala  medi 
cina  non  fi  difearka  per  lofolito  luogo  yò  per  bocca  ;  è  da  temer fiy  che  in 
yn  giorno  eglifi  muoiay<&  non  morendo  in  talefj*atio}fi  potrà  giudicare 
fai  nato  di  quelfuo  male .  Ma  per  la  ter^afpecie  acuta}&  perigliofaycbe 
non  patifee  dimorargli  vuole  y  che prefiameute  fi  prendano  tre  capponi 
da  due  anni  in  dietroy&  viui  con  tutte  lepenney  fi  percuotano  tanto;  c!?e  r 
yengano  a  morire  ;fenxa  che  loro fìa fiato  percoffo  il  capo; indi  tagliati 
■minutiyfi  mettano  a  bollire  con  olio  d'oliuain  vna  caldaia ,  &  come  fi 
•veggano  a-  feparare  l'ofia  dalla  carne  per  lorofieffe  >  colìfi  per  vnfotti- 
liffimo  panno  quella  decottione ,  laqual  mefcolata-  con  quattro  libbre 
(tifino  %uccaro grattato^  vna  di  manna;  aggiuntevi  cinque  oncie  di 
reubarbaroyfi  conferuerà  in  vnvafe di  creta  ftagnatoy&nnoua:  órv§ 
lendola  adoperareyaggiungauifivn  ter/fa  d'oncia  di  giulebbe  violato y  e 
due  oncie  dij,erapigraycon  cinque  roffl  d'  voJiaye  diafene  beuanda  il  Giu- 
mento infermo  yilquale  fi  a  fiato  la  notte  innanri  fenica  man%iarey&  co- 
fi  sliafei  bore  dapoiiindi  fi  menerà,  in  qualche  prato y  ouefian  tenere  <&•  [f 
-perdi herbette ;delle quali  mangiandoy  daràindicio  difalutema  toccan- 
dole storditamente  con ,  la  bocca  fetida  tagliarle y  e  manicarle  daràfe* 
gnoyche  la  virtù  fìa  dal  ne  ini  codi  dentro  abbattuta^  vinta.  QueHo  ri 
thedio  tra  le  co  fé  di  Ai.  Luigi  ho  trouato  co  fi  deferitto ,  che  tre  capponai 
quali  noni) abbiano pafiati  due  anni  y  fi  battano  viuiyconvna  fr-ufia  nel 
pettine'  lombiy&  nelle  gambe yfincìie-fian  morti;pofcia  ff>ennatiy&  mi 
tM7jgtiyfì facciano  largamente  bollire  inolio  y  finclie fìano  disfatti  ;  <& 
colatoqueltal  liquore  ;  jiggiungauifi  vn  rotolo ,  &  mez?x>  di  ^uccarc 
.futilmente grattato  firn  di  mele,  &ms7^a  libbra  di  cinnamomo  >  &* 

con 


TtEl    CjtV  jt  L.L0>-11B.  IX.  8o£ 

■%4  con  itti  miffurafi  (orni  a  bollire,  finche  tre  deta  ne  fan  consumate  :  indi 
fi  metta  in  vafe  di  terra  slagnato,  &  adaprifi  in  dieci  volt  e  figliandone 
quanto  cape  in  due  fcor^e  d*uouaymefcolato  co  unaquarta  parte  digitù- 
lebbe  ,  <&  vn  rofio  d'uovo  difcioltoin  vino  :  Uqual  beuandafia  data  la 
mattina  al  Gimnento  digiuno, e  tenuto  prima  in  ajìinen^a^ion  facendo- 
lo mangiartene 'bere  in/ino  a  vefpro;  all' bora  (felajlagionefia  buona)  fi 
farà  slare  alla  verdura  doue  seglipafceffe  vn  boccone^  poi  fi  fermaffe 
battendo  i  fianchi,  farebbe  cattino fegno e  pur  fé  pafiafìe  le  due  bore  Hi 
notte,} "aria  fuor  di  pericolo  :  Oltr' acciò  s'egli  fi  gittafie  in  terra,  e-' l  fiato 
delnafo fi fentiffe freddo :e  i  tefìicolifi  vedefiero  fudatiyfe  bépareffe  slar 
bene\reputifi  differato, perche  èproffimo  al  morire .  Le  febbri,  eglinar- 
raua,  procedere  ò  dal  polmone  offefo  da  certa  acqua  velenofa  in  lui  rac- 
coltalo del  fegato,oue  tal  volta  nafeono  certi  brugiori  informa  di  corian 
dri,ò  da  i  rognòni,quando  il  cauallo  efìendograffo  se  fatto  correre  fnbito 
eh' è  vfeito dalla jìalla,fen?a  batterlo fatto  paleggiar prima untratto  di 
balefira ,  come  conuiene ,  ò  da  dislemperan^a  di  haue-r  beuuto  quando 
era  caldo;  ma  qualunque  nefuffe  la  cagione  egli  quando  vedea  il  Ginmen 
to  batter  i fianchi  yfchiuaril  cibo ,  &  di  graffo  repentinamente,*diuemr 
fecco,vfaua  l'isleffo  rimedioycbe  s'è  detto tbenche  oltraquello,tenearque-- 
tT altri  pur  in  coHume,  che  con  rodomele,acqua  rofa,  &  olio  rofatoon- 
£    eie  quattroper  vno,ne  mefcolaua  tre  di  giulebbe  violato ,  &  vna  di  cin~ 
naiHomo  finoyaggiuntoui  dodici  roffi  d'uouayvéti  acini  digarofali,mexat> 
libbrfrdj  finocchiona  di  meley  &  vn' altra  di  fino  ^tecaro ,  &  nefea  he- 
uanda,finchela  febbre  f offe  andata  viaio  neramente  con  vna  libbra  d'ac 
qua  rofa,&mexga  di  mele incorporaua giulebbe  rofatoy  e^ucaro  ano. 
onde  tre,fementedi  ^ucca ,  &  manna  ana  onde  due,  &  vna  quarta  di 
cajfia,facendo  fiar  l animale,  per  dodici  fmredapoi  digiuno,  e  tal  medi- 
cina egli  affermava  ejfer  vtilijfìma  in  ogni  febbre ,  fé  ben  fufìe  Hata  la 
febbre  fecca  .  Vfaua  ancora  molto  fpejfo  il  fugo  delle  cicoreedato  a  berey 
t>  &  molto  più  i  beueroni  di  latte  con  farina  per  molti  giorni^  di  piuyprefo 
vn  cagnoletto  di  quindici giorni,il  fea  tanto  bollire  in  vna  caldaia  di  ac^ 
quapiena^he  l'offa  dalla  carne  fi  fofièrofeparati:  indi  collata  quella  de- 
■cottione ,  vi  difeiogliea  rne^zo  rotolo  di  ,zuccaroy&  vna  libbra  di  mele 
&  la  daua  a  bere.t^ltre  volte  fatto  fece  are  al  forno  il  fegato,<& l'ttoua 
della  tartucay&  ridotte inpolue, nepigliaua me^^a- oncia ,  & aggiun~ 
tauene  vna  di  zuccaro,  con  vna  quarta  di  cinnamomo ,  iafpargea  den- 
tro vnamifuretta  d'orbo,  ilqualehauea  fatto  sfregare  per  mani  vnte  di 
mele  :■  e  gUe'l  daua  a  mangiare  in  vn.  baccino  :  hauendtol  tenuto  in  asli-^ 
nen^a  molte  bore  aitanti:  &  s'egli  non.  hastefle  voluto  mangiarne  >  me~ 

fcolaiia. 


fcolaua  la  detta  polite  con  vn  roffo  d' vouoy  meyga  libbra  dìnìeley  &  vn   j 
oncia  di  acqua  rofa,&  col  corno  gliela  buttaua  alla  golayfkcendolo  fia- 
re  dapoi  digiuno  vna gran pe^ray&  per  buon  fegno  teneaquandoylegx 
to  alla  Hallayil  vedea  temperare ;per  trifio,  quando  il  vedeaycon  glioc- 
chi  merino  chiuftygiacere .  Horaquefiitre  v  Itimi  rimedi  f9mftatiy  pia 
dal  Ferraro  >  annotati  con  sì  fatta  diflintione  :  che  quanto  egli  dìfopra , 
intorno  alla  febbreyha  ordinato ,  intende  propriamente  appartenere  al- 
la febbre  acciliacanominatayproccdente  da indigefii}et  corrati bumori; 
i  quali  dal  fegato  infetto  eff alando  perla  venale  termina  al  capo^of- 
fendono  il  cerebro  deW  animale^jùcendogli  tenerla  tefia  chinaycon  Vorec 
chie  afiai  caldere  sbatterei  fianchi  fenja  interualloSPer  la  febbre  rogna  f 
Febbre  ro  na[£y  che  Difteuatione  dalnoftro  vulgo  &  da  CjreciHattragoè  chiama 
guo     a.   ta;pone  la  mislura  di  manna ,  &  giulebbe  rofato  ana  onde  tre,  con  due 
di^uccheye  cinque  di  acqua  rofaydopò  la  qual  beuanda,  fé  infette  bore  il 
Cjiumentonon resìa  liberoygiudicain altr etante  douer  morirey  &fi  co- 
me il  rimedio  de  itre  capponi  [opra  narrato  fi  può  ejfic adornamente  in 
quefio  male  adopr  areico  fi  la  detta  medicina  di  manna  a  tutte  V  altre  far 
ti  di  febbri-figli  afferma  efìer'anco  appropriata;  &  foggiunge  procedere 
quefia  febbre  dalefion  della  venayche  nella fy male  midolla  concorreva- 
gionata  darepétini  corfiyb  dafouerchitrauagliy  eh  e  fi  fon  dati  al(aual- 
lo  fenica  riguardo  dalla  graffe?jay&  corpolen^cf/  egli  banefìeyò  fen 
^a  riguardo  dalla  Hagione  ardenteycome  per  poca  diferetione  de'  caual 
catori  fuoly  auuenire;e  di  tale  infermità)  onde  pochi  fi  faluanoy  dicey  che 
da  inditio  l'animale  y  quando  oltre  al  forte  battere  de  i  fianchi  slampa 
per  voler/i  corcareye  tienigli  occhi  roffiy&  infocati.  Sta  parimente  co  gli 
occhi  accefi}e  sbatte  ifianchiyfojpirando  alle  voltey  e  tenendo  il  corpo  ab- 
bandonato y  e'I  capo  carco  aguifa  di  raffreddato  ,  quel  Cjiumentoyàcuib 
per  ifmi furata fatica  >  ò  per fouer  ch'io  ripofo  è  venuta  la  febbre  acciden- 
tale^ Immorale  y  riceuendo  il  fegato  dalfangue  molto  infiammato  non 
poca  ojfefa:per  la  qualfebbrey  egli  loda  ycbe  dapoi  che  fifia  dalla  vena  jj 
del  capo  cauato  fangueyftdiapiu  volte  à  bere  latte y  ò  fiero  di  capra  con 
fkrina  agitato  y  accioche  l'humido  radicale  fi foflenga  in  vigore  :  &per 
cacciare  affatto  il  maley  fi  dia  la  decottione  d'un  cagnolino  nato  di  otto  > 
ò  nouegiorniymifia  con  tre  libbre  di  yuccaro  finoy&  altrettante  di  mele, 
sAuertédo  che  J ci  (auallo  fi  f uff  e  nel  fine  del  motto  della  Luna  infermato^ 
Febbre  gli  fi  facciale  fio  odorar'  aceto  incorporato  co  vinoy  perciocbequeslo  con 
che  (ieri  •  forta  il  cerebroy&  quello  probibifee  /' effalagioni  fumofey  &  rie. Quando 
uà  dal  poi  [a  febbre  viene  dal  polmone  per  quelle  ampoUey  che  da  maligna  humidi- 
mone  *    tà  vi  fi  fogliano  generar t  >  dice  t  che  fi  difeeme  dalla  gonfiezza  attorno 

al 


atJoflby  dalfudor  delle  tempie  y  de  gli  occhi  y  e  dell' orecchie  y  e  dolche* 
**  cwr  «fe//.*  verga  fuori .  La  febbre peccane  glihuomim  detta  etica  >  per    ^   r 
/o  <y«d/e  v/>«  l'animale  à  far  fi  tificoyfi  difeuopre  dal  poco  mangiare  y  e£* 
pocobereydalloftercofeccoyfreddoy&famojoydallapituitày  &  flemma 
chefeorre  dal  nafo,  e  dalla  bocca y  e  principalmente  dalla f Quercina  tof- 
fe  >  molta  pericolo  fa  aCaualli  giuliani ,  ne  i  quali  per  la  forza  del  calore 
ftcoagolayediffeccalhumiditày  la  doue  af  vecchi  il  catarro  per  le  f e ar fi- 
fa d^efio  calore  è  più  terminabile  y  &più  corrente .  Oltracciò  dice  efiere 
d'auuertirey  che  vfeendo  da  gli  occhi  lapura  lagrima ,  èfegnopiu  di  raf- 
freddamentOyche  di  tal  maley.ma  vedendo/i  i giri  di  quelli  con  le  fedirne 
«.   fanguinofe ,  àfembianti  afiponeyò  re  fina  y  è  proprio  inditio  della  febbre 
tenta  y  nelle  vene  intrinfecata  ril  cui  fintomayfe  ne  gli  huomini  fi  conofee 
' e  he  da  poi  che  s'iprefo il  cibo  fi  detta  il  calore  nel  corpo  affetto  >  come 
ì  olio  fcaldatonella  padella  y  ne  giumenti  all' incenfo  fi  fcorgey  che  lo- 
ro tremano  legìuntureye  tutto  il  corpo  ;  Hando  il  altro,  tempo  queti  >  e  di 
mejfi  àguifa  di  raffreddatitSt  benché  la  virtù  ijpultrice  foglia  col  tremo 
re  terminare  tal  volta  i  maliynondimeno  quello  tremore  èdifferenterfer 
eioche  perfeuerando  dinota  accenfioney&  corrottione  dei  membri Jpiri- 
tofiy&  interni-.pero  nel  venir  di  effoynonfaràyfe  non  molto  a  propofito  à 
mettere  fu  i  rognoni  vnfachetto  pieno  dicrufea  bene  fcaldata  fen%a  ac— 
q  qua  in  vna  caldaiayche  •$ 'eglimancheràfra  due  horeyfarà  buon fegnoydh- 
moflrando  che  da  Bere  di  acqua  fa  proceduto:  ma  non  ceffando  yfarà  da? 
"vfarfi  tal  magifiero-yche  con  battiture  di  fottìi  verga  vecifo  vn  capponerò 
gallina  ben  grafia  (  non  toccail  capo)  fi  farà  cuocere  in  vnpignatto  :  & 
quel  brodo  colato  per  vn  panno  fottileyaggiuntoui  vnfeflario  di  tuccoto  >> 
<jr  vna  libbra  di  cinnamomo  coyenteueroye  garof eli  oncia  vnapervtWy 
fi  dia  in  heuanda-.o  veraméte  inluogo  diquefle  cofefivfipolue  difegati? 
*  di  voua  di  tartuchefeccati  al fornoyin  corporate  con  mekycheper  nete^ 
7a  del  polmone  molto  ègioueuole.(on  quefio  rimedioy&  con  d'are  Sman- 
giare otto  ben  mondo  y  epoflo  in  vn  baccile  vnto  di  meley  egli  aff er- 
ti ma  guarir  ftla  detta  infermità  mentre  e  novella.  Ma  emendo  antica  $}T 
eh e  la  corrottione  fi  fi imi  non  falamente  nella  cannayma  nella  fofian%a.. 
dxèfio  potinone  effere  penetrata  T  benché  difficile  fia  à  curar  fi  y  pur  fi  pò* 
tra  ricorrere  al  rimedio  de  i  tre  capponi:tenendoydopoque£ìe  beuande  la 
fera  date  y  digiuno  l'animakper  quella  notte  ^Ma  perche  l'infermità  dal 
capo-  dipendentiyfi  come  èqueftajogliono  la  notte  aumentare  ;  farà  be- 
ne à  ricrearlo  in  quel  tempo  con  beueroni  di  acqua  tepida y  &  farina 
e  confrondi  di  cauoliydi  radiciy&  gramigna  ;ò  crufea;  &feperauuen- 
PMmnoti  ne  mangiale  >  fi  conforteràil  dimane  con  dieci  roffi  dtuoux 

&quat- 


gii  2)  E  l  l  oi    G  LO  \1  \A 

&  quattro  onde  di  giulebbe  rofatoydifciolti  in  vna  libbra  d'acqua  d*en-  g 
amiamo  fi  facendo  infino  al  quinto  giornoy&  d'indi  innanzi  potrà  confor 
tarfi  con  brodo  di  tetta  dicaflroneben  cotta  ,  dentro  ilquale  fian pojie  fei 
onde  di  lafagne  >  o  vermicelli  difemolay&  quattro  di  cajfia  ben  estratta 
&  pajfataper  feta:dal  cbes'eglinon  riceueffe foflan^ay&-  l'affanno  cre- 
fcefieffaria  mal  fegnoye  tutta  volta  fé  fra  fei  giorni  ei  non  morifiey  dareb 
he  certa/peran^a  >  che  l  polmone  purgando  fi  verrebbe  à  falute-.ilcbe  da* 
'Prof effori  conchiude  grandemente  effere  approuato  .  Lorenzo  J\nfioper 
curare  le  febbriyordin-iycbe primieramente  alcauallofifkccia  vncliftie- 
ro  con  vn' oncia  di  polpa  di  coloquintidaymei^a  di  castoreoy&  me^ja  di 
dragantiyvn  manipolo  di  affentioy&  vn' altro  di  cent  aure  aynellequai'co-  F 
fé  poste  al  fuoco ,  fi  difìoluano  fei  onde  di  ìeralogodhn  y  con  vna  me7ga 
di  fai  communey&  mej^a  libbra  d'olio  d'oline:  pofeia  intorno  alle  tem- 
pie>&  J opra  le  orecchie  fi  metta  empiaflro  fatto  confambucoyeuforbioye 
fenapi  due  onde  per  cofih&  mezja  dì  fquìllaydiffoluti  in  fugo  di  asfodeli, 
e  di  bafiliconeyouer  di  faluia .  Oltre  di  ciò prendafi  '  arnoglofia  maggiore , 
&  minore yeupatorioy&vnghìa  cauillina,  duoi  manipoli  per  ciafcunaye 
raczgo  di  arte  mi  fia  mediocre  ye  di  tutte fica  ni  fugo  >ò  fé  f  re  fiche  nonfipo- 
teffero  elle  hauere ,  fi  facciano  bollire  in  tre  boccali  d acquayfincbe  fi  ano 
ben  cotte  :poi  di  quelfugoyo  decottione  colata  fi  dia  a  bere  mattino  y  e  fera  r 
mexja  libbraycon  vna  di  %uccaro  mefcolata  >  Vtiliffimo  ancora fia  dar 
à  bere  mattinoy  &feradueyò  tre  libbre  di  fugo  ff>r  emuta  di  radici  peste 
difambùco  y  ò  dar  col  corno  diflemperate  in  buono  vino  due ,  ò  tre  onde 
di perfettiffima  teriacay&  moltoyconferifceyò  mangiata  frefe a  y  ò  beuu- 
tafecca  in  decottione  quell'herbayche  altri plocamoyo  gallitricoyaltripa- 
naceayaltri  herba  di  venere  fogliono  appellare .  Con  questi  rimedi  egli  di 
ce  poter  fi  tentare  di  faluare  i  Giumenti  dalle  febbrey  che  loro  è  infermità 
quafi  incurabileye  tanto  contagio  fayche  l' anno  M.  CCCI.  racconta  effer- 
ne  ?norti  più  di  mille  in  quella  cittàydoii  eglifi  ritrouauaiilche  della  feb- 
bre epidimiay  e-r-  pestilente  fi  può  intendere .  Vegetio  ferine ,  che  quando  n 
Febbre     con  lafeHre  nafeono  su  la  fchienayouer  ne' lati  certe  viceré fpeffey  e  pie- 
ve peilili  c^e>  chiamate  Furunculi  da' Latini  y  e' l  Giumento  non  potendo  mangia- 
tiali.        re  y  ne  ripofare  ;  fi  vede  ogni  di  andar  fi  più  disfacendo  y  all' bora  fi  co 
nofee  ch'ella  fia  intrinfecaymalignay&peftilentey  daini  chiamato  il  mal 
delMarzgoy  dallacui  contagione  alimene  la  morte  y  non  folo  agli  ani- 
maliy  che  dimorano  nelle  Halle  ma  otiandio  a  quelli  y  che  tra  le  greg- 
giefiflanno  a pafcereydoue cominciato  da  vno  il  morboy  velociffimamen- 
te  trafeorre  in  destr  unione  di  tutti  gli  altri.  Questa  da-Velagonio  dritta- 
mente fi  nomina  pestilenza,  dicendo  che fjtejfo procede }  o  per  fiacche^ 

70. 


*DEl    CaP  UL  LO,  l  1B.  IX.  *ij 

~jl  Tjtprefa  in  fatiche  violenti ,  efmifurati,  oper  ecceffiuo  caldo  >  e  fred- 
do y  a  per  lunga  fkmeyh  per  effere  fiata  impedito  l'animale  à  fianca- 
re il  ventre,  e  lavef cicala  dati  hauer  fidando  mangiato  l'o.r%p,a  dopo  il 
cerfo  beuuta  fibita,  à  cor  fi  dopo  beuuto  ;  prauiene  etiandio  da'  defitti 
dell'acque  >  ò  de  gli  berbaggi,e  fitefia  dalla  corrottionedaWiAere  altresì) 
lacuale  fidando  lungamente  l'jLufiro,  &  l'jlfrico,  per  vn  certo  deter- 
minato riuolgimento  de' cieli  fiale  auuenire-fi  co  me  tirinotele  anco  af-  Pelle  ve- 
ferma  falere  a.'  cauaUi  vniuerfalmente  venir  lapefie  alcuna  voltai  &  nuJ.  aca~ 
Vergilio  il  de  ferine  in  quefli  ver  fi . 

Il  Vincitor  deslrier  pofii  in  oblio 
M  CU  fi  adi ,  &  l  herbe  ,  e  volto  il  tergo  à  i  fonti , 

eJWifera  fi  ne  fiorre  ,  e  jpejfo  ferc^J 
Col  pie  la  terra  ;  flan  dimeffe  e  fiacche^* 
Le  orecchie  ;  &  vn  fidar  quiui  anca  appare^ 
incerto  ,  e  fredde >  >  che 'l  morir  minaccia  ; 
La  pelle  è  ficca  >  &  maneggiando,  dura. 
B^efisle  al  tatto  ;  questi  indici}  fiolc^ 
z^Candar 'alquanto  dianzi  il  marba  ria  ►  | 

Ida  quando  ei  fieramente  ha  pì-efi  il  campo  »  jf]  £ 

JL  Uor  fon  gli  occhi  ardenti,  e  di  profondo 
Si  tira  il  fiato  fifpirando  graues. 
E  con  lungo  finghio'^o  i  fianchi  slendc^y 
(jiù  dalle  nari  vien'vn  f angue  nero  > 
£  Ha  la  gola  oppreffa,  ajpra  la  lingua  \ 
Trima  gioito  col  corno  infunder  Palmo* 
Liquor  di  Tacco  >  e  tal  rimedio  fola 
Di  falute  parea  ,  pofeia  mortale^  ; 
Questo  ancorerà y  che  con  tal  rifìoro 
zArdean  di  furor  :  efii  le  loro 
2  Membra  >  co'  proprvj  denti  in  fi  la  morte** 

(Iddio  ne  fi  ampi  i  buoni >  &  a' nemici 
Mandi  l'error)firacciando  à  brano  àbrano  ~ 
+4Uora)in  quefli  cafi,Leontio  ordinaua,  che  freangiafie  fubito  regione  ,e 
meffiin  diparte  gli  ammorbatici port affé  da  lungi  il  rimanente  dell' ar-  Jt,"J5  a* 
mento  ancora  fanoydiftribuendolo  pure  in  più  partite  sì  largamente,  che  nettari. 
fi  l'uno  giumento  no  hauefie  potuto  vedere  l'altror  ottima  cofa  certame 
te  farebbe  fiata  per  conferuarli;efìendo  il  male  di  tantafor%a,cbefe  i  cor 
pi  mortinon  fono  fepeliti  prof ondatnéte  in  partendone  no  fian'mn  pafiag- 
gioi  bacerebbe  l'odor filo  ad infettare  irimafi 'vini .  Tuojp  già  ripara- 
re 


&i4  delia   g  L  0  1^1  ot 

re  alle  mìnacdeythe  fi  prefentiffero  dellapeHey  nella  Trimauera  majji  £ 
mamente  >  &  nell'Autunno, fé  i guadi ,  doue  s'abbeuerano  i  Giumenti^ 
l  altre  loro  beuande  particolari  fi fpargan  bene  di  f alida  pettate  di  mar- 
rubbio:  Ma  quando  ella  crudelmente  bauejfe  incominciato  a  dar  l  affal- 
tOyfarà  da  rimediare  con  queHo  antidoto,cbe  riceue  iride  illirica>& pe- 
pe bianco  ana  oncia  vna,  carpobalfamo  >  cioè  frutto  di  balfamo  ,  nardo 
iua,bencbe  altri  mettano  calamandrinaytrifoglioyfantonica^&  marra-  , 
bio,ana  onde  trc,agarico,&  abrotano  ana  oncie  dieciyfei  di  betonica,^ 
cinque  di  pastinaca  ogni  cofa  ben  tritale  difcolta  in  Vino  fi  da  col  corno . 
parimente  fecondo  \Pelagonio)può  foc  correr  fi  (oltrai  rimedi  già  dati 
nell'altro  libro)cbefkcedo  ripofar'il  giumento  in  fianca  frefeay  et  in  buo  F 
letto  )  gli  fi  dia  per  lo  nafo  vn  bicebiero  di  ottima  falamor a  dipefee  ;  poi 
gli  fi  facciano  bere  con  vino,  &  mele  a  baftan^a  le  foglie  del  corianduo 
&  quelle  del  cocomero  faluaticó  infieme  con  lefue  radici  ben  fritte;  but- 
tandogli ancora  in  gola  vn'acctaboloydifugo  diporrifo  dandogli  per  tre 
giorni  orobi,  ofv.ue  ben  macinate  >  la  cui  farina  fi fard  nel  giorno  innan- 
zi tenuta  a  molle,epoi  difciolta  nel  vino  caldo  con  vnpoco  di  melcye  di 
butiro.Tuojfi  ultimamente  contra quefli pefliferimorbiyfkr pafla  dira- 
dici di  cent  aure  a^e  di  eringio  co  farina  digranoy  &  acqua  calda  lafcian 
dolefermentare:poi  mcfcolata la  medefima  quatità  di  caffia  lignea,mir  . 
ra  y  &  inaenfoy  con  fangue  di  tartuca  marina  >  buttarne per  lo  nafo  due,  ** 
ò  tre  onde  difciolte  in  vino  ve  echio:  co  fi  facendo  per  giorni  tre. fiotta  an 
cor  a  trar  fangue  all'animale,  e  tutte  le  giunture  empiaflrargli  con  or1^ 
macerato  in  orina,&  aceto,&  miHo  con  cimino,terrafìnopideye  Tlerco 
di  bue :o  per  tutto  il  corpo  vngerlo  del  fuo  fangue  mefcolato  con  pece  li- 
quidayfacendolo  dapoi  moderatamente  effercitarey  quando  fi  fappiaha- 
ner  ben  mangiato,  il  cui  cibo  deurà  effere  farina  d'orbo  con  lapolue  del 
feluaggio  cocomero  incorporata  .  Emilio  Spagnuol  volea,che  fi  cauafie 
da  i  piedi  fangue ,  poi  fi  prendefìe  pr'opoliyfpigo  indico,  &papauero  ana 
oncia  vnaytre  di  pepe  biancoyquattr.o  di  mirra  ottima,etfei  di  offrano,  # 
con  quattro  fcropoli  di centanrea,  cinque  dramme  difeme  d'apioyvnfe- 
ttario  di  meky&  falnitro  a  bafian^a  y  &  cofi  mef colati  fi  riduceff ero  in 
paflelliycome  nocciuoliyi  quali  poi  dileguati  in  un  filarlo  d'acqua  tepida 
fideffero  aWappeftato.LitoriodaBeneuento  uoleay  che' l  fangue  prima  fi 
cauafie  dal pett0y& poi  dalle gabe,& fé  fufle,$lato  bifogno,ancor  dalle 
tempiemereando  V  animale  con  varie  forti  dibeuande,e  principalmente 
co  farina  d'or^oyò  di  grano  ,&  femolayma  poco  fieno:dadogli  cofi  a  bere 
come  buttadógli  per  lo  nafo  decottione  dicentaureay&  di  affentio  fatta 
in  vmo.Oltf  acciò  ordinaua ,  che  fé' l  duméto  fi  uedeffe  'zoppo  de'  pie  di- 
nanzi > 


Z>  il  k  jtVxA^t  £©,*  é  fB:-ì  #.  Si  $' 

j§  n<tfi7j,  gli  fv.fi -è  telato J "angue  dalle  gambe  d  inaridì,  f'  de  ìpiè  di  dietro , 
dalle  gambe  di  dietro,fe  tir  affé  itfiancoyportando  le  narici  aperte,  fi  tra- 
effe  da  ambe  le  tempie  il  f angue: fatto  quello  ,  fi  face  fé  l  olire  molto  bene 
vn  cagnolino  difettegiorni,e  taldecottionecon  orina  di  putto  uergine,& 
ma  hemina  di  vino  ftdeffe  a  bere  »  Lodatta  ancora  che  vedenti:. fi  "zoppo 
de"  pie  dinanzifeome  nelle  peftifuol  amenire)prima  ftvngefie  il  corpo  di 
vino, &  olio ypoì fi  deffe  la  decottione  diquesle  co  fé  bollite  in  vìn  melato, 
centaurea,trifoglio  acutOycalamandrina,  artemifia,  amaranto  purpureo 
che  dicono  fior  di  velluto  ,.  e  bunio  ,  che  nauoue faluatico  è  chiamato  aria 
.  oncia  vna ,  verbena  lunga ,  betonica,.  &  hiffopo  ana  onde  tre,ferpillo)& 

jg    rutafilues~lre,la  radice  ana  onciefei,&  quattro  di  graffo  amorfo .  Vege- 
tti ,  contr  a  lapefit 'dice  effere  efficace  rimedio  a  mettere  per  lo  nafo  lo 
Jlerco  dell'huomo  ,  òdel  castrone  :  fvjo  dello  Herco  humano  veramente 
affermati  molti  hauereffeffo  rileuato  ,  &  quafì  rifì'.fcitato  V'animate  git- 
tato  in  terra ,  ponendoci  ancora  in  fu  la  lingua. ,  onero  dandoft  dileguato 
con  agli  di  vino  bianco  ,fi  come  ferine  il  Camerario .  ^Alberto  cantra  la 
pefle  sì  di  giumenti,  come  di  buoui  yfcriuceffere  molte  efficace  la  sìicade 
citrina  data pe sìa  in  beuanda,fecondo  che  l'hnomo  di  mele  effer lenze  gli 
hauea  riferito  .  Ha  do  uè  tv  ala fc  io  io  quei  belli  ricordi  &  auuertimenti, 
che  dal  (poco  diami)  nomato  Vegetio  ci  fon  dati  ?  Che  ogni  volta ,  che 
C  l'animate  fi  veggia  non  riuoltarfì  in  terra ,  come  folca  ;  non  ripofarfìcol 
fuo  folito  forino  ì  ne  prendere  interamente  il  fuo  ordinario  cibo:&men 
temperatamente  appetire  il  cibo,  ò  faflidirfene  :  oltf  acciò  slar  con  gli 
occhi  attonjtiycou  l" orecchie  languide  ,  col  vifo  alzatG ,  col  pelo  horrido, 
hrutto,er  abusato  ,col  fil  della  fchiena  rigido,e  sfianchito  ,  cacciar  il  fia- 
to ò  piuffeffo  >  ouer  più  grane  ;  caminar  tortole  pigramente  :  &  in  tutto 
efere  malinconico  ifappiafi  lui  effer  oppreffo  da  mfermità ,  laqual  accio 
che  non  rifetti  per  contagione  gli  altri  Giumenti,accioche  meglio  fi  pò f- 
fa  conofèere,&  curare  in  vn  foloitagliafi incontanente  dal confortio  y  & 
mettafìin  diparte;  eh  e  fé  lafua  manìnconianel fecondo,ò  nel  terzo  gior 
fi  no  faràmancata ,  fìpotrà.giudicare' infermità,  da  leggieri  cagioni  effe- 
re  proceduta,^ facilmente  douerfì curare ;*Altrimenti  comprendendo  fi 
il  mal  più  graue,bifognerà.  conpiu  ditigenza,&  con  più  forti  rimedi  at- 
tendere allafua  cura  .  £  benché,  net  precedente  libro  fiati  molte  compo- 
fitìóni  deferitte,  che  vogliono,  ad  ogni  animale,  non  mancherò  tutta- 
via di  foggiungnere  quel  profumo,  ch'egli  ordina  contra  il  maz^O) 
che  pur  di  foura  s'è  dicchiarato ..  Concio fia  cofa  che  nafeendo  quefla. 
infirmila  dalla  purga  delfaere  cattino  >  &  corrotto  }j  che  penetrando. 

fin! 


8l£  *D  ÉL  l'jL    G  LO  ^t  Jt 

fin' al  polmóne  »  defcende  anco  àgli  altri  interiori-*  fi  fuol  guarire  non  g 

meno  con  l'austerità  dell'  odore ,  che  con  l'amaritudine  de'  beueraggi . 

Tofii  dunque  in  vn  luogo  baffo  ,  &ben  cbiufo  da  ogni  banda  tutti  quei 

Giumenti ,  che  fon  cominciati  ad  infettar/!,  metta/i  à  ciafcua 

[ottoni  capo  vn  vafe  di  viui  carboni ,  &fopra  quelli  fi  fpar- 

ga  origano  d'zsffta  ,  menta  ,  asfalto  ,  peucedanoy 

opopanace  ,  &  casloreo  mefcolati  del  pari 

infieme  ,  facendo  ,  che  tal  fumo  entri 

loro  per   la  bocca ,    &  per  lo 

nafo  compiutamente^  • 

Il  FIT^E  DEL  WHP  LIBBJ). 


DI 


B 


^ 


DI    PASQVAL     CARACCIOLO 
CAVALIERE    ILLVSTRE 

NAPOL   ITANO. 

Della   Gloria  del  Cauallo , 

LI  BR  O  D  EC  IMO,  ET    VLTIMO. 

jl  FETIDO  noi  ne  i  precedenti  libri  par- 
lato appieno  de'  morbi  intrinfeci,  che  foglia- 
no infettar' il  Cauallo.  Fresia  bora,  che  par- 
liamo de  zìi  eslrinfeci  ancora .  Et  prima  de* 

.  ^      /•   x      ri  r  ,i  umori  o 

tumori  non  naturali ,o  posteme,  come  voi-  poj(feme 

garmente  le  nominano,i  quali  è  dafiperfi  ef-  di  quat- 
fer  principalmente  di  quattro  Jpecie ,  come  tr0    fye-» 
quattro  fono  glihumori,da  i  quali  poffono  cie" 
efier  cagionati  .   Chiamandofi  flemmone  il 
tumore  >  che  vien  fatto  dalfangue  :  herpete, 
&  erifipela  quel  che  dalia  colera  ;  edema  ouer  ma%£0  quel  che  dalla 
flemma. &  f cirro  ,  che  altramente  dicono  marmore,  dalla  melancolia . 
generano  anco  tal  yak  a  delie  posteme  il  vento  e 7  fero  delfangue:  ma  le 
già  nominate  fono  le  principali .  Et  benché  di  molte  altre  forti  venga 
.  -  fatta  mentione,  nafcono  però  tutte  dalla  diuerfa  qualità  di  quetli  quat- 
tro humori,&  ddla  varia  miSìura  tra  loro,  accadendo  ranffìme  volte, 
che  in  vn  timor  fia  vn'humorfolo  .  Hor'il  Colornbro  vuole,cheperor- 
dinariacura  di  o'^ni forte  di quesìe poterne,  oti-.mori debbano offeruarr •   ,     ra  .  "f 
Ju  quattro  tempi,  che  in  ogn  altra/erte  d  ti,  fi nata  parimente  Jogliono%<p0neme  o 
efier  'cJfe.r(iati,tioè  il  f  rincìp  ;o,l\n  g  mento  , lo  fiato,  <&  la  dcclinatione . , , .    .-. 
£t  che  nel  principio  fi  vfinoj  meduan:craiì  cpera  Jfi.u  ,ncn  potendofi  la.^  ■  ■  .. 
materia  del  tutto  difìruggere  &  dilegi.  a)  e  Ma  i  ,ò  è  da  intenderfi,quan- 


B 


Tumori  ò 


gif  D  E  l  Ì  A     C  t  0  1^1  A 

io  iltumorenon  è  in  luogo  vicino,  alle  parti  princip  uh  del  corpo.  Concio  -  £ 
Ga  che  in  Quel  cafo  tornando  la  materia  a  dietro  per  l'vjb  de'  repercuffi  - 
uì;&  per  auuentura  nelle '  parti prìnaprfitpiiò.  efjjer  dì  granìjjìmi>&  pe- 
ricolofijfimi  mali  cagione  .  Mafie  perfórte  fi- vedrà  ia  pofìema andare 
auanti  che  vi  fi  v fimo,  medie  ameti  rimo$kti><i>&  che  per  far  la  marciai 
fuppuratiuiyfonanominati.Ma  effèndo.  la  mar -eia, già  fanatiche  da  prat 
tic  hi  tArtefi  ci  agevolmente  farà  conofeiuto }  fi.  dia  il  taglioy  per  farla  r- 
fcire.St  vltimaménte  fi  attenda  a  mondificarex&  consolidare  .  QueTto 
fiefio  ordine  fu  ancora  da  gli  altri  antichi  approvato  y.che  lepoHemey  le 
quali  fi  fanno  per  raunan-ra  d'i  bumory&  di  -materia-,  non  potendo  fi  que- 
sta ripercuotere  y  stornare  a  dietro  del  tutto  >  dopàl'vfo  de  i medica- 
menti fupprratiuiyi 'aprano  col  rafóio>&  poi  fi  curino  con  aueHa  compo  & 
fitioneyche  valeà.guarir  ogni  taglio.  Cjrafìo  di  toro  galbanoybdellio  am- 
moniaco y  &  pepe  bianca  ana  onde,  tre  >  con  quattro  di  polve  d'incenfo , 
C^  vna  dipamelk  di  lauro,  :.  Vfafi  ancora  cenere  d'i  radici  dipan  porcino 
mefcolata  con  farina  d'orobìiacetQyi&mele.  Ma  fé  la  piaga  f uff  e  prof on 
da  y  empia  dì  tafi.e.  vnte  di  mele  con  minio  mefcolatoì.&  di  foura  vi  fi 
metta  vn  p  anno  yb  vna  ftungia  bagnata  in  acqua-melata .  Molti  vi  pon- 
go)! galla  pefìayfugo  di  marrubio  con  caligine. .  alcuni  cercano  di  j ana- 
r.elepofìeme  fé  alatagli  arte y  cjrvi  mettono  per  tre  giorni  empiaflro  fkt 
toydifenanro;  &  fiale  Jtlefiandrìno  >  oboli quattropervnoydue  di aceto y 
vn 'oncia  df4grettiy&vna.libbray&  mei^a  d'affungia  vecchiaipoi  net- 
tano il  luogo  con  vnafpungia  bagnata  di  fugo,  cirenaico  y,che  dicono  laf 
ferpitio;<&  cofi  aprono  le pofteme^vi  mettono  anco  difopra  vetriolo  mi 
nerale  abruciato  ydijliolto  in aceto ,&  acqua  fredda yfìn  che  elle  j fintene- 
r.ifcanoypoivi  mettonoaglio  pefo:  &  affermano  efler  co  fa  jper intentata^ 
Altri  per  rifoluere  le 'pofleme  fettxa  taglio  ,  l'odano-  grandemente  vna 
compo fttione  di  ara  ):  ofio  difepiè  abmdatayireosy  pomello  dicìpreffo  2 
fichi  BarharefcbiyagliFrancefi.yibifcOyfihe'dicono  maluauìfco  3  radici  di 
felcey& radici  di  Canna  libbra  vna  per  cofa.'à,  purqueftaltraygraffo  di 
ceruoygalbanoypepe  biancoyvìol'e  biaricheyammoniacoyterhe.ntinay  e  gen- 
ziana ana  onde  treycon  fei  libbre  di  cerali  Colombmper  mollificar  quel  fi 
le  dure^jtyche  facendo  apoftem.ationey  &  marcia  fiotto  la  pelljeyconiien- 
gon  romper  fi }approua molto  il fugo  del  lapazio  acuto  yColato>&  con  grafi 
fa  di  porco  vecchiaymiflo  in  vn.  pignattoy finche  fi  a  leggiermente  bollito y 
menando  fi.  la  mi flura in  fino  à  tantOyàhefi  raffreddi.il  Ferrano  ordina  il 
molUficatiuo  per  qualft  voglia  polenta  durayrehelle  che  fuffeycom  bran- 
faorfinaygiufquiamoyradice  digigÙOy  &  cime  di  ortiche  pefte>&  cotte 
&conaQungia  di  parco  vecchia  incorporate.  MXuigi  per  fnr.  maturare 

le 


bit   CjtVJÌLÒ,  US.  X  $ip 

rjl  le  poterne  vfauaempiajìro  di  f  angue  di  drago  gomma  arabica,cera  n9\ 
ua>mafìice>pece  Grecayincenfoye  terbentinayejpefio  ancor' vfaua  curarle 
con  farina  di  euforbioygrafio  di  porco,&  cera  rofl  a.  Quando  al  (fiumen- 
to  venire  pofiema  per  cagion  di  per-coffie  5  ò  di  [altare  >  ò  di  nuolgerfiyh  di, 
cadere.  Hkrocle  ordinayche  la  calcina  viua  fottilmente  peflays' incorpori 
con  olioy&vindd 'eguài  mifuraytaatoy  chefia  divenuto  come  vn  fugolo: 
e  fé  n'unga  il  luogc  inalbato, prendendo  ancor  d'attorno  un  poco  del  luo- 
go fanoy  ò  faccia fi il  mede fimo ydijfoiuendo puriffi 'ma  farina  difrumento 
con  acetOy&eon  due  voua  aggiuntevi  ancor  due  Ararne  d'incenfo  in  pol- 
ite. Ma  dovendo  noi  infegnar  lacura  di  tutti  i  tumoriycofi partkolariycù- 

B  me  vniuerfali  ;  giudichiamo  cofa  molto  profittevole  a  i  lettori  il  trattar- 
la con  l'ifieffo  ordine,che  ne  i  morbi  intrinfeci  babbiamo  ojferuato.Comin 
ciando  da  i  p  art  kulan  y  e  da  queìii  poi a  gli  yniuer fiali  delle  parti  fupe- 
rioriy  e  più  nobiliyaìle  inferiori^  manco  nobili;primkramente  cifoccorre  Scrofole 
la  cura  delle fcrofokyda' Romani  chiamate  Strume>lequalì fonoghiado-  dorema 
kycbeper  mut ottime  d'acqueto  pili  tofio  f>  materia  di  f angue  corrottole 
nefando  fi  intorno  alla  gola  fanno  ftar  tutta  la  fàccia  gonfi  a}&  le  uene  al 
^ate  Converrà  dunque  loro  la  medefima  curaych 'alle  altre  posleme  della 
gola  dicem  mo  già  effer  co mementi. ^Alcuni  altri  de  gli  ^Antichi  per  curar- 
le vfauano  a  mettervi  farina  d'or^o,&  refina  bollite  m  acquayò  in  acetOy 

*■  come  già  migliore  farebbe uAltri  vfauano  farina  di  fi  amento  co  vinoy  & 
poi  ui legavano  vnafyvngia  bagnata  in  aceto  caldos&fe  ciò  nofi'ffegio- 
uatOyle  tagliavano  mettendola  pojlia  dentro  f rondi  difichifaluaticbi;  ò 
radici  di  cocomero  faluatico  pefieyò  titim allo.  Affi,  to  ferine  far  peffima- 
méte  colorOyvbe  vfano  medicine  brwciatiy  perche  vi  fanno  venir  maggior 
diireqrayrìtirandofi  pur  la  pelleynepoi  Tanimdefi  lafcia  toccare  il  luo- 
go addolorato  :  loda  all'incontro  il  taglio  >  ilqv.de  da  queid'-JLleffandrià 
fi  coiluma  in  quejìo  modoychegittato  il  (fiumento  a  terra:  legato  dipie- 
diye  di  capOye  prefa  lafcrofola  con  le  tanaglky  tagliano  col  rajbìo  la  pel- 

p  le  in  giro  quanto  bajìiy  per  fùria  vfeire:  poi  con  la  punta  del  coltello  Jiay- 

'  nata  la  pelkydiHaccano  col  deto  lafcrofola  d'ogni  banday  dalla  parte  di 
fopraincominciado'.et  s' ingegnano  adiffjkcarla  internaméte  y  fi  ebe  nin- 
na di  quelle  mébraneytÌH 'lafcrofola  uefionoyvi  rimanga  .-perche  ogni  mi 
nima  partkelìa^cbe  uireftafieyfhria-cbe  vn' altra  volta  vi  fi  douefie  met- 
ter la  mano.Bifogna  berìauuertire ,  che  in  tal  mefìieroy  le  vene  non  fi  of- 
fendano ;  &  non  è  dafarfibere  l'animale  prima ,  ebe  ciò  fi  faccia ,  affine 
che  minor  pericolo  occorra  di  qualche  impetuofo  rompimento  difanguei. 
benché  s'egli  pure  fopraueniffeypotrà  Jlagnarfì  feiogliendo  il  cavallo ,  & 
mettendo  gli f opra  il  taglio  fiocchi  di  panno  di  lana  >  òfili  di  tela  bagna- 

Fff    i         ti 


820  D  E  II  Jl     g   l  0  \1  <A 

tiinfortiffimo  aceto,&  fale:ma  s'egli  non  troppo  fcorrejfe,  basleràmet-  g 
terni  aceto,  &  olio  fen%a  fiale  :  &  alterco  dì  dislegatala  piaga  ,  tauar- 
la  con  acqua  calday  <jr  medicarla  con  fi  lacci  bagnati  di  tepido  vino ,  e£* 
olio :cafi  facendo  per  quattro  giorni;  poi  come  fi  veggia  mondificata ,  & 
ripiena  di  came,lafciarla  fcoperta,vngendolafolamente con grafio,  fin- 
che del  tutto  reflifcaldata  .  I  tumori  d'intorno  (come  Hierolefoggiun- 
gè)  fé  ne  van  via  coni  bagni  d'acqua  calda  y  &  alla  fine  convntionidi 
mele.  0r%p  non  è  da  dar  fi  il  primo  dì ,  ma  fol  fieno  tenero  y  accioche  dal 
moto  del  mafiic are  non  venga  l'infiammagione  adinajprirfi.  Gieronimo- 
dicea,poterfi  bene  curare  le  fcrofole,con  bagnarle  di  acqua  calda,pofcia- 
impiastrarle  due  volte  il  dì  con  farina  d'orbo  cotta  cofalnitro  in  acqua:  F 
edouendo  adopravui  il  coltello ,  poter  fi  nell'apertura  del  taglio  mettere 
ancor  marrubio  mefcolato-  con  fiale ,  &  vino ,  finche  la  piaga  fi  purgìn  ; 
poi  per  farla  incarnare,  porui  il  cocomero  afinino,&  vlt  ima  mente  fari' 
na  dorobi,ouer  amente  ireos,&  mek,finche guarifca .  Eitmelo  aprouala 
radice  del  cocomero  faluatico,poHa  in  sii  la  fero  fola  con  miflura  di  fari- 
na d'orbo  e  di  aceto  forte  :  ma  nel  principio  di  tal'?nale,.belliffimo  rime- 
dio  ferine  efiere,  che  alzamento  fi  faccia  portar  fiotto  la  mafcellavna 
palla  di  piombo, attaccata  alla  caue^ja  in  talefoggia,che  in  qualunque 
modo  il  cauallo  muoua  le  mafcelle,  quel  piombo  gli  batta di fopra  al 'mar 
le.  .Altri  danno  col  corno  tre  ciati  difalamora  di  pef ce, poi  gli  appendo-  • 
no  al  collo  certe  fcheggie  di  ferole  infieme  legate,  che  vengono  a  toccar- 
le fcrofole  di  continuo  :  zsfitri  non  poco  dicono  giouare  il  trarfangue  di- 
fetto la  lingua,& fregar  dapoi  tutta  la  bocca  confale ,  ^r farina  .  Egli 
foggiugne,che  lepofteme-,9  ghiandeyèhe  nafeono  intorno  allagola,e  die- 
tro l' orecchie  fi  poffòno  ben  curare  con  vna  compofitione ,  chericeue  vna 
dramma  di  mele,quattro  di  galbano ,  quattordici  d'arimoniago,uentifei- 
di  terbentiw,& ventiotto  dicera,&  con  vna  he  mina  d'olio,e(fmdoefia, 
te ,  &vn  ter^o  di  più  e/fendo  verno .  Ouer  acciò  per  farle  ben  maturare 
potrà  vfarfi farina  di  frHmento,affimgia,aceto,&ra fina:  pò feia  venute  ^ 
i-  mar  eia, fi- potranno  con  ferro  aprire ,  &~con  tasle  bagnate  d'aceto,  & 
olio  purgar  benelapixga,(pargendoui  alla  fine  quellepolui  diffecattiuey 
che  inducono  cicatrice  ;  <érfe  contai  rimedi  il  m ale  mn  fi  finiffe,  effen- 
do  troppo  inue  e  ch'iato  y  &  indurato,  dicee(fer  bene  4  d'arui  il  fuoco,  fin- 
che fia  la  materia  tratta  fuorì,cur andò  da  poi  le  cociture  con  l'ordinfuo. 
Hippocrate  dice,chefè  di  (otto  alla  mafceìla  nxfceraaglandule,  o  posle- 
me,primafifomentino,pois'empias~lrino  dì  fichi  pefii,falmtrro,&  afiun- 
gia,ò farina  d'orbo  bolliti  infieme  inacqua  melata,^  olh:etfe  nongua 
tifcùnoìiiauifiil  taglio^ fai  taglio  il 'fuoco  .  Fero  è,  che  venendo  queHo, 

male 


DZLC  j€V \4LL0,    LIB.   X.  Sii 

jt  male  con  toffe  bifogna  adoperar  cofe  mollificatine  per  nofkrfentire  dop 
pia  offe  fa  ali  arteria  molestata ,  &  però  farà  bene  con  olio  di  cedro  bol- 
lito,&  colato  per  un  pano  di  lino  vngere  il  luogo  di  fuori,  e  buttargliene 
ancor  a  in  gola ,  0  per  vltimo  rimedio  dia  fi  quella  beuanda  ,  che  dicono 
aromatica,di  vino,olio,mele,&  voua:ma  primieramente  dal  collo  è  da 
trarfi  f angue .  Soggiugne  ancora  cacciar  lefcrofole  vna  compofitione  di 
galbano,propoli,&  falnitro  ana  libbra  mez&a,<&  vna  di  fichi  con  dueon 
eie  dipece.Etper  'mollificar  co  fi  le  fcrofole,come  altri  tumori,  che  naf co- 
no per  lo  corpo  v&  m  affima  mente  ne  i  nodi  delle  giunture,  egli  pone,  che 
fiagioueuole  inezia  libbra  d'iride  illirica,^  mej^a  d'olio  d'iride,  vna 
C  oncia  di  cera,e  tre  di  ammoniaco  liquefatte  infieme.jLlcuniv 'aggiungo 
nofilphio  onde  quattro  .  Ver  diffipare  ha  gran  forza  empiaslro  fatto  di 
cenere  delle  buccine  marine,cotta  con  mele: Et  volendo  fu  fvntione,  che 
leni  ancora  le  doglie,ordina,che  fi  prenda  galbano  opopanace,lafero,ce- 
ra gomma  colofonia,^  ammoniaco  ana  onde  due,co  vna  di  gomma  fee- 
ca  di  pino  mifte.  A'ffaualli  caHrati  di  rado  vengono  quesli  vitvj,&  ca- 
flrandofi,chiglihaueffe,ne guarirebbe  fenza  altra  cura.*Auuégono  ben  ue^!?   jC- 
( come  da  lAfJìrto  &Hieroclefifcriue)  ingrandifjìma  abbondanza  a'  radoaCa 
*Polledri,quando  buttai  i primi  denti,o  fon  per  'mettere  i  fecondi;  e  dan-  ualli   ca- 
tto loro  si  fatta  infìammagione,  che  non  pi/fono  picchiare  il  materno  lat-  "iatl  ■ 
te,  ne  pafeer  l' herbe,  però  in  quei  tempi  è  daflarfi  auuertito ,  perche  ve- 
dendofi  apparire  le  fcrofole,fi  potran  col  taglio  e  ac  dar  (come  s  è  dettoje 
bafleràfreg  arni  fale,lafciandogli  andar  liberi  tra  l'armento  Ma  quelle, 
cjiebaueffero  fatta  marda,bifogna  purgarle  bene,mettèdo  ci  alterco  dì 
feccia  d'olio  cotta ,  ò  mifìa  con  olio,pece-fò  r.ifa  :  altrimenti  la  negligen- 
za vi  fkria  facilmente  crear  de  i  vermi.  Il  B^ufio  dice, le  glandule,o  le  te   q j|  j  j 
fiudini,ò  le  fero  fole,  generar fi  di  materia  corrotta,  chefiraunain  quei  &c.Oiide 
lnoghi,&  nafeere  tra'l  cuoio,&  la  carne,  però  aperto  il  cuoio  per  lungo ,  fi  generi. 
la fcrofolafi potrà  defìramente con  l'vnghiefcarnare  ,  &  cauarft  fuori,  no  * 
_g  onero  vifipotràfpargere  polue  di  refegallo  ben  trita ,  che  corroderà  effa 
fero  fola  in  fino  alla  radici-.dando  dapoi  cotture  difoura  il  taglio  .Ma  non 
volendo  adopar  ferro ,  ne  fuoco  (il  che  [aria  piuficuro,  &  più  lodeuole  > 
maffimamente  in  venofi ,  ò  neruoft  luoghi)  fi  potrà  fu'l  luogo,  prima  ben 
rafo  mettere  empiasìro  fatto  di  cantaridi,  fterco  di  bue,&  aceto:  onera  • 
mente  fi  potranno  vfare  quegli  ordini,  che  nel  Celfo,  &  nelloSpauano  da 
lui  fon  dati;  giugnendoui  però,queflo,che  alle  fcrof ole  conuengono  i  lupi- 
ni ben  peì~li,<&  poi  vi  fi  metta  pece  fenza  Iettarla  finche  per  femedefì- 
tnanonnecafehi.  M.Tier't^udrea  per  curar  leTeHudini,ò  le  fero  fole y 
che  fogliono  fhrfi  in  molte  parti  del  corpo  di  grandezza  d'vnvouo,  e 

Fff    3  tdhcr 


gii  T>  E  LIA    G  L  0  \l  jt 

txlbor  maggioriyV fatta  l?  empiafiroyet  la  fumentagione  in  quel  modo  ffif 
foy  che  nelle  galle  s'è  ordinato-,  &  j "e  con  quello  non  fi  fodero  di/folate;  e- 
gli  fattori  con  la  lancietta  vn  pertugio  a  pelo  y  cominciando  da  baffo  >  e 
fcamata  con  una  cornetta  la  fero  fola  intorno  intornoyvi  mettea  vn  can- 
none ,  per  entro  il  quale  (acciò  nonfìfi'.fie  abruciato  il  cuoio)  dauacon 
una.  verga  da  chiauare  il  fuoco  :&  poi  con  rojfo  d'vouo  sbattuto  con  oliti 
rofato  infàfciaua  la  piaga.  M.  Luigi  ponea  sii  le  fero  fole  ymef colata  con 
olioypolue  d'vnghia  afinina  arfa  :  ò  veramente  mislura  di  olio  di  lauro  > 
feuo  di  caprone,  rafa ,  &  cera  nuoua  oncia  vnapercofa,  à  rafapina ,  & 
vetriolo  anaoncie  tre  con  ajimgia  di  porco  incorporate .  Tal  volta  ha- 
uendole  con  acqua  calda  ben  fomentate-  >.  vi  ponea  empiasìro  di  farina 
d J euforbie  di  nittro  ;  &  come  vedea  mollificato  alquanto  il  luogo ,  vi 
Scrofole  daua  il  taglio  .  Il  [òlombro  dice  procedere  alpiù  lefcrofole  da  h  umori 
onde  pio  flemmaticiy&  melanconici  y  e  douerfi  nel  canarie  col  taglio  auuertire , 
cedano .    cj)C  non  y-  re^-,  YCkfòce  alcuna  yperche  mir  abilmente- fon"  atte:  à  crefeere, 
&  à  moltiplicarfi :ne per  curare  le  piaghe  vi  bifógn  a  altroycbe  olioyace- 
tQy&fale.  Ma  fé  la  turno  fu  a  f ufi?  troppo  grande,,  ò  pofla  in  luoghi,  onde 
per  le  vene  ,  &  per  li  nerui ,  òper  altro  impedimento-  non  fi  poteffero  e- 
ftraercol  taglio  nel  detto  modo, rad  a  fi  il  luogo  ,  &  intacchi  fi  ff>cffaméte 
col  rafoio  non  molto  afondo;  ma  nella  guifa^che  fifuolfkre  delle  vèto  fez 
&pofcia  ungafi  con  afi'ungia  uectbia,(pargendo  polue  di  orpimento  per 
tutte  le  intaccature ,  &  lafciatolo  co  fi  fìareper  due  giorni ,  frequentifi 
poi  Ivntione  dell  aff ungiamo  del  butiro-,fi.nche  il  male  fra  del  tutto  fftente 
ò  Dotte    l<iiltÈ?£&0'&>  egli  ajferma  efierflata  da  lui-molte  volte  efperimentata  > 
me  come  &dOuendofi  curare  le glandule,b le  pofleme,che  ne  i  luoghi  emutorij  alt 
fi  curino,  ueni(fero,vuol,che  fe'l  male  è  nouello  d'vi  fol  giorno, fi  cauifangue  dal 
la  uenafiniflra  della  pafloia,da ■quella  slefia  parte  sé  di  due  giorniy  dal- 
la  parte  domeslica,&  fé  è  di  più,  cauifi  f angue  dalmexTO  iella  gaba  > 
ò  dalla  punta  della  fpalla-.ma  non  fi  fàccia  lafagnia  dalla  parte  cantra* 
ria  y  come  alcuni  fanno  con  motto-  errore  yperche  la  malignità  di  quella 
materiaycheìl  cuore  difeacciada  fé  ytornerebbe  a  lui  mede  fimo. Se  la  già  „ 
dulafofle  picciola,&  mobile,fi potrà  cauar  fuori  mettendo  poi  nella  pia 
ga  olio  caldo  conterbentina,  fella  è  picchia,  &durayfarà  bene  à  perfo- 
rarla fin' al  centro  con  un  ferro  di  bronco  non  troppo  acuto,  che  appresa 
à  quello  fi  uedrà  il  ueleno  ufcirfuoriMafe'l  tumore,  fofe,sì  grande,che 
laglandulanonfi potefìe conofcere,aUJjora  vnolychefi  mettailfetonedi 
Lucerdo,  JQtt0  //  [mg0  y  ^  cjje>i  tumore  fia  circondato  con  ferro  caldoy& pertu- 
male  del  P°  *n  mo^e  bandeyungédoui  con  graffo  di  porcoy  fin  cheguarifea  yChia- 
collo .      tn*  il  J\ufio  Lucerdo  ò  Scima(  che  da  Alberto  fi  dice  fliua)  quelmale} 

che 


2>  ti  C^  v  à  1 1  0  >  l *  *•  *•  **i 

£f  cfo  "Wcwe  #/  co//o  >  rfi  »o»  poter  fi  piegare  ne  qua  ne  là  >  e  <//  »ò»  poter  pi- 
gliare il  ciboy  fé  nona  bocconi  internatati:  del  che  fuol  efier  cagione  ola 
diffeccatione  de'neruiy  bfouerchìopt foche  l'animale  habbia portato  . 
E 7 rimedio  ferine  effertyche  al^atiton  la  mano  i  crini,  fi  fori  con  infer- 
ro infocato  sfitto  aguìfadi  vna  fibbia  ,  la  pelle  del  collo  da  l'vna  <jT  da, 
V altra  banda  fenja  toccafineruiyfkcendo  tali  cotture  per  lo  lungo  del 
collo  in  cinque  luoghi  -.fi  che  da  l'vna  à  l'altra  fiano  di  /patio  tre  buone 
deta>  fi- a  lequalidifiai^e fi  metta  vna  fottìi  cordella  di  canape  ò  di  lì- 
tiOyò  divelli  di  Cauallo;&  lafcifi  andar  cofi  per  giorni  quindici  ;  ma  dal 
quarto  innanzi  fu  fomentata  fpeffo  con  acqua  tepida  tutta  la  fommità 
B  delcollO)  e  della  jpalla.  Scriue  oltr*  acciò,  facilmente  venirla  gonfiar  fi  il  Colloquà 
collo  dell'animale  ogni  volta  chef  a  il  quarto  dìycheglifìa  flato  canato  >  ° .  Ve"e 
fangue  sfreghi  forte  la  piaga  in  qualche  p arte ,ò  che  vi  fa  da'  denti  altrui 
corro foyò  fé  fubito  che  la  piaga  è  riftrettayegli  mangi  cofe  dure,  jllqual 
tumore  fi puote  rimediare  in  que fio  modo  y  cherafo  il  luogo ,  s'apra  la 
piagai  fi  tenga  cofi  aperta  con  Jì opini  >  fomentandogli l'enfiagione  con 
acqua  tepidayoue  fi  ano  fate  cotte  fondi  di  eboli,ò  di  fambuchi,apij  ar- 
tiche y  e  fenac  duoli:  delle  quali  herbe  fatto  vn'empiafiroft  porrà  tepido 
in  efio  luogo:  &  fi  trarrà  dalla  mèdefma  vena  fangue  di  nuouo.  zJfyCafe 
con  queflo  non  miglìoraffeyb  la  venafìfufìe  giàputrcfattayaprafi  il  cuoio 
prefto  alla  mafcella }  &cauififuori;con  vna  brocca  di  legno  la  vena  of- 
fefa  y  &  legatala  forte  verfo  la  tetta  confilo  molle  di  Uno  >  taglifiper  lo 
mexTOyedel  tutto  fi  tragga  fuori  -.facendo  il  fomigliante  dal' altra  par- 
te  dì  efia  piaga  verfo  leJpalle:&fùcciafi(finchefiafano)  mangiare  fem 
pre  alto  da  terra ,  Hieroclc  narra j  che  quando  il  collo  fi  vede  gonfiato 
epijloper  freggagioney  è  vtiliffimoil  medicarne  trottato  fra  gli  fritti  dì  Collo  gó 
Cleomene  Ubico ,  ilquale  contiene  affungia  di  porco  ,  &  céra  liquefatte  y  fiato  per 
folfo  y  litargirio  y  incenfoy  biaccaytamariciy  & cipolla  e aninapefie  >  alle  itQi2giQ- 
quali  cofe  eguali  dipefofia  islillato  olio  di  cedro,  e  di  tal  rmsìurafìa  vn- 
r,  to  il  collo  infermo.  "B 'a feria  pur  con  olio  rofato  mefcolar  bìaccayC  litar- 
giriofenxa  altra  aggiuntone .  Et  fé  la  gonfi  e7ja  procedette  da  baflona- 
ta  ò  d'altra  per  coffa ,  bagni  fi  il  luogo  con  aceto  ouefia  bollito  il  folfo  pe- 
tto .  IlColombro  chiama  Lacerto  quell 'enfiamento  >  the  viene  al  collo    Laceno 
per  ventoftà)ò  per  flemmatico  humore:al  che  i  Muliyegli  ^A. fini  fon  fog-  enfiamen 
getipiu  che  iCauallì  :  &  vuol  che  per  curarlo  fi  apra  con  la  lanciettail  to  ne'  c?l 
cuoio  in  molti  luoghi  del  collo  dall'  una  ye  dall'  altra  banda:  &  inda-  whià?^" 
fcun  taglio  fi  dia  il  fuoco  con  vn  ferro  fiottile  fi)  rato  per  dentro  vn  canno- 
linoy  accioche  la  cotenna  non  refìi  tocca  y  perche  nelfaldar  delle  piaghe 
yirefìarebbefegno  della  cottura,  M.  luigi  diceayche'l  Lacerto  fi fa  per 

Fff    4        fouer- 


824  b  e  1  z  vf   g  1  0  j^  1 '■  u 

fouerchiy&  maluagi  humoriy'mafjimamente  di  fangueyperb  per  la  prima  % 
co  fa  adopraua  ilfalafìoy  poi  fu' l  collo  face  a  bagnuoli  con  f rondi  dinefpi- 
loydiforboy  e  di  pero  bollite  in  acqua  marina  >  &  apprejjb  a  i  bagni  da- 
uafpeffey&  minute  battiture  al  Lacerto  con  vna  verga  difanguignoy  & 
fatto  quello  per  quindici  di  mattino  ,  &  fera;  vimettea  loempiattroy 
Jìrettiuo t.  Qualche  -volta  fole  a  con  vnpaio  di  groffe  tanaglie  fìringere  a 
parte  a  parte  minutamente  il  Lacerto  del  colloycbe  haueffe  pigliato  vea- 
toye  datogli  per  due  giorni  ripofcyl'bauea  guarito  .  MH?ier\Andrea  l'en- 
fiagioni del  collo  cagionate  da  rsjpatureyo  da  morficaturey  0  da  colpi  fu 
la  fagniaybagnaua  con  fugo  di  folatroyouer  amente  con  aceto  tepido  mi- 
fio  con  acqua  rofay<&*  frequentati  a  di  farlo  molte  volte  il  dì,  non  bagnan  & 
doperò  dinHouoyfintbt  no.fuffe  afeiutto  illuogo  ;  ma  primieramente  gli 
hauea  canato  da  i  fianchi  fangueyfen^a  mirare  fé' l  tépofuffe  fiato  atto  t 
perche  dicea  l  a  necefjìtà  non  foggiacele  a  la  regola  .  Biafimaua  egli  co- 
ETore"    x  loroycbeper  affottigliare  il  collo  grofjo  de  i  Caualliyvi  dauan  fuocoy  dicen 
che   col    do  non  poter  fi  con  l'arte  feemare  quella  compofitione  di  aerai ,  e  di  offa 
fuoco  uo-  che  la  natura  vi  banca  pofta  y  0  fé  pur  tal  groffe%ja  era  accidentale  per 
glioiioaf-  c^ondan'za  di  carne  ybaslaualeuar  la  cagione  ài  quella;  feemando  il 
reUcollò»  pafto  y  &  accrefeendo  l'efsercitio  .•-  benché  alle  Mideyfogliono  alcuni  per 
vna  delle  cofìe  cauar  la  madrey  come  fi  coHuma  di  far  alle  Scrofe  .  Ve- 
getti ferine yche  fuol  veder  fi  enfiato  più  del  doueril  collo  degli  anima-  " 
liyquandopatifce  Vna  certa  diHilagioìie  d'humore nero  y& pwzgolentey 
come  fé  f afte  (ancaro:  &  perche  fé  talhumore  dijcendefse  a  i  neruiyO  nel 
le  ff>  alle  yl  animale  flridendo  col  petto  >  &  buttando  materia  liquida^ 
per  lo  nafo  difficilmente  nefcamperebbeyordina>chcqueipertugietti  fior- 
ilo con  diligeìiT^a  efsaminatiy&  pieni  di  marrubio  y  &  fiale  mifiifian  ben 
calcatiy&  con  vnguento  lenitico  vnti  d'attorno  ;  &fe  la  conditione  del 
luogo  il comportafìtyvi  fi fura  vn  taglio  per  me^TOy  accioche  meglio  fi 
itenga  a\  purgar  Ihumore .  Ilter^o giorno  le  piaghe  fi  laueranno  con 
calda  orinay&  comefiano  purgatele  nette  fi  falceranno  conpe^e  di  li-  „ 
U0y&  con  vnguento  compoUo  di  radici  di  giglio  illirico  pauonax7j>y<& 
incenfo  mafehio  ana  onde  dueycon  vnfefiario  difìirina  d'orobimefcola- 
Mìlàdrie  te. Chiama  egli  Malandrie  quelle  piaghey  che  fogliono  nafeere  per  lo  col- 
pliche  tfl  loylequali  vuole  che  fian  col  ferro  fcarnate  bene  >  non  toccando  le  veney 
ine  fi  cu-  anV  Snidando  quelleyche  fi  vedeffero  buttar  f angue -.nel  che  parimente 
lino.        è  da  auuertirfiyche'l  fuoco  mnfuffe  tanto  che  apportaffe  periglio  a  i  net- 
ui .  Fatto  quefto  y  fregbifi  il  cello  con  vecchia  affungiay&  legbifi  con  la 
fhfcia  :  Il feguente  giorno  mettauifi l'unguento lenitiuoper  qualche  dì , 
"Poi  tolto  quello  fi  verrà  bagnando  con  orina  calda)  <&  con  olio  y  <& 

aceto, 


DZL    C  J.V  j£  LLOy    L1B.    X.         .82? 

/€  aceto,  adoprando  medicami  atti  a  firaarey  &  come  fi  reggiano  fatte  le 
cicatrici  y  vi  fi  porrà  graffo  frefco  di  porco  mifìo  conpolue  di  tesla  dia- 
ne abruciataychefaldando  le  piaghe  renderà  l ornamento  ancor  de  i  peli.    raUalIo 
Orando  auuiene  che  al  Giumento  fi  disloghi  il  collo-,  ò  che  fi  fior  cay  o  che  dislogato 
in  modo  alcuno  fi muoua  da  la  firn  federiteli 'cfìoyco  che  fi  volt  ayor  dina;  olì  orco. 
che  gittatolo  àterray  &  legatolo  bentyfi  flendail  collo  fopravna  fcffiiy 
&iuifi  racconcila  parte  fmofì a:  vntalapoicon  misluradi  afiungia  ca- 
lata>&  olio  vecchioymettauifi  lana  [uccida  bagnata  di  vinoy&  olio  tipi 
do  j  elettamente  vi  fi  leghi  vnafkfcia  fonile  >  e^  larga  pur  diquei  li- 
quori bagnata:  fndi  accioche  non  pojfa  -voltar' il  collo  >  fianui  legate  per 
lo  lungo  alquante  becchetterò  righe  >  o  tauolette  larghe  quattro  deta: 
efendo  altretanto  dijpatio  l'una  difìate  dell' altratne  fi  deleghino  fin  aj, 
cinquantefimo  giornoybagnandole  pero  quattro  volte  il  dì,  fé  fa  di  erta- 
telo due  di  verno  :&fe  con  quesìa  cura  non  fi  f offe  giouatoypotrà  tentar  fi    ~       , 
co'l  bruciare. Sogliono  i  giumenti  difcollarfi  ( come  daT  eonnefo  fi  feri-  accada., 
uè fò  quando  primieramente  fi  mette  loro  il  cane7^one  y  ò  quando  legati  che  i  Giù 
ad  alcun  legno  fo  giunti  al  giogo  han  fatta  foria  per  difeiorfi ,  a  quando  *V5-nt! .  • 
l'ifleffo  carro  è  venuto  fu  loro  à  trauerfarfi  ;  ne'  quali  cafi  auuiene >  che  no 
luna  parte  del  collo  refia  concaua>&  abbaffata-,1 altra  gibbo fa>et  innal 
%atatperofarà  di  mesliero  co  fi  curarli  >  chepofìa  la  parte  bafia  verfo  là 

"  f°JTa>&  l' altra  fopra-yfi  calchi  fu  quella  y&  fi  ff>inga  co  for^a^  e  deslre^- 
%a  tale  >  che  l'ofia  ritornino  a  i  luoghi  loro  .  Fatto  qneHo  bifognerà per- 
tugiar in  tre  parti  per  eguali  inter ualli  con  vna fibbia ,ò pv.ntarv.olo  il 
cuoio  del  collo  nella  parte  innalzata  ;  <&per  quei  bugi  mettere  altretati 
bafloncelli  di  tamariciy&  hgaruili  con  vno  fyago  di  canapeto  di  lino  bé 
forte ,  egrofio  >  quanto  vna  corda  d'arco  ;  ilquale  ftagofisìrignerà  con 
quelle  forti  di  laccio  ò  nodo ,  che  diconlupo ,  &  finche  tra  ifìecchiperfe 
non  e  aggianoyil  luogo  è  da  bagnar  fi  due  volte  il  dì  con  acetOy&  olio ,  poi 
caduti  vi  fi  faranno  bagni  d'acqua  calda  y  curandole  piaghe  con  quella. 

L  compofitione  di grafioycb'è  detta  lipara .  <isfffirtOy&  Hieroclefcriuonoy 
il  colio  non  vfeir  fuori  del  luogo  fuoyma  fio; xerfi  folamcntey&  perobiaf- 
mano  il  legarlo  con  le  Helktteyòtauolctteyhaftandoy  che  al  (jiumento  te 
nuto  in  pie  di  s'alai  quella  parte  del  collo  y  chef  vedi -à  piegata ,  bfmoffet 
&poi  vi  fi  mettano  i  legnetti  del  t  amar  icey  offeruado  a  pieno  la  detta  cu 
r  a. Sumelo  ordina  >  che 7  collo  fmofì  o  fi  a  fpefio  fregato  con  Beno  di  pe- 
cora, mi  fto  con  ol'ioy&  vino  vecchio  fcaldatiyt'l  medefimo  con  acqua  me 
lata  tepida  glifi  dia  col  corno  a  bere. Et  fé  nel  luogo  offefo  refìafe  ajftre^ 
%a  y  fi  potrà  dare  per  le  narici  mi  fura di  graffo  di porco y  e  di  becco  li- 
bra vna  per  vnoyconfei  onde  di  gomma  corinthiay  vna  quarta  parte  di 

graffo 


8i8        .        Z>  E  l  l  U    C  LO  \r  U 

frafio  d'oca  e  tre  ciati  di  olio  ciprino ,  ò  di  conaflrello^  difciolta  ogni  co- 
fa  à  fuoco  lento,  aggiuntoti  olio  commune  &  mele  infieme .  Telagonio 
fcriue  ,  che  e/fendo  il  collo  fmoffo ,  fi  confideri  in  qual parte  fia  declinato 
e  dall'orecchia  contraria  fi  catti  fangue,battendo  prima  con  vn  fermen- 
to la  vena  più  ampia ,  cbequiuì  appare  :  poi  vedendola  gonfia  alle  per- 
coffe,può  toccar  fi conia  lancietta:  e'I  feguente  giorno  dal  mede  fimo  luo 
gofe  ne  ricaui  facendolo  per  due  dìflar'in  ripofo:  al  ter  7^0  fi  potrà  comin 
dare  leggiermente  a  faticare  •>  quindi  a  poco  a  poco  ridurlo  all'ordina- 
rio .  Ma  fé  7  collo  in  ninna  parte  è  ricalato  ,  &  folo  nel  mr%o  è  gonfio^ 
cauifif angue  da  l'una,  e  da  V altra  orecchia  :  ihbe  nonfkcendofi  tra  dite 
giorni  da  che  l'animale  è  flato  ojfefo ,  /  neruife  ne  vengono  ad  incordare  & 
co  n  tal  durerà-)  che  poi  nonfopporta  il  giogo .  Terquesio  male  fi  tro- 
tta vn' aureo  medicarne  co  fi  compoflo  ,  che  cotti  infieme  di  pan  pefo  olio 
vecchio  cjrfeuo  di  caprone  con  midolla  di  bue,&  pece  liquida  nefia  vn~ 
r  .,  r  to  il  collo  quando  l'animale  da  l'opera  fi  difgiunge  ,  battendo  prima  la- 
to rotto  uat 0  il  tumore  con  acqua  tepida ,  &  rafciugato .  Et  cofi  per  collo  rotto 
come  fi  come  ancor  a  per  gamba  vtilmentefipuò  adoprare  miHura  d'ajfungia,, 
cnrl-  alamele  (picchi  d'aglio  ana  onde  due,  con  vna  libbra  di  cera  infieme  cot 
ti .  Ma  propriamente  per  conferuare  i  colli  de'Muli,che  non  fi  rompano 
e  molto  appropriato  l'unguento  fatto  con  due  libbre  di  graffo  frefeo  di  - 
porco  ,  e  due  feflari  d'aceto  che  bollendo  fianofcemati  del  ter^p  ,  &  poi 
colati. ^4 goftino  Colombro  approuaycbe  quando  il  giumento  fi  trotta  ha- 
uer fi torto  il  collo  (efìendo fi  JpoSÌati  i  boJJ'oli  di  quello  per  qualche  cadutOy 
hper  nouclla  fc  amidatura)  fi  gittià  terra,  &  fi  fomenti  con  acqua  cal- 
da coperto  in  modo ,  che  venga  àfudare,  &  all' bora  l'hitomo  premendo 
co  i  piedi  eguali  difopra  il  collo  glielo  addri^y/àcendo  tornare  gli  fion- 
dili al  luogo  loro  :  Indi  legata  vna  cignia  dietro  le  jpalle  come  flà  nella 
felladn  effa  leghifi  il  capo  dell' animale,  fi  che  il  collo  nella  contrariapar 
te  venga  a  piegar  fi  :  e  da  l'ima,  e  da  l'altra  banda  fi  metteranno  lefìec- 
ebe  di  legno.,  accioche  la  rafietatnra  ffia ferma  :  poi  con  aiuto  di  molte  fj 
perfine  fi farà  Iettare  in  piedi,  e  fpejjb  fi  bagnerà  il  luogo  con  olio,&  ace- 
to in  fin  che  fini .  M.  Luigi  volendo  addrix^are  il  colio  Horto ,  diHefo  il 
Caua.Ho  in  terra,poneafotto  il  collo  vna  tauoletta  lata,& piana  ;  &  co- 
ri?? tanto  l'hauea  premuto,  che  gli  parea  ben  aggiuiìato ,  vi  mettea  mi- 
/+."• ■■■■■' d' inceri fn,  maHice,fauina,&  opopanace,  tanto  calda,  quanto  ha- 
ttcjfepoti  t\  la  mail  [offrirci .  Quando  il  (jiumento  f ufi  e  aperto  dinan- 
mpafloiare  d'amendue  i  piedi  anteriori ,  &  cattatogli 
fangu?  da  ambe  le  vene  del  petto  lafciarlo  ftare  cofi  impaflorato,  e 
stretto  per  none  dì  >  fonandogli  il  petto  con  vino  caldo  mattino  ,<&•  fera, 

M.Tier* 


'DEL      CUV^ÌLLOIIB.     X.  $17 

jl  M.'Tier'iAndreavedendoit  Cauallohaucre  al  petto  enfiagione)  come  Enfiagfo- 
fpejfofuol  aMuenire  òper  calci y  òper  altri  colpi  >  prettamente  appria  il  ni  nel  pet 
cuoio  inparteyche  ne  f ufi  e  potuta  [correre  ogni  materia  fen%a  fanti  oppi  J^i^  ca" 
lagione  difottoy&  cbenonfifofie  venuto  a  toccar òneruoyò  vena:  &fat 
tone  vfcire  quel,  f angue  ych'iuiper  auuentura  adunato  fi fofiey  viponeaìl 
tafio  di  panno  di  Imo  bugnato  in  olioxe  terbentina:&  poi  medicando  con 
faimey  compilata  cura;  non  mancando  di falaffarlo  nella  uena  prin- 
cipale^ hauefse  uislo  l'apertura  non  bauer fatto  molto  fan  gue  tra'l  me 
dicare .  Tarimente  dalla  uena  principale  netta  parte  del  collo  dritta  lo 
falafsaua  quando  il  colpo  non  haueffe  indotto  fangjieyma  fola  conquajfa- 
B    mento  y  bagnando  il.  luogo  fei  mite  il  dì  con  fugo  di  folatro  mislo1  con  te- 
pido acetoy&  acqua  ròfa  :  &fèlfeguentedìnon  haueffe  uifia  il  tumo- 
re fcemato,ne:  pur  crefciuto^ui  daua  il  taglio  come  s'è  detto .   Il  mede  fi- 
mofugo  adopraua  per  tre  dì  ne  i  colpi  ritenuti  nelle  giunture,  frequen- 
tando dapoi  le  fométagioni  /h'  fiali  conlafi>ungia.rHev-ariaua  in  su  fcrit 
ti  ordini  quando  la  per  coffa  nel  collo  fi  f afte  rke-uuta  yfe  non  chefefuffe 
slato  bifogno di  falaffareyil  fea ne' fianchi  .Se  alle ffialle foffe  venuto  al-    Tumore 
cun  duro  tumore.  M.  Luigi  prima  cercaua  di  mollificarlo)  mettendola  p"e  *Pa* 
per  quattro  giorni  due  volte  il  dì  brancaorfina  >.  &  maluauvfco  bollite  , 
& pò fcia pelle  con feuoyafiungiay& alio: Indi  tagliatolo ò  pertugiato- 

C  lo  il  medicaua  con  l'vuguento  de  gli  albumi. Qualche  volta  alte  fi>  alle  in- 
durate egli  fea.  bagnuolì  confrondi  di  bramaorfma^ policaya  bollite  con 
lifcia;le  quali  frondipejlaua  dapoi  ><&  nbolitele  con  affungia^ fièno  ? 
ne  fé  a  calda  vntioneper  otto  dì;  &  ciò  non  baslandoyvifea  erettolo  con 
bianco  d'voua,fior  di  rofmarinoyfeuO)fangueyfayinay&  bolo :ò  fé  bifogno 
gli  fufse  parfio  y  vi  mette  a  vnp  aio  di  fetonti  quali  per  otto  dì  battendo 
fatti  menar  due  volte  ilgiornoyeglipofciaempiaslrauanonpur  lefpal- 
leym.a  tutto  itpettay&  le  gambe  infieme  .Jillefpalk  per  troppo  affan- 
no addolorate  egli  per  quattro  dìfiea  continui  hagnuoti  con  policrray  & 
rette  d'agli  bollite  in  Ufciay&  vino  ypoi  colfanguetratto  dalla  contra- 

**  ria  banda  al' ifiefio  Giumento  y  mefcolatafarinay  &  bianco  d'vouacon 
tutte  le  f cor 7£  trite yne  fea  empiaflro\  &  feconqueflo  non  fi  fofsegio- 
uato  >  vi  mettea  la  ttelletta  yadopranda  ibagnuoli  ancora  >  e  toltala 
"pia  paffato  l'ottano  giorno  yvi  pone  a  con  acimatur a  d'i  granaio  altra  fi  - 
nayvn  forte Jlrettoio  compofio  dipece,  incenfày  opopanaceygalbano >  #" 
ammoniaco  .  Et  quando-tutti  gli  altri  rimedi  fi  fufser  fhttiy  egli  guari* 
il  Caualto  flyallatoxdando  fette  punte  di  fuoco  àquellajpallay  che  xpppi- 
caua;ò  fhttaui  apertura  vi  mettea  vn  cerchio  di  piombo  auuolto  dipeli: 
&"vivngea  con  olio  dì  oline  per  quindici  dì  >  finche  hauefse  incomin- 
ciato 


828  &  É  l  l  A    0  l  0  \ì  ^i 

ciato  a  buttar  [angue: poi  tolto  il  piombo,  vi  applicala  le  penne  con  oliò  f 
d'vtria,facendolo  Har  di  continuo  impafloìato  infino  aldecimo,  dal  qua 
le  innanril' incominciaua  a  paleggiare. .Alcuna  volta  nella  fpalla  dole- 
re egli  tagliaua  A  trauerfo  il  cuoio  in  cinque  parti ,  pacando  vn  cerro 
dei  peli  della  coda  bafioinfufo  diquella  piaga ,  laqual  perfettamente 
curauacon  vno  vngnentofktto  di butiro,olio  d'oliue,e  dialthea  ana  lib- 
bra vna,olio  rofato,&  lifcia  ana  libbra  merita,  &  quattro  onde  di  olio 
di  lauro  in fie me  bolliti  adoperando  tal'vntione  per  dieci  dì  alternando 
neruo©f.  ^Vorn^  Oltracciò  per  curare  cofi  le  f$alle,come  altro  membro,oue  fuf- 
fefo  .  fé  fìtto  ojfefo  alcun  neruo  o  vfcito  qualche  ofio  dal  luogo  fio  egli  per  tre 
di  vifea  bagni  tre  volte  il  giorno  con  herba  di  vento  bollita  con  mele  e£*  F 
fole  in  aceto  forte-i  poi  con  vnaperga  vi  mette  a  vn  Hretoio  comporlo  di 
fandali  roJfhincenfo,maHice,rafapina,e gomma  arabica poluerizate,& 
misìe  con  bianco  d'uouo  .Telagonio  ferine,  che  al  giumento  offefo  nelle 
jp  alle  fi  caui  fangue  dalle  vene,  che  fon  nel  mezjo  della gaba  nella  par- 
te contrapofta  d  gli  febinebi ,  e  di  quel  fangue  mijlo  con  polite  d 'incenfo 
fiano  vnti  i  luoghi,dou,è  la  dogli  allegando  con  bende  fu  l'apertura  delle 
vene  alquanto  di  slerco  de  l'iftejfo  animale,  accio  che  non  ne fca  fangue 
più  del  do  nere:  torni  fi  però  ilfeguente  giorno  col  mede  fimo  ordine  a  ca- 
uarne,&  vngere  fomentandolo  parcamente  colfieno,fenxafarglitoccar  _ 
dell'orto.  V  altro  difiangli  dati  per  bocca  tre  ciati  di  fugo  diporri  miflo  * 
con  vna  h  emina  d'olioycontinuando  il  fi mile  per  tre  giorni :p  affato  il  fé  fio 
facciafi  prima  lèntamente  e  aminare ,  &  poi  fi  meni  in  qualche  acqua , 
dotte  poffa  notare,  e  d' indi  innanzi  con  cibi  di  più  fo  fianca  fi  riduca  alla 
fua  gagliarde  T^za  à  poco  à  poco  .  (jioueràparimente  fregar  le  fpalle  con 
vntionedi  olio,affungia,falnitro,fcalognepefie,vino,&  vino  cotto,mifli 
infieme.Se'l  dolore,oH  malefufje  leggiero, bafierd  fregagione  divino,& 
olio  caldi ,  ma  s'egli  forte  il  tormentaffe,  b  fogna  nel  cuoio  del  collo  fare 
vn  buco  otto  deia fiotto  lafommitd  della  cbiomi,cbediconcrene,  auuer- 
tendo  di  non  toccare  col  ferro  l'ofjlcello  tenero  della  gola,  &per  effo  bu-  n 
co  infocato  vento  convncannolino,  fi  che  neretti  gonfiato  il  luogo  ; 
fiano  piace uolmente  con  vna  verga,  fiottile  battute  lefi>alle,&  nel  me- 
de fimo  giorno  fregate  confale,^  olio  .  'Helfeguente  dì  vi  fi  metta  em- 
piafiro  fatto  con  duefefiari  di  fior  difkrina  difrumentofò  d'or%o,due  rof 
fi,ò  (come  ad  altri  piace)  tre  bianchi  d'voua  ,  &  vn' oncia  &  mera  di 
polue  d 'incenfo ,  con  aceto  a  baftanja  incorporati:  &pcr  molti  di  fi  fre- 
quenti di  funi  bagni  con  acqua  calda ,  &fior  di  fieno,  accioebe  imbeuu- 
io  Vhumore  fi  trouino  mollificate  :  non  mancando  pur  di  rinuouare  ogni 
di  empiaftro,fempre  lauato,prima  il  luogo  con  vino  puro,  (jioua  ancor 

l'vfo 


<Z>  E  l  (fjl  VALLO)  LI  B.   X:  8i<j 

A  '  Info  di  fhfvntione  con  due  fefiari  dipece  liquida,  ima  libbra' di  bacche 
di  lauro,e  tre  onde,  difolfo  vino  in  vino,&  olio  incorporati ,  ò  prendere 
vn  feftario  d'olio,  &  vn' altro  di  vino  vecchione  fian  diffolute  inpolue 
vna  libbra  dipomelle di  lauro,,  e  tre  onde  di  falnitro,&  vnge me  le  (pal- 
le al  fole  ardente,lauat  e  prima  con  acqua  calda .  Il  che  puh  fimilmente 
feruire  quando  le  fpallefoffero  dislogate,  hauendole  prima  ridotte  al 
luogo  loro  ;  ma  nongiouando  ,  bisognerebbe  adoprare  il  fuoco  .  Tiberio 
per  le  fp  alle  rilafiate,  dapoi  che  fiati  rifofpinte  alle  fedi  loro,  ordina,  che- 
fi  vngano  con  due  libbre  di  pece  arida,  &  altretante  di  gomma  colo-' 
foniaca  ,mefcolatt 'con  due  onde  di  galbano,  &  altretante  di  terbenti- 
na.  alcuni fiimaaoeffere  affai  gioueuole  per  far  nelle  fp  alle  tornare  le 
ofìaal  luogo  loro,, che '  iCauallo  fi  fàccia  motare  vìi  buono  Jpatio*  Hip-  Spalle rot 
pocrate  e  infegna,che quando  il  giumento  per  qualche  sformo  fatto,ò  per  le  ° lraoi" 
qualche  vrtatura,àfcontro'hauutOy  fi  ha  rotta  li  fp alla,  a  fmoffa  dal 
luogo  fuo,  ne  da,  fegno  col  zoppicare,  tirando  indietro  la  gamba  dinanzi 
per  non  poterla  ripiegare  ,&  nelle  difeefe  con  dirupatole  feorfo  trabo- 
c  andò  fi  lafcia  andare  :  nel  qual  cafo  vuol,  che  di  effe  gambe  gli  fìa  ca- 
nato delfangue-;  &fktta  vntione  per  fette  giorni  con  vino,  &  olio  ,  poi 
vnto  con  vino ,  aceto ,  &  fudor  di  putto  *  Ordina  egli  pure  ;  che  quan- 
do lafpalla  è  vfeita  dal  fitto  fuo,  fi  debba  il  giumento  gittar  a  terra  di 

r  manierayche  la  fp  alla  off  e  fa  venga  a  sia  r  fopra,  &  legatoli  a  qualche  al- 
bero il  pie  diflefo,  gli  fi  facciano  bugi  nel  cuoio  di  effa  (palla  ,  ne' quali  fi 
facciano  star  fiffi  per  quattro  dì  alquanti  becchi  di  fico-  circondati  di  la- 
na,con  larga  vntiànedi  vino,  &  olio;  fimilmente  bagnando  il  quinto  dì 
che  gli  slecchi  fi  leueranno  .  Il  dolor  dalle  fp  die  fi  può  mitigare  con  em-  Dolor  del 
piafiro  fatto  di  coloquintida,  cocomero  afinino  ,  elleboro  bianco  ,  feor^e  kfpalle* 
di  quattro  voua  abruciate ,  e  tre  carobbe^j >-.  Teonnefio  per  l'ojfenfion 
delle  ffrallepone  miflura  di  bitume  giudaico,  profumo  ammoniaco,  gal- 
bano ,  bdellio,  i^rfolfo  viuodiparipefo  ;  Ver  la  dislogatura  ordl^s. ,  che 

B  ficaui  f angue-  da  la  medefima  fpalla  >  e  di  quel  f angue  caldo  mi  fio  con 
olio,  vino  cotto,  fcalogne  crude  benpeHe,  cinquanta  lumache  pi'cciole  t 
e  tre  voua,  fi  faccia  vntione  fu  l'animale  .  Quando  vna fpalla  fola  fufi'e 
fpafimata,eglialtrouedecedouerfi  curare- con trar del fangue  dalla  ga- 
ba  dinanzi,  chea  lei  non  corrijponda:  ma  quando  l'vna,  &  l' altra  f en- 
tifie  il  male ,  il  falafio  nelle  gambe  di  dietro  è  conueneuole^* .  Hiero+ 
cle,quandole fpalle per fouer ch'io. correre  opefofufféro adolorate, opa- 
reffero  come  legateci  collo  non  fi  poteffe  piegare  in  terra,  vuol,  che  fila- 
no bagnate  conacqua  calda,<gr  che  l'animale  fi  fhcciaeflercitare  :  poi  fu 
le  parti  offe  fé  fi  metta  empiaftro  fatto con  vn  feflario  e  me^o  di  farina 

d'Qr%py 


$;è  2>  E  l  l  A    g  L  0  \  1  A 

i'or%prfuattro  dramme  di  polite  d'mcenfo3duc  voua ,  &  aceto  a  lafian-  g 
1$  &  [e  ciò  non  lefana,diauifiilfuoco  con  ferri  dritti  ,  vngendopoi  le 
cotture  confale,  &-olio ,  e  dalfettimo  giorno  innanzi  con  rafciature  di 
fiufk,  cioè  conquelle  fuperfiuità ,  che  lattando  fi  tirano  già  da  le  mem- 
bra bumane,&  come  ne  fian  cadutele  crufie ,  adoprifi  la  farina  de  gli  o~ 
robi,  fecondo  Infanga .  Oltracciò  per  curare  le  fp  alle  o  rottelo  le  fé,  egli 
narra  ,  Geronimo  ordinare ,  che  fi  cauifangue  dal  petto  ,  &  che  fi  butti 
addojfo  a  l'animale  acqua  fredda  di  eHate-,  e  di  verno  calda,  laqnal  mi- 
glior farebbe  ad  batterla  fhtt  a  ridurre  alterco  ,  bollita  con f rondi d'ol- 
mo;&  cb'  egli  fi  fàccia  ftar'  in  ripofo  infinche  J  ani.  Se'  l  dolor fuffe  antica 
o  troppo  infefiofbifogna  gittato  Ucanallo  a  terra,  battergli  la  fp  alla  con  P 
vna ferula ,  o  con  vna  ferpa  in  qualche  morbido  panno  inuolta  ;  c2"  co- 
me la  pelle  battntafi  rileui ,  farci  con  vn  puntandolo  un  forame  quattro 
detafotto  lafommità  della  fpalla,o(fecondo  altri)  nel  mex^p  della  emi- 
nenza, dotte  con  lafpalla  fi  congiunge  la  gamba ,  efcorticato  alquanto 
di  dentro  con  vn  coltello,metterni  vna  cannella,  grfoffi  arni  forte ,  fin- 
gendo il  fiato  con  la  mano  per  tutta  la  (palla  intorno ,  finche  fi  giunga  al 
luogo  chiamato  ninfa  ^poi  fatte  in  quell  i  pirte,  che  è  Hat  a  gonfia  ,  fpefìe 
punte  minute  con  la  lanciata,  fpargerui  due  onde  di  fai  ben  trito ,  e  fre- 
garvi con  aceto  infieme  colfaugue,  che  quindi  vfciffc  ;  facendo  tutto  ciò 
prima,che  l'animale  fi  lafci  leuar  in  piedi .  Il  terzo  giorno,d'indi  i  nnan- 
yi  conuerràfàrgli  bagni  con  acqua  calda ,  &  vngerc  con  la  e ompo fit io- 
ne del  bdellio  fciolta  in  olio  ,  ofe  quella  non  fi trouaffe  fregarlo  con  olio 
&  vino  procurando ,  che  filano  aperte  quelle\piagbette  in  fu  lefpalley 
finche  duri  il  tumore,  e'I  %oppicare,pofcia  ridotto  a  fanità,  fi  potrà  rime 
vare  à  poco  à  poco  alle  fatiche  ragioneuoli ,  fecondo  lefor^e  dell'anima- 
le. Quefle  cure  di  efiate  riefeono  meglio  »  che  di  verno ,  quando  tal  vol- 
.         .     ta  fi  viene  ,a  far  maggiore  offe  fa .  Quefìi  mede  fimi  ordini  pone  *Affir- 
fì  come  fi  to  per  curare  la  Synomiafi,  ilche  s'intende  quando  il  dolore  aneli' vna; 
curi.         &  nell' altra  fp  alla  congiuntamente  :  &  cofi  ancora  dice  curarfi  la  Co-  R 
riagine,  che  autdene  da  lungo  dolore  fentito  in  efiefpalle  :  nella  cui  pie- 
gatura di  fiotto  alle  ditello.,  ò  preffo  lofi aglio  ( come fi  dice)  làdoue  il 
(jiumento  fu  ol'efier  cinto  :  fé  per  auuentura  nafeeffe  per  fé  enfiagione,  al- 
cuna l'uno  &  l'altra  afferma  poter  fi  curar  con  vnguenti  bruciatiui,  men 
tre  ella  èfrefea  :  mafie  vifufie  durerà  o  materiagrofia,vifcofz  accolta 
dentro,  bifognerebbe  adoprarui  il  ferro,' curando  dapoiqttel  taglio  agui- 
quàdo*  e-  fa  ^e^a^reP^?he.  La  (palla  veramente  (fecondo  il  parer  del  medefimo 
ice  di  luo  affino)  all'hora  efee  diluogo ,  quando  fi  rompe  Uneruo ,  che  nafee  dal- 
go.  lofio  difopra,  nel  qualsincaftra  la  gamba,  <&in  tal  cafo  la  cura  è 

vana 


*D  E  l    CAVALLO   UÈ.     X.  Jji 

^l  uanaychefe  ben' ella  fi  rìmettejJe>non  slariafermayper  non  hauere  ifuoi 
necefiartj  legamenti:  Ben  fi  fui  rimediare  quando  talneruo  èfolamente 
dislogatOy&  lajpallafitroua  rilavata  >  &  bafiata  alquantoyfi  che  nel 
caminarefi  tira  indietro  Ivnghia  >  ò  lofio  della  giuntura  guarda  in  fu . 
Ella  dunque  primieramente  è  da  ricondurr  fi  al  naturale  fuo  luogoypoi  nel 
la  pelle  fon  di  ficcar  fi  alquanti  Slecchi  di  tamarice  l'vn  contro.  V  altro  > 
continouando  di  farci  lauande  con  acqua  calda  y&vr>tioni  apprefio  di 
acet0y&  olìoìogni  dìyfinche  effiHecchi  ne  fan  caduti:  d'alThora  innanzi 
le  piaghe  faranno  da  medicar  fi  con  l'vnto  grajfoy&  alla  fine  la  (palla  in 
fino  alla  giuntura  ficocerà  con  vnflilo  rotando  vnto .   Quando  auuien 

$  che'l  Canallo  correndo  vada  a  cadere  con  le  gambe  aperte  àguifa  di  ra- 
na qual  bora  nuota(il  che.  Batrachh^in  da.  Cjreci  e  d'etto)  difficilmente  la 
dislogagione  fi  può.  curare  .  Ma  fe'l  (jiumento  nella  congùmtioh  delle 
fp alle  ferite  doloreyconuien  fomentargliele  prima  con  abbondante  acqua 
caldaypoi  sbruffate  col  vinoyvngerle  di  olio  caldo  y  e-r  fregarle  bene .  Il 
feguente  dì  fé  necauerà  fanguey  nonperàmolto  yaccibche'lmembro  lefo 
non  fé  ne  venga  ad  indebolire  y  ne  fi  manchi  di  fari  bagni  y&l'vntioni 
fi  come  mnan^Se  conquefio.il  dolomon  mane  a-ybi fogna  con  acuto  fer- 
ropertugiare  ilcuoio  due  deta  fiotto  la  coppa  delle  fpalle  y.&iuiconvn 
cannolìno  infocando  ventoyfhr  che  la  pelle  attorno*  alla  giuntura  fidi- 
C  fiacchi  dalla  carncypofcia  in  quel  buco  mettere  rna  taHa  dìlanafuccida 
e  buttami  acqua  calda  intomoydi  modo  perÒy  che  non  rì entri  in  efiapia 
ga^  T<lel  ter^o giorno  leuata  la  lanayfilafcierà  vfeir  quelVhum.orey  che 
vi  fi  trouerà  adunatoypoi  fipotrà  curar,  nei  detti  modi .  Et  fé  con  tutto 
ciò  nonguariffeydiafi  il  fuoco  infu  le  fpalle  con  ferri  tondi.  Oltrale  d'et- 
te cofeVegetio  r. acconta  bauer  Jiffirto  ordinata  per  riBrignere  le  par- 
te dislogate vna  compofitione  di  firettoio  convnfefiario  di  fior  di  nitro 
dieci  lirniacheyventicipolleyaltrettantenocciuoleyvrì 'oncia  di  pepe  bian- 
cOydue  di  'Tafrano  cicilianoytre  di  polue  dincenfoye  tre  di opopanace  pe- 
fte  in fiemeye temperate  con  buon  aceto. Egli  tuttauia  dice  effère  meglio 
&  ad  aggingnerefour.a  i  luoghi  infermi  il  proprio  f angue  tratto  daW anima 
le  .  Et  quando  queBedìslogagìoni:  di  fpalle  fon*  auuenute  y  clammonifce 
adauuertire  con  diligenza  yche  non  fi f u fiefhttonell'ecmgiknture qual- 
che adunamentodi  f angue  \per  che  in  talcafó  bifiógnerà  convnguentile- 
nitiuiy  <&  con  ferri  y  òx autervf  operare y  che  quella  putrefiittìoneraxcol- 
ta  fi  purghi  fuori  ;  mettendo  poi  ne  i  forami  tafii  dì  Uno  con  vnti  da  r/- 
faldarey&neU'vltimoìVngitenti  bruciatila  per  confermare  le  cicatrici .. 
Ma  feftanerui  vfeifie  alcun  pertugio  yprocedafi  cautamente y  appli- 
candoui  cofe pecche  y^nia  lavar  e  ne  marcia ,  ne  altro  fetore  che  quindi 

vfeifie 


8}à  D  E  l  L  U    G  l  0  ^  7  U 

Vfciffey  perche  ogni  bumiditàfuol accrescere  quefle  tali  difìillagìoni.  (jli  g 
altri  orimi  fuoi  per  curare  le  fpallefmoffe  non  fon  differenti  da  quei  di 
'Pelagonio  fopra  narratiy  foggiunge  ben"  il  fogno  del  dolor  della fp alla  e f- 
fer  quando  fi  vede  il  pie  dinanzi  gittar  infuori  aggiacciato  >  &  rigido  :    . 
&  all' bora  do  uerfi  confederare  onde  proceda ,  che  fé  fuffe  per  qualche 
percoffa  haunta,bifogna  primieramente  riporre  le  membra  alle  fedi  lo 
roy&pofcia  vfare  gli  altri  rimedia  che  fi  richiedono',  tJWafe  venifie  per 
che  le  fp  alle  f tiferò  agr  aitate  di fangueyb  d" altro humor e ^conuien appli- 
cami le  vntioni  appropriatelo  dal  petto  cauarglifangue .  a^itroue  dice 
che  nel  mal  delle  $  alle  fi  tocchino  le  vene ,  che  fono  fotto  le  congiunture 
di  quelle  fei  detafopra  il  ginocchioye  due ,  o  tre  fotto  à  i  mufculi  :  hauen-  ^ 
doci  però  buona  auuertenxa  ,  per  eferuene  congiunte  con  molti  nerui . 
<±s£ltroite per  enfiagioni  cofi  di  fp allearne  digambe  cagionate  da  qual- 
che colpOyordina  ad  empiaHrarui  creta  cimolia;e  lubrica  Héperatacon 
forte  aceto. I  tJWarefcalcbi  Cjreci  affermano giouar  molt»cofiàfpalley 
come  anco  à  lombi  due  roffi  d'voua  con  vn  oncia  di  polite  d'incenfo ,  & 
vn  pochetto  di  fior  di  farina  incorporati .  Et  propriamente  per  le  fp  alle 
aggiungono  etiandio  quefl' 'altri  vnguenti ,  cioèpolue  d'incenfo  >  cicuta  > 
&  ragia  di  pino  ana  onde  fei  y  con  tre  di  colla  carauella  y  vnfeSlario  di 
farinavolatUa^r  vin  vecchio àbafian%a  fi facciano infieme  cuocere  :  ^ 
ò  che  fi  fàccia  mislura  d'incenfo  mafehio-,  balfomoyfpigo  nardo^ajfrano 
pepe  biancoymirra  polpofa>opopanace  >  &  ragia  di  pino  ana  oncia  vna , 
con  due  di  laferpitio  >  quattro  di  cinamomo  y  &  vna  libbra  di  mele  otti- 
mo .  nAlcuniypoi  c'han  lauate  con  vino  lefpalle  offefe  y  ò  pur  lafchiena, 
chehauefse  male ;vifj>argono polite  di  [caglia  diferroy  e  di  verderamey 
va' oncia  per  cofa.  féltri fu 'l luogo  infiammato  di  efse  legano  con  vna 
fafeia  ben  caldaie  resìe  delle  cipolle  >  cioè  quei  ligamidi  foglie  fecche  > 
onde  l' vna  con  l altra fogliono  efsere  attacate .  *JfyColti  coHuman  di 
mettere fopra  quelle  empiaflro  di  farina  con  vinoy  e*r  olioy  &  facendoui- 
fipoflemayò  infiammagioneyvi tagliano  col  rafohy& poi  vi  mettono  fo-  n 
pra  Herco  di  Cauallo  con  olioyaceto ,  &  file  abruciato .  *Al  dolor  delle 
fpalequeW  altra  compofitione fi  troua  appropriata  >  litargirioygalba- 
noy  viole  bianche ,  polue  d'incenfo ,  &  hifsopo  humida  ana  libbre  due  : 
terbentinay  ragia  colofonia  >  opopanacey  propoli  aticay  iride  illirica,  o- . 
pio  y  ammoniaco  y  (jr  vnguento  eretico  ana  libra  vnay  cardamomo  > 
gomma ,  &papauero  ana  libbra  vna  &  meTga ,  midolla  di  ceruoy  fto- 
racey  <&pece  dura  ana  libbra  me^a:  due  &  me?a  divifchioy  tre  di  ce- 
ra y  &  quattro  digrafso  di  toro  con  vnguento  duro ,  &  cera  nuoua  ana 
ancia  me^gr  aceto  à  baflan^a.  Il  Colombroper  difsoluere}  &  rifana- 

re 


b^l  CJLV  JLIZO)  L  l  B.  X.  8?? 

rjl  requilledure  enfiagioni,che  àgnifa  d'un  'uouò  fifhnno  in  fu  lejpalle  (co* 
<wieilpià  delle  volte  per  le fton  delta  fella  fuol'auuenìre)  ordina  talem- 
piatirò  chedifiolutofialfuocorefina,terbemina,&  mele  ana  libbra  me-' 
%a,fifhccian  colare,  &  a  quella  colatura  aggiungendo  mirra,  farcocoU 
la,& farina  difi.cn  greco-,  e  difeme  di  lino  ani  oncia  vna  ,  fifkccia  ogni . 
-cofabene  incorporare ,  mefcolandom  ancora  vnpoco  di  farina  di  lupini 
■  xfr  cofidice  ejfer  perfettiffimo ,  Ter  turare  la  (fotta  (rùnica  delle fpalle^  qg„*  . 
cioèlapnffione  antica  di  molto  tèmpo  j  generata' in  quel  luogo  per  rbèu~  nica  delle 
ma,ilqualejìillandp  come  gotta  d'acqua  ,generairnété  gotte  fu  nomina-  fpalIe,co- 
refi  fatti  mali  ouunque  auuengano:  egliapproua  l  ordine  degli  antichi  me  ^  cur* 
J5  di  battere  lajp.nla  con  qualche  fottil  bacchetta  inuoltadi  molle  fieno^et 
!  per  vnhugio  fatto  apprejìo  la  Taladellajpalla,infojfiar  con  vnafampo- 
~gnetta\,  tyverfo  la  punta  dieffa  Jpalla  mandarci  vento,  poi  stroppar 
quehbugio  con  pece,  e  bagnarci  Ih  ogo  intorno  con  acqua  calda:  et  l'altro 
giorno  fumi  vntione  concino,  &  olio ,  tenendo  effo  bugio  aperto ,  finche 
fi  veggia,che  faccia  fu^xia .  Jlpproua  ancoraché  rafo  il  luogo  >  doue  è 
la  paffwne,&  fottilmente  incifo  in  molti  luoghi  con  vno  rafoio ,  fia  bene 
jìroppicciato  confai  minuto  sfacendone  vfcirf angue  ima  prima  vuol,che 
.  sìaprala  vena  nella  finiflra  parte  della  giuntura  del  piede  :ò  (felapaf- 
fionefujfe  di  poco  tempo)'nellaop pojìta  pirte,ouer amente  dal  collo  del- 
C  la  medi fima banda.  Et  fé  questa  pajjìonedi  fpalle  procedere  da  calda 
materia,  &  colerica  (il  che- fi  conofce ,  che 'l  Giumento  ali 'bora fi  duole 
pìu,quandòp'm  èfcaldato  nelV  efiercitiojjfarà  bène  fare  di  poca  quantità. 
la  prima  infagnia-.&  poi  (fé  quel  fangue  ferb'ato  nel  vafe  ne  moftrera'  co 
le  fue  corrottioni  bifogno) fi  potrà  dinuouo  aprire  Vifìcjfa  vena,e  trarne 
quanto  paia ,  che  fi  richieda:  e  dì  quel  frefco  fangue  miflo  con  me%a  lib- 
bra d'aceto,^  vna  di  buono  òlio  s'ungerà  la  [palla  al  fole.  S'ella  proce- 
dejfe  da  fredda  ìnateria,&  flemmatica( "tlche  fi '  conofc e,che  in  tépi  fred 
dififente  maggior  doiore,ilqual  nelV ejfer citio  cèffa,e  dopò  il  ripofo  tor- 
,       na)conuien trar  poco  fangue\et  rafe  tefyalleymetterui'empiajìro  fatto  co 
vna  libbra  dì  graffi 'fichi  feccbi,iquaii  dapoi  che  faranno  flati  ventiquat- 
tro bore  in  acqua  calda,ftfian  co  vn' altra  libbra  difemen%e  difenapi  rio 
-vecchie  pefle,&  con  vnpoco  d'aceto  incorporate .  *Altri  vngendole  di 
mele  [quagliato  conia  poi  uè dei  fenapi  le  choprono con  borra  di  panno 
di'  grana-  ilche  vtilmentefipuèfare  indolori  ancor  dì  ginocchia ,  e  d'al- 
tre giunture .  'Et  fé  nelle  fpalle  foprnueniffé  enfiagione,  mettono  fotto  il 
petto  à  pie  di  quella  vn  fettone ,  'dal  cui  agitare  fi  vengano  le  materica 
iiijfoluere.  M, fPier '^Andrea  chìamaua  Incornatura  quando  la  bestia  fi  incorna- 
dolea  in  qualche  fpalla,perefsere  fiato  in  quella  premutolo  caricato  dife*  tura. 


*J4  D  E  L  L  uf     C  l  0  J^l  sA 

qualmente  più  che  fopr a  la  fchienay&  per  curarlayprima  lauaità  lajpal  ^ 
laye  tutta  li  gamba  con  lifcia  efaponey  poi  la  fomentala  conjpmgia  ha 
gnate  in  odorifero  vino  bollito  in  vnpignatto  con  vna  libbra  di  melyvna 
;  .         altra  di  ciminoyun'oncia  di  mirra ,  èrfale  afuo  arbitrio  >  &fe  con  que- 
turc  >  col  ^°  ^  ma^  nonfl  Zuaru  J  giudicano,  che  fuffe  antico  >  &  ui  adopraua  la 
me  fi  curi  fomentagione  de  ifali  altroue  detta .  Le  dislogature  co  fi  delle  fj>alley  co- 
no» medi  qualft  voglia  altro  membroyegli  diceayche  curandoci  fenica  indu-i- 
già ,  fi  falderebbono  in  vn  giorno  :fefi  dimorafìe  due  dì  a  rimediare^  ne 
bifognerebbono  venti  a  guarirla:  fé  tre  fé  fi anta  i  fequattroy  non  rejlaua 
più  luogo  alla  cura  .  £t  nel  voler  ridurre  il  membro  al  luogo  fuo  >  dicea 
douer fi  faper  tirare  fenxa  torcere  ,fi  che  la  giuntura  non  uengaàfenti-  F 
re  ojfefa  in  modo  alcuno.Hor fattOyquesìoyegli  ufaua  di  lanario  molto  be 
ne  corifaponey&  uinoyil  qualfufie  bollito  con  rofmarino  in  pignatto  co- 
verto :  &  come  di  quesla  lauagione  il  uedea  per  fé  rafciutto  >  ui  mettea 
calda  una  compofitione  apparecchiata  in  tal  maniera.  Mettea  una  quan 
tità  di  mele  a  liquefare  alfuoco,&  uedendolo  in  difpofttione  difonder  fi  > 
,  ni  ponea  polite  d'incenfo  >  di  masìice^e  difangue  di  drago  oncia  una  per 
cofaymefcolandole  bsney  finche  fi  fo fiero  infieme  incorporate  ;  dal  altro 
canto  hauendo  pojio  a  bollire  due  doble  di  uinoy&  in  quello  nel  leuar  del 
bollo  mescolata  una  libbra  di  cimino  polueri70toyegli facendo  trouar  o- 
gnicofa  a  tempoycongiungeal'unay&  l'altra  mis~ìurayfempre  menando  ^ 
con  vn  baffone  yfiiiche  a  poco  àpocofufie  vewtta  a,  raffreddar^  recan- 
do a  gai  fa  di  nernke.  Co/i  dunque  medicato  il  giumento)  ilfea  menare  a 
fialla  fofcay&  caldayouein  buon  letto  voleay  chefolo  e  difciolto  fieffe  >  a 
ciò  che  fi  fofse  potuto  a  voglia  f uà  corcarey&  leuare.  La  detta  medicina 
fcald.zta  egli  vi  rinonaua  mattino  >  &  fera  y  fenica  legarlaui  più  che  la 
prima  voka;perche  dipoi  vi  rejlaua  coma  vna  cora-j^a:e  pafsati  i  fette 
o  gli  otto  dìyLiaa:<a  il  luogo  con  vino  bollito  con  ofmarinoy  el  nettaua  be 
nsyfacenioh  Ilare  dapoi  co: '.erto  finche  fifufieperfe  mede  fimo  afciitg* 
toyed  indi  in»  vi^i  iicominiaua  a  faticarlo  con  difcrettione  :  ma  s'era 
"pemoygli  concede  a  maggior  ripo fi .  Quella e aìlofitày  chefopra  le  fralle 
per  cifratura  di  fèlla  td  volta  amiiem  yft  che'l  giumento  non  fi  può  ben 
Sourapo-  diq.teHe auuahreyegli  Sour  a  pof aturala nominauay   &  fiotto  quella  fé  a. 
Attira,  6  cm  Ictfófcjptpt  wpertugh  apeloy&*  [e  palpando  con  la  mano  uifentia 
farx-'ì    le  eT~r  m  &t* l >  e'??fi'A efere ma*xia^ò  acqua gialliy  egli s'ingegnauadi 
IpiUe .    '  trarla  fturiyjp-zrgando'ii  dentri  imfufo  eguale  >  ma  con  la  punta  unpo- 
co  torta:  pi  fi  i.ifittofof friggere  bene,herba  di  muro  finche  fidare  fi  f o fi- 
Jevifiajie  mzttei?  n  biiniqzznùtàafciutta  y&ben  calda  in  fu  quel 
luogo  j  con  vngrofijpainj  difo.tra  y  poaendoui  poi  la  fella  y  ò  pur  l'im- 

baftO) 


t>ti  c^vjiiò;  ns.  #-        a*? 

jfhafto]  acetiche  il  calor  tanto  più  fojfe  durato  y  e  penetrato  >  &  fé  conti- 
nuando quefiafcaldatura  di  berba  tre  ò  quattr  oaìy  non  fi  /offe  glia)  ito 
vifea  la pulte\come  fi  fuole nell'altre  cofe.Quefia  enfiagione  y  ò  callo  fit- 
ta dì  carney  che  fifa  nella  cima  de  le  (palle ,  &  auan^a  la  pianeta  del- 
la fchiena  y  il  qual  male  cefi  dal  (refeen^o y  come  dal  vulgo  è  ^chiamato 
Spallaccioyfuole  inuecebiando  venir  ad  indurar fi  ditalmanieraycbcl'a-  s  ». 
nimale  con  grande  offe  fa  re/la  impedito  alfuo  operare  :  però  in  tal  cafo  cj0, 
vuol  che  primieramente  s'ammorbidifea  con  maluauifco  y  &  cauoliy  ò 
con  afienthypanatara  y  e  brancaorftna  :  ò  con  tutte  taliherbe  infiemepe- 
ftey&  con  affungia  vecchia  di  porco  ben  cotte  in  vna  pentola  ,  &  legate 

C  difopra  il  male  y  ilqual  vedendo  fi  poi  mollificato  farà  da  tagliai fi  per  o- 
gn'intorno  >  &  eftirparfi  dalle  radici facendo  la  piaga  pendente  ingiù  dì 
modoyche  niente  diputrefkttione  vipofia  refiar  di  dentro  >  $*  alla  fine  fi 
curerà  con  la  polue  del  rifagallo  y  fi  come  dal  B^ufio  ancora  s'ordina  y  e 
dal  Raffio  fi  conferma.  1  giumenti fpaìlati  >  cioè  che  hanno  lefpallefmof- 
fe  dal  luogo  loro  y  dicono  propriamente  curar  fi  nel  modo  de  gli  fculmatiy  Pi"™  enr 
che  nel  trattato  dell'anche  fi  deferiuerà  ;  Cjiouan  Battifìa  Ferraro  dice  MaTdeUe 
che'l  mal  delle  (palle  è  di  due  maniere  ,/' uno  chiamato  lntrapertoyilqnal  fpalle   di 
procede  da  sfilature  di  carne  per  isfàlcature  di  piedi ,  ò  per  faltiy  òper  due  ma— 
altri  tali  difaftro fi  mouimentiy  che  dilatami  mufculi  >  e  i  legami  dì  quel  nlere> 
membroy  &fnn  menare  la  gamba  larga  y  &  qttafi  a  falce .  L'altro  y  che 
fallato  fi  nomina  ,v  iene y&  per  isfnlcature  &  per  caduteycjr  p  vrtaturey 
è  per  battitureyb  per  calcinò  per  altri  colpiy&  accidentiy&fh  flr affinare 
Li  gamba  tutta  eguale  con  appoggi arfifolamente fu  la  punta  dell'unghia» 
£t  cofi  nell' vnoycome  nell'altro  modoyil fanguey&  l'humoreych'iui  con- 
corre. y  non  potendo  fi  ritrar  fuori  >  poiché  fi  trotta  in  quelle  cot}cauità 
r inferrato  >  vi  fi  corrompe  y  &efìendoìl  luogo  pieno  di  mufculi  y  e  di 
•neruiy  cagiona  vn  gran  dolore  y  che  impedifce  la  naturale  y  operatione 
( come  s'è  detto  Jilche  fi  conofcey  che  nel  fermar  fi  y  gitta  la  gamba  in- 

g  nan"^iy&  la  tìenfolleuata  :  Et  perche  tal  dolore  il  più  delle  volte  fi  vie- 
ne ad  alleuiare  quando  fi  fcalda  nel  caminarey  &  poi  ripofando  fi  fk 
maggiore ifpeffo  accadeyche' iMarefcalco  poco  auueduto  >  ritrouandofiin  . 
certo  della  cagìoney  &  credendo  >  chefia  nelle  parti  bafie  yguajìa  affatto 
l'infelice  animale  y  non  applicando  rimedi  douebifogna.  H ahbiafi dun- 
que auuerten^a  y  à  riconoscere  prima  il  maley  &  poi  fi  curi  inquefto 
modo:cbefel  Giumento  ò  intr  aperto  >  fia  poftoaterra  >  <&  legato  in  ma 
fiangadimodoy  che  tenga  i pie  rileuati  in  f ufo  :  e  fcamato  leggiermen- 
te col  ferro  ilpettoy&  la  fratta  offefa  y  vi  fi  metta  vn  laccio  ò  corda ,  che 
cominciando  dal  gomitello  efea  fuori  dalt altra  banda  dello  feontro  ; 

Cgg     ?         & 


*?6,  D  ELI  X    G  'L  0  \  I  WS  & 

tir  l'vn  de'fuoi  capi  legato  fiafu'hollo ,  l'altro  alato  adii  fan-:  fatto-  g 
quefio fomenterà la  ff>  alla  off  e  fa  con  acque,  oue  fianhoUitefahia^fa-r 
uinelU,e timoycon  vna  pe^a  difilato  crudoypoifciolto  >  &folleuato  ef- 
fo  giumento  >  debbaft  impastoiare  ben  cortole  strettoie  fi  fàccia  muo- 
uerlo  dal  fio  tra/lo  per  giorni  quindiciyaggitando  mattino  grferail  det- 
to Laccioli  qual  poi  toltoyrìchiederàyche  fi  metta  con  l' accimatura  quel- 
lo strettolo  xcbe  nelle  galle  fi  defcriuerà  >  &  co  fi  in  quaranta  giorni  farà 
guarito.  Le  Spalature  venute  per  mature ,  ò  per  per  coffe  fi  cureranno 
con  trar  fangue  dall' una%  e  dall'altra  banda  del  collo  ±4òn  applicare  tih 
luogo  offefo  vno  flrtttoio  composto  del  fangue  proprio  del  Caualloy  nel 
quale  mifio  con  forte  aceto  fumo  diftemperate  dieci  vana  con  tutte  le  p 
fcorT^y  due  onde,  di  fangue  di  drago  y  tre  ^ammoniaco  >  &  quattro, 
di  fkrind  fittile  >  fia^a  toccarlo  per  cinque  dì.  Et  fé  con  tal  medica- 
rne non  fi  ve  de ffe  fallite  y  ò  miglioramento  fra  none  giorni  y  farà  ben  fitr 
gli  per  otto  dì'y  mattino  &.fer.aquel  bagnuolo  rifolutiuo  ,  che  facon  af- 
fentio  yfaluia  y  rofwarmo  >  fcar?a  d'olmo  ,  midolla  di  fcar?a  di  pinoy 
&  fornente  di  lino  y  bollite  infieme ,  Is^e  mancando  limale  con  tutto 
quefio  y  firà  beneimpafioiaril  (/inailo  del  pie ,  eh' è  fano  >  il  quale  at- 
taccato con  vna  cordella  non  poffa  fermarfi  in  tetra ,  &  cofi  farlo  gir 
(aitando  fu  l'altro  pièghe  fi  troua  offefo dnfinoà  tanto yche  fi  rìfcalài^per 
che  con  quel  moto  violento  fi  molleranno  gli  humori  concentrati  nella  G 
Jfrallayi  quali  acciò  che  fi  vengano  ai  e fir  arre  perle  parti  vicine ,  po\ 
che  per  le  rimote  non  fi  fon  potuti  pria  diuertire ,  conuerrà  ne  gli  [contri 
apprir  le- vene .  Et  quando  pure  e  io  no  n  giouafie  >  bifognay  chelegxQoil 
Giumento ,  fifkccia  colrafoio  vn  taglio  fiotto  la  giuntura  de  i  legamen- 
ti della  fpallayper  linea  diametrale  del  peno,  &  ini  col  ferro  dalla  steli- 
letta  fiarnato  vnpahno  ingiro  >  vi  fi  metta  dentro  vna  ruota  fatta  di 
peli  y  fi  larga ,  cIk  tutto quel  forame riempia  ;  e  battuta  col  piede y  e 
gonfiata  finalmente  y  come  fuol  far  fi  y  applichift  al  luogo  offefo  quet- 
l'istefìo  strettoio  y  diremo  effere  alla  cura  delle  galle  appropriato  >  & 
fatto  vn  ferro  à  ponte  al  pie  della  frolla  addolorata ,  non  fi  faccia  muo- 
tter  l'animale  finche  non  fia  pafiato  il  nono  giorno  ;  tra'l  quale  fpatio  " 
la piagafarà  medicata  due  volte  il  dì  con  vna  penna  vnta  di  comune 
olio  :  poi  tratti  fuora  i  detti  peli  y  fi  farà  ogni  mattina  paleggiare 
yna  buon'hora ,  medicando  fi  la  piaga  per  venticinque  dì  con  vngnen- 
to  verde ,  co  i  quali  magisteri  fé  lo  ftalato  non  fi  guarifee  ,   potrà 
lafciarfi  per  difp erato  .  Soggiunge  pur  lvufo  dei  piombo  ò  del  cerro 
della  coda  in  quel  modo  a) punto  ,  che  da  <J$€.  Luigi  s'è  raccontato  y  fé 
non  che  l'unguento  dell'ultima  egli  diferiue  in  quefio  modoSutiro  di  vac- 
ca y 


$4  cdydialtheayolio  di  lauro-i  &  olio  rofato  ana  onde  quattro ,  &fei  di  oli»  9ar"!™- 
commune  bolliti  infieme. Et  per  curar  quella  camofitàcallofa,  che  tra  la  fuiafpa^, 
camej&  l'ojfb  nell'estremità  della  {pallaio  da' fuoi  lati  [noi  generar jìyc  a  &, 
gionata  da  cattine  felle  ,ò  da  batti,cbe  habbian  premuta  quella  parte  >  ò 
che fìano  flati  Jpejfe  volte  ritolti  al  Giumento  quando  ancora  fudaua ,  b 
da  lejjere  flato  egli  caricato  più  da  vna  baidarche  dall'altra  :  loda,cbe 
per  la  prima  s'adopri  il  molli/i catino  dimaluauifcOyiauoliy&  branca  or 
finayberba  di  muroy&  affungia  vecchiay  pofcia  fattoui  il  taglioyfi  atten- 
da à  Iettarla  carne  contaminata  con  fvfo  della  foricariajparfa  inpolue, 
&  alla  fine  fi  medichi  co  unguento  fatto  con  vna  libbra  d'affungia  lique- 
C  fattayvn'  altra  d' olioytre  onde  di  cera  bianca ,  vna  diterbentina ,  &  vn 
tèrzo  di  verderame ;affermandoyche  tal  medie amey  per  efier  appropria- 
tOyà  roder  la  carne  cattiuaye  generar la  buona ,  vale  co  fi  à  guarir' i  detti 
fyalla%?iycome  anco  i  polmoncelli  :  perciò  che  tanto  effi  duey  quanto  an- 
cora il garrefe procedono  tutti  da  vnaiHeffa  origine •,  &fono  d'una  me- 
de fimafomiglianza:differendo  tra  loro  fedamente  del  luogo  \  che  vengo- 
no ad  occuparci  .  Lt  però  la  cura  del  garrefe  in  queflo  è  differente)  che 
come  quello  che  viene  di  fopra  il  capocerroy  ilquale luogo  è  molto  vicino 
a  mufculiy&  a'  neruiy  richiede ,  che  appreffo  al  mollificatila  non  s'ado- 
pria  far  il  taglio  altro  che  infocato  y  perche  tal  cottura  confortando  il 
membro  diffecca  le  materie  già  concorfey  &  prohibifee  l'altrey  che  vipo- 
tefìero  ancor  concorrere  >  altrimenti  il  dolore  y  che  dal  rafoiofi  apporte- 
rebbe y  le  f aria  maggiormente  moltiplicare  .  JL  uuertafìfolo  a  non  leuar 
troppo  cuoioye  douefi  veggia  il  garrefe  bauer  dipendenza  alcunay  dian- 
uifi  alquante  altre  punte  di  fuoco  ,  &  metteucfi  vn  laccio  >  accioche  la 
malignità  più  fàcilmente  fi  cacci  via-.medicando  t  ai  luoghi  cotti  (pafìa- 
to  il  nono  giorno)  col  verde  vnguento;  &  ridotta  la  piaga  a  miglior  qua- 
litàyvi  fi  potrà  poluerizare  calcina  vergine  y  &  lauar  con  orina ,  ò  lifeia 
forte }  che  in  queflo  modo  non  trouandofi  ilneruo  contaminato  y  in  pò  chi 
2?  giorni  farà  guarito  y  ma  quando  per  difauentura  fi  troni  infetto  y  ninno 
fi  marauigli  fé  oltra  i  dieci  me  fi  tardi  a  curar  fi.  Vn' altro  empiaHro 
■  mollificatiuo  egli  ordina  per  garrefiy  per  polmoncelli  y  &  per  coflate  con 
maluay  orticheymercorellay  radice  di  cocomeroyafìungia  vecchia  di  por- 
co :  e  terbentina  .  Tarimente  à  guifa  di  polmoncelli ,  e  di  garrefi  ;  dico 
douerfi  curare  tutte  le  pemiturey  ò  rotture ,  che  per  le  dette  cagioni  au-  Rotture 
uenifferofu  lafchiena ,  prima  con  mollificatiui  di  affungia  y  branca  orft  fu  la  ichie 
na  &  malua  cotta  :poi  con  vnguento  ò  verde  y  ò  roffo  :  &  quando  la  na' 
fiaga  dimoflraffe  corrottioncy  poter  fi  quella  malignità  (fecondo  la  buo- 
na vfanya  di  Marco  (Jreco ) prohibire  con  poli.e  compefla  di  radici  di 


*j$  DttL%AGZO\lJt 

tepora^ipefle  col  mele, radici  di  cocomerina,r  adici  di  nerba/co  ,fr'on-  g 
di  di  perfino,  &  calce  vergine  >  Icqiu-li  cofe  infieme  difìemperate  fi /in- 
no fatte  abruciare  al  forno  .  Certamente  per  l'appai  en%a ,  che  in  certo 
cello  °che  mo^°  ha  fomigliantc  alpolmone,polmomello  è  Sfato,  chiamato  quel  mei 
male  fia ,  le, eh  e  n  afe  end  o  fitl  dofso,rompe,&  mortifica  una  parte-delia  carne,  et 
e  come  fi,  la  cauainfinoall  ofso,iniucendoui ancor  tumore:et fé  talputrefattione 
cun  •       i>isinuecchiafsc,la  carne  guasla  corromperebbe  la  bnona.di pafso  in  paf 
fo,e  di  continuo  feorrerebbono  humoriputndi ,  l'origine  fita  intrinfeca 
fiiol  efsere  da  humori  melancolici,che  tirando  Afe  il  nndrimen*o,.il  con 
uertono  tutto  in  loro  slefii ,  mapikfpefsoauieneper  canfa  eBrinfecadi 
canina  infelktura,o. di  troppo  ìacarco  :  la  cura  dal  Crefcen70,e dal  B^uf  - 
fo  ordinata  è>che'l  palmoncellofì  tagli  profondamente  per  ognintorno, 
^■fiflerpi  ddle  radici,^  nella  parte  pia  prendente  della  mede fi  ma  pia 
ga  fi  faccia  va  taglio ,  per  lo  qual  di  leggiero  pofsa  fc&rrere  giù  tutto  il 
putrefattoci  vi  fi  metta  d'entro  vnafloppata  di  bianco  d'uojiOyjnutanr 
dola  ogni  dì  vna  volta  tre  dì  continoci  ;  Indi  con  feoppa  ben  minuta- 
ta auuolta  in-polue  di  calcina  vuia>&  mele  s'empia! a  piagatali at a  pri- 
ma con  aceto,b\vin  forte  alquanto  tepido,  coft facendo  due  volte  il  dì  fin 
che  fia  falda .  Vltimamente  pur  ift'erpato  chefia  il  polmoncello  (fàg- 
giunge  il  Bj'fio)  poter  fi  mettere  maina  cotta  in.  fu  Impiaga ,  lauandola. 
con  la  detottione della  medefima,pofcia  mettervi [calcina  vìnaconfiop-  (J; 
paben,trìta,.&  crefeiuta  la  carne  fpargerul polue  di  viti  bianche^ >-.. 
"Parimente  fonica  mortapesla  con  af&ngia  ,<&  pepe  vale,  a  fierpare 
incuoia,  morto .  Giona  etiandio  mettere  fu  la  piaga  cappari  petti  con  lai 
radice ò.col  teneruene  dell'  albero  delfico,  incorporati  con  vnpoco  di  c€r 
n.ere,&*  afsungia  .  Olirà,  i  tanti  rimediagli  loda ,.,  che  lernta  via  ta  cata- 
ne guasìa  quella  concauita  per  tre.  di  fi  riempia  di  fcabiofa  trita  con% 
galla  y  accioche  fé  ninna  radice  ve  ne  fujferesjata ,  fé  neflerpafìe  :  indi 
incorporato  il  fudetto,  vnguento  con  radice  di  taffo  barbafio ,,  &  con  fu- 
go  di  fumat  erra  fi  metta  in  fu  la  pMga*  T-uoffi \  ancor  megliocurar  que^ 
fia  infermità  con  la  polke:  del  rifagaUo  yche  per  folere  efìerejpefio  ado- 
perata in  vecidere  i  forici  foricari.a(  come  afferma  il  Selvatico)  èap-  & 
Sorìcaria;  pellata;fompofla-  di folfo,. orpimento,  &  calcina,  viua  (come  aliroue  s'è 
come^fi*  ditto)  la  qual  polue  fi  come- fam:  le  fìttole,  ilverme,&  altre  cotali  vl- 
curi.        ccre>  &  morbi  de  i  (frumenti  >cofi  corroderà,  molto  bene  la  mala,  carne 
del  polmoncello  fen^a.  darfi  col  taglio  dolore  àV  animale.  ;  ò  fkiciafiin 
qusflo  modo ,  che  tagliata: ad: vm  fèrpe  la  cotta  e'leapo ,,  ilreflofi.metta. 
allo  jp  ledo  a  rofiire  fu  i  carboni  yfinche  cominci  il  fuo graffo  a\lUptefhr fi  > 
ilquale  cofi  caldo,comeitiftillaifk.cciafi  colare  fuHpolmonceUgf  che  in  vn 

di 


delcuvullo,  r/s.  x*.  %éi 

^f  di  mirabilmente  lo  Struggerà  guardando  perocché  di  tal  grafio  non  va-     Corno 
daflilla  in  altraparte  del cuoiòyperciò  che  molto  danneggiarebbe.  Sap-  fyCCÌQ  dc 
piafi  oltracciò  effercomnrtni  rimedi  tra'l  polmone eUo  el  corno-,  che  per  £   com~ 
lemedefime  cagioni  fuol  aituenire  il  qual  nome  gli  è  slato  impoflo:  per-  ft  curi. 
ciò  che  il  cuoio  ■offefo'conglutinandnfi ,  & .fkeendofi  vna  cofaifleffacon 
la  carneyftfparge  aflai>ma  poi  fi  rijirigne  a  guifa  di-corno  in  vna  punta . 
Faffiquefla  difauentura  tal  volta prejfb  la  jpina  del  doffoyetal volta  fo- 
pra  le  cofìe^doue  apporta  maggior  pericoloyche  la  putrefattione  a  i  luo- 
ghiinteriori  nontrapafiaffe .  Bifogna  dunque  (fecondo  i  configli  di  tutti 
j  ire  ifuàetti  auttori)  por  fopra  il  male  f rondi  ài  cauoli  verdi  pefìc  con 

B  afiungiadi  porco  vecchiaie  pofeia  infettare  il  Cauallo,  grcignerlojìret- 
to,fi  che  fi  venga  à  premere  verfo  il  torno  :  finalmente  vifipotrebbono 
con  l'affungia  applicare^  lafcabiofa-yòil  maluauifco,ò  lefrondi  de'  cap 
paride  de*  gìgliyc he  fon  di  mirabile  efficacia)  ò  cenere  calda  con  olio  agi- 
tataro  pur  con  olio  la  /uligine  mifla  con  fai  minutoy  ò  con  olio  tepido  em- 
pi  aflrat  e  lefrondi  dell' ebuhy  ò  del  fambuco:benche  t  olio  dell' oiiua  cal- 
do femplkemente  posla  è  pur  buono  à  sterpare  il  còrno ,  ò  lefrondi  del- 
l'oliua  con  vn  poco  di  cenere  mefcolatcò  polite  di  galle  fen^a  altroyòfler 
co  humanofrefeo  :  i  quali  rimedi  fono  da  rinouarfijpefso  y  caualcando  il 
Cauallo per vnpoco,accioche  meglio poflano penetrare >  &  poiché  ha- 

£  ran  fatto  daUe  radici  venire  il  corno  fuoriy  potrà  curar  fi  la  piaga  con  la 
floppa minuT^ata-ynél  modoyche  già  di  fopra  s'è  dimoftrato:^ uuerten 
do  però  di  non  mettergli  pefo  addojfo^  finche  la  carne  di  ejfa  piaga  non 
fia  col  cuoioyade?uata>&  falda.ìn  verità  le  fchiene  de  i  Giumenti  fi  co-  ,  Schiene 
me,o  nel  caualcare,o  neljomeggiarepatijcono  più  fatica;  cojt  con  più  ctt  menj,   fj 
Ugen^aftdeono  hauer'in  cura  :  &peròefsendo  piulodeuole  induflria  deono  ha 
quellayche  difende  la  fanità,  che quella,che  laperduta  reHituifcey  con-  uet'm  cu 
uìenyches'h  abbia  aunerten^a  in  due  principali  co  fé  y  l'vna  ne  i  baffi,  &  ra  * 
he  i  pannelli  (intendendo  il  mede  fimo  delle  felle  >  quantuni  uè  altroue  ne 

n  habbiamparlato)i quali  non  deuranno  hauer  durezza  alcuna,  che  ve- 
nifse  à  rompere  la  pelle  >  o  pur  ad  indurui  alcun  tumore ,  an%i  deuranno 
efsere  con  tutta  quella  leggìerex7^y&  co m  moditàyche  poffibile  fia,  maffi 
mamente  nei  tempi  caldiyqnando  potriano  tanto  fcaldar  l animaUyche 
dijToluendofìglihumoriyilfarebbono  diuentar'anfiofoy&  vitiofoyet  deu- 
ranno e  fser  pofli  fi gius!  amente  al  luogo  loroy  &  con  idonee  tigne  fìrettiy 
di  modo  takyche  non  uadano  quà>&  là  per  fopra  il  doffo ^perche  tal  mo- 
vimento offenderebbe  conpremitura.  L'altra  nelle  fomeyche  fiandi pefoy 
ò  mifura  conueniente  >  &  atta  à  portar  fi  :  perciò  che  auam^ando  la  pof- 
fan^a  dell' animale  >  nuocciono  grandemente ,  inducendo  raunan^edi 

<jgg    4  mali 


D  £  l  l  U      (3  LO  \l  U 

mali  tumori jò  poterne,  <&  che  fi  mettano  ben  librate  da  tutte  le  bande  - 
(carne  anco  il  (faualkr  babbiam  detto  douer  ofieruare  nei  fuo  federe) 
Schiena  Perc^^la^r0  modo  il  mercurio  ;  ò  pur  il  filo  della fchiena  fi  guafiereb- 
enfiatà  co  be  Ma  quando  già  ò  per  ignoranza  del  caualcatore,  b  per  colpa  del  cari- 
me  fi  cu-  co,o  della  barda,alcun  male  fuffe  auuenuto  ,  fappiafi  quello  prima,  che 
rl  *  in' qualunque  modo  il  dojjbfifia  ojfefo ,  non  è  da  faticar  fi  l'animale  fitu 

vhe  non  fi  a  benguarito,perche  potrebbe  il  male  per  fònerchia  fatica  ere 
feer  diforte,cbe  incurabile  fi  farebbe,  però-fubito,chefi  reggia  la  fchie- 
na  enfiata, fé gua fi  lordine  diVegetio  in  far  macerare  urna  refia  di  cipol 
le,o  le  isìeffe  cipolle  in  acqua  molto  bollente ,  e^  quelle  con  tolerabil  ca- 
lore mettere  foura  il  luogo  dell'enfiatura  legate  con  vnafhfcia,cbe'lfe-  F 
guente  mattino  fi  trouerà  mitigata,  &  fiicendouifi  il  chiedo  ,fianuìappli 
cate  le  fàglie  de'  cauoli  con  farina  d'orzo  benpefie,e  calde. Cenere  ancor 
con  olio  milìa  vi  fi  potrà  frequentare  infino  à  tantoché  cada  il  chiodo  , 
&  caduto  yfarui  con  minntiffimi panni  il  mele ,  opur  la  lipara ,  laqual 
per  un  acqua  fimile  ad  olio  da  alcuni  e ìinterpretata,&  purgando  fi  la  pid 
ga  medie  aua  con  tajìe  di  filo.  Si  rifoluono  parimente  le  nouelle  enfiagio- 
ni fregandovi  f  ale  trito,&  mettendoti  vnrofio  cFvoao  confale,  &  ace- 
Pofterna  t0. battuti infieme.T<l  ifcendo qualchepofiema,apolmoncello- foura  il dof 
ceno  "fu  fiìe$)'ifirme  effer  difficile  afeccarlo  per  -via  di  medicami  ;  Mapiàtofto 
ìaichiena  eon  cauterio,?naffimamente  di  rame,douerfì  aprire  ,accioche  fi  purghi  la  & 
marcia,ehe  Ve  raccolta  .-facendoti  poi  la  cura^he  fi  richiede  alle  co  fé 
abruciate. Tiu  commodo  tutt  amagli  pare  a  cauarla  col  fèrro  a  pez^o  A 
pczgo,taglianda  la  pelle  in  modo, che  poi  cominciando  a  menar  la  cica- 
trices  vifiritroui  la  Superficie ;■&  nella  piaga  mettere  olio  aceto,  &  fiale  y 
poìiendoui  ancor  lo  Herco  dell' ifìeffo  animale  ,  fé  troppo  f angue  par  effe 
*•' .  "pfeirne .  *Al  terzo  giorno  le  fondi  de  i  cauoli  pefie  con  olio,  &  aceto  vi  fi 

porranno  per  cinque  dì, e  tasìe  di  filo  da  indi  manzi.  Se  la  pofiemafacef 
fé  piaga  da  fé  mede firn  a,  fi curerà ponendoti  à  guifa  d'vnguenio  cenere 
di  galle  di  Soria  con  mele  ;  0  polue  difeorze  di  pino  con  fior  di  calcina 
yiua,òpolue  dinoci  di  cipreffo ,  e  difeorze  di  quercia  :ò  polue  d'ofio  di 
fepia,&  delle  couerte dell' oniriche  infieme  con  la  f uligine  d' vn  vafe  di 
t    rame,perche  tali  cofefan  diffèccarela  piaga,  &ìa  riducono  tofiò  a  ci- 
*iinrf  /p.  catrice .  <JMa  perche  fouente  fuol'  auuenir ,  che  la  neceffitaci  coHringa 
efiddeo**  di  fernirci  di  alcun  giumento ,  che  haueffe  il  dofìo  offefo  ,è  bene  a  fapert 
Causili  .  quel  che  dal  l\ufw  fi  con  figlia  ,.che  non  fi  faccia  coppo  nel  pannello  co- 
me alcuni  co  fiumano ,  percioche  pei-  la  durezza  ycbe  è  intorno  al'luogo 
infermo  ,verrebbe  ad  offender fi maggiormente ';  ma  per  poterlo  ficura- 
mete faticar  e)e  guarirlo  infiememente  dì  quella  piagalo  tumore,o-altra 

male*, 


H 


DEL    C  jtrlf  L  LO)    LI  B.  X.  $41 

A  malerbe  cihauefie}taglifi  per  diritto ,  e  per  trauerfo  a guifa  di  vna  cro- 
ce quel  panno  di  lino  ,  che  preme  il  d'ojjo  ;  &■  carminata  molto  bene  con 
mani  la  lanate  Ve  difetto  >  &  ritornata  al  luogo  fuo  >  vi  fi  acconci  il 
panno  co  fi  tagliato  di  maniera)  che  non  pò fs  a  in  modo  alcuno  premere  il 
male,  fi  l  quale  applicato  il  fuo  conueniente  rimedio  fi  può  mettere  il 
BaftO)ò  fella.  tJMa  particolarmente  per  ijpargere  il  tumore  del  dofjo 
quando  la  pelle  fi  vede  ancora  intera)  egli  ordina  quefii  empiaftri  da 
mettere  caldi  foura)  fiondi  di  porri  pefie  in  vn  mortaio  con  affiingia  di 
porcoyfcaldateinvnafartaina:o  tre  parti  di  letame^fierco  di  caprone) 
€^  vna  di  fior  di  farina  di  grano ;o  difegala  cotte  alquanto  in fieme. Gio- 
na ancora  legami  con  vna  cigna  Sterco  caldo  di  cavallo  y  ò  tener  que- 
Fk' altro  modo  >  chefitbito  y  chefiveggiaU  dofio  gonfio ,  in  qualche  parte 
vi  fi  rada  col  rafoio  >  pò  fila  con  vnapei^a  dilino  vi  fi  metta  farina  di 
Sgrano  menata  bene  con  bianco  d'vovO)  ilqual'empiafh-o  a  tutte  le  lefioni 
deldoffo  il '  Rjiffo^'lCrefcen'Q)  affermano  effier  giovevole Y  .Vuouuifi  an- 
cora applicare  la  farina  del  grano  bollica  con  mele  di  pari  mifura  in  de- 
dottone di  malue  ;  ilche  molto  vale  a  maturare  ogni  forte  di tumore  y  0 
di poHemeycofi  ne  i Giumentiycome negli huomini ,  rinanatojpejfo  V  em- 
pia firo  di  foura  il  luogo  .  Quando  poli 'enfi \igione parrà  mollificatayleui- 
fi  non  a  forcina  foauemente  VempiafiroyZT  fé  vi  fi  vedrà  adunata  pw- 

»  trefattione)  pertugi  fi  con:  vn  ferro  acuto  &  alquanto  caldo  la  pelle  nella 
più  baffo,  parte del  tumore  infino  ala  marcia^er  farla  vfeir  di  fuori  ;& 
continuamente  vi  s'vnga  alcun  liquore.  Se i enfiatura 'non  giffe  via,  ma 
vi  fi  mortific affé il  cuoio  converrà.mantenerlafempre-vnta  co  afiungia 
di  porco  vecchia)  ò  con  farina  mifta  conolio  yguardandó  di  non  Iettar- 
ne per  forici  il  cuoio  ;  maquando  egli  per  fé  comincierà  a  fepararfi)  va- 
ga fi  bene  il  luogo  per  ognintorno  >  pò f eia  infellato  ileaualìo  y  e  anale  hi  fi' 
alquantO)perchefcaldandofi)Verràdi  leggiero  a  cader fene  il  cuoio  mor 
toye  toltolo  poi  del  tutto  )  metta  fi  nella  piaga  fioppa  di  canape  >  0  di  lino 

D  minutiffìmamente  tagliata)  &fu  la  Poppava  poco  di  calcina  vinapol 
ueri^ata)ciò  continuando/i  finche  la  carne  vifia  cr e f cinta.  JLIV bora  non 
refiandouia  far-  altroché* l cuoio  nuonoy  lauifi  due  volte  il  dì  con  vino  te 
fidò)  ò  con orina)  e  diffeccato  il  luogo  )Jpargauifi 'polke  di  feotano r*  ò  di 
min -a)finche  rimanga  del l  tutto  f aldo  .Ma  ordinariamente  quella  enfia-  Enfuaio* 
gioni)che  per  premitura  dìfelleyòdifome  al  doffo  auuengonoyfon  da  la-  ni  del  dof 
•  fciarfiRare finche ammanito  l'humorey  fian  cominciate  a- mollificar  fi:  ^°  che  fi 
perche  allbora  fi  potrà  nella  parte  di  fotto.farvn  taglio,  odami  una  pun.  costalgia- 
ta  difuocO)per  dafvfcita  à  glihumori  :.  &fe  conquefio  l'enfiatura  non  ò  fuoco.. 
mancafsetfotmraderfi  il  luogo  &  applicami  gli  empiafiriper  matura- 

rer> 


$4»  LEILA    GLORIA 

re ,  &  per  [aliare  ;  adoprando  ancorai  fetoniy  fecondo  che  dìmefliero  g 
parrà  cbefia.  Tal  volta  auuien  per  fouerchiof angue  y  ò  per  altri fopr ab- 
bondanti bi-.moriyche  lo  dofio  nafcono  certe  vefcichet te ,  che  dagli  an 
v  t'ubi  Falcininey  da  nojlri  barboUyO  carboncelifon  chiamatele  quali  pie- 
carbócel-  ne  ^  fang'<e  marcio  gitaftano  il  cuoio  ;  ma  non  fono  altrimenti  pericolo 
li  che  (ìa-  fé  perche  maturando  fi  per  fé  flejfe,e  -cacciando  fuori  l'humore  putrido , 
no  e  co-  diuentaao  piaghe  piane  y  che  fi  rif anano  facilmente  ;  non  già  con  opra  di 
me  fi  cu-  cauter^i  quali  reftvignendo  quella  continona  ref afone  di,  humori^gliri- 
uolgerebbono  alle  parti  di  dentro  con  mortai  periglio  >  0  raccolto  fi  il  di- 
fcenjo  alle  giunture  y  necefiariamcnte  ne  feguirehbe  il  zoppicare  :  ma  fi 
cureranno  tai  pU7^iole,ò  posìemmette  inqueHo  modo;  Che  rafo  il  cuoio  F 
fi  lauino  tre  volte  il  dì  con  acqua  marinayò  altra  falfiiy  &  poi  vifijpar- 
ga  polue  di  gallerò  di  mirto ,  ò  dilentifce,  ò  di  pie  tre  di  moliniy  ò  difer- 
ruggine  diferraiy  ò  peyge  di  Una  abbruciate  y  0  cuoio  >  0  feltro  arfi  >  ò  la 
putrefattio?ie  di  vn  vecchio  legno  tarlatOy  chetiate  hanno  virtù  da  dif- 
feccarCyS  dafaldare  .  Alcuni  jpargendo  di  pepe  trito  il  luogo  offefoynon 
mancano  difsguire  illor  viaggio.  Ma  fopr  a  tutte  l' altre  pofin fi troua  ef 
fer  efficacifjìmoyfe  mefcolata  con  mele  di  pari  mifmale  calce  viuayfi  me 
nino  tanto  inftemey  che  ne  fi  a  fatta  vnapi'zggttaylaqualpofia  alfuocoy 
fi  faccia  diuenire  come  vn  carboney  equello  poluerixatofifpargafufcor 
tichiyò  rotture  del  dojfoytanto  fé  per  esìrinfeco  accidentCy  quanto  fé  per 
cagione  intrinfeca  fofsero  procedute ;maprimaycbe vi  fi  mettano  tali  poi 
uiyconuien  radere  ben  le  piaghe  per  ogni  bandaye  lauarle  con  vino  caldoy 
ò  con  aceto. «Anuertendo  che quelle  fono  peggioriye di più  pericoloyche  pia 
vicine  fono  àgli  off  della  fchienay  ò  che  verfo  VeHremità  delle  jpalle  fo- 
no profondeye gonfie ;efsendofi  da  tenerey  che  fé  quello  humore  cattiuo}et 
marcio  pènetrafse  al  petto  giù  >  ne  verrebbono  à  patire  le  parti  vitali ,  e 
(piritali  che  fono  il  cuore  y  &  il polmoneyi  quali  ftan  quìui  al  dirimpetto*. 
La  doue  ih  ogni  altra  parte  della  fchiena  chefufìe  la  piaga  >  non  farebbe 
cotato  da  fofpett  arfiyperche  vi  farla  maggiore  cocauitàdariceuere  l'hu  # 
moreycheper  détrofcorrcfiey&non  vi  fi  troueriano  fottopofli  que*  mem 
bri  nobili^  principalU'm  cui  la  vita  confile .  Terò  bifogna  in  quei  cafi  ri 
mediare  (come  dalB^fio  fi foggiuge)pertugiado  il  tumore  co  unafubbia^ 
ò  ago  lungaegrofioy&-  metterui  i  fetoniy  0  lacci  vnti  difapone  perattra 
bere  fiera  i  maligni  humori-poi  lauato  illuogo  co  aquafalfa}  &  ottimo 
vino  tepido-,  rkmpierebene quella concauità con  laftoppa  minutata, 
cefi  facendo  finche  fi  veggia  la  piaga. ne  ttay  <&-  la  carne  rofiayla  qualfe 
feuenhiam  ente  vemfie  à  ere  fiere  (il  chef  conofee  dal  molto  fangueycheL 
ne  difeorre)  vi fipotrebbonofjiargere  polui  corrofiue  >  comedigallay  4 

verde 


<D  È L  (fUV  \A  LLO  y  LI  B.  X.  843 

jf  verderameydi  vetriobydi  calce  viuày  &  altri  ftmilì .  Ma  non  ejfendo  il 
male  in  luoghi  tanto  peyicolofìyfacciaft  di  legno  verde  di  fico }  ò  di  radi- 
ce di  celfoy  ò  di  tafio  barbaffo  vno  stoppino >cb  tatto  lungo  va  detOy  &  al- 
quanto lato  :  e  dall'una,  e  dell'altra  parte  legatimi  lacci  y  quel  tajlo  fi 
pajjifra  la  carne,  &  la  pelle  fatto  il  tumorey  acciò  che  la  marcia  >  etimi 
s'adunayfe  ne  fica  fuori .  Fraqueslome^ofìcome  il  molto  effercitio  nuo- 
cerebbe a  V  animalesco  fi  ilmoderato  li giouerebbe-y  antiche  nò  .  Etfap- 
piafh  che  ogni  piagaved'enctofiputrefireydafegnoyche  guarirà  ma  quaft 
do  la  putrefattone  fofle  pur  mcltayè da  temerfi ,  ch'ella  non  paffì  a  den-  ^  ^*1r5* 
tro.  Quando  il  Qarrefe)Qguida.(  come  dir  fogliono)  fi  vedeffe  grande-  to    come 

£    mente  gonfiato  per  marcia,  >  che  vifenta  >  hifogna  dall'ima ,  e  dall'  altra,  fi  r  uri . 
banda  dargli  più.  punte  con  vn  ferro  agiterò  infocato  y.&mqitelle  pun- 
te mettere  olio  caldo  con  vnapei^ra  y  finche  fiafano .  Se  non  vi.  fifeor- 
geffe  molta marchi,  conuerria cuocerlo  col  caj co  ye  doue  il  cafeoentraf- 
feyda  II  una punta  dì  fuoco.  Votrebbefipur  il  tumore  del  garrefe  tagliare 
conferro  acconcio^  e  aitata  lamarcia  fuori  fkr  ni  vna  doppiata  con  bian 
co  d'uouo  poi  lauarm  con  aceto  tepido,  &  vngerui  con  fiele  diqn  al  fi  vo- 
glia animale  yfi>argendouivltimam  ente  polite  d'incenfo  y  ò  quella  della 
calcina  y  che  giàpiù  volte  fi  èdeferitta.  l^onr.efiapitr  di  foggiungere  Paini  ap- 
altre polui appropriate à  fonar  eil dofioyol garrefe. de ì Gwmenti,lequa-  ProP.r.lat^ 
C  li  fono òÀivite  bianca  pe^a eabruciata  dentrovn pignatto  nuouo  , ò,di  ^0ffo e <jj 
graffo  terragno  fece rato  al  fuoco .  Vrìaltrafène  compone  in  qutfi a  fog-  garrefe..  ! 
già,  che  prefo.vn  pignatto mtouo^primamente  vi  fernetta  vn  folaro  di 
peTge  di  color  bruno  y-òperfoy.poil' altro  folaro  di  fiale,  il  ter%ofi'a  di  co- 
de d'agli yjlquarto  dì  fàue ,  & l'vltimopur  dell' islejfe  pe%ge :  calcan- 
dogli bene  B 'undopò  l'altro  di  maniera,  che  niente  di  vacuo  resti  in  effo 
vafeyilqual. copertohene.  comvna tegola,bcol luto(che dicono)fapienṭy. 
fi  faccia  Bare  nel.  fuocoyfi.nche  ognicofa  vifia  benarfa  :  poi  trina  fipafjì 
gervna.fetay,& quella  polue fiottile 'metta fi  nella  piaga  lanata  prima  co 
vinoy  Ò.confalamoraipejcche  talpolue  èpretiofa  à corrodere y&  afalda- 

&  re-y&  d:apQterfivfare '  ancora  per  huominL  ^Alcuni  per  fanar'vlcera  òpo> 
ffema fatta  neldofio  perpremituraycmpionovnpignattQ  nuouoyme%p  dì 
fiterco  d 'afino  >,  £r °me%o'd'vouaM formiche 'y&cofi lo abrueiano;poj "eia 
vnt-a  conolio  la  parte lefayvijpargono  di  quel  cenere  ogni  giomoiJifJirto 
fu  di  parerebbe  àpufiul'evfcite 'nella  febienafo  tralejfalle ,.  i  medicami 
abruciatiui  fai  buona  cura  ;  perche  iltagliar' attorno  fàgranperdita  di 
carne,cbemai non  rimette 'cuoioye  difficilmente  ildannafi'rift'ora  con  ci- 
catriceydi  forte  che  f$efioauuiene,cbe  facendo  fi  marcia  di  fotioye  pene- 
trando aHe parti  neruofe}il  giumento  nonpuote  atyrfi,  ^rimane  per- 

.    ditto 


844  tDÉLlU_GLòt^Ìj£ 

àuto  a  fatto. Ciò  parimente  s'afferma  da  Hierocleyìlqual  fiogghmgey  che  g 
fé  V  filiera  della  fcbienayò  delle  cosle  non  paffail  cuoio yvi fi  fj> arga  cene 
reditesìa  dicane  abruciatayche prontamente gnarifceil  maley  &  ridu- 
ce il  pclo/ma  s'ella  è pia  profonda y  ritiene  difetto  il  chiodo y  &  per cac- 
ciarlo fuori ',&  fialdar la  piagay  bifogna  empirla  di  farina  dorobi  difciol 
ta  con  mele  jiggiunt  ini  lue  igni  arfi  delle  lucerne. Il  mede  fimo  eff  etto  fan- 
no le  froadi  del  (ice  feccate  al f amorfi  che  fi  poffano  polueriirare  ye  cri- 
uellateycofit  -vaco  iltitim  filo  trito  con  la  radicey&  mefcolato  confale . 
Se  l'ulceralo  altra  putref anione  s'è  affondata  in  fu  lafchienay  tagli  fi  to- 
slo  la  couertaye  mettauifi  vnguento  bruciatiuoys'ella  è  nelle  cofte  t agli- 
fi  in/ino  all'ofio  Jìcuramente,  poi  vi  fi  metta  empiafiro  fatto  di  noci  di  ci-  P 
prejfo  benpefle  con  egual  mifura  difarinay  &  aceto ,  o  di  foglie  di  cauo- 
li  con  farina>&  acquato  di  porri  con  farina  d'orbo  incorporati;  Ma  que- 
lli rimedi  non  fon  da  tentar  fi  infmo  alquanti  dìy  peri  he  prima  di  tal  tem 
pò  l' vie  era  aborri  fee  ogni  atto  di  manoybaflandoy  che  s'unga  ci 'olio  fola- 
mente.  Ma  fé  cadendo  le  crnfleyla  putrefattione  farà  feouerta  ,  vngafì 
prima  con  vnguento  da  ferite  y  poi  vi  fi  metta  arisi  olochia  pefla  yòpece 
crudayouer  anchufiafo  chakite  tritalo fondi  di  taffo  barbaffo  >  ò  dell' her- 
ba  fidente  fTi'.offi  ancora  far  poi  ne  dipomigranati,et  con  farina /par ger 
la  fo ara  d'ulcererò  pur  aggiuntoui  aceto, fame  vntioneyveramente  incor  ~ 
por  andò  con  acqua ,  eguali  mi  fare  di camelea ,  e  diarislolochia  rotonda 
Sacrofo-  pcfte  crivellate  sfarne  empiafiro.  Oltre  à  ciò  l'unoy&  l'altro  di  effi  autori 
co  come  fiafedecome  aiCjiumenti&maffimamentea  quelli  y  che  portan  fonie  y 
ii  medi-  fuol' allenire  quella  infiammagione  y  che  fi  chiama  il  Sacrofoco,  ilquale  è 
molto  pericolofo  ,  majfimamente  a  le  fé  mine  :  &  in  effetto  è  vna  eleua- 
t ione yò  gonfiezza  di  carne^che  butta  maycUy  &  vindentiay  e  difourafi  ' 
cuopre  con  dure 'crusle «Alcuni  dicono  efsere  di  duefbecieyl'i:na  rofiìgna, 
&  afpra  conpuslule  picciole  &  continue  >  che  con  molto  calore  cami- 
na  no  in  dentroyì 'altra  liuidettay<&  lata  fien^a  profondità  ;  efulcerandoy 
il  fommo  della  cotenna  :  Ma  in  ogni  modo  per  curarlo  ;  bifogna  tagliar  H 
fi  fatte  enfiagioni ,  opujìule  y  &  dentro  a  quelle  metter polue  di  ficor^e 
di  pomi  granati  non  maturile  di  foura  empiafirarui  farina,  il  feguente 
giorno  tolte  con  mano  (fen^a  adoprarui  acqua  )  le  prime  cofiey  vi  fi  met- 
terà nuoua  polite  de  i  pomi  gran  atiy&  vnnuouo  empiasl.ro  fatto  confa- 
tinay  acetoy  &  frutici  di  ciprefso  (benché  da  altri  fi  dican  l^oci ;coft  con- 
tinuando ogn' altro  giorno  :  "Poi  quando  il  luogo  parrà  migliorato  afsaiy 
fi  lauerà  con  acqua  ;  &  fi  vferà  empiasi}  o  di  foglie  di  cat  olipesle ,  & 
farina  d'orbo  y  ò  di  porri  >  &  farina  d'orobi  y  infimo  a  tanto  che  fia  gua- 
ritoperfettamente .  diclini  fatto  il  taglio  3  lauano  con  aceto  >  &  poi 

ri 


\£  mmcttóno  la.  detta  polueyìl.  fegdente dì [fin  l'empiaflro  canfà:inay  <^r  co 
lenticchie  di  luoghi  pala  ftri  macerate  in  aceto  -.Indi  calat.i  l'enfiagione ,  \ 
fregano  illuogoyo  lavano y  &  con  unguento  da  piaghe  ilfaldano .  Le  pò-  t  °  ^  Ct 
jlemetteyo  bruf ch'ho  foroncoli,  che  da  loro  fon  chiamati  fquillari  y  ò  [e-  me  fi  curj 
condo  alcuni  >  •  caride  ;  fi  curj.no  con  mifiura  di  cime  tenere  di  cipyeffo,  no. 
galle  acerbe  %affanguiy  Creerà  aria  onde  fei  con  aceto  incorporate  :  o 
veramente  fan  prima  lauapi  confrefea  onnay&poi  vififparga  calcina 
nerayinfìn  che f apino  .  Quei brufchj ò  quelle infiammagioni y  che  fogliari  ]  Sf [^ 
nafeere  per  fàsica y  quando  il  Giumento  è  flato  menato  per  luoghi  alpe-  CQ.~e   fx 
fìri,ò  con  gran  pefo  in  fu  la  fchiena  >  poiché  fiano  fiate  aperte  -,  fipoffono  curino  . 

