C.E.RAPPAPORT
LIBHI RARI I
ROMA
DUKE
UNIVERSITY
LIBRARY
Treasure %oom
LA GLORIA : -
DEL CAVALLO-
OPERA DELL'ILLVST. SIC.
PASQVAL CARACCIOLO»
Dim fa in dieci Libri : ; • "
-Ne' quali, oltre gli ordini appartenenti alla Caualleria, (i deferiuono tutti
i particolari, die fono.n ecetfVij nell'allenare ,cuftodire , maneggiare,
& curar Caualli ; accomodandoti! eflempi tratti da tutte i'Hiitorie an-
tiche » e moderne; con indurirla, &giudicio dignifTìmo d'erTereauuer-
tito da ogni Caualiere^ .
Di intono ricorretta -, e rijìampata : & in quefì'vltima edittione aggiuntati le
pofiille xe t K e libri di do. ììnt o-n io Cito 2^{a- .
politane, ne' quali fi tratta delle infirmità che auuengono
al Cauallo , & alette , co" rimeàij dì ejìe .
CON DVE TAVOLE COPIOSISSIME,
vna delle cofe Notabili > & Tal trapeli e cofe Medicinali .
CON PRIVILEGI.
I N ■ V E NE T I A, ._
Appretto Bernardo Giunti, Gio. Battifta Ciotti ,- & Compagni ♦ KxDluI*.
Ios-Rcn-cfi
imperiali?
M D C V I I I.
/
3o3^ •■
AL SERENISSIMO SIG-
DON ALFONSO II. D'ESTE
DVCA Di FERRARA V. Òcc
ARlI) e molti fono, Screniflfi-
mo Signore, i diletti degli huo-
mini , & in quella moltitudine,
e varietàj quei diletti fono da et
ler maggiormente lodati, che più
s'approflimano alla nobiltà, &
à Tvtile: poiché e nelPvno, e nel-
l'altro di quelli fini fi icorge più facilmente, e Tin-
tentione, eia maturità del giuditio altrui. Quindi
nenato,checonfiderando io quanto l'Altezza Vo-
ftra Sereni Ili ma habbia fempre hauuto caro di ha-
uerenobiliffimi, & belliffimiCaualli, diletto non
meno nobiliflìmo che vtiliflìmo; di che chiara tefti-
monianza ne fa Thauer nelle molte Italie fue infinito
numero della più fuperba , e bella razza di caualli
d'alcun altro Principe dìtalia; Hauendofi horari-
a i ftampata
ftampata nelle (lampe noftre la Gloria del Cauallo,
opera d'vn llluilre Caualier Napolitano,neJla quale
con molta dottrina, e con infinita vaghezza di itile
fi ragiona di tutti gli ordini frettanti alla caualìeria ,
eiidefcriuonotutte quellecofe, che fono neceflarie
ad alleuare, cuftodire, maneggiare, & curare quello
fi nobile animale, con raggiunta di nuouo d'altri
Tre Libri • Me parfo bene dedicarla àV.A. Sere-
niflìma, sì per lo diletto, che Itimo prenderà talho-
ra in leggeri a j sì perche da quello piccioliflìmo fe-
gno della diuotion molta, &certiiTìm a mia feruitd
verfo lei, fcuopia vn ardenti/limo defiderio e ho
fempredifèruirla, & riuerirla,lè più s'eftendeife il
mio potere , in cole maggiori: onde in vece delPope-
rationi,riconolceràil buon'animo, col quale le do-
no il prefente Libro, e le prego daNoftro Signore
ogni felicità. Di Venetia adi 1 5. Maggio 15 89.
Di V. A. Sereniffima
Deuotiffimo feruidore
Giouanni Giolito de' Ferrari.
P A S Q_V A L
CARACCIOLO^
A' GIOVAMBATTISTA,
e Francefcofuoi amati figliuoli .
VA NT 0 fi a per naturai ragione obli-
gato il padre ad ammaestrare coloro y
ch'ejjò ha generati 3 fi come il nutrirli
per qualche tempo par ch'alia madre più
fi conuengay nonfolamente i Filojòfijfc)
datori delle leggi thanno commune-
mente infegnato y & ordinato s magli
Beffi animali bruti ancora ne porgano ordinariamente chan /fi-
mi ejfempi 5 cia/cun di efì injègnando à tfùoi parti, come hab-
biano asolare > a nuotare , a correre , come a procacci are il
njiuere^ come a> fichi far t in fi die > duellandogli finalmente
A tutte le anioni alla lorofpetie necejfarie . 8 fi molte ruolte
fi <z>ede molti huomini porre Vna efquifita diligenza in coltiua
rey O* inajfiare *vna pianta , ch'effi di propria mano habbiano
poffa
fosla in qualche loro giardino , accioche toslo eUa/t<z>egga di
"laghi fiori, & di fuaui frutti ripiena y & adoma ,• Qua nto
maggior diletto naturalmente dee fèntirvrì huomo in procu-
rar 3 (tìvna creatura di tanta eccellen j, , come ejfo huome >
formata dal fuo fangue y nefca tale , ch'egli h abbi a più to-
Bo a gloriar fi con infinita contentezza di lafciar qua?ito più
può in ejj a perfettamente perpetuato , O* in "un certo modo ri-
nouato fé slejjbych'a <~ueder con trifieZzA degenerar lafùa
fùcce filone , ($? come imbaH ardita non ajfomigliarfi quafi alla
fu a origine . Onde fé per le maluagie attwni de loro di/ce po-
li furono di coloro ì che biafimarono i maestri di ~D ioni fio , di
Nerone 3 di Tramiti ano , & d'altri co fi fatti 3 & all'incontro
per le Virtù di due Scipioni, di Tito, C>" di Traiano > ftfi dal-
ttiTrencipi fìngulan furono fimm amente commendati i lo-
ro precettori s di quanto biafìmo faranno degni quei padri y i
quali ne con la dottrina y ne con buoni efempi3ne con altro
ammaeUr amento hauranno procurato y che i loro figliuoli cre-
fcano con degno nome d'huomini ciuili ì llqual biafimo^ ancor
che in ogni per fon a fi a grande > nei nobili è grandi filmo y quan-
do eh e effiy ejjendo in ijn certo modo fi parati dagli altri ordi-
ni inferiori , non deonoejfer fuperati da quelli nella ijirtùy
oue è fondatala prima radice della nobiltà 3 ma bifògna^che
per pojfedcre congiufia ragione cofi alto luogo > effi rilucano
fra le genti , come gli occhi fra le membra del corpo y ft} che la
njitaloro in tutto fiapura3 & chi ara y come enfi allo y in cui
fi pojjano fpecchiar gli altri • E fi come il Sole in ogni luogo e
runitO) fiche mai dalla pr oon a fua origine non fi di fgi ungerne
fimefiola 3 con le cofe terrene y ch'egli toccascofi il njero nobile
m
in alcun a fu a attione non fi dee punto slontanare dal ruiuo lu-
me della Virtù , ne inviluppare in co/e bajfe > ftj Vili , ne mai
bruttar (idi co/a contraria alfuo decoro >h avendo per runico
Jpecchio thonor perfetto . Perche fi come in lode d'vna don-
na non Val tanto il pregio della bellezza y£r> lo fplendore degli
ori>& delle gemme y ond'ellafiaornata y quanto Vale la mo-
deslia^ l' bone/là dettavi ta; copnell'h uomo nobile Vagliono
pivlehonorate^ ^virtuofi attioni proprie, che tutti gli altri
Vanti ì ch'egli per auentur a potere dar [io per titoli 3 oper tro-
fei de '/uoi maggiori > oper quei beni , che la fortuna di/òr di-
natamente fùol disenfiare Ghette co fé con/iderando io tra
me Beffo , nonfolamente ho vfata in Voi ( come potete ben ri-
cordami ) ogni poffibd diligenza infarui da elette perfine ap-
prendere quelle difciphne , & ejfercitatwni y che alt età , &
conditione njofira ficonuemuano > Ma ho voluto altrettan-
to che padre efierui maeslro , & duce in quella portecene pro-
priamente a nobile s'appartiene : 'Tercioehe douendo fi odiare ^
sfuggir da ognuno l'ocio Vano, capital nemico delUvirtù ,
della gloria , de Ila felicità , O della falute , & poi che fi amo
creatiadimagine delfornmo Dio , che non ifia già mai ocio-
fò ,&* a fmiglian^a della gran machina mondiale 3 che mai
non pò fa : & tra gli huomim dovendo pm > O* meglio opera-
re coloro, che m qualche maggior •an^a fi trouano collocati -yba-
uendofi ma/fimamente a ricercar più da colui 3 eh e più ha ri-
ceuuto : chi ara co fa e > ck'efiendo introdotto y& flatuitoque-
Jio grado de' nobili non per altro 3 che per difendere dalle in-*
giurie y& fojienerc in buon governo i popoli > da' quali &per
questa opinione^ per rimembranza de' loropredecej/òri, che
per
per lo public» benefìcio in qualche modo fi affaticarono > gufi-
no battuti in riuerenzayl proprio loro ejfercitio è il militare >et
fero quafi da tutti i Re a' nobili fòlamente fòleua conceder fi
l'vfò di portar le armi^quando ai-rimanente del popolo, come
àpiufiggetto al furore^ ài tumulti^fi dimetnua. Il che alle
leggi antiche delie bene ordinate Repubbliche cor rifp onde ,oue à
ipnuatifilo era imposlo $ pofjederc 3 & di esercitar le ar-
mi* Et qual'hora alcunoVaJorofamente pugnando fujfe mor-
to >fi chiedeua confi gito da qualche or acolo > in che. modo fi ha*
uejfe à degnamente honorare difepoltura <vn cofi forte >& di-
urno huomo j i cui figliuoli erano poi dal pub lieo mantenuti ;
Et perche in cjfa miuùaja quale non ad altro fine \che à con-
fini at ione della giuHitia 3 cy* yniuerfal quiete fu in/ìttuita,
et dalla quale non pur l'altre grandi ffime digmtàymaglifcet
tri Reali han tratta origine 3il più honorato meftieroper infini-
' te ragioni è quel,cbe sadopra a cavallo: di qui non finta mol-
ta confideratwne in molti Reami se fatto ^che per vfitnza hog-
gimai invecchiata quefto nome di C *au altero s 'attribuì '/ce à
tutti coloro >che fi ano di nobil ceppo . Cofi trovandomi io nato à,
douer fé giure in co fi fatta profefiione le non ofiure s & bafse
orme de 'no siri maggiori > & conofiendo, che non meno le cofi
mi li tanche l'altre appartenenti alla Vita dui le y mal fi pò Jf a
no amminifirare fen^a le buone lettere > che fono minifirede .
configli 3 Cfmaeflre de' co slumi , non mancai in fin dà primi
annt della miagiouene^za di applicami ciò che di ocio>dagl*
affici douuti al noslro Re , alla patri a & agli amici j o dalle
cure della propria e afa mi njerìwa cocedutoynon già con rijfolu
ùone di hauere da co ft fatti fiudt quel grido ^che altri di mag-
gior
giti? Ingegnò $) dì più Audio dì me donati/? in tutto ad vn ar-
te fola>foglìono con/èguiresmapercioche io fentiuafempre mag
gior piacere di cedere 3& intendere bor quo fio, & hor quello
autore, che di attendere a quelle ijanit lì >che fiuente rapi/cono
gli animi giouenili, dalle quali hoggidì fi vede co/I miferamen
te corrotto il mondo , che gli e quafiimpoffibde , che non riceua
contagio in qualche parte chi difauedut amente da quelle fi la-
fcia allettare \ ne a me parue giamai di rìtrouare il più ficuro
/campo , che il ritirarmi a ragionare , &* conuerfare con colo-
ro , che dopò morte fluendo fedelmente , &*fauiamente con-
figliano chi loro crede , dalla cui gioueuol compagnia ,& fuaue
in ogni tempo ^ auueniamì , ch'io mai non era menociofo , che
nell'orione men filo , che nella foln udirne s & maffim amente
qualhora da gli sìr epiti mole fi i della Città, in alcune delle p a
tei ììe Ca Uella ne W antica Lucania io mi riduceua » zMa tra
quelle co fi ^uarìe anioni, per non far e come Vagafanciulla,che
di Maggio trouandofì in <~vn bel prato, ripieno di <~uarij fiori
confufa dalla copia,& Vagherà di elfi non fapendo qual pri-
ma cogliere ,fifiàfenzjt pigliarne veruno , mipropofi di gire
in dijfarte cogliendo tutto quello , che tra finttori antichi >
O* moderni fi trouau a appartenere cofi alCaualiere , come al
Caua/lo fingendomi a ciò '-una certa incredibile affettione,
che da che nacqui , ho portata a.cof nobile animale ^ & gli ob-
lighi mirabili) eh io mi finto d' hauergli per molti feruigi, che
in granì accidenti ho riceuuto da lui . Et in co fi 'fatto [/ogget-
to hauendofenza ordine radunate innumer abili co fé per Vti-
le , & piacer mio , mi parue poi ragione u ole di ordinarle , &
di dar qua fi leformedisìinte a fi confufa materia , accìoche
•&# njene
He ne potere ancor voi più commodamente fimlre : Laqualf it-
tica benché più grau e mi fu fé dell a primi era 5 tuttauiafcome
ogni difficulta\& durezza con la forza del de fi der io, &J del-
l'indujìna alla fine /aggeuolay&f fi Vince) nmafi dopo molto
rwolgereJ& trattagli are in procefiò di tempo adempiuta • y(è
era la miaintentione ,che quefìe mie fatiche s'haue 'fero gì amai
a diuolgare, non già y ch'io non haueffe ad amare , O* procura-
re (quanto più potè (Se >) il gtou amento commune di cìafcu-
no . mapcrcheficome non fugiamdi mio proponimento , 0 mio
difjegno di douere con la penna meritar loderò fi defìderaua di
non riceueme biafimo -^vedendo maffimament e non ufcirmaì
fritto di alcuno in luce , che non fi a ber faglio alle calunnie di
coloro, iquali , 0 per inuidia yoper natia malignità s'ingegna-
no di cacare (come fi dice) fra loiio il pela > JVLa e pendone
njfiite alcune copie y & andate alle mani di perfine cofi fami-
gliari. & congiunte, a noi , alle quali non era lecito- dinegarle'.
0* accorgendomi y che p afiatane qualcun a fuori di quefio Re-
gno y era per efier posta finza miafaputa alle, stampe y,0* ^vi
farebbe fiat a gran difieren^adalmjo originale ,in cui fino an-
dato cangiando > feeman do y & aggiungendo' molte cofi di
giorno in giorno - fino siato costretto a prendere per migliore
ifie diente , che , poi che douea questo Cauallo, quale eglifi fia
vfeire in fampoy vfiijfe almeno di quella e afa guarnito ,& or-
nato di ?:ofira. mano, ouegia con molta mia fatica fu fior ma-
io . St perche njficiua compo Ho di molte membra& ornato di
molti guarnì menti > prefi da molte parti y io non ho voi ut 0 a-
fpett are iljùccejfo della Cornice , l aquale ^volendo mostrare ,
che l'altrui piume > ond'er^vefiita } fitjferfue,fu condi/pre-
gio,1£) r i/o la/ci 4t a ignudai andine i fuoi luoghi ho confi/fato»
di qualunque Autore io mi fia fruito, fi per non defraudare
ni uno dell' honor fiuo , O* fi per fondare ogni cofiafoprafermifi
[ime auttorità, oltra le certe >& efficaci ragionicelo per qual-
che ifperierfTa , & difaplina haueffi potuto da me addurre .
Crederò bene , che alcuni forfè de (i aereranno in questi fritti
piti politezza , &fplendore difille -, ffi ad altri parrà , che in*
torno a quesh /oggetto io fa Hato in molte co/e troppo fretto.
zs4d altri -, ch'io mi fa troppo diBefi 5 laqual co fa trouerà fa-
cilmente efcufatione 3 quando fi morrà fapere , che niuna co fa
nel mondo e beat a da tutte te parti ,0 perfetta di tutti i nume-
ri . Ma chi njorrà nondimeno per l e tante fatiche fatte da me
non efjère in tutto ingrato , potrà facilmente efiufarmi, che
y fin do io quella lingua , che per lo più fi v/à in tutta Italia, et
quelle proprie voci , che (i'vfano dalla maggior parte di coloro^
che effercit ano le arti ,delle quali /on "venuto a tr<Lttare,& ra-
• gionare , mi fino sformato di rendere la fi fianca delle cofè così
aperta, & chiara , che da ciafiuno non quali > 0 ninna, 0 picch-
ia noia fi pot effe intenderei t poi che era impojfibile opur oltra
modo difficile, & graue il poter ifpnmere>et raccogliere intie-
ramente tutte quelle particolarità, che da ifrofejfori d'effe arti
diuerfamente fino ojferuate , dourà bastare, ch'io metiendoui
gli ordini più importanti,^/ accettati,etipiu approuati pareri^
babbi a /fi anata lafìrada a chi Vorrà correr la più largamente.
Oltre a ciò fi noi nje diamo altri hauerfiritto dè^Topi , e delle
"Rane , altri dell' Api, & della Zanzara, altri de iTfufigmuo-
lo,& della Tu li ce, altri della Mofia, & altri Autori (tutti
*fr fc 2 grauifi-
grani {fimi, d'altre materie baffe, O* con molta, lode 3 credo, che
ne io faro di fcioccheT^a incolpato, effendomi pò fio afcriuere
in tante carte La gloria £)gl Cavallo, animai
genero/o , & degno di gloria > come quel, che fra tutti gli
altri meritamente ritien dopo l'huomo il primo grado . St
più oltre dico, che in ogni f acuità, della quale fecondo l'oc-
correnza io habbia ragionatolo njoluto fempre il giudicio de3
principali }(p' più periti di efjli , t quali fempre io ho amati , &
offeritati ,& con quelli ho trattato, &• conferito etiandiolo cofe
minime, giudicando diffcdcofi a poter rìu/cire, & acquetar*
mi finta la compagnia di coloro,che per fludw, per fetenzia , fé}
per mento d'ogni ^virtìi dopo morte far anno immortali . Tra*
quali per non dir hora di ciafeuno parmi deffer molto tenuto a,
quel fi /ingoiare ,& eccellente Filof fi, & Medico d Signor
H^ecio Bello buono di Campagna, della cuifignalata virtù^ffi
ficuro giudicìo nelle materie medicinali^ in molte altre cofe
appartenenti al giudicar e, & or dm are snella prefìnte mia opera
mi fono V aluto ye fendo io più che certo > che chi o per ifferien-
zjt> o per fama , conofierà huomo di tanta dottrina3 &> di co fi
raro njalore yfaprà infieme , che le cofe , o trouate , o appro-
uate dal fuo parere , poffono communemente efier accettate y
& lodate dagli huomini. Onde la vana curiofità di molti non
potrà riprendendo me , non riprendereste* biafimare l' approua-
te fentenzj de' lodati Scrittori amichi, & di eccellenti huomi-
ni,che Viuono,à quali e cofi obligato il mondo. J^on refi andò
fero difòttopormi alla dottrina-, & al (ano giudi ciò de gli al-
tri* che vagliono nell'arti loro, dà quali in ogni tempo mi farà
carifpmo
carìffmo Ù*fegnalatofauoreVeJfer auuertito.Md degli al-
trui giudici/ figua quello, che à ciafcuno piace-,ajfai mi fa,
che fi come io in quefli fritti già per Voi ordinati, & bora
a "voi Beffi in drizzati, ho dimofirato ildefiderio caldo,fty
affettuoso, che ho di ^vedemiVgualmente nella njita ra-
tialien 'fia eccellenti tra i ijofiri pari , cofil'oi Jftejfo h atten-
do gli nelle mani& nella memori a,h abbiate in effetto amo
Brare di batterne prejfò alcun profitto , ci/io già non dubito
puntojh'effi non pojfano de lettami in fi emey et giouarui mot
toyfiper la varietà delle co fé dignijjime di fapere,& fi per
ijn certo ricordo, chefèmpre vi porgeranno d'imitarmi al-
meno in queft 'aparte, che non lafciate mai vanamente paf
far il tempo, ilqualfn^a pò ter fi dopoi ricuperare , tacita-
mente ne <-và lafciando, & che Vogliate con l'effercìtio del-
l'armi hauer fempre congiunto quello delle lettere ^perfùa-
dendoui fermamente, queBe ejjèr le due ali, con cuifùole il
Qauallo alato [che non fenza cagione da'Toeti con adorna
filofofia è coji dipìnto) portar il (jtuali ero perì aria ouunque
riluca il Sole, f£j condurlo degnamente al pregio immorta-
le dell a glori a eque [Ire*
fc* $
AD ILLVSTREM PASCHALEM
CARACCiOLVM, TETRASTiCON
ANTO N I I FVRNARIL
A ST OB^iA tufuperas equitum generofa propago ;
Qua nitetllluttris gloria celf a domus
*Atque auget dottrina genus > decur > inclyta virtus ?
Tafcbalis laudum culmina prima tenes ►
ILLVSTREM PASCHALEM
C A R A C C I O L V M .
Ì^SlCb^ES- ctariqueduces} qui proemia votir
Milititi exoptant , btic monumenta legant .
Bellandi difeent artem > quo Marte fecundo
tsfbfque mtitu valeant prtilia conferere .
Tum qui ftnt pugna appo/iti monUratur equorum ?
Valma quibus con fiat bellica precipue .
Fulgore armorum > ftmul & clangore tubarum
isfccenfi audaces exacuunt animos .
Sefìores v etlant equites ad prtilia lati y
Exemploque docent vulnera dejpicere -
Hofli non aliter T>xno flint parta tropbaa.
Biffo acies fortes Hernere B^omulidum r
Mac Ducibus magnis mittuntur munerayMagnus
zsfrmìs TafcbaliS) confilioque dedit ►
S0VJE.T^
SONETTO D'INCERTO
A V T T O R E.
'(£ EGG*A del buon fcrittor le dotte carte
Chi'l deflriero miglior cono fcer cura >
Et gli infermi fanctre ; & fé procura
Gradito fkrfìy & honorato à Marte >
pj Che ben vedrà ne l'ima , & l 'altra parte
Quanto s'impara , &giouiy & qual mifura . '
Regga ilfenno > & l'ardir ; come natura
Speffo s'auan^y oue miniflra è l'arte:
Si potrà poi'falir nono Tegafoy
£t fatto Caualier nobile errante
Qercar con gloria fua l'orto ,- & l'occafo.
Et doue indriTgarà l'ali,& le piante
Se curo gir d'ogni contrario cafo
Scorto da le virtù, fi rare > & tante .
DEL SIGNOR LVlG I TANS1LLO.
V*A V iA. RB 0 B^E y qual gemma > ò qual metalla
Haurem; ch'ai nobil crin fuo fregio renda?
Signor ; per cui la su conuien > che afcenda
J^ouo foura'l Tegafo altro Cauallo .
'tf Tare a pur troppo indegno >& volgar fallo y
~£s&». . CheCd'vn-brutto animai titol fi prenda.
Huom > che per f angue , ò gefli alta rifelenda i
0 l'orni man Realy che talhor dallo ..
Hor voi le lode fue tante y & sì belle
Raccolte in vnymoftrate al mondo > come
Ter gloria huom chiaro dal defirier s'. appeìle*
SeH tempo ò Caualier da voi fi domey
*s4l%ate il gran Caracciol su le Helle ;
Che iiluttra i r ai del voftrQ},& del fitaname.*
AL SIC PASQVAL CARACCIOLO,
SOPRA IL SVO-LM'RO DEL CAVALLO^
ET DEL CAVALIERO.
DEL SIG^pi^giBjyL^ MO F 'ETs[jA\V-OLX>^
E v1 batte a feco a la (fecropia riua
^Nettuno , à ['.apparir del f uo dejìrieroy
Gina ei fhmofo , e de la pugna altero >
7>{on l'inuentrice della prima olino. .
• K(è tanto ardir ne l'anima. bottina
<Ls?d^4nnibaly [opra il Bimano Impero ,
S'à (fanne il voflro inuitto Caualiero
D'arme cinto y e d'ardir ver lui feti giua .
"Hor quel eh' un Dioy quel cb' un' Imperio allbora
TS(on hebbe > haurà da flit chiaro y e facondo
TS^apoli : vinta ^Atene > e T\Gma ancora .
E fi vedrà ypojlo il reo Trace al fondo -,
Da guerriera che per voi s'alia , &honora%
In poco Jpatio corfo , e vinto il mondo*
DELLMLLVSTRE SIC FERRANTE CARRAFA,
MARCHESE DI SÀNTOIVCIDO-
s£*j3Jf} 0 Ts^ gran ragion fonra'l deHriero alato
Gir potete Signor fcorrendo il cielo :
Et di Terfeo più ancor fempre honorato
Efser dourebbe il mortai vottro velo :
Voi che di pregio , & di valore armato
Con tal pietà ; con puro ardente %elo
Da pia moslri ha difefo il nido amato;
C'Hercolenon ancifey ò'I Bj di Deh :
Et ciò fcorgendo la voflr'alma altera
Ter far fìntiti a sé > dittine ancora
L'opre del corpo > & le voflre alte carte ;
Del cauallo cantar vi fa ; che Marte
Cotanto bà in pregio; e iCaualieri honora;
Convn flit tal} che' l penfìer pia non fiera.
DEL SIGNOR BERARDINO
ROTA.
0 J^\lA pur fenica fren ficuro il voffro
Dejirier ; né tema al fuo bel corfo intoppo :
Che dopò fé lafcerà fianco , e Troppo
Qual pia pronto in arringo al pallio d'offro j
l'erma gentil bagnata in vino incbioflro
*Alto ilfojpinge pia , che di galoppo
Tal, che l'inmdia Tegafo ; che troppo
Scorge di grado in ciel preporfi il vostra :
Che da Vauenturata vnghia non forfè
coltro , eh' un rio ; ma lui mille } e mille
Fiumi di puro ingegno , e di bell'arte :
TS{à tanta egli la su luce mai por fé
Con le ffelle al bel corpo intorno fparte
Oh anta dal voffro dir par che sfamile .
DEL SIGNOR GIO: ANTONIO
SE R O N E.
E Js^potrano talhora altri co'l piede
Romper la terra , & trar foaue fonte :
Ter quindi jpeffo coronar la fronte
JL chi'l bel don di Cliofojpira , & chiede :
Jlltri à volo condur per alta fede
Tura , & celefie il padre di Vhetonte ;
Et far de l'acque falfe albergo > <ér ponte
Quei di Ts^ettmo > che fi legge > & crede
Tauolofi dejirier : ma queffi al corfo
Sol vedraffi oue giunge , onde fi parte >
Veracemente, & come fiamma al giro;
*Degno portar co'l ferro, & nobil dorfo
1 Somiglianti d'jlleff andrò y & Ciro ;
EtfefuffetrÀ noi l' borrendo Marte .
DI M. GIO. PAOLO DI LEGA,
V ELL^i gloria (già vn tempo, fommo honore
csfl fé col primo > d' apollo, e di Marte)
Che con fi dotto fui pingete in carte,
J^è à Farmene , né a Mari inferiore :
Fa che ne letà nojìra efcan difuore
rHuouiVegafi , che per ogni parte)
Saran (mercè de la vostra bell'arte )
Famofo pregio d'ogni ardito core,
Onde da fvno,l honor ate chiome ,
Vi fon di facro , & -verde ^Alloro cinte,
V altro d'ogni valor vi dona il vanto .
Così non mai faran nel mondo estinte
Di voi le lodi, e i lor fplendon intanto,
Faran più, chiaro, e illustre il vojlro nomcJ.
DI M. TOMASINO
MARINCOLA.
T{yi IS^D I furfempre mai , chiare , & pojfenti
Le glorie tue, fuperbo honor di Marte ,
Ter quella, che ti dier fkmofa parte
Le stelle a proua, il fitto , & gli elementi*
Hor cantato da lui, che ipiu lucenti
I{ai d'Italia, da fé vibra, <& comparte,
Qual cor non paue , vdir di parte in parte ,
Di te V altere proue, &gli ardimenti?
Tttyn perche di Tegafo il fommo honore
Honor ti renda, ò perche'n varie forme
Chiaro ti moflre a noi celeste fegno :
Tanto hai di pregio al mondo , & di valore >
Quanto, c'horfei, la' uè virtù non dorme,
[aro (oggetto a sì felice ingegno .
DI
DI MARCO ANTONIO
RABICANO.
jL DOTTI i cerchi y& l'bonorata fronde
jLl crin voHroilhelCorodiTarnafoy
Signor y ne d'alto Siili' orto y e l'occafo
(jloria j ne d'armi mai puberi altronde ;
Tiroo bomai pia chiaro efca da l'onde >
E [eco battendo vn pia nobil Tegafo
Lanciando e Feboye Terreo a più bel cafo
Scorto da voinottey e Medufa affbnde ;
Horcbe'l nobil Sebeto > ifuoipià degni
Figli y e' più cari à luijpiriti etetti
Godano bauerui primo al fecolnojlro\
M al valor mirando-, a i faggi detti
Lieto y denoti y e con purgato inchioflro
Sacrino Marmi a\voi y Statue y & ingegni ,.
s: T jt T{ Z £..
A BJT E fra quanti IlluHri caualieri
Maifeguita r la tua pregiata infegna >
Efcriffèrqual maneggio a tuoi dejlrieri.
Ter l'ufo militar più fi conuegna r
lAlcun non agguagliò } né alcun più f^eri
D'agguagliar quel e' hoggi tal modo infegna
Quel Caracciol gentil y che in queste carte.
'Nemojlrapiìi y che non difeorre. l'arte,.
Come l'armento fi migliori y e crefea ■
J{e fpiega condottijjime parole
Laftagiony V acqua , il fito y UCieloye l'efca »
E ciò che fi può far , ciò ebevi vuole .
Come y e quando fifpofin' , perche n'efea:
Tiugenerofiiy e nobile la prole >
E come con rimedijfopra bumani
Ggnilor febbre y e mal fi curiyefanL
7%e Jol co me vn Canal robuBo » e fiero
Si domi , e regga fa chiaro 5 &ejprejjb
E qual rimedio appropriato , e vero
H abbia ad ogni fuo male il del conce fio >
Ma come vn forte > e nobil canaliero
Fra gli altri caualier regga fé Hejfo ;
tsf fin ch'appaia in ogni regia corte
Saggio non men} che coraggiofo, e forte*
£ ben gloriar Tartenope ti puoi >
Voi che del feno tuo lieto 3 e giocondo
Fra tanti lllufìriy e gloriofi heroi
Vfcito è quefio à nulT altro fecondo >
Qucfto che con gli jludvj > e merti fuoi
Ha partorito tanto vtile al mondo ;
Che cos ricordi fuoi , col fuo valore
Blende à l'ordine equestre il primo honore.
TAVOLA PRIMA
DELLE COSE NOTABILI»
CHE NELLA PRESENTE OPERA
SI CONTENGONO.
C A T H A F RATTJ
quali hoggi s'inferì
dono, alrrtm: ntt det ■
ti Elafrij , & Veliti ,
Ó" habtto loro car~
** *69.d
Achinea, onde fi dica,
car. loi.d
Accorgimento, & gite-
die io del Cavalie-
re nel dar delle volte. 4S2-/'
AccorteZJ^a del Capitano ne' viaggi. 466. e
AccorteZj^a, & qualità de ' Cavalieri
nel depredare t nemici. 5ol~f
AcofvtRo della bemvolenz^ade' faldati, foo.6
Aclogent cavalli, perche cofi fi chiama
no, &vfiì loro. ?u.£
Adv lattone, che vitto fta. f 1 1 £
Africani e loro cofiv me. 1 7* *
Africani cavalli , e loro condttlone,fia—
tura,& governo. }T$.d
Africani cavalli detti R trbari . 3 I ,.b
Agamennone a1 fvot faldati. fOo.£
Agefìlao,fvo ordim,e littoria . 49°-f
Agilità de* cavalli bianchi, & onde ciò
proceda. %67'c
Agilità, e divìfìond'efia. 461.U
Aiuto m cavallo, e ti in ogni mes^a volt*
tiri vnpaio di calci. 4 y ì.,h
Aiuto del Cavaliere ad vn cavallo nel
far delle volte, fino à tato, che raddopi. 4? 3 a
Aiuti tnpiuproprij, e più naturali in yn
cavallo.
Aiuti principali advn cavallo.
Albo fecondo H or atto Poeta.
Albo onde derivi.
vietato, e fva dtffin.cìrcagli huomtni .
Alciato, efua opmtone.
Alctppo, Anafippo, Arctitppo.
Aleffandro fanciullo , & come ammae-
flrafse il fio cavallo Bvcefalo .
Aleffandro Severo, come tnalZafie ilgra
do Eqvefìre .
Aleffandro fcoiptto da Lifippo tn diver-
fegutfe.
Alfonfo d'Aragona diligente circa le
ra^zje de* cavalli .
Alt del cavallo fgntfìcat ionpo etica.
Allegorico mi fiero di Bellorofonte , &
d' Antta del cavallo Pegafò, con quel
chefegve.
Aiutano , & Griffi fatti falui per vir-
tu de' e avalli corridori.
AmaZjjinii e loro qualità
4H.&
46$. £
166. f
166./
30J.C
49-b
80/
l%.g
41. OS
50/
ir.r
"4/
ui.g
ig.d
8
A mmae-
TAVOLA
Arrtmaefiramenti eCvn Cauallo alla e a
prtuola,Ginetta , cornettisti galoppo
gagliardo,e Ciambetta • 417 g
ammenda ,& Rimedijfer %n cauallo ,
che nel chiudere auuant uggì affé d\il
cunpafio-, oftftceffe indietro, oda.
qualche banda. 449. a
ammtffariofo pallone. ìoo'f
amoreuolezj^a de' cauallt iterili verfo
t poliedri rimafì fnz^t madre, & al?
tri parti humant . f.d
Anacrconte,e fuofherz^o. 6$.d
anello di ftrrro.coftumato da' Romani .. $i.g
angara da noi dette le pojte II 5 ~d
angari , & verangari , onde vangano ..
car._ n}.d
animali neri f perche taluolta.diuengha
no bianchi. X6}.h
annicere auriga periti fumo. ili. e
antichi, e loro errore circa li /proni. 3.8l.«
Antigono^ (uà rifpofla ad vn/ùofiglt
nolo. 4513 d
Antioco ,che cofe permettere a' fuo'f. 5 3 ,c
Antifìtne,e fuo motto vdendo, che Pla-
tone lodaua vn cauallo.. 4,C
pipette, e motto fuo arguti fimo , efefle-
uole. fo-h
spille erra nel dipinger vn canallo. %6\.b.
Appamone fepolto col fuo cauallo, 17. a
appettar fi vjt io , onde proceda, e come fi
tolga.. iil-d
Arabi cauallt, altrimenti Alnrbi,e Ve-
locità di e fi. 314 .f
Arcadici, virgolici, & Epidanrici. canal
lu io6.h
Arcera,& Arcinna.. li%.b
Argtnppa città di Tugliat. Si.h
argomento della natura del cauallo ,,
della qualità del pelo,. 1 6 1 . e
Artone3 efua hiRorta. I 1 6.g
frittotele de ' colori. . xi4~f,
Arinotele, e fu a opinione circa,, la confi--
flenz,** della guerra. $o.h
aritmettca,e fuot effetti, 5 1 5 .f
arma negli antichi ritratta de gli huo?
mini d'arme a cauallo. 4 68. h
arma offenfìua del caualtere. 468 hi
armatura di que' faldati d' Ale f andrò ■
detti dimache. 1 9 . b
*rrȎttHm del cauallt, . 4 6 8 .g
armature antichi fumé de'' Roth.tni. 4 67. d
arme concede dalle legpt ciutti folamen
te à gentil 'huomim da cauallo. X 6.h
arme de' causili al f antica.. 4.6 8. h,
arme de* cauallt leggieri all' antica*. 470./
arme degli arcieri 4 70. g
arme de' Greci antichi.. 4%7.d
Armeni cauallt, e loro condì ttoni- }ll.f
armi , & lettere neceffariamente hi/o-
gneuolt a'Caualieri . 41 d
armi e once fé a Duellanti. 4 8 . h
armi fof fi ic he , affomigltate alla rete di
Vulcano.. 45^*
armi, co fi offenfiue,come difenfiue, elor
conditiont. 46$. a
armi dette Barde.. 469. a
arte dicoz^z^oni.. loid
arte del caualtere, 0 d?accortare,o di al-
brigare il Repolone. 44?-£'
arte , & mi fura per le volte raddoppia-
te,& indi per le furio fé, di me^oae-
r*,ptrlebaffe,&perlefofpefe. 45T.4
arte, per fare vn cauallo ammofo>& che
non tema lefpade ri fonanti, su gii fa*.
dt,con quel che fegue. • 461. J
ar/efeij, & rimedi^ a far vn cauallo fer
mo di tejla , & quali briglie gir con,
uengono. 347.348**
artera,& Aranna* . 113.^
Afe amo, e fu a allegrez^^t /òpra yn ar-
dito cauallo .. ^r iO.h
afpettt delle (ielle, & come dtuerfamen
te fi dicano, effetti, & qualità loro . .
car. %9\.à
affatto alV tmprouifo. Sol. e
a fiuti a da v far fi per paffar alcun fu-
mé., jci.e
aftutte. e prudente di molti antichi^-
Eccellenti huomini. . 43 6 g
afflitte , &firatagemme da v far fi con-f
tra nemici per ifpauento loro. ^oQ.J-
afìutie dt molti antichi nel. trapaffat,
de' fiumi, JOi.#
Athea Re degliScithi , e fuo. detto àgli:
Amba/eia tori dt Filippo.. IT.*
Athene,efuaofferuanz>a. 3 8. h
Athemefe.e loro offeruan^jtt. 479 .a
Atro color, come fuff e detto anticamente, %7^-g
attieni humane, onde procedano.. A^ì'c
attitudine di cannilo da gn erra . . 4 y 5 . d
attrtbutien
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
Htlribtttion di fortuna à gli animali
brutti à famigliando, dell' huomo.
auantia de' Cau alter t de te fiat a.
auenturieri.
auerten\jt del modo , chef debba por-
tar la, gamba a cannilo -, ó* rafettar
la per fona, i-6y.366.fi
auuerten\a fopra vn cauallo •-, con am-
menda, del fuo vitto.
auertenz>a delle prime volte , o deftre ,
o fini fi re, e he lì ano.
auerten^a , & cautela d'vn Generale
nel riceuere faldati di nemici fatto
nome dtfuggttiut.
auerten\a d\n Capitano di a uà Ut
leggieri.
auerten\e d'vn Caualiere, trouandofi
nella furia dell'arme,
auerttmento della t eritpra.fi ano, & fal-
datura, d'vn.t briglia,
auerttmento , come fi debba calcar vn
/prone al Caualiere.
auerttmento d'hauer fi prima, chef! ca
ualchi
auerttmento per lo r affettar della per-
fino.
auerttmento per li fiudioft della mili
z<?r .d
Jo8./
tfi.c
497.*
T04/
3 66.h
mg
augurio di cauallt bianchi.
augurio dalle bianche , & dalle nere co-
fi.
augufiani,e loro ordine.
auguro gran dtfenfor dell'ordine eque-
stre.
auriga, onde detto.
auriga di Priamo, e d'altri doloro fi huo
mini .
autieri dtuer fi trattanti l'arte dì medi*
car cauallt.
499 -a
i66.h
%66.h
40. £
39.6
110. e
ììì.b
$7.a
quando
Bacchetta, come,
de uè adoprarfi
Baio,e Sauro, e qualità dtefsi,&c>
Baio partecipante del Cajiagno, & del-
l'Alavano ,& fu a condtttone.
Baio indorato, e rimejfo, &c.
Baio indoratole fu e qualità.
Bataz.etto prefò per morte del fuo cauallo. iy. e
3 87*
Z7l.c
199 a
2.77. <*
199. d
Ballane, onde fi dicano, ó* come contati,
gano alcauallo,& diradalo non mai
al Mulo.
Ballane nere,& bianche, figura,& far
ma d'efie.
Ballane per fé cattiue,accidentalmen ■
te buone.
Ballane branche anteriori, & pomerio-
rh& giuditto di effe.
Battano di quattro.
Ballano delle due mani.
Ballano del pie diritto Ai 'meglio , $»
perche cofifi dica.
Ballano della man della briglia , &
qualità fua.
Ballotto vfò,& difciplinafua.
Barbari e loro,offeruari%a.
Barbaro cauallo detto già currtle.
Barboccio,e qualità di effo tn vn caual-
lo, e qual briglia gli conuenga.
Barca di Caronte.
Bardella , e CauaziZ,one , quando da
metter fi al Poliedro.
Bafìerne,che ftano.
Bafivne,e fuot effetti in vn cauallo .
Baftonetto,& effetti fuot.
Baronetto col chiappone,^ altri di più
forte.
Battaui Caualterì eccellenttfisimi.
Bella dubttattoneima miglior rtfòlutto-
ne intorno al dubbio,che L 'huomo non
debba confi dar fi à la deferitone al-
trui.
Bellez,z,a atgumento de buoni coflutni.
Belle^a\a,che fin.
Belle^Jjt m quante co fé confifla.
Bellorofonte,perche cofift dica, &come
prende jj'e, e caualcaJJ'e Vegafò.
Benna & Combennont .
197. e
197*
loi.d
i97.d
i?7-d
•**«•/
2.98 g
443-6
41 £
103.^
340*
260./
ìóS.g
I I4.C
l*i.d
138.À
48/
ip.**
in.*
1,1.4
ito.g
Btanchez,z,a,e negrez,z,a onde fi generi» i<;6.g
Btanchezjz>a,e cau fa d'efia. %6$.d
Biafimo delle mollttie tn Vn faldato. f 1 o.e
Btga,& quadnga,quando trouate. 1 08.»
Bigati monete d'argento. io8.£
Bigio colore. x j-q.£
Bono 'fi-, e he animali fiano . 131.*
Bontà d'alcuni cauallt fàturmni, z8f.d
Bontà delle ra^z,e,onde proceda. l^fi
B orelli delle ginocchi a, e qualità fine, "i^.b
Borgognoni, & Turtngt Cauallt. 3 1 6f
* * Bori/line
■
TAVOLA
tcrìftertì ( tu atto fe-pettito d' Adriano
Imperatore,' on Epttafio . ! a,.h
ffout con codafa crmt di cavallo. I 3 1 . e
E ri gita detta {troppa . } 3 5 • e
Briglia per gengive camofe . 3 3 8 f
Briglia per cauallo , c'habbta ti collo a
fctutte,e corto . 343*'*
Briglia alta d occhi , & efit occhi quali
s^ intendano. 1^6. e
Briglia detta Chiappone,^ à qval Ca
uà! lo giovi. 3 f 3 '
Briglia chiamata pie di gatto intero. 3 $ J .e
Briglia detta à martello . 3 f %.g
Briglia primièra d\-n Poliedro , & co-
me ft debba care^z>are,& adde(ira
re. j?i b
Briglia come da tirar fi al tirar della car
nera 418^
Brtgliadoro , Rondello , & altri famofì
causili. 119 h
Bnglie,e loro condì t io ni, e forma . 3 3 f .a
Briglie per gengive agu\^j. 3 3 8. e
Briglie a cavalli, e' habbtano ti labro fot
tilefogrofio- 3 30.&
Briglie per collo ferpentino 341
Briglie fecondo Senofonte. i*9.d
Briglie e hiufc, fe briglie apcrte,& ejfet
ti loro. 3 f o g
Briglie à fem bianca di Pero. 3 f z.e
Buce falta cttt a come, e da chi edificar* i}-d
Bucefalo cauallo- d' Aleffandro- 1 1 ,d
Bucefalo adorno di reali guamtmenti ,
& qualità fua . \$.b
Bucefalo rubato , & poi ribattuto per
gran minaccia fatte di' Aleffandro. 1 4.^
Bugiardo biafimeuole,&c. j 1 1 ,a
Bulla a chi concefsa . $ì.d
Buoi perche habbian 0 le corna fède. 3. e
Burro huomo, e V 11 eliache ftgntficht- 175 b
CACCIA d' Aleffandro [colpita
da Ltfppo. f o.f
Caccia quando y far fi debba . J 3 .£
Cacete Perfiane biajtmate. 5 1 4 •/"
Cacete lodare fecondo Platone. 5 1 } • *"
Cadauere del cauallo tnfègno delle Vtfpe. 99 d
Cadmo, e fauola di effo. Ha,, e
Caponi dt timtdtZAj* in cauallo. 4 £i . <
Cagion perche le guerre f -.trono introdot-
te.
,o6.g
Calate, e lor qualità per /{carta ddea
vallo,? del Caualiere.
Calefmij,e Magneti popoli .
Caligola amando vn cauallo lo fa deft-
narfecoy&c
Callipide, Crtfippo.
Camarrafuo vfo,e chi la introduce ffe.
Camilla figliuola del Re de1 Volfct nu-
dista d: latte di Cavalle*
Campanello li fio à cbi.!ppone,&c.
Cancelli,^ me fu, che dinotino .
Curii fi pei li ti appo t Molofsi.
Cani, e c.ual!i,perche divengano canuti. I6j.a
Cam di Licurgo 494 •£
Cannone , perche co fi fi die a, come, & in
quante maniere s'adoperi.
Cannone fuenato,e fuot effetti.
C anterto , onde fi dtca~
Capi di compagnie detti Coronelli,qva-
li anticamente fi dicevano.
Capitani antichi valoroft , e loro difagi
di fame.
Capitant,foldatt,e loro vfficio .
Capitano ,efve qualità
408/
l}9.b
17 e
So.f
197b
6at
ÌU-f
9i.g
i6.e
3JO.A
3Jf
loó.e
47}.c
487. a
493 <*
471-b
Capitano, e fua virtù , e prtneipal gloria. 4 9X g
Capitano benigno yerfo t faldati refi
Capitano di Mmal:ppo,qval hoggifta .
Capitano di guerra fecondo viatorie.
Cappadocta,<& nobiltà de* cavalli fuot
Capra Amaltea,e fva fauola.
Carabolo cavallo di Seltm-
Carattere di fhiaui fègnatt con la figu-
ra del cavallo.
Carlo Ottauo Redi Francia, e fua vit-
toria centrati Duca di Milano per 0-
pera di cauallt.
Carlo V diligente circa il governo delle
ra^3j de' Cauallt ne' fuot reami.
Carlo giunto, e fua gloria.
Cameade, e fva opinione arcala dtfei-
pltna del cavalcare.
Carthagmefi,e loro premila' faldati.
Carte ,<? dadi dete/iatt.
Carucarij,e Plauflrarij cauallt.
Carra, &vfodt efsi tolta da Filippo
Macedone & come egli mortffe.
Carretta di quattro cavalli bianchi
adornata da gli Etiopi ad honor del
5°7d
491.C
49}«
il Ì.C
109.C
*%'*
6S.g
i$.d
il.e
141. a
418
479.c
Sii.d
m.h
lll.d
Sole,
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
Sole .
Caretta fatta da Teodoro Statuario,
Cai rette al modo greco.
carrette di diuer fé fòrti.
Carrettiere della notte.
Carrettiere dell r anima fecondo fiato-
ne.
Carriera dotte da dar fi ad vn cauallo.
Carriera, re fu e qualità ,e mi fura.
Camera, fé dette darft prima che 7 ma-
neggio f e quanta paufavi bt fogni .
car.
Carriera del galoppo, e del trotto, efùoi
effetti .
Carro di Pompeo tirato da Elefanti.
Carro del Re Alfonfo in S. Lorenzo di
Napoli.
Carro dt Plafone.
Carro di Nettuno,
Carro d' E Ita.
Carro dt Dio fcrttto da Dauitte.
Curri* che d'argento.
Cajìagna , che Rota, & Rotella ft dice,
■fó> quando fi debba v/àre.
Ca fragno cauallo, e (ite qualità.
Caftagno ofcuro,efue quali tà,e fegno.
Cafltgo dello fprone afjomtgltato alla
Virtù dtl fuoco.
Caffi godei baffone neceffario in quello
ìl ante, the ti cauallo commette Cerro
re.
Cajitgo di briglta, qttal fi dica.
CaJtore,e Polluce, e lorfauola.
Catafratti, clibanarij, o Loricati quali
fi diceuano
Caual Barbaro,che corrile fi ' diceua.
Caual CaRagno, natura , $* qualità
ftta.
Caual celefte,e fùa fede,e figura.
caualcatore ,efuot dtfordtnt non cono-
fcendo la natura d?vn cauallo.
Caualtere , onde fi dica, & come varia-
mente fi chiami.
Caualtere,e fuo auuertimento -circa Vef
fercnto d'vn cauallo.
Cadaliere^che modo, & ordine dee tene
re nel caualcare. 378
Caualtere , eh* ordine deue tenere in
montare à cauallo.
C*naliere}poi che e montato à cauallo ,
11-*
ui.d
%li. h
5 9-b
$9t-d
414 h
4T*./
4^3. e
60 e
óo.g
I ll.h
x?6.g
I99*a
394-h
115.6
4696
IO} ai
Ì76.g
nya
37J-'
41. h
Ì76J
i7$>h
4I9-*
che accorgimento deue hauete.
caualten detti publtcani.
Caualtert grati ad Augufto nella fu*
morte.
caualten dei Tofane*
Caualtert Pardi .
Caualten Bajiai.
catta Ila del Marcbefe di C ter nei.
caualla tngrautdata da luluto Stello
detta poi Ippona.
cauallanzj^o vecifo da vn poliedro per
hauer vfato con la madre.
caualle dt Libia.
caualle dt Cimone.
caualle dt Euagora.
cauallo d' Ameto,e loro firma -,
cauallcrìa leggiera, cornee doue fi deue
ordinare , si nel marnare, come nel
combattere .
e au allertale fu 0 luogo.
caualleria,efuo ordine-
cauallertafifuo ejfercttio .
cauallt , perche h abbiano Pxnghie fède*
car.
cauallt vincendo hanno allegrezza
cauallt an. oreuoli ver fi 1 loro Signori.
caUallt di Calltgola.
cauallt bianchtfcelttper opera d'augu-
rio,
cauallt della moglie di Nerone.
cauallt affo migliati all'impeto della
fortuna.
cauallt bianchi, & vjb loro primiero.
cauallt del Sole.
cauallt folari , e loro nomi dati da ria-
merò.
39.4
42. e
41. e
1 1 i.e
7.*
7.c
7*
ll.d
sS.e
ztf.g
48 3.*
489*
4&>.d.
45 *•*
*i
io./
xo.g
IJ.d
tue
f*Jk
fhc
cauallt dedicati al Sole dal Re di Giudea. J f . b
cauallt dt Tritone. 5 8./
cauallt delgtsrno,e della notte. y 8 P
cauallt del giorno, della notte, della Lu-
na,dell' Aurora, del tempo , d' Amo-
re, dt Dio. $9*60
cauallt interpretati da Teologi, con mi
fìero,& in vari fin fi. tJO- 6 I .h
97* *
99*
IOI*
JOI.tf
cauallt effer detti nobili.
caualli da vettura,e cauallt da guerra,
come variamente fi dicano.
caualli,ejfarij,ò Garagnont.
cauallt cructatt,e torti, e qualità loro.
caualli, detti Ast urloni.
« i
cauallt
TAVOLA
C Alitili piccioli , come fattamente fi di
cano. lOl.g
Cantili Definitori . • 04. e
Cauallt di riferita . l o 4 ,f
Caualii Spadenhér C*ntherij,& qua
li t a loro. IO S.c
Cattarti detlrarij, quali fieno & onde (i
dicane. 107. d
Cauallt Curult Sftbiugi Cingali , &
zjjgif . 107 d
Cauallt funali,& habenalt . 108 .e
Cauallt dtuerfi di gran virtù. ll%-g
Cauallt gittatt al mare in honor di Net
tu no. H7.fr
Caualii ftluaggi & H ippiagri , paefe ,
natura,^ forma loro * »3 *••*
Cauallt fenzja orecchi , 1 3 :. .e
Caualii df celtiberta , come mutino il
pelo. i6}.c
caualii bianchi dati , per tributo al Re
di Perfia* i66.h
cauallt cenerenti, & qualità deYefsi * 170 .h
caualii di temperata compie filone • 183 .<*
cauallt dt buona fortuna * *> 5 8»e
cauallt nati in regioni temperate, e loro
eondi tionr* Jof fr
cauallt Ethiopi, & A ff ncani >e loro con-
dri toni. 3cy.<*
cauallt Grecite loro qualità. 3 °6**
caualii dt creta, di Rhodi,& di cipri*
cor, 307. d
caualii del Re Rhefo. } 09-b
cauallt dejìi nati per la per fon* del gran
Turco r&dt altri giovanetti del fuo
ferraglie. 309.^
caua-lltdt Sarmatia,fattezJzje,& quali
rà lor». 311
cauallt mandati al Re di ver/ìa dal g»
uernator d' Armenia. 311»/"
cauallt d' ljlria,e Venetiani . 3 1 7 . d
caualii più lodeuolt, e dtptupofian\a »
car. 41 3 'b
cauallo portato a Traiano ne' confini d"
Armenia . *\.h
cauallo nutrente uerfo fua madre . 7.*
cauallo dt Socie morto pei- h-tuer cam-
biato padrone. %.g
cauallo dt Ntcomede morto per la mor-
te del [ho Signore. 8.A
Mutilo. _ djArtjbw Rè di ferfia &na(u
ra fua. >.*
cauallo di Giulio ce fare nato co piedi
qua fi hu mani . \\,c
cauallo di Domitiano fcolpito ih b rsn-
%e dorato >& ingemmato, l J- .Ir
cauallo d ' Ecatone. 1 8. e
cauallo fi dice compagno fidatiftimo al
fidato: t 17. x
cauallo d'Alefiandro vedendoftdtpin-
to, e he fece. <}o.g
cauallo bianco- ucci fi ad honor dt Dio
mede* j6 .e
cauallo onde detto-. 98 /
cauallo gradano, e volutati». 101.fr
cauallo detto C elete . I04./&
cauallo del Signor Giordano Or fino * 106 h
cauallo dato a Probo Imperatore . 1 1 j.d
cauallo della Luna. l J 8 h
cauallo dtui fiato , $» Ffobe ro. 169 e:
cauallo argentinole f uè condtttoni.. 3 00.^
cauallo del Signor Vincente da ltfria * 3 1 P . *
cauallo , che tiri, calci tocco da gli /pro-
ni , 0 che fcuota il capo , come fi dt—
fciplint, e ca flight . 3 81.&
cauallo, che giffe col collo torto, come da
corregger fi , ò duro dalla man de(lrau
car. }9 7.d
cauallo , perche dtuenga sboccato , efu-
rtofo,e fuo rimodio . 4 1 7. fr
cauallo fiero tu una Carriera come da
tener fi* 41 9 e
cauallo da non e ffer errar fine f alti* 4l6f
Caue^z,ana , fai fé redine, e lor» aiuto
car. 397 :é
Cautele , &> arti da tener fi , in w e a.
uallo,che l'itmmaejirt per ufi diguer
ra* 450. h
Cecilia Metello, e fua rifpofia ad vn fuo
Tribuno * 493. *t
Cenfon Romani. 4 71 .d
Cerimonia nelPeffercito Verfian» * 5 J • <£
Ceruleo Color e, e fuefpette. %6o.e
Cerulee, Flauo btanco,fuluo &c. zòo. h
Ce fare taluolta combatte a piedi per
dar animo a foHdattyf per altra prò» .
tanecefsttà* 18. h>
Cefàre,e fua magnanimità. . 47-fr
C efare menato da Elefante con letorce
accefè. 53*
Ce far e , e fitaperitia nei e anale are- 1 40.e
Chamo
DELLA GLORIA
ch*mo onde dette. 3 f 8. h
chaonij caualli. ì°7>d
chiappone fano. 157>b
Cibare cauallen^^o di Dario ,efk* /ir-
te ber fare annitrire il fuo cauallo.
car.- *>.|
Cicerone dell 'ondine eque/Ire. }<\.h
Cictro>tete (uà agguagliane*. . 63. e
Cicerontyt 'fi* a opinione arca le guerre.
car. ., ">o7.c
cicerone ncll'entrarde' prieghi, che con
fig'iod.-u Ì09C
e tcihani cauallt. 3 ' 8 f
e ielo non efier co lo rato. 2 J * •£
e Ularo che dinoti. ll& g
C ir co M ifstmo. 9 '■ >c
arco Flaminio, &fi/?e che vififaceu*
no . 94 \
circoli, e loro maniera, /patio , nume-.
ro , grandexj\a , $» qualità. 436.
437. 438. 459. 440» 44'»^
tir colo,e fitta dtffintttone'* 43é.f
Ctfiario,Carpento, Carpentarij. II? b
tifo carretta veloctfstmz, 1 1 3 b
atta celebrate per opera di caualli. 3 OJ.it
Claudio C efare refitutfce t luoghi a' Se
natori. e,o.f
Claudio Ce fare , $> Plinio delTVitppO'
centauro. 1 3 I f
clima in ogni animale, e d'impo?t*n\a,
car. 5°4-f
ehtellarij ,0 Sagmarij caualli, quali fi a-
no. 86/
tognome del cauallo dalla dtuerfitk del
pafio. 1 00 f
tognomi appropriati a" Centauri. j 2.8 e
collo graffo , e lungo in vn cauallo,e qttal
bndia gìiconuenga . 344«^
coloni! lo, 0 Coronelle,^ onde co fi fi di-
ca* 473.r
color proprio > & color improprio , & lor
differenza. iy 5".<*
color bianco a, chii'attribuifia. lój.d
color 'bianco lucido, & color bianco fimor
io. 166. e
coler "verde, & doue fi vgga più 167. h
color Sorecigno,& cinereo, & a cui con-
venga. tJO.h
ielor proprio del Giluo^ & quando fi*
DEL CAVALLO.
di buona,quando dieattiua qualità. %ÌÌ$
color fofo,& atro come altrimenti fi di-
cano. 17*"£
colore, &fàpore attribuito ali* Luna .
car, 181.*
colore del Sole-, 282.»
colon, (tatara, complefsione de1 nafeen
ti nella P rtmauera &c, 2 8 8 f
colori,qualtth acciden tali. 2 f o.<?
colori mefi'aggieri della Natura. 25'O.A
colori primi nuncij degli occhi , 1 f I .»
colori è loro fìgatficattone , 2 ? I . #
colori di finiti fecondo varie fententcje\
car. ULd
colon attribuiti al Sole. 2 5 2. h
colon nen,& colori apparenti, & cagio-
ni loro. *■?$•/
colori di metalli , & delle piante, car-
te ÌJ4-6
colori da gli animali dall' Elementi ,
& altre co fé alimentate, & minerà*
li. ìjrf.*
colori gtoueuoli , 0 danno fi alla ^vifla.
car, 2 57. b
colori diuerfìin animali ,0 eccelli d' 'vna
fpetie. %d.b
colon attribuiti alla Luna, & à Gioue.
car. 167.fr
colpa, &> inefj>erien\* de' o\zjoni.
car, 3 3 S.g
colpi con che maniere fi fchtutno -, 4<>4'£
combattere a piede btafmatO fecondo
gji antichi. 4$i(£
combattimento di Tori,e caualli Thef
falli mo fi rato a' Romani. 3 06. f
compagnia di faldati introdotta a raf.
frenar la licenza del Senato. Afi.g
compagnia de fidati tolta via da Ne-
rone. 40. h
compagme+come fi debbano fare, car-
te .... , 47i»*
comparai tondi Outdio Sul/none fé. e ar-
te 6^.6
conce fi ione a' Cau alteri d'intrare al
Senato Ì4>à
condii ton, che dee hauer il Sauro indo
rato, 2p8 k
condtttoa della lingua in f n cauallo »
& qual briglia li conuenga, 3 3 ($,£ -■
condì 1 10 n della mez,* uolta ,che fifa à
* 4 fronti
t A V
franteli ttemico, come fi* da difiiplt-
n arni fi ti e auul lo. 4 57. a
condir wn d vn cauallo,per v/ò delle bat
tagli** 4*8./
cosdttion della bellezza m vn cauallo:
tn che confitta , & in quante parti fi
diuide. 4.6 i.h
congtettura della forte^jja del cauallo.
car. 304-/
conofcimento,e fienfp de' cauallt del tem
pò della battaglia. 3.. b
conqutfio del Mondo S uomo per ifpauen
to di a tuli Li. l J .&
Con/alno sigtdarto ,e fuo dono à Pom-
peo Colonna. ice
configlio dell' iHeJfo Auttore ,_ arca ti
fatto, di caualcarfi vn cannilo ma-
li ammatilrato , nel co/petto altrui .
sor. 4J8/
confi gito fanti fs imo ,& honefìifsimo de
l tfiefjò Auttore intorno al fato de"
gtuocatori. v Jll'g
contefa di correr* a cauaUo,onde hauefi-
fe origine. $'-a
continenza tn vnfioldato ► J 1 o f
(otaZjcaj fiue condì noni . 4 6 y .a
corone d'olmo, d Ottone, e d'oro,,e flatus
ne 1 giuochi olimpici.. $6 h
corone mtrodot te da Caltgula.. 4 7 8 . h
co>-pi natu tali ,e numero di e fisi. ì.5 1 ,g
corpi lucidi fenz^a termine, & lucidi ter-
minati. M3«£
corpi diafani, & trafipartnti. i J 3 ,b
corpi nati fiotto t dodici fiegnt, e lar gran.-
de%z,a,e qualità- i88.g
corridori,^ numero dlefit .. 49$f
Corfica,e Sardima,e loro cauallt . 318^
corjo pericolo/o ne' giuochi olimpici, car-
te 96 e
cor/o di Mercurio . 181 •*.
Cefo ,efua vittoria per induflria di tot
la briglia a cauallt. %}.c
coff eli attoti ofieruata da Ali Rodohan
nella nat tutta de gì 'ammali. ì.94.*
COHino,chefif*. 1 1 A,.h
codone , che arte dea* tener quando
/monterà dal Poliedro» 3 71 .a
Ce%Jjoni,onde fi dicano. 3 1 S.f
CzartppoMenalipfo, JCarttippf , & al-
tnchefiegmnox 80./
OLA
credenza , con quali artefici^ fi tolga.
car. 4O0.tf
credenza ne torni , come fi foglia, car-
te 401. 403. e
Croto,efitafauol'a\. LtS.f
cunto foccorfò dal Marchefe di Pe/ca-
ra. ij.a.
cuoio, e fuo principio. 301.&
curator d'vn cauallo ,e fuaauuerten-
*,<*. 3 6o.h
Curio , e Fabritio lodati di liberalità .
car. Jo8.^
Curfio hebbe vn cauallo coraggtofo.car-
te li 7. d
curtaldoyperche cofi yten detto, 1 03 •*
DJc 1 a N 1 caual li3 e loro qualità *
e forma. }l7-£
D afida dtjpreggtatot del? oracolo ,. e fua
morte ..
Dario /campato di pericolo per auuer— ^
ten\a d hauer cavalcato yna canal-
la partorita dtfrefico.
Dario,e fua rotta*
Dectmattone,che fuppliciofìa.
Decto Laberio , e fiuopremio, e degni tà .
car.
Decreto, del Senato, e he niuna donna, 0
figlia , o moglie di Caualtere facejfe
arte indegna.
Decurione, e fue qualità^
Dedalo ,efauola di e fio .
Degni tà. de' Cavalieri, drk che conoficitt-
ta,
Degnità de gli Ambafciadori*.
Degnità dt Furto Camillo,
Denti del Lupo legati ad vn cauallo .
che effetti facciano.
Denuntia delle guerre, e con quaifolda
ti far fi debba*.
Deficrittion de cauallt di Caffore , fo
di 7 alluce, & d'altri huomt ni illu-
sori.
Deftneto nome*
Detto notabile d'vn gioitane e fior tato à
Itcenttarfi dal fioldo del Rè Filippo ,
& a vende re il fuo cauallo.
Detta d' Augvfte. advn Cavaliere.
*H
é.er
45>o.e
478.^
39*
3-i.r
471.C
31.*
49i.d
\\€.h
ioóh
%66.h
io8.«
xo.g
Ì9.à
Detto
DELLA GLORIA
Detto ntta Vile dì Mario, 4 4 •£
Detto di Co fi animo. A^-d
Detto d Ageftlao fu la egualità del buon
Duce. SOi.d
Differenza tra la hianche%jz,a del Sole,
& de gli E le menu. z J 3 ,a
Differenzia tra Bai Metallìnt Lupegnì
Saint, e Rubiconi. 1 77 . e
Differenza tra caualli fittent rionali ,
& altri. 304 h
Differenza- della voce del [Caualcata-
re . 409,?
Dimache faldati d* Ale f andrò Magno ►
car. ly.b
Dio dipinto da Abacuch profeta /òpra
caualli. 60 .g
Diogene vedendo duoi Centauri dipi»
ti, e fu a arguita. *$0'g
Dionigi , e fuo augurio pet Vft cauallo
hafctato nel fango. 1 1 .e
Difcefe , e loro effetti.. 4 6 } . e
Difciplma dell' buomo nel ' cauallo-, i<jy , d
Difciplìna prtma in vn Poliedro ■ }70.g
Dtfic ipltna a cauallo per faltarfofsi. 4 1 1 "b
Difciplmarevn cauallo y fecondo Seno-
fonte yto.f
Discipline diuerfè àie nature dt "Polie-
dri. 3 éj.d
Difiipline in <vn cauallo per vfo dtftng*
lar battaglia. 4f7.c
Difpofìtion di corpi differenti^ $1$ d
Difpofiiione, & ordine dell'esercito ne1
Viaggi a l'antica, & a' tempi nostri ^
car. 4 Si. e
Difordtne fatto àtempOì 40 1 . a
Dtfsimulat 'ione del Generale di qua»
ta importanza. 486./"
Dtjhntton de gli officiali Senatori] ,fe>
cauallerefchu 1 , 34./*
Dij/intton de' colori particolare. 1 5 6-f
Dittatore non debba, andare i cauallo }
perche. 18./
Dittatore,^ dignità fum. 49 uc
Dittatore prtmoi 49* -f
Dittatura perpetuai dt Ce fare cptalfuf
A lF>f
Dittatura di Silla,con quel ,.chefegue .
car. 4pz.tf
Diuifìon de ' colori. 1 y 6 • r
Dmerfitàdi geli nel «**&**' emalli,. 1 6i.f
DEL CAVALLO.
Dtuerfìta del pelo Leardo. 167. à,
Diuerfìtà nel color rofj'o. 17 J \e
Dominio del o\tpo attribuito al Monto-
ne, & qual fta ti fuo pianeta. t$9,<*
Dono di caualli , e d'arme fatto ad £-
neada Heleno. 18./&
Dono del Re Filippo al Papa. 68.A
Duca dH Amalfi, e fatto fuo honoratocon
tra t Francef. 1 fu$
Duca dt San oia, e fu a vittoria a S. Qui»
tino, if.b
E Cu vt: e a linea. %%j.e
Effetti dt Marco Tullio Confilo . H.d
Effetti della Luna nelle figure. 1 8 1 ,b
Effetti potenti fimi dell' effercttio de
Torni. 40 }.b
Effetti del lafctar andare vn cauallo
alle fcefe,o dt trottolo di galoppo car
te 407. d
Effetti del Rampante. 46 3 ,d
Effetti,& gloria della militar dì/cipli-
na. S'Of.a)
Effetti della caccia. J 14.^
Effetto della briglia più alt a di monte >
e cjual debba effere. 34 tf.tf
Efficacia ,<&> giou amento del caflìgom
vn cauallo. 3 pi, e
Elefanti ,e caualli non conceder (i ai fri
uà ti.. \%.h
Elet,efì*ara3LK,a. 307.^
Elementi detti bianchi. 15 z,h
Elettion del CoK>\one,& cjualeglieffer
debba. 33 \.a
Elio augurato a douer regnar poco per
morte cCvn Poliedro. \\,b
Emblema dell' Alciato. 6}>b
Enippe, Ale ippe, Anippe, Crifippe,Ci*
dippe,conquel,che fegue- 8r.*
Epidauro Città. 306 h
Epigramma d'Antilogio nell'effigie d'vn
cauallo di Filippo Re di Macedonia ..
car.. pj.c
Epiro detta Albani a,e caualli- Epei, 3.07.6'
Eptrott, & Dalmat ij caualli, e loro na-
tura. 307.C
Epttaphto di Bucefalo. 14.C
Epiteti,? nomi *t t ributti àxauallì. 98.99. b
agiteti*
TAVOLA
Tpìtcti del? A magoni. i$S-d
Ip tteto de' caualli. i.h
Epiteto dt Cattai ieri dato à Feleo,fr »/-
tri nobili di Grecia . 4i-b
Eporhedtca & Rhedarij. HS-b
Equestre città nella Gallio, 88 h
Equ arto, e he fi a. 8 <■> • a
Equicoli popoli. $$.h
Equirij giuochi doue , & quando fi cele-
brauano. V0-f
Equtfone detto Co^j^one. 89.6
Eruttano quale fi dica. 8 9 . b
Equìtto , equino , equire, equimentocon
quel che fegue. • 89. b
Equitoli popoli SS.h
Equo, perche co fi detti da' Latini, car
te 87 88 d
I quo monte. 88.£
Equulio,che co fa dinoti, 8 8 . e
Ertttonto,e fuafauola, jo8 h
Efippiaticauallt qu.tltfiano. '86 f
Ejfedarij popoli faldati. ' M?
Effedo.e Coffeda,e fuoi epitheti. . 1 4 f
Effempt di più konorati ejfercttij. ìo<\h
Effempt di molti antichi , & moderni, 0
foffeffort delle fetente., opur amatori
d'effe , & degli huommt faenttatt.
*i<S. ?I7,$t8. ? '9h
Effempto di camalli date da Temisi*-
eie.
Efiempio di Zoiro , & d'altri yalorofi
faldati.
Effempto di Quinto Fabio Mafstmo.
car.
Effempto dell' efferato d'Annibale.
car.
Efferati] bifògveuolt al cauallo .
EJiercttu' del corpo , quali effer debbano
per vn faldato.
Effer atto delle cacete neceffario àgioua-
di,&à maefln di cau.dlt.
Effercittodel Caualiere,o gioitane fo yec
chio.
Effercitto mi furato quanto gioui.
Effercitto dell'arte cauallarefca. *
Efferato Celsfle /òpra caualli bianchi •
car.
Efferato detto duplicato , & altri di.
uer fi efferati , è* dou eglino fuffero
Amer fornente deflmatt , & quali fi
6\.a
A 97. e
4P S.g
Po./
tua
ìiB.g
31 6g
6o.g
dtcefferq-
Efferato ben formato, quando fi dica .
■car.
Efferato et Al e fi andrò -, & numero de
puoi,
Ejfor fattone per Ve fitteti io de' caualli
neceffarta.
Età della doma del poliedro.
Et modo dt dom.trlo.
E ucherto nella frittura.
Eu.ppe Borgo-
Euripide, e fuo precetto ai figliuoli de ì
Re arcala dt [opima cauallerefco .
cor.
4J4*
489.^
489.^
48<>.<f
331.A
6},d
81. h
li,*
36,.*
488 g
FABIO Mafstmo ài f segnato Ditta"
tore merito ti cauallo
Facetia di Lorenzo di Medici,
falange Macedonica , fr numero fuo.
car.
falli Lupini, qualità ,& vita loro.
car. 178
Fa'bicaualli,e loro qualità. 199
fallo grande tagliato. 3 f 7
fai fi redme,& vfò Uro. $67
falfe redine , e loro effetti col rimaner* ■
te. 39f-i
f annullo nati di cauallo d'un paftore
à Per 1 andrò. I 3 I • t
fanti di Guardia del Generale . 48 1 .à
fafi-anicauallt , &onde cosi fi dicano.
car. 312.6
fauola di Velop e,& Hippodamia . 9 5 .e
fede d'vn nobile Solano per vn cauallo
datoli da Marco Marcello . 19 d
fedeltà dt molti faldati yalorofi, f 1 \,f
federigo Secondo, e fua costituitone,
car. 48.»
f efevtarij quali fìano. 47°»*
fetonte, e fua fauola. HO.h
fibted Oro da Aureliano àfùoi . J 3 . a
figura del cauallo Vegafeo. 4 f 8 h
ftltppe fi popoli, Filippopoli città. tii.h
filippo Re di Macedonia , e fuo deside-
rio nell'ajfaltar la Teff agita. ìlf
ftfchio della bacchetta^ fuo gtouamen» »
to in vn cauallo- 3%%f
Fiumi.e loro effetti ,e proprietà. i6yb
Flau*
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
flati» colore, onde fi formi . i $ t.g
Foggi* da tener f ne cauallt terragno G
II* 4TJ -«
Foggte diuerfe di cauallt Greci cay *~\ Al\.\o ,e Lentulp Cenfòri , che
te* 3<>8.£ \JJ cofa dimandarono a Pompeo.car-
Fonte Cavallino- 98 g te* $t,e
Fonte nella rimerà preffo il marRof Falliti*- Centareto dirupato dal cattai
fo. z6} b lo del Re Antioco per hauer ucctfo il
F orma del campanello,^ vfofuocar- fuo padrone. %. h
te* il*/ Galoppo quando fi doni al Cauallo .cat- ;>
Forma del campo t ediflintion d'ejfa* te. ■ 411 .A
car* 480 .e Galoppo ,. e fuoi effetti , e qualità* car-
ForteZjZ,<*>& & dire maggiore nel ca- te. 41 1.4 13 A
trailo, che nel Leone. i.g Galoppo in vn cauallo progetto, e /ita
Fortuna di più cauallt nelle guerre * vttlttà . 3 74.*
buona>& catttua. ipi.d Ganajie-,e lorogrande^jjateforma.car
Forgia de' Piane ti > e de'fignt, e qual d' te 3 4 1 . £
efs'i fa maggiore. 187. £ Gemea.che f dica . 489.^
For%a,&pojfanz,a dell' ufo. 3 io .e Generale ,fuo officio r e qualità . car*
For^a dell'arte, & come il Cauallo s'a te. 49S . •
ue^zj , & afsecurt potar adofsolt Geng/ua tnvn cauallo, e qual briglia
Caualtere armato di ctafchedunar- gli conuenga * 33 j.d ,
me. 4J9'lr Gengive tormentate, 0 rotte ,c lorrime~
Francefco Re di Francia egli fieffof di dio* 33 % .f
ce Caualtero nel Cartella che fece à Genti d'arme, e fuoordine,e luogo, car-
Carlo Quinto* 4?.r te. 483.*
Frane e (i cauallt detti Cantheri * cor- Genti da. cauallo del GranTurco circa ,
te* 3 17.^ '/ mangiare , che tifò tengano 1. car~
Freni, e Bardelle dà chi prima ritrova te. - 484?
ir» 1 3 3 .a Germania^ fuoi cauallt. r 3 1 <s ,f ,
F rem e loro effettive qualità. 346 » Germanie loro antica 'v/ànz.a. 2j,£
Freni di Spagna , di Barbarla, e Tur- Germani *e loro of£eruanz*a nelle batta.
chi** ì^ó.b- gfe" lej.a
Freni molli- , & freni rigidi , quali fie- G 'tict cavalli 309 b
no. 310.f Giacine 0^0 Ferrugineo. ^6o.g
Freni convenienti à- Poliedri* 3T9^ C 'taciture delle sldano*& delle brao~>
F^reni convenienti a Poliedri* 346-/6 "a, quando fi cavalca fèn^abacchet
Fngtont,e loro qualità * j 1 6. g fa>° Pajfeg£la*do,o volendo corrrere*.
Fronte prima* feconda, & terza dé'fil- f meneggtare * 39*.? 93 •/
dati qual f uff e* 487.fr Giannizzeri , e loro Tolleranza, e fi-
Front t delle 'battaglie *e loro ordine.car. brieta* 484.»
te* 483 .fr iGmetti*qualt peno* i03.fr
Fvluo colore ò Rauo . 1 5 q .fr Ginetto*onde fi dica* j^, , ( £
Fvlmi cavalli, e natura foro* xj^.d Giovambattista Caflaldo,e fua prt*-
Fuoco , perche divenga fiauo, e la terrai 4enz.a, & ordine tn Tranfihtanttt *
bianca. 343-* car' 4?6.£
Fftrm tn che modo, e mifva dette da*— « Giovamento del ferrar di volta con lo .
f' 45-1^- fì"™6- 3 84/
Ctou amento de gli fpront per abafiar
te volte alte , & inalbar le baf-
fi'
TAVOLA
j§;
Gtottament e de gli agitati occulti, & fin
tt,&fìntiqn d'efst .
Gto.dt Capuane fica morte.
Gioue,e fuot effetti-
Giudici] dé'caualli dalla ojfieruation
delle fi elle.
Giuochi ejfieqtùali antichi .
Giuochi gladiatoria.
Giuochi confiualt dedicati a Nettuno
equeflre .
Giuochi Circi •fi \come & quando fi face fi-
fero.
Giuochi di Troia .
Giuochi Olimpici , & chi prima nefufie
iflttutore.
Giuochi ifimij, e chi prima gl'tnfittui fi
fi' .
Giuochi quali conuenientt albuonfol
dato*-
Giufiitta,e fìte lodt .
Gloria maggiore della mtlttta à cattai lo
ctià piedi : ma Pvna , & l'altra ve-
ce fi arta .
Gouern o delle prouincie dato a Caua •
iteri . •
Gouerno d'vn Poliedro, & come dtpafi
fi tn paJfos'atteZjjt à fUot mefferi .
cor. *
Gradi de' Senatori , & Catta Iteri (epa-
rat t dalla plebe.
Gradi dtuerfì tra nobili »
Guardia del Principe data a 'Caualte-
rt .
Guardia ardii aguale s'intenda .
Guardie dt tutte le compagne al Con-
filo,e loro ob Ugo .
Guerra più giù fin fecondo le leggimi-
Ittari .
Cuerra difinita Proclo .
H
H^rma,6» Harmatrochia. cat-
H sfiatile guardia loro .
H afiati Pnnctpt,*Triarij quali (ì dica
no,
Jiemochi popoli •
Hentoco fiegno*
38 y b lì ercole detto Hippodote « t+.h
Herofilo equarto medico- l $$.*
Toj-rf Untore parlo àfuotcaualli> $%$.b
3.4,it Hipp adi fiacri ficij. t%.a
i8<>.tf HtppalcofigliuoldiPelope. 78./
Htpparchia, Htppe . 80. >b-
I94.f H tpparchta banda di caualli « %1-cf
)-p.b Htpparco 'vita,^ co/lume fitto . 78.
35>.<< Htpparco ufficio di maejirode' Caua-
Iteri . 491 -g
90. h Hippardto ? Htppotigret H infocame-
lo. 7h.d
9}*c Hippart fiume. 8z.
94. d HippartHO, Htppertde, Htppia, Hippo-,
Htppoboto , Htppocltde , & qualità
94. A loro. 78/
Htppelapho animale , e fiòmtgltan^a
97. a (uà. 71. b
Htppeo fipetie di Cometa . 8 J .a
IH a Htppia, Htppo, Htppodamia, Hippoli-
J07 a ta. ti. a
H ippia città di v errebia. 81^
H4ppici,virtu fiua. 7 y . <*
16 h H 'ippico monte, Htppo fumé. 81. *
HtpptOfO Epi trito. 8y.b
40 .h Htppiothone alleuato (Cuna cattali*.
car. 6. e
Htppo paefie nell ' ifiola Co • 8 1 •/"
3 3 3 . h Hippoacra , Htppucome , Hippi » Hip-
» purt^r altrt,che feguono . 81 .£
J 6 . h Htppobote, & H tppagrtte , quali fi di
46,4 ceuano . 8y.£
H ippocampo figura cofiume,e ^irtùfua.
Af\ .a car. 76-f
$tf.d Htppocentauri,come fi generino. iz8„&
Htppoche , & Htppo fé Fio , e loro virtù,
481 r car. 73. e
Hippocontrfie Caualtert. 86 f
JCdJ ,g Hippocratt ,-oltra, ti famofifsimo Hip-
%06 Jj pocrate . 7%.h
Htppo damo architetto , Htppo damo
M de fio, Htppo doro Atheniefè • 7%U
Hippodrema Htppict Anchtppofiodos .
car. % e,
ttl.e H ippodromo Sofi fi a, Hippoloco, Hippo-
481 .f tnacOy Htppone, H tpponaéìe , Htppo-
medou , Hippote Hippomene Hip-
486 g polito. 79.4
1 io f H ippodromo, che luogo fttffie . 8f .r
iio^ Htppoforbo Hippotrofo. %6.g
Hipfoglofi.
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
Hippof lofio .
Hippo!apatbo,come variamente ft dica.
H ippoleclncon , H tppomirmicos.
H tppomachia batt agita .
Htppona Dea .
H ipponomo ,& Hipponoma.
Hippopere , Htppagto , e quel, che fègtie
car.
Htppopod't popoli nell'Oceano.
Hippopona,e fina qualità .
H ippoporno ,h ' ippocroma Hippotìphta .
car. 7
H ippopotamo detto Caual fluttuile .car
te.
JJipporee genti.
Htppos, Hippuro qualità,e coflume lo
ro .
Hippotamede Borgo.
Htppòtoxote Htppoceleuti.
Hippun , carne dtuerfamente fia det-
ta.
Hoberi,e brofègni.
Honor primo delle fiattie eque fin a eh
prima concefio.
H onore ,che fia-
Honor i , & Epiteti dati a Caualteri
dai Boccaccio ,ér d'altrt Voett car
te.
H onori pubi tei dati piamente ad huo
mini belli appo i "Ethtopt.
Jioratto Coditele fio Cauallo»
7 1 •* Incontmenenz^a, e fuot e fletti, e dtffetti.
7l-g car. jft./
7l'g Indiani e avalli, e loro natura , 3 1 3 .<■
$6.f Infamia del nobile più graue,che dell'i-
S^.a gnobiie. A^'f
66 .JJ Infante di Nauarra , e fuo [degno con-
nata madre. i0-f
%6.h Infegna del Duca di Sauoia . a y . &
131 b Infegna d Alaffandrmi . 6Sh
71 -a Infegna della, Canuti eri a Romana.
car' . . . *7°-Z
1. 71.fi Infegne di Cauallt di due nobili fstmi
feggi,Cappuana,e Nido. 69 a
7 7. a Inftrumtntt per te vendette de'poutri .
81.6 car. 47«<»
Injirumentt de'ricchi par vendicarfi .
7 6. e car. 467.*
8 i.h jnterditiont di Spartaco à fuoi . 3 3 , b
86./ ìfstone, e t Centauri, e loro hifiorta-car-
te. ll^.b
74-f 1 filone primo affettarne delia gloria
JO' " del regno in Grecia. l$o.e
Ifmtj vtncitort,e loro corone . 97.C
5*-'g l tir ut t toni per vn caual lo nelle ccoltete-
4 s .e doppiate. 4 4 8 ,g
43
J
ijo h
nS.h
I
GnOKAti^^detefiata. 519.C
Imboccatura , quale debba efiere .
car. 34°"*
lmbo fiate di varij antichi huomint.car
te. 9ó.e
Incanì efmt fatti * cavalli nel regno di
Senega di Negrttt. 1 8 g
Incapejtratura nuoua,& quando fta da
farfi 333-4
Ine e r te\zA de 'colori ,& onde fi fior-
ga. ... ***•*
Inctltnatton delle fi elle negli animali
yerifstma* i9}-a
Inctttnation del Caual io al lato de fir 6
nel far delie volte , & ragion perche
cofifia . 447»^
Lacedemoni lodati di tacitur-
nità. $li.b
Lacedemoni, e loro vfàn^a intorno Fv/ò
de Cauallt. 490.^
Lancta,e qualità ad efHa fpettanti.car-
te\ . _. 4<*y.<*
Lancia in cofete , e maniere d'effe .car"
te' , r 46U*
Laomedonte,e fua morte. 111. a
Leardi Ruotati , vernati, & circolati,
quali fi filmano. • ^T^.f
Leardi mal colorati,^ compie fision loro,
car. 170-1'
Leardo ?etegno,& qualità fua. z67.d
Leardo Samno, & conditton d"efio,car-
te i68.e
Leardo Cardeno , & qttal egli fia .car-
te- 2*8./
Leardo Rohano color ,& natttrafùa.car
*?* i62.f
Leardo Sardeno, & Leardo Moficato bon
ta,& valor fuo . j 6%.g
Lardo,
T A V
Leardo, TezÀ^ati,o fìntati fé oni, & prò
prtetà loro . 1J9.&
Leardo Marino, & qualità fu* ■ %7®-g
Leardo , Stornello , Tordilio & o/cu-
ro, Ó? 1**1 d'efsi fta il migliore.
car. 171 .<*
Leardo Melato , 0 pure Leardo Sautno ,
fymtfiura de'Jucipelt. 17 Ì.C
Leardo arrotato di Sona celebrato dal
l'Ario fio. 3lha
Legge da giudicare data a caulieri e tol
ta a Senatori. , 34.'
Legge The atrai e. 40 h
Leggiereaz^a , & defreT^a deJNumi-
di. 104. h
Legionari], Aufliarij , Qf Gregarij ,
qualt fuji'ero > & officio loro . car-
te. 47J. d
Legione , & quanti faldati contenere
a tempo di Remolo. $6}.d
Legione , onde fi dica , & qu afeli a fta ,
CT come Scartamente fi fceglieuano t
faldati d'ejja , & variamente ft di
ceuano, 47^-f
Legione , onde vien detta , & onde ha
ue^'e principio , & come di mano in
mano fujfe ita crefcendo . 47}>d
Legion 1 pagate ordinariamente da Ce.
fare Au fi ufi 0 &paga d'effe. 478 e
Lepre ammaeFìrata dalla natura. 161 a
Libici Cauallt • 3 1 y ,a
Licenza , e fòrti di effa nella mtlttta .
car. 476 h
Ltocofore Caualle. \\7.c
Ltcofpade,quaii Cauallt ftano . H6 h
Linea equtnottale, e fua dttiiftone . 287. a
Lingue dtuerfe di grande utilità. . J I f.c
Ltjla bianca nella fonte del Cauallo ,
onde proceda .» $oi.f
Ltutdo colore,differente dal palli do . ^71-g
lode di molti antichi celebrati nelf arte
di caualcare . 1 40 . e
Lode di molti dluflrt tttulatt Signori
peri tipi mi nel caualcare . x 4 3 . a
lode de' Cauallt Italiani,^ ragton,per-
che co fi fi lodino . 5 2 1 . o
lode de' Romani circa la di fctplina mi-
litare. SOfj
lode degli efferati], vfo & utilità dt ef
fi' fio.?
O L A
lorica , quale fia , & qual ft debba in-
tendere . 469 >c
Luna,onde fi dica , & onde procedano
le macchie , che in efia f. veggono*
carte 1 ? l .A
Luna,onde fi dica .predominio corfo ,
albergo, & effetto fuo . i 8 1 .g
Lungbe^jz^a della briglia, in vn caual-
lo. 3 4 6. g
luoghi dati à merce, [enzjteccetttone dt
Patritij,'o dt plebei. 3 8. h
luoghi equejirt. 9°.f
luoghi idonei per gli armenti. 3 06 • h
luoghi abbondanti di cauallt . 3 08 ,h
luoghi, e modi dtuerfì da ejfercitarevn
cauallo . 3 74-f
luoghi , e tempi da galoppar firn Polie-
dro in giro. 4^4-^
luoghi fofpetti dell'imbofcate , & co-
me d'ejfe (ì poffa hauer nottua car-
te- n$6.e
luppo,& lupato,qual freno ft dtcejfe ap
pò Romani. 149 .e
lufurta m -vn faldato dt e ff etri pe fu-
mi, fio/
Lutto Tarquinia fatto maefìro di Ca-
ualiert da Quinto Cincinnato, car-
te. x8 .h
M
^r Cestro dt Cau alteri, & crea-
l± tion fua. i8./>
Maefìro di Caualteri , qual debba ef
fere , & dtfpofìo , '$» condttionato .
carte. • \ 40./
Maefìro de' Caualteri primo &fuo uf
feto . 49i .g
Maneggi di dtuerfe forti . 377. 378. a
Maneggi fai tanti , e varie, foggie di ef-
ft- 413. 414.417. 41*.^
Maneggi , & ordini (Cefi necejfarij per
cauallt. 4S3 d
Maneggile loro, qualità . 444. 44 f • *
Maneggio detto volta d ' Anchifè . car-
te, tfé.b
Manipolo , Centuria Cohortt decurta ,
& Ale qualt,& quanti foldafi con-
teneuano. 4 7 1 .Ir
Manm,e Mannollifo Vbim . 1 ot. e
Man»
DELLA
mano , come da portar fi addofio vn ca-
uallo , che venga a fommo\z,*r [opra-
la bri gita.
mano , come da portar fi caualcando vn
cauallo pieno di gar^f,Qrc. Ì5$6.g
Marc he /e di Pefcara , è atto genercfo il
fuo nelpafiar la Brenta.
M. Corto Uno, e fuarifpofla al Confilo ..
car..
M. Craffo, e fua perdita per lo nome de'
cauallt de ' Vartht
Mare Mirteo ,oride detto.
Mari o, e fuoi faldati , che ordine tenne-
ro..
Marmace , & fue caualle vectfe. car>
te
Marte , onde fi dica , fede perpetua , ,
&c
Marte , e fuot effetti in e a fa propria ,.
(ère-
Martello detto caualcare dal poeta Man-
touano.
marnai colore.
marnali cauallt, &vfo loro..
Mecenate amanttfstmo del cognome de l
caualiero,
medaglia di Fabio Cantore..
medaglia d'O flauto gtouane .
medaglie, & tmprefe diuerfe
medicauallt3e loro gran de\^a , e qua-
lità,
melon fodo,&Melon li/cio,v/ò, & qua*
li t a fua..
melone picciolo a felle , & effetti fùot in-'
Vn cauallo..
melone a felle. .
melone li feto, con la palettatnfufo..car^
te,
melane Itfcto col chiappone dtfnodato, &-
altri di più maniere.
memoria tn vn Capitano. lodata, car-
ta
memoria di più antichi valorofi Capi ■
tam,& com'ellas'acquijìt, &con/èr
mi.
Menalippe prima detta. Zett ,efua fa-
uola.
menapi Cauallt detti Gheldrut..
mente, e fuo eJfercttio,.oue. confi (fa. car?
te<
GLORIA DEL CAVALLO:
merchi,o fegni di cauallt.
Mercurio , e fuo corfo } e colore, car-
te
mefi cauallerefchi.
meta cjualfujfe..
metafora del Boccaccio.
metafore del Petrarca.
mete Jf atutte fecondo ti numero de* via-
net t.
Me^entio , che parole dicefie al fuo Ca-
uallo Rebo .
me\K.opte di gatto a che gtout, come <òa
riamente Jt dica ,&come fttrauol-
ga.
Mtlade,& caualle fue .■
mtles co fi latinamente detto > quale gli
fia,& onde co/i/i dica.
mtlttta,e fue lodi.
mtjferio del Profeta Zacharia .
mtfura rotta,come s'intenda..
mtfura dtl p.tfjo.
mtfura delportante.
mtfura del trotto.
mtfura del galoppo.
mtfura. del corfo.
Mitridate e guardia d'ef'ocommeffa ad
vn fuo cauallo. 17.&'
Mitridate , $r altri Valoroft huomint
haueuano cognttione di diuerfe lin-
gue . Pf-f
moderni , & lor>> errore circa li /proni .
car. 382./
Modo dimettere , ^rimettere la bar-
della , & carne fi care^jjt %n cauaU
lo.- " 33M
modo di pie di gatto {ano.. 3l7*d
modo da portar le gambe , i piedi ,
& le cofete fecondo, l'^/o. Militare ..
car., ìà^.f
modo da tener fi lo fi affile ,.& come fi.
debba attaccare.. l66.h>
mododtcarezi,z1<irevncauallo> 380.6
modo , che ti cauallo fi metta il M oft ac-
eto fatto ,milto neceffarto al combat-
tere.. 384.385.^*
modo, che il cauallo < intenda la bri-
glia , & fi faceta indietro , con l'vfò
della bacchetta de gli fpront,<& della,
voce.. 3 8 S.h'i
modo cUSffarfi dcanallo , che battuto'
ÌS6
1$ d
ly.d
ll.h
9<>.d
483.'
9Ub
iSl.b"
i%5.e
43-£
183.*-
283. e.
»r*
66. f
66-f
66. 67
ili a-
3V.b
m-e
557.«
3J7"
3y8.fr
U6g:
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317 e.
ai»-
281.C
91. d
64 •«
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9ue
47-d
3 5 «. ■«
15.J
474,?
466.46 7 -f
6i.e
W.C
4H.d
421.0
411.6
421/
411423.6
*«'■/-
IH'
T A V
'fu U tefta s'impenni , o eio faccia
p er malignità ,o per %fo . i9^-f
modo di cafttgare , & ammaefrare vn-
cauallo vtttofò vfoà buttati, a ter- .
ra,& toccar fi, &far fimili altre ve-
ghaccherie. 3 <? t *
modo da portar fi la briglia nell'atto del
combattere. 3 94. é
modo dtcaualcar gtìt per le fiefi . car-
te 409. a
modo d'adeft rare vn cauallo alla <cera
volta. 449.45-0.^
modo di dottare. $6:.b
modo d 'armar fi vn Cau altere , & chi
nefuffe tnuentore. 468 f
modo di tentare t nemici ne gli ajfaltt
repentini. fot g
modo da farfi la ritirata. ? o ? • b
moneta detta cauallo. *S g . h
monete, con limagtne del Cauallo, car-
te 68. e
monete , con la carretta , coni caualli .
car. 6% f
monete di Siracufant . is 8.^
monete eque/tri. 9°'f
montppt,e Parippi. 8tf e
monte di Cappadocta detto Argeo. cat-
te 3 I uà
morelo colore, onde fi dica, e come fi chta
mi variamente. 171»*
morelli caualli , e compie/itone d?efsi .
car. xji.h
morelli caualli , e qualità di epi fe-
condo il defìderio de gli Spagnttoli .
car, 171**
more/chi caualli ,e loro qualità* 3 14 . h
more fc hi caualli» $i$f
morfo Par Igino* 3ì%.f
morte di Bucefalo , & come prima f he
morifie filino Alejfandro, I3.r
mo fiati caualli. 268 g
mofiatt rofit, e qualità loro. z 7 f Tb
mofchetqutfèlt. 89. a
motti & Epiteti del. cauallo quanti fi 'a-
no. ioo.g
moti del caua!lo,e dell' huomo. 46 }.b
motiut difdtceuols ad vn Caualtere nel
dar della camera. 4 \ £.f
moto (ìmflro più naturale al cauallo ,
(he ti defìro,& vedete perche. 448.*
OLA
movimenti del corpo , e quanti ft<*m 1
car 17*. g
muficaseraoion dief^a. 411.^
mujfarola forma ,& e f 'etti firn* i6l-f
S
NA 1 R e s , & offernanzA loto .
car. 42. g
Napoli lodata nell'arte di canale are .
car. l 40. h
Napolitani , e laro riuerenzja a gli Det
della cavalleria. llS.e
Napolitani patrttij lodati* 1 4 1 . f
Napolitani caualli in pregio. 3 1 3 .a
Natura de caualli di Sctthia . 8.h
Natura , &> qualità de' caualli bian-
chi, i67*t
Natura , & color de' caualli , fe> come
per cagton de gli elementi fienoso bno
m,o cattiut. 1-7 $b
Natura, fruita de"1 caualli nati fitto i
dodici fegnt del Zodiaco , & fitto i
Piane tu ipi.««
Negrez,^a,onde proceda. ^64./'
Nereo , e Celo fiumi , e loro proprietà .
car. rCl.b
Nerone, e fu 0 fogno d'vn cauallo mutato
in Si mia, 1 r, e
N-efei caualli. 3 1 1 .£
Nefo, a fu a hifloria. \ 3 o . h
Nettuno chiamato equeslre , & cufator
de' caualli. ji 4.»
Nettuno detto Htppio, & Htppocronio .
car. 117. e
Nicolo di Ren^o chiamato canal te ro dal
Petrarca- 43.6
Ntcotrt Rema de gli Afiiri. 908. e
Ntffet caualli, e loro pregio. 3 I 1 .<*
Nobile, che importi, Af.c
Nobiltà originata dalla yirtìi , 4 f
Nome di caualtere a chi conuenga. taf • '
ta 43.*
Nome diuerfo delle leggiont fecondo t
fùccefii. 474.É
Noni 1 de ' caualli di Nettuno . f
Nomi del cauallo , e loro varietà car-
te 70.71,71
Nomi àtuerfitmpofìtà Dei, e Dee dal
cognome
DE LL A GLORÌA
cognome del cavallo. 83.84.rf
Form diuerfi dì cavalli da carette .
car. 10%. f
Nomi propri) ,& celebri di Centauri.
car. ' lioi
Nomi dixerfi dati al Baio. ì-7ée
Homi diuerfi del Luogotenente ,& del
Generale. 481. e
Ilota d'infamia in vn faldato. 47 J-c
Nube ingrani data da / pione , & onde
nacquero t Centauri, lì-^*g
Numero de' cavalli del Re Salomone .
car, 3I3.t
Numero, & modo delle rime [fé , &
come far fi debbano per ammae ■
firare vn cauallo,non ancor vfò nelle
battaglie al fuono delle trombe , &
d'altri fuont fpauentevolt. 4T $.c
Nvmero, de"* Trtbvni contenuto fotta eia
fcke.duna Legione. 47J«fr
OBI. 1 G AT 1 ON , $> officio del Ge-
nerale. Soó.f
Objigo del caualiere. +6-f
Obligo del generojò faldato circa le fin- . .
ten^e. 319.^
Obhgo del Capitano , nelle fJradenon
conofciute,& auantagtofe. 496. e
Obligo dell'ottimo Capitano. 409.^
Occhi di Nettuno cerulei. 160. e
Occhia, e fua facvlta nel ricevere del co-
lore. iil-d
Officio appartenente a Cavaliere .
car, 47. b
Officio,& f » alita del Colone. w 3 18 g
Officio de' Tribuni. 479.480
Off t io dell ottimo Capitano , & de' buo ■
ni faldati negli a f alti. 5 04 f
Ombrtano cavallo, qua! fa. 19}. a
Onoceatavri figure T & co fi urne loro,
car. 13,,,
Ormone del Urne, ór del colore .
cur' Ifhf*
Opinion dell'i fi 'e fio Auttore circa il Ma
veggio della già detta me\zjt \-olta .
CAr* afl.a
DEL CAVALLO.
Opere della mano del caualcatite . catl
te ."*... 4*1*
Oracolo della fuccefsione di Filippo in
figura di Bucefalo. 14.*
Oratio»e,e dar animo a' faldati di qvan
ta importanza, 48 J.<£
Ordine cauallerefco,& Senatorio, & dt-
gnttà loro 3 3 >d
Ordine etjvefire filmato dadiverfèna-
tiom. ■ 4l.<i
Ordini dt*S. Pietro : di San Vaolo,& al-
tri. 4t.d
O rdine di San ' Michele. 4 1 . f
Ordine datenerfitn vn cavallo doppo
cCh averlo maneggiato. 4 4 f . fr
ordine , e modo da disloggiar fi il cam'
pò. 481./
Ordine delle fanterie Romane. 4 8 7. a
Ordine de"" Romani. 488. A
Ordine deli Imperio fecondo l'vfò de'
Lacedemoni). 49 1.4
Ordine di Battaglia, offervato da Clau
dio Ce fare fecondo 1 Lacedemoni) .
car. 491.*
Ordine del caminare delle fiju.tr e f dilla
cavalltena,e dé'fòldati. 4 9 <;. e
Ordine dello {quadrone %& da chi, & co '
me fi debbacondvre, * J 03.fr
Ordine da tener fi in vn efs eretto di non
molta cavalleria. 5113.^
Ordini pen.ilt di gverra. 49?<fr
Or mi fida Real di Perfia.e fva rifpofia .
car. 49.^
Ornamenti di cavalli, & v fi di p tu nx- ■
font. 1 -J.d
Ornamenti della dignità cauallieréfca
prefà dal Rèdi Francia. 43 •#
Ornamenti poetici , & Oratori} detti co*
lori. zfl.d
Or fa maggiore. 1 1 3 .<«
ofiervanzjtneW Imperio di Me fisico nel
l 'ordine di e aitali erta. 4 1 . f
otone fichermto dalla plebe. }6.e
Otonereconciltato con la plebe per ope-
ra di Cicerone. 3 6. a
Ottaviano, efiuaprohibttione a' Roma- ,
ni 'fn-f
Ovatione , in Senato in luogo di carro .
car. 53.*
Ovidio, e fiva nobiltà. 3 8. tf
b PALA»
TAVOLA
Peli bianchi atlle cicatrici , come na-
* fcano • ì^A-f
Veli del cauallo chiamati con diuerft
nomi. x6}.b
PALAMEDE ì e fuo orarne a 'Greci veli, e ftgni di Mercurio . x8i.e
d'vcctdere vn cauallo bianco car- f f.f . velia figltuol di Tiro, & di Sett tino nt*
Pale fato , e fua optatone circa le Am~ Anto da e anali e. 6 r .e
magoni. *3f*d velo che fia e come fi generi . 16 1. e
Pale/fina, & fertilità di Cauallt ine/" pelo leardo,qualttà,&perfettionfua .
fi*' lll'b car. 167. d
Pallore, & erubefeen^a , & fegmloro. pelo migliore tra t caualli leardi. car.
car. ifG-g te. *7°-£
Talma olimpica ottenuta da Milctade . Pelo rojfo,Rubo,Rubido &c. 174 h
car. 96. e Pelo falbo lattmamente ft*uo . 178
Talo imagine di legno , q»alfoffe. car- velo , 0 qualità de caualli Turchi- car.
te. 495'.'* te. 505». d
Talpado, Cardeno, e Peccgno, e lor qua- Pel la città abbondanttfuma di canal-
ino.. 300. g le. io6'£
Tane de* fòt dati antichi . 48 j . d Pelle bia ne a e pelo, come fi generino, car
Variar dimeffo detto pedeflre. 81. e te. 301.C
Tarlar graue detto equestre . 87.' b pena di perdere armi , & caualli, come
Parte p.k gagliarda del cauallo.car- pena importanti f *ma . 27*
te. 396- e permifston di Seuero , che fi teneffero le
tarthi,e loro co/i urne nelle guerre e ca- concubine in cafe . 3 3 . a
ualli. jn.tf vero doppio,& pero fatto à facciate. car
Vartt del corpo attribuite a pianeti, car te. 3fi •*
te. i%o.g pero tifilo à chiappone , & effet tifuoi .
Parti di dietro ne gli animali , perche car. 3 54. e
più debth\che quelle dinanzi . 3°}>d perf , & augurio d'efsi net" annitrir de'
Torti conuementi al buon faldato, car- caualli. to.g
te. foé. b perfta , eprez,z/> defuoi caualli , car-
Pafiarvìa-,e fuo rimedio- 418.É te 18. f
Tater nofìrtgrofsi , & lifci , & vfofuo • per/tani,e varthi, e loro vfanz^t in fepel
car. 3 fi. h lire i loro cauallt . If.d
Patroclo carenato da' caualli di Achd ver fi 'ani - e loro ordine nell' adoperare i
le. y.b caualli. $0
V ut rodo abbrucciatoft con quattro ca- Perf ani caualli ,fiaturay e qualità lo-
uà Ut, e duo Cam . \6.f ro ìlo-£
Tecora bianca fitcrificatà à Gioue. car- verfìani , come autz^KJno i caualli à
te, ìóà'g portare tn groppa . %7"l*à
Pegafàrij,e Pegaft di caualli . 1 1 j .e Verfìani ,e loro efiercitio nel caualcare .
Pegafeo fegnato nelle monete de' Co- car. ^i9>c
rinthi , & in più medaglie antiche . pefeentio Negro , e fuo ordine , e che ri
car. ìxt.d fpondef 'e a certi fuot, 1 he dimanda, ta
Tega fi cauallo. \\ $.a no ti vino. 3 J.r
P ega fi , fecondo Alberto Magno, car- pianett,e fignifi 'cationi dì efsk ' 280./
te. ix^.d pinnet 1, e loro moto, e diuiifìonidrhr fi-
Peli de gli animali quadrupedi ,&de di' t86.e
gli huomtni , perche non frenano il ptanethe loto effetti. lÌ6'.b
telor purpurei. l6l-£ pianeti, come fi conCtderino nelnafci-
i meni»
DELLA GLORIA
mento de t e. turili , e qual colore por-
gano i loro peli.
pianto di caualltper morte di lorpadro
ni.
pianto delcaurilodi Ce fare.
pie ài gatto col ritorto , & e ff etto fuo .
car.
pie di gatto fenz,a nodo , e parti ftte ,
car.
Pietro Stroz,\i rotto in TofcAna per ope-
ra della cavalleria.
Pietro Strofi rotto à Seraualleper ópe*
ra di cavalleria.
ptlento,&à chi fi concedere.
pirgo ordinanza delle Tarme.
pittura de" caualli del Signor Arrigo
p annone Conte di Venafro.
Platone della nobiltà.
Via tane, & Artfl. che opinione haveffe-
ro cerca la generatane,
plavftro,che fìa,& onde detto,
v lauto dell' hvomo incognito,
podargo canal di Menelat ,& Et ha,
car.
Podargo , onde vien detto , altrimenti
Ethone,& Lampo.
poeti p iu eccellenti deferito.
Volijilo de ferme vn cavallo alato , &c.
car.
Vollacchicaurili.
poliedri riverenti ver/i le madri.
poliedro, & tempo dì cavale arfi .
poliedro arditola timido, & arte da te-
nerft in e fio,
pompa di Nerone.
vompeo,e fva vittoria in Armenia con-
tra Mitridate ,
poppi fino , e Ctogmo , e cofit denotino .
car.
parte di Roma.
pò fate col trotto ,
pò fiat e col galoppo.
pofate,e loro avvertimenti.
poffe, e primo inventore di effe tra i Bar
bart,Grect,t Romani.
Pofivmto Dittatore, e fuo ordine a* Ca-
valle ri.
vrafmtano cavai di Vero Imperatore
fepellito nel Vaticano,
fr afino colore.
303. d
xo.e
$5Ud
357.4
14.6
14.A
Il 3-4
489 e
301 e
MZ.h
Ifì.d
nS.g
135.C
54
114./
$l<i.d
6.h
334.'
368/
Ut. 6
11.6
380.6
480.*
40<5.£
407. b
443"*
lìó.e
tp b
il-*
158.6
DEL CAVALLO.
precetto d'Euripide à i figliuoli de ì Ri
atea la difciplina cavallerefca. car
te
prefetti, ér *§*"* l°yo-
premi] dati al Cavaliere dal Cenfore ,
* dal Duce .
premij a' foldati in tempi di carefìie,
car.
premi] dellafedèltà.
premio di Galea^z,o Sanfiverino man '
dato da Lodovico Sforzja , con eletta
quantità di cavalli a Carlo Ottavo ,
&prodczJZA fua.
premio del Cavaliere,
prerogatiue,priuilegij , e potefìà de' fal-
dati Romani.
prerogative de' foldat i Legionarij. car~
te
potefìà à chi conceffa.
prima lode del color vivo in ma donna,
car.
vrimislao fatto Re dall'augurio d'vn ca-
vallo*
principe,* (ite ofiervathni .
principio, ér fine delle volte i &à qual
parte far fi debbano.
prtfioTar<j vinto mtrodvfie il co fiume
della Bulla.
prode z.zja d'vn Capitano ne gli afe 'al-
ti,0 ' con molta, h con poca gente, car-
te
prodigiofi parti di cavalli,^ di Vacche .
car. 13 M31.4
promeffe, minacele , & eafligo da far fi
allegvtde,con quel chefègve.
prono fttchi da i colori.
prontezza de' cavalli nello apparare.
car.
protogene, e ciò che gli accade della fpun
mi .
proverbio di due gradì contrari colla fi -
gvra dell' Afino, & del cavallo ,
car.
proverbio dalle cofe alte alle baffe , con
l'effempio del cavallo , & dell* a fino .
car.
proverbio contrario dalla Tefiudine al
cavallo.
proverbio del canter to nelle co/è intri-
gate.
i!.6
40M
314
478.6
fu*
19. e
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479
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151.4
11.6
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11.4
li. 4.
P$>.4
\o6c.
pronerz
T A V'O L A
frouerbio* la Setta rifiuta il cauallo .
car. *
proutfton d'vn Re , o Generale neceffa-
rta per vno efier etto,
proutfiontdafarftne' viaggi.
f**gna ee/uefìre.
puniceo colore,doue trouato.
purpureo color etonde trouator
o
Cadmio di Saturno con la
Luna , $> deglt altrt Pianeti .
Qualità dex cattali t nati fitto ti Monto
ne.
Qualità def derate ne' faurt bruni .
Qualità buone ne* faurt chi ari.
Qualità d'vn cauallo del Signor Tren-
ctpe di Solmone.
Qualità , & condittoni che dee hauere
vnafiUa,
Qualità delle redine,^ del cauez.Z.one,
& quando fino d'vfàrfi .
Qualità , & auuerttmentt delle brighe
tnyn cauallo. non ben fermo di te/la.
car.
Qualità & ordine delle volte.
Qualità necefs'arte al caualtere nel co-
no fc i mento del fio cauallo.
Qualità , & maniere d'vn capitano ,
che rendono il faldato ^btdtente^trdi-
to,& fedele.
Quadrighe , & vfo di efs'e antichi fi imo .
far.
R
RAs\ e A No fèminato di peli biait
cht,<juale fta.
Ragione , pe> che dal corpo morto di Me-
dufa vfctffe ti cauallo, & l'huomo det
toCrifauro.
Ragion naturale del nafitmento , &fir
ma de' Remolini.
Ragion della btanche^a,e negrezza .
car.
Ragione,perche ad alcuno de gli anima.
li ti pelo, fia morbido >ad altri afpro .
tot.
Ragion, perche i eauaìlt belli ■ & di buo-
I i 9 b . ne fetez,z>e, facciano tal u cita catiue
oper attorti, & talvolta vn e aual brut
48$.^ to le faccia buone. *-9t-&
*9 'e Ragion , perche al cauallo paiono le co-
' 9°-e fi vie più grandi, che non fino . car-
1T8-/ te 461.C
i58.e Rampante, e fuoi effetti. 46 3 .d
Raffettamento delle briglie in luogo
proprio, & qual modo-vt fi debba te-
nere, iói.c
Rafiettamentodt fella in vn cauallo.
car. 36}.b
i9l.d Raz-z^a di cauallt Vietata dal Re di
ti ar finga per tema del popolo, e guar
189.* dtadteffoRe. ìB.f
i»8.h Ra^z,a rinforzata da Filippo nella vit
198,/? torta hauuta cantra gltScttht. il-g
Razzia dt cauallt bianchi del Re di
315. d Tartari. l66h
Raz,\a , e luogo più celebre, & vfipri ■
3&$.d mitro de 1 cauallt, $o6.e~
Ra\z,a,& cauallt del Re dt Babilonia .
}6ja car. 313^
Razzia di Dionigi Tiranno, onde hebbe
origine. 3^7-d
397 '.b Raz,\e Outarte,& ecfuarie. %9-b
44 7'c Ra^e de 1 Rè dell1 Africa. 3 1 a.f
RazJ^e de' cauallt del Monda Nuouo .
q6i.a car- Jii.e
Ra^jje de' cauallt calaurefty & Signor
particolari d 'e/ìe. }iyd
foo.h Raz,Z,e dt terra d'Ottrantop 314.*
Raz,z,e di terra di Barri. 3 M.^
I I l.e Ra^e Puglie fi. 3 1 4.^
Ra^jje dt Baftltcata. 3 1 5 .<*
Ra\%e nella proutucta di Vrenctpato.
car. 3iS'b
Raz^e nell'Abruzzo . 3 1 y.r
177^ Ra\zje in terra dtLauoro. ìt}.c
Raz>\e principali di fua Maeflà,in Ca
lati ria, & nella Puglia. ìl6-f
4J.d Re di Nar fìnga, e fuo cauallo. 17. d
Re Manfredo perde per vna ferita del
196 f fito cauallo. 13^
Re Ferrante il gtouane,e fuo fiampo
X J 6 .g per virtù d'vn cauallo donatogli da
G10. di Capua. 1 4. e
Re Francefco rotto [otto Pauta -, e co'
161. e me t'arrende ffe à Don Carlo di La»
rw,
noi.
DELIA GLORIA DEL CÀVÀLIC
14, h
Re chiamati Cavallieri dall' jiriofìo .
car, 43 •*
Re Ftltppo, e fue lodi. 1 4 1 .è '
Regola delle ballane ,& della per [et
tion dipeli. ÌOO.f
R eg ola in %n cavalcatore. 3 3 i . b
Regola della largherà del e oliar*, &
delle cinge d vn cauallo, 3 63 .a
Regola dell 'eJJ'ercitio de gli anim alt ,
car. lT)*d
Regola ordinaria da tener fi doppo dea
fìtgo del c'avallo. ' 59^.f
Regola di portar la mano cavalcando
•un cauallo , che fé rinculilo che s'tn
albori. 191 ^
RegoU , come , & qvando s'avetjzj
vn cauallo à fiir lefofatefo le face f-
fe troppo alte , non bengivfle difpet
tofe,& inalberate. 406.407. d
Regola,quando,e done dopo la camera
f de uè fmontare. 4 1 7 . £
Regola nel principio dell' ammaefìra
mento d\n causilo. 4 f l.a
Regol atnfyn cauallo beny intendente f
nel dar delle volse, 4 J 1 .
Regale del Caualiere,neW opera di por-
tar le Redine, & la mano regolar-
mente cavalcando. Z94-l9ì'a
Reine dell'amazzoni , 13 q.e
Remolini, onde fi dicano quali, & dotte
fieno , & in qual parte del cauallo
buont,&tn quale cattivi. I96.e
Remolini famigliami al turbine. 19^-f
Repolone , qual s 'intenda . onde detto ,
&c f 430.431./
Repoloni day far/I in vna battagliaptc
dola [ingoiare. 4 7 6. e
Refio cavallo, e fùoi rimedij, &c. car-
te 404.*
Rettor degli eserciticene qualità, e vir-
tù fé gli conuengano. $i$.b
R heda choggi ti Cocchio fi dice. 1 1 5 ,a
Rhoani pelt,e qualità di e/si cavalli '.
**r> 17 9. a
Ricchezze maggiori giudicate da gli
antichi, xì.d
Rimedij atti ad allevare vn cavallo à
farlo accorto attentato , & leggiero .
c*r* 403 ,4
Rimedij per ogni fpecte di cavallo RÌ*
{ito. 4&fi
Rimedi^ , per quei poliedri , the 'e/fenda
aiutati di /proni nel parare ogni vol-
ta,che fi fentono tocchi da qvellt, che
fi fermano , & non vogliono /finger*
innanzi. 4°9< f
Rimedij tn vn r avallo > che raddoppia?»
do , non incavalca/te le braccia, &c.
4H;4Jf.f
Rimedio tn vn cauallo , che tenga la
lingua ritirata, &ragruppata. car-
te }}6>b
Rimedio accio ti cavallo mafìukt la
briglia. 336.#
Rimedio in vn cavallo .che caccia la lin-
gua in fuori. ^ 3 3&337-£
Rimedio per vn cavallo sfrenato ,à evi
fi rompeffe la briglia. 344 .f
Rimedio centra ti cavallo, che faccia for
fi"-. 36t.g
Rimedio per vn cavallo , che fi beue/fe
la briglia, 0 facefe piumac avoli con
le labbrate. *aa £
Rimedio per vn cavallo fpauenteuole .
c*r- 4tfl.*
Rimedio d'vn cauallo, che non fi a-
dombn nella vtfla di co/è repentine .
car- . , 4^-A
Rinfacciamene di Bruto à i Tribuni.
car- , 33*
Rtnoce/alo forma, & natvrafva. 1 3 t,f
Rifporta d %n cavaliere ad Avgvflo .
Rodato,e fi/o cavallo. H.h
Roba-m, e lor qualità, efègni. 3 00.6
Rohano,onde fi formi . z 7n.*
Ronzjno diferente dal palafreno. 1 01. g
Rofeo colore,o incarnato. lf8.g>
Rotta dell'efferato Venettano datagli
dal Signor Don Ferrante d*Aualo .
Rvbato maneggio, qual s'intendale co-
inè da vfar(lye cantra tempo, 44 t.f
Rvfi colore , e conofetmento di e/fo .
%7ìa
Ruota cCl fsione.
12 8 £
m y 3 sa-
TAVOLA
Sauro brugiato detta d<* gli Spagnuolt
Alo\an Toj.ado, & £ return d ef
SAC R. t .Causili e loia cojiums.
Sacrifici] fatti al Sale de'Rodiotti .
car.
Sacrifici^ della nera & della bianca fé "
Cora.
Sacrificio del Cannilo a Febo .
Sacrifìcio dt òalentim-
Sacrificio del. Re de gf india»*.
Sugatiti, & arme loro.
Sagittario ftgno in forma di Centau
ro .
Satnato fòpra il Nero,& compie fston
fua-
Satnaro Cauallo , i ome differì fi a dallo
. Stornello
Satnaro cbefigntfichi > e natura di effo
Cauallo .
Salomone Re ,e numero di Cauallt.
car .
S. Pietro , e S. Giacomo [òpra due bian-
chi Cauallt appai fi mfauar de Qhrt
fitani.
Sarcixarij Caualli.onde detti .
Sardi }& Cor fi Cauallt , e loro condii to-
ni .
Sar/Jfefpecied'hafie.
Sartre de' Greci, e lor fondamento in ef-
(?>
Sarmati, e loro cofiumi .
Satttrno,e fua fauola
Saturni , e fuoi effetti > ne'' cauallt .
car.
Saturno , perche generale Gtoue , Giu-
none , Nettuno , e Plutone fecondo t
Poeti.
Saturno > efuo colore , o proprietà . Ani-
mai Saturnino ■ Saturno Orientale ,
& Occidentale, &c.
Saturnini cauallt , come ft con afe ano , e
gtudic io d'efst.
Saturrio,e fuoi effetti non effendo tn e afa
propria .
Sauro ,e Baio, e qualità di efst. car-
te
Sauro , chiaro 3 detto da gli Spagnuolt
stilano, jfr aualtfà fina .
17*7
y~i.d
J04.«
6}.d
Scocchile fuo inventore .
%\Q.e Scaramucce >e modo nel farle .
Schermo di Anacreonte.
5 4'd Schiaccia à chiappone .
Schiaccia , (y onde prendeffe tal nome ,
ì-66-g ■& à qua! Cauallo fi debba mette
S<>.a re.
5 6 e Schiuma del cauallo dipinta da Hea-
,6. e de.
l°i Scienza daapprenderfi da vn buon fal-
dato fecondo Socrate .
1 2.8 f òaoccke<,z.z , & errore dtp tu moderni.
car. ^ ì 91 •}$£<*
171. a Scipione , che rifpondcffe à gli Amba
fi /adori di pace.
174| Scipione Emiliano, e fuo ordine.
Sci t hi , e loro cer f monte in marte del Re
174. ? loro.
Scithi , Giannizzeri , e Sui^j^ari , che
315.Ì ofjerua fiero nell'ufi de gli efferct-
ttj.
Scoz>z,e/t,e loro vfò .
i,o.h
}o.b
,H e
&ì b
48 3. e
\6.g
4S>4 *
4S4. h
x7%.g
6i.f
496 h
ìli. a
59*
30o.tf
301.4
11 6 f Sdonninovoce,che jtgniftchi.
IC6 g Sebras Re dell' India » e fuo fogno.
car.
3 1 9. a Secret ez^z,a , & effètti fuoi .
438 .b Sede , ^» figura del cauallo Celefie.
car.
488/" Seggi quattordici roumati, per opera di
3 li. b G.Gracco,
lzj.d Segnale, & qualità d'vn Canal Mo
rello .
lój.c Segnali ,come fi generino ne Cauallt
car.
Segnali buoni , e cattiti* in yn Cauallo
i%\-g dalla mtiìtone di peli . 301. 303. h
Segn un yn Cauallo di buona compie filo-
ne. l8l.£
18 f. p Segni del Zodiaco nomi die fu, car-
te 187. r
1 8 ) .d Segni fi migliami à gli elementi . i'òj.d
Segni amari , e fegm dolci. 187.^
i$6.e Segni di più fòrti. 187. d
Segni communi, &c. l8S.fi
%7, .e Segni detti ballane , & Remolini .car-
te. i-9'-a
x 7 8 . e Segni migliori ne* cauallt Bai. lyy.d
Segni
DELLA GLORIA
Segni ottimi negli H oberi.
Segni ne gli huomint dette Gole .
Segno della foca for^ad'vn cauallo .
car.
Segno del r^turo , fede , effetti, & prò
prietà fitte.
Segno di Gemmi , & dì Cancro , ca-
fa,dominto, effetti, & qualità de fu.
car.
Seiar.o cauallo, e fiua hifloria.
Sella curuteJmdè \jten detta.
Selle per altri vfì communi .
Selle tonuementi ali "v/ò di guerra, car-
te
Sembianza arre, e Calore del Caualte~
re nel giocò y o abbattimento d arme .
car.
Sem tram is, e fuo amore verfò %n cauaU
lo.
Sen.it ori de ttt pedar'ù.
Sentente del Corneo /òpra l'inclina-
tton de' giouamenti.
Sentinelle del Tribuno.
Sepolcri di causili in Agrigento.
Serpentario , e fitafauola.
Ser tono, e fu a vittoria m ifpagna con-
tro, vompeo.
Seueropermtfe , che fi tenefiero le Con-
cubine.
Sfar z,a,e fuo Cauallo detto Ceruo. car-
te
Sfòrzi di vietare ilpajfo , & oue fifac ■
etano.
Sformo oltre a natura in vn cauallo •
car.
Sibariti già popoli di Calabria, e loro v-
fan^a circa t cauallt-
ìidonto cauallo.
ìi II a fece la /celta de' Cau alteri.
Simolacro della fortuna appo Smirneì .
car.
foccor/i della gamba.
Socie Athentefe fieramente amato da
V» fuo cauallo.
cerate , e fuo ordine à fanciulli circa ,
che cauallt debbano caualcare.
ìcratede' premij , & honort de' buoni
foldati.
■irate e/ùoi ordini circa l'of&ruanzje
dellaguerra.
301.4
301. d
i$9.a
i9><)b
i9l.a
107. a
16 3. e
363. e
464. h
34-*
IO. h
481. e
16 e
108. h
n.h
33"
118./
$19. b
4.g
314.5
41. b
66. e
4*3-*
K/
ll.b
479*
JO7.6
DEL CAVALLO.
foldati antichi detti veltatt , Cetratt,
Clipeati, & ferentarij. 4JÓé
faldati quali s'tntendeuano- 474,?
faldati Romani, e loro arm.tdura. 48 7.b
foldati p-apulftttorii fa difenfort con
quel, che fi ^ne. f06.it
faldati di Por/ipeo Magno , fa di Sci-
pione africano , e d'altri,e loro efer-
citio. 494/*
faldato nouello , e fuoi efiercit'ù primi .
car. 494 h
fidato, che qualità debba hauere ,per.
che comandando fia ob edito. T ' 3 >£
fole, e {ita qua'ità,e dominio. i8t.A
foie, e fuot effetti. z %6.g
folmeo,efuafauoUu lll.a
fomiglianz^a , & proprietà dell' huomo
col cauallo. j.d
fmigitan^a d'^n cauallo ad $na gioia
preaoftjiìma. li.e
firn ma , fa vera Regola del principio ,
delmez^zj) , fa delfine delle volte*
car.
Sophi , e fitto dono di cauallt fatto alla
madre.
Sophi Re della Perfa , e fue ra^z,e .
car.
fiortani cauallt.
forte di cauallt p e fs ima, fa no» da vfar
fi- 461. e
fpada Romana. 196 >g
fpadu,e fuot effetti, 4<*4'/
fpadtce colore, qualfa,fa onde 1 caual
li Spadicei.
fpandoni , Cantberù cauallt , e qualità
loro,
fpar amento di calci, fa quando fia da
fpette del ballane tre , fa ragioni per-
che co/ì fieno.
fpette di Cauallt. Re fi ij , fa più] age-
vole a corregerft , & rimedio d'efii .
car.
/pie dt grande importanza, e quali mi*
gliori.
fproni , e fuoi effetti in vn cauallo.
car.
f proni in qual tempo fi 'ano da adoperar-
fpront alla gìnetta , come da adope-
b 4 rarp,
4fi.«
io>/
310.A
3i3.<*
lOf.e
443.*
197-*
404.*
947>*
381.Ì
T A V
rarfi. .... l%& e
Stadio mifufato da H ercole. 8 -, a
fi*fr*>fa vfanz^a del fuo aiuto. 3 79 .a
faffe, e loro \fan\a. I o S •*
Staffe frette^ pericolo di ejfe. ? 6 4 g
{{alla Reale nell'inclita città dì Napoli.
/fati , e ghiactture dalla Jpada fila , 0
fa l'huomo a piede , 0 a caual-
lo. . 464/
fiat ne à cauallo, e preggio di ef-
fe, fo.g
Statue armate di e or a\zje anticarri en
te. 4<?.£
Slat»e, fa opere d 'antichi , e moder-
ni, ji y
Statue Hippiadi. %$.a
Statue d 'oro in Delfi confacrate a ca-
valli- $%.e
fiatava , fa ifpirtto de' cauallt allena-
ti tn Apsbe. }U-d
fatato beffeggiato da Oratto Poe-
ta. I7.d
Statuto del Sereni fstmo Re Filippo Si-
gnor noftro circa i mali giuochi. 5ll-g
Steccato^ guardia d efio. t 481.5
fitpendio di Caualitre. il. a
fiola a chi conce Jj a . $l.c
fiola conce ffa,da Alefiandro a? futi. 3 3 . e
Streftade,econtenttone fua conia mo -
gite fopra ti nome del lor figltuo «
lo . *}%.e
fuafò,che colore fia. lól.b
fuff renata , con ambe le redine , quan
do bt fogni . 5 9 "J.a
[ugello delle {pedi t ioni del Reame dt
Napoli. 6$.a
Su/zzari , e loro moderna ojferuatio-
ne. A77-C
fuono,efuoi effetti. 381. a
fuperbta de' cauallt per le loro fatte^j.
^e, e virtù. 5 e
fuppltmento del Senato > e de caualie-
ri, 41.6.
TJX E li A R. \\,<fa* Aflandc . Iiy.*
Taciturnità^ fùe lodi. $ I r .e
TttmrltWofUdc' tortati, e fua vitto-
OLA
ria cpnrra Fatale tto. 1 3 . e
Tar rari,& auuerten\a di efiiyfa come'
fi conducano à luogo filino per operai
dicaualle partorite, g.a
Tartari moderni, fa loro ufi. 16.%
Tartarta, e co fiume del gran Cham, fa
razza di cauallt d 1 efia. 3 lo.e.f
Temperan%a,che fia, fa ouc confi fia. 2^4. h
Temperanza vera,qual fi.t, fa ouepro
frtamente locata- I9y*
Temperanza, fa annerimento del Ca
ualtere nelladoprar gli fproni per f-
gntpropofttot 3 % f. 3 3 6. e
Tempi dtfpada. 4&4-g
Tempio di Cafioretc Polluce in doma . 1 16. e
Tempo , fa luoco atto a d.ir Repoloni
ad vn cau alio > 0 di trottolo di ga-
loppo. 408.£
Tempo delle volte in £« cauallo , fa co*
me s'ammendt la durezza, 0 pigri-
tta di lui in fi fatte volte 41 of
Tenebra, che co/a fia. 2 6 y . h
Tenfie detti 1 carri fiacri. 1 1 4. f
Teopompo Tebano,efuo belli fstmo efiem
pio. ycoA
Termini, e numero delle co fé. 464 h
Terzo di ì>pagnuolt,oride vien detto- 473. b
Thebam,e loro prtncipal/fsima arte. 139.6
Themijiocle , e- fu a pernia nel cavalca-
re' . zi9.d
Thejfalt detti Centauri primi tnuen to-
ri dell 'arte del cattale are, 1 3 3 . 4
Th-ifiali, e loro cerimonie, e faenfici nel
giorno delle nozzje- 1 3 8 . f
Thefiali.e loro arte equestre honoratif
fima. 128 /
Tiberio te fuo editto . 4 o ,e
Timidità, e fuoi effetti. 46i>e
Timoteo fa natura fua nell'arte del fuo
» 330.&
Tolomeo della nattuità de gli anima -
li- 254. e
Toracomache,fa pgnification fua. 487. d
Tori faenficatt ad honor de' fiu-
mi. $6 e
Torneo, onde fi dica. 54. f
Tornt,e numero di efi't. 371. h-
Torni ,e loro vtiittà. 413 ed
Torni à trotto; fur'iqfi). 4 1 4 h
Traetj cauallt, e loro q u alita . 3 0.9 • *t
Tratte-
DELLA GLORIA DEL CAVALLO:
4 74- e Verità, e fedeltà lod.ite in vn [òldatO.
Trattenimento delle leggtoni.
Trattarle Tr.ifì.!uatotauallotqu.*lefia i>7,d
Tribuni,e loro -ufficio. 47 s .4615.477
Tribuni Militar^ da chi fujfero eletti ,
& numero d'efst per ogni esercito ,
onde co fi fi dicono. 477. b
Tributo dey Medi , & Cappadoei al Re
di per fa. 3 1 1 . e
Tributo di ctiua.lt di Ctlicia a Dario Re
di Per [la. 3 1 1 g
Trifoglio e anali ino. p^.g
Tngarto combattimento- 108. g
Trwo,& [è/i ile di Saturno , con la Im •
na,& de gli altri pianeti . 19 '-d
Trionfo di Gordiano , con gli Elefanti. j 3 -a
Trota per arte dvn cauallo artificiato. l j . e
Trombase [ùo [ègno,che import affé. 481. d
Trotto,^ [ùoi effetti ,e qualità , Ó'dtf
ficultà del fuo moto. 3 73 3 74 £
Turchi caualli,e loro .'Ondttioni- 3 o 9 . e
Turchie loro vfim^a nel caualcare. $op.d
VA L o R di Camilla , di Semira-
mis}& d'altre antiche, & moder
ne- Mt.iyf
Vanagloria di Marco Tullio,circadfuo
nascimento. 3 J.d
Vantaggio della caualleria ne i luoghi
piani to' aperti. lp.a
Varietà del color delle bandiere, & dt-
uifion d'effe. 47 I. <*
Vbidienzja,e fu e lodi. 49 j . b
Vbini frequentati da per fone delittofè. \oi.e
V dito per fetttfsimo nel camallo . ^.f
V egetto efclama contra tjoldait del fuo
tempo. 487. d
Vehicolo3e Vehicolarij . IH. e
Veliti^ loro armadura. 487.^
Velocità d'fyn cauallo del Signor Lo~
renzjo di Medici. lO}.d
Venere, e fuo nafeimento. 1 6 7. e
Venere, onde fi dica, e [uè qualità » &
effetti. i8i.tf
Venitiant rotti da Don Ferrante Dauolo. I9.c
Venttiani lodati fommamente di taci-
turnità. J 11. h
Verde colore,oue più perfetto, i^.h
oue fi generi. 15 9 *
V eredita come svfajfero, i\f.b
44*
Vefcouodi Moidognetto, & fa* loda-
U fuma opentone .
Vejpe,Scara foni, Api, e Serpenti, onde
fi produchtno.
V tgtlantta.che virtù fia.
Viltà de' e aual li neri, & bianchi per ra
g:on diuerfe.
Vincitori olimpici , e loro alimenti , &
immunità.
Vino HtppodamantìO, Htppomonte.
V ino fo color-.
Virgilio del cauallo di Vallante .
Vtrtù necefiaria alcat*.<ltere,perche co ■
fi [tpofia dire.
Virtù commendata m vn cauallo.
Virtù più necejfarie ad vn caualtere.
Virtù, & prmcipal gloria dvn Caftta-
no.
Vtrtù,quale maggiore.
Virtù necejfarta al faldato.
Virtii più necefiartaper ajìeguir la glo-
ria Militare.
Vitto di crudeltà nella guerra.
Vitto del fante a piede.
Vitto del Caualtere.
Vittoria di Romani contra Cartagtnefi
per xtrtù di cauallt.
Vittoria di Claudio Nerone appo Cru-
mentoper opra di cauallt.
Vittoria equefìre dipinta nelle tauole.
Vittoria di Sapiohe contra Annibale .
Vittorie acqui ftase anzjper arte t & }
tnganno,cheperjor^a
Vladtslao Re di Volontà,^ $n figliuolo
di Vualaco Vraccle fi faluanoper'ktr
tu di due cauallt.
Vngheri cauallt, e condtticne d'efsi.
Voce di nobilesche importi.
Voce di Carro, onde d.etto.
Voce del caualcatore,e fuo aiuto. 3 79. 3 80.6
Vocehumana fé fianecejfaria alla di-
fciplma del cauallo-
Voci S fai e per inanimire vn cauallo .
Voce human a ,e fuoi effetti.
Voce, e f noi effetti.
Volta Jcempta,& fiotto qual nome altri
menti fi chiami.
Volte , e loro dt[ìintioni . Torni, ma.-
neggt , quali efier debbano per ogni
tccere»%4t
99 -e
Sii-*
%79-d
97.*
Si.f
9.b
45 *
396.f
*«!• }
49*-S
fio. e
507. d
Si*
31.C
11. r
li. h
So.g
4%9-a,
tr
499 e
*4/
4J.c
lll.h
lio.e
380/
381.C
433.6
4P**
TAVOIM DELLA GLORIA DEL CAVALLO:
occotenz.*. 430.43 1.4^.433.434
Volte pano e guati. 4 3 7 . e
Volte ingannate,^ fallite , &< vfo loro.
Volte raddoppiate.
Volte a terra à terra .
Volte a tutta. Aria.
Volte circe lari, & volte raddoppiate co
me s'intendano .
V fynz^a del Caualtere aitanti 1 Cenfort.
Vfan^a generale dell anello d'oro fé con
do Plinto.
Vfanzjt beffeggiata da Gtouenale.
V fianca , ^» modo di giuochi confuait ,
& ajfettion di riguardanti 9 i . a 1 h
Vfan\a de' giuochi Ctrceft.
Vf<*n\a antica di Mori m cauac.tr e a •
ualli.
Vfan\a dì dar te poloni dopo la Carrie
ra.
Vfo de' cauallt più necefario al comma
do dell' huomo , & dt tutti gli altri
animali. 1 . e
Vfi de* cauallt appropriato alle guerre. % f
Vfinuouodt Romani dt portar l'anello
d oro con quel che fegue. 31/7
Vfo di combattere in carretta. 104. g
Vfo de' popoli di Gallitia nel combatte
re. 1 04 h
Vfi del caualcare,& da chi prima fuffe
trouato. 133.^
Vfo delle carrette ,&de' cauallt diuer-
fi da gli antichi lO'.a
Vfi moderno delle caualle nell'Africa ,
e nella Sctthta. $'4g
Vfo dt trepide di pater noHri. 3 f 1. 6
Vf» del ritorto. 3^3*
446\£
44<5. b
447-<*
4? '.^
31. e
33-r
37.*
94>tf
104.*
Vfo delle parti di Numi dia , & d'Afri-
ca circa il portar della mano c*ual-
cando. $9i'^
Vfo del cotratempo,& tutto tempo quan
do in qual cauallo , <& in qual luocg
fìanodt vfarfi. 44J-444*'
Vfo diuerfi d aue^z^rr'v» cauallo à
trar calci nelle volte. 4ì*-h
Vfo detrarrne dt ferro A 67. d
Vfi della cavalleria de' nobili intorm
ali armatura de cauallt aldi d'hrg
gì. 46?.a
Vfi de' faldati Romani in portar fico il
Vittoneceffano. 4 8 3. b
Vfo della Crapula de' foldatt . 484*/
Vttlità. deli ejiercitto del caualcare. go.e
Vttlità della voce humana in vn caual
lo con ivfo della bacchetta degli /prò
nt,& della briglia . 3 %$.i
vtitttàper vn cauallo, che veni (fé lento
al raddoppiare. 4 J o.g
X^Nto, e Ciliat 0 cauallt di Ca-
dore, e volluce.
Xerfe, efua gtottra curule.
Xerfe col carro dt Gtoue tirato da otto
cauallt bianchi.
306/
514 *
*77
ZJmo %ero, quale fa.
Zenofonte fludiofi delle buone lette
re hebbe caro tlfùo cauallo Eptdaurice. n.b
Zodtaco,efua dtutfione. 187.it
Il finedelIaprimaTauoIa delle cofe notabili , della
Gloria del Cauallo.
TAVOLA SECONDA
DELLE COSE MEDICINALI.
CHE NELLA PRESENTE OPERA
SI CONTENGONO.
Con ito mangiato
da i Cauallt, e he ma
le gen eri tri efst , fa'
fuaenra. car. f 57
Acqua fiottava gra-
ta a Cattali , car-
te 19X
Acqua per bere del
cauallo , quale deb-
ba efiere. fij
Acquarole fpecie di Galle . 879
Agr 1^0,0 Lagno , che fiate come (ì cu-
ri. 878
Aiuti, che debbano darfi allo Ballane .
car. 187
Albugini de gli occhi , come p curino .
car. 648
Alcola , che male pa , e come fi curi .
car. 541
Allimantica vntione per freddure . J 47
Àllumada e la carne contaminata per
la durerà della cruHa. 848
Ammaccature , &c. come fi curino.
car. 962.
A^nacolUm* medicarne per vitìj di net
ut. 63}
Ammali , à che effetti condefeendan»
per lufiuria. 116
Annitrire proprio de' caualli. 118
Anticore, ebe fi a , e come fi curi.
car. 930.93 S
Apoplepia, che male Jta,e come fi curi .
car.
Are fio , che pano , e come fi curino .
car.
Argomenti di buona indole di caual-
li-
Artfiella , che infermità pa ; e come fi
curi.
Aromatica pottone appropriata alle
Rem
A fini, & alcuni altri animali prefagi-
feono il mal lembo.
A fini, carne pefstma a mangiar p ,
A fino di quanto tempo dee de/ìrarfi al-
la montale quale debbe effere.
Afrnattct ammali, quali pano.
Affungta caualltna , midolla, e fegato ,
& mtl^aà che buone.
Aftutte di CoZjZfini. 1 7 ? . 1 78
Attinturap chejìa,e come fi curi . 863. &
881
Attrattion di nerui , onde fi'cagioni , *
cerne fi tutu 86h
Atmtm*
616
9*
898
776
146
141
10?
7oj
141-
T A
\j4ttritnne \ e fa fia , e* come fi cu-
ri-
j&uuer amenti quando ti Cauallo fi tiene
a l'htrta
j4u< erttmenti interna al cattar fan-
gite .
jiuuerttmenti mtorne alle ynghie .
j4uuerttmentt intorno le ferite di archi-
bnfo,o f recete .
B
B^4c N o per piaghe vie ero fi.
Balzana come fi faccia .
Barba\nel Cauallo , come habbiadaefie
re.
"Barbara unguento per rotture.
Barbole , ocarboncellt,qttalt fi ano, e ce-
rne fi curino ■
Barbale della fchena , come fi curino .
car.
Batttture,come fi curine .
Bere per Camallo fa netto.
Bevanda appropriata à t Cauallt nel-
V .Autunno, & nella vrtmauera.
Beuanda Calocertna .
Jieuanda Drachylo .
Beuanda appropriata a' Cauallt magri .
Beuanda per Ctamorrt.
Beuanda per gì t animai '$ Orthovotct .
car.
Beuanda per ogni Ragione per Caual-
lt.
Beuande , come fi debbano dare à i Ca-
uallt .
Biada , che mi fura dee dar fi a'Caual-
li.
Biadera,chefia.
Bocca nel Cauallo,come fi rìcchieggia .
car.
Bocca del Cauallo fottopofiaà dtuer fi
malt.
B9gnont,comefi curino.
Bohmonefo Bulfino,come fi curi .
Boifio, come fi curi.
Brafiica Jkluatica mangiata da Ca-
valli, che male generi in efit,&> come
fi curi.
Briglia, come deue effere accettata dal
Gaudio,
VOLA
749
911
91*
910
947
841
847
ji4
f4*
su
670
704
548
U9
513
66}
16}
671
5>34
719
6tf
517
VI
Bruciattue compofition't, quali fiano . 7" ti$
Bru fichi , 0 Foruncult , come fi curino .
car. 8 4 f
Budella vfcite,come fi rimettano. 9 J 3
Budello,cheefia,e fiuoi rimedi^ , Jix
Budello Ileo , e doglie di ejfo, come fi cu-
rino . 718
Budello dtfcejo nella ne fica . 791
Budello fiefia crepato,comefi medichi. 797
Bue , pere he habbta uc. ofncelU dalla
nuca^l Cauallo no I f f
Bugno» t, 0 Bro^jjolt di 'srarte forti, e nomi,
come f curi, pij
Bulfinofo Boltmsne,comeficurn 717
Bulfio,o Solfino, come fi curi. 6p6
Buprefle animale, quale fa. £71
Burdone,e mulo,da chi fi generino, 10 J
CAc o e T H E Viceré, come fi curino. p6 4
Cagioni , onde dertutno 1 mali del-
la Ve fac a, 789
Cagne, fpefjo fi troua,che fiano ingravida-
te di vento. t}*
Callo, 0 rumore carnofo tra la giuntu-
ra del piede , e l'v»ghta,come fi curi .
car. 87 1
Callofitk , come fi mollifichino . 9 1 8, 9 t, 1
Calocertna beuanda,quale fio, 5-5-4
Camello naturalmente è contrario al Ca
uallo. Zip
Cancro onde f generi. 947
Cancro,perche cofi detto. 9 y o
Cane arrabbiato,e fiua morfteatuta. f66
Capo del Cauallo, come fi purghi. 6 6l
Capo gatto fpette d'eptlepfia,come fige-
nert,e fi curt . 616
Cardiaca pafi ione, onde nafia. 714
Cardiaci chi fiano te come fi medichino.
car. 7T3
Cardiaci differì {cono da i Sincopati . 7/ j"
Carne tr tfia delle ferite, come fi foglia ,
car. 9fi
Carne , come fi faccia tre fiere fui ofia .
car. ^ ^9
C arno fitta, 0 tumore nella palpebra', co-
me fi curi. «fj
Carnofit* callo fa fu lefpalle > come fi
curi. 837
Carnumc
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
earnume nella bor fa de' te fi /co!' come
fi rifolua.
cartilagine del nafò fi fa rotta , come
ficurt.
caruncula detta celfà , o maro, cerne fi
leut.
cafirar cauallt di chi peculiare , & vfò
di e fio.
caftrar caualli,quando (i debba,
cafirar cauallt , m che modo ì 'habbia a
fare,
caflrare fi debbe fare col confederare *
denti,
cat aratte ne gli occhi del cauallo, carne
fi curino,
catarro nel cauallo, come fi curi*
cataro del cerebro del e «tu al lo di tre
fpecte.
caualcare* quando fi a più opportuna.
ear.
caualla , quanta tempo dia. il latte al
mulo,
eaualle pò [fono ingrautdarfi dopo due
anni,
eaualle , quando fi debbano far coprire .
cor.
eaualle di natura, dtuerfa nel conctpe-
re.
eaualle buone àia tritura*
eaualle pregne non fi affatichino
eaualle pregne di che tempo debbano pa
fiere .
eaualle p regne perche da guardar fi da'
lupi, a/?m,& donne me ffruofe .
eaualle quanto tempo portino il parta.
car.
caualle,e dònne , perche habbiano due
poppe fole.
cauallete qualità di effe alla generata-
ne.
eaualle libidi no fé naturalmente*
eaualle concedono di venta,
eaualle , perche chiamate le donne lufi
furtofe.
eaualle, quando fiano.ptù acce fé di libi.
dine.
eaualli,perche fiano animo fi , & auda-
ci*
cauallt , perche beana a fiat. & più fa fio
acqua torbida*
cauallt corti idonei a fattore. J &j
8j [ cauallt lunghi di poco pre^jjo. \6$
cauallt , che fi corichino in acqua, & lo?
•659 rimedi] 176
, cauallt chi di efst ytua più lungamen-
te te. [82.
cauallt , perche manco fertili, che qua fi
792 tutti gli altri animali. I 8 1
793 canali» fino à quanto tempo] forntfc ano
di cr efiere. 1 8$
793 cauallt di quanto tempo idonei alla
monta. 184
793 cauallt Ago flinì,quali (tana- 209
caualli,come debbano alleuarfi. ni
6 7 1 cauallt per vettnra , e fatiche , quali ff
660 richieggono. 219
cauallt per caccia. 2 19
66 8 cauallt per viaggi. 119
cauallt per beUe^z,-i, e per pafieggiare.
5 6j car. HO
cauallt per totnet. 221
108 cauallt per ifiaramucete. 22 1.113
cauallt per gioire. 211
1 8 4 caua Ut per nemici t te. 1 2 1
cauallt per guerra. Iti
I&f cauallt fi fpauent ano quando leggono
gli elefanti- 13 0
190 cauallt arrabbiati per mangiar l'het-
1519 be . 134
ioi cauallt cibati da Diomede di carne hu
maria z$e
101 cauallt ctbt de' T ar far t,e Mangi. 24O
cauallt in qual habtto debbano mante-
202. nerfi. J24
cauallt non habbtano da patir granfa»
103 me. jjy
cauallt arrabbiati per mangiare herbe
104 trtjìe. J37
cauallt. come fi rmfrefchina nellt dì co*
109 nicolart. 547
Z3I caualltyCome habbtano da purgar fi* Jj"2
2 3 % cauallt » come s'ingrafi ino. 577
cauallt,come ft debbano tener nella fiat
X3J la. f7i
cauallt flrani* efeiuaggi, come fi ndu-
iy6 cavo- j88
cauallt debbono gouernarfi con amate--
I4<f ualez,z,ar <2p
cauallt , come fi facciano filar quefi al
147 ferrare* 6ii
cavalli
T A
tAtiaìti Affiti ah , come fi medichino .
car.
caualli caprati di rado fati fieno di mal
di giunture.
cauallo di complefsione calda, & humi
da.
cannilo animale docile \ e mar.fueto.
cauallo , perche fia più veloce,epiù agi -
le d'ogn altro animale di tal gran-
dezf^a.
cauallo £terognatho,quale fta.
cauallo che fia tardo , che fègnalt hab-
bta.
cauallo di occhi bianchi, perche di minot
fregio.
cauallo Effofhtalmo , Celofhtalmo, <&
Erkofhtalmo quale fi*.
cauallo dee efj'er piti alto di dietro , che
dauanti.
cauallo , che maflicht il freno , che co fa
denoti-
caualloftn che modo fi faccia correre ve-
locemente.
cauallo quanto lungo temfo viua. car •
te
cauallo, come fi debba accommodare al
la monta.
cauallo in quanti giorni empia.
cauallo fu ggettifs imo alU libidine .
cauallo, e (Uè parti a che buone.
cauallo, in che modo fi può confcruar fa
■no.
cauallo dee purgar fi vna Scolta l'an-
no.
e au nllo accefo per lungo viaggio , o cor-
fi.
cauallo rifòluto delle membra per ifirac
. cheK>K,t>
cauallo non islta, dèue fi anno por ci, per •
che.
cauallo chabbata mangiato fterco di
gattina.
cauallo arrabbiato , come fi medichi .
car.
cauallo che diuenga pazj^o , come fi cu-
ri.
cauallo me^zjo perduto , e /ècco, come fi
curi.
cauallo incordato di nerui.
(AHallo perduto in tutto 7 corpo*
VOLA
cauallo, che mandi fuor a hu dello ,o fan-
8lJ gue.come fi '/occorra. 711,
cauallo chabbta rottoti federe , come fi
5)1 1 medichi. 71}
cauallo ripieno di troppo cibo,tn qual tn~
1 4 " fermi t a incorra . 7l 7
1 4 6 cauallo che vomita l'acqua perche muo
re. 7^8
cauallo indomito ,come fi correga . 7 5 O
146 cauallo cu del lato, 0 fpedato, come fi cu*
161 rt, 5»I*
cauar fangue,qiiando vtilifsimo. 74 8
164 cauarf*ngue,efuoe(famtne. 7J3
cauei!ro,come dee 'irfarfi a t caualli . 5 5>o
16" cauteehie offe fé. come ftcunn*. 88 1
cauicchie , 0 Talloni dialogati, come fi et»
J 66 rtno 887
caufertj mteft in due modi. 7^t
168 oauterij appropriati a l enfi agton del
Mentre. 77?
I 69 cauterio,i he fi a, e come, e quando fi ope-
ri. 760
1 76 caut. rio fé generi dolore , come fi curi •
car. ' 7*1
1 8 1 e elfi cancri , e Poiippi , come fi curino ,
car. 91 f
1 86 Stpi , ò chiaramata, 0 catene, che mfir.
188 mtta fiar.o,e come fi curino. 901
117 cerati appropriati , per le infermità de '
141 caualli di più forti. 766
chehdonaconcautta dell\nghia. 1J<$
SZl chiodi per ferri de* caualli , di che for-
ma fi rie hieggano . 60%
j 3 o chiouardi , e crcpa cce , come fi curine .
car. «14
j- 6 1 ciamor ro, perche cofi detto , e come fi ge-
neri. 666
'64 ciamorro humido,e/ècco,efuoirimcdij.
car. 669
169 ciamorro di mulo, $ mula, come fi ete-
ri. 669
J70 ciamorro ,e/ùa dtjfinitione. 670
cibo del cauallo, perche fi dia netto.caf-
587 * JH
cicuta mangiata da' cauali , che male
611 generi,^» come fi curi. fj7
allo cura del capo,cofi chiamata, cat-
6}c te 6'9
6}t cimici , come fi dtfeaccino dalle fi alle .
$34 <at, 17 7
clauatdo, .
DELLA GLORIA
CUuario,p4enna , ricche mali pano ,
e come fi curin* • " 9 \
Cltfiere,chefia,e perche detto co fi. 73°
CU fiere per doglie di corpo . 7i5
Cii fi eri efficaci pimi contra i uermi • 7 )* *
Coda nel cauallo,co me habbta da efe-
re. ij8
Coda da i [e gn ali delle qualità cCyn ca
Hallo. 177
Coda fé dee tagliar fi . J 9l
Coda del cauallo, quando da/àlajfare •
car. 7,5
Code de i caualli,e mali di ejfa . 5 9 y
Codognt piedi, quali pano . 6l°
Coito de' cauallt à che hora dee far p, &
À che tempo . 101
Colera, come fi generi net giumenti ,e
cura di ejfa . 74 f
Colera fecca,come fi curi. 74?
Colera /par fa per lo corpo fa i giumenti
itterici. 74<S
Ctltca papione, come p medichi , 7 H
Co Utrto'p er le fi /iole . 9<5 6
Collo del cauallo , com'habbia da effe-
re . \6o
Collo quando viene à gonfiar fi ■> come fi
curi. 3 13
Collo gonfiato per fregagione , come fi cu
ri. J 813
Collo dislogatofo fiorto,come fi faccia ri-
tornare . 8 1 y
Collo fé fi a rotto,come fi medichi . 8 i- 6
Collo ferito, come fi medichi , 9 y i
Colon,chefia. 7x6
Commeffura deW unghia apprefio iCre
ct,come detta. iy6
Commeffure nelle membrane i canal-
li- 184
Compofitione amabile , & afrodttia,
qualfia.i 76 J
e ompo fìttone di fugo di mandragora . 7 9 y
Compofitione per viceré nuoue . 9^4
Compofitione per cauallo me\zjo per-
duto^ fec co . 630
Compofitioni cauflice, oper bruciatine,
quali pano . < 7^3
Compofitioni di più fpec'ie appropriate
ai mali de 'caualli. 7 6 y
Confideratiom , & annettente circa le
unghie. -6QZ&116
DEL CAVALLO.
Conpderattont intorno alle parti del ca-
uallo . 172.
Confdcrationi intorno alla generation
del mulo . %06
Confiderattoni intorno a i cauallt nel
desinargli àgli ejfercitij- il 8
Conuulfione,o fpafmo di tre (òrti, 617
Cordapp,che pa,e come p curi , 724
Corno tnfermità,qualefia ,e come fi et*
ri. 839
Corno fopra le fpalle, cerne fi generi. 848
Copia del giumento , quando pa fipa-
filmata s 0 rotta > comep co»ofca, e fi
curi. 85?
Copte nel cauallo , come habbiano da
e fiere . 1 y 8
Cafle rotte come fi guarifeano. 9S8
Cotenna da tnditto dell età. 1 8 £
Cotture,co me p medichino . 761
Co\\om, & loro afiutte . 1 7 f
Creature fono foggette à particolari ma
li. 807
Crtpaccie , chefiano, e come fi curino .
car. 899
Crepacele cagionate dalla fumoptà del
letame, come fi curino, 890
crepacele, come fi curino. 89?
crepantiglta fatta nelle parti interiori ,
come fi conofca,e p curi. 797
crepatura chiamata quarta. 609
crepature , che veggono alle giunture
delle ginocchia didietro, come fi cu-
rino. Set
crini nella coda del cauallo ,perche hab
btano da epere rari. . I y 9
Crini nel cauallo , come habbiano da
I efere- .. J6t
Crini tagliati ài caualli cofa bruttai y 9 r
trini Je fi debbano tagliare. Jpi,
cu fermo mal di nafo, come fi curi. 659
culicifCome p dtfcacctno dalle Halle . y 76
cuoio del cauallo a che b uono. 146
cuore,emali,che gltaxuengono. 71 J
cura inforno a 1 denti de' caualli. 1 80
cura per cauallt , e' haueffero mangiati
ctbtpoluerofi. yiy
cura per le fangui fughe ài caualli. ' yi£
cura per l'hordeattone. 5^7
cura per cauallt nprep, £52,
ct*r* del male Alcola, , y ^
cura per
Cttta per freddure .
Cura per cauallo , c'habbt* mangiato
fierco di gallina.
Cura per cauallo , chahbia mangiato
Bupreffe .
cura generale à tutte le mtrftcature
uelenofe .
Cura per l'inchiodature .
Cura per premiture di ferri.
cura per chtouardt,e crepacele
Cura del allo, quale fta .
Cura della Jpoplefsia.
Cura del capo gatto .
Cura per . lo fpafmo,'o conuulftone •
Cura per cauallo me^o perduto , o fic-
co.
Cura per cauallo incordatolo ritratto di
nerui.
(tira per roboroft .
cura per opijìhotoni .
cura per ffpafmi diuerfi.
cura per caualit tncuruatt.
cura per lo male paralitico .
cura per tfpafmo ven.ito per tagltamen
to dt coda .
cura per mal (Tocchi .
cura della flaphyloma .
cura per le cataraffe , ofuffuftom negli
occhi .
cura per occhio lunatico .
cura per Jtranguigltoni .
cura per il polipo.
cura per la freddez^XA nel capo del ca~
uallo .
cura dell'i mali iella bocca del cauallo .
cura per tumori nati in bocca,
cura per gengiue apoilemate .
cura della fc arancia .
cura di fero fole >e jirangutglioni .
cura per Boltmone,o Boi fino .
cura per mali dello fio maco.
cura di dolori coltci,& diaci.
cura per doglie del budello ileo .
cu ra del longa non e offe/o .
cura per dolori nell'ime fimo ileo.
cura per li vtrmi.
cura per morbo alienato,
cura per caualli h idropici .
cura per la verga, che nonpoffa rientrar
nella fua guaina.
V o
jTO
f8s>
61 1
6 : 4
614
6'9
ót.6
616
<5i8
(S30
6H
6}i
6i7
<*3 9
640
64 t
64L 644
Ó4<5
6n
619
664.
673
674
67*
679
68 r
719
719
72.4
7i8
719
73 1
739
74i
770
790
l A
Cura per le febbri .
cura di caualli appesati*
cura di tumori, 0 pofìeme ,
cura per le Scrofole .
cura del gare fé gonfio.
cura per marcie , opofieme nelle /palle.
0 co(ìe .
cura per le ferracele, 0 Mule .
cura per le gambe troppo carnofe .
cura per le formelle,
cura per le terde .
cura delle giarde .
cura per le curbe ..
cura del male fchia uone .
cura per cauicchte offe fé .
cura per re/te.
cura per crepaccie,e refi e .
cura per rotture d'vnghie .
cura per le fé fole.
cura p er doghe di nerut,& (Cinghie .
cura per morbo articulare .
cura per /' Rancore '.
cura perla rogna,
cura per ti cancro.
cura,e rimedi] per la fc taf tea .
cure ad ogni forte di mali di cauall 1.
cura per li mali della te ila.
cure di tumori cagionate dtuerfamente .
cure per dtuer/ì mah, che auuengono a
tejltcolt .
cure diuerfe per fopr'ofs i,
curbe,fpauant,e ierde,come fi medichino .
curte,o turte,cbe fiano,e come fi curino .
DEcottioNe della carne cau al.
Una , a che co fa fta buona .
Decoltione appropriata a fcaldare,k ori
nare,à C incordato,^ a le morficatt*
re veleno fé .
Denti nel cauallo, & in altri animali ,
& loro maniere.
Dentt,perche fi dobbono conftderare ne"
caualli .
Denti e loro dtuer/ttà .
Denti mafceUart ne'caualli.
Denti, e mutattone d'e'fri.
Denti, perche ne'caualli fòlamente se
imbianchi fono nella fycchiez.^a
799
8-3
8'7
819
848
8:0
864
%66
871
«74
«7f
8 ?6
Z77
881
890
895
S96
9O !..
9 8
910
91°
9j«
948
974
HO
6\6
848
85^
870
875
916
i4r
178
17»
179 •
180
180
Denft del
DELLA GLORIA
Penti del Cdne in giouenttt bianchi, in
vec chieda neri. * So
Denti gnomoni,qualtfiario- i8'
Denti del cantilo a che <ofa fiano buoni . 14?
Dentt,come fi fermino. 67°
Dtachylo beuanda. Sf +
Dtahethtca, qual male fi a, e cerne fi eteri- 78 '
Diapente Antidoto cantra lapefìe. 5" S" 3
Di area, che infermità fa, e come fi curi . 7 l o
Diffidile} J: rifiutare di tre fpecie . 69 f
Difficoltà, dell'orina , come fi curi. 717
Di/ce fenua»e , e vecchie nelle gambe , co
me fi curino- °66
Dtfcefe n e t pedi di tre maniere. 901
Dtfarfo {òpra le offa- 1 5 3
Dtfcorfo intorno al prefagtre vn parto de
una caua.Ua. J9t
Dtfnteria,che fìa,e come fi curi. 7to
Disio gagiont di gambe, come fi curino . 884
Dtslogature, cerne fi curino . 834
Difperdere ti parto delle caualle , come. 1 9°
Dipolare, che fia. 9 07
Di filature che fiano,e come fi curino. 907
Dtffolatuve cagionate diuerfamente, come
fi curino. ' 9° 9
Doglie nel budello ileo , come fi m e dichino. 7*8
Doglie del ventre difttnte da Vegetio. 7 J *-
Doglie del ventre, onde fi cagionino . 7J3
Doglie di giunture, come fi tagliano via . 918
Doglie di nerui,e d'vnghie,come fi curino , 9 8
Dolor del polmone, come fi conofea. 70 f
Dolor del ventre, come fi le ut . 734
Dolor del ventre <itene per due cagioni . 71Ì
Dolor delle rent,onde fi genen,e eoe fi curi. 71 6
Dolor del ventre cagionato dal non poterò
orinare, come fi medichi. 7%7
Dolor delle fp alle, come fi mitighi. 8 1 9
Dolore nell'mtefltno ileo, come fi generi . 73 I
Dolori del capo quando fi conuertano in
pa^Jja. 6 1 7
Dolori del capote medicine di e/si. 6 1 7
Dolori d'occhi, come fi tolgano via . 543
Dolori colici,^ iliact,come fi curino . 714
Dolori dello tntefimo crafio detto Colon. 71 f
Dolor 1, colici, che pano. 716
Dolori ned tntefimo Colon g humort vifiofi 7 30
Dolori del ventre végono £ diuerfe cagioni. 7^7
do~ne,e caualle,phe habbiano due poppe fòle. 104
Donne lufiurto/e, perche chiamate caualle. 1} f
.JDojfodel Cauallo off e fi tcome fi medichi . 840
DEL CAVALLO.
Dure\z,t,e e allo fi tk, come fi molti fichtrfa. ^li
Durezze fatte £ ptaghe,cóe fi mollifichino. 96 1>
DureZ^e,csme fi mollifichino . 918
E
Elmetti , chiamati da Greci Hip-
puri adorni dipeli di cauallo. 147
EmptaRro appropriato a'nerut. 63 9
Emptafiro per re fitnger ferite. 9$}
Empiafiro fincrtfma,come fi componga . 7<>4
EmptaRro per grtfarie,ferraccte, ifrc. 893
Bnfiagton del corpo , come auuenga , e (uà
cura. 771
Enfiagione e allo fa ne gliocchi,come fi curi. 6\%
Enfiagione,^ vento fità di milz^a, onde deri
ut, come fi curi. 77 J"
Enfiagione di teRicoli,onde proceda . 8 5" J
Enfiagione [òtto ti petto,èi Mentre , come fi
curi. pj l
Enfiagione nelle co/c te, e teflicoli, come fi
curi. 93 £
Enfiagioni e? orecchie , come fi curino. 6 $7
Enfiagioni della tefia , lingua, e gola, come
fi curino. 6$&
Enfiagioni diuerfe, come fi curino . 7 69
Enfiagioni nel petto del cauallo , come fi
fogliano. 8t7
Enfiagioni del doffo,chefi curino col taglio \
0 fuoco 84!
Enfiagioni cagionate da colpi, come fi curino 8 + 1
Enfiagioni per mouimento di fangue fo-
prabbondate,come fi curino "849
Enfiagioni fra i teft/colt, e le cofcte,come fi
curino- 8fo
Enfiagioni di tefltcolt diuerfe ,come fi curino. 8 f t
Enfiagioni nelle giunture , che fanno %op-
picare, come fi medichino . 919
Enfiature cagionate per le fèlle. 847
Enterocele3che fia. 191
Epicloe beuanda per cauallo }che pafee . £43
Epilepfia,mal caduco, e'I. mal de Uà Luna,
che mali fiano, & come fi curino. 61 f
EpiRrofi,cioè rouefetamento dell' tntefiino,
come fimedicht. 719
Errore di 'coloro , che col fuoco vogliono af-
fot figliare ti collo. 814
Errori de' Marefialchi intorno a li dolori
colici. 714
E ff erótto de' cauallt dee far fi io auerté^a. f -7
Età de' cauallt conofeerfi da t denti . l/y
Exmhe , come fi genert, e fi curi. 9
C IA.M.S
TAVOLA
FA M l danno fa a i Cauallt . y 3 5"
f 'al 'fò quarto ,che fìa,e come fi curi. 904
Farctmtnofa tnfermit a , quale (io, , e come
fi curi. 917
F affama quado,e come da darfi a* Cauallt 94 1
F ebbre, come fi genert ne 1 Giumenti- 799
Febbre, come fi curi 799
Febbre cagionata dapofleme , come fi curt.%o$
Febbre divinità da Ago si. Col ombro. 804
Febbre Jffìr.it a dal Ferrara 806
Febbre rignonalefc pijfeuatione, eoe fi curi 8 io
Febre che derma dal Polmone, come fi curi.8 1 o
Febbre etica quale fi a eco/ne fi curi 81 I
Febbre con ulcere pefìilentialt 8 1 1
Febbri dte/tate& di autunno, come fico.
nofeano , e come fi curino 803
Febbri da quali infufion fi rtnfrefchtno . 804
Febbri fquali fon 0 propriamente vero . 806
Fegadene viceré, che m.igtano,come fi cu-
rino . 9^4
Fegati degli animali, che non hanno fiele,
perche dolci, ITI
F egato officina del fangue . I48
Fegato, perche pò fio trai ffomaco,e la mtl
Zjt dalla Natura . 1 5 O
Fegato, e male di efo,come fi curino. 743.
Fegato travagliato, come fi medichi. 744
Fegatoso Polmone magagnato, come fi curt.7 4 )
Ferita fatta dafaetta veleno fa, come fi cu.
\ ri. 96o
Ferite de Ut occhi, come fi medichino . 64 7
Ferite,& viceré di Giumèti.come fcurino.9^0
Ferite del collo come fi curino . 9 fi.
Ferite fatto le ginocchia , come fi curino. . 9^4
Ferite d'archibufo h freccte,come fi curino. 9 y 8 .
Fera <■■ alterate per fpiragli di fine/Ire, co -
me fi e urino . 960
Ferrare,come fidehbano 1 cauallt. 601
Fan de 1 piedi dinanzi ,<& ài dietro, come
& fi b abitano da efere. 601
Ferrica li piedi di dietro.. 606
Ferro, h altro, ce me fi cacci della piaga . 961
Fettont,come fi lautno . 9 ' o
Fiacchez,z,a, come fi leui J <*4
Fiato in C etera che fia,ecomefi curi . 769
Fichi, erruchefoporrettt, come fi curino. 913
Ficoxlcera nata nel calcagno, come * fi curu 898
fico,fuperfìuità.dt carne nata, nella fola tco
Vie fi curi. 89 g
fico fpecìe di gonfiatura , come fi curi . 9 13
Fico moro, con che fi curi 914
Fiele in diuerfi animili , che fede h ubbia . \ y \
Fieno à quali cauallt buono . y 13.
feuolez,\e,o do Aie, come fi curino. 5 63
fiftole, come fi curino . 96 f
Flemmatico cauallo, come fi rifant. 749
fìimeliaychefia,e come fi curi . 8 60
fìoncella,che male fia.. 672
H'-ffi, e loro rjmedij. 7 10
focaccia,,chf male fia, e come fi curii 9 1 6
formella ,come medicata da Marco Greco .871
formelle , come fi curino. 871
f or une uh , come fi curino . 84^
fredde\z.,a nel capo del cauallo , come fi ge-
nera 66 4
freddeZji,a,che impedì fee la pur gation del
Corma,come fi medichi . 789
freddure, e lor rtmedt\. y 46
formemo danno fo at cauallt in cibo. y lì.
funi ent anione per enfiagioni, & altri mali. 880
fumentagiont, per dislogagtom di gambe . 884
fuoco,come dee v far fi, et portar fi nell e (lalle y 7Ì
fuoco, come fi dia a1 caualli,& come fi me
die hi. 76I
f urina , 0 far ma, che fia ,e come fi cuù . 871
G
GA LL e , come fi curino . 87y
Galleghe tumori fiano,& eoe fi curino.%7%
Gali e di due fpecìe.. 879
Gamba, onde detta . I ? f
Gàbe del cauallo,come habbtano da efere 1 J7
Gambe qttado fi debbino lauare a' Cauallt. }9 6
Gambese e onferu.it 10 ne di efs'e digrade ir»
porranZjt,ptrche . ^97
Ganduglte, & altre infermità della gola, .
come fi curtr,o . 681
G arre fé fé è gonfi a 1 0, come fi curi. 843
G arre fi gonfio, come fi curi. 848
G arre fi mali, che auuengono al Garrefe ,
quali fiano, e per che co fi detti. IfJ
Garretti,perche cofi detti. ITJ
Gauam,che fiano, e come fi curino . 882,
generattone di muli, da chi prima ritrouata.lo7
Genere caualltno dtuifo in tre parti . x 1 7
Gengtue apoflemate, come fi curino. 678
Germani , come chiamino il ^erme^e come
lo curino. 934
Ghiandole intorno alla gola, come fi curino 68 1
Ghiandole del petto, come fi curino . 9^9
Gianni^
DELLA GLORIA
*JiaHni%z,*ri fi (allentano col fangue del
caua.Ho • z 40
Ci arde, e G 'alle fomigltanti fra loro . 874
Gmni,cht (tana-. 108
G 'intacchi* e pò flemme in effe di tre forti. 8 5 8
Ginocchia, e dolori di efst accidentali, come
fi curino 8<Ji
C torni infelici, ad alcune etère per caualli. 7<j 1
GjouaneXza atta alla generation?. 1 9 y
Giumenti quando accaggia che fi difcollmo. 8 1 y
■Giù ner.ti (ballati, come fi medichino. 83 >
Giunture . ór mali dieffe a caualli. f4i
Cinture rila(fate,et acquofe.,come fi curino. 9 17
Giunture addolorate, come fi curino . pi 8
Giunture di fgtunte, come fi curino. 96%
Glandule,fèpc onde fi generino. 821
Glandule,e pofleme, come fi curino. 8 il
Glaico,&> fua hifìwta. 134
Gola, & ulcere di effa, come fi medichino, 678
Gola,&> infermità di effa, come fi curino ■ 681
Go'ifìaméttper cagione d'anhelito, come fi
curino- 769
Gonfie \jjt delle orecchie, come fi maturi* 6 5 7
Go/ife^j^e di più fòrti, che auuengono alle
gambe di dietro, come fi curino. 885
Gonfie^z,e di piedtfComefi curino. 89 j
Gotta cronica nelle (palle, come fi curi . 835
Gotte renali, come fi curino. 77 8
Gottofì,& orticoli, quali animali (iano. 8 tf 8
Gouemo de caualli (la con amoreuolezjZja. 789
Gouerno de' caualli nella ftalla,quale dee
efiere. 590
Gouerno de' caualli. ^96
Granco che (ìa,e come fi Uni- 863
Grauedmefo catarro nel na fio del e au allo,
come fi curi. 660
cri fane,e firn ili malacarne fi curino. 8 9 (
crifane,come fi medichino . $9}
Groppa del cauallo, come habbia da e/fere . I y 9
H
H£moruea,Ò perfupon di (an-
gue, che malefia, e come fi curi . y 4 1
Herba,chefi dà a' caualli, che effetti facta. y 3 6
Herba medica appropriata a' caualli. y 3 8
Herba quando fi dà, a' caualli , che cofit (ì
dee offeru are. y 4 j
Herbe triRe arrabbiano i caualli. y 3 7
Herbe appropriate a caualli, quali (iano. y 3 8
He r be \erdt quando, & come fi deono dare
a' caualli, **,
DEL CAVAI LO.
H ermafrodito, come fi generi. \$%
Hermta,che male fia,e come fi curi, 8 f 9
H erpete fpecie di v<.rme,come fi curi. . 93 6
Heterognatho cauallo, quale fia. I6r.
Hid> opico à <jualtfegnt Ji conofea. 771.
Htdroptfia trai mali del fegato > di tre
fpecie . 76Ì
Hidropifia,come fi generi. 770
H tdroptfia,in che modo fi medichi . 771
Hippace,che co fa fìa • 13 9
H ippocentauro Cane di Senofonte- I j o
Hippocopi meduamenti,che leuano lajtac-
che\^a . y<?4
Htppomane,che fta,& fuot effetti. 1 3 6. 1 3 7
H ippomane,e fùoi fignificatt , 137
H iflnchtda vitto della coda del cauallo >
quale fìa. 795
Hordoattone,che male (ta,efuo rimedio, y 17
Humor (kngutgno quando offende il ca-
uallo,e (uo rimedio. 748
Humor dell' 'acquette nelle gàbe,cóe (i curi. So?
H umore fai fio m che modo, fi disecchi. ,90»
H umori, onde fi generino . 1 yo
H umori difeefi nelle gambe,come fi curino.%67
H umori diffolutt dal calar e, perche concor
tono alle gambe p tu fpejio, che in altro
membro. 874
Humort dtuerfi delle gambe,come fi curino.^ 90
H umori auuenutt di frefio, come fi curino 890
Humort di giunture, come fi diffetchino 918
Humort accolti m e biadale, come fi curino. 918
Huomo,cauallo& Elefante di compie filo-
ne calda, <&humtda- 74C
1
I£Rde, come fi medichino. 877
iliaca paf sione, quale fìa . 717
lmaginattont,che effetti produch'tno infor-
no alla generatone ■ 188
lmiordtgione checofa fin. 60%
Ine ape taratura che fia,e come fi curi. 881
Inca fella to ptede,quando s'intenda. 60$
impetigine mortifera a ' Giumenti. £42.
Inchiodatura,^ cure di efia . 6iì.
Incordato,comefi curi. {46
lncornatura,che fìa e come fi curi. 833
incuruati caualli, quali fi ano , & comi
fi curino. 6i9
ìndi gè p ione opprime 1 caualli. 518
(uo rimedio- ?,?
Indigeni ione, e mali cheprouengono da effa. 7 1 7
c * Indomit»
TAVOLA
InclootitùyCome fi corregga 77°
Inedia danne fa a t cauallt • J 3 f
Lnfeftuto, o tnfufìito, che morbo fia, e fua
tura . 5 6 1
Infermità fecca, perche detta fofpiro. 7 1 1
Infammagtone per concoi (0 dhumore , e»
mefìcurt. 7^7
Infonduto morbo , che "viene a' Cauallt, co-
me fi curr 530
Jnfu(ìone,che male fia,& come fi curi. y 3 1
Infufione di ^ìnatoltco per le torrioni del
Mentre 73 3
Jnfufioni da rinfrefea;- lefebrt • 804
In fagnare, che fìa,eptrcke ntrouato , 7^1
lnfagnte dtuerfe fi/ccorrono a più mali. 7 f z
Infegnte di finte . 7 yi
Intagliature, ò tnterftrtture,come fi curtr.0.9 x
Intagliature della lingua , com e fi cu rmo. 676
Intefma del Cauallo à che buone. 141
Inteftna e dolori di effe tome fi curino . 717
Intejìinc crafo,e dolori di efjo . 72 y
lntefitno grande differente ne gli ammali .- 71 9
Itterici quando dtutngono 1 Giumenti. 747
L
L^B bua nel cauallo , come habbiano
daeffere. 16}
Lacerto enfiamento nel collo p er vento/irà,
come Ji curi. 813
Lagrime , e f torrenti a di efie ,come ,fi re
siringano. (£41
Lagnoso ^grt^jr^o, chefia,e cerne fi curi , 878
Lan.pafto , "ofaua , che male fa, e come fi
medichi. é7$
Langto in fremita nella coda de i Cauallt, J 94
Langlicn,ckefia,e come fi curi. 730
Laf'ezJ\a ne 1 cauallt, onde fi cagioni, e co
me fi generi. J64
Latte di caualle, à che co fé fi a buono. 138
Lattuario contra lapafstcne colica . 731
Leprasonde nafta, e come fi curi. 943
Lepra,perche chiamata elefanttofi . 943
Letame del cauallo a che buono . 144
Letargo,che male fa e come fi cuti* 61 3
LettOyceme da fnrfi ai Caualli. 574
Libidine grande nelle caualle. z$ l
Ltenterta,che fiat come fi turi. 710
Lingua nel cauallo,come dee efjere . 16$
Lingua del cauallo a the cofafia buona , 143
Ltngua,e mais di efja,tome fi curino. 67 1
incuori per febbri fdijiurie,& eptlenfie. ■ $$\
Lombi offe fi, come fi medichino. 780
Longanone offe/o, come fi curi. 71 9
Lucer do fo fitma mate del collo,comefi cuti, g ti
Lupello, come auuenga, e fi curi . 93-3
Luptatumorfopra il ginocchio, come fi euri.tjy
M
M,VdR.ice e rimediai dolor di effa-, 192,
Mal caduco nel cauat, e cura di effo. 614
Mal della Luna,che fta,e come fi curi. 6tf
Mal d occhi, come fi curi. 6\l
Mal di vermi,come fi curi* 73 9
Mal rcgw,chefia 74$
Malferuto,qualfia,e come fi cuti. 77%
Mal del mal\o qualfia. 8 1 1
Mal dt Ile fp a II e di due maniere. 835
Mal delle fonti piene, qu al fia,e come fi curt,%77
Mal pilone, the fta,e come fi cutu 900
Mal di lingua, quale fia. 90 1
Maladetto tome fi curi. 91?
Malandre piaghe de l e olio, com e fi curino . 814
Malandrà, e he favo, e come fi curino. Set-
Male de Icmbiytomef medichi. 780
Mali, che dertutvo dalla fcalmatura&c. Jó©»
Mali, che auuenghmo a t cauallt por ijtan-
chezj^a fé}
Maliche gcedovo dal ferrare, e fùot rimedi] 6 1 T
Mali della te fia, e (uoi rimedi] . 6 l 6
Mah della t>tfiica,da quali cagtóiderìutno.7%9
Mali , che fi fanno 1 Cauallt da lorojtefsi. 880
Mali delle vrighie^ome fi medichino. 897
Mah , che procedono dal Zoppicare > come fi
curino. 9 ! f
Malta humtda,qual fia. 671
Maltde del polmone^fuale fia% 7 IO
Malide fece a,come fi cun. 7iQ
Mangtatoia,,come habbta ad ejfere fatta f
epojta. ,7%
Marcia per la verga,comefi curr- 797
Marciamentifo pojieme nelle jpalle fo co
il e, come fi cui ino. 8JO
M are f calchi quando errano circa $ dolori
colici. 714
Marmore poflema,e fuo rimedio. 8 c 9
Mar m 01 1, che fi ano, e come fi curino- 894
Ma fi eli e danno in di ciò dell' età- l 8 1
Mafct Ile, e pietre in ifie,come fi leuino. 67S
Ma\z,o>t he male fia, e fuo rimedio. 8 y 9
Medica htrba appropriata a Cauallt , 538
Medicamenti per li vermi . 739
Medicina ad ogni tofie antica. 69 y
Medie iu
DELLA GLORIA D
Medicina conglutinante, come p componga . 797
Medicine rinftefcatiue ne' dì canicolari . f 47
Medicine cantra le morficature veleno/è . i$5
Meitcertdi come fi curino . 88»
MtlZa ricetto dell' humor milencontco . i f a
Mil 1fa efuo; mali, corti e fi medichino . 773
Mi/tura per animali morpcati di veleno . y 8 t
Mi fi t*ra per di [cacciar la vento/ita. 7 T 8
Mi fi 'ira per la difficoltà dell'orma. 717
Mi firua per agni forte di dolor di mentre . 737
Modi da curar rhtdroptfta. 7 7 1
Modo,e regola di ferrare . 604
Modo da far partorire hor mafchio , hora
j "smina. 193
Monte delle caualle n ella Mi fa con canti . 187
Moraglie 3 quai Caualli conuengano . 6 1 1
Morbi heredttari\,quai fa.no. 1 1 1
Morbi chefògltono venir dentro, come deb-
bano curarf. T4?
Morbo alienato, che fila, e fùa cura , 741
Morbo fabrenale , cattai fa , e come fi cono-
fc a, e curi. 777
Morbo importanttfstmo,che fa zoppicare . 919
Morfea,fèrpigtne ìie gli occhi, e cura loro. 6^5
Morftcatura di "vipera come fi conofca . f 8 (
Morfìc attira del Cane arrabbiato . 5% 6
&frtoi effetti. 587
Morsicature veleno/è, come fi curino . 5 4 ^
Morficature veleno fé -, e lor rtmedij J 8 1
Morftcature veleno fe,come fi medchino . J 8 y
Morficature di Caualli fra loro ite fisi , co-
me fi curino. 586
Mofce,come p pofiano /cacciar dalle falle. J 76
Mucchi del nafo dtuerfi moflrano 1 mali
del capo del Canal lo. 661
Mule calcttrofe,e loro rimedio . t o 8
M.ule,o ferraci e nelle gabe, eoe fi medichine 864
Muli , quanto tempo vtuan 0 . xoj
Muli or dinari um ente , perche minori , $>
meno viuaci delle mule. 107
Muli di quanto tempo atti alla generattone. zo8
Mulo,& burdone da chi fi generino. 10 y
Mulo,come fi generi. 106
Mulo,& qualità di effo. zo7
Mufcoli delle rem offe fi, come fi curino . 778
N
NAN s e a , come fi foglia via . 719
bardino ynguento per lo albugini de
gli occhi . 648
N,tnci,che ejfendo ckiufe non la filano fe-
ti cavallo:
fpirare,& fùo rimedio. <?£♦
Sa/che nel cauallo,come habbiano ad efier. 1 63
Nafo,e mali, che gPauuè~gono,cóe fi curino. 659
Natura ad ogni fpecte d'animali dàtljuo
proprio nutrimento' fii
Nature di caualli degne di confideratione . 1 75
Nefritico cauaìlo,qual fta,e eòe fi medichi .776
Nerui trentaquattro nel cauallo, & effet-
ti di eff. 147
Nerut ritratti nel cauallo ,e cura di e/si . 6 3 t
Nerume hanno patito freddo. 63 t
Nerui grafi, come f curino* 6 j JT
Nerut pati fono di tre modi. 6^6
Nerui con quale empia fra fi medichino. 6} 9
Nerui ri/ò luti da che feonofeano. 64O
Nerut nelle giunture ptugrofst del doue-
re , come fi curino . 86 1
Nerut ferttt,c ome fi medichino. 9)7
Nerut tagitatt,come fi curino $fj
Nerut attratti, 0 pepi, come p curino- 917
Nertio 0 ojfo v fitto, 0 offtfò, come fi cuti. 818
Nutrimento proprio dato dalla natura ai
ogni fpecte d ammali. j-jt
O
OCCHI di diuerp colon, come detti. 1 4%
Occhi , come habbiano ad ejferein
vn cauallo. j£y
Occhi fnejìre del cuore. 1 6f
Occhi, e varietà di efst. j ££
Occhi & mali di efst, come fi medichino. 641
Occhi imàchenti per fenta,come fi curino. 647
Occ hto del padrone tn graffa il cauallo. J68
Qcc hto lunatico, quale s intenda . 6 J i
Octo lungo,cagione di molti mali a' caualli. 5 tf<J
Odorato ptu\ee celiente né" brutti, che negli
huommi. 3 j 2,
Oi fango cauallo, qual fi chiami . 69 J
Olio di rofstdvoui,come fifaccta,& à che
appropriato. 272.
Ophtalmia,o tnfiàmagtó d occhi \e fitta cura 64 1
Opinione dell' Autt ore, di che tempo ti ca-
uallo fia idoneo alLi monta. 1 84
Opijthont, 0 Eptjlhotont come fi curino. 6} 5
Ordine ,e modo per guarire il cancro. 9^0
Ordine per confolidar le offa rotte . 968
O rdtne e modo da tener fi, nel Cali rare . 79 %
Orecchie del cauallo, eoe habbiano ad tffer. \ 63
Orecchie del cauallo, e mali di e fie, come fi
curino. 6$ 6
Orma del cauallo à che buona . 1 4 f
e 3 O riva
T A V
Orina, fefta ritenuta, comefì conofca,e curi.jt^
Orma come fi prouochi . 78 5
Orma ritenuta per la pietraio me fi prouo-
cht. _ 787
Orma ritenuta genera pafftoni di tre fòrti. 788
Orma impedita da fredde\zJct,&fi*acura.7'Ì9
Orma pingue , e fu a cura .. 781
Orthonotct animali diffìcili k curar (i . 705
Crtocoli 0 gotto fi ammali , quali pano . 86 8.
Omo di che qualità* e mtfur^t dee dar fi a t:
Caualli. 5*3
Orzo y e paglia, alio appropriatifsimo per ca
ualli. ' H°
Ofa,& àlforfofopra ef e fatto dall' auttore.l f j
Ofsa cento Jet tanta nel Cauallo. . 1 J J
Ofsa delli pie di dietro ,pc n he incurabili. 96S
Oflo nel cuore del Cauallo* 148
OJio,o neruo offe fi, come fi curi .. 818
Ojfo del piede diilogato affai fi cura colfuo.
co. carte
Offa rotto per percome , 0 intoppi,comefi ri-
fatti.
Oti Vccello,qualefia.
Ozjne viceré del nafo , come fi curino ..
P
Puglia- buona ad ogni fòrte di Ca
uallt.
Paglia ,& or%o cibo appropriati fstmo per
Cauallt ..
Patatina, 0 Palatara che male pa,efua cu. 6 73
Panacea appropriata, ad ogni dolere di Ca.
uallt ^ 5-49
Pancia ferita,come fi curi .. 9 , 2
Pannicello bianco nell'occhio, come fi leui.. 6f 3
Pannicoli della tefia quando pano diftep,
come fi cono fcano, e cura di efsi ..
Panno degli occhi,come p medichi ^
Paraltfia,che fta e come fi curi.
FartJ: hmta, è tonfile, che male fa,e come
fi curi.
Carotidi. , 0 flrangugltont, come (l curino .
Parti principali del corpo, che gouer nano-
il Cauallo, quali pano, 147-
Parti dinanzi negli animali mafiht,per*
che più gagliarde , che nelle deretane. 141
Parto, come fi ageuoli alle Caualle.. 1 gcx
Parulidt che ftano,e come fi curino. 67 7
Pa fstone di rem, ò morpcatura,comefì curi .778
Pa fstone della tefta,come ft. medichino .. tfdl
ftjfiellt di H /erode t come fi facciano , (£»•
88<S
i.19
65o
yi4
f40
<sio
<sy 4
640
679
6,%
OLA
a che buoni. jgy
Pajiinaca marina fé m o fu a ti Cauallo ,
come habbia da curar fi . 587
Pa\^ta i. e'Caualli , onde fi contragga, &
come fi curi. <JiV
Pedicelli^ porri, come fi mandino via .. 914
P elare lla,e futi rimedi].. J94
Peli di Cauallo, e cenere fatta di efst a che
cefi pano buoni.. 147
Peli, come fipojjuno tor yta, doue è da ap~
pltcarji emptaclro .. 500
Pel/, cof/.e pofj ano r ma fiere fu le cicatrici . 5*4 <$
Peli,come di bianchi fi faccianonert . 946
Y.timatica compopttone,come f faccia . 600
Pelo morto, che infermità sta e come fi curi. 90 y
Pelo., come si faccia rmafiere/u le cicatrici
del medesimo colore . 946
Percofie rtceuute negli occhi .. é*7
Peroriga,chtsta.. \%6
Pefiide'Cauallt doue. f2i
Pejie -viene ancora fiat Cauallt . 815
Petto del Cauallo,com habbta da ejfere . 160
Petto del cauallo je sta enfiato,come si curt.%% 7
Piaghe \ le ero fi, e cura di effe 9 1 0
Pt.tghe3come simeancanfeano . 948
Ptaghe,del petto comesi curino . 9 J l
Piaghe dtuerfe,come si curino. 9^6
Piaghe, come si confolidmo.. 9,9
Piaghe tcome si net tino, e ferrino, 9,}
Piaghe nf polite, come si curino. 96S
Pidocchi, 0 rtctno fi haranno.aggrauato ti.
Cauallo , come stfiaccmo . J 78
Piede incasellato , quando s'intenda . 608
Ptedt.del Cauallo, fono. da considerar prin~~
ctpalmente ,. 171,
Piedt.e qualità di efst circa il ferrargli.. 6 1 0
Piedi codognt,qualt siano .. 6 IO
Piediy.e mali, che ad efst auuengono, come
Sicurano.. 887
Piedi gonfi , come si medichino» 897
Piedi rampmt,qualt stano .. 91%.
Piedi ,e mali di efit di gran constderatione. 91%
Pietre nate nelle mafielle,come si leu/no .. 678 '
Pmz,anefi, che state come si curi.. 90$
Pleurtttde,che male sta, e come si curi.. 7 1 1
Todagra,efiiattca, che sta , e come si curino. 8 , 5
Podagra,onde sta cagtonata,e come si curi. %6j
Poliedri venuti in luce , come debbano go '
uernarsi: tit,
Volle driyquado debhantcaccìarst à pa fiere. 1 1 }
Poliedri*
DELLA GLORIA
Polleift,(òWè fi debbano governare - 124
Poliedri fino * quanto fi debbano guarda •
- re dal coito- 1 1 T
Poliedri, perche fi la/c/no andar gran tem-
po dis -ferrati. <fo3
Poliedro-, che efca dal \entre difordinata
mente, & fuot rimedi]. +9*
Poliedro nato, co lega.be tortele fuo rimedio. 1 1 y
Polmoncello,che male fta,e come fi curi. % 3 8
Poi/none, & inditi] de mali, che gli végono 70 >
Polmone pu tre fattole fègni di ejjó ■ 708
Polmone quando indebolì fc a , e di ficchi. 709
Polmone magagnato, come fi curi. 74?
Polipo, e he male fta, e come fi curi. 6 5 9
Polfino,o bolfmo,che infermità (la. 696
Tul[ìuo,che infermità fia,& come fi curi. y 3 6
Polui appropriati a i mali del dofio , e del
garrefi. §43
Poluiper lì cancro. 94$
Popoli, che mangiano carne di cauallo . 141
Porcino Reno appetta t caualli, come anco
quello delle g.ttli ne . J 70
Porri, come fi curino. 524
Poftema , 0 polmoncello fuìa fchiena , co-
me fi curi. 841
Tottema nelle parti afeofè , e giunture per
ferite \com e fi curi. 9^1
Potteme, 0 tumori di quattro /pecie. 817
PoReme,o marcie nelle cofte 0 /palle, co-
me fi curino- 850
PoReme,o ulcere ne' te Ricoli, come fi curino.^ y I
VoReme, che nafeono nelle ginocchia di tre
forti. Sy8
V otte mette, 0 brufcht,comefi cur ino. 8 4 y
"Pratica lunga fi* conofeer la natura dìvn
cauallo- 17J
Prebenda, come debba effef mangiata dal
■cauallo. I74
-premiture di ferro,come fi curino . 61 4
Principi , di che fòrte cauallt debbano fot ■
nire le loro fi alle. li 8
Vrofumtjperche Tifati nelle Ralle. y 7 y
Vroftcula ,douefi generi, e come fi curi. 684
Prouafètl cauallo fi a animo fo. 214
Prouifione per caualiert,che fanno viaggio • 907
Prurito nella coda cau fitto da vermi • y 9 y
Pterigta nel li occhi, come fi curi. 644
Vulict,comefi difcaccmo dalle fi alle. 577
rullano enfiagione , che nafeefra legengt-
ue,e mafcelle de" poliedri ,come fi cur t. 67S
del cavallo:
Purga de i Caua Ili vua ^olta fanne. f $6
Purgatane % co feruar la fanttà al cauallo. yyt,
Pujiule nate attorno alle giunture, come fi
curino. 888
p ufi-alenate per tutto 7 corpo ,cóe fi curino. 92. j
QFadrigariA potione,lquale fia. y 48
come fi componga. y y l>
Quadrigaria covipo fittone appropriata al-
le infermità de t cauallt- 76 f
Quali co/è altra ti cibo fi richieggono alla
conferuattone de* cauallt. y 6%
Qualità dtuerfe di cauallt. 1 70
Qualità di Sw cauallo , come ftpoffano co-
no fi ere. 177
Qualità de cauallt debbano effere con fide
rate da' camper atori di efst. 177
Quarto crepatura, come fi ferri. 609
R
Rv4 B b t a. de' Cani contagio fa . y 8 8
Raffreddamento , come fi generine'
cauallt. $ 67
Raffreddati caualli,e fhot remedij. (6$
Ragiatura,h morbo ar agnato, onde fi generi f .
& come fi curi. y 3 F
Ragntvelenoft fé hauràno offe/ò ti cauallo. y 8 5
Ramingo cauallo, quale fia. . 164
Rambtnt piedi, quali fiarto. 9 ti*
R ampone bla firn euole né" ferri dinanzj. 6 o J
Ramponi quando neceffarij. 60 6
R<tppe,e difcorren^e d'humori putridi nel-
le gambe,come fi medichino . 26f
Repellerà , come habbia ad efier fatta, &
come habbta a/lare, fjt.
Ra\zja de' cauallt del Re Luigi buona. 1 8$
Re morti per caduta da cauallo. 17I
Reni fuggette à molti mali. 77S
Repletione,e crudez,z,a ne' caualli3che ma
li fiano,& come fi curino. y zi}
Refptrare,e rimedi] per la dtfficultà d'ejfo . 702.
ReRe,che fìano,e come fi curino . 890
Rettoppta,e fuo v/ó gioueuole a' cauallt. y 4J"
Rheuma che fi a, e come fi medichi. 678
Ricini ,come fi difcaccmo da t e aiutili, y 78
Rifiatare non fi può per tre cagioni . 6 p y;
Rimedi contra le morficature veleno/è. y 82,
Rimedia far Rare i cauallt quett afferrare- 6\l
Rimedi] per aiutare tutte t infermità de*
cauallt. yyo
Rtmedi\ di più forti per ingraffare t cauallt. j y^
e 4 B-t/nedìj
T A V
Jtìmedijper cauallt divenuti troppo grafi
per It buont giouerm. f ? 8
Rtmedijpcr la pafuone colie*- 7 ? '
Rimedi] per le riprenfom 7l&
Rimedi] nelle cure de gli animati . 7f7
Rimedi] alle dislogature del piede. 887
R tmed ijper rcgna,f abbia, o prurito. 9 J7
"Rinfili dimenio morbo de* cauallt, come fi
euri. HO
R ip tenera di cibo, che infermità peneri . 717
Rtpofo prmcipal rimedio alla fanchez,zja. $66
Riprensioni, come fi medichino 7J<5
Ryprefo , quando dica e fere ti cauallo , &
come f, medi: hi. y 3 1
Rot orofafpecie di Tiro come fi curi . 6 3 3
Roborofo^ke male fa te come f curi. 774
Rogna,e fua cura. 9*6
Rogna ne' giù mentile he fa. 94 :
Rofon di occhheome fi tolgano. 64 3
Rottura del collo, come fi medichi. 8 / 6
Rotture nel p dm one, e ome fi curino 707
Rotture intrmfet he di vene, come f curino. 783
Rotture fu la fhiena,come fi curino 837
Rotture delle unghie ,come f coro f ano- 896
Rotture fopr a le gmocchia,p(rcke pericolofc.$C 8
Rotture delle gambe, come fi curine. 969
Rughe danno indie 10 dtlCetà. 1 8 1
S
Sj4cko Foco, che fa , e come fi medi-
chi. 844
Salafare d'alcune vene, quando bia/ìmafo.754.
Sutap'o à cauallt, e muli £ morbo articolati e. pn
Saliu-a del cauallo à che buona, 243
Sangue mefiruale,efiot effetti. 189
Sangue di Stallone a (he e buono 14 1
Sangue, e he efie con lo fìerco,e fuot rimedij- 711
Sangue,quando fi a vttle a cauarf. 748
Sangue, quando da cauarf al cauallo. 7 f o
Sangue,a quali ammali non fi caui. 75 1
Sangue di diuerfafpecte ne' cauallt 7%t,
Sangue, quando fi deue cauare al cauallo . 7 J f
Sangue frefeo di cauallo con aceto efficace
a tutte le infermità. 7 y <?