B    medicare  con  calcina  viua  y  &  cenere  calda  amfon  eia  ima  incorporate 
con  -vinoso*. meteo  con-yntione di  affimgta  mifla,  &  colata  con  ole an- 
droybitv.mey&  falnitro  ana  onde  tre  *;  M  a, fé1 1  male  f ufi  e  vecchio,  fi  po- 
trà commodamenteadoprarilfuocoy&pQÌ  curarlo  fecondo  il  folitodc 
cauteri} .-  Teonnefio  per  curar  l'ulcere  della  fchiena,tdiognigiuntiiray 
&per  rinforzare  altresì ,  &  confortare  le  parti  debili  ,  &  inferme  ;or- 
dina  vna  compofitione  digomma  cottaybitume giudaico-,  cera  y  pece  y  & 
verderame  ana  libbra  vna,  due  onde  di  opop anace  ,  quattro  d'incenfoy 
fei  di  per  fumo  ammoniaco  y  <£r  none  digalbano  :  delle  quali  cofe  colato 
quello, che  fi  può  liquefar eye  dimenate  ben  tutte  infieme^riducanfiin  vn- 
C  guentov,  ilquàlpoi  caldo  fio,  applicato  y  &  qualhora  fiinduraffe  ,  inte- 
nerifeafi  conafiungia,che  non  fa  fiefca.Vu,altraynan  per  leuare  autori- 
tà alla  prima  ;  ma  per  fkr  più  copia  di  rimedi  y  e  gli  propone  con  vna  lib- 
bra di  afiungia  vecchia^n'oncì^igalbano  ,  e*r  vna  di  opop  anace  tre  di 
litargirio  >  fei  di  bitume  giudaico  y  &fei  di  lume  di  roccayvnfeHario  di 
Aceto  fquilitico,&  me^o  d'ojiq  ,  bollita  cpn4digen7xa  ogni  cofa  infame  * 
il  dolor  de  gli  fondili  della  fchiena  fi  toglie ,  [epoco  fatta  l'infagnia  >  fi  polor  de 
freghi  al  $oleiper  tutto  il  corpo  con  vntime  di  olio  di  cedro  ,  olio  com^  "fpódili. 
muneyaffungiaj&yinoymefcolatecipomeUe  di  lauro,  falnitro,  &  folfo 
•    facendo  fi  ar il  Giumento  in  calda  fialla.  filtri  fan  fvntione  con  cera , 
bitume  ,  pece  liquida  ,  olio ,  affungia  vecchia  ,  &pomelledi  lauro  incor- 
porate con  vino  :  e  di  più  dan  beuanda  calda  ali  animale  conquefìe  cofe, 
Tenjiuerp ,  cimine,  perfemolo,.  opio  ,&pomelle  dilauro  con  vinc^  & 
mele.  9 iouaetiandio frequentargli  i  bagni  e aldi?  ma  fé 7  dolore  con  tal 
rimedi  non  mancafieyan>ziyificommouefierodìfientioni  dinerui,off>a- 
fimoìhìfogu&rà  dar  il  fmeo-  dJt.  ambe  le  parti  di  ejftjJ)vndili,pofcia  vnger 
iti  con  afiungixy&  paffati  i  fette giornijauarui con  acqua  calia;,  &  raf- 
freddato chefia  illmgoyfhrui  calde  vnùomyinfafciaridolQCon  lana.  Que 
ifr  cur&4ì .fiondili  ,  alcuni  vogliono  >  che  fia^  date  propriamente  per 
Vm  quel- 


$46  D  zìi  Jt    qiò\t  A 

quett'olfoycbe  congiunge  il  collo conia  fchienay  chiamato  vèrtebra  per  g 
latitudine  dal  voltarfinlqual'offo  trottando fi  vf cito  dalla fua  fede>ordi- 
na  Telagoniojcbe  primieramente  vi  fi  latti  confaponeypoivijt  metta  vn 
ripercoffiuo  fatto  con  olio  y  bianco  d'uouoy&  acqua  piouana y  fi  ben  di- 
menatiinfieme y  che fianridottti  a  lentezza  di  ma  colla:  ò  veramente 
fatto  con  olio  ,  bianco  d'uouo'y  vino ,  <&  cénere  dirami  di  fico  feccbiy  &• 
cofiper  leJpa!le,comeper  l'esondili  di  rotti  ferine  effer  molto  vtile  quel 
lo  vnguentOycb  e  fi  compone  con  dheonciedi  verderame^quattro  di  gom- 
ma cotta  j  &  vna  libbra  di  cera  M.  Luigi  fecondo  la  qualità  delle  piaghe 
del  dofio  coflumaua ordinariamente ò  cenere  di  tefla  di  caney  o  farina 
d'orbo  con  mele  ,  &fe  alcuna  di  quelle  baueff e  prodotti  vermi  >  vifpar-  P 
gea  polue  dialume  ;  fé  vede  a ,  the  fi fufie  fatta  enfiagione  in  fu  lafchie- 
na  per  premitura  del  caualcare  >  over  difoma,  egli  prettamente  mefeo- 
lando  il  fate  neW  acqua ,  ne  bagnava  fpeffo  il  tumore ,  &  alla  fine  poftaui 
vna  pevera  di  lino  doppiaybagnata  della  mede/ima  falamora ,  tornaua  à 
mettergliin  doffolafellayb  bardaycW ella  fi fnfìeyfkcendogliela  tenere  con 
ogni  diligenza  ben  ttretta  la  notte ,e'l giorno .  //  medefìmofpeffo  fhceua 
conia  orina  ;  e  fftefìo  ancora  bagnando  d'orina  le  ortiche  pefle  con  vna 
pietraie  metteua  fu  l'enfiagione  con  vna  tauoletta  di  foprayttringnendo 
la  bene  con  vna.cìgna ,  &  co  fila  mattina  trouaua  il  luogo  piano  .  Ma  - 
cafo chetai' 'enfiagione fi fufie  moltiplicata ,  &  corrotta  la  carne >  per 
non  efferfi  fatti  rimedi  con  quella  diligente pre fieyga  >  che  conuenia  ; 
&  che  vi  baueff  e  vifla  materia  raunatayegli  col  rafoio  tagliando  il  cuo- 
io fecondo  il  pelo  ;  vifea  apertura  in  modo ,  che  la  piaga  baueffe  battuta, 
pendenza  da  poter  purgare ,  laqual  piaga  egli  medie  aua  lauandola  con 
vino  banco  bollito  con  rofmarinoye  dopò  rafeiutta largendola  difottttijfi 
ma  polue fatta  di  cocomeri feluaggifeccati  alforno:della  qual  polue  egli 
tenea  buona  copia  confemata  infacchetto  di  corame  legato  e  ttretto  >  & 
fé  ne  feruiaper  tutto  l'anno  fi  per  meditare  le  piaghe  di  cani)  ediCa- 
ualliymaffimamente fé  hauefiero  fatti vermi ,  &  fi per  guarir  il  corno  >  fj 
&qml fi  voglia  altro  male  generato  nella  fchienay  ò  veramente  per 
colpa  di  barda  y  ouer  di  fella  y  douebaftauay  che  vnavoltaildì  hauefie 
prima  lattato  con  orina  di  huomo  co  fi  calda  come  vfeir fittole  y  &  poi  co- 
verto di  ejfa  polue  il  tuogo  offefoy  &  confìgliauay  che  ogni  Slatta  do- 
uefie  tenere  miminone  di  quella  polue ,  poiché  tanto  è  gioueuole  y  & 
cotta  niente  y  perche  di  tali  cocomeri  fi  trotta  per  le  campagnie  abbon- 
da grande.  Ordinariamente  ancora  nelle  enfiagioni  del  doffoy  egli 
poi  che  h aitea  refo  il  luogo ,  cottumaua  di  mettere  l'empiattro  della 
farina  y  boloy  e  bianca  d'uouo  con  accimaturay  lafciandùtelo  flare 

finche 


1>£;Z    CUV  U  l  LOyLIS.  X.  847 

*&  finche  per  fé  ne fuffe  caduto  :  fé  vi  era  materiali  daua  vna  punta  di 
fuoco  nella  p arte  fiottano,  ,  onde  fi fofie  potuta  euacuare ,  &  a  quel  buco 
metteua  due  penne  bagnate  di  olio  coni  empiaUro  della  polue  rafia  di 
fopr  a,  &  quando  voleafaldare  le  piaghe,  vi  adopraua  polue  di  radice 
ditaffo  barbaffo,o  quella,chefifa  di  calcina-,  &  mele,  la  quale  approua  E  g       t 
uà  perla  migliore .   M.Tier Andrea  ,  l'enfiature  cagionate  per  fella  Cirrjona._ 
(effendo  il  mal  difrefco)  vfaua  di  fomentare  conpe'zjra  ò  sloppa  bagna-  te  per  fel 
ta  in  orina  bollita  confale ,  lafciandoui  alla  fine  un  panno  di  due  doppie  ,  ^a* 
-  ilqualfuffe  fiato  di  gronderà  eguale  al  pannello,  {frignato  bene  il 
Giumento  con  lafella,oconlabarda,ilfea  cofifiare  tutta  la  notte,  & 
R  fé  la  mattina feguent e  fi  f offe  douuto  caminare ,  eglifea  Iettare  dal  ba- 
Sìo,ò  dà  la  fella  ,  ò  dal  pannello  vn  poco  de  la  borra  di  quella  parte  ,che 
nenia  fopra  il  luogo  offefo  ;  &fe  l'enfiagione^  feorticatura  foffe  Hata, 
in  fu  lafpina,fea  imborrare  da  i  lati  le  dette  cofe^òdifioppa^  di  pagliay 
ò  di  altro  tale,in  maniera  che  non  haueffero  toco  il  male  ;  la  feconda  fe- 
ra giunto  allapafata,  egliordinaua,  chefifàteffe  come  la  prima,  &  fé 
poi  ci  fofie  tuttauia  rimajo  tumore ,  uolea ,  che  con  la  lancietta  fifacef- 
fero  a  pelo  tanti  pertugiati ,  quanti fofiero  fiati  battanti  per  darufeita 
alla  materia,  cominciando  a  fargli  dalla  parte  da  baffo,  deio  che  pia 
commodamence  fi  fofiero  potuti  fargli  altri  di  grado  in  grado  :  &cofi 

q    pertugiato  il  luogo  ui  fi  mette fie  di  nuoua  il  panaobagnato  dell  orina  . 
.  Ma  uegnendofì  molto  a  putrefarui,adopraua  lapolte  ben  graffa,  &fou- 
ra  quella  infafciatura,posla  un  panno  ben  largo  yadue  doppie  >  ui  cigna- 
ua  lafella,ò  pur  il  baiìo^ì  ciò  che  V  empiaflro  m  fi  fofse  fermato ,  &  pe- 
netrato per  quello  fpatio  della  notte,  &cofinon  mancauadi  adopera- 
re il  Giumento  il  dì, la  mattina  togliendo  il  medicarne,  &  la  fera  tarnan 
v  do  aporia  fiauando  lammacatura  con  acqua,oue  fafse  bollita flepa  bian 
ea  ò  rofmarino,&  a  ciò  che  Ihumidità , .  &  bruttezza  di  efsa  ammaca- 
tura  non  bàuefse  guaUa  lafella,ò  il  pannello,  non  mancaua  ilmetterui 
D  il  giorno  qualche  corame,ò  cartapergamena:  Quefie  tali  ammaccature^ 
egli  Ammoniuayche  fi  tenefsero  ben  guardate  dallaere,  e  dal  freddo,& 
.  che  fi  curafsero  prettamente  >  &  con  diligen-xa  >  maffimamente  quando 
nenifsero  prefso  a  quei  filetti,oue  la  pelle  è  più  fottile ,  e  dilicata:  perche 
non  efsendo  curate  bene,il  male  vi  tornerebbe  ,rompenà  ofi  in  altro  luo- 
go -vicino  a  quello ,  che  fonato  fi  fufie ,  il  quale  fecondo  il  fotito  bar  ebbe 
fatto  più  duro  di  cuoio  .Vfaua  ancor  di  curare  cofi  quefie  tali  enfia- 
ture mentre  eran  prefiche,  come  ancora  le  barbale  della  fchiena  con  ,?ai))^e 
méttenti  Iberba  dimuropefla,  &  fio  fritta  in  fecco, &  fé  ciò  non  foffe  ^^^ 
bacato  >  ri  daua  per  luogo' vn  taglio  >  mettendouipoi  vn  panno  di  lino  fi  curino. 

bagnato. 


<Z)  t  l  l  Jt    GLO\\   Jt 

Garrefe  bagnato  d'orina ,&j ale col  baHo  indoffo  nel  detto  modo  .  Parimente    } 
gonfio  co  quando  ìlgarrefe  era  gonfio  ferina  rottura ,  &  fen<za  marcia ,  egli  pri- 
me li  cu-  ma  vfal{aii  rimedio  dall' orina  ,come  s'è  dimoftrato,  aunertende,  che  la 
fella  di  nuouo  non  vi  toccaije ,  poi  fé' l  tiimor  non  f affé  mancato,  vi  dava 
le  punte)  &  vi  tornava  a  mettere  pkr  l'orina  :  Ma  fé  in  quello  fcorgea 
materia  putrida  j  è  bruttategli  dal  me^jo  in  giùvifea  vna  apertslra , 
per  la  quale  mettendo  il  détto,  guardati  a-per  lungo&  per  trauerfoquàn 
to  andasse  in  fondo  10-  fattone  yfctr  quella  marcia,  ò  quell'acqua  misi  a 
con  fangueyche  fiata  vi fufìe'y  lanata  di  dentro  tutta  la  piaga  coni  oPi- 
na  bollita  con  fole, &[infhfci  aita  la  con  lapulte:  il  feguente giorno  tor- 
naua  parimente  alano.;  la,  &  fé  trottano,  che  non  hauefse  maggior  fon-  F 
do  del  dipanato ,  l 'infafciaud  nel  fimilmodo , 'mettendovi  pero' di  den- 
tro vn  poco  di  tela  vecchia  bagnata  -dì  mele  rofató:  colatoio- veramente 
di  mele  co'mmunefufo  ;  cónUmiando  coftyfinclje  la  bratta ffifìediWatu  , 
facendo  ftar-il  giumento  fempre  infellato,come  s' è  detto. \j/v€a  fé  troua 
uà  il  fondo  maggiorcyegli  dove  finiaefìofondofhcea  pur  à  pele  vtt  bugio 
con  la  lanciett attirando ,  chèhauefse^orrifjjofìo  alla  prima  apertura  > 
&  poiché  l'hauea  con  aceto ,  &  mele  n  ettato  bene ,  viponea  la  petjtfra 
col  mclerofato:&  vofi  medicando ,  &  auuertendo  fempre  ailofcorrere 
Corno  Io  ^e\ia pìaga,yenia  à guarirla perféltramente in pocebi  giorni .    Il  corno 
?e   come  e&1  dicea\prouehir  dalle  mac carne  di  fella,  over  di  barda,  le  quali  \ 
peruenga  efsendofi  fatte  guarire  da  fé  medefìme ,  hauéanfu  la  nuova  carne  pro- 
dotta crufta;mapoitornadofi 'ad  ammaccare,  quella  nuova  carne perla 
dure-padella  crusla  s'è  venuta  à  contaminare, prendendo  forma  di  cor 
Allunarìa  no,o  di  meiga  Luna,&per&  i^lkmadaancora  fìfuoi  chiamare.  8t  cu- 
rava tal  male  inquejìo  modo,cbe  tagliato  il  cuoio  difotto  il  corno,  met- 
tea per  quella  aperti-ira  tra  lapelle,&  la  carne  vna  cornetta,ofufo,o  fu 
fìé,  che  miraf se  in  fu,  infantandovi  ancor  la  putte,  & quanto tnemfi 
fofse  veduta  di  fuori  la  enfi  àggi  on  e, tanto  pmxdkea  dover  fi  efsereprefio 
alla  cura\perche  penetrando^  iù  la  materia,  fi  potrebbe  corro  pere  il  pan-  3 
nicolo,e'l  diaframma,^"  nefeguirebbela  morte.  Il  miglioramento- egli 
conofee  a  vedendo  il  Giumento  mangiare  più  volentieri,  &  cofiaWincon 
tro:  &fe  per  ifbatio  di  tre  dìfnfle  fìerpato  il  corno ,  continuaua  la  pul- 
te,finchefnffe  venuto  àfaldejga  il  cuoio? altrimenti  vi  mettea  vngrof- 
fo  cmpiaslrodi  màlue.  cotte,  &■  faginapeHo,il  qual'empiaftro  due  volte 
il  giorno  vi  rinoUaUà,fe  vi  ftfufse  fatta  marcia: fé  non,  ué'l  lafciaua  sia 
Enfiagio-  Y^fnche  fof  e  durato  humido:rinouandpkpoiqudhdo  era  afciutto;etfi 
nave  aper  ^/wewfe  leuato  ilcorno,tornàuaalVvfo  della  pultiglia. Quelle  enfiagio- 
colpi .      ni  3  che  in  qualfi  voglia  parte  del  corpo  fujfero  auuenute  per  qualche 

colpo^ 


<t)EL   CjÌV*ALLÒ>tìÉ.X.  £49 

^t'eòlpojbv^a  piaga  >  egliprima  vngea  con  olio  rofato  tepido  >  òpur  com~, 
mune  >  pò f eia  vi  mette  a  vna  foglia  di  cauolo ,  la  qua!  (co  i  nerui  grojji 
ammaccati)  rinuolta  di  lungo  in  lungo  hauea  fatta  fcaldare  entro  la  ce- 
nere fenica efferfi  abruciata;e tenendone  molte  apparecchiate-.come luna 
parca  raffreddata ,  vimettea  V altra  calda ,  continouando  difarcoftper 
due  giorni  affai  fiate .  Tarimente  in  luogo  della  foglia  di  cauoli  folca  per 
due  dì  ad  oprar  l'berba  di  muro  fcaldata  in  afeiutto  in  nona  padella  ,ò  in 
vn  bacinole  posìa  in  vn  fiabe  tto  di  tela  fottile,che  copriffe  il  tumore  ben 
ampiamente .  .Al  teryp  giorno  fitta  l'untione  dell  olio ,  vifpargea  polue 
di  mirto  :  &fe  con  queflo  nonfi'Jbfie  diffoluto,  vi  daua  punte  con  la lan- 
C  detta, epoi  vitornauaà  mettere  olfacbetto  delVherbadimuro,o lafo-  Enifiaefo 
glia  del  e amie ,  come  s'è  detto,  quando  l'enfiagion fofìe  venuta  nonper  ni  per  fan 
percofìa,ne  per  premitura,ma  più  toftoper  mouimento  di j angue fopra-  gue  fopra 
bondante,  come  nella  fi  agione  dell  herbe  f noie  auuenire  ;  egli  primiera-  bondate« 
méte  infagnaua  il  Giumento  nella  deftra  bada  del  collo  ,  ouè  la  vena,cbe 
al  fegato  corrifponde  ;  pofeìa  bagnaua  il  luogo  enfiato  con  fugo  difolatro 
&  aceto  tepido  mefcolati  con  vnpoco  di  acqua  rofata;  &  come  vedea  tal 
vntione  rafciutta,il  paffeggiaua  vn  buono  fpatio  ;  Indi  rimenatolo  a  ca- 
fa,il  bagnaua  dinuouo,cofi  facendo  pareccbieyolte  per  giorni  tre  ,  &  fé 
con  quesìa  cura  il  tumor  nonfuffe  mancato ,  vi  daua  le  punte  àpelo  con 
lalancietta,  lequalivngea  con  fumé  [quagliato  e  tepido  .  Quando  per    Tumori 
punture  difyroni ,cbe  b abbiano  tocchi  i  nerui  auuenifle  qualche  turno-  Pe*  Pat\- 
re,  egli  vuol  che  fi  rada  il  luogo  offefo  ,  poi  vi  fi  metta  caldo  quello  em-  /moni. 
piatirò  di  afientio,e  brancaoi  finanche  nell 'anticore  da  hi  se  detto  ;  eg- 
ramente vngafi  il  tumore  con  dia{thea,  &  olio  di  alloro;  applicando  in- 
torno a  le  punture  ò  cipolla,®  porro  pefio  con  afsentio,  &  co  olio  di  oliua;    Tumore 
è  lauifi  con  acqua  falfaò  dì  mare,&  poi  vi  fi  metta  fu  l'ortica pefla  :  et  cag|0na— 
effendoui  fatta  marcia  mettafi  per  lo  bugio  vno  ftuello  di  melo  terra-  ^^  *?F 
gno,vnto  di  fapone giudifco,che  cofi  n' ufi  irà  tutta  la  putrefkttione,cbe  cigne» 
^  adunata  vifuffe .  Qualche  volta  ilfouercbio  slrignere  delle  cigne ,  oltre 
ali offefa  della  fchiena  induce  tumore  ne  ilati,  eprefsoal  ventre,  oue 
rislrett afila  vento fttà,  &  non  ritrou andò  efito,  ne  ampie^a  di luo- 
gJn  ,onde fuaporare  fi  pofsa ,  cagiona  dolori,  &  altri  mali;  òpur  au- 
uien  (come  Jilberto  ferine  )  che  pungendo  fi  per  auuentur  a  la  vena  del 
lato,&  non  potendo  per  quello  fìrignimento  vfeire  ilfangue ,  vi  fi  fu  en- 
fiagione piena  dihumo  ri  putridi ,  iquali  cinque  giorni  dapoi  vedendo  fi 
maturati  bifogna,  che  tagliato  il  cuoio,  fi  traggan  fuori,  premendo  ben 
conledeta  per  ognintorno  .  M.  Luigi,  quando auuenia ,  che  qualche , 
.coslafifuffeguaHa)&  entrata  dentro  >  primieramente  vifea  bagnuoli 

Hhb  divi- 


ti*  B  E  L  l  A     GIOSIA 

di  vino  co*  [ale  caldo,  fofcia  fatti  due  pertugi  di 'fot:  o  ali;  corta  offefoy  « 
VunpreffoaW afe**  j  &  pofìo  dall' 'm-to  à  t 'altro  *n  capo  di  filo  incerato 
con  vn  legnosa  folcuaHay&  attaccala  mettendo  alla  fine  vn  forte  firet- 
o  marcie  t0l°  ^  fi***  ìlhwgà  -  *.* flirto fcriueyche  in  ogniposlema,ò  marcimento 
nelle  co-  che  nelle  cojìe  ò  pur  nelle  (p.:lle  auucnijs  e  y  bifoona  adoprare  il  ferro  ;fk- 
fte  e  (pàU  cendo  dalla  parte  difetto  vn  taglioyper  lo  qualpoffa  Ih  umor  putrefatto 
**  fcorrereyefuaporarfi:perche  a* luoghi  marciti ,poco.f>  nulla  ghnano  i  me- 

dieami  fenxa  tagliare  ?  co  fi premuto  il  luogo y  filaucrdbene  con  calda 
orinai  s'empierà  di  linxmenti  kagn  iti  in  olio  >  &pece  liquida'-,  tenen- 
do aperta  l.i  piagayinfin  che  purghi .  Effe  fufje  parte  non  commoda  àla- 
uarc  >  fa,  ci  ani  fi  con  vn  ferro  d'i  fuoco,  slittare  feito  di  capra ,.  ouer  di 
Tumore  bue  .  fi  tumore  x  &i' enfiatura  de  i  tefìicoli,  MrTier  ^Andrea  dicea  f 
di  celtico yg/f  .vumnire  per  dincr fé  cagioni  y  &pe;ò  diuerfamente  douerfi  curare 
che  s'ella  vien per  confa  di  humorè  (come,  fnol' accader  neila  primauera 
per  la  b  umidità  delta  flagioneye  dell  herbe  )  fi  cono fc  e  doquesìoychepaf- 
feggiandoyib  tumore  >//  vede  mancarlo  molto  yo  poco y  ór  in  talcafo  con- 
viene y  dopol  paffeggio  bagnare  effi  testicoli ,.  &  le  loro  circonffan%e  con, 
vna  fp ragia  mfafa  in- acqua  tepida  y  mefcolatacon  aceto ,  &fe  ciò  non. 
baflafteyvi  fr  può,  adoprare  il fugo  del  fol  atro  y  itqual  da  luififolea  cant- 
re in  quello  modo y.  che  hauendo  ben  pesto  itfolatro con  ifuoi  frutti y  fé 
pur  ri 'hauea;ma  fen^o  lafua  radice y  il  preme  a  bene  ;  Indi  ripostolo  nel'  q 
mortaio  con  vnpoco  d aceto  ritornala  a  peflarlo  >  &pofcia  à\  premerlo 
cofi  facendo  due ,  otre  volteyfinche  nehauefìe  efxr  atta  hi  fugo  tuttala  fa 
£tan^ay&  alla  fine  me  fc  ola. ".a  in  mtellfttgo  vn  poco  di  acqua  rofi.Se  l'e'a- 
fiagione  f ufi  evenuta  per  hauer  portato  gran  pefo  ,  ò  per  bauer  fojjerta 
molta  fatica  >  dicea  conofeerfì  di  vna  durerà  >  che  fi  troua  nel  curio 
Hcmiico  difetto  a  itefticoli  >  per  laqual  d uretra  tal  male  è  chiamata  Hemia> 
roefi  cuti,  e  doueruift  mettere  vn-empiafi.ro  difkrinidifhi'.e  torrade  bollita  in  ace^ 
tocon  l'berba  >  che  dicono  fìeppa  riera  y  ilqualempiafìro  egli  legaua  in  fi 
fhtta  foggia.Trendeayvn  pe^TUO  di  tela  nnona-,  e  da-ciafcun  eopo  la  par~ 
ti  a  per  mexo  in  lungo  di  modo  >  clje  tanto  ne- fufferimafo  dall',  una  parte 
quanto  dall'altra  >  &  che  nel  me??  vi  f -.fife  restata  largherà  maggior  [§ 
dell' empi  astro  ^  hauendogli  pofìa  con  vn  cufeinetto  vna  cigna  yattac- 
couaà  quella  in  fu  lo  fchiena  cofi  i '  eapi dinanzi ,  come  quei  di  dietro  >, 
Enfiature  ìq-ialifea  poffare  per  le  cofcie-y  pigliando  la  coda  in  me%o  .  Ver  curar 
©3  i  e  le  &eì&atm*  >  ebeveniffero  tra  i  testìcoli  >  <jr  le  cofeie ,.  egti  dicea  douerfi 
tofcie.      canore  pingue  dal  collo  dalla  parte  dritta  >  &  con  acqua  tepido  miflx 
con  aceto  >  &  alquanto  di  acqua  rofa  lauar  fpeffè  volte  il  di  quelle  en» 
fiatare,  prima,  che  fi  rompefiero  ;  ma  com'clle  flfoffeto  rotteymandan- 


D  Z  l  C  A  V  jt  1 1 0>  ti  5.  .  X.  f  jf 

rjt  do  acqua  gialla  fuori,v  ole  a ,  che  s'vngefferoton  Butiro  >  &  faimefufoy 
&  che  con  acqua  tepida  fi  fregale  il  nafo,  egli  occhi ,  perche  general- 
tmente  quefio  male  fusi  venire  dì  fiate  ,  -&  la  polue  occupando  quei  Ino- 
■ghi,fn  'molta  offcfa  all'animale .  Quando  pofcia  voleafnr  rifoluer&quel  mc  neJja 
carnume,che  nella  borfade  teslicohfuol  rcfiare per •l'enfiagioni)  eglipri  boi  fa  de  i 
ma  li  lamica  conlifciadi [armenti ,  & fapone ,  &  apprefìo gli  vngea  viticoli. 
con  orinale  dialtbca$effo  facendolo  p  a  (foggiar  e, M. Luigi  dicea  che  l'en- 
fiagione de  itefìicoli  vien per  bumori  freddi ,  e  difcorren^a  di  reni ,  #* 
per  curarla,  vfaua  di  metterci  empiaHro  tepido  di  farina  cotta  conpe- 
ee,&  butiro  inficr/;e,ò  di  faue  frante  cotte,  ejr  poi  con  butiro  incorpora- 

%  te.  Talvolta  adopraua neU'vntione  butiro  folo,  guardando,  che  Ivn- 
ghie  dell' animale  non  fi  bagnaffero. Tal  volta  conpolue  di  fiengreco,  e  di 
}}acchedila:iwméfcolauafaimefrefco,&afiungiavecchia,aggiiìgnen- 
doui  vna  libbra  di  mele ,  £  %affrano  apefo  d'vn  carline-)  e  tal  misìura  a  i 
testicoli  applicaua  .  Taluolta  cauauafangue  dalle  cofeie,  &  mefìo  vno 
firettoio  alle  renavi fea  il  difenfmo  .  Il  (olombro  biafima la  fagnia  delle 
■cofeie-,  perche  fa  concorrere  al  luogo  maggior  materia ,  e  dice  più  lode'- 
uole  effe  re  quella  del  collo,mcffimamente  in  fu  l  principio.  Qltr'à  cròper  E^aruve 
curar  l  enfiaturade  itefiicoliyò  ventofa,o  humerale  ,  oc  arno  fategli  or-  u  diuerfe 
dina,tbe  nella  pelliccila  fra  l'vno,-&  Veltro  tefiicolofi  metta  vnfetone ,  come    fi 

C  ilqualeftefìe  volte  ogni  dì  fi  meni,à  e  io  ile  tirila  frateria  fuori-,  &  vi  fi  cuiir.ó . 
facciano  [uff umigi  alti  a  rifoluere ,  come  fon quelli,  che  fi  fan  con  Origa- 
no,calaminta,  camomilla  ,  ruta,  ■&  piretro ,  &fopra  il  luogo  fi  metta 
Vempiaflro  difieccatiuo,&  confortatine), che  fi  fa  con  farinad'  oy?o,poì- 
.  uè  ài  maslite ,  ani  fi,  noci  di  ciprefio,  &  copole  di  ghiande,  diflempera- 
ta  ogni  cofa  con  olio,&  aceto.  Le  pqfieme,o  ivlceragioni,  chef  foglio-    P°*jeir,e 
no  fare  ne  itefìicoli  fé  procedono  per  infruffo  di  qualche  humore ,  egli  ne>  teftì„ 
vuol,cbe  fi  curino,conofcendo  prima  col  tatto  della  mano  fé  la  cagione-è  coli. 
fredda  ò  calda  che  s'ella  è  fredda  conuerrà  metterci  vrìewpiasiro  fat- 
to di  fiengreco  femente  di  lino  farina  di  faue ,  O-  foglie  dicanoli  cotte 
infieme  s'ella,è  e  a  Id  a  vi  fi  v fera  latte,&  aceto  mi^io  con  fugo  di  portu- 
laca^ ailcndo  prima  d'ogni  altra  cof a  canato f angue  dalla  vena  dime- 
ftica  detta  epatica  ,  da  quella  banda  ,  che  corrifponde  al  tefiicolo  infet- 
itno,òda  ambedue,fe  Vvno,&  l'  altro  fi  truouaoffefo.Se  la  pofiema  pro.- 
.eedeffe  per  puntione,ò  per  botta  hauv.taci,  &fujfe  acquo  fa,  o  deffe  luogo 
a  le  deta,farà  bifogno  ,  che  convnv  ifìrumento  di  rame  non  troppo  acu- 
to^i  facciano  tre  o  quattro  bugknella  pelliccila.,  fen^a  secare  cfji  tefii- 
coli  ,à  ciò  che  l'bumore  fé  n'efea  fuori,  continouandoui  l'ontioni  >  che  fi 
fon  dette .  ssfjfitofcriue>  che  ne  itefìicoli  fogliono  venire  enfiature,  in- 

Hhh     z  fiammagione^ 


m 


852  D  E  L  L  a     G  £0\I  A   T 

Cure  per  $ammagioJi£,&  pottemeyh  per  ferite  yh  per  morfuatur  e  di  qualche  fu-  .j- 
diuerfì      ra;Q  per  ojfeft  che  i  (ana  Ih  medejlmiffiefto  fi  fanno  tra  loro;  &pe?  cn~ 
acG  "        r  argli  ordina,checon  v-ua  Jp.:mgia,vi  fi  facciano  bagni  d'acqua  marina, 
noa  l'^te"  ò  f alata  >  in  cui  fia  bollita  la  radice  del  felueftre  cocomero)  che  afinino 
fticoli  ..    pur  è  chiamato  ;&  fatto  quefto  ,  vi  fi  inetta  vn'empiattroy  co?npotto  di 
biacca,graflo  di  beecoy&  chiara  d'vouo  con  olio  agitati  ;  Ma  fé  per  ab- 
tra  cagione  fodero  venute ,  conuien  bagnare  i  tejìicoli  due  fiate  il  dì  con 
acqua  caldaiche  pur  fiafalfa ,  e-r  appreffo  empiaftrargli  di  terra  cimo- 
liayò  di  terra  dafigoliy&boccalariycon  aceto  difcioltay  ò  con  biacca  di- 
faolta  in  acquaio  veramente  vngerli  con  fugo  difolatroyh  di  cicuta  na- 
ta nel letame,odi affettilo  verde. Hierocle,affermando il  medefimo,fog- F 
giunge >poterfi prima  bagnare  con  acqua  calda  ,'ouefia  vnpoco  difalni- 
tro;&poi  vngere  con  feccia  d'aceto  y  &  fé  con  quetto  nonfifgonfiafse- 
rOyloda,che  fi  cauifangue  da  i  luoghi  proffimi  ,  &  à  la  fine fé' 7  male  non 
ceffafie,  dia  fi  il  fuoco  nel  me^o  d'effi  tefticoli ,  auuertendo  però  di  non 
toccarli .  Totraffi  benprima,  che  fi 'venga  a  voler adoprar 'il  fioco,  tenr 
tar  difanarlicon  quefto  empuftroyprendafi  bitume giudaicoypolue  d'in- 
cenfo,ole  andrò, v  itr  iolo  >rame  abrnciato,  verderame,  &  feccia  di  vino 
ana  libbra  vna  con  quattro  di  fior  difdnitro ,  &  afiungia  quanto  bafti 
a  raccoglier  tuttay&  tal  mistura  infìeme  incorporata  mcttafi  co-  vn  pan 
no  dilinofopra  il  luogo  dolente  ye  gonfio.  Hippocrate  loda,  che  fui  tetti-  G 
coli  infiammati  fi  metta  quella  terra,  onde  fi  fanno  i  vafi  impattata  con 
acetOyhfolatro  bollito  in  acetOyò  creta ,  tterco  di  bue ,  &  cimino  con  ac- 
quay&  aceto  incorporati:  &  che  fi  cauifangue  de  l'anguinaie  fgua%^an- 
do  il  (giumento  con  acqua  calda,&  vngendolo  di  olioy&  facendolo  paf- 
feggiare.Tarimentefiiràgioueuoleyclrt  coperto  il  C  aiutilo  con  vna  gran 
manta  pendent  eia  terra ,  fi  metta  difetto  a  lui  vna  conca  piena  d'ori- 
na di  putto,  nella  quale  fi  gittino  pietre  da  macinare  infocate  ,fi  che  dal 
vapore  di  quelle  i  tefticoli  vengano  à  fudare  .  Fegetio  apprettando  per  lo 
dolor  delle  reni  cotal  rimedio  y  vuol ,  che  prima  fi  cauifangue  daam-  „ 
■  he  le  cofcie^jr  che  appreffo  alla  detta  fomentagione,  fi  vngano  i teftico- 
li (ben  fregando)con  olio,alume,&  nitro:  &fecih  non  giouajfe  dice  po- 
ter fi  leggierméte  ftarificare^ioè  pungere  col  rafoio^ggiugnepur'efìer 
gioueuole  à  fitrui  vntione  mattino  ,  &  fera  confìel  dicane  ,è congraffa 
di  porco  mifto  con  polue  d'orilo  abruciato,  òfar  loro  fuffumigi  con  frond- 
ài verdi  di  ciprejfo  abruciate-fi  lungamente  bagnarli  di  acqua  calÀa,& 
foi  metterui  c.^ta  cimolia  conffey>t\tdt-'bueì&  fort'ffivno  aceto,rinouan 
doci  tal'empi.-ftro  ogni  dì  finche fta  guarito  .Et  fé  per  natura  il  Cfiumen- 
to  nonfepotejfe  rihmere  x  mettafiin  acqua  fteddijfim*)  & quiùifìten^ 


D££  Cjì  V  aLZOy  li  B.     t.  8$7 

*jf  ga  vnagran  pC2ga,&  con  la  mano  pofia  per  entro  il  dudelloygli  fi  freghi 

verfo  la  vefcica  ;  pofciafia  ben  coverto  >  &  fi  agli  data  beuanda  digraf-      -     >  , 
fo  di  porco  dif ciotto  in  v  ino  fin*  a  tanto  ch'egli  del  tutto  fia  liberato.  fl'^d?KÌ 
B^tfìo  dice ,  che  l'enfiagione  de  i  teflUoli  fuol  procedere  daindigcfiioney  .IKcoìo  on 
perche  mangiando  e  beuendo  queHi  animali  ogni  cofa  indi/I imamente  de  pio  ce- 
li vien  dileggier  in  loro  à  generare  fuperftuiià ,  che  per  li  proprij  meati  ** 
fi  riduce  aquila  parte .  isil die  egli  dice  poterfi  rimediare  tenendoti 
cavallo  mattinoy&  fera  per  vngran /patio  dentro l  acqua  fredda,  corre» 
te-the  cuopva  effì  teflicoli-y  à  quali  fi  farà  anco  giovamento  fé  vi  fi  metta 
due-fi  tre  volte  il  dì  -creta  bianca  peFka,e  ben  agitata  con  forte  aceto  >me- 

Cfcolatoui  ancora  del  fai  minuto  ;ouer  amente  empiaslro  difkue  cotte  con 
afiungia  nuouayò  tardo  di  porco  ben  dimenate)  allequali  potrebbe  aggiu- 
gnerfi farina  di  grano  >  maffimamente  fé  l'enfiagione procedejfe  da  ven- 
tofità)  il  chef  conofce  per  lo  tatto ,  efiendo  molto  fenftbile  il  dolore ,  ben 
che  pertaf^cagione  vi  fipoffa  parimente  applicare  vn'empiafìro  lepido 
compojlo  di  querciola giouane,  cimino  y  e  dieci  roffi  d'voualefie }  n\efco- 
lati  con  fugo  d' anifi  y  e  di  finocchi  ;  oueramente  comporlo  di  porri  y.ò  di 
cipolle  cotte  fotta  la  bragia^ poi  con  afien^o  bollite  in  aceto  forte.  Ha 
fé  la  durezza  del  tattOy  &  lafenfibilità  del  maggior  dolore  dimofìrafiey 
che  la  gonfiezza  fuffe  per  humori  quìui  rinchiufiy  bifogna  primieramen- 
te alterare  e  divergere  effi  humori  con  empiaflri freddi ,  come  farebbe  il 
compoflo  di  branca  orfinaycraffulaycimbalariay&fempreviuopefìe  infte 
me;&in  capo  di  tre  dì  metter ui gli  empiaflri  difoura  dettiyper  matura- 
re;efgonfiareyfàcendp  qualche  vntione  calda  ne  i  luoghi  infermi .  *Au- 
uettendoperòy  chefempre  èdacauarfi  prima  fangut  da  quella  gamba 
tth'è  daprefjo  al  tefìicolo  enfiato  :  &  maturata*  che  fia  V enfiagione  è  da 
punger  fi  con  vn  ferro  acconcio  à  tal' effetto ,  acciocf?e  la  marcia  fé  rìe- 
fca  fuori  .Trocede  tal  volta  il  gonfiamento  quando  i  cavalli  ficendo  tra  '. 
loro  briga  con  vicendeuoli  calci  fi  percuotono  ne  ifiancbiy  b  nella  pan-  ^-c     - 

»  eia)  &  ad  alcuno  fi  viene  a  rompere  ilperitonioy  e  quelli  nervi,  che  fé-  tQ  ^e  t^ 
£tengonoitefìicoliy&  cofi  le  budellami  ealano  di feguentey&  al  terjo  ilkoli  on 

!  fi  muore.  Fede  fi  nondimeno  fin  dal  principio  l'animale  bavere  la  bor-  de  proce- 
fa  gonfia)  <&•  nel caminare  fermar ftyne  poterfi  tenere  in  pie ,  ma  buttar  fi    a# 
interri  &rwolgerfitortpyWjàKla,fcbiena;  però  auuenuto  di  fi  e f co  il 
cafoy  gli  fi  potrà  ( fecondo  jLffitOy  <&  Hierocle)  dar  qualche  aiutOydan- 
doglia  bere  falamora  con  olioyacqua  marina,®'  vino  a  baftan^a  .  <Jfy£a 
è  tempOyche  ragioniamo  dellafciatica ,  la  cura  della  quale  per  cagione  t,^'atica 
di  maggior chiarezza ,  &-di  più  continuata  dottrina^  fu  da  noi  aque-  é  cuJfr^j 
Jfa  parte  differita,  cefi  anco  della  Todagra,  come  de  i  dolori  delle giun-  cfTe. 

Hhh    i         ture 


$54  rO  E  L  L  ^    G  L  0  ^  7  U 

ture  de  quali  ordinatamente  a*  fuoi  luoghi  fi  ragioyièrà. Ch'umano  i  Gre-  h 
cifchiadico  il  dolore  della  cofcia,.che  da  noi  volgarmente  è  detta  [ciati-  y 
ca  dal  quale  fé  l  Cavallo  faràinfeylato.,  caminérà  come  legatorìe  i  pie 
didietro ,  continuamente [oprando  :  &  perfuo  rimediùX  iberioj crine  y 
the  da  ambe  duele-angmiiaie  (prefio  i  teflicolij  gli  fiancavate  quat- 
tro benùne  di  fangue ,  &  cbefia  bagnato  abbondantemente  con  acqua, 
caldai  poi  fregato  con  vino,&  olio:  ilcbe  non  giovando  ,bi fognerà con  . 
.      ,.  fsrri infocati efulcerare  l'vna  cofcia  ,<&■ l'altra  in  circuito  :  SeXd'olOre 
per  la  fcia  renìJfe  Per  fitrattione  dì  nerui  che  haueffe  al  collo  ,  o  in*  altra  parte  ,  fa- 
tici, rà  bene  che  diftefa  là  coda  ,  fi  battano  lievemente. le  vene ,  che  in  quella 

fono,  &  la piùigonfia  fi-tocchi  con.  la  lancietta.  Mìi  principalmente  l'a-  p* 
nimale  èdatenerfi  in  luogo  caldo  ,.<&  furgtify  effe  fomentagioni  &  vn- 
tioni .  Si  lena  anco  conquelmedicame ,  che  confienevn.a  libbra  dicolo- 
fonia-)  vna  &  me%a  dì  terbejitina  yaltretanto  di  olio  antico, dite  onde  di'- 
galbano,&  vna.  &  me^ra  di  opopanace ..  Etra  valerìtijjimi  aiuti  fi  fti- 
maefser'ilcompaSìo  con  vrì 'oncia  di  euforbio,  vnlaltraMpepe,  vna  & 
meyi^a  di.ad'arceyaltretanto di  ale  ionio,, quattro  di  bacche  di  lauro  ,  fcjr 
due  di  olio. ciprino ,  che  foglion  dire,  di'  conaSlrello  ..  filtri  con  quattro? 
onde  di  euforbio,  &  altretantedifale  fan  bollir  quattro  oboli  di  pece  li- 
quida^ l'adoprano ..  *AlìrÌvfàno  eguali.portionidieuforbioydifior  di 5     , 
falnitro > d'icona  fàrdiana,  edivnguento  gleucino.  *Affirtoperledo^  G, 
glie  delle  cofeie ordtuc iquefto imedic amento  bruciatiuo  ,  galbano, opopa- 
na&e  ,midbUra di:cervo,terbentina  ,  bdellio  , .ammoniaco, propoliyféciia 
d}vnguento  di  %affr ano -^bitume giudaico ,  grafio  di  toro  ,olid  di  cona- 
jlrello ,  cera fchiunta. di gomma ,che  dicono apophyféma,ptce  durà:y&- 
pece  liquida  y&  aceto  libre  due  per  ciaf  una  co  fa .  Vrì altro  egli  fu  con 
graffo  di  pecora, :cera,&  chalcite-ana  libbra  vna >. aggi untovi  aloe,rofey 
&  meleana.lihra  me^adifciòlteinvnfejiàrio.di  aceto  .  'Pelagònio  coff 
perle  cofeie  ,  come  etiàndio  per  le  fp.aìie  ordinò  quefli  altri ,.  che  pari- 
mente fon  bruciativi,  affentiO)  bdellio ,  fème  di  papauero ,  propoli-,  fk-    . 
rina  d'incenfo, gommai,, colofonia,  &  pomelle  di  lauro  ana onde  due y 
ammoniaco ,  e 'bitume giudaico  ana  onde  quattro,  dittamo  ,  & gomma:  & 
galiricaana  onde  cinque,  &fei  di  galbano  con  cinque  oboli  di  pece  mor 
bida,  e  due  libbre di  cera..  Vrì  attro^  contiene  bifibpo  humida,  bdellio  > 
polite  dlincenfó  ,.falnit^o,petrofemol(hMio  di  noce  ,&olio  vecchio  ana 
ancia .  vn  a  ,pepe  >.  propoli , ,  &■  vifchio  an  a  onde  due ,  fìorace ,  galbano  $ 
&- alume  f e  aiolà  ana  onde  tre,  féi  di  amoniaco , ,  e*r  quattri  di  aceto , 
con  cera ,  bitume  y/e  terbentina  libbra  vna  per  vna . .  Vrìattroriceue  ap- 
fmgiaiveccbia>  ^mgiudaicoyèiòmmacmaattaiomieìei\>  bdellh1 


I 


DEL  CjiVolllÒy  US.  Y.  $$? 

rj  e  gallano  ma  oncia  vna,  due  di  cicuta,  e  tre  diamoniaeo,  ma  bemi- 
na  dì  vino ,  <&  vnalibbra  di  cera .  Vn' altro  è  diqueHo  modo  yfkccuft 
fcaldare  vnfeftario  digomma  cotta  con  va' altro  Hi  aceto  fquillitico:& 
poi  vi  s'aggiunga  vrìhemina  di  fior  di  fhrina,  con  due  onci?  difinopide , 
(jr  come  la  mistura  fi  fi  a  bori  agitata,vng.zfene  fortemente  la  cofcia,le- 
gaudouivnasloppata.  Di  tutti  quesl:,più  facile ,  ma  non  menovtileft 
trotta  efiere  perle  cofcie ,  che  aceto-,  &  acqua  di  pari  fi  fìtccianoboUirt 
-con  gomma,poi  vi  s'aggiunga  fhrina  d'ormoniche  venga  a  lentetja  di 
4fUon  empiajìro,  ilqualben  caldo  fi  potrà  applicare  al  luogo  infermo  -. 
Il  giumento  bauendo  ìa  cofciafpdfmata,ò  rotta  fnol  tener' il  ventre  goti     'Cofcia 
$  fio,e (pefio  anfore;  peròconuiene,  cbei  buon Maefìro  primieramente  jpa»mata 
-    3E&  cocchi  con  piaceuole  mano  i  lombì,e  i  'luoghi  del  dolore  per  accertar- 
ft,pofciaÌegatolo  bene  -,  vi  dia  il  fuoco,  che  cofi  verrai  cacciar  fi  fuori j 
-vn  certo  bumor  fomigliante  a  rofio  d'vouo già  putrefatto :&  in  efìe  cot- 
turefyargafal  minuto,  &islillini  pece  liquida  ;  benché  altri  fcriuono 
folamente  file,  &  pepe  infieme  triti.  *Uege  Ho  ferine,  che  quando  la  co- 
-feia  è  infermata-,  conuien  trar f  angue  dalle  medefime  vene  >  <&  con  efso 
f angue me j colato  con  politi  di  folfo ,  di  nitro  >  e  di  bacche  di  lauro  vn- 
gergliela  contra  il  pelo  fregata  per  buono  fpatio  ';  &  taf ciarui  slar  tale 
empiafiro  per  giorni  tre.  E  rimedio  approuato  mettere  il  cauallo  alfo- 
C  le?&  con  vinoyettilio  caldo  fregar  tanto  le  giunture  della  -cofcia,che  ven 
gano  -àfudare:  Indi  pigliarlo  perla  cauevja,& farlo  correre  pian  pia- 
■no  ;  neiqual  corfo  vn' altra  perfona,che  di  dietro  Vhabbìa  legato  con 
~pnaxorda,con  impeto  il  ritengale  fé  la  cofeia  all'  bora  farà  fìrepito, fi 
,  conófcerà  effer  tornata  al  luogo  fuo  :  £r  per  vnpocofipoferÀ:  poi  fi  farà 
paleggiare  piaceuolmentef&  fé  poco  fi  vedrà  xoppicare^ianando  me- 
glio i piedi  interra,  non  fi  toccherà  altrimenti  :  ma folo fi fomentata 
per  tre  giorni  con  calda  decottione  di  uerbena,&  poi  vi  fi  metterà  bru- 
-  ciatiuo  vngntento  .  Et  fé  in  qitel  primo  giorno  la  giuntura  non  fi  poteffe 
racconciare^ fa-stante  volte,fnche  ritorni-dia, fede. fua  .  V-ltimamen- 
P  te  per  raggiungere  tutto  quello ,  che  nelle  parti  dinanzi  ,ò  "di  dietro  d\el- 
V  animale,  ò  nelle  ginocchiato  nelle  giunture  fi  fofsefconcio,  ò  disb- 
gato,ò  pur offe fo  in  alcun  modo,  egli  per  effeaciffimo  diferiue  vno  slret- 
toio  in  quefìo  modo ,  cìye  trenta  bulbi grojfi ,  e  trenta  lumache  viue,  coti 
-vna  Ubbr a  di  an agallico  ,  &  vna  manciata  plantagine  verde,diligen- 
tiffimamenve  pesle ,  fi  dibattano  ben  con  tre  voua,  &fì  mettano  fopra  il 
-luogo  con  lafìoppa -,  lanital  ha  virtù  dtriflrignere  le  cvfe  allargate ,  e  di 
'.  -mitigar  le  enfiagioni  .  Chiama  egli  firmatico  qìtel Giumento  >  chef  ubi*-  c  • 
to  eh' è  vfeito  del  luogo  fuo }  fi  tira  la  cofeia  indietro ,  e  piegate  te  coro-  firmatici 

Hhh    4  ne 


%}6  2>  E  L  l  J.     Cj  l  0"\  ì  jt 

ne  rouefciat  vnghie:il  cheprouiene  quando  Ihumore  per  freddura,o  per  £ 
corrottane  deliorpo  entrato  nella  giuntura  del  vertibulo,fi  jparge  ver- 
fo  i  neruiyglifa  immobili  y  &  come  perdutile  prejia  diligenza  non  nifi 
r fi,  canario  copia/. '.unente  di  [otto  la  gamba  [angue ,  delqual  mefcobato 
confaleyfolfoifalnitrOflumacbe  marine,  polue  d'incenfoy  bacche  di  lauro 
&  feccia  (  che  è U  feccia  del  vino,  laqualfi  riferba  cotta)  pefle  &  cri- 
uellate edifcioltein vino,& olio, fi  vngeràtutta  quella  enfiagione yche 
■pi  farà  ;  &  con  traponmento  di  tre  giorni  la  cofcia  fi  manterrà  con  la 
fomentagione  della  verbena ;rinouando  dapoila  medefima  vntione .  Et 
fé  con  queflo  nonfìfanaffe,adopriftilcauterb  in  efla  congiuntura:^  in. 
..    .     altro  modo  fi  curino  gli  f datici.  llCotombro  ,dicelafciatica  effefvn  9 
che  ^ale  male,che a gnifadi goccia  d'acqua diHillanel legamento  dell' ancay  oue 
fa.,  fi  dice  vertebro  offa  confato  da  troppa  caldezza, che  diffblue,,ò  da  mo /- 

tafrigidità,checondenfayo  (per  dir  in  altro  modoj.dafouercbbeflerci- 
tio  ,  oda  lungo odo:  benché  fogliono  ancora  caufarft  da  alcuna  cronica 
pa/fiQne,àdaqualcbe  intrinfeco  humorey  che  pecca ,  b  virtù  che  manca  : 
efiendo  dunque  la  prima  cagione, fi  conofcerà;che  applicatele  cofe  fred- 
de,vifon  gioueuoli  >  <&  allhora  conuien,c  he  fi  tragga  fangue  dalla  par- 
te filueHre  diquella  giuntura  ,  (jr  che  di  quel  fangue  misìo  con  feccia  di 
vino,&  polne d'offa  dì  fepia  fiavntay&  fregata  centra  pelo  tutta  laco 
fcia,  &frafei  dì  fi  facciano  tre  clifleri  confalamora  dipefce  antica  :  ef- 
fendo  la  cagioue,o  l'altre  fé  ne  uedràilfegno  contrarioalla  prima,  &  vi 
conuerrannoi  clittieri  ordinati  nell'opifìotomo>&  PempiaBro  fenapino 
poflo  con  borra  per  tutta  l'anca  >  tenendo  l'animai  ben  couerto > ,  e  in  luo- 
go caldo .  Stfe  con  queflo  non  fi  guarijce ,  apra  fi  il cuoio  fra  i.  testicoli >. 
&  la  cofcia,meitendo  ternani  fra  carne,&  carne,&  poi  ficuri  la  piaga 
con  vnguento  comporlo  con  due  onde  di  buòno  olibano?,  cinque  di  fiordi 
rame,  quattordici  di  melefchiumatoye  didaffette  dlaceto  forte .  Gioue- 
ttole  ancora fia  per  riHorare,le  reniy&  cacciar fuori  l'humore  peccan- 
te^'vfo  di  quell'altro  clifliere^lqualconfifle  in  olio  ,e~decottione  di  cen-  ,. 
t  aure  a  maggiory&  mimreyaffentio,rnaluauifcO'imercorella,.^rrutayvn 
fkf detto  per  cofayzggiuntouifale  >  &  mele  ana  onde  dueygrvna  mano 
difolfo.il  Ferrara  conferma  ,  che  lafciatica  non  è  altro,  che  humoredi 
•  a  v.fàfi  **  Hue^e  Paf*ìper  correre  per  faltar  y  o  per  altro  accidente  y&  ini 
lafàat!  raffreddato ,  <jr  concentrato:  lequai  parti  e/fendo  fi concaue  ygr  cauer- 
ca.  nofeycinte  di  mufculi,e  di  giunture,fan,che  difficile  fia  la  cura  di  effodi 

cui  fon fegni  che  7  Giumento  diminuifce  di  carne  in  quella  banda  della 
groppa  che  è  inferma,  dimoiha  più  agevolezza  nel  e aminare >  che  nel 
ripojbypeniò  che  ^libumori }  che  fin  la  doglia  fi  vengono  dfc.aldarey& 

(eri 


DFI     CUV  ^fL  LO,    Li  B.  X.  857 

tA  però  dovendo  fi  attendere  à  diffoluere  efjihumorifi  congetatijoda  che  dò 
pò  battergli  canato  [angue  dalle  cofcie  di  dentro  ,fi  bagni  il  luogo,offefo 
più  volte  il  dì  per  tre  continui  giorni  con  vnpe%jo  difilato  crudo,boìlito 
con  cenere  dentro  l'acque,&  in  effa  acqua  ben  calda  a%^uppatofj^f[o* 
Ma  fé  eia  non  giouaffe  facciafi  con  ferro  apertura  fatto  l'vfiio  diquetta 
parte-scarnando  con  la  Stelletta  fra  cuoio ,  &  carne  ,  &po$loui  del  pelo 
dentro  la  piaga  fi  curi  pernoue  giorni  con  la  pennavnta  d'olio  di  gi- 
glio sfacendo  fopra\qud  cuoio  vna  fletta  di  fuoco,  fu  la  quale  flarà  ben 
loflrettoio  con  taccimatura.  Gioua  pur'à  qurfla  infermità  grandemen- 
te l'vntione  compofla  con  cinque  olij, volpino, di  camomilla,  di  terbenti- 
»  na,di  gigli  celefii,e  di  vtriayaggiuntaui  dialtbea^r  Macedonica,  feruen 
do  ancor  molto  il  [uppofitorio  fatto  di  coloquintìda,e  difeor^e  di  pomi 
granati;mifla  conmele .  Tarimetite  à-quefiadìfauentura  eappropriato 
il  cliftiere  ordinato  di  acqua  marina,vin  (jrecco  vecchio,  mele >  &polne 
di  feor^e  di  granato  dolce  paftata  per  feta  ;  &  co  fi  alternando  i  rimedi 
per  quindici  dì  contìnui  fa  guarito.  M. Luigi  gitana  lafciatica  de' Giu- 
menti con  quattro  e  litteri  fatti  in  queHo  modo,  che  pieno  diottimo  vi- 
no bianco  vnpìgnattonuouo>>e  grande, vi  mette  a  cauolì  fetuaggi,artemi 
fia,affentio,herba  di  vento  ,  &herba  caprinoyvnfafciettoper  cofa,  con- 
femi  dìfmocchio,aneti,&  cimino  feluaggio  ana  oncia  vna,&  vna  quar 
X    ta  di  ierapigr adequali,  cofe  poi  che  bollendo  eran  mancate  dal  terzo ,  e- 
gli  eolaua<,&adopraua.  fingendo  dì  più  la  cof eia  con  vnguento  fatto  di 
<&tffrano,acatiayfàndal  bianca ,  &cerufa>ana oncia mc^a ,vna d'apioy 
&vna  e  mcr^a  d' olio ro fato,  ogni  cofa  col  fugo  dèlia  piantaggine  ftem 
perata.  Spefio  ale  auallo  fi  viene  àgonfìar  la  fideeper  qualche offefty 
chevhahbìahauutay  &  per  effer  luogo  dilìcato,neruofo,  &pococar- 
nofo  ,neviene afentire granpajfwne  ;■  però  bifogna rimedìaruì  in  quel 
.  modo ,  che  fi  pone  dal%ufi<o,  e  dall{uffo,&  che  fé  tal' enfiagione  s'è  e  a- 
gionataperhaueruiriceuuto  calcio  da  altra  beiìia,oper  hauerla  per- 
i  &  coffa  in vcoj a  dura  yJ aràda  raderfrtutto  il  luogo  ypofeia  hauendo  fatto 
bollire  in  vafe  netto  le  più  tenere  foglie  di  afientio  ypanatara-,  è  Bran- 
caorfina  con  buona  quantità-di affungia  di  porco  vecchia,  <&  con  vn 
poco  di  mele  y  d'olio  di  lino  y  e  di  farina  di  grano,,  ben  dimenata,  &  cot- 
ta ogni  cofa  infieme  ;  fé  ne  metterà  tanto  caldo  vn'empiaftro quiui, 
quanto  [offerire  fi  poff a  y  legandouelo  con  vna  pe^^a,  e  mutandouelo 
tre*  e  quattro fiate il giorno ..  Vnfìmile  vifìpuÒ  applicare  fatto  di  fu- 
godi  affentio,.e  di  apioycerar& affungiaueedùa  dì par imifm -a ,, bolliti 
convnpoco  di uino,e  d%olio,me[colataci  infieme una conuenientequan- 
Sitàdi  farina  di  grmo. ,  Bacerebbe  anco  à  mefcolarfi  farina  confusi 

f*fr- 


•$5$  D  E  L  L  ji     g  l  0  \1  jl 

fafientio  ,  mele,  butiro,  &  olio,  de'qualiempiattri  ogni  vmfayà  e  fica  g 
ce  a rìfolitere quel  tumore,  ilquale  battendo  per  auuentumqnodotta  mar 
eia,  come  fuole  auuenire-yconuerrà  dar  con  ferri)  acuto  vnapuntadifuo 
co  nella  pia  bafia  parte  di  quello  ,oue pan-ràpv.i  bulinare  la  meteria  , 
ch'ini  s'è  rannata  yacciocb  e  per  tale  via  ferì efea  fuori  ,non  mancan- 
do di  vngere  tatto  il  luogo  offsfo  ,  ò  con  butiro  yò  con  altro  liquore  mat- 
tino^ fera.  *J/Kafe'iuimoref:ifieindurato,farà  di  mettiero  dar  mag- 
gior numero  di  punte  di  fuoco  fopra  la  fuper'fide  della  pelle  :  benché  in 
tal  cafo  la  cura  de'fopfaffi  vi  fa  appropriata  ,fi  come  efiendo  aimenuta 
Tojfefa  per  qualche  ffiina ,  potranferuir quegli fiefjì rimedi,  che  àfifat 
pofteme  ^  accidenti  fi  trouano  appropriati .  Vegetio  dice  ,  che  nelle  ginocchia  ,òF 
no  nelle  ne^  giunture  nafeono  tre  forti  dipotteme,  ò  calda,  chiamata  Flemmo  ■ 
gicioc h  h  ne ,  ò  dura  chiamata  tJfyCarmore ,  ò  di  molle  enfiaggionefen ?a  dolore  > 
ci  uè  for  chiamata  tsJfyCaxgo  :  à  tutte  le  quali  fi  può  fourtenire,quando  il  rimedio 
è  fi  e f co  ;  e  primieramente  vuol ,  che  fu  l' enfiatura  fi  metta  lana  faida 
■  con  aceto  >&  olio  ^pofeia  fatto  far  vn  buono  jpatio  l'animale  contra 
V  acqua  corrente,e  fredda  ;  ferina  oprar  ferro  fi  medichi  in  quetta  gui- 
fa,  che  mefiouivrìempiaslro  fatto. con  me?a libbra  di  aff ungia, quat- 
tro fcropoli  di  fenape  ,  e  di  fiale- aleffandrino  petto  infieme,  &duebic~ 
chieri  d'aceto  ;  alterco  giorno  fi  feioglia ,  etrsnandoui  apertura  vi  fi 
mettav/iafpimgia  conlafaro,  &  aceto,  curando  la  piaga  cen  co  fé  ttiti- 
che:  oueramente pofeia  che*  l luogo  farà  fcaluato ,  cioè  rafo ;  facciauifi 
slare  per  tre  dì ,  vn'empiattro  di  fichi  d'tsffrica ,  è  dei  migliori ,  che 
baucr  fi  po.fi ano ,  petti  infieme  con  radici  di  feice ,  &erw:  atteramen- 
te s*  empiafirino  efie  radici  di  felce,&-  eruomef colate  con  afiungia  vec- 
chia,^ aceto  forte .  Tofionfi  ancor  diffeccar  quefte  pofieme,  fé  prima 
che  s'indurino  ,svngano  fpefio  coumifiura  di  tre  onde  di  cenere,  & 
feidi  calcina  viua  incorporate  convin  cotto  à  grafferà  di  affimele. 
Dicefi  pur  la  pottema  calda  poter'fi  ridurre,  à  far  bocca ,  mettendoui  af- 
fungia  vecchia  colata  ^  nitro,  bitume ,  e  rododafne ,  tre  onde per  cofa.  fj 
•Altri  forata  la  pelle  con  la  lanciett  a  purgano  la  pofiema ,  &  fu  le  pia- 
ghe mettono  vnajpungia  conlafaro,  &  acqua  mitta  con  forte  aceto  : 
e'I  ter^o  giorno  tolte  le  fa  fide ,  continuano  per  cinque ,  a  fette  giorni  a 
metterai  con  lana  l'vnguento  bafìlico,  cioè  regalc,cbe  è  malto  approua  - 
to,&fi  compone  con  mele,ttorace,galbano,bdellio,  pepe  nero,bacche  di 
lauro,  <&■  midolla  di  cento  vnalibbra  per  cofa,  &due  di  ammoniaco 
aggiunteui  due  onde di  polue  d'incenfo,  &  cinque  difeuo  di  capra: 
Ma  le  pofieme  giainuecchiate  richiedono  il  fuoco  dato  conpunte  fottìi- 
mente  ,  &  con  dcjlreTga ,  accioche  le  membra  non  vengano  ad  efiert  e 

dal 


D  E>1  CU  V  Ut  l  Oy  t  tB.  X.  859 

jl  dal  fuocOy-e-daLtìzale.in-vn tempo  [degnate. Quegli  cauterij  ladano-alcu- 
ni) che  fiano  fatti  con.iflroment.Q'difìno  rame  y  &cbe  rotta  lavarne  con 
due  punte  y  fi.  faccia  vfc  ir  l!h umore  y  empiendoci  luogo  conHoppino  ba- 
gnato ìn.acetoyaffimgiay  &  olio  .'"Tari-mente  nei  forami  del  fuoco  faran- 
dametterfv ye da  cauarft pexje dìlino y  acciò  che  fi  purghi  bene  tutta 
quella  materia  iuiracolta;  Fatto  queSìo  y.mettauifì  l'unguento  lenitiuo 
comporlo  col  fieno  (Jrecoy&  vino >  acciò  che  infieme  co  l  enfiagione  fi  tol: 
ga  via  anco  il  brugiore  :  poi  fratte  fuori  le  tnfìèyò  pei^ze  >  curifilapia- 
gaconvnguento.dà>ferite:&vltimameutes'adopri l'unguento  trauma- 
tico'  >  cioè  a  confumar  le  putreftittìoni,  appropriato .   JLlla  poflema  del 

«    Marmorey  chepiàimpedifce  la  piegatura  delle  giunture  y  è  da  darfi  il 

fuoco  piuleggiermentey  vfando  dapoil- unguento, cipreffmo  yilquale  non  'Cq£?™°" 
pur  mollifica  yma.del  tuttò<guarifceia  piaga  fen^acherettiìbrutex^a 
alcuna  ne II'  animale ..  UlMaygp  è  daprcruederfì  prettamente }  prima  Mazzo ■.. 
che  fi  venga  ad;  indurir  e  :..&la  cura fiay.cbe dopò  i  cauterij  >  vi.  fi ponga' 
tatta  bagnala  di  olioyacetoy&'falè  :  poi  come  l'humorefia  henpurgato* 
vi  fi  applichi  iltraumaticoiì'inouandolo-ditre  in  tre giorniyfin ch'egli  fia: 
bennfanato  ..  Quefio  ordine  dato  per  li flemmvm,delle ginocchia  egli  di- 
cepoterfta  punto,  offèruare  nelle  gomme>che  aguifa  divefcichetalivol-- 
ta  nafcòno  per  le  gambe:  benché  fi  pò  (fa  per  effe  adoprarevn  altro:  rime— 
C  dioy  empiaìlrandoui  affungiamef colata  con  lenticchie  pett'e-ypigliandàpe: 
ròquelleychemeffe  nel  vafe  piend'acquaynKotano:effèndo  tal  e  afa  effica- 
cia diffeccare .  Il  Colombro per  rompere  le poflemeflemmatidiey  per  le: 
quali,  egli  intende  i.detti  flemmoni  di  Vegetio  -.loda  àimetteruUmpiar- 
$ro  fatto  con  fichi-  fecebiy  fenapi,e  graffa  vecchia  diporcoy-ana  oncie.fei. 
pefìe&von  vndici  diaceto  ben  me f colate.  Sliolnelginocchio  concorrere: 
humòrfalfo  y.& farui gonfiatura  ylaquai ]  benché foglia  guarir fi  col  fuo. 
fudoreyvenendofiaconfumare.quellhumiditàychetra'lcuoio  &ìa  car- 
ne  s' è  raunataypur.che'l  Cauallo  fi  prohibifcaM grattami  coi '  denti,ocom 
altro modo yal 'che  egli  dal  gran  prurito  èfpeffo  incitato-,  tuttavolta  rac- 
Hi  cmta  il  Ferrara ,  che  Marco  Cjrecovolendó  curar  quefl'o  male  y  che  biau± 
Co  è'eìjiamtttQypfaua  difhrpaffeggiare  ilCàuallo.per  dieci giorni  facew- 
dòlo  ogni  dlftar dite -bore nell'acqua  fredda corrente:  pofeiaper quindi- 
cidì  rmtteànel  ginoccbiovn'empiaflto  fatto  con  melkypepeyyenxeueroy 
calcina  vergine -,  &  aranci:  minutamente  tagliati  y  &  bolliti  infiemein 
aceto forteàlqual'empiattro  ogni dì rinouaua  due  volley  lauandòui  pri- 
vwrconlifcia calda.  MXuigi-chiamaualupiàyquandófópra  il ginocchio jEupia  tu* 
ftfagofiaturàycomtun'ìarancio;  &vi  mette  a  Vcmpiafiro  fì'atiuoper  due  ^W„\^£ 
ài'ìpoi ci d<wti>ilfuQwkggier mente y &vi'msitea.llemPiajìro > riho-  chfo, 

uan~ 


uandolo  al  ter 7$  giorno  ;  Egli  oltr'à  ciò  per  empia firar  le  ginocchia  in-  jg 
fermerai  volta  fea  la  compofitione  con  cretayfugo  di  cipolla  >  folfo ,  & 
olioyvna  libbra  per  co  fa ,  bolliti  infume  :  tal  volta  la  fea  con  vna  libbra, 
di  sìoracey&  va' altra  di  ceray  aggiuntela  quattro  onde  digalbanoye  tre 
dì  fanguedi  drago .  Suole  etiandio  dislogarfi  il  ginocchio  con  paffione 
della  rotella^  &  in  tal  cafo  bifogna  >che  poi  chef  fta  rimeffo  alfitoluo- 
gQyfifkfci  bene  con  lana  j uccida  bagnata  con  olioy&  acetoy  el  ter^pgior 
no  poifidifciogliay&fomenti;indi  vi  fi  metta  gomma  >  epecey  &  vlti- 
mamentefi adopri  vnguento  da  mollificare^  da  bruciare, fecondo  gli  or 
dini  di  Vegetioyìlquale  in  tutti  gli  altri  cafiyoue'l  giumento  ricetta  nelle 
gambe  ojfefa  alcuna  da  ruoteyo  altra  taleylodayche previamente  fu' l  luo  F 
go  offefofi  metta  con  acetoy&oliofcome  s'è  detto)  la  lana  fuccida  ;  poi 
fichi  doppi ;&  nitro  peflo  ;  rinouando  ogni  ter%o  giorno  l' empia Hro  ;  & 
fé quefto  non  giouafieyadoprifir vnguento  baftlico per  tre  dì .  Telagonio 
allepercoffediruoteponefolamette  cipolla  roff a  pefla  con  polue  d'in- 
cenfoy  &  che  rinouato  l'empiatlm  al  ter%o  dì ,  vi  fi  metta  dapoi  alcun 
Segni  de  cm#0#  zJW.'Pier \Andrea  tutti  i  tumori  y  che  fofiero  auucnuti  nelle 
nelle  tziu-  giunture  delle  gambe  yb^di  dietro  yò  dauantiy  folea  prima  rkonofeere 
ture  delle  al  tatto  deldetOy  col  qual  premendo  y  fé  lafciaua  fofietto  nel  luogo en- 
ganibe*  fiato  ygiudicauay  chef  uff  e  hitmor  freddo  y  &  v'infkfciaua  l'empiailro  ~ 
fatto  con  leradici  dell'olmo  >  e  del  maluauifco  »  come  pur  nelle  galle  s'è 
detto  ;  ma  fé  la  premitura  fubito  fi fufferial^atay& ripienayvi  fea  fo- 
lamente  le  fumentagioniy  ptrcìocbe  erafegnoyche'l  male  non  fuffe  vec- 
che  fia! W  *^/0  '  ^$rt0  finte  >  che  da'  Bimani  fi  chiamaua  fiimelia  quella  di- 
fcefity  che  viene  alle  ginocchiay  laquak  eì  non  approuay  che  fi  diataglioy 
perche  quella  parte  pòi  refierebbe  con  rughe  :  epeggior'ancoèdar'  ilfuo 
co  ;  perche  l'infiuffion  degli  humori  con  maggior  impeto  concorrendoyyi 
incallirehbezma  curifi  inquefio  modo ,  che  fi  prenda  vna  di  quelle  palle  > 
che  butta  il  mare  y&  tiratine  ipeliyfi  disfaccia  :  &  poi  che  farà  fiata  a 
molle  in  acqua  cinque  giorni ,  mef colata  con  terracimolia  >  fé ne  faccia  n 
tmpiafiro  >  ilqual  difiefo  sa  vna  pe^a  yfileghiin  fu'lgimcchio  per  due  \ 
giorni:  ■<&-  al ter%o ?  fi riuouiy che cofi verrà  quelle  humore marciofo  a 
fchvzgarfi  fuori:  il  mede  fimo  effetto  farebbe  il  mei  defpumatOy  milio 
con  quella  cenere ,  che  fi  troua  attaccata  nelle  fucine  ,  otte  fi  fondono  t. 
metalli y  0  fkrina  d'orbo  impafiata  con  acqua  \  è  fichi  feluatichi  pe- 
sti .  Quesli  rimedi  fon  da  vfarfi ,  finche  l'humorefì  veggia  liquido:  ma 
quando  egli  f ufi  è  annodato  y&  fatto  caUofo  nelle  parti  interne  delle 
ginocchia ,  Infogna  aiopr arni  gli  vnguenti  afe lutti ,  ò  quel  di  afiungìa , 
Tinche  l 'humore  difeenda giù intorno  aglifiinchi,  non  mancando  allbora, 

di- 


DED   CAVJL  LLOy  L  TB.    X.  85f 

*4  rfì  passeggiare  il  C-anallo^e  di  correrlo  ancor  a\ma  non  veloce:  facendolo 
ffeefso  entrar"  in  acque  fredde ,  ne  da  quelle  parti  fonane  è  da  trarfi  fan- 
gue;percbe  vi  calerebbe  maggior  furia  di  humori.  Hierocle  affermando 
le  dette  cure  yfoggiitgne  mitigar  fi  il  dolore  delle  ginocchia  con  bagni  di 
ruta>&  olio  bolliti  infìeme  ;  &  rìfhluerfi  le  loro  apòfleme  con  oleandro-i 
hitumeyfalnitrOy&  afsurrgia  vecchiaie  onde  per  co  fa  incorporate  d- 
'  tri  prendono  bitumeycera>& folfo  viuo}&  caldo  ne  vngono  ilginocchio 
mettendola  su  ancor  femola  con  aceto,  filtri  quando  per  lungo  viaggio 
e  troppo  corfo  veggion  le  gambey  ò  le  ginocchia  del  Qiuallo  aposlemate , 
lanario  con  acqua  fredda  le  parti  off  e  fé:  y  facendolo  entrare  in  va  fiume  , 
_  &  e  aminare  incontro  al  corfo  dell'acqua  y  poi  vi  legano  suvnaffungia 
bagnata  in  aceto  >  laferpitio  >  vifchio y  affungia ,  <&  viri  bollito .  Se'l  Ca-  Nerui  nel 
uallo nelle giuntureyouerneipiedibainsriiifiugrofft del douere-)  òcal-  *e  Slunm 
lofiyfcriuono  gUhippiatridoueruifi '  dar  il  fuoco y  &  fevfcifiero  fuor  del-  ^r0^-  ^cl 
l'ordiney  cauar  fangueye  leggiermente  fregar  quel  membro;  continouan-  douere .. 
do  per  quattro  dì  a  mettere  ogni  giorno  sii  le  giunture  lana  bagnata  in 
olio <,& aceto :poJ "eia elle  fi  fono  da  fortificare  con  vn rimedio  e  aldo) ,  che 
fi  compone  convna  libbra  di  fenauro  curato  ytre  onde  di  medolla  di  cer- 
uoyaltretante  digalbano  ,  &  aceto  a  baflan-ra  .  filtri  per  lagrofe^a 
de  i  nerui  fanno  fi  ar  per  tre  giorni  legato  fai  male  vn'empiaflro  di  fichi 

£  barbarefchipesli  incorporati  con  fiengreco^  con  vino.  Scriuono  oltr'à 
dò  ;  che  quando  fi  gonfiano  le  ginocchia  yeHCàuallo  camma  %oppo  yfe 
Vhumorfia  difeefo  neipiè  di  dietro  debbano  darfi  cinque  bottoni  di  fuo- 
co con  ferri  tondi  nella  parte  di  dentro ,  oue  il  ginocchio  fi  piega  :  ma  in 
quella  di  fuori  con  ferri  larghi  y  da  ambe  le  partì.  Se  la  difeefa  fia  nei 
pie  dinanzi,  fi  debba  dare  il  fuoco  in  croce  y  dando  l'vna  botta  alrauer- 
fo  delt altra:  curando  poi  le  cottureal  modo  vfàto  ..Teonnefio  vuole  che  S?{n<\c~ 
quando  al  giumento  per  lungo  viaggio ,  bper  correre  y  o  per  pefo  >  fufie  jor-  ^  e°" 
corfo  humore  nelle  ginocchia  ;  o  che  per  hauer  urtato  gli  dolefi ero  y  &  fé  perac- 

■P  fuffe  andato  affai  "7oppo;ò  che  cadendo  ofdruccioUandoyfrhauefie  aliar-  cidentaiir 
gatigli  offi  di  quelle)  approua  che  leggiermenteyfenrra.  pràffar  eia  pelle yvi  con1e  * 
fi  dia  il  fuoco  con  ferri  dritti  ;.  &cofi  ancora,  nelle  cauicchie  yquaThora 
crefeefierofuordi  natura  yò  gli.  dolefero \per  alcuna  de  le  dette  cagio- 
ni y  gonfi andofi  le  arterie  e  i  nerui  infìeme  :  Ma  fé  in  quelle  calafft.hu- 
moreyche vi fitcefj e viceré ,  il  fuoco  far iadannofo..  Queli 'e viceré  >  che  viceré  ap» 
apprefjo-al  ginocchio  buttano  humor  vifcofoy  egli  vuol y  che  fìan  tocche  pie  fio  ali 
-eoi  fuoco  ) mentre che  fon nouelle  y.maeffendo  diuentatedurey  &  cai-  S*'?oc- 
iofe "yfi facciano  fanguinare...  Telagonìoper  diseccare  le  fuffufioni& 
"èsvefcùbe  nelle  ginocchia  q  nelle  giunture  >  ordino  vnovnguento  bruc 

ciatiuQ 


tèi  D  -E  l  l  jt     G  l  0  \J  A 

ciatiuo  in  quefto  modo ,  che  fi  faceffe  cuocere  in  vn  vafe  di  terra  mòtto  -g 
tre  onde  digalbano  ,  vna  libbra  di  cera  punica,  &  vn? altra  di  bitume , 
ine  di  mirra,  fecondi,?  due  &  me-ja  di  gomma,  e  taicofe  raffreddate  fi 
aggiugnejfero  due  libbre  di  asfalto  giudaico ,  fei  onde  di  armoniaco,  <& 
altrettante  di  co  sìa  trite  aguifa  di  farina:  pof eia  agitando  ogni  cofa  infte 
me  fi  faceffe  ricuocere  &  ridurre  in  vna  loJi.m^à.Le  crepatHYe,che  dal- 
la parte  di  détro  vengono  alle  giunture  delie  ginocchia  di  dietro,^  man 
M  15  Jt-     dano  acqua  gialla.  M.  Vier'^indrea  nominaua  malandrei  per  le  quali 
che  Gino  face  a  vna  poltiglia  di  quesìo  modo'.cbew  vnpignatto  limpido,fu  la  ha 
e  come  fi  già  fuor  del  fuoco  mettendo  quattro  parti  d'acqua,&  vna  d'olio,vi  me.- 
cunno .   j 'colava  tanta  farina  cernuta^che  dimenando  con  vn  k'jìone^fea  divenire  F 
.    la  mìsluracomevnapafiadi  neuole ,  &come  eìlahauea perduto  l'odo- 
re della  farinata  fiimaua  ben  cotta ,  <&  con  tal  poltiglia  medicava  due 
volte  il  dì  le  malandre  per  quattro  giorni:  pofeia  v'adopraua  vnguento 
fatto  conmasìice,  &  incenfo  polueri^at'hér  argento  vino  disfatto  co  fu 
go  di  UmoncelkiO  con  forte  aceto:  vn  oncia  per  cofa,nie^adi  litargirio, 
■  e  dieci  di  ccrufafo  bianchetto  crudo ,  con  altrettante  diafiungia  di  por- 
co fquagliat  a  fen%afale  ,  incorporata  ogni  cofa  con  vnpoco  di  aceto,<&- 
vn  poco  d'olio  alquanto  malico; poi  come  le  malandre  eran  ferrate,  l'vn 
gea  confetto  di  (faprone,b  dicavrettofufo .  Col  fouradetto  vnguento  e- 
gli  fanaua  non  pur  queste  crepature  ,  che  neipolfi  del  cauallo  fifanno\  & 
tna  anco  i  porretti,  che  fu  la  corona  de  i  piedi  tal  volta  nafeono.  M.  Lui- 
gi vfaua  di  mettere  laflelletta  fotto  il  capo  dell  anca,  quando  il  cauaUo 
yifentia  dolore,  fen^a  che  vi  appari/feriale  veruno  :  e  per  ifyatio  di  ot- 
to dì,  acciò  che  fi  fufie  purgata  ogni  materia  di  bumori  ,che  cagio- 
nauano  quella  doglia,mattino,&fera  vìfacea  bagni  con  fiondi  dibran- 
caorfina ,  e  policara  bollite  in  lifcia:  lequali  poipefle  fé  a  ribollire  con 
feuo,afiungia ,  &  olio.,  e  di  quel  tepido  liquore  f caldana  efia  belletta  $ 
fpeffo  facendolo paffeggiare.  Dopòl'cttauo  toltala  slelletta continuava 
i  bagni  ;  finche  del  tutto  fufie  ceffato  il  mal  dell  anche .  *Agoflino  Co-  # 
Atrratno  [ombro  dice ,  fàrfi  qualche  volta  nelle  gambe  dinan-^i  JLttr  anione  di 
ui  ondefi  ntrui  >  fi  tb^l  Giumento  uà  come  legato  con  i  pie ,  che  guardano  l'uno 
elioni  e  taltro,&  con  minuti  paffi  fpelfo  fcapuCcia  :  fiche  fi  cagiona  da  quei 
come    fi  due  Herui,che  dalla  punta  della  Jp alla  feendendo  fi  legano  con  la  gamba 
i  quali  cài  tatto  della  mano  fi  troverà,  che  fovtrcbiamerite  tirano:  però 
egli  leda ,  che  aperto  il  cuoio  fopra  il  neruo ,  preffo  alla  vena  delpettay 
<c?  fc ama: a  col  cito  la  carne,  fi  tagli  affatto  col rafoio  effo  nervo  pir 
lo  traverfo >';  poi  »idia  piaga  fi  mettano  fila  con  laftoppa  ,&  chiara 
d'xokO)  £r  fak  &  ùlh*  ò  verameitte  fole  >  &  cimino  manicato  :  & 

fhc~ 


<D  E  L       CjfV^flLOLTB.     X.  863 

jf  fàccìafi  ogni  di  paffeggiarevnpoco accrefcendodi  giorno  in  giorno  tal 
efiercitio  .  Via  facile  è  à  curare  queW  altra  vi'tiò  >  che  daLvulgo  è  chia- 
mato Grafico ,  per  loqual  torta  la  gamba  nonpuàpiegarfi ,  ne  fermar- 
fi  in  terra.:  cagionato  da  hwniditàp  articolare  yo  dagroffa  vento/ita ,  che  ^  n  no  CQ 
non  troua  e/ito  y  laquakverrààdifciorfi  facendo  per  for^a  voltar  il  ca-  me/j  cu. 
uallo  tre volte  fu  quella  gamba ,  che  tien  grauofa  :  &  s'egli  fleffe  pur  du-  ri. 
ro-t  fianglimeffe le moragtie benslrette  alnafoyche  cofi  conia  doglia 
maggiore  fi  divertirà  la  minore  :■  non  mancando  con  tatto  ciò  di  lattar- 
gliela Jpejfo  con  acquabollitayconfaley^r  cenere ,  ò  bollita  conalume fo- 
to .  Ter  curarTattintura  :  quando  il  (jiumento  col  pie  di  dietrobauen- 

jj    dofi  percoffo>nel  fermo  della  gamba  dinanzi >  non  puaper  la  fenfibilità  ra  \^t  fi 
del  neruo  pofare  y  ma  lieua  Jpejlo  il  pie  daterra  -,  egli  vuole  >  che,  rafa  il  curi . 
luogo  del  Ultore  yòdel  tumore  >  che  la  percojfa  bare  lafciato ,  s'intacchi 
col  rafoiain  motte  parti  y  fichen'efea  d'elfangue,  poi  con  vnape^a  del 
cuoio  vi  fi  metta  empiafiro  fatto  con  me^a  libbra  di  meley  nelqual:  bol- 
lendo fiano  difiolute  due  onde  di  opopanace  ;  ouer  amente  vi.fi  metta  la 
medicina  adjfliuadellecantaridi.Et  fé1 1  dolore  non  ceffaffeyprcndafivna 
fottìi  funicella^  cominciando  dalla  fuperior  parte  d'ella  garnbavenga- 
filegandoyvolgendoye  slrignendo  finche  fi  giunga  al  nodo  della  giuntura 
ouefi  dice  barha;&  ini  tagliando  per  lungoytirifi  la  vefcichettayche  vi  fi 
C  trouadi  quella  cartilagine  neruofaycbe  vesle  tutto  il  corpo, gr  poi  fi  con- 
tinouifoara ilneruo  il  deìtaempiaHrodi  mele  &*opopanacey  oueramen 
te  vi  fi  tenga  vna  cotenna  d'i  porco  fatato  >  finebe-.guarifea  ..  Il  Crefcen^O' 
ferine  ciurmar  fi.  ^ittrittio/ie  quella  offefa y  che  tal  volta  auuiene  alner- 
Ho.maeslro  delle  braccia  fatto  il ginocchioycagionata-io>dal  correretrop-  nJIu}1f'' 
pò  in  fretta,  ò  d'ai 'fèrirfi 'col  pia  di  dietro  in  quella  parte dinanzi  quando- 
e'caminayòrpur  dall  efferfi  fittta  foi'.erchiafor'^a  con  quelli  nerui,  quan<- 
d'o  per  auuentura.  tranandofi  il piede intricato  fra gualche  pietra  il  c'aual- 
to  sé  sforzatoci  trarlo  fuori:  ma  in  ogni  modo  chefia  y  ilmalfrfcuopre' 
nm  pivrcoltumore  apparente ,  ma  col  coppie  are .  ^Ailhora  dunque  egli 
&  vuole  y.  chrprimamente  fi  cani  (angue  dalla  fòlita  venaycbe  H.avn  poco 
fmra  il  ginocchio,  dalla  parte  didentroy  accioebe  fi feemino  gli  Immori 
ch'ini  concorrono  ;  poi  vi  fi  metta  queflo nwllìficatiuo  vtiltffimo  a,  tutti, 
fdegnamenti  di  tumori  dinerui..  F acciafì con  affungiavecchiadì  porco- 
bollire  fien  grecoyfemente  di  lìnoyfquilLayr  adice  dì  maluauifcoye  terbenti- 
iziyper eguale  mi  fura  pesle  infieme  >  e  ben  eotte  >.  e  del  continouo  dimena 
tetfoimeffa  V empieHro  conuensuolméte  calioper  lo  luogo  del  nemoy^c- 
conciamente  fi  leghi  con  vna  pex^a.y&  fimuti  due  volte  il  dìSiò  confer- 
mando il  J\ufijQ  1  dice  anco  giouare.y,  che-tutta  la  gamba,  fi  lava  con  ac~. 


&4  *D  Zìi  A    £1$  \l  jt 

qnayoue  fiano  bolliti  eboli  con  tutte  lelor  radici  :  pofcia  ejfi  eboli  cottl}&  £ 
alquanto  pesliy$'  infhfcino  fopra  y  &  intorno  al  male  :  oueramente  vi  fi 
infonda  il  fugo  loro  più  volte  il  dì .  Tuojfi  ancor  a  per  toglier  e  il  dolore  > 
<Jr  la  gonfie  j^a  v fare  per  pia  dì  y  melefcaldato  ,  cimino  pejìoye  terben- 
tinayinfteme  incorporatiylauando  lagamba  con  vino  tepidayquando s'hag 
già  à  leuare  l'empiaHro  vecchio .  llfimilepotriafkrfi  con  vn'oncia  di. 
mirray&  vn' altra  d'incenfopefie  y  e  difcioltein  vinoso  fé  con  vnpoco  di 
vino  diHempcratefi  al  fuoco  cera  mona  yfeuo  di  beccoy  &  rafapina  bian 
candite  onde  per  forte)  &  vna  di  pece  nera:poi  vi  s'aggiungano  maHicey 
bolo  armenio  y  &  J angue  di  drago  ridotti  in  polite  y  oncia  vna  &  mc^a 
per  cofayconfei  di  terbentina  \  e  dillefo  l'empia Uro  fu  vna  pelleyfi  met-  P 
ta  in  fui  tumore  ;  di  due  in  due  dì  rinouandolo  y  finche  paia  efier  bifogno. 
Oltr'à  ciò  fé  l*  attinto(com'egli  il  nomina)è  nouelloypotràfcarnarftilpri-< 
moyO'l  fecondo  dì  il  luogo  gonfio  y  rifattone  vfcirf angue ,  ballerà  met- 
tenti caldo  con  tutte  le  intestina  vn  gallo  partito  per  meTO  y  &fe'l  dolor 
non  mancafieymett  ani  fi  pur  caldo  quanto  fi  poffa  foffrire  y  &  mutifivna 
-volta  il  dì  y  vnguento  fatto  con  vn  cu  chiaro  di  f ale  y  due  di  f angue ,  e  tre 
di  f uligine  y  vn' or  duolo  di  aceto  forte  y  &  vn  manipolo  di  sloppa  trita , 
bolliti  infieme.  Se'l  male  è  vecchioycauifi  f angue  dalla  vena  vfata  y  che  è 
irala  giuntura  e  '/  piedeytrd 'llatoyd  'entro  :  pofcia  rafo  per  lungo  ilcuoio  ~ 
del  neruoy  vngafi  tre  volte  il  dì  con  quella  compofìtione  :  Che  vna  cipol-    . 
la  roftitafì  pelli  con  ifoli  y  che  fon  vermiciuoli  di  terra ,  òr  con  dama-. 
ruchey&  mef colatola  butiro  liquefatto  y  fi  cuoca  ogni  cofa  infieme ,  &  fi. 
meni  bene  y  finche  l' unguento  fia fatto Jpefio  .  Tuoffi  ancora  adoprarela 
cipolla  fcaldat  a  ben  fu  la  bragiay&  poi  pefia  inficme  confrondi  d'ajfentio 
e  di  porri ,  col  qual'empiaflro  vegnendo  ad  effere  aperti  i  por iy  facilmen- 
te poi  con  qualche  mollificatiuofe  n'andrà  via  tutto  il  tumoreyfi  come  in. 
molti  fi  è  prouato:Ma  quando  tutte  quelle  cofe  non  giouino  y  vengafi  al- 
l'ultimo  rimedio  delle  cottureydandocele  àguifa  d'una  graticchia  leggìer 
mente  yac  ciò  che  i  neruifi  vengano  à  rislrignere-.poi  con  olio  di  rofji  d'uo-  H 
Mulcò     uà  fi  faldi  il  luogo  infermo .  Il  medefimo  nomina  mule y  ò  ferracele  quei 
fcrraccie  tumoriychefi  congelano  nelle  gabeygenerati  da  humoriquiui  difcejìyquan 
nelle  gam  fo  n  Qauallo  in  fredda  flagioneybauendo  e  aminato  per  viafangofayla  not- 
te fi  pone  in  ili  alla  coi  pie  bagnati  >  foprala  terra  ignuda ,  fen%a  alcun 
letto:  lequali gonfiature  V  j£ntunnoyrientranoy  fé  no  fono  già  inuecchiate: 
mafidifcuoprono  laVrimaueray  ^rlaeUateda  i  peli  della  pajloiay  che 
àguifa  difete  di  porco  Hanfempre  hirfutull  rimedio  è  quelloychefkttafi 
rafuraye  fcarnatìira  in  più  luoglri  fra'l  ginocchioy&  l'unghia  ;  vi  fi  leghi 
caldo  vn'empiafiro  fatto  co  vncucchiaro  di  calcina  viua}vrì 'altro  difale 

e  tre 


<T)1  L     CJ.V  Jtll(i \  liti     X.         sSj 

l£  e  tre  di f  "uligine  petti  infiemeye  dimenati  con  aceto  :  (meramente  dueott^ 
eie  di  calcina  viuay&  yna  difaponegiudifcoymefcolate  con  bianco  d'uo 
«or  che  co  fi  verranno  le  Serracele  àfierparfi  dalle  radici  :  Mas'ellefon 
già  antiche  y  bifognay  che  fi  tagli  vn  poco  fu  la  giuntura  dietro  al  pie- 
deyche  n' ufeirà  vn'humor famigliarne  à  gomma  d'arbore  :  alThora  apra 
fi  la  pelle  verfo  il  ginocchio  y  &  con  acetoy&  con  vn  legnetto  fiottile  al^i 
fi  fu  vn  certo  neruoyche  vi  fi  troua  àguifa  d'vn  granello  d'or?^oy&  caui- 
fi  fuor  a  in  luogo  >  quanto  due  vnghie;poi  leghi  fi  fu  la  piaga  >  &  fu' It  li- 
more  mettafi  empiattro  fatto  d'affentio y  radici  d'eboli  :  lardo  vecchio y  e 
sloppa  di  canape,  òdi  lino  ben  petti  infiemedndi  le  vene  della  gamba  di 

C  dentroye  di  fuori  fi  taglinoyò  s'allaccino: eh  e  in  ogni  modo  è  l'ifiefio  effet- 
to.tsfltre  forti  di  gonfier^e  fogliono  auuenire  vniuerfalmente  allegam-  ^°? ■  c? " 
be  di  dietro  per  fuperfluità  di humoriy  maffimamente  inquel  tempo  y  che  forti  alle 
Vherbe  fon  tenere  ;  *Alle quali  gonfiature y  quando  per fé non  fi  diffolua-  gambe  di 
no  (come  già  fanno  alcuna  volta)  fi  potrà  facilmente  rimediare  (fecon-  disno- 
do il  I{tijfo)  allacciando  fopr  a  la  cofciaquella  vena y  che  va  alla  gamba 
enfiata;  &  cauatone  fangue  conuenientementeyempiafirifì  tutto  il  tumo- 
re due  volte  Udì  con  creta  bianca  trita y  e  dimenata  con  forti/fimo  ace- 
toy&  fai  ben  pejlo'yOuer  amente  l' empiattro  fia  di  farina  d'orbo  yetterco 
di  capradipari  mifura  difciolti  in  forte  aceto  :  ò  rafo  il  luogo  infermo  > 
faccianuifi  afferrare  le  fanguifugheyacciochee[fauflo  il J angue '}quel  adu- 
nanxayd'humori  venga  à  mane  are. (j  io  uà  ancora  vnguento  fatto  con  me- 
ley&  afifungiay&  radici  di  felci  pette .lS{e  difutili  fono  à  quefta  cura  i  ba- 
gnagli empiafiriyòi  fughi  delle  fiondi  y  &  radici  de  gli  eboli  y  come  di 
fopr  a  s'è  ordinato:perche  mirabilmente  vagliono  ad  afiottigliarye  difiec 
care  gli  humori:Tutta  volta  quando  il  tumore  fi  ttefie  fermo  y  for%afa- 
ràyche  con  cauterij  conueneuoli  fi  confumi Vegetio  vuole  ,  che  felC aitai- 
lo  diuien gambo fo,&  l'enfiatura  è  nouella;debba  cauarfì  fangue  dalla  gd 
bay&  ella  infafciarfi,legandoui  lana  f uccida  d'ognintorno;  E  biafmando 

P  in  tal  cura  lefumentagioniy  &  i  cauterij: lodagli  vnguenti  lenitila  cru- 
di >  che  fi  rinouino  ogni  tre  dì  y  con  adoperare  poi  gli  incenfiui.  M.  Tier* 

|  ^Andrea  per  quelle  gonfiature  di  gambe  ,chef uff  ero  procedute  per  Imma 
riy  che  la  natura  da  fé  fiefi a  à  quelle parti  inferiori  inuiaffeyò  diuertifie  >, 
quando  l' animale  f uff  e  slato  aggrauato  y  &  offefo  in  altro  lu  ogo;  fea  ca- 
ttar f angue  dalla  vena  del  collo  dalla  parte  dritta  y  ch'èlaprincipaleypoi 
fattolo  alquanto paffeggiare y  lo  feattar  attuffato  fin  [opra il  ventre  in 
tnareyò  in  fiume  :  ò  quando  ciò  non  fi fufie potuto  >  gli  fea  lauatoi con  ac- 
.  qua  tepida  :  indigli  vngea  le  gambe  con  fugo  di  folatroyilqual fufie  fiato 
petto  con  aceto  forte  :  e  dopò  alquanti  pajfeggiy  come  le  gambe  fi  erano 

Hi  rafeiu* 


tèe'  (8  È  LI  J    Gì   0  li'I  ji 

rafciugate }  egli  tornaua  a  lavarle  in  tal  modo  continouando  per  molte 
volte.  M.  Luigi  fu  le  gambe  enfiate  coflumaua  tartarici bolliti  in  acqua  ■ 
0.  lana  [uccida  fritta  con  mele  nella  padella  .  Olerà  ciò  affermaua  tut- 
te le  gambepot  er fi  aflottigli  are  y fé  poi  che  fi  fitftro  lanate^  & -afeitéga- 
tC)fi  vngeffero  con  brodo  di  alici f alate \miflo  con  cipolla  fumila  bollita  in 
dioyofe  mattmo  y&  fera  ile auallo  fìmand'affe  aftarentro  l acqua  cor- 
rente;frequentado  buone fine retate }che fon  rif  rettine:  &  allacciando  la 
£Ure  ET  vena. .Qualche  volta  egli  alle  gambe  troppo-  e  arno  fé  Iettate  il  pelo  met- 
froppocar  teafervnafettimanxempiattrodariflri'ignerey  poi  le  lauaua  con  ace^ 
noie .        taforte,e'l  di feguente  fattolo  caminare  perifpatio  di  due  bore  ,  cidaua- 
il  fuocoyCy-  per  none  di  contvr.ianadivngerle  con  olio  freddo  ;  al  decimo  p 
vi  mette  a  vn 'altra  volta  l' e  mpiaslro  fiatino ,  &  ai  duodecimo  il  pone  a 
ìn  mare-)  onde  vfeito  ilfea  per  vn  'bora  paleggiando  fcaldare .  Hierocle 
varij  che  ferine  >  che  qualche  volta  leV 'arici >che Jone  certe  vene  affai grofie nelle 
fiano  e  co  gamlfS>ciannooccultamente  tal  noia  ali 'ammalerei) e 7 fanno  ttar  lunga- 
ao»  mente  corcatO)nonpotendofileuarfén%a  aiuto  di  alcuno  y  &  s'egli  s?al- 

^difende  molto  la  cofciaye  la  gambale  tira  in  dietro  il  piede }  come- fé- 
l'haueffe  dislogato:  la  qual  co  fa  per  la  maggior  parte  amimeli  verno:& 
fi  rimediafhcilmente  >  fé  ben  fregata  fi  fàccia  caminare  vn  buono  jpatio+ 
E  tal  fregagione  Vela  gonio  giudica  più  lodeuole  5  fé  con  ahimè  di  rocca 
&  aceto  forti/fimo  fi  frequenti  ;■  ò  fé?  adapri  il  mele  incorporato  comma  G- 
parte  d 'ai fenico  >  &  due  di  file  di  montagn  a ,  di  elleboro ,  e  di  calàtide- 
bmeiataper  egnalmifura.  Se  fé  con  questo  non  fi  gioii  .ifey  fcuopranfi  col 
coltelloye datoui  ilfuocoyfreghinfi  per  diecidi  con  olioy&fale,  &quan- 
dopur  defiemimpaccio  >  e  ai  Ufi f angue  da  quelle  parti  inferiori  >  che  cofi 
Dtóefe  rimarrancurate.E'imelo  dice,  che- a  le  d'fccfe  vecchie  delle  gambe  è  da 
vecchie  darfi  il  fuoco  con  ferri  caldi  y  fonando  poi  le  cotture  con  mettere  fi  quel- 
li ij1U°Ue  ^  vna  f^ungìab  agnato  in  aceto  >  & laferpit in>e'l feguente giorno  per far 
j^#  °  buttar  fuori  il  flemma ,  adopriflvno  compo fitione di  fupposla  fatta  con 
gomma  arabica^  ammoniaco  impastati  con  forte  aceto  y&  feccati  al 
Sole  .  te  d'fcefefrefche  dice  poter  fi  curare  fenja  ferro  y  fé  prefeduelib- 
bre  di  miglio >  e  quattro  digomma ,  che  altri  dicon  ragia  >  con  cinque  on^  " 
eie  digalbanay  altrettante  ài polue  d' incenfo  ben  gommo foyfei  di  fatni- 
troye  quindici  di  f  ale  y  fi  fìtecian  bollire  in  aceto  ;  ^rcome  fi  fta  venuta 
àfpeffe-^ra  d'vnguentOyfi  stenda  fu  vna  tela ,  zlrfi  meta  fu  le  ginocchia 
per  tre  giorni ,  ogni  di  rinonaniocelo  faldato .  Similmente  gioite- 
mie  fa  nel  miiefimo  luogo  >  vn'unguento  fatto  con  bitume,  oleandro*. 
grfanaurO)  libbra  vna  per  cofà  incorporati  con  affungia. .Batterebbe  an>- 
ca  a  metter  foura  il  male  me%alibbra  di  foriamo  */ilefiandrinoconvna 

£af- 


r*  d'afiungia  vecchia, incorporate  con  aceto  a  baHanxaio  con  àccto,&  afi* 
fungia  radici  di  batrachio  pefte,&  farina  d'orobi .  Hippocrate ponfola* 
mente  il  fate  incorporato  con  mele:  &fe  con  quefto  la  difcefa  nuoua  noli 
manca ,  vuol  che  fi  bagni  il  ferro  infocato  nell'acqua-)  &  con  quello  fi 
faccia  va  buco  >  mettendola sk  per  quattro  giorni  vnajpungia  bagnata 
in  aceto:  nel  quinto  vi  fi  metta  farina  d'orbo  difiemperata  con  acquiti 
finche  l'apertura  fi  faldi,poi  vi  fi  ponga  fcor%a  di  pomi  granati  pefla  con 
Udo.  lAiw.tolioper  afeiugare  le  gambe >neUequali  difccndono  httmorr,  et  Humor$ 
per  affottigliare  ogni  apoftemajoda,  'che  in  aceto  fi  mettano  a  macerar  difeefi  nei 
fichi  fecchi)  <èr  cime  di  cipreffo  brugiate.-prendendo  tre  li  bbre  di  ciafeun  te  gambe-. 

j.  &  cattatone  il  fugo,  &  aggiuntata  vna  libbra  iifainitro  ,  &  mei^a  di 
Ammoniaco  con  vn  oncia  di  aloe,  &  vn' 'altra  di  opopanace  ,fe  ne  faccia 
vntione ,  legando  le  gambe  con  fafee  bagnate  di  quello  aceto ,  che  farà 
de  ifichiauan^ato;&lafcifi  per  tre  giorni  flarcofiycbe'-l  cavallo  ne  fia 
guarito-.  S'egli  hauefìe  Happe ,  e  difeorrenze  di  humori  putridi  nelle  difeorren 
gambe  vuol  che  fi  prenda  alarne  di  rocca ,  mifi,calcite,fori,fior  di  rame,  zq   d'hu- 
&  verderame  vri 'oncia  per  cofa,e tre  di  fcorxe  di  pomi  granati ,  &  in-  mori  pu- 
€orporateie infieme,fe ne  faccia  vntione,lauando  prima  il  luogo  con  ori-  j  ^    "5 
na,&pcrtre  dì  non fi  tocchi:  Indi  facciafi  galoppare,  e  correre  ;&  po- 
feia  va' altra  volta  lattatovi  con  l'orinarvi  fi  metta  l'ifieffo  vnguento,che 

C  v  'babbi  aflare  tre  altMdì,&  la  cura  farà  finita.  Tuojfianco  adoperare 
vn' altra  inuefeagione per  lo  medefimo  effetto  >  pefiando  infieme  in  vn 
mortaio  fior  di  coriandri,rame  bruciato ,  &  aloe  ,  mei^a  libbra  per  eo- 
fa,  una  dipolue  dincenfo,vn'  altra  difcalogne  megarefi,e  due  di  huouo- 
Ufo  chiocciole  barbare fche,con  cinque  volta.  Ma  volendo  rimediare  alla  podagra 
Todagra,che  parimente  da  concorfo  ,  &  difcorrenxa  di  humori  è  cagio-  onde    fia 
nata,per  laquale  il  cauallo  con  la  bocca  afciuta,&  fervida  ,fchiuo  d'o-  cagionata 
gni  cibo  non  può  e aminare  ,  ne  fi  ariti  piedi  ima  diìlefo  col  corpo  borri-  {[run? 
do  ,  &  con  le  vene  gonfiate  (maffimamente  quelle,  che  fono  dietro  aeri- 
ni )  venendogli  fuori  hor  l'un  tellicolo ,  hor  l'altro  ,fuagina  il  membro, 

&  &  ne"  fuoi  pie  per  lo  gran  calore  hafempre  attaccato  lo  Herco  ,  biffino 
vuole,  che  non  fi  faccia  Ilare  corcatola  pian  piano  fi  jpinga  a  camina- 
re  couerto,per luogo  caldo  ,  tanto  che  fidi;  facendolo  per  tal' effetto  da 
più  mani  fregare  ;  cauifigli  ancora  vn  poco  di  fangue  prima  dal  pala- 
to pofeia  al  fettimo  dì  :  dalle  gambe  di  dietro  fiotto  la  piegatura  del  pie,, 
prefio,a  i  talloni,  &  vn  poco  fìmilmente  da  ipiè  dinati'rj  .  ^A  bere  dia- 
.glifi  acqua  tepida  mef colata  colfalnitro  ,  &  farina  di  frumento  burat- 
tata :  o  con  olio  de  co  tt  ione  d' herbe tte ,  cioè  diloietole .  Oltracciò  fi  pò- 
trao  buttare  per  lo  nafofcorzji  d'olmo  pefte,  e  difciolte  in  vino .  *JtyCa 

IH     i        fopra 


9fà  ì>  Eli  U    0  l  6  ^  /  jl 

fopr atutto  egli  loda,  che  l'animale  fi  purgh'hpèrchèfcl  corpo  fa  hen  di-  £ 
fpoflo,quel  che  difenderà  ne'piedi,fara  men  noceuole:  poi  fatta  la  purga- 
tione,diaglifi per  lo  nafo  meygahemina  di  vino  dolce ,  &faporofo  ,  out 
fiano  difciolte  due  onde  di  camomilla  ;  &  a  mangiare  gli  fia  dato  del 
fieno  verdey  che  molto  èproprio:b  s'egli  è  [ecco ,  non  fi  manchi  di  sbruf- 
farlo difalnitro.  St  non  giouando  cotai  rimeditila  fine  fi  caftri  ,  che  fu-  ■ 
bìtofaràfano,  per  cloche  gli  animali  cabrati  fon  liberi  di  tal  male .  Hie- 
rode,  per  Iettar  le  doglie  della  podagra  ,  fa  quella  compo fittone ,  cafto- 
reo,  pepe,  e  Borace  liquida,  ana  oncia  vna,  opopanace,  galbano,bdellio> 
maggiorana,  folfo  viuo ,  &  polve  d  incenfo  ,  ana  onde  due ,  midolla  di 
ceruo,  ecipero,anaoncie tre,  ferpillo,  faluia ,folioperfico ,  &  feme  di  ? 
lino ,  ana  onde  quattro\& •  fei  di  olio  di  ligufiro,  con  terbentina ,  ammo- 
niaco, ragia  di  pino,  olio  lorino  ,olio  di  mirto ,  olio  d'iride  ,  graffo  di  to- 
ro, falnitro,&  cera  ,  vna  libbra  per cofa,due '& me^a  di  vino,  &  fette 
&  mS7^3-  di  °li°  commune,  incorporando  ogni  cofa  infieme.  Sumelb  ap- 
proua  a  dar  per  lo  nafo  calda  vna  miftura ,  che- contenga  vn' obolo  di  fai 
di  Spagna,  e  dieci  d' incenfo ,  con  due  libbre  &  meigo.  di  J angue  di  toro 
difciolte  in  maga  hem'ma di  buon  vino .    Vegetio  dice,  che  trattogli 
fangue  il  primo  dì  dal  capo,  &  dalle  vene  fuperiori ,  il  dì  feguentefene 
tragga  dalle  parti  pò fieriori ,  fopr  ai  talloni  ;  e'I  ter^o  dalle  gambe,  ò 
fotto  effi  luoghi  de  i  dolori  :  mafempre  fìapoco*.  Ter  la  purgagìoncs  r 
diafi  tre  giorni  per  lo  nafo  vin  vecchio  dolce- con  l'herba  thimo  benpejlay 
e  difoluta-y  oconpoiue  d 'incenfo ..  (jottofi ,  &  Ortocoli  egli chiamaque- 
hnvcùcY  gl[.  animali,  eh  e  nei  piedi  patifeonocontr  attione  di  nerui^  onde  nonpof- 
&  Orto*  fendo  {pianar  benl'vnghie  in  terra  ,vi  mettono  foto  la  punta,  ilchefucl 
«oli»         procedere,  oda fouerchipefi portati indoffo,  oda fouerchia fatica  d'a- 
cri camini  .  *A  quefìi  vuole^he  fi  cani  fangue  dalle  corone,  odi  fotto  il 
cerro,&  che  l'vnghie  fumentate  con  acqua  calda ,  ouefia  bollita  la  uer- 
bena  ,  che  dicono  herba  fiera  ;  tre  volte  il  dì ,  s'ungano  con  refina ,  af- 
fungia  <&  farina  d'orar  infieme  cotte,  fregandogli  aucor  conlrunguen-  -* 
to  le gambe tutte  :  &  al  quinto  dì  vntolo  dall'orecchie  fri' alle  gambe 
"puoi  ehe  le  due  ginocchia  con  farina  d'orbo  mifia  con  femen^a  di  lino  y, 
e  di  fiengreco  diparimifura  nel  vino  cotte ,  gli  fiano  empiaflrate,  e fh- 
[date coniana  fuccida,  e  tre  volte  il  dì  fi  faccia  paleggiare  a  poco  a  pò- 
P4  -  co .  Sé  ciò  nongioua ,  adòprifì  nell'orecchie  ,  e  suda  pelle  de'  piedi quejìa 

•pntione  per  molti  giorni  :1)i>e  onde  di  terbentina  y  vna  libbra  di  apoù- 
mate,  &-vn' altra  dì  pece  greca ,  &  ammoniaco,  galbano ,  opopanacey 
&  midolla  dì  cerno ,  ana  libbre  due ,  con  olio  vecchio  quanto  bafia  cot- 
ts  ogni  cojaà  fuoco,  lento  j&  pi  colata.  Ha  in  (jueftimali  vfifi  pre~ 

fie^a: 


*Ì)tl   C  JiV  jtl  10,11  V.   Zi  B69 

rjl  Èezga;  perche  la  medicina  tarda  al  più  è  vana  ;  eyl  dar  del  fuoco  nelle 
giunture  di  rado  gioua .  Similmente  dice  non  douerfì  curare  col  ferro  i 
piediy  che  fiati  ventofì ,  0  pieni  di  bumori,  come  tal  volta  fi  foglion 
fare ne  gli  animali  ;  ma  douerfì  curar  con  empiaslridiffeccatiui  ,  0  bru- 
ciatiuitpercbe  ancor  chele  vene  di  quei  luoghi  f:f  ero  falaffete,  ò  caute- 
r'vzate  >  non  per  quello  la  cagione  del  male  fi  estinguerebbe .  "Parimente 
Vhumor  dell'acquette ,  che  fogliono  uenire  nelle  gambe  y  ò  nelle  giunture    Humor 
none  da  toccarfì  giamai  con  ferro  freddo  >  perche  ne  verrebbe  àfourab-  dell'ac- 
bendare  :  ma  bifogna  y  che  fhttaui  vna fonile  fcarificatione  >  & leggiero  nejjglL-, 
falaffo  y  vi  fi  adoprino  poffenti  lauande,tanto  con  aceto,quanto  con  buon  be .  a 

B  fai  trito y  &  oliOyO  affungia ,  per  cinque  dì,  tenendo  infùfciati  i  luoghi  :  & 
s'egli  non  mancafie ,  vfifi  gagliardo  vnguento  bruciatiuo  :  poi  fé  farà 
bocca  y  mettauifi  empiaslro  di  farina  d'orzo  cotta  con  meky  femenze  di 
lino,& fiengreco: '&  alla  fine  vnguento  crudo  millificatiuo .  "Tuoffi  anco 
v far' vntione  fatta  di  olio  ,  ò  di  affungia  con  vetriohygalle  minutey  <£r  al- 
lume per  egual  pefo ,  aggiuntauipolue  di  pomi  granati,falnìtro,falc ,  & 
aceto. filtri  vi  mettono  fichi  fecchi  pesìi  in  alumeyfenapey  &  aceto  rino- 
uando  l' empiaslro  al  terzo  giorno.  Quando  poi  fi  comincia  a  slar  megli» 
è  da  porfiinfu  le  giunture  poltiglia  difpelta  cotta,  fendale fcorze;ò fa- 
rina d'orbo  con  opopanace  cotto. ^Alcuni  vfc.no faua  cottaymefcolata  con 

C  mele ;&vlt imamente  vi pongono  l 'empie fìro cipri ffino  ylpiucoftuma- 
no  calcina  viuay  &■  cenere  me  folate  con  mele  <&  vino ,  volendo  curarci 
piedi  :  &  aggiimtoui  aceto  &  falcane  curano  le  putirde  piaghe  delle  na- 
rici, fregate  prima  &  infanguinate  con  caneuacci .  Tarimente  hauendo 
ben  forte  fregati  i  piedi  &  lauatilicon  acetoy  vi  mettono  talboravnguen 
to  fatto  di  fichi  graffi,  macerati  in  aceto  fquillitico  y  quattro  giorni,  & 
pelli  con  bianco  di  cipolla  a  prcporticne ,  aggiuntoli  carne  di pefee  fila- 
to netta  da  faglie  e  da  pelle  ;  &  al  terzo  di  gli  slegano  .  Sono  le  gambe  Sopr'ofei 
deiCaualli,  oltre  tutte  le  altre  parti  del  corpo  ,  grandemente  fuggente  ^  cor^% 

.  a  iSoprcffi  (  chiamano  generalmente  Sopr'offo  ogni  tv.mor  callofòy  &  generino. 

®  duro  y  che viene  a  generar fi  fu  qualche  ofio  )  di  quefìi  fi  fogliono  mol- 
ti generare  con  brutta  forma  ne  i  cannelli  delle  gambe ,  &  maffimamen- 
te  de  i  poliedri  >  b  per  humor  vifeofo  y  che  nella  tenera  età  four abbon- 
dando ne  gli  animali  >  feende  in  quei  membri  inferiori >  ò  per  qual- 
che calcio  y  che  vih abbiano  riceuuto  -  ò perche  con  quella  b abbiano  rin- 
tuzzato, òpercojfo  il  luogo  duro .  Tercioche  riceuendo  la  gamba,  ò 
altro  membro  j  percojfauiy  'fi  fente]  difubito  il  dolor efilqu ale  comme- 
ttendogli humori  di  dentro ,  fa,  che  q  uè  sii  infume  con  gli  giriti  con- 
correndo al luocoy  eh  e  fi  duole  yuifac  clan  tumore  j  &  perche  tra  quelli 

Hi    $         con- 


$?o  1)nii     GLORIA' 

concorrere  ancora  Ibumore  terre/ìreye  vifcofo^a-  tf  ■:  no  traodo  bfitoper  £ 
la  pelle  ,  che  gli  è  de  fi pr a ,  vi  fi  viene à  fermare  ,  &  col  tempo  nfoluti 
gli  bnmori  più  fattili  >  quella  ièrreRrefodeiga,&  vifcofn  a-viene  a  con 
"  nertirfi  in  duriffimo  callo  :  nfìrigncìidofi ,  #•  indurando  fi  talmente  con 
V  offoycome  con  quelloyche  parimente  è  di  natura  terreflreycbe  viene  qua 
fi  à  trasformar  fi  nella  fu  a  propria  effenjya .  Quando  dunque  la  calle fìtà 
Cure  per  diq'^fti  Sopr  offi  è  antica  y  &non  è  (opra  giunture ,  bifogna  (come  il 
Sopr'oflì.  Crefcen^o  dice )  che  rafo  il  luogo  y  fifcarifichiy  ò  fc arni  con  vna  punta, 
dilancietta  minutamente  y  &  alquanto  s infangami y  poijparfaui  polue 
di  tartaro  y  e  di  file  di  egv.al  mifra  *filafci  slare  per  tre  giorni  infhfcia- 
to  eftretto  :  indifciolto  s'unga  con  bv.tiroyò  altra cofa  vntuofa .  Il  Rjifio  p 
lodaycbe  d.ifoi  elei  luogo  s'è  in f angui/iato, fi '  laui  con  faponata  di  acqua, 
calda  >  poi  vi  metta  difoprafenen^e  difenapi  bèff  trita  con  fugo  di  ma- 
truara  ;  <&•  vi  fi  faccia  slare  dalla  fera  al  'mattino  ;  polvi  fi  vnga  con  o- 
lio  caldo  in  fin  ebefani  y  ò  ebe  rafo  y  efearnato  il  Soproffo  >  vi  fi  fàccia 
Sì  are  per  va  dìy&  vna  notte  vna  feo;  %a  di  noce  piena  di  empia  Siro  fat- 
to con  fapone f*racinefcoyar fenice  y  &  calcina  viua  dipari pefo  >  ridotti 
in  pcluey&  mefcoUtì  :  ò  vi  fi  metta  fol amente  folfo  attemperato  con  re- 
fina-.ò  vi  fi  leghi  vnajpungia  di  -mare  bagnata  in  aceto ,  fenya  muouerla 
per  cinque  h  fei  dì  ;  non  mancando  però  dihumettarlapiu  volte  il  giorno 
con  l'aceto  in f ufo  difopra  :  che poi  Iettandola  fi  truoua  il  Soproffo  dif-  q 
fatto  .  0 neramente  fui  luogo  rafo  y  & infanguinato nel  detto  modoyfac- 
ciafifiare  tre  continola  giorni  legato  vn  pe^ro  grande  (quanto  è  il  Sopr1 
offo)  di  cotenna  di por -co  vecchia  y  cbefia  fiata  appefa  almeno  vnanno 
leuatone  tutto  il  graffo  y  tanto  che  ipeli  dall'una  y  e  dall'altra  banda  qua- 
fi  vi  paiano  :  &  alterco  dì  pungendo  il  Soproffo  intenerito  >  fé  ne  fàc- 
cia vfeire  tutto  l'humorey&  cofi  resleràfano  .  Cjiouaanco  a  quefio  male 
mettere  à  guifa  d'empiaSìro  >  Sìerco  di  capra  dibattuto  con  farina  d'or- 
•to>e  cretayinfortiffimoacetoylequai(ofequado  me j colate  fi fu ce  fiero  tua 
cerey&  poi  calde  fi  empiafir -afferò  fu 7  Sopr'ofio  >  miglior  profitto  ancor 
farebbono.iA Uri  curano  il  Soproffo  bagnandolo  prima  d' acqua  freda;poi  H 
meffoui  vn  ferro  caldo  difopra  y  per  lev.ar  vìa  ipeli  >  vi  vfano  vnguento 
fatto  di  verderameyfolfoycera  biancayolio  yfeuo ,  &  lardo  infteme  cotti  : 
ouer a  mente  con  olio  di  oliue  mefcolato  fai  gemma  prefo  alla  mancarne* 
della  Lunay&  polueri%ato  ;  ne  mettono  per  tre  dì  fu'l  luogo  rafoymutan- 
docelo  due  volte  il  dìye  guardando  che  non  vi  vada  acqua,  ù  fé  per  tan- 
ti rimedi  il  callo  non  mancafie ,  amfi  più  toHo  prendeffe  maggior  dure^- 
>za  ;  non  emendo  il  luogo  intricato  di  nerui ,  ò  di  giunture  >  diauifi  il  f no- 
to difopra >  e onvn ferro lato  >  atto  à ciò  j  marinamente  fé  fuffe  nelle 

gambe  i 


2)  1 1  $£  V  j£  1 L 1>  y  1 1 I .  X.  &71 

*JÌ  g&tribe'.hauendo  prima  diligentemente  legata  la  vena,  che  vi  è  di/opra, 
pofcia  cauterizzato  minntifjìmamente ,  ma  ben'infondoy  con  ferro  acu- 
to ;  fi  freghi  ben  forte  confale  >  &  aceto  ;  poi  vi  ftliquifkccia  cera  con, 
lardo  y  &  intorno  al  luogo  fi  metta  unguento  fatto  con  fiondi  di  cauoli 
verdiytime  di  rubi,&  vn  poco  di fquilUymefcolate  ben  con  afimgia^  fi 
Ferravo  quando  i  bagnuolinon  fono  flati  bafìanti  àrifoluerei  fi efebi  tu- 
mori de  iSoproJfi  ;  prima  che  ftftano  ingommati  >  e  fatti  duri  >  gli  ra- 
de ;  & conpiccioley  &  minute  botte  di  r  a foio  glint  acca  lindi  vi  pone 
empiafiro  fatto  di  pepe  yt  art  aro  y  e  gomma  elemiy  con  f apone faraìiuefeo 
incorporati:  al  ter^p  di  poi  Iettando  cotale  empiafiro  y  che  fra  tanto  non 

£  fi  è  mai  tocco  ,•  vi  pene  per  tre  altri  dì  vna  piaflra  fonile  dipiombo,  la- 
ttando il  luogo  tre  volte  il  dì  con  orinayaceto,  &fale  .  tSH'afe  iSoprcfjì 
già  fono  amichi  y  &  ineffati ,  pur  che  non  filano  fu  qualche  venay  egli  a- 
pre  il  luogo  col  rafohy  &  allargando  il  cuoio  con  vn  cornettQycofi  difuo- 
riycome  di  denti  o,fc  ama  leggiermente  quella  parte  ceri  vna  picciola  roi- 
na  pefeia  ripiene  la  di polue  di  vii)  iolo  romano,&  cucitalayaccicche  tal 
poluenon  cfta  fi  orlila  lafcia  fiere  per  notte  giorni  ;  aWhora  la  riapre, 
&  con  la  mano  premente  fattane  vfcirla  materia  ini  adunatay&  rifolu 
ta  alla  fine  cura  la  piaga  con  pe^a  bagnata  d' ai  ctoy  orina ,  &  fate. 
Ma  quel  callo  ,  ò  tt.tnor  carne-fo*  che  talhorafivtdetrala  giuntura  del        . 

C  piede  y  &lvnghiafu  la  corona  propriamente  nella  pafioiay  cagionato  ò  tun^0I°e 
da  fouerchia  fatica  y  ò  daU'efere  flato  fa  rato  puma  de  i  tre  anni,  o  dal-  carnofo 
l'effere  fiato  male,otroppo  fìretarr.ente impalioiato  :  da  alami  fi  chia-  tra  la  giù 
ma  Farina  ,  ò  Fo;  ma  ,  e  da  altri  Fa;  meliay&  richiede ,  che  trefiamente  tura.    de* 
vi  fia  rimediato,  altrimenti  fi  fìcnderebbe  per  tutto  il piede ,  &fe  fi  fi  e  f'vnghia 
innoffatOy&  indurato,non  fi  potrebbe  mai  più  curare  -.onde  il (fauallo  re-  detto  Fu- 
fleriafìr oppiato  :  e  tanto  maggior  diligenza  kfogna  in  quefìo  ,  quanto  y  ritì*  °for 
che  il  luogo  don' egli  nafee  >  è  intricato  di  vene,  di  arterie ,  e  di  nerui,fi  ma# 
che  ne  fcrroyne  fue  coytie  cofe  corrofiue  conuìene  adoperami  in  modo  al- 

jl  cunoyfi  come  il  Qefcen^Oy  il  J\uffoy  el  l{ifto  ci  configliene:  la  cura  dun- 
que di  quelieF  or  melle  farà  fimile  a  quella  del  Soprofo  venuto  àifre-  Cura  ^ej 
feofu  la  giimurayihe  rafo  quel  luogo  callo fo,vi  fi  leghi  empiaftro,quan  le  forni  el 
to  più  caldo  fi  putte -fatto  di  farina  y&  mele  y  con  foglie  te  rare  di  a  feti-  le- 
tio  yparietaria,  e  brani' 07 fina  y  aggiuntarti afiungia  di  porco  vecchia > 
pefie  infieme,e  ben  cottati qual  mollificamente  fpefifo  rinouatcful  ma- 
le y  fi  può  vfare  a  tutte  le  gonfie^e  di  piediy  ò  di  gambe ,  che  attengono 
■percontufione  y  ò  per  qualche  colpo  .  Dicono  ara  ora  vale;  e  a.confumart. 
l-a  callofit àyempiafiro  di  radici delmaluauifco,del  giglioye  deltaffo  bar 
baffo  pur  con  afiungiapefie^  e  cotte  :ouer  amente  fatto  con  cipolla  rofìita 

I  ti     4  pefio. 


$72  fD  EfL  Jf-GZ-O  H.t  j£ 

peHa  canlombrichi  terreflri  ,  Scotta  con  olio  ;  mutandouelo  ben  caldo  £ 
due  ò  tre  volte  il  giorno.  Il  P^tfto  al  primo  di  quefìi  empiafìrt aggiunge 
ancor  fondi  d'apio ,  &  di  più  dice ,  che  quando  fi  faccia  empiaflrofola- 
mente  con  l'berba  detta  apio  di  rifo  ,  che  fa  benpejìa  ,  ilfopr'offo  in  vna 
notte  diuerrà  diseccato  ,  a  sì  tagliato  da  ogni  parte,  ch'egli  fi  potrà  con 
Ivnghie  cauar  fuori,inducendo  pofcia  infoel  cauola  carne,  e  i  peli,  co* 
medicami  appropriati:  &  che  tal herba  potrà  fimilmente  feruir  nelle 
<.     r.  .    Scrofole >&  nelle  (jalle .  Loda  ancora  >  che  i  Soproffi  (peffofì  la/tino  con 
come    fi  *ceto->percbe  effendo  frefchi,con  quefìofolo  fifogliono  leuar  via:  &  quan 
curino .    do  nò,  rada  fi  bene  il  luogo  ,ft  che  la  fuperficie  della  cotenna  del  tutto  fi 
leui;poi partito  per  lo  mer^o  vnlimoncello  vna  parte  di  quello  frarfa  de  P 
alquanta  arfeiica,vi  fi  leghi  ben  fretta,  &  fi  continoui,  finche 'Ititmore 
fi  agito  via:o  pur  vn'vouo  indurato  al  fuoco ,  toltane  la  fcar^ayvi  fi  le- 
ghi ben  caldo  ,  a  guifa  d'vnapi^jetta,due  volte,  ò  più  il  giorno,  per  tre 
dhoner  amente mettauifi  empiaflro  fatta  confugodi  titimallo,fqniUa,et 
rafano  petti  infiemeiaggiuntoui  pepe,falnitro,  & fate:&  feniuna  dì  que 
fie  cofe  facefie  frutto ,  afferma  efsere  molto  gioueuole  &  efficace  alle 
giunture  per leuarne ,  ò  Sopr'ofji,  ò  (falle* ,  ò  altri  tumori  cofi  e allofi,  che 
s'ungano  molte  v ohe  del  pern amino ,  fregandoui  bene,  &  poi  metten- 
doli', fu  vna  txuoletta  calda  >  fitta  o  di  ramo  di  cerno,  a  di  baffo  ;  acciò 
poffa  penetrar  bene  il  detta  vnguento  ,  //  qualfifa  con  vna  parte  di  cera 
bianca,&  vrìaltradi  refina,  due  di  mei  crudo,  e  due  dolio  di  raffi  d' va- 
ua,tre  d' 'afi ungi a  vecchia  di  porco  >  &  cinque  di  olio  puro  di  baccìoe  di 
Olio    di  U.'tro(L'olio  di  raffi  d'uoua  fi  fk  mettendo  a  cuocere  triti  in  una  fartaina 
rodi     di  di  ferro,  fu  fuoco  lento,  i  raffi  delimita  leffite,  e  d'ire)  &  quefiefei  cofe  in 
uon  co-  -  feme  liquefatte  deuran  per  vn  panna  di  lino  effere  calate  .  Con  tutto  ciò 
^g  Marco  Greco  curando  la  Formella ,  prima  la  bagnaua  col  vina  bianca 

ben  caldo^oer  commouere  l'humore,  che  quiui  s'era  congelato,pofcia in- 
taccatala in  croce,  enoce  ((icom?  dicono  )  vifregaua  per  tre  giorni  fai 
trito, (^r  nel  nono  disfettonaiia  il  piede  ,  &  linfanguinaua  con  la  roinet-  »• 
ta:&fe  bifogno  li  pare  t a,  e  auaua  ancor  f angue  della  punta  del  torella  t 
&  fé  con  q.icHi  rimedili  tumornonfufìe  mancato,daua  il  fuoco  fata  co- 
rana  tra  il  pelo  \&l  vnifna  ,  mettendoci  poi  lo  fìrettoio  conia  accinta- 
tura ,  &  co  fi  per  memi  dì  non  facendo  far  mota  all'animale  >  polena gua- 
rirla .  M.  Luigi  poneua  dentro  la  Formella  vna  mislura  fatta  con  vna 
libbra  di  mele  ,  vn' altra  di  pece  dipino;&-  mei^a  di  terbentina,  tre  on- 
de di  farina  di  fané,  quattro  di  gallano,  e£"  quattro  di  pececotta,  me^c 
-%ad'incenfo,erne7^di  ma/lice  >  incorporati con  undecì  oncie  ci  aceto 
forte  in  m  pignatta  »  Wg  i  Sopfofii  legaua  con  ma  len%a  empiaftro) 

di 


<D  E  b     Coi  V  JlllQ   L  IB.     X.  $y$  ■ 

*4  di  calcina  verginea  J ale y&  olio  miHi  ìnfìeme:  alcuna  volta  mefcolandt 
la  calcina  viua  con  rade  ;  f apone  molle  >  circondato  il  Sopr'offo  con  vna 
candela  di  cera  dentro  quella  metteua  l'empiaftro  y  ilqualeintalmodo 
non  venia  a  toccare  altro  y  che  il  Soprofio:e  baflaua  Hard  vna  fola  bora 
tal  volta  prefo  vn  pe^ro  di  camufcio  >  odi  cuoio  >  &  fkttouivn  bugio 
quanto  il  Soprofìoymetteua  fu  quello  >  calda  vna  mollica  di  pane ,  ò  ra-+ 
pa,ò  melo  cotto>&fale;\  &  coni  era  gelato ,  viponeua  vn  poco  d'eufor* 
bioyeHfanaua.In  alcuni  Sopr'ojfìnon  adoperaua  altro  y  e  he  euforbio  miflo 
con  olio  digiunipero  .  In  alcuni  poi  y  che  haueua  rafo  il  luogo  }m  ette  tta  di 
tre  in  tre  dìfale,&  pepe  d'egual  mifuray&in  noue  dì  fi  trouauano  confa 
B  mati:  ouer amente  vi  vfaua  empiaflro  di  herba  bianca  >  herba  di  vento >e 
bianca  orfìnaycon  affungia  vecchia  di  porco  peHe  :  Jld  ale  uni  daua  mi- 
nute punte  difuocoy&poivi  legauaper  tre  fiate  mollica  dipane  >fale> 
ben  trito  >  &  leuatinayòcrefcentey  come  fi  dice  >  diflemperati  con  vn 
poco  d'acqua.  Tsfelle  Schinelle  il  Ferrara  ofieruaua  ilmedejìmo  ordine  Schinellc 
che  ne  iSopr'offìy  dicendo  non  efiere  differenti  in  altro  da  iSopr'ofJiy  fé  con?e  3 
non  che queHipropriamentenafcono  nelle  frontiere^  quelle  nelle  fch  ie  cunn0  ' 
ne  nelle  gambe.  Luigi  Vento  poi  che  hauea  rafe  le  Schinelle  >  & -minu- 
tamente intaccateyvijre  gatta  fate  finche  fi  fuffe  confumato  :  &po$\aui 
r  vnafeor^a  di  lardoyve  lafaceua  Hareper  quattro  di:indi  vi  metteua  la 
f uligine  fenx^  altro. Il  I{ufio  feguendo  il  I\uffòy&  il  Crefcen%pyfcriue  chia 
mar  fi  Spinella  quel  Sopr'ofio  >  che  di  granitela  duna  auellana  yòd'v-  spinella 
na  picchia  noceyfuolnafcere fatto  il  garretto  preffo  la  fua  giuntura  y  hor  chefìa. 
in  vn  lato  y  barin  ambidue  ;  laqual giuntura  ne  viene  ad  effere  fi  offefa 
cbe'l  cauallo  è  costretto  di  'Zoppicare .  E  tutti  itre  detti  ^Autori  uoglio- 
noycheper  lungo>&per  trauerfo  debbano  darfì  conuenienti  y  efpsfiecot- 
tureynan  mena  fu  le  Spinelleychefule  Curbeyfugli  Spauani  ;  &fule  Ier- 
deytequali  fon  tutte  fpecie  di  tumori  >  che vengono  al  garretto .  LaCur-  r-nrba. 
ha  certamente  dalla  tefìa  del  garretto  yfa  ingroffare  fin  preffo  aipiediy 
#  quel  neruogrande  y  che  vàdietro  la  gamba:  &  fuot  auuenire  quando  il 
Caualloin  tenera  età  è  ftato  caualcato  ;  più  del  douereyà  ha  portato  pe- 
foyche  auanirauay  le  forre  fue  >  fi  che  quel  membro  >  ilqualfofliene  quafi 
tutto  il  corpo  y  è  rimafo  curuo  ;  ma  in  quefio  male  prima  del  fuoco  fa- 
ria  bene  a  tentare  fé  giouafiero  i  bagni  caldi  fpeffb  fatti  con  acqua  yo- 
uefuffe  bollito  iltajfo  barbaffò  ylegandoui  poi  fenica  dimora  la  mede- 
sima berba  alquanto  peHa  :  benché  alcuni  fogliano  tagliar' il  cuoio  per 
lungoyquanto  è  la  Curbay  mettendo  poi  fopra  il  taglio  vna  pe^t  dì  li- 
no bagnata  in  vino  catdoye  ffrarfadi  verderame .  Lo  Spauanoy  b  Scaua-  e  ^  c„ 
m( cara'  altri  dicono)  q  Spauenioy  paco  fitto  al  garretto  dal  lata  di  ra. 

dentri 


374  SELLA     GLORIA  » 

dentro  ffuol  gonfi ar fi prefìo  alla  vena  maestra ,  che  dicono  Fontanella    g 
mediante  la  quale  s'attrabono  fempre  bumori  ;  &però  effa  vena  primie 
rame-ite  contùene  allacciare  fu ,  ndlaparte  interior  della  cofcia,e  data- 
ni  vna  punta  di  lane iettarla f darne  vfcirfang/'C,  quanto  ne  pò  fa  dafev- 
feire  :  &  poi  dar  con  fittili  ferrili  fuoco  fu  i  tumori  :  fé  già  non  fuffe  gio 
nata  quell'altra  cura  purfolita  di  v  far  fi  y  laqual  richiede  >  che  rafo  il 
luogo  vi  fi  metta  per  tre  ò  quattro  fiate  lafcorja  pefla  delle  radici  del 
maluauifco  ben  cotte  :poi  ri  fi  leghi  con  vna  pej^a  vnempiaslro  liquido 
fatto  con  pò  lue  di  fterco  di  bue  pur  cotto  >  femewxe  difenapi }  e  radici  di 
malua  cruda  minuT^ateye  pefte,  incorporata  ogni  co  fa  con  forte  aceto: 
fulaqualpe^a  è  da  metterft  della  sìoppa>acciocbe  t'empiajlro  non  ven  F 
ga  a  leuafi  dal  luogo  fuo:  &  fatto  que fio  fera  &■  mattino  per  due  conti- 
noui giorni ;vi  fi  metta  poi  vnape^a  empiafirata  di  pepe ,  &fcaldata 
al  fuoco  fen^a  leuarnelayfinche  noncafehi  da  fé  medefima:&  in  qncsìo 
modo  fi  pofìono  ancor  curar  tutti  i  Soproffi  ytolt.me  folamente  la  polite 
del  letame  bouinoy  che  non  conuiene  alla  callo fttày  chefk  quelli  indurare.. 
Ma  fenica  diuerfità  alcuna  la  detta  a  ra  dello  Spanano  può  à  punto  feriti 
Cura  Der  re  anco  alla  Ierdayò  Zardafcome  ilCrefcenro  la  nomina) la  quaiàgui- 
la  Ierda .  fa  d'vnanocefo  a"  vna  balla  ,  co  fi  nelle  parti  di  dentroy  come  in  quelle  di 
fuoriyfuol  nafeere  nelle  garrette  del  Tolledro  per  materia  corotta  nella 
matrice  deliaC  anali  a  :  tal  volta  ancora  per  la  fouerchia  fatica  data  a* 
caualli  gwuani  e  molto  graffia  corpolenti.T^e  marauiglia  cideèparerey 
Humori  che  gli  bumori  diffoluti  dal  calore  fogliano  afìaipiufpeffo  cocorrere  alle 
oiHoiuti    gaml6ì  c/je  inaltro  membro  :  concio fia  co  fa  y  che  le  gambe  fi  come  fono 
&c  inpiu  moto  >  <&più  fi  f caldano,  cofi  vengono  à  fare  maggiore  attratta- 

ne de  gli  bumori ,  i  quali  per  efifere  grauiy  feorronopià  volentieri  in  giù 
che  altroue,&  fi  ficcano  in  quei  luoghiyche  più  atti  ritrouano:&già  qui 
do  l'humore per  qualche  cagione  s'è  cominciato  nel  corpo  a  malignare  > 
&  à  corrompere  di  manieray  che  la!s{atura  noH  può  più  reggere  nel  fuo 
luogo:  ella  porge  vigore  à  i  membri  pia  nobiliye.più  poffenti:  &  indi  àgli  # 
altri  digrado  ingradoyche  lo  difeaccino:  fi  che  l'vn  membro  mandando 
lo  all' altroyalla  fine  egli  resìa  fermato  in  quelliyche  per  la  loro  debole1^- 
7a  no 7 pofìono  difeacciare: <&  ali  bora  è  bifogno  co  l'arte  rimediare ,non 
indugiando  :  perche  m  ohi  mali  fon  fkciltjjimi  a  curar  ne  i principi) ,  che  - 
poi  quando  banprefafor%afono  incurabili :e  tra  efji  è  la  lerda,  che  vien 
tra  le  f offe  delle  giunture  fopr a  i  neruiinella  quale  ancor  firefea ,  Il  I{u- 
*c*\\    (-  fic )^°^m^t '  >  Poterfàr  mirabile  operatione  la  fquilla pefla  con  radici 
raielianti  di  brufeo  mefcolataconolio.il  (olombro  ferine ;  che le Giardey& le  Gal 
fra  loro,    le  fono  di  molta  fomiglianja  &  convenienza  tra  loro ,  nafeendo  nelle 

giunture 


D  E.L  \C \JL-V  jl  l  L0>    L  1  B.  X.  87$ 

giunture  à  gv i fa  vefcichctte ^generate  di  humor  flemmatico  &  vifco- 
fo  per  lo  moto  di  quel  mafchio  Keriw,  che  dal  lacerto  della  cofcia difen- 
de fodrato  d'uri  altra  re/le  neruofa  e  groffa  >  la  quale  va  à  finire  al  nod* 
della  giuntura  nella  parte  di  dietro  oue  barba  fi  dice  >  come  difopra  bah- 
biamo  detto  .  St  perche  il  neruo  per  la  concauità  di  effa  ueHe^chegliè  co- 
me •vnaguaina^continouamente  trauaglìajvengonoqualcbe  volta  per  fa 
fouerchio  trauaglioad  indebolir  fi  le  cartilagini  lacerto  fé ,  cofi  rilafcia- 
tafi  la  virtù  ritentiuayàifcende  l  bumor^cbe produce  i  detti  vitij,  i  qua- 
li effendo  medicati  alla  ventura  da  ignoranti  maejlri)  jpeffo  ne  rifulta 
irremediabile  detrimento  :  perciocheilvero  ordine  di  curarli  >  è)  che 

2    primieramente  fi  prohibif e  a  il  difeenfo  di  nuoui  humori  in  quel  luogo , 

pofeia  fi  efìragga  con  diligenza  la  materia,cbe  vi  fi  trotta  concorfa->&  vi  , 

timamente  fi  confumi^e  disecchi  ogni  refiduo.Bifogna  dunque  per  la pri-  je  q^,. 
miera  cofa  legare  le  vene,  che  corrijpondono  al  membro  affetto  y  alla  cui  d£ 
fouuentione  la'l^atura  del  continuo  manda  bumor e .  Indi  pò  fio  il  giu- 
mento à  giacer  di  modo  ,  che  tenga  la  gamba  diftefa  in  ferratagli  fi  cau- 
tamente dietro  algaretto  sfotto  l'vncinofra'l  neruo  &  l'imgbietta ,  per 
lungo  >  infino  alla  cartilagine,  la  quale  poi  fi  pertugi  con  l'ago  dijiagno) 
che  jpincillo  è  chiamato ,  fingendolo  beri  in  fondo  verfo  Vacquofità  del 
la  Cj iarda ,  fi  che  nel  ritrarre  di  effo  ifir amento  ne  venga  fuori  l'bumor 
C  acquo  fo,  il  quale  non  farà  da  votar  fi  affatto  la  prima  volta.)  perche  cre- 
feendoui  il  dolore >  vi  verria  fjiafimo-.ma  cauatane  buona  parte  )  metta- 
uifì  la  tasìa  della  Jìoppa  con  chiara  d'uouo ,  &  olio  >  &sì  s'infàfci  :  Il 
feguente  giorno  J "doglia ,  e  trattone  il  rimanente)  curifi  la  piaga  con 
Vvngnento  egittiacO)&  canterini  fi  la  giuntura .  Tofcia  lanate  con  aceto 
effe  cotture)  vi  fi  fpargapclue  di  mirto ,  &  vltimamente  fottil  polue  di 
■.corno  ceruino  arfo .  Ts{elfimil  modopotran  curarfi  ancor  le  Cjalle  >  per-  Galle  co- 
cioebe  prima  fi  legheranno  le  vene  fuperiori  )  poi  tagliata  la  pelle  nella 
pafloia  prefio  alla  vena  circa  vn  deto  verfo  la  fontanella  fopra  il  tal  Ione 
fi  romperà  la  cartilagine  con  l'ijìrumento  dello  fragno  fpìntofr  ri  Imafìro 

D  neruo  &  l'offa  della  giuntura  in  fu  verfo  il  nodo ,  oue  fon  le  Cfalle  >  il  cui 
humorefi  trarrà  via ,  come  s'è  dimofìratO)  &  non  volendo  vfar'il  caute- 
rio attuale)  dice  poter' ufarfi  l'empia ftrocauslico  ordinato  da  Telago- 
nio  )  che  mirabilmente  difiecca  le  Immide  infermità  >  rifrringe  le  mem- 
bra rilaffate  >  &  confortale  deboli  :  per  la  cuicompofitionefi  farà  con 
aceto diffoluere in  un  pignatto  r afina >  asfalto  j  &  mirra)  ana  libbre 
duey&  una  di  cera  refla  con  tre  onde  di  galbano)  aggiugnendoui  al  pri- 
mo bollore  una  libbradi  bitume)  &  menadi  amoniaco  >  agitando  bene 
ogni  cofa  infieme .  M.  Luigi  die  e  uà ,  efsere  difficile  à  curare  cofi  le  Ierde  > 

come 


me  fi  cu- 
rino. 

y 


n?6  DÈltj£GLÒÌ^l^£ 

tome  le  Galleghe  fi  port  afferò  fin  dal  ventre :ma  neWuneye  nell'altre  re-  jt 
tinte  per  acci  dentinole  uà  mettere  Jputo  mifto  con  quella  lorditia3cbe  den 
troia  verga  del  cauallo  fi  troua  :  Vfaua  ancora  in  fu  le  (j alle quel  lippo 
chefk  l'acqua  y  mescolato  con  affungia  di  porco ,e  'n  fu  le  lerde  l'empia- 
firo  slatino  y  ò  mollica,  di  pane y  &fale  dislemperati  con  acqua  «Alcuna 
volta  fagnaua  il  cauallo  vn  palmo  di  [opra  >  &  vn  di  [otto  deUa  Ierda  : 
pofcia  il  tene  uà  vn  gran  pe^o  all' acqua  per  tre  giorni  :  &  alla  fine  vi 
legaua  empia ftro  di  roffo  d'uoua .  Lo  Spaiano  a  luipareuapiu  pericolo- 
foyche  lalerda y  per  non  poter  fi  co  fi  ben  diffeccore  ypaffando  egli  per  me- 
z^o-,aUa  giunturatnondimeno  molti  ne  guaria  con  quefto  modo-,  cherafo 
illuogoy  &  minutamente  t agitatolo ,vi  metteua  per  tre  di  fieno  dibuo-  F 
tnoyrinouandocelo  ogni  dì  vna  voltaypoi  vi  mettca  galbanoy  finche  l'hu- 
more  incominciaffe  a  far  vfcita:  indi  vifuceua  lauagioni  con  orina  d'buo 
mo  :  finche  la  piaga  fi  fufie  afciutta;poila  curaua  con  olio  y  &  mele  bol- 
liti infieme ,  fin  che  vi  fufie  rinato  il  pelo:  e fpefie  volte  vfaua  ancora  la 
fagnia  della  fontanella)  &  poi  le  cotture,  come  di  foura  s'è  dimojlrato. 
Cure  per  J^elle  (urbe  ypoi  ch'egli  lehauea  rafe;  metteua  per  tre  giorni  mattino  e 
le  Curbe  ^eraflerco  bimano  caldo  :poi  daua  fottoquelle ,  vna  punta  di  fuoco ,  e'I 
feguente  dì  vi  medie  aua  con  penne  bagnate  d'olio.  Il  Ferraro  dicey  lo 
Spanano  efier  tumore  a  guifa  d'un'uouo  ,  che  tirando  i  mufcoli  fh  con 
tardi  moti  battere  il  piede  in  terra  priuo  di  gran  parte  delfuo  fentimen- . 
t  o:  &  benché  pochi  caualli  a'tempi  noslri  ne  fan  guariti  y  pur  foura  ogni 
altro  rimedio  slima  efier  appropriato  quello ,  che  fi  coflumaua  da  Mar- 
co Greco  y  che  rafo  il  luogo  y  vi  metteua  empiaflro  fatto  con  mele y  affun- 
gia  peslay  femente  difinapiy&  cimino  bolliti  infieme  y  &  per  noue  dì  no'l 
toccaua:poi  dateui  le  cotture  (come  a  la  Ierda  J  vi  adoperauaper  fedici 
dì  lo  strettoio:  &  indi  innanzi  lo  lauaua  mattino  &  feraycon  lifcia  forte: 
ilqualmodo  affai  certamente  è  ragioneuole  :  percioche  il  primiero  me- 
dicarne addolcifce  i  nerui  >  il  fecondo  riHringe  il  concorfo  de  gli  humo- 
riyilterTO  disecca  interamente  :  ma  tuttavia  è  da  defiderarfi y  che  non  „ 
troni  la  cura  invecchiato  il  male .  La  Cnrba ,  che  fu  la  giuntura  del  ner- 
uo  dietro  al  garretto  fuo  l  uenire(oltra  l'altre  cagioni) per  battiture)  per 
trar  di  calci  y  onde  il  Cauallo  per  lo  dolor  >  che  indi  fente  >  non  può  fé  non 
con  la  punta  dell'unghia  toccar  laYerr  a;  egli  vuoleyche  fipofìacofi  cura* 
reyche  rafo  il  luogoy&  minutamente  intaccatoci  freghi  con  faley&  aceto 
&  me%a  bora  dapoi  vi  fi  metta  vn  rottorio  fatto  con  vn' oncia  a"  olio  di 
lauroyvna  dram  a  di  elleboro  biancoydue  di  euforbioye  due  dipolue  dican- 
tarclleyfhccniouelo  dimorare  quaranta  giorni  ;  poi  rinouatoft  ynon  ui  fi 
faccia  ftarpiu  difei  dì  :  indi  per  fei  altri  vi  fi  faccia  una  Molta  il.  dì  un- 

Uq  ne 


T>EL    C\AV  Ut  LOyLlB.  X.  877 

4  tìone  con  dialtheayagrippia,e  butiro,  non  mancando  di  fare  ancora  i  ba- 
gnuoli  appropriati.  Quanto  alle  Ierde  Maeflro  Mauro  per  deflar  la  na~ 
tura  à  rifoluere  quella  humidità  congelata ,  che  fanno;  vote  uà  che  fi  ca-  _^  g    ^ 
uafie  [angue  della  vena  commune  :  poi  fatto  (aminare  il  cauallo  per  yn  cachino . 
buono  miglio,  fifaceffe  infoi  luogo  enfiato  vn  bagno  di  vino  ,  &  aceto 
bolliti  con  radici  d'ebuli,e  di  olmo,  cavagne  vecchie  con  tutta  lafcor%a 
cipolle  arbuciate,faluia,&  rofmarino:  dopo  il  qual  bagno  potrebbe  ado- 
perar fi  yn  rottorio  atto  nonfolo  aqueflo  male,  ma  à  romper  Galle ,  For- 
melle,e  vefciche-fil  quale  fifa  con  f apone far  acine fico  ,  cantaridi  pejle  > 
folimatOyorpimentOy&  calcina  vìua  ,  oncia  vna per  cofa,&  come  rotto 
L  il  tumore,  ne  fi  a  vfeita  quella  materia  vdenofa  :  per  guarir  la  piaga  vi 
fi  metta  due  volte  ildìpolue  di  aloe  epatica,  diìlemperata  nel  fugo  del- 
-la  piantagine  minore  ,la  quale herba  è  molto  appropriata  contra  i  ve- 
leni.(jiouerebbe  anco  far' i  bagnuolicon  odorifero  vino  bollito  confaluiay 
ajfentioyrofmarinoypagliagrofia  d'orbo  ,fcorre  di  pomo  granato,  e  gu- 
fici d 'agli:poi  fel  bifognoil  riebiedefie,  allacciare  la  vena  da  quella  par- 
te,oueil  tumore  fi  vede:  &  all'ottauo  giorno  apprir  quel  fonte:  indi  mi 
natamente  colrafoìo  intaccatala  Ierdayfregarla  con  aceto,  &  fiale,  & 
in  capo  d'vrìbora  metterai  il  rottorio  bianco,  &  vltimamente  quando 
pur  limale  non  miglior  afit ,  daruijpeffi  bottoncini  di  fuoco  ,  adoperan- 
p    do  poi iojìrettoio  con  l'aecimatura ,  che  alle  cotture  è  conitene  uole.  M. 
Tier 'tundre a,  la  Curba ,  ò  Corba^a  quando  era  frefea, ,  foleua  guarire 
folamente  con  lo  Jputoà  digiuno  :  maquando  con  queslo  non  fi  giottauay 
egli  aperto  il  luogo  conia  lancietta  y  feparaua  convn cannuolo  di  can- 
na il  cuoio  deirapertura,dall'yno,  &  dall'altro  canto;pofiia  di  dentro 
il  cannuolo  dotta  il  fuoco ,  <&■  di J opravi metteua  rofio  d'vouo  sbattuto 
con oliorofato ,  eontinouandopoi l'vngere fol conaffungiay auuertendoy 
che  al  dar  delfuocononfìfufie  abruciato  il  cuoio,  perche  vi  farebbe  re- 
flato affai  brutto  fegnal  dapoi .  Il  mede  fimo  ordine  egli  teneuanel  mal,  Schiauo- 
D  chenominaua ■  Schiauone,il -quale come Sopr'ojfaviene  al  garretto  dalla  nem.aI6e; 
parte  di  dentro:  bencheprima  tentauadi  guarirlo  folamente  con  vntio-  ^io. 
ne  di  agrippia  ,  e  dialthea  ?  laqualparimente adopraua  in  quel  male  > 
■  §he  all'incontro  dello  Schiauonefifa  dalla  parte  di  fuori,  nominatola 
lui  Spauento,ò  fyarouagnoy  che  nel  ripofo  fk  tener' al  (auallo  il  pie  ritira  Spauenta 
ti  in  alto  con  dolore:ma  perchetal  dolore  yquandopoifitrauaglìa,  vie-  òSparauai 
ne  àrnancare;eglinonmancaua  di  faticarlo  ;auuertendo  peròdi  non  dar  ^no  * 
gli  j^ronate  nel  principio ,.  aveioche  palpandofi  per  timore  non  fi  bauef-  Maledel 
fé  fatta  alcuna  fiorta.  Chiamava  oltr'd  ciò  Mal  delle  fonti  piene,  quan-  \e    fontj 
ào  quel  f off ettQ  de  igarretti)  che  sia  dalla  parte  di  dentro  >  e  gonfiato  ;  piene 

e  tal 


T7S  D  Z  L  L  a     0  L  ò  ^7  A 

t  tal  gonfiatura  h. tonando  jpefio  con  aceto ,  fugo  difolatro',  &  acqua  di  g 
refe  mìjìi  in [teme ,  faceua  paleggiare  il  e aualfo  j  &  non  fi  rimaneua  di 
caualcarlo  ;  ma  [e  con  quel  dif enfino  pia  volte  fatto,  il  tumore  non  f ufi  e 
andato  via,eglitraheuafang:ie  dalla  vena  del  collo,dalla  contraria  bau 
da;&fe'l  malfuffe  flato  ia  ambidue,i garriti  ,  ne  trabeua  dalla  banda 
dntta-contiriQuando per  tre  di  dapoi  lafitmentagionedefali,  che  nella 
cura  delle  Cj  alle  fi  è  ordinata;  neton  altro  modo  curano,  co  fi  lelerde, 
le  Fache,  le  quali  fanno  la  gonfiatura  al  coflato  del  garretto  dala  bano 
da  di  dentro,doue  l'altra  gamba  riguarda^come  anco  i  trasfori  ,  che  fé— 
fi<nizzo.  condo  lui  erano  daWvno  canto  e  daW  altro  della  giuntura  ,  cornea  dire 
le  ferde  doppie  :  Quella  enfiatura,  che  fifa  alla  punta  del  garretto  dal-  P 
laparte,che  va  difuori,eglichiamaua  il  mal  de  lagrio,o  ^igri^ji)  :  la 
qual enfiatura  fé  fi  vede  uà  piena  di  acqua,  egli  apertala  defir  amente 
conlailancietta,  fienai  toccare inerni in  modo  alcuno  ;  vi  metteuafo- 
prò.  l'agrippia ,  e  dialthea ,  s'ella  era  di  carnofità ,  vi  faceua  i  bagni  de  i 
Galle  che  quattro  fati  ;  &fe  con  tutto  ciò  non  mancaua,  vi  dauail  fuoco  col  can- 
tumoii     nuolo  nel  detto  modo .  *JM, 'a  tornando  alla  e  ara  delle  Galle,  ciré  fono 
nano .  ^  tumori  molliaguifa  di  vefcichette;e  groffi  come  noci,che  ò  per  col 

pa  della  natura,bper  accidenti  difmifurato  affanno  a  (auallo  giouane  , 
ò  per  li vapori  del  letame  della  fi  alla  (quando  egli  con  le  gambe  ba- 
gnate ve  dimoratojfogliono  vfeire  nelle  giunture  dapreffo  alle  vnghie  ; 
IlCrefenzo,e(jiordanI\itffonon  appronano ,  che  aperto  il  cuoio  con  la 
lancietta  ,fì  vadano  a  poco  àpoco  fc amando  con  l'vnghia  ,  &  cofi  fi 
sterpino  :ne  appronano ,  che  fi  fkc  ciano  confumare  con  lapoluedel  rifa- 
gaìlo;  perche  in  luogo  cofi  neruofo,&pien  d'arterie,  il  taglio  farebbe  af- 
fai pericolo  fo,e'ldolor  vi  farebbe  in  ogni  modo  concorrere  più  humori  : 
però  più  tofio  lor  piace, che  V  animale  fi  faccia  Har  tanto  mattina,  &fe- 
ra,entro  vnfredd:ffimo,&  veloce  finme,che  per  quella  fredderà  le  (fai 
le  fi  vengano  a  rifirignere,  pofeia  cotte  per  diritto,  &  per  trauerfo,po- 
tran  curarfi.-Il  B^ufio  ciò  confermando,foggiugne  poterfi  lattar  con  aceto  n 
forte ipofciavntoui  mele,  e  fparfoui  polite  di  cerufafcaldatafu  vna  tego- 
la,legarui con  vnapei^xafco)Xe di  vite  biancanette,& pefle con  aceioy 
ò  metteruifu  radici  di  cimino  ben  pefia  con  fiale  ;ouer  amente  affentio,rn 
ta,&  hellera  con  tutte  le  lor  radici,bollite  infieme,o  mattoni  ardenti  con 
fortiffimo  aceto  ammorzati  :  ò  che  legai  a  quella  vena ,  che  diuidendofi 
dal  petto,difcende  in  gin  nelle  pani  organìce ,  &  nelle  gambe;  fi  pertu- 
gino le  Galle  conferro  aguy^o  ,&  poi  vi  fi  leghi  calcina  viua  con  olia 
Jlemperata.tsfltrifu  effe  <j alle  mettendo  àgtiifa  diempiasltofugo  di  ci~ 
polle  fio  di  j rondi  di  porri  >  le  restringono  in  modo>  che  non  appaiono. pia 
•     -  ma> 


<Z>  £ r  C^V  ^  tZO)  LI B.  x-  $79 

A    ma  per  ogmpoco  che  l'animale  fi fatichi,  ritornano  come  prima.  *Jtyt.  Gatte  di 
Giouambattiiia,dicc>chefon  dtteffrecie  diGa]ie,l'tma,che  vengono  fenica  c'uc  ^Pec- 
dogtie,&  fon  chiamate  <Acquarole,&  /'  altra  ,  che  vengono  con  dolore  :  c^' 
Q  v.efie  bifogna curar fi  col fhrvn  cerchio  di  fuoco  fu  quello  fpat io  ,  che  je   fpecic 
la  Galla  comprende,dando  in  melodi  quello  vn  bohonetto  ben  pene-tran  di  Galle. 
te;&yoi  mettenti fopra con accimatura  quello Hrettoio,ch  e  ferite anco- 
ra alle  Spallature  y  fatto  con  vna  libbra  di  pece  navale,  tre  di  pece  gre- 
ca^ vn 'oncia  d  ammoniaco  >due  di  mafiice,e  due  digalbano ,  quattro, 
dincenfo, quattro  di  t§rbentina,&  cinque  di  raja ,  liquefatte  infieme  al 
fuoco  ,  ilqualejìrettoio  deurà  covrire  tutta  la  gamba  dal  ginocchio  in 

B   giù  ;  ma  prima  diogn'vna  diqueUe  cofe  ,  fi  farà  douuta  allacciar  la  ve- 
na di  effagamba  a  fangue,&fi<Gco  ,  per  vietare  il concorfo degli  httmo^ 
r:,che  la  natura  fuolfempre  inviare  al  luogo  offefo,  credendo  fi  di  gioua- 
re  .  Tue ffi  ancora  fare  vrì altra  cura  tenuta  per la  migliore  >  che  con  vn 
ferro  fiottile  infocato  fi  circondi  contrapelo  quel  luogo,  doue  la  Galla  è 
difeefa,  &poflo  fu  quella  il  dèto,  premendo  forte  fu  i  nerui,  &  lega- 
menti, che  quiià  fon  collocati,  fi  fàccia  vf ciré  in  modo-,  che  fi  pofia 
pungere  in  me%gp  con  la  lancietta ,  &  cacciata  fuori  quella  materia  in-  . 
d'igeila  :  vi  pieghino  di  fiotto .,  &difopradiiepiumaccìuolidiHoppay. 
fèn^a  rìmouerlìper  tre  giorni  ;  &  indi  innanzi  la  piaga  con  l'unguento: 
*  Sgittiaco  fi  guarifea .  Quell'altra  forte  di  (falle  fi  cura  con  vnguento  co  m 
pofio  di  fapone  f arac  ine  fio, bianco  d'uovo, gomma  di  mandola  amamyf a 
rina  di  fien  greco,&  fai  gemma  incorporate  con  orina  d'Intorno,  &  ridet 
te  aguifa  di  due  palle  rotonde  y  leqnalfi  metteranno  fu 'l  luogo  rafo  ycon 
'vna  acconcia  faficia  legate  ;  eftrette ,  che  cofi  verrà  a  confumarfi  quella 
hvmidità  non  interamente  congelata  dell'ai  cquarole.M. Luigi ,  rafo  che 
'batte a  il  luogo  delle  Galle ,  minutamente  le  tagliava  con  la  lancietta,fa- 
cedone  vfeir  lyhvmore,poifregatouifale,vi  metteua  vna  piatirà  dipiom 
boy  nonrimouendolaper  tre  dì  :  indi  vi  jpargetta  polve  di  bolo  arme- 
nto .  Qualche  volta  legauafu  la  (falla  rafia  vn'empiafiro  di  fieno  deca 
rifoluto  eonerina  d'buomo  :  ouer  amente  di  creta,  &  aceto  ;  sfatto- 
celo tenere  per  tre  dì ,  menauail  giumente  all'acqua  corrente >  fen^a 
fargli  altro,  cjrjeneguariua  ?  vfanaancoravnovnguento,  che  com- 
poneva con  me^a  oncia  di  euforbio,tre  di  cera  vecchia  y  e  quattro  d'olio 
di  alloro  ,  agitata  ogni  cofa  infieme  accanto  al  fuoco  .  M.  Tier '^Andrea 
infegnaua ,  come  dall*una,&  dall' 'altra parte  della  giuntura ,  &  al  ca- 
po del  neruo,  fi  fuol  far  vna  gonfiatura  come  ve f eie  a,  la  qval  bifogna 
difioluere  perii  pori  con  opportune  fumentagioni  :  Sperò-  con  lifeia 
fatta  con  cenere  di  f armenti  *  &  ben  colata  mettem  ibollire con  vinot 

bianco; 


ago  *Z>  E  IL  A     G  Z  0  f^I  j£ 

hianco  in  vn  pignatta  copertoyfaluiaymaggioranzyrofrnarinò  y  camomil-  £ 
laymaxanella}detta  altrimenti  camomilla  magna  yflepa  bianca ,  &He- 
panegrapesìe  infieme:&in  qucfta  decottione  bollente  attutata  vnafyo 
già,  &  poi  bene  {premuta  y  cofi  calda  la  infnfciaua  convna  benda  fu' l 
luogo  infermo  >  fi  che  ne  veniua  coperto  per  ognintorno  ;  legando  fu  ef- 
j a  benda  vna  pelle  di  pecoraio  di  montone y  accioche  meglio  conferitale 
il  caldo }  &  cofi  da  due  in  due  bore  fkceuajpejfo per  ogni  giorno ,  infino 
à  tantoy  che  le  ve f ciche  fi  vedeuano  difiolute  ;  Mapri?na  che  talfiimen- 
tagione  fi  faceffe  y  egli foleua  lauar1 il luogo  con  lifcia  pur  di  far  mento  > 
&  confapone y  &poi  con  vn  buon  panno  auuilup.xto  il  rafcìugaua  :  indi 
vedendo  fi  le  vefciche  >  ò  Galle  riHrette  >  &  ridotto  il  cuoio  allafua  pia-  P  ; 
nc^ga  ;  fkceua  bollire  vn  cantaro  di  orina  di  huomo  (  non  già  di  donna) 
con  tre  onde  di  falgemma ,  tre  ài  fai  di  compaffo ,  tre  di  fale  ammonia- 
co^ noue  di  fate  commune  :  &poi  che  la  decottione  con  vna  fchiuma- 
toia  fatta  a  pertugi  era  ben  dejpumata y  vi  adoperarla  al  mede  fimo  mo- 
Fumenta  ^0  le  jpongie  àfumentare  :  della  quale  fumentagione  di  quattro  f ali  pur 
|1CJjnae.Jre  ottimamente  egli  fi  feruiua  nelle  Scoro  file,  nell'enfiature  delle  ginocr 
&  altri  fì.  «W*  >  nelle  (fomme  delle  giunturey&  in  tutti  altri  sì  fatti  mali.  Vltima- 
milimali.  mente  come  le  Galle  eran  gite  viay  attendeua  à  Iettare  i  peliy  che  in 

quel  luogo  per  le  ff  effe  fumentagioui  eran  crefciuti  fonerchiamente  y  &  r 
per la poffan^a  della  lifcia  eran  cangiati  di  colore  ;  II  qualeffettofh.ee- 
uà  di  leggiero  con  l'vfo  dell'or pimento ye  della  calcina  viua  con  acqua  te- 
pida incorporati y  la  qual  mistura  i  Tintori  chiaman  Tanquia  y  e  i  Mare 
fcalcbiColore  -,  auuertendo  che  non  fi  fac effe  molto  dimorar  fu'l  cuoio  ; 
accioche  no  ne  rimanefiefcaldato_y&  lefo;ma  cornei  peli  incominciauano 
a  venire  al  primo  tratto  y  vi  fkceua  prejlamentalauanda  con  acqua  te- 
pida y  &  cofi  fra  pochi (fumi  giorni  il  pelo  rinafceua  conforme  à  gli  altri  ; 
&fe  bene  il  cuoio  f uff  e  reflato  groffo  y  non  import  aua\  perche  da  fé  He  fi- 
fa veniuaàrifoluerfi.-Mavoleua y  che  mentre quefle  cure  eran  da  farfiy 
Mali  che  fHffe  tenuta  labeHia  in  ripofo.  Suole  il  (fanèllo  bene  ffyeffo  efierfi  di  ft 
caualli  p  m°lti  mah e£h  ^€JF°  cagioneycomefono  la  IncapreHraturayla  Sopra po- 
lorolieffi  slay  &l' jlttintur  a  Ine  apeSh  atura  chiamano  commumentey  quando  i 
'  Cauallo  auuilupato  al  capeflro  il  pie  dinanzi,  ò  (come  più ffeffo  accade) 
quel  di  dietro  y  e'n  vano  sfor^andofi  di  cattamelo ,  fi  viene  à  far  male 
nella  pafioia  dalla  parte  di  dentro  y  con  vna  certa  fegatura ,  che  penetra 
fin'à  i  nerui  :  onde  facilmente  potrebbefen^a  gli  opportuni  foccorfi  ve- 
Incapc-  nir>a>  trijìi  termini: cofi  in  queBaycome  anco  nella  Soprapoflay&  neli'jit 
ia    r*  tinturay  leq itali  ambedue  fono  quafi  vna  fteffacofay  rijpetto  alla  cagio- 
ne. Terche  cofi  qitetta  ;  come  quella  aume ne  quando' l  Cauallo  con  le 

fue 


DEL  CUV  ^tllO>    L1B.  X.  ÌSi 

\£  fiut  "vngìe  offende  fé  s~leffo:<Jfy€a  propriamente  *Attinturaft  dicequanda  Attìnta-" 
i  pie  di  dietro  toccano  quei  dinanzi  ;  fé  la  Soprapofla  pub  ancor  effer  dal  ra  So  pra- 
dinanzi)  toccando  fi 'l' vna  mano  con  i altra  ,~&  però  tutta  la  differenza  p°fo« 
di  queflitai  nomi  è  fecondo  7  luogo ,  che  è  tocco ,  e  danneggiato,  perche 
fé  quello  è  neruofo,il  dicono  attinto,  fé  non  ve  neruoySoprapofìa  .  Hor. 

^per  rimediare  dia  Incapestratura  difirefico  aimenuta,bifiogna  che  fi  fine-     .     ... 
eia  un  tortaneilo  dilana  fuccida,tanto  grof]o,cbe  pò  fa  cingere  tutta  l'In  per  ja  ^ 
ca  yefir  atura ,  &  affupatolo  bene  in  fieno  di  caprone  liquefatto ,  vi  fi  le-  capelli-*- 
gin  agni  fa  d'vna  pasloia,  alquanto  flretto ,  che  toslo  guarirà,  guardan-  cura . 
doycbe'lpiènonfi  bagni  in  acquarne  fi  allordi .  Vn' altro  rimedio  aggiu- 

B  gne  il  B^ifito  ,  il  quale  dice  efferefperimentato  ,  &  vtiliffimo  non  foto  à 
quefio  male /ma  à  tutte  le  Crepacie,I\pgne,I{otture,  e  Tiaghe  :  oltre  che 
fé  alCauallo  per  qualche  infermità  fiufiie  vietato  ,come  cofa  pzricolofa 
V entrar  nell'acquari  bagnar/i  il  luogo  del  male-.egli  legatala  vna  pe^ 
%a  vnta  diqueflo  vngnento,  dice  poterfiì  andar  fiicur amente  per  V  acquey 
perche  non  far  anno  bafleuoli  à  penetrami.  La  compofiìtione  confijle  in  vn     Cauic- 
oncia  d' olio  comm  une ,  &  due  ò  tre  di  terbentina ,  con  un  poco  di  cera,  chie  offe- 
diflemperate  infieme  al  fuoco .  ^Affino  ferine,  che  le  Cauicche  offefe  per  'e-»eiol'cu 
legamiyò  per  ceppi,fì  debbano  prima  sfregar  con  nino,  ò  con  aceto ,  òfia- 
lamoraypoi  vi  fi  metta  vnto  graffo  ,  cjr  empiaslri  bianchi ' ,  i  quali  fiano 

^  delic.atizma fopra  tutti  queHo,che  contiene  vna  parte  di  ammoniaco,^ 
mex7a  di  biaca,  difciolte  in  acqua ,  &  incorporate;  aggiuntola polue  di 
mirto ,quanto  paia  che  basii .  (Coltrone  ordina  per  le  Cauiccbie  un'em- 
piaHro  diqueflo  modo:£llebono  nero  ,  bitume gindaiccyrame  abruciato  > 
fiordi  rameyi.itriolo  abr  nei  atoyf al  amonaco  ,  feccia  abr  uri  ata,&  fiordi 
falnitro  ,  ana  onde  tre,con  afiungia  uecebia ,  cadmiay  &  olio  di  marcay 
ana  onde  fieiMIPier'zsfndreà  curaua  le  Incapefirature  con  la  pulte  em-. 
fc  piaftratafiu'l  luogo  offefo,  facendo  ogni  uolta  lauande  di  nino  bollito  con 
rofmarinoyprimacbe  metteffe  la  pulte  :  poi  come  la  materia  fi  uedeua 

_  diffeccatay  ni  metteua  lana  bagnata  d'olio  bollito  con  fieno  di  becco  ,  e     .      ,. 
terbentina  lanata .  Ma  nella  Sopraposla ,  la  quale  altro  non  èy  che  ofi-  per  ja  f0_ 
fienfione tra  la  carne  uiua  ,  &l 'unghia  fu  la  Corona,  che  rompe  la  car-  prapoiìa. 
ne  (chiamata Soprapofla,  ò  Soprapiede,  perche  fi  cagiona  dalporfi 
cafualmente  l'un  pie  fu  l'altro)ogni  volta,  che  fi  ueggia  efier  fatta  pia- 
ga ,  bifognerà  tagliar  con  la  roinetta  tanto  dell'unghia  intorno ,  epreffo 
ad  e  fi a  piaga  :  che  non  uenga  poi  l'unghia  a  premere ,  ò  toccare  la  car- 
ne uiua  ;  perche  mentre  ciò  fuffe  ,  la  piaga  mai  non  fi  falderebbej 
finito  queflo  (come  ilCreficen%o  ci ammonifice )  laiiifiì  la  piaga  con  ui- 
no  caldo  >  ò  con  aceto  ;  &  poi  fi  medichi  con  ungueuti  appropriati  à 

KKK  f         fiaU 


è'gi         a  t  ti  jt  g  L  0\l  A 

faldartvnghie,guardandole  leti  fra  tanto  daognihumidità,  $  da  ogni  g' 
lordura  .  fi  E^ufio  approua  molto ,  che  fé  la  Soprapofta  non  fuffe  affai 
grande, fi alleffìnod!ie,ò tre uoua  ,& fi faccian dure >e  buttarne  uìa  li 
fcarze,  fi /premano  tra  le  mani;  fiche  diventino  alquanto  Iwghe  ;  poi 
mefione  uno  in  fu  la  bragia,  e  fatto  ben  caldo,,  fubit ameni e  fi  Siringa j "or 
te  inful  male,  laf dui  fi  fi  are  finche  egli  duri  in  calore  :  poiuifi  mettano 
Co  fi  gli  atri ,  a  uicenda ,  due  a  tre  uolte  :  &  fatto  queHa  >  leghififopra 
il  male  ben  e  ald  amente  f uligine  di  forno,  odi  fucina  di  Ferrari,  peHa 
con  un  paco  di  fole,  e  bollita  inolio  :  &quefli  untione  (  fenica  reiterare 
ta  cottura  ddluoua  )  fi  continui  finche  l'animale  fi  a  fan  o,  potendofi fra 
tanto  caualcareal  fecondo  dì  *  V.iofii  ancora  curare  la  Soprapofta  de  F 
wCaltro  modo ,  che  tolti  via  ipeli  d'intorno  It  piaga,  -pifìleghi  difopra 
"pila  lata  cotenna  di  lardo,  (p-argendoui  fuliginfben  pefla  confale  , 
Ò* afiungii Solamente  confale affo  bentmo,ilquiuto  tepido,  per  tre  dì 
o  pongauifi  empiafl.ro  fatto  con  few  di  caprane,cera,  & pecc^t .  Et  fé 
la  carne  offe  fa  iiunxiffe  il  cuoio,  vi  fi  potrà,per  confumarla,  legar  di 
foprapoluc  di  r afura  di  corno  di  cerno  ,  ò  di  bue.  con  f apone  vecchio  .  A4*. 
Tier'<t>4)idrea  nella  Soprapofta  nonfitceui  altroché  Jpefielauande  con. 
orina  d'huama  bollita  con  file  ;  e  tutti  quei  m  ili  ,c're  per  efierfì  il  cor 
natta  con  l'vni  mano  fui' altra,  o  con  l'vnpièsà  l'altro  percoffo  ,  oper 
inchiodatura^  altra  puntura  noncono feiut  a ,  oper  intoppo ,  o  per  colp  o  G 
alcunajal  volta  vengono  atte  corone,  &  le  fanno  fchiantare:  egli  nomi- 
Gauarn .  naua  (jauarri,^ follmente  coni  orina  pifciatafitl male(mafjmamm- 
te  trouandofi  in  viaggio)fbleua  curarli  sfregandovi  fale,com'  era  giunta 
all'hofteria;m*chi  v-nol  far  qneHo,bi fogna  vfar  defìrerga,  che  tpifeia 
non  tocchi  l'vngbia,perche  la  corromperebbe  .Quando  il  male  èflito  ba, 
■  gnato  di  orina,poco  importa,che  fi  paffi  per  acqui: mi  saetta  v-'entripri- 
ma,cbe  l'buomo  fé  ne  fii  auuedutay&  v'b abbia  prauiHo;  bi fognerà  ada* 
per are  l'empiajlra  della  Tultra^on  mane  fido  pur  di  bagnar  il  (Jauarra 
con  fale,<&*  orina  balliti  infieme,fiacbe  ne  fia  vfeita  la  materia,  &  la  ra- 
dice ;laquale  non  deuràjpai4entare,che  la  fri  pertugia,  afoffo:  perche  fa- 
rà fàcile  à  riempiere,  sfaldare, ma  fé  l  animile  dimoHrafie  dolor  af- 
fai,non  poffendo  fermar' il  piede  in  terrayfarà  fegno,che  l  nenia  hafenti 
ta  offe  fa  ;  mijjìmimentefe  dalla puntione  fi  vedrà  vfeire  humar  gialla 
Rimedi  Pe™  carV4errÀ  m  tcLl  caf°  mettere  foura  quella  olio,  <gr  terbentina  bollen 
per  l' At-  t'u'Hella  ^Att  intura  de'  talloni fen-ra  piaga  egli  v fina  il  rimedia  dell' va 
cintura.    uo,miin  modo  alquanto  differente  di  quel  del  I\u fio  .*  perelye  mefìo  vna 
vano  dentro  li  cenere,ben  couerts  di  bragia,  ilfaceuafarduro  in  manie 
rdche  non  fi  rom^eJfe}poi  con  tutta  lafcor-ra  ilpartiuaper  lo  bel  mex^ 


iti  tJPJL  idyiis.  #;       ss/ 

rjl  %ò,ejf>arfodi  fole  tritone  tanto  caldo  quanto  poffibil  fufiey  il  mette  u* 
in  fui  tallo  degatafì  prima  intorno  alla  corona  vna  benda  bagnata  :  ac" 
cioche  il  calor  dell'  vouo  non  V offendere  ;  ilqual  vouo  egli  poneua  con 
vnafàfcia  a  quattro  capi  y  -due  legati  allo  flinco ,  e  due  al  tallone  :  &  fi 
facendo  queflo  due  giorni  vna  volt  a  Udì ,  ildolornon  fuffepafìato,giu°- 
dkaua,che  VJLttintitra  fuffe  difcefa  nella  (prona  .  *A II bora  fatta  bol- 
lire berba  di  muro  benpeHa,  &  empiutone  vn  f archetto  di  lunghezza , 
&  larghetta  quanto  vna  mano: il  metteua  fu'l  tallone  quanto  più  cal- 
do fi  fufìe  potuto  fare  dafopportarfi  ;  V"  femori  qneflo  continuato  per  due 
alni  dì, il  male  non  fuffe  mancato ,  vi  poneua  la  T5 ultra  , la  quale  fenica 

£  fallo  fhceua  apertura,  &  cofi  afcìugatapoi  la  materia,  rimaneua  libero 
&fano  il  piede .  Se  l'iAttinturafi  fuffe  fatta  nei  neruidello  flinco ,  cgjlì 
preflamente  fhceua  bollire  aceto  co  rosmarino  pes~h,&  mefcólatoci  bren 
no,cofijpeJfocomefuol  darfi  alle  galline,  metteuaquellacanigliata  cal- 
da su  la  giuntura  alpiugrofio  di  dietro  ,  slrignendo  il  luogo  con  vna  fa- 
feia  ben  larga,  la  qual  cufeia  nel fottildella  gamba: &fe  con  queflo  non 
fujìe  mancato  il  dolore  in  vna  notte  >  egli  nel  mede  fimo  'modo  vi  empìa- 
slraua  mistura  d' un'oncia  di  mirra,  vna  libbra  di  mele ,  &  me%a  di  ci- 
mino pò lueriT^atOy&rofmar ino  benpeflo ,  bolliti  con  vino  perfetto  in  vn 
pignatta^  ben  dimenati  con  vn  baslone ,  finche  fi  fojfer  venuti  à  raffred- 

C  dare\coft  continouando  per  due  o  tregiorni,mattino,  &fera  :  ma  prima 
d'ogni  altra  co  fa ,  egli  alC  amilo  trabeua  f angue  dal  collo  dalla  contra- 
riapa?te;&  quando  cominciaua  a  guarire,  il  guardaua  dello  fyerone  da 
quella  parte  donde  s'era  doluto  :  ingegnando/i  tuttauia  diauuiarlone  ì 
giri  all'altra  mano.-acciochefi  fufie  venuto  a  lafciarà  pocoà  poco  {'ba- 
ttio vitiofo  per  lo  dolore:  &  queflo  girare  a  man  contraria  tanto  più 
giudicaua  efiereneceffarhy  guanto  più  antica  fuffe  slata  la  *Attintura. 
CjiàlaSoprapoflanon  offendendo  altro,  chela  carne,  fàcilmente  fi  fona 
in  vna  notte  con  l'vouo  cotto  come  s'è  detto;  ma  efiendofi \Attinto  ;  & 
percojfo  il  neruo ,  fi  come  il  male  è  più  difficile ,  <£rpiu  importante,  cofi 
maggior  diligenza  richiede  alla  cura  fua:peroper  leuar  la  doglia,òfpaf- 
mo  lui  caufato,loda  il  Ferraro,che  vn  pollo,òpipione  aperto  per  lo  me%Oy 
yi  fi  metta  caldo  di  fopra ,  non  altrimenti  che  fi  fuolfar'in  quei  mem- 
bri, che  fu  fiero  tronchi  :  Tur  fé  ciò  nongiouaffe ,  slima  ejfer  bene  >  che  fi 
allaccino  afangue,efuocole  vene  fopra  il  ginocchio ipof eia  nettato,e  mi- 
nutamente intaccato  col  rafoio  illuogo  offefo,  fi  freghi  ben  con  aceto  ,  & 
■fale:  indi  guardando  per  qualche  dìcbe'lCauallonon  vifipofia  toccare 
co'  denti ,  vi  fi  farà  ogni  ventiquattro  bore  vnacompofitione  composta 
f$n  vna  dramma  d'elleboro  bianco  3  due  di  Euforbio ,  e  tre  di  cantarella 

KKK    3         ridotte  ' 


$84  DEL    là    Ò  l  Ò  %}l  A 

ridotte  in  polue,vn'onc  ia  di  dialthea,vn  teny  dì  agrippia  ,  &  altretaìi- 
to  d'olio  di  lauro .  Et  fé  deltutto  noufia  conualuto  per  quaranta  dì  ,  vi  & 
fi  metteranno  cauoli  bolliti  con  ortica ,  &  maina ,  &  afìungia  di  porco . 
tjfytafe  con  tutto  ciò  non  mancale  il  male  bisognerà  (legato il  Caual- 
loà  terra)  tagliar  dietro  al  neruo  ,  tra  il  cogolo,  &  la  giuntura,  fcar- 
nando  col  ferro  della  flelletta ,  circa  vn  palmo  ,  per  ogni  verfo  il  cuoìoy 
che  cuopre il neruo  :  dentro  il  qual  luogo  fi  metterà  vn  taslo  di  piombo  > 
quanto  vn  deto ,  legandolo  con  vn  laccio ,  che  ve'l  ritenga .  Voi  la  pia- 
ga vna  volta  il  dì,  ferrea  toccar  il  pio  mbo  ,fi  potrà  medicare  con  empia- 
§ìro  fatto  con  quattro  onde  di  fieno  greco ,  e  due  di  femi  di  lino  poluerì- 
tati,tre  di  terbentina  bollita  con  vino  bianco ,  e  due  di  ajfungia  d'orfo,  ò   * 
v  f»  e  .*  di  graffo  di  lupo,  &  cofi  facendo  per  noue  dì,  egli  in  quindici  giorni  farà    ■ 
perattin-  guar^°  •  M.  Luigi  fu  i  nerui  attinti  fkceua  vntione  folamente  con  dial- 
tui  e        tbea ,  agrippia ,  &  olio  di  lauro .  Tal  volta  per  efji  co  m  pone  uà  vny  un- 
guento con  incenfo,  rafapina,pece greca,euforbio ,  e  fiengreco ,  vn  oncia 
per  cofa,  quattro  difetto  di  caprone,  altretanto  d'olio  buono,  &  vndìci  di 
cera  nouella .  Altre  volte  il  fé  a  con  quattro  onde  di  cera  noua,tre  d' in- 
cenfo, vna  di  mirra  ,  &  me^a  di  rafapina  bollite  in  vin  forteti .  Qual- 
che altra  fiata  il  componeua  con  tre  onde  di  J angue  di  drago  ,  quattro  di 
bolo  armeno,  quattro  d'olio commune,  vnd.cidi  m  tflice ,  con  vndicilib- 
1>ìs\ogi-  foe  difeuQ  di  ^ecco,  &  altre  tante  di  affungìa  diporco .  Si  dislogano  tal    < 
°ambe .     volta,  ò  difcauigliano  le  gambe ,  per  qualche  for^a ,  che'l  Cauallo  hag- 
gia  fatta,  ò  correndo  ingiù  per  pendino,  ò  mettendo  il  pie  tra  le  pietre  > 
Fumenta  ò  tra  qualche  bugio  :  il  che  auuenendo,  M.Vier' '^Andrea  vuole,chefi  mi- 
gio ni  per  ri  di  rimediare  à  quel  neruo,che  tiene  aggiuflate ,  &  congiunte  le  due of- 
"Ij?^ j7  fa  dello  flinco;  non  ceffando  difumentarlo  con  diligenza:  ma  prima  ca- 
Eauoc.     uaua  fangue  dal  collo  nella  contraria  band  a  ;  &  quefìe  fumentagioni 
égli  fé  a  con  vnfacchetto  pieno  diherba  dimuro  peHa,  &con  vn  poco 
d'aceto  fuffrittain  vna  padella,  finche  la  maggior  parte  dell  humidità 
dell'aceto  confumata  fi  fufìeùlqual  facchetto  sì  grande,  che  baueff e  d'o- 
gni intorno  potuto  coprir  lo  flinco,  e  tanto  caldo,  quanto  fi  f uff  e  potuto  j| 
foffrire;  legaua  con  vnafkfcia  :  cofi  facendo  due  volte  il  dì  :  ÀI  teri^o 
giorno  facendo  bollire  in  vn  pignatto  con  vin  per f et  to  vna  libbra  di  me- 
le, &  mer^a  difaley  agginntaui  vn' oncia  di  mirra ,  &  me%a  di  cimino > 
con  fiori  di  ma^anella,  e  di  camomilla,  vnpoco  di  rosmarino ,  ogni  cofa 
ben  pelategli  bagnata  in  quella  bollente  decottione  vna  fpungiaben 
grande,ef^rem:ttahyin  vna  iflante  la  metteuafu  lo  Hinco,  &  ve  l'infa- 
jciaua  nel  d"tt9  modo  :  &  cofi  continuaua  dui  altri  giorni ,  ò  pur  fino  d 
tamofd/egli  baueffs  covofeiuto  ilmruo  ejferfi  mitigato^  ridotto  alfeg- 

gÌQ 


t>ÈL    CU  VU  LIO,  US.    X.  $S$ 

rjt  gibfuO:non  potendo  effe;-  di  manco ycb 'egli  non  ne  hanejie  fentìto  mirabi- 
le beneficio ,  fi  come  ne  fentirebbe  ogni  altra  parte  del  corpo  >  ouefifofìz 
riceuuta  botta  fenica  piagxypur  che  l'off  e  fa  non  fuffe  antica:iJWa  q  netto- 
in  lai  fi  patena  bene  auuertire ,  che  quantunque  hanefìe  voluto  adoperar 
fi  fatte  fomeatagioni ,  fempre  infaponajiaprima  il  luogo  con  Ufcia  atta  a 
lunare  il  capo  ali  biiorno:  &  fé  quella  troppo  forte  fi  fuffe  bisognata  di 
raddolcire  ;  non  la  vfaua  con  acqua  fredday  che  aggiunta  vi  baueffe,  ma. 
"polena  primaycbe  infieme  con  quella  f;: fé  bollita  va  'altra  volta.Giorda- 
no  B^ìffo ,  &Tietro  Qrefcentio  chiamano  SculmatOy  &  Lorenzo  Rufo    Sculma- 
Scalmanato  quel  male  >  che  fa  feparare ,  e partir 'il  capo  dell'anca  dalla  mjnat0 
tr>  naturale  fuapofitur  a;  il  che  aniene)ò  quando  il  piede  trafcorre  più  che 
non  vorrebbe ,  ò  quando  verfo  la  terra  non  diritto  fipofa  >  ò  quando  ipiè 
didietro  con  quei  dinan^fi  auuinchianoy  &  incapeftrano  :  &  lafua  cu- 
ra d'icori  eff  ertale  yche  fot  to  il  capo  deli  anca  fconcia  fi  metta  vnafìellet- 
t-a  conueniente per  vn  fommefoy  acciocbegli  humori  concorran  quiai,  et 
èfcan  fuori:per  lo  quaf  effetto  fa  bene,cbe  fpeffe  volte  il  dì  fi  prema  con  le 
mani  per  ogni  intorno  eff  a  fi  elletta  :  &  che"  Icauallo  fi  faccia  tal  volta 
muouere  apicciol  pafo:poi  facciauifi  va  strettoio  con  pece  greca,  incen- 
foye  mafiice  in  pefo  egualeycon  vn  poco  di  f angue  di  dragoy  e  tanto  di  pece 
nauale  y  quante  faran  tutte  l'altre  cofe  y  le  quali  fi  deuran  liquefare  infie- 
C  me:&fu  tale  empiaflro  difìefo  caldo  nel  luogo  offefofpargafì  ttoppa  mi- 
nutamente tagliata .  Il  mede  fimo  effetto  della  ficlletta  fi  potria  far  con  i 
f etoni  y  ò  lacci pofii  aguifa  di  croce ,  ejpejfo  moffi  :  Ma  quando  ogn' altro 
rimedio  fuffe  vano  ycuocafi  quella  parte  dell  anca  con  linee  conuenenoli 
date  p  er  lungo ,  &  per  trauerfo  ;  perche  dal  fuoco  naturalmente  fi  ven- 
gono a  diseccare y  &  riflriagere  gli  humori  :  Et  q nette  medefime  cure  à 
punto  fi  poffono  adoprare  negli  Spallati  ^quando  per  iittefe  cagioni,  ò   Rimedio 
per  qualche  calcio  la  j palla  trouadofi  le  nata  dal  luogOyfuo  il  (auallo  ^op  £  °"  Spai 
pica  .<Auuien  qualche  volta  ,  che  fi  riceue  vna  firmile  offefa  nella  giuntu- 
ra a  lato  il  piedeyò  percuotendolo  in  co  fa  dura}  o  cadendo  nel  corfoy  o  non 
D  premendo  efio  piede  per  lo  diritto  :  onde  per  effere  il  luogo  pieno  dinerui 
e  di  arterie  y  &  conseguentemente  delìcatOy  il  cauallo  ne  viene  perforai 
ad  efiere  "zoppo;  Il  qual  male  è  chiamato  Stortigliatura ,  ò  Scorcigliatu-      Storti- 
r a  fecondo  alcuni  :  giordano  Hjtffoydice  curarfiinquefìo  modoy  chefat-  gliaturaò 
tavna  poltiglia  di  crufca  di  grano  bollita  con  feuo  di  montone  in  aceto  torciglia 
forte ,  &  ben  dimenata,  &fattafpefa:  fi  leghi  calda  quanto  fi  poffa  tuia* 
durare ,  fu  la  giuntura  :  &  vi  fi  muti  due  volte  il  dì  >  &fe  in  efi a  giun- 
tura fi  faceffe  alcun  tumore  per  qualche  neruo  indegnato  >  mettauì- 
fi  empiattro  fatto  con  terbentina  ,  fquilla,  fiengreco  >feme  di  lino  >e 

KKK    $  radice 


£S£  D  E  L  L  A     GLORIA 

radice  di  maluauifco  pesìe,&  con  affungia  di  porco  vecchia  bollite,  e  di-  £ 
menate  :  Ma  fé  l'ojfo  della  giuntura  fardfmofio  dal  luogo  (ho  ,  bifogne  ■ 
ràuche' l  pie  fano  compagno  dell' infermo  fi  leghi  alla  coda  nel  miglior  rno 
do  che  potrà,  fi  che  venga  àftar  felicitato  in  alto ,  o  veramente  piegato  il 
ginocchio,  come  fé  ferrar  fi  douefie,legh:fiil  pie  f ano  per  la  pafioia  con  la 
propria  gamba;  e  di  quefia  foggia  menìfi  il  Giiimento  d  mano  per  luoghi 
ertì,&  montuofi,  accioche  egli  efsendo  coflretto  di  premere  il  piede  ver- 
fo  la  terra  ,  l'ofso  difir atto  ritorni  al  luogo  fuo;  Ma  prima,  checiòfifac- 
__     ,  .eia,  fi  fa  il  fiopradettoempiaìlro  mollificatilo  adoperato,  z^lle  volte 
pie  disio-  l" vno  °fe°  del  pie  fi  difgiugne tanto  dall'altro,  che  d  gru  pena,ò  quafinon 
gatogran  mai  può  nel  domito  luogo  tornare,  onde  la  giuntura  miferamente  fi  vie-  F 
demente,  ne  d gonfiare ,  &  indurire ,  pero  in  tal  cafo  bifogna  adoperare  il  fuoco  ; 
etengafi  bene  in  memoria  quel  che  il  Bufilo  d  ciò  foggiugne,  che  nelVifpe 
rien-redi  tutte  cotalicure,  da  poiché  ognialtra  via  fi  fard  tentata ,  con- 
uerrd  l'vltimo  rimedio  efserela  cottura .  M.  Tiern^ndrea  dice  a  ,  che'l 
.   mai  della  Scortìgliatura ,  ò  dell*  Storta  ,fuol  venire  per  dafimpenfata- 
"liacura  ò  mente  di  ferodi  ai  Canallo,quaado  einon  l 'ajpett.i;& qualche  uolta  fé  ne 
Storca .      torce  il  neruo,nel  qual  cajò  egli  facendo  ai-zar  ilpièfano  del  caualloyfa- 
ceua  che  va' altro  col  pie  gli  calcafse  fui  trauadore ,  ò  flinco  offefio  t  poi 
Vinfafcìaua  conempiafi.ro  fatto  di  brenno ,  faìme,  rofmariao pesìo ,  <&■ 
aceto  z  cofi  contìnouando  per  due  dì ,  due  volte  il  giorno  \  &  fé  non  gio-  G 
ttaua  tal  canigliata  >  vfaua  lafumentagione  de  ì fiali  detta  di  fopra  >  con 
t  vnti'jrie  delfeuo  di  beccolò  di  carnato,  non  trauagliandolo  in  corjo  per 
qualche  dì .  Hippocrate  ferine  ifegnt  del  pie  dislogato  efser  quefii,  che'l 
Giumento  camina  con  la  punta  dette  vnghie>&  non  poggiando  quella 
gamba  ,f alt  a,  e  tira  afe  il  piede  off  e  fio;  il  quale  nella  congiuntura  non 
ifia  fermo  dì  fiotto  ;  mafugge^  &le  parti  vicine  all'vnghia  r  in.al'za- 
no:onde  fé  gli  fiafiretta  l'unghia  conia  mano,  egli  fi  aedrà  grandemen- 
te dolere .  ^All'hor  vnole,che  datigli  d  g".ifà  di  cancelli  qualche  piccioli 
tagli  attorno  ildislogato  >  vi  fi  leghino  con  ifiecche  di  pino  ,fi>ungie  ba- 
gnate in  aceto ,.  perfete  giorni  i  Et  fi  non  fifermafse  >  mettauifi  per  fei  R 
dì  empiafiro  fatto  con  fiengreco ,  iìqud  dapoi  chefia  fiato  d    molle  tre 
dì  nel  vino,fia  peflo ,  e  bollito,  e  dimenato  col  mele .  Altri  canato  f an- 
gue dalla  corona  del  pie  disl.ogato,efregatoloconfale,c-r  aceto,  metto- 
no fin  la  congiuntura  dell '  vnghia  vna  fioppata  di  lana  con  vino,  &  olio. 
fhceadovÀ  fixffi  bagni  di  acqua  caldd  >  per  giorni  dieci  :  <jr  parendo  cht 
incomìnci driualet fi ,  fregato vn' 'altra  votta  il  piede  iìifermo,vi  le- 
gano con  corame  lana  fuccida  pugnata  in  olio,  fate ,  &  vino ,  leggier- 
mente sìrignenda  illegame)  accioche  non  ci  yenific  infiammagione  ; 

<JVCa 


hit  cjtr allo,  iiB.  n.         nj 

rA  t^Wafeciònongiouafle;  all' bora sformati dallairccejfitàytagliano  l'un- 
ghia di  [otto  con  lo  [carpello ,  [chinando  di  toccar  ìoj]o  >  &  fattone  u[cvr 
[angue  y  empiafìrano  tutto  ilpiede  con  lo  fieno  del  medefimo  Giumento 
incorporato  con  olio  aceto  >  &  [al  ben  trito  ;  &  parsati  tre  dì  con  acqua    + 
calda  lo  lattano:  Et  [e  la  carne  cre[ce[se  trappoli  adoperano  /litichi  me- 
dicamiyjp.efse  fiate  purgando  l'vngbiayt  agitandola  d'ogni  interno,  in  ma 
nieroyebe  cre[ca  eguale:  Ma  [e  ancor  cofìnon  granfie,  non  pofiendo  far- 
ne di  mancoyvi  danno  ilfitocoy  <&poi  curano  le  cotture  ì  Ad  A  flirto  per  S^isio 
la  dislogatura  del  piede  >  piace  trar  [angue  dalla  gamba  >  &  legami  [a-  aa  tura  dì 
[eia  bagnata  di  acetone  d'olio>&  legato  il  pie  [ano  al  ginocchio\fkrlo  §ìar  piede. 
E  per  tre  bore [ul pie  dislogato;  poi [ciotto  lanario  con  acqua  calda  y  & 
fregarloy?nettendoui  per  tre  dìempiaslro  di [calogne  pefle  con  [ale  :  indi 
adoperar  V unguento  appropriato  alle  dishgagioni  delle giuntureyil  qual 
[ifh  con  [emenda  di  mentayHoraceybdellio,gatbano  >  terbentina-,  e  pece 
durarci  onde  per  co[r,&  me^a  di  melcybollite  infie?ne ,  con  agginnger- 
uiquattro  uouay  &  nino  à  basi anyay  la  quai  compofitione  ad  ogni  do- 
glia di  nerui[i  dice  epere  anco  efficaciflìma .  Vn' altra  [e  ne  di[criue  con 
vi[chio  e  fior aceyana  libbra  vna  bdellio  >  propoli  e  terbentinay  ana  libbre 
duei&galbanoyammoniacoypece  &  bitumeyana  libbre  tre .  Eumeloper 
la  Dislogatnra  ordina  vno  empiaflre  il  feccia  d'aceto ,  &  cenere  calda 
C  incorporate  con  vino  >  &  afìungìa  vecchia .  Vegethordinay  che  quando  <;aui^,e 
le  caukchicyò  talloni  e[cvnfuoriy  qneilaoghiy  che  fi  vedranno  piuemi-  dislocati. 
nentìy&  fìmili  a  vc[cichette  fi  tocchino  col  rafoio  minutamente  y  come 
fifii  nel  vento[are  >  e  [e  amare  le  dota ,  e  [fremute  quelle  tai  punte,  vi  fi 
freghi  [al  trito  yinftno  a  tanto  che  Ihnmore  col  [angue  [i  [i  a  ra[c  lutto  : 
pofeia  bagnato  il  pie  con  acqua  calda ,  & [ale  y  premendo  rimettafi  al 
[uo  luogo,  alcuni  vi[ogliono  mettere  lip ariane  meliloto.  Altri  con  le  ma- 
ni vnte  di  affungia  s'ingegnano  di  riporre  il  tallone  alfuo  luogo  >  &  poi 
vi  metono  vnafpungiadi[opra;& gli  legano [u  la  coda.  Altrifiincuoce 

.  fì  re  trite  in[iem  e  tre  onde  di  caHoreo  >  &[cì  difìnape  politico,  vna  libbra 
difale  ammoniacoye  due  di[ale  commtme  :  &  quefia  compofitione  rino- 
uano  ogni  dìy[opra  il  tallone  ,  infinche  ei [ani  y  rinouandola  fpeffo  ogni  dì 
ò  mantenendola  con  ramo  caldo  y  col  quale  dicono  effere  bene  d  bàgnar- 
fi  il  luogo  y  prima  che  altro  vi  fi  habbia  a  mettere  :  benché  il  medefi- 
mo  effetto  farebbe  misi,  a  con  [ale  l'orina  calda.  Hor  ritornando  à  i  p^feic* 
mali  dei  piedi ,  [crìueVegetio  [olerfì  in  eflì  generare  certi  humcri  pu-  nia^  , 
tridiy  &  crudi ,  <&■  che[ono  da  alcuni  chiamate  Vligini  y  famigliami 
à  rogna ,  ò  più  toflo  à  lepra  yjche [i  fpargono  ancor  per  le  gambe  y  e  per 
lejfcalle  :  onde  l'animale  infeHato  dal  gran  prurito  >  mentre  >  che  con 

KKK     4  l'vn 


888  1>ELL^[GlO\l^i' 

ivn  piede  fi fréga. ,  &YòÌe  l'altro)  vi  fifa  piaghe  :però  bifogna  attende-  g 
re  a  purgare  tutto  il  corpo y  cauandefangue  da  i  luoghi  opportuni ,  but- 
tandogli per  la  gola  radice  di  cocomero  fanatico  >  mescolata  con  polite 
«    di  nitro;&  ungendolo  con  empiaflroy  ilquale  contenga  due  libbre  di  mi- 
ft  con  fale  di  jLfricaycipollefaluatichey  folfo ,  &  olio-i  libbra  vna  per  co- 
Puftulena  fw0^  inf*eme.  *A  quelle  putitile  poco  maggiori  di  vna  femen^a  di  na^ 
teattorno  uone,che per  lo  gran  correremo granpefo  >  o  lunghi  viaggi nafeono  attor- 
alle  giun-  no  alle  giunture  de*  calcagnilo  cauicchie  da'  Greci  chiamate-  <>JWellice~ 
Mre*  ridiyperche  l'enfiagioni^  le  cr  itile  loro  caccian fuori  certi  humori  grof- 

ft  e  di  color  famigliarne  a  mele.-narra  Hierocleyche  (jieronimo  configlia- 
uà  a  dar' l  fuoco  con  ferri  dirittiyo  veramente  come  ad  altri  pia  piace  con  P 
iftrumenti  di  rame  bruciando  folamente la  pelle  yfen^a  toccar  la  fot- 
tana  tonica  :  &  co  fi  (premere  ben  Ihumore  ;  guarendo  poi  le  cotture  con 
olioyceraye  graffo  liquefatti  di  compagnia  :  &  lauanùcon  acqua  fatfd  , 
e  par  con  fredda  .  Ma  egli  non  lodando  il  dar  del  fuoco  ,  per  lo  pericola 
delle  vene  ;vuol  folamente  ,  che ^'caricatala  vena  fotto  la  piegatura  del 
piedeyvifi  laui  con  acquay&fe  ciò  nongioitaffeyafcingbifì il  luogo  più  eh 
vatOy&  cai  rafoio  s'intacchi  tantOycke  butti  bumidità:  poi  fi  la  ui  con  ac- 
qua &  acetOye'l  feguente  giorno  s' ad  opri  l'vntOyche  fi fìt  digalbanaxme 
r •  amente fkc ciaf  bollire  in  vino  temperato  conpari  acqua  yftercoyc  dieci 
onde  di  f alnitrod'EgittOyCon  foglie  tenere yh  radici  di  moraro  d  Egitto > 
C*r  c!Ò-s'adopri;d  andò  il  fuoco  nelle  giunture  delle  cofeier  &  come  l'ani- 
male Bara  meglio  >  diagli  ft  a  bere  dell'acqua  e  alda^A  le  uniytr  atto  fan- 
gite  dalla  vena  predetta  fotto  la  piegaturayvi  mettono  fopra  farina  difh 
uà  mef colato  con  vnpoco  di  meley&fal  bì-ufìolatOy&olio^Altriycauato 
il fangue della  vena,che slàydi fopra  lapiegatura  delpiedeyvifhnno  em~ 
piaHro  con  fichi  tener iy&fre) chi  di  fico  f abiatico ybolliti  vel  vinoy&  mi 
natamente  pesìiy&  incorporati  confterco  dibue.Hippocrate  diceyeurar- 
Mèli  ceri-  fi  le  Meliceridi  con  medicine  agglutinanti  y  &cÌ7e'l  primo  dì  fi  freghino 
•  •  con  oliay<£r  falene  i  feguenti  fi  bagnino  d 'acqua  caldayvngendo  l'vnghie 

di  graffo  d'ocaye  di  butiro .  Et  fé  ciò  non  giouaffey  traggafi  fangue dal  gi- 
nocchio y  &  mettauift  di  fopra  vnafpungia  bagnata  in  aceto  con  acqua  > 
<*r  mele  ;M  a  s' elle  f uff  ero  anticbey  diaffuoco  nelle  ginocchiaynon  prof on 
do  dando  tantoché  la  giuntura  fé  ne  offendere  ;ne  cofipoco  che  non  ba- 
flafìe-.indi  fi  curino  le  cotture  nei  modi  v fati. Prenda  fi fai '  ammoniaco^, 
rame  abruciato ,  &  fquame  di  ramey  ana  onde  due ;polue  d' incenfo  y  e 
biaccayana  onde  treycon  otto  di  marche  fifa  >  due  libbre  (Folioy  &  fior  di 
falnitro quanto*  bafii  >  e*r  incorporata  ogni  copi  infiemey  syadopri;  oue- 
ramente  fatnitro  >  fiondi  fecche  di  okandm^affun^ia  vecchia,  e  bitume* 

tre 


DEI    CjìV  JtL  LOy    LI  B.  X.  l$y 

jt  tre  onde  per  vnoyò  fai'  ammnn.iaco>litargirìoymarchefitày&  biacca  >  on- 
cia ynaper  cofa >  rame  abntciatOy&  verderame^ana  onde  due  y&  fei  di 
olw.Teonnefts  afferma ,  curar  fi  quefieinfiagioni  humideye  grojfe  de  i 
calcagniyimgendoli  con  miSlura  caldaylaqual  contenga  fei  onde  di  rame 
abru  ciat0y&  otto  di  verderame ,  con  prefumo  ammoniacoymarcbefitaye 
biacca ,  libbra  vnapercofay&  quattro  d'olio  .  Tiberio  per  Iettare  le  me- 
liceridi  acquo  fé  yfen%a  adoperarci  ferro  >  propone  a  mettere  fopra  i  luo- 
ghi che  n'han  bifogno  ,  due  oboli  di  olearie  Ilo  berba  faluatica y  e  due  di 
adarceyquattrodifrondi  di  oleandroyquattro  di  femey  di  agretti  ;  &  al- 
trettanti di  Her  co,  di  colomboycon  fei  di  euforbioypejìi  bene*,  &  san  affan- 
ti già  dìfcioltiin  aceto  .*.d  Uri  pigliando  di  pari  pe fa  acaciaycadmia  abrucia- 
tayverderameyelleboro  neroybitume  giudaicoyfalnitro  rofioyvivriolo  arfoy 
afiungia  veccbiay  ammoniaco yfeccia  d'oliOy&  calcitideyridotte  inpolue 
&  triuellate  le  cofefecche\&  pefia  l'affungia  con  le  co  fé  bumidey&  fi- 
nalmente incorporatayne fanno  vnguentOyilquale  diftefo  in  vna  peT^ayle  Vnglien— 
gano  fopra  il  male  con  lana  attorno  irinouandolo  di  tre  in  tre  dì  fra  à  tan-  Meffcer£ 
tOy  che  trouinoil  luogo  pertugiato  come  criuello  y  e  cacciato  vial'humo-  fa 
re ydiffeccano  quelle  parti  con  la  compofnione  chiamata  barbara  y  che  fi 
fa  di  bitume  pece  ammoniaco  ylitargirio  y  olio  >  <&•  aceto  filtri  fan  com- 
C .  pofitione  di  calciti  >  e  v&'derame  y  vetriolo  feccia  di  pfilotro-^e  galla  ne- 
rayana  onde  tre  y  elleboro  nero  y  gr  mifi  liquefatto  y  ana  onde  quattro 
con  fior  di  rame  &  cornino  di  jLlcfiandria  àbaUan^a  ;  con  aceto  forte,, 
pefiaudo  al  mortaio  ogni  cofa  infieme:  Tuojfi  ancoydapoi  che  Ihumore 
fi  èpurgatoyadoperar  calda  vna  miflura  di  ammoniacoy  marchefìta  y  & 
vetriolo  abruciato  y  &  libbra  vna  &  me^aper  cofaymeyrza  di  verdera- 
mey&  quattro  di  olio  commune  y  con  vna  oncia  &  mei  a  di  biaccia.  He- 
leno  Marifcalco facendo  ficaldarevn  poto  dolio  in  vn  laue^oy  vi  met- 
teua  fei  onde  di  litargirioy  &  fei  di  ajfungiaypoi  colatele  yv'  aggiugne- 
ua  me%a  libra  di  cicuta  y  rne^a  dipfilotroy  &  me^a  di  mi  fi  liquefatto  y 
£  yna  di  gomma  y  vna  &  me%a  di  ceray  e  quattro  di  opopanacey  con 
vn- oncia  di  calciti  y  quattro  digalbanayfei  di  aceto  y  e  fette  e  me^a 
difale  :  Batterebbe  anco  a  mefcolare  nell olio  fcaldato  me^a  libbra  di 
litargirioy  me%a  di  marchefìta y  &  me^xa  di  cera  vergine >  con  vna: 
di  cera  commune ,  e  f caldai  a  quefia  mifiura  in  vn  vafe  di  ferro ,  por- 
la fopra  il  ginocchio  .  filtri  fan  bollire  in  aceto  >  frutti  d'bellera 
femepefiodirofmarinoy  e  calcina  y ina  y  ana  onde  (quattro  ;  e  due  di 
folue  d'incenfo  y  con  fei  libbre  difale  ammoniacoy  &  fei  grani  di  Ber  co* 
di  colombo  y  poiconvnafafcia  ne  mettono  fopra  il  male  y  non  difcio- 
gliendo  fin' è  i  cinque  dì  i  allbora  Lauatoui  con  acqua  calda  ;  vi  ni- 

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Jpo  Z>  E  1 1  a    q  L  0  \1  Jt      ! 

mettono  la  medefima  medicina  per  altri  cinque  dì,  cjr  coft  il  guarifco-  g 
no.  filtri  non  vi  fanno  altro fé non che  forato  il  tumore  con  vnoflilo, 
■vi  fregano  fate ,  &  olio  ,  poi  vi  lanario  con  acqua  calda ,  &  vi  mettono 
Humori  vn  cerotto  .  M.Tier' Andrea  per  riparare  àgli  humori ,  cbefogliono  di- 
j  '  n  r        fendere  alle  gambetti" -à  i  pie  di  dietro  :  coìlnmaua  di  cattar  a  baftanya 
e  egam  ym^ue  d  alla  partedel  còllo  destra  :  poi  lavatele  gambe  con  Ufciay  & 
rafciiigateleyviw.citeua  vntione  difaima ,  0  d'ajìungia  bollita  con  quel- 
la acqua  mifla  d'aceto  ,  cb'egliprima  haueua fatto  bollire  con  l ortiche, 
M.  Giouan  Battigia  diceycbe  a  ipiè  del  Cauallo  vengono  humori,  refte  ,  e 
crepaccie  ,  le  quali  benché  fan  quafi  vna  coft  ;  perche  procedono  da  vna 
isleffa  cagione;  tutta  volta  b  dallimpreJfìoneyche  fanno ,  9  dall'antichità  9 
diuerfi  nomi fortifcono:ma  parimente  richiedono  diligente  foccorjo  :  per 
'  che  l'animale  addolorato  in  quefti  luoghi  articolari,^  neruofiyn:angian- 
Humori  do  poco  y  fi  viene  à  confumare  ,  &  non  puòferuire  .  *A  gli  humori  dunque 
auucnuti   dìfrefeo  auuenuti.fi  rimedia,  fé  per  atto  dì  vna  volta  il  giorno  vi  faccia- 
co*  no  bagnid 'acqua  bollita  con  malue,  legandovi poila  remola  afeiutta  0- 
n  co_  gni  fiata  ;  &  in  afeiutto  luogo  tenendo  il  Cauallo  fé  mpre .  Le  I{es~le ,  che 
nie  fi  curi  fonobumori  antichi ,  fi  curano  con  legar  nel  luogo  primarafo,  &  netta- 
no, to  vna  cotenna  di  lardo  bollita  in  aceto ,  fen%a  altrimenti  toccami per 
tre  giorni  :  pofeia  vna  volta  il  dì  vi  fi  metterà  vnguentò  fhtto  con  lardo 
vecchio  fquagliatoylitargirioy  mastice,  verderame  e  f uligine  di  camino, 
diftemperata  ogni  co  fa  infìeme  con  latte  di  capraZe  Crcpatele  fon  quel- 
'r1'2*'3  "  lefifìureycbe  fi  fanno  tra  l'unghia  y  &  la  corona ,  prodotte  da  intrinfeco 
humor  fecco,&  melanconico^  da  caufa  esteriore  per  le  brutture  &  lor~ 
ditie  iui  difeccate,come  anco  le  I{efte:&-però  il  mede  fimo  vnguentò  po- 
trà fcruire,haucndole  prima  tocche  leggiermente  con  vn  coltello  infoca- 
to: benché  alcuni  stimino ,  che  caualcand&fi  il  Cauallo  sferratole  ne  vtn 
ga  à  guarire  :  perche  la  "datura  vienperquelmeTgpadefialare.  il 
Crepac-  Crcfcenxp,cl  J\uffo  fcriuono ,  che  quelle  infermità  cagionate  dalla  fumo- 
eie  agio,  fità  del letame,&  volgarmente  chiamate  crepaccie:  le  quali à  guifa  di  n 
nate  dalla  rogna  rompono  il  cuoio ,  &  la  carne  fra  le  giunture  dei  piedi  &  l'un- 
del  kta-  ghie  ,&  talborafhnpUTga ,  dando  gran  paffione  £ ardore  all'animale  : 
pie.  non  richiedono  cotture  in  alcun  modo,  ne  che  dall'animale  fi  cauif an- 
gue: ma  che  primieramente  fitteli  il  luogo  del  male  con  quella  compofi- 
tione  chiamata  pfilotro ,  che  à  questo  è  atta ,  laqual  confisle  in  vna  par- 
te di  orpimento,^  tre  di  calcina  vina  peste  infieme ,  e  tanto  bollite  in  U- 
fciafortey<&  agitate,  che  ponendola  vna  penna  dentro,fi  veggia  imman- 
tinente fermare  :  apprefìo  lanate  le  Crepacele  con  tepido  vino  bianco, 
grrafeiugate,  vnganfi  due  volte  il  dì  con  questo  vngUento ,  che  va- 
le à 


DEI  C  Ji  V  JL  LIO,  LI  B.     X\  g9t        • 

jl  le  4  riftrìgneì'e,&  à.faldare ::comt> onendòfi  comma  o.-iciadi  orpimenti >  > 
tre  diverderamc>&  cinque  di  fi'.lviineyaggiuntoui  tacito  di  mele  liquido 
quante  faranno  le  tre  dette  cofe  ,  con  vn  poco  ancor  di  calcina  viuay 
ben  dimenate  infieme  con  ima  me  fola  à  fuoco  lento  .  Cjioua  ancora  fre- 
gar bene  effe  Crepaccie  conorina  di  fanciullo,  òcon  citrangoli,ò  limo- 
ni ben  cotti  entro  la  bragia,  a  tener  il  giumento  mattino  &fera  in  aqua 
falfa,  quando  Untare  e  pia  freddo  :  ò  che  fu  la  parte  fpelata  fi  metta  fe- 
uo  liquefatto  con  cera,  bpolue  d'vngufcio  dì  vouomijìa  con  polue  di Jter  n  .  . 
co  di  gallina^  veramente  calcina  viua  Stemperata  con  olio  di  oline.  *Al  per  |uarl 
tri  vnguenti etiandio fcriue  il  T{ufio  effere  appropriati à quefto  male;  co-  reCrepac 

R  me  farla  mefcolare  con  olio,afìungia  ,  acetoy  &  mele,  vna  oncia  d'orpi-  ci?  »  &  aU 
mento,vn' altra  di  arfenica,  &  vrfaltra  di  biacca:  atolta  ruta,e  capri-  Eli [!™  * 
nella  in  buona  quantità,  metterle pesìe  a\  cuocere  in  aceto  fartiffimo,& 
olio  commune,  con  vnpoco  di  afìungia  dì porco,  olibano  ,  cera,  &  folfo 
vino,  &  farle  tanto  bollire ,  che  f  aceto  fi  a  confumato  :  &  poi  colata  la 
miftura,&  confermata  per  li  bifogni ,  vngemeal  Sole  :  èfìemperare  eoa 
vn  poco  di  cera  vn  oncia  d'olio  d'olive,  e  due  b  tre  di  terbentina ,  mefeo-  \ 

landoui  ancora  de  i  trifogli,  quando  ci  piaccia  to  neramente  incorporare 
con  olio  violato^  rofato,refma,mele,&  chiara  dvouo:b  con  olio  commti 
ne,&fale  mettere  peiliroffid'voua  roflite,duri:ilchepubferuire  ancora 
q  nelle Grifarie\vn' altro  nonptirle(frifarie,&  le Crepaccie ,rna  i  Fj^twli) 
i  Celfhi  Farfarelli,  la  Tigna,  &  la  Scabbia  pub  guarire  :  il  quale  rice~ 
ne  otto  onde  di  coperofa,fei  di  apofiolkon,fei  di  mele ,  &fei  di  fangue 
porcino\quattro  di  rafapina,tre  difolfo  >  tre  d'olio  d'oli  uè  ,  e  tre  dincen- 
fo,con  due  difinopidc  ,.  &  argento  vino. Ma  prima  che  taVvnto  fi  met- 
ta,faran  da  far  fi  lauande  con  hfcìa:poi  di  due,  in  due  dì  con  aceto  >  coft 
continouando  tre fettimaneiìndì perfaldare  s 'adopererà quell 'vnguenta 
che  fi  fa  con  vna  oncia  di  butiro  ,  vna  &  meyga  di  mele,  fei  de  verdera- 
me ben  trìto,&  farina  di  fatte  quanto  vnafeor^a  dì  noce  potrà  capire . 
Daquefle  Crepaccie  ne  fuole  prauenire  vn 'altra  jpecie più  maligna,  che 
£  per  trauerfo  partendo  la  carne  uiua,che  fi  congiunge  con  l'unghia,  afflig 
gè  affai  più  l  animate,e  gli  ìmpedijce  il  caminare;ne  con  unguenti,  ò  altri 
medicami  fi  cura  bene-,fènon  con fuoco., ilquale  bifogna  dare  alle  fuee- 
Hremità  con  un  ferro  >  cheìmbbiail  capa  tondo  ;  perche  mediante  quella* 
cottura,il  male  uerrà  à  niancare.  Chi  votefie  nondimeno  altra  ipm  na- 
temi rimedi ,  che  per  £  altre  Crepacele  fi  fono  detti  prauarne  un  'altro  > 
potrà  feruir fi  di  quella  unguento  dì  cera  e  terbentina  y  che  nella  cura 
delle  Tiaghe  fi  de  fermerà  \  il  quale  èpreti.ojo  y  <*rgiomuokfommamen- 
temnfQlaadogni<iualìtÀdi  Crepacele  :  ma  à  Crifàrie  ancora,.  <$• 

àfla- 


*Ègp2  D  E  L  L  U     G  l  0  \f\4 

Clauardiyb  jfquarole  ;  &à  tutti  altri  s)  fatti  mali .  ^Agostino  Colom-  jr 
brodice,  che  gli  humori,  iqualiper  conottione  difeendono  alla  corona 
de  piedi ,  nonfidcono  preft  amente  riftrignere  ,  ma  lafciar  purgare  per 
molti  giorni  tenendo  bene  tofati i pelici  fondo  della  slalla  ben  netto-,  & 
fecco;non  mancando  cUtrar  [angue  dalle  vene  ,  che  fon  tra  le  cofcie  del 
dritto  &  manco  lato  .  Et  quando  più  f offe  l'humore  in  tutti  ipiediy  mag- 
gior corrosione  dinoteria .  Vero  fé  fujfe  apparfo  dipoco  tempOy  farla  da 
trarfifangue  dszl  collose  di  molti  giorni ,  da  tutte  le  gambe  nelle  ginoc- 
chia; &fefuffe  dhticoydi  molta  quantità  ,  pw^plente  &faniofa,farian 
da  legar  fi  le  vene  in  ciafeun  piede>oue  fuffe  la  conottione  ,  accioche  non 
vi  concorrejfe  più  f angue  a  putrefar  fi .  Quando  poi  fi  vorrà  reslrignere  F 
queWhumore ,  fkcciafì  cuocer  bene  in  acqua  vn  pe^TO  di  lardo  vecchio 
di  porco  ,  che  fian  due  libbre.  Iettatane  via  la  cotenna  ;  poi  sìrignendolo 
con  vno panno  dilino,quelche  rìvfdrà,firaccoglia;e  Stemperate  in  efio 
tre  onde  dibiacca,&  altrettante  d'alume>fe  ne  faccia  continua  vntione. 
Vale  medefimamcnte  a  riftrignere  gli  humori)  &  ogni  altra  carne  mol- 
le j  vna  libbra  di  Ut  argino  >  conquattr  onde  di  biacca,  difciolte  in  fugo 
dtfolatro  .  Et mirabile  giouamento  fi  fu,  ftropicciandoi piedi  due  volte 
il  giorno  con  remola  di  grano  y  alla  quale  bene  fcaldata  in  vna  caldaia 
fi  Ci  a  fatto  imbeuere  aceto  forte  y  continouamente  menando  sì  chefìa  ri' 
mafa  afciutta,&  quaft  arficcianell  adoperari.  filtri  vfano  di  lauar'ef- 
fi  piedi  con  olio,&  aceto,  filtri  fan  bollire  fei  onde  Volume  in  due  lib- 
bre d'acquayfincbefìafcemato  ilter7Qy& poi  V adopranoytsfltri  con  ace 
tofortiffimo  mefcolando  in  vn  mortaio  affungia  di  porcoy&  argento  vi- 
uoyvi  aggiungono  fugo  di  lapatio ,  balauHipeHiybitumey  gomma  di  pece 
&  paftinaca  feluaggiay  &  poiché  bollendo  fi  fon  ridotti  in  vna  foftan^y 
ne  fanno  vntione  vtilifiima  a  guarire  gli  humori  antichi -.tenendo  i  piedi 
infafciatiy  e  ben  guardati  da  luto  >  e  da  acqua.  Luigi  Vento  per  riflringe- 
regli  humoriyche  concorreuano  a  i  piedi  >  adoperauajpejfo  lefcor^e  del 
granato  bollite  in  aceto  :  qualche  volta  diilemperaua  farina  con  acqua,  # 
&  olio;e  tal  farinata  metteuafu  i  piedi,non  troppo  calda.<isfltre  volte 
fe'l  bi fogno  parea  richiederhy  fkceua  bollire  in  vn  pignatto,mele,fapom 
molle,  &  verderame  >  &  con  queslo  vngeua  gli  humori:  &  volendo  far 
Vvnguento  più  forte,  vi  metteua  vn  poto  di  aceto,  oueramente  con  ace- 
to &  mele ,  e£*  verderame ,  fkceua  bollire  farina  di  grano ,  alume,  e 
gaUiyquattro  onde  per  cofa ,  &  nefea  empiaflro  :  &  quando  dal  prin- 
cipio s'accorgeua  venir  gli  humori  fkceua  al  Cauallo  vntione  con  fu- 
go di petrofemoloyquanto  due  detaydue onde  di  verderame,  &  me^a 
libbra  di  Iqrdo  bollite  infìeme }  e  menate  tanto  >  che  fusero  raffreddate  . 

Ulte 


bÈL    CaFjlLOyLIÈ.X.  892 

jl  affile  \efle  (dapoi  che  lehauea  rafie)  egli  ponea  Aereo  fiefico  di  huomO.  Rimedio 

'  per  cinque  dì:  poi  per  cinque  altri  vivngea  con  fapone  molle ,  mifto  con  P;I.Re 
olio,  èrcofilefianaua,  Ter  le  (repaccie  fkcea  unguento  con /uligine,  Cle,repa 
verderame,  orpimento  ,  &feuo  di  caprone,  &  quando  hauefie  visla  la 
Cornara  alteri%ata,vifregaua [al  minuto;  &poi  vi  metteua  con  bianco 
d'uouofloppa  bagnata  d'aceto.  Ter  le  (repaccie  trauerfefea  bollire  una 
mifura  di  olio,con  due  grana  difeuo  di  cabrato ,  &  vn  tornefe  di  fapo- 
ne molle,  poifeoflato  dal  fuoco ,  vi  aggiugneua  vn' oncia  di  argento  viuo 
rifoluto ,  due  di  verderame ,  &  tre  di  calcina  viua,  &  mef colata  ogni 
cofa ,  alla  fin  vi  metteua  vn' oncia  di  cera  bianca,perfkr  la  compcfitione 

£  quagliata .  La  Grifaria,che  di projjimo  fu  nominata,  è  vna  infermità  co-  Grifaria 
gnita  a  Marifcalchi ,  la  qualnafce  nella  corona  del  pie  [opra  l'vnghia  ;  co"Yr  M 
&  quando  ella  è  antica ,  fi  giudica  incurabile  :  fé  non  che  alcuni  afiotti- 
gliatala  con  alcune  vntioni  appropriateci  danno  il  fuoco .  Il  I{ufiadice 
affai giouare,che  molte  volte  su  quella  fi  metta  brenno  grofio,  bollito  con 
afìungiafrefca  di  porco  pefla:  fheciafi  bollire  in  due  libbre  d'olio  vecchio 
vna  libbra  di  affungia  vecchia,e  due  del  maggior  tithim  alopeftepoi  co- 
lata la  mislura ,  aggiungauifi  vn' oncia  di  verderame  ben  polueri%ato , 
&  vn' altra  di  argento  viuo ,  e  tanto  fi  menino  infteme ,  che  rejìi  il  li- 

r  quore ,  come  vn' unguento ,  delqualfi  vngano  di  continouo  effe  Gufarle  , 
fin  che'l  (auallo  fia  fano  :  oueramente  fkeendo  al  fmeo  diflemperare 
vna  libbra  di  mele  mettauifi  verderame,&  alume,  due  onde  per  vno,  in 
polue;&  tanto  fi  menino,cbe'l  mele  fia  raffreddato .  Già  fi  come  fi  pofi- 
fono  alla  Grifaria  adoperare  molti  di  quei  rimedi,  che  vagliono  alle  (re- 
paccie, &  alle  (frappe;  co  fi  à  vicenda  molti  che  fono  buoni  perquefla , 
fon' anco  per  quelle  buoni,come  farà  calcinare  tartaro,  ò  rafia  di  botte,& 
cofi calcinata  difioluerlo  in  acqua,  &  poi  congelarlo  aguifa  di  fiale;  In- 
di mifìo  con  vnpoco  di  fapone  fortiffimo  ,  farne  vnguento ,  ò  empiaslro, 
&  ungerne  bene  i  luoghi  infermi,  leuatine  prima  i  peli ,  ò  con  untioni  da 

tj  fpellare ,  ò  con  tenagliette  in  modo ,  che  n'efeafangue .  Queflo  empiaflro     Empu- 
dice  che  in  uentiquattro  bore  farà  andar  uia  il  male,  non  pur  delle  Gri-  f^/sfr- 
farie,  delle  (frappe,  e  delle  (repaccie  ;  ma  di  tutte  le  Serracele,  che  raccieetc. 
fogliono  dar  noia  alle  gambe ,  e  di  tutte  le  Scarde ,  I\eHe ,  &  T{ogne  uiue 
&  Sopr'offi .  Vn' altro  ancor  ne  pone gioueuole  à  (f  rifarle ,  à  I{efle  lun- 
ghe ;&à  (frappe  di  trauerfo;  che  riceue  calcina  ulna,  uetro  polueri^a-    Grappe 
to,&  nerderame ,  un'oncia  &  mc^aper  cofa  ;  una  d'orpimento ,  &  tre  c^fnik  l 
diafiungiadiporco,  òdicaslrato  ,  con  olio  una  quarta  manco  di  tutte 
ledette  cofe  :  &uolendo  far  l'unguento  più  forte,  fiano  due  onde  del 
mrderame ,  le  frappe  nafeendo  pur  nelle  giunture  preffo  allunghia;et 

rom- 


t/4  h  "Et  LA    G  IO  \1  Jt 

rompendo  la  carne  per  lungo,  tal  volta  per  trauerfo ,  cacciato  del  conti-  g 
nono  acqua,  ò  marciaci  Cauallo  ne  viene  a  zoppicare:  al  che  douendoft 
rimediare,fhcaafi  primacon  l'vntione  appropriata  gelare  il  cuoio  della 
giunturaipofcia  lauinfi  bene  le  frappe  con  acqua  calda  per  farne  gir  via, 
ogni  pelo  :  indiftlauim  va' altra  volta  con  decornane  di  maina  >  di  fol- 
fo,&  feuo  di  becco;&  lafo$lanrza  di  queste  cofe  legata  dentro  vna  pez~ 
•%a,auuolgafi  intomo  alle  giunture  offefe  mattino  t,  e  fera  per  qualche  di 
pofciacomincifi  àlauare fifture con  vino  forte  alquanto,  tepido,  &\ra- 
fciugatele  bene,  pongauifi  vnguento  fatto  con  feno  di  becco,  di  cera  nuo- 
ua,di  reftna,&  di  gomma  d'abete  di  pari  pefo:  cofi  continouando  finche 
ellefifiano  faldate,^  aWhora  trattogli  [angue  dalla  vena  ?naejlra  del-  P 
le  cofcie  ,fi  potran  fkre  convenienti,  e  fyefle  cotture  per  tutte  le  parti 
offefe,  lequali  cotture  poi  con  sìerco  jrefco  di  bue  agitato  con  olio  caldo 
Viglienti  fi  cureranno .  Quefli  mede  fimi  ordini  dà  il  Bluffo,  fé  non  che  nella  de- 
per3  Cre-  cottione  detta  di  fopra  ,  in  luogo  del  folfo  pone  il  brenno  .    Il  B^ifio 
pacciefe-  olir' a  ciò  benché  dica,  che  tale  infermità  di  rado  fi  fuol  curare  perfetta- 
raccie ,     mente :non  manca  pero  difoggiugnere  due  altre  maniere  d'vnguenti  ap- 
propriati non  pur  alle  Grappe,ma  alle  Crepacele  fecche,alle  Seraccie ,  al- 
le  (jrijarie,allaTigna,  &  alle  B^esle  lunghe,  che  fopra  inerui,  e  dietro 
le  gambe fouentenafcono.  Lm  de  quali  riceue  me^a  quarta  di  folfo  vi- 
uo,&  vna  difapone  molle,bollarminio,  mele  crudo ,  <&•  verderame ,  ana  » 
oncia  vna  per  co  fa,  &  menadi  bugia  :  olio  di  lauro ,  e  terbentina  ana 
onde  due,  e  tre  di  Ut  argino  d'oro:  vna  libbra  d'affungia  vecchia;  &  cin- 
que di  feuo  di  capronefò  di  beccotogni  cofa  bollita infìeme;diqueJìo  vuo- 
le,che  sunga  due  volte  il  dì  il  luogo  Jp  elato;  &  che  ogni  ter%o  dì  vi  fi  fac- 
cia lauanda  con  lifcia ,  e  f apone  per  leuarne  via  le  Cruflelle ,  &  appreso 
con  vino  caldo  :  &  poi  rafciuttoft  torni  ad  vngere .  V  altro  ch'egli  chia- 
ma J\pttorio,non  contiene  altro,che  vn 'oncia  difapone  comune ,  e  due  di 
calcina  viua,con  capitello  quanto  bafii  a  diflemper  arie  ;£t  chi  voleffe  far 
là  più  forte,mett aiti  aceto  in  vece  del  capitello;  con  qncflo  lafcift  flar  per  g 
vn  dì,ò  per  più,  finche  egli  fiaf ano  ;  perche  flerperà  la  radice  cofi  di  que- 
sto male ,  come  anco  farebbe  delle  fer  accie  :  poi  lauifi  due  fiate  con  vino 
caldo,&  curinfi  le  piaghe, che  vi  reftaffero ,  al  modofolito  delle  piaghe. 
LuigiVentovngeuale  Grappe  con  olio  mefcolato  con  Ut  argino  ridotta 
in  fottiliffìma  polue  :  e  tal  volta  con  acqua  di  rofe ,  &  aceto  forte  incor- 
.  poraua  la  fchiuma  d'argento  polueriyata  ,  &  l'argento  \viuo  rifolu- 
rT?°vl  to  ,  aggiuntola  ancora  ccruf<u>.  Scriue  Hierocle,  che  in  quel  luogo 
e  come  fi  del  piede  y  otte  fi  congiunge  l'vnghia  con  la  gamba,  fogliono  nafeere  cer- 
curino .    ti  groppi)  &  eminente  callofe>  e  durey  che  i  Trattici  chiamati  Marmo- 
ri) 


DEL     CJLV '\sfLLOy    LIB.X.  $$$ 

YÌycagìonatz  per  contar fo  di  humovi  :  quando  per  ajpri ,  ò  lunghi  viaggi 
^  i  pi  edi  foaercbiamente  fi  fan  nfcatdati  ye  tal  volta  per  intagliatura,  ciré 
l'animale  fi  fàcciatfuando  dinerui  è  difettofodequali  callofità  nel  ver' 
no  per  lofongo,  mduritoy  &  la  fiate  per  laficcità  delle  vie  peggiorando  > 
confumano  il  piede  del  Giumento^  l  fan  gir  Toppo .  Diquefli  luoghi  non 
è  da  cauarfi  f angue  ;  perche  le  vene  maggiormente  verrebbono  adin- 
fiammarfiyma  bafierà  pigliare  calcina  viuayficbidi  barbariay&  aflugta 
-pe e chiayvna  libbra  per  cafay  &  incorporate  con  quattro  onde  di  fior  di 
hìffopoymette  ruigli  difopra  .  *A fi  fatto  maleyjlffhrtoydiceypìu  Jpefio  K*r 
correre  i  <:JfyCuliycbe  i  Canalini  quali  non  tanto  e  allo  fi y  quanto  pad  agro  fi 
«  '  diuenir  fogliono.  Tutta  volta  in  vii  altro  luogo  yfcriuenda  a  Toslbumio 
Caualliereydicey  che  ne  i  pie  dinanzi  più  che  in  quei  di  dietro  nafeono  cai 
lineila  coronay  deWvnghia  :  &  per  lo  più  nelle  Greggi  auuengom  taliy 
che  non  curando  fi  nel  principio)  /' animale  non  può  feguitare  gli  altriy  ne 
fi  cura  dipafcereyma  languifcetpero  conuerrà primieramente  amiertire, 
di  non  farlo  Har 'in  luogo  acquofoyne  paUHre:pofcia  tagliato  il  Calloy& 
fatto  ui  fumentagioni  con  acqua  calda  fi  legherà)  fu'l luogo  due  volte  il 
giorno  vnape^a  >  oue  confale  fìa  ditte  fa  mele  >  o  pece  :  ò  veramente  vi 
fta  empiattro  dell' herba  conica  >  o  difrondi  d'hellerayo  di  ciprefio  pejle 
con  acetoyo  di  cenere  di  vite  con  aceto  impattata .  Velagonio  per  legon-  Gonfiez- 
£  fie^e  de'  piediyvuolyche  fi  faccia  bollire  euforbioyfaley  &  pece:&fe  la  ze  de'  pie 
dogliayèl  mal  humorevi  rimanefieymcttauifi  empiattro  di  ttercobout  pi,uar 
no. Chiama  il  F^ufio  Clauardoyo  Vaennayo  ^Acquarola  quelmaley  che  uien  ^0  ò  pa_ 
dietro  al  pie  preffo  l'vngbiay  cagionato  dapercoffadiferroy  0  di  pie-  enna  che 
tra  y  6  di  legno  >  oue  il  dolore  provocando  gli  humoriy  vifàputrefkttio-  mali  fìa- 
neyche  aprendofìy  manda  fuori  vnapw^olente  materia  :  prefe  egli  tal  n0  " 
nome ,  perche  aguifa  d'vn  chioda  fa  bocca  la  putrefattone  generataper 
qualche  accidente  nella  corona  >  &  vi  induce  ardore  >  &ffrafimo  :  &  a 
queflo  dice  rimediar  fi  con  metteruipertre  dì  vn'empiattro  caldo  fatto 
con  due  cucchìari  di  mele  y  &  tre  di  fuligint  di  aragni  1  aggiunteui  ci- 
ti me  di  orticay&fate  quanto  fi  voglia:  0  fatto  conpepeyagliyaftungia  vec~ 
chia  y  &  fiondi  dicanoli  >  ofolamente  con  iflerco  dihuomoy  a  di  papera; 
caldo  .  alcuni  tagliano  prima  Vvnghia  preffo,  alClauardoy  &  poi  vi 
adoprano  gli  empiattrì .  M.  Luigi  fattainfanguinare  il  Chiouardo  y  vi 
mettea  olio  di  lauro  >  &  euforbìotoleuato  il  pelo  y  vi  medicaua  con  olio 
&  mirra ,  &  tal  volta  con.  olio  mefcolaua  orpimento ,  &  calcina  vi- 
va .  Mafopra  ogni  altro  rimedio  egli  approuaua  queflo ,  che  con  cinque 
onde  di  orpimento  y  e  cinque  di  tartara  >  fé  neprendefie  vna  di  verde 
rame)  meqra  difolfo  >  <£*  meiga  di  vetriolo  ridotte  in  polue  >  poi  vi 

s'ag- 


s' aggiungefie  fugo  ài  quattro  city 'angoli ,  due  bianchi  a"  vona  sbattuti  y  e  £ 
tre  oncie  di  buon  olio  ,<&fen%a  farli  cuocere  altramente  ,  fé  ne  faceffe 
vntione  >  la  qual  dicea  efiere  effìcaciffima  non  pur  al  maluagio  Chiouar- 
do  ;  ma  à  Grappe,  à  Qrepaccie,  à  ^pgne,  &  à  tutti  gl'altri  h  umori  fai fi. 
jtgofiino  Colombro  fcriue ,  che  quando  fi  veggia  fatta  poslema  al  piede 
tra'lpelo  &  l'vngbia,  vi  fi  mettano  fichi fecchi  difciolti  con  vnpoco  di 
vino  àguifiad'empiafiro  >  che  cofi  laposlemafì  romperà ,  curandola  poi 
con  vnguento  egittiaco ,  molti  giorni ,  tenendo  la  piaga  aperta,  la  quale 
acciochefipoffa  meglio  curare, fard  bene,  che  vi  fi  mettano  pallotelle  di 
bambagio  confolimato,  le  quali  non  tocchino  il  fondo ,  che  cofi  il  pertu- 
gio fi  verrà  ad  allargare-,  Ma  fé  tali  andò  la  profondità  di  quella  con  lo  F 
jpincillo  di  piombo  (ilche  conuiene  per  conofeere  la  difeorren^a)  fitro- 
uaffe  torcer  fi  verfo  l'vnghia  ;  ali"  bora  nongioueria  la  pallata,  ma  fiaria 
da  pertugiar  fi  l'vnghia  in  maniera,  che  nepoteffefeorrere  la  materia  fa 
niofa;  bfe  bifogno  fuffe,fay  ebbe  datrarfiV  vnghiafin'  al  fondo  della  pia- 
ga in  quefi.i  figura.  F.fempreflrigneado,  e  diffeccanda  la carne^ebe  non 
ere fceffe  ,&  fuper  afte  l'vnghia .  Il  Ferraro  dice,  che  prima  s'allacci  la 
vena ,  poi  col  fuoco  fi  apra  il  luogo  putrefatto  ,  efeouerta  la  profondità 
dellapiaga  vi  fi  metta  sluello ,  che  del  tutto  riempia  effa  piaga  y  afperfo 
di  pò  lue  difolimato,ò  polue  di  radice  difergolaslro,  &  per  ventiquattro 
bore  non  fi  tocchi  ;  poi  fi  potrà  per  tre  dì  medicare  con  Herco  humano  G 
polueri^ato:  &  come  fi  veggia  la  piaga  mancavdellafiua  malignità,per 
far  che  generi  carne  buona,mett  ani  fi  vna  volta  il  dì  vnguento  roffo,  e he 
fi  compone  con  verderame ,  polue  d'incenfo ,  ammoniaco ,  galbano ,  e2r* 
f angue  di  drago  ana  oncia,vna,  maslice in polue,&  mele  ana  oncie  due, 
&  quattro  di  terbentina,con  vn  ter%o  di  mirra ,  diflemperata  ogni  co- 
fa  con  forte  aceto, &  frittele  cuocere  infume  in  vnpignatto  nuouoyinfin 
**j°tture  cbe'l  mele  fi  veggia  roffo.  Quanto  alle  J\otture,cbe  fogliano  aWvngbie  in 
CThie  elór  teruenire,*Affirto  dimoflr a  efiere  il fegna, quando  il  (fauallo  caminacon 
fegno .  vn  pie  di  dietro, ponendo  in  terra  la  punta  dell  '  vngbia,\&  ha  efia  unghia 
calda;nelqual  cafo  rafpandofi  l'vnghianella fua punta preffo  alla  con- 
cauità,&  facendone  vfcirVhumore,fi  viene  àguarire.  Ì>{e  ipiè  dinanzi 
il  male  non  è  fi  facile  à  trouarfi  ;  però  farà  beue  à  metterui  di  fiotto  ^ef- 
fe fiate  f  e  alognef  re  fiche  bollite  con  olio,origano3  &  acetoso  femola,b  fo~ 
glie  di  agno  caslo  in  aceto  bollite  ;  ò  empiafiro  di  fichi  pe sii  con  fiale,  per 
che  tai  cofe  affottigliano  l'bumore  >  &  aprono  i  meati  à  cacciarlo  fuori . 
Qualche  volta  la  Rottura  fi  fcuopre  da  fé  medefima  con  la  marcia  y 
rompendo  difopra  ;&  alVhoragioueràfarui  di fopraficolare graffo  me- 
f colato  con  gomma,  empiendone  ancora  i  buchi  di  fiotto  ;  che  cofi 

far 


9  1  l  .tjt.p-jiltò  11%     t.  ì97 

^f  Vvnghìàpiu  tottofene  vena  giù fo.  (j  nardi  fi  però  >  che  in  quelli  no* 
fipunga  la  vena  della  corona,  perche produrebbe  durezza  .  Hierocleper 
far' aprir  la  Battuta  vuol,  che  fi  leghi  da  torno  l'vnghia  orzo  bolli- 
to ,  &.poifopra  quello  fi  butti  acqua  calda ,  fomentando  co  fi  il  piede  per 
buono/patio  :  &■  fé  ciò  non  gioueffe ,  potremo  per  farla  ben  maturare > 
empiaslrami  farina  d'orbo  bollita  in  vino,  misla  con  fieno  di  colombo  ; 
come  fi  veggi  a  poi  matura,aprafi,  &  purgata  la  marcia,  mettauifi  vn- 
gnento  compofio  di  vetriolo  minerale  /ferrando  l'aùertura  con  ifpungia  : 
ouer amente  in  luogo  del  detto  vnguento  mettauifi  vna  tasla  bagnata 
d'olio,^  acetosa  qual  tasla  maggiormente  fi  slima  opportuna,  quando 

B  la  rottura  fi  rompe  di  fopra,cioè  doue  nafce  l'vnghia;  ilche  fuol' annerire 
in  quelli,  c'han  l'unghia  dura:&  come  ceffi  la  doglia,  ungafi  l'unghia  con 
l'unguento,  che  fi  fk  congrafio  diporco-)  pece,  bitume,  e  decottione  di  lu- 
certole uerdi  disfate  in  olio  :  perche  tal'vntione  fu  crefcere  l'vnghia  >& 
indurire.  "Telagonio  nella  Rottura  aperta  vuol ,  che  fi  mettano  alquanti 
grani  difale  con  aceto  ;  &  che  l'vnghia  fi  fcaldi  con  acqua  calda,  &  al 
ter%o  giorno ,fe  la  marcia  farà  ceffata,vi  fi  metta  ahimè  di  rocca,e  terra 
finopide  con  aceto:  vltimamente  ceffato  il  calore,  uift  leghi  vna  vefcica 
di  porco,  la  quale  fciogliendofi,non  andando  l'animale  più  Zoppo>  batte- 
riche con  bitume  s'inceri  l'vnghia  .  Gioua  nelle  rotture  ,  oltra  l'altre 

^  cofe,  che  vi  fi  fcoli  graffo  di  pecora  ,  e  di  becco,  mettendola  poi  ttercodi 

Qiuallo  ridotto  in  polve  .  Bippocrate  nel  mal  dell'unghie  adopra  sloppa  Mal  dell1 
con  mele,&  aceto  per  tre  dì,  poifloppa  con  frondi  di  cipreffo,  ò  di  tama-  vnghie . 
rice  pelle  ,&  aceto:  ò  con  fcorie  di  pomi  granati  cotteinaceto  ,  &  poi 
disfatte  ,ò  ridotte  in  polite. Il  mede  fimo  fa  il  uetriolo  minerale,e  galla  pe- 
ttarma  conuien  con  aceto  prima  lauar fi  il  piede .  Vegetio  infegna,  che 
facendo  il  T  olmoncello  ,  ò  la  Toflema  apertura ,  debba  tutta  la  Sola  del 
piede  leuarft  via  in  queflo  modo  ,  che  l'unghia  fi  rada  difotto  :  poi  fra  le 
congiunture  della  Sola,  e  del  pie  f  tagli  attorno ,  &  fi  felleui  dalla  parte 
dinanzi ,  togliendo  uia  la  Sola  di  fuori:  indi  rafo  il  luogo  delpolmoncel- 

'  lo  infino  al  vino  ,  nifi  metta  con  lana  lo  slerco  del  medefimo  animale  ; 
mefcolato  con  olio,aceto,&fale;&fi  riferri:  poi  al  temo  dì  fio  Itogli  il 
piede ,  &  con  acqua  calda  lattatolo  >  mettauifi  per  tre  altri  giorni  or^o 
cotto  empiaslrato  con  gomma,  &  aceto:  il  qual' empiattro  vfandofi  da~ 
poi jp ejfogioueràà guarir  la  Rottura  ancora  :  pc j eia  ni  fi  potrà  appli- 
care l'unguento  da faldar piaghe,  &  comehaurà  fatto  corpoy  conuend. 
di  tre  in  tre  dì  rinouarfi  empiaflro  di  bitume  giudaico ,  e  feorze  dipomò 
granato  cotte  con  aceto  >  finche  l'unghia  uenga  ben  dura .  asfuuietital 
uolta  che  hauendo'ltueUo  del  piede  ricevuta  offe  fa  da  qualche  ferro,  qTucIo  del 

' fi?  pie-     PMS-i 


■%9%  D  E  L  L  J£     q  L  Ò    B^I  J 

pietra  >  o  ofio  >  o  legni  ;  &effenhfipoi  di  pòco  accorto  M  iri/c.uco  ta~  £ 
Fico, fu-  gijjfai'ynghjaprejfoU pixga  >n.ifìe  nel  mc%X?  ^eìla  Soiì  ma  fnper- 
à\   carne  fluita  di  carne ,  che  per  la  fomiglianxj  è  chiamata  Fico  :  onde  bifogna 
.--nata  nella  che  primieramente f.ttt a  ([idi  a  parte  dellviighia,  che  è  d'intorno  alla 
fola  come  piaga ,  fi  tagli  cofi  in  profondo  >  che  fi  faccia   convenevole  (patio  tra 
Ul1*      la  pianta  del  piede  e  iFico  :  pofeia  tagliato  euforico  fin' alla  fuperfcicLJ 
della  Sola ,  e  /lagnato  ilfangney  vi  fi  leghi  di f opra  con  vita  pe%?a  ben» 
Jìretta  vnafpungia  marina yla quale haurà  virtù  di  carradore  il  rima-, 
nentefin'al  tuello:  %r  come  fi.:  del  tatto  rofo ,  vi  fi  applicheranno  gli  va- 
glienti vfati  aìl  altre  lefioai  de  piedi.  Totraffi  ancora  ih  luogo  della  flan- 
gia marina  adoperare  polite  di  asfodeli ,  ò  altra  corro fina ,  eccetto  il  ri- 
sigallo y  che  è  troppa  forte  :  come  il  Qefcen?o  >  il  Rjtffo  >  e'I  {{/fio  ci  am-  * 
monifconoyet  guardi  fi  di  far' in  quel  luogo  cottura  alcunaiperche  il  tuello 
per  lafna  tenerex^a  ne  remerebbe  offefo.  di  modoyche  l'unghia  cadrebbe  af 
Fico  vice-  fato  .  Hierocle  ferine  >  che  nel  calcagno  del  pie  di  dietro  apprejìo  al  Ino- 
li natane!  go  chiamato  hirondine  nafte  tal  volta  vnvlcera  detta  Fico-  onde  il  ca- 
calagno.  uan0  ya  àogliofoy^-  %oppoye  da  ninno  fi  L{fcia  toccare  :però  bifogna  ado 
perarprefi amente  il  fuoco,  accioibe'lmale  inuecchiando  non  fi  diflen-. 
da  per  tutta  /'  vnghia.nJMafe'lFico  è  nato  nella  corona  del  piedeyfugga- 
fi  Ivfo  delfuocoyperche  difficilmente  fi  f fiderebbe  :  Bafla  ch'egli,  fi  ta- 
gliar fi  yafpi  apprefio  i  on  vn  vetro,etpoi  nifi  metta  ogni  di  calne  cruda'  q 
poluerixata,fi  co?ne  ancora  ad  A  ffr-to  piace,  ft  co  fi  dicono  poter  fi  leu  ar 
via  non  foto  dai  piedi ,  ma  da  ogni  altra  parte  della  perfonao  Fichi  yà 
An™ k  Formicheyò.  Torri^ch'ellefifiano.  La  infermità  chiamata  <ts$rifldlaycbe 
offende  ipeli  della  coronayfacendogli  aggricciare.M.  Tier '■^fndre 'a  cura 
uà  con  Ivfo  delta  Tanqiùay  della  quale  hauemo  già  per  innanzi  fatta  me 
tione: concio fta  cofa  che  (pelatali  luogo ^lattato (come  s'è  detto)  &  ra- 
fciugatOyvi  metteua  vnguento  rafato  lvngior.ioy&  a! fetido  uilauaua. 
con  acqua  tepida  per  leuare  il  detto-  vnguento  .  Ts(e  è  da  non  faperfil'vfo. 
di  quella  e ompo fittone  y  ch'eglifacena  con  farina  di  fané  attorrate  >  & 
farina  di  frumento ,  fieno  greco  >  radici  di  giglio  bianco  yfcorje  di  radici  n 
d'olmo  y  e-7*  maluauifco  minatamente  tagliate,  epefie,  <&bi  vnpignatto, 
couerto  cotte  con  vin  perfetto,  aggiuntaui  vna  libbra  di  meley  &  vn  al- 
tra di  ciminoycon  fiori  di  camomilLiydi  ma^anellayedi  maggiorana. Que 
Ho  empiasiro  egli  in  tutte  lepercoffe ,  ò.  doglie ,  cofi  degli  fiinchi,.  come- 
delie  corone  de'pie  di  y  cAoperaua  per  alquanti  giorni  nel  principio  del 
mile;pofcia  continouanala  fumentagione  deforidetta  difcpray&  cofi 
gli  guariua;  fempre  aunertendo  dì  tener  vnte  d'olio  le  vnghie y  acciocht 
non  hauejfero  rkemua  damo  da  quel }  che  difoprafea  beneficio .  E  ben- 
ché 


comeficu 
ri. 


*A  che  tal 'empiafìro  [opra  ogni  cofa  fuffe  appropriato  a' Sopranerui,  alle 
(jomme  ielle  giunture  y&in  ogricafb  >  che  fi  v  ed  effe  l'vna  più  groffa 
dell  altr  adorne  f noie  annerire  quando  vn  cauallogiouane  correndo  bau 
rà  n:efio  alcun  piede  in  fkllo;tutta  volta  ,  fie  con  effo  rimedio  non  fi  fuffe 
giouato,egli prendeua  vna  libbra  di  mele,  con  vna  di  cimino y<£r  mcygóL 
ài  mirra  ,& fittele  infmue  bollire  y  ne  fumem aua  il  male  con  le  ffiungie 
in  qu-ella  'mankraycbe  s  ènarratta.Jl  'mede fimo  empiasìro  egli foleua  art 
cor  fhre  in  un'alt ro  modo  y  perchè  nettate,  &  minutate  le  radici  del- 
l' olmoy-e  del  maluauifico,lefea  tarilo  bollirebbe  fi  f afferò  disfatte  a  guifa 
di  rapa  cotta  ,  non  fai  ondo  mancar  alpìgnatto  ne  acqua  dentro  >  ne  fuò- 
co fotto;acciocbe  il  bel o,mn fii.fi e  fiato  mai  interroto;indipe  fiele  molto 
bene,  "vi  aggii.gncna  trelillredifiemen-^adilino-yCjrdue  oncie  difieno 
greco  ridotte  in  pò  Ine,  e  to  ;  m.  uà  far  bollire  ogni  co  fa  infteme  nel  medeft- 
•rnopignatt'o,aggÌ!-:gnédoHÌ  ancor  acqua  afi?uhela  mifìurafi  fuffe  venti 
ta  àfare  atta  per  lo  mefliero:&-  come  lacofa  era  in  ordine,lanaua  il  Ino 
go  del  male  con  fapone,&  lificia  mettendola  poi  l' empiasìro  con  vn  pan 
no  cufeite  più  toflo,cbe  legatone-  cofi  ci.rana  le  Scrofole  in  tutte  le  par-  «  .  *  . 
ti,in  che  fifvfierog<'-,ierate,auuene?Ào  di  fare  fiafeffio  empiafìro  caldo  come     fi 
M  poffibiley&  fimpre  liquido^  rinovat  omaccio  che  meglio  opera  ffe  aldifi  guarifeo- 
.fclueve,&  mollificare:  &  apprefb  aWvfio  cofi  di  queflo ,  come  diquello  ti0' 

^  empiafìro  yfempreveniua  a  finir  la  cura conle  fumentagiori  de  i  fall 
fcritta  difiopra  .  Oìtr'a  ciò  f  er  tirare  le  pntref anioni  dall  Enfiarnreypoi 
cb'eran  rette,ccfìumai:a  di  fare  unapidie  (è  fecondo  il  vulgo)  pultiglia 
e  pultra ,  di  farina  e  on  quattro  parti  d'acqua  ;  &■  una  di  olio  ;  bollita ,  e 
dimenata  si  bene,che  fi  fise  venuta  a  fipcfifcy?a  di  unguento  ;  &  Cornelia, 
s'eragià  raffreddata  ,  la  fttndeua  in  vnpanno  bagnato  >  ma  poi  /pre- 
muto >  cefi  la  mettiua  fi/l  male,e  in  ogni  parte  della  per  fon  a -,  che  fla- 
to fi  fuffe  .  (fon  qv.efìa  pultra  egli  cv.raua  le  Qepaccie,  untandole  poi  con  Crepac- 
feuo  dicapione  .  Fjpeffo  ancora  la  adorerà  ut quando  dalle  gambe,  o  pie  C!e  come 
del  cauallo  ei  itole  uà  toglie;  e  la  Tignuola ,  chef  .cip;  oc  edere  da  mate-  "  curmo* 

D  ria  calda  ,& hi.mor  colerkotmaper  far 'cfla  pultra,  egli  in  que fio  cafio 
faceua ,  con  foglie  di  uiole  bollir  prima  l  acqua  e  con  effa  j  &  con  tal' ac- 
qua mefcolata  con  vnpoco  d'aceto  tepido, fziceua  pofiiia  lanande  al  luo- 
go guarito  del  detto  male:&fie  i  pelifiifinjfero  vifìi  nonpiuni,ma  aggric-  . 
ciati ,  egli  prima  cheponeffe  la  pultra,  gli  traheua  uia  con  una  pi^Tf  ca- 
rola di  quelle ,  chele  donne  tal  uolt  anfano  per  le  ciglia  y  cofi  per  uirtu 
dalla  pultìglia  canato  fuori  y  ediffeccato  il  cattino  bumore,  egli  non 
mancando  di  vngere  la  corona  con  fieno  di  becco  >  o  di  capretto,  £r  non 
."polendo,  che  i  ferri  dinanzi  >  ne  in  quei  di  dietro  fi  fuffe  frati  coi  ram- 
ili    2  poni, 


90©  DELL>4GL0P^1^£ 

foniche  non  fanno  altro ,  che  ftringet'i  talloni;}  iducéuaiCaualli  afa-  £ 
Iute  intera.  Quel  mal  [ecco  >  che  àguifa  di  tigna  fi  genera  con  dolore 
nella  corona  de' piedino  delle  mani  del  Caualloy  egli  chiamaua  Spondia , 

5poa<Ìja«.  &  la  euraua  >  mettendola  litargio  >  &  calcina  dislempcrata  in.  lifcia. 
dimettendo  ad  bora  adhora  quando  quelle  fcagliey  ò  cruìle  fi  rimoueano 
che  non  hauefie  tal  medicina  corrofo  troppo-.tolto  quefio  rottorio  >  vi  la- 
nana  con  vino  bollito  con  rofmarino  peÙo>ò  con  orina  d'huomofe  necef- 
fario  gli  parcua  ;fpargendo polite  di  rofmarino  al  medefìmo  luogo  cofi 
bagnato  ;  &  facendo  fi  fatte  lauande  di  evolte  il  dì  >  non  leuaua  di  effo 
male  co  fa  alcuna  per  fin  ya;fe  ncn  che  nelle  patti)  che  fi  feopriuano  yii- 
metteua  la  detta  polue  >  poi  curata  la  piaga  y  continouaua  per  quin-  F 

Tignino-    dici  di  l  vntione  del  grafo  del  caprone.  Il  Cclombro  contra  i  Tignoli  de 

H  A^P*e"  piedi )&  ogni  altra  infeitione  di  Scabbia  ,  è  di  Mal  motoò  diGotta  fai- 
fa  in  qualunque  membro  fi  fujfe  ,  ordina  vnpretiofjs  Caufiico  in  quefio 
modo.Trendaft  elleboro  bianco  &  nero->atr amento  yfolfoviuoyorpimen  • 
toylitargiroyvetrioloycalcina  viudy  alarne  di  roccay galle y j "uligine  di ca- 
mino y&  cenere  d' auellaneyana  oncia  mez^a;&  con  argento  vino  efiin- 
tOy&  verderame  ana  onde  due  yfc  ne  fàccia  polue .  Indi  facendo  bolli- 
te à  fuoco  lento  fughi  di  boraginey  difcahiofay  di  fumo  terraye  dilapatioy 
oncia  mex?a  per  vnoy  con  alquanta  feccia  di  olio  antico ,  &  con  aceto  ;  - 
alla  fine  vi  fi  mettano  le  dette  polui  con,  me%ga  oncia  di  pece  liquida  ,  in- 
cera à  bafian^a:e  tal  mifìura  poi  ft  conferuiper  li  bifogni.Oltf accio  per 
diseccare  alcun  falfo  humorey.  &  fi  per  tor  via  ipeli  douefifuffe  da  apr- 
plicare  alcun  empiafiroyo  vntione  >  come  fouente  fa  di  mefliero  ;  egli  ap~ 
prona  y  che  rifolute  in  acqua  otto  onde  di  calcina  viua ,  fi  facciano  bollir 
tjxntoyihe  depongano  la  quarta  partey&  poi  vi  fi  aggiunga  mc^a  oncia, 
di  orpimento:  &fe  con  eguale  mifurafi 'mefcolaffe  orpimento  con  fugo 
difinfonjacayfì  afferma- he  mai  pia  in  quel  luogo  non  rinafeerebbono  pe 
U  .  Vn' altro  maleycbe  fpeffo  per  fumo fità  della  ftalla)  quando  i  pie  del. 
Cauallo  ftanno  humidi  lungamente  yò  bruttati  difangoje  tal  volta  anco-  g 
ta  per  altro  naturale  concorfo  di '  graui  humori  yfuolnafcere  in  quel  prò. 
prio  luogo  y  oue  con  Vvnghie  fi  congiunge  la  carne  viua  :  daTietro  Cre- 

Mar  piz-  fenico  è  chiamato  il  Mal  TiTgoney.  che  al  Cauallo  come  BJnfufo  >  ò  Bjprc- 
fo.impedifce  il  cambiare;  tal  bora  in  vn  fol  piedeytalhora  in  tutti;  fé  pre- 
Sìamentenonfì  rimedia:  Il  che  (aràycbe  primieramente  fi  taglinoy&  af- 
fottiglino  l'vnghie fotto  la  Sola  y  &co  la  Spinetta  fi  tolga  via  la  'Bnlefia 
del  piede,  fino  al  vino  dell' vngbid;  accioch'ellafi  fuapori  da  ogni  parte: 
fofeia  da  ogni  vena  di  effaTSulefia  fi  tragga  f angue  >accioche  fi  votino 
quegli  bomori  j  che  rififom  adunati  i  Quetamente  con acuto  ferro  fi 

cugeana 


DEL  'CjtVJlLOy  1TB.    XV  9oì 

g  cuccano  d'ogni  intorno  inftno  alla  radicey&  fatta  vna  poltiglia  di  brcn* 
noy  e  d'aceto  bolliti  infieme  ;  &  continouamente  agitati*)  calda  quanto  fi 
poffafoffrire ,  dille  fa  in  vna  ampia  pez^a ,  fi  metta  al  piede  due  volte 
il  di  guardando  l'animale  da  fatica ,  &da  ogni  humiditày  e  da  pafco 
d' herbe  yb  fouer  ch'io  cibo  di  altre  cofeyfinehe  fia  Ubero  .  Il  B^'.fjìo  chiama 
quejìa  infermità  Tingane  fé ,  e  dice  poter  fi  ancora  guarire ,  fé  fatta  una  Pinzane- 
pi^etta  di  slerco  diporcoye  calcina  viua  infvrtiffimo  aceto  bolliti  infìe-  *e  ■ 
meys'auolga  difopra  il  pie  nel  detto  modo.St  perche  ifegni  di  quefìo  ma- 
le fono  ,  che  la  lingua  è  limo  fa ,  &  piena  di  piaghe  putride  >  &  le  veney 
che  fon  fono  la  lingua  ;diuentan  nere  >  &  fé  vuol  mangiare  ygli  f corre  il 

B  cibo  fuor  della  bocca-.onde  alcuni  mal  di  lingua  chiamar  il  fogliono:  ben  M  t  j-  t- 
che  mancando  il  morbo  a  i  piedi  y  fi  ver  anno  a  jaldare  le  piaghe  di  efia  aUà. 
lingua:  tutta  volta  vi  fi  potrà  per  queft 'altra  via  rimediare ,  che  rafe  le 
piaghe^  &  quei  limacci  y  che  vi  fi  trouanoy  vi  fi  faccia  fregagione  con  vn 
cucchiaro  di  fate  mi  fio  con  due  cucchiari  di  F  uligine  >  &vn  capo  d' ne- 
gl'io ben  triti  infieme  :  &  tagliate  le  vene ,  che  jon  fiotto  la  lingua ,  ò  pur 
tagliato  nella  fommità  d'efjà  lingua  qua  fi  me^ja  oncia  ;  glifi  cani  an- 
cor fangue  da  tutti  quattro  i  piedi  y  prefio  l'vnghia  y  di  fuori  >  e  den- 
tro .    zsfffìrto  narra  >  che  alcuni  Greci  chiamauan  Cepi  ;  alcun  altri     Cepi,  ò 
Chiramata ,  quelle  difeefe  di  maligni  humori ,  che  fanno  sfendere  i  cai-  S!^1^! 

8  cagni:  Hierocle propriamente  chiama  Catene ,  perche  impedirono  il  ne, 
caminare  dell'animale  •>  e  dicon  curarfi  in  queslo  modo ,  che  fi  cani  fan- 
gue da  quella  venayche  sia  nelle  due  giunture  del  piede  y  ma  guardifi  di 
toccare  ydoue  col  pie  fi  congiunge  l'vnghia  :  poifcalpellatadi  fotto  y  & 
r  affiata  l'vnghia  y  per  farne  vfcirl'humore:fi  laui  con  vino  >  &  vlt  ima- 
mente s'vnga  conficco  di  acacia  giallaymef colato  con  acquaio  veramen 
te  con  pece  y  e  graffo  dipo  rco^o  con  Faua  franta ,  e  fieno  di  porco  y  ò  con 
farina  d'orobi  stemperata  con  mele  >  c^  vino  :  facendolo  poi  paffeggiare 
ma  non  entrar  nell'acqua .  Giona  altresì  per  empiafiro  la  (alla  pesla ,  ò 
le  feorze  del  pomo  granato  cotte  col  vino  yò  feccia  d'olio  bollita  invino 
aufìero  y  ola  radice  dell'asfodelo  bollita  in  acqua  y  &  incorporata  con 
faky&  olio .  Diquesle  Difeefe  nelle  quali  di  verno  s  incorre  y  e  di  siate     P"f  e^e 
fi guarifee y  fcriuono  effer  tre  maniere ,  vna  quando  le  gambe  di  den-  ^inc  ^a 
tro  fon  gonfie  y  l'altra  quando  l'vnghia  s'inalba y  &la  terrea  quando  fi  niere. 
rompe ,  ile  he  auuiene  in  età  matura  ;  ma  da  tutte  tre  fon  liberi  i  giu- 
menti y  che  fan  caslrati  .    Quel  male  onde  l'vnghia  fi  viene  dì  den-  Setola  ma 
troà  sfendere  y  e  partir  per  lo  mc7y70 ,  fin  al  tuello  ;  &  che  tal  volta  |5 -y      " 
incominciando  dalla  corona  fi  fende  per  lungo  in  giù.  fin  alla  punta 
dell'unghia }  mandando  fangue  viuo  per  la  fi/fura  y  è  fiata  da  molti 

III     i         chia- 


thiamata  Setola:  &  perche  amene  quando  il  Canaìlo  emendo  b  per  età)  0  £ 
per  natura  tenero,  &  frale  di  piedi:  ha  percoffo ,  ò  calcato  in  parte  dura, 
fi  che  il  tuello  intrinseco  riè  rimalo  grauemente  danneggiato  ,  &offefo 
.      , .  bifogna ,  che  per  isìerpar  fi  fatto  male  >  prima  che  invecchiando  diuenga 
alle  few-  incurabile, fi  ofierui  con  dilige 'itrra.  il  beli  'ordine  del  Crefcentio ,  in  cercar 
le.  le  r  adici  f ne  verfo  e  fio  tuello ,  vicinalle  radici  della  corona ,  trai  vino  , 

e  l  morto  dell 'vnghi attagliando  tvnghia  di  fopra  con  la  roinetta,  fin- 
che fi  venga  ad  infanguinareipoi  mefìoffià  bollire  in  un  vafe  pien  d'olio 
yn  ferpe  minutamente  tagliato  (gettatone  perà  via  la  coda  è 7  capo)  & 
fkttolotanto  cuocere  che  la  carne  refii  non  purfeparata  dall'offa ,  ma  li- 
quefatta àgidfa  cfvnguentot  di  quello  tepido  s'vngano  le  radici  della  Se-  P 
tola  due  volt z  il  dì  ;  finche  l'vngbiafia  ristorata:  fra  tanto  il  (fauallofia 
afienato  da 'mangiar  herbe,  e  guardato  da  fhrli  colpii  toccare  acqua à 
bruttura  alcuna .  Il  mede  fimo  fcrifie  il  S .Qiordano,ilqi:ale  fommamen- 
te  lodando  Ivntion  della  bifiiaymolte  volte  fermentata  t  D.ice  di  più, 
che  fé  frittine  per^igroffi  ,fi  mettano  a  rofiire ,  &  come  il  graffo  comin- 
cia à  liquefar  fi  co  fi  caldo  fi  lajci  fcolarefiil  Tolmoncello  >  che  fuol  na- 
feere nella  fchiena  dell  animaUyrnir abilmente  il  diseccherà,  &  am- 
Vnguent i  morxerà;  attenendo  però,che  le  sitile  non  tocchino,  altra  parte .  ll^ufio. 
pefle  fé-  ancora  approvando  le  dette  cure,  foggiun gè  poter  fi  pur  bene  adoperare 
cole.  qnefiy altri  vnguenti:dapoi  che  ivnghia  fia  slata  [carnata  infimo  al  vitto; 
galhano,fagapeno,pece  greca,olibano,maì~\ke,olio  d'oliue,&  cera bian- 
ca ,oncie.  due  per  ciaf  cimo  y  con  vna  libbra  di  feuo  di  becco ,  ò  di  caslrata 
che  pelle,  &  meffe  infieme  al  fuoco  in  vn  vafe  nuouò,fiano  bene  agitate  ; 
&  incorporate  :  ouer  amente  liquefatto  il  feuo  del  caprone  con  fiam- 
mola, (jr  fummoterra;fi  butti  in  quella  fefiur a  per  quattro  giorni  \  polite 
digalla,à  d'offa  di  dattili ,  &  di  cerufa  dislemperati  con  cera  liquida ,  q 
radici  di  caprinella^  di  taffo  barbajfb,pe.sle  con.ajfungia  vecchia .  Tito- 
fi  ancora  ,  dopò,  fc  amata  lvnghia>farui  un  cauterio,&  al  quarto  dì  ^ar- 
genti polue  di  cerufa^b  di  rame  arfa:  <&  nellafiffura  dell' vnghia  liquefar  n 
ladano ,  slorace  >  &  colofonia  .  Con  lapolue  della  cerufa  fi  può  mefcola- 
repolue  d'arfenico  >  &  mentre  crefee  l'vnghia  nuoua  lauar il  pie  con  fec- 
cia di  odorifero  vino  .  <isfltri fanno collar  faardentifjìmo  lardo ..  sottri 
mortificano  e  fi a  SetGla  con  polite  di  asfodelo ,  &  conaltre  appropriate 
allafisiola  ,  &  al  cancro  >per  li  quali  à  vicenda  fi  pofiono  adoperar  tut- 
t'i  rimedi,  che  à  queslo  male  fon  appropriati:  pofeia  vi  mettono  vnguen- 
to  di  cera:  feuo  di  becco,  mastice,  & 'polite di  olibano  «.  filtri  facen- 
do bollire  olia  con  vn  poco  dipoluedi  falgemmay  vi  bagnano  vn  pezj 
Trotto  quadiopur  di  falgemma  aumlto  in  fotile  pez^a ,  &  legato  alla, 
"**"  cima. 


DM  CU  V  J 'llÒyllB.    *.  pò; 

l/Ì  cima  divn  battone  :  &  con  quello  cuocono  la  Setola >  cominciando  dal 
principio  di  quella  di  grado  in  grado:  tornando  Qefio  à  bagnar' in  quel- 
Colio  feruentiffimo  il  detto 'Dado  -.  filtri  fanno  il  mede/imo  confale  di 
tartaro  ,  ilqual  è  atiffìno  d penetrare  ;  gr-poipcrfiirnafcere  Ivnghia 
nucua,  vfano  oltra  le  dette ,vna  emione  ,  che  vonuiene  fugo  di  radice  di 
caprinellaydi  mtloterràgno  yediplantedio  >  terbentina  ,fangue  di  drago 
poliieri7ato,olio  di  camomlla,butiro,dialtbea,  &  cera  bianca,oncie  ot- 
to per  co  fa,??  vna  diafip.ngia  vecchia  ,  con  otto  libbre  di  feuc  di  becco  > 
&  otto  d'olio  di  oliuè  incorporate.  Il  qual  vnguento  mettendo  fi  di  mat- 
tino,e  di  fera  in  fulzfefìura  dellvnghia,diceefio  Raffio  cbepafi.iti  quin- 

■b  duidìjilCauaHofì  può  caualcare  >  pur  che  non  fi  faccia  faltar,  ne  corre* 
re;nefitrai-<f]ì di  vngerli ilpiedenel  detto  modo; finche fiafaldo.Tuof- 
fi  ancor  tal 'unguento  fare  in  quefl' altro  modo,  prendendo  fugo  di  melò 
terragno,olio  commune  terbentina,  &  cera  bianca  oncia  vna  per  cofa  ; 
vna  &  me^a  di  olio  di  camomilla ,  due  di  dialtbea  ,fei  di  feuo  di  ca* 
ftrato  ,&  otto  di  j "angue  di  drago  .  filtri  f carnata  ivnghia  foaue- 
?nente,  di  modo  che  non  fi  injanguini ,  vi  mettono  di  contimuo  con  fale  y 
&  afinngia,la  radice  della  caprinella  ben  lanata  ,  e  ben  pefla,  lafciando 
lungamente  iìarlo  in  ripofo  ,  finche  l'vnghia  fia  rifermata  ma  meglio  è) 
che  dopò  tale  fcamaturaynettate  tutte  le  lorditie,chein  quelle  fefiuref uf- 

!  fero  ,  vi  fi  iflilli  olio  ben  caldo  con  polue  difalgemma  ,  cominciando  dal 
capo  al  pie  dell' vngbia  à  poco  àpocò  ;  poi  vi  fi  applichi  qneflo  vnguen- 
to,il  quale  non  folamente  torrala  Settola;  ma  farà  mirabilmente  ere- 
feere  l'vngbia,&  è  atto  a  conferuarla^  chenon  fifpezgi  ,  ne  rompa  mai , 
Trendafi  vna  libbra  di  radici  della  confolìda  ,  &vna  &  me^a  di  quel- 
le dell ebolo,&  fattine  peyji  minuti  y  e  ben  lattati  fi  peftino  nel  mortaio, 
poi  con  vna  libbra  dì  Ceno  di  becco  •>  &  vrì 'altra  d'olio  ,  &  mèT^a  di 
afftmgia  vecchia,  fi  facciano  bollire  con  vnpoco  di  vino:finche'l  vino  fio. 
confumato:  indi  Jpremute  ben  le  radici ,  aggiungati  fi  à  quel  che  nefia  co- 
latQ)fagapeno,ammonìaco,opopanace,  <&■  olibano  bianco,ana  oncia  una) 

)  e*r  vna,&  me%a  di  rafapina  bianca ,  due  di  mele  ,  tre  di  pece  nauale ,  e 
tre  di  cera  nuoua,fefia  di  ejlate,di  uemo  due;  quattro  di  terbentina,  & 
otto  di  mafticeycon  altretante  di f angue  di  drago;  pefìifi,  e  paffifiper  fé- 
ta  quel  che  bifogna;edi  tratto  fatto  uno  unguento ,  sadopri  ?  finche  l'un- 
ghia fi  neggbiafana,&  lunga  almeno  un  mexp  deto groffo:^A II bora  con 
la  roinetta  taglififr.-.  la  Setola,  & rungbia,noua  che  crefee:  òfacciaui- 
fi  di  trauer fo  una  Marnatura  lunga  al  più  quanto  un  me%o  deto  ,  firet- 
tiffima  al  poffibilc ,  e  profonda  ,  finche  fi  troui  l'unghia  buona  di  fiotto  : 
Et  uokndo  ferrare  il  C  audio  >  leuifi  più  di  quella  parte  dell'unghia > 

Lll    4  che 


$04  DE  IL  A     Q    L  0  ^  7  U 

che  è  al  dirittoifotto  lafeta  ;  che  non  dell'altra  y  sì  che'l  ferro  non  venga  &  . 
ad  accoflarfì  con  V  vnghia  in  alcuno  modo  :  &  fatto  qttefìo,ficuramenter 
fi  potrà  e  amicare  con  quel  riguardo,cbe  fi  conuiene:  Ma  fé  l' vnghia  fuf- 
fe  sì  dura ,  che  non  fi  pot effe  cauar  bene  con  la  r  ometta  >  mettafi  fu  quel 
luogo, che  fi  delira  mollificare,  im'vJiguento  y  ilqual  contenga  vna  par- 
te difapone,e  due  di  calcina  viua,  con  tanto  di  capitello,cbe  fipoffa  ogni 
cofa  incorporare ,  &  far ft  liquida  ,  auuertendo  perebbe  tal'vntionenon 
tocchi  altro  che  V  vnghia,  perche  impiagberia  la  corona,&  la  carne;  <& 
co  fi  in  cinque  bore  farà  tanto  mollificata  effa  vngbia,che  potrà  il  *J\€a- 
rif calco  con  /'  vnghia  propria  difcauarla.Ts(on  bauendo  il  capitello*,  fi  po- 
•  tra  mettere  infuo  luogo  altra  lifcia  forte  :  ma  bifogneria  farcela  più  di-  F 
Falfo  quar  morare  per  far  l'effetto. Il  Falfo  Quarto,che  da'  moderni  fi  dice,  nonpur 
rimedij  •  aul^ene  quando  il  cauallo  di  vnghia  arida  y  <jr  mal  condittionata  è  fia- 
to faticato  per luoghi  pietrofi,  &afpri  :  ma  etiandio  fé  fia  slato  ferrato 
sìretto:  &  benché  il  malefia  molto  difficile  à  curarftper  ragion  del  luo- 
go ych  e  fosliene  tutta  la  machina  corporale  y  nondimeno  y  fecondo  che  piti 
ò  meno  s'accofia  alpelo,&  alla  carne,  co  fi  più,  o  meno  è  idoneo  a  guari- 
re.Certamente  quando  l'apertura  fi  sìende  infino  alla  corona  co  fi  dauan- 
tiycomedi  dietroye  butta  fangue;  M.Tier  Andrea  era  di  parerebbe  non 
fi  pot  effe  rimediare,fe  non  cuciendofi  in  queflo  modo}cbe  nella  punta  del-  r 
l'unghia  dall' vna  parte  ,  e  dall'altra  dell'apertura  fifaceffe  con  la  roi- 
netta  cattare  tanto  alfondoy  che  fi  veniffe  al  vìuo  >  e  tanto  dilungo ,  che 
poi  pertugiatele  cauature,fi  poteffero  in  tripartì  legare  concorda  di  ba- 
lefìre,cinque,o  fei  volte  raddoppiata,facendo  (mentre  fi  leghi)  flrigner'il 
pie  ben  forte  con  vn  torcitoio  ;  &  data  la  volta  a  i  legami,  in  quel  modo 
che  ftfa  il  trincarlo  delle  balefìre;  metterli  vìi  ferro  ben  aflentato ,  che 
co  fi  potria  caualcarfi  à  piacer  voHro;  benché  il  meglio  faria  non  traua- 
gliarlo,finchenonfta cbiufay& faldata  la  cufitura  .Ter  vntione  egli  v- 
faua  nei  Falfì  Quartì,feuo  di  becco  peslo,&  liquefato  con  olio ,  vfandv 
la  raffreddataci  giorno  sì,&vn 'altro  nò:  e  quando  il  cauallo  ne  f enti-  f§ 
uà  afiai  dolor  e,glie'l  mitigaua legando  dentro^l  concauo  della  mano  v  • 
na  canigliata  calda  dibrenno  bollito  con  aceto  >  &faimepes~lo.  M.  Lui- 
gi corcando  il  Falfo  Quarto  alla  (Joruara  y  e  trouandoui  vn  filo  Iettato , 
vifacea  la  Huppata  ;poi  prefo  verderame  y  &■  fattolo  mortificare  fu 
vna  paletta  infocata  ,lo  metteuafopra  il  male .  M.  fyouambattifta  di- 
cevi rimedìovniuerfale  y  &  il  migliore  efiere  y  che  fi  fàccia  dall'unghia 
nouellafcacciar  la  vecehia  corrotta  y  e  gttaHa  ;  &  per  tal' effetto  poter  fi 
dare  vifo  slratto  di  fuoco  tra  il  pelo ,  &  ly  vnghia,  quanto fuffevti  mar- 
ta di  coltello  :  &poi  fu  la  paiola  vn  deto,pm  alto  del  Falfo  Quat- 
to >. 


DEI    XjIV  j(LLO>    Lì  B.  X.  905 

ji  tò  dar  per  linea  Diametrale  a  guifa  di  me%^aLunayVn  bottone  ancor  di 
fuocoffacendo  che  co  fi  neWvnacotturay  come  nelV  abrada  carne  venga 
à  moflrare  color  di  cera:indi  con  chiara  di  fette. vouafrefche  y  mefcola- 
tefipolui  d' ituenfoydi  calcina  verginea  mafticeydi  verderame^  e  difa- 
le}vn  ter^p  d'oncia  per  ciafcadunoye  dimenata  ogni  cofa  infieme  >  come 
vna  f alfa  bene inuef catane  n'afupperà  molto  bene  tanto  di  Hoppayquan 
to  bafli  a  courir  il  luogo  ojfefo  :  &fopratalpiumacciuolodi  Hoppa  Mie- 
tendo vna  fetta  di  affungia  diporco  ygroffa  vn  deto,  ejpatiofa  a  baslan- 
'Za.y&vri 'altra ftmile  fotto  la  pianta; fi  legherà  il  piede  con  vna  benda  > 
me7go  palmo  largale  dieci  lunga ,  erettamente  cufitayfi  che  i  detti  me- 

B  dicami  vi  filano  fermi  diciotto  giorni  fen^a  toccar  fi  :  dopò  iquali  dislc- 
gatOyfi  delira  di  nuouo medicare  al  mede  fimo  modoylafciandol  co  fi  Ha- 
re  altrettanti  dì  ;  che  allhora  il  male  fi  trouerà  calato  à  guifa  d'vn  cer- 
chio vn  deto  giù  tra'lpelo,&  Vvnghia  :  &  però  fi  farà  ferrare  con  quel- 
la forte  di  ferroyche  dicono  aChianca  fanoyinfmo  a  tanto  chel  detto  cer- 
chio di  male  fa  alla  parte  infenfi bile  per uenuto  t  inquefto  modo  egli  af- 
fermando hauer guariti  di  Falfo  Quarto  y  e  di  Telo  morto  molti  Caualli  Pelo  mor 
di  molta  slima-.loda  che  dopò- questa  cur \typer  farr  fortificai e,  &  crefcer  ™  o&i^ 
Vvnghia  >  fi  facciano cuocere ,  e  disfare  quattro  bifcie  nere ,  col  ventre 
'bianco  ;tre  lacerti  ver  diydue  cagnolini  di  fette giorniy&  cinque  libbra  dì 
lardo  con  meleygalbano;ammoniacOy  &  mirratila  onde  dueytre  di  ma-  ' 
Hicey  quattro  d'incenfoy  &  Jèiditerbentina ,  &  togliendo  quel  liquor 
graffo  y  che  dalle  dette  cofe  rifiaterà  y  incorporavo  con  fei  libbre  d'olio  > 
vi  fé  n'aggiungano  quattro  difeuo  di  bue  y  ò  di  caprone  nero  ycon  fei  on- 
de di  cena  biancay&  vn  ter%o  di  f angue  di  drago:  &  poi  che  tal  compo 
fitione  fi  farà  alfereno  coagulatay.fe  n'vnga  Vvnghia  occupata  dal  Fal^ 
fo  QuartOyche  cofi  in  termine  di  quattro  me  fi  interamente  farà  rinoua- 
tay&  rinforzale  quejio  afferma  efer  rimedio  approuatif/ìmo  ancora 
per  l'vngbie  rofeyper  le  l{iprerifioniy&  per  quei zercbiyiquali fogliano  ca- 
li lare  ne  ipiediyb  per  influenza  di  humori  y  a  per  botte  hauute  fu  la  Coro?- 
na  q  perche  Vbumidità  naturale  dell'vnghìa  fi fufie  venuta  a  disecca- 
re •>  dimorandoci  Caualli  fu  cofe  troppo  arideyètroppo  calde  .  e^sf  '  quali 
cerchi  fen%a  dar  fuoco  >  bacerà  adoperarci  detto,  vnguento  sfacendogli 
tener  su  creta  y  &  arena  frefcay  i  piedi  per  qualche  tempo  .  Sogliono  tal 
volt  a  per  ignoranza  ;  ò  negligenza  de  i  Maefiri  y.fcendzr%y  &raunarfi 
di \otto  all'vnghie  de  iCaualli  alcuni  rifondimeli  di  graui  humori  y  <& 
fi  chiamano  Spuntature  y  ò  Spumature  :  alleqiialiy  prima  che  fiano 
inuecchiatey  èdaprouederfiy  cauando  con  vna  picchia  roinettayin  ^  v  s  ' 
tutti  quei  pie }  che  fi  veggono  zoppicare  ;  l'ejlremo  dell'vnghìa  dal-  mature* 

ÌA 


9o6  LT.LL^tGlOI^lo€ 

la  parte  dinanzi  ,  tanto  al  profondo ,  che  fi  tocchi  la  vena  maefira  ,  che  £ 
va  quitti  à  finir  e  ,  dalia  quallefifarà  vfcir  tanto  pingue  ,  che  l'animale 
ftveggia  indebolir (sne;  poiriflagnato  il  j angue ;  &  ripiena  la  piaga  con 
fai  minuto ,  sloppa  in  aceto  afìupata,fi  leghi  confafeta ,  &  non  fi  (dol- 
ga in  fino  alfecond'j  dì:  indi  due  volte  il  giorno  fi  medichi  con  polite  di 
galla  >  ò  di  mirtoyò  dilentifeo  ;  lutando  prima  con  aceto  efsa  ferita ,  la 
qualft  tenga  guardata  da  ogni  brutexja,iafin  chefani:  come  già  di 
conforme  parer' il  Bjtffo,il  Q-ef.  en^o  ,  el  Rufìo  ci  con  figliano  .  Maestro 
Mofe  da  '■'Palermo  ordinami  ,  che  quando  l  Infufione  fuffe  calata ,  à  òie- 
di  (il  che  amitene  per  quelle  cagioni ,  chenelfettimo  libro  fi  fon  r acon- 
tate) fi  fkcefeflare  il  Giumento  impajìoiato ,  co  piedi fopra  la  terra  du-  F 
ra,&  bene  fcaldata  per  [armenti  ,  che  quitti  fi  fr'jero  abruciati  ;  batten- 
dogli prima  afìotigliate  le  vnghie .  Ma  il  Colombro  dice ,  che  ciò  in  nin- 
no conto  fi  faccia  nel  principio  del  male  ,  perche  egli  volendo  fare  tal 
magiflerOydiede  la  morte  a  due  e au attirando  quel  caldo  maggior  qitan 
titd  di  humori  ,  che  in  moto  fi  trottano .  Loda  beffa  farlo  fei  me  fi  da- 
poi  che'l  male  farà  del  tutto  ceffata ,  perche  effendo  rimafi  per  auuen- 
tura  i  piedi  pieni ,  veranno  mirabilmente  con  queflo  a  diffeccarft.  Ver  lo 
quali  effetto  foggiugne  effer  buon  rimedio  ad  empiaflrarlidi  fterco  aft- 
nino  arfo  ,  e  diìtetnperato  con  aceto  :  &fepertafìe  troppo  d  guarire  dét 
7oppicare,mettaft  iteli vnghie  empìafiro  caldo  di  fé  mola ,  &  gomma  di  ** 
pino  infieme  cotte .  Benché  per  diseccare  gli  humori  difcefi  all' vnghie , 
quando  contitene  di  dimoiarle  ,  dice  efier  cofa  molto  [ottenne ,  cheinvna 
can^za  di  ferro  fi  faccia  bollir' con  forti/fimo  aceto  piombo  arfo,  &  lima- 
tura di  ferro  ,  vn  oncia  per  vno  :  finche  l aceto  fia  confumato  :  e'I  rima- 
nente infiammato  di  modo,chepofiaridurfi in fottil polite .  Vegetio loda 
eh  e  quando  i  piedi  patif cono  f uff ufione,ft  metta  fui  vnghie  empiaflro  di 
fichi  fecchipefli,&  mefcolati  confale .  Macbivolefiefhr  mutare  le  vn- 
ghiepiù  preflamente ,  quando  cofi  per  li  detti  accidenti  fi  richiedere  go- 
dano gì  Hippiatri  à  dare  per le  narici  il  fugo  dellherba  heliotropio  pe-  jj 
Ha  con  vino .  Et  poiché  fpejfo  accade  bi fogno  di  difiolare  le  vnghie,  ò  per 
euacuare  gli  humori  e  oncorfi  al  piede ,  per  cagione  delle  dette  intrinfi- 
che  fnf ufioni ,  ò  per  curare  il  tuello  offefo per  esteriori  accidenti,  fi  come 
auuiene ,  quando  il  Cauallo  è  flato  corretto  d'andar  gran  tempo  sfer- 
rato per  luogki  pietrofi,e  duri: fi  che  confumatafi,ò  indebolitafi  lvnghiay 
la  parte  di  dentro  è  rimafa  addolorata^  per  adunanza  difangue  aggra 
uata,&  lefa;  (  al  qual  male ,  che  chiamano  Subattuto  )  non  fi  può  altri- 
menti  rimediare,  fé  non,  che feguendo  gli  ordini  de  i  tre  fopr  adetti 
autori  fi  foglia  via  la  Sola  dellvnghia}  ò  tutta ,  ò  parte ,  fecondo  che 

loffefa 


Tfll  C  J.V  \À  LLO>    l  IB.   X.  907 

..     .  -  •*■ . .  .  . 

!'offtfa  ò  picei ola,ò  grande  parrà  richiedere  )  farà  benebbe  la  arra  delle  _.-  . 
Difiolatmequì  fi  foggirmga  ;T  agliata  dunque  con  acconcia  roinetta  la  So  re  &  cura 
la  del  pienotto  l'unghia  ,  circa  l'efiremo  del  giro ,  da  ogni  banda,fi  Fker-  di  ette, 
peràperfor^e  trarràfuorifa fidandone  vfcireàfuapoftailfangy.e;  & 
mancatQrfueìloyfi  metterà  nella  piaga  floppa  affai  bene  bagnata  di  buco 
dxuouo\&  fàfciato  ilpiede ,  non  fi  toccherà  fin"  al  dìfegnente,  bper  due 
giorni.'pofcia  lanata  la  piaga  con  fortiffimo  aceto  alquanto  caldo;  fi  em- 
pierà di  tartaro,&  fiale  triti infieme  di  egual  mifura:  &  per  tre  dì  fi  la- 
fiderà  fiarecofi  legata  :  indi  due  volte  ildìefio  piede  inferma  fi  laucrà 
con  li  aceto  tepido,&  vi  fiffargeràpolue  di  tartaro. ,  ò  pur  una  delle  tre 
fiopradettc:  perche  la  carne  verrà  àfaldarfi,  &  à  riHrignerfi gli  humorir 
perlaquale  effetto  fi  potrà  parimente  adoprare  calda  vna  vntione  fatta 
con  olibano  ,  maflice  ,  pece  Greca  ,  <&  vn  poco  dif angue  di  drago  con  ce- 
ra nuona  liquefatta ,  &  con  altrettanto  di  buon  feua  di  caflrone,  bolliti 
infieme ibauendo  però  prima  di  quefto  curata  la  piaga  confale ,  &  taf-* 
taro,al  detto  modo <:&  finche l'unghia  nuouanon  fia  confolidata  >  man- 


tengafi  il  piede  afciutto,e  netto  ;Ma  per  non  efiere  afiretto  da  accidentali. 

cagioni  à  quefto  bifogno  di  Difiolare  ,  farà  benfatto ,.  che  ogni  volta  che  meot^  ~ 

s' b abbia à  far  viaggio,  mafftmamente  per  luoghi fàffofi ,  <&•  alpeftri.  ;  Caualierì 


C  quel  Caualier  che  non.poffafeco  menarfi  vn  Marifcalco  ,.  non  manchi  di  che  fan 
far  portar  nella  Valigia  Martello,  Tenaglia ,.  &  Incastro  yton  alquanti  "?  via» 
Chiodi ,  &  con  due  ò  tre  di  quelle  ^Disferre ,,  che- fon  fatte  di  due  peTgi  y  ° 
fcauezje  bipunta,<&  con  vna  Brocca ,  chepaffia  da  limo  all' altro- lato, 
ribattuta  di  modo,  che  fàquafi  niente  rilieuo,  &  fi  pofiono  ftrignere , 
&  allargare ,  fi  che  fon  buone  per  tutti  i  piedi  .-  asfltri  vfano  certe  forti 
di  ferri,  che  fi  mettono  fien^a  chiodi,  efeneveggionofattididuepex^ 
"Zi  con  vn  cerchiello  d'attorno,  che  monta  fopra  l'unghia ,  &  vn  rampo- 
ne alme%7Q  della  punta,  con  vna  vite  nellaparte-  di  dietro,  che  può. 
flrignere  &  allargare 'quanto  fi  vuole .  Jlltrihanlavìte  con  la  ma- 

D  dre.  di  fopra  ,  che  trotta  il  Mafchio  ,  &  lo  slrigne  :  ma  tutte  quefte 
cotalifoggie  fon  giudicate  danno  fé,  &  con  ragione  ;  perche  quelle  viti 
fan  buchi,che  mettono  in  conquajfo  l'unghia:-  &■  altre  fan  tanto  rilie- 
uo y  che  par*  il  (fan  allo  andar' in  coccoli  :  però  più  ficuro  è  il  primiero 
pronedimento ,.  per  cafio,che'lCauallo  fivenifìe  in.  camino  àdis ferrare  : 
Stcafochefiaftatopur  bifogno  di  farlo  andar  disferrato  per  qualche 
fyatio ,  &  per  li  fegni  dell' unghia,cbe  fiveggiafruata  >  ò  alterata ,.  &■ 
che  nel  tatta fi troni  calda  ifiiconofca  lui  batterne 'patito ,  ò  fuori,  ò  den- 
tro, e-  doler  [erte  grancìnent  e  ;  non  fi  manchi  di  tenerlo  in  ripofo  al- 
imi dì  y  con  l'unghie  empiafirate.  di  quei  Tajloniy  che  yagliono  à  mi- 
tigare 


poB  DELL**    g  l  0  ^  /  j£ 

iigare  il  dolore^  estinguere  quel  calore  accidentale  ,  prima  che  facci'*  g 
putrefattone  alle  parti  afcofe:&per  confortare  i  neruiyfùcciafì  alcun  ba 
gno  alle  braccia)  bagnando  folamente  le  parti  di  dentro  :  poi  come  il  pie 
fia  ridotto  fuor  di  pericolo  mettaglifi  vn  ferro  vantaggiofo  ne  i  lati)  & 
nella  punta  ancor  vnpocoimaffimamente  fé  lungia  è  quiui  frutta ,  ac- 
etichele  fi  dia/patio  al  ere feere  ma  di  dietro  non  p  affi  l  a  confine  della 
yngbia  ?  accioche  non  venga  ad  aggraparf;  Et queslo  ferro  potriafer id- 
re quando  Vhuomof uff  e  forcato  di  caualcarlo  con  tutto  il  dolore)  o  lefio- 
ne  )  che'l  piede  bauejjc  pur  che  le  verghe  di  tal  ferro  in  queslo  cafo  nella 
parte  di  dentro  fan  più  vicine  dell  ordinario  >  &piu  larghe  :  empiendo 
poi  la  pianta  di  cofe  confortatine  al  piede ,  &  ripercvjfìue  de  i  trifìi  hu-  P 
mori.  Ma  tornando  al  Diffolare)M.Tietr\Andrea)fe  cattando  con  la  /e- 
grettaytrcuaua  la  maggior  parte  del  pie  putrefatta^  guaHay  necauaua 
la.  Sola  per  la  punta)  gr  poneaui  vnferrO)  cheb.meffehauu.tit  capi  per- 
tugiati in  mod.O)che  fi  fife  potuto  trauerfare:  &poi  che  banca  con  olio 
tepidoye  terbentino  vnto  il  molle ^oluiuo  deh" unghia ;&  meffaui  laflop- 
pata  del  bianco  del  vino  confale ,  vi  mettea  difoura  vna  tauoletta  y  la- 
qual  hauefe  tenuto  fermo  fotto  il  ferro  >  calcandola  dalla  bandade  ifet- 
toniyattrauerfandola  per  li  bugi  di effo  ferro:  &  cofi  lo  lafciaua  slarfen- 
T^a  toccarlo  per  tre  dì  :  pofeia  continuaua  ogni  dì  leftoppate  >  finche  ci 
fufe  slato  della  materia  )  la  qual  mancata)  egli  bagnaua  effe  floppe  con  " 
aceto  forte  ,  chefnffe  bollito  con  J corte  di  falce  pefle  .  Ma fempre  ofìer- 
uauaqueslO)cbefebenfuffe  flato  da  difjolar-  un  piede  folo}  eglidiffolaua 
ancor  il  compagno  nelfimil  modo  ;  conciò  fu  fé  cofa  che  altrimenti  l'a- 
nimale fi  farla  appoggiato  folamente  nel  piede  fanO)efcbiuando  dimet- 
tere in  terra  l'infermo  j  non  gli  bar  ebbe  fitto  mai  prendere  il  debito  no- 
driment0)&  fi  farebbe  rimafo  fcemo;Ts(on  mancaua  pure  d'vfare  laTul 
trayalle  parti  eslrinfeche  dell '  unghia}ogni  fiata ,  eh'  ella  ò  per  puntura^ 
fobattitura  fi  fuffe  fchiattatayò  rotta  i  mettendo  di  dentro  le  dette  Pop- 
pate .  Luigi  VentO)poicbe  haueua  con  orbate  caldey&  altri  fimili  bagni  ^ 
mollificata  la  Sola  5  e  tagliatala  attorno  con  la  roineta  ;  preffa  laponta 
di  effa  Sola  destramente  con  le  tenaglie  ,  latoglieaviay  &  fregatola 
fai  minuto  )  v  i  face  uà  la  pianta  di  ferro  )  &  la  sloppata  con  buoni  piu- 
maccìuoli  sì  fretta)  che  la  Sola  potè  fé  non  ribujfare)  mettendoci  di 
pia  vna  tauoletta ,  che  la  riteneffe .  Ilfeguente  di  vi  poneua  vn' altra 
fioppatacon  bianco  d'uouo  >  &f uligine  di  forno  .  Jll  quarto  primamen- 
te bagnaua  la  Sola  con  tepido  vino  bollito  con  fondi  di  faluia)  e  di  no- 
ci perfiche ,  e  tajfo  barbaffo ,  e  feor^e  di  melo  granato ,  e  galla  pe- 
fla  :  pofeia  vi  metteua  vntione  di  terbentina ,  fé uo  di  caprone ,  & 

oglio 


?>ÈL    CAFjtLLOyLlB.X.  ^909 

\  olio  ,  miflì  infteme  ;  &  riempi:- a  la  Sola  con  lafioppata  al  modo  vfatà  > 
&  {oprala  Sola  parimente  lanata  prima  col  detto  vino  fpargeua  polue 
di  balo)mafiice>(jalle)&  allume  cotta  :  cofi  continuando  mattina,®-  fe- 
ra per  dieci  dì  :  indi  confato  liquefatto  ci  poneva  ttoppa  ;  &  quando  vl- 
timamente  l'haueua ferrato ,  l' atteneva  da  fatica  per  qualche  giorno. 
Molte  volte  (come  dalCrefcen%o ,  edalB^ufio  è 'fiato  ferino  )  la  negli 
gen^a  del  Marifcalco  è  cagione,che  gli  h umori  feorfi  ,  &  rinchiufì  ne  i  ,. 

piedi,vifi  vengono  tanto  ad  inuecchiare,  che  l'unghia  è  ccftretta  difepa-  quanto  fi 
rar fi  dal  t  nello  in  alcuna  parte  >  &  porgendoui  la  natura  il  fuo  aiuto,  feparidal 
vien' acre  fiere  l 'unghia  nuoua dietro allavecchia,  che  d'hora  in  hora  anello  per 
£    fiaper  cadere.l^e  qual  cafo  bifogn a primieramente  con  la  roinetta  >  gir  f^^n_ 
d'ognintorno  tagliando  l unghia  vecchia  in  qv.elleparti,doue  fi  vede  v-  chiati. 
feir  la  nuoua  :  accioche  alla  tenerezza  diquetta  non  noccia  la  durerà, 
di  quella:  pofeia  con  due  parti  difetto  di  Caprone  fittane  bollire  una 
di  cera  con  vn  poco  d  'olioycon  tal'vnguento  alquanto  caldo  fi  vngerà  la, 
nouella  vnghia  due  volte  il  dì ,  perche  mirabilmente  verrà  à  crefeere  ,  e 
fkrfi  forte  ,  guardandolo  fra  tanto  da  acquea  da  lordure .  Quando  l  un- 
ghia per  le  dette  cagioni  fi fepar  attuta,  &fe  ne  cade;  effi  Stimano  efie- 
re incurabile  :  tuttavolta  dicono  poterfiprouare  quetti  rimedi  :  Chetol- 
tafi  pece  greca  olibano,matticeyfangue  di  drago  galbanoydi  egnal  mifu- 

C  ra ,  fi  riducano  in  polue  ,  &  fi  facciano  liquefare  con  due  parti  di  feua 
di  caprone,®  vna  di  cera  ;  e  dimenata  bene  ogni  cofa  infieme  ,fe  ne  ba- 
gni vnpanno  di  lino  forte,il  quale  a  guifa  di  vn  capello ,  ò  d'vna  fcar- 
payfimettainfuHtuelle  duevolte  il  dì ,  bagnandolcprima  con  tepido- 
aceto  forte , e  guardandolo  che  nontocchi  mai  cofa  dura;Et  perche  ilca- 
uallo  non  potendo preualerfi  del 'piede  è  costretto  di fiar  corcato  :  pro- 
vveda fi,  chepofia  fiar  diritto  in  pie,  ma  fifpefo  in  aria ,  con  quetto  ar- 
tificio ,  che  fi  prendano  quattro  braccia  dicaneuaccio  bengroffo ,  cucito 
con  alcune  cigne  di  jotto,accioche  egli  fi fiia  più  forte ;&  fi  mettano  fiot- 
to tipetto,  &  ventre  di  modo  tah,  che  la  larghezza  del  panno  fi  flen- 

£>  da  dalla  mità  del  ventre  fìrì  alf  efiremo  del  petto  :  poi  syattachi  i'un  ca- 
pò ,  &  l'altro  diefia  tela à  forti  corde,  le  quali  fi  leghino  fu  ne  i  traui 
in.  maniera,  che'lCauallo  tenendo  tutto  il  corpo  fottentato  dalcaneuac- 
cio,e  dalle  funi,  fiia  però  coi  piedi  leggiermente  appoggiati  in  terra .  É 
quetto  ingegno  potrà  feruire  in  tutti  quei  cafi ,  che  l  animale  fìtffe  impe- 
dito di  ttarfi  dritto;£omepareccbie  volte  difopra  sì  è  ricordato ,  Il  Fer~ 
taro  volendo  rimediare  alla  Diffolatura  cagionata  0  da  concorfo  di  hu-  }z~,  • 
mori,®  riprenfione.ò  da  addentali percofie  d'i  tnello,ò  premitura  diferuzrfe  ca_ 
ri)  ò  mchiodatunnmbenQumteyprimieramentevuohheficauifan-  gioni  * 


5>io  D  'E  L  L  jl     G  l  0  \l  ot 

gite  dalle  parti  remot e yper  divertile  :  poi  fui  folchi  del  piede  per  molli-  g 
fican  >  .  nghia,  &  mitigare  il  dolore  ;  fi  metta  vna  remolata  ben  cal- 
da :  fiuta  di  crufea  bollita  con  ajjìmgìa  diporco  >  &fe  ai.eTta  non  gio- 
Udjjèyfucciafene  va  altra  co  crufcayafungiayradici  dibjrragineymaluay 
e  branc'orfirìa  bollite  in  vino ,  cantinouandola  quattro  giorni  :  grfe  con 
quella  par  non  miglior aff:yfhcciafi  la  ter%a  con  orjro  ftemperatoy  afe'nuo 
pcsloyafì Ungiate  sterco  diporcoyol:o  com;nuney^r  acetoyfGrtcybclliu  m- 
fieme  :  Et  alla  fine  come  fi  vedrà  con  sì  fatti  rimedi  tolta  la  doglia^  ri- 
strettigli humoriyattendafi  à  rifar  t ' unghia; adoperando  la  e ompo fittone 
che  fifa  con  galle  yritriolo  romanoyfileyf uligine  di  forno  >  e  polui  di  mir- 
to 5  e  di  barbaffo  ,  bollite  ui  aceto ,  la  qual  mislara  quanto  più  calda  pò-  F 
tra  durar fi  >  converrà  og/ii  duegjorni  rimuare  nel  pie  diffolato  :  £5*  co- 
Bagno  £  me  n  cavallo  cominci  con  quello  àfo-Jicnerfi ,  non  fi  manchi  dilavarcelo 
Ice  ol      confortt!Fimo  tetto  fc aliato ym attivo y  cjrfera.Ccn  la  medcfima  compo- 
ne .      '  fitioney  cheproffìmamente  s'è  detto  fattatene  foiarnente  legallejegl:  or- 
dina vn  bagno  per  le  piaghe  vlcerofe,e  putride ,  che  far fogliano  i  fettoni 
costretti  tal  volta  a  rinouarfi  per  le  ifleffe  cagionici  he  firn  rinouare  l'un- 
ghie :  delle  quali  cagioni fuol  dar\  indir  io  certa  acq><ay  che  mandati  fuori 
difcolorit  aye  biànc acquando  pece offe  il  flemma  ,  o'if angue  ;  nera  &fa- 
niofa ,  peccando  f  h umor  melanconico  y  o  colerico  ;  ò  fé  pur  da  qualche 
accidentale percofìa  y  o  difauentvra  il  malprocedeffe  :  ove  per  aiutar  la 
natura  afiaporare ,  conu.erria prima  d'ogni  altro  rimedio  annettare  ef- 
fi  fettoni  in fino  al  viuoy&  poi  farvi  i  lavatorij  delle  fudette  cofey  che  vo- 
gliono a  difeccare.'ma  farla  necefìario  fommamente  >  che  in  quel  magi- 
fiero  con  taldeflrexxa>  &  avvertimento  fi  prò ced effe  y  che  non  fi  ve- 
nifeyad  offendere  quel  membro ,  ilquale  di  leggiero  è  atto  à  malignarfi 
tutta  volta  in  ogni  modo  che  tale  male  fi  curi  y  farà  bene  y  chedapoi  che 
le  piaghe  far an  lauateyfiff>  argano  di  polve  di  vitrioL ydi  galle  y  e  di  f vii- 
gin e  ,  attaccandovi  vn  pivmacciuolo  di  stoppa  fopra  y  che  cofì  in  nove 
.     giorni  il  cavallo  farà  guaritoy-cslando  col  [nolo  del  piede  robufloye  dvroy  # 
mc{i\3i[i\M-'Pier ^Andrea coflumauadi lavare  i  fettoni  con  aceto  ,  in  cui  fvfie 
no.  bollita  lafcor^a  della  radice  della  rofaf  '-.natica  bianca  y  detta  da  alcu- 

ni la  Gavarrera .  Se  quando  avveniva  mutatione  di  vnghiey  egli  faceva 
bollir  vn  poco  infieme  vn'oncia  di  cera  nuouay  due  di  meley  tre  d'olio 
commvne ,  &  tre  di  olio  di  linofa,  con  vna  libbra  di  affungia  di  porco , 
C5*  vrì  altra  difevo  di  becco  :  &  poileuatele  dal  fuoco ,  e  fattele  alquan- 
to intepidire  y  con  mettere  dentro  l'acqua  fredda  il  vafe  >  ove  quelle  eran 
bolliteci  mefcola'ia  polve d' incenfoydi  mastice,  &  di  f angue  di  drago , 
onde  vna  per  cofay  #•  ditale  vngvento  vngeva  quattro  ,  ò  cinque  volte 

la 


DEL  (fUV  JL  LL  Oy'li-S.  X-  $*t 

A   l^fettimana  il  pie  dei  Cingilo y  per  far  creftéYeV&nghid  nonella ,  càfca^ 

ta  U  vecchia;  Il  che  mirabilmente  gli  fucccdeuaVegetio  fi  ,iuCycbe  quei  j1^  ^ 
Giumenti,  i  quali  ho  per  vitto  difcapucciare,  ò  per  éfierfi  tocchilo  per  al-  t-jj  net  fe  ca 
tra  occafione  hanperdnta  l' vnghia:  ò  che  per  efier  tardata  la  pianta  del  gionù 
piede  a  ritornare-)  zoppicheranno;  fi  deono  curare  in  queflo  modoyche  ta- 
gliata /.'  vnghia  in/ino  al  vino  >  fi  leghi  con  vna  pe^^a  di  lino  la  giuntura, 
di  fiotto;  &  attorno  dell' vnghia  fi  tagli  tutta  la  pianta  infieme  yfi  ci?  ella 
da  vna  parte  fiafiolleuata  dalla  corona  :  allbcra  mettauifi  fra  la  Solay 
&*  l'vnghia  il  circrmciforio  ,  &  come  fià  ben  netto ,  fciolgajì  la  giuntura 
legata:  che  fi  trouerano  le  vene  del  calcagno  gittarfangue,  il  quale  vfici- 
tone  d  baìlan^a  y  fireghiuifi  colf  ale ,  &  poi  vi  fi f afe  ino  peTge  bagna- 
te d'olio  j.  &  aceto;  cacando  il  piede  di  tal  maniera^  che  purgati  gli  hu- 
morij'vngbia  <?li  pò  fa  crefeere  :  Ma  tal  cura  egli  non  vuol  che  fi  faccia, 
maife  non  in  vn  piede  per  uolta  ;ac  ciocie  l'animale  pcfja  refi  fiere  al  dofo 
re  :  &  s'egli  bauefi  e  il  mede  fimo  m  ale  nell'altro  piede  yìion  fi  curil'vnoy 
finche  non  incominci  àfcrmarfiiahro  curato  prima  :  Quell'ordine  an- 
co offeruandoyfe'l  tagliar  deVC  vnghia  in  fino  al  vino  doueffefarfi  con  fer- 
ro infocatola  qual  bruciatura  parimente  richiede  la  freggagione  del  fa- 
ley&lefafce  bagnate  d'aceto  y  er  olio  .  Senne  oltrà  ciò  malagevole ef- 
J "ere '  a  guarire  ■>  quando  il  giumento  ha  gittata  uia  l'unghia  :  ma  tutta 
£  uolta  poter  giouare  ■>  fe  attorno  al  piede  ignudo  fi  léghi  con  unafafeia 
qualche  Zuppino  tratto  futilmente  dalle  candele  >  e  bagnato  con  bianco 
di  nono  crudo:  e  disf'fciato  al  capo  delto-^ogio  mo  y  fi  fuwenti  con  fari- 
na di  grano>meleyaceto,&  gomma,  cotti  iufieme  :  tJ^'fafe  la  piaga  non, 
fìapurgataylauifi con uino  tepido  ■>  &nelfafciar  ymettav.ifi  mele  di  fio- 
pra;&  come  fa  purgata  ;curifi  con  l'unguento  ufato  per  le  ferite:  pofeia 
coni  ella  farà  fanat  a  y  pongavi  fi  l' un  giorno  sì  y  &  l' altro  nò  (finche  turi- 
ghia  fi  rifaccia)  empiafi.ro  fatto  con  cenere  di  feor^e  di  fané  yediorobiy 
mefcolaia  con  mele>aggiuntoui  polue  di  bitume giudakoy  e  dipomo grar- 
nato  difiemperata  con  aceto  ogni  cofa infieme  .ultimamente abruciata 
\  la  Sola  di  una  fc arpa.  ueccbiay&  tott ala  con  aceto  in  pignato  nuofio  >. 
fe  ne  bagnerà  l' unghia  y  che  fi  uerrà  facendo  dura  di  mano  in  mano: 
Ter  li  quali  effetti  benché  fi pò  fi  ano  parimente  adoperare  tutti  qmi  men- 
dicami y  che  per  ricourare  l'unghie  fintate  prima  fi  differo  y  &  altri 
moltiy  che  per  queflo  trattato  de'  piedi  fi  fono  fbar fi  :  la  cui  maggior  parte 
alla  conferuatione  di  effe  unghie  fi  trous  appartenente ,  tutta  uolta 
non  mancherò  di  foggiugner  quel  che  dal  Signor  Giordano  fu  prima  or- 
dinato y  &  poi  da  Loren7o  Ejifio  confermato  ;  che  uolendo  far  dure  >. 
&  forti  quel  unghie y  che  per  attenterà  fi fioffino  rinouateyfi  frequenti 

dì. 