Sangue quando fi orma,come f rimedia. 78 1
Sangue quanto debba trarfì al cauallo fe-
erie it ante. 3 00
Sangue corretto fatto fra felle , e carne, co-
me fi curi già
Sangui fughe mortifere a cauallt . 516
Sangui fughe, quandi vttli al cavali ». j 3 3
OLA
Sanità, come può (on-fèruarfi ne" cauallt . j 1 1
Santià;ccme fi conferm ne' cauallt emuli. J44
Sarcofi cauallt, quali fi ano, e cura di efst . 770
Sboccato cauallo. 171
Seabbtafo prnrito,come fi medichi. 937
Scaltntta,come fi medichi . 67$
Scalentia,comef genert,efì curi. 683
Scalmatura, quale infermità fta,e come f
curi- 1<>9
Scolmatura , e mali che deriuano da e fa. ì 60
Schtauone male, e fuo rimedio. 8 77
Schiena del Caual(o,-omhahbia da effere , ] 60
Schiena, e rotture di ejft , come fi curino, 837
òchuna enfiata, come fi curi. 84O
Schiena fertta,come fi medichi. 9 J 1
Schiene de' giumenti deano hauerfi tn gran
cura. 839
Schinelle, come fi curino. 873
Schiuma del cauallo à che buona. 141
Schiuma del cauallo come habbta da efiere 1 69
Sciatica,come nafca,eptnhe co fi detta. I f 4
Sciatica ,& podagra ,che fiano, e come fi cu
rmo. 8f 3
Sciatica,che male fta,e cura di effa. 8 f é>
Scoponi,come f dtfeaccino da' camalli. J79
Scorrentia di lagrime,ceme ftrejiringa. 641
Scor t tglia tura, 0 fior t a, come auuenga}e co-
me fi curr. 886*
ScrcfUeu-ome fi curino ej8.68T.89i-.819
ir? ofioìe yengono di rado a cauallt caftraft- 81 1
S( re fole, onde dei turno. 8*1.
Sci ofolefo galle,come fi curino. 871
Sculmato. e fulminato, che (ia, e come fi
curi. 8&J
Secca tnfermità,perche detta fcfptro, 711
Secata delJegato,(omefi medichi. 744
Sedere del cauallo rotto, come fi curi. 7 1.3
Segni da poter conofeere vn poliedro . 114.
Segni da 1 ofiderar nel poliedro non domatoci 1 7
Segni quando il cauallo e oppreffo da tndt-
gè f ione. 528
Segni della faticherà, quali fi ano. ìóì.
Segni di cauallo morfò dalle fèrpt. y 80
Segni di cauallo,c'hahbta mangiato ragni, £84
Segni del male della tetta. 6 1 7
Segni del cauallo fatto pa^z^o. él O
Segni della rifolutione de' nerut. 640
Segni de* malt della te fa del cauallo* 661
Segot del Clamano . 666
Segni catti»! del C tornirò. 667
Segni
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
Ségni quando A cavallo fia aggranfiai
la malia hi* mila- 6 7*
Segni della fcalentia. 68}
Segni degli animali affiatici. 7^1
Segni del dolor del polmone^ - 7 Q J
Segni quando ti polmone e putrefatto, &
indebolito. 709
Segni de' mali del cuore. 7 '4
Segni della difen tetta . 710
Segni de' dolori co liei. 71 f
Segni dt' dolori dell'interino detto Colon . 716
Segni della colera fece*. 7\6
Segni della colera humtda. 70,7
Segni del mal regio. 743
Segni mortali quando fi fa dato il fuoco. 762.
Segni dell' Htdroptfia. 77°
Segn t del mal della nitida. 774
Segni della febbre,qnalt fi ano nel cauallo 799
Segni della fetatica. 8 6
Segni de' tumori nelle giunture delle gàbe. 860
Segni del mal pilone. PO i
Se gni de* mali che procedono dal zoppicare. 9 5
Segni del verme Colatile. 91 1
Segni delfottopelle. 9 ■} *
Segni della lepra. 9 4 4
Segno ottimo, quale fa in vn cauatlo . 173
Segno delle caualle quàdo habiano cóceputo 189
Semi de' caualli di che quelita habbta ad
e fere alla generattone. 196
Seme corrotto genera fero fole- 1 97
Serpi.come fi rendano \-tlt,& addormitati. 5 81
Serpi,comefi dt [caccino da caualli, 5 79
Serpigine,}» morfea, come f curi. 6S i
Serracele \o mule nelle gàbe, come fi curino. 8 64
Serraccte,fcarde,e fimtli , come fi curino. 89 j
Sete di cauallo a che buone. ì.^6
Setola male delle vnghie,come fi curi. 9 o
Siccità dt pelle,come auuenga a ' caualli . 561
Sincopa .che co fa fa. 7 J f
Sincopi come, e quando Vengano. 7 1 4
Stcretico vnguento,quale fta. 764
Sincri fma empia flr orarne fi componga. 7 6 4
Strmatico giumento, quale fi*. 8 $J
Sonno, come fi provochi al cauallo . 6 1 3
Soprapofta,che fìa,e come fi curi. 88 1
Soprofsi,chefano,e come fi generino. 86j»
Sor icari a infermità , quale fa, e eoe fi curi .8*8
Sa/piro,o tofe vecchia . 690
Sottopelle ffecte di rogna,come fi curi . 941
Sojtrafofutura , 0 callofitàfi fra le [palle 't
cerne fi medichi. - 834
Sp tlla quando fi dica ^fcir dt luogo . 8 3 O
Sp allaccio ,che ma lefa,e come fi curi. 8 3 f
Spallati, quali giumenti fi dicano. 8 $ f
Spallati, come fi m ed te hi no. 83 f
Spalle quando hanno tumore alcuno,come
fi curino. " 817
Spalle fino fé , 0 rat te, come fi medichino. 819
Spalle,e male di effe di due maniere. 8 j f
Spafini fi curano col diapente. 6 1,6
Spafmo . 0 conu ulfione di tre fpecie. 617
Spafmo qua ndo fi pati fi a da t glume» ti. 6}$
Spafmo quando auuengaper tagltamento
di coda,come fi cuti. 64 1
Spauano 0 fcauano, che fia,e come fi curi. 87 J
fp.:uenio,o fparauagno, che male fta, e to~
me fi curi. S77
fpten^jt , 0 mal dt milz^a, come fi curi. 77$
fptnelli fpecie difòpr'ofo, come sicuri. 873
fpondta, che infermità sia, e come sicuri. 990
fpondilt,e dolor dt ofst,comefi foglia, 84$"
fpront fé cagionino tumore, e [uà cura. 84?
spuntature 0 [pumatnr&,che fiano,e come
fi curino. 90 J
falla fa la fincata dt pietre grandette. j 7 J
falla quanti lumt habbta da h.tuere. J 7$
falle fi debbono edifica" nel palazXo, do-
ve fa ti Vnncipe, e perche. J68
stalle , come debbono effer fatte, e come go-
vernate . ytfa
falle, come h abbi ano da efer fatte. X 1 2.
stallone di quali a:un habbta di meftier» . I 8 7
fia'done, che qu dita debba h.tuere . 194
fallane per quante caualle fi a buono . 1 9 J
fìallont q -4ando da dar fi alla monta. 1 a$
fl aliane, & co fé che gli [no gioueu oli . 198
fi aliane, che qualità habbta d'hauere. no
fìallone,peri he non fi ammetta dt color mi
fchto. iio
Stalloni troppo libtdtnofì , e loro r'tmedu. ioo
(talloni troppo affaticati et le monte } come
fi ristorino. xoo
fiancheTff^i del cauallo, e [uoi rimedif. J 6 ì,
slaphylom.'ìmale di occhi, come fi curi. 646
fi e fané com ejfu re deU'vughia. \ j 6
(iella nella front e, come fi faccia. 947
fierco del cauallo à che buono. 244
fi ine hi rotti, com e fi curino . 969
fiinco nel cauailo,come habbta da efjere , 1 j'8
ftomaco,perche pofio tràlfegato,ela milzja. 1 50
fornace *
88?
679
68
T A
Stomaco,^» mali di efìe,come fi curino .
Storta.,^ fcortigliatura,come auutnga, e co
me fi curi-
Storti oii.ttitra. , o [cor figliatura , che fa, e
come, fi curi ,
Strarguiglione ,come aunenga,efi curi .
Strangutghomfo -parotiti, e cura di effe-
Strangutgltom, fero fole &e come fi citrino. 6 8 t
Strigliare, q-.uxnh fi debba il cauallo. J 90
Strigliare, & fùe auuertenz^e. J 9 1
Strumenti per medicar ferite. 9 , 8
Stupore alle a ah e del cauallo onde caufato .130
Sudore del cauallo a che buono . 141
Sudore del cauallo fenzja fofpttion di cai -
do.rhe fignifichi. 746
Suff ti Clone ne' piedi del cauallo,come fi curi. 9 1 4
Suff^fiont ne gli occhi, come fi curino. 6 J t
Suppoffaper dolor di ventre- 738
Suprenale morbi,come fi conofca,e curi. 777
Sy nomiafi,chefia., e come fi curi- 8 3 O
T
TA F A N 1 , co vte fi posano d,tfca:ciar
da caualli . Ì76
Talloni d islogit 1, tome fi curino • 887
Tartari, & Mangi fi cibano di caualli. 140
Tempo di cajìrar caualh . 693
Tefchto del cauallo a che buono. 144
Tejìate faccia del cauallo ,come habbia ad
efiere. 1 61
Tesi* membro principale ne gli animali- 6 1 6
Tefltcolt né" cauallt,come habbtano da e fiere, \ 59
Te(iicolt,e mali , che ad efstauuengono co-
me fi medichino. 8 $1
Tetrafarmaco,como fi componga . 67 1
Ttgnoli di piedi , fc abbiado malmorto , che
infermità fi a no, e come fi curino- 900
Ttgnola,che fta,e come fi enrt. 899
TtmpAnico,che male fi a, e come fi curi. 772,
Ttro.che malefia,ó> come s'incorra in effo. 638
Tiro, e juo't effetti.
Torfioni del ventre, come fi curino.
Tofse xtllana , 0 fiera^ualefia3 e come fi
medichi.
Tofieprefaper camtno,e gran fùdtre.
Tofie commoffa dal polmone.
Tofi'eper rotturafo bolfo.
Toffe vecchi a,efòfpno.
Tofse ficca, come fi medie hi.
Toffe de gli animali, e he fi*.
Tofie, come fi guari fi a .
V O LA
7 1 9 Tofse né" poliedri, come fi commuouA . tàj
Tofse an ttea , e fuoi rimedtj . €9 y
886 Tofse, che procede dalle budella, come fi curi. 701
Tofse, on de fi gentrt,e come fi curi. 785"
Triaca diate fs ei on,come fi faceta . y y 4
Trifarmaco compofitione di quattro medi-
cine,quale fio. ?6f
Tri fera, perche buona a ' giumenti. 7 1 4
Tri e tace fpecte dt mal d'occht,come fi curi 6J4
T nello, che co fa (sa . 611
Tuello del piede offifo\come fi curi. S97
Tumore 0 carnofita nella palpebra. 6? j"
Tumore cagionato da firette'^a di cigne ,
come fi curi . 849
Tumore di tejUcolt,come auuenga, e fi curi. 8 j O
Tumort,che nafeono nella bocca del caual-
lo come fi medichino . <?74
Tumori, 0 pofieme dt quattro fpecte . 813
Tumort delle fpalle^come fi curino. 817
Tumori auuenuti per punture dt fproni,c$.
me fi cu rtnv . ? 49
Tumori di pia fòrti * 916
Turte,come fi curino- 9 1 6
V
VAK 1 ci , che fìano, e come fi curino. 1866
vecchte^a del cauallo,da che fi conofee. 1 8 1
Velenofe punture ne' caualli,come fi [curino, ? 80
véa,fe fi gófi nel trarsague, etfuotrimedij. 75 6
Venatagltata,come fi ri ferri. 7^6
Vene apparenti nel cauallvxent inoue. 549
Vene tntrtnfèche rotte, come fi curino. 785
Ventofitk,come fi dtfeaect dal Mentre. 718
Vento fitta . che effetti facciale come fi curi. 7 69
Ventre del cauallo,come habbia ad efsere. IJ9
Ventre,& dolori di efso,come fi medichino .718
Ventre, e doglie dt e fiso di flint e da V egetto . 7}t
Ventre enfiato, come fi curt. 772
V erga quando non puh ritirar/i ne Ila guai
na,come fi medichi. 79 O
638 Verga ritta editto di due maniere. 790
733 Verga, fé butti marcta,come fi medichi. 797
Verme detto faglia , come fi fcacci. 745
t?8 8 Verme fangue putrido, ondeprouenga,e co
688 me fi curi. 917
689 Verme, fé fa difperfòper tutto ti corpo, co -
689 meftcur't. 9x9
69 0 Verme chtamato dragoncello, 0 t alpino, co •
691 me ficuri. 930
691 Verme volatile , 0 1 alpino mal contag 1 ofo ,
6% s come fi curt, 931
Verme
DELLA GLORIA DEL CAVALLO.
Verme canino, quale fta,e come fi curi 93 l
Verme la^arojo) qual fìa,come fi cu-
ri 9)i-
Verme bian o-,comefi curi. 9.) i
Verme corba ce io come <i cuti . 9 j 1
Verme cacatuolo,come fi curi. 5132.
Verme aùuolatiuo,come fi curi . 93 1
Verme detto anttcuore,come fi curi. 933
Verme, come chiamato da' Germani,
& come medicato da loro. 934
Verme per quali cagioni nafta. 934
Verme , e habkia fatto viceré , come
ftc»ri. 9jf
Vermi quando in fé fi ino il e au allo co
me fi caccino; 739
Ver mi, come st- generine fecondo il Ru-
fo. 740
Vermi, come fi cremo nel cauallo. 639
Vermtcciuolt nelle orecchie , come fé
ammaz,Zjino. 6 T 7
Verrucc he, 0 porrette,come fi curino, 9'. 3
Verruche, come ficurmoi 9if
Vertigini -.come fi curino. 6 1 8
Vefctcafie sta ferrata\come st apra. 786
Vefctca rotra,e male incurabile. 78 8
Vefctca,efuoi mali onde dertutno. 789.
V eterno, che sia nel cauallo*, e come si:
curii 6&4
Vicinanza dev colori , ecomel'vn dia
figura,^/* obietto a l'altro . zjf
Vipera,c habbta morsicato ti e. iu allo,
efuacura. j8l
Virtù di diuersi animali attribuite al
cauallo per renderlo perfetto. 1 68
Vita del cauallo quanto lunga. ] 8 1
Vitto di cauallo sboccato- 1 7 1
Viu ole, e he stano , e come si cu rtno . 681
V Ice ragioni, &c.nel federe,come si cu
rtno. 714
Viceré della /chi ena,come st curino. S + y
Vlcer enei tefticoli,come si curino . 8 J I
Viceré apprrefio il gtnocchto,come si cu:
■rtno . %éi
V Icere fegadeno, quali stano- 964
Viceré cacocthe,comest curino. 964.
V Icere, come debbano medicar st. 9 )6
Viceré nucue,come si curino . 964
Vnghia , quando stfepari dal Tuello
per hnmortmuecchiati. 909
Vnghie del cauallo , e constderationt
(oprale dette. Ij6
Vnghte del cauallo a che buone. i 4 6
Vnghie del cauallo, come debbano cu-
rarsi. 197
Vnghte di dietro ,come babbuino da ta
gltarsi: 606
Vnghte ghiaccinole, quali siano. 609
V»ghte,e lor rotture,come si curino . 896
Vnguentt per aiutare di più fòrti. 884.
Vnguentiper guarir crepacele ,.& air
tri simili mali. 8'pt
Vnguentt per crtpaccie,fèrraccie,.&c 894
Vnguentt per le fetole. 902,
Vnguentt, che molltfcano dure^zje. 912,
Vnguentt dtuerst per ferite. 9 8
Vnguento per le vnghte . 60 l
Vnguentoper ttnerut grafst. 6}$
Vnguento appropriato al mal d'occhi- 643
Vnguento smcretico, quale sta ., 764
Vnguento, di ptu-Jpeae appropriati a
canai li. j6 f
Vnguentoper li melicendi. 889)
Vnguentoper il f co moro . 91 4-
Vnguento per le ferite.. cjóo
Vng&ento traumatico per ferite. 963
Vnguento fi fidare, come st faceta. 966
Voltolarsi de t canali 1, . 57ì
Volutabro,che sta. J74
Vomica , che si rompa, come si medi-
chi.- 708;
zr
Zoppicare, come si medichii a\ f
ILfine della feconda Tauola delle cofe medicinali
della-Gloria. del Cauallo v»
SOMMARIO
DE' DIECI LIBRI
DELLA PRESENTE OPERA,
Della Gloria del Cauallo.
E L Primo fi è attefo à dimofìrare come il Cauaflo fia
glonofo, per efferc il pia gioueuole animale di quanti
per vfo dell'hiiomo fiano itati prodotti dalla Natura j &
per elferein molte qualità difentimenti,& di affetti fo-
migliante ,• & co riforme à l'huomo ifteffo. Et come ila
flato Tempre in vita tenuto caro, e dopò morte honora-
to dai grandinimi perfonaggi,sì per liprofperi augu-
ri), che fuol dare, & sì per lo mirabile aiuto, ch'egli ap-
porta à lo fchiuare de i pericoli , & allo acquifìare del-
le vittorie. Decorrendoli poi delle prerogatiue, che ha
il Cauallo,& delle cerimonie con efTovfate; li viene a ragionare come lìa pro-
ceduta la degniti Cauallerefca, e di quanto pregio fìa da llimarfi, & con quanta
cura da conìeruarfi. Inditoccatoalquantode' Duelli de' Caualieri, fi pafTa àfar
melinone delle Ila tue equeffri,e delle Pitture , delle Carra trionfali, de i facrifi-
cij del cauailò,e de' caualli del Sole , e di Marte,di Plutone, di Nettuno, di Pro-
teo, d'Orione,delGiorno,della Notte, della Lu na, dell'Aurora, del Tempo,e dì
Amore: Pofcia delle in terpretationi del Caualloappò i Theologi,e delle lue Al-
legorie, & Comparationiappò gli altri feri t tori : Et vltimamente dell'Imprefe,
Medaglie, & Infegne , che molti chiariflìmi popoli, e Principi dal Cauallo trat-
te, hancoftumate per lorohonore.
NEL Secondo fi parla de i vari; nomi attribuiti al Cauallo da varie natio*
nij.e di molti vocaboli-, che dal Cauallo formati fi trouano appo Greci &
appo Latini ; & come con cognomi del Cauallo fi fiano honorati, e Dei, e Dee .
pugneanticne,&: in molti altri meltienneceiiarij;
l'inuentione del Carro, & delle molte forti poi introdotte; De' fàmofi Caret-
tieri ,• Della velocità de' Caualli per le polle ; De' Caualli più celebri tra fau-
tori; Della prima pio uuttione dd Cauallo: De' Centauri,&: altri moftri Caual-
lini ; Delle Amazoni, & altre valorofe Donne cauakauici; Della primiera in*
uentione del cauaicarej de gli eccellenti caualcatori antichi, e moderni .
NE L Terzo copio/àmen te fi tratta della naturale conpkflìone del Caual-
lo,e di tutte le parti fue,cofi mtrinfiche come eftrinfiche; Delle belle
fattezze,& virtù,che fi pofìono defiare in vn Cauallo, & delle brutte, & vitiofe
condì tioni , che fon da lchiuarfi . De gli accorgimenti , che fon da hauerfi nel
comprare,
comprare, e delle aftutie , che fogliono vfarei venditori. Dei fegni de l'età del
Cauallo;delofpatiodelfuoviuere ; del tempo idoneo al procreare; e del modo
che per tal effetto è da tenerli . Del gouerno dello Stallone, e della Giumenta ,
tanto dinanzi quanto dopò il parto; Della genera tione de1' Muli; Della forni-
glianzade i parti; Della fcerta,che s'è da fare de ipadri?e delle madri,per far vna
razza in perfezione; Della qualità de' Poliedri; e dei buoni òcattiuifegni che
il poiTono per virtù quafi Fi/ìonom ica in lor comprendere . Come i Caualli fe-
eondola diueriìtà de l'effere loro fi debbanoàdiueifieiTerckij deftinare,&qua
le pt'opriamente per lo meiìieri della mi 'ina ti riciaieda. Come il poliedro ila da
gouernariìj&alleuarfì : De gl'animali amici3ò nemici delcauallo.'; Della furio-
Fa libidine Cauelbna;& finalmente delle diuerfevtilirà,che le parti del Caual-
lo poiTono dar si per vitto & sì per mediana , in molti bifogni fiumani.
NE L Quarto ti ragiona prima in generale, de i colori, che cofa fiano, come
fi facciano ,-come s'intendano „&quanti fiano ; col nome & con la pro-
prietà di vno per vno: Poi de i Peli , come ti formino ,&ti cangino; & partico-
larmente de icolori, che tengono sui Caualli-, con le congetture che poiTono
dare delle loro intrin fiche qualità: Indi de i Pianeti,e dei fegni Celefti;|e della
forza,che hanno sui Manti, &sùimembri> & su gli animi altresì dei Caualli;
e de ipronofiichi di Altronomia,che sù'l Cauallopotrebbon farli : De i Caualli
fbrtunati,òinfortunati; Dei legni ,.cfie foglion nafeere ne! Cauallo, come Bal-
zane, & Remolini<& altri; quali fianbuoni,&quai contrarie da quali cagioni
fogliano prouemre. "Vltimamente delle regioni, e de' luoghi a tu al produrre
de i Caualli; con le Razze , che in I.fpagna,& in Itulia,.& in altre prouincie fon
più celebri, e più pregiate.
NEL Quinto fi fcriue della difciplina de! Cauallo, & primamente delle
qualità che conuengono al domatore; Del modo che nel domare èda fer-
uarfi, Della confideratione, che è da farli per troia r Briglia ad ogni conditio ne
appropriata, con molte auertenze da tenerli neli'imbrigliare,& con diiìintione
ben chiara di tutte le Roggie dele Briglie,che ti cotfumano. Come fia da metter-
fi'la Sella,e i fornimenti, & come fia da portarli il Caualiere in fu'I canallo . Po-
feia ti danno le regole ordinate, come fia da infegnarfinei Torni il Trotto, co-
me ti polla il cauallo aiutare, ©correggere con la gamba, con la voce, con gli
fpronì,& con la bacchettai come queita,e quelli fian da portarli. Come ti deb-
ba tenere la mano delira, & moderar la.finiftra >.che tien la briglia . Come con -
uenga portar leredine"? & come il cauallo ti polTaaggiuftar di collo, fermar di
tetta, & leuar tanto da la credenza , quanto da altri diucrti viti] . Trattai! poi,
comefianoda farli le pofate , "con tutti quei modi & aiuti, cheli richiedonoal
parare.Come fi riduca il cauallo ad aggruparfi bellamente con falti, e calci: Co-
me & quando conuenga darli il Galoppo, & la Carriera; & come.fi poiTono
con Mifura di Mufica temperare non meno i detti eiTercitij, che i managgi con
faltià balzijòcon vnpafib & vnofalto,òcon duepaflì& vno falto,òcon falli
à montone,ò con faltialla Capriola; & come fi facciano i Coruetti, la Ciambef
ta,ei Repoloni; delcriuendofi le mìfure,e gli ordini delle volte,con tutte le for-
meCircolarijSemicircolari, Quadrangoli i,Triangolari, & : Lineari;ouefi pòf-
fonoi Caualli maneggiare ordinatamente à mezo ternpo,òà tutto tempo,ò con
tra tempo. Oltr'a ciò:s'infegna,come fi faccianole volte ingannate, & le volte
Raddoppiatela Terra terra,© à Mez'aria,ò tuttealte, & come loro fi debba ac-
crefeer furia : Et in qual modo ti renda più bella viltà à maneggiar vn cauallo
dauanti à qualche Principe;& come fi faccia il maneggio di Volta d'Anche, do^
ue.fi. Yienead imparar di cQmbatieie.inilteccaco: Ec come vn cauallo per vio di
guerra-
guerra fi pofTafar coraggiofoà tutti fcontri , & à tutt'iftrepìti; con molti al-
tri ordini vtilifiìmi ,e diletteuoli in tal meitieri,* maflìmamente cheli wftrmgo-
no alla fine tutte per ternario numero quelle paniche a perfettione di Caualie-
re armigero fi conuengono .
NEL Sello fi di/corre della Militiaequeftre j & primamente come fia da
armarli il Caualloe'l Caualiere: Con qual confideratione fiano da fee-
glierfi i foldati; quante e quali fu Mero le legioni Romani, qual folle i'vfficio de'
Tribuni i caltighi,òipremij de'loldati, & le loro prerogatiue , &qual fufl'ela
forma dell'accampare,cvT l'ordine del marciare. Oltr'accio fi difeorre della Par-
simonia , & Attinenza necelfariaà l'eifercito; Dell'auctorità che tenea il Coll-
ibie nelle guerre ; Del dare animo ai foldati, dell'arme che vfauanogliantichi,
dell'ordinare della battaglia, quanta caualleriabifogni ad vno efìercito,& quan
ta filitela potetti del Dittatore. Pofcu ditta famen te lì parla di quanto appar-
tiene ad vn Maeftro di Caualièri, ò General di Caualli,con moki accorgimen-
ti, & effempi di ttratagemme,%& con molti ricordi di quelle virtù, dottrine, &
etfercitij ,che nel procedere delle guerre , òpur nell'orioli richiedono con" al
Capitano, come alfoldato.
NE L Settimo fi tratta del modo, con che fi polla al Cauallo conferuar la
fanitàprefente, & preieruarlo dai mali, che poiìbnoauuen irgli, & per-
ciò primieramente fi ragiona deJgouernoordinario, qual biada, & quanta gli
conuenga, &: come, quando fi debba dare: quali fi richiedano le acque da ab-*
beuerarlo: come Ci rimedi) all'indigeltione, repletione , ò crudezza , ttrall'infu-
fione jinacquamento, òriprenfione . &come fia da curarli chi hauefle patita
vnalungafame: comefi debba il Cauallopurgareogniprimauera, &con qual
ordine,c\:auertenza fiadadarfilafarraina, fi per quell'affetto, & fi ancora per
ingradarlo : ragionandoli di alcune herbe cattiue, & di molte vtili . Poi deicri-
uendoli uioLebeuande rilcaldatiue permantenerediverno il Cauallo fa no»
molte rinfrefcatiue per Teliate, &alcuneappropriate all'autunno: vifilbg-
giunge vn gran numerodi medicine efficaciffime per ogni llagione, &ogni in-
fermità . Indi Ci viene particolarmenteadordinare ; come Ci polìòno riltorare i
Caualli, che pei occulto languorefofleroammagriti, elleuuati, fcalmati, &
come all'incontro fi debba rimediare alla iouerchiagrafìez za . Qual gouerno fi
richieda, poi che'l Cauallo è faticato, iudato, <anco, & Cornelia dareme-
diarfi alla fiacchezza: dandomi! precetti, come l'effercitio fia da temperarli»
& qual cura debba hauere il Caualiere del ilio Cauallc*. Quali conditioni fia-
no neceflariead vna Italia , & quanta diligenza conuenga tenerli in quella , co-
me fia da legarli il Cauallo, come fia da menarli, & come fia da farli ben ripo fa-
re. Pofcia vi Ci deferiuono molti modi da profumare la Italia, molti da Scacciare
le moi'che,le zanzare, i taffàni, ipolci,icimici,iricini,eipedocchi, & molti da
fcacciar viai icorpioni, & iierpenti: dandoli 1 rimedi; pei le loro morfìcature,
&per quelli cafi , cheauuenifìerod'hauer mangiato tra'l fieno alcun velenofo
Ragno,© d'eifer ltatomorficatoda Topnagni,'ò ferito da denti di porco cigna-
le, ò d'altro Cauallo, òdi Cane rabbiofo, òpur di Lupo Con alcuni rimedi)
generali per tutti i m&rCi velenofi , & particolari per la rabbia, che al Cauallo
da tali accidenti venuta folle . Dalche Ci pallai ragionare con quanta piaceuo-
Iezza fia da trattarli ogni Cauallo, come fia da itrigliarfi , & netteggiariì, & co-
me fi pò (fano farei pelibelli,maflìmamenteicrini,;& la coda, rimediandoli ad
ogni vitio,ò mal di quella , & lpecialmenteal prurito, chea quella parte per
qual fi voglia cagionefoiìè auuenuto. Indili moiìraà che modo figli pollano
conferuar fané le gambe, e 1 piedi, come cònferuare,& fortificare, ò riitorare le
vnghie,
vn"hiè, come indurirle eiTendo tenere, come deficcar le troppo hàmide, & co-
mehumettare , & mollificare , le troppo fecche,& vitriole . Et vltimamenre fi
vendono àdefcriuere ampiamente i veri ordini del ferrare conflitti quelli ac-
corgimenti ,~che fecondo la diuerfa qualità delle vnghie fono necelTarij ; infe-
anandofi a curare l'inchiodature, ibattiture', ammaccature, & premiture 3 che
dal mal ferrare Cogliono accadere.
X T E L L'Ottauo cominciandoli a trattare dei mali intnniechi,& pigliando
PS principio della tetta, prima fi danno irimedij per gli dolori, che in quel-
la fi fentono, poi s'idègna a curare i ver tiginofi, i frenetici, i pazzi, & mania-
ci inoltrando come fi porla prouocar loro il lònno, & all'incontro , come torre
à Letargici :.come fi rimedi) al mal caduco, & come all'apoplefia , Cornelia da
curarli fo fpafimo,e'l tiro lecco. Quai medicami conuengono à 1 nerui adoglia-
ti come fi curino iiicratti,gliincordati,& gli aggricciati: & cornei paralitici.
Indifcendendoiì a gli occhiai inoltra come Ci curino l'infiammaggioni, i rollo»
ri le feorrenze di lagrime, idolon, le vnghie, le vue, come Ci leuino le catara t-
ie, i panni, ibianchumi,Ienuuole,&altnmali,& come fi curino l'infermità ,
che vendono alle palpebre. Qjanaci pattandoli ali'orecchie,fi inoltra la cura de i
dolori, che ibgiionoioroauuenire, &di quelle polteme, che dietro l'orecchie
tal volta nafeono. Poi parlandoli dei mali del nafo, s'infegna la cura dello fmi-
furato flulTodifangue, come fi polla leuar quella cariiagione,'.iettapolipo,che
dentro vi fi fu ol generare . Quai rimedi conuengono à quelle vlceri puzzo-
lenti, che alle voI°e vi nafeono, & come li curino iciamorri,& raffreddamenti .
Indi fcenlendofià trattar delmufo,. delle labra, del palato , dell i lingua, delle
"engiue,de i denti, & delle mafcelle , Ci deferiuono i rime di) per quelle doglie ,
&aftrimali,ch'in quelle parti auueauti foriero ,e'lfomigIiante Ci fa di quelle ,
ch'auueniiferoalla gola, come principalmente le viuole, i Itranguiglioni, &
fcal-ntia. Poi paiTaudolì a i malidel petto, s'infegna vna gran copudi rimedi;
per le varie forti di colle perla dirticultà del rifiatare, per l'afmo,ouer bolfo, per
l'ortopneaperla malide lecci, & pertutti-gli altri diffetti del polmone . Et vl-
timamente trattandoli de i mali del cuore, s'infegna àchemo.lofi curinoicai-'
diaci,&lefincope ,.che mglionoloro,- congrauiifimp pericolo auuenire.
NEL Nono trattandoli dei mali del ventre inferiore, & cominciandoli
. dallo ilomaco, s'infegna à rimediare ài dolori, Srallanaufea, & alla imi-
furata fame, & fendendo alle bude Ua,s'infegnaà curare la diarea,lalientcria,
là difenteria,i mali del federe , i dolori colici , & iliaci inoltrandoli le cure d 1-
uerie.,fi come fono ancodiuerfe le cagioni ; doue fi parla ditfufamente dei ver-
mi,ò lumbrici,che fi generano nelle budella : & quinci pafiando a i mali del fé.
gato, Ci inoltra come Ci debba rimediareall'infiammagione di quello , alla cole-
ra, coli fecca,come numida, alFoffefa, che nafee da troppa abbondanza dì fan™
gue. Doueii deìcriuonoà pieno gli ordini del fagliare ,òfalaiTar( come altri
dicono ) e i rimedi , che per gli errori che vi li polfono commettere , come fia
dà darli il fuoco , come lian da curarli le cotture, & quaifian vnguentiabbru-
ciatiui , con la deferittione dimolte compofitioni da vngere , ò da empialtrare,
che fono vtilillime ad l'applicarli in diuerfi mali. Comefian da curarli gli hi -
dropci , & quai rimedi co nuengano à 1 mali della milza . DondetrapalTando
al le doghe, Scaltri mali, che vengono alle reni, & ali a vfcfcica,fi cercano le va-
rie cagioni,per le quali li ritiene ì'orina . Infegnandofi vna copia grande di ri-
medi) conueneuoli,&appropriati àcori fatto male. Et parimente come lian da
curare colorojch'vrinanofangue . Come i diuerfi mali della verga .Poi tratta-
toli.dellej:otture,.òfpaiimature- nelle. anguinaie,. ò ne' luoghi interni , Ci rac-
contano
Contano diuerfe vfanze,& maniere di caftrare . Et alla fine fi parla ditfufaroen-
te delle febbri ordinarie, &peftilenti.
^^ E L Decimo , & vltimo contenendoci la cura de' morbi eftrinfeci , cofi in
i vniuerfale,cotne in particolare. Primieramente s'infegna quante fiano
lefortidipofteme, &lacura loro in vniuerfale. Poi discendendo a i partico-
lari, fi moli ra come fian da curari! le fcrofole ,il collo incordato, ò gonfio, ò
dislogato,ò rotto, ò torto, & quai medicami conuengano alle aperture, & en-
fìagion i del petto . Indi curatili i tumori , i dolori , l'offefe , le rotture, & le di-
slogagioni delle (palle, s'infegnaà curari garrefi, il facro fuoco, i polmoncelli,
i corni, & alcn mali , che vengono in fu la fchiena , la quale s'infegna come fia
da conferuarfi:& trattatoli de i mali delle cofte,e da i lati,& dalla pancia,fi vie-
ne alla cura de i tumori,& dolori de i teflicoli : Poi fcendendofi alle cofcie, &
alle gambe, s'infegna i rimedi ,oer le cofcie gonfie , addolorate, fpafimate , ò
rotte per la fciatica , & per il firmatico : rimediando/i alle pcrcolfe,che nella
falce fi riceueflcro. Indi fi morirà come fia da procederli nelle crepature,© po-
terne delle ginocchia, & nei tumori delle giunture delle gambe cofi dinanzi,
come di dietro, nelle gonfiezze, & maligne difcefe, & nelle attrazioni delle
gambe dinanzi, come fi curino le narici, le podagre, ouer gotte, ifopra offi,|Ié
formelle, le fchinelle, i fpauani, le giarda, le galle,& le Curbe,le incapellrature,
le foprapolle, &attimure,& come fian da curarli le dislogagioni d'effe gambe,
& le fcor tigrature . Poi fcendendofi ai piedi , s'infegna come fi rimedila gli
humori, difcefe, & tumori di più force, che haueffero infette quelle parti. Et
come fian da medicarli le creile , le crepaccie, le grifàrie, le grappe,i polmon-
celli, leariitelle, itignoli, e'ImaIpizzone,comeicepi,lefpunture, leinfuf-
fìoni , le diffolature, 1 fettoni, &l'euxute, i fallì quarti , le fetole delle vn-
ghie, &le intagliature, che con quelle fi fanno. Pofcia come fian da curar-
ci piedi ofFefi dal freddo, ò cudellati ,ò indegnati perafprezza di viaggi, ò
trafitti di fpine , & quiui s'aggiungono certi fegni di mali , che dallo zoppicare
fi poflbno comprendere- PoipaiTandoài tumori, che fonò communi à tutte
le parte del corpo,s'infegna à curare la focaccia,Ie turte , i bognoni, le giunture
rilaffate,&acquofe, e'1 morbo articolare . Doue fi difcriuono molte forti di yn-
guenti appropriati non folamen te ài mali delle giunture, ma à molte altre in-
difpofitioni, foggiungendofi poi la cura del fico, de' porri della formica, di tut-
te le fpecie del verme, & fpecialmentedeli'anticore. Et come fia da medicarli
la rogna,la lepra , e'1 cancro , doue fi inoltra a che modo fi poffano far rinafcere
i peli di vari], &diuerfi colori . Et quinci parlando alle ferite, fi morirà la
cura loro, cofi in particolare, come in vniuerfale con la difcrettion
di molti vnguenti ad ogni forte di ferite appropriati . Et pari-
mente alle diuerfe forti di viceré , & fillole , & viti-
inamente , come fian da curarli le offa
rotte, & disfogate.
Il fine del Sommario de' Dieci Libri) della Gloria del Cau allo
•
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE I LL VST RE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
IL PRIMO LIBRO,
IVl^A co fa è veramente (come da tut-
ti i Sani già fi conferma ) che la maeflra
lS{atnrafi troni bauere prodotta indarno ;
an%i quanto ella creo-, tutto come difcreta
madre & amoreuole , ad vtilita e^ diletto
delThnomo creò . Stfra cotante diuerfe co-
fe,nella terra, nell'Adria, & nel Mare innu-
merabil generi d'animali produffe, i quali
diuerfamente commodità e piacere ne reca-
no ; ciafcuno di quelli fua particolar va-
gherà è virtù dimoiando. Ma fopra tutti gli altri il cauallo à me
pare meriteuolmente il primo grado ottenere : vedendo fi in ef)o folo
# quanto di buono in tutti gli altri fi può comprendere; con ciò fa cofa che
: il commodo e'I diletto , che egli altHuomópreJìa , non è dubbio che non
auan^i di gran lungf tutte le gratie agli altri concedute in molti mo-
di . (ertamentequanto fa il piacere , che di lai fi prende nelle gioire ,
ne] torneamenti , e negli altri giochi dell'armeggiare , pe' quali efferci-
tij dinengono pofcia igiouenì più, agili e più d'efri nelle guerre & ne*
duelli ; rariffimifimo coloro ejfere , che non nepofsano render f ed cs .
Che dirò degli agiy che.à tutte le qualità d'huomini egli apporta neltrat
tare delle bifogne f egli è vn dolce folleu amento delle fatiche Immane ;
EU ' * ** égli
Natura ,
niuna co-
fa produ-
ce indar-
no.
Cauallo
più di o-
gn' altro
animale
apporta
commodi
tà e piace
rea Thuo
mo.
1 D r L L >À 0 L 0 P^T jt
egli è in tutte le cofe alla vita opportune vna piaceuolc e fidatìffmid c%m p
pagnia. Ma quanto [ingoiare è poi tvtilità delfino aiuto nelle cofe più
importanti? cioè ne* fatti d'arme, nelle ciudi dijfenponi, & in mille al-
tri accidenti ì otte da ogni foprafiante pericolo ci [campa la vita) e non
pur ci difende l'bouorey& ce'l cenfcruay ma[oueme Caccrefce ingui-
[a tale y che molti per lo valor e di lor (fauallt fi ritr Guano peruennti à
Cauallo [QmmaJ*Mma+ Terciocbe quantunque infiniti [uno gli vfi del Cauallo
ài già gio commorfi airhuomo e neteffarij > tutta via in ninno appare maggiore il
nelle quer giovamento di lui,cke nelle guerre; alle quali vnicamente è egli idoneo\
re alle qua fi àtal' effetto [pedale generata dalla l^aturaifa come dimoerà be-
quali pa. ne ilToeta nella Lneide; che veduti fi da' Troiani quattro Cauallibian
pe e^at dù a1ldaY fafeendo>^nchi fé per augurio giudicamolia jC
dalla na- fifa** co jt gridando >
tura. Guerra m'apporti y orme , terra jlraniera .-
*A guerra per vfan^ai Canai s'armano ;.
Guerra minacciati quesli armenti fiera _
Hencbe pofeia confederato il numero e'I colore à trionfai carro apparte-
nenti, ne comprefe pure jperan-ra di pacifico e lieto auuenLmejzto : Ma
più chiaro ciòft dinota appo il medefimo, doue dice, che ne' fondamenti
della città di (fartagine ritro-uatafi vna tesla di Cauallo , fi diede fermo
inditio da Giunone, di doucr ejfcre bellicofay <&• vincitrice de l'altre gen-
ti. Vero fecondo Stefano , quella Citta fu primieramente chiamata Cac- G
cabe,che in lingua de' paefani capo di (fanallo fignificaua . Oltre acciò
racconta Plutarco ejlere fiata fama appo gli Egitij , cbeOUri diman-
dando ad Oro , di qua l'animale nelle guerre fidoneffe più tasloferuire ì
gli [u rijbojlo , che fiferuijfe del Cauallo ; e dicendo egli , perche non mi-
gliore gli pareffe il Leoneìfoggiunje, il Leone potere certamente giou are
ajlai con la fortex^a > mafie fc/fe vna volta in fuga meffo , farebbe irre-
uo e abile . Onde perche al guereggiatore è necefsario ceder alcuna vol-
ta , e poi dinuouo afsaltare , fecondo il luogo e l tempo accomodandojì
ali impero della fortuna ; à tutti fi fatti vffici il Qiuallo è vie più idoneo
del Leone, sì difiorte~^7a,sì di ardir e,sì di velocità, &sì di vbbidien%a. «
Le quali virtù frittotele principalmente celebranti Cauallo y dicendo
ejfer animale atto à correre , & àpcrtar l'huomo, e niente pauentefo ad
inuadereyne ad ajpettare il nemico . T ero guerreggiatore è da Toeti co-
gnominato,come in quel verfo della (Jeorgica .
Quinci fi porta il bellator Dejìriero
J^lella campagna arditamente altiero .
Parimente da Troperùo è detto Belligero } 0- ssfrmigero : da Lucreth
^Bellico ;
2) E L C jtV jtLLÒllZ. I. ?
[4 Bellico ; altri 'Bellacey Tugnace, eTugnatore : nomi 'tutti di combatte" ^omj tp„
re e guerreggiare . Da Silio e appellato Martio y e crudele : da Otiidio > propriati
ytikàgiterra^ magnànimoy e genero fo : da altri valorofo , membrofo > * caualii.
feroce , rigiioy afyroy audace, acre*, terribile) difficile-, minacckfole , di-
rupe noie y forte , arduo, intrepido , difi&fe, aatmofo , ardente > fio-ente ,
poffente ; e da Horatio .
Vefiar lefchiere , & col Deslrier fremente^
<JMetterft in me 7^0 pur del foco ardente^
Si come ancoraSt'dio chiama i Cimili nel me%9 della vecifione fremen
ti; tanto fono quefli animali nelle co fé di Marte arditi , che da lo Crepito
B delle armile dalfuono delle trombe nonpure nonfijpattentano,mafi frit-
tamente baldanza e valore prendono, che non fanno flar fermi al luogo
loro (co me Virgilio dieeje conoscono il tempo ' > quando fia da entrar fi in
battagliale quando da ritirar fi; fiche beneifprime Ouidio > dotte dice >
(fome il Dejìrier ardito-cerner fuole,
Quando ton bocca fanguinofa e fiera
fi Trombetta guerrier ha dato il fegno .
TeròdiceSeruhy armenti propriamente chiamar fi le greggìe di quel-
li animali , che fono idonei allarme , come i Caualii y cioè feruono vitti
alle battagliey e i Botti morti conloro cuoi, onde fi arm aitano gì a legen
C ti. ammonio su "Porfirio pone , che l proprio del Cattallo fia effer acre prot)rj0
(cioè ardito & cor aggio fo) veloce & idoneo alla guerra . Galeno di- dd Cauat
ce il (attallo effer animai veloce , e fuperbo : & d quesla natura hauer lo eflere
il corpo confondente \ & perche fitroua ira grandi ffima nel Toro*, a ere, ve Io
&nel cattallo ; pero a colui le eorna , a cosini le vnghic fodtffimeef- ^ p
fer date ; dotte gli altri animali humili ne t'vne ne l'altre tengono in ta-
le guifa . e^damantio Fifìonomico fuperbia altresì y edifio di gloria al
cauallo attrihnifee : ilche da Lattawiofì conferma y fcriuendo chel de-
fiderio della gloria fi feorgeper p-roua ne" caualii y the vincitori faltan- Caualii
jn do s'allegrano ; Finti giacendo fi dovliono : laqualeofa bellamente pur hanno al-
(jioifeon de la palma y e del trionfo - torie.
Gii anìmofi Cattai : non vedi hor quanto
Il vincitor pia attera e piti fublime
Torti la tesla ? & fi dimoflri al Volgo
Superbamente a' p affi y e a' gefii gonfio?
Somigliantemente de l'altera dell'animo loro fifh elegante teflimonio
da 'Prudent io > dotte canta >
Ver auttentura la Superbia gonfia ■.
*À 2 Sourun
4' D E L l J. g L 0 \ I j& '
Sourun Deslrier indomita e sfrenato ' * " ' w
Volando andana per le faarfe turbe .
Et con quesio effempio fu- acuti/fimo quel motto di <isfntifteney il quat
fentendo "Platone grandemente lodare vncaualloy che con vna' certa
Cauallerefca pompa , con ijpejjì annitriti y & con ferocità di volto dimo-
Che da iftrauaeccelfl Ipriti ) gli diffe , E tu ancora buon cavallo riufeirai ,toc-
caualH fi cando la vanità dell' huomo > che fouente vantaua le cofe fue, glorian-
prendino dofi di fefieffo . Hora quanto fìa il piacere, chefentano i caualli , Solino
piaceri. H congettura, da gli Jpettacoli del Circo y doue alcuni dal fuono delle pi-
r .. uè, alcuni da' balli, molti dalla varietà de' colori) alcuni ancora dallit-
ha il feri- me delle faci accefe al corfo fi prouocauano . Che'l caualloh abbia il fen-P-
io dcW'a-fode l 'udito perfetto , fcriue Galeno conofeerfi da quejìo , che fempre
dito. volgeT orecchie al fuono, & alla voce \ qu.ift da la ^Natura ammae-
stratode l'vfa dèlie fue parti . £ da Plutarco f 'afferma , che del fuo-
no delle Sampogne , e de* Piffarifi dilettino i caualli . Oltre che chiara-
mente fi troua ferino , che le caualle di Libia tanto aggrcrdifco.no il fuo-
no della Fislola, che con quefle carene fi fanno ver fogli huomini man-
fuete, feguendo il lor pajlore, douunque fuonando leinuita e ferman-
dofi e oliti y ft fermano ancora efie r & perla molta dolcezza fouente
auuiene, che non poffano tener le lagrime : Cotali Sampogne i pallori fo-
gliono al più, fare de l'arbore T\odoàafne , da Latini chiamato Ts{erio , »
e da Italiani Oleandro , col quale fi rende loro-più grato il fuono. Si
che non dee parer incredibile quel che Plinio narra 7 & Alberto Ma-
gno, de' Sibariti popoli già della Calauriay che hauefiero ammaestrati
Uor caualli di ballare à fuono- di Sinfonia: ejfendo ilcauallo animale
dociliffimo ad intendere le effortatieni, e le minacce , e finalmente ogni
moto & effetto deli' huomo : & (quel clje pare mir acolo fo-) a conofep-
c fi' f re * temfi & le mifure nelle fue operazioni . (jiàfi legge appo Ttione , di
ammae- Traiano fcriuendo ; che ne' confini d'Armenia gli fu portato dauanti vn
itr ano. caualloft frittamente ammaeftratOyche adoraua il l{è, piegando legam
be anteriori y e tra quelle chinando il capo . E più nanamente , ne' tor-
niam ente, che con grande apparato fi fecero in Parigi,nella venuta del-
la B^eina Maria d'Inghilterra ymaritataà Lodouico XII. I\è di Fran-
cia, alcunifcriuono hauer veduto vn e auallo fecondo- la volontà del Ca-
ualierehora inginocchiar fi quaft f alutando Madama, hora con veloci f-
fimo folto all'aria folleuarfì . Onde pur è da creder fi quel che Plinio ri-
tferifee , che fi fieno trouati cavalli yvquaii raccolte l'halle a terra fpar-
ey le hanno qua fi porgendo rendute al lor padrone. E più fi are auuènne
/(frecialmente ne' giochi jècotari di Claudio (efare) che caduto il B^ettw
del
D E l C U P Jt l lOy l TB. T. f
j£ del Carro > i caualli foli,e fernet guida , vfando tutte quelle arti & an- Atti nota
uertenxe , chevn ejpertiffi'no buomolorbauefie potuto infeg?iare> ac- bili deca
quietarono la vittoria : vergognandofi gli altri competitori, che Unge- U1 l *
gno bimano foffe dalle beHie autiì -rato . rNj' giochi altresì Tlebei,git-
tato à terra Ut 'arrenerei caualli fé ne cor fero dritto in Campidoglio, e
' tre volte intorniaro il palagio; il che fa prsfo ai va certo augurio : Ma
affai più va' altra fiat acquando dalla Città diVeif par in Campidogli*
fé ne vennero i cavalli conia palma, & con la corona, foli\: efiendo
caduto r\atumena , che quiuier aliato il vincitore, da cui poi vna por-
ta di 1\oma né] fu nomata . Quello mede/imo ferine Vanfania efiere
anuenuto in Olimpia,gittato à terra l's^furiga, boemo da Corinto, chia-
*B rnato E edola : & vna delle caualle dice che j£ura fi nominau a , no-
me conueniente alla fua velocità : e di quella vi fu etiandio la imagine
confeerdta. Cofi pur ne ' giocbir£{emei orione velocijfimo cauallo, ca-
duto Tolinice, portò la palma. E già parimente fi vede in alcune par ■
ti, correrfi i palij da' caualli foli, i quali fornito il corfo fi fermano al-
la Meta . aliano conferma i caualli e/fere prontiffimi all'imparare > ne
mai delle cofe imparate dimenticar fi. lAriflotele dice, però non co-
flituirfi mai,tra loro armenti alcuno duce , come gli altri animali bana-
no in cofìume : perche fon di natura nobile & fuperba, che non fopporta-
^no impero di pari loro . £ benché di loro naturali e proprij ornamenti Superbia
s' in fuperhife ano , vedendo fi di grandezza di corpo, di altera di te-de'cauai-
fla,di velocità, & agilità di gambe effere più de gli altri eccellenti ; " glielo
tuttauia molto più, qualhora di belli guernimenti fi veggiono adorna-1® atce2~
ti, s" allegrano , & negioifeono ; facendone col frequente battere del-
Fvngbie fegno euidentiffimo ;& conte recchie aliate, e colie narici gon-
fie parendo con ardente de fiderò affrettare icaualieri, che al corfo gì u inf-
unino : la qualcofa vagamente s'eftrime in quel verfone gli^€pologi
vfitato ,
Delfi-eri j de iguemimenti , e de la Sella
g Superbo e lieto il buon Destricr diuiene .
Horafe vogliamo andar confiderando l'amoreuole^a di que fio anima c ...
le:quanta(per T> io) è quella, che le caualle vfano verfo i Volle dri orbi di fono amo
madì*e<EUe cofioro immantinente prendono ad allenare col proprio lat- reuoli .
te,non altrimenti che fé fnfsero parto loro-sAn^ifouente ancora fi vede
(come zsfrislotele fcriue)che ne' 'parti delle copagne ancor viuenti,le ca
ualle slerili mettono tanto amore,cbe li togliono alle madri; volendone
tener efie la evita in tutto :pervn certo gran defiderio efrefie hanno
del procreare: benché ciò foglia nuocere a'Tolledri, che non pofsono
' ™ t/£ 3 riceuerc
é CD E l L ìA C L 0 \l jt
e ,. rhenere nutrimento da tali balie . *Ne folament e verfo gli altrui figli- g
haue/nu noli del loro genere è qi-.efialoro benignità } ma etiandio innervo i-parti
tiriti huo Immani: emendo fìtte molte (aualle cofi ammainate > che bano nudriti
mini e buomini e donne ; come fi legge in Eliano , di Telia figliuolo di Tiro e di
Donne . jjgtt i-.no :& finalmente di Hippiotbone > ò fecondo altri Hippotboo > fi-
gliai del medefìmo Dio , che efsendo fiato daCerenone madre efposla, *
alla campagna , fu da vna caualla diligentemente allenato : Et di Ca-
nallino latte fa (fecondo t'irg.) allettata Qimilla > figliuola di Metabo
Rj de Volfciy&Hur pulite figlia di HaipalhoBj de gli.Aminnei >ft
come Higìno ferine . Ma quanta fia nelle caualle verfo i figli propru la
materna affettiGne^ quanto curio fa la diligenza) veramente è maraui p
glia à confiderare ( come Tlin. ancor fa fedejveggendofi ebe fouenteper
dcfiderio freffi abfenti elleno ammagrifeono fortemente :fl perche ordi-
na Colum cìl.iycbe ne' medefimipafcbifi mantengano le madri) & ifi-
glù'.oli.Di sì fatto amore non fu Dane ignorante) che le e au alle partori-
te difirefeo menava ficco alle lattagl:e-,Lfaatei Tolicdrim cafa:& vna
volta quefiofù il fino faluamento^quando ) otto il fuo efferato appo Giaf-
jò y volendo eglifcampar con fuga )fi tmfefopra vna di tai caiialle , la,
quale per defderio ditofio rivedere il figlio) con grandiffimaprettCTja
tolfe il Bj da pericolo ;come Eliano racconta. Et la intendono ben i Tar
tari (come fi ferine daTaclo Veneto) che effendo confini ad vna certa G
regione > doue moit aparte dell' annoi giorni fon poco meno che le notti,
ofeuri; afidando effi à depredare •, per fuggir il peri e oh delle tenebre) Uf-
ficiano i Tollcdri guardati nella primiera entrata delpaefe straniero ;&
fi feruono delle madr acquali con memoria tenaci ffima del camino y gli
riconducono dritto->& velocijjìm amente al luogo jaluo.fngegnofi vera-
mente fon quesli popolile grofifjìmi fiumi fi mettono a valicare) atte-
gnendofi alle code di lor caualli) fopraquelli imposte l'arme & le baga
p 11 A •' S^e,^m^e all'incontro èia reueren^a de' Tolledri verfo le loro madri)
riuerenti c^e Per cagion di coito quesli animali ne gli armenti laforella più toslo
alle mi—feguono che la madreycomc già da Columellafi afferma. E benché ^A ri- H
d" • slot. in vn luogo ferine) i Caualli indifferentemente vfar con le madri &
za^cfvn €Qn lefigke:& all' bora la B^a^a efier perfetta) quando i progenitori fi
Cauallo congiungono con la progenie loro isltffa)fi come Quid, ancora diffe >
uerfo la E affi al cauallo la fu a figlia moglie^ :
madre. Tutta volta in vn' altro mede fimo Eilofofo racconta , come il Rj di Sci-
thia battendo vna caualla cccellenuffima , che ficea mafehi tutti gene-
rofi)& e fendane tra quelli crefeiuto vnperfetiffimojdefideraua cheque
Sìiprocreajfe dalla fina madreyna il cauallo fempre rifiutò ollinatamen -
• tei
rjl teoriche per internatio d' alquanti giorni, fattala courire d'urialtrapel-
le, egli imprudente le fi mife difopra : ■tSì'Ca come dopò il coito videfco-
pertala madre , fi diede in fuga , & andoffi à rompere il capo in vno f af-
fo ; b veramente fi dirupò , come Tira, riferire : Se pur non è altro quel
(fauallo-, dicui e' parla; che battendo con la benda datanti à gli occhi)
per asìutia del padrone,^ fata libidine con la madre , poiché fi fu. ar.edu-
to del fatto , ffontaneamente gittatofi per rabbia da vna rupe , fornì la
vita,come Hierocle confermabile -questo paia incredibile -.poi che a tem-
pi de^noHri padri , ferine il Fontano hauergli raccontato (fiottarmi l'in-
timiglio Marche fé di Giraci , che vna f uà Caualla velociffìma & robu-
B Ha, per efiere fiata con inganno fatta congiugnere col figlio-, flette tanti
giorni fenva voler mangiare , che sì morì . Ter fomigliante cagione vna
Caualla,nel paefe,di Estete , vecife con morfi vn huomo , che ingannata
l'hanea : fi come ancoraVarrone ferine, vri 'altro Canallo batter veiifo
colui , che con tal inganno della tefia coperta, l 'baite a fatto congiungere
inlUjGuria con la madre .Tarimente Sudemo dice, che vn Cauallareir^o
battendo mefio nefando amore ad vna Cau alla giovinetta , & più bella
di tuttala l^izj^a, fpinto dalla cieca libidine , corfeàtanto, che sfogò
con quella disboneflamente il fv.o bruttiffimo dcfiderio, delcbeaccor-
gendoft ilTolledro,quafi veramente fdegnato , i befna madre fi: fé coti-
^ taminata di fi federato flupro , e t ir anefe amente trattata , fé impeto
contra f huomo , & vccifelo incontanente- ne di qucfto contento, batten-
do fpiato doue colui fu poifepolto , andò a fcauare lafepoltura , largen-
do co* piedi ferocemente il cadauere lacerato , Qucfto borrendo amore ,
ferine lAgefilao, hauer ancora battuto Fuluio Stello,wmieo delfeffo Don
nefco,sì che ingrauidò vna Caualla , che partorì vna bella fanciulla ; del
che parimente fa Celio mentione , riferendolo da Tlutareo, & aggiun-
gendo eferfene coflei chiamata Hippona.-auenga che Galeno affatto nie- Caualla ,
gbi, che la (fati alla poff a concepere feme Immano , bifognandoui ifìru- fé può co
£j mento afiaipiù lungo : & fé bene il concepefedue non poter e fé; e , che ccP^ie le
fubito ò poco da poi noH corrompere , non effendo credibile , che due n'0>
foHanyecofi contrarie fi doueftero mefcolare . Tutta via fi legge anco
ra Semiramis I{eina de gli <Affìrij ardentemente hauer amato vn Ca-
nallo inquella guifa , che Taf fé amo il Toro . Ts^e marauiglia fé riè da
prendere, hauendo in molte cofe ilCauallo fomiglianxa con Ì Huomo; Somiglia
ftando quesli animali fog getti à tutti qne' mede fimi affetti e morbi, a' Jecheha
quali noi sliamo : Eglino fi fognano , come noi : & come noi nella vec- co>] £a_
chieda manifefì amente pia che altri, canuti diuengono; come Tlm.af uallo.
ferma <&- *4risl. & come noi altresì i denti mutano : Et quel che più fi
xA 4 può-
$ T>ZLL>AGLO\I^£
piote eoiifiderare ; doue tutti gli altri animati fecondo la loro fyecie fi E
hànoco n ye$giono d' unaforma^e d'un colore ;iCauaUi fono di varv,,comeglihuo-
diiioni mini. Et benché quefla & alarne altre conditioni communi babbiano an~
Ottantun i cor confini , come la fede, l'amore,& la memoria ; tutta viadimoflra-
eozi cam. no apertamente , ch'effipiu che altri, delia natura noflranon folamen-
te partecipi fìano , ma conformi - Laqual conformità forfè è cagione , che
eglino fan degli huomini tanto amici, quanto per molti efiempi fi può
comprendere : oltreché generalmente fi vede , non effere mai Cauallo
(eccetto fé per morbo fuffe caduto in rabbia j che facilmente offenda il
genere humano, di età maffim • amente ò di jefiopitì debole : anT^i quelli
che naturalmente pur auuenturafm mordaci e maligni ( che cofitra loro ^
come tra gli huomini fé ne trouano) mai fenonirr itati, ò per openione
e tema di lor offefa,non vfano ferocità à perfona humanaMa fé vera è la
fenteni^a di zsfrifi.cbe i megliori tra gli animali brutti fìano i manfueti
Causili che vbidifcono pia all' huomo ; certamente delCauallo è quesla gloria T
fra ali ani tra i primi ; poi che fra tutti egli è quello ; che più s'adatti alla ragio-
rnalib.ii- ne ^ ^ cj}g ^u s>accofti a\ £eìlfo bum ano . Scriue Eliano, che Socie
più man- fiteniefe , huomo di eccellente bellexxa, comprò vn bel Cauallo, il-
f ueti. quale si fortemente di lui s'innamorò , che qualhora l 'haueaprefente y
fkcea grandiffima fella m mille gesti ' ; riguardandolo convita certa foa- G
vita , che ben vi fi conofcea vnaforTa intrinfeca di amore : & qualhora
Amore-- ft appareccbiaua di caualcarlo, egli vbbidientiffimo s"inchinaua : ne
di* causili già mancò che vna delle volte e' non hauefle dato lafc inamente fegno del
la fua petulanza : Delle quai cofe prendendo gran diletto il padrone >
anuenne che appreso al volgo s'incominciò con beffa à diffiparevnafo7-
tafhma di amendue , la qv.al volendo Socie estirpare , vende il Cauallo >
il quale poi non potendo joffrired' effere alienato da V amor fio , non ac-
cettò mai cibo ;fin che mancandogli tutto il vigore , ne venne amor-
te . Cofì per inedia parimente firiueTlin. che mori il Cauallo diJ<lico-
mede Bj della Bithinia , poi che conobbe morto il fuo Signore. Et effen- n
do flato il Bj Antioco vccifo nella battagliaci fuo (fauaUo caualcatoda
l'vccifore , che Galitìa Centaretofi nominaua; per vendicare il fuo pa-
drone, sfrenatamente trafportò per afpriffime rupi il nemico , & infieme
dirupati morirono. Isella Scithia fon (fauaUi di questo fcnfo,che combat
tendo il Bj loro à corpo à corpo^s'cgli rimane morto ,e Ivìncitor fi met-
te per ifpogliarlo , effi con morft e con calci fi riparano fieramente , enoyl
permettono ; an^i talhora vccidcno il nemico. ^ArtibioB^ediTerfìa,
effendo amarrato da Onefìle Be di Cipro, il fiuallo co'i pie' dinan-
zi fortemente percuotendo il vincitore , l'barebberccifoyfe vno fen-
ile r di
rDLl C JLV A l LQ> LIB. 1. 9
£ dier di luì nonglihauefieconvna S cimitarra troncate le gambe ; ben-
cheHerodotadicaq.ueflp^Cauallo auuex^ogià ad offendere con ognifìe-
mga i nemici , animofamente difendendo ^irtibio combattente , effe-
re fiato feiancato ,fi che amendue caddero à terra infiememente . Ghia- _ ,.. ~
riffima cofa è i C amili per la affettione che portano a' lor padroni , d- offendo—
fpr amente offenderfi l'vno l'altro:&efier tanta quefla affettione; che gli no l'vn-
amici altresì d'efii padroni cono f cono , come Homerofh fede , cantando \^lZ° Rer
che iCaualU d'achille fouramodocarexgauano Patroclo ;quzfì della- * jjjjjj
mislà, che tra loro era > hauelferoconofcen^a : e da poi che vinto cteuerfoiPa
Hettore , e diflefoin ferralo videro , appartatifi dal luogo della pugna troni.
B fi mifero con le tejìe chine à.lagrimare ; manife si amente veggendofi le
gicciole calde feorr ere per le guancie : eH'medefimo diffe -poi Virgilio
del Camallo di ballante , chiamato £tone , che gittati via gli ornamenti,
nelle esequie di lui andana piangendo amaramente,]} come etyrime in.
questi ver fi ,
Tofcia il guerreggiator gallar do Stone
Depofle già.le vfate adorne infegne ,
Uà lacrimandole di correnti goccie
Si bagna dólorofo ambe le gote.
U che fu pur imitato daSilio,oue dif crine V amor d* uri altro Caualfo) che
C veggédofi caualcato da chi hauea ferito il fuo padrone f abito )che' l conob-
bi l^o l'orecchie , & vn terribil grido (bey,
(jittando , feoffe ilfier nemico à- terra ;
Et per mero i cadaveri, & if angui y
Ond era tutta la campagna fparfa,
Brigando ileorfo, inan^i al fuo Signore-
Que giacea, fermoffi; àliti chinando-
le Jpalle e'I collo : & congentilcoslume
Piegando ancor le gambe, ildorfo offri uay
D'un certo ardente amor tutto infiammato.
& J$e quefio è da Stimar vana "Poetica fintione,approuando fi ancora conte:
fenten%e & con.gliefiempi degli Ristorici; tra* quali Eliano ferine, che'l
Caualloliberahnente & amorevolmente trattato corrifponde di beniuo-
glien^a al fuo benefattore. Solino dice conofeerfi l* affettione del Ca-
uallo dalle lagrime, cJ?e fogliono fpargere. (Alberto e 'Plinio con-
fermano , che i Caualli per là perdita de* padroni rifiutano il cibo , e ^auam
fpeffoTiangono ; & per lo dolore fpefìo ancorane muoiono . Oltre à ciò dànoprc-
danno i Caualli prefagio del fucceffo della pugna , come Seruio mostra fagio del-
bene in quei luoghi del Tosta , ione Turno fi rallegraua di vedere. j.«Pu§na*'
[mi
Causili fuoiC 'malli arditamente giocondi : e quel di (JM^e%entio aW incontra ^
piangere, flaua maninconiofo : dicendo , queHi animali y qualhora fon mejli , pre-
f agire la morte a' lor Signori : e per contrario della lor a'hgre^a poter
fi prendere lieto augurio. Il perche è credibile quello che *.A ce ur fio
delle Leggi interprete riferì fce> che C/sfare tre giorni innanzi che do-
uefe morirei trono piangente il fuoCauallo : Et vna fenile co fa Tran-
quillo raccont a nella vita di lui-) che ne' proj fi m giorni quei (auaì-li ch'e-
gli nel paftare del Rjibicone, consacrati à tJWarte,baue.i la} ciati andar
y aghi e fen^a guardia , fvron veduti pertinace JJirnamente aHenerfi dal
pafeere , gr lagrimare in abbondae^a . "Parimente narra il 'NJfo da
Sefla>cbe innanjila m'ìrte di (aliguliy i Cavalli s'astennero di mangiar F
e pianfero acerbamente . tJTKarino Barletio , ilquale fcriffe la vita del
Signor Georgio (hHrioto, detto ScanderbegofPrencipe d'Albania; fa fe-
de come nella morte di lui che fu l'anno 1466. va bel Cavallo y ch'egli
nelle guerre hauea vfato di caualcare , diuenne tanto rabbiofo e fiero ,
che mano da', poi fu baHante à cavalcarlo . Ora cotali prefagi grande-
mente fi off er vano da' Cjermani(come*A le fi andrò de gli ^Alejìandri rac-
Annitrir conta) iqualida l'annitrire , e dal fremere de' Cavalli , antiuedeanole
de'cauiJli cofe che fufiero Hate dafuccedere : e queHi C avalli fi fce'Hievano bianchi
prelàgide & in ninna opra effer citati. Da l'annitrire iTerfi ricercaro l'augurio
le coic fu per deggere il Rj loro > all' bora che fecondo Herodoto (efiendofi conue- j
nuto tra fette competitori , che vfeendo tutti infieme fuor delle mura in-
nanzi l'alba , colui , a chi prima il (fan allo fufie annitrito fu lo puntar
del Sole > fi dicbiarajfe il ÈJ ; la ventura corfe d Dario per ajìutia di
Cebarey fuo Cauallareygp ; che lanotte dinanzi havendo portata preffo
aldifegnato luogo vna delle giumente più amata da quel Cavallo > che
s'era da caualcare >& ivi mede fimo fattagliela congiungere : la mattina
fubito che Iffauallo fi rauuide della contrada^ ove frefe amente fi ricorda
uà haver goduto conia Giumenta incominciò ad annitrire . filtri dico-
no ch'effo Cauallare77yo accoflò alnafo delQiuallo la manoycon laquale #
hauea tocchi i genitali de l'amata (avalla :fi ch'egli per l'odore tantoHo
fi commoffe ad annitrire . 'Benché vogliano alcuni altri , che ciò fen^a
arte ninna , ma per divino confentimento > fuffe auuenuto : conciò fìa
cofa che in efìo annitnee Subitamente apparue va folgore nel Cielo fere-
no j che con tuono terribele ribombò : & cofigli altri da cavallo fmon-
tati permifero à Dario ilReamey & l'adorarono . Plutarco fcriuey
zsfthea Rj di Scithiejfere flato [olito di prender fi piv diletto ; fentendo
yn Cavallo annitrire j che di qual altra cofa fuffe Hata piacevole ad vdi-
re. 'Ne fi vergognava coììul\di pettinare & adornare con le ma-
ni
Ji
DEL C JLV Jl LLO, LIB. L IT
ni proprie il fuo causilo : 'ISleLbe offendo veduto da gli tsfmbafc latori
di Filippo , dimandò fe'l Hj loro faceva il Somigliante > qvafi giudican-
do ogni Rj doverlo fare . ls{clì'historie dì 'Boemia fi legge > come ejfen- Auguri
dofucceduta Libiffa al Rj Caco fvo padre > faviffima donna, donen- j^jjf/
do maritarfi , per richieda de' fvoi popoli , che dimandauano Rj > ella
gli ridvfse à tal conferitimelo > che disfrenato vn cavallo , & menato
alla campagna,colvi apprefso alqvalfi fermaffe,foffe eletto per Rjeper
fuo marito : & cofi fattoci cavallo per avventura fi fermò^apprefso ad
■vn contandinello aratore > cheflaua mangiando insti l'aratro-, ilqualefi
chiamo lTrimislao &intalgvifa da l'augurio del cavallo , condotto di
'jB bajftffìma forte a grado alt ijfimo ; divenne valorofo & ottimo Rj, e
fece molte cofe affai notabili . augurio fu ad Elio Vertinace d'inva-
dere l'Imperio, dopò la morte di Commodo, il cavallo : perche nellhora
che egli nacque > vn ^Poliedro montò fovra il tetto della fva cafa , & ivi
alquanto fermatofi , poi cadde >& fi morì : quafi dinotando, colui nato,
nella villa di Mortele nato dìfyofìo àcofe digverra,dover falire àfom-
mo grado > ma poco hauerui à durare : & cofi facce fscs . Verifica jjì
ancora vnfimile prodigio à'~b{erone, il quale in fogno parendofì hauer
vifìo,chevn fuo Corftere,molto caro ,fufse dalla parte di dietro in Sci-
mia trasformato, & cbelatcftafolabaveffe cavallina, onde canora-
i mente annitriva .-potè congetturare > che quella fva ferocità doveva alla
fine ridnrfi in beffa . jLuguriofu à Dionigi di occupare la tirannia della
Cicilia,qvando laf ciato vnfvo cavallo dentro il fango^quello per propria
for^a vfcitone , fegvì volontariamente le vejìigie de l'ingrato padrone,
quantunque afsai lontano: e fsendogli sul collo ratinato un efsame diTec
chie . ^Augurio fu medefimamente à Giulio Cef are, di dovere ftgnoreg-
giare il Mondo tutto (benché à nuli' altro prodigio egli mai havefìe volu-
to prefìare fede) quando nel governo diTortugallo,invna fua R^aTga
nacque vn bello cavallo di grande Siatura , co' piedi qvafihumani > che
haueano fvnghie diuifate informa di deta\il quale con molta cura e di-
ligenza, alleuato non fi fé maicaualcare da altraperfona, che da effo Ce-
farefoby da cui fu fommamente caro tenuto; <&• la fua effigie fu locata
innanzi al tempio di Venere genitrice, ficomeVlutarco e Svetonio feri
nono da quale fiatva bellamente è deferitta, &efprefia da Statio nelle
Selve. Di famigliarne natura fu il Cavallo del Magno *Aleffandro,ilqual
cauallof ìi chiamato Bucefalo, per vna certa famigliammo, di tefia di
'Bue, fecondo Fé sto: ò per /' ampiezza della fronte, fecondo Strabone :
òper l affretto toruo , fecondo Tlinio che propriamente hauefìe hauute
le corna 'Bovine ? fecondo Cellio : ma fecondo che lEthhnologopone >
fu co fi detto non tanto perche JLleffandrOygli fkcea portare le coma d'«- £
... ro per ornamento , quanto che netta cofcia( ò fecondo Tlinio nella jpal-
fdicl ^ e&'1 tenei*a il merco d'vna tetta di Toro y la qual nota afiaifì coHu-
ualli . mauanelUT effaglia . Di queslav fan^a di mar -care i caualli fa men~
tione ^irifio/kne , che nelle Telatole fue chiama Coppatiavn Cattalloy
per efler fegnato della figura Coppa > che appo i (freci e numero di XC.
& S anfore fi diceuano quelli > in cui erafegnata la lettera Sigma , che
San Doricamente fi pronunciaua , fecondo zsftheneo . Celli ferine che
Sififo Bj de' Corintu' nelle vnghiedegli animili fkcea mercarela pri-
ma lettera del fio nome y per poterli co fi conofeere , quando alcuno glie
ne fufie fiato per furto tolto; Scche Trifippio era vn certo merco publico P
àguifa d'vnapìcciola l\o niy che nelle guancic de" caualli foleua impri-
mer fi->quando erano inue e ch'iati . Apollonio appo Filoslrato dimoslra.
che grandiffima stima fi fkcea de' Caualli (oppatieydicendo che con gran
dijjimi pre^i fi comprauanoda gli huomini eccellenti ; forfè perche.
Bucefalo quel merco non fi daua fé non d caualli di tutta perfettiene . MaàBu-
ria"3 °" cefà° ritornando yfi leggenti egli nato della Bgzja di Filonico da Far-
faglia) effendo anteposto à Filippo I\e della Macedonia^ con dimanda de
vn e ccejjìuo pre^go ; e portato in vna pianura per vederne alcuna pro-
na: fi mifcàfkre tanta ferocitàyche non ofaua huomo pur d' appreffargli-
fi ; onde il Bj adirlo disi infoiente & indomitaferitày lo rifiutaua ;fe
non che <Aleffandro all' bora giouinetto y e quafi fanciullo innamorato fi
della belleTga diquel caualloye della bontà ammirabileychein lui pare a
conofeere : fi doleua che sì perfetto caiiallo per timidità di coloro > che
trattare no'lfapeuanoyfi perdefie . Cotai parole il padre diffìmulando di
non intendere, fi tacea; ma il figliuolo più e più volte replicando le me-
de fime querimonie 'yrijpo fé Filippo y Tu dunque fi> eri poter meglio maneg-
giare ieaualliyche quefii vecchi ? ^Alleff andrò foggiunfe y lo mi confi-
do questo tanto maneggiare ajsai meglio che alcun altro: e 7 padre di-
cendOyMafe no'lfkiy qual pena vorrai del tuo stolto ardimento patire ?
RJJpofe il figliuolo y Io pagherò il pre^o delcauallo: Dalchenato rifo
fra circoflantiy che l'auimofità del fanciullo con marauiglia lodauano >
xAlefsandro s 'accofiò alcaualloy e prefolo per le redine ylo riuolfe di fàc-
cia incontra al Sole ycongiettur andò eh' egli per l'ombra di coloro che
s'apprefsauanoylaquale fempre fuole à quefii animali maggiore ( fecon-
do <t^fnst.) apparere ,/? (pauantafse ; & cofi andandogli con piaceuole
pafso vnpoco attorno}e carenandolo conia mano;conofcendo grandif-
fimo effere lofpirito del e vtalloyilq itale raccogliendo il fiato parea rac-
cogliere più fierezza fi lena la cappa>&cQ vrìj,eggieriJJìmo falto deftra-
mente
G
H
<D &Z C A V JtllOy LI B, I. rj
ji mente gli monta addogo tenendo la briglia di manierai che niente offen?
deua la bocca delfuperbo animale ; <^fil' 'bora fentendolo hauer vn po-
co rimeffo de Vira e della ferocità^ de fiderare di [correre , egli allenta-
te le redine , con calci battendogli i fianchi & con grandi (fimi gridi , lo
fyinfe via per quella aperta campagna , laqual cofa in prima diede pau-
ra à Filippo & à tutti gli altri ;ma come pofeia il videro riuoltare,e ma-
neggiar di modo cbe'lcauallo.nonpurmanfueto,ma allegerifjìmo fipor-
taua ; cominciarono ad applaudire ; & al I{è perfouerebia allegrezza
caddero le lagrime su dagli occhi) non potendo fatiarft di abbraccia-
re, e di baccinre il generofo figliuolo : e tantoslo fé numerare il pretto
B ricbiefto che fu di x 1 1 1 .ò fecondo altri,di x v i . talenti;che di nofira mo-
neta' fhrebbon flemma quelli di feudi fette mila & ottocento^ uefli di no-
ne milafei cento . Dà poi quejlo Bucefhlofcome T'intano ferine) men-
tre che era ignudo ,fifacea fenica eccettione caualcare da ciascheduno;.
.ma insellato & adorno de' Ideali guemimenti,la per fona fola di <Alefian
dro accettarla ypieganéo fi? ornane amente il corpo ,. per farli più ageuo-
le il montarey&fe altri gli fi fu fìe accomiato , fi metteua àgran pericolo >
s'egliynonftfuffefaluato con presta fuga-j. Ciò fi conferma da Solino,
da Q.Curtio,da (jiujìino, e da Tlinio,ilqual di lui foggiunge vrì altra co-
fa di più marauiglia,cbe nella oppugnatane di Tebe, efiendo egli ferito,
€ & volendo lAlefi'andro caualcare vn' 'altro Cauallo , cglijn niun patto il
comportò,quafi fdegnando ch'altri la fua gloria occupajfe . Et finalmen
te finche "5 ucefklohebbe àvtuere ,- asfleffand'ro nonvfcì mai con altro
Cauallo à battaglia, fé ben in altri affari fi: fé mia d'ahrite tanto fempre
lo tenne caro, che giunto neWHircania (come da<Plut.fi narra) batten-
dogli certi 'Barbari affaldata allimproHifolafiaHa , & rubato Bucefalo
egli fdegnatofi fieramente , minacciò di tagliarli tutti à pe^^i, fé non-
glielo hauejìer refo, & cofi ilrihebbe . Di più. racconta Gellio , che 'nel-
la guerra del 'India \Alefi andrò colfuo Bucefalo adoperando/i non mol-
to accort amente ,fi mife dentro vnfortiffimofquadrone di nemichda'qua;
® li effendo infiniti faett amenti contraila auuentati , il cauallo reflò tra-
fitto nel fianco, & nella tefia , di profonde ferite ; nondimeno cofi mor.i-
bundo & già q uà f? morto , riportò con vn viuaàflìmo>corfo il Rj fina e
faluo alle fue febiere: & come il vide in ficura parte ,, quafi con conforto
dì fenfo bumano, cadendo ejpirò . Ter le quali cofe & altre moke di
fimil modoynelleimprefe del'^ifia, ^ilefìandro foggiogato che bebbe il
BjToro , nell'una, riua del fiume Idajpe edificò 'Hicea ,.per dinotarela
vittoria,neW altra fondò vrì altra Città,laqual nominò per honorata ine- RUcefV{;aj
moria delfino cauallo,'Bjicefhla}_ ò Bucefelia come da S trabone fi mett£ . ci ctà»
zsflcu-
trienni moderni aggiungono, che nelme^o di quefia terra gli fé al%a- e
re vna fuperbifiìma tomba; & co fi Strofa padre vagamente vi appli-
cò vnfuoDiftico in epitafio, chiamando Bucefalo gloria /ingoiare dei
nobili Cavalli, rapito da Tirana morte. Dicono oltre à ciò che Filippo
confidtando l'oracolo della fua fuc celione ,gli fu ripofio , che gli h irebbe
àfaccedere colui che e anale afe 'Bucefalo; però tanto maggior allegre^-
%a pre fi del fatto di ^ileff andrò ; àcuiefiendo Hato dapoi rubato que-
flo Cauallo in pae fé Barbaro , mandò per tutto minaccieuoli editti, che
fé non gli f uff e riportato fano , darebbe il guasìo à tutte le lor contrade ;
& cofi jpauentati i popoli,tantoHo glieli rimenaro carco di molti doni ;
fi come da molti Infiorici fi racconta-* . One ferito dice > che Bucefalo F
era alChora di anni trenta, quando fu morto ; (^fecondo che da 'Tela-'
gonio fi raccoglie (benché ciò ad ogni altro eccellente Cauallo. fi poffa
attribuire) hauea la lingua fatile e lunga, la faccia depreffa e qua fi
adunca ; la telia alta ; /'/ collo rileuato;pieno,e craffo; gli occhi glauchi;
il corpo non titillofo , ma pat lente à far fi toccare : il ventre caricato , e
ritirato verfo i fianchi : le vene apparenti per tutto : ibpelonero fat 'ira-
to ;& la fi atura me%ana . Sono altri else fcriuono Bucefalo effere fiato
donato al Bj Filippo da Tremar ato di Corinto ;donde alcuno patria fofpi-
care, chefufie diuerfo dal comprato ; ma perche d'amendne fi contano r
le medefime cofe,è da crederfi che va mede fimo fi a ilCauallo . Etquan- J
to fiudiofo f'.ffe ^Aleff andrò di tai mcflien, può confiderarfi da vna let-
terale fi trova da luiferitta ad vn fuo Marefcalco , oue e" diceua , Ti
mando vn Cauallo , che mi man darò gli^ftheniefi : io & egli fiamo v-
feiti feriti da vna battagliacmedicherailo bene della ferita ; dijpalmaglì
le mani;non gli mettere ferri à piedi ;t agitali lefinefire del nafodauagli
la coda;paffeggialo ognigiorno;e no'llafciar ingraffare troppo; che niu-
Cauallo no Cauallo graffo mipuote foffrire in campo. Fùfimile à Bucefalo di a-
di R oda- more il Cauallo di Badato t, come Vincenzo Belluacefe racconta ; con ciò
dBucefa ^ia cofa c^e ^°P° ^a morte ^ ^r/o Magno effendofi rinchiufo in vn mo- /j
]0. nafiero,& alquanto dapoi foprauegnendo i Vagoni, egli colìretto di an-
dar lor incontra^ riparare al Clrrifìianefmo\ritolfe il fuo caualloyilqua -
le mai d'altra perfona non hauea fofferto difaarfi caualcare ;& allhora
quantunque attempato affai , tutta via arditiffimamente lo ferii) , finche
di nemici fi fu hauut a vittoria e trionfo. "Hon furono quelli foli Ca-
ualli, che fuffero fiati cari a' lor Signori : perciò che non fi rimafe anco-
Borirtene ya zy ^m j[UgHftQ^ chenon fàceffe [degno il fuo di fepoltura , della
<TAdria-- HHa^e *jermdnico Ce fare fcrifìe verfi, come Tlinio riferifee . ^Adria-
no* no Imperatore diede etiandio fepolcro al fuo Borifieue , ilquale era-
fiato
DEL C*fV^£ LIO, LI B. I. 15
£ fiato attiflìmo alla Cacce (come [crine T>ione drizzandogli vna colon-
na coni' Epitafio intagliato. V ero ancora Imperatore (come Cj itili0
Capitolino racconta) ad vnfuo (auallo Trafmiano y per laftta velocità
chiamato Volucre ; in vece di o>-^o daua à mangiare paffoliy e pignoli ; e Vo ' "c "?■
jpefso coverto di /cariata , fé 'Ifea menare nel palagio Tiberiana-y dou}e- Ver0 Im-
gli Haua;tenendolo in tato honore} cbtfouente per lui dal popolo di Tra psratore .
fini fu dimandatavnmodio di feudi d'oro : e dyoro s' bauea fatto fkrevn
ftmolacro di quefto (auallo il detto Imperadore , cbefempreilportaua ,.^*ua*L*
feco ; fi che daWbo? -a incominciai -o à ' dimadarfi per • beuer aggio i Canal ' ™^_
li dell oro ; pofeia mortail fece fèpellire nelVatic ano + Dominano Im- don, Re
— peradore fé di bronco f colpire il ' ftmolacro del fuo C auallo tutto indo- & altri Si
rato & ingemmato y le cui lodi con arte mar auiglio fa ferme Statio Toe- Snori-
ta elegantijfimo . *A tempo di noHri maggiori irrigo Tannone Con-
te di Venafroye Duca di 'Boianoyin molte parti delle fue Rocche fé dipi-
gneredel vino, ipiù perfetti è più graditi caualliycbe della fna jlelta
E^ai^za gli aimeniuana . E nouellammte fappiamo "Pier Maria ì\?ffo >
Conte di San Secondo , bauer datafepoltura ad vnfuacaro efumofo ca-
uallo. Sappiamo ancora(per quanto il Tornano ferine) cbe'l I\è Ferran-
te yquel cavallo col quale era fcampato dalle inftdie de' nemici y volle
ebefen^a frena > &■ libero difhtica:pafci:ttofuffe ; datane ad vn fante ..
£ cura particolareSi come ancora 'TaoloCj io aio narra y che Selimfracaf- disdim.
fato e ferito da 'Baiaste , montò foura vn fuo fidato cavallo y che velo-
cifftmamente lo lena da pericolo,conducendolo àV arna-.Er a quello ca-
uallo di color tutto nero > onde Carabulo quafi Tsluuola nera fi nomina-
ua: àcui Selim da poi.per li buoni feruigi riceuuti concedette ripofo : fi
che effondo co fi ricettato , cheniuno il canale aua. ; fu con vna couerta
di broccato d'oro menata in Terficty e quindi fin ad Egitto ; e finalmente
morendo nella città del Cairoygli fa fatto per ordine del gran Signore vn
fepolcro ver amente Ideale t Et fé riguar damo più. antic amente y.zJfyCega-
cte\Atbeniefe molti di fùoipiu cari cawalli (ponendo molto ftudio inal-
D leuarlifbebbe ancora penfiero di far f epelir e accanto al fuo proprio mo-
numento . Scriue Herodoto , cbeCimone ammarr^ato da 1 figli di Tifi- Sepoltu—
firatOyfufepolto dauanti alla città dy Atbene > & al dirimpetto di lui fu. re & effe-
data fepoltura alle fue caualky. ebe tre volte haueano- riportata la vitto ^e ™fT
ria diOlimpia. S'ifomigliante yfèMilcÌAdeditrefue\vn dique' dieci nt
C apitani pur (t^tbenie fi in Maratona y. chele fepeiì in Ceramico : fi co-
me Eliana racconta . Ma laf dando di r acorre altri priuati effempi ygia
malti fcriuona effer vfan'ra quafi vniuerfale appo iTartbi ti cPerfia-
niidi dar ejjequie efepolture a' lor e auall^non altrimenti che appo i A/o-
loffi '
-
Ì5 D E L L A G L 0\T A
loffi fi fepelifcono fpeflo i Cani: fi che Statio accenna la doue dice > | £
"T'irne il Molojfo il fuo Cane più fido ;
E'I Tfeflrier morto tra le guerre il Tartbo .
Tari "lente da 'Tlin.fi foggiungCjcke in Agrigento citta della Cicilia mot ,
ti e'moltifepolcrifi vedeuano di caualli con alte 'Pira midi; tanto m ogni
tempo fono fiati pregiati & bonomti qnefli degni animali rifili oltre
acciò quanto fufteraftati. fé mpre tenuti cari f fi può mcglìo-confidèrare
dagli vfi anticbi;cbe nella morte de i grandi Vr.mciphfoleniufi cori loro,
congiugnere quelle cofeebe in vita più amate baueffero è. frequentare >
quesìi erano i caualli, che dentro il Rogo fi metteuano à bruciare infteme
Caualli col corpo del padrone; & in vna medefima vrna fi ferbauano poi lece P
ciacHn/fe ner* mefco^ate:^t cofi dimostra Homero ejferfi abbrucciat'uo 'Patroclo '
me co' quattri fiioi belliffnni caualli, e duoi Cani. La quii vfanrafi troua effere
corpi de' antichiffima,fJ3 e e talmente neil India,come Seruio dice,& àqnefta imita
loro Si- ùone il famigliarne iadifff e V ir gii. neWeffequie divallante, dicendo ,
Aggiugne anco i DeHrieri , & l'arme vfatc^> .
Ideile biflorie della nuoua Spagna fi legge , che quando muoiono i Rè)
del Mejfico , € di Michuacan , & altri Signori diquelpaefe ;fi mettono
ad ardere infieme con effi 'molte 'Donne , e molti Semi, con Cani, & con
c ■. C aualli,arme,bandiere,v eHe ? gioie digran -valore nanamente creden-
do,cbe cofi andafiero ali altro Mondo con quei medeftmi honori & agi ,
con che fi fufìero fiati inqueslo . "ì^arra Herodotoycbe gli Scithi, mor-
to il Rè , fepelifcono con lui la più cara delle fne 'Donne ftr -angolata : e
ipik intimi feruidoriycb e foglion efiere nobiliffimi y& ipiìt belli caualli,
che in cor te f afferò . Al capo dell'anno poi fanno il mede fimo, piglian-
do cinquanta caualli > à i quali cau ano le budella : e ripieni dipaglia li
cufciono,mettendogli su certi pali, in giti fa che paion vini, & infrena-
ti Harin piedi con le redine ben acconcie; poi ftr angolati altri tanti Cor-
tegiani, e fìmilmente ifuentrati , con vn' altro palo gì' infiggono foura
quelli: come fé veramente gli camlcafiero , e quefli Xafciati intorno al #
fepolcro , come fé inguardia del Rè doueffero cofi ftare in fempitemo ,
- . vengono ad hauer compiutele cerimonie delle Reali efiequie . Laqual
cofad tempi noflri( come racconta il Villanoua) offeruano in buona
parte gli fteffì Tartariche morendo il loro Imperadore,il portano foura
vn monte altiffimo àfepellire, prendendo tutti i caualli de la fialla Im-
periale Squali vccidendo,dicono,Seruite nell'altro mondo alpadron uo-,
ftro:feguendo forfè l'openione del "Toeta , ilquale deferiuendo i campi
Elisij , cofi dice , . .
Tafcon per Scampagnai bei Deftrieri :
Et quei
l£' Et quei che carri & arme aggradir vini y
E di [celti (auai prefer diletto «
Il medefmo penfer morti gli feguiLJ .
Tal ufan%a i Bè ^Africani pur cof umano hoggidìycome alcuni riportano:
E non batta che alami antichi fi fiic efiero fepellire entro i Caualli di ra-
me y v di bronzò , ò d'altro metallo ; come appbdcerone fi legge diquel
(jigante y-che l' aimenturofo Cjigeritronb coni' anello incantato in deto ;
ma molti s'han fatto mettere nel fepolcro giunti co i lor Caualli > come
Hippomone col [ito Letargo; & co/i nelle hiHorie di Dania ferine il dot-
to S afone 5 che <Xrfnito figlio di Biornone fa fepelito col Cane-> & col
'Cauallo. Quinci forfè è trattOy il co fumé noflro y che nelV efefiequie de' Ca.uallì
** Capitani di guerra fi menino con lugubri guernimenti i (faualli con l' in- menino
fegne per terra : Il che fu dagli antichi poco differentemente ofieruato , ? °1n rTugu**
come appo Virgilio fi dimostra . nm% t, &.
6 co'i (fanalài intorno al meHo foco in/egne j»
Del rogo efiequial tre volte andaro. terra.
E più generalmente reggiamo 'de' Cani offeruarf ; ìquali ne* fepol- K^^l *'
chri de' CaUalierì, fi mettono f colpiti di fotto a piedi : per dinotare la auardu
fedeltà fecondo quella fenten^a di Tlinioy che foura tutte V altre cofe <ft' loro
all' H uomo fon fedeliffimi ifani •>& i Caualli. Il perche Mitridate Bj SlS°or1,
c di Tonto y quando dormia , commette a di fc la guardia non foto a' Sol-
dati ma ad vn cauallo : tenendoci ancora vn Toro & vn Cerno >/? come
da Silano fi ferine . E Caligala (fecondo Dione) amò tanto vno de'
fuoi Caualli > che talhora il fea definare con effo feco : ejpefio di mano
fua glidaua à ber del- vino in coppa d'oro , & quando volea fare vn
giuramento molto tiretto ; giurauaperlavita &per la fortuna d' effo
(fauallo : an^ihauea deliberato (cofa ridicola) dargli ancora l'honore Ornamé-
del confo lato e fàcilmente V bar ebbe fatto yfe la morte non hauefie inte- *'. *att* a
rotti ifuoipenferi fi trafeurati . Il Cauallo del Bj di Tsfar finga ferine il ^{[^ l Ca
• Vartomanno , chef Jìimaua di tanto prezzo, quanto potei] e valere vna
g delle nofreCittày per l'ornamento mirabile cheportaua di diuerfe perle
e gemme innumerabili . Que fi ornamenti vfano qua fi tutti i Bj de l'O-
riente ; che fanno le te fiere &le barde a' lor (faualliy fregiate di certe
perle pretiofe , che fi chiamano Coclidiy & fi trouano in Arabia . Et
anticamente ( come Herodoto e Strabone fcriuono) iVerfie iMaffage-
ti' portavi ano i lor Caualli adorni di belliffime armature e fornimenti
d'oro mafie ciò . (jli Scithi ancora ( come narra il Villanoua) fanno
le briglie d'oro a' lor cauaHi. La moglie di "Nerone Imperadore i fuoi
più graditi (faualli focena calcare di ferri d'oro y come Tlinio ferine ; il
2? quale
r& b E L L a>- G L 0 T^T A
quale altroue accennayche anticament^àeuendofi dbr vn prezzo grande g
fi dicea prouerbialmenteyvolerepiù d un cauallo : e per tal rifp etto forfè
Caualli Ecatene pò fé il cauallo apar aggio d'vn'buomoy fi come recita Cicerone ,
podi apa ilqual parlando della forte7^a lo poàe aparagon del Leone . tJfyta più.
ri d uno mod e ratamente "Plutarco mette il cauallo ali incontro d'una pretiofijfi-
dci Leo* ma giù** b?n che boggidìfcome Vegetti dicc)veggixmo vnhuomo ven
ne. derfi affai manco, dì vn cauallo , an^iper p?e>?gg di vn cauallo bauer-
Cainll i feae d:ect Seruv. Ts^el regna sunommato dil^arfingay non fi vende ca-
firno" e_ uallo manco dìquattreo,cinquecentoPardai ycbe fono monete d'oro ; e .
20. talbora figinnge ad ottocento : laqual eccejfìxafpefa dicono cagionar/i
cbé'l Riènonfk tenere ne' J\egni fuoi alcuna I^aiga dicaualle , per tema F
ebe il popolo con la co nmodità della Cavalleria glifi volt afte alcun tem
pò -centra : e contutto ciò in Bifingar Città principale di quelle prauincie
eglifìt tiare armati in guardia quattrocento mila, buominia cauallo : fi.
come dodici mila ferirono iModomh^cbe'l gran Cam. I m per atore ne tie-
ne per la fu a guardia . "Paolo Vencvodice ,. ebein Timochai Idearne di
Ttrfiafono caualli grandi e belli , cbefficjfo fi compra l'uno dugentQ. li-
bre Verone fi : Roberto Cenale ferine che nel tempo di Salomone quattro-
' caualli per tirare vna Caretta furono appreigatifeicento Sìcli > cioè du-
genio quaranta coronathattroue ancora jpecificandoy ebe ogni cauallo il
Caualli qualvfciua da l Egitto valea feicento dramme. Hauea effoEjS storno- G
in che^z ne(come fi legge nella Sacra fcrittura ) quaranta mila prefepi di canal-
zo j J ceni li d<a carri e da fonie _y e dodici mila di quelli ebe portauano i Soldati'..
pò di Sa- T^ari-a il CadamoHo > che nel Eseguo di SenegaTsiegritiy cerne che t ca-
lumane. uam con difficoltà vi fi nudrifeane per lafeccità della terra^che non pra
duceberbaggiy &-per lo troppoxaldo > die jpeflo per laflranguria dell'o-
rina gli: Jn crepare: nondimeno fene compra g>-an copia ; mx fi caro ,
che per vn cauallo guemito danno dodici e quattordici Schixui : e dappoi
che l'han co mproygli fanno certi incantejmi con parole efuffumigi; e tut-
to bagnato di fottiliffimo vnguento il fanno fi art afeofo m cafa> quinde- ,_,
ci Ò venti.dìycen certi Breui attaccati al collo inuoltiin cuoio rofio,&co^
fi credono quelli diventare piùgagliardl epikficurineile battaglie. Siro,
bone pur fa: fede in fndia efiertenutii caualli in tanta filma , e di tanta
pre%70ychenon ^lecite ad buomo priuato tanerene queflì , ne Elefanti:
effendo cefeycheprepriamenteappartengeno.a' Kjfali tfi come chiara^
mente Euripide affermò*) che camiti edanari fon cofà da Ej \non pur
Caualli e &$&&, yWW dopo mortai. "Però ingegmfamente. Virgilio induce che
danari co prafì ondo Enea per la marina di Epiro > trai principali doni > cheHe-
k dtRe . i&tQ di Priamo Bj figliuolo gli fece yfuto i caualUc arme. : <£rdie da
fot
bEl CJVJLLÒ, 1 13. I. *$
"jl pòi che fa giunto in Italia^ gli n^mbafciatori da lui mandati il I{£L4~
tino dona vn caualloper vno , guernitidi vaghifjimi ricami di Oflrot
d'oro: e [celti dal numero ditrecento , che ne tenea hvlUjjìmiin itlal- ,
la : e duoine mandò ad ejfo conia garrotta -tibiali pè'r dinotare che r.;:ar
fufìero afsai fieri ,c eli genero fo Ugtèùggio , dice che fair aitano fuoco dalle uano Tuo
narici (come fi d-i^e etiandio di vn e afta ih diTiberio Ce far e) & che e- co dalle
rano della venerazione &?' cauallì del Sole > ma bastardi : hauendo narIC1 •
Circe fen%a faputa del padre (ottopode à queidiuini le giumente rnor-
tali: fi cortizLmàino ifaone . Il che Seruio mostra efserfi tratto da Ho-
mtro > che tali induce ef sere fiati i cauallì d'^inchife ; "He i cui giachi
B efsequiali ilmsdejhno Enea per vn premio fplendidifjìmo propone al
primo vincitore vn cantilo tinto adorno di ricchi '(fimi vuemimenti . li . "Giochi
far di quefli giochi (auallerefchi per honor e memoria de i mortiy è mot fchiin ho
tto antico: per che fi leggono appreffo Homero quelli che per Tetrodo nor de'
fé fare achille :e "Platone nella ftd Hepub. ordinò^che fifkcefsero ogni Morti .
anno prej io i Sepolcri de* Sacerdoti con bella muficatma antichifjimo
anco è che tutti gfllluflri h nomini fi Ciano dilettati di belli candii e ben
ornati; fi come tra i primi doniche Menelao proferfe a Telemaco , era-
no duoi e aualli eletti;- ben che colui non gli accetafse , per nonefser atta
Itacajfuopacfe-) à mantenerli^ fecondo che Horatio pur conferma . E r>onifar
C tr -ai molti doniche Euandro narrarla dibattere in gioventù ricaviti da ti da di-
xAnchife , erano siati duoi freni & oro ; i quali pofeia eglihauea dati à ueKUica
Vallante fuo figlio . Volendo Lodonko S forra folle citar e all'ini ^ ~fa ua'"*
diTsfjpoh Carlo Ottauo,gli mando ^faharro Sanfeuerino con vaa clet-
iiffima quantità di cauatli e d 'arme >co' quali effer citando fi dau ami al
1\èil valor ojb giouanc,gli venne in tanta grati a , che fu da lui fatto (a-
ualiere del primo ordine (come ferine il Comineo) ilq rial b onore non f noi
darfife non ad huomini prouatiffimi . Guglielmo Ter%oper honor are
tyapa ^tlefiandro Ter%o > che volea andare à Vinegia per pacificar fi
w con Federigo 13 arbarojfa; gli donò molti le ggiadri causili di pelo bian-
co. Marco Aurelio lmperadore convnafua lettera rende grafie à Tor-
quato di vno "VoUtdro^chein dono gli hauea mandato. £ Marco Marcel
lo (come Tlutarco racconta & altri molti ) volendo acquillarfi l'ami-
citia di vnghuane nobile J^lano^ laquale molto gl'importaua in quel-
la guerra; gli donò va bel cauallo : e quello dono fu d'i tanta for^ che
soliti diiieme coflantiffimo e fedele . Marco Coriolano-, per lo buon feriti-
gio da lui oprato nella guerra , eplendogli conceflo che innanzi la diui-
fione della preda fi eleggere dieci di tutte le cofey tanto Schiam^quanto
kcaualli ; e di più efìendogJi donato dal Confole vn bel smallo; rifpofe >
'B $ Io
od _ *Z> E l l jl G l 0 \1 \A
Iq fommaménte fon lieto y per effer lodato da voi : & volentieri acceto £
il cavallo per premio di fortezza; mal altre cofe che parte merce ,
parte ornamento paiono apportare ynon accetterò già: & conquefloe-
gli volfe Tiare alla commune forte di tintigli altri;n'Ala addimandan-
do fuor de l"ordineyfe non che fi donafie libertà ad vn certo Volfco , huo-
mo da beneyfuo hofftite & amico. £t Tompeo Colonna y quel chefùpoi
grandijfimo & formidabile Cardinale > militando nella prima fua gio-
uentìt con Fahricio fuo 7J0 , per effere flato il primo che con la fua com-
pagnia die aualli ributto iFrancefi dal(jariglianoy doue h amano già
fktto il ponte ;àfommo honore fi prefe > & hebbe carijjimo quel cauallo >
cioè da Conflitto ^igidario gran Qipitano gli fu donato. Veramente &
quanto commuova gli animi giovanili ildefiderio de' caualli > fi puh
confiderare da quello fdegno y che moffe l'Infante diK(auarra ad acev-
far la I\einafua madre di adulterio ; fola-mente per non battergli ella (
•voluto concedere vn cauallo > che con fommaiflan-rale haueariebie-
HoMa madre del gran Soft ( racconta il Barbaro ) che- quando viene da.
alcun remoto pae fé à vi fitar il figlioli primo dono che gli offerifee , è vn
certo numero di eletti caualli'.non. potendo fi à quel I\è donar mai cofa
più grata. Vlutar. dicey che tutti color oy i quali anticamente nelle Cor-
ti di 'Trencipi s' andauano ad r offerire y fottomettendofi alle infinite: no- r
ie > ch'ini fi prouano; fi moueano per if^eran^a dibatterne alla fine al-
cun cauallo di molta slimas. Jltal propoftto fa quel detta che tra le.
Cp-eche "Parerne è notato ; cheeffenio vn gioitane efiortato a licentiarfi
dalfoldo del I{e Filippo , & à vendere il cauallo y rijpofe non voler fa re
ne l'vnoyne l'altro ; perciò che il Ej lo mintene :ia > e'I cauallo il foHe-
nea-j : Ideile quali parole fottolaper fona di z^iriflippo Horatio fi fer-
iti y dicendo ,
Splendido affai più fi 'a > che dal cauallo
Tortatoye dal mio- He nudrito i'fia . Quefli affetti bel-
Giouanet tamente efprime il mede fimo ; deferiuendo nell'arte i giouanettiyfubi- #
ti dilettar t0 c'}>an [afeiato il guardiano- y allegrar fi di caualli e di cani per le bsl-
jj le campagne apriche ; fi come parimente ilVrencipe de' Latinipoetiy il
quale delle cofe di caualli fu efoertiffimo y induce jlfcanio , chegioiua
nelme^o delle valli trottar fi fo-pra vn' ardito cauallo; & cofi dimoflray
che dauanti alla Citta del Rj Latino i Troiani trattar 0 vna moltitudine.
di giouani ycbefi esercitavano in maneggiar caualli > e domar Carri in
quella polue. 'Bellamente ancora gli accena il Comicoydoue diceva mag-
gior parte de' giovanetti impiegare /' animo à qualcb'vno di quefli fludiy
à.dinudrirecajtallij à cani à cascia; òdi gire à Filofofi . Certamente il
diurno
vii cjtvjitOy ns.t: ai
14 diuìno. Platone vuole, che tutti igiouanì per fuggir l'ocioy diano oper*
alla cacciapià toHo che ad altri piaceri :ma che principalmente fegua-
no i maettri di Caualli ; imparando di trar lefionde^e gli archi : e i dar- a ^J jj*
di,coftda l'vna mano come da l'altra: perche quantunque l'^igricoltu- Piu hor.o
ra fiagioueuoleàfkr i corpi robusiiper la fofferenxa delle fatiche: e gli rato che
animi ancora forti contrai pericoli , per info di difendere le fue cofe ; 'llu»'al-
tuttauia viene à conchifere) che leffercitio delle arme e de' Caualli
ejfendo cofi nella guerra vtile , è propriamente egregio &illi(Jìre; là
doue tintigli altri corporali non fono nobili ; o per dire ilfuo vocabolo >
non fi dicono liberali, cioè conuenienti ad h uomo libero, e bennato.
*B Ciò medefimamente nelle fue leggi ordinaua Socrate , che i fanciulli da ì
primi anni s auajaffero à caualcare caualli veloci:non già feroci, ma
vbidientiffimi ade briglie : & andaffero à vedere la militia di lor pa-
dri, per apprendere i modi, ch'ejfi da poi hauefsero à tenere . Eu-
ripide meflra, come i figliuoli de i Bjfin dalla fanciidiexja fi deono ad-
destrare alla difciplina (auallerefca: & in pia luoghi Senofonte ne ren-
de fede,il quale ftudiofo fu già delle belle lettere,e nulla di meno Hudio-
fijfimo ancora fu del caualcare, & carijfìmo tenne vnfuo caualloEpi-
daurico , fi come Eliano già ferine . Il magno Carlo Imperadore hebbe
tanto diletto in far mantenere diuerfe B^a^e ne ifuoi ì{eami , che per
far trottare i veri modi & le falde ragioni digouernare i caualli, e di ri-
mediare à tutti lor mali , fé raunare vngrandiffimo numero di Fiftci , e
di Cirugici approuati & fitmoft,iquali congiunta la Theorica con la Tra-
tica,& fatta diligente difcuffione su ogni cofa,gli diedero ferini i lor pa-
reri:St cofi ancora in piu moderni tempi f appi amo batter fatto il Magna-
nimo lAlfonfo Bj di dragona , tenendo in T^apoli lafua corte . *JfyCa
che bifognano à ciò ef empio ? fé vniuerfalmente fi vede , che quanto la perf0ne
perfona è piu nobile , piu poffente , è più gentile, tanto con maggior affet- gentili » e
tione cjr induflria fi diletta,& fi gloria di caualli ;7{è già modernamen- notabili^
jr> te queslo costume s'è introdotto, an^iquafi dai primi fé coli . Et perche ^llelcai]jI.
, fecondo Taufania le maggiori ricche7^e, che da gli antichi / ìfofìero
potute difiderare , erano i copiofi armenti di 'Buoi e di caualli , come di
animali più neceffari alla vitahumana . Homero volendo inferire, che
achille non hauea cagione di portar odio , il fa dire 7
Kfon mi rubaron mai caual,ne Bue .
Et per lafomma degnità eh' è nel Cauallo , fi vfaìia altre sì di dire quan-
do vno da cofe honorate fufie calato à cofe uili . Prouerbi j
Ei da caualli ad Jtfm è difeefo. pf opofi to
tt all'incotto qualhora di baffa natione fi fi.fìe ^tenuto ad alto grado; q 4e cauallu
., B 2 che
>
e&e da ignorante rnaeslro vn dotto difcepolo fufie vfcito fi diccua. «
T>*J l \Afino il cauallo è prouenuto .
E volendo fi dire vna cofa fatta contatti isforzi,che fian poffibilì, die e uà,
fi in proverbio ,con (arri e con C aiutili , ò con Vele & con Caualli ; fi co-
me vagamente F.Tetraca dette fuedifauentureamorofe dolendofi,cata,
H or fa Cavalli, borcNiaui»
Fortuna, che mio malfempre è sìpreHa:
Quafì dicejfe ,, ch'ella in ogni modo il perfeguitaua , come nemico y che
per terra e per mare s' apparecchi di muouer guerra : T^onefiendoco-
Caualli ac faper ?° guerreggiare piA importante, che l'apparecchio di Caualli y
u al far con ùì> fiacofa che rara fi legge perle anticÌK e per le moderne hìfiorie p
guerra, quella vittoria eh? per valore di (aualleria proceduta non fujje . Già
fé miriamo a 'Cjreci, infiniti fono gli effempi, che ponno adurfi : ma a.
me per bora batterà queftovno testimonio di Oro/io, ilquale ferine che
Filippo Ej di Macedonia fuperate le Città di iAthene,e di Larij]ayirma^-
fe la Teffaglia non tanto.per dtfiderio di vittoria yquantoper ambinone
di baiicr fottodifei: caualleria di quelpaefe , per far fi vn 'efferato fio-
KÌtiffìmo&inuitiJfimo-,comepoiglijìicceJfey perche foggiogati i TeffaVi
& aggiunte le loro turme al fuo'efiercito ,. fife Signoredi tutta la- Cjre-
cia, e foggiogata ancorala.Tr accia paff andò incontra Scithiy auuenga
che di numero l ' auan'^affero, purglivinfe in vnapugna , prendendo pìri- G
gioni ventimila di loro con gran copia di bestiami, tra* quali mandò W-
eJftCàcedvnia venti mila Caualle nobili e perfette > per rinforzare la.
^a^afua :■ EtTaufania yvccifo lui,gia\per virtù di quei- (analliche
Olimpia (giuftamentc lieta della morte di chi l'haueua rifiutata) glifi
trottare in apparecchio ; potè fatuarfi . Se vogliamo mirare a1{pmaniy
Vittorie chi non sa; la maggior parte delie vittorieyche conféguirono contxa Car*-
confegui- taginefcejferfi cwfeguìte per poffan%a di caualleria l Queflafèguada-
man i & $nare la giornata à Claudio Isocrone appo (frumento, d'oue morirono tre-
altri perdici milla ^Africani : e quando egli mede fimo partito di Canofa andò à
poflanzj congiiignerfi con Liuio Salinatore fuo compagno à Sene gaglia, fendali
di caualley£rwe, Yauedereniunode i duoi nemici : fi cbefconfìtotAfdrubaley con
gran pofan^afiriuoltarono-contra Annibale ^veramente de i cauali beh
bea lodar fi, che furo idonei à trafeortare in pocbiffimo interuaUo dal-
la Tuglia alla B^omagnail neruo-de l'efiercito Romano . La caualle-
ria già fece vincitore Sertorio in Iffiagna contraTompeo ; cTompeom.
Perdita ^di jirmema contra Mitridate ..Della feonfitta che.tJH'arco (rafio bebbe
colura i darpartbifò cagione Vinci -edibile 'numerode'cauallinemici ';& -nel me-
Far chi . defimo pericoloyper la medefimafor'rafiLtrQHÒi'efferx.itQ di Marc' ^fnto
mov»y
tu cjv jiiOy lì è: i, sj
•V filo vn'altra volta. Ter vn agnato di cauaUi-y ferme Fróniinoyche Mi" "Minuti*
* nutio Bjtjfo vinfe in vna giornata campale i D aci ; e QJFabio futili ano Ru ffo ha
maesìro di caualieri,& ornatiffimo fiore di quello ordine , per for^a di ^JS*!
■caualleria vinfe i Sanniti^uando hfeiato luogotenente da Tapirio Qtr- j^cj,
forey benché gli fiflc ftito vietato di venir a battaglia) in afien^a del
generale; nondimeno Jpinto da giovanile ardore fi a^nijfò ; etrouaua-
fià mal partito ,y s'egli non baveffe ordinato a' fuoi Soldati y che le nate
le briglie a: 'Jor cavalli yimpetvofamzate fi foffero calati contra nemici;
da' quali in qnefìo modo quafi di mano ritorfe la vittoria allafua bandai
Maegliper ladifubbidien^a vfatanon harebbe [campata la pena della
g vita .; fé tutto il popolo non l'bauefie public amente richiedo ingratia <à
Dittatore) come Liuio ferine ; Tofciaeffendo egli la feconda volta Con-
foloynon mancò che non nomin affé per Dittatore efìo Tapirio; profponen- Vittorie
do Podio frittata al benepublico . Qnefìo Fabio fi dicetffere flato il pri- ~L foci
mo ad inslitvire che i Cavalieri Bom ani alla mit a di Luglio fkcefero la /a di Ca-
rajfegnaye fi dice che all'hot 'a tutti comparivano coronati di verde Olino-, ualleria»
jtnticafn questa vfan^a e frequentiffima di Germani , die tolti i fi-eni ,
edandodìfproni a% lor cavalli fi fkceff ero per fQ'r%a aprir la slrada-*.
Et con tal inda slria ferine Floro > che nellz guerra de' Latini Cofìo pur
maesl.ro di cavalieri fu vincitore. Q> fi parimente ruppe i (feltiberi Fui-
C uio F lacco y dove faro tagliati a pe^xj diceffette mila Spagnuóli 5 eprefi
fin di tre mila : perlaquale vittoria baiata per valore de" Cavalieri TeP*° ^
egli confacrò vn tempio alla Fortuna caiallerefcay come da Celio fi di- ^ forcu-
moflra. Spernonpafìar con filentio alcuni effe mpi più moderni , che na cauaU
mi fouvengono ; con la moltitudine di cavalli) che di trecento mila lerdca.
paffaro il numero y il grani 'amerlano Bj de' Tartari y valicato l Eu-
frate) conquiHò l'Jifia minore > vincendo il potentìffimo Bj de' Turchi Bai^r£t(>
BaiaxetOy ilquale caduto à terra per la morte deljì'o cauallo y fu menato aerato da
prigione > epófìo in vna gabbia , dove stando fatto la menfa del vinato- Tamerla-
remerà a guifa di cane di frammenti paf cinto ^ Simile fu ile afoy che no*
deferiffe Virgilio di Me^entio : Somigliante fu la prefura del I\è Man-
fredo preffo a rBeneuentOycbeferutogli nell'occhio il cauallo yfu vinto da
(farlo d'^/Lngtvy ilquale nella battaglia che fece con V efferato della leg-
gayfcampò da infiniti pericoli , <& alla fine hebbe vittoria yper lo valore
d'un fvo cauallo , che poi morendo fu reputato degno di fepvltura . E fi ..
Carlo Ottano l{è diFrancia ritornandofene da Italia con poca gente; ef- virCll,ri
fendogli contraposìo V efferato del Duca di Milano con numero affai-s>c\ mezo
maggiore: mentre che i nemici difordinati attendeuano alla preda de'ca- ,<k\au*lll
TÌaggi; che egli ferendo to' fuoi cavalli arditamente gli ruppe") &j€gi.ì
2 4 lor
lor malgrado ilfuo viaggio : hauendo poi a dire molte fiate > che la vit~ g
tona è proceduta principalmente da vn'eccellétiffimo caualto,cbe Carlo
Duca di Sauoia gli ha uea donatoci mediocre flatura(come narra il (q~
mineo)dipelo Morello,villano di Spagna , e cieco d'vn'occhio ,edi venti
quattro ann'v.à cui nelV auan%o della vita conceduto ripofo, nella morter
gli fu dato fepolcro con molto bonore.Tarimente lo [campo nella perforici
Re Ferra ^ Ferrante, ilgiouane, quando daFrancefìhebbe la rotta in Semi- .
te il gio- nare, fu quel cauallo , che gli diede Giouan di Capua : ilquale per fal-
uane co- uarilfuoBj , contentato fi di reHar fra nemici à piedi ( come il Giouio-
meffTcarn" narra) vi reflò morto : Ter lo qual generofo atto il fratello ^Andrea, e
tulio. S^ altri fitoi largamente ne furono premiai . Quando Vualaco Dr acole F
volle mandar fujjìdio ad Vladislao Rj di Tolonia contra ^.murate Tur-
co; ancor a che diffuafo gli haueffe cotal imprefa;tutt aula gli mandò Ufi
glio co duemila Caualieri:& co fi a lui come al detto proprio fuo figliuo-
lo donò vn caualloper vno difomma velocità;dicendo ch'egli antiuedea
come doueano efiere perditm-.per tanto hauea giudicato bene,chefs tro~
uafiero a mano quei Caualluiqualinel bifogno almen con fuga gli fatue-
rebbono;.& riufcì ilfuo prefagio-, che questi Caualli furono il lorofcam-
po dalla maggior moltitudine di Caualieri nemici. E quando il Rj tran-
Vittoria cefco fé calare yin Italia fotto la guida delTriuultio , delrHauarro,edi
à*[ Re Lotrecco > ilfuo efferato con innumerabile quantità di Carra tirate per **'
eleo, p^ipi con ia continoua fatica di cinque mila caualli; iquali a tal efierci-
tiofogliono i Francefi fcegliere gagliardiffimi,e non domati(come il Gio-
uio fcriuej e con gran presogli comprano:quafi nella prima giunta,per
virtù di mille caualli , che à guaito- pafl aro il Tò , entrati all' improuifo
in Villa franca,& affediato m cafa il Sig.Trojpero (olonna,ottimo capi-
tanoylo coftrinfero ad arrender jt ad Obegnino : e con grandi (fi 'ma preda ...
< ne menaro vn grande numero di prigioni . zJfyCa poi quando itmedefì-
mo Ugnella giornata di Tania fi trouò intorniato dalla caualler-ia Im-
periale; morendo fi di fotto ilfuo cauallo; fu corretto di renderfì an- -*
ch'egli con altri molti Signori al valorofo e faggio Don Carlo de la l^oy*
Viceré di'Hapoli ;chepofcia meriteuolmente fu fatto Trenc'pedi Sol-'
mone . E dalla caualleria che gnidaua Don Filippo di codini figlio,fpec—
Ito ,. ch'io de Ik virtù \ & ornamenti della milkia>fu rotto Tiero Stroxgia.
Pie.Stroz S-araualle: ilquale poco dianzi appena fuggendo era fcampato da' ca-
ii» ualieri Imperiali prefìo alla Stradella : fi co me nel feguente tempo vn? -■
altra volta il mede fimo hebbe rotta nella Tofani dalla caualleria
che l Signor Marcantonio Colonna, el Signore Conte di Santafiorey
magnanimi (fapitani > hausaano ingmerno . E gli anni auanti quandi
Iran-
Di L C jt V J. I LO, L 1B. L 25
jt Francefi andavo àCaua, del Viemonte,quanto fu manifetta lapoJfan?a
della Caualleria,che conducea l accortijjìmo S. Duca d'jL malfi ( che in Cun,-0 co
men diquattro dì da Jlfiifopragiungendoui,ruppe i nemici, & liberata me fup[c
da affedio laCittà,la munì di, vettouaglie e di Soldati contra ogni futu- foccorfo.
ro afìaltoSi come nouellamente il S.zJWarcbefe di Tefcara, degniamo
figlio di'fluel gran Marchese del Fabio, la cui fama eternamente farà
per vivere; col valore de1 fuoi cauatliportò foccorfo à Cunio,ftretif[lma~
mente da' Frante/i affediato , <&• oppugnato: Contra i quali medefima-
mente non guari da poi laCaualleria ha donata memorabil vittoria al
generofiffimo S.Duca di Sauoia,prefio à San Quintino, mettendo in rot-
# tail dìdiSantoren'xo Vanno tV II. venti due mila fanti con molta.
ftrage , prefo con tutta la nobiltà il gran Contefiabile della Francia . Si
che giujl amente fi puote dire,hauerfì lui confermata per fua virtù, l'infe-
gna de i duoi caualli bianchi in campo roffo,che tra l' altre, di che rifplen
de l'antichiffimafuafamiglia,fu già da' fuoi valovofi progenitori per Ca czCiiiftQ
• ttalerefcbe glorie acquijiata . Hor che dirò del conqmfio fatto del mondo dej Mon-
nuouo? Certamente apertiffìmo teflimonio rendono quelle fiifìoriey come do nuo-
la maggior parte di quelli popoli folamente per iff>auento de i caualli aa media
eran cojìrettià voltar le fp alle , confejfando cIk à vedere vn Caualier , JÌ-: ^ ua
lorparea diuedere cofa fopra humana & ammirabile SPerò dimoflra bé
Claudiano,con la caualleria attamente poter fi i 'Barbari foggiogare, la
doue dice , Treffofia l'afpro Fafi dal cauallo y
E corretto àfojfr ire il ponte yi raffi \
T^on tralafcvem qui pure di raccontare, che qualla antichiffìma im^
prefa di Troia, doue fletè tanti anni occupata l'afta, & V Europa,
non fi terminò , fé non col mislerio del cauallo \ del quale come che
y arie fi trouòefsere fiate l'opinioni, alcuni dicendo che i (freci fian- Miiferio-
chi del lunghiffimo & vano affedio , con fintione di ritornacene , la-- del canal
fciaro vn cauallo di legno (però'Durateo da Homero appellato) di J°„ tenni-
£ tanta gronderà , che non fi fufie potuto riceuere dentro la Città, fen- J^jp^J,
^arouinare vna gran parte delle mura, come fé per voto di T alla de ia„
fabricato l' hauejfero ì & che per inganno di Sinone i Troiani perfuafi ,.
che fé quel cauallo entroducefsero,i Greci non potrebbono mai più mito-
nere l'arme incontra loro \ non hauutafifede à (fàfsandra che gridaua
il contrario ,. fi ridufiero à ricettarlo per la porta , che Scea ciò è finir-
s~ìra per lo fini flro& infelice augurio ,fu nomata :Ter la qual apertura
i Greci,che s'erano appiattati in vn certo luogo,chepoi(fecondo 'Talefar-
to)s' èfempre detto Infidie de gli zsfrgiui.fopr agiunti di notte alfim-
froHìjbf & entrati atta Città* mentre, chei Cittadini fieramente ab*
Wide nana
\6 ?) E LI ti G 10\Ì Jt
tendevano a ripofarfi; la mijero tutta a foco : jll che corriJponde'<* *
fattola de'Toeti 3 i quali foggiungono ■> dentro e fio Cauallo efiere flati
rinchiufi intorno à tre mila Soldati armati: ffltri (fra' quali è Vlinio )
flimando chef uff e fiata vna machina da batter le mura-) dellaqnak E-
peofu inuentore-t fi come i Cartagineft de l'ariete . Tuttavia comunque
Caualli ef s'andafie ilfattOyin verità fi trouano i caualli ejjere fiati d vn certo mo
iere ita ti d0 fatali alla rouìna di quella Città due altre volte; l'vnaprima, e l'-al-
rouina di trapoi. Conciò fi a cof a che hauendo Laomedonte promcffi ad Herco-
Troia- . le certi (aualli belliffimiy che(ft come Higinio dice) caminauano sii l'a-
refie & foura l'acque ; pur ch'egli haueffe liberata Hefionefua figli-
uola ejpofta al Mofìro marino ; colui adempiuta la cofa , non hauendoli j
confeguitiyfi moffeàfdegno > & efpugnata la Città; l'vccifeydando il Re-
gno à Tadacefigliuol dUui> ancor bambino > che poi fu Triamo nomi-'
nato . Quefii (aualli dicono che Laomedonte haueffe hauuti da Gioue
perifcambio di Ganimede , fecondo Celione che fuffero fiati que' caualli
di Troe,che da Homerofi difcriuono immortali . Vn' altra volta fupre- -
fa da Caridemo Capitano di Greci figlio di Buangeloyper vn cauallo che
fi trono fermato in sùlaporta ;fi che fu impedimento adlliefi, che fer-
rare non la poteffero > fi come Plutarco nella vita di Sertorio riferisce ;
e co fitti in rimembranza di tal vittoria dedicò à Tailade in acropoli di
^ithene vn cauallo di bron-^o di fmifurata grandezza fimile à quello di G
*A 'game 'none già nominato ; fecondo che da Celio fi racconta . Ma doue
fono trafcorjo io?& àche miuò dilungando in argométo già tanto chia-
rohhe oltre à l' abbondantiffimafede deglifcrittori > ogniuno per proud
yede di giorno in giorno , quanto neRe guerre vagliano i caualli. T^on
"porrei tutta via parere losche coliamo vantare de la Cavalleria , taci-
tamente biafimaffì la militia a piedi ; conciò fi a cofa che non è dubbio >
che per fare vn buono efferato y bifogna hauere de gli vni e de gli altri
Militia a infamemente : Ma egli da l'altro canto non può negarfi > che la militia
cauallo à cauallo nonfiapiù honorata in certo modo e pia magnifica . Tuoffi ciò
honora-- ^a^e ciuili leggi molto bene confider -are; le quali à tutti gli altri vietan H
Le^ifo- do l'vfo dell'arme ■> foto àgentilhuominià cauallo concedono il portar
lo a* gen- della fp ada alato; fi come tra le Cofìitutioni di noftriI\è & Imperadoriy
ti.lhuom ' efpecialmente di Federigo fecondo fi nota: ilquale hauendo dati innume
lo conce- rabili privilegi diSoldatil^obili, non vuol che gli godano fé nonquel-
donopor lische foflengono il pefo de l'arme e dei caualli , & che offeruano il de-
far la fpa- coro de la militiate Itroue dicendo,che l'arme & i caualli fono ilfegno
*" * & Vhonore della militare <& equeflre difciplina e degnitàyperò in vn'al
trafitta contra i temerari Soldati > impone la pena di perdere > l'arme
& i caualli;
bit CjtVJ ti Oy Il B. 1. 17
~& ì caualli; come cofa che pia grane fi poteffe /limare da chi fa Hima
* de l'honorfuo . Etaquesla è conforme quell'altra di Carlo Trimo > oue J^,™ ^~
tra le maggiori pene che'à difubidienti s"ìmpongonoy è d incorrere nel \Q Primo
Juofdegnoy e di perdere i caualli yTSljuna cofadouendo più cara effere q.iute*
ài Soldato y che la grada delfuo Trencipe , &la conferuatione di quel
compagno , che più fidato e prefio fi troua feco in ogni cafo . Bene/i
vede ancora la degnitàdi queHo meHiere cauallerefco ricettata in IJpa
gna anticamente y che tutti coloroycbe m quella lingua chiamano Hjjde
algo,tra l'altre immunità chef godono, hanno quefta,che per qual fi vo-
glia rigore di giufti'tia , che 'gli cond'anafie alle robbeynonfi pofiono lore
uB togliere ne' arme ne i caualli ; &fe alcun di loro per pouertà veniffe ad
efsere artefice di cofe appartenenti a caualli & arme , non perde punto Certmo-
dellafua dignità e prerogativa > fecondo che da molti m' è fatta fede . Et nie che fi
bella co fa e> fé vogliamo oltf acciò andare con fider andò quelle cerimo- ~n0 a
nkycbenelia corte Imperiale folknement e ft fanno tutte àcaualloyfi co- neua cor
meda l'aurea bulla di Carlo quarto fi può raccogliere; oue fi legge, che telmpe—
fiondo l'fmperadore affettato nel fuofolioyil Duca di Saffoma prende afa *****
re il fuovfficio in quello modo ► Starà dauanti alpalatgo Imperiale vn
montone d'auena di tanta altcrgctyche giunga alpettodel caualloyfopra
iH quale ftards& egli tenendo in mano vna bacchetta & vna mifuraytut
C tadìargentOy che pefino marche dodici; empierà quella mifura d'auena,
e dar alla ad vnferuidore;poifijfala bacchetta in fui montone, lafcierà-
il Vicemere f calco à.diHribtiire ilrimanente. Visir cicancelliere viene
pur à cauallo , & mentre- eh e Sia llmperadore àtauola,tiene il Suggel1
lo grande appreffo al collo ; poi lo rimanda ad Cancelliere fopra vn ca-
uallo y ilqual'egli relìa in dono. TlMarchefediBrandeburgzsfrcicame —
riere porta à cauallo il bacile e' Ibocal d'argento pur di dodici marche y
&la touaglia;poifmdntato yda^acqua amano à llmperadore . IlCon-
te Talamo del Rjno entra parimente àcauallo con quattro fcndèlle de
argento y dì tre marche l vnaypiene dì viuandeyle qualiglipone dauanti
® con gentil modo ultimamente ilB^e dì Boemia , ^Arcicoppiere, vegnen-
do pur àcauallo-convnacopa d'argento di marche d'odici , laporgeitr
pedi coperta e piena di vino e d'acqua ,. ad e fio Imperatore 0 Rjdi J^p-
maniehefìa.. ÓJferuafi ancora quello , che forniti cot ali vffici ; al Fece*-
marefcalto dìTapenheym refia ilcaualloy&lamifura& là bacchetta
del Duca., jl l fiotto Cameriere dì FalcKenjìèynyilcauallóyilbocaley e'I
bacile 'del Marche féuAlmaeHro di Cucina dìl<[ortember gal cauallo &■
hefcud'elle del (fónte: & al Vececoppìere dì Limpurgil cauallo <& la Cop<
pk del Bg\. T^e intorno àciò èdatraiàfeiarfi quel che nel libro d Sfter
fi troua
i* D t l V U C l 0 f^l j£
fi trotta fcrittdyche battendo Hamanrijposto al Bj, come il maggior bo-
nore che da $Jfi poteffefare ad vn'Huomo , farebbe di fargli caualca-
re il Ideale cauallo per lepia^^e de la Città , ei comando ,che co fi a pun-
to fi fufie Mordocb ai bonorato : facendo gridare dauanti à lui , che in
tal guifa il Fj honoraua i fuoi più cari. Ma questo è poco nel cauallo
à petto di quello che in vna (Ironica narra Francefco Tamara , che cer-
ùlee antichi di quelli Barbari con grandiffima folennità fanno camina-
re dauanti à loro vn bel caualby che porta il fuoco , detto Orimasda
il quale come Santo tengono in riuerenxa . Et poco è che cofi le
Ideali cerimonie come le facre fi facciano col cauallo , fé gli jleffi Dei
(per parlare con Senofonte) tutti vagamente fi dipingono à cauallo ;&
gli huomini in ninna foggia più glorio fi appaiono , che qual horaftan be •
ne acconci su bei caualli : JL cortamente dunque i B^omaniper legge co-
stituirò , che'l Dittatore , la cui potefld ampiffima era &facrofanta\
non doueffe andare à cauallo ; non tanto per dinotare che nella guerra il
C apiano dee star fermo al luogo fuoyfen'ra confidar fi nella fuga : quan-
to che e/fendo quella dignità per fé grandifftma , non voleano che infu-
perbitafopra vnfuperbiffimo animale > Tirannica diuentaffe ; ma do-
.. uè in tutte l'altre condittioni egli era fuperiorefin questa fufie inferior
de'Caua- Mi popolo ; bacando che gli fuffe dato in compagnia ilMaefiro di Ca-
lieri e fua ualieri , il quale femprefi creaua infieme col Dittatore. Solamente àVa^
creatio- bio MaJJìmo , quando fu difegnato Dittatore dopò la rotta del Trafime
ne* no, fu conceduto il cauallo , per accrefeere autorità al Maeftrato in
quel bi fogno ; efiendo veramente fkflofa cofa il caualcare ; come ben di-
moflrb Tlatone all' bora che montato su vn* ardito cauallo, incontanen-
te difcefeld terra, dicendo, fé dubitare che dal fusto Cauallerefco non
fufie venuto à contaminarli di fuperbia disdiceuole alla fuaprofejjìo-
ne . Ma i Capitani delle guerre ecceUentijfìmi, quafi tutti à cauallo fi
trouano hauer pugnato nelle battaglie publicbe-sTero Limo facèdo men
tione di L.Tarquinio fatto Maeflro diCaualieri da Ouintio Cincinnato ,
dice ch'egli era di natione patritia, e benché per pouertà haueffe à pie-
di feguito ilfoldo, nondimeno fra tutia la giouentù Romana s'era fat-
to chiariffimo p valore ;nel che feufando la pouertà , inferifee quello che
conueneuole flato farebbe al grado fuo . Et fé C efare òqualch' un'altre
baueffe mai combattuto à piede , non per altro fi confiderà hauerlo fàt-
to,che per dar animo a' fuoi Soldati,ò per alcuna stretta neceffitàytrouan
dofi in luogo doue non fi fofi e potuto il cauallo adoperare , di cui la cam-
pagna aperta è propria à dimostrare l'ardire : Dal che l'antico prouer-
bio fi formò) che efiendo alcuno prouocato à cofa , in che più vale,fi dice.
Il cauallo
H
<2>£I € jL V\ALLO> h I-B. I. *p
' II caiiallo incitato alla pianura .
Et in quefio certamente la caualleria è di vantaggio incompar abile ;che Caualle—
ne i luoghi aperti e piani impetuo[amente [rac&ffa la Fanteria: ne gli a- ria quan-
[priemontagnofi,la[ciatiicaiialli,fitrouaddpari : fi come bene fpeffo r,? ^uPer^
da Germani fu offeruato , che quantunque nelle battaglie vedeuano in- n-XQ ^ 'j*
cbinatii lorT edoni ,fubit amente i Caualieri [montati rinfor^auano il Fanteria <
numero; & in eguale pericolo mejfi tutti, depofia la (peranno, delfug- nejuoghi
gire,fifpingeuano contrailor nemici , <&■ inquefiaguifi ilpiù delle voi PianI*
te rimaneua.no vincitori . Et coft nella guerra de' Latini fecero i I\oma-
niyche efiendo malmenatala Fanteria , Tofiumio 'Dittatore, ordinato-
g alle genti da camallo clye difmont afferò (& erano del più nobili) rip re-
fero da tal aiuto tanto animo i T 'edoni (come Ludo narra) che nfpin fe-
ro il nemico . Fu, quefio ordine approuato dal Magno ^1 le fi andrò , che
tenea circa trenta mila giouani ammaestrati à combattere da cauallo e
dapiede parimente , i quali Dimache da' Greci fi nominauano:e cofioro Dimache
quando la neceffità richiedeua , ò che la regione à maneggi Cauallere- cui rufle-
fchi atta riofufìe slata ;pugnauano come Fanti-, laf dando ogni vno ilfuo ro *
cauallo alfuo raga'^o.E perche àgli altri fogliano efiere ad impedimen
to l'arme che fi cojlumano 4 cauallo ; la loro armatura era d'vna certa
mediocre fàte%ya,più graue che di Fantaccino,^ più leggiera che di Ca
C ualiere;come Celio da 'Polluce rapporta .In quefio modo il 'Daualo Don
Fernando digloriofa memoria,diede rottaprefio B affano ali effer cito Ve jQ ^ua-
netiano guidato dal' <Aluiano ; quando credendofiil nemico di battergli los come
chiufoilpaffoinquell'ajprc^^a dì contrada : egli contra coloro che più rompefie
gagliardamente fìiceuan te fi a, [1 mife aitanti , [montando da cauallo ;e ^ y' "']
dato di mano ad vna Ticca,difse à fuoi che fkceffero il famigli ante: & tiano.
hauefier cura, che entrando lui alla battaglia & bonorat amente moren
do,no'l lafciafsero calpefiare da' pedi altrui che di loro slefii . Dal che
prefo animo i foldatiye facendo il loro debito, ottennero la vittoria: mo~
rendoui di nemici intorno à fette mila ;effendo fi [alitato in Tadoua l'*Al-
D uiano,& in Vicenza il (J ritti Troueditore, per virtù di lor caualli corri
dori. Il fìmile coraggio il mede fimo gran Marche fé poco dian^hauea Atto ge.>'
moflrato su l valicar de la Brenta à me^a notte '.quando lafciati i cauai je}°*°
leggieriyche con ifyeffi fuochi vccella fiero l'c^fluianoyil quale minaccia- c^tfe £
uà da l'altra rhta;e[acendofiarela caualleria rifiretta in vno [quadro- pefeara.
ne iti parte [ourana di e[so fi urne, per rompere la [uria del corre te,fi che
la Fanteria trouafie l'acqua più tranquilla; egli di[te[o armato dal ca-
uallo,fi mi[e innari alle prime ordinale à paftare: giugendogli l'acqua
infino al petto, Tofcia deliberato fi l' ifiefso animofo Vefcara d'afialtare
JL Mignola
3* b 2 l l jì G l 0 ^ 7 jt
jintìgnolanepote dell' *4 lutano in Cittadella ,& battendo menati /eco £
trecento (celti (aualieri,che portauano in groppa altretanti z^frcbibu-
gieri,vfi itigli i ne.niciincoitray*r attaccatali la zuffa-, gli fu morto il
fno cauallo; ma egli prestamente da quello ifitil ìppatofi,tra pedoni com
battendo con vna Ticca ,gli ributtò dentro le m tra; moHratioft in vn
temtoo egualmente valorof» Capitano e [old ito,à pie li , & acuitilo .
Egli non può negarli in verità}che l'efìcre idonea la perfoni àfkrfegna-
late prone cofmell'vno, co me nell'altro modo della militiamolo .
Grafie che à pochi il Ciel largo deslitta :
Ma quel con figlio che Horatio da àgli Scrittori di'ToeJix ,che prima,
che fi mettano advnfoggetto , mifurino le forze del loro iagegno:e quel F
di che Virgilio ammonifce gli agricoltori, che prima che incomincino
' àfeminare od àpiantare , conofcano là natura del terreno , à chefiapik
di/pojio nel produrre il mede/imo è da darfid quelli, che la militiafe- ,
guir vogliono; che con molti i/perimenti fi auuedan prima, a che pia at-
to fi troni il -corpo loro,&à che pia s'inchini il loro genio ; perciò che fe-
condo il detto dell' vno diquejìi'Toetiijleffì .
Trulla puoi dir ne fkrcontra Mmerua .
Ordine Ciò fi troua da'Terfiani effere siato ben conftderato , i quali battendo
de' Perfìa pin yolte veduto in prona , cbe'l combattere d piedi lor non riufciua
n-'n i ca bene-ipcr legge ordinaro, che tutti doueffero adoperar caualii non pu- *
tulli » re ne^e battaglie , ma ne'viaggi, & in tutte l'altre bifogne loro , per
fhr/iconl'vfo conti tono famigliari à quelle bestie ; & cofi tutti i loro
efferati conftsleuano in caualleria; la qual difcriuendo Herodoto in vna
voltaiche erano di numero ottanta mila ; narra fi- a efft ejìere slati cer-
ti chiamati Sagartvj , che non portauano -altra armatura che vn pugna-
le ;mavfauano certa fune di catenette con certi lacci nella cimalo' qua
ligittandola tra le fchiere nemiche veniuanoà tirare òcanallo odhuo-
Vfo della mo fa pref0 baueffero ; & cofi allacciato lo vccidettano . (jià che t vfo
ria ami- ^e^a Caualleria fia slato anticbiffi.no e piti degno, -chiaramente fi ajfer- #
chifsimo. ma da n^f risiitele , doue dice , che' l rouere & l'eccellenza della guer-
ra nei Caualieri aìl'hora firiputaua i perche la Fanteria era difntiley
fenza la dìfciplina &fenra tordine,che in que' tempi non s'intendeua-
no. Oltre a ciò nelle quatro parti ch'egli pone atte alla guerra , met-
CzuzMe-- te pyima i Cauallieri, dicendo che la conferuatione de gli b abitatori
de Yti'ma v*en ^a' catia^ » ^ euinudrire appartiene à quelli che di gran facul-
appc>iRo td fono poff editori. Ma quanta slima finalmente della (aualleria
ciani. fkcejfero i Romani, fi può comprendere , che nella guerra di Vevfy
quando primieramente s incominciò a tirar foldo da genti d'arme :
T) Z L C U V jì ILO Z1B. I. st
fu affegn.itogroffo stipendio a* Qutalieri ; che come Lìmo ferme , tira- - . ...
^ uà ogn'wio di loro p'gad.i tre pedoni . Trouafi intorno aquesloy che i ' ^ caua-
foldati da piedi ricemano d .e oboli ogntgiorno : i Centurionie' capi di ]icn,e fol
[quadra quattro :Ìbuomoa cauallovna dramma. Di piàhauea agni datiap»»'-
mefe il Fante per ritto fuo due parti di vna mina asfttica di fr omento ;
il Cavaliere nehauea due mine <&• per nudrire la fua bestia fette d'or-
^o . Cornelio Tacito dimofira- che nel tempo di jLugufio ilfoldo dell'imo^
rno a piedi era vn danaio d argento il l giorno > con cbebifognauatbefi
vefiifky armaffe, e prouedeffe di padiglione . ^Appò Tucidide i Capo-
rali haueano due dramme il dì , effe fecondo il computo diBudeo fono
*B otto fefier'ti Bimani -, ò dmi danari d'argento, ebe varrebbono fette
foldiy de' qualitrentacinqne fanno vno> feudo .. Cofiinogni tempo qua-
lunque f affé fiato lo Stipendio delTedone > il capo di fquadra riceuea
la, paga doppia , e tripla il Caualiere ; fi come ancora da Polibio fi con-
ferma.. Taccio qui quante altre prerogatiue in consuetudini, & in leg-
gi hauefic la CaualLeria appo Bimani . ^ggiugneròbenquefia fola, che
per decreto publico dei Senato fu fiat ulto , che ninna donna ,a cui fuf-
fe Hata padre ò?narito. Cavaliere Bimano , donejfe. bruttar/i in arte in-
degna ,ne fax guadarlo del corpo fuo . E nel veflirey follmente alle
figlie y & alle1 mogli e re de" Caualieri e- de Senatori le fi ole lunghe e gli Stole a1
•C "ornamenti dell'oro fi ' permetteuano . "ì^e per altro fógno i figliuoli fi co- chi con-
nof cenano nati nobili) fé non per la Tretesla , che portauano infino ai '.'ceiTe-
quartodecimo anno; & le fanciulle altresì in fino al maritar fi : equefia
. tra vna vefle lungi fin a\ talloni fa fiat a di porpora d'ogni intorno . Ci-
cerone dimostra ì'vno e l'altro nella terza contraicene, dicendo prima.
Tonai tu dunque alla pupella la Toga pretesta? tornai gli ornamenti
noJipure della fortuna yma etiandiddeHa nobiltà ? apprejfb, TSfg tanto
ti mouea ych'eglicon laToga pretesi a , quanto che felina Hullavenu-
tofoffe,: perche niimo fi mouea da quel ' vestito ychel'vfamra& Li ra-
gione della nobiltàgli concedala: e quel che ilpaàre gli bauea dato per
** ornamento^ della fanciullt^a y perindicio > & per infegna- della fortuna
a tutti gli buomini difi>iaceuay che gli fuffe fiato tolto da questo ladro. „ ., .
"Bulla dkeuanovn certo borfello y che s'appendèua al collo de* fanciul- fa,
lini ; comeboggidìveggiamo portar fi dauanti al petto ,, e dirfi, Breuiy
con alcune cofe dentro, che giouano conte a le malie ; chi d* una maniera,.
e chi d' un'altra , fecondo la facilità d'ella, perfona. <JMa appòHpmani
era ordinato ycbe folamente i fimiiulli nobili le portaffer d'oro ygli altri
dipelici; Eslima "Plinio e fier fi introdotto talcofi'umed'a TrifcoTar-
^umoyche primkì "amente- donala Bulla al figlioyper bauere ammala-
to
jt -, d z t l : jì (j t 0 ^1 j:
to ne gli ami della Tretesla vn nemko:& cofi fu poi conceduta a tutti i g
Degnftà fìgiimli di coloro,cbe à Causilo haueffero militato . Oltre a qvejìo la di-
•lici'i di-* gnitàde Cavalieri propriamente nelV anella dell'oro fi distingue uà; ft c9
ftmta nel me con altri molti fa fede Horatio,doue dice.y Tu gittata l'anello ,
l'anella di Cauallerefaa infegna.
Quello anello infieme con vn Cavallo era donato del publico al Cavalle- -
re-, ò dalCenfore intempo di pace , ò dal T>vcein tempo di guerra.Tofcia
era l'vfanxa , cbe'l Cavaliere bavendo militato il fuo legitimo tempo , .
portano, il Cauaìlo inpia^a,davanti a i Cenfori;e raccontate tutte l'im-
prefe, e tutti i Capitani, [otto iquali bavea feguita la guerra ; riportava
fecondo i meriti laude e premio . Ciò volfe ojferuare ancor Tompeo,ef- F
fendo Confalo; fi come T lutar co fcrive;che menò il fuo cavallo a Gjallio ,
&à Lentvlo Cenfori , iqvali addim andandolo fecondo ilcoflvme, s'egli
bavere adempiati tutti gli vfficij militari,di(fe, Tutti fotta me flefolm-
peradore . J^elcbe fi vede > che coi tutta la preminenza del Con folata
non volfe tralafciare quello cbe apparteneva alla degnità Cauallerefaa;
& infieme dimostrò, ch'egli talmente s'bavea portato per Capitano, cbe
nonbaueatralaj 'ciati gli vfficij di faldato. Le anello, anticamente non
sì colmavano appo B^ommi a" altro cbe di ferro: venutane (fecondo
H Igino) la origine da -TromettOy ilqvale ejfendo flato trenta mila anni
Anello di (come Ffcbilo fcrifìe ) legato con vna catena di ferro nel monte Cauca-
ferro ap- fa) per bauer rubata parte del fuoco cele/le entro vna ferola ;poi cbe gra
pò i Ro- t iof amente da Cj ione fùfciolto ■> volfe per memoria e gratitudine portar
manu fempre legato vn deto di vn' anello di ferro con pietra , Cofi di mano in
mano introdnttafi tal vfan^a appreso i T^obili ; nella Città di I{oma a
coloro foli, cbe fi mandavano ambafeiatorià straniere genti, fi davapu-
blicamente vn' anello d'oro, per fkrli comparere honoratiffimi : mafor~
nita l'ambafeieria , non lo potean portare fé non in publico ; bifagnando
cbe in e afa tene fero quel di ferro. Tofciafì venne ad vfo,che di oro il por
tonano tutti i Qaualieriye i Senatori: tra quali faceva diflintione la por- ^
poro , che fu Senatoria falamente : però fi legge y cbe quando Gneo Fla-
uto nato di padre libertino, e ferivano diìsfppioy il cieco; venne in
tanta grafia della plebe, cbe fu creato Edile,e poi Tribuno; tutta la no-
biltà per grande fdegno gittò l anello dell'oro > e de pò fa ancora le Fa-
lere y cbe erano gvernimenti di cavalli, ricebi di molto argento > e di
belliffimo lavoro: doni cbe'l Senato falea mandare a i C apit ani vitto-
rio fi: & eraui vn certo divieto > che ninno potea portarli , fa non ha-
ueffe -meritato di riceverli in dono.Et cofi me de finamente fi legge, che à
Capitani od à quelli principali faldati } à- cui per qualche lor grande
merito
T> E l CJtV ji ILQ> LI*, t. ff
%£ intritò fogliato donato dalVre tore ò dot Tribuno, tralecito di porta-
re Vantilo deW oro. llqualcoHume fcriuel' \Aleffandri nobile'bTapolita-
no efiere flato amor da' Terfiofferuato y a cui non è p erme fio portar né
aneUo,nè eo%ana,nè cinturarne altra cofa d 'oro,eccetto fé dal Rg in do-
no Ci riceueffe . Ma poi per interualli di tempi non pure l'amila dell' oro, .
7 ,. JJ V r J ■ r • • j * Domai**
ma diuerfe maniere di prefenti, come ampi pre^Jicominctaro a dare uerfi ^
a' faldati, (ertamente Aureliano Imperadore diede priuilegio afuoi a'Càuafje
(fregarli, che per tutto il tempo della rnilitia poteffero a fare le fibbie d'o- ri, e ioidi
ro^lequali i Tribuni foli per antica vfan-ra portauano , polendo gli altri ">«*"«■
Manipulari portare le cinture d' argento adorne. Se aero permife, chete-
*B nefiero in cafa le concubine, co' quali vez^i effemino gli animi de' folda
' ti.Ser torio a' fuoi donale vefie ricamate . (jiulioC efare gli tenne tutti
fregiati di argento e d'oro.Làdoue "Bruto ne i Filippi rimprouero a' Tri-
buniilauori d'oro, chehaueano in doffo-.e Spartaco apparecchiando l'ar
me contra Roman i,vietò a' fuoi ogni vfo di argento e d'oro, efopra tut-
ti Fabricio (enfore fu di tanta aììinenia > e di difciplina fi casiicata , e
ftretta,cbe per editto vietò a'fommi "Duci , che altro che vna ta7%a, &
vna falera d'argento non poteffero tenere ne' padiglioni.Tefcenniol^e-
grò comandò ay Juoi,che mangiaffero in va fi di legno, & a certi che cer-
cauano il vino,diffe, l^on hauete vicino il T^/'/of* <ssf IV incontro.^ ntioco
permise fuoi non pur collane e braccialetti; male briglie, ■& le felle, et
guemimenti,e gli elmetti,e tutte V arme,ancora i chiodi,d'oro:e tutti for
nimenti di cafa,etiandio i vafi cheferuono alle fforche^%e,d 'argento & Stola con
indorati.xA.le fi andrò cocedette a' fuoi l'vfo della Hola 'Perfiana;efiendo ce,^L ^a
prima Reale dono appo Macedone la Clamide, che era vn mantello, Sol- jjL an"""
datefco ; elpedicino d'oro nel fommo di lor cappelli . Tlinio dice pure -,
che nel tempo che ^Annibale daua ilguaflo alla Italia , V vfo dell' anello,
d'oro era generale,fenyaeccettione ; Con ciò fì-ffe cofa che altrimenti
farebbe Baio incredibile, ch'egli hauejfe potuto mandare a Cartagine
£ quelle tre modia d'anella d'oro,tolte a' Row.ani netta rotta di Carni a .Ma
comunque fi fi a,gia tutti affermano chiaramente, che con l anella d'oro Ordine
fi cofìituì l'ordine EqueHre appo Romaui tra' 7 popolo e 7 Senato . £hen G*uaTfe--
che l'ordine Cauallorefco fuffe inferiore al Senatorio ; nulla di meno fu m/flc^T
filmato di tanta ampiezxa,e di tanto vigor e,che accrej 'cinto di honori, {htuì .
e di poffanze gli andò dipari. In proceffo poi di tempo ,effendo Tri-
buno Gaio fracco, fratello di quelT iberio , che hauea moffa la leg-
ge^Agraria , auuenv.e che lamentandofi per Fumagli ambafciatori de
l'isffia , che tre governatori , da efjì accufati , haueano f campata la
pena per euidente fraude de i giudici > ; quali erano Senatori > & già
C dicendofi
dic?ndofi apertamente , ch'eglino di continuo fi lafciauano corrompere £
-da' premij e da' preferitila per legge loro tolta l'autorità del giudicare^
Derma & fu data d Caualieri . Et di più fu concefo à Caualieri y che potef ero
cócefle a' entrare nel Senatore dire i loro pareri in tutte le cofe; onde SenatorìVe
Cauullie- darijeran dettici modo che a poco a poco diuenne lordine Equeslrefk
periore al Senatorio ;.che( fi come Appiano r a ccQt-a(la degnitàfolamen
terrena efsere del Senato; mala potè flà fi godeua da' Caualieri . Del
cbeslandojìtra loro in 'molta dijfenfione ;. alquanto da poiLiuio Drufoy'
Tribuno dellaTHebejentò con legge accordarli ; cheefiendoi Senatori
trecento d'inumerò yfidoueffero de l'ordine de i caualieri fcegliere al-
trettaati-yi quali unitamente haucf ero a giudicare lecaufeperlauue- p
nir e; mettendo fa pena al riceuere de' prefentìyche già era venuto ad or-
dinario^ sfacciatamente fé ne trahea guadagno infinito.. Ma egli dique
Ho cónfegi'ì l'odio de gli vai degli altri: perche i Senatmimal volontit
ri accettauano tanto numeroyibe ccn pefan^a maggiore harebbe potu-
to cantra loro muouere feditione ; e i Cavalieri per hgran moltitudine:
del lor ordine dubitauano di venire in rotta fa efo lororfefceltine tre-
cétoyrimanefiero gli altri pria i; & w fomma non i oportauano? che tal.
potesìàvfcifse dalle lor mani;e soft ornatamente la vinferosche le De-
ernie de' Giudici dell' ordine Cavaliere feo fi eleggeuano -, lequali vennero;
coltempo à prendere diuer fi nomi ; che altri fi diceuano Giudici y altri q
Slettì^altri Tribuni della monetatimi rN\)uecento;i quali baueano cu-
ra particolare di guardar ifujfragi , qualborafi creauano i Maeftrati;:
ejben che tutti que Ili non fi chiama/fero Caualieri ytuttauia dell'ordine
Equejie erana fetida fililo -,<& cofi l'anello > e quelle medefime infegnedi
honore vfauanejfhcomeiCaualteri; non ejfendo lecito di ammetter fi al~
l ordin loro ale imo.Cittadino nomila \ ilebe fu offeriate \ congrandiffima
autorità per lungo tempottanto che non efendo nel principio- fé naqudt
tro Decurie di q ne/li Giudiciy appena fé ne troub.vn migliaio per vna ..
£'?j- Cicerone contra ZJerre nella fecond'ay dìmoHra hauer giudicato l'ordine
cquelhc Equejl.re anni cinquanta con fomma integrità: <& neli'aratione per Caia H!
I{abirio>affermando lordine Eque/tre non effere tenuto: alla legge Giulia;
di danari che fi ripetano y ejforta i caualieri à difender fi tal pxer ogatt-
ua.-cofidicemtoyHora vedete voi Caualieri Bimani ; • giàfapete ch*iofon
nato del voHro ordine ;& che in tutte le cofemifonoconefio vai acedr-
datoyiulla di quefìe 'io parlo fètida gran cura>£ 'grande affettioner Altri
amano altri h.uomini ; io ho Jèmpre abbracciati voi con tutta il cuore z
però viricordoy& vi antidieoygr uidenut io offendo ancora lacaufà in-
tiera ;e chiamo in teJiimwiaiDeie glihuommkche mentre potete >&
che
<T>ZL C^V«*H° > LIB.Ì. &
"jl che V*è lecito^ vogliate rimediare) dinoti is~latutr*%voi &aI vóftro oy- .
dine sì dura conditone, che nonfipofiapoi fopportare . Quejlo malean-
derà inan^ipià che voi non penfate ; credete a me . Cjìà quando Drufo y
nobiliffimo e potentiffimo Tribuno portò quislione all'ordine Eque/Ire y
fé alcuno, per cofa giudicata hauefie pr&fi di altrui danari > tutti iCa-
ualieri Romani apertamente glicontradìcefièfo; non perche vote fiero
théquefio lor f offe lecito ; pero che tal forte di. guadagno giudic aitano .
bruttiffimay &nefhria; ma difyut aitano incontrario tuttauia , per r<?-.
nere intatto ti colmo della loro autorità y fenja foggia-cere à. lègge al-
cuna . Il mede/imo prima che and affé In cffdio dijfe , Ter virtù de* fa-
% ualieriilnome Etmano pofi edere la vittoria congiunta con laudc-^.
Tarlando per Vlancioy per dimofirare quanta fufie la dignità C aualls-
refcayfplendare Eque sire la nomini-, . Scriuendo a sJfytarco rBrutoyper
dargli vn fummo honorc y Principe de l'ordine Equeslre l'appella . Ra-
ra come iCaualieri sìdi degnitàyS-ì di fhcultà erano potentijfimi^ eglino
frefer cura difhr effiggere tutte Ventrate de la Re public a y onde Tubli-
sani chiamati furono -.perciò che Public ani fi dicon quelli > che le £/*-'. x>ublica"ni
bliche rendite conducono per vn coslitttito presso a rifcuotere;quafi che ehi iìano.
del publicogodanoyfi e ome ripiano dice ; ■& cofi le terzefor^e de* Ro-
mani fi legge efìe re siati alquanto tempo i "Public ani ' .Quesli a tempo di,
C Ce fare trouandofi aggr aitati nella compra y furono rilettati delater%a
parte de" Tributi? con ammonitione però y efie per limanti andafiero..
più moderati al dir all'Incanto? come Suetoniofcriue . ^Appiano aggiun-
gere per la loro,po(fan^ay maffimamente clw teneanogran moltitudine
di S emigrano temuti daefio Ce fare . Ù certamente di quejio ordine^
quanto ampio fufie dinumerotdi autorità^ ilmedefimo Cicerone fk fede y
là dotte dice , 1 1 fiore de' Caualieri Romani y l'ornamento della Città y lo
Stabilimento detta Republica nell'ordine de PuUicani già fi contiene :
Sgli fi glor latta grandemente l'ifiejfoOratore y che f/fie nato di fangue
Equefireyeffendo Cattaliere fiato fuo padre : vero è > ch'egli Caualierè noff^
. s'appellauayma Senatore; portando cofi l'vfanrayche quando vn de l'or-
dine Equeflre entratta al numero del Senatoylafciaua fi no me di Caualie-
rè; ben che mantenefie pure l'infegne (fauallerefche . €t chi non hauefie
hauuto ilpadre Cat:aliereynonfipoteua diredi luogo Squeslreyfe bene (fa.
ualierefi appeUaua \ Marco Tullio dunque di. ordine Senatqrioyma di fan •
gite Cauallerefcoytanto nel fuo Confolatofi adoperòy che racchetiate tut-
te le difeordie de' Senatori y & confermato il popolo in beniuoglien^ay
fìabilì il nome Equeslre (come Pliniofcriue)di modo che d'indi inan^ifà,
fatto quafi vn ferino corpo della Repubjica > <gr incornine loffi ad agghm-
C 2 gere'
yk b'E l l A Giù \ljtx
gire al Senato & al Tomolo Romano l'ordine Equestre ; fcrìuendofi ap- £
preffo al popolo > come aggiunto nouellamente ; amienga che d' autorità
fujfe apprejfo al Sen eto no . Tinta re o narra nella vita di lui, che taf or*
%a della fua eloquenza olVhora principalmente fi dimoftrò,quando Mar-
Legge di co Otone hauendo primieramente di/giunti iCaualien dalla 'Plebe, nel
Otone in federe delTeatroy doue i giuochi fi rigitardanano (percioche prima sta-
ordini °e- mno tBeftoktifen^a alcun ordine)la Vlebe slimandofi ingiuriata, fubi-'
queftre e tocke uidero Otone vfeire allo jpettacolo,cominciarono con fifehi a villa-
plebeo . negg'tarlo;- 1 [auallieri all'incontro con pian fi lo raccogtieuano ; ma ifr-
fchi raddoppiando fi afi ai pia alti , e iCaualien mouendo fi a molto fde-
gnoyfi che tutto UT eatro stana in bisbiglio . Cicerone Confolo chiamata ?
a- fé nel tempio di'Bellona la Vlebe , tanto mode/lamentela riprefe-y&
am?nonr,che quando ritornarono allo fpettacolo, tutti lietamente applau
fero ad Otone,e della gloria di queìX huomo parean contendere co glifief
fi Caualieriamicheuolmente. Ma Jlleff andrò de gli Ale jf andari fcriue^
cl)e già per anni cinquecento fé fama , da che I{oma era slata fondatar
la Vlebe erafolita di vedere i giuochi confufamente infieme co* i 'Nobi-
li e*r co' iVadri : fin che efendo Coff. Cornelio Scipione , e Tito Sempro-
nio) i luoghi furono diuifati, feruandofi l'honore di ciascheduno , sì cbe~i
più vicini fusero de' più degniihaqnal nouità veggendo l'Africano haue
re dato molto che dire al Popolo ifi dice che egli fi fi' fé pentito di effer- **
ne stato autore ;henche gli Edili, iquali haueano costituita fi jhtta legge,
molta grafia appo l'ordine Senatorio ne haue fero confegnita. Stette pur
alquanto offeruata la legge-, & per vfo conobbero , effere affai meglio il
y edere co fi in ordine->che non in confufione di tutti: Ma nulla dimeno do*
fb alcuni interualli di anniyeffendo fi par caduto il difordinarrra ; tanta
era la turba y.che vi calaua\ Elio Veto,& (ornelio Cetegp (eh fori per
vn' altro editto lo flatuirono-: & per vn' altro pò f eia il co fermarono At-
tilio Serano , eScribonio Libone Sdili, & cofiper alcun tempo fistette ;
fin che per la legge Cjiulia Teatrale, furono costituiti quattordici primi «
gradinone fedeffero i Senatori, e i (aualieri,feparati dalla Vlebe . To-
Separìtìcr foia volendo Otone l\ofcio nel fuo Tribunato ristringere il numero di co*
neae Se- /or0jC^. concorreuano a talhonore ; ò pur indegna cofa giudicando , che
«alteri eie acanto ad vn riecoperfonaggio, fedeffe vn pouero, quantunque nobile e
la Plebe, costumato ;t>er legge ordinò ,cìje non potef e in quelli gradi federe , chi
non hausff e quattrocento milafestertijdi entrata,- poffe ditti pari mente
da l'auolo,e dal padre , che fecondo il Cenale farebbono venti mila lib-
bre di TurontL^ . Già non fu l'intentione di lui , che il cenfo foto ba-
ftajft àfkr oleum dell'ordine Equeftre ; fé non vi fufiero. ancorai
con-
DEL C A V jtl LÒ> L 1 S. 1. tf
A concorfe l'altre qualità particolari de i meni fuoi:ma perche parea mac
chiarfi la dignità Cauallerefci 5 vegnendo in roano di gente pouera ; fi fu. . . . »
coUitiìito che fen%a il cenfo ninno fi connumtrafì e tra Cauallieri: Et qi'.e che""/! ri-
fio cenfo fa ordinato per la mità di quello > che appayteneua all'ordine chiecteua.
Senatorio ;C he fi come tutti,quelli,che allbora nello fhffy Cauallerefeofi j* Por^f p
ritrouauano , erano in tal ricchezza ; ^ofì panie di procurare y che non p ordu-,è
fi deffe adito ad altri meno fhcultofi & meno degni y mafft ma-mente equeftrc.
confiderando y che la pouertà foglia Jpignere a cattine operazioni gli
animi bumani , ancora che per fé cattiui nonfuffero . Ma in trafcorfo
d'anni auuenne il contrario y che molti nati di J angue Equeslre e Sena-
torio; & che haueano ancora esercitati rffici honoratiffimi ; folper non
hauere lafumma de i' Equeslre peculio , cì>e diceuano ; erano ef'dufi dal
luogo; & vi ftauano perfine viliffìme, ch'eran ricche;non mirando/i più
ne à nafcimento , ne à virtute .
Cofa in verità afsai -vituperatole , & meritamente beffeggiata da
tuttii faggi) da (jiouenale principalmente nella ter^a Satira > o uè dice > ^fanza
Ffca s'è di ha vergogna^ e dal cofano tìdlWi \
(auallerefco s'alai) acni non bajìa ■ uerule.
La facoltà per adempir la legge :
r Qu)fegg*an Viei c^€ fon natiin bordelli y
Figli di Ruffiani y e Banditori y
8 ricchi Mafnadier ; che cofi piacque
iAl vano Oton , che ne dislinfe i gradi .
(on fimile ghigno da Cicerone fu detto y Che fi tu al Cenfi guardi >
Caualiere Etmano è ■' E fcriuendo à Quinto fuo fratello , Eccoti sa
la tefia quel leggiero e fi'Zgp huomo , ma tuttauia di Cenfi Caualiere-
fco > Catieno . 'Bellamente altresì Horatio nella prima epistola à Me- Statuto
cenate% dimostra l'ambitione nata da quel brutto flatuto » dicendo % beffeggia
0 ' . ■; ; < r • to da Ho-
Se a quattro cento mila hai manco fa ratio.
q 0' fette ò mille ; benclxin te fiafedey
Lingua y coslumiy e cor ;fei pur di plebe .
Ma giocando i fanciulli foglion dire >
Colui è Bj y che drittamente viue ;
Hor qui muro di ferro efìer conuienfi ;
Che non ti faccia impallidir mai colpa ;
Qu,al dunque è melio ; il fanciulle fco tanto
Cantato già da Curij e da Camilli >
Che prof erifee il regno à chi ben face ;
0' pur la legge F^ofcia che ui efforta >
'fi ' *D E L L j£ G l 0 > X 7 U
tuffar danari in qual modo tu puoi, ~
_ ,. Ter veder IcTragediepiit da preffio?
queitredi ^n refia^a però in sì \ fatta corrottane, chél nome Cauallerefco non
gran de- ritenere la [uà degniti nelle perfone qualificate e meriteuoli;come chi*
gnità ami ramente dimoflrò l'iflejjb Mecenate,di cui fiamo venuti in. rimembraxay
cameme .. peYciocbe egli contento del grado Eque sire, come di qve§ìo,cbenon fi po~
tea più in alto fa lire .n enfi curò di pafj are al Senatoria , che gli era prò-
fierto . £t benché fife difeefo di Ideale flirpe , amò più il- cognome di Ca-
ualiere y che qualunque altro titolo gli fi fi ffie potuto dare : & co fi tutti
gli fimi am ici(per vnafomma lode) Qiualiere lo appellauano,come fi ve
de nel medefimo Uoratio,cbe in vn luogo il chiama generato da bifauo- »
li I{egi y in vn' altro , Honore de' Caualieri;&in Tropertio^cbe gli dice,
(aualier di ì{eal [angue T ho fcano.
EH gentilifjìmo poetaOuidio da Solinone-, fouratutte l'altre co fé fi glo-
riaua , che per antico nafeimento & per fortuna altresì hauefie ladegnL
tà. Caualler efica , co fi cantando-,
Son Caualieryde l'ordin vecchio herede'
Fin da maggiori miei ; nonfol per dono.
Fatto già. di Fortuna .-
«JWa quejl.o fenrKa controuerfia ogniuno afferma, che di tempo in tempo^
vennero i Etmani tanto ^degenerare , & à trafportarfi nella flima del- q-
le ricchezze ; che non fole à.compire lafhcnltàCanallerefcbebifognaua
non hauer meno della detta fiamma ; ma ninno poteapromouerfi ad ha-
uere vn Decurionato , che non hauefie hauuti cento milafiefiertif di ren-
Decuno- ^a ^ gra qU€j}0 yn maefiro principale in pace e in guerra; & fiole-
potea ere Kafi ^ir€ ^Decurione , chi tenea fiotto di fé dieci turme di fioìdati à ca-
arfì .. uallo . Era tuttauia nella islefia legge di Otone ordinato,che non potefi-
^•£Cuir f°V feY0 ne ' quattordici gradi, hauere luogo quelli , che haueffiero efier citata.
'fere/ " ^arte de' giocolatoli ; ne quelli , che baueffiero fatto guadagno del corpo
loro ; ò che per viltà, ò per gola, ò per luffiuria fi fiuffiero per debito obli-
gati ò condannati in fieruitu ;ilche in .Athene ancora fiofieruaua, che H
colui che fiuffe flato notato diqualcbe infàmia euidente, era per fior?*
cacciato dal lor teatro . Fu ben appo Romani cofiituito il luogo à quel-
li , che per naufragio di fortuna, non per proprio vitio rotti efhlliti
fiuffkro . Et nel principio tanto bene fi guardò quefìa legge di Oto-
Gradi: di ne , che ftauano à pofta alcuni prefetti,, che hauean cura di cac-
color'che dare, da i rradi quelli, che fuor del merito, vi fi fiufiero affettati.
itauinoa s> -\ r- ni. t i- ■? -m i- ri
veder i gi Con tutt0 ao ■'* yenne m progrefio di tempo atale , che i luoghi fi loca-
noeta .• mmà mercè > fien^a eccettione di Tatritij ò di Tlebei . "Ter lo che fi
ì> E 1 CJi V'jtt IO, Il S:- l. g
Zffegge che Caio Gracco > chiamato vn numero d'operarvi e di fabbri, gti Seggi fa(v..
fèrouinare. Et pure finalmente di mano in mano s andò guadando tirouina-
l'ordine,fecondo iguaBamenti della I{epublica^. Che già nel tempo di r^ *P*
Siila fitrona efìerfi vedati i giuochi Cjladiatorij [enja alcuna eccetiio-
ne^flandogli htiomini & le donne •> cornea ciafeuno fuffe -venuto me-'
glio . Ts(el tempo di Giulio (efare fi troub , tanto ere f cinto il numero >
che i quattordici gradipià non bafiauano tonde effendofi comandatole
DecioLaberio vi fedefì e , appena fu potuto riceucreper l anguilla . Co-
Hui(come rifsrifce Budeo da Suetoniojbauendó recitato in ifeen-t vn fuo
poema-i hebbein dono cinquecento Seslertij d'entratiy & l'anello dello-
B ro , con la degniti (aualler -e fca di federe ne i Quattordici . Ordinò poi
Dino zsì-igitsìo per editto, che i primi fc anni vac afferò per li Senatori; i
projjìmani perii Caualieri:. £t alle Donnesche prima erano [olite dijlar
me f colate e o' gli h uomini 9 comandò che vedeffero da ì luoghi più foprà-
nidcl teatro ; &.fotto efie ifhnciidlico'i lor pedanti : Et alleVergini
Veniali afiegnò il luogo dirimpetto al tribunale del Tretore : benché
poi per nuoua coHitutione comandò , che agli f^ett acoli de* Lottatori >
che ignudi fi conduceuano atta contefa, non doueffe ninna forte di Donne
interuenirc-j . ^affettò egli ancora tu buona forma le Decurie de Ca-.
uaheri, aggiugnendo loro molte pr erogatine : Conciò fufle cofa ebene'
" (omitij de'Tribuni,fe vi mancauano Candidati, creaua Senatori del nu-
mero Caualkrefco ; sì che paflata la potesìà , refi afte in loro arbitrio di
ftare in qual ordine lor piacejfè,ò Senatorio , ò Equefirc^J . E dubitando
molti Caualieri diriguardare i giuochi da i Quattordici, efsendofi ri-
dotti inpouertà per le guerre ciuili ; egli pronunciò non tener fi aUa pe-
na Teatrale quelli,che alcun tempo baueflero battuto il Cenfo Squesìre y
fé ben fufle pofeia lor mancato . (fofii Caualieri grandemente daini fl-
uoriti > fempre per gratitudine celebraro il natale fuo voluntaria-
mente ( come fcriue Suetonio) in dui giorni : Bt nella fua morte ,- i
_ principali de l'ordine Eque jlr e , con le tuniche lunghe di f cinti, e fcal%i
raccolfero le reliquie,^- le mifero alMaufoleo . *JH~a in quanta riputa-
zione efso asfugufto hauefse giudicato douer fi tenere il grado Cauallere-
feo , fi può da quello confiderare > che ft trotta annotato fra i detti fuoi ;
com'egli vedendo vn Caualiere bere negliffettacoli > gli mandò vnfuo
adire, che quando egli volea definare fé rìandauaàcafa ; volendo au-
uertirlo , non convenire à Caualiere di far quell'atto co fi in publio : Dal
chenondimeno il Caualiere pronto fi feppe fchermìre, rifondendo , che
fuatJM^aeslà ilpoteafkre di gire à cafa,perche non douea temere, che'l
luogo gli fufse tolto. Certamente s era venuto àtanta difsoluté%%a ,
C 4 che
4c *ZLLJ.GLO\ljè
. f fo /«« fi vergognavano i Cavalieri di vfcire alle opere della Scena. li g
Tibetio. V*^ aì°uf° p^endopoiaTibevio-y che macchiale lo jplendore dell'ordi-
ne, per editto vietò ( come parimente per leggi ordinarono Socrate e
"Platone) che non doueffero i Caualieri mefcolarfi co'i Pantomimi ; che
erano gli buominij iquali rapprefentauano variefintioni, àguifa diBuf-
foni .. Questo medefìmo Imperadore confermala leggey che nonpotefie
portar V anello dell' oro }nè federe tra Qmalieriy chi nonfufie nato nobil-
mente y &chi nonhxuefse cenfo di quattro cento Seslertij ; alla qual
famma vuol Badeo ch'eglil'hauefse ridotto y effendi prima flato di cin-
quecento. Magia da che s'era venuto àfhre confiderai "ione pia delle ric-
cbe^je y che de l'altre ne ceff ari e qual ita y vifaltauano dipafioinpafso &
ancora i liberati diferuitùy ambitiofi de gli ornamenti (auallerefchi ; fé
eondo che dalla fortuna (t ritrouauano efsaltati ; sì che ordinando Caio
vna quinta Decuriayfe ne trono pur gran numero auann^are y come Pli-
nio ferine. Suetonioydice y costui hauere feueramenteyne fen^a modera-
tone/àconofeiuti i Caualieri Bimani togliendo public amente il caual-
lo a chi fufse fiato notato di qualche macchia, e di chi fi fufse trouato in
minor colpayfkceapafsar il nome > nel recitare . Claudio Cefare refluiti
p luoghi à i Senatori ; & nella Cenfura di lui fu vn de 'Qaualieriy Flauio-
Procolo nominato) che quattro cento ne accusò indegnamente efiere en-
trati aW 'ordine ri Sranondimenadinifo lordine inpiùjpecie ondiuerfi
nomiycheipmilluHri baueano il cognome di "Pietra- come V Jtleffandri.
Ordine racconta; altri fi diceuano Fabiani;aitri altramente perone islituì L'or-
de gli a u dine de gli ^iuguslani , anteponendogli à tutti gli altri ; Folle nulla di-
guitani. meno che egli fc anni de. (aualieri fufsero dìflinti dalleturbe Plebeie e
fcioccbe.Ilche etiandio nel tempo feguente Dominano ofseruò ; rinouan-
legge Te do la leggeT eatraleygià quafi annullata . Et nel tempo di effi Cefarifk
arrale ri- yfatoy.cbefempre né gli spettacoli slaua vna compagnia difoldati , che
Donijtia- faffrenafsero la l'-centia del Teatro; & fé alcun tumulto vi fufse nato 5
no. fofsero fiati presli à rimediare» Solo !>{erone. la tolfe , per dar apparen- ^
<za di maggior libertà > volendo Jperimentare la modeflia volontaria
V qui — della Plebea . QueSìotuttauia fi vide fiotto i Cef ari ofseruatOy che-la
eie <*ouer maggior parte delle prouincie per Caualeri Bimani fi come la Cappa-
nate per doccia y& l'Egitto principalmente ; acuì per degnità propria e pecu-
Io-piir da| Hare non fr daua altro gouernatore y che de l'ordine Equeflre r rìfiutan-
Romani . ^° * Senatori^ altresì r Stiloro decreti ^éugi-floy volle , che non altri-
menti filmati e guardati fufsero ,. che fé in Bgma da Confoli Ò da?
Tretori ò da altri pofsenti Maeftrati fofsero fiati fatti . Oltr'acci»
quando gl'Imperatori tene ano ragione al popolo yfùcoflituitOycbei Cu-
ualieri
<DIL CjìV J.L lOy 113.1 41
jL ualieri infteme co* Senatori fufsero nel configlio ini prefenti , à deter- C*ua'ien
minarle controuerfte . finalmente di tanto fplcndore erano i Caualieriy putatio-
the la prefettura del Tretorio( degniffimo rfficio defsere Capitano del- ne.
la guardia del Principe) fi legge continonamente efserè flato ammini-
Hrata da perfone dell'ordine Equeflre , in/ino à Tito : J^e altri che Ca-
ualieri le cofe y e gli affari de gli fmper adori haue ano a) procurare:
Et andando di mano in mano a/flncerandofi pia la nobiltà CauaUereJca .*
fouragiunfe all'Impero t^lefs andrò Seueroy il quale ( comsfcrìue Lam- PeHer*
pridio)non s'indufse mai ad inalare il grado Equeflre altri che huomi- za^e aj
nibeniffimo nati & educati 1 dicendo e fsere il feminario -de' Senatori //grado e-
*B luogo de iCaualieri : Si come a tempo di Siila veduto s'ero ; che volen- quettre .
do rinforzare il Senato già quafi efshaufloyjcelfe trecento ottimi Caua-
lieriyche fufsero Senatori. Et più inan^y da chelaCittày cacciato Tar-
quinhye tolta la paura de i l\è ,ft ridufse in libertà ; Brutto primiero con
l'ordine £queslre fupplì il Senato ; a ggiugnendoui trecento (aualieri y
che col con figlio & autorità loro il foHentafsero J^e folamente infa-
ma fu tenuto conto della dignità Cauallerefc a : an^i fi legge , gli anti-
chi di Creta hauer hauuto tal ordine infemmo honore:& cofìgli+Achei.
&4ppògli Jltbeniefi y racconta Celioy il primo ordine efsere flato di co-
loro j che pofsedeuan&iinquecento Medinni di terreno da coltiuare ; e
quesli nelle occorrente della Città pagauanovn talento : fi fecondo de'
Caualieriy che trecento ne fole u ano pò 1/ sedere ; e pagar me^o talentOy eia
è trecento feudi coronati : e quefli anticamente non pafsauano il nume-
ro difeicento ; poi *' accrebbe infuno al doppio : & à loro- foli fi conce-
deuaper dignità , che portafsero le chiome lunghe , e ben acconcici .
tdlefwndro di tJWacedonia concedette a' fuoi Caualieriy che ne i primi
gradi del Teatro fede fsero incoronati à riguardare. Ma noi dopò lunghif
fimi interuallidi tempo fappiamodiuerfr ordini di C aualieri con dìnèrfe
regole e cerimonie , fotto diuerfi titoliyefsere flati iflìtuiti da i %Jyda gli
2) Imperadoriye da ifommi Tontefìciycome quelli di S. TietrOy di S.Taoloy Caualieri
di S. Georgioydel Giglioye di Loreto ? e quelli che fi dicono Regolari > co- I-1 Pm
me di Gierufalemmerdi S.Giouanniy e diS.Giacomoy della J^untiata , di
Calatraueydi jllcontaroydi <tSHontefiaydel Santo Sepolcroyi Templarvjy
ti emonia & alcuni altriye quelli che creati per degnità fi dicono Miti-
tariyvolgaymente affaroni d'oro? de quali colerò checonfeguono tal'bo-
nore per qualche prodeTga adoperata(come l'hebbero alcuni da *Alfon-
fo Vrimo y finita la guerra di Ìs[apoli) fon più degni di quelli y à\ cui fi
toncede nelprincipio delle battaglkyper incitare gli animi al valore; fi
tome fé Carlo Qttamnell afsalto che hebbs al Taro; I Tapal ^perche fi
comprano^
4i DlLLUGLO^Ijt
comprano ò per dmbitione , ò per vtile, ferrea eccettione di perfine; non g
pa«alipcr fino Rimati di prernineni^acofi notabile : efiendo tra gli altri riputati
che di pò maggiori i difendenti da qualche illustre prof aplasia do.te coloro-) a cui
ca reputa tal ordine è principio della nobiltà > fi i da Spagniuoli cbi.im ati (faua-
tione.^ ^m- rpaYdì^udfi differenti come i Leopardi dai Leoni, 'Da tutti però.
delToib- fi deono eccettuare \i (aualieri delTofine> ornati di tal degniti dal lm~
ne. peradoreye dal Catbolico Bj di Sp agna , per meno di chianffime v. rtù , ;
o Splendore di fatti grandi ; per il che giudiciofamente fanno l infegna
delMonton d oro ad effempio di Giafineyche con alquanti fortifiimiguer
rieri di (fjrecia andò all'impreca di Colchi.fi mede fimo è da dir fi de l or
Jra.V,aI^n dine diSan Michele) chefidàdalChriJlianiffimo %è di Francia a] Trin-J?
ne di Srn c*$l ° CaP^ani eccellenti/fimi . Ideile hi/lorie della 'ìs[uoua Spagna fi
Michele, leggèyche nell'Imperio di MaffiùO) quando fi doma aggregare vn nobile
all'ordine della Caualleria > tra l'altre cerimonie-, che vfauano il Sacer-
dote sjfytafftmo 5 a cuifjpettaua cotal vfficio ygliponea nella mano fvii-
slra vn arco-, & nella destra lefreccie, arme vfate in queipaefi, dicen-
dogli che miraffe bene al grado , alqual era afìuato ; & che fi come era
differente nell'h abito & nel nome, co fi anco auani^affe gli altri nelle vir
tu &nel valore: fomentando principalmente la religione ^difendendo la
patria ; e*r infegnundo a'fuoi , che nelle guerre non fu/fero codardi à di-
Religio— struggere i nemici>ma raffembr afferò vn' aquila & vna Tigre. Cofa cer y
ne caual- tamente degna di confideratione^che ancor tra' Barbari fi offerui la re-
ofleruaan Hgi°ne Cauallerefca >&l' ordine della Ts^obiltà; fi comefifcriue ancora
cora tra' nelle hiHorie Tortughefiyche in Calicutytra i popoli Malabaresychefian-
Barbari. no -vicini al mareyi veri & honoratifildati > che in loro lingua fon detti
T<LaireS)tra gli altri statuti offeruan questoyche non toccano mai villano
(ilqual chiamano Toleas) ne con tali conuerfano in modo alcuno ; tanto
che vn di venuti a contefa d'vn certo pafto,più tosto fi cotentaro d'effere
sbarattati dalla Tlebe diCochinyche voleffero infanguinarfi le mani con
genti ignobile. Offeruar fi ancora tra quelli 'Barbari, che niuno quatunque __
fuffe figlio di gran Signore , porta penne,ò coloriyò gioie) ò velli ricche;
fin che nonh abbia fatto in guerra qualche notabil atto contranemici. £-
. glifen^a dubbio dalia militia incominciò primieraméte quefio nome di
CauaHe-1 CtHalìere, perche altro propriamente non dinotauay chejoldato à caual-
re onde lo;benche altrimenti prima fi fuffe appellato; conciofia co fa che que' tre
deriuafle cento^he Romolo fcelfe dalle tre Tribù I{o mancarono da lui Celeri no-
minati } per la loro velocità ; ò vero fecondo Fejlo , per hauerne data la
condutta à Celere vccifore di F^emo.Furono pofcia chiamati Flefiuminiy
quafipiegheitoli,per la loro agilità. Toi hauendo la caualleria Fumana.
fen%a
<D'EL C UVEALI 0, ZIB. 7. 4>
fen%a alcun aiuto di pedoni pre fa la città di Trcjfoli in Tofcana , Trofia^
t. li furono detti , comeTlinio narra . E lungo tempo dapoi, molti che l'o-
rigine di tal nome non.fapeano > fi vergognauano di cofi effere nominati .
ultimamente rimafe loro il nome formato da Cifleffo cauallo,ilquale co-
me da nobiliffima parte vf cito > è flato carifjìmo à ciafcbeduno . Ma poi
qua fi tratto da quel primiero fignifìcato ,. fi vede anticamente l'ufan%a,
hauer portato , che Cavalieri diciamo quelli , iquali nati di f angue nobile
e /ignorile , attendono à gli efiercitij C auallere fichi convita j^lendida e
magnipca.Et queflo titolo perfommalaudeèdiuenuto communeàfom- Nome di
mi 'Principi; come in Homero fipuò vedere, ilqual fiorente dà epiteto di r^ffcS?
~> Caualier no meno à Teleo,che à quegli altri principali (fimi della Grecia ; uenga ,
£t Virgilio volendo honorar Marcello figliuold'.Ottama)cofi ildefcriuey
Fermerà- queHo Caualier lo flato
I{oman>da gran tumulto allhor turbato..
Co fi anche V ingegno fo ^rioflo indifferentemente tuffi potentifflmi Si-
gnori nomina Caualieri,dicendo tra gli altri luoghi),
Vn Bjfi.grande vn Caualier fi forte.
E'I Tetrarca volendo nella fua cannone honorar'NJ.colò di B^en^yfit-
premo cittadino Bimano et magnanimo liberatore della patria^ appellò
Vn Canalier che Italia tutta bonora .
C Ma quel eli àpi à moderno, raccontan molti, Francefco Bj diFrancianel
cartello che mandò all' inuittiffimo Carlo Qjùnto , hauer tra gli altri di-
fcorfidetto,cbe egli non baite a malfatta co fa che ad honor aio Caualìe-
re. non conueniffe :e'l mede fimo Bj nella giornata , eli 'ei fece contra gli
Suii^eri a. May -ignano battendo fi acquisì ato lode di valente guerriero ,
col confentimento de i Baronie di tutto l' efferato , volle prendere gli or-
namentidella degnità Cauallerefca , fecondo le cerimoni militari > per-
mano di Baiardo fortijfimo (apitano, come il.Cjiouio narra . Stnul- Caualfere
la merauiglia è certamente, che i Bj- fi 'chiamino Ò fi facciano (a- nome di
ualieri; fé la. dignità B^eale non può pigliarfida chi non habbia la Ca- »ra.n rePu
) uallerefca primieramente ; fi come in alcune biflorie già fi legge . Stcofi
hoggidì veggiamo il Bjfàrfi compagni de'Caualieri in tutti gli ordini^
jj>efciarmente ne i fupremi,come. quel di "Borgogna^i Francia, d'Inghil-
terra, e di Sauoia; come, anticamente: dei Bj di 'Napoli era quello de
? xArmellino,€gli appo Cjiouan Boccaccio mede fimamente fi trotta fpeffo
fatta rimembranza di queHo honoratiffimo nome diCaualiere ; à cui
fi. come Ouidio per epiteto aggiugne , feuero,. Statio, eccelfo, Gio-
uenale, egregio ( eflendofì Egregio parimente appellato (fefare ) &
Horatio y tJHagno^ ; cofi. egli: Jjora.il cognomina, corte fé > leale >
piaceuole}
44 DELL>A<jL0\1j£
piaceuole y riguardeuole > dilicato , leggiadro e bello -, bora degno d'ogni jr
gran dono;horafauioy intendente > da bene , coHumàto , prode & valo-
rofo; tutte qualità convenienti à fi alto nome ; ilquale di quanta impor-
tanza ftay egli il dimoflra nel fuo Labirinto , fiizjandofi contra alcu-
ni) che fklf amente lo s attribuiscono , & co fi dice , Stimano i beiliali9
che ne' vefìimenti fodrati di valore nella fpada,e ne gli fioroni dorati (le
quali cofe ogni picciolo artefice , ogni pouero Uuoratore leggiermente
potrebbe hauere) & in vnpezjo di panno , & vno fcuducciolo dafar
alla [uà fine nella Chiefa appicare > confifla la (aualleria (laquale vera-
mente confi fte in quelli) che hoggi (aualierifi chiemano) e non in al-
tro ima quanto fieno dal vero lontani) coloro il fanno , che quelle cofe che &
ad efi a appartengono ; & per lequali ella fu creata (alle quali tutte effi
fono pia nemici, che il Dianolo della Croce) cono fono . Stnel mede fimo
luogo foggiunge , Credo che fpeffo vada gli feudi > che per le Chiefe fon
appiccati) annouer andò \e dalla vecchiezza diquelli) e dallaquantità,
argomenta fé effere nobiliffi?na\ poiché tanti Caualieri fono fiati tra"
fuoip affati > & ancora più : Ma fé per dieci e attlni de la f chiatta più
auuenturata in crefeerein numero dhuomini) che in valore ò honore al-
cuno )fufie flato vnfolo feudo appiccatole {piccatone vn di quelli^per la
cui Caualleria appiccati vi furono ; a quali ella co fi bene e conueniente-
mente Hette , come al porco la fella ; non dubito punto > che doue de gli
Véfcouo Scudi de* cattiui centinaia apparirebbonO) niunofe ne vedrebbe di (faua-
diMódo. liere. ^Aquefio propùfito fa quel che fcriue ilVefcouo Mondognetto,
«netto e che il Caualiere che non cerca d'imitare i fuoip affat'hnon deuria vantar-
nionef1" fi d-efier difeefo da quelli ; perche quanto più grande è fiatala fama de?
padri)tanto più è biafimeuole la negligenza de' figli.Tenerfi in alto vn'-
buomoper effere digranlegnaggio è cofa vana}vantarfi de' fitti proprij
èpazgia^mapure di quesli duoi efiremipiù tolerabile è il fecondo . Che
già Mario fu vdito più volte dire) che egli confefiaua d'ejfere d'ofeuro
legnaggioy&non hauere pur vno feudo dell'arme d' ante ceffori ima quel ^
ii)che viueano a fuo tempo non poteano negare , ctì egli non haueffe mol-
te ferite nella per fona)& molte bandiere di nemici in cafa . Ma gli buo-
minid' hoggi mn s'occupano in altro, che in far dipingere le lorarme
perle mur ammagliarle per li marmi)efcolpirle nefnggelli;e niuno f. af-
faticati guadagnarle negli efferati . Egli non è da chiamarfi Caualiere
yno follmente per ejfernato difangue buono , e di molta potenza > ricco
Caualie-., jj gj0ie } e padrone di molti vaffalli ; perche tutte quefle cofe fi fogliono
ba^hia- ancora trouare in vn Mercante i& vn Giudeo èfolito di comprarle : ma
marfi . ^e l che fjà il Caualier' efiere Caualiere , è l 'effere moderato nel parlare,
. largo
DÈI C <A V jt LIO, 11B. 1. 4$
jl largo nel donar eyfobrio nel mangiare^honejlo nel viuen , t citerò in per»
donare,& animofo nel combatte, e. Che quantunque fa l'huomò di [an-
gue illuflre j & abbondante d'entrate , nondimeno efendo cianciatore >
auaroyingordoyambitiofo^malignoy i?npatienteye pufìUanimo; egli fi può
dire-i che tenga ingegno più di facchino effe di (aualiore . Et perche im-
portantijfimo è certamente (jueflo nome di (aualiere, che noi vfiamo ,
nel quale fi rinchiude lo fplendore della vemnobilta ; egli è da confide-
rarfi accortamente y Che fé noi riguardiamo bene a principe delle cofey
reggiamo che tutti d'una maffa dì carne y la carne habbiamo \ che da vn
medcftmo creatore tutte l anime fon con vguale for%ay& con vguale pò
B ten^a cre<ita,la virtù primieraméte noi) che tuttinafeemmo e nafeiamo
v gu al ìydif infere quelli che di lei maggior parte haueano & adoperaua-
no,nobili furon detti ^l rimanente rimafe non nobile** e benché contraria
vfan^a poi habbia quefla legge nafcofa>ella none ancor tolta viaynègua
Jla dalla Tslatttraynè da buoni cofiumiy & perciò colui che virtuofamen-
te adoperay apertamente fi morirà gentile , <&■ chi altrimenti il chiamay
non colui eh' è chiamato-, ma colui che chiama commette difetto > Chi ri-
cerca dunque d'annobilir fi > bifogna che per la via d'ella Virtù s'indri1^.
^.da cui procede & in cui confile propriamente la 'Nobiltà; percheper
ta virtù & per lo vitio (come frittotele afferma) fi diftinguono inobL
F U^egPignobili.VeròfaggiamentediffinìfieSpeufippOyl'HonoreejìeredL „
gnita\ e riputatane per virtù acquiftata : E già ilfuo maefiro Tlatoite cne cofa
parimente d-ifribuì la nobiltà- in quelli modi y che l^obili fon coloro >■/ fecondo
cui predece fori fiano flati gin fi e virtuofi ;òpojfenti e Signori , ò cele- sPeu^P*":
bri & fumo fi per fitti d'arme : e nobile fopra tutti è ciascheduno , che chelìano*
per le proprie fue virtù fra eccellente . J^e altro in veritàdinota la -voce
dubbile y che noto e chiaro per virtù di fuoì&fua . J^on bafta dun-
que l'ejfere chiamatOyò pur il far fi chiamare (faualhrtysr egli non corri-
fponde con l'opre che conuengono a Caualiere y a cui è necejfario fomma-
mente ammaejlrare la vitafua con tuttique' morali documenti ^che firn-
nò l'huomoperfettOyequafi vguale al fommo Cjìouey come Horatió dice}
Terò affine che de gli humaniye diuini precetti fipofia hauere quella nq-
titia y che bifogna yfen^a laqualepochiffima ò niuna dijfereu^a verrete
be ad ejferefranoi& le bettie ; appartiene principalmente alCaualierey
di hauer conofeew^a delle buoue lettere ;perlequali d'inerita Ihuomo nel Caualie-
configliare più accorto y nel determinare più pronto , neW ejfeguire più re,debbe
temperatoynelle e ofe repentine più rifolutoye finalmente in tutte le attio- hauer no
ni più forte e giutto . £t vana cofa è l'andar cercando y quaifianpiù dè~ k^ew
gne ole ktttrt ò l'arme potendo fi] cernere chiammenteyche l'meye.Val- tere.
tre
*re fon neceffarie oltra modo; e tanto bene ftanno congiunte infteme?che g
non pcffiamo altrimente acquifiare perfetta gloria ? fé non veniamo ad
esercitarci e in quesle?e in quelle: perciò che confluendo l'huomo di cor-
po?e d'animoie bifognando l'vno & l altro tenere adorno e ben munito :
le lettere polir anno\ottimamente l 'animo ? &■ l'arme fkranm il corpo
. , agiliffimo &robuFto conia difciplma della militia? & con l'vfo dclCa-
i Nobile ua^carecbe propriamente Jpetta al Caualierc^ . Sono bene tra effi no-
bili non altramente i loro gradi ? che fono in Cielo tra i pianeti ., e tr*t
gli Jpiriti zsfngelici e beati ; Ma douendo cofi di quelli ? come di tut-
te quelle parti ? che conuengono ad hnomo nobile ? ragionare disìefa-
mente in vn trattato? Z)ella vera nobiltaV^' donandoci Id- f
dio/patio ? di corto daremo in luce ? qui mi rimango di aggingner altro ?
Vfficiodi che \quefio folo? degno di confìderatione grandiffima certamente ? Che
Nobile, l'huomo nato difangue nobile ? fedal'vn canto fi troux efiere in gran
.vantaggio di fortuna fra gli altri > come in verità fi p;:ò negare ? da
l'altro egli fi troua addoffo vn grane pefo ? effendo tanto vbligato di
auan^are gli altri in eccellenza di virtù > quanto gli auan?a di fplen-
dore di nafeimento . Conciofia cofa ? che dall 'infinita proniden^a di Dio
cofi pare ordinato ? che dal nobile? a cui ha dato in mano ilgouemo
terre/ire? debba il popolo prendere l'efi empio del viuer fuo ? come da
vna cofa perfetta : Et per questa cagione dice il Sauio? che neW altra vi- (j
ta i potenti potentemente patiranno tormenti? & a pia forti più forte
fupplicio foprajìà} chef come Dio è ottimo <& liberalismo donator del-
le co fé a gli huomini? cofi èfagacifjìmo pronatore delle loro virtù . Et
indi ancora auuiene ? che in quefia vita prefente ? l'infàmia del J^pbiley
. qualunque fi fi a? è maggiore d'ogni altra quantunque grandiffima di al-
trui.E non altrimenti eh e nelle Donne la honefià macchiandoci vna vol-
ta^non torna mai nel primiero fiato? cofi parimente la fama delTSlgbi-
le?fe per auuenturafi denigra giani ai per colpa propria ? rim ane perpe-
tuamente guafla? & ogni volta che dal bel fenderò della V 'irta fi viene à
torcere?il titolo della Klobiltàfi viene a perdere :.8t tal fi può giusìamen- ™
te cacciare dal cenfortio de nobili? fi come bene fu ordinato in quella
co si it ut ione di Federigo Secondo Imperatore ? oue dice ? Conueneuole co-
fa e fi ere ?che de l'honore della militia fia priuato colui ? che non è cauta
a confermar fi la fina degnità? & che è temerario in offenderei men po-
tenti . Le quai parole veramente di matura confiderationefon degne ? per
conofeere quanto al Tubile difeonuenga far ingiuria ad altrui . Verciò
che e' non è dubbioyche'l cinger fi la fpada ? èfol per fegno della giuHitiay
&per conferuatione fidamente di quella? fu cofiituita dal fomma 14-
dia
<D È Ly C Stft jLLLO LI è. I. 47
dio tal preminen^come ferine l^fpoftolò a' Romani) & per le giuste . ■
A difefe proprie e flraniere y come pienamente ci infegnanoi Filofbfi . Ma „
fenica comparatone pia paura delira battere il Caualieredi ingiuriare j- jn_
vnpouero,cbe vn ricco 5 perche i ricchi fi fogliono vendicare talbor con ft, umctt
Varmeche non fonda temerfi dal generofoymaiVoueri fi vendicano con fi védichi
le lagrime appo Dio ) ilq itale riceue come fatto in perfona fua ciò che fi o0"
fa al minimo di coloro. Oltre che è cofa propria d' alto animo > efìere(co~
me 0 iddio dice)placabile alla Ira yaguifa del magnanimo Leone y a cui
bafla di haner gittato a terra il '■' fita nemico y ferita, aggiugnerli altra
offe fa. infogna dunque di sì fatta maniera portar fi il Caualdere > che i
n, minoritratti come figliuoli) gli vgualicome fratelli) i maggiori come
padri) HforaHieri come compagni . Ts[e fi diletti di dir male degli
oMuerfiirij y perciò che la maldicenza dà indiciodi vii animo ; & alla.