Ai  auuoigere tutto  il  piede  con  vna  ampia  pezga  di  lino  >  otte  pano  di-  £ 
sìefò>&  empUflrate  polite  di  galla ,  e  crufca  di  pari  mifttra ,  bollite  con 
~vn  poco  di  [die  infortiamo  aceto-»  cangiando  sì  fatto  empii ftro  due  volt 
il  giorno:  &  volendo  accrefcere  /'  unghie  in  modo  ,  che  reslino  affai  più 
habili  al  ferrare ,  vfifijpeffo  ad  infasciarle  con  decottione  ben  calda  di 
malnate  parici aria  bollite y&  dimenate  confetto  ditai~ìrone>  &  crufca) 
©  purfolfoy  come  altri  pone.  Et  già  eglialtroue  approua ,  che  quei  vicio- 
fi  accrefcimenti  chefogliono  nafcere intorno  aW unghie;  &  Rane  li chia- 
Auueru-  mmo  j  Marifcalchiy  bifogna  che  fi  vadano  rafpando  e  tagliando .  ^Affir- 
torno  al-  to  fcriueycbefe'l  e auallo  per  non  batter  l  unghia  eminente  dinanzi  y  an- 
te vnghie  daffe  zoppo^e  deffe giufo,&  fi  pungeffe  con  V unghia ,  debba  quell'unghia  * 
leuarfi  del  tutto  via ,  radiandola  tanto  >  che fi j  venga  infu'l  viuo  :  ne  fi 
tema  per  tagliare;  perche  il  ferro  nudrifee  l'unghia:  &fhtto  quefloy  vi  fi 
leghi  empiafiro  fhtto  con  vna  libbra  di  fichi  &  mczga  di  cera  infieme 
incorporatene  fi  dif doglia  fin' à  tre  giorni y  poi  fi  fumenti  il  piede  con  vi- 
no>&  olioyche  co  fi  pressamente  butterà  l'eminenza  dell'unghia  ;  laqual 
fé  mai  crefeefie  oltra  il  douere-,  egli  non  giudica  necejfario  a  Iettarla ,  ec- 
cetto fé defie  impaccio;  condiryche il Cauallo  caminandoyla  viene àjpint 
gere  a  dietro  :  il  che  tanto  è >  come  fileuaffe  :  Ma  questo  ordine  hoggi  è 
fuori  dell'  off eruanza:  perche  l' unghie  s'aggittflanofpeffo  conia  l\pinetta.  G 
€t  quando  elle  nafeeffer  torte ,  non  fi  manca  di  affondarle  fempreà  poco 
à  poco  nelfer  rare:  fi  che  toHo  fi  trottano  o  del  tutto  >  opur  in  parte  ad^ 
Piedi  ram  drizzate.  Qucfti  piediyche  posli  in  terra  guardano  in  dentro  fon  chiama- 
pi  n  i  qua-  tj  Yampiniy&  quando  col  tagliar  ogni  yolta  l'unghia  più  dallato  di  den- 
troyche  difuoriyfttemedi  trouar'il  viuo  col  chiodo  :  bifogna  rimediar  fi 
colferroychefia  piugtofio  dallato  difuoriy  che  di  dentro ,  fkcendoui  an- 
co il  ramponeyfe  opportuno  fi  fi imi .  Co  fi  anco  fi  porrà  prouedere  a  quei 
Caualliyi  quali  battendo  l'una  vnghia  più  in  fuori  deU' 'altra ,  fi  fogliono 
intagliarey  percotendo  Vvnpiè  con  l'altro;  che  fé  lorofianpofii  i  ferri  più 
alfi  dallaparte  di  fuori,  che  da  quella  di  dentro  >  &  l'unghie  faranno  più  H 
daquesla  parte»  che  da  quella  acconciate  >  certamente  verranno  a  man- 
care di  quel  difetto  :  il  quale  fé  procedeffe  per  debolezza  de  i  piedi  y  fi  po- 
tranno vngere  col  grafio  del  porco:  òfefoffeper  debolezza  di  tutto  il  cor 
pò  fi  attenderà  co  i  debiti  ordini  ad  ingraffarloyche  cofi  mancatala  cagio~ 
Intani*-  nc>  Mancberà  necefiariamente  ancor  l'effetto. Sono  oltr'a  ciò  lelntaglia~ 
turer©  in  ture ,  ò  Interfcriturc  diflint  e  dal^ttfio  in  queflo  modoy  chefe'lCauaUofi 
terlinea—  ferifee  co  ipiè  dinanzi  >  debba  aprir  fi  il  cuoio  trai  petto  y  &  la  Jpalla  di 
K*  quel  pie ,  che  ferifee ,  &  (eparato  il  cuoio  dalla  carne  >  vi  fi  metta  den- 

tro vn  taccone  tondo  di  fola  vecchia  due  vnghie  largo  >  nel  cui  me%p  fia 

yri 


DEL    CJ.VotlLO\  US.    X*.  ftj 

"Jt'itn  pertugio ,  che  venga  àflar  nel  me^o  dell'apertura  del  detto  cuoi*  * 
S'egli  fi  ferifce  copie  dì  dietro,  debba  non  pur  ifcemarft  dell' ungbiaymol-  • 
topiufuorapiede  y  che  dentro  :  ma  leuifi  ancor  viz  il  calcagno  del ferrs 
difuorapiede  -.meramente  tra  eflo  calcagno  del  ferro ,  cbeèfuorapiede  > 
tnettafì  va' anello  di  ferro  >  ilqualc  cojlrignerà  il  Cavallo  à  cambiare  più 
largo.  M.  Tier  Andrea  chiama  Exuthe  il  male,  che  fi  fuol  generare  nel-     E*uthe 
la  giuntar  a  £  per  faticalo  per  batterfi  l'un  piede  con  i  altro  >  &  quando  come  "  °e 
per  fouerebio  affannoydiceuaconofcerfì, che  perlomeno  de  italiani)  co-  rj#  s 
fi  dentro  y  come  di  fuori)  feorre  humor  giallo  >  e  tal  volta  marciofo}  & 
alt' bora  bifognarci  l'empiafirodellapultigliadettodi  fopra  :  poi  come 

2  non  fi  vedi  adi  fopra  feorrere  più  materia  >  douerfi  quella  piaga  >  che 
vi  rimarràycurare  con  quello  vnguentoyprendafi vn 'oncia  dincenfoy  vn 
altra  di  mafìice  >  &  meta  di  UtargiriO)  &  ridotte  in  poluefian  mefeo- 
late  in  vn' oncia  d'argento  vino  ,  disfatto  con  fugo  di  atrangoli ,  ò  di  li- 
moni y  ò  con  forte  aceto  biancotpoì  vi  fi  aggiunga  vna  libbra  difaime  di 
porco  y  che  non  babbiabauutofale  ò  fé  pur  fufse  f alato >  fiafi  fatto  dif- 
J alar  prima  bollito  in  acqua  y  &mifletaicofeinfieme ,  fi  pesli  forte  : 
indi  me fani  vn' oncia  di  terbentina ,  fi  tomi  à  peflar  meglio  >  &  alla  fi- 
ne s'incorpori  la  miHuray  mettendovi  à poco  à  poco  bor' aceto  bor'olioy 
hor' acqua  rofata  d'  egual  mifura,  tanto  che  l'unguento  venga  à  quella 

C  perfezione  y  che  fi  richiede  -,  con  fi  fatta  vntione  mutata due  volte  il  dì 
la  piaga  in  tre  giorni  farà  guarita  :  pofeia  per  quindkiyò  venti  altri  s'un- 
gerà confeuo  di  beccoymattìno  &  ferayacciocbe  il  cuoio  ben  fi  fortifichi; 
ma  prima  d'ogn' altra  cofa  gioite;- a  cauarfangue  di  quattro  anni:  perche 
à  minori  non  è  mai  da  permetter  fila  fagniay  che  feemerebbe  la  virtù 
delle  membray  come  egli  afferma.  QueUa  medefima  cura  egli  feanel- 
V*AreHey  che  fagliano  dirittamente  fu  Ineruo  della  giuntura  :  ma  per-  eretto  e 
che  fon  più  tarde  à  guarire  >  &à  lafciar'  il  cuoio  fortificato)  continua- 
ual'untione  del  graffo  di  caprone  vn  me  fé  intero  y  fempre  tenendo  il  luo- 
go netto  di  polue  :  Quando  il  mal  della  Exuthe  vien  per  Interferitura  di 

~>  piediydiceua  la  lefione  apparire  nella  parte  di  dentro ,  &  non  altroue  y  ò 
feorgerfi  maggiore  in  quella ,  che  in  altra  parte ,  oue  non  s'è  intagliato , 
&  in  quefìo  cafo  egli prouede'ua)Con  la  induslria  delferrareyche  lafcian- 
do  più  groffa  l'unghia  dalla  parte  di  dentroyfkceua  ancor  più  ^rofìetta  la 
ferratura  nella  punta ,  abboffandola  tanto  fin' al  tallone  dalla  parte  di 
fuoriyche  folamente  fi  fife  potuta  foHener  da  ì  cbwdiylà  doue  dalla  par- 
te di  dentro  abbafì 'aita  folo  il  tallone  :  accioebe  l'altro  fuffe  rimafo  in 
effa  punta  .  Oh/ acciò  nell' inchiodar  la  parte  di  dentro  y  auuertiuay 
(b e' l  primo  chiodo  fufie  ito  verfo  la  punta,  e' l  fecondo  ver s' il  tallo- 

Mmm        ne>  fi 


^14  HlllA(jLO\l<A 

ne  >  fi  che  ninna  parte  d'effi  chiodi  haueffe  pofcia  potuto  battere  ;  ne  ta-  £ 
gliare  tra' l pelo  >  &  l unghia  nella  corona  delpiè  contrario .  In  fomma 
per  togliere  l'intagliature  vf  ma  nell'unghia  del  pie  tagliarne  abbacar 
lapunta  dalla  banda  di  fuori  y  &  lanciare  il  tallone  vn  poco  alt  etto  :  &• 
per  adulare  k 'gambe  torte ,  fimilmente  vi  prouedeua  colla  ferratu- 
ra )  laquaì' abbajfaua  nella  parte  contraria  à  quella  ,  che  fi  torcea .  Et  in 
Caualloyche  non  fi  fufìe tagliatola  folamente  battuto  >  egli  con  fide  r  an- 
dò effer  più  forte >  &piu  crefciuta  l  unghia  dallx  p  irte  di  fura  ,  che  di 
dentro. ,  foleua ferrarlo  con  meigi  ferri ,  i  quali  hauefier  ccuerta  fola- 
foeda        mente ^a ^rtean'eriore  -  M  Kl{(ì°  diceycbe  fe'l  CauaUo  fuffe  cudellato 

nel  piede  yrìoèjp edato  per  molto  freddo,,  vi  fi  metta  per  tir  di  f ale  pe-  F 
slo,&  f uligine  con  sìoppa  groffa  ,  indi  fi  laui  due  volte  il  dì  con  aceto  } 
mettendoci  fu  vn  poco  di  fioppa  inf ufi  in  olio  caldo,  pai  prenda  fi  I{p- 
mio  trito )ò  la  fua  corteccia  bollita  in  aceto  y  &  mettauifi  difopra  in  fin- 
che fani  y  &  vltìmamente  per  vn  dì  &  vna  nette  vi  fi  fàccia  slare  em- 
piasi)-afa  calcina  viltà  màfia  con  f apone  :  &fe  viapauuenifiey  chela  cal- 
cina viuay  ò  sterco  di  virtù incenfiua  abruciaffeal  Cauallo i  piedi,  ò  al- 
tra parte  del  corpo  y  tsfffirto  y  &  Hierocle  vogliono  >  che  dì  efiate  gli 
fian  lauati  con  acqua  fredda;  di  verno  con  calda  ungendogli  poi  con  vn- 
guenvo  graffo >o  con  affungìa ,  o  pur  con  l'ifieffa  calcina  viua  con  olio  me- 
fcolata^ma  finche  non  fra  faldatoy  non  è  da farfì  entrar' in  acqua  .  1  piedi  ^ 
confumati  dal  caminare.  Vegeti®  diceyche  debban  lauarfi  con  acqua  cai- 
day&  vngerfi  con  afiungia  veccbiay&  poi  leggiermente  fi  diffeccbino  per 
tre  giorni  con  olio ,  &folfo  trito  ,  posloui  lana  calda  difoura.Ma  fé  vi 
fufft ■percoffay  è  da  trarfi J angue  dalla  corona  ;  laquale fomentata  con 
acqua  calda  yfi  vngerà  cau  affungia  mef colata  con  aceto  >  e  slerco  di$e- 
Suflfufio-  eoxay  benché  quel  di  (apra  credano  molti  effer  migliore .  zsfltroue  di- 
ne ne  i  cey  che  quando  per  la.futicadel  viaggio,  vcniffe  al  (auallo  fuffufione > 
piedi.       afcappucciamento  ne  i  piedi  >  non  è  da  trargli  fangue  mentre  è  caldo  y 

ma  dapoi ,  che  fra  ripofato  y  dandogli  quefiaforte  dì  beuanda  >  Trendafi  r» 
vna  libbra  di  frondi  Caprifico >.  tre  onde  di  fermento >  alenato  >  ò da 
far  pane  y  vna  dramma  di  xafr  ano  y  e-due.dincenfo  mafchioy  con  ven- 
ticinquegranella  di  pepe  :  le  quai  c.ofeben  trite  diuidan/i  in  tre  parti  : 
per  dar  in  tre  giorniy  difciolte  invino  >  caldo- di  verna;  e  freddo  di  efia- 
te :  &  s'egli  caminafe  tardi  y  metta/i  nell'unghia  alquanto  difemola  , 
e  di  refrna  calda  y  finche  egli  camini  bene  :  &  fé  ciò  non  giouaffe  trag- 
gagli fi  competente J angue  dall'unghie >  curandola  piaga  della  lanciet- 
2oppica-  'f  con  $  ynZ,Mnto  ordinario  da  ferite .  Certamente  bifogna  con  gran 
te  .        diligenza  auuertireà  quelle  indegnationi  >  che  ne  i piedi  di  quefti  ani- 
mali 


m  mali  fogliono  auuenire  per  l'tffireTga ,  &iffng;bezxa  dei  viaggi,  ò  Mali  de* 
per  efferfi  fitti  correre  in  viafaffofa  ,  ò  pur  per  efier  fiati  gran  tempo  P^-1  c  ™ 
odo  fi  entro  la  fi alla:  fi  che per  adunamento  dibumori  incominciano  à  jìderatio 
zoppicare,  &  fe'lpadrom vi  fi a  negligente,  fi  trouer anno  in  breuedi-  ne. 
fntili,e  perduti .  flfegno  del  male  fard ,  che  l'animale  porrà  il  piede  di- 
nanzi piano  in  terra  >&  nello  Rendere  fojpenderà  il  paffo  .  'nsfU'bora 
per  conofeer  meglio  la  cagione  ,vnolV 'egetio ,  che  fi  rada  di  fotto  l' Vìi- 
ghia,  &  quella  parte  ,  che  fi  vedrà  pianerà,  fi  batta  €ol  deto:  &  s'ella 
f uff  e  matura,  &egli  fé  ne  dolef  e,  aprafi  prettamente  :  purgando  la 
marcia ,  e  tagliando  attorni  la  carne  putrida  in  fino  al  viuo  :  indi  con 

£  olio  rofato,  aceto,  &fale,  miflo  lo  tterco  del  mede  fimo  giumento  ,fe  ne 
empiaflri,&  fi  fhfci  ,  "Toifciolto  alterco  dì  ,fe  la  carne  fuffe  crefeiuta 
in  fuori,mettav.i fi  gramigna  con  olio  cotta ,  <&•  vedendouifi  per  auuen- 
tura  qualche  parte  di  carne  nera ,  guardi  fi  bene ,  che  non  vi  f uff  e  qual- 
che rottura,  o  qualche  punta  di  chiodo  ,  ojpina  :  che  in  tal  cafo  prer  trar- 
la fuori, conuerra  vfaref irnienti,  &  gomma,  &  purgata  la  piaga  pomi 
vnguenti  dafaldare,  poi  aggiungerai  f uligine  fecca  ;  &  vltimamente 
gomma  con folfo  :  &  fé  la  postema  reslajfe  nella  profondila ,  empia- 
tt  rivi  fi  orzo  •>  ò  faua  cotta-* .  Il  P\u fio  parimente  ci  ammonifce,che  do- 
lendo il  piede  alC auallo  per  fatica  patita ,  fi  tocchi  l'vngbia,  &  vedaft 

C  bene ,  donde  il  dolore  procedarma  ritritatolo,  vuol  che' l  lungo  fi  cuo- 
ca con  vn  ferro  ìnfocato,e  difoura  Vi  fi  mettano  liquefkatte  iafieme  cè- 
ra,pece,&  feuo  .  Et  fé  per  male,che  hauefjì  al  piede,  la  corona  crepafje, 
over  s'aprijTe;radafi  bene  il  luogo}&  pongaui fi  per  due  giorni,  due  vol- 
te il  dì,  farina  cotta  con  affungia ,  poi  per  tre  dì  vi  fi  metta  calcina  vi- 
ua,fapone,&  feuo; indi  fi  laui  con  aceto  caldo  ,  &pongauifi  l'herba  ca-  Mahdet- 
prinella,fìmhefiafa'ao.  Dice  ancoraché' l  Maladetto  fi  toglie  dal  pie-  to   come 
de,mettendoi>ivna  parte  di  lardo,e  due  difaluia*  Et  poiché  delzoppi-  "    t0SIla 
care  è  slato  ragionato,farà  forfè  àpropofito+&  molto  gioueuole  a  non 
tralafciare  ifegni  d'alcuni  mali,  che  da  zoppicare  fi  pofìouo  prendere,  Se^ni   di 
fecondo,che  da  feientiate perfine  antiche  furono fperimentati  in  diuerfi  mali  che 
tempi,& in  molti modi .   Oliando  dunque  il  C  auallo  zoppica  del  pie  di-  procedo - 
nanzi,  &  nel  caminare non  preme  in  terra  fé  non  la  punta  dell' vnghia,  zopp^.. 
fappiafiyche  l'vngbia  fola  è  quella  che  in  lui  patifee ,  Se  zoppica  dauan-  re  . 
ti ,  &  preme  egualmente  tutta  lapianta  del  piede  in  terra,  egli  in  altra 
parte, che  nell'vnghiafente  dolore .  Se  ippica  del  piede  in  terra ,  &  non 
piega  lepas~loie,il  male  è  nelle  gionture  .  Se  zoppica  dauanti ,  &  mag- 
'  giormente  quando  fi  volge  a  man  deBrayò'à  manfiniflra,  èfegno,  che 
la  paffionefta  nello  ffrallaTgo.  Se  zoppica  dinanzi,®'  quando  fi ripo- 

Mmm     2  /*> 


9i6  2>  E  l  L  jt    G  l  0  \ì  a 

fafslende  vnpoco  il  pie  Troppo  aitanti  alt 'altrove  vien  fermando  fi  in  queir-  j? 
lo,è  da  dirfiychel  malfa  nella  pallaio  nella  gamba  .  Se  'zoppica  di  die- 
tro, &  caminandonon  fi  ferma  fé  non  fu  la  puntarne  piega  legiuntme 
del  piede,ma  folamente  l'alba  >  &  [difende  con  dureyga,  chiara  cofa 
è,cb'egli  patifce  nelle  pasloie.Se  ippica  di  dietro,&  in  dargli  vnafem- 
plice  volt  a,appar  più  xoppo,egli  ha  male  nell'anca  .  Se  va  chino  verfo  la 
terra  ,  &  neWvfcire  fard  ipaffi  minuti ,  eficffi  co  ipiè dinanty  egli  ma- 
slra,cbe  da  graue7^a  di  petto  non  poco  è  temperato 

Tumori  \M  *A  paf andò  a  quei  tumori  ,  che  non  fono-  propri)  divna  parte  fo- 
oruei    *    IVjL  la^  ma pofiono  indifferentemente  à  molte  anuenire .  Trimiera-  F 

mente  è  da  faperfi  venire  qualche  volta  per  f angue  putrido  ,  a  per  altro 
Focaccia  f^catite  bumore  vna  enfiagione  per  la  per  fona  dell'animale  tra  cuoio , 
&  carne  ,  che  M.  TPief  Andrea  la  nominaua  Focaccia ,  perche  àguifa 
d'vnpaneftfày  &  crefce  :&  la  curaua,  tagliando  il  cuoio  à  pelo  dalla 
parte  di  hafio  :  per  lo  quaì v taglio  metteua  la.  cornetta  fra  la  carnea  la 
pelkydondefentiua ,  cbefufje  la  Toficma  •>  &  per  quel  luogo  fatto  fain- 
geua  vn  fuflolo  forte,e  pianori  qual  defìderaua,  chefufie  d'ofio  di  Leo- 
neper  effer  molto  li f e  io  >  e  difeorrente  :  a  pur  vi  Jpingeua  vn  fufo  fin- 
che haueffe  trouato  della  materia  ,  la  qual  deliramente  premendo  fi  in-  r 
gegnaua  di  cacciar  fuori  ,  &  e? fi  votato  il  luogo  ,  vi  metteua  dentro  col 
mede  fimo  fu^le  vna  pe^T^a  di  lino  fonile,  &  vecchia  in  liquefatto  faime 
•  bagnata  ,  e>r  bene  infufa  :  &  fé  adoperando  lancietta ,  o  cornett a>f af- 
fé vfeito  fangue  puro-,0  acqua  &  [angue i  non  [e  ne  curaua,  perche  tutto 
veniuadapoi  a  purgar  fi  per  quella  apertura  ,  nella  quale  vltimamente 
pur  colfuftejpiìigeua  vn  tallo  di  lardo  veccbio,fatto  àguifa  d'vnafaet- 
ta,ac cloche  quelle  alette  non  l'hauefjer  fatto  calare  ingiu>;lafeiandoue- 
h  ìlare  quanto  pò  ffibile  fujfe  stato ,  òfe  per  auuentura  nefufìe  caduto 
vno-itornaua  à  mettere  vrì  altro  fimile,fìncbe  la  materia,&  l  enfiagione 
durata  uifuffe:auuertendofempre,  che  quel  che  denttroft  raunaffe,  ha-  j| 
uejfemodò  di  feorrer  fuori .  llB^ufìoà  quei  tumori  groffià  guifa  d'un 
pane,  che  nafconoperlo  corpo, generati Ida  fangne putrido  nella  carne  te 
Curte,  ò  nera  pyefìo  al  cuoio  ,  badato  nome  di  C  urte ,  benché  più  toHo  Turte  (fe- 
lor  rime  con^°  che  Alberto  pone) fi  debba  leggere:  &  per  rimedio  ordinale  nel 
dio .  me%p  dellaCurtafi tagli  il  cuompoi  (fé' l  tumore  non  mancaffe)muouafì 
con  vna  brocca  di  legno  lhumor-,cbe  ètra  la  pelle 'sopendolo,  molto  bene, 
€$r  fremendolo  fuori  ;  indi  fàccia/i  vn 'altro  taglio  fotto  il  tumore  e  per 
tutta  la  Curta  mettaf,  un  ferro  lato  caldo ,  di  modo  però  ,  che  non  s'arda 
Uciioio^^r  in  capo  di  fette  dìfijhccia  ilfimile  co  quella  cautela  et  auuer- 

ten^a 


bit  cuvjtiiòy  limiti        £17 

J^r  feniche  fi  richiede .  Quelle  enfiagioni  di  carne  >  cheffeffo  nei  còrpi  ^■i^lòntlt 
crefcono  ,  da  noi  volgarmente  dette  Bugnoni,  0  Brdn^olc,Vegétiorac-  fe  ^  y^je 
conta  ejfere  di  varie  forti ,  e  diuerft  nomi  fori ire ,  perche  Steatomi  fon  tbrti,ejo» 
quelli,  che  contengono grafie^a:  Mellic  eri  quei,  e  hanno  ffefie^a,  mù 
come  hanno  i  porri  <iAnèurifma,  quando  hanno  il  j "angue  adunato  fimfc- 
le  alla  vena  dellàpoppa  ;  jiteroma,  quando  s'è  adunata  materia  fhri- 
nofa,  e  (j anglione  ■>  quando  àguifa  di  Tartufo  s'è  fatto  raddoppiamen- 
to di  nerui  con  dalor  fermo,  &  à  tutte  quefìe  diuerfe  ftecie  poter  fup- 
plire  vna  cura  ifieffa ,  fe'l  luogo  enfiato  s'apra  con  la  lanciata  da  ban- 
da diritta,  e  da  band  a  mane  a  :■  e  cauata  la  materia  fuori,  fi  rifani  la 
£  piaga  coni  rimedi)  competenti .  T connetto ,  per  qualfì  voglia  enfiagio- 
ne^ dura,  ò  molle,  ò  putrefatta,  che  per  battiture ,  ò  per  altra  cagio- 
ne,  b  dafuapofia  veniffein  qualche  parte  del  corpo ,  &  mafjìmamen- 
te  nelle  giunture, ordinò  vna  bruciatiua  medicina  di  mirabile  effetto ,  la 
(fual  contiene  pece  afeiutta ,  e  gomma  colofonia ,  ana  oncia  vna,  galba- 
no, K&  calcina  i"  ana  onde  quattro  ,  due  di  bitume ,  &  tre  di  cera  :  do  - 
uèttdofi  ogni  copi  fcaldare  infìeme  quanto  pojfa  fojfriì  e  la  mano ,  cjr  vn- 
gerne  il  luogo  offefo  .  S'è  le  giunture  fuffero  rilaffate ,  &  acquo/è,  pof-  c- 
fon  curarfi,  mettendoui  vrìempiattro  fhtto  dialoe,mirra,  incenfo,  pe-  nlaffate. 
ce  brutia,  farina  di  fi  amento,  &  chiare  d' uoua  batute  infìeme:  rino- 
C  uandolo  vrì altra  volta ,  p  affati  alquanti  giorni ,  &per  tutti  i  mali' di 
Giunture  è  vn  rimedio  approuato-,  che  prima  il  luogo  fi  bagni  con  ac- 
qua di  mare  tepida ,  poi  vi  fi  applichi  calda  quella  colla-,  che  fi  fa  con 
pece,efìerco  di  bue ,  libbra  vna  per  cofa,due  di  terra  cirfìolia,  <£r  me^- 
j*ft  di  acatia,  mitti  infìeme.  Trouanfi ancora ordinatiperl 'enfiagione 
delle  giunture  altri  e  eroti  :  potendo fene  vno  comporre  con  cera,  &  bitu- 
me gìudaìco,ana  onde  noue ,  gomma  cotta ,  &  incenfo,ana onciefei,  e 
due  dipece  dura,  aggiunteui quattro  libbre  di  fquamma  di  rame,  e  tre 
di  olio.  Vrì 'altro con galbano,  fiorate,  opopanace,&  farina  d' focena 
.  fo,  ana  libbra  vna-,  &  fé  dìfinopide  .  Un' altro  con  7^1  frano ,  menta  } 
™  polue  d'  incenfo,&  finòpide  barbarefea ,  ana  onde  fei,  fcalogne  barba- 
refche,numeroventi,&  vrì  bemina  di  fior  difhr'ma,difiemper  aie  in  ace- 
to infìeme .  Vrì  altro  con  perfumo  ammoniaco  peflo  ,&  in  aceto  difciol- 
to  .  Vrì  altro  ,  che  Vale  ancor  per  le  gambe ,  fifa  con  papauero ,  galbano 
minio,ttorace,bdellio,e  terbentina ,  ana  libbra  vna,  &  due  feflari  di  fior 
di  farina  infìeme  al  fuoco  incorporati .  Vrì  altro  ,  che  co fi  dà giunture > 
come  da  nerui  toglie  il  dolore ,  fen%a  che  vi  bifogni  adoperar' il  fuoco  > 
confitte  in  folfo, fior ace ,  galbano,  bdellio,  menta,  pece,  miglio  e  ter- 
bentina >  ana  onciefei,  fette,  &in  quattro  fettarij di  vino  bollite  in~ 

Mmm    $        fieme^ 


«Durezze,  [teme ,,  Applicando  fi  caldapoi  lamiftura  .  Il  (blombro  sìptr  lomede-  % 
«e  cai  lo  fi  fimo  tfifettOy&sì  per  mollificare  te dmre%jze->o  le  callo fità,  chea qua\ 
™  C\Yfr     fi  voglia  luogo  auuenjjjcro  ,  ordina  vn'empiafiro in  queHo  mcdo ,  che 
chino 7   fi  mettano  iufieme  à  bollire  in  vn  pignatto  nuouo [emende  di  lino  pefiey 
&  fieno  greco,  ana  onde  quattro,  rafapina,&pece  nauale-y  ana  on- 
cie.tre,fei  di  pece  greca ,  &  vna  e  mexja  di  fior  di  rofe  :  &  come  fia- 
no  ben  cottevi  fi  aggiungano  treoncìe  di  t erbe nt ina ,  etfei  di  mele ,  pò- 
Humori  tendoui  ancor  mettere  ynpoco  dyolio,chivoleffe  .,0-ltr  acciò  per  riHrin- 
digiuntu  gere,e  diseccare  gli  humori,  eh  e  y  erigono  alle  giunture ,  maffimamen- 
diffechi-  - te  ^e^e  gambe ,  dice  pater  fi  adoperare  l'vnguento ,  che  Triafkrmaco  è 
no, .         nominato  y  per  effer  fatto  di  tre  cofe,  vnr  parte  di  litargirio  >  vn' altra  F 
d'aceto ,  &  due  di  olio  vecchio  ridotti  (bollendo)  d.  quella  fpefie^ay 
che  fi  richiede  .  Il  f  errar o  lodaa.fi ai  l'vfo  di  due  peTje  di  filato  crudo. 
di  Uno  rusìico  bollite  (come  poco  dianzi  sé  pur  narrato)  con  [ufficien- 
te quantità  di  cenere ,  &  acqua  infino  al  mancamento  di  tre  deta,  con 
lequalifi  continui  à  fomentare  pia  volte  il  giorno  la  giuntura  yo 7  ner- 
u,o,ò  l'anca,o  la  fi/dla ,  ò  qualfi  voglia  altro  luogo  mufculofo ,.  che  fyfc 
fé  offefo  .    Di  qiàpotendùfi  limonio  accorgere  fé  da  caldo,  ò  da  freddo 
Giunture  procedali  male  y  fecondo  la  regola  ricordata  ancor  difonra.  Mafie  le 
z    °  ora  giunture  fui] ero  addolorate ,  Eume  lo  ferine  giouar  loro  mirabilmente 
il  trar  del f angue  :  &feyl  dolor  fufjepofio  ne gliinternodi  ,ò  vi  fi  fuffe 
accolta  marcia,,  vi  fi  puòrime.diare  conempiafiro  di  galla  rofla,  fari* 
nad'incenfo,.  radice  dipdnace,  arislolochia ,  &  iride,  vna  libbra  per 
cofa  ben  pefìe  infieme .  Il  Eerraro  dice,  efier  molto  appropriatola  con* 
fonar le  giunture  ,eineui,&  leuarogni  lor  dolore, il  bagno  fatto  con 
.  faluia^  afientw, rofmarino,  maggiorana,  timo,  radici. di  viole ,  efcor%e 
ciuntu   '  d' olmo,di pigne ,  e  d'agli  bollite  infieme  .  A/.  Luigi  per  leuare  le  doglie 
delle  giunture  fea  cuocere  molto  bene  carne  di  volpe,  e  di  quella  pefia 
canato  il  fugo  >  ilfeq  bollire  con  vino  bianco ,  finche  fi  f off  e  coagulato  , 
pofeia  mef colatola  maHice  petto-,,  cera  nuoua ,  &  olio  rofato,  ne  fea  vn-  .. 
tione  .  Ter  lo  fimil  effetto  egli  fea  conciare  vna  papera,  come  fi  fuffe 
douuta  mangiare  y  &prefo  vn  gatto  gra fio  (gittati  via  ipiediy  la  teslay 
igr  le  budella)  tagliaua  il  rimanente  à  m'mntkp€cj^i.  ,■■&  mejfoli  d  rofii- 
u,accoglieua  quel  graffo  ,clpe  nefiillaua;  etai  liquori  adoperaua  miHi . 
Talvolta  mette  uà  fu  le  giunture, ofourainetui  femtn?e  di  fenapi,mol- 
,  \iche  dipane  y  &  fichi  feccbipes7iy&  con  mele,  &  aceto  incorporati. 
Dog     di-  Ter  guarir  diuerfi  dolori  vfauafpeffo  vm  miiìuradi  olio  di  lantoymeley 
mal  d'vn  àialthea,  & '  fuggagli:  E  tanto  per  doglie- di  nerui,edigmnture,quan- 
ghie ,       to  per  ogni  maliche d  (jinmtnto  kamjfe  neìl 'vnghie^ò  ticlle  gambe, egli 

frea^nen- 


DEI  C  JÌV  ^  L  LO?   11%.  X\  91^ 

r£  frequentava  quella  compo fittone  .che  dicenaefter Malordinata  da  Mae-- 
Tlrofijiouanni Mareficalco  dell' Imperador  in  questo  modo ,  che-  facendo 
bollire  in  tre  volte-,  vna  voltati  mefiey  circa  fiei  libbre  dì  carne-,  o-piu  to-' 
ilo  d'afìmgia  amorfo  con  tre  di  fole y  teneua  quel  liquore  alla  ferena  la 
notte  #1  giorno  in  vn  va  fé  fi. ignòto:  e  dall',  dtto  canto  pr  e  fé  due  libbre  di- 
fugo d 'eboli -,  &  altretante  di  cocomero  fielnaggio  ben  pejlo  y  con  qnat-- 
tro  onde  d'afìangia  di  gallina y  e  d*è  appone  >  le  fèahollire  vnpe^o  co%; 
olio  dioliua:  boi  colatone  ilfugoy&agziuntouime^alibbra  difeso  di    - 
e  aslróne  y&  ahr  atanto  di  feto  di  cerno,  cón-quattrooncie  di  niafìice  ,  le 
fea  ribollire  in  fi  en?ey&  alla  fine  me fcolau  a  ógni  co  fa  nel  detto  vafic:  te- 
li nendo  tal 'unguento  apparecchiato  per  li  bifogni .  Veramente  con  molta 
diligenza  è  da  auuertirfì  quel  che  V egetio  ci  ricorda  ?  fiolerfpefio  auue- 
nire  nelle  giuntirre-y  tal  volta  nelle  ginocchia  )  e  tal  voltàpreffo  alle  co- 
rone de' piedi  vna  enfiagione ,  che  fa  toppo  V  animale  in  modo  •>  che  pare Enfìa^^^ 
ejfere  flato  percoffo  da  calcio  >ò  da  fa  fio  )  oda  baslo?iey  ò  ch'egli  co'l  le-  ni  nelle 
game  della  corda  fi  habbia  ojfefo  ;  ma  la differenza  fi  può  conofcerey  che  Puntute 
qual'hora procede  da  tal percofiey  il  male  (là  fermo  in  vn  luogo: &  qne-  ^"e'a.n n0 
Ho  all' incontro  è  fempre  erratico  >  chorafifkfentirin  va  piede-,  hor  in  re. 
vn' altro  >  bora  in  quei  dinanzi  >  &  bora  in  quei  di  dietro  :  onde  fi  vede 
l'animale  diuenuto  di  mala  voglia  -,  brutto y  e  macilento  con  la  pelle  du- 
£  ra  j  e  ristretta  allofia y  e  col  pelo  rabbuffato)  effendointrinfecala  cagio- 
ne delfangne  corrotto  y  che  offende  i  nerni .  Quesìo  è  quel  morbo  arti- 
colare) ò  doglia  art eticay  0  di  giunture ,  della  quale  pocoinan  jflì  proni  et  - 
temmo  di  douerragionare)  effe  morbo  importantiffìniO)  e  tra  i  pestilen- 
ti ali  connumerato  .<A [quale  volendo  rimediareybifiogna  dalla  vena  ma- 
tricale  delcollocanar  fiangueye  diquello  mefcolato  con  forte  aceto  vnger^ 
tutto  il  corpO)C  principalmente  i  luoghi  enfiati:  &  fe'l  male  apparile  nel 
le  ginocchiayò  in  altre  giunture  yconuerrà  anco  diqueliuogo  trar  fanguey 
&  con  effo  aggiunta  creta  cimoliay&  vna  libbra  di  ortica)  vna  di  cimino 
tritO)Vna  di  refina  frittay&  vn  altra  di  pece  grecaycon  impugno  di  f ale) 
e  slerco  di  bue  quanto  basile  diflemperata  ogni  cofa  co  trefeflari  di  ace 
t0)  metterne  empiaflro  fu  ^enfiagioni .  Il  mede  fimo  altroue  ferine  >  che 
per  qualunque  infermità  patife  a  l'animale  nelle  giunture ,  fi  cani  fangue 
di  fiotto  il  cerro  nelle  veney  che  fon  tre  deta  piubafìo  delle  giunture  fiotto 
la  corona  >  vfiando  pero  nel  ferire  auuertimento  per  effiere  elle  congiunte 
a*  nerui.  Ma  scegli  loppicafifie  co'piè  dinàrj>fi  deurà  cauare  il  fangue  dal 
' le  (palle.-e gioverà etiandio  farlo  dalpalato ,  aecioche  la  contagione  non 
afisalì  latefta:&  viiliffima  gli  farà  quefla  beuanday  laqual' egli  afferma 
centra  tutte  le  altre  infermità  efiser ■  prontiffima.Trendafì  afisentioypeuce— 

M  mm     4         danoy 


J20  £  E  £  L  Jl \  0  L  0  H.  I  A     1 

dmoyfagapeno,  centaureayferpilloybetanica  yfaf/ìfragidy  &  arifiolocbia  £ 
rotonda  di-pari pefo  :  e  di  tutte  queSìe  cofe  trite ,  e  criuellate  ,  e  cott e  in- 
fìemeyogni  dì  fé  ne  dia  per  la  canna  vn  buon  cucchiaro  con  vnfeftario< 
di  buon  vinoso  d'acqua  tepida,  quando  l'animale  bauefie  febbre  >  che  co- 
fi  l' amaritudine  di  quefte  herbe  fcaccierà  l'amaror  del  marba  :  fi  come 
*d flirto  dice,  benché  egli  ponga  folamenteaffentiùypeucedano,^  céiau- 
Xhnedif   r€a  decotti  nel  vino,  e  dati  per  le  narici.  Tutta  volta  afferma  efler  tan- 
per  mor-  to  perkolofo  quefto  morbo  articolar  er  che  non  fenica  gran  dijjicultà l'ani 
bo  artico  male  fé  nepuotericouerare  :  &  fecondo  lui  procede  il  male  ,  che  quella 
**rei  vefcica ,  cheflà  fono  'l  fegato  di  quejli  animali  per  ricettacolo  dell' hu- 

mor colerico,  mefcolando col fangue la, feccia vitiofa  perle  arterie,  le-  F 
qualivanno  diflefe  aldorfo;talvcneno  acutiffìmo  penetra  alla  midolla, 
della  Jpina,&,  non  pur' occupa  le  giunture  {  ma  etiandio  vitia  il  cernei- 
loye  cofi  latefla  ne  diuiene  aggrauata ,  &  la  lingua  offe  fa,  fiiìlandofi 
per  lo  nafo  vno  humar  crafìo  liuidoyè  giallo ,e  pw^ralent e:  /.' animale  con. 
pitica  rifiata,e  per  hauer  ogni  cibo  a  f chino  ,fi  ammagrifce ,  ne  pub  Har 
falda  fu  tutti  i piedi,ma  bora  fi  cangia  in  quegli,  &  bora  in  queUi  ad  ap- 
poggiarfi:Et  fé  fuorcarfuella  parte,  fopralaquale  farà  fiato  >fi  vlcera, 
perche  in  quel  lato  doue  fi  corca  y concorre  il  maligno  influjfo  >  alquak 
co'l  trar  del  fangue  bifogna  rimediare,  toccando  le  vene  della  fàccia  fot-  ^ 
to  le  guancie,et  quelle  delpetto,&  quelle, che  fono  dietro  alle  ginocchia^ 
ricreando  l' animale  con  varvf.  herbaggi ,  e principalmente giouerà,  cbe\ 
prefo  vn'acetabole  di  fernette  di  coloquintida  egittiaca  bruflolate,e  tri- 
te,epoi  con  vnfefìario  di  vin  bianca,  &  odorifero  colate  per  vnpanno  di 
lino,fi  diano  per  la  narice  defira  all'animale .  Vuoffì  ancora  in  vece  del- 
la, femen%a  vfare  la  midolla  ,  o polpa  della  medefìma  coloquintida  non 
brufiolata ,  &  ottima  cofafia  peftare  minutamente  la  radice  di  cocome- 
ro faluatko  dipefodi  mc^ra  libbra-fi  macerataper  vna  notte  in  due  he- 
mine  d'acqua^  pei  colata,&  aggiunteui  duefbtre  drame  di  nitro,,  darne 
la  mittà  per  bocca  infette  giorni ,  e  l'altra  mifiura  dargli  con  l"  acqua,  a  u 
bere  ^  Ma  quefio  è  da  faperfi  >che'  l  trar  del  fangue  conuiene  follmente 
fra  iprincipij,  che  quando  il  male  fi  fofse  prolungata  affaiy  auuerrebbe> 
che  eshauHe  co' l  fangue  le  for^e  dell' animale-figli  anderia  iuperditioney 
e  parimenttnel  principio  d'efso  morbo,  prima  che  occupi  il  capo,fono  da. 
darfile  medicine  per  le  nariciyche  poi  non  ci  farebbe  f^eran^a  più  di  fa- 
Iute  .  Egli  è  ben  veroyche  con  più  ageuolczga ,  e  più  tofiofi  libera  di  que- 
fio vitioil  CauaUoycbe  il  Mulo ,  iUptale  partecipando  della  camplejjìone 
d'altro  genere  inntjlato,rimane  più  fitggetto  a  quegli  dolori  articolarifit 
^pentitigli  vna  volt  action  dileggierfe  ne  diHaccano.THfutitiJfimo  è  quei 

rimedio  > 


1)  e  i    c  j£  V  A  L  l  0  ,  l  I  B.  X.  pad 

A  rimedio y  che  tagliata  con  ferro  la  pelle  del  petto ,  &  le  membrane y  & 
mefso  dentro  //  taglio  vname<^a  oncia  d'elleboro  bianco  y  amendue  le 
labbra  della  ferita  cucite  con  i fa  ago  di  canapeto  di  linoyfiftringan  beney 
& fi  lafcino  cofi  ftary  finche  lofaago  per  fé  medefimofe  ne  caggia .  zsìl 
luogo  non  è  daporft  mano  >  &  l'animale  non  è  da  menarfi  ad  acqua  ;  ma 
per  lo  nafo  glifi  potrà  dar  una  dramma ,  e  mei^a  di  falnitro  crudo  ben 
trito  in  vna  hemina  di  vino  tepidoye  di  falnitro  farà  benefaargere  il  fie-    Sjlffi 
no  ye  l'orbo  y&lebeuande.  I C  amili  e  aflrati  dirado  incorrono  in  que-  ra(j0  patj 
fio  morbo  delle  giunture >  mafouente  iTolledri  nouellamente  dalle  cam-  feono  di 
pagne  menati  alle  ftatleyo  cofi  tormantati  di  verno  afiaine  muoiono^  ma  matdigiu 
B    il  male  fi  pub  cono j cere  prettamente  >  fen^afaettar gli  feorrimenti  del tu    ;* 
nafoyperche  vedendofi  il  ^Poliedro  toffire  come  s'hauejje  ingoiato  qual- 
che officciuolcy  all'hora  bifognarimediar contro,  il  vitio  già  comprefo  * 
l^el  tempo  dell' 'Jl  ut  unno  farà  efficace  medicina  a  pigliarci  mufio  fare- 
muto  di  vue  bianche  y  &  in  due  hemine  di  quello  mettere  due  mediocri 
cucchiariyò  due  onde  di  arisìolochia  peUa ,  e  criuellata  >  e  darle  ogni  dì 
per  lo  nafoycontinouando  per  fette  giorni .  Qitefìi  mede  fimi  ordini  fi  con- 
fermano  da  Bierock .  Jlgatocle  dicey  che  venuto  il  morbo  alle  giuntu- 
veygiouerà  fen-^a  dimora  adoperare  i  ferri  infocatiy  è pur'i medie  amen- 
ti  bruciatiui  ;  ma  ne  i  principi)  lodar  à  dar  per  tre  giorni  per  le  narici  be- 
uanda  compoUa  con  vn' oncia  di  fugo  della  nigella y  herba  che  nafee  col 
frumentoy  e  quattro  di  vinoy&  olio  >  aggiuntoui  altretanto  di  acquai. 
'Hifoute  fcriueychefe'lCaualloyò  mulo  ètrauagliato  dalmate  articola-  SaJafib  3 
reydee  effere  falaffato  nelle  fuffraginiydoè  dietro  il  ginocchio  ;  e  bifogna  Ca"aHi  e 
con  vn  ferro  dritto  dar  fuoco  alle giunturey  finche  n'efea  humore  acquo-  i]maj/^ 
fo-.pofeia  prendafi  vna  libbra  di  queltoycbe  nelle  bilancie  rimane  del  ton-  ticolare. 
no  J alato  >  e  meffo  dentro  vn  vafe  di  terra  nuouo  con  due  feSìari  di  vino 
vecchioy  fi  fàccia  bollendo  ridurre  al  meygoy  mefcolandouiolio  à  bafian 
%a,yCon  tre  dramme  di  opopanaceye  quattro  pugni  di  rucola  :  e  di  tal  mi- 
-.    Hurafi  diano  due  acetaboli^  tre  oncieye  me%^a  per  ogni giorno :e  fra  ta- 
to V  animale  di  verno  fi  fàccia  Har'à  cielo  apertoydi  estate  fi  faccia  nuo- 
tare faefio  nelle  pefchiere*  &  leuate  le  cruBey.  0  broige  delle  giunture 
cotteyvifi  metta  vn  cerotto  fatto  di  ruggine  di  rame  ydi  mifìy  e  di  calci- 
ti di  pari  pefo .  Ma  per  ogni  dogliay  ò-fia  di  giunture  y  ò  d'altra  parte  M+ 
Luigi  vfaua  tal'hor  vnguento  fatto  con  oliodi  camomilla ,  olio  d'aneto  x 
butiroy  &  agrippa  àpefo  eguale-,  talhor  empiafiro  fatto  con  vna  libra  di 
Urbentina ,  me^a  di  verderame,  &  midolla  di  cerno  quanto  bafiaffty, 
e  tal'hor  a  i  femplìci  bagni  d'acqua  bollita  con  fiori  dirofmarino .  ^Per 
egni  enfiagione  adoperaua  vnguento  comporlo  di  galbano,.  &  cerufit 

ana 


pai  7>  E  L  l  */f    G  L  0  \  l^A 

una  oncia,  meyga ,  vna  di  olio  commune,  &  vna&  mex^a  dì  cera  in-  £ 
corporate  a  foco  lento,  oueramente  vi  applicanamitlura-dì galbano,  & 
cera  ana  onde  quattro,con  tre  di  grafia  di  cerno ,  &  vna  d' ammonìaco  :' 
opur  vilegaua  vrì altro  empiaftìro,  che  coni  enea  pece,  euforbio ,  &  olio 
commune  oncia  vna  per cofa',  con  tre  di  cafioreo ,  difi. iolta  poltra  efie' 
colate  vna  oncia  di  cera .  Et  per  ogni  durerà  fi  ferma  fchictt  amente 
del  maluauifco  ben  cotto,epefio  mefcohto  con  olio  rofato,  &  mefio  cai- 
&callofi-  do  in  frìl  tumore.  Ter  disfar le  dure^je fi  trouano-  ordinate  da'  Cjreci 
tà  come  fi  parecchie  compofitioni  ; vna  contiene  tre  onde  di  gomma  cotta,  &  un 
mollìfi-     feflario  di  farina  con  vn' altra  d' 'aceto. XJrì  altra,che  ferve  ancora  a  l'in- 
carno .     fiammagioni;  riceue  litargirio ,  biacca,  <&  olio  di  lauro  ana  libbre  quat-  F 
tro,terbentina,colofonia,fìorace,  iride  illirica,propoli ,  e  bitume  ana  lib- 
bre due ,  hifiopo ,  ammoniaco ,  <&  mifi  di  color  d'oro  ana  libbra  me^a 
v  a  "m  con  vna  di  galbano.  Leuafi laCallofità  converderame,cakite,fainitro, 
che'molli  feccia  abruciata,  fale,&  aceto  miftiin  pefo  eguale.  Vvngnento  dilicato 
fica  le  du-  che  mollifica,  fi  fa  con  magiorana ,  pomelle  di  lauro,  femen^e  di  lino  ,fe- 
rezze '       men%e  di  agnocafio,falnitro  di  mare,&-  olio  a  bas~lan%a,con  tre  feslari 
divino  cotto ,  0  di  feccia  di  vino  incorporati .  Vrì  altro  fi  fa  con  cera ,  e 
grafie  di  toro  ana  onde  fei,  gomma  di  pino  afciutta,  &  pece  vecchia 
ana  onde  quattro,  rnogiorana ,  e  terbentina  ana  onde  d ne, opop anace,  e    -, 
galbano  ana  oncia  vna,tre  di  propoli,  &  rney^a  di  cafioreo  pefto ,  e  cri .    j 
ue]lato:ogni  cofa  in  vn  fesìario  d'olio  difioluta  .  Vrì altro  contien  fola- 
mente  me%7$  feflario  d'olio,  tre  onde  di  cera,  &  vna  e  mex^a  di  gom- 
ma colofonia  infieme  bollite.  Vrìaltro,cbe  liquefà,mollifica ,  e  sbaffa,  ri- 
ceue gomma ,  cera,  & pece  ana  obolo  vno  con  quattro  onde  di  ammo- 
niaco, cir  opop  anace  difc  io  Ito  in  aceto ,  quanto  paiabajìare.  Vn' altro, 
cheflende,  afiottiglia,e  digerifce ,  richiede  gomma  e  pigne  ana  onde  fei, 
vna  libbra  di  cera,e  quattro  oboli  di  bitume:  aggìngnendoui  polue  di  ra- 
dice di  ferola ,  che  verfo  la  fin  della  primauera  è  da  cauarfì .  Vrì  altro 
cheperdiffoluer  qualfi  voglia  forte  di  enfiagione  (pur  che  non  fi  a  di  fj 
materiacalda)  potrebbe  giouare  ancora  agli  huomini,  fi  compone  con 
ammoniaco,cera,pece)gomma ,  colofonia ,  &olio  di  cedro  ana  onde  fei, 
falnitro,calcina  vina,fcaiogne ,  eflerco  di  colombo  ana  oncia  vna ,  edite 
d'affungia  di  porco ,  aggiuntoui  vn  poco  di  mirra  liquida  ,  e  di  acqua . 
Ter  difcacckre le  ardenti infiammagìoni  >  &  fopire  ogni  dolore  qnefia 
vntione  (crìuono  efier  appropriata  ,  laqual contiene  butiro  frefco ,  cera, 
afiungia,c oleina  viua  ,  &  midolla  di  vitello  ana  onde  tre ,  vetriolo  ,  & 
fugo  di  asfodelo  ana  onde  quattro  ,  falnitro  barbare feo ,  terra  cimolia  > 
feccia  di  vino  abruciata,colla  di  farina  difrumento,&  femen^a  dime- 

Moto 


7)  E  ìL     CWV-Jl-t  LQ  >Z  I  B.      X.  $p$ 

j   litoto  pefta,e  bollita  ana  dramme  dodici,  con  tn  libbre  di  fino  olio  .  Vna, 
altra  per  lo  mede  fimo  effetto  fifa  con  fememc  dilino  >  &fugo  ài  cauo- 
lì  ana  onde  fei  y  fugo  di  meliloto-  yfugo  deWberba  firatiote  >  &  latte  di 
vacca  ana  dramma  vna,graffo  d'oca,ceraycolofoniay  e  biacca  ana  dram       • 
me  fedii  i>& quattro di pece,voua  quattro,  e  due  libbre  d'olio .  n^fnato- 
liofcriue ,  léuarfi  > via qualfivoglia infiammagione con metterui  difa'- 
pra  foglie  di  pollone  di  taffo  barbalo  abruciate }  &mefcolate  con  olioy 
fiale  y&  vino.  Vegetio  per  l'enfiagioni  dure  ,  &  antiche  loda  due  empia- 
ftriyl'vno  fatto  con  gomma,ega  lbanoyona  onde  duey  &.  ammoniaco ,ce- 
ra  5  &  pece-brutta  ana  onde  fé  i  difiolute  inolio  :  l'altro  con  pepe  bian- 
*B  co>&pepe  lungo  ana  oncia  vna,ammoriiacoyterbentina,  opopanaci  & 
pece brut ia  ana  onde  fei;  cerarofsa,  bdcllioyftorace  y&  bacche  di  lau- 
ro ana  libbra  vna  y  e  due  di  galbano y  aggiuntomi  olio  di  radice  di  giglio 
illirico  pauonaTgo  chefta  à  b- fianca  .  Se  per  auuentura  accade  fé ,  che 
per  tutto' il  corpo  del  (auallo  fatto  la  pelle  nafceffero  alcune  pufiule ,  di     Pu^ule 
forte  che  facciano  fof>ettzreycbe  fattovi  fia  poSìema  y  biffino  configlia  tutto  *jj 
àt agitar' il  cuoio  del  petto  in  tre  luoghi ',  dittante  Ivn  taglio  dall'altro  corpo. 
tregroffe  detaychein  tal  modo  quelle  enfiagioni ffariranno.  SuolequaU 
che  volta  nafcerein  diuerfe  parti  del  corpo  fuora  del  cuoio  "vna  gonfia- 
tur  annoile  fenya  peliydi  color rofsoyO  negro,  laquale  commtmemente  da 
C  mandano  Fico  y  Hquale,  per  curarlo  y  M.  Luigi  vfaua  di  attor  cere  fìret-  Eico*for- 
tifftmo  prefio  al  e  uoio  e  on  vnfilo  di  fata ,  &  vn  pelo  di  coda  di  Tolledro  fiatur^f 
abortiuo  (benché  qucfla  conditione  fuperfiitiofa  mi  paia)  Stringendolo 
fi  fittamente  dimiano  m  mano-,  ch'egli  ne  venia  per  fé  fiefso  -4  cadere  ? 
indi  fatto  vn  circolo  di  tenace  creta,(patiofo  tanto  falò,  quanto  era  iti  ito 
gaydonde  il  Fico  era  enfiato  ;  vimetteua dentro  quel cir coloy cioè foura 
U'maleyper  due  ò  tre  volte  mele  ben  caldo , polvi  legaua  fieno  dipapa- 
r&yodihuomo  .  Ma  fa' iFicofuffe  nato  in  parte  ychenon  fi  f offe  potuto 
confilo  ttrignere  y  eglifeain  vnpe^TO  lato  di  cuoio  vn  bugio  nel  me^o  > 
che  venia  guittamente  à  comprendere  effo  Fico  :  &  foura  quello  met- 
ti teua,&  premeua  molto  forte  ad  vno  ad  vnoytortanelli  di  marrubio  ver 
de  fcaldati  henbene  fu  vn  mattone  ;  tanto  ontinouanda,  che'l  FUofoffe 
diuentato  neroyperchequètto  erailfagnoychela mrafifofse  fatta:  & 
lepmuighoni  del  arcalo  della  creta,òdel  cuoio  pertugiato  feruiuanoy  che 
Ucuoio  fanoda  quei  medicamenti  non  rìmanefle  offefo.    Con  la  fimile 
dettre%7a  M.Tier'-Jéndrea  xofi  i  Fichi  y  come iVorretti ,  ò  Verruche  r^c  C^ 
daqualfì  voglia  parie  del  (auallo ,  in  che  nati  fi  fufiero  yfoleua  toglie-  Ponetti 
tempere he fé  erano  in  parte  da  poter  fi  legare  y  gli  legaua  con  vn  trincafi- 
lo  di  baleftra ,  v  confai-,  b  fette  fate  ;  ogni  dì  attingendoli  più ,  fi  ne  he  fé 

nefuffe- 


024  DELL^gtOJ^tji 

ne  [uff ero  venuti  da  loro  a  e  Afe  are  >  &  rimanendo  il  luogo  riettOyVi  vn  -  g 
gena d' vnguento  rofatOy Ueflandoui qualche fp ecie  di f-adicc>eglifkttd  in   . 
vnafola  di  Tabatto  vn  pertugio  più  tò fio  minore,  che  maggiore  di  quel-* 
•      la  radice  del  malerbe  rimafa  vifufie;  ve  la  metteua  convn  poco  di  fa- 
pone  nudrito  in  calcina  viuaipoi  come  vedetta  tal  radice  leuata  via>egli 
lauaua  la  piaga  con  vino  bollito  con  rofmarinoy&  rasciugai  alarvi  met- 
teua vnguento  rofato  ,  finche Ji  fuffe  faldata  ;  guardandoli  fra  tanto  di 
trauagliar  V animale ;accioche  il  tenero  cuoio  non  fi  fufie  uenuto  à  rom- 
pere\an71 per  fare  fortificare  y  che  non  crepafìe;  vi  ungeua  mattino-i  <& 
Porri  co-  rera  rem  fa  caprone  .  Se^lFicOyol  Torro  era  di  modo  da  non  poterfile- 
me acuii-'  xn  •     "  11  *  .     v  ,,9 

no.  Sare  >  °  *wgnere y  M  metteua  col  %abatto>  0  cuoio  pertugiato  (come  s  èj? 

detto)  il  rottorio  fatto  di  calcina  uiua  benfottUe ,  mefcolata  confapone 
motte  dafiefò  pur  ammollata  in  lifeia ,  fé  fuffe  fiato  del  duro;  eH  mede fi- 
mo effetto  qualche  uoltafkceua  >  mettendoui  stereo  humano  ridotto  in 
palueyilqualefìpuò  vfare  in  tutte  le  corro fioni  di  carney  che  filanda  far-* 
fi:&cofi  nelVvn  modo  >  come  nelV  altro  auuert'wa  >  chel  Tono  corrofo 
non  haueffe  fatto  pertugio ,  donde  i  neruihaueffero  prefa  indegnatione  > 
&  offefaipoi  con  i  bagni  del  rof marino,  &  vntioni  del  rofato  >e  delfeuo 
compia  la  cura ;V ero  èyche  nel  Fico  del  piede  foleua  qualche  volta  (da- 
poichela  radice  [e  n' era  fuelta)  adoperar'  la  fioppa  bagnata  con bian- 
co d'uouo,& fiale  ben  dibattuti..  'ìjon  differente  daquefli  ufiyVegetio  ^ 
ancor  ordina ,  che  i  Torri*  ò  le  Verruche  fi  leghino  ben' iHr  ette  con  fila, 
fottili,eforti:e  difoura  vi  fi  mettea  vnguento  crudo  atto  à  bruciare: che. 
Vn<nien-  eofi  daloro  medefime  fie  ne  caggiono  :  benché  fi  pofìono  pur  tagliare  con 
to  per  il  ferro  ydando  poi  leggiermente  il  fuoco  alle lorr  adici.  AlFico  Moro  i  Gre 
Fico  mo-  ci  fcriuono  douerfi  applicare  vnguento  fatto  con  quattro  parti  d'arfeni- 
coydue  a" ' ammoni aco}una  draloe,  &  una  di  calcina  uiua,con  meled  ba- 
ftan^aybolliti  infieme  y  &  dimenatiyfincbe  il  liquor fia  fatto  rofio:  0  do- 
uerfi fregar' il  luogo  con  pasta  fatta  d'arfenico ,  calcina  viuay&  fala- 
mora:òfattoui  vn  bugio  conia fubbiaymetterui  dentro  elleboro.  M.  Gio-  „ 
Pedicelli  "ambattifla  dice  y  che  iVorriyeiTedicelli  procedono  tutti  da  bumidi- 
e  porri  co  tàpiùò  meno  falfaylaqual  decorrendo  fi  ferma  alle  parti  estreme:  mai 
me  fi  ma  Todicelli  battendo  origine  da  humorpiu  mordicante ,  par  cheproduca- 
qino  uia.  fioUnuermicciuolo')  cbeperlapiagauàferpeggiandoy  il  quale  s'uccide 
col peuer pesto :i  Torri  uegnendo dahumor piuputrìdoy&  indigeUoyfon 
dA  curar  fi  con  un  bottoncin  di  fuoco  (pur  che  non  fiano  in  pdrteneruo- 
fa) circondando  ancora  di  cottura  il  luogo  offefo  :  &  nella  piaga  fì.met- 
teràfolimato  con  vnafafciayche  in  quattro  di  caccierà  la  radice  fuori  : 
laquafufeendo  interaméte}bafierà  mettenti  calce uergine,& farà fiano  : 

pur 


IX  E  L  C  Jl  V  A  LLOyLI  B.     X.  925 

jl  pur  che  s'auuerta  àfarui  legatura  di  modo  >  chtlCauello  non  uifi  poffa 
toccar  con  i  denti .  Maje  per  auuentura  il  Vorrò  fuffe  ne  i  e  aminoli  delle 
gambero  nelle  corone  de' piedi;  fatto  che  uifia  un  forame  fu'l  meTO  ^fa- 
rà da  poruifiper  una  uolta  ar fenico  roffo y  ò polite  di  dialgar  yvngendoui 
poi  con  olio  bolito  con  l'herba  detta  Tadre  e  figliuolo  ;  che  cofi  in  none 
giorni  farà  la  cura  compita  :  e  tal  medicarne  potrà  anco  feruire  à  Dolci- 
?ne,&  Tolmocelliyfecondo  l'oppeni&nediiSH'auro  Colonie  fé.  Il  (plora-  Verruche 
broferiue,  cheiTorri,  ole  Verucche,  lequalinafcono  per  tutto  ileorpo  come    ** 
e'ipiu  delle  uolte  nelle  giunture  de'  piedi  >  ò  ne  i  ginocchi,  caufate  da  hu-  curm 
mor  flemmatico  y  &  melanconico ,  il  a  ual  più  domina  ;  fon  da  tagliar  fi 

B    con  ferro  infocato  (efiendo  grandi)  tagliando  prima  lafuperficie  y  po- 
feia  eHrahendo  coni  finimento  lunato  >  e  ben  tagliente  lalor  radice  in- 
fino  alla  cartilagine  neruofaycjr  cauando  tutte  le  circoli  antiche  attor- 
.  no  fufferodaqual  piaga  potrà  con  graffa  curar  fi  per  qualche  dì  ;  &fe  al- 
cuna radiceUa  vi  vfeiffe  yfarà  da  mortificar^  conpoluere  corrofiua~>  » 
Efiendo  pie  e  iole  y  fi  potranno  effe  Veruc  che  tagliar  con  f orfici  y  &  laua- 
re  con  aceto  &fale  tutto  il  luogo,  >  ungendolo  poi  duey  ótre  uolte  con  mi- 
flura  di  due  onde  di  fapone  giudaico  y  &  una  di  calcina  uiua  >  che  per- 
fettamente feccherà  tutte  le  radicellcs .  Vn  fimile  vnguento  fi  pub  fa- 
re  con  verdame  ,  orpimento  y  fate  ammoniaco,  &  polue  di  coloquintida  > 
y$  oncia  per  co fayimp  orlate  conlatte  dititimallo  &  ceraci .  'Tuo fi  an- 
cora fu  iTorri tagliati  y  e  diffanguatifare  vntione  con  polue  di  litargi- 
rioy£  di  orpimento  diSlemperata  in  aceto  forte .  Vrì  altro  vnguento  Vi- 
rotico y  da  trarrla  Jen^a  lefione  b  pericolo  alcuno  iTorriy  iCelftyi  Can-  ^°rca[Kr 
criyc  i  Tolipi  ;  &  corrodere  ogni  altra  fouerchia  carnofitày  pur  che'l  e  polipi* 
luogo  fia  alquanto  infanguinato ,  egli  dice  far  fi  con  due  parti  di  cenere 
di  -pitey  ejr  vna  di  calcina  viuaydifiempewte  con  fei  di  quella  forte  li- 
jciayche dicono capitella  ;  &colateper  vnfacchetto  >  &poi  bolliteinpi- 
gnatto  nuouoy  ò  caldaio  y  finche fia  confumata  la  mitày  &  cofi  ridottala 

2)   miHura  wfoftan^afermaycjr  coagulata,/}  riporr kin  vafedi  vetroyguar 

dandola  da  luogo  humidoyche  la  farebbe  nfoluere.  QuafìàqueSlo  ifìef-  Formica 
fo  modo  fi  cura  la  Formica  y  che  parimente  nafee  in  molte  parti  del  cor-  6urj 
pò .  Conciona  che  tagliata  che  fi  a  rui  potrà  applicare  folfo  ,,  e  bitume  , 
ò  coloquintida  ,  arfa  y  e  tritayQ  felce f emina  alfmiil modo:  ò  empiaflrar- 
ui  radice  di  barba  di  becco,  bollita  in  acqua  :  b  ungerui  mele  con  calci- 
na viuaye  fcorye  dì  falice  pefte  >  criuellate  :  bprendafivn'oncia  di  ter- 
ra finopide  y.  due  di  calcite  r  e  due  di  feccia  y  &  fattele  in  aceto  bollire: 
con  le  fcor%e  del  pomo  granatoyfi  colino  per  vn  pannoy&fe  rìvnga  il  luo 
go  :  ùmettanfì  due  onde  di  gomma,  arabica  à.  molle  in  lifeia  colata:.^ 

poi 


9*6  btLlAGLO\lJ. 

poi  vi  fi  Aggiungano  cadmia ,  mifiy  &  alume  ài  rocca ,  ana  onde  duey&g 
quattro  di  calciti.^  Itri  pigliando  calcina  viuaygreppola  biancay  e  Aer- 
eo di  colomba,oncia  vnaper  co  fa:  &  fei  di  calciti,  con  lifeia  colata  à  ha- 
fianca,  le  difciogliono  in  vino  ;  &  ne  vngono  le  Formiche  erettamen- 
te legate  con  fottìi  filo:  &  come  fono  cadute  y  vi  adergono  polite  deWi~ 
$ìe(]a  miHura.^Altri  tagliate  le  Formiche ,  e  datoui  il  fuoco  ,  vi  $  argon 
polue  di  mifiyvitriolo  minerale-,  calcina  viua  >  &  verderame  di  paripe- 
foy&  s'ella fuffe  appreffo  l'occhio  y  potrà  feruire  la  detta  polite  incorpo- 
rata con  me  le  fagliata  prima  la  Formica  in  tre  parti,  &  conferro  info- 
cato cotta  .  M.  Luigi  foleua  cercar  laFormica  in  fino  al  nino  y  e  metter ui 
folfo  abruciato  ;  ungendo  pofeia  il  luogo  conterbentina  ,feuo  di  becco ,  F 
&  liquore  di  cera  nuoua  :  Et  per  medicare  il  Fico  ,  fea  bollire  con  olio 
vnferpearfo.  T^afce  ancora  in  diuerfe  parti  del  cuoio  uri  altra  forte  di 
carne  fouerchia  y  e  da  corrotta  materia  procedente  y  gre fi 'a  quanto  una 
Caruncu  nocciuolaye granulofa  àguifa  d'vn  celfoy  ò  moro  ;&  però  queflo  nome 
la    detta  [e danno ,  laqual  fuperfluitàil  ì^ufio  approvando- quanto  dal  Crefcen- 
cello ,   o  ^  ^  e  j^  j^tjfo  intorno  à  ciò  s'era  fcrittoy  vuoly  che  fittagli  al  più  de- 
firo  modo  y  che  fia  poffibiie  fin"  alla  pianeta  del  cuoio  con  ferro  caldo  : 
&  pofeia  attamente  fi  cuoca  infino  alle  radici  con  ferri  tondi:  mafie] l 
luogo  fu file  neruofoylafc  iato  il  fuoco  y  mettauift  vnpoco  dipolue  di  re  fai- 
gari  (  ò  come  altri  dicono  )  rifagallo  :  et  come  ui  paiano  cflinte  le  radi-  j 
ci  del  male ,  mettanififioppata  con  bianco  devono  y  r inoliandola  ogni  dì 
per  tre  giorni  ;poifacciafi  pane  di  calcina  viua  ammafiata  conmeley  & 
cottolo  a  fuoco  lento  >  finche  fia  fatto  carbone,  fi polueriyi:  &  lanata  la 
piaga  con  vino  forteymettauifì  mattino-,  &  fera  di  queflapolue  conflop- 
pa  minutata  :  che  cofi  verrà  àfaldar fi  più  presi  amente .  Mancando  il 
re falgariyfi potranno  infieme  ridurr' in  polue  orpimento  y  e-r  verderame^ 
ana  onde  due  >  &  calcina y  e  tartaro ,  ana  onde  due ,  et  calcina,  e  tar- 
taro,ana  onde  quattro  :  ma  douendo  vfarquefla  polue  y  che  è  men  vio- 
lentay  lauifi  con  aceto  prima  la  piaga  :  &  bafierà  farlo  tre  ò  quattro  jj 
uolte.  zSWafappiafi  in  queslo  luogo  difficilmente y  e  di  rado  rinafe erpe- 
ti .  M.  Luigi  aggiugnendo  a  quesìa  mislura  uetriolo ,  &  alume;  la  ado- 
peraua  à  leuar'i  porri  di  quelle  parti  y  oue  non  fi  fufie  potuto  adoperare 
il  taglio:  ma  tagliando ,  curaua  la  piaga  con  polue  di  folfo  uergine  y  <&• 
cottura  :  benché  alcune  uolte  egli  hauefie  tolti  i  porri  folamente  fre- 
Sangiw  -indogli  con  quelle  porcellwz^e  y  che  fi  trouano  fiotto  le  pietre  a  guifa 
..'  t\        \rerr.oflri.  *A unirne  affai  fpeffo y  chefrapelle,  &  carne  fi  fàccia. 
L  :■   .coirà di fangue corrotto,  <jr  dicattinibumoriperlaperfona-,  iqua- 
L  ^orsetti  efeono  fuori  come  per  fifloley  et  fremane  vnay  tantoflo  ne 

nafee 


cja  e  come 
curi. 


DEL  C  JLV  J.  LlO>    L'JB.   A\  927 

nafcèvrì  altra  :  onde  il  mi  fero  animale  fi  vìen  languendo  a)  confumare  y 
infett andò fi  à  poco  à  poco  le  interiora:  La  qual infermità  generata  da 
fouerchiahumettagion  della  carne ,  6  da  immoderata  repletioney  è  chia- 
mata Farciminofay  per  efserfimile  al  Farciminey  in  cui  minutiffimi pe^-  Farcfmi- 
zi  di  carne  con  varvj  condimenti  fi  mettono  infieme  accolti .  Alberto  la  nofa  infer 
chiama?  ar  cina  y  il  Hjifio  Far  fina  >  eH  vulgo  verme  y  perche  à  guifadi  mlta  * 
verme  va  e  aminando  fatto  la  pellexcorrompendola  con  molti  pertugiet- 
tiy  che  mandano  fuor  la  marcia .  D  affi  oc  e  afone  a  quefìo  fangue  putrì-     v 
do > onde il  verme -proviene y quando  dopò  vn  lungo  e/fercitio  ejfendo  ri-  failouepa 
mafoilCaualloaripofoy  &a  buonpafioy  &  mm  effendogli  tratto  fan-  trido  ©n- 
*B  Zue  >&fc  humori  foliti  a  difuaporarfi  col  fudore ,  trouandofi  ritenuti ,\&  de  Prou( 
moltiplicati  dentro  y  fi  fono  corrotti,  <& -ratinati in.  quelle parti  y  che  piti  ?' 
idonee  boa  ritrouate .  Trouiene  ancora  quefio  male  da  percoffa  non  cu- 
rata infra  due  me  fi:  e  tal  volta  vienper  contagioycjfendo.  flato  l anima- 
le 0  morficatada  altro  Caualloycbenepatifie,  ò pur  con  lui  accompagna- 
ta .  I  liwghiych' egli  per  lo  p'ut  fuole  occupare-,  fono  i  concauiycome  ne  i  la 
tiy  &fra  le  fpalley&  le  cofeie  :  Et  per  guarirlo  è  da  fa-perfi  yche  gioua.  il 
trav  del  fangue ,  0  nel  principio  y  acdocbe'l  male  non  crefea ,  0  netta  de- 
clinatione  y  quando  le  forxe  cominciano  àrihauerfi  ;  ma  nella  infermità 
noti  è  da  per  metter  fi  in  modo  alcunoyperche  troncate  le  poche  forile ,  che 
C  aW  animale rimafe  fu  fiero,  fi  accrefcerebhe  vigore  al  male  .  T$tA  tempo 
dunque  oportuno  la  vena  del  collo  potrà  aprir  fi  ,  &  non  e  fendo  il  verme 
Vtcaueme  d'ofiayà  di  mufcoliyma  in  luoghi  carnofiy  è  bene  ychefeouerta 
tutta  l'occulta  callofità  ,fi  tagli  con  ferro  y  &  poi  vi  fi  mettaempiaUro 
fatto  di meleyfkrinayroJ]ì d'uouay  vjr  agrimonia , àanantia .  Tarimente. 
gioua  far 'inghiottire  all' "animale  mattino  y  &  fera  tre  pugni  di  garofi- 
lataycon  altr  etanti  di  pi  ant  agme  y&  vn  dirafunopefii  beney  &h umet- 
taticon acqua:  &rafìp  peli  del  luogo  infer  moy  legami  empiaftro  fatto 
di  anantiay  e  radici  di  Rufino  ;  rinouandolo  due  volte  il  dì  y  finche 7  ma- 
le fiadifieccato  »Tonefi  oltracciò  dall' ifit fio  l{ufio  vna  misura  dipolniy 
)   prouata  non  pur' in  Giumentiy  ma  anco  in  huomini  >.  che  fi  fa  con  diadi-a- 
gama y  bolo  yfolfoy  gatta  >  &f uligine  aria  vncia  vna  ;  olioy  aloe  y  mirray 
olibano  y  atr amento  y  pece  neray  corno  di  ceruo ,  ariftolochia  rotonda  > 
&  lunga  sfrondi  di  Mortella ,  fcor%e  di  pomi  granati  y  giffo  y  futter- 
ra  y  fate  >  &  fapomana  onde  due  >  pane  d'orbo  yfeor^e  d'uouo>  &  me- 
le bruciati  in  pergamena  >.  onde  tres .  1 1  cibo  fi  a  or^o  tritato  >  &  pa- 
glia y  b  fieno  y  guardandolo  ben  dal  bere  y  &  dalla  preuenda .  Fegetio 
ferine  y  che  tutte  quelle  enfiagioni  pregne  di  humori  fi  abruciano  confer- 
ii infocati >  curandadapoi  le  piaghe  con  pece  liquida }  meley  &  olio  me- 

fcelati  : 


92g  2)  E  l  l  U     G  L  0  ^  I  j£ 

'{còlati  :  &  oltre  alla  beuanda  della  diapente ,  loda  >  che  fattafi  macera  £ 
per  tre  giorni  i-i  tre  feHari  di  buon  vino ,  vna  libbra  di  radici  d 'eboli ,  fi 
prenda  vn  Cefi  trio  di  quel  vino ,  arginata  me%a  oncia  di  aloe,  vno  dì 
centanrea  >  &  vn' altra  di  opopanacc  ben  trite ,  gli  fi  dia  caldo  con  vn 
cornetto ,  continouanioh  per  tre  dì  ;  ne  fi  manchi  di  esercitarlo  per 
moderati  galoppi,  finche  per  uenga  à  fudor  pieno ,  &  curato  in  queslo 
modo  ,mettafi  àpafcere^cffendo  e/late)  [otto  fereno  aere  alla  libera  > 
notte  ,  &  giorno ,  acciocbe  per  la  varietà  dell  herbe  allettatofi  al  man- 
giare,&  feccato  dal  calore  del  fole,  e  tocco  dalla  rugiada,  piufacilmen- 
Humori  te  venga  à  guarir  fi .  Giordano  I{uffo  ,  e  Vietro  (refcen^o  fcriuonoy  che 
^U  ah        qHando  per  auuentura  i  fouerchi  Immori  fi  fono  accolti  in  quelle  fpognio-  & 
dok.     '  fe  Ghiandole ,  che  hanno  i  (faualli  tra  l'vna ,  &  l'altra  fionda  del  petto 
prejfo  al  cuore ,  &  tra  le  cofcie  preffo  a  i  tefticoli ,  &  iui  perla  lunga  re- 
fiden^afon  putrefatti  con  la  fopr  agiunta  di  altri  tumori  fi  come  foglio- 
no  fempre  gli  fpiriti  concorrere  à  i  luoghi  infermi)  onde  non  folamente 
il  petto  fi  viene  a  gonfiare  :  ma  le  gambe  ancor  molto  più ,  nelle  quali 
con  grandi  fcorrimenti  di  velenofa  humiditàfi  veggiono  fpejfe  piaghe ,  ò 
vefcichette  di  color  colerico,  òdi  offrano  :  bifogna,  che  come  le  dette 
Ghiandole  fi  veggiano  più  del  f olito  aumentate,  fi  cani  fangue  dalle  v fa- 
te vene  del  collo,  dclpetto,e  delle  cofcie,  finche  l 'animale  fe  ne  paia  inde- 
bolire: pofcia  nel  petto,  ò  nelle  cofcie ,  ò  pur  in  ambe  efìe  parti  fi  mettano 
fanguiftghe,  ò  vento  fe  ,  ò  più  tofto  fetoni ,  ò  lacci ,  iquali  continuamente 
attrahano  gli  humori  per  conueneuole ,  e  fpefio  agitamento  >  che  fera  e 
mattino  farà  dafarfi,  pafiati  chefian  due  giorni  dapoi  che  vifaran  mef- 
fiy  &  non  già  prima .  T^efi  manchi  di  caualcarlo  ognidì  vn  poco ,  ò  dì 
furio  pafeggiare,  guardando  che  non  mangi  herbe ,  ne  fieno  >  &  che  del- 
l'altre cofe  mangi  folta?! to ,  che  basii  àfofìener fi  nelle  f uè  forile ,  ripo- 
f andò  fi  la  notte  in  luoghi  freddi .  Et  fe  con  quefle  cure  gli  humori  non 
mane afferò,  an?j  più  toslo  con  l'enfiaggione  delle  gambe  parefìer  cre- 
feere,  è  di  mesliero  adoprare  il  ferro,  tagliando  per  lungo  il  cuoio ,  &  la  r» 
carne,  finche  fi  troiano  effe  piandole,  o  cffi  vermi,iqualifc amati  con  l'un 
ghie  ,  e  [canati  fi  trarr an  fuori  fen^alafciaruene  parte  alcuna  :  Indila 
piaga  ripiena  di  netta  sloppa  bagnata  in  bianco  d'uouo,deurà  cucirfiyac- 
cioche  viflia  la  floppata  ferma.  Et  s'ella  farà  nel  petto,  vi  fi  dourà  legan- 
te alcuna  pe^a  acciocbe' l  vento  non  poffa  nuocerla  :  ne  tal  medicarne  fi 
muterà  fin'  alterco  giorno  :  Tofcia  due  volte  il  dì  fi  rinouerà  quella  flop- 
pa  bagnata  in  chiara  cTnouo  con  olio  dibattuta ,  lauatafi  prima  la  piaga 
con  vino  caldo.  V affato  il  nono,baslerà  ogni  dì  Lutarla  due  volte  nel  det- 
to modo  ,& metterla  sloppa  minutamente  tagliata,  e  tutta  inuolta  in 

polue 


DEL    CjÌV  jì  II  0,   Il  B.    X~.  929 

j£  pòtue  fatta  di  mistura  dì  calcina  vina  incorporata  con  mele  ,  &  cotta  > 
&  arfa  :  che  con  tal  polite  potrà  ridurfì  la.  piaga  alla  fna  faldella ,  non 
mancando  di  m>enare  i  Setoni,  e  di  efferata*  moderatamente  il  Caualloy  1 

non  prima  però  di  tre  giorni  dapoi  che  il  taglio  fi  farà  fatto .  Tuoffi  an- 
co v  far  la  poltic  del  rifagaBo  in  quantità  competente ,  mettendone  den- 
trola  piaga  fatta ,  laqual ripiena  di  bamhxgio  farà  bene  parimente  cu- 
cire y  acciocbe  non  efca  fuori  ilHfagalio  -,  che  in  none  giorni  bara  corrofo 
e  diflrutto  ilverme,&  come  ciò  fi  conofciy  potrà  curar  fi  la  piaga  nella 
maniera,  che  s'è  mostrata .  Vltimamente  quando  q'icfìi  rimedi  fan  tut- 
ti vanire  di  meslie:  jytbe tutte  quelle  ve  fiche  ?  0  piaghe  che'l  verme  ha- 
B  \  rà  fatteci ano  abruciate  infimo  al  fondo:  cocendo  primieramente  la  vena 
maeslra  del  petto  à  trauerfo ,  la  qualfi  slendè  dal  luogo  del  verme  giù 
fin  ài  piedi.  Etne  i  lati  di  tutte  effe  cotture  s'affrerga  polue  dì  calcina 
"pina  due  volte  il  dì .  Et  per  leuarl 'enfiagione ,  che  nelle  gambe  rimafa 
fnffe  y  radanfì  tutte  le  parti  gonfie  y  & 'fìanui  pofte  le  fanguifugbe ,  ac- 
ciocbe rìeftrahano  quanto  fangue  farà  poffibile  ;  indi  fan  tutte  empia-— 
ftrate  di  créta  bianca  dibattuta  ben  con  aceto ,  ou.er  amente  fi  facciano' 
ftar  tra  l'acqua  fredda  mattinoy&  fera  per  lunghi  fpatijycofi  continouan- 
do  infimo  àtantOycfy  efìe  gambe  fi  veggiano  efiottigliate  .  Loren%o  ì\ùfio  Ycr^  'c 
dice-*  che  efiendo  il  verme  in  qualche  piaga  fi  fàccia  fpefio  tenere  in  boc-  (a  pei-'cut 
ca  all' animale  polite  di  eleboro  bianco  bagnato  in  acqua  .  S'egli  è  dijper-  co  il  cor- 
foper  tutto  il  corpo ,  fifanafolo  coltrar  del  fangue .  Ma  perche  difol-  pò- 
uendofi  gli  humori  >  fogliono  più  fàcilmente ,  che  altroue >  [correre  ìntor- 
no>e  preffo  alla  vena  commune)& facendo  Fianca  nella  fommita  del  pet 
tOytrasformarft  in  certa  carne  marcida  ,  che  corrompe  ogni  altro  humo- 
re  y  che •quitti  fenda  :  &bauendo  inquel  luogo  islefto  tolta  maggior  co- 
pia  del  terreslre,e  del  velenofoycalano  già  diffidando  >  &  infettando  tut- 
te lepartiyonde  effipaffano  :  Loda ,  che  come  le  ghiandole  del  petto  ere-  Ghiando 
feiute  dian  fegno  diqueslo  male ,  fi  catti  fangue ,  &  fi  nettano  i  fetoni  in  toConi^fi 
^    quel  modo  à punto  y  che  dagli  auttorifopr anominati  s'è  ordinato  :  ma  curino.   ' 
poifoggiunge  y  douerfifàre  vn  profondo  cauterio  y  &  mettenti  fu  floppa 
tacon  bianco  d' uouoygouerttando  per  tre  dì  l' animale  quieto  entro  laflal 
hypofeia  ogni  dì  fi  farà  nell'  bore  connenienti  alquanto  efìercitarey  accio- 
cbe l'humor  conglobato  venga  àdifoluei fi y  &vfcir  fuori;  maguardifi 
dal  vento;percbe  da  fp  a fimo  potrebbe  efiere  fopr  agi  unto  :&  contai  cura 
proceda  fi  infino  à  tanto  y  che  le  gambe  fi an  bene  [gonfie ;&  le  piaghe  ben 
diffeccateye  ridotte  di  bruno  à  color  bianco. Tuoffi  per  diffeccare  ,  &  fai- 
dar  effe  piaghe ,  vfar  l'unguento  ,  che  fi  compone  confolfo  >  nitro  y  pepe  y 
calcina  viua}  latte  di  titimalloy  &  olio  commune  mifchiati  ìnfiemé) 

7{n  n        Vtìlmen- 


~9jò  <B  n  L  l  ^£    G  L  0  T^l r  J- 

Vtilmenie  vi  fi  potrebbono  ancora  mettzrecona,ffungia  radui   di  felce  £ 
trite  ;alique  fànnia  pece  greca.  Quefia  fòrte di  verme y  cì?e  fccnde  al~- 
\  erme  [e  gamhedkea.Maeflro  Mauro  folerfi  ciurmar  da  alcuni  gotte  .  ItJ{ueL~ 
dra^oocel  ^°  nemina  Dragoncello  quel  verme  y  chefimile  à  Tignola  nafce  ne  i  tal- 
lo, ò  taJpi  certi,&  nelle  cofciey&  nelle  gambe ,  &  infetta  ancorai  lati >  euidente- 
no.  mente  mouendofi  ;  ilchefì  conofce  da  quetti  fegni,  che  per  tutto  il  corpo 

nafcono  certe  puttule-,  b  bollifole,  <gr  V animale  gridando  fa  molto  {ire- 
pitOyà  cui  bifognafoc correre  in  tal  modo  _>  che  prima  fi  abrucino  i  luoghi 
pnttulofiy&  poidi  continuo  s'ung.mo  con  ìnittura  di  r:ttay  caftoreo  >  & 
rofe  di  egual  mifura ..  s^Uuni  chiamano  fi  fatti  vt.  ni  t  alpini ,  perche 
fan  bugi  nella  carne ,  come  le  talpe  ne  i  terreni  >  e  volendogli  medicare  >  p 
trouano  la  tefia  del  verme  y  &  aperto  il  luogo  ne' Icauan  fuori  >  cocendo 
dapoi  i  bugi  con  ferro  caldo:  e  tenendo  il  giumento  in  buona  curargli  dan- 
no à mangiar' aliena  .Ma  volatiuo-fo  volatile  è  detto  propriamente  quel 
vermeyche  fagliendoy& quafi  velando  alle  parti  foprane  y  gonfiay  &  ef- 
fulcera  il  capo-  dell '  animai  sfacendo gocciolar  per  lo  nafahumori  liqui- 
di, a  gnifa  d'acqua  >  e  talvolta  diuien  clamor  ro  ;  pero  conueneuole cofa 
fi  a  ych  e  fi  cani  f angue  dalle  vene  delle  tempiey&  che  fotto  la  gola  fi  met- 
tano ifetoniy  accioche  per  quefia  via  fi  voti  ilfuperfl.no  de  gli  humori'y. 
(ir  per  quella  fi  diuert ano  >  &  fi  dileguono .  Voi  quanta  al  menar  d'efji 
tace  ^11' esercitar  del  C  alt  allo  ^mangiare  >  &  allottar- in  Luogo  fred-  & 
doyla  cura  non  è  diuerfa  dalla  foprann .  Horfra  tutte  quette  forti  di  ver- 
mi la  pia  pericolo/a  è)  quando  l'humor  cattino  non  diffxirgendofi  per  le 
gambeycala  appreffo  al  coreyilqnal  non  buttando  con  lafua  virtù  ijj>ulfì- 
ua  àfcacciarlo  tutto  ne  manda  ben  vnaparticella  via  alle  parti  efire- 
me  delpettoyoue  tojìo/ì  genera  vntumoreyche  fé  per  auuentura  oxeupaf- 
feil  colloyfariafegnn  mortale:mavn'  altra  parte '  che  ?te  retta  vicina  alla 
fua  cafiettayvifi  corrompe ,  &  in  poco  Jpatio  viene  à  putrefar  la  fofl.an- 
Verm  e  ^  ^  e$° ,y  on^efeZue  &  mt>Yte  •'  &però  tal  verme  ^inticore  è  chiamato 
dettoanti  quafi contra  il  core  >  perche 'Ifuffoca  :  fiche fipotrà  conofeere  daquella 
core.  enfiagione  della  (Jiandola  apparente  nel  petto:  perche  fi  come  ella  cre- 
feerà  di  fuori)  cufi  lapottemas'accofleràal  core  :  &  l'animale*  per  ditto 
ogni  appetito  yfi  vede  fi  are  col  capo  climeflo  in  giùyche  appena  pmfotte- 
nerlo.  :  bifogna  dunque  fubito che  fi  veggia  la  detta  piandola  ingroffata 
più  che  non  fuole+fi-crp aria  dal  petto  in  fin  dalle  radici  nel  modoyche  s'è  di 
mofirato:£r  fé  per  tali  fcarnamentis' aprijfe  alcuna  venayvfifi  diligenza 
di  prendere  i  capi  di  quella-^  ttrett amente  legarli  con  fil  di  feta:o  canon 
potendo  y  adoprinfi  quelle  cofe>  che  vaglìono  à  ttagmre .  L'.ufo  de  feto- 
m.y  e'I  caualcave }  &  la  ttaji?a  fredd^wn  è  conueneuole  àquetto  >  fi 

come 


vii  cj:v  J  li  o,  Uè.  X.  fei 

rjl  come  àgli  altri  è  neceffarìo  :  ma  richiede  tanto  maggior  auuerten^a ,  e 
diligenza  nell'altre  cofe,quanto  più  alla  fontana  della  vita  l'occolto  in- 
xendio  è  prò ffimano.^  quelli  configli  del  B^uffo,edel  Crefcen^ofoggiun 
gè  il  P^ufiol ami core  poter  fi  curare  in  vn' altro  modo ,  che  prima  d'ogni 
altra  cofiafii  cani  fiangue  dalla  nena  della  coficia  dalla  parte  di  dentro  -,  Anticore 
poi  fi  facciano  due  tagliate  per  lungo-di  fiotto  all' enfiagione, accio  eh  e  l'hu  come    ft 
■m&rzfigll  la  nix  di  fuori  ,  &per  tal' effetto  Morrebbe ,  che  fi  mettefiero  cuil  * 
•  tra  le  cofcie  alcuni  lacci  ,  iqualinonfi-leuafiero,  finche  la  piaga  non  f uff  e 
fana  ?  effendqft  da  fapere,che  fieciò  fìfkceffe  a  tempo  difianità  ,  l'anima- 
le  fi  preferuerebbe  da quefio  morbo  :  Uefa  farebbe  un  grande  auon^Oy 
£  perche  chipatifee  vna  volta  il  mal  del  verme  ,  fé  ben  dapoi  ne  parrà  fa- 
nofempre  con  tutto  ciò  ne  fava  grauato  ,  né  mai  fi  vedrà  fi  deftro  ,  &fì      ft 
leggiero  com'eraprima.  Se  veniffe  enfiagione  di  fiotto  al  petto  ,  ò  di  fiotto  ne  ^|^" 
al  uentreyloda^che  fi  catti  fangue  da  dueò  da  quattro  parti  ,  <£r  queltu-  aj    -petto 
more  fi  pertugi,  <&■  per  entro  paffatoui  alcun  ferro  lungo  appropriato  ,  o'I  vétre. 
nifi  mettano  ifetoni ,  menandoli  tanto  due  uolte  il  dì  ,  che  dalla  piaga -fi 
v.eggia  uficirefichiuma  .Ter  diffhluere  la  gonfiezza  fi  potrà  prendere  af~ 
fentio,  brancaorfina,  malua,ruta  con  le  radici^  af^ergola  rojfamino- 
re,e  terrestre  hedera,^  fatta  cuocere  ben  ognicofa  infieme  ,fe  ne  met- 
ta empiaflro  tepido  fopr  a  illuogo.  llColombro  trai  morbi  contagio  fi  X^™6^ 


torti,&  l'arterie  alteriate .  Ter  rimedio  pone  ,  che  dalle  folite  vene  di 
quella  banda-,  oue  il  male  fi  dimofira,fi  cani  tanto  di  fangue  ,  quanto  la 
"virtù  delf  animale  potrà  permettere  (&  quesìo  s'intende  prima,  che  fia 
vfcitavefckhettapirr  vna,  perche  quanto  più  il  maesìro  antiiiedendo  il 
morbo  rimediaffè ,  cauando  fangue  dal  collo  filo,  tanto  meglio  farla  per 
non  far  correr  inpin  luoghi  l'humor  corrotto.)  Dopò  Vesìr  anione  del  fan 
gue,mettafì  meja  oncia  di  elleboro  bianco  dauanti  al  petto  ,  fcarnando- 
ui  me^apianta  di  mano  intorno  :  e£"  con  sioppaccia  vi  sua  legato  ,  fin 
che  venga  à  cafeareperfe  medefimo.  Ts(on  trouandofi  l'elleboro  fi  potrà 
adoprar  l'herba  marfilio  nominata  ;  oMerarnente  in  vece  Uro  fi  metta- 
no i  fetoni  cofìnelpetto ,  come  fiotto  lagoLt-> .  Ut  continuamente  fi  dia 
per  molti  giorni  infufione  d'aceto  fqniUitico,ilqual(fecondo  Damafieno) 
fi  fa  co  fi,  eh  e  pe fé  le  foglie  melane  delle  cipolle  filmile  tagliate  con 
coltello  di  legno  ,  ediMar^o  coite,  s'infilino  con  ago  pur  di  legno,  & 
fattele  II  are  afe  e  e  are  all' ombra  quaranta  giorni,  fian  col  medefimo 
coltello  tagliate  minutamente:   Indi  ad  ogni  libbra  di  effe  foglie  ag- 

'Hnn    2  glun- 


/' 

931  DELIA     0  t  0  Ti  I  Jt 

gìunteuene  otto  di  buòno  aceto  bianco  ,  fi  facciano  slare  altrettanti  dì  al  E 
fole  in  vn  vafe  di  vetro  netto  firmo  di  bocca  gr  otturato:^  quel  liquor 
li auore  ^P5' s  adoprì,  dandone  vn'hem ina  ogni  volta: che  nonfoloà  queflo  mar- 
per  fèbri  leymaà  Febbri ,  àOiffurie,  &  EpilenT^e  fard gioueuole  fommamentc^»  . 
DiiTurie,  Altri di  fugo  di  radici  di  cocomero  feluaggio  danno  vn  feHario  il  giorno 
tpikzie  .  per  nove  dì  per  purgar  l'animale  infermo.  Altri  ogni  dì >fìncbe fìa gua- 
rito y  buttano  per  lo  nafovrf  oncia  della  confezione  chiriacha  con  vino 
bianco  perfetto  è  e  aldo.  Altri  per  la  medeftma  via  molti  giorni  infon- 
dono mistura  di  colloquintida ,  ajfentio  romano-)  mastice  >  aloe y  & iera 
pigra  bollite  in  acqua  dì  endima  qualche  poco  .  Giouambattisla  Ferra- 
vo dice  > che nei  canali  il  mal  del  verme ,  come  cagionato  da  humidt-F 
ià  putrida y  infetta^contagiofa-,  &  come  produttore  dipujìule ,  'Buche  y 
eBuue  èfimile  alla  Mentagra  >  0"  Àquel  malerbe  ne  gli  huomini vol- 
garmente fi-ance  fé  è  detto  -perche  iV>  molte  maniere  fuol  difcoprirfiymol- 
v  tinomi  gli  han  dati  i  Marescalchi  a  loro  arbitrio .  Canino- dicono  quel-' 

nino.       1° >  de  nat0  entr0  ^  cafcie  >  Ver  °$>nl ?arte  $ ìue^efi  va  fendendo  per 
dritta  linea  delle  vene  ;&  fuol  toccarft  con  manoyfela  carne  fi  prema 
.   onde  con  apprir  la  pelle,fi  può  curare  .  La%arofo  chiamano  quello  ,  che 
2arofo.     appare  molle  di  color  rofio y  &  ratto  il  cuoio  >  velenofa  marcia  diflillay 
dilatando  lapiaga .  Mofc aiuolo  quel  che  fa  lepufiule  picciole  aguifadi 
Bianco .   granelle,  majpejfe  affai ,  e(parfe  per  tutto  il  corpo .  Bianco  quel  >  che  fu  G 
Corbacio  mo^e  bocche  dure,  e  di  color  bianco  •  Corbaccio  quel,  che  le  labbra  del- 
la piaga  fa  nere  con  bocche,  e  yiiftule  infinite  ycome  quando  fi  vede  al- 
Cacaiuo-  cuna  carne  ch'i  rotta,&pefka  .  C ac aiuolo  quel,  che  dall' infèttione  del 
Io  •  fegato  dipendendo  >  fa  capo  nel  petto  a  fomiglian^a  d'a^fntkuore,  dal 

qual  tutta  via  di  ferifee  afi  ai  >  per  eh e  queflo  ere feendo poco  maggiore 
d'vn  limoncello,al  quarto  giorno  fa  vna  boccay&  poi  fpandelafua  ma- 
lignità verfo  lagolay&  verfo  le  gambe  con  rari-,  e  disiami  bugi.zsfuuo- 
latiuo  quel  >  che  al  mostaccio  >  e  in  tutto  il  capo  y  &.  nel  collo  >  &  nella 
gola,&fu  i  cordoni  delle  vene  fa  buche-  &fa  lagrimare  gli  occhiye  but- 
tar il  nafo  gran  pituita,  a guifa  di  raffreddato  :  &conlafua  corrotto- 
ne vola  fubit  amente  per  ogni  luogo:&  è  più  contagiojo,  &piu  maligno 
di  tutti  gli  altri;  per  la  cui  generale  cura  s' approual  infagnia,fì  per  de- 
flar  ilfangue,che  per  tal  corruzione  fi  troua  dimejfo ,  &  sì  per  diuertkr 
l' intera  putr  e fattionèy  che  fi  minaccia  ;  laqual  euacuatione  è  da  far  fi  o- 
gni  otto  giorni  vna  volta  nelle  vene  del  colla  due  fettiman$,et  alla  ter%a 
in  quelle  de  ì  fianchi  teauando  tre  libbre  dì  f angue  yo  pocopiu,à  menoy 
fecondo  l'habitudine  del  Cauallo .  Stfe  ciònongioua  y  facciafi prefio  al  • 
l'orecchia  me^  palmo  verfo  il  collo  vn  taglio  tanto  profondo  ycbepof- 


Auuolati 

410. 


H 


Verme 


j,  fitenfrariii  vn  deto  groffoye  fcamato  bene  col  corneteoy  mettauìft  la  ra- 
dice delfemidéte  cauallino-.efia  cufita poi  l 'apertura\o  ouer amente  apra. 
fi  fu  le  narìciye  cacciatine  -pia  i  due  cordoni ,  diauifi  il  fuoco  ,  e  medicbi.fi 
poi  la  piaga  per  cinque  giorni  con  cera  bianca ,  &  olio  di  giglio  falda- 
to, mettendo  fu  qnella  vnpiumac  duolo  di  ftoppa,o  di  bambagio:  &  alla 
fine  con  vnM%onetto  di  rame  groffo  quanto  ipollicare  diaft  anco  il  fuo 
co  à  tutti  i  bugi,che'l  verme  haràfktti,vngen  doli  poi  con  tepido  vnguen 
to  compoHo  di  verderame,  alume,  &  olio,  come  fi  coflumaua  da  Marco 
Greco  .  Quel  verme  che  induce  il  tumore  al  petto  egli  dice  chiamar fi  fet^*^ 
^Anticuore,cioèfoprailcuor  ,ònefuoilati,  condir  che  .Anton  dinota  ì  ticuore. 

U  can  toni  ,  e  ifoHegni  delle  porte ,  e  dinota  ancora  il  rofmarino ,  i  cui  fiori 
ban  proprietà  di  purificare  fi  nobil  membro  >  quale  il  cuore .  Ouefla  en- 
fiagione fi  genera  da  gli  efcrementi  putridi  dell'aorta  principalifjìma 
vena,quando  per  mancamento  dell'humidità,che  fi  richiede  ,  è  disecca- 
tale benché  tal  volt  a  foglia  auuenire  dapaHo  di  cattine  herbe , nondime- 
no  per  lo  più  egli  dipende  da  fuperfluita  difangue,il  qualper  efirema  a- 
duHione  accefo  ,  e  corrotta  intorno  al  cuore  ,  effala  furiofamente  per  gli 
cmuntorij  luoghi,producendo fi fatte  impreffioniyche  concentrate  y  veci- 
dono  fen^a  rimedio  V  animale ,  fi  come  aW incontro  ìftrinfi e andò fi,  facil- 
mente guarir -fi  fogliano  in  queflo  modo ,  che  primamente  fi  cani  fangue 

C  dalia  vena  del  collo  (fé già  il  cauallofì  veggia  pieno)  poi  rafo  i  luogo  del 
tumore  ,  efkttoui  vn  conucneuole  taglio  ,fi  cacci  via  quella  Ghiandola  , 
cb'iui  è  generata  :  Indi  per  prohibirc  il  concorfo  de  gli  humori ,  diaft  da 
ciafeuno  lato,&  in  molte  parti  di  quello  il  fuoco,  ilqual  csa  materie  mot 
bidè  ,  &  vntuofe  lenito ,  &  indolcito,  ridurrà  brie ne mente  f  animale  a 
falute.  Quando  gli  humori  corrotti  y&  veleno  fi  fon  concor fi  ne  i  luoghi  ; 

%  interni  da  i  teflicoliye  de  gli  altri  vafigenitali,o  pur  nel  ventre ,  non  ge- 
nerando Cjlandula  apparente,come  fa  f Anticuore ,  volgarmente  fi  dice 
Lupello ,  ilquale  auuiene  per  corrottione  di  fangue  ftrauenato ,  &  per    ^ "^ 
noiofa  premitura  di  corde,  ò  cigne ,  &fi  rimedia  con  trar  fangue  dalla  auuengae 

•E  -pena  più  profjìma  al  luogo  ojfefo,o  no  trottando fi  quella,daUe  vene  de1  fri  fi  curi. 
chìyh  delle  cofeie  (effendo  regola  giada"  Fifici approuatayche  alle pote- 
rnefatte  conuiene  V euacuatione  della  fagnia  dall' ifieffo  lato  y  fi  come 
prima,che  fifaceffero  y  conterrebbe  efiere  dal  contrario  )  fatto  queHo  fi 
potran^le  materie  congregate  rifoluere  ceti  queflo  empiaflroy  che  à  pur- 
gar le  qualità  corrotte,velenofe ,  &  mortifere ,  è  molto  appropriato ,  il 
qual  fi  fa  di  bolo  armenio  in  polue  incorporato  con  aceto  forte  y  <& 
ton  fughi  di  fempreuiuaydi  cipolla  bianca  ,  e  di±  folatro  :  o  veramente 
compongafene  vn"  altro  di  fhue  cotte  nell'acqua  ,  &  incorporate  con 

"Njtn    3         olio 


*Uo  di  giglione  di  camomilla  ■>  &  aceto  forte  :  Et  [e  l'enfiagione  all'uno) 
&  ali  altro  cede fise  poco  >  ò  per  aunentura  fopraueniffe  maggior  febbrey. 
diafì  ali  animale  beuanda  di  Vino  bi.anct i,oue  fiano  diHemperatefemen-. 
%e  di  cardoncelliye  di  cardoni  y  &  quattro  onde  di  teriaca  y  perche  con- . 
effa  il  veleno,  rimojfo  dalle  nobili  parti  interiori  >  vena ad  iftrinfecar-  , 
fi  neliefiremità.  de  i  luoghi  affetti ,  conuertendoft  in  acquaputrida }  alla 
Germani  quale  con  botte  di  lancietta.fi  potrà  dare  oportuna  vfcita.  I  Cjermani 
come  chia  chiamano  il  verme  Burt^el  >  altri  Tijrt'^el  >  distinguendolo  in  tre  modi 
mino  ver  ^  ^Uronafce  nelle  narici-)  altro  [opra  la  gamba ,  altro  nelle parti ver- 
me io  me  g°gnofe  -  Et  primieramente  douunq-uefia  nato-i  l  abruciano  con  cauterioy. 
dichino,    poi  scegli  è  [otto  la  cofcii,  vi  jpargono  vcrderame>fe  nel  nafo ,  verdera-  p 
me  con  cenere  dofio  cauallino  yfe  ne  i  teflicoli  >  verderame  confolfo  >  &, 
[emenda  di  iufquiamo  raccolti  in  afìungia  vecchia.  ^4  Uri  dopò  la  cotta-, 
rayvi  fhnnovntione  con  midolla  di  cerno,  filtri  vi.mettono  vino  difcioU 
to  con  fugo  di  cicutayaffermandoychefubitoil  verme  ne  muore .  <zsflcti~ 
niyiperto  il  luogo  conferramentoy&  sanatone  il  verme  ?  vi  lattano  col 
fugo  de  Ila  per  fu  aria .  ^Altri  danno  à  mangiare  al  cauallofrondi  di  cardi 
&  legano]  opra  il  verme  la  radice  masticata  delV.hexba  phu .  zslUri  me- 
f colando  la  radice  del  poligonato  con  carboni  di.  quercia yincenfo y  fiale y, 
&  orjo  con  tutte  le  fcorxe  ,  trita  ogni  cofa  minutamente  >  ne  mettono 
tra  la  biaga  vna  brancata  mattino^  fera  .Il  Trago  ferine  >.  efficaciffi-  C* 
ma  efiere  per  li  vermi  >  &  altri  vitij ,  che  naficono  fuori  ò  dentro  il  corpo{ 
la  radice  dell' herbapetafìte  y  Ic.quale  chiamano  volgarmente  la  radice, 
della  pe$lilen7y4)pcrefier  forfè  contraria  àtai  veleni.  M.Tier' \Andrea, 
per  quali  r&Gcontaua ,  falere  il  verme  venir  per  più  cagioni  y  o  per  grande  raffred- 
cagi  oni     damento  >  per  grande  rifcaldatura ,  è  perpolue  di.  biada  non  ben  criuel- 
naica..       lata-fb.  perpolue  di  paglia,ò  pur  difieno-y  che  nel  mangiare  >  nel  dormirà 
gli  f uff  e  penetrata  alle  vifeereyò  nel  cuoio  y  m.affim  amente  nelfuofudore: 
o  per  quella  pelue,  che  nei  camini  di  efiate fuol  penetrare  àgli  occhi j 
&  alle  naf che ,  e  gli  effetti  di  quefio  male  efferl  enfiagioni  de" fianchi ,  e 
.  delle  cofeie  y&  molti  bognoniper  lo  corpo  ,  da' quali  tal  volta  fi  vede  v-  Hi 
Hognonw  far>un  humor giallo,  &  velenofo:Hor  prima  chetai  bognoniy  à timori 
fi foffero  per  fé  rotti ,  egli  traheaf angue  dalla  parte  dritta  del, collo  >  & 
poi  gli  lauaua  tre  >  ò  quattro  fiate  il  giorno  con  aceto  mijlo  con  acqua  te- 
pida fempliceyò  rofiata  .  Mafie  ledete  enfiagioni  fofier  già  cominciate  ì 
crcpare  egli  conb utirOy&  affungia  miSlifea  Vuntione  :  &  con.vn pan- 
no ài  Uno  bagnato  in  acqua  calda  netaua  il  giumento  >  &  poi  molto  be^ 
neiirafcèugaua  .  Oltracciò  mefia  ai  fuoco  vna  caldaia  piena  di  acqua  > 
meommeiandoft  à  fcaldarje >hyi  ntitua  imle>  afiungia  y  leuatinay  & 

fieno 


*bzi  e  Jt>  xilòli  è.   *.       &$ 

jl  fìena  greco,e  disfate,  cbes'erano,vi  aggitmgea  vnpoco  di  offrano ,  #* 
cofi  ne  dauci  beuanda  ogni  mattina ,  e  tra  la  biada  mefcolaua  vn  poco 
pur  del  fiengreco,  o  dieci,  ò  dodici  granella  pesìc dei  frutti  fuoi .  Sei 
verme  cacciali*  hurr.ori  per  le  narici ,  egli  il  fea  gira  paficereper  vti 
'prato  ogni  mattiua,&  continuando  di  dar  Udetto  beuerone  dopò  hauer* 
lo  fatto  ben  paleggiare  ,non  mancava  di  vngerli  con  aftttngia  liquefa  t* 
~ta,(T  calda  la  faccia ,  e-r  Vagola  fin  ali  or  e  e  chieda  quelle  ituomincian- 
do;&pervnpC7^oglifeatencrein  bocca  il  freno  inuolto  di  vn  pan- 
no ditela ,  iurta  di  olio  di  Imo,  ejfiarfo  d'amido;  maqueHo  egli  non  fea. 
quando  il  Canallo  per  auuentura  baueffe perduta  la  voglia  del  mangia- 
$  re:  perche  in  tal  cafol'b  or  ebbe  fatto  affai  più  fchinò .    Volendo  cura? 

I' jlnticore,ilqnalc venuto  alla  banda  fimisira,  fole  a  Slimar  e  più  peri-  ^ntjt0-rfi 
gliofo,  egli  apria  l'enfiagione  con  vna  lancietta,fecodo  il  pelo,  cominciai  come  fi 
do  dalla  parte  digiu ,  accioebe  la  materia  foff  e  potuta  poi  meglio  feovre-  cui  i. 
re,&  jìguardauadi  avcoslarfi  alla  vena  maeftra  di  quella  parte,  pofeia 
al  bel  me%o  dell'apertura  daua  il  fuoco  con  vna  verga  di  quelle  da  chia- 
uar  ebiodi  Jpinta  per  cannoni  di  canna ,  accioebe  non  fi  fuffer  abruciate, 
le  labbra  del  cuoio,che  poi  guarito,  farebbe  rimafo  bruito ,  &  co  fi  fatto- 
ne vfeire  ò  marcia,ò  f angue,  ò  altro  bumore ,  eh  ini  trottato  fi  fuffe ,  vn- 
gea  quel  luogo  per  ognintorno  con  faime  fquagliato  e  caldo  di  porca, 
C  ò  almen  di  porco  .  Ma  fé  poco  {angue  dall'apertura  vfeito  fuffe  ,  egli ne 
trabea  dalla  vena  del  collo  dalla  contraria  banda  in  fino  a  tanto,che  ht- 
no  de  iteflicoli rientrando*)) aneffe  dato  i  ordinario  fegno  della  bafian-ra. 
M.  Luigi  dicea procedere  l'^Anticuore per  colpa  del  fegato,  ilquale  con 
la  fopr 'abbondanza  del 'fan gite  tenendo  riflretto  quel  canaro-ryo,  die  in 
luogo  di  fiele  ha  nelfuo  me%o,fparge  V  bumor  caldo,efecco  verfo  il  cuo- 
re, ilqual  con  l'aiuto  del  polmone  da  fefcacciandolo ,  il  manda  al  petto , 
oue  fattafi  l'enfiagione ,  chiaramente  dimojìra  la  fua  origine  dalla  cole- 
'  ra;  perche  aperta  con  la  lancictta,manda  di  fuori  acqua  gialla  ,  ò  verde 
<&  perche  ragionenolmente  fi  può  giudicar  meno  pericolo  fo  quellan- 

**  ticuore,xhefia  venuto  alla  banda  dritta,egliin  tal  modo  finitamente  vi 
daua  fuoco,  medicandola  poi  con  radici  di  brancaorfìna  bollite  in  acqua 
'  &pefle  con  fieno,  butiro ,  olio ,  &  afìungia  ;  &  attorno  al  male  pone  a  lo 
slrettiuo  empiasìro.  Mafefufìe  venuto  alla  banda  mancargli  non  dado 
il  fuoco  infirt  alterco  giorno,l'  infagnaua  nel  primo  dalla  coti-aria  parte, 
&vifealuntioneàifeuo,  &  olio  :  fpeifo  ancora  gli  fea  clisleri ,  &"  con 
frefehi  cibi  il  gouernaua .  K[el  verme,  che  baueffe  fatte  ulcere  in  altre  .  .  , 

parti ,  egli  prendendo  fei  onde  d' olio  commune,  etrediquei  feorpioni,  habbiafac 
'  the  fiotto  le  pietre  fogliono  trovar  fi ,  le  feufantoboUìr'infìeme ,  che  per  te  viceré. 

T^jin    4        mito. 


936  T>ElL^iCLO\l^i 

mità  ritornate  foflerote  di  quello  pofcia  vngea  le  boccìye  .  £7  mede  fimo   jc 
foleafar  con  due,  o  tre  lacerte  verdi  bollite  in  olio  al  detto  modo  .  Tal 
volta  rafo  il  luogo  del  vermeyvi  mette  a  empierò  di  farina  di  agrimo^ 
niay&  roffi  di  vouai&  al  cauallo  infermo  daua  a  mangiari  cottele  radi 
ci  dell'  aflentio  feluaggio:&  a  bere,  C  acqua  oue  dette  radici  eran  bollite* 
Ma  lapin  belli  curaych 'egli  ordinar  iament  e  cofìiimaffe,era  quefia,cbe 
tnfagnato  il  giumento  nel  collo)&  in  ambe  due,fea  con  aceto  bollire  in*- 
fieme  farina  difaue  mondate,  &  aff augia  porcina  colata  libbra  vnaper 
cofa\lndi  aggiuntauene  vn 'altra  di  olio  d'oliua,  lefea  bene  incorporare, 
pofcia  colate  per  vnapexza  >  vi  mettea  va' oncia  d'aloe  patito,  e  due  di 
folfo ,  mefcolandole  beri  al  fuoco  :  &  cofi  compofìo  l'unguento  y  egli  conF 
vna  peana  bagnata  in  quel  caldo  >  ne  vngea  il  verme .  Oltracciò  fé  nelle 
Ennagro-  cofcie,o  ne  i  tefiicoli  haueffe  veduta  enfiagione  alcuna,  vi  daua  vnapun- 
ne    nelle  ta  dilanciettay&vi  vngea  con  ajfungia  vecchia  :  è  per  ammorbar  e  piti 
Iti  coli.      toft°  ilverme  >  vìfea  vntione  due  volte  il  dì  con  fugo  di  [apio  mefcolato 
con  roffi  di  voua .  JEt  quando  baite  fi  e  incorporate  quattro  onde  di  olio  di 
lauro  y  con  altrettante  d'ai fenico  >  e  due  di  euforbio,.egli  affé  rmaua  effer 
vnguento  nonfolo  per  ogni  male,  quantunque  antico  di  verme  >  e  di  ariti- 
cuore,ma  per  anguinaglie  altresì  y  &  per  slranguiglioni,  &per  vrtatu- 
Herpete  redijpalleygratiofo  mirabilmenteye prouatiffimo  .  Jl flirto  dice  y  poter  fi 
fpecie  d  i  anc0  ckiamare  maldel  v erme,quelle  viceré  ferpeggiantiy  dette  da' Gre-  & 
1  m  '      ci  Herpete  >  perche  ferpeggiano  fotto  il  cuoio  ylequali danno  di  loro  indi-- 
ciò  che  trafpare  di  dentro  vn  certo  bianco  >  &  di  fuori  il  luogo  è  gonfio  :■ 
&foggiunge  poter  fi  curare  con  l'vuay  chefìa  maturata  yepaffa  al  Sole 
applicandola  ben  pefia  y  cattatine  prima  tutti  i  fiocini  ,  ò  vinaccioli  oue- 
ramente  con  la  radice  dell'asfodelo  bollita  in  vino  y  poftouifopra  con  vn 
empiafiroMa  Hierode  dice  y  douerfi  tagliarli  luogo  in  giro  infino  alvi- 
uoypigliando  ancor  dalla  parte  fana ,  pofcia  difìillarui  de' pomi  granati 
che  fi  mangiano,  e  difoura  metterai  vn' empia  biro  di  farina  d'orbo  yedi 
lenticchia  y  nate  in  luoghi paludofi  y  hauendo  prima  con  aceto  lauata  la  „: 
Rugna»     piaga  fatta  .  T^afce  parimente  da  fangue  corrotto  y&  vitiofi  humori 
quel  brutto  morbo  >  che  uolgarmente  è  detta  T{ugna  per  leB^ughe,  & 
fegni  lunghi,  &  afpri  y  che  fa  in  diuerfeparti  della  cotennay&  è  con- 
t agio foyche  fi  appiglia  col  morderfil'un  l'altro,*®-  col  fregarfi  in  un  me- 
defimo  luogo  y  ò  con  l 'effer  couerti  d'una  ifiefia  couerta  yo  con.  V effer 
nettato  con  un  mede  fimo  panno  >  òcol  mangiare  alle  uolte  la  biada  >  che 
Cura  per  fia  caduta  di  bocca  del  morbo fo .  Ver  cura  della  quale  y  #*  per  tornar 
**    'la  pelle  dell'animale  a  polite%^a  y  bifogna  (fecondo  il  I{ufio  )  che  fi  e  ani 
4  bafiatvra  fangue  dalla  ueuaconfuetadel  collo  ypoi  fi  lauino  molto  be- 
liti 


*  ne  i  luoghi  fcabbioft)&  con  vn  capitello  fatto  di  forti  crinito  con  pomice^ 
o  con  ajpro  panno  di  lanayo  caneuaccioy fi  grattino  tantoché  buttiti  fan- 
gue:poi  rafciugatoui  ogni  bumore ,  vi  fi  metta  al  fole ,  o  prejfo  al  fuoco 
due  volte  il  giorno ,  vntione  fatta  difolfo  viuo,  tartaroy  &  fiale  di  egual 
mifurayben  pesli}&  confortiffimo  aceto}&  olio  incorporatiy  &  ottima- 
mente agitati infiemeiouerprendafifolfo  viuoyolio  d'oliuiy  vn  poco  d'a- 
ceto y  e  di  f ale  f uligine  yflerco  diporco ,  e  calcina  viuay  &  peslo  quelloy 
che  è  da  pejlarfiy  ogni  cofa  fi  fàccia  bollir  infieme ,  &fe  nvnga  il  luogo 
infetto.  0 togliafi polue difolfo, alume y  &  elleboro  nero  libbre  cinque 
per  vnoye  tre  di  afiungia  vecchia  y  polue  difcor^e  di  radici  di  pie  di  ca- 

£  ualloy&  argento  viuo  ana  onde  tre  ;  &q  uejlo  vnguentofi  continola  fin 
che  farà  di  bifogno^guardando  ben  l'animale  per  dieci  dì  da  pioggiayda 
tugiadaye  da  ogni  freddo .  E  ben' ancora  diquelfangue  caldo ,  che  gli  fi  a 
tratto yfiegargli  tutti  i  luoghi  del  pruritoy  &  in  capo  di  tre  dì  lauarli  be- 
ne con  lifeia  calda  fatta  con  cenere  d'orbo  abruciatoycon  Sìramey  acetOy 
&  acqua  marina  >  tanto  chefian  di/tentate molli  >  e  buttatoli  duro  yfia 
me f colato  il  rimanerne  con  vecchia  affungia.  Se  la  Scabbia^  Prurito  fi  Scabbia  , 
cagionaffe  per  poluey&  per  lordure ,  è  da  lauarfi  bene  il  luogo  tre  ò  quat 
tro  volte  con  lifcia>&  fapone  giudifcoypofcia  molte  altre  volte  con  ace- 
toyin  cui  fiati  bolliti  lupini)  crufcay  centaureay  &  tafìo  barbiffoy  aggiun- 

C  touialoecauallino:  ò  vero  prenda/}  falfo  incenfo  mafcbioyfalnitroytarta- 
royfcor%e  di  fi  affino  :  vetriolo  yverderameyelleboro  bianco >y&neroy& 
meloterranoy  vnpocopervno  y&  mifli  con  roffi  di  voualefie ,  &  olio 
commune ,  fi  fkeeian  tanto  bollire >  &  agitare  infìemey  che  l'vnguento 
rimanga  jpeffo  :  &quefios'adopritreò quattro  fiate  ;  che  fé  n'è  fatta 
L'efperienT^iynonpur  in  pruriti y  &  rogne  y  ma  in  ogni  forte  di  fiHola ,.  o 
digotta-j.  S'ellavenijfe  per  magrczgayfarà  bene  che  tratto  fangue 
dal  collo  y  fi  mettano  fiotto  quello  i  f egoni  >  o  lacciy  poi  continouando  le 
dette  lauagioni  s'attenda  à  rinforzar  l'animale  con  buoni  cibi  y  &  mo-  R  jme£j^ 
derato  efiercitio .  f  mede  fimi  rimedi  fi  poffono  anco  adoper  ar  e  y  quando  per  rogna 

P.  ella procedefìe da humori adusli , aggiungendoni queUo piity  che fatte 'le  fcabbia  e 
lauagioni  vi  fi Jpar ga  di  fopra  diurne polueri%ato  >  £r  cominciando 4  Prurito.. 
g  uarire  >yifi  vnga  d'olio  commune  yaccioche  i  peli  vi  vengano  a  rina- 
fcerc-*>*  ssilcuniyfe  con  altro  veggiano  fkrfi  poco  profitto  contr.a  la 
Scabbia  yfogliono  dare  vn  bottoncino  di  fuoco  fu' l.  mufiaccio  dalla  ban- 
da di  dentro  >. con  dir ,  che  (t  vengono  a  confumare  certi  granelli  iuia- 
dunatiy.iqualinudrifcono  la  materia,  ^iltriajfermano  yvtiliffmo  efk-~ 
realauareiluoghi.fcabhiofi  con  acqua  di  caprinella  y,o  con  acqua  oue- 
fia  mef colata  la.  vulfay  che  è  quella,  con  laquale  i  conciatori,  imbian?» 

cario 


MS  D1LLUG10\1A 

cano  le  pelli ..  filtri  gli  lattano folamente  con  fugo  di  cicuta  .  xAltri  con  £ , 
tal  fugo  mischiano  olio  ,  &  aceto  forte:  filtri  alt' aceto  aggiungono  il 
fapone  dislemperato .  ssfltri  vi  mifchiano  orina  di  fanciullo  vergine,et 
fugo  di  cetrangolo  .  <±sfltri  con  l 'aceto  incorporano  olio  >  &polue  dili- 
t  argino  .  zsfìtri farina  di  frumento  e  Taffram  y  laquale  vntioae  dicono 
ejfcre  efficace  in  ogni  rogna,ferpigine  ,  ò  prurito  -.  Vègeth  dice9  nm  do- 
uerfi  far  rimedi  alla  rogna  y  mentre  efce  fuori ,  per  non  farla  rientrare 
nelle  vifcere  :,  onde  pofciafeguiffe  maggior  pericolo  all'animale  :  perche 
tutti  i  medicami,che  àcio  fi  danno,  fon  di  virtù  ujlrettiua  ,  che  chiudono 
gli  ff  ir  acoli  :  Ma  quando  già  fi  vedrà  vfcita  compiutamente-,  per  la  pri- 
ma cofa  bifognerà  purgarli  il  ventre ,  dandogli  mefcolata  col  vino  a 
bere,  ò  con  la  biada  a  mangiare ,  polite  di  cocomero  faluatico ,  ò  di  falni- 
tro:&in  capo  di  tre  giorni  trargli  faagne  dal  collo  fo  da  igombitiy  ò  dal- 
le cofcie>  fecondo  che  più  fi  vedranno  infeHate,6  lecofcie  \  ò  le  (palle  ,  o'I 
collo ;poi  fi  deurà  vngere  con  pece  liquida,butiro  ,  asfalto ,  &  folfo  vino 
infiemcpefli  per  egual  pefo  :  onero  con  tre  ciatbi  di  pece  liquida,  fi  p«- 
tran  mefcolare  tre  onde  di  folfo  vino ,  va  he mina  d'olio  ;  &  me^a  lib- 
bra diflerco  pecorino  y  cotte  con  feccia  d'orina  d'huomo  .  Et  s'ella  per 
antichità  haueffe  fatte  crnsle ,  è  di  meftiero  col  pettine ,  ò  con  la  flriglia, 
tenarie  via  ,  ò  con  altro  acconcio  ferro  rader  la  pele  infino  al  vino  ,  poi  q 
fregarla  con  orina ,  &  acqua  falfa  calda ,  #"  vltimamente  vngerla  con 
peceyaffungia  vecchia)  feno  di  capr -ascerà ,  bitume ,  alume  &  folfo ,  vna 
libbra  per  vna  bollite  infierite. Jtuuertendo  che  ogni  tal'untione  è  dafhrfi 
lunga-mente  fregando  al  Sole  contra  il  pelo  .  Jtffirtofcriue,  baflare,  che 
con  folfo,&  olio  vecchio  s' incorpori  fot  bitume,  ò  pur  affnngia ,  &  ceray 
&  pece;ò  che  al  folfo  con  pece,  e  bitume  s'aggiungano  rafciature  di  ftu- 
fkfofudor  di  putti,  cioè  le  fforcheTgeyche  fi  Iettano  da  tutto  il  corpo,  da- 
poi  eh'  è  fudato:ò  che  col  fudore  de' putti  fìa  mislo  con  aceto  forte,  et  olio 
di  cedro  ,  ònon  h attendo fi  di  quefio  òlio ,  pece  liquida  :  lauando  prima  il 
luogo  con  orina  veccbia,&  acqua  calda ,  h  con  forte  lifeia .  Hierocle  di-  H" 
ce  chiamarft  limopfora,  quella  rogna,  che  generata  per  fumé,  fi  rifolue 
tutta  in  Taiole,ò  cruHe  ;  e  guarirfene  l'animale  con  lanario  di  decottio- 
ne  di  lupini  franti  :  Mafopra  tutto  vuole ,  che  s'auuertifca  a  tener  l'ani- 
male in  caldaftalla,&  mantenerlo  con  cibiottimi,e  beuande  appropria- 
te ,  guardando ,  che  non  fi  ritmiti  in  luogo  fùngo fo ,  ne  che  fi  brutti  di le- 
tame y  quando  s'adropano  gli  vnguenti:  per  liq itali  nettato  ch'egli  fìa , 
deurà  Jpeffo  efiere  fregato  con  vino,  &  olio .  Fate  à  leuar  la  rogna  lifeia 
fatta  con  cenere  di feor^e  di  falci:  ò  fherba  ranuncolo,  fé  ce  a ,  e  pefìa 
confale  y&  olio yòvnguento fatto  di, folfo  viuo-y  caicinaviuay  e  ter- 

bentina 


D  E  l  £ '  jì  V  jt  l  LO,   L  1  B.  X.  'g{g 

4  bentina  :  ofolamente  di  folto  vino  me/colato  con  feccia  d'olio  ,  ò  con  olio 
dipece,che  dicono  pifielcon,mefcolare  aceto  forte ,  &falnitro,ò  convi- 
no  auHeroloflerco  del  cane ,  ò. bollito  in  olio  il  porro  canino  petto,  che 
dicono  cinopr  afo,ouer  amente  prendafi  bitume,  falnitro  ,  e  gomma  di  pi- 
no due  libbre  per  cofa,vna  difolfo  vino quattro  di  cera,  &  cinque  daf- 
\ungia,due  fefiari  di  olio  di  cedro  ,  due  di  feccia  d'olio  antico  y  &  tre  di 
aceto,due  congi  d'olio  commu?ie,e  due  hemine di  pece  liquida.  Tuojfjì  an- 
cora colfolfo  viuo^aceto,  &  olio  di  cedro  far'infieme,  bollire  olio  lori- 
no,olio  onfécin.Offandaraca ,  orobi  agalla,  e  fierco  di  cane,  &  poi  inolio 
commime  mefcolarogni  cofa,.  &  con  vnajpungia  legata  ad  vn  bacione 

rn  vnga  le  parti  che  fon  rognofe.  llmedefimo  fi  farà  pigliando  due  oncie 
difolfo  vino  ,  &  altre  tante  di  falnitro,  tre  di  fchiuma  di.nitro  ,,  me%a 
di  acetOy&  me%a  di \f andar aca ,  due  hemine  d'olio,  &  due fefiaridi pe- 
ce liquida  con  venticinque  bacche  di  lauro  ben  trite,  &  raccolte  in  vno. 
Eumelo  dice  ,  che  ammalata  iena  rana  di  quelle,  chehahitano  tra  le 
faine ,  fi faccia bollire,  con  vino,&  acqua-  in  vn  vafe  di  rame ,  &  di 
quella  decottione  s'vnga  il  rognofo;ò  che  fi  abrucino  alquante  canne,  & 
prima  che  fiano  ridotte  in  cenere,fi pefiino,e  paffate^er  vn  criuello  fotti- 
le,fi  mefcolino  conolio  ^meramente  fi  fàccia  vntione con  pece,  aceto,  ^r 
olio-fò  conpece mele,folfo  vino ,  feccia  d'olio  vecchio  &  slerco  dipeco- 
q  ra,ò  con  bitume,,  olio  di  cedro  ,  polued'incenfo  ,  ariSìolocbia,  &falni- 
tra,ftue  onde  per  vno  ;  ò  con  vino,flerco  di  bue ,  &  acqua  ouefia  bollita- 
la radice  del  cocomero  faluatico  :  e' Ifegu  ente  giorno  fia  l'animale  ca- 
riato alfol  bencaldo,&  lauato  con  acqua  te pida,.nella  quale  fi  a  difciol-. 
tomtro;  poi  s'vnga  d'ajfungia  vecchia:.&  chi  vorrà,cbe  produca  afiàL 
pelorfotrd  di  cenere  dì  fieno  jfru-T^rarlo  tutto, .Telagonio  loda,che  fipren. 
4a  V  ole  andrò  )o(come.  altri  dicono)rododafne,  &  l'berba  famigliare  al- 
le mura,che  è chiamataperiitio ,,  ouer amente  la  Siderite,  &  fattinetre 
fafcietti, fi facciano  fcuotere  co  fior  di  falnitro  in  olio^  aceto  forte  ;poi, 
tììifiouifolfo  viuo,fe nlvngaal Sole  vna  volta  il  giorno.  Oprendanfi  fei 
Jj.  fefiari  di  oliocommune  ,fei  di  cedrino,  fei  di  pece,  &  due  di  aceto  ;  me- 
%&libhradi&raffufaria,  òdiherba  pedicolare ,  come  altri  intendono  * 
due  oncie  di  bitume ,  tre  di  cera ,  tre  dialumedi  rocca ,  tre  digomma,e 
tye  $i  falnitro  con  due  oboli  difolfo  ,  &  altrettantoÀimifi ,  bolliti  infie- 
W£ ,. Meramente  vno  feropolo  di  feccia  d'orin^. ,me%a  oncia  di  fieno  di 
pov£%vn? Bernina  di  feccia  d'olio,  tre  ciathi  dipece  liquida,e  tre  onde  di 
folfo  +  Tiberio  dice,fcacciar(ìlarogna  con  acqua,  ouefian  bollite fcor%e 
di  canna  abruciate, s^  abrotano, ,o  pur' althea  :  o  con  aceto,  &  olio  ,oue; 
fiandisfatte  rana  dilago  >  e  fcbiumadi  nitro:.  JL  Diofcoride fi  riferir 

fce. 


fcetal  medicarne  >  che  fi  faccia  tanto  boUire,  feccia  d'olio  >  che  venga  a  E  . 
crafiezga  dimekypoi  vi  fi  aggiunga  decottion  di  lupini ,  Vber'ha  carne" 
leonteye  grafo  dìporcoiopur'  in  luogo  di  quejie  cofe  vi  fi  metta  l'ellebo- 
ro bianco  trito .   tsfuicenna  ordina  fiele  di  capa  con  cenere  di  alarne ,  o 
fichi  fecchiytlelorf rondi  cotte  con  radice  di  ahne%ereon  nero.  St  con  lui 
THinio  afferma  >  che  le  rane  cotte  in  acqua  ,/?  che  fé  nepoffafar  vntione 
fanan  la  rogna  di  tal  mmieraycbe  mai  più  non  vi  torna  ;  &  foggiugne 
effer'vtile  altrefi  le  Haleci  confale  infufe  per  vna  notte ,  o  l'acqua  ma» 
rina  e  l'asfalto-,0  l'asfodelo  >  o  ilfion  ,  ò  butiro  congommay  o  fugo  della 
cameleonte,o  l'elleboro  nero  con  incenfo ,  cera>aro,  &pece>  o  con  lopfi~ 
Uo:  over  amente  fieno  di  bufahyO  colla  di  tauro  difciolta  in  aceto  >ag~  - 
giuntaui  calcina  ;  o  il  fegato  del  pefce  paftinaca  cotto  in  olio  :  o  Ibifiopo 
con  olioyò  il  fai  cbalaffreo.  Altri  vfano  con  aceto  l'beliotropio  arfoyO  con 
latte  di  vacca  la  radice  trita  della  perfonata  o  dell' aretio.  n^ltri  il  citi 
fo,e'lfifamopesìi  infume  :  il  che  fi  crede  aglihuomini  ancor' effere  ap- 
propriato.filtri  cenere  di  radici  di  e  appari  con  graffo  di  por  co. filtri  boi 
lite  le  fiondi  del  titimallo  >  e  del  marrubio  con  olio  commune  >  &  off  un- 
gia  di  porco  vecchioy&  nonfalata,vi  aggiungono  alumeyet  aceto  fo  rte; 
lauato  prima  iicauallo  conlifciay  &  fapone  faracinefeo  .Altri  febiet- 
t ■  amente  l'vngono  d'olio  di  lentifco ,  ouer  di  cedro,  filtri  all'olio  di  len- 
tifeoyouer  di  fquinanto  (come  piace  a  Serapionc)  aggiungono  fchiuma  q 
d' argentOy&  alume .  <zs4ltri  con  alume pongono  gomma  di  cedroyacetoy 
&pece.  .Altri  adoprano  fchiuma  di  nitro  confale^  &  farina  di  grano  in 
aceto yfciolte. filtri  con  acetOy& falamora  f emenda  d'ortica  triti.cdltri 
mefcolam  orina  vecchia  di  bue  con  peceyet  vino.<Altri  orina  vecchia  de 
huomo  con  peceyfaley& fugo  di  cicuta  verdey  prima  ch*eUa  habbia  pro- 
dotto il  caule  y  ilqualfugo  alcuni  confale  abruciato  fanno  stare  in  vn 
•vafe  di  creta  atterrato  dentro  il  letame  vn'anno  intero  >  per  feruirfe- 
nepofeiain  quesli  vfi.Mauro  Tedefco  vfaua  aceto, olioyfakyfolfo }afi un- 
già  di  porco  non  falatay& fuligine  di  camino  :  Marco  GrecOyoliOyfolfoy 
fugodifardein  barile,frondi  di  cimbaley&  latte  caprino.  M.  'Vier'JLn-  u 
dreaguaria  la  rogna  fece  ayincorpor  andò  con  olio  fugo  di  citrangoliy  ar- 
gento viuoy&  terbentina:<&-  fé  la  rogna  era  grafi  ay  &  humidayaggiun- 
gnea  al  detto  vnguento  y  biacca ,  &voua  .  M.  Luigi  vfaua  acqua  dì 
mare bollita  conortiebe  :  talvolta  vna  libbra  di  mele  mifia  con  quat- 
tro tmeie  di  butiro  yO  quattro  onde  di  olio  >  e  quattro  di  marrubio  con 
tre  di  titimalloy&  vnatibbra  d'affungia.Il  Colombro  raccontayche  Mae 
slro  Mofe  da  'Palermo  velendo  curare  la  fcabbia  vfaua  di  fare  Hare 
ilCauallo  vna  notte  &  vn  giorno  fen%a  bere>  dandogli  à  mangiar 

fieno 


DEL     C  JL  V  JL  LL  Cfy  LI*.  "  X.  :p4i 

■  fieno  j  pofcia  in  vna  fcudella  di  acqua  fredda  gli  daua  à  beve  vna  lib- 
bra  d'olìofefamino  >  in  temperata  flagione  ;  per  la  qual  medicina  diven- 
tando più  acetato  >  ilfea  dapoi  bere  à  uoglia  fua  una  gran  quantità  dì 
acquayche  glipurgana  tutti  gli  humori:  Et  perche  talpurgatione  il  la- 
f ciana  fiacco  ,  egli  con  lafarraina  >  &  col  trifoglio^  ò  col  fieno  bagnato 
il  rinfor%aua  per  fette  giorniydi  modo  che  il  cuoio  rejìauanetto  co  i pe- 
li chiari  .  ls[on  trouandofi  il  detto  olio y  gli  dauaper fette  dì  vna  hemi- 
na  il  giorno  di  radici  di  cocomero  feluaggio  pesle  y  e  tenute  nell'acqua  la 
notte innanzi; che  fimilmente  ilpurgaua;  cibandolo  difrondi  di  Vite  >  © 
di  ckoreeyò  di  fieno  bagnato-,  fecóndo  che' 7  tempo  haueffe  portato .  Ma 

g  prima  d'ogni  altra  cofaglihauea  canato  f angue  dalle  pafloiey  ò  dalle 
gambe ;et  apprefìo  alla  purga  adoperava  le  untioniyfregando  le  parti  in- 
fette con  acuto  forte  y  oue  fufie  difciolto  ilfenape  ben  trito  y  oueramente 
con  miflura  di  orina  di  bufalo  a  di  bueyò  litargirioyfolfoyacetoymirray  & 
olio  cotti  infteme .  La  fc  abbia  ulcerofae  fquamofa  come  fondata  in  cat- 
tiua  radiceyegliloda  y  che  fi  curi  con  le  purgatimi  dell'elleboro  nero  po- 
flo  dauanti  alpettoy&  con  molte  beuande  della  diapente  ;fi>ejjì  efferci- 
%iy& cibi fecchL  zsflla  fcabbiafeccanon  compete fagniay  ma  medicine 
che  la  digerifcano  yperò  vuole ,  che  per  molti  giorni  fi  diano  a  bere  con 
me%a  libbra  di%uccaroydue  libbre  di  quefla  decottione  yfcor%e  difraffi- 

C  noe  di  cappariyradice  di finocchiydi petrofemolo y  di affaragiy  e  di bruf- 
fuliy  polipodio  yfcabbiofa  y  lapatio  acutoy  boragine  y  &  fumoterra  bollite 
infieme  &  colate .  Vvnguento  poi  fi  farà  con  fughi  di  rafano  y  diffatu- 
lafetidaydi  cocomeri  afinini  >  arifiolochia  y  fumoterra ,  lapatio  acuto  >  e 
■.fcabbiofa  ana  oncia  vnayelleboro  bianco  &  neroy  folfo  viuoy  &  calcina 
vina  pur  oncia  per  cofa  y  confitte  infume ,  &  con  cera  y  &  olia  di  no- 
ce incorporate  .  Teonnesla  fcriueyla  rogna  nei  (fiumentinon  effer 'altro      Rogna 
che bumor  colerkoy&  corrottione di fanguey  che bollendo  nell'intrinfe-  ne.'  .G'?~ 
che  parti  yefce poi  alla  fuperficie  ;  &  benché  fia  morbo  fàcile  à  curarfi  "•!?"  c  e 
•      da  faggio  maeììroytuttauia  chi  non  sa  l'arte  del  medie  are^e fio  con  im- 

D  portuni  rimedi  fuol  cagionare  la  rouina  delFanimaley  pero  bifogna  in  tal 
.  cura  (fi  come  in  tutte  l'altre  cofe  conuiene)  feguir  la  natura  per  guida 
ryfando^quei  medicami ,  che  appropriati  à  rifoluereymollificarey  &  cac- 
ci qnfuori  y  vengano  a  mordicare  la  cuticagna  y&  rifregare  le  viceré  ; 
von  quelliycbe  fon  buoni  àrislrignerey&  che  vi  inducono  cicatrici:  Et 
eofi  altro  ha  da  efiere  ilmedicame  quando  la  Scabbia  incomincia ,  (il 
che  fi  conofee  >  che  l'animale  ò  con  denti  fi  morde  il  luogoinfetto  y  ò  con 
l'vnghie  vi fi  percuote ,  ò  con  gli  alberilo  con  le  muravi  fi  frega 
[emendo,  vn  gran  prurito)  altro  conuiene  effere  >  quando  il  morboyè  neh 

crefei- 


ircjamento  ,  altro  quando  egli  ha  perduto  ilfuo  vigore .   T^e  ì  princìpi]  £ 
■dunque  egli  loda,  che  fi  tragga  [angue  del  collo  ,  e  dall'anguinaie  infie- 
mementeyVoi  nel  mede  fimo  dì  vn' altra  volta  daW  anguinaie  fole,  accio- 
che  lo  hurnore  non  fi  (pì'igeffe  alle  parti  interiori  attorno  al  cuore  ;  fatto 
quefio  s'vnga  di  pece  mijìa  con  lifcia  di  fapenari,  falnitvo  ,  &  verdera- 
me;acciotbe  tanto  più  prcfloil  male  concorra  fuori .  Quando  poi  fi  ve- 
drà la  pelle  effulcerata,mettauifì  tepida  la  farina  dell'or xo,  cotta  in  vi- 
no &  olio,&  nel  ter  70  giorno  fi  lauicon  lifcia  di  fapon  ari  ,  0  confim- 
plice  acqua  calda,fregando ,  &  radendo  sì  forte  la  cuticagna ,  che  n'e- 
sca [angue  tvltimamente  s*  adopri  vrìuntione  di  olio  moflo,feccia  d 'olio, 
pece  liquida,  &folfo  uiuo  .  Toi  rie  aitatogli f angue  dal  collo ,  gli  fi  dia  F 
una  beuanda  di  uino  ,  ò  di  acqua  melata  oue  fia  temperato  il  cocomero 
.  .  [aluatico  petto  ,&[alnitro  di  pari  pefo:  della  quale  beuanda  a'  Caualli 
ora-  Attempati  faranbaìleuoli  tre  fettari,à  pia  giouani  due,  a'  Tolledrivno. 
fcraa'Giu  Columella  dice  la  Impetigine,})  fcabbia  effere  mortifera  a  i  Giumentì,fe 
mena,     conprefiex7anonfifoccorre  ;  che  s'ella  è  leggiera,  fi  può  nel  principio 
curare  con  aceto,alume,&  falnitro  dipefi  egualifo  co  n  vnguento  di  ce- 
to,}) con  quel  che  nelle  bilancie  refla  del  thino  f alato,  ò  con  graffo  di  vi- 
tello marino,ilquale  fopra  ogni  altra  co  fa  fi  giudica  falutifero  .  Ma  [e'I 
morbo  è  inuecchiatOypià  forti  rimedij  vi  bifognano,prima  con  vnaflri- 
glia  àfolf cruente  radendo  le  crusle  in fino  al  viuo,  tanto  che' l  cuoio  fi  j 
reggia  tutto  infanguinato,pofcia  lauatolo  co  orina  humauavna  volta  , 
#-  vn' altra  con  acqua  calda,  s'vnga  con  olio,  &pece  liquida,  ò  con  pe- 
ce,folfo,veratro,&  afiungia  vecchia  cotte  infieme  diparipefo;ouer  con 
pece,folfo  ,  &  alume ,  ouefìano  incorporati  radici  difaluatica  Hellera  : 
&  vltimame  me  fregami  f uligine  di  caldaia,  per  farci  indurre  più  pre- 
slamentela  cicatrice ,  e'I  pelo  in/teme .  Vegetiofcriue  che  l'Impetigine 
0  B^gnafeccaper  melanconico  humore  nafcejpejfo  nelle  giunture  de  gli 
animali,  &  fh  piaghe  fimili  alle  ere fte, che  non  fi  curano  fenica  dijficul- 
Sotto  pel  tà,adopr~ì.douUofe  sliiiche;e  tal  volta  ilfuocoMa  di  maggior  importan  jj 
di  roana.  %*  ?  ^l  ma^e  ch'egli  nomina  f otto  pelle ,  ilquale  èjpecie  pur  di  rogric^  >•■■ 
che  per  carnagione  fi  appi  *lia ,  <&  manda  i  mede  fimi  fé gni  fuori ,  perciò 
che  da  piaghe  vfeite per  laperfona  vien  fuori  vn' humor  liquido,  &  'Per 
de ,  che  l'incita  fieramente  à  grattare  in  ciò  che  fi  trotta  da-  prefica  )na 
egli  è  pia  tardo ,  &malageuole  àfanarfi ,  chela  rogna  ;  pèrciocbeégli 
procede  da  humor  pettifero  accolto  fra  le  vifcere,<&  la  pelle:  pèrò^bifo- 
gna  curarlo  in  quefio  modo,che  fi faccia  vn  cauterio  fi  a  lejpalle,  e'I  ven 
tre,nel  luogo  vfato,  tagliando  la  carne  per  giufia  mifura:indi  fereno  ,  & 
in  Luna  [cerna,  cr.fecifia  tempo,  che da  quel  tagliò  fi yedtà  vfeiye 

humore 


4  h  umore  a  color  d'oroyb  di  offrano  :  &  fé  foco  ne  vfcifìey  gioueràmettc- 
re  perfette  dì  in  efiapiaga  la  radice  deltitimalo  :  ouer  tagliata  nel  pet- 
to la pelle coti iferro >  acuto  ymettauifi  la  radice,  che  chiamano  confilìgi- 
ney  à  polmonaria  >  laqual tanto  tempo  dafemedefima  vi  Hard ,  quanto 
quel  luogo  tagliato  fia  putrefatto,  <ér  per  quello  fi  purghi  l'humor  mali- 
gno:mafopra  tutto  non  fi  tralafci  di  dargli  f^effo  la  confettion  diapétey 
&  nel  mangiare  fi  mefcolicon  l'orbo  l'apio  verde,òdefrondiyò  le  bacche 
4el  lauro,o'l  cocomero  faluatìcQ,minut  amente  tagliati  y  allenendolo  da 
atri  cibi  verdi;  parche  l 'fé  e  chi  gli  fon  migliori ,  &■  piti  gli  gioua  la  fari- 
na dell or70con.accpua.tepiaayfacendolo.fiar  'inluogo  caldai  Jpejfo  efier- 

21  oitare,per  cacciar  colfudore  l'humor  cattino.  Hierocle  approvando  l'o-  Se^ni  del 
penion  di  (jeronimo  ^Africano ,  fcriue  che  i  fogni  di  questo  male  fubter-  fotto  pel- 
cutaneo(oltra  le  marcioferotture  del  corpo)  fon  la  magre7gayla  tofie,^' 
&  lapw^ra  del  fiato,  ch'efee  da  lenarici  ;  &  volendo  curarlo  >  conuien 
'  cibari' animale  abbondantemente:  di  ogni  forte  ;e  buttargli  per  bocca fur- 
golid' aliena  colati ,  oue  però  fia  fiato  cotto  vn  quarto  di  dietro  di  cane 
ben  pelato  e  nettato  ,ouer  amente  vna  gallina  ilauandolo  ancora  Jpefio 
con  acqua  calda .  Ma  di  gran  lunga  più  importante  y  epericolofa  cofi  a\  de  nafee" 
Caualliycome  ad ogn 'altra forte  di  animali,  è  la  lepray  per  nafeer  eliadae  come  fi 
hurnor melancolico  adufioy  e  maligno:  Et  pure  potrà  il  Cauallo  guarire >  curi. 
C  benché  malagejtolmente y  s egli  fecondo gli  ordini  de  gli  antichi ,  fi  laui 
con  acqua  calda  y  otte  fia  mefcolata  afiai  cenere ,  e  molto  forte  ;  poira- 
feiugato  fi prenda  vna  dramma  di  optò  ,  con  fette  onde  &  meja  difol- 
fo  viuo>&  altr etanto  di  vitriolo,& fattane  fottìi  polue.  ,:& incorporata 
in- vna  heminadi  aceto  ,  &  vnfeftario  d'olio  con  altretanto  dì  pece  ,fe 
n'unga  tutto  ;&  fatto  quefto  tre  ò  quattro  volte,fi  rilaui  con  lifcia,&-  co 
minciando.aMar  ben.e,convino,&  olio:mamétre  ch'egli  fi  cura,faccia- 
fiflare  in  buona  fialla bengouernato.il  T{ufio  diceychefe'l  Cauallo  (ffu- 
riofoyàleprofo  y  debba  vfarfipreftez^a  a  cattargli f angue  dalla  vena  del 
pettoyouer  del colloypoifubito  fi  faccia  bagnar  nell'acqua  fredda  y  guar- 

*?  dandolo  diligentementeycheper  dite  dì  non  veggia  Soleynèluna;&quan 
do  ciò  non  fi  poffa  fare,  tengafi  ben  coperto  conpanno  yoffo .  Suole  W£epra  Der 
la  lepra  chiamar  fi  Eie fantiafcperche  riduce  la  pelle del  (anallo  a  forni-che  chia- 
gtiawza  di  quella  dell' Elefante,  che  èajpra  e  dura  .  *Affìrto  dice  che  al-  mata  ele- 
l'hor'afipatifce  l'ehfantiafiyquando  nel  collo  fi  veggionovfciti  brugnuo™1111*"  ' 
liy&  le.  vene*rigideygonfiate  nel  capo,<gr  nella  facciapaiono  inuiluppa- 
te  incerti  torti  rivolgimenti;  le  narici  flanfempre  aperte,  <&  rifiatanti,- 
&  ciò  che  da  quelle,  e  dalla  bocca  efeey  èjcbiumofo,  &  fanguinofo,e  gli 
tira  il  fianco  yedefidera  di  mangiare  e  di  bere;  manonpotendoyprender 

il  cibo 


944  D  E  L  L  ^     G  L  0  T^l  *£ 

il  cibo  a  poco  a  poco, ne  può  annitrire)  effendogliin  certo  modo  ingroppa-  & 
tala  lingua^laqual  taluolta  egli  caccia  fuori  infiammata ,  e  brutta ,  /'/ 
cuoio  tuttofi  vede  rotto,  &  dijjipato  dafpeffe  viceré  ,  &  mafjìmamente 
ha  eftremitày  come  l'orecchie  ,  le  labbra,  e  l  nafo  ,  chefouente  ne  uengo- 
no  giù  a  cadere.  *AX  q  ne fio  male  egli  non  frana  rimedio  profittatole , 
.  ,     ma  configlia ,  che  fi  mandi  a  jiar  da  lungi  da  gli  altri  animali ,  e^  che 
i  e£         fi  purghi  benequel  luogo ,  don  egli  è  fiato .  Hierone  ferine  cheifegni  di 
queslo  horribil  male  fono  euidenti  ;  perche  le  gambe  fi  veggion  gonfie-, 
l'orecchie  tefe,  la  guardatura  incoftaute,&  fiera,  il  collo  incordato  ;  &■ 
le  reni  ridotte  a  tal  durerà,  che  non  fi  poffono  mai  piegare  ;  foggiun-  - 
gè  tutta  via  poter  fi  curar  e,  cauandogli  fangue  dal  collo,  &  <*l  terx$ 
giorno  dalle  fpaUe,  &  al  quinto  ancor  dalle  gambe ,  fé  necefiario  fi  sii- 
maffe, accio  che  difciolti  in  tutto  il  corpo  icomercu  delle  vene ,  efea.  infte- 
me  col  fangue  il  rio  veleno  :  &  fra  tanto  l'animale  è  da  tenerfi  in  luogo 
caldo  co  i  cibi  foliti,  maquando  egli  fchiuafje  l'orbo, gli  fi potrebbe  dar-  ' 
farina  con  finta  franta .  Oltr'à  ciò  conniene  fregargli  ben  bene  tutte  le 
piarti ,  che  fonfen^a  peli  con  decottionefìitta  di  vino,  olio,nitro,  bitume, 
ftmen%a  di  ruta ,  &  porne  Ile  di  lauro,  poi  cingerli  alle  renivna  pelle 
lanofa ,  del  medefimo  liquame  bagnata  .  Telagonio  vuole,che  con  ven- 
udite  libbre  di  vino,  &  vrìhemina  &-me^a  di  olio  fi  pigli  frumento,or-  G 
izo,orobi,pi'xjoli ,fugiuoli,&  pomelle  di  cat apatia  minore,  vn  feHario 
per  ciaf cuno ,  &fi  facciano  infieme  bollire  tanto ,  che  buttando  le  cofe 
via,la  decottione  rimanga  al  ter^o  di  quella;  poi  fregando  fi  bagni  Umor . 
bofo  animale  ;  datagli  prima  vna  beuanda ,  laqualriceue  vrìhemina  di 
yin  vecchio.,  vrìoncia  di  grafio  di  becco,  due  d'incenfo ,  &  due  di  caslo 
aggiuntauìvn'bemina  d'aqua  melata .  Tutta  quefla  mislurafifkrà  be- 
re in  tre  giorni,poi  per  tre  altri  fi  farà  bere  olio  >  &  vino ,  ouefia  mefeo- 
lata  vn  oncia  di  Laferpitio .  Tuoffi  anco  vfare  per  ogni  giorno,  fin  che  ei 
guarifca,vna  beuanda, prendendo  vrìoncia  difalnitro,  &  pomelle  di  lau 
ro,caSìoreo ,  reupontico ,  &■  ruta  onde  due  &  me^a  per  vna,alle  quali,  " 
pefta  ognicofain  difparte;&poi  mefcolate,  fi  aggiunga  mena  acetabo-    ~ 
lo  d'olio,  &  vino  abaflan^a .  Et  per  fare  vrì  altra  vntionefi  potranno 
pigliare  cocomeri  fecchi,re fina  cotta,&  affentio  peflo,vna  libbraper  co- 
fa,con  quattro  di  noci  di  ciprefio,  &  ridottele  in  polue,aggiugnerui  quel- 
'  le  cofe,chefono  acconcie  à  liquefili- fi ,  tenendo  fempre il  cauallo  copertOy 
accioche  fudi:  perche  col  e  aldo  è  atto  à  guarir  fi  vn  sìfhtto.male  .Vege- 
tio  dice,ifegni  dell 'Elefantiafì  effere,che  nafee  per tutto  ilcorpo,&  maf- 
fimamente  nella  fchiena  vn  certo  pi-licore ,  &cru$le  di  rogna  fimilià 
corteccie;  ne  i  piedi,  &  nel  capo  efeono  certe  br  uff  ole,  òfchiafant ,  cbt 

da 


DSL   CAVA  ILOy  US.    X.  $$% 

"jl  da'  latini  fon  dette  7 apule  y  &  nelle  narici  alcune  pie  ciolc  pofleme  :  la 
lingua  con  tutta  la  bocca  jlàfì  asciutta y  che  pare  abrneiata  ;  egli  toffe 
afpramentey&fofpirafpefìoycaminatardoycol  collo  chinoy  &  con  gli  oc- 
chiflupidiy  &ogni  dì  ammagrifee  più;  benché  il  mangiar  non  gli  man" 
chi .  Horaper  curarlo  non  fono  da  medicar  fi  le  piaghe  di  fuori  pri- 
ma ycbe  dentro  con  le  neceffarie  medicine  non  fi a  purgato  >  perche  i  ri- 
medi cominciati  dalle  parti  cHeriori  rifojpingono  il  male  entro  le  vifee- 
re  con  pericolo  grandiflìmo  delia  vita.  'Primieramente  dunque  è  da  trar 
ftf angue  dalla  matrice  y  poi  dal  palato  y  &  fé  le  forile  il  concedettero 
dagli  altri  luoghi  ancora ,  doue  il  male  è  più  gagliardo y  con  la  debita 

jj  mifurapeyby&  al  debito  tempo:  e  di  quel  f angue  mi  fio  con  aceto  fi  vnge 
rà  bene  per  tutto.  Quanto  alle  beuandeyoltra  quella  del  diapente ,  potrà 
vfarfi  quefl'  altray  laqual  contiene  mirra  tragloditay  incenfo  mafchioya- 
ca%iayche  fi  fa  di  pruni faluatichi ,  & cent aure 'a  vna  libbra  per  co  fa ,  & 
difeor^e  di  pomo  granatocela  dipeuereyoncia  vnaydi  '%affranoydifaf- 
fifragaye  di  tenfedono  ana  onde  feiyetre  difagapeno  :  Diquefìe  cofe  tri" 
teye  criueUate  &  con  ottimo  mele  infieme  e  otte  y  farà  daconferuarfi  la 
compofitione  in  uafe  di  uetro  >  che  per  uè  e  chieda  diuien  migliore  :  e  di 
offa  poi  fi  darà  per  tre  continoui giorni  vn  cucchiaro  il  dì  ;  con  unfefla- 
rio  di  acqua  calda  y  e  tre  onde  d'olio  ;  poi  cominciando  à  migliorare  yft 

C  potrà  col  vino  in  vece  dell' 'acqua  fominisir -are. Sogliono  incorrere  in  que- 
Ho  morbo  affai  fruente,  i  Toledrìyche  tolti  per  tempo  dalle  madriy&  non 
ancor  robufìi ,  fi  conducono  alle  Halle  y  epriuati  di  quella  libera  digcfìio 
ney  chefaceanoper  le  campagneyfon  cojìretti  di  mangiare  nelle  rasìelle  y 
&  padir  poco  ;  ma  effi  tutta  via  per  beneficio  dell 'età  pia  facilmente  ne 
fcampano  .  Et  perche  quelle  partiyche  fono  fiate  occupate  dalla  1\ognay 
è  dalla  Lepray  fogliono  rimanere  dipeli  ignude  :  onde  refìerà  l'animale  PeJi.c°oie 
affai bruttoyfoggiugnerò  alcuni  altri  rimediyche  ho  trouati  à  queflo  effet  nafeerefu 
to  appropriati  :  Che  quando  vorremoy  che  sàie  cicatrici  rinafeano  tosìo  le  cica  tri 
|i    ipeliypotremo(come  ferine  il  Crefcen^o)  vngerle  conolio,incuifìa  mi-  c*  ♦ 

®  fla  cenere  digufei  di  nocciuoley  dette  da'  Bimani  auellaney  dell'odo  del- 
la teHudineyò  di  carta  bombacinayò  di  bombagio  vecchio  >  ò  difemen%a 
di  lino  (fecondo  il  l\ufw)ò  con  afiungia  di  porco  ,  ò  d'orfo  incorporata  con 
cenere  di  nocciuole  abruciate  con  igufei  infieme.  fi  mede  fimo  effetto  di- 
ce y  che  fa  l'agrimonia  tritay  e  mef colata  con  latte  di  capra ,  ò  la  farina 
del  miglio  con  fugo  di  rafanoyo  rafura  di  corno  di  capraio  olio  di  mirtot 
ouer  il  laudano  con  graffo  d'orfo  y  &  vino  vecchio:  ò  l'olioyoue/ia  cottay 
e  disfatta  vna  talpa-.ò  che  dopo  l'vntione  dell'olio  commune  fi fparga be- 
ne fopra  (fi  che  vi  fi  attacchi)  polue  diapiyò  di  quei  fcarafoni  y  che 

0  o  o  fifa- 


ft  fogliano  tro-uar  nelle  sluffe,  abradati  dentro ivn pignatto.Gì  ;>■>  t  anco-  ~ 
ra  dentro  vn pianateli?  far  cuocere  a  fuoco  lento  vitanda  d'olio  di  Be- 
renfefifeon  tre  onde  di  cantaridi  ficaia  ale ,  &  fenica  te/le;  lequali  can- 
taridi deuranno  e  fere ■peìle,&  mef colate  con  olio  di  oliai ;&  menata  o- 
gni  cofa  ben  forte ,  che  refill  vngnento  fpefio ,  &  aggi  unto  ai  va  poco  dì 
ninfeo  ,  o  di  ambraper  buono  odore  >  fregarne  il  luogo  >  finche  produca 
certe  veficiche,nelle  quali  fi  vedran  chiaramente  i  bugi  dond'efeono  i  pe- 
li nuoui  .  Stai  rimedio  c"U  afferma  efiere  efficace  aru  ora  à  glihuomini 
per  fare  rinaficerei  capelli,  (fomponefi  anc  or' vn' altro  vnguento  congraf 
fio  difierpe  e  di  gallina  .feor/e  del  frutto  delle  cafiagtte  ,  &  di  mandole 
amare,  radici di  hr/rfeo, elleboro  bianco ,  &  argento  uiuo  fimorrato  con  p 
fialiua,&  mescolata  ogni  cofa,  agguata  con  olio  commane  ,ferìungail 
luogo  ,  quando  la  piaga  comincia  àjaldarfi:  perche  dovè  faldata  uon 
gioiiarebbe ,  fé  non  uififcarnafifc  di  vuo  <o  .  Vegetioft  nucyche  abrucia- 
ta vna  tartitca  viva  in  fu  le  bragie  di  legni  di  vite ,  la  cenere  fua  fi  fàc- 
cia cuocere  in  vafe  diramenuono  ,  con  vino  ,  e  medulla  di  cerno  a  ba- 
Sìarrra  e  tre  onde  di  alarne  crudo  ;e  di  quello  fi  vngapoficiala  cicatrice  . 
Loda  etiandio  àgittare  Jpefio  infiala  piaga  meficolata  con  vino  polite  di 
fhue  abradatelo  di  lupini  crudi,ò  di /rondi  di  fico  parimente  abruciate  .. 
alcuni  con  fieccie  di  fieno  arfio  nelle  lacerne  vngono  i  luoghi  /pelati  > 
&  fi  r  impelano  .  Tiberio  per  far  rinaficere  il  pelo  nelle  parti  eie  atri-  q, 
cofe,ditedoueruif  fregare  fuligine  di  fieno ,  e  per  farlo  venir  di  color 
Pelo  co-  fìryilieà  tj$  altri delle  parti  fané,  ordina,  che  fi  fàccia  pane  di  due  fé- 
eia   lina-  ^a'ftdi  farina  d'orro ,  con  vnpoco  di  fai  nitro, e  di  fiale  ;  poficia  mefifio  al 
fccre  fu  !e  fiorno,&  indi  ridotto  in  carbone,epoluerÌ7y%ato,  fi  metta  infieme  co  olio 
cicatrici   j}{  [e  beatrici  per  venti  giorni .  Oltr' acciò  d:/lint  amente  fioggiange,  che 
fimo  colo  fe  l'animale  ha  di  fina  natura  il  pelo  nero,}!  debbano  i  luoghi  ignudi  vn- 
re  .  Sere  c°  °k°  mifi°  ri»  cénere  diflebe,la  quale  v  vna  corteccia,che  fi  vfia  ne 

gl'imbafli  di  Giumenti  da  fornai' egli  f affé  di  pelo  bianco,  fàcciaft  la  mi 
Peli  co-  stura  con  graffo  d'orfo,&  cerata. S  e  fiafie  rofoyòflauo,in  vece  della  biac 
me  di  bia  ca,faria  da  metterfii  ochra  abraciata.Chi  volefìe  alterare  ipeli,e  di  bian  H 
chi  farli  neri,prenda  vnoficropolo  di  atramento,co  che  fi  fcriue,&  quat- 
tro dilegno  di  oleandro,trtii,&  incorporati  ingraffo  di  becco  quanto  ba 
sli,&  vagano  il  luogo  .  Chi  all'incontro  di  neri  gli  voleffe  bianchi,pren- 
da  vn' obolo  di  radice  di  cocomero  faluatico,&  due  di  nitro  misti  co  una  • 
hemina  di  mele>&  vn  altra  d'olio.  QjieHi  mede  fimi,  ordini  con  alquan- 
to di  varietà  Vegetio  afferma  ,  ponendo  per  lo  primo  ficropoli  fette  d'in- 
chiostro da  tinger  caoio,che  volgarmente  dicono  vitriolo,&  quattro  di 
fugo  dirododafne  mef  colati  con  fieno  di  capra  >  chefia  bastante  ;  &  per 


DE]L  C  jt  V  J[llOy   LIB.  X.  94/ 

lo  fecondo ,  libbra  vna  di  radice  di  cocomero  [abiatico  ,  e  dodicifcropott 
**  difalnitropoluerizati,  &  mifli  con  vna  hemina  di  melcj* . 

■zJfyC.  Luigi  Vento,  per  far  cafcare  il  pelo,fhceua  bollire  in  acqua  pre- 
fa  da  riho  corrente ,  ferrugine  ,  &  orpimento  infiemc  ;  &fér  furio  ri- 
nafeere  vngea  illuogo  contenere  ài  corteccia , di  fubero  me/colata  cera- 
mele ,  ò  con  polite  di  api ,  che  fanno  il  mele,  mcfcolata  -con  olio  "Udendo 
di  bianco  far  nero,  siemperaua  con  olio  ,&  aceto  ferrugine >  galla  ,  <&  Stetti  nel 
yitriolo  :  &  fé  gli  fufìe piaciuto  far  vna  falla  nella  fronte  del  C  audio  <,  'a  *ronp 
vi  radea,  &  con  pane  doryo  ben  caldo  vi  pone  a  fugo  di  cipolla  fquiUa  .  facc  jà ,    - 
S'egli haueffe voluto  fa/runa balzana,fkttala  rafuranel piede,la frega- 
uà  ben  forte  confai  minuto,poi  con  brodolone  fi  fuffe  cotta  vna  talpa,  in    conafe  ^ 
corporando  afungia  di  porco,  ne  fhcea  vntwnedue  volte  Udì  per  due  faccia. 

^  fettimane.  Lorenzo  B^iifìo  per  far  bianchi  i  peli  neri ,  dice  che  primiera- 
mente fi  rada  il  cuoio,  &  e  ori  tiri  dandola  a  r  ina  fere  il  pelo,  vi  fi faccia- 
no fpeffi  fumiggi  difolfo,  0  faccia  fi  per  tre  dì  bollire  vna  talpa  in  acqua 
faifa,  b  inlifaa,  &  confumandouifil  un  liquore  ,fempre  vi  fi  aggiunga 
dell'  altrozpofcia  taldecottione  alquanto  caldajhmetta  nel  luogo ,  che  fi 
defidera  di  allenire ,  che  di  conto  parrà  vn  cigno  .  ^T^trà  riufe  ir  ancora 
per  quefia  via ,  chepojìo  a  bollire  latte  di  pecora ,  fé  ne  bagni  vna  per^- 
7 a  di  lino,  laquale  cofi  fruente  fi  metta  fopra  il  luogo,  mutandola  tati 

£  te  volte ,  che  ipeli  per  la  cottura  fé  ne  cangiano  per  ogni  lieue  fregagio- 
ne ,  che  con  le  deta fi faccia  :  poi  prenda  fi  vii  altra  pezza,  netta ,  laqual 
bagnata  di  latte  frefeo,  tepidetto ,  fi  meni  per  quel  me  de  fimo  luogo  >  e 
fi  continola  almeno  tre  volteildìfirìà  tanto,  che fi veggiano  cominciar 
ad  vfcir'i  nouelli  peli;  che  fenza fallo  v faranno  bianchi .  <ts?L  uni  ^ff'er- 
mano,che  con  vnger  e  il  fiele  caprino  al  luogo  rafo,vinafce  il  pelo  biaco. 
Ma  per  fare  in  effe  cicatrici  rinafeer  ipeli conformi agli  altri,  non  è  co  fa 
tanto  appropriata  quanto  jp  argenti  cenere  di  orzo  rogito  idei  eh  e  Jllef- 
f andrò  ^Afrodifeo  dice  la  cagione  effer  quella ,  che  la  cicatrice  per  effèr 
parte  corrotta  vierì à  fare  humiàetta,cy-  fonile  la  pelle,  <&  però  ordina- 

D  riamente  produrrebbe  il  pelo  biancoima  i \0r70  abruciato  per  effer  cofa 
calida,la  riflora  di  modo,cbe  lo  fa  fìmile  all' altra  pelle, eh  e  nò  è  fìat  a  cor 
rottaiperche  fi  come  l'orzo  naturahnetehaforxa  dipurgare,  &  rimuo- 
uere,cofi  mondifca,e  caccia  via  l'efereméto  di  quella  vitiofa  bumidità) 
che  illuogo  infermo  bauea  raccolta  :  fiche  re  fi  andò  conforme  la  nuoud 
cotenna,conformi  vengono  ipeli,che  da  q~uellafì  producono, &  nudrifeo- 
no.Dalfhumor  melanconico  adufìo  ha  pariméte  origine  il  Cacro,  che  igre 
ci  dicono  (arcinoma ,  e'I  volgo  fiancarti ,  l^e  in" altro  è  differente  dalla  on£je  fi^c 
lepra,ò  Elefantiafiffenoncbe  nafeendo  il  cancro  in-  alcune  parti  deter-  neri. 

Ooo     2         minate 


948  rj>  E  L  l  U    G  L  0  1^1  *A 

minate,  la  lepra  occupa  tutto' l  corpo  dell'animale,  onde  Cancro  yni-  £ 
uerfale  di  tutto' l  corpo  fu  nominata  .  Quefti  è  di  due  fpecie ,  fecondo  che 
di  due  modi  può  efferlh umor  melanconico,  da  cui  è  generata  :  'Tercio- 
ches'eglinon  è  molto  acre, farà  vntumore,& infiammagione  dura  ;  di 
color  tra  liuido  ,  &  roffigno ,  che  h  aura  d"  ognintorno  le  vene  tumide  y 
&  piene  del  detto  humore  non  altrimente ,  che 7  granchio,  ò  gammato- 
fumatile,  i piedi  dall'una ,  &  dall'altra  banda  del  corpo ,  dalla  cui  fo^ 
migliando,  fu  co  fi  domandato .  Ma  fé  l'humor  melancolico  farà  molto 
'  feruido  ,  &  acre,  furi  il  tumore  effulcerato .  Si  dice  anco  la  piaga  in- 

Piagne  co  cancherirft>  per  efferfi  troppo  bagnata  di  acqua,  ò  con  hrute^^a  immar- 
cherifca-   cltcl  •'  °  fe  l'animale  contutta  la  piaga  s'è  faticato,  fé  con  denti  vi  fiè$ 
no.  grattato,®-  per  altre  molte  cagioni ,  <&•  accidenti ,  benché  più  tofto  ma- 

ligna,che  incancherita  farebbe  da  dimandar  fi  :  Concio  fi  a  che  di  coft  fat- 
te f  e  ne  curano  ogni  giorno ,  pur  che  l'artefice  fi  a  intendente  ,&  eser- 
citato .  Ma'l  Cancro,  d'ogni  forte  ch'egli  fifa ,  è  morbo  pericolofiffmo  t 
&  non  mai,o  congrandiffima  difficultà  riceue  curatione-:  maffimamen- 
te  qual  hora  auuiene  in  luoghi  prò fondifvntr  te  ati,  &  neruofi,  douenonfì 
può  ne  ferro,ne  fuoco  fen^a  elùdente  pericolo, adoperare  iperò  Hippocra- 
te  dice  il  Cancro  afeofo  efìer  meglio  à  non  curarfi,  ilche  s'intende  (fecon- 
do Cjaleno,)  che  efiendo  impoffibile  di  cauarlo  dalle  radici  >  fen^afiirui 
mortale  offefa  con  gli  finimenti  manuali,al  manco  l'animale  fi  materrà. 
più  in  vita  ,  à  non  curarlo  :  Terò  in  tai  e  afi  più  ficur  amente  fi  potranno 
.       vfar  lepolui,tra  le  quali  afferma  il  Crefcen%o  conforme  al  B^ufio ,  effere 
il  caivcro  efficacilfima  vna  >  che  riceue  fette  onde  di  fugo  di  radici  di  asfodeli,  tre. 
di  calcina  viua,&  due  d' orpimento,che  pur  fi  dice  arfenico;&  pefie fot- 
tilmente,e  battute  infiemefi  mettano  in  vn  uafcello  di  terra  nuouo^lqual 
otturato,  che  nonpofia  niente  ifuaporare,  fàccia  fi  cuocere  tanto  al  fuoco, 
cheogni  cofa  diuenga  polue ,  e  di  quella  poi  s' empia  la  piaga  delCancro 
due  volte  il  dì,lauat  ala  prima  con  forte  aceto  ;poiquado  fi  vedrà  il  Can- 
tero mortificato}/} potrà  medicare  con  bianco  d'uouo,  &  co  altre  cofe,che  jj 
R  imedij    richiede  l'ordinaria  cura  delle  ferite .  Efjicacifjlma  anco  per  corrodere, 
per  il  can  fcrìuonogli  Ripptatri,effer  quella  compofitione,  che  fi  fa  con  due  onde  di 
elleboro  nero ,  tre  difquame  di  rame ,  e  quattro  di  arfenico ,  peiìe  infic- 
ine con  fichi  fechi  &  con  olio  mefcolate.  È  pur  bona  la  polue  fatta  di  tar- 
taro, e  Hercohumano  abruciato ,  òpur  del  tartaro  arfo ,  e  misloconfal 
trito .  Giona  etiandio  a  mortificar' il  cancro ,  che  vi  fi  metta  fopra  aglio 
petto ,  &  affungia  di  porco  vecchia,  misi  a  con  polue  di  pepe  bianco ,  e 
di  pilatro,  due  volte  il  dì  mutandola .  Con  affungia  ancora  Lorenzo  R&- 
fÌQ>  loda  à  mettere  fauinay  e  ruta  pefie  ,  finche  il  luogo  incancritodiuen- 


btl  CjtVjt  l  L0>  l  12.  #.  jfò 

£/F  ga  bianco  :  poi  bufi  ara  a  falciar  la  piaga  la  pò  lue  folamente  della  fan  ina. 
csfltri  di  miffura  eguale  difolfo ,  &  rafa  di  botte ,  ò  difolfo ,  alumey  & 
tartaro  formata  vna  candela  >  e  poi  acce  fa ,  la  fanno  gocciolare  fopra  il 
cancro:  auuertendo  però  >  che  non  tocchi  altro  uè:  Etfe'l  Cancro  fu  fé  ne' 
piedi;ò  nelle  gambe ,  parimente  fi  può  gicciolare  candela  fatta  di  alarne 
draganti>&  folfo  mitìi  con  cera .  "  S'egli  bauefie  mangiato  il  labro  del- 
l'animaleybafterd  due  volte  il  giorno  metterai  [emende  di  canape  fé  e  che  y 
& fotiliffimamente  trite  >  onero  vna  volta  il  dì  polite  d'vn'p •affilio  abm- 
ciato  entro  vnpignxttOy  il  qualp  attillo  fia  compatto  di  calcina  viuay 
vetrioloyfapone  >  ò  mele ',  per  egual  mifura  ,  continouando  cotai  rimedi  > 

"  finche  il  Cancro  fi  veggia  diseccato  y  &  ridotto  à  nulla -,  &  fra  tanto  è 
da  guardar  fi  la  piaga  d' acque  y  e  da  lordare  .  S'egliveniffe  nelle  maf cel- 
le >  ò  in  altra  parte  piana  y'e  non  neruofa  ,  ne  mufculofa;  fipuò  con  ferro 
infocato  cuocere  nel  mezp  y  e  perd 'intorno  ;vngendo  poi  la  cottura  con 
mele  >  finche  il  cuoio  da  fé  ne  cada  ,  e  guardandolo  da  ogni  humidità ,  la 
qnal  fi  catterà  infieme  col  f angue  dalla  parte  contraria  del  collo  .Talbo- 
ra  nafceilCancro  nelle  gengiue ,  le  quali  appaiono  negrette  ,  &fangui- 
nentiy  e  t'animale  vi  ha  prurito ,  e  poco  mangia ,  emalfipoffonotali 
piaghe  con folidar  e  ,  &  perche  quefli  animali  fono  di  darafoflan^ay  & 

c  poffon  benefojfrir  la  violenza  del  taglio;  parche  non  fia  in  luogo  intrica- 
to di  neriti ,  e  vene .  Ma  in  ogni  altra  parte  libera  ,  e  carnofa  la  cura  de 
Cancro  con  ferro  yò  fuoco  è  prefl  a  y  & libera.  Vero  Hie rode  ferine  y  il 
Cancro  doaerft  tagliare  tutto  intorno-,  e  poi  abruciare  in  fino  al  vino  met- 
tendola di  fopra  con  alumey  &  olio  ciprino  le  cantaridi,  che  Cantarel- 
le altri  diconoy  ben  tritate .  Mafe'l  luogo  no'l  fopportafìe  y  tenti  fi  di  cu- 
rarloycon  f arni  vntione  di  feccia  di  aceto  me  [colata  congammaridi  fili" 
me  abruciati ,  ò  mettenti  di  fopra  feorza  di  pino  con  ireos  in  polue  :  ^Al- 
tri diconoycon  belerà  abruciata  :  tAltri  con  pomice  arfo  ;  e  metterai  fe~ 
menza  di  cicutety  e  radice  di  cocomero  faluatico  infieme  pette}  con  ace- 
<J)  to  y  &  acqua  freddarma  quando  vifuflevlceyg  y  non  è  da  accottarfi  ac- 
qua y  ma  ben  vino  .  TaoJJì  ancora  vfar  mifut  ra  di  feccia  bianca ,  mar- 
chefitay  vitrioloye  cai  cina  viua  di  pari  pefo ,  vngendo  d'olio  tutto  il  luo . 
go  d'intorno  al  Cancro :£t  fé  tal  medicarne  s  indurale ,  Hippocrate  dice> 
che  vi  fi  metta  co  orobi  mele:e  di  pia  afferma  ottimo, &  prefentijfimo  ri  • 
medio  efiere  quella  compofitioneyche  fi  fa  di  cicuta,  galbanoyVÌfcoye  gom 
ma  cotti  infieme,ma  q  netto  aiuto  caldo  dice  douerfi  vfare}quando  il  luo 
go  non  reclamaffeyaltrimenti  vi  conuengono  feccbiye  li qiùdi  medicami; 
&fe'lCancro  occupategli  occhiygioua  iflillarui  con  olio  rofato  y  &  ro- 
ttola farina  de  gli  orobi)  e  purgatale  fi  veggia  la  piaga  yfi  manterrà 

0  oo    i         con 


pgftf  1)  E  L  L  jt    G  l  0  \I  J. 

con  mele  acciocbefifaldi ,  in dotta  U  elettrice .  fi  Colombro  di.ee ,  cbe'l 
u  *Cr°r^  cancro  fu  cofi  nomi/iato  per  tre  fomiglian-ze ,  che  ha  col  grondo  j  lequa- 
detto.       U fono  figura  tonda ,  fermo  afferrare ,  &  molte  braccia  di  fangue  nero 
caufitadobumor melanconico  adusi  a:  palpili  viene  alle  giunture  >  & 
alle  Vallai?  ?  Ver  curarlo ,  vuol  che  prima  filoni  confetto  di  capro ,  er* 
Diftintio  aceto  bianco  ,  poi  fi  medkhi  con  fuell  herba ,  che  i  Greci  chiamati  phlo- 
ne,&mo-  mosyi  Latini  verbofeo  yil  vulgo  taffo  barbalo; pigliando  il  nero  :  laqual 
vi  ^fei-  fc»4*jR«  pefla  in  groffo  modo  confale  &  verderame  ;  rinouando  tal 
cro  m  medicarne  di  mattino  e  di  fera  per  tre  corninola  giorni  y  poiper  tre  altri 

fi  farà  il  mede  fimo  fen^a  il  verderame;  indi  fi  metterà  Ih  erba  fola  ;  ma 
fe'l  cancro  fi  rajaitiffey  finia  da  porfidi  nuouomìfia  con  le  dette  cofe }  p 
eoa  le  cj  itati  mnolto  il  fi-.sìo  ola  radice-,  fi  potrà  mettere  nella  piaga 
quanto  è  profonda:!? 'uoffi  anco  vfare  la  radice- dettele  boro  bianco  peHa 
ouer  amente  mett afi me za  libbra-  di  fugo  di  asfodeli  con  tre  onde  di  cal- 
cina viua  y  e  due  di  orpimento  >  in  vn pignatta  nuouo;ilqitdc  ben  ottura- 
ta fi  fìtecia  ftaj-e  nel  forno  dopai  che  n  è  tratto  il  pane ,  tanto  che  disec- 
cata la  misìura,fenepofiafhrpoiue  •>  &  con  quella  fi  medichi  vna  vol- 
ta, il  di  La  piaga  :  ò  curifi  con  quelt  altro  vnguento  cattslico,  che  fi  fa 
dicaldnaycenere  &  lifeia.  Il  Ferrara  vuoley  che  il  luogo  del  (onera  con 
vn  bottone  di  fuoco  fia  circondata  >  poi  lo  piaga  due  volte  il  dì  per  quat- 
tro giorni  fi  medichi  con  vnguento  fatto  con  vna  libbra  di  affungia  di  voi  G 
pe  yvn' altra  di  affnn già  d'oca  y  adigallinaydì'.e  onde  di  olio  rofatOy.  & 
un  ter%o  d'onda  d\vfenico  in  polue;indiper  none  dì  tre  volte  il  giorno 
fi  bogtii  con  lifeia  forte  bollita  con  alums  di  rocca  ;  pò f eia  ridotta  fi  à  mi- 
gliore fiata  y  fi  potrà  medicare con  l'unguento  roffoy  ihqualè  appropria 
to-ad  afiergercye  difeceare  le  viceré  putride ><&  corro fiuey  &fe  canque- 
fto  ci  nonguarifce,ncn  v' è  rimedio. 
Ferite  &  "%  jt  j£  è  tempo  bormaiy  che  ragioniamo  delle  ferite  >  &  delle  Viceré* 
ylcerede  l\\^Hc  fje  faremo  noi  con  quella  maggior  chiarezza  y  chefiapoffibiley 
&  con  l'iflefio  ordine  y.  che nellepofleme habbiamo offemata .  fegetio 
ferine  y  douerfi  con  diligenza  auuertire :>  che  in  qualunque  parte  la  te-  tt 
ttafirompejfeyàpurefifcorticaffe,potrebbelaindegnationedellapercof- 
fày  ò  ferita  penetrando  generare  pericolo  al  ceruello  y  &  anco  ài  nerui 
fé  preflamente  non  fi foccorroyadoprandoui  nel  principio  medicamenti  «a 
farti  y  ma  placatoli  ;  poi  come  fi  farà  venuto  àmatureigay  queipe^ 
d' off aycì)e  fono  rotti y fi  allarglyer  anno  y&  diligentemente  con  la  mano  kg 
giera  yò  con  le  forbici  fi  penfero  di  cauarfuorigli  altri  restanti  y  chefa- 
ron  per  queUapercoffa  in  afpritiyfi  toglieranno  >  &  raderanno  bene  con 
Jcrrixac  fioche put  facilmente vJfi pojfafar in  carte >  parete  altrimen- 

tela 


"jt  fé  la  ferita  non  fi  potrebbe  mai  falciare ,  nel  che  tanto  pia  Mortamente 
è  daprocederfì,quanto  che  nelle  parti  ofiofe  &  nelle  congiunture  fi  fmt  -^^ 
fyeffo  generar  posìema,laqual  bifognando  d'ejfer  purgata,  fi potrà 'deli  nejje  par 
tro  effa  metter 'vnatafl allegando  con  vna  pezja  i  capi  di  quella,  che  re  ti  oflble  e 
fleranno  di  fuori ,  &  come  al  quinto  giorno  dipoi  ,Òpur  altra  fi  vedrà  //giuntine 
pertugio  diuemtto  maggiore  ,egli  trattane  la  tafiaffi  empirà  avnguen-  Per  en 
to  appropriato  alle  pofieme,legando  deliramente,  &  al  quattro  dì  tro- 
uandofi  rotta  Lapottema,fi  medicherà  con  Vvnguento  folito  da  ferite,  ri 
nouandolo  fempre,finche  fi  a  quella  marcia  purgata,®1  quando  il  bollet- 
tino di  q  uè  fio  ynguento  fi  troverà  netto  ,  mettafi  fu  la  piaga  empiafiró 
B  fitto  di  farina  d  herba giudaica,  &incenfo  mafehio  tritio  per  egual  pi 
J9,cotticon  mele,& -conquesto  fi  curi  finche  bifogni  :  Ma  quando  la  fé* 
ritafujfe di  modoythe  deffe  fkslidio  al  ceruello,è  di  mefiiéro  f abitameli 
Ucauarfangue  dalle  tempie,&  mettere  in  fu  la  tetta  (e/fendo  eHate) 
ynaffiutigia  con  acqua,  aceto,  &  oliorofatóxìipaYi  mifura  mifiiinfie- 
me,legandouela  confufeia,  è  dargli  cibi  verdi:  i  quali  fé  f afferò  ricufati  y 

(perche fàcilmente  V  animale  fchii-.erà  ognipaflo)  riditeafi  in  polite  lafk 
ua,e  diafi  con  farina  di  grano,®  con  acqua  melata  infinò  a  tato,  ch'egli 
appetifea  le  verdure,le  quali  accioche  aggvadifcam,fi potranno  bagna- 
re di  acqua  J "alfa ;Hippocrate  dice,  che  quando  grotto  lofio  del  capò)l4- 
C  membrana  del  cerneUo  ha  riceuut a  percofia ,  fé  l j "angue  vfeirà  per  1$ 
nafo ,  &le  gambe  fi  gonfi  aranno,  non  fi  franagli  con  medicine,  perche" 
fian  vane  .11  Colomhro  ordina,che  le  ferite  del  capo  per  vna ,  o  due  volte" 
fian  medicate  col  mele  accioche  fi  moflrina  meglio  lefeffnre  dell' off a,& 
comefiano  ben  difcoperte,fì canino  ipe^i rotti,  &Ji  radano ,  & poli- 
fcano  tutti  quegli  altri,  che  rimanefì ero  acuti  ò  taglienti ,  accioche  più 
facilmente  vifipofìa  confolidare  la.carne.Ver  cattar  fuori  piaceuolmen 
tele  ofia  rotte,fi  potran  mettere  nella,  piaga  fichi  fecchì,®  foglie dì  pa~ 
paueripefìe  infieme  :  "Per  confolidare  la  piaga,  mettauifi  di  opopanafet 
-  di  olibano,  e  di  rofe  fecche  mefcolate  con  farina  diorobr.  leqnai  co  fé  dif- 
folttte  ancora  conmele  potranno  v far  fi .  Et  per  torre  la  mala  carne,  che   c 
nella  piaga  per  auuentura  fi  feffe,fhcciafì  à  fuoco  lento  bollire  aceto  con-  fta  <ja   je 
mele,et  come  fi  veggiano  vn poco  freddi,mettauifi  polue  di  verderame,  ferite  co-i 
di  coperefa ,  e  di  fior  di  rame  abruciato ,  menandoli  molto  bene,  finche  m9  ^  toi 
IvnguentOpaia  ben  fhttoM. Luigi  per  far  vfc'we  le  offa  rorte,adoperaua  = 
mistura  diceva  ,-pece  ,  gn-fio  di porcq,e terbentìna,o  di  cera,  halauflio  > 
eonfolida  maggiore, mantice  y&  bolo,  e Sdì gallano, opop  anace,  &  pece1 
latina .  Il  Ferravo  dice ,  chele  ferite  dare  di  punta  al  capo ,  fino  molto* 
pwcolofe,  non  potendo il' artifìcio  per  fi  firmo  meato  efiraher  fuori 

0  o  o    4  la 


^53  T)  E  l  L  <A     G  L  O  B^I  »A 

la  malignità,  che  qidui  concorre  :  l'altre  di  taglio  ,  non  effendoprofon-   jg 
de,leggiermente  fi  curano  àfomiglian^a  dell'  altre  piaghe:  Effe  pene- 
trano, (benché  dirado  fogliana  accadere  per  la  durerà  ,  &  altera 
dell 'ofio yrabufie7ga  del  craneo ,  &  fode77a  de  i  pannicoli  )  faran  da 
curar  fi  %  come  fifa  de  i  capi  humani;  apprendo  la  carne-?  adendo  l'ofio 
fin  che  fi  troni  la  parte  intera  y&  medicando  la  piaga  con  melrofata 
finche  purgat  aperfettamente,  con  tvngnento  incarnatino  fi  cicatr'vziy 
Ferite  del  ^ yj  conf0lj^i  .  ^4  tle  ferite  del  collo  ,&  maffimamente  nelle  maggior 
mene ,  il Ferrara  vuol ,  che  fi  dia  il  fuoco  incerchio  .  Toi  fé  la  piaga 
mosl.rafienegre^a,  b  labriyo  mala  qualità,  &  infettione  daconuertir- 
Ferite  <\ùflin  vie  era*  fa'à  bene  ad  vfar  Vvnguento  egittiaco .  Cjioua  alle  ferite  F 
la   fchie-  della  fchiena  metter  polue  di  fcorxe  d'oHriche,b  cenere  difco*70  di  pa- 
na.  guro  ,.  che  dicono  grane iporo.  1  germani  a?  Caualli  feriti  ,0  rotti  nella 

fchiena  danno  tra  le  biade  minuzzata  la  confolida  aurea,  che  effi  dicon 
.  (jundin  Gunfel ,  che  nel  me  fé  d' \Aprile  con  cerulei  fiori  fi  vede  per  en- 
del  oetto! tr0  ìprati.Le  piaghe  del  petto  daferro,bda  legno  fatte  y<:JW.Luigi  vfa- 
ua  di  medicare  con  fi aielivnti  di  quella  compofitione,  che  confiftein 
ver  derame, vetriolo, &  alume, aria  oncia  vna,ottod 'aceto,  &  vna  lib  • 
bra  di  mele  bolliti  infìeme  fin  alrojfòrc^.^iffirto  vuole,che  auuenendo 
che'l  Cxiuallo  fra  ferito  micetto ,  b-in  altra  parte  e  arno  fa ,  paffato  prima 
il  cuoio  >  fi  mettano  all'vno  ,.-&  all'altro  labbro  dell'apertura  abquan-  & 
te  fibbie ,  ò  cordelle  di  canape,b  di  lino:  poi  meffa  dentro  ,  &fu  la  pia- 
ga vnafiopp.ua  di  lana  bagnata  in  vino ,  &  olio  (benché  da  altri  inluo- 
go del  vino  fi  metta,  aceto)  fi  flr  biga,  &  leghi  con- quelle  cordelle,  ò 
lacci,i  quali  al ter^agiomo fi feiogìieranm  >  #*  vi  fi  faranno  copioft  ba- 
gni di  acqua  calda ,  co  fi  facendo  ognidì  per  quattro  giorni  :  pafiati  i 
q.uali  fi  potranno  leuare  le  dette  fibbie ,  mettendoui  empiaflro  di  farina 
di  orobi  stemperata  con  acqua  calda  ;  finche  la  piaga  fiveggia  pur- 
gatabene,poi s'vngerà non  vnguento  grafi  0  ,  bconlipara  (come  dico- 
no) finche  del  tutto  rimanga  falda  :  Ma  fé  la  ferita  fufie  affondata,e  pe-  r. 
netrat a  alle  parti  interiori,  non  reHa luogo à  medicina  y  che  li  potefìe 
lungo  tempo  feruar  la  vita  :  percioche  il  cuor  vicino  fentendo  il  fredda 
Ferite  del  per  V  apertura  della  ferita,verrebbe  meno  .Le  fer  iter  ice  unte  nella  pan- 
h  panaa.  c^aji  CHrano  à  queflo  modo  >  che  primamente  il  peritoneo  (come  fifa  ne 
gli  huomini)fia  cucito  con  vn  fi  lo  di  lana  non  troppo  fiottile-,  filato  a  roc- 
ca ,  facendo  refi  are  di  fuor  a  i  caffi  :  poi  la  pelle  infieme  col  grafito  fia 
parimente  cucita  con  vna  cordèlla  di  canape  incerata,congiungendo  le- 
labbra  della  ferita  à  gnifa  di  fibbie.  I/idi  cono  rdinarij  vnguenti  da  pia- 
ghe fia  medicata)  &  fé  per  auuentiwa  vifimotteffe  infiammagioneyfia* 

hi 


?>EL     CAV  jlll  0,    L1B.X.  953 

A  ui  empiafirata  la  creta  cimolia  con  aceto  \  T^e/  fettimo  dì  difciolta  l  a 
cucitura,/}  trarrà  il  filo  fuori .  Se  le  budella  vfciffer  fuori,non  fon  da  toi- 
carfi  con  mano,  perche  verrebbonodi  leggiero  ad  impoftemirc  ;  ma  fa- 
ranno da  rifofpingerfi  dentro  con  vna  /pungia  bagnata  in  acqua  calda  > 
&  poi  /premuta.  Et  per  far  da  fé  fte/J e  ritirare  l'interina  alle  fedilom 
giouerà  prouocare  il  vomito  all' animale,  ficcandoli  fin  al  fondo  della  go-  "J 

la  vnapenna  di  auoltoio  bagnata  d'olio  ,  &cofi  piu  commodamente  in 
quel  melodi  tempo  fi  potrà  fare  con  due  capi  di  filo  la  cucitura-? .  Et 
fe'l  colpo  baueffe  nel  ventre  fatto  il  bugio  fi  ftretto,  che  le  budella  quan- 
tunque vfcite,  purmalageuolmente  potefiero  rientrare ,  è  necefiario,che 

«  la  ferita  fi  allarghi  con  ferramento  >  &  rime/fe  dentro  le  inteftina,/i  tor- 
ni a  chiudere  al  detto  modo  .  Il  Cjiumentofra  tanto  è  da  tener  fi  ben  co- 
perto ,  non  lafciandolo  caminare  &  a/lenendolo  grandemente  dal  berey 
dandogli  a  mangiare /rondi  dioliue  (ò  d'olmo  com' altri  dicono  )  &  tri" 
fogli,  &  menta  verde  .  Sei  reticello  fo/ie  vfcito  fuori,farà  da  tagliar  fi 
con  leforfici,percbe  niente  giouerebbe  riporlo  dentro  .  cJWa  fiele  budelle 
fofler  tagliate  ò  rotte,  e  gonfie,  niuna /peranno,  vi  faria  di  fallite:  Vero  fé 
dalla  ferita  riceuuta  dentro  mnfuffe  vfcita  cofa  alcuna,&  l'animale  fi 
vedejfe  col  volto  me  fio  ,&  calato  in  gin,trauagliare  coi  pie  dinanzi) 
&  mandare  per  fece/io  fanguigniflufjì,  faria  da  tener  fi  per  di/perato  , 

C  perche  farebbe  fegno  di  rottura  di  qualche  membro  interiore  .  Quelli 
ancora,  i  quali  di  fiotto  ali"  anguinaie ,  bpreffo  a  quelle  ,  feriti  f afferò ,  fa-    _  ^^ 
cilmente  vengono  a  ffiafimo,  &fi  muoiono:  *JM.  Luigi  nel  rimettere  vfcire  co- 
delle  budella  vfcite- fuori,  adopraua  ilvino  tepido  bollito  confaluia,  e  me  fi  ri- 
tagliaua  la  retìcella,.che  baueffe  veduta  ojfefa  e  pifta;  indi  empia  la  pia-  mettano  ► 
ga  del  ventre  con  lana  fuccida,e fcarlato,&  att accana  di  fuori  il  capo  de 
ho /pago  con  la  ftoppat  a  pudendo  il  cuoio ,  &  vifea  vntionecon  olio^ ,  & 
faime.  TlColombrodice ,  che  quando  alCauallo  per  qualche  ferita  fono 
vfcite  le  inte/ìine  fuor  della  pamiaydebba  legar  fi  di  modo,che  tenga  i  pie 
di  in  alto,  &  appena  toc  chi  la  fchiena  in  terra:  Indi  lanate  efie  budella 

D  con  acqua  calda,  òcon  vino,fi  riducano  de ftr amente  con  vna  Jpungia  cai 
da  dentro  il  pannicolo  del  ventre  ;  nel  qual  pannicolo  fé  per  cafofuffe  a^ 
pertura  pia  larga  di  quella,cl?  è  nella  pelle  ,bifogneria  aprir' e/fa  pelle  in 
agguaglian^a-.indi  cucir  e  il  pannicolo  confili  di  lana  non  fiottile,})  di  fc- 
ta  non  torta,&poi  cucire  la  pelle  con  i/pago,lafciandoui  apertura  fecon* 
do  la  dipendenza  del  corpo,fi  che  pofia  purgarfene  ogni  materia  yfacen>- 
doui  la  stoppata  con  chiara  d'uouo, fecondo  ilfolitol,  &  infafciato  il  Ca- 
vallo non  molto  ftretto  ,  fi  fiat  alenar  fu  in  piedi:  il  feguéte giorno  fi  lene- 
ranno  le  tafie^edkaÀoui  co  vnguemida  piagbemafe  vi  fi  vedeffeàn- 

fiam-- 


j4©  *ELLjtgLQ\tU 

$ammxggionc,nonfi  toccherà  fin' al  terzo  dì,  &  all'Ima  ione  fi  mojìre  % 
rà  accolte  acquofità  ,  fi  faranno  con  qualche  islrumento  di  bronzo,  ù  di 
ferro  infocato  più  ,  &  pia  punte,fccondo  il  bifognoiilehe  dice  douerfifh- 
re  in  tu:  te  l  altre  enfi agioni,che  vengonoper  altre  occaftoni.fr  fé  la  feri. 
ta  fufie  fatta  da  ferro  fatile,  tentificon  lofinnallo,  cioè  con  l'ago  dipiom 
bo,ò  diflagno  ,  ò  dkrrgento ,  e  trouandouifì  profondità,  che  richieda  fcor- 
ren%a  in  alcun  modo,ficciduifi,comc  j-'  è  infegnato:  ne  fi  manchi  diinfon. 
derciogni  dì  olio,e  terbcntina  calda  con  vn  cannuolo,  ò  con  quello  ijlru-. 
mento  appropriatole  dicono  aquipurgio  . 