*Donna. appartiene vendicar fi conia lingua>ma alCaualiere (fiele ven-
dette pur fi concedono) là arme ? & in quelli modi che pia fi comtengo-
no .. Sono tuttauia alcune ingiurie che non folo non fi deono vendicare*
ma più tosto dijjìmulare.& perdonare : C ke già- fi legge Cefare hauer
detto , T^iuna cof aportargli tanta allegrerà > quanto il perdonare a
queìyche gli haueffero fatta alcuna offefa y & il gratificare a quelli , che:
hf erutterò )parole certamente degniffime di laude e d'imitationettanto
C più che s'egli era Vagano y a noi s} aggiugne lobligo del^Diuino coman-
damentoMa. la malitia bimana è venuta in tanto accrefeimento in que
&acafo)che moltìnon ardifeono di perdonare a' nemici) per tema de gli
amicai quali fubito dicono farfi per dapocaggine , non per carità.: Et di
qui fono forte le- occafiom di mille Duellari combattimentiyne' quali ef- Oceano-
fendo per auuentura costretto difeendere ilCaualiere) perrifehiarare Ò ne prefe
confermare in quel modo ilfuo honore y edouendò in tanto rifehio prò- IJj^fi
cacciarfi vnfidatO)& valorofo compagno yqual potrà egli ekggerepiu jouer tr!i
ficuro dLvn e aualhyben formato dalla Telatura yben educato dall\Ar~ tardelc*-
tey& continuamente, nellarme effercitatoi Egli non per altro mifieroj uallo.
D penfo efsere flato fcritto da Hefiodo nella fitaTeogonia , che dal corpoj
morto. dìtJtyCedufay ingrauidatagia- dal^ettuno , fufse infiemecol ca-
ti allo yvfcito un'bmmo^nominatoCrifauroycondaj^ada falcata & ' indo-
rata mman0)fe manche l'buamoyihaitalla y& l'arme fono tre coje ne-
e efsarìamen te congiunte infieme. Et per tal congiuntane Fergiliofòr-
MezentiO'
ca-
fe difseycbe Creteo muficò femp reeantauacauaW,)<&arme d'buomini
e battaglie:Oltre cheingegnofamente da lui s'induce Me^entio- andana !Jf Jq
do per vendicarfi della morte di Laufo. contri Enea > parlar in quefla. uaUo.
guìfa a.I{ebQ amato cauattoy
B^ebo
4$ ù E L L U G LO ILI ^
t{ebo noi lungamente già ftam vijjì > »
Se cofa alcuna ft puh dir che fìa
Lungamente durabìl tra'' mortali :
Hoggiò tu vincitor riporterai
Le f augnino fé fpogliey e l'alto capo
'Del ì{è Troiano yedti dolor diLaufo
Giuslo vendicato)- meco farai ;
O fé per nulla for^a aprirla Jirada
Mi fi potrà) con me fteffo morrai :
Ch'effcndo tufortiffimo , io non credo
Ch'altri y che me feruir voglia giamai . F
l'huomo Mafefufie alcuno di parere, che per non confidar]! Vhuomo alla difere-
noti dee tione d'altrui) e per cintare i fmijìri auuenimenti ; fuffe meglio in quefle
c°f^ar*l fmgolari pugne combattere a piede ; potrà penj are , che a'cafì della for-
diferetio- tnmcofiinvnmoio comeinvn'altro fìtta /oggetto ; fé [opra le tofe
ne humane vogliamo pur approuare ilfuo dominio : ma fé filmiamo (co-
rri'è il douere) ogni cofafuperarfi con l'animo & con l'ingegno ; re fiera
da opponere folamente, che bifognando al Caualiere tener doppia atten-
tioney di gouernare e guardar fé tteffoy e parimente ilfuo cauaìlo; è
cofa piìi malagenole e pia dura : J^elche ogni corgenerofo potrà ri-
foluerfi brkuemente , che dalla fatica e dalperiglio nafee la gloria > /<*
quale tanto è maggiore e più filondente , quanto più difficile èfimpre-
fa, Et a ciò s' arroge , che efiendo vn vago fi) ett acolo a circoftanti ve-
dere vn'buomocoraggiofoy & armato fopra vn leggiadro cauallo ben
guernitomafee ne gli animi loro vna certa intrinfeca affettionee de fide
. . nocche quel gradito combattente fia vincitore ; dal cbefìfuole prende"
del co"10 re aHViYl0fe^lc^im0 - Egli è veroyche quantunque anticamente fi bia~
batter di- fimaffe il combattere a piede e difarmato; parendo unafanguinaria crn
iarrnatoa deità; nondimeno hoggidì per vn certo fegno di ardimento fi riputa
£! * per vulgare openionehonorato ; & molto fi vede vfato il diffinire delle j»
de! modo querele folo con cappa efpada . Ma tutte quefle elettioni fi lafciano in
del com- -arbitrio del B^eo , cioè delprouocato , a cui le leggi tutte prestano van-
batter co faggio ; come dimostrano apertamente le coslitutioni Imperiali > <& i
feoC Dotto ri che di ciò trattano ; tra* quali 'Paris ifp reffa mente fpiega ilfuo
parere , che fi combatta con arm e militari > tenendo però alcuna parte
del corpo difarmata, Eleggafi dunque il F^eoquel modo , che gli è
più commodo e più vide (pur che fia fen^a inganno) hauendo riguarr-
do alla forila & alla difpofitione difuaperfona ; e fàccia come glipia-
ce,pur che onoratamente poi fieW ejfercitatione fi portiy&femra foret-
to
htl CUV \J.llO} LI 8. t %jf
*jl h alcun d'infamia: perche infamia giudicò effere di coloro > cbetrapaf-
fano in dijpute la cofa , non facendo/i mai aggiugnete ; & intuendola
tlettione dell' arme, prudono le difenfiuedi modo,come fé douefiero afpet
tare le cannonate; & le ojfenfiue tali, che non pungono pur ne tagliano;
-& altri malitiofamente ritrouano certe maniere d'arme piene difofisli-
therie , che -fieramente fi pofiono agguagliare alla rete , che fé Falcano ,
fer inuilupparui la Venere fua con Marte. Ma il combattere armato combat»
■& àcauallo Andrea A:lciato,hnomo di fingolare dottrina , giudica ef- tere a ca*
fere propriamente àl<{obili conueneuole , co fi dicendo. Quello per ope- uallo prò
rione di tutti è confermato, advn Tubile h uomo e generofo piàconue- ^JJJJJ^
B nire,cbe à cauallo & loricato combatta, che altrimenti : soggiungendo ne a No*
ancor a,non douerfi da Signori del Campo permettere, che in altra gui- bili-
fa fi combatte/fé: Et poco dapoi afferma, Sfiere certamente la militia
à \ cauallo più degna à noflre vfan^c , e più da Tubili frequentata. La StaJU€.4
qual dignità fi puote ancora da l'vfan^a antica de' Rimani confiderà- f0lxima *
re;cJ?equafi tutte le sìatuefaceuano armate di corali > & a cauallo , «loria .
quando vna fomma gloria voleano attribuire : fi come in honor di Lucio
Furio famillo, e di (aio Menio Confilbpe-- hauer foggiogato il Latio, due
nella piazza di ì\pma ne furon pofte ; cofa rarijjìna in quel tempo
come Liuio fcriue ; & innanzi al tempio di Castore va' altra d Qiànto
■* aJMartio Tremulo confolo per la vittoria xle' Sanniti: efiendoaquefladi
fopra V arme la toga aggiunta,come Vlinìo dite; 8t vn\iltra fi'milmènte
togata & loricata,con la tefia fcoperta , Liuio narra effere Hata fatta in
honor di Minutio Tretore , per lafaluatione di quelli , ch'erano flati alla
guardia di C afilino contra [Annibale. A "Siila : come Appiano racconta)
dopò la guerra Ciuile,fu poHa vna slatua d'oro a cauallo, con una fiotto^
fcnttione,che diceua,^ Cornelio Siila fortunato tmperadore^perche co-
sì gli adulatori ilfoleuanò appellare, come quello che auuenturofamente
hauea guerreggiato ; laqual adidatione ottenne nome fi abile alla fine .
Vii" altra di bronco a (efare, conia Cometain teUa,perfe?no di Diuini^
tà,come nella vita di iaiVlutarco fcriue ; da cui fi fa pur fede, che Fabio
sJhtaffimo vrt altra fé ne fé drizzare in (ampidoglio . Fn' altra ne fu
dedicata a Traiano fmperadore di fmifurata bellezza, come racconta il
<JW 'anellino . Legge fi che CoHantino andando perla Città di l\gma, e Detto di
giungendo alla pia^-a di Traiano, dopò l'hauer ^mirato con grandifftma Coniteli*
merauigiia la mirabile archittetura di quelli edifici;non confidandofi di nno"
poter in altro agguagliarlo, difie volere fidamente imitar quel caual-
lo , che nel me^o della (forte Baua di fiotto il "Principe ; Il che fentendo
Ormifda Uveale diTerfia > con vn gè fio affai gentile riffofe,£ffer bertt
<D che
5<$ h e l : i ji g l 0 %1 u
the prima fi facefie vna fi alla idonea e conueneuole à tal CauaUo;fepof- £
fibil fufie . *A ' Tbeodorico (jota > dopo, hauer. debellato IZabbacco Bj di
S armatiay Leone l.mperadore fé drii^are.vna fiat uà Squeftre in Co-
stantinopoli; dandogli il cognome di Magno , e facendolo Bj d'Italia,
tsf $armene che primieramente fcriffe diCaualleria , fu fatta vnafia-
tuaà Cauallo daTefilao iìatuario > come Tlinio ferine . Scrifie etian-
dio di qneHa materiavn certo Simone (come Senofonte fa fede) &fìt,
fcclpito fopra vn bel Cauallo di Bronco in Eleufinio in JLtbene ; che pa-
rea fomigliantijfimo al vero; & nella bafe erano intagliatetutte le fue
cauallo di 4ttlMB>.w modi,ejr le figure delC anale are . Mitello Macedònico pofe
uerfe. nelcofyetto delle fue cafe vna compagnia difiatue a. cauallo > che porto F
da tSMacedonia ; &furon quelle > che lAlefiandro bauea fatte fare da
Lifippo eccellentiffimo Jlutore di, cotali opre yin honor di quei cento,
venti (aualieri > che ne' campi^idrasìei > prefso al fiume (franico yera-
no morti in fuo feruigio;<&- eranni infiemeìa Matita d'efiolui;nelteiqua--
li tutte fivedea mirabilmente efirejjli la fomiglian%a delle. figur£>co—
Aleffar*. me Vatcr colo narra .. Qiesìo Lifippo fcolpìjllefiandro in molte guifity
drolcol^i }}auen(i0 incominciato fin. dalla fhnciulkzxa di luucome Ulinio moftra;
tO IO DIU j. /» /. i , - • ,. V" „ v i*t r ■ r V
euife, & medefimamentef colpi vna caccia di (fio B^e > cbefupojcia /aerata et.
Delfi yfcolpì ancora la carretta coi Sole, de' B,odÌani.. Cofi fatte Hatue
à:cauallo.giàfi teneuano molto in pregio ; & Cicerone contra Verre par- &'
landò y ne fa. mentione là doue dice , Che dunque fi vogliono quella
indorate fiatue 8'queflri? & altrouer acconta , che Jlgatode Tiranno
della Cicilia fé dipingere nqUetauole vna vittoria, fua EqueHr(LJ . Ho»
ra tra le dipinture fonafiai celebri quelle d'iApelle> oueritraffe. Clito
a cauallo, che saffrettaua d'andare alla battaglia; convnofcudieroy
che gli porgea l'elmetto yel^eottoiemo > che andaua contra iVerfi ; &
Ksfntigow Bj ^armato fopra vn fiero cauallo :laqual.opra fù.delle pia
ammirate da i dotti de l'arte.Ei principalméte dipinfe Filippo <gr Jllef-
fandroy qua fi infinite volte ; &in vna (come (elio riferi fee) nonparen-
do ad Jllefi andrò lafuaimagine a cauallo e fiere àvoto fuoy &pe?òpQ-
cjo aprouandola;auuenne che'lcaualviuo accoHato fi al dipintOy comin-
ciò marauigliof amente ad annitrire ; quafi per famiglian^a eh' midi fé
Motto di mede fimo conofeea^mofio; onde leggiadramente *A pelle dljfé conqttelU
ApeUe . fiducia che tene uà apprefio al Bjygid mìpareyche'l cauallo fia di miglior
giudichili difeemere le pitture fopiu tofto come altridiconoy che.mofìri
più di voi la verità . "Njalce ancora è celebre d'hauer dipinta in vn ca-
uallo maneggiato dal Co^zoney ejprefi amente lafchiumayche anbelan-
io fa cea : Et àcGftui atìuenneineio quel ,che àTrotogene.era.auenutoy
the
2T££ C ^V ALLO LI*, t. fi
rjl che battendo dipinto (jialifo con vn Cane ; & efiendogli pia volte dijpia
ciuto il modo della [chiama , cfreglid'ejprimere singegnaua ; alia fine ■
fti^atofi nel lauoro,volle con laftognia canceUarq'-.eìla partc,che non
gradiua;maquel dar di jpognia fè'di [or te, che fien^a mutarci dltroyCo-
pra rimafc cortei cercauaMaìornando allafcoltura,già in J\oma nel- %.
la contrada delle Efiquilie , dou' erano le Hufs di Diocleti.mo, fi vedeano aeirefqui
duoicaualli di marmo afi.zi grandi di mirabile artificio > con duoi huo- fte,
mini me%o ignudi,che teneuano le briglie ;nell'vno de' quali erafcrittoy
Opera di^Pr affitele j nelt 'altro,diF idia;amendue Scultori eccellenùffi-
mi . QueHi caualli erano siati portati da Tiriditate F{è di ^Armenia yà
J* cui volendo Ts{eronefiir magnifica accoglienza, fi dice, che in vna gior-
nata haueffe fatto indorare tutto iltbeatrodi TompeoSDi effo Tr affite-
le racconta Tlinio vna grande benignità, che efìendo C alamide fàmo fi fi-
fimo in ifcolpire le carrette &i caualli ; ma non riunendogli e ofi bene
le figure de gli buomini-, egli nonfifdegnb di mettere in vna opra il Car-
rettiere fatto di mano fua,per far hauere ad altrui la lode perfetta . Fu
pur eccellente nello f colpire delle Carrette *Ari$ìide, difcepolo di Toltele
to.Hoggidìfi vede in Campidoglio la ftatua dibron^o di Marco-xA-uye- j rrf r*e
Ho à cauallo,benche altri di Lue io Vero, altri di Settimio Seuero la.fàc-
ciano-.Et nel tempo de' Tede fichi è ^Adriano Tapafefìo, in ritratto in me
c sro rilieuo,di bianchiamo marmo , à cauallo , fatto per le diurne m<mi di
MicUl Agnolo Tuon aroti . In rBeneuentofi legge vna antica ifcrittione
di Quinto Tlotiogentilhuomo Romano honorato di fìatua Equestre per
fua virtù, "ideila Chiefa cathedrale di Metyjn Lorena,fi vede la imagi-
ne di (orlo Magno, fatta £ argentoni rilìeuo à cauallo; l arcuai tengono
i Canonici con tanta veneratone , che folamente nelle fefì e maggiori la
mettono in publico,mentre ci>e fi celebri la meffa)<& vi fanno tante del*-
le Cerimonie , comefefuffe reliquia di vnfanto ; benché la gloriofa Vir-
tù di quello fmperadore fia veramente degna di ogni honore.*Hel p?la-
2) giodi tJfrCedici in Firenxe,fì veggiono imzggiori di quella ìllu.fiy ffima
fa miglia,] colpiti di marmo à cauallo, per mano de Ver celiente Taccino -.
1 Tifani, ferine il Comineo , che infegno di gratitudine , e d'honoran^a
fecero vnaflatua Equeshe di marmo al Bj Carlo Ottano > d?e tenea vn
Lione di fiotto à piedi, dinotando l'infegna de* Fiorentini: Toftia ilnede-
Ifimi tolta quella del Francefe ^ ne alloro vn'altra firmile à M. emi-
liano Imperadore^i . In Milano è vnaflatua dimarmo 4 cauallo>$ri\~
T^ata ad Oldrado Lod egiano , che fu in quella citta*? retore, come il Co-
rio fcriueVri altra fiatua equefire di bronco è in Tauia^laqualfi dice ef-
fere di intonino Impera dorè, &hauerla quiuitYajfiorlata da%auenna
D i iLon-
)$' • 2> E l t ; Jt G hO \ì J.
{Longobardi ; pur Alcuni la chiamano F{egifole. Isella piaTga di Ferra- «
\a fono i fimolacri diLionello,e diBorfo da Efle , L>uchi, foura-duoi ca-
valli di bronzo . La Serenici ma Signoria di Venetianiper donare ad
immortalità la memoria di [noi fortiflìm Capitanigli bdper le pia-^ey
9» &per le Cbiefe adornati diflatue àcauallo ; tra le quali vna riè di
Taddeo Volpe, vn 'altra di Taolo S anello, vn' altra di Incoiò Or fino Con
te di Titigliano,vn' 'altra di Leonardo VratOy'fj- vi 'altra di Bartolomeo
Colleone-idi bronco indorato : e quattro caualli pur di bronco fon di me-
rauigliofo frettatolo in su. la porta di San Marco ;i quatti, bauendogli (a
piantino prefi dall'arco di Vefpafianoin T\pmx , c^ condottigli feco in-
Costantinopoli ; furon poi trafjfortatiin Vitiegix ,quando quelli Signori &
tihehbero per mitài. ì dominio,com3 ft legge per IhiHorie. j^ella città di
ladina, fi vedeàS tnt' Antonio la sìxtua di metallo dell' eccell. Capita,
no (fatta Melata, foura vn cauallo difingolar beile7^a, fatti permana
diT)matello Fiorentino,come ilVolaterrano fi fede . Isella patria no-
fira,in San Giouanni à Carbonara , sia il RjLadislato ritratto àcauallo,
nel fio fepolcro;del quale il politi fjimo Sannazaro fé quello epigrama ,
che tra i Latini fuoi componimenti fi legge ^ T^el CaHello nono in sa la-
porta fi vede fcolpito dimeno rilkuoà cauallo il Rj ^élfonfo primole-
guifa di trionfante JEt nella porlal^ilana della città fu fatta pur di me-
%o rilieuovnajiatua Equefireal B^èF errante il giouxne-rfu-anxfo ritornò
Stat <? e- ^ CìcilìaMa fi troua,cl>e appo Bimani tbonore-delle fiatue Equefirivcn
«jueftri di ne~ad e/fere comune anco alle donne -.Conciò fi a cofa, eberitrcuandofi Cle-
Donne. Ha nobile donzella con molte altre data in ostaggio à Torfena Bj de*'
Tofcani,accampatoprefio al Tebro; e Hi ingannati i guardiani,gui<Luk-
do le fue compagne, à cauallo pxfsà il fi urne ;& faine fi nconduffero àio -
to caferper la qual prodezza à lei fri albata vna. statua à cavallo.: nuo>-
uà maniera dhonore , come Liuto dice . L'origine delle fìat ne à cattalla.
( ancor che quelle à piedi fuffero fiatepur gran tempo infama tenutù
in autorità) era antiebiffima e principale , come "Plinio ferine , edipen-
dea dal 'eff empio de Greci ,i quali folendo farle con le carrette à due ò
. . quattro rote,gl imitato puri Rimani con le e arra di c-eioro che trion-
rati 'da ca f^'Aano • ^ra q^fl0 carro cfauorio, indoratole pompofif/imo, tirato da
malli . quattro caualli bianchi-coronati à! alloro , & ricchi^ diamente adorni y
con marauigliofifpett acoli , fi come in più luoghi da Tibullo e da Qui-
dio fi dimostra : dauanti à -quali i Bj ch'erano flati vinti fi menaua—
no incatenati ,<>viui , a pur ritratti . Camillo trionfando de i Zleien^
ti fu il primo ad v far e i caualli bianchi, come più auenturo.fi e •più ri-
gparde uolìùl che benché allbor a fufieprefo àpaca religione > come Liuio
accenna
DEL C\A V Jtll 0, LI È. ì. ij
accenna > parendo hauerfi -voluto agguagliare a Deiy che tali diceano
~vfarli : tutta via fi ritenne poi di continuo il co fiume ;fe non alcune po-
che volte pernouità ; comeTompeo , che neltrimfo del'jCfricafètira
re il (farro fuo da Elefanti: & imitandolo Cefarc > parimente fi fece con- carrj ■ 4
dm-re daquaranta Elefanti) che da defira e da jìniftra psnauano i tor- « da Eie-
e hi accefi ; & pur co' gli Elefanti fu ordinate il trionfi > di Ver fi à Gor- fanti .
Mano „ [Aureliano il volle tirato da quattro (erui . Sofie sire Rj d.' Egitto
poneua al carro duo Bjfoggetti . Ma tutti gli altroché di Bimani arri-
uaro al numero di trecento venti ,fecondo il Biondi, generalmente fi fece-
ro concaua'.li.Etauando ad alcuno perauuentura non fi concedea il trion
■po y per non haner prima esercitati nella militia tutti gli vjfici > chef do-
mano ;b per altra cagione fecondo le loro ifiitutioni; glifi daua l'Ouat io-
ne in Senato > facendolo entrare in vece dei carro , con vncauallo affai
ben ornato , Srafi già fpenta l'ufanza del trionfare e ninno gioiua di tal
viflayper fecol noiofo in che ci trottiamo ,
Foto d'ogni valor , pien d'ogni orgoglio 5 ^
( come ben il spoeta dice ) fin che ne rinoub la memoria quell inuitiffi -
trio Bj n^flfonfo , di cui poco dianzi fife meutiom , il quale poi c'bebbe-
con gran franagli interamente conquistato queslo poffente Bearne -, en-
trò in Trapali in habito trionfale , fopra vn carro ( che fi vede ancora
nella Chiefa di San Lorenza) tirato da quattro Qtualli bianchi infrenati
e gnerniti d'oro; fi come nella Vita di luì , che l'ingegnofo noHro Termi*
nio con elegante (lile ha deferiti a; dilettevole cofa , & profiteuole fi a d
ler'iere.Ta; intente die Carra diurne s' attribuirono i caualli : come tra ^aualliV
principali quello del Sole fcriuono i '"Poeti efier guidato da quattroy i qua fcono a "
iOuidio appella fgnipediy cioè di pie di fuoco ;& altroue gli nomina in c'ai carri
lineilo modoy diuini co
Del Sol in tanto i bei Deslricri alati , ^u.elli *■
Tiroiy Eooy Stone y e Flegon quarto >
Van Varia empiendo d'alti s'Iridi ardenti »
Biche appo Martiale vno di quefli fi troni Xamo chiamar fi la dotte dicey
*A che ritieni difìofo e presto
Tirana già vuoile il freno StoneyeXanto .
Con quefli caualli fogliono effi Toeti difewere il far del giorno > e della
notte ; mostrando > c'hora s'attujfino nel mare > & hora neforgano;
& cofi per lo mattino dice Virgilio:
Spargea di lume appena i (b mmi colli
lì dì feguente vfeito ; aWhor che prima
Il Sol da l'alte gorgo alza i Deflrieri >
D 3 (he
54 *T) È IL j£ G LO X^I jl
Che fuor del nafovan foffiandaluce ~
Statioy Cjià le stelle il 'Z>ì premei el Sol già. baffo. **
1 Canai rugiadoft al^a da L'onde . & altrouty,
Fin che dal mare aliando il carro ardente
I caualli del Sol f]>ar fera il giorno,
viriofloy. Era nell'horay che trahea i caualli
Febo dal mar con rugiadoso pelo..
Ter lo meriggia Statio
De l'opre in incupii l'Solnelfommo Cielo'
Fermo libraua ifuoi canai lucenti ..
Tei • LaferayQuidioy »
Toc a fatica già reflaua à' Febo ;
E già lo (patio del pm baffo Cielo
Batter parean co' piedi ifuoi caualli. &*altroue >>
Tolto haneaFebo àfnoi Defbieri il giogo .
Sillioy. Finche il Sai ne gli stagni di tarteffa.
I TfesJrieri anhelanti hebbe tuffati ..
jLufonio y Calpe i Deflrier del Sol nafcofi hauea .
Tetrarca^ Quando il Solbagìmin mar 11 aurato, carro ..
^iriofìoy Già. hauea tuffate le dorate ruote-
li Sol nella marina d'occidente , q
E di tutti il maeUro Homero >
Hauea gia\ cominciato ad attuff are-
Titani C arniche sfanillan foco.
Ma egli.à l caualli del Sole dà.quejìi nomiy ^Abracey.sAsloy eTer—
beco y fi come Higino pone yilq naie diuerf amente -tutta via dice > cf?e'l
carro Solare è tirato da quattro caualli) duo mffchi , chiamati > Eos.
che volge il Cielo )&.Ethiopey che quafunfìamm.xta matura le bia-
de ; e due f emine y. che fi dicono fronte , cioè tuonante , e Sterope
lampeggiante ; fecondo che Eumelo Corinthio fu av.ttare .. Fulgentio
gli nominaua &ytreoyamator di terra ;\yitteone fendente ; Lampo pik ££
lucido ; e Filogeoy amator diterra; volendo ( come pur il Boccaccio-
vuole ) che fi come dalle quattro ruote fi dinotano le quattro Jlagioni y
nelle quali è partito l'anno ;cofi dai quattro coloride i caualli la varie-
tà delle quattro parti delgioruofi venga àfignificare ; pei 'che primie-
ramente quando Jhunta il Soley egli roffeggia y per cagione de 'uapori >,
che fcrgono dalla terra ypofcia disfatti quelli y fi vede più Jplendido e
più chiaro ;indi verfo il meriggio diuiene ardente; poi verfoVoccafo pré
de il color terreUre ..Tomafo Biadino ancora dice 3. che i caualli del So-
le coma
«£ ti CjiVjillOy ZtB.t. fi
m le tome che tutti fodero indorati , nondimeno ciafeuno hailproprìo fud
colore-) "Piroipiu dei roffo, £00 pia del candido , Stone del fiammeggian-
te, e Vlegon del nero : Et pero diuerfi epitetti fono flati a loro impofli ;
altri Luciferi & lucenti cognominandoli; altri raggianti e rofjeggianti ;
altri fiammiferi, & fi ammiptdi; altri niuei, gemei, e purpurei .J^efen-
7 a ragione certamente fono siati i causili ai Sole . attribuiti ; dinotando
lacaldiffima comtleffione ,& la velocità dìquesìi animali; come aper-
tamente ne' Fafti afferma Ouidio , dicendo per tal ricetto i Tcrfianifa-
crificare il canallo à Febo ; "y
"Cinto di raggi Ripperione i Ver fi
g Placano col DeFirier .' ne conuerrebbt
Vittima tarda à sì veloce Dio.
lì medefimo coslume tengono i iSMafiageti, e gli Scìnti', come fcriut
Straboìie & Herodoto ; diclnarandoui ì'islefia ragione , che'l più velo-
ce de gli animali conuenia didarfialpiu veloce de iTianeti; & al più
degno anche il più degno » Già nel primo' de' Regi fi narra , che'l Fj
(jiofia Jpenfei caualli, che iR^e di Cj inda hauea.no dedicati al Sole nel-
la entrata del tempio del Signore, appreffo la camera di IS^atan Melecb,
ilqual era Principe ne' borghi; & che brugiò le carrette del Sole . Qjùui
alcuni foggìungono, che coloro i quali doueano adorare il Sole , cauaka-
C uano quei caualli . andando da l'entrata del tempio fin alla camera dì
effo "Principe . Filoflrato racconta, Palamede batter ordinato à Greci, CaualIÌ
che per confeguire la Vittoria de 'Troiani, ammaTgaffero vncauallo facrificati
bianco al Sole Oriente; & altroue dice , che xAppolonio andando al Rè '' diuerfa-
di Babilonia fu inuitato a facrificare con ejfolui, nel tempo che s'era men
d ' ammaTjare vn cauallo bianco belli/fimo , Sguernito in qucllafoggia
come fofie douuto follennemente vfeire in pompa, Cjli Bthiopi facrifican
do al Sole, adornano vna carretta con quattro caualli bianchi : perche
di tal colore vogliono alcuni che f off ero i caualli co fi d'apollo , come
anco di (jioue;fhcendofi mentione da Herodoto, che nelle fiere ita di Ser-
fe , andaua dauanti ad efio Bj il carro di Gioue tirato de otto caualli di
pelo bianco, benché d'aureo fi difcrìuano da Homero . Ma perche ipoè-
ti attribuirono à Dei più e più carri ; lorfi pofiono ancora diuerfi ca^-
ualli attribuire . Da Celio pur fi narra , che nell'efferato di Perfianift
portauainan%i fopra altari d'argento il fuoco daejfi chiamato Sterno ;
appreffo andauano i Magi,feguiti da tanti giouani vejìiti di vermiglio Cauallo
quanti fono ì giorni de l'anno ; poi venia il carro diGioue , & indi il ca^ ^el Sole e
uallo che fidicea del Sole, d'vna grandezza marauigliofa . I Rodio- fauofi fa'
ti(fecondo Fefto) buttauano ogni anno in mare vn carro con quattro ca~ -Rodio ti •
D 4 ualli
4^ Ò E L L jt qLÒtiìJ
Carro co Halli) aàbonor del Sole > cb'ejfi adoravano ; perfuadendofi lui con quéi- j$
■allibii- ^ andar girando tutto il Mondo . J Salontini gittauano vim al fuoco
tata in vn caualio di Giouc^t . Filofìrato racconta ancora , ebe- iFj d'Indiani > .
mare da quando incominciano i giorni a crescere , /è rì andana al fiume >- alqual
\ °c iR ci ' come * 'D/0 facr$vaHa caualli y e Tori neri . E già antica vfan?ay dice
diuer/ì. Parino.) efere Hata y che ì Tori fi confecr afferò a fiumi ; & che ne' lo-
ro gorghi ft gitt afferò i caualilvmi ; fi come fi legge , che iTroiani fa-
cevano al fiume Xantho . I Veneti anticamente ( comeferiue Strabone)
vecideuano vn caualio bianco in honore di Diomede . Ts^arra Tlutarco
nell '^Amatorie > chei T ebani do'iendo venir à battaglia co' Lacedemo-
ni , il giorno innanzi vecifero v;i 'Poliedro biancoye ben adorno al Sepol- ?
ero delle Verginiy ch'erano fiate vecife. Tarimente jcriueTau fonia »
che T indoro infieme- con Menelao , hauendo conuocati i giouani della
Cjreciaper vendicare il rapimento d'Helenay quando vole con giura-
mento afinnger tutti à furi' impre fa di Troia y ammai^ vn caualio;
Ver la medefìmo cagione delia velocità (come Feflo dichiara) gli fieffi
Lacedemoni fu l taigetomonte facrific.iuano il cavallo à Venti ; finen-
do ancorayche dal fiato di quelli fi (pargejfe il cenere del facrificio quan-
to piti ampiamente fi f off e potuto per lo contorno-. Jt Marte ancor*
fi daua da Bimani il facrificio (tei caualio ; ogni anno gliene amarr^a-
nano vnoy al campo Martio yne ila rmtà d'Ottobre ;■ il qualmefe tenta- y
no tutto perfacro ad efio THo ; e tagliata la coda , laportauano allo-
ggia con gran fretta ifpargendol' altare di quello f angue : ma del ca-
fro fi fhceua vna fiera contefa traglihuomini della via facra , e di Su-
burra ; quelli volendolo affiggere alla torre ManUia , e quelli al mu-
ro medefimo della Fregia . Era latefìa in torniate di moltipani ; con eia
fofìe cofa chetai facrificio fi facea per lo buon fuc e efjo delle vetouagliey
& vecideuafi il caualio piùtofio che' l Bue ; per effer quello atto al far
delle biade ; quello più to fio à rouinarle con V affre guerre ; fecondo
cheF 'efio giudica . 'Plutarco nelle quiflioni Fumane ne racconta mol- „
te altre ragioni; onero per caligare il cauaUoydallacui effigie i Troia<-
ni loro progenitori furono ingannati ;ò vero perche nelle guerre bifognam
do ciafeuno fi are al luogo fuo , per confeguir vittoria ,- castigano il ca-
vallo y confiderata lafna velocità) & co fi paiono e affogare l'occafione?
ouerpiu tofio perche a 'Dei fi deono dare in facrificio le cofe più loro ca-
re}e più goueuoli ; fi che al fuperbiffimo Dio della guerra >& autore del-
le vittorieynon era cofa più conuenemle di quefìo animale iracondo) bel-
licofoy& vittoriofo: & però i Carmani àVifieffo Vianeta che adorauano-
(poi che feconda Strabane )per inopia di cavalli y che nanproduce.it
Ci kr
<Z>£L C JV^AlLOy LI É. I. p
\A lor paefe > eran cottretti di guerreggiar coligli Ji fintili) FssffinéBo per Afinelli
-vittima vccideuano. San certi popoli nella Sàtiri*) detti Mofcbiifecon- - crj £*"
do Tlimo,ma fecondo- che narra Giofafat Barbaro, ambafciatore de' Si- ^ caual-
gnori Venetianiyneltrattato de' fuoi Viaggi ,fi cbiaman Mo£i;cbe della li.
carne del e auallo fan facrifi ciò rpoi ripieno di paglia il cuoio, e tenendo-
lo in fublime,l adorano fcioccamente}e gli offerifeono fpejfo doni. Mani-
fetta dunque hor èia cagioney perche fi figuri il carro di Marte da fero-
ci caualli altre fr guidato: etfì ritratta chefiano due,da Homero nomina-
ti Dimos,& FobosydoèT errore e Tauore , come V alerio pone nell'or-
gonautica; facendone Virgilio mentionela dove dice ,
*B Di Marte i duoi cavai congiunti al giogo .
Il Carro di Tintone > quando fall à rapire Troferpina , fi de fcriue da "«EJ^
Claudiano con quattro caualli-, nominati *A laftore ; Etoney Omeoy &
tJWorfeoyò latteo ; tutti borri bili e fieriffimi , conuenienti al Bj Infer-
nale . Stimano alcuni efìcrgli attribuiti caualli di relociffimocorfoyper
dinotare: che ninno fia ballante à fuggir la tJ^forte . Gli antichi fecon-
do iltefìimonio del Boccaccioydifcriueano il carro diTlutone con tre ruo.
teye con tre caualli,Metheo , <.4battro , e TJjfuio . Tlutonerfìgnificando
ricchezza ; il carro i giri di quelli, che la procacciano , le tre B^iiote al-
_ frettante cofe che vanno in/teme , che fono la fatica, ilperìcolo , & Vin-
certela : eJWetheo e1 interpretato ofeuro: & fé ne comprende l'ingor-
do:lAbaSiro, nero per le trif\,exje,& perle paure : Ts^uuio tepido : eber
fouente per lo timore de'pericoliyil feruore de l' acquietare s'ìntiepidifee. caualli di
T^e fi rimafero gli antichi ingegno fi , che ancor nel Mare non bauejferamaxz.
l'vfo de' caualli deferitto y che già racconta lAtbeneo , che hauendo i
iJWetbinnei per commandamento del Or acolo gittata nell'onde vna
Vergine à'Hettuno:vn certo EnaUo,cb'era di quella innamorato,/} mi-
Jb ànuotoper ifcamparla : &pcrvn certotempone l'vno, ne l'altro fu
piAveduto : fé non che dopò alquanti giorni fìiallo tornò > raccontando
D che la Vergine eragià tra le l^infe ?>lereidi:&luipoflo alla cura dipa-
nerei caualli diT^ettunoyfoprauegnendo vna grande onda commofiay
bauerla feguita^y. <& cofi efierfi aquefte parti fourane ricouerato . .....
(be'i \ carro d'efio "Nettuno fi a tirato da caualli. Virgilio il dimofiray Nettuno.*
eoft dicendo >
Volge rcauaUiy & colfuo carro lieue
Volando 3 àtutt a briglia oltraglifbinge, & altrove >
f feroci Deftrier congiunge UTadrer
hor aggiugnendo gli fp limanti freni :■
Et le redine allenta ad ambe mani..
SMìOy
^8 D t l t J. 0 l 0 \1 Jt
Sdito, ^ton altrimenti che qualhor Nettuno
■(o' frenati cauai nel carro fuole .
Scorrerli mar , per ricondurfi a fethi.
Nomi di Claudiano chiamai caualli diJ^ettuno per epìteto verdi ; Statiocem-
caualli di lei quelli diTetide fua conforte . Varino à quattro camalli di ISfettuno
Nettuno, daqueWinomi, Encelado per lo fremito del Mare : Glauco per lo colore;
Sthenonteperlapoffan^a: SrioleperV impeto decenti Immidi . Tlatone
parlando de l' omatijjìmo tempio di7>{ettuno , ch'era ndl' Ifola di ^At-
lante, dice che vi/lana ejjb "Dio appoggiato al carro , tenendo le redi-
ne de i caualli , che haueano l'ale . Virgilio dice Trofeo mi furar il ma-
re col carro tirato da e auallià duo piedi, Somiglianti gli attribuì fee
Faìerio ad Orione , cofi cantando .
Et Orione armato inalba il Mare
(ol fiato de'cauai , ch'anfol duo piedi . .
Tritone altre/I , come cDio Marino , ha ifuoì caualli appreffo Ouidio , il-
quale induce Didone fcriuendo ad Enea , co fi dire,
Hor hori Venti poneranno , & l'onda
Spianata vguale , correrà Tritone
Cofuoi Dejlrier cerulei per lo mare .
Sono fiata ancora da' Toeti attribuite le carrette co* caualli cofi al gior-
no come alla "biotte: quefli neri , e quelli bianchi . / caualli del giorno
Sono appreffo Homeroy Fetonteye Lampo: benché altri più moderni (tra
quali è Licofrone) dicono il Giorno ejier menato da Tegafo . De l 'altra
Tibullo canta,
LaTìotte già conia carretta nera
Fornito il Giro del'Bthereo tJWondo,
Lattate hauea nel alto tSbtar le ruote »
Hauendo riguardo al continouo moto che fk, girando intorno la terra
in queHaguifa y cheforgendo il Sol dal Mar ; ella vi fi fommerga ; poi
fommergendofi quejlo ,à vicenda rifforgaeffa , ^Altroue esortando ,d
piacere noturni dice.
Schermate hor} che ÌaìS{otteiCauai giunge^
Etfeguon de la madre il carro cheto
Jge chiare Stelle in lafcittetto chorù .
Virgilio > SuH carro i dttoi Dejlrier la lS(otte nera
Condotta hauean, che giàteneuailTolo »
ìl che imitando il S abelli co dijfe ,
Già l'atra Tfotte con lefofche ruote ,
Sojpintain altoyfen' venia calando .
H
DE l C JL V J. IIO, 11B. I. f$>
*Alla Lunaybenche alcuni attribuì fco i Bovi, e Fello i Muli; nondimeno Cauallt
^ la miglior parte de gli fattori le defcriue il Carro con duoi cauallìy vno della Lu"
bianco per dinotare il corjo diurno, l altro nero per quello che fa di na*
notte y fi come con l'auttorità d'Ifidoro il 'Boccaccio afferma . Oui-
dio coft dice >
Frangia quiete e dhnomini e di cani
Le voci tutte :. & i e aitai notturni
Dolcemente la Luna alta reggeay.
Ztatìo > Tempo era > quando fente i. canai giunti
Del biondo jLpoìlo laforella accefa ..
2 Lucano y Contraria andrà la Luna alfuo fratello ;
E per l'obliquo del menare il Carro
Sdegnata > àfe-dimanderà il bel giorno.
Valerio chiama Soporifero il carro della Luna t rifletto alWì^otte r
de la quale Claudiano contra B^ujfo induce il Sonno efiere carrettiere ;
& per la natura, del. tempo notturno chiama humidi que' cauallìy
dicendo y,
(fio. i 'Deftrieri de la Ttytte burnenti?
Et i freni Letei reggeua il Sonno .
LYjLurora ha pur la fua carretta con due caualli ? tutti à:color dìrofe CauaUF
C vermiglie ,, & rugiadofi ;, come diferiuono i poeti ; Virgilio ? ^eIl'Àura
Già.s' arroffaua il Mar tutt o dì raggi y **
E daljublime della bella zsfurora
Ts[el fuo rofato carro rifjjlendea ..
Quidio ? Già foura il Mar vien dal marito vecchio'
Colei y che'l dì col carro tumido mena,
jiriojìo y Fin che l'aurora la gelata brina.
Da le dorate ruete in terra f^ar fé .
H'orareflaua che'l Tempo dìfpenfatore di queflepartiyhauefle ancora il
(farro fuo ; e già- il gentilijjimo poeta ne'fuoi Trionfi glie l'ha diferitto
D nonfenia gran mijì ero facendolo cofi direy ' delxépo*
Quattro canai con quanto ftudio corno >, -•
Tafco ne l Oceano , e furono ; e sferro '..
Concmfoffe cofa che lavelocitàdfeffo Tempo irreuocabikyche d}guifa:
di rapidi fiumi (come Gnidio dice )fn corrergli anniynon fi potea meglio
ebe col (farro tirato, da queRi animali velociffìmi difègnarey& attri-
buendo medefmamentei caualli ad\Amore fa doue. canta y,
Quattro DeHrier via più che neue bianchi? Gauallid*'
S-oum. vn carro di foco vngarzon crudo ; Amore »
Dino-
6a t> t I l U G LO J^ì ji ■
*Dinot a ifrreff amente la calda libidine del cauallo : &la bianche^X _
appropriata alla madre d' effo Cupido, oltre alla cagione de. gV in finiti-di-
letti , che ifuoi feguacifogliono fpejfo ne' maneggi amorsfi prendere co'i
caualli . Ma che si marauigliamo noi di quesìe poetiche fintioni : fean-
Caualli cora a" facri fcrittori è piaciuto d'ufarle pergrm mifleri ì Egli nel li-
della ferie £r0 je ^ $j jj legge, che Elia montò nel Cielo con vn carro tirato da
tuia a ra. ^uattYo caualli di fuoco : Onde Elifeo rimafo interra attonito , ilchia-
maua con grido, Auriga del gran carro dilfraele. Fé poi questo Elifeo
veder à nemici vn monte pieno difehiere armate di cauallieriinfuo fk-
uore : i quali certamente non è da intender fi che f uff ero flati fé non <An-
Cauallidi Se^ della diuina militia. Et cofi per caualli di Dio intende ' jldaman-p
Dio quali tio , quelle anime,che accettato il freno della difciplinafanta, portano il
giogo della foauità,cbe procede da efìo Dio , dal cuifpintofi lafcian reg-
gere ; E tali caualli egli chiama beati oltra mifura, che à tal (faualiere
hahbiamo degnamente fegato il dorfo , <& a tal freno aperta la bocca , .
dri^jando iUorfo loro non fecondo la libidine propria , ma doue il fora-
mo governatore gli volge è fpinge . Ottimamente dunque ilVìfet a Ha-
bacuc dipinge Iddio fourai cauallhdkendoy Monterai sài tuoi caualliy et
Dio dipin ^ quadrighe tue faluatione. Al che cornfponde il detto di "Dauid \ cheH
caualli. carro di Dio è con dieci migliaia moltiplicato . Tarimente il V angeli-
ca nelle fue fyuelation dimofìra , che l' innumerabile efferato celeftefe- G
guia su bianchi canalini Signore de Vuniuerfo ; per dinotare il numero
de' beati, chefeguiano il v£ro Iddio in purità di cuore, & i* carità per-
fetta, fra continone guerre di per fecuthni y ditrauagli, e di martiri:
H auendo altroue diferitto effo noslro Redentore foura vn bianco cauallo
con arco in mano,& con corona allatefla àguifa di vincitore e di trion-
fante , lui ancora nelle quattro figure varie di caualli quanti beili fe-
greti rinchinfe f Alcuni vogliono , che'l cauallo bianco difegnafie (fa-
to Imperadore fuccefior diTiberio } il quale non fu moleslo à ChriHianiy
an"zi mando in ejfilioVilato; che iniquamente hauea fententiatoilSal-
Uatorey & H erode, che hauea decollato San Gio.Battifla. fi Byoffo
7^erone,ilq u ale con flr ani/fi ma crudeltà vecife motti Rimani y e tra gli
altri f uà madre,fua moglie, fua fonila ,fuofratelloy<gr ilfuo maeHro:
e gran parte ancora della Città abruciò. Il l^ero, Tito amoreuolc
'Principe yilquale qua fi per vendetta de-lgiuslo Iddio, horribilmente af-
flile di guerra e di fame Gierufalemmefcome (jiofefo narra)& la fila-
no . Il Tallido ; Domitiano , llqualfotto diuerfi pretefli [cacciando , fo-
gliando & vecidendo i Senatori T\o mani , & i Chrifliani : tutto il Mon-
do tenea in timore . Ma per che ninno di qneHi Imper adori accon-
fentì
r> r i e uv jiiiby uè. i. et
jf [enti alla -vera legge del vero Iddio ; &fe caftijaro TilatOy Herodey&
i Giudciyfì può ad altre occafhni attribuire più tosìo , che à pietà: m al-
mamente che (jaio mandò la sìatita fua che s'adorc.ffe , & per che gli
Hebreinon ci baueano acconfentitOyVi batta mandato Petronio con ef- b ^,a Jj-
fercito-.s'inducono altri ad interpretare > che 'Uauallo bianco dinoti la ^"enero
prima Cbiefa di Gierufalemme yfotto San Giacomo: llP\offo la Cbiefa che coli
'd'Antiochia [otto San Tiero:IllS(ero la Cbiefa di Aleffandriayfotto S. denotate
<JWarco:elTallidola Cbiefa di (oflantinopoliyfbtto San Cjiouanni Chri X^QX^\^.
fojlomo y*Ad altri piace che nel cauallo bianco s'intenda la purità del- tere.
la Cbiefa co quel primiero battefmo(Helrojfo:leperfecutionifanguina-
2? rie e terribili : T^el nero le berefte: J^el Tallido le bipocrifie. Oltracciò
alcun altri intendono per lo cauallo bianco Ih uomo caflo : il Qiualiere
ejfendo l'angelo buono cheH guida per la via netta: Ter lo I\offoyl>huo-
mo accefo del fuoco de la lujf uria. Ter lo l>{ero la SimmiaTer lo Talli-
dò la Inni dia: efiendo i Caualieri ditai caualliglifpiriti maligni, che gli
fpingono à quefti vitif . Il che s'afferma da Origene y Uqual dice che tutti
quelli che fon nati in quefto Modoyfipojfono per figura cbiamar caualliy
e dir chi ogn 'unadi lorofìafottopofìaalfuo cavalcatore: alcuni 'al Signor
Iddio et àfuoi jLpofloliycke alla celefìe beatitudine gli coducono: altri ài
r Demonio>& a fuoifpirhi infernali) ebe per tre vie gli menano à precipi-
tio:perlo penfìeroyperla parolay& per l'opra.Molte altre mifteriofe com
parationi fi trouano del cauallo nella medefima «Apocaliffiyfpecialmétey
eue dice bauer veduto vngra numero diGrilliyfimili à icaualli apparec
cbiatialla hattagliayfignificando iV andoliypopoli dell' Aquiloneycofi r<y
bufti e bellicofifragti hnominiycomt il cauallo tra gli altri animali bm
ti.Tofci.ain uno esercito di mille milioni di Caualieriydice bauer ueduto>
k tefle de? camalli effere famigliati à quelle -de' Leoniy& che dalle buche
loroufcwafuocOyefumoy& folfo;nel che dinotala crudeltà de'Tnncipi
colmi d ' emulatione^irvanitàye d* altri uittj pUTgoléti? ma con tutto ciò
j) efèrime affai bellaméte il naturale ardire & valore clrèmleauallo ab-
bondate di fyirito. viuacijJìmo.E douefoggiugne}cbe la potefla de' caualli
è nella bocca et nella coda,bécbeegli intenda che l'effetto drtutte A? cefe
coftfte ne- capi che comàdanoyet ne' minifiriyche ejÌ€guifcono:pur del pri
mo di qMeHL eflempi fi ferite ancorai '^pofìolo Giacomodoue dice ,• Ori
non offende in parole yè buomo perfettoybaftate a menare attorno tutto it
corpo co freno : che fc noi mettiamoi freni alle becebede' caualli, per far
li confentire <&• vbidire atte voglie noftr e: ■ & leJ^aui quantunque gran
diyefoggette àvalorofi vétiy pur con vn pie ciol timone s lnàrÌ7%ano oue
vuole il gommatore ;cofi La lingua bea chefia vn piceni membro,effal~
U
4i b £ Il >À GIO 1^1 ji
Mìftero ta igrandi \ che già ben pocafhuilla balìa à bruciare vna granfelua . £
di Zacha Quìfìpuò anche con fider andò aggiungere quel miHeroy che dal Vro-
feta Z accharia fu annunciatOydicendo > Quel ch'èfoura il freno del ca-
uallo farà fanto al Signore : Jl che fi dice hauer adempiuto Cofiantino
Imperadore > à cui effendo slatiportati da Helenafua madre , dimtifji-
ma donnayi tre chiodi , co' quali il figlimi di Dio era flato ajfijfo in Cro-
ce;vn di quelli buttò in mar ey per raffrenare vna crudeliffima tempefìa;-
"vn" altro fi mife insù l'elmetto; & l'altro nella briglia del fuo cavallo,
del quale fi feruia nelle battaglie . Il mede/imo Trofetta hauenio ve-
dutto quattro carrette vfcire da due montagne ; con cauaUi nella pri-
marufiynellafecondanerhnellater^a bianchi) <& nella quarta variati; p •
xp tutti gagliardi ; gli fu efpotto da l'^ngeloy che quelli erano i quat-
tro Venti dell'aria y che vfciuano dalla cafa dauanti del Signore di
tutta la Terra: nel che fi vede efprefl amente agguagliar^ a Venti il ra-
pido corfo de* veloci cauatti. Et in quel chel'isleffo dice,I{aUegrati affai
figliuola di Sion ; rallegrati figliuola di Gìzrufalemme , ecco ti verrà il
tuo BjgiuHoe Saluatore ; effo poueroymontando fouravnajLfinella ;
&sà un Tolledro di quella figlio ; ma tutta via egli frac afferà la qua-
driga di Ejraimyegitterd à terra il cauallo diGierufalem;e disfarà l'ar-
co della guerra , donando la pace alle genti , e scendendo il fuo do minio
da mare à mare, e da fiumi infimo à gli estremi fini della Terra . Chiara. 9
cofa èychefi comeper l'iAfinello s'intende l'humiltà , coft per lo cauallo
lafuperbia;ela pofian^a; dinotando ch'egli verrebbe à deporre i poten-
ti dalla lorfede<y efi aitando gli humili . Ciò (oltre al Salmi]} a che dice,
Ttyn nella forte7%a delcauallo barala volontà) fi conferma col T>eu-
teronomioyoue fììeggey che IddioimpofeàMofe-y che fé gli fuffe diman-
dato!^ dal popolo d'Ifraele^y glielo deffe y guardando bene eh' egli fuffe
nato nel I{egnoy& non haueffeà tenere troppi caualliydinotando (fecon-
do il Cfueuara)cbequefii dando ecceffiuaftefa , Vinuiterebbono à tiran-
nia\ò come più toslo io crederei ; che di continuo lo inanimerebbono aUe
guerre;le quali il più dette volte fono ingiuHeyefempre mortifere; oue-
ro(per quello die fi foggiunge, eh 'einon douefie ricondure il popolo in
Egitto) intendeua per li caualligli huomini sfrenati , che (peffo appetì-,
feono di tornare alla pianura delle voluttà dishonefle; fi come ancora in
quelverfo del Salmo >
Come caualfhllace aUafalute ,
, J-"®£ . s'intende per vn'huomo errante > & vano ; £t in quell'altro doue dice >
tura inter ^?^ Cauallo & nel Mulo non efiere intelletto ^s'intende per tutti gli ani'
pretati . mali brutiyin cui non è la ragione cofi innata & ferma & chiara > com'è
nell'huomo
7) E X C^ v ** L l0 > l 7 B' L *i
nelVhuomo , e per dir meglio com 'ejferdee : perciò che, fi tome tra gli
£ huomini è differenza) di chipartecipipiu ò meno della ragione ; co fi an-
aora è tra caualli , di chi più o meno all'intelletto Humano sacconi.. Et
noi la gloria & lhonore,che habhiam voluto in quefii libri d'arai cattai'
loantendiamo di attribuirla à quelli foli ,che perfetti 'nella jpecie loro
trouar fi poffano. . Oltre che ninno diedra prendere a\ marauiglia,che d'u- Caualta
na cofa diuer fi effempi fi veggian togliere : perciò che il cauallo è ani- anchora
male dia: fé feroce >, ma nulla dimena riduceuole alla legge della B^gio- che. ÌM~
ne:ficome bellamente fi fcriue di Temiliocle , ilqualea certi che fi ma- ce e j.^,,^
rauigliauano come ifuoi coftumi di fomma intemperanza fifùffero,in ceuoleai-
~ fomma continenza cangiati, rif^ofe, Dunque voinon vedetegli ajpn & la ragio-
indomiti Tolledri%ottimi caualli per riufcire ?. St cofìveramente fi ve- ne>
de, e bey da poi cheilcauallahàvna volta accett ata la fella e'I 'freno-atte-*
ne a lafciare a poco- a poco ogni fua ferocità... Il che argutamente fa
efèrejfo da Scipione , quando tragettati inJLfìa i Romani contra <Antio~
co:àgli ambafciatori.di pace, che coluimandaua , rijfrofe, Efierfìciò in,
prima douuto Jure&on dapoiche il cauallo haueariceuuto in doffo ilCa-
ualiere. Cicerone \ ancor aneli 'JLmicitia co fi ferine ,. Tsliuno è che non
più volentieri fiferua di vn. cauallo prim a vfato , che di vn nono, e non
trattato òpratticato : quando però. niun a cofanonl impedifca,ò ditrop-
q pa. vecchiezza ,ò infermità. Ilmedefimone gli Offici quefia bella, ag-
guagliane pone , Si cornei caualli ■> che per le fteffe contefe delle bat-
taglie in troppa ferocitàfon venuti,noi fogliamo darein mano a Cozzo-
ni per poterli bauere più fàcili èpiu piaceuoli: coft gli huomini sfrenati
per le molte proffJerità,e.troppa cofidenti.di fé mede fimi,bifogna menar ft
al giro della ragione e della dottrina,per cono f cere la fragilità delle co-
fé bumane, & là varietà.della fortuna . Effendo dunque quefii animali
affai idonei a ricevere ilgouerno & l'impero humano» afferma. Suche—
rioynellafàcra Scrittura, jpejìoporfì il cauallo per vn'huomo ornato di
modèfiiae dibontà. Et per sì fattaobeàienza & fóggettione, coloro- Comparai
B che fan vanamente profejfioned'indouinare i fognila chi fi fognajle di ha JJS^jS*"
uertesladi [ane,ò die auallo, dicono lUi.dbuerfilridurreinferuità: &à. caualli..
cbiftpareffe in fogno gir à cauallo »dannofferan%a.di douer tofio confe-
rire lagratia della donna amata. Cònciòfia cofa, chela donna intat-
ta eraffòmigliata al cauallo non ancor d'omo: fi 'come \Anacreonte dolce—
mentefeherzandò con vnagiouanetta, che vagheggiaua, le dice >
Tolto di Tracia, à che co gliocchitorm ..
*&€i guardi e fuggi Znulla par che fappi ;.-
%ft£a fé redine, e briglia io ti legaflì,.
Rdel-
#4 b 1 l l Jt G l 0 \1 <A
£ della Meta al giro e pofcia alfine*» j?
TiriuolgejJì,ben dotto parrefii.
Dellaqual coparatione leggiadramente. ancor a Horatio fi feruì > dicédo9
Che qmt Caualla di tre anni à punto
Ideile campagne falteggiando giuoca;
E d'efier tocca paue , non prouate
tsfncor lenoTge , del marito è /china .
E da quefto ingegnofamente fi mofie il Boccaccio à dir in modo d'vn
bel prouerbio .
Che buono & rio Canal vuole fteronc-J .
l*er dinotarey CheT>onnaò buona ò rea pur vuol bifioncj. & .
Se<»no di ^eggefi altra acciò chevn certo famjfimo Mago,Bjnarone chiamato >
Sebras. dimandandogli Sebras Bj dell'India , che c'ofafignificifje l'efierfi info-
gno parato divedere , che duoi augelli d'acqua volando cade fsero alle
fue mani ; egli dichiarò che di corto vn !{è di Grecix gli donea per ma -
re mandar in dono duoi perfetti cauallU che non harebbono pari al Mori- ■
do; certamente non per altro movendo fi > che per la fomigliante velocis-
ta. 1)al che fi mojse etiandio Tlztone a dir che l 'minima fia guidata
da duoi caualli alati, volendo dinotare , ch'ella come la più eccellente
creatura immortale , che fia fiata prodotta dal gran fattore-, è fi veloce,
che in vn batter d'occhio partita di queHo Mondo , arriua nell'altro al
luogo fuo& co fi può figurar fi, che l fuo carro (il moto lignificando)
fia tirato dai pia nobili è più veloci animali che pofsano qui trouarfi .
tsf.iuenga che il principal intento del Filofofo fia di moftrare quanto
dura & malageuole fia la ventura nofira: differentiffimadai Dei:iqua-
li per che hanno i carri ben aggiustati di redine, & egualmente librati
caminano fàcilmente ; efiendo quei diuini caualli d' ambrofia pafeiuti, e
dì nettare abbeueratì : nJftCanoi guidati da duoi caualli, ( iquali fecon-
do Celio dinotano duoi affetti) l'vno moderato dalla \agione,che s 'al^a,
in su, l'altro trasportato da /' appetito, che inchini e tira già : l'uno (co-, fj
me ancora Galeno dice) vbbidiente, buono,e bello,l altro brutto , catti- -r
m^e fiero : mentre che queHo con impeto violente fi mette in difordiney
e quello per debole^a & per paura non potendo contrastare , fi làfcia
condurre, àfuo mal grado ;cibandofi l'vno e l'altro di federati penfieri »
Iraco.dù & imbeuendo maligni effempi tra quesle Mondane feccie; ce n'andiamo
affo^T112 wfefoì con tutt0 H car™ in precipitio.il mede fimo Galeno altroue afio-
gliate al miglia la iracondia & la ragione al cauallo & al Caualiere : & al cane
cauallo,e & al cacciatore ; Dicendo giufta cofa& conueneuole e fiere, che quello
cauahere. c}je^er natura è più nobile & migliore,flia nel dominio; cioè che'l Caua-
liere
DEL Cavati LO 11 B. I. 6j
rjl lieve moderi il Caualloye"l Cacciatore il (/ine,& la Ragione il Senfo. Ma
egli auuieneyehe nonfempre s'oflerui quesla legge della "Natura-, in am-
ministrare lordine delle cofe congiunte ; perche fpeffo il cauallo indo-
mito^ feroce [correndo fen^a mifura, trahe con [eco a voglia fua il Ca-
ualcanteyche ò per mancamento difor^e , ò per ignoranza dell'arte gli
cede; Et co fi lira violenta jpeffo tira a cattine effecutioni la Bigione in-
ferma &foggiogata: vJtyCafe la Bigione eH (aualiere faranno faggiy e
fort'hfen%a dubbio coflui delCaualloy& colei dell'Ira fuperion faranno,
&fhranli caminare alverfo loro con la domita vbbidien%a '.Quinci for-
ino y il dottifjìmo Andrea ufficiato vn fio Emblema, co fi dicendo :
B „ (ade fo^jopra > e in van la briglia flende
Huom, cui sfrenato coridor trafporta ;
Co fi de l ardir fuo mal fine attende
Colui, Cui non ragion , ma voglia porta .
Quefla Metafora vagamente fi vede vfatafpeffo dal diurno Tetrarca ,
fi come tra le Canini :
Sìpojfente è il voler > che mitrafporta ;
Stia ragion è morta >
Che tenea ilfreno,e contrafìar nolpuote .
*N(e' Sonetti y Quando il voler,che con duojproni ardenti >
£ Et con vn duro fi en mi mena & regge ;
Trapaffa ad hor adhor Ivfata legge .
In vn' altro più efpreffamente agguagliando il fuo tramato > e folle defi-
derio ad vn cauallo , foggiugne :
Che quanto richiamando pia linaio
Terlafecuraftraday men m' af colta ;
7\e mi valejpronarlo , ò dargli volta :
Che amor per fua natura il fa reflio .
Spoi e he'l fien perforya afe raccoglie >
Io mi rimango in fignoria di lui ;
Che mal mio grado a morte mi trajporta .
'Ne' Trionfi ancora induce dirgli tJWadonna Laura ,
Quejìo fu quel > che ti riuolfe e flrinfe
Spejfo ; come (aualfren y che vaneggia.
Bello è pur a confiderare (poi che' l luogo ifieffo par che' Inchieda) con
quanta vagherà Virgilio inducala comparatone del cauallo fopra il
Fyà Turno ;
Che lieto armato il fier nemico affretta y
(bme 'Deftrierycbe rotti e lacci e funi >
S libero
F
66 t) E L l Jt Cj l 0 \l Jt
libero finalmente alla campagna
Dritto feri fugge a ipafcbi ; od alle Mandrey
0 vago di bagnar fi all' acquei? fate ;
£gli annitrendo f e note il capo altero ;;
Et boy fui collo , & horfopra le fl> alle
Vèggon gli fi fcber^arglijjtarfi'crini...
Imprefe Ma non meno ebe fi fatte comparationi, fi fon tirate pur dal cauallo, afi
tirate dal fai misleriofe,& leggiadre imprefe-: Tra le quali bo trovato ycbe appo
Smirnei fu fatto vn fimolacro della F ortuna da vn faggio buomo, chia-
mato Bupaloyin guifa che su la tefta tenea vn poliedro cauallino,& nel-
la mano il corno di^imaltbea,per dinotar la vittoria & V abbondanza.
Incerte medaglie di Fabio Cuntatore erafcolpita vna tefta di cauallo
con fàccia humana, barbuta infino alpetto ; con pie di fjr ve, e coda di
Medaglie. Gallo; volendo fignific are pei lo cauallo il principato nella guerra : per
e monete la barbai ijperien^a,per la Cfrue la vigilan7a,& la vittoria per.loCfal-
diuerie.. ^0> Ottavio giovane in vna medaglia d'argento baite a per riuerfo vna
figura a cavallo , con lettere,. TOTfL. IKSSP*. perche per ordine del
popvlofv f colpita in honor di lui . Tiberio Claudio in vna. di rame ha-
uè a vn.bellijfimo arco,. [opra ilquale eravnaftatua Equefìre inme^o. di
duoi trofei e a uhi di fpoglie ,. e queslafù l'imprefa d'Inghilterra ,come
Tranquillo fcriue .'Herone face a vrìhuomo fiero a cauallo con vrìhafta
in mano,che falta addofio a.due figure d;fiefe,dinotandà l 'abbattimento
de nemici . Tito parimente vn Cavaliere col dardo inmano>el cauallo
eleuato induoipiedi,cbe tien di fiotto vna figura dislefa,& quando egli
trionfò, della Giudea., fu.battnta lafua medaglia col riuerfo di quattro
bei cavalli-, chatirano vncarro trionfale, con vna figura,, chetien vna
verga in mano .In vri altra fu intagliato vrìbuomo a cavallo yche nella
finiftra porta vna maTga; & con la deslra riceve la palla del zJWonde
da vn' altra figura, che gli ila davanti con l'elmo intesla ^dinotando y
che là Città di I{pma a lui.porgea l'vniuerfo impero .. Domitiano havea
per riverfo vn cauaUo corrente convn che portala mai^a in mano, & R
-. lettere interno TBJMS1^ IVVET^T. S.. C. perche il Se-
nato glie la fé fare , quando egli giovane andò, contra Germani . Tra-
iano haveavn Cavaliere col d'arda in mano y,che giva addofio ad vn ne-
mico,. In vrì altra duoi cavalli ,. che tirano vn carro con la figura della
Vittoria alata, che nella deftra porta vna corona trionfale, nella figni-
firavn ramo di Lauro .. TSteruanellefue monete volfe fcolpire caval-
li fciolti,e.pafcentiy per. dinotare y com'egli hauea levata da Italia,
yna certa gabella delle vetture .. sAdriano fcolpi nelle fve. vn cavallo
guidato
ì> È l ìa V AllOy US. I. Jf
j guidato da vn fante , con lettere attornoy che diesano MjiVB^l T*A-
T<{Ij£. forfè y perche quella prouincia a quefio éfiercitio è attiffima .
Si come poi è Hata vfan^a d'alcuni ordini militari Cauallerefchi , por-
tar nello fendo in campo bianco (effendo l'ombilico giallo, trapojìoui vn
giro verde) fcolpiti duoi me%i caualli -vermigli-, in fem bianca di conten
denti fra effò loro , e quefìi Mori feroci fi nominauano : Il mede fimo-
Imperadore in vna medaglia di rame con lettere greche hauea per ri-
uerfo quattro caualli) che tir asiano vn carro con vna figura trionfante-
di fopra, & vrì altra auanti , r'woltaalei. In vna diJtntinoo giova-
netto bellifjimo di Bithirìia, & cariffimo ad s^Tdrianoy era vna figura
» a caualio, che nella deftra portauavn Caduceo . asfntonio Tioin vna
fua medaglia Rimana, & vrì altra Greca, hauea vn carro trionfale con
quattro caualli,per hauer vinti i Britanni) i Germani y i Daci) e i Mauri.
tJtytarco Antonio nel riuerfo d'una medaglia grande di metallo. gialloy
■era dipinto armato con vrìhafta a canallo y con vna figura , chegligiua
innante tre da dietro, parimente armate , con lettere , ^P^OFECTIO
<Ls4(fG. dinotando quando egli infieme con L. Verofuo fratello andaro a
Vimprefade'Varthiyperche la medefìmamedaglia fu fatta a quefio Trin
cipe . Marco Commodo di giouanile età in vna di rame ha per riuerfo
. vn caualio correntecon vna figura^ che col dardo tira contra vn Leone >
C che leva incontro; dinotandola fua ferocità e gagliardezza y perche
. fu vecifore di molte Fere, come Lampridio narra. In vrì altro meda-
glione egli hauea vna quadriga trionfale con vna figura , che tema n el-
la finiftra vna infegna militare , dinotando la vittoria, ci} egli hebbe di
molti "Barbari . Seuero in vna grande di rame hauea vn bélliffimo ca-
ualio con vna figura di fopr a, & vrì altra a piedi armata, che le ftaua
àauanfi con vna infegna in mano , e]ion lettere intorno y n^fD VE "ÌN^-
TVI iAVGVS. FELICIS. perche fu battuta nel ritorno y che egli
fece dal'imprefa d'tArdbiae di 'Tartina . ^Antonio far acalla in vna di
metallo nero, come ferro , hauea per riuerfo vna decurfìone dicauaìloy
** con vna figura fopra , e due altre armate a piedi , con trofei in frolle , &
con altre infegne militari > V vna innanzi, e V altra dietro ; dinotando la
vittoria contraTarthi . In vrì altro fuo medaglione di rame era vn car-
ro trionfale di quattro calmili con Vlmperadore , che nella finiUra tenea
vna infegna militare, &fà battuto da Gre ci, per la vittoria degli^tr-
meniy comeferiue Elio Spartano . Opilio Macrino hauea pur per riuerfo
vna quadriga trionfale, con dueperfone difopra, l'vna del'Imperado-
re,che porta vn ramo di Lauro in mano;l' altra della Vittoria,che da die-
tro gli mette vna coronatitela, & co fi a punto ne fa battuto vrì al*.
E 2 tra
rfg ti E l l AC l 0 T^ì jt
tra a Majfimino.zsflefì andrò Se itero medefìmamente vn e and diquat- v
tro caualli, con vna figura trionfante di [opra , per lih:prefa che fece
contrai Ter fi. Invìi altra egli hauea per riuerfovn cavallo, con vn'
bttomodi fopra, che tene a vn baila in mano, & vna Vittoria alata
dauamì. gordiano il giouane in vna medaglia di rame bauea per ri-
uerfo vnaquadriga trionfkk^con vn che tenea in mano vna infegna mi-
litare , e gli fu. battuta , quando egli con Tupieno e 'Balbino ottenne la
vittoria contra M affi mno, come narra il C apit olino . In vìi altra di ar-
gento hauea vncauallo convnafigura che tenea Vìi baila in mano ; &
fu quando andò ali imprefa de' 'Terfiani . Al. Cjiulio Filippo , vn caualla
con vn difopra,chetenea la mir^a in m m? , con lettere , z^D V £ 7^ F
<ts4V G G. cioè venuta degli Augufti , duoi Filippi ,. padre e figlio , in
tempo della guerra Ter fica da lor fatta. Treboniano (fallo in vn medar
glione di rame hauea per riuerfo duoi caualli con due figure di fopr aga-
llanti aqualigiua la Vittoria, e da dietro alcuni foldati armati con le
infegne, &fù quando gli Scithi , iTarthi, & altri 'Barbari afialtaro le
prouincie dell'Impero Bimano . Sotto Teodofio alcuni foldati vfauano,
allo feudo vn e auallo giallo circondato da vn giro vermiglio: Vn 'al-
tra Legioneychc Coflantia s'appellauay portaua vn cauallo vermiglio in
Effigie campo a^urro . (fran tempo (fecondo Tlinio ) la effigie del cauallo fu
del caual tra Hnfegnede' Romani portata; effendogli ìleadardi della Caualle-
fe«ne de' ria ^ co^or ceru^eQ " & eìjl ne^a ant^a moneta > che fecero d'argento ,
Romani . hebbero vfan%a d'intagliare vna tefia di cauallo frenato , foprafcriuen-
doui BJ> M JL . Isella ter%a moneta loro pur vfarono di f colpire vna
carretta con duoi caualli. I Siracufani nelle loro monete vn cauallo con
vn Caitaliere di fopra fcolpiuano, &a quelli ^itheniefì, che dopo la rot-
ta di l^ida furono venduti per ifchiaui , fecero con carattere fegnare di
figura (auallina la fronte^. Ideile monete de' Ccfhlenij era folito di
fcolpirfi pur il cauallo-, fi come ^Plutarco fcriuc_^ . La Città d'^ilef-
fandriaper memoria del zJPCagno fuo fondatore ,ilqual col valor del-
la (aualleriavinfe il mondo (quafi correndo) in sì pochi anni , effendo
grandiffimamente agli sludi Cauallerefcbi ( come Apollonio ferine )
dedita , face aneli infegna propria duoi caualli . Et per imitationdi
quella fcriuono alcuni , chei Signori della Saffonia ( olirà quei di Sauo-
ia) tengono il cauallo . Di nojlri Rjpafiati parimente il cauallo nel co-
nio della moneta di rame fifiguraua , onde cauallo fi noma ancora quel
Catullo ch'importa la mitàdi vn danaio- . E'I cofiume dura fin hoggidì, che
che^ofi eiafcunmn0 dal Sereniffimo noftroBj fi manda in dono al Tapa vn bel
chiamata, cauallo bianco guernito ben riccamente , Stfra tutti i fugge Ili di S. M,
foU-
Q
H
DEL CjtV jtltÒ, LÌB.f. £9
rjt Solamente in quello che s'vfa per le Jpeditioni del Bearne dì t^apoli > Ha dell'una-
[colpita l'imagine J\eale a cavallo; certamente per tre cagioni , fecondo "ine rea-
■che pcjjìamo interpretare; ò perche questo I{egno fu conquiflatodal T{è [ea caua*
-d,<!sfragona per valor d' armi , non per ragione di patrimonio , òper
dtnotare la dignità & l'abbondanza della Cavalleria , che qui fiorifee ,
ò per che già fi troua anticamente il cavallo effere Hata infogna di que-
sta patria ; ouenelme%o del piano , eh' è davanti alVefcouado ; molti
raccontano ( oltre , che molti ancor lo fcriuono ) ejfer fi vifto ben lungo
tempo vn cauallo di bronco ferina briglia ; alqiiale poi Corrado fece
mettere il freno altri dicono le redini , dinotando forfè , luihauerdo-
y? mata quejla Città ; poi che chiara cofa è, che per vn cauallo frenata
s'intende vn' buomo feroce & inuitto d'animo , diuenuto obediente al-
la ragione & all'impero . Tuojfi egli ancora interpretare per vn domi-
nio temperato con la prudenza , fi come nella naue fignifica il timone;
ò per vna temperanza voluntaria non forcata ; tanto più, che queslo
freno , ilqual s'aggionje, èfen%a redine ; ò veramente per concordia >
& per pace ; fi come ancor s'interprat'à appo Virgilio , quando fh che
*A.nchife cofifogghmga .
Ma fono auc^zì afottoporfi anchora
I be' Deflrieri al carro, & a portare
( Se pace fia ) concordi freni al giogo .
Tutta volta qualunque di ciò fi a la ragione, egli fi vede queHa inde-
gna mantener fi propriamente infino al giorno d'hoggidaiduoinobilif-
fimi feggi di Capuana , e di Tijdo ; i quali come fempre fiano siati
frequentiffimamente h abitati da Signori., e da Qtualieri ', chiari ffvma.
teflimonian^a ne rende M.Francefco Tetrarca, che nel fuo Itinerario
co fi dice : "Hiuna fatica non t'impedifea , che tu non veggia qve' duoi infuna
vichi della Città, 1S{ido, e Capuana, e di edifici oltr a privato modo di due no
(quaft appena credibile ad alcuno ) sì di numero & sì difylendore di Ca- ™"flìjn«
fi ualleria memorabili , & illuslri . Laqual cofa a' tempi noslri * °
in verità èfalita a tanto accrefeimento \ che la fuma
e'I vanto della Caualleria, per tutta Europa y
peculiarmente > alla città di "K[a-
poli, che quaft gentiliffima riè chia~
mata, fi attribuifce^J .
IL FI^E DSL TBJHO IIBBJD.
E 3 DI
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVSTRE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo >,
IL SECONDO LIBRO.
VS\A V^Z\A DI BVONJ SC RJ TT O-
BJ > prima, che incomincino a dijputare Q;
d'alcuna, cofa , dichiarare inomi di quella ;
accioche meglio s'intenda. La materia y di
che. fi tratta ; Terò ejiendomi io poslo a
. ragionare del Cauallo y <& nel primo libro
effendomi folamente diflefo a dire alcune
cagione > per le quali, debba queflo animale
[opra tutti gli altri irrationali in pregio ef-
fer tenuto ; non lafcierò > che hora non discorra tutti inomi ■> che fecondo.
la diuerfità. delle lingue humane attribuiti gli fono. Trouo dunque il Ca-
vallo dagli Hebrei chiamar/i Susy& la Caualla S.ufah . Sui qua fi Sasyfi- J$
gnifica allegro, •> & al Cauallo tra l'altre qualità gli e appropriatala al*
legrerzga> detta da Latini Hilarita\& maggiormente. l'Silacrita.-ou ero.
Siis quafi Sis, the in quella lingua dinota, vnafpecie d'augello grande \.
Nonnder confiderata forfè, la pari -velocità .. Ter queBavoce Sus Caldaie amenti
cauallo fi legge Sufuatha ; *A rabicamente T>aiel ' : Terficamente<A sbecha .
ti dall' aù ^3iamafl ancora tra Hebrei e Caldei > R^Kefchy qua fi apparecchiato a.
tore«. la guerra / zsfbirim quafi robuflo >. fecondò San Girolamo : eZofachy.
& Hacbil parimente y ^T Faras è nominato :. ilquale. vltimo nome:
vfano.
*DEL CjtVjtLLO, LI B. II. 71
*jl yfanogli habitanti nelVjluìirale Ethiopia fiotto i Egitto > quafi confort
meàgliJtfricaniycbe dicono Feres , quafi Ferus; epiteto pur conuenien-
te a lafierei^a del cauallo ; fi che da molti Fiero propriamente è flato
appellato ; come da Quid io •>
Effer vfcito il Pier , che le fa pegno
Ter acquiflar de la Città l impero .
Gli Indiani dicono Der^quafiTtefìrier. Cjli armeni Zy , velocijfimà
accento . Gli *Ar.abi I{amaKa yche pur velociffimo animale fìgnifica: &
Ioar cauallo grande y fecondo ^Alberto . I (furai popoli vicini al <±JMar
Hojfo il chiamano Hejp , quafi Hejpero per effere di maggioranza tra i
B "jBrutiyCome quello ètra le Stelle . Il Turcoyè' l Terfo *Att , quafi atto &
idoneo a tutti eserciti], Is^elTeru il chiaman Tacco polendo forfè per fi-
gura contraria dir Tacifico ; vocabolo nouamente impoflo da paefani ,
perche prima in quelle regioni occidentali non Vera notitia di caualli .
In Inghilterra fi dice Horfe quafi Orfum > cioè principio > forfè per effere
il cauallo primo ira i Quadrupedi , e principaliffimo ne le guerre : 0
quafi Orfo per la fierezza • fi 'Boemo dice Kun : SlTollacco Konio ,
quafi (uneo > che tra gli altri fignificati dinota vn f quadrone di fal-
dati ordinati a modo d'vn (funio , come Vegetio infegna : &fi come ta-
le fquadrone contiene in fé grandiffima forila y &neruo > cofi il caual-
C lo nelle cofe (ti guerra è vn gagliardi (fimo foHegno y & quafi Biocca ine-
jpugnabile . Lo Schiauone il chiama Kobyla > quafi Copulay per Vv fianca
d'accoppiare i caualli al carro . / populi di Caria dicon xAlla > forfè dal
■vocabolo Jlla . 7 Germani prima il nominauano zJtytaraò March: bora Nomi di
folamente la caualla cofi ■: ma il cauallo generalmente B^ofi\: & alcuni Re Aie-
CfauUtJà'Ca di quello antico nome di Mara fi trouano effere flati ador- lI?anV de-
nati molti nomi di Bj ^Alemanni) come appo Marcellino fi leggono Cbo j^ra. *
nodomarioySuomarioy V adornano y Othmaroy& altri di che fon piene le
loro Qroniche .Indi ancora Marefcalcofi difìey che corrottamente Mani- Mare/cal-
fcalco dice bora il vulgo ;laqual voce par uè , che dal B^amfio s'accettaf- co derma
feydicendo i medici di caualli cbiamarfi Equinarij<,Mulomedici>& Ma- - ^ ^
nucalci;piu latinamente Fetennarij: poiché Veterinifi dicono tutti ani- uailo.
mali idonei alla vettura. Oltr acciò da effi germani fi chiama DenmarCy
VherhaV alerianayche ^Arabi (frecce Latini han chiamata Fu.Sdal no-
me di I\pfi^ molti vocaboli etiandio fon tra effi formati : perciocbe le
cJtyCofcbecauallineycbefogliono volare d' intorno le tette de' caualli ,
nate per auuentura dal lorfimìerey effi dicono l^off^ Kaefer : /'/ <JMen-
taflro BKgfi^jnvfnt'^y quafi Menta cauallina: La Tof/ìtagine > berba
cofi detta > perche il fumo di lei fecca > &. abmcciata in su i carboni >
£ 4 riceuuto
7i B E.L l U G L 0 \l Jl
rkeuuto per bocca giova allaToffey all*Xfma\ & a gli altri difetti del *
re]j>irarcy& in Italia è chiamata Vnghia di cauatlo, forfè perche la fron-
de a quella affomigliaieffi dicono-. RÒfì^ huob;la Maina feluaggia mag-
gioreyFyofJ^pappelen, cioè cauallina Mal uà . IFiamengbi dicono £em-
pertyò Tferdyquafì perfetto ò profittatole . GliVngheriye fomigliante-
mente i Tortughefi pronunciauano Logo y quafi luog oyche in ffpagnuolo
ftgnifica predio: nome veramente peculiare del cauallo presliffimo ani-
male. I Greci moderni nel lor volgare dicono *AUogoy quafi <Allegroy ò-
quafi Halogoycioè corona , fecondo Seneca ; potendofì dir corona de gli
animali. Magli antichiyda quali^come più abbondanti diferittoriy il ca-
uallo è st.ato più celebrato > /'/ dicevi Hippos : &come cofagr-andc.y che p
le Himauano dovunque voleano fìgnificar grande^1) con qneftonome
__.. (fecondo (elio) componevano il vocabolo y come Hippotyphiay troppo
nome zgr-anfhflo. Hippobino troppo luffuriofo . Hippoporno gran puttaniere >
fuoi coni come Snida cita da ^Irifiofane . Hippocronia le- fole troppo- antiche >
poflL quafi del tempo di-Saturno . Hippocrimna & Hippobamona troppo af-
fettate parole yda Horatio dette d'un piede e me%o l'vna . Hippognomo-
ne di grandmammo; benché fignifi chi ancor aquelloy che sddifcernerele
cavalle 'grauide dall' altre. Hippaletlryonvn gran Gallo;, altri dicono co-
fi chiamar fi ancora vn certo animai marino. Hippomyrmices-certe for-
miche grandi cavallinlle quali fcriue scrittotela non trouarfene in Ci G>
eilia . Hippomarathron dice (j aleno chiamar fi il Finocchio fbro per la
maggior grandei^ay & nafee in luoghi faffofi e caldiy fecondo Tlinio .
Strabone dice nafeere l'Hippomaratbro in Mauritania, di fujlo lungo-
dode ci gombitiy e grofio quattro palmi . Hierocls il fa gioueuole àca-
ualliyche diffi e ulta di orinare patifìero . Hrippolapatho èfpecie di Lapa-
tio(come da Tlinio già- fi fcriue) maggmrey piàfptfioye pm candido dei
dimefiico :detto da' Thofcani ^ombice,da Spaglinoli Labacà > da' Fran-
cefi Lampeyda' l 'edefehi ^impffcry dagli z^frabi Hunadh »& H-amadi
<Diofcoride dice nafcerenelle Taludi : il M Aitinoli dice h averlo veduto
ancora ere feere siti monti con gran fronde y & alto fuHoy fimile affatto **
a quella nuoua pianta y che fi tiene hoggi ne' giardini per lo B^eubarbaro t
alcuni chiamano quesl'herba Lappa maggiore. Hippofelino è (peci&
d- lAppio maggiore y e più- bianco di quel de gli horti ; produce il fusla.
altOyvacvoyteneroy & fegn-atoy le fiondi roffi'gney e più larghe ; la chio-
ma fimile al Rgfmarino ypiena di fiori y. & raccolta infieme ;■ il feme.
neroy lungo>acutoye fermo ; la radice fottile , bianca , odorifera > &ag-
gradeuole al gufìo } ò cotta ò cruda : le fronde el fufìo fi mangian cot-
tigli fembeiuto co.i mino. md.ito.prj.iJc a i me fimi : vale- alle di-
"'- fìillatiani
DEL C A V A L'IO, LIS. 11. 7?
flillationi dell orina, e fcaldai tremanti di fi-eddo : nafcein luoghi om-
broft : Teofrasio dice, petrofita come riferifee i' interprete, di ^{leandro ;
&peròflima co/i chiamar fhperche è grande, q perche gioita alla Stran-
guria de' caualli : il Qa%a lo traduce Equapio ;i Latini lo chiamano Olu-
fatro , come Diofcoride pone il 1irafaitolapejrifa.ua> che quefìo f/tjfe il
Macerone : mail Mattinoli vuol che ftaqueìloyche volgarmente è detto
Leuiflico : i Franceft dicono Achelarge^iT edefehi LiebttoKel,gli .Ara-
bi Salis . Hippoglojfe è vn altra herba cofi detta dalla fomiglian^a, che it;PP(W
tiene della lingua del cauaìlo ; produce le frondi come Mirto feluaggios o]0flb.
cioè come il Brufcoi & nella cima ale une linguette, ch'efeono dalle
$ frondi, come ferine 'Plinio e Diofcoride . La chioma èffrinofa , & meffa
in ghirlandefopra il capo,ne toglie il dolore :oltf acciò ne' difetti matr'v-
cali dicono i moderni hauere-maggior virtù d'ogni altra pianta-che del-
la polue delle fue frondi , è della radice , dandofi vn cucchiaro , toglie le
prefocagioni: &per le rotture , chefeendono alle borfe , èrimed'io quafp
diuino,berne di continuo vna dramma, e mt7a ogni mattino con decot-
tione del Samfito maggiore . Vale une or a particolarmente aTrogli,che
malageuolmente fùuellano.Gli Spagnuoli la chiamano lingua di eauallor hìppo*
i Trance fi lingua Pagana: i Tedefchi Zcffl'i?iKraufì i Tbofcani Rislingua,- phc * 3c
alcuni altri luoghi d'Italia, rBonifìtcia . Hippophe , & H'ippophesìo fono- ^Vf]^"
C pur herbe , che prendono dal causilo i nomi loro, ò perche fìano grandi y ?
come Hima Marcello ZJirgilio (benché TheofraHo non grandi le metta}
hpiit tofto (come Galeno dice) che nella fommità de' Lor corimbi nafeo-
no certe cofe filmili a linguette Caualline ~ Sono elleno certamente amen-
due di fpecie di que' Cardi, con che imafìri purgami panni, e poliscono
le vefliwenta,e nafeono in luoghi fabbionici,e di Maremme . L"Hippo-
pbe dice 'Diofcoride efferefhrmentofa,folia, e larga , di frondi più tene-
tele più lunghe ched'oliua,tra lequaliefconofpine hi ancheggiatiti f ce-
che & angolofe > tra le difìanti ; produce i fiori in racemi firn ili a quei
dell' Heller a, ma minori.,& alquanto refieggianti : la radice ègroffa, te*
** nera,piena dilatte,& amara,. ma buona a condir fi ; dellaqual cauando-
fi il fugo, e togliendofene alpefo d'un obolo con vino melato , follie la co-
lera,& la flemma^ tutti li humoriacquoft . Difimile virtù è Hippophe-
fio.,ilquale va fer pendo per terra fen^a fuflo, <& fenica fiore con le fron-
di picciole e fpinofe . Plinio quefta chiama Hippope , e quella Hippo-
phieicogett uranio cofinominarfì- per eft ere accomodate alla natura de*
caualli. hauendo T 'infinit a prouid'en^a di HDiodifpoHii rimedi, e gli aiu-
to in. generale y& in particolare ,.ficheniuna cofa trouandofì prodòtta
fernet il fina prefidio } tanto maggiormente il cauallo principale tra i.
quadra-
74 2) t l l jt G l 0 T^t Jt
?uadrupedi conuenne d' efiere battuto in cura . <J%Ca fi còme non ba&a g
'ingegno humano a comprendere tutti imijleri occulti de la naturaci
Hippuri. giouamenti di quejle herbe ne fono incogniti in fino a qui . Hippuri detta
da Latini £quifeto,& Equifeli;da'vuolgari coda di cauallofda'Germani
V^of\SchuuantXjpferd Schuuant^e l^offxJJ uadel\ dagli <Arabi Da-
nebalchail , e Demibalchi; da Spagnuoli Coda o B^abo de Mula; da Fr an-
ce fi Que uè de Cbeual ; è pelo de la terra, come Tùnio dice,fimile a la co
da cauallina ; che aggrappandoci congli arbufii, pende con le chiome di
giunco folte , e nere ; con rametti pieni di giunture) e fiondi poche,piccio
le,e[ottili : e produce il feme rotondo come coriandro . Il fugo uale ari-
firignere il [angue , che forre dal nafo, rinchiudendotelo, e beuendofene f
in uino dolce tre bicchieri ,[ana la Difenteria , purga la matrice, e pro-
uoca la ori na . Ilche negli Sleffi caualli approuano i <tS^Care[calchi an-
tichi Greci , dandola pejìa a ber col uino , quando patifcono la Difuria :
an%i aggiunge Tlinio eff ere Slata openione d'alcuni , che fu fie tanta la
virtù di quefl'herba, che folo col tatto riflrignejfe ifluffi del [angue , &
che decotta in vn ua[e di creta nouo,efingue[[elamil'zade 'corridori ,
Dice ancora trouarfi vrì altra Hippuri di chiome più ardui -, più candi-
de >e più dilicate, vtiliffima a la Sciatica, & alle ferite, impiastrata con
aceto, per riStrignere il [angue : lequai co[e Diofcoride afferma, dicendo
elvella na[ce in luoghi acquo fi, & per li [off, con fufli voti, nodo fi, ruui 9
di,c rojieggianti, & che la radice infieme con Vherbagiouaala tojfe, a
gli aftnatia , & a rotti : & chele fondi beuute con acqua confondano
le ferite de le budellame della vefcica,& le rotture intestinali. Dice pure
trouar[ene vnz altra jpecie de le mede fune virtù confuSto dritto,vguale9
&alto vngombito ; le cui chiome difinte per internala , [onpiù cortey
più bianche, & più tenere dellaprima . L'vna di quejle dice il Mattioli
chiamarfi ./fjprellaperlapiù parte , laqual adoprano le donne per far
lucidi gli Stagni, e quei che lauorano al torno , per luflrar i legnami:
L'altra produce vn certo germoglio groJfo,o tenero,fimile ad vnagbian
da,che Maremmani dicono Taltrufhli, i Regnicoli Conocchielle, che ne'
cibi s'v fono la Quarefima,e di tal forte qualche volta restringono il cor
pò, che inducono il Matrone . Alcuni lefeccano per v[arle poi la State
nella difenteria , & allhora le mettono a molle per vna notte nell'ac-
qua tepida , ouefiaftatofyento P acciaio infocato , e pofcia fritte le danno
a mangiare agli in[ermi . Galeno ferine , che la coda di cauallo difecca
valentemente fen^a mordacità , & falda le ferite grandi , quantun-
que vi fufiero incifinerui ; L 'herba beuuta con acqua , ò vino , è vaio-
rofiffimo rimedio a' vomiti, e fiuti di f angue , & a 'flujfi di buomini, e di
donne .
DEI C jiVjìtt'Oy LIB. 1 1. ni
TV *
donne . Il ippice ferine Tlinio effere vn'herba", che tenendola il cannilo fuJJjl(ùt- -
[ in boccadori [ente fh me>nèfete: fi comedifimile effetto è per gli huomi-
ni l'herba chiamata Scithica-, per effere Hata ritrouat a , &vfatada
S.cithi;ìquali con queHe due fi foflengono in/ino a dodeci dì , fernet man-
giare , &fen^a bere;comeTheofrafto ancora fh fede . 'blaftequefla ap-
preso la Me.otide, & è dolciffima ; da' (freci pur Glìcirri?a appellata :
quella cauallina traduce UCja^a. Hippophouaè vn'herba cofi detta , Hippo-
perche le caualle fé ne guardano grandemente :. Democrito (come Tli- phoua.
nio riferifee ) lachiamaua^chemenidony di colore di elettro y fen^a
fronde; che nafte ne'Tardafìili dell' India >. la cui radice ridutta in pa-
«> Sla^e beuuta il dì con vinosa notte fh confefiare ogni cofa>parendo con
varie imaginationi l'huomo effere. tormentato . Ma non pur l' herbe
(co me fin qui detto habbiamo) an^i molti animali ancora terre ftri,ae~
rei>e maritimi , dal cauallo prendono i nomi loro . Tra queHi l'Hippe-
lapho ( fecondo^ riflotele) è vn' animale :> che rafìomigUa al cauallo y
& a ceruo ; con le corna e i piedi bifolchi > co' / crini lunghi da la tefla
inftno al fommo delle fpallc, & con vn ciuffo fotto la gola , penden-
te a guifa di barba. :■ Sìconofce in loro ilfeffo fèmile da V efiere fenTa
cornay e9" nel paefe de gli j£racoti dice y che. fé ne trottano . Il ^jd^t
traducendo ìlebiamtt Equiceruo .. ^Alberto ferine naftere gli Equicer-
C ui. nella Truftay nell' angheria y & nella Schiauonia . Solino ancora y
nella (jrecia* <&■ in altre farti Orientali .. Anicenna pur nella Tar-
tina .. Molti fan ieftimonio hauer inFrancianella camera del Trave-
duto vn cauallo > che da la parte di die troera Ceruo . I nouelli (ofmo-
grafi raccontano trouarfene Imbinia. regione de l'fndia, ; e chiamar-
fi Morexedia in lingua lóro. Tlinio dice, che iTopoli Orfei , pur In-
diani >. fogliono in. caccia prendere vnafèra , che hàtefìa di Ceruo mo-
nocerota,cioè d'un corno j e. tutto, di cavallo il rimanente ;Ilche daOne-
ficrito conferma Str -abone ^dicendo trouarfi in India cauallicon teffe cer
uine per od un corno : o parimente fu fede 'Giouan.B'oemoyche nella To-
JE>. Ionia fitrouano cauallifeluaggi col corno ceruino yilquale yfcriue Sila-
no y contraveleniefier vtihffimo .Hippardio un'altra fera cauallina >.
pur come l'Hippelafo cornuta^ crinita, & con Vvnghie bifolche,ma non Hìppar*-
iienbarba . Hippotigrì animalyche forfè hà.delcaualloye della.Tigre,fì u°D'pot;
t.roua celebrato da Dione nella vita dì Ainton.Car acalla: comeCelio ri- ^àdì.
ferifee .. Hippocamelo etiandìo fi legge apprefìo\Aufonio .. Hipparion Hippoca
auuenga che fi poffa intender eil cauallo pie cioloytuttauia è vnaugel-^}0" ,m
lo di fpecie di Maliardi , cbeàgaifà di cauallo tien la crefia intorno al ojppoci
aollo i di colore rofleggiante) fmile al Volpino. Hippocamptos è vn cer^ ptos «
tQ:
fj6 VELLjìGIO^Ijì
w. to augellettd dilfpecieTafièrinay come ferine He fichio con Varino, g
"™ ' Hiopos è par augello nominato in alamluogo da^iriflotde y Gaja il
traduce Tiponey eh" è vn certo beilo& leggiadro veedmarmoy come fi
legge nelle f colie di Liccfronè. Cbiamafi ancora Hippcs vn gran pefee
marino . Jitheneo dubita fé Hippi fiano quei mede fimi pefei y cheSpi-
carmo chiama Hippidia Leta , cioè caualletti lifeiy & fen?e fquame .
Cita egli alcuni vera dil^:menio } e diz^ntifizneColofoniOycbe nd nu-
mero de' pefei mettongCHippi . Hefchio > & Varino dicono bene Hip"
piadon efiere vna forte di pefee . Tlinio dice Hippi chiamar fi certi Can-
cri nella Fenicia , di tanta velocità , che mal fi poffono arrivare .
Hippuro. Hippuro è tra* pefei annoverato da ^inUotele , che Equifeli fa tradotto P
dal Caxa y & è di natura (come Jfnme'aio narra ) cbefpeffofalta entro
l'acquaie di qui bàprefo il nome , che pare effere vn cauallo* Quesli feri-
ne Tlinio y che ne'mefi afpri del remo fi anno afcofiy & non fé nepiglia-
Hippoca. nQ je mn in certi pochi flatuti giorni. H ippocampo è vn pefcitello y che
cauelletto marino dicono ; co fi detto (fecondo ferine Iconio y e Varrone)
per lo mobiliffimo piegare della coda , laqual sfottile , e torta come vn-
cino : altro non dinotando itfuo vocabolo , che canallofleffuo y cioè pie-
ghe noie . BJtrouarfi quefìo animaletto nelle pefchiere y per lo pia tra le
minutaglie marine ;ma non fi mangia ; egli è dilungherà di me%p pai- -
moyhà la tesìa con vn becco dinanzi chefembra Drago. pero Draghet- ?
to alcuni lo e hiamano ; ha il petto inarcato , elafchienaaltay &quafi
gobba . Da ambi i lati ha due ordini di (pine efleriori y che per dritta li-
nea feorrono dal capo alla coda y & nel fommo del capo tiene pur altre
fpine si rilevate y che paiono vnacrefta. rDifpine ancora è cinto il collo
a giiifa d'una collanaydalle quali nafee vn' altra linea fhinofay chefeorre
di lungo per lo petto. Tlinio narrando imiracolofi marmi antichi , di-
ceyche del tempio di Cn.Domiti^Ji vedea J^ettunoye Tethi , Jlchilley &
leJ^ereidiychifopraDelfimychisit 3 alene , chi fopraH ippocampi affet-
tato : <Dal che fi congettura , che f uff ero afi ai maggiori di quefliy che ^
diffegnati habbiamo . Là onde fé vogliamo credere alle fiutole , diremo
effe) e V Hippocampique' caualli mariniy che i dipintori fogliono tra di-
uerfi moslri mofirar nuotanti y con te/le di naturali e aualliy e'irefta
del corpo parte fquamofo a modo di pefcey con l'ale attorno ; parte
dal me^o fin' alla coda in forma di Serpenti y che fi veggiono molto
grandi. Scriue pur effo Tlinio , che gl'Hippocampi rottiti giovano
al dolor del fianco y e beuuti fpengono il veleno del Lepre marino ;
e fatti morire nell olio rofatoy & con quello facendo tutto vnger V in-
fermo y cacciano le febri feddey giovando ancora il portargli le-
gati in
<Z>££ C JtV Jl L LO, HB.lt: 77
jl gati indcfio . Galeno due > che la cenere dell' H ippocampo fa rinafcere
i capelli , mettendola con vngiiento amaracim , ò con grafìo di porco
impalata : ile he D'.cf 01 ide ancora afferma . Hippopotamo,cioè canal- Hjopo_
lo Filmatile (come Tlmio racconta) èvnabtSìia del T^ilo , più alta potwno.
delCocodnlo , ha la fchiena , i crini , <& l'annitrire fpnile al cauallo,
due unghie ne' piedi , come Bue : il grugno eleuato , la coda torta , e i
denti come cinghiale y benché non fiano cofi nocini, Aristotele due,
che quantunque i denti gli e fono fuori , non fembrano di Cinghiale ;
ma fi ben la coda: e tutto il corpo non è maggior dvu 'tifino: V orec-
chie fon molto eminenti) come Diodoro fh fedes . La fua pelle è pelofa,
fB e tanto dura , che non può paffarfi con arme alcuna , fé prima non fio.
bagnata ; però fé ne fanno elmetti e feudi . Scritte Hercdoto, che FH ip-
popotamo nella piaggia Tapremitana è tenuto facro . E" queflo anima-
le di tanta aflutia , che entrando ne campi delle biade alla pafinra , vi
entra all' indietro y per parere che fi a venuto fuori, & non e feriti pi-
gliato . Oltra ciò ha co fiume, che qual hora fi [ente troppo ripieno, en-
trane' Qinnetiydoiie trottato alcun tronco di cantiamola, vi frega f ti-
fo la vena y fin che ne cani f angue ; lanciandone tanto vfeire quanto pa-
re a lui y che baili ; pofeia ferra la pia ^a con fango . <*^" \oma ne fa
portato vno viuoy confeiCocodrdi \ iJ^CScauro Edile facendone fjpetta -
cclone' fuoi giuochi. Sente Oro apollo , che gli Egitti', volendo dino-
tar l'hore,ò il veloci/finto corfo del tempo, dipingeano iHippopotamo.
€t per dinotare vn'h uomo ingiurio , ór ingrato , dipingeano l'unghie^»
deWifleJfo animale nuolteia giù : Conciò fofe cofa che la natura di lui
fuol effere > che quando èperuenuto al fiore difua età , combattendo col
padre yfajperie.i^a s'egli è pia forte , fé' l padre gli cede , egli affettan-
doli vn luogo da viuere in difparte , va a contrabere matrimonio con fua
madre : ma fel padre no'l confentifìe , egli trottando fi più robusto y
l'vccide : Cofi il far9 che l unghie filano piegate in già » è ad effetto, che
Tj gli buomini intendendo di ciò la e agio rie , fi ano. più alla heneficen^a-j
inchinati. Del f angue dell' H ippopotamo fi feruonoi dipintori. La ce-
nere del fuo cuoio impafìata, fana leposleme chiamate Tani. Il fua
grafo gioita alle febri fredde , e parimente il fumento del fuo sierco .
I denti della fua mafcella finislra fregati alle gengiue y tanto che n'e-
fca f angue , tcglionail dolor de' denti . La pelle della fiaislra parte-J
della fua fronte, legata apprefo ali anguinaia, prohibifce.il coito; e
abrucciata in cenere fa rinascere i capelli : Sti tefiicoli beuuti al pefo
di vna dramma, vagliono contra il morfo de' ferpenti . Hora fé tali
nomi paiono efiere per alcuna proprietà dal cauaUo prefi ; certamen-
te
*78 DtLL^fGLO^lJt
*e quelli , che agli huominiy&alle donne fi troMnpofli, non per al- j?
tro , che per ornamento è daflimarfi , che fi pone/fero appo Greci , iquali
molto e molto fi diletterò di formare iproprij nomi col vocabolo del
cauallo\ottimamente giudicando con quello aggiugnerfi fplendore nelle
lÌHUóled'*Ariftófam già fi legge, cheStreffiade contendendo con fua
moglie del 'mettere del nome ad vn lor figliuolo , quella volendo , che fi
cbiamafie Carippide,ò Santippo , & egli dal nome dell' anolo Feidonide ,
Nomi di a^a perfine s'accordarono, che congiunto l'vno e l'altro , fi no m affé Fei-
huomtni dippe. De' nomi dunque dal cauallo prefi appo G'reci;quesli /reglibuomi
preti dal ni fon pia celebri t Hippalco figlimi di Telope. Hipparco fitrouafre-
Hippako yuffltatìffiMOtppòSuida.. Vno fu figlio diTififlrato , checongrandiffi- p
mafpefafèfnre vn muro da gli Athenieft intorno aU\Academia , fi che
volendo fi dinotare cofa di gran dijpendio ? prouerbialmente fi diceua , fi
muro d'Hipparco . Fu cofluifàuoritore di letterati, per eflinguere con
V opinione della {apien^a l'inuidia della Tirannide , come ferine Eliano .
Vn' altro fu ^ifìrologo , fommamente lodato da '■'Plinio , che trom pri-
mieramente gli frumenti Matematici : onde ftpotefìero confenfi com-
Hippari- prendere le cofe celesti . Fn' altro fu cantore con Cetra, che volendo di
no. canto contendere con Beffino , rimafe mutolo . Hìpparino fa padre di
Hippen- ij)ione siraenfano . Hipperide fri Oratore emulo di DemoHene . Hippia
Hippia. fu quella, nelle cui no^e Antonio (come Tlutarco narra) h ebbe per (j
Hippo. tutta notte . H ippo da Tiro fu inuentore delle nani da carico , fecondo
Hippoba 'plinio. Hippoboto Filofofo-, Hippoclide cercando di hauer la figlia di
Hippocli Clislene Sicioniopcr moglie y con molti altri competitori; efendo slato
de. veduto in vn conuito faltare dishone si amente con le gambe Iettate in su>
gli diffe il genero , che con qttel falto hauea perduta Timprréfa ; & ei ri-
li ippo- fondendo : lionfe ne cura Hippoclide ; refìò queslo fuo detto in prouer-
coonte . li0yCOme narra Herodoto . Hippocoontefu ama%gato da Hercole infie-
cran. me c0' figli- Hippocrati (oltra ilfkmofo padre della medicina) fi trotta-
Hippoda no efì ere flati fé i altri medici,tutti dell' Ifola di Co. fD'vrì altro Matema-
m0, ticoych 'esercitò la mercantia^fk mentione Tlutarco in Solone: D'vrì 'al- &
tro Capitano de' Siracufaniy in Marcello , Hippodamo ^Architetto edifi-
cò ilTireoin ditene. Vn' altro fu M ile fio > che prima di tutti incomin-
ciò a trattare dell'ordine buono della B^epublica > diuidendo la Cittadi-
_. . , nan'za in tre parti > cioè artegiani, lauoratori,e faldati; & in altrettante
ro . la regi<>ne > facra, publica, e prìuata . Hippodoro JLtbeniefe per acqui-
fiarefhmadi giuftoTrincipe ,€ffendocolta la figliuola con vrì adulte-
ro-) feuer amente comandò > che legata ad vn carro fufie fatta fmembra-
re> come narra Eliano . Hippodromofà Soffia nel tempo di ^Antonino,
*- Hippo-
'DELf^V^LLOy LIB.I1. 70
Hippojoco figlio di fBellorofontey& yrì altro d'<tsfritimacoy appreffu TTo Hippo-
mero. Hippomaco maeslro di leut 0, & vii altro fucnator di Viffari (ap- dromo .
pò Eliano)ilquale vedendo vn discepolo ejìer lodato dalla plebey lo per- Hippolo-
cofie con vn baftone > dicendoqv.elloeffere ilmaggior indkio delfuo er- Hippo-
roreyche la turba [ciocca gli applaudeua. Hippomedonte figliuolo dix/£- maco .
gefilao .. Hipponefcrifìe delleViantey come Teofrafio dimoslra. Hippo- Hippo--
natte poeta di verfi lambici > co' quali tanto perseguita certi Vittori > j^PPonè
che baueano beffeggiatala fuabrutte%^ay che gli fofpinfe ad'appicarfi . Hippo--
Hipponico figlio \d Hippiajltheniefe y volendo fhre Hatua ala patria y natte.
a chi'l confìgliaua, che la facete far e da Volicletoyriff>ofe douerfi mira- Hipponi-
2, re più, al dedic.anteycbe all'artefice. tìippotefàpadre d'Eolo. Hippome- HÌ0pPO„
ne gouernatore. di ^.theneintefo vn certo flupro. di Limone fuafigliay la mdnè.
rinchiufe con vn feroce caualla invna cafucciain deferto luogo ;oue fra
pochi giorni il cauallo affamato la dumose poscia egli ancora morì per
fame :. laqual crudeli a\ rifaputafi yfù friuato il padre del maefir.ato y &
vfcìin prouerbio a dirfi > Via crude '-d'Hippomene.y & quel luogo in Cjre-
eia gran tempo fu per notabile co fa detto : o^ppò la l'ergine e'I caual-
lo. fri altro pronepote diJ^ettimOyvinta jltalantn in corfo coni' ingan-
no de ipomid'oroyla prefe per moglie ; ma non battendo bauuto riguar-
do^ alla religione' di Cibele ynel cui tempio ladinamente fi ' congiunfèro y
C furono trasformati amenduei Leoni. Hippolito figlimi di Tefeoymenan- Hippol*-
db la carretta per vnapiaggiayvfciro certi Boni mariniyche ff> attentan-
do i caualli ) fecero luiye'l carro flracciare in mille pe-^i y come Higino
r.accontay& coft defitto fu al nome corriffondenteyft come ancora auuen-
nea Santo Hippolito martire, eh e fiotto Decio Imperadorefu pur da ca- sàto Hip
ualli fatto dilacerare prefio ad Oftiay come daVrudèntio fi raccontale polito..
volendo il giudice determinare la forte del martirio y intendendo chia--
mar fi Hippolito diffe ::
Hippolito fia dunque y e da' caualli>
sAl. carro giunti lacerato e1 muoia ..
D) Di quello Hippolito, fcriuonai'Foeti y cheper effer egli &ato~ amatore?
della<caflità > non^volendo> accori fént ire alle bruttevoglie. di Fedra fua;
matrigna y dalla quale fàlfcwtnte accufato y per fuggir l'iniquo fide-
gno del padre y era incorfo indegnamente a quella morte; 'Diana ha-
uendòlò. in fua protettione > fé v r accorr e. vptT^idel corpo fuoy &■
Sfculàpio con virtù d'herbe le ricongiunfey&. ridnffe avita: onde
fdegnato GiOue di tanta nuoua pofsan^a , ve cife con vn' fulmine Efcu-,
lapio :. ma, Diana rinchiufe il fuo Hippolito detto Prirbioy quafi due
volte buomo r in. certe felue della 'tynffì £geria> prefio J^oma-»,. :
Vn
■ Vn fimile cafo di morte,per la medeftmafhlfa accufa di matrigna, feri- J
ne Dofiteo a Tl:ttarco,effere anitenuto a Comminio . Et fìmile marte fé
dare Tulio Ho/ìUio a -JWètio Suffctio, per nonio axer "Serbata la fede ,
tir la lega col popolo Promano neih guerra dt ' Fidenrti ■. Tari mente
H ercole fé morire T; ■■ree me Rj d'E;tbea , appreffo al fiume Eraclio,
come Tlttarco narra . Et cofi ancora dotarlo fé morir Uruncbildi
AIcìpdo ^l'na d: Francia , come ferine ilFiennefe, Ma ritorniamo a inomi
QrC, dal camallo dedutti; ^LlcipjO fi commemora daTh.tirco . ^fnafippo >
Caliipide & lAntispo da Tòlbice . \Archippo fìi poeta, t^frgirippo da Tlau-
to. lAnmppo , & Call-opoFdofofi . Callippide fi fuole chiamar co-
liti, che propone di far mille cofe , Z? nulla ne pone ad effetto, &$
quefo cognome f "il iato aTiberio Jmjsradore, che molte volte dise-
gnando , e facendo apparecchio d'andare a risieder le prouincie , mai
Carippo. nonfimouea d:lla Città di Pernii, come Siietonio ferme . Carippofù
Cnfippo. genero jì cefalo. Crifippo va de' figli del Sole : vn' altro di Telope:
vn'rdtro flofofo Stoico : Maqneftonome da l'ornamento del canaìlo
Ciò pare che fa formato , come anco Cirrippo dal color cirro , cioè gib:o,fe-
Croujp- < ondo Celio. Qrat'vopoh-'.omo chiaro , e Iludiofo di caccie appo Gjale-
po no : vn" altro flofofo appo M. Tallio . Q-omppo è nominato da *Arislo-
Ehppo . f^ne ^ gy pll0jji intendere vn gran cianciatore , fecondo Snida . Efippo
FenirUà. fa poeta. Euippo figlinol del Hj de' Megarefi . Fenippo huomo di r
Fddippi- libidmofa vita-> . Feìdippide corriere ^itheniefe appo Herodoto .
"?•. . Filippico vecife il Ej Giufiniano . Gilippo è nome Lacedemone, fecon -
Gilim)o° ^° y~ar**° - Hcrmippo flofofo . Laippo statuario appo Plinio .
Mermip- Lcacippo flofofo appo ^frisìoìele : va' altro fgliuol di Enomaco, ap-
po. pèTanfania. Lifppo oltra lo Scultore nobili fimo , fu vn" altro poeta
Laippo. comico. Menalippo fàvecifo ignorantemente da T ideo fuo fratello:
p0 P* e> vri 'altro ne fu Telano , che ferì effo Tideo , ilq itale morendo gli rofe
Menalip- il e '.pò . 'ì'jotippo poeta in jltheneo . Tarafippo fùvccifo da canalli ,
P°- fecondo Celio . Tarafoposìrato fu cognominato Cleonte,perche turbaua „
Noctippo jfafag cf-ntc \i :: Mie ria i Telefippo figlimi d Hippocrate.Xantippo pa- 1
p0 \ "~ tire di Iberici: ; p < ò efier tratto dal color jìa io del canallo. Z eitfippo Ca
Telefip- pitano de' Lacedemoni appo Senofonte . Delle donne trouaf Hipparchia
P° • _ moglie di Cratete Cinico . Flippe meretrice, laqual battendo per amante
Nomf^l vn cert0 Te°d°t0 y - cti Tolomeo Pvè hauea commeffa la cura del fieno ,
Dò ne de- e dimandando ella da-iantial Rjin vn conuito affai da bere,condir che
riuaie da battei gran fere , il P\é argutamente le difie : Meritamente in verità y
cauallo. pgrcJfo fei mangiato troppo fieno, alludendo sì al nome fuo, che
cannila dinota , sì ali amante > le cuifkcultà etlbauea confumate > co-
me
DEL CUV jtllO] LlÉ.ft: Si
Z/£ me narra ateneo. Vrì altra fk moglie di]Tefeo. Fri' altra figlia di „- .
Danao. Hippia moglie di Tolomeo Filadelfo . Hippo , ferine Vale- p *
rio Maffimo y ejfere fiata vna Atheniefe y cheper non fhrfi violare da
certi nocchieri y fi gittò da bareba in marc^j. Hippod amia moglie di "-\Ppoa*
*P<elope y che gli genere fei figlinoli y come Tindaro canta: vn' altra di
'Piritoto . un'altra figlia d' vinchi fef & vn' altra di "Brifaly che Brifei-
de pò ifu dettay amata dal forte .Achille. H Ippolita fa moglie di Aca- Hi ppoli-
Sìo Rj di Magnefia:Vn 'altra diTefeoy Rgina delle A. 'magoni . Enip- ta.
pefu madre di Cinico Rj de i T>olopi , come ferine Orfeo ne gli Jtrgo- ^yppc
nautici, a^flcippe figlia di Marte in Vaufania. Vn' altra di T^ettuno , clPPQt
2? vitiata imprudentemente dal fratello Ufireo , in Tlutarco. Vn' altra
generò vn'Elefhntey come Tlinio narra . ^inippe figlia del 'Hiloy ingra- Anippe .
uidata da Iremmo generò rBufiri . tsfrehippa moglie di Temiftocl(LJ . AìC^lP-
Vn altra meretrice amata da Sofocle già vecchio y fecondo ateneo. ^
Crifippe innamorata del padre HidaJpeycome ne Fiumi Vlutarco narra . Cri/ìppe
Cidippe madro di C amiro , di Lindo y e di Gialifo . Va' altra di Cleohe e Cidippe.
di <BitQne)Vn' altra col pomo ingannata da jlcontio in Ouidio . Leucip- Leucfppe
fé da. Vulcano generò Egitto fecondo Tlutarco. Vn' altra infieme con
leforelle jLlcitoey& Jtrifiippe cognominate Miniadi , fregiando la ^ P"
^fefia di Bacco , vennero in furore > & lacerato il figlìuol ancor tenero
di Leucippe , filmando ch'egli fuffe vn Tolledro:poi furo conuerfe in au-
gelli y l' una'in Cornice, l'altra in VipiHrelloyZjr l'altra in Tslottolaycome
Stiano racconta. Quefio fanciullo ferine Tlutarco efferfi chiamato Hip- Hippafo.
pafo . Lifippe madre di T entrante Rj di Mifia , Vn' altra figlia di Tre-
to cangiata da Giunone inVacca con leforelle . Menalippey ò Melanip^ Menalip-
pe figlia di T>efmonte bellifjìma , da cuil^ettnno hebbe due figli , iquali £e ? *"M
gittati alle fere , e lattati da vna Vaccayfuro dala\ Reina d'Icariajot-
topofii per figli fuoi , ma poi ch'ella «' hebbe partoriti due altri bauendo ~-
inuidia y che i primi come pia belli fu/fero più amati da Metaponto fuo
D marito y gli riduffe a contefa con l'arme in mano , e reslando morti i
fecondi y la Regina s'vccife con vn coltello > gli altri intefo , the la loro
madre priuata de gli occhi > era tenuta rinchiufa in vna tomba con pò-
chifjimo ciboyandaro a liberarla 5 vecidendo Defmonte ; e quella] > ricu-
perata la vifia con lagratia diT^ettuno yfu riceuutaper moglie da Me- Santippe
taponto y & ejjì figliuoli adottati fondaro nella Tropontide da i loro no- Zeufìppe
mi Boeto Boetiay& Eolo Eolia; fi come Higino ferine . Santippe fu mo- Lii°gfù
glie di Socrate infolentijfima-j . Zeufippt 'fa madre di Triamo . Sitro- ^i^q^q
nano ancora luoghi y e popoli in molto numero dal cauallo cogno- di caual-
minati: B^oboam figlinolo di Salamone edificò in Talettina vna Cit- lo.
F tà,
tà , nominandola. Hippa : come Giofefo narra , & pone Stefano . Hip~ g
Hippare- pareno è terra di d^Cefopotamia. Hippari è fiume che p affa per mex^
n?# . di (amarina ; le cui acque parte fon dolci , e parte falfe ; nafce in vrt
ppan ' certo monte de la Cicilia ■■,.&■ reca molta materia atta àgli edifici ; &
Hippia*. è nauigabile > pefcofo : Hippia Città di Te.rreb.ia detta altrimenti Falan-
na. Hippico <JfyConte in. Ckfia fecondo "'Plinio Giofefofh mentione d'vna-
torre cofi detta in Xjierufalemme . Hppo d fiume de'popoltdMàfcbiy.
che fecondo Straboniof corre nel fiume Fafi „. Et Hippo cbiamafi'vn pae-
fe generofo ne Wl fola Co , ilqiial fecondo Fejlo produce vnperféttijfimo.
Hippo-- -pino detto Hippocoo .. Tra i vini Oltramarini è celebrato ancor da
&Hìppo rptini° il ymo Hippodamantio,il(]ual Hcfichio dice fàrfi 'nella regione di &
dama tio .. Creisi .. Hippo etiandio fi nomina appo lui vn monte de la Vitina, fot-,
Hippo ,. to il qual §ià: la. Città di Trufa . In affrica fon due Città. chiamate,Hip.
pò > lequali Solino fcriueeffere §ì,ate edificate daCaualieri (jreci: amen-
due appella Elegie > fecondo Strabone .. zJfyCa l'una printipalmente > la
qual è nobile perloFefcouado del Dino dottiffimo zsfgofiino,; l'altra:
Diarrito cognominauafi , per ejfere in terreno paluftre , & pero infetta-
ta faeffo da terremuoti . Sillio l'vna. <& l' altra diferme in vnoverfo *
. dicendo*
era. ~ LavagaHippone,eladilettaàli{egi.
Hippuco Hippuacra Città di Libia,quafi promontorio di cauallo. Hìppucome $; vm &
W3 • borgo, di Licia ycofì detto per vn cauallo > che vi morì , fecondo Stefano ..
*^PPun^Hippi fi chiamano quattro Ifolett e dirimpetto ad Sretria yCittàlonica
(co. fecondo StraboniL^iHippuril/òla del mare Meditteraneo,appò. "Tompo-
Hi'ppuro.ww. Hippurifeo. Ifola di (aria appo Stefano. Hippuro. porto nel-
Hippoco ia Taprobane apposolino. Hippocorona nella ragione z^dramittenay
l°Wvvo- & Htppocronio in Q-eta. appo Strabone . Hippola Città: antica di La-
cronio.. conia., Hipponio era Città di Lacrefi nella Calauria, oue Seno Hippo-r
Hippola . niatefi diceua quelc'horafidice Golfo di Santa Eufemia-? . Hippone-
HjPP°— yò cittàdiCarìa ,. &vn' altra di Libia; & vn" lfola nel. golfo di Cera-
Hippone micQ. Uipporee genti de ISthiopia. Hippotamede borgo nella tribù.
fo . diOeneo fi nomina appo Stefano .. ^Lgrippei fono Scithi > che cofi ma-
Hipporee .yj^/' come f emine fempre fon calai-, &fecondo,Herodotto fi cbiamartfa*
ede°U" cri) <■ he non poffedeno arme alcuna . *Argirippa era runa Città in 'Tu*-
Argippei glia edificata da Diomede. Filippi città: di Tracia da Filippo J{è di
Argirip-- Macedonia edificata, preffo la quale fono i campi, cheFilippici ne fon
Pa\ . détti. I Filippefi' popoli fono nella prima parte de la Macedonia, À
FiljppVfì. quali fì-troua fcritta yna epittola di SanTaolo,&in effaprouinciaè
fcuippe» Filippoli ) città edificata pur da Filippo. Et Euippe borgo di. Cariai
appi
fynt cJPJttiO) ub.ii. tjfi
-j. àppo Stefano. ±Ma quanto fi fufìe da Cjreci filmato quesìonontente
hiUjfimo del e audio > pia chiaramente fi puoievonfiderare dai cogno-^
mi > che di quello imponevano a Dei y e Dee. Conciofia co fa che Giufco- ^erfua J1
ne Hippiay & Mimma Hippià fi trottano appellate in molti luoghi di dal caual-
Taufania, come il <j ir aldo fa mentioney & (elio ci rapporta. Cbc-J !<>•
xJ^Carte Bippio fi dicefieyè co fa da non dubitare-, ^ertamente con quefii
titoli cofi a lui come aTallade furono in Olimpia confecratidue altari
nel luogo doue correuano il Caualli . Già quanto confkcèUole fufie à que-
fta T>eatal epiteto , fi può da quello ben giuditareyche fcriuono lèi da la,
teftadelfommo Cjioue efier fiat a procreata infieme con i caualli; fecon-
» do che in vnfuo H inno fi dimofiraua ; Benché non manchino di coloro y
che dicano lei effere fiata figlia di lS(ettuno generata infieme col carro
da Volife '(fecondo Snida) figlia dell' 0 ce ano :ouero perche ellafuffefia-
ta primiera ad ordinare il carro y fecondo y l'openione di alcuni altriy <&
però dice FornutOy ch'ella era chiamata Martiaycome Ditcey e gomma-
trice de le battagliey nelle quali bi fogna il capo efier fornito d'ogni vir-
tù : e chiamauafì ancor Lannipa y ciò è domatrice de' caualli y con vna
lancia vibrante in mano . Il che fi potrebbe intendere > che ogni feroci-
tà fi mitiga con la dottrina > fecondo il verfo Horatianoy
'T<[iuno è cofi fieri che non fi renda
t Human y fol ch'ai bel dirprefii V orecchio .
Ut principalmente fé ne comprende y bellijjima slare in vn caualiere la.
congiuntione di quelle duey non auuerj "arie; ma amiche , fé vogliamo
guardare otte fi deue :
7?erchefenya le letre y e i dotti sludi
Mal fi fanno adoprar l'arme , eg li feudi :
Si come in vna fua Cannone il T E l^MIT^I 0 dice . Ter quella
cagione dunque Minerua Dea de lafapien%ay fu da (allimaco ancor
detta gioire de lo firepito de gli feudi > <& del fremite >de 'caualli , Stfe
Venere parimente appo Hefìchio Hippodamiafitroua cognominatala Venere
** non fen^a molta ragione in verità* perciò che efiendo quegli animali cognomi
foggettiffimi à lalibidineybenfipuò iireych' ella fialor domatrice ; e de- pQ?u^'-a
guarnente gli antichi ( fecondo che Snida racconta ) la dipingeuano a
Cauàllo ; chiamandolo Efippos A froditi : e di tale Hatua dicono > che
primieramente l'haueffe honorata Enea fuo figlio > il quale hauendo
nauigato verfo Tornente , fi mife fubito a Qzuallo. Diana altresì Diana Ett
appreffo gli arcadi Eurippa era appellata per hauer fatto ritrouare rippfc
certe Caualle ad Vliffey il quale cofi a leiy come a TS[ettuno dedicò
Sìatue a Catsalla ; come Celio riferifee. ssf quefia fiotto il nome, di
F a Hecate
84 DELL»* % L 0 \1 jt
Uecate% che con tre caniftdipignèua ( perà da eufonia detta Terge- £
,. . mina } il deHro capo era di Cavallo > il finiftro di cane > il melano
na°Leu-= ^ kuomo feluaggio . Trofcrpina da Pindaro Leucippia è chiamata ;
cippa . ò yero perete era v fianca de' Toeti ornare con sì fatti epiteti i Bei ; ò
yeroperebe rapita da Tintone , cercandola Cerere fu a madre y la tro-
no foura vn carro di bianchi Caualli . Et effa (ferere mentre che per
tal cerca vagando and auay per ifcbiu are la violenta di J^ettuno > che.
innamorato la feguitana : fi conuertì in cauall-a , e$r fi mife dentro}
Sarmento d'Ondo : delcbe rauedutofi colui, trasformatofi anch' egli in
calmilo con lei fi congiunfe . Ella di ciò fortemente slizgatajì nel prin-
cipinefìi Erinna ciò è funa appellata £r Melena ancora : perche vefti-F
ta di nero flette gran tempo, rincbiufa in vna grotta . Tofcia\depofia l'i-*
ra > fi lavo nel fiume Ladone>& Lufia ne fu detta- ; come Taufaniafcri-
ue> ilqual foggiunge, che invnajpelonca appo Figa le fi era àlei confe-
ttato vn Simolacro in kabito de Sedente su vna pietra>con tefia,e chiome
Cavalline , e nel rimanente informa donnefea^con molte imagini di Dra
goni j e d' altre fere,che le giocavano intorno al capo;con vna vesìabru-
na infine a' talloni ; tenendo con luna mano vn Delfino , con l'altra vna
(olombade quali figure benché (fecondo il Tierio) paiano pmtoslo con-
uenienti a Venere, che ad altra, dinotando il cavallo & la colomba li-
bidine,e'l Delfino amore ^tuttavia fi poti ebbe dire , che le cafe de la libi-
dine flettano pur à Cerere , effendo di quella incitamento l'abbondane
del vitto y che per Cerere/i comprende > fecondo il detto del (omico; Chi
fen^a Bacco y & Cerere*
Fredda fi giace Venere ..
Et perovn tempo fu dichiaratoycbe vna medefima cofafuffero ambeduey
eltre chepotrebbono ancor aquelle figure dar fegnificatade le cofede la.
Tslatura-ydinotado ta tefia)Cauallina i veiocìffimi cor fi de'Cielitla (olom
Hercole ya gUftatiofi tratti dell \Aereiil Delfinonl Mare : le E ere la vita degli
Hippo o aYììmali .y e*i Safio la Terra ftabile . Hippodote fu cognominato il for- j»
te Hercole,quajt legator de'Caualli; come 1? aufania fcriue ; & conque~
fio titolo gli fu confecrato da Boettj vn tempio ; percioche efìendo uenutt
gli Orcomenij contra loro,injjnod quel luogo: Hercole fulla notte legò-
Hermoge sì fattamente le carrette nemiche, ch'ogni lordifegno rimaferottoMip*
oc Licio posfà cognaminato Hermogene Licio,noffibtlimo corridore, che otto voi
nato Hip r€ v*nfe ** tre Olimpiadi : Benché Hippo fi chiami ancora da Hippo-
pos . crate quell'affetto , chefuole auuemre ali' occhio-quando con tremor con-
tinouofi muove , & è inabile aguifa del moto , che fa il e avallo fj lyicU s'è
detta altresì Hippacare y fecondo Fello > che èiltirar.dcIfiatoJpefìa~
mentey
<DEl tJtfjtllOlÌ%\ ìì. S?
ji ntènte,pre(b da quello del cauallo > eh' è acuti/fimo . Hippona era da gli Hippon*
antichi adorataper Bea dei caualliy e delle HaUe:F amie mentioneTlu- Dea.
tarco nella Parallele. Apuleio nelVsAfino aureo, Tertulliano nell't^fpo-
logo:& Fnlgentio a Calàdio > Giouenale la-cbiama Hippo ^dicendo >
•Cjiura per Hippo folay& perla fàcce
Tsle'prefepi dipinte-,
Hippeo fecondo Tlinio è vnafpecie di Cometa > che appare con ceni rag- „.
gifimilià crini di cauallo > che con velociffìmo moto in giro fi menano .
Hippadi erano ifacriftci)che icaualieri ogni anno folennemente celebra- Hippadi,
nano in ^4 th me per la falute dilor caualli . Hippiadi le fìat ite de le Hippiadi
*B donne a caualloy come delle z^f magoni . Hippobote fìdiceano tra £al- Hippobo
cidefì , quelli, che di ricchei^ze , e di degnità erano più potenti > quafi à
dir proprio caualieri . Hippagrite fi chiamauano appo Lacedemoui Hippagrt
coloro: che raunauano la caualleria, &fi come Senofonte ci narrale ne
foleuano fceglier tre de' più fioriti nella B^epublica : ciafeuno de" quali di
tutto il popolo fceglie a cento : & per attendere igiouani alla contefa de
la virtù, dkhianiu-ano per qual cagione altri preferiffero alVhouore, &
altri riprouaffero : allhora i reprouati vfeiuano à contendere contra
gli elettile contragli elettori : & cofi guardando fi fottilmente a vicen-
da ciò che fuor dell' honefto fi fuffe fhtto, ogniuno , saccos~iaua alla ve-
ra gloria^. Hipparco era appo Greci quel che Maefiro di caualieri di- Hippar—
ceuano i Romani : Snida fcriue,che di tutto il numero de gli isfthenie- co.
fife ne creauan due , che hauean cura de le guerre, e dieci Filar chi, d'o-
gni tribù vno , che erano Capitani de laCaualleria . Hipparchia fi di- Hippar»-
ceua, fecondo Celio vna banda di cinquecento, e dodeci caualli . Hippo- chia .
dromo (come fi vede vfato da Martiale) era vn luogo deflinato al cor- j ^j?0""
rere de' caualli , per ifpettacoloy contendendofi della maggiore voloci-
ta : & cofi fpecialmente fi, chiamaua vn luogo nella Città d'^Aleflan-
dria-ycome fcriue Str abone . In ^fthene fùprimierameate costituito in
Tyhonordi Tefeo : & Hippodroma fi chiamatta-quella contefa di caualli Hippro»
correnti .Hippice l'arte del (aualcare . Hippico s'interpreta da Celio per dromia .
vna difian%a di quattro Hadvj > quafi vncorfo di cauallo . (-jippelaftafi Hippice .
dice la viay donde fi poffono menar caualli,e carrimetta di tutti impedi- cippela-
menti . all'incontro isfnehippofodos, la via non atta a caualcare-.per fu.
che fignifica jtnhippo ; fen^a caualliy & però iMafìagetiy che con
cauallo ,& fen%a , combatteano ferocemente^ . Hippote > <& \Anhip A n chip--
pi da Herodoto fon appellati . ssfnfippi fi dicean quelli , che nelle guer- pofodos .
re vfauano duoi caualli ; e di quefio nome fcriue Eliano chiamarfi cer- Arfhupni!
ti popoli intorno all'Iftro : ch'erano auue^i à J altare da vno in altro . ah fippi .
F $ Monip-
* S» D'ZLL'Jt'gLOPilU
Monippi. Monnippicbivfanovnfol (auallo . Tarippifi die euanoi Cani (retefi, p
Parippi. che nelle cacete con pari corfo aceo mpagnauano i Canotti , come ToUuce.
Parefip— dichiara . Tarefippvjfi dicon quelli , che corrono con vn C auallo, jen^A
Efippio %[aper l'arte del caualcarcL^. Efippio generalmente s'intende 'per, ogni
courimento dicauallo fatto per commodità di molle vettura,, che dai
CaualliE vulgo poi s'è detta Sella per lo federe^. Il F olaterr ano dice non ha-
fippiati , uer letto , ne certamente vederfì da i monumenti ■> & altri marmi degli
oc Ehp- antichi^che i caualli l^auefferhauute le Selle ad vfan^anoslra, ne con le
A fini per fia^e,ma folamente in do/fa vna maniera di quelle , che vfano i cozzoni
che detti nel principio del domare yche 'Bardelle fi dicono. Co fi Efippiati s'in-
fornavi}, tendono i eaualli infellati, & Pjippiarij altrerì per diftintione de gli «
chia^°ma a^tr^je fervendo àportar conimbaftifome ,fi dicono Clitellarij, ò Sag-
Hippa co Tnarij,in Cjermania Saum B^pjf^. In Ifehiauonia Saumar ; onde for[e è
tiiie . venuto che noi diciamo Somari , a Somieri gli <A.fini . "Benché Efippia*
Hippo— rio pur fi dica il Sellaio y che [àie Selle, & Sjìppion fi diceua ancora la
Hippoc'e conte[a di correre con Caualli . Hippomachia la battaglia di Caualieri ..
leu thia Hippacontifie i Caualieri che v[an has~le da trar da lungi . llippotoffo-
Hippape. te gli >ArcieriòcBaleflrierià cauallo , de' quali fàHirciomentione. Hip-
Hippo- poc€let,thiji dicean quelli , che erano peritiffimi del combattere à cauaL-
Hippo--. lo, & reggere bene vn cauallo. Hippape[ono le voci finte di Caua~
trofo. lieri à loro caualli,chepoppi[mata ancora da Latini fi [noi dire . Hippo- q
Hippobo f orbo, era vn fi f ch'ietto di lauro , con chevfauano. di fonare i guardiani.
Hi'no delal{a'2ge : i quali pur Hippoforbi fi appellammo , <& Hippoforbiosl
mo> l'armento de' caualli,sì anco il luogo do uè fi' p afeono. Diceua fi oltre ac-
Hippono ciò Hippotrofo il nudrittore de' caualli.; &Hippoboto il luogo ben atto
™a • à pafcere,come propriamente fi troua nominata vna regione [otto le por
la te (fafpie,oue commodamente(fecondo Strabone) cinquantamila Caual-
Hippoco II fi pofìcnpafeerc^f • Hipponomo anco illorpaflore , & Hipponoma la
ino. mere amia de i caualli ,& Hippopola il venditore, & Hippocomo
Hippode coiuj ch'e' fourafìante àia cura d'effiy & che gli affetta,. & mette
fio . *n ordine . Hippode quello , ch'à caualli può conuenire , Hippojlafio H
Hippeu-- la slatta^. Hippeuma ileaminar à cauallo * Hippopere le bulgie, ò
ma- baligiotte , che fi portano à cauallo . Hippagio il pontone,, cioè naui-
Hippope ilQ dapafiar i caualli per fiumi àgui[a di ponte y &Hippagini, ò (fe-
Hippa «~ condo Liuto) Hippapoge le naui destinate à tragettare i caualli per ma-
gio . re,come le Carauelle di rPortughefi , le Tope di Ciciliani , ò le Vantala-
Hippia-- reedi Turchi . Inuentione di Samij, ò di Tericle Jltheniefe , come Tli-
rlippù-*. nwfcriue,cbe Hippegi le chiama Mippiatro il tJWarefcalco, & Hippia
trio. trica l'arte del medicare i caualli ; de la quale appo Cjreci è slato trat-
tata
DEL CUV U LLO> LI B. 11. $j
ly£ tato da jì flirto > Hierocle , TeonneHo , Telagonio , Unatolio > Tiberio, a littori
EumeloT 'ebano ,òChirone,jLrchedemo,Dippocrate, Emilio Ijpano, greci c'hà
Litorio 'Beneuentano , Himerio , Ufi-icano, T)idimo, Diofkne> Tanfilo,e no *ract*
Magone Cartaginefe;oltre di coftoro UgatOiieyl<{ifoneyHierone ,C ajjìo, c^car ca~
Hemerio , &Cleodama . Tra Latini Giunto , ijfytoderato , Columella > ualli.
& pm ampiamente Vegetio Binato, & Lorenzo B^ifio . In lingua Spa- A littori
gnuola Tier \Andrea Valentiano, fecondo le cofe fermentate in l^apo- ^""^óri
lineila corte del B^èz^'lfonfo primo d' .Aragona. T'ofcia al tempo del Spagnuo
Bj Ferdinando,cbe àluifuccedette ; ne fcrifi 'e radamente in Italiano vn li.
maejiro Ugoftino (plombro da Sanfeuero : bauendone prima fcritto
B vn' altro libretto coji a. la antica . Giordano Ruffo , filmato già digniffi-
mo Caualiere, che' l dedicò a Federico Bzrbaroffa Imperatore , oltre
quelpoco , che ne toccò Tietro Crefcenyo Bolognese nella fua (agricol-
tura dedicata à Carlo fecondo. Tanto fono fiate fempre filmate cofe da
]\e tutte quelle , che appartengono al Cauallo j ilquale acciò che di tutti
honori partecipale , ancor nella Toeftz fitrouaintromeffo il nome firn ; ... .
Hippio dicendo fi vnpiè ndverfo, che Épitrito altrimenti fi fuole chia- Épitrito .
mare : battendo in quattro ftllabe tre lunghe , & vna brieue y ò che ella Parlare
fia prima , ò feconda , ò ter^a , ò quarta . Et parendo veramente il Ca- Eque! tre»
uallo effere quello , che di prima veduta faccia difeemere il nobile dal
C Tlebeio fi venne à fnre , che 7 parlare grane, & numero fo fi diceffe
Equefire , & aW intorno il difciolto , & l'humile Tedeflre . *A quello
proppfito fa quello > che annota Celio effere flato detto in vn' Epigram-
ma dilsljceratoy che'l vino a Toeti èquafi vn valorofo Cauallo , che al-
teramente gli porta : il che conferma tìoratio , doue ferine , 1>{on poter
piacere y ne lungamente durare i ver fi , che da' be nitori d! acqua fìferi-
uono . Onde fi fece anco il prouerbio , Che beuendo acqua non fi fàcofa
di buono -, &però il Trincipe de' Toeti vinofo fu appellato . 3\(e da quel-
lo fu differente la comparatone del Sannazaro , che l'ingegno , & lo fti-
£ le fuo al Cauallo agguaglia, in vna dotta Elegia co fi cantando al fecon-
do Ulfonfo,
*}{on ogni carro in vn campo trauaglia >
Corre in picchi fentiero il mio Cauallo'.
Chiama fi de' Latini il Cauallo Squoyouero dalla Equitàyperch' 'egli fi deb- mg Lati-
ta con vnagìufla mifura ammaestrare: & a lui conuiene portarfi giuflo no di ca-
intnttelefue attioni; onero dalla egualìtà;perciò che anticamente ginn- uallo Iati.
gendofi i caualli alle carrette, fi fcegliean pari,come conuiene & Ulber £ue' £"«■
to dice; onero (leuatafì pur la dittongo) dal'Equore cbefìgnificailMa- detto.
re,con cui bàgranfomiglian%a di mobilitade e di fière%^a,fi come cbiar-
F 4 ramente
38 DELLA GLO\ljt
r Amente s'intende in zs€mglìa , doue Mare altresì chiamano il cauallo , j
frìmtnu- cluìflfiim0P0f('i'a i Diminutiui Equula , ò come vuol Uermalao Barbaro.
tiuo da e- Sqnilay in f eminile ; &Eqnulo & Equulco per lo cauallo pie dolo ò no-
quo. m110)CÌxl diciamo Poliedro ; accodandoci a gli fteffi Latini , che Tulio il
Pulii fi «ii nominauano. Benché Vallo non pur di tutti quadrupedi , ma de gli au-
cono co fi gelli ancora e delle B^aneft dicano . Tuttauìa il pia proprio è de' caual-
degh ve- H)Come Virgilio m va luogo ildiceVullo di generoso Bji^a a altroueil
de q uà- nomina ancor Vitello^ '{ponendo Seruioy che di "Buoi e di caualliparimen
drupvdi. te s'intenda. M 'a intende uà fi pur l'Sjuuleo per vna certa maniera di
Bquuleo tormento) ch'era in forma di cauallo yfopra ilquale fi mettetiano coloroy
^eUl J da quali fi ricercala la verità , onero i condannati) come Seneca aecen- &■
tormento *
na là doue dice . La crudeltà ha trottati- gli Eqnulei , lecroci , l'vncinoy
& quella vesla vnta d'alimenti di fuoco ^ Fùvn certo lAruntio Vater-
colo ( come narraVlutarco) the trouata vna inuenticne di tormentare
dentro al cauallo di Bronco > ne portò vno ad Emilio (enforino)crudelif-
fimo Tiranno della Cicilia , che fi dilettaua di tai nouità crudeli . Ma la
fua rimaner atione fu fimile a quella yche diede Falaride.àVerillo della
V acca purAi-hr W7$ > che effi artefici furon primi à fferimentare fifkt-
Luoghi ta morte . Luoghi nominatìda qiefla voce > del cauallo appo Latini >/s
nominati ne trouanpoehi. Diceuafi Equo vn Monte che fouraslaua adflìoCa-
caualla ^ fati* di Troia , dal quale aUunivogliono che iGreciper fagace ingegno
haueffero la vittoria confeguita : parendo chea quefto alludeffe Virgilio
doue dice .
j£ guija dì alto monte edificaro
Vn caual per diuina arte di Valla.
Cauallo t^tyfa più chiaramente ne fanno gli hifiorici mentione;tra' quali Valeri®
Monto* M ajfimo ferine , che vn certo nomato Dafida volendo beffar l'oracolo di
Delfi '-> benché non hauefìe maihauuto cauallo alcuno > andò a dimanda^
re,s 'egli poteffe trouare i l cauallo perduto: & gli fu riJposìo,cb'egli il tro
uèrebbe in morte fua s ilchegli auuenne yperciò che Jittalo Bj di Frigia
effendo flato offefojpe/fo dalla mordace lingua di lui , comandò yche dal
Eouicoli. monte Caua^ fufìe fato pi-ecipitare .Equicoli fi ckiamauano certi popo-
li prefto terra di B^pma > tra Marfle Sabini : iquali Virgilio cognomina
'Belli in arme. non per altro f or fesche per effere molto fludiofi di caualìH
Equestre era vna cittànella pallia Belgica fecondo Tolomeo : Del che fa
cognominato poiTsleuiduno , chora fi flima effer K(eui> volgarmente
1>{eau y o 'Heuf chafiel , appreffo al lago le marino ouer Dunoy . Di
nome proprio fi trouaSquitioyche fu gouernatore del pretorio Illirico) &
Sgrumo, quando fu creato Imper-adore Yalsntinici.no > molti erano che haueuana
eletto
G
u
'DEL C J.V jtLLOyll B. II. $9
eletto lui. F orrore fa mentione d'vn Qimmodio Equicoto huomofor-
tiffimo nato fo padre milita,) e:, ma q uè fto potrebbe intenda fi del pae-
fe. Equifeli {fecondo che da Stiano rapporta Cjilio) fon certe mofi he , EqujfeTj
lequali nel fiume ^ftreo peculiarmente fi trouano , fomiglianti alla
^Pecchie , sì di grande^a ,. sì di jlrepito di bombe > e dì colore di Veffre,
che volando al fommo dell' acque fon prefeda' pefci. Squarto in fo- Erniària
ftantiuo vfa Solino per lo curatore del Cauallo . Valerio Maffimo chia-
ma Herofilo Equario medico , ilquale molto fi gloriaua d'haver h avuto-
per aualo C. Mario , che fette volte era flato Confalo . Fanone dice
hauer tenute grandi mafcrie di pecore in Tvglia, 0- B^T^e di (faual-
£ linei contado di Boleti; quelle chiamando ouiare , & quelle Eq varie .
Eavifane dicevano il domatore b moderatore de' cavalli, detto da noi
coitone ,ma fi poteva ancora tirare (come Ts[oaio dice) à tutti quel- Ecìu"Gne
li,à cui fi concede/] e reggimento di fimilcofa, quali fon verbi grat io. i
Travili . Eqvitario il faprafiante della R^z^a, el guardiano. Equi-
tio la moltitudine di cavalli ne' pafc hi , come Gilberto pone . Equino di
cauallo , Eqnile la falla, . Squire fi diceua quando da tszualli fi brama
il coito ; & Equimento di previo the fi paga per far coprire vna ca-
valla .. Equitare il Caualcare , *Adequitare accoslarfì col cauallo .
Obequitare andar d'attorno. 'Perequitare cambiare col cauallo per ogni
C parte . Squiabile il luogo atto & commodo al fa; a le are . Equitato V^^°
& Equìtatione l'atto del cavalcare . Delqual atto dice VlinioLt fé- EqUire,
mina abbrveciarfi & confumar fi ; altroue dice) agli huomini e fere Equino.
-ptilijfimo allo Ho muco <& alle cofeie . Cjaleno nel libro di conferuare la Ec3UI *?- e-
fanità fcrive ; Imoti che fi fanno per efiercitio, altri far fi per noi flef- £qUjcaie]
fi come il e aminare ; altri esteriormente, come il farci menarper bar- &c.
ca, ò in altro tal modo : altri effermislì come il Caualcare : perche an-
dando à cavallo non è come l'andar con le carrette , rncffimamente ìlari
do in quelle corcato ,. che la per fon a vien falamente ad efìer moffa da
quel che portale da fa fu nulla : magli bifogna foslenere lofpino al%a- M°u .P?*'
* to,ftezder le gambe y fermamente con le cofeie slrigner le co fé del ca^- ^^e ^
uallo, & ancoriguardar davanti y nel che non pur lavisi a ma il collo ti.
altresì travaglia -} & principalmente in quefìo modo Uvìfere fi com-
muovono . Tterò altroue foggiugne , che VEquìtationi furio fa oltra mi-
fvra, hanno fouente rotta alcuna parte intorno le reni, over offefa il
petto, etalhora i meati delfeme, laonde Jletìo dice-, U Cavalcare
vniuerfalmente non effere gioueuole a. gl'infermi : tutta via (gual-
cando foavemente ,nonfà altro male , fa non che rende s~iancbe%ga al-
le cofeie^ & alle ginocchia) ma fa ingenuo fi fortem.ente.ilC avallo > per-
turba,
Caualca- turba & affanna tutto il corpo . T^e ifaniaW incontro è vtiliffimo, che £
re è v tilif plu d'orni altro effercitio corrobora lo fbirito con tutte le parti del corpo,
fìmoa'fa- r . • . io. u > ■« • r r 1 r» u ■
j e principalmente lo stomaco ; oltr accio purga ijenfi,eglifapiu acuti .
Equeftre Dinota ancora l'Editato la moltitudine di faldati a cauallo : & la de-
nomeap- gnità etiandio (auallerefca , che Equeflre diceuano : "'Perciò che Eque-
parrenen ^r£ eya Q^n- CQja ^ cavalli appartenente ; & cofi dette fi troua.no fihiere
li. ' & pugne Et] uesìri non altramente , che le pedeflri . Tarimente monete
Monete Equeflri quelle,chefi d aitano a Cavalieri, fecondo Fefio,& Equestri fi di-
equeuri - ^eano quelli luoghi appo I{pmani,ouefedeuano i Caualierì , come Seneca
pone : Ho negli Equestri vn luogo non per venderlo,non per locarlo }non
per habitarui,maper vederne:^ altroue evenendo nel Teatro-, gli Eque- p
Jìrigià eran pieni . filtro Seneca nelle Tragedie , fi come foleua v far fi
corfo Equeslre ,pofe fqvefire piede per Cavallino : fi che non è da me-
ravigliare, fé col vocabolo del Caualiere , che Equite appellavano , fi ri-
troua ancoraintefo efio cauallo : come nella Georgica può vederfi vfato
da Ennio primamente, fecondo ilteflimonio , che da Iconio fi produce.
■ • Et co fi anche il verbo del Cavalcare attribvivam molti al carminar mede-
fimo del cauallo . Squiriafi diceuano certi giuochi , coftitvitida Homo-
Io in honor di Marte, che col corfo di cavalli nel campo M art io fi fitte na-
no, come Eesìo dichiara, cy-Ouidio dimostra la doue dice .
E già due notti del fecondo mefe <j
Heslam , che Marte co' fuoi carri giunti
Spinge , deurà i destrieri alti e veloci :
Il che dal vero Squiria ben sì noma .
Hoggidì quel luogo, eh' è di edifìcij occupato, ferba il nome vn tem-
pio di Santa tJWaria , che in Equina vi fi dice ; come il Volattera-
no fa fedes . z<sfltri Equitia per fcriuono . Questi giuochi nel me-
fe d'aprile fi celebrammo : & quando per auuentura il Tebro ha~
uefie inondato il campo , fi fhceano al monte Celio , domerà vn* altro
piano, Martiale. Et incorrea quel giorno alle fefie Cereali , nelle
quali dopò i (aualli correano le volpi con fìifci di paglia accefa legati "
alla coda , come <isfleffandro de gli Idlefiandri racconta . Egli fi leg-
Gìuochi gè, che i primi giuochi fatti in I{oma fuffero flati i confuali, Hatuiti
conJuali . ^1 medefimo Romolo folennemente ài^ettuno appellato equestre, mei
giorno, ci) ei fé dà fuoi rapire le donzelle Sabine venute à riguarda-
re . Il che alcuni vogliono > ahe fufie flato à diciotto d\4goslo > net
quarto anno dopò la fondanone di J\oma : alcuni al mefe di *Jft€ar%p :
ma nel giuoco de ItAgoflo correuano i cauallie iMuli giunti e Sciolti >
nel circo majfimamente> in guifa molto dilettevole d riguardanti. In
quel
<DZL(fj.v ^tll'Oy L1B.II. $r
j quel di Marzo s' ammazzila vn Mulo in facrifìcio, e i canalli e i cani fi
adornauano di ghirlande , & fi lafciauamjiare in otio:fì come Garro-
ne Fefto,e Dionigi d'<tsflicamaffofcriuono,e Plutarco afferma, JLggiortr>
gendo,che confuali fi dijfero per Tslettuno , che (pnfofà nominato all'ho-
ra , cheejfendofi trottato vrì altare fonerà , fa giudicato di ejio Dio cjmfi
per alcun' fegreto configlio , equafi afcofo , che già da indi inmzjfù or-
dinato che quello altare tutto l'anno fiefse afcofo, fuor che nel giorno del
facrificio:quando a ciafcuno erapermejfo di andarvi. Famentione Li-
mo altresì diquefìo nome,& anche isfufonio doue dice .
Il figlimi di Saturno
22 Confo cangiò Cenea .
Ouidio narra bertesche taligiuochi rusìic amente nel principio furonfkt-
ti in vna pianga , fendale dilicatur -e de' Teatri , i quali primieramente
sincominciaro ad ordinare con ornamenti nel tempo di TrifcoTarqui-
nioyche difegnò il Circo majfimo con i luoghi diuerfiàgradi a gradi : alti
dodeci piedi folamente da terra , come Limo narra , dicendo che'l giuoco
fu di canalli e di Lutt atari chiamati daThofcana principalmente .
Quindi poi rimafera tali giuochi folenni,che Bimani & Magni, e talhor
Green fi furono appellati . Queslo Circo zJfyCaffimofàpoi da Ce fare Dit- Circo
tatare- con marauigliefolauororinouato : & fé ne veggiono ancora al- MaHimo.
C cimi vestigi in Roma. Era tre jladij di lunghezza, &vno all'attitudine:
La lunghezza poi. era egualmente partita infette Mete, le quali correli
da, fi doue ano intorniare, fi come dimoerà Ouidio > doue dicey
0 fé perfette (patij han meritata
Ts{el fatico fo Circo la corona ,
EtTropertio altresì
Q non compiuto ancora il cor/o vuole
Il premio dimandar pria che la sJWeta
Da la fèttima Ruota fia girata ..
T)ì qui s'inducono alcuni ad interpretare , che la: *Jtyteta fuffe vna , la », .
> quale fi bifognaffe fette volte intorniate da' correnti caualli: maffima- cofa fur„
mente y che Homeroinquei giuochi Caualler efebi, ne quali fk vinci- fé.
tor e Diomede con l canali tolti ad Enea, difegna vna fola meta y
ch'era di legna fecco,a, di quercia a di Teglia, che lungamente rifìfte al-
le pioggie : la quale slaua quanto vn braccio in su là terra: e da l'vnoe
V altro lato di quella Jlauano fermate due pietre bianche nelle Hr et czj
^e della via ; e bifognaua tener grandijjima auuertenzg e destrezza
dinon toccare la Meta > ne quellepietre con le ruote in queiriuolgimen-
ti) che fi ficcano con rapace velocità , fi come Horatio ancora efyrimey
San
Son età la nobil palma della Meta
'Ben da le ruote feruidefehiuata
De le terre Signori-è Deigl 'innalza.
*Ji<ta Cafftodoro apertamente dimoslra in vna Spi §ìola,che furono Ha-
tuite fette Mete fecondo il numero de' pianeti ; & che efìe Mete hauea-
no trefommità , fra le quali erano duci Ohelifci, che confegni Caldei di-
moHrauano ifacrificij de gli antichi, & erano tutte di marmi indorati)
benché prirnafnjfero Hate di tofi e di-legnami . // Circo era difpofio nel
me'xo d'iena pianura in Cerchio : & per intorno erano i luoghi, doue or-
dinatamente fedeano gli gettatori -.fecondo la deferittione di Leone, che
fu ottimo inuefiigatore dell'antichità : & cofidaquel verfodel Toetafi
■può comprendere .
I^el me%o del Teatro il circo flaua .
Horanella cima di ejfo circo erano ceni cancelli detti carceri, perche
quindi,come di prigione difciolti i caualli,e lentati di redine, fi muouca-
no aUorfot&peraenHti all' altro capo fi riuoltauano in giro, fin che alla,
primiera Meta f< fiero ritornati : il che bellamente deferiue Horatio..
Come [e dale carceri ialbora
Moffn canai; con velocifsinivnghia
' ^Tirati rapidamente il (farro He uè :
L'auriga à quei , che van nel corfo inan%i
^Attento mira : & in dispregio lafcia
Gli altri , che vengon tra gli eflremi à dietro .
Tutta tal contefa fijpedia -con ventiquattro , o venticinque Melfi : fé-
rr v> condo Garrone, de* quali chiamauano Erario l'vltimo, perciò che fida-
li] o Bra- Uil delle offerte del popolo. Et Meffi intendonfi quelli che noi diciamo
uij . Tali] ò Brauij , cioè premij che fi propongono al contendere , per lì
quali tante volte fi douea correrci. *J>\€a Dominano ( come fcriue
Tranquille) propofe cento Mefsì Cauallere fichi, caraccio che più fàcil-
mente fi fpedifiero , da fette fpatvj ridufiele Mete à cinque . Il fegno
di vfeir À correre era vno afeiugatoio , che fi mofiraua aliato ,• del
che dicono efiere venuta t 'origine da "alerone , il quale prolungando
molto il definare, e'I popolo defiierofo di vedere ( come effer fuole )
affrettando la licenza del cominciare : egli per fegno dellapotefià ,
che permetteua ,fè gin are dal balcone vn touagliolo, che vfaua 4 net-
tar le mani ; e d'indi refiò l'vfanja : che mai non fi correa , fé prima il
Tretore,ò altro Maesìra'o non mandaua l afeiugatoio , Correua-
dtco^^fì *n ^m maniC)'eì> con vn f°l° cauallo fen^a Sella, come tra noififuo-
a' Palii. levfare; b con le carrette à duoicaualli, è pura quattro. I corridori-
fi partiuano
E
a
DEI C JtV '\4lL0y LIB. ! I. pjr
jl fi partimmo in-quaìtrofattioni > che dal colore del vettirefi difcerneua-
no ; Et cofì dinotandole quattro sìagioni de l'anno , filtri vegliano di
color verde dedicato alLiTrìmauera,<gr quesli Trafimfi dkeuano;^£l-
tri buffati,, di vermiglìoyper la Si ate-, filtri jLlbatiydi biancoy perlai n-
tunnoyiAltriVeneti) diCeruleo.perlo VemoXt m quefiaguif a ferine il
Volateranno che {deano diuifati giofìrare i Fiorentini nel primo di
(JHaggio . Dominano vi aggiunge i purpurei %egli aurati . Fiora co-
tali fattioni del colore cagionauano ancora le fkttioni de' riguardanti y
che altri fi metteano-afkuorire vna banda > & altri vìi1 altra .- egnittno
con gridi applaudendo alla fua ; dal che [oliente nafeeano gare e ter*-
B Toni fi a e fio loro ; mouendofi più da l'affettione portata al colore y che
non dal vero meno della virtù. Efpejfo au/tenney che tal fhuor po-
polare , e cotalgratia apporto certi ffìma vittoria ad alcuni; & in fi fat-
te fhttioni non pur il popolo ; ma effiVrincipi contendeuano ; che Vitello
era tanto affezionato de i Veneti y che à torto &à diritto ampiamen-
te gli fhuoriua ; tanto che ad alcuni > i quali apertamente hauea bia-
fimati quellhfè dar la mortai . all'incontro Vero ^intonino gli odia >
fkuorendoi Tr affini ; & venne à tanto y che riceuette intoler abili in-,
giurie e villanie da gli h uomini della Veneta fattione . Furono etiandia
affezionati de' Vr affini Caligala &1sleronc-*i. Qiracallaveggendo il
£ popolo cauillare vn certo z^f irriga fuofimorito > vi fece entrar l'efierct-
toy & con molta flrage ne die la pena . Cofiui , ferine Suetonio , che non
fece s^f irrigare a giuochi fimi > fé non dell'ordine Senatoria . Siila, altresì
dopò lafua vittoria ( come-narra jLfconio Vediamo ) fece i giuochi Cir-
ce'fi •■> dotte moltimbili perfognaggi gouernando le carra corfero;tra qua-^
li fu Caio ^Antonio. Erano i giuochi Circe fi di due maniere . Tatricvj y Ginechi
chefifkceano da gentil* h uomini > &Tlebeiy. chefifkceano dalla Tle- Circefi .
he yin vn diterminato dì del me fé di Js(òuembre;i quali Claudio Impe-.
radorefpejfo commife & celebrò ancora nel Vaticano ; traponendaper
ogni cinque Me fi, vna caccia . Cefare dentrailCircofece andare vn cor-
™ fo d'acqua % e correr ui le barche**, e^fugufio vi produceffe pur della
nobiliffimagiouentuì Carretpieriy e i corridore gli vecifori delle Fere.
E dip'ml'ìpno e l'altro di queflilmperadorifecerofhre il giuoco dì Troia-
da' fanciulli grandi e piccioli frequenti/Simo* QueTto giuoco fi ''diferi- ... Giuoco
uè da Virgilio pienamente y che- Enea trouandofì in Cicilia , dopafht-* l *roxa*
ti quattro giuochi per effeguiale honor del Tadre ,, impofe-ad ssffcanio ?
che co' giouanetti de l'età fua fkcefie il quinto. Et co fi fatta loro, ,
vna piaTga larga dal popolar aunatoy cornparuero le fue fchiere fkn-
cittllt fche } lucenti in leghiste armefauraarditiCaualli) con le chiome
tofe*
$4 DE L La G l 0 %_! J
tofe & incoronare ; oltracciò con catenette d'oro al colloy& parte èóti p
faretre allefpalle , parte con due dardi per vnoydiuifi in tre turme;delle
quali ogniuna hauea il fuo Capitano feguito da dodici\e di quefìi Capi-
tani l'vltimo era^Afcanio. H or poi che lietamente hebbero paleggia-
ta lapiai^a dauanti à gli occhi di loro padri ; il maeflro d'*Afcanio die
con grido da lungi ilfegno con la sferra facendo fcoppio : xAllhorafe-
f arate lefchiere , corfero di paria tre atre ; & un'altra volta chiama-
ti alfegno della bacchetta^ con le arme infette riuolfero il camino. Indi
altri corfi y & altri ricorfì per contrari] Jpatij prendendo , come fé per
Labirinto errando andafìero ; & Vvno impedendo d vicenda igiri ali al-
tro > à guifa di Delfini giocanti per lo mare yfembra uan di combattere; p
bora voltando le fpatle in fuga y bora nemicamente voltando la fronte
alla difefayfin che poi fatta pace , fi raccoglie ano tutti infieme . Quesla
vfanT^a di corfo y & quefli combattimenti tsffcanio edificando la Città
à-jllba , istituì agli antichi Latini y chepofcia li traduffero à Romani j
sì che tal giuoco Troia fempre sa nominato.Dalqual vocaboli) molti vo-
Torneo glionoycbe diriuafìe quello > che Torneo da noi fi dice y òpur Tome amen-
ti Tornea toyda'(jermani Tornieren : ben che altri slimino venir dalle greche voci
mento Torme òTormos y onde Celio dice ;cb e Taufania acconciamente formò
uaffe aclormin^per dinotar vna fcorfa maggior di quello che conuenifie. Vfa-
uafi ne' giuochi Circefi,che oltra glijpetttacoliyvifì produceano pompo- <j
f amente i fimulacri d'oro ò d'argento di loro Dij^etalbora de gl'I m-
per adori y e de' Duci > ình abito trionf ale , quando Equestri > e quando
pede siri; fecondo l'affettione)che'l popolo hauefìe portata alVrencipe.Et
cofila slatua Equeflre di germanico fatta d '<t^4uorio fi troua ejferjì me-
Circo Fia nata nella pompa del Circo:& isfatonio volle che in tutti ì giuochi OV*
m inio. . cefi fi portaffe l'imagine di Fauslina già morta . Fu ancora à fomìglian-
«3 del Circo Maffimo vn' altro Circo detto Flaminioycon altrettante Me-
te. > intorno alle quali V arrone fcriuey che fi corretta co'Caualli disgiun-
ti y ne' giuochi Tauri] > che inhonor deglfnferi Dei fi celebrauano . Le
carrette dalMaufoleodi^€uguflovfciuanoperfeiportey & per lo cam- "
pò Martio corre ano al circo Flaminio. Si giudica fermamente y che
i Romani apprefero i giuoccbi Circefi da gli Olimpici de'Greci ; cofi
appellato per tempio di gioite Olimpio celebratiffimo in Jlcbaia ; do-
uè in vna campagna chiamata Olimpia tra 'Tifa > & Elide > con gran
concorfo di tutta la CJreciafìfoleuano celebrare > contendendoft di lut-
Giuochì *^> dipugna : edicorfo àpiedi & à (auallo . I giuochi Olimpici fu-
Olitnpici. ro> primieramente istituiti da Hercole in honor diTelopey l'anno del
Mondo quatromila e quattrocento; Efcriue Eufebio ilprimo che ci vin-
cere
DEL Cj£ V jt LLO, L1B. IL 95
cefie >effere flatoCerebo ^Atheniefe . Quiui Hercole mifurò lo fìadioy Stadio mi
donde fi douea correre , eh era di lunghe^a feicento piedi } cioè paffi furato da
cento e venticinque ; e di quello fiddio poi fi fecero gli altri per le ter- Hercole-»
re de' Greci,benche tanto minori) quanto maggiore era il piede d'Herco-,
Le>cbe nonfitroua.no i e ornimi; fi come (jelliogià dimostra. Celebrauan-
fiquefti giuochi ogni quattro anni) il quale fpatio ditempo Olimpiade
nominauanó: & con quel nome numeravano i Greci i loro anni . Ma la camefz
contefa del correre a e auallo era prima fiata incominciata da Snamao ^l corre-
re de Elidevi quale ejfendo flato, amonito da l'oracolo, che'l matrimo- re a caual
nio d'HippodamiaifuavKica figlia di eccellente ' belleTgayfarebbe la ca- 1° da clu
-.gione della fM morte •> fi trattene adi maritarla; ma non fapendo ho- crta<
mai con che prete fio di ragione ò difeufa contradire a tantoché la chie-
devano per moglie ':& fiudiofijjimo delle opre cauallerefcbefcomeTlu-
tarcofàfede ) confidatoli al valor di certe fue cavalle più veloci delV^i-
quilone(fi come Higino diceìpropofe va talpartito, chequalunque l'ha-
uefie vinto nel corfo della carretta yprendefle: in matrimonio fua figli-
uola con lafuccejfwne di tutto, il, l\egno 1 ma chi r.efiafe vinto , fujje a-
magato. Ora trai primiy che vennero à.tal conte fa)fu Marmacele cui Marmace
caualle nomate Varthenia & 8rifk)hauendo data grandifficult adi vin. e fueca-
cereadejfa Rj ? egli ottenuta pur la vittoria) le fé fcannare fopra.il "alle ve*
q lor Signore: e poi fepelire ancorate dalnome de l'vnafà nominatoti fiu "
meTaneniay comeTaufania ferine .. ^A Ila fine mortine molti altri) vi.
andò Telope figlimi di Tantahal qual vedendo tante tefie h umane af-
fifie in su le porte > cominciò àpentirfi d'efìerui andato: ma vergognan-
do/i di tornare indietro contaminò Minilo carrettiere del Ej Enomaoy,
promettendogli la mità.dell\egn0)fel'aiutajfe . Colui hauendo giunto
il carro con le rote fchiodateyfpinti i 'e amili fé refiareil Rj vìnto eftrac
ciato dipeli : OndeTelope vincitore fé ne tornò àcafa con la Hippoda-
mia : & penfando clre'l tradimento di Minilo gli doueffe rifultare d
grande infhmia^on foto non gli offeruòdafede &la mercè) ma il diru-
2)) pò in quelmareyche Mirtoo ne fu detto}fecondo Ouidio. ^iltridicono che
telope guadagnò. Vimprefa per giuflavittoria^fjendofi aualuto di cer-
ti, candii > eh e "Nettuno gli diede ; guidati. daCillante : benché perfuo
■carrettiere fi nominiancora Spero . aggiungono altresì chequefli ca-
miti fuflero fiati, alatiyma Talefato no' l crede) perche Snomaonon ci ha
rebbe acconfentito :■ però dice douerfi quefla fhuola interpretare y che
Telopefulfe andato a Tifa con qualche naue dòue fuffero fiati fcolpi-
ti cauali alati : e£" che con quella fene hauefie per furto portata Hip-
godamia.. f ajfi ben mentione. dagli fcrittori; che quelle: caualle nobili.
di
$6 'D'Eth^ClO'^ÌJL
ili Snomaoy fi cbiamafieroHarpinna& afilla >& che, dopò morte fuf- g
fero slate honorate di fepoltura; &con molti ver fi lodate da Licofrone.
In ejffi giuochi Olimpici fi correa per vn tramitelio molto augurio e peri
colofo; perche da l'vn canto era alta riua d'vna fi umana ; da l'altro vi
sìaua vnafila di ferri acuti; fi che da l' vna e da l altra harma fi minac-
ciana rouina e morte a .chi tramato fi fujfe vnpoco . 8t correuafi con
due cauaìli giunti alla carretta ; pois'entroduffero ancora due altri mo-
diyl'vn dettoCalpe,e l'altro <ssfpen€;queslo con le <JMule, equello con
le caualle > ma di maniera che teslremo del cor fo douea Ih uomo forni-
re j aitando à piediye prefe le redine per la mano . £t in queslofu mar a-
uigliofo quelloyche da "Plinio fi racconta , che Ecratide da Tenaglia ha- F
neffecon vna caualla granida ottenuta la palma . Tur amendue tali
modi per decreto de gli Elei fi anticarono*7n almamente. che gli animar
lì Maligni y appo loro fi riput aitano effecr abili ;& non ne poteanonafce-
re ili quelpaefe ; aumnga the nel d'intorno feconde mente fé neprodu-
cefìero . Co fi restò frequentatiffrmoVvfo dei due e auaUi;bencbe fi tro-
ni tutta via zJ^liltiade con la e a; retta à quattro caualU hauer riporta-
Miltiade ta la palma Olimpica ,& però Cidonio chiama Elide nobiledi quadri-
palma O gbe Vincitore ancora fi ferme effercì fiato 'Herone, che con dieci paia di
ltmpica. cauaìli vi volfe correre. Alcibiade vna volta meno in Olimpia fette quaT r
drighe di marauigliofa velocitale ritornoffene vincitore . Cofiui (fi co- j
me Tlutarco fcriue)pofe tanta cura e diligenza ne' cauaìli, che auan^ò
tutti i Trincipi delfino tempo ; fi che fempre i fuoi cauaìli tra più gene-
rose perfetti fi annouerarono ; & egliper ottimo Caualcatore fucele-
brato;fecondo che in certi verfi dimoslra Euripide con talfenfo. Hor io
ti canterò leggiadro figlio di Clinia , quanto altiero ti vide il choro di
Greci quel dì in Olimpia ytjuando haueui tre vittorie confeguite col cor-
fo delle veloci quadrighe <? allhora UT rornbetta fin alle flelle ti inalbò >
due volte coronato della fronde delapalida oliua . Conciò fofiecofa che
per grande premio di valore , fi ponea al vincitore vna corona diOliua- „
Statue de ^r0 ^ d'yrì-altra forte d'Oliuo,che diceuano (alislefìino;bencbe poive-
combatti mftero a fàrfi le corone d'ottonerei oro . Et oltre alla corona gli era vna
menti dee ftatua dedicata . Scriuendo Tlinioyche da quefli tali combatimenti (che
ti Sacri . fiacri fi appeìlauano ) è proceduta la origine delle flatue »• & foggiunge ,
_Honori ^ ^ effigie de gli huomini non fi folcano ejprimer mai , fé non per qual-
Vincito-- ehe cagione illusore , chehauefie meritata perpetuità : Et che di quel-
re ne gi- liyi quali tre volte in Olimpia haueffer vinto-, fi face ano i ritratti con i
uochi P" veri lineamenti di tutte le membra , che Iconici fi chiamauano . fra-
Umpici • nQ ancjjP ai yincìtQre cofiituiti gli alimenti pubicamente per tutta
la vita
<D1L CjtV'jlllb) lì Bill. Jj
rjt la vita fua : & in modo di trionfante riportando/I alla patria , figitta-
uaà terra vna parte del muro della Città , per farlo entrare con honor
grandiffimo efingolare.Et oltracciò gli fi concedea perpetua immunità;
Si che in fomma fi sliniaua maggior degniti appo Greci leffere in Olim-
pia vincitore , che non in J\oma trionfar di nemici . Benché i Bimani
medefimi pofcia vfarono > che i lottatori , tquali ne' fieri certami f afferò
fiati meritatoli di corona, erano fatti di tutte graue^e immuni. The-
feo ad ermdathnc d'Hercole iftitià anco i giuochi fftmij, nello fjlmo di Giuochi
oichaiapreffo Corinto, nel golfo di Megara , traà mare Ionio & Egeo, Htmij.
in vn tempio di T<(ettuno ; che pur al quarto anno fi celebrauano : & m
*B tanta religione tenuti erano , che ne per oppreffione , che vna volta pa-
tirono i Corinthij dadfiello tiranno , neper le guerre , che poi furono lo-
to fatte da Bimani , mai gli volfero tralafciare ; & alla fine distrutta
e pianatala Città loro daL. Mummio,ne diedero la cura à Sicionij prof-
fimi h abitanti, che quella folennità continouaffero . Et in quefìi giuo-
chi fi venne à connentione fi a effo loro,cbe'l principale honore de lojpet-
t acolo fujìedegli ^Atheniefi , hauendo i primieri g-adi in tanto (patio,
quanto vna vela di nane occupar potefic^ . I vincitori I Umici fole ano
prima mettere la corona dell'appio, pofcia de Tino . ultimamente da tri\,u-ni a»
S olone fu ordinato, che à quefli fi donafieró cento dramme, &agli vincitori
Olimpici cinque cento oltra l' altre pr erogatine . Tutte queste cotai vit- limici.
torie da Toeti ampiamente fi celebrauano : tome (becialmente fi leggo-
no appo Tindàro ,e dieffi giuochi minuta mente ferine Vaufania ne gli
aliaci . Leggefi in lingua (qreca vn' Epigramma di zsfntologio , fatto
nell'effìgie d'vnCauallo di Filippo di Macedonia , ilquale tanto fu disi
fatte opere fi udiefo, che fecondoTlutarco efiendogli venute in vn tem-
po tre nomile di allegrerà , che Varmenionefuo (apitano hauea vinti
i Dardani in battaglia : che Olimpia fua moglie hauea partorito vn bel
figliuola : & che /noi caualli hauean confeguita vittoria in Olimpia:eglì
D al'fo le mani al Cielo, gridando . 0 fortuna quesli cotanti beni piacciati
con alcuna mediocre auuerfità compenfare : mostrando apertamente
non minor letitia hauergli recata la vittoria de i caualli , che l'acquiflo
d'vn figlio e d'vn Bearne . Tanto è l'amor delle lodi , & a tanta cura è
la vittoria,come Virgilio dice , parlando di queflo mede fimo efiercitio ;
ilquale i caualli ijìefjì fa partecipi della gloria, per che nobili fé ne chia-
mano . Come appo Gnidio >
7^e de' Caualli nobili il certame .
Ti fta nafeofo , l
Brano oltracciò e di pitture^ dì fìatue honor atidegendo fi che Enagor*
G Lacone
9# PEll^iGLO^l^
Laconefè del vino dìpìHgiY* mfiémg coni* carretta le fuecaualle,che *
tre volte erano slate in Olìmpia vincitrici; fi come Herodoto na; ra . *Al
Vittorio fo cauallo di Lieo Fido la fu albata lafìatua fopra vna colonna y
Statue al- come Taufaniafcriue; facendo ancora fede) che'l primoycbe bauejfe da-*
zate a a- to honore di statua al C auaUofù Cleoflene d'Epidanno , ìlquale bauendo
iuIu* yinto la Olimpiade feff ante fi ma fefìa,f è f colpire da Jlgellada la imagin
fua, e del carrettiere e de* caualli , notando i loro nomiy Corace , Samo >
Cjnacia, & Fenice. In *Delfi , narra (jiuftìnoy tiferà vna gran copia di
Statue tutte d'oro,con le quadrighe, che fi -vede ano ben di lontano'. Ma
non vuò,cbe la mentione dei giuochi Cai'.allersf&bi tanto fuor delfentiero
pi* b abbia tr t'esortato, che non mi ricordi di ripigliare il filo interrotto , F
circa i nomi appartenenti à queflo nobiliffimo animale ; In cui già quel
Nome di vulgare vocabolo di Cauallo, che con noi Italiani e comune ancora à Spa
Cauallo. gnuoli & a Francefi , poco diuerfamente pronunciandolo ; fen^a dubbio
che fiini yermo ? Pref° da' Latini che C aballo altresì ilnominauano ;.per lo caua-
fichi. ° re della terra , che naturalmente fuol far con Ivnghia , fi come leggia*
dr amente mostra il Toeta in quelverfo della Georgiev >
Caua la terra ,e grauemente Ivnghia.
(ol duro corno Suona .
Et è voce vfata da* buoni Scrittori non men che V altra , benché voglia^
no i grammatici , che C aballi s'intendano ipiùgrofiali atti aUavettu- Q
ra & altre fatiche vili; & Equi per eccellenza gli animo fi y idonei alla
€abajlo e guerra : fi come apertamente dimostra San Girolamo, doue dice , fu-
pone in- ^tamente reggiamo le Thiare , cioè le Mitre , cedere a gli elmetti , <&•
diserete- * Cabalila gli £qui . zJ^Ca tutta via confufamente <&• fen^a differenza
mane, fi trouano ffcfo posti,, come fi vede appo Str abone , che parlando di
Tegafo , bora Equo , bora-C abalk il chiama. Indi da Ter fio fu det-
to il fonte (faballino ,eda "Plinio la carne Caballina • e da noi fi dice il
Trifoglio CauaUìno, per che i caualli fommamente fi dilettano della par-
atura di cotal herba ; e tanto ne fono ghiotti , che non fi curano d'ordio
ne di auenaTne d'altra biada . IlFucbfio nelle imagini delle piante di- H
finge quella per lo Loto dimestica ; il Gifnero la giudica per la Loto fel-
uatica diferittada Diofcoride;, LlMattbìoli tiene epere quella f^etic
di Trifoglio odorato , che dicono in B^pma Tribolo ; & copiofamente ne
comprano le donne per dijìillarlé a fujfumigi, & altri varij odora-
mene . Oltracciò da l'istefjo verfo de ly ingegno foToet a dì fopra con*~
memorato fi raccoglie l'Ethimtdogia di due altri nomi, che i Latini ap-
Epitetidi pfopriano al Cauallo , dicendolo Cornipede, & Sonipede; questo perla
cauallo » mede fimo coftume di battere & fuonare col pie la terra ; quella per lit
quali-
1>Ét C^yjtLlO, LI*. IL 9<ì
rJl qualità del'vnghia , che è di corno : fi come Vvno e l'altro dimostra
Gnidio dme ne' fatti dice }
Col [odo corno la grane vnghia fuma .
Sonogli altresì attribuiti molti altri Epìteti) come da cottiti y Anhelan-
te;da colui Quadrupedante , Spumante > e FJcordeuole del padróne; da
Sillioe daStatìoySinhelo:daClaudianoySndante;da Marnilo, Fuman-
te; da V aler io, Voliterò fo: da Lucano > Sublime . E flato ancora da que-
Jli chiamato Alìpede, quafi di piede alato ,• & >A eripide , quafi di piede
aereo ; benché leggendoft per dittongo y patria dinotar la fermerà de'
piediqnafi di rame muniti ;ò puri ferri di che fi calcano . .Altri xAli*
B geroyò propriamente iA lato : altri *A lite cioè augello ; altri Cito-, cioè
pre Ho; altri LeggieroyTernice e Celerebbe veloce parimente dinotano:
altri Rapido, Fugace,& ìmpigro y cioè follecito : & altri quafi volan-
te-i Volucre. T utti impoHogli degnamente per la fomma velocità > che
è in Ini . Effendo propriamente al cauallo data per ornamento dalla
TSlatura (come AriHotele dice) la velocita del corpo marauigliofa *
però fi difie bene da Ciceroneyche cofi nafce l'buomo ad intendere & ope
rare,come il canea cercare , /'/ Bue ad arrare y e'I cauallo à correre : da
Quintiliano anco affermandoli y generar fi il cauallo al corfo . E della
medefima comparatione fi ferui § aleno-, dicendo > che fi come la perfet-
C tione del Cane confiHe in effere nelle caccie & nelle guardie animofo :
& verfo i àimtHìcì manfueto : & laperfettion de l'albero inprodur
frutti abondanti & ottimi > cofi la perfettion del cauallo confi/le in ve-
locijjìmamente correre,come cofa alni appropriata . St di qui fi fa bel- v r -
ia confideratione daElianoyfelCadauere del cauallo generale vefpe y fim!jj on
le quali dalla putrefatta midolla volati fuori dfchieraàfcbieray vera- de fi pro-
mentepuò dir fi che da animai velocìffimo qual è il cauallo-, non poteafe buchino •
nonvelocijjima progenie deriuare ; come per contrario da gli A fini fi
producono f e ar afoni (il che afferma TlintydalT 'auro Apiye dal'buo-
p mo ferpenti . Terò gli Sgittij (fi come Oro fa fede) per dinotare le vefpe
dipigneuanovnCadanere di cauallo : la qual cofa parimente dimoHra
Ouidioydoue dice.
E de le vefpe o rìgìne il deHriere
■Guerreggiatory cheprefìo in terra giaccia .
Et per quefla cagione volendofi dinotare due cofe di grandìffima lunga
tra fé contrarie y è vfato a dir fi in prouerbio y La teHudine feguita il ca~ Cogno--
uallo . Hanno oltre acciò i caualli fecondo la diuerfità de Vefìerloro > "y j / a"
diuerfi cognomi : perche fregali ò tormentali fi dicono qui di R^asga y Emiflari/V
che Hanno alla Campagna. Zmijfarìj fono i padri dell' tsf mento (come
C z (jione-
Gioiitmlt gli avella ) cioè i canal li } che di fuori attendono al generare £
detti da noi Garagnoni y i quali continouamente sìanno in compagnia
uj r *»n0 delle Giumente fodis facendo ad ogni lor appetitole fupplendo a quel che
haueffe mancato l'^mmiffario, che noi diciamo Stallone: meritamen-
te [dalla fìalla cefi nomandolo; perche entro le fi alle fi deono tenere
ben goucrnati tutto il tempo de l'anna dopò la monta . Cjli altri paiono
hauerprefo il nome loro da(jara>percbe per amore delle giumente flan
no tra loro (pejio in contefa : ofi dicono quafiGuardignoni per la guar-
dia y che ne tengono ; altri il traggono da carogna*, folendofi il più delle
-volte mettere à tal effetto caitalli vecchi fianchi; ma è grandijjìmo er-
rore à farlo. ; perche à chi difidera buona ^a^a Jbifogna delle medefi &
me qualità tenere i (j aragnoni > che fi richiedono a gli Stalloni ; benché
di tanta grand eiga non molto importi : & fono per molti rifletti i Ga-
ragnoni neceffarij alle Ha^eyfa cendogli libera mente andar p afe endoy
che cofi più f ani fi mantengono )Chc rinchiufi. Trendonaeriandio cogno •
mi i caualli dalla diuerfità delpafìo loro y ilqual è differente ò di qualità
è di quantità . Dualità intendo fé l cauallo camini duramente-, ìypiace-
uolmente-fò mediocremente. Quantità fé tardo ò veloce > Il che confide-
randofìdal moto e dal tempo, meritamente alla ragione della quantità
Moti del fi attribuifee . I moti del cauallo ferine .Alberto efìer quattroUl primo è
Cauallo ^ corj-0 ^ ^ qHale ft fi con f alti > quando infieme s'aliano i pie dinanzi >
& infieme quei di dietro , fingendo fi il cauallo > e dal corfo è diriuato il
Corfiere name di Cor fiere, quale dirittamente i "Tetrarca aggiunge epiteto di vo-
^uak ila . lo in quelfuo verfo >
De' volanti Corfìerper mille fefie ►
Ma non molto veramente eojlumatalnome il vulgo d'hoggi,che (orfie
richiama certi caualli grandi e groffia quali poco fon atti al correre . Il
Trotto . fecondo è il Trotto,quando più velocemente del p affo ordinato al^a infie
me il pie dinante quel di dietro da contrari^ lati: Et nel mede fimo mo-
Peditatio do fi fa il teri^Oyche dalpreHo muouere'de ' piediTeditatione fkdetto:ma g
fle* fa£* confaldex^a dell' animale -.però, noipojjìamo intendere il Tonante.
Am buia- Il quarto è l'ambulationey cioè l'ordinario caminare,o vero il paleggia
ione . recitando infteme nel mede fimo lato al^a il pie dinanzi , e quel di die-
tro^ quesìo moto-più piacenolmente fi viene à fare, fé ipiedi non s'ala-
no molto dalla terra : e'I pie dinanzi fi fermi alquanto più toflo delderet-
tano.Dalqual modo quanto fard pia differente,tanto farà più duro: e di
f. qui neceffariaméte auuiene,cheyl Cauallo bé\ e aminante foglia, piàfpeffo
Succuffo- inciampare nelle vie ajpre . Hora Succufiori>o Succuffatori-, ò.Succujfa-
riauaii» rij fi chiamano quei cauaUi ) che fkticofamente. rileuano le gambe: non
maneggiana
t>EL CjtjtVILO) US. 11. \oì
rjl maneggiano inguifa alcuna; fon tardi al correre, & anco alcaminare>
e di più continouamente inquietano il gualcante : Detti co fi dal verbo
Succujfare , che fecondo Marcello dinota il frequente fcuotere in su .
Lucilio gli chiama Succufjatori tetricie tardi Caualli ; Oue tetrici mi
pare più tojìo da legger/i che non tetri ; effendo di natura cofloro ma~
ninconiofi , e di vna certa Saturnina feuerità e tarderà . eufonia
Crucianti gli appella. Iconio Tortori ; e quinci Jìimo efiere procedu-
to il vocabolo di Trottoni, vfato da ftalianiparimente e da Francefile
da Spignuoli. Della qual maniera fogliono propriamente ejj ere iC a- ondedec-
ualli Settentrionali,che non fanno far altro, che vn trottare Jpe^ato,^r to.
*B molesliffimo & cofi i Thedefchi i Cauatti da camino chiamano Trotter.
£' ben vero , che de' CaualliTrottini fi trouano alcuni gagliardi, vnitì
su la fchiena, ben ordinati , leggieri & agili delle gambe, che non
fono de ì tormentanti, eccetto fé f afferò Caualcati da poco ejperti ; Ma
gli altri, fhanpoca f ch'iena e poca h abilità , certamente trauagliano
oltra modo ; e tali per la più parte fon greui ditefla , e tiranti alla mano.
Il contrario di cofloro , che fen^a quelle noiofefeoffe ci porta con leggie-
ro epiaceuolpafio, da Fanone è chiamato Gradarlo ; onde Seneca me- Gradario
taforicamente chiama gradario Cicerone per quelfuo diletteuole e dolce ctl}. ".a *
dire, che lentamente procede. Chiama/i ancora Tolutario il Tonante, ll0t
ìc che leggiermente eftolle & inalba i piedi. Et Volutario ilraddopiante
o volteggiante , come Iconio ejpone, che con ordinata presieda par
ghiomerareipaffi, comedimoflra Vlinio do uè dice , In *A fi uria gene-
rar fi certi (aualli di picchia forma, detti *Aflurconi,- il cuipafio non è Afturco-
ftmile àgli altri nel correre , ma piacevole in vn bel modo , aliando & nl •
infìeme riuolgendo le gambe a vicenda : &queHi fi chiamauano Thiel- fi- *e °~
doni;daMartiale cofi diferitti >
Quefio brieue Defiriero ; ilqual raccoglie
Le rapide vnghie à numero , è venuto
* 'Dalle parti d'iAHuria ricche d'oro .
Ma quel che la natura daua in quel paefe,hoggi fi dà con l' arte, & con
V induflriade'Coxzpni;aggrauando i piedi al Cauallo concerti circoli al
quanto pe fanti, come Vegetio ci moHra da Tarthi ben cofiumarfi;& noi
pervfo veggiam . J Fr ance fi , e quei della baffa Germania li chiamano
Hacquenè •> però che con quello alterno rileuare di piedi rendono fuono fo
migliante à quel che s'ode quando con due coltelli foura vna tamia di
legno fi taglia minutamente alcuna cofa : il che da effièdetto Hacquery ACjunea
da noi*4cciare;& cofi dal lor vocabolo viene il nofiro di ^icchinea > in- onde det-
tendendo vn (faual portante ; che va ferrato & foaue : ben che altri il to .
G $ diriuino
Ul T> Etili G LO- ILI jf
diriuino da achille parola Greca, che veloce fignifica ; &perlafimìle g
Caualli -velocità del e aminare glisìeJfìFrancefi \Achai chiamano glijlafierì.
vh"*?*h Tali Caua^iflAicom ancora Mmni>& Manullhquafì manfuetiQecondo
caSfia Nerone )chefeguono Umano delpadro.ne.Thofcanigli dicono pur Vbir
do. niycome slufa da l'tsf riotto il quale dice,,
1S[el mansueto VhmoychefiHdoffò^
Hauea la figlia delEj Stordilano .
Edìqueflaforte molti fé ne portano da Denamarca,dafrlanda,eda Brì-
tania,come il Volaterano fàfede . St eragià lufan%a,qual anco è hoggiy
che fi tagliafero loro i crini , come fi legge appo Tropertio,,
Cinthia mìa coyhé 'fonduti Mannì &
Qua s'è condotta
"Et eran&alpm frequentati daperfone delitiofe ,come.in Horatio fi com-^
prende, doue e' dice ..
Et. co' Manni. laftrada .Appi a confuma..
Nerone e Torficione chiamano quefti caualli picioli.ancor rBurici , de?
quali. fàVegetio mentione . ^rifiotele il caualli minuti e di.picciolàfor-
ma chiama Ginni, ; e Strabon Gigenij, fecondo che alcuni vogliono ».
Ma propriamente Cjinni fi dicono quelli parti , che per vitio della giu-
menta,, la qual haueffe patita nel ventre infermità :>, nafeonodi natura
qua fi imperfetta; come iTS(ani tra gli.huomini ;, & queflidkeViHeffo,G'
filofofo che fogliono hauere il membro genitale d' ecceffiua grandetta ..
JEliano fa fede ,, che appo gli <2? fili dell' India, nafeono caualli non più.
grandi di vn Cafirone.. Quelli de'Tigmei pur fi dicono effere di pie-
doleva fimile ad: effi popoli . Iconio chiama i Caualli piccioli: Mu-
fimoni. Il' volgo Italiano,. Spagnuoby. e Francefe T\pn%ini gli ap-
Hoiizini.. pella ; esflberto latinamente I^pn^inf; vocabolo tratto ( fecondoHer-
molao5) dalle Fumane, le quali Vlinio dice efier certe ferre p-andi »
con che i fabbri dilegnami fegano le traui grofìe con aiuto di caualli in-
certo lor modo. Romina ancor Alberto i Talefridi , onde forfè è r*r
tratto il nome del palafreno , che con poca differenza i Francefile gl'In-
glefi dicono Talfraye & Valefroy : Ma fi come da libino è' differen-
te il Palafreno, quefio efiendo più grande, e di più fi ima; quello pia:
picciolo & men degno ;cofidiflerifce ancora dai I{pn7^ini,i quali s' inten-
dono caualli.atti ad'ogni forte difkticae di vettura y la d'oueì Palafreni,
fono propriamente dilettevoli alcaminare qwetamente,come il "Boccac—
.. e- ciò dislingue , dicendo, In luogo di lor B^on^im trouaro tre Plalafreni y,
ePalatìe- & altr0Me' Tutti i fuoi caualli infino alpìumifero T{on%ìno , Final*
niere. mente: affai maggiore de gnitals 'intende nel.Talafreno,da. cui. Palafre*
niere fa
DEZ CjIV J.110] L1B.1I. 'to>
rm nìereft dice per le staffiere : che a Cardinali & à Tapi y à l{eine e gran
Madonne fi danno in vjo . Ma ne luna ne V altra frette diquesti cauatti
àlMartialmefliero è punto idonea per combattere ; fi come vagamente
S ilio gli diferiue-y
Ticchio è tal T>estrier > ne à Marte noto ;
Male veftigia fue con [aldo dorfo
"Tiaceuolmente ghiomerando muoue ;
0' con quieto collo il carro trahe^
Quefio sì quieto modo i Greci chiamano Tedi) vn' altro Calpe\ ilqualt
benché à Suina & à Varino pareffe il me de fimo > esponendo Calpa%in
j5 per andare piaceuolmente ce? pie foìieuati ; nondimeno fecondo il pare-
re diUudeoy che pia mi quadra ; egli è lo Jpingere del cauallo a folti Galoppo,
correndo ; Et di quejla voce Calpe i Francéfi dicono (alop y & noiga- e galoppa
loppo e galoppare , Il vocabolo di Gianetti ò Cjinetti , che dicono gli rfL°
Spagnuoli-y slimano alcuni y che fuffe prodotto dalla parola Greca (jin-
nith-che di leggiera armatura fignifica: altri congetturano dal ginoc- Ginetti o
ch'io y che per efiere questa forte di cauatti affai veloce y bifogna il catta- ■Gianetti.
Mere con le ginocchia fermarfi > premendo forte lecofie delcaualloyper
girfìcuro in su la Sella ; òpiu tofiofi può direy per éffere il Ginetto fa-
migliarned' agilità alla Cjinetta,animale di formae di natura fìmile al-
C la Mustela dimestica , detta da noiFoina > di colore tra nero e croceo^
ma con certe macchie in tutto nere ordinatamente difrofie per la pelle >
vb'è molto tenuta in pregio , come la Martora y per ejfer di pelo dili-
cato folto y e lanuginofo da dentroy & odorifero y Si trouano quefie r(ji-
nettepur in Ijpagna . Et voce parimente Spagnuola è ilCortaldoylaqual comldo
voce appo lor dinotay che tiene i criniy egli o recchi cortadi e moigi ■ ò
uerofipuò dire quàfiQuartaldoy cioè quadrato yò come corto & alto
che tali propriamente fon di statura : ò quafì Cor f aldo > per la falde^ja
del corfo non molefio al Caualiere , Ma generalmente i caualli più atti
al corfoy che ^Alberto Currili chiama , fi dicono hoggi Barbari ; perche
■ da barbarefehipaefi il più ne vengono; come da Vegetio fi fa fede > che
vélociffimi caualli ad vfo di fella produce l'africa . Et co fi ^Angelo Barbari
Tolitiano in vno Hejfafiico celebra vn cauallo di Lorenzo di MediciyVe- ca ual" *
nutoglida Ktymidia ; dicendo y che di velocità auawzaua gli augelli eì
venti : egli harebbe a cedere Cillaro e Tegafo : perche nel mexo del cor- ,
fo nonfipotea co* gli occhi feernere : fé non quando fi mouea dal capo
della Carrera > ò quando al proposto termine era giunto . Veramente
quelpaefey conformi alla velocità de* caualli } deftriffimiCaualcatori
ancora è folito di produrre, fcrmmdo Stratone >I Mori anticamera
C 4 te
v
104 DT.LlotGLO\lA
te bauer vfato di Canale are cauaìli ignudi, con certi collari di legno h jg
di pelo , da? quali pende a la redina fatta di giunco ; ejpefio correr dirit-
ti in piedi in fu'lcauallo ,fi come fé ne veggiono ancora a'tempinoslri,
che porgono Stupore à riguardanti; Et mirabile parimente narra Li-
vio effere la deferita & la leggierciga ne ilSlumidi ,i quali armati
fen^a interromper punto la pugna quantunque ajprijfima , faltauano
da vn cauallo in vn altro; che ben che fen^a felle (fecondo ^Appiano)
li coslumaffero , tutta ria dolciffimi loro erano à cotal vfo : il quale da
Romani fu imitato > come Sefio Pompilio dimoflra ; Con ciò fuffe cofa
che ogni Caualiere nella guerra fi menaua due caualli : acciò che fida-
to e fianco l'vno , foffe potuto pajìar nell'altro afeiuto efrefeo : fi che &
Caualli amendue conferuati egualmente fi fufiero in rigore :t ai Caualli per lo fai
defultori. t0 Defultori fi nominauano.-tirandone due paghe il Caualiere,che mone-
ta "Pararla fi diceua . Se ne portauano ancor talvolta piùdi due fecon-
do la fkcultà della perfona , fi cerne noi pur vfiamo al giorno d'hoggi;.
che fi chiamano da Francefi cheuaul durelais , quafi caualli diriferuat
*J\£a i nofìri fi portano infellati; gli amichigli vfauano tutti ignudi .
Oltre che ne pur come noi cojlumauano di caualcare in vn cauallo , ma,
portandone due congiunti y fopral' vno fiaua il Caualiere, che combat-
tea; fopr a l'altro l'auriga che gouernauai fieni . 'Benché l'vfo piùfie-
Vfoàdcó quentefia fiata, che' l Caualiere combattea dalla carretta , la quale due *J
cTret^" ò quattro caualli tiraitano,col reggimento del loro gommatore * Et co-
fi deferiue H omero i principi di Cjrecia,ediTroia, co fi mede firn amen-
te Virgilio induce Turno <&■ Enea , & altri molti hauer pugnato . Il
che e fpreff amente afferma Filoflrato nelle leoni ; che gli Heroi vfauano
nel combattere due caualli congiunti al carro \ ma H ettorre per auda-
cia fempre quattro . Tal combattimento fcriue Eliano non effere da
fregiar fi , potendoui due foldati andar infieme ; ma a menar il carro
in giro bifogna for%a di mani & molta pratica-*. Tsfonperò (come al-
cuni fi credono) fu lor incognito l'vfo nefiro d'vn fol cauallo : perche .
l'islejfo Homero deferiuendo Vlifse nel naufragio efserfi aggrappato ad
vn legno della natte rotta , & fopr a quello con le gambe aperte afletta-
tofi andar nuotando >pone la fomiglian^a d'vno , che caualcafse vn fol
cauallo > Celete detto ;del qual vocabolo, fi ferue talhorVegetio, inten-
dendo vn cauallo da fella, & idoneo al correrci* 'Pomponio Mela nar-
ra -, che ipopoli di Galitia combatteano anticamente su Cauaìli infellati,
ejpefio armatintlle carrette^ . i^Ca fé gli antichi nelle guerre tutti\
vfauauo le carrette , & nella pace il Cauallo f ch'ietto, quando per often-
tatione della lor agilità fhcean prona di J altare da l' vno ài' altro > ne^
ferttore -
DEL CAVALLO, LIB. II. ioj ' •„ w
. feruore della carriera;Hora vfiamo tutto il contrarioyché'l cauallo dif-
i giunto neUe guerre,& le carrette nella pace più scioperiamo : cofi por-
tando il tempo > cfo l'vfawra > e^ og«* rf/?rd e o/tf W cangiando dipaffo
inpaffo : aggiunta/ila ragione , e 'l con figlio humano adefie mutationi
accommodato . Che già l'vfo delle fiajfe molti voglionoyche non fiaan- t . •
tico: tra' quali è il Macchi auelli ; & perai foldati anticamente (come ift^efe
Fi. Vergilio narra) fi filettano esercitare al volteggiare y $* al f alt are > antico o
acciò che nelle repentine occorrenTefifuffero trouati più agiliyepiu leg- nò .
gieri.Ma io non pofso indurmi à crederebbe gli buomini d arme carchi
diferroyfuffero maipotuto montar a cauallo, & reggeruifipoi difopray
% fen^ fiajfe è altro cotale appoggio-.però giudicoyche da quel tempo che i
foldati incominciaro a courirfi diferroycominciò l'vfo ancor delle fiaffey
cofi nomate da lo fiarui i pie fermati : & fi puh penfare che nelprinct-
pio ftfujìer fatte di fune , o di corame , è di legno , è pure di ferro : ma
che di mano in mano fi fa venuto a più ornamentiyfì come non trouan-
doft fcritto > chi fuffe slato l'inuentore de l'altre cofe appartenenti al
guernimento ; s'è da filmare infommaper infallibile argomentoy che la
neceffitày & Vefferien%a invarij tempi babbia data cagione attagente
di riìrouare diuerfe cofe per vtilitày e per com modo della vita humana
in ogni effercitioye fpetialmente in quefio della militia. La cui difciplinay . . s
C fi cornea nofiro malgrado & à noflri danniyè trafeorfa à fiorire ne' Tur j, ^^m
cbi:cofi la velocitày della quale erauamo venuti a ragionareyfiorifcene' trafeorfa a
lor caualliycheper lo più il veggiamo vfar Cafiratuda Vegetio dettila fiorir ne*
donile Canterij da Catone : indi i Frane e fi Cantiergli dicono: e tal volta ur c
ancora Cheuro1^ & Ongre: i Germani gli chiaman Monaehiyem manchi canteri!
& altroue Vuallacchiyper venirne gran copia daquella regioneygl'ìngle che cofa
fi dicono ageldingfono i Canterij ( come V arrone fcriué) co fitta causili fiano.
come tra Torcili tJWaiale > el cappon tra Calli: detti cofi dal verbo Ca-
rereper effere finta feme . filtri fiimanoyche efìendo già fiata vfan%ay
che i caualli fi caÙr afferò co' cauteri^ : di qui mutata vn a fola Ietterai
D canterij fi fufsero nominati : e quesli propriamente > come dice il Vola-
terranoyfono idonei aUavettura} & per lo più s'intendono (auallaeci : t
quali benché fi debbano fcegliere ben forcati yfono peràfeiocchiffimi al
Caualcareyfecondo quel ver fo di Tlauto , fon portati dal quadrupedan-
te cantherh cruciante : & altroue.
De iFranceficaHtherijfianpÌH vili.
Seneca pur ne fu memioneylàdoue dice. 0 qual era Vhonore del fecola art
ticoyquando Marco CatoneyilCenforino y trionfale Imperadorey fi vedea
vfare ynfol cauallo Cauterio } e non intero S perche] la parte di dietro
^li
I<^ T) Z L t \A G L ò \1 ^i
gli carie atta di bolgie e di fardelli: e di [uà mano medefima lo Briglia- g
-uà . SoggUignendo meritamente talcauallo poter/i antiporre à tutti i
Prouertn grajji zJ%£anni,& <^Jlurconi,e Tolutani . Del (fanterio fi trottano affai
terio. prouerbi effer vfati ; che per dinotar vna cofa molto intrigata e peri-
gliofa,fi dicea , e fiere in Qinterio dentro il fofio . Etquallhora fi vedea
t>no nel principio della cofa mancare d'animo , dicevamo , i7 Cauterio
nella porta: Il qual detto nacque da vn certo Sulpitio Galba Romano ,
il qual mettendo/} in camino , per far vn lungo viaggio , il (auallaccio
gli cadde fotto sfilila porta della Città ', onde egli ridendo dific^ . Ma-
rauigliarfi come sì toflofì fufie fianco . 'Benché vn 'altra volta vn filmi-
le cafofiu augurio afiai cattiuo a Flaminio Confilo , ilqual trottando fi in P
J£re-%zo,e f degnato , che'lQirtaginefie vagaffe per tutta Italia , &fien
yenife infino alle mura di P^oma ad oppugnarla : volendo vfeire con le~
fine infegne,il cauallo repente cadde, gittando à terra il Confilo ; ilquale
poco da poi con grandijfìma fìrage delfino effer cito fu fuperato al Tra-
fiimeno . Et perche è cofa notiffima i caualli dormire fi andò in piedi , e
Caualli maffimamente quesli cofigrojfali; ^4dvn chehaueffe raccontate fole
dormire ^HOr ^- pr0p0foo,quafi cjje yegghiando fognafie, diceuanoylui dormire à,
° ' guifa di Canterio : & cofi da ¥ lauto fi trotta v fiato, come Celio moslra,
lAlcunihan chiamata Canterio vna forte di (farro ,donde forfè tai Cattai „
li atti a tirarlo prefero questo nome : e Himo quel vocabolo diriuarfì da •*
Cantho, che fecondo Quintiliano fignifica il ferro con che le ruote fi giun
Itinerari) gono.Ma diquefli cauallacci da fatica, Itinerari] fecondo lisìeffo auto-
refi chiaman quelli,che Volluce nomina Hodeporici,attì al caminare; i
quali indifferentemente grandi e piccioli fi coflumano,ma piaceuoli; la-
Sarcina— fidando i più feroci aM'vfio delle guerre, come dice Varrone : Sarcinarvj
riJ * quelli , che portanfomme : però dice Senofonte , che fé caualli & Cani
fi nttdrifcono alle Ville , facilmente in molti modi ricompenfiano lefpefe
Cauallo a^ efìlfate ' % di qui veramente fi può l'utilità di queflo animale confi-
animale derare; che glifteffi caualli, i quali ingiouentà ottimi fiano siati, ufan-
vtile. do poi fon fatti vecchi : che Virgilio dice effere conueneuole , che loro fi /£
portaffe rifletto , lafciandoli rìpofiare ; non è tanta la humanità del no-
ftro fecolo,che lor fi perdoni, ma in vece del guiderdone delle lorfi lun-
gamente fopportate fatiche , fi mettono di nuouo a mille altri ejfercitij
affai più grani, & ancor pia vili: de" quali quanto fi fdegnino per natu-
ri ra igenerofi, ne può far fede quell'accidente , che m' è flato racconto >
ner natu- "" ^accl° di Corfica effere auuenuto; che vn cauallo del S. giordano Or
ra animai fino, il quale in nome del Kj tsfrrigo tenea quell'Ifisla , tolto da l'vfio di
generofo. Sella alla carretta da trar terreni ; per difierationedi tale ingiuria, nel
medefimo
*7)El CJ.VjÌllO> UÈ. 11. I07 ;
j ttiedefìmo giorno fuggito dal carrettiere andò à diruparfi con tutto ir
carro dentro vn po-^o . Terò quefto tanto torto pia giufl amente alme-
no fi puote fare m quelli , che per natura ò per e a fo fu ffer le fi in qual-
che parte . Che già Tlinio fh.mentione , la tritura del frumento altroue Efferati j
fhrfi con pietre , altrrone conpertiche battendo % & altroue con (aualli , d^uc^ "l
che per difoura vadano calpestando . Del macinare ', in che s'adoprano* n0 coi a
fi leggon&due belli Epigrammi ^reci di ^Antologio . Oltra acciò di tirar- uallo*
. le e arra , onde Veffarvjfi fon detti (benché prima fi crede chef uffa flato*
efiercitio di Midi ; fecondoTompilio) manifeWiffimo è già l'ufo in tutte
quelle pari affai fredde ,. che ne Muline\Afìni producend'o ,nonabbon-
2? dono pur. di Boui ; e quelli che hanno , oltra l 'efiere troppa piccioli,fiac-
chiy etardiyfon digranpenga & fi coflum ano più. a mangiare .. Et. co-
fi éfi vede,che in tutta la Germania alta e baffa , e nella Fiandra, & in
quelle altre proumeie lor finitime, co'Caualli,e maggiormente con le (a-
ualle cobinano i l'or terreni , triturano le ricolte , e conducono à cafa le.
yettOMaglie , le mercantie, & ciò che altro fa di mestieri: alla vita hu-
wana ; parte conìmbafti vfando nelle montagne, parte ne' piani co'gio-
ghià carri: congiugnendouifital 'volta à dieci e dodici ." tra' quali fono 1
infiniti di bella, forma e dibella.taglia, ma come deftinati à quel vile
effercitio, tagliano loro talvoltaì crini, con openione, che fi mantengo-
C no più. gagliardi , non curando di raddoppiare in quel modo l'ingiuria:
ad'ammal'i tanto gioueuole,cheperò giumenti furo tragli altri nomi ap- c\ì[ìm2iti
pellati, effendo V aiuto toro oportunijfimo ,& ammirabile in tuffi Ino- giumente
ghiy in tutf i-tempi, & 'in tutti affari, à.tutte genti ..Et fen^aloro vera- dagioua-
mente inniunomod'oné'fudettipaefì,& in altri fimili fi potrebbono fa- re * «
re- gli appar amenti, cheft richiedono allaguerra ;fi come nouellamente
habbiamo viTto,phe neWìmprefa delinuittijjìmo Bj W^p&ro Signor con-
tra\Arrige, fi: fono adoperati (oltra il gran numero dà combattere) che'
di quaranta mila destinati à.tirare diecimila carri -, fuor di quelli altri
che uraliano i cannoni. Hor a da queflo fi fatto mestiere altri cognomi coenotn-
fi> ancora fi trouano i e aualli hauer gìa^prefi : che fi come dal carro fvlegge deicaual
detta la fella curuleper lafedia ,, che in quello foiea portar fi ,coficuru- M prefì. .&
lì ancora fi diceuanoi (aualli che quel tir auano: : e dal giogo Subiugi e
Cjìugali,e Zygijj quelli , che and'auano fiotto il giogo . Vareori quelli che
andauano dà. i lati.Hermolao cbiamaDextraritutticotaliCàualU che-
fi 'fogliono' congiungere alle carrette , prendendo il vocabolo del verbo'
Dzxtrarejcbe Solino vfàparlàndb dì queHi 'cor fi.Mà ilnomedi DeBrie- », .
roidì qui. venuto, hoggtfi.vede.attrihuireadognipmbello epik^perfet- on(jecjerj|
tQCaMUoiemerìtament&invmtàic^
pronai
So8 Z> ELI j£ g l 0 ^ / Jt
fYOua; St indi fi dice Addestrare per guidar per le redine il 1)eBriere ì g
vocaboli tutti vfati dal Boccaccio > appo cui fi legge > armato foura vn
gran Defiriere vidi vn pofiente egenerofo Sire . TSfoi addeflreremo il
vofiro cauaìlo > & vi feruiremo infimo a tanto , che volfcaualcherete :
e più oltre > Al freno del cauaìlo di "Biancofiore venneroye quella infino
.. „ al l\eal palazzo adde&randola accompagnaro . 'Diceuanfi ancoraFu-
Habenali. na^ > & Habenali quei caualliyche s'aggiugneuano al Carro da man de-
stra y e da man manca; per le funi e redine > con le quali fi legauano . Il
Beroaldo inSuetonio efponeycofi chiamarfi que' (aualllycbe proffimian-
dauano dauanti al carro trionfale ;foura i quali foleuano Caualcare fan-
ciulli nobillyportando in mino , torchi accefiycheFunall pur fi appallaua F
no.fntorno à questo fi legge , che V ubilo Umilio > fuperata la Macedo-
nia importo due figli fuol ancora sbarbatiyCjermanico cinque^M. ^into-
nino & Vero foura iCaualliTrionfalimenaro mille pulzelle dauanti al
carro . Et perche il carro tal volta era con due Caualli congiunti algio-
go,cheBiga latinamente fi nominava : talhora con trecche Triga;e con
m quattro talhor > che Quadriga e detta,parlmente i caualli ne haueano i
Cognomi nomilQro , chiamando]} Bq'ugi , Trijiig'h & Quadringi-.e Bigati e Qu^a-
dallecar- drigati ; fi come Tlinio ferine efferfi ancora chiamate da' 'Romani certe
rette . monete d'argento , nelle,quali erafcolpita la Biga & la Quadrlga:e tal
moneta dice Tacito ejferfi approuata per la più, vecchia è più conofeiuta. u
Fa mentione Tlinio altresì del combattimento , chefifacea conlaTri-
ga^T rigarlo appellato; benché T rigarlo dlnotajfe etiandio colui , che go-
Bisfa , e uernaua efio carro}non altrimentiyche Blgarioe Quadrigarlo. Egli me-
Quadriga defimamente narrayche la Ttigafù inuentione della gente Frigia , & la
onde fino Quadriga di Eritonioy Celio dice la Biga da (Jreci Sinorlde nomlnarfiy
ro . & akmi volere,che ne fufie flato inuentore C attore, jlrifiotele fa men-
tloneyefferfi vfata la Sinoride nelle guerre. Cicerone racconta effere Ha-
ta openioney che Mlneruafuffe fiata inuentrice della Quadriga : Virg.
conferma Srittonioycofi dicendo . __
Trlmo Srittonlo con ardito ingegno
Quattro Canai fé gir congiunti al carro >
Stando fi altiersù le veloci ruote :
Ma quefìa differenza è concordeuoleyeffendo slato Srittonio allettato da
Mineruay fecondo che fi recita della fua criatione talfauota da gli anti-
chi : Trarrà Germanico (efare in .Arato , che Folcano fabricate a (jioue
le faette fulmineeyhebbe promefÌ4 di ottenere ciò che gli dimandafie:on
d'egli -richiefla Minerua in matrimonio > ò fufìe per ifligatione dil^et-
unoychelei odiauafò chefuo proprio difiderio lofftingefie; (jioue non po-
tendo
DEI C jl V ^ ILO LIB. II. 109
m tendo mancare della parola , ordinò d Minerva-) che fi diffendeflelafua
■virginità. Eli a in prima fi cominciò a nafcondere in quel luogOyche da poi Erittonio
per l'amore di Vulcano fu detto HefeHio yfi come Bigino fermo ; doue e. ua auo
pur Vulcano lafeguitòy venuto allefiretteymentre ch'egli per for%a ten-
taua di fare ilfitttofuoy & ella contr asiana gagliardamente > auuenne
ch'ei per la fouredna voglia corrotto yjparfe ilfeme in terra : Del che
vergognata/! la Deaycolpiede vigittòpolue ; e quindi nacque vn barn -
binoyche la parte digikbauea di Drago : & fu Erittonio nominato : la
quale vote contefa di terra fignificaua.Qu.ejlo fknciulletto Mìnerua afeo
fé dentro vna ceflaye d'iella à conferuare alle figlie di Eritteoycon diuietoy
B che non l'aprifero : ma come è la natura di tattiche le cofeyquanto pia
fon vietatey piàs " appetifconode donzelle l'aperfero>& videro ilferpen-
te.ll che per detto di vna fornice rifacendo Mmeruaymandò loro addo f
fo vna tal pa%£iay che dalla Fiocca di ^Athene fi diruparoin mare.-JMa
Erittonio crefeiuto che fu in etàydedicò d sy/Cinerua vn tempio cgu certi
giuochi folenni) che Vanathenei fi differo: & egli per portar occulta la->
fua difformitd,ritrouò primiero cai fattore della fua ingegnofaye diurna^
balia l'vfo della Quadriga : Del che moffid marauiglia non pur gli huo
miniymiiDei ;fu riputato degno deffere afi unto indelo . Mora di ciò Serpente*
Santo ^AgoStino ne i libri della Città di 'Dìo fcuoprendo il veroynarr<L->) hirtoria.
C che in vn tempio d'^Atheniefi comm'.ne à Minerua & à Vulcano , efìen
dofi ritrovato vn bambino annodato da vn ferpe •■> e di qui giudicando fi
' ch'egli doue fé ruifcive vngrand'huomo : il fecero allenare: e perche non
fifapeay di cuifuffe egli nato, l'attribuirono àquelli^à quali il tempio era
con f aerato : & coffa per alcune fue inuentioni e virtù in gran reueren*-
•^a tenuto. £' chiamato egli tra le celesti imaginiSerpentarioydipignendo
fi neWhomero portar ìacapray& nelbraccio i capretti) che l'onde fi dia-
cono dinotare JE eli quesla capra ancora fi fk noleggia: cheCjioueeffendo CaprarA--
Stato dalla madre accomandato alle figlie di MeUffeo P\è di freta > che
Valleuaffero in afeofo difuo marito : quelle non hauendo latte , loferono
allattare da vna lor capraychiamata jLmaltea > la quale in quei giorni
ifteffì hauea partoriti due caprettr.i quali infieme con la madre: per lo be
neficioriceuutofuro tralejìelk collocati : fi come racconta Tarmeni-
.feo : benché Mufeo all'incontro narri y che quella capra f uff e chiama-
ta Egayfilia del Sole , di bellijjimo pelo candido: ma d affretto cofi terri-
bile & atroce y che i Titani basendone gran, paura ypregaro la terra
lor madre ; xhe l'afcondejfc^. Ella rinchiufala in vn. antro xlaflìe4f ~
in guardia ad jLmalteaylaqualc ini allenando Giouey egli come, fh gran „^e _"
de f douendo pugnare contraeffiT ir annijì couerfa vno feudo di quella de detto.
pelle f
pelle) nel cui me^oporUua la teììà del gorgone ;onde sì fatto feudo Egi g
de fu appellato : col quale confeguita vittoria fi diceyche Gìùìtèffittgiun*
te l'ofia della capra con quella pelle , rendutale immortai vita , la pofk
in Cielo . <JWa tanta èia varietà di cot ali fole, chenon fi sàquelche
fi poffa tener per fermo : poiché altri vogliono che^lfegno attribuito ad
Brittonio f affé flato d'vn certo Or filo co dmatione *Argeo y che fu inuen •
tore delle quadrighe : filtri dicono che fia Minilo y di mi ragionam-
mo di fopr a figlimi diClitia e di tJHer curio . Sia pero chi fi voglia ;
talfegno è da' Greci chiamato Heniocoy per le Henie, che le redine à noi
Heniochi dinotano . Chiamanfi cmchora Heniochi in Tolomeo certi popoli di Sar-
popoli matiaypreffo ilTonto e Coleo, non lungi da gli .Achei . 'Tlinio ferine la i
quali fuf- feroce gente de gli Heniochi hauerìxinnt a origine daTclchio &<s£mfi-
^er0* to carrettieri di (attore e di Tolluce y II che pare confermar fi ad ^ìm -
miano y fcriuendo y che della città Dio fi ori ade in Co Uhi furono autori
^Amfito e Telchio Spartaniy Heniochi de i figli di Tindaro . Strabone di-
ce il fomigliaìite > magli nomina altrimenti, dicendo > i Leoni hauer ina-
bitata la regione Heniochia } effendo lor Capitani I{eca & >Amfislrato
rettori de i carri diC a fior e , e di Tolluce , da quali la pronincia prefe il
nome. IlBj degli Heniochi racconta Dione effere flato honoratodal
CD Traiano z^fngiislo . Il mede fimo fignificato del'Henioco ImI '^Auri-
ga appo Latini , detto ancora ^Agitatoreydinotando colui y che tien le re- \
dine ingouemoy e maneggio di caualli congiunti infieme : ilquale y oca-
bolo ferine Teflo efier pigliato dalle ^4. nreeyche s'intendono per quel fife -
no y che fi lega intorno l'orecchie de l'animale ; come già appo ripiano
etiaudio fi lege . Indifaceuano il verbo <Aurigare;& benché metafori-
camente fi troni poflo per lo J^occhiere, come da Ouidio ne' Trifli*
Veggio l'auriga hauer date le vele .
Tuttauia il proprio fuo dice Seruio e fere , che denoti , colui che regge il
carro; come dal medefimo Toetafipone .
fetonte Auriga del paterno carro .
Di cofiuiè nota la fauola , come efendo fìgliol della 'Hjnfh Climene ,
Alcuni e diFebo , hauendo aflretto il padre à fargli per vn giorno menare il
che dalle carr0 ? y^ cagion di abruciaré con gran danni la terra , & fé mede-
ijhe heb-/*wo- 'Kelche tal miflero dice Fulgentio contener fi y cheH Sole con-
bero mor giugn&ndofi con l'acqua, fempre ànecefìario , che generi alcuni fi-ut '
cc# ti, i quali vfeendo fuor della terra yfiinonti cioè apparenti fé dicono 5
&effi pervenire alla loro maturità bifogna che cerchino Vardor del
Sole y dal quale p oi ogni co fa fi viene à con fumar es . *JWa fomiglian-
te àcofluì hebbela pena ancor Salmoneo y figlimi d'Sloy ilqualfk*
cendoft
DEL CA.V Allùy Il B. II. ri*
f écendo fi portare da vna quadriga altijfima, & à guifadiGìoue ofitn-
do di gietar con terribile flrepito- fiamme ardenti su i Cittadini y imi-
tando i tuoniei fulmini: egli tocco da vn vero fulmine cadde morto ,
H ebbero parimente morte dalle Quadrighe Laomedonte figlimi d'Ilo ;
'Diomede figliuol d\Atlante ; zsimfiarao figlimi d'Oiclo ; e Giafone
figliuoldi Gioue > fecondo che narra B igino . Tugnando su le carra fi
trouan morti'Hifeo , Lucago; e Ligeri appo Virgilio : ilqnale ancora fk.
mentionc^f.
Che de i Defirier d'achille aggitatora
Automedonte armigero fu detto
*B ^Auriga di Triamo fu Ideo: di Turno dWetifèo ; dì Lab BJ di Tebe Auriga di
Sfatto ferine y-che fu-Ts[aubolo<: di tJ^Carte fi dif crine Bellona armata , t^aiui,
eon vna sferra fanguinolenta in mano . Tortellio racconta Menone ef~
fere stato Jturigadldomeneo: Menesleo diT>iomede : MidonediTile-
money Capitano de' Tafiagoni . Celio commemora datone d'auriga di
A^mfiarao: &Herodoto,T?atiramfe diSerfe. Legge fi ancora d'Her-
cole effere fiato, auriga Iolao\di Rettone Snipeo & Jlrcettokmoy nel-
la cui morte fucceffe all'vfficio Cabrione fratello . Di zJ^Cennone fi*
auriga A" slure y dal cui nome fi differo gli zaffimi popoli in I-jpagna .
Oltracofioro è celebre (orace appo Ammiano; & Felice Rifiato ap-
C prefio Vlinhy dicendo , che al B[ogo di lui fi gittò volontariamente per
doglia-, ad ardere vn de'fuoi fauoritori: e di perone dicono Tigiliìno Annicere
sffere fiato .Auriga. Annicere di Cirene (ferine Eli ano) perla peri- ^a Cl.r^7.
tia del caualcare,e di reggere bene i carri effer slato alter ìjfimoy &vn jj £ U^t\
tempo volendo mofirare a\ ^Platone la prona, de l'anefiia, hauer danari- caualcare
ti all' Accademia fatti in giro molti corfi col carro giunto, contanta at-
tentioneyche pur vn detto nontrauiaua da quel fentiere , che prima ha-
ueaimprejfo. Qui non tralafcierò quell'altra marauiglia, che pur da.
Tliniofi raccontay chevn certo Statuario y Teodoro nomato ,fè di tanta-
picciole^a vna carretta con quattro caualli : che tutta infieme col ) fitto
^ Jluriga fi venia àcourire datale di vna Mofca fcolpitafopra. Elfi*- Gafo dr
mile narra Eliano hauere fatto Mirmecida Milefio, e Callicrate Lacede- !SB£?
monio . Tal diminjitione Quadrigula Cicerone altresì vsò, facendo ri- nia.
membran^ de l'oracolo dato a Filippo Bjdi Macedonia > ilquale am-
monito (come ampiamente narraValerio MLaffimo)che fi guardale dal-
le Quadrighe, fé leuare da' fuoi regni ogni vfo di carra; ne mai s' 'appre fi-
so ad vn luogo di Beocia , dette. Quadriga: ma con tutto ciò non bafiò a
fchiuare l'ineuipabil fato : perciò che Tanfania nel manico della fi) ada
em- che l'vccife ? fi trono che hauea vna QuadrighetPa intagliata . £/;e
le
ili Z> E l l jì <j L ò \1 Jt
U Quadrighe antìchijfimamente fu/fero Siate vfitte da' Rj, fi può ce- p
nofcere fin da Samuele : che volendo difìuad^re al popolo , che non vo-
lo!] ero creare jr a loro il Rj , dice a, Egli terrà i vosìri figliuoli,^' met-
ter agli ne" carri fuoi , & fi farà i Caualieri, e iprecorfori delle fue Qua-
che G^ni- daghe . 1 (jreci ogni forte di carro Cogliono chiamar Karma, tutta uia
fichi ap- per eccellen ?a s intende per la Quadriga , (jr Harmatrochia la via,) che
pòi Gre- fan leruotcs. I Latini han per nome generale Vehicolo : brindi Ve-
cu hicolaru cofi i Caualli cbe'l co id icono , come gli b nomili , cbel reggo-
no . ^Plinio ferine efere fi -.tu pur inurntioie di Frigi, fkril Vehicolo
Carrette con Viattro rli0te> Ds ; Vehicoli trio i fi li fa mentiom Marco Tullio con
chiamate traVfone^. De : Camerati che ermo co tetti per vfo di dome, Bu- jr
difteria- deo . De iMeritorij che fi locavano ,S i e tomo : ilfuak chiama anebo
mente. U Vehicolo Gejlatorìo ùer la ommodità di portar fi in quello , come in
Lettica . Benché delle Cjeslation} , cioè del fin fi portare , Celfo dicala
miglior efier quella, che fifa con barca in porto ouer infume : la fecon-
da con Lettica , ò con fcdia : later^a e m meo buona col Vebicjlo . Si
Tafanano primi nelle guerre i carri falcati, cioè cunùà gnifà di falce: e
questi carri da battaglie Tbefeo fi legge primieramente hauer trottati :
Et perche i Lidn popoli f noi celebri nel combattere con le carrette,
Lidi peri- venne in prouerbio à dirfì il carro Lidio . Herodoto già narra, iLidi
tiffimi nel nelV .Afa à tempo di Qefo efere flati molto gagliardi nel combattere *j
l'arte del à cauallo : e dottiffimi dell'arte del canalcare , portando le lande af-
ca careyi« lunghe^. Vn certo Tolidamante . ferine "Tan fama , hauer potuto
ritenere con la mano vn carro commofio a corfo . Quella voce di car-
ro, che noi b abbiamo interamente pre fa da' Latini, che curro &car-
Carro on ro dicono,fà tratta dal cardine delle ruote, che egli volge , onero ch'egli
de detto . correndo ftrida . Da l'vno di quelli nomi eglino fecero il curricolo , per
Gurricu- lo picciol carro : benché il luogo altresì > doue fi corre , fé ne dinoti : da
càrruche ^ ^tro earruca , parimente per vna destra carretta . Delle Càrruche,
che fi fole ano intagliar d'argento , fa Vlinh mentione , e Spartiano in
Squero, ilqual ordinò che tutti i Senatori and afiero in Càrruche d'or-
gento, filmando ciò importare alla dignità. Et fi legge, che 'Nerone
mai non bauejfe fatto viaggio con manco di cento Càrruche . Martiale
dice, che vn prejjo di gran podere bifognaua al fare d'vna carruca fé"
condo l'vfan^a di quelli tempi . Indi (farrucanj fi dicenano i caualli e i
Plauftro, Carrettieri; e dal Tlaufiro Tlauilrarij altresì . Con ciò fia co fa ,
efuoi co- che 'Tìaufiro pur il carro chiamano i Latini per efierci palefe ciò
gnomi. cj?e yj fia pjrta[0 # £)l fdrgìfis Stridente e-r grane è cognominato :
da Claudio leggiero : da Seneca Tragico tremaraente-,da Horatio robu-
fto; il
bit CjtVJLlO\ USilti ìtj
rjl fio: ìlqualproucrbialmente ancor diffe . "Portar i poemi co' i plaustri,
intendendo (fecondo ssfcrone) cbifcriue tanto , che bifogni con le carro.
portarci libri. Queflonome veramente è più ne'ruflicbi efferati] fiequen
tato,cbc nei Cittadine fichi; tutta via s'è fatto nobile inefferefra le Jìelle
nomato, come 0 iddio pone .
Hauea r inatto col timone obliquo
'Boote il plauflro.
Quesla è l or fa maggiore; che volgarmente diciamo il carro;di cui va-
gamente il Tetrarca dice, che nel Settentrione
Pantana i raggi firn- lucente e bella .
2? torcerà ò .Arcirna fi diceuavn carro da camino , couerto da ogniban- Arcera&
da à gufa d'arca, ilquale foleua vfarfi davecchi e da infermi. Cifto Aroma
dice Telonio effer vna carretta di due ruote ; frappare , che fuffe vfata ^^Pc%
pervnagrandi/fim-a velocità, fecondo Cicerone,cl/in va luogo dice,Vre- ro.
fiiffirn amente menato con-vn Ci/io alla Citta ;<&• in vrì altro, Indiece Cifio..
bore di notte quafi volando camino co'Cisij cinquanta fei miglia, &
hogpdì noi vergiamo che in (jer •mania , &in molti luoghi di Lombar-
dia, del p refe Venetiano, e di Romagna con velocitimi cocchi poco
meri che fi corre la pofìa, vfandoui al piucaualle . Di qui Cifario fi
dicea quel tbe'l menaua : fi come Vlpiam dimojlra , Se'l Cifiario men-
., tre che fi sforma dipanargli altri, rompe il Cifio, ferpento era antica Carperò.
forte di carro , detto quafi fermento da fermenta madre di Euandro >
fecondo O/iidio ,
' Vere he le madri eufonie i Carpenti .
Menauan prima: equefti ancoralo fimo
'Dalla madre di Euandro efier nomati.
Lìmo dice, che nelle guerre s'vfauano i Carpenti . fernelio Tacito fcriuey
che ^Agrippina entrauain Campidoglio col Carpento; ilche anticamente
non erapermeffo ad altri, chea' Sacerdoti Squali portauam i Sacrifici .
tj Tropettio chiama Serici i Carpenti, couerti di velluto,e (jiouenale dice.
Il grafia D am afippo j
T>al veloce Carpento fu portarfi .
Indi C argentario il cauallo cbel tira, el Fabbro cbe'l lauora\ Dal chefor Carpen-
feil nosìro vulgo ha dato il nome di C arpentiero a quelli chelauorano di ^/lo ^
legnami. Tiknto dice Fesìo efier vnajpecie di carretta , nella quale fi Pilenco.
facevano portare le gentildonne. Varrone ferine effer fi cominciato ad
vfare atempofuo:^jr era di quella foggia, che vfanO bora le donne nofìre
introdotto da Spagrmolià quattro ruote,e librato in certo modo,cti elleno
affettate in su cofcini,paiono andar foffrefe, correndo in aria . Liuio dicet
H* cbe'l
ìì4 h li t lA g i o \ì jt
cbe'lTilento.eró concedo per kongran^a alle Matrone Bimane folamen
tequan&ò sd$dau4 a facrijiciy<& giuochi falerni ^e'I carpento il dì di fé- *
Haye di lauoroyfen^a eccettiCW • Virgilio.
Ter la Città le calìe donne ifari
Tortauan su i Tilenti dilicatì .
Claudiano nelle no^e d 'Honorio .
Dauanti agli vfci già la pompa fuona
E i fagrati Tilenti > che la nuora
Hanno a menar yfiammeggian tuttauia
in quetta guifa paiono ancora quelle carrette y cbejtmmìano chiama
Baderne. Baflèrneyaccont teda dentro con molli slramentiy e tirate da due caual- -
liynelle quali molte e molte donne con le tette còuerte > dice che fcorre-
Tnenie. uano tutti i lati della città. Thenfe fidiceuano i e arri J acri , che fi me-
nauano con pompe d'ordine di vittime ; cofi dette per le redine fiefe^
EflTedo o fecond° ^f conio . Seruio dicéy ch'eran propriamente quelli y doue fi
Efleda. portauano i fimolacri di loro 7>ij . Effedo ouer Effeday come Sene-
ca pone y era vna maniera di carro vfata da' Galli e da' Uriti anni ;
ritrouata da"Belgi primieramenteyperò Virgilio il chiama Belgicoyoue-
ro Gallico . Tropertio Britano > Ouidio per Epiteto gli aggiunge piccio-
lo . Claudio Multifonoro : (efare chiama Ejfedarij i foldati rBrittanni y
che su da quelle pugnauano , & con lo Hrepito delle ruote conturbala- q
no gli ordini di Rimani Cic'aTrebatio y chiama £ffedar'v\ tutti gli ha-
bitanti della Britanniayper l'vfo frequente che ne tene anoiper ciò. che Ef-
fedario propriamente il conducitore de V Efiedo fi pub dire: fi come Coui-
nario del Couinoyaltra maniera di carro > vfato parimente da' Belgiyda'
Britanni}e da * Germaniyde' quali narra ^Pomponio Melaycombattono no
folamente con fanti e con Cauallerie yma ancora armati alla E r ance fé
concerti carriy eh" effuhiaman (ouini y tirati da due caualli ; con certi
affi incornati a guifa di falce : però falcifero chiama Sillio il (oui»OyLu-
cano dice >
Il Belga del (ouin docil rettore . H
tS^tartiale cofi lo lauda ,
gioconda folitudin > bel Couino ,
D'ogni Carrucca & Sffedo più grata .
Petor/co. Si dicono ancori Belgi effere flati muentori del Vetoritoy che purè fpe-
cie di carro a quattro ruote . Vocabolo E r ance fé y fecondo Varroney ben-
ché dimofiri Gellio alcuni ffimarey chefufie comporlo di vna voce Greca^
& vna Latina > dal Volgare delle ruote ♦ Horatio ne fa mentionelà do-
ue} diceygià s'affrettati le naui , t
CU
<ùtl £jlVUtlt>% tìÉ.IT. Si*
l£ 6ÌidiJJe>eìcPiÌenti>e iTetoriti .
In lingua Fr ance fé per vn1 altra forte di carro fi dicerBenna;ondefi di- Benna.
ceuano Combennoni quelli , c'borafì dicono compagnoni; perche in vna
mede finta Benna fedeuanoy co me FeFlo dichiara; hoggi fecondo Roberto
Stefànoyi Fr ance fi la Benna chiamano Tombcrau : i Picardi rB.treu .£t
Francefe vocabolo era ancora fecondo Quintiliano Bjpeda > maniera di Rhed*.
carro leggierettoynel quale i nobili fi face ano portar alle ville : quaft al
fnodOfChe a* tempi nqflri veggiamo il Cocchio. Cicerone ad zsfttico dì -
ceyqui mi venne all'incontra Fedio condueEflediy <& con vna Bheda
giunta a* caualli , &con vna Unica e gran famiglia . / Bimani con
Z quella voce congiunfero vna prepofition Greca > dicendo Epirhedio, per Epirhe-
dinotarlo più Tiretto , Giouenale , di o .
Trahon col trito collogli Epirhedi .
£t Fporhedica appò'Plinio fi troua ftgnificare il buon domatore di Ca-
ualli & Bjpederijfi diceuano cofi igouernatori della Bjpeda , come i Ca- c ...
Halli. Tarimente dalVehere delle Bfoede , cioè dal tirar di cotai carret- veredi .
'tCyFefto dice efferfi appellati i Caualli V eredi ;i quali tutta via Marna-
le dimofira, chefufsero allvfo delle e accie frequentatifjìmi > dicendo >
Vfa più parcamente (io ti ricordo )
Trìfco , il V 'eredo rapido ; e non gire
C ' Contra la Lepre vii fi violento .
(elio intende i Veredi per li caualli di taffettà > e dejlìnati al corfopu-
blicoyilqualera quando da glTmperadori fi faceuano flare a certi luo-
ghi determinati queHi tali caualli vel ocffimi in apparecchio-, de' quali
ninno potè a fer uh fi non impetratala facoltà , che Trattatola appella-
nano. Il Grapaldo diiey de i Veredi hoggi feruirfi i Caualieri > che
fi dicono Stratioti . Trocopio non altrimenti che dal cauallo il Caual-
laroydal V eredo vfa Veredarió per colui > che velocemente caualcando
porta le lettere del Bj : il che da Filmico fi conferma nella *5Watefi .
rj Quefti portatori di lettere, che per affegnati interualli di camino fi e an- Portatori
giano y detti Tabellari^ da Latini , fi diceano da "Terfì «afflante : benché chiamati
fi filmiche perlopiù f afferò corrieri apìede . Scrìtte oltracciò Suiday diuerfa--
appbimedefimi effer fi detti zingari i nuncvj de i Bj > forfè quafi ../£»- mente.
geli ( fecondo l'openione d'alcuni) che Meffi dinotano ;& Hero doto
par confermarlo , dicendo , Jlngariondromemay parole greche dino-
tare il corfo reloaffimo de i fauallieri: e di qui è venuto polpette
leggi il nome dì angaria e Ter angaria y come annota rB;.deo : St
tsfngaria fcriue Celio chiamar fi quegli alberghi y doue gli zingari ciò ondederi
è tali corrieri fornito il difegnato loro viaggio > fi ricourauano; hoggi ni .
H 2 rol-
Ii6 <D E L L *A G t 0 \l U
volgarmente fi dicon Tofte; perche ci ferriamo di caualli dijpofti ne gli £
^ !• * 5 (p.atij opportuni . - // gran Cbam di T art aria , ferine Tanto Veneto , che
fare inté tiene queSìc Tofieper ogni vinticinque miglia,. fin' àgli efiremi confini di
dere per fuoi p[eami ; fi che ancora in deferti, & bermi luoghi fi trouano tali
litere , e alberghi; & lo fi i corrieri, che laf dando i caualli fianchi trouanofen-
auuiii « ?é impedimento i fi efch'hfanno e c.m.ò ccc.it giorno: e ferine il Vili a-
noua y che come i nojlriper auuifar e portano la cornetta , ejfi cofiumano
vn gran numero difonagli . Diqnesìa presle7^adi mandar gli auifi ,
Serfefuilprimoinuentoretra rRarbari,fi come da CÌeomed£ il Volater-
tanno ciriferifee •> perche egli facendo guerra alla Grecia, .ordinò co/i
fpejfe lepore the data lavoce dal' vno a l'altro, in quaranta quattro £.
T to ^ore ^a n' oua fiportai*a da Grecia fin in Ter/la. Tra' (freci dicono e fe-
ti delle re fiato Tino il primo ;e trtC Bimani Augnalo ; come Tranquillo fa fé-
pofte . de-; che per inten dere prefiamente ciò che in ogniprouincia fi face fé, di-
fpofeper le vie militar i,con pochi interualliyi giovani ' primamente,cbe à
con fé gnidi mano , ò con voce gli auuifì porgejfero- ; pofeia ordinò le ca-
rette parendo più commodoyche quelli , the porta f arale lettere ,ft potè 'fi-
fero ancora addimaudare,fe qualche co fa di bifogno ci fiuffe slata. Que-
fta vfanja poìtralafciata in Italia , fu rinouata da i Signori Vifconti ;
& in Francia daLodouico x I. Et in queTto modoferuendafidivelocif-
fimi caualli difpofii in molti luoghi, fi dice che BjTietro baite fie delufo G
Carlo d'^Angiòncl duello determinato alla Guafcogna.Hora con t*l can-
giar di Caualli apparrece}rìati al cerfo^'è venuto à tanto (come il Hai-
fio ferine) che parendo quafi incredibile ad vdir fi in tredici dì fi viene
da Inghilterra à B^omaye da Lione di Francia in cinque òfei . Tlinio feri-
ne gli antichi, hauer off er nato > che i denti grandi del Lupo legati al ca-
Déu*der ualloygli danno gran virtù al correre,^- vietano la slanche-^TafDicea-
ro effetti? fi ancora, prouerbialmente-, che l eauallo f campato da" morfidiUtpo di-
uentaua buono & veloce ;ilcheparea(come ben difeorre Th;tarco)da ti
' midità più toHo, che da bontà cagionar fi : chef come le fere vna volta
f campate dalaccio oda rete diuengano eautiffime per timore: cofii ca-
ualli ; fuggito vn tal pericolo , refi andane fifa la memoria con terrore ,
per ogni altra leggiera caufa di paura fi muoiiono a corfo ; ò veramente
quel cb'e più credibileyfia da dirfiy che'l e auaUof campato dallupo-non è
che diuenti veloce > ma che già di natura fia tale > &peròfia faluato :
come Vliffe non fi dice , che fi faceffe prudente nello f campar di manod
Tolifemo : ma che però f campò y ch'egli era prudente : & cofi Celio
riferifceyaggingnendo chequefli caualli in età pollina fcampati da tu-
fi fi chiamano Licoffradc. lliano ferine effe* nella Grecia vna forte
dica-
DEL C^MLLOy L1B. 1 ir hj
\A di caualli Licojpade appellati , tanto amatori della gente paefana , che
fen^a contratto ninno fi fanno tutti palpare, e maneggiare; e tutto Udì L |?r
lìberamente Hanno appreffo a loro,e dormono lor a canto, non altrimen- ^ "
tì,chefe con legame tenuti vi [afferò ;& con vn certo fenfo naturale han
tal conofcenrya, cbe[eperfona di altra natione lor s'accofiafie, quafi co-
ttofcendola all'odore, aliano gridi, & fi mettono in fuga . Di quelli che
fon conio ro affuefiitti,& che loro dan da mangiare, fi dilettano grande-
mente, & s'ingegnano di loro parer leggiadri , ilchefi comprende , che
molto volentieri fi mettono dentro l'acqua a lauarfi il mufo, e nettar tut
te quelle lordure, che Ò digrada ò difialla apprefe haueffero : ben che fio.
*% cof a naturale di tutt'i caualli, il dilettar fi co fi di lauature come d'un" Caualli fi
guenti. Tslaira S 'trabone per fum a, che tra certi popoli di Taflagonia d'Iettano
fu vn celebre hv.omo, ilquale efiendo molto cortefeindar ficurtà per re#
Ciafcuno,che rich'ieflo l ' haueffe : s' imbattè in vn luogo doue alcunicac-
cìatoriteneano vn h'poprefo allaccio,e cosloro per burla addimandan-
dofo> fé voi effe promettere divagare di tutti i danni da lui fatti , che co-
fi lo ' fciorre buono : egli accettò di furio -, e finalmente lo fé liberarci .
T?odn giorni da poi quefto lupo menando fi innanzi vn grand' armento
di caualle,fenra alcun merco ; le condufie aUa Halla del fuo afficurato-
r fa , ilquale per memoria disìfkttofucceffo,le merco con la nota del lu-
po ifiefio; onde Licoforo furono dette ; ch'erano di velocità più che di
beìleTge eccellenti . I coflui facce fiori per fare , che ad efft foli duraffe Caualli
legitimamente la Hj7^-t eoi mede fimo nome è merco , non alienerò mai mj00 l"
alcuna delle caualle , & cofi di quella progenie lungamente fi procreare
caualli agili , & velociffimi . Si fa ancora da Celio mentione , che nella
guerra, cheTrobofè co' glisAlanifà prefo vn cauallo e dato ad efio Im-
peradore non di molta filatura in bellezza , ma di tanta velocità, che fia-
cca miglia cento per giorno ;e daraua in quetta fatica fen^a interuallo
alcuno infino a dieci dì : Onde Trobofoleua dire,che quel cauallo conue-
D nia a faldato fugace più toflo che valorofo: Tuttauia per tanta maraui-
- glia quesìo cauallo fi ridufie inprouerbio a dinotare vna fomma veloci",
tà . Tlutar co narra, che Siila medefimamente hebbe vn Cauallo bian-
co; animo fo &velociJfìmo . un'altro purdiflrana velocità, edifat*
tei^abelliffime e ferialmente corraggiofo nel varcar de' fiumi quan-
tunque rapidi, fi legge hauerhauutovnTrincipe chiarifflmo tra i Da->
ni ,Biornone chiamato . Ma di C orr aggio de ur ebbe il cauallo di (urt io-
hauer il vanto , che conofeiuta la volontà del fuo padrone, fi lafciò fen- Caualli
^ajpauento alcuno precipitare in quella profonda voragine , come Va- ^ S^jf
lerio fcriue & Liuio . J{ara virtù di nobili/fimo giouane-, che per amor tu
: H 3 della
ii9 b£llsAGLOB\_ljt
iella fina patria , non dubitò di day fi volontariamente alla morte; e do- ~
uendo morire, elejfe di morir ornato de l'infegne militari, armato di
tutte armi à cannilo . Tanto dolce dee parere ad ogni inonorato. Quta-
Causilo tiere> che nel punto islejfo della morte, compaia co.' fuoi proprij orna-
d'Hora— menti . Tari ardire fi troue nelcauallo di Horatio (oclite (come fcrjue
tio Codi Frontino) che dopalunga rififien^a cantra nemiciycome fi' vide da dietro.
tagliato il ponte,faltò col padrone indo fio y dentro al fiume contai de-
lire'z^a-iche [alno, sì da\ l'arme & sì dà fronde > ilrimenb glorioso àfuoi ,
Del che fé ben gli altri fcrittoùnonhan fatta cofi rimembranza parti-
colare: non è rimafiycbe i dipintori non ne habbiano confermata la fede >,
che fempre armato & a cauatlo ce l'han dimoUro.lS[e merauigliafi dee »
recare fé per vero fi tiene ancora quelloy che Dione autor gramjfimo nel-
la vita d Adriano racconta : ckLjgrti cavalieri dettili aftai pajfaroa:
gtfATgo il Danubio tutti, armati. Fa molto'Jkmojb il canalladi Sforma*
nomato Ceruoyil quale hauea per natura (" come di alcuni altri habbiam,
già detto ) che non fi lafciaua maneggiare da altri y chedalfuo curato-
re e dal padrone : e tra te altre fue prodezze ■> fi porto co fi valòrofo e
fiero nella giornata diTontecoruo > eh egli fu gran cagione della vitto-
Caualli ria > c'hebbe il Bj Luigi contta Ladislao . *J%Ca per dir prima i nomi
fimo fi antichi di quei caualli fh moft> di che fi resla a dar contesa ; celebra,
antichi.. uomero vn caualla di Menelao detto Todargo >, &vna caualla malto q
poffentein corfo chiamata £tha> la qualEchepolo ricchijfimo Cittadino
diSiciom diede indono al Bj\Agamennone > che few pigli.affe dilet-
to: Sillio.hda Teloro vbbidientiffvmo e docile,, che mai non trauiaua, t
da Zefiro- e da Harpe caualla rìobiliffima generato i del quale era Itu-
ria il rettoreycome atlante diCamfafo , cauallo feroce & aJpro,vemt-
tiamendue di quella Trouincia d'^Afiìca > che pernafceruL huomini di
tefia canina , Cimfia è nomata yLoda parimente quefìo "Poeta Melam-
pode di Cimo; e di ibero V ancate cauallo nato in i^&tfirm; & Lampone
in Qalliciaydi sì veloce corfoychefi lafciaua dietro le fe alle i Fentv.e Gar-
gano ; TeroneyTagOySicoriye Lamoyptoledi Leridaguerreggiante ? & &
Cireo chefublimeper l'aria fi portaua^ Statio v-anta ^tchetoy Ethioney
Bromio > (alidone, Foloe > Todarce* Strimoney Thoeylri cofi detto dalla
varietà de' coloriye Cigno dalla bianchejga. Martialefu mcntìonedvn
caualla nomato* Hirpino .. Vindaro- dvn chiamato Fermi co. Suetonio-
d vn detto Incitato, fecondo Celio JN^ti già) fono quelli che i noslrifauo-
lofi Voeti o volgavi hàn celebratile amandone mille prone geometra gli
altri Brigliadoroe Vegìaniino d 'Orlando- ; Biondello di Oliuieri : Fra-
talatodi Sacripante ; ^ubicano* ditsfrgalifi > e di Rinaldo Baiar do*
Defirier
*Z> llt^iV J. LO, IIB.1I. $tj
Z* fieftrier che hauea intelletto humano ? che rìtrouandofi in poter del Sa-
racino egli per iflinto naturale non volendo far oltraggio al fuo Signore,
face* tutto il contrario di quanto volea quel nemico > che gli era ad-
dofio,cacciandt)fi la tefia fitto il petto , giocando di fchiena > e menando
in frotta calci. Ma poi tornato a i foliti feruigi,frac afe andò ciò cheintop-
t>aua,non poteanfofìe,ò fiumi, bfaffi , òjpine declinarlo , dal e or fo fuo : e
% finente guidaua egli il padrone per le vestigi della fua 'Donna. T^on mi-
nor animo, & ingegno attribuiscono 4 Frontino di Ruggieri, il quali
Caualcò vn altro DeHrier alato >
Che peri aria fen già tome legno vntò ,
£ i/ì cui nel Mar propitio vento Jpira,
E f ali a verfo il del via più leggiero
Che girifalco , a cui leua il cappello
Il NÌaflro a tempo , &fa veder l augello »
Quelìo cauallo canta l'Ario fio , che ^Atlante perfor%a di arte Maga,
fi fé venire : gr e con Hudio e con fatica il riduffe a Sella & a briglia >
di modo che cofi in aria come in terra lo facea volteggiar fenica contefe,
& co fi il diferine >
Ts[[pn è finto il Deflrier > ma naturale ,
Ch'vnagiumenta generò a" vn Grifo :
C Simile al padre hauea la piuma & l'ale ,
I piedi anteriori,il capo , e'I grifo ì
In tutte l'altre membra parea quale
Era la madre , è chiamafi Hippogrifo;
Che ne ì monti Bjfei vengon , ma rari ,
Molto di la dà gli agghiacciati mari.
. JQuefia figura credo; che l'ingegnofo Toeta{ come in altre molte imitò gli
antichi ; prefe dal Cauallo nomato Tegafo, ilquale fcriuono efìer nato del
[angue di Medufa,vna delle Gorgoni, ve rifa da \Perfeo,da poi che era fia-
ta ingrauidata da !<{ett uno, come Ouidio moflra dicendo,
** Crede fi, coftui da la Cernite
(jranida-di Medufa > con le chiome »
Cjià di f angue cofperfe vfeito fufie .
Hebbe' fecondo xAnfelmo'le corna in fronte,} pie di ferrosi fiatò di foco,&
l'ale grandijfime: onde àliùicomeUfiefio Toeta canta)
4. Soura le nubi j e prefio à l' alte fielle
Scorrendo, il Cielfu terra,e penna il piede.
Il che Catullo conferma dicendo.
gonfie a volo TegafeoVfia portato »
H 4 Queflo
ilo D U L l U G LO ILI A
CaualPe Ouefio cannilo fermato fi primieramente in vn monte di Beotiaxpercuo- , £
gafeo . tendo con l'unghie vn fafio y aperfe vna fontana d'acqua viua > che per
. Hippocrene fu detta. V esfriofio fh mentirne di quefto fon te »
crene per <Q«tf/ fé il cauallo alato vfeir del monte
che co fi 'Hon so fé di Tarnafco òd'H elicona .
detta • Bigino efpreffamente pone Helicona . Et ejfendo queUa fontana facrata
alle Mufey elle ne furono appellate Tegafidi & Hippocrenidi: Come Qui-
dio pur fa fede .
Vera è la fama giacche à quefto fonte
Tegafo diede origine,e cond;i\fe
La dotta alma Miuerua all' acque facr e. J[
Il perche Sidonio difiey
Dammi il fai ondo dir del [acro fon te-»
Che Tiegafo cauò col pie volante y
e^ Ter fiorar che la melodia Tcgafea cante .
Imperò the crede ano repentinamente diuentarToeta> ehi di queU'ac-
qjta beuuto haueffe ; & con quella fcr iv.ono > che fi f ufi e purgato Ore-
tte delta materna occtfione . Era accanto a quesl a fontana vrì altra.,
Aaa.mp~-C^e PHr d al Cauallo prefo il nome fi dicena xAganippey parimente de-
pe fonte, dicata alle Mufe , che fé ne die e nano *Aganippide . Hora beuendo
Vegafo ad Hippocrene ", racconta Strabene, che fu prefo da "Sellerò- G
fonte , e deliramente domato . Tlutarco con l'auttorità d'Euripide
_ ferine > // cauallo alato efierfi tremando laf ciato Caualcare da Belloro-
BelIei-oFo fonte ; dalche veramente fi può comprendere y Vhuomofolo effer quello y
h iftoria . c^e a tlittl £& ^imaliyiton che a'caualli naturalmente porge, terrore;ef-
fendo ogni co fa mortale foggett a a\l'h uomo .. Claudiano di quelle cofefa
mentione , dicendo y
Tegafo islefìo a tuo fèruigiof afe*
'Dando ben volentieriyfi potrebbe;
S fojlener miglior foma parendo- y +.
'Seller of onte a f degne prenderebbe.
& Tropertioy Ejfer corcato mi parea nell'ombra
D'Heliconayonde J "corre il frefeo bumore
Che fé Deflrier del gran Sellerofonte .
(oftui fu filmato il primo tragtihuominiychefuffe andato foura vn catta.
lo;fi come Tlin.e (elio riferirono ;& Irfcholie in "Pindaro ancora fan fe-
de; però di cono yche egli fu primieramente chiamato Hippono;poi da l'ha
uer ama^ato Sellerò principal di (orìntOyBellero fonte fu detto. Quin-
ti fi moffe Horatio a dire y Caualierde l' i Refi a Be Itero fonte, miglior.
achille
r~
IX E l C J\AV ILO, LI B>. I 1. . m ■■
'j^ Achille Triminio feguendo i ''autorità d'Eufebìo > pur afferma- che B'ei-
lerofonte, prima mfegnò il modo di gir a cauallo ; <& efj e ndo il fuo ca-
mallo agihffimo al [altare &. velociffimo al cerrete , fk detto che era
alato > <£? che con quello fu fuperato il mottro dellaChimera \ Conciò
fui cofa , che fcriuono lui condotto/i in cafa di Treco Bj degli Argiuly
ejfere fiato richiedo di lafcima da *Antia{ ò fecondo altri Stenobea )Bei-
na y con lapromeffa di tutta il regno : alche non velendo accori fentire\
la donna per vergogna eperterna-fke ne fujfe fcoperta^falfamente l'ac-
cusò al marito, che thauej^VoliHa sformare ; Ma il Rj per lo molto
amore > chegliportaua, tijon battendo animo di pimirlo,a Giobatefuo fo-
. yB cero , fegretamente auuifandolo eh- egli vendicale la pudicitia di fua fi-
glia : Manepur egli battendo ardiì-*-di dargli morte alla feoperta, gli
commijfe l'i mprefa della Chimere , la] qual in quel tempo gittando per
hoccafiammeyguaftaua i capi di tutta Licia. In quefla imprefa altri nar-
rano Bellero fonte non batter a cafo trottato Tegafo > ma in dono.ottenu-
toladaliettuno yil quale molti vogliono, che fegret amente fufie fla-
to fuo .padreyancora cbefìftimafie Cjlauco Bf> di (orintbij. Altri aggiun*-
gono , ch'egli per quefìo (auallo haueffe battuto in donodaTalladevna
briglia d\orq infogno : & co fi da lui fujfe infetta Hufan-^a de l'imbriglia-
re, Qnde,per memoria i Corinthij nelle loro monete il Tegafo intagliano.- Imbri-
' *• noyfì come anco nella moneta diQfTitofi vede a intagliato Tegafoyper | jpjjf
dinotaresla fua velocità nello fpedire de i negoci . Parimente tra le me- minciaf-
daglie antiche > io' n'ho veduta, vaa d'argento di 'Aleff andrò Magno, ieadvla^
yn' altra di 'Domitiano > & vna di bronco di Adriano , che haueano il re*
Tegafo al riuerfo dinotando La fama loro , che s'era jpar fa per tutto il
. Mondo,LVero anco invna dirame baueavn canal Tegafeo con vn Ca-
ualiere > che con vn dardo tiraua contra yn Leone , il quale accanto alla
tfua baueala tefla di vn dragone ;.dandofi ad intendere la virtù esaltata
. dalla fama,, abbatutii vitij. Quejla inmntionefu molto antica;percbe
già durò gran tempo,che>Centhippèfi chiamale quel luogo appo gli Ar-
gini , dotte prima Bellefofonte fjpronò il cauallo Tegafo, col cui valore renthip
egli tornò vincitore della Chimera;onde fi formò quel bello emblema di pe^
tundre a. Alciato.
(ome vincer poteo *Bellerofonte
L'empia Chimera col cauallo alato ;
Cofi vincer può t huom gli oltraggi & l'onte
D'altrui , ton l'ale di virtute aliato ..
Bellacofa è veramente l'andar cofiderado igran mifleri,che fotto qiteUe'
fintioni Toeticbejian rincbiufi; per cloche Bellero font e (fecondo Fulgen-
ti0 )fi
D
ili <D1H** <? IO H.7 jt
tìo ) fi interpreta con'figliatore di fapien%a > chedijpregìando^intUy «
cè'J /'/ contrario , non confente alla libidine y mogi 'iediT reto, che fior-
dido aiàfignifica.Hora il buon configlio in qual cauallofìede meglio-, che
nel Tegajb ì cioè mi fonte eterno . Et è pennato tal cauaUo > e coni' un*
ghia rompe la fontana aìlemufe ; perche la fapien^a col veloce pen*
fiero trafcorrel'uniuerfa natura :& la fapiemra dà la materia ài
Toeti . Tacque del f angue della gorgone ; & la Gorgone è il Terrore :
per dinotare 3 che finito il terrore nàfce lafapiemra; efiendo all'incontrò
lajìoltitiafempre timida\ouero che 'l princìpio della fapìen%aè il timore;
percheymentre che Vhuomo teme lafitma fuOyfi mantien fauhyvccide la
Chimera Chimera cioè la tempeUa d'amore; &però la Chimera fi dipìnge di tre p
come fi di teste > di Leone > di Capra ? e di Drago : pèrche fono tre le parti de l'amo-
piaga, re y incominciare y e]fettuarey e pentire; <& nelprincipìo egli afi alt a fe-
rocemente come vn Leone ; nel mexo ejfegue la fua libidine à gm fa de
gli animali Caprini y che vi fonoìnclinatijfimì : alla fine con la ferità del
pentimento fpargeil veleno del peccato . filtri voglionoyche la Chimera
dinoti le principali tre parti dell'età humanay cioè la gìouentu y là vi-
rilità y & la vecchiezza : le quali tutte honoratamente fi pafi ano con
lafapien^a, & fé ne confegue la Fama , per la cui figura par che ot-
timamente fi poffa ancora ilVegafo interpretare : perche la virtù > (che
fiotto il nome di Terfeofi comprendere)troncato il terrore, genera la Fa- §
ma, la qual mouendo le Mufe àfcriuerey fé ne vola -con le làudi infi-
no al Cielo . V defitto non credendo y che fi trouaffe maìnecauallo che
poteffe volare ; ne fera che con tre diuerfe qualità baflaffe à viueree
Jpirar fuoco ; vuol che la Chimera s'intenda vn monte co fi chiamato ,
aggiunto ad vn' altro monte altiffìmo prefo al fiume XantOy cheTermif-
fo nomauafi ; nel cui me^o era vna voragine > donde per naturai mate-
ria vfeiuan fiamme ; & in- due parti intorno incolte & berme stando
vn Leone & vn Dragone y che dicontìnouo infeftauano ipattori ; *Bèl-
lerofonte huomo di Frigia , ma difeefo di natìone Corìnthia > bello d 'a-
jpetto y e valorofo d'animo , il quale in quei tempi andaua depredan- .
do i luoghi maritimi con vnfuó nauìlio detto Tegafo , fatto vno sformo
con la] fua gente y abruciò tutte le felue di quella montagna , #" cofi vi
morirono quelle fere y che jpauentauano iTaefanì . Ma per tornare alla
fine di effafauola , foggiungonoyche Bellerofonte di queììa vittoria infu-
perbitofi , & tentando diveder col fuo cauallo alato le più alte parti del
Cielo : come vi fu molto daprefioy volendo guardar à terra, fi perde
d'animo , e cadde morto; altri dicono che Cjioue adirato mandò vnTaf->
fano al (auallo > il quale ejfendone troppo infettato } gìttò à terrà il Qt-
ualìere
<DEL C^tV \AlbOy lì B. IT. nj
f : ualiere in una e amagnetiche ^ileia ne fu nomata*, fignificando{fiecondù
Enft<ichio)il gir errando che quiuifè Bellerofonte jìorditOyet Vrefente an
cora nomevna città della Cilicia detta Tarfoy da iT arfìycioè da i calci di
efito Vegafo y il quale poi tra celeftifiegni fa collocato con uentitre flette >
feconda Higinojh diciottOyfiecodo ^irato-Àquindeciyfiecodo Quidioyilqua
Hor eifruifceil Ciely che con le penne (le dicey
Scorrer dianzi fiolea : di cinque e dieci
"Nitide Stelle riffrlendenda intorno .
la fida figura apparfotme^a > cioè dalla tesìa in/ino aWombilico yjlan-
do ed 'piedi affijj'o al circolo eftiuoy eriguardando da lunghi l\Artico;
% Dal che fi puh comprendere la natura caldiffima delcaualloy del tutto Cauallo
aliena da la fredderà: dr che con loflremo dalla fua bocca paia toccar ^ìào.
iteapo delcDelfino > puh dinotare > che come colui tra ipefei^co fi egli tra
quadrupedi è amici/fimo dellbuomo <&r velo ciffimo . Euripide fcriue >
eheqùefiafègno celeHefìa Menanalipp a figlia diChrirone QentautOypri'
ma chiamata Theti , la quale allenando fi al monte Telio tutta sludiofia
del&atciare %fu ingrauidata da Slofiglmol di Hellene > e nipote di (fio-
ue;ond"elta timorofa delpadrey che già la perfeguitaua y ranedutafi del
fallo ; ricorfe a iDei y che le deffero alcun rimedio i & co fi poi chebbe
prartoritOyfu conuerfain cauallayefiatuita intra le flette, oue per layer~
C gogna dell' fejjb f eminile tiene afeofe le parti fiottane; <grperàfchiua al- J
Presi il coietto del (entauro > che fi filma fuo padre ± csflcum ' diconoy
éh*ellafuffe Hata cangiata in caualla y perche fiote a publicare àgli huo-^
mini i configli fecreti de iDei ; altri per che mancò del culto- di Diana
e dello slud'io delle e accie. Co m unquefìa y egli fiotto ilfiegno del caual-
hCelefie fcriue (jiulio Firmicanafcer quelli yche con mirabile presle^
^acauakando portano lettere y & auuifìy che Staffette chiamiamo .
£1 Baifio Tegafarij noma i. cauatli Idonei al cor fio y & al cangiar jt
per le pofie ; e Tega fidi appaBudea-y quelli > che fono ad v fa dicacele
buoni . Il "Fontano fai' Epitafio ad vn fino caualla chiamandolo Jlga-
£ nippo y con dir che le Mufegli hauef&ra datoqueslo nome & collocato-
lo in cielo apprejfo àVegafo yperbauermolte volteportato & riporta-
tafano &fialua ilfuo "Poeta. ^Alberto <-JWagnofiìfede , Tegafia effere p r
ynanimale\ chenafeein Ethiopia yajfaì grande ,Jpauenteuolei cheda- a ninfale
vanti rapprefenta forma di. eaudfoyìjal ale come vrttsfqiiilaymaafiai dy Ethio-w
maggioriyil, guardo fiero col eapo cornuto e mofiruofò; Ttynvota inatto. Pia"
mafiolamente battendo l'aria y mmue la velocita del cor fio firn •> infesto?
à tutti gl'animali <& acerhifsìmo. Solino pur dice. deltEthiopuo Cie-
(Qèl'augdlQTe^afo^Uquahaltro^clK^orecchkmnhàdicaM
ETiiniO),
T14 T>ElL\AGLO^lU
£ Tlinio y Ethiopia genera molti animali a mofìro jimiliycotne i canal- g
li impennati > & armati di cornay che chiamati Vegafi : quantunque al-
trove dica , / Vegafi augelli con tetta cauallina >ei Cjrif orecchiuti col
becco adunco •> quefl inetta Scithia^ quelli in Sthiopia y io giudico fkuo- .
lofi: e della medefima openione è ^itheneo , Giouam T>occaccioyil qual
racconta j che Cadmo cavalcando per diuerft oaefi di Grecia > cercando
Ponte ea fit0 °?ortmo Per vi* città, trono in Helicona quella fontana; la qual
uallinain pero fa cauallina appellata : & perche egli fu, inventore delle lettere >
Helico-- difieroych'ellafufi.e facra alle iJÙtifé .Votr affi adunque crederebbe ver
jiatroua- [ea^Q j spoeti dimojìrare vnacofa incoftantijfima & velocijfma yag*.
mo. giunfero l'ale al e audio ych e per fé tiene incofian-ray & uelocita^mir abile F •
Cauallo fopr a gli altri: <&• però nelle pitture il cauallo alato fuol dinotare il tem
alato nel pjjyche avidamente divora e fugge : & Voliflo nelle fue amorofe vifio-
le pitture ^ deferiuendo vn cauallo con due grandiffvme ale : alto none piedi da
Jìpnin--- l'vnghia al petto: col capo afciuttijfìmo e fen-rafreno ; co 'i crini lunghi.
chi. # ondeggianti , & csn vna orecchia tirata in dietro. > vn" altra di fi e fa
auantiyfopra il quale fi sforavano motti fanciulli di montareym<&my-:
no vi fi potea fermare:che altri fi vedeano alquanto attenerfìyaltrica-
dereyaltri caduti ingegnar fi di rifalire: e ertamente volte dinotare la mo
bitta de l incostante fortuna, che mai non tiene ferme le ruote fue. Xan- ~
to maggiormente può dinotar talbora v.nnauilio ifpeditijfimo : fi come -(
ancora fu lafintione di 'Dedalo > che effendoper via di mare fcampato\
dalle mani del I{è Minos : fhuoleggiaro , che fhauefie fabricate l'ale .\
& l'ale furo i I{emiy come ben accennò Virgilio y dove diffe . Il remigio
dell'ale : e Tlauto medefimamenteyla naue intendendo > con molta va-
gbexga difse , Tsfonfei tu fi at-a portata dal cauallo di legno per le Ceru»
Nettuno tee vieKiò conferma F.ornutofftimado, che J^ettunofà chiamatoEque
chiama- QYeye curator di caualli > perche la nauigatione maritima èfomiglian-
lìre per. te il caualcare per terra , fi che tanto più quadra y quanto che difiero
che. Tegafo efiere flato figliuot di J^ettuno; ò vero perche effo cauallo prò- fj
duffe ilfonteye di tutte l'acque ?s{ettuno è padre: oueroy perche fi come -
conftderata la violenta del marey tutti gli huomini violentiy e di gran.
con aggio (come i Ciclopia Leflrigoni , e gli z^f Ioidi) fi difiero generati
da Ts^ettuno; cofi ancoragli attribuirono la generatane di quefìi violen
tiffimi animali : & Tegafo principalmente > il quale per queHa ifleffa
Inuentio cagione forfè: fu pò fio nel Cieloyvicino alfegno d'aquario , e di Tefci :.
uallo at • come veramente prodotto dal Dio del mare. Et cefi l'inuentione del ca -
tribuica uallo propriamente aTsfettuno sattnbuifce , come pienamente già nelle
a Nettu- TrasformationidimofìraOuidio raccontando la lite) che della Città di
no* Mhene
7> E L CULI Vjl 0 l I B. 1 1. , 12$
*A jlthtnefu tra tS^Cinerua & lui , all' hof che quella prodi-ffe l'Oliua: &
egli battendo col Tridente la terra ne i campi detti Tetrei in Teff agli a y ..
fé nafcerf yn cauallo nomato Scifioy fecondo Valerio Troboyin quel Ino sa:fio di
go di Virgilio dotte. il mede/imo afferma dicendo . Nettuno.
8t.it T^ettuno > dal cui gran tridente
(fia per coffa la terra fuor fi vide
Trima produrre il bel Defirier fremente.
Il Giraldo racconta efferd" alcuni openione ycbel^etuno dormendo fo-
pra vna pietrayfi corruppe infogno a Venere: onde raccogliendo quel fé-
mela terra yprodufie il cauallo Scifio . Lattantio grammatico pur af-
„ fermaycbe ejiendo incognito l'vfo de' caualliy& bauendo il mondo gran
neceffitàdi tali animali , Ts[ettuno col fuotridente ne produfie : ma con
Scifio dice cb' egli produceffe parimente altri caualli; Tra' quali trono y
che fiano fiati Xanto e Cillaroy che poifu.ro.no da lui donati à Giunone e Chiaro
da lei a [afiore &a Tolluce fratelli yfumofi (gualcatori yfi comenegh Fettifll--
Hinni dimofira Homero dicendo > Saluete figliuoli di Tindaro : amatori mo.
di veloci caualli . 'Benché a C afiore folo egli altroue dia il vanto del e a- Caftore
ualcareydicèndoyche nell'arte militar ey& in domar caualli era eccellen- e ° . **"
te:& a Tolluce fi daua la gloria del lutt are: come Ouidio ben diflinguey caUaka-.
cbiamandoìiTindaridi frateliiyquefto Caualier e ye quello "Pugile : Statio tori»
q chiama (afiore vincitore al giro , de' maneggi intendendo > Seneca in
HippOlitQy
Tu de la man di C afiore più nobile
Col fìten farai baflante a volger CiUaro .
Tropertioy K(onfe m'andafie il gran Defirier diCafiore »
Claudianoy E volentieri al fren tuo feruir ebbe
Cillar o y baimi do C attore in difp regio .
Tuttala ■Virgilio dopa raccontate le qualità appartenenti a perfetto
caualloyfoggiunge tal effere flato CiUaro domato dalla briglia diTollu-
ce jLmicleo y doue Seruio diceyluiper licen%a Poetica hauer pò fio l'vn
D fratello per V altro ;maffìmamente bauendo finto i "Poetiycbe à queflifia
telli afiai tra loro amoreuoli fuffe fiata conceda l'immortalità conqut-
fla conditioneyche ogni mefe ne riforgefse vno a vicenda?& cofi efsendo
fiati ejfi collocati tra le più chiare imagini celeflicolfegno di Gemini,
bora appare l 'vno y& bora l'altro ;. quantunque i nauiganti nelle tem-
p efie feorgono tali fleUe y della .tranquilla del mare fi rafsicurano .(o-
fioro da' Bimani fura adorati per Dei yda che in vna battaglia contro,
Latiniypreffo al Lago foglilo apparuero infhuorloro: e tanto s'affatica-
rocche dopò, la vittoria, confeguitayfur veduti lattar fi 'nel fonte Cjiuturna
infiemt
iié bèi Ili ò i o \i 'JL
ìnfierne co'i lor candii pieni di [udore dipolue: per la qual cofa fu far g
Jrc^tì-10 dìri'ZZf1*0 nella pia^a Bimana vn Tempio, del qual ragiona "Plinio
re e Póllu ampiamente . E già d'vrì altro lor tempio nella patria nottrafi veggiono
ce fuperbe reliquie fulla pià%gk di San Lorenzo ■: onde chiaramente fi pub
comprendere->quanto q netta Città ancora anticamente fi fia dilettata de
gli efìercitij Cauallerefchi, tenendo iDei della Caualleria(fecondo la di"
fpofitione di quei tempi) in riueren^a . Terranno forfè alcuni perfàuolo-
fa quella apparinone di C attore e di'Tolluce, che babbiam detta, la qual
affermano molti hittorici;ò pur crederemo > che fufìe fiata imaginatiua
per inganno del mal Demonio : ma bora che tolto il velo della/alfa re-
ligione , la mercè delfommo & ottimo fddio ci ha feoperta la véra fé- j
de; raccontano pur gli fcrittori della conqnifta di <Lft€eJJico, ff>effe volte
nelle battaglie, chefkcea Fernando (ortefe contra gl'Indi, efier appar-
fi San Pietro & San Giacomo combattenti in /nuore di Chriftiani fopra
arditi caualli bianchi , che con mirabile jpauentò di nemici [fhceano co fé
incredibili ad vdire . Di bianchijjìmo pelo ancora fi deferiuono i caualli
di quei Gemelli come tra gì altri accenna Ouidio dicendo ,
zJWa i due fratelli , non ancor celetti
Segni : ambo adorni , & ambo da Dettrieri
Di neueafìaipiu candidi portati .
Ciliare Di quetti due caualli CiUaro principalmente fi troua celebre ; hauendo <
prefo tal nome dalla Cjreca parolaCillin,che velloce dinota . UJL riotto
volendo fommamente lodare vncauallo diffe,
Cillaro so non fu , non fu orione
Di te miglior , ne meritò più lode .
Arioneca F rigenerato Urlone pur daì^ettuno in quella congiuntone > che fé con
mof Cerere-trasformati amendue in ftecie Qiuallina;e primieramente fu. da
lui donato ài Rj di Hiliarto : poi da cojlui ad Hercole , // quale con la
virtù di talCauallo conquitth ilpaefe d'Elide; & combattendo co Cigno
fìgliuol di Marte,ilfuperò . Hercole pofeia ne fé dono al Bj Udraflo,che
neWimprefa di Tebe, effendoci tutti gli altri (apitani reflati morti, egli
dopò molte vittorie fcampòfaluo;& hauendo nella fuga fermato il cor-
fo del cauallo in vn luogo diUttica,chiamato Colono,e cognominato poi
quindi Hippio;dedicò due altari , vnoàVallade Hippia , & vn' altro à
Nettuno Hippio;il qual cognome primamente gli era ttato dato dagli
Jirc adi per la generazione di efio Urlone, cauallo di fomma velocità ,
come Homerofàfede , chiamandolo diuino,e generato da Dio: Troper-
tio il chiama Vocale,cioè parlante, confenfo humano Xlaudiano lo de-
fcriue di pelo ceruleo,fimile alla qualità delfuoproducitore; e'I chiarita,
nudiito
H
DEL CjfV \A LIO) LIB. IL 127
- nudrito nelle frolle delle T^ereidiTslinfe marine . Ma Statio lo dimofrra
^ dipelo rutilo & infocato,dkendo > che quando primieramente gli fu po-
fio il freno da K[ettuno , poco ò nullo bifogno vi fu difor'^a ò di casìigo,
perciò che egli erapreftiffimo e gagliardissimo al correre; & bauea vna
certa incoflan^a fìmile al Mar di Verno; oue ottimamente nuotando fo-
lea per tutte le parti portare il Ceruleo padre ;& nel corfo parea volare^
fi che dietro afe lafciaua le nuuole,& i venti. T^efen^a molto giudicio è
flato fatto T^ettnno primiero e di diuerfi caualli producitore ; perche di
complejfioneye di natura certamente quefii animali fono fomigliantiffimi
al Maretfuando è più agitato ;& come ben dice Trobo;e fendo la lòr ma
— feria compofra di liquore ',delqual procede il moto e l'atto del genere me-
diante il calore ;dirit amente 'fi fono attribuiti àquel>cbe domina il liquo-
re dell' vniuerfo'j, & effendo la pianura conueneuole parimente all'acque
& a Caualli,meritamente de l'vno e de l'altro fu filmato hauer lapote-
fìà vn mede fimo ^umeSt però ipopoli Illirici ogni noue anni buttaua-
no almare quattro CauaUi in bonore d' efto T^ettuno ; a cui fi come gli an-
tichi attribuirò l'origine del caualio, chiamandolo Hippion "Tofidona ;
co fi ancor a l'origine del e aualc are a lui vien data , fecondo che a molti
piace; Scriuendo 'Diodoroyche però hebbe J^ettuno il cognome d'Hippio^
perche a domare il cauallo > c£* ad infegnare l'arte delcaualcarefà egli Cognomi
£ primo: ondeJ^eBoH apprefro Hamero dice ; Jlntiloco fuo figliuolo ha- d^Nettu"
uerdaT^ettunoapprefa l'arte del caualcare, e da (fioue del combattere
dxauaìlo. Celio daVaufania pur afferma- che per q uè fi a cagione nel do-
mare fì^ettuno fu appellato Hippio e Dameo : & Tapinio cofi canta ,
l^ettuno già (fé dagli antichi è certa
La fama) dicon prima hauer la bocca
I{pfa alfjDeflrier co' difufati freni;
Domandai nella polue alta del Lito,
llchefe vogliamo congetturare, ch'egli haueffe fatto nelmodo>che hoggi
s'vfa : pof/ìamo ben appropriare il fuo tridente alle due ale de la caue^>
2) %ana con la bacchetta in me%o. Trouafi ancora l^ettuno appellato Hip-
pocronio,& con quefto cognome gli era fatto facrificio da'T ebani: co dir
che (jónioytioè Saturno in vece di lui haueffe mangiato vn cauallo, con-
cio foffe cofa,cb'eflendo il fuo co fiume di diuorare ifuoifigliuolifcome le
fhuole diconoydinotando la propria virtù del Tempo>cbe le cofe da feflef
fo prodotte confuma) Rjjea fingendo al marito di hauer partorito vn poi-
ledaglielo diede a mangiare- come Taufanianarra.il mede fimo Satur
no > racconta Ouidio > che volendo vn' altra volta fuggir lo f degno difua
mo%lie}fi conuerfe in cauallo; ilche Virgilio ancor afferma dicendo.
Tal
Chironc
Taleffo ancor Saturno in fuga prefioy g
tacila venata de la moglie tutto .
T>i pelo Cauallìn couerto > empieo
Di fottìi annitrito il Tello monte .
In quefia forma fi dice , eh egli bauefie ingrauidata Filliray e generato-
Cétauro. ne Cbirone Centauro y cioè dal me?o in già cauallo -, ilquale (feconda
Hierocle) per la lunga pratica de' caualli, & perla perfetta conofcen%a
delle virtù di tutte i berbera inuentore de l'arte da Marefcalcoye dì tut-
ta la Chirugi.h& fk maestro & alleuatore di Efculapioyd \Achille :poi
fi andò affettato vn dì con Hercoley cadutagli per cafovna punta delle
faette di luifu'lpiede > ne venne a morte .e per -che viuendo era fiato giù- p
fìiffimo fiopra ogni altro > meritò d' efiere connumerato tra le Stelle > co-
Sagitta- me da Higino fi ponc^ . Fede fi pur in forma di Centauro il S agitarlo ;
rio' ma dicono cb'eglìfia C roto figlimi di Eufemey balia delle Mufe : ilquale
efiédo flato velociffimo nelle cacciey& acutiffimo neglìHudhfu da Qio
ne figurato nel Cielo con gambe caualliney perche malto fi dilettò del ca-
ualcarey & aggmnfegli le faette per dinotare l acutezza & la prefte%-
7^a delfino ingegno: con la coda Satirica , dìmoflrando , che co/i egli era.
fiato caro alle Mafie) come i Satiri al Dio "Sacco . .Altri Centauri-yfìfh--
Tflione u°leggia>chefiiffer nan àànma T^ube ingrauidata da Iffione; mentre che
egli ingannato da fallace fembian^a,/} crèdea tenere (jiunoue in braccio, y
per lo quale ardire fu nell'inferno legato da Mercurio in vua ì{uotay che
fiempre volge . Vero effi Centauri da Ouidio fon chiamati ^tbigeni fie-
ri) & altrove fiemibomini-, come Lucano Sèmiferiquafì me^o ferigni&
me^o buomini ; Virgilio Bimembri) cioè di due forti di membra, huma-
ne e caualline : di modo che potea dirfi > /'/ Centauro effer huomo fien^a,
piedi)e cauallo fenica teHa;ò come vn' altro per giuoco diffey che nel Cert
tauro il cauallo ruttaua huomo ; e l' huomo cacaua cauallo . Già da gli
fcritti di "Pindaro fi raccoglieycome Iffione dalla nube generò vnfigliuo-?
lo nomato Centauroyilquale vfando il coito co n le caualle Magne fie fot-
to il monte T' e lioypro creò figliuoli y che dalla parte fopranarafiomiglia- ■
ro al padre y dalla fottana alla madre . E Diodoro afferma effere fiata,
fuma , che i Centauri nudriti nel monte Vello dalle TSQnfe , fi f uff ero poi
me f colati con le caualleye generati gli Hippocentauri;et chea quelli die-
de foccor fio la nube madreynella guerrayc hebbero con Hercole . Ma Ga-
leno in niun modo vuol confentirciy dicendo lecito effere fiato àTind aro
& à gli altri Toeti di cantando fkuoleggiareycome à lor piacque offendo
il difegno loro di dtlettareyno infegnaregli vditori; al che tra gli altri or
naméti bifogna. dire cofe miracolo/è per fargli più attonitima a chi cerca,
la ve-
Uh verità y non effer lecito di credere fimilmofiro ; che fé pur fuffe fiato
poffibile > che feme bum ano fi fujfe potuto riceuere e ritenere da caual-
la,eridurfìa perfezione quello parto sìftranoy egli non può penfarfi
il modo y come dopò natoftfufe potuto nudrire , odi herbe & or^i cru-
di le parti fottane} ò di cibi cotti lefoprane ; eccetto fé due bocche hauef-
fe hauutey l'vna cauallina , e V altra humana \ òfe pur ( iafciate quefie
•confiderai ioni) alcuna velocità fi fu fé confeguita dsi tal mefcolan^ay el-
la non era idonea a tutfi luoghi ; perche dovendo fcenderey ò montar eyo
-pàfare per afpri bal^i l, affai migliori fono le due gambe bumane ycbe
dkecauaMine;oltre che fi pub ben confederare la figura delCentauro mal
% bauer potuto federe yejnalferuirfi delle mani;& in fomma in ogniattio
ne èfferfi trottata inhabile & impotente. Quefie medeftme ragioni india-
te Tale fato a diffuadere > che fi creda efiere fiate mai fi fatte Vere ; di-
cendo la verità co fi paff are y cheffsioneBjdi Teffaglia vedendo > che
un'armento di Tori 'venuto in furore per gran copia di Taffani\ nelmon
te T elio ytene a tutte quelle contrade in tanto fpauento , che niuno ofìaua
diaccoftaruifì;& con impeto ft orrendo ne i luoghi dimeflici e coltiuath
ogni cofa guafìauano ; propofe per grida public a moltipremjj-a coloro >
che ama^ajfero quelli Tori.fofi alquanti giouanid'vn caftello chiama r)0mar
~ to l^efele-yche nube s 'interpreta ; cominciaro allhor a primieramente a caualli di
» domar caualliyinfegmndo loro come douefsero in su la fchienu portare chi mué-
icaualìeri; perche prima non fìvfauano eccetto al carro; e ridottigli ha- tl0lie*
bili in poco jpatioyand aro addofìo a i Tori y horaferendoliy & bora fichi*
uando i loro incontri con gran defireTga; sì che alla fine tutti gli hebbe-
ro eslirpatidi quelpaefe ; <&■ in queslo modo da ivocabolidiT auro y &
•Cateccnto , che dinota ferir di puntayefsi Centauri furono appellati ; che rantaurì
già in loro niuna cofa di Tauro era altramente. Horaqueiìi ricevuto dal ondedet-
Fj grandi ricchezze , s'infuperbirono oltre anodo \ & con poco rifletto tu
del B^isleffofàceano mali di paffoinpafio , e tra V altre cofe federate y
D eglino effendo fiati inuitati da i Lapithi popoli di quella regioneydiuéner
ebbriye dato di mano alle donne yfe le mifero innanzi a caualloy e fuggi-
ron via alle lor montagne, donde poi mofsafì guerra tra gli vni e gli al-
trilycalauano ogni giórno alla pianuray afa r infidie e ruberie; & perche
Quando efsi fuggiuanóyquellì che da dietro gli riguardauano dalla lugay
le groppe del cauallo & Ihuomo'dal meyo in su folaméte fc orge nano ;
e che talhora dando sul fiume Teneo a' lor caualli y fi andò quelli con le
tefìe chinate all'acqua, pare ano me%p caualli è me^obuomini , i fem-
pUci contadini y che s'andauano lamentando delle coftoro infoiente;
narrando quello Arano e difufato frettatolo*) Centauri di nube vfati
1 gli
gli nominauano . Fulgentio dà vn" altra bellijjìma interpretatione allafh £
uohydicendo , che Iffione quafi jL xione dalla voce jlxioti fignifìcade-
gnitàylaqual affettando il B^egnoycheper giunone s intendeylaqualè. Dea
de i I{eami;non meritando il durabile e'I veraceyprende il momentaneo
eHfiguratoch'è nella nube} & co/i chi cerca più diquelloyche gliconuic
ne> retta manco di quello ch'era _ F ecefi quella fintione , perche f filone
fa ilprimieroyche nella Grecia affettò la gloria del B^gno;&confeguil
lo per valore di cento (aualieriyche-tenea fitto di fé; iquali fi farian 'pò?
tuti chiamar Centhippiyma Centauri fi dij] èro quafi cento armati ; o ve-
ramente quaft ' (ento aure 'y perche a.guifa di venti erano velocifsimi ..
Et efiendo poco dapoi fiato cacciato Ifsione dal Uggnoyfidiffeycbefu con p
dannato alla I\pta per dimos~lrarey che chi perfor^a d'arme fiftrT iran-
no nonpvò.t enere mai feggio fi abile :-. "Hon rimangono alcuni d'interpre-
.. tare Centauro per corridore ejpronatar dicauallo} & cofì vfa Tlutarcp'
tauro, aippocentauropervncaualcator eccellentijjìmo ^tinnito } come Celio
r.iferifce }. benché Wppocentauro nomini Polluce vn bellifiimocane di
Senofonte jìgliuol di grillo. ^A:ppoSuida fi lègge Tauro dinotarla parte
vergogno] a dell' huomoy& indi per auuentura Centauro come Laftauro-
per vn lihidinofo potrebbe intenderfi, & cofi piace a Mafi. Tirioyilqual.
vuole y,che la forma delfentaur.o dinoti il legame della libidine} perche:
quante volte auuieneychele.pirti ferrigne occupino la Tirannide nell'Imo q,
moy & che l'ardor del defiderio opprima efoggioghi la nobiltà, dell'ani -
mo;lyhuomo delia-maggior parte in beSlia fi contiene. <AriRofane. dkey
vn'huomo.diruflici cofiumi & furiofo rapprefentar fi fitto la feerie d'un
€entaaro..*A hrinel Centauro intendono lavitahumana yche aguifa di
fuggente e auall&mai non s.arrefta .Qui non mi pare datralafciare vna
bèilaargutia di Diogeneyitqual.vedendodue Centauri pefsimamente di*
pinti in vnatauolaydimandauaqual di quelli fufie Chirone sparendo ad-
dimandare delnome proprio ;-ma egli intende a qualftffeiL peggiore ;
perche queffo ancora fignifica effo vocabolo di Chirone . Furo nomi ce-
_ . lebridiCentauriy£fmtoyI\bey(frineoyi^micoy'^raeoyLicidayMedoney. H
celebri . MermèrOyTifenorey (aumay e Foloyche fu amico & bojyite d'HercoUy
Euritio— da cui per. conto di libidine dite, altri ne furo veci fiy Suritioney che per
ne Cen- for'iavolea <Deianirainmatrim.onÌQ)laquale era slata già promefiàa4
tauro . j{er€0le fai padre I{è'Defiammoy^rrHe(fo , ilqttal in su vna.fìumana
più dett'v fato gonfia > feontratoficon effo H èrcole > che vinto nichelo?
fene mertaua la iflefsa Dei iniraf uà moglie y profertofi dì varcar, la don
na in sàia groppa ; co merfu giunto all' altr a riuay tentando diviolarlay,
j&& htitrafittoxùn. le fatue intintemi velenofo [angue de l'hìdra^*..
k St per
DELC^V^LLOy ZIB.II. |ji
jl Et per non morire fen^a vendetta, perfuafe a Deianira, che riferbaffe di
quel fangue,che gli vfdua dalle feritejpercbe tingendone lacamiciadel
marito,nol farebbe distaccar mai daifuo amore; ikhe volendo colei prò -
uareygclofa d'vna certa Iole;fùcagioneyc'Hercole per estinguerei' ardo-
re internoyandujje a bruciar/i viu'j;e Lica che fu il minislro,neju rotan-
do lanciato a mare, & effaper dijperatione fi ama-^ò. D'altri Centauri Centauri
fu jpenta vna gran parte nelle no^^e d'tìippodamia €on Tiritboo : 'del morti nel
che fa Horatio mentione là dotte efforta . 'le nozze
Cheniuno vft fuor del modo i doni ! dàmuP°
Di Bacco ; ben ci de render accorti
B La debellata briga de i Centauri .
Horafe noi vogliamo pur credere alla f corra di efìafauola, che i Cen-
tauri veramente fu/fero flati mifli di corpo bumano e cauallino : pàffiam
fermarci su ifimiliteflimoni delle bijlorie naturalo uè fi legge,cbe nel-
l'Oceano S c'ubico fono pepdìyche del tutto ritengono forma humana -, fé
non che i piedi fon cauallini;& però foncbiamati Hippopodi, come feri- Hipp©p&
uè Solino. TJ lutar co racconta, the nella tafa di Teriandrofù portato da <!>•
vnpaflore vn bambino nato d'vna caualla, ilquale batte a la teflay il col-
loy&le mani d'buomo,ma tutto di cauallo il rimanente ; fiche veggen-
doT balere diffe ^non parergli cof a prodigio fa, ne douerfi prendere per
G portento daì^Dei mandato per dinotar fé ditioni edifcordie,come giudi-
taua Diocle -, ma effer cofa naturale , & pero gli configliaua , cheè non
teneffeCauallarex^iyò lor deffe moglie , Claudio C e fare fcriuey efier na-
to in Tenaglia vn H ippocentauro , ma nel medeftmo dì effer marto*
Tlinio dice hauerne vàio vn" altro portato da Egitto a l'iHefio Trincipe.
llcbe non è da tener fi per incredibile , poi che fi trouano ancora gliOno- !jv!!??Ctt~
centauriyiquali (come ferine Eliano) hanno a guifu d buomo la fàccia,
la barba lunga, il collo, glibomeriyle braccia , & le deta, <&• nel petto le
mameìle pendenti come a donna; ma il dorfo, il ventre , i fianchi, eipiè
didietro aguifa d'^i fino : Le braccia taf boy a loro feruono perpkdi al
** caminare , e nel corfo non fi fanno dagli altri quadrupedi ammutirei
operano le mani al mangiare , ò a togliere alcuna €ofa,& allhòra feden-
do ft pqfano; fono animali tanto fdegnofì, che fé mai auuengache fìano
prefmon apportando la [bruita, rifiutano ogni cibò, e fi muoiono per fu-
mé. Quanto a Vrodigij &aMoflri,purfe neleggon molti e diuerfì auue-
nuti nella generatione de i cauallii<come nel paffaggio di Serfeper VHel-
lejpontoyvna caualla partorì vna lepre (come fcr tue V 'alerio <&Mero-
doto) donde fi potè pref agire il futcefìo,cb egli entrando alla Grecia con
grande jpauento & ambitione )fen'hauea da ritornare con gran fretta e
l i paura,
Canalli
i?2 n E L L A GLORIA
paura . Li racconta in Sinuefja vna Vacca hauer partorito vn caualet- j
j111 to;&ne illriiHj-, & nei Lucani eternato vn-cauaìlo con cinque piedi .
vacche . Dìl molti fi fa pur fede , che neli\dlpi di Salteri a Speluga nacque vn
cauallo ingenerato da vn Toro. Gli Sthiopi chiamano IS^abi (fecondo
Tlinio) vn! animale di collo fintile al cauallo > ma di piedi e di gambe
Camelo fìmile ad vn Bue ; e slimafi che fra il (amelo par d ale . Il medefìmo fcri-
Pardale. M l c})ein 'Peonia pae fé di Grecia nafeono certi animali detti Bonafìy co*
crini di cauallo , & nel re fio fembiantiaToro > maffime delle corna > sì
tra loro impiegate y che non poffono ferire : de" qtt ai Solino ancora fa
menticne <£r Aristotele ampiamente . 7>{c!l:a prouintia de' Mangi In-
diani) ilToggio narra , che nafeono ce; tifoni , e hanno coda e crini di ^
£auallo;de' quali fi feruono inolili ad ornamento. In vna dell'I fole del
Issilo fcriueTlinio nafeere i caualli fen^a orecchie . .Altri fermano tro-
ttar fi il Frinocefalo con testa e tutto il corpo cauallim y ma Jpirar dalla
bocca certe fiammey cheama^an Ìhuomo;trouarfi ancor la Lamia con.
piedi cauallini > e7 1 refto dicapra> &con codacauallina è manifefto già
dipignerfii Satiri . Che fi ritromno causili feluaggi , molti ne firn tefli-
monio;& che in molte medicine fia gioueuole il fingile loro. . Tlinio gli'
Caualli noma Equiferi y dicendo non hauerne 'fritto i Greci > perche l pae fé loro-
feuzi o- nonne producea ; ma douerfi tener per fermo , che in quelli fuffero più ^
recchte. gagliarde tutte le mede fime cofe y che fon ne gli altri . Aristotele fcri-
j0j ne trouar fi degli Equiferi in SiriZymolte greggiey co' lor Capitani yiqua-
La'-nia. liveggendo per annetti ur a alcuno di fuoi caualli troppo giouane acco-
Caualli slarfi alle caual'le , tanto lo perfegititano , che l aggitttgQno , e di morfo
leluaggi. afa fleypanoi testicoli. TS(el Settentrione mede/imamente ne è gran co-
pia . S trabone li chi ama Agrefliye dice trouarfene preffo alleilo, ^ nel-
le tsflpi y & con più abbondane nella Spagna ; ilche conferma Garro-
ne . In B^amafe ne videro quarantaycelebrando i giuochi fecola-ri di Fi-
lippo Lmperadoreycome dal Capitolino fi narra. appiano composte le voci
Greche, gli nomina Hippiagriy. dicendo efferne molti ne i deferti dell E- n
thiopiaycon due denti cacciati in fora &■ veleno fiy con Vvnghie come cer
uibifolchete co' crini lunghi per mei^o ladina in fino all'ultimo della co-
da;ma non fojferifconof entità . Alberto dice , i cauaUi feluaggi efiere
di color dicenerey con vna linea fof caper lo dorfoydallatesìa fin alla co
da . Herodoto racconta y che d'intorno ad vna palude di Scithia r dande
feorre il fiume Hipaniyfe ne trouauo di candido pelo . I Moderni dico-
noy effere nella Trufìa caualli feluaggi non diferitti da G}reciynè da La-
tini yfo migliami del tutto a i no siri , fé non che hanno il dorfo troppo
molle y e fiacco $ non atto a fopportar pzfo veruno ; né fi ponno mai
ammansare, z
d!z c ^urliti* ni. ìì: Yji «
j£ am~tnan%are ; ma fon buoni/fimi a mangiare. OueHa diuerfità dunque
di creature intorno alfeffere del cauallo, potrebbe in alcun modo colori-
re,^- verifimile rendere la dipintura de i (entauri;ma con più certa fe-
de,potremo alfenfo misìico appigliante; congetturando , eh e l 'effer nati
dalla nube fia finto finto per dinotare la velocità dclcauallo,& che dal-
la conformitàychè in molte cofe tra'l cauallo e Vbuomofi fcorge,e da l'ef
fere siati quei popoli di Tenaglia inuentori del modo di frenare i caualliy . Te/Tali)
e di bauerli atti fjìm alle battaglie,habbiano hauuto grido , che fuftero ^fo^T
di natura bumana e caua!lina,&- ftano flati chiamati Centauri. Ciòs'af causili .
ferma da Diodoro,e da Vlmo,iquali dicono , che'l combattere a cauallo
*$ fu trouato da iTelfali , detti Centauri , che nel monteVelio habitauano.
Virgilio parimente alla gente di Tenaglia attribuire Vinuentione dei
frenare e del maneggiare; nominaado però fpecialmente i Lapiti, rTele « Vfo dica
troni], iqualidice, che pofti fu' l dorfo del cavallo, l'infegnaro di fare uaIca^e
igiri, e di f alt are fotto tarme, eghiomerare i fuperbipaffi ; per dir le
proprie fue parole . Higino & Tliniopar che vogliano 'Teletronio effer- ?e!etr°-
fi nomato colui,che primieramente trono ip'eni & le bardelle a i cauallh wre ^ J
benché fi poffa pur intendere del paefe : bilami dicono effer fi primiera- 'frehrre
mente trouato f vfo del caualcare in Egitto,da vn' antico I\è Sefonchofi, bardèlle.
detto da Herodoto Sefoflri; ò fecondo l'openione d'altri da Oro , quando
C s'bcbbe a combattere con Tifone . ISfon mancano alcuni di attribuirlo a
la bella Italia;)- accontando Eliano, effere fiata fuma , che vi fa vn cer-
to anticbifftmob nomo chiamato Mann , che dalle parti di dietro parca
cauallo , ejfendo egli Hato primiero a m oftrar V vfo del caualcare ;, mg.
quefla cofa è troppo o feltra , e tanto più fi giudica fkuolofa, quanto che
fi foggiunge, eh" egli f uff e vifìo cento -ventitré anni,etre volte morto, ef-
fer altrettante tornato in vita . S trabone dice V effer citio del caualcare^ e Hercf tfo
e delfaettare effer incominciato da i Medi,& andato fene agli ^Armeni, del caual-
& indi a iVerfi . JLltri quefla inuentione del caualcare a Libia altri- care e fast
.. bull cono (come da Celio fi racconta) ouero per che 'Nettuno haueffeam- laredlc"i
V J n \ i* . J r É> . jj trouaco.
maejtrati quei popoli' di congiungere icaualli ai carri, ouero perche
Tallade SqueUre ebellicofaiuifidicea che fuffe nata, & e fer citata ,
menando feco molte fchiere di donne armate a cauallo; lequali nella te-
nera etàfhcendofì col fuoco leuare la deflra mammella, accioche non ha
ueffero impedimento aWarreHar delle lancie,& al trar. delle faette: fu-
ro chiamate ^4 magoni ; parola chefen^a mammelle fìguificaun^ .
Quesìe portando la fìniflra parte del petto ignuda , & le vesli, che
non paffauano le ginocchia ; furono inuentrici della feewe , e della
Tetta, che era feudo fatto a me%a Luna ; onde Teltigeree Securigere fi
J 3 diceuano;
i|4 ~<ì> E L l J: Gì Ò 1^1 U
Amazo-- diceuano,^ veramente del Sefio donnefco elleno furo prime }cbe hebbe - e
ne prime ro coraggio di (aitale are > e di armeggiare , come narra Lifia oratore .
done che j^ ^ Libia folamente fono celebratele <is£ma%mi, ma di ScithiaaU
kro . " tresì > oue tra * due fiumi Tonai e Termodoonte habitauano i Le Heine
di costoro pia fhmofefi contano efiere Hate Martefta & Lampedo > che
la maggior parte dell'Europa , edell'^Afia con gran pofianzafoggioga-
ro : Toifuccedette Orithia , molto lodata y per baner fi perpetuamente;
conferuato la virginità ; Con cibfoffe cofa che l'altre Id magoni foleano
al tr ente fimo anno accettare i mariti, amazTando per non perdere il
dominio , tutti i parti «SMafchili : fiotto il reggimento di costei ,fu loro
fhtta guerra da Hercole , Uguale battendole fuperate ,fitolfe ^Antiope e g
Menalippe forelle della I{eina,. & a Tefeo diede Hippolita . T{imafe po-
feia il principato a Tantefilea,da Tropertio chiamata nellarmiferocey.
da Virgilio furente ; laqual con molte fquadre delle fue Cauallerie andò
in aiuto diTroiani, & ini alcuni vogliono eh' ella da achilie reslafìe
morta , e dicono , che quel velocijfimo cavallo, che nelle guerre da lei fi.
vfaua, le era fiato dato da Orithia moglie di ^Borea^alla quale Virgilio
. .^aualu jcriHe?cj)e fufiero ancora nàti i caualli di Turno :. j ite'
Che di bianchezza le gelate neui,
Edicorfoauan^auan lefrefche aure.
Qua fi conforme a quello,cbe Homero difie di quei di I{efo I{è della Tra* q-
cia,oue parlando della fati ione diFliffe e di Diomede, che andati di not-
te, al fuo padiglione , e trottatolo dormendo accanto a' fuoi. caualli, lui
*4mmaT*garo, e quelli prefero , co fi canta ..
Di ricca preda fé ne tornan carchi y
1 candidi, captai feco menando:
generati di °Ntibe , iquai né vento;
TSlè fioccata faetta auanzj al corfo ..
tde i mede fimi Claudiano dice ».
Se pur è ver ( come fouente il grido
La mufa accrefee) i zefiri & le brine; Hi
Vincea l'impeto loro &la bianchezza ..
teggefi purappreffa Homero il'Borea efier fi innamorato di certe cauat-
le di bardano, quel ricchi ffimo figlio di Giove, che netenea vna\azj(A
di tre migliaia , <& con fembianza di cauallo efferfi mefcolato con tante;
di quelle > che dodeci poliedri negenerò.di sì. mar auigliof a velocità..
Che fé drizgauan su la terra il confo ,,
Ter lo fommo parean del herbe intatte-
Volar fublimi pfenz* offefa, alcum
Delle
"jl Isella tenere ariBe, ò fé permei
Del Mar, qttaft fofpefì a l'onde gonfie
T^on tingean punto i pie veloci e lieui .
1 quali verfì a punto trasferì Virgilio a Camilla . Ma ben propriamen-
te al 'Borea fi attribuìfcono quei caualli > che di velocità , e dipelo bian-
co ( ilquale fu fempre lodevole e gradito ) fifofjero voluti lodare ; ef-
fendo quel Vento il più freddo di tutti gli altri > e' l pia pojfente . Oltre.
che fi può intendere , che Bardano bauutanotitia della bontà de'caual-
li Boreali > haueffe procurato dibatterne Halloni^de'quali congiunti con
lefi'.e€auaUe venne a confeguire perfetta P^a^Zf . Cofi mede/imamente rauaifr
B i caualli d'^Achille nominati BalioeXantOyiquali'Klettunohauea do- d' Achille
nati a Teleo padre di li lui,quando celebrò con feti le no%ge 5 e Gioue lor
hauea concefi a l' immortalità -, an%i ancor la fnuellay fecondo Homero9
che l'induce predir le cofe future al lor padrone ; per dinotare > che ba-
ueffero vna viuace caldera , & vnafoaue velocitàyfi difiero effer na-
ti daTódarge caualla di rapacijjìmo corfo , ingrauidata da Zefiroypref-
fo l'Oteano^mentre , che per la fiorita campagna pafeendo andaua . Hor
achilìe con queslidue caualli immortali/al più vfaua la biga ; ma vna
Tolta il Toeta induce ^intomedonte infieme con ejffi congiungere nell'e-
flrema redina vn' altro cauallo mortaUynomato Tedafoyguadagnatq nel
* la rotta di Tebe nella Cilicia : Benché altri caualli pur bellifjimift legga
■tsfchille hauer da Telefo hauuti in dono . Quel nomefopra memorato Podargo
di TodargO) appare efiere slato tratto dalla volocità de" piedi; caperò caua^° *
de i caualli di Hettorre> tanto dal padrone tenuti cari y &in tanta fidu-
cia , ch'ei fouente con effi parlaua nelle battaglie ; vno fi ferine efferfì
Todargo nomatogli altri Xanto, Stone y & Lampoyche già a molti ime-
defimrnomi fi trouam attribuiti Mora voler feguire l'ordine delV^Ama-
~^oni)raì contando imemorabilifntti loro;non è di mioproponimentOyma
baffi direy ch'elleno con fomma gloria fi 'mantennero in fi no al tempo di
lì \Alefiandro y con cui la Ratina Minitbia per quattordeci notti ottenne di
slar congiunta-, difiderofa di hauer vn figlio della paterna virtù herede,
Virgilio per rhabitatione di Traciay& per lo sludio delle guerre^ Treif- Amazo-
fe eTreij eie le cognomina ; celebrando per gran (aualcatriceHarpalì^ "e. ce^-
ce : Valerio Fiacco, lì arpe : Str abone y Mìrina di mirabile agilità nel ^jiltg
caualcare ; da cui pr e fé nome vna Città : Oltra quefte Higinofa men-
tÌGtie di Odale > JDioxippe , Ifinome, Xanthey Hippothoey Otrerey
legane- y Laomachey Claucey Ci/mene y e Tolidora. ^Benché Tale*
'fato contrai' opinione di tutto il Mondo y non vuol credere)chel'&s?ma~
%oni mai'fiano siate donne ; mapiùtoslobuomini Barbari, che aguir
ì 4 fa delle
1^6 *D E L L s,* G L 0 f^l j£
fa delle donne di Traclaportaua.no le vesli lungherie barbe rafe>e le cbìo j
me intrecciate ycon le lor mitre ; sì che quantunque f afferò valor o fi com-
battitori a caualloy erano per villania chiamate f emine da' nemici.
Ma fé la ragione , il che egli fi fonda , tutta è che poiché a' tempi no-
Hri non veggiamo far fi imprefa da sì fatte donne > non debbiamo ere-*
dere , che fé ne fia fatta a' tempi antichi ; certamente oltre che parte
de gli efiempi su raccontati ancor da fedeli hislorici è approuat a ; gli fi
potrebbono ben opporre molte altre donne , che ne' fatti dell' arme han-
no fouente au andati gli buomini ; come Camilla vergine Latina, che
Donne Capitana d'una cauallcria in fauor di futili grandiffima noia fé a Tro -
valorofe ioni ; come la magnanima Beina Semirami , che dfpò la morte di Issino P
«d'armi » fuo marito > venendole nouella,che la Città di Babilonia s'era ribellata >
ualcare." ^an^° ella ad intrecciar file chiome , delle quallivnafolap arte hauea
rauuolta , fubit amente fi mife in arme y non volendo mai auuolgerl'al-
tra^ fin i he non helbe ridotti afua vbbidien7a i ribellile caligatili > co-
me ancora Cleopatra Beina d'Bgitto, animofiffima appender l'arme con
traTolomeo fuo fratello^ poi centra *A 'ugnilo > feguitando il fuo Mar-
cantonio^ fé non vogliamo attenerci a quefle due >per effere di lafci-
uia incolpate, che direme diquella , che fu piufearfa del fuo bonorefZe-
nobia Reina de' ¥ almi rei ylaquale non dubitò dimuouer guerra al' Im-
perador de' Bimani ^Aureliano, e con molto f angue gli fé comprare **
vna trauagliata vittoria . lìotìffima per le hifiorie è già Tomiri B^ei-
na di Scithia, laqual vedeua tal vendetta fé del fuo morto figliuolo > che
al potenti/fimo Ciro tolfe la vita e la famainfieme, facendolo dentro vn
Otre fatiar delfangue, di che hauea mofirata sì cruda fete. Tfytijfima è
jtrtemifia Bjina di Caria > che dopò la morte del cariffimofuo conforte
Maufolo > non cofì retta da neceffita > ma da grande-r^a d'animo >jpinta y
fi diede alla militia,feguendo l imprefa cantra i^reci. Delle donne Gre-
che *P anfani a ferine, che Cinifca figlia di tsfrehidamo Bj de gli Spar-
tani , fu la prima , che fi mi fi ad allettare & efier citare caualli. : & coti ^»
effi conquido vittoria in Olimpia . J^otiffima è Hip furate Bgìna di Toth-
to , che in ogni pericolo di guerra andò in compagnia del fuo. Mitridate^
portando le chiome rafe, perche all'ufo de l'elmetto non le fufieroim-
dimento. Che dirò di Debhoray che fortiffimamente difendendo gl'lfr
raditi , accrebbe di moki honori il loro-imperio ; Che diT enea B^eina
de gl'illirici , che jpejfc fiate ruppe le forze de' Bgman f Che di limolar-
fitnta Beina de (jothi,che e acciò d'Italia borgognoni , egH z^Lema^
iti t Che di Valafca B^eina de i *3oemiy che fata congiura coni' altre
donne} fi riduffer$jn libertà t tolto a gli h uomini il principato* eeofi
molt'anni
DEL CAVALLO) LIB. II. ijj
- j, molt'anni aguifa di vere ssfm aborti fi mantennero? Che diro delle don-
ne Lacene?& che delle Germane , che ?uolte volte ban dato foccorfo al-
le fchiere de gli huomoni loro già inchinate? Certamente e" non èdub-
bioyche Margherita Reina d'Inghilterra in vna battaglia ristoro lo [qua.
drone ditsfrrigo Vl.fuo marito > che venia manco \€ quando gVlngle-
fi con profyer a funtuna entrati in Francia doue regna/ut Carlo FU . da-
vano il guafto a tutta la regione ;Cjiouanna pulzella di quindici anni,
e digrandijjìmofpirito > inanimando alla vendetta i Fr ance fi già diffida-
ti ) fu la primiera ad vfmr in campagna , & colfuo aufpiciofi ricupera-
to le terre perdute, & fi fc acciaro i nemici . TSlon mi stendo a dir di 77-
jj b urna Saguntina , e -di Hafpite tergine , le quali efier citate al caualcart
#" all'armeggiare , fon celebri apprefio Sillio;e tralafcio altre infinite >
€ he raccorre qutfipotrebbono,ma nontralafcierò quella Maria da To^-
zruoli> che fi celebra dal Tetrarca , ilquate ferine , ch'ella in vece della
ìsfugucchie,e de' fufì,trattaua lande eff>ade,c nel dormire (ilche non fk
ceafe non cofiretta,e'lpiu delle volte in terra , & allo feouerto) lo feu-
do le ferula per cufeino da reclinami la tejìa,& con tutto chefempre con
uerfafie tra faldati ; nondimeno in fino alla morte conferito la pudicitia
Verginale . Ma fé niun' altra tefiimonian%a haueffimo delle donne an-
tiche ; non habbiamo noi veduta la v-alorofa R^eina Mariahauer nello
C fiato di Fiandra, & per la Germania fatte co fé mirabili del continuo y
& sì magnanime , che ben s'è mofirata degna d'efferforella di due gran
diffimi & ottimi fmperatorii l^on habbiamo veduta la Illuflriffìma
Ducbeffa di-Tjacen^a , Madama d' Jluflria ,ne' maneggi fauallerefchi
auatkzare ógni per itijfrmo Caualiere ; non: che quella fumo fa 'Bona Lo m-
barda T laqualfindafknciuUe-T^a d.at a fi al e anale are , non abbandono
mainarle pe.rigliofe guerre il SSBrunorh da Tarma fm conforte ,fi co-
me daglj feriti ori s'è raccontatotCantinodunque i J\omanxatori le Bra-
damanti & le Mar fi fé ,e quell'altre animofe guerriere , delle quali-bo*-
mai diuplgatiffime fon le lodi ; che già di fimili,e di maggìormonman*-
& cherebbono a' tempi noslri, fé cofihauefferoh ammiri forte gli alti filli
de ifatriingegni, che face fieronote le far prodezze ; a' quali materia
certamente abbondantìffima porgerebbe la ne Era patria; ouefiorifeon
tante eccellenti ffime donnesche con agilità e coraggio pia' che virile, su
feroci caualli yfegnitando perìè fpatiof e campagne i fieri animali, ga*
gliardamente cauaUano -y fi come per toccare due fole di tanto numera
(lafciando le akre.a celehrarfì con più felice inchioflro infeparativolur-
mi) chiaramente fi puh- affermar e. della S. Rjòberta Carafa Duchejfa di
MadalQnìxedella&.Jb.HippolJta Gon^agi DucbefiadJMondragom,,
Ora:
\tf Z> ELI J. Gì 0 ILI J.
Qra finalmente tornando al mio proponimento circa tinuentìone del ca- g
nalcare , tra fi diuerfe openioni , dalla maggior parte fi può raccoglie-
re & approuare , che ne fia Hat a l'origine in Te/faglia ; il che Lucana
apertamente confeffa ., dicendo .
Trima U'JDeftrier , de le mortali guerre
Trefagio , vfcìdai faffi\, che per coffe
Con la verga in Tejfaglia il 'Dio Marino .
lui primieramente il ferro e i fieni
Morfe , & le nuoue redine del forte
Lapita domator fentì fchiumando . .
A ciò s'aggiunge l'autorità del granulatone) Uqualdice e ferefì amente, F
che gli huomini di Tejfaglia fi a tutti i Greci fernpre furono riputati il-
lustri, fi perfkcultaCauallerefca, sì per ricchezze •■ E'ifuo fauijftme'
Socrate ancor fa fede, che l'arte Equeflre fernpre fu ingrandiffìmo ho+
nore apprejfo i Tejfali ; Et per quella cagione forfè fu ojferuata da loro
quella v fianca , laqual Elianoracconta fiche douendo almno menar mo-
glie , facendo ilfacrificio per le no^e, menaua vn tauath da guerra ,
imbrigliato , eguernito ditutte arme ; ilqual compito ilfacrificio, fi fh-
cea tirar per le redine dalla moglie ; come la più cara <& honoreuole co-
fa , che le fi poteffe commettere da principio . E perqueflo ancora forfè
i Toeti cantano , che in Tejfaglia, .Apollo appellato 1>{omio,cioè paftòra ¥
le , hauefie pafeiute le caualle del^è \Ammeto, le quali da/ingoiare ve-
locità , quafi pari àgli augelli, fi lodano da Homero,tuttejrd loro sì di
statura & sì dipelo f ornigli antiffime & eguali . Statio /aggiunge , che
di pelo fembrauano al giorno & alla notte , intendendo e he fo/Jevo mac-
chiate di bianco e nero. Scriue altresì H omero , ché'l medefimo(Dìo con
Varco d'argento pafeette in Tiera le caualledi Eumelo? ■-aMetfMtHifa-
rimente egli dà vn grandiffimo vanto . "K^pn refiaperò , che ottra i Ca-
ualieridiTefiaglia, e quelli altri popoli, di cui s'è fatte mentione di ' fo-
pra '; non fi trouino fnmofi in quejlo efiercitio ancor più altri, che già r»
Bataui v- Plutarco eccellentisfimiCaualien chiama ', i Bataui di Cjérmanid habitan l
f citi ec- ti nell'I fola bagnata dal I{eno: i quali come principali di valore tra tut-
cellentifli te quelle nationi fono daT acito celebrati. Et fopr a tutti gli altri fon fk-
ualcare. •moft^ seithì, che da che nafeono fi mettono a cauallo ; pococurandofi
del modo, in che caualc andò fiiano aflettati ;per -laqual inauuerten^a f
& per lo continolo efiercitio,fl andò fernpre con le gambe fendenti, feri-
ne Hippocrate , che loro fogliono venir dolori alle giunture delle ginoc-
chia, e poco appetifeono Venere,diuenutine impotenti, a quai due mali
nel principio rimediano col cauarfifangue da l'ima e da l'altra vena,che
fta
1>E\L C\j£V JL L L 0, LIB.II. i^9
.m fla dietro l'orecchia: Et in qUefìo diceyche ìncorron quell'oche più tra lo-
ro vagliono di poffan%a e di natione yi quali pia frequentano il caualca-
re ; perche i caualli quiuinonfondapoueri; effendo tenuti intanto pre-
gio^he qualhora alcuno ardentemente fi- a fé de fiderà alcuna cofay& in
publico la rifiuta ; per prouerbio fi dice ironicamente . Lo Scitha rifiuta
ilcauallo..I popoli (olofonij & i Magneti diedero già grandemente ope Coj0f0-
ra aglifludi Cauallerefchi ; Qmflifon celebri appo Lucano & Oppia- nlj e ^a,
no ; Quelli.appò Strabone, ilquale narra i Colofonij co fi nelle co fé della gneti ec-
Marineria^come dellacaualleriaejfere slati tanto eccellenti, che in ogni ceHe" ca
parte del Mondo y doue fi f uff e fatta guerra, che nonfìfofse potuta con-
•jg durre afyieyvifi chiamaua l'aiuto loro fi quali ' tantoHo.rompeuano i «e-
miciie quindi nacque il prouerbio di aggiunger e il Colofone . I T ebani xebani
due arti principalmente apprendeano,di caualcare e di cantare ;le quali buoni ca-
co/è ben che paiano tra loro contrarie, l'vna t fendo virile ',e da guerra , ualcatori.
Ualtra effeminatale da lafcUàe: onde ad vn che fkcef e profeffione di co-
fé graui fi trattenefie in fole ,foleua dir fi , chi edotto di caualcare, non
canti ;.tuttauia perche la troppa ferocità difconuiene alla humana natu-
rategli coni' eff empio di ^Achille , che da. ifiggiToeti s'induce fouente
dopò le battaglie metter fi a fonar la cetra; non pur non difdiceuole e da f
dirfi;mavtilijfima la congiuntione della Militia con la Miifica . I Ter- je£jjti ai
C fiani (fi come Viatorie ferine) dalfettimo anno fi metteano ad impara - caualca-
rel arte del e amicare : & cofi offeruanoa' tempi noftri > fecondo che re..
Cjiouan 'Boemo racconta, che infimo a i ventiquattro anni non fi adopra-
no in altro fludioyche dicaualcare,armeggiare,&faettare;sì che gene-
ralmente diuengonofortiffimiCaualieri limitando i loro Bjyi quali.fem-
pre (come fcriueHerocle) furo mirabilmente ftudiofidi q uefl a gloria y,
e principalmente i Ciri ,.che. nelle cofe di caualleria tutti gli huomini di
quella età' fecondo Xeno fonte) auan^aro . £t l'vndi effi tanto fu ama-
tore dei caualli, chevedendone vnfuo caro nel varcar del Gange-peri-
colare) giurò di.ridur quel fiume a tale flato -, che appena, toccaffe legi-
ìjt nocchia di chi volefie pafiare-.llche in breuifsimo tempo efìeguì,hauen-
dolo diaifo. in molti riui . 'Di quefto Bjfi loda molto appòVlittarco in.
xArtafferfeyvn e auallo nominato Tiface., ch'era di marauigliofo corag-
giose di fortiffimalefiaXccellentifsimocaualcatore fi legge e fiere Hato>
ancor Temiflocle,ilqual di tal modo ne ammaestro Cleofknta fuo figli- Tèmifto-
uoloych' egli fiondo co' piedi alzato fopra il dorfo del cauallo,fhcea tutti fét/tfitno
quelli effercitij,che fermato in suleflajfèpotefiefhre vn Caualiere.Cefa caiulcatO'
re altresì (come narra Vlutarco)hebbe V vfo del caualcare fin da fumivi re . .
liTga sì facile ycheffrefio con: le. mani.riuolttdietroieraauuej^oa cor-
rere:
fctó t> E L L o£ G l 0 J^l \A
fere veloci fsimamente s\ ogni ardito cauallo ; & la maggior parte di g
fuoi efìerdtìi era il canalcare. Si come ancora da Suetoniofi conferirla ,
ilqual dimtjlra Ini efere (lato nella Ginnajlica agiliffi-no . £t perche non
fia maraviglia ad alcuno,cbe'l fuaniffimo Voeta netta Eneide cognomini
domatori di ca-<allimolrigrandifjìmiTrincipiyCome Laufo padre di Me-
Domato* ^entio,Mej\appofigliuol di K(ettuno,e "Tico {{è de'Latini,con molta lan-
ndicaual de ancor a del bello Attentino figliuoldiHer cole ; imitando Homeroyil-
litlluitri. quale con l'epiteto d'Hippodamo (eòe parimente domator di canalliy è
perito de l'arte Cavaliere feba fignificajfi troua (befiffime volte honorare
ifuoi alti Heroi , come Hettorre,Aiace,lDiomede, Hippafo, e tra altri
molti f amo fi guerrieri. I^eslore il qual dice, che in domar caualli tenea P
gratia fingolare,e Telope cognominato da luiTlefftppo , cioè battitordi
caualliye bellicofo;quando morto ilfno *Anriga,eglifìeffoft mife a regge
re ilfno carro;certaméte oltrale ragioni di /opra /piegate, è pur da con
fiderarfi bene, che non è coft facile tanta lode a confeguir fi, come alcuna
Scienze fi per fuad a. Concio fia cofa che ad vnMaeHro di caualli,per giungere al-
che fi ri- la perfetta eccellenza-, oltre V effere ben difpojlo & atto delle parti del-
chtegorso Uperfona,^ munito di linghe e molte ejperienre,fì rithiede ancora la
ftro di e"1 conofcenZa & molte fcienxe & arti ; tra le quali hauendo detta la Mu-
\ialli . fìca vtilìffima , foggiungerb ,cbefia neceffaria,per intendere la mifura,
del tempo nel volteggiarcene gli altri maneggi,& neceffario principal G
mente lo s'Indio della Filofofìa, perconofeere lanatura, la compleffìone ■>
e l'int emione de l'animale: Oltre acciò della Medicina,per rimediare ad
innamer abili morbi naturali & accidentali , chefouente in luogo & in
tempo fogliono finitamente anuenire,che fubitanofoccorfo richieggono:
Della Cofmografìa, perfaper la varia qualità de i caualli, che dalla va-
rietà de' paeft procede , non altrimenti, che de'cojìumiagli buomini :
E finaimente è di meftieri hauer di tutte le cofe tanta,e tale cogitinone y
che fi venga ad acquistare vn perfetto giudicio, per ridurre vn ' animale
cofi fuperbo egenerofo ad hnmile vbbidien^a & attitudine . "Ben fi può
Napoliha dunque fopra l'altre Città gloriare quejìa inclita patria adornata di tan "
di molti 1 1 buomini in quefia rara e difficitarte eccellentijffimi; da i quali ammae
nell'arte firafofl vn cauallo fi vede qua fi con bumano intelletto intendere gli ae-
di caualli eentiyi gefliyi conforti, &le minacele delCaualiere, & offeruare apun-
Vfo del- to quanto egli vuole , & in certo modo pare nelle fue anioni diuenuta
sure"efn PropriameNte h uomo, fi che non gli manchi altro che la fanello^.
Napoli Sbencbe fempre fia slato qui fìoritijjìmo /' vfo de l'armeggiare a caual-
fiontiflì-- lo conmaranigliofa deslre,^a,<^r arte fìcio , più che in altra parte del
010 • Mondo; maffimamente fotto ifereniffmi J\è d'zAr -agona;i quali fa-
cendo
<£>'££ CoAVjfLlOy LTBV 11. 141
"jl cendo in T^apoli refiden%ay fi come eglino [opra modo fi dilettavano
del ben cavalcare-, ogni dì rinomando vari] giuochi Equestri ; cofi inani-
mavano i cavalieri a fare il fomigliante ■> dando loro ogni fattore , <gr
agio oportuno yperche attenderete all'arme > 0- a caualli: Tuttavia sì
poffente è fiata la cbìariffma gloria del noslro invittiffimo C >A BJLO c . v
Q^V I T>{T 0 y ilqual tra l'altre, fue infinite e fvprem e virtù > batte an-
cora inquesla tutti gli altri lmper adori di granhitga avanzati , che fi
come nella fua fplendidifjìma corte i Signori tt.tti fi fono ingegnati ad
imitarlo : cofi in queslofedeliffimo B^egno > ei quantunque abfente %ha te-
nuto pur infiammate ogni animo nobile a non iralafciar mai sì horiorato
2 efìercitio\ Et bora fiotto le grandi ale delfortvnatiffimo Bj FILI TT Ope Filip-
J^ofiro Signorerche dietro ai 'paterno ln0e {piegato il volo,già tra le più P<>»
lucenti fitelle di.tanti glorififfiraì rivoli degna fede immortale ibà pre-
parata ; molto più ardentemente per ì innanzi e iafetico vedrafp, a que-
ste fìngolari Laudi afpirare^j . ^elle quali vorrei ben io > che bafievole
forvia haueffe quefìo mio baffo & negletto fi 7 He #dh onorare tanti degni
gentil' huominiy e Cavalieri, che anoflra memoria hanno hauvto &■
hanno hoggidìfamofb nome di quefiavagaCittàdi "Capolinei mefiiere
del cavalcare ; J^tdla dimeno fi per mofirare- U mio desiderio 5 & la
mia calda ajfettione verfo lelor virtù ; fi per altri- inanimare a pren-
C dere tanta imprefay dove fi piegmioìe mie fpalle ; \& altri indurre col
loro effempio a prò cacciar fi vn tale honore ; non mi rimarrà di rac-
contare alcuni più celebri* alla mti notitia fevuenun , quali fono l
Magnifici* Huomini
[bietta , Simone , (jianell'o yVincenxQ >•> Vinto , di grà no
CjiouanTomafoy me pel
GiouanFrancefco de' Biffini T dd eauai
Ciouan Maria \ Giovarì*4ngelo y c^g.
Era Trofpero de Lagirola y
Giannotto , Jlieffandroy & Raffaele d€ Condefìabik t»
& tstfnnibaUe Bluffo >.
Tolidoro Schiavi y -
Raldino B^puadinoy ■ J
Giovan Martino ViUaforay \
Giovanti 'limonio (fadamvslo ydi aù fu difcepolvUiouam.-
paolo poi pur famofo ?
Il (alno ; il Bi fante y
Il Bjibmetto ; il Serpentino y
Giovambattisìa Eerraro y
titotnenico
i4i D £ l l ^t 0 IO \1 jt
(Domenico Spatafora? £
Euangelifta da Corti >
Cjìannello Ciciliano,
Jlmbruogio da Milano-,
Giouan Francefco da Bari-,
(LsWarc'tAntonio Calaurefe^
Lucio Barnaba ,
Giouan Francefco de gli Spinelli)
Giacomo deT agóni.
Et fé ben alcun di q netti fi trofia , che ftiffe nato ò fuor di J^apoli , ò
fuor del B^egno-i non refi a però che non babbi ano tutti qui acquattato H F
Gentil- pregio loro , & perla maggior parte della vita qui mantenutolo . Ma
Jiuomini. fé vogliamo propriamente -attardine patritio andar guardando, troue-"
remo gli eccellenti.
Cola Tagano<,
Ce fare Fer-amefca^
Giouan Francefco Gaietano ,
nsfnnibàle & ^ilefiandro Tignateli} ;
Diomede Carafà ,
'Placido Sangro ,
Giouan Francefco delle Cattella , 9
Dvmitio-i *Afcanio , Marcello, Traiano,TompiliOyAntonio<>
» Carlo , e gennaio, Caraccioli ,
Virgilio, Fabio > e (jinlio , (faraccioli-, miei fratelli ,
(jionan Matteo Gargano >
Giouan Francefco Sanfeuerino >
(jionan Luigi TifciceUo,
archileo Gambacorta,
Giouanrt jtntonio Manfella-,
Cjiouan Rimiamo , e Cjiouan Vincenzo Monachi > «
Giouan Luigi &*Alfonfo di Ruggieri ,
(jiouambattifta Tignatela >
Giouan Girolamo Capece,
tJfytarc' Antonio 'Vagano,
Tra co fioro fiorirono hoggidì Federigo Grifone,e Giouan Berardino del'
le Cattella, della qual coppia in quetto nobilifjimo effercitio veramente
può dir fi quel che di Tullio , e di Marone difìe il Tetrarca :
Queflì fon gli occhi della lingua nostra ,
(hnciof?a coficheoltre allayeraconofBen^adeWarte}et la molta prati-
ca,
DEL C^iV ^i II 0, li è'. IL 14^
ea,ambiduoi colperfettijfmo lorgiudicio & attitudine di perfona,ten-
gonó quefla gratta pedale , che dalla prima volta ogni cavallo par che
loro vbbidifca à cenno ; sì che i,circosìantine rimangono ftupefktti ; là
onde tutti gli altri sludiofi di quella dottrina , ad effi due come ad Orar-
coli di nsf pollo concorrono affai fouente .
y)e gì' Lllujlrinon menper merito di valore, che di fortuna, queflìfo- tlluilrì.
//' mi balleranno, poi che già batterebbe ogniun di loro adhonorarepm
d' vna- città epià d'vn libro,
^Mafr^eoFerrillo, Conte di Muro,.
Giacopo Marta Gàietano, (onte di Morcone,,
DonGiottan di Gbeuaru, Conte dìToten^a ,
Fabr.icio Gefitaldb Conte di Confa , e Luigi fuo figlio >,
Don tAlfonfo Caftrioto , Marchefe della Tripalda ,
Cfiouan Franc.efco Sangro , Marchefe di Torre maggiore y
Fabricio Tignatela, Marchefe di Cerchiar a ,
Scipione Tignatela , Marchefe di Lauro y
Don sintomo Cafirioto, Duca di Fer andina ,
Cjìouan Vìncendo di CapuayDucadi Ter mole ,
Alberigo Caraffa yDuca d'ariano ,.
^Andrea jtcquauiua,. ^Duca: d'jLdri, degnamente celebrato
dal dottiamo Sannazaro y
Tetraconio Caracciolo ,Duca di Martina ymio fratello >
Djon *Alfonfo Ticcolomini, Ducaci ^Amalfi, & Don Indico fuo
figliuolo y,
*Alfonfo Daualò Marchefe del ràftoy& Ferdinando, Marche-
fe di Te fcaray fuo figliuolo ;■
Veramente due fulmini di guerra:; eduefulgentifftmi lumi di caualle-
ria, vicendévoli e perpetui ; i quali meglio fia con taciturna: rìueren'ra
honorare,che indégnamente defraudare le laudi l'oro ;
*T ier Antonio San feuer ino Trincipedi "Bìiignano,.
luigi Carafk Trincipe d'Ottigliano„con Antonio fuofigliuolo >.
Duca ditJfyCondragone ,,
E Don Carlo di Lanoia , . Trincipe dì Solinone , ,
liquide mirabilmente in tutti i modheflercitandoft acauaUo , tra l'al-
tre proue- ne fé due di. molta ammiratione , che: perfóne dégne di fe-
de mi: han mcconte : di hauer vna volta maneggiato , con fella
rafa, <&-féwrafi;affevn cauallo afpriffimo , portando tra: la fella, <&•
lo fliuale nel. luogo-- delle ginocchia due monete graffe d'argento, che
mai. nanfe ne mofiero,^t vn' altra hauer con la medefima faldella.
ritenuti
tfò z> i l i jt g i o i^i oi
ritenuti due l{eali fitto il piede in su la Baffo, , correndo un velociti- g
mo cauallo a tutta, briglia. (jioBraua egli con lande di fmifurata
grande^ja 5 e jpeflo in felle fen^a arcione di dietro y per dimoftrare
maggior for^.i & agilità . Hora non men delle fue virtù > che del
titolo , e del nome fionfce herede il digni (fi mofuo nipote , che genero-
famente crefcendo+èper lafciar di fé notabiliffima rimembranza;
tome già nelle guerre di Fiandra , <#• nella Corte > chiari ffi- .
mifegni ha dati della fua desìre^a^delfuo corag-
gio y e del fuo valore: per non dir di quella gen-
tilezza defuoi honorati cofiumi., <.he non
altrimenti > che d '^Alcibiade fi rac- 1
conta , luifunno fommamen-
te amabile > & reuerito
appo ciafcuuo .
IL FIT^E DEL SECONDO LlB^O,
**
■B
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVAL1ER E ILLVST RE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
IL TERZO LIBRO.
0 Hyi chiedendo l'ordine , che della natu-
ra del Cauallo fi venga più didimamente
a ragionare , tratteremo prima della [ita
complejjione con quella maggior brevità >
chefipofiay & poi racconteremo le parti
del fio corpo , acciò che s'intendano poi in
quei luoghi y dotte accadeva à farne men-
tione . Et certamente egli è cofa chiara >
che di tutti gli animali ninno > èilquale non
partecipi più di vno > che di va' altro de i
quattro bnmoriyColericoySanguìgnO)Flemmaticoy& Me lanconicoyiqua-
£, //' di quattro qualità , calda,bumida, fredda, & fecca corrijpondono di
quattro Elementi) Foco-, [Aria, Acqua 5 e Terra: che fedi tutti partici-
pafiero egualmente, & e he vno humore non predominaffe ad va altro
mai y ogni animale farebbe egualmente perfetto , là onde conchiudono i
Filofofi y cheque/li, i quali più s'auuicinano al perfetto temperamento ,
fono anco più de gli altri perfetti. *J%Ca efiendo quattro le compiei/io-
ni y che dalla mijlura de i detti Elementi nafeono y calda&feccapre
dominando la colera,calda& humida il fangue,fredday& humida do-
minando ilflemmayfredday & fecca la <JWelanconia ; fi vede fra tutti
gli animali)hauendo gli altri l'altre hauute in fortejl'huomo > il (aaalr
K lOy &
Huo«io ,
cauallo ,
& elefìm
tedi com
pleflìone
calda &
humida-j
14* T>lllJ.Glt>^lA
loy & l' elefante foli e fier fiati dalla natura di calda &bumida com- g
p de filone dotati y. laqualeper accofiarfi più di tutte /' altre àquel perfet-
to temperamento , che fipucbbene imaginarey ma non trouare in effettoy
è cagione yche quefìitre foli fiamdi gran lunga più di tutti gli altri
perfetti & temperati. .. £t cheta compie} r sione del cauallo fia co/i ben
temperata > & fanguignay fi può* agevolmente conofcere dalla vitay che
Cauallo gli è data più lunga , che àmolti altri animali ; dalla docilità > che egli
animale h ad apprendere: quanto dal Co^ronegli viene infegnato;dalla manfue-
snàfueto . tudine che vfa verfo il fuo padrone & curatore , & che nelle fue infer-
mitàperpiù eficace rimedio gli fi eaua il fangue .. E ben veroyche ecce-
de più nel caldo y che neWhumido : ilcbefiguò comprendere dalla. fuo, _
leggiere7^ayfnelle^7ay& ardimento. Che fi come ognicofa cerca di tor-
nare al fuo principio y &la natura del fuoco èdifalir in alto per efjcr
Cauallo lieueycofì i caldi di complejjwnetutti fono agiliy & velociycome i Caual-
velocc,& fyl cui fi vede la Telatura hauer data (come Galeno dice) la dijjiofìtio-
d^oo-n'al" ne ^onea al correr epiùyche ad altri di tal grandcrgasche già dalle ope
iroa ani— rationi efieriori fàcilmente fifa \ giudicio,diqueWhumoreyche nell'anima
male di le più fignoreggia tonde veggendofi l anioni preftey& pronteye 7 più del
fez£™a~ k votie accompagnate da fdégnoygr iwfiftimaych'e' fia colerico ;dal-
che. * le tardeylentey& di poco rifentimentoyè tenuto flemmatico; l'allegre1^-
Xay& animofìtàdimoslva^h'e- fiafanguigno ; la mes~ìitiay& timidità Qt
Afini, & melanconicoycome el\A fino yilquale pero hdgli orecchi grandi: facendo
altri wù-lafua naturale melanconia abbondare di materia fredday&fecca\della
ià^i/cono Via^e cffi orecchi fon-generati-^he facilmente in materia doffotrappaf-
i\ mal. ti* ferebbey& di qui auuieneyctì egli fruente drizzandoli prefagifc a il tem~
pò. pò piouofoycome anco fanno, molti altri animali pur melanconia y quali,
fono B^aneyBelfinÌyCornacchie{Barhagianiye Tipis~lrelli y&l!ifijeffa me-
lanconia cagionando, dureTgayfaychefiano pigriypoco fénfitiui delle bat
titureyviliye timorofi ; laqual paura alcuni vogliono > che fia cagione di
far loroyquandabeonojentamenteabbaffar la tetta neW acquai fitta-
mente con l' ejlremitàdelle labbratoccarl!aytemendò forfedi afforgarfif if
& che cauiloroglimchi quella cofa yche tappr e feritala grande ombra,
de glifmifurati orecchi ,. che col. cader innanzi: y,par che vadano dritta
]r mente per ferirli alla faccia;òveramentey.perch.e lafieddeigadellaló*
perche a- r0 naturagli fa efiere poco /limolati dalla fetey &poca,delettationt:
nimofi 8c fèntirenelbere ulche fanno medefimamente ì Mulini quali per hauer
a'tdaci . origine di quella fieffa §ecieyi (jreci chiamarono me^<^fini:Ma aW in-
contro i (Taualli s'attuffano dentro l'acqua infino àgli occhi per efier di
natUYafan^uignatfheglifa animoft)& audaci in tutte le anioni; oltre
che
DEL CjIVjIIIO) LI B. 111. 147 /
'jt che la calda loro compleffione jh y che sì ingordamente appetivano U he- CaualK
re y che fen%a feruar alcun termine > 3* fommergono me^o il capo. Ma £ar c*j-c
donde auuengOy che fi dilettino (come afferma ^rìffiotvteye tutto ilgior- ^ e per~
no veggiamo) più toslo di bere tacque torbide > che le chiare ; contrario che più
à gli animali Bouini: alcuni rendono questa ragioncy che efiendo slato t0^° a£:
dato il bere per refrigerio del calor vitale > acciò che non veniffe tanto 5^et0r
aàinfiammarfiycbe distruggere Ihnmidofoslantiale del cuoreyal che la
lettura prouide ; -che per due altre rie ancora fi fouuenifìe , dalle partì
cutanee attraendo l aere perl'*Xrteriey& dalTolmone, che àguifa di
* mantice riceuendo l'aere perla Canna Vinfoffa al Core ; e di qui proce-
li dendoyche alcuni animali non h abbiano polmone y altri io tengano gran-
difjìmoy & gagliardoyakuni altri piccìoloy & debole fecondo la moltayò
pocayò nejiuna neceffità del rejpirare;ragioneuole cofa è > che quelli , che
hanno il polmone debole , quaft fono i Bouiy & le TJ acche > non potendo
prendere tanto di aere , che loro bafli , necejf art amente bramino l'acqua
frefcay& limpida,cbe a tempo fupplifca al bifogno del coreyeJfendo l'ac-
qua tanto più penetratiua > quanto è più chiara : mcCl cauallo hauendo'l
polmone largo>& forte , donde tanto aereattrahe y che congrandiffìma
lenarefìjlealcaminaìey &al correre; beepiù volentieri la torbiday co-
me quella , che più gli riempie le vene : onde per naturale iflintocono-
* fcendoi Bruti quel che giouay& quel che nuoce loro > fiveggionoìca-
ualli col pie pappar nell'acqua per turbarla-, & i Boia col collo flefio > &
con lafom mità del mufo qua fi leccando bere. Cogliono pur l'acqua ben
conturbata i Cameli>& gli Elefanti) che altramente non beono> ma al-
cuni congetturano -e io fa rfiy perche nella chiara ftjpauentano della ima- . .'
gineloroslejjk~>. «JWa per venire à ragionare delle partì del corpo y JmaHche
quanto ci pare > che alla preferite materia ficonuenga; tre fono ieprin- gouerna-
cipaliy che tutto' l corpo del cauallo gouernano> il ceruettoy il core > e'ife- no il ca-
gato . Tra le principali fi poffono ancor numerare i Tejìicoliyperejfer ua^0,
membro necejfario a la generatane , & conferuatione della fpecìe . Da
D queile quattro nafcono>& aloro come ministri feruow altre quattro yi
1>{erui al ceruelhy le arterie al core , le Vene al fegato > & iva/i femi-
narijài tefticoli , 1>lafco no dal ceruello i nerui > & per ejji egli manda
gli giriti animali) che in luìfigencranoy per tutte le parti del corpo > per
dMr loro fenfo > & mouimento . Queftinerui , ilColombro fcrifie ejfere
trenta quattro yfei che nafeono dalla parte dinanzi del ceruello > tre che
fcendonoperl'offo maggioreyche congiunge il collo}& quinci vno di die-
ce fette piedi , che per la fchiena va all' vltims della coda . Da queflo fé
ne tiran due di quattro piedi in ogni $ alla ? e dalle ]j>aUe due in fino alle
I48 h E t l J. G L 0 \I A.
ginocchia,^ vngroffo,& doppio fin aWvnghia; Quattro ne fono in ogni £
gamba da dietro , & quattro altri ne pendono dal petto , due lunghi , &
due trauerft , che vanno alla parte inferiore , & due che fendono dalle
I\eni alli teflicoli. Vegctio ne pone altrettanti,ma diuerfamente \ dicen-
do, che da me%pH nafo per lo capo , per lo collo , & per la fchena fin al-
l'efiremo della coda ne fende vn filo doppio , che contiene dodeci piedi,,
nel collo della palma due,di piedi quattro ;dalle jpalle al ginocchio duey
& indi quattro fin alle bafi,che fono quelle-) doue V animale viene a fer-
marfi,lnquei dinanzi dieci, & altrettanti in quei di dietro. Ma è da ere
derfjyche cojloro intende/fero de i pia notabili , conciò fa che dal ceruel-
lo nafeono anco due nerui,che muouono gli occhi,oltre quelli , che danno P
loro ilfenfo,& mede finamente due , che muouono la lingua , diuerfìda
queiyche lafkn fentire,che poi fi Jpargono per tutta la faccia; due che an-
dando alle orecchie fono cagione dell'udito , & due altri , che portano il
fentimento a tutte V interiore , che fono anco cagione della voce , I{iuer-
fiui da' Medici chiamati . Dal core hanno principio , & origine le *Ar-
terieylequali nafeendo dal fniflrofuo ventricolo con vn tronco grande,,
fi diff eminano per tutte le parti del corpo , dando loro vita, &foflegno ,
Stimiamo fouer ch'io il; accontare particolarmente, quali, <jr quanti ra-
nnida quejìo rronco deriuano , potendo ciò poca vtilità al noflro propofi-
to apportar e,come anco deferiueì-e il fito del cuore, ilquale tutti confef-
fano efferpoflo nel me%o dell'animale, & perciò lafcieremo di quefìo la
Oflb neT cura acuriof^inatomisìi. Quefiavnacofa non mi par degna da effere.
cuore del tralafciata,che nel cuore del cauallo (come fcriuono ^Ariflotele , Tlinioy
cauallo . ^ Hìerocie j tal' bora fi trotta vn picchi ojfo ftmile ad vn dente di ca-
ne, laqual cofa in ninno altro animale, fuor che in certi Boni, fi è veduta
giamai,& quello dicono effer vtile agli huóminiper fcarifi^are i dentiy
che gli doleffero .. Haueua certamente il cuore , per efier fonte del calo-
re,non poco bifogno direfrigerio , & per ciò la Is^atura a fio fentigio gli
fabricò apprejfo il polmone , ilquale con l'aiuto del moto de i mufcoli del fj
petto tirando a fé l 'aere frefco,hattendolo prima infefiefio alteratole-
ciò che con la troppa fieddei^zanon offendefie,dolcementey& congran-
diffimo giouaméto l'infoca al cuore^da lui abracciato con tre fibre, nelle
Fegato of qualiegli èdiuifo . Ma' l fegato è officina delfangue, ilqual come da fonte-
fìcina del abbona antiffimo, & perpetuo viendifpc fato per nutriméto a tutte le fkr-
lingue . fi dei corp0 per {e vene,lequali nafeendo dalla fita parte gihba co un gra-
di/fimo trocoagnifa d'un' albero vengono a dinar icar fi fin 'a tato,che re-
dotte/i a capillare fondita, poffano a parte aparte tutto 7 corpo nndrire*
Lapin pur ay&nobH parte d'effatrahe il cuore nel fuo armario , etTbe-
faura
DEL C J.V jtLLO, US. liti 14$
rj[ lauro, per la generazione de gli giriti vitali per la parte accendente del
tronco, dal quale poco più di [opra fifpandono due rami su per lagola,a
deslra,& afinisìra,cofi dalla parte interior eccome anco dalla efleriorey
doue è quei luogo comynune, donde ne i bisogni fi cartafangue,& indi di-
videndo fi in due vie, per l vna afcende a nudrire il cer nello > & tutte le
parti del capo foprane fin' à gli occhi,& al palato; per V altra fcende al-
la mafcella inferiore,& alle parti fittane, fin' alla punta della lingua .
^D al mede fimo tronco per quella,cbe guarda al polmone nafcono due al-
tri rami , che fi conducono alla congiuntura delle gambe fotto la puntu-
ra delle fpalle,& [corrono alle ginocchia, & fin all' unghie : z^fltri an-
■5? cor frale cofte,& 1 ofjb maggiore delle Jpalle , parte calano già per li la-
certi ali 'estreme giunture,p arte fi diflribaifcono per lo ventre, dando an
conudrimento alle vefiide ì genitali final fondamento . Ter vrì altro
capo nudrendofì la midolla fpinale , dalla nuca , cioè dalla legatura del
collo, fi diuidono q:».dli,che feruono a giijpmdili,& alle parti intrinfe-
die , feendendo all'offa dell'anche , delle cofeie , della groppa , & della
coda, eir queiyche agli intestini, a i rognoni, a i tefìicoli,& alla ve f cica,
parimente fum ministrano nudrimento . Ma le vene apparenti, Vegetio
dice, emeriti tutto ventinoue,due nel palato , due fotto gli occhi, due nel parenr;f"
petto,due nelle congiunture fra le ff>alle,& le cofeie , quattro fotto icer- t$.
^ ri,due ne' talloni, quattro nelle corone, & nelle parti di dentro delle co-
feie didietro altrettante; due in effe cofeie ; due di, fotto le gambe , vna
nella coda,& due nel collo, che mitric ali fi dicono . Vena maejlra , &
fontanella foglion chiamare quella,che appare nel capo della eofeia. Il
E^ifio chiama Tigranica quella , che sìa preffo l'vngbia , & organica
quella, che nello Hranguilone fi fuole incidere. Il Crefcen-ro Cingulari a
quella,ehe sìa nella parte, doue battono gli peroni prefìo la cignafDel-
le vene fi loda da Varrone , Velagonio, e (olumella, che i Tori efieriori
fiano tanto noceuoli , & apparenti , che per tutto fi poffano ben difeerne-
P re •. ilebe oltre ala belk'zja , è vtile anco al medicare . St perche fi ge-
nera il f angue nel fegato dal fugo , in che fi conuerte il mangiare , eH be-
renello slomaco detto altrimenti ventricolo ; perciò ad ogni animale è
comune cofi quesìa parte, doue ftcuocono , & riducono in fugoi cibiy
come anco lagola , donde fi riceuono . Queflo ventricolo ne gli animali
cornuti, & da vna fola banda dentati b <à quattro inuolgimenti dalla go-
la ali inteftinoyma inquellì,chenell'vna & nell'altra mafcella ban den
ti , fé ne troua vn folo , che mette capo all' intefiino , & in alcuni è pia
ampio , come nel porco &nell'orfo}in alcuni più s~ìretto, &poco mag-
giore d ejfo intefiino come nell'buomo, nel Cane , enei cauallo, il cui
K 3 maggior
ijo 2> t l l \A G l 0 \1 A
maggior Budello è lungo circapalmi feiy &groJfo due }& chiama fi Di' g
fiributore-,e dal vulgo Magro di cafa; sboccando ad vn' altro grande-, il"
quale per efier quafifempre vuoto per Ig continouo flillar della colera >
chiamano Digiuno y & queflo è quello , che nel cor fo >& neltrotto fuol
fh.refirepito , e porgendo al federe fin dalla bocca è tanta lato y che per
quella via fi fogliono i giumenti affogar ne i fiumi > fi come: <Alefìandro
jLfrodifeofk fede. *A queflo fegue il Budello fonile detto Uto-flungo ben
' dieci paffi: ma l'altro "Budello tondo } che èdopòqueflo-, & cbefuole ri-
' tenere parte del cibo-, che nello ftomaco non fuffe fiato ben digerito > è di
lunghezza prefio à vn palmo -, & me%o y,& chiamafi cieco per non ha-
uer efito da vna banda; feguonopoi l'inteflino Colon-, &-quel che Rjtto _
Stomaco è nominato. Tofe la Telatura lo slomaco tra'l Fegato>& la Mil^ayaffine -
.pene pò- che con l'aiuto del calore di quefti due egli potejfii cibi già riceuuti pik
p°to«f j commodamente digerir ey& mutare infugOyche altrimenti con la par o-
milza . la fyeca vien detto Chilo . 1)el quale tira à,fe il Fegato la migliore , &
più fottìi parte, per le vene del. Mefemerio , che perciò Mifer alche fon
dette '„> lequali a gli interini confinano , riducendo fi poiprefioal Fegato
ad vna grafia vena,che Torta è chiamatayrimanendo negli inteftini la
parte più-gro fa ,. che fono poi le feerie y che cotidianamente fi mandan
. fuori ; & da quel fugo fi genera non follmente il fangue puro, ma anco*
Humcri le tre óltre forti de gli bumori,cioè la coleraja flemmay& lamelanco- q:
onde h gè ni a : i quali mentre che tra loro fi fattamente temprati fono > cheVvno-
aerino. V altro non foprauaniiyl 'animale viue fano:ma all'incontro nafeono in-<
finite forti di mali dalla loro Jproportione.'JPerche dunque poteffe la na-
tura purgare il fangue dalla colera > e dal'humor melanconico yfabricÒ*
due vafiyde i quali V vno riceueffe la colera<,& quesl'è la V ef cica del fie-
leyche al Fegato ila attaccata-,^- l'altra l'humor melaconico,& 'quefi è
la Milita ylaqnale alla fthiflr.aparte del corpo è collocata ; efiendoilFe-
gato alla de il ra. i^lla flemma non diede ricetto alcuno >. che proprio le:
fofie per poter fi di lei -, come di fangue me%o cottone ibifogni preualere-
qual bora mancaffe il cibo ali ' animale >& 'renderne anco humide lègiun tfr
ture,che dal fouer ch'io moto non venìffero troppo a difeccarfi '. . <tSHa nel.
cauallo > eìr in certi altri animali come, il Mulo , V tifino-, ilVitelMari—
no-, la Dama-, e' l Cento-, dicono non trouarft la Vefcica del' fiele feconda
Vordinario,il che fi potrebbe attribuire alla buona loro complèffione^che:
come ben temperati poca- colera generando > non n*h abbiano bifognoyt
concio fta che ( per quel che csfrijiotele afferma) effendo ella aggiunta.
alFegatOy non perche fuffe. delegata ad: alcuna neceffariaoperatione^
ma folamente per rheum quell'efcrementoy & materia difutile yxo^
<2) El CJIVjtllO IJB. HI. 15V
l/tynèè anco quella del ventrey&. de gli inteBini;queltì animali , cheteti-*
gono il Fegato bendifpofìoy & in cui la natura del [angue è dólce , con:
foca-i ò nefìunaparte di coleray non hanno d'effa bifogno alcuno , ò pur
la tengono rinchiudi in certe vertette . Bperò i Fegati di quelli) che non Fegati di
han fiele yfon dolci , e di bel colore ;e tali colpi naturalmente fon di vi- *"j n° ha
ta più IwigOy come ancora il 'Defino tra1 pefci ; efjendo il Fegato quello > cu '
che come parte neceffarioy&óportuna alla temperie; & fanità de' cor-,
pi-y & qua fi fontana del f angue y dà la cagion del viuere più ò menoy
fecondo la fua qualità ■> a gli animali fanguigni. Suol fi tuttauia in al-
cuni trouare neWlnteflinoy dependendo dal Fegato con certi meati per-
B petui difommafottìlità ; effendo la natura del fiele parimente all' uno y
■& all'altro luogo famigliare ; e di qui auuiene > che l'inteflino del {er-
uo è tanto amaro > che i Cani no l toccan pure> eccetto fé grafiffimo
fuffe ; an'zj a certi (erui detti *Achaini dicono > che' l fiele ftia nell a co-
da > trouandofi quiui vna certa cofafimile alla Mil^a nella parte inte-
riore j che di color fomiglia alla Vefcica del fiele . Tslel Fegato dell'Ele-
fante dicono ancoych'ella non fi trouay ma tagliata quella parte y douè
fuole ne gli altri fìare, n 'efce humcrene più ne manco > che di fiele,
osfffirto dice , nel fegato del (fauallo non trouarfi la Vefcica del fiele ^
ma Piarci attaccato vn certo neruetto alquanto fcioltoy che raccoglie
C queUefpecie di h umore . filtri dicono > che i Caualli > gli \A fini 5 iMuli >
e i Qorui non hanno il fiele raccolto in vn luogo > mafparfo per le vene *
Tlinio riferifc e efier openione d' alcuni y che la Vefcica del fiele non iHia
ite' Caualli attaccata al fegatoycome ne gli altri animali>ma corcata nel
'pentre-y & cofiprefio alle 'Budella la pone Hierocle;pofcia altroue dice:
Tutti gli altri fieli ejf ere fra le cofe communi di eccellentiffimo effetto^
hauendo virtù di rifcaldare; mordere y tagliare, diffoluère > e tir are %
quello de gli animali minori effer vtile al medicare de gli occhi : quel
del Toro giouar ali 'indorar delibarne e delle pelli ; mafbloilcauallino
dannarfi > come velenofiffimo y dal che (fé vero fuffe ) potrebbe creder fi >
che auueniffe il non nocer loro il mangiar delle cofe velenofe > feconda
quello -y che Herodoto racconta > che i Caualli diCrefo mangiaffero i Ser-
penth Benché ciò in luogo di portento fi f ufi e prefo > che' Iferpe figlio del-
la Terra diuorato dal Caualloych'è flranieroy &*nemico y dinotò la roui-
na di lui y che poco dapoi re Ho f confitto , eprigion di Ciro. Ver quellaca-
gione ancora foggiunge Tlinio > che al Sacerdote Flaminenon era lecito
ditoccar il £aualla:edai Sacerdoti di Egitto parimente fi rifiutaua\ben-
che pia tofio fi potrebbe f limare > chequefio fuffe per efiere egli animai
ardito>& generofoyty per ciò poco conveniente a cofe di religioneylaqual
K 4 richiede
tjt 1) Z IL Jt G LO \l A
richiede h umiltà , e partenza y che tra gli ammali bruti fono degliJ.fi* g
netti più proprie; i quali però nel portare de'facrificifi cos~ìumananoycQ-
me bellamente fi moHra in quello Empiema , che dice j
Mentre ro%p tifine! l' imagin fanta
D'I fi diquà di là dentro portauay \
Vedendo (ouunquegià) la turba tanta
Che adorando laDea> lesinchwauat
Fra fé file fio di ciò fi gloria > evantay
Recando a fel'honor> che a lei fi d atta z
Quandi a colpi di bufi e la firn guida y
7^j9» tu fei Dio , ma Dea tu porti , grida . W
Ma s'eglino del Cau allo ferititi fi f ufi ero , haria potuto auuenireyche per
qualche accidente fi fufie da lui tra/portato il facrificio , òilfacerdote y
non fen%a fcandalo della gente ; fi co me a tempi nofiri difdiceuole cofa
pare veder vn religio fo fopra qualche ardito Qutallo gir vagando per
la Città, efiendo il loro debito di slar nelle Chiefe occupati alle oratìo-
niy & a dir le lodi a Dio fette volte il giorno ; come ancora contra il
decoro fi giudicheria , fé vn Tr elato andafjeper B^oma fopra vnCaual-
loymajfimamentene' dìfolenniy eccetto in queWunafesìa y quando ilnuo>
no Tapafi conduce a Luterano ; che all' bora è vfan^a di gir fene tutti in
Milza ri ^c^nee (Per fegno di magnificenza) dipelo bianco. Ma la mil^a , che **
certo dei- di fopra dicemmo effere nella parte finislra collacata , è proprio ricetto*
l'humor dell' humor melanconicoy del quale poi per vna vena appropriata manda)
melanco- yna ^arte allo filomaco , affine chteon lafuafredde'2ga>efiitticitàin fé
fiefio rifiringendoloy i cibi già riceuti meglio digerife a , benché altri di-
cano farfi per incitar V appetito . Qyefia negli animali che hanno il pie
bifolco y & le corna ; è tonda y come nella Tecoray e nella Capra; eccet-
to fé alcuni per la j Ita grandezza l'hauejfero pia crefeiuta in lungo y co-
me i Boui; in quelliycbe hanno il pie di molte diuifureyè pia prolijfiiy co-
me neW huomo\& nel Cane.ln quelli che tengono ilpiede y fodoy ha del
me%anoyefiendo da vna parte lataye da vn" altra angufiay comenelMu-
lo y nelVjlfinoy<& nel Cauallo . Ma bifognaua non men chedaquefiidue
bumoriypurgare il f angue dalla parte Serofay che infieme con lui nei Fé"
gato fi genera y & a quefio fine fabricò anco le fileni , lequali per due
yene dette Smulgenti dalla vena Caua la tirano ; rimandandola poi per
due meati alla Vefcica , che è' fitta proprio ricetto , & indi fuori per la.
verga/blon lontani daquesle vene fono i vafìfeminarvjyperliquali man^
da la natura a i Tefiicolilapià perfetta parte del J angue > che foprauan»
%a all'ultima diftegione.} acciò che qttiui pref a forma > & aiutinolo da
quello.
del c^ runo y li b: ni/ t^
-, quello fi'trito y itale y che a queflo ifteffo fine manda la natura per due
arterie ih- qu'efia medefima parteyfifkceffz il feme prolifico , &\onfer-
uatore della juafieciey percioche daqueflo femey che nel coìto fi mìmda?
alla matrice vien l'arìiikale àgenerarfi. Sta pofia ejia madrice tra la Ve
fcicay& lintefiino rettoydue palmi lunga y & concaua in maniera y che
può in conceputo agiatamente contener e, la fua qualità èfoda&neruo-
fa> & ha molti nerui dal ceruello dependenti nella parte di dentro i va-
fi feminarij ■> & nella parte di fuori molte vene fiottili : ma tra le altre
due> che giunte con altrettante arterie nel tempo del concepere fi vni-
fconoy &fhnnolvmbilicoy per lo quale tira il conceputo lo fiirito > el
» nutrimento . Ma il membro genitale ne i mafchi è rinchiufo nel -ventre y
& ciò (fecondo che zsflberto fcriue) per prolùdenti della Islatura; ef-
fendo il freddo a quella parte fommamente noceuole,onde tutti quegli ani
maliyche l hanno fiogliatoyo fiogliabile (per dire le fue parole) manca"
to chefta il femore della Lnffuria > fon corretti di ritirarlo afe ; perche
dal freddo offefo nonfta , & molti nelVettremo della Vita per naturale
ifìinto vigittano le mani per couerta y quafi ingegnando/} di ribaldarlo.
Hora refìa che brieuemente ragioniamo dell offa , lequalibauendo prin-
cipio dalla fi) in a del dorfo > fona fermo fottegno negli ammaliynon altri- Difcorfo
menti che la e arena nelle naui . Ts(el numero di quette fi trouano diffe- Q^%
C venti gli feriti ori ; conciò fi a che Vegetio dice il giumento hauerne al
capo dueye due dalla fronte alle narici y e due nelle m afe elle difetto ;den-
tiquaranta ;.nel collo fiondili fette > nelle reni otto rami > e fette quindi
fin' al fondamento; nella coda dodeci congiunture; nelle fi alle due righey
òpale;due da quelle alle giunture della cofciaye due da q nette allegmoc-
chiaynelle quali ne fono pur duey che dicono Tarafiaticbe ; dalla gamba
due fin' alle giuntureydue le hafty & fin' all'unghie ofia minute fedici y nel
petto vnoye cotte trenta fei . Toi nelle parti di dietro da i denti columel-
lari a i molari due; da quefii a i vertibuli due : dal fommo delle natiche
due fin' alla gamba; e due da quella a i cerri degli ttinchi > & (edici mi-
to nute fin' alle pomici; conchiudendo cento fettanta in tutto . IlColombro Ojii-17^
ne numera cento nouanta due y dicendo che in tutto it capo del cauallaè \0, '
■vrìofìo intero > nelqualperò ne fon altre molte Vltrali , ò Tetrofe dettSy
attendendo quelle parti poro fey onde fi efih alano ifumi del Cerebro . Són-
ni poi due ofia Jturkolariyper la cniconcauitàfi. riceue l udita ;du&d el-
le mafcelle di f otto -, e due nella gola > doue fio. radicata la lingua y cfye
feruona al refiirare j Quaranta denti ; nella catena del collo fette fia-
melli dalla nuca allefpalle; & quindi fin ala punta della coda ofia qua
tanta } cioè diciotto fpondiliy& fei de ttiVar aggetta quali è l'ojfo gran-
de
1^4 T)lll\A qit)\l J.
de della groppa , che dal voltar vertebro dicono i Latini , il vulgo cario* ■*
. . la, e talborafcia , ondefciaticafi dice il dolore jche quitti fi fuol patire,*
ondina- trai una,e l'altra pala di effacariola stà(comevna chiatte ) fenato con
fa. otto forami il cannello (che Toflero chiamano)della coda,laqual contie-
ne alla fine fé dici offa . Ter ogni fratta fon due offa grandi, latinamente
chiamate armi, e da altri I{agule ; due per ogni gamba dauanti;treper
ciaf cuna di quelle di dietro ; incominciando dal fommo de lanca fin' al,
piede, & quattro l offa appellate fiabili nelle parti didietro dieffegam-
be-.due per ognigrafiolla,intendendo la parte dinanzi della cofcia,contra
lofiinco, chefìà da dietro ; cinque ofi a minute per ogni ginocchio,^ al-
trettante per ogni pastora,col qual -vocabolo s'intendono le giunture de p
piedi,tratto forfè da quei legami , che Tafiore pur chiama il vtdgo , con
clye fi fogliano i giumenti legar ne ipafchi, & fmpaflorare in quelle par-
_ . . ti-, & le colie fon trentafei, ventiquattro vere, e mendofe dodici. De i den
cauailo e *' ventiquattro fi dicono Molari,dodici I{apaci,dal vulgo prefe,& quat-
d'alcriani troCaniniò Scaglioniò Zanne,tutti partiti fra Jbtto,efopra; benché (ja~
mali . leno dica i denti del Cauallo,del 'Sue,della Tecora , e d'altri molti effere
folamente di due maniere Molari, & fnciftui. Tlinio & ^Aristotele di-
cendo i denti Cauallini e fiere dalvna e da l'altra banda continouati,co-
me gli Immani Soggiungono foler più denti efiere ne i mafchi, che nelle
'- v f emine; e di vita più breue quelli , che manco n'hanno . *AJJirto ferine i q
(faualli batter ne Ila pane dinanzi otto denti difopra, &otto difotto,&
canmimerando i canini con i Mafcellari batterne invna Mafcellafei di
fopra,&fei di fatto, & altrettanti nell'altra , che fono quaranta in tut-
tO'.non computando gli annafcenthma l'zsìfino, el Mulo ne bantrenta-
fei, pur oltra gli annaf centi . Alcuni affermano, che lofio del cerebro
del Cauailo è più fottile di tutti gli altri, fecondo laproportione della
grandezza, & pero in quelluogo fon più pericolo fi i colpi,fi come dimo-
stra Monterò dicendo ,
Oue stanno lefeteinfiffe al capo
Fasft a (auai la più mo rtal ferita. H
Ali 'incontro duriffime fono le Mafcellefottane,dal masticar dette Man
dibuie ; hauendo la Ts^aturaprouisto , chef afferò bastanti a refistere a i
'difcenfi,& alleputtrefattioni della testa; fi come perfua prouidé-^a feri-
ne Galeno efferft fiitto , chequeste Mafcelle fian grandijjime alCauallo ,
<&• a quegli altri animali , che non hauendo mano , bifognagir pafeendo
col mufo chinato aterra ; però bebbero ancora il collo lungo , come gli
augelli,parimenie lunghe legambe,e ì becchi; benché le gambe anterio-
ri fogliano in vece di braccia ferme a tutti quadrupedi generanti,come
*Arifiotele
,
<Dir CjiVjtllOy LI B. III. t$>,
t tsfriflotele dice. Bella confiderationt >è oltracciò diqueUanaturalproui
den^ayche' l (olombro foggiimgeycbe nel dorfodel cauallo nonfuron pò I
fle quelle tante ofìa minute, che tiene il Bue dinumero centoventi dalla '
Isl^ca a la coda:percheal "Bue, come animale diforeslaybifognaua pò B ue P^*
ter con la lingua commodamente giungere ad ogni parte del corpo fuoy ^z 110m
& al cauallo hauerildoffopiuduro > e forte con legamento difpefjì ner- oflkelli
uiyda poter rifislere a ipefi&- a le fatiche ya le quali fu divinato; e da da la nu-
poter ancora far curare più facilmente i (jarrefi, egli altri accidenti di j^Ìm ca"
rompitura quali fi trouano quesli luoghi afiaifoggeti.CkiamanfiGar- lia'u0 nò .
refi i maliyche auuengonal (farrefeycioèa quellaparte eminente del dor Gairefe
■foycheftàtra l'.vna ye l'altrajpallaj Greci vi dicono (pccige , &\.dcro- m^e_c"e
mia ..Equelleychei Latini dicon Sujfraginiydouecon vn volubile nodo fi
congiunge dalla parte di dietro il pie con lagambay cofi dette perche di
fiotto fi frangono y cioè piegano (fi come ancora furono detti i Topini) ò
vero perche danno fuffr agio > & aiuto al cambiare : barbaramente noi
Garretti chiamamo a fomiglian^a de' Francefi che le Iarret de derrie- Garretti
re dicono. Il vocabolo deUagambayche Iamba dicono i Francefì^par trat perche co
to da\lavoceyche\A.r'MotelevsÒynominandocompagnaquellapartede> ■ ~,ettV
r piediydoueftan le fuffr agirti ' \ & cofi non filo (famba vfa Vegetio in La- perche co,
tino y per qnelcke s'era da dire CrureyòTibia; ma sùgamba per Vaco- fidetta-
fciay& fiotto gamba. Ipiediyche fono su le giuntile de' piediyegli chiama'
Cirri y i quali per effere fiati dati dalla T^aturamonfolo per ornamento"
dell'animale;- ma per molta vtilitàancoraydiceyche non fi debbano mal
tagliare) eccetto qualhora per necefjìtd di paffìone fi 'richiedeffe . L'offa
che fono fottìi talloni difopra l'vngbiapereffer quitti vn callo y com'è
ne i pie de' cani ; Senofonte, dice chiamar fi Cinepode , & cofi da Toìlùce*
afferma il Leonicenoyaltri dicono Mefociniaperla mede filma fomiglian- ,
T^aye Cinepode Celio dice chiamarfi certi caualli cattiva , che mouendb
j~ a- tirata ipiediy fouente incedano e tramma^gano .-alcuni li chiamano'
Cinobate. T>iconfi ancora in queHa lingua da' Cjreci Eupode queicaual—
lìyche hanno dureyefodel'vnghieyeffendo Supodialavirtude' piedinei
cauallo ; i contrarij\Apalopodè . Ft per venire hor amai a parlare del-
le particolari viirtky & vitvj del cauallo , incominciando da quesle iflef-
fiépartiy nella cuimentione ciritrouiamo y l'equali fon più che altre in
queflo animale importanti :dèfidèr a il mede fimo Senofontey che scalca-
gni non fian alti come le capre gli hanno y perche convn pefsimo paffo $
ficuotendo travagliano ilCaualiere\ e di talmaniera Jtffirto > forimi ca--
ualli chiamarfi Elafopodiyper hauerfomiglian%n de' pie cerumi; nepure'
{pan troppo baffi gerrte$almentejiuandoff<&ualcafi£per luoghi affari
trai
ìjé 1) E L l ^£ G l 6 F\.I j£
Vnghfe. tra pietre,e Herpi, verrebbe a ferir fi, & a confumar fi quella parte callo g
faydou'efce il ciuffo.Oue la carne viua fi attacca con l'vngia,alcuni mo~
Stefane derw^'kh^ detto Bulletteyquafi'Bulgetteperlafembianza.Lacommef-
r° "della fHnl dell' vngbia colpiedeyòpur il principio d'efìa vnghia grecamente fi
unghia, difìt '.Stefane, & Cinoplo ; da noi corona, laqual fiottile y epelofa conuien
Cheli do- cljefia. La concauità de l'unghia gli Jtntithi (fecondo Celio) nominaro-
no ^°"caj", no chelidonaypercbe rajfomiglia al nido di vna Biondina ; anzi fondina
unghia, propriamente traduffe il Byuellh4a ^Afjirio y ou'egli dice, che i Caualliy
che hanno le vnghie bianche , & lunghe le Chelidoniyfim canini , e fiac-
chi di piedi; ma buoniye forti quell'oche hanno le vnghie nere,e tanto pia
ìieyche la forma della B^ondinaycioè dcll'incauatura refii picchla,foggiun F
gendo, che quelli yc hanno l'unghia da dietro bajfa, vengono a confuma-
Confìde ye la Chelidone , &fono molli . Quelli , e hanno il corno nero intorniato
ratio ni lo d'vnafkfcia di bianco, vagliano d'ingegno , e di piedi afiaipiu di quelli y
«hie . " die nel bianco haueffero per mezo le macchie nere. Quelli, che hanno la
corona grande , & l' vnghia vn poco lunga ,fon lodati di piedi , ma fona
di mala naturi ;& c'ofi quelli, e' 'hanno piegato il pie ver fola parte di
dentro; ma all'incontro qnelli,che buttano i piedi in fuoriyfonteneriyma
non cattiui:QuellìyC hanno le vnghie feccheysfogliofeye lateycon lainca-
uatura piccioUy e fanguigna, fi ftiman fiacchiy & cattiui infieme,fi co -
me quelli, c'hanl'vnghia d foggia difcodella, &l'incauaturalunga,&
quelli , che than paparegna, come fi dice, effendo il piede bafio, e largo ,
di modo che fi vengono i Fettoni a portar in terra ; fiche recaimpedimen
to,& fiacchezza al caminare, majjìmamente in fafiofi luoghi . Quelli ,
e hanno l'vnghiapiana , egroffa,e fanno Hrepito al caminare , non fono
corridori , ne temono jperonate, e dalia fanciullezza fin a l'età per fetta
fon fimplici , e coHumati , poi mordaci diuengono , e peruerfì . Quelli >
e' hanno l' vnghia rotonda con alcune eminentie,fono deboli,e vitio fac-
cetto fé la rotonda fufie nera, e di fiotto piana : latterà , & lunga non
è buona ; la quadra, ■& nera, non alta, &. con picchia incauatura è #
lodata , & cofi lagroppolofa picchia, & n?n larga, ma lunga alqu in-
to , <&- ottimi fono quelli , che l'hanno lifeie, & fempre peSlano con li pie
di . Quelli , che e alpe fi ano le vnghie , ò naturalmente hanno i piedi uà-
rij yò i' vnghie diuerfe ; & quelli, che ne i pie di dietro han le.giuntu-
re piegate in modo, che toccano la terra , e Hrafcinano l' 'vnghie , fon
deboli dilombi, &come zoppi non pofson correre. Il Rjtfio dice, che
quel cauallo , che tutte quattro le vnghie ha bianche,di rado , ò non mai
le ha dure, e forti ;corne il Crefcenzp ancor afferma , & veramente
le vnghie bianche^ uarie fono quelle^ che più fouente incorrono alfhl-
fo quarto»
*D E L f^F^Z LLO > LIB. III. i$7
4 fo quarto . Tolluce vuolesi he la Chelidone ftia profondamente afeofa nel
cauo dell' unghiati che ninna moleHia -venga a fentir dalfuolo,oue fun-
ghiti perfetta rifuona a guifa dvn cembalo, come Senofonte dice , dal
quale fuono Simone fcriffe,che la bontà del piede m ani fesì amente fi può
comprendere . Vero in ejji piedi l'unghia primieramente e' vuole , che fi
confederi : conciofia co fa che lafpefia è più eccellente della fatile in gran
maniera , e più eccellenti fono le ynghie ardue , che tengono ben albata
daterralalorteHudihe (che cofi la traducon altri, volendo intendere
pur l'incauatura) che quelle che tanto dauanti, quanto da dietro fon hu-
mili,e deprefe,vegnendo a porre egualmente il duro , e'i molle del piede
g in su la terrajonde ageuolmente rimane ojfefa laparte tenera.*Aumene
1 quejìo vitto ancor agli huomini, iquali hauendo i piedi co fi piani, Vlau-
ti>& Tlanci appo Romani fi nominauano > e Valgi queUi', che teneano le
gambe torte . I caualli grani, e pigri de' piedi Lucilio chiama Stlembi .
^Alberto loda il pie di fuperficie piana,cioènon affra;rotondo, egiuslofì
che prima la terra col corno eguale ;per che quando non fi fermano egual
mente,ma più in vn lato,che in vn altro fi volgono,fon vitio fi, detti He-
teropodi grecamente. (olumella,e Varrone lodano le vnghie dure , al-
te,concaue,ampie,e rotonde > alequali mediocri corone fan fopra pofle;
con falci curue , & ampie, quali ha il Ceruo ; Tasloie corte , quali ha il
C Bue; e giunture ben ferme , e grofìe con folti ciuffi (fecondo ilCrefcen-
•%o) ma non carnofe, evitine alle vnghie,come le hanno i Roui . Il Ronfio
ferine , che'l cauallo hauendo le paììoie corte , & le giunture grofje , è
gagliardo di fua natura,& cefi in effetto fi vede per l'ordinario . Il cor-
no oitra lefudette qualità fi richiede afciutto,fodo , e graffo ; benché di
molle fi troiano pur caualli affai leggieri , pur che il tallone lorefia ton-
do,alto, & ampio; perche aueiTf da che nacquero a non fermar fi nelle - •'
vnghie deboli ben fumi ; fiprèuagliono con le braccia, & con la fchie-
na. ^Alcuni bramano effe vnghie fimili alle corna detto flarnbecco, ma na
eofi ' cerchio fé . Veramente tanta fonema badata la natura alle vn-
** ghie dei caualli, che fcriue Suida non offenderle punto l'acqua di Sti-
ge, laqual ogni altra materia penetraua, erompeua ; e'i medefìmo con-
ferma Giuftino, <&■ altri molti , iquali narrano , che quel potentiffimo
veleno , onde per trattato di ^Antipatro fu morto zsfieffandro Magno ,
non baslaudofi a tenere-in vafe di ninna forte yquantunqne duro; s'era in
ynavnghia di cauallo per coniglio di iArislotele (come dicono) con-
feruato : benché di Mula, dica cPÌinio . Le gambe vuole Senofonte , che Q^e dej
frano $ effe, perche quefle fono gli flabilimènti di tutto il corpo , e'i cauallo.
sauaUo ben formato di gambe (che hanquartiato dicono) ftHimaha-*
iter
I58 Dtll^tGlòìiljt
iter forza , attitudine > & fìcurezjra in tutte l'opre fue ; ma lafiefìeigag
fìa di neruiynon di camene di vene, perche in tal modo menandoft l'ani-
male per luoghi ajpri , necefiariamente fi vernano ad empir di f angue >
e gonfiata lafoggiacerebbono a mille mali . .Alberto le vuole valorofe*
afciutte* & egualmente diflefe dal ginocchio al piede : fi che niente tu
efca infuori , e niente al tatto cedano . Columellay& Varrone le richie-
dono egualiy dritte > & alte . Il Crefcen'xo l'anche difiefe * e lunghe > &
co fi le braccia neruofeye giulìey co' Garretti afciutti * & ampi > & con le
ginocchia tonde^ non grandi* ne riguardanti in dietro y fecondo Varrone*.
& Columella ; groffe y (carnate , & ampiey fecondo il I{ufìo; ilqnalfog-
giunge , che quel cauallo > e ha le gambe * e le giunture molto pelo fé con
lunghi peli) è di gran fkticay ma di poca agilità . Et chi ha le falci cur-
uey& legarrette ampie, e diftefey che guardino al baffo yftjlima velo--
ce *edeftro ; chi baie falci fte fé y & coft legarretteycome le anche cur-
Stinco uey naturalmente è gran caminatore . Lo flinco fìa molto cortoyi lacerti
del caual- ^ Braone* clìèfopra le ginocchiayHando il cauallo fermo*appaian lar-
ghi iun da l'altroy pia difopra, che difotto * verfo le gambe * & le giun-
ture cofi dette ff> alle ycome dell'anche fìanben difciolte: perche in tal mo-
Cofcie do il cauallo farà più agile-, & più leggiero . Le cofeie fìan grafie * e lun-
ati caual ghey e toro fé (come die e Columella) cioè lacerto fey ò mufculofe eneruo-
*°* fe (come Oppianoye Tolluce fcriuono) Senofonte dice latey e camofey coft q
di dentroycome di fuori y in maniera tale , che fìan confondenti alpet-
toy & anco a i lati . Et quanto piùjpatiofo interuallo farà tra effe cofeie
fotto la coda , tanto pia fpatioj amente fi verrano l'anche ad allargare ;
onde il pafìo y e' l canale are farà più fermo e più terribile: <&• ogni cofa
verrà affai meglio \ come nelVhuomo fi pub conofeere * che douendofhr
Coda del vnosforK? di attarda terra alcuna cofay il fa con le cofeie aperte* e
cauallo . non riHrettc** . La coda benché da tutti animali fi foglia batter fetofa
(come "Plinio fcriue)tuttauia ne i caualli il fufto di quella è brieue (co*
me frittotele fcriue) & le fete lunghe ; efìendo il contrario ne i Boui :
& nel cauallo fi loda la coda * che fempre fi porti stretta entro le cofeie* H
& che fìa digrofìo & fermo tronco .-perche' l caualloyche la tiene in con-
tinouo moto >> fottile*& fiacca fenja dubbio è Stimato di poca forza;m&
fe ali incontro effendo tirato per la coda* egli più la ritira a f egramen-
te (come dice il Rjtfìo e'iCrefcenjo) è ottimo per le guerre; & gagliar-
do ad ogni fatica* dinotando forteTga difehiena * dalla quale procede il
neruo di ejfa coda; vero èy che di velocità nonfogliono ejfere sì eccellerti
ti; fi come fcriuono . Bella ragione rende l'^Afrodifeo *perche i caualli
fuggendwon miwono la coda * ma efiendo esercitati* & affannati *sì:
'I>£1 CJV <A LLùy UB. 11!. T59
g & quefia èy che'l mouimento della coda procede ò da fatica di corpo , &
da vitto d' animo tperà i deboli quando- fon caualcati > ò corfìy la muouo-
no y, per ciò che fon corretti àfkr cofa , che abborifcono ; ma igenerofi
nà;perche non hanno àfchiuoynèfì curano deltrauaglio-, & co/ila por-
tano immobile , ediflefa : nel fuggire poi coftgli vniy come gli altri la.
portan falda y perche egualmente vengono à correre dilor voglia non
da altri sformati » I crini della coda uoglionaì predetti autoriy che fiano Cnnj jc|
rarhma lunghi infino àterra. Senofontevuole la coda folta; Varrone lacoda.
ampia , & alquanto crejpa ; Columella crefl>ayfetofa, e lunga; concio fia
cofa che emendo fiata datala codaaquefla animale non fola per orna-
0% mento ima percommododi fcacciareie •mofceyonde mofcariofùda mot
ti appellataiella verrà tanto meglio àfkrqueHì effetti quanto più, lunga .
di crini fia . Lagroppa ilmedefimo vuole che fia rotonda , il Qrefcen%o Qroppt
altaebencamofa >, 'Polluce piana yfodayegroffay e quafì doppia con vn come de-
cerlo* canale in me%70;<grcon vn gran tratto da nodo ànodo. Itefticoli ue cflere^
da Columella Poli. Senofonte ygr.AJfir.fi lodano pari e piccioli y & in ^JSSS
"verità i tefticoli piccioli; fknnapik agile il cauallo , perche manco Firn- y.
pedifcmoy,& manco glidanno occafibnedi mali inquelle parti : mada
l'altra cantai grandi fogliano dinotare più forra èjrpiù virtù , però in
generale pojjiamo diret che fecondala taglia delcauattoy cofi più: piccia-
q tiyò più grandi deurannoeffereypur chein ogni modo fiano vniti . 1 Lom-
hidal^ùfioytdalCrefcen'ro fi richiedono tondi egro/fi; da V arronepre fi-
fi verfo in giù:da Columella latiyt quaficarcath da Pelagonio contrat-
ti* Senofonte fcriueyche quanto più ampi faranno i tombiy dr menprolif-
fty, più ageuolmenteil cauallo inalberai pie dinanrj , &foffeguira con
quei di dietro :. & cofi ancorai fianchi, parranpiù piccioli >, che quando
fon troppo grandi parte 'disformano l'animaley parte etiandio l'indebolii
fconoy ér aggrauano fi cameni "jftrta ancora dice . I lati egli vuoky che
fiano dimejp alptantOy epienotti di fopra il ventre^ perche cofi dima»
Urano ilcamUa.pik rohufio-y e dimiglior yfo fianca yepiù- atto al canal-
& carfi. Columella diceyche fiano impiegati. Polluce gli loda lunghi . Il
"ventre da Karrone fi loda picciolo ; da Columella riBrettOyda Pelago-
nioycomprejjoy & accofiato àgli interiori y dal Qfefcenro lungo; benché
tgliyfl^ufiogiàfoggUinganoy che' l cauallo hauendo ilventre ampio y
& pendente in giù con le cofcie graffe y fiHimadi gran fatica y gr atto
* f offerire ogni fienta ,* nondimeno più certamente fi loda chi l'habbia
tondo;e non caduto y òricalatoy come dal vulgo fi dice ;ma con bella prò
fortione quafi nafcofo di fiotto alte xofteilequali fiano ben lateye lunghe
w ficchi tratoda l'ultima didietro alnodo delVanca\ e in quefio modo
non
Schiena.
i£o D E LI \A g l 0 1^1 Jt
non pur il e amilo fi trotterà piùfpeditio nel corfo , & neW 'altre fue at- *
tioni ma il Caualiere ancora potrà con più bel portamento andar in fel-
la.La febiena da Colamella fi cercadoppia;daV arrone fimilmente quan-
to e' fiapoffibileiò ebe almeno ella non fia gibbiofa,ne preminente, ò cac
ci.it a in su; ma più tofto cauayparendo hauer vn canale fin alla coda. Il
Raffio loda la febiena cortame quafi pianaycol garrefe co fi acuto,che paia
distefoye dritto,! I (re feen^o parimente richiede il doffòyò fcbienale cor-
to^ quafipianoy maffi inamente nel luogo della fella da Greci chiama-
ta Hedraye quanto pia farà copiofo dipeli il dorfo , più fortezza dinote -
rà ; & fé la febiena fri lunga y & ampia con le gambe di dietro più lun-
ghe ycb e quelle dinanzi^ il cauallo farà veloce in lungo corfo. Senofonte p
diceyche la Spina del dorfo y effendo alquanto rileuata fopra le jp alle y dà
più oportunofeggio al (faualiereye più ferme rei~lano concatenate le frol-
le , & /' altre membra y e fendo efta (pina doppia y & oltra alla piace-
uols cornrnodità del Caualiere yfarà anco più dilettatole al vedere . Sia
dunque U febiena aecanalata ; il dofo non volto in altoyne pur in baffo ;
è l Garrefe dìftingua il dipartimento delle jp alle ; lequalìV arrone vuo-
le ^befano Lite ; Colamella diritteye grandi; fornite di carne e lunghe .
Petto . i7 petto da caftuifi loda numerofoy e pieno di lacerti e di mufculiy da co-
lui ampio ^e pie no: dal Q-efcenzo rotondoy egroffoy& vfeito infuori nel-
la g'.ùfa cbe'l tengono i Valombi . Senofonte ferine > che^lpetto effendo la *
toyoltra alla bellezza.) è più idoneo allaforzay & afkr i paffipiu lunghi ;
non iiicauallandofi le braccia;come auuiene quando di brieue internat-
io fon tra loro disi anthper la flrctezga del pettoy laqual dinota poca leg
g;.erezz_a>e poca forza i &" fa il cauallo inhabiley eperigliofo: ladoueje
nel mezp della fua larghezza fi veda vncanalettoyfiafegno afiai lode-
uoley & fé la parte di dietro fotto lefpalle farà carnofay Senofonte fog-
giùnfeycbe (come in virile corpo) dinoterà non folo robuslezz^ayma an~
co gratiaye leggiadria; & veramente cenfideratafi la forma del caual-
lo > che ha del lungoy& però conuenendogli la figura quadrata , laqualé
la pia gagliarda di tutte l'altre; non è dubbioyche la larghezza gli Ha-
rà beneynonfol nel pettoyma nelle fpalley nell'ancljey & nella groppa; &
coffa giudicato non foto bello , ma forte ancora. Tofcia da efo pet-
to non venga ad vfeir il collo chinato in giù y come d'vn Caprone ; ma
eminente s'inalzi verfoilcapo y fi come il porta vn Gallo ; curuando-
fi t.itrauia nella piegatura ; di modo che'l capo venga a ilare dauanti
,al Caualiere > e gli occhi del cauallo riguardino a'fuoi piedi: ben-
ché tal cauallo quantunque animofo-y non potrà effere violento > per-
che la violenza vfano icaualli non piegando il colloy e 7 capo yma di-
fendendoli.
Collo.
H
7) Et [JL Vjt II &i Ili. ni. ièì
[j ftendendolhfì come ancora Oppiano afferma.Columella defidera il collo
molle}e latoyma non lungo . Telagonio parimente fodO)pienO)€ corto : II
Fjifio , e'I Crefcenzo lungo il vogliono pur che fi a fattile verfo la tesla ,
onde pia co'/fi?nodamente incuruar fi poffa , & la fua groffezjra douen~
do confittele prefìo al petto ) egli nel me^o bara da effer e inarcato .
^Andrea dft Lacuna dice la breuità del collo fempre foler fi commendare
da' (fa tìnti , & la lunghetta à giti fa di (jrue vituperare , per effer fe-
gno di debilitale di hfìczjaycome dice il Volatervano ; mail meglio fay
chefi tengati me%p di non effere troppo cotto > né troppo lungoy ma che
non manchi d"effere elevato $ afciuttOyfcarico di carne-, & incantato a{-
*B l' A quii in a : fopra tutto figgendo fi il troppo carico di carne ; perche ol- #
tre alla disformità) vienàfhr il cauallo poco bacile ad infjrenarfi ; &
però poco vbhiditnte_ . lunga il collo fono ipelipiutupghi nel cauallo , Crini»
àgnlfà di Crinijcbc latinamente fi chiama luba , da'Cjreci Iopbìa> il Ga-
%a-da Senofonte traduce Crista-iA risiatele ÀCaualli dà la Q-iHayàLeo-
ni lai uba. 'Plinio dice 'il candlo hauer larghi i peli nella fuba>eyl Leo-
ne nelle fp alle . .Queipeliytje lai fomm~o della tejla pendono alla fron-
teyprèfì'o àglioccbi)& nelle tempie ;i Greci chiaman "Proco mioy i Latini
Caprone^ quafi chiome dal capo prone cioè pendenti fecondo rNonh:JLl-
tri-dicono Cirrosi Vulgo ciuffo; ilquale certamente fa dato dalla Tratte
ra per difendere gli occhi > del- aùim ale , che nulla di molejlo vi cada > fi
come per tal effetto far date àgli tAfini& à Muli le orecchie più lun-
gbey&però è dadefiderarfìy che effo ciuffo non fa priuo della fua con-
veniente lunghe^a; laqual tanto più fi richiede in tutti i crini) quanto
che fogliano in molti accidenti effer gioite no li al Caualcatore effendo luti
ghi . Columella non folamente lunghi y ma folti vorebbe i crini)& pen-
denti alla banda deflra del collo . Fanone oltra quello defidera) che la
chioma del cauallo fi alar gayfofca) crefpetta^fottil difete . Il Crefcen-
Xp vorrebbe i crini piani ) ftanite 'pochi ; Himando alcuni) chel Cauallo
2) dalla pochezza ne vaglia piùygr fé i fattili dinotano leggerezza.) e deli-
l catavompleffìone con buono ingegno ;i groffi potrian promettere robufìe^
7g)e tutto afiai meglio i crefpi: perche fi come i capelliy& la barba cre-
jpa dinotano viuacitày& fortezza nell'Huomoyfecondo che dal Filofofo
s'afferma) co fi anco ne i crini) & nella coda del cauallo riefee . Ma che
l'hauere effi crini foltiye lunghi fia grande ornamento di bellezza) fi può
comprendere da Homeroy ilqual volendo lodare alcun cauallo > fempre
gli dà quefte due parti di belli > e grandi crini , e di veloci piedi : e tali
deferiuei caualli da TsleFloreyd'zsfntiloco , e di Merione , e di molti al-
tri . // capo nel cauallo da jljfirtO) da Garrone > e da Columeìla fi lo- Capo »
L da
s
tèi DÈLI >A: G ha 1^1 jl
da picciolo . Tormente il Hjifio vuole, cbe'l C audio b abbia, pota t'efta,
& afe i atta in modo, che' l Cuoio di quella fi veda benaffetto e oh lofi a ,
m.-ffin unente tra l'orecchieydoue i crini finifeono; perche tanto, miglio-
re dice effereper le guerre. Senofonte ricerca il capo offuto,Tolluce me-
de ftmamenteyfecco di carne Soggiungendo la maggior beitela del ca^
uallo in qtelh confi fiere , che fi veggia fempre portare il capofnblime >.
& alto;ilche gioua.aflai a poter fi facilmente rileaare col freno yquan-.
do auuenìffe di incefjp ar e ]fen%a and arfene tutto àterr anitre che bellif-
fima viftafh tal portamento, che più, ch'altra cofa il fu differente dagli.
Ckfini,e da l Mdiyi quali.con. tutto e b abbiano, lungo ileo Ilo ,,hann§ pur-
• la tesìa dimefìa^e graue ^certamente per la naturale fredderà loroytbe g.
già l'ejfergraue di tefla.non denota fé non effer poco partecipe del calo-
re yilquaie fàgli animali eleuati,, arditi, & agili ; & per lo molto calo-
re San Tomafo naturalmente parlando dice , che Ihitomo porta eleuato
il e spo;benc he propriamente alla contemplatone delle cofefuperiori, fi
debba attribuire ; ( come da ^riflotele, duOmdiOy e da Lattantiofi af-
ferma. (^A cuoche, duque ilcauaUopiù suffomiglia aWhuomoyh abbia la
Tetta, e tetta alyata,con alquanto del lungbettoypiegando il mento verfoilcol-
«uaUp £ l0ien20ttr,-nido la fronte allegra^ ftatio fa, nella quale dalfommo pen->
da il ciuffo di minuti capelli ben fornito&ver amente co fi nella frontey .
come nel petto fta bene al cauallo di efer largo, tir andò tuttauia alcir- G,
colare,per dar vn rifeontro fiero fembiante al Toro . Telàgonìo loda la
fàccia alquanto rittrettainfe , ma ampia al conueneuole ; ilCrefcenya
parimente, il. volto ampio, con vna limgtfrefortegnardatura.C ertamen-
te la tetta picchia , & aggarbatafh. belvedere , & con la fronte larga
denota maettà & fartela, ma fopra tutto s'ella effendo fecca fi vedrà
piena divene,e di nerui apparenti,dimottrerà maggiore v iuac ita. di jp ir-
rito nel cauallo . Isella picciole^a di effa tefla le mafcelle ancora voi*
le "Polibio e Senofonte,che fianopicciole,dalCrefc. commendate fottili,e
feccbe,ne difv gitali di qualità : & perche la mafcellaappo (jreafidice
Caualló Gnatbos, Heterognatho dkeuano quel cauallo, che Ivna battendo ajpra3 Hi
etho e ^ a^ra tetiera,fuffe duro di bocca, e contumace; come allincotro. I vb-
bidiente,e di bona bocca Euagogo (fecondo Hudeo) finominaua . Il B^u-
fio dice,cbe' le auallo battendo le mafcelle grosse, e'I collo corto non vb-
bedifte di leggieri , ne debitamente al freno perche la briglia non viene
bene ad incafeiare al luogo Chq . La doue molto è atto à. lafciarfi maneg-
giare^ reggere quel caualloy .che bàil collo lungo, & fonile v.erfo la te-
Bayle mafcelle non grofse,ne grafse;& la bocca grandeye lacerataydoè
fquarciata)j edimoltafefsnra} & apertura: come anco il.Crefcen'm
loda>.