Le  ferite  fiotto  le  ginocchia  >  dice  Jljfirto  >  che  t  ardi  fi  f old  ano  per  ef- 
Kóleeuiò  feru*  care^ia  tofi  ^  carne,come  di  pelle .  £t  perciò  cofì  in  qucìle  ,  come  F 
chia .        ne  ipiedi,&  tutte  le  altre  parti  fecche,  fono  da  adoperar  fi  medkamen- 
ti,chevalorof amente  disecchino  :  come  all'incontro  alle  parti  carnofe 
conuengono  quei,che  dijfecchino  mediocremente  .  Conciofia  che  bifog/éa 
che  l'artefice  non  folamente  guardi  alle generalimtentioni  di  curar  le 
ferite,  &  le  viceré,  ma  fi  dee  anco  con  diligenza  offeruare  la  differen- 
za delle  parti  offefc,per  poter  loro  reflit  aire  il  proprio,  e-r  naturale  tem 
per  amento.  Maefiendo  nelle ginocchia,  ò  nelle  gunture  de  i  piedi  ,6  in, 
altra  parte  della  gamba  fitta  alcuna  jpina,ò  altra  punta,  onde  il  Canal 
lofi  doglia  e  appicchi ,  debba  radderfi  bene  il  luogo ,  poi  vi  fi  mettano   r 
pefii  tre  capi  di  lucertole ,  &  fifkfci  con  p^zzj1  :  perche  fa  cofa  verrà  di   j 
fuori,mutandoui  Jpefio  il  medicarne  ,  il  quale  fi  potrà  anco  fkre  con  le. 
barbe  della  carlina,  &  quelle  del  dit  amo  pelle  ;ò  con  lumache  cotte  col 
putirò. Il  Signor  Giordano  Bluffo  pone  à  punto  i  mede  fimi  rimedi  ,fe  non 
che  in  luogo  della  carlina ,  dice  radice  di  canna  :  &  che  pfii  che  farà  v- 
fcita  la  fj^ina  ,ò  troncone  ch'egli  fi  fia ,  la  piaga  fi  curi  con  bianco  d'vo~ 
ho  ,  &  altre  cofe  atte  à  faldare .  Al.  Tier  Andrea  nelle  punture  pic- 
ciole  poneua  mele ,  &  fieno ,  nelle  grandi  t.erbentino  con  olio  tepido  . 
M.  Luigi  fu'l  luogo,  do  uè  fuffe  entratala  Jp  ina  ,  mettea  radice  a"  eboli 
pesta  in  vn  mortaro  ,&  poi  bollita  con  mele,  el  mattino  feguente  tro-  n 
uaua  la  fi>ina  canata  fuori .  Ma  fé nell 'vngbia  entràfie  alcun  stecco 
di  legno ,  0  di  pietra,ò  d'offo  ;  Werocle  ferine ,  che  fi  procuri  cauar- 
gli  fuori ,  poi  mondata  lapiaga,vifì  metta  vnguento  fatto  di  ver  dera- 
me, orni  fi,  ò  altra  fimilecómpo  fi  t  ione,  & riempia  fi  il  luogo  convna, 
fyungia  :  e'I  feguente  giorno  fi  Uni  con  vino  puro,  e  vi  fi  rinuoui  il  me- 
de fimo  vnio,finchefifaldi,mettendoui  alla  fine  allume  di  rocca  .*J%Ca 
in  ogni  forte  di  ferite  vniuerfalmente.  M.Vier'a^ndrea  teneaquefta  of 
feruanza,cbeprimieramente,per  veder  s 'elle  fojfero  attonat.e,o  sfondar 
Uyvi  ponea  il.  deto ,  e  non  bastando  quello  dipcru&iire  iìifino  al.  fondo  , 

vijpingea 


DÈI     C  Sk  V  Ut  LIO,  LIB.     X.  955 

uifpingeavìia  candela  tepida  guatane  la  cera  dal  me^o  in giùguardaU-- 
4  do  fi  di  fkrq;>.efla  prona  con  i  finimento'  di  ferro ,  ò  d'ottone  y  ò  d'argento 
con  dir  che  per  ej] ere  la  carne  del  Cauallo  afiai  loffa  >  &  morbida  >  non 
fi  potrebbe  difcermre  fé  tal  iftrumento  andaffeper  la  ferita ,  ò  per  quel- 
le tele  y  clye  panificano  la  carne  dall' ofia .  Cofi  dunque  s'egli  bauejfe  tro- 
uata  la  ferita  affondata  ;  &  toccati  iteflicoli  gli  haueffe  neWefiremita 
loro  fentiti  freddi  fuor  del  douere  >  lagiudicaua  mortale  >  <&  non  vi  per 
deailtempaa  medicarla  ;  maffìmamente  fé  l'animale  al  fecondo  dì  non 
haueffe  ricuperato  l'appetito  :  Ma  s'egli  non  bauejfe  mostrata  alteratio- 
ne  >  <&-  poi  non  hauefìe  perduto  il  mangiare  y  ne  prende  a  buona  fperan^a 

2?  &  fatto  vn  tasto  di  panno:  di  lino  vecchio  corriffrondcnte  di  grandcTga  > 
e  dilungherà  alla  prona  fùttayve'l  mettea  bagnato  d'olio^e  terbentina 
e  dal  terxo  giorno  innanzi  il  medicauacon  eflo  due  volte  il  dì  t  pafiatQ 
il  fettimoy  egli  fea  il  predetto  taflo  con  lardo  vecchio  fquagliatOy  e  cal- 
do >  &  con  questo  ilcuraua  perfettamente  in  fino  al  fine .  Se  la  ferita  n$B 
foffe  fiata  affondata^  parimente  adopraua  il  tasta  con  olioye  terbentina: 
Ma  nelle  p arti  neruo fé  cautamente  auuerth  di  vfar  destre^a ,  &  non 
fhrui  for%aì&  fecondo  che  hauefìe  visto  effere  vfcito  dalla  ferita ,  ò  po- 
co >  ò  fouerchio  fangue  >.  co  fi  eglifirifoluea  d infoiarlo  >  ò  no  .  Quando 
gli  accadea  di  douer  medicare  puntura  alcun  z  ,  s'ella  era  frejca y  &  non 

C  in  pane  neruo  fané  fiotto  ifianch'h  b  nella  gr  affolla  >  egli  vi  mettea  aceto? 
&  fiale  :  altrimenti  vi  vfaua  la  terbentina  con  olio  non  bclente  >  ma  piti 
che  tepidoycomc  di  fopras' è  pur  intefby&  s'ella  era  profonda  >  lacaute-^ 
rvraua  con  detta  misturra  quanto  più  calda  ft fufì e  potuto  yfhcendapafìa 
re  tal  liquore  per  vnpeigp  di  grofìo  cuoio  pertugiatOyacciotbe  la  terben- 
tina non  hauefìe  alterata  l&cotenna  dell'animale  ,  che  fi  farebbe  venuta 
a.  riflrignere  fàcilmente.  Et  per  chenon  f uff  e  per  cagione  della  puntura 
venuto  alcun  tumore  y  egli  da  quella  in  giù  il  bagnaua  con  acqua  tepida  y, 
&■  acetOye'lfea paffeggiareypotcomeilvedea  rafciutto ,  rinouauail  ba- 
gno :  cofi  facendo  quattro?  ò  cinque  volte  ognigiornoyfie  vedeagonfiarfi 

*  il  luogo  di  f opra  y  o  di  fotto  della  puntura ,  gli  trahea  fangue  dal  colio 
dalla  contraria  banday&  fattolo  dapoi  pafieggiarey  vi  fea  il  detto  rifier- 
coffiuo  :■  Ma  fé  l'iTiefi a  puntura  hauefìe  fatta  enfiagione per  conlorfo  di 
qualche  materia  y  e  di  humori  >  egli  con  la  lanciata  la  allargava  r  &fe 
nell' appare  haueffe  fatto  fangue  y  vi  mettea  Bianco  d 'uouo  >.  come  fi  fa., 
nelle  piaghe  :■  &*  fi  guardaua  di  farlo  correre ,  finche  non  fnfìe  fi  atogu  t- 
rito  beneytenendolo  in  luogo  caldo  quando  era  verno  yòfre fico  quando  era 
efiate  :  con  la  ferita  però  in  ogni  tempo  coperta  bene  ?  fi  che  non  vi  fuf- 
fa  potuta  entrar  dell'aria  *  Toi  quando  volea  fortificar  il  cuoio  dotte 

s'era 


^6  7>ÉLLj£GL6ÌL1j£- 

s'era,  hauuta  la  piaga ,  egli  lattato  prima  il  luogo  del  male  con  vino  y  in  E 
cui f offe  bollito  rofmarino  y  &  Hepa  bianca ,  òfìepa  nerayvifpargeapol- 
uè  di  vna  fola  difcarpa  abruciata ,  ò  d'un  imbatto  y  ò  polite  di  rosmari- 
no, ò  di  corno  di  cerno ,  che  giudic  aita  per  lo  migliore  :  &  quando  torna- 
uà  a  bagnare  >  fé  vi  foffe  rimafo  di  quella  polite  afferrata  col  cuoio  y  non 
fùceaforzaper  leuarlay  ma  attende  a  à  lattare  il  rimanente ,  (pargendo 
.    ,     ,.  per  tutto  lapoluenuoua  :  &  principalmente  con  artefi e io  prò  uede  a y  die 
uerfe  co-  non  Poteffe  labefìia  aggiunger  con  la  bocca  alla  parte  inferma.  M.  Lui- 
me  fi  curi  gi  per  curar  ogni  forte  di  piaga  folea  componere  queHi  vaglienti  ad  vn 
n<>'  picciolo  fuoco  incorporando  file ,  butiro  y  &  meleyb  cera  bianca  terben- 

tinay&  olio  rofatoy  ana  oncia  vna  y  con  due  di  farina  di  fané  :  ò  canfora  p 
e  terbentinayana  oncia  vna  ,  con  vna  libbra  di  olio  comm:tne:o  cera >  e 
terbentina  con  midolla  di  cento  libbra  vna  per  co  fa  :  ò  vn 'oncia  di  cera 
nuoua  bianca  con  altrettanto  di  olio  rofatoyno:te  volte  lattato  con  acqua 
di  canfora  :  ò  due  onde  di  cera  nuoua  con  litargirioy&  olio  di  oline  ana 
óncia  mexa  :  ò  cera  nuoua  >  &  olio  d'oliua  con  m  xslìceyincenfo  ,  &feuo 
di  becco  fo  di  caslroneydiparipefo ,  bolliti ■>  &■  con  diligenza  agitati  y  & 
■poipervnaHamzgnainvafe  vetriolo  colati  .Ver lo  mede/imo  effetto 
folea  componere  ancora  politi  y  mefcolando  -maflice  >  incenfoy  &aloey 
ana  onde  tre  :  ò  maflice  y  inceri fo ,  mirra  y  colofonia  y  orpimento ,  galla  > 
&  corno  di  cento  arfo  y  ana  onda  vna-.ò  cenere  di  corno  ceruino  con  poi-  G 
uè  di  fcorxe  di  J calce  :  bfaley  calcina  vergine >  &  carnume  di  fcorxa 
di  pigna  di  pari  pefo  :  ò  mexa  oncia  di  [angue  di  drago ,  vna  di  bolo  y  tre 
di  colofaniaye  tre  di  radice  diconfolidi  ma%giore:ò  radici  di  rafanoy  & 
fi-ondi  di  cocomero  feluagio  vna  libbra  per  vna  infieme  polueri\ate  >  ò 
miglioye  grano  arfo  :tal  volta  fatto  prendere  qualche  fieno  humano  mol 
to  anticoypoluerixana  la  fcorxa  isleriore ,  &  ne  metteafopra  lapiagay 
nella  quale  volendo  far  mangiare  la  carne  triHayadoperaua  vn*  oncia  di. 
orpimento  y  e  tre  di  calcina  cotte  con  mele  in  fu  la  braggia,  ò  marche/i- 
ta) &  verderame  pur  con  mele.  Il  Ferrara  dice  che  fi  come  neW  ulcere 
è  daprocederfi  con  medie  amiyche  àmondificare  >  &à  fece  are  fi  trotta- 
no  appropriati;  co  fi  nelle  ferite  con  quelle,  che  h  abbiano  virtù  die/ficcare 
•  &  perche  nella  cura  è  da  hauerfi  riguardo  fempre  alla  qualità  del  luogo 

egli  ordinayche  le  feritele  quali  non  fono  inparte  nobile  y  &  mufculofay 
fi  curino  il  primo  giorno  confìoppa  bagnata  in  chiara  d'uouoysbattuta  co 
olio  rofatoy  &  faleyhauendo  prima  cucita  efia  ferita  con  lafciarui  la  con 
ueneuole  pendenza  y  onde  la  malignità  >  che  per  corrottane  itti  fi  riduce  > 
poffa  purgar  fi  y  mettendola  vno  fìoppino  ,  ò  fluido ,  chefoglion  dire .  Voi 
da  quel  dì  innanzi  fian  curate  col  digefliuo  fatto  col  rofìo  dell' nono  me- 

[colato 


s  fcolato  con  [angue  di  drago  polueriyatoy  olio  rofato>&  melrofato.  nJ^fa 
s 'elle  fono  in  luoghi  neruofi  y  bifogua  che  nel  principio  fi  un  medicate  con 
olio  diterbentina^  olio  communey  ruta y  &ifcoli  cotti  ìnfiefflè  ;  per  pro- 
hibire  gli  fp  a fmiyche  fogliono  fopr  agiungere  :  auuertendoy  che  fé' l  neruo 
fufje  tocco  yfaria  da troncai fi y  fé fuffetroncoy  bifogneria  con  difenfiui  ri- 
parare al  concorfo  degli  humori .  Etpernoue  giorni  approua  il  medi-       .     ,. 
care  con  olio  di  yper  icori  le  ferite  di  fimil  forte  .  Ter  le  ferite  di  nerui  nerui. 
ferine  ^Affino  effer utili [Jìmoy  che  la  feor^a  della  radice  dell' olmo  con 
feccia  d'olio  molto  antico  fi  fàccia  tanto  bolire  >  che  tutta  la  decottione 
riducendofi  al  ter%oyresli  in  mifura  d'una  hemina y  laqual  me  folata  co 
B  due  onde  di  ariflolochia  lunga ,  #*  quattro  di  fiele  di  toro  y  ò  difeluaggio 
caprone  >  fi  cuoca  al  difeoperto  y  &  come  fi  veggia  >  che  gocciolatofi  al- 
quanto di  tal  miflurafu  vna  pietrays'indurifca  >  leuifi  dal  fuoco  y  &  co  fi 
s'adopriyfe  ne  i  nerui fuffero  effulceratiy  ordinale  vi  fi  applichi  vnguen 
to  fatto  con  vna  libbra  di  ceray&  vna  di  gomma  feccay  (benché  altri  di- 
cano pece  cotta)tre  onde  di  verderame  >  <jr  altretanto  di  polue  d'ìncen- 
foycon  otto  di  olioy  &  aceto  a  baslan^a .  I  nerui  tagliati  dicea  M .  Luigi  Nerui  ta- 
non  douerfi  cucire-)  perche  ognifo  ne  di  filo  li  ftraccierebbey  ma  vi  appli-  gliati. 
caua  vnguento  fatta  con  rafapini  y  incenfo  >  ana  oncia  vna  y  feuo  di  becca 
&  olio  buono  di  fiengreco  ana  onde  quattroybolliti  infìeme  in  vn  pignat- 
C  to  nuauo .  Tal  volta  vifea  vntione  con  cinque  forte  di  olvj ,  cioè  lauri- 
no j  petroleoy  di  anetto  >  di  maHicey&  di  tartaro  >  incorporati  con  graf- 
fo^ cafeio  a  fuoco  lento .  Il  Rufo  tutta  via  ordina^  che'l  neruo  taglia- 
to fìa  cucito  per  l'uno  >  &  per  l'altro  capo  con  vnflo  difeta  y  poi  vi  fia- 
.  no  difopra  mefjìquei  vermi  y  che  dal  vulgo  fon  chiamati  ijcoti  y  fritti  in 
olio  y  &  s'egli  fi'fie  per  lo  lungo  partito  >  ò  rotto  y  fi  cura  pur  co  i  detti 
yermiy  i  quali ftarfi  di  mele  y  &  olio  fi  fian  fatti  fcaldare  al  fuoco  >  af- 
fermandole quando  'l  neruo  è  tagliato  non  duole  più  y  che  quando  egli 
è  punto  >  è  rintutgato  in  qualche  pietra ,  ma  effendo  tronco  per  trauerfa 
nonpuàfaldarfìper  via  della  cura  y  bifogna  ben  in  tutt'i  cafi  guardare^ 
**  che  non  fi  tocchi  in  alcun  modo  acqua  fredda  y  perche  toslo  verrebbe  a 
putrefarfiyma  la  punturay  a  tagliatura  di  efio  neruo  è  dafomentarficon 
elioyvinoy  &faimey  è  mele  infieme  cotti  y  poi  vifilegjii  empiaìlro  fatta 
di  meleydi  radici  dxebuliy&  di  dialthea  ;  fel  neruo  f offe  attrito  >  <&  pi  fio 
per  qualche  colpa ,  vuol  che  vi  fi  metta  carne  di  tartuca  ben  trita  con 
polue  di  molino  >  mirra  >  e$r  aloe  >  s'egli  foffeintrìnconatoy  loda  che  con  tritt  0  p£ 
ferro  infocato  vi  fi  faccia  vn  circolo  con  tirami  nelmexo  dodici' linee  à  ftù 
trauerfo  àguifa  d'una  rofetta .  Deuefi  ancora  fecondo  IV errar ohauer 
riguardo  alla  qualitàdeW ifirumemo  >  con  che  la  ferita  s'è  fatta  :  per- 
che 


9ì$  PELILA     G  L  0  .1^1  jt 

i  r  che  s'egli  con  la  fuct  botta  hard  lafciata  contufione y  come  fogliano  fk-  jg 

ti  per  me  *  e  >l'  accie  y  &  le  ma^je  ferrate  y  &  altre  taliy  bifognacbe  i  primieri 
dicar  feri  medica-menti  fimo  atti  a  putrefare  ;  ma  ■fé' l  colpo  è  Hata  fewxa  contu- 
•••  fìone ,  come  tal  volta  fifa  con  lejpade y  con  le  faette ,  e  conglijlbioppij 

conuengono  gli  atti  à  digerire .  Oltracciò  farà  da  au:'.enhfi  je  la  faetta 
è  slata  auelenatay&  s'ella  è  rimafa  dentro  la  carne}  ò  pur  di  fuori  :  con-* 
ciofia  cofixche  il  primo  cafo  richiederebbe)  che  intorno  alla  ferita  fi  de  fé 
.    il  fuocoymedicaado  q  iella  per  none  giorni  con  lafodona  ptfi.iy&  nella  te 
menti  \n-  Ylca  congi'intaye  dal  nono  innanzi  col  digeftiuoy  ór  altri  vnguenti  incar 
torno    le  natiuiy  sfaldatila.  Tfer  lo  fecondo  faria  da  applicar  fi  intorno  a  la  pia- 
ferite    di  ga  per  tre  dì  la  linafaper  probibire  il  flujfo  y  poscia  (per  provocare  il  F 
archibulo  jerr0  ad  vjnr  fHori)  Vattrato  appropriato  al  digerire  y  attendendo  alla 
pendenxay  che  ragionevolmente  fi  darà  dare  non  altrimenti  che  al  ter- 
%ocafoy  ilq vale  più  agevolmente  con  l'ordinarie'  medicine  delle  ferite 
fi  può  curare.  Tarimente  neWarcbibvgiata  y  ò  la  palla  efee  fuori  y  b  re- 
tta dentro  y  nel  primo  modo ,  sì  per  tener' aperta  la  piagaygr  fi  per  darle 
la  fua  pendenza  fi  mette illaccio  yche  d  olio  rofato  è  da  vntarfi .  T^elje- 
condo  è  da  procacciarli  y  che'l  [or  ime  dotte,  la  palla  farà  entrata ,  fi  ten- 
ga apertolo  confpungiay  ò  ftoppini  maggiori:  benché  per  tal' effetto  po- 
trà affai  meglio  d'ogni  altra  co  fa  adoprarfi  lagentiana ,  laqual  e  fendo 
vna  radice  fecchiffimayet  fottiley  prende  mirabilmente  nelle  hvmidità  bit   j 
moreye  g>'offe^rayfi  che  dilatato  illuogoy  doue  ella  è  posla  y  lafcia  molta 
commoditàper  cacciar  fuori  quel  che  fi  vuole  :  &  fatto  queslo  ;  benché 
ogni  forte  d'vnguento  fi  può  vfare  in  tali  accidenti}  oue  il  fuoco  è  fiato 
difenfiuo  di  quelli  humoriy  che  à  concorrere  fogliono  prepararli  >  tutta, 
Vnguenti  yolca  il  verde  fi  può  slimar  più  oportuno  da  adoprarfi  in  fino  al  finc^. 
diuerii  p  pagi  i'vngUent0  verde  con  0U0  d'olivay  affungia  disfattaygrajfo  di  buffa- 
lo terbentinayvcrderameyalumeyet  cera  bianca-.cotte  infìeme  finche  fia- 
no  coagulateyilqual' unguento  benché  fia più  appartenente  ad  vlcereycbe 
àferiteynondinaeno  mirabilmente  egli  mondificaye  digerifee  la  piaga .  Il  n 
neroy  che  vale  ad  afiergere  la  malignità  delle  piaghe  circolari ,  che  fono 
difficili  àguarirey&  v'induce  accrefeimento  di  pelle; fi  fa  con  meleyter- 
bentinayverderameyvetriolo  Pyomanoy  &f uligine  di  forno  dislemperate 
con  acetoye  bollite  infìeme .  Il  roffo ,  ilqual'è  vniuerfale  nelle  ferite  >  za- 
nelle piagheymaffimamente  dell' unghieycontienc  incenfoymaHicey&  mir 
ra  ana  oncia  vnay  tre  di  terbentina  y  quattro  di f angue  di  dragoy  va  ter- 
•2^0  d'oncia  di  verdcrameyedue  libbre  di  meleycon  quattro  oncied'acetOy 
cotta  ogni  cofa  infiemeyò  pocoyò  molto  y  fecondo  che  liquido  y  òdvro  bifo- 
gni  adoperarlo  Vrì altro  vnguentoycbe  è  buono  ad  incarnare  qualche  ofio 

doue 


<D  E  L    £JV  JL  t '  L  òy     LI  B.  x-  $j 

doueìl  (ana Ilo  fofie  flato  ferito  ,  ft  compone  coti  rodomelc  y  olio  rofato* 
fanSl4e  di  drago  y  &  mumia  pòthèrl^kta^  roffó  (fvouo .  VFgittiaco  > 
del  qual prof/imamente  fi  fé  mentione ,  è  Rimato  il  miglior  fra  gli  vn- 
guenti  bruciati  >  &  nelle  cure  altresì  de  gli  buomini  è  molto  vfato  per 
affratellar  fi  (per  dir  cofijcon  la  carne;  &fi  compone  con  olio  d'oliuey  o- 
Ho  digiglioy&  oliorofato  y  aggiuntaui  cerufay  &  mumia  in polue  sbat- 
tuta infìeme  ogni  cofa  fenja  cottura  :  ^Alcuni  ilfknno  coti  uerderame , 
•vetriolo  y  &  alarne  aria  oncia  me?a ,  due  di  mele  >  &  quattro  di  aceto  > 
bolliti  infìeme .  Altri  fol amente  con  cera  y  afìungia  di  porco  fen^afale , 
&pece  liquida  .  Il  Colombro  per  far  l unguento  egittiaco  yilqual nelle 

*B  piaghe  due  efìer  aflerfìuo  >  mondificatii.Oy  &faldatinóy  ordinale  otto 
libbre  di  mele  f chiamato  fi  facciano  bollire  con  vn' onda  di  acetoy  finche 
l'aceto  fa  confumato,poi  tolto  dalfuocoyvifì  metta  vn  oncia  di  verde-: 
rame. Et  per  fare  l'vnguento  verde  perfettif/ìmo  non  pur  a  mondificar  le 
piaghe >  aflergendo la lor  putredine ,  &  a\  faldarle;  ma  alenare  tutte  le 
doglie  delle  giunture ,  narra  efiere  flato  vfo  di  sSUaes~iro  Vicino ,  che  fi 
prendere  maslicey&  verderame  ana  oncia  meTO-yCon  vna  d'incenfb  ma 
fchio  y -quattro  di  cer annona  yfei  di terbmtin* e  due  libbre  di Strutto  di 
porco.  Ma  fecondo  l'vfo  di  Telagonio  farla  da  far  fi  bollire  in  vnaca^a 
di  rame  hiffopo  humida  y  graffo  d'ocaye  terbentina  ana  onde  duey  e  tre     p-    . 
C  digalbano  ,  con  due  libbre ,  &  riìe%a  di  olio  mirtino  y  vna  di  ceray  &  come  fi 
incenfo  a  baflan^a.Oltf  acciò  per  confolidare  le  piagbey&  per  fare  ere-  confolidi 
feere  la  carne  fu  l'offa  ignnde  y  egli  vuoky  che  fi  faccia  pohie  di  arislolo-  no>  e  la 
chia  rotto-fida  y  d'iride  egualmente  poi  con  olibano  yceraymaflicey  &  fCa  fìf  ?of 
aloe  ana  oncia  me%a  fan  mifìicatein  vafe  slagnato  con  olio  à  baftan-  fa. 
%a.  Vrìempìaflro ^ancora  yilquale aslerge la putredineymondifica  iner- 
uiy&  fa  generare  carneygli  ordinain  queslo  modoyche  efietidofì  diffolu- 
te  al  fuoco  rafinay  &  cera  ana  onde  due  con  vna  d i ter bentinayvi fi  ag- 
giunga polue  d'incenfoy  mafticey  vernice  y  mirra  y  farina  di  fieno  greco 
ana  onde  due:e  bollite  con  vna  libbra  &  me^a  d'olio  commune ,  fi  coli 

&  no  per  islamegna  .  V  rì  altro  crudoydoè  fatto  fen%afuocoy  il  qual  s' ado- 
pera non  folamente  in  quelle  piaghe ,  oue  foferoofia  frante  ;  ma  vale  er 
tiandio  à  rompere  le  posleme  durex  che  difficili  f uff  ero  àdifoluerfì  :  egli 
dice  confìslere  iti  fugo  di  l.ipatio  acuto ,  e  dialthea  con  farina  di  fieno 
grecoyrubbia  di  tintoriy&galbanoyflemperatiin  vn  mortaio.  Ter  vn- 
guento  y  ò  empiaflro  difseccatiuo  y  & conglutinatiuo  y  aggregatila  del- 
le materie  rilavate  y  &■  che  probibiftel'-pfcita  del  f angue  ;  pone  quel 
che  fi  fa  di  giffo  lumino  fo  y  cioè  fenica  cottura  }  peflo  &  con  altrettan- 
to dipolma  di  molinq  difciolto  con  bianco  d'vouo  :  Tmffipur  il  giflo 

abrucia- 


Ferita óe-  abruciare ,  e difciorre  in  olio  &  aceto .   Quando  l'animale  è  ferito  da   £ 
lenofa .     y^/^  auuelenatay  ordina,  the perfgccorfo  de  i  membri  nobili*,  e  princi- 
pali s'infonda  per  la  gola  due  continola  giorni  me%a  onci  a  di  afa  fetida 
con  vna  di  teriaca  buona  difciolta  in  vino  bianco  :  &  la  piaga  fi  curi  con 
rf     olio)  &  afa  due  volte  il  dì .  ss&pproua  ancora  il  confitto  di  Serapione  > 
che  in  effa  piaga  fi  metta  fndor  di  Cauallo ,  ò  pur  di  pecoraycon  altretan- 
to  di  acetoùnfondédo  pur  nella  gola  vn  di  taifudori  mefcolato  con  ori- 
na b umana  y  che  molto  vale  à  guardar  il  cuore  dall'impeto  del  veleno 
Ferite  al-  che  pervia  dell'arterie  ,edei  neruilafi aiterebbe  .  St  perche  ogni  for- 
teratenci  te  di  piaga  >  òdi  ferita  fuole  alter  arfi  ,  quando  fu  quella  mandaffe  la 
d     fine-  Lunairagg*fuoiper  qualche  balcone  ,  ò  per  altro  bugio,  nel  qual  modo  F 
ftre.         offende  più  eh  e  nell'aperte  campagne :percioche  trouandofi  l  animale  in 
luogo  chiufo  y  &  però  caldo ,  vien  maggiormente  à  fentir  la  forila  £el 
freddoythe  già  naturalmente  è  contrario  alle  ferite  :In  tal  cafo  egli  ordì 
naper  rimedhyche  s'attenda  à  rifoluere  lafredderjatyche  da  la  Luna  s'è 
riceuutayconla  caldera  del  So!e,&  con  la  qualità  etiandio  delle  medi 
cinese  quali  fé  per  auuentura  fi  richiedefiero  di  natura  fredde  per  lo  bi- 
fogno  del  maleyft  debbano  ali  bora  far  manco  freddeymef colando  in  quel 
le  alcuna  co  fa ,  che  temperi  la  fi-edde^ja  ;  &  richiedendofi  calde  >  vi  fi 
aggiunga  qualche  caldexjayfecodo  gli  accidenti  del  alter  ationey  laqual 
fi  manifefierànon  folamente  con  l'enfiagione  delle  vene  intorno  allapia- 
gayma  con  lafebbreyche  aitano  delia  mano  potrà  conofeerfi .  Il  Hufioy 
quelle partiyche  per  lo  raggio  della  Luna  fifoffero  per  auuentura  morti- 
ficateyvuol  che  prima /ian  rafe  e  fcarnate  .&  poi  medicate  con  vna  com 
pofitione  difeuoylardoyolio  d'oliueyfugo  difolatroy  &  farina  boliti  infie- 
me  in  vna  fartaina  perfettamente:  <&  per  le  ferite  delle  faette  attosca- 
te afferma  efìer'  vtile  àfkr  bereyò  tranghiotire  pane  abruciato  mifto  con 
fudor  Cauallinoy&  orina  d'huomoyponédone  ancorainfu  lapiaga  aggiun 
toni  graffo  ò  purfaime.Et  per  ogni  altra  piagay  che  al  Cauallo  auueniffe, 
pone  efiere  molto  vtikyche  vi  fi  metta  di  fepra  pesla  queWherbayche  al-  # 
cuni  chiamano  amine ayaltri  auriga ,  altri  iacea  neray  altri  viola  ferra- 
raria;ò  vi  metta  polite  di  rofmarino  feccato  all'ombray  lauatoprima  il 
luogo  con  orina  frefea  di  huo  moyò  co  acetOyil  che  parimente  fi  può  vfart 
in  tutti  ifcorticbiy&  rotture.!3  ariméte  qualunque  piaga  fi  laui  co  uino> 
ouefia  decotto  il  tafio  barbaffoynon  uerrà  mai  ad  infiflolirfiynè  ad  incan- 
cbrirfìy&  più  preflamente  fi  guarirà  .  Etfefpeffo  vi  fi  muti  la  radice  del 
„  erj.  maluauifco  bollita  con  lardo  di porcOy  ne  mancherà  ogni  dolorey&  mol- 
lo per  te-  Hflcato  il  luogo ,  fi  vedranno  in  brieue  chiari  fegni  di  fanità .  Ma  fopra 
rite.         tutti  eff^cacìffimo  dice  efjer  qiieHo  vnguento ,  che  ott'oncie  di  terbenti- 

nay 


rùEL  tur  jtitb  ut.   #;      pp 

'jl  nóyton  quattro  di  cera  nuoua  bianca  y  &  netta  fi  facciano  diffoluere  in- 
fieme  al  fuoco  in  vn  vafe  fiagnato:poi  mentre  clje'l  liquore  flà  caldoy  vi 
fi  metta  mc^a  pinta  di  vino  bianco  non  fumofoyò  di  aceto  >  non  emendo  U 
piaga  di  fopra  mrm.  f  fidi  buttato  il  vinjy  è  pur  l'aceto ,  menifi  bene  tra 
munivate  d'olio  rofato  la  detta  pafiafin chefia  diuennta  bianca; pofcia 
rimerà  nello  fi  agnato  }&  aggiuntaui  mera  oncia  di  gomma  di  abeteycon 
tre  di  fugo  di  betonicaylafcifì  bollir  tanto  ,  cbel  detto  fugo  fta  confuma- 
tOy&  alla  fine  mefcolateui  quattro  onde  di  latte  di  domalo  di  vacca  rof- 
fiyfi  ritorni  alfuoco}e  confumato  il  latte>fe  ne  toglia->&  fi  conferuiper  li 
bifogni;percbe  veramente  è  marauigliofoy&  fé  ne  fono  vedute  già  mol- 

B  te  proue  nonfolo  ne  iCjiuraentiy  ma  ancor  ne  gli  buomini  yfen^a  richie- 
denti taftiynefiuelii .  Oltr  acciò  per  far  crefcere  la  carney<&  faldare  la. 
piaga  egli  feri  uè  poter  fi  prendere  affentioymagioranaypimpinella ,  cala- 
mintayolibano  mafcbioy&  cera:&  peflo  quel  chefia  da  peHarfiyfhr  bol- 
lir con  afiungia  vecchia  ogni  cofainfieme  ;  &  di  tal  unguento  bagnata 
vnape%ga  dilinoymettere  fourail  luogo. €t perche  molte  volte  fuoV ac- 
cadere y  che  qualche  punta  di  ferro ,  o  di  legno  y  ò  pur  di  offo  fi  ficchi  in 
alcuna  parte  del  corpQy&  vi  resli  dentro  b  tuttayb  in  parte  :  onde  fi  vie- 
ne a  gonfiarci  luogo  per  ogri 'intorno <y&  auuenendo  alla  gambayl animale 
è  forato  di  zoppicar  eiegli  ordina  tai  rimedi^  in  quegli  cafìy  che  rafapri- 

c  meramente  d'attorno  la  parte  ojfefay  vi  fi  leghino  con  vna  pcz^a  tre  te 
fie  di  lacerte  alquanto  pesle  y  ò  radici  di  canne  >  e  di  gramigna  ben  trite: 
&  meglio  fiayche  le  radici  delle  canne  fi  mettano  incorporare  con  mele; 
perche  fen^a  fallo- caccieranfuori lafpina ,  ò  lafcheggia y  o'I ferro  >  che 
vi  fta  :  <is4l  medefimo  giouano  anco  le  lumache  pefìey  &  cottey&  agitate 
col  butiro  :  <&  come  la  cagion  della  piaga  fia  tratta  fuori ,  potrà  curar  fi 
con  bianco  d'uouoyejr  aitile  cofey  che  vagliono  à  faldare ,  come  l'unguen- 
to della  cera  >  &  terbentinayche  prcffimamente  s'è  ordinato  .  £t  refian- 
doui pur  alcun  turnoreyfi  torrà  via  con  empiaSìro  di  affentioybrancaorfì- 
naypalatarayfkrinayaf)ìmgiay&  mele  sbattuti  infieme  :  ilquale  ammol- 
lamentoper  ogni  gonfiezza  nuo uà  cagionata  meffimamente  dipercoffey 
è  rimedio  generaleyfpeffe  fiate  però  mutandofi .  .Alcuni  per  cacciar  dal- 
la piaga  yò  ferro  y  ò  altro  tale  y  vi  mettono  due  gammari  pefli  con  graffo  Fei  ro  ò  al 
di  lepre  .  Eumelo  per  queìlo  effetto  ordina  eguali  portioni  di  nitro  >  fa-  *ro  con?c 
le  y  aceto  y  chalcitiy  feccia  abruciata  ,  &fior  di  rame.  Horaperordi-  dalla  pia- 
narij  vnguenti  da  ferite  fi  metton'  anco  quefli  y  litargirio  >  e  biacca  triti  ga. 
al  foley&  con  acetOy&  olio  rofato  y  ò  purfemplice  incorporati ,  ò  litar- 
girio y  aceto  y  <&  olio  libbra  vna  per  vno  bolliti  infieme  :  ò  facendo  bol^ 
lifuna  libbra  d'olio  con  vn' altra  di  litargirio  >  vi  fi  aggiungano  tre  lib^ 

Tpp         bri 


$6z  "    *D    E'L  L  ^      G  LO  n^t 

bre  di  ammoniaco ,e  tre  onde  di  ceraia  con  vna  libbra  iti  tìt'i^irio,  Me  £ 
di  rafciature /refi he  di  sìufa  colate^  vn'ouda  di  terbentina-.o  bollendo-. 
•  due  libbre  di  rafciatiire  con  vifonc'ta  di  litargirio,ò:  marche filarvi fi  ag  - 
giunga  ragia  bollitale  pece  vecchia  Arti  onde  tre,ò  con  pece  vecchia,  ce- 
ra,e.  ragia  cotta  fi  incorpori  vn  poco,  d'olio, e.  difc tolta  in  acqua,  ò.  di  opo- 
panace  fciolto  in  vinoyyolendo'lJkrepÌHfoljitiuo,a?alb'àno,  &  opopana- 
ee  ana oncia  vn a,con  due  di  terbentina,tre  d'amm onixco,  &  ràgia  di  pi- 
no,^" cera  ana  libbra  vn.aiilqwl  vnguento  melino  è  chiamatoJUtì  altro 
buono  fé  ne  può  fare  in  questo  modo,ch.e  poi  che  fian  le  tate  dal  fuoco  me 
•%a  libbra  di  tcrbentina,yna  di  e  era,e  quattro  di  raggia  cotta  ,vi  fi  lafcin 
disfaretre  onde  di  bitume  giudaico-,  indi  aggiuntatene  due  fcammonia-  & 
copes~lo,e  criuellato,fi  tornino  al  fuoco,&  mefcolando  vi  fi  (p  arga  polue 
d.'inccnfo,e  digalbano  ana  onde  duencjT"  vltimamente  cacciando  fuori  la 
compofitione  ,vi s'aggiungano  onde  duediopopanace  :  oucramentecon 
vna  libbra  di  mehfacciafi  incorporare  vetriolo  abruciato, mirra  trOglo- 
diùca,mivra  odorata,^-  aloe  ana  ondetre.)&  aàoprifi  ne  i  bi fogni:  ò.  fac. 
elafi  mefcolare  cera,b'atiro,&  gomma  ana  libbra  vna  con  due  dì  rofeda 
qual'untione  è  molto  efficace  àfiir  prestamente- riempire  le- ferite  fi.  come 
non  fola  per  qitesloeffetto,m  a  pe.r  ritener  il  fangue ,  &  per  afdugare,  <&■ 
faldare  filoda  afì ai  queltt  altro  vnguento,che  afe 'lutto  chiamano ,  ilqual 
richiede,chc  facédo  bollire  infieme  aceto,otio,  & 'manche fit a  libbra  vna. 
per  cofàycome  fi' veggi  ano  cominciare  amutarfi\vi  fi  aggiunga  vii  ancia 
di-pece  vecchia  ,e  facendoli  dinuono  bollir  e,  alla  fin  vi  fi  metta  vrì oncia 
di  verderame,che  con  aceto  fi  a  fiato  difc  io  Ito  in  vn  mortaio  .  Senecione 
grandemente  apprmiaua  per  leferite,et  mafjìme  per  quelle  de'  nemiche 
facendo  bollire  vna  libbra  dolio  con  vn' altra  di,  pago  di  cardobenedet- 
to,vife  n'aggiunga  vn' altra  di  cera  con  pece  cotta,  grpecce  vecchia  aria 
libbra  mej^a,e  galbano  ,  e  terbentina  ana  onde  tre,  liquefatta  prima  in 
Battiture-  di fp  arte  ci  afe  un  a  cofa.  Ver  battiture,®*  per  diuerft  malifitrcxa  molto  lo 
ammacca  data  la  mijìura  di  tre  onde  di  cera  ,.&  due  libbre  di  galbano  con  ragia  „. 
tuie,.&c  colofoni  a  fiora  e  e.  ,  &  olio  irino  ana.  libbra  me/gay  &  viole  bianche,  po- 
melle  di  lauro,grafiodi,becco,femenr7adipapaHero ,  &  ragia  cotta  ana 
libbra  vna-.b.di  viole  bianche  y  ammoniaco,  iride  illirica,  fior  di  falnitro, 
graffo  d'oca ,  e  graffo  di  cerno  ana  libbra  vna,  con  due  libbre  di  grafia  di 
fati?  per  toro>'&  onde  cinque  di  pepe  bianca  JEtper  diireije  fatteper piaghe  J>  per 
piaghe- ..    altra  cagione,fcrìuono  pot.erfi  vtilmente  adoperare,  vn'empiafiro  di  ce- 
ra,bitume,&  aceto  difcioltiinfieme;  la  lipara,che  di fopra s  ènomina^ 
ta;  variamente  fi  troua  compofiadaVelagpnia,percheinvn  modo  pone 
ine  omkdi  midolla  diceruo)tre.dibiacca)<7itattrod!incenfQm.afchio,  & 


DEI  CotV Jlllfr)  US.  X*.  963 

rj  feidilitargirio  con  due  libbre  di  cera  >  &  altrettante  di  olio  >  bollite  nel 
vino  infìeme.In  vn' altro  vuol)  che  ad  eguali  pomonì  di  litargirio,  biac- 
ca^ incenfo  mafchio  i  aggiunga  %affr  anoy  olio  >&  mele  quanto  baffi . 
i/tltri  la  difcriuono  con  quattro  oncie  di  polu.e  d' incenfo  y  cinque  di  litar- 
gìrÌ0)&  otto  di  farcocola ,  aggiunteci  tre  libbre  di  marche fita -,  fette  di 
biacca,altrettante  di  olio,  rofatoydieci  di  affungiafrefca ,  tredici  di  -cera 
bianca-,  vino  vecchio  a  battameli  &  cinque  vou/lj.  V 'egetto  la  riduce 
ad  vnx  libbra  di fchiuma  d' argento  ,&  vna  &  me^a  d'olio  con  due 
onde  di  biacca*,  e  tre  fefìarij  divino  .  «J^Ca  per -nettare  bene  >  &  ferra-  Piagherò 
re  lepiaghe ,  egli  ordina  cera  punica,  terbentina ,  midolla  di  cerno,  eru~  Yne    nSr" 

»  gine}<&olio  mefcolati,rame  abruciato -,  fcor^e  di  pomo  granato,  &aee-  Tino'. 
to  ana  onde  tre,  galle ,  &  ràifi  ana  onde  quattro  <,  con  vna  di  vino,cotte 
in  pignattonuouo  .    Oltraquefìi  fcriue,  chef  vnguento  traumatico  alla  Vn'guen- 
cura  delie  ferite  affai  conferisce  -,  perche  tratta  la  putrefkttione,  riduce  totl auma 
alla  finitala  e  arne  viua,^  compone  fi  in  queflo  modo-,  che  vnalibbra  ^\^\  e 
di  mifi,&  vn 'altra  dierugine  con  due  di  calciti  fi  facciano  al  fuoco  ar- 
to Hire  in  fi  eme  -.indi  fattane  polne  in  vn  mortaio ,  fi  (]>. ir gerà  inquel  vi- 
nojchecon  due  fé H ari  di  mele  barn  cominciato  à  bollire  in  pignatto  nuo- 
uo,  &  come  fta  ogni  cùfa  ben  cotta  infieme,  fi  conferuerà  per  ridurre 
le  piaghe  cicatrice  >  &  curar  quelle ,  chefufero  incancarite  .    Fajfì  an- 

£  coraquejlo  vnguento  con  mifi,cadmia>aloe,acoro,&'calcite,che  èjpeciè 
di  vitriolo  ana  libbra  vnay  cotte  in  va  fé  nuouo  di-  terra  con  due  libbre  di 
eruginey& altrettante  dimele,vfandolo  rajfreddaio.il  medicarne  cefa- 
lico buon' à  ferrar  tutte  le  ferite  difficili  a  curar  fi  egli  dice  confi  fiere  iti 
polui  di  radice  dell' herb  a  p  anace ,  incenfo  mafchio,  mirra,  orobi,&  rofe 
fecche;ben  trite,e  criuellate  y  laqnal  miflura  incorporata  con  melefana 
le  fistole .  Parimente  calciti^  erugine,fior  di  rame,  &  rame  bruciato  ben 
mifticateperegualmifuray&  criuellate  vagliono  mirabilmente  à  rifìri- 
gner,rifecando  la  carne  cattiua,  che  vien  crefcendo:&fe  tal  copcfitione 
fi  faccia  con  mele  ,&  aceto  cuocere,  farà  al  nettai  di  tutte  le  ferite ,  & 

D  ojfifcabhiofigioueuolefommamente.  *A  riilrignere  vale  anco  quelVem-     Émpia- 
piaftro  che  fifa  con  tre  feflari d'aceto  ,vuo  difcor%e  di  pomigranati,me-  jj1"0  Per  n 
r^a  libbra  di  verderame,due  di  acatia,  &  altrettanto  di  vetriolo;  ò  quel  \c  t'ente. 
grafo  vnguento,  chef  compone  con  vnfefiario  di  vin  uecchio  ,  vn' altro 
d'olio  commune,quattro  onde  d'olio  mirtino,una  libbra  di  biacca,  &  me 
%a  di litargirio  .  I{ifìrignepur  &  confolida  quel  cerotto,  che  riccuegal- 
bano,incenfo ,  e  mirra  anaonde  due,  cera,gomma  cotta,cicutay  ammo-  > 

niaco ,  fior di j ale ,  e  bitume  ana  libbra  una ,  due  di  pece  uecchia ,  me%a 
di  opopanaci  >  &unfefìarÌQdiaceto.  Ma  fé  tolto  faceto  >  fi metta  in 

<~Ppp     2  luogo 


p64  bELt^ClÙ^lJ 

luogo  del  bit  urne  altrettanto  di  grafie di  toro  ,Ia  compofitione  diuuerrà  e 
?nollitiua.Tlifmdkerilie  piaghe  de'  giumenti  efiere  appropriatala  fd~ 
,  dice  cotta  dell asfodelo,  òpolue  di  fiondi  di  roui,  ò  di  cimino,  &  cera  . 
Corm>ofì  SeraPQne  lod  a  la  pece  b  umida  .  Il  Bra'fauola  ferine ,  vfarfi  d£  rufiìci 
tiotie  per  il  millefoglio  .  Inogni  vlceranuoua  biffino  loda,  che  fi  adopri  quella 
viceré      compofttione,che  abrucia,  laqual riceue galbano ,  bitume  ,  &  midolla. 
nuoue.      $  cerHQ  ana  Hhbra  vna  :  ihifio  y  ftorace ,  &  opio  ana  libbre  due  :  pro- 
poli >  fole  armoniaco,  opopanaci,  ragia  di  pino,  ragia  cotta,e  bdellio,. 
ana  libbre  quattro:cinquedi  cera  ;  dieci  dipece,  e  dodici'  di  folfo  vino  >. 
confei  onde  di  graffo  di  toro,  &  vna  di  camomilla  pesla ,  aggiuntoui 
vnfeflario  di  mete ,  e  due  di  vino  vecchio:  confermando  fi  in  vafe  di  ra-  F 
me  tai  co  fé  miHt-*> .  Si  trotta  anco  per  le  viceré,  ò  enfiagioni  difiefeo 
auuenute  la  compofitione'd'Hìpafeo  Heleo  con  graffò  di  pecora,  Ut  argi- 
no, vino,  &olioy  &■  mirabilmente  fa  per  taf  ch'iena  de"  buoi,  come 
molti  affermano.  Ma  vniuerfalmente  contra  ogni  forte  di  viceré  >  ònuo- 
ue,ò  pur  antiche  ch'elle  fi  fìano ,  è  molto  celebre  quefio  vnguento ,  che  fi 
facon  bitume  giudako,cera  graffa,gomma  cotta,&pece  netta  ana  lib*- 
bra  vnaylitargirioy  biacca  ,  &  verderame,oboli  dieci  per  vno,  alume  di 
rocca,  vetriolo minerale ,  calcite ,  & yaffrano  ,  oboli  quanto  per  cofay 
proftmo,ammoniaco,incenfo,mafchio  ,  aloe  epatico,  mirra .troglodita ,  r 
&  lagrima  di  papauero  tehaico ,  che  dicon  opio,fedici  oboli  per  ciafeu- 
no,oncie  none  di  òlio  y  &  aceto  forte  àbafian^a .  Vrì  altro  ancor  dagli 
antichi  fi  trotta  vfato,che  fatta  polne  di  due  danari  di  fior  di  rame,  me^ 
^a  oncia  di  alhme  dirocca,  vna  di  vetriolo  miner ah ,  &feidi  verde- 
rame ,  fi  mettano  con  aceto  bianco  in  vn  vafe  di  rame  al  fuoco  ,tanto 
che  leni  vnbollio,pofcia  diffoluafi  vn'altravolta  aggungnendoui tre  da- 
nari di  mirra,&  quelripoHo  con  aceto  s -adopri .  In  quelle  forti  di  vice* 
re ,  che  buttano  rheuma ,  dice  (tuffino  non  effer  bene ,  che  s'adopri  mai 
acqua  e  alda,ma  fredda  femprefo  chefia  di  e  fiate ,  ò  chefia  di  uerno .  Le 
Fagedéne  ulcere  che  mangiano  ,  effichiamano  F  agedene ,  contra  le  quali  fi  ordi-   j£ 
vkereche  m  empiafiro  con  litargirio  >  biacca ,  <&■  maslice  triti  infteme ,  ifiiltatoui 
no.      ""  olio  dì  mirto,&  fugo  di  iufquiamo  à goccia  à  goccia:  ogni  cofa  di  pari pe 
fodaquale  compofìtione  in  vafe  di  piombo  è  da  ferbarfi,et  s'ella  inprocef 
fo  di  tempo  fi induraffe  y  prima  che  venga  in  vfo  ,  potrà  mollificar  fi  con 
aggingnerui  dell 'olio  mirtino,  <&•  un  poco dì uino.  Et  farà  utile  ancora 
tifarla  nelle  pofleme  delfedère ,  &  in  tutte  quelle  ferite,  che  fon  tarde 
Cachoe—  è y difficili à  faldarfi.  Ter  le  ulcere  maligne,  che  dicono  cacoetheuale 
theuak     quella  compofìtione  di  Jt vanita ,  che  contiene  midolla  di  cento ygdlba- 
f  Icere.      nQ^  ^ra^0  fQca>  ana  oncie  tre  y  graffo  di  gallina,  butiro  >  terbentin^,  > 

ajfunga 


«Z>  E  l    C  Jt  V  j:  ILO    l  IB.    X.       .      w 

<Jt  affungia  vècchia  diporco>&  hiffopo  h  umida  ano.  onde  fei,  cinque  di  pe- 
ce dura ,  *vna  libbra  di  graffo  di  toro,  due  di  gomma  di  pino,  ■&  due-,  &    .        . 
me%a  dicera .  Sogliono  tal  volta  le  piaghe  mxl  turate  ,  o  troppo  ia:xc-  lolite. 
chiate  ridurfi  àfiftola,  pigliando  tanta  p  off an^a  il  concordo  degli  humo 
ri  malignile  putrefatti,  che  samati  per  vìi  bugio  profondo,  e  fi,  etto,  ro- 
dono e  cattano  la  carne  in/ino  all'offa;  facendo  parer  il  luogo  voto  di  dea 
tro,com'vnafampogna,che  da  Latini  è  detta  Fibula:  Quella  ouunque  Fittole  co 
fìa,Hierocle  vuole ,  che  la  parte  infetta  fi  apra ,  &fi  abruci,  vfando  il  n?e  fi  cu- 
medìcame  comporto  di  calcina,  finche  la  cruflanefia  taduta,perche  ri-  lln0* 
moffaqueìlacaìlofità  ,  che  sia  d'intorno,  facilmente  l'apertura  poi  fi  ri- 

%  empie ;ma  fé  7  vitio  non  mancaffe,debbafi  con  dritte  punte  di  lunghi  fer 
ri  esulcerare,  adoprando  i  medicami  Slittici ,  e  riHrettiuiinftn  chefani. 
Queslo  ordine  di  tagliare,efc amare  la  Fiflola,  e  confumarla  con  medi- 
tami f  or  tiffmi  ,  &  incenfiui,ò  con  cauterij  ;  Vegetio  non  approua ,  per 
lo  pericolo,  a  chefoggiacciono  i  nerui,le  vene ,  &  le  giunture,  ma  vuole 
fiuto/lo,  che  fi  curi  con  colliri)  ,& conpolui,  che  habbiano  virtù  di  net- 
tar la  piaga ,  trahendo  il  male  dalle  redici ,  e  di  fanarla:per  lo  qual 'ef- 
fetto Hippocrate  dice poter  fi frargere  dentro  il  e  ano  della  Fissola  fior  di 
rame  in  polue,  incorporato  con  fortiffimo  aceto ,  ouer  il  cocomero  falua- 
.,  tico  benpes~ìo,&  ammalato  con  fugo  di  tithimalo.  *A flirto  vfaua  met- 
terai vna  miflura  dimifi,gaUa  non  matura,verderame,rame abruciato 
ana  onde  quattro  con  otto  di  gomma  JLrabica  .  Il  Rjtjfo ,  eHCrefen^o 
lodano  la  polite  fatta  con  fugo  di  asfodeli ,  otte  la  calcina  viltà  >  &  l'ar- 
fenico  fa  di  pari  pefo  per  hauerpiu  violenta  ,  joggiugnendo  pur'efier 
bene  à  mefcolare  con  efi a  calcina  vhia ,  &  orpimento ,  fughi  d 'aglio , 
d 'ebolo,  &  di  cipolla:  e  facendo  bollire  ogni  co  fa  infieme  con  tanto  me- 
le liquido ,  &  aceto ,  quanti  far  anno  i  detti  fughi ,  fi  meni  bene  con  vna 
mefcola,finche  fa  venuto  àjpeffe-^a  d'vnguento ,  del  quale  poi  a  guifa 
di  modiglioni  fi  puote  empir  la  piaga  infijìolita  due  volte  il  giorno, laua- 

j)  taprima  con  forte  aceto  ;  &  co  fi  etiandio  farà  gioueuole  adoperare  vn- 
•guento  fatto  di  calcina  viua,verderame,&  orpimento  confitgodipila- 
tro  >  &  atramente  bolliti  infìeme  in  aceto ,  &  mele .  Tuojfì  moderata- 
mente ancora  v far' il  rifagallo  ben  trito ,  &  menato  confputo  di  huomo 
digiuno,et  co  orina; fi  come  conferma  il  I{uflìoyilqual'aggiungne,€urarfi 
bene  lafiftola,ufando  miflura  di  fugo  di  melo  terragno,aceto,olio,e  faley 
&  di  e  fio  melo  terragno  (fé  laFislolafufie  afì ai  profonda) fi  può  mette- 
re vnoflueiy}  u  tafla,vnto  di  f apone  giudifco;pche  allargherà,et  netterà 
lapiaga  mir  abilméte. .A Iqual' effetto  laviamola  dice  valer  ancora  mol 
to:poiper  ammor^arla^uifi  uferà  la  miflura  di  uerderame?arfenico,  ui- 

7>P<7>    3  triolo 


$66  D  E  L'L  W     Cj  L  0  \1  ^€ 

triolo,  falnìtrio ,  l'vno  elleboro,  &  l'altra,  perficaria  ,  fottilìffimamen-  p 
te  polueri^ate  ,  laqual polite  è  buona  ancora  per  II  (averi)  &  vfafi,  con 
lauare  prima  il  luogo  o  con  orina,  o  ccn  aceto  ,  ovefia  fiato  decottahif- 
fopo,<&-  eentaurea:  e  parimente  per  ivno^per  l 'altro  male  àdittrug- 
gere,&  ammorbare ,  dice  l' vnguento  rottone  effere efficace  ;Cofi  mor- 
tificatala fittola  ,  vi  fi  metterà  per  fald  aria,  unguento  fatto  canvetroy 
e  nitro  ben  petti  in [teme  .  Il  fegno  quando  la  fittola,  ouer'il  Cancro  fi 
vuole  mortificare ,  èquando  la  marcia  comincia  prima  ad  vfctr  chia- 
rate liquida,  pofeia  quagliata  >  e  denfa  :  &  quando  b  quello  o  quello  fio. 
Collirio  fer  Snar^'e  yfìvedeil  hwgo  del male  gonfiare  per  lo  d 'intorno^  di den- 
per  met-  tro  fi- moflra  roffo  .  V egetia  ferine  il  (olliria  per  mettere  nelle  Fittole,  £ 
ter   nelle  douerfi  formare  fecondo  la  rnifura  della  piaga  ,  fi  che  la  pofia  del  tutto 
Fiuolc .     empiere -.onde  confumata  tofio la  durerà ,  &la  carne  viua,meni  fal- 
da la  cicatrice,  egli  contiene  in  fé,  mifiyferula,  &  ruggine,  libbra  ma, 
per  ciafeheduno ,  &  me^a  di  cimino  ydelle  quali  co  fé  tritate  con  aceto  > 
fifa  unguento* .  Vuojfi  ancor  a  far' in  altro  modo  ,  che  prefe  tre  libbre  di 
ruggine,  rnifi,  &  calcina  con  due  di  latte,  &  me^a  di  mele,  fi  facciona 
cuocere  in  vin  vecchio,  e  di  quello  fatti  bocconi  lunghi,  fi  mettano  entro 
le  fittole .  Difcriue  di  più  vtC altro  vnguento ,  ilqual  confitte  in  anifi,fe- 
rtda ,  ruggine  di  rame,  polite  di  vitriola,  e f emenda  di  timino,vn' oncia 
per  vno  ,  trite  con  forte  acetainfieme.  Et  majfimamente  fé  nella  bocca  fi 
generale  alcuna  Fiftola  egli  dice,  che  vi  fi  metta  dentro-vna  tafia  di  ma 
do  ,  che  vna  parte  nefìia  legata  nella  bacca  comparino  di  lina ,  che  non  fi 
pofia  fmouere  ;  vn' altra  ne  refii  fuori  pur  legata ,  eòe  non  cada  ;  &  ui 
fi  lafcifiarper  tre  dì  :  e  bifogna  il  collirio  efiere  tale ,  che  gùmga  al  fon- 
do della  ferita  ,fitCciando  il  luogo  di  manieraci)' egli  per  mangiare  poffa. 
muouere  te  mafielleril  ter%a  giamo  fi  sleghi,  &  fé  farà-  rotta  la  Fifiolay 
fi  medicheràper  fette  dì  colfolito  vnguento  da  ferite ,  poi  con  vnguento 
fktta  di  farina  di  ceruio  cotta  con  melt^aR'vltimo-vi fi  porrà  il  medica- 
mento da  faldare  ,  finche  fia  venuta  la  piaga  a  cicatrice .  Mauro  Tede-  jj 
feo  fu  le  Fifìok  diflruggea  con  vn  ferro  di  fuoco  vn  midolle  di  vacca^poi 
vi  mette  a  tre  fiate  il  dì  diflefa  in  vn  panno  di  lino  fchieto  >  vn'empiaftro 
fitto  di  terbentìna  fina ,  e  di  quella ,  che  nafee  dal  pino  nero,  aggitmtaui- 
cera  nuoua,  mele,o(ficrocio^r  olio  rofato,boHita  ogni  cofa  in  vn  pignat 
Vnguè  to  to.  Il  Colomhro  compone  VvnguentoFifiolare ,  ilqual  con  foaintàmondi 
.titolare.    £ca^  ^  afìerge  [e  fittole  fin  ialfondo,e  difiecca^r  confuma  gli  humori 
quantunque  antichi  ;  incorporando  con  f apone  tutte  quefìe  -cofe  infieme 
pefte ,  arfenico,  pepe,piretro,  gale,alume,  uerdcrame,fenapi,  &  ellebo^ 
fQ  bianco  ty  nero,oncia  unaper  ciafchedunO)  &  calcina  u\pa,quzntofi& 

tutto 


Jt  tuttoil  rimanente.  MLuigiper  li  Cane  ari  y  &per  leFifìole  vfauapolue 
di  arfenicoy  uerderame  >  perficariay  &  vitriolo  di  pari  mifura  y  lauando 
prima  il  luogo  con  aceto  bollito  con  hifiopoy  <&  cent  aure  a  :  &  le  Fitto- 
le in  particolare  emana  con  uerderame  &  feccia  di  nino  abruciatayM- 
fciolti  in  uinoy  e  qualche  uolta  coni' euforbio  mescolato  olio  di  lauro  ye 
terbentinayne  fea  unguento  ,  per  quelle maffim amente  y  che  fufiero  Hate 
in  luoghi  neruofì:  ma  fé  la  Fistola  era  profonda  in  parte  carnofay  ui  da- 
uafuocoyO  ui mettea laccio  ;  ò  uitagliaua  conrafoio  ficur amente , fin- 
che ella  fi  fuf[e\trouata ,  nonperdonando  a  f angue  y  facendola  poi  Stop- 
pata .  S'ella  era  fu  qualche  offo  >  nettaua  l'offo  con  la  roinetta ,  &  poi  la 
B  medicaua  con  l'unguento  Sgittiaco.Tarimente l'ordine  di  MrPier'jLn- 
drea  erayche  quando  la  Fiftola  penetrale  infino  all' o fio y  douefie  rader ft 
quell'omo  di  maniera,  ch'egli  reslafie  incorrotto,  elifeio:  acci  oche  ninna 
cofa  impediffe  poi  l' incarnare  daqual  diligenza  nel  capo  è  più  neceffaria 
che  altroue  :  perche  qualche  uoltafe  ne  uiene  il  pannicolo  à  corrompere . 
Itegli  altri  luoghi  camofi  noleay  che  s' attende fie  a  mondificare,  lauan^ 
do  due  o  tre  uolte  il  dì  con  uino  bollito  con  rofmarino  peflo  la  parte  infiflo 
litay  & sàquellanettatay  &  aficiugata-,  empiasi) -andò  lapultre;  poi  co- 
me la  materia  fi  uedefìe  mancata  {douefiefarfl  un'unguento  di  queflo 
modo  y  che  una  oncia  di  terbentina  fifacefie  bollire  in  aceto;  poi  fattala 
raffreddare ,  egittato  l 'aceto }  fi  mette fie fu  qr.ella  incenfoymele>  &ma- 
fiiceyme%a  oncia  per  vnoytre  difaime  non  f alato,  altrettante  d'olio  rofa- 
toy  &  una  di  ceranuoua:  prima  facendo  liquefare  quel  che  bi fogna  ;poi 
jpargendotii  a  poco  a  poco  quel  che  è  in  polite  menado  bene  ogni  cofa  in- 
terne y  finche  la  mistura  fìa  raffreddata  :  ilqual' unguento  egli  afferma- 
la efiere  effcacifjfimo  ad  incarnare  ogni  piagalo  ferita  non  pur  di  befliey 
ma  di  huomini .  Et  perche fpefio  auuiene ,  che  per  li  fitriofì  moti ,  òper  OiTorot- 
altri  accidenti  d'intoppiyo  di  per  coffe  ,  il  Canalloft  rompa  l'offo  in  qual-  t0  P.er  ?& 
ehe  mèbroyè  dafaperfi,  che  con  fatica  fi  troua  modo  da  rifaldare  quell'of  topr>[ 
$  fa  rotte  y  che  han  fatta  ferita  nella  pelle  ;  Ma  quando  fenya  lefione  del 
cuoio  j  la  rottura  dell' ofio  è  auuenuta  in  quelle  parti,  che  pofìono  ricon- 
giunger fiy  la  cura  fi  potrà  fare  fecondo  gli  ordini  da  Vegetio  infegnati  : 
Che  rimeffa  la  rotturay  &  ben  ristretta ,  fi  a  fu f data  con  pecce  bagnate 
in  uino y&  olioy  mettendola  lana  fbprày  &fìa  circondata  con  tanolette  ; 
accioche  Cofio  stia  diritto,&  nonpoffa  torcerfi  in  alcun  modo,infondédo 
ui  ogni- giorno  mattino,^  fera  il  uift uconl 'olio,fentxa  fciorlayma  alterco 
*  dì  dislegata  fi  purghi,  &fi  rileghi}facendo  il  mede  fimo  al quinto,al  fet- 
timo,&  al  nono;  finche fi  faccia  incorporatura  :  Tofcia  empiaslrato  il 
luogo  con  frodi  di  uitice,che  uolgarméte  chiamano  agno  cafìo.-àradici  di 

falce 


falce  pefìe,  e  dibattute  con  cinque  voua  crude  ;  fia  attorno  attorno infa-  - 
[ciato  non  pia  con  le  righe ,  ma  con  dilicate  bacchette  :  &  incapo  di  tre 
giorni  difcolto,fiafumentato,&  vnto  di  refina,  &  affungia:^  come  fi 
veggia  quefla  curagiouare  ,  adoprifi  l'empiaflro  mittifìcatiuo  ,  &  Vvn- 
guento  incenfiuo.  Et  fin  dal  principio  no  fi  permetta,  che  l 'animale  flia  in 
piede;  mafemprefufpefo  (nel  modo  che  fi  dirà)  infino  a  i  quaranta  gior- 
Ordine  ni: perche  in  quefìojpatio  fifaldano  i  membri  rotti .,  e  disfogati .  Il  l\uf- 
f'H*"  co.,9  fiOyper  confolidar  toflo  qualunque  offofifuffe  rotto  ,  dice  effere  effcacif- 
fe  rotte .   ftm0  >  c^e  tagliata  con  vn  rafoio  la  pelle  difopra  ,  vi  fi  mettano  dentro 
G  iunture  quei  vermi  terreflri,che  dicono  Ifcoli,  fritti  in  olio  :  Ma  in  Difgiuntioni. 
di/gmte .  di  giunture,  loda  ,  che  poi  che'l  membro  è  flato  ripojlo  nel  luogo  fuo  ,vi  F 
fi  faccia  cauterio  fopraper  rijlrlgnere  debitamente  ,  e  ridurre  alo  Ra- 
to loro  i  neruifleft .  ^€ flirto  ferine,  che  tutte  le  rotture ,  che  auuengono 
fono  le  ginocchi a,nette  gambe  dinan^i,o  di  dietro,/}  curano  inquefto  mo 
do ,  che  le  parti  rotte  fi  riducano  al  fuo  luogo,  &  vi  fi  leghino  fafeie  ba- 
gnate d'aceto,&  olio,  fatte  lunghe,  gi'ijìe,  &fl>effe,fi  che  tocchino  l'vna 
r  alt  r  annettendo  difopra,  &  di  fatto  a  quelle  laiana  fuccidafimilméte 
bagnataci  luogo  ofefofi  stringa  con  slecchi,o  fchieggìe,oflelle,come  fi 
dicono,legate  da  ambe  le  parti  col  laccio  chiamato  Lyco,  cioè  Lupo,  fa- 
cendo,che  la  gamba  flia  diritta  quaranta  giorni,  in  venti  de 'quali fi  feio 
glierà,  &  rilegherà  tre  fiate  fole ,  non  mancando  però  diinfonderui  ace-  G 
to,&  olio  ogni  giorno  :p  affato  il  quarante fimo,  fé  la  rottura  farà  falda- 
ta^ che'l  cauallo  pofia  e  aminare,  fi  difciorrà,frequentandoui  vntioni  di 
Rotture  affungia,  &fifaràpaffeggiare .  Ma  delle  Fatture  auuenute  foura  legì- 
ei  nocchia  nocc^ia  >  ^a  cura  è  molto  difficile ,  eperigliofa  ,per  la  four  agiunta  delio 
perche  pzflafmornefarà  da  porfi  mano  a  quelle,  che  hauefiero  fatta  piaga  in  fu  la 
ricolofe.  pelle -.perche  no  potrebbe  mancare  di  ammarcirfi-.ne  fu  Rotture,  che'hab 
biano  fatto  callo,è  da  darfi  fuoco;  perche  difciolto  il  ca]lo,nonfipotreb~ 
Coite  rot  ye  dapoi  guarire  il  luogo  off  e fo.GuarifconJi  facilmente  lecofte  rotte;  ma 
fi    <»uari-  l'ofP1  de  ipiè  di  dietro  nonpojfono  faldarfì: perche  non  contengono  midol  r* 
icario .      la,mafangue,maffim amente  neìVafino,&  nel  mulo,come  Hierocle  fog- 
^.^^.^  giunge,  ìlqual' anco  ferine,  che  quando  la  gamba  è  rotta ,  con  la  pelle 
irò  incu-fcort*cat:a  *  &  la  giuntura  èfmofìa  dal  luogo  fuo;  poiché  farà  ogni  cofa 
rabili ,   e  r accoda  ;  &  raffettata,debba  legaruifi  diflefo  in  una  larga  pe^ja  un' un 
perche,    guento  alquanto  tepido ùlqual  volendoft  comporr  e, f oc  cianfi  colare  infìe 
me  diece  libre  di  cera,cinque  dibitume,&fei  di  gomma  dipino,con  obo 
li  itemi  di  pece; atti  quali  aggiunte  fei  libre  di  profumo  ammoniaco, aliar  ' 
gato  dalfuoco,vife  ne  buttino  due  di  mirra,  &  quattro  d'incenfo  con  al 
•      tret  tante  di  bdellio  peHe  infume  :  poi  vi  fi  metta  opop anace ,  vi f ch'io  di 

quercia, 


Barbara 


'DEL    C  JlV  Jl  L  I0y  LIB.  X*  96$ 

jl  qnercfa?érér$entlnSy  libbre  died^  jofay&fiidigalbano.  Vrì altro 
vnguento  egli  ordina  di  talmodoy  che  una  libbra  d'aceto  fi  fàccia  bolli- 
re cori  una  di  litargirio ,  &  una  eme^a  di  olio;  &  comefiano  mefcolatiy 
ui  fi  batti  me%a  libbra  dipeceflaqual  disfatta  >  le  nifi  il  uafe  dal  fuoco ,  e 
battila  fi  me^ altra  libbra  di  bitume yfen%a  muouere  cofa  alcuna:et  quan- 
do egli  ancora  fia  rifilato  y  aggjungauifi  ceray  e  gomma ,  due  onde  per 
unaytre  di  ammonìaco^  tre  di  terbenti?iay  corifei  diuerderamey  &fac- 
cianfi  un'altra  uolta  bollir  'infieme ,  poi  come  fiano  tutte  incorporate  >  fi 
colino  in  vrì altro  vafi.  J^elì \  unguento  >cb e è  dnamato  Barbara-,  utile 
alle  rottureybifoguaychedifc  ioti  a  una  libbra  di  litargirio  In  vrì  altra  dyo-  per  r0ttir 

B    lioyfi  facciano  bollire  àfufficieni^a  ;  poi  uifi  butti  una  libbra  di  cer-a  co-  re . 
Iat0y&  altrettanto  di  pece  dura  pefla ,  laqual  come  fia  liquefatta ,  ìeuìfi 
il  uafe  dal  fuoco  y  &  mett  anni  fi  quattro  onde  di  bitume  giudaico  :  Indi 
tornatolo  al  fuoco  ,  &  laf datolo  alquanto  bollire  yui  s  aggiungano  due 
onde  di  ammoniacoy&  una libbra  d 'aceto  forte.  Et  per  far' al  medefimo 
effetto  l'unguento  rojìo  >  conuìen  che  unfejtarw  di  aceto  fi  faccia  bollire 
una  libbra  di  pece  dura;  poi  uifi  mett  ano  quattro  onde  di  profumo  arn-r 
moniaco  diftefo  prima  alfuocoyòpeflo  y  e  criaellato  •,  òpiu  tofìo  bollito  in 
acetoy&  poiuoltato  nella  calura  :  indi  ui s' aggiungano  polue d'incenfo  y 
r  galbanoye gomma afeiatta  ana  onciaunayedae  di  cera.  Tiu  facile  dice 
poterfene far' un'altro; facendo  bollire infiemeyfìnche  buttino  fpumayquin 
dici  onde  di  olio  uec  ch'io  con  una  libbra  di  litargirio  y  &  un'altra  d'af- 
fungia-.e qualunque  unguento  s' adopri  y  egli  vuole  >  che  intorno  a  quello 
non  fi  manchi  difar'vntione  con  uinoy<&  olio  y  facendo  fiar  l'animale  fo- 
fpefo  in  alto  .Scrine  egli  ancora  in  vrì  altro  IhogOyche per  curare  gli  flin-     J>Tinc«'' 
chi  rottiy fi facciano  bollire  in  nino; adacquato  femen^e  di  fiengreco  y  &  me  ^  cul 
di  linoy& farina  d'  orxoytanto  che  dinengano  comecollaye  queflo  empia-  rino . 
firofi  metta  sul  luogo  off  e  fi  ;l aitato  prima  con  acqua  calda  y<&  fi' l  mal 
non  cedefie  à  i  rimedi  ;dìaui fi  il  fuoco  in  croceynonpaffatido  la  pelle  yper 
D  efiere  quelle  parti  ignude  dì  carney  e  piene  di  nerni.  sJW.  Luigi  alle  rot-   Rotture 
ture  delle  gambe  vfaua  difhrefumentagionì  con  herba  divento  y  e  polì?   *e  %im 
cariaybranc'orfina  >  e  maluauìfio  bollite  con  vinoepofeia  dri^ata  la.f{  ^^0. 
gambayvimettea  l'empiaslro  Hrettiuoy  &  infhfciata  con  vna  len-^h  vi 
pone  a  le  cannelle  pwdoley  &  vna  lungaychehaueffe  toccato  interrarne 
per  quindici  dì  vi  toccaua  ;mafi  disfafciandola ,  egli  trouaua  l'empia- 
firo  afferrato  conlagambayf^erauafalutey  & fenTg \muouerloy tornane^ 
à  metterui letamica. 

Il  FI^E  DEI  DECIMO  ET  FLTIMO  LIBB&. 


DEL  CONOSCERE 

LE  INFERMITÀ» 

CHE  AVVENGONO  AL  CAVALLO, 

ET    AL    B  V  E, 
Co'  rimedij  à  ciafchcduna  di  efle 

DI    GIO.    ANTONIO    CITO 

NAPO  LITANO 
LIBRI     TRE. 

AGGIVNTI  ALLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 
CON     PRIVILEGI. 


IN    VENETI  A, 


Appretto  Bernardo  Giunti ,  Gio.  Battifta  Ciotti ,  de  Compagni . 
M     D  C     Vili. 


' 


TAVOLA 
DELLE  PRINCIPALI  MATERIE. 

CHE  SI  TRATTANO  NE'  TRE  LIBRI 

AGGIVNTI  ALLA  GLORIA  DEL  CAVALLO. 


B  beve  rare  il  Cauallo  quando  fi  debba. 

à carte  7  ed 

Abbondanza  di  fangue,come  fi  conofea.        3  .a 
Angonaglia,  efuoi  legni .  4-g 

Animo  grande  d'vnCauallo,  e  fuoi  fegni .     7-b 
Auanticuore,infermitàdel  Cauallo,  come  fi  cu- 
ri. 87. d 
AuguitinoelIervnCauallo,checofafia.  y.e 

Bastonate  date  ad  vn  Bue  su'lnafo,  come  fi  curino.   i$.d.i4.e 
Batticuore,  e  fuoi  fegnì.  1  .k 

Beuanda  data  à  vn  Cauallo,che  lo  altera,  come  Ci  curi .  1 5 .  e" 

Bolfo  elfer  vncauallo3come  fi  conofea .  %$• a 

e  fuoi  rimedi j.  76.11.77^.78.0 

Budello  quando  fia  pìccolo  in  vn  Cauallo.  7. a 

quando  efce,come:ficuri .  9 A 

Bue  morendo  quando  fia  tenuto  il  venditore .  16.  f 

perche  habbia  le  corna.  3  5). e 

che  trema,&;  ha- enfiati  gl'occhi  da  che  véga,e  come  fi  curi. 5  5  e  d 

fue  infermità,  e  rimedi;.  •  34.e.j2.f.J3.d.54.f.5;.c./7.C.S$.cd 

84.fgh.85.abcd.  87. d.  ioS.h,  ioj?.a 

ha  il  fele,&  il  Cauallo  nò . 
Briglia  tira  la  flegma  dal  ftomaco. 

CApostoticOj  e  fuoi  fegni . 
come  fi  curi. 
Capocerro,  e  perche  fi  cagioni. 


y>4 

*$9-& 

2. e 

30 

.h.74 

h.7  5.a.-i2  5?.d 
113. d 

* 

2 

Catarat- 

t  a  v  .o  l  a: 

Cataratte  di  due  forti,  e  fuoi  fegni .  2  .e 

Catena  del  collo  del  Cauallo  quando ,  &  à  quai  fegni  fi  conofce  ef- 
fer  (lotta.  .       2,h 

Cauallo  quando  fia  fano .  3  .e 

quanto  poflì  viuere.  p^.c 

moi  accidenti.  '       ,«.  p4.e 

quando  va  siila  fchiena.  SH-g 

quando  fi  debba  condurà  mano  .  5>4-h 

quando  fia  infermo.  —  $.c 

quando  padifee  ben  la  biaua  .  6.g 

che  habbia  hauuto  cornata  da  vn  Bue  come  fi  curi.  1 2  .h.  1 3  .a.b.c 
perche  muoiono  in  più  numero  le  mule,giumenti,e  Ciualli ,  che 
li  Buoi.  5?  5  ,t> 

perche  fi  debba  ferrar  corto  dinanzi,  2  4-b 

perche  caufafiru'grifca.  2j.d.7i.d  72.C 

.  perche  iì  tagli .  2  8.h.£S;h 

che  lì  getta  in  terra,come  fi  curi.  3  3  .a 

è  riàk.bricodi corpo, cheilhue,eperche.  ♦  1^4. h. 135. a 

polio  all'herba  quale  fi  debba  fagnare  il  giouane,  ò il  vecchio  . 
à carte  3  S.g 

quale  più  torto  fi  rifani.  Iij.d.nó.e 

che  zoppica  non  fi  dee  sferrare  il  primo  giorno.  3  5?  à 

quante  vene  habbia.  4o.f 

perche  fia  caldo .'  4o.g 

perche  cofi  fi  chiami.  40. h- 

Chiuuardi,  e  lor  fegni .  éy  ;      j.d 

Ciamoiro,  e  fuoi  fegni.  I.a.2.c 

Cicuta,  e  ina  natura.  59.C 

Circhio,  e  fuoi  fegni.  j.a.82.h 

Colica,e  fuoi  rimedi j.  v  86.h 

Corna,  e  (uoi  fegni.  4.h 

Coltipato  Cauallo,e  fuoi  fegni.  3  .C 

Crepaccià' piedi  del  Cauallo,  e  lor  fegni.  5A 

Crepature  dvn  Cauallo,efuoirimedij .  67  .a 

Debolezza  direniinvnCauallojComcfiproui.  S.h 

Differenza  fra  la  linofa,  £c  il  rottorio .  2  o.h 

Dolor  lecco,e  fuoi  legni.  1  .a 

affannofo,  e  tuoi  fegni.  i.a 

Doloricene  vengono  al  Catullo  fono  molti .  1  .a.  1 23  .d.i  28. h 

di  fpalla  donde  proceda.  5  2  g 

& 


-T    A    V    O    L    A. 

Se  fuoi rimedi) .  ji.h 

alle  fpaile,  e  Tuoi  rimedi}.  5  5. e 

Enfiagioni  in  vna  gamba,come  fi  curino.  5  6.h 

della  lingua,  e  tefta  d'vn  cauallo,come  li  curino.  4 1  .b 

FA  v  a  in  bocca  al  Cauallo,  e  Tuoi  fegni .  2.g 

Febre  come  freonofea  nel  cauallo.  4.e 

e  come  iì  curi.  7.d.8.h.5).a.b 

ad  vn cauallo  fi  conofee  per  feifegni,e  come  fi  curi.     24^.25. a 
a  Carte  io4.h 

coaie  (ì  debba  medicare.  3  8.F 

alCauallo;comealBue.  io5.b 

Ferrar  quando  fi  debba  vn  Cauallo  per  hauer  J'vgna  guaita. 

à carte  3  3 ,b 

Ferita,  che  sfondri  dentro  il  corpo  à  quai  fegni  fi  conofea .  $  A 

ad  vn  cauallo,  come  fìu  curi.  22.h.io4.f.io5?.<J 

in  vna  gamba  d'vn  cauallo,  come  fi  curi.  32.» 

Feruro  male,  e  Tuoi  fegni.  J    6.f 

FicoC-lla,e  fuoi  fegni.  j.b 

Foia ,  che  viene  ad  vna  giumenta,  ò  mula,  1 07.  d 

Formella,  e  fuoi  fegni.  ,\  $.a 

Formicale,e  fuoi  fegni .  6.i 

Fuoco  dato  al  cauallo  fé  intertenga  il  fangue,  2 1  .a 

.   à  quali  infermità  fi  dia.  -    45?. a 

quando  lìa meglio, che  il  taglio  crudo.  71. a 

■  comefivfi.  78.g.75?.a 

GA  l  l  e,  elorfegni.  j.d 

Gambe  ftorte  d'vn  canaIlo,che  fegno  fia.  26. b 

e  differenza  daeife  alle  offa.  8.gf 

Gamba  grotte  fuoi  rimedij .  SS.h.Sp.d 

Gianco,  e  fuoi  fegni.  V  4.h 

Guidone,  e  fuoi  fegni .  5.b 

Giumenta  perche  non  habbia  le  purgationi .  1 4.h 

perche  porti  dodici  mefi.  1$. a 

perche  elfendo  pregna  fubito  non  fé  le  ingrofil il  ventre.    '   p^.e 
che  figlia  d'inuerno,come  fi  debba  gouernare.  19A 

fé  fi  polli  impregnar  di  vento.  26-g 

Gotta  differente  dall'accidente  nel  cauallo.  1 03  Jb 

HErba  fi  dee  dare  al  cauallo  quando  ha  la  rolle.  26.f 

fueoperationi  mangiata  dal  Cauallo.  97  .d 

Humor  di  fangue  fé  fi  dee  ftringere  quando  yiene  alle  gambe  d'vn 

CauaU 


T    A    V    O    L    a; 

Cauallo.  34.U 

allegiunture  del  Cauallo,  cfuoifegni.  5. e 

INcastellato  quando fiail  piede  del  Catullo,   y.a.i^i.c 
Incordatura^  fuoi  rimedij.  ioS.f.l  13. e 

Incuruato  quando  fiail  cauallo.  j-:       ,    5,b* 

Infermità  del  ceruello  del  Cauallo.  43.abcd.44.efgh 

e fuoi rimedi j.  .  -  4f.abcd 

e  d'altre  parti  co'  fuoi  rimedij.  s>4-$'6f  .a.  1 1 7  .b 

Influenza  calda,  come  fi  curi.  3  f.z 

Inferratura  d'vn  Cauallo,e  come  fi  curi .  4 1  ,d.42.c 

Intrapierto,e  fuoi  fegni.  -  6.h.66.c 

LAci  er  TO,chemalfia.  z.f 

•  Lunatico  di  due  forti,  e  fuoi  fegni.  3  .b 

I    e  fuoi  rimedij.  )D  .      88.g 

Lupini  perché  tìon  fi  debbano  dare  alla  mula.  $o.f 

MAgrezza  d'vn  Cauallo  da  che  fi  caufi.  ix.h 

Male  ad  vn  piede,  come  fi  curi .  5  7«d 

Mangiare  quando  s'intorcia  in  bocca  al  Cauallo.  a.h 

Marefcalc  o,  che  cofa  debba  fapere .  I  y.d.  1 8.b 

Matrice  della  giumenta,  come  ftia.  i4«£ 

Medicina  data  al  Cauallo  per  leuar  doglia,©  ventofità ,  ie  fa fubito. 
-    refFetto,e  perche .  16.  ef{£ 

per  il  Cauallo  abbattuto,e  che  paté  ventofità  ■  J-  a  2  .e 

per  quali  caufe  non  fia  eiiacuàta  dalCJauallo.  zp.d 

perche  non  fi  debba  dar  il  giorno  della  fagnia.       ■  130.fi 

per  far  figliare  vna  giumenta.  "  I2*fg 

ali  dolori  del  Cauallo.       .         -  2  3. e 

Membri  del  Cauallo  perche  fiano  fatti,loro  officio,  de  rimedio  alle 
infermità  di  eiTì .  po.h.pi.a.p2.c.jp8.e.5?5>*a.ioq.c.i3<5.e 

Milza  perche  s'infracida  più  prefto,che  il  polmone.  9.  bc 

Montato,che  fia  vn  Cauallo,  che  fegni  faccia.  7>a 

Morfea  in  faccia  à'  Caualli,é  fuoi  fegni.  7. a 

NE  r  v  1  del  Cauallo  donde  nafehino  •  46  -g 

loro  infermità,&  rimedij.  4.7.  ab  ed.  S6.g 

attinti  del  Cauallo,  e  fuoi  fegni.   ■  6.c 

OP 1  l  a  t  1  o  n  e  à'  Caualli,  come  fi  curi .  3  5  .d 

Olio  quale  più  pretto  fi  Ieghi,&  ingommi .  2 1 A 

PAlatina   e  fuoi  fegni.  2  .g 

Pelo,  e  fuadiuerfità  nel  Cauallo.  6}.b.6S.c 

come  fi  facci  nafeere.  1 29^.13  2. e 

Pielo 


t  n  v  o  i  a; 

Pielo  di  due  forti,  e  Tuoi  fegni .  $  .a, 

Se  Tuoi  rimedi  j.  J3.d.  jtf.h.  J7.C 

Poledro,  come  fi  nutrichi  in  corpo  della  madre.  01    14.  g.K 

quando  nafee  perche  non  paté  dolori .  3  j.  a 

Polmonara,  male  che  viene  al  Bue,  e  fuoi  rimedij .  73 .  a 

Polmone  quando  fìa  fracido .  4.  g.  6.  g 

e  Tuo  officio,  nel  Bue,  e  rimedij .  1  z8.g 

Ponfonefe,  male  che  viene  al  Bue,  e  Tuoi  rimedi;  ^  8 .  g 

Prurito  ad  vn  cauallo,  come  fi  curi .  1 9.  C 

Quarto,  e  fuoi  fegni .  C.  C 

RAFFREDDAMENTO,    e  fuoi  fegni  .  2.  g 

Ramila,  male  che  viene  in  bocca  al  cauallo .  2 .  f 

Renella,e  fuoi  fegni .  3 .  d 

Reità,  e  fuoi  fegni .  5 .  e 

Riccioli,  e  fuoi  fegni.  5.  e 

Riprenfione,  e  fuoi  fegni .  3 .  a 

come  fi  curi.  27 .  a  b  e  d.  2  8 .  e.  3  o.  g.  3 1 .  b.  68  .h.  6  <).a.70.e.  90.  e 
donde  nafea.  H4.h.l3  3.c 

Rotorio,come  fi  componga. 3 7. e.  &  come  fi  vfi .  8o.e.  8 1.  a 

SAgnar  non  fi  dee  il  cauallo  verfo  la  fera  p  vna  botta  di  calci.  1 5  .d 
lì  dee  il  cauallo  dalla  ftetfa  gamba  offefa,e  perche.  I<?.h.  17.  a 
perche  fi  debba  il  cauallo  più  de  gl'altri  animali .  3  6.  g 

e  quando.  <>2.h.p3.b 

fagnia  al  collo  del  cauallo  .  1 03.  C 

Sangue  rrifto  quando  fìa  nel  cauallo .  3.  a.  1*25).  e 

•  quando  efee  del  nafo  al  Bue,  e  fuoi  rimedi) .  8.  e 

del  cauallo  perche  non  ftia  fano  molto  tempo  .  17 .  b 

come  fi  conducili  da  vn  membro  all'altro .  1 1 1  .b 

perche  fìa  rollo .  20.  g 

lcorfo  alle  fpaìle  d'vn  cauallo  perche  fi  curi  con  impiaftro .  20.  e 
corrotto  come  fi  curi .  1 8 .  g 

che  efee  di  bocca  al  cauallo  di  donde  venga.  3  8 .  h 

e  come  fi  ft  agni .     .  jl.C 

Sàguifuga,ch'entra  nel  corpo  del  cauallo  fé  lo  polli  far  morir.  1 1  o.g 
Sbattitura  al  cauallo,  e  fuoi  fegni.  6.  f 

Scaldato  quando  fia  il  cauallo.  3.  e 

Scefa  all'occhio  del  cauallo,  e  fuoi  rimedij .  i5.b 

in  altre  parti,  e  fuoi  rimedij.  128  f 

Schiena  alta  ad  vn  cauallo  da  che  venga'.  3  <>.b 

Schilantia,  e  fuoi  fegni.  i.a.2.g.  ni.g 

Siane* 


tavola: 

•  ■ 
Siatica  di  due  forti,  &  fuoi  fcgni .  6.  h 

e  fuoi  rimedij.  lo.h.  II. ad.  Ii.e.l27.b 

Serda<>e  fuoi  fegni .  4.h 

Setola,  e  fuoi  legni .  6.f 

Slocatura  dell'anca  non  fi  può  curare .  3 1  .e 

Somerino  male ,  e  fuoi  fegni .  C,  f 

Songia,  come  s'vfi  nelle  infermità  del  cauallo.  75?.d.  80. e 

Sopraoilb,  e  fuoi  fegni .  4.  h 

Spallino,  come  fi  curi.  ,.  23.  d 

Spongia  mangiata  da  vncauallo,  fé  gli  noce.   .  .*.  2^.  e 

Sterco  del cauallo  perche  puzzi.  16.  h 

Strangoglioni,  e  fuoi  fegni.  2.  e 

Suogliato  quando  fia  il  cauallo.  $.d 

Testicoli  quando  s'enfiano  ad  vn  cauallo ,  e  come  fi  cu- 
rino .  io.efg.  ioi.c.  I02.g.  I05>.c 
che  operino  in  vn  cauallo.  io.  h 
legati  ad  vncauallo,  quando  fi  debbano  feiogliere.  23.  b 
Timorofo quando  fia vncauallo  .  7.b 
Tiro  di  due  forti,  e  fuoi  fegni.                                                       3.b 
quando  migliori  in  vncauallo.  .                                            3  8.  f 
.  come  fi  curi  col  fuoco,.                                                            48.  f 
Tofle,  e  fuoi  fegni .                                                             6.h.  107 .  b 
comeficonofea  ,                                                         .    2i,c.  24. g 
Tremare  il  cauallo,  che  fegno  fia .                                                6.  g 

Venditore  d'vn  cauallo  à  che  fia  tenuto .  1 1 .  e  d 

Vene, e  fua diuerfità nelfalatfarfi ,  óo.h.ói.a..  62. e 

rimedio  quando  non  fi  ftagnano.  Sp.a 

quando  crepano .     .  .;    ...  I2j.C  iz(J.  e 

comefialaccino.  Z34«S 

Veneno,  e  fuoi  rimedij  i  .'  ,\  1 1  .b.  1 06.  g 

Vermi,  come  fi  curino .  i2--g*  ^°- c 

di  più  forti,  e  lor  fegni  .  4.  fg.li(j.h 

Viltà  d'animo  nel  cauallo,  come  fi  conofehi.  7«a 

Vino,oua-,  e  patta  quando  fiano  buone  per  il  cauallo .  25).  b 

Viuoli,  e  fuoi  fegni .'  2.  r" 

Vngia  lecca, e iuoi rimedij.  ioi.d 

ipuntata,  e  fuoi  rimedij .  124.  h,  I2j.a 

Vlanzenel  venderli i  caualli  in  Napoli.  11^.120.121.  122. 12 3. 

IL  FINE  DELLA  TAVOLA. 


DEL    C  ONOSCERE 

LE    INFERMITÀ, 

CHE  AVVENGONO  AL  CAVALLO,  ET  AL  BVE, 

Co'rimedij  à  ciafcheduna  di  elle  , 

DI  Gì  O.    ANTONIO    CITO 
NAPOLITANO. 


LIBRO     PRIMO. 

E  k  fare  intendere,  e  conofcere  quante  fia- 
no  le  infermità, che  auuenìr  fogliono  alii  ca- 
ndii, porrò  qui  primieramente  alcuni  ftgni 
euidentidiejft  ;  acciò  che  da  quelli  più  fa- 
cilmente effe  vengano  à  conofeerft 3  e  poi 
tratteremo  d'ogn'una  in  particolare  3  con 
applicarmi  f mi  rimedij  3  cofi  del  Cavallo, 
come  del  Bue^j . 

Prima  diremo  quando  vntauallo  ha  do- 
lore ;  e  peri  he  li  dolori  fono  di  due  forti-,  vi  è  vn  dolore  quale  di- 
ciamo noi  dolor  feccó  ;  quello  fa  quefio  fegno  :  il  cauallo  fi  ara  vn'ho- 
rabene3  &  l'altra  fa  motiuo  di  colcarfi,  &  non  mangia-* .  Sarà  vn' al- 
tra forte  di  dolore  3  che  darà  molto  affanno  al  cauallo 3  &  lo  abbatte- 
rà, &  lo  fa  fùdarè,  &  fi  colcarà  fpeffo  con  molto  fìrepito  :  fa- 
rà vn' altra  infermità  3  11  cauallo  nonmangiarà ,  &  fé  li  intorci  ara  la 
canna  della  gola  3  &  terrà  il  capo  baffo ,  alle  volte  quefio  fi  doman- 
dar à  fchilantia  quando  il  detto  cauallo  fa  quefio  fegno  :  per  conofce- 
re il  cauallo  quando  ha  ciamoiro  nota3  che  non  mangicrà  3  &.  hauerà 

A  affanno 


2  L    T    B    R    O 

affanno  di  corpo ,  e  butterà  per  lo  nafo  come  marcia  di  due  maniere  £ 
gialla,  &  quando  bianca . 

Ter  cono/cere  il  caco  ftotico  fa  quello  fegno  non  fìà  con  la  tefla 
ferma,  &  non  mangia ,  &  quando  camma  fempre  paffainnan%i  ,  & 
poco  vede  de  gli  occhi . 

Per  conofcere 'le  e  attaratte ,  che  fono  di  due  foniche  vengono  alli 
caualli  fanno  quejlo  fegno  quando  fono  chiari, e  quando  fono  gli  occhi 
con  le  panne  bianche,  &  non  vedono  . 

Ver  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  li  ftrangoglioni ,  fa  quefio  fé- 
gni,  fé  li  intorcia  come  vn'ouo  fono  la  canna  della  gola  fra  le  due  ma- 
[celle,  &non  mangia .  p 

Per  conofcere  li  viuoli  ad  vn  cauallo,  fa  quefio  fegno,  Vintorciafra 
il  cannammo,  &  la  orecchia,  &  non  mangia . 

Per  far  conofcere  il  cauallo  quando  baio  lacierco  fé  intorcia  doue 
Hanno  li  crini  dalle  orecchie  fino  vicino  lo  garrefe,  &  il  collo,  fi  Hor- 
ce  alle  volte,  cioè  cade  alla  banda . 

Per  conofcere  la  ranula  in  bocca  al  cauallo,  fa  quell'i  fegni ,  trouare- 
te  la  lingua  del  cauallo  tutta  impiagata ,  e  quando  fono  alla  banda  di 
detta  lingua. 

Per  conofcere  vn  cauallo  quando  baia  fchilantia  dentro  la  canna 
della  gola ,  fa  quefto  fegno  non  mangia ,  &  tiene  alle  volte  la  lingua  q 
intorciata,  &  pungagli  il  fiato  :  quefio  lo  caufano  le  piaghe ,  che  fono 
nella  gola  di  detto  cauallo  . 

Per  conofcere  vn  cauallo  quando  è  raffreddato, e  non  mangiala  qut 
fio  fegno,  ha  il  nafo  freddo ,  e  gli  f corre  acqua  dalla  tefla  per  le  narici 
a  baffo  del  nafo. 

Per  conofeer  quando  il  cauallo  ha  la  faua  in  bocca,  fa  quefio  fegno, 
terrà  al  palato  vicino  ali:  denti  vnacallofitàdi  carne  groffa  quanto 
vna  faua  propria . 

Per  conofcere  la  palatina***/  vn  cauallo ,  fa  quetto  fegno ,  barra  lo 
palato  pieno.  fj 

Per  conofcere  vn  cauallo  mangiandole  intorcia  in  gola  detto  man- 
giare\fara  quefli  fegni y  non  mangieràpiù,e  butterà  fiegma  per  le  nari, 
&fì  torcerà  tutto  il  collo,  &  aprirà  la  bocca . 

Per  conofeer  quando  vn  cauallo  ha  (ìorta  la  catena  del  collo, farà 
fuetti  fegni, gira  con  il  collo  ftorto}&  la  tefla  haffa,  &poco  mangierà. 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  il  bameorc  ,fà  quefio  fegno, 
h'ntorciarà  innanzi  il  petto  quanto  vn  me%o  melone ,.  &  alle  vol- 
te più . 

Per 


P    R    1    M    O.  3 

A     Ter  conofcer  quando  vn  cauallo  è  riprefo  fa  quefii  fegni  cambia  à 
mala  pena,  <gr  bàtterà  affanno  di  corpo,  &fi  colcheràffeffo. 

Ver  conqfcer  quando  vn  cauatto  ha,  abbondane  di  {angue  fa  quello 
fegno  creparàin  più  luoghi  della  per  fornii , 

Perconofcer  quando  viene  d  pelo  ad  vn  cauallo ,  &  perche  il  pelo  è 
di  due  forti  farà  quefii  fegni  s'empiràtuttalaperfona  come  f uff  ero  ve- 
fìcbette3&  quando  più  greffe  ima  far  anno-come  piene  di  vento . 

Perconofcer  quando  il  corpo  e  infettato  di  (angue  trijìo  farà  queJH 
fegni:  farà  ile auallo  pieno  tutto  di  rogna,ò  veramente  dipidocchi . 

per  conofcere  vn  cauallo  quando  ha  il  zho,&  perche  lo  tiro  è  di  due 

E  forti  farà  quefii  fegni  jchetirarà  tutta  laperfona  al  detto  cauallo,&  an- 

darà  tifico-,  portarà  le  gambe  di  dietro  più  larghe  che  quelle  dinanzi 

con  molto  affanno  di  corpo ,  &  ntm  mangìerà  quafi  niente,  e  V altra 

forte  di  tiro  morficheràla  mangiatoia, e  farà  motiuo  di  tirar  fi  indietro* 

egridarà. 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  è  lunatico,^  perche  è  di  due  forti 
detto  lunatico  farà  quefii  fegni.  Prima  al  mancare,  e  crefcere  della  Lu- 
na verrannopanne  àgli  occhi  deili  caualli,&  li  faranno  lagrimare,& 
ìileuaranno  il  vedere  per  alcuni  dì ,  l'altra  forte  di  lunatico  al  volta- 
re, che  farà  la  Luna  gettar  à  in  terra  il  cauallo  per  vn  momento,  facen- 
€  4olosbattereinterra,&faràfchiuma  in  bocciti. . 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  fià  bene  dentro  il  corpo,  &fa  buo- 
na di  gè  fi  ione,  &  che  rimangiare  li  gioua,  farà  quefii  fegni, fempre  mai 
s 'ingrafia,  &  aumentavamo . 

Per  conofcere  vn  cauallo-quado  il  mangiare  non  li  gioua,  &è  amma- 
lato nei  corpo  farà  que [io  fegno,  che  di  continuo  farà  magro,esfiachito. 

Per  conofcere  un  cauallo  quando  e 'fcarfato  in  corpo  farà  queflo  fe- 
gno,beuerà  più  che  non  magiaràiquejìo  è  fegno, che  il  cauallo  è  fcarfato. 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  è  condito  farà  queflo  fegno, non 
potrà  evacuare  il  corpo  fen%a  forza  . 
X)     Per  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  la  renella,  ouero  la  pietra  den- 
tro la  veffica farà  queflo  fegno,non  potrà  orinare  fewza  gran  forza . 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  è  diilìuaro  farà  quefu  fegni, fiora 
con  la  tefia  baffa,non  mangiarà3harà  affanno  di  corpo,  &  vacuar  à  fino 
dal  fondamento , 

Per  conofcere  un  cauaHo,che  ha  vnaferita,che  sfonda  dentro  il  cor- 
po farà  quefii  fegni, non  mangi  erà,hauerà  affanno  di  corpo,e  fi  colcherà 

Mo- 
ver conofcere  quando  vn  cauallo  ha  febre  mortale ,  ò  nò  ;  farà  que- 

A    2        fii 


4r  lì    B    R-   0' 

fti  fegniftaràfaldo  alle  mofcbefe  lo  mangieranno ,  &  mnfi  moue ,  he  E. 
muoue  la  coda  à  cacciar  fiele  ,enon  mangi  era ,  &  terrà  la  lingua  fuor  a 
della  bocca3&farà  nera3&  non  fé  la  potrà  ridur  dentro  3&  li  crini  del- 
la coda3e  del  collo  quando  li  tirerai  ne  verranno  fen%af or  %a3&  Hp^Zr 
%arà  il  fiato  :quefio  èfegno  di  morte-.ancora  mangiar àpochijfimo:quan 
do  camma  va  debile 3cbe  à  malapena  può  aliare  legambe^j  . 

Ver  conofeere  quando  il cauallo hàfebre  nonfolo dentro  il  corpo;  ma 
etiaminteftafara  quefìo  fegno  terrà  la  pan%a  tonda  con  molto  fhWidio 
difiancbiybattedojpejfojyà  la  bocca  fecca3hà  gli  occhi  rofìi3cioè  il  bian- 
co degli  occhi  ,ncn  mangia3ebeue  volentieri  quello  èfegno  difebrepe- 
ftifera3e  quando  lofttreo  è  [ecco .  f 

Per  conofeere  le  forti  deglivermi3maffimeil  verme  ab  olatiuo:  farà 
quefto  fegno  fi  fmagrifee  il  cauallo ,  mangierà  poco  ,  hauerà  fhflidio 
quando  camìna  di  fianchi  Jbuttarà  marcia  per  lo  nafo}hauerà  doglie  per 
le  gambe,  &  per  le  fyallejnora  in  vnajpalla3  e  bora  in  vn 'altra  perderà 
laforya:  gli  vfeirà  di  certe  veficheper  Uperfoua3&  maff.meperla  ff- 
fiapiccioline3e  tyeffo  li  putirà  il  fiato. 

Per  conofeere  quando  il  polmone  del  detto  cauallo ,  che  ha  lafopra- 
àetta  infermità  èguafto,  esercitatelo  à  caminare .  Se'l  cauallo  fa  que- 
fto fegno,  chenonpotrà  caminare,  e  farà  affai  moto  con  li  fianchi  ,allor  a 
il  polmone  è  fracido.  G 

-Ter  conofeere  il  verme  cicirino  farà  quefìo  fegno  buttarà  per  la 
perfona,  &  per  le  gambe  certi  cordoni  con  certe  ve  fiche  piccioline,  che 
non  faranno  troppo  marcia. 

Ter  conofeere  il  verme  cocozaro  farà  quefto  fegno  buttarà  certi 
cordoni  per  la  perfona  del  cauallo greffi ,  &  certe  bo^egroffe ,  &farà 
piaghegrandi  i'vna  con  l'altra  accoppiate,  &  vmte . 

Ter  conofeere  vn'angonaglia  farà  quefto  fegno  le  intorciarà  U  co~ 
foia  della  banda  di  dentro  à  dritto  deltefticolo . 

Ter  conofeere  vna  ferda/àrà  quefìo  fegno  le  intorciarà  alla  ligatura 
della  prima  giuntura  donde  fi  dice  ilgarronedel  cauallo  quanto  vnouo  H 
tanto  dentro  come  fuor  a,  &  alle  volte  folofuora  dellagamba. 

Ter  conofeere  vna  conia,  farà  quefto  fegno  l 'intorciarà  fiotto  lofehin 
co  dalla  banda  di  fuor  a  dellagamba . 

Ter  conofeere  vn  fopraoiìb  farà  quefto  fegno  darà  dolori  al  cauallo , 

che  non  potrà  piegare  la  gamba ,  e  poi  vfeirà  in  breue  tempo  al  can- 
nello dell' offo  come  me^ouo, 

Ter  conofeere  vn  gianco farà  queftofegnOtaltarà  lagambapiàpre- 
fto  dell'altra--. 

Ter 


r  è  r  m  #:  r 

51  ?«■  conofcere  vna  formella  farà  quetto  fegno  fé  li  ìntorcìaràfopr* 
dlla  corona  del  piede  del  cauoìlo,  &  s'ingrojfaràcomevn  mero  pane, 
&  fera  pretto  alle  volte. 

Ver  conof cere  vn  circhio  quando  fcende  al  piede  del  cauallo  fari 
quello  fegno  intor  darà  fono  à  gli  peli  della  corona  del  piede  intorno 
intorno  quanto  foffe  me%o  dito. 

Per  conofcere  quando  vn  piede  di  vn  cauallo  è  incaftellato ,  farà 
queHo  fegno,  far  àfiretta  in  calcagno  l'vgnia,  che  quaft  affrontar à  l'v- 
na  banda  dell' vgnia  con  l'altra,  eftarà  il  piede  alto  in  calcagno,  efecca 
la  fcor%a  del  piede. 
g  Per  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  hauuto  riprensione  vecchia, 
farà  quefto  fegno  barra  l'vgnia  piena,  e  circhiofa . 

Per  conofcere  vna  Scocella,  farà  queflo  fegno,  nafcerà in  tne%p  del 
piede  del  cauallo  vnpexp  di  carne, come  vna  noce,e  qttado  più  piccola. 

Per  conofcere  vn  cauallo  quando  è  inc\mi&xo,fard  quefìo  fegno  Jet 
rà  la  gamba  incrociata,  &ferà  il  neruo  groffetto . 

Per  conofcere  va  gerdone  quando  viene  ad  vn  ginocchio  di  vn  ca- 
uallo ,  farà  quefìo  fegno ,  intorciarà  il  ginocchio  dinanzi,  e  farà  molle 
quando  lo  maneggiar  ai. 

Per  conofcere  vna  refta,cfo  viene  atti  piedi  di  dietro, cioè  alle  gam- 
C  he  fopra  al  ciofetto  delta  punta,  farà  quello  fegnale,vna  enfiatura  Im- 
gaquanto  vn  dito,  &  prefla-> . 

Per  conofcere  quando  vengono  li  nccixAiatte  giunture  del  cauallo, 
&  alle  volte  farà  quefìo  fegno,  tengono  li  peli  fuor  a  del  deuere  fuo 
dritti  {partati  l'vno  dall'altro  tanto  che  pare  lapeiefioperta  tra  l'vnot 
&  l'altro  pelo,  e  butta  marcia  affai . 

Per  conofcere  li  humorì,  che  vengono  attegiunture  del  cauallo  fan- 
ne quefìi fegni, hanno  marciale  dette  giunture  del  cauallo  ;  ma  hanno  i 
peli  naturali ,  fé  non  che  fanno  marcia  à  tutte  l'hore . 

Per  conofcere  crepazzi ,  che  vengono  alli  piedi  del  cauallo ,  onero 
jr>  alle  calcagna,  e  dentro  li  paftuni  del  cauallo,  fanno  quelli  fegni ,  crep- 
pano,  quando  caminano  per  la  neue,  bper  la  creta,  e  per  luoghi  freddi^ 
&  fono  dette  creppature  fecche  con  poca  marcia . 

Per  conofcere  li  chiuuardi,  che  vengono  dentro  le  giunture  del  ca- 
uallo, fanno  questi  fegni ,  danno  gran  dolere  alle  volte,  e  fanno  certe 
bocche  di  piaghe  con  le  radici  dentro . 

Per  conofcere  le  galle,  che  vengono  alle  giunture  del  cauallo ,  fan- 
no quefìifegni,  s'intorcia  di  dentro,*  difuora  allagiuntura  del  cauallo 
come  vn'ouo,  e  quando  la  maneggi  è  molici , 

A    3        Per 


6  L     1    B     R    CT 

Per  conofcere  quando  il  cauallo  fi  dà  con  il  piede  dietro  al  neruodi-  g 
nan7i,  che  fi  dice  attinto ,  fa  queflo  fegno  quando  maneggi  quefto  ner- 
no,  è  alle  volte  groffo,  &  ha  vna  gran  dogli  a^j . 

Ver  conofcere  vn  quarto  d' va  cauallo  fa  quejìo  fegno  fi  rompe  l'v- 
gnia  dalla  banda  di  dentro  delpiede,e  quando  di  fuoreurt 

Per  conofceril  formicale  ,  che  viene  al  piede  del  cauallo  fa  quetti 
fegni ,  che  fi  trouarà  alla  punta  del  piede  vn'rgnia  frauda  sfkrmata,& 
cometa  tocchi  con  lar  inetta  fi  taglia  come  farina . 

Per  cono/cere  il  mAiamenno,  che  viene  in  fronte  al  piede  del  ca- 
nali* farà queftifegni,fifpaccal'vgnadafe, punta  ai  piede,& butte- 
ter  a  mari  iax&  è  male  incurabile  »  -. 

Per  conofcere  vna  fetola,  che  viene  all'i  piedi  del  cauallo  fura  que- 
llo fegno,  par  era  i  vgnìa  del  cauallo  come  f uff  e  vn  taglio  di  conelio  ;ma 
non  a^.dtra  pr  fonda . 

Ver  conofcere  vn  cauallo  quando  per  fatica  pigliata  ,  ouero  per  vn 
ferro  jlretto  hauejfc  la  sbattitura  al  piede,  farà  queflo  fegno,  che  7op- 
picarà}e  non  apparendo  l'infermità,  bifognarà  cercar  molto  bene  il 
pie  e  p:r  tronare  detta  infermità  . 

Ferconofure  vn  mal  feruto  quando  viene  ad  vn  cauallo  farà  quefto 
fegno  Hrafctnarà  le  punte  detti  piedi, &  onderà  debole  di  dietro  ,  & 
quando  fi  coli  a  non  fi  può  aliare.  q 

Per  conofcere  quando  vn  canotto  trema,quetto  è  fegno,  che  ha  trop- 
po aumentatane  di  flemma  in  corpo  • 

Per  conofere  quando  vn  cauallo  padifee  bene  la  biauachemangia, 
faraquttto  fegno,  che  vacuar  àio  fieno  fen^a  biauafana. 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  li  polmoni  frefehi,  &  liberi  farà 
queftofignOyche  al  correre, &  al  caminare  noanferà  co  lifiàchi  troppo. 

Per  conofcere  vn  cauallo  quando  ha  li  polmoni  guattì  fa  quefli  fe- 
gni, che  quando  è  fatollo,  e  lo  faticate  ha  anfo . 

P  r  cono  f  tre  vn  cauallo,  che  ha  la  torte  fa  quetto  fegno ,  e  come  è 
fatollo,  &  lo  faticate, tojfe,&  ancora  la  notte  per  la  humidità,  che  fuc-  r* 
ce«e  detta  notte,  e  quando  be "et offe . 

Per  conofcere  quando  rn  cauallo  è  intrapierto  farà  quefli  fegni,  gi- 
ra con  le  tyattedinan^  larghe,  e  dogUofe. 

Per  conofcere  quando  vn  cauallo  ha  la  fianca ,  &  perche  le  fiati- 
che  fono  di  due  forti  calde,  e  fredde  faranno  quefli  fegni  quella ,  eh' è 
calda  per  influenza  di  [angue, ouero  aumentatitene  di  j angue  dà  doglia; 
ma  non  ha  mofla  l'ancha  :  quettache  viene  per  humori  humidi  dà  dO' 
glia,  &  fecca  l'ancha-/  • 

Per 


T    R    1    M    O.  f 

rjl     Ter  conofctre  la  murfea ,  e  he  viene  in  faccia  alti  cauallifarà  quejlo 
{egno  fi  Ietterà  il  pélo  in  parte  dalla  face ta^et  diueterà  biaco  quel  luogo. 

Per  conofeere  quando  vn  cauallo  è  vile  d'animo  farà  queslo  fegnò 
qnandofeiiftringe il  ventre  con  la  cingiafi  laffarà  andare  in  terra-*. 

Ver  conofeere  quando  -vn  cauallo  è  auguftino  farà  quejlo  fegno  fi 
butterà  dentro  l'acqua  quando  pajfarà  per  ejpu> . 

Per  tonofeere  quando  vn  cauallo  bapocobudello farà  quefio  fegno, 
chefemprefiarà  con  il  fianco  aflretto . 

Per  conofeere  vn  cauallo  quando  bàmontato  farà  quefto  fegno  ftard 
con  la  verga  metta  }<&  farà  allegro  anitrendo  quando  vede  le  giumente, 
£  ■  Per  conofeere  quando  vn  cauallo  è  di  grand' animo  fa  quefto  fegno 
quando  fi  abbeuer amette  la.  teSlaperfìno  àgli  occhi  dentro  l'acqua . 
I  •  Per  conofeere  vn  cauallo  quando  va  timor ofo  fa  quefto  fegno ,  che 
quando  andate  à  cauallo  vàfoTpetto ,  e-moue-le  orecchie  fyeffo ,  &  im- 
port a  (beffe  volte  alcaminarcs . 

Dicono  li  Aiafìri,  che  ad  vn  cauallo ,  chefhtica  alla  carretta,  ouero 
alla  [orna ,  &  ciré  la  fera  fé  li  dà  l'ordinario  del  bere,  &  della  biaua,& 
della  paglia  ,  &  con  quefto jìà  tutta  la  notte  :  come  il  patrone  lo  caccia 
i  faticare  del  modo  fopr adetto  è  ben  dato,  che  li  fi  dia  à  bere  fen\a 
mangiare  i  Et  io  di  e  odi  nò  :  perche  potria  effere, che  il  cauaUobaueffe 
~  fata  digeHione  del  cibo  della  fera .,  &che  l'acqua ,  chebeueffe  trouaffe 
parte  della  flegma  dentro  lo  ftomaco  del  cauallo  :  perche  detta  flegma 
some  trotterete  ne' Capitoli  feguenti naturalmente  reftafola  perfofte- 
gno  de'  pohnoni ,  tf>eciaimente  lafctando  àgli  altri  membriyà  cuigioua 
detta  flegma  fi  che  fé  detta  acqua  ritroua  detta  flegma  quale  è  burni- 
ta s&  detta  acqua  humida  farla  caufa  di  accrescere  vna  grande  bu- 
midità  dentro  il  corpo  del  cauallo, onero  vna  grande  debilità,&  corrut- 
tione  di  corpo-.  Si  che  io  non  laudo,chefi  debbia  abbeuer  or  e  detto  caual 
lo;  ma  quando  fi  metterà  in  alcun  viaggio,  &  che  il  cauallo  mangia 
alcun  cibo ,  che  l'acqua  fé  lipóffa  infieme  vnire,  mi  contento  ,  che  fé  li 
j.  dia  à  bere,  &  quefto  è  il  parer  mio . 

Quando  vn  Cauallo  haue  iTe  febre. 

Die  on  o  //'  Maftri  è  benefàr  il  criftiero  d'acqua  d'orbo  ,  ebo- 
lo arminopeftato  bene  :  perche  la  febre  fi  caufa  dal  calore  delfan- 
gue ,  &  d'altri  humori  corrotti  ;  fi  che  per  leuare  detto  calore  dal  corpo 
fia  bene  fare  detto  criftiero ,  perche  fono  tutte  cofefrefcbe)&  li  rif-efea 
il  corpo . 

A    4         Quando 


f  Z    1    È    R    O 

Quando  ad  vn  Bue  efce  fangue  del  na(b.  E 

Die  o  n  o  li  Afaftri  è  bene  gettarli  per  li  fori  del  nafo  fuco  de  or- 
tichejuco  difambucojuco  difolatro  mifebiato  con  poluere  di  fu- 
ue:  dico  di  sì  ;  perche  il  fangue, che  viene  dalle  nari  di  detto  Bue  è  quaU 
the  capittiale  di  uena,cb'è  crepato  per  qualche  accidènte, ouero  per  quaU 
chebotta  ;  sì  che  buttandoui  li  fopradetti  fucchi ,  che  fono  freddi  t& 
con  la  poluere  delle  faue ,  ch'èfiringitiuafono  atte  àjìringere  dette  ve- 
ne: e  nota,  che  il  Bue  dee  mangiare  con  il  capo  alto  quando  ha  detta 
infermità àtalcbe non  dia  materia,  né  pendentia  à  detto  fangue ,  ch&~ 
habbia  dafeorrere  :  e  quefia  decottione  fi  dee  gettare  tre  volte  il  dì  di- 
ligentemente infra  di  due  catini  d'acqua  in  fronte  à  talché  detta  acqua  F 
rinfi  efebi  la  parte  del  cerebro  di  qualche  calore ,  che  veniffe  dal  corpo , 
che  deffe  caufaà  detta  vena  rotta  di  far  feorrere  più  in  abbondanti  a  il 
fangue ,  &  quefto  è  il  parer  mio . 

Quado  vn  Bue  ha  il  maleponfonefe,&  ha  piaghe  detro  la  bocca, 

DI  e  o  n  o  //'  Afafiri  è  bene  medicarlo  con  mele  rofato ,  efeiroppo 
de  cicuta ,  è  farle  lauade  d'acqua  di  cinque  nerui  incorporata  con 
lume  di  rocca  :  perche  il  mele  rofato, &  ilfiruppo  di  celfafono  incarna- 
timi tanto  più  incarnano,  e  leuano  il  dolore  facendoui  detta  lauanda .  Q 
Nota  che  il  Bue  mentre  che  ha  detta  infermità  bi fogna ,  che  mangi  le 
fr  ondi  tenere  dell' arboro ,  ò  herbe  tenere,  à  talché  non  gì' offendano  le 
piaghe  della  bocca  fopradetta ,  e  quefto  male  bifogna  medicare  quattro 
yolte  il  dì ,  che  tanto  piùprefio  incarnai . 

Quando  vn  cannilo  fi  compra,  e  quello  che  lo  compra  fi  teneffe  aggra 
nato,  ebefta  debile  di  reni  :  dico  che  fé  ne  deuefare  laproua  con  vn  ca- 
rico giuilo  ,&  honefto  ,&  ancora  portarlo  per  quelli  camini ,  che  fono 
mediocri'idico  che  non  fi  ano  troppo  pende  ti  eftremi,&fe  il  cauallo  por- 
ta la  fama  patiente  per  vn  paro  di  miglia ,  che  non  faccia  atto  di  incu- 
lar fé  ,  ò  di  cafeare  per  difetto  della  debilità  delle  reni ,  dico  che  il  detto  R 
compratore  non  ha  ragione  contra  il  venditore  :  perche  s'il  cauallo  ha- 
tteffe  debilità  lo  moflrarebbe fubito  ;  maffime  quando  fé  li  mette  il  cari- 
co fopr  a  ,  e  quejl'è  il  parer  mio . 

Quando  vn  cauallo  bàfebre  deueffeli  dare  la  medicina  nel  principio 
della  infermità ,  ouero  laffar  chepafii  alcun  giorno  detto  cauallo  codet- 
ta febre  ?  ma  meglio  fia  curarlo  dal  principio ,  &  non  appettare  che 
detta  febre  habbia  da  maculare  li  membri  perche  fi  guaflaranno  lifan- 
gui/fi  defecar  anno  li  polmoni,  per  lo  calore  fi  farà  trijla  digefiione 

del 


PRIMO.  9 

rJÌ  del  mangiare  ,ft  dìfficarà  lo  flereo  per  lo  calore  del  [angue ,  fi  contur- 
barà  il  celebro  per  le  fumofità,che  vfciffero  dal  corpo, &  andaffero  ver 
fo  il  celebroifi  cheilparer  mio  è, che  fi  debbia fubito  infagnare  dalla  ve" 
na  de'fianchi,&  che  fé  li  facciano  crislieri,  &  che  fé  li  dia  due  onde  di  - 
conferua  rofata  con  tre  onde  di  %uccaro,  con  vna  carafk ,  e  mexa  a" ac- 
qua d'orbo  :  &  quefto  fi  continuarà  per  quattro  mattine  alla  digiuna  , 
&fe  il  cauallo  dalla  febre  non  allegerìfce ,  //  darete  quesla  medicina-*  • 
Pigliar  ete  quanto  f uff  e  due  carafe  di  brodo  di  pollo  con  vna  libra  di  e  af- 
fla tratta  mefehiata  con  detto  brodo ,  &  che  fé  li  dia  à  digiuno  ,  &  che 
dopo  data  fi  facci  a  digiunare  detto  cauallo  quattro  bore  :  &fe  il  caual- 
B  lo  è  graffo  li  farete  difenfiui  alle  reni,&  à  diritto  del  cuore ,  quali  detti 
difenftui  li  trouarete  fcritti  nello  ftelfo  libro ,  &  Ria  all'aria/  muffirne 
fé  è  di  tipo  caldo j&  fé  non  mangiapaftifecebife  li  dia  dell'herba,  vfa- 
te  li  fomentile  vntioni  alla  gola, li  mafiicatorij  deprofico,  et  infufo  con 
l'aceto  forte^s . 

Si  chiede  perche  infracida  più  prefto  lamica  in  corpo  aW  animale 
pia  tofto,che  li  polmoni:  fi  risponde,  che  la  mil%aftabbeuera  de  gli  più 
f angui  groffi  ,  che  fono  ,& che  fi  congregano  dentro  della  parte  della 
digeflione:onde  quella  parte t  eh  e  vàinfangue  iperche  fattach'è  ladi» 
geftione  del  mangiare  quella  parte,  che  va  infanguefe  ne  fa  tre  parti, 
C  vna  più  fattile  fé  ne  va  nel  cuore  3la  feconda  è  la  parte ,che  ha  da  nutri- 
re tutto  il  corpo  refla  al  fegatosa  tcf%a,che  è  la  più  parte  gr  offa  del  f an- 
gue fé  ne  va  alla  mil%a;que$o  è  fatto  naturale:&per  quefto  dico  che  la 
mil^a  effendo  alle  volte  abbondante  di  detto  f angue  materiale  fi  con- 
tamina più  prefto  effa,  che  li  polmoni ,  emaffime  in  tempo  caldo,  & 
ancora  quando  il  Bue,  ò  il  Cauallo  paté  fete ,  &fktica,li  polmoni,ben- 
che  habbiano  l'effercitìo  più  di  detta  mil%a ,  fonoprouifli  naturalmen- 
te della  flegma ,  ch'è  burnì  da ,  &  fredda  ;fi  che  benché  li  polmoni  hab- 
biano da  fare  ejfercitiopiù  di  detta  mil%a,  s'incorpora  naturalmente  di 
cofefrefche,&  per  quefto  refislepiù  di  detto  polmone  in  corpo  del  Bue, 
D  onero  Cauallo. 

Quando  ad  vn  cauallo  efee  il  budello  fuor  a  per  vno  criilìero ,  che  fé 
li  fa  caldo,  ouero  per  vna  debilità  direni,  &  che  fé  li  intorcia  come 
è fuor  a  il  fondamento  :  dicoche  fi  deue  pigliare  vn  rafoio ,  &  che  fi 
deue  tagliare  il  detto  budello  da  quella  parte ,  che  è  co  fi  mor%ata ,  cioè 
quello  che  trouarete  tocco  leggermente  dalla  parte  di  f otto  del  budel- 
lo ,  &poi  che  pare  à  voi  hauerlo  alleggerito  con  hauer  tagliata  alcuna 
parte,  lo  metterete  dentro  del  corpo, e  terrete  vnpitìma%zo  bene  tiret- 
to con  la  codaben  legata  per  due  finalmente  ,  che  detto  budello  habbia 

fermerà 


io  Jb    V  B\  R  .  4À 

ferme^adentro il  corpo  ,& il mangiar  del  cavallo  fianoberbtfecorr  £ 

do  le  potrete  trottare  à  talché  fiìalubrìco  il  corpo,  &  li  farete  vnimpì* 
Siro  di  pece  greco/opra  lerenì  con  bitumi  borra  roffa  àtalclvftiano  cal- 
de,®* forre  le.remjùr  allsggerifcafi  difangnédd  collo,  àtateberesìi  & 
corpo  piìUcggiero^efhefco^  >; 

,  .Quando  {tende  vnainftuerttia a  tefiicoli  di  vn  e au allo-  a  dico  cheli 
fc  e  ade  di  pia  forti .  Prima quando  ai  vn  cauaìtoft  l'ififianoper  abbon- 
dantia  di  fangue  :à  quefio  fi  puòrimediarc  commpiaUri  attenni  per  for 
ùfcjxrle  perifiringere li  f angui  con  mandarlo  all'acqua  per-diffeccare . 
quelli  [angui;  parche fempre>  cbeUcauaìh  gif/e  all'acqua ,  l 'acqua, eh 'è 
humida,dijfecca  il  f angue  cwcorfò- all'  tefiicoli  del  cauailo  :fe lì  ponno  F 
Aarì  punti  per  alleggerir  il  /angue  :fc  li  pon>w  fate  alcune  fatiate  per 
dìfiuare,  e  mellificare dett  ite/ti  e  oli;- ma- quando  fé  li  intoppano, che  fta. 
rótto  il  pellhranfo  ,&khe  le-budeUaptffono  feenderc  dentro  alla  borfa 
degli  tefiicoli  del  cauailo  ,  lui  non  vi  è  r  medio  alcuno  :  perche  e/fenda 
rotto  dettopellicY ~anio,e  le  budella  hauen  do  etimmeda  lafcefa  dentro  à 
detta  bor[a;queSla  ècofa  incurabile^  non  vi  è  rimedio  alcunoiefe  beni 
H  cai: allo  yeniffe  ventofità  di  corpo  non  fi  può  curare  :  perche,  non  fi 
fonnoiegare  detti teflìcoiiper  lebuddla  , che /orto  di/cefi  in  dettaborfa 
degli  testicoli  j  fi  che  per  quefi'altro'capo  ìntGfda  li  tefiicoli  ad  vn  ca- 
uailo :  e  quefia  è  co/a  incnr  abile  3  &  alle  volte  quando  il  detto  cauailo  è  Q 
crepato  in  quefia  mani  era /e  fi  troua  acqua  in  detti  tefiicoli  quando feti 
dàfelcuna  punta.Nota ,  che  quefìa  è  la  Immidita,  che  fi  deSìilla  intutto 
il  corpo  ;  //  che  per  lo  cadere  di  dette  budella  quella  humidità  di  quel- 
l'acqua vi  conduce  là  detto  capo  di  budello  ,  fi  che  quando  auuengono 
•qitefie  infermitàà  glicauaUi,  è  fé  non  bene  alleggerirli  di  quella  bumi- 
dità di  queir  acqua, perche  tanto  più  leggieri  fianno* 

Chiedono  alcuni  perche*  auf a  vn  cauailo  quando  è  e  a/Irato  non  cac- 
cia fuori  cofiii  membro  come  quando  è  con  li  tefiicoli .  Quando  vn  co- 
Mallo  ha  U tefiicoli  J  dato. dalla  natura,  che  cacci  il  membro  tanto'quan 
to  nebà ,  &  non  ha  contrarietà  neffuna  in  ciò  :  ma  quando  ilcauailo  è  H 
ca/trato  fé  li  taglia ,  & 'fé  ne  vengono  à  tagliare  lì  nerui,  che  tengono , 
attaccati  ti  detti  tefiicoli  fi  chefono  i  detti  nerui  quelli,  che  vengono  à 
guatfare  il  naturale ,  efiringono  quelle  parti douefià  il  membro  del  ca- 
uailo :fi,chepcr  quefiacaufa  fono  caualli,  che alle  volte  cacciano  fuon 
mrzp  il  menerò, &  altfj,  ebenon  ce  ne  cacciano  mai  niente  per  la  xan- 
fafopr  adotta^ . 

■Dimandano  alcuni  quando  vn  cauailo  fi  g&uerna  di  vna  fiatica ,  ò 
veramente  qualche  altra  infermità  alla  parte  difopra  del  cauailo,  & 

che 


?    R    1    M    O.  n 

jt che  fi vnta dì  vntioni  calde  detta  ancha  per  confort aria  ,& fdogli arlaj 
&  che  dettesvntioni  calano  alle  volte  per  la  gamba  à baffo,  & /caldano 
ilpelo,&  danno  dolore  à  detta  gamba,  fé  fia .berte mandarlo  ali  'acqua. 
Io  dicOyChe  non  è  bene;  ma  che  fi  dee  bene  mollificarlo  con  malnate 
ben  carichedi  fognia  Con  bottiro,  &  vntarel'  vno,  &  quando  l' altro, à 
talché  mollifichi  benedettocelo  concotto  dell' vniìom  predette,  &an- 
eoraiigarui  qualche  volta  detti  malnati  a  detta  gamba;  à  talché  molli- 
ficano  bene^é"  cofimoUificatOyche  farà,perderdiLdi0lorc-j . 

Contra  il  veneno . 

g  1)7  gli  a  slerlogìarottonda y dittamo  bianco ,  &  trementina  bu 
JL  fiotta  oncia  vna,& peftate  tutte  quefie  cofe  ,&  con  vino-,  onero 
con  fncco  di  verbena  li  darete:  &  quefiacofa  épervn  cavallo  :  &  per  „ 
l'buomo  vuole  ejfere  vn  quarto  dioncia,edittamo\  e  piglia  cardo  fan-  \ 
to,&  gentiana,& dittamo di€andia,&  bolo  armeno  orientale ana 
oncia  vna,  &  con  vino  lo  darete  fé  è  cauallo  :  fé  èhuoma  vn.  quarto 
di  oncia  . 

Si  dimanda  quando  vn  cauallo  fi  vende  ad  amico ,  di  che  è  tenuto  il 
venditore .  Ridondo,  che  è  tenuto  di  tutti  i  vitijye difetti,  cioè  infermi" 
tàocculta,chehaueffeil cauallo ima  fé  il  cauallo  in questo  mc%o ,  che 

q  il  compratore  lo  teneffe,  il  cauallo  per  debilità  dicerebro  per  debilità  di 
fangue ,  per  venire  il  cauallo  à  patir  fatica  in  potere  dei  compratore r 
òche  il  canali  >  fxceff e  motiuo  olii  pafìi ,  che  mangia  di  dolori ,  enero 
veniffe  apatite  citili  vis~ìa,cbe  alla  volta  della.Lnnal'ojfi:ndeffe,&  che 
quefie  infermità  f 'fiero da  là  à  fei  me  fi  venduto,  dico3  che  non  li  è  te- 
nuto detto  ven  iitore ,  e/fendo  fiato  fei  me  fi  fen^a  alcun  difetto  in  pò- 
ter  e  del  compratore  ;  perche  fi  può  dire  che  fono  infermità  none',  che 
per  benché  il  venditore  fia  tenuto  vn'anno  à  quefia  vfan^a  da  gentil- 
huomo  :  Si  ha  da  intendere  di  tutti  i  mali,  &  difetti  vecchi yche  bauef- 
feil  cauallo  :  mafie  il  cauallo  (ìà  feipnefi  in  potere  del  compratore  fona, 

D  &  poifuccedono  quelle  infermità  fipr  adette,  none  tenuto  detto  ven- 
ditore -.perche  fono  infamità  none  ;perche  co fi come  il  cauallo  corre  al 
tempo  &  ha  moleH.a  di  fatica  \  cofi  ani  ora  fnc  cedono  T  infermità  3ho- 
ta  di  humidità ,  che  pigliano  li  caualli,  bordi  venti  fità ,  bora  di  com- 
motione  di  f angue ,  sì  che  il  nenditore  non  è  tenuto  a  quefie  influente y 
&  queHidifienfinoui. 

Quando  il  cauallo  haueffe  una  fianca  ,&  che  fuffe  uenuta  per  hu- 
midità: Oltra  cheli  farete  leuntioni  a  qudla  parte  del  fianco ,  ebd 
fieli  fanno  impiafiri  fopr  ala  fihena  fecondo  trouame  pitia  baffo,  gli 

farete 


t2  LIBRO 

farete  queflo  crifìiero  :  Pigliente  vnabranca  difetti  Greci  pedate  *»n&  E 
branca  di  camomilla,  vna  branca  di  bianca  or  fina,  vna  branca  di  pole- 
yo,  &  la  farete  bollir  bene ,  &  dipoi  pigliar  et  e  di  detta  decottione  due 
caraffe ,  &  ne  metterete  vna  oncia  di  olio  di  camomilla,&  quanto  fuf- 
fé  duefoldi  di  olio  commune ,  &  vna  branca  di  fole .  Nota,  che  queflo 
crittiero  fi  fa,perche  fono  cofe  calide ,  &  cacciano ,  &  vacuano  Inu- 
midita, che  offendano  ilfopradetto  luogo  ,&h  farete  per  dieci  volte 
vndìsì,&vn  nò. 

Dicono  alcuni,  che  fi  danno  medicine  per  fare  andare  il  poledro  ai 
vna  giumenta ,  benché  non  fia  il  tempo  di  figliare  ;  &  io  dico  di  nò, 
che  ciò  non  bafta:  perche  fé  ben'e  li  danno  medicine  per  far  vacuare  p 
detta  poledrahauete  da  fapere,  che  tutte  le  medicine,  che  fi  datino  per 
bocca  à  gli  cauaìli  fi  hanno  da  digerire  :  &  quetto  dico  ;  che  per  far 
la  digefiione  perde  la  virtù,  la  detta  medicinafacendofi  detta  digeftio- 
ne,  &  cofi  dico,  che  non  fa  effetto  fu'l  fangue ,  che  ha  da  nutrire  det- 
ta, poledra ,  ò  poledro  ,efe  pigliaffe  del  detto  fapore  di  detta  medicina 
fi  potria  ammalare  detto  poledro;  che  cofi  come  naturalmente , il 
detto  fangue  gouerna  il  poledro, ancora  effendo  contaminata  dalla  me- 
dicina è  atto  detto  fangue  ad  ammazzare  il  poledro  ;  ma  non  farlo 
npfeir  dal  corpo  :  ma  è  di  bi fogno  per  liberare  la  madre,  che  non  morif- 
fe  appreffo  al  poledro  metter  mano  dentro  la  natura  della  giumenta, &  0 
leuarnelo  ;  perche  non  haueria  foflan%a  la  giumenta  di  euacuar lo,  per- 
che morto  eh' è  il  poledro  efee  dall'ordine  naturale ,  &  per  queflo  dico, 
ch'è  neceffario  di  metter  mano,  e  cacciamelo . 

Si  chiede  quando  vn  cauallo  è  magro  :  perche  fìà  lungo  tempo  à  ri- 
cuperare le  carni ,  vi  ridondo ,  che  vn  cauallo  quando  è  fmagrito  per 
fatica,  òper  mal  gouerno ,  che  haueffe  hauuto  nel  mangiare  ,&  è  nel 
tempo,  che  mangia  cofe  fecebe,  come  è  or%p,  e  paglia,  &  fieno, &  per 
queflo  flenta  à  pigliar  carne  :  onde  effendo  folo  il  fangue  quello,  che  ge- 
nera la  carne ,  &  che  ingraffa  il  cauallo  ;  perche  quando  vn  cauallo 
mangia  li  fopr adetti  pafli,  non  può  digerir  cofi  pretto  li  detti  cibi ,  &  fi 
non  dì  gerendo  non  può  far  tanto  fangue,  né  tanto  pretto,  che  il  fangue 
generila  carne  per  ingraffare  detto  cauallo  :  poi  vie  vrì altra  ragione, 
che  non  tutte  volte,  che  quefta  dett  aparte, che  va  in  fangue  viene  legit- 
tima facendo  la  digefiione  ;  sì  che  non  venendo  legittima,  dico,che  non 
può  pigliar  carne  il  cauallo . 

Quando  vn  cauallo  ha  vna  cornata  da  vn  bue  allì  fianchi,  &  cheli 
crepagl'intettini,e  che  lo  tterco  efee  delle  budella  fuor  a  :  dico  in  quelle 
parti,  che  fi  ripofanole  budelle  di  detto  cauallo  non  è  bene  à  far  fer- 
rare 


TRI    M    0.  15 

[Arare  detto  pertugio,' che  ha  fatto  le  corna  al  ventre  delcauallo  del  modo 
fopradetto-.perche  effendo  lo  fterco  dì  dette  budella  crepate  è  meglio  po- 
ternelo  tirare  col  dito 3  ò  con  qualche  altra  tasla  3  che  in  parte  verrà  ad 
allegerirfi  il  corpo ,e  [e potria  appettare  alcun  tempo  fon  fi  il  naturale 3& 
la  complcffione  verrebbe  à  confolaredettarottura3  che  ha  fatto  il  corno 
à  dette  budella 3  e  cofi  allora  3  che  dette  budella  nongettaffero  fi  potria 
dar  fuoco  intorn  0  à  detto  pertugio  vfando  la  poluere  di  aloe ,  mirra  ,  e 
majlici  &  boloarminio,e  ìloppino  à  detta  pele  rotta  buttandouela  due, 
otre  volte  il  giorno 3à  talché  incarna/fé  detta  pelle:  mafe  lebudelle  non 
incarnano  laffate  lo  pertugio  aperto  ;  a  talché poff a  allegerire  in  parte 

B  -.quel  fterco 3  che  gettano  dettebudella,  aiutandolo  ancora  col  dito3ò  con 
qualche  tafta3&  quefto  fi  potria  fare  ogni  due  dì,ouero  tre:perche  que- 
fio  è  vn  cafoincurabile3e  non  fi  può  altro  far  fé  non  affrettare  3chela  com 
pleffionefi  aiuti  dafe3  e  mafjìme  della  ferita3che  hanno  le  budella:  onde 
fi  chiede  perche  caufa  il  cauallo  hauendo  quefta  ferita  del  modo  f opra- 
detto  3non  muore:  rijpondo3cb'èfegno3che le  budella  ftano  crepate  poco, 
&  per  quefto  la  euacuatione  del  fterco  è  poco  3  che  n'fce  3  &  non  lena  il 
corfo  naturale  deWeuacuare  del  corpo:  non  ci  è  altro  dubbio  fé  non  quel 
poco  di  euacuatione,  che  efce  dalla  ferita  nonfhcciaposìematìone  :  ma 
quelle  fono  3  come  ho  detto  di /opra  cafi  mortali ,  e  di  poca  ft>eran%a  di 

C  fanità  ;  ma  quando  le  budella  ojfefe  efcono  fuor  a  fi  potria  appontarle 
con  vn'agofottilmente3e  pur  Scafo  mortale  di  poca  fiducia  ,&  di  poca, 
tyeran%a  di  guarirei . 

Dimandano  alcuni  quado  vn  Bueha  delle baronate  [opra  il  moftac 
cio3cioè  alle  tenere  del  nafo  3  &  che  intorcia  detto  luogo ,  &  s'impedì- 
fce  il  fiatare  à  detto  animale  fé  vie  pericolo  di  morte  3  dico  di  sì -.per- 
che nel  tempo  3  che  leua  la  botta  della  baslonata  in  detto  luogo  è  luogo 
di  tenerezza  3  &  con  detta  baftonata  crepa  quella  tenerezza  del  nafo , 
&  abbaffandofi  viene  a  foffocare,  &  siri nger il  foro  del  nafo ,  &  cofi  il 
detto  Bue  non  può  fiatare,  eperqueslo  hafaftidio ,  &  affanno  :  & 

D  alle  volte  ne  perde  il  mangiare ,  &  è  di  bifogno,  che  per  fiatare  apra 
la  bocca ,  &  gridi  fi  che  è  di  gran  pericolo  :  Il  rimedio  è  quefto  :  Ra- 
derete [opra ,  doueha  hauuto  le  botte  con  lo  rafoio  ,&  lo  tagliarete  d 
far  che  detto  f angue  s'allegerifca ,  &  darete  vn  rottorio  di  eufobrio,  & 
cautarella  3  &  olio  di  lauro  3  quefto  mollificar à ,  &  tirerà  il  f angue  pe- 
fiato  :  dapoi pigliar ete  vna  tafta  quanto  vn  dito  piccola ,  bene  monda- 
ta à  tale  non  fìa  impedimento  de  nodi ,  &  dapoi  fia  inuoglìata  con 
vna  pe%^a  fonile  inpunta  ,e  bene  ligata,  &  l'infonderete  il  mele  rofa- 
to  3  &  aceto  rofato  mettendola  per  lo  nafo  a  detto  Bue ,  ad  effetto  3  che 

fé 


14  LIBRO 

fé  vi  è  alcuna  tenerezza  calata ,  detta  tafta  l'accomoda ,  &  cofi  detto  E 
mele  rofato,&  aceto  rofato  la  incarna:  &  queUofi  fàccia  per  due  vol- 
te il  dì  :  perche  ogni  volta ,  che  mettete  la  detta  decotione  con  la  detti 
tafia  allargar  à  il  nafo  di  detto  Bue -.perche  darete  pia  ffatio  à  detto  Bue, 
che  fiati, 

E  cofa  degna  dafaperfì  come  Uà  la  matrice  dì  Pn  a  giumenta  y&  co-  , 
me  fé  ingenera  il  poliedro  in  corpo  à  detta  giumenta ,  &  che  via  tie- 
ne detta  matrice  per  vfeire  quando  volle  figliare  :  La  matrice  è  fiuta 
con  ma  certa  commodità  di  carne ,  &  chinfa  à  modo  di  vn  fiacco t 
&  detta  commodità  di  carne  fià  appiccata  con  le  reni  di  dettagiumen- 
ta  :  ondefe  bene  detta  giumenta  corre ,  efaltanon  motte  dalle  reni  det-  JF 
ta  matrice ,  &  ha  la  via ,  &foro  dritto  tutto  iti  vno  con  la  natura  della 
giumenta ,  &fiàfopra  la  vefica  detta  matrice ,  &  quando  ejfa  riceue 
dallo  fialloneé  di  bifogno  ,  che  lo  riceua  quando  tre ,  &  quando  quat- 
tro volte;  alle  volte  farà  di  bifogno  che  riceua fei  volte  detto  Uall9- 
ne  y  &  quefioè  per  caufay  che  è  tanto  calda  detta  matrice, che  fé  lo  rice- 
ueffe  vna  "volta ,  ouero  due  f aria  caufa  di  non  impregnare  ;  perche  det- 
to coito  fi  rifolueria per  caufa  della  detta  caldeiga^che  regge  detta  ma- 
trice naturalmente  >  &  però. è  di  bifogno  ,  che  lojìallone  fé  lediatante 
volte^j . 

Si  chiede  come  fi  notrica  detto  poliedro  in  corpo  della  madre:rejpon-  G 
do  y  che  quando  fi  genera  vn  poliedro ,  fi  genera  prima  naturalmente 
certa  veUa  di  carne ,  che  fi  dimanda  la  feconda ,  &  detto  poliedro  fià 
dentro  à  detta  feconda,  &  per  meUiero  naturale  viue,  &  ha  il  nutri- 
mento daeffa  à  l'ombilko  ,eperlafoftan%a  del  f angue  per  miflerio  na- 
turale ,  che  dà  alla  matrice  dentro  alla  feconda  viue  detto  poliedro  :  &. 
perche  lamadre  è  proiiifta  di  j angue  dallanatitra  talmente,  che  nutre 
detto  poliedro  però  vitùù>  • 

Quindi  è  che  quando  dettagiumenta  figlia,  &  fefee  quell'acqua  in- 
nanzi al  poliedro  mifebiata  alle  volte  confangue  ;  quella  èT  orina ,  che 
pifeia  detto  poliedro ,  e  mentre  Uà  in  corpo  di  fua  madre  quel  f angue ,  fi 
che  viene  mefehiatocon  detta  orina,  quella  foUantia  di  fangue jche  va 
à  detto  poliedro,  e  vi  mefcola  in  vno . 

Si  chiede  perche  caufa  la  donna  ha  il  tempo  fuo  ogni  mefe ,  e  fé  non 
euacuaffe quella  putrefattane ,  che  defeende  da  detta  madre  fé  putre- 
farla, &  ia giumenta  non  :  refyondo ,  che  vifiano  piùragioni  :  ma  prU 
ma  che  la  donna  mangia  più  cibi  difoftan^a ,  &  per  queUo  genera  af- 
fai più  fangue:  dipoi  fh  poca  fatica,  &  per  qucjìo  fé  ejfa  non  pur- 
gaffe  ogni  mefe  fé  putrefarla  ;  ma  la  giumenta  per  la  fatica,  che  ha  pia 

grande 


PRIMO.  i? 

A grande  non  può  generare  tanto  [angue  ,  e  fé  pur  ne  genera  fi  rifolue 
dentro  a  detta  madre  per  li  cibi  humidi ,  che  mangia  ,  sì  che  per  urne 
quefle  caufenon  purga  la  giumenta  ogni  me  fé,  come  purga  la  donna . 

Si  domanda  perche  caufa  la  donna  porta  noue  me  fi  ,,&  la  giumen- 
ta dodeci  :  ridondo  ,che  ladonna  partorisce  vnhuomo  ,  che  non  ha  da 
far  forza,  come  ha  da  fare  vn  poledro,  &per  queflo  la  natura  hapro- 
uifioychabbiatre  mefi  di più  detto  poledroà  ìlare  in  corpo di  detta  giù- 
menta,  à  talché  fi  fortifica  più  ne*  membri,  che  non  vn'buoma  ;  &  an- 
cora è  per  li  cibi  fiacchi,  che  mangia  detta  giumenta. 

Dicono  alcuni  quando  ad  vn  cauallo  li  viene  la  fcefa  all'occhio ,&  è 

&  il  tempo  caldo  è  buona  darli  medicina,nel  quale  entri  pece  nauale,  & 
pece  Greca,  eincenfo,  e  maslici ,  &  borra,  cioè  armatura  di  panno,  à 
vcramentemettervn'impiafìroin  fronte  à  detto  caualla  di  farina  d'or- 
70,  bolo  armino ,  fuco  di  folatro ,  fuco  di  fambuca,  di  fiondi  di  radice 
eu  et  affo,  &  aceto  bianco  con  bianco  d'oua  :  dico  il  fopr adetto  impiajlro 
ejfer  caldo;  perche  tutte  fono  cofe  calde,  ma  dislringitiue  più  affai 
del  fecondo  impiastro  :  maqueHo  fecondo  è  fiefea,  &  è  in  parte  dì- 
flringitiuo  ::  ma  il  parer  mio  è  ,che  quando  vengono  quefìefe  e  fé,  e  que- 
fìe  furie  di  f angue  àgli  occhi  dell'i  caualli  io  per  ìlringere  più  li  humori, 
eie  vifeere  della  tesla  adoprerei  l'empiaflro  prima  nominatolo  per  far 

C  l'euacuatione  più  preHo,  perche  mentre  il caualla  baia  fopr adettain- 
fermità  fi  può  tenere  in  luogo  frefeo  finche  fia  guarito. 

Quando  ad  vn  cauaìlo  fé  li  dà  vnabeuanda  per  bocca ,  &  dandola 
fi  piglia  angofcia,efudarà,nafce,  che  è  il  f angue, che  piglia  alteratone ;. 
fi  debbe  mettere  la  briglia  in  bocca  con  vna  pe%$a  arrauogliata  in  det- 
tabriglia  doue  fiafale  commune ,  &  bene  bagnata  à  talché  tenga  fie- 
fca  la  bocca  di  detto  cauallo ,,  &  che  fé  li  leui  f angue  dalli  fianchi  tanto 
che  baili, e  che  paffeggi  à  lento  paffo ,  &  che  fé  li  dia  vn  luogo  fiefeo 
della  slallaperla  notte  con  poco  mangiare,  emancobere,  e  cofi  allegge- 
rirà, &  ilarete  ficuro,che  non  fi  riprenderà  .. 

jj  Si  dimanda  fé  quando,  vn  cauallo  leua  vna  botta  di  calci  per  la  perfo 
na,&  queflofuccede  verfo  la  fera  al  tardo  fé  fi  deueinfagnaresì,  ò  nò: 
dico  di  nò  ;  perche  il  cauallo  cauandofi  f angue  per  alleggerirlo  potria 
la  notte  colcarfi  ,&  far  rompere  il  fangue^e  lainfìgn\a,&  faria  peri- 
colofo  di  morire  detta  cauallo;sì  che  dico,chefideue  tenere  dette  caual- 
lo in  dieta  la  notte,  &  la  mattina  venente  ftdeue  infagnare ,  &  farli 
quelli  rìmedij  conuenienti ,,  &  co  fi  slarete  più  fumo .. 

Si  chiede  quando  fi  dà  vna  medicina  per  leuare  vna  dogli  a  di  ventre- 
ad  vn  caualloyOucfo  vna  vento fità,  fé  fa  l'effetto  fubito  sì^ò  nò  :  dico 

di  sh 


iC  LI    B    R    0 

di  sì  ;  perche  la  doglia  di  quefìo  cauallo  è \ventofrtà ,  e  fredderà ,  tè*  £ 
fé  li  dee  fare  crifliero  di  galanga,  {pico  nardo  ,e  mitridato,che  fono  tut- 
te co  fé  calde, incorporandoui  vin  buono  sì,  che  arrivando  dette  cofe  den- 
tro il  corpo  del  cauallo,  fubito  lettino  quella  bumidità ,  &  quella  fred- 
dezza; sì  che  fé  alcuna  parte  reflajfe  del  dolore  è  per  due  caufe  :  prima 
perla  compleffionetrisla,chekaueJJe  il  cauallo  ,ouero  che  fono  affai  ca» 
ualli, che  hanno  li  fopr aietti  dolori  alle  volte,  &  refìano  molto  tormen- 
tati delcorpo:  dipoi  laffatoil  dolore  resla  tormentato  delle  budella,  che 
fono  slate  abbattute  dalla  ventofrtà;  refia  tormentato  dello  ftomacoper 
quelli  cibi,  che  fi  fono  trottati  dentro,  e  fi  fono  conturbati,  &  ancora  li 
fangui  per  la  fatica ,  che  piglia  detto  cauallo  nel  dolore,  caufato  per  la'^p 
ventofrtà,  sì  che  non  è  marauiglia  quando  vn  cauallo  refìa  vn  poco  frac 
co  quando  ha  quefìo  fopr  adetto  dolore, e  yentofità  :  ma  fi  dee  però  far 
differenza  da  vna  medicina  ad  rn' altra, eh  e  fi  darà  per  uia  di  purgata- 
ne ad  vn  cauallo  :  queslafà  più  prefìo ,  &  più  facilmente  l'effetto ,  e 
con  il  calor  fuo  leuarà  l'humidttà  fubito 3sì  che  per  voler  ancora  far  in- 
tendere vn'altracaufa  -.dico,  che  quando  voi  darete  vna  medicina  per 
purgare  vn  cauallo  è  di  bifogno,  che  frano  tutte  cefi  mollificati  uè,  come 
fono  lardo, butiro , olio  commune,aloe,  farina  d'orbo, sì  che  tutte  quesle 
cofe  fono  atte  a  fare  andare  il  cauallo  facilmente  dei  corpo  :  e  dandola 
al  cauallo  è  di  bifogno,  chef  digerifea,  &  e  ofr  digerendola  quellihumo-  Q 
ri,  fi  euacuino,  che  fi  trottano  dentro  il  corpo  del  cauallo  :  sì  che  la  me- 
dicina della  ventofrtà  fopr  adetta  fa  più  preflo  l'effetto ,  che  non  fa 
quella  della  purgazione, perche  quefta  vuoltempoà  padirla  per  gira 
trouar  le  cofe  nafeo fé  dentro  l'inteilina  del  cauallo,&  la  medicina  della 
f ventofrtà  fa  l'effetto  in  arriuando  dentro  allo  fìomacofolo,perche  con- 
ortato,  e  vacuata  quella  flegma,  che  fi  ritroua  dentro  lo  flomaco  quale 
caufa  la  ventofrtà,  fubito  è  leuato  il  dolore,  sì  che  qui  fra  medicina  è  più 
ffeditiua  delle  altre,  &  fa  l't  fretto  fubito . 