T>1L Cj£V J: LLO> LIB. ìli. rfty
JL loda, per e^er fàcile ad imbrigar fi . Oppiano diffe,moderat a, fé condoab-
' cimi, mail Signor Belifario d'acqua Fina traduce , larghifjima e lun-
ga ^non mediocre: certamente con gran giudicio, perche cojìjon giudica-
ti più maneggevoli i caitalli \ benché moderata potrebbe intenderfi per
quella mediocrità ; che pur il Raffio ci de fiderà , ch'ella non /offe trop-
po durarne trofeo molle. BJchiedefi oltf acciò la boccahumida, perche Bocca.
denota il {/mallo batter buon fiato , e buona compk'fjìone , & effer ama-
bile della briglia ; ma tal humidità bifcgna , che fià di buon colore , ■&
f ermetta,non pallida,nè troppo acquofa : -cjr parimente le parti interio-
ri diefjabecca non deuranno effer nere , né pallide , ma viuaci , &roffe
B per fegno dibuona lena. La lingua fi a ne fonile , nemolto lungaagni- Lingua.
fa di ferpe , ne molto graffa , ne corta , pei che inqueflo modo farebbe il
cauallo pocofoggeito al freno , & in quello vfcifia fuori-, come fa nella
• Mula^ Sfarebbe infenfata ; però fia mediocre per ogni buono rifletto :
non manche òtuttauia di dire, chela fitta naturale lunghe^a ,Vege-
tio fcriuedouere efiere me%o piede. Le labbra fian parimente fiottili, Labbra'.
e riuolte in fuori ; affine , che non impedifcano il debito effetto della bri-
glia -, come reggiamo in certi caualli auuenire , che diventano sboccati
noti per altra colpa , che delle labbra . La barbaquanto èpiùpicciola, Barba.
e*r afciutta , non piena d'offa ne dura , ne bafia , tanto meglio fura ado-
C perare il barbor^aìe , & in confeguen^a tanto miglior effetto fura il
freno . Le nafche V arrone vuole, che non fi ano angufte ; Columella Nafche»
dice , che fi ano aperte ; il Crefcen^o , enfiate, e grandi ; & cofi il I{u-
fto ; oltre che quanto più vermiglie di dentro appariranno, più fon lode-
uoli : perche denotano vn calore di Jpiriti viuaciffimo : & in tal mo do
vengono ad hauerei meati del fiato afi ai ben ampi , e fanno parere an-
■ cora C come Senofonte dice) più terribile il (fauallo,ilquale di fina natu-
ra fuol grandemente allargar le nafche ogni volta , che vuol mostrare
ferocità ,feper auuenturafitrouiinira,<& in questo veramente affo-
• miglia ai Leone , al 'Tardo , alla Tigre , al Cerno , animali tutti di gran
fiato, arditi, e veloaffimi : che altrimente rafiomigliarebbe allapecoray
&> a quelle altre behie viti; e baffe,che come fiacche, e di poca lena , ri-
strette, e picciole tengono Ignorici. <isflberto foggiunge ottimo fe-
gno efiere, che' l Cauallo beuendo fommerga profondamente le nafche
all'acqua ; ihhe conferma T?linio , dicendo che quanto più ardito , e fe-
roce è il Cauallo , più attuffa le nafche alberai. Le orecchie Seno- orecchie
fonte , e Tolibio vogliono , che fian minute più , che la forma della te-
sta pareffe richiedere . (glumella dice, che fan corte e ritte: Fano-
ne congiunte iTaìladio argute ; Alberto acute * IlT^ufioé'lCrefcen'zo
l a forti)
fo?ti,& aguzze aguifa di vna jlfye . ^frifiotele ferine , che le grandi
orecchie danno indicio di pazzia ; ilche benché egli de Ihucmo inten-
da. , tuttavia nel cauallo ancora Tlinio, dice dar indicio dell'animo le
orecchie non altrimenti , che nel Leone la coda , e già fi può veramente
dire, che non per altro far date all'huomo le orecchie immobili (effendo
ne gli altri animali atte ad al% rar fi ,& a bafiarfi) fé non che bifognay
che quella parte , che alfenfo della difciplina appartiene, fi tenga mai
fempre aperta per imparare quel che al buono , e beato viuere fi richie-
de : &però diciamo federe l' animo nell orecchie . ^lltroue foggiunge,
che ne i caualli, & in ogni genere di giumenti le orecchie dimosìrano la
intrinfeca qualità che gli fiocchi , e fiacchi l'hanno fimili alle jLfinine;- p.
gli stanchi le hanno marcide ; gl'infermi rifciolte \ipaurofi tremanti; i
feroci dritte . Et cofiper ifperienza veggiamo, che la prudente T^atura
à gli animali non noceuoli & più timidi ha date le orecchie lunghe,per-
chepoteffero meglio vdire gli Jìrepiti di lontano , e f chinare i perigli ; là,
doue à i fieriyche con le proprie forze fi pojfono ben defendere yle ha date
più brieuiycome le hanno i Lupi , gli 0,fi, i Tardi, & altri talL Cicerone
altresì affermala Telatura hauer dato al canal lo,& al Leone, lefete, la '
coda & le orecchie , che à pale far e i moti dell' animo fer nano, come gli.
occhi all'huomo ;& veramente dal mouimento di effe orecchie molti af-
fetti fi conofeono delCaualLo,cofi di bontà , comedi maluagità ; quando G
. majfimamente eglifnffe malitiofo,e di duoi cori, detto Volgarmente B^a-
go. " ming,°> Hqual vocabolo propriamente dinotando vtioyche quafidi ramo,
in ramo vada di paefe in paefe peregrinando, ouer amente , che in foli-
tudinejlia nafcofo;fi trajportò in quei Caualli,che non Han mai fermi in.
vn volere; e tengono tanto occoltii loro affetti , che ninno fi può di loro
afficurare . V follo il Tetrarca parlando di Mitridate .
Tslemico de' I\om an, che fi ramingo
Fuggì dinanzi à lor la fiate e' l verno.
Cj aleno dice ricercar fi nel cauallo le orecchie picciole,che non impedifea-
no nella guerra,quando la testa loro è da coprirfi d' arme,ò d'altri nscef- "
farij guemimétuet fehaueffeno alqnaAo di Lunghezja,non fon biafmeuo-
Cauallo lì* pHr > ch'elle non slian cadute ; &sla.kr larghezza venga à ccrrifpon-
tardo che dere alla taglia dellaperfona.il B^tfiafcrine tardone moUaccio efiefquel
fegnali cauallo,c'habbia l'orecchie grofie , e pendenti in giu,e ginocchi concani;
all'incontro effere molto audace quel,che tenga le naf de gonfie , efpafe,
egli occhi grandi nonposli in dentro, concio fia cofa , che co fi lefopra ci-
glia come gli occhi fi richiedono groffi^ vfcitiinfuori,no ìncauati,ciòft
cofema. dal Crefienzfxda.Oppianofda TQÌluceyck€$lÌ loda ancor foco fi ;
DEL CjtVJtllÒ) HB.Ilt. Ì6j
rjt eda Senofonte > ilquale dice più. vigilanti effere , e più, di lungi penetrar
con la -villa quegli occhi,che meno profondi Hanno: frittotele è di con-
traria openione, dicendo,che l'occhio preminente non vede da lungi, ma
il profondo,& incauato-ilqual è di più acuta vifla, per non hauer la vir-
tù del vedere cofì fparfa,co?ne quelli,che fono/pinti in fuori: Vero bi fogna
direychein ciò fian differenti da gli huominii caualli . 8t perche le fine- Occhi fi-
ftre del cuore fon gli occhi ; &effiin ogni forte di animali danno veraci "Credei
dimoflrationi di tutto l'animo, ilquale afferma Tlinioyquiui propriamen-
te h abitare ; certa co fa èy che gli occhi torti , e non chiari fono di cattiui
affetti fegnale;&- all'incontro igiusli,ipuriy e chiari dinotano l'animale
*S finterò di cuore ,& fottìi di vifta ;però gli Egittij volendo fignificare
vn'huom da bene, dipingeuano vn grande occhio aperto; come fi raa on
ta da Vier Meffia, ò più tofìo [fecondo Oro Apollo ) fignificaua ilfommo
Iddioyche tutto vede . Ejfendo dunque gli occhi allegri & rilucenti , Je
ne potrà comprendere la vivacità de gì interni giriti lumino fiy& effendi
neri (quali Fantine de fiderà & Columella) temperata compleffione pm
metteranno ; Ma il Cauallo , • c'habbiagli occhi bianchi , dicon o efler di Ca uallo
pregio affai minore,perchenon vedono ben di giorno > &la cauft è > che & biachi
l'humor aqueo trafparente efiendo più copio fo ne gli occhi neri,fh, ch'effi ?k^ j^ì
con più mifura riceuano gagliarda complejfìone delle cofe vifìbili,& cofi no. pre-
* veggiano meglioil giorno ; quando gli occhi bianchi non abbondanti di gio»
tantohumorey non potendo co fi gagliardamente la diurna luce riceuere9
rimane difperfa la vifìa loro; ma di notte , efìendo la luce della Luna , e
delle sìelle di minor vigoreyeffi come manco disturbati , veggon meglio;
làdoue inerì come manco moffì veggon peggio . IlCrefcen^o aggiunge,
che gli occhi bianchi vedono bene in luoghi ofeuri , & in tempi caldi, ma
affai poco ne i freddi & nella ne uè; e che poco vai quel Cauaìloyche ve-
de di giorno folo : ilchefi conofee s'egli di notte non muoue i piedi come
il dì;ò s'egli non teme entrar di notte in quegli luoghiyche teme il dì.Cer
£ tàmente negli occhi neri è molta acquategli occhi Cflauci è molto fuo-
co \Cjlauci chiama Celio quei Caualli , e 'hanno gli occhi > come (jatto, &
qual Ciuetta , cioè di quel colore y ch'èpreffo al bianco, detto ancora,Ce-
fio. Arinotele pure fcriue fecondo l 'openione di Empedocle, gli occhi di- occhi ce
uenir (e svj per la fopr abbondanza del e alor interno , & per lo manca- fìj.
mento di quello far fi neri ; però nell'aquilone dice nafeere gli animali
co' gli occhi Cesij,e Cj amplini ; & indi ombrofiyperche il calore intrinfeco
dal freddo efleriore è vietato di feorrer fuori ; là doue quei del Meriggia
cotengono bé l'humore per la tepidezza dell'aere, che gli circoda,ma rio
poffono contenere il calore^non efiendo cofa,cbe l'impedifcaffi coft l'bu->
l i mar
ì€é Z> E l'i U G l 0 \ì A
mor, che vi rimane ,fi annerifce ; perciò che per abfen^a della luce) nar - .
turai co fa è , che tu tte le cofe rimanganfofche ; ò pur fi potrebbe dire ,
che 7 color de gli occhi rafjomigliaà quello di tutto il corpo; & co/i i
Meriggiarti tengono gli oc chi neri,quali fono le altre membra; e i Borea-
li come fono di corpo bianchi,cofi fono di occhi Cesij . (jià il bianco de gli
Varietà occ^lPe'<" ^ maggior parte in tutti animali è ftmile érvniforme . Ma il
d'occhi . 'Hero vari andò fi , in altri è Ce fio, in altri fuluo,in altri caprino , ilqual è
fegno di ottimi coslumi ., e della chiarella del vedere tiene ilprincipa-
to\Et quefla varietà di occhi fol amente nell'h uomo ,.& nel cauallo fuo~
le annerii,-? ; the degli altri ciafcuno animale fecondo lafua fpetic ha il
fuo colore ; Tsfj da altroché da diuerfità dihumori, onde fon compofliy p.
tal diueifirà. negli occhi è da creder fìsche proceda.Tercioche.quel nero,.
nel cui centro la visìa confi(ìe,c crifl aitino ;■& fecodo che più ò meno par
ticipa de 1 l humor aqueo,cofi vieria variar fi il fuo colore; perche fé l'hu^-
mor è molto,egli non tranjparendoyappar itero: s'egli t vpoco,fegue ilcorv
trarlo: fi 'come auuiene ali acque , le quali hauendo fi cupo il fondo j che
non vi penetri la viHa,appaicn nere, ò attirine ;in altro modo fi veggion.
bianche . Co fi dunque fé con do che abbonda fi manca in quelle parti l' bu--
mor aqueo trajparente > auuien talvolta , chevn cauallo nafea con l'vn
occhio bianco,con l'altro vario.Tlinio fcr inerii Diuo Auguftohauerha
unto gli occhi Cjlaucia griifa di cauallo , di grandezza biancheggianti 0,
più che in huomo veder fi foglia . Quanto ali altre qualità Celio dice
Gau allo £ff°pbtalrao appo Greci chiamar fi il canallo , che tengagli occhi promi*
eflbphtal nentiin fuori.Celophtalmo chi gli tiene rinchiufì.al catto ;& che (fecodo
niO) Celo T?elagonÌQ ) i.caualli Ueteropht almi. erano tenuti eccellentifjìmi,etale,
pntolmo, era ftatQ Bucefalo. Ammonio interpreta Heterophtalmo dirfì il caualloy
rophcal— " c^e Per morho; ò per altro accidente fuffe orbato di vii 'occhio \oche cofi
mo . fufle nato ,che vedeffe di vnfolo ;~forfe perche meglio fi vede con. vno ,
che con due ; fecondo quella ragione , che Arifiotele ferine, che con due
occhi fi fan pia moti > che con vno :ft che quando il moto viene à far
femplke, e [pigolare, & invna fola parte raccoltola vijla è pia fonile ; &ì
come tutto di fi vede far fi, che qualbora fi vuole ben affiffare in vna co*
fa , fi chiude vri occhio .. Ma il Rjicllio nella fna trad unione dimofira.
Heterophtalmo intender fi quel cauallo , che di colori bài' vn occhio di-
uerfo da l'altro . Ajjirto dice quefiitali camiti ,. che hanno variati gli
occhi,non una medefima cofa vedere'-perche fi comequelli,chelegàbe ò
i piedi tengono variati di macchie di diuer fi color i,fogliono fyefio70ppi--
care,& inciampare, & ne' camini mal refi fiere alle fatiche; cofi ancora
non. reftfìere. alla vifia gli occhi con tal diuerfità variati ; oltre che per
l*<
eD'ELC^£VtALLO> L1B. HI. ì6j
' * la varietà delle cofe,cbe loro rapprefentano,yfon tutti fj? attento fi e canini;
nelle ([nai parole egli pare defcriuere quei (faudlli, e hanno gli occhi co-
lorati di vari] putì; & pur mi marauiglioyche fecoàoyclìei medeftmo rife
rifece Varthi folcano ingrapreggio tenere i caualli co fi fhtti>& per mol-
to genero fi gli ri putanaao > fi che tali Cau alli Tarthi ne fon nomati ;fe
non che può creder/i ? che i Tarthi gli am afferò di tal guifa , come per
quella naturai paura attiffimi alla fugaylaqual effi coslumauano combat
tendo. T gli tutt ani i loda gli occhi neri,e grandi vicini alle tempie, equa
fipofli dananti al capo,diceudo,che liberali fpatjj della vita promettono.
Tlatcne mijhriofamente dsferiuendo nel Fedro idue Caualli dell'anima,
$ l'uno buono dice > che di eccellente difpofitione , diritro di figura col mu-
ftaccio addunco detto grecamente Spigryponyben proportionato dimem -
bramito ditefta,còn le narici moderatamente aquiline y di lucente pelo»
di occhi neri dsfiderofo dibonore y partecipe di temperante di vergo-
gnayamico della vera openione > non bifogneuole difperoni , ma che folo
con la ragione,& conia effortatione fi regge, l'altro cattino eglipone ef-
fe;- tortoycompofto confufamente di molte feiocebe maniere,duro òr rigi
do di collose calato ingiù , col volto ammaccato, che Simo dicono i Lati-
niyi Greci Trofopon; di.fidofofcoycon occhi gatt igni, e infangninati , con
orecchie hirfuteye fordeypiflidiofo,e contumace, appena vbbidienteà gli
C s~limoli& alla sferra. Hora perche non s'imputi a noi queljche dice Ho-
ratio d'un pittore > che le parti d'un' huomo fapea dipingere ciafeunaper
fé eccellentementeycome vn bel nafo,vn bell'occhioyvn bel colloy ma non
fapea comporre il tutto y dimanierayche refìaffe benfatta l'imagine tut-
ta infieme con lefuaproportioni y egratie necefìarie \ haremo principale
mente ad auuertireycome il l\ufio dicey che tutte le membra del (fanallo
proportionat amente confondano alla fua grof$e^%ay e lunghezza ; ne
pan confuffe; come Varrone ancora ci ammonifee Columella vuoleyche
tutto il corpo fia compofìo di modo,taleych 'egli fia grande, gr altoy per-
che in corpo picciolo non fi pub( fecondo zsfrislotele )dire,cbe fi a perfet- -
t abellexjaifia diritto , neruofo y agile pur dal primo afretto; e di lungo
tiri al tondo y quanto dalla figura parrà per metter fi. Tela.gonio loda la
grandezza mediocre,ch' egli nonfia minutoyne grandaccio, ma di mè^a Caualli
taglia;& cofi ancora tralmgoye corto.-benebe i lunghi fiano attialcor- coni Uo..
rere-y hauendo la corrifpondenz^a dell' altre parti, perche prendono più neI a "*"
fyatio di terra ; I corti fon più idonei al faltare y perche la virtù in lo- cauàllilii
roè piùvnita,& piùrobufla-.dicofaltarin alto y perche inlungo meglio gnidi pò
il fanno i lunghi. Ma fopra tutto fia lontano da noi quel Cauallo , che co Pr«2-
con la molta lungbe%ga hanefie ancor la magrej^a accompagnata-yper- z
L 4 che
che farebbeno efpofii al rifo de' riguardanti y quali ci potrian dimanda- g
teyquanto vendcffimo la cannahomefu dal Sanefe addimandato M.Len
nio BJcci; & ne bifognerebbe tal volta imitarlo^ dicendo (alatala co-
da, ) che entra/fera in bottega > che fi farebbe lor corte fia „ Saggiamente
dunque il Crefcenxp richiede il corpo conueneuotm ente lungo e fonile >
e [ecco ; con vna habitndine me%ana tra grafìa e macilenta ; perche la
molta magrezza diminuisce le forile > e fu gli animali bruttifjìmi à ve-
dere) detti latinamente Strigofì yquafi flringofi per lo corpo rifiretto > ò
per fame }ò per altro accidente rio , e la ?nolta grafema > oltre che mot-
ti cattile knmori& infermità fuolcagionareye nudrire;jpeffi> ancor fa
(come Senofonte dice, <&• come da noidifopra s' è dimofirato ) che l'ani- m
viale re iìi fu ffogato nelle fatiche. Terò il M agnoli tefì andrò fi troua-
efpreffamente hauere ordinatoy cheHfuofuuorito Cauallofoffe mantenu-
to in poche carni , con la frugalità de* cibì}& con Ceffercitio del paleg-
giare due volte il dì ; perche altrimenti non neharebberkeuutopm
buon fer lùglio. jLllequali ragioni qv.eW altra fi puote aggiugnere > che la
troppa graffezja fouente afconde alcuni vitij importanti ; iquali ben-
ché da i lor contrari^ raccontati fi pofì ano già comprendere ageuotmen-
teytuttauia oltra quelli > che per trafcorfo fifonq efrrefì; aggiungerò que-
llo Teriodo di ToUuceynel quale biafimailcapo carnofoyegraue;leorec-
chie calatele grandi ;le naf che sirene :e haffeigli occhi piccioliy& inca-
natifil collo greffoye troppo- lungo con pochi crìninl pettoMretto : le frat-
te caueyi lati magrini lombi acutiyte cofcie afpreyle gambe torte Xeginoc-
d eef C^1 a d'ure>& ? unghie fonili e bafìe. Ma quanto alle buone conditioniyol-
fer più al- tra t-e dette yaggimgeil B^ufio^l Qrefcen^o defiderarey che'l (auallo per
to di die- douerefìer buon cor fiere y fi a più alto di dietr oyche d alianti y netta grufiti
tro che € \ìt£ g Ceruoye di cofle > e fianchi rajfembri al Bue . fn quello modofcri-
Virtu di ue itCamerarioyche i Tedefchi volendo figurare vn buono ye genero fo ca-
diuerfia- ualloy gli attribuirono virtù d'i dinet fi animaliynon altrimenti > che di
rumali at- div.erfi Dei figura Homero il fuo Agamennone y & cofi vogliono y che f|
tribune a fai Lupo habbia tre cofeygli occhi rilucenti) la gola voracey e'icoltofor-
farli per- t'e> tre della volpeyorecchie corte-ycoda lungaye piaceuol paffo; e tre della
fetci. . Donnayfpatiofo pettoylunga chioma y &fuperho ardire;altri delle virm
Donnesche due altre aggiungono^ leggiadria del palleggiare y& la fof-
ferenya del canale ar fi. ssflcuni gli hanno attribuite due della Lepreyve-
locitày& agilìtàydue della Volpeyocchi e codaydue del Lupo y voracitày e
pafìoy e due dell'ai finellvyforti cofcie y e fermi peli > ò fecondo altri > fer-
me vnghie . filtri ancora in que$afoggiaydelpefce Lupo la fucultà di
diuararexe difaltare ; deir&rfagmlla agilità^ prefteiga , del Serpente
vàia
DEL CjtVjtlLO, ITE. ITI. 169
\4 visi a fiottile , e volubilgiri, della Volpe la bocca, & le orecchie, del
'Bue le giunture, e gli occhi* della Gatta ilpaffo , & la nettezza , e del
Leone i petto, e i crini, & l'animofìtàfiopraogni altra co[a ; Lodan-
do allerto , cbél Cauallo fi:i molto ardito , e cor aggio fo , cbejpejjo an-
nitrifea, che tremi con le Jtjfmbra, & checaui lat&tra. >A' questi lo- Cauallo
datiffimi [egni vn' altro [ommamente defiderabile , ^r efficace, Firgi- CLem?
Ho ne [aggiunge , che' l Cauallo dilettando fi di medicare il freno, e fa- QOi
cendo [chiama in bocca, dinota gran fi erenga , e granvalpire, &però
egli in più luoghi per honor del (auallo aggiunge al fréno l'epiteto de
[[chiamanti : ma quel masticar e non deurà ef[er in modo , che roda la
S brigli apparendo ingegnarfi di [pelarla : né che la fi rada beuendo con
certi cattila motiui ; perche l'uno è [egno di ocio[o> grane, emaninco-
nico,l 'altro d'indocile, e di ribaldo : mafia il fito masticare con legge-
rezza della mano delCaualiere , & confi bello appoggio , ci/egli stefio
ne dimostri allegrezza , la [chiama non fia liquida, perche quanto più Schiuma
ttarà del [ermo, più dinoterà caldaia compleffìmo , onde protede Va- j£lcaua±-
gilità , & la forza , né fìa di color pallido, ma più tosto candido rof-
feggìànte, qual de uè effere ancor la bocca, dando [egno di poco fiato, e
ualore la bocca , & la lingua ò nera , 0 pallida, benché tal volta il fiato
grofio , <& anfiofo ntfia cagione : Dinota certamente l'abbondanza del
* fiato grande ardimento , e molta forz^a , però ottimo [egno èqnandofu-
perbamente il Cauallo sbruffa . Quefie cofe ofieYuando il Conte Boiardo^
cantò in tal gdifa nelfuo Voema.
Eccoti Serpentin , che al campo viene
ns4rmato, e da veder merauig lio[o .-
Il gran Corfier su la briglia [oftiener
Quel? alza i piedi d'andar animo foy t •".
Hor qua, bor là tutta la piazza tiene ?
Cjli occhi hàbruciati,e'lfren forte fchiumofo
1\egge il feroce , e non ritroua loco ,
** Bruffale nari , e par che gitti- fuoco -
'Parimente Luigi Tuia le buone qualità d'vn Cauallo in quefie rimt
deferiue.
Egli banca tutte lefnttezge pronte y
Tic dola tt fia, e in botta molto fefi'o .-
V n occhio viuo, vnaro fetta in fronte .-
targhe le nari, e'I labbro arriccia fpeffot
Corto Torecchio,e lungo,e forte il collo y
leggersi > che alla man non dona crollo. .
QuesTaltre
170 V E l L a G 1 0 1^1 Jt
Quefi altre cofe ancor non fkcean brutto > »
Ci) era largo tre palmi nel petto ;
Corto di fcbicna; e ben quartato tutto;
(froffo di gambe,e d'ogni cofa netto;
Corte le giunte ; il pia largo , altoS afciutto ;
E molto lieto e grato i nell'aletta;
Serra la coda , annitrisce , e rajpa;
Sempre le ?ampe pallegiando innajpa .
Et perche douendoilCauaUo conseguir il titolo della vera eccellenza ,è
necejfario , cbeb abbia gli adornamenti del corpo, e dell'animo infieme-
mente congiunti\fi , che di belle %^a > e di bontà lodeuolefia slimato ; la p
qual congiuntone è tale,e tanta,che Tlatone , come che la proprietà del
nome con gran diligenza fempre {piando andaffe,non volle mai tra il bel
lo,e'l buono mettere differenza? per dinotarcele l'uno fen^a /' altro non
poteaflare , eccetto per mancamento della T^atura ; la quale daradifii-
mo induce vn 'animo bello ad albergare in fo7go corpo ;tuttayolta fé ah
cuna diquefle doti hauejfe per auenturaà mancare , i. difetti della forma:
pia totto , che quelli de l'ingegno , che più pericolofi e più difficili fono ad
Qua]uà.4tnmendarfi,meriteranno perdono Concio fia cofa, che molte volte fi ve-
dicauallK ^evn CauaUo mal fatto , e brutto , perlafua bontà effer tenuto caro &
in molto pregio\riceuendofipiùferuigio dalla virtù? che dal apparenza, (j
Strofi perche rariffime fon le cofeinqueslo Mondo, che intera perfet -
tionehauer fiveggiano , bifogna, che noi facciamo nei Caualli quel ,.che
gli sludio fi delle Fifionomia , ò Cbiromantiafoglionofhrn&glihuomini,
the comperifando i fegni buoni co1 catturi s'attaccano alla parte fuperio-
re, e da q nella fanno igiudicij delle cofe future ; onde non potendo fi in
vn CauaUo ogni perfetta qualità ricercare , ò trouare minutamente : fa-
ranno da mirar fi le più necefiarie, e più importanti ; appigliandoci à
quel CauaUo , che fiafitperbo e terribile in affretto , ma dolce e piaceuo-
le in effetto\giocondo,voluntario , e liberale , come Senofonte dice : S chi-
nando queRhche i Cjreci (fecondo Celio) ^dicono difuguali, chenonfop-
portano difkrfi toccare né titillare,e quei,che fon Mordaci , e Calcitroni,
che di calci ferifcono fieramente , e itimidi, e fofitettofi fuor dimifura»
che Ombrofi dicono, perche vanamente fi Jpauentano d'ogni nouità d'in-
toppo , di s~ìrepito,e di ombra,efl>eJfo con molto danno gittano à ferrale
fomenloroimposle ; ilebe fariapur manco male, fé non gittafiero an-
cora il Caualiere con grandiffimo rifcfyio della fua vita , maffimamente
ne i fatti dell'arme, oue non pur non laf ciano offendere il nemico, ma
fanno reHar delufi i padroni proprij in eHreme difficultà , &fouentc
morti.
*DEl CjtrjlLOylìB.lll. 171
y£ morti . Questi caualli co fi vitro fi da Ouidiofi dicono duri & ajpri .
Che inprecipitio tramo il CattaUere*.
Qhelefchiumanti bocche indarno sforma : .
ha Cicerone intrattabili) & sfienatiyda Vegetio contumaci alfre»o3dà,
Sillio difficili^ immiti^ cioè feroci :
Che con morfi crudet l fanguigni fanno.
I freni infoltì -abili efchiumoft ..
Da Virgilio fon chiamate S temaci ye per tal cafo racconta- che Ctonio , per™du-
B£mulo^4myco>e Timete la vita perderono. 'Ter caduta di cauatto mo ta dd ca-
ri Seleuco Bjdi Siria; Falcone (fonte d'^Angiò > e Quinto Bj di Cjierufa- uallo.
2 lemme 1 Bela Bj d'angheria : Filippo figlio di Lodouico : il C raffio Bj di
Francia : Giovanni Bgdi Ca$ììglìa>e Maria Ducheffa di "Borgogna^mo-
glie di Majfimiliano Imperatore; né ta.cerb.tra gli antichi >Agenore,tra
moderni .Antonio Vicoli cui Panfilo Saffo fa mentione.Di morfo dica-
uallo hebbe morte T<leocle figlio di Temiftocle , fi come "Plutarco fcriue ,.
e'ifimile auuenne à Licinio Tmperadore; ben che giustamente per -ven-
detta diuina:hauendo egli fatta da' caualli calpestare e dilacerare He-
nna fua figlia per efier Chrifiiana . Sper iffiauento-, che di. vn Cane heb~
he il. cau allo. yn_arra He rodo to > che venne a\ morte vn Capitano de* Per-
fiychiamato Fàrnuche-, ilqualpià faggio farebbe §ìatoyfe alvitiofo ani-
**■ male haùefie prima troncate le 'gambe •> come- allhora tardi fen%a. fuo,
profitto fé fare . Bello certamente è quello effempioyche Luciano cirifie-
rifce,che effendo montató.vn gioitane fopra.vn furibondo, e auallo-iilqual'
fie egli potè a reggere a fuo modò-pè fi atramente fmont are à terra > sì ra-
pacemente correa ; mentre che ' cofi tra/portato ferì1 giua, dimandato dà
'pmyche l'incontro , Dou'egli andaffe?ri(pofe ^Doue àcoHuipare^dimo-
Brandogliilcauallo . Queffo vitto d? e fi ere sboccato ycioè poco temente
del freno ) è dà faperfi) che da diuerfe cagioni auuieneyò dalle labbra Vnio di
grofie yeriuolte fioprai dentilo dalla bocca picciola , chenonfh arriuare Caualiot0
là Briglia al luogo debito del palato > ò dalle barre fiottane y dà uè fi-anno
■** fondati i dentiychefian troppo dure-fi dalla barba bafsay& afpra>cbe non
fk battere bene 'ilbarbocciale • > òdalia lingua iftabileycbe fugge difotto-
porfì al freno}Ò dalle mafee Ile grofféy e slrette,ò dalcollo mal compoflo ,,
che fiafcaue%^Oyh pianoro intauolate , talhora procede dafehiena fiac-
calo dapocofiatOjòdàfijperbia tantoardente> che di nulla co fa il fa cu-
rare, Qualv^tilìtadunqùefcome Senofonte bene ci ammoni f ce) dà vna,
Caualleria fi potrebbe prendere) nella quale fuffero caualli fi calcitro fi y,
bfi male ammaefìratiy che non fì: pò fi ano tener fermi al luogo ordinato >,
ne. traj^ortarc acconciamente d'yna.inaltraparte.dellofqHadrone t ò'si
guattì.
"ifì tT>ZllJtGLO\lJt
guafii di piedino sì deboliye flrigofiyche nonfiano idònei à feguhe ? vera- g
mente riiuna,Terò ottima cofafiayche al tenere de" caualli diligentemen
_. j. i, te fi auuertifca;e douendone comperare alcuno (T altrui mani;con occhio
cauallo Ji ceruieroft riguardino tutte quelle conditioni^che pia importano ... Etici
prima co prima confideratione farà de" piediyperche fi come vna e afa quantunque
iìderario- bene edificata di mura fouraney non può tuttauia feruire ad vfo alcnnoy
fé non ha ifondamentiy quali conuengono; cofi vn cauallo difutile viene
ad ejfere, s'egli ornato di altre dotiy fi troui hauere cattiui i piediychefor
no ilfoHegno di tutto il corpo > & fen^ai quali tutti gli altri ornamenti
rimangon vani . Ciò leggiadramente ejprrne Horatio , doue dice :
Han quefta vfam^a i Bj > che nel comprare \
De' cauaiy gli riguardan pria couerti :
Che fé la fàccia (come jpeffo ) adorna
Da molle e de bit piede è fomentata ,
Stupidi non s'inducano a tnirare
Le groppe, il brieue capoy& f arduo collo . \
Confiderando dunque le qualità de i fermi piedi , fcriue il I{ufio > che fé
vedremo il cauallo fermar fi dal principio fopra tutti effi , faccialmen-
te in quei dinanzi) tenendogli gran tempo congiunti sì egualmente > che
non alxi) nèjlenda l'vno dauanti all'altro; ne che con l'vno più leggier- s
mente e debilmente > che con l'altro s'appoggi in sa la terra ; potremo
ejfer certi y ch'egli habbia tutte le membra di già ben fane> e ferme . Il
Crefcen'zo foggiunge y che fé' l cauallo muouegli vni piedi in altro mo-
dojche gli altri-yò fé nel caminareyfì tocca l'vn pie con l altroyè fegno di
mala operatone }ò pur di lefionc* Hauer ne ipiè dinanzi duro enfiamen-
to naturale y nonènociuoyan%ifecuro y che non vi debba fendere altro
Con fide- ma^c-^>- t-^a hauerci crepacciey e rappe fen^a poterne guarire> è mot-
rationiin tofo^jo . Hauer ipeli delle giunture rimiti in sùy non nuoce y an-^i,
torno alle denota pia forte Cvnghie . ssfchi le ginocchia vanno in entro 4 guifit
cin\lo d' arcoypefft/namente camina ; & àchi leginocchiapaiono fempre gon-
ficeli mancherà in breue l'andare . ^yi^uouer continouamente le gam-
be > ò menar la coda in su y e ingiù y è cofiume affai cattino y e mouen-
doi fianchi Jpejfo > denota infermità di polmone^. 'Chi hai testicoli
grandi y &la verga fempre pendente in fuori , èrujìicoy nonconue-
niente à canaliere^f . Se continuamente gitta l'orecchie in dietro > r fe-
gno di efier fiordo ; & cofi ambo di efier mutolo infuafpeciey s'egli mai
non annitrì fee > ne mai con la bocca fu fegno alcuno . Se'l mocoh
delnafo , cioè la parte interiore , è molto bafio y non può reffrirare per
u narici ; e poco vale: Maafiai meno s'egli percojfo non fi muouaal
feguo
H
a
1)EL CoiViALLO LIB. HI. 17}
fegnò di nuoua battitura , perche ò vero è cieco, ò codardo affatto . 'De-
urajfi oh fa cibfapcre,fc'l cauallo incitato al corfo,pojfa toslo fermar/i; e
volentier ritorni vbbidientc a lo perone , quali (eliodice\, che Centurie-
ri fi chiamano da Homero ; afe poco delle jpronate curando/i non vbbi-
dijca al (aualiere; perette in tal modo nonfolo non ègioueuole , ma dan-
nofo(come habbia detto) & quafi traditore al fuo padrone. Alberto feri- Segno ot-
ue ottimo fegno e/fere, ch'el cauallo da vngran ripofo fàcilmente fi com- cauallo?
muona,e dà vngran mouimento facilmente ancora fi pefi. Il che confer-
ma Talluce egli altri Greci , & veramente non fi pub vedere in vn Ca-
uallo maggior ijperien^a diqueHa , perche fé frittotele parlando delie-
fi cofe violentile contro, natura, pone tre ejfempi , il fuoco andar giu,la pie-
tra in alto,& vu cauallo corrente per lo (dritto voltarfi altroue;fia chia
: riffimo indicio di bontà , quando il cauallo trouandofi in atto violento di
torf 0,0 fuga ,pervn minimo cenno del (aualiere fi fermi ; e trouandofi
in vna Jo.mma quiete, e fenica foffetto,.fubito vbbidifea a chi'l commuo-
ue all' improuifo . M. ^Aurelio I mperador e ferine , vnTolledro effergli
riùfcito eccellentijjimo ,per che fàcilmente fi potea ritener nel corfo ; &■
co bel modo fi maneggiano. Bi fogna ancora tra le principali cofe uedere,. Briglia co
in qual maniera accetti la briglia in bocca , & la tefiera (che Verticale me debba
dicono i Latini) all'orecchie -facendogliele in no/ira prefen^a porre, e le- celata °"
C uare: & in qual maniera accetti in sa 'Idofìo il (aualiere ; perche molti dal caual
rifiutano quelle e ofe^h e intendono douer loro apportare affanno ;lequali lo.
prone (come Senofonte ferine) fi potran cono fere affai meglio , quando
dopò hauer faticato ilcaualio,vn 'altra volt a fi efperiméti in quelle cofey
che barò fatte innanzi al e aitale are '}percioche quelli, che fornita la fati-
ca non ricufano di affannar fi di nuouo , danno manifejìo fegnale di otti-
mo animo . Efjìpurda guardare, s'egli col fuo C aualiere rienfi dipartir/?
da gli altri Cauallr, 0 fefiando quelli dapreffo, egli ricorra ad effi ; per-
che fé ne trouano alcunché per mala dottrina trafiggono dal (aualca-
re a i dimettici & vfati recejji loro .. £t all'incentro farà da conofeerfi > Nature
B fenelCauallo fio alcuna ferocità, è verfo gli huomini,. over fogli altri "* c^"a'^
(aualli > & s'egli è implacabile : che già igenerofi Caualli di leggieri fi ^ jjj .
Hix^ano (fecondo quel detto di Seneca) che l* animo buono off e fo vie più
■s3 adirai? di leggieri ancor fiplacanoimailCauallo fyffofo, che fèmpre
fa briga co* fuoi compagni, per la più parte èflimato vile , & s'egli mal
volentieri, andrà appreffo a colui , cheH mena ; cattino fperanya darà,
de' fattv fuoi, effendo argumento di tardo, ritrofo,emaninconico. Isella
prouache fi farà di e anale arto > è da mirar fi cavie rie f ce lo f ch'iena, la
guai effondo debole) fivedràpcbel cauallo abbandonandola > parrà nauk-
tar.
174 DELLA GtOJ^lJl
tar co i lombi nel caminare ; ouero nel principio delgaloppo > ó dei ma-g
negg* fl aggrupperà quafi vnendo la fua poffan%a , ma poco dapoi non
potendo più refisìere-t fi verrà a dimettere a poco a poco ; là doue efìendo
ella ben dura e forteti slarà falda fenra calar fì,nè al^arfi mai;etfe pur
s aggrupperà, ilfkràjj>eìfoymoftrandofempre vnita la for^a fila, fenica
alcuna dimejfìoae.Et certamente la forila importa molto , ma la legge-
re7ga& l' ardimento importano affai più; parche quella fenica quejle
virtù non è pregiata; ma queflefen^a quella poffono pure flave con molta
lode & utilità. Habbia il cauallo ilpaffo eleuatOyil trotto fcioltOy il ga-
loppo gagliardoyla carriera velo ce al parar leggiero^ ifalti aggruppatiy
e l maneggio ficuroye preflo;fia ubbidiente à volger fi ad ogni mano; &F
in tutti cotali moti v fi giuH amente la fua mifura;con portar la tefla ben
poflaye ferma; fen^a fdegnarfi della briglia , né dello Jprone ; ma in tutto
fi conformi alla volontà dell' huomoyche glislàfopra ; dacuifilafcicofi
da territycome dapoggio caualcare quietamente > non mouendofi punto>
né jpauentandofì pernouità verunayche fentiffe , ò vedeffe ; an'Q camini
egliper lajlradapofatoy efaldoy nonpercotendoy ò minacciando altri
cavalli y né pero d&r di giumente infuriandoli con quei fj>effiy & impor-
tuni annitrir i, che fl or difcono tutto il Mondo. Finalmente in poche paro-
lepo/Jìam conchiudere,che'lcavallo dipinto vigorofoyma ben cofluma-
tOyvbbidientey& manfuetoyleggieroyvelocey agile, che poffay & chevo- G
glia eflercitarfiybauendo bocca piacevole a corregger fiyforti piedi a fofle
nerfiye robufti lombi a faticar fi,é attifjimo ad ogniTrincipey& Caualie-
rtyper apportargli in ogni luogo certa falute efommo honore. Ma quello^
che ò per ignavia ha bifogno di/peffo commovimento : ò per ferocità ha
bifogno dimolte careige : dàgranfhftidio al padrone continouamente;
Cauallo & poi nel pericolo gli perturbai' animo gravemente .TslJtraqueHe cofe
come deb farà da tralafciarfì ilprecetto del Crefcen^o in vedere di qual modo il
ba man- caUallo mangia la fuaprebenda;perciò che quellhche fono tardi al man-
^ béda* giare y fono ancor tard* neW operare ; e dada pochezza del cibo fi potria
* congietturare la fiaccherà della compie ffioney& vedere s' egli fta faci- f
le all'orinare y quando per qualche fegno ne fi a invitato ; laqual facilità
molto gioua a quelle dogliofe torfioniyalle quali quefl 'animale fommamc
te èfoggetto;non ifchiuado altresì di vedereys'egli mandi fuori gli efcre-
menti bendigefli;chegiàiVenetiy &iTrafini (come Galeno fcriue)po-
poli molto fl udio fi delle cofe cauallerefcheyda l'odor dello fler co de' canal
li fogliono conofcere in qval modo digerifcano gli alimenti; e quindi fnr
certa congettura dell' efler loro.Jlrisiotele fcriueyche folendo gli anima-
li feschi di natura mangiare le cofe humide > come a loro più necejfarief
s
DEI CjIVjìLLO) LIB.1I1. I75
& all'incontro gli humidì affettare le cofefeccbe , e dal cibo caufandofi
ogni efcremito .e dalla qualitàye copia del cibo procedendo la qualitàyet
la copia d'efso efcremétOydiquiauuieney che come Vbuomo costumando
i cibi bumidiyrende h umido l'efcreméto;cofiil camallo vfando ipafiifec- '
chiynaturalmente fa lo fieno afcwtto . Et perche il fetor di effièfegno di
qualche infermitàyb di rea compleffione de /' animale , molti per togliere
tal indicioypurgano il cauallo primay che à vendere lo ejpongano. In ve-
rità per hauer la perfetta conofcen^a de vncaualloyèdi meftierihauere
vna continona , e lunga pratica con laqualefì vengano à comprendere ^ot,a pra
gli occoltifecreti delta naturayfton altrimenti y che da Cicerone fi fcriuey cica fa co
che quantunque la perfona intenda bene le regole dell'z^frteynondime- nofcer la.
no s'eglinon ciacoompagna L'vfo > & lefiercitio , non potrà mai confe- natura lU
guirgran lode.; perche nulla fé ne può fen^a lijperien^a confeguire , la \0t
quale fi comedi tutte le cofeè maefira-y co fidi tutte è vincitrice . fiche
^irifioteleafferma dicédoyche con l'ifperien^l' huomo afiai meglio con
fegue V intento fuoyche noncoluiyche bara fola lintelligen^. Oltre che fé
per conofcerebene vn.' buomaanimal rationaleye conuerfeuoley bifogna
con lui mangiare molteimoggia di fiale iquantopiu lungo jftatio ènecef'
farlo à praticare vn cauallo > chenompalèfa lafua intentione con la fa'
£ uellayComeVhuomo pub fnrelLodeuole cof a adunque fiacche del caualloy,
à cui debbiamo la perfona- noHr a commettere ; habbiamo accortamene
teconfiderate tutte quelle particolarità) che nelle, vere elettioni (fecondo
iArifìotele)firicbiedono:e Jpecialmente ildone^'l comeydoè il luogo &■
la manierateti egli fia nato •>& alleuatOy& ancheefìèrcitatoy& fi come -Jr-co ta~
là prudenza confile in antiuedère le cofe future dalla memoria delle Conoicer
pajfateye della. conofeenr^a delle prefenti (fecondo Seneca) cofì dal confi- le qualità
derare i progenitori. del cauallo,e dal riguardare alcuni: atti fuolyficil d'v™ ca"~
mente fi potrà giudicarequal egli fià per vfcirnellenoflre mani.. <JfyCa ua
quando per auuentura dal venditore non fi diatanta. occafioney chefene
jy, poffano veder, le douute proue ; cautamente è da auuertirfi nelle aftutie:
de'. Co^oniyche molti difetti.de l'animale ingegno famente fanno court-
re\che vedendolo di mobileye fiacca coàày dal cuivibrare il cauallo fuol
difutile^ffere giudicato; come difopra s'èdettoteffi'convn certo fèrro fi , ,.
latOypoilo dalla banda di dentro dalla codày la fanno tener falda ; altri feqnali
glie la legano alla Còrfìera ; altri gli troncano vnneruoy che viendaladille qua
groppayil che fìpuofkre in quefio modo^che riuoltata la cima della coda l»à del cz
alla fchienayfì tagli quanto farebbe là mitàguardando perÒyche non fi ^'^utiadi
gliaffe la.comrneflura affatto: & cofì faldata quella feritayriman la co-- cozzoni. •
da quantunque fiaccbifjìma}dritta,e gagliarda >, Ter non far conofeen-
che'l
Ìy6 DELl^iGLÙJ^ I Jt
Rimedi) che' l cauallo fia vitiofo di corcarfi nell'acqua sfe per auuentura fon co- g
a coprir il slretti di varcarne alcuna , la trapalano , battendo difperoni, &fen?a
duetto punto fermar fi. Coftoro oltr 'accio fé l cauallo èfofj>ettofo,prima cbegiun
li che fi ga alluogo del fojpettoyil vanno -accorgendo & inanimando con la vocey
coricano con le labbrate oh legambe,& con le mani per lo collo, & con altri mo-
inacqua, tini fattivi contai de ftre^ra, che non fi può fàcilmente l'inganno vede-
, , re . ±Ak uni per fu rpià velocemente correre il lor cauallo, voglio no che
farcorre- ìmanZJ * ^m corrano qualche altri : ma alt incontro quesìo giouerà per
re il ca-- vedere fé l cauallo è foiofo,ò di mala bocca,che non fi poffa tenere afre-
uallo ve- no « Et quando e' fujje di mala bocca nel parare alla carriera, fanno che
locemece nel luogo, doue farà da fermar fi al fin del corfo , Hia qualche lor confi- F
dente > che con voce & con mano gli faccia fé gni , che debba parare, &
co fi il fermar à , effendo auue^oà quella vfan^a:e'lfimilmodovfanoy
fe'l, cauallo non fàcilmente fi voltale ad vna banda, ò quando non galop
pafiefìcuro al circolo .Hauendo il cauallo ramingo,e bi^arro,gli danno
Cozzoni fi fitto caftigo nella capagna, fen^a ftargli alcuno infella,chepoi quan-
e loro a- tunque egli vedeilCo^on far fegno di fmontare,penfando,che 7 faccia
&u rie in per e afiiga;io,fen'và\uia libero,fe ben haueffe mala intentione di non gir
coprire i 0itrU) £ di non voltar fi , ò digittarfiàterra,ò d'inalborarfi : Terò qual
de' caual- ^ora vec^ete nel cauallo fegno alcuno di bi^arria > e'iCo'igone farfem-
li . bianca difmontare , tenete per fermo, co egli di cattiua natura fia . Se'l B
Cauallo tien la bocca afeiutta, e dura,glipongono il freno gagliardo , &
in quello mettono mele , &fale , acciò che vifaccia fchiuma ; fogliono,
ancora por ui vna Moffarola di ferro, couerta di corame > che appena fi
fcerncfEt per far che vada leggiero fu' l fieno, gli aggiungono vna certa
cordella è cateratta dentro le labbra , legata alla briglia, & al barboc-
ciale ; e di tal maniera , che non fa ne pofiono accorgere i circoflanti ; e
cotal artificio più di ogni altro barbocciale quantunque ajpnfiìmo da
Cauallo fifuol temere . S'egli tiene le orecchie lunghe, effi ci le moica-
no ,eglitofano ancìye i crini; moflrando che fia Cori aldo ,ò "Bertone, ò «>
Francefe , & s'egli le ha cadute , dette T aride , l'acconciano di tal for-
te ò con la tefliera , ò con arte di zJMarefcalcberia , tagliandole vn po-
co, e poi cufciendole ; chele fanno parer aggwqre . Se'l cauallo è lunga,
gli accommodano vna fella ben grande ; s'egli ò infellato , cioè baffo di
f ch'iena , gli pongono vna fella alta difeggio . Vvnghie brutte,e cattine
eglino col bel ferrare > cjrcondiuerfi vnguenti le fanno belle, e buone
apparerc , i cattiui fegni delle 'Ballane effi correggono, facendo
mutar in quelle partii peli, con quei rimedi, che noi ne i feguenti li-
bri racconteremo : ma tale afiutia di leggieri potrà conofeerfi per la
differenza
zzi c'jyjttiò; uè. m. fff
r^l dìjferen^aych'efiadal color vivace dellanàtvrayal colore fmortOycbela*
[eia l'arte . S' el cavallo ha il fiato groffhy vi rimediano ton cibi > <&• con
medicine appropriate; & con apprirglile nafehè. 3' egli è tardo dijpro-
ni , il battono fortCy efi>e[fo in luoghi rem&tti : e poi [oliente il fknno ba-
gnare in mare , ò gli fregano i fianchi con [ale: ma quefìa malitia di leg-
giero fi fcorgey guardando bene ai peli de' fianchi : che per le cicatrici"
far andiuen :<ti più bianchi de gli altri . S'egli fouerebiamente à fksli--
diofo con le cauaUeyilcaflrano ; s'egli tra' cavalli e bi^arroy il caliga-
no di maniera > che qvalhora vorrà fùryuesìioni , [ubitamente con vna
vocerò con altro [egrn? di casligoyil rendono manfueto Magnando il ca •
'S aallo è co/i creato àfiampaycon regole,& con aiuti in hpghi Hretti e de-
? pittati : fi potrà conofeere l'efierfvo sfacendolo cavalcare da altra per-
fona strania , in luoghi larghi > hor qvàyhor là > &fenza circolante ve ■
rimo . Et per vedere come fìarobnfto di gambe y efciolto di ginocch'utyC
dipetto agile :gio nera fkrlo caminare dipaffoyfenja raccogliere le redi-
ne;\& fenza defiarlo dicalcagnoy riè ìima^nè di voce: per luoghi piani)
e piv toHo ali ingiùyche altrimenti, potendo ali insù -far prona delle an-
cbeye della febiena. Effi da ve ierprovtycome il cavallo fi lafcia ferrare^
firigliarey e governare ; & ejjl da avvertire alla qualità del freno , che
glifi vf*yper che dalla briglia [oliente fi poffono conoscere di molti difetti
E de l' 'animale ym affi m amente nella boccay la quale è daguardarfi attenta
mentey che non fia laceratay ne la Ungiti tagliai a y eomefpeffo avviene ,
a^uertafi alle ginocchia , che non fiano [corticatey& à ifianchiychù non
fian molto battuti : & finalmente fi miri bene y eli egli fia faaoy& fen%a
vitio . Vero è da tener fi bene in memoria quely che Seneca per efsempió .
fcrive a Lucilio , 'Pazjp efser coivi , che dovendo comprar vn cavallo >
non riguarda alla qualità de l'animale yma alla fella: fi come fé vn de*
noHri Dottor di legge , che buona peiga corifìderato intorno a vn ca- Qualità
uallo y che gli era propofto a vendere , fi rifolfe alla finey di non volerlo > j0 At^Q
£ perche egli era lungo di fiaffili foverchiimente . Veggiafi advaqve il no confi»
cavallo ignudo :e tra l'altre mature confiderationiyty avvertente: hab^ derarfì da
biafi notitia de l et ade .'perche la veccbiaia,oltre alla tardez$a->è fogget C^1\^XZ"
taamali infiniti'.e'l corpo iniuratoyè malageuoky& forfè impoffibileà
correggerfi; & necefsaria è pvretal conofcenzaydovendofi cvrare alcvrt
morboiperche a i cavalli , non altrimenti , che a gli hvominiy altri rime-
di connengonoy quando per la giovanezza fon fervidi , altri quando per
la vecchiezza fon freddi y comeVegetio dice. Et già per molti fegni po-
tendofì ciò conofeere ; /' denti faranno i primi a darne indicio : dal che
nacque il proverbio vfato da S. (Jirolamo : chea cavallo donato non è da'
M mirarfi
*7&' <& ILI JL 0 l 0 \ì jl
Dftnlper stirar fi a i denti: la quai ofieruanta JL flirto > é Fanone dimoflrano ef g.
che da co fere anticbifjlma : dicendo l'età, de' cauall'i >e di '-tutti gli altri animali ,
fiderarfi c>hanno l'vnghiefodeye nondiuifeye d'altri ancoraché hanno corna:da i
jj^ x ua denti effere manifefia . Efcriuendo frittotele, tutti glianimalLnaj cere
dentatiyeccetto l'buomo;foggiunge)che quando il cauallo è giunto al tren
te fimo me fé, gli mutano i quattro primieri) cioè quei di me%o,due di fot—
to,) edite difopra .. Tofciacompiuto l'anno > quattro altri del fimil modo i
& cofi altrettanti in capo de l' altro. anno y poi niuno.piì^fe neicangia..
Trouafi ben in, alcuni effere auuenuto ycbe co'i primi fifiano.infieme
Diuerfìtà cangiati tutti] in altri tuttixo'.gli vltimi : maqueflecofe di rado.Tlinioi
di-denti, hamndo detto y che deUetrefortidi denti) ebene gli animali fi veggiono F-
quei del (ane fon fitti aguifa di ferra : quei del Cinghiale > de l'tfippo—
potante de L'Elefante fon cacciati in fuori ; & quei de l'Huomo & del',
cauallo fono continomi :dice , cbe'l cauallo. dopò, bauer. cangiatici due
anni > e mero y i quattro dinanzi:: & altrettanti deiprcjfimi. l'anno. fé—
guente >per li quali rinafeono queUi,che folumellarifi chiamano) glie-
ne caggiono due alfrinùpio del quinto y& alfefiògli rinafeono : sì che:
alfettimo-gli bàltutti.rinouatiy <& immutabili . Fanone affermando de:
i. primi dei trenta me fiyfcriuey che nel principio del quarto anno) quat-
tro altri, ne gitta viayrinafcendogli i Q)lumellari:neÌ'principiodèl:quin—
tane perde due>detti C aninìyiqua li poi al fé fio fi vengono ariempire:&. G>
al fettimo tutti gli hàrineuati. ;,ne d'indi innanzi fi pofiono più conofee—
ne:eccetto quando i. denti fondiuenuti brocbi (cioè piegati y fecondò il.
Qrefcen^0)O pendenti infuori )& lefopraciglia canute:ycon lelacune. di
fqtto,cioè)chegli occhi fi reggiano incauati ^(fi come isfffirto ejprime).
& all' bora dicono > che l cauallo fia difedicianni ;. le quai parole ancor-
da Vlinio fifoggiungono . "Palladio fcriue-, che. neltrentefimo mefi) cag-
giono i denti di me%o yfoprani »e nel quarto anno fi mutano i canini ; poi,
tra'lfefto caggiono i. molati difopra) & nel mede fimo anno fi adeguano-.
kmutati;nel fettimo fon tutti egualmente ripofli.Jl ile quai cofe tutte Co
lamella [ottoferiue, fé non che.de i primieri di me%o dice foprani,& fot- &
tani;pofcia aggiunge yche dal fettimo innanzi i denti fi portano caua.tiyet.
aldecimo incominciano aliare • cacciati infuori \ & le tempie appaion-
caue;e i peli delle ciglia talbor biancheggiano . Vegetioyi denti metani
difopra chiamaLattanti : & corrifp'ondèndò in tutto alle fenten%ede i-.
iettisAutoYÌ) foggiunge. nel.duodèiimofu'L me^o de i dènti apparir ne-
rc^ra.^Pelagoniojdopò l 'bauer -mutati ' iqwattro-me<rani a i trenta mefi>:
dice cbe'l cauallo a i quattro amw.gitta i CòllùmeraritHe i cinque' per»
<fc fimilmeme i duo i Canini #<& riempieglineifeir fiche nel fette gli.
ha tutti.
<D EL € «tVjtl LO l IB. I II. "17V
14 ha tutti paride da l'bora innanzi gUportaxaui ; né pia l'etafe nepuòdi-
fcernere,eccettOy che nel die ci incominciano ad vfcir fuori ■. JlffirtQ quei
trenti metani -, che fi mutano a i due ami e mzxo , due di [otto > e due di
fepra, chiama fecatoriyòtaglianti principali y & maggióri; afferman-
doyche fu l principio de i quattro anni in fi? atio di quindici dì gitta i prof- -
fimi a i primi cangiati ; né molto dapoi nel mede fimo anno butta vn fo~
pranoy&'vn fonano ; & in-quel tempo mette i Canini , iquali compiei»
dodici me fi : Toi trai fé fio gli-caggimo i molari di fopra ; & alla fine
adegua tutti quelli) che prima ha mutati ; sì , che dal fettimv allvttauo
tutti fono egualmente fomiti . Soggiunge pur ejfer alcuni yche cacciata
B primi denti yfianno otto me fi a cacciar i fecondi y & con pari tardanza
interpellano Ivltima dentatura . 1 tempi del primiero mutare^ da niu-
no fi pafìano > nefilafciam ; ma nell'altre non in tutti? offerita ilfimil
tempo ; perche talhorai fecondi anticipano iprimi , egli vltimi i fecon-
di ; Tur è cpfa certa , quelliyche perdono iprimicr.iy mi mede fimo tem-
<po mettere iColumellari dinan^iyvno di fopra; &vn difetto : edafvn
datole da l'altro mutare iprimi diquelli co i lor congiunti ; ma verfoil
fine de i tre annidi dente fi romper fifa tondoy ò dimenetriangolare . x , -,
Il Crefcen%o aUe dette cofeyche approua , foggiunge y hauergli detto vn' uajj,- co-
huomo ejperto , che V età fi può conofcereda i dodici denti-dinanzi yfei di nofcerfì
* fottoyefei di foprayde' quali fuolauuenire ) che fé ne gitti alcuno , &non ^a * <té«»
rinafca) ilche è molto noceuole al caualloyperche con quelli fi pafcey ma-
sticando co'-i molar'hche pur' fi dicono Mafcellari y iquali (fecondo x/Ln-
lìotele) da ninno animai fi mutano ; Ma degli altri mutando/i i quattro {cey^i%
frimi al fecondo anno, fi dice il "Poliedro di primo morfo ; poi mutando fi
gli altri quattro proffimi > che metani fon detti , egli è di fecondo morfo\
e di ter%o>quando gli fi mutano gli altri quattro > detti quadrati : & al-
l''borapuò chiamarft caualloll 'Tolledro nafce coi Ranchi dinanzi > poi
gli nafcono gli fcaglioni , iquali fé veni/fero tanto lunghi > che Vimpedif-
~ fero al rodere>& al mangiare > bifognafegarfi > accio che magro nonne
diuenga.Il V^ufiofcriuey ctìà i due anniy e me^o y al cauallo incomincia-
no a cadere i denti fopr ani di me%o \ & ogni anno fi mutano gli altri nei
mede fimo modoyinfino al quinto annoynel quale pareggia quelliyche mu-
tò prima; & nel fettimo fi trotta la bocca piena di tutti i denti, iquali po-
-fcia inueccbiandoys'ingroffanOy& éfconfora: diuentandole tempie cur-
ue j <& le ciglia canute . Indi foggiunge impoffibil efiere ) chelCauallo
■riefca -di buona boccayfe nonglìfìleuano quattro dentiyche nella mafcel- '
la di fiotto fi anno ? due da Vvn lato , e due da l'altro : dedettiTianiy t
4ue fcaglioni ; gente egli battendo tai dewfubtàocbe fifcalda> mal fi
M 2 puà
i8 o- 1)ELLUGlQ^I^i
può ritenere dal (auatiere, & al pia rifiuta il morfo del freno . ^AriHo- g
tele fu pur d'.flintione di questi dentiydicendo in me?o dei piani > e degli
Cura in- acutifiar i canini,che della forma degli vni e degli altri partecipane^
torno a i effendo ingiù latiy in sii aguzzi . Terìy quelli quattro denth come il ca-
denti del uallo hard p affati tre anni, e me^o ygli^ fi deuranno dalle radici fucilerà
caiwlio.. eQn feramenti a ùfr tfti y rYiancando la Luna > nel tempo maffìmamente
delle vindemie: perche dandogli a mangiarci racemi de l'vuey le piaghe
della bocca meglio fi e urano y& fi fald ano y fen-ra fkrui nafeere carni
cattine yò vermicciuoli : e di tal cibo dimene ancora l'animate miglior-
ai boccoy perdendo la ferocità, & lafuperbia che tenea , & feri ingraffa
mirabilmente. Ma canati che fi ano gli fcaglioniybi fogna > che su, le pia- P
ghefi freghi del [ale alquanto trito : &per due dì fi tenga il cauallo in
parte eh in fa y che' l vento non l'offenda ;fen^a toccargli altramente la
bocca . Voi giouerà continouare le fregaggioni del faley nettandogli pri-
ma lepiagh : d'ogni lorderà, & fcarnando quella cerneyche vi crefeef*
fé: egioua ancora lauarle prima con vino tepido, aggiungendoui mele, e
pepewbi più care%je volefie vfargli , e dall'Ima inauri quanto piùfpef-
fo.fi cauakherà con vn competente fi eno,e moderato efercitio,piu fi ver" "
Murario- rà.afkre callafaye dura lanouella carne di effe piaghe : onde pia atto ri-
ai di den marra l'animale alafciar frenarfi . Hora quando il "Poliedro evenuto ad
*** etdychefipojfa chiamar cauallo: i dentigli diuentanopiu radi,epiùlun- ®
ghiyco' capi neri:incominciando ad inuecchiarfi il colore dyeffi denti paf-
fa in biancbe,zgay& a color di mele > indi a color di poluere , &fi dilun-
gano maggiormenteye benché la lunghezza de i denti foglia talhora ef-
fere per natura fen-ra vecchiaia? tutta via per far parere ilCaual più gio
uane.ym.olti limar gli fogliono . Plinio ferine, che a gli altri animali nella
vecchie-^prai denti iarrofi ano, folo al Cauallo imbianchirono : del che
Béri per- danno quesia ragione alcuni faui: che nel cauallo effendo molto bumore>
uaHo fo^o Vie^° nella giananeTga facendo motOymediantcil e aloreyè cagione, che
s'imbuii- * dentidiuengano bruni : Venuta poi la vecchiaia , e montato il calore , ^
chifeono quei fi fanno più de l'vfato bianchi : òpià toflo diremo fecondo ^Lrifiotes
nella vec ^ che quelle cofe fogliono imbiancbirfi y alle quali la for^a del Sole ha.
. tolto Vhumoreycomefì fa la cera bianca? onde quallyora tutto Ihumor de
denti dal calore è conuertito in vapore,& eshatatoirimangon bianchi cxy
Denti del me neZ^ Etbiopigiàfì vede: &cofi egli conferma > che ne icaualli vec-
«ane in chi i denti fi fanno bianchi: e negli altri animali neri : Medefimamente
giouenrù aitroue diceyche in tuttigli animali che inuecebiandofifan canutiy come
vecchie^- ' Càualtiy e i fani , ogni cofa dal natio calore fi cangia in bianco*, fé non
*a aeri . c/te ìdenti nelQwe giaiune fi veggiono acuti ^ e bianchi , nel vecchi*
mri
DÈI CJVj£LLÒ> 11B. Ut. iS?
14 neri è r intubati . tsfltroue ancora ferine , che co fi il caualloy comtit
Mulo è vigorofo da che nafeono loro i dènti : poi effondo vfeiti tutti , non
fàcilmente fi f cernono dieta : però folerft dire , che certe fono le cofe al
naf ciménto > ma dopo nate incerte . Tur in quello principalmente fi pub
conofcereycheH dente canina a queiycbe fon di fette anni) è più corto per
l ' vfo della brìglia,cbe l'ha confumato . j£ coloroycbe non fono giunti al
fettimo~->e<ili è n igglore^ma non co'lfommo agu-r^o:à pik giouani è pia
lnngOy'3'pìù acuto.Queili dentiyche danno indicio de l'etàyi (jreci chia- Déti goo
mano Gnomoni yi quali veggendefi caduti y Senofonte dice effer male , ^oniqua
ebe fi comoe ri il cauxllo : il quale ejfendo co fi vecchio > & priuo di tali
*% dtntiyfi dicea (fecondo Hefìodo) Lipognomone . Ejfìtjnomoni fi dicono
latinamente Tullini: perche a i Tolledri nel cref cimento de l'età caggio-
noyfi come Tollucefcriue . Ma non fol da i denti cHnfegna jLnatolio di
prendere le note de gli anni: potendo fi anco dalle mafcelle difeernere , MafceHe
tirandola cuticagna , la qnal fé facilmente è rileuata , facilmente anco datino in
rafi riduce alla fede 'ftiìtyì fegno di giouanezja: s ella pia lentamente fi ., c\° del
va a rimettere , & refi a crejpaydinota vecchie 77^a : il che da i/irijìote -
le fi conferma féltri antichi vfarono ancora di provarlo nella cotenna Cotenna
delle lp alle: fi come dalCameriaro fi racconta . Vegetio ci mojìra vn'al- e rughe di
tro modoy che a caualli domati , & auei^zi alfrenoyannoueriamo le ru- no Ìn<^""
' gbe y che fohoalfó Urano labbro : incominciando dal principio del morfo J° e
fin" a l'effremo di éfio labbroyche tanti faranno gli anni,quante ritrouere
mo efiere le crefpe Cofi veramète dalla moltitudine delle rugbeydalla tri
slè'&a della front e,d a l abbaiamento del colloca lo fiitpor degl'occhi
dalla canutej^Ta delle palpebrey e dalla pigritia di tutto il corpo la vec-
chiaia fi manifefia.^ìleffandro ^ifrodifeo dueyche i caualliy quando fon Vecchie?
veccbiydiHendon il labro [ottano } percioche nella vecchieTga la natura za del ca-
fi viene fempre a rimettere: & quel labro di fiotto è maggiore y& più car "? r _*!*
nofo dell' altro ;& meno s' accofìa all' 'offo. Dal compimento y<^r purità de nofea.
$ i denti dinan^jyfcriue JlffirtOyche otto anni fi conferita nella fua for^a il
caualhyd 'habbiail piede molkydieci cbìl'ba più duro.Dopo quefto tem-
po farà impatiente de' viaggiy e delle fatiche : perche ne ipiè dinan^iyle
coroney& le paHoie difmettédofi da i maglioliymal può fermarfiyet peg
gio monerfi:& cofiychi di piede fìaccoynon viuepiu di ventiquattro anni;
chi t ha f odo dal principio infino alla vecchie^a > ventiottoy e ventino-
Mypnr diffidi è chepaffafie i trenta . La vita del caualhy dice z^frisloti-
leyalpiù efier di diciottOy òpur venti anni:alcuni ancora hauerne paffa c.au^o
ti venticinque y e trenta: & fé diligentemente fian gouernati y poffare 5o tempo
firìd i cinquanta: ma quel , che in granparte s'è veduto per prona, la uiua.
M $ pia
ig£ ài l l J. G l 0 !^I <£
più lunga etàpuò correre a trentanni . La[eminapuò vitieme vinticin- g
De Cz\ì2\yue>maalcme aViArantanefono &AHte' Quelli '>cke S allenino alleflal
ìi chi più Uyviuono. manco diquei, che Hanno- alle $&ggej credo certo per la [og~
lungo iè'gettioney e per le fatiche cantinoue, e per li morbi, a quat'rfwo più [otto*»
pò viua . p0ftn caualli domefiici,che i fregali; emendo quefli immuni (fé e odo lui)
d'ogni altra in[ermità,che dalla Todagra^perla quale [oglionoi'vngbie,
perdere ;benche prettamente le racquiHino rinouate ;e di tal morbo catta
e crefi>a,cbe fi genera appo le nafche : Ma quelli fono /oggetti a' mali in-
finiti : tra* quali è pur marauiglia ad v dir e y che aiw.enga loro il morbo
lunfatico , che non gli fa mai ripofiire : fé non quanto fentono il fono de
la Tinayil che pare [traile a quella paffione,cbe per lo morfo della Taran t
tolafente lhuom& . LiHefio Filofofo altroue dicey che i Mafchi vfano il
Coito fin' a gli anni trentatre,le f emine fin 'a i quaranta; sì, che qua fi per
tutta la vita fi viene a ferbar il. coito ne i e aualli ; perche in gran parte
"piue il mafehio circa anni trentacinque; &■ la [emina oltre àquar anta .
*A-theneofa mentioue efier vijfì caualli fin 'a [ej[antacinque,e [ettantaan:
ni; & cofi "Plinio, il qual con[ermaef[er atta la caaalla a generare ogni
anno infino al quar antefimo ;&• attoparimente il cauallo fin' al trentefi-
mo terranno ;. perche dopò il ventefimofi [ogliono dagli ejfercitvj del
Circo mandare a riparar lerai^e; & alcuni durano ancora infino al
quarantefimoypur che dalla parte dinanzi aiutati fiano, (il che del ca- G
uallo Opuntio ^friflotile [crine, & Solino afferma) con tutto cibinpo-
Ne r ca- cfa animali minor [ertilità,che ne i caualli [oggiunge ef[ere:pero le mon.
fi2 minor te fi danno loro per interualli ; e ninno tutta via ne pub tolerare quinde-
fertilità ci in vrì anno . *Altroue il medefimo Veronefie dice, icattalB uiuere cini-
che negli qiiant'anni: ma le [emine manco ,e benché per ragione di natura i ma-
altn *nì~fcbidipMli:<iga vita , che le [emine debbandirfi, tutta via del contras-
rio è cagione d[requcnte coito ; il quale quandi) è[ouerchio , confiuman^
do la[oHaìii(a,& l'bumiditd, debilitando le virtà,& eHinguendoil ca-
lar naturale ,.con eshalatione de gli (piriti , necefiariamente appreHa la
vecchieT^a rò" mancamento di vita ad ogni animale apporta ; & pero &
non più- di tre anni dicono viuere ilpaffero , che [opra tutti gli altri aur-
felini èfagaeffino. ^Alberto racconta hauer intefoda vnfoldato,il ca-
uallo di lui batter paffato il[ejfagefimo,& fempre efiere flato vt ile alle-
guerre;& toni autorità di Quintilìo [crittor anticbi[simo,Hierocle nar-
ra y vrì 'altro [oldato effèrfi vinticinque anni feruito d'vn fuo cauallo y,
& lArifio fané "Bizantino battere [critto, che vn cauallo pub viuere an-
ni cinquantatre. llSeffa pur ri[eri[ce hauer vdito da i Cauallarixgi
dal Rj Ferrante primo x. che un cauallo [lette in quella fi alla y chtha^.
usa
jt uea già fettanf anni. Sappiamo già nella (auaUari^a ^eale efi ere fla-
to vn cavallo , che morello cancelliere il nominauanoyil quale in età &
uentidue annirobuHijfimamente s' adoperava . Dalla ra%^a del %eLui- t,uon4(jej
gì era vf cito quel Buio} che in età di diciotto anni era adoperato dallo ja Razza
miniano nelle battàgle ; e di venti vn' altro 'Baio Villandi Spagna fervi del Re
al "Duca Valentino eccellentemente. Isella giornatacbe fi fé da Spagnuo LuI»u
// , e Fr ance fi alla Cirignola , Giacomo Guinna^zo Cavaliere Ippolita-?
no concedendogli Traiano Carr acciaio Trencipe di Melfi > che fi feruiffe
d'uno de f noi cavalli;fcelfejra tutti vn 'Baio di grande > e bella diffofitio
ne ch'era ìjà di ventifette anni ; e quantunque in quello ifleffo annofof-
B fé flato alla monta delle giumente > nondimeno fi portò in quefio bifogno
fi valor osamente-, che l'vnoye l'altro faluò y & honorato ne yfcì infieme .
Raccontano ancora i Frati di S. M. di Tremiti > hauer tenuto nella lor
I{a^aper ijpatio d'otto annivn cavalloTvrcoyche altrettanti h ave a fer
uito Cefare F regofo generale de' Signori Venetìaniy iqvaliglie l'havea-
no donato dieta di fette \pofcia mandato à Brefcia , tre anni da poi con
quello fu mantenuta vna gioHra in Tadoua . Et per non tacere quel >
che da verdatieri gentilhuomini mi vien detto ; era già d'anni trenta
quel Turco di pelo baio , col quale ili) ve a di Santo Tietro fi faluò nel-
la rotta dellaVetr -dna , correndo trenta miglia armato di tutte pej^es
quando battutolo in dono il Conte di Cincione > fé ne feriti gagliardamen-
te nella Trouen%a; e poi lo menò in JL Igeriydoue i Tede fi hi furtiuamen-
te per vfo di cibo confuo molto ramarico glie lo vcciferoy e diuorarono.
Ma perche quefie fon cofe rare; effendoditempoin tempo le compleffie-
ni di tutti gli animali indebolite; fi vede per più ordinario quelloy che di-
ce il I\ufioyche'l cauallo ben governato > & moderatamente effercitatoy
fìyche la troppa fatica no venga à confumarlo ; per la maggior parte fi
mantiene in vigore fin a ivent'anni . Hora Tlinio aggiunge alfuo di- Caualli fi
fcorfo y che le f emine finifcono di crefcere al quinto anno > mafchi vn'an ■ no a quan
£ no più. frittotele conferma y che la femina in cinque anni compie do tempo
V oc cref cimento della lunghe%7aye de l'altera ; il mafchio infei'.pofcia no ^ ^j
in altrettanti feguenti anni crefce di corpolen^a : & fin' ài venti fen' uà fcere.
cvefcendo: di modo , che più to fio le f emine y che i mafchi la per fettione
confeguono dopò nati : benché nel ventre i mafchi più tofto > che le
femine ( cofi ne gli hvomini y come in tutti gli altri animali ) fi {imper-
fetti y & la ragione è, che di tutti gli animali}effendo più fredde le fe-
mine de i mafchi , vengono più per tempo a restar per fette > h avendo pe-
rò i macchi le parti fuperiori più potenti, le femine all' incontro le in-
feriori .-perche cofi al bifogno del generare fi richiedea. .Afclepiade.
M 4 (come
T&4 bELl^GLOt^I^t
CommiÉ (cóme Tiutarco racconta) affermaua,le commiffure delle membrane i g
fare delle mafcbifhrfi nel ventefirno fé fio giorno , & in molti più tofto ancora : e
niebrane ^- perfettione compi; fi al cinquatefimo : nelle femme] incominciare tra.
due mefiy e fornir fi à quattro ; Ma nel genere dei Bruti le membra di-
uenir perfette in parifyatio per le pari temperature de gli elementi.
Caualta Tutta via non è dubbio , cbepajfati i due anni la cauaìiapuò debitamen-
puoingra te bigrauidarfì : & perche , fé com'è più prefla alla per fettione , cofiè
uifi-ar • ifà prefla ancora al mancamento , ellapafiatii dieci, non è più atta a\
due anni. Zenerare cofa> c^e yt^e e buona f offe . Columella dice il mede/imo y
che la cattalla può dal fecondo anno concepere , fi che dopò itter%o par-
torita alieni il parto : ma fatto il decimo, intender/} vecchiaie non poter &
fé non figli pjgri , deboli partorire : Il Cauallo manco di tre anni nonef-
Cauallo fer idoneo alla monta : poi potere in/ino aventi progenerare . I>ella ca-»
di quanto valla ft conferma da Valladio , e da biffino , che nonfia minor de i tre »
tépo ido- ne maggior de i dieci; ma il dar il Cauallo afa r progenie , dicono douer -
neo alla yj dal quinto anno incominciare . ^YiTiotele ferme cofi la f emina, co-
me il mafchio vfando il coito di due anni,fhr i poliedri fio fci spiccioli i
ma da i tre innanzi efiere l'vno , e l'altra idonei a perfetta generatione
infino à i venti, ^iltroue dice > il tempo di potere degnamente procriare
effer all'bora , quando fi fon compiti di mettere tutti ì denti : benché al-
cuni ancora nel mutar d'effigia fi dicono hauere potuto empire r & mol- *
ti confermano queslo fàrfì : eccetto fé fojfero flerili per natura. Tofcia
più di fiotto Jpecifica > effer idoneo il Cauallo a procriare^uandoha com-
piti quattro anniye me%p : <& che i più attempati veramente fon più fe-
eondiycofi nel fefio mafchikycome nel f eminile. lAnatolio cofi al mafchio
come a la f emina circoferme il tempo della monta da i cinque anni de
Opinion l'età loro, infino a i quindici .lo parimente direi, che s'imeominciaffe
di1*}! PreP° àlfe5ìo,all 'bora parendo > c'habbiano interamente potta lafor%a
tempo il &yperfona, perche eftendo laregula, che dal poco perfetto non puh
cauallo fé noncofa poco perfetta nafe ere :bi fogna che per generar are robufli figli ~.
na idoneo n padre fi a robuMo in quella età, c'babbia la perfettione delle membra >.
on~ & le virtù in tale fiato,che fen^a mancamento alcuno lepoffa vfare: &
cofi s'egli farà di buona compleffìon^e ben cibato,e ben trattato, dure*
ràall'efiercitio della monta fin al uentefimo , & farà figliuoli per fettiy
forti e vigorofi'.ma ejfendo altramente r <£r che fouerchie >. ò talhora in
nano fi faceffe affaticare, non durrerebbe oltre al quimodecimo : et
parti fariano infermi, fiacchi y&ifneruaèi , ilfimilepuò intende? fi Ideile
madri,lequaliin quei primi anni ejfendo piene di foia , & vanità : per la
fmifurata, materia , e caldezza rade volte fon babili à. concepere yi
diftrug-
u.
'DEL C AV ^LLOy li B.' 111. 171
jl diHruggono con la fouerchia lufiuria gli fiaìloni innamorati . Et perche
i candii , & le caualle non hanno tempo alcuno diterminato alla libidi-
ne ; e non ceffono mai dal coito,in finche viuono , come Jlrìfiotele dice ,*
bifogna , che l'ingegno de thuomoglì raffi-reni con legame , e con altro
tale impedimento ; perche non in ogni tempo dopò fatta la monta , lor
è data faci Ita bafleuole à nudrir quello, che parti/fero, però canuienfi
interuallat amente farle congiungere , acciò che neprouengauo i poliedri
migliori) e più durabili ; come da Virgilio ben fi accenna là doue dice .
Ma nulla indi fida più ferma lefor^e >
Che fi d'merta Venere , e dal cieco
% tsf?wr gli ardenti flimoli colui-,
Che V vfo brama di candii ò 'Bui.
Et cofi dice Fanone > che quelle che ogni anno fi fanno pregne , diuen-
gono af cinte, e poco fiuttnofe, come le terre di ristoppia , dal (re"
fcen^o detto Satiue, che ogni anno fon feminate . Là onde foggiun~~ .-
gè il filofofo, la caualla nonfubito dopò il parto, ma con tempo in-
tervallato , dauerfi empir? ; perche meglio procria : trapoflouiilquar-
to anno y- ò pur il quinto ; e quando tutto mancàfie , egli è necefiario
di frapparcene almanco vno à guifa della terra nouale , che noi duiam
Maiefe,che in ogni due anni fi feminavna volta . Ciò fi conferma daCo-
C lumella , che à caualla di vulgo è cofafolenne partorire ogni anno ; ma
la genero fa conuien , che fi contenga alternamente , ciò è l' un sì , e l'al-
tro nò,, accioche il "Poliedro più fermo con la perfettafosìan^a d el mater
no late puro,venga idonea e preparato alle fatiche delle battaglie. Jl me- ~
defimo fi ordina da'Paliadiù, che le generofe (aualle , & che nudri- quan(i0£
fcono mafchi , fi deonofar courireinteruallatamente , affine > che di co- debbano
fio fa, e puro latte infondano la for^a è i parti loro ? l'altre più vili fi far copri-
fofiono farfenya eccettìone riempire di pafio in pafio . "Plinio parimente l e *
Àice,che le caualle al ter^o anno dopò il partOyò dopò vno almeno fi pef-
fmo vtilmente far courire ; &fe voglia non ne haueffero , vifipojfona
ben forzare: del che ci s'infegna il modo ad (alumella , che con la fquil-
la pejìa lor fi f rechino i naturali , perche mirabilmente accende la libi-
dine tal cipolla, che Canina è chiamata : Queflo rimedio fi fyecifica da
Fanone, che ■ vìi-poco- di Squilla fi pefli con acqua, e con quella ridotta
à cr affetta di mele fi freghi La "Natura della Caualla , a tempo, che
fi a nel MeftruoyO carne volgarmente fi dice , che fi porta ime fi . Ciò
conferma pur Anatolioyaggiungendo àquefia medefima cofagiouave af
fai , che quiui fi freghi, e Sterco di pollaHri, peiìo con mefcolan^a
di Ter km ma. llB^ufio dice auuenire fceffo > che. la (aualla accettiti
QauaWfb
D
>x8£ D E l l U G t 0 \1 oi
CaufllbindoJJbytnapoi rifiuta il coito ;ilche fi cagiona dal mani amento £
del f 140 sabre intorno di naturali ; però doueruifi de/lare > fregandoli
coni' 'orticaio conia fquilla.De l'ortica fi conferma altresì da Macrobio .
Ma fe'l coito fojfe per auuenturafcbiuo àio ft aliane y eglifi può incita-
re > accollandogli al nafo l'odor de i genitali della Caualla ; potendo fi eia
fare con vnaffiogniaiò altro fimile-, come .Affirto , e Garrone infegnano .
Tal volta egli fi f noi più tojlo muouere à libidine , & innamorar fi dunx
giumentapiena di lordeT^xa^e mal trattata;ilche ^Anatolia vuol non ef-
fere da permetter fi . Medefimamente ferine ColumeUa foiere auueni-
reycbe la Caualla più volentieri fi fottometta ad vn' ignobile^ vile , che
al degno da noi elettoiperò vi fi potrebbe rimediare^ accollandole queflo F
tale > che à lei piace ;& com' ella fi vede preparata ad efiequio > fùrie fa-
fr aporre ilgenerofo.Effa è da tener fi legata in luogo oportuno;& prima
che fi fottometta alla montayo^fnatolio vuoleycbe'l Malfarò le tofi la co-
da yfi y che non venga à dare impedimento à loftallone y a cui deurà da-
Perorila re aiuto il (jiument aio y dette da Latini in tal vjficioTeroriga; acciò che
chi fia. . egli non venga indarno ad affannarfiy &per la troppa cupidità Ipargef-
fé ilfemein terra > cóme Fanone dice doiter guardar fi; £t à queflo effet-
to y le per forte iaflatura delia caualla nuan^afle quella de loflattoney
Caualle j-ar£ yene co\iocar [ei fa ynafofia di maniera , ch'egli trouandofì corri-
debbono fondente > non h abbia àtrauagliareyma fiocchi al dritto: & in queslotf
accómo- modo farebbe da menar fi al cauallo con vn Capellone di canapo y òdi
dare à la pelo forte y eprejfo à cinque , ò felpa ffi lungo : & attentando piaceuot-
tnonta. mente9 farlo accollare alla giumenta fi , che la pojfa annafcarey &
con la bocca altresì toccare > tanto , che afficuratifi l'un con l'altro : ella
faldata dalla libidine y gli volga le groppe y <&• aìl'hoì -a con maggior
lentezza della fune fi lafcierà loro prendere ifuoi piaceri. Alcuni pivi.
toslo lodanoycbe menando vnoflattone dentro vn chiufoydoue filano quel
le tante giumentey che à lui declinate fi ano yfilajfiàfuo arbitrio di appi-
gliaci a quella prima > che più gli faràgraditay facendogliele slare tutte
dauantifcapole , perche con maggior diletto s'adoprerebbe vn atto coft
Jpontaneo : Ma in ogni modoy che ciòfifkccioy conuerrà queflo ordine of-
feruarfìy che fatto slare con ejfo libero vno slattone peritano d'otto bo-
re yò pur di dodici al più ; vi s'intrometta infila vece l'altro ; auuerten-
doyche ogniun di loro pia toflo con di fio , che confaflidio ne rimanga > e5*
cofi continouando per ottoy ò dieci dì verranno tutte le Giumente àre-
ftar ben piene ;& conferuatifi gli slattoni temperatamente porgendo il
feme vijcofo > & caldo > produrranno robuslifigliMoraper i'ejfecutionc
di quelle cofe è necefiario hauere il Giumentaiojcbefiagiuditiofoyprati-
coyeda
<DtL C JV sAHOy 11 B. .III. 187
co, e da benebbe) chefappia ,&noglia dirittamente fare il fuo mestie* 1
r esortando fi fedele, amoreuolc,e diligente in gouemar l'armento afe
commefio,ilquale et deuràtenere cofi difefo da l'ardor del Sole, c£* hor
vor del freddo, come abbeuerato, epafciuto bene aWborefue:&in quefli
importanti tempi > ne' quai s" attende aWaccrefcere delle R^aTge > per
rifiorare i lunghi dijpendij del padrone col beneficio della nuouaproge-
nie,che s'affetta ; egli deurà col fuo giuditio mifurare le f or "re de'fuoi
stalloni > tanto in non farli più' del douere affannar nel coito , quanto in ,
donar poi loro quel ripofo,& alimento, che conuerra alle lor frtiche,v-
fando in fomma tutte quelle prudenti parti , che ad ottimo agricoltore fi
» appartengono .Isella Mifta ferine Eliano, che quando fi fu la monta del- M5ta ^e\
le caualk yflanno certi a cantare non altrimenti , che fé nelle no^re di- le caualle
cejiero V Himeneo ,- & con la dolcezza di quel canto ftimano le ingrani- "e^a. fi-
date beUiffimi parti douer produrre. Jfttejla/ì pur Euripide daTlutar- [^
cocche i paHori fonando la fampogna , incitano à Venere i Caualli ; e
q,uefla fuono luffuriofo Hippothoron era detto, fecondo Celio . Ver fkr >
che lo stallone fi muoua aluffìiria,dice\Affmo deuerfibagnareil mem-
bro-genitale, tfr i tejlicoli diZJinoyin cui fra me folata poluedìcodadì
(eruo bruciata, e pella ; e quando bifognaffe raffrenare il fouer ch'io im-
peto dì lui furiofoyvngeli d'olio ~ 'Plinio ferine effere vna fpecie di Sa-
e tirio,dettaÉrythraico,chefolamentetenendofìinmanolafua radice >
incita l'huomo al coito ;&■ maggiormente fé fi bene invino \auflero ; pe-
mfolerfi dare in beuanda a i Montoni, e gli S armadi vfano a caualli y
che per la continoua fatica fitfìero pigri aV enere ;ilqnal vitio chiamano'
Trofedamoiet altrouefhfede lOcimo(ch'è la prima Ferraina,ch'efce)
aqueslo affetto folerfi dare nel tempo della Monta agli rifinì , <gr a ca- . • j a
uaUi . Giona, pur dar fi a bere a loflallone polite di testicoli cauallini ; g\{ ftallo-
hauendo la maeftra lettura a quefli animali fommamente benigna in lo ni .
ro mede fimi rif erbato quello, che aiut afe a dilatare la lor progenie. So-
ft no alcuni(come esfnatolio ci racconta) che per far innamorare lo fìallo -
ne de lacaualla ; bellamente le acconciano i crini , &lapolifcono con
tutti quelli ornamenti , che fonpoffìbili ; e tal bora glie la fanno correre
dauantì,quafiprouocandoloacontefa : & con sì fatti inganni e ve^rifi
stimategli s'incita all'amore, Qu,efla medefrma industria fcriue zsff-
ftrto,poterft vfare nello stallone, adornandolo di belli fft ni guernimentiy
grinfieme con Oppiano afferma , chedi qualunque colore faremo stare
couertolo stallone ,innan?ialla cavalla, alquanto prima , che fìa da
•penirfp al coito,fich" ella infiammata lungamente contemplando quel-
la desiderata figuraci' imbeuaco'gli occhi, peonia forte imaginatiua
nella-
!98 DZLLvtqiOItlJt
nettammo la simprimaydiq nello fomiglianteyò che femplicef offe yb va g
rioy n afe era colorito ilToUedtOyfenira pam1) degenerare . Il che non è da
.parere al vero diffimile: quando di tutti i F ilo fo fi è fenten^a approua-
tiflirnaycbe alla fhnt afta del generante, ò concepente il parto fi rafio ni-
traagina- g[ia: laqn-al fhnt afta fi viene ad apprendere col guardare ben fìfoyefpef-
ll2nl ^'.foin vnacofa ; e di q nella profondamente penj 'are > bramandola inten-
duchin'o . fame/ite; però difie colui :.
Chefimil^elofhfimil effetto ;
E' l forte imaginarfk fimil volto ,
Quando la donna nel de fio carnale
Tien rbnomo caro nella mente oc colto . P
(omegiàfi racconta effer auuenuto ad vna bianca > che di marito pur
bianco produffe vn figlio nero Solamente perche nella Camera , ò nella
Cortina Haua l'effigie d'vn'ftbiope , alla qual nell'opra del coito folca
driz?are>e fermar la visla . Et è pur marauiglia quel , che frittotele
narra di vna d Elide •> che congiunta con vn% Ethiopey fé la figlia bianca
la quale poi partoriva figlio forni gli ante a}l\A nolo dinere^ra <,&• co-
fi il 'Toeta ì^icea dipadre,e madre bianchi > nacquenero > perche tale
era flato l aiuolo . A queHo propofito fh l'afiutia y che fi legge nelGe-
nefi batter vfata(jiacobb?yilquale per fhr generare gli agnelli di varia- »
ti colori tra le pecore di fuo focero y mife dauantiàloro gran numero r
di Verghette parte fcor^ate > e parte nò giungo i riui de V acqua-, doue la
Hate vfando il coito fi riducenano ; s;y che guardando elle queidiuerfi
colori , simprimea neh V animo loro vnafkntafia variata, laqual, emen-
do lo fpirito già dtfposìo in quello affetto mediante Vardor di Venere , tin
gea colori parimente diuerfi i principe di quel tenero generato . Vede fi
. pur di ciò l'ifperien^afpeffe volte ne' caniy efpefìe ancora nelle colom-
becche di belli-, e varicolori) fecondo le cofe y che nel tempo della lor li-
- bidine bar anno in coietto hamte-, i polli loro producono . Tanto più
delle caualle potendoci credere , deuremo v far diligemmo. > che innanji &
al tempo della Monta , e mentre conce pono ? &fin che il parto fia nel
ventre fermato-ielle non veggianofe non cofe leggiadre, e belle > majfi-
piamente del genere loro ifleffo,Terò nella fcelta fi deono dagli armen-
ti cacciar via tutti quelli Qmalli,ne' quali fi vedefìe alcun mancamen-
to nella forma ,ò nel colorerò nella fanità ; ò altro difetto da iguardia-
. Catullo niofseruato ; perche potriano ageuolmente infettar la ra^^a^ non pur
giorni1111 montan^° delle giumente , come già auuenire fuole ; ma con Veffere
empia, inquefìe occafioni del concepere riguardati . In quanti giorni il Ca-
uallo empia, non è (fecondo ^rifiatile) ben diterminato > che talha-
rail
DEL C JLV Al LVy LI B. III. igp
A rà il fa in vnoyo dveyo tré;talhóra in più; certamente più fardi , che noti 3
fa l'iAfmoy& con minor fatìcay che non fa il Toro j ma quando fta a ba-
Jìan^a fatto yla giumenta mede fimaii dimojìra ( come Varrone dice)
che fi difendere fugge lo Stallo': c--> . Vero *Anatolio y & JLffirto cinfie-
gnano , che fé la cavalla vna volta montata rifiuta il mafchio , face ia-
lefi al decimo dì ( benché altri fcriv.ano al ventefimo) accofiare yn' al-
tra fiata; Je pur allhora ella non l'accettale yfarà da fiimarft gravida y
& metter fi in diffarteynon pur da galloni e Garagmniyma da tutti Ca-
ualli mafehi ; auuertendoy che dapoi yihe ha conceputo > non travagli in
modo alcunoyne pa tifica freddo perciò che ti freddo molto nuoce alle pre- Seenodel
B gne > come ancora Varrone ciammonific^j . Il fignoy che le cavalle lecaualle
habbiano conceputo > dice Tlinio efiler qvesloy ihefiubito cangiano il colo- c'habbia-
rey diventando più rofifio ilpeloyepià pienoyqualvnqve e'fvfie; & ali bora no concc
non è da concederli più la montale ben la bramafiero. <±sfriSiotele fieri-
uey l'indicio della concettione effei-enelle (favalle-, & nelle V accheyqvan
do i Mestrui fono loro ceffatiperififiatio di quattro >o treyo due mefìyopur
d'vn mczo:ma qveSto è malagevole à conoficere-, fé non fi a perfiona molto
pratticay& intendente^. Egli in tutti animali Vivipari > cioè che prò- Effetti del
duconoi parti vivi compiutamente conformi alla lor natura : ilfangue sàgue me
Mestruale purificato fi rivolge in alimento del conceputo yilq vale men- "ru^*€«
c tre che fila nel materno -ventre rinchiufioy cofii ilfiucchia per la Via de
l'ombilico,come dapoi venuto in luceyper le poppe : hauendo la Telatura
prouedutoyche non fi fiacefiero fiubitane mutationi delnudrimento-. Et ef-
fo Mefìruo nelle caualle ancor nell'atto del conce-pere è enfia certay che fi
converte nella fiormay <& ne i peli del Tolledro : perche il fiemefolo dello-
' Stallone non fiaria bafiante a formare vn sì gran corpo : e con tutto ciò il
parto loro èpiufaciley&p'mnetto di tutti gli altri mimali (come <A ri-
sotele dice) sicché fi vede-, che doue le altre quadrupedi giacendo figlia-
no partorire '. &però obliqui cacciare i partir le Cavalle partoriscono
Stando in piedi: aliando fi toSìo y che fientono il tempo approffimarfi : &
p.ocofangue nella purgation d'ejfo parto mandan fuori: che Lochia i (jre
ci chiamano . La onde alcuni curiofi alterco dì dopo il parto le fanno
perfior%a montare y affine che elle pia toSìoy& più abbondantemente
purgandoy vengono ad allenare il parto più grande >&piu robufio : &
effe poi fi trotino ancora più pronte a ricevere il fieme del nuovo coito .
tJÀCafie là cavalla dopò il parto purgando non fi difcaricayper non man-
dar fuori il latticello y oper qualche altra malitia .*• gioverà buttargli in
corpo vinoy& olioy dove fia Stato a molle il Titimalo y o darle a bere af-
jngna ; a farle foppofie di foglie dicauoli\pefic^* St perche (fecondo,
<tsfri~
«po' T) Z L L J£ G l 0 \1 Ji
Caualte frittotele) auttiene alle Caualle,che-alcune fiano in tutto tterìli: alcune g
di natura concepanogià, ma non posano partorire; l'ingegno de'fauià tutto ha.
rei conci p>'Oueduto\ che per far conceperevna tterile > ordina Hippocrate , chele
pere. fi mettano dentro i naturali , Salnitro , tterco di paffere, e terbentina-y
pettine rittrettiinfieme ; &fe nel medefimo luogo lefiiraiper duoi gior-
ni mettere col cornettoipn bicchiere di vino , in cui fia fremuto vn fk-
fcio di porri ,ò di marrubio ben tritato : é"l dì fogliente fulnto-che l barai
fatto cotture da lo ttallone, lefkrai due volte lauaria vulua : ella fard
di sterilità liberata . Cjioua ancora mettere nella bocca del Cauallo al-
quante Ortiche ; Et fé la giumenta bara giàvia , ò due volte portato il
V.entre,ma poifia ceffata di concepire: dodici uncie d'anifo, fei di mirra, p
emeTa di 'Zaffar ano ,nett amente , e ben pettc infieme in forma dighiade
s'impatteranno; & quelle vnapervna dentro i naturali profondamene
tefi metter anno\lauato prima con clisleri d'olioye d'acqua marina fal-
data il luogo; facendole due volte il giorno fregare i lumbi > e di [otto le
co f eie : finche faprete , eh' ella fi a fatta grauida ; & per cinque , o fette
giorni dice ancora il medefimo Hippocrate , che tre hemine di latte con
vna quarta d'olio rofato , & vna dramma d'Hipporrbi^o , cinque gra-
tella dipeuere, & vnofcrupulo di mirra dapoi,che faran bollite, butti-
fi con vnacannalunghetta quel brodo tepido alla matrice; dandole a be-
re con acqua cotta farina d'or^finche ella fia partorita. Et per liberar- G
' la poi dalla dijficrdtà del partorire , le farai piace uolmente cofiringere le
Parroco- narki,chetantottovf c'irà il parto , come Eumelofàfedey s'ageuolaan-
mefì age che ilparto con buttarle per lo nafo decottione di finocchi con vino vec-
uoli alle c]yl0^ ^ 0n0t St fé per auuentura foffe bi fogno , che per fallite della
madre fi douefie il parto fuffogar dentro il ventre , zAfiirto infegna il
Triodo, ilqual è quetto, che fi metta Umano vnta d'olio caldo dentro il
luogo della Canalla \ e prefa la Tolligine per la tetta ( fé già ha tomin-
ciata afa r i peli) fi strangoli, e tiri fuori , e tal modo fi puote ancora te-
nere, quando ilTolledrofofie morto dentro il ventre ; come\fuole auue-
n'vre\b per difetto de lalflatma , che indebolita no'l poteffe ridurre à ™
¥ perfettìone; b perfuti6a,o paffionefb morbo alcuno della madre ; laqual
in tal accidente fopporta dolori intenfiffimi , dandone fegno con la tetta
chinata; e ttramortita,con la lingua bianca , e quafi marciofa, che ap-
,.'. pena afe la tir adirando dalla bocca va mal odore; onde conuien fubito
a far di- aitarfi,ò fé Ifeme non fofle ancora animato, & ci piaceffefkrla difgra-
fperdere uidare , le fi farà pur con la man ttropicciar la membrana della Tfatu-
il parto a y a ;ouer amente con medicina fi potràVvno ,<&V altro effettuare ;piglian
lecaualle ^ ^ peigp diTcda, cioè legno dipecebm graffot&pien di gomma;
p art iuta
nZZ C\AV\AL10> 113.111. 191
^ partito in minuti ffmipe,rxi-) i quali con quattro fel~l. di vino dolce fi.
fkccian bollendo jlemar del ter'ro : indi diuifo in tre parti ■> per tre dì fé
ne dia a\bere-)fkcendola per alquanto correre ;effendo fi poffente la virtù
dìeffdTeda , che pur l'odore di lei fèenta bafia àfar abortir la caualla
pregna}non altrimenti che' l fumo d'vna lucernari home ^i'risìotekyjil
berto>& R<afiy& titano fan fede . ScriueancoralLlianoycbe>fe tagliata
la co/Fa- al.Tra&ura regittato poiefio in mare : quella s'attacchi al collo
d'vna caualla grauidaje farà toslo Cacciari "aborto 'i Egliquandò Ha la'
Giumenta per -abortire? fi vede con là natura & col fondamento gonfio ,
andar fi bora corcando,& hor leuando fin quella guifaychcfogliono par-
* torireyconfentimento di grandolori ; &fe toccando con le mani-di fótta
illventreyfentirete il parto muouerfvy ella. toBo il manderà imperfetto
fuori;ma scegli nonisbatteynon è più viuoyondeperfàrycbenonfimuora.
ancor la madre ybifìgnerày forcatamente darle à bere quattro libre di
latterò di caualla-fi di Bufala , ò di Sómaraycon altrettante di lifcia , tre
d!olioy & vna di fugo di cipolla bianca; e dopoquefio farle vnprofùmo^
di.folfo pefioyconifeuo vecchio di:Buey& vna Jfioglia diferpeneraypofti
ihvn bacile di carboni di fotta al firn mu&accio;& non potendo fi \quefio-
bauere> fi potrà dopò la prima beuandafoggiungerequefì' altra ydi otto
p, mciè d'acqua difumoterray quattro di fugo di Titimalo minore*, e cin-
que d * aceto fquillitico : che con tal rimedi ellirfaluaytantoslo caccieràil
morta Embrione fuóri.Gioua- ancora la radice della Brionia détta V.ital
ha,a Vite bianca pettate data in vnoycome Hierocle conferma;iÌmedèfi'
mo effetto con l'herbaT or dillo al fimil modo fi potrà fare. jLgoflinoCò-
lómbro in quel cafoyche fuffe il "Poliedro morto nel materno aluoyappra.
ita l: ordine fopr adetto di trouar con la mano vnta la bocca della Madri-
ee$cbe slàcome vna: chiufuradi borfaydentro la quale efièndo ìVconcettó^
irUiolio in vn legame òvefteyibefembra rete; fi prenderai capo di.quel-
foj& pian piano fi trarrà fuori : ma perche nel tirare 'potrebbe fiancarli
p ilibratcioylodà) chenella manoylaqualèfi metteràd entro la naturaci ten,
gayvn\acmcio vncineto di ferro legato con vna funicella) & con quello
sl aggrappi l'Inferiore mafcelleyfìfermamenteyche la tenera carnenonfi
venijfe àrilafi art yonde il fèrro offendéjfe il corpo della e au alla : chein
tornado fi potrà più fàcilmente tirar per quell'axordà.- Etin'cafóythe A-futo. ali
fufie giunto iltèpo del partorire ye'l ^Polièdro dòuendòyfcire fi trouaffe: Poliedro •
dtfordinato >> cacciando prima Hpiediyobe late fiàjil 'che 'fi'c<rmeècontra^\^clt:'
^órdine naturale ycofi farebbe cagione. di moftaltoffefaàlàmadrecbifo ^^^nZi
gneràcon molta diligenza rimettere déntro. là prarte-vfciiay&fèlTàlle: tamente • •'
dro è.viW)4ri%^rlacQfr{amati&paBà nellctmtum almeglioxhefì po-
trà?:
j9i DEll^CLO^lJt
trà:mafefuffe morto )ò veramente non fi potere in modo alcuno rìentvà g
re , & la madre penafie troppa , farà hi fogno tagliar col rafoio à peT^o
à pe^o tutto quello , che farà vfcito , ò che fi farà tirato di fuori , acciò
tfie la madre con la propria virtù ejpulfiua cacciandoli rimanente ri-
manga faina. Ma^eper qualche impedimento della Tritura , ò per altra
ingiuria il Tolledro torcendo fi,& riuoltandofi hauefie fatto riuoltare, e
torcere infieme il collo de la madrice,fi cederebbe la caualla patir gran
diffi/na angofeia , né mai requiare ; & l'buomo cercando di mettere la
mano dentro per trouare la bocca d'effa m ad, ice ,trouer ebbe la via impe
dita: &- però non ci farebbe (peran^a d'aiuto . isfuuiene etiandio alcuna
voltaiche per lo sformo fatto nel partorire , à per altra violenta cagione F
la madrice à guifa di vnfacebetto r ouef dando fi,ef ce fuori ':'Hel qual ca-
fo non è da tardar fi à rimediare, perche dimorando all'aere fi viene tal-
mente ad ingrofifare,che pò f eia è difficile à rimetter fi ; Subito dunque la-
nifi bene con vino caldo quella parte,che fia vfcita,poi con olio caldo vn-
tele margini della natura,vengafi lidiamente con la mano cbiufafirin-
gendo,e nmeitendu à poco à pocoyfin che del tuttofila rientrata,^ collo-
cata dirittamente net luogo fuo . fndi con Una fia otturata,& Jluppata
ben la "tlatmaylcgadol à la fommità della coda alcune cordette,lequali
pafiando di fiotto il ventre per me^o le gambe anteriori, fi faranno ftar
per vn giorno legate al collo ;poi farà bene per vna ò due fiate far in quel
mede fimo luogo genitale, cliìleri di vino bollito con a^rfjentio . ^Affino
Rimedij narra,che alcafeare della Madrice, bi fogna far difiendere la caualla col
al dolor ventre insù; & che penda verfo il capo; indi fomentar la madrice con
dn4 ma" m°l*a ac(llia > e pungerla con vn 'ago fonile :poi lauarla con vino auflero
in cui fia bollita feccia d'olio di pari mifura , & olio per la metà,e feor-
<^e di pomi granati : &cofi lauando fingerla dentro . Fatto quello >
mettaui fi vna ve fica, in modo, che con vn cannalino fi pojfa gonfia-
~"re,& legar nel capo,fi che rimanga ben cbiufo il fiato ; & cofi facendo
reflar di dentro e fia vefcicagonfiay slringafiil buco della natura con tre g
legature,di maniera però , che l'orina ne pò fi a vfcire;& infondala fi vin
nero auflero co fiondi di lauro abruciate, lndipaffati che (ian dodici gior
ni,dislegbifi la vulua,e dislegata ancora la vefeica fi tragga fuori,et at-
■R aziona- ten^afl a riflorar la caualla con buoni àbi,& con ripofo. Vegetiofcriuey
mento in c'je a^ dolore della Madrice è ottima medicina à dar beuanda compofla
torno a di aloe epatico maslico,bacche di lauro,casloreo, & ammoniaco,triti,e
prelagir* £0///f ; con yino,& mele in vnpignatto . Ma poiché à diuerfi accidenti ,
d'vna ca- h abbiamo f oc cor fo, non farà mal , che fi venga à ragionare, come fi pojfa
ualla. fkrprefagio di quel, che vna caualla grauida baggiaà produrre intórno
àia
<DEL C^V^ltày ilÈ.iìI. ?pj
£f à laqual cofaHierocle ci afferma , che s'ella vicina al parto fi vedrà* dal
destro lato allargarla forra,e stendere alquanto la poppa: fia chiaro fé-
gnoy che debba mafcbile partorire > come ancor nelle Donne fi pub affer-
m are, Che basendo la mammella defira pia [oda, che la finiHra , èfegno
diparto mafcbio,percbe il mafebio nel defiro lato fi genera : onde al de-
firo lato correndo la virtù del Mestruo per nudrirlo, viene in quel latoà
far fi la durerà. Tuojjì ancor a,fecondo Vlinio,con l'auttorità d'africa-
no conofcere,qualJe(Jo babbi a generato ilCauallo nella fua monta ; per-
che s'egli difnonta da parte deHra,è chiaro c'babbixfeminato mafvbioy.
[e da finistra,femina;Uche s 'ojferua ancor ne iT ori. Onde volendo gli E-
Ti gittij dinotar vna Doaa,cbe h aueffe partorita femina,dipingono un Toro
che riguardi à banda mancale mafebio ya banda deflra ; come da Oro fi
fcriue,&fi conferma da l'africano, ilqual foggiunge > che volendo noiy
che nafca mafebio, facciamo courir la Caualla da lo Stallone , quando
foffka il vento <A]mlone;fe fé min. tonando l'*Aufiro, perche i venti ^ìu
strali e 'fendo c.dd.ffim,e di gran fpirito(come <Arifiotele dice) per la vir
tu delnfol iere %nu lageneratioi fieni lile , & fi acca, e timida ; ouero
perche fpirandol' <A uJlro ;l' bumor deltenper amento fa , che ilfemepiic
refìibumido ;fi come l'bunor più largo più tardi fi rende crajfo : Ma i ve
ti Sette-itrionaU con la lorfredderja ristringendo il calor del fé me , /'/
C rendono più pe,fetto,fi che m ifcbile fi procrea, animo fo, & forte ; come
afferma jL Iberto Magno . Teròfe ben no foffi.ijfe la Tramontana,giouerÀ
pure , chela cavalla neTatto del coito fi faccia fiar e )n la faccia riuolta
dquella parte . (alamela raccolta ejfere fi vta fenteaxa di 7)emocritoy
molto approuata , che legandoti ilfinistro te Nicolo dello fi adone con vn
funicella di lino o con altro legame, qn ilunq -ie fi fia ; fi genera ma febio; jvfodo da
legato il deflroyfemina : & ciò poter fi ne gli altri animali ancora fare a f^rparto-
nofiroarbitrio:ComenellaCalauriavfanoi pallori per far avnelle ; & rlrer h°r
i ì iì /' j •/ ìi- i ,ir i malchio
la ragione e quella , che poco dinanzi haboiamo tocca , che Ijeme con lo j^or femj<-
nfpirito generante corre alla parte che retta fciolta ; & ini accoglie il fio ne.
vigore, il famigliarne è mila madre , che'lfeme cade alla destra parte
della, aadrice, vi fi- genera mafebio : efiendo quel luogo il più caldo : &
operando alla generatone delmafibio.il caldo-: t^ltri dicono > che fé' l
feme del padre predomina , ,& au&ixail materno ; ne viene il mafebio
& cofi ali incontro , filtri fono d'opinione , Che facendo fi la Giumenta
courire tre giorni innanzi al plenilunio yfìirà mafebio : efemina tre da-
poisJMafoura tutte queste cotali circostante importa quello,cbe „-€ri-
ftotele fcriue-yche tutti gli animali nella prima giouane^ra, quando il ca
lore ancora non è perfetto > feminiliy & picciole forme fogliono genera-
re;e parimente netta vecchiezza y per lo mancamento di quello : con ciò J
fta cofay che i corpipiùhumidiy e più deboli più toSio producon [emina :
& in effetto per lo generar dei figliuoli fi ricerca nel coito iena certa
moderatione di calore > e dihumore > fi che l'uno nonfupen l'altro : non
altrimentiyche fi fk nel cuocere delle co fesche fé 7 fuoco è troppoyabruciat
Stallone fe manca&onfà il douerey che fi richiede . Terò hifogna efferelo italio-
ti C<fibba ne ^'et* me7iana>c^e "enfia vecchio né troppo gioitane-, contra Vvfan%ct
hàuere- di coloro,che nelle ra^ze mettono i Caualli più vecchi) ò pur infermi , in
cui manca il feme ; hauendo folamente riguardo , che fiano fiati buoni
in giouentù, e di buona profapia ; ma confederando > che oltre il dar del-
la doppia fatica alle giumente in queW atto Venereo yalqual fon tardi; »
m. fanno figliuoli di rea compie >ffione>e poco agili ; E già chiaramente fi ve- "
de quel cheHFilofofo fcriffe di quelle due eta\che nella vecchiezza do-
mina la freddezza y&la feccità , che fon cagion della morte-, nella gio-
uentùl'humiditàfé 7 caloreyonde procede la vita . Ciò conferma Eliano,
dicendo i caualli attempati fari Tollcdri in tutte altre co fé deboli £ ma
principalmente infermii piedi. TeròilVoeta eommanda, che'lcauallo
venuto a vecch'iexjayod à qualche infermità, fi rinchiuda in e afa y defii-
nandoloyad altre mafferitiey & vffici domestici ; che ad vfo di guerre > o
fernet ofi dicendo .
Freddo in Venere è il vecchio; e indarno trahe 4
Già l'ingrata fatica ; &fe talhora
enfila battaglia vien ,fi sforza ine affo y
Come gran foco in fet chi colmi accefo.
Et à quello propofito fa quel verfo d'Ouìdio ; ilqnal dice ►
jl Venere conuien la ifteffa etate
Chetien le forze à Marte appropriate .
Indi fi fece quel prouerbio appògli antichi; e he efìendo vfan%ayi caualli
invecchiati, e difutili precipitai fi in qualche foffo\& co fi vna donna
già defiderata da moltiypoi che la bellezza co" gli anni è mancata/olerfi .
daogn'un fchiuarediceana. Lavecchiayqualcauallo yl>[elfoffofarà il H
ballo . Mapiùdolce>& conueneuole efiempio è ìjueUo , che da Cicerone
s addncejlqual volendo deferiuere fvltirna età di vn grand huomo, che
molte gloriofe opere in gioueritùh abbia fatte y fi feria di quella bella comi
$aratione,che fé l'antico "Toeta Ennio in quegli ver fi.
Come il forte Caual yche riel fupremoj
Sfatto fouente già in Olimpia vinfe ►
Hot -di vecchiezza fi ripofa oppreffo ..
Vr? altro frouerbio daTlatòne fi nar^che Ibico Torta hauendo vn co*
Hall*
DEL C jtV AllQy Lì B. Ili, t>?
'jl uallo Rato già fumo fo corfìere, ma all' bora inuecchiatoye Banco ;&"W
lendolopur traponere alla conte fa de* corridori ; colui rifiutauain ogni
rhodo , come quello > che altre volte bauea prosata il meHkr di sì fatto
giuoco; onde ridendo il popolo circondante , egli leuatofi difie il caualla
èfìmile al padronesche ancor io nella vecchie-^ra fono flato coHreto ad
innamorarmi ; ma e fa meglio àfiarfifaldo . Et à quesìo forfè allufe >
Horatio quando difle .
■ > . . Se tu ben faggio feitoflo difciogli
'fi e aual vecchio > acciò che al fin non pecche
Stiri i fianchi : ond 'altri il rifo inai %ì .
B Còfi ad vno , cheper mancamento di forze y o d'età) non voleffe por/i ad
imprefa pericolosa , II Canal d'ibìcoyfi diceua ; benché da l'altro canto ,,
quando alcuno con tutta la vecchiaia fuffe gagliardo d'animoy <&• inge-
gnofo prouerbialmente fimile aUauallo di Sofocle fi appellaua > & per
metafora. intendendo com&cofa £queftre> & alta lojìile della Trage-
dhtyrifcetta alla.baffe'^xadellaComedia, quafifedeftre; fi come pur Ho
ratio diffe efpreffamenté , ■ ■■■ i .
Etto ferino r de le Tragedie fuole
Talhor doler fi col parlar pedeflre .
Concio fia co falche Sofocle^ fecondo Celio)efìendo già veccbio,& accufa
^ to da' fuoi figliuoli per maitoycompofe vna Tragedia perfetti/firn a}d imo
firando comeflaua ancora ne" fuoi fornimenti al tutto intero . Ma vera- fo-
rnente lagiouanc^ac atta al generare; & accréscere la Mafseriaypri- nezza at-
ma chegiuga la ve-ccbiezjraytUtta d'affanni e di morbi piena: co me Vir. ta alla gè
In tantoy mentrey eh* alle greggie attan^ dice, neratio—
La lieta giouentà > difciogli i mafehi :
Manda primiero a ì Tener gli animali y
Da V vna prole lor l'altra accrefeendo .
iJMerauigliomi ben di quelyche Arifiotele fcriuey che ad ognìfìallone fi A lo ftal-
^ poffano dar trenta caualkyò poco più; e di quello altresìyche fi racconta nalle
da HerodotOyche'lBj di Babilonia altra icaualli desinati alla guerra, far fi deb
tenea ottocento ftalloni tra fedici mila caualle; dando fene venti per vno bono.
alla monta : eccetto fé confederiamo y che in quei tempi le compleffioni
fufs ero più gagliarde . Str abone fcriueyin vn luogo diasfpamianella So^
riaycommodijfimo à nudrir caualli : &però Hippotrofio nominato; fo-
ler tener fi trenta mila caualleye trecento stalloni , dal che raccoglie Ce-
lioyche fé nefufferò afìegnate cento per vno; ma perche tal numero è ec~
ceffiuoypotrebbe effety che ò Vvna ò l'altra partita fi fufie da leggere di
tremila^ fi che diece per ciafcbedttno toccate ne fofsera . Tliniodiceynon
2^ 2 darfene
toó t> E IL Jt C LO ^1 jt
darfene più di quìndici . Varrone induce Lncienofhr mendone, che ad £
ogni diece caualle fi da.ua vn ftaUone : T^lladio drittamente dichiara
non poter/i à tutti dar norma di egual numero ; mafecondoil vigor del
tnafcbio ; co fi efferda darfìi maritaggi , òpocchi h molto ; e quesia au~
uertéra gli jh'à durabili più in vita. Tur ad vn camallo giouane,edifar
^ra e di difp-ìfttione eccellente non più. di dodici , ò quindici giumente fi
fon da dare ■ à gli altri] econdo la lor qualità ; peniti fi co me non fo •
no tutti eguali di corpi , cofi. anchs non fono tutti di for%e eguali . Co -
lumelli dice , efìer ballante v?io flallone à non manco* di quindici , né
più di venti : &per effere dì tanta. fuifiden^a ybifognare che fi corro-
bori prima con largo cibo , & che s'ingrajji con or^o > e£* certa forte di P
Stalloni legume chiamata Erao,ò da altri Qroboy ilqual ejfendo vnopoco brutto*
cuado da laf0yfarà migliore. xAnatolio vuoleyche i cauallì;iqualifon da darfi alla
monta * montay fi debbono cinque mefi innanzi mettere in diparte dalle f emine >
& fortificar fi con fromento, & acqua y oxefìa macerato fior di farina jjr
accioche con takfoReht amento fi troufno forti alle funeree imprefe :
perche da padre magro , e debile non potriano fé non inualidi > e fiacchi
figli progenerar fi. Di ciò parimente Mar arie ci ammonifceydicendo> che
i faggi padroni .
. Stan diligenti al tempo y eporgoncnra !
TiìfuY ben graffo quei , cbefcelto bar anno
Ducey e marito alla lor Ha^ga ?. <&■ herbe
Fiorite yèifàrriye fi efche acque 'gli danna ; :
Si ctìeì non venga meno al dolce affanno t
J^è del digiuno di lor padri i figli
B^endan fem bianca > mal difpofii nati.
Etveramenteyquantofia il trauaglio de glijialloniyft può confiderare da
quella ragioneyche rende i'^4 frodi fèoy perche il cauallo dopò il coito non
dimora ad orinarci dicédoycbe ciò fi caufa dafàticayperciochel'buniore
d'vn corpo affannato fcende à lavefcìca ; e 7 cauallo fi viene molto ad ,.
affannare per la graderà di fé medefìmoy& per lo sformo. E da tener fi
dunque lo fìallone molto tempo innanzi la monta fen^a noiofa fatica: ria
però fi a da lafciarftìn ocio totalmente •; ma co moderati effercitij da ricre
arfi più tofloyche da affanarfì .'perche la fouerchia fatica difìecca l burnì
ditàydebilita la virtù^ voti gli ff>irìti(ceme il B^ufio dice)lequai tre co*
Seme ài fé fon necefiarie al generare ;et fouercbio ripofo genera molte fuperfluità
Clie rì a &himwigra:iiy£catarrofìymdeilcalwntturalefidebilkayelfe^ ari
neraiiofL QOra v^ene & raffredarfiytal chedalfouerxhio fireddoyet fouercbio humido
jpe. Seguirebbe iafteriiitd)ò ^enerationealmenfemimle>annullad(h& appri~
mende
DEL CJrjttlÒy LlB, Iti. Ì97
*Jl tkendo il calore,che ha Upotettà,& vfficio d'oprar il tutto ne! genera-
re; fi come auuiene del troppo caldo, e troppo feccQyche abruciando,e de*
struggendo l'humidità, impedifcono la materia dampliarfì . Vero bifo <
gn.ndo) che ilfemefia temperato , temperatamente farà da effercitarfi
lo H aliane; per eh e il moderato ejìercitio delia il calor naturale, aiutado
la virtù digeftiua,e confumando la fuperfiuità:& fortificagli jj>iritiy<&m
le virtù)Onde il f angue viene à tro 'tarfi più temperato , &piu puro . Et
cofi temperatamente ancora farà dafhrfigrafio, perche la materia effen
dofouerchia > irapedifee il calore ,&la virtù dif cretina a purificarla , e
dar la forma: & nel meglio della fuaoperatione lafcia opprefio: all'in-
*% contro efiendo poca,non è bajlante alla generatione , che' l calore non ri-
troua il f aggetto à fé conueniente \ & cofìper l'uno, come per l'altro ec-
cejfoyfnolti morbi naturali ne vengono. Cociofiacofa,che per lo fouerchh
della materia,doue four abbonda lo fperma, elfangue, fifogliono i mé-
bri accrefeere, ouer informa , quando alcuno eccede nell'animale la fua
donata proportione;ouero ianumero ; nafeendo con due tesle , o con due
codé:&fomigltmti:fi come fkn fede alcuni,dihauer veduta vna canal-
li con fei piedi: de i quali i due fopra naturali, quantunque piccioli, eran
composli ih meyo delle pallore , dietro le gambe anteriori : <#* venendo
Federigo ter%o Imperatore a vìfitare in Tripoli il Bj ^Alfonfo primo , di
féi piedi portò vn cattallo . Talhora sì fatta abbondane , ò del femt
àelmafchio ,o del f angue della femina, onde s'informa e genera l'a-
nimale, viene a corrottione-, pero, chelnudrimentofia corrotto dentro:
onde tal corrottione non trasformando fi in materia delle membra , co-
me cofa non naturateci trasforma in mali bumori, che producono Scro-
fole, Iarde, (falle, & altri mali. Quelle vnguette che nelle ginocchia s ■
nella parte di dentro fogliano nafeere ne i caualli fuor de l'ordine nati*- r0tto ^e-
tale, fumano alcuni caufarfi, che flando ilToHcdro nel ventre materno nera Scro
co' piedi l'vn con l'altro congionti (come tarlatura ha prouisìo ,per f°le>&^
sfarne capace il luogo) quella parteyloue \l' unghie fi fermano,vien tal noi
' ta a conuertirfi in quella durez^a^i che l'unghie confislono: la qualfu-
per fluita nondimeno non è difutile : potendouifii piedi fen^a altro nocu-
mento della gamba pofare . tJfyCa per mancamento di materia fuol au-
uenire,che l'animale nafea manco di qualche membro, ò in tutto , come
nafeendo fen%a orecchie, ofenya occhi , onero in parte , quando il mem-
bro non è fecondo la fua naturale, e douuta forma compito,come nafeen-
do con vnteflicolo ; o con l'vno minor de l'altro > o con vna gamba piu
corta; del qual difetto fi chiamano dislumbati; parendo che nel camino-
re illumbonereftiojfefo . Tuote ancora auuenire,che trovando fi la ma-
* K 3 teri*
i$2 Ì>ÌLLJ.G10\1*AL
teria co fi del mafchioy come della f emina di egualpofsanxa nella loro, g
attione^e paffìone; <&- ogni vna.inte udendo produrre lafuajpeciedi ma-
niera > che la virtù formativa non bafiaà determinare qual fia il pia
H poffente ,fe ne genera l'animale indeterminato,& incerto tra macchio y
froditoco e f eminai che fi chiama Rermafrodito : ftcomeTlinioè teflimonioy che
me fi gè- T^erone Imperadore fé tirare il carro fuo da certe caualleRermafrodi-
nerJ' te > che in Tre ieri della Belgica Gallia ritrovate s'erano; parendogli va-
go jhettacolO) che'lTrincipe delle terre foura portenti veduto fofie . <ssi
quesli s'aggiungono quegli altri, mancamenti della Tritura, quando el-
la errando nel form^reja nafeere l'animale con le membra torte) o non
collocate al luogo debito . Di totali MofìriTlutarco narra molte ra- P-
gioniyche Empedocle giudicaua far fi o per mancamento , o pur fouf ab-
bondanza delfeme, o per turban^a del commouere : ofe quello in più.
parti Q fofie diuifo,o trauiato .Stratone due :a>o per ac cref cimentoso fc e -
mamento j o truffo fitione. > o gonfiamento . a^itri per la medrice y, che
fofie torta in quel tempo ? lofpinto difendendola) altriperindifpofitione
della materiato per. infliifio dicorpi celefli ? che fono agenti vmuerfali >,
May quando la materia e temperata-.effa natura liberamente per tutto.
& egualmente. viene temper andò. T ero temperato conuienfi efiere il nu,
drimento->e temperato ancora lo effercitioi.ilche s'intende di quelli aldo-
ni che fi tengono in e afa) i quali poffixmo ad ogni noUro piacere ejferci- q
tare ; perche quelli ; che fi tengono ne gli armenti ) fempre fi trouano per
fé flejjì in qualche moto di efertitio . Tutta via confederando , che per
far. vna forma sì grande , è neccjfaria molta materia -..onde più tosìofi
può pece are di mancamento ycke difotierchio ; il generale conftglio è
che lo slallone s' ingraffi con abbondanza di quelli perfetti cibi) che pia
fon propriij alla natura de icaualli. Galeno diceyeffergioueuole àgli fìat
Cofe°i&, l°n* ^ar l°r0 il becere à mangiare , perche incita à Venere) è genera
ueuoli al molto feme • > & con le foglie di Tributi fcri-te Tliaio ingraffarfi in
lo lhllo- Tracia i caualli. Cjiouerà. ancora per tal effetto fpsffi melargli à
nc* bere a correnti fiumi ) sìper effercitioj fi perche l'acqua fluviatile fóura Hi
Acqua tutte ^a^r€ è grata a i quadrupedi , effeclalmenteal cauallo } ilqua-
pìoua na le auuenga che fecondo ^Arifiotele fia baslante a tolerar la fete infine
grata a' a quattro giorni y tuttauiabeue afsaiffimo: e fommamente del bers'in-
caualli . graf$.i:fi che tutto il piacere y e ha dèi mangiare , non è per altro , che
per l'vfo dell'acqua > che affettano alla fine : onde per manifesìo fegnoft
puòaffermareycbe quelcauallà) che manco il bere fthifayè più appeten-
te del cibo, e più pienamente sy ingrafia . £ofi dunque foura ogni altro y
dilettando fi deW acqua ^Thilolntra <& Thylidrofu da Greci appellato^
dà.
DEL CUV JLlLOy LI B. ti II *$$
!ji ciò è di bagnì,e d'acque amatore: &però reggiamo grandemente raUe-
grarft quefìi animali delle campagne di molti riui inaiate ; delle palu-
di , delle quali dìceuauo Hippolutra quella , ch'era destinata al lauare
dei Caualli . Ma le giumente ^Aristotele ci ammonisce , che fi guardino
dal bere dell'acque crude , e troppo fredde , perche ò le rendono Herili >
è di f emine prodiXtrici : ne fi deurà permettere , che vififermin dentro i
Tolledri teneri , perche molte infermità dlor nerui quella fredderà
potrebbe indurre . Et sì come gliflalloniè bifogno trouarfi alla monta
graffi, & allevati ; co fi parimente è di meflieri,che fi trouino leCaual-
le esercitate : accio che con maggior attitudine di riceuere , e ritenere il
B fèrne, incontanente s'impregnino ; ma , quanto ali h abitudine del cor-
po, magrette più tosio, che troppo grafìe riebiederanfì ;auuer tendo fem-
pre , che l'unoy e l'altro fouerchio di pari offende ;cagionandofene aborto,
ò parto picciolo, e più debole; perche dalle troppo magre non fi può ri-
ceuere il debito nudrimento : & nelle troppo grafie non fi può ben dila-
tare la materia informata. Quefìa neceffari a preparatone syef^rimt
nella Georgi e a in queìli verfì .
Quando i diletti vfati il tempo inulta,
Lorfi neganlefrondi & le fontane ,
Jtnri fi fanno al corfo andar fouente
C ^Affaticate fotto il Sole ardente ;
*jtytentre su l'aia fi raccoglie il grano
La paglia ah andò à Zefiro forgente
Ciòfàffiyi.ffn , che per fouerchio luffa
Al campo genitaìnon fi riflringa
Il pigro folco ; &fi rintuzzi Vufo j
tJtyCa fttibonde à fé Venere cara
Traggati ripoft a al più prof ondo feno*
Ter lo qual effetto, y olendo alcuni feemare ìfouerchi humori alle Glume
j. te desinate alla monta,fknno loro cauar delfanguècma Veffercitio è pia
lodeuole;però quella mentione dell' Aia,che dalToeta s e fhtta,non tan- huon^at
t o è slata per diferiuer l 'bora de l'esliuo meriggio iquanto che nel più cai ja tritura.
do fi do uè fi ero fare affaticare ; ma fi potria ben propriamente intendere
che fi metteffero all'efiercitio della tritura , fecondo l'ufo di molti luoghi,
majfimamente Oltremontani,giàda Verrone accennato,che vittouaglie
dice in alcune parti batter fi colè ma^je: in alcune feognarfì co' fa/fi per
foura tirati: in alcune con le pedate delle (aualle menate per Vaia in giro
con molta fretta . Et, perche fogliono e fiere alcuni flalloni tanto luffurio-
fiy & furio fi, che fteffe volte gitaftano. le Giumente , & iTolledri; Co~
^ 4 fornello.
Caualle
H>« b £ l L i4 G l 0 IH A
. luìnella c'*nfègnaycbe queHi tali fi leghino da vnamol sfacendo tory al-
Stalloni &ere ^ m°hno> cfaticarfi pertanto ftatio>cbe lorpaffila bì^arria , ben- *"
troppo li. che per minor pericolo di lor corpi a me parrebbe y che a fatica più con
bidmofu uenenole desinandoli conpin dolce rimedio > fi toglieffe loro (fecondo il
precetto di Cicerone) alcuna parte de i cibi vfati,e deUecare^e, Ma e-
Riltora- gn piu fpejjo auuiene, che quefii miferi animali lungamente trauagliatiy
ftalloni. a^ aYrlC('hì>re l altrui ra-zje con larghezza del loro femefi ritrouano bi~
fogneuoli dì rifioro dopò la monta ; & non bauendo padrone grato ad
hauerne cura) fàcilmente verrebbona affatto meno , il che non conuenen •
do fi in conto alcuno ; chi vorrà con feruarli faniyripar andò à gli humoriy
che concovreffero ad' opprimerli, deurà loro da l'ima , e dal' altra banda »
del collo cattar J angue tanto , che fi reggiano i tefticoli ritirati al luogo
loro,e di quel f angue mefcolato colfang'ie diiyragofBolarmenoyfarinay
aceto , & vena, empiaHrarli tutti di membro-in membro > fuor che nei
collo,& nella tefta;poi nelle islejje parti imbracciarli e courirli bene con
tela groffa appuntata di su ilgarrefe: con le braccia cacciate fuori ;In?
di per alquanti continola dì bagnando quelle veHi con lifcia-rfr aceto te
pidi,fi che loflrettoiofi mantenga humido,fi terranno impaflorati in tua
go caldo con buon gouerno y cibati di tenere cicorelle;che cofì rifatti , &
ingrafiuti dureranno à fenàr gran tempo,non pur in caualcare,main ef-
fere canale ati.&a l'altro canto non minor diligen?a,& cura fi è da ha- Q
uere dellclor mogli rimafe grauideiauuertendo , che non vengano à pa-
tir fame y neà troppo empir fi \ ma conperfetti cibi nudrite fumo, <& non
tentate(come ^Anatolio ci ammonifce)conmntatione- diherbaggi,ne in-
fettate con nouitàd'infolite acque : perche da l'oggetto delle cofeftranie-
re facilmente l'aborto fi fmlcontraher e. Deuranfi elle tenere di fiate in
Colline,ò praterie ombrofe ,larghe,frefcbe, abbondanti d'berbette tenere
più tojloyche lunghe; e d'acque buone, correntì-piov paludose : Di verno
pur in ottimite graffi paf chignon dì campagne aperte,me difelue rinchht
fe:d' aere temperatole di fito aprico (fiche 'il fol vi diffecchi ogni vapor
maligno co' raggi f noi ) non foggetto aventi freddi, ne tanto afpro di B
f.iffi b slerpi , chefaceffe lom difficile ilpafcere , el caminare , ne tan-
to molle di terreno y che l- unghie nonfentendo ^fpre^a alcuna > fé ne
veniffero ad ammollire . liberto ci ammonifee, molto riguardo douerft
battere , che fotto buono y e temperato clima fa tenga la ra^^a ; perche
oltre alla benignità de 'pianeti , da quello procede la bontà sì dell' acque
& sì dell 'herbe > nelle quali confile l'alimento import ami ffvno à gli
animali -, <J%Ca fé per auuentura perla freddi Hagione mancaffer
Ì/herbe ; allboraft mttam al coperto inlnogo netto y afeiutto fenjg
dettivi
'DEL Qar^fLlO, LI B. 111. .tot
* alcuna bumidr.à ecaldo > con tener chiufefe fìnefìre > e porte : & non
già stretto > che luna CauaUa annoiale V altra > è che tra lorohauef-
fero à combattere : perche da fi fatti dif agi, econtefe , e da ogni fo-
ucycbia fatica fi potria cagionare abortiuo parto > nonfen%a pericolo
delle madri : Terò vi fon da faretra loro i ripartimene : gittandodi
fotto • abond ante paglia > in cui pofino mollemente : cibandole del fieno
-verde minutato , che loro èfoauiffimo. St , fé pur nelle fiaìle acca-
dere di partorire, può cibarfidiberba verde tagliata , ò di fieno fecr-
co , ò d'orbo macerato rò d'altri cotali cibi leggieri y e foHantiofi y
abbeuerandole d'acqua fiefca due volte il dì : comefifkdsiQaualli. cauane
2J Oltracciò in effo tempo della. pregne7%a^[n atollo ci ammonifce > che pregne
non fi debbano faticare y ne esercitare in opra alcuna ; efiendo ingut- "°p fi ,af-
Jka cofa, che di due.pefi e dell' òpra y e del ventre fo fiero aggravate, y}*11™100'
ile he conferma-Virgilio dicendo,. •
J^iun comporti , ch'elle i grani gioghi
. Tirino? carriy ne che faccian lunga
■ Viaggio-fi frettolofo in folti. > e in fuga s
, ^onfifaccian varcar fiumi rapaci ,
. Ma tra- vaghi bofthetti a pafeer ?neffe
(jodafto accanto all'acque, efrefeoe > e piene.'
C , L'ombra foaue della verde riua -y
Da cui difenda i rai pendente faffo.
Trouafi prefj.o al fila ro vn 'acerbo ,
Et ajpro animaluccio.y zaffilo detto
La' Romani, 8firo.in.Gr e eia :noiT affano
Diciam : da cuigli armenti han tanta noia-y
Che fpauentati fuggon perle felue.
Empiendo l'aria di muggiti horrendiy
Con queflo mostro disfogò il fuo sdegno
Giunon cantra la miferagiouenca ,
Cul 9i°ue delfino amor degnata hauecL.
Tu cotal pefle dunque attento f caccia
(Che in me^o delfcruordeldìpiuinfejla )
Balla gravida greggia r e quella fuori
Fàycb'efica allhor che ffiimta il S,ol nouello7
0 quando ei callaie dà luogo alla notte . Tem po-
, Et certamente queft'hore della matina,e della fera fon oportunealpafce^J2^ P*^
, re,non tanto per ifchiuare effi tafani yquanto ancora pertrouare pìkfre- ^^ pr&^
fehel,herbeymdepmnHdùraento,)&vtUeftrk^e.)chedalle.calde: tra gne
le quali
Voi "D & 1* t\X (5 Z Ó %fì jt.
le quali è da auuertirft, che non fiano delle cattine, come la Gentlanà ,la g.
Ferola, & la Coffa, che nonfolo aborto poffono cagionare , mail lor
veleno fo cibo facendo diuenirla cauallatuttaangofciofa, balorda, & in
focata facilmente la mena a morte , fé prettamente non fi rime dia: preti"
dendo radice di Mortella , Cjalanga I{adano,S pica nardi , e cartella con
vino & acqua vite , le quali infume fecate atforno,e ridote inpolue , le
fi daranno à bere in vin perfetto convn poco di mele, e d'olio ; purché
la Lun a non fi acre ferite , & , quantunque la^iumentatteffe per abor-
to, ò per partoinf erma , ferine (plumelladeuerlefiperìo corno dare a
guifa di medicina con acqua tepida il fugo de la Filicula , herbafimile
alle felce,che nafee negli alberivecchi> -& nelle pietre ,detta volgarmen F
te con la parola greca, polipodi. Iffipure da auuèrtire , che in quei luo-
Caiialle ghinon viftan (erri,percheia caualla venendo per auentura a mangiar '
^ra"h d a^cma delle lor ghiande , fi fionderebbe , fecondo il T^ufio , Contra i Lupi
guardar/i e da tener fi guardia diligente , che non fiacco/lino in quelle parti , non
da' Lupi , falò perche non facciano infidie ali 'armento , dikor andane alcun belpe^
& Afìni. ^q. rna perche fi fcriue per co fa ferma, chevna caualla grauida calpe-
fìrando non pur la pelle,male vefiigia di un Lupo,jìfconcia,e diuien rab
biofa,come \aft, & t^flberofcriuono : &però volendogli Egitij dinota
re vtia donna, e haueffe fatto aborto, dipingeuano vna caualla dare di _
calci al Lupo . Ma non meno, che da quefli nemici fieri , è da guardar fi *
ancora da i dimettici , e famigliari , come fon gli ^Afinisperche la caual-
la pregila coverta al alcun di loro , corrompe il parto fecondo Plinio &
> frittotele , il quale in molti luoghi afferma , cbe'l coito Jlfinino per la
freddezza del fuo feme corrompe il conceputo cauallino ; manoncofi
auuiene , fevn Cauallo ricopra la giumenta ingrauidata da vn Jlfino z
Dóneme *fìendo il feme cauallino caldiffimo dinatura.Scriue ancor aTlinìo, che
ftruofe. le caualle pregne toccate da donna , che habbia il Mettruo fanno abor-
to ; an%i folamente in vederla da lunghi fi feonciano ; majfimamente fé
quella purgatione foffe fontane a in età verginale , ò primo dopo la ver- a
ginità ; peròfia bene auuertire,che le giouanette in quel tempo non va- ■
dano tra gli armenti, ne che caualchino le Cjiumente,ne pur (auallo ve-
runo , perche in ogni modo gii offendono . Hora bifogna di ripigliare da,
capo il filo, per non tralafciare quelle altre parti, che d'intorno atta ge-
Coitode' nerationede' Cauallirefiauanodajpiegarfì : EJfi dunque da fapere (co*
caualli a me Tlinio fcriue ) che i (aualli non altrimenti, che i Cani, e Tor-
cile hora cl r0gHono difiderare il coito del mattino ; le f emine come di più calda
te a che compleflione dopo il meriggio . Fanone & nsfflìrto cofiituifeono due
tempo, volte il dì darfì la monta, nel matino, & nellaferd,; quando fari
l'oppor-
'Dll CiAVailOyllÈ. tlt. .20>
- r opportuna fìagion de l'anno ; laqual zsfHHotele fa la Trimaueray di-
cendo all' bora tutti gli annuali efsere pia che mai inchinati al coitoyec-
ceto alcuniyche fecondo lacommoditàconcefia loro dalla "Natura dinU-
drire ì parti loroyco fi hanno il tempo conveniente: oltre che fecondo il fi*
to de i luoghiydouefinafcey e doue fi pafcey fé fon freddi ò caldi yfleriliò
herbofty coft icaualli fi foglionouariare ò piùtoHq yòpiù tardi nel defi-
derio della monta. ^Altroue diebiarapur ilFilofofo , che glifìalloni non
cofiall'<isffina:>,c.ome alla cauallafi deono darenell'Squinotio yma nel-
l'efliuofolJìitioy, accio chenafcanogli Afinelli al.ttmpo caldo , effendo
dilòrnatur&hnpatientiffimi del freddo. Ciò conferma Tlinio y che' l coi-
n> to della cauallafi debba fare neW Sfainotio della Trimaitera ; & V'ar-
rone,che dice infiemeconjLnatolio douer fi incominciarla monta da l'&-
quinottio della 'Primavera infino alfoljìitio de V eHate y acciò che 7 par~
to venga à produrfi a tempo-idoneo.. £t co fi ancor a fecondo *AfJìrtofi
coftituifee efiere il. tempo attiffimo alla monta dà x s 1 1 . dì tS^Car^a
fin da altr etanti di Giugno ^affine ycbeiì parto venga ad vfeir in- luce
merfo la pia. temperata & dolce flagione . f raperò che la caualla por-
ta ilventrevndici mefiye dieci giorni ; e quelli partiyche fon dòpo l'eHi-
uofolHitio conceputìyinf elle emente fi allenano y &fono affatto difutili.
Enoflri fogliono per lopià cominciarla monta, dal giorno diSanGior-
£ gio infino àquello di San Tietro.. iJTpfa veramente, l'incominciar della.
monta dal tnefe di Mar%p mi pare molto appropriato y come quello r
die appo gli antichi da principio a tutto l anno > & ededicato anJfytar-
te y alquale appartengono i caualli ; & in effo regna l'ariete a fi ai buon •■
fegno . <is4l.T\iifio comoda cofa parey che ne" luoghi caldi fi fkeeia la
monta il mefe d'aprile ; ne' freddi il Maggio: acciò che riuolto l'anno a Caualla*
^"Poliedri nati.nel mede fimo tempo y trou'mo l'aria temperata : > e copio quanto té*
foilniidrmiento. Conciò fia cofa che efiendo neceff aria alla concettio- H° ^C*L
ne la temperanza degli bumori ; &al parto l'abbondanza, delnudm
jp mento : Certo la primauera è quella flàgic n de l'anno > che gli bumori
intuitigli animali fi 'trovano più , che in altra temperati col.fangue > e
con tutto il corpo;& la terra ancora piùychemairiueHita diverdi,efìor-
rite herbette fi vede; la cuitenere%gaa i teneri "Poliedri corrifpondédò;-
aui'.iene dipaffo in po.fio , che cref cendo l'animale , e più duro facendofl
epiùrobufìo ; ere (ce infieme ^rs'indùrifiel'herbay ond'eifì nutre; ol-
tre che la medefima cagione fa le madri più di latte abondeuoli . Ts(on i
biafma il I{ufio ancor l'„4 utmno per là nafcere;dè'Tollèdri: offendo fta-
gioìie pur temperata ;ma io dubitoy che' l fi-eddòfoprauegnete offendereb'
beixQrpinQnaMQmindùmtisa' quali il calda ètyù\gioueuolejper lo ere*-
fiere};
5§4 3 E l l Ji G L0\1 J
fière- onde maggior industria > e cautela vi [aria di mejlieri per conferà g
utrli. Columella dice, che incarnili divulgo non fi offeruano tempi de-
terminai della monta;raanei generose da far fi intorno all'Equinozio
della Trimauera;ajfine , che in quel medrfimo ternpo,che baranno con-
teputo,vengano a partorire; onde conia commodità delle fiorite campa
gne con poca lor fatica le caualle alleuino i lor figlinoli ; per ciò che effe
al duodecimo me fé cacciano il parto in luce- Oueftojpatio di tempo con-*
ferma Talladio , e Fanone , ilqualejpecificafàrfi al decimo giorno del
duodecimo me fé à punto : & che quelli , che dopò qnejìo tempo nafeonoy
fon difutili, & vitioft.Tlinio ferine , quefli ammali portar il ventre en-
dici mefi # pò f eia al duodecimo partorire: & che l'affina ingrauidan- p
dofi nell'età di trenta me fi ypartorifee più lofio, ma da tre anni inawjrj,
offerita quel mede fimo Jpatio,e modo , che la Caualla . *A risotele pari-
mente afferma-' *Afina,& la caualla partorire al duodecimo mefe; &
altròue dke,i caualli e gli altri della lor cognatione,benche viuano man
co ,t ulta via più lungo tempo portar il ventre,perche altre vn' anno, al-
tre ( che al pia è) dieci mefi p off ano ingrauide^ja . Diqueflaopenio-
vefà anco Hierocle,ilquale ferine, la caualla portar il ventre dal con-
tetto dieci mefi , e dieci giorni : ma fé pure auuiene , ch'ella partorifea
-più lofio, cioè a none mefi , <£r venti dì ,il Tolledro giàfifuole alleuare ,
•& venire a giù fi a crefeen^a, madouerft togliere dalla ^a^a, perche G
non farebbe atta ad alcuno feruigio buono. Il F ilo fofo vende ragione del-
* la lungheria del parto Cauallino,dicendo,che,come la caualla partori*-
fee afìai più tardi,che la Donna,cofì manco poffono viuere i caualli, che
gli huomini,effendone caufala dure^adel vétre,ò della vulua: perche
fi come una terra fecca tardi lefuefterpi nudrifce,cofila natura delle ca
ualle effere pin dura , è pia tarda all'informare , & alnudrire del parto
fuo . Oltre che chiariffima è la ragione, die adduce il Raffio che chi ope-
ra fopra molta materia, per dijporia,e darle forma, ha bifogno di mol-
to tempo : però la materia della concettane delle giumente, efiendo di
maggior corpo,èpiù htìmida di quelle de gli altri animali, è di mefiieri
che'l calore habbia in efiepiu lungo jpatio per dar la per fett ione a toro
figli;et pero la Telatura ha loro statuito a punto, quanto il Sole circondan
do tutto l Zodiaco , mette a compire il corfo fuo;cioè vn'anno intero;al-
Perche le frettato tempo bifogna all' o4fina,per la molta fuafirigidità.jilla Vacca
Donne e meno, per effere la materia fua più fece a, che pin facilmente rìceuela
hàno due forma>€ Pu t0^° s'indura; & cofi ne gli altri fecondo laqualità di cia-
popps fo. feuno fi richiede più tempo, ò meno a poter recare compimento ai par-
ifi • //' loro ♦ TSlèper altra cagione la natura ha date due [ole pope alla ion-
DEL C UV jtl LOy LI B. 1 11. ìo$
^l na & alla caurlLiyfe nonché no nfonofolìte di partorire pia d' vnfolo fi
glio ; basendone date pia a gli altri animali , che più ne partoriscono in
vn trattoycome alle fero fé *$&• alle cagne . Sogliono ancor a) fecondo che
racconta ^sfrittotele ) alcuni cauaUi nafeere con le poppe , quando per
auuentura -vengono firn ili alle madri : & giàfipuote ancor ne i mafehi
far il latte (com'egli dice) ma la carne delle lor mammelle vien troppo
fi?efiayla done quella delle femine è fungofay e piena di forami. Stfo- Muj0 e
gliono pur tal bora effe giumente generar gemelli , co fi cauallini > come Burdone
Muligniyquando da gli ^4. fini fon coitene, concio fìa cofa che da e. mail a, da chi fi
e^r *A fino fi genera il Mulo:edacauallo & *Afina il Burdone,cbe gli an- oenerlno
B tubi dice nano Hino,& Rinuloyfcritti con l'ajpiratione; perche ferrea di-
notano i parti nouelli de i cerni, damme yleuriy caurioli,& altri fimili .
"Però come dice ^Alberto ,/7 Mulo raprefenta la voce del'*Afinoy HTtur- A/jn0 jj
done del cauallo . V \A fino da desinar fi aquetto vjficio non ha da efiere quàto té-
manco di tr£ annone più di dieci: & come ^Affinoli deferiue, fi è dafeie- pò fi dee
gliere di grandedijpofitione) di membra quadrateci grandijjima tetta: d^itinai"
■e di faccia ydimaftclle, e dìlabra grandi ' : d'occhi ion concauinè pic-r ta>e qua-
doli: di nafche ff>afeye largbe,d'orecchie gì andi, ma non cadute:di col- le debbe
lo latOyè non corto: di 'petto pur ampio > & lacerto fo , (jr forte afojfriri e"ere*
calci delle repugnanti e aualle : dì jpalle grandi , & altere delle partì)
E che fotta quelle fon potte>grofie>c arno fé > robufie, & affai tra lor dittan-
ti) fh che nel mefliere poffa ampiamente la f emina abbracciare: di gran
dofioydifchiena larga > non gibbofa , né cuna : ma che tiri vnafottiley e
diritta linea: di homeri egualiy& alti,con l'ofìo largOy pieno, & alquan-
to lungOyde lati ttefiyde fianchìpiccioli: & valenti: di ventre non gon-
fioydi cotte late:di cofeie egualiygrandhfermeye ben concatenate e chiu-
fe tra loro: di groppe non acute , nèttrette : di tefiicoli grandi e pari y di
ginocchia grandiye tonde :di gambe neruofeye poco carnute ; di coda cora-
ta: di piedi non torti in entro , nèhumilì ; di calcagni non troppo ahri^nè
troppo baffi: e d'vnghia ben dura , e concaua : Oltre acciò di voce chiara
cjr nonfottile > perche q netto ancora gioita a ff> attentar la caualla y ò pur
ad aiutarla > per hauerla ubbidiente : Lodafi in lui lo pelojplendido , e
fiammeggi ante yche s'accojii al morelloycon vna macchia insù la fron-
te-.oper più beitela fia vero macchiato tutto .* &fe-pur fernet macchie
eifuffe neroyè ben lodeuole y'pur che bianco non fìa il ventre > ma di con-
forme colore . Viliffimi fono quelli ycheh annuii lor mantello fomigliante
a laxenereyod alTopocome volgarmente veder fi fogliono:perche fan-
no i figliuoli di brutto pela . tJ^Ca bella cofa alTincontro è quella > che
^fo^gmnge eflerni ofieruata > che chi ha la bocca da dentro > nera^^y
nericante
Vo6 D ELI U q 16 \1 JÌ
torneante ancor la lingua , fen^a fallo nera farà la fua progenie; e da g
chi ha nelle palpebrerei? orecchie i peli di color vario, cofi nafeerà va-
riato il figlio . Ìs[el genere de i Muli Columella dice non ejfere pia ecceU
lenti ò di forza, ò di bellezza , che quelli ,iquali fono da VjLfino femi-
nati ; benché fi potrebbe forfè agguagliare quel , chef off e generato dal
feluaggio , che Onagro dicono, de* quali in Frigio , g-r Licaonia fi troua-
no molte greggie,gr fi fogliono ammazzare ;(Juefli producono i figli uè
loci di corfe,e duri mirabilmente di piedi , ma riefeono quafi indomiti, e
contumaci al feruigio,e di brutto,e magro corpo, quafi rajfembrando l a
-, qualitapaterna.Sono ben queHi procreati daV*Afina, e da V onagro uti~
rationi iti liffim'i ad ejfere più galloni per far Muli, come T alladio fcriue . Ma to- F
torno al- talmente meglio è far coprire (come biffino due) da ì tifino la caual-
le genera la,che dal cauallo l\A fina-, perche alle madri più , che ài padri fogliono
txonu quegli parti afiomigliarfi , come ancora fouente auiene degli altri cofi
rationali, come anco brutti; die quantunque 'l'openione de 'Peripatetici
foffe , cbél feme del mafehio concorra alla generatane coni e attiuo , e
formale ;èl mefìruo della femina come paffiuo,emateriale,onde ifigliuo
li deurianopm al padre, che alla madre nafceréfomigliantì , pur fi vede
fpejjo il contrario, ò per qualche gagliarda cojlellatione, che influifee in
fauor della madre più , che del padre in quell'atto del concepere effendo
(come Tolomeo dice) tutte le fàceie,& figure di queflo mondo foggette 9
alle celeri ; operchetrouando.fi gran debolezza della virtù formalina
nel feme del mafehios non potendo in quelVhora naturalméte imprimere
lafomglianza del padre,imprime per addente quella della madre,come
più atta à riceuerfi,e più .vicina di tutte le altre. Conciofia cofa,chefecon
do,chefifarà raffreddato il feme della femina, ò del mafehio; ò fecondo
che l'vno auanzj V altro , cofi nafeono i parti fimili: come "Plutarco fcri-
ue . Parmenide dicea , che quando il parto fifa nella dettra parte della
madrice,fembra il padre , quando nella manca,la madre . E tuttauìa il
parto Muligno dell' +A fina bifogna pur dalla caualla fàrfi alleuare;effen
do il latte Cauallino affai migliore dell\Afinino, e di tutti gli altri come
Varrone dice.Ma perche la caualla il rifiutarebbe, è di meflieri accofìàr
glielo nelle tenebre,& ingannarla : perche fé cofi per dieci dì hard prefa
la dimeHichex^a del Polledrino , ella filmandolo filio proprio , conti-
nuerà di amarlo,e dilattarlo.Etconfimil mòdo facendo alle uare da ca-
valle i ^Poliedri afinini,e da tifine i Cauallini, faranno più atti poi apro
dur Muli . Ver che (fecondo Plinio) dicono la caualla falere fcacciar
l'affino, & raffina il Cauallo , fé non bar an bemto neghi anni teneri it
latte di quel genere > conxhififono dafwr congiungere, Zìlcuni confìde-
rando
fDÈL CJVotltO L1B. 111. '207
* rondo, che la lunghe%ga de crini vagamente dal collo pendenti accrefee
(fecondoTolluce )àquefli animali vna gran fuperbia ; quando veggio-
no la eaualla fdegnofamente fchiuareyef cacciar l' tifino ; le fanno J con-
ciamente tagliarle chiome}quafi cagione della fouerebia ambitane, del
che elle rimangono si dogliofe , che nella fronte slefia ( come jL 'rislot eie
dice)fipuò manifeHamentè feorgere lameslitia; & cófi vergognofe, &
itlor malgrado à fottoporfi alyil marito le miferefi riducono. <isfltri
coftuman' anche a molari crini per affrenar la tropa libidine , che per
auuentura le infuriale ;gtudic andò <tslui~cenna , che l moto dei peli nel
collo ) & nella coda cagione di luffhrià pojja efiere. Conofcono certa-
•g mente iCaualli vna tanta ingiuria , che riceuono in quella parte che effi
tengono per decora } non altrimenti , che nella prouìncia de gli Smeraldi
detta J^uoua granata , fi dice , che votendofi per qualche fallo punire _
vn T^o bile , iminislri della giuslitia gli radono i e apeli'. Bice fi, che ratjfne *
Jlnna fmeero di Sfaufu il primo, che la generation de' Muli intende f- de muli
fé, con le cauallegli affini congiungendo , mentre che nel deferto pafeea da chi pri
gì' armenti delpadre\ come fi legge nel Genefi. I Cjreci vogliono , che j*j* nu'°"
fofie slata inuentione dei Veneti Taftagoni . Democrito (come Eliana
racconta) chiama quefli animali non opera di T^atura, ma furto>& fal-
sificato ritrouamento di machinatione humana\perche vn'jLfino diMe-
C èia battendo sformata vna e aualla}& per auuentura ingrauidatala\gli
huominipoi di talvhlen%a difcepoli diuenuti, lariduffero in vfan%a di
procreare. Il Mulo ha come l*JL fino l'orecchie lunghe, le fi> alle mcr&cìc- QUajitj
chiate, i piedi piccioli) e'I corpo macilento / le altre parti come il caual- del mulo*
lo. B^icreafi '■// Mulo dalla fua 'fiancherà col 'voltolarfi nella poluey non
altrimenti che gioua alVjlfino . Tlinio dice > che quella polue, doue la
Mula fra voltolatayfpargendofi al corpo humanoymitigagli ardori amo-
ro fi . I Muli di lungbe^a dìvìnere avanzano i Caualli (come Celio af-
ferma)percb'e a frequentare il coito non fono idonei ; & cofi <isf risotele
D ft riue ejfere>ijjb vn Mulo infino ad otianfanni.\ Hierocledal Taren- Ma"- ^tt*
tino raccontàycbevolédo gli^tthenìefi edifìcarvn tempio a Gjiouepref- viuano.
fo al fonte d'etto T^pue bocche, & hauendo fatto commandamento ,che:
tutti i Somieri del Contado fi conduceffero alla Cittàyfitrouòvn ViWano,
che per paura deW editto meno vn fuo Mulo vecchio di ottantanni • //
qual Mulo, il popolo > per bohorarela vecchiexx^y deliberò) che fenica ti- r' I
rare, nèeffer battuto, douejf e e aminar auanti a tutti gli altriGiumenti, Muli or-
che cond'uceuano le pietre, e ilegni per efiafnbrica ,& chenimo vendi- binaria- m
tore digraniyè d'orbò di herbaggi lofcacciajjeyvokndone egli manpa- nori della
re*. 'Ma ordinariamente più vinati e maggiori le Mule chermafehi fa- Mule.
«è»
aog Z> E L l ut G L ò \lfÀ
Muli cfì »o. Tonnoi Mtdìdi fette annigenerare ypercbe fon dirìtturapìu calda ^
quanto ré afiai,chenon le (emine ;bencbe quel che genera]] eroyfaria (jinno > cioè di
U genera- ?liCl0^a ftaturatcome ne i Torci Metacherofi dicetfU-indo nafce il Vor-
cione. .cello depravato già nel -ventre della Scrofa ; e Giani fi dicono ancora de
gli <Afmiye de Caualliycome i Ispani degli huom'm , Ma le Mule auuen-
Ginnichi ga ,.che-poteffero tal volta concedere ,non ootriano ridurre il parto afi-
11 dicano. ne^perlx madrice picciola , brieue , ristretta y e torta > che è in loro , ca-
rne Empedocle dice appo T lutare a; e taWDiode affer ma 'batterle vedu-
te in molte anatomie . ^A 'Icmeqne dicea>i Muli e fiere sterili per la fotti-
lità della genitura , cioè fredeiga delfemc ;. le hi de per la madrice,
che non s'apre ne allarga mai , però gli Egitti) y per dinotar vna Donna p
sìeriky dipingevano vna Mula\& quante volte amenze, ebe la iSbCula
haueffe partoritoycome quando Mafie ( fecondo *A rifatele) due gemelli,
e quando vn' altra (fecondo Herodoto) produfie vn Mulo,cbebaueaige
nit ali incerti di f emina , e di mafehio i virili efiendo foprani ;femprefiì
prefo a gran prodigio; come "Plinio ferine , & Appiano fa fede , ebe in
Bernal efiere due fiate partorita la Mula, denunciò due fiate rovina al-
la ì{epvblicayvna in Silice l'altra in Ce fare . Et fé nella Soriafopra Fe-
nicia fi legge , che le Mule facciano figli \ & parimente in Cappadocia,
come da Tbeofrailo fi narrabile fono diverfe di qualità, fé pur fonfimi-
li\co me Arifìoteleye Tlinio fanno fede . La onde quejìi animali, efiendo G
fterili di natvrayper non e/fere nella lor compleffione col caldo mifio l'hu
mtdoyma ilfecco;molti medicamenti dalle loro parti fono siati efeogita-
ti ad indurre sterilità anco alle donney come I{afiy& i^flbertofcriuono.
Rimedio jtue <jfycule e ale ittofe facendo fi fpefto ber del vino , fi viene a togliere
oalciuQfe ki ferocità, come Tlinio fcriue & afferma Celio , ilqual dice alla ferita
delle Scimie parimente giovare il vino . IsTe ipaefidi Scitbia,e di Ton-
t0y& anco nella fvperiore (j er mania preffo l'Oceano 25 'or e ale, non fi ge-
nera Mulo, ne A fino per la fredderà del Clima , come fcrivono Plinio,
& HerodotOyilquale altrove narra,cbe nelterreno di Slieffnon fipofiono a
generar Muli y non che'' l luogo fia freddo* ma per altra cagione: ma
Cimtihpervna certa beflemmia; onde fon costretti menarle caualle a rice-
quanto té uere quefta monta fuori de' lor confini . zsfrifiotele fcriue la cavalla dar
latte al ' ^atte a^ Mulofol fei me fi > che poi per lo dolore , chefentoho alle poppe ,
mulo. non fé le fanno più fucfhiare : ma al Cavallo ne dan più tempo. Tlinio
, jj dicefali \A fine doler le 'poppe dopò il parto , però al fi 'fio mefe /cacciar
ilTolledro : ma la caualla tutto l'anno lattare . rBifogna,cbe le caual-
le a ciò destinate non fumo minori di quattro anni, ne che p affino il de-
cennio, come 'Palladio vuole, non ricercando in efie velocità , ma robu-
fie^a;
dèi cuvjtim\iif. tu. ss?
rjl fì'e?£a;&chefiano di corpo grande^ offa dure, e ferme ;è di bella for-
ma: &fopra tutto patientiffime dì fatica ; accio. che il dìfcor dante k-
Jgnaggio di ftrano genere nelfuo ventre ine/iato , facilmente da lei fi rh Oiial'tl
te ni, & fi fopporti. Maggiormente da confiderarfi fi anella procreano- deue ca-
ne de c&ualli,per la quale fi de fiera da Garrone > e da <Affirto, che' elle ualte per
fiano di. mexaaagrande^ja,hen formateci b abito quadroni bello afeet ^ 3ener*
to,di gwppe l&ta^iì fianchi grandi, e di ventre ampio : II B^ufio dice-, di
corpo grande , e ventre lun<^o,dcciò che fiano più capaci al concepere ,
&-al nudrire de i.Tolledri , iqnalin vfcano e ere fc ano di forma grande
neruofi , e di robufia complejjìone . Et co fi anco è necefiario, che le ma-
li d ri fi an fané, e benproportwnate di tutte membra, affile, che fimili cor-
rijpondano i fìglmoli,ne' quali quanto importila qualità matema,queU
losche nella vita d "librone fi legge , nepuò far testimonio , che e/fendo
donato ad Ottani ano vn bel Volledro,il qual da tutti fommamente fi coni
meridaua, egli per alcuni fegnì congetturando ch'era nato di madre in-
fetta,prono.sìicò contra Topenione di tutti) & indouinò, che non douea a
buono riufeimento venir giamai . Terò faggiamente da lui fi ordina ,
che delle (fin mente fi fàccia lafcelta ogni anno; & fi caccino dalla E^ar
7^a le sterili,<&- le brutte,e quelle-, che digraue età,è di qualche infermi
tà opprefiefhcgnofcefiero .'Uè fon da tenerfi quelle, che contino namente
* fi ved efiero fi are entro l'acque , qua fi de la lutatura , che fono i Fluida-
tili;perche i parti loro oMueigi afeguire,& imitare V attieni materne ,
divengono sìbramofi dei luoghi aquo fi, che poi fouente nel varcar de'
fiumi col€aualiere,vifi corcano,& attuffano : Del qual vitiofon chia-
mati lAgofììni, che d 'i^f gotto fogliano al più nafeere; perciò che tali ca-
ualle nel più'caldo tepo de Tettate più totto s'impregnano, come V<ssfft- Caua Ili
neper lafiedde^a della loro iflefia natura , laq ual infieme con la cai Ao0"^1'
dezjade' venti, che ali bora fufjiano , è cagione , che per la maggior
parte fé mine fi prò crie no ; & fé pur fon mafehi, non riefeono buoni, sì
£ per la cattiua compleffione ,fi per la f opra giunta del verno , che molto
offende i nouelli parti , trapper lo. freddo , & per lo mancamento de gli
herbaggi (comefopra dicemmo) che fa mancare il latte alle madri , le
quali effendo dì tal natura , fi veggiono fempre magre , e melanconiche.
I^on reflaperò , cbe'lgittarfì il cauallo all'acqua, non foglia efsere aldi-
ne volte per accidentale cagione più , che per naturale; quando egli per
auuenturafoncrchiamentéfoffe,o da caldo,ò dafete,ò da affanni,ò da fa
tica afflitte^ che alcuna dijperata anfietà lo Jpingeffe,dal che non fia co-
me uitiofo da rifiutar fi , pcJ?e tolta la cagìone,Teffetto ancora fi toglierà.
Sono oltracciò da cacciar fi via jUecaHaUefcbehauefsero Tvngbìe tropo
0 t€nere>
%tà D É II j& 0 LO ^ 7 U
tenereyò mal fitte: e' l collo , e'I petto troppo carco di camelia quatvie- g
ne ad occupare i membri , & opprimere ancor gli (pinti . Finalmente
nelle cavalle generose è da far fi confideraticne di tutte quelle medefì-
me eccellente y che ne gli fi alloni fonda richieder/i \ perche coft dagli
ynìy come dagli altri procede tutto l'ejfere della B^az^a:.neM.ai la f^a
turafuole da vna e attiva materia altroché cattiua. cof a formare :ne da
albero alcuno buono , frutti fé nonhuoni derivare; & rade fiate auuiene
(fé non quando altra nuova cagione fopragiungefle,) che i figli non na •
fcano d"ingegno % e di corpo fimili a lor padri : e ben che ne gli huomini
quefla regola generale già. fi veggio, talhor fallire : nei'Brutti nondi-
meno infallibile fi ritiene •-, e maffimamente nelgenert 'de 'cavalli, come &
Borano ben afferma dicendo ..
1 forti crian forti : è ne* giovenchi
Exne' cavalli, la virtù, del 'padre :. *
'Ne d'Aquila fu mainata colomba, fiche V^ArioBo imi-
Hndoydifie nelle fue Satire , Di Pacca nafcer Cerua non vedetti ..*
TSle mai colombo d1 'aquila , ne figlia
cBa madre infame di coturni honefli .
parimente l'effirefle Hattilìa T?io tra le fue Selue in queftiverfì \>
Vhumor y. che verde nelle frondi appare
Dalle radicivien : coficolfeme &
l coturni de i padri ài figli vanno ..
La onde molto piu.cautamente , che nella compra d'vnifèmplice cattai^
lo , fi deurà auuertire in quello > che fi desimi, alprocriare , per batter-
ne tutta la progenie lodevole^ perfetta : esaminando ben tutte le par-
ti fue: le quali come che da quello > che in generale s'è detto intorno al-
ici difpofìtione , e belleT^O-della per fona , fi pofì'an prendere :. tutta vìa
Qualità in particolare dice Varrone , dover fi fciegliere gli ftallonL di mediocre
dello ftal; slatura,di ampio corpo, e tutto bello y fi che nivna.part.e fen%a la,giu-
flafua proportioneinlui flveda . "Palladio vuole il' corpo afi ai grande
tutto nodofo. dijprjfi mufcoliy edialtei^a , corrifliondente: fianchi lun- .
ghiffimi : larghtffimo petto:e gr.andiffime natiche;, il piede afciutOyfo-
do y concauo >e rotondo , &afciutta làtefìa yincui là pelle fola ftia al-
Stallone l'offa accofìata_j . oltracciò in niun conto approua-y che fi metta fial-
pe r che Ione d'i pelo mifchio. y eccetto féfuffe d' vna fiamma bontà > e bellè'^ra :
non Cam perche fi come partecipa di vari colori >. co fi partecipe fi fiima ancora,
™0\o*m£ fà vari b umori ; la doue il pelo puro d 'vn foto colore , &~cbiaro d'ino-
fchio.. ta vna femplice fantafìa-t e complefflòno. E' ben vero y che ognidì
apertamente fi. vede > che lo fialloned'vn pelo } grla giumenta d'vn
altro,
'DEI C^f Votilo y un. 111. vii
!Jl altro faranno il Tolte dro a" >»' altro pelo, òpià chiaro ,ò piufcuro ; &
alcuna volta fintile al padre, alcuna alla madre : alcun' altra in tutto
disforme da ambidue ; che talhora vno Jlallone baio <& vna Giumenta
foura fanno vn figlio morellofò leardo : cagion.indofi ò perforai de" pia-
netino per qualità di paefe,e d'acque ,òper imaginazione della madre , ò
per qualche infermità di leijòpur de l'iUeffo parto ; tutta via , perche il
più ordinario è, che il figliuolo raff ornigli dipelo ò al padre , ò alla ma-
dre-p che partecipi d 'amendue: diligente mente è d' auuertirfi aUamefco-
lan^a dello slallone, e della giumenta , cbe'lTolledro non riufciffe falbo
lauato yòfauro mal colorato , ò leardo melato , 0 d'altro colore poco lo-
g dato . Et fi come il diuin alatone, per batter lafua Republica tempera-
ta, ordinò i marrimonij difeguali in quejìo modo) che vn ricco prendef-
fe la figlia di vnpouero; vn feroce e fpiritofo di vno quieto , e tardo ; &
altri filmili ali" incontro; cofi per far vna perfetta Ha-^a , farà bene an-
cor guardare ne icoflumi degli Jìalloni,e delle Cjiument e y congiungen-
do le manfuete co" i furiofì: <&ofieruando in fommavn tàltemperamen
tocche poffiamo jperare douer fuccedere ne i Poliedri quella mediocrità,
che fu Jempre lodatìffima in tutte le cofe: guardando al vino , che quan-
do e caftigato,& moderatole beuanda vtiliffìma al corpo humano, alta-
mente vi bolle co molti danni; com'egli dice, biffino defidera lo slallone
C di gran corpo,&in ogni parte ben intagliato; poi fcriuendo a Caricano
gli dice,che quei Caualli , iquali ne gli occhi mostrano vna certa àlbugi -
ne , ò macchia bianca , non cagionata da colpo alcuno : ma Jpontanea-
mente nata,fino da rifiutare per feminatori di prole : perche il generato
come fofìe venuto in quella età farebbe al fìmil modo véffato di cecità,
effendo mafehio : ma fé fofie f emina , ella non berediterebbé cotal male
per la purgatione,ch "ogni anno fa: e nulla dimeno il mafehio, che questa
caualla'poigenerajfe,ripiglierebbe.il vitio dett'^ìuo : tanto infino apro-
nepoti difeende per intrinfeca virtù la qualità del primo generatore. Già
• queìli,che fofiero inhabili,ò pur pigri a i Venerei ejfercitij ,fouercbio fa-
rebbe ad ordinare, che non fi deslinafìero a quel meslier , che non fu per
loro, ma fi cacciàflero dalle ^a^e : come anco quelli -, che per auuentu-
ra hauejfero vnfal tefiicolo ; perche per la maggior parte fon riputati in
fecondilo vero procreerebbono i figli infimili a quella lor mo^afierpe :
• & quelli , ne* cui teHicolifon cacciate molto infuori le vene grofje , non
fono idonei al generare,& vari in quel modo fon appellati : vltimamen-
j te conclriude ■lofiallone douer efiere difor%e intere, &feni%a mancamen
to veruno. Il ^ufio lo richiede alto di corpo, di grandi membra, &
in fummatale ychefi conofea e fiere di complejfione calda , &humida
0 2 &cbe
& che in calda , & burnita regione fta anche nato : acciò che eì fi a più jg
fano y e più durabile di natura > e più atto etimdio aprodnr mafchì ; Ve-
lagonio fcrimy che volendo fperimcntareyfe lo ftallone fia vtile , & at-
te al procreare^ fi pigli il feme fuo genitale in vnape^a di lana-y g ten-
tifi con due dita di dileguarlo : che s'egli fempre s 'accoglie infer&a
guifa divifco fi conglutina , & s'allenta : è buonfegno (come Hippar-
co conferma) ma fé nel toccare fi fepar a facilmente > egli in vano s'ac-
codar ebbe alla Cauallayper accrefcere la progenie . tJtyCa la principale
auuerten^a fiayche lo Stallone fi a- libero d'ogni infermità , co fi naturale f
come accidentale: perciò che fen^a fallo verunoycofi infermati verreb-
bono i parti loro : neceffariamente fojfeguendoy che dafeme corrottipar- &t
reditariT tlfi Zenermo ■ Che fé Euripide ferine la pay^ia molte volte ejfere mor-
bo hereditario : quanto fia più credibile, che hereditarvjfiano gli buo~
mìni corporali > che dal generante fi trasfondono ^ al generato «? CiòVar-
rone apertamente conferma y dicendo > dalla qualità dello Stallone po-\
terfila riufeita de' "Poliedri pronoflicare riquali fé da buona generano-
Gouerno ne procederanno , degnamente ( fecondo ^riflotele) nobili potran dir-
da' Polle- ft\ Uoray quando e ffiprofyer amente faranno venuti a lucty ordina Co- '
eì in lucè, omelia y che in niun modofian con mano toccati : perche ogni leggerif-
fima premitura gli offenderebbe ;- folamente fi tenga cura > che in am~
pio y e caldo luogo fi Stiano con le lor madri : sì, che habbianof acuità
di poter fucebiare a voglia loro : eyl freddo ad effi anco teneri nientenoc-
Stalieco- eia : neper la molta firette%ja fi trouino fuffogati. Isella Stagione caU
me hab- da parimente dal fouerchio caldo deuran guardar fi : auuertendo con
effeie diligenza > che'l luogo y.doue ftamo, fia fempre afeiuto } e netto y fi ebe U
loro letame iflefio con la caldura y che abrucia non guafìi l'unghie mal
ancora indurate . Vero le Stalle in campagna fonda fvtr fi larghe , & in
parte areno fayò pur f affo fa : an7$i pavimenti ottima cofa fiadilaStrica-
re con pietrenon afpre >. ma rotonde, e di grandezza intorno ad vna lh-
bra,ò quanto ciafeuna può in vn pugno capire: che cofinon vi rimane fan jj
goper le pio ue,ne vi fi ferma la bruttezza decloro eferementi : e i Volle -
dri(quando il tempo richiede annetterli dentro le fialle ) calpestando sw
quelle continouamentcy vengono afkrfile vnghie robuste , efode : &a
queSìo effetto giouerà tenere di firn il modo lastricata di fuor la fìallày
per laquale fi facciano ognidì e aminare alquanto-, come Senofontec'in-
fegna. Tofcia,qHando più fermi di membra fi far an fatti veglino conmag
^"d b gìorcommouimento fonda menar fi per luoghi parimente pietrofi-y ma
bano al- nomroppo afrri . IlB^ufio dice , efìerevtilìjfìmo , che i ^Poliedri nafea*-
leuariu W in luoghi duri ^montagnofty perche, chiara- eofaefiendOy che- l'ani-
t> zi CotvjtitOy un. UT. £óf
jt male cofi viuSy &fì gouernaycome ò dalla T^atura , ò dalla lunga vfan*
%a viene ammaeflrato : dee ciafcuno allenar da princìpio ilfuo cauallo
in quello } in che pia fé n'hard a feruire > accio che poffa poi con minor
affanno foffrirlo ; perche ogni male vfato (come dice Hippocrate) èpiU
toler abile dei nuoui. Bouendo dunque il cauallo nellaì fatica de i pie
feruirfh bifognay che le vnghieftan molto dure per cffer forti : onde tro-
uan dofh mentre fon tenerey in luòghi molli , come fono i paludofi > cer-
tamente fi vengono a mantenere in quella mollerà , etenerexgayfi che
poi nel bifogno del e aminare fentiran fempre dolore , e detrimento > co-
me Senofonte > fu fede:ma quando 'fi auueTgano inluoghi afpri > intetl-
B dendo fempre lavatura à difendere quelli membri y che più patifeonoy
manda del continouo forya d piedi -con abbondeuole nutrimento ; &
cofi vengono a farfi più robufle le gambey& più ferme levnghieJLaqual
co fa fo rfe i Toeti volfero inferire) quando fauoleggiaro yche Tegafo nel
monte fi foffe condotto-, &. the con /' unghia battendo il fafio > ne hauefìe
fatto^vfeire il fonte . Ma oltra le dette ragioni > e' non è dubbio > che al-
tettando fi iTolledri nelle montagne, mentre che fou continouamente
coHretti di caminare hor sàyhorgiù (ilcheé più faticofoyche per lo pia-
no) fi vengono ad allenare: & mille benefici] riceuonodacotalejferci-
fio: che jpontaneaméte fanno pur che fi guardino dalle neui: che oltre gli
C altri maliyfarebbono loro la viHaofcura . Scriue Tlinioy'che'l ^Poliedro Poliedro
dapoiyche è natOyjìà tre giorni a toccar la terra con la bocca: & Fanone <\u* " ^o "
vuole , che al decimo dì fi poffa cacciare a pafeere conia madre: perla c;areapa
cui fodisf anione mai non fonOidafcompagnar fi: pofeia al fecondo mefe, feere.
o pur al ter^o , fi dee la madre far alquanto più del J olito esercitare > ac-
ciò che in lei fi faccia il latte più perfetto , e'I Volledrofeguendola > ven-
ga ad auueT^jarfi al correre apoco a poco: e non faccia indigestione del
molto cibo; al che molto diligentemente s'è d'auuertire>perche cojìgìoua
il moderato, come il fouer ch'io fa danno ; però vedendofi ilTolledroper
_. naufeafchiuare il proprio alimento yfideurà per alquanto /patio allonta-
nare dalla fua troppa feconda nudrice: & fé per auuentura dalla corrai
tione del troppo latte beuutoil Poliedro già fofie colto da quella acuta
febbre, che le pam jp tritali accendendo > gli fa con dif tifato fudor di co-
feie e de* testicoli dilatar le nafche > e battere fen^a pofa i fianchile ipol~
fi y tenendo la lingua fé e ca , & le tempie ardenti ; foccorafiprejlamente
con dargli a bereymefcolate con latte digiumentayO aifomaraydue onde
di Giuleppe violato > vna di Diamoron > & vn ter%o di Mann a ; &per
deflar la natura fommefi 'a y potrà foggiunger fi a tal beuanda vn crislere
d'acqua d'Heller a lambiccata con fottiliffimo inslrumento ,// > che fola
0 i per
1*4 <dé.lLjT Gzoj^r^e
par leneceffarie parti quel miracolo fa- liquore fi venga àf^argeve . La g
parte di dietro nel Po lledro è più 'alta di quella dananti , ma e refeendò .
l'età in molti fi fu più- alta l'anteriore. I Tolledri (dice *Ariflotele) fono-
t» poco più fommeffi dei pudori; e cresciuti non ponno toccar fi il capa
con la gamba deretana fi come fanno ageuo bnente ancor nouelli:& al-
. .. troue difiingite,che in ogni genere d'animali) le parti dinanzi fon più va
zi ne tovfibty atte ne' mafehi, quelle di dietro più nelle feminetliciTolledriy
gli anima fecondo il merito dell età) TaUadio dice poterft ottimamente fare la coìr-
li mafehi fìderatioue di quelle cofe, che ne i padri , e nelle madri fi fon diHinte ; e
^r" rFa" dttt*1 buona loy indole danno inditio la hilarità , la alacrità , & l'agilità
che le de- belliffima afpettatione efendo in quelli , che fileggiano allegri ,ff>irito- &
retane, fh viuaci,e desìri . Ma quefla allegrerà non deurà già efjer tanta, &
fi sfrenatale s'approffimi allapax^zia ,onde e' pofeia diuenga indoci-
ledila fra folamente,cbe baSìi àfuperarela maninconia, laqual inhabi-
Segni da petardo fa Inanimale \ Quanto dunque alfègno del corpo; ilqualfiri--
nofcere°" chiede neruofoyargut'o > e grande ,\AffH)1o defidera ne iTolledro il capo
un Polle- puro , e febieto: gli occhi neri; le nafte non caduche , l'orecchie brieui: il
dr o. collo tenero: la chio ma profondavi petto lardo : il ventre moderato à gin
Ha mifura ?la coda grande ile braccia,^ l'anche diritte: le cofeie piene-
di mufcoli^l calcagno picciolo,iynghiafodayvnita d'ogni parte, e com-
pita col cerchio fuofion larga come il pie de l'oca, ne alta, come quella > -
che ha la capra.Senofonte dice,che'l Tolledro,cl?edal primo nafeimento-
ha ben alte le gambe, grandiffimofaper riufeire: perche di tutti qua-
dmpediie gambe poco ere fono dialte^ja, daquel, che fi nafcezma fe-
condola grandezza d'effe, co fi il rimanente del corpo nel ere f cere corri-
fpode.*Affìrto dall' afta delle gambe congettura^he effendo bafse e corte
ilcauallo harà vn' andar di cane, come fi diceyche porterà ftrafeinando i
piedi, efpcfìo inciamperà ■' efsendo ritte fi chiameranno più di cerno , &
mal e aminera.no, sballando ilCaualiere. Mafe'l Volledrofi vedrà muo-
uere le ginocchia conpreì~ìo e lubrico piegamenti, fi può congetturare , »»
che cofides~lro,e fucile mouimenta haran le gambe in e aualc arto -.perche
oltre,che quella molerà del piegare in procefso ditempo fi fu maggio—
re,èpnr molto lodeude,che gli fiveggiafìn da l'età tenera , effendi) ve-
ramente afs ai bella parte in vncaualla,rbauerleginocc/na tenti, e mot
li)& ageuoliffime àpiegarfi ; perche-afsavmen degli altri fi deurà tra-
mare fcapucciandó, o Toppiccando; & meno fiftancberà,che nonfamO'
quelli,i quali hauendole molto dure,paiono appoggiati in qualche pali di'.
legno flabdi,(come ancora Polluce fcriue)& zsfffìrto ciò confermando y
foggiunge, che quando, il Tolledro nafcefte conquella nota, che-dente di
heprt
<DEL CAVjtlLÒ liti. ìtì. aij
r*A lepre chiamano > battendo i denti cacciati infuori, e'I nafo baffote' non fi
fàccia Untare mafubito nato òfi butti via,ò ftfepari dalla Hayga: per-
che tali parti fono adulterini della Tritura, & portento fi : benché il
più auuengain animali di due generi, come il Mulo. Quelli, che han-
no fmi furati , e gonfi 'i fianchi, fono brutti, e di pocaforza;& noiofa-
menteiCaualtere vifipuote afiettarM fopra. Helliffimifono quelli, che
tengono l origine delle (palle, perche fi Stimano robufli , & nonfìcurial
f aitai 'caute. Quelli che hanno le gambe torte guardanti in entro , fono
forti di piedi , ma praui d ingegno . Quelli, che le hanno torte in fuori,
fon fiacchi, ma buoni £ animo . T uttauia c'infegna rimedio ilCrefcen- Poliedro
*H 70, che quanto è nato il cauallo con le gambe torte in entro , fi che fi nato con
percuota l'una con l'altra, gli fi facciano con vn ferro di fuoco acconcio torfam
tre fregi nella parte di dentro delle cofcie alato ai te§ìicoli:b fé fon quel fuoirime
le dinanzi, ne i lacerti > perche nell'andare che fard, fcortkandofem- di] .
pre col continouo fregamento le piaghe de l'arfura , anderà per forza pia '
aperto delfolito. Ma quanto a quelli del'animo,ottimofegnale è ch'egli
èoYuèi compagni nella campagna fi veg'gia contendere sì nel pafcere, sì
nel correre : & in tutti altri tali efìercitu' fìafuperiore , non dando luo-
go a quello , che gli è vicino . €t che douendofi varcare alcun fiume , ò
r ftagno , e'fia il primiero a pafìare, non riguardando a gli altri , che'lfe-
guifiero : & co fi primiero anche a paffar di f alto alcuno fofio . Et che fi
moftri in ogni accidente intrepido , non ify attentando fi mai per vifla , ò
pervdita, ò per fopr agiunta dicofanuoua, & repentina: ma fempre fi
veggia ardito,che con vna certa lafciuia vadafalteggiando dinanzi al-
l'armento . Oltracciò lodeuolifi dicon quelli, che da piccioli fi commuo
uono,e da commoffi s'applacano incontenente:perchetali Tolledri deten-
gono fenra fallo h abili fftmi ad ogni off equio , e patienttffimi d'ogni fa-
tica, fi come da Varro,Columella,&Telagoniofì afferma. E' ancora ù*]?0^^
grandijfimo argomento di buona indole , s' egli Hando non patifcedimo- na ijjdole
D ra,ma col pie battendo laterra,moslri difiderio di correre , e di vagare, dicaualli.
Hora quefle , e quelle parti bdliffimamenteda Virgilio fur difcritte , &
da Luigi zsflemannirincbiufeinqkejtiverfi .
Grande è il cauallo , e di mifttra adorna
Effer tutto deurà quadrato , e lungo ;
Leuato il collo , e dotte al petto aggiunge
RJcco , e formofo ,♦ & s'affottiglie in atto ;
Sia brieue il capo , &s'affcmiglialferpe;
(orte l'acute orecchie , e largo , e piano
Sia l'occhio ) e lieto } e non in torno cane ;
0 4. Grandi*
ili b Èl IJt G l 0\ì ji
. Grandi y e gonfiate le fumofe nari : -,
Sia fquar data la bocca : & raro il crine :
Doppio ,. eguale y {pianato ,. e dritto ildorfo:
V ampia groppa [patio fa : il petto aperto :
Ben carnofe le cofcie : e Stretta il ventre :
Sion neruofe le gambe y asciutte > e groffe :.
Jtlta Vvnghia fonante y & caua , e dura :.
Corto il tallon , che non fi pieghi a terra .\
Sia rotondo il ginocchio : & fia la coda
targa ycrejpa yfétafa.y, e giunta all' anche ,,
T^è fatica y ò timor la fmuoua in alto y f
Tot leui alte le gambe y e'ipefiofnodi
Vago yfnello y, e lèggier : la teììa alquanto >
Dal dritiffimo collo in arco pieghi >.
Et fia ferma ad ogni har ;mail viuofguardo.
Sempre lieto > e leggiadro imo mogiri..
Qnafomigliante défcrittionefkiLTolitiana con. latita [parole nel{fuQ>
B&fiico in quefio fenfo . .
Il tenero Canal, per le ca mpagne
Salta : e fuggendo appena e* tocca Ufo mmo-
Delle verdi herbe > afe di monte faglia (£
Ter afpri gioghi y òfe faflb fi fiumi.
V arche y .leuando il pie fempre fublìme .
Splende a lui bellamente il capa ardito ;-
giocagli per la fronte, il crin decoro::
Vibran l'orecchie ; e di negrante giro ■■
(jliocchifian fuor ben grandi ; efce feruente?
Spirito per le nari : alto fia il callo >,
Qual tien V^Lugel > che dà tema al Leone >
L'zsfugel >.. che chiama il dì con chiara voce ;•
Speffidineruicrefconglianimofi Hfr
Et ampi, petti y & s'inalyanlefpatie :■
E' il tergo atta a [edemi v&ne'depreffi.
Lombi la fpina vacan ax din doppio .
T craffi fianchi. y il cafUgato, ventre:
jLffrman , fìdilatan poi le groppe: ■
*I)t folte fé te la crejpetta cada.
Higidà pendè :e i graffi colli vela
Tur folta, chiama a deftm man vagante*.
Sonpot
<DEL CjtFjfllOylIB.nl. 217
+, Son poi le gambe col ginocchio tondo
Molliffime a piegare ; egli feroce
Fremendo , ip affi alteramente muoue ;
€ i Corribanti cimbali col fuono
Del cauo corno la brieuevnghiafembra ..
Senofonte ferine , che delTolledronon domato faranno da conftderarft s^ni nel
diligentemente le parti del corpo >; perche de l'animo non fuol dare (a- Poliedro
Hallo non ancor caualcato ben chiari fegni . Teròlaprincipalcofa , che non "<*•
importi) è fodeTga di tutti i membri,onde egli diuien più forte , e più m
"veloce ; &chefia d- ottimi-piedi,, ecorpolento :- le quali confiderationi
^ fon da offeruarfi fecondo , che la conditone de la co fa richiede iperciu-
che dicendo Columella,in tre parti dmiderfi.il genere (fauallino,ìn mate-
ria generofa , che produce Cauallì atti a if acri certami : in Mulare , che Genere cz
per lo pre^go del fuaparto fi paragona col primo : & inipulgare , che uallino di
mediocria, nimali progenera: come ciafeuna dì quefie è più eccellente > u"° .in trc
cofi maggior diligenza vi s'è: da vfare ■:;■ effendo charifjìmo ad ognivno P
la primiera dignità effer e dei Qiualll idonei Alla guerra : la feconda di
quei)che fon buoni a far viaggi , 0 che ? allenano per pompa, e per dilet-
to;: V ultima- dì quelli, che vengono habili alle fomme . Laonde (co-
. me 'ancora Varrono dice) altri effendo atti allamilìtia y altri al corfo,.
C & al maneggio , altri alla vettura , altri alla monta : bifogneràdiuerfa
ejière laelettione, dìuerfala dottrinale diuerfo iìtrattamento-. Con ciò'
fta cofa. che hauendo Dio in tutte: le forti de gli animali compartitele-
gratie fue , fi come ninno huomo fufftciente à tutte cofe fi- può trouare >>
cofi ' radiffimi fono quei (avalli ,, òpiu toHonon mai veduti , ebefoffero
atcommodati à tutti vjfìci,nella maniera, che fi legge in vna greca piflo-
letta di Sìnefto , ilquale ad Vranio fcriue quefio f enfio . Vi mandò vn
Cauallò indono >; omatiffimo di quante lodi puòhauer Càuallo : potre-
tsferuiruenea cantefedicorfo,, acaccie, àpugne nella guerra, & -final
D mente a pompa nella vittoria, che col trofeo dì Libia hareteà celebra-
re . lo certo, non vifaprei dire, s egli f offe più eccellente cacciatore , ò
corridote,. ò guerreggiatore , ò maneggiarne.. Et: fé là forma non vi
■parrà fi bella, come ne* caualli dì TSQfa veder folette : hauendo egli la,
cairn ( cioè la fuperiore parte de capo ) ajpra,. e parimente ,i lombi
fcamati ;dèurete confidar are , che: cofi ne' caualli , come ne gli huo»
mini tutte le cofe infieme non pttono diurnamente di per feritone mai,
corrifyondère.. Ma da.V altro canto egli di queslo farà lodeuole, : che:
lejparti. dure più ,. che le molli hàriceuute grandi dàllalstatura : ; &
al. tolèrarz. delle: fatiche; l'offa piàt chele: carni fon Atte yondefei Cà—
uallìi
uallì votivi fon belli di carne, inoflrìfon buoni d'offa . Stafano . Vera- g
mente à queHo (audio non fo s'altro fifuffe mai trouato fintile , s'è*
fu tale; ma noi quello chiameremo ottimo,^- eccellcntejn cui delle vir-
tù acanaìlo appartenenti la maggiore, & lapin neccfiaria parte cono-
sceremo . Voi che dunque dal fiore fi cono fcono fempr ci frutti ( come il
faggio Jmperadore Marco z^furelio dicefe daToìledro fi può lariufci-
Confide- ta dognicauallo al più giudicare; la difpofitione fard primieramente da
racioiii ,n ben mirarfi, per desinarlo a quello èffercitio , al quale parrà dàlia na-
ualii nel- tura inchinato ;non altrimenti, che de gli b nomini è da far fi , comeCice-
defìinar- rone ferine di Apollonio alqual tenendo [cuoia publica^ e feorgeua al-
gli aj gli 'cun difcepolo poco atto àqueUadifciplina, non tompartaua , che più vi P
r 1U1' perdejfe tempo, ma datagli licenza ; il confortaua , à dar fi à quell'altra
arte , doue più, lo lìimaua idoneo . La qual cofa tanto maggiormente fio,
d' auuertirfi in vn e auallo, quanto maggior difordine feguirebhe , s 'egli fi
diputafìe ; ov.er am?naes~lrafìe contrario alla qualità , attitudine , e na-
tura. Vero d'ogni forte di caualli conuien la fi alla d'un magnanimo Trin
tipe Har fornita,affine,che di quelli poffa ne i loro proprij , & confkceuo^
io efferciti con fuo gran commodo , e diletto ferui fi ; & cofii caualli ef~
fendo temperatamente vfati nell'arte loro,più lungamente^ più fani vi-
Di che ur anno, con feguendo altresì mirabile eccellenza . Hora i primi deuran*
forte ca~ no efiere caualli di due felle,Corfieri,rBarbari,e ginnetti ;appreffo JtchiT \
bo o i nee ^* var* Paefi:>e canotti da mafchere-yda caccie , e da camini e per ver~
Principi no,&per eslate, per piani, & per colline , caualli da trarre arrette yeda
fornir le correr pofie: caualli da maneggila gioslre,e da tornei ;e cdualli da nemi
loro ital- ritiene daguerre.-i quali tutti come di diuerfe stature e conditioni faran^
no,& nobili e villani \ cofià diuerfe operationi faranno appropriati . Ma
di qualunque fpecie effifiano ; vniuerfalmente è da mirar fì,che non ten-
gano caualli fé non fmLJ& intieri di mente , e diperfona; ben complejjio
nati,& forcati nelieffer loro ;perche effendo proprio de' caualli, e de' Leo
ni la forza ; mancando loro il proprio ornamento , non far an tenerfì ^
in pregio alcuno : né la nobile fi alla ne deuràeffer ingombrata -. Sani
di mente ancor s'è detto , perche fouente veggiamo efier vn cauallo na-
to di buona rax7a,ebello,e benproportionato , di buon pelo , benfegna-
tato ,eda buon Caualiere ammaeflrato ; nondimeno tal volta fpinto da
certa infermità detta Lunare, ò più toslo da qualche innato f^irito dia-
bolico, prende sì fatta sli^a all'i mprouifo , che fenya conofeimento
d' alcun pericolo , fi butta infieme col padrone in luogo precipitofo , non
altrimenti,che de i porci indemoniati nel f acro Vangelo fi legge; E tai ca
uallì, quando penfat e bauerli domi ; all' bora più fir ani , &impenfati
motiui
Dfrl*Ci4V\ALL0> &IB* 111. |$J
wf mofiuifi peggiori fare ; in tuttovitiofe, indocili) e bimani . Intorno pai
alle circoflarì'ze particolari) confederata la qualità dell 'cfsercitio > dalie
il cauallo fia da deslinarfi ; non farà malageuole à di/cernere la difpofe- Qam\]0
tionc à quello corri/condente . (on ciò fio. cofa che per la vettura,^ al- per uettu
tre talifhtiche,fi richiede pia che velocità)robu£ìe%£a, efor%a, & va- ra, & fati
lendofcegliere -m'animale valorofo > & idoneo à trauagliare, efpecial- che *
mente aWvfo de' gioghi habiley ferine JlfsirtQ ■> che ne attenghiamo à
quelhyche fi a di petto lato > e parimente di ampio colloidi nafche apcr-
te-idifj} alle preminenti) & alte; di gambe dritte; e di gemette non gran-
di) di pie non torti >nè tramandanti; di ventre non picciolo; e difehiena
2? non curua.Ter le carrette diletta affai,che con lafor^afea congiunta al- percarrcr
cuna parte di velocità ; eproportione > & conformità diperfona e di co~ te .
love. Ter la, Cacciadelle fere fonnecefiari i caualli coraggiofe nelV affai- Per Cac-
tare)Velocinelfègmre; agili nel volt arfe ad ogni mano , e robufimel re- cia •
fisìere à gli affanni : In-quesJi'Hemefìano defederà fi-onte ardua: bella)
& alta tefla: agili orecchie rff tendenti occh'hvalorofc fp allenile qua-
li fea molto collo rifupinato : ampi/imo }e lifeio dorfo ; fmi furato lato
e picchi ventre : che dal na/ojpirino fumanti vapori > uè mai tengano-
fermo il piede ; & che per tutto fi veggia vna intrinfeca virtù, animoft
„. coynmamre le lor membra. S crine Oppiano i mafehi efìer vtili più che le
C /emine alle caccie ; perche più durano la fatica de i lunghi cor fi : & che
lefemine dalla lunga fi deonofkre Bar in difp arte ,-xc ciò che non mito uà
no i mafehi ad annitrire^ mettano le fere in ifcompiglioy fuor de bordi-
ne difegnato . Hcrodota racconta i popoli Thiffageti vi aere delle caccia-
gioni in fuetto modo) ebeciafeuno porta il feto Cane, ti fio cauallo : effi
montano foura de gli alberai cauaUifonocofi ammaefìratiyche humilif-
femamente corcati sul ventre ,s'appiat ano lidi fatto ;cbe l'huomo veg-
gend&disù la /era)la/aetta,e rimontato a cauallo) coi Cane^ aggiunge,
Ter li viaggi fi defiderano-caualli di cofijìrne^e dipo/so piaceuoli,e quie-
, ti) per lo qual rifletto è buona vfanza àfkr cabrarli ; perche tolti loro i „ t r **"
D tetìicoli)diuengono oltre modo piùmanfueti/Ji comeVarrone ferine) &
Apuleio conferma là > doue dice/aper lui non fola gli lAfini) ma ifera-
tiffimi caualliper lo> troppo calore, della libidine indomiti) e sfrenati col
tagliar de' teflicoli effer fi fatti humani , & b umili * lichehoggidì noi
aleggiamo : benché iTalafreni meglio fentano non castrati '■> feconda
jllbertO)perche ritengono più vigoreypiù allegrezjajpin anhno,& mir-
glior vifiayehe non gli Euwicbi.Et perche nelle cacciey &ne' viaggi,/).-
ttente auuiene d'andar per luoghi ajpriffimi,& innaceffì, bifognai Canai
li e/sere (altre alla. robufLez^ayC^r leggkrez^ajficuri) e di nulla pa*
uentofi
tìs z> i ri l ot e i o \i jt
Mento fi, ma che arditamente faltinofojjì , #• varchiti fiumi : &foura jr
tutto fiano ben confortati della tefla , e della bocca;e duri d'vnghie^ ma
fciolti digionture , e di molto neruo , ilpaffo loro fard lodeuole ò di por»
tante,o di traino; acciò che non habbiano i?npedimento a ipiedi perirà-
mainare -, ma foura tutto l andar dipaffo è più ficuro, epiù quieto : Et
in verità nei viaggi ogni Signore d'auttorità dee andar foura vn buo-
no, e perfetto cauallo,non f apendo quel , che gli pofìa interuenire : &
nelle caccie è dilettetele fommamente il ritrouarfi.su vn cauallo co/i ar
dito,come bellamente è deferitto quel di Jtfcanio da Virgilio, e da Sii-
Ho quel Lampone : chefaltando varcauafpatij fmifurati . Chi vuol ca-
ualli idonei alla pompa,che agiliffi ma mente s'inalai» o à me%o aere,con E
calci,ò fen^a calcì,& fi maneggino in tante guife, che come cofa rara>
& ammirabile gli occhi di tutti i riguardanti in fé riuolgàno , fappià,
(come Senofonte dice)non effer nero quello, che alcuni Himanoyche nel-
la mollerà delle gambe confitta lafkcuìtà di al^arfi leggierméte, ma.
chi ha molli ,fuccinti, e robusli i lombi , quelle parti intendendo,che di
fotto le cofcie,e i lati van verfo ifianchiy non ver la coda, colui fpatiofa-
mente potrà con le gambe di dietro corrijpondere alle dinanzi . E gran»
demente fi loda tal cauall.o,quando egli altifsimo,e fpefiffìmo aliando il
corpo lentamente fra tanto fi fpinge innante già foura sì fatti caualli
fi dipingono i Dei,e i Semidei, egli hnominifen?a dubbio nel conuenien- j
Caualli te vfo di quefìi fommamente magnifici fi dimostrano. Lequai cofe Tollu-
per bel— ce affermando yfoggiunge, chel cauallo, ilqualfifcegUe per oslentatio-
perpaffeo ne>&" Per bellezza, fi commenda dal collo , eh' egli naturalmente fi di-
giare. " letti di tener alto e ftefo in arco.! caualli da paleggiare per le Città,ol-
tra V effer vaghi di leggiadro palo,e di belle fattele , conuien che fi ano
leggiadrie fciolti: veloci allaCarriera , & ficuri, S'ordinati al parare^
trouandofi molte delle slrade diuerfamente pericolofe:Deono altresì ef-
fere ^4.%^idori, come da Spagnuoli fidicela noi Cor uetfianthin luogo
fermofb nelle bande , ò nel gif innanzi: Dueila voce par tratta da l'in- -•
coruare,forfe perche il cauallo quadofk cornetti, incurua le mani,e po-
ne V anche quafi in terra. JLltri caualli di più perfona deono effererad-
doppiantiin diuerfeguife , ò à terra > ò in alto,b à melarla . ^t Uri più)
atti,epiu leggieri deuranno f aitar con calci da fermo àfermo'.o conga \
loppo gagliardo, o con duepaffi, &vnfalto: sì che del agilità del ca-
uallo^ della diffiofitione del Caualiere fi porga con diuerfi maneggi di-
uerfo piacere à riguardanti . I caualli, e hanno àferuirei giuochi del-
l'armeggiare , bifogna fpecialmente qettagiofìra hauere vna carriera)
falda ye trita con bel parare >fenza mofirar ne sdegno , ne timore di
fotto
T) E L C\slfìjt%Bk<% II.B. Ili . 221
„£ fiotto l'arme ,- anzi con ardita allegrezza partir fi dal capo della tela*,
& con gagliarda lena continouare il coefo, come vagamente l'^ìriofio
defcriue.