Si  chiede  la  cagione  perche  pw^a  lo  freno  d'vn  cauallo, e  fé  lo  cau- 
fa la  flegma, onero  l'orina  :  dico  di  nò  ;  che  è  il  f angue ,  che  fa  puxja-  fi 
re  lo  slerco  :  perche  effo  è  più  caldo  che  none  la  flegma,  &  l'orina  :  sì 
che  perii  calor  fuo  quando  lo  fterco  non  è  bene  digefto  puzga  per  lo 
gran  calore,  che  dà  ilfangue  dentro  il  corpo  del  cauallo-,  sì  che  per  que- 
fìo fi  deue  cattar  f angue  fyeffo  alti  caualli  quando  hanno  frmile  infer- 
mità, &  maffrme  li  tempi  caldi  olir  a  lapurgationc,  che  fé  li  dà  per  n  et- 
tare  il  corpo . 

-    Si  dimanda  quando  al  cauallo  frede  vna  furia  di  f angue  allagamba 
perche  caufa  fi  deue  infagnare  alla  medefrmagamba  :  riff>odo  che  quan- 
do 


?    K    1     M    0.  iy 

'jt  do  pafsa  li  tre  dì  >  che  detto J angue  è  dimorato  in  detta  gamia ,  e  che  fi 
è  ingrossato  il  detto  fangue; fi  che  farla  diffidi  cofa  a  diuertirlo:  ma  la» 
do  y  che  fé  li  faccia  alla  mede fìnta  gamba  tinfagnia,  onero  fpuntare  la 
punta  del  piede  ;  perche  il  [angue ,  per  bene  che  fiagrofso  fé  ne  efce  pia 
presto  dalla  parte  vicina y  che  non  da  la  lontana.  Si  dee  anco  apparec- 
chiare vn  'impiastro  àia  detta  gamba  di  stoppino  >  terra  figilatay  bolo- 
armeno  )Cretaychiar  a  d'ouoyet  aceto  forteyche  fi  mollifica  ogni  cofa  den- 
tro detto  aceto  vngerli  poi  detta  gamba ,  equeflo  fi  fa  per  riflringere  > 
che  non  corra  pia  [angue  in  quella  parte  . 

Si  cerca  qual  è  la  caufa  >  che  il  J angue  dentro  il  corpo  del  cauallo  non 

B  può  Harefano  perfpatio  di  tempo:  rifpondo  ,  che  fono  otto  caufe  :  prima 
fi  conturba  il  f angue  per  ale  una  fatica  grande,  che  fida  à  detto  cauallo , 
ebe  trauagliando  fi  fcalda:  feconda  ragione  è  quando  lo  sterco  fu  mo~ 
tiuo  dentro  il  corpo ^che  fi  difecca  per  calore ,  ouerofi  mollifica  per  hu- 
midità;  Laterza  ragione  per  troppo  humettatione  di  flegma,ch'è  hu- 
miday  &  frigida  :  quarta  ragione  è  per  troppo  humettatione  di  orina  ; 
perche  l 'orina  produce  calorey  &  alle  volte  hnmiditày  calore  che  piglia 
dal  destillar  della  carne  y  calida  fecondo  è  il  ciboy  che  mangia  detto  ca- 
ualloda  quinta  ragione  è  la  parte  de  l'aere  y  ch'è  caldoy  e  humido,  caldo 
quando  partecipa  il  dì  del  Sole  y  &  la  hnmidità  della  notte  ;  Sesta  ra- 
C  gione  quando  il  cauallo  è  offefo  dal  calor  del  Sole .  Settima  ragione  è 
quando  piglia  della  fecche^a  ,  &  della  bumidità  della  terra .  Ottaua 
è  quando  il  cauallo  patifee  peri' hnmidità  della  pioggia  dell'acqua: 
queste  fono  quelle  caufe ,  che  conturbano  ilfanguefpeffe  volte  nel  corpo 
del  caualloy&  queflo  è  la  caufa  ,  che  il  f angue  non  puòflare  in  vna  ma- 
niera fanoy<&  illefo . 

<Dicono  li  Mastri  y  che  quando  vn  difcepolo  vuol  mettere  bottega  di 
Marefcalco ,  che  fi  dee  efsaminare:  di  che  s'ingenera  il  cauallo  in  corpo 
della  madre  ,  cjr  che  vogliono  fapere  da  che  tempo  figlia  >  &  dapoi  co- 
me fi  può  mantenere  >  &  crefeer  detto  poliedro ,  tutto  quantOy  è  benfat- 

™  to  ;  ma  l'importanza  e  dapoi  nato  y  che  farà  il  poliedro,  &  che  fard  il 
tempo  della  fatica,  &  che  faticando fucceder  anno  le  infermità:  fi  che 
diquesto  dee  effer  pratico  il  maestro,  e  conuienfaper  rimediare,  &  in- 
tendere da  cheponno  venire,et  che  cagiona  grande  moltitudine  delle  in- 
fermitày&  co  fi  fapendokydarui  li  rimedvj ,  fi  che  il  mafiro  dee  fapere  la 
infermità  di  donde  viene ,  &  il  rimedio  necefìario ,  e  che  effetto  fa  det- 
to rimedio .  fncominciando  dalla  testa  del  cauallo  domandandolo,  che 
cofa  ecapoftotico  ,  che  cofa  è  giamucrio,  &di  quante  forti  viene 
domandarlo  ,che  cofa  è  cataractola  >  g*r  di  quante  forte  viene  doman- 

*B  darlo 


I&  l     I     B       A.    0 

darlo  di  vna  ranùla,cfo  y>  iene  alla  lingua  del  cauallo,b  da  che  viene*  ò  j 
domandarlo  de  vndfchila.  nria  che  viene  allegarti  della  gola  del  ca- 
uallo:ò  domandarlo  delle  infiagioni,  che  ven  gono  à  gli  occhi  del  caual- 
lo,  ò  dimandarlo  quando  il  cauallo  perde  il  mangiare  per  caufa  difred- 
de^a,che  rimedio  vi  è,  dimandarlo,  che  cofaèil  tiro,  &  da  che  viene 
al  cauallo:  perche  viene  vna  vento/ita  ad  vn  cauallo,e  come  fi  curi,  do- 
mandarlo, che  cofa  è  /angue  ,  &  che  proprietà  ha  dimandarlo  ,  che  cofa 
è  la  flegma  ,  e  che  proprietà  fono  lefue  ,  e  co  fi  ancora,  che  cofa  è  ori- 
na,e  che  proprietà  ha  ,  &  che  moto  fa  detta  orina  :  ancora  dello  fler- 
co  ,  che  offenfione  pub  fare  al  corpo  del  cauallo ,  &  quando  detto  fieno 
fi  difecca  per  lo  calore  delfangue  ,  che  medicina  fé  li  da  per  mollificar-  f 
lo  :  domandarlo  che  cofa  è  il  fegato,  e  che  officio  fh  :cofi  ancora  dirle,  che 
cofa  è  core,&  che  officio  fh  :  domandarlo ,  che  cofa  è  celabro ,  &  per- 
che f  ha  pò  Ho  la  natura  in  quelle  parti  della  tefta  ;  che  cofa  fono  li  den- 
ti del  cauallo,  e  che  officio  fanno  :  dimandarlo  de' polmoni  della  mil%a\ 
&  che  officio  fanno  fé  fono  caldi ,  b  humidi  :  domandarlo  ,  che  cofa 
fono  fintefìine,  &  la  vefica ,  &  che  officio  fanno  ;  dimandarlo,  che  co- 
fa  fono  li  rognoni,e  doue  nafeono  li  nerui,  &  che  proprietà  tengono,e  di- 
mandarli quali  fono  le  camere  del  fegato  :  e  quando  il  fegato  abbonda 
difangue  doue  ricetta  detto  f  angue,  che  non  offendali  cauallo '.diman- 
darlo che  cofa  è  la  rezza  ,  che  fìà  intorno  al  ventre  del  cauallo ,  e  che 
cofa  è  detto  ventre ,  &  che  officio  fh  dentro  il  corpo  :  domandarli  delle 
vene,  #*  perche  le  ha  fatte  la  naturd,dimandarle  lihumori,li  riccio- 
ìiyle  grettatace,  feferchie,  /echieui  arduele ,  le  trauer  cu  lei  efti  d& 
che  vengono, e  che  rimedio  ha  la  rogna,/,*  murfea,  Upelo  da  che  vie~ 
ne,&  che  rimedio  vi  è:  dimandarlo,che  cofa  è  fiatica,  e  da  che  vieney 
&  che  rimedio  vi  è:  domandarlo  da  che  viene  lafehre  ad  vn  cauallo  > 
e  che  rimedio  vi  è:domandarlo,che  cofa  è  riprensione,^  di  quante  for 
ti  viene,che  rimedio  vi  è:  quante  volte  fé  infagnia  Vanno  detto  cauallo  > 
&  che  profitto  Ufh  dettainfagnia per  purgar  vn  cauallo ,  che  medicina 
li  dà,&  dimandarlo  fé  ha  vna  inchiouatura,ouero  ad  vn  cauallo  de  fola 
to  ,  per fhyìj  fhre  vny  altra  fola ,  che  vnguento  vfa  :  domandarlo  da  che 
"piene  vn  circhio  ad  vn  piede  del  cauallo  ,  dimandarlo  come  gonfiano  li 
nerui  ad  vn  cauallo  ,  &  advn  mulo  delle  gambe  dinanzi,  &come  in- 
cnritano,e  che  rimedio  vi  è:  dimandarlo,  che  proprietà  ha  il  fuoco,  dan- 
dolo ad  vn  cauallo ,  &fesàfhr  l' vnguento  negro,  &à  cheferue:fe  sa 
fare  l' vnguento  roffo,  &  à  che  è  buono;  co  fi  deltvnguento  verde  :  ad- 
dimandarlo  che  cofa  è  Mola,  e  perche  caufa  il  cauallo  laffa  vfei- 
te  il  membro  fuor a}e  non  fé  li  pub  retirare  dentro  :  dimandarlo  perche 

caufa 


rjl  "r  aufa  il  C audio  quando  è  il  tempo  dell' berba  fé  li  dà  la  ferraina  dieci  dì 
auantiy&poi  fé  li  dà  il  prato  .-dimandarlo  perche  caufa  il  Cauallo  ingraf- 
fa più  preilo  mangiando  Vherba^he  non  le  cofc  fecche  ,  come  è  or?o:pa- 
glia  :  dimandarlo  perche  caufa  vn  Cauallo  ,  li  Maftri  lo  fanno  notare 
in  mare  :  quando  fi  duole  delle  Jpalle:  dimandarlo ,  che  co  fa  è  lo  intra- 
pieito,e  che  rimedio  vie  :  domandarloyche  cofa  è  vn  piede  incaftellatO) 
e  che  rimedio  bay  dimandarlo  che  cofa  fono  li  porri  >  &  di  che  fi  ge- 
nerano ad  vn  Cauallo  y  e come  fé  gouemano  :  dimandarloyche  cofa  èvna 
piaga  y  e  come  fi  gouerna ,  efdogliarlaypurificarla ,  sfaldarla  :  fi  che 
perfapere  curare  quello  animale  fi  vuole  domandare  il  maHro  >  che  ha 
*%  da  metter  bottega  diquejìa  maniera  :  perche  fono  co  fé  necefs arie  per  U 
vitay  &  per  mantenere  il  detto  animale  fano  >  che  pofsafhre  ilferuitio 
folito  allbuomo  :  fi  dee  di  più  interrogare  delli  ferri  y  e  dirliy  che  ferrò 
fa  ad  vn  (aualloycbehàlo  fuozo  ;  ancora  dimandarlo  y  che  ferro  bi fo- 
gna ad  vn  Caualloyche  è  bafso  in  e  ale  agno  yche  ferro  fi  dee  ad  vn  (fauallo 
che  ha  il  piede  chino,quale  ad  vno^che  ha  la  feorcia  fiacca  del  piede  qua- 
le à  chi  cala  il  circhio,  e  di  quefia  maniera  fi  dee  dim  andare  ancora  il 
masìro  del  lauorar  de' ferri  » 

Quando  ad  vn  (fauallo  li  viene  vno  prurito  a  qualche  parte  della  per- 
fena  yfe  lidefse  afsaifàfiidiofi debbefubito  infagnare perche  alleggeri- 
C  fee  il  f angue ,  che  è  caufa  di  detto pruritoy&  poi  rader  tutto  il  luogoydo- 
ue  fi 'rajpaye  gratta  detto  anim ale >&  tagliarlo  colrafoioy  à  talché  fi  caui 
queljangue  tri$ìo>&  dipoi  piglia  olio  di  Uuroy&  euforbio  >  e  cantarella 
ben  pestati,  cjrdi  quello  vntare  il  fopr  adetto  luogo  >  che  fi  gratta  detto 
Caualloyò  detto  Bue:e  nota ,  che  quando  vengono  quefìi  pruriti  fono  f an- 
gue corrotto  y&  come  arriuano  in  detto  luogo  fi  fracida}  e  li  vengono  li 
pedocchiye  rognayfi  chefkcendo  le  dette  vntioniy  che  fon  calide  conforta- 
■  no  detto  luogo  ,  &  perche  ancora  fono  purgatine  >  &  fanno  vfeir  fuori 
quelfangue  corrotto  in  marcia  ;  fi  che  purgandofi  del  modo  fopr  adetto  > 
lena  il  prurito  . 

Quando  vna  giumenta  figlia  diFebraìo ,  e  fono  li  tempi  freddi  >  re- 
fia  il  corpo  molto  ventofo.yfe  li  deue  dare  ben  da  mangiarey&  fé  li  deue 
fkre  vn  buono  impiaflro  alle  reni  ;  à  talché  fi  mantenga  calda ,  &  forte 
di  reniy&  fi  deue  tenere  in  buona  Halla  calda  tanto  efisa  come  per  lo  pol- 
iedro fi  che  fìiano  caldiyet  ancora  qualche  volta  vfar  a  darle  qualche  pa- 
ne con  farina  di  granoyperche  li  tiene  il  corpo  caldo  ,  &  infoftantia ,  & 
queflo  è  il  parer  mio  >  fin  che  vengono  li  tempi  caldi  dico  d'^Aprikye  di 
Maggio  y  e  che  fi  trouaranno  dell' herbe  dapafeere . 

Dicono  alcuni  Maftri)  che  quando  ai  vn  Cauallo  feorre  ilfangue 

B     z         alle 


15  l    I    B    \    0 

alle  jpalle,  &  che  ha  da.  far  camino ,  perche  e  auf a  fé  tifa  l' impiastri ai-  £ 
le  fpalle ,  di  pece  greca ,  pece  nauale,rafapina,vntato  ,  che  Ihaueranno, 
colfopradetto  impiaflro  aUe  fpalle,  ci  menino  a^imaturafopra  :quc- 
fio  lo  fanno  li  maflri,  perche  non  concorra  più  fangue alle fpalle  del 
(fauallo  cambiando  :  onde  detto  impiaflro  tenga  ftretto  dette  Jpalle ,  & 
ancora  li  danno  poca  biaua ,  tanto  che  pare  à  loro  che  il  Cauallo fi 'pofi- 
fa  fomentare  per  lo  e  amino,e  queslo  fi  fa  ad  effetto,  cì?e  non  aumenti 
troppo  fangue;  co  fi  il  Cauallopa.fi  ara  meglio  per  lo  camino ,  e  più  leggie- 
ro,  fi  che  queHa  à  l'intentione  delli  maflri,  e  per  queflo  fanno  detto 
impiaflro . 

Si  dimanda  perche  caufavn  (auaUo  gettando  fi in  terra  fi Ietterà  poi  F 
con  vna  gamba  toppa  :  dice  che  alle  voltequando  fi  gettano  quefti  Ca- 
malli in  terra ,  &  che  fé  li  fa  alcuno  rimedio)  ecbeflannotroppoin 
terra,  fé  li  addormentano  li nerui,  e  la  carne,  &  le  offa,  &  per  queflo 
il  Cauallo  fé  leua  co  fi  toppo  alle  volte  ,  &  perche  fono  affai  maflri  ,  che 
yorrianofapere,  che  cofa  è  addormire  yna  gamba  di  vn  Cauallo ,  ouero- 
ad  vn'huomo  :  ridondo ,  che  il fangue  in  quello  effere  perde  la  proprietà 
fua  calda  ,  &per  queslo  la  carne  ,&le  ofia  ,  &  li  nerui per  non  baue- 
re  altro  conforto  ,  che  il  fangue  reflano  in  quell'impeto  perfi ,  e  raffred- 
dati, &  fen?a  fuftantia,  &  per  queflo  il  Cauallo  %pppìca  perche  non 
fìfente  quella  gamba  effendo  raffreddata  slando  in  terra  ,fi  cheperque-  G 
fla  e auf  a  fi  adomanda  la  gamba  efiere  addormentata,  &  per  queìlofi 
fanno  li  bagni  d"  acqua  bollita  con  rofmarino,efalu'iaperincaUdire  det- 
ta gamba- . 

Si  chiede  perche  caufa  la  natura  fece  il  fangue  rofio ,  ridondo  lo  fece 
per  tre  cagioni.Trimo  per  fimigliarlo  al  fuoco ,  cheèroffo  :  Secondoper 
effere  caldo  ,  fi  cheefiendo  e  aldo  confort  a,&  allegra  tutto  il  corpo ,  <& 
ancora  perche  quando  è  corrotto  detto  fangue,  Dorina  piglia  del  colore 
del  fangue  rofio  ,mafftme  che  il  fangue  è  il  fiore  della  digeftione ,  clx 
fifa  delli  cibi . 

Si  domanda,  che  differenza  è  dotta  Uno  fa  al rottorio,  echi  fa  più  " 
pretto  effetto  à  leuar  vn  dolore  la  linofa,  ò  il  rottorio  :  rifpondo  ,  che  vn 
dolore,che  viene  ad  vn  Cauallo  allefpalle,b  alle  gambe  ha  da  venire  per 
due  cagioni  generali ,  o  per  vno  accidente  caldo,  o  per  vn  freddo,  che» 
riceue  detto  Cauallo,onero  per  vna  bottale  leua  ,fi  che  tutto  è  fangue 
corrotto,  che  dà  dolor  e  poi  al  Cauallo,  &  per  queslo  li  maflri  gli  fanno 
queHe  linofe,  e  quelli  rottorij:  &fapiùopera  il  rottorio  della  Linofity 
perche  il  fangue ,  che  da  detto  dolore  è  corrotto ,  &  ha  perfo  la  virtit 
(alida,  gr  però  da  dolore  >  dandovi  il  rettorio>c  befane  cofe  calde  >  e  che 

purgano. 


V    J^    i    A4    0.  a£. 

^  purgano  detto  fanguey  confortando  detto  luogo,  e  col  calorlorolo  defe- 
cano purgatOycbe  l' batteranno:  fi  eh  e  il  rottorio  purga  yfdogliay&  difec- 
■ea  il  luogo  offefo  ;  che  la  lino  fa  mettendola  à  vn  dolore  di  vn  e  audio  >, 
per  ben  che  fi  tengano  in  parti  calde  >  non  mantiene  più,  il  calore  ,  fé  non 
quanto  la  farete  calda  al  fuoco  >  &  poi  che  poftaferà  al  luogo  lefo  yper 
vn" impeto  di  freddo  perde  il  calore  ;  fi  che  per  quefia  caufa  io  laudo  il 
rottorio  ;peube  di  continuo  tien  caldo ,  &  confortato  il  luogo  offefo  >  & 
ancora  Iquando  fi  ha  vn  rottorio  fi  rade  il  detto  luogo  >  come  è  detto  dì 
fopra . 

'Dicono  alcuni  quando  ad  vn  cauallofe  li  dà  il  fuoco  intorno  della 

B  gamba,  perdi  fopra  la  vena  maeflra  intertiene  il  fanguey  che  nonfeen- 
de  à  baffo  il  detto  fuoco  :  <jr  io  dico  di  nò;  perche  il  fuoco  dandolo  >  non 
•concuoce  folo  la  pelle  y  &  non  paffa  dentro  à  la  vena ,  che  fé  paffaffe  alla 
dett  avena  feria  caufa  di  fare  vfeire  J angue  della  fopr  adetta  vena  >  e 
feria  pericolofoy  &  non  farla  medicina  laudata  >  né  manco  fé  ben  intac- 
cale detta  vena  colfuocoy  nonpotria  interrenere  ilfangueycbe  noncor- 
reffeperla  gamba  à  baffo  ;  fi  che  nonbasla  darle  detto  fuoco  intorno 
per  r  attenere  detto  fangue  per  le  ragioni  fopr  adette . 

Comefi  conofccvnCaualIo,  che  hàlatofle. 
C 

Dico  y  che  lo  ternate  vna  notte  y&vndìy&  che  li  date  a  mangiare 
cofe  fecebe  come  è  or?0)pagliay&  brenoy  ò  femolella  fenica  bere  > 
perche  mangiando  il  cauallo  queste  cofe  fecebe  >  &  non  beuendo  ,  tanto 
manco  flegma  fa  il  cauallo  à  la  digefiioney  che  fa  del  cibo;  fi  che  quando 
il  cauallo  fi  troua  abbondante  di  fangue  y  &  abbondante  diorinay  &dì 
.  ftercoych'èla  terza  digefl  ione  fono  tutte  cofe  caldeye  fecebe:  perche  non 
vi  effendo  laparte della  flegmay  ch'eia  quarta  parte  della  digeflione  ; 
ch'è  humidaytutte  i  altre  parti  refìano  caldey  efeccbey  e  maffime  il  fan- 
guey e'IJìerco  ;  fiche  non  ui  effendo  l  abbondanza  della  flegmay  perche 
*D  l'orina  piglia  del  calore  del  fangue  mancando  la  flegmay  cornee  detto 
di  fopra  ancora  manca  l'humido  delli  polmoni  naturalmente  ;  perche  lì 
polmoni  efendo  humidiye  fé  echi  mancando  il  nutrimento  naturaley  che 
le  fa  detta  flegmaytanto  più  defeccay&  opila;&  per  quefia  caufa  s'au- 
menta la  tofìe  al  cauallo  ,  per  che  difeccando  detto  polmone  >  il  cauallo 
refia  con  affanno^  &  per  forza  moflr  ara  fé  bà  tofie;,  fi che  quando  volete 
fhrequesla  fopr  adetta  fferientiafatey  cheH  cauallo  mangi fenza  bere . 

Quando  vn  cauallo  mofìra  effere abbattuto  mangia  beney  efepure 
non  mangia  totalmente  bene  y  pizzica  qualche  cofa  della  biaua ,  e  della 

B     3  paglia^ 


jg  r  h  ri  n^  a 

faglia  ,0  altro  apetitiuo  ,  fecondo  conukrte  al  nm/Jar  lo-o  :  dico  di,.-* 
herbe\  che  mangiano detti Caualli ;  mattava  co -ne  editto  difopra  ab- 
butaticio  del  ventre  :  onde  dicono  alami ,  che  per  Iettare  detta  vento fi- 
tà  fi  dee  darle  medicina  componendola  di  me^p  rotolo  di  lardo  ben  bat- 
tuto) <&•  me zo  rotolo  de  burro-fi  butiro  di  vacca  ,  &  me^p  quarto  d?olio 
commune ,  e  metter ui  me%a  oncia  di  fpico  nardo ,  à  talché  fi  purgaffe 
alcun  a  materia  ;ma  a  noi  non  piace  :  perche  fé  il  Cauallo  mangia  tanto 
poco  ,  che  fi  pcfia  fcficntare  tanto  che  fé  li  pofjìno  fkre  perfino  àfei  cri- 
ttieri  d'olio  commune,  <&decottione  di  marcorella,mele  cotto  ,  cama- 
rilla y  &  fi  orci  d'agli ,  perche  fono  cofe  calde  ,  sfacendolo  con  mexp 
quarto  d'olio  commune  la  volta,  l'olio  è  mollifìcatino  compoflo  con  lefo-  P 
pradette  cofe fletterà  l'h umido  dal  corpo  del  Camllo-.perche  dandoli  det- 
ta medicina  è  buona,®-  laudabile  ;ma  perche  fi  fdegnarà  il  Cauallo  ,  <jr 
fé  li  leuaria  quel  poco  d'appetito  :  fi  che  quando  potete  fkr e il  rimedio  > 
&  liberare  il  Cauallo  ferina  la  medicina  folo  con  li  criflieri ,  <&•  con  due 
buone    irtfcgnìe  dalli  fianchi ,  io  lo  laudo . 

Dicono  alcuni  quando  viene  vn  verrm1  ad  vn  Cauallo,  e  che  per  forte 
venijje  la  concorrentia  difangue  tutta  ad  vna  gamba,®  che  faceffe  boc- 
che affai  è  bene  per  purgare  qucfle  piaghe  rette  per  caufa  delfangue 
rotto,  mettere  vnguento  forte  à  tutte  le  piaghe  :  iodico  di  nò  s  perche 
l unguento  forte  non  fi  può  fare  fen%a  veneno,  come  àfolimato  ,  ouero  G 
ar fenico  roffo  ,  ouero  crifiallino  :  fi  che  efiendo  di  vna  di  quesìe  forte  di 
vnguento  ;  dico  che  non  fi  deue  metterei  tutte  le  piaghe  in  vna  volta , 
perche  l'unguento  mangia,®  allarga  le  piaghe ,  &  dà  tanta  paffione  al 
(auallo,  che  feria  pericolo  moriffe  di  paffune ,  &  mdjfi  me  fé  il  Cauallo 
fi  trouaffe  debile  di  carne  ,  &fefi  trouafie  carico  di  carne ,  è  pericolo 
farli  venirla  febre  ;  perche  per  la  paffione ,  che  patine  detto  Cauallo  ali- 
mentaria il  calore  afangui,  fi  che  fi  deue  mettere  à  due ,  ò  a  tre  pia- 
ghe le  volta,  &  non  pia. 

Dicono  quando  advn  (auallo  vien  data  vna  ferita,!®  che  non  ha  do- 
lore è  bene  a  rader  intorno  à  detta  ferita,  efarevnrottorio,  e  pigliare  ** 
quattro  onde  d'olio  di  lauro,me^a  oncia  di  reuforbio,  ®  me%a  di  canta- 
rella ®  comporre  ogni  cofa  infieme,  ®  vntarlo  intorno  à  detta  ferita  ; 
perche  al  tempo,chel  detto  Cauallo  ha  hauuto  la  ferita  gl'è  concorfe  hu- 
more  difangue  intorno  ,  fi  che  vntanàofi  con  la  detta  vntione  purgala 
detto  fangue  pretto .  rincora  quando  UCaualli  leuano  quétte  ferite  il 
fangue,che  vicorre  intorno  reffredda ,  e  caufa  dumga;  fi  che  facendo- 
vi vntionile  mollifica,purga  >  lefdoglia,e  nota  :  che  quando  fé  fa  que- 
lla coja  fi  vuol  tener  la  ferita  bene  appuntata,  ®benefigillat>adita- 

fle> 


^l  ftey  e  difloppa ,  a  talché  le  dette  vntioni  non  entrino  dentro  la  ferita ,  e 
muffirne  quando  le  ferite  fono  [opra  deWofìayOuero  fopra  le  giuntureyche 
fono  luo?hiff>afimofh&  li  farete  vna  vntìone  di  butiro  da  là  à  fei  dì  in- 
torno adetta  fentJi ,  a  talché  mollifichi.  qtièlU  parte  doue  vntate  ,  &  la 
feritala  niedicarete  t  prima  con  vna  chiara  d'ouo  >  &  poifeguitate  per 
dieci  dì  con  olio  rofato>&  roffo  d'ouo  \perche  quello  purga  la  ferita  ,  & 
la  dogliaypoi  feguitate  con  mele  rofato  :  perche  incarna  , 

'Dicono  alami  quando  vn  Cauallo  ha  dolori,  grper  ventura  li  venifìe 
la  nvtre-da  orinare>& che'l  Cauallo  fi  trouaffecon  liteslicoli  ligati,  co- 
me fi  fogliano  legare  con  vna  cordicella  vn  poco  flretti per  fuggire  >  che 
li  detto  Caudlo  non  s'incordale  bene  fcioglierlitejìicoli ,  perche  non  s' In- 
tereia/fero yfl andò  ligati .  Ma  w  dico  di noiperchefe  lifciogliefìero  >  fa~ 
ria  peritolo  incordare  detto  cauallo  >  e  tirandofeli  ad  altoynon  trouando- 
li  legati  fari  a  gran  perìcolo  di  morire;  perche  il  Cauallo  s incordarla  per 
hauere  hauuto  Udì  aitanti  il  dolore  del  vetyi-e  >  ■&  la  vento/ita  ,  fi  che  è 
meglio  laffarlo  legato. 

Sì  chiedeypoxhe  caufa  il  CauaUoychehali  dolor iy  dandoli  la  medici- 

na^pìglìata  che  Ihaueràyhauerà  affanno  :que fio  lo  caufa  la  ventofitàyche 

fià  rinchiuda  dentro  il  corpo  del  Caualloyche  non  lafcia  vfeir  il  calore  del 

le  polueriyche  fé  li  dannoycome  è  la  ffica  nardiy  &  lagalangay  &  l'aga- 

C  rico  .  Vi  è  Vn" altra  medicina,per  li  doloriy  che  è  lafcamonea  >  olioy  e  li- 

fcìayedipiu  vn' altrayaloe  patkoy  e  terriacay&  gengeuro  ;  fi  che  quelle 

medicine  fopradette  fi  danno  aìlicauaUì  y  che fi  trouano  con  le  vento fita 

dicorpoyenon  ponno  cofì  preslo  padirle  y&  in  quel  mezo  le  fopradette 

poluericql  vino  forte  abritfcia  dentro  lo  ftomaco  del  càuallo>&  perquè 

fio  il  cauallo  ha  affanno  fino  che  non  digerifee  la  medicina  ;  fi  che  queflo 

è  la  caufa  del  detto  affanno  >  che  mostra  il  cauallo  :  ma  quando  fuccede 

fimile  affannoyfi  torni  a  cauarli.fangue  dalle  c'egney  perche,  mancando  il 

f angue  allegerirete  il  calore  del  c.orpor  e  maffime  qiuido  il  cauallo  ègraf* 

ft>y&  è  di  tempo  caldo  . 

Dicono  alcuniyche  quando  vn  cauallo  ha  fpa  fimo  à  vna  gamba ,  e-r  la 
tiene  arronchiata  è  bene  appendere  a  detta  gamba  qualche  co  fa ,  che  la 
teneffetiratarma  dico  di  nò;perche  fi  deue  fdogliare  con  vntiom,  &  con 
impiastri  le  offay&  li  nerui;  fi  che  fdogliate  >  che  faranno ,  allbora  il  ca- 
vallo slenderà  lagambay&  non  bifogna  .mettere ofa,  che  tirila  gamba, 
perche  non  è  medicamento  laudato  >  volere  tirare  vnagsmba  dogliofa 
perfora  ad  vn  caualloyma  è  meglio  leuarliil  dolorey&  laflarefkrea  la 
natura^  queslo  è  il  parer  mio . 

Si  domandayperche  caufa  il  cauallo  fi  dette  ferrare  curto  di  punta  di* 

22     4         nawty 


«4  L    1  .  B     \    0 

"  nattxiy&  dì  dietro  lungo  .-rifpondo  la  natura  hauèr  fatto ,  che  il  piede  di- 
nanzi delcauallo  fta  tondo  ,  tanto  in  punta  ,  quanto  in  calcagno ,  tutto  & 
eguale  ?  &  quando  il  maftro  lo  ferra,  tanto  può  pigliare  patta  in  punta, 
quanto  a  lo  calcagno  ,  perche  è  tonda ,  come  vedete  l'vgnia  difuora  del 
piede,fi  che  il  mafìro  può  intorniare il  ferro  dinante  intorno,  intorno  di 
chiodi  per  caufa,che  l'vgnia  è  tonda;  ma  l'vgnia  del  piede  dietro  è  natu- 
ralmente lunga  ,  come  l'vgnia  difuora  ,  &  perquetìo  lì  mattri  quando 
ferrano  detto  piede  è  di  bifogno,che  mettano  li  chiodi ,  da  banda  a  ban- 
da,e  r  afino  della  punta  del  piede,  perche  trouariano  fubito  la  punta  con 
il  chiodojfi  che  per  quejla  caufa  non  fi  può  ferrare ,  né  mettere  chiodi  in- 
torno alli  piedi  di  dietro  del  cauallo,  come  fi  mettono  alli  piedi  dinanzi. 

Si  chiede,perche  caufa  vn  cauallo ,  che  ha  la  rofle,  &  che  fi  litiga  fé 
Vhaìb  nò  j  //  mattri  lo  vogliono  tenere  vna  notte ,  &  vn  dì  per  vedere  fé 
detto  cauallo  ha  detta  toffe -.ridondo  che  lo  tengono  il  dì,per uedere  man 
giare,&  bere  detto  cauallo  ,  perche  mangiando  ,  <&  inghiottendo  detta. 
biaua,il  cauallo,chepate  delti polmoni^ouero  di  defcenfo  di  tefta ,  man- 
giando^ beuendo  dimottra  shàtoffe,  per  l'intrico,  che  fi  fa  con  il  detto 
patio  all'entrare  della  gola  del  detto  cauallo,  e  lo  tengono  ancora  per 
caualcarlo  il  dì  ;  perche  quando  un  cauallo  fi  caualca  per  f alita ,  &  per 
fcefa,fi  moue  detta  toffe  hauendola  ;  perche  li  polmoni  fanno  moto  affai 

-  falendo,&  fcendendo,  e  tengonlo  la  notte  li  maflri,  perche  la  notte  è  hu-  q 
mida,&  augumentano  li  defcenfi,&  lalmmidità^fi  che fe'l detto  caual- 
lo fi  troua  Ufo  del  corpo,ouero polmoni  facilmente  lo  conofcono . 

'Dicono  alcuni  come  fi  può  conofcere  vn  cauallo  quando  ha  hauuto, 
&  ha  fastidio  di  corpo,et  febbre:  dico  che  fi  conofce  con  feifegnali ,  che 
fa  detto  cauallo  :  Il  primo  fegnale  è  che  non  mangia ,  Secondo  tiene  la 
pancia  tonda  ,  Ter^o  mottra  di  fiatar  forte  con  li  fianchi ,  Quarto  tie- 
ne la  tefta  bafia,  Qttinto  orina  torbido ,  Se  fio  tiene  gli  occhi  baffi  ;  e  mo- 
ttra di  dormire;  fi  che  quando  vedrete  quefii  fegnali ,  allhora  il  cauallo 
hafàftìdio  in  corposi  rimedio  è  quettodo  infagnarete  allifianchi,perche 
infagnando  fé  li  alleggerire  il  calore  del  corpo:  li  farete  criftieri  commu  11 
ni ,  folo  con  due  onde  d'olio  violato,  et  due  onde  di  e er epigra}  quefio  fé 
fa  per  tenere  il  corpo  lubrico ,  et  leuare  le  fumofità  :fe  li  fa  vna  vntio- 
ne  nella  gola  d'olio  di  lauro,  e  cantarella,  che  fono  cofe  calde  :  q  uè  Ho  fé 
fk  ,  perche  confort  ale  parti  della  gola,  et  della  tefia ,  che  fono  i  luoghi 
bumidi  :  fé  li  mettono  le  penne  al  nafo  con  euforbio,  per  fare  fiancare  il 
telebro  di  qualche  humidìtà,che  hauefie .  Bifogna  darli  herbe  a  mangia- 
re ,  come  è  panico ,  & gramegna ,  &  cannuccie ,  cioè  di  quelle  fiottili, 
the  nafeonoper  le  fiepi ,  a  talché  le  mangi  con  appetito  :  e  fé  in  termi' 


!fj 


T     II    !     M'   0.  15 

£  ne  di  tre  dì  il  Catullo  non  migliora  li  darete  quella  vivanda.  Trima  pi- 
gliarete  vna  teHa  di  castrato,  e  la  farete  ben  cuocere  :  cotta  che  farà  pi- 
gliarete  quel  brodo,&  farete  bollire  vn  quarto  di  farina  d'orbo  ,  &  bol- 
liti) che  faranno  ,  e  ben  cotti  pigi iarete  detto  liquore  di  farro  ,  pafiando 
detto  farro  per  vnaflamegna,&  dopò  che  haueretepa fato  detto  farro  y 
nepigliarete  comefuffero  due  caraffe ,  &  vi  metterete  otto  onde  di  e  af- 
fla tratta  dalla  canna  infieme  col  fopr  adetto,  con  me%a  libra  di  ^uccaro 
.  fino,&  cofi  la  darete  per  bocca  al  cauallo  alla  digiuna  :  e  nota,  che  detta 
viuanda  èfrefca,<&  euacuatiua  ;  perche  vie  il  farro  ,  cheèfrefco ,  <&■  la 
caffia,che  èfrefca,&  euacuatiua  :efi  vuol  tenere  detto  Cauallo  fé  ègraf- 

2?  fo  ferina  coperta,per  benché  fa  inuerno,e  quefto  fi  fa  per non  far  fcaldar 
più  il f angue  dentro  il  corpo  del  Cauallo,  an^i farli defenfioni  fopra  Ufi- 
letti  di  fuco  difolatroyfucode  fambuco,  aceto  bianco,  &  farina  d'orbo: 
,  e  quefto  fifa  ,  perche effendo  il  Cauallo  graffo ,  non  veniffe  afmagrire> 
per  lo  calore  del  fangue  >  ancora  efsendo  grafo  detto  Cauallo  fi  debbe  in- 
fagnare,quando  li  viene  la  fopr  adetta  infermità  tre  volte-,  a  talché  alle- 
-  gerifea  il  calore  del  fangue ,  &  lo  farete  paffeggiare  vn  poco  la  matti- 
na, acciò  il  cauallo  pigli  animo ,  &  padifea  quel  cibo ,  che  ha  mangiato: 
fìia  inftalla ,  né  calda,  né  fredda,  e  dapoi  che  il  Cauallo  faràfanato ,  per 
dieci  dì  le  darete  à  mangiare  me?o  il  palio ,  chefuole,  perche  non  augu- 

C  .mentaffe  troppo  fangue . 

Dicono  li  ma  fri,  perche  caufafi  defeca  vn  fauallo  ;  dico  è  per  pia 
caufe  :  la  prima  quando  vn  Cauallo  corre ,  &  fi  sforma  di  correr  lungo 
jpatio ,  e  piglia  tanto  calore,che  defecca  due  parti  della  digefìione,come 
è  kftegma ,  che  è  parti  humida ,  £r  la  parte  della  deftillatione  del  cor- 
po,che  va  in  orina  ,fi  che  deffeccate ,  &  mancate,  che  fono  quefle  due 
parti  della  digestione,  che  fono  parti  humide,  &  chenaturalmemeten- 
.gono  frefeo  il  corpo  del  cauallo,rejìa  il  fangue,che  è  calido ,  fi  che  il  Ca- 
uallo hauendo  la  fatica  fopradetta,  &  refiando  queftaparte  calidafcal- 
da  talmente  il  corpo  con  la  fatica ,  che  liquefa  tutto  il  grafo  ,fi  che  per 

X>  qaefta  caufafi  defjicca  detto  (auallo  >  e  maffìme  fé  è  graffo ,  &fe  è  tem- 
po caldo  quando  fé  li  dà  detta  fatica  :  Ter  vn' altra  caufa  quando  vn 
Cauallo  ha  d'hauere  alcuna  infermità  ,  che  fuccedeper  alcun  accidente) 
come  è  pigliar  caldo,  &  freddo  per  caufa  di  fatica,  ouero  per  malaflal- 
la\  fi  che  detto  cauallo  accanando,  che  non  Sìià  ben  fano ,  &  che  il  fan- 
gue fuo  fàccia  motofecca  talmente  il  corpo  di  detto  cauallo,che  commo- 
tte il  feuo  ,  &  tutto  è  per  aumentarft  il  calore  dentro  il  corpo  di  detto 
cauallo . 

Dicono  li  mafiri  >  che  vn  Cauallo  quando  è  fiotto  delle  gambe  dì  dìo- 


16  l     1    B     ^    0 

tro,  dicono  che  ftano  Caualli  forati  :  io  dico  dì  nò  ,  perche  quando  vn  g 
(fauallo  èfìortodi  dietro  è  per  caufa,che quando  la  madre  ed  tempo.del 
partorire  intertiene,  ale  volte ,  che  non  lo  partorisce  predio ,  &perqne- 
fio  inteniitne  ,  che  recano  le  gambe  cofi  Horte  ,  &  ancorarono  afiai  di 
quefli  caualli  storti  ,  che  nati ,  che  faranno, &  emendo  teneri  di  offa,  farà 
la  madre  mandata  in  viaggio ,  &  il  detto  poliedro  caminando  appreso 
dellamadre  farà  for7a,et  cofi vengono  florte  delle  gambe  ;fichenonè, 
cheli  cauallo  non  habbiapiù  for$a,nè  più  fchena  degli  altri  caualli ,  ef- 
fendo  fior  co,  onde  non  viene  per  q  uè  sì  a  confa  . 

Chiedono  alcuni  fé  quando  vno  dà  vnparo  d  1*3  noi  giovani ,  ò  vecchi) 
et  anco  di  mczo  tempo  ad  vno  a  tenere  a  male,  &  a  bene  ,  &  che  quello  F 
che  li  tiene  fa  il  deuere  a  governarli,  et  che  detti  Buoi)  cadono  ammala- 
ti per  accidente  d' un' h  umor  caldo, o/mmido  ,  et  che  morigero:  dico  che 
detto  huomo  ,  che  ha  detti  Buoi  non  fi  deue  molestare  ;  perche  fono  caft 
fortuiti)  hautndo  fatto  ilgouerno  giiiflo,et  naturale,  e  non  dee  fé  non  pa- 
gare quello,cke pattarono ,  e  non  dee  pagare  altro . 

cDicono  alcuni,  che  vna giumenta  correndo  s'impregna  ,.et  che  s'im- 
pregna di  uentotma  dico  di  nò  ;  perche  è  di  bifogno  ,  che  una  giumenta, 
ouero  caipzlla  ,  che  habbia  il  nutrimento  del  corpo  ,  laprincipal  cofafia 
congregato^  ingenerato  da  un  e  aualh,che  habbia  fecato,core ,  celabro, 
ftomaco,et  polmoni  ,  et  che  habbia  budella  ,  et  che  habbia  uefica ,  et  che  ** 
habbia  mil^a,  ofìa,  nerui,carne,felle,testa,occhi,denti,piedi,  et  gambe; 
fiche  battendo  tutte  quefle  fopr adette  co  fé, che  fono  cofe  naturali,  et  fono 
membri  per  ogni  uno  neceffarij  a  l'officio  naturale^.  Incominciando 
dal  fecato,  che  dà  foflan%a  à  tutto  il  corpo  >  il  cuore  è  flirto  vitale ,  che 
non  fi  conofeerebbono  Ugelli  del  corpo ,  fé  non  per  li  moti  ,  che  fa  il  cuo- 
re,et  delcelabw,  che  è  timone  del  corpo  ,  gli  occhi  mofirano  Veffere,  lo 
efiercitio  del  cauallo  li  denti,  che  distruggono  il  pasto,  che  è  il  nutrimen 
to  del  cauallo:  la  lìngua  riduce  ilpaflo  dentro  il  corpo,li  polmoni  danno, 
et  pigliano  li  fiati ,  et  reggono  il  corpo ,  e  lo  fanno  fiatare  ;  lo  stomaco  „ 
diììribuifce  li  cibi  col  caldo  del  fangue ,  la  mil^a  è  camera  delfangte 
più  grò  fio ,  la  ve  fica  e  afa  di  orina ,  le  budella  fi ipo  delli  cibi ,  le  ofia  fo- 
Sìentamento  del  corpo,  linerui  catena  delle  ofìe,  le  vene  canale  del  fan- 
gue,le  gambe,et  li  piedi  foftegno  del  corpo  :  fi  che  quando  vn  cauallo  na- 
fee  di  quefiamaniera,et  ha  quefle  proprietà  naturali, fi  ha  da  dire,  cheé 
nato  naturalmente  :  ma  quando  fi  dice ,  che  detta  giumenta  s'impregna 
di  vento ,  non  può  ejjere  ;  perche  non  ha  queste  fopr  adette  proprietà  na- 
turali il  vento . 

Quando  vn  Cauallo  è  npreCo  fidee  infagnare  per  alleggerire  ìlfan- 


T>     71     I     M     D.  57 

git?)  e  fi  dee  far  fare  dieta  ,  perche  non  aumenti  li  h'umori,  &  majjìme 
~4  il  fangue  ì  e  fi  dee  tener  all'  aiquaper  difendere  li  fangui,  chefcendono 
al  baffone  Ili  piedi  *  e  fé  le  fanno  le  difenfwni  di  creta  alle fp alle  ,  &  al- 
le gambe,per  che  la  creta  è fredda  ,  &  difìringitiua,  e  fé  li  fanno  li  cri- 
flieri  per  tenere  iUfirpo  lubrico,  e  leuare  le  fumofità  del  corpo  :  e  fé  li 

-  dà  lofterco  dell'  huomo,  et  il  fuco  della  cepolla, bianca ,  et  V aceto  rofa- 
to  ,  p  er  re f  refe ar  il  corpo ,  &  li  f angui. 

Die ono\  alcuni  mafiri,  che  quando  advnCaualloriprefofelifanno 
quefii  rimedij,  che  fono  cofe  frefche ,  poffono  far pigliare  ventofìtà  al 
Cauallo  ,  e  farli  venire  fpecie  di  doglia  di  ventre  col  darli  cofe  fredde,  et 
io  dico  il.  medefìmo,  maffime quando  il  Cauallo  vàfpeffo  all'  acqua,et  che 
tiene  il  ventre  in  detta  acqua:  venendole  detti  dolori  è  bene  per  Iettarglie- 
liinfieme  con  la  ventofìtà  darli  cofe  caldere  le  ragione  è  quefla;  che  per 
effer  il  Cauallo  incorfo  in  nuoua  infermità  è  necefsario  per  ben  che  fio, 
.fiato  infermo  d'altra  infermità  calida  ,  come  farebbe  à  dire  ti  un  fangue 
sbollito  e alido ,  et  che  è  bifognato  far  li  rimedi]  rifrefeatiui  ,  e  mo- 
firando  il  corpo  patire  d'humidità  è  di  bifogno  darli  medicine  calde,  di 
fpico  nardo,galanga ,  eternava,  etaloepatico,  con  buon  vino  :  perche 
K  fono  cofe  calide ,  &  confortatine ,  et  leuano  la  ventofità-.Scaricare  an- 
cora fangue  dalli  fianchi  è  bene,  perche  alleggerire  l'interiori  dentro 
r  il  corpo  del  Cauallo ,  perche  non  aleggerendo  detto  fangue ,  feria  caufa 
,  per  lo  calore  del  fangue  defficare  ilflerco  dentro  delli  interiori  :  fi  che 
è  di  bifogno  ancora  farli  foppofiedimele,  et  di  euforbio  cotto  infieme 
con  detto  mele,  fi  che  detta  foppoHa  dà  caufa al  Cauallo  di  {premere, 
et  farlo  orinare,  et  far  vfeir  fuori  la  ventofìtà,  e  di  ciò  n'è  cagione  la 

-  fortezza  dell' euforbio ,  et  del  mele ,  e  di  più  bifogna  lauare  le  parti  ca- 
lide •>  ancora  facendoli  vn' impiaflro  fopra  le  reni  di buona floppa  tuf- 
fata dentro  il  mele ,  femen%e  di  lino,  feni  greci,  cimino,  incenfo^ 
maslice ,  dialtia ,  vino,  et  farina,  fi  che  mettendoli  fopra  le  reni  del 
Cauallo,  hauendo  detta  infermità  li  conforta  quella  parte  delle  reni,per- 

.  D  che  fono  tutte  cofe  calde ,  e  confortatine, et  effendo  di  verno  tenerlo  co- 
perto ,  e  mentre,  che  haueràdetta  infermità  tenergli  li  teflicoli  lega- 
ti y  à  talché  non  fi  incordi . 

'Ter  aiutar  poi  il  (fauallo  quando  èriprefo ,  farà  bene  mandarlo  aU 
•  /'  acqùa,e  f  amelo  p affé ggiare  dentro  per  fino  alginocchio    :  auuertendo 

-  che  non  ftia,  nell'acqua  con  il  ventre,  perche  fi  daria  occafwne ,  che  pi- 
gliale molta  humidità  tutto  il  corpo ,  e  paleggiando  il  Cauallo  per  den- 
tro l'acqua,  ii  fangue  non  può  feendere  con  tanta  furia  all'i  piedi  del 
Cauallo ,  perche  l'acqua  e  humida,e  ftringitiua  ;  fiche  paleggiando  per 

entro 


entro  aW  acqua  iflringe  la  parte  del  fangue  >  auuertendo  poi  che  paf-  _ 
feggi  fempre  per  fuggire  Vhumidità . 

lAddimandano  alcuni  quando  ilCauallofk  mutatione  diyna  invrìal 
tra  infermità  della  maniera  fopradetta ,  &fi  rifìolue  di  detta  ventofitày 
&  ne  retta  con  la  infermità  prima  della  riprenfione,ft  rifponde,che  bifo- 
gna  mandarlo  à  l'acqua,  darli  cofe  frefche  da  mangiare,  come  fono  ber" 
he,  per  tenerli  il  corpo  lubrico  ,  e  il  f angue  frefco  ,  &  tenendoli  in  luogo 
frefco  ,  à  talché  il  f angue  non  rifcaldi ,  e£*  tenerlo  in  dieta,a  talché  non 
aumenti  per  il  mangiare,  e  fé  più  volte  mut affé  V  infermità  altret an- 
te fi  dee  replicare  con  le  medicine ,  fecondo  l'infermitàyauuertendo  ,  che 
fé  non  lo  gouerni  in  quel  modo  hauendo  riguardo  folo  al  primo  moto  del  g 
male ,  il  Cauallo  potria  morirò. 

xAltri  ricercano  quando  vn  Cauallo  fi  ritrouaffe  hauere  ad  ma  gam- 
ba ,  onero  ad  ma  fpalla  ,  ò  per  la  per  fona  delfangue  cattino,  che  proce- 
deffe  per  piaghe,  ò  infìaggioni,  onero  prurito ,  &cbefeglivoleffefhr 
qualche  rimedio,  che  f uff  e  violente  fé  fi  dee  fare;  al  che  fi  rifonde  di  nò  : 
Terche  à  tutte  quelle  infermità  infieme  è  necefiario ,  Trima  curare  vna 
piaga,  &  poi  curata,che  fera  quella,  e  veduto  bene,che  opera  fa  la  me- 
dicina ,  medicar  poi  l'altra  infermità  ,  e  ciògioua  principalmente  per 
tenere  la  virtù  del  (auallo  forte ,  à  talché  non  venga  à  indebolirft  per  le 
medicine  violenti ,  e  perche  curando  le  piaghe  ad  vna,ad  vna,e  nongio-  G 
uando  il  primo  rimedio  fi  può  mutare',  &  anco  replicare,  fin  che  rifanì, 
e  non  facendo  àquel  modo  il  marefcalco  ,  ò  quello  c'hà  cura  del  Caual- 
lo patendone  effo  animale,  feria  tenuto  aWintereffe  ,  &  riputato  per 
ignorante . 

jiddimandano  alcuni  quando  vn  Cauallo  fi  taglia  4  tempo,cb'è  ma- 
gro ,  &  poi  il  Cauallo  s' ingrafia ,  &  non  fi  taglierà  piu,ma  il  detto  pa- 
drone lo  vende  ad  vn1  altro,  &  il  fecondo  padrone,che  lo  piglia  lofhcef- 
fe  fmagrire,onde  fi  tornafie  à  tagliare  ;  sé  tenuto  di  ripigliacelo  in  die- 
tro ,  ò  nò; dico  vi  nò: perche  quel  diffetto  diqueflo  tagliare  lo  fa  il  Caual- 
lo à  tempo,che  è  magro  ,  <&■  di  ciò  n'è  cagione,che'  l  Cauallo  efiendo  ma-  H 
grò  ,^à  debole ,  &però  affaticando  fi  fi  taglia  per  la  debolezza ,  &  non 
è  naturale;  perche  quando  il  Cauallo  fi  tagliale  à  tempo  ,  che  fufse  graf- 
fo, direfftmo  ,  che  è  diffetto  naturale,  che  e  amina  co fi ftretto,& taglia: 
ma  qneHo  non  fi  taglia  ,  fé  non  quando  è  magro ,  riè  dunque  caufa  la  de- 
bolezza ,  &  per  queHo  dico ,  non  e f sere  tenuto  il  venditore  di  ripigliar- 
fi  detto  Cauallo  . 

filtri  defiderano  fapere,quado  un  Cauallo flà  alla  slalla,oueroficaual 
ca>foJpira,  e  fi  lamenta  flando  colcato  alla  sìallayouero  fitto  al  patrone, 

quando 


T     K    1     M    0,  \9 

f  quando  il  Cauallo  fiorir  andò  buffa  conlenancifeèbolfoy  ònò  :  dico  di 
nòytna  che  ciò  procede  alle  volte  dalle  flegmey  che  oppilano  li  meati  del- 
la canna  della  gola  ,  e  buffando  con  le  narici  lo  faperleuarfi  quelle  fleg- 
me>e  co  fi  buffando  fé  le  leua  >&  retta  il  cauallo  libero  fenya  fiato  grof- 
foy  fi  che  il  cauallo  rimanendo  Ubero  non  è  bolfo  :  perche  in  quel  tem- 
p  o>  che  il  cauallo  hauerà  detto  impedimento  buffando  fé  lo  leuarà-.perche 
quando  fufìe  internato  nelli  polmoni  per f e uereria  l'affanno  ,  e  lo  moflre- 
ria  di  continuo  fojpirando,&  haueria  il  fiato  groffoy  fiche  perquefio  non 
fi  ha  da  giudicar  bolfoynon  per feuer andò  V affanno  del  corpo . 

Quando  poi-m  cauallo  Ha  infermo  y  &  che  non  mangia  dimandano 

%  alcuni  fé  è  bene  darli  per  bocca  lafagne  fatte  con  roffi  d'ouay&  vin  roffot 
dico  di  st;perche  il  vinoy&  l'ouay  &  la  patta  yfono  co  fé  di  fe/ìan^a ,  & 
maffime  quando  il  cauallo  non  mangia  da  fé  è  bene  follecitarlo  almeno 
con  detta  decotione  vna  volta  il  dìydoè  mc^o  rotolo  di  lafagne ,  &  vna 
caraffa  di  buon  vin  roffoycon  me^a  caraffa  di  detto  brodo  dilafagney  & 
fei  roffi  d' mi  per  volt  a  impattati  con  dette  lafagney  &  darli  dipoi  a  det- 
to cauailoytutto  quelloyehe  vuol  mangiaveycioè  or%o  >  e  paglia  >  &  fieno^ 
mero  herbe\  talché  fi  metta  in  appetito . 

Quando  vn  cauallo  mangia  vn  peygo  difpogniay  saddimandafe  vi  è 
pericolo  yònoyefi  rijponde  di  nò  :  perche  il  cauallo  pigliando  lafyognia 

C  con  la  bocca,non la  patria  inghiottire  fé  non  la  maflicaffe  ,  e  rompeffeyfi 
cbemafticandotay&  rompendola  con  li  denti  la  conduce  dentro  al  corpo: 
onde  e ffendo  fatta  in  più  parte  non  ha  potere  di  offender  il  cauallo  y  am^i 
efiendo  molto  ben  tritata  dall'animale  la  digerifce  ancora . 

Quando  ad  vn  Cauallo  fieli  dà  vna  medicina  per  purgarlo  >  che  farà 
yn  rottolo  y  &  me%o  dilardo  y&  particolarmente  s'è  Cauallo  groffof 
fé  li  darà  con  vn  quarto  di  butiro  di  vacca  y  &  infiemefe  gli  porrà  tre 
onde  di  farina  d'orilo ,  vn' oncia  di  bolarminio  y  che  fono  cofe  frefcheye 
con  tutto  ciò  il  (auallo  non  l'euacuerà  >  anji  fel 'incorpora  >  addiman- 
dano  alami  da  qual  caufa  ciò  procede  :  Jll  che  fi  rifonde  >  che  allhora 

X)  il  Cauallo  Ha  con  il  corpo  dejficcatoy  e  calido  perilcalor  dei  f angue  :. 
onde  detto  calore  non  accrefce  molto  la  flegmay  ne  deflillano  troppo 
gli  humori  del  corpOy  né  la  putrefattioney\che  va  in  orina  >  di  tal  modoy 
che  trouandofi  il  corpo  caldo  della  maniera  fopr adetta  fi  ritiene  detta 
medicinay&fe  ne  abbeuera  il  corpo  >  g*r  il  calar. del  fangue  l'afciuga  >  e 
none  per  ciò  che  il  corpo  del  Cauallo  non  ne  habbia  beneficio  y  ma  non 
baHa  a  rifiefcarlo  :fi  che  il  par  et  mio  faria  >  che  fé  gliene  deffe  vn' al- 
tra :  perche  il  corpo  non  tratterà  la  feconda  medicina ,  come  la  prima  ,- 
forche  fi  ritrouerama  confortate  molto  quelle  parti  del  corpo  >.  e  cojjt 


?o  l    T    B    J^    0 

purgava,  il  corpo  del  cavallo ,  #»  tow  </#e/  calore  y  e  quelle  fumofitày  g 
(he  ritengono  il  corpo  impedito)  che  il  (auallo  non  ingraflay&  fàccia  car 
ne .  Ma  hi  fogna  auuertirey  che  quando  il  corpo  del  Cauallo  trattiene  la 
•puma  medicina  y  bi fogna  affrettare  otto  giorni  a  dargli  la  feconda  :  per- 
che fé  il  (avallo  con  pigliare  la  prima  medicina  fu\le  fdegnatoy  &non 
mangiajfe-ifaria  errore  darle  la  feconda  :  ma  facendolo  fi  are  otto  giorni  y 
fé  benhaueffe  perduto  l appetitoli  ritornarla:  onde  aUhora  poi  fé  gli  può 
dare  la  feconda  me  die  inayche  fi  trouarà  ingagliardito  . 

Becere  ano  alcuniyperche  caufa  non  fi  dee  dare  li  lupini  alla  mula  >  co- 
me aUiCaualli:rijpondoy  che  la  mula  è  di  compleffione  pikhumida ,  che 
non  è  UCaualloy&  per  effere  li  lupini  herba  fumofa  yfipuò  piupreHo  re-  p 
cuperare  vn  Caualloy  che  vna  mulay  pigliandoli  qualche  fumofità  y  per- 
che il  cauallo  è  di  più  compleffione  calda ,  &per  queHo  aUa  mula  fi  dea- 
no vietare  detti  lupini . 

Terche  caufaquando  vn  Cauallo  è  riprefo  addimandano  alcuni  fi  dee 
dare  la  medicina  per  rijrefcarlo  doppo  che  viene  daW acqua  y  che  prima 
che  vadaneW acqua:rijpondoyche il  Cauallo  quando  è  riprefo  è  per  caufa 
di  qualche  faticayouero per  troppo  ciboyche  mangiay  &  per  quejlo  ilfan- 
guefì  rifcalday&  alle  volte feende  al  baffo  dellì  piedi:  onde  gì' intendenti 
lo  mandano  all'acqua ,  acciò  che  il  f angue  ritorni  alle  parti  dentro  del 
corpoyfi  che  querèla  caufa  :  l'acqua  che  èhumiday  &  frigida  fa  ritor-  & 
nare  il f angue  all'i  fuoi  luoghi  naturali)  fi  che  quando  fé  gli  danno  le  det- 
te medicineycioè  acqua  d'or^oy&  bolarmino  yglie  le  danno ,  perche  fono 
cofefrefchey&  li  danno  ancora  slerco  d'huomoyfuco  di  cipolla  biancayet 
aceto  rofato  ,  per  rifrefeare  ilfangue  ;  ma  bifogna  hauer  confìderationey 
che  fé  gli  danno  la  detta  medicina  con  intentione  di  rifrefeare  ilfanguey 
prima  che  vada  all' acquaci  fangueyche firitroua  alle  parti  da  bafìo  del- 
le gabe  non  lo  rinfrefea  poi  >  co  fi  come  per  il  contrario  mandando  all'ac- 
qua il  fangueperla  deftecatione  >  che  ha  caufato  l'acqua  lo  fa  ritornare 
nelle  parti  intiere  del  corpoyet  aUhora  dandole  la  medicina  fa  pia  effetto.     _- 

Quando  vn  (auallo  ha  lo  capoftotic  o  bifogna  darli  le  fottoferitte  pil- 
lole temperate  con  due  caraffe  d'or^pycioè  pillole  arabiche  oncia  unaypil- 
lole  affagiaret:&  maHiciney&  carici  trocifeati  ana  dragme  duey  e  me- 
%a:mi[cey&  datele  in  beuanda  la  mattina  alla  digiuna  >  &  queHo  lo  fa- 
rete due  volte  lafettimana  y  perche  dette  cofe  fono  confortatine  del  ce- 
labroy&  delflomacoy& leuano  lafumofitàyche  offende  il  celabroy  &fat 
telo  flare quattro  horefen^a  mangiareydapoi  pigliate  le  pillole  . 

Quando  vn  Cauallo  patifee  di  alcuna  vento fità  del  corpo  y  che  dimo- 
tfrafìe  voler  euacuare  alcun  verme  :  le  darete  quefie  politeti)  cioè  corno 

di 


%     2$    I     M    0.  "fx 

.     il  cerno  abbrufcìato  fatta  in  polue ,  fementella ,  &  fewenra  d'uro,  & 

v  /emenda  di  porcellane  ana  ondamela  con  vin  bianco  la  mattina  alla 
digiunale  detto  vino  fia  vna  caraffa ,  &  mc^a  per  volta ,  &  quetto  fi 
dia.vna  volta  la  Jettimana:  per  tre  fettimane . 

Quando  vncauallo  hàhauutola  riprenfìone,  dicono lì majìri per 
bauer  il  detto  cauallo  hauute  tante  cofe  fredde  a  le  gambe  >  &  alli  ner- 
ui ,come  fono  difenfwni,&  lardare  à  l'acquay  che  fono  cofe  tutte  humi- 
de  ,  &  frigide  ,  è  bene ,  che  dipoi  che  fia  libero  di  detta  impreffione  farli 
bagnai  pollicara,rofmarino,mele  cotto-,  &  camamilla  bollito  ogni  cofa 
infieme  con  acqua  di  mare  per  confortarli  quelli  nerui  >  &  quelle  giun- 

•o  ture,&  è  bene  jper  che  conforta  li  fopr  adetti  luoghi)  &  leu  a  alcuna  par- 
te di  humidità.  da  ejfiy  e  dalle  giunture . 

Si  chiede  quando  vn  cauallo  cafcando  ,  onero  facendo  vna  forza  >  e 
guattandofi  vn'ojfoyleuadolo  del  luogo  naturale,e  maffime  l'ojfo  de  l'an- 
caychefi  domanda  lafciay  doue  Ha  quella  noce  tonda  Iettando /?>  et  rom* 
pendo. quel  neruettoyche  tiene  detta  noce,&  appari  andò  fi  l'ofio  dal  luo- 
go naturaley  e  rompendo  detto  neruo ,  che  lo  tiene  yfe  vi  è  rimedio  alcu- 
no: dico  di  nò  ;  perche  efendofi  partito  l'ojfo  del  modo  fopr  adetto  y& 
emendo  fi  rotto  il  neruoyche  legauay  e  teneua  detto  ofo  legatOyin  vano  fo- 
no tutti  li  impiafiri  >  et  tutte  le  vntioni,che  fifhceffero  >  perche  non-  tor- 
C  nando  l'ojfo  al  luogo  fuoye  ben  che  vitomafe  non  e  fendo  la  ligatura  del 
neruo  >  quale  produjfe  la  natura }  non  fi  fkria  niente:  &  tanto  piùyche 
licauqlli  non  hanno  la  patientia  di  far  fermi:  &  quefla  è  vna  delle  cau- 
fe  ancor ayche  non  vi  è  rimedio,  perche  fempre  li  cauaUi  fanno  moto,  & 
per  quejìo  moto  niun'ofo  della  per  fona  loro  chef  parte  dal  luogo  fuo 
onero  fi  rompe  non  può  pigliar  ligamento  .  Chiedono  alcuni  mattri 
quando  il  cauallo  fuffe  patiente  quale  cfo  s'ingommarla  y  e  ligaria  più 
l'ofìo  rotto  y  ò  quello  leuato  dal  luogo  fuo  :  dico  che  più  pretto  quan- 
do il  cauallo  hauefie  patientia  >  e  che  facejfe  fare  la  ligatura  ferma  fi 
legarebbe  più  pretto  l'ojfo  rotto  ,  che  quello  5   che  fi  leua  dal  luogo  fuo 

b  fino:  &la  ragione  e  quefla  ;  che  quando  vn'ojfofi  leua  fi  fcattra  vna 
giuntura  con  l'altray  &  J "castrando  fi  ffez^ano  le  legature  dellì  nerui  , 
chejlanno  legati ,  &  detta  giunta  naturale  non  fi  pub  più  riddurre 
à  legarfì  in fieme:  ma  quando  vn  cannello  d'ojfofijpc^ay  ér  che  il  ma- 
Siro  affronta  detto  ojfo  ff  errato  infieme  ,  fempre  la  gomma  naturale  > 
che  gouernaydà  materia  a  legare,  e  ingommare  vna  rottura  con  l'altra  : 
perche  cofi  come  gouerna  naturalmente  la  gomma  di  dette  offa  effen- 
■  do  fané  >  cofi  e  fendo  rotto  detto  offo  il  mattro  lo  liga  pretto  >  elagom- 
.  ma  naturale  fempre  lo  nutrifce  -,  fi  che  quella  è  la  caufa,  chepm  pretto 

ingQm- 


J*  L    1    B    ^   0 

ingomma  vnofiorottoyche  vn' ofìo,  che  fi  f^x^a  dalle  legatureydico  da  È 
quelli  nemettiycbe  li  fomentano ,  &  ancora  per  lo  moto ,  e  he  fanno  que- 
ìie  offa }  che  fé  fono  alle  parte  delle  giunture  y  ouero  dell'anca  . 

Si  chiede  quando  vn  caualio  ha  vna  ferita  à  ma  gambale  che  fé  li  ta 
glia  la  venay&  che  n'efee  quantità  di  fangne;  perche  caufafanatoycWÌ 
di  detta  ferita ,  il  fopr  adetto  caualio  reHa  con  dolore  :  ridondo  quejlo  è 
perlofangue  vfcitoin  quel  tempo ,  cheleuò  la  ferita  in  detta  gambay  fi 
che  per  effer  vfeita  quantità  di  J angue yche  è  il  proprio  calorey&  confor- 
to delli  neruiy&  delle ofìa  fono  rima.fi  humidiy  &frigidi,fi  cbepclque- 
fta  caufa  re/la  il  caualbyfanata  che  è  detta  ferita  con  dolorey<&-  per  que 
siofe  li  deefkre  vn  bagno  d'acqua  di  mare  ,  &  rofmarino  >  &  faluia  :  - 
perche  fono  cofe  caldey&  confortatine  delle  o[fay&  delli  neruiy&  quan  • 
do  que  fio  non  gioui  piglia  mele  ytrementinaydialtiay  grippiale  marcido- 
niay&  femen^a  di  linoy  &  farina  digranoy  &  vino  rojìoy  &  falle  bolli- 
re infìemey  &  farai  impiaflri  à  detta  gamba  da  alto  à  bafìo  vn  poco  te- 
pido^ quello  fi fa.  per confortare  ilfanguey  &leoflay&  UneruL 

Si  chiede  perche  caufa  quando  vn  caualio  fi  duole  della  JJ>allay&  che 
le  ofia  fono  fané  y&che  lafpalla  flà  al  luogo  fuo  y  che  non  habbia  fat- 
to mot  ino  di  calare  y  ouero  diallargarfe  dal  fuo  luogo ,  da  che  procede 
quefto  dolore  ;  dico  che  detto  dolore  caufa  fé  non  perfangue ,  che  è  con- 
corfo  in  detta  fp  ali  a  per  alcuna  fcefa ,  ouero  per  alcun' altra  faticay  oue-  q 
ro  per  alcuna  cafeata ,  talmente  che  il  Caualio  fé  hauerà  dolore  è  bene 
fagliarlo  dalla  punta  del  piede;  per  che  participa  con  due  vene  della  gam 
ha;  prima  è  la  vena  commune ,  &  la  feconda  è  la  vena  arteriale:  queHa 
yenaèquellaycbepaffaperle  vifeere  della  gamba ,  fiche  fagnandola 
a  queHa  vena  per  la  pendentia  che  tiene  yfc  arie  a  tutta  lafpalla ,  &  la 
gamba  del  Caualio  ;  fi  che  per  que  fio  laudo  detta  infagniay  mediante  gli 
altri  rimedijyche  fi  fanno  à detta  fpallaynon  effendo  euacuato  tutto  il  fan 
gue  y  che  caufa  il  dolore  ;  perche  generalmente  quando  ilfangue  fi  va  ci 
mettere  in  vn  luogo  della  perfona>  douenonfiafolito  difiarey  s'ingroffay 
e  fi  raffreddata  per  quejlo  dà  dolore  :  onde  fi  debbono  far  li  rimedij  al-  H 
la  fpallaymediante  la  infagnia;&  perche  fi  fogliano  far  bagni  di  pali ic a 
ray&  rofmar ino >h erba  fcritta }&  acqua  di  mare yebe fono  cofe  conforta* 
tiuey&  de fic  cattine ,  fifogliono  mettere  alcune ,  che  fono  purgatiuey  <& 
vntarle  con  marcidoniaygrippia  dialtia,&  olio  laurino ;fifuole  anco  met 
tere  vnrottorioycome  è  olio  laurinoyeuforbio  cantarellale  quefie  fono  cai 
deyconfortatiuey&  purgatine; fi  che  quando  accadono  fimili  infermità  e 
doloreypotete feicglier  ql  rimedioych' è  buono  à  leuare  detto  dolorey  prin- 
cipìado  prima  col  detto  bagnoyet  dipafio  in  paffo  feguire  gì  altri  rimedij. 

Si 


?  fi^,    I     M    0.  $? 

rjl  Sì  chiede  ,  perche  quando  vn  cauallo  fi  getta  in  terra  fé  lì  dà  ilfuocoy 
ouero pone  lacdy&  calci  alle  reni:  rifpondoyche 'il cauallo- facendo  forya 
è  pericolo fpezgarft  le  reniper  meno..,  &  per  quefio  fé  li  da  quelle  botte 
dualcip.erleu.irli  queliti  malaintentionèy  che  ha  il  Cauallo,  e  quel  peri- 
colo- di  jp  e  T^a}- fi  permeai  fi  che  il  dare  delti  calci  alle  reni  vogliooo  ef- 
fereJpefo,e  leitand affaticato  da  terra  è  bene  darli  vna  infagnia  , '&  lo 
iinoi^jìro  di  Itaofa  alle  reni 9  perche  l  infagnia  allegerift  e  alcune  parti  di 
f angue  y(  be' l  cauallo  fi  bauefie  conturbato  col  rumo  fesche  ha  fatto,  /lan- 
dò ia  terra,e  l'impi  "flro  confortale  reni  per  la  fa  tica . 

Dicon&alc  uhi  quando  vn  Cauallo  ha  fatta  alcuna  fatica:,  ò  alcun  ca- 
B'mim  ,  &figuafia  l'vngiad 'un  piede  >  talmente  che  a  malapena  fi  può- 
ferrare  ,  tanto  è  ivgnia  guafla  è  bene  ferrarlo  §  io  dico  di  nò  ;  perche 
hauendo  il  detto  Cauallo  il  jopradetto  piede  debole  »  &  fiacco  fi  dee  [af- 
fare l'altro  piede,&  non  ferrarlo,  a  talché  il  detto  Cauallo  vi  fi  appoggi) 
e  fi  ripofifopra  per  fino  che  fi  fortifica  l altro  piede  . 

Si  chiede  quando  vn'Bue  trema ,  &  mostra  enfiati,  gli  occhi  da  clye 
viewmfi)  ondo, che  è  motiuodif angue,  &  il  rimedio  èque  fio  ,  chef  de- 
uono  vfare  fuppoHi  di  f ale  >■&  mele,  &  pepe  ya  talché  detto  Bue  facci 
alcuna  fumofnà,  che  ha  in  corpo: fi  de  ne  in f ignare  al  collo  per  allegerì" 
re  il  fanguey  non  vna,  ma  due  volte,&  in  capo  di  tre  dì  fé  li  dee  dare  per 
**  beuauda  due  onde  dibolarmino ,  due  caraffe  d'acqua  d'orbo  con  tre  on- 
de di'xuccaro  fino:quesìe  fono  cofefrefche,  che  Iettano  il  calore  del  f an- 
gue dal  corpQy&  v fatile  per  quattro  dì  ogni  mattina,  &  tenetelo  in  luo- 
go frefeo  ,  & fé  con  queHo  nonpaffali  darete  quell'altra  medicina  :  vn 
quarto  di  farro  cotto  p affato  per  vna  flamegna,  a  talché  fi  ricuperi 
con  detto  liquore  mettete  due  rottola  di  lardo  vecchio  ben  abbattuto ,  et 
lauato  in  none  acque ,  a  talché  fi  rifrefehi  bene  detto  lardo  ,  et  tre  on- 
de di  farina  d'orTpy  &  le  darete  per  bocca  a  detto  Bue  la  mattina  alla 
digiuna:  e  nota,che  detta  medicina  ha  due  proprietà^ vna,che  è  fiefeay  ' 
et  l'altra ,  che  è  euacuatiua  ,  fi  che  terrà  il  corpo  frefeo ,  et  fuor  difebre, 

™  et  lubrico,e  il  mangiare  di  detto  Buefianoy  quanto  pia  potrete  herbe  fre- 
fche  :  ancora  fé  li  faccino  difenfioni  alle  reni  di  aceto bolarmino  ,  et  fa- 
rina di  grano ,  et  fuco  di  folatro ,  perche  fono  co  fé  f refe  he ,  e  che  fé  li 
facci  la  fuppoHa  fopradetta  ogni  due  dì  vna  volta  ,  a  talché  fugga  il 
bere  :  fé  non  mangia  fattegli  vn  beuerone  d'acqua  tepida  con  farina  di 
grano .:  perche  li  confortano  lo  ftomacofet  li  dà  foflartia  ;  ma  fé  man- 
giaffe,dateli  a  bere  acqua  chiara:  alcuna  volta  lo  laffarete  andar  f capo- 
Io  pafeendo  y per  che  fi  eflerciti  y  &  pigli  aria  >  etquefiofifkrà  quando  è 
buontempo. 

C  Si 


^  L     1    B    ^    0 

Si  chiede  perche  caufa  vengono  generalmente  le  infermità  alli  Buoi  :  £ 
rijpondoychc  vengono  le  più  volte  per  calore  del  [angue  :  la  prima  infer- 
mità è  quando  fé  li  infiano-gli  occhi,quefio  è  per  l' abbondanza  del  calor 
del  fangue  ;  fecondo  quando  li  Buoi  tremano >■>  &  fé  li  enfia  parte  della 
perfona  ;  queHo  è  per  abbondanza  di  calor  di  fangue  fimilmente:  fé 
quando  fé  lifcaldano  li  polmoni  per  alcuna  fatica,chepigliano,&  maf- 
firne  l  'efiate  è  perche  il  fangue  fi  fcalda  ,&fi  contamina  la  flegma  ;  fi 
che  effendo  contaminata  detta  flegma  non.fi  gouemano  bene  li  polmoni;  . 
fi  che  di  quefio  n'è  caufa  il  calore  del  fangue  ;  &  co  fi  fi  à  detto  'Bue  le 
viene  alcuna  djfcefa  per  caldo,  ò  per  freddo  ,  che  pigliale  li  contamina 
li  J angui:  onde  contaminato  fubito  il  corpo ha febre,  e  quefio  lo  caufa  * 
il  calor  pur  del  fangue:  fé  il  'Bue  alle  volte  non  può  euacuare  ,  quefio  n'è 
caufa  il  calor  del fangue,che  difiecca  dettefeccie:feil  Bue  orina  fangue i 
quefio  è  per  V abbondanza  del  fangue,che  abbonda  alle  volte,&per  tan- 
ta abbon'dantia ,  e*r  tanto  calore ,  che  crepa  alcuna  delle  vene  nelle  par- 
ti della  ve f eie  a  ,,  &  di quesli pochi ne  campano  per caufa,  che  pifciando> 
fangue,  evacuano-  la  propria  fuHantia  ,.  e  fé  il  'Bue  fi fmagra  è  per  caufa 
del  fangue,che  fi  fcalda  talmente  ,  che  liquefa  per  lo  calor  fuo,  ilfeuo  -,  fi. 
che  la  maggior  parte  dell'infermità,  che  Jùccedono  a  detto  animale ,  li 
fuccedono  per  le  parti  del  fangue  quando  s'altera  in  calore  ;  fi  che  per 
quefio  li  mastri,  come.- fucce.de  alcuna  di  quefie  infermità  fubito  il  primo  G 
rimedio  è  la  infagnia^rpoifèguitano  altri  rimedi,come  fi trouanof erti- 
ti nel  prefente  libro:  alli  Capitoli,,  che  fono,  ordinati  infermità  per  in- 
fermità. 

Si  chiede  fé  è  bene  stringere  vn'humor  di  fangue  y  quando  viene  alle- 
gambe  di  vn  Cauallo  ;  dico  di  nò  ;  perche  fi  deuono  sfogare  prima  con 
malnati,  e  con  farinate,  che  fono  cofe  mollificatine  y&attratiue,e  pri- 
ma allegerirlo  di  fangue  dal  collo,perche  è  vena,  che  guida  tutta  la  per- 
fona del  Cauallo ,  fi  che  non  è  bene  firingere  conynguenti  diHringitiui  ; 
perche  poi  vi  è  pericolo  ;  fi  che  meglio  è  laffarlo  purgare  con  li  fopradet-  _ 
ti  impiastri  otto ,  ò  dieci  dì ,  &  dipoi  ordinarli  vnguenti  diHringitiui, 
tome  è  vitriolo,  galla ,  aceto,  &  mele,  e  Bollite  tuttequefie  cofè  infieme 
farete  vn' unguento  negro, onero  pigliar ete  mele,acetoyyerderame,lume 
dirocca ,  &  farete  bollire  infìeme,.&  farete  con  quefio  vnguentorojfo  ; 
e  fé  non  baHafie  quefio,pigliarete latte  verderame,^  cerafot  ancora  vi 
porrete  lardo  détro  l  aceto  forttmettedoui.vnloncia di  verderame-.eno- 
ta,che  quefi' unguento  è  tutto  deficcatiuo,  e  rifolntiuo  di  detta  infermità. 
Si  domanda,perche  caufa  quando  vn  poliedro na fi e  y  &  efee  d  ale  al- 
do del  corpo  della  madre  ,  non  li  pigliano  li  dolori,  cofteome  qyandoè 

d'un'an^ 


T    A,    1    M    0.  /$" 

jf  d'vri annoyò  di  due ,ò  di  tre  anni:ri$ondo9che'l  detto  Cauallo  e/fendo  crea 
to  delti  quattro  elementi,che  participano,e  fono  chi  ealidoye  chi  bumido9 
ecbièbrtmido,&  fecco,echièbumido,  &  caldo,  come  è  l'aere?  <&■  per 
quefla  caufa  il  poliedro  è  aiutato  dalla,  natura,  perche  ftà  nelle  parti  del 
corpo  della  madre^che  è  caldo,&  l'altra  fi  notrica  naturalméte  del  cibo* 
che  mangia  la  madre ,  &  dipoi  che  è  nato ,  bene  il  latte  >  ehe-è  pafio  leg- 
giero^ par  debole  y  & per queflo  non  paté  troppo  divento/ita  >  <&  non  è 
/oggetto  a  padire  troppo  cibo  duro,  come  è  quando  il  (fauaìlo  è  al  tempoy 
che  mangia  le  biaue^  &  la  paglia,che  conuiene  al  detto  Cauallo;  &  an- 
cora per  lo  fcaldare,&  raffreddare,  &  il  bere  delle  acque  humide;/}  che 

*%  li  Caualli  alti  tempi  fopr adetti  paiono  di  non  potere  padire  del  cibo  ypa- 
tono  ancora  perche  hanno  fatica  affai,&  non  li  è  dato  quel  che  le  bifogna 
di  mangiare  ;ft  che  per  queftecaufep atono  più  li  Caualli  di  detto  dolore 
di  ventre  quando  fono  di  più  età,  eh  e  non  quando  fono  piccioli ,  &  que- 
llo è  il  parer  mio  ;  fi  che  però  fi  è  prouiftoy  che  fubito  li  maflri  piglino 
la  galanga,  il  fpiconardi ,  &  Valoepatico,  con  vino  ,  &  dandolo  per 
bocca  all'i  Caualliy  perche  fono  cofe  calde  :  &  confortatine, leuano  quel- 
la h  umidità  y  che  procede  da  più  caufe  >  come  è  detto  di  fopr  a  dal  corpo 
del  Cauallo  , 

Sono  afìai  (aualliyche faticando  pigliano  dolori  alle  fpalley&  alti  ner 

C  tàj&  ancora  alle  giunture;  &queflo  lo  caufa  la  fatica fouerchia ,  che  li 
è  data  alle  volte,  &  perche  queflo  J angue  fi  conturba,  &  corre  a  li  luo- 
ghi faticatile  lefi;per  queflo  vogliamo  parlare  vnpoco  delle  herbe  ,  che 
fono  atte,&  perfettiffime  a  deuiare,  efdogliare,  &■  diffeccare  detto  fan- 
guey  che  allegerifca  li  fopr  adetti  membri ,  &  ritorni  le  parti  nella  ma- 
nieraprima.  Tr ima  pigliarete  incenfo,  faluia,e  rofm  arino,  &  le  farete 
bollire  con  lifcia,acqua  di  marey&  vin  roflo,&  ne  farete  bagni  ay  mem- 
bri del  (auallo  quando  fono  indogliati  della  maniera  fopradetta,per che 
quelle  herbe  fono  e  alide  naturalmente  ;  fiche  confortano  infieme  con- 
giunte,^ bollite  con  acqua  di  mare,  &  vino,  &  hfeia,  che  fono  diftrin- 

P  gitiue,&  confort  atiue ,  e  queflo  è  il  parer  mio  ;  &  lo  farete  più  volte  in- 
fagnare  dalla  vena  commune  del  collo  vna ,  h  due  volte ,  fecondo  che  è 
graffo  detto  cauallo,  a  talché  s' 'allegerifca  bene  di  f angue , 

Quando  li  Caualli  fono  affaticati  >  &  cadono  in  certe  infermità  di 
opilationiy  e  che  fé  li  bifogna  fare  decottioni  d  herbe  per  confortar  li 
polmoni,  &  farli  fare  buona  digeflione ,  dico  accommodarliloflomaco 
a  talché  faccia  buona  flegmay  ondeeffa  gouerni  bene  detti  polmoni* 
Trima  pigliarete  herba ,  cinque  foglie  con  marubbio,  &berba  fcrittay 
fumusterrx,  magioranay  cime  di  lauro  tenere }&  farete  bollire  tutte 

C     a        ie 


^6  I    I  \B     &    0    - 

le  dette  herbe  conpiedi  dicasìrato ,  &  farro  ,&  orxo^tàntobenè,  eòe 
ogni  eofa  fia  disfatto  ,  &  dipoi  fiaben  p affato  -per.-v.-ta-  sìar/icgna ,  £ 
&  li  darete  al  C amilo  due  caraffe  al  dì  con  quattro  oncie  di  yucca-- 
ro  fino,  & que 'fio  vuol  effer  per vinti  dì  ,&  ogni  m mina ,  che  fé  lì  dà) 
slarà  ilC auallo digiuno  due  bore  innanzi,  &  due  bore  dopòy  che  l'ha-, 
uerà  pigliato ,  &  in  quesl»  meiro  lo  fcaricarete  di  [angue  dalli  fianchi  z 
e  nota,  che  detta  decottionerifrefca ,  e  conforta  li  fangui ,  <&•  fono  tutte 
cofe  aperitiue . 

Dicono  alcuni  quando  vn  C auallo  ha  la  toffe  è  bene  a  darle  Iherba  >  & 
majjìmefe  è  tempo  deWherba ,  &  io  dico  il  medefimo  :  perche  l  herba  è 
paflo  lubrico, &  è  euacuatiuo  :  ancora  fi  padifcepreflo ,  &  per  queflo  li 
Cau  all'i  ne  pigliano  afiaì  beneficio,percbe  hanno  l'opilatione  ;  ma  Iherba  ' 
cofi  comefìi  beneficio  al  cauallo,coft  li  fh  danno  alle  volte,perche  è  patio 
bumido,  & per  effer  humido  affaivolte  aumenta  Ihumidità  al celabro 
del  Cauallo  ;&  il  (/inailo  tofie  pia;  perche  come  alle  volte  fi  canfala  tof- 
fe per  opilatione  de'  polmoni  ,  co  fi  ancora  per  h  umidità  ,  che  ha  il  celabro 
del  cauallo  .-fiche  questo  fi  vede  per effrenenja  ,  che  come  li  mafirialle- 
gerifeono  il  celabro  del  cauallo,  fi  liberano  di  detta  tojfe,fì  chel'herba  al- 
le volte  fh  danno,  come  è  detto  di  fopra  . 

Si  chiede,perche  il  cauallo  fi  de  uè  infagnarè  più  de  gli  altri  animali  : 
rijpondoypercbe  è  più  caldo  db  co  mpleffirne ,  che  non  fono  li  muli ,  nèghi  q 
menti,nè fomari  ;  fi  che  per  effer  della  maniera  predetta  ad  ogni  poco  di 
moto,  che  mostra  il  detto  cauallo,  fi  deue  allegerire  di  f angue  . 

Si  chiede  quando  vn  cauallo  ha  vna  gamba  groffayouero  enfiagione  ai 
yn  ginocchio  fé  è  bene  cauar  fangue  dalla  vena,&  poi  far  gli  altri  rime- 
di;  alle  fopr  adette  enfiagioni:  dico  di  nò;  perche  quando  il  fangue  feende 
allepartida  baffo  della  gamba  per  alcuna  fatica,  che  è  data  al  detto  ca- 
uallo,fcende  per  la  fopr  adetta  vena  :  onde  fieli  malfari  volefferofalafiar- 
la,&  dipoi  gouernare  le  enfiagioni ,  il  fangue  non  batteria  doue  ritorna- 
re^ rifoluerfi  con  le  medicine  >  che  oper afiero  li  maftri  ;  ma  il  parer  mio 
èques~ìo,che  prima  fi  debbono  curare  dette  enfiagioni ,  e  curato,  che  farà  f£ 
allhorafi  pomo  falaffxre  le  vene,e  queslo  fi  vede  per  effrerienxa,che  mol 
te  volte  a'  C  au  alti  feende  fangue  alle  gambe  ;che  per  fatica  fi  riprendono^ 
&  alcuna  volta  fi  miiouono  li  fangui  per  il  tempo  caldo,che  corrono  nel- 
le gatnbe,&  poi  con  la  dieta,e  con  le  difenfioni,e  col  mandarli  a  l'acquay 
e  ritornar  d etti  fangui  fi  rifoluono  le  gambe  di  detti  caualli  :  laonde  ef- 
fendouil'efperien^a  ;  dico,che  fi gouernì  prima  Vinfirmità,  e  poi  affrettar 
tempo  di  fai  aftar  le  venerando  fl>atio,cbe il  fangue  di  doue  fcende,pofia 
ritornare,  &  non  impedirli  il  canale  naturale  . 

y4  Dicono 


! 


V    li    I    M    0.  37 

jt      Dicono  alcuni  quando  viene  ma  influentia  calda  dentro  il  corpo  del 
Cauallo,  caufata  per  lo  moto  del  [angue  è  bene  a  darli  medicine,che  bab- 
bino  del  freddo,  e  mefcbiate  con  co  fé  calde  per  rifoluere  detta  infermità: 
ma  io  dico  di  noverche  efendo  l'infermità  mofìa  per  human  calidi ,  <Q" 
tenendo  il  corpo  del  calmilo  enfiatoci  bifogna  dieta;  à  talché  non  aumen 
ti  ilfangue,  che  daria  maggior  dolore  ,  e  vuole  difenfioni  frefche  di  fuco 
dcfolatro,d'  aceto  bianco >  di  boloarmino ,  &  di  farina  d'orbo  fopra  li  fi- 
letti delle  reni,  a  talché  mantenga  frefca  quella  parte  detti  rognon'uvuol 
Stare  in  luogo  frefco,  a  talché  il  corpo  nonfenta  calore  .-darli  acqua  d'or 
■  70,gw.leppo ,  xuccaro  rofato  fino  ,  per  bocca  ogni  mattina,  e  di  continuo 
B  per  dieci  mattine  due  caraffe  di  detta  decottione;bifogna,che  mangi  co- 
fefrefche,fe  bene  e  d'inuerno  a  V infermità,cioè  herbe, e annucie,  grame- 
gna,a  talché  mangi  detto  Cauallo:  ondefkcendo  cofi,e gouemandolo  con 
quella  regola  naturalmente  fanarà,equefìo  fi  vede  per  efperien^a,  che 
la  natura  creando  detto  (auallo,  l'ha  creato  di  quattro  elementi  quale  è 
calido,  e  quale  è  calido,e  humido:  e  quale  è  bumido,&  freddo,e  quale  è 
humido,  e  fecco:  fi  che  la  natura  ha  fatto ,  che  quando  l'elemento  caldo 
offende  il  corpo  del  Cauallo,  l'altro  elemento  humido ,  e  freddo  lo  aiuti,e 
contemperi  l'elemento  calido ,  &per  quefìo  il  mafìro  quando gouerna  il 
Cauallo  della  fopradetta  infermità,  deue  aiutare  le  parti  humide,  &* 
*- fredde,a  talché  le  parti  calidefi  vengano  a  rif refe  are . 

1)icono  li  maftri  quando  fi  compone  vn  rottorio  di  euforbio,  e  canta- 
rella, &  olio  di  lauro  è  bene ,  che  il  vafo  doue  Ha  detto  rottorio  sliafco- 
pertoidico  che  è  meglio,che  slia  coperto:  perche  fi  mantiene  più  forte  &• 
fa  più  opera,&  è  più  perfetto  quando  lo  vntate  in  alcuna  parte  dogliofay 
che  habbia  il  Cauallo  .  rincora  dico ,  che  detto  rottorio  vuol  efier  com- 
porlo otto  dì  innati^i,che  fi  voglia  adoperare,  &  la  ragione  è  quefia,che 
quanto  più  flà  detta  vntione  compofia,più  s'incorpora,più  s '  affottiglia,  e 
più  penetra  dentro  la  pelle  del  (auallo  quando  s'adopera. 

Si  chiede  quando  vn  Cauallo  ha  male  ad  vn  piede ,  &  che  la  piaga 

**  gettaffe  veneno,cioè  quell'acqua  luflra,e  gialla  ;  fé  è  bene  falaffarlo  dal- 
la vena:dico  di  sì,  perche  quell'acqua  luflra  fopradetta  fi  caufaper  l'ab- 
bondanza del  faugue  ,  che  corre  in  detto  piede  lefo  ;  fi  che  per  quesla 
caufa  è  bene  falafj'ar  la  vena;  a  talché  detto  f angue  non  impedi fc a  la  cu- 
ra di  detto  piede ,  &  ancora  quando  li  Caualli  hanno  quefla  infermità 
atti  piedi  fé  li  deue  mettere  lume  dirocca  polueriTata  per  quattro  dì,& 
poi  metterui  floppa  fonile  bene  affettata,  &  quello  fifa, perche  detta 
lume  di  rocca  deficca,e  mangia  alcuna  parte  di  carne  putrefatta  in  det- 
to piede  ,  &  poi  lo  medicarete con  mele  commune ,  &  con  fongia  fra- 

C    $         ciday 


'tìdaytanto  delVvnoy  come  dell' altrove  nota  ,  che  dee  efter  calda  quando  £ 
fi  medica  la  detta  decottione  >  &  quettofifa  ;  perche  tenga  mollificata 
detta  folay&  non  laftringa  cofl  prefto:  ancora  perche  il  mele  con  lafon- 
già  fono  fdogliatiui ,  e  mollificatiui  :  ancora  dicoy  che  quando  fi  medica 
detto  piede  fé  li  de  uè  tenere  fongìa  fracida  intorno  al  piede  >  dico  alla 
fcor%a  de  l'vgnia;  perche  detta  fcorxa  èli  parte  più  fecca  del  piede>  & 
tenendo  detta  fongia  vuol  effer  mollificata  . 

Quando  vn  cauallo  ha  il  Ciro,  eli  mattrì  lo  medicaranno  per  alcun 
dìy  &  poi  mettendolila  briglia  in  bocca  fa  la  fchiuma  ;  dico  che  è  buon 
fegno  ;  perche  è  fegno-,  che  il  cauallo  mouele  mafcelle  >{ì  che  mouendo  le 
dette  mafcelle  tira  la  flegma  fuor  delflomaco  :  &quefto  è  fegno  >  che  il  F 
cauallo  guarifce . 

Chiedono  ale  uni  quando  vn  cauallo  ha  febrey  a  che  fideue  attender 
prima  a  darli  da  mangiare  herbayouero  gouemarlo  con  quelle  m  ediciney 
che  li  conuengono:  dico  che  fi  dee  medicar  con  quelle  medicine  <>cbe  pare- 
rà al  mattro  fecondo  tinfermitày  che  fitrouarà  hauer  quel  (auallo  :  e  la 
ragione  èque  fi  a  :  che  quando  vn  cauallo  è  infermo  non  può  mangiar  be- 
ney&  non  mangiandola  infermità,  fé  li  aggraua;  fi  che  per  quettofide- 
uè  gouemareprimay&nonft  fidare  >  che  fta  il  tempo  deWherbay  &  che 
il  Cauallo  la  mangiy  perche  l'herba  non  lo  rifanarebbe: 

"Dicono  li  mafiri  quando  fi  mettono  due  caualli  aWherbavno  farà  di  & 
tempo  >  e£-  l'altro  farà  gioitane  quale  ricerchi  più  pretto  la  infagnia  >  il 
giouaney  ò  il  vecchio;  dico  che  la  recerca  più  pretto  il  vecchioye  la  ragio- 
ne è  quejlayche  quando  vn  cauallo  ègiouaneha  li  f angui  frefchiy  &  pu- 
rificati*>  fi  che  alcuna  abbondanza  difangue  non  lo  può  tanto  offendere^ 
come  ad  vn  cauallo  vec  chiorbe  ha  il  fangue  affaticatOy  grgrojìo;  fi  che 
aumentando  il  fangue  al  Cauallo  -vecchio  è  neceffario  dì  alleggerirlo  ; 
perche  fi  guastarla  >  tanto  quello y  che  fhceffedi  nuouo  con  il  mangiar 
l'herbaycome  queHofanguey  che  tenejje  il  corpo  della  maniera  fopradet- 
tayfi  che  per  quefia  caufa  fi  deue  alleggerire  del  fangue  più  pretto  il  vec-  ^ 
chioyche  ilgiouane . 

Dimanda  fi  quando  vn  cauallo  cade  >  &  li  efee fangue  per  bocca ,  & 
per  le  nari  di  donde  viene  detto  fangue  dalle  vene ,  che  fiano  crepate  > 
ouero  che  fi  a  rotto  il  fegato  :  dico  che  pia  prefio  crepa ,  &  fi  rompe  il 
fegato  y  che  le  vene  y  perche  effe  fono  neruofe  y&  fortiyil  fegato  ètene^ 
Wy&  attOyad  vna  botta ,  che  leua  pia  pretto  a  crepare  >  che  vna  vena  : 
e  quetto  è  il  parer  mio:  eJr  anco  per  vn  altra  ragione  >  perche  le  vene  non 
hanno  quel  dritto  di  mandar  il  fangue  per  locanarw^odel  Cauallo^ 
&  per  k  nari  i  come  ha  il  fegato  >  perche  il  fegato  nel  tempo  drìiadi- 

gefiione^ 


gefiìone;  dico  qftando  il  cauallo  fh  digeflione  delti  cibiyche  mangiayquella 
parte  va  in  [angue  >  e  va  per  quel  luogo  naturalmente  al  fegato ,  e  per 
quel  canale  mede fimoyqu  andò  ilCauallo  cafca^torna  il  [angue  dentro  lo 
slomaco  ;  fiche  dal fiomaco va  in  bocca  del  cauallo  y  &  intefta  per  il 
meato  delcanarw^Oy  fi  che  per  quesle  ragioni  non  crepano  le  vene* 
quando  cafca  il  cauallo ,  ma  è  moto  delfegatoy  come  s'è  detto  di  [opra,  » 
Dicono  alcuniychela  briglia  fia  caufa  di  tirare  la  flegma  dal  Stoma- 
co del  iaualloy&  è  vero  :  perche  il  Cauallo  non  maflicaria  fé  non  tenef- 
fe  la  briglia)& per  queslo  mafìicoì-e,  che  fa  quando  tiene  la  briglia  pur 
ga  quella  flegmafouerchiayche  fi  troua  dentro  lo  slomaco:  quejiofk  vti 
™  le  affai  a'  caualliyche  hanno  la  toffe ,  &  che  patono  di  opilatione  di  Ho  • 
maio  perche  l' alleggerirono. 

Si  chiede  quando  vn  cauallo  ha  i lombi  >  cioè  lafchiena  a  modo  di  vn 
cameló  alta  ;  da  che  viene  :  rifpondoyche  ciò  caufa  >  quando  flà  in  corpo 
della  madre  fìretto ,  et  per  queslo  quando  il  cauallo  è  nel  tempo  y  che  la 
madre  lopartorifcefitrouano  leojia  alte  y  e  resla  co  fi  con  detta  fchiena 
alta  come  camelo  ;  e  queflo  è  benefìcio  diefioyperche  è  di  maggior  forila 
degli  altri, 

Domandafi  perche  caufa  le  corna  vengono  al  Bue  >  &  il  Torello  non 
le  ha;  dico  che  la  natura  V  ha  fatte  ad  effeììoy  chepoffa  fuentare  la  fumo 
C  fità  della  tefla  quando  detto  animale  fé  ne  troua  pieno:  &  queflo  fi  vede 
per  eff>erien%a,yche  li  maftrialle  volte  quando  quesli'Buoi  mangiano  lu- 
pini^ raperò  altre  herbe  >  pigliano  ventofità  y  et  li  maflri  li  tagliano  le 
dette  cornale  co  fi  ancora  quando  hanno  il  capotto  ticcy'/  che  non  è  fé  non 
fumofitàyche  viene  di  dentro  il  corpo  caufata  da  alcuna  coslipatione  de* 
cibifecchi  :  quesle  corna  leuano  afìaifumofitày  &  ancora  la  natura  ha, 
fatto  detto  Torello ,  fen?aper  darli  nutrimento;  per  queslo  dunque  l'ha) 
fattola  natura  >  et  ancora  perche  dette  corna  non  hanno  da  far  format 
ma  ferirne  per  adornamento  >  et  per  bellezza  della  te  fia  del  Bue . 
Dicono  li  mafiriy  perche  caufa  vn  caualloyche  ippica  d'vn  piede  non 
&  lo  toccanoynè  lo  sferrano  queldìyche  viene  in  mano  à  li  maflri:  rifyondoy 
che  quando  vn  cauallo  zoppica  dal piedey  fi  deue  affrettare  vn  dìyetvna 
notteyad  effetto  ,  che  il  Cauallo  non  fi  riprendeffe  y  et  per  certifìcarfì  be- 
ne il  mafiroyfe  è  riprenfione  yòfeè  diffetto  del  ferro  y  ò  delli  chiodi;  però 
fi  deue  affettare  il  fopr  adetto  tempo ,  per  certificar  fi  bene:& queflo  è  il 
parer  mio  . 

Dicono  alcuni  quando  il  cauallo  è  infognato  al  colloyouero  a  lifìan- 
chiy  &  che  fi  intorcia  dà  là  vnoyò  due  dìy&  chela  ferita  >  che  ha  fatto  il 
ferro  s' allarga  fé  fi  può  giudicare  >  che  il  ferro  fia  slato  grande  ,ò  pk- 

C    4  colo: 


colo  :  dico  di  nò  ;  perche  quando  limaflriinfagnano,&  che  la  ferita  ,g 
che  ha  fatto  il  ferro  intorcia  è  per  caufa  del  f angue  grò fo ,  che  corre  in 
fletta  feritala  tempo,che  la  corda  flà  diretta  al  collo  del  cauallo:&  per- 
che non  può  enac  uare  co  fi  come  vacua  il  fangue  fattile  perquefìorefla 
là,&  intorcia  in  detto  luogo  del  collo  :  &  perche  quando  fuccedono  fi- 
ntili cafi  la  pelle  fi  allarga,  &  per  allargar ft  detta  pelle  ffinta  dal  fan- 
gue fi  allarga  ancora  detta  ferita,&  maffime,che  la  pelle  fempre  fa  lar- 
go alfangue,&  alla  carne  quando  crefce\fi  che  la  pelle  conferà cndo  del- 
la, maniera  fopr  adetta ,  ancora  fi  allarga  la  ferita  per  ben  chef  off  e  fat- 
ta còl  fèrro  piccolino  di  lancetta ,  &  maxime  quando  è  tempo  caldo ,  e 
moleflo  delle  mofche  ,  p 

Quante  venehabbia  il  Cauallo. 

IL  Cavallo  ha  vintifei  vene  ,  cioè  due  le  communi ,  due  a  lifchmchi , 
due  le  cigne,&  due  le  cofee  di  dietro:  Quefiefono  otto  veneprinci- 
pali:dipoi  vene  fono  otto  alli  piedi  dinanti,&  otto  alli  piedi  di  dietro,che 
fonofedici  tutti  quattro  li  piedi ,  &  otto  fono  le  principali  >  &  vna  à  tck 
bocca,&  vna  à  la  coda}  che  fanno  vintifei . 

Perche  il  Cauallo  fìa  caldo . 

NOtayche  il  cauallo  è  caldo  naturalmente ,  &  la  ragione prima ,<&& 
principalmente  è,  che  non  hàfele  in  fé,  &  queflo  l'ha  fatto  la  na- 
tura perche  il  cauallo  fìa  più  mànfueto  nel  feruitio  dell' buomo  :  ma  fé 
haueffefele  ,  abbondariafio  più  tifangui ,  &  li  fùria  efferpiu  caldi;  per- 
che comefapete  la  colera  è  calda ,  &fecca;  calda  ,  perche  fi  congrega 
delli  humoripià  grofjì  del  corpo  noHro,&  dell'  animale,&  fecca  perche 
lafua  caldera  diffecca  la  parte  della  digestione  più  grofla  come  èia 
parte  delle  feccie  ,  &  della  ftegma:e  nota  ,  che  quando  fuccede  qualche- 
infermità  farla  molto  danno  al  corpo  del  detto  cauallo  ,  il f eie ,  &per 
t^uefia  ragione  la  natura  ha  prouifio  à  non  furio  ,  &  ancora  gli  Ijà  prò-  « 
uifio  di  mangiar  herbe  frefche  ,  &paglia,ch'èfrefca,  &  d'orbo ,  &  de 
acqua  per  bere;  eh'  è  fredda,  conofeendo  la  caldera  di  detto  animale . 

Perche  il  Canal  lo  fi  chiami  Caualfo. 

/~\  Vefto  animale  però  fi  chiama  cauallo  perche  effendo  tanto  accom 
*  /  modato  al  feruitio  deirhuomo  non  fi  fa,  né  fi  può  fare  vnCaua- 
lierofen^a  effo  Cauallo  ;  &per  quefìo  effo  Caualiero  piglia  il  nome  dai 
cauallo,et  il  cauallo  dall'huomo  :  et  per  quejìa  ragione  fi  dice  cauallo  , 
perche  [opra  detto  cauallo  fi  firmo  i  Cavalieri  dì  lancia  :  nota  y  che  fi 

famo> 


2 


V    \    1     M    0.  4j 

fanno  più  Caualierì  >  cioè  Caualieri  dijpada  ,  &  queflo  pub  Bare  anco  à 
piedi: fi  dice Caualier  dimaretfuanào  è  vn  valenfhuomoper  lo  mare; 
maeftendo  (aualiero  di  lancia  è  bifogno  ,  che  Hia  à  cauallo ,  e  fopr  a  vn 
buon  cauallo:  et  però  dico,  che  la  natura  ha  pofìo  nome  al  cauallo  per 
la  fua  natura  calda ,  come  hauemo  detto  per  le  ragioni  fopr  adette ,  & 
ancoraper  effer  tanto  familiare  dall'huomo ,  che  non  fi  pub  fhre  vnCa- 
ualiere  fen%a  effo  cauallo . 

Della  enfiagione  della  lingua,  erefta. 

E  Ter  che  detto  [avallo  per  le  fatiche,  che  fa  inferuitio  del- 
l'huomo  ,  &  ancora  per  li  difcenfi ,  che  accadono  per  lo  caldo  , 
e*r  per  humidità  -,  pero  il  (auallo  cade  in  molte  infermità.  Cominciando 
dalla  tefla  prima,  &  poi  feguit  aremo  dentro  il  corpo,  &  ancora  agl'al- 
tri membri  eSlrinfechi.  TS^ota,  che  nella  tefla  del  Cauallo  viene  certa  fu- 
ria di  f angue ,  cioè  di  humorià  la  lingua ,  che  fi  enfiano ,  &  detta  infer- 
mità leua  il  mangiare  al  Cauallo,  &  allhorafe  li  deue  cauar  fangue  dal- 
li fianchi  per  diuertire  detta  furia ,  per  li  humori  ;  non  vna  volta ,  ma 
due  fecondo  la  virtù ,  che  ha  detto  cauallo ,  efiendo  graffo  ,  b  magro ,  #• 
poià  detta  enfiagione  v farete  quefli  bagni  :  Tigliarete  m  alua,  violar  a  y 
herba  di  muro,&  radichi,  &  le  farete  bollire  con  fongiafr  acida,  & 
burro,  &  di  quell'acqua  ne  farete  bagni  vn  poco  caldi;perche  dette  her- 
be ,  &  fongia ,  et  burro  fono  mollificatine  delle  materie  fopr  adette,  et 
ancora  dico, che  fi  deuono  fare  difenfioni  intorno  l'enfiagioni  di boloar- 
mino ,  aceto,  et  chiara  d'otta ,  e  le  fopr  adette  cofe  fono  fredde  per  rifre- 
fcare  detti  humori  caldi,et  ancora  fono  diffeccatiue  delli  humori  cocorfi. 

Quando  vn  cauallo  è  inferrato. 

Dico,  che  detta  infermità  è  canina,  e  leua.  il  mangiare  al  Ca- 
uallo ;  per  queflo  dico ,  che  fé  li  debba  fhre  maflicatorij  di  profi- 
co faluatico  graffo  vn  dito,  et  quella  fiaccata  in  punta  \  dipoi  fi  met- 
ta vna  fetta  di  lardo  in  punta  di  due  dita  ,  et  fi  deue  ligare  detto  lardo 
con  la  fcor%a  della  detta  afla  delfico ,  et  ancora  dico  ,  che  fi  deue  tene- 
re vna  caraffa  piena  di  aceto  roffo  forte  ,  e  dentro  l'aceto  vi  vuol  efìer 
vn' oncia  di  cannella  fina ,  et  vn' oncia  di  garofkli ,  à  talché  infondendo 
detto  lardo  del  modo  fopradetto  in  detto  aceto,  lo  conforta  .  T^ota,  che 
detto  mafficatoria  fi  fa  per  queflo  effetto  perche  detto  aceto  è  freddo  > 
et  per  efier  freddo  difecca  le  materie  concorfe  dentro  la  gola  :  il  lardo 
masticandolo  mollifica  le  materie  crude ,  et  lepo flemme ,  che  f uff  ero 
dentro  il  canam^  del  QtuaUoda  cannella  >  et  ilgarofhb  confortano» 

il 


4»;  i  i  b  ji  o 

UcelabrOy  che  non  fcendapm  humidità  nella  gola ,  &  lingua  di  detto  g 
cannilo;  ancora  dico  del bajìone  delfico  al  tempo,  che  il  cauallo  lo'ma- 
fiica imian7J)che  fi  difciogli le  mafcelle  ,  cheftanno ligate  perlibumo* 
ri  concorfi  :  perquefie  ragioni  fé  li  fa  detto  masticatorio  -,  quando  detti 
caualli  hanno  fìmili  infermità  deuono  mangiar  co  l  capo  alto,a  talché  la 
influenza  non  habbia  materia  da'fangui  in  detta  enfiagione:  però  dico > 
che  fé  in  termine  di  quattro  dì  detta  enfi agionenonpaff affé  ,  laudo  >  che 
fé  li  diano  botte  di  lancetta  nella  linguale  nelle  labra:  &  la  ragione 
è  quella:  K(ota  ,  che  ejiendo  concorfi  gli  h umori  fanguigni  in  quel  Ino- 
godono  groJfiy&  alle  volte  vi  fi  agghiacciono,&  fi  putrefanno,  &non 
ballano  li  bagni  mollificatila  ne  defenfìui  >  à  farli  ritornare:  per  quella  F 
ragione  dico  ,  che  fé  li  deuono  darefagnieal  luogo  mede  fimo  ;  à  talché 
euacuando  detto  humore  groffo  concorfo  difangue  in  detto  luogo  ,  e*r 
quefiofifh  per quefia ragione, perche  effendo groffo  detto  humore  fan- 
gnigno  non  pub  tornare  per  viadelle  infagnie  delti  fianchi .'  ma  fideue 
cattare  dal  luogo  medefimo;  &  efiendo  groffo  è  atto  è  putrefai fi  :  anco- 
ra dico ,  che  la  infagma  delti  fianchi  non  manca  per  quefia  ragione  per- 
che fé  non  ritorna  /' humore,  effendo  groffo^danno  detta  infagnia,e  man- 
ca Vhumore  del  J angue,  eh e  non  ha  concorfo  al  membro  lefo;&  per  que- 
lla ragione  fi  lauda  detta  infagnia; ancora  dico  quado  viene  dettainfer- 
mitàyfe  li  deuono  radere  li  peli  al  cauallo ,  &  dipoi rafo  fi  deuono  onta- 
re  d^olio  laurino ,  &  di  euforbio,et  cantarella,e  mefehiate  dette  cofe  in- 
fieme, ben  pelle ,  con  quello  fi  deue  vntare  due  volte  il  dì,  vna  la  matti- 
na,et  l'altra  la  fera  .  rHota,che  dette  vntioni  fono  calde  >  et  fi  fanno  in 
detto  luogo  della  gola  del  cauallo  doue  è  il  canarw^o,  che  fono  tutti 
quefli  membri,e parti  humide ,  della  canna  del  (auallo,  &peròfivnta- 
no  con  quelle  cofe  calde  per  quefia  ragione  fi  rade  il  pelo  ;  a  talché  dette 
vntioni  penetrano  più  nella  gola  per  leuare  la  infermità  >  &  humidità  : 
&  ancora  dico,chefe  li  debbano  fare  crifiieri  di  maina,  violara,  mar- 
corella,et  in  detta  decottione  me fc erete  olio  violato .  1S[ota,che  in  detto    jj 
crifliero  V entrano  quefle  herbe ,  che  fono  mollificatine ,  et  rifiefeatire  : 
dico  mollificatine  di  alcuna  parte  dèlie  feccie  :  ancora  dico  fi  metta  in 
detto  crifliero  la  camamila,clfè  calda,etfi  mette  perche fcacci  li fumiy 
che  caufano  lihumori  alterati  del  corpo  delti  animali,et  ancora  vi  fi  me 
fee  dio  violato.  rHota,  che  fé  quando  il  Cauallo,hà  quefia  infermità  non 
potejfe  mangiare,  le  darete  farro  d'or^pxcotto  con  viiccarofino  dentro  à 
detta  fc fiamma  di  farro  ,  et  fé  li  debbia  dar  tre  caraffe  la  volta  di  detto 
liquore,e  deeefierfrefco,et  è  di  fofiantia,et  mafiime  quando  detto  Canal 
lo  non  mangiafie ,  et  fuffe  fiacco  >  et  debole  per  la  fopr adetta  infermità , 

Hauendo 


V     K      IMO.  '  47 

ji  Vanendo  furiato  della  tetta  del  cauallo  diremo  della  infermità ,  che 
fuccedono  al  celabro^  della  naturalità^  cognitione  di  detto  celebro  : 
nota  y  che  detto  celabro  è  humido  naturalmente^  &  questo  lo  ha  fatto 
lanatura  per  quesla  ragione,  perde  flanella  tefta,etanto  èadiretejìa 
d'vn  caualloyouero  d'vn' huomo  quanto  è* a  dire  minerà  y&eshalatione 
de'  fumi  dell'i  humori  del  corpo  come  fono  nel  fare  della  digeflione 
del  cibo,  ouero  alcun'  altra  conturbatane  del  f angue  e  alido; fi  che  la  no. 
tura  prouedendo  aqueftoy  che  li  fopr adetti  fuminon  offendeffero  il  cela- 
Iroyha  fatto  ancorali  fpir  acoli  come  fono  le  orecchie,  il  nafo  y&  la  boc- 
ca ya  talché  sfoga  li  humori  ancora  detto  celabro  :  la  natura  l'ha  fatto 

ì  humido  y  perche  effendo  gouematore  de  gli  occhi  ;  detto  celabro  fi  non 
fuffe  humido  guaflerìa  la  viti  a  degli  occhi;&  efendo  e  alidi  pigli  ano  la 
caldezza  dell' aerey  &  maffime  il  giorno  >  che  aumenta  il  caldo  per  cau- 
fa  del  Sokylafando  la  parte  della  nottey  che  aumenta  l'humidìtà  yfi  che 
effendo  gli  occhi  humidi  ,  &  godendo  fi  del  gouerno  del  celabro  del  modo 
fopradettOyperò  detta  natura  ha  prò  ni  fio  co  fi .  Ter  è  tratteremo  dell'in- 
fermità y  che  occorrono  al  celabro,  &  a  gli  occhi  del  cauallo  ,&■  come 
"vengono  y  &  che  le  caufa .  Is^ota ,  che  il  cauallo  è  foggetto  alle  fhtichey 
che  li  da  l'huomoy&  in  qneflof cardare  >  &  raffreddare  conturba  quella 
parte,che  nutrifee  il  celabro;  fi  che  effendo  ilfangue  caldo  naturalmen- 

*  tey&paiperla  fatica  delfcaldare,&  raffreddare  perde  la  virtù  calday 
&  non  dà  coft  buon  nutrimento  naturale: onde  il  cavallo  comincia  aper- 
der il  mangiare,^  perdendo  ilmangiarla  digeftionenonflfa  bene  den- 
tro lo  slomaco\fiche  quella  parte  >  che  hauefie  da  ire  infangue ,  non  vài 
bene,&  co  fi  dico  della  ftegma  ancor a,dell 'or  ina,  &  del  fieno;  fiche  ef- 
fendo trìflaladigesHone  >  ancora  fàtri&ofumo  :  il  e  elabro  fi  gode  del- 
le fumofità  delli  cibi  del  corpo  naturale  ;  però  dico  quando  la  tefia  dole 
ogni  membro  langueyche  è  per  caufa  delie  digesHone;fr  che  facendo  tri- 
lla digeflione  delli  cibiy  che  mangia  il  Cauallo  fa  triflo  j angue  trifla 
flegmay  epeggior  orina  y  &  fieno  y  che  è  la  più  grefia  parte  delladi- 
geflione;&  effendo  coft  caufano  poftematione  >  e  maffime ,  che  il  fangue 
la  prima  foflantia  del  corpo  effo  nutrifee  naturalmente  l'offa ,  &  li  ner- 
uiy&  la  carne  per  la  fua  caldera;  perche  fono  humidi  y  &  freddi ,  & 
fecchi  :  Et  ancora  diremo  della  fìegmay  che  è  la  feconda  parte  della  di- 
gefìioney  che  naturalmente  ferve  al  polmone  >  e  queslo  lo  ha  fatto  la  na- 
turay  perche  detto  polmone  è  freddo  >  &  feeco  perà  per  quefla  ragione 
la  ftegma  è  fatta  per  adacquare,  &  rifrefeare  li  polmoni  :  &  per  vrì al- 
tra ragione  :  perche  il  polmone  fi  trouafuggetto  al  cuore,&  a  tutte  l' bo- 
re dà>  &  piglia  lt  fiati  del  corpo  >  &  fier  lo  fuo  moto  fama  il  gran  ca-< 

tare 


44  L    1    *   K   0 

lore  delfangue  pia  fottile ,  &  caldo ,  che  fi  ritiene  in  fé  il  cuore ,  &  per  g 
quefto  la  natura  ha  prouifto  di  detta  flegma  per  detti  polmoni  y  che  non 
dife echino ,  per  Ha,-  e  (fi  auanti  al  fopr  adetto  core  del  modo  fopradetto 
caldo  :  &perquefta  ragione  dico  >  che  quando  è  tri/la  la  digestione  >  la 
flegma  è  triiìa ,  e  guati  a  li  polmoni  ;  co  fi  diremo  della  parte ,  che  va  in 
orinay  che  efìendo  del  modo  fopradetto  viene  fcaldata  >  perche  tanto  è  a 
dire  orina ,  come  fpionc  del  corpo ,  perche  detta  orina  participa  fempre 
di  tutte  quelle  qualità)  che  fi  trottano  nel  corpo  tanto  fé  è  fcaldatOy 
ouero  alterato  di  [angue ,  ò  chepatifee  di  ventofita\ouero  di  humori  co- 
lerici ;  tutte  quelle  qualità ,  &  cofe  intrin fiche  dimostra  l'orina  :  perche 
naturalmente  effa  participa  di  tutte  quejìe  qualità  :  diremo  della  quar-  - 
t  a  parte  di  detta  digestione }  che  è  la  parte  più  grofiaycbe  va  dentro  /' in- 
testina del  e  auallo  ;que  si  a  caufa  fetore)  &  alle  volte  per  efierla  più  par 
tegrofia ,  caufa  ftipatione ,  &  non  fh  euacuare  bene  il  (auallo  >  &  non 
vacuando  caufa  fumofìtà  :  per  quella  caufa  dico  >  che  effendo  ladige- 
Hione  trisìayguaHa  come  bauemo  detto  di  fopr  a  li  membri)  &per  que- 
lle fumofìtà  perle  diuerfe  caufe  di  humori  >  che  efeono  intrin ficat  amen- 
te dal  corpo  )  &  vanno  gran  parte  al  e  elabro  :  e  per  quella  caufa  dico> 
che  il  celabro  viene  àflar  male  ;  &  fi  domandano  le  malatie  di  ejfo  cer- 
vello Ciamoiro,  fecondo  capoftorico,  ter%o  verme  aboia  tino,//  capo- 
gotico  è  moto  di  humidìtà ,  effendo  ciò  caufato  dalla  flegma  fé  gli  fan-  Q 
norimedij  di  cofe  calde^ome  e uforbio ^cantarella)  olio  di  lauro  >  che  vn- 
gendoli  a  la  gola  del  cauallo ,  fi  vnge  in  quel  modo  ,  per  tratenere  l'bu* 
midità)che  va  al  corpo  ,  e-r  anco  per  confortare  la  parte  delfangue ,  che 
va  naturalmente  a  nodrire  il  cerueìlo  y  &  ancora ,  che  fé  gli  ponga  pene 
al  nafo  del  Cauallo  con  cannella  :  quefìo  fi  fh  per  rompere  la  humidì- 
tà :  Di  più  laudo ,  che  fé  gli  face  ino  fomenti  d'incenfo ,  &  palma  :  per- 
che la  palma)  &  l'incenfofono  confortatiti!  del  celabro ,  e  maffime  per  il 
calore  del  fuoco:  laudo  che  detti  fomenti  fi  debbino  fare  la  fera  per 
Vhumiditàyche  fuccede  la  notte  ;  &  quefla  infermità  è  anco  chiamata 
cia.mohoylctq  naie  offende  il  celabrO)&  è da  notare  ,  cJieviene  da  fumo-  H 
fità  del  corpo  del  ['auallo ,  e  maffime  quando  il  [angue  di  detto  cauallo 
nonfìà  legitimO)  &  naturale  >  che  non  dà  il gouerno  naturale  al  cerueì- 
lo >  <ù"  per  quella  caufa  ne  procedono  quelle  vifcofità)  &  quel  marciu- 
me) che  efee  dalle  narici  del  cauallo  )  che  difeendono  dal  celabro  perle 
cattine  fumofìtà  >  che  efeono  dal  corpo  del  cauallo  :  &per  queflofog- 
giungo  )  che  alle  volte  per  detta  conturbatione  di  f angue )guafìa  li  pol- 
moni da  dolore  in  tutti  i  luoghi  doue  arriua  detto  f angue  :  an^i)  che  fé 
perfeuera  quella putrefhttione  difangue  yfi  dimanda^ enne  abolatiuo, 

&fi 


2 


T'   V  /  '  M'    Ó\  45 

3  ^-// t/.'/jw^-bo'.itkio,  perche  il  favguc  corriva  a  tutte  le  mewbr a,co- 
^  me'dif opra  è  detto,  &  li  neri -.inori  few  ono  il  calore  naturale -affliggen 
dolo  il-dolore,  &  lap.\(fione  :  &  per  questo  il  cauallo  fi  duole ,  &fa  mu- 
tino di  doglia  :  bor  dalle  jpalle  ,  &  bor  daU'ancbe ,  fecondo  la  furia  del 
fangue  ,  che  p affa  putrido  indetti  luogbi  :  fi  chiama  verme  abolatitio 
per  vìi"  altra  ragione  perche  detto  fungile  naturalmente  caminaper  den- 
tro le  vìfcere  della  carne,  e  ciò  fece  la  natura,  perche  detto  fangue  corri- 
uaffe,  ór-  gouemafe ,  &  nutriffe  tutte  le  parti  della  per  fona  del  cauallo^ 
&per  il  caminare,  che  fa  detto  [angue  fi  dimanda  vermi abóJ.niuo: 
d^ncora  per  vrì  altra  ragione  diciamo  aboiatiuo  ^quando  per  il  male 
corriuamento  del  fangue  ,guafìa  li  polmoni ,  &  il  polmone  perde  il  mo- 
to :  allbora  il  cauallo  è  affannato  da  ogni  poco  di  viaggio,  che  faccia^ 
&  perde  il  mangiar  per  la  debole  x^a  del  fangue,  &  ciò  caufa  il  polmo- 
)le,tbe  manda  vifcofnà putrida  al  ceruello ,  &  anco  per  vn' altra  ragio- 
ne il  cauallo  perde  il  mangiar  per  dcboleyga  del  fangue ,  perche  baueri- 
do  perduto  il  calore  naturale  tiene  debole,  &  [ecco  lo  fìomaco  ,<&  per 
quefta  caufa  il  cauallo  non  mangia .  Ter  leuare ,  dunque  questa  fumo- 
fttà,  &  vifcofit  acominciando  dal  ceruello  :  vfarete  va' impiaftro  di  pe- 
ce greca,  pece  nauale ,  incenfo  ,  &  maftice  :  queste  fono  co  fé  reftringiti- 
uè,&  confortatine ,  perche  fonò  calde  :  <&  àncora  pigliarete  cimatura, 
rofìa,  prima  che póniate  detto  impiaftro  nella  fronte  del  (fauallo  dintor- 
no delle  orecchie,e  lidarete  otto  botte  di  fuoco,  quattro  per  banda  intor- 
no alle  orecchie  ver  fole  congiunture  ,  &  legature  della  te  sìa ,  e  ciò  fifa 
per  restringere  quelle  fumofità,&  bumidità,cbe  vengono  dentro  al  cor- 
po del  cauallo  :  L  audo  ancora ,  che  fé  li  dia  per  bocca  liquore  di  farro  > 
&qnefto  è  per  confortare  lo  stomaco  del  cauallo ,  &  mefchiate  infie- 
me  coti  il  farro  lagalanga ,  &Jpicon;rdo ,  chefìadi  quantità  d'vrìon- 
cia,  &  lo  porrete  in  due  caraffe  del  detto  liquore  di  farro  :  &  quefle 
polui  fi  danno,  perche  hanno  la  proprietà  calda,  &  per  confortare  al- 
cuna parte  bumida  diflegma ,  chefuffe  dentro  al  corpo  del  Cauallo ,  &  è 
bene ,  che  fé  li  dia  a  mangiar  cofe  verdi ,  come  fono  cannacele ,  grame- 
gna,&  capi  di  vite  verde,  &  ciò  fifa  ;  perche  fono  cofe  appetmfe  ol- 
ii caualli  :  perche  quando  hanno  fimili infermità  non  hanno  appetito-.  & 
fono  ancora  lubriche  per  euacuare ,  e  per  la  digestione  ,  e-r  laudo ,  che  fé 
gli  faccia  cristieridi  decottione  violata,herba  di  muro,olio,cerapia,due 
onde ,  olio  violato  onde  tre  per  volta  ,&  queflo  ferueper  fcaricare  la. 
tefla  >  a  talché  le  fumofità  non  vadino  alla  tefta  :  &  ancora  dico ,  che  è 
bene  farli  vn' impiaftro  fopra  le  reni  di  mele  commune ,  feni  greci,  fé- 
mente  di  lino }  wfapina ,  incenfo }  &fimutifj>efio  fopra  te  reni  caldo  > 

quanto 


quanto  lo  può  [offrire  ,  &queHo  fifàper  confortare  lereniy&  fort'tfi-  £ 
carle:&  laudo,  che  fé  gli  caui  fangue  tre  volte  dalli  fianchi,  e  quello  fi 
fàccia  in  tre  fettimane,  cioè  vna  fettimana  per  volta  ,  maffimefela  be- 
Sliaè  graffate  bene  ancora  quando  a  detto  Cauallo  aggrauajfe  detta  in- 
fermità,mandarlo  fuori  atta  campagna  a  pafcere:  e  ciò  fifà,perchequan 
do  il  (auallo  Uà  attaflatta  lipusga  il  fiato,  e  diqueUo  fi  è  la  cagione 
della  putrefkttione  degli  human  corrotti  in  corpo  al  Cauallo >  &  ferue 
anco  aciònon  ammorbi  qualche  altroCauallo ,  che  li  Sìa  vicino,  &pet 
quejlo  dico,  che  è  bene  mandarlo  atta  compagna,  a  talché  l'aereio  puri' 
fichi+&  non  fàccia  danno  ad  altro  Cauallo  :  l^ota,  the  quando  il  Caual- 
lo viene  a  quetto  termine  di  mandarlo  fuora,&  non  pafcola  è  malfegno: 
perche  fi  de  uè  affrettar  e  fei  giorni  j  <&fe  non  mangia  ammaccatelo  >  che 
trouarete  il  polmone  guaUo,&  per  quefta  caufa  non  mangiaua  ;  perche 
tutti  li  membri  erano  putrefatti y  <&  non  folo  il  polmone,  ma  ancorali 
nerui. 

Del  Li  nerui  del  Cauallo.. 

NOta,  che  li  nerui,  che  fono  la  parte  del  cóllo,&  detta  fchiena ,  tot- 
fcono  Mia  nuca,  onero  dietro  il  celabro  del  Cauallo ,  &  natural- 
mente detti  nerui  confinano  per  tutta  la  fchiena  fino  atta  e firemità  detta  ~ 
coda,&  queft.0  l'ha  fatto  la  natura  per  diuerfe  caufe:primaperche  det-    j 
ti  nerui  fiano  catenese  timone  della  tefta,perfkre  andare  dritto,  &  for- 
te il  Cauallo,& poiperla forza ,  che  ha  dafhreeffoCauatto  conia  febie- 
na,&  col  collo;  perche  dettinerui  nafeono  in  luogo humido,  &perna- 
feer  iui  effo  neruo  per  hauere  la  proprietà  h umida  ?  &  fredda,  la  natura 
ha  prouifto  di  darli  foflan'xa  co  ilfangue\fi  che  per  la  parte  della  fchiena 
fino  in  detta  nucanaturalmente  vifeende  il  fangue  talmente ,  che  tanto 
effo  neruo,  come  la  ligatura  detta  fchiena ,  che  fono  le  ofia  humide >  & 
fecche,e  fono  coperte,  pigliando  ilcalor del  fangue  fi  confort  ano  :  fiche 
quando  fuccede  alcuna  infermità  a  detti  nerui  è  conturbatone  di  fan  # 
gue,&  è  ilfangue,che  non  flà  nel  calor  naturale,  &  no  da  quel  aiuto  na    . 
turale  al  neruo;  &  atte  volte  il  neruo ,  che  è  humido  fi  ritira  perdendo  il 
calore,&  domandafi  ri  ro  ;  perche  efio  neruo  fi  ritira  non  hauendo  ilnatu 
ralfuo  vigore ,&  allora  li  candii  bifogna  tenerli  vn  poco  al  caldo,e  maf 
fimefe  è  tépo  d'inuernò,&  vfarle  vntioni  calde, come  fono  dialtia,mer" 
cedonia^grJppia,olio  volpino,&  olio  commune  ,&  burro  di  vacca.T^o- 
ta,  chequeSle  vntioni  fi  fanno  per  più  ragioni  ;  la  prima  perche  mollifi-^ 
cano  le  parte delli  nerui ,  che  per  V  burnita,  che  ha  mollificando  fiende 
detto  neruo  )&  perche  ancora  quefte  co  fé  calde  confortano,rifcaldano  li 

fangui, 


T    !{,    !    M    &.  47 

.  fanguly&rifoluono  l'kumiditàyche  haueffe  riceuto  detto  fanguey  &  per- 
che quando  viene  detta  infermità  del  uxx>,non piglia  folo  vna  banda,ma 
tutta  laperfona  dentro  il  corpOy&fuoriy&  lena  il  mangiar  alCaualloy& 
fer  quefta  caufa  le  partimmo  fé  legano  le  mafcelle>&  non  ponno  mangia 
retonde  laudoyche  fé  li  faccino  le  fopr  adette  vntionifopra  effe  maj celle  » 
&  èy  che  fé  lifkccino  mafticatorvj  dibaftoni  di  fico  fanatico  con  lardelli 
inpunta  all' afta  perche  detto  fico  mafticandolo  difcioglie  lemafcelle?  il 
lardo,  mollifica  le  parti  arteriali  dentro  la  gola  del  Cauallo  y  &  ancora 
laudoychefe  li  dia  à  mangiar  cofe  lubricheycome  fono  herbe  ;perd?e  Vher 
he  fono  frefche  >  e  le  padifce  pia  prefto  >  &  il  calore  delfangue  putre- 
fa fatto  non.  le  può  mattare  detto  ciboy&  per  queiìa  caufafe  li  dà;  perche 
quando  li  Cauallihanno  la  fópr  adetta  in  fermiti  non  ponno  benmangia- 
rey&fi'trouano  di  quelliyche  non  mangiano  niente  ;  fiche  dandoci  co- 
fe verdi  lidanno  più  appetito  y  che  mangiando  cofefecchey  come  V or%oy 
la  paglia  y.  e'ihrennoy&il  fienOyper  ben  che  la  infermità  diciamo  noi  ef- 
fér  humidà;perche  raffredda  li  iierui,^  li  tira  in  quanto  li  fit  perdere  del 
la  proprietà  naturale  del  fangueye  però-  diciamoycbe  raffredda  Unerui: 
mapure  in  quefta  conturbationeyche  fk  il  fangue  non  vi  èfèbrey  &  que- 
llo lo  caufa:  il  dolore y,  che  ne  penano  tutti  l  interiori  del  corpo  :  per  quefto 
io  vieto  il  mangiar  diquefte  e  ofefopr  adette  fec  che  ;  perche quando detti 
CCaualli  hanno  fìmili  infermitàv  anno  del  corpo  afi  ai  y  e  ciò  èbuono  :  e  la 
ragione,  èqueffa  :  perche  vacuando  tutte  le  fumofìtà  del  corpo  fi '  allege- 
rìfce  la  infermìtày  &  vieto  ancora  il  farli  crifìieri.  Ts[otaycbe  quando  à 
detti  Cauallife  li  conturba  il  fangue  del  modo  fópradetto;dicoycbe  fi  deb 
bono  infagnare  ben  che  la  materia  fiafreddaye  fé  li  Um^la  fitUan^a  cal- 
da :  ma.  detta  in fagnia  fifa  per  quefta  caufa;perche  e  fio  fangue  putre- 
fatto è  caufa  della  infermità  y  e  per  quefto.  è  di  bìfogno  y  che  fi  allegeri' 
fica  la  putrefattione  delfangue  chedafafìidioalcorpoy  talmente  che  col 
gouemoy  <&-  col.  mangiareychefa  efio  Cauallo  faràfangue  purificato  y  fi 
fa  detta  infagnia  per  vrì altra  ragioney&  e  perche  le  vene  che tegono  det 
JB  tofànguefono  neruofe  natmalmenteionde  perche  dèttasaguenodiacau 
faà  le  veneyche  tirino ,  &  faccino  moto  li.  neruiychefaria  tanto,  più  tor- 
mento del  corpo y  per  quefta  caufa  è  bene  allegerirlo  difangueyéf  fé  non 
mangiano  li  Caualliy  lauda, che 'fé li dia per bocca  convn cornetto  lafa- 
gne  cotte  benminute  con  tutto  quelbrodoyquanto  pareràycheli  diafoBan 
%a.ye  quefta  foftan^afe  li  dia,  ogni  dieci  horeydtal'che  habbia  tépodi  dige: 
rirló  x  e  fé  il  Cauallo  mangiando  far  aftiticoydico  che  feiì  fàccia  criftiero^ 
di  camamilla  melelauatOy&  di  quefto  fate  ladècotiomyquantofuffe  dite- 
oaraffe  la  voltayfietche  dettamele  ecaldox&  detta  camamiUay<&  pque: 

Sfa 


fio  coforta  il  corpoyet  vi  metterete  olio  violato,  per  mollificare  alcuna  ma  - 
teria  détro  U  corpose  vi  metterete  vna  branca  di  fale.'per dar  caufaàdeu 
toCaualloycbe  fi  frrema ,  per  lofortume  delfaley^rqmfiocrislierofeU 
faccia  ogni  giorno  mentre  è  aggrauato  da  detta  mfenntìà>&  feil  Canal- 
Io  è  gra\fo,\audo,cbe  fi  facci  paleggiare  àpajfoyà  manoye  qxesìo  fi  faper 
che  il  Cauallo  digerì  fca  il  ciboy&  vacui  alcuna  parte  della  p  iene^adel 
corpo  &dze  efferati  del  modo <fopradetto li  J angui  >  fiche 'fi  fcaldafìero 
in  partey  & pigliafiero  fos~ian-ray  &  ancora  laudoyche  fi  tenga  in  buona, 
fianca  calda  à  talché  non  l'ojfendal'humidità  della  nottey<cr  maffimefe 
fi  ripofay  &  colca  per  l' bum idità  della  terra  . 

Del  fuoco  ittici  ero  con  !•_■  ragioni.         <       ■■  j 

SE  à  detta  infermità  vi  parere  di  dare  ilfuocoyfi  dia  alti  Caualliall'e- 
ììremità  come  èfotto  la  coperta  della  teHa  vna  punta  ,  &  quesito  fi 
fa  p  purgare  queU'bumiditàyìhe  foggiùgejfe  al  celebro,  &  alli  neruiyche 
nafiono  in  detta  wca,yaltriwéte  infra  l'orecchia  del  Cauallo.  fé  li  dà  quel 
land  collo pei -mollificare  inparteyetxattenereM  humori  delfanguA»  cl)£ 
non  prendano  la  via  della  tefiayefe^i  dà  ad  vna  bandai  dà  l'altra  delli 
fianchi -.perche  fono  parti  neruofey&-  queflofifà  per  mollificarli  y  &pur  - . 
garli  in  parte.della  diuerfità  del  corpoyet  della  enfiagione.  Tsfotaycbefe  li 
dà  vna  punta  fopra  à  la  coda  due  dita  fatto  la  groppayet  mettefeli  vna  pé 
na  vntatad'vnguento  verdeydoue  entri  olioye fongiayche  fono  m ollifica-  {/ 
ime  conia  verderameyche  è  forte  ye  mangiala  carne  trifta,et  dano  mate 
ria  à  purgar  quelli  humori  di  f angui  trilli)  che  gif  ero  per  offendere  la -, 
parte  delli  nerui  della  fchiena.del  Cauallo. T>Jota  però  che  fi  dà  detto  fuo- 
co quado  viene  detta  infermità)  perche  per  logouerno  triflo  delli  f angui 
s'indura  la  cartie^et  lineruì,etilfuoco  è  mollificatilo  :  ancora  detta  in- 
fermità èhumidayper  la  virtùyche perdono  li  fangui  caldi}etilfuoco:pe- 
rò  fi  dà  perche  è  caldo  >  e  la  detta  infermità  è  dijfeccatiua  perche  lena  il 
mangiare  al  Cauallo,  et  li  leua  ancora  lo  euacuare  del  corpo,et  difl  ringe 
ilfangue,et  il  fuoco  èpurgatiw,etperquefla  ragione  fi  dà  il  fuoco  à  la  det 
ta  infermità:  e  dicQyche  tanto  è  adire  dar  il  fuoco  al  C  aiutilo,  come  darle  H 
loffafimo,  perche  il  fuoco  è  violente\et  concuoce  la  pelle,etlacame,et 
per  la  caldezza  penetra ,  et  siringe  noue  dì; fi  che  detta  infermità  del  ù- 
ropercuote  la  carne  ,  et  Unenti;  perche  tanto-è  à  dire  :  ho  quanto  fpafi- 
mo  \dunque  quando  à  li  C an alli  li  vengono  dette  infermità  yefiendo  ma- 
grihauendopocafoflan^aydico  che  non  è  bene  darli  detto  fuoco ,  perche- 
li  darete  fp  a  fimo  fopra  fpafimoy  ti  non  potriano  durare  allapaffìone; 
mamedicarliycon  vntioni,con  maHicatorij,con.  crifiieriyet  altro  . 
IL  FINE  DEL  PRIMO  LIBRO.       ^ 


DEL    CONOSCERE 

LE    INFERMITÀ, 

CHE  AVVENGONO  AL  CAVALLO, 

ET    AL    B  V  E, 

Co' rimedi  j  àciafceduna  di  effe 

DI   GIO.   ANTONIO   CITO 

Napolitano. 

LIBRO     SECONDO. 
Il  fuoco  à quali  infermità  fi  dia. 

L  fuoco  nonfoloalùxo,  &*  fintili  infermi* 
tàfi  dà:  ma  ancorila  gerdé^j  galle,  à  cor- 
ue,à  formelle  ,  &  a  nerui  di  gamba  enfia- 
ta per  fatica  che  haueffe  fatto  il  Cauallo  > 
onero  qualche  feorrimento  di  fangue ,  che 
haueffe  per  la  perfona  >  che  hifognaffe  ejfo 
fuoco:  quesìe  fono  le  ragioni  della  proprie- 
tà di  detto  fuoco  per  farui  intendere  di  che 
tempo  è  meglio  darlo  :  fé  lo  date  d'inver- 
no per  amor  del  tempo  humido  ;  &  freddo  >  dico  che  il  fuoco  per  dare 
2?  quelli  noue  giorni  di  dolore  è  pericolo  fio  Vyn  a  per  lo  tempo  freddo  qua- 
le tiene  il  Cauallo ,  c^  lifangui  di  detto  Cauallo  diHrettipuò  caufare 
Jpafimo ,  &  maffime  col  darlo  alle  parti  haffe  delle  gambe  del  Cauallo  , 
che  fono  parti  h  umide  y  che  non  prouedono  di  fangue  troppo  :  mafie  fi 
dà  detto  fuoco  in  tempo  caldo  per  flare  lifangui  commoffi  dandoli  det- 
ti to 


to  fuoco  potriano  concorrere  li  b umori  del  fangue  per  toppreffione  del  F 
fuocoy  e  caufare  enfiagioni  :  ma  io  laudo ,  che  più  preflofi  dia  di  tempo 
caldo:  perche  fé  pure  fa  mutatione  il  j "angue peri 'aumentatone  del fio 
colendo  tempo  caldo,conforta,&  mitigatili  il  dolore,cbe  non  effendo 
di  tempo  bumido  ;  et  perche  quando  fida  il  fuoco  in  alcuna  parte  della 
perfona  del  cauallo  non  falò  dà  dolore,  et  commoue  lifangui,  ma  anco- 
ra percuote  la  carne  ,  et  le  parti  neruo fé  fotta  la  carne ,  per  quefla  cau- 
fa  dico  che  effendo  tempo  caldo  conforta  più ,  &fdoglu  la  carne ,  et  le 
parti  neruofe ,  et  ancora  per  vn' altra  ragione  s'hàà  dare  in  tempo  cai' 
do-'yperchefkcendoui  li  rimedu'  ,  il  fuoco  penetra  più  per  lo  tempo  caldo 
perche  fìanno  le  carni  più  aperte ,  &perquefìe  caufe,  dico  effer  meglio,  F 
dare  il  fuoco  nel  jopr  adetto  tempo. 

Perche  ilBuehà  il  fiele  j  &il  Cauallo  nò . 

Loi  caufa  è  quella  :  perche  quello  animale  è  di  natura  fatto  per  più 
aiuto  dell' buomoy  però  l'aiuto  è  q  ueflo  t  che  li  ferite  à  coltiuare  la 
terra,ferue  per  mangiarlo ,  etfojìenta  la  vita  dell' h uomo  ,  &  la  natu- 
ra,et  la  compleffionefua  èfrefea  ,  et  ancora  perciò  l'ha  prouiUo  d'vit  , 
pajlo  debole,  et  digefìiuo,  come  fono  herbe,  et  {rondi  di  arbori ,  et  la 
paglia  di  miglio  ,  che  fono  pafli  deboli,  &  fiacchi  né  per  quello  li  ha  da- 
to il  manicare  afìai ,  ma  è  fatto  ad  effetto  ,  che  per  ben  che  fia  il  pafto  { 
debole,  vuole  che  lo  digerifea  prefto,  e  ciò  per  due  caufe ,  prima  perche 
detto  Bue  ha  lo  ftomaco  freddo,  et  dipoi  vuole  la  natura,  che  detto  ani- 
male flia  fempre  purgato ,  e  pronto  fen^a  colìipatione ,  et  fumofttà  ; 
et  però  diremo  del  f eie ,  che  ha  .\  quando  effo  Bue  è  purgato  della  ma- 
niera fopr  adetta  fé  alcuno  altro  refidua  di  humori  amari,  et  trifli  rima- 
nere in  corpo  al  detto  'Bue ,  che  non  purgaffe  detto  fele  fé  li  incorpora  ; 
però  fi  dimanda  fele  perche  raccogli  tutti  li  humoracci  putridi  del  cor- 
po deW animale  :  et  però  alle  volte  detto  animale  cade  ammalato ,  et  è 
perche  quando  fé  li  muta  palio  con  darli  cofea  mangiare,che  fiano  du- 
re da  padire ,  et  ancora  per  mangiar  detto  animale  cofe  deboli,  non  fé  li 
può  dare  graue  fatica,et  dandogliela,voi fete  caufa  di  farlo  cadere  am- 
malato-te mangiando  detto  cibo  debole,  li  membri  fono  ancora  di  dentro 
deholi,come  è  principalmente  il  fegato ,  che  è  font  e  delfangue,  che  per 
fua  debilità  non  può  dare  tanto  calore  à  lofìomaco  di  detto  Bue,che  pa 
difea  pretto  :  debole  è  ancora  di  polmoni,  e  la  ragione  e quefla,  che  voi 
vedete  >  che  detto  animale  non  può  re  filiere  à  la  fatica ,  né  à  vn  correr 
lungamente  con  vnhuomofopra,  come  fu  vn  Caiiallo,&  queflo  lo  cau~ 
fa  la  debilità  delti  polmoni,  che  fi  fomentano  con  debd  cibo,  fi che  non 

ponno 


H 


s    te    0  ^  *zv"  0.'  $1 

rjl  pònno  foHentarfhticaycome  fàil  famlloy  che  mangia  dell'orbo  >  &  pa- 
glia^ altre  viuandeyche  fono  più  di  fo  fianca;  che  non  è  l'berba,cbe  ma- 
gia il  Bue:  ancora  dandoli  fatica  affai  alle  volte  fi  ropono  le  vene  dentro  il 
corpose  q  ne  sii  fono  quelli-,  che  poi  orinano  ilfingue  .  J^ota ,   che  quando 
detto  animale  ha  fi mite  infermità:  et  tiene  il  capo  bafsoyet  badagliafseyet 
pareyche  nonftpofsa  mouer della fcbienay&  fono  afsai  diquel! :ycbcflra- 
feinano  li  piedi  di  dietro  per  terra >  &  non  mangiano;  quefìifono  fegni 
mortali;perche  non  mangiano  y  &  fi  trouano  di  complejjìone  debole ,  #• 
poi  orinano  il  fangneyche  èia  prima  foflan%aye  li  caufa  la  morteyet  quan- 
do detto  animale  per  dar  lafoslantìa  li  danno  à  mangiare  il  lopino  >  & 
*B  la  rapay&  lifàuoni,  cioè  la  paglia  difhue.-T^ota  y  che  quando  detto  ari- 
tmie mangia  le  fopradette  cofe  fono  fumofe  alpadire  y  &  dure  queflo  lo 
caufa  la  debilità  fopradett a  dello  fìomacoy&  quando  effo  le  mangia  alle 
volte  jlitica  il  ventrey&  non  può  andare  del  corpoyet  auuertiteyche  quan- 
do hàfimile  infermitàyet  vacua  molle  è  buon  fegno  :  ma  quando  vacua 
duro ,  et  negro  y  e  poco  »  et  non  mangia  y  è  mal  fegno  . 

Per  ftagnare,  il  fangue  advn  Cauallo  ,  chele  vfcifle  dalle  narici» 

e  che  ài  ciò  forte  ftato  cagione ,  hauerlo  affaticato  troppo > 

e  fé  gli  fofse  rotta  vna  vena. 

C  TJi fogna  prima  pigliare  fuco  difambucoy  fuco  dì  folatro ,  farina 
J3  d'or%o  )  boloarmino ,  aceto  bianco ,  et  vna  chiara  d'ouo  >  et  que- 
ste cofe  mefchiarlo  infieme  y  et  fargli  dif cafoni  in  fronte  y  et  d'intorno 
V  orecchie  del  Cauallo  y  perche  quefxe  cofe  fono  fredde  y  etflringitiiie ,  et 
dopò  fatto  queflo  y  far  cavalcare  detto  Cauallo  à  buon  pafto  per  due  bo- 
re y  e  quefto  fi  fa;  perche  con  lo  efsercitio  yche  fa  il  Qtuallo  >  ilfangue  fi 
diuide  ne  gli  altri  membri,  et  allegerifce  il  luogo  offefo  :  fi  fa  anco  per 
vn'altraragioneyet  èyche  il  Cauallo pafsegggiando  dàyet  piglia  il  vento  > 
per  le  narici  y  e  ciò  caufa ,  che  fi  Hagna  quel  fangueyet  fi  restringe  alcun 
_  capo  della  vena  perche  il  vento  naturalmente  è  freddo  y  et  Siringhino  : 
fé  continuafse  poi  ancora  fvfcita  del] angue  è  bene  pigliare  sìoppa ,  ter- 
ra figillatay  et  fuco  di  folatro  y  et  mefebiato  tutto  infìeme gettarlo  con 
vn  cornetto  per  doue  efee  ilfangue  :  tenendo  il  Cauallo  alto  di  teììa  di  tal 
modoy  che  pofsa  feendere  bene  detta  compofitione  dentro  le  narici  del 
Cauallo  :  perche  il  folatro  è  freddoyet  flringitiuo  ^  e  lafloppa ,  et  la  ter- 
ra figillata  fono  incarnatiue,  et  bifogna  darli à  mangiare  >  or%p  buo- 
no yfhcendoli  de'Leuercnid  takhepofsa  foslentarfì  per  l'vfcita  delfan- 
guey  et  la  nette  y  et  il  dì  fi  tenga  in  luogo  frefcoy  e  queflo  fi  fa  perche 
il  f angue  >  che  fìà  m  luego  fi  ejc  e  non  fi  rifcalday  perche  rifcaldandofì 

D    a        fi 


&  L     I     B    K.    O 

fi  dariaoccapencyche  vfciffe  in  più  quantità.  Bifogna  ancora  al  detto  Ca-  £ 
tmUo  tenerli  la  cauei^zzye  ciò  fi  fa  quando  il  Cauallo  non  stringe  la  can- 
na deUa  gola,&  dia  materia  alle  vene ,  che  fé  n'efea  ilfangue  dal  luogo 
lefo  :  Dico  ancora  ,  che  il  Cauallo  deue  mangiar  con  il  capo  alto  alcu- 
ni giorni :e  ciò  ferue ', perche il  Cauallo  mangiando  con  il  capo  bafio ,  è  ca- 
gione->che  ilfangue  corra,& facci  for%a  al  luogo  offefo  ,  &quejìa  regola 
bifogna  offeru are  quando  accadono fimili  infermità. 

Per  l'infermità  Colica . 

VI  è  vna  infermità ,  che  viene  alBue,chefi  dimanda  Coìica^ercbe 
non  potendo  euacuare  l'animale  lo  ftercoy  che /là  dentro  impedito  f 
da  molti  humoracci  dentro  delli  inteslini,e  mentre,che  V  animale  fi  ft  re- 
me y  &  non  pub  euacuare  per  queslacaufa,la,  chiamiamo  Colica  \fi  che 
quando  è  a  quel  modo  èfegno  mortale . 

Vi  è  ancora  vn altra  infermità  ,  che  fi  dimanda.  PoFmonaza ,  &  è 
quando  ah"  animale  fi  dà  fatica  in  tempo  caldo ,  onde  alle  volte  perde  il 
mangiare }  &  bene  pocoy  &  JpeJJo,  è  ciò  fa  perche  dandoli  faticain 
tempo  di  caldo  y  &  non  lo  fatiando  di  bere ,  onero h auendo fete  alliue 
gli  daranno  à  bere  acqua  lorda  di  qualcl?e  pattano  :  onde  per  efier  d'ac- 
quagrofìanon  la  può  padir  e  perla  fatica  yche  ha  fatta  ,&bàindeboli- 
ti,&  opilati  li  polmoniyfi  che  gli  viene  la  tof  se^  tiene  gl'occhi  piccia-  j 
li  retirati  dentro  la  tesia;&  quando  detto  animale  faglie  vn  poco  di  fa- 
litayouero  tiraci  carroyhatte  lifianchiy  cacciala  lingua  fuora  della  boc- 
ca, &  anfa  affai ,  &  ciò  procede  delle  flegme ,  che  il  detto  Bue  tiene  nel 
corpo,e  caufate  della  trifta  digcfiione  y  clic  ha  fatto  il  detto  animale  tan- 
to nel  mangiare,  come  nel  bere ,  >  che  caufam  opilatione  nell'i  meati  del 
polmone .  JLlle  volte  mentre  il  "Bue  fi  rifcalda ,  e  fi  raffredda,  fa  veuta- 
fitày&foffiay&fifentirààfoffiarefpefìoy  e  la  notte,  &  il  giorno,  &è 
quesla  vna  infermità,  che  jft  chiama  layuUmoìs. .  Quando  poi  il  11  uè 
non  può  mangiare  iper  eh  e  li  crefee  certa  callo fità  di  carne  alle  latra  dal 
la  parte  di  dentro  la  bocca ,  quesla  infermità  fi  addomanda  riccio ..  ** 
Viene  ancora  à  detto  animale  vn' altra  infermità,che  gli  fa  dar  dentro  il 
corpo  de'  cal%i  con  li  piedi  dentro  al  ventre  >  e  non  può  orinare  :  que- 
fia  infermità  fi  dimanda  arenella  >  che  opila  il  meato  della  veffica,  &• 
opilandolo  impedifee  l'orinare  ,  onero  caufa  vento fità,  perche effendo 
impedita  l'orina  y  il  corpo  piglia  ventofità  ;  &  quando  detta  infermità 
yiene,leuail  mangiare  à  detto  animale  ,&  fé  pafj a  quattro  giorni  y  che 
non  allegerifca  èfegno  mortale  :  perche  ftando  quattro  giorni  fen^a  ori- 
nare il  corpo  fi  putì  efà  :  &•  la  ragione  è  quella,  perche  fé  ben  il  detto 

animale. 


S  E  C   0  T^Ù   0.  jg 

~A  animale  non  mangia/te  ;  non  refi  a  per  queHo  il  corpo  di  fare  V  ordinario 
fuo  dell  a  natura ,  diHribuendo  li  cibi  in  quella  miglior  parte  ,  che  fi  può 
fi  ben  fi  tro'.ta  infermo  pur  non  re  Ha  di  ri  fiorare  il  corpo  naturalmente, 
fi  che  quella  parte  ,  che  vàia  orina  da  fa/iiiio  ,  perche  non  troua  luogo 
nella  vjfìca  evacuato  per  quejia  canfa:  onde  dico  ,  che  quando  detta  in- 
fermità fa-fa  quattro  giorni ,  il  corpo  fi  corrompe  per  la  e  auf a  fopr  adet- 
ta: ridetto  animale  li  viene  ancora  vn' altra  infermità  frale  due  v- 
gnie  delti  piedi,  &iuicrefcevna  certa  callofità  di  carne  :  onde  vàmp- 
picandoypercbe  li  punge  detto  piede  :  &  fi  dimanda  pedania.  Viene  an- 
cora vna  certa  infermità  a  de:to  animile  per  laperfona  in  fra  il  cuoio  , 
&la  carne,et  la pelle,cbe  li  viene  generalmente  di  tempo  caldo,  ebetut 
toil  dojfoli  fa  vefeichette  ,  &  detta  infermità  fé  fono  grandi  fi  diman- 
dano aofchi,  dico  crofcbhpercbe  alle  volte  di  dentro  rìefce  una  putre- 
fattone di  marcia,ouero  un  verme groffo  ,  &  bianco ,  che  li  caufa  lafo- 
pradettapHtrefattione,etfe  le  bacche  fono  molli  fi  dimanda  pUo,etque- 
flo  viene  come  ho  detto  in  tempo  caldo,  et  il  calore  fa  bollire  li  fangui  in 
corpo  al  detto  animale,  etperqueslo  moto  di  fangue  s' enfia  tra  il  cuoio  > 
et  la  pelle,  et  però  fi  dimanda  pi  '  o  ,  fi  che  infognandolo  allegerifce  il  ca- 
lore,et  tenendolo  in  dieta,et  in  luogo  frefeo,  et  facendoli  crifiieri  comma 
niìton  aument  ara  ;et  fé  in  termine  di  dite  giorni  non  fi  rifolue  la  infermi' 

J    tà  èfegnale,che  dentro  ha  bi fogno  di  co  fé  frefehe. 

Del  Piello. 

LI  darete  per  bocca  bolarmino ,  aceto  bianco ,  et  acqua  di  rofe ,  et  dì 
quesìofeli  dia  due  onde  la  mattina  con  vna  caraffa  delfopradettó 
aceto,&  acqua  rofata  alla  digiuna,&  farlo  digiunare  tre  bore  dopò  da- 
to: e  nota ,  che  detta  infermità  viene  Jpejfe  volte  più  al  cauallo,  che  al 
Bue,  &  per  quefio  li  viene  più  fpeffo  al  cauallo,  perche  ho  il  fangue  pia 
caldo  di compleffione,  cbenonèilBue,  &  perche  tanto  è  adire  complef- 
fione,come  hauer  il fangue,più  caldo,più  fuegliato,più  libero,  piùgioua- 
ne,edipiùfo$lanfza,  eperquejìofi  dimanda  migliore  una  complefiione 
d'un' animale ,  che  un'altra,  et  per  ciò  dico,  che  il  cauallo  è  più  fogetto  a 
quefla,  che  non  è  il  "Bue  . 

»  (D'altreinfermità,  che  vengono  al /Bue. 

VI  è  vn' infermità,  che  s'addimandabarboncy  che  intorcia  al 'Bue 
fuori  della  canna  della  gola  verfo  il  labro  difetto ,  a  talché  alle 
volte  li  leua  il  mangiare  :  T>i più  quando  detto  animale  s'afatica,etpoì 
fi  raffredda  andata  tirato,  comefojje  tutto  di  un  pe7go>  quefiainfer- 

*D    i         mito. 


54  l    1    B     II    0 

tnità  è  la  parte  della  pelle ,che  copre  il  faglio  della  fchiena,  che  è  'intrin-  £ 
fecata  detta  pelle  con  ilff>ìno  della  f ch'iena:  onde  per  questo  lo  pigliar -ete 
con  la  mano  due  volte  il  giorno,&  li  tirante  quella  pelle,  &  fia  vntata 
di  burro  caldo,  poi  lo  coprirete  con  vna  coperta ,  &•  particolarmente  fé  è 
di  tempo  humido,  et  questo  fifa  acciò  tenga  caldo  quella  parte  dello  Jpi- 
noydoue  vi  Hanno  fé  non  ofìa,  &nerui,etche  non  habbia  occaftone  di  ri- 
tir arfi  vn' altra  volta  la  detta  pelle . 

Delle  eorna  fcornate  a  1  Bue  . 

Alle  volte  a  detto  animale  per  vna  caduta ,  ò  altro  accidente  fé  gli 
rompono  le  corna  :  onde  quando  cade  la  corna  resta  la  fedia  na-  t 
turale  fola  della  corna  fana ,  e  fepreftofi  torna  a  ripigliar  la  corna  ,  et 
metterla  al  fuo  luogo  naturale  s'incarna  forte  con  vna  fafcia ,  et  fé 
pure  non  s'incarna  per  colpa  dell'animale  ,  che  fé  la  leua  >  non  può  fare 
però  putrefattione  ,  et  questa  efperiemra  fi  può  vedere  per  otto  giorni. 
Ma  fé  alle  volte  detto  animale  l'ha  rotta  di  talmaniera ,  che  fi  rompe 
infieme  la  fedia  dieffa  con  la  corna ,  allhora  fé  non  è  caduta  intuttOy 
dico,  che  è  bene  tagliarla  ,  perche  quando  detta  fedia,  ò  radice  della  cor 
na  fi  rompe  non  fi  può  più  incarnare  ,et  è  caufa  di  putrefattione,  et  la 
putrefattione  fé  ne  vd  poi  per  li  meati  della  te  fi  a  ,  et  guasta  il  ceruel- 
loiadunque  acciò  non  figuafti  il  detto  ceruello ,  bifogna  ogni  giorno  al-    G 
•parlila  tefta  ,et  farla  ftare  pendente  verfo  la  putrefattione,  che  farà 
nella  corna  rotta ,  et  il  fuo  medicamento  la  prima  volta  farà  in  .que- 
sto modo  ;  con  la  chiara  con  tutto  il  roffo  d'ouo  battuto  ,  et  quefto  fi  farà 
per  due  giorni  ,  e  fi  pone  la  chiara  dell' ouo,  acciò  retiri  quel  f angue  am- 
maccato :  dopò  quefto  continuare  a  medicarlo  con  mele  rofato ,  et  ftop- 
pa  con  vna  tasta,che  vadi  in  dentro ;  perche  detta  tafia  vntata  delle  fo- 
pr adette  cofe  non  lafcia  impostemare  dentro  la  teHa ,  an^i  tiene  larga 
la  ferita,  et  farà  vfcirefuora  tutta  la  putrefattione  delfangue  concorfo 
per  la  botta  ricevuta ,  et  fi  continuarci  quefto  medicamento  per  quinde- 
ci  giorni  fé  mpre  f minuendo  la  tasta ,  a  talché  la  piaga  pojji  incarnare  : 
Finito  li  quinieci giorni  lo  medicante  quindeci  altri  giorni  con  laftop- 
pa  tagliata,et  il  fopr  adetto  mele,  et  ft  oppino  fen%a  tafta ,  <&  quefto  fi  fa 
ad  effetto ,  che  habbia  tempo  la  piaga  d*  incarnarli ,  et  dopò  metterete 
stoppino,  terra  jgillata ,  et  lume  di  rocca  abrufciata  a  detta  piaga  ogni 
giorno  ;percbe  queste  polueri  fom  diseccatine  ,  et  incarnatiue  ,  et  fé  vi 
è  carne  trifta  la  lume  di  rocca  la  mangiarà  :  ma  prima ,  che  fi  menino 
dette  polveri,  fatte  vn  bagno  di  tafio  barbaffo ,  et  rofelle ,  che  fiano  in- 
voltate in  via  (fianco  >  et  questo  fi  fà}  perche  confortano  >  et  nettano  la 

piaga; 


'  S  É'C  O^DO.  fi 

jl  piaga  :  &  ancora  lapoluere  a  ferra  più  in  efia:  e  quando  accade  fìmi^ 
le  difaflro  all'animale  non  fi  perda  tempo  più,  di  dieci  giorni  pur  che 
nonfia  caduto  di  luogo  alto,&  non  l'affaticare;  ma  fé  non  cafca  da  luo- 
go alto  dicofipuò  affaticare)  perche  non  è  membro,  cljegVimpedifca  la 
for%a,che  bauefie  da  fare.  Le  corna  non  fon  mcmbro,che  habbia  da  far 
moto:ma  l'ha  fatto ,  acciò  che  detto  animale  fi  haueffe  doue  legare  ,  & 
poi  anco  per  adornarlo:^  quando  detto  Bue  bauefìe  la  corna  rottale  che 
dal  primo  giorno  della  rottura  ,  ò  di  là  atre  ,ò  quattro  giorni  li  vfciffe 
f angue  dalle  narici,  &quejìoè  e aufa  il  meato  della  corna,  che  corri- 
jponde  col  meato  delle  narici  poiché  come  fi  rompe  la  corna  ilfangue  cor 

*B  realtà  via  dal  meato  delle  narici  del  Ttue^nde  non  è  da  maraulgliarfe 
M,  ma  quando  interuien  quetto ,  bifogna  al%ar  molte  volte  la  tetta  al 
Bue,&  verfo  la  parte  del  corno  rotto,  à  talché  la  putr e f anione  del  pin- 
gue marcito  dentro  ne  pofa  vfeire  da  detta  piaga  ;  &  quello  fi  fàccia 
due  volte  il giorno,e  mafsimefe  è  di  tempo  caldo ,  &fefufiero  li  giorni 
lunghi  perche  dariano  caufa  tali  giorni ,  &  il  tempo  caldo  alla  piaga  di 
ridurre  pia  materia  ,  e  quando  ciò  non  fi  facefse  di  nottare  la  piaga ,  fi 
darebbe  occafione,chefe  ne  vfcifse  per  le  narici  del  Bue . 

i  . 
Delle  panne  ,  che  vengono  à  gli  occhi  del  Bue. 

A  'Hcora  a  detto  animale  li  viene  certe  panne  agl'occhi,  che  è  difee- 
JLX  fa  di  tetta,  &  lagrimando  gì' occhi  ,&  afsai  volte  mandandolo 
fuori  alla  campagna  fi  punge  con  qualche  /pina,  ouero  fluccio,ò  pure  le- 
uà  qualche  bottadi  feorriata ,  talmente  che  gl'occhi  fi  gì'  impanino  ,  & 
dico, eh  e  fi  a  di  che  modo  fi  voglia,  che  venga  detta  influentia  agl'occhi 
fé  li  deue  dare  vna  botta  di  fuoco  alla  vena  del  collo  difopra,&  due  al- 
tre più.  in  su  alle  chiaui  della  tefla  dico  à  quelle  commiffure ,  &  legatu- 
re della  tefla ,  doue  difeendono  quelle  furie ,  che  impedifeono  la  vifl  a  à 
detto  animale  perche  dandoli  il  fuoco  firinge  quelle  materie,che  non  ca- 
_  Uno  cofiJpefso<poi  bifogna  pigliare  pece  nauale,  pece  greca ,  incenfo,  & 
mattice,&  facendole  rifcaldare  infieme,  tanto  che  fi  mefcolino,  &  vn- 
tarlo  tepido  fopra  il  fuoco  dato ,  & mettergli  poi  pretto  prima,  che  fi 
raffreddi  cimatura  roffa,&  queflo  impiaflro  fi  fa  per  rittrìngere  le  ma- 
terie^ perche  è  e  aldo  per  confortare  ancor  il  ceruella ,  che  èbumidiffi* 
tno,che  non  habbia  adito  dì  mandar  qualche  difeefa  negl'occhi . 