Il1)es~lrier , éhauea andar trito & foane
Torto all' incontro la Donzella in fretta)
Che nel corfo arreTxb lancia sì grane .
*${el tome» fi ricerca ineffiilbel maneggio per poter andare,e venire con _, ...
la fpada inmano, maffimamente siila dritta, & con prefiez^a togliere per lor_
anco il vantaggio della mano ali auuerfario . Isella fcaramuccia fi ano neo.
ben' infl rutti al galoppare, in volta , & in me%o , e in tutto il circolo ; e
B particolarmente sàia man manca per la lancia ; & pergirarfi veloce- Caualli
mente horquà,hor là,come vnafiifcia,', fecondo che volgarmente tra Ca- f^ucie.
ualierifi dice ;)Ma nell' adoperare diefia lancia nelle giofire bifogna in
tre modi vfar defirezja, & arte ; nel principio, chelponere,e'l partire Caualli
fi fàccia con beliiffvma apparenza di tuttoil corpo , <& mafftme della te- P£r gio-
Ma,del braccio,e delle gambe,fenza far ài fdiceuole moto alcuno ;nel me- ltrare*
7$ , che fi porti la lancia , e'I corpo immobile , & fi riduca à quel donata
termine,che fi mettain reHa congratia;e confaldcz;za,sr,che reftificit»
ro in fella il Caualiere,e certo di adempirlo fcontro determinato :Fltima
mente nel fine farai a fina perfettione, che con fermezza , & con occhio
€ dritto s' incontri,& poi fi leni Ihafia, & fi riponga in cofcia,b pur di fuo~
riycomehoggiper minore fatica- s'vfa . Ideile fearamuccie oltrdquesli
effetti è da faper fi galoppare accesamente su'l finifi.ro braccio , oueper
commodo , érper ripofo la lanciasse da portare ; & fé fatto vi viene,
metterla : prefiamente 'in re sia , & affrontar il nemico nel vìfo ,b pur dì,
■ dietro, quando gli fi pofj a rubar la mano . I Caualli da nemicitie bifogna Caualli
efiere già dotati della maggior parte di qv.efle qualità* , che narrate bah- da nimi-
hiamo,& foura tutte sfilando firn (fitta, è di meflieri,chefiano coraggiofi cu,e-
efivuri degli vrti;fermi di t 'fila, & fotte citi ad ogni mano , con l'ordine
delle gambe piando fi in campagna, fi an veloci da poter feguit are, e fuggi
** r e, fenza rifili armo di fiumi ,ò di fofiati . E 'di quefia velocita conlegge-
rezza,& iena grande i caualli da correr palij; àda poslc ,JpecialiJfima-
■ mente già conuiene che fian dotati . Ter la guerra daV arrone fi richie- ^ ...
dono zsferi , cioè arditi, e fieri : e benché tutti i caualli di lor natura per rruer.
fianQ foura ogni altro animale dogati d'vna eccellente grandezza d'a- ra..
nimo ; non tutti però fon' atti alle operazioni della militia , ma fol
quelli, che piàtra boro fi trouano batter congiunte le parti della vera
perfettione, perche molti caualli già fon benfatti della perfona, e porte.-
■ rebbono addo/fovna montagna, ma poi dall'altro canto fono inhabiliye
grauofi
ìli to E L l u€ gloria
grauofi all' operare; altri far an leggieri, ma non [offerenti de gli incerchi
e de gli affanni : altri non bar an la generoftà del cuore > ne l'attitudine £
dell'ingegno; & co fi nonponno il pregio della vera lode ottenere . Terò
quanto s'è detto delle qualità del corpo , che fon da defiderarfi in vnca-
uallo; tutto s'è da intendere principaliffim amente per lo militare > e per
lo pompofo . Dami appo Filoflrato nella vita di Apollonio, dice > il Ca-
nal Militare douer'effere ifìrutto di quelle medefime arti, che ad ogni
Caualierefon neceffarie: cbefappia difender fe,e ferir il nemico , e J "cac-
ciarlo o e feguitarlo , e poi rifuggire ; & che babbia ardire d'entrar nel
me%o delle fquadre armate fncendofi aprir '-la flrada, mordendo, e calci-
trando : Le quai virtù bifogna,che s'acquiflino , auuexjandofi il cauallo p
a non temere lo flrepito de gli feudi , lo/plendor dell'armi , e'I grido de'
combattenti. Senofonte ancora ci ammonifee, che in vn cauallo da «
guerra fi faccia proua di tutte quelle cofe, ebe in guerra fogliono auueni-
re;come difaltare è muroyòfleccatoyòfojfo.-montare, e feendere per col-
line , quantunque afprifjìme , correndo velo e ifjìm amente in su, e'ngià;
follecito nello Jpingerfì innanzi-, enei ritirar fi in dietro > e nel voltai fi da
canto : ebe daquesìe cofe la fartela de l'animo, & la fanità del corpo
fi congettura. Soggiunge medefimamente non effer vtile nella guerra al
Caualicre il cauallo fouerebiamente fuperbo ; perche effendo di meflierì
con vn cauallo troppo magnanimo niuna cofafar confor%a;e nonpoten- (j
dofi nel furore delle battaglie tener sì fatta auuerten^a,chefempreglifi
vfi piaceuole%^a al moderare ;efrefìo per fomma necejfità douédo ufarft
atti difordinati e fuor di regola;auuerrebbe, che' l fuperbo cauallo fenten
do difufato fa slidio, ne veniffe in talefìi^ra , che fé sleffo infieme col pa-
drone manda/] e a rouinaSe alcuno dunque ha fritto , il cauallo da guer-
ra feroce douerfi eleggerete daintederfi, eh' egli fa animoso ad af altare
efracaffare lefchiere armate,ficuro di calche, d'urti e dipercoffe, ne fi-
nalmente fpauentofo di cofa alcuna;ma non già tanto iracondo,e furiofo%
cb'eglifofìe sfrenato,& implacabile ; an^i il (aualiere ha da richiedere
ilfuo cauallo commodo,& ageuok a farne tuttoquel,chfegli vuole, vb- "
Udiente alla briglia , & a lofprone , agile a far la bifciaperla eampa-
gna,& à voltarfì ad ogni mano : allegro nel caminare, & fen^a Amba-
fcia,duv abile alle fhtiche,veloce corridore , & anco intrepido nuotatore
bifognando talbora varcare profondi fiumi. T^èfard da feguirfi tope-
mone de coloro; che per buoni riputano quei caualli, che fappian fare del-
le molte galanterie ; poco mirando, che non fan leggieri, ne animo fi;
che quando quefìi andaffero alle guerre > facilmente (ma non fen^a lor
^annoe fcomo)fiverrebbonoad accorgere > quanto, dal vero dilonta-
nati
DEL C J.V ^ilLOy LI B. 111.- 22J
nati fifofl ero. Sono già di quelli, the corfierifi dicono,attijfimi al corre-
re delle lande )à i giuochi dello flocco , nelle fir ade larghe, ò nella Tela >
a. in ifleccato,con furia ,o fen%a, fitto Cavalieri armati, ò difarmati,con
piaceuolexja , & lena grande; quefti certamente fon vidi alle guerre ,
quanto alla loro agilità,, e fartela; ma de lavatura [tè da far non
picciola differen^a^erche i caualUgroJJìfon buoni follmente ne ifingo-
lari abbattimenti,ò in vna giornata Rampale, doue bifognafse di com-
parire armato di tutte arme , douendofi combattere con grofsa Canal- QZin\\i
Uria:, nei quali e a[i import a molto , che s'b abbia cauallo di vantaggio ; fcaramuc
*JWa nelle fcaramuc eie, & in altri meslieri dellamilitia,doue più leg- eie.
_ giere^a , eprelìe'^a è da richiederfi: loderei più toslo vn cauallo di
mediocre taglia , come quelli di l^apoli , che fi chiamano di due felle , i
Turchi della1^atoUa,i Villanidi Spagna, & alcuni F rifinì, che nepa-
uentofi foffero,ne s~\Ì7jofi . Bifognafjnalmenteyche'l cauallo dell'arme
fìa ben fermo di teli a, e di bocca, leggiero alla mano: sì , che con minor
pericolo,e noia del Caualiere , & conmaggior forra: pofìà l'incontro de
gli altri cauallififfrire :fia da fine era vifia ;fia piacenolffimo in fhrfi
gouernare,e cavalcare , <&per l'unga dottrina e pr attica isìruttiffìmo iti,
ogninecefìario efjercitio,fuor che di maneggiare con falti,e calci; per-
che tal vfo annmer ebbe molto il Càualiere di arme carco, & al'rando-
£ fi-troppo dinanrj,porta maggior pericolo d'effer ferito nella gola, & ne
glifcontri:ma negli altri modi quanto più farà ammaefìrato, & ordi-
nato portando levirtk&lemembravnite&ben conferuate in fé , pili
recherà-commodà , &bonorealfuo Signore . 7$on però fi alcuno per
auuentura non fodisfacefie compiutamente in, tutti sì fatti vff ci, farà.
da rifiutar fi;perciÒ che molti caualli non-perche poco vagliano,m<zper-
cbepoco>cÌ fiano flati effercitati, ne vengonmeno , pur quando vi fiàno-
■ ammaeflrati , e bene affuefhtti,fi può ffierare , che perfettamente gli
debbano adempire ; & con l'aiuto de l'^Arte diuengon ottimi quelli,cbe
jy; fi vedranno bencreatida là Telatura con fine ero &v altro fi ardimen-
to; ilquale non follmente dà la granierga del fiato,. &viuacità dello
Jfiiritofi congettura, ma ancor dal veder il cauallo rallegrar fi de ifuo-
ni maffimamente.de Uè 'trombe • , tutto in fé commouendò fi, tenendo l'o—
vecchie. ritte,come dal.Tolitianoinvn difììco fi 'efprime ,..
llMàrtialrDeslriero ambigli orecchi
Inal'ra allhor,.che di battaglia ilfegno^
Dan con terribilfuon le roche trombe 3,
Statio pari mente l'accenna, co fi. dicendo ..
Egli, al fuon delle cornale del le trombe;.
liete
5i4 1> % L L *é GLORIA
liete fcorger.a e intrepido il cauallo . -&
Proua ri Terò è st.aa ant'r - vifan - i , sk perfkr pronai fé' l cavallo foffe animo- *
il cauallo fò^o pjmntofò ittorno romor di fonagli ; dal quale s'egli
iia animo no)ì,. J//; t()^Q dimofl..^tane alacrità ,fi giudicano,
luonc: iti delle guerre : an^iper annegargli ad ogni
fi> gitani di portar nelle briglie loro certi fonagli) co-
me Parino r.\ . i t u.iuer vedutiti quali greca-mente fi dicean £odone\ e
da qy.ejla voce ^i yjìofkne vsò il verbo Codonizjn per efperimentare, ri-
£ guardando a qnefìa efberienxa , che non pur ne i caualli-, ma nelle Cotur •
nici ancora fi f imi far e Ma per che di quelle dottrine-, che fi richiedono al
buon caualloynoi hanemo à trattar appreffo dijlintamentetrefla hora da F
ragionare^o.nei Tolledrifi debbano governare , accio chepoffano per-
uemre ad habuità di effeguire quei dtr.erfi méfiieriy a' quali fi an deìliriit
Poliedri ti. £t intorno a quefla parte è dafapoft , che qi:ado il Tolledro parrànon
**? ?? • eflere P'1"1 bifogneuole dilattarfi ; coiamodamente fi potrà fhre in quejlo
gouenn- '<nodo,ch'egli.fi metta in diparte tre giorni innanzi al plenilunio,&per
i£ . tfyztio di véttjti.ittro hore fi fàccia star dulia madre efclufo;poi la mat
tinaie fi riconduca^ & come bara fucebitto tanto del latte , cbe'l vétre
gli appaia gonfione ne rimaoua in tutto>fe)i7a fargliene più guflare;che
co fi diuerrà da poi più bello, egrafìo ; & portando il corna del Ceruo ap-
pefo al collo > z^fjì-to affermale in quella età non fta perfentire mai
morbo alcuno. Ma fé dapoiyche'l Tolledro è natoci vede fé tornar afma
ticoynon pigliando quell accrefeimento > che e' de;irebbe,efficaciffimo ri-
medio fi a tdi quella Tellicella > che i caualli nafeendo vengono à gittaruì
fuoriidifeccataye ridotta in polueyprendere un pocbetto,e darglielo in vii
bicchiere di lattea bere non efendo egli ancora giunto alfefìo mefe : E
potrebbe fi anco v fare al fìmil modo polue di polmone di Volpe, laqual
vtiliffima^fi fcriue da molti efiere contra Vafma,& altri mali che anno-
iano il polmonei i quali tanto più fono pericolofi à i Tolledri,quanto che la
l^aturanon vi può per l imperfettione de l'età abbondante d'humidità jj
recare ilfoccorfo: eumene etiandio nell'età primiera,cbe foro diffeccan
do fi il budello , fi rimangono di mangiare, e di bere , onde à poco à poco
indeboliti , & abbattuti fi veggiono stare col capo chino > & fi dicono
1>eflorati, veramente come fiori e afe ati in terra-, nelqual cafo molto
farà gioueuole vn beuerone di farina di faue, e di castagne con coto-
gnata^ roffi di voua cotte in aceto forte distemperata ogni co fa infa-
me. Talhora ò per bitmidità del luogo j o per fredderà dopò vnfouer-
chio efiercitio concep'ita,diuengono infifUt'hcoi neruiattr attiche non fi
poffono muouere diperfona ; al che douendofi prouedere 5 fi fkrà in vn
giorno
LELCJtP'jiLL.0, LlB.ilf. 225
^ giorno temperato correre ilVolledro tanto , che fi reggia ben rifc Adato:
pofcia nella nuca del collo per Ugola , & per lojpino s'ungerà molto be-
ne con olio vecchìo,oue fia mefcolato butiro,e dialtea;poi fard buona pe^
%aprofumitadi fottoilventre.con quel vapore, che renderanno tre pie-
tre viiie info e. ite bagnate con vino perfetto ,epuro; indi couerto digrofr
fa manta fi p \trà rimandare d luogo fuo , che cofibentofio fia rifiorato.
I/i, quelli .modi accortamente mirando alla tenera progenie de i eaualliy
per confinar in filate quelli, che maggior afpettatiua di perfezione ci
porgeranno ; da ogni repentino cangiamento fopra tutte l'altre cofeli
guarderemo -, cibandoli dal quinto mefie innanji di farina d'orbo conia
■!2 fina crufca,e di qualche verdure di terra, felorpiaceffero . Tofcia com-
pito l'anno (come Farrone e infegna) daremo loro & cauigliata, & or%a
intero ; non prillandogli della compagnia delle madri, finche i due anni
non fi an.p afiati: perciò che infimo a quefio tempo non fol di latte haran
bifognoyma ancor dì gnida,come nouellamente venuti al Mondo . Ma di
là del fecondo anno deuran difgi unger fi, non comportando , che cofi libe-
ramente conuerfino con le madri per le campagne . Verciò che ejfendo il
cauallo (come enfiatele fcriue) caldiffìmo,e lafciuo,&inetà minore
piuchein altrahauendo laluffuriain lui vigore,noi altrimenti , che nel
Ciouenco,per lo bollore delfirefco fangue,che foprabbonda\egli fin d allho Poliedro
C ra.e talhorpià tofìo (fecondo la bontà , e copia degli herbaggi) corniti- hwoì qua
eia ad efiere Himolato dalla cieca , &. ardente F enere ; sì che trouando £? .
l' oc e afone parata, di leggiero verrebbe al coito; & per la poca fio stanca ^al coito.
della compie filone ancor nonferma,&per la molta dilettatione, che ri
ceuono di quell'atto, fé ne sìniggerebbe, ognidì peggiorando apertamen-
te; & offefo in qualche parte del corpo ne rimarrebbe . Fgli,fe fipotefle il
Tolledro in fi no a tre anni interi mantener libero in abbondanti , e buoni
pafehi; affai -meglio farebbe, eh e rinchiuderlo in ift alla; per che difeorren-
do ad aria aperta per leforeHe , diuenebbe in tutte le membra fimo , vi-
n goro fio, nerbo fo' , efnello ; & in tutte anioni più eccellente . Quefio però
. . farebbe da far fi in modo, che non islefle in compagnia di caualla alcuna;
an%i né vifla,nè odore potefle batterne ; Concio fia cofa,che
Fa delle fotve preda à poco a poco
Lafemina in veder fi ; & arde il mafebio ,
sJKetteudogli in oblio le ficlue , & l herbe .
Tsle folamente ne' Tolleeri talauuerten^a è da tener fi, ma ancora negli
ftalloni,iquali tutto l'annoda or che il tempo deflinato alla monta,fonda
tenerfi in difparte dalle caualle;ò in remoti pafchi,ò chiufi in cafia: inten-
dendo però dichivogliafhrrai^afcelta,egenerQfa;percbegli altri co fi
V feminey
-ì.i6 D E ' t l U G t 0 \1 A
femintycome mafcbifì lafrìano ferina eccettione veruna montare a pò- <
fla loro-, { come TalUid io ferine.) Turdouunque fi tengano effi fìalloniy
è da auuertirfi, che l'un dall'altro fìian feparati con alcuni interualli
permc^o;sì,che non fi posano a gara offendere-, quando per V ardor del-
ia lufi uria fi ritr ottano furiofì ; il che la Trimauera principalmente pia
auuiene; perche all' bora picche mai ogni forte di beìììame per l' abbon-
datila del verde vitto flanno arditiffìmi in lafciuia (come lAnatolio di-
ce)onde quefla è quella flagioney tiella quale cefi à le Giumente , come a
gli stalloni è da day fi libera poteftà del bramato coito ; altrimenti e que-
-fti,e quelle non potendo l'impetaofo de fio foffrire , ne caderebhono a mil-
Animali [e ma[t . Già (come ^Ariflotele feri uè) di tutti ammali è commune} ì
per lu u- cjje ftfiia yVlM{fà Venerea fi commuouanofommamente ; né piacere al-
li effetti cuno (fecondo Socrate)è piàvehemente,nè più furiofo di quel di Venere;
condefeé'/? come (h- filando a dir de l'huomo y che poi i he l'amorofa face dentro
dano* l'0fpa g lj £ penetrataynè di fatiche ynè di perii oli > ne di morte fa slima)
chiaramente ne1 Cinghiali fi può vedere > che tra toro acerbamente s' in-
crudelifcono^ e quantunque il coito foglia farli affai deboli in quel tem-
po,combattonopur e-, & meraiiigliof amente fi fanno, armare , infangati-
dofi ben il tergo , fi che poi rafeiutto refìi duriffimo > b col fregar degli
alberi indurando la cuticagna già crafjìffima preparata, & aggu^an-
do le Sanne-ycon lequali fouente l'uri a l'altro fi dan la morte. Vede fi ilfi-
mile nei Montoni,che doue prima incompagniaconcordepafceuano, al
tempo della monta afpriffimi nemici tralordiuengono . Il (famelo quan-
do è di libidine infuriato , non lafcia apprefiarfi nèhuomo > ne altro ani-
male che fi f off e. Gli Elefanti aWbora molte e afe diquelle ; che non ben,
fofiero fabrìcate-y a terra mandano ; & come feguendo Virgilio l'Ala-
manni foggi unge* \
// Toro fé potuto hard giamai
Con la mente fpiar là doue fono:
L'alme conforti fue , non fiumi , o Hagni y
Ts[on folitarie felue -, ò monti eccelft x
Ts^on de' Lupi terror , non lacci > ò ferri
Lo potran ritener ; che't foco inulto
Vener , che vien da te, lo fcalda in modo ,
Ch'altro non sa veder > che quel che e' brama ..
€t fé per cafo il fuo ri u ale incontre-y
Che a l'amata Giouenca intorno pafea ;
Quafi folgori ardenti a ferir vanfi
Con le torna > & col petto > in fin che l'vno>
Direr~
DEL C >AP '^tllOy L1B. Uh 3*7
Di vergogna > di duol > di [angue tinto
Sdegno fa fugge in qualche afcofa valle,
'Di fiera rabbia pieno ; e.1 monte , e i bofchì
Del crucciofo mugghiar rifuona intorno \
Et fendami curar di fonti > ò d 'herbe
(Che dal patrio terren fi troua in bando)
Star fi piangendo ; e in vn momento poi
(Sì lo ripunge ^tmor) ancor ritorna
'Di nuouo in guerra > e del p afiato danno
Rimirando il firn ben non fi rimembra „
jj Ilqualpotentifiìmo affetto efirìme anchoraìlvago ^Arioììo làdout
canta ;
Come partendo afflitto Tauro fittole y
Che la (jiuuenca al vincitor ce/Thabbia^
(e rcar le riue , ò lefelue più fole >
Lungi da i pafchi , 0 qualche arida fabbia :
Due mugghiar non ceffa all'ombra > e al Sole
T>{è però fcema l'amorofa rabbia .
Che dirò degli Or fi ? de i Lupi ? edei Leoni <? quelli aUhorapik , che mai
v fono ferità contra ciafcunoyche lor sappreffi: benché meno degli altri
t fra loro pugninoyperche nonjogliono fiare àgreggia vniti infieme »
^Hon altrimenti ancor le varie Linci
gradite à Tiacco, & à i fugaci (erui >
benché non atti à guerra fan pur guerra >
D'iAmorfojpinti, e più i Serpenti fieri >
De le crudeli Tigri yò quanto a rifehio
Ter li campi di Libia aUboa.fi vaga .
Stfe alcuni per tal cagione manco feroci fi veggono diuentare, comtfo~
no Rianimali , che con noi dime fiic amente viuono \ verbigratia iCani,
ciò procede dalla copia del coitoy alquaie non è loro vnfolo tempo Vanna
determiu-ato : Ma come pur Virgilio dice :
Ogni animaly che fiafotto le slelle >
Huo mini , Fé re, e <Tefci > e pinti augelli
Calan repente in furio fo foco ì
Et vn medefmo *s4mor tutti comànce .
Tuttauia fopra i Qyadwpediyìl ca.ua.Uo èfen^a paragone fuggtttìffimo Cauallo
alla libidine (come ^Alberto conferma) sì per /' abbondane del cibo afiat i'uggectif
fanguignoy& enfiatiuoysì per temperamento della compie filone) laquale^ ! ? . a*ja
con llmmidità glifh fecondi/fimi al generar e>& con la molta caldeiga
V z fommamente
aj$* D E L l J. G l 0 \ I jt
fommamente Infurio fi gli rende; sr, che ttando infiammati di t d'ardo • %
rey corrono addogo agUhuomini, e gin ano a terra icaualcanti, quando
per auuentura la giumenta vien hr veduta .
xAllhora vn tremor fubitogli afiale
In tutte membra ; e non fren d'buom , ne sferra ;
"Non rupicaue,ò ficogli alpeHri , ò fiumi
\apidi punto ritardar gli pomo .
(foft propriamente Giouannì Boccaccio a* e aualli aggiunge epiteto disfre
natile d'amor caldi: & a me daperfone degne di fede è fiato affermatOy
che vn cauallo affai belloy& cariffimo adMfonfo Duca di Ferrara,fian
do nella fialla vicino a cei-te caualle-, che fermano per lo Cocchio della F
Ducejpiy s'innamorò d'vna di quelle sì fortemente,che nonpoteua in mo
do alcuno ingranare ;e tolto di quel ltiogo,non i flette guari, chef morì ?
onde il Duca dolenteyvolendo fapere la cagione di quesìa morte) lo fé in
prefen^a di molti eccellenti medici aprir del corpo ;etrouojfi il cuore co-
uerto tutto difangue;sì che efpteffamente fu giudicato, ch'egli per amo-
rofa paffione era morto. KlJ ad altroché a libidine, & ad amore poffia-
mo attribuire quel fremente gridar , che fanno , cofiicaualli vedute le, -
lor (jiumenteycome le caualle veduti ilorc Halloni, cantando Gnidio,
taf emina alCaualfempre annitrifee^- .
Annitrire Concio fìdeofa, die annitrire diciamo quello, che i Latini diceanoHin- &
proprio nire-fi germani Vuichlen yò Vtiyhelén; i Ciciliani annicchiare . Claudio
e i canal ne gU [annali ( come Iconio adduce )f cùffie Hinnibodantemenie le ca-
ualletra loro fp argenti co' calcila terra ; volendo con frequenti anni-
triti intender e,e doue i Greci il cauallo animale Chremetislico diffinifeo-
noy Hinnibile fi traduce; efiendo di fina natura proprio l'annitrire .- Mi-
rajcolofo èquello,che da 'Tunfania fi 'racconta, che nel vico di -Stara-
tone'tutta notte s'odono cauàlli annitrenti, & huomini combattenti; né
mai efiere flato alcuno bafi ante à riguardarli da prefio , quando à data-
opera fi ci fofse voluto andare .-perche i Demoni iracondamente lo di- ».
fcacciauanoy ò vecideuano : ma fé alcuno ignorante della cofa vi fofse-
per auuenturafopragiunto , non h'offendeuano . frittotele ferine , tut-
ti gli animali al coito , & all' annitrire bauer le proprie voci toro; ma
quelle de1 caualli efsere differenti; perche le fé mine f abito, che fon nx-
te,m$ndan fuori vna certa voce picchia , sfottile ; i mafiebi picchia
ancor-' effì-, ma pia piena , epiugraue ; e di giorno in giorno maggior
la rendono. Quando fon di due anni) & che cominciano il coitoy il ma-
fchio mandala voce grande, e grane ; la f emina più, grandey che primay
&pik chiara fin'at vtnteftmo annoyper lopiù^ma da indi innanzi la ren-
do?*
l/i don fioca tanto le feminey quanto i mafcbì . Jtleff andrò JZ[rodi[eo dice,
che nel genere, e auallino annitriscono più i mafebi delle [emine : ilche
effendo contrari&nelle Càprey& nelleTecore , egli ne rende quella ra-
gione; che .delle v.$ci altre fonq animofe., altre fommeffe ; &quesle fon
proprie delle [emine quelle più virili fono de' mafebi , fi come fi vede
che i CjalU fanno altamente Coy Co •■, le Galline Ca> Ca -, l'annitrire adun-
que è voce animo fa, il baiare è voce delie ata\ &però quella appartiene^
■alle Tecoreyór alle Capre del feffo feminiley & quella a* Caualli del fef-
fo mafehio ; // cui annitrire Virgilio chiama acuto . ^Adamantino feri-
ue}ej[ere alcuni buominiy che hanno la voce fintile a quella del Cauallo;
2» onde poterfi congetturare y che pur di cauallina libidine fi ano ac cefi ;
perche non ogni buomo è buomoyma fecondo la qualità de' coHumiy co fi è
buomoyouero bestia. Queflo vocabolo di voce cauallina parimente il
Salmifla vsòper ejprimefvnafomma incontinenza y dicendole iafe uno
sàia moglie delproffimo annitrirti; però fi legge in vn' altro luogo. TSlon
■vogliate fàrui come ilcaualloydoè non vogliate dami alla luf[uria;onde
medefimamente Hefichioi luffurio fi chiamò flalloni . Tlutarco in Siila.
fh mentione effere slato prefo da ifoldati di lui vn Satiro > che hauea la
yoceajpra come il cauallo annitrente > misi a ancora con vna famiglian-
do, del baiato del montone. lArifìoteley & Eliano fan pur fede , effere
vn" augello chiamato da' Greci.t^fntboye da' Latini FlorOy di bel colore,e
di facile vitto > che b abita nelle paludi y & nelle ritte > & marauiglio-
famente imita la voce del cauallo , co'l quale è sì nimico , che firn per-
feguita [emprel 'altro, pafeendo l'berba communemente\onde fuoletal-
hor l'augello dar gran noia al caualloy volando attorno , matalhoreglì
dal cauallo è coltoy & mortOy non efìendo di forte villa . Et per tal ne-
mistà naturale dicono , che gli Sgittij volendo dinotare vna perfona di
pocafor%ay che fugge vn più poffente, dipingeuano il Floro y & il caual-
lo. s^lbi per Floro leggono Oti y augello più picciolo d'vn'<Aloccoy e 1 ^fri
j. maggiore d'una Ciuetta y che in luogo de l'orecchie ha certe eminenti
piume, & indi tal nome prefe, chiamato altrimenti A ftone:ma i fudetti
xAutori dimofìrano Voti efiereamiciffrmo del cauallo) che tutti gli altri
animali pafeenti dijpregia,e fchiua ; ma reggendo il cauallo immanti-
nente con vnafomma,& euidente allegrezza d lui uolando > glifi acco-
da quanto più puote ; onde (come dal Gillio fi foggiunge) chi vole/fefar
caccia di quelli augelliymettafi in doffo vn cuoio di caualloyche ne pren- c .
deràquanlie' vuole . E naturalmente contrario al cauallo il cameloy contrario
cerne Tlinio afferma > & Herodoto , ilqual raccontay che hauendo Crefo al cauallo
preparata una groffa (aualleria contra Ciro > cosini ordinò all'incon-
T i tro
1 3o DEL L A' 0 L 0 j( / l*
f ro ma [quadra di Cameli ; & ri ufcigli sì bene il diffegno; che nel prin- g.
cipio deWafìaltO; come i cauallifentirono l'odore de i (ameli;& che pa-
rimente gli videro ,Jp attentati fi mifero in rotta a dietro. Ter quella
cagione ferine Simonide ne gì' lambì; che iTerfì cornine iaro adalleua-
c alli f re *n Lidia i caualli infìeme co' Cameli ; acciò che dalla continoua pra-
fpauenta tica fi venifie in qualche parte a feemare quel terror naturale . Sijpa-
no da gli uentano i caualli ancora dalla vifta degli Elefantini come da Heliodo-
eleuntù r0yMar -Cellino > & altri Hifloricifi raccoglie . Rifuggono parimente lo
ftrw^o C amelo {fecondo che dal (ardano fi narra) & non òfano di mi-
rarlo; Et fono loro grandemente odio fé tutte le cofe de' Torci,cofì il gru-
nitoytome l 'h alito }el fetore; (fecondo il Camerario.) Et fé le Pecore f
fi mette fero dentro lefìalle; douef off ero flati Muli; ^i finirò (aualli; di-
ce Columella ; che diuemano preflamente rognofe.De i Leoni non fi fof-
fre lo (guardo dai caualli generalmente ,/e non ad alcuni; che Caropi
fono chiamati da Oppiano > Ma lAuìeenna dice}i Defìrieri non caflrati;e
fortiyhauer ardire di appreflarfi, e di combattere co' Leoni;ma ì cabra-
ti sì fattamente temerli; che ne con peroni -, né con sferre vi fi ponno
far accoflare . ^l Casltl nouo di Ts^apoli i me fi à dietro fi vide; che vn
■ cauallo fchiuato per troppa ferocità dal fio padrone yfù fatto entrare
al luogO;done slatino i Leoni per farlo da quei sbranare ; ma egli sì ar-
ditamente con forila di calci vno per vno gli ributtò; che alla fineille- 6
foy &■ con più pregio ne fu canato . ^Alberto > e T{afi fcriuono > che fé" l
cauallo calchile vestigia del Leone; ò ver del LupO;glirefìaranno ipie-
Stupre al di aggrauatì di tal torpore ; che non fi potrà pia muouere .. Tlinioin vn
le gambe luogo dice ; che'l cauallo feguendro fotto il (aualiere le pedate del Lu-
del caual p0 y yiene à crepar fi ; & in vn' 'altro , che le pedate del Lupo calcate
caufato C dal cauallo gli recano fìupore alle gambe ; ilche nelle cofe naturali con-
ferma Tanfilo ; & Slianoy ilquale ferine ■> cbefe'l cauallo fi fermi per
auuentura nelle pedate del Lupo ; tutto refia dì torpore comprefo; &
fé quando i caualli tirano la carretta y veniffero à toccare il calcagno
del Lupo ; non fi potriano muouere y non altrimenti > che fé con tutto il
carro foffero agghiacciati. Scriue medefimamenteVlinio ; che'l Silu-^
ro in ogni parte aff aitando > & offendendo gli altri animaliyffrecialmen—
te in vn fiume di Germania; detto tJMeno > prefto Lisboo yfouente fk
fommergere i caualli , che quindi varcano ; & che vn tempo ancho-
ra aituenne ; che vn Caualiere amarrando yn Bafilifiocon vna batta y,
pafsò per quella sì fattamente la forila del veleno ; che infìeme col ca-
vallo fé ne morì . ^SMa già è cofa chiara; commune con l'huomoefie-
rc al cauallo la nemicitia de! Serpenti ; fi come. Giacobbe agguagli®
Dana,
^btl £AV ALLO) LI B. 111. ftji
jl 'Demo alla Ceraile,che nafta fafi nelfentiere , morde l'unghia del Canal-
Io per far cadere indietro il Caualiere. Teròriuolgendamialdifcorfo t-l-j-
della fomma libidine del ' Cauallo , aggiungerò none/fere punto minore arade nel
nelle caualle, sì per le medefime ragio)iidifopra addote , sì perche fo- ìecauall*.
noquafipriuedi Meflrui, cacciandone fempre poco ; & affai meno d'o-
gni altra quadrupede) fecondo la loro proportione ; le quali purgatimi
certamente fogliono e/fere aUefemine, come il coito à i mafthi , fecondo
dsfuflotele ; onde tutti gli animali , che fimilmente fon difoda natura ,
fono di V enere più bramo fi ; & quinci a^uiene , che le Donne, lequali
molte volte habbianopartorito, fi anno manco luffurio fé; male Caualle
£ nella grandetta altresì ( non pero preffo alla concettione ) il coito fo-
fìengono; maffim amente , chef dice nel ventre loro reflar voto vn certo
fpatio; effendo più ampio il luogo , che dapoterfi tutto occupar da un fa-
lò ; ma più flretto che poter perfettamente capire vn" altro ; benché il
medefimo offeruino ancor le Torche, come con maraniglia da Plinio fi
racconta : ilche ad ambe loro effendo con le donne commune ,fipotrian
forfè degnamente tra i più faggi animali connumerare , fecondo la fen-
tenya duquella cafla Imperatrice,laquale addimandata,perche la mag
giorparte delle befìie > quando fon pregne, rifiutano ilcoito;le T>onnenò?
rifpofe perche fon befìie. Scriue ancora Tlinio, che le Caualle doma-
te prendono il defiderio della monta due me fi prima delle Gregali . Et
fecondo ^Arinotele efie Caualle fentono più rabbia della luffuria dopò il
parto ; i Caualli più nel tempo proprio della monta; & fi come le Caual-
le dal' odore s'accorgono quando alcuna delle compagne dà opra àVe-
nere , <&■ ne diuengono ardentiffime per inuidia ; cofi parimente i Caual-
li le loro innamorate all'odore conofeono ; lequali co fi amano,difendonoy
e gouernano , come propriamente gli huomin ile mogli ere ; tantosto che
ciafeuno hàfcorta lafua diletta , fatto fi impituofamente dare da gli al-
tri luogo, le fi va ve^of amente à porre alato , ma s'ella per auuentu-
l) ra fi difcoslaffe , egli con tenaci morft la ritira , e ritien perforila ; &
fé vedeffe vn' altro à lei auuicinar fi, ferocemente l'afjalta , né vna volta
combatte feco,ma tante, che ò l'vno , ò l'altro vittoriofo poffeditore , ri-
mafofia : cofi fieramente fon effi ancora infefìati.
Da quel furor > da quella fi ene fi a-)
Da quella rabbia detta gelofìa.
Oltre che ne ritengeno pui memoria sì viuace , che alla voce riconofeono
il RJuale,con cui hauefìero combaituto.Hanno oltr acciò quel di natura-
le (non altrimenti che gli affini ) ì caualli ,che confottiliffìmo odorato
feorgendo doue la femina loro hauràpifeiatoys* abboffano à fiutare quella
V 4 orinay
a^i h-2.ll A G LO \l jt
erinaj cui molti Vapori afcendendo loro al cerueilo,fi fattamente il per- £
turbano ; che per mandarlo fuori, aliano- incontanente la tefìa,contra-
bendo il [ornano labbro^ dalla qual contrattionefegne il moHrar de 'den.-
ti,& che le nafcbe allargandoli facciano più firedita>e 'più libera la vfci-
O ato ta di quelli fumi, che Acutamente danno lor altererà ; Conciofia co fa
lente ne' che il fenfo dell'odorato è di gran lunga ne' Bruti) che ne gli buomini
Bruti che eccellente ;hauendo quelli men bumido il ceruello , che-babbi animi ; co-
neglihuo mept yede principalmente ne gli ^iuoltoi , che per batterlo molto j ecco >
mtau l'aria da Ibumiditàaienteimpsdita^zlocifftnammtelor apporta l'odo-
re ; apprejfo vede fi neiCani, checolfemplice annafaretrouano tra la
'moltitudine delle genti lofmarritto padrone , e tra le folte macchie lea-F'
fcofeFere:iyjl che ma taceròqael raro efiempio, che da i CaniLamen
di Francia fi fuole prendere Squali feguenio vn ceruo per piani) e monti
tutto il giorno\efiendolor poi dal' ofcurità della notte tolto, ilmattinfe-
guente lo ritronano fubito all'odore ; efreffo in vna folta fcbiera di altri
Cerni abbattutili , non badando ad alcun degli altri ,q nel fola aj] aitano >
e perfeguitano) fin che e' vinto dalla fi anche7^à,lw cada innan^ià pie-
di . Ma chi fi mar aitigli della fauola di TSfjircifo <? fele Cauallesincora ,
quando fono di fouercbia Infuria {limolate , non potendo col de fiderato
maf ch'io sfogarfi', fouente anniene , che Jpecchiandoft all'acque chiare >
della loro ifleffa imagine * innamorino <? elle allbora lafciata ogni cura **
dei pafto , languendo diqnelirano dìfio , correrebbono alla morte ; fé
loro non fi prouede ) facendole ( fubito , che difformi e macilenti fé ne
veggano diuenute)nelle medefime acque riuedere la loro cangiata for-
ma; fi che del primo innamoramento fi vengano ad obliare; & cofi quel-*
la fia la cagione della falute > che fa del male; non altrimenti che di Te-
le fo fi racconta, che dalla punta d' un mede fimo foro di zsfcbillefujje
fiato e ferito y & poi f anato . *A' qneHo pare corrifpondente quel , che
da C olumella fi riferifce, non effer dubbio, che in ale une regioni le e a-
,r .. ttalle s'infiammino tanto del defiderio della monta, che fé bznenon han- »
concepo- m M mafchioyfigurandofielle sleffe latto Venereo , concepono di vento i
nodiven come fpefio s'è veduto nel S agromonte di Spagna, che fi ftendeinOcci-
w - dente preffo d l'Oceano , le (aualle fen^a coito bauer portato il ventrs
grauido, e prodotto ilparto'y & alleuatolo ; il qual nondimeno era di-
futile, perche alterco anno venia a morire. Fanone fa del mede fimo
fede fcriuendo , efiere vna cofa incredibile inljpagna,mapur vera-i che
nella regione diTortogallo, dou'è la Città di Lisbona , al monte TagrOy
eerte C aualle concepono di vento, in quella guifa, che fogliano far le.
galline ancora; le ch'i vqm chiamano Hipenemia i ma i parti cofi gene-
rati
7) EL \ C.jtr^L I0y L ITE. III. \s^
a rati non vivere più di tre anni. Ti mio <&- Solino per/agro òTagr<£
monte diconoTago fiume;affe?mandoyche in Lufitania d'intorno adOlif
fipona le Caualle riuolte al fiato di Zefiro concepono fririto animale y&
che quello fkttofi vero parto riefee mirabilmente veloce*, ma di vita non
paffa ilter^o anno .Fanne ancora mentione il noslro gentil <JJìmo Sanna-
zaro ylà doue dice > T^on altrimentiyche lefuriofe (aualle nelle ripe del-
i' e/iremo Occidente fogliono i genitali fiati di Zefiro afrettare . Rinfilino
iìima ciò ejjerefiwofajò, & mimicamente douerfi intendere per la fecon-
dità delle Giumentey& moltitudine delle \a^eycbefono in queipaefi>
che volocijjimi Caualli producono tnttauia. Ma non può coftuifolocon..
B tradire à tanta turba difcrittoriycbeper cofa vera l'affermano, tra' qua-.
li è anche il Diuo sAurelio Jigoslino. Scritte oltr'à ciò Auicenna , ejfer
gli fiato raccontato da vn vecchio degno difede,che in vna Ifola di ^Ara,
biadetta Dealtufayvna cauallay conceputo che hebbe il vento , non cefo-
mai di correre per defiderio del coito y fin che non toccò gli eslremi fini
dell' Ifola , ch'erano otto leghe ; e'I mede fimo dicono alcuni auuenire in
frigia . Alberto dicey cbe'lp-roprio della (aualla editando de fiderà il
coito y ricalcitrar alquanto col piede > ò con la cofeia & in queflo mo-
do aprendo la vulua tirar afe il vento di Me70 giorno y ò di Tramonta-
na y de' quali fi fente afì ai ricreare ; [aggiungendo efiergliftatto detto da
C vna Donna luffuriofaycbe mentreych' ella flotta intenta all' atto Venereoy
fentia fummo piacere di fàrfi entrare il vento al corpo ; & già nelle
Cagne fouente fi vede > che di vento s'impregnino; e ben che facciano tut- Cagne in
ti altri effetti di grauìdex^a , non pan ori f cono cofa fruitale ; ma quel- giau kiace
la materia fi conuerte infrecie diqualche cattiuobimore come difeab- uent0*
bicLyb altro tale . J^e iTrouerbij di Hefiodo pur fi fh mentione y che nel
tempo y che le caualle fono da tal defiderio fopr apre fé y entrano al cor-
po loro variffririti di lufiuria^he lefknaocome v feste di fentimento va-
gare incerte yllclye Horatio dinota là doue dice:
Quando l'ardente amore : & la libidine
P Che de' Cauaile madri frefio infuria ..
Et Ouidioy In furia le caualle fi e ommouonoy
St per luoghi diuifi dì gran fratto
Ter monti > e fiumi ilor miriti feguono ..
Ma più efrreffamente ne ragiona Virgilio , dicendo y
Innan-^i à tutti veramente chiaro
Il furor è delh Caualle , à cui
Venere die tal m ente y allhor che Glauco
DilacerarQiyuefte^morfoIjiingc
^tgir
2^4 DELL^gLO^Ì**
+A gir di là de' (jargari , e del fiume i ^
^ifcanio rifonante ;& ogni varco
Si "peggiori fuperar d'alpeilri monti.
fuahirto^ Odetto Cj lauto dicono , che fofie flato figlimi di Sifi foy&che regnando
ria. à Totnia città di Beotia, tenea certe caualle , à cui daua a mangiare
camihumane , accio che nelle guerre più fi fofìero portate ferocemente ;
& alla fine fuperato nel corfo delle carrette da I&lao > quelle medefimc
il diuoraro > come da iproprij cani fi legge efìere auuenuto ad nsftteone.
In vna fontana di Totnia ferme Eliano , che Unendone i Caualli > diuen-
gono arrabbiati . SI mede fimo narra di Coffmito fiume di Tracia il
rolterrano. ^Plinio dice de gli rifinì foli in Totnia ; ma che intorno ad p
is4bdera-)?l 'limite , che fi chiama diDiomede , nafeono certe herbe , che
C*uw mangiandone i Caualli , incontanente s'arrabbiano : f quali efiempi ci
deono fare accorti à mirar la qualità deW acque y e de gli berbaggi > oue
fiano da tener fi le elette Razrzi. Di carne humana fermano ancoraché
Caualli rBufirihanefie cibati ifuoi Caualli ; e Diomede I\è di Tracia, ilquale be-
cibati di nignamente accogliendo iforaFtieri) gli fea con allegrerà inebbriarey
carne hu- ^QJcia addormentatigli vecidea, e dauali à mangiare allefue Caualle ( fi
nfome- come racconta <Albrico) ma capitatola Hercole,fece à lui quelych'eglifk
de. cena ad altri ; nel che volfero dinotare iToeti , che la virtù fuper ala
macchia di tutti > e qnafi col Tallone punifee il vìtio con quella me de fi- (j
ma pena > in che delinque , Higino dice > che queslieran caualli > nomati
Todario > ò Todarco , LampoyXanto,e Dino . Talefiito tienpercofa ridi-
cola 5 che i (faualli , animali y che fi pafeono d'orbo y & fienosi cibaffero
mai di camihumane ;ma dice douerfi credere > che in que tempi antichiy
quando ogni huomo viuea col fudore delle fue mani , coltiuando la terray
per hauere la biada neceffario al vitto fuo ; quesli Signori ejfendo fi tan-
to dilettati di tener moltitudine de' (/malli > che dopò hauerconfumata
lafoì~lan%a di molti huomini lorofudditi , confumaro ancora la loro pro-
pria in quella ecceffiua jpefa da' Cjreci detta Hippomania ; fi venne à
dar luogo à fi fatte fauole . ^Altri per le Caualle di Diomede intendono le ""
fue figlie, le quali erano meretrici tanto libidinofe>cheper l' ufo forcato
di Venere pare ano d inorare i loro hojpitiy & ne Jole ano pofeia alcuni
far amax^are.ll che certamente afiai quadra potendo fi drittamente (fé-
Dóne luf cond° Eliano)le lufuriofe donne chiamar Caualle\confiderata la fomma
furiofe libidine di quefli animali .
chiamar/i Che ratto quando all' auide medolle
caualle . Sottoporla è la fiamma (il che più fh (fi
La Trimauera y perche allhor ritorna
Dentro
rDEL CAVALLO, L I B. III. ajj
£ Dentro l'offa il calore ) elle riu olta
La fàccia verfo Zefiro > in su l'alte
fytpi fi Hanno y raccogliendo l'aure
Leggieri ; efpeffo auuien , che di quell'aure
Sen^a l'vfata altrui congiuntone
Grauide fatte (marauiglia à dir fi) "
Fuggonpergli afprifaffi , & per le valli ;
TSlJ verfo quelle parti > ond 'Euro fofjia >
0( donde nafce il Sol , difcorron elle ;
Ma verfo Borea y ò Cauro > ò donde il nero
*R jLuliro girando il del di pioggie ingo m bra .
fui da lorfi vede alla perfine
Lentamente Hillar certo veleno ,
Che da' Tafiori Hippomane è chiamato y
fi qual fouente da le rie madrigne
Efier raccolto fuole > e miflo infieme
(on herbe y& con parole à morte altrui^
Sicome ancora Tibullo accenna Udoue canta *
£t q iteli' bumor > che quando alle sfrenate
(jreggie gli ardenti amor V enere fyìra y
£ Suole fiillar dalle Veneree parti
Ifella caualla di di/ir accefa ..
^riliotele ampiamente l 'afferma , fcriuendoy di tutto il feffo fe-
minile de gli animali y la caualla più accender fi di libidine <>allh ora , Ca^U.-
chefuentare fi fuole dire : però nell'I fola di Creta non fanno mai da ef- p^u acce^.
ferimuouere glifìalloni) perche quando le caualle fono commoffe dal- fa di libì-
Lalujfuriay tal volta adunandoci àfchiere infieme > etra lorofcber-di^-
<%andoyfìfentono cangiate di voce,&fi veggiono con molta fpefse^a la
coda muouere , & con la vulua cacciata in fuori ffeffiffimo orinare : tal
molta lafciat a la compagnia fi mettono a correre y non verfo l'Oriente,
D ò l'Occidente , ma per trauerfo ; nefilafciano alcuno approfjìmare r
fin che nonh abbiano ritrouato ilmafchio loro ; oche per eHremaflan-
chczga fi fian fermate \ allhora mandano fuori vn certo humore, che
Hippomane è nomato yfimile a quello > chenelle Scrofe zsfpria fichia- .
ma . Queflo Hippomane principalmente per vfo d' incantefì'mi nelle co- maQe e
fé d 'dimore fi ricercaua; fcioccamente jlimandofì cagionar libidineca- fuoi eflfcc
uallina dchifi defse (come anco appo Columella fi legge) ben che fiaù-
difficile à raccoglier fi y perche fcorre affala poco ;■& e fatto comefper-
ma)pii* fonile perOidi quello ychefknnoi ìmafcbi.. Tlinioldice efser Ha-
ta,
ìj6 *D. E L L <A C l 0 \1 ^
ta openione d'jlnaffilao > che ponendofì l'Hippomane al lucigno dell* w
lucerna accefa,fà moslruofaméte rappre fentare vnamoltindine di tefie
Cai: aitine; & co fi de Infine parimente. E di più racconta e/fere flato in
Olimpia la effigie d'vna cangila y che riduceaà.rabbiadi coito i caualli y
che lefifojfero appresati ; ejfendo slato mescolato l' Hippomane in quel
metallo. Questa co fa diffuj amente fi fcriue da "T anfanici in tal modo{co-
me dal Leoniceno fi referifce)ycbe vn di <Arcadiaynomato Formiyefien-
do, per l' batter gran tempo militato a camallo nella Ciciliayvenuto àfoni
ma ricchezza ; oltra i dom confecrati ad ^Apollo Delfico > dedicò in 0-
limpia due caualli di bronco, co' loro moderatori; l'vno fatto da Dioni-
gi Sdrgiuo,l' altro da Simone Sginet a ;ln vn de' quali racconta Gillioper P
fama già dinulgata tra Elie fi , ch'era incbiufo l'Hippomane con tanta
intrinfeca efficaciayche qnatunque tal ftmolacro parefse brutto^peref se-
re fenja coday'aondimeno quanti altri caualli ui s' accofiauanoyrotto ogni
legamey da furor di libidine infiammati correuano fopra quello più ar-
dentemente > che fé vna caualla viuaye belliffimafoffe fiata: ey* ben che,
non potendo fi l 'vngbie loro fermare in fu l metalloyindarno s^affaticaf-
fero, non pero abbandonauanoil difio del coito; ma tanto più con la boc-
ca aperta, & con ammirabili annitriti violentemente fa It aitano addof-
fo)'ne mai fé ne partiuanoyfe con gran forche battiture de'co-^oniflrap
pati non n'erano. Le medefime cofe Eliano affermayfoggiungendoyciò non
da inganno ejferfi cagionatole tanto del viuoy& del vero ha uutoba-
tteffe cotalimagine; ma ejferfi fatto per la mirabile virtù de l'Hippoma
ne,cbe l ingegnofo artefice hauea ripofio nella misi/tra . *Appb Teocrito
ncllaF armacent ;-ii>& appo Hcfiodofifà mentione d'vn'berba chiama
ne e in oi ta Hippomane, che mangiandofi da caualli,gli riduce in furore: IlCra-
llgnifica- teua dice quesla efiere vna pianta firmile di frutto al cocomero feluag-
^ • gio y di foglia più nera,efpinofaqual dipapauere. Hipponianeftpuò dire
il prato troppo berbofo, e qua fi luffuriante: Hippomane fu cognominato
.Aiace da Sofoclei-, qua fi troppo furente ; & Hippomane può chiamar ff-yt
ff . ,. vna donna cofilafciuay & infuriata dalla libidine, che sfacciatamente
quella ca defie di mano àgli bnomini . Di qui tirano i Greci ilVerboHippomanin
runcula perejfer nelle cofe V eneree furiofo . Hippomane ancora fi chiama quel
detta Hip laCarney che refia nella fronte del tenero Tolledrino, quando e' nafee^
oTero^ti fotta ^S'ùfe d'vn picchi fico fé e co di color nero, e di figura ampietta in
no. tondo ;laqual fé per anuenturafi toglieffe, ò rompeffe da alcuno, la giu-
menta fentendo l'odore , incontanente verrebbe in f uria, & in rabbia y
ne più nudr irebbe il figlio . Di quefla fi compongono alcuni veleni affai
pofienti ( come Alberto dimojlra) er- gioua pur àfhre innamorare , )
come
DEL C otV ULLOy LTB.III. %%j
\,4 '(come nella fina <Dìdone Virgilio accennò) dicendo.) che tra gli altri ri- \
medi
• Delcauallo nafeente ancor fi cerca
Sueller da fronte Vamorofa carne >
' Trimaycbe tolta dalla madre fia .
(ondo fi cofa y che la canalla fubito > e ha partorito > fi mangia le fecon -
de ciò èia veste del parto ; e pofeia leccando la fronte del Tolledro , vi
confuma quella camsttay come da^Aristotele par fi narra) ilqual fatto-
lo fi flimacot ali effetti de l'Hippomane > figurati dafeminelley e da per •
fone follemente fìudiofe de l'arti maghe . Con tutto ciò Eliano ferine >
& quella Carnncula > e babbi am dettarle/mi dire) che fi a nella fronte del
Tolledrinoyalcuni àilumbiyalcuni ài genitali;^ egli ftimaycbe la d'uà
na benignità pietofa delgenere Qauallino sbobbia infifso quefìo configlia
alla mente della cauallayche fubito la diuoriye togliz viaychefel Tolle-
dro la por.tafseinfiny ctì eiviuefseyvenendo cofi i&feminay come il ma-
febio sfrenato ardor diZJenerey per rabbia di libidine tutta la genera-
tane de' 'caualii affatto fi firuggerehbe.Laqual forza dice batter ben co-
gnita i^Pafloriycbe volendo ad alcuna per fona trattar inftdie amatorie>
per infiammarla à lupina ; diligentemente (piano il tempo del partori-
J re;e tolta fubito quella picelo la carne}cbe Tulio pur appellano: la metta,
no dentro vn'vngbia cauallina , doue ottimamente fi conferua;& nella
fpuntar del Sole ammalano il Tolledroycbe già da fé ftefiopoco da poi
farebbe morto; Conciò foffe cofaycbe la madre priuata di quella certay e
propria nota di beniuolen^yin niun modo il latterebbe ; e fendo open ione
di alcunché tutto Vamoreycbe mettono al figliuolo, foglia dal mangiar
di quella incominciareSToifoggiungeyche cafcunoyilqual veniffeper al-
trui inganno à guftar tal cofay retta prefo d' vna sì violenta forza di li •
Udine ; che tutto fi fente ardere; e gridai non può pofare ; sì fieramente
innamorato di quante Donne egli vede,cbe corre loro addofjò sfrenata-
mente ;& co' gli occhi medefimipary che V interno morbo deW amoro fa
fiamma dimos~lri\dalla qual.co.me d'vtia continouaye lenta febbre fi vie-
ne à poco à poco a co fumare: e 'Ifo migliarne ancora delle Done verfo gli
huomini auuenire.Queflecofe come indegne della nofira religmneyio per
me credO)che fiano:Ma ben puòflareycbe di tanta calde zza fofsero que-
fti Hippomani yebe infocando lereni^l fegato > accrefiefero gliffiriti
della libidineycongrau danno deirhumana compie ffioney& coft'fpecie di
veleni pia tofloycbe dincate fimi fan dadirfi,Et che per amor dell'Imo^
mola caualla diuori tal carnicciay non volendo , che foffe di tal veleria
DffefoaicimO''poi che nqnad altroyche a Recide vtilità. deWbu manoge-
nere
nere fi vede procreato il genere Cauallino , sì duratitela vita toro ysì*
anche dopò la morte; fi come d' infiniti rimedi alla [alme delfhuomo op- .
portimi-) che dal corpo del cauallo fi prendono , molti fcrittori difomma
autorità han già fitta fede .
Latte di Trimieramente del latte della e aualla vtiliffimo l'vfo è giudicato:
caualla i frinendo Varrone mirabilmente purgare il corpo humano il latte ca-
che cole uallino;apprefìo quel dell \A fina , poiquel della Vaccai vltimamen-
iia uo— tequeideHaCapra . z^fetiodicegiouar molto ripurgar le posteme y&
altre corrottioni . Vlinio narra che folue il ventre > ejpugna i veleni del
Lepre marino > e itoffichiy e gioita al morbo comitiale > mafsimamente _
fé con quello fi danno in polite i testicoli del Cinghiale , ò il quaglio del
Vitello marino; Oltrà ciò è molto vtile il latte della e aualla à farne ba-
gni alla madrìce ; il cui dolore Efculapio afferma > ch'egli beuuto y ac-
queti ; e cacci fuor a il parto f concio . B^afi , & ^Alberto dicono , che. fé
yna Donna slerile beuerà latte cauallino yfen^a che fé n'accorga , met-
tendofi inquello ijlante conl'huomo > conceperày Soggiunge ancoraTli-
nio fottilifsimo e fiere il latta cauallino à paro del (amelino; ma crafjif-
fimo l'JLfminoy sìy che in vece di quaglio alcuni l'vfano : Ma Cjaleno di-
ce il latte della caualla pia tosto feenderey efimilmente quel dell' xAfì-
na \ perche di grafìe %^a pochifsimoy è partecipe : onde rade volte neln
ventricello d'alcuno e' paffa in cafeio . T^ic andrò fcrifìe il latte d'vna
Caualla giouanijfimay & (fé far fi potefie ) vergine , istillato con bal-
famo,contra veleni e fi ere vtiliffimo y non altrimentiyche quel della Don-
na fi loda in ciò da frafìfhato . *Auicenna pone il latte cauallino (maf-
fimamente da prefio al parto) efiere come quello delle Camele fattile >
& aquojòy e rimollire il ventre . *Arifìotele dà il primo luogo di fotti"
gliei^a al latte della caualla , il fecondo à quello della Camele . Dio-
floride afferma effere idoneo al ventre humano il latte (auaUinot come
anco il Faccino y & l'Afinino ; affai più, del Tecorino > che è più crafso ,
Sereno infegna : H
Che chi mollificare il ventre cerca ,
(oliane della (apra il mulfo prenda ;
Ma quel de la Caualla afsaì migliore
£' da tenerfi che di lungi auarv7a
Del JlfmeUa i valorofì fughi .
Marcello approuaycb' ci fero del latte cauallino dato à bereyfkcilmentef
drfen^a pericolo mollificaye purga il uentre diche da^Aetioft iofermay
dicendo vtilmente mollificar fi il ventre colferoyma non co queìloycheftct
fpremuto dalcafcJo;perche miglior è quello: che per naturale de cottione
<T> K l C UV AtLOy IIB. 111. 239
fi fi a fep arato dal latte > maffimamente Tìa fatino > ò Cauallino , ilqv.ale è
più eccellente. jLrifiotelefk menticne,che in Frigia fi mefcolaua il latte
della CaualUy e del' „4 fina afhr'il cafcio . Diofcoride aggiunge il cafcio Hippace,
cauallino chiamarfi Hippacey & efiere di grandi/fimo nudrimento , e di £"* co a
proporzione corrijpondente al "Bufalinoybenche alcuni Hippace chiamino'
ilquaglio della caualla;& già Ìvnoy& l'altro approua Plinio in un lim
goyfcriuendo Hippace chiamar fi il cafcio cauallinoyilquale (fecondo Se-
filo) fa i mede fimi effettiycbe l/Bufalino ; in vrìaltroy che' ì quaglio del-
la Caualla detto Hippace è vtile à Difenterici & Celiaci ;laqual co fa con
ferma & Diofcorideye (falena, aggiungendo il Matthioliyche contra mor
n>fidi Serpenti èfalutifero , /'/ quaglio cauallino beuuto con Vino >. anyi fe-
condo Efculapio yinquejìo modo è efficace ad acquetare ogni dolore del
corpo humano^Slio 'Dionigi fcriue l'Hippace effer cibo de gli Scitbiy fat-
to di latte cauallino;e quejla- afferma Hippocrate nel libro-de VjLerey &
de* liioghiyoutdìce ipaftori Scithi mangiare carni cottey & cafcio canal
lino Hippace detto ; e bere latte pur di Caualla . Toi nel libro de' morbi
pur chiaramente l'ejpone , dicendogli Scithi mettere il latte Cauallino
entro certi vafi cupidi di legno ;& mentreyche quiui infufo fi turba facen
do f chiama , fi vien talmente a feparare , che' l grafo ilqual chiamano
*Butiro y efiendo leggiero > nella fuperficie refi a ; il fero tien il melano
£ luogo ; ma ilgraue e'I grofio in giù fi ferma ; e quejlopofcia in diparte
mefoy& aflrettOy efecco, riman quel cafeioyche Hippace dicono\ilqua-
le ( feconde Efculapio)reprimeil yen treye toglie i torcimenti. Varino in-
terpretando Hippomolgiyche da' Latini fi dir ebbono Squamagli ,per colo-
roycbe mungono le (aualle,- dice co fi ' chiamar fi certi popoli della Scithiay
detti ancora (jalattopotey e <jalattofagiy che viuono di l'atte cauallinoy e
cognominati tal volta z^btjyquafi Oligobij "> perche di vile > &femplice
vitto contenti '.fono .. Taolo Veneto racconta , che pur iT art ari beano iL
latte delle caualleypreparato sìfattam entey che pare e fere vino bianco;
& èbeuanda non infìpiday chiamata da effi Guina :■ €t in vnafelìayche
£ a' venfotto d'*Agoflo da lor fi celebra y. fi preparali latte cauallino in
certi conueneuoU vafiy e'iFjcon le fu e manivà diquaye di là fpargen-
do quel latte in honore defuoi Deiy penf andò (come i fuoiMagi lo am-
maeftrano) ch'ejfiil beueffero cofi Jparfo y & per mercede faridn folle-
citi conferuadori di tutte le cofeycbeeipoJfiede. Fatto ilfacrificioy beeil
Bjil latte delle caualle bianche , del quale non è lecito ad altri in quel
dì gufi are y eccetto fé di Hirpe reale fuffe yfuor che vn certo popolo di
quella regione Horiac nominato y ilqual ancora tal priuilegio gode y per
yna certa grani vittoria x che ottennero^ al granCbam di Chinchi,
Alberto
I40 T> E L l oi G l 0 l^ì U
^Alberto altresì fa fede, che certi Barbari ijpongono ai Sole il latte del- £
le Cavalle in fino a tanto, chela parte più. cr affa fi re fida ; pofciafattolo
bollire in vnv afe, come fi cera,cioè Ceriti fi o,quello, che fé ne cola , vfano
in beuanda: Coftoro fono i Tartari,iTruteni, i Comani , &lor finitimi,
che" molto (e ne ingraffano,quelli maffimxmente,che non fono in contino-
uo efiercitio . I Sarmoti(come Timo ferine) fi audrifeono al pia di fari-
na di miglio critdx,mef colandole latte cauallino,o fongu.e tolto dalle ga-
he d effi caualli; il che coferma ne gli Spigram mi quel Voeta,cbepafciit-
tidalbeuuto cauallo glinominaV 'irgilio,dicenio effer bene,che nella fe-
bre delle Tecore,lor fi ferifea la vena fonano, dellagamba yfoggiunge :
Come i Tifalti fogliono , e i Cjeloni F
In Bybodope fuggendo ,bnei deferti ;
Che beon per quetar l'ardente fete
Con.Cau all'ino f angue in latte mislo .
Claudiano fa mentione,quejla vfanza tener ancora nella Scithia ,
Laudate Maffageta , che'l deslriere
Ter la beuanda fua fouente fere .
Tutto ciò appro'iaTaufxnia, ilquale ferine , cheiSauromati (fi come
fon tutti nomadi e p afiori) nudrifeono gran copia dicaualli, de' quali
non folamente fi feruono nelle guerre ; mane fanno facrifi ciò a' loro
■ T>ei ; e gli vfano anco in cibi . // che de Tartari , e de* Mangi parimen-
Tartan ? te racconta il Feneto, che fon' atterzi a mangiare caualli) & foni . "
cibano di ^^tthia più. dislintamente narra, coftor mangiare le carni caualline
caualli . .tal volta mero crude \ ne douerfi giudicar cofa Urano , che tale carne
• paia, loro di buon fapore ; anzi non è quitti sì gran Signore > che non
tenga la te sìa d'vn cauallo per la più dilicata viuanda > che fi ritroui;
• <& vfano dimetterla ne' corniti loro in sii latomia, come noi fogliam
fare della tefia di va Cinghiale ; ma effi quanto più ella ha del fan-
guinofo,e del mal cotto, più f aggradirono : £t effendo quesli popoli vni-
uerfalmente abbondanti/fimi diCaualli ; quantunque loro ne muore al- t*
e uno , 0 per cafo di morbo io per natura , effi tagliato il corrotto luogo,
affai volentieri il mangiano; etrouandofi nelle guerre fé là fame gli
preme troppo (ben che la fopportino lungamente ) ammazjan'oilor ca-
ualli & fé ne cibano , più tofìo che da l'imprefa con vergogna s'induca-
no, a ritirar fi : ma prima, che vengano a qucflo atto > vfano affai Jpejfo
G ; "nizza di ferirli in certe parti più idonee per cattarne fangue , ilquale & per fé
ri h lotte- §leffo, & mefcolato con farina di miglio graditamente diuorano . flfo-
j di migli -vite costumano i (jianizjeri , che quando loro ogni cofa manca >
caualli. fji [ostentano molti giorni col [angue esìrato dalle venne di lor Caualli,
& alla,
VtL CUVjLltÒ) LIS. UH 541
rji & alla fine gli mangiano ; & cofi perfeuerano alle guerre . Celio affer- Popoli
male carni caualline , & Volpine efiere a gran fola%^o a S armati , & che man-
•aVandali, & anco ad altri popoli. Str abone fcriue nella Scitbia mino- jjj? j?^J*
reprejfo Theodofta ; & la T aurica Cberfonnefo efiere iT^omadi , che di uallo.
"parie carni & muffirne caualline coflumano di nodrirfi : e di latte > e di
cafrìvpuvcGitallino , iquali concerta arte sì ben condiscono , che loro è
'pn'obfonio eccellcntiffimo : Isella ^Afiatica fono popoli, che dal frequen
tiffimo vfo di mangiar carni di C anali i, Hippofagifon chiamati . Il Var-
tomaa.no racconta, in T>amafco mangiar fi la carne del Cauallo,e del Ca-
melò . Eì ^ìtheneo fcriue effere fiata appo Tofani vfan^a : che ne i dì
*B nat alitili poneuano i ricchi in tauola vn Bue,vrì >Afino,vn cauallo, & vn
Camelo nel forno cotti; <& lo mangiauano allegramente . tJMa le car-
ni *Afinine(dice (j aleno) dipeffimofugo efiere , infoaui algufìo , e noce- Carne di
uoìiàlo §ìomaco,difficilifJimeà digerir fi, talché afinini d'animo fi pò- ^n?E?/
trebbono dir coloro , che nefricngiaffero , ben che fogliano pur alcuni per «"" ma
cagione difanità i Tolledrìni Unenti vfare in cibo . La decottione della
Carne cauallina . Tlinio fcriueygiouar he unta a iTorci infermi : &che Decotti©
della carne, e del letame del cauallo pafciuto in campagna fi fogliono ne della
carne ca-
molti feruirenelle morficature de' Serpi,T{agni>e Scorpioni; <&■ che 'l fan .ua]ìj!L a
gue Cauallino ha lafor%a a rodere le carni guasle:ilche da ^Diofcoride fi che fc,u0.
conferma,dicendo\che'l fangue delle (giumente, che h abbiano prouato il na.
coitoyvtilmente s'aggiunge a quei medicamenti , che rodono , fenici ap-
pellati . Hermolao Barbaro fé guendo Tlinio dke,il fangue de lofiallone
parimente valere alle • pofìeme,come delle Caualle,che non fian Vergini.
<j alenò ferine, non hauer mai volutofperimentare,fe'l fangue dello Hai- a^f" e *
Ione foffe ben fenico , & facefìe crosta ; perche hebbe fempre copia di cne buo-
molti altri. L'interprete d'.duicenna fcriue il fangue del Cauallo ha no.
uer virtù di bruciare , e di corromperci. <ssfl morbo Itterico, detto
fregio , Tlinio dice giouar il fangue del Tolledro > 0 cauallino , ò Jlfini-
£ no prefo con vino . Il fangue del Cauallo vfano i Marefcalchi a diuerfi
morbi de l'ifle fio animale , co fi dato dentro il corpo ; come applicato di
fuori . Concio fia cofa , che fé incife le vene del palato fi fac ciaf correre
il fangue dentro il ventre del cauallo , gli vecide i lumbrichi . Et fe'l e fUgUpa£
cauallo foffe infetto di pefìe , gli fifa leccare foura vna pietra mi fio con ti a che
fale il fangue fuo da le cingularie vene tolto . Et in qualunque mem buone .
òro il final lo haueffe languore gli gioita foura quello fregare il fan-
gue fuo . Et è fempre efficaciffimo , che canato il fangue da quel-
la parte, che fecondo la ragione del male è conueneuole , fia l'anima-
le fregato con quello ifteffo mefcolato in aceto. Il fangue delCauallo
£{ fcriue
zj*. D E l l Jt q LO ^1 A
-' fcriue TeormeHo mefcolarfi con altri medicamentiy& vngerfene le Jj>al- ~
k rotte) ò dislocate.
Affungia Vaffungia cauaUina in fuffumigio caccia fuori tifano morto y&fit
a.ualJln> fecondarey come Feslofàfede .
fidato a& La Midolla cavallina molti vfano mefcolata con unguento a gli
mUza&c. fì?afm ;» H Fegato cauallino ripoflo in. vna cajjètta di cedro > pò-
à chebiiQ. fcia poluervzato > e dato a bere con vino Ch'io (che Maluafìa fi può
De* dire) & acqua; gioita (fecondo Galeno) à quelli y che hauefiero il
fegtto corrotto ; & per non farlo più con fumare . La mil^a polue-
ti^ata , e data a bere con acqua dolce > gioua {fecondo "Tlinio) a far
Tifare il parto morto. I teli itoli del eauallo ficchi y &inpolue da- p
ti a bere y stimolano il coito ; & cofi parimente (fecondo la fuperfti- J
tione de' gentili) fé fi leghino al braccio de Vhuomo \ e della donna ..
tlmedefimo effetto fi confegue > fé U membro genitale del e auallo mot"
to bene fi bagni & laui nell'olio fette volte bollito ; pò fcia con quello
olio s'vngano te parti Veneree de l'vnoy e de l'altro fé fio : I licheni del
eauallo > che fon certi calli duri > chefitrouano nelle parti didentro del-
te gambe fotto le ginocchia t. e qualche volta foura tvnghie; Se triti
fi beuano con aceto y fonano il mal caduco { fi come Diofcoride ferine.}
Galeno aggiunge yatmorfo di ciafeuna fera effere ancora vtili . Tlinio»
gìouar e a confermare i denti y che vacilla fiero y fé con olio s'infondono q.
per ly orecchie & cacciarle pietre della vefcicatbeuuti quaranta dì coti
nino , ò mulfo . Quesle awn entagioni , che auuengono alle gambe y<&
alle giunture de> e aualli y od' altri animali grandi y Serapione feconda
gli ssfrabi chiama Zeide z i Francefi (aldes imbes defcheual ; gli Spa-
gnuolilmpigenes deltos cauallos ;. L'interprete d \Auicenna dicery tali
accref cimenti > che fono, net ginocchia. cauallmoy triti e beuuti con ace-
Sudore to yfanar la foda > & l'epileffia . Il fudare del eauallo beuuto con ori-
del cauaL na dentro il bagno fa vfeire- ù T ignito la , à Serpente > che nel ventre dg,
Vhuomo entrato fojfo . ^Alberto fcriue y che fé ad va coltello yò altro-
ferro infocato fi faccia imbeuere il fudore cauallino y refi a cofi infetto ti
che doue fi f eriffe con quello y non cejferebbe d vj e ire f angue fin a mor-
te de l animale . Efiendo ferito vn. eauallo di faetta auuelenata y itfit-
dor dv/i altro mescolato con pan arrostito gioita dargli a bere con ori-
na humana; & metterne anco nella piaga mifio con buona affungia*
Schiumar. La fichi urna del eauallo (intendendoli quella che appare quando egli
è fcaldatoy e fidato :■ conciò fia cofa che dalla vehemenrza detmotOy
e del calore ella procede (fi come. Galeno dice) fregata per quaranta
dì nel luogo y douefi defiderajfe> che: non. nafeeffer peli sprinta;, che
qui*
DEL C AV ^L LO, LI S. III. 24^
j£ quiuì /puntino ; fk , che giamainon ve nenafcano (come da Sefìo e dà
Plinio fi afferma .) Etnei dolore > ògraue^a d'orecchie fi commenda
lafchiuma cauallina con oliorofato mifla (fecondo l'iftefio "Plinio) il
che Martello approua dicendo y lafchiuma del cauallo prefa dtfrefcoy
& infufa con ro fato fa rifolitere ogni dolore d'orecchia y quantunque
grande > &foggtunfe. che fé nel caualcare fi fentirà noia neW anguinaie
ò dolor nelle cofcte : fregandouifi lafchiumadel cauallo y farà rimedia
eff< h -a ciffimo . Plinio fpecifica douerfi àqueflo effetto raccogliere quella
co efca da la boccay& dal anguinaie d'efso cauallo y che cofi è vtiliffi-
ma à tutte l'offeje,che da l'atto del caualcare veniffero àfentùrfi ; & ad
B ogn; rcffore con pnirigine y efìendo tale fchiuma per fua falfedine mor-
ite ante, Dicono oiti* ac ciò ycbe pigliata la fchiumayche fa il cauallo quan
doftà nel Venereo effercitio : e raccolta in panno di fc arlotto > e poi con-
fermata in uafe d'argentoyvale mettendo fi in dofso ad incitar à libidine la
perfona : fé cofi fciocca fuperftittione è degna dcredefi . l\acconta anco-
ra Plinio efsere fiata vna compofitione di certi fallaci Magi , che affer-
mattano far fi inuinctbile vnhuomo portando fé co f eh ium a di cauallo
t>incitoreymidolla di Leone y e peli della fua fronte y con coda eteHadi
*Dr agone legate con vnghie di cane in cuoio di Ceruo . La faliua del e a- Saliu 2»
ualloycbabbia mangiato auena yò or^o , è appropriata à fanare il mal
c della gola , che fouente Vediate (come -vna pe$iilen%a) fuol autienire >
mafftme à faldati rendendo la cannai la lingua liuida ffe con efsa di-
ligentemente labocca de l'infermo vna volta fi lamy& poi vn' altra con
humore fremuto di Granchi vituperati: òfe viui hauère non fi potefse •
rifattigli arroHir nel forno yfe neifperga lapoluey dapoiy che vifia la-
nato contai faliuaScriue Plinio una cofaychepare miracolo fati a faliua
del cauallo tre dì beuutafanar la tofie y e morirne quel cauallo > da cui
fi è prefa.Ma ciò fi conferma da Sefioye da Macello^ i quali fcrinonoycer-
tiffìmo , gr efficace rimedio efiere a' Tifici , che per tre giorni fi beuala
•k fattuale fchiuma del cauallo con acqua calda : che fé ben della vita dub-
bio fi fodero, che fperawzaniuna vi parefse rimafaygli rende fani. Et col
mede fimo rimedio può likerarfiy chitrauagliafse di qualche intolerabi-
ley& lunga tofsey& pur foggi ungono ,c he guarito l'infermoyil cauallo ne
muore . La lingua Cauallina , Cecilio Bione dice appreso 'Plinio hauer Lingua .
da' "Barbari imparato , che inuecebiata , & col uino cottaygioua mira-
bilmente à quetar la Mil'^a : ilche Marcello conferma y dichiarando >
cbe,ellafeccatay e pefiando ridotta in fotti lpoluey dandofi a ber con vi-
noyfubito manifella la virtù fua yquet andò il dolore della *JMil%ahu-
mana. I denti di cauallo mafebio pofti di fono ài capo di vthche dorma .
A * farannl
S44 D E L l A G l 0 ^ / jl
jkranno ck'ei non runfeggi) fecondo zsflberto) & l 'afferma %/? dicen- g
do febei denti di cauallo non cabrato trattengo}! quelli ; ckefhcefiero
Opre in fogno: intendendo forfè del fi ufi o ; e de l'orinare . La farina di
quelli fana i pernioni : & le crepature dei piedi > e tutti i vitij > che alle
parti vergognofe auuenir fogliono , come formicole , & verucche; & è
falntifera altresì à Celiaci > e cDifenterici (come Tlinioy fcriue > e Mar-
cello conferma.) Con quelli denti y che prima faranno nati al cauallo
toccandofi ildentey che doleffe , il dolor fi toglie ; Et fé ad vn Bambino
fi fa baciare il mufo di vn cauallo ; non fentirà dolor de denti , ne mai
farà da% caualli morfo > come Sefìofhfedcs. I\af}y & ^Alberto dicono >
che i denti del cauallo d'vn'anno legati al Bambino gli fanno mette- 1
re> e mutare i denti previamente ; &fen7a dolore . Tliniopurefcriue >
che quelli denti yi quali prima caggionoal cauallo >fan toslo nafcere i
denti aquel Bambino > che legati gli porti fé co ; & più efficaci faranno >
fé non haranno tocca la terra mai, però Sereno Umedefima virtù ap-
prouando canta ,
Dunque al tenero collo del bambino
Legar fi denno quei denti primieri >
Chefur caduchi nel caual crefcente.
Tefchio . llTefchio(cioè l'occhio della tesìajd'vna caualla affijfa in vn palo den-
tro l'hortOy non fa nafcerei bruchi per le f oglie ( come Tlinio dice) & &
'Palladio ancora lodayche laCaluariadi Qauallanonvergineyh pur a" \A-
finagioua à metter fi ne gli horti credendofi far feconde le cofeyche ad ef-
Sterco fa guardano . Varrà forfè ad alcuno indegna cofayche fi parli ancora de
loflerco de' caualliyma degniffima confìderatione farày come in parte si
vileyefporca habbia la Telatura collocate vtilità > né pochey nèpicciole ;
(oncibfia cofa che segli mentre è caldo fi metta in sù\ vnaferitay riflrin
gefubito(come il T{iifi dice)il fangue f corrente; e tanto più fé con creta e
fortijfimo aceto fìa me ftalato, e commoflo . Rxxfiyl>iofcoridey& ^Alberto
Letame, fcriuonoychel letame del caualloy o abruciatoyh crudoy aggiuntoui ace- j»
toyraffrenagli erumpimenti delfangue. TyelagoniOy(oUmella>& Vegetio
dicono^ cheper far > chele vene del caualloyonde fi fofie canato fangue >
non fi votaffero più del giusto yfileghifouraeffe con vnafhfcia loflerco
del medefìmo animale . Marcello ajfermay clye fé fcorrefìe per ne narici
fouerchio fangue y accoflatoui lo fieno del cauallo freftamente cacciato
fubito fouuiene con l'odor folo ; altroue due , che più efficace rimedio à
reprim ere il fangue y fi tiri per lo nafo alquanto di fugo fremuto dal fre-
fco letame di vn cauallo . rPlinioy<& Sereno à ristringere il fangue dy v-
ua.ferita)vtilijJìm.Q dicati efiere àporuifapr a. la cenere del letame Ca~
vallino.
jf uaflìnò abruciato con f corte d'voua . Efculapio vuole, che [ecco , &
iffierfo ferina il fangue ,4 & che isìillato all'orecchie ne toglie il dolore .
^Plinio a quefio effetto v'aggiunge mefcolan%a d' olio rofato\& di pia di-
ce, Che la cenere d'elfo letame inuecchiato rode le carni ; & è efjìcacif-
fimo a cacciare ii parto morto , & le feconde , fé di quella fi fàccia vn
fuffumigio, (fecondo che più chiaramente Haly conferma) e beuuto.
con acquafo vino rifirigne ilflujfo : D'intorno al qual rimedio Sejlofcri-
ue,còe lo fieno delCauallo liquefatto in acqua,&poi colato , beuendofi
reslringe-il ventre moffo . Marcello fi>eciHcay che fi abruci, & la cenere
mefcolata con vino vecchione ben battuta, fi dia a bere al T)ifenterico
*$ fen ja acqua ,fe non ha febbre . <*s4ìla Colica è rimedio prouatiffìmo, fé
vn pugno di-letame di cauallo non pafeiuto d' herbe , fi faccia bollire in
me^a mifura di vino (circa onde diciottointendendo) fin' d tanto che -**
limita fia confumata : el rimanente fi dia a bere a pO£Q a poco , fin che
lo bena tutto ;ma tanto farà più vtile,quantopiu tofto l'harà beuuto: &
giouerà fi fattamente , che mai più non farà fentirgli cotal male . Tari-
mente il morbo Regio in tre giorni far àf anato ', dandofi a ber con vinoy
quanto vnafàua di fieno, che primieramente dopo il parto fia vfeito
da TolledrOiAfinino , ò Cavallino : Conciò fia che in tutte cofe vn me-
r de fimo effetto fa (fecondo zsfuicenna) lo sìerco del Cauallo,&queÌ
dell'affino: effendo amendue egualmente fecchi. l^on èpurfen^a vtilif
tà lo fieno del cauallo (jregale,cbe pafee d'herba: fcriuendo Diofcoride,
ch'egli fecco > & colato con vino; epoi beuuto > gioua grandiffim amente
lontra mor fi de' Scorpioni. Tlin.iice, tanta e/fere la forza del veleno nel
Qm rabbiofo, che pur l' orina di lui calcata offende, maffimamente chi
haueffepoflema alcuna; e l rimedio è lo fieno del Cauallo ajperfo d'ace-
to^ fcaldato,pofio dentro vnfico. Garrone aggiunge a fuoiprecetti , do-
uerfi dare a i (eminati letame cauallino , che fia molto leggiero , ma a
prati più graue,& che fia fatto di cibi d'orxp,accio che vengaaprodur-
pre molfherbe : zsflcuni le fornaci Chimi'Aicbe fhbricano di sìerco ca-
uallino amaffato con terra ;affne, chela materia più foda tenace diuen-
ga . L'orina del Cauallo mefcolata con acqua di ferrari gioua a ber fi con Orina.
tra il Comitiale,<& linfàtico morbo: ssfltri dicono,che s' vna beslia man
d affé fuori fouerchiof angue , ò per lo fondamento ,ò per la natura, oper
-lo nafoiprendafi farina diformento, e butiro , & vouo , & fattane mer
fcolan%a con orina pre fa di Slatta di Caualli > e dia fi tal maffa cotta nel-
la cenere a mangiare '. t^ r prouocar l'orina dice Vegetio effere ejficacey
che fi prenda del fango fatto di orina Cauallina , & mifia con vino , &
colato s'infonda per le narici ; ilqual fango fé ben fia fecco, farà pur
■ i ^L i rt^e*
rtile. La terra caduta dal pii del cavallo,, fìampata dal fuo veWgio £
{come fitole auuenire: fé alcune la raccoglia & riponga ) 'T.linio dice ef-
fer rimedio delfìnghio^jo a chi fi ricordi inguai parte ripofla l'babb'ia,
Vnghic. t ' vagina arfa, e fa tta cen ere-, fana i roffori della carne , & le pnirigini ;
e beuutacon vino, ò acqua per alquanti giorni, fc accia, le pietre della
vefeica (come datJ^Car cello s' afferma) & fattone fuffumigio a don-
na, che bauefìe il parto morto dentro il ventre, lofavfcire; & vnta,
con olio, <& acqua, fina le gonfiature , & le posteme in ogni parte : &
con olio, & orina fcaldata gùarifce te Scrofole > data in beuanda fana.
iepilenfìa : Mifìa con olio , & infufa all'orecchie del. cauallo , gli cura
il vermeycbe nella teJlafuol trauagliarlo . Rieroclefcrwe,che iramen F
ti de l'unghia Canal lina peHi, & in fu fi con vino per le narici del caual-
lo,gli promuouono laorina .Età cauallo iteofo (cioè , che rifirette le:
budella non poteffe per giù mandar gli efer ementi fuori) è gran rime-
dio pur per te nari ci. infonder polue de i r amenti del'vnghie anteriori
con trecotili di vino : ò segU èfcrofolo, con quattro cotili d^acquafì co~
me Hippocrate ponete Ivnghiefauaìline belli/fimo è l'vfo appo i Sar-
mati (come da fPaufania fi racconta) che raccoltane gran quantità.U
purgana&-le tagliano in certipe-%£Ì,che fembranofquame di'Dragò--
ìùyhfcorxe. de i frutti dell'ino : iquali pertugiati congiungonoy& quafi
cufeiono connerui de gli Shefft caualli ? <gr fé ne fanno le corazze non G
. mena leggiadre, nemeno. ferme, che le vfate da' Greci i perche a tutti*
" colpi, ò da preffo,ò da lunge tratti reftftona afìai bene . Il cuoio Caualr
lino lafciamòftare z ebeabruciato ,, e poftò con acqua y in sàie pufìulc,
(fecondo uiukenna) le refrigeri grandemente ; ma egli ben concio, <&•■
indurato col fate, opportunismo fu. a gli antichi a farne ^armature, che
gli coprivano} & particolarmente Herodoto narra > che gli TLthiopixA-
fiatici per vn grandiffimo ornamento, <&• per ficuradifefa cofiumano die
fortare in tefl.a le pelli delle fr ondi caualline,con l'orecchie erte,-& an~
cor co' crini, che lor fer.uiua.no a guifa d'vn bel cimiero .. flqual vfo ri
trouo, antichi/fimo Fiata efiere , che come bora vftamo le penne de gli H
Setedica Sfi:uthìoni , ali bora di fete di cauallo fi f off ero portati gli elmetti ador~
uallo. ni,maffimamsnte di quelte,che la coda ha più lunghe , lequali pivi, fuper-
biadimoitrauano; ér cofiUomerone deferiue alcune con cercelli d oro
intrecciate nel fuo JLchille\<& Virgilio l'imitò,inducendo il fier M-e^em-
tio. vfeire il campo ?
Che hauea di rame riff fendente 'il caper
D'altere creila Caualiina hirfv.to .
£ t Siliio parimcntcJmridQ difquame}e di creila tCaualUna cognomina.
Qmwt
*DEL C jiV^il LVyZl B. III. %jy
^t C urlone . Gli elmetti con tal numero da' Greci fi chiamauand Wppurif
& Hippòdafiay & Hippbcomo Trifalia : indi Bìppocorifie jd '/>/«*8* eletti*
ferine chiàmarfi coloro y che portauano tali elmetti ? ma'Torfirio -vuole domi di
per Hippocorifia douerfì intendere il Caualiere armato y perche armato peli dica
jìgnifica quel Corifta ; il che da EuHacchicfi conferma > dicendo y tanto ua"°«
efiere Hippocorifia , quanto Wpoiocb arim a > ciò è quello y chea canal-
lo cambaita ; onde per dinotar coloro , che con fete caualline haueffero
gli elmettiydouerfi piutofio diretìippocoriche . Vfauanfi ancorale fete
canali ine ( come Vegetio delle cofe militari dimojìr a ) infame corde
■di archi, e dibaleflre. 'Plutarco dice ; che per fveifnniceUi dape-
™ fcare (che Orme i Greci chiamano ( fon da prender fi le fete delle code
de caiialli più tosloy che di Giumente.Hoggi dì fé ne fanno le tenderelle >
•& i lacciuoli da pigliargli augelli ; & molte forti de cribri da fare il
pane yche Setacci ne fon chiamati ;de' quali Tlinio ferine efìere flati in-
ventóri i Fr ance fi ; & di più dice , che quando alt a tigni naie già gonfit
folfe "venuta pò Berna y è molto vtiky die prefitte-di e auallo con tre nodi
legate fi mettono dentro il male. Già confeta cauallina fi togliono le Ver-
rucoleyflrettamenteà torno legandole) fi cioè per tal afiringimento pri-
tffaniyne quelle mofehey lequali fi dicono caualline (come Rafi & *Al- nere ditf
herto affermano) . La cenere de' peli prefi dalla tefla del caualloymetten- fi fotta »
do fi con aceto , & con lana riflringe ogni f commento difangue(fecondo
Tlinio,) Qui non mi pare y ch'io tralafci in conto alcuno di recitare
quei due notabili e fi empì y che delle fete.Caualline ho leggendo trouati i
Vuno toccato da Cicerone > di Dionigi tiranno > ilqual volendo ad vnfuo
famigliare dimoflrar lo fiato della fua vita da molti inuidiatay& odiata
il fece affettar a menfay dou' erano tutte quelle più dilicate vìuande >
che fi poteffero di fare : in vna Camera dipretiofiffime gioie adorna \
& finalmente in B^egio apparecchio di quanto par effe potere far beata
ogniperfona: ma sii la te sia di cosini pende a vn tagliente coltello appe-
fo con vnafeta i modo y che quantunque f offe cafeato l'harebbe vecifo ;
del che y accortofil'inuitatoy immantinente fi leuò y rifiutando ciò > che
dauanti hauea . E tale in verità fi può dir la vita di ciafeheduno > che
tir annefe amente V altrui libertà occupata tenga . V altro narrato da
Tlutarco ydi Sertorio y ilqual hauendoyfotto di fé raccolte molte febiere
di barbare natwniy & non potendo loro con raggìoni perfuadere > che
nella guerra importa più il con figlio > che le temerarie forTe : dapoi
the yna volta poco felicemente hebbero combattuto , lor mifeinnan*-
K 4 zi
^iduoìcauallìy vn macilento : e fiacco , l'alto grafia , e ben robusto * i
ameni uè con le codepelofej al fiacco diede vngiouane di gran dijbo fi-
ttone , e di fortezza ammirabile ; al robufto va' hnomicciuolo debole e
minuto ; che fuellejfiero à quei le code : Quefto à poco d poco tirando le
fete vna per vna, in brieue la jpelò tutta : Quel forcato tenendo ad
ambe mani la coda intiera infìeme , tentando di sterparla con impeto in
vn tratto , fudò indarno, & mofifie à rifo i circoftanti; *Al che leuatofi il
Capitano, lor difte , vedete compagni miei quanto poffapià l'ingegno ,
che la for%a : & quefto folobaftòà ridurre ifuoi foldati à quella con-
corde vbhidien-^a , che fi richiede . Ciò fi ritrafie poi da Horatio in pro-
verbio , à cofi dire . *
Faccio come colui, che del cauallo
La codafuelle ; & ne ritoglici peli
*éd vna ad vnoyfin che tutta caggia.
Ter dinotare, che quello ; cheimpetuofamenteconlefar^euonfipuà
fare > maturamente col tempo , <&■ col frequentare ad effetto viene .
IL FI^JS DEL TET^ZQ LIBICO.
n
MI
! . \
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVST RE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
LIBRO.
I L Q.V ARTO
!
*
<$*£<£*£>
Va ritte.
confitte
OVEV^DO trattare fecondo il promefio Colori, e
ordine in queHo libro del colore y e del pelo loro efla-
ò del mantello {come dicono) del£aualh'y minati©—
mi par veramente diritrouarmiin vntem-
pesìofo mare> doue da ninna banda mi fi
fcuopra terra ; perciòche tanta moltitudine
di colori mi fi para dauanti > che non fen%A
grande malageuole^a fi potranno a pie-
no de fcriuere . £t certamente > fé ta -varietà
(come Cicerone dice) propriamente ne-' colo-
ri confittele quindi fi trasferire all*attrecofe;egli non può ejfer di mena ,
che in e ofi grande varietà non fia parimente vna grande confufioneT ut- ProPr,a—
ta volta vegendo quanto necefiaria fia talconofcen-^a, non ho voluto coj0ri .
per ifcauento ritrarmi a dietro ; pervadendomi > che s'io venifft a man-
care in qualche parte y faro f cu fato appo coloro^che vedranno il mio difi-
derio e sformo efiere (quanto pojfibileper me fia) digiouare atmtiqueh-
lische fi dilettano di CauatliJEt perche il proceder hoftro(come il Filofo-
fociamonifee) dalle eofe pia communi è da cominciarli ; acciò che nette
particolari meglio fiamo intefì, prima per le generali alquanto di f corre- Cofedf a
remo. Certa cof a adunque è > che il più delle volte le cofe efieriori com- "S-hk*
prefedaifentimentinofiri y ci fcuoprono & manifestano le interiori & ]e interi©
le nafeofeicome *4riftotele afferma y che gli accidenti ci aiutano a cono- ti.
feere
É^© D E l L ji 0 t Ò ^ì Jt
fiere la foflam^y& la natura, delle cofeZa onde,efiendo i colori qualità g
accidentali , che ampiamente fi diffondono per li corpi naturali , fi come
fecondo lafentem^a defaui^ ogni vno vedergli benejpejfo lahontà ò la
malvagità delle cofecriatefi pub per effidifcernere;Diquì fi godono i dot
ti huomini a ricercare le virtù, delle gioie > 6 del herbe , e di tutte le altre
cofe : come per tfiempio ci infegna Tlinio > ottima e/fere quella gem-
ma y nomata Iajpiy la qual'babbia color diporpora ; e dal Colore iCa-
ualli ei Ttoui accorger/} ditytei che lorogiom>e diquel che mtcia, man-
giando lEllebero bianco , ér rifiutando il nero . Di qui fi vengono a fare
quei pronofiiciyche' l Toeta ejprime nella <jeorgicaydoue dice , che quan-
do il fole mofira nelT Occidente irai di color feruleo, dinota pioggia ; jì
quando di roffoy venti* Di qui fanno iMediciilgìudicio de gli humoriy
come ne gli zsfforifmi Galeno ferine . Di qui fi mouono ìFifonomici
a dire > che glibuominiyche fon bianchi con vnpoco di rojfe%?ray& han-
no le carni life ie , fono di buon ingegno &virthofi : ma timidi ì troppo
neri ; & che i bianchi pelo fi co'icapeUigrojfi & neri , fon lafciui ; con
mille altri giudicij cofi fatti : De' quali fu quel di Giulio Ce fare > quando
e'difte>cbe pia era dafojfcettarfi di Brutto edt (affici quali macilenti $pal
lidi fi fc orge uanoyche noadi M,jlntonio>e ài DolobellaygraJJì e rubicon-
di y ìquali come Hudiofi di cofe nuoue( come 'Plutarco racconta) aceti-
fati erano ;Efiendo cbiariffimo indicìo di maligno animo quel color pai- ?
lido e fmarritoyche feritile è detto da Cicerone filqual volendo diferiuere
la mente federata diTifoney od' altri e attiui huomini y fonente fonda
tra lefue orationi le congetture in talifegni : perche,fecondo ù&rifiotele>
quelliychehanpaurayìmpallidifconoy ma queiycbe fi vergognanoydiuen-r
tan rojfiy&pero quel' arroffir di voltoyche dicono Erubefcen%àyfempre
dinota febietc^a d'animo ; fi come dimoerà Mitio appo Terentio > che
vedendo il figlio ad vnafua dimanda efiere diuenuto infkccia rojìo'y lie-
tamente dijfeyLa cofa èfalua; conofeendo > ch'egli fi pentìffe del fallo fm^ •
1 & fauiffima fu quellaTitbiayfiglìuola di*AriHoteleyche(fi come il Seffa • ,-
narra) addimandata qual colore Himafie ella per lo migliore > rifpo-.
fey quello che procede dalla vergogna y cioè il vermiglio fopra il bian-
Color co. Qofi chiaramente la J^aturaperpalefarelepaffionioccolte^fifer-'
ofrmIche ue ^e * c°l°ri > com<s & fedeliffimi meffaggìeri > ejfendo l'ordinario fuodi-
cofafi^ni moUrare le cofeintrinfeche perle eflrinfeche > cofi intutte l'altre ma*
fichi. terie y come principalmente nella qualità de gli huomini y de'Caualliy e
da' Caniy fecondo Fl.Vegetio ; il che attendendogli Sthiopi > non da*
nano gli honoripublici ad huomini fé non belli (come Arìflatélefcriut
mojfi certaméte da ragione effcaceypercbe tutte l' operazioni deW anima)
fogliano
<D E' IX J. V jil L 0, 1 I B. III. $5 f
A. fogliono al temperamento del corpo efjer conformi; &però dicea ilB^
tsklfonfo primo, feguendo la /emenda diCrifìppo, che labelleiga à air
gomento di buoni coflumi , come il fiore de i frutti ; & efsa beUe-rga non
è altro (fecondo M.Tullio) che una atta figura di membri ;> confo a ititi
di colare ;ò.fecomdaVlatone,vna certa gratia,che muoue & alletta l'ani
moper li feniliche 'Proclo, affermando diceva bellezza efsere cofa per
fetta,amabile,e difiabile,che incitagli animi egli addolcifce,perciò che
rapprefenta vna certa imagint della diuinità. £t perche ella in: tre co-
fe confi 'fley come dalFicinofimoUra, mordine) in quantità, & informa
cioè, che fia il debito interualla delle parti, che ferbino il fìta e' lluogo
2? loro; & che ciafcuna habUa lafua conueneuole proportione della gran-
de^ay e ifuoiproprif line amenti & colorì. 1 colori certamente fono i
primieri nuncij, che syapprefentana agli occhi no$ìri,fubito che gli apria-
mo % dandoci tefiimonìan<7a delle cofe ò belle , a wre ; &per tal cagiona
( cerne JLrifiotele afferma) noi amiamo fopra tutti gli altri f entimemi
quel del vifo,ilquale col me%o della luce nefk conofeere tutte le flette
de* colori particolarmente . Quefti fonquelliche fanno betta efia Tratte-
rà , la qual con tanta vagherà ha variato e dipinte le cofe create dal
gran Fattore. QueSli fon quelli, che rendonavaghi & riguardeuoliila-
nafi;come tra gli altri ingegno f amente fi e ontano da OuidialeteleteJ^
C fute da Tallade, e da *Aracne,,che di tanti colorierano,quantinemoftra jxì e fuol
In dopò la piogga . 1)a que fiti fi lodano i capei biondi, le guancie ver- colori*
miglie, le ciglia nere, & la gola candida, con l altre parti,c he tutto il dì
fi vantano in ver fi e in rime. € qual co fa primieramente fia dalodarft
in vna Donna, the quel color viuo naturale, che in carpo fedo commen-
da il Comico nellèunucbo ? frqual cojaaggiugneapiumarauiglia atte
pitture di ssf pelle (feconda Tliniojfe non quel coior nero, ch'egli foh
fapea impiastrare ; il quale confèruandofi da polue,edabrutture>fj)ltn-
dea mirabilmente,fen^a offender punto gli occhi de'riguardantitFinal-
mentenonfen'ra ragione alcuni ftìmano, che quefìo vocabolo di Colare fia
*? tratta da quel verbo , con che i Latini traigli altri fignificàti intendono
fbofàrare eH celebrare offendo icaloriquelli,chefnnno celebre & frono-
reuoleognicofd ; fi che non pur ìMufici,ma cofi gliOratori,come ÌTPoe-
ti hanno gli ornamentilora chiamati Colori} conia cui varietà ben*ordtr-
nata nonaltrimentiabbellifcana ilar parlari,che iTitiorile torotauole..
■ E tanta far^a hanno lefignificationide i O)lori,chepèr,annchijjimaufan:
%a fi fona introdotte appàtuttii Triticipi, e^epuhlkheileinfegnedimfà
te di diuerfi colori con inuentioni piene di miHeri. OndeVlauto volen-
do fignificareyfàHQmMmQ^ta di profapiayd^
conofcea$.
tonofcea. sJft'Ca laciando da canto quello difcorfo,che de V altrui perfua- £.
poni non ha me si ieri ; & venendo à quello , che per lo noflro proposto
non è dif itile afaperfi , io trouo variamente, diffinirft da'Filofofi il colo-
re. Vitt agora il cbiamaua fuperfìcie , & apparenti) perche ninna Super-
ficie apparendo mai fen^a colore & ninno colore fetida fuperfìcie,par y
che vna mcdefima cofafìano lafuperficie e'I colore ; màffimamente,che
ninna fuperficie potendo efiere fenica termine , ninno corpo terminato fi
pub vedere , che nonfia il mede fimo colorato. Vlatome dicea il colore ef-
fere vna certa fiammella di lume , ch'effe da ogni corpo , le cui partiva-
no accommodate al fentimento della viHa . Et veramente fé quel, die
ècaufa del vedere fi chiama lume, e l color è quello ,.còl quale le cojefi £
Veggono ,fi potria creder , cbe'l colore altro non f uff e , che 7 lume. Oltre
che fé i colori efcono dal lume , perche i corpi ali bora folo appaiono co
lorati , quando fono illuftrati ; è partendoti il lume ,fpare anco il colore :
feguirà chela effentia decolori confi sìa nel lume , da lui proceda \ & pe-
rò vna iftejfa cofafìano il colore eH lume . £diquì fi fono indotti alcuni
a crederebbe dal lume fi generi ogni colore; Il che fé cofifuffe,non fareb-
be tanta varietà d'effi colori; perche vnofolo in tutte le cofefi crierebbe
Et oltre che afiorda cofafiaapenfare y che i colori ftfkccianosìdifubi-
to , & che non fìano prima , che apparifcano ; in qual modo il lume prò- _
durebbe il color nero , che d'ogni parte gli è contrario ? Hora ^AriHotele
pigliando la via del me^o, giudicò il colore efiere eftremità di corpo $
non in quanto è corpo ( perche farebbe fecondo FPk-tagorici fuperfìcie)
ma di corpo lucido ; ne già fen^a termine (perche fecondo iTlatonici
furia lume) ma di corpo terminato . Donde feguirà,che i corpi natura-
Corpi nz H folamente riceuonoi colori, come anco gli odori , & le altre fenfibili
twaliric&qttalit4> & di quefli corpi principalmente cinque numerandofi dai Fi-
lo™odoJ0f°fi > II Cielo, gli clementi, gli ./inimali,leTiante , &.i Metalli . Il
ri.&c primo fi efclude da queflo ordine > per noneffer partecipe di colore al-
cuno > ma follmente lucido , & trasparente in quella parte, eh' egli non g
è fiellato ; perche la macchia della Luna fi dice efiere ò priuatione di lu-
me , ò rarità di parti \ e'I Sole è detto bianco per effere lumino fo , ò fla-
uoperche i-vapori tale teyl rapprefentano alla vifla , parimente gli Ele-
menti tutti fon detti bianchi, ma i tre più propriamente , per efier lu-
mino fi, come non è la Terra , che retta opaca di fuaTS{atura . k&Co.
tra la bianche -^ra del Sole , è degli Elementi , è differenza, che quel-
lo èfempre lucido ; quefli talhorafon tenebrofì , tallirà lucidi, fecondo
l'aiuto , che riceuono dal Fuoco, e da effo Sole ; ma fono tutta via mate-
ria di lume* Il Fuoco di mene tal volta flauo , per la materia flr ante-
ra de
DEL C UV jlllOy LIB.IIII. 2(3
2 radel'hamidoyche vi fi mefcola : perche , fé l fimo è fonile &purOy
la fiamma diluì biancheggia : & coji dinotte fi vede per effere lumi-
nofoydi giorno per efler flauo e rubicondo. Et laT err ^quantunque priua
di colore è tenebrosa y nondimeno con l'altrui mefcolan^a s'incolorifce
diuerfamente;perche purgata dal fuoco diuenta bianca: come ne ItarCal-
cìnay & nella Cenere può veder fida quale , benché fi a pallida per alcu-
na parte di humorerimafainleiy nondimeno in prò ceffo di tempo ef-
balata 0 abruciata quella f unto fa humidità , molto meglio imbianchifce
de" corpi miFtifoliyCome animaliypiant€y& metalli) propri] fono i colori
ne' quali come anco nelle altre qualità feguono le nature d' effi Elemen-
ti tìyde' quali fono composti . Ma l efler lucido s'intende di due maniere :
perche alcuni corpi tralycono d'ogni banda> fi che tanto la parte fopra-
na quanto lafottana & l'intima vifìjceme : quejìi Diafani da' (jreci>
da noi Tramar enti fono appellati . .Altri > di cui fi veggiono folamente
le parti eftreme > non le profonde y fi dicono Epifanie , cioè apparenti
infuperfìcie: mai Diafani non pur fono veduti effiymafono ancora me-
yi afkre vedere altriycome l'jtria > l'asfcquay ilVetroy & altri fimili ;
la doue l'Epifanie per effere opache nel profondo , non pofiono giouare
per intermedio allavifla . Quelli dunque da ^risiatele fon chiamati
corpi lucidi fen^a termine; quesli lucidi terminatila cuifuperficie(qua
C fi fuperna faccia) è ilfubietto i. l'apparenza e la qualità , òlafacultà >
con la quale il corpo è atto à riceuercil colore .. 7^e quella tal apparen-
za (olorefipwà nomare iper che i Diafaniyclie appaiono più Ai tutt'h fa-
YÌano color atiffimi : ma eglino per non efare terminati) quantunque i
colori habbiano in poftan?a , potendo fi tutti vedere col me^o ; ninno
tutta via ne hanno certo , fé non quello > che riceuono con la mefcolanya
della Terra > la quale fa e h'effy non trafp arendo da ogni banda > il posa-
no ritenere > quely che fi può vedere nel freccino , il quale fé non hauef-
fe da l'vna parte alcuno ottacoloynonriterrebhel'imaginey che riceve
& neU'iflefso modo l'occhio ha facultà di riceuere il Colore per la Crh-
& ftalloide y eh' è in lui; ma non gli rimar ebbe da poi impreffo yfequell'hu-
mor Criftallino non fufie abbracciato da vna vette > che per fembian^a
d'vn' acino d'vuayvuea è nominata . JLlcuniban voluto direbbe i (olo •
ri hauefiero per materia il corpo , e per forma il lume ; qua fi che'l colo-
re fuffe vn lume legato <& infifìoin vn corpo ; & ardifeono d'afferma-
re che la TìiancbeTga ftavn lume incorporato in vn corpo chiaro: la
l^erè^^a vna priuatione di ogni luce ; non confentendo che'l !>{ero
fia Tofttiuo contrario al Bianco ; ma che fieno contrarie le difyofitia-
ni, cioè la Opacità & la Trafraren^u. [iMafQ'l (okre fuffe lu-
me per
we partecipato > eg//' non fieguirebbe gli elementi ; il cbefaria cantra lag
legge Teripateticjycbe 7 lume fi riceue folamente ; ne fi conferita > fé non
vifita vn corpo trafparentey del quale egli è atto,& perfezione , efiendo
- • - all'incontro il colore efìremità de' corpiterminati .~J\Ga conftderandofl
Lumi co- ■> . _..-,, r, ., w •» /»
flderatiin <***■£ modi il lume da iFilojofi ; quando il corpo e lucido per n atura , Jt
tre modi come il Sole > e 'l j -uoco ;& allhorail lume, che quindi efce > non materia
da'Filofo ,ma naturale affetto è da chiamar fi. Quando il corpo è Diafano > che
bora lume->& bora tenebre può riceuerey & all'hora il lame fi dice t/lt*
tione ^perche fa tr ducere quelcorpo ; & gli è quafi vn colore firaniero .
ultimamente , come habitudine ai colori de' corpi determinati y & fi
chiamaperfettioney& fkcultàda poter muouere la vìviate' l tra^aren-- p
te;Il lume come vifibilefi può dire a vn certo modoycbéfìa colore:ma co '
me quello per cui fi veggion l'altre co fé > egli è vna poffaw^a attiua del
fenfo del vedere , riducendo in vn certo modo col me%o trafparente i co-
Luo^o lori in atto y chefian veduti : £t però quel luogo de iVredicamenti di
ne' predi- jlrìfiotele , doue diceyche tutti i colori fianno in tutte le parti di ogni
^Aie>CH' £°rp° > fi èda intendere in quanto il colore attualmente poffa col me%o
chiauto . delìa luce muouere il fentimento . Conciò fia cofa che il colore > che fld
nel profondo d'vncorpo d enfio y non potrebbe vederfìmaiyfe non fi defi
fie via^che la vifta con la luce vi penetrafie. Et cofi infiommafipuò con-
chiudere y che dal efìremità del corporifulti il colore , il quale prenda fc
dal lume la fiua perfetta & vltima facultà di muouere il vifio . Inten-
dendo però de' colori veri;perche de gli apparenti fon cagioni la lucey il
0 fiubietoy e'ime^o ; fi come amiene quando i raggi del Sole paff andò per
verdi piante a qualche muroyparimente verde parere il fanno :& allho-
rafipofion dire ò lumi colorati^ colori illuminatile fendo ò che'l colore
partecipi della cbiareTgayò che'l lume partecipi del colore ; Etperque-
jìafembian'^a , che altronde piglianoydiuerfì nomi i colori han prefi; co-
me da i Metalli fi dice ^Plumbeo } Ferrugineo^ArgentOy & zsfureo;da i
Colori luàghiT irioVimìceo •) & Sanano , IndicOySinopio, Melino{Betico)e Co-
prendo- lojfino daColoffo città di Troade > oue la lana fi tinge fìmile al fiore del **
no ì nomi ciclamino , che Tan porcino da noi fi chiama. Dalle piante fi dice 'Bufi-
le Cembì fioperpallido : palidiffimo effendo il "Buffo : Hiacinthino dal virgulto^
anze . in cui riluce la porpora nereggiante: Hifgino da Hifiege herba: doccino;
& all'vno & ali 'altro famigliarne ilSandicino: parimente Ianthinoyciò)
è Violaceo: & ìndi il TirUmtbino che ha diporpora ye di viola , feconda
il nome: cofi il Croceo dalCrocoy onde laverìe (rocotula fé ne chiama,
Citrofa a guifa di Cifro, €Tapauerala> che nelle Satire vsò Lucilio:
tJfóolocbino dal fior della Mdua: è'Balauftino dai fiore del tJWefo
granato
7) ZL i jt V jtllOy L1B. III. 2?j
/i granato > Dagli animali fi dicono gemino > MuHelino , Itterico a color
delGalgulo\CÌgneo per bianco y & Cor acino per nero; Conchiliato&
Mauriceo della Murice Cochiglia , che fa il liquor purpureo. Finalmen-
te da infinite cofe > ma Flammeo della fiamma > Thalajjino dal Marey
Cinatio da londay esfrquato da l'arco celejle > Hialino dal vetroy£bur-
neo daW\Auorio; & co fi "Ì<liue0) Marmoreo)LacJeo>.Cerea)Ticéo> Cine-
reO)SpumeQ)& Macolofo rcon altri fimili. 'Hel che è da notar/i > alcun
colore efier proprio 5 alcuno improprio :. fmproprij fono quelli lumi) che
rapprefentano i colori: proprij: quelli che feguonogli Elementi) ò i loro
wiHi;edi ejji proprij y alcuni fon veri) che accompagnano ì corpi mifli ;
*B alcuni fhlfh ma che hanno di veri imagine; quali fi dicono ancora incer-
tinche ingannano gli occhi de' riguardanti) come lojplendordel Cielo) co-
me le Ttyuoley & come tacque del Mare , ilquale oltra il Ceruleo hor
appar verde y horfiauo y & horpurpurea . Quella incertezza di colori ^Oior: :„
fi vede grandemente adornare t£ cordella Colomba } e del T?auone<& cert{ .
però tali augelli Verficolorì fi foglion dire y come anco è vna: forte di fetay
ehe con dinerfi colori appare ; laquaf. varietà è dijjicilijjhna ,, £r eptaft
impojfibile adejfcrimerfì. da' Tittorì :. niunodi lor effendo flato y che ha-
uejfe potuto mai agguagliare il celefteJlrco ;■ 7>{è ditali apparente 'fi Appare»
pt& dare regola alcuna certa > perche fono infinite ; & ciò procede per 2? 9' £° .
* tre cagioni; la prima è yche fi comeil lume & l'ombre fono più ò meno je>
tnaloro miHey e temperate col fubietta del colore ; co fi 'producono le
ùnaginidefio ; La feconda , chei colonnella mefcolan<za fon differenti
di moltitudine^ di forze; la terza y cheejfi mede fimi quantunque paiano-
efiere d vna ifieffa jftecie) non hanno eguali proportic ni ; E di quìauuie-
n&y che niuno colore mai fi può veder epuro e tale > qualeglì èperfua na-
turaiperche fé nell'ombra fi rapprefenta di vno modo •, d'un' altro far a. nel
lume;e'l lume è differente) fefia.dicandellayò di Lunay Òdi Sole ; &fe u
raggi di qutfUfiano ìntenfi ò rimejjìy &fe vengano d'Oriente j ò d'Occi-
^ dente )ò di Meriggio ;& differente è anco ilfttoyfefì Hìia a vedere perdi-
*" ritto ò per trauerfo)di giàò di sù)da dejlra òdafinifi'ra -, &fe'lmezo fia
dacqua)ò d'aria^ di crifiallo;di modo che fecondo la diuerfìtddi sì/kt-
tecircoflanzei còfidiuerfe vengono l 'apparenze.. Tuttauìaper conefee*
te quejletali diuerfitàytre cofe fono da confiderarfi) primamente il tra-
poffare dì vn colore in vn' altro ; perche ilnome fi prende da quello > che
cffufcaglialtri; appresola differenza del lume y,s'è più Ò.manco ; pofeia:
il temperamento diefio lume con li mezi)Ouuenga che\A rìsotele dìmo—
Hri nelle Meteoreyl' apparenza de' coloridiuerfafkrfi)fecondo ch'ejjìco*-*
krifonQ a vicenda tra lQrdifj>Qsìi\percbe.il punicei laccante \alnero rap-
prefenta.
ì$6 T> E LI sA GLO \1 \A
prefenta vn certo bianco; il nero accanto al verde vn certo fi ano -, laqual g
auuertcnxa conuiene a quelliy che fan ricami ouer ghirlande ; acciò che i
lauori ò fiori ben collocati dilettino meglio ilvifo* IHwdonfl i colori in
due maniere , che tutti gli altri fon detti jluìleri y fuor che' l Minio , il
porporifioyl'iArmenioy VlndicOyilCinabrOy & la Crifocolla; iqualiFlori-
di fon chiamati : filtri fi dicono ancor foaniycome il Plano , ilTurpureoy
il Candido yé'l I\ofeo tra" primieri ; come appo Cicerone fi legge -, $* co fi
foaue roffeggiante chiamò Virgilio il giacinto : ladoue dcntijjimoèil
color del fuoco, che quaft incidendo la viHa , fa dileguare gli occhi . Ma
Bianco e venendo alia dislintione loro particolare -, i colori fon due chiamati fem-
nerocolo plici)ilcBianco>e,l1>{ero . OueHi due fono ancora chiamati eslremiyper *
ri templi- effere tra loro grandiffnna contrarietà : dicendofi contrarie quelle qua-
lità, che infieme pofle grandemente fon differenti y come fi vede Vincbio*
firo in Carta . Il 'Bianco (fecondo Ltrifìotele ) diverge la vifta;fl K(e~
ro la congrega 5 J7 bianco èfomigliante alla luce , /'/ i^ero alle tenebre:
finciò fia cofa che non è altro coloniche più cheH Bianco , ne men cbe'l
T^ro partecipi della luce -, &però generalmente tutte quelle cofe pure
& femplic'hche fon lucidefBianche fon nominate yle priue di luceyT^ere.
Etficome i corpi tramar enti con laprefen^a dellaluce fi fanno chiariy
Neueper coni abfen%aofcuri;cofi anche trai corpi opachiy quelli, che partecipa- q
che candì no affai della natura de" corpi lucidi , affai fon bianchi; quei chemenoy
da* biancheggian meno: & però fi vede la ISleue candida, per effer molto par*
-, tecipe dell'aria, e dell'acqua; & ali incontro nero il Carbone: hauen-
Derche112 ^° confumate Hfi*oco le parti humide & aeree , lafciateui le terrestri ;
nero. Ilqual carbone tanto più nero fi viene a fhre , quanto in più graffo le-
gno il fuoco ftapreualuto , come di tede ''; ò divliui: Terciò che gene-
randofila nereirjra dal' alter atione ( come s'è detto) de gli elementi ,
ciò s'intende y che dal calore ò fia abbruciato affatto, 9 almen diffecca-
to l'humido ; fi come fi veggiono annegrire i luoghi mufeofi , donde pri-
ma fia feorfa acqua y & poi vi fia battuto il Sole ; Tuo bene apparer il U
nero per altri modi , quando le cofe ò per priuat ione di lume > oper inter-
ii. dio di luogo nonfipofiono veder niente ; 0 quando per debolezza opo-
chei^a di lume fi vedon poco : T^e però fia da dir fi y che la tenebra fìa
colore > ma folo priuation di lumey perche ella non èfenfibìle : non poten-
dofi dire quanta ne quale fi fia ella; fi come fi può dire del Color nero > il.
Bianche qualconfiile in fuperficie . Da l'altro canto fi fanno <&- appaiono bian-
cofeappa cfye ie cofe in tre maniere yo per copia di humor acqueo & aereo: non
jono in . r r , . r , r . , , l , r . ,,,
tre manie cangiatima mefcolati : oper calor interno che cuoca & confumi l bu-
ri* mido : 0 per color di fuori > atto a corrompere, Hora fi <ome dalla
mefio-
2) ti € JVjìL I0>lt S. ![1 ! ì. «$?
rM mefcolan%a del dolce , e dell' amaro fi foglion fare fapori diuerft ; cefi a .
punto della miHura di quesli due primitiui colori diriuano molti altriy COndi ^
•che fon detti fecondilo metani) ò mìflhequefli due fono y come Elementi mii\i cou
■di tutti gli altri ; perche il bianco e' Inero fanno il color fofco ; il bianco e me fi foc-
fplendido col roff'o fanno il flaueycol nero fanno il purpureo ; Il Flauo e'I cuno#
Fofco fanno il Fuluo > Il Fuluo e'I l^gro il Verde : Il 'Bianco e'I Flauo il
Tallido i Fratutti quali fon principali il Fofco y ilTurpureoy ilVerdeyil
Ceruleo, & ancho il Flauo: perche queftifono con più giuftay & certa ra-
gione formati da ì due eHremi ; & però fono pia diletteuoli e grati àgli
occhi ;an%i il Fofco , & il Ceruleo oltrail diletto fono mirabilmente gio-
•% ueuoli a rinfangar la. visla (fi come Galeno ferine) come quelli , che più
moderati nella mifturaynon offendono co'gli ecceffi > che hanno altri infi-
ntiti color ijiquali fen%a conueneuole temperamento mefcolatiyfono fimi-
li a quei contentiychejenxa mifura fattiypercuotono con dijpiaceuoli Cre-
pito le orecchie. Dico altri infiniti , perciò che in mille diuerft modi
■mefcolandofì infume il bianco > e' l'itero y e gli altri mifli y mille diuerft
colori (come Vlatone afferma) ne vengono a procedere > fecondo la pro-
porzione di quel ch'eccede : Verbi gratia fecondo che'l Bianco concorre-
'rà col Isserò egualmente) ò che Ivno refii nella mefcolan^a maggior de
l'altro vna dupla , òfefquialteray òfefquiterTa ; co fi diuerfe faranno le
Cfoggie di Colore da effì nato; &fì come il Bianco naturale y procedente
da l'jLria y e da l'^Acqua, è caldo & humido : e Inero è freddo & fecco
.prouenendo dalla Terra e dal Fuoco: cofì gli altri colori mifli hanno la
■ caufa materiale fecondo che più ò meno s'accollano ad effi femplici. Ma
■conqual mifura fi vengano a mefcolare i colori vno per vnoy fé ben alai
.no il conofcefseynon farla prudente à voler narrarlo:poi che nonpotrebbe
di tutto rendere verifìmili ragioni in alcun modo: come <isfriftotele dice*
E benché imitando le fourane miflure fi potria venire a dijputare d'o-
gni colore con probabili argomenti ; tutta volta chi voleffe mettere in
opra tal difcuffione farebbe non fapere y che differenza fia tra la Diuina
& Humana natura:perchefolo D-io è quelloyche è bafiante a r accorr e in
yna molte co fé y.& poi dinuouo vna co fa produrre in molte : come colui
che infiememente ilfàyelpuotefare.Quefla ragione dipiù o maco parte-
cipare fi vede ne i colori Puniceo & Halurgo-.Cociofia cofa cJjefe collie
ro fi farà mislo vn pofiente lumeyfe ne viene àfare il color Tunìceo:quali
fi vedono apparere tutte le cofenegreyche fiano infocate, come i (farboni
accefiyo le fiame fnmefe . £t fé in vna biancb eyga mediocre & ombro-
fafi rifletano raggi deboli > fi fa il color e Halurgoy cioè purpureo\y ilqual
jplendidijjìmo &fionto> com'è propriamente quello ycheJhilCoccoy cioè
J^ la Grana
a 58 DELLA GLORIA
Grana-, però fi cofiuma adir*Purpureò ciò che contiene vn poco dirof- „
fore,che fia diletteuole a vedere ,come fono varie manio-e di fiori \ an^i
il candido pur fi clnama talbor purpureo > volendo fi dinotare cofa , che
alletti l'occhio ; & cofi Purpurei Horatio diffei Cigni, & Turpurea la
He le 1>{eue, tsflbinouano . Trouafi ancora per lo purpureo pofto il Tilateo .
inuento- ^u del colar purpureo (fecondo i Poeti) Hercole inuentore , quando per
re del co- auuentura caminando perla marina , il Cane rotta vna Conca di quelle
lor pur- tfje ritengono tal licore ,fi tin(e il mufo : & la bella Tiro da lui amata
** eo* volle,che di quel colore le fkceffe vna vefte . Il Tuniceo, come in Feni-
cia ritrattato fi \fi dice a Fenicio da gli amichile filmano alcuni effere pro-
priamente il colore raffomigliante alla viola,che con parole poco dal Pu- p
niceo dijjònantidiconocT>aonaccio. ; benché altri il traggano dal Paone.
A Uri per lo puniceo intendon quello ,cbe rafiomiglia alla %ofa vermi-
gliaycbe lietamente roffeggia > non fenica però la negrezza fua : Et ve-
ramente il colorPuniceo ètra ilJ^ero, &il vermiglio , come A risote-
le dice; & però Tunicee fon appellate ne ver fi Latini cofi le T\pfe > co me
le I{ate della vaga Aurora : Toi di qui B^ofee fan dette le poppe , le de-
ta,la boccali collo di Venere , e delle beUe & lodate Donne , intenden-
do che pattò candide, ma fbarfe pur d'un vago roffor di fangue ; onde il
color F{ofeo veramente è quello, che dicono Incarnata : & B^pfa fìcea fi
chiama da' nofiri quel color, che fi vede l' A ut uno nelle frondidelle viti q
già roffeggianti;ilqual e dorè Xerampelino è da' Greci detto ; & Atra-
baptiche fidiùomle veti i tinte di tal colore* Ma in-ogni modo è mol-
to atta alle battaglie il color Tuniceo , franco ai libri ; i cui titoli per
antica vfan^a di tal colore notar fi fogliono , in hanore & memoria de
i Fenici , i quali popoli delle lettere furon'inuentori . Suole pefeia il Pu-
niceo, effendo rutilo^ioè lampegiante,mutarfi in Flammea ; altr evolte
appare Igneo fomigliante alfuoco\altrefanguigno,& altre Ojlrino . Ma
quando il nero viene a perdere la fua purità , e feemandofi in lui thumi-
do-fi mefee col verde;fk quel colore, che nella prima concottione appa-
re nell'herhe , & però Herbacea è nominata : Et fé da poi fi concuoca & H
s'infermi più ,fa il color "Porracea > fimite a quella ,che tonno i Porri i
Verde. cjje ^ s> accofta aua negreiga. Indi dal color Verde molta alterato coti
mefcolanya di roffo e di bianco (feconda Cfeltiojviene il Flaua > e he nelle
nature biade fi vede rilucere; & però Flaua fu detta Cerere . Il verde è
perfettiffimo netto Smeraldo, della qual gemma ninna cofa èpiìì atlegrax
Vede fi nelPapp agallo y che ver de augello da alcuni fi dice ; & incerta
forte di Scarafone , di cui fé Aristotele mentione ; ilquale hauendo sul
dopo vna nota d'oro , che rafiembra la Luna ; molti Cauallo della Luna.
chiamar
DEL CjlVAllOylìt.llth i£j>.
\4 chiamar il fogliono. Trai colori, che verdeggiano, è Motto celebre U
color Trafitto, che verde 7?orro dcCT intanfì chiama. Il color verde
confìtte d'humido , e di lume, & e detto da' Greci Cklorosjlfiauo Xan-
tbos ; il Bianco Leucos : il "Hero Melas : il Fofco Thaos ; & cofì Lettco-
pbxos è detto q.tel colore , eh' è partecipe del bianco & del fofco > fatto
tale dalla natura, lomefi vedein alcune pecore ; del qual colore costuma
di ve sin fi la venerabile fetta de F ranci febini , onde Sigi ne fon chiama i .
tuli color Vinofoycioè quale apparnell' vite, che fi maturano*, e detto Oe- ; V1110'0»
nopos , &fifb di l^ero lucido e puro con lume aereo . Orphnios è il co-
lore opaco,c'oe tende molto alla negrezza. Lofplendido è detto Lampros;
B ben che pia tofto accidente di colore fipoffa dire;& cefi Eyanthis , che
vuol dir Florido,il qual ègratiffimo alla vitta ; & Silbon lampeggian-
te ;awienga che fiajpejfei^a di lume continuata, pia che colore. Il Hpf-
fo dico a Tyrrhos , il quale come quello , che da calor infocato fi genera^
è colore del fuoco proprio . Il Ceruleo Cyaneos , e talhorLa^urion; dal- ceruleo©
laqual voce s è forfè venuto a dir' iA%urro . Ilfuluo Cbarocos,che Lio- azzurro*
nato.fi dice, per ejfer proprio de i Leoni , e di quel fulgore , che ne gli oc-,
chi de' minacciami fi f noi vedere : però Charope fu detto Hercole, quafi
iracondamente guardante ; perche Chara chiamano i Greci l'ira ; e da
q netto horrore cofì C ariddi come Caronte nomati furono . Il color Fuluo FuJuo*
* fé in certo modo è ottufo & ofeurato , fi chiama I{auo ; & cofì chiamò.
H orai io la Lupa, la quale naturalmente è fultta ; come fuluo altresì è
vn certo genere d' ^Aquila celebrato da ^A rifatele . ^Alcuni dicono I{a-
ni effere gli occhi tra Flaui & Cesij : quali nei Cane & nel Montone fi Qtf10
lodano da Varrone . St perche dal Bianco e dal' JL^urro (fecondo Tela-
tone) procede il Cefo ; e da quejìi fi compone il Verde in diuerfi gradi ;
fi può affermare , che'l Cefio vna parte di verde habbia , e due di
bianco : E tal colore Glauco ancora fi può chiamare,come fi vede nelle
fiondi delle faki , e delle vlue , paluttri herbe, lequalì glauche fon dal
~ Toeta cognominate ., benché propriamente il color Glauco fìa quel, che
appare ne gli occhi delle 'K[j)ttole,e delle Gattesche fon liicentifdeclinan-
do col verde alla bianche%xa . Ma che vna me.defima cofa ftano Glauco
el Cefio , da quefìo fi può comprendere, che Cicerone ferine (esij efiere
fiatigli occhi di Mincrua,la qual Homero chiamò ^laucopi, perche ha-
uea i lumi Glauchi ■ \Aimenga che iTocti fra-colori > ne' quali è alcuna
affinità, & famigliatela. > jfeflb vfino l'i'.n per l altro \ fi cerne gli occhi
della mede firna Dea '/ irgdio-diffe F Ìaui;e'l veftimentodelTebro; la cui Flauo.
acqua con H-QratiodettaFlaua^-thiamòS^lauiOi^cofìVxAlbo.pex^Pal-
lido ; e'i (eruleoper cofa che alquanto verdeggiò che s'inchini ajquan-
^. 2 toalne-
ì€o~ *D E L L ^ G l 0 1^ / ji
té aliterò fi fuoie ' vf are ;e fendo qaeHi colori tra lor vicini .Stimano at- g
cunidirftCefioquafì Celio ; con dir , che rafìembraffe al color yche'l Cielo
ci rapprefenta ; & in queflo modo farebbe vna islefa cofa col Ceruleo >
Ceruleo . ffj€ qua fi Celuleo ne fu. detto ; & pero i tempvf del cielo (erulei diffe En-
nh. Ma eglino- y\ come diuerfa in effi èia ditcongo \ fcriuendofi Cefo
per aeyCeruleoper oeylatinamente frinendo ; cofi differenti fono di qua-
lità;ond'è da creder fi y che Cefo deriui da quella voce y che ve ci fìone li-
gnifica ; & perche tal' epiteto folo àgli occhi fi troua aggiunto y (e 'sij fia-
no quelli > che con certo fplendore di fguardo bombile > pttr che fempre
minacein morte ;e tali fi diferiuorì anco in Caronteyin Catilinay& in ite-
sene b uomini erudeliffìmi . Da l'altro canto T^ttuno fi dice bauer gli P
occhi Cerulei > cerne Dio del Mareyil quale è pur Ceruleo appellato y per-
che rende quel mede fimo colore yche difopra gli porge il Cieloy mafjìma-
mente quando è fereno\& però il color Ceruleo da chi Celellroyda chi Ma
rino appreffo al vulgo fi fuol chiamare . £gli antichi y fi come l'ima opra
di Homeroynellaqual fi parla di molte vccifioniyomauano di color sagui
gno ; co fi l' altra doue i maritimi errori di Vliffe de ferini fono y di cern-
ita carta courir folcano : Et perche è vnafpecie di Ceruleo y che molto
imbina al neroycomequelloyche Indico è chiamato ; fi prende talvolta:
per color meHo;& cofi la barca di Caronte Cerulea da Virgilio fi cogno
mina-y e di tal colore eofìumauano le Donne Greche andar vefl ite nell'ef- **
Femi'n— fe1uie d* coloro ycheflimattano effere al del tornati . Chiamò pur l'iftef
neo. * fo 'Poeta la barca d'efio Qtronte Ferrugginea , cioè a color di ferro rug-
ginofo\il qual colore è appropriato alle cofe lugubri ';& però 7 Hiacintho
fu da lui medefimamente Ferrugineo appellato ynon già) che talfuffe il co-
lore d 'effo fioreyil qual è purpureo ;ma per dinotare il lutto d'apollo; che
inquet'fiore bauendo cangiatoli cariffimo giouanettoyfcrif e certe lette*
re nelle foglie in memoria del fuo perpetuo dolore ; parimente il Cielo fi
chiama Fcrrugineoyquandbènuuolofo;& quando fi vuol dinotare vn tri
fio cafo : come nella morte diCefarefi dice dal Toetayche'l Sole couerfe „
diFirrugineil capo fuo . Ma Jepra tutti i colori in verità col T ile fio pof-
fìam direyche la TSfatura molto ama il color Ceruleo : poi che veggiamo
lietamente di quello effere illuftrate quefìe due principali partiycbe abrac
ciano Funiuerfo: come fono il Mareye'l Cielo. Dilettaft ancor del 'Bianco >
del Fuluoye del Flauo: poiché di quefli cria laLunayle Stelleye'lSole . l^è
le difpiaceil neroyé'l B^o(ìo:poi che rofio è ilfanguey che tutti gli animali
mantiene in vita-.&nera è la TS^otte con molti popoliycome gli Ethiopiye
gì' IndianiSt pchefi vede la Terra hor coperta di neueyhor vefìita di ver
des<^- bora fogliata, rimaner Tulla;nimo può dubitareycbe adeffaT^a-
tura
2) EL CUV \AllO , US. 1111] Ì6i_
a tura, non fiati pur grati col detto 'Bianco ì colori Verde e Tulio. Ilco-Vuìlol
lor Tulio è propriamente quello , ibe nella maggior parte delterreno fi
fuol vedere:& cofhperche di terra foglìono efere coucrti l 'morti yglian
ticbi volfero y che nel far dei lutti s ufaffcro i vcftimentifimili alla Ter-
ra.Et perche le Lepre tiene il dorfo Tulloyeìla paurofa ammaeftrata dal-
la rt{ati:ra cere-ala terra difrefeo arata : <$ in i quella corcata fi-, inganna
iCacciatoriyfen^a courimento alcuno restando afcofa-,folamente per be-
neficio del colore. Due fi il color 'Tulloycome diminutmo da Turo : inten-
dendofi Lana Tullaquellaycbe nonfia tinta d'alcun altro colore > che del
fuoproprio g& natiao:'& cofi ancora fi sìima, cbefian detti Tulli i figli .
Ti noli de iCauulli , e de gli altri animali , quafiTuriy non contaminati di c£, j^f^
libidine>nè violati da Solerò da freddo ,ò da fatiche .all'incontro ogni uoìi dei
altro color Cyche tingendo s' 'aggiunge , i Latini diceano Suafo > quafiper- caualli.
fuafo cr indotto à cangiarft dal naturale . Et al Tulio è fomigliante lo
mpluuiatoyilqual colore è quelloycbe in vn panno bianco prouienne da
fiimofo jììllitico: & però è chiamato Sordidoycom'è il veflimento di Ca J^P UUU
rome appo Virgilio^ co fi coiìumauano di veslirfii T^eiyper cenfeguir
mifericordia apprefo i Giudici. Hor, douendo venir sragionare di
quei colori , che appartengono alCauallo : faremo prima alcun difeorfo
della natura dei peli y de quali quesìo animale è couerto tutto , fuorché
C nella palpebra inferiore y ouen'èpriuo : & però dicono y che da Simone
fu riprefo lApelte-d'Efefoyò Micone(com' altri pongono )cbe hauendo tut
te l" altre parti ingegnofamente dipintela vn Cauallo,dipinfe queslapelo
fa.Il Telo dunque è da faperfi non efier altroyche vna certa fnperfluità ,
la qu al fi genera da alimento corrotto(comc <ts?; -ifiot eie ferine) & però
quelli che vfano tritìi cibiyfogliono pia dell'ordinarie efier pelofr. &lava
rietà de' cibi fuol far efere vario il color de'peli y fi come vario è il nu-
drimento.TslaJcono i peli dalla pelle }no dalla carne; & però negli anima
li Bruti fegaono tutti la natura della coténayla quale yfe ègreffa & rara,
genera per la copia della parte terrea y & per la largherà dei meati
i peli grò ffiy che ancora fi 'dicon humidi à differenza de i crejpiycbe nafeo.
no dalla fecca: s'ella èjpefia e dilicataygli fa fottili.-parimente fé 7 vapore
è acquo fojn leiyibe venga in brieue adifeccarfiyi peli non prendono mol
to accrefe imeneo: ma s'egli è graffoyauiene il cotrario-.perche no faciline
te fi differca quel eh 'e 'grafo ;la cagione dunque perche il buey& lElefhn
te quantunque babbiano il cuoio pia grofio che ' iTorcoynondimeno tenga
no i peli più fottiliy non è fé non y che in quelli i pori fon più ferrati > e pia
aperti in quefo^Hon refìaperò che ipeli ' grejfi e folti non fogliano altre- .
sì procedere da paefcf;eddo>in che fa nato: che nel caldo Jottili & rari
K 3 general-
tèi 0 E L l A G L 0 III ji
g&teralmente Jogliono prouemre . T^è'qui tacerò quel, che Arinotele p
ci infegna per csnofìere dalla qualità de' pelili natura del Cauallo in
qualche parte; che ipeli afbri y eorti ferrati , e lucidi danna chiara fegna
di buona compie ffione,& che ftagagliardo,& agile,& cor r aggio fo. Ma
quando il pelo è molle e*r raro , dinota poca virtù <&poco animo ;fi co-
me fi vede ne' (erui ,nelle Vecore, <&• nelle Lepri , che fona tutti animali
timidi; là doue i Leoni , i Cinghiati, e gli Orfi,i quali hanno il pelo duro
fon'animofi . fntorno a quejlo veramente importa la qualità delle regio-
ni;perche le calde,come l'Africa, producono i peli ferrati e e orti ;le fred-
de del Settentrione lunghi e graffi : & coft veggiamo tutto il dì fecondo
Varia fkrfi ipeli b ajpriò dilicat i ; non altrimenti che nelle carni degli p !
huomini auuiene fpejfo . Ma henelye nel genere de gli ammalila maggior
parte babbi vn colore appropriato allafuajpecie ; & altri molti fiano di
colare tra loro varij ; certamente in ninno tanta diuerfitàfivederfuan-
ta ne' Cani & ne' (aualli; & di gran lunga maggior in quesli , ; quali de
piàfoggie di peti , che non ha qua fi il Cielo stelle , fon diuifati : E tal di-
uerfità è necefiario , che proceda non pur dai diuerfi nudrimenti , e da
mutatione di luogbi,e di etadi,ma dalle molte eterne ajfettioni & fhn-
Peli de tafie.Ma prima d'ogni altra cofa,è bello da auuertirela cagione, perche
|p anima ^e^ ^ de quadrupedi, come dell'buomo non ricettano mai color purpu-
non rice- reo,a porraceo, è altri tali, che col verde, & col nero fon temperati ,& **
uono co- ella è,che tuttiquefii colori fi fanno colla me fidanza debrai folari,i qm-
lori pur- // efiendai peli di pie e io li filmo carpo (rifletto all' 'altre \cofe ) e tra fé dif-
porracci° S^mihnon pojfono hauere in loro tanta ripercofilone , chevi rendano tat
&c+ colori ;bifognando alle cofe ampis-^a > e grande z^a per colorarfi;came
auuiene alle clnome eguali e foke-^lye con la virtù del Sole,& col fi-equi
tare della lifeiayrapprefentanai color dell* oro ; quale fi ferine effere fia-
ta quella di Antonio (ommodo Imperadore,& quali fono di malte Don-
ne y che confomma industria vi s'ingegnano ~A quefla ragione fi potreb-
be( fecondo ilrPortio)ancora aggiungere, che l peto non può riceuere tal
Colori , nonpotendo i mede fimi riceuere la cotenna > dalla quale il pelo è
generato ;& con laquate in ogni accidente di mutatione fi muta infieme .
Conciafia cofa che la cotenna fi nudrife di eferementi delfangue ò del
flemma foto > Optati non fon purpurei ne verdi fi come dall a colerafifa-
gliono generare : J^eèdadirfi, che la colera poffanudrire alcuna cofa .♦
perche fé bene il Flaua (fecondo i medici) par , che tragga tafua origine
dalla colera; egli nondimeno è colore del Flemma iflefio,perche non mot
to differifee dal bianco,^ fecondo il parere de' Teripateticiyprauiene dal
J angue incotto e poti; Et perche il flotto è il primo grado,in chef corre
il bianco*
U
t>ei cjvjiio, US. ini: \$j
\4, il bianco > dubita' ^Aristotele , s' egli fi debba annumerare tffo 'Bianco >
maffìmamente , che fi vedono le cofe nate bianche , crefcendo l'età , far-'
fi per mancamente di humore Flaue ; & quelle , che nel principio fono
fiai'.eyCi^efcendo il colore,diuentar candide . jLuuiene ancoraché alcuni
animali neri diuengan bianchi, quando Vh umido aKticho resta abrucia-
to dal calore accolto dentro ; ma di bianchi ninno fi fa mai nero ; perche
procedendo il color biancoda lefiintion de l h umido , ilpelopriuo d'hu-
morenonpuò pe>- cangiamento naturale farfì nero : per accidente sì al-
cuna volta: e/fendo in certi fiumi proprietà di mutare ipeli : che fi come
Scamandro in Frigia fa nafeer fiaui gli animali , & però fu chiamato
*& Xanto : cofi afferma» molti che T fiero in Tracia conuertain neri ipeli
bianchi,non per altro certamente,cheper la f uà freddala efiremaiper-
cioche naturalmente le acque calde,per efiere abbondanti di parti aereey
fanno il pelo bianco : le fredde nero , delqual artificio Jpejfo fìferuono i
Cozzoni nel farne bagni per ammendar qualche fegno cattino y che nel
manto del Cauallefi ritrouafie . St cofi ferine S trabone , che in "Hegro- Cozzoni
ponto fon due fiumi ì^eleo , & Cero di sì diuerfe nature , che V uno agli no ^j,"£"
animali beuentifa il pelo nero > /' altro il rende bianco . S crine ancora que o cai.
Brunetto maesl.ro di Dante , parlando de l'^ifia, che nella Rimerà pref de o fred-
r fo al mare Rofio è vna fonte, che fubito fa cangiare il pelo à chi ne bee. deperfa-
Sogiiono etiandio mutarfi i peli fecondo il Climayfe vero è quello , che ci bianchi 9
raccontano i (jeografi , che i caualli di Celtiberia , prouincia della Spa- neri.
gna,ch'è tra i regni di Marciale di Toledo, nafeono biancheggianti , ma
tra/portati nelle parti più di fuori y che fon in effa Spàgnaycangiano il co-
lore* E lafciamo Hare,che l'età fa cangiare ipeli : ma anco i morbi, el P£M <k
calore firaordinario hanno forza di farli bianchi in quelle parti y che fian dent^il"
pia attrite da qualche continouo effercitio , quali fono le foggette al mutino.
giogo & alla fella . Cofi in fommafipuò affermare-, che'l calore ò natu-
rale^ accidentale, èia caufa efficiente della bianchezza ; ma la caufx
2) materiale è l'aria vaporofa rinchiufa in quelle parti : Concio fia cofa che
effendo l'aere di J Ita natura caldo, genera la bianchezza, come nella
fchiuma dell'acqua/} vede chiaro-, la negrezza procede poiyquando l' ha
tnido naturale inuecchiato > & copio fo non è concotto; il che fi vede nelle
ferite , lequali mentre che la materia del color naturale non è concottay
dinentannere-.pofeia bianche, incominciando fi a putrefarci . Mafie
diceffi > come auuiene-, the la Carne effosla al Sole diuenga nera <? fi
rifonde , che per la troppa feccità quelle parti Terree & *Acquofeme-
fcolate à vicenda infieme, non fi concuocono , ma 'fi abruciano . E di
qui fi confiderà fermamente , come il calore diuerf amente producali
\ 4 color
color bianco , e'I color nero ; queslo abbruciando ,& co fi ne prouiene il £
fumo;quello per anione continoua diseccando; & però biancheggia quel
la parte del Camino,doue il fuoco è più frequente . Mayfe prima che per-
fettamente fi finifeano la mutatione del bianco in nero, manchi l'bumida
diffeccato; fi vengono a generare i colori metani , fecondo i gradi loro ;
perche alcuni preHiJfimamente fi diffeccano,come il Flauo\ alcuni riten-
gono alquanto d'humido,comeil Hj'ffo; alcuni più, come il Fofco; & co-
fi gli altri di mano in mano . Tra quali è ordinario à tutti i peli , che da
poi che fon giunti alla loro perfezione-, diuengan Bluffi ; <& quello è quel
colore , che fra tutti è più durabile ; perciò che rinforzatofi il calore non
gliauan^a humido,chepatifca maggiore concottione : tuttavia mutan- &
do/i la età,& venendo gli ammali a perdere del Calore,s'accrefce l'hu-
mido:dalla cui abbondanza fegue la nagrezza->& anco la lunghezza dì
ejfì peli-.della qual lunghezza > che l'ejìremo foglia efferflauo, procede
per due cagìoniiche vi manca la materia de l'humóre, & che s'aggiun-
ge il (falordel S ole: come per prona fi comfee ne i Contadini : eljendode*
Tefcatori il I\uffo proprio^ af.fato da l 'acqua marina,laquale perfuafal-
Acqua di fetga è calda & fece a . ^'Ca^he prejjb alla radice tutti i peli foglia-
mi re,per no effer ner'unon per altro auuiene certo ,fe non, che nelle parti più vici-
che calda ne a^a cctenn(Xìpt\ humore abbonda. Et che nelle Cicatrici,òin altri luo-
gbi d" ulcere confolidate nafeano i peli bianchina cagion è, eh e quella fe-
conda cuticagna,come più debole della prima,minor nudrimento attra-
be :k&però gli huomini folamente nelle Cicatrici del capo rifanno i peli,
perche in tutte l altre parti la cotenna humana non è sì craffa , ma tanto
fonile e dille ata,che la ferita corrompendo il [olito vapore , non la fa ri-
durre in quella for%a , in che era prima . 7S(e/ che molta prudenza della
'Natura (fecondo Tietro d'lAbano)fipuòfcorgere,ch'efjendo a Bruti da
to il Cuoio per lor difefa & armatura y prouede,chenon rimanga fenza
peli feouert oda doue àgli huomini non era neceffario tal foccorfo, hauen
do loro dato l'intelletto per prouedere a lor bifogni. Oltre,che fi potrebbe £j
dire,che le fuperftuitàde gli altri animali > come più acute di quelle de
gli huomini, più futilmente poffono penetrare,e preualerfi contrago im-
pedimenti, che fon cagione di non far rinifcere i peli . "Hon pero d'ogni
negrezza è cagione Veffere abruciato lo alimento , fi come (3 aleno dicey
perche tanti animali, che dalnafcimento vengon neri,non è dadirfi;che
dal calore fan dijfeccati , an^inel progrefio de l'età ,quando in loro sia
il calore più vigorofo , allhora fon manco negri: oltre che fé maggior a-
d .".filone fuffe la caufa delle negrezza > il minor calore farebbe caufa
della bianchezza : <&- co fi gli animali nel principio della vita più tofto,
che
<D<EL C jLVjlLLO^ Il Br.-UI 1. 26$
4 -che netta fine deuriano Canuti ejfere:. il che fi vede tutto il contrario ;
majfimamente nel Cigno , che nafte con le penne negre > e poi fi fa bian-
chìffimo . E già far fi canuti nella vecchiezza i Cavalli) e i Cani è cofa e mi {ih
chiara per tejìimonio di antiihiye di moderni: Laqual cofafcriue „4rijlo- no canuti
tele auvenireper la concottione del nudriwento ; effendofi l humido con in veo
V ac cr e f cimento de l'età confumato dalcalore-.e diqueHo è fegnoyche pri c"leZ22,
macche 1 peli pervengono alla perfetta bianchezza ) fi veggoìiofarfi fa-
tti) din parte ruffi, fecondo che l'h umore fi va con fumando di p affo in
paj]0)& però egli fiima> che gli animali , che toflo fi fan canuti )fianpiU
deboli che meri; perciò che prima , che venga aperfettione il loro accre-
2? feimentoydi/feccati per la pochezza del nudrimento > fi trouan vecchi ;
ISle veramente dal cangiar fi il color nei peli) fi pub dare altra ragione
che la penuria ò l abbondanza de l'.alimento . 8t co fi in diuerfi tempi di
loro età,altri biancbijfimi>altri negriffimì fanno ipeli;fecondo che in lo-
ro avanzilo manchi l 'humido . eJfyCa quando per auuentura fi veggiono
gli animali cangiar natura nei colori : cioè che gli habbiano differenti
da la lorojpecieyfì come.qval'hora i Terdici^e' Tafferi; & J{ondinelle,&
ancora i corni fi fono veduti bianchi ; e parimente bianchi i Lupi in al-
cune pani) &in Dacia & in J^ouergia bianchì gli Or fi: fecondo \Alber-
to;& nella Mangi prouincia d'Indiani^ acconta il Toggioy trottar/i Ele-
C fanti bianchi) i qualiper maggior maefà il\e vfano a cavalcare: e bian-
camente TlutarcO)che fu fé Hata quella (erua)da\\a qual Sertorio sin-
fingea di pigliar configlio;queflo dice <Ariflotele)auuenire nella genera-
zione per qualche viti0)0uer affettO)ò per ifiagioney òper regionìyche fan
freddi(fime;perciò che gli animali in quella tenerezza) hauendopoco nu-
drimentO)e poco humido yfhcilméte fi poffono deprauareycomefi vedreb-
be d'un Coruoychefe fubitO)ch'efce dall' novo,fifpennafìe,diuerria bianco:
maritando eglino fon perfetti) non ponno certamente cofi di leggieri fa-
re mutatione ferina molta induftria d'arte humana , e fendo molti , che
per prova affermano poter/i fare neri i peli bianchi yfefì lavino Jpefo con peli neri
D decottione di radici di felce }e difaluia in lifeia : e bianchii neri) vngen- fipoflono
dofi con graffo colto da vna Talpa decotta inpignatto nuouo.QueSìo ba *r. "ian-
fli d'hauer trattato della natura^ origine de' colori & de' peli > quanto cótrano. -
alla materia nojlra potè fé appartenere . Hora venendo a raccontare
didimamente i norxiyche nel pelo del CavallO)parteprefi da' Latiniypar-
te da' Barbari) parte ancora da l'ifiefì a proprietà > vfano i moderni ; &
ritrouando fei efere ipiu nobili e principali , Bianco , Leardoy -JWorel- dolori
lo) HaiO) e SavrO)e Falboyiqualifotto loro nereHringono moltialtriy noi principa-
quetto mede fimo, ordine feguit andò > diremo prima) il 'Bianco attribuir fi li fei.
à Gio-
i6 6 *D E L LU G LO \t ^t
a (jioue,ilqnal pianeta (fecondo Tolomeo) efiendo Orientale, cioè daUa £
congiimtioncychefh col Sole , fin' alla oppa fittone , produce le creature di
■ color bianco lucido , ma ejfendo Occidentale , fk il color di bianchezza
fmorta; & cofi vengono tra fé à differire i colori 'Bianchi, questo latina-
Bianco ri mente chiamato Albo,e quello Candidoyouer Candente; benché Canden-
meffo bia te fi dica ancora il ferro infocato . Il primo , fecondo Seflo Pompeo ,fù
limato ne tratt0 fai vocabolo Cjreco Alpbum,chefignifica bianco rimeJfo,& quafi
pallido ;ilqual coloreycome peffimo ne i caualli,è biafimato,^- ali incon-
tro lodato il Candidoycioc il bianco ff>lendente e chiaro . Ma che l'albo
tenda al pallido , Horatio in vn -perfetto de l' Epodo il conferma dicen-
do . IlTallor albo il volto tinge ; & cofi il timore fi dice inalbar le fac- &
eie ; &però le Donne {{ornane coBumauano di girappreffo l'effequiein
■veHe di quella bianchezza, che raffembraua il color del mortOythe fi por
tana àfepellire,Mala bianchezza fìa appropriata a Cjioueyoltre all'aut-
torità diFulgentio,che vna delle Mufe induce cofi rifondere .
1)cìla Firginai corte vna forfio
<tsfl bianco Gioue dedicata e fcritta :
7$c rendeano chiaro teflimonio gli antichi; i quali vna grande Pecora
bianca à lui fa crifi cattano ; e della pelle di quella fifaceuano i Sacerdo-
ti il capello bianco , che in tcHa vfauano di portare . "Parimente fa Vir-
gilio mentione , come al verno la nera Tecora , à i felici Zefiri la bian-
ca fi vecideua in facrificio . Oltracciò il color bianco dinotaua felici-
tà ,&fecondocPittagora, ancor bontà: e'I contrario il nero; laonde
per condannare , fi metteano all'vma le fané nere , & le bianche per
liberare: e quindi nacque il pronerbio , che approuandofi alcuna co fa >
la Tietruz^a bianca jtdice aggiunger fi ; & le cofe lodeuoli con la cre-
ta bianca , le biafimeuoli col carbone (fecondo Verfio) fi fegnauano ;
& cofi etiandio i giorni allegri e i giorni trifii . Vero icaualli bianchi
. tanto fi filmavano bene auguriofi appo Rimani, che con vn' altro prouer-
An arin iiQn^icea, Andare innanzi co' Caualli bianchi, per dinotare vn felice r*
«anzi co J . ,. > . . r j ■ ■ r , i- "
caualli augurio : neper altro gli vfauano ne i trionfi , adimitation del carro di
bianchi, effo Gioue , E tali fi fono deferitti i Caualli di Cupido, di Caftore, e
prouer- ^ •Polluce, tali di Turno, di Latino, e di Rjjefo , di Camillo , di Sii-
la , di Platone , <T altri illufiri huomini . Tali (fecondo Uerodoto) fi
rkhiedeano dal Rj di Terfia in tributo, e tali fon tenuti in grandijji-
mo gregio dal Rj di Tartari , ilquale ne tiene razgey che p affano di nu.-
Caualli mero dìw* mila (fi c°Me dalVenetofi racconta)^ in ogni capo dell an-
biachi di no gli fon donati da fuoi Vafialli,cento mila eletti Qzualli bianchi . ?^e
pregio» fenzà ragione in yeritàfono da pregiarft i caualli bianchi; perche oltre
che
Vìi CJLV JLLLO, L1B.IIII. 267
*f che fogliono efiere più, durabili, & meno foggetti a! morbi , egli fotta
tal colore generalmente vn' animo piacevole , vn buono ingegno , & vn
finterò cuore fi fuol trottare ; concio fia che naturalmente il pelo bianco?
nafce di pelle fottile ; e quelli e hanno fonile il cuoio, tutti fono ( fecon-
do il Ftlofofo ) ingegnofi e difciplinabili ; e 'l contrario fegue in quelli >
the hanno la pelle grofia\eccettuatone l Elefante y fecondo Tlinio . ^Al-
tri fono d'openione., che'l Cauallo bianco dal partecipar dell aere, fia a-
gilè ;ma perche partecipa molto più dell'acqua, lo Jìiman fiacco : ^-per-
che non folo è (Jiouiale, ma anco ha della Luna , pero non fuoleviuere
lungo tempo ; tuttauia noi debbiamo dìftingu.ere , che l' ^ilbofia della
? Lima ; ediGioueil (and ido; ancor che candidapur fi chiama effa Luna
da i Toeti,e tal volta *Argentea:& co fi lodando i caualli bianchi,noi catt
didi gli intendiamo . Inofìri hanno ofteruatoy niun cauallo nafeere ve-
ramente bianco,ma cano,e poi andar fi imbianchendo meglio di tempo in
tempo , Il e ano pub dir fi Jllbineo,non ejjendo quel medefimo>che èV*Al-
bo,ouer il (fandido , ma de l'vno e de l'altro partecipi tattauia; e benché
ad altre cofe fi trasferita , come alla fede,ch 'è detta Cana, ciò èpurifft-
ma-.pur icapelli,& le barbe de' vecchi^propMamente fi dicon Cani,& in-
di (anuti gli huomini. Hora perche i caualli bianchi foglionohauere Caualli
.*. l'unghie tenere , fon da guardarfi da' luoghi pietrofi, & afpri,& anco da 5 ,'
yie fkngofe\che per ì arena corrono afiai meglio ;&■ fono più conueneuoli guardarfi
a cauaharfi per le città in amoro fi diporti, poiché àV enere ancora fi dalle ftra
attribuifee ( fecondo *Alcabìtio ) il color bianco : la qual Dea , fi come <Je P*etro
difiero i Toeti, efier nata dalla f chinina de tefìtcoli y di Saturno , gettati *'
in mare,volendo inferire la natura dello jpewna , ilquale, fecondo zsfri-
fiotele, èfehiumofo partecipante dell'aria e dell'acqua ; cofì daquejle
due qualità mef colate di freddo , &bumido, viene il bianco: & quanto
è maggior il freddo , tanto viene maggiore il bianco: ilquale non tanto è
"vago, & virtuofo , efiendofylendido ; quanto brutto e catt tuo , tendendo
j. al pallido ( come di foura s'è detto .) Conciò fiacofa 5 che nella palli-
dei^a con humorfalfo interuien Saturno : Uqualefk gli animali ftem-
matici,melanconici,& conseguentemente timidi,tardi,e molli . Ma co-
munque fia ynm pubnegarfi,che no dinotinopiu lunga vita;<& maggior caualli <fi
foria i pdibianchi,qualhora fono mefcolati con altri ; delqualmodo color lear
fi chiamano poi leardi,certamente le ali,c gagliardi infume. Quesìo man £* P1"
tello da Spagnuoli è chiamato T\uc^io , il qual fi diuide in pia fignificati ta perche
com' è Leardo Tecegnoyche del bianco e del nero partecipa egualmente ,
& Leardo Sauino > che col bianco, colf angui gnoy& col morello ha del
■ (aftagm* Il leardo Tecegw è forte &t an'mofQy come vn Leone,
& vim
ri6S D Eli A G LO ^7 jl
& viue molto perche non è dilicato ; neper altro fi fuole da alcuni fchi- g
uare yfc non che ogni anno imbianchile > più di modo > che con quel tan-
to -variare il pelo non fu bella vifta. Egli corre bene per uallt &pen
'monti>ma è dagnardarfi da vie acquo/e , perche fente grandiffvma noiay
quando l' acqua gli Jprn^ai fianchi y & però fuol gittare tal volta calr
ci. Il Leardo Sanino è per fettiffimo ; di gran forza , e di gran cuore
con buone vene > e buona pelle y & ottimamente corre per luoghi ac-
quo fi , d'ogni altra forte > folo ha di male , the fuole ejfere difficile
ad tnfrenarfiy?na quando fi irouadi buona bocca-) egli è de i buoni canal-
li, che pò fi ano ejfere in tutt'i fatti . Suiti poi il Leardo Cardeno , che con
tienevna parte di biancone due di7iaio;pelo certamente afìai gentikyha ■
vnghie buone y e'I cuoio duroyperò di (proni non teme molto . Il Leardo
Inoliano ha del biancoy del giallo y e del vermiglio^ tra 'quali hauendo af-
fai del biancOyTalpado il dicono . Sono i i{ohaniy ò 1\pffilliyfolleciti degli
fpronvper lo cuoio chan dilicato; ma non fono di molta faticarle di gran
di affari ; & fàcilmente fi fogliano infermare : Rjefconotuttauia buoni
quelli > che hanno la codayei crini conformi al color del corpo: & hauen-
doli più feltri ymigliori fono. IlTalp adi hanno buone vnghieydurano mol-
to al corfo j Cy-fono di gran fkttioney ma duri difprone . Euui ancora il
Leardo fardenoy per efiere di colore' non altrimenti-) che dello "zaffiro fidi r
ce )fimile alla Sarda . Sono poi l'imbrunito , & l'asfrgentino y che raf-
fomigliano all' argento y ilqual&y fi come per artificio delmaeflroy varij
gradi della bianchezza fortif ce yqua fi varia la fogliano hauer quefli ; ma
generalmente i Leardi ^Argentini y fé ben fon belli riguardare y non fon
forzatile vigorofi alle fatiche Sembrando il calorloro vnfoco di paglia
che' poco dura . Dicefi poi Leardo Mofcato quello y che tiene fouraal
bianco certi fegnetti neri > à guifa di Mofche > lequaliy perche fembrano
•ancora gocciole. Ruttato i Latini pur ne chiamano il C amilo . Talife-
gni di fumofa e e alda efshalatio.ne y fon riputati buoni y quando vengono
per mefcolanza'natnrale; ciò èyche'l "Poliedro paia hauerliprefi ò dalpa- #
dreye dalla madre-.che tali gli, h abbiano: & in quefto modo per antichif-
fimaofferauanrafi.può affermare , che' l pelo nero col banchio dinota il
Canal gagliardo y animofo , leggiero y deHro , di buon fenfo di gran
lenaycdi lunga vita; e come quello-, in cui Vvno bumore fìa con l'altra
ben temperato : e tai Caualli fono attifjimi alla militia: e tali diferiue
Statio le caualle del Ej Admeto > che raffimigliauano al giorno y &
alla notte con le macchie nere fra' l bianco mijle . Ma fé cotali Mofche
veniffero per accidente , non fono co fi buone; attefoy che procedono > ò
da corrottione di MeHmo y le cui gipcciole fon', atte a macchiare il pe^
lo del-
'DEL C J.V jìLLO,LlX. Ulì. 16$
2 lo della orlatura \ da qualche infermità della madre ; ò da percoffe , 0
dafhticbefouercbie , che ella col ventre graue patite haueffe : òfe'lTol-
ledro , effendo tenero fuffe Hata infettato da' Tafani fi fieramente , che
dalle lor punture non potato fi difendere per fiacchezza , fufìe rimalo per
tle cicatrici poi fegnalato,& come il vulgo dice,iAttauanato:ll che fuole
auuenire,à quelli, cbe nafcono nella ettate,iqnali però prendono vfan^a
di buttar fi air acqua fyefio , mafiimamente quei,cbe fsno di compie ffio-
ne in\ettremo calda>& hanno con la pelle fott ile il pelo raro , Terò ,fe '
quette Mofcbe di qui procedano , fi conofce>cbe non fono di pelo ferrato
e lucido,nè veramente nere,ma fmorte & variatele per tutto il corpo,
g ma fol ne i fianchi verfo la groppate nel collo verfo lejfpalle;doue nècon
la boccale con la coda bara potuto f cacciare effi Tauani . filtri Leardi Leardi
fi dicono Te^atiyO Tintati, cbe in lingua Spagnuola fon dettiTias , & PezzatI*
Tartifi chiamauano anticamente, per e ih che appo quei popoli erano mot
to tenuti in pregio , per la vagherà di quelle pe^je , lequali quanto più
fono di color chiaro , ò cbe fi a nero,b fauro , ò pur ceruleo , ò altro fimile
più fon belle: Ma fé le Mofch ette f art ano rafie , ò lionate folamente nelle
gar%e, & nel mutt accio, il e attuilo faràfuperbo, e talbora fdegnofo di
bocca.Hora fi come vario fi dice il Cielo , in parte fereno in parte nuuolo j),fcoiore
e*r vario il vettimento fatto alla diuifa con più colori,cbe T>ifcolore anco che fiorii.
C rada' Latini à chiamató,benche DiJ 'colore s 'intenda pure quel,che jparga fichi.
da fé alcuni raggi,come quel ramo d'oro , che da Virgilio fi di ferine ;cofi
Variato ; 0 Tiiuifàto dice quel cauallo, che diuerfi colori tenga in fé me-
fcolati , e confufi : & quando con quefìe pe^e ha le Ballane fin foura le
ginocchia & nella fkccia,fi chiama H obero , che Telofointerpret aitano
gli antichi : ma iopiutotto credo venir da Haber, cbe per dir colorato fi
pronuncia in Merefco,& Fouuerio fi fcriue da' Tortogheft, forfè quafi
Flauerio,perche h abbia del Flauo vario ; è quafi Fauerio , per effere di-
pinto à colori di fiori di fkua . T 'al volta il Cauallo di quetto nome par-
tecipa molto ancor del *B aio , etalhor del Sauro ; mailveroHoberoè
v quello, che di molti colori infìeme ha mefcolan^a . Sogliono i e auaUi
di color, vario hauer bianche le parti intorno al ventre , ma fi lodano
molto quelli , che tengano vna macchia bianca in su la fi onte, come ba-
tte a quello, che ne i giuochi Cauallere fichi dell' esequie di *Anchife dal
'Poeta è diferitto, ilquale oltr'à ciò era macchiato di bianco per tutto il
corpo ;e tali è coja ceita efiere fiati i Caualli di Tracia , che con vocabolo
paefanofi dice uano già Maronitperche di fimili macchie diuifato, hauea
di quel paefe bauuto vn cauallo Turno . Il Camerario impone toro iti
lingua Tedefcavn nome deriuato dagli occhi Strabi , ne quali fi veggio
ne
,a7o t> ili jt q io \t J.
no dine, -fi colori (plendere:e dice marauigliarft, come loro fi dia da alar
ni bla fimo; giudicandogli egli eccellentiffimi e-r ammirabili ; perche tal *
bellezza di colori qua fi diurnamente da'ilal^atura paiono confeguire .
■Ma aite Ho certamente fi dee intendere , quando fi giulic a la miHura de
gli humori , donde procedono ipeliyben temperata ; altrimenti è d' acco-
llar fi pia tojìo algiudicio di Talladioyil quale dice , che fi come gli occhi
di diuerfi colori non fon ben lucidi, coft i caualli variati fogliati ejfere di
varie fkntafieybiz^rri,traiitori,difaHrofiyfìaccbijimidi, &reHij ;co-
me quelli > che per debolezza di color naturale non baHeuole à digerire >
fono impaHati di humori varij , & mal cottiydo minando però la melan-
conia : & per la maggior parte fon nati, di furio fé \& ' lafciue madri > -
lequali non basendo lo Halloneàtempo , s'empion di vento : auuenga ,
che la diuerfi tà di quelli da altri accidenti ancora efleriori foglia pro-
cedere. I Leardi Tornatilo E^otatiyò Circolati) Latinamente Scutulati
fipofion direydalle Scutule , cioè macchie tonde , che fono àguifa di pic-
cioli pomiyo di picciole ruote à [empi an%a di quelle veHi diuifate con cer
tigiriy che da Galli fi cominciarono ad vfare-.e tai caualli fi<riputano di
buon pelo purché i circoli fian neri difopra il bianco : & riefcono di pia-
ceuole conditone , deftri , e maneggiami ;ben che fan troppo fenfitiui de
lofprone, s) perla tenerezza della pelle yeti ogni Leardo haue egualmen-
te yfi per qnelle note del dorfo , che dinotano humor 'acuto ;& per l'eftre- G
ma humidità y che in lorpredomina,fogliono efiere fottopoHi al concorfo
degli humori nelle parti baffey& poco viuere: Tutta volta non può ne-
gar fi y che di tutti i Leardiyil Botato nonfta il migliore , & l'argentino
rivendente non è cattiuo . Il Leardo marino hafempre qualche miflura
di bianco del ceruleoycon lafkccia,& con le gambe in tutto bianche: po-
nefi nel numero de gli H oberi, è dipoca forza, ma veloce-, & àguifa,
del mare mobile ; però tali fi difcriuono iCauaUidi Tslettuao, di Tro-
feo ,e di Teti. I Leardi mal colorati , Soricigni, Cenerenti, Vallidi
Grifi , e "Bifciydinotano melanconia e tardità , partecipando di Cjioue Oc-
cidentale , e di Saturno , &fon compofli di cattiua complefjione , eccet- H
to fé haueffero il pelo lucido & ferrano ; con la qual conditione , fra
tutti quefli è tenuto migliore il Bifcio e 7 Grifo , il quale con certi picch-
ietti circoli trapofli ha mefcolati con bianco i peli negri. MailSorici-
gno, che i latini Murino dicono , è proprio da gli jl fini, fecondo Colti-
meli a : e Cinereo è color naturale de i caualli feluaggi ( fecondo zsfl-
berto ) quali fogliom hauer vna linea fofca Hefa dal capo per lo dorfo
fin' alla codda.Sono certamente i caualli Cenerenti,& co fi gli fmorti > di
natura pigri , e poco vigore > hanno il cuoio, groffo,ma l\ unghie tenere*
onde
1) E L C JÌV\ALLO) Lin. liti, 271
£ onde fi airan più della flrada dura , che di vna fpinofa imboccatura .
I Leardi Stornello e Tordillo , che di Tordi , e di Storni raffembra.no i co-
larici Leardo ofcurofono in fé quafi fimili ; pur l'ofcuro & lo torneilo
fono i migliori^ & pofìono Ftaf apprejfo alVomato; Vero èy che lo Ster-
nello come fi viene a r afreddar coy gli anniyfuol dinentare abbatutoyifner
uato>& vi!e;reftandogli efìhalato tutto il calore jfuor che nella bocca;
onde fatto fi inhabile al travaglio) fi troua ardente) & infrenato. Il
Tordillo non è buono per la mefcolan^a del Melato b Mellino y come di-
cono i Latini) ilqualpeloye fendo di colore fimile al mele , ch'èfmorto &
palli dO)fi connumera tra' cattila) & molti fono d'o*penioney che fì a il Gi-
X Ino reprobata appo Virgilioyilqmle nondimeno alcuni vogliono y che ha-
ueffe intefo di ikafimaret 'Jllua y eyl (jiluo mifli infìeme yperche vera-
mente malto è cattino* Melato miHa col bianco pallido. <tsfltri affer-
mano y il Cfituapropri amente effere il Giallo fmorto y &però i Ger ma-
iali cauallo di tal mantello chiamato £impfaelspe~rdty che lignifica me-
%pflauo:deiqual colore fon belli d' aJpettoye piaceuoli a palparfì : ma me-
f colato col bianco Jmorta y egli è il vero Melato pejjimo ; 7$è meno cctt- .
tino è,quando il (fillio ft me fola col Vecegnoyò col Soricigno rimefio: per
eh e tutti icot ali pdi debole7gay& viltà contengono . Sogliono pur alcu-
ni chiamar Melato quando faura Leardo il pelo è rofio : nel che errano
C grandemente yper che Leardo Saltino pi utojìof aria da dirfì: tali caual-
li fon buoni per due ragioni y fi perche fon nati di padre Leardo > e di ma-
dre Baia b Saura , fi perche la mijlura di quelli peli partecipa di Gioue
Orientale e di Marte . ?JWa troppo dura imprefa farla la mìa. > fio vo-
lejjì apienaraccontarele diuerfe jfecie dei Leardi) leqitali fono tanto Leardi di
varie the tutti gli buomini euriofi del Monda appena baflerebbono d ap- diuerfa
prapriareàtutte inami loro ,* perche fi come iJlere-, auuenga che di fua. Pecie*
natura fìa chiaro e bello ) nondimeno per diuerfe cagioni prende colori
iMtrifychediuerfì effetti producortpoi ; cofì il pelo Leardo , cheadefo
ssiere s 'a/famiglia y per diuerfi accidenti fuol ritenere varie mefcolan-
*D lzey che dinotano \ varie qualità : nelle quali misure non pub dar fi altra
piucertaregpla\fe nonché quella mefcolani^a è più eccellente & pia
pregiata y che con più beli 'ordine grproportione fi veda fatta : & nella
quale fi pò f$ a l'vn bumor con l'altra confederare ben temperato -.come fa-
rebbe vedendo il Learda partecipare di *B aio y òdi Sauro y b per intere
commijflìone > àper mafche ; il che dariafegno yche l'humorflemmatic
fuffe moderato dal fanguignoyb dal colericaydal qualtemper amento p
cederla buona complef[hney& virtù perfetta de l'animale . 8t cofì be
che nel Mofcato > ò neW Argentina > ò nel Grifo > ò nel Botato >, la bian-
che^a
572 D É l L A 0 l 0 T^ì A
cbexxa l°r0 à'm0$Yi humor molle e corrottibile ; nondimeno la noti g
nere ; che dafortiffimo humor procedono , gli dinotano egenerofiy e ro-
bufli, & di ftmile completane farà il Sainato foura J^ero , benché ten-
ga più del fttperbo ,pernon batter dell' httmido tanta parte*». Il pelo
T{ero è detto volgarmente ^torello y qua fi a Qrìor delle More-, frutti
delle Pepite te ; ò quafi a color de' Mori popoli Africani; benché i Lom-
bardi Morello dicano il Morato ò Tauona^o cupo: da Spagnuoli è chia-
mato Morello : ilquale, quando, è mal tinto, fi fuol dire Tecegno , for-
fè dal color della lTece,& anco Jtndrino , che è migliore, detto quaft
<tsf frigno, dalle Brugnole faluatiche di tal nome : ò più tosto dalla vo-
Morte o- ce Lat*na Atro, che fi diffe come ^Antrace, cioè Carbone offendo il color ?
che Atra. <*sftro quel , che rende vn Carbone estinto pero la Morte fu detta Jltra >
perche il cadanere, fremo quel calor vitale, che nudrifee il corpo,rima-
ne zsftro, e'ifangue , ilqual è partecipe del calore , e del color del foco y
da poi che èjparfo , e rafceddato , perduto il r off or e ,èda tutti chiamato
(soffro, perche fi vede fatto come vn Carbone: & co fi Atro è detto Ce-
nere da Virgilio ;& A tra la fàuilla,tntendendoicadaueriarfi al B^ogo:
& tsltrifi diceuano quelli giorni, che apport aitano infortunio . Differì-
fee il color nero da Veltro , perche ogni Atro è negro , ma non ogni ne-
grò Atro . Tal fuol effere il color nero, eli è dilette itole à vedere , come q
fono gli occhi, i quali niuno direbbe Atri, ma neri; là doue il color ssf-
tro èfempre horribile, & appropriato a cofe lugubri , e dolorofe . Due-
llafi il color Atro dagli antichi ancor jLntr acino , e Pur ito: de i quali
tuttauia fon affai manco neri il Fofco el liuido : queflo prouegnente da
qualche grane per coffa ha del brutto ; quello non è fchifeuole , an%i tal
volta fi loda nella per fona,come in quel f acro verfo , Fofcafon , ma fior-
mofa figlia di Gierufalemme-.Utqual diffeven'ta è pur tra pallido e lucido
che 7 pallore tal volta è grato,come quel di viola,e d'Amor tinto, fecon
do il Vetr.ma l'altro èJpauenteuole,& proprio della Morte,e di Vintone.
Ma s'egli eccedendo il modo , è troppo fofco, e tende alnero,fi dice "Trtffo #
come vaa vefie,che molto premuta fiotto iltorcolo,reHa molto più colo-
rata;Colorifce,dicendofi all'incontro quelle , chepoffimo colore imbeuuto
haueffero . Queflo color Fofco dal color de l'acqua chiamauano alcuni
9*-fqu>lo,cb'è tra il nero e'I bianco,fi come ancora "Platone infegna . Ma
tornando al color Morello : egli fecondo il commune parere y icauallidi
tal mantello fono di melanconica completane , & per confeguen%a fon
ben gagliardi; co me ripieni de l' humor terreo , ma dal' altro canto fono
fti-^ofi, fraudolenti , bi^arrì, vili,pauentofi , e difficili a dottrinarfi :
benché da buoni afeendéti di corpi (elefii potrebbono talméte efiere aiu-
tati^
VII CJtV Ultày LtÉ.ììif. 27/
rJÌ tati, e ditale difiofitione di membra ornati, & fi diligenemente difcipli
nati, cbeH vitio del pelo poco verrebbe ad importare , Sogliono i Morel- ■
lihauer naturalmentelevnghie fecchet però corrono bene per ima cam-
pagna asciutta, & fé à tutti C 'amili -e nimico il fùngo, quelli più de gli
altri denranno •cfìerne guardati : perche fi toccano fpeffo le giunture
delle braccia con le ferrature,mentre,che fi sformano di aliarle leggier-
mente ;de gli (proni fon fenfitìui oltra mìfura . Cjli Spagnuoli vorrebbono
ì Morelli fenjafegnale alcuno,& affai ben neri; per poterne fperare leg-
gere7^a, & velocità molto maggiore ; &però dicono in lingua loro .
Morello itto y fin Sennal Mucbos lo quiereny pocos lo han . Tuttauia
*B roffeggiando in loro il muflaccio , e i fianchi , onde colerici fi dimoflrino ;
farà bene , che b abbiano qualche fii%je di bianco per le parti foprane ,
& per lo ventre , che purgatione di Mil^a , & correggimento di bumo-
re dinoterano; •& io per me infumma approuerei , che nel manto nero fi
fufìe da defiderare alcun fegnale d'altra mis~lura,maffimamente nella
fronte , ò nelle parti di dietro , ò nel tronco della coda ; ma che gli occhi
non fi ano bianchi,ò variati, che incerto cuore , disleale, e cattiua inten-
zione , & mala vista promettercbbono . ^iuuertendo fopra tutto , che'l
pelo fia molto lucido , perche il pallido in ogni forte dinota tutte le
triste qualità, che fi potefìero imaginare ; però la principale lode , che
fi poffa dare àCaual ~J\turello , faràlanegrexja ( come il Vulgo dice)
ben fitta , e cupa;quale ad vn Cauallo dt Spagna il Boiardo attribuifcey
dicendo :
La pelle nera bauea comevn Carbone,
£rofJi gli occhi, che pareandifoco ;
Sol nella fi-onte bauea di bianco vn poco .
Tale ancora V jLrioflo diferiue quel di Guidon Seluaggio,cofi cantando
Qitel venne in pia%7a , fopra vngran deftriero ,
. Che fuor che in fronte, & nel pie dietro manco
& Sra più che mai (orbo ofcuro,<£r nero .
Et certo de' moderni Scrittori non è aleimo,che volendo celebrare qual-
che Caualiere,no'l de ferina in Cauallo benfegnalato \ la lunga {perien^a
già dimoflrando,che in ogni pelo cofi riefeono più eccellenti. Mafie alcun
fi marauigliafie, come vn pelo cattino poffa dittenir buono con l'altrui
mefcolam^i;aggÌHngendo,verbi'gratia,al Morello qualche parte di bian
co,ò di baio,ò di favroù pur di grifoda ragione èpronta (come di fopra
s'è dimoflrato) che l' uno humore viene à temprar l'altro ;& l un piane
ta corregge l altro ;pur che ipelifiendenfi>& corti,&b umili , e i colo-
ri aggiunti non fiano fmortiyma cbiariffmi,& rilucenti ;per eh e in altro
$ modo
374 *D "E l l <A G t 0 1^1 J. iiW,
modo furebbono affai peggiore la qualità del principale . Et cofì auuiene £
. medefimamente , che 7 pelo bianco , quantunque di non molta f or '%a fi a
riputato.^ nondimeno accompagnato col baio,ò colfauro,ò col morello,è
perfettiffimo;pcrche la caldera del [angue , &l'acute7^a della cole-
ra aduft a vien moderata della proprietà aerea , che con fiHe nel bianco
lucido^e tanto meglio , quandoeffo bianco è nel me%o della fi -onte ,ò nel-
le gambe; che dinota nelle più importanti partidel corpo hauer parteci-
pato del pianeta di Cjioue > ilquale à tutte le mature, ogni clima èfhuo-~
reuok ■ Et fé diceffi , hor come fé' l bianco è buono ,ipeli d'altro colore
quanto più tendono al bianco , più fon cattiui ; egli certamente quefìoj
difendere del color proprio , ilquale non hauendo ladebita fuaperfettio- F
neper mancamento d'bumor.e,& apparendo quafi lauato efmorto,non
può fare lod.euole effetto alcuno ; & oltre alla laida apparenza, dinota
fiacca compleffione ; ma quando il bianco fi dimoftra euidentefra quali
altri colori fi ano,, fempre è fegno di gran bontà, perche più chiara dimo-
stra l ' influjfione del benigno afcendente.Et cofipoffiam confermare) che,
i Morelli tanto fon più da pregiar fi , quanto più il pelo è veramente ne-
More 111 gro-efiendo all'incontro cattimi mal colorati,ò. mal tintici Eolini, i Ter--'
tato più ^ r .... . , ■ \r ■ • • ;• ■ ert-
eli pree- raZnhe i Soricigniycon altri si fatti manti,iquali tanto peggiorili stima-
gioquàto no,quanto hauefìeroi fianchile i giri de gli occhiai mufo rofJìMa quan*
piu neri . do j[ Cauallo ha la tefìa ,j crinita coda,, e*r le gambe nere ,e tutto il. ri- **
manente del corpo bifeio ofcuro,fi filma buono ,di gran corragio,eÀigrark
valore ; perche la mefcolanT^adipeli sì.ordinata procede dapropprtiona-
■ to temperamento d'humori,e di.pianeti,fi come pikvolteho.detto,& al-
Ibora prende nomediCaueT^a di Moro, & alcunivi aggiungono ancor-
. Sainaio,quafi Sagginato àsolor del fiore della Verbena,che Saggina da*'
Greci è detta ,_ & cofitanto.differifce da lo Stornello , quanto vien fatta
in queslo maggior impreffione di calore, che non in quello ; & perche?
l'unghia di t ai CauaUtfuol' efiere vetriola,da' Spagnuolifi dice:
£' / cabe^a de Moro , fé tuuieffe vgnia , Valria mas que l'oro ?. ^
Terfettifftmo effendo delUaltre parti . Mia il nome di S.ainato,quafi San-
guinato à me parepoterfi intendere, & come partecipanteÀelfangui-
gno non do iter fi attribuire 'fé non a\peli,che di rofio h abbiano alcuna par-
te , come fono i i\ifigliyiquali hanno la tefla rofia , òpur à color di rofa
fcolonta,& perche fi filmano, compofìi difangue mal digerito,, riefcofla
fei &vitiofì\ benché pia deboli poi/i an qitelli,che tengono il manto rofio
Cauallr ^nfett0 ^ ^lbianchì,da' quali Ci dinota indigeno, flemma . Il pelo Trof-
èi pelo f°)&h antichi R^iflici,J{u[feo nominaunno^uafi non veramente roffo,ma,'
lofio . miiìo col mrQ al rofio projftmo;i Latini dicono F^ufo^tbid.o, e Rgbican^-
teh
ìli cjpjiìò, Lis.iuf. Ì7J
jf te,noì R\pjfeggiante >&nei Canallifanguigno ofcuro . Il T 'Uè fio > dice il
I{ufo,eH Bjtbro non efiere quel medefimo, perche il fangne fi diceRjtbroy.
ma non I{i<fo ; dall'altro canto la barba non rubra , ma rufa , ò rutila fi. .
può dire ,&to fi quelle Cagnesche ifacer do li Bimani-, per placare la £a~.
nicola nemica alle vettouaglie,facrificauano, rufey ò rutile fi diceuano,
ma non rubre. Dal colore dunque d'vn Cernei d vna barbacele fian rojjì,
fi può cono fiere il color rufo , ilqua le i Villa ni ne gli armenti dicon %o-
bo,e Gìluo anticamente , & ancor Helico ; com'è certa forte di vino tra
roffo e bianco-) ckeperefferea colore di (erafo; chiamato Cerafolo . I me Cera/blo
defimi Barra cbiamauano la Vitella col mufo rofio;ma Burro èlhuomo, gurr-
*£ che per hauer mangiato,appare col volto rojfo . Trouafi ancor vfata la
voce Rjibea appo coloro,cbe da l'vue nere dicono far fi il vino forte, dalle
rubeefoaue,& rubeo il T>ue filoda\ma non è propriamente il rubeo come
il rubro, fé non che gli è molto proffimo . I germani dalla detta voce La-
tina Butilioydicon ^ut,il color roffo,in lingua [aidea Edon,& certamen-
te il pelo rofio fempre fuol dinotare il f angue acce fio, & co fi per l'efirema.
viuacità deglijpiritiyfon riputati difaflrofi i Mofcati rojjì . <±JA€afi come
in vnaguifa è rofio il fuoco , in vn' altra ilfangue -, e'I fuoco altro (plen-
dore ha nella fiamma, altro nel carbone ; e'I f angue ancora fecondo,che
di diuerfi humori è partecipe, in diuerfi colori appare, e diuerfamente
£ riluce il croco, térl'o$ìro,cofidinerfequalità,e diuerfi nomi fono nei pe-
li, che partecipano del roffore : tra' quali tengono il principato il 'BaiOy
€1 Sauro] iquali cempofticon buona tempra, fempre furono lodatìfiìmi,
che tali dimoflra Homero efiere fiati i Caualli d'Hettore , e di tsfcbilley
e tali quelli , che a vicenda co' bianchi tirauano il carro di Gioue alcuna,
■volta; forfè dinotando ifanguigni temperati pnr efiere fiotto Gioue. 8tgia\
quefii due peli procedono parimente da bumgrfanguigno-, ma il baio è di
più temperata compie ffìone, e di più dolce natura; il faurofeofi detto dal
la (frecavoce) che rubicondo fignifica , òper metafora dalla Salaman-
W dra,che dicon Saar a; perche viue dentro il fuoco (fi come alcuni dico-*
no)òpiu tofio quafifimile all'auro ( fecondo il Bjtfio) ha pia dell' adufio,
e delVefiremo,^ più partecipa della colera; però fi veggiono tai Caual-
li arditi, forcati, leggieri,& velociffimi ; ma Hiìgpfi, incorregibili, &
àrdenti , che quanto pia con Veffercitiofi rifcaldano, più infuria s'alia-
no,& in afpre7^a,majfimamente fé di fiate faranno nati. La onde il me-
de fimo Toeta faggi amente attribuì a Marte i (analli Sauri, detti da lui
Tlammofi , perche^ furore minifìra l'arme ,&a Marte parimente gli
^.Hrologi attribuifeono i colori fiammeggianti , & infocati , che fono
proprij à queHo pelo j là doue dice, i Bai fon di <jioue, e del Sole porteci-.
Si fh
*7* SÈLLA g L 0 E^I A
piJl 'Babyda C affino Medico,e da, Cjraio Voetafi chiama 'Balio, da Far"
fone rBadio,e da' più antichi Fadio, forfè per lo forte fuo caminare : Ce-
lio dice , i venti violenti chiamarfi Balij, perche anco i (aualli Bai s'in-
tendono per veloci da gli fcrittori ; & co fi potrebbonfi dire ancora
yuafi 'Baiidi dalla deslrezga del lor portare, altri dicono da Bain,chein
lingua eAffiria dinota cuore , effendo quefti e aualli coraggiofi mirabil-
mente ;& quefli fon quelli ,\che col nome di Spadici honesli,fommamen
te fon da Virgilio commendati . Il colore Spadice, fecondo il Camer. ha
vn certo che delpuniceo\cioè delrofio ofeuro; sì che Spadiceida lui s'in-
tendono i C aualli, chefiano trafofcbi,&fului,& h abbiano macchie rof-
fe, ò qua fi purpuree fpar fé in.bianco : in Germania fi chiama lo Spadice P
EinbraulingK . Il Volaterrano per lo Spadice intende il color Talmeo ;
effendo i germogli delle palme coni loro frutti Doricamente chiamati
Spadici, e Tiaia,donde a noi ti vocabolo è deriuato . Et perche effiDat-
tili,mentre che fono verdi,r affomigliano di colore al zaffar anno,& pe-
ro Crocei da Apitio fono detti,& Flamei da gli antichi,perciò che di que
slo colore fi veHiua la moglie del Flamine Sacerdote ; fi può per lo Spa-
dice intendere anco il Luteo,cioè quel giallo , che dicono .Aranciato ; il-
qual colore propriamente fi vede ne i fiori della Ginesìra,e della Calta,et
nel vitello dell' vouo: V Eritreo vuol,che s'intenda etiandio il Lionato; il
T ile fio vuole,che Spadicei s'intendano i Bai chiari , Glaucii Bai ofeuri ; t
iquali due colori fopra tutti gli altri fon lodati nel genere Cauallino. Ag-
giunge ancorai mede fimi Spadicei poter fi chiamare Fenicei, perche la
"Palma grecamente Fenice è nominata. A me pare, che'l colore Spadi-
ce fia proffìmo à quello > che dalle cajìagne tra noi è denominato > ilqual
colore èpregiato afiai,& è proprio de i 'Bai , Il Canal Caflagno commu-
nemente ha buona fhccia,& è leale,fenja vitio alcuno , ma di cuore al-
quanto fiacco;perònel principio della Carriera nonfideefuperare con gli
fyroni,ma con verga più tosio batter fi , non in altra parte, cl>e ne i fian-
chi ; & per non b onere motto buone vngbie , non farà da affannar fi per »,
terra dura . Quel ,j;he partecipa di Castagno , e di Sauro chiaro , i Bar-
Baio te- k*n chiamano Baig-. Ma il vero 'Baio , fecondo l'openione di Senofonte,
ro come e degli efierti ,èa color dell'Ambra, ò della Taglia, ilquale dicono in-
débbe ef- dorato,e que fio, dal Signor giordano 1{uffo,è giudicato il migliore di tut-
*er e* ti i peli, non ctijpregiando il me%o bianco ofeuro. es&lcuni col Leardo- /^p-
Baio in- tato , paragonano il Baio chiaro , & fimili ancora fan di natura il Baio
dorato i^iQYato, e'I Morello curuo . Ma iofra tutti que Hi , fempre mi atterrei
dal l Aut d Baì° indorato, maffimamente quando egli haueffe le gambe > la coda,
tore . € i crini neri yitai volta la correggia fopra le grappe : perche dinote-
rà
*dei grullo, Lis. mi. 277
f*A ria buòna e gagliarda complejfionc^t . Differifcono ben tra loro fieffii
'Baiy la cui compleffioney quanto il pelo è più roffo y piti è colerica ; quatc.
to più fembra alla I{pfa , più è fanguigna . Stgià [e condola diuerfità
del coloreyquefte & altre molte appellationi al laiofifogliono attribui-
re; che altri Vimicei fono detti,cioc fanguigni,ouer Bufati ; altri ofcuri$
òVecegnì, ò t^f imbruni y iqualiy perche molto temono de gli fproni > e
gittanofpeffo calci,ripofatamente fideono caualcarey &folo con la bac-
chetta follecitare ^guardandoli ben da Mule) e da Cjiumente .ssfltri fi di
cono B'. ù rimef]ì,lauati,ò mal colorati ; altri infiammati) òinfocati : &
altri ancor Tornati Sono oltrà ciò differente tra i "Bai Metallini,Lupe-
* gne,Zaini,& B^abicari^de quali tuttiyper che dalla voceftejfa la proprie-
tà di ciafcuno fi può difcernereynon bifogna-, ch'io altro aggiunga^ fé non
che Zaino fi può chiamare ogni pelo femplicey quafi Daino, che non fuo-
le hauere fegnale alcuno. Et perche tutti i peli non fegnalati yfogliono peji pec-
peccare de l 'efìremo di qualche humorey verbi gratiayil bianco d'humi- cano del
doyil nero di feccoyil rofìo di caldo,il fauro di colera, & altri tali jauuie- l'eitremo
neyche per fi fatta distemperan^a di membri principali (fi come gli huo } b».
mini perfimile cagione riefcono vitiofì) i Caualli ancora vengono dico- m0re.
fiumi, di oper ationi afì ai cattila ; & per la maggior parte (fuor yche'l
r fBianco,che dì corpo fiacco non di cuore maligno pecca) fi trottano con la
loro malu agitàytradìt ori all'huomo;onde pareyche fi dicano Zaini > quafi
Caini > famigliami a quelprimo fratello , che per inuidia vccifeil giuflo
sslbel. zJl'Ca per più propriamente parlare ilvero Zaino y fi chiama
quel Morello yo Baio Vecegno > o Sauro , chefen^a altro fegnale h abbia i
fianchiye i giri de gli occhi y e'I mufiaccio rojjìfimilì alLupegno : c£" cofi
potrà dirfi Zaino y quafi Sainoy cioè Sauino ; laqual forte di Caualli cer-
to è gagliarda,^- maneggiamela di animo pejjimo yper la completa-
ne dijlemperata , con eccefio di colera > e di fangue . Et quefto certa-
mente fi fuol vedere per ordinario > ch'ogni pelo , maffimamente ilMo-
4~ rello,e'l Baio yfe non hafegno alcuno bianco > ne pur 'Balzana y dinota il
(faual ]\amingoycbe non caminando con animo rifolutoymapreualendo(i
della fchknayquanto più è sformato y più va ccn due cuori fofpefo , mali-
gnoyò duro . fi R,abicanoygiudico dirfi quafi B^ubicanoydinotando il Raf-
fio mef colato col bianco > il qual pelo può fi are cofi nel Baio , come nel
Sauro\&in ambi loro , quando fufìero infocati yfi loda molto la mefco-
lanxa de* peli bianchì, che dimofiri temperata dal flemma l'abbondanza
della colg-ay o del fangue . Et fe'l abbicano farà di efji peli bianchi :
feminato dalla mano in dietro , fi filmerà valere afiai ; la doue da quel-
la dinanzi poca for^afuol dinotare . Hanno medefimamente i Sauri
S $ diftintì
distinti i nomi loro > ch'altri fi dicono biondi , ò Indorati , iqudì fono d • jg
buona complejfione; altri Metallini,cBrugni,(eruigni,ò Malcolorati , che
fono melanconici di nat.ura;.altri lauati,fmorti, rimejjì, 0 chiari, che tra
fé [poco differenti han del flemmatico ;altri s' appellano Bruciatilo infoca
tiyche di fangue e di colera. acuta.abbondano;altri ofcuri,'che han la cole
rapiù rimefja, & però non fono co fi ardenti nèfurioft. Il Sauro chiaro fi
dice da' S pagnuoli.^A ladano ;ilqual è di buono coraggiosa di cuoio fit-
tile e delicato ;però fi dee guardare da' luoghi fpinofi, & afpri, franco
da' ventile dafreddi,perche con poca fatica fuda &fidifìèpra;s'innamo
rafp.efjo.di Mule ; & corre bene per ogni luogo. , perche tiene affai buona
ynghia. I medeftmi,il Sauro Bruciatachiamato jLla%an ToHado, ilqua $
le è robuWiffimo alle fatiche,^ animofo, che per prouerbio foglion dire :.
<ts4lzan toflado>*Antes muerto que. caniado ..
Ilche procede dal partecipar 0 ramatamente di Baio,Sauro,& Morello;,
dico ordinatamente, perche molto importa (come altre volte s'è.ammo-
nito)che la mefcolan^a de' pelifia colili debiti gradi di proportione tra .
fecompofla -, acciò. che gagliarda , & viuace compleffione fé ne. dinoti, e
Falbo;*, dilettatole fia a gli occhi .. Bsfìa bora a dire del pelo Falbo > che F.lauo-
dicono i Latini ; gli antichi volgarmente diceano Falabo,fi.come dimo-
erà il Conte Boiardo, ilqual cantando fcvn Cauallà d' <A.rabia,dice :,
Tra. Falabo>e Sdonnino era il mantello ..
QueHo vocabolo di Sdonnino, fi die e.quafi Stornino, ouerquafì. Ondino ,,
cioè a color dell'Onde ,chefon cerulee; puoffi ancora chiamare Sardeno ,
e Cjlauco . sJfyCa il Falbo , quantopiùs'accofla di fplendide%ga. al color
del Sole,ouerdelV.oro,p'mèlod'ato,comefuperiore de gli altri Falbi., no^
altrimenti,che'l Sole è principe de i pianeti , & l'oro è piàpretiofo de g[.
altri metalli;dinotandà. maggioranza in ogni ffcofitione , come nel dono
che itJWagi offerféro; & nel Candeliere,cbe fi figura nell'A pocalifjì:oly '
tra que\lo,che fi parla della prima età. del mondo , e della cafa.diJt.pol-
lo,appreffo Ouidio . jlll' incontro efièndofmorto,& mal colorato,dino- **.
tamala compofitione di humori >. e di pianeti ,& fiaccherà con molte
altre peffme qualità ; maffimamente di cattiuavisla in brutta fhecia ;
onde quantunque fiano veloci di molta lena^giudicandofi daflemma,<&*
fangue temperato corroti ,purfidifpregiano > &fcbiuano .. I FalbiLu-
pinifono di maggior trauaglio,rnadi vita piubrieue, nonpotendo in tan
. ta freddezza fi poco calore durar gran tempo . JtScuni raffomigliano al
TOzmo* coforyCfo dicono Valeario,quafifimilì ai Baifchietti ; & foglilo batte-
re lofpino nero , e talvolta neri ancora la coda , , le gambe , e i crini ; gli
Altri fogliono hauere le partwHreme partecipi del bianco ; altri v'han*
: 1 no.
<&EL C.AVJILO) 11 S. 1111. 2»
jl no mefcolan%a dell' ofcuro, ò della Terra . OueHiCaualli certamente di
lor natura non fon robufti,ma quando corrijpondono l'altre qualità,che
appartengono allefhtte?ge,non manca,che non firn buoni ;i migliori fo
no quelli -, che hanno il capo neroy & nélrejìo del mantello s 'appresa-
nò al ter -nino -, i quali perlopiù riefeono velocitimi , & allenati) pa-
rendo , che" If eie , e"l fegato h abbiano inloro ogni humidità confumata .
Da tutti quefli peluche detti h abbiamo , deriuano , ò per mefcolan^a , £
per participatione infiniti altri*) che [econdoi luoghi ad arbitrio de gli
cjpcrti veramente fon nominati : tra' 'quali fono più cogniti ifìohani,
che hanno del 'Baio y del Sauro, e delZeardo; ma fono più colerici, &
Ti fanguigni de Sainati ; perche in loro è fol'una parte di bianco , per
temperar le altre due del giallo, e del vermiglio .Queftifono veramen-
te di bello pelo, ma fogliono ejferfiaccbi;& le vie pietrofe alle lor 'vn-
ghie tenere fon contrarie. Il vocabolo di I\ohano potrebbe dirfi,che fuf-
fe deriuato d ali" H ebreo-, ilqual dicendo Bjtoah , dinota (pirito,& molti
Cavalli B$h ani fi trouano Jpiritofi, come quelli, che hanno a fi ai del
f angue, in cui confitte l' anima ■,<& lo fpirito . Hora finalmente , accio-
che dalla conofeenya de gli humori , fi poffa meglio fare la congettura
dell' animale,rittringerò le regole in queììo modo; che fe'lCauallo farà
partecipe più. del Timeo , che d'altro elemento,farà dipelo fauro , di na-
tura colerico fuperbo,iracondo,& quafì indomito; leggerìffimo , &fal-
tante,marade volte di molta forici: fé più delV \A ere, farà baio,fangui-
gno,iafciuo,allegro , agile, temperato,fino,& vaìoroforSe più dell' ^ic-
qua,farà bianco, flemmatico, tardo,e fieuole : SepiùdellaTerra, farà
morello ,ò melatolo ceruatto,ò foricigno,ò d'altri tali colori,mclanconi-
co,c terragnuolo,indocile,e_grauofo neW operare. Ma fé di tutti, con giu-
fla porportione farà partecipe , fi può dire, che fìa perfetto\e tali foglio-
no effere i Leardi I{otati,Caue\%e di Moro,Bai Castagni , & Sauri%ru-
ciati ; che come più temperati,fono di più robufla , e gentil natura. To-
jp feia quelli, che più s'accoflano à quetti , fi dicono mediocri, e tali fono,
il Bianco mofeato negro,il Leardo Argentato con l'estremità nere, il Cri
foT 'ardiglioni Sauro Metallino, e' l Baio indoratole Bufato,}) feuto . Et
perche alcuni diligenti inuéftigatori delle cofe naturali fi fono accorti
per lunga proua,che ne '{aualli fìa un'altra confìderationejio non migra
uerò d'aggiungere brieueméte quello,che Oppiano cinfegna in verfi\ che
i (faualli di color ceruleo co1 piedi varij , e maculoft ,fon buoni a' Cerui;
di color Glauco , ilqual è più nitido , cjrfoù chiaro , contra Orft , & con
tra Tardi : i Vului, cioè fanguigni, ò rubicondi contra Cinghiali, ì
!>{eri con occhi infiammati ■)& rilucenti, contra Leoni. MaStrabone
S 4 dicey
Ito ^ELL^GLO^I^i
iice-ychepiùproprtf fono contro, Leoni i Caualli Fidai •> ilqual colore ynon>
altrimenti-) cbe'l FlauO)è lodatiffimoyperche pur s'afiomiglia al Sole '»&
all'oroycon quella differenza nondimeno , che nel Sole > <&• nell'oro ftfuol
vedere : efiendo ilFuluo più ofcuro del Flauo . Il Filofofo nella Fifteno-
mia> & ne' Troblemi fcriue y i molto neri efier viliy per povertà di
[angue > & parimente i molto bianchi perla fredderà ; ma i Fuluiy
e i Brunì, per efiere fimili al Leone , douerfi tenere per animofi. Sti-
mano ancora alcuni ( fecondo il Camerario) che più auuenturofi fia-
no à e amie are i Caualli di vn colore > che non d'un- altro : & non man-
cano li zsfftrologi d'ammonitore) che ciò s'offeriti) riguardato ilthema
Sepi ce- genitale di ciafeheduno . Ma noi quella curio fitàrilafciando loro , ver- p
roiniut remo f°lamente à fare vnap articolar rimembranza de i fegni Celefìiy
fi ne' gli quanto parrà) che poffa àque&amateria giouamente apportare) per
animali . conofeere alquanto meglio la forza y che hanno gì' influffi delle flette
ne gli animali ; poi chenecefiario è ( come ^sfrittotele fcriue) cheque-
§io Mondo inferiore da ifuperni moti riceva continouamente lefue vir-
tutiy e'I fuo gouerno ; e benché tutti i Caualli fi ano foggettià Marte >
tuttauia efji partecipano ancor de gli altri . Trimieramente adunque
è da faperfìy che i pianeti > cioè te flette erranti) ò peregrinanti > fon
fette y che le fette età dell'huomo y clje fi dicono dinotare ; infàmia y
pueritiay adolefcen%ay giouentù , virilità) vec chieda y e decrepità q
Lunay Mercurio > Venere > Marte > Gioue > e Saturno ; de' quali
lafciamottar > che il Sol ftgnifichi lofpiritoy cioè la vitale anima , la.
Luna il viger naturale e vegetatinoy (Jìoue la fapien^a & la ragione >
Mercurio le difcipliney Marte y l'iray la f uria y & la preileiga) Ve-
nere il giuoco & l allegrezza y <&■ Saturno l' agricoltura > latriflcr--
za y & la viltà; ma ciafeun diloro nel corpo d'ogni animale tienfogget-
te alcune parti : Concio fta cofayche à Saturno ( fecondo alcuni ) appar-
tiene l'orecchia desìrayla milza > la vefeica y ilflemma)& l'ofiaià Q io-
ne il tatto y il polmone) le cofle y le cartilagini , le arterie) &lojper-
ma;àMartel 'orecchia mancale reni , le veney & i teWicoli ; al Sole la &
visla ) il cuore y ilcerebrOy ineruiy l'occhio dritto > e tutta la parte del
corpo deHra ; à Venere l'odorato > il fegato > <&• la carne : à Mercurio
la lingua , il fiele) e'I fondamento; alla Luna ilguflo yloflomacoy il ven-
tr€)le parti della femìna genitali , & l'occhio manco con tutta la banda
finiflra dell'altre membra, filtri à Saturno attribuirono 4a milza.) à
Gioue il fegato )à Marte ilfangue y al Sole il cuore > e'I capo > à Venere le
.reniy i genitali , à Mercurio la bocca y & alla Luna loflomaco . Ma per
tentare le loro proprietà dìjìintamente , incominciando dalla più vici-
na ànoi
DEL CUV ALIO, L1B. IHI. *St
jgnaà noi \ fi troua ferino cbiamarfi Lunayquafi vna>& ftngolare fra gli
altri Ittmi appreffo al Solenti 'é fio fratello;òperche luce- dell altrui lu-
me -, da effo fratello prendendo la fm pofan^a y con laquale è ornamen-
to della ilotte . Ella dominasti l argentoy& fopra ilMarey accrefcendo> fuoj eflpec
tutti gli humori > per effere pianeta freddo & humido , notturno > <&fe- ù ne gli
mininoti a ilfuo corfo in giorni vintifettey& bore dieci;alberga in Can- animali*
croy e regna in Tauro :fk l' animai flemmaticoymutabiley& incannan-
te > disforme' d'occhi;mangiator ingordo , pericolojo in acqua > poco attó>
alla difciplina > <& facile ad infermarti yF^lh di color bianco con qual-
che macchiayg?affù y di pelle grofìay di grande sìatura y & col gli occhi
*B eminenti in fuoriy fecondo il (j aurica .. ^Alcabitio diceycbe de i colori tie-
ne il Croceoy quando fi troua vicina al Sole:e tal volta il Rruno , §ìando
in volta nella Terra ; de i fapori tiene ilfalfo : Ideile figure fu l'anima-
le bianco con rojfore , con la facci a rotondatigli occhi non in tutto ne^
rì% con lefopracìgliegiuntey& confegno in fronte. Guido lionato citan-
do l'openione d'alcuni antichi t le attribuifceil color Citrino y Ubraam il
bianconi poluerulento^e' l verde .Il Ticino dice. che i colori acqueiy verdiy
rofatiye bianchiti della Lunaydi Venere^ e di Mercurio . Et co fi quan-
do l'animale farà Lunare y fi trouerà in effetto vile e timido > fecondo la
natura del freddo , e del J angue acq uofo > per ciò che reffredandofi i me a-.
C ti y e tal J angue non potendo di leggieri fcaldare il cuore ne i pericoli,
refta /' animale fen^a ira >fen%a ardirey&fen^a caloreyperduto d' ani-
moy& auuilito . Sopra la Luna è Mercurio > dalla cura delle merci co-
fi chiamato , pianeta freddayefeccoymafcolinoydiurnoye di natura conuer M^cu-^
tibikycioè felice accompagnato con fegni felici , & infelice con gVinfeli- ^^^^
cUalcuna volta fa gli effetti del Soleydcuna quei della Luna : ha fianca
ifi Gemini > &inV ergine : & perde inTefce il fuo dominio: fa il corfo
fuo in trecento fefìantacinque giorni^ vn quarto-) come il Sole . Jlfuo.
colore ( fecondoTolomeo ) è quel del Mele y che dicono.Melichroas i
Mefahala dice y cbeH colore tra bianco & nero è di Mercurio . <ssfl-
& cabitio vuole , che ogni colore mi/lo & variato yfìa Mercuriale y e(pe-
cialmente il color, del giglio faluaticoy ilqual partecipa afìai del Giallo •
(jenera eglila criatura non molto bianca y né molto nera y con la fronte:
eleuataycon la fàccia e nafo & dita lunghi > con la barba rara nelle ma-
fceUeye congli occhi belli , non neri in tutto ; d'animo amico di negoevj r
difecluttioni y e di contrarietà y d'ingegno fonile nelle in quifìtioni & ne'
magisleri > e. partecipe di timore : Il Gaurico fcriue , che la fa di me<~
diocre ftatura y dipelirariy con gli occhi piccioli y follecita y madipo*
co. animo > facilmente crucciofa^ ma mitigatile prefiamente . Inforna
mai,
i8i D E l l o€ G l 0 \1 Jt
Colori di mapoffìamodìre y cbeipeli MelatOyF albo > (ematto, Fofco, &varìoy g
compie/"- j*ono fegnì fa Mercuriale compie jfìone , e di qualità Hemperate ; che
M°tcu -^ ^ pianeta fi fard con qualche fé gno contrario incontrato y farà l'ani-
riaie. male fa llace , difubbidiente,hora timidoy& horai'.dao§y mflabilc 5 gr rf/
tww intentione ; ma con qualche benigna mefcolan^a il farà docile ,
Venere e agilcyallegroy& fortunato . Toifegue Venere > che quafi vana cofa dal-
tuoi eftet ^ manjera fai fH0 nafeerefu nomata ; pianeta feminino y freddo > &
bumidó y e nSHU7ttot belli/fimo tuttauia ., gratiofo , e dolce y partecipando
afìai del Sole > à par di cm ella fr.ifccH SOrfofito ; tenendo la fede in li-
bra y & in 1 ' auroyregnando ini? e f ce y& perdendo il valore in Vergine .
Dà alle cnature molta gratia & venufld > maffimamenta negli occhi , ?
& le rende amabiliyjpiritofeylafciuey & amiche dell armonia y con tem-
perata complejfioneytrouandofi ella Occidentale . ^Alcabitio dice, chele
fa bianche tiranti al nero di bel colore , & talvolta bianche con rofìore,
di fàccia tondaymafceìle picciole , crini foltiy& occhi belli , e negri/fimi
oltra modo. Il mede fimo approua il Gaurìco, ilqual diceyche le fa bian-
Sole e cheydi carne molleycon occhi allegriycon crini ftefì > con bella fàccia > e
fuoi eftet con fattele ben propertionate Tolomeo fcriue , ch'ella fa ì mede fimi
effetti y & produce i medefimi coloriy che à Gioue s' ' attribmfcono .
Terò vedendofi il (fauàìlo difplendido color bianco yòfoloyò con altri pe- ,
li Giornali accompagnati, conglì occhi lucidi & allegri ; può gudicar-
fi y che fia di buona compleffione , piaceuole , c^ manfueto y & che fàcil-
mente h abbia a feruare in atteggiandon>na certa ordinata mifur a e di-
fciplina , & fé con debito temperamento farà partecipe ancor del Sole,
fi potrà colFicino dire , ch'egli babbia vnite infìeme quelle tre (jratie,
che da Venere mai non fifeompagnano. Ts(el mero di tutti fette i pianeti
(aguifa di cuore ne i corpi noflri) è locato ilSoleyCome lor DuceeTrin-
cipey fecondo Cicerone yò più toflo come Bj loroyfecondo Trafmegifìo: Ifi-
doro dice co fi nomarfiypereffer egli folo coluiyche più riluce y qua fi fon-
te di tutto il lumeyche è nel Cieloye difpenfatore di vita à tutto fi Mondo y jj
fi come ben diffeH omero :ò ver perche pervn folo viaggio dello Zodiaco,
egli foltamente camina fempre y in vnfolo anno compiendo il giro fuo .
£ pianeta caldo efecco temperatamente , mafcolino > diurno, fortuna-
to per affretto , & in fomma nobiliffimo, & perfetto . Ha la fede pro-
pria in Leone, il regno in ^Ariete y & dominio fopra Toro . Il fuo co-
lore fecondo Halij è franerò & Croceo , cti è il giallo ofeuro con parte
di r off or e . jluenaris gli attribuire il roffo , che col Croceo fia tempe-
rato . Il Ficmo , il pupureo chiaro . JLlcabitio ogni colore , che paia
peregrino, & de' fapori gli dà l'agro, cioèl' acuto,aggiungendo , ch'e-
*D EL C >AVotL LO) LI B. II IL i$y
- * gli fa l'animale di picchia ftatura , ma di bel corpo ; crejpOy & caluo .
Il Gamico dice , che Ifa pieno dì carne , di bel volto ydi occhi grandi ,
dipeli acuti), e dicolor bianco miHo con citrino . T^oi in fofian^apo-
trem conchiudere) che' l 'Baby é~l Falbo •>& altri colorii urei co fi fat-
ti dimoslrano il Cauallo e/fere di temperata complejfione, forato auuen
iurofoy difciplinabile, &fedeley d'animo non cofi sfrenato come il Mar-
tialey ma moderatoy e benché dal Soley fecondo le varie forjeych' egli ri-
tiene in diuerfijpatij y co fi diuerfe influffioni proceder fogliono , tutta uia
fi può affermare) che ogni cofa filare fìa in effetto miglior dell'altre , <&
però il Zafferanno , & l'oro (fecondo Porfirio , & ^Liberto tJWagno)
!E hanno virtù, di confortare) edi allegrare i cuori immani . Di fopra al Marte e
Sole s~ìàMarte)che Mamerte diceuano i Sabini) i Poeti talhor Mauorte > fuoi effet
come quelloy, che gran cofe volta fiotto fopra con lefue guerreyouer èpre- u •
fo il nome fuo dalla voce Latina. diMafcbio yeffendo più proprio a gli
huomin'h che alle donne.il guerreggiare . E ' pianeta-eHremamente cal-
do )&feccO),col'erìcoymaligno & fiiriofO)di natura fomigliantealfuo-
cjO) e notturnO)mafcolinoy,& veloce y che. in due anni fk il corfofuo y ba-
ttendo la:cafa in Scorpione) ^rin:^€'riete y regnando in Capricorno y<&
perdendo in Cancro .. Ha dominio fopra il ferro; eH colore è il vermi-
glio^ infocato yperòssflcabitio ferine , che Marte fa gli animali rof]ìy
C co' crini rufiy con fèccia tarda , con occhi crocei > e terribili à guardare >
colpie fegnato dìqjtalcbe maccbiayaudaciyfnperbi y folle citi y& acuti .
Il Cjaurico affermando ,. cheglì'fkroffi yfoggiunge ancora di rari peli y
di piccioli: occhi y, di denti Jiorti y di giujla perfonay di buona carne y
allegri) ma fojpettofi . "Propriamente dunque 'i.Caualli Sauri y edi peli
cofi ardenti yfon.M'artiali y flèmperai ■ amente colerici yfdegnofì > inquie-
ti y impatientiy impetuofi > e fìraboccheuoh i, majjìmamente nel tempo-
elìiuO) quando s'aggiunge (come\Arifiotele.dice) fuoco a fuoco : però
fideono.trauagliare.modefiamente) & fen%a più infiammarli con bat-
titure' )fqlèndo tutti hauere la pelle: fonile .. Che'l color I\pfjò. fia prò-
& prio Martiale > fi può conofeere chiaramente da. l'effetto della colera , Colore:
che l' Ira nafeendo dal molto- calore accolto.dèntro yfk diuentare fubi-r roflb è
toroffeggiantiia faccia ) e gli occhi . Ma il- rofiore y trouandofi queslo martiale.-
pianeta inOccidente) prouienefemplice , &fen%a quella tanta viuaci-
tày eh' egli, infonde in Oriente y che do uè queslo colóre è troppo accefor
vuol Paianone , che dimoHri animo vario dicojlumi > e incontinente :
ilchefi. dee intendere per, la troppa copia del • f angue > e della colera a- c ■ ,
cittay ejfendo.ognì ecceffovitiofoye biafymeuole. Ts^el 'fi 'fio Cielo fi à fuoi eflfec
Gioite y dal gioitare: cofi: chiamato y padre de gli huominiy.e dègl'.lddij ti..
come:
ig4 DELIA G L 0 1^1 A
come dicono iToeti, & anima del Mondo,come dicono i Filofofì; piane- £
ta caldo,& b umido temperato , mascolino , diurno , e fortunato , vigo*
rofo,fplendido, e benigno; alberga in Sagittario , &in?efce, regna in
Cancro, e perde in C apricorno,f accado il giro [no in anni dodici . Ha do-
rninio nello flagno , e'I fno calore (fecondo Abraam Auenaris Aflro-
togo Hebreo) è il Bianco mefcolato d alcun rofiore . Haly Aberangel
gli attribuire ancora il Flauo . tJfyCarftlio Ticino , quel dell'oro mijìo
con V argento . Alcabitio , il Cinereo , foggiungendo,ch' egli fa l'huomo
di bella statura , di bel corpo, di fàccia ben colorita , co' gli occhi non in
tutto neri , ma grandi; con le pupille late ; con le narici non eguali, con
la barba crejpa , di buoni coflumi , e di bell'animo : Il Gamico dice , di ?
bella fàccia, graffo , con piani crini ; con occhi bianchi , di buona ftatu-
ra,ma di poca for^a^e tal volta Jparfo di macchie roffe. Il 'Bianco dun-
que) l 'Argentinoci 'Baio, il Sauro indoratoci Falbo hanno qualità (fil-
male ,& anco Aerea, che fecondo Hippocrate èàquelladiCfioue cor-
rifl>ondente,& cofi tali C amili fi poffono riputare belli , fauij , viuaciy
docili, finceri , arditi , manfueti , & aiìuenturofi ; perciò che fono d'hu-
morfanguigno; é'I (angue quanto è più caldo, & meno acquofo; più fà-
cilmente ne' pericoli , & nelle difficili imprefe foccorre al cuore ; & fa
l'animai gagliardo, cjr coraggiofo . Egli fi sa bene , che in molti luoghi
. per Gioue s'intende il Foco ; ne già per altro i Toeti difiero , che Saturno j
per qua- gene'ò Gioue, Giunone, K[ettuno, e Tlutone ;fe non perdimoflrare, che
li cole fé Dio creò i quattro elementi Foco , Aria , Acqua , e Terra : tutta volta
imende ancor tra' Toeti, Cjioue s'intende talhor per l'Aria : efìendo vna me-
di Poeti. jef}ma c0 fa con Giunone, laqual di lui però Virgilio chiama forella, e
moglie ; & cofì Horatio dice,fotto il fredda Gioue , chefotto il Diut da
altri fi fuole dire ; intendendo fotto il Cielo fcouerto nel tempo della
rHotte, eh' è fredda & humida : è pur intendendo la feconda ragione de
l'Aere,ch'è de l'ifleffa conditione, iui genei-andofi le neui,le grandini,^-
le pioggie; làdoue la prima è calda, & humida , come Gioue . Si perche
ogni elemento bifogna, che fia partecipe della virtù di Cfioue , cioè di "
'Dio, ilqual è anima vniuerfale di tutte le cofe create,queflo nome di Gio-
ue da molti antichi autori è slato vf ato per Cielo, &is4ere, come da
Crate, da Filone , da H omero , iquali Germanico Ce fin isfrato induce ,
Ma propriamente quando de* pianeti fi parla > a Gioue fi attribuifee il co-
lor bianco lucido , e douunque fi vedrà il color Giouiale accompagnato
con temperata compleffione , è da tener fi per fermo , che fian congiunte
tutte ottime qualità : onero è, che Gioue effendo Occidentale, feema il
caldo } & accrefee l'humido ; onde recando il fanone troppo acquofof
efred-
Wl'CJtVJtllO) L1B. 11 II. 28?
'j£ e freddo, il color non viene cofì viu^ce , ne l'anima le cofì perfetto. jQw*
tuttauia è d' auuertirfhche a produrre il color,non importa il pianeta fa 9°^r*
lo, ma il temperamento si della Bigione , come della diffofitione dei gè- p"0|u_
ner antico naturale,}} imaginatiua, con altri slraordinarij accidenti , de' chjn0.
quali è gran dijficultd a dare ragioni certe ; & co fi non in tutti i luoghi
è da dirfi, che Gioite produca bianchi gli animali, come nell^fia mino-
re, fcriue Herodoto , effere ordinario ; perche fé nafceffe vno in Ethiopia
fatto (fioue , farebbe afìai , chef off e manco de gli altri nero , & in altri
animali ancoraché vengono varij di colore , può effo pianeta effere me-
fcolato; ma veramente i Cjiouialift conofaono alia forma , alla cowplef-
*B fione, al pelo > a gli occhi , & in tutti i lorgefli , che fono vaghi , tempe-
rati, lucidi, allegri, agili , efpiritafi . L'ultimo pianeta > chejìà fatto il fjturno
Bielo Stellato, è Saturno,cofi nomato dalla faturità , che e' diede di vet- e Tuoi ef-
touaglie, a popoli dell'Italia, egli è freddo , e J ecco, mafcolino , diurno, ttlu
melanconico ,e maluagio; pur entrando nel circolo di Girne , tempra la
fua maluagità ,& fecondo la congiuntane di altri fogni, talvolta gene-
ra abbondan^a.Ha la fua cafa in jlcquario,& in Capricorno > £' di tan-
ta tardeTgayche vuol trentanni a compire il corfofuo ; e' Ifuo dominio è
nel piombo, alla cui fembian^a egli genera pondero fa , e brune le crea-
ture. Jllcabitio dice,che Saturno fa V animale di colore tra nero & ero-
* ceo,magro,e curuo , con vene & labbra grofte , con pelle fecca , e barba
yara,graue di piedi > con gli occhi piccioli , e chini à terra , feduttore , &
fanguinofo:Toi con l'auttoritàdi Dorothio e* foggiunge,cke l 'animai Sa-
turnino ha il corpo affai pelofo , le ciglia giunte , è atto alle fatiche , con
parte di fartela, di ^labilità, di audacia , e d'ingegno . Il Guaricopo-
ne,che Saturno in afeendente fagli animali di picchia slatura , tra neri
e gialli, mediocremente graffa di brutto a(petpo,iraccndi, e mifti,grauo-
fi,e pigri,che fi vengono a toccare, l'un pie con /• altro .Tolomeo dice, che
Saturno Orientale dà la compleffwne fredda , & humida , Occidentale >
fredda,& fecca. Et noi fermamente dal color pallido ,fofco ,%nero >e
** terreo potremo conofeere i Cauaìii Saturnini, e giudicarli mal foni , fal-
laci,incons~lanti> lenti,timidi,e cattiuiyS propriamente melanconici ;■ il-
quale hiimore »Ariflotele fcriue cagionare molti diuerfi effettì,non altri-
menti ^he f noie il vino,& ejierlatto a riceuer^fommo freddo,& fammo
caldoyèome il ferro : ilquale pofìo , che fia freddiffimo di natura, nondi-
meno accojlato alfuoco,diukn qaldiffimo . Tali dunque fono quegli ani-
maliche à quefto pianeta,^ a queflo humore foggetti fono , che con di-
uerfi affetti e attiuifempre peccano in qualche efiremo . Kl^n però d'ai-
tmofipuò nc^arCfcbe tra Saturnini no fi troni qualche vno huon&yfi «h
me
2g6 <D t l l\A Ù t 6 ^f Zi "
Huomini me s'è veduto in molti huomini;tra' quali Bellerofontey AiacefUercoley £ ■
Saturni— & jLlefiandro quantunque di color Saturnino fodero (come fcriùono)fu-
c f a\ ron pur valoro fi j arditi y veloci, & inviti. Ora quesli pianeti mouendoft
Pùneti da ^Ponente a Leuanteycontrarij al primo mobile , fi dividono in cafe do-
di diuerfi dici;ad ogni vna delle quali Jllcabitio attribuire ilfuo colore , dicendoy
efferci,& c])e lvafendente -,0 laprimay& la fettima fono bianche ;lafeconday &la
duodecima verdi; Laterza et l'vndecima,croce;la quarta &la decima^
rójfe;la quinta & la nona anelate ; la fejla & la ottaua^nere . Il Gxuri-
co aggiunge y che Saturnoynon ejfendo in caf a propria > nèineffaltationey
fa l'animale difgratiato\nella ter^a & nella nona,infortunato ne' viag- ,
gi;nellafefla,infermo il più della vitafua;nelladuodecimaytimido,e mal V
M auuenturofo.fjioue nella fecondaci fk di buono ingegnoynella ter-^a , in-
fortunato in viaggio;nellafettimayvittoriofo;neU'ottauaydi lunga uita;
nella nonayVtik e coJìante\nella vndecima,fedeleye fecondo. Marte in ed
fa propriayil fa gagliardo->potente,e fortunato in arme, bombile, & mi-
nacciofo;nella ter%a malfortunato in camini; nellafeftayjpefio infermo
per troppo fangue ;nella [ettima,dififtrofo ne'piediy & nelle mani ;nellct
nonayaudaceyincontinentey& infedele ;nella decimayValorofo.il Sole nel
la fecondayilfa di bello collo\nella terxay projpero ne' camini ; nella fé-
Haymolto infermo ;nella ottauayeffendo infegno acqueoyfk morire in ac- q
qua: in igneoy per fuoco , ò per ferro -, in terreo , per cadutalo per routnay
in aereoyimpiccato-.in Scorpione , di pesle , ò di morfo velenofo . XJenere
nella fefla,il fa ftnoy& robuHìjfimo. fJ^Cercurìo in afcendenteyilfà inge
gnofo;nella ter^ayfortunato in via-.nella fettimay luffuriofo : nella otta~-
uayinfortunato:nella vndecimayauuenturofo : nella duodecimayinfelicey
& mobile di ceruello . La Lunanellafecondayanuenturofo in ogni cofa:
nella feslayfe farà fortunata y ilfhràfanoyfe al contrario , fémpre infer-
mo:nella nona ih cafa diMarteyilfh dedito alle armi: nella duodecimay
infeliceye di vita brieueJEt perche gli effetti di queHì pianeti y oltre > che
nelle regioni temperate fuccidon meglio ■> che nélVeflreme , due fouente H
hanno f allenar certamente fi fogliano accrefcere}Ò moderarey fecondo i J
fegni Celefiiy con cui fi congiuHgono : verbi [gratta y fé Marte 'fitrouerà
in Leoneyfarà l'animale furiofo oltrà mifura > perche in tafeccejfo con-
correr iano infieme il pianeta fiero > ilfegno caldo , & fé e co , & la co-
lera acuta naturaleyèhe in quella ftagione domina pia che màiy& alt in-
contro fé V enere fi trouaffè in ariete , ò in Sagginano : dalla loro giun-
ta benignità diuerria benigni ffimo V animale: ma trottando fi inT 'auroy
ò /'«| Capricorno cattiui fegni ? farebbe effetti alquanto contrarij a fùa.
naturay &cofiàuwenzdeglF4trifmili:rionfòàncHnào tììti'auìay chìl
pianeta
rDll C A V aiLOy Li Rr HU. a87
+£ pìan?ta in gran parte non fi trouifetnpre dìfor^a maggiore,che'lfegno}
onde Dominatori fi dicono i pianeti : Teròper miglior chiarex^a de i
curici fi, auuenga , che lungfi dalia mia profeffioìietraf correr e mi cono-^
fca : pur verrò particolarmente à narrare anco de i fegni tutto quello ,
che ne' prof efori di quefla faenza ne ho letto . ÌEffendo dunque nella sfe-
ra del Mondo vna linea detta Equinottiale y perche quando il Sole è in gquinot
quella > rende lals^ott e eguale al giorno : laqual linea diuide il Mondo tiale .
in due parti eguali correndo dalVOrienre > all'Occidente, e laf dando da
man deslra Temi/pero 'Boreale y e da manca l'Auftrale: auuenga > che
Arifiotele le parti Orientali, dimandi deHre , l Occidentali, finiHre:eff a
*M linea Equinottiale è diuifa per trauerfo da vn grande circolo > ilqual dì-
cono lo Zodiaco : che /ignifero vuol dire : effendo in lui collocata dodi- zodiaco..
ci fegni con eguale ordine > &mifura. Conciofiacofachelafuperficie
fua è larga dodici gradi , come vna fkfcia >, $• per lunghexxa è pur di-
uifa. in dodici parti,che fi chiaman fegni, & ogni fegno è partito in tren- Segni Ce
ta gradi y che poi fi' diuidonain tre fàccia i laonde qua fi ordinariamente le"i-
auuiene , che in ogni fegno fi fanno tre mutationi di tempi , fecondo gli
ajf>etti,& le cafe de i.pianeti,e tutti infieme fanno trecento feff anta gra-
di , diuidendofì ogni grado in fejfanta parti , che minuti fi dicono dagli
s^Hrologi . Ondefegue, che eia fcun fegno fia vna figura fuperfic.ìale di
C" quattro lati , dodici gradi larga, e trenta luaga.-. per ilquali fegni ilSole-
continuamente girandoli corfofuo , viene ddijftenfare i giorni , i me fi y .
e l'anno:- effendo uelmezo d'efio Zodiaco vna linea detta Scliptica ,. nel- qH^ù^
Laquale fanno lEcliffìla Luna , e'I Sole . J^omandofi queHijegni "M'on-
toneyTorOyfjemelliyCancroy Leone , Vergine , Libra y Scorpione , Sagitta-
rio , Capricorno > Aquario , eTefci . Iquali tutti effendo a gli. Elementi
rajfomigliatiy, il Montone , il Leone ye'l Sagittario fon del fuoco : i ge-
mellila Library & Aquario fon dell' aria , Cancro , Scorpione > e Tefcl
dell' A cqua}T auro y V ergine y e Capricorno della terra : & -eonfeguert—
v. temente, vengono ad hauerpof andane i quattro humori y colera yfam-
gue, flemma y & melanconia : ma. alcuni fon detti.amari, che effendo in
eccefio caldi y e fécchiy efeitano la colera v alcuni dolci y che tempe-
ratamente caldi y e*r humidiy fonlamici della natura. Olt/ acciò ditut-
ti dodici y primieri fei fi dicono Settentrionali , perche declinano dall' €- Segni Se*
quinottiale verfo Settentrione y i fei altri :, Auslrali , perche tengono jf^&Aui
il. me%o> cerchio del Zodìacoy che ISquinottiale fi piega di' Auflro y itrali.-
<& cofi quefli fon più vicini al Toh Antartico ,come ' quelli di' Artico.
Chiamanfi ancora i primi Orientali > sì perche fono fertili y e fi frutti-
feri >. come perche fono primieri djiafcere. dalla parte di Oriente : là dar
uej '
- a8S D E L l J, G L 0 \l Jt
negli altri fei fon detti Occidentali , perche calano [otto ilnoHro Itemi' g
fpero , come dall' afpetto del Cielo ft può vedere , & perche fotto illor do
urm e " m^ni° l frutti della terra fi vengono à corrompere . zsfltri fi dicono
mafcoJi- diurni , & ma] 'colini , dinotando (fi come ancor ne i "Pianeti fi è da.
ni- intendere ) che fan piti forti , e di maggior virtù con i loro influffi in
tutte le cofe,& ancor pia caldi,come fono il Montone ; i Gemelli , ilLeo-
ne, la Libra , il Sagittario , <&ViAquario.JL Uri notturni y&femininiy
che han qualità contrarie à queHe,cioè,che fono meno cbiari,& nten pò-
tentiiquali fono il Toro,il (ancro,la Verginelle Scorpione, il (fapricornoy
e i Tefci . Diconfi (omunii Gemelli, la Vergine, il Sagittario > &
Tefci : Fijfiy il Toro, il Leone : lo Scorpione , & jt quario : Mobili > *
il tJMontoneyil Cancro y la Libra y e 'l Capricorno : perciò che in quefli
quattro fi cangia il tempo in quattro ftagioni y Trimauera , EHate ?
^Autunno y & Verno : le quali mutationi non fanno gli. altri. Chi
nafce di Trimauera > vien di buono colore ( fecondo il Cj ' aurico) di con-
veniente statura , di belliocchi caldo & humido , e fanguignotD' 'EHa-
te farà di corpo ben temperato , di b:,.onaflatura,di occhi grandi, di cri-
ni fpeffi , caldo ; & fecco , 0- iracondo : Di autunno yfifh biondo al
color di mele , magro , dijpalle larghe , con mediocri capelli , con gli oc-
chi bendijpofìiy di voce fonile , freddo ,f ecco : rDi Verno buona Hatu- ~
raye buona proportioneyccn crini piani y & rari > & complejfione fredda
&bumida. Chi nafce fotto Leone, òSagittarioy y ieri grande di per fai-
na y fotto Cancro > ò Capricorno , ò 'Tefci, picciolo di Altura : IS^elprin-
cipio del Montone, del Toro, e del Leone ,farà di membri grofio-}nelfìney
magro y all'incontro i principi] de i (jemelliy dello Scorpione^ delSagit-
tarioyproducono magri gli animali ; il fine graffi ; La Librarla Vergine >
e* / Sagittario , gli fanno ben proportionatiye di temperata compleffione ;
Il Toro y Scorpio & i Tefci y in contrario . E benché l' ordinaro nafci-
mento de' Caualliy veggiamo efiere nei me fi d'aprile , ò di Maggio , e
tal volta di Luglio,èd'^fgoHo, che fon peggiori ;non mancherò tuttauia fj
di brieuemente diHinguere co' fegni d'effi mefi , ancora gli altri vn per
vno : perche non protra tal difcorfo fé nongiouare a chi volefie curiofa*
mente ricercare ogni minuta condizione d'vnfuo catiaìlo\non efiendo dub
bioyche fapendofi di qual pianetaye di qualfegno egli partecipi > fi potrà
più di leggieri con fider are y di quaVhumoreye di qual 'animo > epofianya
Montone egliftfia.fi Montone dunque,ouerl' A riete,per comune openione,è ilpri
fetti . mofegnoyche infieme col Sole,fù innanzi à tutti creato al Mondoy& però
il me fé di Marmette il primo dell' annoyfecondo l'vfo anticoyé l dominio
del capoycon tutte le parti fue}gli è attribuitoy e di co mpleffione calday&
leccai
DEL CjiV^lllOy LIB. UH. %tj>
Ìs£ feccd: e'I fuo pianeta è Marte : & diluièlafua prima fnccia > del Sole
la feconda: & di Venere è la terza : la cafa fua è di vita,e di nafcimen*
to . V accendente della fua prima faccia , fa V animai colerico > aduflo,
ir acondo,et pieno d' auuerfità:dell'vltima facciaci fa buono,forte,ama- ^auajj^
HU,lodeuole, piaceuole, e di color nero . St ordinariamente i caualli na natl fotto
ti fotto il Montone , riefcono agili-, e gagliardi : col corpo carnofo, crini diuerfi
foltiyoreccbie picciole, collo lungone tefta afciuta : però dicemmo inoltri p,anet* »
Trattici , cbe'l Cauallo doueffe bauere il capo di Montone . Il Tauro, fcono,
è fegno del me fé d 'aprile freddo,& fecco il fuo pianeta e Venere ; & in
lei,nella Luna-,®- in Marte ha la fua Han%a;il fm dominio è nel collo-, &
B nella gola, produce (fecondo Mifaele) potenti , & fuperbe le creaturey
con la faccia curua colnafo , & orecchie grandi , e co'i crini neri . Ua-
feendente della prima faccia le fa lafciue (fecondo UCjaurko) della ter
•za vile, & infortunato . I gemini fono vn fegno caldo-, & bumido,be-
nigno,e liberale, il fuo pianeta è Mercurio; genera gli animali crucciofty
ma poco durabili nella ira : Herili : madefiderofi di cofe alte ; yirtuofty
docili,bellhfortunati,fanguigni, & ben complejjìonati , perche nelmefe
di Maggio fi troua in tutti il fangue più affinato : ha egli dominio nelle
fpalle, braccia , e mani. Il (/mero è nel me fé di giugno , fegno freddo
& bamido:il fuo pianeta,è la Luna; e da lei da Venere, e da Marte è do-
*■ minato ^genera le creature incoftanti,contumaci,fuperbe,auare, e lufìu-
riofe : ha dominio nel petto , & nelle due cofìe grandi a quello anneffe .
■ Il Leone,di Luglw,è caldo-, e fecco : il fuo pianeta è il Sole ; la prima fua
faccia è di Saturno-, la feconda di Cjioue , e di Marte Vvltima : onde gli
- animaliycbe nafeono fotto lui, fon caldiffimi,forti,e rilucenti, magnani-
mi, e robufì„faui, ma iracondi contragli ojfenditori. tiapofianta nel-
• l'orificio dello ftomaco , <& nel cuore . coltri al Cancro danno ilcuore »
- eìr al Leone il petto . La V 'ergine è di a^fgojìo , fredda , &fecca , il fua
pianeta è V 'enere , e di lei ha la feconda faccia, effendo del Sol la pri-
ma;e di Mercurio la ferina: Fa le creature belle difaccia,ed'occbi:d'a-
•^ nimo affai piaceuòli,ben costumate ,difcrete , burniti) & amabili . Ha
i dominio nel fondo dello Homaco , infmo all'ombilico , nel diaframma^
nel fegato,& nel polmone . Et perche la vicinanza del Leone,che èfer-
■ uente aflringe la fredderà di quefto fegno , in tal tempo gli animali
fogliono effer oppyefjì più che in altro dyinfermità,& voglionogli jLSìro
logi , che i nati di Luglio fi ano fu perieri a quei del precedente , e di que-
fto mefe.La Libra è di Settembre, fegno caldo , & bumido , il fuo piane-
ta e Venere partecipa di Saturno , e di Mercurio , e Gioue : "Nella pri-
» ma faccia fa ì animai fallace,ribaldo > e traditore , nella vltitna> da be~
T ne}&
*go D E L L *i G L 0 T^l jt
m,&bonorato . Hapoffan^a neWinteBiniy & nell'omUico , & in tv.t- £
te quelle parti) che fi contengono in/ina a i genitali > & nelle natiche al-
tresìy & nella fcbiena , con lecofleyche quivi pendono . lo Storpio è di
Ottobreyfreddo, & bumido:ilfuo vero pianeta è Marte ymaè dominato
ancora da ZJenere,e dalla Luna; In prima fàcciayfà lr animalevirtuofo:
infeconda>fhflidiofo:in ter^aylufìuriofoyfecofidoil Gaurico ;■ Mifaele di-
ce la cafa di lui effere infortimatayperche dinota morti y affanniy danni>
paureyinganni,guerreydifordini,<*r aftutie ; &fotto lui venir le creature
di poco valore,con faccia > & occhi piccioli : & molti crini . Ha domi-
nio ne i membri genitali,come la vulua,la madrice, il peritoneo, iteflì-
coliy & lor borfa , con tutte le parti vergognofe dauanti e dietro . Il Sa- P
gittario,è di rb{onembre>caldo>& [ecco ;ba per pianeta Gioue) eparimen
te Saturnali Sole : la prima fua fàccia è di Mercurio , la feconda della:
Lunata ter%a di Marte » Isella prima eterea, fa f animai da bene > ma
pericolofo à morir per effufion di fanguejiella feconda, ben proportiana-
to diperfona, e difcreto, ma lufiuriofo . filtri dicono quefìo fegno chia-
mar fi fignor de i viaggiydellafapien^aydel magiHeroyde gli humoriydel-
leftgnorie, dell'ingegno, e deW audacia: onde ft può giudicare , chefotto
lui l'animale venga ad effere ben difciplinato , nobile et animo fìtà >edi
buonpaffo . Il fuo dominio è ne l>anche& nelgroffo delle cofeie. il Ca-
. pricomo è di Decembre , fegno freddo ye fecco ; il fuo pianeta è S*tuv- **
no ; la prima fàccia ha di Gioite , la feconda di Martey la ter%a del Sole*
La fua coflellatione è di dominio , e digrandei^a ; pero gli ammali da
lui diuengono fortunati y II Gaurico diceychenon trouandofi (jioueyna-
feon bruttiy e trouandouifi V 'enere fian lafciui . Ha poffan%a nelle ginoc-
chia y e-r- nel fonile delle cofeie . Ifidoro vuole , ci? egli fi chiami di que-
llo nome y perche fi come la Capra volentieri carni na per luoghi altiy
cofiil Sole trouandoftintal fegno yvàtuttauia falendo per li circoWBo-
reali. ^Aquario è di Gennaio , freddo \ & humido : il fuo pianeta è Sa-
turnoy la prima fua fàccia è di Venere, la feconda di Mercurio , la ter- g
T^a dellaluna : nella prima, & feconda, fa l'animate caflo , nella ter^ay
& ribaldo y&vik : Il cauallo nato fotto quefìo fegno, è piaceuoley
di buon cuore > e di buona forte . Ha do minio nelle gambe** . ultima-
mente i Tefci fondi Febraioyfegnofreddoy & humido , dominato da Ve-
nere di Marte >e dalla Luna > mail fuo vero pianeta è (fioue. Fa gli
animali raminghi , maluagi , e melanconici , con diuerft colori > & me-
diocre Hatura . Troudndouifi Saturuo,fi porteria pericolo di morir in ac-
qua, La fua poffan^a è foura i piedi » Il faper da qual fegno fìa domi-
nata ciafewta pam dell animale > importa molto; perche ritrouandofi
la
>* la Luna, in quel fegno, non fi dee quelfuo membro toccar con fuoco , ni
con ferro ; ne per cauarnefangue , né per altro ; & fé per auuentura in
quel tal membro ì animale riceuefie ferita , ò colpo, egli porta pericolo
di morire , fecondo che gli effrerti hanno oferuato . Et coft dalla quali- qJJJJJJJj l
t à del fegno Jotto cui fi nafte, procede la qualità della complejfione ; & natifotto
fecondo qttefla varietà,vn membro fard più debole,^ piuforte,che vrfal- diuerfi fé
tro . Ma ninno fi mar -ani gli , come vn fegno mede fimo in diuerft luoghi *m'
trottato ^lignifichi male , e bene; perche (fi come i Chiromantici afferma-
no )vna figura circolare nel monte di Gioue,promettere dignitatì,e pre-
lature ; mane la linea vitale , perden^a d' occhi : il che con ^Aflrono-
*2trriia ancor fi conferma loro , chela prima figura dimoSìra (jioueejfere
flato nella natiuìtà dell' huomo ben collocato , col Sole; ma l'altra Marte
con la Luna, & oltre à ciò vnasìella nel monte di Gioite , prefagifte
efi alt ationi,in quel di Venere , infàmia per donne,econgiuntìonedivili^
e brutti amori;con altri molti ejìempi,che addurre qui fi potrebbono; co-
ft auuiene , che fecondo gli affretti , e i luoghi de i pianeti , vn fegno può
cagionare diuerft effetti in vn Cauallo;ftchefi vedrà hauere alcune par-
ti del corpo beUe,alcune brutte . Verbi gratia,fe in ^Ariete farà Satur-
no;!) Marte, fen^a affretto alcuno buono delle fortnne,il caualloharà bua
na lefìa : efiendouiGìoue , ò Venere , Ih ara bella ; & co fi dif correndo ,
C peri" altre parti , fi trotterà la cagione del bello;e del brutto. Fi medefl-
mo potrà far fi ccnfiderando le membra fottopofìe a \i pianeti-.che fe'l ca-
vallo battejfe la Luna in aftendente,ouer 'in fettima , congii-.nta col Solerò
contrapoTta,egli hanrebbe à perdere vn' occhio . Se con la Liinafuffe con
giunto Saturno , il e au allo f aria debole , eccetto fé guardale a qualche
buona fortuna , cioè Venererò gioite di buono affrettala congiuntone di
Gioite Orientale, e del Sole , fa il cauallo felice, e preffrero : Di Marte , e
della Luna,pericolofo,di vita brieue, &fine malfortunato ; él m ede fi-
mo fk quella del Sole con efio lei,eccetto,fe'l padrone del luogo dove fi fh
la congiuntane, moderaffe limale : Di Venere^ della luna,ilfn riguar
deuole,& altiero;Di Mercurio , e dell'ijlcfa , il rende docile . jQ/<? è di
meflieri faperfì ancora, che gli affretti delle bielle fon chiamati diuerft- ■ f ^Dn *}
mente, ciò èyCong!i:ntìone,Oppofitione,QuadratO)Trino e S 'efìile .La con- j?
giuntione è cattiua,o buona,fecondo la natura delle felle che fon congiun
te : L'oppofìtione,e quadrato fon fempre rei : lì Trinomi fefìilcfon fem-
pre buoni . Il trino dunque, ti fejìile di Saturno con la Luna , dimoerà
no felicità, fé faranno in buoni luoghi delnafcimento : Il mede fimo' fhn-
no quei di Gioue,e del Sole: Quelli di Marte,e del Sole,il fanno nelle guer
re ben fortunato ? e cofi quei del Sole-) e della Luna . Il quadrato dì
T z Satur-
*p» t) ÈLI U G LO 1^1 jt
Saturno , e della Luna , fa il cauallo di mala compie ffìone , pigro , & in £
disciplinabile . Quel di Cjioue , e della Luna , dà buona apparenza nel
principio^ ma rio fine ; Quel di Marte , e della Luna , diV 'enere , e
di Mercurio y di Mercurio, e della Luna, difauuenturato dino-
tano l 'animale. V oppofitione di Saturno , e del Sole, dizione, e del
Sole,il dimoftrano mal fano,e di tri fio fine:cDi Marte,e della Luna, del
Sole , della Luna, pericolo fo nelle battaglie . Di Mercurio,e della Luna
timido & reflio; Il cauallo, che bara Venere contrapofia ad efiaLuna
nonferuirà mai bene per iftallone . Et cofipuò trafcorrerfi per tutti i mo-
diche a ciaf cuna flella poffono interuenirei detti affretti, iquali banfor-
%a diaccrefcere il bene, e fc e mar e il malerbe fi dinot affé per effe Helle , F
Che fé Marte fufle congiunto con la Luna in Leone , & che'l Solefufie in
^Ariete in buon luogo della figura nel medefimo grado della congiuntio
ne, ouer'appreffo; leuerebbevia il male denunciato;percbe il Sole , eh' è
padrone del Leone, ri f guarda quel luogo di affretto trino : & eglifitrona
nella fua efsaltatione , che è Varieté. Ma doue mi lafcio io più traffrorta
re r J^on è queHa la mia intentione,nè tale è la mia pofsan^a , e bobbio, ■
à rinchiuder quafi in picchi Vetro , V acque d'un vaflopolago;bafta ba-
tter accennato il modo, come da i corpi celeftì fi poffano fare i giudicvj
nel Cauallo prendendo, da quanto s'è toccata-quello fol,che per efso fac-
cia; conciò fi a cofa , che grandiffima forcali auendo iloro influjjì in tut- G
ti i terreni corpi,come oggetti inferiori alla lor pò fsan^a, tanta maggiore
certamente V hanno fopra il cauallo,quanto egli, auuenga che fia fra tut
ti i quadrupedi il più nobile, e" l più perfetto ,non è però dotato di quella
ragione,con la qual bafìafse à contrariare , & vincere quefte tali coflel-
lationi , che piegano gli animi . non is forcano . "Ben potrà forfè alcuno
Corpi ce venirmi incontro,biafimando,cb' io h abbia in quefìi difeorfi attribuita al
itili e lo- cauallo maluagità,o benignità di fortuna,laquale s'attribuifee all'buomo
ro influì- JQi0)in cui è la ragione,& l 'intelletto ;che doue non fono quefti , non può
reui . efsere( come afferma zsfrifìotele )laFortuna.^A cofìuifi potrà riffronde-
re,la Fortuna poter fi dire ne gli animali bruti , o buona > o ria , per fo- **
• miglianxa dell'huomo; il quale , efsendo principale neW operare , ferue
delCauallo,come J finimento :e ffr efso i Cieli foglino ad vn'buomo infor-
tunato,maiar, incora i caualli,& altri fimil'iflrumenti, mal fortunatiy
fi che molte volte la ria fortuna deW animale bruto,s' imputa all'buomo
e quella dell' b'iomo , all'animale . Oltre, che per antichi, & moderni
efsempi, fi fon veduti alcuni Qiualli hauer fempre apportata vittoria >
e£* honore a' lor padroni,come quel di Cefare,d Jllefsandro.e d'altri mot
ti> che babbiamo racconti ) altri-, ali 'inconti o > del continuo apporta-
ti infor^
DEL CAVALLO, LIB. IV. 291
A ti infortuni] ,& vergogne, e danni ,e morte :fi come diflintamente fi tro
uà fcritto di quel Seiano, cauallo cofi nomato da Seio,ilqual prima gli Seianoca-
fìpadrone. Egli nacque nella prouincia di Argo,della progeni e dì quel uallo fata-
Zi? ra^Za , che Hercole da Tracia bauea menata ; Era di pelo baio, & J5'e fua "'"
molle, di collo alto, di chioma, e coda lunghiffime,di gambe afciutte, di
piedi fermi, e di groppa larga: &foura tutto pien di rigore: & infom-
tna,ditalbelle,z7a, che di molte lutane parti veniuanoper vederlo ;ma
nondimeno e fu di fato y che ciafcuno, che'lpoffcdea, inbreue, con tutta
la cafa , fé neandaua à rouina ; & ciò fi vede per cinque proue , che
Gn. SeiOyilqual andato Confilo nella Grecia,l'hauea di trenta me fi com
B perato,edomo, poco da poi fu condonato in Roma da M.Antonio, ami
ferabil morte, per hauerfeguite le parti di Augufio. Cornelio Dolabella
che poi per ceto milafcjìeryi il comperò, al capo d'vn'annofà amma^
%ato in vna popolare feditione in Epiro moffa. Caio Caffo ter%o compe
rat ore fra due anni morì attoscato con moglie, e figli . Venne il cauallo
pòfcia 'iielle mani di M. Antonio, che perfenfena diede tanto à colui,
che gliel menò, quanto à chi venduto l'hauea; ma non inette due me fi,
che venuto à battaglia maritima con Auguflo, bebbe quello infelice fi-
ne,che a tutti è noto,mxffimammte a quelli, che harranno Plutarco let-
to, ultimamente attempatola venduto per vilprezgp ad vn Caualie-
C re d'Afta, nomato Nigidio,ilqual paffando la fiumara di Af aratone,
amendue fcapucciati,fi affogarono in quell'acqua, oue mai più non fu-
rori viHi;& cefi per cofa di malaugurio venne in prouerbio à dir fi il e a
noi Seiano ;come per fomigliante cagione l'oro Tolofanofi diffe ancora.
Chi negherà dunque , che queìla non fia veramente vna for%a fatale
innata nell'animale? Non nego iogià,chenon confifla nella libera volon
ti deU'huomo di adoperare ò bene, ò male il fuo frumento : perche fi
vede tutto ilgiorno vn cauallo buono fiotto vn buon Caualiere venirmi
gliore, che fiotto vn' altro: & s'egli farà men buono, certamente non an-
drà con tanto dì fior dine, & pericolone lo regga vn dotto artefice, quan- Inclinatio-
j) to fé 7 fieno fia in mano di vno fiocco, & inefperto . Tuttauia, chi ne- "' & ìnfluf
gaffe le inclinati oni delle ftelle ne gli animali , contradirebbe à tutta la. ._ * g "
fcuola de gli Adrologi ; i quali di commune volere affermano, i fegni, a\\ huomi-
&i pianeti communicar le loro compii filoni à quanti nafeono, & le ni, come ne
buone, ò rie fortune à ciafeheduno , fecondo , che i fegni nella nati- gj1 anima-
uità fi trottano in luoghi fortunati con buoni affretti, ò con maluagi,ne '
gl'infelici; & parimente .fecondo, che i pianeti per fé fianoprojpereuo-
U,comeGioue,& Venere ; ò infortunati, come Saturno, & Ad arte ; &
fecondo, che gli altri , che fon neutrali , fi trouano accompagnati con
T 3 buoni
2^4 DELLA GLORIA
buoni >o con cattiui . Et cofi Tolomeo con la natiuità de glihuominidi ]%
quella de* Brutti ancora fcriffe: & Aly Rodoban dice etyreffamentehct
uer offeruatanei quadrupedi la coUellatione del nafcimento;& ampia
mente Giulio Firmico ancor ne tratta ; siche faputafi l'horaà puntor
in che il cauallo nafte, & la ragione con la fua latitudine, fi potria for-
mare vna figura nel calcolo ,che 'fi fuole : e riguardati i pianeti ,,& l' of-
fendente,&fuoì padroni giudicare nopnr s'egli debba riuf ciré animo-
fo, agile, gagliardo, fano, e di lunga vita, ma etiandio qual debba efferc
l?vltimo, proprio fuocolore ,con molte altre condìtioni vtilir& neccf-
farie al cauallo ,.& al Caualiere . Et cofi (per aggiungere ancora que-
(ì' altro tjfempioj fe'l cauallo haueffe in afcendente Marte Orientale à p
gradi nout.,0 dieci di Ariete egli verrebbe ad ejj ere colerico ,.& f :oc ofo,
effl >do caldi,efecchi il pi anela, e' Ifegno; ma perche la slcllafiffa,ch'iui
jìtroua ,ch è l'ombilicodi quella celesleimagine , detta il caual mag-
giorerà della natura di Gioue,ilqual è temperato: fi tempererebbe anco
ra laco:mphj]ìone dell'animale, onde e' farebbe leggiero ,ardito; viuace,
&■ molto habìle al guerreggiare, con pelo candido, & rutilo mifiiinfie-
meihauc do Saturno Occidentalein Cancro,riufcirebbe picciolo di cor
pò, freddo dinatura,malfano,edi cortavita. Ma fé quefiigiudicij fo-
no diffi il'iffimi ad inuesligare : bifognandoui molte fottilità di regole
Agronomiche, & molte minute, ma import antiffimecircofia7e,lequali q
più per ifpiratione diuina,,che per arte fi poffono a pena comprendere ;
poiché vanandofi l afcendente, gli ometti ancor a,& le congiuntionija
figura, & la fàccia del Cielo fi vengono à variare;, certamente no man-
ca pure, che non fi poffa fi our ire in qualche parte la ine linatione di effe
Dalla quali $elle, & fecondo i precetti dati , dalla qualità de' peli conofeere gli hu-
tà de' peli mori del cauallo,& fuoi influffi; percioche vedendolo di pelo infocato,.
porerfi co & confeguentemente per proua trouandolo iracondo , e incorrigibile;
"°flCt/re i! (lentamente potremo dire in lui dominare Leone-, e Alarle : e deuremo*
innuui del . ir »■•!/• • ..,-.., „ ~
cauallo riputarlo infortunato ,coe pericoloso ne i moti vioieti,& nelle fhttiom
delle battaglie ,.douc non è mai bene adoprar e anali i tanto impetuofi, fj
chenon fi ballino à raffrenare : & in quello modo fi potranno fkrek
con fiderationi di tutti gli, altri : aggiungendoui l'ifyerien'za maejlra di
tutte l'arti : dalla quale fecondo le operationi dell'animale fi conofeerà
la compleffione, fé fu temperatalo altrimenti ; perche dalla temperan-
Dalla tem- xafogliono veramente per ordinario frguire futi ejfi buòni, e fortuna-
peranza fé- ti ; ma da gli efìremi non fi piffono affettare altri , che trifti efiti .
gui'ei buo Orietta tempt-ranya confile nel mefiolamento delle qualità Elemen-
ni iuccefsK tan fato con proportione ben ccncordeuolejoncorrendow medefima-
mente
DEI CAVALLO, L1B. IT. *95
A mente proportionatala forma delle membra, laqualconfifle nella gran
de%^a,nel numero delle parti, nella figura, nella mifura , nell'ordine ,
&nelfito . Et benché la vera temperanza non fia (fecondo Galeno)
■perfettamente fé non nellbuomo : battendo egli la più-nobile anima fra
tutti i mortali corpi : laqual non fi fari a potuta esercitare nelle fpeco-
lationi,et intelligence delle cofefublimi,ottime,ediuine,al che fu pro-
priamente prodotto col vifo leuato là verfo il Cielo , fi come ben dice
Guidio,fe non fuffero flati ben or 'dinati, & compofìigli organi ,sì iflrin
fecbi, come intrinfecbi : Nulla di meno , ella fi difeerne ancorafecondo
lafua specie nelcauallo, in cui lofpirito certamente non può fare l'ope-
B rationi conuenienti ,fe n on babbia leparti del corpo e dentro -, e fuori ,
ben collocate^ . Però non debbiamo noi marauigliarci , fé tal volta Caualli bel
Teggiam cauallidi pelo, e di filitela belli , far cattiue operationi , & li Far tal voi
rìuerefempre infermi, e briewe tempo ; perche le parti inter ne faranno ta cac?He.
in loro affai maldijposle : e tal volta alcuni brutti operan bene, perche 0^&LZtxQ^u
lofpirito con lafor%a di qualche benigna coflellatione , fupera la mala
compofitione delle membra, e de ipeli ., i quali fogliono fpeffo vtnirt à
fomiglianxa de' genitori, et anco de' progenitori: òdi figure imaginate.
Vero è , che al mancamento a* vn' animale irr ottonale , non fi può co fi
agenolmente rimediare , come fu l'buomo ; ilquale con l'aiuto princi-
tS palmente delfommo Dio , & colgiudicio proprio ragioneuole , può li-
beramente raffrenare gli appetiti , &refifìere alle inclinationi contra-
rie al decoro, & all'honeflo ; ma il cauaUo,fen%a la difciplina dellbuo- Difciplfne
monon può correveerelamaluavia natura (uà; là douel' ammaestra- n? ? ,u?t
» *^^ nir buoni ì
mento bumano batta à farlo di mediocre , diuenir buono , e di buono , cauauj ,
ottimo € perfetto . Ma, fi come nella coltura de' campi è neceffario pri-
mieramente difetrnere il terreno à qual forte di piante ; ò di femen%a
fia più idoneo , e quefìo giudicio fi fuol prendere da quell'herbe, e da
quei virgulti, ch'egli naturalmente da f eproduce ; cofi affine , ebe nel-
Vammaefìrare de i cauaUi,poffa la difciplina trar profitto, impiegando-
li fi degnamentein parte acconciazdefcriuerò con ordine più difìintoque- .
gli altri fegni, con che lavatura mirabilmente diuifando , & quafi djfcuopro^
ricamando i mantelli loro , fuol difeourire la qualità , òbuona , ò ria, nolequali-
che in effi fia , fecondo , che per antichi accorgimenti sé imparato : i tà d'vn ca-
quali fegni perebe fono di due maniere, Ballane, e Remolini fi chiama- ua"° •
no volgarmente.il nome de i Remolini par che dertui da picciolo mola, .
effendo eglino di peli ritorti in fttfo certi circoli piccioletti quanto vrì RemoIiri1"
quadrino, che già Cerchielli fole an chiamarfi JLtfecodo le prime fillabe,
dinotano douer'effere remoti dalla visla propria dei e au allo, e parte vi*.
T 4 tino
..
*$6 DELLA GLORIA
einod fegato , & al cuore : cioè ch'egli li habbìa in parte , che non fi
pojfano vedere da fé mede fimo ; come faria nell'anche didietro preffo
la coda, nella fronte 3nella gola 3 & nel collo preffo ài crini ; otte fé
fuffer due , l'vno incontra l'altro 3 affai migliori fi flimerebbono; & per
lo piùi caualli cofi notati 3 riefcono affai gagliardi y & auuenturofi :
Ma, quando fono,b per lo diritto del polfo , ò nel me%o del petto 3 ò nel-
le cofìe3 ò nelle fpalle , ò ne' fianchi 3 òfotto il ventre 3 fono maluagi fe-
gni , dinotando , che quelle parti inferiori fujfer o aggrauate dall' impe-
tuofa,e difordinatafor%a de gli humori ; dal cui contratto io crederei,
che fi gener afferò nel cauallo quefìi cotali circelli non altramente 3 che
per contrajìo di venti ne veggi amo fpeffo far fi nella terra, nell'aria 3& F
nel mare; laqualtempesla da' Latini è chiamata Turbine; & cofi Ho-
mero nel naufragio di Vliffe diferi uè quel riuolgimeto d 'acque ,e di ven
ti3chefa Cariddi 3propriamente fimile al Remolino . Nafcono i Remo-
lini 3 quando lafuperfluitàfeccay dalla quale (fecondo Anfìotele) fi ge-
nerano ipeli ( perche l'altra humida genera il [udore) è i alda fouer-
^hiamente ; percioche mentre ., cheja qualità terrefìre, con la naturale
graue%ga tira i peli in giù 3 e quella del fuoco in su : effi peli non poten-
do per la loro ùebole%ja refifìtre 3 vengono ad effer torti : & come dif-
ferenti dagli altri 3 che procedono da eshalationè fredda 3 fianno rau-
nati , & raccolti infieme àguifa di circoletti , talhora in altra forma : G
che effendo alquanto lunga à guifa d'vna penna 3 Spada romana, lafo-
glion dire : ma la figura circolare per ragioni Geometriche è pia perfet-
ta in tutte cofe ; onde infomma i Remolini nelle parti fuperiori3& emi
nenti 3 che dette habbiamo , come quelli ', che purificano da intemperata
humidità i luoghi ,in cui s'appoggiano , fon tenuti per fegni ottimi : &
hanno veramente tanta virtà3cheper effi s'ammenda e tempra ogni ri-
Balzane. **° ^ Ballane, che nel cauallo peffime fi trouaffero. Il nome delle quali
par che fia tratto dalle Bal^e 3 faffi alpefiri di alte rupi in foggia ton-
da : ò da Ballai , che per J alti fi vfano dire , & che ancora per li circoli
dell'inferno da Dante fi trouan detti . Ma 3 qualunque nefia l'origine 3 fi
elle dinotano quelle macchie di color bianco 3 nero, ò miflo3 che nafcono
talhor nella fronte 3 nel mufiaccio , ne' crini 3 & nella coda ; talhora , e
"fiùfouente nell'efìremità delle gambe del cauallo, et in fino à piedi, doue
fuole perlopiùfpcffo concorrere l'humor flemmatico , ò aereo cacciato
da i luoghi intcriori. E tali Ballane propriamete appartegono al caual
lo 3ilqual effendo e aldiffimo per natui a ,c accia fuori quefìi fegni; manel
Mulo fé ne veggiono di radiffmo , perche ilfeme dell' A fino 3 & pari-
mente il me(iruo dell' Afina fonfieddiffimi ; fiche m ogni modo3 che gli
nafea
T>ZL CAVALLO, L1B, IV. 1.97
'A nafta vieti partecipe più del freddo yche del caldo .fecondo I'vfo vniuer ,.
fale . Hor di quelle tre specie di Ballane . che auuengono à caualli . le w t**fa.
mifte ordinariamente foglion ejfere variate di bianco con f auro .òcon
baio.ò con h obero '.& foglion nafcere a cauallo parimente pezzato, &
vario:procededo tutte e tre ò daimaginatione.ò dafom\glia%a de prof
fimi . ò da cotrottione , ò da mefcolan%a d'humori'.o da influii celefti;
lequali cinque cofehauendo moltapoffan%a in tutto il e or pò. maggior e
l'hanno nelle parti di quello efireme .E già tutte le Ballane come de
riuate da humore indigeno fono per fé cattiue , debilitando i membri ,
in cui auuengono ;ma perche accidentalmente àiffeccano lefuperfluità
B de l'humidio.& delfreddo nei membri baffiydi comune parere fi jiima
buone}quando tengono quelle conditioniyche fi richiedono. Cociofia co
fa che le Ballane nere deono efferefempre eguali ;le Bianche in ali una,
-parte grandi yin alcuna picciole.fecodo.che più ò menoficonofca efferui
bifogno d'humiditàyò delfauor di Venere , ò di Gioue, per temperanza
degli altri peli;onde altramente conuegono al Morello , e h'è di terrai
Saturnino;altramete alfauro.ch'è di Fuoco ,& Marnale; & coft pari
mete fi fono da confi derare gli altri partecipi d'ejji due . Ma ordinaria Bajzane
mente .quanto fon piùpiccioleyet men calcate, & che meno fagliano fo quaij t>uo-
pra le giunte delle pafiore .tanto migliori fon riputate .maffimamete ef ne , e quali
C fendo bianche ;percheyquato più il cauallo ha del pelo bianco nelle gam ree«
be.tanto più debole èfiimato . maffimamete fé labianche%p^afuffe nel-
laparte anteriore y& fé toccaffe leginocchie.ouero l'vnghie. Et in effet
to le Ballane dalla parte di dietro fon femore miglioria più fortunate,
che dal dinanzi ; & quelle di dietro , ò deono efferfole , ò maggiori di
quelle dinan%i;non mancando alla fronte .0 nell'vno. ò nell'altro modo
il fegno bianco ; perche fcl cauallo Ballano di duepiedi haueffe Pvna
delle mani biaca.e maffimamete la deflra; quantunque farebbe fegno di
molto prc^go .nondimeno fen%a lafìella non è perfetto. Ma il Ballano
delle due mani haggia pur bianco ò l'vno.ò l'altro piede, che non fi fee-
D ma della fua maluagità.Il Ballano di quattro fi fìimafincero di fante*
fia.ma di poca forza.ancor. che Silio lodi affai Pancate y à cuifplendea
la fronte bianca.e bianco era ognifuo piede . Gli antichi Pr attici dico-
no effere mal fegnale , quando vn cauallo è Trauato.ò trafìrauato . _ SSjJ
Trauato int edono yquado egli tiene la Balzana in vno piede, et in vna Traftraua»
mano di banda diritta, amendue.ò de banda manca;, ma alquan- to.
to men piggiore .fé fia della man della briglia . e del pie dellaftaffa .
cioè della banda manca . Trafìrauato quando egli la tiene in vna
mano deflra 9& in vn pie finiftro.,0 all'incontro : Ù4 qucfto è il più
m augno;
«p8 DELLA GLORIA
maligno ;per eh e lor auuieneperbauer tenuti nel vene materno! piedi, £
et le mani difordinatameteauuiluppati; ond'effi tirando fempre à quel
naturale iflintojnciampanomoltofpeffeyCogran pericolo de i padroni;
ma pur fra manco male, effeudo trafirauato del pie della fraffa , e della
Caualli for man della lancia. Affermano altresì , che tutti queicaualli t chan bifo-
tunati. gno difegni ne lor o pie di ;qu ali fono i Morelli,! Sauri, et alcuni Bai jet
altroché parte e ipano di tai peli troppo adufii\fi reputano fortunati , e
di buon core, & rie/cono corridori:quando fono fegnalati del pie della
fiajfa cioè donde il Caualiere monta à causilo ,etfempre co lifta in fron-
te: comie quelcauollo Vergili ano, ilquale difopraindnjfi,che dimoslran
Ar&eglio. £0 alteramente la fronte bianca , bianche banca le rejìigia del primo f
piede. Il Ballano del pie diritto fi dice Arsegli o qua fi Arcendo } e da
f chinar fi;che .benché foglia apparer eccellente nell'opre fue , t ut tatti a è
vitiofo,e difafirofo,per le battaglie;però dicono gli Spagnuoli.
De l'ombre maloy de cauallo Ariel
Se guardar à quienfuere cucrdo del.
E tanto maggiormente s'egli fuffe dipelo f auro , ilqual douendo in tut-
te le parti conueneuoli hauere ifegnt bianchi per temperanza della fua,
complefìione caldijjima ,& non hauendo la Natura cacciato fuori fé
non quel poco di fegno ,per io quale dimostra nel fegato qinui corri-
spondente ejfere abbondanza d'humor cattino, figiudicafuperbiffìmo, q
& indomabile sparendo dir fi quafi Ar fé gì io, tanto èarfo, & infocato.
Difauenturofo anco fi trouaeffere il Ballano deUaman della lancia,
Nei Sauri benché fa maneggiante , e di buono fenfo . Ma il Ballano della man
che fegnali della briglia è di poco pregio . Et per narrare difìintamente ciò , che
fi difiden-^er lUnga efperienia queftì Brattici hanno oJferuato;nei Sauri Bruni
effx non defiderano fegnali nelle p arti b affé , come fono tacche ,liHe ,
arminij e ballane , ihefoglion dirfi ; acciò che la graueipa del flem-
ma non reniffe a dar contrario effetto alYhumor acce fo, che tira natu-
ralmente per lafua leggiereiga alle parti alte ; ma lodano ben , che la
loro temperatura con qualche humiditàft difeopriffe per alcuni peli bià //
chi , ò mof he fparfe per lo capo , & per lo dorfo,hauendo iUapo , &
le gambe nere , con crini folti viuaci, & rojfi . Ne: Sauri chiari sia
bene hauere lislato ildoffo, con crini biondi, & coda atyerfa di peli ne
ri:& effere ben'isfacciatijfi , che pare/fero efìhalare quei difcenfi , che
li fogliano fare ttupidi , e di mal fenfo , & anco infermi. A i Sauri in
dorati yche Fuluifipnffon dire,conuengonoi crini non conformi ai cor-
po , come ne gli altri fi fuol richiedere : ma bianchi , el dorfo ruffo,
fon effere cai-fati di tutti e quattro i piedi ; ma quelli, che né Bruni
né chiari
DEL CAVALLO, L1B. ir. ±99
j§nè chiarì fi poffon dire Solamente nelle parti pofieriorib abbiano le bal-
ene ; sì, che dimo^rino purificato il cuore ,e'i l fegato . J falbi fi difiano Falbi .
ben lislati nella fchiena, & ben vergati nelle parti eslreme bajfe ; e pur
bauendo il capo nero , migliori fono imaffimamentefe'l marito loro ti-
rale alpelo ceruino . Il baio posticipante di castagno , e di alavano dee Ne' bai che
ha uè re nella fronte vnafielletta di bianco ,dalla quale difcenda vn rag- fcgnali fi ri
gio alle narici , & iui s'allargi alquanto, ma non tocchi il fonano lab- chieggano#
bro; oltre acciò habbiaire piedi bianchi ;i due di dietro , e Ifinislro
dinanzi, il quale fé fin al me%p de lo ìlincofarà ballano , più bello farà
slimato ; mai crini jl 'ciuffo ,& la coda cleono effèr neriT Benché il Con
g te Matteo in eie differifea alquanto ladoue de friuendo Frontino dice,
Quel buon deHrier,chefù fen%a magagna,
E sì compiuto yebe nullagli manca;
Baglio er atutto àfcor%adi caflagna,
Ma fin al nafo hauea la fronte bianca;.
Nacqu e à Granata nel regn 0 di Spagna?
La tesla bafcbietta>e graffa ciafeun'anta;
La coda è come bionda,e 'terra tocca;
E da tre pie bal%an, dolce di bocca*
Et l'Ar lofio induce Ruggiero a canale are fopra vn baio corfier ,di
q chioma nera T ri
Di fronte bianca, e di due pie ballano..
Alcafìagno ofeuro fi richiede nella fronte vnafletla bianca rotonda,
tarato migliore, quanto maggiore : nelle parti di baffo gli difdice ogni
fegno bianco ; an^i cofi à lui come al castagno pecegno , che tira al
nero ; & anco ali abbruno ,che mediocremente partecipa dell' vno,
e dell'altro, cunuiene hauer di color nero le gambe , la coda, e i cri-
ni ; questi folti , quella non molto corca .. Al baio indorato fìau bene:
i crini rari , ò Spani , come fi dice : le parti estreme nere : il mostaccio
vn poco intaccato di bianco : e'I doffo atperfo di mofche , e peli bian-
jy chiypermoslrare,cbel'humiditànon fi a affatto di strutta in loro. Ma
in generale à cawalli bai per comune fenten%a fi loda molto vna lifìa
nera, che fenda dal collo, fin' alla coda : & quanto più larga fuffe, mi-
glior farebbe : bauendo roffi il ventre , e'I gouitelio , che dicono del-
la fpalla, che confina alla parte della cintura : perche cofi danno fegno
della purgati on e del fegatose della mil%a-,e della buona httbitudine
del ventricolo,darebbe appettatila d'integra falute, di gentil natura, e
di gran perfettione : la qualfi confermerebbe fen%a alcun fallo, effen-
èovna bricue balzana folamente nel pie finislro, e non altrou<_j . / !
morello
5oo DELLA GLORIA
Morello , e morello babbitt vna fcempia ftelletta in fronte , e tutti quattro ì piedi £
fue qualità, bianchi yina la balzana del dritto picciola,intendedo però .ch'egli fi a co
Urico aduftOj con hauer nel manto nero i fianchi roffi, che qualhora da
quelli ancora neri fi conofieffe effere melanconico ,non fi richiede ,che'l
freddo, e'ifecco habbia à riceuere temperamento alcun di flemma d'imo-
Tirato da 'peli bianchi ,i quali, effendo neceffaru folamente à moderare
lafoiterchia caldezza, certamente quelli, che non han tanto dell'infoca
to,non ne han bifogno; come fono i manti mal color ati,ò lattati, efmor-
ti: i quali nere più toflo ordinariamente amano effe ballane: &però ta
li conuengono a leardi, per rinforzare in loro l'vnghie, le quali dottun-
que da balzana occupatefìano,fi ritr ottano deboltffime : non altrimen- p
ti, che l'occhio da balena coperto rimane di mala rifia, & fa l'animai
ramingo, epauentofo . Onde per regola infallibile fi può dire, che tutte
Balzane in le bal%ane,che toccan l'vnghie,otterogli occhi, fon dannofe,e biafeme-
tutte le lor uo^. ^ cfje i>f}auere tutte l'eftpeme parti di coler nero, fa migliore ogni
li p pelo che fi a cattino : là done ninno pelo, ibe fia buono quanto e' fi vo-
glia, può dirfì perfetto , fé non ha quali he f'gno di adufìione , hauen-
do almeno i luoghi di baffo neri : eccettuando pero quei manti , chcha-
ueffero bifogno difegni bianchi . Et ruttauia fé in effe ballane bianche
far annodale une macchie nere: è dafaperfi,che a quelle, che fono di buo-
no effetto, accrefeono bontà : & coft all'incontro; benché molte ftano di q
Argentino par ere, migli ori effere fen%a nero . all'argentino dunque conuiene ha-
cauallo , e nere le gambe nere firìal ginocchio ,& cefi la febiena, la coda, et cri-
lue con i- ni :coni'eftremo dei collo, & fommo della teftafeminati dimofebene-
' re : le quali macchiette ordinatamente (par fé per tutto il corpo , fanno
"a °* tenere iltor dilloper buon e attallo . Il palpado f itole hauer certi fegni,
che dicono appomadure , grandi come dobble d'oro , più chiare in me-
>Z0 che nell'intorno : à quello, con laflclletta in fi onte, fi ara bene il pie
deliro di dietro me%o bianconi finifìro bianco tutto: & cofi alfauino.
Cardeno. Al cardeno la balzana nel pie manco di dietro folo ; Al pecegno folo
vnaHellapicciola in su la fiorite . Quei , che fono à color di cenere, per- fj
che generalmente hanno il capofofco:&- le gambe, la coda,ei crini brìi
ni,deono oltre la [iella, batter la balzana nelfinifìro pie deretano fin' al
tallone. Quei, che fono à color ceruino,fon lodati, hauendo tutta la fron-
tebi anca Scendendone vna lifìa , che trapaffi amendue le labbra : con
ambi i piedi fini Bri, -.che fiati balzani : ma quel di dietro più altamen-
te : che quanto la bianchezza più falirà, più fia lodeuole . I rohanit
deono hauer in fronte vna tifla di bianco larga, dritta, e lunga fin fiot-
to al labbro : & le balzane in tutti quattro i piedi , ma quella del
manco
'DEL C >AVjIL LOy L I B. II 1 I. _?oi
j. manco deretano > afta? più alta . il famigliane richiedono gli Hoberi ,
; quali per la varietà degli affetti, che la varietà de i colori dinota > po-
co buono fi fl imene bue )fe quei pianeti benignile dolci ■> che producono la
bianchezza ben rilucente , non v'influifìero i lor fhuori con la lifla in
fàccia, <gr con fhr bianche tutte e quattro le gambe loro ; nelle qualiy
quando dalle balzane di dietro faglia vna lifla, che vada à toccare le co
fcie , e' l ventre-cottimo fegno dicon effere . Ouefli , & altri precetti anco-
raci fogliono raccontare da quei , che fanno profeffione fopra Caual li;
ma ninno,infino àquì,ne ha rendute altre ragioni; fé non che co fi da' loro
antecefsorififta apprefo di mano in mano; Là onde difiderando io di rin-
*g forzare quefla nobiliffima arte , con quanto verrà poffì bile alle mie forze
entrerò in quefl 'altro labirinto,à ricercare col mio bafso ingegno , le prò
fonde, & ofcure caufe di tali effetti . S primieramente confiderando in Segnali
qualmodoqueflifegnali di che trattiamoci vengano à generai? : io mi ne'caualli
riuolgo à quello iflefso , che dìffì prima ; che ogni pelo d'animale (eccet- »Q g aeae
to l'huomo) nafce,conforme alla cotenna ; fi come oltre allafentenza di xmQ .
frittotele , per prona fi può vedere à tutte l' bore ; che in quella parte
del Cauallo , oue faranno i peli bianchi, fi troueràparimente la pelle
bianca;oueneri, nera : e doue varij, ancora varia . I principij del cuo- Principi/
io fon nell'ojfo , & nella carne; da' quali due,nafce vna certa vifcofità , . cu0"~
C che venuta alla fuperficie del corpo , s'afciuga ,&fhffìdura, &foda>
come terrea di natura .-Quando dunque in quella vifcofa materia abbon
da l'elemento dell aere,prouiene la pelle bianca,la qual confe guentemen
te produce il pelo bianco . Oltr'à -ciò fé veraèlafentenza diTlatone ,
che'lfeme nel generare fi muoua da ciafcuna parte del corpo ; egliè co-
fa certa, che ogni parte generata debba rafsomigliare alla generante >
òfe vogliamo più accodarci all'openione di JtriSìotele , che fé ben'ilfe-
me non difcenda da ogni parte , nulla di meno contiene in fé la virtù di
ciafcuna parte -, non altrimenti , che da vn granello di miglio nafcevn
gran fuflojion perche tanta grandezza attualmente in luifuffe, ma per-
& cbeyi era la pofsanza di far tale effetto; la onde nelfeme dell'animale ,
efsendo virtù di far' afso migliare ilgenerato al genitore; & ne l'imagina s
tione della f emina, che concepe, efsendo parimente forza di dare qualità
alparto, come largamente già d imos~irammo,certo ò l' uno , òl'altrapuò
di totali fegni cagione efsere,in quella guifa,che veggiamo ancor nel cor
pò degli huomini auuenire alcune macchie,fecondo la cofa, che per au-
uentura infantafìa , e difiderio della donna caduta fofse; le quali daino-
ftro vulgo fi fogliono chiamar (jole . 7<[on mancano ancor' alcuni di giù- Gole che
dicare^he la lifla bianca^hefuol venire in su la frote proceda da quella iano *
carniccia>
301 1> "E II *A G 10 \l Jt
carnicciayche divorata la CauaUayvi lafcia la citatrice , la qual poi prò-
duce i peli bianchi ; Ma fé ciòfujjevero tutti iTolledri egualmente ha.
rebbono tale slellatperche tatti nafcono con l'H-ppjmane ; eccetto fé dì*-
cefferoycbe in alcuni fofie fiielta con più violenza-, che in altri; al che con
tra d. ce il V ilo fofo -al quale afferma- che la madre ciò fa leccando; come
pire s 'è detto . udtutenga nondimeno in qual modo fi V3gliaycheper ra-
gioni &plofoficbe>& agronomiche vien'approuatoy la Stella bianca nel
la fronte in ogni forte dipeli , indifferentemente effere gioueuole &for-
Stella in tunatay;naffinamen:e in Caualio , che nelle parti di baffo habbia fegnali
fronte di dilodate ballane . Lodafi molto la li$labiancayibe difcenda perla fàc- p
caualio è ciayma che no tocchi le cigliayne'i mojlaccio;perche in tal modo farebbe
p'ne[^ro"' difaftrofoye di mala bocca;dinotado flemmaticoy& melanconico l'animale
quella bianchezza fm or tacche f noi metter/i nel moHaccioy chiama vol-
garmente Morfea , qnafi himor felhye e attiuo; la qual'h attendo mef co-
lanti di serti e di roffo Lupegno a guifi dì \ fchixjamento mai colora-,
rato') dinota oltre ilfiaccoye(fere incorreggibile per dìfordinata copofìtìw
nesdoaendo la hocca,& l'occhio effere dun colore finceroye fchietto; poi
che nell'ufo fi difeernono le parti afe o Ce dell' animale yneW altra fi regge*)
& domina tatto il corpo; majpeccialmente la bocca deurà di fuori efiere
Caualio di colore conforme all'altro pelo;di dentro più tofìo roffayche altrimenti G
col mulo ^ ia ragiQH€ percbe H Caualio col mufo bianco nonfia buono di bocca >
r,ó e buo- fi filma quefta ; che da mancamento di [angue vegnendo à procedere tal
no di boc bianchezza y& oue non èfangueynon potendo effere giriti acati : il Ca-
ci
u allo refi a fenza quella virtù fen fi tiua del freniche hauer deurebbe;<&
coft non mailicando la briglia fi vedrà fare la fchiumx pallida^ e corren-
tetil 'che dimostra mala cornile \IJioneye tesìainfer na . Cofi ancora haué
do intorno a gli occhi y ouer ne i fianchi pelo fi mile à quel del Lupo , è
malfegnale , perche dinota effere bizzarro , efrodolentoVero èycbe'l ca-
ualio battendo vna ffella bianca nella fronte fen-^a lijlayy- vrì altra nel
?no(laccio;fc di più hauefìela balzana nel pie della flaffay fi torrebbe di
. lui ogni difetto; ma fé le ballane delle parti bafie dmotaflrro mal'effetto\
JJJJrj % ne la HelUyne la Ujìa mitigherebbe molto lafua malignità . Quelloyche
'(fino affermay cheiCaualliy c'hann.) la faccia bianca , più tardi de
Ai altri invecchiano > fi può con qualche ragione naturale benfoslenta-
• ; che effendo iUuore , e' l cerebro le parti principali de la vita : o-
■■'.a diqaefìeqaanto bara iHrumentipiù accommodati alla loro con
ferita -;one tartt. più prolungherà la vita dell'animale . Et perche nella
tetta : ] ve ^nferuare il cerebro è propriamente fatta ; quando
l'offoètrcppojpejfo) H cere bro non potendo commodamente efìh alare
e purga re
H
<DEL Cj£V jiLLO, Li B. 1111. .30?
e purgare la fna h umidità^ fi viene a corrompere y e putrefare ; & indi
*4 refi a la vita hrieue > il (ausilo hauendo la faccia bianca ? dinota hauere
quelVoffo raro ; fi che la materia de l'acre s'è potuta ifnaporar' à darla
bianchezza alla pelle prima: & poi al pelo\: onde conferuatofi meglio il
cerebro yfi conferva meglio la vita in loro . Da Ihumidità dunque del
cerebro procedendo ancora la Hello, bianca; s'ella farà mediocreydinote-
ràeffer moderata la fna origine :& però è slimata buona: maefjendofo-
p.ercbia>& malproportionata y è cattino fegno : perche cefi difordinato
dimoslra effere il mouimento di quello hi. more : Et però fi loda molto la
fiella tondayepiccioletta:biafimandofi l'interrottay& la diffufa in molte
partiy laquale pub dinotare ancora difcordan^a delle celefii infij fifoni.
*B TJel che per maggior chiarezza è da faperfi y Venere hauer la prima,
fua eafa nella facciala feconda nel colofla ter7^a nelle fpalleynelle brac-
cìayet nelle mani:& finalmente la duodecima ne ipiedi:sì che quando fi
vede ilfegno bianco filare berì ordinato in quesle parti > dinota l'anima-
le efiere fortunato > cerne fauorito dal buon pianeta : ma s'egli è fouer-
cbi0)ò mal collocatoyfignifica infortunio, hauendo hauuto nella fua con-
cettioney formatione y e naf cimento il pianeta retrogrado > 0 in affretto
di Marte > b d'altra maligna fiella . Oltre y che riceuendo tutti i mem-
bri nudrimento dal f angue y che fi genera nel fegato con l'aiuto del cuo-
re; ogni volta j che i fegni bianchi fi veggiono temperati y e ben difpo-
C Sii per- le parti del corpo eslrinfeche > dinotano temperate effere quelle
parti interiori-, che la vita mantengono--, & pero e fendo i piedi freddi y e
fecchi di lor natura; fé vi s* aggiunga la bianchezza y la qual procede
da caldoy& humido y certamente fi pub filmare y che la virtù digefiiua^
& la ejpulfiua , che gli nudrifeono yfianoin effi gagliarde > & forti > &
che in tutto il corpo fia quel temperamento propoitionatc^cheglifa ha-
bili a tutte le conueneuoli a tuoni . Ma fé i fegni eccedono la mifura di-
notano parimente eccedere gli humori : iquali fi cerne ne glihuorninì
fon cagioni dì podagre yedi chiragre y cefi ne i Caudtii inducono col fio-
uerebio fiacchezza,®- morbi ne* piedi co fi dinan^come di dietro . £ di
D qui s' è fattoyche le Ballane bianche anterioriy fogliano per lo più danno- , Balzane
fé effere giudicate :non per altroché per l'abbondanza de fhumiditàydal anteriori
la qual procede la corrottone y & la debole^a; onde gli animali fo- dannofe.
lendo generalmente hauere fiacche le parti di dietro , come quelle > che
fono pia lontane dal fonte del calor vitale y che è il cuore: trouandofi
anchora fiacche quelle dinanzi; dal le quali comincia ogni loro moto;uen
gono ad effere difettofi dì tutte le gambe y & non atti alloro vfftcio ; la pofterfaf
dotte felici fi riputano le Italiane poUerioriy parendo > che la natuja ri buone
con
/■
>©4 TtniijtGior^i^
con abbondanti b umori di caldo,e d'humido [occorra alle parti deboli. .Et
snelle fon per trauerfo , oltre che dinotano Venere efiere fiata con Marte
in mal' a(p etto, &in mal luogo ; dimostrano disiemperan^a de i mem-
bri principali, & etiandio impotenza della virtù , che non han feritati i
loro ordini . Ma come ho detto , per ritrovare le cagioni di quefli fegni
è da ricorrer/i alla confideratione de i pianeti) che fé nafcendo {verbi
grafia ) // Cavallo, afcendeffero otto gradi di ariete , & itti fufie Mar-
te, ritrovando fi Giove al quinto grado di quello isleffo fegno ; all' bora
Marte per efiere in e afa fua,&più poffente , che Giove , farà il color
fuo,ch'è roffo , infiammato •> ma perche Giove è nel fuo termine , & pur
vi ha pofianxa ; farà qualche effetto , non potendolo far in tutto, e prò- *
durala siella bianca in sii la front e. Et fé per avventura afcendeffero
quattordici gradi di Tauro , dove riguarda l a fendente di buono afpet-
tOySaturno anebor che in qneflo luogo fi a peregrino , purperchenon vi fi
trova altro pianeta , darà egli il color pallido : ma Cjiove riguardando
V afeendente ,farà almeno le ballane , ò altre note di bianco lucido . E
di qneflo modo fi potrebbono fare gli altri giudicij fu' l Cauàllo , per ra-
gioni d\A(ìronomia\ lequali non efiendo il mio proponimento , ne la
mia profefjione di dichiarare minutamente , ho voluto queflo folo toc-
carne , per aprire alquanto di via à chi vorrà penetrare ne i folti bofehi
di quella fcienxa,nobihfJima certamente,ma ineslricabile , per confifle- G
re in certi punti variabili,^ infiniti , de' quali fallendo in vno,fi cade in
precipitio d'errori . Terò lafciando quefle totali confiderationi a qual-
che ingegno più curio fo , e pia elevato ; io non manco di affermare quely
chefouente ho ricordato , che le più ferme , e chiare congetture fi pofion
Corset- fare dalle fattele del Cauallo , che frano i membri formati con quella
oùTlitldl proportione giufla,cbe fi conviene ; dall' 'h abitudine, e dalla vivacità del
vn canal- fiato , che fi feorge ne igefli fvoi; dal pelo,cheft conofea di buone coflel-
ìo3 delle lattoni, e dibvmori ben temperati;dalla progenie; ond'ei difeenda.; &
fattezze, finalmente dalla flagione,& dalla regione, in chefia nato, & allevato :
ridenti . Concio fi a cofa,che di qvìfi potrà comprendere^ quali difcipline , a qua- H
li effercitvj , a quali governi, à quali luoghi, & a quali tempi vn Caval-
lo fra atto piàyche vn' altro . Et veramente di quanta importane fra il
clima,& l'habito del Cielo in ognifpecie d'animali, fi può da queflo con»
fiderare , che la vita confitte nel temperamento del cuore , mediante la .
Ragioni refrigeratone dell'aria; laqual nonpartendoft mai da noi,ma del conti»
fredde p- nm circondandone , è cagione , ch'efia con la fua fottilità penetrando i
fino fame corph gli alteri fortemente , <& cofi auuiene,che nelle regioni fredde , la
e fete. frede^a dell 'aria fàcédo ne gliftomacbi vnire il cal4o,fk digerire afiai
& affai
DEL CAVALLO* L1B. 1 V. 30J
A & affai mangiare, e bere, &per confegum^a abbondar di [angue , dal
qualft genera molta carne,& vna quantitàdi jpiritigroJJi;che nonpo-
tendo ft ri foluer e per la repugnan^a del freddo eflerno yrendecofnbru~ Cauallidi
partedc Fràce{ijonpiugrandi,<zr menojcioiti aeuaperjona, eoe usar "J. """*
beri , ei Mor efebi, nati nelle parti Meridionali ; doue l'aria con lafua o ueS? dì^at
troppa caldera difunifee il calor dello jìomaco:onde poco digerendole de.
poco mangiando ,ebeuendo ,vengono ad hauerepoco, e fottìi fangue,&
co fi efltnuati di corpo ,fon molto fpiritofi,mapoco animo fi. Gli altri 3cì>e
3 nafeono nelle regioni pmtemperate ,fono ancora più temperati quanto
allaforma,e quanto alla compie filone ;& più,& meno fecondo la mag-
giore, ò minor vicinità del temperameto;come i cauallidi Spagna, d'I-
talia^ di Greùa,e di tutta quellaparte,doue nafeono bora i yen caual
ti Turchi ; perche tutte quelle regioni fono quafi egualmente dijìanti
datt \Equinottiale ,e dal Settentrione . Onde cofigli buommi,come i ca-
nali! , -vi fi producono fonili di lpirito,edifpofli di tutte le parti del cor-
po; & in confegHCìixa pnìdifciplinabili de 1 troppo Settentrionali , che
peccano di mancameto:e de i troppo Meridionali, che peccano di eccef-
fo. Quefìa meltfima diflintìone fai' Alciato parlando del Duello; che
C Li maggior parte de ipopoli di Eur op a 3i quali fono po^i nell'Occidente
& nel Meriggio, come Spagnuoli, Guafcom, Italiani ,e Greci, àfono fan
guigni,& coraggiofì ; ò colerici impetuofi;ma gli vni e gli altri cofìanti
nel cobattere.l Settentrionali fon maggiori diforya,e aiftatura;ma co-
me flemmatici fono pigri, & poco animo fife dall'1 ira nofiano mofsi. Gli
JEtbiopi, e gli Africani, per effer'adufìi, & perbauer' il calore rifoluto
in lorofeno inhabili d'ingegno,& anco timidi. Sì che veramente poffia-
mo dire tanti effere i generi de i caualli,quatefono le nationi de gli huo
mini;& cofi tra queTti, come tra quellieffere dittimi i gradi della nobil
tà,e dellaprofapia; & però nopoca fraude nel càgiare ,ò nel comperare Luoghi dà
D d' vn cauallofeole apportare la bugia del nafcimeto3e della patria; mol n° '"d <c '?
tifìngedolo digenerofopaefe, per anteporlo degno di maggior pre^jo , czu,'*
Là onde, poi che della qualità de i genitori h abbiamo largamente tratta t£%
to nell'altro libro;horaquanto à i luoghi, fetido quel e 'ho < trottato fcrit-
to,et e ho vdito daperfone,cbe in diuerfi,e lontani peregrinagli han co
nofcìute le vriiuerfaliffetie de i caualli,ò che nelle loro fialle gli han nu
driti ; oltra quello , che io mede fimo n'ho veduto ;fpicgherò 1 meriti, &
le dignità di ciafeuna, cbefia più celebre^ . fra lequali veramente la
principale , e piùfhmofa appo tutti gli fenttori fi vede che fia la Gre*
V eia ;
3o£ D E L L A G LO RIA
Grecia prò eia ; ne per alta cagione fi mojjero i Poeti a due, che in Tenaglia , vna E
duce caual- delle Greche prouincie, fa prodotto il primier cavallo, e trottato primie-*
h migliori ramente l'yj-Q del cavale are ;come difopragià dim1 firammo;fe non che
eione . " quel pae(e era folito di produrre il fiore de i canali: ,e de' Cavalieri ;e ta-
ti valcrofi cavalli celebrati dal Principe de iPoeti,ècofa chiara,chetvt
ti in Grecia furono nafi. Et Ovidio nella fàvola di Batto dimoUrapvre,
che nella Grecia fufjtro molte elette rajge de i e avalli soft dicendo ,
Di nobili cavalle egli Icgreggie
In guardia , e cura hauca-j .
Però Nemefiano t omeadà affai la Grecia , come di perfettiffimi caualli
prodvcitm e : & Affino conferma i caualli Greci effer veloci , & ani- F
mofi,di buoni piedini gran corposi bella tettatiti davanti, et in tutto
leggiadri , riguardevclì ;folamcnfe lacc?igiontura delle groppe noti cor
rifondere acconciamente. Ma fra tutti i Greci, per commune confenti
Tenaglia meto,quei di Teffagliafcmpre tenero il principato; fi cerne fi confiderà
di perfettif- .ipcrtamente da quelli hiHorici , che raccontano Serfehauer fatta qui-
nmi caualli l{j rn.xgi0ftra cvrule, per provare le fue caualle in quel luogo, dove
ce . ' ' banca vdito effer e le migliori di tutto il mondo ; & Cefare Dittatore ,
per vn raro spettacolo ,h aver fatto vedere a Romani vn combattimen-
to di cavalli Teff ali con atfri Tori fi quali refìaro alla fine morti da ì e a
valli . Et cofi dandofi anticamente la lode prima alle cavalle di Teffa-
glia , fi ridvffe in proverbio à dire , fi porrà la cavalla Teff ala , per di- G
notare vnfommo premio : <& fecondo , che dice il Camerario, oltra la
Caualle di mentione fìttane da Arinotele , le caualle della Farfaglia, provincia
Farfaglia p pur della Macedonia, cerne laTtffaglia, fon chiamate dabene, e giujìe
che da bene perche fanno i Poliedri fempre fintili à i padri : & effendo lamettropo-
e giulte . [j jj quefie regioni vna Città chiamata Pella , patria di Filippo , e di
Alejf andrò; Gratio Poeta fa dei cavalli Pellet honorcvolementionc^j.
Vn' altra Città del mede fimo nome è nella Sofia, pur da' Macedoni edi
ficata,oueper lo Re ftp afe e ano trenta mila cavalle, con trecentofìallc-
ni,& congrannvmero di Co'xjoni ; fi come Strabone narra. Marco
Prouincie Fanone tra i Ivoghi idonei ad armenti ,ponc degniffime la Teffaglia, e'I jj
famofe di Peloponnefo,che hoggi dicono la Morea:Ntl cui bel me%o è laprovin-
buone raz- cja ^ Arcadia con pafchifertilijfimi, & appropriati alle ra%?£ de i ca-
ri 1 caua - uam^ anc0 d' A fini buoni à generar e gagliardi i Mvli ; cornei 'ifleffo
Strabone dice affermando ottimi effere i cavalli Arcadici,egli Argolì-
ci,egli Epidanrici ; Oltr'à ciòlafolitudine degli Et oli Acarnani effere
tomodiffima alpafeere de i cauaìli,non meno che la Teffaglia. Nel gol-
fo Argolico è la città di Epidaro , detta hoggi Maluafia , la qual Vir-
gilio
?DEL C AVALLO, LIB. IV. 307
Agili0 chiama domatrice delle caualle ; ikhe à me pare douer fi intender
piùtofloin qitefìa regione, che in Dalmatia,dou'è vn'altra Epidauro,
che Ragusa bora fi nomina-*.* In quesìa ifleffa Pemnfula fono ancora Città ce!e-
ie due altre città Argo, & Micene , eelebratiffime di caualli, fi come bri per ca-
dimoerà Horatio in vna Ode, dicendo : u™1 *
lnhonor di Giunon molti diranno
Ricche Micene, & Argo atto a caualli .
In Ar<i$ , ferine Aufonio ,effère fiati nudr iti Cillaro , & Arione fh-
mofi caualli., Gratto dice, èffe/ vnichi perle cacciaggionii cavalli nati
in filicene, perche fon grandi &ton mirabile velocità aliano ali aria
B l'alte gambe . ParimentS\Firgilio difcriuendo vn buon cauallo, dice,
che rapprefenti in fuoi effètti
La patria Epìfò, & le forti Micenea .
Epiro boggi la chiamano Albania , & per effer confine alla Macedo-
rrH,& quafi fotto vrì'iHeffo clima,nonè mar ani gli a, eh e tcn-.ffe puree'
ceilenra nel geii ere de' cavalli, fi come vn' altra volta fa Virgilio men-
zione,'che. quindi fi produceuàno. . ,M
Delle cauallè Eliadi le palmcs.
Intendendo di quelle, che confeguiuano vittoria ne i giuochi Olimpici
fatti in Elide , paefe pur della Mòrea ; doue non folo concorreano ca-
q valli fhanieri di fomma gloria, ma ve nenafeeano ancora eccellcntif-
fimi. E queflifono i caualli Epei, the celebra Oppiano: Concio foffe co-
fa, < he gli Elei ("fecondo Strab^ncjfi chiamauano prima Epei . Si leg-
ge, che gli Etti fhceuariob(Ìlj]<meira:%£e ,con far' andare allamonta
le caualle fuora de' fini loro ; bauendocofi efperimentato il buon fuc-
cefifo ; fi come appo gli Argiui, per maggior fecondità facean congiun-
gere le pecore co'i nontoni, nel bofeo ai Agenore , appropriato d que-
fìa prona . Narra Str abone, che Ncflore andato à depredare il con-
tado Neleo, nemenò centocinquanta caualle dipelo falbo, tutte fegui->
te dai lor poliedri . Affino due ,i caualli Epiroti effer mordaci, &
pperuerfi . Vegeti ó- ■afferma i caualli d'Epiro , e quei di Dalmatia , fo-
lef effer e contumaci al fieno, & vili d'animo ; tuttauia anuez^arfi al-
l' arme, & alle guerre ; altroue dice gli Epiroti, e i Ciciliani non douerfi
di fioreggiare, fé non vi manchi bellezza, e buon costume . Aè manca
Gratio di lodare i caualli Cbaonii, che fono del paefe alpeflro d'Epiro .
A tempo nofiro, in tutti quefii nominati paefi, intendo pur mantener fi
ra%jre di buoni caualli in abondan^a;& ancor'.m molte Ifole della Gre-
cia,come nel Zante, & nella Ccfalonia ; ma non vengono cefi perfetti
come quelli di terraferma . Quei di Creta, hoggi detta Candia,fon lo-
V 2 dati
508 DELLA GLORIA
dati da Oppiano . Rhodi etiandio, e Cipri ne producono belli, e buoni, £
Prouincìe ma fono pie doli di Hatura . Potrebbe alcuno qui dimandarmi , fé le re-
che già prò gioni di Crecìa}& l altre delie quali appreffo ragioneremo, fiano a' no-
duceuano jiYlgj0-nil fa quella coditione in pro.ìur caualli, di quale ne'paffatifeco-
ualli fé fià* tifiate fono ? Al che rifbodo intorno alla quantità, che tutte quelle Pro- '
no hoggi uincie,le quali per dono naturale fono fiate fertili d'alcuna cofa, hanno
della mede femprein quella fertilità perfeuerato ; come fi vede ne' luoghi, che pro-
fima condi dHcono \ metalli, le pietre pretiofe , le perle, le Tpetierieje tinture, e diuer
fé figure di animali ;tra quali è da credere ,la prò genie de' caualli in mol
tiffime parti effere innumer abile, non altrimenti, che de gli huominifi è
fhtta,i quali fono tanto moltiplicati, che quafi non è palmo di terreno, p
che no fìahabitato;come fanno fede coloro, che per lo modo fi dilettano
di vagare. Quato alle qualità loro, è cofa certa,chein molti luoghi han
mutato lo fiato di primo, ò nella formafò nel colore, ò nel valore ; co fi in
bene, come in male ; e più tofìo in male ; poi che veggiamo tutte le cofe
inchinarfi ali 'occafofempr€,e peggiorare di giorno in giorno. Jlche fé au
uiene àgli huomini, ì quali reggiamo hora affai più deboli, e più e atti-
lli;che nelfecolo antico non fi vedeuano; ottimamente dicedo HoratiOy
L'età de' padri via peggior de gli aui
Noi portò più maluagi, i quai daremo
Progenie ancor più vitiofa affai . Q
Quanto maggiormente ha potuto auuemrea' caualli ,n elle cui ra%^ey
tariffimi fono quelli , che mettono quanta cura Vidi meftierii Oltra
quefio per le continoue guerre •, ogni proumeiaè venuta à cangiare habi
latori ; d i iter fé genti à vicenda occupando il tutto; le quali , fi come
nuoui vocaboli , e cofiumi , cofi nuoue Jpecie di caualli recate hanno -y
e quelli poi mefcolati co' i paefani, va' altra mtoua prole han generata ►
Là onde noi marauigliare non ci deuremo , fé dalla Grecia nuoue fog-
lie di caualli veggiam venire: Jmperoche oltra l 'effere Rata in vartf
tempi fignoreggìata da varie nationi (come l'antiche hifìorie fanno fe-
de) vltimamente nell'anno mcccclxxxi, venne tutta in poter //
di Turchi, popoli della Scithia ; i quali habitanti preffo al mare Ca-
fpio,nel d e e l x . calarono nella Perfia ; indi nell'Afta minore, che
Turchia maggiore , pofeia ancor Natòlia per vna città principale
cofi detta , fu nominata ; & alla fine entrarono in Europa , toglien-
do l'Imperio Orientale à i Chrisìiani . Quelli feroci/fimi popoli me-
_ ,. narono feco gran moltitudine di veloci, e gagliardi caualli; effen-
pkjfi dica- donc tutte quelle regioni d'intorno al mare Hircano abondantiffime ;
ualli. daHa cui generati one fono prouenute molte perfette ra^e sì nella.
Grecia.
DEL CAVALLO, LIB. UH. Jop
j4Qrccia,& sì nell'antica Tracia, e bora in gran parte chiamano Roma-
nia ; la qual dedicata à Marte , abbondaua e di Caualli, e di buomini
bellico fi ,e principalmente ne furon celebri i Cannili del Rè Rbefo , nati
nel monte Jfmaro;ne' quali confi siedo vn'de'fatifaHoreuoli à Troiani
per indufìria di Diomede, e di Vii ffe , vennero in man de' Greci. Affino,
contra quel,che Virgilio moflr a,dice i CaualU di Tracia effer brutti di caualli di
apparen%a,di rìg: do tarpale di grandi [palle , di f ch'iena gobba, di gam- Tracia.
he aperte , & però di paffo,e di corfo vacillante . Elianofcriue all'in-
contro i caualli Getici e/fere velocitimi . un'altra parte di Tracia con
la Mi fa inferiore ,fi chiama Bulgaria;& nella Mifiafuperiorefi con-
fi tengono boggi la Boffena , la Seruia,& la Rufcia ; le quali tutte poffie-
de il Turco . Là onde dicendo ile 'amerario ,cbc i Caualli di Mifia fo-
vliorìeffere molto idonei al guerreggiar e ;& quafi tutti i caualli, ebe ve Caualli
^onoda Leuante,folcJofi chiamar Turchi Rumene che non fipojfa dal Torchi. :
kt regione far di loro giudi ciò alcuno fermo, perche ne vegono certi po-
co agili, magagli ardi, che non riderò mai Turchia; ma fon bastardi co
ine\cùlan%a di Scbiaui,Ai Coruatti,di iAlbanefì , diVaìlacchi,Q d'altri
Settentrionali circonuici ni: Altri ne vengono di mediocre bellerja ,€
forma che fon nati ne le parti pikbaffe della Grecia , da giumente paefa
né ,e slalloniTurchi;altri fon gra imbelli ,& velocitimi ,i quali vegono
C veramente dalla Turchia. Afa fé alcuno fi marauigliaffe,comoica-
uà 'li Turchi effendo riputati sì buoni, vanno co fi mal cofertati di bocca j-mcyil ^
e poco rileua;i) legabe,fapp:a l' vii procedere, perche coflumaao d'in- che mal co
fegnare i caualli da i due anni coniibertà;nèham i altra force di freno fenati di
in vfo,cbe quella,cbe in lor veggiamo,la qualnóferue eccetto àfar'an- bocca e po-
dareilcauaUo colatela alt a, e fermarlo alla cameratwmoltoaccom- coJlleu,no
damete: Dell' altro, è cagione Unaf ere ne' paefi piani;: he quando fuf- &
fero offri moti , al%arià le gab e, cornei Sardi , & altri tali :Oltr'à cibi
Turchi no amie%i^ano mai il ca •'allo al trotto, il quale àfcioglier'i me-
bri ègioueuole Sommamente . Tiene il Gran Tur-co ptrferuigio diftia
T) per fona, dugento-caualli ,al cuigouemo ajjìftono cento huomini;e qua-
tro mila altri a caualli, che fi fanno folamete caualcare da igiouenetti
del Serraglio fiper loro effercìtio,bper compagnia del granfignot e, rie
cbiffimameteguerniti tutti. Sono i caualli Turchi perla più parte bian
obi ,sìper l' anùcbiffima Hirpe loro , sì anche per la proprietà forfè del
dimadi quei pae fi, benché ne vengano alcuna volta e Sauri' et Bai,ma Scithiapro
Morelli affai di raro :et certame-te i caualli Turchi fono di gran bontà, cauaj|j,
difposli di corpo, altieri, et fieri d 'mimo ,& forti di membra, e di nerui,
come quelli , che di f endono dalla Scithia , che femprefu di buoni ca-
. . V s ualli
jio T> E L L A G LV R LA
uMproducitriceii quali quantunque piccioli yfon& tuttauìa yelcciffi- £
mi , e gagliardi : ma feroci : onde per batterli più manfueti, la maggior
parte fi fuol caftrare yfi come Str abone ferme: Et perche gli Scitbiye i
Saci per vna meiefimacofa Jiponno intedereeffendo i Saci popoli del
la Scithia-.dice Eliano effere di natura i Caualli Saci, che fc mai butta-
no à terra il tauallier e yfubito fi fermano per farlo montare vrì altra
Tartaria ^°^ta'^a Scitbiayregione copiojisjima dir arie nationiyè chiamata bog
prouincia . gi U Tartariayaella quale tutta quell agra parte ycbe da Setentrioncfta
volta in Onenteji trotta aggetta alt Imperador del Cataio , che in lo-
ro lingua chiamano il gran Caham , volgarmente diciam Gran caney à
qui da ciafeuno fi parla in ginocchioni f come narra Giouan Boemojnè p
egii à per fona rifonde yJe non per terio ; & vfa nel fuo fuggcllo co-
e Cuoi vrof- tM Parou> Di°ln Cieloye Cbutcbut Ci)am in terra fortezza di Dioy&
fimarv fi nu i'npcra .ore ai tutti gL b uomini. Tiene dieci mila Caualle , del cui lat-
drilcono di te egli ,y i fuoi projimamfi nudrifeono ycome affermailVillanoua.So-
latte di ca- no nelle jaeproumcie arméti innumer abili di Caualli >et inpocbijfimo
ualle. pregio jSi che vanno i mercanti,^ ne comperano come pecore àcetina
ia: Ma ve ne fono di tanta lenay& velocità yckefecodo ebeferiue Mat
tbia da Michouyin vnagwrnata fan venti leghe. Herodotofh fede,
che mila Satinai Caualli Sopportano bene la lunga, e grande for%a del
verno ;magh A/ini yei Muli pur 'incominciante noia fojfrifcono;ejfen g
do il tontr ano in altre parti ìcbei Caualli al freddo languirono yi Mu-
li egli Afini dura forti. Ma ne i luoghi preffo la Tana/l Caucafo Bo-
reale yil verno è tanto a:proycbe muna forte di beftie può capami, comi
Dionigi r aconta : però fi calano nei paefi più temperati ycome noifap-
c ... piamo vfarfì dall' Abruzzo in Puglia;e da' confini di terraTedefca al
Sani. Venetiano. ICaualli Perfianimondifferifcon molto dagl'altri di fta-
tura,e di pofituramafolo di caminatura : perche hano ilpajfo minuto
e jpeJfoycbe 1 6 diletto dolcemete va fclleuando il Caualieremè per arte
fon infegnati:ma la natura iTteffaparch'à quello (come Vegetio dice)
gl'habbia informati , perche tra' l Portate, e' iTr ottante fon metani yco- jy
me fé col 'vno , et col 'altro haueffero comune alcuna parte. Sono fuperbi
d'animo^t [e no fi ano f aggiogati per la faticala del cotinuo coturna-
ti verfoil Cauahere-.ma quelycbe in loro è di marauiglia , in tanto fer-
itore fon offeruati pur del decoro ; hanno il collo curuato in arco , fi che
paiono appoggiar fi al petto loro . Giofafkt Barbaro con altri moderni
Scrittori narra che'lgràde rfan Caffan Sophi Rè della Pcrfiay infimo al
rnofcTauro tiene infinite ra%£e di Caualli eccelletemi, ilcbe fàcilmf
te fi è da credere offendo à luìfottopofia laMediaJa quale quatofuffe
fertilifjima
DEL CAVALLO* LìB. IV, .311
A fertilifjlma di caualli fipuò conofcere in Herodoto là doue ferine che in
vno efferato fi numera.ro ottanta milacaualli . f caualli Medi (fcchi- Cauaifi Me
do Affino (fono di eccellete grandetta ;■& Eliano afferma ynella Me- di .
dia effergli buomini generalmente di corpo graffo, e parimente i canal-
li loro, i quali infìemeco'i padroni paiono dilettar fi di -queUa fattela
graffa e riguardatole , & anco de gli ornamenti efìeriori . Teneuano i
Rè di Perfia in gran pregio i caualli Niffci, per vfo loro : perche erano i cauaMi Nif
pia belli di tutti gli altri , di tefia pica ola, di crini lunghi s folti, biondi, fri .
e pendenti dall' vna, e dall'altra band a, di place noie paffb , facile ad im-
brigliare, ottimi d'ingegno, e grandiffimi diperfbna; la qualgrandcxja
B procede a per virtù di quell'herba , che ingr affai caualli mirabilmente ,
chiamata Medica [forfè quella,chein Lombardia è chiamata Melica)
delia quale è abbondantiffimo il campo Niffeo , che preffo la Media è
pofio , fecondo Eufìathio ; ò fecondo altri in effa medefima regione^ .
Hcrodoto nella diferittione dell'efferato Perfiano dice, che appreffoà
gii Haftati andauano dieci caualli belli ffimament e adorni, detti Ni fei
per effere prodotti in vnagran campagna di Media,che N.feafi nomi-
nana , e produce a i caualli grandi , indifeguia il Carro di Gioite tirato
da otto caualli bianchi, è pò faa Serfe condotto da vn altro Carro di ca-
ualli pur Nifei . Alcuni, fecondo Varino, interpretano Nifeoperflauo,
C pcrcìoche Nifa produce tutti i caualli di pelo Flauo : ma da Marcelli-
no fi conferma effere appo i Medi ra^je nobili di caualli, chi amati Ni-
fei, Attirimi alle guerre . Eran tenuti 1 Mediffi come Strabone fcriue)
di dare ogni .inno al Rè di Perfia tre mila caualli : i Cappadoci mille , e Caualli
cinquecento . La Cappadocia ferine Solino, effere fopra l'altre terre al- Cappado-
leuatrice di caualli, & commodiffima à talprouento . Vegeti 0 dice , la C1*
nobiltà de' caualli Cappadoci effere gloriofa , ilche afferma Nemefia-
710. Oppianogli cognomina in deti,<& veloci foggi ungendo, che tnetre,
che fon piccioli, e latt enti, fon fiacchi ; ma quantopiù crefeono di età ,
più leggieri diuengono, e gagliardi , & animo fi : idonei parimente alle
D guerre, e caccie ; perche non temono l'arme , neper paura fi difecftano
dalle fere. Vn monte di Cappadocia, detto Argeo, ilqualefìima il Boc-
caccio volgarmente nomar fi Art ago, Claudi ano appella di volanti ca-
valli padre . Di Ambe E/omero chi amandola diurna, dice, che da Hir-
t acide fi portaro certi caualli grandi di ftatura , & ardenti di spirito,
all'imprefa di Troia,allev.ati preffo al fiume Selleente. 1 caualli di Cap-
padocia , fcriue Jlffirto, effere della febi atta de i Parthi,ma di tefìa più
grani : e i Parthi dice effere di fatex^e grandi , & ampie ; coraggiofi ,
di altiera apparcn^a}& eccellenti di piedi: fono etiandio dìtantalcna,
V 4 che
3« D E L L A G L 0 R VA
che corrono molte miglia fenici bere ,fi come da Propcrtiofifafedc^> . E
Parthiaab- Fu fempre abondantiffima ia Partbia die avalli , che non per altro fu
bondantif- yintò l'esercito di A4. Cr affo , e poi di Antonio; che, per la grande ,hr
i ma i ca- vaioroj-d cavalleria,che di cinquanta milagiunfe al numero itivna vo{
ta . Le lor opre cofi militari, come cim li>, fanno à cavallo : riputando/i
vili di conditione quelli , che vanno à piede : e deWoro , e dell'argento
non fi feruono in altro , che ingvernirt l'arme , & i cavalli, i quali fo- .
. gliono tutti empir di penne , infegno di velocità, ■<& per leggiadria : fi
come dal Bohemo , & Fillanouafi narra . Sono riputati daOppiano i
caualli Parthi di egual Ttolore , con quei d'Armenia : laqyal Frontino
dice , cheproduceagran quantità di caualli belli ; & cefi gli Armeni , p
come gli Archiui , fi riputavano atti à guerra . Enea Siluio Piccolo-
Armenia mini fcriuel' Armenia effer molto commoda al pafeere de i caualli non
commoda altrimenti, che la Media: ìlgouernatore di Armenia ogni anno man-
ualh'.CerCa" ^aitaa^e ài Perfia ventimila Poliedri nei facri Febei. Artaba%ù
quando con Antonio calò centra la Media , gli moftrò oltre àgli altri
caualli , fei mila huomini d'arme in tutto punto ; effendo gli Armeni
non men,chei Medifludiofijjìmi di caualli; & coft gli Abani . Vege-
tio pone i caualli Armeni , &Safhreni appreffo à i Perfiani . Se ne
Cilicia prò produceano ancora eccelleti dalla Cilicia, laqval Hercdotofcriue,ch'e-
ducitr ice di ra t€rmta jj dareà Dario Rè di Perfia}trece?itofeffantafei caualli bian q
ualli. c^ Per ciaJcm anno; cioè vno per giorno: & cinquecento talenti d'ar-
gento ; de' quali cento quaranta fi fj>endeanoin quella regione d'ejfa
Cilicia y doue fi alleuaiiano molte ra%%e . Hora cofi la Cilicia ,come
la Cappadociafonprouincie della Natolia,foggette al Turco; però non
CaiialH è maraviglia come i caualli Turchi per la maggior parte , & quafi per
che' PH" ordinario} fianoeccellentiffimi 3comedettohal)biamo . DiSarmatia,
tj # fcriue Affino , venir caualli non brutti , anyj leggiadri n ella maniera
loro s f empiici ,grandi di fattela , di tefla fonte , di bel collo , atti al
corfo , & alle battaglie . Racconta Plinio, che douendo i S armati fare
vn viaggio lungo ,non danno da mangiare al Cavallo vn giorno innan- //
^i,mafolo vn poco à bere;&poi di coutinouo corfo cavali ano per cen-
to cinquanta miglia. Chiamano certi Caualli Aetogeni , per vna certa,
nativa nota , che portano alle tyalle ; ondegli tengono in molta /Urna *
&con quelli contendono di velocità fra tutti gli altri; ctperògti vfano
alle correrie delle guerre ; ma febiuano quelli , che nelle groppe porta-
no lanota Aquilina;& offeruano di non vfarli mai nsllc battaglie, co*
me male auuenturofi ; che fàcilmente il cavaliere vi morrebbe , ò pur
incorrerebbe in qualche male . / caualli Fafiani fi diceano (fecondo
Celio)
DÉ'L CAVALLO, LIB. IV. J13
ÀCelio) dal merco dell'augello di queHo nome : ò perche nella provincia
di F afide erano caualli eccellentijfimi di bellezza . 1 caualli Soriani fi Causili So
commendano da Alberto, non altrimenti , che i Cappadoci.Lodouicc^ FJani. ce^
Ariojìo celebra vn Leardo arrotato di Soria con quefti ver fi . rau*
■ Entrò Marfifa s'rn defìricr Leardo
Tutto jparfo di macchie , e di rotelle ,
Di picciol capo, e d'ammofo fguardo ,
' D'andar fuperbo 3 e di fattele belle ,
V e'I miglior, pe'l pììi vago, e più gagliardo
Di mille, che n'hauea con briglie , & felle ,
B Scelti in Damafco ; & realmente ormilo ,
Et à Marfifa Norandin donollo .
E già la Valeflìna con quell'altre finitime regioni fa abbondantijfima Paleffina
dicaualli , ficomc Ifaiadimoflra làdoue dice , Ripiena fu la terra di abbondàtif
lui dì caualli , & innumerabili furono le fue carrette. Et fi legge ""Jj! & ca-
ancora che'l fauiffimo Re Salomone tenea quaranta mila caualli da- ua
carrette,e dodici mila da Caualieri,al cuigouerno erano deflinati 'mol-
ti capi, che con ogni dilìgema vi attendeano. Jl Re di Babilonia,fcriue
Herodoto , che oltre ài caualli desinati alla guerra 3 tenea ottocento
Halloni con fedici mila caualle ; dandone venti per vno alla monta,
C come anticamente fi coflumauano . L'India tutti gli animali produce india pro-
pià grandi , che gli altri luoghi : fuor , che i caualli ; i quali racconta duce caual-
ilmedefimo auttore , che fori 'auan%ati da quei dì Mediai . 1 caualli li grandi-
Indiani , fcriue Eliano , che mofìi à falti , è mejfi à correre fuor di mo-
do, non fi pojfono da ogniuno ritenere , né raffrenare ; ma il voler al-
lentare ò Hringere lorle redine ,èeofa da huomini , che da' primi anni
dell'età loro fiano flati ammaeftrati allafcien%a delle cofa cauaìlcref-
che : quefli fanno ben foslenerli con la briglia, e da indotti, e sfrenati
ridurli vbbidienti in picciol giro . Jl mede fimo racconta , che appo gli
Ffili Indiani (perciò che in Africa fono gli altri Jnafccno caualli non Caualfi del
D maggiori di vn casìronc . Neil' A frica;fi come i popoli variamente no- li Pfìlli in-
minati (fecondo Strabone)poco tra loro differì feono di cofìumi: mafo- diani •
lo nel colore fon diuifati : cofi i caualli, ò che nafeano in Numi dia ,6 in f 4 "ica' c
Getulia,ò nelle Mauritanie, ò nell'Etiopie, ò nelle Libie, ò in altra par- j"0^""^
te chefia dellAfrica ;pocotra loro fon differenti: che tutti fono 'di sia- noi Barba-
tura non molto grande, ma vaghi , & agili fsimi al corfo, e tanto vbbi- ri.
dienti, che s'auuczganoàfeguire le vefiigia del padrone , à guifa di fi-
di cani , & fi fanno reggere folamente con la bacchetta : però Virgilio
chiama i Numidi infreni , cioè fenia freno, & Cilio gli appella gente
che
3i4 DELLA GLORIA
jche non ha freno : & Martìale dicz_j . £
La verga regge il MaJJileo Cauallo ;
Effendo i Mafjili popoli della Libia . Parimente Lucano fcriu^f
La gente Majftlea , cbe'ldorfo ignudo
Premendo del dejlricr;con verga lieue
Il volge, non f apendo vfo di freno .
Virgilio loda molto vn cauallo Sidonio , che ad Afcanio fu donato da
Didone Reina di Cartagine: e già da Tunigi ne vengono di moltobelli.
Re di Afri- Narra Strahone , che i Rè dell'Africa fi dilettano tanto delle ra^ge ,
ca fi diletta che ogni anno vi fi fa raffegna di cento mila Poliedri , & che i caualli
no di raz africani hanno le labbra ,ò (fecondo gli altri interpreti) l'vngbiepiù F
2C* , . lunghe ycheinofìr ali. Eliano fcriue, che i caualli ai Libia fono vele-
Caualli Li C]^mi f0pM gli a[tri ; ni mai fi fiancano , fon dilicati , e magri , ma
idonei à offerire ogni negligenza di lor padroni , iquali non gli siri-
gliano,nè loro nettano mai i piedi ,nè acconciali letto , ne danno biada ;
ma fubito , che fatto il lor viaggio fon difmontati , gli mettono à pa-
Caualli fcerc alleCampagne . Difomma velocità altresì fono gli Arabi cele-
Arabi, brati,che Alarbi dicono, il cui Principe (feròdo il Vartomanno) Zam-
beio è nomato . Cosloro vfano le caualle di tantapreileT^a , che tra
dì, e notte fanno poco meno di cento miglia ; parendo piùtoito volare,
che caualcare . La plebe non cofluma felle, mafolamcnte lanobiltà , e G
quefiifoli vanno tutti vesliti benebbe gli altri fi contentano d'yna fo-
la camicia . Sono ancora hoggidì vfate molto le caualle da gli Africa-
ni, perche fono di maggiorlena,e di più lunga vitalbe i mafehi, iquali
oltre, che diuerfi morbi di tcfticolifogliono fofferire , -vengono poi dal-
l'e fftrcitio del coito e dalle difcipline effere indeboliti ;& però gli Scithi
medefimamente le caualle più volentieri vfauano nelle guerre; di cedo,
molto importare, che fen'^a impedir' il corfo, elle mandano via l'orina :
ilche i caualli non p off on fare ; & le vfauano maggiormente f come
Arinotele fcriue) quando elle eran grauide , & che'l parto s'era co-
minciato à muouerc dentro il ventre , per farle pia facilmente , & fen- H
%a pericolo partorire . Né mirano quefti popoli , che tutte le femine
fiano manco animofe,chei mafehi^ eccetto l'Qrfa, & la Panthera .-per-
che delle caualie efìinon vogliono fé non fuga : all'incontro i Germa-
ni folo alla vettura , & alla coltura , non mica alle guerre vfano le ca-
Caualli Mo ua^€ • I caualli ALorefchi , dice Oppiano , effere ecccllentifiimi infop-
refehi. portare i lunghi corfi , & le dure fatiche, Str abone firiue , che fono di
color fttluo, e molto splendido ; & che foli fratutti gli altri caualli , fo-
no animo fi ad allettar 'il gran ruggito de' Leoni , fen^a fpauento ; po-
tèn do fi
DEL C AFALLO, L1B. IV. 31J
A tfndofi ciò attribuire all'habito, che vi fanno , col frequente cacciare
di qucfle fere in quei paefi . A questi fon projfìmi quei di Libia > di
velocità durabile ,e tanto grande , che quantunque le Dorcadiftano
velociffime in quel paefe, nondimeno fono al corfo inferiori de ì canal*
li . Di forma fono fintili gli vni à gli altri ; fc non che quei di Libia
fon maggiori, col corpo lungo , di cofìe, e di lati più crajji , e di petto
più ampio à [ottenere vn dritto impeto : ti caldo , & la fete del me%o
giorno fopport ano ageuolmmte . / caualli Calambrij da vn certo luogo Caualli Ca
'di Libia cofi detti, fono celebri appo Hefichio ,& Varino. Da Oppia- lambrij.
no fi commendano gli Erembiy cofi nominati da vn paefe d'Afi'ica,che
$ altri dicono Trogloditi . Quei di Cirene , Affitto dice , e/J rere di bella Caualli di
grandezza, di fianchi tiretti, e piccioli ,& però idonei al curale com- ^irene*
battimento ; buoni di piedi in eccellenza, con vn lungo trar di fiato del
caualcare.Tutti quefli caualli Africani indifferentemente fono tra noi
chiamati Barbari , fi come tutte quelle region: per la più parte fi chiama
no Barbarla; equindipromene grandiffimo numero di caualli : i quali,
benchenafcano in luoghi piani, fono pur'ifnelli di gambe, & le aliano
affai leggiere , per cagion del paefe arenofo , e troppo caldo, & perche
di loro natura,cofi i Barbari,come iTurchi fon corraggiofi: & l'animo
ad amendue accrefce forila: né con gli vni,nè co gli altri fono da vfarfi
C battiture, né pur minacele; ma fempre.piaceuole'zge -.altrimenti fi met-
terebbono in fuga alla di (per at a. hlora tornando alleprouincie di Euro-
paleggiamo ogn'vna cognominare ifuoi diftint ■ amente, con grandijjì-
ma differenza di corpi, e di coflumi. Conciofia cofa,che dalle parti fog-
gette all'Aquilone , e pochifiimi caualli foglwno venir buoni offendo Caualli Set
i grandi perla maggior parte tardi, i piccioli fàflidiofi , & psricolofi tentno»aI«
nel caminare, che vanno continouamente per battere il mufo in terra. ^ t
Non manca pure, che dalla Britanni^non vengano fouente (come dal
Voliteranno fi fcriuej Acchinee di vfr.bel portarti e, quali folcano pri-
ma venir di Spagnaio fi cangi ado il tempo la natura dei paefi, come fa
D di tutte l'altre cofe ifimili fino quelle, che vegono d'Hirlanda, volgar- r ...
mente chiamate Vbine . De i Pollacchi altresì riefeono molto buoni, Pollacchi
per ejfere la Polonia pme della Sarmatia Europea, vicina all' A fiati- buoni .
ca,laqual è tato lodata di progenie di caualli appreffo Vivaio, et altri au
thori. De gì' Vngh eri, la prima vtilitàfccme Vtgetio firme) è effere afi Caualli Vn
fuefhtti alle fatiche della%uerra, & ne i torneamenti,e giuochi circola- &"e" '
ri,confofferen7a del freddo, e della finte -.Hanno la tefla adunca,egran-
de,gli occhi cacciati infuori, le narici angufte, le mafcellelate,il collo
Rigido , erobuTto i crini pendenti infino alle ginocchie , le cofìe grandi,
ilfrlo
gi6 DELLA GLORIA
tifilo della fcbiena incarnato, la coda folta, le gambe for%atifìime , le £
bafipicciole, l'vngbie diffufe epiene, t flambi incauati, e tutto il corpo
fatto ad angoli incile groppe non v'èpiega;nelle polpe no vifon'cminen
%e di renetta Statura èpiuin lùgbezga,ibein altex^a,il vetre efshau-
fto lor tira in su ; l'offa fon grandi, la magrezza in loro è grata, sì che
la bruttezza gli fa in fomma parer più belli >b anno l'animo moderato,
Caualli del prudente, e patiente delle percoffe • Il Camerario dice, i caualli della,
f "er^ò Pannon^aCla qualfuperiore 'fi chiama Aujìria, inferiore è i'Vnghcria)
re . effer idonei alla guerra; e di natura mordaci, e calcitrofi ; tuttauia non
y far ferocità, fé non irritati ò per opinione, ò per tema a" offe fa . Ap-
preso àgli tangheri ,Vegetio commenda i Borgognoni, e quei di Turin- p
g:a,come tolcranti di ogni ingiuri a,& veramente fé ne vedeno ijperien
Zf affai buone . I Tnringi fono vicini à gli He fi , da Plinio chiamati
(fé. ondo il Colai eranno) Cimbri Mediterranei: boggi il lor Lanthgraf
ne ha belle ra^^S ; & cofi il Duca di Bauicra, e'I Duca di Vittemberg,
Principi e molti altri Principi di Alemagna, che farla lungo à raccontare ; tra i
che hanno eguali il Conte Palatinotiene ottocento e aualle , con eletttfiimi slallonì
A Iema- coslfcrcc'> ebefen%a aiuto di paslori, ò di cani difendono l'armento da
<ma . ogni fori e di fiere . Appare in Cornelio Tacito, la Germania t ff ere fia-
ta abbondantifiima di caualli, sì che fé ne mandauano fpeffo armenti in
dono à igran Signori : Horafra tutte le fue prouincie ne fono fertili la q
Prouincie Denamarca,già da' Latini chiamata Dacia,la Sa/foni a,la Fnfa,ÌAu-
Settentno- ^ria^e'l Ducato di Lorena,& Lutzburg ; oue copiofamente ad ogni ef-
" <i Cu p'°~ fercit^° fe neferuono . All'incontro Terra di Suizz^ri ne è sieri le, per
caualli. l'apprezza, che ellatiene,& la Borgogna non ne produce tanti, ne cofi
grandi, cornei' Alemagna. Nei terzo grado pone Vcgetio i Prigioni, io
me non meno di velocità, che diperfeueranza di dorfo inuitti, ma hog-
Caualli Fri gì tutti i caualli Tedefchi, & Alemanni, che Frigivni fi dicono: per lo
gioni. più fi trouanograui, e pigri, cln fempre trottano, & vanno à (alti ; di
natura ritiofa,poltrona,e doppiale tanto più quando fi comporta la lo-
ro poltr oneriate però con efii è da proceda fi , <? ajprezz?, percuotendoli ^
fenzariijctto,percauernebuonprofitto, perche non tcnendofi attimo-
rati, ogni dì crefeerebbe la loro malignità . Et ben può gloriar fi vn Ca-
ualiere, quando alcuno ditai caualli harràridotto à buontermine : per-
cioebe, oltra l'effere di due cuori, hanno le fattezze dinanzi cofi catti-
ue, che peggi or ano l'altre porti buone, che in efii f uff ero : non giouando
ad altro la forza loro, che à quello, in che già fe ne feruono i paefani di
trarne e arri, portar ne fiacchi, e di ararne : coinè noi ci fruiamo diboni,
e difomieri . Eglino, oltr'à ciò, fono quafi nel generale di corta villa,
per le
0
DEL CAVALLO, tlB. ÌV . $17
ji per le citinone neuiiet beino l'vnghie bianche ,e molli nelle regioni ,che
fono acquofé,qual è Frifa, &fon duri di bocca , sì per lafouerchitfero
cità,comef lagroffe^ta delle labbra 3cbe impedifeno il dominio delfrt
no:ondefaggiamètefogliono i Germani imporre loro le più atyre,eftr&
ne briglie ,che fi potejfero mai vedere 3altij]ime a" occhi 3per rileuarli di
tejìaye tanto alte ancor di dentro , che la guardia del me%p della briglia
•va poco men,che la radice della lingua a toccare. Il fimile couiene a e a.
ualli di Francìajhe di natura sappreffano al Tedefco , ma ne riefeono
ad yfo di fella affai migliori; che quantunque in alcuni autori la Galli a
fi dìmojlrì digrojfali caualli producitrice3leggendofi appo Plauto.
$ Dei Gallici Cantherijfian più vili. Caual^
Et appo Girolamo JGodanfi eglino de i Catherij della Gallia: & noi di- Francefi*
letti fciolto V Aftnello di Zaccaria; nondimeno dall'altro canto L.A-
pulico commeda molto iGiumenti Gallicani 3 dicendo genero} a dignità
lorOydare la generofa progenie ; e'I Politiano il conferma bene , quando
parlado della grandezza di Lorenzo di Medici ,chiama i caualli Fran
cefi atti allaguerra3dicendo:
Francia à lui manda i Martial deHrierì.
Il Camerario fra tutti i Francefi loda come uobili alle guerre ^co-
rnili MenapìÀ 3 detti Geldrici volgarmente 3che da Cefarefoncbia-
C tnati Rugi 3nel paefetcbe dicono Rugenlad . LaGeldria è nella Gal-
lia Belgica, oue bora è laBrabantia, Treneri, eMaflrich;vicina
propriamente al Ducato di Giulia, e di Cleues . Parimente idonei di-
ce effere al combattere quei caualli, che tra gli Suir^eri fi producono,
& maffimamente gli Algioici , che lungo tempo durar fi (limano . I
Dacianifono di tejla afciuta,di collo fcarno , e ben fondati 3e d'boneslo
animoima con poca ragione tenuti 3 e caualcati,come in quelle prouin- Caualli Da
eie al più auuiene : & per la maggior parte cafirattsvfano . Jcaual- Slafll*lr ,,
//' d'Jslria C fecondo Affino )vagliono di piedi 3fon alti, con la fchie- ftr*!|*
na continouata,& caua.-veloci alcorfo. ì Venetiam fi giudica ,cbedi-
j) fcUano da i Veneti popoli della Paflagonia , iquali dopò la guerra Tro Caualli Ve
tana vennero in quejli[luogbi;& foleano mettere induslriafingolare neciani.
nelnudrire de i caualli, la quale a' tempi nojìri è mancata in loro.
Ma fi troua,che Dionigi Tiranno della Cicilia ,di qui cosìituìil
feme delle fue ra^ge ,per bauerne canalli atti alle gioftre;si ebegià
nella Grecia era molto celebre la nobiltà delle raige Venete; e gran
tempo fi mantennero quella fama , fi come Strabone narraùl quale
(poi che a metione della Cicilia fiam venuti) altroue afferma, i caualli ^ua!'' Ci
Ciciliani effere più veloci de" Morefcbiyn* * Morefcbi più animofi de c,lianj'
Ciciliani
:i ;i8 DELLA GLORIA
Ciciliani . Sono certamente i cauaUiCiciliani velociffimi ad opinione £
dimoiti altri Scrittori ;e {ferialmente Virgilio chiama generatore di
magnanimi caualli il monte Agraga , ilqual è prefjo la Città a" 'Agri-
gento ychi amata bora Gergento; donde Scruiodice3chefi mandauano i
caualli à correre nella Greciay & pe tornauano vincitori . llche fi con-
ferma da Aleff andrò yil qual racconta yeffere flati in Olimpia tpcffe
"volte vincitori i cauaUiCiciliani di Agrigento , e di Etna; che dicono
Mongibello,wfieme con quei di Epiro, di Fenetia y e di JSifa . Legge fi
ancoraché offendo venuto meno le ra^e de i caualli in Cappadociaylet
rifioraro perconfiglio dell'oracolo di Dctfi,con le ra%%e Agrigentine ,e
diuenmro affai migliori. Però non dee parer incredibile, qui Ilo /he feri p
uè Plinio ,etSolinoyche neUa Cicilia fi fuferotrouate molte piramidi, et
fepolturedi famofi caualli,effendone quelpaefe ecccllentijjirno.Atem-,
Razze fa- pj noTlri ui fono famofe le razge del Duca di Biuona , del Duca dì
dlia.6 m ' Terranouajdel Barone di Rafadale9del Barone di Sicoliana,del Mar-
chefe diGiraci, di Cola,diFerina,diFefauli, del Baron della Delia y di
Pogiades,di Lauri celi a, del Baron di Cercaci, di Notarbartoli,di Min-
neffi,di Pietro C agio, di Pier Andrea Settimoydi Amare, di Do Fabio
di Bologva,di Bartolo in Corbera>di Ribbera,di Ceruilio, del Caron del
Palazzo, dei Monachi di S. Martino, delle fcale di S. Nicolò larena,
del Barone del Comifo , del Alarchefe di Nìcodia ;di Don Lorenzo di (#
Giuoniye di Matthùo Bon'anno; oltra molte altrt, che nofn potute co
fiperuenireà mia notitiarle quali tutte producono Cor furi, e G inetti di
gran bontà,& principalmente la Ra^a Regia. L'altre /fole del Mar
Thirreno,come laCorfica,& la Sardegna ,fcriueil Fiateranno y che
Caualli di producono caualli affai corti di per fona , ma d'animo ardito, e grnerofo
Corfica e e dipaffo ine quieto. Ciò conferma anco //Termini o,ilquale ha-
Sardegna. Ucdo feguito in Ccrficail Magnifico Andrea imperiale,
General dell' JUuftnff ima Republua Genattefe: tra V altre cofe, di' egli
nella fua hifìoria ha de fritte di quella ìfola,mi raccontaych'iui nella
Prouincia detta di qua da' monti fono le radice di Chiatra,di Zuani,di j-£
T alone ,della P amar accia ydi Altianiydi Anti fanti, e dello Lucoylequa
li producono cauallidi me%a taglia , di buoni piedi y e toler anti d'ogni
fatii a. Di là da' monti fono le ra^ge d'/fìriaydi Ornano ,di Boxjyd'Orto
lo, e di Ouen%a , dalle quali e/cono caualli grandi, & ottimi corridori;
E generalmente in quella /fola per effere i luoghi alpeflri ydice , che fo-
no i caualli di fortijfme vnghie yc di mirabile tyirito ,che faltano à
guifa di capre, per le macchie, '& per le bal%e . Dice ancor a effer gli
fiato da perfone degne di fede raccontato ,che'l Signor Vincente da
Iftria,
„_•.:
DEL CAVALLO, LJB. IV. 319
A Jjìria'Jjebbe-quiuijVn cauallo Giornà chiamato Jlquale per dar più com
modo al padrone /he' l e anale aua, e alando la coftiera del mote, don' era
ilfùo Camello, portaua infmo al piano di giù le eambe di dietro piegate
con vna incredibile attitudine. Et che di quefìa ifìtffarax^a,che laBi- Caualli del
lancia vfa per merco ^nacque altre volte un cauallotanto alto della per{ j11^0 •
fona,che appena potea chinare la tejia alpafeere ; e di piedi era sì gran-
de che per ogni ferro bifognauano diciatto chiodi-, Deicorfifono più
focofìi Sardi compredominati dahumor Sanguineo >et colerico ;et effer-
citati affai al correre in quelpaefe-yperò co' gli uni, co' gli altri è da ufar-
fi grandiferetiòne; e temperamento; non infoiandoli con troppo batti-
li ture perche con lapiaceuoleT^cafi rimettono facilmente dal lor furore.
Magli vni •■> egli altri non han che fare co? i caualli Ciciliani, i qualidi cauai|jcDa
velocità cedonofolamete a i Parthi,& à gli Armeni; fi come Oppiano gnuoli
ferine ; All'incontro i Partbi, dice, effer e auan'zati dagli Spagnuoli ,fog-
giugnendo , che gli Spagnuoli tanto auan%ano di velocità gli altri ca-
ualli,quanto /' Aquila gli Augelli ,il Delfino ìpefei . Vegetio,appreffo
à quelli di Cappadocia loda i caualli Spagnuoli , dicendo effer pari , ò
profumala palma loro nel corfo , & nel maneggio :nè inferiori però
effer e i Ciciliani; benché l'Africa foglia ad vfo difella dargli del f angue
Spagnuolo velociffimi altresì : poituttauiafoggiunge , i caualli Perfìa-
C ni, Vngberi, Epiroti, eCiciliani hauerela vita lunga ; ma brieue i Nu-
midi ,e gli Spagnuoli. Il Volateranno ferine /he di spagna fi producono
caualli eccelleti diìeggiere%^a,e di leggiadri a: E' l Camerario afferma,
che i cavalli Spagnuoli per openìone di velocità, e di agilità fono ricer-
cati da i Signori . Affino dice , i caualli Spagnuoli effer e di f atterga,
grande leggiadra, e dritta : di bella tefla , con una congiuntane di mem
bra vagamente di uifat a , ma con le groppe erette ; robufii al fare de*
viaggi; di corpo né dilicato, ne atto ad ammagrirfi : ma inhabili al cor-
fo , perche nel caualcare non fi curano degli f^roni; an%i dal nafeimen-
to infino alla età intera, fon cofìumati , & vbbidienti , poi diuengono
D mordaci^ cattiui . Oppiano ancora non nega, che gli Spagnuoli fan
leggiadri di corpo, ma piccioli }di poche for%e\e di vile animo, coni' vn-
gbiapocofoda: & che in poco tyatio di carrier aperdono il vigore . Da
quefìe contrarie openioni di auttori antichi vi bifogna intendere , che
-varie maniere di caualli fi producono dalla Spagna , e cattiue e buone;
fi come auuiene etiandio in tutte le altre parti. Et quel che A f sirto feri
uè, che i caualli fi procriano dì maggior corpo del ter%o clima , in fino al
fello, mapiùgrandisepiù forti ancor nel fettimOy epià tolerati della fa-
tica,cbe}quei del teryo, ouerdel quarto; nella Spagna più chiaramente
che
$io DELLA GLORIA
che altrove , fi manifefìa . Ma a queflo conferitori tutti , che i cavalli £
Spagnuolifiano belli & agilifjimi con tanta leggerezza , che di qvì fi
yen ne à divolgare ,che le cavalle nella Spagna coni, epano di vento, fi co
me altroue s'è narrato . Ciò conferma il B> emo , e l t'illanoua , i quali
fcriuono, la Spagna e/fere fiata fempr e commendata per velocità mira-
bile de' caualli, iquali bellamente i Cavalieri armati alla leggiera caval-
cano con le gambe contratte (volgarmente alla Ginetta ) & fi diletta-
no digioftrareyefkre tutti gli altri effercitu militari affai più <j>efjò,cbe
i Franco fi . Solino , e Pomponio Mella affermavo parimente , la Spa-
gna d'ogni dono naturale effert fertili ffìm a , efpecialmente di cavalli ,
i quali verfo le montagne , & l'Oceano- , nafecno più eccellenti : 1 pò- £
Vfo di Spa- poli di Spagna, Str ■ abone feri ve che tutti vf avario di portare certi feudi
gnuoli in àguifadirne%a Luna chiamate Pelte, con armature leggiere per ejfere
rmare. ^ at[j aue Yuberie , adoprando la fiondaci dardo, & la Tpada ,& co-
ftvmauano di mefcolare tra pedoni la caualleria: c/fendo i loro cavalli
ammaeslrati àfalire ogni atpro monte , & à piegare ageuohffmamen-
te le ginocchia , dovunque fuffe mefiicri , e quante volte fvfftro co-
mandati : foggi ungendo i e avalli Celtibcn efiere filmili à i Parthi, per-
che di agilità , e di dtfire^ja di correre avanzano tutti gli altri . Nel-
la Celtiberia era la Città di Bibbili , patria di Martialc, hoggi nomata
Calataiud, l aquale egli feri vendo à Li ci ano , chiamanobile d'armi , e G
dicaualli . Celebra egli ancorai caualli d'Avflria , che confina con
la Cantabria , hoggi detta Bifcaia: dicendo, che quantunque fiano
piccioli ci perfona, fono tuttavia leggeriffimi di gambe, &pevvfare
le fve parole ,rac cogliono à numero l'vnghie rapide^ . Di qvesla re-
gione,& anco della Gallicia , elfècongivntapur con l'Aufiria ,fon lo-
dati da Plinio i cavalli d'vn bel portante . Ma per dire de' tempi no-
Uri , Noi veggiamo di Spagna produrfi cavalli maneggiarti di ilatv-
ra grande , epieeiola , affai leggiadri , e gagliardi , per la mefcolan%a,
e' hanno co gli Africani . Altri ve ne fono di più taglia, i he i Barba-
ri, &fon chiamati G 'inetti, i quali moflr ano granita nel paffeggio^ & ti
nel maneggio, & in tutti i loro movimenti . Altri di maggior fortez^
Villani di Xa* e di membri groffi, fon detti Villani di Spagna, non perche pan
Spagna . tenuti in manco pregio : ma perche le raz^e più nobili fi tengono ne'
paefi vicini al mare , lequali per la più parte producono caualli belli fi-
mi , dipelo bianco yòfauro , òflauo , co' i crini pendenti infimo à terra i
che fono in grandifjima fiima appo coloro, the fan pr e ftffìoned? inna-
morati >& molti-ancora di quesli nobili ne riefiono sìfvperbi,& cofi al
Uri, che non bafta la forza del Colone à domarli fenica aiuto di qual-
che
DEL C AVALLO, LJB. IV. 3*1
A che artificio violento-.ma quei, che Villani chiamano, fi allenano in Ino
gbi afpri,quali fono, le montagne di A karaté diAHfiria,&fenon co-
fi belli, riescono tuttavia ecctllenttffimi di robufi esaltato ,chei caual-
li delrégno di Marcia fono filmati i migliori ditutta Spagna , & cofi
nella prouincia Betica,detta volgarmente 'Andalusa. Il territorio dì
Granata,per effere mont agno fo ^produce pochi, e piccioli caualli, ma for
tiffimi, & leggieri , comeffxffofifon veduti in poter delConte di Ttn-
dillaye di Don Roderigo Mexia Signor di Santafimia.Quel di Cordona
ne produce più di numero,& più grandi ; sì che fono ben commodi alla
guerra;& ne tengono razj^e il Vefcono,e Don Luigi Manriquc^on al
B cuni altri. Ma quel di Siuilla, benché no produca molti leggi eri, e belli,
nondimeno fon troppo dilicati,& mal' idonei alla militiate ne trouano
quiui appo il Mar che fé di Villanoua , Pietro di Pidieda,e'l Signor del-
l' Algab a. Fertilijfimo né pur il territorio di Jier cernala medcfima di-
licatczjg offende alquato la perfettione,c 'hanno dell' altre parti:Si di-
lettano d'allenarne Martin Danila fiondalo Pere^Rui LopezJiTru
gillo,Giouandi Villa uian tremila^ Venauente. Molti buoni caualli Signori
fi producon 0 altresì ne i territorij di Ecija , di Bacca, di Vbeda, e di la- S pagnuoli
ben; nellequali Città fon padroni di belle rav^e Don Fernando di Tor- P[jroni d*
res, Don Diego di Cabra,Don Diego diCarauaial, Gìeronimo di Men bcl,e razze*
C dov^a, il Conte di Vrena,e'i Duca d'Arcos,e'l Duca di Medina Side-
nia^i Contedi Palmare ipaeft del lor dominiozE'l Signor Marcbefe
di Tariffa Due a di cicala vna fàmofa ra^xa mantiene di bei Omet-
ti . In Calldlatengono lodaticauaUi Don Diego Mexia,e Don Rode-
rlo, eGiouan d'Vlloa . In Toledo Don Francefco di Rojas,& in Na-
uarra il Coneslabile. Sonoancora altri molti , e Signori llluslri, e
priuatì genti Ihuomini, che in quefie, &in altre prouincie della Spagna
attendono à far nudrire eletti generi di caualli ; oltre à quelli , che la
Maeslà del Sereniffvmo Renofiro Signore fa gommare in Aranfue1^
ma uè tutti fi fon potuti da merifapere , né io mi fon cnratodi ricer-
D carli . Non però paffero confilentio il Reame di Portogallo, doue (per,
quanto intendo) fon molte buone ra%£e,e di Barbari ,e di Ginetti, corri-
spondenti alla fama de' tempi antichi ; fra le quali l'Infante Don Luigi
in rn luogo chiamato Saluatìerra,ne tiene -vna affai leggiadra,che heb-
be dalConte di Marialua ; vn' altra ne tiene il Duca d'Anciro in Bel-
nwnte; yn' altra in Villa Ve^ofa il Duca di Brigan^a, dalla quale per
lopinefeono Leardi \quini nomati Rn%ZJ l e dicono, che hebbe origine
quefla ra^ada vn Calmilo Africano \ che nell'imprcfa. di Zamor-
raacquiftò il padre, ilqual Cauallo , fi chiamava Pie di gatto, for^
X fé
3il DELLA GLORIA
fé perche fuffe leggiero, e deftro come vn Gatto . Hannouene ancora il E
Marchefe di Herrera,il Conte di Caslannera, il Come di Linnares,e*l
Cote di CudiguersLuis Aluare%di Tabora,Manuel Telle^Don Gio-
Caualli del uan Maxcarennas3e Don Diego di Sofa,con alcuni altri . Finalmente
Mondo no da quefle Ratgefe n'è co fi dilatata la prole al Mondo nuouo, che dotte
uo* prima no fi haueua notitia di caualli, hor a ve n'è in molti luoghi fertili-
tà marauigliofa, majfimamente nel Regno di Melinda, che ètra l'Jfola
di Mombrarza,& Calicut.Et in fommapoffiamo ben' affermare,che le
Ra^e di Spagna,fopra tutte l' altre, màtegono il principato ,quiuiufan
doft più che altroue vnafomma indufìria, e diligenza, nell'elettioni de
gli ftalloni,e delle giumente ;non comportado i caualieri,che s'intromet J*
ta ne- loro armenti ale uno, che non fa di legnaggio }e d'h abitudine per-
fettijfimo; & la medefma curavi tengono quei priuati contadini , che
allenano pur caualli ,qnat un que di poco numero Jquali da noi fi chiama
no Caf alini. E di qui viene, che tutti i caualli Spagnuoli riefconogetilif
fimi di natura;& fé ben fé ne trouano alcuni di poco neruo nondimeno
è tanta la loro boni à,efincerità d' animo generofo, che cuoprono,& aua
%ano ogni difetto, che in ejfifuffe ; onde ileaualiere ha da vfare co loro
le minacciepiù tofto,che le pi re effe, delle quali ncnfno degni) né bifo-
gnatrauaglio all'imbrigliare ; ad ogni fcrte di freno accemmodandoft .
Causili f>ejia fj0raìCbe mi riduca alla bella Itali a, ali a quale efft ndo fiate vnita- q
ta ,a* mente conceffe dalla benigna Natura tutte le gratie , the per l'altre
prouincie paratamente -difperfe furono , fi cerne nella Georgicarende
buon te/limonio il Poeta ;fofferifca l'ifieffalnuidiayihe ancor' il vanto
de i caualli , che meritamente le fu da Plinio attribuito , rimanga fuo;
potendofi affermare à mio parere (né credo, che in ciò m'inganni affetto
alcuno) che i caualli Italiani fiano di gran lunga fuper tori à quanti mai
per tutte l'altre parti del Mondo ne fuffero celebrati . E qua fi pò»
triano addurre infiniti cffempiy in -quante guerre import atijjime da' Ro
mani fatte in diuerft luoghi, l'opera della caualleria Italiana haueffe iti»
ftri vittorie confeguite. Ma veramente fé la bontà delle ravgefuol prò- fj
cedere da più cofe,come dal temperamento dell'aere, dall'attitudine del
faefe , dalla fcelta de i caualli , e finalmente dalia cura de gli habitanti
delle prouincie, che di sì fatto effercitio fi dilettino; incredibile non dee
effere, chequefià maggior an%afiorifca nella Italia ; doue quanto fia
benigno il clima,quanto opportuno, & ameno ilfito,fopra tuffigli al-
tri delFvniuerfo,ècofa chiara , cbefen%acontradittione veruna fi ap-
proua da ogni gente ; effendo slata l'Italia per la fua felicità defidera^
tafempre da varie nationi , & pero continouamente infeflata di guer-
re,
DEL CAVALLO, L1B. ÌV. g*|
A re, & fecondo le volubili forze deiia Fortuna diuerf amite fioreggia-
ta; della quale varietà effendoui introdotte varie qualità di cauallifco-
me di [opra accennai fi fono venute àfkre perfèttiffime raTge, di tem-
perati humoriper virtù dell'aria, di robufìa compleffione per la natura
de' luoghi ,di vaga bel{e%$a,per la mefcolanza di eletti progenitori, e di
mirabile attitudine per la dottrina di ecceUentiffimi Caualieri. Bi tut- Reame j •
te le quali parti e/fendo il Reame di Napoli fior itiffimo; egli infommafi Napoli fio
può concbiudere , che tenga di queHa gloria il primo grado: llche dal ritiflìmodi
giudicio delgrandiffìmo Carlo v. Imperai or e chiaramente fu ap- caualli.
prouato ,Uqualehauendo ottima conofcenzateprattica di tutte le fyecie
B di cauaUi,e di tutte Vani cauallerefche,fempre eleffeper feruigio difua
perfona i càualli Napolitani, come idonei ad ogni effercitio,etfattione.
Non può negar fi già, che l'altre parti dell'Italia non producano ancora
in abbondanza caualli eccellenti di coraggio , di leggierey^a, e di ga-
gliardia, come fi vede per le memorie de gli antichi, tra' quali fi lodano
per attiffmi alle guerre i Tirrheni,cioèTofcani da Oppiano ; e da Gar-
rone quei di Rieti in Campagna di Roma, che da Volaterrano fi dicono
£ofceani,per vna campagna di quelpaefe chiamata Rofcea,doue la ru- Rai" &•
giada tien conti no uamente l'berbette bumide ; & come etiandio fico- ™. . .
nofce per efyerienza di moderni; tra' quali fanno ottima riufcita le no: tajjanj.
C bili razg? d'orbino , di Firenze , di Ferrara, di Mantoua, e di Par-
ma, che genero fi caualli fono flati fempre folite di produrre ; maffima-
mente quella de' Sign ori Gon%agbi.,cbe con eletti Barbari è mef colata ;
e da quella de' Signori Farne fi vfcì quelfamofo Le ardo, chiamato il Sai
tamuro, che tanto fu dal Signor Marcbefedd Vafìo tenuto in pregio..
Ma fé di tutti i caualli rarijjimi fono quelli , che di tutte le conditici i Lodi de* ca
neceffarie adornati, & à tutti gli ejfercitii fiano idonei; di tal lode i Au ualli Napo
politanifoli veramente al più generale fi trouan degni; perche al carni- *ltan* •
nare, al paleggiare, al trottar e, al galoppare, all'armeggiare, al volteg-
giare, & al cacciare hanno eccellenza, &fmo di buona taglia, di mol-
D ta bellezza , di gr -an lena, dì molta forza, di mirabile leggi erc%^aa
di pronto ingegno , e di alto animo; fermi di tefia , e piaccuvli di
bocca , con vbbidienza incredibile della briglia ; & finalmente cofi
docili , & cofidettri , che maneggiati da vn buon Ctaua\iere , fi muo-
uono à mifura, & quafi ballano ; fi che in effetto fi vede in loro quel,
che gli antichi , forfè appena creduti, di/fero già Mei Sibariti della
Calauria-j . Et per incominciare da quefia iHejj'a P.rouincia à raccon-
tare alcune più famofe razze di tutto il Regno ; . Quiuiinduoghi rtt-
ilici ; ma ameni , fi tiene quella del Signor Principe di Bi figliano , la
i X z qual
314- T> E L L A O L O * 1 J
qualproduffe quelcelebre cauallo,cbefè. nomato il Sauro Concfiabile, £
ballano di quattro, e della fronte : e.tutto dì produce corfieri,e ginetti
belli; Sonoui etiandio di molta Him& le taqge delSig. Duca di Mon*
telione,del Marcbefe di Caflel vetere3del Conte di Santa Seuerina3del
Signor Duca di Nocera3del Baron dell'I fola di Luca3Giouan Forefla3di
Santo Stefano del Btfco,de i Campanelli ,d e' Cruculi3 e di Melifa . In
Terra d'O- terra d'Otranto flà la ra%%a antichiffima del Signor Giofredo Palaga-
tranco . no^ Galr^l $corna3del Baro di Motola3del Barone di Caroftno3e del
Barone di Paligianoy e di molto nome ve n'hanno ancora i Signori Pa-
gani^ quei di Ri fi in Monopoli, e Conuerfano ; e'isig. Duca di Santo
Terra di Pietro . In terra di Bari , oltre alla ra%$a3cb'era dellarR-eina di polo- F
***r' * nia3 vi fìanno quelle del Signor Duca d'Adri3del Signor Luigi Pigna-
telb3del Sign or Scipion di Somma3del Signor Marcbefe di Pulignano,
del S.gnor Marcbefe della Ter%a , donde vfcì quel Sauro Rabicano,
ben formato , & animofo3 ch'era generale in tutti i maneggi 3eperfet-
ttjfimo, e da quella del Signor Duca di Gravino vfcì quel Baio faporito
Caflagno, ftgnalato nella fronte ,& in vn piede : cauatto di grandiffi-
maag liti, ammaeflrato dal Signor Federigo Grifone 3 e mandato dal-
Vllluflrilfimo licere all' Altera del Principe di Spagna ; & ne riefco-
no del continuo cauatti cor fieri 3 e di due felle eccellentiffìmi : Tien'an-
corbuonara%£aìl Mafìro Portulano di Taranto ,& alcuni altri nel Q
paefe di Martina 3 delle Noci 3di Palo , di Fafciano , e di Medugno .
Puglia. N'Ha Puglia , la quale per commodità di cannili, è lodata molto appo
yarrcn<> , fid la raTga del Signor Principe di Molfetta, nella Proci-
na; del Signor Conte di Alt auilla nella Riccia; del Signor Contedi
Sant' Angelo mio cognato ,del Signor Marcbefe di Lecito, del Signor
Marcbefe di Lauello, del Signor Carlo Mormile, del Sig. Marcello,
e del Signor Don Marino Caraccioli ,dei Signori Pignatelli, di Cor-
nelio de C braccioli, e dei .Monaci di Santa Mariadi Tremiti nelGar
gdn^i -Eum ancora la raxj^adel Signor Conte di Ruuo ,hora Duca
<à'Andriy dalla quale vfiv quel Baio Caftaguo ofcuro , fegnato nella Ff
fronte , camllo di mirabile jpirito , che dall' jlluftrifjimo Signor Don
Pietro di Toledo fu mandato al Sereniffimo Re Filippo nofìro Signore,
quando bebbe à paffar per Genoua . Et vene tengono affai lodate il
Vefcouo di Bouino , i Signori Marche fi di lrico , e Triuico,i Ma-
gnifici Ra'ià'chieri ,& anco i Ceceri , da' quali vfcìvn Leardo ro-
tato^be bora è in man del Signor Principe di Solmone , cauatto di
buona taglia, di fàtte%^a affai ben proportionate, gagliardo, e corag-
$iofo j aitiffimoad ogni forte di maneggio , e ^edulmente al raddop-
piare,
<DEL CJtVjilLOyllB.lllt 525
\A piare y fiche meritamente fi può connumerare trai più celebri $ che fidi
no ò d' antichi^ ò di moderni . Inetta. Bafilicatay onde fa Horatio mentio- BaJiff&ft
ne del fuo Qiuallo da Satriano , Ha vna perfetti ffìma raiga del Signor ta*
Principe d'Oftiglianoycbe produffe quel *Baio (prona Ballano della fron
teyedelp'iè della Giaffa y che fu veramente miracoloso . Hauuene il Si-
gnor Duca di Martina mio fratello > Don Ferrante Gaietanoy il Signor
Cjiouan Iacopo Dentice} il Signor Giouanni Caracciolo di Mar fico -, il Si-
gnor Thefonere a Grottula;i Monaci di San Lorenzo della Tadula^n-
tonio da Serinoy eH Signor Conte di Potenza , donde vfcì quel Sauro, f aiu-
tatore y chefeajpauento a molti Caualcatori > donato al F^euerendijfimo
B Cardinal Farne fé ; e quel Sainato Ballante y che fola efiogran Sinifcalco
ardiua di caualcare^coflumando Jproni lunghi . Isella prouincia di Trin- princt-
cipato , eralabellijfima rayga delPrindpe di Salerno > cheproduceaec- pato.
celienti Cor fieri yGinettiy& *Acchineey e tra gli altri ne vfcì quel Baio
Fantafia di pelo Caflagno , Ballano della manfiniftra , che con la dot-
trina del Signor (jiouan Francefco Sanfeuerino, diuenne mirabile . Hora
v'è quella del Signor Principe d'^tfcoliy del Signor Conte diSant'^fga-
ta}del Signor Giacomo Caracciolo , del Signor Gjiouamberardino Carbo
ne > e del Signor Conte di Confa > hoggi Trincipe di Venoja ; dalla quale
ra^a al più efcono gran Cor/ieri) come fu quel famofo Cauallo y det-
*■ to il Liuriero,& il Cja^uoloytbe Don Vgo licere di queflo Hegnofì pre-
fe per fua perfona . i^ell^brw^o flanno le ra%£e del Signor Duca Abruzzo
di Termole , del Signor Duca di Popoli , del Signor Marchefe di Santo
Lucido , del Signor Marchefe di 'Buchiankoydel Signor Giouanni Carac-
ciolo diCelenja ; del Signor Viccntp d'Euoliy iiVicm%o di Capite , e di
<ts4leff andrò dello Startaro. Trejfo a Beneuento tien rai^ail Signor
Giouamberardino Carbone y tJWarchefe della l'adula . In Terra di La- Terra di
Uoro ne tiene il Signor {{liberto Carafky la cuiraigafuoleprodur Ginet- Lauoro*
ti per la più parte; i Monaci di Monte C afino in San fermano , 1 Sella-
ridi diVitulanoy e'I Signor congelo 'Barone . Tene ala in >Arienyoil
V Signor zJHaJfimo di Mont'^A Ito mio Cognato ;della quale il Signor Tren
cipe di Solmoney hoggidì n'ha vn cauallo dipelo 'Baio Caflagno ; ne fcu-
ro y ne chiaro > ma lucido yfegnato di bianco in ambi i pie di dietro , cer-
tamente marauigliofo in tutte le attioni e aualler e fche > con quefta fac-
ciale uirtùy che ogni voltaychefia accennato dalCaualiereybafla a rom-
pere qual fi voglia porta con le mani , & co' piedi , & con la fi-onte , &
talhorafi moflra difposìo a falirper vn muro in alto , cofeda fkriiìu-
pire i riguardanti . <tSli"afouerchia > & forfè vana fatica farebbe a vo-
ler in numero qui riftringere tutte le Bgfgey che nel Bearne dil^a-
X 3 poli
$ìé DELIA GLO'XJA DEL CAVALLO llB. UH.
poli fi ritrouano , pochi efiendo. quei Signori , ò gentiluomini :, che non E.
rfhabbiano , fecondo l'opportunità de i loro luoghi , ma. fra tutte , la più
eccellente, & lapin degna è quella,che in nome di fua Ùhlaesiàfi man-
tiene inCalauria, & inTvglia; onde generalmente perfetti Caualli, &
alla guerra idonei fi producono. ; & facendo fiorii annoia fcielta dei
Poliedri atti a domarfi , fi conducono alla Città di Isfapoli in vna ftaUa
Ideale ,che fuor delle mura Jìa prefìo.alla foce del belSebeto, fittola cu-
ra del Signor A JcanioCaracciolo,il quale , come Luogotenente del Si-
gnor Don Antonio di Toledo, Qiuallarixgp maggiore , è dalla,
(orte f alari ato .. Di qui ,tra altri infiniti di fommo preggio ,
yfcì quel "Baio Caftagno Brancaleone , fegnato nella.
fronte, ilqual con gli ammaeflr ■amenti di M., ■ -
Giouambattifla di Ariano , diuenne eccel-
leatiffimo, & meritò, che, fofie
mandato allinuitiffimo Im-
peradore,. che viua,
in gloria ^
ILEl'XJE DEL QV-jì^TO; LlR^p* 6
Vi
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVSTRE
NAPOLITAN O.
Della Gloria del Cauallo*
I L EVINTO LIBRO*
7 ?^ horahabbiamo trattato della natura de
i Caualli) e delle loro parti , con la confide-
ratione de i peli > e delle regioni : ilchepof-
fiamo dire-) chefia la maggior parte della
Teorica di queft'arte: Hora venendo alla
prattica > per mostrare comefia da ridar fi
quefio gentilijfimo animale -à far quelle ope-
re , che fono in, diuerfi meflierinecefìarie > e
Vs^g^^SNìia^J^ grate all'huomo,farà bene > che feguitiamo
t esempio del Platonico OnoJ andrò , ilqual volendo fcriuere gli ordini
della guerra > defcrilfe prima le parti dell'ottimo Capitano . Et co fi pri-
ma ch'io tocchi della difciplinadelCauallo-, duo alcune co fé conuenien-
ti al Cavalcatore : *A cui non altrimenti*) che à l Oratore fi richiedo-- Quali co
no oltra Vjirte > IJmitatione , & Vejferiiiìo; & fopra tutto il dcfìderio te fi con.
di conseguir la eccellenza : lequai cofe in ogni profjfione fon tanto tffi u/nSan<>
caduche ninno dee diffidar/i di fé medefimo, quando taf ciati i vani giuo - cat0ii.
chi > egliocij contrari alla virtù > di continouo fi efierchi imparando : e
tanto maggiormente vrìhuomo "Hobile > ilqual douendo auan^argli al-
tri in ogni lode > come gli auan%a in degnità y con più ardore deurà sfor-
mar fi di acquietar la perfettione di quello mefliere honoratiffimoy nel-
qjuil principalmente confifte la gloria militare . Et benché fia mot*
X 4 tonfr
$iS D E L L A g L 0 B^I jt
Ciualca- t0 ner0ì ty approuato il parere di Senofonte) cbe'l Cavaliere s' egli ègio- £
effzraio- nane idee più tofìo (pender il tempo ad addentrare la fua perfona y <& à
uenc prouare le forze (uè , effer citando fi con alcuno più di lui pr attico > e piti
dotto nel cavalcare , & nell' armeggiar e y& s'egli è vecchio, dee più ta-
tto occuparfi a feruìr la patria , ouer il Trincipe , o con l'opera , o col
consiglio nella guerra , ò nella pace , & a giouarein ogni pojjìbil modo
a* parenti) & agli amidi che attendere in quella , ò in quella età a do-
mar Tolledri ; Tutta volta è neceffario , ch'egli ftejfo h abbia ottima co-
noscenza di tutte quelle cofe} che fi richiedono al domare; accioche dan-
do il Tolledro al Domatore , non altrimenti > che vn figlinolo alVedan-
te, che l' ammaettri; fappia ordinatamente circofcriuergli i modi y che a P
tener s' babbi ano: folendofì per lo più commettere quefto primiero vjfi-
. ciò a minifiri > che non fanno talhor compiutamente quel che deurebbo-
chi fono no giàfapere.CoHoro volgarmente fon chiamati Coxjoniyperche cot^a
e perche noye contrafiano co' T olle driyc aitale andogli in Bardella) & anco in Sei-
cofi detti la.)infino a tanto y che gli habbiano ditetla ben r affettati ; nel che vera-
mente (apportano gran trau agli y & gran pericoli : perle fierezze) e di-
uerfe firn t afte de' Tolledri ; iqualipofcia (per ajjìgnarli in quell 'efierci-
tioy ouela brinatura gliharà inchinati) fi commettono a più ejperti
Caualcatori) che molta fatica pur vifoftengono : Et però bifognay.cbe
amendue fian perfone ben proportionate di corpoyagili)gagliarde , robu-
ftey&- animofe > &fopra tutto confederate , fame > & intendenti > fi che
pre^amente fian capaci di quanto loro fi imponete ; cJr habbiano buon
giudicio di conofeere la complejjìone) l' inclinatone, l'attitudine , e tutto
/' C-fiere delCauallo : non altrimenti , che fa vnfagace Medico de gl'In-
fermi^ dvn faggio Taire di famiglia de' fuoi figliuoli) e fer nidori : ajfi-
ne )dye fatte quelle confiderationi y che fi richiedono y a quello effer citio >
Cauallifi addestrino l ' animale, alquale il veggiano più, idaneo.Che certamente fé i
debbono Cauallifi aslrignefiero a quello fola , a che dalla J^atura fi riconofeono
aitrigne- inchinataci afeuno riufeirebbe nella fua operazione eccellentiffimo . Ma ^
io V* che" 1ua^ ra&one approverà > che vn Barbaroyod vn Turco nato atto a corre-
fono in~ re come vn Vento,noi vogliamo , che raddoppie, ofpari calci falt andò in
chi nati, aria § Vn defiriere di taglia vada di portante . Vn appropriato a l' an-
dar piaéeuole , <&• quieto y trotti) ò corra fempre ? Quefio è vno sformare
iellal^atura , non meno pazzamente , che firn quegli altri , iquali fen-
%a mirare a i fegniyne alle conditioni dell animale , fi mettono a trava-
gliare fu' (faualli , che in mill'anni non bafierebbono a confeguire quel-
la perfettione , ch'effi vorrebbono . Egli fi può correggere la ijatu-
r4> come farebbe quando vn Cannilo battendo alcun cattino co slume, il
Ca.ua-
DEL CAVjLILOy L'IB. V. $29
jt Caualiere con larte,col travaglio , & con castigo ce'l va togliendo : nel
che è neceffarioy che non fi a mai foprafedvto \ perche finente vn Cavallo
ammendato venendo in mano diperfena poco accortalo men potente-) ri-
torna alla prima fua cattività naturale ^uoffì ancora la Islatura aiuta-
re quando il Cavallo battendo pòca agilità^ lena,fifit confefìercitio, &
conia deslre^a accommodar e a qualche degno mefiiere : Tuoffì mol-
to più felicemente folleuare efiaT^atura, quando l' animale efendo da
fé in chinato al bere , la buona dottrina con merauigliofo profitto il rida-
te afomma perfettione . Ma voler contrariare alla l<{aturay& far -(co-
me dicono)à malgrado della Minerua ; èpenfiervanoy e temerario , &
_ qua fi vri imitar de gli flolti Cjigantiy che volendo (fecondo i Toeti)fiir
fto& alCkloy caddero fulminanti > & oppreffida que' meàefimimontiy
che follemente haueano accumulati l' vn fopra V altro JEt volere sfora-
re vn1 animale oltre la fua poffibiltày non è altro > che vn voler mettere
ad vna fragile nauicella vele maggiori del conuene noie: finche correndo
à romper fi in qualche f doglio > i lamenti farebbono dagirarfipiù alla te-
merità del Gouernatore, che non à l'ajpreiga della Fortuna, come Plu-
tarco ben dice ; le cui belle fenten^e > che nel trattato dellaTranquillità
dell' animo s'introdaconoy daquefio argomento non fon lontane : che non
a tutti tutte le cofe appartengono ; ma hifogna , che ciafcuno fecondo il
C Tithio oracolo gouernandofiydi riconofcere fé medefimoyveda bene quel- Ciafciu
loychegli è piuproprio naturale, & aquello s'applichi ; lafciando ad al- nodee ap
tri quelyche per fé non conofce buono . Che già per tal documento Home- Plic*r" a
ro induce (j ione ordinare a? ' enere y che lafci Marte impacciar fi nelle co- fat "li*è
feidi guerra, & ella habbia folamente cura de i piaceri > e de' letti nu%^ più prò-
Talueffendo conveniente a gli Deiy the ciafcuno della fua potefià fi con- Prl0#
tenti: & che, fecondo Horatio :
1 fabbrili ittrumenti i fabbri trattino.
Si come adunque(per addurre ancora à queflo propofito le parole di Cìce- Difpofi-
rone ) veggiamo negli huomini le difpofitioni de' corpi effere differenti: rioni dì
X> perche altri vaglio^ a correreyaltri a lunare ; altri fon bclliy& altri brut £orP* ^"
tiiet molto più differiti effere ancoragli animiyet igufii: perche altri uié crentl "
dedito alle lettereyaltri all' arme; altri a buoni coflumiyaltri a cattiuiyal-
tri ama l'amaro,& altri il dolce: co fi tra gli animali brutti rio puri di gè £> juerfj_
nerifo n diuerfi,hauédo la Telatura diuerfamente difiribuiti i mefìierifra tà come è
loroycome per efiépio a'Buoi tarare,a* Cani ilcacciare,& ilguardare-3a ne oli
gli hftomini l'operare,^ l contemplare:ma diuerfifjìme fono le ihciinatio- J^jj"'^
ni dì ognifpecie : perche fi come de' Cani qual è più atto a* Lepri, qualà ne , ca_
Ringhiali :cofi dèi Cavalli, benché fian tutti appropriati al correre ,&- uallì.
al
^o D E L l o€ g l 0 ^1 Ji
al portare,nondimeno quale più idoneo ad vn modo , qual pia ad vrìal- g
tro. Vero Sommamente è necefiario, che prima fi conofca bene tutto l' ef-
fe re intrinfeco,& eUrinfeco diquello,che noi prendiamo ad ammaefira-
re,& poi fecondo lafua propriah abilità gli diamola dottnna,& l 'effer-
citio con fatica toler abile y& con conuenienti caHighi . Lequali mi paio-
no a punto effer conformi a quelle , cbé'l mede fimo Cicerone adduce nel
formare del fuo Oratore-, che nondebbiamo rimanere dieffortare coluiy
che puh riufcir perfetto,ne ^attentare queW altro , che a qualche medio-
cre'fegno pub arriuareimafe la prima cofa è diuina ; & la feconda , che
è ò di non fhr quello ,cb >e, non puoi fhre perfettamente ,o di far quello, che
già non fai del tutto male : è conditione dihumanaperfona ; certamen- F
te la ter?a , che è di voler efiere eccellente a dijpetto della Tsfatura , in-
oltre allapofianxa delle proprie forze>è fcbioccbezja dihuomo, che co
la propria tromba cerchi di ramare molti teflimoni della fua pazzia .
Onde firana fciocchezja veramente è da dir fi di quei Signori, che'facen-
dogran difbendio alle ì{az£e,& vfandogran diligenza à lo fcegliere de
i Caualli,pofcia ò per auaritia , ò per trafcur aggine poco mirano in man
di cui commettano i lor Tolledri , iquali fenza dubbio tali riufcìrannoy
quale farà fiata la primiera lor difciplina : tanta forza hauendo in tutte
le cofe -quella imprejfione, che pria simbee , che poi diffciliffimamente il _
prefo habito fi rimuoue,come bellamente dimoHra Horatioin quello ef-
fempio,che cofì adduce .
Tal' odor ferba lungamente il vafe>
Di qual fa frefco vna fol volta pieno .
Conforme all' antico prouerbio , Quel che poni in vafì nuoui , Tinche ìn-
uecchinve lo troui.Ilche mede fintamente Virgilio affermò, làdouedifle:
Da tenero auuezxarfi ^ purg?an cofa .
E già veggiamo, che per colpa d'ignoranti, & inefperti cozzoni vnVol-
ledro fpeffìffime volte di buona afpettatione diuien cattino , efconferta-
to ; mentre che tutti indifferentemente gli ammaefirano ad vn modo, p£
fempre gridando , e percotendo > e tirando il cauezgone hor qua hor là
fenza mifura né fermezza : onde il Poliedro di collo , e di bocca rotto
(come tra' gualcatori s'v fa dire ) viene a prender tanti , e talivitijy
che poi tutti i migliori maeHri del Mondo, effendo t ardi, non gli po-
trcbbono racconciarci . Ver ciò che in togliere le cattine ìmprejfioniy
che vna volta fi fiano prefe, grandiffima diffcultà (come Quintilia-
no afferma) fi trotta: bifognando, che doppio pefo vi fi fosìenga , a>
cacciar via la dottrina falfa, & entroduruilavera : Et però Timo-
teo > che nell'arte di fonare kViueera chiarijfimoy folearifcuoter al
doppio
&EE CAVALLO, LlB.r. 331
> d'oppio maggior [alar io da coiaio, che islituiti prima da alcun altro y
andauario alla fua [cuoia ; che da che vi fnjfe andato del tutto ro^o:
Et queììa importanza fu molto bene da Filippo Macedone confederata ,
che' Ifuo figliuolo in fin qua fi dal latte, e dalla culla commi fé alla difci-
plina debTrincipe de' Filofofi . Eleggafi dunque cofi il co^oneycome il Cozzoni
Caualcatoregiudiciojoyprudente y e pratico , ilqualfappiasìfkttamen- corj ^
te adopperrarfuche'l (fauallo intenda il voler fuo : & che l'ami (per dir conditio-
cofi) e tema infieme : bifognando > che l'uno conof a l'altro ; altrimenti ni debba
non faranno tra loro d'accordo mai fi : come tra due huomin i mal fi può
no haue-
re.
attaccare amislày fé non fìano conformi di volontà , &fe feouerti fe-
*£ greti deVcuore tra loro > non s'ingegnino a vicenda di compiaverfì. Sopra
tutto fiapatientC) & manfueto > non colerico ,nè sliT^ofo; perche l'Ira
il più delle volle difegna cofe, delle quali necefjàriamente è compagno
il pentimento : ne mai da vn' Iracondo fi potrà far e cofa perfetta : maf-
fimamente fé per auuentura gli viene alle t,:am vn C 'auallo fuperbo y e
generofo y ilquale riceuendo fqueychia ingiuria,fhcilmente cadendo in di
jfeeratione > s' infoca , &fifa sboccato : come i Caualli del Sole, mal go-
mmati da Fetonte >. fecondo Gnidio ilqual dice ,-.
Voi chefcaldatifuvgli. animi fieri ,
// duro collo > e ripugnante al freno .
C £t fe'l (fauallo fuffe pigro e di poca lena ; egli certamente il farà pia
vite , q tòfto il condurrà, alla morte > volendo , che in vn momento fac-
cia ogni cófa 5 fenya dargli tempo , né effercitio moderato > c£* alterna-
to > conueniénte alla difrofitione diluii Tero-per principale regola nel
mesliere Cakallerefco Senofont ecomanda y che non fi vada mai con ira, a! Caini
né confiiperbia al (fauallo > mafempre con carene di voce^e di mano , 0 lo fi vada
che fia di fuor.iyb nelle flalle y oue none da comportar fi > che mai fibat- conc*rez
tajnè che fi fgridi y eccetto qualhora bifognafìe per casligare y 0 ripren^- ccniente..
dere qualche vitio ; ò quando alcuno ne fnfie odo foy & addormentato
di fua natura y che fi doueffe con oportuni modi tenere co' fenjì desìi .
XfXonciofì'a cofa che fi come ài' Oratore appartiene di far due cofe col
fuo parlare , cioè'y che muoua le. menti % quetey& plachi le turbate ; cofi
dee ilCaualcatore co' debiti me%t attendere àqueflofiney che fólleciti >.
& appresti iCanalli tardi ; & affreni ): e mitighi ifuriofì .. Et fi come ,,
ger v far le: parole tì orati ane :
T^iuno è tanto fier y che non fipoffa y,
Treftando orecchia al colto dir3 placare:
Cofi ninna- qualità di C auallo jpauentinoiych e con là diligente ;& conti-
noua.difciplina non- pojfiamo. cattarne, alcun, buon frutto: che [e ben alcun Q.
nella.
§3% DE IL U G l 0\1 jÉ
nella prìmafuagfouanèz^a non fi mo/ìra/fe sì agile, e gagliardo > com*
farebbe il de fio no/lro ; purbaremo à/psrare , ch'egli col tempo vi deb-
ba efiere : non e/fendo da dubitar/i , che con l'età non fi faccia mutatione
in tutti gli animali e di compie '//ione , e d' intensione ; variando fi gli hu-
mori co' pianeti, fecondoVroclo : fi che molti prima /limati inhabili, fi
fon veduti riufcire atti/fimi , aggiuntoci il diligente , e lungo sludio del
maeftro : fi come all'incontro molti di buon principile di buona fperan-
%a fono poi diuenuti per la colpa della difciplina cattiui . La primiera
«auallo fi dunque industria , & maggior cura in quello folo deurà confi fiere , che fi
feccia zt- faccia il Cuuallo (come il Retorico dice dell'uditore) attento, docile, -e
cento, do beneuolo: frequentando di toccargli con mano piaceuole,<& leggiera hor f
cile,ebe- -j ca^Q ^ fj0rn do/fo,hor le groppe,hor il ventre,bor le gambe,& bora i
piedi, alzandoglieli fruente ;& nettandoli^ battendoli alcuna volta da
fermo à fermo (lequai cofe dan giouamento per l'imbrigliare > infellaref
fb-ìgliare,ferrare, & medicare) & finalmente accarezzandolo in tan-
ti modi , che egli venga à prendere amistà , e dimefiichexza non pur del
J uo gouematore , maetiandiodi colui,che Iharàà caualcare; conofcen-
dolo non pur alla voce,ma all' odore,come di molti fi e veduto :fi , che
non folamentenonfi.fi> auenti, ma s'allegri quante fiate ilfenta accofia-
re>& fopporti di far fi maneggiare in tutte le parti : llche non farà ma-
lageuole àconfeguire , ve dendo fi apertamente , che non folo gli augel- <j
Fiere di- li,eicani,ma molte Fere firane , <&• più feluaggie con la lunga v fan%a >
LengonoJ ^ con [a piaceuolezza diuengono manfuete , & amore uoliffime ver-
manltietey^ i'/,l40m0) come di molti Leoni fi legge > che per la lunga pratica fi
ceuolez- fon fatti piaceuoli, & bum ani. 8t perche tutte le nouità repentine ■
za. & violente fono contrarie allargatura , pero volendo rifiringere in
feruitù vn' animai nato libero > & feroce nella campagna,è dimefiieri
accortamente hauer riguardo , come, e quando ciò fia dafhrfì. Intor-
no al che già fi troua fcritto , che Federigo Imperadore'niun Polie-
dro facea domare per la fua perfona , che non fu/fe slato di quattro
anni ; tenendo ferma openione, ciré cofì veniffe il (auallo à conferuar- H
fi più favo , & pikrobufio, con le gambe afciutte , e nette, fenzate-
Polled ro ma ^ gaUe,ne d'altra infermità > ò difetto . Ma certamente potria te-
fi Cdebba merfi,che in tanta età fufjle non meno pericolofo , che malageuole il do-
domare , mare ; non e/fendo nelle membra quella piegheuole tenerezza y che fi
& in che richiede : & facendo fi prima dei due anni , elle nonfarebbono in quel-
modo, la perfezione dirobtt/lezza, che fuffe atta àfoflenere i franagli , che
vibifognano. ^Accofiandoci dunque ài' ordine di Fanone , che loda il
terzo anno ; io per più ficuro configlio approuerei , che il "Poliedro ài
trenta
DEL CAMALLO, LIB. K 33$
A trenta mefipiaceuolmente allacciato con vnafune ben pofia,e lunga, fi
faceffe per quattro, ò cinque giorni fcaue%$are liberamente da fé me-
defimo,fen%a altrimenti toccarlo tacciò che venga col timore (perden-
do à poco a poco della [olita libertà} à dimefiicarfi , & ad imparare
la fofferen%a della nuouafuggettione . Indi quanto meno lontana fuffe
vnafialla,tanto minor pericolo vi farebbe ,che nel menarlo fuor dell' ar
mento fi veniffeà fiaccare in qualche membro : che già per quefìa ra-
gione i nofìri Rè Ar agone fi di felice memoria ordinar 0 , che preffo alle
rarig befferò preparate alcune Halle , ouei poliedri primieramente
fi njlrigneffero fen%a di/piacere , ne difail.ro veruno , Et perche la nuo-
B uà ine ape fir atura potrebbe affannar il poliedro fouerchiamente , e dif-
feccarlo : è pur offenderlo dentro in altro modo : farà bene fchiuare il
tempo caldo: e benché alcuni lodino ,che fi fàccia nel principio di Alag-
gio , quando i poliedri fogliono ritrouarfi purgati d'ogni corrottione,
& ingraffati: & meglio fi poffono fomentare con l'herbe fiefche ,le
quali molto à loro fon cordiali , & conueneuoli in quel tempo : nondi-
meno al parer mio faceniofi intorno al me fé d'Ottobre farebbe meglio,
perche in quella fiagione fiefca fi potria più ficur amente affaticare il
eauallo tenero ,gouernandolo bene il Perno col remolo ,ò con la crufca,
ò col brenno,che noi diciamo ; in acconcia fìalla, afciutta,e caldai lega-
C to di talmanieracon vn capefìro di cuoio forte , ma morbido ,e piace-
uole, che non venga per lo jlampellare ad offender fi nelle gambe , delle
quali bi fogna attaccare vn pi è dinanzi , & vn di dietro, ò ambidue di-
nanzi, con pafìoie di lana, più tofìo, che di lino, liquame duro: an^i fe'l
capefìro fi poteffe fare di crini di eauallo, migliore farebbe, fecondo il
Rufto . In queflo me%o effendo (come Virgilio dice)
Il primo affanno del e aual, veder e
L'arme de" combattenti, &fofferire
L'argute trombe, & le tridenti ruote ;
Et nella flalla i fieni vdir fonanti ,
j) Ottima cofa fia ad auue<%garlo di paffo in paffofeome Garrone ci #m~
monifee) à cotali vifte>& tali t> 'dite; facendo ,che à canto alla mangia-
toia vi Hianoappefe con diuerfiifìrumenti da guerra molte forti di bri-
glie,lequali egli continouamente guardando,& col mufotalhor toccai
do,ft riduca di mano in mano ad vna certa fiducia di n 0 tenerle per abor
reuoli . Parimente fia bene (fi come Affino con figlia) à menarlo fouen-
te à bere alle fontane per lo me%o della città in compagnia di qualche ca
ttal domato;ìaqual compagnia nella fìalla ancora gli è gioueuole, durate
lafi4aajpre%£a,& finche s'induca àftarqxieto>& agir foioappreffo al
curatore;
354 DELLA GLORIA
curatore; ilqual con humanità primieramtte s'ingegnerà di far fi da lui £
feguire: ma s'egli vifuffe duro,& renitente faccialo da dietro follecita-
te con voci, con atti,& con per coffe ,qualh or bi fogni : benché in effetto
farla migliore, che ciò s'otteneffe di propria volontà : douendo poi que-
lla piaceuoleTgadi gir appreffo,apportar nelle e accie, & nelle guerre
infinito commodo. Mora con sì piaceuoli difcipline mettendogli talbor la
bardella in doffojaquale è da batter fi pian pianole da leuarft, poi da ri-
metter fi vn' altra volta-.talhor caualcandolo defiramete,e dandogli mo
deratafhtica, fi tratterà infmo alla Primauera : quando finiti i trefuoi
anni, fi potrà faticare vn poco più, rinfrefcandolo ben con l'herba : e*r
tnètre,che duri l' Efìate,paJfeggiandolo alla leggiera: Ma "venuto l'Au F
tnnnofarà conueneuole a cavalcarlo piaceuolmente ogni mattina, pri-
ma ,che mangi la biada ; & continouare in fino à tanto, ch'egli intenda
bene il freno, i torni, egli altri maneggi, a' quali farà per aucntura piti
inchinato.Poi come fi vedràgiunto ad vn certo lodeuole termine di dot
trina,e di lenajbaflerà caualcarlo ogni ter%o giorno; & alla fine due dì
foli per fettimana: eccetto fé per lo tato ripofofi conofeeffe impoltroni-
re,ò infuperbire,ò dimenticar^ delle cofe imparate, che quado ciò auue-
niffe, bifogneria tornare ad effercitarlo vn'horail giorno, fen%a alcuno
interuallo, fecondo che e' ci paia poter re filler e. Affino fcriuedo à Ge-
tulio Seuero,lodaua, che'l poliedro à i due anni f eparato dall'armento, G
fi domaffe ogni giorno , ò almeno ogni ter%o giorno, & ccmefuffe diue-
nuto vbbidiente, e trattabile al montare, fi effercitaffe piaceuolmente,
crefcendoglil' effercitio à poco à poco, fin chehaueffe tre anni : dopò la
qualetà fi doueffe effer citare più gagliardamente ,& più lungamente
infimo alfefto anno ; & allhora non fi tralafci afferò gli effercitij , nelle
fatiche , maffimamente in cauallo,che haueffe àferuirepcrle battaglie,
nelle quali ordinariamente i trauagli fon grandi, e lunghi . Maperche
perfetto cavalcatore ni uno pup effer e riputato, che non fia ben'iftrutto
dell'imbrigliare : effendo la briglia quella , che ci fa confentire qnefti
animali di modo, che con effa reggendo laboccasmeniamoattornofco- h
me San Giacomoper effempio dicejtutto il lor corpo à voglia nofìra ; à
guifa veramente di vn Timone, che di questa veloce Nane indri-^a il
corfo-.è di mefiti cri prima chef venga all'atto del nauigare , che discor-
riamo in qual maniera fi debba adoperare il magistero del buon Noc-
chiere . Seguendo dunque, & rìHrettamcnte con quel piùchiaromo-
do,e distinto ordine , che fi poff a, imitando coloro, che di quefìe cofe ha»
con giudicio grande trattato diffufamente ,ò che di prefen%a l hanno
infu'l fatto infegnate : tra quali fono il Cartellaci Grifone, il Fia-
fihit
DEL CAVALLO, LJB. V. 9ìti
'Afchi3ilCadamuflo,eyiSanfeuerino;con ingegnarmi di confermare imo-
derni precetti con le antiche autorità; dirò, che douendofi le briglie fé- Briglie co-
condo la qualità della bocca eleggere ; bisognerà primier 'amente l'aper- me da vfar-
tura di quella considerare ; laquaf effendo grande honeflamente ( cerne ". JJK'^2
piùtoflo che picchia fi difidera,perche meglio vi fi acconcia l'imbocca- j}J- e cocnie
tara) le conuerrà la briglia parimente moderata di prefe , e d'altezza debbano ef
d'occhioiò di Monate;ma effendo molto grande yfarà da por fi briglia di fere.
due, ò di tre prefe , come farehbono doppie golette , afille di pater no-
stri : & occorrendo di adoperare le briglie aperte, che fon più dure , vi
conuerrà il chiappone di quelle prefe ; che balleranno : auuertendo ,che
B la briglia nonfia baffa d'occhio più deldouere, majfimamente hauendo
più d'vna prefa ; perche fàcilmente traboccherebbe , effendo il cauallo
sformato ad aprir la bocca per la paffione , che dalla prefa di [opra egli
fentirebbe nella gengiua; & all'incotro s' ella f uff e troppo altajìlbarboc
ciak non batterebbe alfegno fuo. Etfe'l Cauallo Jhauendo ilfeffo gran-
de ,fi tir affi la briglia su con la fu a lingua,è da metter fi negli occhi del-
la guardia vnafìanghcttafcaue'zga, ouero Inter a\ma quefio non auuer
rà ,fe le prefe far an di modo , che con proportione riempano l'apertura
di e/fa bocca; laqual effendo picchia, ancor picchia fi richiede l' imboc-
catura,maffimamete fé lo fc agl'ione fuffe più alto del conueneuole -.però
C allhora ri flarà bene non vnaprefa,che talhorafariafouerchia,ma due
Oliuettejò Campanello, ò la me%aftroppa,che s'affomiglia al Baronet-
to con rotelle ; ò la Beuagna da vna prefa con rotella , eh' è briglia pur
chiufa con meloni, ò con baronetti à rotelle ;però vi fi fuol ancor met-
tere la Montada, che tocca ilpalato-.nelqualmodo è freno gagliardo,
che conuiene à' caualli di dura bocca, mafen%a la Montada riman pia-
ceuole . La Stroppa altresì è perfettabriglia^che poco empie la bocca,e Stroppa?
di far mando il labbro , fa per la lingua affai buon forare ; ma le Rotelle
deono corrifpodere alle fatele della bocca, & effere t oler abili alle gen
giuei & per briglia aperta il chiappone d'vna fola prefa pur fruirebbe»
Laparte douefìpofa la lingua,è da dt fiderai fi ficca, & magra , perche
ogni imboccatura di briglia vi slaria bene ; ma s'ella farà carnofa, bifi -
gnerà porgli freno piaceuole, che fi pò ff a masticare , dando luogo à po-
ter tener e la briglia dentro ; altrimenti il cauallo verrebbe ad h abito di
portarla fempre fuori muligna,e brutta; ilqual vithjuolprccedere dal
la piene%ga del palato, & confeguentemente dalla gr offesa di effa
lingua , con laqualefi difende quanto può dalla briglia mal pofta . Pro*
fiate fi dunque le briglie chiufejcome la Stroppaci campanello ; ò altre
tali,fenongiouafjero , fi potrebbe venire all' vfo del chiappone . Vera-
mente
3J6 BEL L.A GLORIA
mente la lede detta lingua, è l&fottighex^a, perche più fàcilmente s'im E
briglta,&~~ maftica meglio qualunque forte di freno fia; pur che tal fotti
gliela non fiaferpentina,come fi dice ;& in ecceffo;perch?cofi fareb- ,
he mfenfata,& incorreggibile: Ma offendo grcffa,bif gna vfart U bri-
ghe forti, come la Stroppaci Chiappone, e'i Ginetto aperto ,ò altre fimi
li : Tuttauia farà bene, vedere prima fé fi potè (fé fare con lepiaceuoli,
. per conferuare al poffibile lagengiua ; effendo meglio , e h 'et fi difenda,
con la lingna,che no romper fi lagengiua: Et è da vfarfigrad'arte,che'l
cauallo hauendo la linguagroffa, manichi bene la briglia chiufa , ade-
fcandolo congioccoli attaccati nella Ciciliana di quella,puntutinó trep
pò agw%zj:i quali alfegno dell'imboccatura corriffondanogiuflamente, F.
fi che non vengano fotto la prefa battete su la gcngiua, che egli farebbe
gittare via la teila. Quando il cauallo è uitiofo di cacciare la lingua fu9
ri,fi deono fare igioccoli a catenette affai lunghi laccio che egli per rac-
GioccolL corli, ritiri quella dentro il palato. Gioitati o ancora igioccoli a far difle-
dere la lingua à quei caualli,che la tengono ritirata troppo 3& aggrup-
pata;per lo dispiacere, che han fentito ,ò fentono della briglia : però non
foto ne i freni chiù fi, ma ne gli aperti fon gioueucli affai, pcnendofi non
meno allafommità della Montada, che alle due bande delle fue annoda
ture.ptr dargli maggior piacere. Et cofi negli vni,come negli altri fre-
ni fi potrà ancor vtilmente auuiluppare yn groppo di farina confale , ò
mele: iafci adoperò il mele, quando fon Aiofche,percbe cai molta noia
coflrignerebbono il cauallo àfcaffar la tefta. Aiutaparimentela lingua G
a 7»aslicare il freno piaceuolmente , vna RobaltcUa,òpicciolapiaìlra ,
con molti di effigioccoli attaccati. Ai a fé niuna di quefle cofe battaffe à
farglielo mafiicare, bifognaprouedere con briglia, e 'habbiapoffan^a di
o forare : prouando primamente la flroppa co' fudetti adefeamenti ; po-
feia il chiappone con laballotta,ò bottóne, coni' altri dicono; ò voledcla
fià forte, con la rotella nella cima. ìndi f aria d'adoperar fi il Pie di gatto,
ò l'imboccatura del Ginetto aperto, aggiungendo^ la faliuera ,ò i gioc-
colt, com'ho detto, che gli fari an perfora venire voglia di mafìicarla:
facendogli maffimamete vna buon' hor atener e con qualche adefeamen
to,la briglia in bocca,prima che fi caualchi:&per quattro dì non muo- H
uerlofe non di paffo, ò di trotto , acciò i he poffa pigliare piacere d'effa :
mafopra tutto è da procederfteon tal difcretione,che egli non fé nefde-
gni per molta offefa , altrimenti non pur non la manicherebbe ,m a di-
sperato ', non l'accetteria per modo alcuno mai più in bocc<t-> . Se'l ca-
uallo poneffela lingua fopra l'imboccatura, è dimeslieri , che fiproue-
dafìringendo la Muffar ola ; &fe à pieno ciò non giouajfe , è da v far fi
nella
Del cavallo, lib. r. %zi
£ netta briglia chìufa vna Robalteìla dentro in vna prefa,la clone la A fon.
tadadeurebbe slare: in vece della quale è buono anco il chiappone da
vnatò da dueprefeyò con filetti : per ebe battendo per [otto Kefito3non cer
eberebbe di porla [opra : & non baHando queslo , mettaft la robalteìla.
nellaportella , che nonglifta né difpiaeeuole , né dannofa . Vfafi anco-
ra di porre su la mantada,per nonfafìngorgar la lingua3una cafiagna,
ò vn bottone, ò vnarotella,ò vnacochiglia,ò vn paternostro. Ma s'egli
di [otto l'imboccatura cacciaffe la lingua fuori 3 òper diritto , ouer da i
iati , & nongiouaffe la Muffar ola ftretta bonefiamente ; prouinfi pri-
ma che le briglie chiufe3come Beuagne, Scbiaccie, Oliue, Aggrupidi ,
2? Fiafichi Campanelli 3Bafionetti,T eri ^Meloni 3 b altri fimili :fi che'l ca-
vallo h abbia libertà di forare àfuo piacere ; pere hen$aslicando3verrà à
tenere la lingua al fegnoie fé pur' 'alla fine fianco ,ia manda fuori 3fiapri-
mitro l'vfo della Beuagna con dueprefe , & nongiouando intieramen-
te3s'adoprin l'altre : Ma in vece della Ciciliana3fia vnaprefa con due
rotelle ,che cofi il cauallofarà cofiretto di tenere la lingua bengiufìa d£- .
tro : Et fé con tutto ciò non mane affé il vitio 3 mettaft il Cariollo , eh' è cjMS J
vn chiappone co n filetti abbracciati , che nella guardia fan la prefiu> .