*Di  più  bifogna  anco  tagliarliquelle  ognelle ,  ebenafeòno  dentro  de 
gl'occhi  naturalmente  fé  gli  vengono  quelle  panne ,  la  detta  ognella, 
eh' è  vna  callofità  di  carne  fempre  quale  naturalmente  ferue per  anet- 
tare gl'occhi  di  detto  animalfypercbe  per  lafua  callofità  rade  l'oc-- 

J>    4  chio: 


thio:  ma  quando  l'occhio  fi  trouafano  alle  volte  con  ilfuo  mimale  ga-  % 
gliardo  non  lo  può  impedir  niente  :  ma  quando  gì  occhi  fi  trouano  lefiin 
qualunque  modo  fopr adetto  l  occhio  per  efter  vn  membro  delicato,  e  che 
niue,  &fì  notrica  di  humidità:onde  quando  gli  viene  qualche  difcefa  di 
[angue  impiccolire  >  &mgrofìa  le  panne  per  il  dolore  ,^-pafsione^be 
[ente  :  onde  allora  per  quefla  caufanon  può  fopportare  l'ognelh  ,  che 
l'habbìa  da  paffare  per  [opra  la  panna  dell'occhio  ,  doue  vi  hai  animale 
il  dolore  :  onde per  queHe.caufe dico,  che  detta  ogncila  fi  debba taglia- 
re^ volendola  tagliareti  fogna  pigliarla  con  vn  filo ,per che  altramen- 
te nonfipotria  tagliare  con  le  f orfici  fé  non  fi. tirale  con  ilfilo,&  taglia- 
tacche  farà  detta  og'ieIla,y/  che  l'occhio  non  habbia  più  quello  impe- f 
dimento ,  fé  farà  difcefa  }&  che  l'occhio  flejìe  pieno  di  panne  potete, 
■vfare  fongia  di  gallinai  rodomele  liquefatto  infieme,  &  vngerlo  dm 
"volte  il  giorno  la  mattina,&  la  fera  con  vna  penna  dentro  allocchio,et 
far  che  ilrodomele ,  &  la  fongia  fi  ano  fredde  ,  &  ben  fonili  paffatiper 
vnaflamegna  ,  &  quefìo  fi  fh  perche  penetrino  più  ,  e-r  che  mollifichino 
dette  panne,perche  tanto  è  à  dire  panne  nell'occhio,  come  è  à  dire  hauer 
poco  fangue,et  hauer  fi  mortificato  nell 'occhio.,et queflo.fh  lepanne,etpe 
rofi  vnta  con  la  fongia,  et  mele  rofato  ,  perche  h abbino  da  mollificare  il 
detto  fangue,  che  è  indurato  nell'occhio ,  <&•  mollificato  che  faràper  otto 
giorni  gli  fhrete  quefla  poluere  ,doue  entra  me?a  oncia  di  ,%uccaro*di  :f 
(andia,vna  quarta  di  lume  di  rocca  abrufctata,  &  vna  quarta  di  t£iia 
preparata\&  peflata  fottilmente  mefcolareil  tutto  infieme ,  & gettarli 
quefia  compofitione  con  vn  cannello  per  due  volte  dentro  l'occhioni 
giorno;  perche  trouandofi  la  panna  mollificata,  quefla  poluere  tira  più,  e 
la  mangia,et  la  rifolue:  perche  il  %uccaro,et  la  tutiafono  cofe  confortati 
ue,et  rifolutiue,&  la  lume  di  rocca  rode ,  &  mangia  le  materie  grofìe  >. 
gr  quefiofi  continui  di  fare ,  per  finche  fi  vede  la  panna  dentro  alloc- 
ch'io  per  due  volte  il  giorno ,  &  quando  la  panna  fminuifce  ,  porgli  /<* 
poluere  vna  volta  al  giorno  per  fin  che  refti  netto  l'occhio . 

-    • 
Perii  pido,  ouerocrofchi,  che  vengono  alliBuoi  . 

11  viene  ancora  à  detto  animale  certa  infermità ,  che  gli  tiene  tutto 
_  il  dofìo,fra  le  corna,  etfchiena,et  quefla  infermità  generalmente  li 
yiene  d'inuerno  :  onde  quando  comincia  àfar  caldo ,  &  è  magro  detto 
Bue  li  darete  vna  medicina  per  bocca,  nella  quale  metterete  due  rotto- 
la d'Uardo  battuto,  et  dipoi  vi  porrete  infieme  tre  onde  di  boloarmino  y 
et  due  onde  di  farina  d'orbo,  &  fittine  palle  con  detto  lardo  gliele  da- 
rete 


SECONDO.  $7 

l/f  rete-  alla  digiuna  per  bocca  all'animale*  &  quello  fi  fi  per  rifrefcare,  et 
purificare  il  fangue  putridoyibe  è  taufa  della  fopr  adetta  infermità:  da- 
poi  fé  li  dà  tre  caraffe  di  vin  r off o  forte  accio  che  detto  vino  h abbia  da 
confortare  il  Stomaco  al  detto  animale^  dar  caufa  à  dijìribuirey  &pa 
dire  la  medicina;  dapoi  farlo  Ilare  tre  bore  dopò  datala  medicina^  fen- 
%g  mangiare  y  perche  la  m  e  di  e  ina  non  f aria  buono'effetto:  perche  man- 
cando il  cibo  fi  mefeoieria  con  la  medicinale  per  ciò  fi  fi  flare  à  dieta  > 
enota^che  detta  infermità  fuole fire prurito^ ficendoloybifogna  vnger- 
lo  con  olio  di  lauro  y  &  aceto  tiepido  mef colati  infiemepoi  che  l'olio  di 
,  lauro  venendo  cai  do  Tingendolo  in  detta  infermitàyconforta  quel  f angue 
e  ptttidoy  perche  tanto  è  d  dir  f angue  putrido  comefen^a  virtù  calda ,  &■ 
quando  il  fangue  è.j&qjiefìfo  modo  dà  prurito  >  &  punge:  fi  che  detto  olio 
fonritoq  conforta  et  pflendo  caldo  ftmefcola  l'aceto  perehe  è  acuto ,  et 
ptnetratiuo,et  paffatetfa  penetrare  l'olio  laurino . 

Quando  ad  vn  Bue  fé  l'intorcia  qualche cefa  in  gola. 

g'~\Vando\fe gl'intopcia  qualche  cofa  nella  gola  ,  bifegna  pigliare 
V^/    Hfc.Ìay&.ptio  commune  yn,poco  caldo  >  6"  glielo  gittarete  in  go- 
la quanto  fufìevna  caraffay& .me%a  tra  l'vnoy<&  l'altro:dapoi  che  l'ha 
0  net  e  gettato  in  goj,a  àdetto  By.e  sfatelo  cam  in  are  y  perche  detto  elioy  <&• 
*  lifeia  è  mollificatiuay  &  esercitando  detto  Bue  da  materia  à  far for^a» 
et  à  toffereyet  con  quel  toffere  potrà  il  meloyò  rapay  che  baia  fé  inghiot- 
tito girfene  à  bafìo  denti  o  il  corpoyouero  buttarlo  fuora .  "Nota  quan- 
do date  detta  bevanda  al  Bue. battendo  il  canaruT^o  impedito  non  anda 
rà.bene  à  baffo:  onde  fi  fuoi  gettare  per  lo  nafoy  et  quefìo  caufa  l'impedi- 
tfientoycbe  troua  al  meato  della  canna  del  detto  Bueyperò  auuertiteyche 
quando  fé  li  dà  detta,  b.euandà.bi fogna  farli  tenere  la  tefla  aitatacelo  che 
fé  ne  feenda  con  più  commodit ànel  corpo  >  et  è  bene  ancora  mettergli 
euforbio  alle  narici  >  e  qpefto gicua ypet che  fi  facci for%ay  etgittifuo- 
rayuella  eofay  p.be  impedifceil  .meato  della  canna;  fi  pub  anco  tenere  la 
V^  detta  $ieMh  tygàta  %cn  la  u$&Qlta>&  poi  qu  al  eh  ed  uno  con  le  mani  vn- 
Wàf.bKtirbfregatpian  piano  dal  canaruvgpà  baffo  >  e  ciò  fi  fa  per 
dar  tfccafioueM  detto  canar-UTgo  opilato  di  far  fcerfdkre  quello  ythe  vi 
£  dentro:  &  fé  l'animale  hàfetelafciarlo  bere  sperche  l'acqua  èpene- 
tratimy.  &  wollificatiua  >  et  dà  materia  alla-Cofay  che  iui  è  intorciata  di 
euacuarlaynon  fé  il  deue  dare  da  mangiare  cofa  alcunaper  fin  che  ilca- 
tiaruzgg  noni  vuotoye  {fedito:  perche  fi  impediriay  che  per  il  cana- 
ru'^onon  feendeffe  più  materia  y  et  gli  cauf ariano  la  morte  :  perche 
tanto.  è'44irecanarH7g0y  come  entrata  de'  cibi  >  et  è  tanto  nominare  il 

cana- 


58  t    t    S    %   0 

canarmgp  >  come  dire  fpiracolo  dé'polmoni  ancora  per  ilcanaru%$òft  E 
tirano,&  efcono  li  fiati  di  donde  aliti  detto  animale;  fi  che  opilandofi  il 
canaruigo  [aria  di  molto  impedimento  alli polmoni, perche  non ba- 
flariano  gli  altri  pori  della  tefla  à  dar  aiuto  all'i  polmoni,  che  piglia/fero 
tanto  fiato,  che  baflaffe  al  moto,che  hauefiero  da  fare  per  confegnire  il 
naturale feruitio  del cuor e;  onde  mancando  il  fp  ir  are  del  módofopradefc 
to  occuparla  il  cuorc,&  caufaria  morte: &  quando  al  Bue,ouero  anco  àt 
cauallo  interuenijìe queflo  cafo  dico  ,  chenonfìdeue  mettere  il  volpina 
dentro  il  canarwzgo ,  &  la  ragione  è  quella ,  perche  mettendo  dentro  il 
volpinoyper  ben  che  fi  rauogliefie  di  floppa,ouero  di  bombacele  che  fi  vn  m 
gefle  anco  d'olio,&  di  burro,fempre,che  fi  metti  detto  volpino  in  gola  fé 
glifcorticca  il  canarwz^o  ,  &  quando  il  Bue,  ò  il  cauallo  fi  fente  fcorti* 
cata,& piagata  quella  tenerezza  di  dentro  il  can-arwz^o  non  potrà  mari 
giareyperche  mangiando  alpafìare,che'fk  il  cibò  li  punge  ilcanaru%gp% 
&  co  fi  il  caualloyò  il  "Bue  ne  viene  à  perdere  il  mangiare  :&  per  q  uè  sìa 
caufa  non  è  bene  vfare  il  volpino'.ma  dargli  le  cofe  dolcìycome  difopra: 
<&•  bi fogna  auuertìre ,  che  non  fé  lidia  a  mafticaVe  foglie  di  fico  ,  né  con 
lardo,nè  con  altro: &  la  ragione  è  qmfid,perche  hauendo  l'animale  il  c'a 
narui^o  impedito ,  &  manicando  poi  alcuna  co  fa  farla  caufa  ycheirO' 
uandofi  ilcanaru%jo  impedito,&  non  potendo paffare,  fnffogheria  »      G 

Delle  gambe,  &  ofsa  del  Cauallo . 

::.t 

PEr  conofeere  la  differenza ,  che  è  delle  gambe  alle  ofia,  cioè  dalla 
punta  della fl>aUa,&  dalla  giuntura  dèlia  cofeia  à  baffo  fino  al  pie- 
de del  Cauallo,  come  ancora  delle  offa,  che gouernano,  &  fomentano  la 
parte  della  perfona  di  detto  animale ,  &  dal  fopr adétto  luogo  nominata 
in  su  della  perfona  del  Cauallo ,  leuandone  però  la  tefia,  è  da  auuertìre  y. 
che  tanto  fono  le  cosle ,  quanto  è  il  filo  della  fchiena,confinando  tutte  le 
ofla  della  groppa  fino  alla  coda ,  &  ancora  alla  cotena  del  collo*  &fo~  # 
no  fatte  dalla  natura  per  foslan^a  per  durare alle  fatiche.,  &l#fofian- 
%a  loro  è  il  fangue ,  che  lo  mantiene  fobriamente  ,& per  ciòdiùo,ohé 
fono  della  qualità  dell'offa  dellaparte  da  baffo :& perche-te  offa  difoprt* 
foflengono,&fl  anno  falde  nella  fatica,  &  nella  forra,  &però  vi  è  difi 
ferewza  dalla  qualità  dell' vno ,  &  dell'altro  :  &  la  ragione  è  queUa, 
Hauerà  vna  ferita  in  quelle  offa  da  Ila  parte  difopra,e  nongettarà  gom 
ma,  fé  non  j angue ,  &  marcia  ;  &  queflo  pèrche  fono  fatte  detfe  offk 
perfoslenere,&  Har  falde,  &  forti  à  lafatìcayma  Vofla  delle  partì da 
baffo  )  quali  fi  chiamano  giunture fono  offa  fòggetteà  fitr moto  quan-^ 

do 


B 


s  e  c  o  T^a  o;;  $9 

jl  do  efìo  C  audio  ha  da  far  fatica  ;  et  per  que fio  la  natura  te  gouerna,  et 
le  notrifce  di  gomme  ;  perche  fc  non  piffero  dette  gomme  non  potriano 
far  moto ,  e  gommare  per  effer  l'ofìo  humido  ,  et  fecco  :  ancora  l'orina  è 
foftan^a  caufata  dalli f angui naturalmente ,  &  tiene  le  giunture  fopra- 
dettefrefche,  &  mollificate ,  &  atte  a  requifitione  del  moto  ,  &  fatica, 
che  volefìe  fare  detto  Cauallo  ;  <&per  quefta  caufa  fi  dicono  le  giunture 
offa>&  gomma\per  caufa,che  dandogli  vna  ferita  ,  ò  vna  punta  di  foco, 
"ò  d'altro  accidente  fubito  efce  la  gomma,  &  vfcendo  retta  quella  giun- 
ta fenica  foftan^a ,  &  viene  il  jpafimo  ,  che  è  l'ofìo  rimanere  fen^a  la 
gomma,&  perche  è  humido,&  feccoy&  per  lafua  humidità  hauendo  lo 
aggiunto  della  gomma,  per  quefta  caufa  fi  dice  fj>a fimo  :  onde  per  quetto 
è  differenza  dalla  qualità  dell'offa  dalla  parte  di  fopra  del  final  lo  ;  per- 
che hauendo  feritè,ouerÓ  punte  di  fuoco ,  ouero  altro  accidente)  non  fgo- 
rnahofolo  ad  vna  parte  della  tetta ,  qual'è  la  ligatura  delle  narici  ;  & 
perché f gomma y  perche  è  giuntura  y  è  di  hi  fogno  far  moto  per  lonotri- 
mento  del  corposi  mangiare,  che  fa  detto  Cauallo. 

Dellacicuta  ,  &  lua  natura. 

Sì  chiede  quando  vn  cauallo  mangìaffe  la  cicuta  ,  ouero  cantarella  con 
la  biada;perche  caufa  flcrdifce,  e  fi  getta  in  terra;  dico,  che  la  cicu- 
ta^ la  cantarella  fono  calde  ,  &fumofey&  per  la  fua  caldera  /cal- 
dano talmente  li  pingui,  che  per  quella  caufa  efìo  Cauallo  fuda  quando 
ha  mangiato  le  fopr adette  cofe  :  &  perche  fonofumofe  fubito  fi  leuano 
al  celabro  del  (auallo,  &per  queflo  egli  fi  leua  ttordito  perla  calde?ga, 
che  il  celabro  fente  delle  fopr  adette  cofe  calde  dentro  il  corpo ,  et  pero  li 
maflri  li  bagnano  li  tefticoli  con  acqua  fredda  per  rifrefcarli  participan- 
do  con  li  rognoni,et  con  la  parte  della  fchiena  :  ancora  fé  li  bagna  il  nafo 
dentro,  & fuor  a  con  aceto  bianco,  &  queflo  fi  fa  ;  perche  lo  aceto  è  acu- 
to,  &frefco,  &  leua  la  fumosità  calda  delle  fopr  adette  cofe  :  ancora  fi 
•  tiene  in  diet a  vn  giorno,  a  talché  padifca,&ftìa  lubrico  di  corpo:  anco- 
ra dico  ,  che  Ufi  mette  la  briglia  con  vna  facchetta  doue  fìa  me%a  oncia 
tra  garofani,  cannella,^  noce  mofcata,  $*  queflo  fifa  y  perche  tenendo 
in  bocca  efìo  Cauallo  lefopradette  cofe,li  confortino  il  celabro,  &fe  li  dà 
per  bocca  vna  caraffa  d'acqua  d'orbo  con  vn' oncia  di  bolarminoyperche 
tffendo  cofefrefche  poffano  tenere  li J angui  frefchiy  non  caufandofumofi- 
tà  al  celabro  di  detto  QtuaUo. 

1    Vnguen- 


éo  L    1    B     \    0 

Vnguento  per  il  verme.  g 

P^ma  pigliar  ete  due  onde  dipoluedifkue  ahrufdate  ,  e  due  onde  di 
lardo  vecchio;  però  vuol  efiere  rafo  con  il  coltello-)  et  vuol  efiere  del 
la  mollica,  a  talché  detto  lardo  fia  fonile,  vn 'oncia  difolimato  ,  &  ben 
pefìatofottilmente  mefcolerete  detta  poluedi  fkua,  quali  fiano  ben  pe- 
pate,&p  affate  per  vnfetaccio  mefcerete  la  polue  con  detto  folimato  cor 
fi  freddo,  fen^a  f e  ald  ariose  nota,che  prima  fi  vuol  radere  la  tejla  del  ver 
me,ouero  il  cordone;  dipoi  vnterete  difopra  con  dette  co  fé  vn  giorno  sì  , 
&  vn  nb;etqueHo  fard  per  fin  che  vedete,che  detto  capo  di  verme,ouero 
cordone  farà  mollificato ,  &  allhoraft  dee  pungere  con  vna  lancetta  ,ap 
talché  efea  detta  putrefattione  di f angue  corrotto  :  et  ancora ,  chefia  a- 
feiutta  detta  putrefattione  laudo ,  che  fi  vnti  con  detta  vntione  quattri 
volte  ;&queHo  fifa  ,  perche  battendo  mollificatala  materia  cruda  fo- 
fradetta,tanto  più  farà  effetto  fpargendo  alcun  refiduo  di  detta  infermi- 
tà,  perche  la  qualità  del  detto  vnguento  è  nel  lardo  mollificatiuo ,  #* 
nella  fuua,  &  folimato  defeccatiuo  ;  fi  che  il  lardo  mollifica  la  carne  in- 
durata caufata  dal  f angue  corrotto, et  il  folimato,etlafauafono  dislrin- 
gitiue ,  fi  che  diflringe  il  luogo  offefo,  che  non  vi  nafea  più  f angue  corrot* 
to,et  quesT ordine  è  in  quanto  à  le  parti  efìrinftche  del  corpo  del  cauallo,: 
diremo  della  parte  di  dentro;  dico  ,  che  il  Cauallo  >  che  ha  la  fopr  adetta,  Q 
infermità  fé  li  darà  me^a  la  biadafolita,  £r  queflo  fifa,  percb  e  non  au- 
menti troppo  f angue; ancora  dico,  chefifalaffi  due  volte  la  vena  del  col- 
lo^ talché  non  kabbia  materia  il  f angue  di  fare  abbondare  la  infermità: 
laudo  ancora,  che  il  detto  fauallo  mentre  ha  il  detto  verme ,  non  Hia  in 
luogo  troppo  caldo ;maffime  fé  è  di  tempo  caldo, et  quefìo  fifa ,  perche  li 
fangui  filano  frefchi,mentre  il  detto  cauallo  fi  gouerna  della  detta  infer» 
mità . 

Della  diuerfità  delle  vene  falaflate . 

PJE>  dare  ad  intendere  quando  vna  vena  fi  falaffa  ad  vn  (fauallo;  à  H 
la  gamba  ,bala  cofeia  :fifalafia  a  la.  gamba  dinanti  per  alcuna 
influenza  di  f angue ,  che  feende  a  linerui  ,o  alle  galle;  &  queflo  aprir 
di  vene  fi  fa  ad  effetto,  chela  concorrentia  delli  fangui non  feendano 
per  detta  vena,  &  ingroffiil  neruo;&la  fopr  adetta  galla  :  dico  quan- 
do fi  aprono  dette  vene  trouata ,  che  farà,  fc  amata  bene  la  pigliarete 
con  vn  cornetto  ,<&  Vallar  et  e  alla  banda  ielle  parti  di  fopr  a  ,  &poi 
ne  la/farete  vfeir  vn  poco  di  f angue  :  queflo  fi  fa,  perche  allegerifca  quel 
fangue,che  è  corfo  al  neruo ,  ouero  alla  galla  ad  enfiarla  }  &  dipoi  attu- 
tati 


SECONDO.  6t 

jl  tati  con  vn  filo  à  la  parte  fatto  la  venay  a  t alche  non  venga  pia  [angue 
&  quefla  apertura  fi  fii  per  due  effetti,  primo  per  troncare  il  concor- 
fo  del  f angue  y  che  nonfeenda  a  baffo  delle  gambe  y  &  majfime  quando 
è  lefo  ;  fecondo  per  allegerire  quel  fangue  à  quel  tempo y  che  fi  taglia  la 
venay  &  co fi  laudo  >  che  fi  debba  auuertire  molto  bene  quando  fi  apro- 
no di  legarle y  perche  non  h abbiano  materia  di  concorrere  più  li  f angui  à 
baffo  y  à  talché  la  vena  dipoi  tagliata  y  che  fera  debbia  efere  ben  liga- 
ta  :  &  fono  molti  maftri  >  chefalafiano  le  vene ,  lafiando  la  parte  delle 
vene  della  banda  di  fopra  >  che  non  la  toccano:  perche  ritrouano y  che 
da  detta  vena  non  viene f angue  alia  banda  difopra;&  per  quejìo  la  laf- 
t  Janofciolta  quando  folamente  legano  la  parte  di  fiotto  :  &  in  quejìo  di" 
co  >  che  fanno  grande  errore  y  per  che  ilfangue  naturalmente  viene  di  fo- 
pra ;  eia  natura  l'ha  fatto  perche  detto  fangue  efea  dalla  fonte  commu- 
ney  che  è  il  fegato  y  ilquale  ha  a  prouedere  ;  &gouernar  tutti  li  membri 
della  perfona  -,  fi  che  perquejìa  caufa  dico,  che  per  lo  fegato  fi  hanno  da 
gouemare  tutti  li  membri >  &  mandare  ilfangue  per  ilfojìegno  delli 
fopra  detti  membri ,  &  queUa  è  quella  parte  yche  bafla  à  nutrire  la  par- 
te delle  gambeyperche  le  gambe  naturalmente  vogliono  Uar  leggiere;& 
per  quejìo  dicoyche  detta  vena  fi  deue  aprir  di  fopra  ;  perche  quellaparte 
di  fangue  viene  dal  fegato  allaparten^ychefk  delli  f angui  per  nutrire  y 
*  &  fortificare  detti  membriy&  trouando  detta  vena  dìfcioltay&  aperto 
M  meato  della  venayfe  ne  vfeiria  ;per  questa  caufa  dico  y  che  dette  vene 
fi  deuono  aprire  tanto  fottoy  come  fopra  y  e  di  più  y  chequando  fi  aprono- 
le  vene  delli  Cauallì,fi  debbiano  tagliar  me%e  :  &  me%e  lavarle  perche  è 
meglioyche  tagliarla  tutta:  ancora  ferite  per  vrì altra  ragione  yperche  al- 
le volte  quando  fi  aprono  dette  vene  mnftpoffono  bene  firingerey  talché 
il  fangue  efee  à  furia-  :  &  èfiendo  la  vena  tagliata  affatto-  nonfipotria 
pigliare  col  cornetto  ;  ma  effendo  tagliata  me^a  la  potete  tornare  àpi- 
■gliare  >  &  legarla  meglio  y  &  jìagnarla  :  &per  quefla  caufa  è  meglio- 
tagliarla  me%a  >  &  me%a  lajfarla  » 

™  1)icono  molti  maejìrì  y  che  hanno  aperte  vene  al  CauaUo  parlando 
delli  tre  membri  principali ,  come  è  il  cuore  y  il  fegato  x  e'I  celabro  >  che 
quando  aprono  le  veneyil fangue  viene  dalle  parti  dabafio  delle  gambe  > 
&  queìfìo  lofh  natura  y  che  vuole  y  che  fecondo  II  membro  della  perfo- 
na, habbia  il  nutrimento  lafollan%a  del  janguey&fi  vedeyche  natural- 
mente effo  fegato-  è^  fonte  del  fangue  -;  perche  ha  aiutale  tutti  li  mem- 
bri e  naturalmente  il  cuore  è  recetttaccolo  delli  fangui  più  fiottili  j  &■ 
più  caldi;  perche  tanto  è  adir  cuore:  come  fpir  ito  vitale  ;perche  fi  due 
vitale  t  perche  dà  d  cono  fiere  tutti  li  accidenti.)  che  vengono  al  corpo  , 


61  l    I    B     ^    0 

per  via  delti  polfiy&  ancora  che  mancaffe  la  mafia  fanguine  abdico  la  E 
parte  grofta  del  fanguey&  che  la  carne  mancando  la  fo flamba fmagrif- 
fé  effo  corpo  >  il  cuore  per  la  foslanzadelli  [angui  fopradettifhnno  mo- 
to al  petto,  &  allì  polfiy  che  quefti  moti  non  lifh  la  parte  groffa  del- 
ti [angui  >  per  ben  chela  parte  [opr  adetta  della  parte  grofi  a  de  Ili  [an- 
gui raarci[ce>  &  abbandonale  ilgouerno  delii  membri)  fempre  il  cuo- 
re sia  in  [ottanta,  &  fn  li  moti[uoi ,  &  naturalmente  Ha  detto  [an- 
gue dentro ,  &per  mexo  le  co[ce y  #■  le  gambe  ;  dico  dentro  le  vifeere 
della  carne ,  e  quello  è  fatto  dalla  natura  >  che  quando  m  incxfìe  l'hu- 
more  del  [angue  groffo  efio  [caldaffey  &  confort  affé  y  &  tenere  in [o- 
fian%a  dette  cofcey  &  gambe  :  &  per  quefta  caafa  rimane  egli  corret~  * 
t ore  y  &  gouernatore  del  corpo  >  perdute  che  [ono  tutte  le  [oHan%e  ; 
&  queflo  lo  e  auf a  per  eff erre  cenacolo  delti  f angui  più  gentili  y  &più 
[ottili  più  [orti  y  &  più  leggieri  y  più  caldi  y  &  più  purificati  :  natural- 
mente questo  cuore  per  effere  di  tanta  import an^ ,  &  recettacolo  delti 
[angui  fepr adetti  la  natura  l'i  ha  dato  vn [eruitore  qual  è  il  polmone \ 
che  [empre  li  dà  vento ,  &frefco  :  queflo  è  per  la  caldera  detti  [angui  > 
che  ricetta  detto  cuore  ;fì  che  mancando  lafofian^a  totalmente  al  cor- 
po per  poco  mangiare ,  ò  per  infermità,  talmente  che  perdefie  il  fega- 
to il  pofleffe  del  [angue  y  &  che  non  potè fie  gouemar  più  >  &  aiutare  li  q 
membri ,  &  indebolire  il  corpo ,  che  non  poteffe  dare  più  [ottanta  al 
cuore  >  &  più  la  parte delti  [angui  [ottili naturalmente ,  come  s'è  det- 
to di  [opra  queflacau[a  debilitarla  apprejfo  àia  morte  :  ma  fi vede  per 
efperien^a  y  che  fino  che  efee  lojpirito  à  vn  corpo  y  [empre  li  batte  il  pol- 
lo y  &  queHo  è  V  abbondane  del  [angue  del  cuore ,  che  prolunga  tanto) 
più  la  morte  ;  perche  ài'  vltimo  efio  me  defimo perde la[o Han%a  :  que- 
flo lo  cau[a  il  non  poter  dare  aiuto  à  tutto  il  corpo  >  effendo  mancata  In 
virtù  del  fegato  della  mafia  fanguine  a  ;  ft  che  per  effere  il  cuore  di  que- 
sta fo  fianca fopradetta  ;  per  quefiacaufa  fi  dimanda  Jpirito  vitale  ;  fi 
che  la  natura  ha  prouiflo  in  quefto  y  &  ancora ,  che  la  mil-^afìa  recet-  ff 
t  acolo  delti  [angui  groffìy  &  queflo  è  fatto  per  tener  purificati  detti  [an- 
gui del  fegato  y  à  talché  poffa  gouernare  in  parte  bene  il  corpo ,  &ha 
ancora  prouifla  detta  milxa  perche  fia  in  luogo  del  corpo  y  che  non  fi 
può  offenderey  con  tutto  che  fia  reccettacolo  del  f angue  grofio  >  ad  occu- 
pare li  altri  membri  y  [e  non  per  trouarfi  ripiena  dell' humor [opr  adet- 
to [anguigno  :  alle  volte  al  corpo  è  prouiflo  ancora  dalla  natura ,  che  la 
"  parte  dietro  le  cofee  fia  camera  del  fegato  ;  &  queflo  è  per  due  caufe  > 
la  prima  è  quando  effo  fegato  fi trouafie  abbondante  di  [anguey& la  fe- 
conda è  perche  nella  parte  di  dietro  vi  è  quella  particolarità  de'  f angui  > 

che 


SECONDO*  63 

•jl  cheènella  partedinanti  ,  &  non  vièquella  caldera  di  [angue ,  che  $ 
nella  parte  interiore ,perche  vi  è  il  cuorc,che  tien  caldo  ,&  vie  la  coni 
correndo,  delli  fangui,che  naturalmente  hanno  le  vene  loro  alla  via  del- 
la te$ìa\fi  che  la  parte  dinanzi  del  Cauallo  è  pia  calda  di  quella  di  die- 
tro per  le  ragioni  fopr  adette. 

Delle  Jiuerfitàdc*  peli. 

SI  troua  vn  leardo  piaro  >  vn  leardo  pomellato-)  vn  leardo  HorneUo , 
vn  morello  tinto  , come  il  corno,  vn  morello  maltinto,  vn  morel- 
lo chiaro  :  fi  troua  vn  fainato  capo  di  moro ,  vnfainato  chiaro  ,  vn  fai- 
j  nato  mal  tinto,  che  tira  al  chiaro,  &fi  troua  vn  baio  castagno ,  vn  baio 
chiaro,  vn  baio  lauato  :  fi  troua  vnfauro  abrufeiato  ,  &quefto  è  carico 
di  colore  ,  vn  fauro  chiaro,  fi  che  per  quejìo  la  natura  haprouifto  non 
folo  per  ripofo  delli  fangui,  come  hav.emo  detto  di  fopra,  ma  ancora  per 
tenere  infofìanza  calda  la  parte  di  dietro  le  cofee:  e  nota  ,  che  quando 
viene  alcuna  influenti  a  dette  cofee  è  per  troppo  abbondanza  alle  vol- 
te ,  che  vi  manda  il  fegato  ;  fi  che  quejìi  luoghi,  &  queWi  membri  fono 
quelli,  che  tengono  l'abbondanza  delli  fangui,  che  fono  coltiuati  dal 
fegato  ;  per  che  la  natura  ha  fatto,  che  ponno  fomentare  lì  fangui  in 
parte',  ma  alla  parte da  baffo  delle  gambe  è  prouiflo  dalla  natura  per 

C  feruitio ,  fermezza ,  e  moto  del  corpo:  &  però  anco  l'ha  prouifìo  di  ofia 
maggiori  :  perche  queft'ofjahauendo  la  midolla  fono  più  foftantiofe  ,  e 
più  forti  dell'altre  ofia  :  Le  ha  anco  incatenate  di  nerui ,  perche  tanto  è 
dir  nerui,  come  a  dire  vna  carne  e allo fa,& forte  :  onde  viene  a  riufeire 
poi  la  gamba  più  leggiera  aWeffercitìo ,  che  fa  il  corpo  :  &perquejìa 
caufala  natura  non  li  manda  abbondanza  di  [angue  ;  ma  folo  il  nutri- 
mento del  neruo  di  quelioffo  del  piede  fopr  adetto ,  &  quejìo  lo  oaufa  ; 
perche  dette  gambe  vogliono  ftare  a  richieHadel  corpo,&  a  li  motifuoi 
delcaminare  >  &  per  caminare  vogliono  effer  leggieri  ;  però  la  natu- 
ra non  vi  manda  troppo  humor  di j angue  .-fiche  quando  reflaquel  fan- 

ip  gue,che  dà  la  foflanza  fopr  adetta  a  la-gamba;  non  vi  corre  più  fangue> 
però  dico,che  quando  aprono  la  vena ,  tryuano  il  f angue  vfeire  da  baffo  > 
&  di  fopr  ano,  &perquefta  caufaè,  ckeeffendoui  quel  che  bajla  al 
nutriménto  naturale ,  fi  ferma,  e  però  le  gambe  fono  enfiate  da  que- 
lle infermità ,  come  fono  ropraofsajfchine'le^oruejget'dergallejfor- 
jnellejhumorijcrepazcjiiccioli^'eftijchiouaidij&riprenfionii^i/effe 
infermità  procedono  da  molte  caufe  ,(che  prouooa  ,fpinge ,  &  sforza  la 
natura;  trouarete  che  vn  (auallo  e  aminar  à  per ne  uè ,  e  per  le  freddu- 
re grandi  piglia  le paftore:  lifhràfcoppiarek  crepazeper  Iafetica,  che 

pìgliarà 


#4  L    1    B    H    0 

piglierà  per  lo  camino  y  &  majfimefe  ilcauallo  è  gioitane  livenirà  vn  £ 
fopraofTò,  onero  cor ua,#*  q  uè Ho  procede  per  lo  e  aminar  eyche far  àyper~ 
the  per  lafor^a ,  che  fa  in  detto  caminare  fi  corrompono  le  vifeere  del' 
le  gambe ,  &  cofì  per  quefla  caufa  ancora  vengono  le  formelce  s'è  del 
tempo  y  che  il  cauallo  mangia  Vherbaper  l' aumentatone  detti  fanguiy 
che  fàymangiando  l'berba  :  perche  l  berla  è  vn  pafloy  che  pretto  [tdige- 
ri[cey&  digerendo/} prejlo  fa  [angue  :l' altraycbe è  il  tempo  caldo  aìlbora 
li  [angui  per  ly  aumentationeycbe  fanno  non  comparirono  nella  fonte  prò- 
pria  del  fegato  ;e  manco  nelle  fopr -  adette  camere  di  effo}&  cofi  feendono 
a  baffo  a  le  gambe,  &  feendono ,  perche  dette  gambe  fono  habitationi  di 
nerui>&  di  off \che  fono  humide,[eccbey&  [reddey&  il  [angue  feenden-  p 
do  caldo  in  quelle  parti  humide  [abito  fi  aggiaccia ,  <&•  di  qui  caufano, 
quelli  [angui  aggiacciatiy&  putridiy  Immoli,  riccioli,  reft  e,  chiouardi, 
&  ancora  ad  vn  cauallo  per  slare  troppo  nella  jìatta  >  con  darli  troppa 
biada  aumenta  troppo  il  [angueye  volendolo  faticare  fi  comouono  li  fan 
guiyche  fi  trouano  aumentatiy&  fendendo  a  baffo  a  li  piedi  del  Caualhy 
&  nelle gambcy&  lo  leganoy&  [e  gli  putre[annoy&  legando  il  caualhy 
&  dandoli Jpafirnoycbe  non  può  e  aminareyquefla  [i  dimanda  riprenfìone; 
fi  cbeperquesli  moti,  &  caufe  [opr  adette  efìo  [angue  [cende  a  legarti- 
be,&  a  li  piedi  alle  volteyma  non  per  gouerno  naturale. 

Ddlajdiuerfìtàde'mali.  - 

QVandovn  Cauallo  abbandona  il  labro  di  [opra;  queHoè  [egno  > 
che  li  nerui  [ono  indeboliti)  cioè  quelli,  che  lo  fomentano  ;  &  [e 
il  Cauallo  baia  lingua grofiay&  non  può  inghiottire  è  [egno  di  fchilan- 
tia  ;  e?r  fé  U  Cauallo  abbandona  la  lingu  a  [uora  della  bocca  y  &  non  la 
può  condur  dentro  da  [e  ,  è  [egno  di  morte  :[e  il  (auallo  va  ombro[o  nel 
caminareye  tiene  l  occhio  con  panne ,  onero  chiaro  fen^a  panne  è  [egno 
di  cataracce ,  &  fé  l 'occhio  è  con  panne ,  fono  cararattebr  oche,  fé  non 
fono  catararre  chiare;  &  fé  il  Cauallo  quando  caminaye  conducendolo  a 
mano  tu  tifermiy&  effo  trauia  dal  caminoy&  alle  volte  non  vedeyetpo-  " 
co  mangiay&  darà  la  tefìa  per  le  mura  queflo  èfegnoy  che  il  celabro  non 
islà  beneyet  che  è  impedito  dalle [umofìtà  del  corpo :&  quando  vn  Caual 
lo  non  mangia  beney&  le  cola  ilna[oy  è[egnoy  che  il  celabro  fìà  humido: 
&  quando  vn  Cauallo  è  polledroy  et  fi  piglia  con  il  laccio  al  pigliarlo  tem 
pesiarà  con  calci  y et  poi  pigliato  >  che farà  y  andar à  con  il  collo  ftortoy& 
con  la  tetta  baffa  ,  &  quafi  tocca  il  mufo  per  terray  queflo  èfegno  >  che  fi 
è  guafto  la  catena  del  collo:  &  quando  vn  cauallo  non  camina  forte >  co- 
me  è  il  [olito  [uo ,  &  che  mette  li  piedi  timoroftmente  >  &  con  paura  f 

che 


SECONDO.  6$ 

jl  che  non  arriva  il  piede  dietro  con  quello  dinanti ,  èfegno,  chelihumori 
del  [angue  fono  partiti  dinanti  alle  gambe  ,  <&■  ali  pkdi;&  queìlo  è  fe- 
gno  diriprenfione  ,  &  quando  àvn  (fauallo  fé  le  intorcia  la  giuntura  di 
dentro-i  6"  dì  fuor  a,  &  è  molle  èfegno  di  ga  I  (e ,  &  quando  fé  li  intorcia 
fopra  la  corona  del  piede,  è  fé  gno  di  fa 'niella,  £r  quando  fé  le  fiacca 
l'vngia  in  fronte  dico  di  fuor  a  lafcorya  dì  detta  vgnia,&fc  la  fiaccata 
è  fondita  fi  dimanda  mai  fumenno,  &  fé  la  fiaccata  non  è  fondita ,  fi 
dimanda  pelo  morto,  &  fé  l 'vgnia  fpacca  dalla  banda  del  piede  >  fi  di- 
manda falfo.  qvo.no:  fé  l'vgnia  crefce,che  para  vn  pò  co. folla;  at  a  vici- 
no la  corona  fi  dimanda  cucio ,  &  fé' l  Cauallo  li  ere  [ce  carne  dentro 
dell' vgnia  del  piede  fi  dimanda  ficocella:  fé  il  Qiuallo  ha  debole  la  pun 
ta  dell' vgnia ,  e  {he  fi  sfarina  detta  vgnia  >  quando  la  toccate  dentro  la 
punta  del  piede ,  &fefi  troua  marciaci  domando  carolo,  ouero  sbatti-; 
tura  delferrotfe  non  fi  troua  marcia  fi  dimanda  formiche:  &  alle  voi 
te  à  li  Caualli  viene  male  tra  il  pelo  ,  &  l'vgnia  ,efeà  detto  male  vi  è 
radice  putrefatta  fi  dimanda  chiouardolo-,/è  non  vi  è  radice,  &  gom- 
ma marcia,  fi  dimanda  crepaze,  &  humor'h  &  à  li  Caualli  viene  male 
in  fonte  à  la  corona  del  piede,  &  dietro  alla  coppa  dico  fopra  quattro 
dita,&  quello  male,fi  domanda  refta,  <&■  quello,  eh*  è  in  fronte  fopra  la 
corona,che  alle  volte  piglia  intorno  àia giuntura,et  fé  detto  male  ha  il 
pelo  haflo,&  getta  marcia,  fi  dimanda  humorq/è  detto  pelo  farà  altoy 
fi  dimandaxicc\o\o:efefetintorcianoligarroni  à  li  Caualli  di  dentro  , 
&  difuora,fe  ìointorciano è preflo,fi  dimanda  conccrrentia  di  fangue, 
*  &  dà  dolore  à  li  nerui  di  detta  cofeia ,  <&fi  addimanda  angonaglia  ,  fé 
l'intorciatura  è  molle  fi  dimandageróa:  li  viene  al  Cauallo  male  die- 
tro  algarrone,etfe  è  molle,fi  dimanda  compttoietfe  è  più  fiotto  del  gar 
rone  quattro  dita,  fi  dimanda  cot\ia.>etfe  fé  l 'intorcia  dinanti  algarro- 
ne,et  creppa  marciaci  dimanda  drappa,e;  fé  fé  l 'intorcia  dinanti  algi- 
nocchio,et  è  molle,  fi  dimanda  gorda,  fé  è  duro,  etfiendeffeà  la  banda 
del  ginocchio  di  dentro,  ouero  di  fuora,  fi  dimanda  foprnotfo,  fé  Ufi  en  • 
fia  due  dita  fopra  de  Ila  giuntura, fi  dimanda  fchmella,  //  Cauallo  va  ti- 
rato,et  ferra  liocchi,et  non  mangia,èfegno  di  mo-fefi  al^a  dìnanti,& 
dietro  non ,  quando  ègrafio  èfegno  di  mal  ferii  to  ,  &  difeefa  grande  y 

%  che  le  ha  leuato  la  fosìan^a  della  fchiena ,  et  fé  il  (auallo  tiene  il  capo 
baf\'o,et  sbatte  li  fiatichi,&  non  mangia  èfegno  difebre ,  che  ha  dentro 
ilcorpois'hà  enfiagioni  dittanti  al  petto  ,  et  fé  da  vnabanda  è  dura,fi  di- 
manda vànticora^  la  enfiagione  è  molle,  &  piglia  tutto  il  petto  è  con- 
correntia  d'humorì  di  f angue  corrotti)  &  talmente  corrottigli  di  fati- 
gne  diuentano  acqua  fr  acida . 

E  Del- 


66  L     1     B     \0 

Dell'intrapierto,  &  perche cofi  Ci  chiami. 

NOtay  che  la  natura  ha  fatto  il  [auaìlo  ,  &  che  la  parte  di  dietro , 
cioè  delle  cofee  Hanno  fermate  con  la  groppa  ,  &  con  vna  certa 
forma  d'offa ,  &  certe  chiaui  talmente-,  che  efjo  [auaìlo  è  incatenato  di 
nerui  dalla  parte  della  groppa ,  che  il  C auaìlo  gira  le  cofee  ,  &  e  amina 
fempre piegando  detta  chiane 'dell' offo  , talmente  chetando  liCaualli 
leuano  alcuna  botta,  onero  li  viene  alcuna  difeefa  di  [angue  per  alcuna 
fatica,che  fkceffero,duono  li  mafrieff ere  fatica,  &perquefla  caufala 
natura  ha  fatto  quella  chiane  d'offo,  che  non  fi  può  mouereeffo  [auaìlo; 
perche  quello  fopr adetto  offo  fempre  fa  moto ,  &  pero  fé  li  viene  alcun 
malelimaHn  ladomand  no  fittati  perche  pigliano  la  qualità  dell' of- 
fo :  &  queflo  lo  ha  fatto  la  natura  per  tener  la  groppa ,  et  lafchiena  del 
Cauallo  forte, fi  che  queHa  parte  di  dietro  del  Cauallo  fé  ha  da  chiamare 
parte  intrinfeca  ;  dico  le  cofee  del  C auaìlo  effendo  tanto  intriafeche  col 
corpo,  che  quando  liCaualli  hanno  male  per  dette  fatiche ,  fc  li  fanno 
criiìieri  di  pia  forti  ;  fi  che  fé  è  difeefa  di  f angue  caldo  fé  li  fanno  cri- 
Hierifrefchi,  per  placare  quel  calore,  et  fé  è  difeefa  humida  fé  li  fan- 
no cri  ftieri  di  cofe  calde,  per  vacuare  quella  humidità,  che  offende  la 
fatica;  dunque  perche  quelle  cofe  fono  parti  intrinfeche;  per  queHa  ra- 
gione pigliano  benefìcio  da  detti  criflieri  :  hauendo  parlato  della  parte 
di  dietro  del  Cauallo,diremo  della  parte  dinanzi  •  rNota,  che  la  natura 
facendo  il  Cauallo  li  fece  àia  pirte  dinanzi  vnafedia  per  lo  cuore ,  &■ 
per  lipol<noni;dico  vnj,  camera  appartata  da  gli  altri  membri ,  et  que- 
Ho  l'ha  fatto  per  la  delicatura  di  detto  cuore,et  li  ha  lafiati  li  polmoni,, 
che  fono  in  feruitio  fuo  ;  Ci  che  per  queflo  ha  fatto  poi  le  fp  alle  dinanti  al 
Cauallo  tra  la  camera  del  cuore ,  et  il  corpo  del  Cauallo  dalla  parte  di 
fuori,percbe  non  Hringa  detto  luogo,talmente  che  dette  fp alle  fono  com 
pofle  dalla  parte  di  fuori  del  corpo  del  Cauallo  legate  con  certi  legami 
di  carne  al  petto  di  detto  [auaìlo ,  fi  che  quando  li  Caualli  fanno  for^a  , 
onero  corrono  ,  ò  tengono  vna  gamba  larga  qua ,  et  l'altra  là,  etfifcar- 
na,et  allargando  le  fopradette  fp  alle  dal  corpo  efìo  fangue  corre  tralg 
jpalle,et  il  corpo,et  fi  ferma  àie  volte  talmente  ;che  quando  efio  Caual- 
lo vuol  e  aminare  li  punge  ,  etperqueHo  camina  largo  con  le  gambe  di- 
nanti,efi  duole ,  et  non  può  fi ar fermo  mai  fopra  le  fp  alle  ,  et  fempre  fa 
moto,hor  fopra  vna  gamba,  ethora  fopra  vn' altra,  et  quando  interuie- 
ne  queHo  ,UmaHri  dicono,  che  /ò«0Ìmrnpicrri;y/  che  quando  alcun, 
mafìro  gouerna  detti  Caualli ,  deue  auuertir  molto  bene  . 

Ter 


H 


S     E    C    0    *^    <T>    0.  6f 

^  Per  la  crepatura  , 

PEr  farui  intendere  ,  che  cofa  è  crepatura  quando  viene  ad  vn  Ca- 
ualloynotayche  il  Cauallo  ha  ilpelicranioyche  è  vna  certa  congrega- 
none  di  carne  ncruofa}eflà  congiuntayet  legata  con  l  offayet  quefla  tiene 
infieme  con  le  offa  fiatili  membri  vnitiyet  stretti ,  e  quesìo  pelicranio  è 
di  più,  fosla?i^aychenon  è  detta  pelle  da  ragione  èque/la y  ebe  detto  peli- 
cranio  oltray  cbeflà  incatenato;ancora  aj]  ai  parte  delle  vene  fono  che  lo 
tengono  caldo^et  infofìanzayet  ancora  tutta  la  carne  >cke  aumenta  al  cor* 
pò  del  Cauallo  :  fi  dimanda  pelicranio  per  due  caufeyla  prima  èycbe  è  pel- 
li lefenrapelo  >  perche  tanto  è  à  dir  cranioycome  mondata  dipelo  ,  et  an- 
cor ayper  che  fi  à  nella  pelleyperb  è  detto  pelicranio  ,e  fé  Sformato  con  qual- 
che  punta  di  legname  dato  per  forza  al  ventre  del  Cau  alloyo  nero  cafean- 
doye  dando  del  ventre  in  alcuna  punta  di  pietray  onero  fé  lifufìe  data  al- 
cuna punta  di  mazayche  per  forza  fi  rompefie  detto  pelicranio  ;  fi  che  in 
quejlo.  modo  fi  rompey  et  allora  efeono  le  budella  fuor  a  à  le  parti  di  detta 
pelleyet perche  èfkttayche  ronfienti  tanto  quanto  elfo  Cauallo  ingraffay  et 
allarga  dette  pelle  quanto  la  carne  le  ofiay  cofi  effendo  crepato  detto 
pelicranioyet  efeono  dett a  budella  fanno  forza  alla  detta  pelle  >  et  allora, 
fanno  vna  borfa  al  ventre ,  ò  in  altro  luogo  della  per  fona  del  Cauallo  :  e 
^  quando  interuiene  fimil  cafo  y  chiam.mo  li  mafiri  crcparne  y  eia  curaè 
queHa .  Trimi  bifogna gettare  in  terra  detto  Cauallo  ,  à  talché  le  bu- 
della fi  difkringbino  dentro  il  corpo ,  fé  li  dà  il  fuoco  colcato  ;  perche  e f- 
fendo  colcato  la  pelle  non  fa  forza ,  anziflà  raccolta ,  fi  che  dandogli  il 
fuoco  colpignatto  y  che  è  caldoyet  largo  fi  riceuey  et  fi  raccoglie  più  y  et 
dislringe  il  pertugioyouero  la  crepatura  del  detto  pelicranio  «Ancora  per 
vu' altra  ragione  (ì  dà  detto  fuoco  in  dett  a  pelleye  tanto  più  abruf eia  y  et 
fa  piaga-.poifi  risìringeyet  in  quel  riflringere  fa  calloyet  ama  di  fortifica- 
re il  luogo  offefoyet  no  ri  può  più  detta  pelle  confentireyet  allargarfitper- 
jk  che  effendouidato  il  fuoco  perde  la  forza  d(  confentireyet  allargareyanzi 
s  indurala  fàcallo ,  fi  cheperquefloyfi  dà  il  fuoco  della  maniera  fopra- 
dettayetfi  vnta  limpiaftro  di  pece  naualey  et  greca ,  et  zi 'matura  >  et  fi 
tien  ì~lr  etto  yet  infaf ciato  :  equeslo  fi  fa  per  aiutare  il fuoco  y  che  faccia 
l'opera  fuayet  fé  li  dà  poco  à  mangiare  y  à  talché  non  empia  le  budella  di 
cibo yet  fé poi  dette  budella  fàcefìero  forza  alla  detta  crepatura  fé  li  dà  à 
mangiare  co  fé  lubricheyà  talché  fi  digerifehino  prefioyetfmorzatoy  che  è 
detto  fuocoyet  buttatoui sloppinoyci terra  figillatay  et  boloarminoy  perche 
fono  coje  disìringitiueyet  rifoluitiue'.et  quesla  è  la  curayet  cofi  fi gouernA 
detta  crepatura, 

E     2         Del 


69  L     1     R     \     0 

Del  pelo  del  Camillo,  Se  perche  la  natura  l'ha  farro. 

NOta  quando  la  natura  creò  detto  animale  li  fece  tutti  li  membri , 
//'  quali  hauefi ero  bifognato  per  viuere  >  &per  refiHere  àia  fati- 
ca y  al  caldo  y  al  freddo,  &  alferuitio  dell' huomoiprima  li  fece  li  mem- 
bri >  &  à  tutti  diede  la  virtù  [ita; acciò  ogni  vno  operajfe  l 'effercitio  fuo 
appartatOy&  differente  l'vno  dall' al  tro,&  prima  diremo  il  fegato  efie- 
re fanguineoy  cioè  fonte  di  [angue y&  il  cuore  è  il  fecondo  membro ,  &è 
recett  acolo  dell'i  fpiritiy  cioè  dell'i f angui  più,  fot  t  ili  :  il  celabro  è  timone 
del  corpo-.gli  occhi  fono  confusione  del  corpoda  tefta  cafa  delcelabroy 
le  bocca  macina  de'  cibi  yla  lingua  ffognia  della  bocca:  la  bocca  le  orec-  p 
chie  y  &  il  nafo  fono  forami  del  corpo ,  //  labri  la  porta  della  boccay&  lì 
polmoni  fer  nitori  del  cuoreyche  danno  >  &  pigliano  lì  fiati  :  lo  fìomaca 
caldara  delli  cibiydoue  fi  diflribuifeono  in  dìuerfe  manierey  &  fiottante 
del  corpo  delCauallod'inteftina  cafa  dello  flerco:la  veffica  cafa  di  orinay 
&  labicco  del  corpo;  la  mil%a  recettacolo  delli J angui  più  groffidi  rogna 
ni  fortificatane  della  fchiena  del  Cauallodi  teBkoliye  la  verga  fono  cana 
li  della  veffìcay&fpiragli  del  corpo  copofio  dalla  natura-.vi  fonoleveney 
che  fono  canali  del  j angue 'yrioè  fegat0y&  nutrimento  della  carne  col  det- 
to fangueyche portano  dette  vene  per  dentro  le  vifeere  con  tutti  li  mem- 
bri della  per  fona  del  (auallo  di  detta  carne;  la  carne  è  veìì'tta  delle  offa ,  n 
che  fono  cafìayche  fomentano  li  membri  fopr  anominati  :  li  piedi  fonda- 
mento del  corpo  de  giuntura  e  affa  dì  gommay&  moto  del  corpoy  li  nerui 
catene  delle  off  ade  giunture  delle  cofeìe  timoni}&  fortezze  di  effeyilfcf- 
fo  è  euacuatiene  del  flerco  da  pelle  coperta  delle  offe  della  carne  delli  ner- 
ui}&  veneyla  coda  li  crinìy&  il  pelo  fono  ornamento  di  tutto  il  corpo  del 
C  auallo  ;per  ben  che  detto  pelo  fta  dinatura  humidoy&queflo  lo  ha  fat- 
ta la  natura  per  non  fare  infiammare  il  corpo  di  detto  Caualloy&  hauen 
do  fatta  la  compleffione  di  effo  calda  y  le  ha  fatto  queflo  manto  fopradet 
to  humidoy  à  talché  non  fi  infiammi  per  le  fatiche  dategli . 

H 

Della  riprensione. 

R'Iprenfìone  diremo ,  che  è  vna  abbondanza  di  fanguey  che 
viene  per  troppo  mangiare  >  &  per  fìar  troppo  in  ripofo  nella 
Ralla;  &  coft  aumenta  il  [angue }&  impedifee  il  (auallo  >  che  non  carni- 
nayfecondo  il  folìto  fuo-.coft  chiamano  li  maflri  rìprefo:&  ancora  feli  Ca- 
valli faranno  vn  camino  ,  &feli  mouonolif angui  per  detto  caminoyfh- 
rannoil  medefimo^come  hauemo  detto  difopra^che  li  letta  il  caminare» 

che 


SECONDO.  69 

"*  che  per  la  fiancherà  legano  li  Caualli ,  fi  dimanda  riprefo  li  maslri  li 

fanno  impiaflri  di  boloarmino  ,  farina ,  &  chiara  d'ouo  ,  &  con  le  fcor- 
%e  dett'ouo  ,&  tr-em  e  mina  fangue  di  drago ,  maftice,galbana,  &  aceto; 
ÌS  qnefto  lo  fanno  pcrcb*  fono  cofe  diftringitiue ,  &  difeccatitte  ,  &  an- 
cora pigliavo  creta,  ($  la  immolano  con  l'aceto  forte  ;  e  quefto  lo  fanno 
perche  l' aceto  ,&  la  creta  fono  cofe  fredde ,  &  disìringitiue  per  quejì' ef- 
fetto ,  à  talché  il  f angue  non  feenda  al  bafio  delle  gambe à  li  piedi,  lo 
mandano  ali acqua ,perche  t'acqua  è  fredda  ,  &  difieccatiua ,  e  però  di- 
cocche  e  fendo  cagione  di  detta  infermità  il  fangue,  debbano  infagnare  il 
Caùallo  alia  nenia  del  colh:acciò  che  ne  efea  l'humorcdel  fangue  mofio  : 

*B  cr  con  quefto  rimedio  fi  viene  ad  allcgerire  la  mafia  fanguigna  del  fe- 

"•  gatq ,  che  è  fonte  del  /angue  :  Toi  bìjogna  farlo  tiare  a  dieta  folo  cctL* 
un  poco  di  paglia  quanto  fi  fojìenti ,  &  anco  poco  bere ,  &  farlo  ftare_j 
frefeo  ,  tenendolo  fuori  della  ftalla ,  fi  che  non  fenta  caldo  :  è  neceffario- 
fargli  anco  bagni  d'acqua  di  mare .lifcia^ofelliiWf marino, faluia, facen- 
do bollire  ogni  cofa  infieme  ,  fi  che  s'incorporino  infieme ,  &  poi  fargli 
li  bagni  dalle  ginocchia  à  baffo  uerfò  la  detta  infermità  ,  e  tutto  ciò  gio- 
ita ;  perche  non  aumenti  il  fangue ,  &  li  bagni  feruono  anco  per  confor- 
tare li  nerui ,  0  le  giunture  delle  gambe ,  &fe  alcuna  parte  di  fangue^ 

C  fuffe  difeefo  nelle  gambe  con  detto  bagno  caldo  fi  conforta  :  perche  ef- 
fendoW  fangue  naturalmente  caldo,  e  riceuendofi  in  luogo  caldo ,  cioè 
dentro  al  corpo  quando  detto  fangue  fi  parte  poi  dal  luogo  proprio ,  & 
feende  alle  parti  delle  gambe  .che  fono  parti  humide,  itti  s' aggi  accia  ,  ££ 
perde  lauirtù  caldai  quefto  è  poi  quel  fangue ,  che  dà  dolori  al  C  ah  al- 
lo ,  egliguafìa  le  vgnie ,  &  gli  cavfa  altre  infermità  alli piedi  ;  ma  con 
quefto  bagno  fi  confortano,  fi  rifcaldano,&  fé  li  riducono  in  virtù ,fi che 
Ù  fangue  ritornando  alfuo  luogo  naturale  lafcia  il  Cauallo  libero»  e  favo; 
ma  fopra  il  tutto  bifogna  auuertire  di  farli  ogni  giorno  vn  cntiero  di 
mar  cor  ella, malua  uiolata  ,herba  di  muro,urì  oncia  di  ferapia  t  due  onde 
di  olio  molato  >  &  vna  branca  di  file  ',  &  quefto  criftìero  f:  fa  ,  perclje 

D  conforta ,  &  fa  euacuare  quelle  f cecie  corrotte  :  fi  che  evacuandole  r e- 
ftail  corpo  più  leggiero,  &  più  frefeo ,  e  ciò  fi  dee  continuare  fino  >  cbeL* 
fìa guarito  :  Di  più  bifogna  pigliare  boloarmino  ,  &  me^p  bicchiere 
di  fuco  di  cipofa  bianca,  &  due  bicchieri  d'aceto  bianco  ,  &  vna  caraf- 
fa d'acqua  d'orbo ,  ££  tutte  quefte  cofe  infieme  mefcolate  dargliele  per 
bocca  al  Cauallo  con  uu  cornetto  perche  fono  frefche ,  &  bifogna  dar- 
gliele tre  mattine  à  digiunoperò  ungiamo  sì ,  &  l'altro  nò. 


E     $         Delli 


70  L    I,  B     R    O 

DelliCaualliriprefi. 

QVA  VJDO  il  [angue  del  Cauallofi  troua  dentro  *Ui  piedi  di  ef~ 
fo  animale,  mortificato ,  &  penduta  la  uìr tu  calci.:  ycbcnonu'è 
fperan^a  di  farlo  tornare  à  dietro  ptruia  delle  difenfwm >  son  per  l'in- 
fagnia,nè  meno  per  la  dieta,allora  fi  cono/ce  ,  cb?  l'infermità  è  tutta  ri- 
dotta dentro  etti  piedi  del  (auallo  ,  cioè  putrefatto  il) angue  :  onde  allo- 
ra hi  fogna  tener  quest'ordine .  'Prima  sferrarlo  leggiermente ,  per  non 
tormentare  li  picdi,poi  apot tigliarli  la  fola  del  piede, e  poi  medicale  con 
fongiafracida ,  or^o  cotto}fterco  di  porco ,  &  fterco  di  colomba ,  cht^> 
fono  cof e  tutte  difeccatiue ,  &  difeccano  quel  f angue  ridotto  nel  piede  » 
($  ancora  ripara  ,  che  non  ui  uenga  più  quantità  di  J angue  ;.  &  la  fon-  F 
giafracidafi  mette,percbe  è  mollificatiua,  &  mollificando  fdoglia  ,  & 
fa  penetrar  più  lefopradettecofe,  &  tanto  pia  trouandofi  il  piede  afìot- 
figliato, fi  afjottigliapercbt  f  aie  doui  il  fopr  adetto  medicarne to  penetra- 
no più  per  confortare  il  tallone  del  piede-.c  nota,  che  acconciato  nel  modo 
fopr  adetto  bifogna  tornare  à  ferrarlo  di  un  buon  ferro,  acciò  tega  be  fer- 
mo il  piede  del  C auallo  :  rincora  dico ,  che  fi  diano  due  jalajji  alle  pa- 
(loie ,  e  ciò  fi  fa  perche  detta  vena  è  vicina  alpiede ,  epermouere  an- 
cora quel  f angue  di  dentro  il  piede  ridotto,  &  perche  è  materia  grò fi <x_j 
fé  li  dà  detta  infagnia  alle  vene  pia  propinque ,  che  fono  quelle  delle  pa- 
ftore,^  con  questi  rimediij  continuato  alcuni  giorni  je  uedete,che  il  Ca-  G 
uallo  fi  j 'dogli  :  ma  fé  il  dolore  per feuer affé  fpunt atelila  punta  del pie- 
de,ma  però  pafiati  venti  giorni  dopò  venuta  l'infermità,  e  questo  fpun- 
tareftrue  per  uederefe  dentro  il  piede  ui  è  putrefattione  difangue,  &  è 
meglio  farla  ufeir  fuora,cbe  non  lafciarla ,  perche  non  bajlaria  l'impia- 
firo  fopradetto  à  difeccare  questa  putrefattione ,  &  fpuntato ,  che  farà 
medicarlo  con  mele  rofato  caldo ,  perche  il  mele  rofato  caldo  lena  il  do- 
lore ,  &  conforta  tutto  il  piede  tenendolo  pieno  di  fongia  fracida ,  e 
ciò  fi  fa  perche  detto  piede  ftia  mollificato  :  e  bifogna  medicare  vn  pie- 
de per  uolta  ,  acciò  il  C auallo  non  ferita  tanta  pena  medicandoli  tutti 
due  infieme>&  bifogna,  auuertire ,  che  non  fi  parta  dalla  slalla,pcrcbe  ^ 
e  aminando  fentirìa  dolore  ,(S  bifogna  dargli  benda  mangiare  ,à  tal- 
che  pojfì  {ostentare  la  paffione  :  dopò  che  farà  fdogliato  ,  fi  deueL» 
ferrarlo  con  un  ferro  fermo  di  dentro  fottìi  di  ferro ,  &  largo  di  ver- 
ga ,  e  ciò  fi  fa  perche  UC auallo  vadi  più  ripofato  con  la  fola  del  pie- 
de ,  perche  efl'endo  il  ferro  fermo  di  dentro  contrafta  meglio  con  le  pie- 
tre ,  &  con  la  terra  dm  ad  bene  ancora  fargli  untìoni  di  cera  nuoua  tre- 
mentina,feuo  di  caflratOf  &  olio  comune  3  0  con  quetti  ungerli  lafcor- 


S    E    C    O    N    D    0\  71 

'jf  %*  del  piede >e  ciò  fi  fa  acciò  fiia  mollificata,  et  faccia  crefeere  vgnia  n§ 

uà,  fi  chi  Cttfcendol'vgnia  noua  fi  purificava  il  piede ,  &  fifoni]}  cara . 

Del  taglio  crudo,  ò  con  il  fuoco . 

E%  neceflarìo  auuertire  >  che  quando  vn  Cauallo  ha  vna  poHemma , 
ò  felivolefje  tagliare  qualche  porro,  ouao  carne  dell'i  garrefi , 
ò  qualche  pomoncello,  che  haueffe  ;  dico  ,  che  è  meglio  tagliarlo  con  fuo- 
co ,  che  con  taglio  crudo  s  è  la  ragione  è  qncfta ,  che  quando  tagliate  con 
vn  ferro  caldo  quesle  fopr adette  infermità  ,  tagliate  tutto  à  vn  tempo  , 
&  {lagnate  le  vene,  an^j  per  detto  taglio  caldo  abbruciate  la  carne  tri- 
2  fta,etfifa  venir  la  buonaidi più  per  detto  taglio  caldo  r afletta  la  carne, 
che  non  s'abbrufeia:  onde  è  molto  meglio  tagliare  con  il  ferro  caldo  ,  che 
con  il  ferro  crudo  .  Ver  il  contrario  poi  quando  vn  Cauallo  ha  le  fo- 
pr  adette  infermità  ,  e  fi  taglia  con  ferro  crudo  fifa  vfeire  ilfangue  :  C£ 
s1  indebolire  l'animale  ■>  &  fé  èd'inuerno  per  la  vfeita  del  J angue  tro- 
uandofi  debole,  et  per  effere  il  tempo  humido>&  il  Cauallo  hauendo  per- 
duto Vhumore  caldo  delfangue  li  può  fuccedere  vn  tiro  ;  perche  quan- 
do linerui ,  CT  la  carne  non  hanno  ilnotrimento  delfangue  ,  raffreddan- 
do fi  s'indebolifcono ,  &  di  qua  fuccede  il  tiro  :  e  di  più  quando  fi  taglia, 
con  ferro  crudo  fempre  la  carne  fi  riduce  in  piaghe  :  onde  di  motto  con- 
fi cludoiche  è  meglio  il  taglio  delfuoco,che  quello  del  ferro  crudo.  i 

Del  di/cccamento,&  perche  il  Cauallo  fmagrifee. 

Lts4  prima  caufa  perche  il  Cauallo  fi  difìecca  è  quella ,  che  quandi 
è  graffo  li  danno  fatica  fouerchia;e  maffime  di  tempo  caldo ,  oue- 
ro  quando  vn  Cauallo  ha  dolori  ,&  per  quella  paffione  del  dolore  tem- 
pefta,  Cffafor^a  ,  &  fi  affatica  in  quella  paffione  .  esfneorafi  difeccct 
vn  [auallo  per  vna  difeefa,  ouero  per  vn  moto  di  f  angue  quando  effo  [a 
uallo  èj atollo  :  Hora  diremo  di  quelle  parti ,  che  fé  diseccano  nel  cor- 
po del  CauaUo;queflolo  caufa  due  cofeja  caldera,  che  piglia  detto  fe- 
uo  delfangue ,  che  lo  caufa  il  moto ,  &  la  fatica  pigliata  ,  ancora  per  lo 
D  Aereo  ,  che  fi  troua  dentro  le  budella ,  che  fubito  >  che  fentendo  il  ca- 
lore àelj angue  ,  fubito  fi  putrefa  ,&  fi  difecca  più  del  naturale;  fi 
che  tutto  quelfeuoy  che  fi  troua  dentro  ,  &  fuori  di  dette  budella  quan- 
do fente  detto  calore  fé  liquefa ,  &  quefii  fi  dimandano  quelli  Caualli 
defficcati .  Quando interuiene  fimile  infermità  a  li  Caualli  perdono  il 
mangiare ,&  fi  anno  con  affanno  di  corpo  :  quejìo  lo  caufa  detta  difec- 
catione ,  perche  è  moflo  dal  luogo  naturale  ,  dico  che  quando  il  fcuo  fi 
disfà  dalla  parte  di  fuor  a  delle  budella  è  pericolo  ;  perche  va  tra  il  bu- 
dello del  [auaUo,et  non  ha  efito  detto  feuo,et  non  bauedo  eftto  caufa  po- 

E     4         ftem- 


?i  LIBRO 

ftemma;&  per  quefia  caufa  dico  è  pericolo  di  morìe: ma  quella  parte  rf?  * 
tro  le  budella,  che  è  atta  à  purgare  detto  fem ,  &  liquefarlo  è  [ambile  : 
.Ancora  à  quefìi  Caualli  diseccati  lifogliono  dare  lì  maflri  medicine  rifre 
fcatiue,(3  purgatine  per  rifrefeare  quel  [angue  caldo  ,che  ha  cau[ata  det 
ta  di[eccatione  purgatiua ,  per  purgare  le  [cecie  coftipate  con  detto  [e- 
no  del  modo  [opr adetto ,  per  la  parte  della  medicina,  che  è  ri[refcatìua  , 
che  fi  dà  à  detta  in[ermità  ;  cioè[ei  onde  di  conferua  violata ,  &fei  di 
ro[e  damafch'me ,  due  libre  d'acqua  d'orbo  con  quattro  onde  di  giu- 
leppe  rofito:qieììa  è  la  parte  rifrefeatiua  di  detta  medicina  ;pcr  la  par 
te  purgatiua  pigliano  quattro  onde  dicajjìa,  me?a  oncia  difpicovardo  , 
vn' oncia  digalagfijttieza  d'aloepatico,  vn  quarto  di  b  urro  di  vaccatqtte  * 
He  fono  le  co  fé  purgatine  :  Sono  alcuni  matlri,  che  quando  accadono  ft- 
mili  infermità  à  li  (faualli,li  danno  folo  cofe  frefche,  perche  redono  l'in- 
fermità calda  e  dicono  .che  le  cofefrefche  rifrefeano  il  corpo,et  lifangui, 
ma  dico  ,  che  fanno  errore  perche  fé  rifrefeano  il  corpo,  &  il  f angue,  non 
purgano  ejfofeuo  cagliato, et  non  purgandolo  con  dette  cofe  fredde  fi  ag- 
giacca pia,  &  è  caufa  di  impofìemmare,&  far  venir  febre  al  Cauallo: 
Sono  alcuni  majlri,che  quando  uiene  la  fopradetta  infermità  al  Cauallo, 
pigliano  pece  n  ah  ale ,  pece  greca ,  incenfo,  majìice,galbano ,  trementi- 
na, &  borra  rafia,  &  fanno  vn'impiajtro  fopra  a  li  rognoni  del  Cauallo, 
et  quello  nolo  laudo, pei -che fono  cofe  tutte  calde,epià  prejlo  fanno  dan-  & 
no,  che  vtiìe  in  quelle  parti  dcìli  rognoni, per  che  in  detti  rognoni  e  il  luo- 
go del  grafto,C$  è  pafj'aggio  difangue:fi  che  facendola  cofe  calde,è  atto 
à  farefcaldare  lifingui,et  coagulare  ilfeuo  di  detti  rognoni,  &  dar  pia 
pa[Jione>&  anfia  al  Cauallo;ma  laudo,chefe  li  faccia  vn'impiaflro  di  bo 
loarmino, terra  jìgillata,&  fuco  di  fol atro,  farina  d'orbo,  aceto  bianco, 
et  chiara  d'ouaiqueflefono  cofe  fredde,&  matengono  frefche  quelle  par 
ti  dell'i  rognoni  del  Cauallo:  ancora  laudo,  che  fé  li  faccino  criftieri  men- 
tre dura  detta  infermità, cioè  di  brodo  di  pollo,e  due  onde  di  T^uccaro  rof 
fo fen\a  fale ,&  fenxa  olio:  quejlofifà  ad  cjfetto,che  quando  effo  Caual 
lo  vacua,vacui  quelle  cofe  vifeofe  del  feuo  coagulato,^  efehino  tato  cai-  H 
de  di  dentro  il  corpo,  chef  caldino  il  budello,  fi  che  per  quejìa  caufa  fi  or- 
dina il  criftiero  fopr  adetto,  ch'è  rifrefeatiua,  et  laudo,chefe  licauifan- 
gue  s'è  graffo  vna  buona  quantità  congiudicio,e  quello  fi  fa  perche  al- 
legerifca  il  calore  del  f angue, e  che  mangi  cofefrefche,  come  fono  grame- 
gne,  panico,  &  cicorie, me f colate  con  paglia  d"or7^o,  &  ilbeuerfuofiano 
beueroni  con  fior  di  farina  acciò  che  padifehi  preflo;  perche  fono  cofe  ap- 
petitofe,  &  tengono  fref co,  &  lubrico  il  corpo  di  detto  [auallo ,  &  q*e- 
jia  è  la  regola,che  fi  dee  tenere  nella  fopradetta  infermità  . 

Della 


SECONDO.  75 

Della  polmonara ,  &  perche  fi  chiami  cofi . 

NOti,  che  quando  un  Bue  ha  la  polmonarap4^e  dì  grande  bumi- 
dità,&  quefto  fuccedefpeffe  uohe  quando  un  *Bue  è  magro;  per- 
che detto  Bue  è  dì  natura  humido  ,  tanto  più  effendo  magro  ;  fiche  per 
quesla  debilità  indebolifconfì  li  [angui ,  &  aumentano  lefiegme ,  &  le 
vifcofità  de  gli  altri  bumori del  corpo  ,  fiche  aumentando  va  à  impe- 
dire il  moto  di  detto  polmone ,  &  impedendolo  caufa  opilationi,  &  tof- 
fey  &  fa  perdere  il  mangiare  à  detto  Bue ,  fi  che  per  queslo  ancora  lo  fa 
andare  fiacco ,  £?  li  fa  entrare  lì  occhi  in  dentro  >  &  non  li  farà  crefeer 

4j  carne :allor ali  maslri  li  fanno  impiastri  in  tesi  a  d 'ine en fo,maft 'ice igal- 
bano,pccenauale,pece greca,  &  a%j(ìmatura  roffa%  &  quefto  fi  fa  per- 
che detto  celabro  slia  caldo,  &  confortato ,  &  majjìme,  che  il  corpo  sia 
mal  difposlo  del  modo  fopr  adetto ,  &  li  fanno  ancora  l'impiasìro  fopra 
li  filetti  della  febiena  ,  e  queflo  fi  fa  per  tenerlo  più  forte ,  &  in  foftan- 
\a>e  li  danno  ancora  le  medicine  di  lardo ,  di  boloarmino ,  farina  d'or- 
postalmente  che  faranno  due  rotola ,  &  me%o  di  lardo  ben  battuto ,  & 
poi  lo  mefcolarete  con  quattro  onde  tra  boloarmino ,  &  farina  d'orbo , 
e  quefto  fé  li  dà  per  uacuare  quelli  bumoraccit  che  fono  concentrati  den- 
tro il  corpo  di  detto  animale  :  Sappiate ,  che  detta  medicina  conforta 

C  li  f angui, 0  purga  la  coftipatione  delle  feccie  trifte ,  &  puTgolenti,  fi? 
Ucaitfano  alcuna  uolta  la  pollinola  con  fole  ,  &  herba  di  muro ,  &  olio 
commune;  perche  detta  pollinola  è  una  certa  bumidità ,  che  fi  congrega 
dentro  il  codarino;  perche  tanto  t  a  dire  pollinola  come  una  bumidità  , 
che  uiene  per  fcaldare ,  &  raffreddare ,  e  fa  quella  uifcofità  bumida  fo- 
pr adetta:  per  quefto  li  mafhi  pigliano  herba  di  muro,fale,  &  olio  com- 
mune, fi  che  la  detta  herba,  fale,  &  olio,mettendo  la  mano  dentro  il  cor- 
po fi  tira  detta  bumidità  .  T>{ota ,  che  fi  dee  tirar  pian  piano  ,  à  talché 
non  fi  offenda  il  fopradetto  codarino ,  e  fé  li  fanno  untioni  al  fil  della 
fchiena  di  dialtìa,  &  burro  :  c£  queslo  fifa  per  leuare  alcuna  bumidità 

D  dalla  parte  della  fchiena  ,  ££  fé  ti  dà  il  fuoco  al  dritto  del  cuore ,  cioè 
doue  battono  le  ale  delli  polmoni:  e  quefto  fi  fa  perche  detto  fuoco 
allarga  ,  &  fa  piaga  ,  &  maffime  ,  che  fi  dee  dare  con  vno  ferro  accon- 
ciato à  modo  di  una  moneta ,  perche  faccia  la  piaga  larga  ,  che  poi  al 
ftrìngere ,  che  fa  detto  fuoco  habbia  da  ritirare  la  carne,  &  la  pelle,  co- 
fi  uerrà  a  darefpatio  à  detti  polmoni  ;&  queHa  è  l'intentione  dell'i  ma 
s~lri  quando  fanno  detto  medicamente  ,  e  fé  limette  l'eleboro  perche  m- 
tira  quella  uifcofità  d1  bumori  pntr  efatti, che  fu/fero  m  quelle  parti, do  - 
uefa  moto  il  polmone ,  &  per  quefto  fi  pone  l'eleboro  >  ouero  fan  a  In  - 

pa> 


? 


74  I    I     B     R    O 

pa3  che  fono  cofe  forti ,  e  che  ritirano  li  f angui  àfe>&  uengono  adalle-  ^, 
gerire  quei  luoghi ,  &  quelle  parti  del  petto  del  "Bue ,  che  confinano  con 
li  polmoni .  T>Jota  ,  che  detta  medicina  fi  può  fave  Mi  ragione  è  questa, 
perche  il  Buebà  quel  goT^o  innanzi  al  petto ,  che  è  una  parte  elirinfeca 
del  corpo  >  fi  che  quando  fi  mettono  le  fopradette  cofe  forti ,  che  intor- 
cia ,  &  Hanno  fuori  del  corpo ,  &  non  ponno  offendere  il  cuore  per  occu- 
parlo ,  né  manco  ponno  leuare  il  moio  à  li  polmoni  con  detta  enfiagio- 
ne caufato  del  modo  fopradetto  ;  &  per  quefia  caufa  al  Cauallo  non  li  fi 
può  fare  detto  ine  die  amento  perche  non  ha  quelle  parti  esìrinfiche  del- 
la pelle  innanzi  al  petto  ,  &  volendo  metter  le  fopradette  cofe' forti  fa- 
ria  atto  per  lo  detto  f angue ,  che  concorre ffe  ad  occupar  il  cuore ,  &  far  F 
perder  il  moto  à  li  polmoni ,  perche  jianno  propinqui  col  petto  de'fo- 
pr adetti  membri  del  Cauallo .  T^ota  ,  che  quando  fi  fa  detta  medicina 
à  li  'Buoi  fé  li  fa  tener  sii  tanto  le  fopradette  cofe ,  che  uenga  la  enfia- 
gione quanto  una  noce  d'fndia  mediocre  ;  quefioftfa  ad  effetto ,  che  ue- 
nendogli  maggior  enfiagioneycaufaria  debilità: quando  è  enfiato  del  mo 
do  fopradetto  fi  rade  il  luogo ,  doue  è  fiata  la  radice  per  lungo ,  &  per 
trauerfo  in  crocciamo  quanto  ui  pofjino  slare  due  baiocchi  difongia-j  % 
perche  moli  fichi ,  (Sfacci  marcia ,  &  purifichi  detta  enfiagione ,  C/e 
li  fanno  bagni  di  maina  per  mollificare  quella  dure%  \a  della  enfiagione 
condotta  in  detto  luogo  per  la  radice  fopr adetta  >  &  fé  li  danno  punt£_,  G 
di  lancetta,  e  fi  fa  pcruacuarequcll'bumore  corrotto  di  fangue  con- 
dotto iuipcr  la  medicina  fua ,  &  fi  piglia  marrubio ,  &  cinque  foglie , 
&  debbono  infieme  bollirei  &  dì  quesla  decottione  di  acqua  fé  li  dà  per 
quindeci  giorni  à  bere  due  caraffe  il  giorno  con  due  onde  di  ^uccaro  me- 
scolate con  due  dita  d'acqua  ,  &  quefio  fé  li  fa  perche  fono  cofe  aperi- 
tiue  delti  pori  del  corpo  ,  e  fé  li  dà  à  mangiare  herbe ,  perche  lubrica^ 
tiene  frefeo  il  corpo  s  &  li  fono  uietate  le  cofe  fecche ,  &  maffime  la  pa- 
glia di  grano  y  la  paglia  difaua  s&  la  canna ,  perche  fono  cofe  difecca- 
tiue>  C  opilatiue  ;  quando  detto  animale  ha  detta  infermità  di  poi  mo- 
li ara  fé  li  dee  dare  acqua  chiara  à  bere  ;  à  talché  la  padifea  preslo ,  &  jj 
f acci  buona  fiegma  nel  fan  la  dige  filone. 

Del  capoftotko. 

IL  capoftotko  è  vna  fumofità  ,  che  uiene  dentro  il  corpo ,  &fptjfe 
uolte  detta  fumofità  caufa  per  bollire  del  fangue  >  e  anco  per  con- 
turbatone y  che  caufa  fumofità  al  celebro^  &  (fio  celabro  come  efee  dal 
gouerno  naturale ,  dico  dalle  fumofità  ,  che  li  dà  il  corpo  a  mifura  dclli 
cibi,  che  fi  mtrifee  detto  Cauallo ,  fubito  fi  occupa  detto  celabro  :  an- 
cora 


SECONDO.  75 

j,  cova  per  detta  fumofttà  fi  occupano  li  occhi  del  Cauatlo  ,  &  non  vede  : 
per  quefta  caufa  efSo  C amilo  perde  il  fenfo  della  tefla ,  &  uà  Stordito,  e 
per  quefta  caufa  fi  dimanda  capoftonco  ;  &  alleno!  te  tanta  fumofttà 
aumenta,che  li  foualli  ne  perdono  il  mangiare  ,  e  queilo  lo  caufa  ilfcal- 
damento  dell'i  /angui ,  che  li  conturbano  lo  flomaco ,  &  per  queslacau- 
fa  non  mangia  :  li  maftri  lo  infagnano  all'i  fianchi ,  &  questo  lo  fanno 
per  tirar  li  f angui  al  baffo,&  fuiarli  dalla  tefla  ,  à  talché  il  celabrofìia 
leggiero:  ancora  li  fanno  crifiìeri  di decottione di malua ,  &  d'herbe di 
muro ,  marcorelia ,  olio  commune terapia ,  &  olio  uiolato ,  &fale  corri- 
mune ,  facendoli  ogni  giorno  uno  di  quefii  crislieri  :  ancora  tengono  vna 
■  fpongia  nell'olio  violato  à  mollo»  &  la  leuano,&  la  mettono  tre,&  quat 
**  tro giorni  in  corpo  al  C auallo  t&  questo  lo  fanno  per  ritirare  dì  contì- 
nuo lo  sterco  ,  &le  fumofttà ,  &  tener  leggiero  il  corpo  ;  ££  li  fanno  an- 
cora un'impiafiro  fopra  le  reni  di  mele ,  trementina ;  galbano ,  incenfo , 
majììci,  farina,  femen^e  di  lino  ,  &  uin  roffo.Tsìota ,  che  detto  impiafìro 
è  confortai  ino ,  &  dijìringitiuo  del  f angue  ,  ebepafìa  per  le  commìfiurt 
della  f ch'iena ,  &  ancora  li  fanno  un  difenfiuoin  tefla  di  boloarmino ,  fu- 
co di  folatro  ,fuco  di  fambuco ,  chiara  d'ouo ,  &  aceto  bianco ,  e  di  que- 
fio  l'untano  intorno  le  orecchie ,  &  in  fronte  fopra  la  nuca  ,  &  quelle  co- 
fe  hanno  la  proprietà  bumida ,  &  fredda  ,&  fi  fa  per  rifrefeare  il  cc- 
labro ,  &  leuarne  alcuna  fumo  fi  tà  ,  che  haueffe  calda  ,  &  li  gettano  ac- 
qua  in  fronte  perche  l'acqua  è  bumida,  &  fredda,  per  leu  are  le  dette  fu- 
mofttà li  mettono  auelh  purgatìone  in  fronte  per  purgare  alcuna  cor- 
ruttìone  di  f angue  >  che  uenìffe  per  offender  ilcdibro ,  &  occuparla  «/- 
Sìa  degl'occhi  :  ancora  li  gettano  per  dentro  li  fori  del  nafofuco  di  fola- 
tro >  £?  aceto  bianco  j  &  anello  lo  fanno  perche  fon  cofe  frefche  perche^» 
tengano  f refe  hi  quelli  meati  dell.i  tefla;  ancor  a  fi  fa  q'iefio  perche  il  Ca- 
uaUo  quando  fé  lo  [ente dentro  il  nafo  sbuffa  ,  &  coli  sbuffando  aìlege- 
rìfee  la  testa ,  &  fé  li  dà  il  rot torio  in  gola  d'olio  di  lauro ,  enforbio ,  & 
cantarella ,  che  fono  co  fé  calde ,  &  confortatine ,  &  purgatine  di  alcu- 
na  difc'.'fa,che  uenifie  al  Gaudio  .  T^ota ,  che  fi  rade  con  un  rafoio  prima 
P  alla  gola  del  fauallo ,  à  talché  le  fopr  adette  cofe  penetrino  pia  ,  &  fac- 
cino l'effetto  più  prefìo,&  dipoi  fé  li  dà  una  medicina ,  doue  entrino 
due  libre  di  rodomele ,  un  quarto  di  burro ,  mc^o  rotolo  di  lardo  uccchio 
lattato  none  uolte,  &  battuto  ben  forte ,  un'oncia  di  fìorace  calamita-», 
due  oncie  di  boloarmino ,  &  farina  d'orbo  :  quefta  ftlidà  per  rifrefear 
li  fangui,  &  purgar  alcuna  uifcofità  diflegma  ,  &  vacuare  le  feccia, 
&  far  uenire  il  corpo  digefìo  leggiero,efe  li  dà  à  mangiare  cofe  frefebe  y 
come  fono  herbagi ,  panico ,  cannacele  ,gramegna,&  ferraina  ,qnando 

Me 


16  LIBRO 

fofie  il  tempo ,  onero  di  prato ,  &  questo  [e  li  dà  5  perche  le  mangia  con  ¥ 
più  appetito ,  &  tiene  il  corpo  frefco  ,  &  lubrico  5  #  feti  Cauallo  man- 
giale la  biada ,  landò  che  alcuna  uoita  fé  li  dia,e  quefto  fi  fa  per  fortifi- 
care lofìomaco ,  à  talché  per  il  mangiare  delie  herbe  non  vemfie  fiacco , 
e  laudo ,  che  fé  li  dia  a  bere  due  volte  il  giorno  quanto  ne  vuole  >  à  tal* 
che  le  fu  moftà  non  aumentafiero ,  &  defiero  fastidio  al  cclabro  :  fé  li  dà 
per  un1  altra  ragione  detto  bere ,  &  è ,  perche  efio  Cauallo  è  di  ccmplef- 
fione  calda  ,  &  non  beuendo  fi  abrufeiaria  ,  &  feria  confa  di  fliticarlot 
&  non  farlo  andar  del  corpo  >&  dico  ,  che  detto  (anaUoft  dette  tenerti 
in  luogo  aerofo ,  &  in  luogo ,  dotte  non  dia  pioggia  fé  è  d'inuerno  ,  e  fé  è 
ii  tempo  caldaiche  non  li  dia  Sole  fopra  ;  perche  ftando  à  l'aere  confor-  F 
ta  il  cclabro>&  la  vijìa  de  gl'occhi  :  tenga  la  briglia  la  notte  quattro  ho- 
re,&  a  detta  briglia  fi  attacchi  vna  borfaMue  fta  nccemofcata,garofa 
li,e  canella;e  quefto  fi  fa,per che  maflic adola  li  leua  alcuna  difeefa  per  ef- 
fer  la  notte  humida  -.laudo  che  alcuna  volta  fi  facci  pafìcggiare,  à  talché 
fi  allegrino  li  f angui y&  il  Cauallo  pigli  vigore  :  &  laudo  ancoraché  f<Lj> 
li  bagni ,  &  sbruffi  tre  volte  il  giorno  dentro  li  fori  del  nafo  di  aceto  for- 
te;  accioche  di  fetida  il  celabro  da  quella  humidità,  &  fumofità  acciden*- 
ti  del  corpo ,  e  dico ,  chefedeue  tenere  à  canto  à  vna  giumenta,e  quefto 
fifa  perche  il  detto  Cauallo,  anfando  detta  giumenta  s'allegri  :  ma  non 
farlo  montare ,  perche  montando  difminuiria  la  virtù  ,  &  quefto  fi  con-  Q 
tinuaràfino  che  il  Cauallo  fia  rifoluto  della  detta  infermità. 

Del  Cauallo  bolfo. 

JL  (auallo  non  deue  mangiare  fieno ,  né  brenno ,  &  mafjìme  quando 
è  vecchio  ,perche  il  Cauallo  è  di  complejjione  calda  naturalmente^»; 
e  la  natura  l'baprouifto,chc  mangi  l'orbo  ,&  la  paglia ,  &  le  altre  her- 
beyebe  fono  frefche,  e  quando  efio  Cauallo  le  padifce  caufanofiegma  ,  & 
pure  quefta  è  una  delle  parti  della  digefìione  detti  cibifopradetti-.quefta 
parte  refta  netto  ftomaco  del  Cauallo ,  perche  il  fangue,  che  è  la  feconda 
parte  della  digefìione  fi  parte ,&  uà  al  luogo  f no  ,  che  è  il  fegato  H 
fonte  del  fangue  :  la  terza  parte ,  che  è  lo  ftercofe  ne  uà  à  le  inteflina-jt 
luogo  fuo ,  &  coji  l'orina ,  che  è  la  quarta  parte  della  detta  digestione  fi 
lambicca  dentro  la  veffica  luogo  fuo  ,  e  prouifto  della  natura  ;  fi  the  la~» 
flegma  non  ha  altro  luogo,  che  lo  stomaco  ,  perche  detta  fiegma  per  effer 
humida, &  frigida  caufata  datti  cibi  frefehi  mangiati  dal  Cauallo  (ìia-J 
pronta ,  &  parata  in  fewìtio  detti  polmoni  à  rinfrefcarli  à  tutte  tbore , 
perche  detto  polmone fìà  innari  al  cuore,  che  è  caldo ,  &  à  tutte  l'bore 
fa  moto ,  fi  the  fé  non  fujje  detta  fiegma ,  che  lo  rifrejca  s'opilaria ,  & 

majjime 


SECONDO.  77 

jt  maffime  la  compleffione  di  detto  polmone  per  efierhumid 'a j  &fecca: 
&  quello  lo  ha  fatto  la  natura  perche  detto  polmone  flia  leggiero  in 
feruitio  del  cuore  à  rendere^  pigliare  il  fiato ,  fiche  quando  yn  (ami- 
lo la  fi  a  il  mangiare  delli  fopr  adetti  cibiy&  mangia  il  fieno  5  &  il  brenoy 
the  fon  cofe  calde  non  fhnno  la  buona  flegma  al  digerirebbe  fanno  li  cibi 
fopradetti,an7Ì  difeccano  tanto  il  corpo  per  la  caldera  loro  per  la  com- 
pofttione  calda  y  che  hàilfopradetto  Cauallo  y  che  li  polmoni  ■>  perejfer 
della  maniera  fopr  adetta  y  &  bauendo  bifogno  di  rifi-cfcarfi  à  tutte  l'ho- 
re  5  non  l'hanno  per  effer  il  cibo  caldo ,  &  [ecco;  &  non  bauendo  la  det- 
ta flegma ,  che  fu  l'orbo  >  &  la  paglia  fiefca  ftdifecca ,  &fiopilay  & 
B  fminuifce  detto  polmone*  &  cofi  perde  il  moto  naturateci  rendere y  & 
pigliare  il  fiato  :  &  per  que/ìo  dicono  y  che  il  Cauallo  è  bolfo  ;  perche  fi 
yede  per  ef\>erien%a  >  che  dando  à  mangiare  detto  cibo  alli  Caualli  base- 
ranno più  affai)  che  nonfh  quando  mangiano  l'orbo ,  &  la  paglia\<&  di 
questo  rìècaufalefier  caldo y  &fecco ,  &  nonfh  quella  flegma ,  chefk 
Vorrò  ,  &  la  paglia  y  che  tiene  li  polmoni  fr  efebi ,  &  tutto  il  corpo  del 
(fauallo  :  per  vn' altra  ragione  e  fio  Cauallo  viene  bolfo  y  &  è  quando 
è  al  tempo  di  dodici  anni  ;  perche  non  ha  li  fangui  fuoi  cofi  firefehi  > 
&  forti)  che  h abbino  quella  foUanra  calda  che  hanno  al  tempo  delli 
tre  y  e  per  fino  alli  fei  anni  per  gire  col  naturale  delli  fangui ,  che  cor- 
reggonoy& gouernano  tutto  il  corpOy&  tutti  li  membri  interiori)  &  efie 
riori;  fi  che  quando  fi  trouano  effer  indeboliti  li  fangui  cofi  mah)  per  lo 
tempo  mai  ponno  gouemare  li  membri  fopr  a  detti  y  &  mafflme quando 
li  Caualli  mangiano  alcun  ciboy  che  fia  difeccatiuo  del  corpo  >  come  fono 
paglie  di  fhue  >  fieno  maiaticoy  cieò  fieno  di  prato  y  & -canna  di  grano  > 
che  per  effer  il  fangue  indebolito  non  dà  materia  y  nètantafofianradi 
fcaldare  lo  Homacoy  che  p adi/fero  detti  cibi  :  per  queflo  la  digeftione 
yiene  buona  y  perche  li  membri  fon  ben gonernati y  fecondo  è prouiflo 
dalla  naturayd  talché  il  fangueyche  è  vna  delle  parti  della  digestione  go- 
verna bene ,  &  J "calda  li  neruiyla  carney  &  le  ofia  ,  cheflanno  ingouer- 

■^  nofuo,  con  ancora  l'  altr aparte  della  digefìioneycbe  è  V orina  tiene  aper- 
te le  portey&  li  meati  della  veffica  >  &  la  terra  parte  della  digeHione  è 
lofìerco  tenga  li  meati  delle  budella  lubricheyche  non  impedifea  al  Caual 
lo  l'euacuare  il  corpo:  &  la  quarta  parte  della  digefìioneycbe  lafiegmay 
che  quefìa  è  Vultimaparte  delle  dette  digeflioni ,  che  retta  nello  ftoma- 
co  y  naturalmente  per  tener  fi  e f co  il  corpo  >  &  li  polmoni  y  chepofjona 
fare  il  moto  ordinario  naturale  ;  ma  quando  per  colpa  della  fopr  adetta^ 
yecchier^a  per  la  debilità  delli  fangui  viene  la  digeSlione  trìfla  y  fifk 
trifio  il  fangue  >  &queHo  ècaufa  dipoHemmare,,  &  putrefare  tutu 


40  L     1    B       ^    0 

li  membri,  che  gouerna  detto  [angue,  &  allora  caufanorogna^idoc-  E 
chijmoi"fia,humori,crepaze,riccioli,refte,  chiouatdi ,  verme,  fopra- 
o(soykhir,t\\eìcovue1gcvde)^\\cJo:m€\k\tiittequefiein[ermitàprO' 
cedono  dalla  mala  digefìione ,  chefh  trifli [angui  :  ancora  per  la  parte 
della  orina,che  è  lafieconda  vien  trislaper  le  e  aujefopr  adette;  &  quan- 
do e[ce  vn  ricciolo  ad  vn  Cauallojì  dee  tagliare  ;  perche  quando  n'efoe 
[uori,eche  vede  l'aere  tutto  sinfi'acida,<&-  cau[a  renella,  che  ìmpedi[ce 
l'orinare,&  anco  cau[a  ventofità,cofi  della  ter^a  parte  della  digestione, 
che  è  lo  fieno  quando  non  è  digerito  bene,opila  li  meati  delle  budella,  & 
cauja  collie  a ,  <&•  non  fa  euacuarc  del  corpo  ,  Q-  aW  ultimo  lo  ammala 
per  nonpotere  euacuare-.per  fare  il  naturale  la  quarta  parte  della  dige-  ' 
Hione  ,  cheèlaflegma ,  quando  è  mal  dige Ha  del  modo [opr adetto  cau- 
[ataper  li  tristi  cibi  ,  per  la  debilità  delli [angui,efia[calda  il  corpo  ,  <£r 
di[ecca,&  opila  li  meati  del  polmone,  &lileualaleggereiga[ua  ;  fi 
che  dettaflegmaper  non  ejfer  ben  digerita,&  ejfer quella,  che  ha  da  aiu- 
tare li  polmoni,naturalmente  efiendo  trilla  le  guati a,&  opila ,  &  le  fa. 
perdere  il  moto  naturale  ;  [i  che  per  qiiefie  cau[e  li  Caualli  àie  volte 
uengono  bolfi, 

Ddfuoco/ongia  ,  &rottorio  . 

ET  perche  il  rottorio ,  il  [uoco ,  &  la  [ongia ,  fono  il  fiore  dell'  arte  del 
marescalco ,  diremo  del  [uoco ,  che  dandolo  à  li  Caualli  alle  gam- 
be di  taglio  dislringe legomme,& conforta linerui;dandolo  di  punta 
ad  alcuna  poflemma,  che  hauefie  il Cauallo perla  per [ona purga ,  & 
non  fa  [angue,  come  fi  li  taglio  crudo  ,&  [e  lo  date  [opra  vna  piaga: 
mangia  la  carne  trista ,  &fa  crefeer  la  buona ,  &[elo  date  intorno  la 
piaga  farà  stringere  detta  piaga,  &[e  la  date /opra  la  vena  degl'occhi 
con  vnponyonetto  ritiene  la  di[ce[a  delli  [angui,che  non  offendanogli  oc~ 
chi,&[e  lo  date  intorno  a  gli  occhi  àie  congiunture  della  tefia  con  vnpon 
Tonetto  difiringe  l'humidità ,  eh  e  non  offenda  il  e  e  labro,  e  lo  conforta  fj 
con  la  calde7ga[ua  :  con  il  [uoco ,  ancora  fi  medica  vn  Cauallo  quando 
ha  la  fìatica,  &  gli  fi  danno  quelli  pon^onettitanto ,  e  he  p  affinola  pel- 
le, &  quefio  lo  fanno,  per -che il fuoco  purga  quelle  materie  concorde iti 
detto  luogo  :  col  [uoco  fi  medica  il  mal  feruto,  che  viene  àie  reni  del  Ca- 
uallo ;  perche  tanto  è  à  dire  mal  f  ruto^come  debilità  di  reni,&  vi  fi  dà 
il  [uoco  perche  conforta,^  difiringe, pur ga,&  [doglia:  col  [uoco  fi  leua- 
no  li  vermi  alli  Caualli  ,  perche  è  à  dire  [angue  corrotto ,  che  putre[à  la 
carne  putrefatta ,  &  dislringe  il  luogo,che  non  vi  venga  più  [angue  cor- 
rotto,^ il  [uoco  fi  dà  allipom}quando  vengono  all'i  £aualli:perche  tan- 
to 


5     E    C     0  %    <D     0.  79 

4  toèa  dire  porr'',  come  è  dire  ma  callofnà  di  càrhè,&  hanno  radice,per- 
"    che  fono  fondai  i  dentri  la  e  drne ,  6^  per  quefto  vi  fi  dà  il  fuoco ,  che  rode 
detta  radice,&  aumenta  Buòna  e  urne:  col  fuoco  fi  allargano  le  fittole  , 
quando  vengono  a  li  Caualliyperche  tanto  è  a  dire  fittola  ,  cornee  à  dire 
•pila  piaga  mal  curata,  ò  di  piedino  di  giun$ura,ò-  di  gambe,  ò  dijpalle ,  ò 
alle  cofie ,  ò  algarrefe  ,òal  collo,  ò  alla  tefia  :  vi  fi  da  il  fuoco  per  e[fer 
la  hftohftretta  ,  che  non  vi  potrà  capir  taft  a  ,  è  vi  farà  qualche  offo  rot- 
to dentro,  &  non  fi  potrà  vedere ,  dando  fi  il  fuoco  allarga  la  ferita ,  e 
non  fa  f angue  al  dare  di  detto  fuoco ,  come  fé  fifhcefie ,  tagliando  con 
yn  rafoio  detto  luogo  lefo  della  fittola  ;  con  detto  fuoco  fi  fanno  fomen- 
%  ti,linofe ,  cri  fieri ,  <£r  altriimpiafìri  fi  fcaldano  medicine ,  che  operano 
all'i  Càualli  :  col  fuoco  fi  marcano  per  conofeere  di  che  razza  fono  :  col 
fuoco  fi  fanno  più  forti  di  ferri  alli  Caualli  :  il  primo  ferro  è  quando  vn 
(auallo  ha  il  f  I  €à  quarto:  che  è  a  dire  vn  piede  di  Cauallo  debile  con  pò- 
.  ca  forzai  che  fa ,  ò  per  vn  ferro  diretto ,  ò  per  efìer  l'vgnia  fece  a  li  cre- 
pa a  la  banda  dell' vgnia  verfo  li  calcagni  :  e  quando  interuiene  queflo 
diciamo  noi  rn  lfoc.ua  rto,.  &  fe  U  fa  vn  ferro  fermo  da  quella  banda, 
perche tenga  in  fosìanza  quella  pan le  del  piede,  che  non  li  vada  a  pre- 
mere quelli  quarti  i  efuccede ,  che  fi  ff  acca  da  vna  parte ,  &  dall'altra 
,  del  piede,  e  fé  Ufo.  vn  ferro  chiufo ,  e  ciòferue ,  acciò  quando  il  Cauallo 
€  camma  non  debba  affettarft,  nèdiquà,nèdi  là.  delti  quarti  de'  piedi,e  per 
queflo  fifa  chiufo  il  ferro  largo  di  verga  groffa  didentro,  &  fittile  di 
fuori,  e  queflo  ferro  fi  fa  a  quelli  Caualli,  che  hanno  il  piede  pieno,  fi  che 
portando  quefto  ferro  non  li  preme  alla  fola  del  piede  debile  :  fi  lauo- 
\a  vn' altro  ferro  con  li  rampini  Hagliati  (diciamo  noi)  a  Braciullo  ,e 
quefli  ferri  fi  fanno  quando  li  Caualli  hanno  il  piede  fiacco ,  cioè  la  feor- 
Za  :fi  che  quando  camina  effo  Cauallo  non  metta  fé  non  quelli  Uraciulli 
in  terra  *. 

La  fongìa  fi  mette. a  vn  piede  del  Cauallo  quando  li  duole  ,  perche 
il  piede  è  di  compleffione  fecco ,  &  naturalmente  fempre  participa  con 
ì>  la  terra  ,  che  è  bumida ,  &  fecca ,  fi  che  quando  li  Caualli  hanno  li  piedi 
fecchi,  &  li  dogliono  fé  li  mette  la  fongia ,  perche  è  mollificatiua,  &fh 
intenerire  la  durezza  del  piede  ,&  intenerendo,  iltauriello ,  che  ègrof- 
fo,  e  di  carne  intorniato  naturalmente  fentendofi  intenerire  della  parte 
più  dura  di  detto\piede  ha  più  ffatiq,  <£r  largo  perquefta  caufa,  che 
detta  fongia  mollifica,  &fdoglia . La  fongìa  fr acida  ancora  ferue  quan- 
do vn  [auallo  haueffe  vn  chiouardo  alla  corona  del  piede ,  poiché  tan- 
to è  a  dire  chiouardo ,  come  feor cimento  di  fangue,che  cala  in  quelle 
farti  da  bafìo  delli  piedi  del  [auallo,  &  putrefa  quella  carne,  &  putre- 
fatta» 


So  L    1    B     1^    0 

fittaycheèfk  vna  radice  fonditay  &  dà  dolore  al  Cauallo  ,  perfdogliar-  ~ 
loy  e  mollificarlo  fé  gli  mute  la  fongìafracida  :  rincora  fi  mette  ad  vn 
piede  in  chiodatole?  che  efiendo  inchiodato  vn  C  inailo:  che  tanto  è  a  di- 
re  inchiodato,come  che  vn  chiodo  punga  la  carne,  cheftà  intorno  al  tau- 
yìelÌo,&  dà  p affione  ,  perche  gli  concorrono  li  f angui ,  e\  per  quefla  caii- 
fa  l'vgnia  fi  difecca ,  fé •  ntendo  il  molto  caldo  del  fangae  ridotto  nel  pie- 
de^ per  quefto  fi  mette  la  fongia  fr acida  y  perche  èmollificatiuay  & 
tiene  mollificataquellvgnia  dura:  ancora  la  tiene  frefea,  &  non  fu  au- 
mentare quel  calore  del  fangue,&  fi  mette  ancora  la  fongia  fracidayaq- 
ciò  il  maeHro  ancora  poffì  conciare  meglio  il  piede  con  la  ruina  y  perche 
lotroua  pia  mollificato  y  &  non  dà  tanta  p.iffione  al  Cauallo  :  fi  mette  p 
la  fongia  fr  acida  ad  vna  premitura  di  fella  del  dojfo  >  ò  delfino  ,  ò  d'un 
garrefe  y  equeHofifà  y  perche  la  fella  premendo  ad  vn  Cauallo  li  rompe 
la  pelle  y  &  gV  indura  la  vena  più  del  fuo  naturale  :  accioche  il  Cauallo 
non  ne  pigliale.  opprejfìoney&  dolore  yfi  mette  la  fongia  fr  acida  y  fi  che 
mollifica  detta  pelle  gnaula  dalla  fellay&  mollificandola,  lafdoglia  :  fi 
mette  ancora  la  fongia  frauda  nel  li  vnguenti  delle  piaghe  de  Cauallìy 
&fi  me f cola  detta  fongia  con  verderame,  olioy&  cerayquefio  fi  fhy  per- 
che la  fongia  mollifica, l'olio  tiene  humidoy  &  la  cera  ferma-,  &  è  reten- 
tiua,  che  non  lafcia  concorrere  Immore  alla  piagay&  il  verderame  man 
già  la  carne  trifia:  la  fongìafracida  ancora  fi  mette  a  bollire  con  la  mal-  Q 
uay  &fifà  bagni  alla  enfiagione  y  che  viene  al  petto  del  Cauallo ,  ouero 
alle  gambe  ,o  in  altro  luogo  della  per  fona  del  Cauallo ,  perche  tanto  è  à 
dire  enfiagione,come  f commento  di  [angue,  perche  il  f angue  quale  è  v- 
feito  dalle  parti  fue  naturala  &  va  in  alcuna  altra  banda  della  per  fona 
del  Cauallo, e  per  qualche  accidente  inditra,&perqueftofi  mette  la  fon- 
gia con  la  malua,che  per  ben  che  ancora  fia  mollificatiuayrifrefca  anco- 
ra quella  parte  di  fangue  concorfo  in  detto  luogo  .  La  fongia  ancora  gio- 
uaper  medicine  corporali ,  chefidanno  alli  Caualliy  che  nonpoffono  eua- 
cuare,  pechefi  mefcola  detta  fongia  con  mele  rofato  >  miuayJpiconardo  y  ^ 
&galanga  :  perche  il  mele  rofato  >  &  la  miua  raccolgono  quelle  fleg- 
ma^e  vifcofe  del  Homaco ,  &  la  fongia  mollifica  quelHerco  indurato, 
&  cofiipato  y  ilffìconardo ,  &  lagalanga  fer  uè  perle  materie  fecciofe 
del  Ber  co  per  euacuarlo  . 

Ilrottorio  però  fi  chiama  rottorio  ,  perche  vntandolo  fopra  la  pelle 
del  Cauallo  la  rompe  per  la  fua  caldera  y  &à  detto  rottorio  vi  entra 
tre  cofe  olio  di  lauro,  euforbio ,  &  cantarella ,  &  ancora ,  che  l'olio  di 
lauro  fia  caldoy  però  anco  è  mollifìcatiuoy&  l' euforbio  >  &  la  cantarella 
fonofort'h  &  rompono  la  pelle  ypurgano  quelle  materie humide  >  &fri. 

gide> 


SECONDO.  fi 

Jt  glde ,  che  fi  tvouano  in  quel  luogo  ,  dotte  fi  dà  detto  rottorìo ,  &  feruta 
quando  li  uienele  fopraolTa  alti  Camiti,  perche  tanto  è  à  dire  f  ìprao£- 
fo  ,  come  feorrimento  di  f angue  .  cht  corte  per  vna gamba  à  buffo  ,  & 
come  è  à  baffo  fi  ferma  ,  &  firaffred^.i ,  &  pèrde  la  uirtù  calda ,  e  dà 
dolore ,  &  maxime  quando  detto  f angue  feende  dentro  al  ginocchio  , 
che  alle  uolte  fa  perdere  il  moto  del  ginocchio ,  &  dà  gran  paffion<L-»% 
perche  s'intoppa  detto  fangne,  che  parerà  of)o  medefmo ,  però  noil'ad- 
dimandiamo  fo  p  r  a   (lo ,  perche  è  duro:g  quefio  procede  per  la  for^jLj , 
&  fatica,che  fa  detto  Cauallo ,  che  muove  il  fangne ,  &  feende  à  baffo, 
&  in  quefla  medefima  maniera  uierte  la  conia,  la  fchirìfcHa ,  &  la  for- 
-,  mella ,  però  fé  gli  dà  detto  rottorìo ,  perche  mollifica  ,  fif  fetida ,  & 
quando  fida  il  rottorio  ad  un  neruo  pieno  (perche  tanto  è  à  dire  neruo 
pieno  come  vn  Cauallo  hauer  fatto  for^a,  onero  qualche  gran  camino) 
per  quefio  li  feende  il  f angue  allineati  dtUe  gambe  dinanzi  affai  -vol- 
te ,  &  per  quefta  caufa  fi  dà  detto  rottorio  perche  il  neruo  è  bumi- 
do ,  &  frigido:onde  il  ror  torio  ,che  è  caldo  lo  conforta  :  Di  pia  purga  il 
f angue  ridotto  nel  detto  luogo  del  neruo ,  &  mollifica  alcune  dureTgg^ , 
che  fufìero  caufate  dal  detto  fangne  :  fi  dà  anco  il  rottorio ,  quando  vn 
fauaUo  non  mangia,  perchetanto  è  à  dire ,  che  vn  Cauallo  non  mangi , 
-  come  efiere  raffreddato,  e  ciòfucceffo  per  troppo  fcaldar  fi ,  ò  reffreddar- 
fi ,  onero  per  una  fianca  fredda  doue  habitaffe ,  ò  pure  per  vna  difeefa  , 
cioè  per  una  commotione  di  h  umori,  che  fofiero  cagione  di  fargli  per- 
dere il  mangiare ,  percÌK  poi  dico  il  Cauallo  e  humido  per  quefio  fé  li  dà 
detto  rottorio  in  canna ,  per  la  humidità  non  folo  del  canarw^o  ,  ma~» 
ancora  per  le  difeefe ,  che  fuccedono  dal  celabro,che  è  membro  humidif- 
fimo ,  &  maffime  quando  il cerucìlo  foffe offefo  dalle  parti  b umide  del 
corpOydko  della  fiegma,  che  è  la  quarta  digeftione  delti  cibi  :  e  per  ciò  fi 
dà  detto  rottorio  nella  canna  della  gola  per  rifcaldare  quelle  parti  humi- 
de,  &  per  purgare  il  f angue  condotto  in  detta  canna  del  (fauaìlo .   Si  dà 
il  rottorio  ancora  à  una  fchilantia  quando  viene  in  gola  alti  faualli;per 
£  che  tanto  è  à  dire  fchilantia ,  come  corruzione  di  f angue ,  che  opila  li 
meati  del  canarw^o  del  Cauallo:onde  s'indura  in  detta  canna, &  per  ciò 
fi  dà  detto  rottorio,  per  mollificare ,  fcaldar  e ,  &  purgare  in  parte  detto 
humore  concorfo  di  f angue  in  detta  canna  :  di  più  fi  dà  il  rottorio  allega 
'    reni  di  un  Cauallo  quando  ha  mal  ferino,  perche  tanto  è  à  dire  mal  fe- 
ruzo ,quant o  vna  difeefa  d' humidità ,  che  indebolire  le  reni ,  per  queslo 
fé  li  dà  il  rottorio  per  rifcaldare  quelli  nerui ,  che  paffano  per  detti  filet- 
ti,&  ancora  quella  carne,cheftà  innefeata  con  detti  nerui,  &  ofia ,  per- 
che tanto  è  à  din  offa  in  quella  parte  delti  filetti ,  come  catene ,  &  fior- 

F         tificatione 


Si  LIBRO 

tifìcatione  di  dette  reni,  &  filetti  fatti  dalla  natura  :  fi  che  per  queflo  E 
quando  gli  vienedetta  humidità,che  leua  lafor^a  al  (fauallo  di  dietro , 
per  queflo  fé  li  dà  il  rottone,  e  perche  aucora  purga  alcuna  parte  del  fan- 
gue  coagulato,&  caufato  dalia  humidità:  fi  dà  il  rottorioad  vn  (auallo: 
ancora  quando  li  viene  alcun  fpafimo,  perche  tanto  è  a  dire  fpafimo,  co- 
me pigliare  efìo  C auallo  caldo  ,ouerofreddo,e  per  ciò  fi  muouono  li  humo 
riydoè  le  parti  fredde  della  digeflìone  calida:queflefono  quelle  caufe,che 
offendono, perche  fé  il  (auallo  piglia  caldo dicono  che  è  moto  difangue , 
e  per  queflo  moto  del  f angue  lì  viene  la  riprenfionc:  alle  volte  tanto  è  a 
dire  riprensione  ,  come  vn  Cauallo  hauerlàfebre:  queflo  moto  di  fan'" 
gue  fopradetto  lo  tiene  ligato  per  le  gambe  dinanTJ  a  le  volte  nel  carni-  " 
tiare, e  queflo  prouiene  per  lo  moto  degli  humori  in  quanto  è  la  parte  del 
lifangui ,  co  fi  ancora  quando  fi  moue  la  parte  della  flegma  ,  che  t  parte 
humuia  da  queflo  ne  procede  ventofità,  perche  detta  flegma  raffredda  le 
parti  intrinseche  dell'i  nerui;&  li  neruì  s'indurano,  &  tirano  comefento 
no  la  fredderà:  et  ancora  per  detto  moto  fi  mefchiano  colfangue,  G?  raf 
freddano  li  filetti  della  f ch'iena  talmente  che  li  leua  il  calor  naturale,  & 
l  indeboli fee  talmente,cbe  lo  getta  iti  terra:  &  queslofi  dimanda  mal  fé 
meo ,  che  nafeeper  la  fopr adetta  humidità  ;  &per  queflo  li  mailri  vi 
fanno  l'impiaslri  di  pece  nauale,pecegreca,rafa,trementina,  a^ima-  r 
tura  roffa,e  queflo  fi  fa  perfcaldare  quella  humidità,&  dislringere,che  ? 
non  veni  fi  e  pia  in  detti  filetti  del  Cauallo  :  ma  perche  detto  impiaftro 
non  fa  altro  fé  non  chef  calda  il  luogo,  doue  fi  dà ,  &,  Siringe:  fi  dà  Ufo- 
pradetto  rottcrio  perche  è  caldo, &  leva  V humidità,  &  è  purgatiuo,  che 
purga  le  materie  condotte  in  detti  filetti ,  &  è  rifolutiuo ,  perche  come  è 
fcaldato  è  deuiata  detta  humidità,  &  è  purgatiuo,  che  purga  le  materie 
condotte  nella  fchìena,&  è  rifolutiuo,  perche  come  il  luogo  Ufo  èfcalda- 
to,&  è  deuiata  detta  infermità  d'humido, e  purgatele  materie  humidt* 
refìa  detto  luogo  rifoluto ,  &per  queHa  ragione  diciamo ,  che  detto  rat- 
torto è  rifolutiuo*  jj 

Delcirchio. 


I 


I  circhio  ;  dico  che  viene  dalla  natura,  &  la  ragione  è  quefla  ;  che 
cofi  come  la  natura  ha  prouifio  di  aiuto  a  li  altri  membri  della  per- 
fona  del  Cauallo,e  farli  aumentare, &  crefcere,cofi  ancora  gioua  al  pie- 
de di  humore  fanguigno  mifurat amente ,  per  farlo  crefecre ,  &  forti- 
ficarlo t  quando  li  Cau  ali  intronano  effer  digiuni ,  &  non  fono  fiati  fer- 
rati, e  che  feende  l'humore  del  fangue  fopr  adetto ,  fanno  circhi  à  lipie- 
ii)  &  allora  nonli  può  offendere ,  né  dar  doglia ,  perche  Vvgniet.fi  troua, 

tenera; 


SECONDO.  S$ 

jt  tenera  ;  ma  quando  efìo  fauallo  in  tempo  caldo,  fi trotta  ferrato t  e  che  il 
ferro  tenga  ftretto  il  piede ,  £?  ilfangue  fcende  per  far  il  fuocorfo  natii" 
talmente ,efiendo  impedito  dal  detto  ferro,  cheftringe  ;  allora  fi  caufan* 
le  cierchie:  quefiefono  quelle }cbe  alle  uolte  danno  doglia,et  lo  caufa  an- 
cora fé  fi  trottano  li  C attuili  quando  fono  di  tempo  caldo  faticati,  con  l'ut- 
gnefecche: quefia  è  la  caufa,che  ancora  dà  doglia,  perche  fcendono  l'hu- 
mour trottano  queWvgna  fecca,&  Timpedifce,  e  quefto  è  la  caufa:  che 
detto  fangue  refi a  tra  ilpelo.&l'vgnia;  &  fi  dimanda  circhio,  &  alle 
volte  li  mafiri  lo  dimandano  piede  incoronato  :  la  caufa  è  quefia,  per- 
che ilfangue  efiendo  difcefo,ò  impedito  tra  il pelo,&  l'vgnia,& copren- 
ti do  intorno  l'vgnia,mandj  quel ciichio,non potendo fcendere  al bàffo,& 
dà  dolore ,  perche  detto  circhio  diflringe  ,  &  però  circhio  del  modo'fo- 
pradetto  chiamano  li  mafia  piede  incoronato,  perche  il  detto  circhio 
comprende  tutta  la  corona  del  piede . 

Del  buetto. 
f  L  buetto  viene  fopra  la  lingua  del  Bue  uicino  ilcanarw^o,&  è  una 


1 


callofità  di  carne, che  ìmpedifce  il  mangiare  al  Buefil  rimedio  è  que 
fìo'bauerete  una  pe?ga  di  canna  puntìta,  et  lo  pungerete  doue  è  la  det- 
ta enfiagione  tre,ò  quattro  punte  ;quefto  fi  fa  per  vacuare,  &  allegerire 
C  ilfangue  concorfo  in  detto  luogo,&  poi  li  farete  quefto  bagnoSPrima  pi- 
gliar ete  acqua  d'or7^o,Uquiritia) fronde  di  oliue,&  le  farete  bollire  infic- 
ine con  vn  poco  d'aceto  bianco, &'  que  fio  bagno  lo  farete  due  volte  ilgior 
no  alla  lingua  del  <Bueì&  mafflme  doue  è  la  detta  enfiagione^  in  que- 
fto modo  fi  difeccarà. 

Rimedio  alla  corna  (cornata. 

QVandovn 'Bue  fifcorna , ò  per  vna cafcata ,  ouero  per vna bot- 
ta di  ma%%a  >  <3"  che  cadefje  detta  coma  con  tutta  la  fedia  di  ef- 
i  fa,h  metterete  su  vna  chiara  douo  il  primo  giorno  ;  dipoi  farete  quefto 
*D  vngttento,mele  rofato  libra^mel^a,olio  rofato  onde  tre  verderame  mc^a 
oncia  ,&  fatelo  bollire  tutto  in fieme,  tanto  che  diuenti  rofto,  &  con 
questo  vnguento  lo  medicar ete  per  dodici  giorni  :  ma  nota ,  che  quando 
medicante  detto  Bue  della  fopr 'adetta  corna,bifogna  ogni  uolta  al^ar  la 
teftaper  dare  pendentia ,  che  efca  alcuna  parte  di  marcia ,  che  fujje  al- 
la profondità  della  tefi a r  doue  penetra  detta  corna ,  &  feguitate  di  me- 
dicarlo per  lo  fopr  adetto  tempo,et  con  la  tafla  vntata  del  detto  vnguetir 
to  :  ma  nota ,  che  ogni  due  giorni  bifogna  andare  diminuendo  detta  ta- 
fta  a  a  talché  la  piaga  poffa  venire  a  incarnar  fi  ;  fornito  detto  tempo!» 

F     %        medie*- 


«4  '         LIBRO 

-medie arete  con  rottomele  aff  obito  per  altri  dieci  giorni ,  dipoi  vfate  que-  £ 
fi  a  poluere  .  Trima  pigliarne  un'oncia  di  floppio  >  due  onde  di  terra  fi- 
■gillata ,  &  vna  di  boloarmino ,  &  fate ,  che  la  piaga  fi  laui  con  vn  poco 
di  vin  bianco  caldo,&  poi  gettate  quefìa  poluere,  &  teniteui fafeie  fot- 
tili  legate ,&  cofi  feguitate finche  detta  corna  incarna . 

Rimedio  perii  mal  d'occhi. 

QV  ^AT^DO  vn  Bue  ha  male  a  gli  occhi,che  è  difeefa  di  tefia,& 
jhegli  occhi  lagrimano,  &  li  tiene  chiù  fi ,  gli  darete  il  fuoco  alla 
vena}chegouerna  detto occhio,^  poi pigliaretepece  nauale,pece greca,  F 
incenfo,&  mafiice,  &  le  farete  l'impiaHro  fopra  la  tempia ,  &  dipoi  ui 
metterete  una  bona  roffa  di  patino  alle  chiaui  della  tefia,&  queSìo  fifa 
per  ì atenere  le  materie  delli  humori ,  che  nonfeendano  ad  offendere  detto 
occhio,et  dentro  l'occhio  ui  metterete  quefio  unguento  Trima  pigliarete 
Yodomekyfongia  di  gallina,^  fuco  d'herba  terragna,  &  mefehiate  dette 
cofe  infume  ne  untar  et  e  dentro  l'occhio  due  volte  il  giorno ,  &  majfjme 
quando  ui  ha  p arine ,&  fé  con  quefio  nonfanaffe,  farete  quefta  poluere. 
Trima  pigliarete  me^a  oncia  di  \uccaro  di  [andia  uiolato,&  un  quarto 
di  lume  di  rocca  abrufciata,&  mcjcolarete  con  detto  •^uccaro,&  di  que- 
fio li  metterete  conyn  cannello  due  volte  il  giorno  dentro  gl'occhi ,  per  G 
finche  farà  fano . 

Rimedio  al  piello . 

IL  piello  è  una  aumentatone  difangueipero  bifogna  infagnarlo  dal 
coUo,&  li  farete  ufeire  tanto  f angue ,  quanto  pare  a  voi ,  fecondo  la 
qu  alita  in  che  fitroua  il  C  au  allo  ,ò  grafi  o,ò  magro;dipoi  li  darete  quefia 
viuanda;  me\a  caraffa  di  aceto  temperato  con  due  caraffe  d'acqua  d'or- 
%p}&  due  oncie  di  boloarmino  ,C  quefio  fé  li  dia  alla  digiuna,per  txe  mat 
tine.-nota  ,  che  al  detto  Cauallo  fé  li  vuole  dare  poco  da  mangiare  tanto 
quanto  fi  fo fi  enti,  e  tenerlo  in  luogo  fref co,  &  majjìmefeè  d'i  fiate ,  &fe  H 
fi  aumenta  l'humore  in  capo  delli  tre  giorni :v farete  criftieri  malua  mar- 
€orellaìhcrba  di  muro,olio  violato>&  mele  rofatoper  una  uolta  ilgiorno, 
&  quefio  fi  faccia  per fin  che  allt gerifea  data  furia  difangue. 

Rimedio  alli  crofehi. 

PICI  l*s4\ET  E  olio  di  lauro  caldo,  &  lo  vnt  arete  fopra  dette 
ctofcojtanto  che  fi  rompa ,  &poi  non  lì  fate  altro. 

Rimedio 


SECONDO.  S* 

Jt    Rimedio  quando  vna giuntura  fgomma,ouero  vn  ginocchio . 

Gli  farete  queH'vnguentojarcacolla,  maflice,melerofato,  incenfoì 
farina  d'orbo ;&  tutte  le  dette  cofe  le  farete  bollire  ìnfteme  con  det 
to  melefoauemente,dipoi  pigliarne  detto  unguento  freddo,  & medicare 
te  detta  giuntura.l^ota,  che  vuol  efier  me^a  libra  dirodomele  vn'oncia 
difarcacolla,me\a  oncia  di  maflice,&  tre  quarti  d'incenfo,&  me^a  on- 
cia di  farina  d'orbo  fcelta,&  con  queflo  lo  medicarete  con  vna  fafcìa,che 
tenga  afìettata  detta  piaga,  &  lo  medicarete  per  dieci  giorni ,  &  fé  non 
ftagna  detta  gomma  li  darete  il  fuoco  attomoJS  feguitate  di  medicarla, 
<g  comedifopra. 

Remedio  alla  pedaina. 

PIgliarete  duecandelle  di  cera  d'vn  baiocco  l'vna ,  &  acce  fé  le  farete 
colare  fra  le  due  vgne  del  Bue:  nota,cbe  quando  li  *Buoi  hanno  detta 
pedaina,^  vna  callo fità  di  carne,che  nafce  tra  le  due  vgne,&peròfi  dee 
colar  detta  cera  calda,à  talché  detta  callo fttà  fi  concoqua ,  &  colate  che 
bauerete  lefopradette  candele  ,  vi  terrete  vn  pe^o  difongia  fi acida  fo- 
pra  ligata  tre  giorni,  à  talché  mollifichi  il  fuoco  dato-tdipoi  medicarete  la 
piaga  di  douefi  leua  la  detta  callo fttà  di  carne  con  mele  rofato  caldo,pet 
q  finche  farà  guarito. 

Per  la  enfiagione  di  lingua,e  di  tefta. 

QVeUa  infermità  viene  per  furia  di  f angue ,  però  fé  li  faccino 
criflieri  de  decottioni  di  vn  capo  di  caftrato  bollito ,  &poi  in  det- 
to brodo  metterete  due  onde  di  cerapia ,  tre  onde  d'olio  violato ,  &  o- 
lio  commune ,  quanto  bafta,  &  vna  branca  difale  :  fatto  che  farà  detta 
riftiero ,  lo  infagnarete  dalli  fianchi,  tanto  quanto  parrà  à  voi,che  ba- 
fti ,  dipoi  pigliarne  aceto  bianco ,  boloarmino ,  farina  difaue ,  Sloppa , 
fucco  difolatro ,  &fucco  di  fambuco  mefcolate  con  farina  d'orbo ,  e 
p  ne  farete  vn  difenfmo  per  tuttala  tefla  di  detto  [amilo*  perche  dette 
cofe  fono  difìringitiue,efan  ceffare  li  humori  concorfi,et  li  raderete  lago 
la ,  &  dipoi  pigli arete  queflo  vnguento  :  tre  onde  di  olio  di  lauro ,  me- 
%a  oncia  di  cantarella ,  mc^a  d'euforbio  pillate ,  &  Vvntarete per  vna 
volta  il  giorno  la  gola  ,  perche  dette  cofe  fono  calde  ,  &  confortano 
li  humori  corrotti ,  che  vanno  ad  offendere  il  celabro ,  &  ancora  fono 
purgatiue ,  che  purgano  in  parte  quelle  materie  concotte ,  dipoi  farete 
queflo  maHìcatorio  :  due  onde  difiroppo  di  cicu^o ,  tre  onde  di  rodo- 
mele  fino,  con  vna  noce  mofcata  peftato ,  #  vn* oncia  di  gorgoliccuia , 

F     3         vn'oncia 


*a  "  i  '  i   b    k  r> 

un' oncia  (ti lume  diroccatuna  branca  di  oliueì&  tncfcerete  con  una  co-  S, 
r.iff.i  di  vìn  bianco ,  &  dipoi  pigliarcte  bajìoni  di  fico ,  cioè  quelli  getti 
di  ficOypAfiato  dUto  haftone  con  un  lardello,&  fondete  in  detta  dtcottìo- 
ne  un  poto  tepida .,  £2  lo  farete  mafticarre  al  Cauallo  infondendo  fpèfjò,' 
fpeffo  detto  lardo  con  detta  decottione  ,  C  fattelo  mafticareal  detto  (a- 
uallo  tre.ò  quattro  nolte  il  giorno  ,per  che  detta  decottione  è  incarnatina, 
($dijvlntina:  il  mangiare  di  detto  Cauallo  Jìano  herbe  3  cioè gravtegna  , 
canm:aia  sfrondi  di  vitcmafjìme  s'è  di  tempo  di  verno ,  &Je  il  (/inailo 
maegiafie  il  brcnn0y&  il  fieno  mi  cùntento:cJjefe  li  dia  fé  lo  può  mangia 
re:  cr  qacftofì  farà  fini  he  farà  guarito . 

F 

Rimedio  quando  li  nerui  fono  enfiati. 

QUESTO  niene  per  la  fo>\a  >  che  fa  detto  animale  :  però  bifo- 
guA  jalafarliUtttna,  che  non  hi  concorra  tanto  humor  di  J an- 
gue y  or  ji  vuoi  ra.iere  detto  neruo ,  C?  tagliarlo^  talché  s'allegerif e  a~» 
il  fangueconerfo  ,  &  dipoi  farete  quefto  impiaft.ro  :  pigliarete  maluaì 
ufea.  x£5 '  conjdi.ia  ,  (5  le  farete  bolir  tanto ,  che  fi  ano  mollificate  dette 
r.ìd'.ceìdipiji  le  ptsìarete  ben  forte  con  vn  ??ic^o  rottolo  di  buno,  &  que-^ 
Ho  impiahio  Stia  legato  fopra  li  ntriu  'mutando  per  fei  giorni:  fé  con  que 
fio  non  fi  rifAite  gli  farete  quelle  umioniydone  fiano  me\a  libra  d'vlio  di 
lauro,un'oncia  di  cantarellai  &  me\a  d'euforbio  vntandoloper  dutuoi-  G 
te  il  giorno  con  dette  untioni:di  là  a  otto  giorni seh e  franerete  untato  con 
dette  untionifvntarete  di  burro  folo ,  &  que  fio  feguitarete  finche  farà 
fano'.quando  un  neruo  è  intaccato  farete  quefto  unguento  perjanarlo:me 
%a  libra  di  mele ,vn' oncia  di  maftieejne^a  oncia  digalbano  ,  (S  bollito 
infime  con  quefto  cominciateli  a  medicare  detti  nerui  fino  alfine. 

Rimedio  alla  colicajcheuiene ad  un  Cauallo. 


LA  colica  viene  di  due  forti  3  Vvna  viene  per  ventofità  ,  l'altra  per 
coftipattione  de' cibi  :  le  farete  infagnie  à  li  fianchi  :  le  legarete  li  H 
teflicoli  Je  farete  fuppolìe  con  mele  ■>  (S  euforbio  incorporato  infieme 
dentro  il  fé  foli  farete  untione  d'olio  caldo  a  li  fianchi ,  &  li  metterete 
vn'impiajlro  di  linofa  calda  a  le  reni  :  quefto  fi  fa  per  confortare  la  par-* 
tedelli  rognonitle  vntarete  la dettapa'ite  d'olio  dilauro  caldo  :  lo  terre- 
te coperto  con  un  mantello  arrau  agliate  ,&  maffme  s'è  d'inuerno  :  le 
darete  quesla  medicina :pìgliaretevn'oncia  di  fpiconar  domerà  oncia  di 
galanga ,  me^a  d'aloepatico ,  e  mefeerete  dette  cofe,  SS  peftate  bene  con 
una  caraffa,  &  me^a  di  vin  buono  le  darete  per  bocca  al  Cauallo  vn  po- 
co tepi- 


S    È    C    O    K    D    O.  S7 

jt  co  tepido  :  quando  quefia  medicina  da  là  cinque»  òfei  horenonpafiafie^ 
bene,le  darete  quell'altra  medicina -.pigliarete •■un'oncia  di  fcamonca,con 
un  quarto  d'olio  commtme ,  un  quarto  di  iìfàa  ',  &  le  mefeerete  dette  co- 
fe  infieme  ,£f  gii  la  darete  un  poco  tepida  :  fé  con  quefia medicina  non 
paffafie  bene  ,  ti  potrete  dare  quefV  altra  ;  pigliarete  due  onde  d'olio  di 
lauro,  vri 'oncia  di  aloejne^a  d'agarico,  vna  caraffa  dry  in  rofio  un  poco 
tepido,&  lo  darete  per  bocca  al  Caualio: notaci) e  ogn'vna  di  quefie  me- 
di  cine-vuol  tempo  fei  bore  da  digerir  fi  ,  &  ancora  le  farete  quefìa  fiup  - 
pofìa  almcmbw:  pigliarete  vna  candela  di  cera  di  un  baioco ,  doue  fia 
fapohe ,  &  pepe  ,  &  la  metterete  al  membro  ,  -buttandoti  di  fopradue  , 

rr,  ò  tre  uolte,à  talché  refii  detto  fivpone ,  &  detto  pepe  dentro  al  membro  , 
e  che  dia  caufa  al  Cauallo  ,  che  f prema ,  &  orinido  terrete  in  luogo^aU 
do  con  buona  lettierajacendoui  criftieri  ogni  giorno  di  decottione  di  mal 
ua,&  un'oncia  d'olio  di  lauro  per  crijìiero  con  vna  branca  difale,  &  no» 
li  date  a  mangiare  niente,  per  finche  non  li  pafia  detta  paffione  ,  fempre 
tenendolo  con  la  briglia  in  bocca  ,  &  le  sbroff avete  il  nafo,  &  gli  occhi  di 
uin  forte  qualche  uOlta.lSlota,che  quefìimedefmmmedij  v farete  ali  C}a~ 
.u all'i  quando  li  uiene ogni  minimo  dolore  di  uentr -e ,poip afiato ,  che  farà 
detto-colore  per  due ,  ò  tre  giorni  fempre  lo  terrete  con  beueroni  d'acqua 
tepida,&  farinai  con  poco  pafìo  ,à  talché  non  pigli  uentofità  , 

C  Rimedio  à  lo  auanticuore  . 

PBjma  li  cauerete  fangue  dal  collo  a.  fujficie^a,dipoi  raderete  detta  en 
fiagione;&  la  taccarete  col  rafoio,a  talché  vacui  in  parte  quelli  fan 
-.  già  corrotti  ;dapoi  pigliarete  file ;&  aceto  ,  &  mettetelo  f opra  detta  ta- 
gliatura delrafoio  :  dipoi  lafiarete  ftare  un  giorno  poi  pigliarete  queW-* 
'  untioni,cioè  ima  libra  d'olio  di  lauro, un' oncia  di  cantarella?  &  un'oncia, 
&  mc^a  d'eufo}bio,&  mefehiate  infieme  le  vntionì ogni  giorno  due  uokt 
il  giorno  [opra  il  detto  auanticore:  quefie  cofefono  attratiue,  &  purga 
tiue  di  quelli  fangui  corrotti ,  che  fono  caufa  di  detta  enfiagione  :  ufarete 
qj  quefie  untìoni  per  dieci  giorni:  fé  non  fi  difenfia ,  li  darete  il  fuoco  infor- 
ma rotondale  forata  con  alquanti  buchi,  &  vntarete  con  burro  dì  vacca, 
•  di  continuo  fatte, che  il  (auallo  non  fi  gratti  >  &li  farete  ogni  duàgiopii 
un  criftierofemplice,quefio  fi  fa  per  tirar  alcuna  fumofttà  dal  corpo.  .1. 

Del  barbone . 

QV  £  ST  iA  è  vna  enfiagione ,  che  viene  per  fangue  fouerchio 
fotto  alla  mafcella  del  'Bue ,  Copiglia  per  fino  uicino  al  labro  di 
fono  la  bocca,  &  alle  uolte  viene  ali  C  amili  fimile  infermità  :il  rimedio 

F     4  èquejìo, 


8S  L     I     B     R    O    ^ 

è  queflo;lo  raderete  con  un  rafoio,  &  lo  taccarete  ,  a  talché  vacui  alcuna  £ 
parte  del  [angue  corrotto ,poi  piglìarete  fate ,&  aceto,&  porrete  in  detto 
tacbiatOypoi  piglìarete  euforbia  un'oncia,  cantarella  mi  7^a  oncia ,  &  olio 
di  lauro  un' oncia, &  lo  mefeerete  infieme,&  poi  vnt avete  per  dieci  gior- 
ni detta  enfiagione:in  capo  delti  dieci  giorni  farete  quefìo  impiaftro,cioè 
malua  uifea  ben  cotta ,  &  poi  la  mefeerete  ben  pefìata  con  un  quarto  di 
burro,&fei  onde  di  fongiafr  acida  pettata  ogni  cofa  infieme ,  &  cofi  ne 
farete  empiaftro  fopra  detta  enfiagione  ben  ligata  con  una  pe^a,  per  fi- 
no a  fei  giorni  ytanto  che  detta  enfiagione  s'allegerifca.-ma  nota,  che  fé  li 
debbono  fare  dueinfagnìe  alli  fianchi  di  fpatio  di  quattro  dita  dall'una  a 
Valtra,a  talché  fi  riuerta  detto  humore  difangue ,  ò  Bue ,  ò  (auallo,  che  F 
babbia  detta  infermità  :  mangi  in  luogo  caldo ,  a  talché  non  dia  materia 
alfangue,che  concorra  più  cangiando  in  luogo  bafto. 

Rimedio  al  male  della  luna» 

QV  jl  J^D  0  piglia  il  male  della  luna  a  un  (auallo,  ò  Bue  è  vna. 
difeefa  humida ,  che  leua  la  proprietà ,  &  ilgouerno  naturale  à 
lifanguiSSin  quefìo  V animale  perde  iluigore,&  fi  (ìordifce,&  cafca:fl 
rimedio  è  quefto;fubito  fregarlo  tutto  cominciando  dalla  tefla,&  poi  hab 
biate  un' oncia  fra  cannella,noce  mofcata,&  garofali,&  un'oncia  di  ditta 
uno  bianco  peslato,&  tre  onde  di  mitridato  con  una  caraffa,  &  mc^a  di  9 
•pingreco,&  la  darete  per  bocca  a  detto  animale,ò  Bue,o  Cauallo,  che^ 
fuffe;ma  innan^Uche  darli  detta  medicina  pigliar  et  e  mele,  &falecom- 
mune,&  pepe,&  li  farete  quefiafupposla:me^a  bora  innanzi  detta  me 

>  dicina,&  quel  giorno  ftia  digiuno  ;acciocbe  fé  alcuna  materia  trifta  ha* 
uefie  l'allegerifca,dipoi il  magiar  fuo  fa  di  fofian\a:fe  è  fouallofeli  dia 
a  mangiare  buona  biaua,s'è  Bue  fattegli  beueroni  con  farina  comune  af 

fai,&  buona  paglia  di  miglio,etftfirigliper  quattro giorni,cioè  il  corpo. 

Quado  un  Cauallo  ha  la  gaba  grofla,&  non  può  piegare  lagàba.  " 

LI  farete  Pinfagnia  alla  vena  della  pastora ,  perche  tanto  è  la  vena 
deUa  paslora  quanto  è  la  uena  della  punta  del  piede ,  &  uolete^» 
uedere  s'è  cofi  ,  che  quando  li  [aualli  fono  riprefi  per  non  fare  concor- 
rer humore  dentro  detto  piede ,  infagnano  il  Cauallo  a  la  vena  della  pa- 
stora ,  fi  che  quando  il  Cauallo  ha  fimile  infermità  lo  potete  infagnareà 
la  uena  della  pailora,perche  tutto  fa  vn'effctto,&  muffirne  quando  il  C& 
vallo  non  può  piegare  il  ginocchio ,  &  uoifete  corretti  à  inf ugnarlo . 

Quando 


secondo:  8? 

*^      Quando  s'fnfagna  un  Catullo  infermo,&  la  uena  non  ftagna. 

NO  T  (^4,  che  quando  un  Cauaìlo  s'infagna}&  non  fìagna  la  uena 
quefto  èfegno  mortale,^  dinota,che  li /angui  fon  tutti  corrotti , 
(3  non  hanno  più  la  correttane  naturale  ,&  per  quefto  quando  uoi  lo  info- 
gnate non  fìagna  ;per  che  non  hanno  ferme7gat&  per  queflo  dico  ejjen- 
doufcito  dal  gouerno  naturale  detto  f  angue,  èfegno  mortale  ;  quando  li 
(a ualli  hanno  ftmile  corr  unione  ,non  mangiano ,  &fe  li  dee  dare  quefìe 
uiuandeogni  giorno  per  ordinario:una  carafa,&  me^a  d'acqua  d'orbo 
€on  meta  libra  di  ^uccaro  fino  per  bocca,&  li  farete  crifiieri  communi, 

*B  &  difenftuifopra  li  filetti  della  fcbiena  di  fuco  d'euoli ,  di  fuco  difolatro> 
chiara  d'ouo,&  farina  d'orata  talché  per  la  corruttione  di  detto  f angue 
putrido  nonfmagri  detto  Cauaìlo  >&  li  farete  untione  ingoia  di  dialtia , 
tnarcidonia  grippia,  &  bene  truccate  con  unfciugatoio  caldetto ,  &  fé 
la  infermità  dura  quattro  giorni  >  li  darete  quefia  mede  finta  me?a  libra, 
dimiua,quattro  onde  di  rodomele,un  quarto  di  burro  diuacca  un  rottolo 
di  lardo  battuto,&  mefchiate  dette  cofe  infume ,  pigliarne  me^a  oncia 
d 'agarico ,me^a  oncia  digalanga,mcza  d'aloepatico ,  &  me^a  difpico- 
nardo ,  &  mefchiate  infieme  con  le  fopr adette  cofe  li  darete  per  bocca  al 
Cauallo,&  quefia  medicina  in  quanto  è  lardo ,&  la  miua,&  il rodomele, 

q  &  il  burro  fono  cofe  mollificatine  :&  fono  mollificatine,^  fono  uacuatiue 
di  quelle  materie  ,cbe  fono  caufa  della  conturbatone  di  detto j angue: qne 
£ìofpiconardo,&  quefia  galanga,&  aloe,(3  agarico  fono  calde ,  (ffono 
confort atiue  delti  ftngui:  data  che  farà  detta  medicina,terrete  il  Cauaìlo 
in  buona  Ralla  con  buon  letto ,  &  il  mangiar  fuo  fi a  di  tre  in  tre  bore ,  a 
talché  il  Cauaìlo  pigli  fo  fianca. 
Quando  un  Canallo  ha  la  gamba  grofla,&  fé  li  fpunta  la  punta 
del  piede,  &  non  ftorce  detta  gamba. 

NO  T  ss4 ,  che  quando  lì  Caualii  hanno  le  gambe  groffe,&  li  ma- 
Hri  lifpuntano  la  uena  della  punta  del  piede,  è  per  caufa  delVab 
1)  bondan^a  delfangue,  ch'èfcefo  alle  parti  humide  del  corpo  del  faiallo  , 
&  ui  è  aggiacciato  ilfangue ,  &  per  quefia  caufa  detto  j angue  effendo 
mortificato  alle  parti  bafìe  delle  gambe  dell'i  Caualii, doue  è  fenonner- 
ui,  &  offa  che  fono  humide  ,  e  frigide  per  queflo  quando  li  J "angui  fouer- 
ehifcendono  dalle  parti  intrinfeche  del  corpo ,  &  fcendono  in  quelle  par- 
ti humide  fopr  adette ,  perdono  la  uirtu  ;  &  per  quefia  caufa  quando  lì 
ma  fin  infognano  la  punta  del  piede  penfandojì  uacuaile  non  fanno  nien- 
te ,  &  per  quefia  caufa  fopr  adetta  j  dico  ,  che  le  fi  deue  dar  fuoco ,  rot~ 
torio,  e  pelature,  perche  fono  medicamenti  purgami ,  fi?  difeccatiut , 

Perche 


90  LIBRO 

Perche  caufa  un  Cauallo  quando  viene  di  fuori  ,.&  Ci  riprende  ■  £ 
non  deue  andare  all'acqua  . 

NO  7*  e^,  che  quavdo  un  (aualìo  camina,tuttìli  fangui  fi  [calda- 
no ,  &  quando  àie  volte  fé  li  dà  per  troppo  fatica  abbondano 
tanto  dì  calde^a,che  fcendono  alle  partì  baffe  delle  gambe ;&  fi  ripren 
de  detto  Cauallo  :  però  non  fi  deue  mandare  all'acqua  ;  perche  cofi  comi 
V acqua  è  humida,& frigida,^  difeccalìfanguì  per •  l'humidità  futa  ,cq- 
fi  ancora  alle  uolt e  soggiaccia  indette  gambe,  &  caufa fpafimo,aggiac 
ciandfilo  nelle  parti  baffe ,  come  fon  dentro  le  giuntate*,  mero  dentroM  p 
piedi  ;  fi  che  per  quella  caufa  dico  ,  che  non  fi  deue  mandar  à  l'acqua  il  ' 
(fauallo  quando  e  riprefo  per  camino  :  e  per  quefia  caufa  fopr adetta  .fi 
dee  tenerlo  in  dieta ,  ££  in  luogo  frefco  con  farli  crislieri  communi  ogni 
giorno  uno,à  talché  uacui,&  ufarete darli  vìuande  di  acqua  d'orbo  chia 
ro  d'ouo  s  &  boloarmino ,  due  caraffe  di  acqua  d'orbo.,  due.  onde. di  bo- 
loarmino ,  &  quattro  chiare  d'otta ,  qutslofe  li  faccia  per  fei  giorni  ^à 
talché  il  Cauallo  fi  nfrefchi  il J angue  à  li  piedi ,  e  li  terrete  da  vna  ban- 
da ,  &  in  me^o  legata  fongia  frauda ,  £$  orT^o  cotto  in  aceto  roffo  fòrte 
pefiato  infteme  con  detta  fongia  ;  quefio  fi  fa,  a  talché  la  fongia  mel- 
lifichi detto  piede ,  C  conforta  detto  tauriello  con  dettò  or^o ,  &  aceto ,  _ 
£2  li  ufarete  bagni  a  tutte  legambe,cioè  lifeia,  fronde  di  mortella,  fron- 
de di  otiuefeor^e  di  mele  ,gr  anate  apìe ,  6>  rofe  ;  &  quelli  bagni  fi  deo- 
nofare  caldi  quanto  li  può  (offrire;  perche  detti  fragni  fono  confort atiui, 
&  difeccatiui  di  quelli  humori  di  fangui corrotti . 

La  differenza  delti  membri  principali ,  fecondo  la  proprietà  dell' 'vno> 
6?  l'altro,^  fecondo  l'ordine, che  tengono  l'vno,  dall'altro  :  &  quale  è  di 
più  fo  fianca  lo  diremo  quìfotto .  Trima  il  celebro  la  natura  l  ha  fatto  , 
&  l'ha  poflo  in  alto  a  la  parte  delia  tefla ,  perche  efio  fi  a  correggìmen- 
to  della  memoria ,  fi  a  fenfo  ,  &  timone  del  corpo ,  C»  perche  sia  in  quelle 
parti  humide  della  tefla  doue  non  fono  fé  non  offa  ,  che  fono  humide,  & 
fredde,^  ancora  participi  dall' aere, eh' è  humido,  &  caldo  ;  humido  dì-  H 
t  co  la  notte  ;  caldo  il  giorno  per  rifpetio  del  Sole  :  per  queslofi  dice  l'aere 
efier  humido ,  e  caldo  ,  &  per  quefio  la  natura  vedendo  éfiere  nelle  par- 
ti humide  detto  cerucllo  lo  ricrea  parte  con  lì  paffaggi  del  f angue,  cioè 
arteriale,  che  fono  nelle  parti  della  tefla ,  &  parte  difumofità  ,  che  efeo- 
no  dal  cuorc,per  li  cibi  digesli,che  efeono  dalcorpo  :  per  quefio  dico ,  che 
il  celabro  non  ha  altro  aiuto  fé  non  come  s'è  detto  dì  fopr  a  :  bora  diremo 
del  cuore ,  che  è  l'altro  membro  principale  del  corpo .  Il  cuore  è  fpirì- 
to  uitale ,  &  perche  efjo  ritiene  tutto  il  fiore  del  fangue ,  che  fi  fa  nella 

mafia 


SECÓNDO.  91 

jl  muffa  fanguinea',  &  queffol'bà  fatto  Li  natura  perche  dette  fangitt* 
faccia  conofeere  le  alter azioni,  ch&fuccedono  nel  corpo,  &  queslo  fi  vede 
per  efperien7a,maneggianào  lipolfi  dell'  buomo,  che  è  più  dclkata  crea 
tura  creata  da  Dio  ad  imagine,  &  fimilitudinefua,&  per  queHo  la  na- 
tura vedendo, che  detto  cuore  era  ricettacolo  di  queflij angui  caldi }e  maf 
fime  caldi  più  dell'i  altri ,  li  fece il  polmone ,  che  per  ben  che  detto  poi- 
mone  f uff  e  fatto  dalla  natura  per  dare,  &  pigliare  il  fiato ,  ancora  li  fe- 
ce perfminuire  tanto  color  del  cuor  e>ct  darli  alcun  refrigerio.TS(ota,che 
il  cuore  non  ba  altro  foflan?ya  fé  non  quella ,  che  li  manda  il  fegato  ,  co- 
me s'è  detto  difopra  ,  e?  ritiene  il  miglior  fangue ,  che  fi  faccia  in  detta 
2J  maffafanguinea, dico  in  detta  fonte  del  fangue,  come  è  il  fegato,  &  per 
qìéefìo  efio  è  vn  membro  delicatiffimo ,  &  cornee  perfa  quella  poca  di 
fofìan^a  mandata  dal  fegato  naturalmente  efìo  è  perfo  sparlar  emo,  ho 
ra  deifegato's,cbesè  il  ter^o  membro  principale  :  il  fegato  è  fatto  dal~ 
lanatura  non  fohfer  eff ere  fonte  del  fangue ,  &  tener  tutta  la  fofian- 
\a  ebeffo  ;  ma' con  la  fu  a  caldera  fa  digerire  li  cibi ,  perche  lo  flomaco 
hiimido  ,  perche  è  fatto  dalla  natura  forte ,  è  neruofo ,  per  tenere  in  fo- 
Sìan'za  li  cibi,che  è  effo  non  fi  f aria  mai  digeftione,  ma  la  natura  bàfat 
tornano  ilfegato  à  detto  jìomaco-,&  per  quefl  a  caldera  confata  dal 
fangue ,  che  ha  il  fegato  fa  digerire  licibi  :  ancora  detto  fegato  tiene  in 

C  fofìan^a  tutto  il  corpo,  e  lafofian'^a  è  aumentare  la  carne,  à  talché  ten- 
ga calde,&  coperte  leoffa,&  linerui\chefono  humidv,&  frigidi,  fi  che 
flanno  caldi  fi andò  in  fojlan'^a  :  per  quejlo  dico ,  che  quefìi  ère  membri 
fopranominati  fon  tutti  delicati ,  ma  però  uno  di  quefti  tre  >  che  habbìa 
fojìan^a  maggiore ,  &  più  uigore  diciamo  effer  il  fegato,  per  le  ragioni 
fopradette  reggendo  il  celabro  con  la  fumofità  dell'i  cibi ,  che  per  lafua 
caldera  fi  digerirono ,  &  poi  per  V arteriale ,  dico  per  le  uene  del  fan- 
gue ,  che  manda  per  li  meati  della  tesla ,  che  fempr  e  f caldano  in  paffar 
detto  celabro  della,  maniera  fopr adetta  :  ancora  dico*  come  ho  detto  di 
fopra ,  che  il  fegato  nel  diuiderfi  del  fangue  non  mandaffe  il  fangue  al 

1)  cuore  faria  perduto,  e  perciò  dico  il  fegato effer  più  di  fojìan'za ,  che  gli 
altri  membri . 

Di  tutti  li  membri  generali  del  corpo,&  perche  la  natura  li  fece  | 
&  quale  è  quell'officio ,  che  fanno ,  &  che  rimedio  è  nece£ 
{ano  alle  loro  infermità  .  a 

LJL  natura  fece  il  celabro ,  &  perche  quejlo  fpefie'-uolte  patìfee^»  ■ 
d'humidità  per  caufa  dell  aria  humida,  &  calda,  per  ciò  ha  bifo- 
gnodi  cofe  calde,  che  lo  confortino,  &  che  dcuijnù  quéWhitmidità  r 

La, 


Vi  LIBRO 

la  lingua  poi  del  Cavallo  la  natura  la  fece  per  rìceuer  il  cibo,  &  per  ri-  £ 
frefcamento  delia  bocca  di  efìo  animale.  Li  denti  li  fa  e  la  natura  per  ma 
china  del  corpo>&  che  dentro  mandafje  foflan^a.Le  narici ,l 'orecchie ,& 
gl'occhi  feruono  per  fineflr  e  ,  C?  aperture  del  corpo  ,  &  chele  fumo fità  , 
che  efcono  dal  corpo  non  impedivano  ilcelabro:  Ilcanaru^o  la  natura 
lo  fece  per  condotto  delti  cibi  :  fi  cuore  per  ricettacolo  detti  f angui  pia 
gentili:  Il  polmone  per  dare,& rendere  il  fiato  ,  &  per  feruidore  del  cuo- 
re rifrefcandolo .  Il  Slomaco  caffa  de' cibi,  con  il  calore  delfangue  diftri- 
butore  de'cibi,e  capo  di  digeflione;  fi  fegato  la  natura  lo  fece  fonte  dì  fan 
gue  generale:  La  mil^afìippo  dell'i  f angui  groj fi:  La  vefficafpia  del  cor 
fOyche  mostra  l' alterazione  ,&  la  debile7ga)&  l' aumentatone  dell'i  hu  - 
morì  delcorpo  :  Le  budella  caffa  delle  materie  della  digestione  più  grof- 
fa:  Le  uene,canale  del  fegatose  of}a,e  le  cofle  caffa  del  corpo;Le  gambe, 
SSlipiedidel  Cauallo fondamento^ ' fofiegno  del  corpo:La pelle  la  na- 
tura la  fece  per  uefiimcnto  dette-off ay  &  della  carne:  Li  peli  >  &  la  coda 
del  Cauallo  per  ornamento,  llfefìo  del  Cauallo  per  euacuatione  genera- 
le del  corpo  detti  (ì èrebi :il  membro  genitale  del  Cauallo  canale  della  uef 
fica,capOj  &  origine  del  generare . 

dicono  alcuni  mafìri,  che  quando  vn  Cauallo  è  difettami,  è  vfeito 
fuor  di  pericolo  ,che  gli  fcendanogQiàt  So^^o^o  Sd\ir\t\\c  ,ùx2.i\ixq 
ài  nerui,&  formelle  ;  &  queHo  lo  dicono ,  perche  il  Cauallo  allora  hi 
ferma  la  carne ,/i  nerui ,  C  le  ofìe:ma  cofìoro  fanno  errore,  perche  il  fa- 
uallo  è  fogetto  alle  fatiche  bora  per  bora,&  faticandofi  fi  mouono  li  hu- 
mori,&  mouendofifon  battami  à  fare  calare  lefopradette  infermitàtet 
queftofi  uedeper  efperientìa ,  perche  fé  ben  anco  s'affaticafje  ftando  in 
lafialla  glifcendono  li  humori  in  diuerft  luoghi  delle  gambe ,  &  detta-» 
perfona:&  quefla  e  cofa  naturale  perche  fempre  il  f angue ,  che  è  la  pri- 
ma parte  fofiantiofa  abbonda,&  è  quetto,cbe  con  lifuoi  motifafeendere 
dette  influentie,e  maffime  quando  è  molefiato  dafaticatouero  da  troppo 
cibo,cbe  caufa  abbondantia  di  f angue. 

Qiiando  il  Cauallo  fi  falàfTa  .  H 

DOpò  hauer  falaffato  il  Cauallo  fé  li  dà  poi  vna  prefa  di  con- 
ferua ,  &  acqua  d'orbo  à  bere ,  &  quefìo  fé  li  dà  per  rifrefeart^» 
il  corpo ,  &  maffime  la  colera  ,  che  fi  ritroua  dentro  il  Stomaco  di  detto 
animale >&  ancora  quando  s'infagnia  tutto  ilfangueflà  in  moto>&per 
quefìo  è  bene  darli  queflecofefrefche  ,  come  fono  acque  d'orbo  coniai 
conferua,ouero giuleppotperche  dando  quefle  cofe  frefcheal  Cauallo  le 
uà  qualche  fumé fitdtcheft  mouejje  a  quel  tepo,chefi  da  l'infagniaiper 

che 


5     E    C    O     N    t>    O.  p| 

jl  che  fi  vede  per  efperientia>cbi  diacciando  un  (auallo  perde  la  vifla  alle 
itoli e y&  uà  per  cadere:  q-eslo  procede  per  li  fangui ,  che  mouono  a  quel 
tcmpOyche  fi  alacc'u  la  corda  al  collo:  ma  maggiormente  quando  fé  li  di 
la  bottali  che  io  laudo,chefe  li  dia  lafopradetta  decottione:  fnfagnatos 
eh  e  farà  almeno  fé  non  potete  darli  detta  decottione,  dateli  un  poco  d'ac- 
qua a  bere,  perche  rifrefearà  in  parte  loftomaco  a  detto  C auallo . 

Quando  un  Cauallo  s'infagna,  &  quando  fi  faccia  ufeire 
il  fangue  trillo . 

2?  1""\  f  C  0 ,  che  effendo  grofio  thumore  fanguino  non  fi  euacua  >  ma 
IlJ  s'allcgcnfce  la  mafia  fanguinea,&  non  dà  caufa  per  fare  abbon 
dantia,eper  offendere  il  corpo  del  Cauallo:  &  per  queflo  alle  volte  quan- 
do lì  Cau all'i  hanno  infoflan^a,ft  debbe  toro  aprire  vn' altra  volta  la  ue- 
nasa  talché  l'humore  fopr  adetto  grofio  del  fangue  perda  la  malapropen 
{ione  di  offendere ,  &  dia  tempo  al fangue,  che  fi  troui  al  fato  luogo  natu- 
rale putrefattola  quando  non  riefea  cofhmetterete  impiaflri>ciot  difen- 
fioni  alle  parti  delle  gambe,  e  non  in  altro  luogo  della  per  fona  del  Caual- 
lo,fe  non  alle  parti  ìnttinfeche  del  cor  posandoli  firoppi ,  &  medicine  fe- 
condo la  particolarità  delle  infermità . 

£  Quanto  podi  uiuereil  Cauallo  . 

IL  Cauallo  effendo  fatto  dalla  natura  di  foflam^a  buona ,  cioè  forte 
di  fangue, dì  flributore  deUi  cibi,che  mangia ,  padifee  preflo ,  ha  il 
corpo  fen^a  aumentatone  dì  colera,perche  è  nato  fen^a  fiele ,  poi  fi  nu- 
trisce di  cibi  fr  efebi  :  onde  per  queflo  detto  animale  viue  fino  all'i  fefan- 
t*anni,&  allifettanta ,  C  ancora  affai  fé  ne  trouano  ,  che  campano  anni 
ottanta ,  quando  fi  trcuano  del  modo  fopradetto ,  &  che  fi  gouernano 
bene,  con  il  loro  cibo ,  e  maffime  quando  non  patono  di  difcefe,di  tefta_t , 
come  fono  ciamoiri ,  che  vengono  per  humiditd  di  tefla  ,  <Ù"  per  fumo- 
£  fità  ,  cheuiene  al  corpo  per  /commento  dì  fangue ,  &  che  non  patiro- 
no rfifchilanria ,  &  ìtrangoglioni ,  che  procedono  per  humori  fanguini 
concorft  alle  parti  dell  a  tefia  ,  &  che  ancora  non  patono  di  colica,  & 
ventofità  di  corpo,che  queflo  lo  caufa  affai  volte  il  cibo  fouerchìo,&  al- 
leuolte  lo  caufa  btuendo,  Cf  non  mangiando  la  biana  apprefio ,  &  anco 
lo  caufa  la  Ralla  humida ,  &  quando  ancora  fono  moieflati  per  troppo 
camino ,  &  fi  riprendono  ,  &  quefle  fono  quelle  cau  fé ,  che  atti  Cauattì 
acurtano  la  vita  $  ma  quando  fon  gommati  di  bona  maniera ,  campano 
il  tempo  fopradetto. 

Quando 


*4  LIBRO 

Qinndo  viene  ad  vn  Cauallo  l'accidente . 


Q 


Vando  vn  Cauallo  faràfatìo  di  cìbit&  pigliava  caldai  che  fé  lì 
vifcaldtrà  il  [angue;  &  queflc  lo  canfa  l'aria  calda,  tj  il  f angue  t 
.the  naturalmente  è  caldo, dava  fajiidio  per  detto  calore  al  corpo,  cioè  vi~ 
fcaldevà  li  membri, e  la  parte  del  cuore  più  ebenon  è  ;  difeccarà  lafleg- 
ma,e  pev  il  calore,il  fìevco,&  pevche  queflo  refi  andò  il  Cauallo  fatlidi- 
tOyfi  dice  ejfcr  accidente, per  che  da  vna  bora  a  un  altra  l'aria  efjendo  cai 
da  batterà  pigliato  la  parte  del  Sole  >  &  farà  il  moto  fopradetto  al  cor- 
po del  Cauallo  :  ancora  lipiglievà  vn  dolore  di  ventre-,  vna  colica,  vna 
fredderà  di  tetta,  perche  piglievà  alle  volte  il  freddo  dell' 'aria ,  (S  per  F 
queflo  da  vn'hora  a  vn' altra  cadeva  in  dette  infermità. 

Quando  un  Cauallo  Ci  caualca,  &  uà  sù/Ia  fchiena  folo 
per  un  miglio  ,  ò  due  . 

NOta,che  quando  vn  Cauallo  vàfopra  la  fchiena ,  &  poi  li  manca 
quelle  for^e  in  capo  di  due  migl:a,ò  tre;quejio  t  perche  il  Cu:  ai- 
Io  ji  troua  alle  uolte  ripofatoper  più  giorni, onero  fi  vitrouarà  fatto,  fie- 
no di  cibi ,  fi  che  quando  al  Cauallo  manca  quella  pofan^a  della  fchie- 
na ,  è  perche  euacua  il  cibo ,  cioè  lo  ffevco ,  co  fi  mancando  allegerifcela 
parte  dell'i  interiori»  dico  delle  budella,  &  ancora  manca  laflegma,  e  di-  q 
Ritta  la  parte  dell'orina,  &  la  parte  del  f angue  fi  diflribuifce  in  tutta  la 
pane  del  corpo  delle  gambe, della  test  a,<&  delle  reni,  &  cofi  ancora  dei- 
li  membri  intvinfechi ,  fi  che  e  d.  bifogtio,che  dia  giù  ,  &  pev  la  fatica , 
che  fi  dà  a  detto  Cauallo  ancova  li  f angui  ventano  tormentati,fi  che  come 
mancano  qucfle  parti  delia  digestione  ,  manca  la  josìanTa  a  detto  (a- 
uallut  &  per  queflo  lafcia  quella  prima  forT^a,  che  hauea  nella  fchiena , 
C^  feguita  eoa  lento  pafjo  per  le  ragioni  fopr adette . 

Quando  un  Cauallo  fi  deue  condurre  à  mano. 

E  fono  li  Caualli  graffi  fi  denono  condurre  a  mano  ,  &  fargli  fare  a 
poco  viaggio  ,  &  caulinare  per  l:*ogo  frefi  o  ,&  fé  li  deue  dare  po- 
co pafìo  ,  folo  tanto  ,  che  fi  fomenti ,  dopo  che  ha  caminatofe  li  deue  la- 
nave  le  gambe  con  un  poco  d'acqua  fredda ,  a  talché  mantenga  le  gambe 
afcintie  da  qualche  bum  01  e  di  f angue  ,  che  feendeffe  per  il  viaggio  :  fé  li 
deue  anco  vntare  l'vgnia  con  vn  poco  di  feuo  ,  a  talché filano  mellifica- 
te le  parti  delle  vgme ,  che  naturalmente  fi  feccano  ;fe  li  deue  tenere  la 
notte  la  riamata  fot  ola  fola  dell'i  piedi ,  ad  effetto ,  che  la  fola  fila  mol- 
lificata ,  che  mnhahbia  dolore  nel  cambiare ,  che  fa  detto  Cauallo  da- 

poi 


s 


SECONDO.  ?f 

\A  poi  anco  che  arriua  la  fera  ,  bi fogna  tenerlo  vn  peT^p  fen^a  darli  da 
mangiare,  né  bere,  a  talché  Sliano  li  fanghi  di  detto  ftuallo  rifrcfcati  : 
la  notte  tenerlo  allafialla,che  non  fia  troppo  caldai  maffime  fé  è  di  tem 
pò  caldo  :  fi  de  uè  anco  perii  viaggio  farli  portare  la  briglia  in  bocca  ,  fi 
che  mafticando  euacua  alcuna  parte  diflcgma,  che  restando  lo  filomaco 
digefìo  bauerà  più  appetito,  &  terrà  la  bocca  frefca  ,  fi  che  non  fé  li  dia 
troppo  a  bere,  ne  a  mangiare,  ma  che  pia  tofìo  fmagrifca  di  carney  per- 
tbe  andar à più  leggiero,^ 'non  flarà  foggetto all'infermità. 

Perche  caufa  muoiono  più  li  Caualli,  mule,&  giumenti 
73  per  li  dolori ,  che  li  Buoi, 

TVtti  quelli  animali  fono  creati  naturalmente  delti  quattro  clemen 
ti:ma  vie  differenza  te  di  cibo,  e  per  la  fatica,  che  ha  da  piglia- 
re vn  Canali!  da:  vìi  "Bue;  e  ui  è  anco  differenza  daljìomaco  del  Qauallo 
a  quello  del  <Bneiil  Bue  l'ha  rilajfante,  &  il  [auallo  l'ha  retentiuo,  per- 
che "mangia  cofe  difeccatiue,come  l'orbo,  la  paglia,  il  fieno,  &ilbreno> 
che  fono  cofe  difeccatiue,& r  et  emione  ;que fio  gì' è  fiato  prouifto  dalla  na 
tura  per  la  fatica,  che  ha  da  fare  detto  animale:  fi  che  con  detti  cibi  fa  la 
digestione  fua  forte,&  duray  e  con  piufofìan^a  tanto  per la  fiegma,co- 
C  tne  il  f angue  te  la  parte  dell'orina,  all'ultimo  la  feccia  di  detti  cibi,  che  è 
lo  fìerco  ritiene  più  fi  fianca,  &  firinge  gl'interiori  del  Cauallo,  che  non 
fa  del  'Bue  >  et  per  quefta  ca'tfa  quando  fuccede  ad  un  Cauallo ,  che  pigli 
uentófità  non  può  co  fi  preti  o  aprire ,  né  allegerire  il  corpo  per  caufa  delli 
cibi, che  fono  difofìan^a,  che  fanno  la  fopr  adetta  digeftione  forte,  &  non 
debile , come  fa  ad  vn  Bue^che  mangia  l'herba,  che  fa  la  digefiioncliq/H- 
da,e  che  facilmente  tuacua  del  corpo,&  fuenta,fi  che  per  quefttiil  Ca- 
uallo è  più  figg°tto  al^in fermità, che  non  il  Bue: per  vn'altra  ragióne  an- 
cora effindo  V  £a.:allo  di  comple/Jìone  più  calda  del  Bue  ha  li  [angui più 
caldini  che  ejjendo  lifangui  caldi  difeccano  più  ilfìerco  quando  vnteruie- 
*JTne  detta  inftrmità,e  tanto  meno  può  euacuare  detto  [auallo-.ondé  è  dibì- 
fogno  dargli  medicine  mollificatiue,  &  euacuatiue,che  mollifichino  detti 
fteicori  duri,  &  che  li  euacui,  ma  al  Bue  {e  lì  dà  medicine  calde,  &  con- 
fortati^ ,  a  talché  confortino  l'humidità  >  che  è  naturalmente  nel  corpo 
di  detto  animale ,  ma  molte  volte  ancorali  Bue^non  hauendo  delle  herbe 
in  abbondanza  mangia  cofe  fecche^ome  fono  fieno, pàglia  di  migliora- 
glia  di  faue,e  mangiando  alle  volte  quefie  cofefecebe  li  fanno  venire  co- 
liche,che  non  può  digerire;  allora  io  laudo,&  è  di  bifognotchefe  li  diano 
cofe  mollificatili  e  >&  evacuatine. 

Di 


96        ìibro   secondo: 

È 
Di  vna  Caualla  pregna  . 

QV  ^  i\£  *Z)  0  una  C .malia  è  pregna ,  tfs'ingroffa  non  mene  to- 
fìo gonfia  npt  il  peli*  uro:tna  la  natura  gi'bà  prouiflo,che  quando 
dette  beftieimp  ^nano  ,  ?&bt  ingrojjanoil  Mentre  naturalmente  s'aU 
larghi  per  dar  l  togo  t  g  '  altri  membri  del  corpo,  come  fono  le  budeUaJa. 
"pejftca  ,  tt^fegi  -o ,  'a  n:il^a,che  fono  propinque  alla  madre  doue  fìà  il 
polledro,ac  ■  oche  de'  i  membri  non  offcndefjero  la  madre ,&  che  lafoffoc 
cafjtro:  ma  non  è  cht  il  poliedro  facci  il  ventre  tanto  groffo .  ancora  fi 
ritrouaìà  vnagi  menta  grande ,&  la  monteràun  fauallo  grande di  per  e 
fona,e  nutrirà  i  poliedro  piccolo  ,  non  tanto  grande  come  il  padre  ,  &  la 
madre,queflo  (ara  per  caufa^che  la  detta  giumenta  non  bauerà  li  mem- 
bri corrijp'  ndentiMot  ,  che  fé  ben  farà  grande  bauerà  gli  occhi  piccioH, 
il  collo  fonderìe  gjmbejottili  piccola  di  piede  Jarà  sbudellata, cioè  flret- 
ta  di  fianco  ,  hauti  à  la  groppi  piccola  :  ancora  dalla  parte  di  dentro  il 
corpOihanerà  Inette  le  budella ,piuolo  fegato ypiccola  mil?a, piccolo  pol- 
mone, piccola  vejjica  ,  £S  piccola  madre  ,CS  perquesla  caufahauendoli 
memi;  i ,  picciuli  per  ben  che  effa  fia  grande  farà  il  poliedro  piccolo  ,  & 
nonraffomiglierà  al  padre  nella  grande^a  per  le  caufe  fopr adette . 

G 

Quando  vn  Cauallo  fi  taglia  da  per  fé . 

DJ  C  0  ,  e  he  quando  fono  li  fauaUi  graffi ,  e  fi  tagliano ,  che  è 
impojfibile  leuare  detto  tagliamento  :  perche  emendo  forte  il  fa- 
uallo,  &  graffo ,  non  fi  doueria  tagliare ,  ma  camina  slretto  proprio  na- 
turalmente con  le  gambe  :  per  quefio  dico  effere  impojfibile  Iettarli  det* 
to  tagliarfi;ma  quando  li  Cauallifi  tagliano  »  &  fono  magri  fi  tagliano 
per  debolezza ,  &  poco  gioua  darli  fuoco  dentro  le  gambe  nel  mo- 
de fopr  adetto  :  ma  è  bene  afpettare ,  che  s*  ingraffi ,  &  in- 

graffandofi  s'allargherà  di  petto  ,  &  hauerà  ancora  „ 

pia  forta  :  per  quello  dico ,  che  quando  li  Ca- 
ualli  fi  tagliano  ,ui  è  poco  fperan^a  y& 
mafjìme  efiendo  flretti  di  pet- 
to naturalmente  . 

IL  FINE  DEL  SECONDO  LIBRO. 

DEL 


DEL  CONOSCERE 

LE     INFERMITÀ, 

CHE  AVVENGONO   AL   CAVALLO, 

ET      AL      B  V  E, 

Co'rimedij  àciafcheduna  di  effe  . 

DI  CIO.  J^TO^IO  CITO  7\[JP0L1TJ^10 

LIBRO      TERZO. 

Qnando  un  Cauallo  mangia  l'herba,  8c  fubito  uà  del  corpo. 


x  S  EGT^O  quando  il  Cauallo  uà  cofi  preflo 
del  corpo ,  che  è  riscaldato  :  onde  perfeuerando 
bifogna  darli  medicine  rifrejcatiue ,  fi  che  il 
Qauallo  rifrefcando  lifangui,&  confortando  la 
parte  della  fiegma  faccia  lubrica  la  par  teseli'" 
intcriori ,  come  fono  le  budella  ,  che  fono  cafa 
di  fìerco ,  &  la  medicina  farà  quejìa .  Trima 
un  rottolo  di  lardo  battuto,^  lattato  con  acqua 
none  uolte  ,  burro  di  vacca  rotolo  me^o,  olio  dì 
mandola  dolce, libra  meTJ-  di  miua,  onde  quattro  ,  poluere  di  Jena  onde 
due, agarico ,  &  alanga  oncia  me^a  ;f;  che  dandoli  quefìo ,  il  lardo,  & 
la  miua  ,  0?  l'olio  di  mandola  dolce  mollificano  le  parti  conftipate  del 
corpo, &  confortano,^  rinouano  ilfangueja  fena,agarico  ,  &  lagalan- 
ga  euacuano  ,  fi  che  euacuando  tutte  quelle  parti ,  che  fi  mollificano  con 
lafopradetta  decottione ,  cofi  poi ,  il  [auallo  rejìarà  con  il  corpo  netto,e 
purgato,  e  farà  più  carne, 

G         Della 


9$  LIBRO 

Della  parte  di  fotro  della  bocca  del  Cauallo .""  £ 

PErfapere ,  perche  il  Cauallofi  corregge  con  la  briglia,è  da  auuerti- 
re,che  la  parte  di  [otto  della  bocca  del  Cauallo  doue  Sìa  appoggia- 
tata  briglia  bà  manco  for^a, che  non  ha  la  parte  di /opra  della  tettato- 
ne fi  uede per efpericn^a  :  Quando  un  Cauallo  mangia nonmouefenon 
lemafcellcdifotto,&  quelle  fono  fatte  per  quetto  naturalmente  ,  &per 
queflo  quando  il  Cauallo  tiene  la  briglia,  fi  tiene  nel  fuo  con  ere  perche  la 
detta  briglia  lifupera,  &  cofi  li  [auallifi  affienano  ,&  fi  correggono  con 
la  briglia . 

Che  cofa  può  offendere  il  fegato  del  Cauallo. 

DI  CO ,  che  lo  può  offendere  una  mala  digestione ,  che  farà  de  ci- 
bi mangiati ,  &  quejlofarà  la  parte  trifla  del  fangue ,  &  farà 
una  caufa,cbe  guafla  il  fegato ,e  farà  cff'fo  per  una  troppo  fatica ,  che  lo 
fcaldarà,& fi  contamineranno  li  fanghi  in  detto  fegatoso  può  offendere 
anco:  appigliando  fumo, che  fi  difeccarà  la  parte  del  fangue,  fi  che  per  que 
Ho  il  fegato  fonte  di  effo  ricalerà  V  off enfioni,&  offenderà  ancora  il  fega- 
to ,dar,dj  medicine  forti  a  detto  Cauallo-.però  è  bene  darli  polirne,  &  al- 
tri manuali  cald'v.queslo  abrufcierà  detto  fegato  perla  fua  caldera  of- 
fenderà il  fegato  mangiando  detto  Cauallo  grano  ;  perche  è  cibo  troppo  G 
caldo  per  effo,&  non  lo  può  digerir  bene, &  per  quetto  il  fangue  >  dico  la 
fontecioè  detto  fegato  fi  altera . 

Che  cofapuò  offendere  il  polmone. 

DICO,  che  s'offende  mangiando  cofefecche,come  fono  fieno,  bren- 
no,&  refìochia,e  bere  acqua  torbìda>tutto  ciò  fa  far  una  digettio 
ne  tritta,cbe  la  parte  della  flegma  fa  grofìa,queìToffende  affai  il  polmo 
ne,petche  li  opila  li  meati,&  è  affai  offcnfiuo  di  detto  polmone  l'affatica 
Te  detto  Cauallo,&  farlo  patir  di  bere:  per  eh  e  il  polmone  è  f ecco ,  &  hu- 
mido,&  non  beuendo  tanto  più  fi  difeccajvna  per  lo  calore  del  fangue ,  H 
poltra  per  le  fatiche  che  fé  gli  deffero. 

Che  cofa  offende  il  cuore  . 

DICO  il  male  nutrimento ,  che  lì  deffe  il  fegato  del  fangue ,  ciò} 
quella  parte,  che  detto  cuore  riceue,  Ù  tiene  per  li  moti,  & 
la  dimoslratione ,  che  fa  per  lipolfi ,  mottrando  li  accidenti ,  chefucce- 
dbno  al  corpo  ,  fi  che  emendo  tutto  detto  fangue  ,  il  cuore  patina  :  per 
qiiejìo paté  ancora  alcuna  uolta  il  cuore  quando  li  polmoni  del  Cauallo 

fono 


TERZO.  99 

A  fono  ammalati  delle  malatie,  perche  nonpuòferuirlo  del  modo  naturale 
à  Iettarli  il  caloriche  piglia/! e  detto  cuore  per  caufa  del  fiore  del  [angue, 
che  riceue  in  ejjo  [angue  caldo,e  perciò  paté  ilcuore  di  occupatone  di  fan 
guigroffi,  dico  di  quelli  J angui  ,che  efcono  delgouerno  naturale>&  van- 
no corrotti  al  corpos&  riefcono  poi  in  pojìemationi  efirinfeche  dal  corpo* 

Che  cofa  offende  il  cclabro. 

Dico  la  triftafumofità,  che  efce  dal  corpo,  &  majjime  quando  è  in- 
fermo detto  corpo  difebre,  che  ftefjero  alterati  li  humori  ,  come 
fono  il f angue ,  la  flegma  ,  &  la  parte  feccio fa  del  corpo  :  ancora  è  offefo 
alle  volte  per  abbondantia  di  j "angue:  queftofì  vede  per  efperientia,che 
alle  volte  fé  lì  enfia  la  tefta,  gli  occhi,  &  la  lingua;  fi  che  per  detto  acci- 
dente, &  altro  male  di  f angue  fi  offende,  &  offefo  dalle  humidità  dell'- 
aere,cbeper  ejfere  humido  naturalmente  [aggiungendoli  alcuno  acciden 
te,  dico  qualche  tramutatane  di  ftalla,  oueroperfcaldarfì  ,  &  raffred- 
dar ft  il  celabro, piglia  humidità,  £5  dà  quefto  detto  celabro  refla  offefo  : 
&  nota,che  quando  vno  delti  fopr  adetti  membri  fono  infermi  di  qualche 
infermità  fopr  adetta,  il  membro  fi  difminuifce,e  perde  lafor^a  natura- 
~  le  del gouerno,et  Va'mto,che  hauefje  à  dare  al  corpo,&per  quefto  veneri 
do  meno,per  ben  che  gli  altri  membri  filano  nella  [oflan^a  naturale, flati 
do  vn' infermo  del  modo  fopr  adetto  ,gli  altri  cedono, &  caufano  la  morte. 

Quando  vnCaualIo  ftà  per  morire. 

Dico, che  quando  vn  Caualloftà  per  morire  quefto  lo  caufa,  che  al- 
cuuo  dellifopradetti  membri  è  infermo,  Ù  per  quefto  il  Cauallo 
"piene  à  termine,  che  perde  il  mangiar  e, &  perdendo  detto  mangiare  non 
ha  foftan^a,*' indebolire, &  va  fiacco,  perche [i  perde  quella  parte, che 
P  va  in  [angue  del  cibo,  che  mangia;  perche  detta  parte  della  digeftione, 
che  va  in  [angue  nutrifee  la  carne, [calda,&  con[orta  li  nerui,&  le  offa; 
dà  calore  al  corpo  naturale, a  talché  il  corpo  refla  con[ortato,  &  di  detto 
calore  fi  conforta  ancorali  celabro;fi  che  quefiaparte  dì  [angue  ha  gran 
parte  pia  delle  altre  nella  digeftione  per  le  ragioni  [opr  adette  ;  per  die 
effo  con[orta,[calda>[a  digerir  li  cibi,che  mangia  detto  fauallo  per  lo  [no 
talore-.quando  detto  Caualloftà  in[etmo  per  morire  perde  la  digeftione, 
che  va  in  flegma,^  perdendo  detta  digeftione, il  polmone  fi  guafta,£$ 
opila  ;  fi  difecca  la  bocca ,  &  il  celabro,  perche  li  manca  detta  flegma, 
eh*è  la  patte  frefea  della  digeftione;ancora  mancando  detta  flegma, fa 

Cj     2         alte- 


ico  '  LIBRO 

alterare  il  calore  del  [angue,  perche  detta  flegma  è  fin  fca,&  mancando  E 
efiafilfangue  del  corpo  perde  il  ckhrcancorafi  dice,cbe  quando  vn  Co. 
ualio  Ha  per  morire  manca  la  parte  della  digejlione,che  va  infierco,& 
quefto\lo  caufa,che  il  Cauallo  non  viangia,&  non  mangiando  non  dà  can 
fa  al  corpo  di  far  digefiione ,  &  per  quello  reftano  le  parti  delle  budelle 
vacue,&  il  corpo  refia  debole ,  &  fen^afoftan^a:  ancora  quando  il  Ca- 
uallo [là  per  morire ,  manca  la  parte  della  digefiione ,  che  va  in  orina, 
della  defiillatione  del  corpo,  &  qttefio  lo  cau[a,cheil  fan  Alo  non  beue  , 
perche  non  ha  cibo  in  corpo,  ne  -manco  [ente  alcun  gufo  di  mangiare,  né 
di  bere  ^perche  perdendo  la  prima [oUan^a [opr aletta  del  [angue  ,perde 
ancora  ilgufìo  del  m  ingiare  ;  &  quelli  fono  Canali: ,  cut  fi  trouano  e[-  F 
fer  dì  più  fiacca  compielfione:ma  non  tatti,  ma  affai  (avalli  fi  trouano  , 
che  hanno  p  ù  fòrte  ccmbfejjìone  vno  dell'altro ,  &  hanno  lifangui  pia 
frefchi,più  purificati  Ja  fi  gru  a  p:ù  frefca,&  vna  digefiione  ina  [pedi- 
ta dclU  cibi;[i  che  q  efiifjno  quetti  faua'.li,che  hanno  miglior  complef- 
ftone,&  questo  fi  vede  per  e}  polenta, che  vn  Cauallo  fi  [mar à  più  pr e 
fio  di  vna  ferita,  di  vna  punt  ira  di  chiodo,  di  vna  riprenftone  di  vn'al- 
tro  (fauallo:  fono  Caualli,  che  Hanno  in  termine  di  morte  >  &  perche  la 
completane ,  come  dijlpra  s'è  detto  fi[ìiew  per  alcuni  dì  le  malattie 
loro ,  poi  fi  rihanno  ,  &  torna  la  digestione,  torna  il  vigore  delfangue , 
&  torna  il  uigore  della  flegma  ;  tornano  a  mangiare ,  &"  pigliano  fofta ,  0 
fiche  per  efperien^a  fi  vede  vn  £au allo  hauer  miglior  complejjìone  di 
vn'altrote  fé  caaalcarai  vn  (fauaìlo,  Cf  under  ai  forte  nel camino  > fomen- 
tar à  gagliarda  mente  la  giornata,  &  li  trouatà  più  forte  la  fera ,  che  la 
mattina  ,  &  caualcarai  vn' altro  Cattato  ,  che  a  me-^a  giornata  fi  ìlan- 
cherà,&  per  ben  che  stia  gra[io,non  potrà  durar  per  lo  camino;per  que- 
llo dico, che  fi  trouano  Caualli  differenti  difor^a ,  vno  più  di  vn' altro  in 
fanitàie  nelle  loro  infermità  vno  fi  ricupererà  ancor  chefufie  in  pericolo 
ài  morte  per  batter  la  completane  più  forte ',&  più  foslantiale . 

Il  male  uiene  naturalmente,fi  come  è  fatto  il  corpo  di  quat-      H 
ero  elementi  . 

QV  *s4  Vjy  0  il  Cauallo  paté  dì  alcuna  infermità ,  cioè  piglia- 
la troppo  caldo  nel  corpo ,  che  l'indebolisce  ;  quefio  è  caufatt 
dall'elemento  caldo;  &  per  pigliare  detto  caldo  ancorali  (analli  vengo- 
no à  raffreddar  fi ,  &  quefio  lo  caufa  l'elemento  humido ,  come  è  l'aere  : 
allora  li  Caualli  fi  raffreddano  ,  &  vengono  in  ciamoiro ,  che  non  man- 
giano :  ancora  li  (faualli  patono  dificcità  di  corpo ,  &  fono  quelli ,  che 

non 


TE    R  -2  -  O.  xoi 

1d  non  ponno  aumentar  fi  di  carne  ,&  fi  feccano:  queflo  lo  caufa, che  non  pi- 
gliano beneficio  delli  cibiyche  mangiano  nella  digejì ione  naturale ;&  que 
(io  è  ala  fimiglian-^ajquado  non  frutta  bene  la  terra,che  ha  la  parte  fec 
ca,coft  quando  un  Caualio  magia,et  quella  parte  dì  detta  digefiione,cht 
uà  in  fangue  nonnutrifce  bene  la  carne,et  le  offa,et  li  nerui,fi  che  per  que 
fia  caufa  s'aftomiglia  alla  parte  dell'elemento  della  terra  -.ancora  paton/t 
li  Caualli  di  uentoftta  di  corpo ,  et  di  queflo  n'è  caufa  alle  uolte  quando  lì 
Cauatti  beuono  lacqua,et  poi  non  mangiano  cibi  di  fofta?a,&  detta  ac- 
qua effendo  fredda  ,  &  uentofa  dà  doglia  ,  &  raffredda  tutto  il  corpo  del 
Caualio,  &  l'empie  di  uentofità,  fi  che  effendo  il  corpo  del  Caualio  com- 
*B  poflo  di  quattro  dementi ,  li  quattro  elementi  fono  quelli ,  che  caufano  le 
.   inferm;ta,però  duo  ejfer  naturali  le  infermità  di  detto  Caualio, 

Quando  un  Caualio  s'infogna  a!  collo, ò  in  qualunque 
luogo  della  perfora. 

DlcOyche  alle  volte  refla  enfiato;  queflo  lo  caufa  a  le  uolte  il  fangue 
per  effer  groffo,&  non  può  vacuare  bene  per  detta  infagnia  ,  e  fé- 
rifa  per  queflo  li  maftri  l'untano  con  cofe  calde  per  deuiare,&  conforta- 
re detti  fangui  concorfi  in  detto  luogo  . 
C  Quando  un  Caualio  è  incordato,  &  fifa  in  dietro 

quando  li  allacciate  li  tefticoli . 

QVeflofuccede  perche  il  Caualio  non  è  bene  ifcordato  ,  &  però  fi  fi 
indietro  ;per  che  hi  dolore  in  dette  budelle:  ancora  per  un'altra  cau 
fa  fi  fa  in  dietro  il  Caualio  quando  li  maflrì  lo  vogliono  fcordare ,  -&  li 
maccano  troppo  l'interine,  &  per  queflo  tormentarlo  fida  dolore  al  Cu- 
ti allopperò  il  Caualio  fi  fa  in  dietro  per  lo  dolore,chefente. 


<D 


Quando  un  Caualio  ha  l'ugnia  fecca  per  qualche  male  ? 
chehabbiahauuto. 

LI  maflrì  lì  fanno  li  canali  per  allafcarla ,  &  farla  crefeere  ;  ma  no- 
ta ,  che  quando  detti  Caualli  fi  fcauano  conlaroina ,  ouero  conia 
rometta  fi  uuol  fare  di  tal  maniera ,  che  non  tocchino  il  uiuo  ,  dico  il 
tauriello  dell' ugnia,che  ne  caufaria  dolore,fi  che  per  quefla  caufa  quan- 
do fi  fanno  detti  canali ,  non  fi  dee  toccare  il  u'mo  per  allegerir  la  do- 
glia >cbe  pot effe  fuccedere: quando  un  Caualio  mangia  d'un' berba,&  del- 
l'altra herba  non  ne  uorrà  mangiare,  queflo  è  per  caufa  ,  che  li  piace  più 
*lgnfto  l'odore  di  quella  herba,  che  mangia,  che  di  quella ,  che  non  può 

5    i         mangiare) 


rdi  L     I     B     R     Ó 

inangiart$  dì  qtteflo  n*è  caufa  Podore,che  non  lipiace,nb  ligufla  man  E" 
parla. Ver  far  ni  intenderebbe  cofa  ègufio,ouero  odore,  che  vn  Cauallo 
ha  (fvn  pàfìo,che  li  piace  differente  da  un'altro  paflo,che  non  li  piace ,di 
co,cbe  quando  un  [auallo  odor  a, prima  piglia  guflo  il  celabro;perche  è  il 
più  propinquo  membro  principale ,che  habbia  il  corpo  del  Cauallo;  fi  che 
quando  un  Cauallo  gufla  unherba,che  li  piaceli  ceUbro  è  il  primo,  che 
ne  piglia  guflo, co  fi  ancor  a  di  quella  herba,  che  non  li  piace,  Upuqjraal 
celahro;ficheper  chiarirmi  celabro  è  il  primo  inuentore  delgufio  delle 
uiuarJe,poi  il  flomaco ,perche  il  Cauallo  mangiando  di  dette  herbe,ò  al- 
tri cibi,  per  fame ,  che  habbia  nello  flomaco  non  fa  buona  digeritone  ;  fi 
che  non  facendola  buona,  guati  a  li  f angui,  guati  a  laflegma ,  &  tutte  le  F 
altre  anioni  della  digefiione,&  caufano  molte  infermità. 

Quando  ad  un  Cauallo  fi  enfiano  li  cefticolì. 

Dico  ,  che  uiene  per  tre  caufe .  Trìma  per  feorrimento  di  j "angue  . 
Secondo  per  humore  humido ,  che  feende  a  detti  tefììcoli .  Ter- 
^o  per  crepatura  ,  che  li  feende  il  budello  dentro  :  quando  è  feorrimen- 
to di  f angue ,  darete  punte  in  detti  teflicoli »  fi  che  dette  parti  euacuaf- 
fero  l'humore ,  concorfo  del  [angue ,  &  con  fargli  lauande  d'acqtra  fre- 
fca  uacuaria ,  &  difeccarìa  detto  humore  fanguino  :  quando  è  per  hu-  G 
mor  humidojche  detti  te  Nicoli  f uff  ero  pieni  d'acqua,  perche  detta  acqua 
eauferia  p  'Atre fatt ione  di  hìtmori  le  darete  alcun  pon^netto  fottilmen- 
te  di  fuoco  per  dar  pendenza  alla  fopr adetta  caufa  di  uacuare ,  &  ufan- 
do  li  bagni  di  maina  cotta, burrot  &  dialtea ,  perche  la  malua  mellifica 
quelle  parti ,  la  dialtea  ,&il  burro  le  tengono  confortate,  &  fdogliate 
per  laloro  caldera  ,  #  li  nerui ,  che  fono  in  dette  partì  quando  e  rotto 
il  budello  fubito  fi  debbe  mettere  in  terra  allafupina  con  le  gambe  in  al- 
to, a  talché  dette  budelle  tornino  al  luogo  folito  ,&  naturale ,  0?  per 
dare  aiuto  a  detta  crepatura  delpelicranio;dico,  che  fi  metta  unafeioc- 
ca,&  che  fi  debbia  fcogliare;  à  talché  detta  crepatura  nel  tempo ,  che^»  H 
il  Cauallo  ha  lafcìocca  habbia  da  confolarft  il  detto  pelicranio,  0  incar- 
nare ancora  quando  fi  taglia:  fi  dee  il  (auallo  tener  in  Ralla  foauemen- 
tefen%a  moleftarlo  di  fatica^  talché  curando  detta  piaga  tagliata,che 
faranno  detti  teflicoli  poffa  far  carne  noua,&  incarnare  bene  detta  pia- 
ga con  vnguento  uerde, curandola  ,fera,  &  mattina,  à  talché  detto  un- 
guento mollifichi  quelle  parti  dure  della  carne  »  doue  è  fiata  la  feiocca, 
fi  che  purificata ,  che  farà  detta  piaga  l'unterete  per  alcuni  giorni  con 
vnguento uerde}& flopt>a;dafoi  ballerete  fiopino,  terra  figiUata,aloe^ 

incenfo% 


terzo;  io* 

jl  kcenfo,&  boloarmino,&  vn  poco  di  calce  in  poluen,  è  mefchtateinfie* 
me  le  buttar  ete  in  detta  piaga,  perche  fono  difeccatiue,&  incarnatine  t 
&  fé  la  piaga  è  putrida  non  la  lanate  per  non  dar  caufa  a  la  piaga  di 
raffreddar ftsma  nettandola  foauement e  con  la  floppa^  vfarete  detta  pol- 
uere  due  volte  il  giorno  ,  &  co  fi  dette  materie  nonfcenderanno  pia  alle 
budella,&  il  [auallo  andar à più  leggiero. 

Differentia  da  uno  accidente,  a  una  gotta. 

Dico,  che  quando  vn  C  auallo  ha  male  per  alcun  dolore;  prima  li  fi 
altera  il  dolore  dentro  il  corpo;  quefìo  è  per  caufa  del  primo  do- 
<g  loriche  il  Caualio  corporalmente  patene  fi  chiama  accidente;ma  quan- 
do vn  Caualio  èfano ,  £$ gagliardo  ,  &  in  vnfubito  è  ammalato ,  ò  per 
fcaldamento  di  f angue ,  ò  per  vento fità ,  ò  altre  infermità  fuccedenti; 
quefìo  fi  chiama  gotta  ;  perche  è-caufata  da  alcune  parti  calde  dell'ae- 
re,ouero  per  alcuna  parte  humida,  &  ventofa  da  efio  aere.percbe  l'aere 
è  caldo  ,  &  humido  per  rif petto  del  Sole  humido ,  &  ventofo  per  caufa 
della  notte fuccedente,  che  fignoreggia  la  Luna;  fi  che  quefta  è  la  diffe- 
rentia dell'accidente  caufato  del  modo  fopr  adetto  ,&  della  gotta, eh  e  fu* 
hito  dato ,  che  il  Caualio  piglia  alcune  di  quefie  parti  fopradette ,  cafet 
ammalato ,  &  perde  la  for\a,&la  poffan^a  fubito  immediate* 

C  Quando  un  Caualio  fi  fagna  al  collo. 

DICONO  alcuni  ma(ìri ,  che  non  fi  dette  fagnare  dalla  bande, 
manca  il  Caualio  con  dire  che  a  la  manca  fi  à  il  cuore,  &  la- 
gnandolo da  detta  banda  fi  fparge  il  f angue  per  dentro  il  cuore  >&  quan- 
do  vn  Caualio  fi  allaccia  fùngendolo  conia  funicella  al  collo  s'indebo- 
lifee  ;  per  queflo  dicono ,  che  non  èt  bene  fagnarlo  da  la  banda  manca  : 
dico ,  che  quando  vn  Caualio  fi  allaccia  non  è  per  caufa  della  allacciate- 
ra;maper  l'abbondanza  delti  f angui  ,ch  e  concorrono '.ancora  nafeequan 
do  li  Cauallifi  trouano  vili  di  compleffione,  perche  fé  foffe  per  caufa  deU 
*  jp  la  allacciatura  faria  generale  ad  ogni  Caualio ,  che  fi  allacciale  per  fa- 
gnarlo ;  ma  caufa  per  lo  modo  fopr adetto  :  dicono  ancora, ,  che  non  fi 
deue  fagnare  dalla  banda  manca ,  accioche  ilfangue  non  paftafte  man- 
ti il  cuore  ;  queftanon  è  buona  regola,  perche  la  natura  ha  fatto  le  vene 
efirinfecate  dal  cuore;  a  talché  quando  vn  Caualio  è  infermo  dìalcurìin- 
fermità  fi  può  allegerìr  ilfangue  dalla  fopr  adetta  banda  manca  del  col- 
lo, &  coft  della  dritta , fi  che  non  vi  è  dubbio  fagnandolo  dalla  fopr  adet- 
ta banda  manca  fé  li  occupi  il  cuore: per  quefto  fi  dinota ,&  la  ra- 
gione è  in  pronto,  che  fé  la  natura  non  hauefie  prouifto  a  dar  aiuto  a  tut- 

9    4        »" 


rc4  L     t    B     R     O 

ti  i membri  del  Cùrpv,  &  che  Vvno  inqueHo  cafó  occitpajje  f  altro  tonfi  É 
potriafagnare  vna  vena,che  non  offendere  l'altro  membro. (S  cofi  non  fi 
chiamarla  ordine  ftatuito  dalla  natura  in  detti  membri -ma  dico,cbe  que 
§ìe  occupazioni  uengono  per  Atra  via,(3  per  altre  corruttioni  di J "angue, 
che  fuc cedono  dentro  il  corpo  -lei  [aaalto,ma  non  per  uia  difagnare,et  de 
mare  perle  vene-,  perche  tanto  èà  dire  uena,  come  canale  del  [angue;  fi 
che  effendo  efjo  ordinato  folo  per  meato  del  fegato, quando  è  richìefio per 
ria  difagnia  detto  [angue, fc  ne  viene  dalli  canali  dalla  natura  ordinati; 
&  in  quefio  modo  non  può  offendere  il  cuore  per  le  ragioni  fopradette^M . 

Quando  un  Cauallo  ha  vna  ferita  a  la  gamba  ,  ouero  alla  co/eia . 

F 

Dico,  che  molti  ma  fìri  per  Iettarli  la  enfiagione,  lo  mandono  à  l'ac- 
quaia non  è  bene,perche  l'acacia  è  humida,et  difeccatìua,e  ben 
che  l'enfiagione  ,  caufaperò  dolore  ,  perche  Finterteniria  la  piaga  ,  che 
nonp::rgafies&  non  purgando  li  hnmorische  concoì  tono  cacftriano  do- 
lore,cofi  àncora  quando  va  Cauallo  haueffe  vna  botta,  che  ammaccale 
Vofio  della  gamba  ,  &  pigliale  per  ciò  enfi  ione  ;  dico ,  che  non  è  bene 
mandarlo  a  l'acqua,  ma  uf avete  malti  a*  i-  vvìdificatiuc  con  burro  ,  onero 
fongia  frauda  ,  a  talché  detta  decotticne  di  maina  venga  grapa,  &  che 
lattando  la [opr adetta  enfiagione  debbia  bene  mollificare  ;  [i  che  mollifi- 
cando la  durezza  della  enfiagione  concorfa  in  détta  gamba ,  &  lafj'ar  5 
purgar  la  piaga  per  alcun  giorno  leua  il  dolvre>&  queiia  è  la  regola:ma 
nota,  che  detta  piaga  fi  dee  medicare  con  mele  rofato,  &  iìoppa  taglia- 
ta,ouero  con  olio  rofato  per  alcuni  giorni,  &  chiara  d'otto,  &  trementina 
venetiana,&  fatine  vntmpiaftro,&  fé  la  piaga  non  teccaffe  loffio  pot£. 
te  medicarlo  con  vnguento  u ex 'de spigli andò  olio ,  uerderame,  &fongia , 
&  con  que  fio  medicatelo  fin  alfine,purche  non  fia  toccato  loffio. 


Quaudotin  cauallo  ha  febre,et  poi  fi  riprende  di  là  a  dieci  giornf. 

QV  EST 0  è  per  caufa  ,  che  li  humori  -,  principalmente  il  [angue 
fi  apparta  dalli  luoghi  inirinfechì  del  corpo ,  &  difcendeal  baf- 
fo;dico  a  le  parti  dtlle  gimbe,et  per  quefla  taufa  refta  il  Cauallo  riprefo 
delle  gambe  i  perche  tutto  ilfangue  ,  che  appoftaua  calore  a  la  parte  del 
fegato,  ($  del  cuore  fi  attegertfet  ,&  coft  HCauallo  refìafrefeo,  &  aU 
legerito  quel  calore  deha  maniera  fopr aderta  canfata^  èjcefoa  le  par 
ti  efìrinfeche;per  que  fio  il  Cauallo  non  battendo  più-quella  fumofità  cai 
da  allegerifcc  ancora  la  tefìa-t  ma  re  fia  legato  delle' gambe,  perche  l'bti- 

tnore 


H 


T    E    R    %    O.  io'; 

<A  more  del  [angue  fi  trova  a  bafìo  delle  gambe,  &  cèfi  quando  interuieiie 
fimile  matafione  èftcureT^a  del  [auallo  ,  perche  è  liberato  dalla  morte 
per  la  detta  tramutatione  del  [angue, &  allora  fi  dee  tenere  in  dieta,  g* 
farli  alcun  per cujjiuo  alle  gambe,  &  tenerlo fen^a  coperta,  &  alfrefeó, 
&  darli  cofefrefche  a  mangiare. 

Quando  nn  Bue  cafea  ammalato  di  febre  » 

DI  cocche  detta  febre  uiene  per  piti  cau[e:per  fcaldare,&  raffreddar 
nella  fatica,^  co  fi  fi  uengono  li  fanghi  a.  corromper  e, &  ìeuanoh 

B  for^a,et  il  uigore  a  detto  animale, et  per  caufa  di  detto  rifcaldameto  per- 
de il  mangiare,et  ancora  per  detto  calore,che  aumenta  dentro  il  corpo:  et 
perche  il  Bue  non  magìa  fi  troua  il  corpo  difeccato  dal  calore, dico  di  quél 
la  parte  di  cibo, che  fi  troua  dentro  l'interina, et  per  quejìo  detto  Sìercofi 
difecca  tanto  per  caufa  del  calore  fopr  adetto, che  il  Bue  napuò  uacuare, 
et  non  potendo  uacuare  quella  fumo fità, occupa  il  celabro,etfa  flare  l'a- 
nimale colcato  bafio  alle  volte  >&  lacrimofo  ne  gli  occhi,  e  quefto  èfegno 
triflo;et  li  maHrì  per  deuiare  detto  rifcaldamento  lallegerifcono  di  fari- 
gue,e  quello  è  buono,perche  mancando  ilfangue,manca  il  calore  del  cor 
po;&  ancora  li  fanno  fuppofie:  quejìo  è  anco  bene,  perche  fa  fu  ent  are,  e 

C  cacciare  fuora  alcuna  aolta  qualche  fmojità, et  dà  caufa  a  detto  anima- 
le, che  fi  fprema  per  uacuare  alcuna  compofitione  :  ancora  li  danno  lardo 
per  bocca  confpiconardo,galanga,mefchiate,e  quejìo  fi  fa  per  mollìfìSa- 
re  detta  confi ipatione,&  con  dette  polueri  confortare  lojìomaco,  &  alle 
volte  per  la  debilita  in  che  fi  troua  detto  Bue-,  caufata  per  la  infermità 
greue  non  digerifce  detta  medicina  ,  e  non  fa  l'effetto  della  uacuatione  al 
termine, che  deueria,et  allora  fono  afìai  majìri,che  pigliano  malua,et  ci- 
me di  lauro  tenere,  &  bollite  mfieme,  &hen  pejìe,  ebeftano  di  quanti- 
tà un  pugno  buono  fi  dà  per  bocca  al  detto  'Sue  ;  e  quejìo  fi  fa  per  dar 
caufa  alla  medicina  pigliata  per  acanti  di  aiutare  ,  &  mollificare  la 

D  fopradetta  medicina  ài  detti  ftenorìj  conjlipati ,  &  li  mettono  lardcl 
liy&  olio  molato,  dentro  il  feffo,  a  talché  tenga  frefea ,  &  mollifi- 
cata la  pane  del  budello  ;  &>  anco  alle  volte  detti  mafìri  fanno  cri- 
Hierìa  detto  animale  quando  ha  la  infermità  fopradetta ,  &  fé  men- 
tre il  maftro  li  getta  il  criflìero  dentro  il  corpo  ,  &  non  lo  può  -mere ,  e 
fubito  lo  getta  fuora;  quejìo  è  per  caufa  della  crnifiipatione,che  ji  Jente  in 
corpo  ';  &  perche  in  quel  tempo  uuol  farfor^aper  uacuare ,  allora  get- 
ta detto  crittiero  fuora  ,  &  li  untano  la  gola  con  untioni  per  dar  timore 
$Ue  parti  humidcdi  effa>  &  del  celabro;  li  untano  le  reni  con  lardo  caldo 

per 


?©*  LIBRO 

per  confortate  quelli  nerui  >  &  quelle  ofìa  ,  che  fono  dalla  parte  della  E 
fchiena  :  li  danno  poco  a  bere  ;  e  queflo  fifa  perche  detto  Bue  non  man- 
giando iì  deuere>aumentafie  detta  acqua  detro  il  corpo,  e  caufojfe  debili 
td,&  humiditàdi  danno  a  mangiare  herbe  tenere,etfrefche;  acciocbe  pi 
gli  appetito,  &  lubrichi  il  corpo,  &  queflo  è  l'ordine,  che  fi  dee  tenere . 

Quando  un  Cauallo  non  mangia,  &  pur  fi  tiene  in  foftanza. 

E  S fendo  il  fauallo  fatto  di  quattro  elementi  quando  efio  non  man- 
già, il  calore  delfanguelo  mantiene  ;dìco  quel  f angue,  che  fi  troua 
in  abbondanza  dentro  del  corpo,  &  queflo  calore  fojìenta,  &  confortai 
tutti  li  membri  del  corpo ,&  la  gola  quando  vn  Cauallo  non  beuefi  con-  F 
forta  t  &  fomenta  con  quella  parte ,  che  fi  defilila  della  detta  carne,  & 
per  queflo  fi  fofiiene  per  alcuni  giorni  ;  perche  quando  *n  Cauallo  viene 
a  detto  termine,  che  non  mangi  per  alcun  cafo,  (?  la  fo fianca, eh  e  fi  tro- 
ua in  detta  carne  fi  mantiene  tantoché  mancando  la  fopr  adetta  foflan- 
,%a  del  f angue,  &  di  detta  carne ,  ilcauallofmagrifce ,  &  fmagrando  li 
manca  il  J angue ,  &  la  carne ,  &  co  fi  perde  detta  fo flamba ,  &  li  caufa 
morte  ^ per  queflo  dico,  che  efìendo  fatto  dell'i  quattro  elementi,  come 
di  fopra  ho  detto,quefli  due  elementi  lo  tengono  "vino, come  è  ilfangue  , 
e  Ve  dalla  parte del  fuoco ,&  la  carne  ,&  l'ofìa,  die  parte  della  terra-M . 

Q^audo  un  Cauallo  piglia  ueneno  per  boeca.  G 

IL  venenofe  li  è  dato  con  biaua,  ouero  in  beuanda,tantoflà  à  mori- 
re quanto  detto  veneno  fi  digerì f ce, &  la  ragione  è  quefta;  che  quan 
do  vn  Cauallo  mangia  Ha  poco  a  fare  la  partenza  della  digeflione,fi  che 
facendo  partenza  di  detta  digeflione,  ne  va  la  parte  in  J angue  dando  fo- 
Sìan\a  per  li  membri,  &  quantunque  lafoflan^a  del  (angue  vada  infet 
ta  ,  &  venmofa  ;  allora  il  Cauallo  è  in  termine  di  morire  ;  perche  detto 
f angue  auelenato  no  dà  fo[lan^a,anxj  toffica  le  parti  doue  amna,e  maf 
fime  la  parte,  che  ha  d'andare  al  cuore ,  perche  arrìuaudo  indetto  cuore 
ammala  detto  animale:que(lo  è  quato  a  la  parte  ìntrìnfecadel  corpo;  & 
££  però  quando  a  li  Caualli  mtrauengono  firn  ili  caft ,  li  maHri  li  danno 
fubito  la  medicina, prima  che  digerifca  il  cibo  di  mitrìdato3dinamo  bici 
co  ,  aequa  di  alicorno  ,  &  altre  per  deuiare  detto  veneno,  &  confortare 
li  luoghi,doue  hauefleda  andare-.quado  vnferpe  morfica  vn  Cauallo  nel 
le  parte  efleriori  del  corpo ,  li  maflri  lo  radono  in  detta  morficatura ,  & 
lo  toccano,  a  talché  efea  quel  fangue  infettato  in  parte  ;  &  poi  li  fan- 
no vntioni  contra'lueneno  >  cioè  euforbìo ,  cantarella ,  &  olio  di  lauro 
mefehiato  infierite:  quefiefono  mollificatine  dì  alcuna  durerà,  ebe  fa- 
cete 


TERZO.  io? 

JL  cefìe  detto  uenem ,  &  fono  amatine  per  tirar  fiora  in  marcia  detto  [an- 
gue contaminato  dalveneno:ma  dico,  che  quando  vn  Cauallo  è  morfica 
to  ni  è  ancora  que fio  perìcolo ,  che  cofi  come  "il  [angue  nutrifce  tutto  il 
corpo  del  Cauallo,&  uà  per  le  uifcere  della  perfona,cofi  quando  è  mor- 
fìcato,  efìendo  quel  [angue  infetto  di  detto  veneno  ,  &  cbe  fi  lafìaper 
alcun  tempo  mefchiare  col  [angue  ,q.ue Ho  uà  per  le  vifcere,  &  allo- 
ra  il  Cauallo  tutto  fi  trotta  compreffo  da  detto  veneno  ,  e  ui  è  pericolo 
di  morte  ;perb  li  mafia  danno  la  fopradetta  medicina  ordinata  per  di- 
fendere la  parte  intrin[eca  del  corpo» 

Quando  un  cauallo  coffe . 

Dfcono  alcuni  maslri , cbe  fono  di  due  [orti  le  toj]ì,cbe  uengono  al  Ca 
uaUo-.fono  Caualli, che  li  uiene  una  tofìe  sformata  per  alcun  acci- 
dente  ,ouero  per  fouercbia  fatica  ,  cbe  fé  li  dà,ò  per  lo  cibo  ,  che  mangiai 
corne  fono  fieno,  brenno  ,  &  mafjime  quando  ne  mangiano  in  tempo  cal- 
do-Ji  cbe  quando  li  Caualli  toffono  forte,  dico ,  che  è  buon  fegnale  di  non 
kauer  questa  tofìe  fecca  ,  (3  cupa  ,  &  la  ragione  è  quefìa  ,  cbe  quando  lì 
Caualli  tofìono  forte  èfegno ,  che  flanno  più  gagliardi  li  membri  dentro 
il  corpo,e  mafjime  li  polmoni,  ma  quando  il  Cauallo  hi  quella  toffe  cupa, 
Cf  cbe  amala  pena  toffe, £f  non  può  far  for\a-,queflo  èfegno ,  che  il  Ca- 
£  nallo  bà  dolore  dentro  il  corpoy&  bà  li  meati  detti  polmoninpilati; fi  che 
per  queilofifà  differenza  da  vna  forte  di  tofìe  ad  un'akra,&  è  miglior 
fegno  quando  il  Cauallo  toffe  forte tche  quandojofìe  cupo ,  e  baffo . 

Qoiando  un  Cauallo  fnc?a . 

IL  fui  are  uiene  per  efìere  un  Cauallo  più  caldo  uno  di  vn>altro)&  au 
cora  debile  3e  di  più  compleffìone  uno  di  un'altro  ;  &  quefto  lo  mo- 
ftra  quando  uedercte  fudare  un  Cauallo  la  notte, ò'I giorno  dentro  lafìal- 
la,  benché  ftia  in  ripofo  :  alle  uoltefe  netroua  più  graffo  uno  di  un'altro., 
*J)  &  queflo  ancora  è  caufa  effendo  detto  Cauallo  graffo  ,  &  tenendolo  in 
ftatta  troppo  calda,C$  maffime  di  tempi  caldi ,  cbe  maggiormente  [idi, 
Sono  affai  opinioni  di  maflri ,  cbe  dicono  perche  caufa  quando  un  Ca- 
uallo flà  male ,&  euacua,&  orina,  Cf  nonio  fente;  queftofia  fegno,  ibe 
il  Cauallo  non  ha  il  cmegimento  naturale  a  li  membri ,  &  è  fegno  di 
morte ,  perche  li  maflri  gouernaranno  il  Cauallo  di  uentofità ,  che  li  pi. 
glia  dentro  il  corpo>talcbe  detta  uentofttà  li  leua  l'orinare,  &  Temuta- 
ne ,  £3  poi  aumentando  detta  infermità  ,  ò  per  debilità  di  membri  ,  ò 
per  aumentatione  del  male ,  onero  per  negligentia  dell'i  maflìi ,  cbe  non 

firn 


E 


F 


Jo8  L     I     B     R    O. 

fono  pretti  à  governarlo  quello  è  ftgno  >  che  li  membri  fi  rilafj ano ,  per- 
dono la  -virtù  ,  &  è  fegno  mortale ,  &  m  ajfìme  quando  Hat.no  colenti  in 
terra ,  onero  fanno  a  l'erta  malancobci,  &  baffi  di  tejìa  ,  e  dico  ,  che  fol- 
cendo detto  atto.t  mal  fé  irto,  ma  quando  li  Caualli  hanno  qualche  inter- 
natio in  ciò  non  è  fegno  cattinola  è  alle  volte  la  virtà,cbefi  rauuìua,& 
fi  conforta^  torna  al  naturalequeiio  uiene  per  due  cau  fé,  prima  quan 
do  la  virtù  è  forte  ,e  buona  l'altra  per  alcun  gjuerno  fatto  dal  mattro  . 

Quando  un  Cauallo  s'incorda.-perchei!  budello  feende  più 
ad  un  uiro, chea  tutti  due. 

DI  C  0,chefcende  detto  budello,ò  al  viro  dritto,ouero  al  manco  per- 
che quando  detto  budello  piglia  uentofità  ,&  uà  a  calare  ad  vno 
dell'i  fopr adetti  uiri,non  cala  a  l*  altro  ìperche  è  un  capo  di  budello ;& per 
effere  uno  calar  à  ad  uno  delli  fopr  adetti  viri,&  non  pia;  fi  che  (per  Iettare 
l'opinione  à  molti  mattri)  dicoychefia  quefìa  la  caufa,  &  la  ragione  per 
eh  e  fé  fojìero  più  capi  calariano  à  tu  tti  due  li  fopr  adetti  uhi. 

Quando  fi  punge  una  materia  cruda . 

Ciò  fanno  li  mattri  affai  uolte  perche  uenendo  la  putrefattone  della 
marcia  non  habbia  daguaflare  la  carne ,& putrefarla,  C  ancora 
qualche  neruo ,  chefofft  in  detti  luoghi,  doue  nafee  detta  putrefattane,  O. 
&  per  ben  che  tagliando  una  pofiema  cruda  è  pericolo  di  dar  dolore,  & 
fpafimo,  &  taufare  maggiore  enfiagione  li  mafiri  nondimeno  con  inten- 
sione di  non  farguaflare  la  carne,come  ho  detto^  li  nerui ,  ben  che  ta- 
glino del  modo  fopradetto  aparecchiano  unguenti  mollificatimi  con  im 
piaftrifdogliatiui)&  di  quettofiferuono. 

Capitolo  delli  Buoi. 

AHI  'Buoi  fi  dee  dar  fatica, &  maffime  d'efìate  perche  il  'Bue  paté 
di  caldo  affai, per  prepararli  da  farli  ftare  il  corpo  j re feo  ,&  lu- 
bricOiperche  il  naturale  di  detto  Bueèdi  tenere  il  corpo  lubrico,^ 'frefeo:  H 
&  non  hauendo  quefto  cafea  ammalato :ma  perdeuiare  le  infermità  ,  che 
potefiero  accadere  del  modo  fopradetto;  dico  che  prima  che  fé  li  dia  la  fa 
tica,fe  li  debbia  dare  per  tre  giorni  due  rottola  di  malue  cotte  ben  pejìatc 
con  darli  apprefìo  due  caraffe  della  fopr adetta  acquaÀoue  fono  fiate  cot- 
te dette  malue  perche  la  mainai  frefca,&  difofìan^a  per  lofìomaco  di 
effo  animale  ,&  non  li  fa  danno  al  caldo,che  ha  da  pigliarcene  à  la  fa- 
tica fuccedente,  fi  che  per  e  ff  ere  detta  maina  fref cai  &  lubricalo  difen- 
de dal  calore. 

Quando 


■T     E    R    Z    O.  io? 

^   Quando  un  Bue  non  il  può  voltare  a  leccarti  le  parti  di  dietro. 

Cagione  di  ciò  fono  li  nerui,  che  fono  dogliofi,  &  tirati;  dico  quelli 
neruiy  che  fono  dalia,  parte  della  f ch'iena  fino  a  li  nuca  ;  per  quefio 
detto  "Bue  non  fi  può  voltare,  perche  detti  nerui  lo  tengono  incordato,& 
quando  fuccede  quefìa  infermità  manco  fi  ponno  abbacare  in  terra  apa- 
feere  :  per  quefio  dico ,  che  bifogyia  rifrefear  lifangui  dentro  il  corpo,  & 
poi  fi  deono  vfare  vntioni  in  detti  nerjti,  mantenendoli  vntati  muffimi 
d'inuernode  vntioni  fon  quefle,dUltea,agrippa,olio  di  fpico,  olio  nolpi- 
no,  &  olio  di  lauro  ,  untandoli  due  uolte  il  giorno  fé  è  d'inuerno  :  quando 
l'untate  tenete  un  tefìo  caldo  per  tutti  li  luoghi,doue  l'untate, fé  è  d'efìa~ 
*%  te  untatelo  al  Sole:per  rifrefcarlo  li  darete  due  rottola  di  lardo  mefebìate 
con  quattro  rottola  di  malue  cotte,  &  ben  pettate  con  me^a  libra  di  bo~ 
loarmino ,  &  quefìa  decottione  fi  debbe  partire  in  tre  mattine  con  darli 
appreffo  tre  caraffe  di  brodo  di  detta  maina  con  quattro  onde  di  ^uccaro 
a  la  uolta,&  questo  è  l'ordine,che  in  ciò  fi  dee  off  emare. 

Quando  un  Cauailo  ha  un  tefticolo  grofIo>&  ftà  nella  Galla. 

DfeOt  che  è  atto  più  ad  intorciar  detto  tefìicolo  3  perche  si  andò  alla 
)ì alla,  &  mangiando  non  ha  fatica ,  &  però  aumentano  li  humori 
dentro  al  corpo:  &  per  quefio  calano  pia  le  difeefe  in  detto  tetticolo  Ufo , 
che  non  quando  camina:  perche  de*co  C audio  efieYcicandofipadifce  ,& 
euacM>&  nonftà  cofi  ripieno,  come  quando  ftà  in  ripofo  mila  ftalla. 

Quando  un  Cauailo  ha  hauuto  qualche  ferita,  &  per 
ella  feende  Romina . 

ASfaimdHrìfanno  dubbio, che  mancando  detta  gomma,  il  (fauaU 
lo  moraidico  che  non  ri  è  dubbio,  perche  quando  il  Cauailo  man 
già  ,fi  che puffafare  la  digeflione  buona ,  allora  li  membri  pofjano  pi- 
®  gliare  il  nutrimento  naturale  :  onde  poi  venirà  a  Harfempre  confortato 
il  luogo  lef>ì  doue  efee  detta  gomma:  &  per  quello  dico, che  fé  bene  efee 
detta  gomma ,  arriua  poily altra  gomma  caufata  dal  mangiare ,  che  fa 
t  animale ,  e  facendo  buona  digeftione  nutrifee  il  luogo  offefo  ,  fi  che  per 
qu e fto  non  vi  è  dubbio  di  morte*,  ma  alle  volte  quando  interviene  detto 
cafofogliono  difminuire  li  membri  da  quella  parte  doue  è  Vefito  della go 
ma,  &  quefto  è  per  caufa  di  detta  gomma,  che  efee  :  però  a  quefio  fé  gli 
rimedia  con  vntioni  calde,  &  fuoco  fecondo  il  membro,  che  è  infetto . 

%  Quando 


ni  LIBRO 

M 

Quando  un  Cauallo  mangia  fenza  ber*. 

E'fegno  quando  il  Cauallo  mangia  fen^a  bere,cbe  ciò  procede  da  ucn 
tofità, perche  dentro  loftomaco  di  detto  Cauallo  non  fi  ritrouafenon 
fiegma  ,  <&  maxime  quando  non  bauefie  bauuto  biaua  da  vn  giorno  al- 
l'altro ,  &  che  haueffe  bauuto  tempo  di  digerire  il  pajìo ,  fi  cbe  fecondo  il 
naturale  dell' buomo,  &  deli* animale  tutto  quel  che  fi  mangia,  fi  digeri- 
fce,&  fi  apparta  dalle  quattro  materie  della  digt  filone,  le  tre, come  è  la. 
farte  delfangue,la  parte  dell'orinarla  parte  del  fìerco,  cbe  è  la  ter^a 
parte  della  dige filone, refi  a  la  quartale  è  laflegma,&  per  effer  burnì- 
da,&  frigida  ;  per  queflo  dico,che  quando  vn  Cauallo  beue,  &  dapoi  fi  F 
bada  a  darli  il  pafto,e  queflo  caufa  Ibumidità  per  effer  l'acqua  bumìda, 
&frigida,&  la  fiegma  effere  cofi  lei  ancora  ;  per  queflo  dando  a  bere  al 
CauaUo,et  poi  badandola  darle  la  biaua  è  peri  colo, il  più  delle  volte,che 
il  Cauallo  non  s'ammali  di  ventofità  di  corpo,&  anco  per  detta  ventofi- 
tà,molte  volte  offende  il  celabro,et  lo  fa  venire  a  capoftotico,  &  a  cia- 
moiro;//  che  per  quefie  ragioni  no  fé  li  deue  dar  da  berefen^a  magiare» 

Quando  un  Cauallo  beue  a  qualche  fiumara ,  &  beuendo  gli  en« 
tra  in  bocca  qualche  fanguifuga. 

9 

BSuendo  il  Cauallo  la  fanguifuga  corre  con  l'acquaie  come  è  detro  la 
bocca  del  Cauallo  s'afferra  in  bocca  fempre  fucinando  fa  infagnare 
la  bocca  del  CaualloiMolti  mafiri  dicono,cbe  quado  piglia  dette  fangui- 
fughe  vi  è  dubbio ,  cbe  entrando  nel  corpo  del  Cauallo  non  gli  faceffero 
maledico  di  noverche  fé  la  detta  fanguifuga, come  è  dentro  il  corpo, af- 
ferra^ fucchia  tanto,fin  che  è  piena,&  poi  lajfa,  fi  cbe  lafciandofi  detta, 
fanguifuga  venir à  a  cafeare  dentro  quelle  parti  del  pafìo  mangiato  per 
detto  (auallo,&  per  queflo  allora}  cbe  il  Cauallo  euai  -a  il  cibo,  euacua 
ancora  detta  fanguifuga,  fi  che  per  quefla  caufa  ;  dico,  che  non  vi  è  dub- 
bio,cbe  detta  fanguifuga  entrando  in  corpo poffa  fare  offefa  alcuna,  o  cC  "■ 
(aualli,òa'  'Buoi,  &  fé  pure  paffafie  dalla  parte  del  fiomaco  per  dentro 
li  altri  interiori,  &  cbe  fi  attaccale  molte  volte  per  li  meati  a  bafio  delle 
intejìina  fempre, cbe  t  piena, fi  fermerà, e  vfeirà  poi  con  il  fìerco. 

Quando  vn  Cauallo  è  per  correre  la  mattina . 

SI  deue  tenere  con  poco  pafìo ,  ad  effetto ,  che  fi  troui  digefìo ,  e  leg- 
giero >  C3  anco  fi  debbe  vnpoco  fargallopat  dalla  fera  innanzi ,  a 

talché 


TERZO.  tu 

jl  takbe  fi  troni  con  lena ,  &  non  li  dare  quella  corfa  fubito,  perche  fùria 
pericolo  di  farlo  riprendere ,  onero  farli  fcendere  qualche  furia  di  f an- 
gue per  alcun  luogo  della  per  fona  :  &  corfo ,  che  batterà  detto  Cauallo\ 
bifogna  farlo  paleggiare  per  tutto  quel  giorno  con  vna  coperta  leggie- 
ra^ mafimefe  è  d'inuerno,  fi  che  fi  rafciughi ,  &  che  tanto  li  membri 
di  dentro  del  corpo  quanto  le  parti  efleriori  fi  confortino ,  &  rifrefchino* 
bifogna  teverlo  per  due  giorni  con  poco  pafloyfi  che  per  la  fatica ,  che  ha 
fatto  fuegluindofi ,  &  rifcaldandofi  tutto  ilfangue ,  con  ilfouerchio  cibo 
non  attmentajfCi  &  aumentandofi  li  humori  con  detto  mangiare  cauferia 
no  molte  le fionì  tonde  per  queHo  è  bene  Unirlo  fobrio  de' cibi  due  giorni , 

rn  paleggiandolo  con  poco pafìo. 

Del  modo  del  condurre  ilfangue  da  un  membro  all'altro 
del  corpo  del  Cauallo  . 

I7\£  Sapgna  dicono  >  che  quando  ad  vn  fauallo  li  uogliono  far  corre- 
re il  fingue  al  lontre  ,  onero  alle  partì  dietro  delle  cofcie  ,  hai  collo 
quando  lo  uogliono  ingraffare  l'infagnano  alle  parti  di  dietro  delti  fian- 
chi t  e  fé  il  Cauallo  hauefie  il  collo  fattile' .,  onero  fufle  baffo  dì  petto 
lo  fanno  infagnar  alla  parte  dinanzi ,  dico  dal  collo  ,  onero  dalli  fcon- 
trìifi  che  dicono  ^che  infagnandolo  là  dotte  l'infagnanojà  corre  il  fiingue, 
r  là  fa  lega  ,  &  carne  :  Dico ,  che  detta  opinione  è  f alfa  fecondo  il  moto 
della  natura  :  perche  ha  fatto  il  corfio  del  Cauallo  ,  che  tutti  li  membri 
hanno  l'officio  loro,come  fi  può  vedere  ne' Capitoli  qui  dietro ,  doue  par- 
liamo del  fegato  jdoue  diciamo  cfìer  fonte  difangue}&  di  là  efce  il  nutri- 
mento di  tutte  le  vene  del  corpo  del  Cauallo,  &  tanto  alla  parte  della  té- 
fta,&  del  petto ,  &  delle  gambe  dinanzi,  &  del  collo ,  come  ancora  dal- 
la parte  delti  rognoni ,  la  fcbiena  ,  &  delle  ccfcie  ,  &  gambe  di  dietro, 
che  tutto  il  corpo  gouerna ,  &  nutrifce  detto  fegato  ,  <&  queHo  per  eor- 
fo  naturale,&  ilfangue  tiene  infoTtan^a  il  corpo,  &  tutti  li  memb?i;& 
quando  il  Cauallo  ha  qualche  influenti  a  alle  parti  dinanzi ,  cioè  ad  vna 
gamba  jnoìfagnamo  dall'altra ,  &  quefìo  fifa  perche  l'humore  del  fan- 
gue  putrefatto }che  e  groffo  noi  l'infagnamo  per  allegerirlo  >  &  coft  vfa- 
mo  quefie  infignie  per  diuertire  l'hnmore  tanto  delle  gambe  dinanzi , 
come  delle  gambe  di  dietroy&  altri  luoghi  della  per  fona  ,  fi  che  faglian- 
do ,  &  diuertendo  quell'bumor  reflaria  il  fanguein  quella  parte  doue-* 
danno  lafagnia ,  fi  che  farla  un'infettare  tutti  li  membri  fopr adetti ,  ò 
fpalle»ò  gambero  cofcerdoue  fuccedeffero  le  infermità  fefofìe  vero  l'opi 
mone  delti  majirì  di  Spagna  :  per  un'altra  ragione  dico  ,  che  fon  falje  , 
mettiamole  un  Cauallo  habbìa  male  ad  vna  gambali  mafiro  lofagna. 

ala 


V 


uà  t    I    B     R    O. 

<r  la  vena  del  pìedeidunque  il  mafìro  lo  fa  per  d.-ertìre  quell'immote  da  g 
quella  gamba>&  allegerHa,fc  queftof uff  eccome  dicono  li  maflri-detta 
gaba  re  fi  aria  grò  fi  a:co fi  dico  quado  li  Cauaili  per  un  bi fogno  fi  fagnano 
in  diuerft  luoghi  della  per  fona  per  diuerfe  infermità  ogni  fagnia  porta- 
ria  il  f angue  in  quella  parte ,  £t  ancora  quando  li  madri  fagnano  man- 
co bi  fogna  alacciare  il  luogo>&  tanto  è  diacciare  il  collo  ad  vn  (fauallo  , 
ò  vna  gamba  quanto  è  dire,  che  il  f angue  fi  conduca  in  detto  luogo  ,  che 
data  che  è  la  fagnia  lo  alle grn f ce:  dico  che  naturai  aente  il  f angue  f em- 
pre  mai  gira  bora  per  la  te/la,  bora  ve,-  le  gambe  ,  hor  dentro  il  corpo , 
horper  li  piedi  ;  &  la  ragione  è  quella  :  non  vifariano  infermità ,  fé  il 
fangue  non  giraffe,  perche  il  fangue  dà  nut  amento  à  tutti  li  membri  ,co- 
me  ho  detto  difopra:  l'altra  quando  è  in  abbondanza  offende  il  pia  delle 
uolte,hor  da  vna  bandai  hor  da  un'altra  del  corpo ,&  caufa  molte  in- 
fermità }  &  à  le  uolte  fi  rjolue  da  fé  il  fangue:  quella  ragione  dà  ad  in- 
tendere ,  che  il  fangue  non  fi  à  fermo  fempre  in  un  luogo  ,  e  fé  ftà  fermo 
detto  fangue  fi  uede  per  efpericntia,ihe  caufa  poflemmationi,  mala  na- 
tura ha  dato  il  nutrimento  fecondo  il  membro ,  né  più ,  né  meno  ,  per- 
che nonfia  offefo  dal  detto  fangue. 


Della 


vira. 


OV  d.  K^D  0  vn  Cauallo ha  la  fchihntia, ouero li  ftrangoglioni  ^ 
in  gola  y  quefìi  uengono  per  due  caufe ,  cioè  perfcaldare  ,  &  raf- 
f'reddare:uengonoper  aumentarione  di  fangue,&  per  quefla  aumenta- 
tionesenfiano  li  biuoli,&  enfiano  alle  uolte  li  flrangoglioni3et  fanno  mo 
tini  di  grandi  pofìemme,&  leua  il  mangiare  à  li  Caualli>&  perche  det 
tepoHeme  impedifeono  il  meato  della  carne,  però  detti  (aualli  nonpon 
no  bere ,  ne  mangi  are:  aliar  a  li  wiafìri  li  fagnano  à  li  fianchi  per  diuer- 
tire  queWbumore  fanguigno,cbe  non  uada  ad  offendere  il  luogo  lefo;an- 
torali  fanno  criflieri  communi  per  leuare  quelle  fumojità  di  corpo ,  C? 
farlo  lubrico  :  li  fanno  untioni  ingoia  per  mollificare  dette  pofìemme  : 
li  fanno  moUifi cationi  di  maina  cotta,  fongia  fracculu,e  burro  :  &  que-  H 
fio  lo  fanno  per  mollificare  dette  pò flirn  alieni  :h  danno  à  mangiare  ciò 
che  uoglino  ,  à  talché  fi  confortino  ,  6'  nen  indtboli(chine:  li  danno  be- 
uanda  d'acqua  d'orT^oMquìritia,  uua  paffa ,  mele}&  cimino:  que  fio  lo 
fanno  perche  uenga  à  confortare  qudle partì  inirinfeche  della  gola  del 
(fauallo>&  ancora  lo  sìomaco ,  &  lo  tengono  à  mangiare  col  capo  alto , 
à  talché  non  concorra  più  humore  à  la  te  fi  a  mangiando  col  capo  bafio: 
li  datino  il  fuoco  quando  fon  fatte  dette  poli emat ioni ,  eie  rompono  col 
fuoco  :  quefio  lo  fanno  perche  fé  le  tagliaffero  con  ferro  crudo  f ariano 

fangue. 


TERZO.  xi^ 

rsA  fangue  ,  ma  con  fuoco  nò,  per  quefta  caufa  rompono  col  fuoco  dette  pò* 
ftemationi ,  lo  medicano  con  unguento  fatto  difongiafxacida ,  "verdera- 
me ,  £3  olio ,  perche  la  fongia  ,  &  l'olio  fono  mellificami,  &  inducono 
marcia,  &  quel  verderame  purifica  la  carne  trifi  adi  mettono  vn  vorpi- 
no  ingola  ,  dico  al  fine  del  canaruigo  conleggier  mano  vntato  diburro* 
&  mele  rofato  :  queslofì  fa  per  rompere  alcuna  poflema  »  chefofie  a  la 
parte  di  dentro  della  gola,  &  queflo  mele  rofato  lo  mettono  in  alcuna 
piaga  ,  che  fojfe  a  la  parte  di  dentro  per  caufa  della  difcefafopradetta  ; 
0  queflo  burro  per  mollificare  il  canarwzgo  del  (auaìloinota ,  che  tut- 
ti quefli  medicamenti  fono  laudabili ,  ma  al  mettere  di  detto  vorpino , 

*B  dico  per  fare  rompere  alcuna  poslematione  dentro  la  gola  lo  laudo ,  per- 
che il  Cauallo  altrimente  non  fi  potria  vedere,nè  maneggiare,  ma  voglio 
che  fia  ben  arrouigliato  di  bombace ,  che  fia  piccolo ,  &  poco  invoglio  % 
fi  dee  untar  bene, e  metterlo  leggiermente  nel  canarw^o ,  perche  altra-' 
mente  faria  piaghe  nociue  a  Ugola  del  Cauallo  ,  &  non  potria  inghiot- 
tire il  cibo  ,  pur  alcuna  parte  ,  che  mangiaffe  :fe  li  fanno  manicare  cer- 
ti bafìoni  di  fico  >&  fi  tengono  nell'aceto  bianco ,  con  garof ali  cannel- 
la ,  &  noce  mofcata  perche  detto  Cauallo  manicando  detto  bacione  di- 
fciolgie  le  mafcelle ,  e  l'aceto ,  dotte  s'infondono  conforta  ,&dà  appe- 
tito al  Cauallo. 

C  Della  incordatura. 

QFtsfl^D  0  un  Cauallo  è  incordato,  ilmaflro,che  uà  per  [cor- 
darlo bifogna ,  che  fi  a  defìro ,  £?  che  maneggi  quei  ferri  con  di- 
ligentia ,  a  talché  le  budella ,  che  ni  cadono  dentro,  non  vengano  ad  am- 
maccarfi  perche  s'enfiarla ,  &  il  Cauallo  non  potria  euacuare ,  &  non 
uacuando  faria  caufa  della  morte.  Vi  fono  afiai  maslri ,  che  non  vi  vfa- 
no  diligentia ,  maneggiando  afpramente  dette  budella  per  farle  fall" 
te,& leuare ;  ma  poiUuate ,  che  fono  reflano  tanto  contufe  ,  &  pe- 
siate ,  che  il  Cauallo  refi  a  con  paJ[Jione,*&  fi  va  facendo  à  dietro ,  & 
*D  ha  grande  affanno  di  corpo  :  queflo  è  fegno  mortale  quando  fi  fa  cofi 
indietro . 

Del  capo  ccrro. 

SO  7^0  affai  Cauaìli ,  che  per  toccare  la  fella ,  ouero  barda  fi  fgar- 
rc^ano ,  ò  per  mala  carnatura ,  che  habbia  detto  Cauallo,  ò  per  al- 
cun neruo ,  che  s'infracidaffe  in  detto garrefe  di  quelli ,  che  paffano  per 
la  parte  delia  f ch'iena  fino  alla  nuca  del  Cauallo  corre ,  C?  allarga  la  pia- 
ga per  fino  à  li  crini,  &  perche  alcuni  maUri  li  chiamano  cri  ni ,  alcuni 

H        capo 


U4  L     l  ■  B     R  •  ° 

eapocerro;  perche  arma  detta  piaga  delfopradetto  luogo ,  ££  lofpar-  E 
timento  delle  [palle  dal  collo  del  Cauallo:  allora  affai  mattri  detta  piaga 
la  difperano, perche  è  incurabile  per  efiere  penetrata  dentro  al  [opr adet- 
to luègo  ;  fi  che  per  queflo la  dicono  eapocerro  per  effere  al  capo  dell'i 
crini  del  Cauallo . 

Differenza  da  un  piede  ammalato ,  &  una  piaga . 

Q  Dando  un  Cauallo  ha  vna  piaga  algarrefe,  onero  alle  cotte,  òfo- 
•;  pra  lofpino,ò  in  altro  hogo  della  perfona  è  più  facile  a  gomma- 
re ,  e  he  non  è  il  piede  :  le  ragioni  fon  queflc  ;  che  hauendo  vna  piaga  ne* 
luoghi  fopr adetti  non  vi  può  crefccre,nè  aumentare  la  carne \come  al  pie  F 
de,chettà  in  luogo  pendente  della  perfona,  ne  manco  ui puh  feenden 'fu- 
ria di  fangue, come  al piede,nè  manco  paté  tanto  moto,perche  non  ha  da 
caminare  :  ancora  non  porta  la  piaga  fopr  a  la  perfona  del  Camallo  quel 
pefo  s  che  porta  il  piede-.di  più  la  piaga  potta  altroue  è  confortata  più  , 
che  nelpiede,perche  la  piaga  di  fopr  a  ttà  in  luogo  caldo  circondata  dal- 
la carne,&  il  piede  flà  in  luogo  humido,  circondato  dall'vgniaydfèfec- 
ca,&  humidada  piaga  di  fopr  a  fi  può  medicare  afeiut-ta  per  la  mollifica' 
tione  della  carneàa  piaga  del  piede  è  di  bi fogno, che  fi  medichi,^  tenga 
per  femprc  mollificata  per  l'vgna ,  che  ha  parte  fecca  :  la  piaga  di  fo- 
pr a  fi  può  medicare  fcn\a  difenfiuo  ,&la  piaga  del  piede  ha  bifogno  r 
di  difenfini,  &  di  alacciare  le  vene  per  non  far  concorrere  il  fangue  a  baf-  ? 
/oda  piaga  difoprafipuò  medicare  caminando;à  la  piaga  del  piede  fiotti 
bifogna  caminare:  perche  daria  pafilone:dalla  piaga  difopra  fé  nepukle 
uare  affai  più  offa  perche  fono  in  affai  quantità, tanto  algarrefe,come  al- 
le co Jìe,  £5  fpino,ma  dal  piede  noverche  è  sù'l  taurìeìlòi&  mancandone 
con  poco  vigor  e, &  for?a,  fi  che  quelle  fono  le  djfferentie,chefono  tra  il 
medicare  del  piede  ,&  il  medicare  delie  altre  piaghe  della  perfona  del 
Cauallo , 

Quando  un  Cauallo  fi  riprende  per  caminar  troppo,&  per  troppo  jf 
biaua  jche  mangiaffe^ò  per  mangiare  troppo  grano. 

DICO  J{0  alcuni  mafìri ,  che  fagnando  detto  (auallo ,  £?  inde- 
bolendolo di  fangue ,  &  dapoi  dandoli  vna  prefa  d'acqua  d'or- 
%o>&  quattro  onde  di  conferua ,  ò  me^a  libra ,  dicono  hauerlo  f anato % 
con  batterli  leuato  tutto  il  fangue  tri  fio ,  &  che  non  ne  nefia  troppo  più 
fritto  per  offendere  detto  (auallo ,  &  dicono  ancora  di  batterli  rtfrefea- 
to  tutto  il  corpo  in  una  voltaMndoli  la  fopr  adetta  decottionc,  ma  io  di- 
ta dittòipercbe  quando  un  Cauallo  ha  iiprenfione,ta?tf0  è  a  dire  ripren 

fione  % 


TERZO.  rt$ 

A  fionè,  tome  [angue  concorfo,  &  fcbr 'tritato ,  fi  che  dando  lafagnìa,  ben 
che  quella  fagnia  indebolita  la  fonte  del  [angue,  che  è  il  fegato,  reftano 
li  [angui  mefcbiati  in  altri  luoghi  della  per  fona  del  Cauallo  ,  quali  fono 
le  cofce,  la  milTa ,  &  il  cuore  ;  fi  che  la  opinione  dtlfopr adetto  mafiro , 
in  queslo  ca[o  non  è  vera  >  perche  danno  lafognia,  &  indebilendo  il  Ca- 
uallo del  modo [opradetto  non  vacua  tutto  l'humore  del  [angue ,  &  non 
vacuando  l'humore  del  [angue  nono  vera  l'opinione  [uadi  lajfarlo  leg- 
giero, & [en?a  doglia  :  cofi  dico  delia  decottione  di  acqua  d'orbo ,  e  del- 
la conferua,  che  non  bafta  a  rìfoefoare  detta  decottione  il  corpo ,  &  le 
materie  vifoofo,  &  calde  cau[ate  per  li  modi  fopr  adetti ,  perche  data ,. 
*%  che  [ara  detta  decottione  dì  là  a  tre  bore ,  ouero  quattro  detta  decottio- 
ne è  padita,  fiche  refìaria  il  corpo  col  medefimo  rifoaldamento  [e  non  [e 
li  dejfe  altro  rimedio  >cb  e  fono  ques~li;darli  detta  decottione,a  talché  di- 
gerìfoa  le  materie  intrin foche,  [arli  crifiieriper  deuiare  quelle  [umofità 
di  quel  calore  del  [angue  contaminato ,  [irli  di[en[iui  a  le  [palle,  &  a  la 
parte  dell'i  rognoni  per  difendere  alcun  moto  di  [angue  ,chereslaj[e,cioè, 
che  ritirale  ad  offender  detta  [palla,  ouero  [ch'iena;  ancora  [acendo  im- 
piastri d'orbo  cotto  in  aceto  pillato  con  [ongia  [r  acida,  &  mele  comma- 
ne,0  metterlo  tepido  in  dette  [ole  de*  piedi;  perche  Vor^o,  &  l'aceto  fo- 
no difoccatiui  di  quelli  humori,  che  potriano  venire  in  detti  piedi ;il  me- 
C  le,  &  la[ongia[onmollificatiui ,  & [dogliatiui  ;  dico  mollificami  del- 
l'vgnia,  cheè[ecca  naturalmente,  e  [doglìatiui  del  tauriello ,  che  è  cir- 
condato dalla  carne  ;  fi  che  quejìe  fono  le  parti,  che  fi  deono  medicare 
à  detti  Caualli  riprefi ,  &  non  lafiarlifolo  con  vna[agnia ,  &  vna  be- 
uanda ,  &  darli  da  -mangiare ,  [atta  che  hard  alcuna  dieta, [econdo pa- 
rerà al  mafiro ,  [landò  diligente ,  confortandolo  quando  con  yn  poco  dì 
paglia,  &  quando  con  vn  poco  di  brenno  ,[econdo  parerà  al  mafiro ,  che 
il  Cauallo  slia  gr  a  fi  o,ò  magro, tenendolo, [e  è  d 'eHate  in  luogo  frefeo,  & 
s'è  d'inuernoin  luogo  mediocre,nè  caldo, ne  freddo. 

DifFerentia  dal  Cauallo  vecchio  al  siouane. 


<D 


QV <ATs{DO  vn  Cauallo  è  vecchio,^  cafea  nell'infermità  intrin 
foche  del  corpo,  ouero  nell'i  altri  membri  della  per  fona ,  come  fo- 
no le  [palle ,  le  gambe,  &  la  tefia,  &  li  altri  membri  della  pzr[ona,per- 
che  efio  fi  ritroua  effer  uecchio ,  perche  tanto  è  à  dir  uecchio ,  come  ha- 
uer  anni  afiai,  &  per  quelli  anni  hauer  hauuto[atica,  &  il  [angue  efier 
indebolito ,  0  cofi  gouern  andò  li  altri  membri  detto  [angue ,  non  può  /o- 
rogiouare ,  né  tenerli  [orti ,  come  era  in  giouentà  :  per  la  cau[a  fopra- 
def.ta  effenfaeffo  debile;  &  per  queslo dicono  li  mauri,  che  gouer  nandù 

H     a         detti 


i   6  LIBRO 

detti  fauallhper  effe?  uecchio  habbia  poca  complejJìone,&  che  il  Canal  e 
lo  giouene  fia  più  forte  del  uecchio  :  io  moftrerò  nondimeno,  che  quando 
un  Cau allo  gioitene  cade  ammalato  è  cofi  debole,  come  è  un  Cavallo  uec- 
chioy&la  ragione  è  quefla:data  che  nega  una  ìnfermità,il  Cauallo,che 
ègiouene  non  ha  quella  fermerà, che  ha  un  Cauallo  uecchio,  tato  nelle 
offa  quanto  nellinerui,  quanto  nelle  legature  delle  giuture, tanto  la  pro- 
porzione delfangue,ò  li  altri  membrUcome  fono  il  Stomaco  ài  cuore >*7  ce- 
labro,  il  fegato  ,&  li  polmoni:  queftifono  quelli  membri,  che  fono  parte 
officiali,^  parte  particolari  del  corpo,  fi  che  in  quanto  a  queflo  non  ui  è 
differentia  tra  il  giouene,^  il  uecchio,chefe  l'uno  ègiouene,&  debile  di 
ojfOì&  di  carne,  &  l'altro  è  uecchio,  &  più  fermato  di  carne,  &  offa,  &  F 
nerui,  &  queflo  fi  uede  per  efperien'fa  ,  che  mai  fi  può  dar  fatica  ad  un 
Cauallo giouene  fino,  che  non  hapafiato  quattro,  o  cinque ,  &fino  àfei 
Unni:  quefto  lo  caufa  la  debilità  di  detto  (auallo  giouene,  ma  il  £auallo 
ài  tempo  dura  la  fatica, perche  è  affuef atto  più  del  giouene,  &  maffime 
quando  mangia  bene; fi  che  non  vi  è  differentia:  trouarete  che  il  Caual- 
lo è  fatto  di  quattro  elementi,  effendo  vn  Cauallo  giouene  infermo  li  no- 
ce più  l'elemento  dtll'aere  colfiar  pafeendo  la  notte,&  il  giorno  aWaere, 
che  il  vecchio  ypercheft  andò  il  Cauallo  vecchio  la  notte,&  il  giorno  a  l'- 
aere fi  raffreddai  raffreddando  fi  non  fi  può  co  fi  ricuperare  per  la  vec- 
chiezza fu  a  come  il  giouene:al  Cauallo  giouene  lipioueràfopra,&  quo-  G 
fio  è  vn' altro  elemento,&  non  l'offenderà: al  Cauallo  vecchio  raffredda- 
va le  reni,&  la  perfona,&  non  fi  potrà  cofi  ricuperare,  come  ilgiouene  > 
perche  ilgiouene  ha  più  tempo  al  medicar  fuo,  che  il  vecchio:  il  Cauallo 
giouene  dura  più  all' efkrc'uio ,  che  è  l'elemento,  e  la  parte  del  fuoco,  che 
il  vecchio, &  queflo  lo  caufa  perche  fi  troua  hauer  piùfrefco  il  corpo  del 
vecchioni  Cauallo  giouene  dura  più  la  jìccità,che  è  l'altro  elemento  del- 
la terra,che  èfecca,  &  humida,che\nonfa  il  vecchioyperche  fi  troua  più 
frefeo,  (3  leggiero  di  polmoni,  che  non  uiene  con  le  parti  fecche ,  come  è 
patir  fete  per  lo  camino, mangiar  fieno,  &  brenno,  che  dìfecca  il  corpo , 
dopila  li  polmoni  ;  fi  che  per  quefle-caufe  dico  il  Cauallo  giouane  go-  # 
derft  più  quefti  elementi,chc  il  Cauallo  vecchio. 

Differenza  del  verme  del  Cauallo  con  quel  dell'huomo . 

che  il  uerme ,  che  fi  crea  per  la  putref anione  dett'buo- 


TERZO.  i*7 

j  mó ,  che  fono  tanfate  dalli  cibi ,  &  è  atto  detto  verme  ad  offendere  pia 
l'huomojcbe  il  verme  del  Cauallo  nelle  infermità  ,  che  Recedono  ;  &  per 
quejto  uedendo  noi}che  il  Cavallo  non  mangia  altri  cibi>che  or\o,pagliat 
0  berbere  beitedo  acqua, che  fono  cibi  debolùe  quefio  è  quanto  alla  corti 
paratione  détti  cibi  deU'haomo;  per  quefio  dico ,  che  il  detto  verme  cau- 
dato per  li  cibi  fopradettinon  può  batter  quella  foftan^a  di  offendere  il 
corp'o,percbe  è  di  quefia  uilefoftan-^a  ,  &  debole  ;&  quefio  in  parte  fi 
nutrifee  per  quefìt  caufe ,  però  diciamo  efferpm  debole  detto  uerme  del 
CauaUotche  quel  dell' buomo . 

Tutti  gli  animali ,  che  (ì  eitcrciunoin  barda>&  fella,cafcano 

*B  ammalati  per  due  caufe. 

Lts4 'prima  è  per  aumentatane  delti  fangui ,  che  caufano  flegma  , 
aumentando  il  caloretdico  li  fangui  caufano  humori,  che  difen- 
dono a  le  gambe  dilli  CaUalliy  come  fono  fchinelle,  gerde  >  fopraoila, 
fbrmelle,humori,  riccioli  ,  crepazze,  ficocelli,  riprenfioni,nerui 
pieni,k>rmicoli,ciancoli ,  fittole ,  li  fangui  caufano  rogna ,  morfea, 
fanno  intorciare  la  tefìa  ,  la  lingua  caufa  fcefe  à  gli  occhi ,  fcbilantie , 
firangoglioni  :  li  fangui  per  l'aumentationi  foffocano  li  membri  debili  e 
come  è  il  cuore  per  fouerchio  humore  fanguigno  ,  cacciano  le  fumo fi tà , 
~  &  fanno  lagrim  are  gl'occhi ,  caufano  catarattole ,  e  panne  di  occhi  ;  fi 
che  per  quefia  caufa  dell'i  fangui  corrotti  il  più  delle  uolte  amavano  li 
Caualliy&  questo  viene  per  caufa  del  gran  calore,&  aumentatane  del- 
lifangui:per  un'altra  caufa  morono  li  Cavalli, &  la  prima  è  per  aumen- 
tatane della  flegma ,  che  è  humida  ,  caufa  uentofità  ,  dà  dolori  al  Ca- 
uallojofa  abottare,  raffredda  il  celabro  ,fa  indebolire  li  cibi  in  mal  fe- 
rutoUeua  il  mangiar  e,raffredda  li  nemici  fa  venire  lo  fparano,  il  tiro, 
la  colica,  ciamoin ,  &  alle  uolte  li  lena  talmente  il  mangiare  detta  fre- 
dc^Tjiyche  l*amma7^ra;ft  che  per  quefìe  due  caufe  li  Caualli  cafeano  am 
malatiì&  alle  uolte  morono. 

D  Della  foia,che  uiene  ad  una  giumenta, ò  mula . 

QUESTO  caufa  il  gran  calore  fanguigno  :  il  rimedio  è  quefio  ; 
piglia  duefardelie  in  barile ,  cbcfiano  fine ,  efappi ,  che  lafar- 
dellaèfrefca  naturalmente ,  &  il  fale  freddo ,  £>  fi  mette  nella  natura 
dell'animale,  come  è  giumenta ,  ò  mula ,  4  talché  rifrefea  queW  humore 
caldo ,  che  moue  queW incitare  di  foia  al  detto  animale  :  ma  perche  det- 
te fardelte  ,  &  fale  hanno  la  parte  forte  fi  mette  in  detta  natura  talmen- 
te,che  per  quefia  caufa  intorcia  detta  natura,  &fa  paffare  quello  appe- 
tì    £        tifo 


*i§  LIBRO 

tito  naturale  al  detto  animale  del  calore ,  ma  quando  fifa  detto  medica-  E 
mento  fi  dee  mettere  poco  in  dentro  detta  fardella  ,  perche  il  fortore  fo- 
pr  adetto  etifi  aria  le  parti  didentro,  tffaria  difficile  ilfanarle . 

Quando  un  garrefe,ò  ginocchio,  ò  giuntura,  ò  in  qualunque  luo- 
go della  perfona  fotte  difeparata  la  pelle  dalla  carne . 

NElli  fopradetti  luoghi  ftando  della  maniera  fopradetta  fcarnata, 
&  difeparata  dalla  carne  la  pelle,  non  è  bene  darli  fuoco;  perche 
effendo  difeparata  del  modofopradetto  non  lega,  ne  incarna  ;  perche  ef- 
fepdo  pelle  fccca,&  non  bauendo  niente  difosìan^ajenon  quella,  che  li 
dà  la  carne ;per  caufa,che  la  carne  è  governata  dalli  f angui,  cofi  la  car-  P 
ne  pigliando  fiofianT^a  dalli  fangui ,  dà  fofian^a  ancora  a  la  pelle  :  però 
dico ,  che  quando  detta  pelle  è  difeparata  da  detta  carne ,  offendo  della 
compUffione  fopradetta  è  impoffibile  incarnarla  dandoli  fuoco,  Cf  tanto 
più  ,  che  il  fuoco  ha  tra  le  altre  proprietà  la  parte  difeccatiua  ,  &  dnria 
caufa  a  difeccare  più  detta  pelli  ,£>  tanto  più  darla  caufa  a  non  farla  in- 
carnare ;  però  dico ,  che  non  è  bene  dar  detto  fuoco  per  incarnare  la  pelle 
fcarnata  da' luoghi  fopradetti. 

Quando  uedrete  un  Bue  far  quefì.'atro,che  apre  la  bocca3&  uuole 

pigliar  fiato  ,  &non  può  .  n 

QVefio  'Bue  allora  paté  di  polmoni;  &  la  ragione  è  quefìa ,  per- 
che è  dato  l'officio  a  tutti  li  membri  della  perfona  tanto  dell'Imo- 
•mo  ,  come  dell'i  ammali ,  &  tra  li  altri  è  dato  al  polmone  l'officio  di  pi- 
gliare,^ rendere  il  fiato,etper  queflo  quando  il  Bue  fa  quello  fegno  con 
la  bocca  di  sìar  affannato  a  pigliare  il  fiato ,  è  fegno  ,'che  lipolmoninon 
ftanno  bene^n^j  infetti,^  opilati  difiegma  uifcofa,&  ancora  di  pofie- 
mationi  :  allora  potete  far  queflo  rimedio  :  li  potete  mettere  lo  dieleboro 
al  goTgo,  dico  a  quella  pelle,  che  lìfccnde  dinanzi  al  petto ,  tanto  tem- 
po quanto  l'intorcìa, quanto  una  coco^a  d'India,  ad  effetto,  che  detta  ra- 
dice tiri  tutta  quella  vifeofità  in  parte  dal  corpo,talmente,che  tirandola  ** 
non  offende  il  polmone,  &  cofi  refla  libero,  &  ha  più  uigore  di  pigliare, 
&  rendere  il  fiato  -.ancora  feAidàjl  fuoco  a  le  cefi  e  tre  bottoni  per  ban- 
da al  dritto  del  bouctiello  ;  queflo  fi  fa  perche  il  fuoco  allarga  la  pelle , 
tS  poi  tira  al  dijìringere  di  detto  fuoco  ,  (S  cofi  tirando  detta  pelle ,  al- 
larga le  ale  dellì  polmoni  ;  ancora  feji  dà  per  otto  gimnì.v.n  firoppo  ac- 
conciato con  acqua  d'oi\Q,gorgoUtia,  meme,  fico.uuapafia,  ma)  rublo, 
xime.di  lauro ,  pulegio,&  ogni  cofa  bollite  infieme fé  li  d.r>à  a  bere  quel- 
l'acqua ogni  mattina  per  fpatiodiotto  giorni  tre  caraffe  il  giorno. a  la 

'digiuna; 


TERZO.  JT9 

^  digiuna  :que fio  fi  fa  perche  fon  cofe  calde, &  leuano  quella,  humidità,  & 
confortano  il  polmone ,  che  è  freddo,  &  fccco  :  e  fi  fa  pafcere  in  luoghi , 
che  uìjìaìw  herbe  frefchc,  a  talché  dette  herbe  aiutino>  &  mantengano 
il  corpo  lubrico,  &  frefco:  nota,  che  uengono  certe  infermità  alti  Caualli 
corporalmente  ,&  a  le  volte  per-duecaufe;  prima  fogiiono  uenir  per  fc al 
dare,&  rajfreddare,a  leuolte  uengono  per  troppo  aumentatone  di  [an- 
gue -}per  qnejìo  li  danno  tanta  tmbatione,  che  il  Camallo  perde  il  ma/pgia 
re  y  &  quefto  lo  cai* fa  le  fumojìtà  ,  che  caufano dentro  del  corpo  per  U 
putrefattone  deìii  hu  mori  caufxti  per  le  prime  canfe  fopradette  delfcal- 
dare,(J  raffreddare,  zfper  le  aumciitationi  dcliifangui;fi  che  per  quefie 

<%  caufe  li  Caualli  perdono  il  mangiare,  &  jlanno  turbati  del  corpo,  &  con 
grande  affanno ;&  alle  uo'tc  battono  lo  Herco  par  la  bocca,  &  nafomo- 
ta  .però  che  detto  fìerco  non  è  di  quello  ,  che  il  Oauallo  ba  'digerito ,  & 
m  indato  dentro  le  interiora  delie  b'4delle,  ma  è  di  quello  ,  che  detto  Ca- 
u  allo  fi  ritroua  dentro  lo flomaco,^  nota,  che  fpefse  uolte  quando  UCa- 
ttalii  flanno  con  detta  infermità  butano  fiegma  mefehiaca  con  detto 
fìcrcoy&per  qitcfio  dico  ancoraché  non  è  di  quello,che  sìa  dentro  le  btt- 
de-lla,ma  è  di  quel  cibo,  cheflà  dentro  loftomaco  digerito,  &  non  è  paf- 
fato  ancora  le  parti  fopradette;  fi  ebe  detta  infermità  fi  dimandailran 
guilio,  perche  tanto  è  a  dire  Ihanvuiìio^omefiare  il  corpo  del  Cauallo 

rJlurbat0:ll  rimedio  è  quefio,  prima  fi  allegenfca  difangue  dalli  fianchi 
per  diuertire  l'humore  fauguigno,che  non  offenda,dapoì  fé  li  faccino  cri- 
ftieri  ,  a  talché attrahino  le  fumo fità  :  fé  li  fanno  untioni  a  la  gola  delle 
cinque  untioni, perche  fono  calde,&  confortano  le  parti  humiae  della  go 
la,&  ilcelabro;fe  li  mettono  le  pene  al  nafo  con  l  euforbia  ,  per  dar  ma- 
Tei  la,  &  caufa  difeariccare  ih  umidità  del  celabro  :  fé  li  fanno  majìica- 
torij  dì  bafioni  di  fico  con  aceto  bianco,^  garofali,ca)meUa  ,&  noce  mo~ 
fcata,  infondendo  detto  bajìone  in  detta  decottione,  &  dandolo  a  masti- 
care al  Cauallo  tre,ò  quattro  uo  te  il  giorno,  per  confortare  il  celabro,  & 
ilflomaco,&  il  mangiar  fuo  fi  a  herba,  ò  gramegna,o  fieno,  &  li  darete 

~  beueroni  con  acqua  tepida,  £?  firma,  a  trìche  il  Caualli  fi  conforti ,  & 
pigli  fofianT^a,  fi  che  quefla  regola  fi  deefeguitare,  finche  il  Cauallo  ri* 
tiene  bene  il  cibo ,&  poi  li  darete  l'ordinario. 

Capitolo  quando  fi  vendono  li  Caualli . 

P  tarliamo  bora  quando  fi  uendono  li  Caualli  da  amico  ;  dico  ef- 
fer  tenuto  il  uenditore  per  fei  mefi  di  tutte  le  infermità  ',  e  ciò  di- 
co a  iufan^a  di  \apoli,  cioè  »  cbefofk  cofa  uecchia ,  &  non  pia  :  per- 
ii    4         che 


ila  LIBRO 

che  non  importa  dire  dì  amico ,  quando  la  infermità  non  è  uecchia,  &  E 
cofi  ancora  diremo  quando  Ci  uende  da  un  gcntilbuomo  è  tenuto  per  urì- 
anno,però  d'infermità  uecchia,cb   bauefje  il  Cau  allo, fecondo  che  fi  nar- 
ra ne  Capitoli  a  l'ufan^a  di  Trapali, 

ftem  fé  fi  uende  un  [aitaUo  tale' quale  è  quefìo,è  patto  rifoluto,  che 
il  uenditore  nonèoblìgato  a  nient e,  &  ancora  quando  fi  uende  un  Caual- 
lo,  &  il  uenditore  dice  fattelo  uederefe  ui  piace  pigliatelo  ,&  few  laf- 
fatelo,a  quefto  il  uenditore  non  è  obìigato  a  n'entc. 

Tarliamo  bora  deU'ufan^a,  &  come  fi  cojluma  uender  lì  Caualli ,  '& 
altre  befiie,  che  fi  esercitano  con  fella,  &  briglia ,  &  barde  nella  Città 
di  T^apoli .  p 

Trima  diciamo  >  che  è  tenuto  quaranta  giorni  il  uenditore  al  com- 
pratore per  il  male  coperto,  cornee  urìhumore di  f angue , che  defiei^ 
doglia  adunafpalla  ,ouero  alla  nuca  dietro  ,&  che  quando  fteffe  in 
ripofo  non  fi  doleffe,  queflo  uuole  l'ufan^a  di  J^apoli ,  &  quan- 
do poi  je  li  dà  fatica  ,  e  che  il  compratore  fi  doltjje  ;  dico ,  che  fa  te- 
nuto de>to  uenditore  refi ituire  li  denari ,  &  pigliarfi  il  Caualloy  per 
efitrli  uenuta  detta  hfiuemìa  di  /angue  ejiendo  di  detto  compxa- 
toreri  . 

ftem  uuole  Infanga  di  T^apoVu  che  fé  un  Cauallofaffe  uenduto,  &  fi 
ritrou affé -mal  mangiatore,  è  tenuto  iluenduore ,  perche  non  mangian-  q 
do  non  patria  durare  la  fatica. 

Item  vuole  l'vfan7^a,cbe  quando  vno  vende  vn  Cauallo,&  fi  ritroua 
magro>&  che  detto  compratore  lo  volt  fé  ingrafjare.&  il  CauaUo  fi  tra 
nafte  gonfiato  graffo  ,  ($  con  toffe ,  è  tenuto  il  -venditore  pigliarfelo  in 
dietro ,  perche  quando  vnCauallo  è  magro  ,  Sìa  più  digesto ,  &  fen%a 
fastìdio  di  corpo,wa  quando  piglia  cibo  affa'haUora  dimoHrarà  fé  è  in- 
fermo }  fi  che  per  quejta  caufa  è  tenuto  detto  venditore  pigliarfi  detto 
C  ali  allo  in  dietro. 

ftem  vuole  l' vfan^a  di  J^apoli ,  che  quando  vno  vende  un  CauaUo , 
&  il  detto  CauaUo  fi  trouaffe  con  mala  uiHa,  che  al  mancare,  &  al  ere-  „ 
feere  delia  Luna  mancafie  la  uifla  al  CauaUo ,  per  quello  difetto  d'in- 
fermità è  tenuto  il  detto  uenditore  restituire  li  denari,  &  pigliarfi 
il  CauaUo  in  dietro. 

Item  uuole  l'ufan^a ,  che  quando  fi  uende  un  CauaUo  >  &  trouaf- 
fe ciamorofo,  cioè,  che  non  mangia,  &  getta  quella  flegma  per  lo  nafo 
bianca  come  marcia ,  onero  f ufi  e  detta  jiegma  di  color  giallo  questi  fo- 
no dimandati  fcaualli  con  ciamorio  ,  er  in  quello  cafo  dico  ejier  tenuto 
detto  uenditore  pigliarfelo  m  metro. 

ftem 


TERZO.  in 

^f  Item  uunk  Vufan\a  di  *{apoli,cbe  quando  un  Cavallo  fi  uende,&  b 
fpauentofo,^  reftio,Ù  che  s'imponta,&  non  uuol  pacare  per  lejìrade , 
dico  effere  tenuto  detto  venditore  pigliarfeìo  in  dietro. 

Item  quando  un  (fauallo  è  aiiguftino,c/o£  che  fi  getta  all'acqua,  & 
perche  è  pericolone  quello  che  ila  a  Cauallofi  ammali  dentro  l'ac- 
qua ,dko  che  è  tenuto  a  l'ufan^a  di  V^polifil  uenditore  di  pigliarfeìo  in 
dietro  per  queflo  difetto ,  perche  questi  Caualli  fono  generati  del  rnefe 
d'^gojloicbefono  li  pianeti  aldi. 

ftem  quando  un  Cauallo  ha  il  tiro  caninosè  tenuto  il  uenditore  a  l'u~ 
fan^a  di  Napoli. 

Item  vuole  lufan^a  di  T^apoli ,  che  quando  fi  uende  un  fauallo ,  e 
™  morftea;  &  non  fi  lafìa  cauahare ,  né  ferrare ,  né  fi  Uffa  mette- 
re la  briglia  j  né  sbrigliare  ;  è  tenuto  il  venditore  tornarfelo  à  piglia- 
re in  dietro . 

Item  uuole  l'ufan^a ,  che  quando  un  Cauallo  paté  di  doglia  dì  neutre 
fpejfo  :  v  tenuto  il  uenditore  tornarfelo  a  pigliare  in  dietro  >  perche  non 
ttà  bene  nel  corpo,&  la  caufa  è  quejìa,  che  quejli  Caualli  quando  man- 
giano la  biauafmnanTj  che  fi  abbeuerìno,  li  pìg'ia  il  io!  ore, &  co  fi  quan 
do  uengonoinnan-^i  mangiare  frmìlmente  li  piglia  dolor  di  uentre,& 
quefio  lo  caufa  la  co  vplejfione  d  hit  e.  che  ha  d^  o  Ca  tallo  . 
C  Itemuuole  l'ufan^a  diT^apiU  ,  che  quando  un  Camallo  fi  uende ,  & 
bauefie  la  lingua  tagliatalo  tenuto  detto  ueniitore  ^perche  detto  Ca  ul- 
to non  può  mangiar  bene,  non  hauendo  t  tta  la  lingua,  ne  manco  (a  bri- 
glia lopotria  correggerei  per  queflo  fi  dèue  tornare  m  dietro. 

Item  uuole  Infanga  ,  che  quando  >n  Cauallofi  uende ,  &  è  sbocca- 
to ,  che  fi  trafporta  di  fuga,  CS  fé  non  fi  regge  bène  con  la  brigHa  ,  è  pe- 
ricolo di  ammalare ,  q-eìlo  the  li  uàfupra  ,  per  qutjio  è  tenuto  det- 
to uenditore  pigliarfeìo  in  dietro . 

Item  uuole  Pufanjgi  di  Napoli ,  che  quando  un  Cauallofi  uende  ;  & 
fi  troua  inchiouato,  &  chi  l'habbia  ferrato  de  tto  uenditore,  è  tenuto  pi- 
gliarfeìo in  dierro;dico  q'iando  il  fan  allo  non  diwoftra  di  zoppicare, al- 
**  lora  quando  fi  uende  ;  ma  che  lo  dimofìrafie  di  là  a  qualche  giorno ,  e  he 
il  compratore  fé  ne  uolefie  feruire . 

Item  uuole  l'i  fan^a  ,  che  quando  un  Camallo  fi  uende ,  &  canale an- 
dolo  inciampa. e  ha  a  cadere;  e  fiere  tenuto  detto  uenditore  pigliarfeìo  in 
dietro ,  perche  quandoun  £  aitai  lo  inciampa  ,  &  uà  a  cedere  pa'e  di  tre 
Cofeì  é  carico  di  f angue  dinari^  feJ palle, onero  ha  doglia  a  'e  fpalle,oue~ 
ro  cantina  stordito  ,  <jr  per  quelito  uà  inciampando  ;  &  cade ,  &  e  peri- 
colo (adendo  ammalar  q  elhjcbe  li  uàfopra. 

Item 


ni  LIBRO 

Itera  uuolel*  u farina  di  Napoli,  che  quando  un  Cavallo  fi  uende ,  &  E 
poifitroua  boUojètenuto  il  venditore  pigliarfclo  in  dietro, perche  detto 
bolfofipvo  occultare  contenerlo  con  pxfìì  frefchi ,  &  tenerlo  leggiero 
di  mangiare,  fi  che  uolendolo  effettuare  il  detto  compratore ,-  &  tonan- 
dolo bolfo  è  tenuto  detto  venditore  pigliarfelo  in  dietro. 

ftem  vuole  l'ufanTa  ,  che  quando  un  Cauallo  ,  ò  m ala  haueffe  il  for- 
micale,/?d  tenuto  il  uenditore,  perche  detto  formicai  e  ftà  dentro  deU'- 
ug  nia,&  il  ferro  il  tiene  coperto,  &  per  qu  e  fio  fi  dimanda  infermità  oc- 
culta,^ il  venditore  è  tenuto  pigliarfelo  indietro. 

Itera  quando  fi  uende  un  Cauallo  a  l'ufan^a  di  Napoli ,&  che  il  cor» 
pratore  li  trouafie  tra  li  quaranta  giorni  alcun  male  uecchio,  &  e  fio  com  F 
pratore  haueffe  fatto  tagliare  li  crini  al  detto  Cauallo,  che  ha  comprato, 
onero  in  mano  fua  dì  detto  compratore  f 'offe ficee fio  alcun' altra  cofa  al- 
la per  fona  di  detto  Cavallo,dico  che  mentre  ^che  non  crefeono  li  detti  cri- 
ni ,  che  li  ha  tagliati ,  ouero  come  ho  detto  difopra  lefojje  fucceffo  alcun 
viale  ,ò  a  legambe,ò  al  corpo  non  fi  può  ualere  di  là  a  quaranta  giorni  di 
detto  mal  vecchio ,ch e  troua  al  Cauallo  per  caafa.cbe  il  venditore  uorria 
il  C  avallo  }come  era,£$  è  di  giuftitia  tornarglielo  co  fi  come  Cha  venduto. 

Quando  un  Cauallo  il  vende  per  fano  a  vfanza  di  Napoli . 

DIcOychefolo  ad  vfanza  di  T^apoli  è  valida  la  vendita*  &  fé  il  Co. 
vallo  havefie  alcvn  male,  oùero  doglia  occulta  ,  che  non  la  dimo  j 
grafie  è  tenuto  il  detto  venditore,  &  cofi  ancora  quando  vn  Cauallo  ha 
ueffe  hauuto governo  a  qualche  fp alla, onero  anca,che  vi '/òffe  fiato  pofio 
lacciojovero  alcuna  vntione,chehavefic  levato  il  pelo,  fi  che  fi  conofeefie 
efiere  fiato  gouernato ,  &  che  esercitandolo  poi  con  la  fatica ,  le  vfeiffe 
fuori  qualche  doglia,dico  che  il  venditore  è  tenuto;  perche  il  compratore 
non  fi  cura  dell'i  fegnali ,  che  ha  detto  Cauallo  di  governo  ih  dette  [palle, 
ouero  anche, fé  non  dà  la  dogli  a, che  li  (fee  faticando  detto  Cauallo,  fi  che 
per  quetta  ragione  è  tenuto  il  venditore  ;  ma  quando  vn  Cauallo  fi  ven- 
de ,&  fi  vede  bauer  male  a  qualche  parte  della  per  fona ,  onero  in  qual-  " 
che  gamba  ,  &  che  da  detto  male  nenafeefie ,  che  faticandolo  il  detto 
compratore,  li  vev.ifie  doglia  per  detto  male  ;  dico,  che  non  li  è  tenvto  il 
detto  venditore,  per  cai: fa  ,  che  il  detto  compratore  ha  veduto  il  male , 
£3  per  quefio  non  è  tenuto  il  detto  venditore  ,  perche  da  vn  male  non  ne 
può  venir  fé  non  m  del re  f amicandolo, maffime  quando  fono  piaghe  al- 
le p  afiora  di  crc^^zc, onero  h.n  :nore,ò  i'efte}ò  qvalche  feritalo  qvalche 
luogo  delle  gambe,  ò  della  pei- fona  del  Cavallo  ffi  che  intorno  della  ven- 
dita de'  C 'avalli:  quefio  è  il  mio  parere. 

D'un'al- 


0 


T     £     R      Z      O.  11-3 

D'ur/altra  forte  di  uèndita. 

V'andò  un  uenditore  uen      <    '   é,cbe.ilCauaJlf$4Mtto  liftttof* 

di  più  difetti  perufcire  d'oblilo ,  6f  poi  quel  (fmaliù  bavera  un 
difetto,o  infermiti, the  non  l'hauerà  dettoti  venditore,  &  poi  uà  inpo- 
tere del  compratore,  dico  che  è  tenuto  il  uenditore  per  caufa ,  che  non  hi 
pale  fato,  il  difetto,  come  dìfopra  è  detto. 

'Dicono  li  majlri ,  quando  fi  iliade  un  (fauallo  a  l'ufan^a  di  J^apoli , 
&  poi  fi  ritrova  agulhn  d,  che  fi  butta  in  t'acqua  fé  è  tenuto  sì,  o  nò,  di- 
co tisi, perche  è  difetto,  'J  infermità;  perche  fé  il  CauaìU  hxaeffe  natu- 
*B  ralmente  la  compleffione  f<a  frefea ,  cioè,  che  fifentifse  il  corpo  frefeo  , 
non  fi  batteria  nell'acqua  ,  ma  perche  fi  fente  ilfangue  tanto  caldo  ,  per 
quefta  caufa  fi  butta  detto  Cavallo  nell'acqua  ;  dunque  poi  che  il  detto 
.  Cauallo  ha  detto  calore  dentro  il  corpo  più  dclli  altri  Caualli,  fi  dette  ud- 
dimandare  difetto  fi ,  &  infermo  :  per  quefta  ragione  ancora  dico  >  che 
quando  uno  compra  un  (fauallo ,  &  pafìaffeper  l'acqua,  &  detto  Caual- 
lo nifi  gettafie  dentro  acqua ,  &  fi  facefie  male  ad  una  fpalla ,  onero  ad 
un'anca  ,  ò  t'affogale,  pur  chefiprouaffe,  che  detto  (fauallo  cadeffe per 
lo  difetto  fopradetto  ,  è  tenuto  il  uenditore  a  l'intereffe ,  e  restituire  la 
moneta  in  dietro  a  detto  compratore ,  e  quefi'è  il  parer  mio ,  per  effer  il 
C  detto  difetto  infermità  occulta . 

^Dicono  li  majlri ,  che  quando  un  Cauallo  fi  uende ,  &  è  iebile  di  die- 
tro naturalmente ,  quello  che  compra  ,  per  ben  che  lo  ueda  debile  forfè 
fperando  di  riformarlo  col  mangiare,  &  col  ripofo  lo  piglia  ,  &poi  il  det- 
to Cauallo  tra  il  termine  dell'i  quaranta  giorni  non  confort andofe  non  pi- 
glia for^a  y  tanto  che  detto  compratore  non  fé  ne  può  feruire  per  detta 
debilità  di  reni,  dico  che  è  tenuto  il  uenditore  a  ripigliar  fé  detto  Caual- 
lo ,  &  maffime  per  efiere  a  ciò  tenuto  a  iufan^a  di  Napoli  di  tnale ,  tà 
difetto  uecchioper  quaranta  giorni. 

^  Del  dolore  di  uentre ,  che  uiene  a*  Caualli . 

("^  Hiedono  alcuni  fé  quando  uìene  un  dolor  di  uentre  ad  un  Qt- 
^j  uallo  di  tempo  caldo  ,  come  fono  in  quelli  due  mefi  di  Giugno,^ 
Luglio  del  me^p  giorno  quando  è  il  gran  caldo ,  <&  tanto  più  quando  il 
(auallobà  magiato  la  bitf.ua  per  la  mattina,^  beuutoÀcuejfi  darli  me- 
dicina calda  per  Iettare  la  humidità  sì ,  ò  nò,dìco  di  nò, a  queWhora  maf- 
ftme  fc  il  Cauallo  è  graffo ,  perche  farla  pericolo  farli  fallare  unafebre  , 
&  ammarinarlo ,ma  dico>cbefi  deuefagnare  a  lecegne,  allacciarli  li  te- 
{inoli ,  untarli  li  fianchi  con  olio  commune  caldo ,  farli  fuppotle ,  mele  % 

file 


i«4  LIBRO 

[ale  commune,  &  pepe ,  a  talché  efca  la  uentofttà  con  una  coperta  di  ca-  E 
nauaccio  largo ,  a  talchi  non  lo  tenga  troppo  caldo  con  la  bìiglia  in  boc- 
ca.con  una  pe$Zap'ena  dì  fale  in  detta  brìglia ,in fa fa  nell'aceto,  &  uno 
impiaflro  fopra  lerem  di  mele  pace  a  to,  cam  afflitta,  fen  gr  eco, mele  com- 
mune  ,  &  un  poco  di  fauna  di  grano  sfacendo  che  ogni  cofa  fia  paffato 
per  lo  jet  accio  ben  p<  k  o ,  cioè  le  he-  be  ,  &  poi  bollite  ogni  cofa  infume  in 
uno  pi'inatto  inco'  parandovi  uin  rofio  buono,  &  h  spanderete  fopra  li  fi- 
letti della  fchiena , queflo  conforta  li  fleti  i,et  li  f calda :fe  li  dee  mettere  U 
mano  al  cotpofptfio  con  infonder  la  mano  nell'olio  comune, et  fa  auemen- 
te  con  d<-Tt.i  mano  nettagli  il  corpo,et  l  ufi  and  oui  alcune  uolte  l'o!io,a  tal- 
checché  tenga  molli  ficato  la  parte  del  budellone  li  faccia  uno  crifiiero  di 
Tnalua,£S  iiolaiatherba  di  muro, et  cerapia,et  olio  molato  con  una  bran-  * 
ca  di  Jale  communi.,  &  fatto  q<  e  fio,  fi  lafci  palleggiare  per  luogo  frefeo 
con  la  bnglia  in  bocca,&  (gm  din  horeje  li  metta  una  candela  di  cera  di 
un  baiocco  untata  di  japtne  Jaì  acini  jio,et  poi  coperta  di  pepe  fopra  det- 
to fapone  ,  &  candela  mettercela  dentro  il  membro  del  Qauaìlo ,  dando 
cagwne,che  ouni,iia7i.ut  aratolo  in  Stalle  far  e  fi  ier  e  per  quel  fubìto, a  tal- 
ché orinafjt^et  quefto  fi  faccia  per  fi  no, a  la  fera  alfrefco,& feilCauallt 
hàfaftidio,  allora  noi  le  potete  dutequefìa  medicina  :  me^a  oncia  diga- 
langa,me\a  difpiconardo,  un'amia  di  teriaca  fina,  con  una  qtarta  dia- 
loepaticoy&  quello  fé  lì  dia  con  una  caraffa  di  uin  rofjo,  £>  intertencrete 
il  Cauallo  perfino  a  me\a  notte  con  la  briglia  in  bocca  >&fefi  colca  lo  \f 
lafiarete  cole  are  fopra  una  buona  lettiera  dipaglia,&  non  lifeiogliete  U 
teilicolifino  atta  mattina  :fe  uedete  il  Cauallo  hauer  perduto  lapàfjìone 
leuift  la  coperta  la  notte  ;&  quefto  è  il  mio  parer  e;  fi  che  il  Cauallo  retta 
libero  per  quel  giorno  ,  li  darete  un  beuerone  di  acqua  un  poco  tepida  con 
una  branca  di  farina  di  gr  ano, f celta, a  talché  che  conforti  il  corpo,  &  che 
padifea  prefìo  detta  acqua  con  darli  una  me\a  quarta  dì  brenno  da  man 
giare  appreffoyperche  è  pafìo  leggiero,che  s 'allegerìfce prefto,&  poife- 
guitate  Vordine,che  folcte  del  mangiare . 

Dell'ugna  fpuntata  al  Cauallo . 

Dfcono  li  mafìri  quando  ad  un  fauatto  fé  li  fpunta  la  punta  del 
piede  per  alcuna  neceffità  d'infermità  >  che  haueffe  il  (auatto , 
a  la  giuntura ,  ò  neramente  atta  gamba ,  deuefi  fare  detta  fpunt  atura 
con  tagliarli  la  carne  del  tauriello  sì ,  ò  nò  ;  dico  di  nò  ;  perche  li  darefle 
più  paffione  ;  ma  quando  fi  cura  detto  piede  fi  deucfpuntarlo  con  un  ra- 
ffio ,  che  tagli  bene,  (Sfar  leggìer  leggiero  su'l  intaccare  con  un  pic- 

ciol 


T    E    R    Z    O.  iij 

^£  ciol  taglio  nella  carne  ,  &  dipoi  che  è  v fatala  quantità  del  [angue ,  che 
voi  volete ,  laflringerete  con  calce ,  e  buone  tafle ,  ferrando  di  [opra  a  le 
tafle ,  à  talché  fiiano  ftrette ,  &  non  faccino  vfcire  più  [angue  >  ma  poi 
di  là  à  tre  giorni  >  leuxt  e  le  tafle ,  &  medicate  con  mele  caldo  fa  e  fla- 
ve il  piede  pieno  di  fongia  lequefiofifaper  fufpittione, chela  fpunta- 
tura  nonfaceffe  marcia. 

Si  chiede  da  li  mafìri,  quando  vii  Cauallo  fi  ficca  vn  chiodo  sOuero  vn 
Groppone  al  piede  fé  fi  deue  mettere  quel  giorno  la  purga  à  l'anca,  ò  ve 
ramente  darli  vn  rottorìo;dico  di  nò:  ma  prima  vedere  otto,ò  dieci  gior- 
nUche  compie fjìone  ha  il  Cauallo: fé  il  (auallo  ha  complefjione  buona,£$ 
B  che  reftfia  à  l'infermità,  &  che  vada  migliorando  la  piagale  la  doglia* 
che  bit  fatto  il  chiodo  s  ò  lo  (ir  oppone ,  non  li  metterete  rimedio  à  Pane  a 
del  modo  fopr adetto ,  ma  fé  peggiora  detta  doglia ,  &  che  fiefie  male  la 
piaga,&  cheparefje  à  voi ,  che  il  male  andafie  allungo,dico  che  fi  deb- 
bia fare  rimedio  all'anca ,  à  talché  la  doglia  del  piede  non  lifacejfe  fec~> 
care  l'anca  di  fopr  a ,  e  queflo  è  il  parer  mio. 

Quando  crepa  vna  uena  in  corpo  al  Cauallo . 

Q  Vanda  crepa  vna  vena  in  corpo  al  Cauallo ,  e  crepa  in  due  partì , 
V vna  parte  è  intrinfeca  ,  cioè  quelle  vene ,  che  ftanno  nella  par- 

V  te  del  ftomaco ,  che  fono  nell'interiori ,  come  fono  le  budelle ,  &  quelle  > 
,  che  Sìanno  ne' luoghi  della  veffica ,  dette  vene  fono  fonili ,  &  pìccole 
di  meato  :&  dicono  li  autori,  che  tra  le  altre  vene  communi  quefle  fi 
dimandano  capi  di  vene ,  perche  portano  poco  J angue  ,&  fono  di  poca 
[oflan^a  ,  fi  che  al  fare  d'vn  sformo  fortemente  crepano ,  &  affai  volte 
il  calore  le  fa  crepare,  &  majjime  fé  s'aggiunfe  la  fatica,  &  la  for- 
%a ,  che  fa  il  Cauallo  caminando  ,  ouero  correndo ,  ò  per  portar  pefo  : 
questa  maniera  difangue ,  che  efee ,  &  pafìaffe  per  alcuna  vena  delflo- 
maco,è  atta  ad  euacuarla  per  la  bocca  detto  Cauallo>&  ancora  fé  li  pon 
no  dare  medicine  per  difìringere  detta  vena  fé  è  per  la  parte  degtinte- 

É  ftini ,  &  della  vejjica  :  fimilmemc  il  detto  J angue  vfeendo  del  modofo- 
pr  adetto  non  può  impoft  emare  .perche  fempre  il  corpo  euacua ,  &  eua- 
cuando  la  getta  fuor a ,  co fi  farà  nel  mede fimo  modo  nell  orinare,  fi  che 
fempre  la  vejjica  euacua  :  &  tanto  nello  flomaco ,  quanto  nelle  parti  fo~ 
pr  adette,  che  fi  rompono  dette  vene,  h  annoia  euacuatione ,  &  ancora 
jiponno  medicare  con  cofe  difìringitiite ,  &  euacuatiue  di  quell'humore 
del  f angue  fparfo  da  detta  vena ,  à  talché  non  putrefaccia  ne'  luoghi  fo- 
pradetti:  la,  medicina  è  quefla ,  darli  poco  à  mangiare ,  fi  cheflia  dige- 
fto,&ftia  col  corpo  leggierO)darli  cofe  lubriche \come  fono  herbe ,  atte  à 

mangiare 


ii6  X    I     B    R    O 

mangiare  detti  Cauallì,fi  che  non  faccino  for-^a  all'euacuare  del  corpo ,  E 
&  ogni  mattina  li  darete  due  caraffe  di  acqua  dor^o  ,  con  vrì oncia  di 
mumia,vn'onciadi  boloarmino,m esonda  di  maUke.me^oncia  di  far 
cocolla,perche  fon  cofic  rifreficatiue,eioh,  che.  rif refe  ano  li  fanghi,  &  fo- 
no difìringitiue  ,&  quefto  fi  faccia  fino  a  fei  giorni  ;  quando  fida  det- 
ta medicina,  bifogna  che  fila  due  bore  digiuno  ,  &  dapoi  data  due  altre 
hore,a  talché  la  detta  medicina  troni  il  corpo^chehabbia  dige$lo,&  pa 
dito:  fi  che  a  detta  forte  dì  vene  intrinfeche  vi  è.  queslo  efpcdiente_>. 
Ma  quelle  vene„chcfonoeHeriori  dalftomxco ,  &  dalla  parte  delle  bu- 
della, &  della  veffica,  &  chef  tanno  tra  il  corpo  del  Cavallo  ,  &  l'inte- 
riori, dico  a  quella  banda  dalla  parte  di  dentro  delle  cofte,& 'per  la  par-  F 
te  del  ventre  del  Cauallo,&  delli  filetti  ,&  delle  reni  dell'animale  quan- 
do fi  rompe  alcuna  di  quefte  vene ,  che gouernano  qutfta  parte  efterio* 
re,  &  cafica  detto  f angue  tra  le  cofte,  &  le  budella,  &  altri  membri  in- 
trinfechi  :  onde  non  ha  tjìto ,  perche  ile auallo  hauendo  il  detto  J angue 
dentro  li  membri,  come  s'è.  detto  di/opra,  lo  euacua,  ma  quando  non  lo 
può  euacuare,è  di  bifqgno,  che  detto  J angue  vfeendo  dalle  fcpr  ad  ette  ve 
ne  faccia  poftemma,  &  è  perioolo  di  morte,  perche  il  detto  f angue  filan- 
do per  alcun  tempo  infracida  le  budella,  ò  alcun* altro  membro,  &  la  fu- 
mo fitta  di  detto  f  angue  putrefatto  occuperi a  il  cuore ,  fi  che  fono  due^s 
forti  di  vene ,  chefacilment&crepano  ,  come  s'è  detto ,  ma  advnafe  lì  G 
può  rimediare,  l'altra partSikdijfieile,&  è  pericolofa,  non  hauendo  efì~ 
to  tfiche  li  mafìri  quando  viene  firn il'cafio  fanno  criftierì  di  decottio- 
ni  di  maina ,  ^ticcaro  roffo ,  &  chiara  d'ou  a,&  olio  violato ,  e  ciò  fi  fa 
perche  detta  decottionedi  malua  mollifica ,  i5  rifrefea  le  budella ,  &  il 
Xuccaro  ,&  Polio  violato,  &la  chiara  d'oua  confortano  detti  interiori 
offeft,  e  per  ilfangue  putrefatto  Fallegerifcono  di  f angue ,  a  talché  man-, 
e  andò  ilfangue  allegerifce  il  fegato, the  non  dia  tanto  fangue  alle  vene  ? 
onde  habbiano  materia  dette  vene  dì  evacuare  fangue  ajiai ,  e  bifogna 
tenerlo  con  poco  pafto. 

^Alcuni  dicono,  che quando,  ad  unC auallo  fieli  rompe  le fopradette  uè  H 
ne  del  modo  fopr  adetto  perftagnare  il  detto  fangue  nonli  danno  à  man- 
giare per  tre  giorni  al  Cauallo  ,equeHolo  fanno  perche  mancando  il 
fangue  à  detto  Cauallo ,  cioè  quando  fiala  digefììone  del  cibo ,  cofii  fla- 
gnariala  vena  ;-al  che  rif pondo ,  che  non  è  bene  per  pia  caufie .:  la  pri- 
ma è,  che  quando  va  Caualfctnangia  il  fumo  di  detta  cibo  conforta  il 
celabro;dipoi  il  detto  cibo  caufafltgma^he  rifrefea  U  polmoni,  che  flati 
no  infientitio  del  cuore ,  &■ danno  •>&■  pigliano  il  fiato ,  e  di  detto,  cibo  fé 
mMfó  proprietà  delfangae^poi  che  detto  fangue  fcalda,  &  tiene  in  fio- 

slan^a 


TERZO.  ity 

^A  fianca  limnn,&  offa,  che  fono  humiàe ,  &  frigide ,  di  pia  riforma ,  & 
manda  la  miglior  proprietà  dei  f angue  al  cuore,  a  talché  il  cuore  morirti 
tutta  la  proprietà  del  corpo,  &  tiene  infofìan^a  li  poi  fi  rft  che  per  qui?* 
fìecaufe  e  neceffario,cheil  CauaUo  in  parte  ft  conforti  di  cibo,  fi  diepoffi 
fomentarli  membri. 

Perche  caufauierielafiatica  più  roftoaHeparti  di  dietrdr 
che  dinanzi. 

TVtta  latreattóne  delfangnefìà  alla  parte  dinanzi  del  Can allo,  & 
douejìà  ilfdnguein  quella  parteft anno  più  caldi  li  membri  del 

^  CauaUo,  <&  «¥  quefxa  caufa  la  parte  di  dietro  fìà  più  humida  ,  &  pati- 
fcep'ù  d'ffcidura  ,  fi  che  quando  il  Cavillo  li  viene  doglie  all' 'anche gli 
Tengano  per  oià  caule,  la  prima  è  per  vna  mòtione  difdtfgu-e,  che  va  in 
qki  ;  è  uti  fi  >*ro  dell'anca;  del  Cauallo  ,  &  fé  gli  aggiaccia  dentro  la. 
:  '■■:  ...'[//'<'  fi  )6r  l'hurnidità  ,  che  tiene  il  Cauallo  alla  parte  di  dietro , 
&  questo  d-  '  glia  ,  &  quefto  fi  nomina  fianca  ;  la  feconda  ragione  è 
perche  è  difjn'tntiata  ancora  la  f palla  dell'anca:  l'anca  è  fatta  dalla  pia- 
tii r  ■  cop.vn  ceno  o/Jo  tondo ,  (5  detto  ofìo  t congiunto  dentro  advrìa  t  ro 

r  offo  concai 'alo,  e  con, >pojio  dalla  natura  concerto  neruo  dentro  à  detta 
■concakatura  d'offo;che  tiene  L'anc#,&  dicono  ajjai  majìri,  che  detto  fa 
uallopate  di  due  maniere  di  ila  fica ,  la  prima  efiere  humida ,  la  feconda 
effer  calda,  quella  che  viene  perhumidità;ed  quelli  Camalli ,  che  fanno 
for"^a,& fi  rif  efcano,&  poi  fi  raffreddano,  &  il  luogo  fopr  adetto  riem- 
pie di  humìdità,  &  per  ciò  non  può  girare  detto  offo.  Se  viene  per  calidi- 
tà  fono  al  mie  parti di  fungue  mandate  dalla  natura,  che  gouemano  det- 
te anche ;&  fono  più  abbondanti  vna  volta  d'vrì 'altra;  fecondo  che  fi  tra 
uà  il  Cauallo  in  abbondanza  difwgue ,  &  quando  detto  f angue  )Nro»I 
in  quelle  parti  della  tiaùcaittipedifcovo  j  &  leuano  il  moto  à  detta  fi  aie 
ca,  £f quella  è  quella .parte,  che  impedif ce il moto  dell 'anca,  però  dia 'fi 


acques 

detto  f angue  ,&  conforti  detto  luogo  facendogli  émpiaìlro  con  lino  di 
mele  trementina,fili  greci,  femen^a  di  lino:r^fa,incenfo,maflice,  galba- 
no,dìaltea,ma)  cidonia,  aggrip  pia,  farina  di  grano,  viri  rofìo;  e  quejìofì 
fa  per  difeccare  quell'humore  di  f angue  condotto  in  detto  luogo  :  per  la 
parte  humida  lo  "adono,  poi  pigliano  fale  per  fìringere ,  &  allegerirz^» 
quell'hamore  di  f angue  aggiacciate  là:  poi  pigliano  olio  di  lauro,  canta- 

rcllax 


n8  LIBRO 

fella,  euforbìo,  perche  fono  cofe  cdie,  &  l'vntano  là  nel  luogo  deUa  fu-  E 
tica  per  Iettare  l'humidud  ricercata  dentro  al  fopradetto  luogo  :  alle  vol- 
te poi  ui  mettono  una  penna ,  accioche  evacui  meglio  la  detta  Immtdità 
del  [angue  aggiacciato  :  alle  uolte  gli  danno  il  fuoco  ,  perche  il  fuoco  ef- 
fendo caldo  conforta ,  rifìringe,&  purga. 

Quello ,  che  fi  deue  fare  ad  un  Cauallo  dopo ,  che  è  rifanato 
di  qualche  difcefa. 

ADdìmandano  alcuni ,  perche  caufa  fé  gli  ìntorcìano  le  gambe  a 
detto  Cauallo  :  fi  rifpondej  che  quando  vn  (avallo  è  slato  infer-  f 
tno ,  lifavgui  fi  fono  corrotti,^  per  queslaeaufa  fcendono  al  bafio  del- 
le gambe  *  perche  tanto  è  a  dire ,  che  il  CauaUo,è  tornato  in  uirtù  quan- 
tOyche  lifanguifano  purificati,^  per  quefla  caufa  alcuna  parte  di  [an- 
gue grofìa  la  natura  lo  f caccia  dal  corpo ,  a  talché  non  contamini  alcu- 
na parte  di  efìo ,  &  per  queflo  sbruffa ,  e  getta  detto  fangue  dalle  par- 
ti eìleriori  del  corpo ,  cioè  alle  gambe  ,  fi  che  dapoi  che  farà  fortifica- 
to il  corpo ,  parte  fé  ne  allegerifce  per  aia  di  fagnia ,  &  parte  fé  ne  ri- 
folue  dentro  il  corpo  purificandoli  col  tempo  con  li  altri  f angui ,  perche 
l'un  fangue  purifica  l'altro  affai  uolte ,  &  queslo  fifa  naturalmente , 
e£*  maffime -quando  li  (auallifono  di  buona  compleffone ,  & gouernan-  q 
doli  >  e  dandoli  poca  fatica  fé  è  tempo  caldo ,  e  farlo  purgare  con  man- 
giar herba ,  a  talché  faccia  fangue  nuouo ,  fé  è  d'inuerno  darli  buona 
biaua,  accioche  fi  fortifichila  virtù . 

Medicina  alli  dolori  de*  Caualli . 

Le^  prima  medicina  fia  un'oncia  di  fpiconardo ,  me%a  oncia  diga- 
langa ,  una  caraffa ,  e  me^a  di  uin  roffo .  La  feconda  medicina  fìa 
un'oncia  di  aloepatico ,  due  onde  di  cimino ,  con  una  tesi  a  d'aglio  pilla- 
to ,  e  mefcolato  infieme  con  una  caraffa  »  &  me\a  di  vino  greco .  La  ter-  r 
^a  fate ,  che  fa  due  onde  di  fiori  di  noce ,  un'oncia  di  agarico ,  me^a 
oncia  di  galanga ,  con  me%o  quarto  di  olio  commune  con  una  caraffa  di 
yino  bianco .  La  quarta  due  onde  di  acqua  diuita ,  con  me^a  oncia  di 
fpiconardo  con  una  caraffa  d'orina  d'huomo .  La  quinta  un'oncia  difca- 
monea ,  un  quarto  di  olio  commune  s  me^o  quarto  di  lìscia  forte,  mesco- 
lata infieme .  Lafesla  medicinale  onde  di  cenere  di  querda,con  me- 
^o  quarto  di  olio  commune ,  una  caraffa  &  me%a  di  nino  greco ,  &  me- 
fcolato inferni** 

Perche 


T    E    R    Z    O.  M9 

**  Perchefi  vnta  conia  fchiuma  dell'olio, la  rogna,  &  vn  luogo 
doue  non  nafce  peli  al  Caualio  . 

NOta,checìò  fi  fa  perche  detta  fchiuma  è  motlìficatiua,  &  molli- 
fica il  [angue  corrotto,  che  è  andato  in  alcuna  parte  della  per  fona, 
del  fauaUo  per  prurito ,  fi  che  allora  in  detto  luogo  indura  quelle  parti 
,  dellapelle ,  C#  mafjìme  quando  il  fcauaìlo  vi  fi  gratta  ,  &  per  quefioli 
maflri  ordinano  >che  fi  vnti  con  la  fchiuma  in  dttto  luogo  per  mollificare 
la  detta  parte,&  mollificando  leua  il  dolore,  £3  prurito, che  bautua.-cojì 
ancora  in  alcuna  patte  della  per  fona  del  Caualio  [e  gli  cafea  pelo  per  al- 
*B  cuna  infermità, eh  e  habbia  hauuto  il  Cauallo:onde  per  mollificare  detta 
pelle ,  0  fare ,  che  il  pelo  crefea  facilmente ,  è  bene  vntarlo  con  detta 
fchiumcLj . 

Quando  Te  li  corrompe  il  fangue  al  Caualio. 

Dico ,  che  queflo  viene  per  più  caufe^  U  prima  è  per  troppo  patio , 
fé  e  ondar  i  amente  -viene  perrifcaldarfi,  &  raffreddarli,  ter^oper 
alcuna  cifrata,  &  fé  il  fangue  fac  effe  moto,  &  vfeifie  alle  parti  eflrin- 
feche  della  perfma,ò  in  vnafpalla,ò  anca,ò  tefla,  dicono  li  maflri  que- 
llo efìer  verme,  perche  dimoflra  certi  cordoni ,  &  certe  bocche,  &  però 
C  confilo  infagnarlo,&  dietarlo  del  paslo,fi chiede  fé  fi  libera,  alche  dico 
di  no, tutti generalmente:per che  fi  ritrouano  di  diuerfe  complef]ionìs  mai 
laudo xhe  fi  faccia  digerire  circa  il  paflo,  &  infagnarlo,  perche  allegeri- 
fcc  ilfangue,ma  dico,  che  doue  è  andato  il  fangue  prima  corrotto,  fi  de- 
ue  gouernare  ,  altrimente  rcUeria  illuogo  lejo ,  doue  è  detto  fangue  cor- 
rottoci che  facendo  queflo  è  doppia  cautela,&  efendo  il  Caualio  di  cal- 
da ,  &  buona  com piedone  facendolo  gouernare  in  detto  luogo  offefo  non 
è  fé  non  bene. 

Del  capoftotico. 

*D  f  L  capo  Gotico  viene  advn  Caualio  per  due  caufe,  prima  farà  vn  Ca 
JL  u  allo, eh  e  fl  ara  pieno  di  carne,&  hauerà  abbondanza  difangue^j , 
&  per  quefla  caldera  dijangue,che  hauerà  in  corpo,  cauferà  fumofi- 
tà  afiai  ,&  per  detta  fumofttà  farà  caufa  d'impedire  detto  celabro  ,  fi 
che  allora  quando  il  Causilo  nonflà  fermo  di  tetta  è  capoftorico,  & 
allora  anco  fé  li  vieta  l'impiaflro  in  tefla ,  perche  "non  vogliono  siringe- 
re  li  pori ,  dico  li  meati  della  tefla ,  accioìhe  sfumi  &  evapori  quel  calo~ 
re,  che  efee  di  dentro  il  corpo  >  caufato  per  il  detto  fangue;  ancora  per 
il  detto  calere  fi  difecca  il  fterco,  fi  che  il  Cantilo  non  può  euacuare ,  & 

1        tanta 


Sjò  'LIBRO 

tanto  p':u  caufa  fumofità ,  allora  [e  gli  fanno  criHìerì ,  per  tirare  le  fu-  E 
wofità  fuor  a,  &  lubricare  il  corpo»  &  fi  infagnia  alle  cinge  per  attegeri- 
re  ilfangue,&  diuertirlo  dalle  parti  della  tesla,daudo  al  Cauallo  cofe  Ut 
bricbe  à  mangi  annoine  fono  l'herbeatte  al  mangiare  dì  detto  animale. 
Viene  anco  poi  per  tin'ahra  caufa  detto  capoft  orico,c^  è, che  effendoui 
de*  magri  non  hanno  foftan\a  dentro  il  cor  pò, cioè  non  hanno  V  abbondati 
•%a  del  [angue ,  che  bafli  à  [offerire  ilgiuflo  calore ,  che  dia[oflan\a  atte 
parti  humide,  come[ono  li  nerui,  &  ofia:  &  alla  parte  del  celabr&,che  è 
humidiffima  ,  &  per  questo  il  detto  celabro  viene  à  participare  dell'htt- 
mìdità,Z?  leu  affi  dalla  foflan\a  naturale:  però  non  s'infagna  per  non  di- 
minuire quella  pocafoftan^a,  che  vi  è,  &  fé  gli  fanno  impiaslri  in  tefta  F 
di  pece  navale,?  pece  greca,incenfo,maflice,  galbano,  t$  rafapina;  per- 
che fono  cofe  calde,  ftringitiue,  &  confortatine;  &  poi  [e  gli  pone  borra 
roffa:  acciò  il  ceruettoftia  caldo»  dando  untioni  alla  canna,cioè  d'olio  di 
lauro,  euforbio,  <&  cantarella;  perche [ono  calde, &  pur gatiue, calde  per 
confortare  le  para  hmide, purgatine ,  perche  tirano  [nora  l'humidità  ; 
[e  gli  dà  anco  benandaper  bocca,  &  maffime quando  non  mangia  da  [e , 
dilagane  cotte,  &  vermicelli  bolliti  bene,  &  poi  con  buon  vin  ro[ioper 
bocca,  e quefìoftfaper  mantenere  in[oilan^a detti  Caualii,altrim en- 
te la  virtù  s'indcbolifce-.feglifa  crijìierì  di  [eni  greci, ani  fi,  con  acqua  di 
f enocchi  con  dette  cofe,  per  dar  calore,  Sconforto  al  corpo,  effendo  ma-  K? 
grò  il  Cauallo,  come  di  [opra  's'è  detto  :  fi  che  quei!  a  e  l'altra  caufa ,  che 
fnoue  detta  infermità  atti  Qaunlli  in  tefìa,caufata  dalle [opr adette  e au- 
fe,cbe  ejcono  dal  corpo  del  CauaUo,eper  ciò  fi  dice  capoftotico . 

Perche  non  fi  deuc dar  medicina  al  Cauallo  quel  giorno, 
che  s'infogna  . 

DICO,  che  quando  un  Cauallo  fi  fagnia  quel  giorno ,  non  fé  li 
darà  medicina  ,  dico  orando  hanno ftbre ,  e  cheli  mafìri  lo  vo- 
gliono purgare,  &  che  habbia  perduto  il  naturai  fuo  del  mangiare:  per-  H 
ebe  dandoli  la [agnia  con  intentione  di  attegerire  l'humore  [anguigno , 
§he  cau[a  alcuna  parte  di  calore ,  che  impedifee  in  parte  il  corpo  del  Ca- 
uallo ,  &  che  detto  fangue  fufie  caufato  datt*&un,tntatione  del  calore ,  fi 
the  il  majìro  per  leuare  dette  caufe  euacua  il [angue  :  onde  quel  giorno  , 
thefifagna,  fé  lì  deue  dare  medicina  purgatiua  perche  il  Cauallo  hauen 
doperjò  il  mangiare  naturale, il  corpo  sìa  debile,^?  poi  il  mailro  facen- 
dolo fagnare  tanto  più  s'indebolifce  ,  fi  che  dandoli  la  purgazione  vene- 
fra  ad  enacbare&faria  caufa  di  maggior  debilità,^  mafjimc,che  afìai 

Molte 


T,  E    R    Z    O.  i}i 

14  notte  quando  lì  CauaUi  pigliano  dette  purgationi ,  ìlurbano ,  &  perdoni 
il  mangiare ,  £2 'non  fi  arino  in  fofìan%a  ;  fi che  per  quefìa  caufa  dico  * 
che  non  fi  deue  dare  detta  medicina  quando  fi  dà  detta  fagniaper  que- 
fie  caufe  :  quefìo  è  quando  fi  uogliono  purgare ,  ò  neramente  ^  che  fia  il 
Cavallo  infermo  d' infermità  ,cheflia  nella  debilità  fopradetta;m,a  quad» 
li  CauaUi  bano  di  quelle  infermità, cioè  patifce  di  ventofita, ouero  dico 
lica ,  ouero  per  troppo  pafio ,  che  mangiaffe ,  che  fono  infer  mitàfubita- 
nee,à  li  CauaUi ,  laudo  lafagnia ,  perche  allegerifce  il  corpo;  &  ancora, 
laudo  le  beuande  aperìtiue ,  fi?  calde,  &m  affi  me  quando  fi  moùe  uncL* 
uentofuà  dentro  il  corpo  del  Cauallo ,  chef  caufaper  diuerfe  maniere  , 

%  come  pò  detto  per  troppo  hiaua  ,  che  mangi, ouero  per  poca ,  &  il  corpo 
fitrouafen^a  cibo,&  per  quefìo  caufa  uentofità  affai:  ancora  lo  caufa  il 
patire  di  colica  per  lo  calore  del  fafigup ,  Ù  per  qutflo  dico  che  è  buo* 
na  lafagnia  a  fimili infermità  .per  un 'altra  ragione  anco  perche  quandi 
quefli  CauaUi  fi  leuano  da  quefìe  fopr  adette  infermità  fono  attif ubilo  a 
ritornar*  al  mangiare,^  ancora,  fé  li  danno  medicine  non  troppo  vacua, 
tiue,any  fono  folo  per  confort  are,&  aprire  alcuna  fredderà ,  &  ven~ 
tofità,come  di/opra  è  detto, &  per  que{lo  laudo  lafagnia. 

Quando  un  Cauallo  è  incasellata  * 

C 

DICO ,  che  l'ejfere  incaftcl  lato  uiene  per  l'vgnia  fece*  più  del 
douere  ;  £?  per  quello  flringe  talmente  iltauriello ,  che  dà  ma- 
feria  di  ^appiccare,  (3  però  itmafìrìlo  ferrano  largo,  &  ripofatocon 
dire  che  detta  ugna  allargherà ,  &  ancora  lo  fanno  ìlare  mollificato  di 
untioni  ;  dicono ,  che  quello  è  benefìcio  à  farloma  io  fono  di  quefìo  pa- 
rere ,  &  dico ,  che  quando  il  Cauallo  è  nato  con  buon  piede, 0  quando  è 
al  tempo  delti  fei  anni,  onero  otto ,  fif  permalgouerno ,  ò  per  efièr  mal 
ferrato  nel  piede ,  ò  per  troppo  caldo  fi  dìfec caffè  detto  piede ,  &  flrin- 
gefie,fi  haueria  da  intendere,  che  non  è  naturale  ;  €£  per  non  efiere  na- 
*>  turale,dico  detto  piede  douerft  abbaffare  tanto  finche  è  quafi  al j angue, 
&  dipoi  mollificare  detto  piede  con  tenerloripofato,&  à  pafcere,fefufìe 
tempo  di  pafeere  dentro  la  fiaUa,s'ò  a"ìnuerno  con  li  piedi  dentro  la  cre- 
ta immolata ,  xjr  qutflo  fi  fa  ad  effetto ,  che  il  Cauallo  f%  allegerifca  di 
tanta  ugnia  fecca,cbe  non  habbia  materia  di  flringere,&  ancora  il  pa- 
feere,ouero  tiare  in  detta  creta  fi  fa  ad  effetto,che  cresca  detto  piede  mot 
k>&  fecondo  il  naturale  largo;&  quefia  è  il  mio  parer*. 


f    %          Quando 


i$i  1    I     B     R    £>  % 

Quando*»  Cauallo  ha  male  fopra  il  dodo,  &  fanato  che  è,  li  na-  & 

(cono li  peli  bianchi. 

D7  quetto  n'è  caufafe  il  Cauallo  era  morello ,  ò  baio ,  ò  d'altro  pe- 
lo ,  &  poi  vengono  li  peli  bianchi  in  detta  pelle  nona,  e  caufano  » 
che  in  quel  luogo  non  ha  quella  foflan^a  la  pelle: ancora  la  proprietà  del 
la  carne ,  che  t  in  qnellx  parte  di  cacciar  fuori  il  pelo ,  che  era  naturale, 
an^i  caccia  quel  pelo  bianco  perche  è  di  poca  foflan%a  detto  luogo  :  per 
quefla  ragione  anco  quando  fi  rompono  li  Caualli  fopra  l'ojJo,&  poi  fan- 
no pelle  noua,quelle  parti  fi  mutano;  perche  la  carne  non  ha  battuto  tor- 
mento ,  poi  con  le  fatiche ,  &  con  le  felle  fi  rompono  detti  dojji ,  &  per  F 
quello  tormento  s'indebolifcono  affai  volte  quefti  luoghi fopradetti  ,($ 
/puntano  peli  bianchi,  che  dimorano  effer  fen^a  foftan^a ,  come  era 
il  pelò  naturale. 

Quando  un  Cauallo  ha  male  a  la  giuntura  del  piede . 

Quando  il  Cauallo  ha  male  tra  la  corona^  &  la  giuntura  talmente, 
che  caminando  ui  habbia  pafjione ,  //  maflri  gouernandolì  in  più 
modi  con  medicine  fecondo  pare  a  loro ,  dicono  che  detto  Cauallo  fi  deue 
far  paffeggiarela  talché  non  concorra  humore  alla  detta  punta:  ù\ta  io 
dico  ([ino, pei  che  il  Cauallo  quando  piglia  paffione  alla  giuntura ,& go- 
mmandolo ptgìiàfte  alcuna  parte  difangue  non  fi  deue  mole/lare  di  ca~  *J 
mino. perché,  fi  darebbe  caufa  à  detta  giuntura  di  farli  far  moto;  <&  fa- 
cendo detto  moto  lì  darete  pia  pafjione  .aw^i  deue  fìare  in  ripofo,  &go- 
hijrnarloferi7ya  farli  far  moto>&  cofi  le  ofia,&  li  neruift  confortano,  & 
pigliano  beneficÌQt&' li  [angui  ancoraché  fono  per  nutrire  detta  giuntu- 
ra >fi  che  queflo  è  il  mio  parere  fé  fi  deuono  far  paleggiare  quelli  Canal- 
li  ,ibe  fiatino  in  fi  alla  ,&  che  fé  li  enfiano  le  gambe. 

Quando  un  Cauallo  il  compra,  &  per  forre  muore  il  primo  so  il 
fecondo  giorno  al  compratore. 

DJ  co ,  the  fi  deue  aprire  ,e  fé  a  detto  Cauallo  fi  trottano  li  mem-  ^ 
bri  fitoi  buoni ,  e  fini  non  ha  colpa  detto  uenditore ,  ma  fé  al  Cri- 
uaflo  fi  troua  alcun  membro  lefo ,  è  chiaro ,  che  il  male  è  interiore  :  pe- 
rò è  tenuto  detto  uenditore  a  l'interejje  :  fono  alcuni  maflri ,'  che  dicono , 
(he  non  fi  può  guaflare  il  membro  ad  un  Cauallo  ,  &  che  detto  Cauallo 
campa  efiendo  guafìato  detto  membro  ;.  dico  che  quando  fi  guafìa  il  ■ 
fegato,  onero  il  cuore >ò  il  celabro  credo  che  detto  fasallo  non  è  per  uh 
nere ,  ma  quando  fi  cominciano  a  guaflare  li  polmoni ,  ò  mil\a ,  ò  fega- 
to, 


TÈRZO.  ili 

Zi  to,ò  interina  ,fempre  il  fìuallo  reftfle  finche  fono  putrefatti  lifopra- 
detti  mèmbri  nominati ,  &  perqueflo  refiftì  in  parte  a  la  fatica  per  fin- 
che detto  membro  è  tutto  guafio  ;  perche  detti  membri  non  fono  buoni  da 
gouernare  altro ,  come  è  il  fegato  ,  il  cuore ,  il  celabro  ,  &però  refìftono 
a  le  infermità  ,  che  li  uengono ,  finche  fono  putrefatti  ;  fi  che  efiendo  in 
mano  di  nuouo  patrone  fuccede  la  morte  alle  uolte ,  e  partendoli  il  corpo» 
&  trouaniolo  giiafìo  fi  può  giudicar  l'infermità  efferettata  prima  ef- 
fendo  in  potere  deluenditore  ;  fi  che  effendo  cofi  il  uenditor  è  tenuto  a  re* 
ftitutione  del  pretto  al  compratore . 

jg  '  Quando  li  marhi  uogliono  mettere  il  laccio. 

FAnno  il  laccio  di  una  funicella  fottile,ttoppa,&  peli  di  Cauallo,cioè 
della  coda,&poi  Vantano  dì  feuo,& lo  fanno  piatto,  &  non  tondo, 
perche  quando  glielo  mettono  alla  fpalla  uada  di  piano,C$  non  di  taglio: 
lo  medicano  una  uolta  il  giorno ,  &  l'untano  con  cinque  untioniper  cima 
del  l  accio, cioè  f opra  il  pelo,&  doue  paffa,e  mettono  la  cordella,acciò  dia 
più  forte,  &  la  jioppa}acciò  fucchi  più  marcia,&  li  peli  alcuna  parte  di 
carne,che  fufie piflata  indetta  fpalla,  &  conducela  inmarcia;  l'untano 
di  few, per  che  p  affa  con  manco  fatici,  &  dà  manco  dolore  al  Cauallo:  fi 
mette  piano,  a  talché  andando  di  piano  non  al^i  il  cordone:  uè  lo  laffano 
C  flare  per  quindici  giorni ;per che  fi andoui  pm  leuaria  parte  della  fofìan- 
%a,&  caufaria  la  callofità}&  noceria  al  luogo  doue  pafia  detto  laccio. 

Quando  un  Cauallo  è  ripre/b  . 

SE  un  CauaUoèviptefoyilmaftrolofagma^quefìofifjperallege- 
rireil  corpo,  &  poi  lo  tiene  in  dieta,e  q  tetto  lo  fa,  per  non  fan  au- 
mentare il  fang'*e  per  lo  mangiare  :  lo  mandano  a  l'acqua  per  diflrugge- 
re ,  &  dtfeccare  li  meati  dtUe  gambe  ,  che  non  cali  fingue  adi  piedi  :  lo 
tengono  ala  campagna,  a  talché  flia  fri  feo,  &  qiteSio  io  fanno  nel  prìn- 
D  cipio  della  ìiprenfione  ,  ma  quando  la  riprenjwne  non  fi  può  rifoluere 
cofi  pretto ,  &  il  f angue  li  feende  a  li  piedi  ui  uuole  contrario  gouerno  > 
tofi  comeli  waflri  lofagnano  non  fi  deue  fagnare  pe;  non  lo  fare  perde- 
>e  di  foflan7^a,&  cofi  come  lo  mandano  all' acquaio  mandano,acciò  non 
figli  f anca  a  caminarefopra  li  piedi  fraudi,  &  pieni  di  marcia:  lima- 
ftri  lo  tengono  in  dieta,et  bora  non  accade  più  dieta  .an^i  farlo  mangiar 
bene,  acciò  fiìa  infoftan^a  mentre  fi  medica  li  piedi:  ti  ma  siri  non  lo  fan- 
no ferrate  ,  &farà  quando  è  riprefo ,  ma  quando  ftà  del  modo  foprad 'et- 
to con  li  piedi  fr acidi  fi  deue  accommodare ,  coms  meglio  fi  può  con  li 

ferri: 


134  t     I     B     R    O 

ferri  :  dal  primo  lì  ntattri  lì  mettono  or%o  copto  con  l'aceto >  fieno  di  co-  & 
lombo,  &  fieno  di  porco  per  diseccare  *&  diftringere  li  (angui ,  che  non 
feendano  in  detto  piede  ;  ma  come  il  f angue  è  giunto  fi  mette  la  fongU 
per  mollificare  lugnìa  che  cala  preSio:ma  nota,cbe  detta  fongìa  non  de- 
ue  toccare  in  quelle  parti ,  doue  è  mojja  detta  mareia ,  perche  [aria  ere- 
feer  carne  ,  &  darla  più  dolore  al  fauallo  :  allora  quando  è  il  principio 
delta  riprenfione  lo  tengono  fen^a  letto  :  ma  per  gouern.arlo  di  detti  pie- 
di è  bifogno ,  che  fi  tenga  con  letto  ,  acciò  quando  fi  corca  troui  rìpofo  :  li 
maflri  ancora  li  allacciano  le  gambe  ad  effetto ,  che  ilfangue  non  fonda 
a  baffo  ;  ma  quando  fi  troua [cefo  a  li  piedi  bifogna  fagnarh  dalle  uepte» 
acciò  che  mentre  detti  piedi  fi  curano ,  non  feenda  più  furia  di  J angue ;  ft  * 
che  quejìo  è  il  mio  parere . 

Capitolo  ddl'alacciar  delle  uene . 

Dicono  li  maflri  quando  fi  al  accia  una  uenafe  li  leua  lafoflan\a;mcc 
dico  di  nòyperche  la  natura  bà  fatto  li  nerui,che  tengono  infoftan- 
%a  dette  gambe perche  detta  uena  è  fatta  fé  non  per  canale  del  fangue , 
che  fcende>&  fale  per  le  gambe  del  Cauallo  fi  che  fé  detta  uenafifacef- 
fe  per  alcuna  infermità  ,ptr  quefio  la  gamba  non  potria  perder  lafofian- 
%a,pcrchefe  fofie  per  caldera  ui  è  la  uena  arteriale  %ch  e  p  afa  per  me- 
%o  la  gambaydico  tra  le  giunture t(J  nerui,  che  quella  è  bacante  a  tener  G 
calda  detta  gamba ;poi  uifono  li  legami  dell'i  nerui,&  delle  offaprouiflc 
per  fomentare  ogni  fatica-fi  che  è  di  deuere  alacciare  le  uene  per  leuare  li 
meati^et  la  mala  intentioneyche  haueffero  li  fangui'.dicono  alcuni  maflri, 
che  dopo ,  che  la  uena  è  tagliata  refta ,  e  che  t'incarna  con  quella  carne  , 
che  fi  troua  a  cofìo;  fi  che  quello  fi  uede  per  efperientia}  che  alacciando 
una  uena  di  là  a  dieci  giorni  la  trouarete  ferrata,  (3 'incarnata^  quefio 
uiene  naturalmente. 

Perche  ila  più  difficile  il  far  effere  lubrico  di  corpo 
un  Cauallo,  che  il  Bue. 

Dico,  che  quando  il  Cauallo  fu  cornpojìo  dallaT^atura ,  fu  com-H 
pofto  per',  faticare  nel  feruitio  dellhuomo,  perche  llouomoca- 
ualcafje  il  Cauallo  :  fi  che  per  tanta  fatica  fé  li  è  ordinato  cibi  di  foftan- 
%a  ,  come  fono  or^o  ,  &  paglia ,  £3  al  tempo  le  herbe  competenti  a  det- 
to animale  >la  fotian^a ,  fatto  che  hanno  la  digestione  per  dar  nutri- 
mento al  corpo  tanto  del  fangue  quanto  della  flegma ,  ancora  delle  par- 
ti dell 'orina ,cbe  fi  detìilla  la  quarta  parte  di  detta  digefìione,&  lo  Her- 
to per  efferne leuata lafofian'^ajcftafen'za  nulla legatione, fiche quan 
do  il  Cauallo  fi  cofiipa  3  noi  fubito  le  diamo  medicine ,  come  fono  di  lar<~ 

do, 


TERZO.  J|i 

Jt  do,fpicwardo,  &galanga:  ancorali  danno  in  un'altra  medicina  burro, 
fongiafracida ,  inde  ,&  mina  :  arcora  le  ne  danno  un'altra  medicina , 
fcamonea,  oleo  commune,  &  lifeia ,  &  in  un'altri  medicina  barro ,  aga- 
rico, dittdho  bianco*  aloepatico  ,  &  dio  di-mandola  dolce ,  fi  che  dando 
una  di  quefte  medicine  è  atto  il  (aualio  a  notare ,  £?  leuare  la  detta  opi- 
latione  per  non  hauer  detto  flerco  legatione  in  [e  :  ma  a  le  mite  fono  (fa* 
ualli,  che  hanno  dette  opilationi,&  non  f anano  con  ledette  medicine 
coft  preflo  ;  quello  lo  caufa  ,  che  detto  Cauallo  fi  ritroua  hauere  buttato 
tutto  lo  flerco  per  [premere ,  che  fa  per  digerire  aduna  parte  del  bu- 
dello ,  &  percorre  tanta  la  quantità  dello  Herco  condotta  in  dette  par- 

*g  ti  del  budello,  dura  fatica  la  medicina  a  paffare  ;  ma  una  coflipatione  di 
Bue  è  più  dura  di  quella  del  C aualio,  &  la  ragione  è  quefla,che  quando 
la  natura  fece  detto  animale  lo  dedicò  all' e ff eremo  della  terra  ,  che  il  ci- 
bo fuo  fuffero  le  herbe ,  (3  che  ancora  mangiando  dette  herbe  uolfd  t 
che  le  diftribuiffe  col  gmmare ,  fi  che  quando  detto  Bue  efee  dal  man. 
giare  dette  herbe  fubito  fi  cofiipano,  £?  etiam  che  mangia [fé  di  continuo 
fubito ,  che  ejjo  piglia  un  poco  di  fatica  fouerchia  ,f calda  di  tal  manie- 
ra li  f angui  fuoi ,  perche  per  il  calore  difecca  detticibi ,  che  fono  caufa- 
ti  da  dette  herbe  mangiate ,  talmente  che  Siringano ,  &  difeccano  con 
più  fofìan^a  ,  che  non  fa  lo  fieno  del  C  audio ,  &  per  quefia  caufa  di^ 

C  co,che  lo  flerco  del  Bue  difecca  più  ,  perche  non  fi  afeiuga  tanto  quanto 
quello  del  C  aualio  ;  &  però  quando  fi  difecca  lo  flerco  del  Bue,  è  più 
forte  a  pajj are  con  le  medicine  fopr adette  ;  fi  che  è  impoffibile  quando 
un  Bue  fi  cosiipa  poterlo  lubricare  ;  &  anco  per  un'altra  ragione ,  che 
è  debi'e  di  compie  jjìone  detto  Bue  affai  più  del  C  amilo  >&  poi  dando  dee 
te  medicine  trouano  affai  più  confusone  di  materie  humide  in  corpo  a 
detto  'Bue,  che  al  Cauallo  ,  C?  per  quefìo  dette  medicine  perdono  la  uir- 
tù  ;  fi  che  non  ponno  coft  bene  opera  eccome  nel  corpo  del  Cauallo>&  per 
quefU  fi  gabbano  affai  mafiri,  che  fi  pcnfarto,che  battendo  data  una  me- 
duìna  al  Bue  batterlo  lubricato  quando  è  confìipato  del  modo  fopradet- 

*n  torma  quella  medicina  data  ha  perfa  la  uiìtù  per  tante  materie, eh  e  fi  ri 
trottano  dentro  il  corpo;  però  dico,  che  fono  dure  ;  però  quando  a  li  'Buoi 
non  fa  giovamento  una  >  fi  dee  da  me  un'altra  :  circa  il  pigliare  della  ui- 
fmteriap  ù  al  Bue,  che  al  Cauallo  conitene;  quefio  fi  uede  per  efperien- 
tia  ,  che  il  B  >e  e  più  hnmido  del  Cauallo  ,  &  mangia  più  cofe  lubriche 
tutto  l'anm,&  per  qneiìo  vacua  alle  volte  più  molle  a  fi  ai  dì  vn  Caual- 
lo ,  dico  di  quefìe  vtfenterie ,  che  li  muoitono  il  corpo  ,  &  quefio  lo  fan- 
no generalmente  q<<e(ì:  Buoi, che  fono  magri,  e-r  lo  fanno  pia  d'inuerno, 
che  d' e  fìat  e, eh  e  fono  li  tempi  freddi. 

De' 


ijf  LIBRO    TERZO. 

De*  membri  del  Cauallo . 

SOno  affai  opinioni  di  maflri ,  che  dicono  quali  fono  quelli  membri, 
che  fono  creati  dentro  il  corpo  del  Caualio,&  ancora  d'ogni  altro  ani 
male  retentiui,&  nntritiui,  &  che  hanno  poffan^a  di  nutrire  in  parte  il 
fprpoiprima  parleremo  del  fegato,  che  ha  la  parte  del  f angue,  che  quan 
do  ejfo  è  di  mala  di ffiQjì  rione  non  nutrifce  farìe,(<  quefto  lo  caufa  perche 
non  ritiene  'a  vera  vwu  naturale ,  &  il  dritto  governo  >  Cir  fi  dimanda 
queflo  L-[iJ,iuoì&  utt>ttiuo,penhe  non  corregge  bene  gli  altri  membri, 
an%jf>  du.andalaffa  ino  non  gommando  bene  fecondo  il  naturale  :  co  fi  F 
dico  ancora  delia  milita  ,ch  e  battendo  da  conferuare,&  ritenere  la  parte 
fangumea  piùgrofJa,an,^i  non  la  ritiene  alle  volt  e  >&  caufa  pò/ternario- 
neper  il  corpo,  &  quello  viene  perche  nonftà  naturalmente  bene;  fi  che 
per  effer  detta  mil^a  parte  retentiua.  Uffa  poi  detti  [angui ,  e  dà  ad  in- 
tenderebbe è  vfeita  del  naturale,  &  è  inferma;cofi  ancora  diremo  delli 
polmoni,  che  fono  parti  rttenime  di  flegme  per  tenerji frefche ,  &  atte  a 
rendere  ,  &  pigliare  il  fiato  :  e  come  detto  polmone  non  ritiene  le fiegme 
ordinate  dal  naturale  fi  dimanda  opilato,  Ò  quefto  viene  per  alcuna  fa- 
sica ,&  infermità >cb e fopr auiene  a  detto  Cauallo  quandodetto  polmone 
non  ritiene  lafiegma  per  aiuto,  &  fuo  nfrefeamento:  ancora  diremo  del-  G 
le  interiora, cioè  budeUeyche  hauendo  la  parte  loro  della  digeftione  dico 
delfterco ,  la  parte  più  grofja  di  detta  digeftione  vacuandola  prefto  non 
hanno  la  parte  retentiua,  &  quefto  lo  caufa  alcuna  ventofità,che  riceue 
il  detto  Cauallo,&  per  quefto  fa  vacuare  dette  budt  Ile,  &  il  Cauallo  re- 
fia  per  quello  alle  volte  debile ,  &  affai  volte  li  caufa  morte  per  detta 
vacuatione  :  cofi  ancora  diremo  della  parte  dell'orina  ,  che  efjendo  parte 
retentiua,&  che  debbia  vacuare  fecondo  il  naturale,^  a  tempo,  che  fi  a 
fatta  la  vera  digeftione;  fi  che-quando  Dorina  fi  euacua  fenxa  moj}o  della, 
natura  fi  ha  da  intenderebbe  debiliti  le  reni,fi  che  effendo  coft,nonfipuò 
dire  efìer  altroché  infermità  ,  perche  leua  il  naturale  di  detta  parte  re-  H 
tenuità  :  diremo  bora  del  celabro  che  è  fuperiore  al  corpo ,  e  che  è  mem- 
bro retentiuo,molc(lato  poi  da  alcuna  fumofità  io  fa  lafiatiuo  di  flegme , 
&  difumofità  ,  che  lifuccedovo,  fif  caufa  la  putrefattone  del  corpo  ,fi 
che  efiendo  detto  celabro  membro  retenùuo  per  caufa  delle  fumo  fità,  SS 
infermità ,r he  fuccedono  al  corpo  ,è  forato  efjere  lajjatitto  di  quelle  ma- 
terie humide,(.b'cgli  li  manda. 

IL  FINE  DEL  TERZO,  ET  VLTlMO  LIBRO > 


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