Auuertendo 3chela briglia baggia da l'occhio il fitto doHere3fi che non fi
leni troppo in alto la portella , fiotto laqualefono da por fi me%e rotelle
^ pia vicine di fiotto che di fopra3acciò che facciano gufiar 'il morfo3 trat-
tenendo la lingua quato più ferma fi pofifa,& uietado di cacciarla fuori
f uia alcuna;potrebbefi ancora tifare il chiappon chiufio-.ma quando tut
ti cotai rime dij f uff er uanifeomefi trouano affai Frifoni, & altre specie
di caualliyche noper accidente fir aordinario 3 maper naturale poltrone-
ria la tegon fempre fuori) bifogneriatrocare di effa lingua quella parte,
che manda fuori 3ilcb e fi può far e ficur amente 3 fen'za temere ale un peri
colo:Tuttauia no è mai da uenirfi al taglio;fimhe nofifia prouato ogni
ppffibile artificio 3mafjimamente fé quello3che uà di fuor itnonfv fife mol-
to. La gengiua non dee effere troppo carnofa3nè troppo agw^a: perche
£ quefta facilmente fi raperebbe ^quando il calmilo re i maneggi è firma-
to appoggiai fi alquanto in sii la briglia ; e quella difficilmete àfuo modo
fi riterrebbe: effondo dunque mediocre tra quefie due3le cenuerrà alcu-
na briglia delle piaceuoli 3 òfe per altro riffetto non fipoteffero adepe»
rare le briglie cbiuf e ;il chiappone oon la ballotta non afpra farà oppor-
tuno : e fé dalla bocca fipoffano comportare le dueprefe , maggior for-
tczjafarà alcauallo3& minor peritole ; perche le <axZolette dcllapor
fella non potranno cofi offendere lagengiua3 come fi n%a la pi efa di fio-
fra uerriano àfare. Ma molto più lapiaceuole%jca dell'imboccatura è
T ntceffa-
338 BELLA GLORIA
necejfaria altegengiue aguzze , allequali contengono i Cannoni j&le £
Spolette, & altre tali forti ài briglie cbiufe ► Sopra tutto però è da au-
uertìrfi, che prima , che fi tormenti ìapartedi dentro,fi dee tormentare
quella difuorì,comefifa conMuJfarola di ferro [opra il nafo,òcon bar
bocciale pia gagliardo > quanto il barboeciopoffafoffrire , crefcendo la
guardia vnpochetto,òfhcendolabuttiata dinnanzi, per gagliardirla; e
quando bìfognaffe nell'imboccatura vfar fortezza, none dafhrfi in par
te , che tocchi lagengiua : mala montada , ò la fhlfa montada farà da
vfarfi.Allegengiue carnofecbuona la Beuagna con rotella, b la Strop-
pa doppia di rotelle, nellaquale vnaslanghetta intera non farla male ,
ma no potendo mancare di bri glia aperta, fi potrà mettere il chiappone p
da vna,ò da dueprefe con rotella . Puoffi ancora vfar e la montada , ò la
fhlfa, quando fi voglia,majfimametenellafiroppafemplice,laquale tan
to sii lagengiua,quanto nel palato farà fortezga:e chi vorrà valerfi di
fortezza, eh e batta dai lati della gengiua,farà buona briglia , per aper-
taci chiappone àgarbino;& per chiufa,lafklfa Stroppa.Mafe lagen-
giua fiffegià tormentata, ò rotta per cagione di briglia, ò di man catti-
la; e da guarir fi con rimedij opportuni, di mele rofato,ò di brenello di le
gno couerto con feltro, òpezjQt di lino ben' immelata, no lafciando, che
fi rifaldi per fé medefima; anzi s'ellafuffe rifanata , bifognerebbe rom-
perla vn altra volta permedicarla,acciò che nelle crepature non nafeef Q
fé vna certa carnofità callofa e dura, che poco haurebbe à temere il fie-
no : & in quel mez$ couiene vfare imboccature piaceuoliffime,e ben di
uinte,potendoui mettere alquato di montadaibenche vtilifiima ancora
vi farebbe vna cordella , che circondale effe gengiue , ò come ad altri
piace, una catenellaino volendo adoperare il barbocciale-.nè prima,che
figuarifca,fi deurà mai caualcare con briglia dm a, per che facilmente il
Cauallo verrebbe adinaìborar fi, & à fare altri disordini poi difficili ad
ammendar fi ; ma guarito, fi potrà rafjìcurare a poco a poco con briglia
dolce, Ufciandogliela in libertà, e galoppandolo con defìrezga in volt
ta larga ,&ad oncia ad oncia ,fì che egli dafefìeffo venga àfermarfi : fj
Tuttauia chi non voleffe rompere il callo già foprauenuto allagengiua,
potrebbe vfare la Falfaflroppa , ò bifognando briglia aperta , il Chiap-
pone à garbino : perche le rotelle cofi di queflo , come di quella, non
battono J opra , ma da i lati d'effa gengiua non tormentati, douendo ef-
fère altttte_j . Il labro del cauallo effendo fittile , e che non armi di
dentro , refìa più acconcio all' imbrigliar e, & allhora èpropriato ti Pe-
reto , ò l'Aggrupido ; ma effendo groffo il Cauallo fé ne arma , e fé ne
difende sì , che l'imboccatura non puònelfuo luogo debito operare ; o»-
de
DEL CAVALLO, L1B. V, ^9
*4 de fari a neceffario il campanello, che vale à ribattere il labbro, che sia
dentro : Sono ancora opportune la beuagna,ela Uroppa femplice, e la
doppia co fi di rotelle some diprefe: le quaì co fé fan quefla differe%a ne
i freni ,difcempioò doppio ma quando fi voleffefare a" vna pref a }le ro-
telle di fuori far ian dafàrfipiHfottilne d'alteri eguali: benché quelle
di me%o , fé la gf offerta della lingua il richieaejje , fi potrebbono far
pia bajfe: Voledola di due prefeydcono le rotelle della fourana ejjere pia
infuori delle fottane . E bi fognando vfare briglia aperta, farà l ndm il
chiappone di due prefe ; fhi endo in quella di [opra la rotella, , che fìa
-vicina alla guardia d'ogni Iato, & in quella di fono la balotta : ilche è
B da offtruarfi in tutte le briglie di due prefe : Ne però fi vieta, che sì ;n
due3sì in vna prefa , non fi poffala balotta cangiar in rotella , perche
armaaffai bene, efapihforte la briglia con maggior commodo di fora-
te: & chi cercaffe di difarmare il labbro del cannilo col barbocciale,po-
irebbe valer/i di quello del Ginetto opportunamente, fen%a offbfa delle
^engiue, ne del barboccio . Il dente detto Scaglione, acciò che non di- Dente det*
fìùrbi l'imboccatura, fi difider a diritto, e da i denti f ottani lontano vn to (caglio-
dito : e quanto egli è pia baffo, tanto è migliore: ma s'egli guarda in den "c c°me
tro; è pericolo, che'l cauallo, effendo malfimamente di slrette mafcelk
fi tagli la lingua con tffo fcaglione, & con la briglia, alche volendo al-
C e uni procedere, glie'l cauano; ma fouente auuiene, che'l cauallofenten
do pofciatoccarfifopra il luogo, dou'era Udente ; per la molta paffione
s'inalbera, e diffìcilmente mai più fi conferta di tesla . Fero più te-
diente fia, che vi fi lajci limandolo folovn poco , sicbenon refììcoft
puntuto; auuertendo , che'l labbro non giunga ad effo, perche copren-
dolo fi verrebbe 4 tagliare ogni volta, chela briglia fuffe tirata ; però
bafterà vfare i modi poco dinanzi ordinati del dif armar e:& giouerà pa
rimente 'far, cbelabrigliaftia alquanto pia dell 'v fato alto dallo fcaglio-
ne, perche difudejà lingua ; ben che fi venga in queslo modo à temere
manco . AV meno pericolofo è lo fcaglione, che guardi infuori, perche
j) il cauallo volendo fi armar del labbro, fé 7 taglia ypeffo , maffìmamen-
tefe'l labbro ègroffo, e'idente baffo : però tutto prouedimento harrà da
effere , che non s'armi , & farà ancora da aumrtir fi, che gli f e agl'io-
ni effendo difeguali, l'imboccatura deurà battere più alta verfo il den-
te, che fa più baffo, perche s'ella fi metteffe giufìa da tutti i lati, farla,
pendere il cauallo col collo , e con la tesla da quella banda, don egli
fentiffe maggior dolore . Potrebbe fi bene aliare la brìglia d'occhio
dal mede fimo lato del dente baffo, i khe volendo fare, s 'alzerà la bal-
lotta, ò U rotella, quanto è la differenza della baffe^ja, che cofi
T z verrà
340 DELLA GLORIA
verrà l'imboccatura à batter giufla in ogni lato; ma/opra tutto leguar E
die fot tane è da mirar fi fempre , che fiano eguali . Se le ma) celle
non faranno troppo larghe; né troppo ftrette , l'imboccatura farà di
largherà ordinaria , & honefla, cioè quant'vna man» (òpih, ò man-
co, fecondo la taglia del cauallo) con laportella ampia d'vn dito grof-
fo in briglia aperta; ma fé tal mifura auanzaffe la slrettez^a delle ma-
fcelle,bifogna flringerla : perche fé f uff e briglia chiufa, gli batterebbe
fuori dellagengiua, & facilmente gliela romperebbe ;& fé [uff e chiap-
pone jtanto peggio le camole della portella,oue tutta l'imboccatura
fià attaccata, percuoterebbono fopra quella, à cui né ballotta, nèro-
tellaper difefapoi giouerebbe : All'incontro fé l' imboccatura fuffe più p
firett.i,che dall'ampiezza d'effe mafccllefi richiedeffe, il cauallo nopo
tendo prendere tpalfo della briglia, refterebbe come legato : Conuienfi
adunque ,e per ytilità,eper belletta farebbe la briglia fecondo la prò-
portione delle mafcelle sliagiufìa in bocca. Ilchefc no fi confiderà nel-
lemule yche hanno dirette per ordinario le mafcelle, non è marauiglia,
nèimportan%a\perche oltreché effe nofimuouonomai,fenon dipaffo,
ò di portante, le lorobriglie nonfifnodano,e cefi nopoffono cadere fuo-
ri della gengiua ; e fé ben cadeffero, non le temono , hauendolaincalli-
Barboccio ta per le sbrigliate t & fklfe redine . il barboccio del cauallo tra carno-
come fi di- foy& afeiuttofi di fiderà mediocre, con vn caualetto,doue ripofi il bar- q
Jfala bocciale, si che non poffa correre in su, eccetto fé la briglia colpaffe, che
fuffe troppo alta d occhio ;& à tal barboccio conuieneil barboccialeton
do, non fonile, né quadrone d'altra affra maniera:fen%a cangiarfi mai,
fé altra cagione non ci aflringeffe. Ma s'egli fuffe afeiuttofi barboccia-
le correndo in su , fari a traboccar la briglia , però in tal cafo è da pro-
uederfi con S, lungo, e col rampino, ciafeun d'vn per^o : perche lo fa-
ranno slar baffo al luogo fuo . Gli altri SS, deono effere slretti infieme
& non fottili ; acciò che conferuino il barboccio f ano, & ritengano fer-
mo il barboc ci ale. Gioua ancora neW attaccare, lafciarlo alquanto baf-
fo, perche non.monter ebbe più del douere ; ma fé abboffando fi, traboc- r*
caffè qualche poco per tal ricetto al%ifi d'occhio, ò nell'imboccatura, ò
nella guardia; crefeendo la S, & il rampino : & ciò non bafìando, alla
fine ilbarbocciale del Ginetto (benché faccia alquanto brutto vedere)
potrà adoperar fi . Haueril barboccio carnofo,è mala parte, per non ef-
feruiil canaletto , che tiene fermo il barboccialc , sì che ogni yolta,
che fi raccoglie la briglia, òche'l cauallo muoue la barba (come fo-
uente fogliono tali fare) il barbocciale traf corre insù ,& la briglia
dà yolta inbocca : però per farlo ftare al fegno fuo, è da rimediar-
ficol
DEL CAFALLO, UB. K 541
Uff coi S,& col Rampino interi, & lunghi, che lo terranno a baffo; facen
dogli altri SS ', quadrighe con pia fonema ,& meglio s' attaccheranno.
ji fintile barbocào è anco buono il bàrbocciale àbottone,penbt attac-
cato in effo, n m corre cofi facilmente in [ufo, & è buona fortezza per
conferuarla barba , battendo al gi ufi 0 luogo : GioHaaltresitei.ee U
M \iffarolaJlrena; & alquanto baffa ; acciò che non poffa il cauallr ar-
rugareil barbocào sì di leggieri . Et, quando tutto ciò non baflajfe, po-
trebbe tener/I fermo, atta: e adoui vnacatenetta, che vemffe anco ai at
taccarfiin queW altra catenetta più alta,cbefi fuol porre per fermezza
delle gambe delia briglia [otto leportelle : & cofi il borbocciale nonpo-
JB tendo falir in alto, ilaràfempre al douuio luogo , Batterà ancor giujìo
nel me%o della barba ilbarbocciale, tenendo quattro S piccioli , & vn
lungo dalla banda delira; e dall'altra vn rampino con la maglia;} quali
ivfiemefiano di lunghezza pari al S, più lungo;e quelli SS, bi fogna che
babbiano la coniieneuole picgaloro, acciò che non battano su la guar-
dia,& facci ano montar e ilbarbocciale \ilcbetatopiù auuerrebbe,quan
to più graffe le labbra fujfero: Non mancano già di color o,chepiù com-
modo dicon efiere ad vfare tre S,piccioli;ma veramente potrà vederfi,
che pari di numero faranno l'opera loro con più giuftezj^-* . Le ga- Ga"ane »
najfe ancora , acciò che non impedivano l' imbrigli or e Jbi fogna, chefia- no pj^jc*
C nopicciole ; e difcoìlo l'vna dall'altra tanto, che vi fi poffa mettere vn
pugno in mezo-.mahauerle picciole, e sirene infieme ,é cattiua parte
più, ò meno fecondo il collo , ilquale hauendo buona volta , farla men
male. Però non potrà errarfi ad vfar briglia,cbe non molto sforai il ca-
notto à slar difetto, maffimamente s'egli ha il coUo,ògroffo, ò corto, nel
qual cafofaria gran difordinc à sforzarlo oltre iafua natura, più del do-
nere . Quando reggiamo dunque lui non lafciarfi ridur con la. tefla al
fegno, noi non per forza , ma con definita debbiam tirarlo ; vf arido
piaceuole imboccatura, e guardiapoco lunga,laqual fa fiacca, ncn pe-
rò di manieracela briglia trabocchi né la Mufjarolafi siringa tanto,
X) che h leghi : ma , dandogli alquanto di libertà , fi vieti foto d'aprir U
bocca . Hauer le ganajfe grandi è cofa pejfima , tanto più s'elle fiano
infume slr ette: nelqual cafo e da fcbiuarfi la guardia ardita, pert.be
sforza troppo con diifiacere : e tanto più, quanto e più lunga ; onde il
cauallo ajiretto dalla gran paffione, viene à far molte cofe connati vo-
ierneflrogittando via latesla, ò flanciandofi innanzj fi inalborandrfi,
ò fquerzegnando , e torcendo la bocca, ò cercando taluoltadi pigiar
co' denti la guardia : alla qv.al cofa ben fi può giàprouedere ,attauan-
do certe catenelle al bàrbocciale ,&ài bolcioni della Vanghetta : ma
H» DELLA GLORI A
per rimediare à tutte l'altre, bifogna vfare la guardia fiacca,colfuo do- E
uerdell'occbio,cbe non trabocchi :e tanto piò fiacca, quanto più le ga-
naffe piffero flr ette infiemei tene ndo córte le guardie al poffihile,econ
piaceuolczgafempre temperando la mano in tutti ì moti . Alcuni più
tofto vogliono adoperare la guardia ardita, e baffa a" occhio, fi che tra-
bocchi,(limando in quejlo modo il cauallo non riceuere difyiacere,m*fi
vede il contrario, perche la guardia baffa d'occhio fa, che l'imboccatu-
ra,?'i barbociale flutti infume tormentino labarba,& la gengiua, &
l'bnomo priuato della montada, & delle dueprefe, no'lpuote reggere à
fuo modo. Oltr'ac ciò l'ar didelfa fa tanto dimenare le guardie, cheper
poco, che fi muoua la lingua, fi vengono ad incrociare in fieme con noia f
del Cauallo , e brutta vifla : però il meglio fia, che in luogo della tra^
boccantefi adopri la guardia fiacca {fi come ho detto) fuggendo l'efìre-
BrigJie per mo ; che in tutte le cofe è vitiofo . Al collo ferpentino ogni briglia sia
collo (èr- lene tuttauia per ordinario gli couiene ma piaceuole imboccatura coti
pentino . ^oca gUarc[iay e non molto ardita, perche facilmente ridurrà la tefla al
fegnofuo. S'egli è inarcato, (ò come dicono) à pergolato, è mala parte
mzffimamente fé non fono buone le qualità delia bocca,dellaquale effen
do ilCauallo duro, è da imbrigliar fi con gagliarda imboccatura, quale
laflroppa con due rotelle aitar elle, & con laguardia lunghetta,efiacca:
& s'egli troppo fi appetta/fé mcttafìfra i corami del fottogola della te. G
ftiera vn ferro, che giri intomo di maniera, che 'l faccia forgere . Poi fé
tolto da queslo vitio bi fi gnaffe per reggerlo più fortezza, adoprifi
Muffar ola di ferro fatta àfeghetta, òil barbocciole quadro, ò à bottoni,
s'egli ilfofffifca . Ma fé fuffe buono di bocca ; glifi può mettere vna.
imboccatura dolce con guardia fiacca, & fenya montada ; tenendoli
mano più dauanti dell'ordinario , perche fen%a cotali aiuti battendo le
guardie al petto , il Cauallo verrebbe ai accappucciarfì . Se'l Caual-
lo è riuerfo , non comporta briglia, che troppo sforai , né molta guar-
dia, né ardita , ma fiacca, e corta, & con montada : però l'imbocca-
tura da Ginetto con guardia all'Italiana gli farà propria : e'I Ginetto H
chìufo per conferuatione della gengiua è migliore dell'aperto, nel qual
bifogna nella parte , che batte su la gengiua, mettere vna ipoletta, ò
battottina tonda, è altre fimili cofe, che fon piaceuoli, & l'imboccatu-
ra non fiat anto larga, che batta fuori della gengiua, perche molto /<rv
ria noceuole : però tal forte di briglia non è da operar fi fé non da Caua-
liere, chefia di buona mano, altrimenti cen piùficurtafi potranno vfn-
re altre briglie con vn poco di montada, e guardie quanto più corte ftan
foffibili à far fi, & non ardite^ . E,fe'l Cauallo f uff e ài poca for^a,
potrebbe
PEL CAVALLO, LtB. V* 5*3
£ potrebbe v far fi la Muffar ola di ferro , €1 Barbocciale quadro , perche m
più partente gli comporterebbe , die Ginetto male adoperato. Chi tiene » Jjg te£?
il collo corto, e groffo,fuol'bauer gran ganaffe,lequali contrattano à chi foe°0fcr£
voglia tirarlo (otto; però è dimeslieri adoperar la guardia U*ngbetta,e
fiacca con l'imboccatura piaceuole ,fn à tantoché fia vnpoco aciom-
tnodato,percbe voler ad vn tratto difufarlodalgirCeruigno, farla dif-
cihjjìmo ,<&anco pericolofo di rompere la gengiva , é"l barboicio } &
peggiofarebbe; quando eglibauejfe leganajje infiemcaflrette; nelqual
tafobifogneria per qualche giorno adoperare la caue-xina , che va nel
tnc^j delle braccia, detta volgarmenteCamarra; l aquale nel principio CamarflU
% è da tirarfi apoco àpocotcondcsìre%za;poi come il cauallofaràridot-
to, leuata quella gli fi farà conueniente imboccatura , & in ciò la mcn-
tadafa buono effetto, perche lo t'ir af otto, & aiuta à forgerei auuerttn-
do però che la briglia mai non trabocchi; & bifognando aiuto per me-
glio reggerlo ,fi potrà vfare quel di fiora , ma quando, le cofepiaceuoli
non ci pare/fero oportune ,adoprifi la Muffar ola^'l Barbocciale, come
poco dianyj s'è detto, pur che il coporti ilBarboccio, ilquale effendo cor
nofo molto, richiederebbe laftoppacon qu atro rotelle, & volendola far
più forte fi può in ejfa mettere pcrlaCicilana vna goletta intera :. vo-
lendola meri gagliarda ; fi può fare fcaue7^a con vn poco di montada;
£ e conguardia alquanto lunga ma fiacca , fecondo il ìlouer dell'occhio a)
non traboccare* Chiedi collo afeiuttoje corto, fuol appettar fi, hauen-
do pccaganaffa , e larga ; però bifcgna prouedere in prima conpiaceuo-
le%%a di briglia3 e con defireiga di mano ; poi ti cm giocando quefle due
eofe , fi adopereranno le guardie digran volta,ardite, e corte, perche le
lunghe di leggieri fi fogiiono incrociare, & incanali are : ilcbe tuttauia
potrebbe fchiuarfi, ponendo nellaparte di giù tra le due gambe della bri-
glia, vnafìangbetta intera-, laqual ancora aggiunge fortezza , perche
l'imboccatura non ifnodandofi , è pia duretta , e quando per auuentura
fuffe neceffario aiuti , fi può nelfottogolamettere vn ferro nella guifa ,
2) che di fopra s'è dimostrato . Afa, perche queflo vitio di appettar fi, ò di Appettarli
gittar via lateflacon atti bruttiffimi , epengliofi, procede d più delle on-te prot«
volte dallapaffwne , che 'ICauallo [ente mllagengiua, ò nella lingua, ò
nel palato, ònelnafo , ò nelbarboccio ; bifogna ejfere accortiffmo à.
confiderare cg?ii cagione , concio fia cofa che tali c'jfeje fogiiono auue-
nire , ò perdurerà dì Prefe , ò A/nfarcla , ò di Barbocciale ; ò per
troppo gagliarda Aiontada , ò per guardia troppo ardita , ò pirafprc%-
%a di mano nel maneggiar e ,è finalmente per ncn andarfi fecondo la na-
tura dell'animale, allaquale fopr a tutto è da hauer fi riguardi r ferrprc
, r 4 no?}
344 DELLA GLORIA
non correndo fubito ài rimedij difyiaceuoli , che? I face/fero venire in E
difyeratione, ma facendo ogni co/a moderatamente, e con l'ordine [ho.
Briglia per jj collo groffo, e lungo ,fuol effere scompagnato con gran tefia, e gran
fo . ° ^r° " %***$* » on^e P& foieuare , e reggere tanto pefo , ri bifogna guardi*
lunfjbetta}e con poca volta ; aggiungendovi indi' .:ne*te aiuto con In
tMHcqrana, e col barboceiale à botto it , òfe la neteffità il riebiedeffe ,
con Muffatola di ferro , e barrocciai quadro ; purché fta atta la barba.
à f offerirlo ; douendofi auuertire in quefti cafi , doue lagraue%%a del-
3. V animale fi vuole aiutar con briglia, che la bocca non vega à romperfi
in parte alcuna-.e non è mai da comportarfi,che'l cauallo s'appoggi mol
to in su la brigliaynè chefopra quella fi abbandoni fi , che le braccia del Jf
Gaualliere con fatica ilpotejfero foslenere ; perche di qui procedono le
Vetture nelle gengiue^nelpalatOte nel barboccio : lequai lafc i andò fifa-
„ tiare da loro fieffe, fanno vna certa carne e allo fa , che poi non teme più
* « imboccatura, ne barhocciaU di qual forte fi fiano,' Vero quando per au-
uentura la barba fi foffe rotta , fi potrà in vece del barbocciale portar
nella briglia vna correggia di cuoio vnta à'affugna , infino à tanto, che
fa faldata : ò courire effo barbocciale tondo di cuoio fimilmente vnto ;
& vfandoglifi Muffar ola,o di e orarne, ò di ferro, ò e amarra; è caue^-
na, non figli firinga ,ne tiri troppo, maffimamtnte nel principio, perche
il cauallo ne fentir ebbe gran dispiacere ,moflrandone fegni con lofquer-
tegnare^ ò con l'malborarfi,ò slanciar fi',e con altri cotali attiiperòpro'
cedafi in tutto con tempo, e con defire^a, laf dandole prima alquanto G
molti ,e poi tirandole à poco a poco. Et faràbene,che mejfa la caucQnay
prima che fi motià Cauallo, fi faccia menare à mano alquanti pa(Ji$er
vedere come lacomporti; e poi piaceuolmente; fecondo ilbifogno,fi yx
da dioperando . Alcuni volendo perfor^a vincereil cauallo,gli metto-
no vna catenella dintorno alle gengi ite dinanzi ,r accomandata à gli
occhi della guardia, òdi bolc ioni della Ciciliana, Hringendobene la
Muffarola : ma tal modo non è lodeuole , nèficuro à cofiumarfi , per-
che il cauallo ne fente dolore intoler abile, che gli auuilifce l'animo &*
indebolì fi e lefor%e,oltre,cbe egli impedito di aprir bene la bocca,perde
di lena: perofeperauuentura ad vn Cauallo sfrenato fi rompejfe la bri- H
gliajn cafo di neceffitàpiìi tosloapprouerei,che vi fi metteffe vnacor-
dclla , in vece della catenella ; tenendo la briglia non molto raccolta ,
iaqualbrigliavorreiycbenontraboccajfein alcun modo, ma ebeha-
neffeii barbocciale , vtilijfimo à non farfentir quella pajfione , che la
catenella,ò cordellajòpur vnfilo fuoi dare alle gengiue, ogni volta,che
fi viene i tirar la briglia . Et perche in tali cafi è vtilijfima la Àfuffa-
rola
Ì)£L CAVALLO, L1B. V. p$
A fola ajlretta,farà bene rimediare, che le fibbie della Muffarola no fi al
larghinole però fi potrà quitti porre inguifa di barboccialeito yna catt-
nella.Ma bifognafopra tutto auuertire3 che l'imboccatturafempre va-
da begiufta in bocca, e'ibarboccialealbarboccio nel fuo proprio luogo,
mettendolo più s~lr etto, ò più largo, fecondo jhe'lbifogno richiederà; co
fiderando, chetai legame fu ritrouato , non per distruggere , e lacerare
la barba, ma più tofìo per ritenere il freno faldo . E per ò douendo fi ac-
cortamente [chinare le noie del barboccio , e le cicatrici delle gengiue ,
fempre dirci douerfiin Caualli di dura bocca v far più tosto l'afprexga
de la m*ntada,e delle gambe della briglia , che de l'imboccature ,e del
B barbocciale-.perciochele gambe, ò guardie gagliarde, eia Montada ver
fo ilpalato, danno al Cauallo non poco timore né su le gengiue il lafaa
no appoggiare,nè su la barbaymafenya offefa il fanno gir più leggiero.
Parimente è da veder fi, che la barbetta dellaguardiafiaphgata in fuo
ri di modo che non offenda il labbro ; delche il Caualiere fi accorger k
meglio j facendo montare vn altro fopra il Cauallo, & egli a pie guar-
dando minutamente lagiujìevga de l'occhio , e l'opra della briglia . Et
acetiche non fi facci errore, giudicando alta d'occhio vna briglia ardi*
ta diguardia , ò baffa vna di fiacca ; è da faperfi , eh e la giuìle%ga de
l'occhio de la briglia ha due mìfure , vna cheripofa su lagengiua, l'al-
ti tra dotte fi ferma il barbocciale , del quale in vna mede/ima briglia fi
può rompere la mifura con aliarlo, & abbacarlo più del fuo ordinario
luogo,in questo modo, che volendo al%are^i metta vnafpolettina, do-
ti'effofuol ripofare, ponendo luifopra quella ; & volendolo abbacare ,
fi limi l'occhio della guardia, fi che venga a cader più baffo, ouer fi fac-
ci ano buchi fotto, e dentro quelli fi mettaie'lfimilefi può fare con quel Mifura ren-
dei Ginetto, quantunque ftapofto nellamontada. Intendefiroitalami- ta qaal *
fura , quando il barbocciale non batte (come conuienej nel luogo fuo , ee ml§n<**
ò per effere con la maglia troppo ftretto , ò molle , ò per montar in su
nelr accogliere della brigliajmpeditafi quella parte, cheripofa ordina-
J)riamente su lagengiua . Tal volta le due mìfure de l'occhio fi rompo-
no ad vn tratto, procedendo co fi da ardita , come dafiaccaguardia , la
quale col face aria fi può abb affare , e con ardirla al%are d'occhi . In-
tende fi ardita la guardia, quando fi vede , ch'ella tiri di fotto affai
infuori ,òche corcando amendue le guardie , vengano di fotto ad effere
più vicine:& operando in contrario, farà fiacca. Sono pur certe Mon
t ade , che fan parere ad alcuni la briglia più ardita, nonlafciandola
traboccare ; & vfano fimilmentc la catenella , ò la cordella intorno
alle gengiue . Ma propriamente fi fiaccano le guardie, e fi ardi-
rono
?45 DELLA GLORIA
[cono in quella incuruatura,cbe dal di fuori va preffo alla bocca ; effen- E
do difutile, e brutto il coflume di coloro ,che le piegano indentro dal me-
70 ingiù, e talbora infuori . Quello ben fi può tenere per fermo , che
quanto più la briglia fia alta di monte , tanto pia terrà il Cauallo fug-
getto: ma tale altera deurà effere proportionataalla bocca,& alla ila.
tura dell'animale: auuertendo pcrò,che la maggiore ,che debba effere fa-
rd quanto baUi a liberare la lingua fetida offendere il palato in modo al
cuno . Nèfolo nel monte è da far fi qucUa confìderatione, ma ancor ne
gli occhi fdiconfi Occhi quelli doue s'attacca la tejìierajpercioche quan
to più la briglia è alta d'Occhi ttanto più rilevato fa andare il Cauallo :
eperòconuicneà quelli, cb e vanno col capo chino, & che hanno Ubar- &
ha alta,comefon molti per lapiùparte di bocca picchia, chy è difficile ad
infrenar fi : All'incontro gli occhi baffi fan metter' il Cauallo più fotto ;
e nulla dimeno la via del me%o è la più ficura , facendo che gli occhi
C f chinato Vv no e l'altro efiremoJfiangiufli,& alla gran de^a della bri
glia, fecondo Ubi fogno ,corri?pondenti. La qualbrigliafecodo lagrade^
%a del Cauallo, e fecondo lafor^a, che tiene , e fecondo ch'egli porta la
iefla, co fi deurà effere più ò men 0 lunga . Certamente i freni affai corti
fon buoni à far commodamentcbere il Cauallo in ogni riuo: ma dall'al-
tro canto fanno , ch'egli fìa poco fìcuro della boccate della tetta ; perche
venendofiad vrtare col nimico, egli r.reuerà lapercoffa nel mufo,ilqua G
le per la cortezza della briglia fi troueràfuor delfuo douere eleuato:on
de facilmente farà ributtato >ògittatoàterra',effendo il Mufo la più di-
licataparte cbefia nel capo,eccetto gli occhi . Ma /egli porterà il fre-
no di giu/ìalunghei^a, porterà anco il capo nelfuo debito modo,dagir
fermo alla mano, e fìcuro à gli f contri ; perche verrà àfeontrare con U
fronte, àguifa di vn Montone, con magior'ojfefa dell' auuer far io ,emag-
Frcniche giorfalue%^a di fé mede fimo te delpairone. Et cofi 1 freni di Spagna,di
nò rettano Barbaria,edi Turchia,no recano buoni per gì' incontrile ben giouano
buoni £ gli à far* andare il cauallo piitliberoye di f ciotto ,e copiù fiato. Però il miglio
re farà di tenerci al mediocre, vfando il freno né molto lungo, né molto //
corto . Poffiamo bene adoperare il lungo in Poliedri , i quali bifognaffe
tileuare, e fermar di tcfìa,pert he venendo loro à toccare tal freno tipet-
to ,il Caualiere con l'arte della mano gli aiutargli lena in alto, et gli fa
fermi :ma come gli ha ridotti ad vn termine conucueuo le, egli no manca
di cangiar freno , che venga à fare più bel vedere; perche il tanto lungo
refìa sgarbato . Là onde dirittamente fi può conchiudere , che fé qualche
neceffità no cofìringa,la lunghezza dcllabriglia in Canata digiuna ta-
glia^ ridotti à difciplina,deurà dirado aua7^r'vnpalmo:e più lodeuo
li in ejfet-
DEL CAVALLO, LIB. V. 547
A li in effetto faranno flirtiate le guardie corte, che le affai lunghe , pur
che alla fattela del Cauallo non di fconuengano. Non nego già 3cbe U
guardia lunga non fia di mirabile aiuto al Poliedro , per forgerlo bene,
& affettarlo ; mUgperchetrouerete molti , i quali non potran per qual-
che particolare cagione tolerare la lunga, farà bifogno,che ne mettiate
loro vna me%xiia s laqual non fia ardita , né trabbocante ; e di quefla,
raffettato ch'egli fia, deurà leuarfi alcuna parte, fecodo che meglio par-
rà richieder fi: potendo parimente aiutare à forgerlo vna fil%a di pater
noflri po[ìa al luogo delfottogola. Ma mentre cbe'l Cauallo non èfer- Brìglie p*r
moditesìa,òchela portatroppobaffa;conuerràin qualunque briglia Ffua^° r *
B fifia,ò aperta, ò chiufa, le guardie effer diritte; e tanto più, quanto più ^"^1™*
egli fi pon di fatto: pofciafi potranno vfare le mediocri riuolte,le quali
oltre che riducono la teHa à quella falde%$a che fi de fiderà ; fanno an-
cora la vifta più gratiofa : benché le diritte altre fi potrebbono far fi di
tal maniera buttate innanzi, che furiano il mede fimo effetto, che fanno
le riuoltate.Bajìifapere infomma quefto,che quanto più le guardie fon
diritte, & le loro efìremità vengono in dietro verfo il Caualiere, tanto +
meno gagliarda è la briglia, rileuando, e cacciando il mofìaccio fuor a :
e quanto più fon riuolte,e corrono inanzi, tato più fi viene à mettere il
mofìaccio di f otto vicino al petto; fi che in ogni forte di briglia, fi potrà- Briglie qua
C no fecondo il bifogno del CauaUo mutare le guardie. Ma perche il va- do rouini-
riar delle briglie rouina la bocca ,& è cagione di molti dif ordini: è di no fe bo§-
meftierì, che dalprincipio confideratefi bene le fattele dell'animale, ca#
ftfceglia quel freno, che panano richiedere le fue parti: Et, fé ben molte
briglie foffero appropriate alla fua codinone, nodimeno di quelle molte
vna fola dal principio, fin che'lCauallo fia ben fermato ; deurà adope-
rar fi, no afiringendoci altra necefJìtà.Et quadoper auutturafi Heffein
dubbio, qual più opportuna doueffe effere;primieramentefarà dapor fe-
rie vnaflapiùpiaceuole chefipoffa :& poi fi potrebbono tentar l'altre
digrado ingrado ,eff aminando maturamente quanto bifogna per bene-
Dficio del Cauallo, fin che fi venga con fondate ragioni, & euidenti proue
alfegno debito . Né fon da imitar fi coloro, chefolamente con l'afire^
<^a delle briglie penfano di fermare il cauallo di capo; non auuedendofi,
tbe co fi più to(lo lo auuilifcono, ò tal fiat a l'inafyrifcono. Egli per ridar
re vn di quefti animali alla fua compiuta perfettione , v'è neceffaria la
buon* arte, che conofciuta la inclinatione,& attitudine di lui, con fatica
moderata,& co temperamele di mano, e di e ale agno, ferina perdere vn
minimo momento delToccafìone,chefi richiedeffe, aiuto, ouergaftigo, il
facci* accorgere à poco à poco del volere di chi lo regge, & a quello
accommo-
}4* DELLA O L ORIA
uceommodarfi. Non già negado,cbe da poi cbe'l Cauallo è fermo, e bene E
ammaefìrato,non conuenga porgli freno poco piu^ò meno gagliardo,^*
artificiofo, fecondo la qualità detta («a boccas per farlo con maggior pid
ceuole7ga}e leggere zga;ò co più moderalo appoggio fuggetto al Caua*
\iere\ma col freno piace noie da principio ,b after angli ordini de i circoli
delle volte, e delle pofate, per farlo di tefìa falda, e difciolto, e di buoun,
bocca: Procede certamente la mala bocca, ò che'l Cauallo abbandonai
dofialcorfo,eper efìremafracebe^xanon potendoci poi race or difehie-
na,non sàfermarfi, ò ch%egli effendo di granfenfo, e riceutndo le batti-
ture fuor di ordine, e di mifnra, non sa conofeere al parare la volontà
di chi gli è di [opra, e penfa faluarfi con quel fuggire ; ò pur procede P
per durerà di barre, ò per difetto di lingua ; per la prima cagione, fé
voiponesle atyriffimi barbocciali^omefono i quadri, Spino fi, duri, e fa-
rli , A' punti di Diamanti, A fpica, & A ferrette, con nodi, & fenici
nodi; fàrefìe peggio;perche,rompendofenela barba,e la Naturaproue-
dendo al membro lefo, vi remerebbe tanto maggior dure7ga, che mol-
to meno dapoi temeria la briglia : ò pur mentre, ch'iui fi induceffebeu
falda la cicatrice , farebbe il Cauallo sì tenero d'effa barba , che fàcil-
mente s'i?iafboreria,ò fi metterebbe in difperatione, ò diuer ebbe fuor di
modo pauentofo, e di mala faccia . E'I fomigliante auuerrebbe , fé per
la feconda vorresle porre Baronetti , Ballotte tagliate , Rote, Falli, G
Monti, Brìglie fané, e d'vn pe%jo;perche vi bifogneria portar la mano
fempre attentataci ch'egli non harrebbe fermcT^a alcuna-.e portando-
gliela falda, egli, per di fender fi dall'agrezza, caricando fi su la briglia
fi romperebbe le barre . Et per la terra ponendogli le caslagne, i botto-
ni, ò le coquiglie, & altre tali, per leuargli la difefa , che fa con la lin-
gua,e per fargliela far fotti le, e slar di fotto, farefìe, che quella per ef-
fer membro inquieto,e come la palpebra dell'occhio mobile, non trouan
do doue appoggiarfi fen<za offefa, non potrebbe aggiuntar fi in modo al-
cuno : però tlbarbocciabe vfato communemente ad S tonde, è alla Gi-
netta, per la barba ; e'I Morfo aperto, che fia fuenato, ò à Chiappone, H
per le barre, e perla lingua , oltra il Cannone, ò Campanello , ò Pero,
&\altri tali con Bottoni, Rotelle, A netti, & Falli; far an bafiaMiàcor-
reggere quegli vitij ; /quali feben proceieffero da poca lena, ò da fia-
to groffo, ò per colpa dette ganafje, ò della barba, ò delle labbra ,che ar-
maffero troppo su legengiue;òper cicatrici, che f afferò netta bocca, b per
qualunque altra cagione fi foffe : non fi deuranno rimediare con freni
gagliardi inconfideratamente di fuhto ptfìi , né con afbre e aiutrfe
maniere di barbocciali; ma più toslo con aolci , adoperando la buo-
na dot-
'■
DEL CAMALLO, L1B. V. $49
*A na dottrina, la quale ógni cauallo ò debole , ò fenfitiuo, mantenuto con
la rara. Camera in giusla lena; farà idonea a regolare. Pur quando al-
cuno per auuenturafe ne trouaffe di li rato di barre ,e di lingua affai ; &
altro rimedio non vifuffe; caualcatelo prima fenica barbocciale;percbe
quantunque glie' l ponefle coperto di tela in canone auuinto et vecchio,
pur' egli non ofando mai d 'appoggiar fi , non potrebbe rivendere in cofa
à tempo : Ma come poi con maggior ficurtà egli comincia/fé à pigliar
appoggio ; voi per alcuni giorni ponetegli , in luogo dibarbocciale, vnA
-gagarellà riformata & larga guanto il Follie are; che non glifia eret-
ta nella barba}ma tanto tirata , che batti à non far molto traboccare la
B briglia-, & all'vltimo gli potrete mettere ìlfolito barbocciale ; ò ne fa-
rete farvno leggiero di ferro filato à maglie Ce forane (come di ceno gli
Orefici) cbefiano eguali, e piane . Non crediate però, che oltra quelle Briglie di
forti di briglie, delle quali s'è fatta mentione di fopra, non ne fi ano al- diuerfe for
tre molte in frequente vfan%ade' tempi nofiri; benché tanta diuerfità ll*
ne gli antichi non paiagià, che fé necofìumaffe ; ponendone Senofonte
fol due maniere , Vna leggiera con grandi circoli, l'altra graue con effi
calcati e ftretti, nella quale egli vuole, che le chiufure fiano più acute,
uccio che il cauallo offefo dalV a^rexja diquefta, venga più à ralle-
grarfi quando poi gli farà polla quell'altra dolce, con la quale più pron-
C tamente effeguirà quelle ifleffe cofe,che con la forte gli faranno fiate in-
fegnate . Ma s'egli, dileggiata la piaceuolen^a, fteffe ofìinato, quei
grandi circoli, che per tal' effetto vi fono meffi,lo coftringeranno di apri-
re la bocca, e di accettare i Lupi. Diceuafi Lupi,ouer Lupatoappò Lupati fre-
Romani, vn freno afpriffimo, ilquale vfauano già i Galli , cofi nomato ni afpriflì-
( fecondo Seruio) dalla f ornigli an%a de' denti del Lupo, che fon difegua- m' •
//' ; & però acerbiffimo effendoil morfo loro, Virgilio dice,
A duri Lupati il cauallo vbbidire :
Et Ouidio in vn luogo,
L'afpro Destriere co" i Lupati duri
& Si gafiig* di bocca-» . & in vn' altro,
Alle redine lente l'animofo
Caual, col tempo confentendo, accetta
Con piaceuole bocca i duri Lupi .
Soggiunge poi Senofonte, queflo freno afyro poter fi variare in più me-
diai con intrigarlo, come con discenderlo : Ma di qualunque maniera
faranno i freni, e' vuole, che molli, e piegheuoli frano tutti; percioche il
rigido in qualfi voglia parte, che'l cauallo l' barra apprefo , tutto verrà
iritenerfi fra le maf celle, non altrimenti che auuiene divno (piedo,il
quale
}$ò D E L t A G h O R 1 A
quale douunque fi afferri con la mano , fi alza tutto ; 1$ doue il molle, £
àguifa di catena, in quella parte folamente, che è tenuta, non fi piega,
ma l'altre parti pendono, e trafcorrono;lequalul Cauallo sformando fi di
raccorre,vien tra quel me70 àperdere i Lupi dalle mafcelle:& per que
Jla ragione fi mettono al mezo degli alti leanndla, acciò che il cauallo
ingegnandofi con la lingua,& co' denti di aflringer quelli ,tralafci di ap
pigliare il freno tra le mafcelle . Et per dichiarare quai frano i freni
Freni mol- molli, & quali i rigidi, Molle dice chiamarfi quello, doue gli affi hanno
Ii,e rigidi . ^ commefure ben late, e lifeie ; e tutte le cofe, le quali s'ac commodano
in effiyparim'éte fori ampie, & meno tpefr "e, come farebbe à dire ile 'anno
ne, e la Schiccia de' tempi nofì ri. All' incontro è rigido quello ,in cui tuu f
tele fue particelle egualmente difeorrono , e fi collidono, epercuotono
infame, come fono le briglie compone, & intrincate .Tutta volta qua-
lunque freno cifia abbattutogli ordina,che con effo,fen%agir varian-
do, fi ri duca il Cauallo à quella dottrina; che fi richiede. Ma i moder-
ni effendofi dilettati di ritrouarefemprecofe nuoue, e di aggiungere al-
le trouate;han volutoyuafr ad ogni qualità di Cauallo, an%i ad ogni vi
tio ò naturale ,ò accidentale, eh e e'frfuffe,appropriare vna foggia di bri
glia.Ond'io ,per fodkfvte à molti, poffonendo quelle, che foffifiii he fon
più tojìo che neceffanc ; e no curandomi di raccontare l'rfo diuerfo dei
Briglie qua paeftt come farebbe a dire diflint amete le briglie Tedefche, Grechefche, Q
1 P1 * T 'urchefche ,Per frane ,Moref he,& altre tali', raccorrò folamete le più
vi ili, e le più approuate, & v fate generalmente nell'Italia : oue quefto
effercitio hafempre tenuto il primo luogo; valendomi delgiudicio di co
loro, che fono fiati effertifjimi, & eccellenti in tal mefìiero -.fecondo i
quali potremo parimente al modo di Senofonte difiinguerle in due Sfe-
Briglie chiù eie, Briglie chiufe, le quali couengono a' caualli di natura, e di volontà
&• . buona,òpure non troppo rea:e Briglie apertele quali fono di piùpo(fa?i
rtf ie a" ^^perfettamente correggono, fottomettcnot& aggiuntarlo ogni Ca-
uallo . Tra le chiufe, il Cannone fu nominato per effer voto come vna
canna;& perche fi adopera di due maniere;l'vno e ha le gambe, òguar pj
die (come fi dice) diritte è quella briglia, che primieramente fi dee met
fere al Poliedro di qualunque conditione fifa; per domarlo, e fermar-
lo bene,fenyafdcgnarlo di bocca ; eferuc ancora à cauallo, che habbia
mefìiero della tamarro-, . L'altro, e ha le guardie riueUe, è la fecon-
da, che fi mette , quando il Poliedro s'è ridotto à fermezza, & ad in-
telligenza del vero ordine intorno alfuo cpi rare; egiouaper cacciarlo
vn poco col capo innanzi . La Schiaccia , prefe forfè tal nome per
Schiaccia, hauerele ff>onde d'ogn 'intorno piegate à forni gli an^a d'vnafihiac-
ciata,
DEL CAVALLO, LIB. V. 351
A detta ripiena di condimenti ; &ponefi al Cauallo ycbe fife orge alquan-
to duro di boccata tempo ebefia fermato già della tefta : Ma fé egli nd
parlare la cacciajfe auanti , hi fognerà , perfarglielaritirare aldouuto
fegno aggiungere ad effa Schiaccia vn fallo grande lifeio vicino all' an-
nodatila; à modo di ritorto , con vn pater nofiro , pur lifeio nella cima
della p alletta jcb e vìftarà in/ufo . Et s'egli faceffepiuma%uoli ciò è di-
fefa ò contrajìo con le labbra; òpurbaueffe vitiodi portare la lingua
fuori, farà bene mettere per ogni canto della Schiaccia vn bottone inga
fiato ; facile à voltar fi :ilquale quatopiùfuffegroffo, più fari a forte ;ma
ilpiu lodeuolefa vn mediocre : an%ipiù tojìo vn picciolo, ebaffo , che
B altrimenti ; epurin ognìbanda del nodo appreffo al Bottone fi potrian
porre due annelletti\e tal volta tre,fe alquanto più stretti fuffero i Bot-
toni^ tale fi chiamerà Schiacciainannellata}fi come Profilata fuol dir-
fi, aggiungendouifi vn Profilo. Il Melone, co fi detto per la fomiti ante Melone»
figura futrouato per vietare che'l Cauallo non fi difenda con lalingua ;
& è parimente di due maniere . llfodo,elifcio,comeOliua(ehegià co fi
minuto ancor apotrebbe far fi, & Oliuettafifuol chiamar e)è appropria
to àporficon la Cicilianadifopra, quàdo il Cauallo col Cannonerò con
la Scbiac eia s'appoggia alla manofhauendo la bocca grande ,e buona->z
Ma s'egli faceffe sformo con le labbra , non pofandofi in sa le barre ,fi
C potrebbono farei Meloni tondi,epiù groffetti;ponendoui ad ogni can-
to di fuori vny annelletto volgarmente chiamato Fallo . L'altra forte di Fallo .
Melone; ebe fi fa diuifato à felle {propriamente come vn di quelli ,
che i Tofani dicon P eponi ) per effer alquanto più forte del Lifeio , è
buono per Cauallo , che s'appoggi più del douere; e che babbi a la lin-
gua aTpra , e callofa : la quale s'egli tyeffo e acci affé fuori , vi fi potrà
aggiungere nella annodatura vna Castagnuola tagliata : ilehe fruirà
etiandjo per abb f affario di tefta. EtfevnaCaftagnuola tagliata lifeia Caffagnu©
che non è co fi afyra , come la tagliata , fi aggiungerà al Melone incifo 's> ° Cai**-
minuto nel me%o ; con due falli lifei dalle bande verfofuora , giouerà à ° a'
D fermar bene il Cauallo con bello appoggio : & à fargli cacciare i piu-
maTguoli ♦ Non mancherò tuttauia di auuertire , che questa Casta-
gna , la quale pia propriamente Rota , ò Rotella potrìa cbiamarfi 3 è
giudicata cattiua ; però farà bene non vfarla fé non per qualche estre-
ma neceffità : potendofi mettere infuo luogo pervn certo lecchetto , in
qualfi voglia Briglia di quefte chiufe , vn bottonetto lifeio ò uer'vn'
Annelletto , & al più due , per ogni banda, giufti 3 e habili à voltar fi .
E'I Melone picciolo à felle, con due Falli gradi tagliati, pofiipreffo al-
la piar di a ne Ile bande, e due altri minori pur tagliati , pofti prejfo
all'anno-
552 D E L L A G LO R I A
all' annodatura-.è buono sì per fermare il Cauallo ycome per farlo abbaf- £
far di tefta , cacciando i piuma%^uoli per virtù de i falli grandi , e pi-
gliando fi piacere per gli altri piccioli . Ma quando cofi i grandi ,c*-
, mei piccioli fufferlifcitfipotrian mettere àCauaUo}chevoleffealquan
Briglia a f0 pjfr ljbera [a lingua . Fanfi ancora briglie à fembian%a di Pero , in
di PeroMdi d°PPiaf°ZSJa '• ^ ^xfcl° con rn fallo pur lifciopreffo alla guardia ,Jerue
due manie- al Cauallo ychefapiumaz^uoii affai meglio , che qualuque altra briglia
re . fi fia tutta uolta il tagliato à felle con vn fallo lifcio alle bande delle
guardie , e con yna Castagnuola tagliata t nel me%o dell anno datura ;
verrà ad effere vie più forte }come s'è detto già nel Melone .Vfafi ezian-
dio per .corrcttione de i piumaz^uoli il Pero doppio , ciò è ponere F
due Perettiper ogni banda ; ma cofi qnefliycome il Pero fatto à faccia-
te sf ara meglio à non vfarefenon di rado per gran bifogno.il/omiglian-
te dico del Campanello , che fu per la fua forma cofi nomato , e pur à
fhcciette}t talbora doppio fi fuolefkre3 benché piùfpedientefia ad vfar
lo lifcio col fuo tempagno à volta , optano . Ben vi fi può mettere vìi
F alletto per ogni banda di fuori : che cofi farà miglior opra nella bocca
in cuifia durala ; che non iifeempio . E mettendoui ancora vn 'altro
Fallo pur picciolo ,e lifcio alle bande dell' annodatura , verrà à cacciar
bene ipiuma^uoli, & à fermar ilCauallo . Benché il mede fimo pof*
Campanel fa far fi mettendo al Campanello lifcio vna Cajlagnuola lifeia nel me%o Q
1° • d'effa annodatura ; per laqualc il cauallo verrà ad appoggiarfi meglio
con la lingua . Ma quando egli fuffe duro3feruirà il Campanello fallito
tagliato : ò fé pur volefic vfareil fallito lifcio potrefie metterui vna
Ciciliana fpe^ata.e nel mcTO di quella vna paletta infufo-.il cui timo-
re gli farebbe abbaffar la tefta , s'egli di fua natura l 'alzaffe fpeffo . Due
Campanelli infieme lifei con vn Fallo tagliatola l'vno,e l'altro Cam^
panello y fon profitteuoli per cauallo , che tra/porti , & che fiaue%ji.
E'I Campanello à fheciette con vn fallo lifcio alle bande delle guardie,
& vn altro più picciolo preffol' annodatura , con vna paletta nel me-
Xp y con vn pater nofiro lifcio in cima , & con le legature dalle bande H
piene di pater noslrilifci , e piccioli ; gioua infallibilmente per Caiial-
Pater no- lo durifjìmo , e che hautffe bi fogno di i acciar via i piumazguoli . Tre
ftri à qua- filze di pater nojtri con vn Melone fatto a file picciolo , e lunghetto
le cauallo fi per og^fil^a : e ne[ mi ^0 yn puciolo pater ntfìrv tagliato ;fin buone *
no. " Per ' Cauallo piaieuolet& àcuifincbuda vri imboccatura ben piensu>,
D»e fiiza di pater noslri tagliati t ò pur aggiuntola la paletta con vn
pater nojiro nella e mafon'vtiliper abbafjar della ttjìa vn Cauallo e on
fuo piacere . Pater noflrigrofJite lifa co vna paletta in fufu3f cruore per
cauallo
DEL CAVALLO, LIB. V. 323
A cauallo , che hancffe picciola bocca , e fcaue^affe . Buefrl^e di pater
nofìri lifci conneagono àcauallo piaceuoie , & che non mafiicaffe be-
ne il freno : £f per chi lo rodejfe co'i denti,/} potrebbe fra l'vna e l'altra
fil-jra mettere va Bafìonfano . Il Baronetto freme per far 'abbaffare rn /^0neÌ£
cauallo piaceuolmente,& è alquanto fartele ben fi dimostra facile >ef- CÌQ° v
fendo lifeio. Alcuni per correggere i pmma^uoU, vfano vn Bafìonet-
to co'i bottoni tondi, volubili, ingaflati ; ò co' 1 Falli gagliardi ,e rileva-
ti àgttifa di Ruote : Ma quadofrpoffa con altro rimediar e, farà meglio
à non y farlo . Il Ritorto ferue per cauallo, che fra duro di bocca t & che Ritorto.
voglia la lingua libera. Hora bauendo detto delle briglie chiù fé , rac-
j5 conteremo le Aperte , dcllequali benché ritengano fomiglian%a la Br,g"*
maggior parte delle su dette , come fono le Schiaccici Meloni tondi ,
aperte.
PeriJ Campanelli, e i Bafronetti ; i quali fanno la lingua libera in gran
parte; tuttauia il chiappone (bli gli a co fi detta , per effere à guifa di
laccio inchiappata nellefpor.de dell' imboccatura; come che anticamen-
te Briglia à ferro di cauallo fi nominaffe ) per cotal'effetto è di piti va-
lore : &cofr effendo già il cannone fatto à chiappone /limato buono ,
pur chi'l volefre ancor più forte , ri potrebbe aggiungere le legature
delle bande , piene dipaternoftri lifci-, Concio fra cofa,che il chiappone
con tre legature , effendo in ciaf cuna di quelle , due pater noslri lifci, è
r vtiliffimo à cauallo , che non maslicaffeil morfo . Buona etiandiofarà
la Schiaccia à chiappone per Cauallo , ebehabbia la bocca grande , gct,-acc«a
& che fra duro di barre . La qual durala parimente varrà à torre il >, chiappo
chiappone con le Oline, ò co' Alcioni li fri, ò pur frettati, & faraUo ol- ne a quale
tfà ciò libero della lingua, & fermo del capo: Auuertendo,che'l chiap cauallo co
pone con le Oliue corregge, & aggiufta più di quello co' Meloni. Il Me ^fn.^a * ,-
Ione lifeio col chiappone difnodato nelme%o , è per cauallo piaceuoie fCIO ^ pj£
dibocca,il quale foglia cacciare la lingua fuori : ma di più for%a farà , forti .
fé ad effro Aielone lifeio col Chiappone fi aggiungerà va Fzlìo grande
pur lifeio prefjb alla guardia , & vn minore preffo al chiappone , con le
V) legature dalle bande del mente del chiappone, piene di pater nofìri , in
luogo della Ciciliana : & varrà grandemente a cacciar i piumaTguo-
li: Ma propriamente il mdone lifeio à Chiappone , ferrato da giù con le
legature piene di pater noìlri per dritto, fi mette à Cauallo, che andaff e
con la bocca aperta . // Aielone lifeio lunghetto à chiappone [ano con
due legature dalle bande piene di pater nofìri, è da metterfr à Cauallo 3
che baneffe la lingua tagliata : &fc nt II' imboccatura faranno igioca-
relli, farà vtile per Cauallo , che beccheggiaffe . // Alcione lunghetto
fellato à Chiappone coi le legature per dritto piene di pater no-
Z ftri,
554 DELLA GLORIA
Uri,è buono per Cauaìlo piai enoteche andajfe troppo col mufo innari. E
II Melone chiamato Duckefco,fatto afe Uc,et à Chiappone ,con leguar
die diritte ,con vn paternostro nella cima del Chiappone ,ehe da su di ef
fo tirando ingiù verfo laguardia , habbia le legature piene di pater no-
firi da ambe le bande: è conueniente à Cauaìlo, che tir affé alla mano,&
Meloni due cfre non f offe di buona boca. Due Meloni àfelle,con vn Fallo lifeio tra
a qual .a- i>yn0je l'AUro,fatti à Chiappone, con legature da ogni bandaper dirit-
uengano. to, piene di pater nofiri ; conuengono à Cav.aììo,cheg\ffe troppo col ca-
po innanzi, per ridurlopiaceuolmente,e per fargli ben mafìicareilmor
fo . Il Pero lifeio à Chiappone con vn picciolo Fallo dalla banda della
gamba , ò stanghetta fcom'altri dicono) fer uè per far andare la lingua jF
libera, & per cacciare ipiuma^uoli . Alcuni per maggior efficacia
Campanel mettono almeno del Chiappone una sbarretta piena di piccioli pater
io lifeio à noftri ; e dal baffo della Guardia tirando verfo il Chiappone , oggiun-
chiappone. gjn0 due legature, vna per bada, piene parimente di pater nofiri. JlCa-
pantllo lifeio à Chiappone con vn Folletto dalla banda della Guardia ,
vale à far fermare bene il cauaìlo, & à correggergli ipiuma%^uoli;ta-
tófe'l tempagno di ejfo campanello fia fatto piano , quanto pure s'eifia
à volta. E ben dafaperfi,che cofi à chiappone, come anco nell'altro mo-
do su dimofirato il i amp anello fallito tagliato , è più forte del lifeio ; e
conuiene à cauaìlo duro di boccajlquale non maslicaffe il morfo: ma il G
lifeio fallito pofio alia rouefcia,cioè,che'igroffo vadapreffo al chiappo-
ne,frue à cauallo,chehaueffela lingua gr off a ,e la boccapicciola,& an
Tre pater co dura. Tre pater noftri tagliati, e poftì à chiappone con la Ciciliana fa
noftri porti nAj yaglionoàfarcon piaceuolczga abbaffareil cauaìlo di tefìa. Il Ba-
a chiappo- jionetto c0[ chiappone , toglie cofi bene la durerà dibotea, come il
Baronetto Rit°rt0 puf a chiappone con vn Fallo lifeio per banda',& più forte farà
col chiap- effo ritorto con vn pater nofi.ro , & quattro dalle bande ; mafortiffimo
pone. _ fopra tutti vn Ouadro à faccìe col chiappone. Souuiemmi qui di fare
Chiapponi amertit0 t c}Je tutti quefli chiapponi deono efferefaninelme^o, donde
no efière." bifogner òche pendala faliuer a ; & ciafeuno d 'ejfi connerrà annodar fi H
co i Baronetti , che reggeranno i AI eleni, i Veri, e i campanelli, doue il
cauaìlo s'appoggia : altrimenti fé fu/fero d'vnfolope%gocon le bande ,
farian da fuggir fi come briglie dipocofapore,e di troppa ajpre?ga. Tur
quando il cauaìlo fuffe carico digarT^e , duro di barre , di bocca , e final-
mente peffimo di natura ; fi potrebbe qual fi voglia de i su ferini chiap-
poni far coi Bracciali,ò Filetti {com' altri dicono) acchiappati dalle ban
de del monte in quei forami , doueftfogliono mettere i pallonetti del-
laCiciliana,nongià doue singafta ,efi fofìiene l'imboccatura ( come
altri
DEL C AVALLO y L1B. V: $5?
\d altri fanno) e quanto più in alto faranno i forami delle fìangbette, da
annodanti ejfì braccioli, tanto più gagliarda farà la briglia, llcbemede
finamente è da effirnarfi nelle briglie [nevate , volendo rimediare,
cbe'l cauallo non fibeua labriglia , Il cannone fnenato, fcrue per f<r Cannone
andar il cauallo baffo di tefìa , & libero di lingua ; e facendofi fuenato fuenato &
con la aggruppai ura,che tenga i giocc avelli tdinerriap;ù leggiero . Per j <;auaj
cauallo ebe s'ingorga la lingua,s' 'egli è dilicato di barre , feruti à vn ni e- \Q fi cóucb
'Zp cannone fuenato, con fé fteffo legato à Perno, onera Cbiappo, eh' è ga.
molto meglio :ncn tenedo altro, ebe la Cic diana di fopraifevxa metter-
ai quei braccioli co' i paternoftri , cbefifoglwno attaccare deues' anno-
g da la briglia: mas'egli non è dilicato dibarre,feruiràil tannane fuena-
to,int€ro\agginntim effi braccioli pieni di ani /letti, fi come s'vfano: &
. cofi quc(ìo,i ome quello fi potriano acchiappare co vna piletta nel me
^p, per far la bocca piufuggetta, & la lingua più libera . // mede fimo Schiaccia
effetto farà , e col me de fimo er dine puòvfarfi la me%a fcbiaccia,c la™&zzzs ~
febiaccia intera fuenate; e tanto in effe quoto ne i cannoni la volta del- femano t
lafuenaturafi può fare à dui modi, à pie di gatto, & à collo d'oca ; de i
quali però quefì'vit imo garbo verrà più forte, & co più profìtto. Et per
far chela febiaccia prema benelebarre , & che togli a alcauallo i piu-
ma%zuoli,ò cb'eUafiafuenata, òcbefta chiufa,fi potrannoincìafeuna
£» banda d'effa,oue il cauallo s'appoggia, far due proffili rileuati, tondi, à
gnìfadi cordoncttij'vno di f opra, & l'altro di fotto,greffi poco più di
rn doppio tyago. La briglia,chiamatapiè di gatto intero, co' i meloni li Briglia, pie
fci,òcon oline, sia bene a cauallo duro di barre, che babbi ala bocca dl £a"° *
picciola; ma hauendola grande , gli conuiene co' i peri, è co' i campa- *Q c^enl
v.elli : e Ipropriamente il pie di gatto col pero Ufcio , toglie i piuma7z ga .
TUoIì'a, col campanello àfaccie, toglie la durerà della bocca,& la mo-
biltà della tcfla . Cd melone à felle è buono per cauallo duro di bocca,
e che para su le ^alle_j . Col meiofi e Ufcio, ecrn l' aggruppatila è più
leggiero . Afa fé al melone àf ile s'aggiunga !aaygruppatura,cbetcn-
jy ga vna paletta con vn pater ncflro nella cima ; farà conuenenole mol-
to à cauallo duro, che trasferii . Il pie di gatto col ritorto , e con due
falli l:fci, vnoper banda, vale à firmare vn cavallo, che al^affc la te-
fìa . -Con li pater noslri li fa è buono per chi baueffe la bocca dura, e dif-
fipata , & che non masìicaffe bene il morfo : Ma fé i pater mfìri fi
metteranno folo da baffo, & egli farà fi hietto di fafo, fi ruirà per ca-
uallo, ebe trafportaffe : E fìando i pater mfìri nel laftone di %iù,
& vn melone Ufcio in quel di fopra (nelqual modo fa à due prefej
egli farà conueruente à cauallo durof aglionato di nuouo. Il me^piè
Z x di
3j6 DELLA GLORIA
Mezo pie di gatto, da alcuni è chiamato quadretto yda alcuni chiappone fpe^a- g
di gatto , ò t0: pcrciocbe non diffcrifce in altro dal chiappone , fé non che qucjto i
quadretto . fper^at0 e giunto nel me%p,& è quadro, flr etto fopra il mente alquan-
to più che non è di fotte, &fano d'vn pe^go dalle bande, dotte il canal-
Io s'appoggia,benchc pur' ini fi potrebbe far' acchiappato da chilvoleffc.
vie più leggiero', efiarebbe ad arbitrio di ciafeuno, di metter e alla Cici-
liana duefaliuereye taluolta quattro }per dar maggior piaceuolczja al-
ia lingua . tìora il me%opiè digatto, con va melone li f e io per ogni ban-
da, òpur con oliuetta , ò con vn pero , ò campanello lifci , farà idoneo
per cauallo non molto duro di barre , che haueffe la bocca mfipida , &
afciutta,& andaffe col capo chino: ò chefhceffe ipiuma%guoli.Efe ol- -g
tre al melone, ri fi metta nel mt%o yn pater nostro, far a buono per ca-
uallo duro di bocca, il quale non hauefft totalmente bifegno di tenere la
lingua libera. Mapiù forte farà, fé coi pero lifcio,e con va pater noflro
nel mc70,vifi aggiunga alla banda della guardia mo fello. Co'i'pater
nojìri lifci è vtile per e auallo duro, che non maslicajfe il morfo, & yo-
Uff e alquanto la lingua libera . Tutto pieno di falli tagliati con vna.
paletta al baffo , gioua à cauallo , che oltra i detti ritu' foUffe cacciare
fpeffo la lingua fuori . A'on mi rimarrò pure di ricordare ,the qut Ila
parte, doue quefta briglia fi congiunge, bemhe fi pofja congiungere be-
. ne à perno ; t intani a effe a do congi unta à chiappo, aggiufterà il cauallo g
„ di tesla,e di collo conpiù fermerà. E'I monte fi può fare non folo à pie
ngiie co- fa a atto, ma anco à volta, di bel^arbo, chefembri va collo d 'oca ; fico-
polte ehm- f, . ? .yr . < '. . *> J J, „ , ?J. ,.
fe# me a chiapponi ojani, o giunti e conueneuole. Sono certe altre briglie
compone cbiufcjle quali non mi flagrane di raccot are, pcrciocbe milze
occafionipotranopcr auuetura richiedere l'vfo loro: fi come farà, quan
do à e auallo, che fguerciajfe co la bocca,& faceffe f orfici con la briglia,
' fi metteranno duef.l%e di pater nojìri col baflonefano alle bade,& con
iannodatura nel me%o. Tre pater noHri lifci annodati ad vna paletta,
fopra effi vna legatura piena d'altri più piccioli pater noslri pur dalla
Eafton fa- guardia alla detta paletta , feruiranno per cauallo fcaue7^atore . Vn ^
no con due bafionfano con due pater nottri lifci per banda, & y no fallo tagliato in
pater no- rnt7Q. & yn chiappone annodato fopra effo bafione,i 6 vnafil^a dipa
, ter ncsìri più à baffo, da vna banda filava ente ; farà vtile per cauallo,
Baffoni c\je mordeffe la briglia più dall'yn tato, che dall'altro . Duebajìonifa-
e ani ' ni , effendo in quel di bajjo tre pater noflri lifci per banda, e nel mc%ò
vn fallo grande tagliato ;enel battone di fopra vn altro fimil fallo nei
Ballon' tr- WCK.° ' e^ r(fi° filetto : gioueranno per cauallo, che foglia prendere
fani. c0' l ^nti la briglia, parendo di vclcrfela inghiottire .Tre baìtom fani
congiùnti.
DEL CAVALLO, L1B. V. $?7
A congiunti, e/fendo nel [ottano tre pater noflri li fri per ogni canto, e nel-
la mita vn pater nodro tagliato: nel melano parimente tre pater noflri
lifci per banda, [en\altro : & nel [oprano vn melone li fi io lunghino :
e [opra tutti vnapaletta : faran buoni per i ai allo , chetrahe cale i alle
mura, fai endogli peròjpeffo [entire ti gasligo delle sfrt nate, che'l riter-
ranno da total vino . firn Ione lif io con la paletta in[ufo, e nella cima Melone fj-
vh pa'er noftro,farà conuencuole à cauallo, ibebabocea picciolo^ . CI? con *a
Jlmtloneà fi Ile annodato ad vna palletta, fi andò sueffa aggruppato
yn altro melone li[ciohnghctto;è prrfltteuole per cauallo sfrenatole
prendefje la briglia e o' denti ,efcaue%gaffe . Vn fallo grande per banda Vn falfo
B tagliato , ferue per raffettare vn cauallo di tefla , e per non farlo rug- grande per
gire , cometaibora alcuni fanno ; & è buono per caualli piccioli, che kàda tag''a
campando fi appoggiafjero alla mano . Altre briglie , che fi dicono ^n^r *
chiapponi Janifcn^a annodatura} fifrgliono costumare di quesle fi g- £r.-gife jet*
gie . Pater neflri Ufii , co'l chiappone [ano di fotto , & le legature di te chiappo-
foprafcbiettefen^altra co[a , vagliono per cauallo, che troppo al%i la ni> & altre
tefla . Tre pater noslri lifci per banda col chiappone fano,& vn baflc- ort1,
ne fchietto,diceano gli antichi effer idonei per cauallo, che baucffele
fcane : ilche fi slima, che voleffero dire per quei caualli, che di fepra,
e di fotto hanno fcaglioni, come più volte già fé ne fon veduti . Quat-
C tropater noflri lifci colchiappone, e di più vn melone lifeio congiunto
ad ejfo chiappone ;feruono per cauallo, che tiri alla mano : e tal briglia
volgarmente fi nomina il Garbuglio, per effer e intrigata . Chiappone cn^lD °
fano con vn picciolo melon lifeio ,<& vna sbarra per diritto piena di pa- dmerfi .
ter noflri, con vn paternifìer lifeio tra la sbarra, e' l melone, è buono
per cauallo , che [crolli il capo. Chiappone con vna legatura da già
fen^altro ; & che'lbaslone del chiappone fa fi hietto : ma che difopra
vi fìia vna legatura di pater noslri ;ftfà per cauallo i he porti lafcbie-
na troppo forte ,noiofa alCaualiere ,il qual de urà fargli bene fent ir
la mano . Alodo di piedi gatto fano co' i basloni [empiici da baffo, Modo di
2) vn melone lifeio di fopra,& vnpaternoslro lifeio nel montato: e gio- P'è di gat-
ueuole à cauallo fcaglionato , ibe troppo s'appoggi in su la mano. to»an°'
Quell'altre briglie fi chiamano pie di gatto mede fintamente , fen^a
annodatura ; inuentatein sì fatte guife^j . Pie di gatto fen^a nodo, pjè di gatto
co' i pater noflri lifci nellapartedi [otto ,• & vn fallo tagliato, nella di più ioni.
cima del mc^o , è vtile per cauallo , che fi a fen%a fcaglwr e_j .
Pie di gatto fano, e di fotto , e di [opra pieno di pater noflri ; che hab-
bia vna paletta in sa, con vn patir nvftro ; ferue per cauallo , che
tira troppo alla mano. Pie di gatto fen%a nodo, con tre pater neflri
Z S lifci
55S BELLA GLORIA
iifci per ogni canto, & con vna paletta nella cima, fi pone à cauallo fc a £
glionato , che fcaucz^zaffc . Pie di Gatto [ano con tre paternostri lifci
per banda,col Battone [ano difopra,ccn vn pater nofiro lifcio per ogni
lato, e nelfommo vna paletta con vn pater nofiro ;e nel me%o della fre-
natura vn baflonetto purfrno,con vn fallo tagliato ; conmene à caval-
lo, che foglia col capo dar'alla Giaffa . Pie di Gatto intero con tre pater
noslri lifci per eia/cuna banda di [otto, e nel Bafione di [opra vn melo-
ne à felle per ogni canto, con vn Fallo tagliato su la paletta; valeàcor-
reggere vn cauallo , che vada troppo in sii la fchiena . Et fé vn ftmile
Pie di Gatto co* i pater noflri lifci da baffo, battendo nel Bafione [opra-
no vn melone fellatoper.bandashabbianelme^o della frenatura vna f
paletta calata in giù,feruirà per cauallo fcaglionato , in cui fia ve%j
Briglia à %o di tenere fruente la lingua fuori. Lorenzo Rufio dice, che per caual-
inezo mor- // Scaglionati è buona quella forma, che dicono . A me%p morfo, che
*° ' l'vna barra ha di trauerfo, e l'altra partita in duce chi volcffe potreb-
be à tal forma aggiungere vn camo, ò e arado, come cenilo chiamano,
attaccando à quello alcune catenelle. Percaualli coffe agi ionati, come
Morfo Pari non fagli cnati, dice ejfer e molto atto ilmorfo parigino, che dalla par-
gino per ca te ^ yajf0 jya vna yAYra,con vn canelloie dall'altra parte di su vn' altra,
naci.CSÉ» IO barra [oda col camo, al quale foglwno alcuni appendere fimilmente le
catenelle . Fri altra briglia dice chiamar fi, A martello, che dalla par- G
te di fotto battendo vna barra con vn cannello , & vn altra foda dalla
Briglia à parte di [opra : tien nel me%o vn martello, che fi fiende verfo il cannel-
ttartello . lo , col qual però non fi congiunge : e quefia egli loda per caualli non
fcaglionatijò per poliedri : benché per polledriniunane giudichi più
Briglia à acconcia di quella che dicono, A duo cannelli, per ejfere leggiera, cerne
«luo cannel m qHi\\\ principe fi richiede . Altre forme , che con la loro affretta
offendono la bocca, egli ammonisce, che dapartefi lafcino: eleggendo/}
quella,chefi conofea meglio addaitata alla grande7^a3 & alla qualità
della boccale con la debita difìa^afifappiano colocare le barre, è i can-
nelli ;auuertcndo alla breititi 3ò gronderà del circolo; & alla piega del fi
Camo che laferra,chefta conueniente. Sono alcuni, ebe per lo camoprcffimamtte
cofa fìgnin ramm emorato, int edono il cauczgpne ,in quel verfo del Salmo, che di-
ce, Nel chamo,e nel freno cofiringi le lor mafcelle;& in quel luogo de i
Rè,douefi legge, Porrò il circolo nel tuo nafo , e'I chamo nelle tue lab-
bra;e ti rimenerè nella via,ondefei venuto. Altri da quefio nome anti-
co slimano ejfer fi deriuato quello della camarra, la quale fenati fatica
del Cavaliere, gafìiga il cauallo per fé mede fimo . Ma io rimetterò tal
difcu(fioneài Grammatici ;& poi che iritroui delle briglie fono hog-
gimai
DEL CAVALLO, L1B. V, 359
A gimai quafi infiniti ;& Tariffimi fìimo effere quei Brigliari sìpocofcorti Brìglfe.e Io
nell'arte loro,cbe non conofcano tutte cot ali foggi e, et che al bifogno no f ° ritroui
[appiano lauorare coft ciafcuna di quelle, che babbiam defcritteycome ia^a^'
etiandio ogn altra fintile, che per auuentura di nuouofi componeffe;la-
fcierò finalmente quefta cura al meslier loro, ò puf all' odo di qualch'al
tro,che piùcuriofamentedi mevoleffeporfià cercare il/ondo d'un va-
ilo pelago . A me baffi d'intorno à quello capo dell' imbrigli are, hauer
fatto accorto il Caualiere di tutte quelle cofìderatìoni, che neceffarie ho
giudicate à douerfihauere,tanto delle qualitàparticolari dell'animale,
quato della proporzione de gliftrumeti appropriati à reggerlo, et aggiu
B Ilario . Nelqual di fior fo dolendo/i forfè alcuno, th'io habbia vfati vo-
caboliftrani, e troppo ofcuri; non credaych' tomi fia compiaciuto di non
dirgli pia ebari; ma che non babbi a potuto altrimenti fare; hifognando
ch'io miferuiffi di quelle uoci,che fi coft umano tra coloro ,che fanno prò
feffionediCaualcare. Ntlafcieròtuttauia di replicare ,che quefta varie
tà di fieni gioua àfaperfi per rimediare ad alcuno vitio del Cauallo , il Freni, Se
quale effendo d'inclinatione, dilena,diagilitàydi velocità,!) difor%a U cognitionc
deuoleypecca(fe dall'altro cato in appoggiarfi troppo alla manojnrode- della Jpj»
reyò ber fi ilfien oyin portare il capo buttato in fuori, ò troppo alto,ò trop JjjJ et*0fo
pò baffo , in riuolgerfi la lingua per lo palato , od in tenerla afeiutta e giouino.
C nerayod inportarla àguifa di Mule cacciata in fuor e y<& in far* altri gè-
(li diuerfiye brutti. Ma propriamente al Poliedro conuengono, come s'è
detto ,i fieni piùtofto piaceuoli, che gagliardi fecondo l'effempio delpri
moproducitore de i Canal li jlquale cantano i Poeti, con tener a,e dolce
briglia bauer domato Arione;& anco fecondo la dottrinayet vniuer fia-
le coslume di tutti gli effierti ; Che fé ben Senofonte nel luogo di [opra
parche accennaffe che fariabere ad vfar prima le briglie graui et forti,
perche dapoi fi gu fieri ano meglio le piaceuoli ,& le leggiere ,-ciò slimo
douerfi in federe per co figlio particolare , in Caualli troppo afpri e fieri;
che fé' l volejfimo intendere per generale precetto , farla da crederfi,ibe
JD ne' tempi fuoi 1 Caualli fuffer più grandi, & più poffenti;ilcbe no hareb
beàparerciftrano;effendocofaben certayihe in quato la natura ha 1 rea
to e prodotto, quella virtù ycbe ne i principi] era gràdifiima & perfetta,
s'è venuta di tempo in tempo corrompedoye fcemando.fi come vn altra
volta ho dimofìrato. Ma intendafi come fi voglia,noi peffiam (juefìo te
ner per fermo, che quel Cauallo y ilqualc con la buona disciplina del di-
ligente caualcatore non fi corregge ynon puòfitrarfi, che faccia mai be-
ne con qualfi voglia fieno atyroye duro, che fi metteffe ; an7j con quello
egli ne verrebbe à dityeratione , è pur farebbe quali he piaga incurabile
Z 4 nella
36© DELLA GLORIA
nella boccajaquale nonfolo è daguardarfi del tutto ìUefa,come quella» E
eh' è organo de gli {piriti dell'ari 'male : ma è da mantener fi con quanta
dolcezza pojfibilefia}pcrhauerne migliori effetti . E però non farà for-
fè di poca importanza il riguardare di quale fragno , & di qual tempra
fia dal maeUro faldata la briglia ; Conciofia cofa,cbe non è dubbio che
la bocca del Cauallo non prenda cofi piacere del buono ,come altcratio-
ne del rio . Ondeyquando habbiam detto di quegli antichi Satrapi tcbe
Freni deb- metteuano ifì-eni dorati cC lor Caualli3è da filmai fi \che no tanto ilfacef
ceri? con' fr^o ad oslentatione della lorgrander^a, quanto per beneficio grande
qualche co del nobile animale ;alquale fé pur non Togliamo >ò nonpcffiamo effer li-
fa chedilet ber ali d'un poco d'oro in ricompenfadi tanti aiuti sche da lui fi riceuono F
ti al Caual- yer amente ingrato farà colui , che nonglifta almeno corte fé in quello ;
*0, che volendo mettergli in bocca vn freno nuouo ( ' maffimamente s'egli è
Polledrojglielo vngaprima di qualche cofayche diletteuolefapore yen
ga à reccargli,fi che egli confuo molto piacere il maflichi, & rifaccia
fchiuma ; il che importando non poco, molti faggi amente coflumano di
mefcolare colmelepolueredi Liquiricia,onde vnto il freno pia uoletier
s 'accettai fi ritiene . Oltr'à ciò per hauer lo facile all' infrenare }l' ordine
del me de fimo Seno fonte mi pare ottimo ad off eruar fi , che il curatore
primieramente s' accolli alfinifìro lato delCauallo,pofciapofate le redi
ne su le spalle lenendo con la man deftra albata la tesliera, con la man-
ca gli accofli ilmorfo della briglia ; ilquale s'egli accetterà nella bocca
gli fi potranno acconciai eleredineinfu'l collo ,con molte carene }del- G
lequali conofea hauer fatto bene ad efferfi la/ciato imbrigliare: Ma
s'egli non apriffe la bocca , l'huomo tenendo il freno apprtffato à i denti
metterà il deto grande della mano tra le mafcelle dell 'animale , che con
tal modo parecchi fogliono aprir la bocca. E quado per auuetura né pur
cofi riceuere il voleffe , egli fpingagli il labro innanzi al dente canino y
che tantosto l' aprir àfuo malgrado :pochi(jìmi effendo quelli , che fatto
Curator di quesìo non acconfentano .E/abbia etiandio in due cofe auuerten%a il cu
caualliqua- more, l'vna,cbe non tiri mai per le redine il Cauallo fdegnofamete, per
debb1 h"26 c^)e fi &* fi yime * fare ^a bocca dura : l'altrayche'l freno fi metta di
K > coueneuole {patio difìante dal concauo della bocca: perche s'egli preme H
troppo le mafcelle , -vi fi viene àfar certo callo ychepoi non hanno più fen
timento-.& s'egli più lungamente pende ingiù fiaalfommo dellabocca
Mordere il reflapoteìlà al Cauallo di non vbbi dir e al Cannili ere, ogni volta che di
freno mo- mordere il freno gli venga voglia. Et perche quando il Cauallo morde il
che fie 'fi6 fien0 » contrafta à queìloycbegli è comandato dal fuo padrone : trajpor-
chì. tarono i Romani cotal parlare ancora à gli huomini 3 fi come vsò Ci-
cerone
DEI CAVALLO, L1B. V. 361
JÌ cerone ,fcrìutdo à Brut 0, Se tu morderai il freno, poffa morirebbe tutti
quanti fono, potranorefifrer e alle prime parole tue. Intendendo s 'egli fa
ceffe purfegno di contradire. Et all' incontro, Accettar il freno, fi dicean
quelle per fon e, eh e cofeffauano d'effer Vinte ,& cofentiuano di vbbidire A ccettare
al vincitore, fi come fi troua ufato appo Virgilio, e bellametefi dinota al jl 6 t."0£he
tre sì in quello apologo di Efopo, che da Horatio fi racconta la doue dice 'S"1"™1*
Miglior1 in pugna da i communi h erbaggi
Scaccìaua il Ceruo il buon Canal foutnte .
E in che il minore in sì lunga tenzone
Cbiefe da l'Huomfoccorfo,ertceuette
JB // fren : ma poi 1 he -vincitore ardito
farti dalfuo nemico , ei né dal dorfo
Il Caualier , ne da la bocca il freno
Scuoter potendo mai ,feruo rìmafc_j .
E di qui i Latini prefero ancor coftume, che dicendo, Dar le redine del Dar lere-
le cofe ad alcun huomo , s'intendenti dargli affoluta potefià di tutto -, fi *** ch.e ***
come ilCaualiere tenendo in mano le redine dellabriglia ,resla intera- °ni c *
mente padrone del fuo Cauallo, potendolo volgere oue k lui piace. E pe-
rò Senofonte foggiunge bene,chefopra ogni altra cofa il Curatore fi dee
faticare in quella , cbe'l Cauallo accetti il freno ben volentieri ; laqual
C cofa è di tanta importanza , che fen%a effa rimane difutile l'animale ;
ma s'egli non folo quando menerà il Cauallo alla fatica , ma quando il
tornerà al rìpofo , quando loflriglierà , e quando il condurrà alla bia-
da^ pur alpafco fempreV auuexperà con la brigliain bocca: fen%a dub
bio il ridurrà à tale, che egli (fontaneamente l'apprenderà ogni vol-
ta che gli fra rappr esentata , & offerta . Et per difcgnare il luogo pro-
prio della bocca , doue la briglia fi debba mettere tdirò quefto , che
s'ella fi metterà vnpoco più difopra gli fcaglioni , f ara, che' l Cauallo
andrà più eleuato , e fermo di tefia , e più- ficur amente in effa fi appog-
gerà , e con minor tr aitagli 0 imparerà lepofate ; potendofi più fìcura-
D mente aitare di mano . Accader à bene di porla baffa più ò meno fecon-
do l'effer fuo, ma generalmente à tutti ì Cannili tanto folo ha da ìlar al-
ta , pofando nelle barre, che non batta su effi fcaglioni -, altrimenti fi fa-
ria fpeffo mot ino con la tesla;non hauendo il giufto appoggio . Auuer-
tafi dunque ad effa briglia , che Ria fermamente appiccata alla te. Briglia fifa
siterà , & alle redine ; e cheprincipalmente batta bene, e giufio in hoc- appiccata
ca , fiando al fuo conuenenole luogo , accioche poffa fare il fuo debito femumen-
effetto : perche ftando troppo baffa, danneggia la bocca ; fraudo troppo *"
alta, è poco slimata dall' animale^ . Ma chi v ole ff e far paragone ,
qua!
te.
3<?2 D l IL L A G L O R 1 A
([uni di quefli due eflremifuffe più fopport abile , e men dannofo : certa- 5
mente direi , che men male farebbe , che la briglia andaffe più tojio al-
quanto alta, che baffa ; maffimamente s'ellanon è delle aperte (perche
generalmente le briglie chiufe deono andar più alte, chele aperte J e'I
Barbocciale douendogià flar dimodoché raffreni fen%a [degno la bar-
ba , pur [e per awienturafi ueniffe à peccare : pia toflofaria da peccar fi
in alquanta larghezza , che difirette^a : laqual farebbe portar il ca-
po dij concertato Ragionando mille ine mementi ye difordini:eccettofe'l
Cauallofujfe tanto duro, & afpro di bocca,che richiedere non pur bar-
bocciale ben tiretto, e briglia forte , ma Muffar ole etiandio , e caue^
Muffarola %pni con ferro . Veramente la Muffar ola molto è da lodar jì , perche F
e fuo vffi- fé' le audio porta naturalmente la bocca chiufa,non gli può nuocere : e
ciò . fe pure [a tiene apert agrandemente gli gioua , e correggelo di tal modo
che effendo auue^atocon effafquantunque poi gli fi toglieffejandereb
befempre col fuo nero appoggio , e congran mi fura , portandola bocca
chiufa,e la lingua giuHa,col capo fermo ,& col collo inarcato. llqual ap
poggio fopra ogni altra cofa è conueneuole , e neceffario alcauallo, non.
pur nel maneggiar fi da fermo à fermo, ò à repoloni ; ma quando paffeg-
gia , e quando trotta , ò galoppa , ò corre ; peruenir eguale in un fegno
fempre , eficuro , e forte a gli f contri, & urti . Auuer tendo pero, ehe
U Muffarola non deurà effer etanto aflretta , che'l Cauallo ne riceueffe G
impedimento al refpirare i eccetto s'eglifoffe uitiofo difouerchiamente
aprire labocca, ò di caricarfi allamanoiche ailhoraper correggerlo , ui
Cauallo farla neceffaria ancor di ferro ; e facendo il cauallo forfici (come uol-
che faccia garmente,s'ufa di direjnon pur con l'artefieio de i freni compofii(come
forfia e fuo s>£ jnj"egnatoje C0H ia Muffarola ftretta,e con alcuna fuffr enata da l'u-
rem l ' na,ò dall' altrabarra^bd'ambegiunte ,farà dagajììgarfi ,tcnendobene
la mano falda ; ma con dargli a tempo botte hcr con l'uno,hor con l'al-
tro $prone,e molte più dalla banda contraria, ou'eigangheggia , e torce
la bocca ; per rimouerlo da quel brutto moto col fuo contrario . Et non
uolendo dal principio ufar ilgafligo dello fprone , fi potrà fare il forni- H
gitante prima con lapunta delp.ede,epoicola Giaffa battendolo nella
/palla di fotto , ò di fopra uerfo la gr affolla , dei contrario lato , batta-
gliandolo ogni fìat a , eh' e' torni al uiiio . Ala , perche affai volte il ca-
uallo fa forfici , non per malignità di bocca , ma per non poter f offrir e
il monte della briglia:e talhoraper la mano difìemperata del Cauallie-
re\ che non ha arte in foggìogarlo à tempo, e con mi fura : in quesli cafi è
da rimediar fi <.on porgli la briglia chiufa, ò pur non affatto aperta
piùòmeHogagliarda,fecondo la ddicatura della fua bocca-.&con tener
%U
/
DEL CAVALLO, LIB. K 365
Agli la mano ferma con quella maggiore ,è minor leggiere%^a, che la fua
qualità ci parrà richiedere . // collaro conuien effere fempre largo ,
affine }cbel canàio poffa tenere bene il capo fottoffen^a che la gola gli
fia impeditaci come all'incontro à chi teneffe il capo troppo baffo, gli
antichi foleano mettere vn collaro di legno in forma rotonda, e lunga,
per fargli al%ar la tesìa . Le tigne, non deonojlare ajìrette fouercbia-
mente, perche molti per tal cagione fi buttano a terra ; alcuni ffaran
calci yòs'inalb orano ; altri fi fermano di maniera, che non baftarebbe
il fuoco a farli andar più oltre :Bi fogna dunque non pur in cioferuare U
mediocrità,majJimamente quando accadeffe infettare caualle;dalle qua
B li in niuna maniera fi può talefìrettc^a mai tolerare ; ma in ogni al-
tra cofa guardare, che l'animai nonriceua offefa in modo alcuno, fuor
di quello , che per correttione gli fi fhceffe_j . La {ella è da por fi più Sella comt
tojlo verfo innanzi ,che verfo dietro : perche cofiil Caualiere parrà "ee Por" ' -
più acconcio, e'I caual più vago, e più raccolto : eccetto s'egli fuffe
troppo corto di collo, e baffo dauanti; douendofi in quefìo hauer riguar
do al commodo d'effo cauallojl quale tenedo la fella in su le tyalle ,refie
riaimpedito all'atteggiare : e' l Caualiere non potriacofi bene tener la
mano della briglia preffo all' arcione lilche molto importai farebbe an-
co tal ecc effo pericolofo per inciampi ,e per fatti . Vfanfi per le guerre le Selle per
C felle armate, con l' arciontondo,& con l'arcion gobbo, talhora quadro : guerre.
le quali inoflri antichi tal volta vfauanodi legno couerto di cuoio bu-
fhlino, fi come per difefa del cauallo fuceandi tal cuoio ancor le bar-
de: ma hoggidìfifan couerte di maglie, òpiaftre dì ferro. Et iCaualieri
armati alla leggiera le fogliono per maggior agilità vfar più piccioli,
che gli armati di tutti pe%gi, come gli huojpini d'arme, & i giqfìranti :
4' quali conuien portare le felle auanti ben alte, e con l'arcion quadro,
che difende bene gran parte del corpo del Caualiere. Ter gii altri Selle iliuef»
communi vfi,fono varie le maniere, che fi cofìumano sì per vagherà, fé,
e sì per agio : facendofi felle alla Baftarda, alla Stradiota,alla Man-
D touana,alla Cafiigliana, allaCaramana, alla Tur chef ca, alla Tedefca,
alla Francefe , lifcia, e me%a borrellata , e di innumerabili altre fog-
gie, fecondo le diuerfe fpeci e de i caualli, e fecondo l'vfan%a delle Pro-
uincie,& varie fantafie delle perfone, che producono ogni dì nuoue in-
uentioni . Deuràin ogni modo la fella teffere poca falda, per fare
parere piùbello ilCaualiere, mofìrandotuttala proportione della fua
gamba : ilche è più neceffarìo à coloro, che fon di brìeueflatura. 1 Bor-
rdli di e/fa deuranno effer fatti borniamente, si che non ifìringano mot ?°Jf} **"
to la cofciacon lor groffexga : né deurà quella parte, che dicono il
Cadino
3*4 DELLA GLORIA
Cadino e(fer tanto fretta, che non vi fi poteffeflar dentro agiatamente: £
an%j in tutto è da mirarfi, che' [Cavaliere fi poffa, in qualunque moto
egli fàccia, tener ben [aldo in fella, per non incorrere in pericolo ,& in
Guernimen dishonore . I guernimenti ,per ogni ricetto, conuiene,che fian forti ,&
tjcomehab a.tti,& anco belli, maffimamente fé la fattela del cauallo ne paia de-
biano a ei- ^na c^e qUantunque non da g[j ornamenti ,ma dallafpetto, e dal vaio-
re fi giudichi (fecondo Socrate) il buon cauallo : tutta volta fi vede
chiaro quel, che dal Poeta fi cantai .
Che fyeffo accrefee vna beltà vn lei manto .
E fono ancora alcuni candii ,che fi accrefeono <X 'ardimento ,quadc fi
veggiono ben guernitifi come già pi r molti effempi ne" libri difopra s'è F
Brache confermato . Ma quelle ,ehc generalmente fi chiaman Brac he, le quali
n'pere"^0 rflamoa^e bande delle groppiere ,auuenga, che adornino la groppa
piere . del cauallo, fono tuttauia dannofe affai velie guerre, e nelle e accie , &
anco nella città, perche fouente fitol auuemre, che volendo ilCaualie-
re fmontare ali improuifo , la tpada trouandofi quitti dentro , & auui-
luppandofi tra le gambe, il fàccia dare di fi hiena in terra : oltre , che
effe impedi fi ono molto quando fi corre per luoghi non ben aperti : però
lafciatele Brache, fi a meglio vfare ifi mpliei guernimenti . E per non
incorrere parimete in quei pericoli, chefoglwno interuenire per lefìaf-
feflrctte, quando l'oc e afione sformando, che per isolar più firmo, tutto G
il pie vi fi metta dentro ;fe per aunenturafi cadeffe,ilmiferoCaualie-
re farebbe àguifit d'Hettore fìrafeinato : è di me/Iteri, eh' 'elle fi portino
larghe, e grandi, come piùficure, raaffvmamente in quelle fàttioni, oue
fi va zar lo a" arme, & oue fi pub dubitare di tali cafi ,• che perle cit-
tà i galanti nel paleggiare le voglion picciole, portando folamente la
punta del pie nella loro estremità : Et coloro, che hanno la gamba cor-
ta, ragioneuolmente vfanodi portare la slaffabaffa ;ma alta coloro.
Staffe, che l'hanno lunga-» . Cofietia-idioper vfo cittadinefeo, gli feontri del-
le felle fi portan corti , sì che il ginocchio del Caualicre rimane in li-
bertà ; e bifognando muouerlo ne i maneggi, non è dalla lunghezza di Ei
quelli impedita lafor%afua: Ma per vfo militare gli feontri lunghi fon
più gioueuoli (come anticamente fi cos1umauanr') perche difendono le
ginocchia dell'h uomo dagli vrti d'altri caualli :Bifcgnapcrò con felle di
queflo modo , portare gli sproni sì lunghi d'hasla , che non fiamo co-
rretti di piegar con fàtua il ginocchio, e farci ancora innanzi con la
Sprone e perfona, per giungere alla pancia del cauallo . Etera mi par fouer-
fua affibbia chio à ricordare, che mettendo lo fprcne al piede, l'affibbiatura fi fhc-
tura. cia y€mre aua y^nda di fuori; come già ordinaria èl'vfan^a: ma
non
DEL CAVALLO , LIB. V. 36$
A non lafcierò tuttauia di raccotareà quello propofito vnafacetia di Lo-
renzo di Medici, e ho vdita:cbe ,volendo portare gli Jproni al contrario
vn Pifloiefe, ilqualft vataua molto d'intender fi di candii, e pretender
che gli fuffe flato fatto gran torto in va palio , che' l cauallo d effo Loren
%o haueaguadagnato in Pifloia : lo dimandò. Oliai cofa haiteffe più fre-
quentata, di metter fi (proni, ò di correr palij i e colui rifondendo 3 che
Sbanca più volte mejfi gli {proni, gli dijfe, Hot vedi,ihe tu gli tieni al-
la rouefcia ; e cofi potrebbe ancofeffere, che alla ronef la baiteffi fatto
correre lituo Barbaro . Modo certamente affai bello da fare accorgete
altrui della fuafciocche^a . Aìaritornando alle condittiom dell'inai- Eretti «felle
B lare: aggiungerò, i borrelli delle ginocchia douefeffere più toflo Jj ititi g'nocchia
innanzi ,cbe non diritti ; acciocbefen^a impedimento fi poffa fpingere re c -nt- r^
meglio la gamba aitanti: la qual à me nopiace,cbe fi porti fempr e acco- nanii.
fiata al vetre del cauallo, per che fa brutto vedere: e l'huomofi dee sfur
%aredi abbellir le cofe della Natura, non di formarle ; potendo fi majfi-
inamente con tutto ciò dar' al cauallo quell'aiuto, che fi e ottiene, & fug
gir l'esìremo sì della fonerchia curiofità, sì della troppa, affettione, che
flano male in tutte le cofe. Dd che vorrei, che fi ncordaffero tutti quel- Geftifcorr-
li,iquali e amie andò, fan certi gefli cofi difcoueneuoli,e laidi, che fon at- ueneuoh di
ti à farne ridere ancor le pietre: perche talhora vanno con la teHa riuol chl caua*"
C taindìetro , talhora flendono le e alcagnainfmo alla coda del cauallo, tal
bora àguìfa di beine guardano fempr e in terra,e con labocca,e con l'al-
tre membra fan più moti, che nofuolfare vn pappagallo, od vnafimia,
e mille mali incurabili paiono batter in doffo ; le quai cofe quanto dedi-
cano, à veder fi , ogniuno il giudichi . Fero è, che nella campagna non
pur fono toler abili , ma tal volta neceffarij per l'ammaeflr amento del
cauallo, alcuni moti nidi voce, e di per fona : i quali slan male, paffeg-
giandoper le città . Main ogni modo appartiene al Cauatiere dijaper
reggere fé mede fimo , prima c'h abbia à regger altri : & addeslrarfejief-
fo niente meno, che'lfuo cauallo ,sì che à mifurafi reggia l'vno accom-
D pagnar l'altro in tutte l' opere, che fi faranno : apprendendo vn bello
fitte di caualcare arditamente con vn penfìero, chefia con lui vn'iftejj 0
corpo, di vn folo fé tifo, e di vn volere ; e con vna certa attitudine, e leg-
giadria,che diletta riguardanti : non pendendo in lato alcuno ; ma
fempr e giufto, diritto, e J aldo mirando la tefla del cauallo,sì che al ciuf-
fo di quella porti corri (fondente il nafofuo. Non dico già queflo douerft
far appunto nell'infegnare,ò nel combatterei perche combattendo bi-
fogna mirar ancora alla mano del nemico ,& a'fuoi moti, & infegnan-
do,fon da chinar fi fyeffo gli occhi , per vederle braccia del cauallo,
che
;66 DELLA GLORIA
che nelle volte vadano ordinate. Ma ordinariamente (come Senofonte £
conforma) non deurà mai il Caualiere slarfu'l cattato in quella guifa,
che fi cosluma à [edere fopra vn carro : an^i premendo lafcbiena del-
l'animale con vn ginfto, e concordatole contrapefo-, vi fi fermerà con le
cofcie,con le ginocchia riflrctte;iafciando dir inamente, et co fermezza
calare le gambe ingiù, non altnmente,che quando fi sia in piedini che
i piedi pofandogiufti in su le slaffe, lapunta loro riguardi la punta del-
Gambe co l'orecchie delcauallo . Loda bene tifìeffo auttore,all'vfo militare guar-
me fi deb- janj0 ; cke [e gam(;e infìeme coU piedi fi facciano rimcjfamcntepende-
modare da re dalle ginocchia; per che tenendo fi moltorigide,feper auuentura tifi
vncaualca- riceueffe alcuno (contro, ne fcntiriano maggior percoffa con perìcolo di F
torc . JpcZZarf' ma non iftwdo coffìirate, vcrrebbono meglio à cedere, &
a fchiuare:baftàdo,che fi tengano bene le cofeie falde, su lequaliferma-
tofi tutto il corpo deurà pàrimete il tronco ,cioè \quellaparte ,cb 'è fopra
le cofcie,portarfi agile,* diffefìo à uoltarfi in ogni ucrfo.-Malaftrettc^
Cofcie co- r^ c;ejit> cofciejìa tale,fenxa muouerfi punto dalfggio loro,cbe no ba-
me u dt • fu jinemicOyò cafo veruno à leuarui di fella. Et auiocbe poffìate,com-
re à caual- battcdo,tal volta aliare la vita,egagliardametefkruifuperiore ad effo
lo. nimico ò con la ?pada,ò con l'accia,ò con la ma%$a: e tal volta/chinare
le fue per coffe, chinandola allato manco ^porterete la slaffa defìrame%o
punto più corta della finifira ; che co fi l'vn' effetto , & l'altro vi verrà Q
commodo ,& feruirauui in ogni altra occafione. Tenendo/i oltr'à ciò lo
slaffile fiotto il ginocchio, fi va più fcioltoiauuenga che tenerlo di fopra
fi coìlumaffe già dagli antichi,cofìretti à caualcarepiù lungo per l'vfò
de' caualli armati di barde,per le quali etiandio fi richiedeuano glijpro
ni vn palmo lunghi y affine, che fi foffe potuto giungere allapanciain
Staffile co quella parte inferiore, ch'era feouerta . Lo {loffie fi dee attaccare alla
me fi dee prima fibbia della fella, vicino alle {palle del cauallo, non già alla dere-
attaccare . tana,percheil Caualiere co fi porterà più ornatamente la gamba fna lon
tana dal ventre d'effo cauallo : Non è però da attaccar fi molto apprefi-
fato allo [contro delia fella, perche non farebbe Hare ben forte ilCaua- fj
liere, né il cauallo fi potria cofi prefìo [occorrere con lofprone,perlafo
uerchia disianza della yimba. E prima che fi caualchi ; è da auuertirfì
nonfolamente,che la briglia, con tutte le parti della tefierafia ottima-
mente ai commodata,come s'è detto;ma he cofi le cigne, come gli staf-
fili, maffimamente quelli della banda fin /ira, oue il Caualiere s' appog-
giavano be if>rti,& ben legati, accioche ò nel caualcarc ;ò ne i e a fi im
p >rtantit non fi venga à riccuere fi orno, e danno : auucrtendo ancora
fe'l i amilo sita ben ferrato, & fé babbi a mangiata bene la fna preluda,
perche
DEL CAVALLO, L1B. V. %6-]
A perche altrimenti egli mal potrebbe refifiere alla fatica-/ . Le Redine Redine co-
vuole Senofonte yche frano eguali ; non fragili ne lubriche fi chefcorref me habbia
fero dalle mani;nè tanto gr offe ,ch e infieme con quelle non fi poteffe af ad e"ere'
ferrare , fecondo ilbifogno, qualche altra cofa . IL Caue%^onc,ò ( come c
altri dicono) caue%jina ordinariamente s'adopera in tutti i caualli,pri 0 cauezzi-
mo fatto di fune poi di cuoio ,etalhor di ferro fecondo 3 che la neceffità il na à quali
richiede: Emolti lodano, che fi faccia portare infino all'età di quattro caualli s'a-
anni in cinque, tanto che'l Poliedro fi fia ben'accommodato del capo , e doperi.
del collo : alqual effetto egli certamente è gioueuole oltra modo fen^a
dare alla bocca quelle offefe,chefogliono cagionare le F alfe redine, on- .f ..
B de il più delle volte le gè ngiue sì fattamente fi vengono à tormentare i * ere **
che poi diuenute ( qua fi addormentate ) callo fé, e durejbifogna adope-
rare briglie Mulefche 3 e disperate 3 per raffrenarlo ; & oltr'à ciò come
fuffe venuto alfeìlo anno ; bìfogneria cangiar luogo , e moto alla mano
delle redine ^volendolo tener forto; che co'l multacelo nogiffe à tera3ti-
rando il braccio fuor di mifura-.ilqual vitio dicono Impettare ~ Che già impettare
non per altro le Mule fogliono effere sfrenate 3che per lo continouo por- che vitio
tar delle Falf e r edine fdallequaliincallite file gengiue ,non puoeffere sì fa'
gagliardai 'imboccatura,chelor fi mette;che quando alle volte predono
paura , non isf or xfno il padrone à fuo mal grado , tiri pure quanto egli
C puote. Seruono, dunque le falfe redine per corranone di qualche vitio
d'vn cauallo già fatto : & vfinfi congrantemper amento, & artificio r Fa. J" "
ma per ammaefìrare vncauallogiouane , nonfimutiilcauezgone ; il faferuan0r
quale à' cor fieri 3& a Fri foni fta ben di ferro: à' caualli di me%A taglia,,
a Ginetti, & à'Turchi di corda,òdi corame,ch'èpiùpiaceuole : mar-
inamente quando effifon più alleggeriti, & meglio fermati .. Etficome
varie fono le difpofitioni de i Poliedri 3 quando primieramente s'hanno
à caualcare,cofi vario deurà effere il portamento del codone; ò del ca porram£to
ualiere: perche quelli 1 quali diaboli e amete con fommi sfor-^i s'ingegna dei cozzo-
no di buttare à terra chiflà lorfopra; ò che fi corcano; òche s'inalbora* ne b Caua-
j) no fi che non vogliono andare innanzi 3ò fan difeonferti , & atti ribaldi liere vario *
e vili :conuerrà,che terribilmente fiangafiigati; e sformati con repenti-
ne & violente carriere, gridi, e battiture ;& in tutti i modi finalmente,
fifaccia3ch'efjì nella loro peruerfità non rimangano vincitori * Alcu-
ni 3che per vigorofo,& ardito fpirito fanno certi no brutti motiui di fot
%afi di leggiere^a}fen^a però dimoflrarci punto di poltroneria, n è di
eattiuaintentione: non fon da batter fi, né fiancai fuma folamete fon da
correggerfi con la vocestanto,chefi riducano à conofcere;che uoi non te
mendo diloro,voletein ogni conto,che facciano àvofiro modo: & con
quesìi
3<5S D,E L L A GLORIA
qnefìi in {omnia è da tener fi vn certo ordine 'di mediocrità , che non fi &
auuil:{cano,nèin{uperbifcano:perciò che di tei natura, alla fi ne diligo-
no eccellentijjimi, quando alle belle doti natiyrali ,{arà in loro aggiunto
l'adornamento dell'idonea maefiria ; laquale , fi come è atta afupplire
molte parti , che perauuentura mane afferò ;cofi è mirabile efficaci a à de-
fian [enfi ,etle virtù occulte dell' animale. Altri ve ne fono di minora-
mmo ,e più timidi.-verfo iqualièda vfarfi maggiorartelo patien%a,et
con e are7j[e; facendogli con diuerfe esperienze accertare, che non baue
tefantafia dibatterli né {gridarli ,ma di trattarli pi acenolmente ,{olche
s'addattino à{odkfarui . Ma generalmete effendo bene in tutte le cofe,
che prima che fi vega all'armeni fj>erimetino i configli -.ogni altro modo F
prima della forza de ara tentar fi , per [aggiogare quefli animali, i quali
Poliedri c° l'bumanitàpià toilo,cbe co la fufbiafogiiono allbuomo bumiliarfi.
più tolto Et in nerità douendofi vn Poliedro tirare al conofiimento di qne!lo,cbe
con huma- meno intende, & à quella cffercitatione,cbe pia l'affanna; è di meftieri,
nita3che co cfJ£ Vl ^ Q ondile aper la più, facile, e fpedita u:a,cbefi poffafàre. Egli a-
fog<*ìo<*hi- dnnque,come fi far àbcndimefticato, e fatto p'iaceuole al toccare ,ficac-
no. ° cierà co un Ingo e amicone fuori del Traflofuo,cioè del luogo ,douefuo
le pigliare il ripofo,e l cibo: et poetagli la Bardella in dojfofcò laquale,
prima che all'vfo de Ila fella fi rega,cÒuien che per buono Ffatiofi auue%^
Zjjpctrà cignarfi no molto jìretto; & fen%a motaruifopraper qualche. G
giorno, fi lafcierà co fi vefìito falteggiare à fuapoflaipoi {enza {degnar-
lo punto, rimcnàdolo à mano pi acenolmente alla {uà fiatagli fi leuerà
la bardella,accare%gadolo con la mano leggiera di [opra il dorfo. Altre
Bardella uolt e poi gli fi potrà mettere effa bardella neltrafìo fuo:etpojìog!i acco-
quando da ciamete. nel capo vncaue7zonc,alquale uoinel cavalcare u'baurete ad
f°j attenere con ambe le mani, difgiunte però l'vna dall'altra, & ne barete
à correggere il e au allo, far et e che f opra quello fìia vn'altro catiez^cne
% bengroffo, & lungo cirìafei pafii , ilquale babbia a tener in mano vna
per fona ben efperta,cbe'lguidi,e tenga forte: Auiiertedo,cbe ambidue
i cauez7onifianfiitti,epo§ìi di modo nella tefta , cbe'l Poliedro non ne li
babbia afentir tra l'orecchie offefa alcuna , onde vemffe à prendere ta-
le {degno, che poi malagcuolmentefopportajfe di lafciarfi mettere fimi li
cofe nel capo. Fatto ciò,voi confomma dilige%apr Giurerete (come Se-
Modo di nofonteVÀfaiue)chc'l caualcare vi venga ageuole;fen7a molto aiuto
domare poi d'altri mrniftri , perche nonfempreil Caualicregli fi potrebbe trouare
ledri. da prcjfo ; & però quefta {ara la primiera industria , cke'l Poliedro
co'l fiiiifìro fianco s'accofii dalla vofira banda defira ad alcun poggio,
nel quale voi commodamcnte{aretepofio .'facendo , che vi fi mt ni con
carezze,
DZl TJL raiLO, ZI B. V. 369
^-Xarc7^yò.bifognandovifiJpingada'circónftanticon mani, &xonmi- c^JgC<j[*
naccie;e fé pur fùffe incorriggibileye malignoydiaglifi con vnbacchetto- 40marfi.
ne in qualunque parte della perfona più accorici vi venga ; fuor che ne
gli occhile nel mufi accio; che femper fon dafcbwarfi.Giouerebhe -ancora
farlo fi are rif contro al Soley acciò che (pazientato dalla maggior ombra,
che voi réderefte>egli deponeffe il fuo fmifurato ardire ;fi tome giudicio-
fàrnente prouarono ne i lorfamófì CaualiiyBeRerofonte9 & JLlejf andrò .
Ma com'egli finalmente fi farà accojlatoy voi dolcemente raJJicurandoU
con la manoy battuta più e più volte la bardella y v'ingegnerete di mon-
tarfufo con tutta quella deHreT^a^chefìapojJlbile^ E caualcatc, il ter-
£ rete fermo vna buona pe%ga;parte nel collo (come fi fu ) accarezzan-
dolo , parte r affettandola la perfona}ei vefiimentiyfi come il I{ufìo ci ri-
corda . Indi s'egli vorrà da fé caminareylafciatelo andar pian piano al-
quanti puffi : pofcia fermatele vfP altra voltale dopò vn picciolo inter-
itallo paffate oltra^non mancando di dargli temperato foccorfo con lapa,
rolay con le gambe fen^ajproni y e con alcune leggiere battiture piace-
uolmente . M afe con ciò non caminaffe>fhte}che la guida il tiri con quel
xaue-^zone-, che egli tiene y portandolo cofifermoyche'l Poliedro non pof-
fa tra] correre fuor del diritto : Efepurefitrajportafie > egli auuertendoy
che lafuafunefra le gambe di lui non $' attrauerfi y vadagli dirimpetto
*- douunquefcorraiTotraffi ancora fa re da qual ch'altro battere nella grop
pa:e non bastando tutto questo a farlo andare > vfiuifi (come 'detto hab-
biamo)la for^a per ogni verfoyfin ch'egli vinto fi conduca in quella par
te della campagna}doue baureteà fare gli effercitij appartenenti alla di
fciplina . £t quando quesìofhreteyfaràlodeuole-) che (fé qualche necef/i-
tà particolare non vi costringe) non variate fouenle luogo ;per che il Voi
ledro ogni volta , che giunge alla J cuoia vfat a , fi viene à ricordare dei
buoni ordini infegnatiye di tutti i casligbihauuti,quando egli haueffe er-
rato^ cofi miglior ado di giornoyin giorno con memnigliofo profitto vèr
2) ràadvnbelliffimo grado della J ùa difcipliaay ficuro <& fermo in mènadi
feiyòdi cinque me fi; benché alcuno fia più veloce à l 'imparare ', alcun più
tardo ; fecondo che tra gli huomìni ancora gl'ingegni fi tronano differiti.
Et perche la premura della Bardella confifle in matenere il Poliedro f al-
do del collo e della tetta > & ben ' awiezgato perlo diritto ;è di mejìierip
che 7 Cozzone porti ilcorpo alquanto indietro > e i pugni h abili y benpo-
ftiy fermi y eflretti di [otto a quella. ; fiche poffa con facilità auuiar-
lofgr conpiaceuoUzga ridurlo a ritenere . W fi coniarne di metter
f libito ilTolledro alle difcipline dei Torni}e delle volte ; ejfendo il mo-
to Circolare tanto malageuole fopra ogni altro > quanto ~egli per Or*
vM dir*)
%jo VELIA G L 0 \1 jt
dine > & per mifura èperfettiflime; come quclloyche al celefle firafiomi p-
gluiy& è di termine infinito :fi che il tenero animale uinto daU'injblitay
e fouerchia afpre^a di tal'ejfercitioy ilqude naturalmente indebolifce,
e confonde il cemelloy$~ offufca lauijlra ; diserebbe irrefolHtoypigroy&
M • - ripelato > come dir foliono .E di queflo fi rende ragione da Alefìandro
t i de] cor xAfrodifeoy e da Macrobioy i quali fcriuono fette efiere i mouimenti del
pò fette corpo > cioè di gire ò di bafìo in altOyb di alto in bafio > ò di farfi innan^iy
delCaual & di farft in dietro fi andò al piano y ò di voltar fi à man deflray ò a man
fmiftray& l'ultimo è ilgirarfi attorno > ilqual moitimento non è comune
àgli animali ne ordinarioycome gli altri : an H lor dà alteratone y e Ra-
llento grande ypcrcìb che turbando fi fotto fopra gli humori del capo? gli £
organi de ifentimenti nonpoffono ricevere la virtù & poflan%a anima-
le-yonde il pefo del corpo non efiendo dallo fpirito foflenuto y ècoflrettù 7
che caggia à terraceccettofe tal moto fi faceffe prima alla largaycon te-
peramentoy e co uarietà;e poi riflringendolo a poco àpoco yfi ueniffe co'l
lu ngo vfoà prender l'h abito yche non farebbe fentime offefa. Veròyfi co-
m e nell'arte della Mufica volédo imparar di catareyfi comincia dal ca
to ferrnoyprima che fionda nenirfi al figurato: e tutti i principe delle cofe
dalle parti più communi (fecondo il Filofofo) fon da prender fi: co fi nel-
l'arte del caualcare èneceffarioy cbe'lCaualloper la prima cofafìaddi.
rÌ7gi di gvrauantiye tornare in dietro ; d quali motipar che la T^atura
Volte co- medefima l'accompagnuLa onde ridottofì il ^Poliedro a fopportar in dof
me fi deb j-Q ^ Qaualiere , fi farà gir di trotto alquanti paffi per vna Hrada di-
dal Polle ritta>c piana :*indi fattolo con carezze fermare alquanto > fi pafferà ol-
dro. tre co' l filmile modo; & finalmente battuta riguardo al poter fuoyfi tome
rà oue prima fu caualcato ; indri^xandolo alla primiera pifiayper linea
drittayper qualche tépoùndi tal uolta per linea curuaye tartuofa y dalia
quale poi nafee il circoloynon altrimenthche dalla fuperfieie nafte il cor
pò Ma quefle primiere volte aeura.no far fi larghey e Jpatiofey acciò chey
olir a i detti iticoueniéti-ynon venga à torcergli il collo colniy che'l guida: ff
rNon mancherete però difìringerlo àpoco àpoco y ogni dì più, y talché in
m conu eneuolejp atìo di tempo ei fi riduca temperatammte à fare la
Molta giunta : approffimando pian piano à fargli porre latelìay oue tien
lagropp a>& àfkryche'l braccio contrario della bandayin che volete voi
tarlo ys' in caualli di fopra Paltroye non difottoyne d ' incontroycome antì~
camente fifacea>e come hoggidì tal fiata molti ignoranti costumano ;
e per dar gli pia ageuolei^ay fenica alcuno difor dine y à s) fatto incaualr-
layeyìnco mincierete la uolta con unpaffo innanzi: checofi mouendoficS
mifura la parte anteriore yjegnirà lapofterioreil medefimo effetto: fin
chi
B
DEL C\AVJt ILO LIBICO V. 371
che farà attorniata crìi mede/imo ordine tutta la -volta-Alche nella per-
fettone del (auallo fi potrà fare, non douendofi già tentare ne i princi-
pe . Voi quando bareteà fcaualcare , il farete vrì altra uolta accoftzre
alpo%%io,e destramente fmont andò , e di nnouo poi ri votando , &■ ali % v
fine refi andò in piedini uerrete ad ajfuurare talmente con noce , <£r con
mano,ch' egli nell'uno, & nell'altro atto fi Hia fermo y&patiente. ^Al-
tre aolte i medefimi modi potrete u] are per affocarlo , com2 dicalo ; far-
cendo , che tolta via la guida , & qu-elfuo lungo caue^one;il Volledro
fiaper alquanti dì caualcato piaceuolmente dietro ad un'altro Catullo ,
per terreno fildo ; accioche fem^a molto affanno fi rafficuri , & auue^-
?i ; attendendo ad addrix^arlo,e fermarlo bene co fi su l'anche , come di
tetta, e di collo ;p arandolo giutto,e folleuato dinanzi con quella ubbidié
^a , che fi conukne; & licitandolo largo , quando per le medefime orme
i'harete à ridurre al luogo, onde il mouette . Indi,come n'accorgete , che
egli difciolto al trottOyfacilmente fi ferma , & uolta ; gli fi potrà porre ,
per prima briglia , un Cannone con le gambe diritte,leggiero , fchietto >
yfatoy& aiiuinto [come dir fi fuole,)& unto di meleyconfale mfieme,ac-
ciò ch'egli con diletto il riceua , e tenga , facendola dolcemente f chiama
col matticare;e'l Barbocciale di Ini fiatondo,lento , e ben'auuolto > e cir- Barboc»
condato dipela , 0 di corame, affine , che nongliporga dolor aerano : ciale co-
Eportando le redine pari,accommandate alla man fmittray uiferuirete "J5 ^e
folamente del e anemone, con tenerlo eguale e giallo, & ogni di piàjlret t0>
to e fermo. Cofi ancora di giorno in giorno, in più e aualcate andrete rac-
cogliendo pian pian le redine , con sì bello epiaceuol modo , che'l Volle-
dro JenT^af degno aengaà gufi ar 'il freno à poco à poco, infino à tanto >
che voggiate il capo di lai andar ben fiotto neltuogo fuo , cioè , di pofit ti-
ra allegra,raccolta,immobile,&ficura , con vna certa mifiira inuaria-
hile,laquale benché meglio colgiudicio,& con la pr attica , che con rego
le d'arte fi pofia apprendere ; pur può dir fi, eh' ella confitte nel gouemo
del Qiualiere,cheb abbia à tener e le mani del cauer^one ferme , non ri-
mouédole mai dalla fommità delle Jpalle del Cauallo( ò da preffo à iduoi
borrelli,quadofi caualchera con lafellajet acconfentédo con l' vrì all' al-
tra,fecondo che'l bifogno richiederà , acciò che il collo di lui non riceua
offe fa dalla dijìemperata volt a,ch' egli faceffeJLoda Senofonte, che fi ten
ga l'vfan^a de'Verfiani , ad auua^ar'il Cauallc à portar ingroppa ; il-
che in effetto è molto vtile,sìpervfo di guerra,ò per la caccia ;fouéte ac
cadédo,ch'ogni Caualiere habbia à leuar'vn fantaciuo,ò vnfer nidore; sì
ancora per l'vfo della città,doue fi pojfono far carenze ad vrì amico, paf
feggiado cofiinfietne^ tal fiata portami domarne fi cofi umaua piàjpef
fo-]nrima-> che fi foffero introdotti cotantiCoechi .-& ferue ancor a,cbe't £
"Padrone trouandofi infermo,per auuentura, ò ferito,à vecchio ;puo efie-
re fofte?itato sul (amilo da alcun' altroché gli uada ingroppa .Maquc
Hofipotràprocurare, come fi ueggia il 'Poliedro tolto dalla primera,
fm ferità , & alquanto dimesticato . Cautamente però tra queflo me%o
glion dare fuor d'egnipropofìto; delinquali 'tanto- fi Bigina queHi ani"
mali,quanto una creaturarationaleyche fta battuta contra ragione : che
già per colpa di sì inconfiderati miniiìri fauente auuiene, che' L fanciullo
f'uSSa la f e noia > il Falcone sbatta l'ali , e'I Tolledro fcuota in capo - Voi F
dunque con ogni diligenza procurando >. ch'egli con fua piacere prenda
su 'l freno alcun 'appogw y e fi prepari all' ubbidienza y lafcando il primo
feroce,e feluaggio siile ;piaceuolmente gì infegnerete,oltra igiàdetti or
dini,com' egli habbia à ceffare in dietro ( cofa già neceffariain gran ma-
niera, majfmiamente in C amili} che sformano con la testa > & che tra—
portano con le (falle) facendoych'ei muouapm toflo le gabe , e l'anche f
che ileapoyb il collo: & per uno , o duo me fi effer citatolo in quefli modi*
e ridotoìo à termine,che faccia bene tri maneggi per lo dirito-, afficuran-
. douifi prima di pafio,e poi di trotto: potrete in luogo della Bardella por-
do da por &* ^a ^e^a>& co hgouerno accrefcergli ancor fatica;dandogli,fecodo Li
£ i luogo fuainclinatione,& attitudim,altripiu difficili documenti ;ilche farà dà
•della bar- farlo trottare 'per larghi circolile per lungo, in terreno fondo,, di frefea
*tìela* arato : Ove poi che-harete caualcato di trotto circa cento p affi da dritto
à dritto, farete due torni 'ffatiofi,e ben tondi , incominciando da man de-
stra, &fopra quelli slahpatifeguirete dal' una , e dall'altra mano due
uolte e me%a:fi che il decimo Torno fi apur da dejira , & alfine ufeita-
ne,c aminerete pur di trotto circa altrettanto ffat io per diritto-^ ferma-
to che ui fiateuna buona pe^a , tenendolo giuBo,e faldosi farete pian
piano uoltar da deftr a ;e tornando di trotto per la pifka,anderete àfmon q
tareoue camlcafte;leuandogli quitti modefimo la bardelL.i,òfìa la fella;
per far celo affkur are: & cofi perfeuererete per otto giorni. Tofcia ogni
dì potrete ere fiere una uotta,fin che fiate giunto à cinque e mecche fa-
Torar ran c*na uentìdue Torni : ilqual numero (fé altra neceffità al contrario
^uàti hab non ui astringa) \non deureteuoi crefeere y né mancare? finche non ueg-
biano da giate ilCauallo hauer prefa quella fic urta su labriglia > che. fi richiede .-
**r" t jtllhora ogni dì potrete aggiungere una uoltafìn che arriuare all'undì-
ci,&me%a , che far an Torni quaratafei ; numero conueniente ad ogni
QutallQ gioitene > ? gagliarda , Rimettendo però al giudkio del Ca-
ualiere>
£ ualiereyche conforme allapoffan^ay& albifogno de l'animale fi regoli
quanto al numero (che mal fi pub altrimenti determinare) di effe volte.
Dalle quali> poi che conofcerete luì hauer qualche parte di lena acqui-
stata) potrete fcemarne tre; cioè) dodiciTorni: andando in cambio loro
dodici fiate di trotto in altra parte da dritto a dritto } per ifpatio d'una
pie dola carriera y tenendo fi fu' 7 pendino y ò fra gli v Itimi duoi terreni:
tAuuertendo peròyche l'andarey e'I tornare fi fàccia fempre su laflampa
delle prime pedate; e che in ogni te i-mine sh abbia a voltare giufio y &
ordinato di braccia.Oltr a ciò è da tenerfi ben' a memoriay chefnbito che
harete ridotto ilTolledro a e aminar volentieri) ò condotto da altro huo
B moyò accompagnato da altro Caualloyb foloy ilche è meglio;deurctefem
pre portarlo di trotto y e non di paffo mai \ eccetto quando il menaHe è
nella fi allayò per la CittdfVolendolo affìcurare y ò carenare : III 'rotto Trotto co
efiendo quel primo documentoyche fta da darfiycome fondamento di tilt me ^a à*
te le virtàycke al C auallo pofìono appartenere. Concio fia cofaycheìl trot
to dìfeioglìe le membraye le giìiture; alleggerì fee le parti baffe; rafiettay
& ferma la teHaye'l collo ;&fitialméte vnifee leuirtu di tutto il corpo ;
mentre yche'lVolledro coflretto di muouerfi con le braccia-, & con le ga-
. he ordinatamentey& con mirabil mifuraynon già a sballi) come nel cor
fa viene afkre;gli bifognay per non difeonfertarfi y raccorft ben con tut~
C te le membra , e co'l capo falda y & aiutarfi con la propria f or ?ay e leg-
giereTga. Et in veritàquanto difficile JìaqueHo moto del Trot tare coft
al Caualloycome al Caualierejpnò da quello confiderarfh che da Senofon Trotto
te s'afferma , eh 'egli è più artifìciofo y che naturale: per cloche il C auallo più arti fi
di fua natura è inchinato al correre, come fi vede dì quei Tolledri) che C10'°»cne
r •„.. // ,. J -ii- naturale
amarriti nelle campagney vditeper auuentura annitrir le madriycon ar-.
dito corfo vanno a trouarle : onde iì\us~ìici per prouerbio foglìon dìrey
Checorrereye caminarey ogni C auallo lo fa fare y e cofiveggiamo affai fo Galoppo
uenteyche uoledo trottare un Volledroyeglifubito cerca di por fi al galop- che ila.
poycioèy ad un corfo non troppo ueloce y e dislefo \eper ridurlo al trotto
u ordinato y ui bifogna trauaglio d'arte y & anco forila ad alterare la fua
naturaMiglior fegno però fi sììmayche da paffo incominciadoy fi uenga
al trotto : che nonquando con fatica dal trotto è da ridurfi al galoppo :
perche quelli fono auuiamenti naturali\come fi vede ne gli augelli) che
da terra fi muouono per uo lare : e da l'altro. modo fi può comprendere y
che"l C auallo fìa graueye feonfertato . Mafia quanto e' fi uoglia tardoy
poltroney& uitiofo; che facendolo trottare lungo tempo per mano d'huo
mo confiderato , & intendente , ne cauerete per buon cofìrutto: ecol
trotto folo yfenxa mai adoperarlo in altro > ridurrete ogni C auallo (pur
*s?Jl l che
574 rDELL^^LOT^I^(
chenonfrad'imperfettanatura, ò di mólta età) a competente perfettio-
Trotto di ne ^ aZ^lt^>e di lena, e di gagliardia. Col trotto certamente fi togliono
qua te co- le malitie} e le cattine intentioni; col Trotto s'apprendono tutte l'ottime
fé buone discipline , e col trotto poi fi confer nano le apprefe t. Veroè, chequando
cagione. , yn Cauallo giàprouetto d'annue in parte ammaeftrato,fr conofeefre ba-
fcofo,& ardente, ò vano , che non hauefre appoggio alcuno : ponendogli
vn freno piaceuole,& auuinto,glif aria più vtile il galoppo con vna mi"
fura Iemale lunga,per farlo acquetare, & appoggiare . Ma a tutti no-
uellamente domatici trotto è necefrario: & a quelli, che non difendono,
né aggiungono bene le giunture,egli lungo, e pretto fi dee donare; il con-
trario a quei, che fono tardi a leuarfi dinanzi ■> onde fi vengono poi (co-
me volgarmente dicono) a palpar e)CÌoè-,ad arriuarfr, e fouerchiamente
Hendendofr,a guifa di C amelo, fi fanno lunghi. Quefr itali deuran trot-
tar fi ben raccolti ,fi chevnifeano il corpo , ilqual neruofo , & acconcio
paia: lS{ondimeno a chi molto venijfe a fdegno il trotto, gli fi potrebbe
dare più temperato ;& infegnaregli ordini delle volte talhor fu'lpaffo:
accioche con la piaceuole^ra, e col continouo siile buono , & effercitio >
egli difiogliendo ogn'hora più le giunture , & alleggerendo le membra;
Caualli ven^JTe di giorno in giorno ad anan^are di difciplina , e di lena ; fen%a le
doue da quali,diffic il mente gli effetti della for^a fi pojfono adoperare. Vegetio di
mancg- ceydouerfr Jpejfo maneggiare il (fauallo in luogo afciutto,e piano,cìnquan
SU1 "• ta pajjì lungo , e cinque largo , doue fra meffo abbondantemente terra, e
fabbione bene ordinato,a fomiglianr a d'uno Stadio,oue gli antichifkce-
uano a correre . ^/tltri fogliono esercitare i lor Caualli tra'l folco , tra*
luogbi di colline, ouer rampanti ; accioche nel volgerfr habbiano piùfk-
•cilitàyritr ouando il vantaggio della terra.jLltri invnaslrada,che nella
fine di ambii capi,haggia bafre^a, affine, che imparino di falcare con
Canche,e d'incarnare le mani . filtri per vna linea, che fra ne' fuoi ter-
mini rileuata ; acciò che nel chiudere della volta, il Cauallo, che di rite-
gno ha bi fogno , fi troni ben' eie nato dinanzi (per quel vantaggio , che'l
terreno gli da) e ben falcato con le parti di dietro. JLltri in vnajlradet-
ta,a guifa d'un canale, che habbia divampante d'ogni banda, accioche
fonente frpofra al Cauallo cangiar mano : & egli per tema di cafeare in
quei falli di terreno, vada appicciato co' piedi, e ben raccolto con la per-
dona . filtri Mnoghi rinchmfr,onde s'aftringono al prendere delle vol-
te ; e fen^a poter fuggire , fr poffano meglio caftigare di lor difetti .
tsfltri nelle slrade larghe col trotto,ò col galoppo : ò pur ne i Circoli, ò
f&micircoli; diuerfamente volgendolhper fargli andar con vn cuor fìnce
ro} fé mpre liberi in ogni parte } fen^a conofeere luogo determinato , co-
me
H
1>£L CUV UllO LIB. V. 375
me conmene a Canal di guerra . Quefliy & altri cotali modiynell' am-
maestrare de' Caualli fon bnoni>e belli , quando fi fanno a temidi gra-
do , con temperamento > e con mi fura -, fecondo gli ordini conueneuoli ,
che appreffo distingueremo ; e fecondo la pofan%ay & inclinatione del-
l'animale . <ts4ltrìmente<,ditemi vnpocoy non farebbe difordine euiden-
te>fe vn Cauallo y che hauefie bifogno di luogo fondo > per efier egli lega-
tole greue; fi efercitaffe in luogo duro $ Vn y che nonfklcajfe bene con
l'anche ? e parade con le /palle , & col capo vano y fi maneggiale in
altri luoghi y che h affi nella fine del I\epolone? ò nonfiefiercitafle con-
tinuo nelle fcefte? E quelli ì quali douefiero puntalmente con ogni at-
tentaneeffer fermati } fi difciplinaflero altroueyche nel circolo > e nel
folco?1 ls(on farebbe ancora grande inconueniente y che i Caualli non
ben fermatiyne abaHan^a difciplinatì y fi maneggia/fero importuna-
mente y efen-ra ordine > o mifura in sì dinerfi > e difficili modiy che fi fon
detti* v che t'ali maneggi fi vf afferò fen^a differenza , cofi a' Canal-
li gioueniycome ad attempati* co fi a'robusliy & agili,come a' deboli >
e tardi ì Ogniuno certamente sì fatti errori può rkonofcere; che fé' l Ca-
uallo haueff e piìi ingegno , che non ha vnfagacijfimo hmmo:pihfor%a
d'vn Leofante > e più leggiere^a d'un 'Tardo; non farà maifojHciente
ad imparare t ante varietà di co fé } quante confuf amente dalai ricer-
chiamo y ne foffrire tanti franagli , quanti fen^a conftderatione gli fo-
glion dare perfoney che fanno appena fior su la fella: onde il panerò ani-
male fjpeffo ne viene a vìuere fempre infermo: conciofta cofay che da
l'è fere faticato fouerchiamente nella prima gio nane 7^ayfì fogliono e a _ ..
gionare le Ierde}le Formeyle Schinelky le l\efley le Sciaticheyi Quartiyle ft-ra ppaz.
Todagre y le Difcorrenze,e mill' altri mali. Et altrifi veggiono derrena- zato in
ti\altri rotti di bocca y ò di piedhaltri arfi dentroy e rari fon quei (aualliy cor,!e }a
i r J-r ìt t r ■ r \ i r- ■ r Ierdc lOV
chef enT^a difetto giungano alla loro fioritay e perfetta età de ifei annip me gcc>
comedi radiffimo ancora fi vedea (come Urifldtele dice) tra quelli ,
ch'erano vincitori ne i giuochi Olimpici y che vn mede fimo huomo in età
giouenile,& in matura fufìequiui Hato Vittorio fo -.non già per altra ca-
gione yfe non , che ifouerchi effercitvj dati fin dalla fanciullesca , non
fa cenano lungamente durarne i corpi la robufìc^a: effendo chiarisfi-
ma cofaycheì corpi violentati allefktichey e difciplinatì contra la lor na
turale inclinationey& attitudine y non fono pur impediti al crefeereyma
diuengono affatto inhabili all'operare, (ertamente l'effercitio degli ani Corpi
mali è da regolarfiyfecondo quel che veggiamo auuenir del ferroyche co violétati
fi dall'efere adopratopià del douereyfi uieneà confumare; come non ado £felc $ jj
prandojfija ruggine il corrode . Quefti due ecceffiy b di troppafhticayò di corrano .
UJi 4 troppo
376 D E L L >A G L 0 1^1 jt
troppo ocio ,/pefie volte ci hanfktto uederey che alcuni CauaUiyhauendo £
data bella dimofiratione > e grande fperan^a dell' efier loro in queiprimi
annifl uando poi crefciuti in età doMeano mostrare maggior pofìan%ay fi
*nA^r fono tYOuat^ incredibilmente fiacchi > ò poltroni . 1{on refiaperòyche la
«allo on- fiaeche^a ^l Cauallo non fi fcuopra ancor fen^a cagione del troppo
de fi (cuo affanno , perche alcuni debolidi natura (fi come tutti van nel principio
pra . pauentofi del (faualiere y che loro è montato addoffo ) r acolto tutto il vi-
gore) che ejjì tengono yuanno sì deftiye fcnfitiuiyche paion forti : ma come
fi fono afficitrati dell'intorno > non dimoflrano più tal gagliardiay uenen-
dofi maffimamente adaggrauaredicarne: ladouequel Caualloyche na
turalmente è gagliardo yfe farà co 'debiti modi-, e riguardi effercitati, fi V
vedrà fempre crescere in bontà di anno in anno . Deurà dunque il pru-
dente maeììro [opra tutti gli altri accorgimenti nelV esercitar di fimi Co,
ualli ^riguardare alla fi agioney& all'età; alla difpofitioney& alla lena di
ciafcheduno;e fecondo quelle fcemare>accrefcerey & variare i modiye i
luoghi : perche fi come l'effercitio moderato con grandifjimo giouamen-
to aggiunge ardireyforte%7^ay& agilità all' animale; co fi il fouerchioyol-
tre che opprimey e ffegne quel vigore , che la Telatura gli ha dato : il fa
diuentare sì pigroy& vile: e he poi né a q uè Ilo y né ad altro vale . Terò fé
dfdouri- ^ '^rte(fecondo il Filofofojimita laT^aturay quanto ella puote\e feguen-
do ifuoi me^i y molte co fé di lei compifee ; fi come veggiamo le piante
prima produrle [rondi , pofeia ifioriy& indi i frutti y e ninna co fa in vn
tratto può confeguire\lafuaperfettione \ co fi impoffibile effendoy che vn
"Poliedro s'accommodi in vn fubitoàimoti violenti > fé prima non fìa
fgroffato in alcuni più, dolci-, e toler abili ;è dimeBeri-, che ledifcipli-
ne gli fi ano date confìderatamente con Vordin fuo: perche fi come ad vn
vafe di bocca Jìretta dando fi, ly acqua con furia tutta infieme y fi Jparge
fuori;ma datafi aflilla a fluiamo empie a colmo y cofi volendoyche vna
creatura nuouamente prodotta al Mondo impari ogni co fa in vn dìynon
farà nulla: ma addottrinandola à poco àpocoye fempre auan^ando ter- ff
reno di mano in manoypotrà ridurfi a quella eccellenza-, che fidi fiderà^
bifognandoyche per fkr > che la difpofition fi conuertain h abito , vi con-
corra il tempo y ilqual)come Tosfidonio dicea)équely che dislribuifce il
mondano moto \ e quel che (fecondo ilVoeta) tutte le co fé apporta con
lafua ordinata vicenda-) e con lafua appropriata flagione : però dice
heneOuidio :
I giouenchi difficili àgli aratri
Vengon col tempo : e col tempo y i Dejlrieri
S 'infegnan di patire i lenti freni .
Douendo
Metodo
li<
na
DEL C JL V sA l LO, LÌB.V. Wj
'jl rDouédo dunque in tutto feruar tempore procedere con quell'ordine, che
conuiene sfaremo , che tutte le forti di maneggi fi an prima dipaJfo} poi /^.
ditrotto,poi di galoppo ;e poi con maggiore celerità : Trima di lungo e ^^^
poi diritto , pofcia involte , lequali faranno prima di mezo circolo , baqo effe
& vltimamente poireddoppiate;prima a terra , pofcia à melarla, pò- re.
fcia in alto:prima in circoli grandi, efjbatiofij pofcia in più riflretti: pri-
ma in luoghi piani fonduti,& aperti, pofcia in rampanti durile più dif-
ficili: confideratafemprelaforxa-) fh abilità, e V attitudine del Caual-
lo: e confederata ancora l'età j perche a gioueni fon da vfarfi termini
più temperati , più ageuoli, e più ampi; con altri fi potrano adoperare
B altri modi , che al corpo , & alfenfo dell'animale apportino più fatica ;
& in fomma altrimenti fi tratteranno quei, che fi conofcono agili, e ro-
buSti,altrimenti i duri,ei fiacchi . Laonde lodeuole cof ami pare in ve- Trotti co
rità, che a Cauallo di poco neruo fi incominci à dar il troto per torni ua^0 ^j
Stampati de altri prima-laccio cheanimofo , più libero, epiugiuflo s'in- poco ner
dirizzi per la pifta fatta, dalla quale fé talhor a ufcifie, egli tr ornando fi uo.
da fé medefimo fubito cafligato , vi tornerebbe : efcndoglipiù fucile à
trottare per via battuta,che perfolchi di maiefe . Etejjì torni , acciò che
d'vna mi fura più facilmente fi faccian giufii ,farà bene, che nel princi-
pio fi fi ampino di p affo ,e poi di trotto . Jlnzi quando il Cauallo fuffe
difenfi troppo bafcofi , ò che per habito cattino nel dar del trotto fi po-
nete in su la mano , e tir affé viaii Torni {ariano da dar fi leggiermente
di pafio per tanti giorni , ch'egli rasficuratofi , àpoco à poco veniffe ad
auuiarfi altrottodafeSteffo . Ma non vogliate mai fare i tomi (eo- T01*^1 no
me vfano alcuni) in vna fola Stampa di vnogiro : perche il Tolledro in -x n vna f0
molti modi potrebbe rimanere impedito , & accorar e con tal paura; che la ftampa
giunto allaparte, don egli fi fuol voltare , Starebbe confufo, e refiio al ^l vn Sl"
fhrfi auanti,òpur non finterebbe ilgiufio ordine , che conuiene: potreb- r0*
honfì ben concedere alcuna fiata à Cauallo vecchio , e di buonfenfo, per
£ torglila durezza del collo alla volta : & per farlo in ogni altra forma
di torni,trouar fempre divno tuono . Ma per il generale meglio fiafem-
fre à Stampar due \circbli . JL cauallo gagliardo , quanto egli è più ocio-
fo>& legato ,più contengono luoghi fatico fi non pur di terra rotta da
l'aratro,ma tal volta acì^pfa,et fango fa,o pur di qualche arenofo lido y
comeT<tettuno fi legge appo Statio hauer fatto \doue effendo difficile
il caminare ,più duro gli fio) il trottare , & per conseguente ne haràpià
ytile y imparando di alzfrbene le braccia, & le Jp alle infieme\ per
lo qual, effetto, &perJùrlo and ar più largo , coStuman molti di le-
gare alle paSìoie >&aU' 'altre giunture } certe balle di legno tonde.
Sarebbefi
J78 ù Z L L *A G L 0 1^1 oi
Sarebbe fi però in cot a' luoghi da auuertire,cbe'l traualgio uenifie adef- £
elio dee fere me diocre : perche vi fi paté tanto , che l'ecceffopotria produrre cat
cfler me- tiui effetti nell'intrinfeco,& ejìrinfeco del Cauallo;e tanto più s'egli fujie
diocre . dipoca compie [(fione,b divil natura, (onueneuole ancor gli fia,che quan
do vltimamente voltandolo da man deHra,farete per la pifla tornato à
T orni per gir uen viatallhora voltandolo difìnislra, trottiate per le me-
defìme orme alcapoeslremo ; & indi conia volta desìr a torniate àpo-
farui in effi Torni ; vantaggiando ogni dì tal numero , fecondo laforya-,
e lena , che in lui conofcerete . Toi quando quefti Torni) perla contino-
uapiHa ,faran diuenuti duri > quafi inajlraccati ; el Volledro vi parrà
bene afficurato .'glieli farete /lampare in altra parte di mate fé, nèllaqua F
le quanto più frefca , e fonda fie l'aratura, più difcolto il farà, di gambe ,
Ma s'egli f ufi e di mala volontà agire ne i Torni à cerchio ,voi nel me%o
delTorno mettendoui a piede ;e tenendo ilTolledro conia madeflraper
le redine ,bper la coda più tofto del C anemone , quanto fi pub a lungo ;
con vna bacchetta nell'altra mano,folleciterete da dietro, tenendo il pie
deflro fenno: e con girar il finiflro ver/o dilui,f accompagnerete in ogni
giro , eh' ei faccia. , fin che vipaia bene affaticato: poi cangiando manoy
e piede , il farete affannare nell'altra volta , finche totalmente viparrà
vinto à farlo tornare nel detto circolo . € quando voi folo a tanti vjftci
non bajlarebbe,vi feruirete d'vna,ò di più perfone,in vojlro aiuto: fi co-
me parimente farà opportuno , quando egli alla fin del trotto andafie a
fermarfi torto: che fé voifo con calcagno,}) co bacchetta vorrette addri\
'Zarlo , egli facilmente fi potria dissonare, b porre in fuga: ma vn'à pie-
de,fingendolo con le mani da quel lato,chefi trotterà fuor difegno,l'ag
giuHerà delle gambe, e delle braccia al diritto della f uà piHa:b pur voi
folo temperatamente nella: parte contraria il batterete con quel penden
te della Caue^xana , che auan^a ; guardandola di adoperar bacchetta^
finche non gli h abbiate data con vfo notitia della briglia: z^fn^ifen^a
battitura,e fen?a aiuto vi potrete rimediare , fé vedendo lui conlaCa- fj
negarla giuHa fermarfi torto , caminerete pian piano fin' a dieci palmi
oltre; & ini dalla banda contraria delfuo torcere tenendo la corda (fe-
condo,ch 'egli vi sfor%a)più b men tirataci fermerete, accarezzandolo
[opra il collo con la mano della baccheta . Egiàfemper , che fatti i Tor-
ni fi uà àpofare, èapropofitofarglifhrtrepafleyi à dietro, percafli-
garlo piaceuolmente di quel trasportare, che generalmente v~Polledrifo.
glionofare nel principio della lor difciplina : e poi Jpingendoui innan-
zi > & voltami : & alquanto fermatoui, partir viadaqual vfan^a di
rinculcare nel detto modo^in quelli è neceftaria maggiormente}che uen-
$on
DEL C UVjLLLÒy L1B. V. $79
gon duri j & abbanàonanào{ì su la briglia > sformano la mano nel carni'
*" riarde nel pò fare . Ma all'incontro non fa per quelliy che di lor natura fo-
uercbiamente nel parar fi rinculano . Oltra acciò) s'egli andando per ejji
Tomiynonfi porta ingiro col corpo eguale , è da prouederfi y che facen-
do il Torno dalla man deflra y fi tenga la gambafiniflra verfo la jp alla >
ò al diritto delle cignete la deflrapiu, alquanto in dietroy là verfo il fian-
co; e cofialVincontro.battendolo oue bifogna : maffimamente s'egli nel
fuo trottareymancafìe di furialo di mifura:ò voleffe fermar fi inaiiTÌ, tem
po.7S[el che giouerà nonpurla voceye quel moto di labbraycon chefifuol
dare animo a? Tolledì% ma l'aiuto della gambay e del calcagno; ilquale
glifi è da far conofcere a poco apocoy dandoglielo da quella bandaychì 'è
contra alTorno ; equalche fiata ancora > acciohe non efca da la piftay
in quelpuntoy che gli derete la botta dalla parte contrariargli attende-
rete l'altra coni' altro calcagno y e quando cere affé pure di -vacillare y il
batterete con ambe le calcagna egualmente giunte per maggior accor-
gimentoye càftigo. llcheferuirà parimente ogni voltayche vorrete dar-
gli maggior velocita y ò nel circolo y ò nel gire indiritto , ò di p affo y ò di
trottoy 0 di galoppo ;ò quando vorrete farlo f alt are y perche foglion mol
ti leuarfi in alto pia con l'aiuto delle polpe delle gambe y ò delle calca-
gne y che con ijpronate . Giona etiandio la Gamba a correggere vn Ca-
q uallo y che giffe continouamente col collo rotto y cioè pendenteyò torto in
vna banda : appoggiando la polpa d'efia nel ventre diluipreffo le cigne
del contrario latoy e pungendolo infieme da bora in hora y con lo jprone
della mede/ima gambay attentamente . Ma fé volete con maggior for-
*za cojìringere il (aualloyche venga pronto dalla mano y ou'egli tiene il
collo duro-yVoi girando la man della brigliaye laperfona y vi calerete da
quella banda con lajpallaye con tutto il corpoyaccos~ìando la polpa della,
gamba al fuo ventreyfermatoui bene in su lajlajfa con l'altro piede :e col
yifo chino mirando fempre a l'occhio fuo y lo caualcarete con tal con-
trapefo vn buono fyatio ; ch'egli casligato di ciò > rimirando voiy farà
D sformato di Inabilitare il collo da quella parte ; òpur vfate il mede fimo
contrapefoinogniTornoyche co fi per forya verrà aggiustato . Vfaftpa- <..-«% z
rimente l'aiuto della s~ìaffay del quale può dirfìquejìoy ch'egli è più j or- fuo aiuto.
te di quel della polpa l epiupiaceuole di quel dello Jprone : E quando fi
dà fottola jballay ferue ad aggiuftar il Cauallo delle parti dinanzi:
quando fi dà nella pancia y il fa gir da banda *, quando fi dà nelle parti Voce hu«
di dietro yl'aggiufta di groppe . Ma fopra tutti gli aiuti yinogni mo~ ™a.n* *?*
tOf la igocebumana è digrandiffima import an^ty efficacia al genere caria àCa
Caualtino; D ella qualcof a non folament e gli antichi Scrittori fantefli- ualli.
moniof
3$o DELL^fGLO^ia
monh cerne Virgilio > che in vn luogo dice > con gridi effortarfi ICaualli £
frementiì& in vii altro yVolar Eurialo fui (/inailo con plaufo, e fremi-
to projpere.'.ole ; e L:;canoy col grido aiutar fi il T>cfl riero quando fi cor-
rene' campi Elei .• lafciamoflar gli altri effempi infiniti de gli altri Toe
tiyche farebbe qr.ì tedio araccontare:manoi mede fimi apertamente veg
giam per prouayche tanto per dar' aiuto, & animo ad vn Caualloy quan-
to per dargli caììigo,efp. mento , la voce , più ch'ogni altro atto-, ciferue
mirabilmente : & èvn rimedio fingolare a diuertirlo da ogni malpen-
v . , fiero ,ch 'egli teneffe,ò di buttar calciyO d'inalbo rarfiyò di difenderfi. Vo-
fì vfano lendolo dunque inanimare yquando fi trottalo galoppa , ò maneggiai I{e
nel dare poloni; fifogliono dire in Italia ta paroley Eia,eia : ò ViayviayVia su. F
animo al 7^//^ Carriera , fi può affrettare non pur con efìe y ma con tutte l'altre ,
che vengano infanta fi a, par che fi ano con brieue,& vino accento . 7\(«
Coruettiyìielle Tofate, e nelle volte , ò cheftanfcempie , ò raddoppiate ,
fuol'effet effcacijfìmo vn certo fuono y cbe non può dinotar fi con penna >
ma con la bocca fi viene a fcocc are, quando fi pone la punta della lingua,
nel me^o del palato, & 1» vn tempo fifcioglie . Is^el tenere fi porger
animo al Cauallo , per furio venir più fi e uro , più eleuato, e più leg-
f'iero dinanzi) e di dietro : con dir Flap, hap; ouerHepy hepy ouer Hop,
op : ilqaal tuono è poco differente da quel che in Fiandra vfano iCar-
rettie-riyche follecitando i Qinalli dicono Lop , lop : fi come dà Fr ance fi G
Deuanydeuan; da Spagnuoli Delanty delant;da'Germani Fluxyfluxy per
accento di folle citareyfì costuma di dire . all'incontro volendo cafìigar
in ogni difordine yòfconfertoycb' egli fiicefle : potrete dire con altaygr
afpra voce quelle medefime parole, che adiratamente traglihuominifo
glion dir fi: òpur agiudicio voslroyfecondo Voce afone y direte quelkycbe
più vi par anno atte afpauentarloy& a correggerlo del fuo fallo . Toi
vedendolo vinto, è da mutar fi il tuono in piaceuoley e baffa voce, dicen-
do Hoy ho; tante volte}che bajìino ad afficurarlouon toccargli su l 'mar-
catura del collo con la man destra y ò grattarlo tra i criniy ò nel garrese:
checonquefìidue modi fi accare^aycome ben dimostra nella Georgi- ^
e a il Toeta , dicendo :
Delle lufinghe , e delle lodi allhora \
S'allegran molto ; del maeflro amando
Il fuon y che dolce in su la testa applaude^ .
Poppif- Questo da Senofonte è nominato VoppifmoyCfuando firette le labbra fi fh
mo , che con la bocca un certo fuono più acutoycol quale i Caualli propriamente fi
fogliono mitigare icomouendo fi all'incontro col fuono chiamato Clogmoy
thefijk col palatole con la gola : Benché fé co quefio vfajtfìmo d'offerire
alCa-
l£ al C audio le cofegrateyele contrarie con quell'altro : egli facilmente
imparerebbe di quietarfi colClogmoy & incitarfi col Toppifmo : Dimo-
dOycbepuò affermarfiyla voce far quello effettOy che dinotano gli altri gè
fìsche l'accompagnano . Certamente) fi come ifoldati quantunque fuf-
fero fianchi , elafjìyfentendo le trombe,& i tamburi infmno allegro y e
forte ^ripigliano animose gagliardia ; & ognifairito humanoper melan-
conico y ch'egli fi a y parimente riceue confo rto : e contenterà tale, che
rauuiua le membray ogni voltaychefenta l'armonia di qualche firumen- *
to allegramente fonato : & all'incontro fentendo il fuono languido , e
dolente y riceue trifie^ay e di/piacere > che indebolire } e rimette il cor-
fe pò. 1)ella qualcofagiàmanifefla proua fi vede nel magno zsfleffan-
droy quando Timotheo iJHuficofonandoy e cantando a l'ufan%a Frigia^
eglinonfìpitè contenere y che dalle viuandey che dauanti teneay non
correffe all'arme con gran furore : ma toflo cangiato il fuono a l'ufan%a
Doricay egli piaceuolmente acquetarfiy ritornò alla menfa . Cofi a pun-
to i Caualli ancoray per effer animali di fpirito molto acuto , <&• inten-
dente y& inclinati già (fecondo "Plutarco) ad vbbidire alla, voce hu-
mana i qual' è il tuono y che loro fàccia il Caualiere , tal effetto riceuo-
no : percioche fi come dalla bocca dell'huomo efce (fecondo la fauola
r di quel Satiro) il caldo , e'I freddo ; cofi con la voce fipofiono fare di-
uerfi effetti , ò fgridando y ò esortando > ò carenando . Et e di tanta
virtù la voce verfo i Caualli y che non li confonde , lidifluona , ù fcon-
ferta , ne gli toglie da fé , negli auuilifcey ne gli accora , ne gli pone in
fuga y ne gli difpera y come fogliono fare le baronate , le quali benché
pan parimente gioueuoli in molti cafi; purè neceffarioy che fi vfìna
fin atempoyeconpià mifura , e con più riguardi : efempre richiedono
al fin careygey con modiy che gli facciati conofcere il fuo errore efiere
fiato cagione del fuo calìigo . Ideile parole è da tener fi folamente vn
certo tenore > che l'afpre^a delle voci crefca yò manchi > fecondo y che
p fi vedrà crefcerey e mancare la malitia del Cauallo : £t effe fole few^a le
battiture poffono bengiouareyma quefiefen%a quelle di radoyo pur noni
mai . "Però infieme accompagnate deuranna vfayfiy come ben cinfegna
Homero con l'effempiovdutumedonteyilquale bara con dolci paroleyhor Batnnn^
coti minaccie y hor conpercoffe moderaua i Caualli del grande ^Achille? debbono
€*l famigliarne dimoerà Silio approu-arelà doue parlando d'uno y che vfara'Ca
canale aita vn Caual d'^tuHriay dice : ua^-
Le voci mifie con le buffe aggiunte .
E certamente quando il cauallo haurà r'icomyfciute le botte detbaflone in
su la tefia , 9 gli fèroni alfiancopfia quanto fi voglia Ramingo , e di imi
cuori»
Jg£ *D E L l sA G L 0 ^ 7 ^£
. cuoriyòe folo il terrore delle p (troie [ara bacante a ridurlo al bette . Ma £
lo o°vfo nell'uf° di effi jproni peccauano già gli anticbiyiquali no gli danano maiy
' fin che il C audio non fufe flato intendente di tatti gli ordiniyonde autte
nia}cb'egli lungamente afficurato con l'aiuto della bacchetta-, e de i cai-
cagni.piani y alnouo fentire delle (pronate diuenia vitiofo ; e quanto più
era attempato in pò f anta y e robrfiexja ypiùrejìaua incorretto tper^
che come sbigottito per le nouelle punture , e confufo della volontà del
Caualiere-,{pejJo and ma a trauerfoy ouer a falti,ò trabea calti ; con tut-
to > che lo jpronajfero dentro l'acque y acziocbe baueffe potuto men con-
trattare : £ parimente horapeccano que' moderni-, che più per tempo ,
che non converrebbe, gli danno , quando il Tolledro non fi troua ancor *
atto, ne proportionato atale conof cimento: d alche ' auuieneych' 'egli rice-
vendo fin dal principio tanto aiutoynon può dapoi far altro accrefeimen^
tQycbefia notabìUyin -virtù . Stimo dunque lodeuole a non ajpett are-di
dargli jproni su l'infegnare della Carrier ayquando bifognerebbey ch'egli
primafapejfe bene riparare ;ma a dargli s'ultrottareyfubitOycb' egli ba-
ra ben riconofàutii Torniy e portata la briglia per qualche conueneuole
tempo; perche co fi verrà meglio a fujferirgliy & ad agginflarfi contan
tafemplìcità)& vbbidien^aycbe [emendo fi infieme gridale pungereyfi
accorgerà di quello ,cbe dal padrone gli è comandato ; efen%afdegnarft -
punto l'effegiùrà : E perii primi giorni fi potrebbono adoperare ghero-
ni con rotelliney che non punge/fero , accioche non veniffe il Tolledro per
l'impatien^a a fare alcun' atto slrano:bifognandoychel'aiutOy ò castigo
d'ejjì jproniy ilquale (appreffo a quel della briglia , che corregge la boc-
caye dijpone il collo)è import antiffimoye principale ;fi a conforme a quel-
lo ,cbe l'animale potrà foffrirejyauutofi rifletto al pelo •>& al fentimen-
toych'egli habbia.Ma a Cauallo attempatoci natura Gioliuoy ch'ejfendo
yna medefima cofa co'l I^amingo^è di peggior cuorey e di manco animo-y
e quanto più fi batte di Jproni , più accora , e men camina ; fon da darfiy
quando fi va dipaffoper laCittày con aiuto di voce ye di puntione y met- t*
tendolo a maggior furia di trotto a corpo di Cauallo: & com'egli rinfor-
za i pajjiyè da accarezzarci con la mano: ilqual motiuo fatto fi il giorno
più fiate nel paffeggiare y fi potrà poi andar di trotto perla campagna y
ponendolo a più furi a di galoppo \ & co fi diuenuto fi curo > &intenden-
Caualli te deglifproniyfipotrà effer citare ne i torni . Quelli che in fentirfì toc-
Spronati , car difproniybuttan calci}efi mettono da trauerfo , e faltando van I{pn-
c lei" co- ZerKcomefì dice) con animo di abbattere il Caualiereyfon da castigar"
me da cor fi ferociffimamente nel far de i Torni , con per coffa d'un bacchettone in-
reggerfi. fid l'orecchie , & alle braccia, j & con terrore di voce irata > fin cb'eifi
renda
<DEt C*AV Ji LIO, LJB. V. %%$
A renda,ponendofiallapifla : Ma le Jpronatefon da darfi àtempo à tem-
po:efubito, che fi yeggia fatto vbbidieate,fi accarezzi . L7ur fé alcuno
inuecchiato nella fua malignità,fempre p!tgn?.ffe;& cognofceftefi di gra
de animo-) tanto farla da tr aitagli cr fi di trotto, ò di galoppo, a torni, &
4 repoloni in luoghi per lui difuant aggio fi: ch'egli uenìffe a fidare : per-
che la pelle del Cauallo , quanto più, è calda e faticata , meno rifente quel
che l'annoia : ma effendo uile , non bifogneria moleftarlo tanto , che per
impotenza abbandonandofi , diueniffe pesilo . E perche a ninno errore, A error
quantunque minimo, del Cauallo ,fi dee mai confentire;fe uoicorreggen J?-!un<jj i
dolo con gli jproni, egli fcuoteffe l'orecchie e l capo Subitamente in quel ^tt accó-
B fa medefima parte , doue l'hauete punto , fon da raddoppiarli le [prona- fentire .
te, e moltiplicar/i in/ino a tanto,ch'ei fopport arido le botte ,refìi fermo di
tefla . S'egli nel caminare leuafìe un'orecchia su , & l'altra calale in Errori del
giù,con certi motiui , chepare hauer qualche mofca dentro à quelle: Jla- come da
tefopra di uoi , che'lpiù delle uolte penfa di furale una ribalderia peri- caftigar—
colo fa:Et per interrompere ilfuo malvagio pen fiero, date gli incontanen fi»
te due , ò tre botte dijprone , dalla banda contraria diquelVorecchia,che
, pia muoue: atterrendolo ancor con uoce : es'edifeguijìe cotai difordini,
caligatelo animof amente con baronate infra} 'orecchie ; che cofi per te-
ma dell' efier percolo in quel membro sì principale : cangierà quella fu-
perba f uà fant afta. Ma quando ciò non f ufi e per malignità, macheve-
ramente alcuna mofeetta il morfìcafe:b che la tejliera gli punge fe:ba
Sìerà con lofprone contrario modefi amente f olle citarlo,& rimediare al
fuo bifogno.Et accorgendomeli1 eglia Hia col pen fiero di far qualche me-
lina con Caualli,che gli fiano da lato ;gaJligatelo, b con noce hor renda;
o con briglia ad ambe le barre , b con bacchetta in su la teHa , ò con
l'vno,o con l'altro /prone, duplicando le botte , fecondo l'importanza:
e talvolta con le botte corrifjìondentil'vna ài' altra, in quefto modoy
che s'egli farà l'errore da banda manca , nói fubito , che l'hauete punto
£ al lato deHro, in quello iìlante , che Iettate lofprone , volete dargHt al-
tra botta colfinislro ; la qual fornita , gliene darete vn' altra co'l dirit-
to: fi che battendo à modo di Mufica , l'vna botta inulti l'altra : & vna
di mt%o effendo in quella parte , dou'ei difordina -, due la prima, & t ul-
timavano dalla contraria: con tal mifura , & corrifponden%a moltipli^
candole, quanto conofeerete richiedere il bifogno, ilquale ancor vi farà
maeftro à faper di qual banda piìtfò meno il debbiate battere : riguar-
dando l'incl'matione ,\che egli tiene più da luna mano , che dall'altra t
Tal uolta il casligo fi dee non folo dalla parte contraria, ma ancor da
Innate dall' altra in un mede fimo tempo con gli jproni giunti, e pari
egualmente^
584 &Zll*ACLO\T*A
egualmente battendo > e queflo s*vfa quando il (auallo è auuiato alle uoìg
te y per farlo attondare . T^è mai fard da batterfinel fianco , mapreffo
alle cìgne fempre > fé non quando fi uà ad attondar la volta nel maneg-
gio : che attlmra alquanto più dietro di quelle bifogna farlo : acciò che
con tal aiuto egli venga à rileuarfi di dietro con la medefima altera , e
mìfuray con laqualefi rileua dinanzi con l'aiuto della briglia . Che già
Affondar mn ^er a^tra cagtone jei yulgo fi dice attondar difproniquefio atto y
che sforma mirabilmente il (auattò a venir in quattro} e far la volta fu-
rio fa alta y eguale > e tonda; fé non perche in vno iflante egli voltando le
fp alle y fotte uà lanche <? Efeperauuentura il (auallo fuffe tanto leggie-
ro j efenfitiuOyche battuto da vna banda,fi voltaffe troppo veloce 4 l'ai- p
tra col cotto torto ;b fi gìtt affé fuor del fegno;quel foccorfo , the gli fi da-
rà con V attondare dell'altro jprone,ò detta gambayò detta fi affa > e talho-
radett'vnoye dell'altro modo , il riterrà da quello errore y facendolo tor-
nar gìuflo atta fua pifla . 1 quali aiuti alcuna fiata conuiene dar fi nel
principio detta voltayalcuna nel me^oyalcuna al chiudere: ma generala
mente dalla parte contrarla della volta ; cioè y che volendo voltarlo da
mandeflray douete aiutarlo con lo (prone finifirOy e pofciaìn vntempo
attondar con l'altro : non battendo in queflo attondare lo (prone àparo >
mavnpocopiu à dietro dell' altro yilq itale batte vicino atte cigne: Queflo
ferrar di volta conio fprone di dietro > gìoua mirabilmente a'Cauattiy &
che vengono troppo faldiye quafi duri di cotto a finir la volta : e pero co-
me fi fentono pungere dallo fproneyacconfentendoy& volgendofì in quel-
la parteypiu ageuolmente vengono ad attundarla , 1SQ mancano di colo-
royche nel cominciar detta volta per ine aminar il C auallo y l'accennano
leggiermente conio fprone di dentro :epoinel me-^Oye nel fine fempre il
battono con quel di fuori . Dé'quaidue modi fi come io lodo ilprìmoyco-
ftnonbidfimo il fecondoeperche ambiduefens^a errore fi poffono vfarey
fecondo y che il bifogno del C auallo parrà richiedere . J^èlche certamen-
te è tanta la diffidata di conofeere ilfnofentimentOye difapere pigliar il j£
tempOye più y e meno in vna > v in vr^altr aparte toccarlo ;che nonpotenr- '
do fi efprlmere conparole} con la pr attica fola bifogna apprender/i .Tur
fé volete moflrargli y che battendolo difproniy egli fi ponga il muflacch
fottOyìlche al combattere molto giouatvoi quando egli nel fermar fi il tie
ne eleuato } moleflatelo à tempo con lo fprone hor defiro > horfìniHro } e
bora giunti ; tenendofalda la mano della briglia : & alcuna fiata nel
medefimo tempo conia defir alo sformerete fopr -a il cotto ad abbaffarlo:
& fé non confenteyf atelo far ( tirando la briglia) tre paffi in dietro >
€ poi al mede fimo luogo tornar fiati piano > tanto continuando tal
gaftig*
B
L 11 C \AV\AllO LIBTLÒ V. ^
?* gafligo,ctieglinelfentir lafpronata chini il mufiaccio verfo tipetto; e-r
alihora vedendofi accarezzato, venga infomma a conofcere.il voler vo
ftro:Efe pur fi trouafie duro;voi quado l'harete moleftato con gli favoni
battetelo ancor con la punta del piede ;o con la slaffa nella gr affollalo nel
fuo gomitello -, & iui tenetela alquanto ferma , che cofiegli per mirar
quello , che gli da noia , fi abbaffe rà : & in quel punto voi allargando il
piede : gli farete carene ; llqualmodoèvtilijfimo ancora ad vfarfi,
quando il cavallo è duro di collo da ima mano\b atte dolo con la ft affa fot
to la fp alla di quella ifleffa mano . Ma veramente ilgajligo de lofprone
firajfomigliaala virtù del fuoco , che fuol fare diuerfì effetti, rendendo
vna materia molle-, vrì altra dura, ; perche s'ejjigiouano a far portare la
tefia fiotto, giouano altre situando fi porta troppo bafiayà rileuarla; pun
gendogli a tempo il ventre-, efpeffo toccandolo nella groppa con la punta
della bacchetta,che feenda difopra la {palla vojìr a, portando più alta,e
più leggiera la man della briglia: per poterlo più ageuolmente,& ferina
fuo f degno aitare : per lo qual' effetto l'iUeff a brìglia pia alta fi a bene a
metter frappimi andò largo, e couerto di tela il bisbocciale . Parimente Sproni
gli jproni giouano ad abbo.fiarle volte alte,& al^ar le bafie ^pungendo fi Siouanoà
/'/ cauallo con vno,ò due botte da la banda contraria di quella voltaiche ? . ar
non farà Hata ben fatta: .A Ile quai botte fi potranno far corri/podere al- tc y g* a j_
tretante con l'altro /prone, tornando inquello islateà darcele pur al con- nx le baf
trarlo lato,come le prime,quando maggior bi fogno shaueffe di aggiuflar ^e*
lo Nelle quai co fé chiaramente fi fcuopre la fomma docilità diquefìo no
bile animale,che può agguagli wfi ad vn fanciullo, iiquale p timor di vn
folgafìigofiafaldo, e tace , poi (sa'l maefiro piaccia) fi muoue,e parla .
Coft ancor a}benche laprincipal qualità de gli fpyoni in tanta uarietà di
effetti fia di far e aminare il Cauallo innan^i,giouano pur a gafiigarlo,no
uolendofi quietare, fi ch'egli riconofeendo V err or fuo, fi ponga in quattro
cjrnonfimuoua ; fermatagli dal (fauallere la mano a tempo . <S\€a
qui bifogna in verità gran temperanza, che gli fi faccia conofeere a
poco apoco , quando congli fproni volete camini, & quando che pari.;
& però fin ch'egli haueffe la vera cognizione di quefto , farebbe meglio,
che inqueiprincipij nel parare fi aiutaffe divocefolo ,ferbando l'vfo
de gli fproni, ò della bacchetta perle difcipline malagevoli, & per li
bifogni delgasligare : ò 'per farlo andare liberamente . Hor s'egli nell'o-
perarefì togliere dal trotto,torcendo il collo,voi battetelo con uno /pro-
ne da quella banda, ou'epin duro, che pressamente aggiustato, fi porrà
non folo in e fio , ma inbel pafieggio ; adatt andò fi la f ch'iena, efeio-
gliendo le braccia, con maggior lena , & con quel tuono, che fi richiede.
'BB Ma"
3S6 7) E L L a C L 0 \1 Jt
Caualli Mafe tenendo il collo eguale da ogni manoy,vfciffe dal trotto > battetelo ]
come fi cóglijfironi pariyiminimadolo ancor con:voce\7ion consentendo macche
debbino yada alpafoper la campagnayacciocbe Ivfo venga in natura:, eccetto
diicipli-- qHan([0. H volete per la Ginetta : che allhora douendo il Gìnetto portar
la coda qnafi ' immobile ynon legata come il (orfiereymafciolta;egli tan-
to più ferma Id porterà., quanto meno farà battuto ;,pemnonbifogneria
dargli fproni per lo trottare y mafólo. (<& moderatamente ( per ad-
drizzarlo y &aggiuflarlo.aìle_voltefcempieyeraddòppiatey òper dargli
uelocità. della carriera; che in altri ".efìèr-citij ilpafiopiugli couieney cbe'l
gir di trotto . Efefìandbfermoyui piaceteceli egli fi faccia da un de lati
& u '.da di coflato a poco apoco sbattetelo dal contr.arioybor co la polpa F
della gamba, horcon la fìaffayhor conio fpronejjor menoy& horpiugra
ueyaiutandolo fempre conia giufle^a della briglia : & comey,egliuna\:
uolta ni ubbidì fca y accarezzatelo fen?a toccarlo più colcalcagno : che
poi [abito y che fi fentirà fermare la briglia un pocoye toccarfi aluentrej,
fi far ad a laltroXato quanto vorrete: & in tal modo s 'ingegnerai di gire
anco in coruetti.Et volendo che fi faccia da-latofblcon lagroppayfén,ra'
muouere la parte:dinanzJ,o/feruerete ilmedefimo ordine ;v oli andò però >
vnpoco la man de la briglia in vno ijìeffo tempo da quella banda y,doue
gliÀaretc. lo fproneyper fargli girar lanche .. Quelli castighi ouer* aiuti
gli daranno la ueray<& ottima inteìlìgenya ylaquale fi potrà, con la ha-
chettapiufermarefea queltempoyche fi tocca di (prone yfi minac cierà y,
ohatteràxon ejia nel fi ancoro nella fjjalla da la mede fimo, banda contra-
Bacdiet^l rioyche cofipofciafen^a peroni lo intenderà . E fé la bacchetta conuie-
ta quanto- ne alCaualiereanciorquandb.il fio cauallo è'bendifciplinato:folamente
ne vfare per^unen^arla mano in quelle due parti y, nelle quali combattendo, èdi
dal caua- mestieri tener lafpada:moltopiugli è'neceflaria nel uolèrlo addottrina-
liere . . re y non altrimenti > che la. ferola al maeflro co 'fùoij colar i : &fenr7A :
dubbio ellamolto vale, non fola, afollècitareymaetiandio a togliere-
dalCauallb ogni malpenfieroy quand'oda tempo, fifa vfàre y& è molto j£
propria ad alleggerirlo ycofidduantiybattendb< con: efi'a luna y e l altra _
banda: come di dietro battendo ifianchiye talhor le groppe. Ondèy per-
che nelprincipio ella naturalmente è fjjauenteuole alTolledro^uoi non
fkreteycome fan molti incfpertiy& poco auuedutiychecofinelles~talleyco:
tne.nelle campagne non attendono ad altroyjche a dar bacchettate ay lor-
Poliedri \mave ne feruirete follmente ne i bifogniy& in. qualunque:
tempo ui fi porgerà y,trouandòni sul. cauallo rpiàceuoltoente Iharete a :
prendere y fenica furiay&prefelay4ccare'77arlò ; grattandogli fbpra il
mlià) tyreJfQ;algarrefercQnquel2QcQ dì &cchetarchevifarete:allh(iy
7>EL C J£V JtLLOy L1B. V. 3S7
/£ ravfcire dì fiotto pugno deflroyche la vieneyacciò ch'egli fé ne venga ad
ajficurare a poco apoco JEt fé ui parrà di affienarlo con le carezze del
la man fola >y uoiin quél tepo prendendo la bacchetta per la mittà,vela
metterete nella finiflrafi a U dito grofioy&le reddine-.che co fi ri reflerà
ìa man dritta libera per grattarlo>e la ^bacchetta facileye commoda ari
pigliarla}quando farà hifogno di adoperarla-^ focendoui parere bendi
Jboflo.yno vi diflurberà di c&fa diamo, Qjtando >fi pàfteggiayu quando non
volete aiutar ilcauallo di bacchetta y elio con la p unta su verfo la vo-
firajpalla deftra,e col braccio diflefo al baffo yè da tener fi alta fra il polli-
carene l'altre ditaychenonjfian clnufe-} appoggiando la mano sii la cofeia
B dejlra.y 0 poco indietroifecondo che a voi più commodo ne verrà : pofeia
quando vi occorre dijeruirueaeyvoi tantoflo chiudendo il pugno y la po-
trete calare in quella banda y che fa di hifogno. >{e i maneggi ella fi dee
tenere con laijlejfa man deftray& col braccio tot alme te diflefo ingiù>col
pugno verfò la cofeia drittOyO poco più dietro ad ejfoyfacendoy che la bac
ebetta gli fia di trauerfo al collo iperhauerla più pronta nelle occafionij
che la richiedonoymaffimamente volendo voltar sii la àeìlra mono. E co
m'egli baurà prefaìa voltadeHray voipocoprima the incominciate la
ftnijlray la porrete diHefa alla banda deslr allontano circa due palmi da
l'occhio de la briglia^ del caualloilafciando donanti córrere lafuapun-
tay& comefete vicino a voler prédere l'altra voltay la metterete al tra-
uerfo del collo nella parte finiflraycome prima ;& co fi fecodolayolta ca
gierete mano alla baccbetta;ileheè molto necejìario difaper farà tépoy
sì perche ilC auallo innanzi tempo fia auuifato di quello y che bara da fa-
re y e fi trouipiu agile ad ogni mano yfen'zaeffer gli dato tempo di ma-
chinare qualche maluagiafkntafia ; e sì perche voi ali incontro del ne-
mico fappiate adoperare lajpada da ogni bandaytrouandouiberìb abitua "Bacchet-
ta la mano à fermar fi doue conuiene . Certamente il primo ye proprio luo *p 'jf/116-^
go della bacchetta è diportarlafopra il collo del cauallo ;efip trottarla pgrML
jy più vicina nell'occorenxaysì per la commodità del braccio del Caualiere
e fi per efferquello ilpiu conueneuole luogo da portar lo flocco per ribut
tarpiuficuramente il ferir del nemico: ma è dahauerfi talriguardoyche
fe'l cauallo è molle y ò men duro di collo da vna manoy e più vi fi butta
da fé mede fimo y ò più vi pende : a quella banda è da tener fi chinata ef-
.fa bacchetta più b meno y fecondo il bifogno , E s'egli è già eguale da.
latoyvoi potrete cangiarla vna volta per manoycon effo aiutandoloy òga,
Sfogandolo fecondo la necefità y bordai 'una > borda l'altra parte delle
groppeyò de'fiancbiyo delle jpalle : & alla fine la tornerete fempre apo-
fare in vno di quei luoghi) che fono le due principali guardie de la fra-
BB a da
zz$ \ <D E l va Giosia I
Catullo àayVvna per parare , & l'altra per ferire. Ma quando accadeffe dica- ^ ,
«u andò fi Rigarlo nella te sìa y doue egli teme le botte incredibilmente y fi concede
re.6 ìlK" a portarlaypiu ò mentita fuor deldouereyonde più fàcile venga il batte-
re :effendo import an^a^he fi batta a tempore chenonfipoffa da lui febi
uareiVotrebbefi anco maneggiareytenendo la bacchetta alta aguifa che
fi tiene la lanciayq uando fi corre àpugno baffoyfenxa panere in cofciay <&*
egnifiataycbefof)e puffo alla uoltayc alarla da quella manoyoue bifognaz
e data la vokaytomarla al primo luo-go.Et fe'l Cauallo- non chiudefìe la
volta beneye nongiffe a ferrare la verapifity fi potrà battere nella ^al-
la contraria della voltay& in quella fermar la bacchetta poìyfìn che fe-
guendo il maneggio-yfi cangi mano. ,H or -a fra gli altri aiuti della bacchet &
taynon lafcierò di ricordareyche fuoleymolte fiate effer gioueuole quel fi-
f ch'io > che con lo fuinchiarefi viene àfh re: Intendendo però- ; che s'hab-
Fifchf del |ga a({ vjare in Qiualli giouenirf uando fi adottrinano > perche in Caualli
^ ammaestrati mi par brutto y cheH Caualiere s'aunex^i a fare quegli atti
che fogliano- i (Cocchieri con le loro sferre Sfuo'l venire a tal vitia queflo
habitoyche alcuni trouandofiper auuenturafenxubacchettaypur'ìmpen
Jatamente dimenano la manoy& anco il bracchy non altrimenti y che fé
l'hauefferoye forfè piuy fi come altri difauued ut amente quando manegì-
gianoi lor Caualli per la Città y non fi poffono aftenere di- far tutti quelli
medefimi mouiraentiycbe fogliano fhre;quando ammaeflrano in campa-
gnaùlche difeonuiene oltra mifuraydouendofi in tutte le attionìhauer ri
guardo al luagoyal tempo >e-r alla perfcna.<Auuertite dunque di fhr1 ogni
cofa aggratiatamenteye co bel garbo yno mouendo membro veruno della
perfonafuor di prapofito:& ogni uolta che vogliate feruirui dela bacchet
ta fittelo ataltempoy& con tal de5ìre%jayche fodisfb celate non folo al
voler voHrOytna all'animo ancora de' circostanti. Et volendo-yihe'l co-
ualloycon l'vfo de la bacchetta y non folo intenda la briglia^ fi fàccia in
dietroyma che vada fofrefo fenya sformar la manoyfarà gioueuole gran-
demente yfefermato-y che voil'habbiate y tirando con la man falda y più #
òmeno la briglia y fecondo la durre^ay eh' è nella bocca, gli darete
pian piano su l' marcatura del colio con la bacchettaycofì per vn pezgo
folle citandolo . £ s'egli non fi muoueyo fi difende pungetelo a tempo hor
con l'vno y hor con l'altro fyrone da quella parte più y doue gira p'm
P anche y accio vada giusto . jinyiy febifognay vn'huomoapiede con.
la bacchetta nelle ginocchia y o nelle braccia y e di rado nel muflace io ; e
qualche fiata minaccilo fen%a battere y e fé ciò non ba$~lafiey fate
ch'egli prendendolo per la guardia de la briglia y lo sfohi a dietro ; e ri-
tirando almen'yn braccio > fermateui vn poco piaceuolmente aceare^
^andofoi
<D IL CAVALLO) LIB. VI. 3$$
\4, ^andolo;poi tornate a fare il fimile, tirandogli fol la briglidycfc egli per
la dottrina, e per le carexge ritenute) con ambe le braccia fi farà in die-
tro potendo anco ofieruare, che toccandolo con la mità della bacchetta
fopra,il collo,gli parliate con tuono bafìo , quanto egli fi pofìa intendere. CaualTa
dicendogli quel che da lui defideriatc, che aqueflifegni accorto fi dea- & iniéda
uallo , fenia dubbio fi renderà in breue gi.iflo,facile,& leggiero. Tana dell'huo-
forfè ridicola coj'a ad alcun lettore , che vn calmilo h abbia ad intendere m o .
il parlare d'vn'huomo, & ubbidirlo; ma oltre che fi vede in effetto, che
pur riefce,Veraméte ella è cofit approvata da mokìfcTÌttOTt,^ V^&T*-
v.iffriìiide" quali come che io ne' four ani libri h abbia già recitate parec-
* chie fentenize,e diuerfi effempiynon mi rimarrò tuttauia di addiirquì in
tejlimonio il grande Homero, ilquale induce Hettore parlare a? fuoi ct-^PTettore a
ualliyin que/io modo. Hor sii diuino Xanto,diuino cPodagrO)diuino Etone, 'u°l. ca"
diuino Lampo, rendetemi bora il guiderdone per l'ornamento, per lo man
giare,eperlo bere,cbe Andromaca mia conforte cortefemente v'ha da-
to; ella con dilicatijfinio pane v ha ingranati; ella quante volte bifogna
gliene parea,v' ha mefcolato delvino;ella con diligenti ffìma cura vi ha
pafeiuti ; hauendo inpen fiero prima il gouemo voHro , che il mio, che
le fono marito . Hor su dunque folle citate ai bora animofamente , per
~ arriuare lS(eftore,e Diomede: acciò che io pofia leuare a TS^eslore quel-
lo feudo, di cui ne corre la fama infino al cielo , per effere tutto d'oro
di fuori) e dentro; <&■ a Diomede quell eccellente corata, che Falca-
no mede/imo ha fabbricata: Quejii due s'io prenderòyfoa certo,che .tnt- -
tigli altri Greci quesla notte fé ne monteranno sbigottiti alle nani. Coft
cantaua il Principe de* Toetijcertamente non per altro miflero,che per
dinotare Vaiato de le parole efìer molto gioueuole con Caualli ; come di
foprabo ragionato; però non manchi di auualerfene il Qiualiere in quel
tempo , e*r in quel modo, che pili opportuno giudicherà , & ogni volta,
che'l fuo (fauallo non gifie fermo di tesia,an^i cacciaffe il mujìaccio in
D fuori)0 altO)0 baffo verfo ilpetto,non manchi dintuonJrgli con voce hor *
ribile gli orecchi) traquelli dandogli infamemente vna gran barona-
ta con la bacchetta,oltra ilgasligo de la briglia,accompagnato nel me-
defimo i/i ante : né ceffi di battere, e di fgridare , fin ch'egli dura nella <. -
fua perfidia . Tofcia vedendolo in parte vinto , maneggilo vn poco qlI(idone
fopra il trotto ,& sul galoppo , che non efea molto dalla fua lena. & ce/Tarij a
alla fine fermando fi con carc7^a,lafciloflar conia buona bocca. t^lAa £^1,
s'egli nel vedere d'ella bacchetta , riceuere delle percojfe , pur'osli- bacchet—
natamente mouefìe il capo: aggiungali ilgaftigode gli (proni dell' vna , tx ,
ò de l'altra banda , 0 pur quando egli and afte torto di collo da
TB ^ vna
v }go D E L L jt G L 0 B^l jt
\na banda,fe non vuol e affogarla con lo (prone, faccialo pure,con ta bac £
cljetta,battendolo nel fi anco , onci ventre preffo le cigne,dala contraria
\parte : e fé bifogno parefie , non retti anco di, batterlo fra l' orecchie ga-
^ gliardamente : 'Ter che in ninno luogo fi temono pia le baronate del ca-
uallo , che in su, la tetta dùue ricono fante ch'egli habbia tre , òquattra
botte, poifolo in vdir la voce,p.d infentirfi punto, a tempo d'vnfolojpro-
ne,mirabilmente farà corretto: ls(e dubitatele caligandolo di bacchet-
talo vediate allhora in maggior difordine , che totto fi verrà a trouar
e ofertato~di gentil garbo inematgityf erravi mè*fi2?'jL $*l cafHgo\ft che
Cauallo . p0[ Uq g\i f arane ce fiario altriment i.Ma fé per auuentur acquando ricette
DennYchl^z batton.ata,o per fua naturale malignità s' impénajfe,bifognafubito in &
CaiHgofeY^ tépk^h'eififo(pende,dargligran bacchettate aguifadi man.dirit-
gli debba, tofra le bracci.a,e le ginocchia; che cofi piegandole, mai non oferàpiudi
condurfi a quello errore: Eiquando il cauallo fufiefolito di commettere
tal difordine fl>efievolte,faràbene innaniri tempo batterlo vna fiata fra
le bracciale poi per maggior ficure7^a portargli calata innan-ria quelle
la bacchetta,che vada lunga infino, a terra; acciò che da ambiane quefit.
atti accortole Jpauentato,non ardifea più di tentare cot al difordine. Mot
ti perfuadédofì,che'l e afiigo del baflone ré da timido il cauallo,e gli tolga
l'ardir e, rio molto il lodano,ma s'ingannano, perche quldo in quell'i fian
Bacchetta te cbefa Hdifordine,è corretto, dal caualiere,neceffariamétefi viene per
cau al lo ti IjqRovfoyad accorgerebbe la fua malignità ne fu cagione; e doperete -
m ido a rientra fi, vede chiaro uh'egli dopò tal cattigo,grandemente fi guarda da
Q0' quel fuo: vitio. . Ben farebbe vn grande errore, ch'egli fi hattonafiefenra
commettere fallo alcuno'» che allhora fi trotterebbe conf ufo, non f apendo
penfar la caufa \ onde poi fempre,che vedeffe il battone, o la bacchetta
■verrebbe, a dittornar fi. Terò bifogna molto dihauergiudicio intai ca-
ttici non potendofi far peggio x che battere vn Qauallo, maffimamente
nel uifo y o nella tetta, quando e' uà bene _ TSlel qual cafo è di mettieri
poi,chefi ufi arte da raffigurarlo,, che non ttia co fi difànimato;, con. far- j%
gli conofeere,. come uoiuolete ,. ch'egli nontema di cofa alcuna ; fuor
che qnalhora,per fuo difetto è cafligato ..TS^e meno giudiciofa, e pratti^
cadeurà e fiere la per fona di cui vogliate feruirui a piede all'incontro!
del cauallo con bafione; bifognando,ckefappia à tempo battere,e minac
dare, & aiutare; fchiuando gli.occhi (quanto èpoffibile) e'I mattacela
come più uolte s'è ricordato ► Sperche rari fon coloro, che in ciò tenga-
no quella mifura, <& or dine, che conuiene\non è da far fi fé non in una e-
firemaneceffiià , quando il Cauallo per lungo ufo haggiaprefo habito di
$irar uia di bocca y o di non uolerfi uoltare a tépoie molto maggiormen^
te
.
Lll CATULLO, US. V. 39t
# te,quando egli haueffe prefo coslume di buttarci in terra. , e corcarfi, o dì
far altre tali vigliaccherie ; che aUbora f ubito ch'egli appreffa ai luogo
done il fuol fàre,ò [libito chefìfcorge in lui tal fantafia, deurà vno a pie-
de co bombii guardo miradolo [empre in fàccia, minacciarlo di baflone
con gridi altiffimi, tacendo intanto il (aualiere,cbe gli ftà fopra; [ema
far motiuo alamoffe non che'l faccia dapoi trottar ne i torninone pur fìa- ^ ^ * ft
no alcuni hiiomini, che nel bifogno facciano il [ornigli ante , che coft con ga [n tet^m
paura [ara corretto . Ma s'egli pur fi ponejfe interra, ini [orlatamente ra.
al [ito difretto il fa rete per alquanto fratto tenere, caftigadolo crudelmen g
te con voci, e con per coffe in fra V orecchie , e douunque meglio fi può .
B tdfitfgfél bi[ogno aslrignefie, [aria pur benebbe nella punta d'un baflon
lungo legato vn fàfcio dipaglia , ò di [loppa acce[o , [ubito che'l cauallo
facefie [egno di corcarfi, o che fi corcaffe, gli fi ponejfe di [otto il mu[o un
poco appr,-ef[o : ch'egli non [olo prenderebbe frauento di quella fiamma,
che fi vede dinanzi agli oc chiama [entirebbe gran noia , e del fumo ; che
gli entra per le nafcbe, e delfaoco, che gli cuoce il muflaccio . llqual ca-
ftigo fi potrebbe anco fare a CaualB^eflio , bor nelle gambe , horne i gar-
retti, borfra le co[cie,e [otto teflicoli;tent at ■ amente però,quanto baflajfe
a dar terrore,[en^a offendere . E nel vitio di corcarfi,non men, che' If ito
co puògiouar V acqua [uriofzmente buttatagli nell'or e cchìe-fo [cbi^gata-
gli contragli occhi (il che pur gioua a Cauallo,che pecchi di credenza ;
fàcédofi all'occhio dellaparte contraria d'efia) perche da quefii animali
fi fattamente fi teme di ejfer tocchi d'acqua nella testa , che per vn ca-
uallo, ilquale alpajfar de' fiumi vi fi foglia corcar dentro , none meglio
rimedio (oltre al cafligo de le bajlonate , de lofrrone , e della voce) che
di fargli due,e tre volte a fuo mal difretto attuffar il capo entro l'acqua,
fin' all'orecchie, ajfine,cbe fr attentato, mai più noi faccia : Ma [e'I uitio
è leggiero, ogni volta , che voigli[arete cono[cere la cagione de gli altri
più ordinari e aflighi, che gli darete, fiate ficuro, che facilmente Ibare-
P te conforme al voler voslro \ e [e pur il vede fie nel princìpio renitente,
non vi di[animiate,perche con la continoua diligenza il vìncerete,auuer
tendo [empre, che nel cafiigaredue conditioni fonnecef[arie,l' una, che fi .
faccia contempo , e con mifiura -, l'altra , che [ubito , che fi veggiail ca-
ligo hauergio nato, [eguano le care^^e : affine, che da i due contrari il
Cauallo , eh' è animale di grandiffimoj enfio , e di mirabile intelligenza,
venga aconofeere il [uo migliore : Come bellamente Telatone mofira re ddp,.
(benché con profondo mifierio ciò fi narri) cbe'l carrettiere de l'anima ruma.
uolendo cafiigarel'un Cauallo difubbidiente , & opinato ilquale [ubito
che s'è moj[o,inchina a terra: tira le redine affai più forte: & rifirìngen-
BB 4 doli
§pi D E L l j£ Cj L 0 1^1 J[
doli) fu fanguinofa la brutta lingua y eie maf celle ; e con gran pena gli £
fu piegare le gambe^ e la groppa indietro; ilchc fiefi e volte patendo il
rio Des~ìrieroya\\a perfine manca di parjftre y e mansuetamente vbbi-
difce aUaprouidenra del fuo Rettore y tremandone per paura . Hor mi-
eioueuo-" rate TAmt0 giovevole fia il caHigoy mcffimamente quando è terribile ■>
ièVil ci- che finente s'è vìHo alcun Caualiere yilquale i. fu alti ente correndo vn
ualio. Camallo dipeffima bocca per la dislcfa campagna y l'ha tanto battuto in
continua cor fi con li (proni , e con baftcni) volendo qua.fi ammazzarlo
% per la fina malignità) ch'egli alfine mancando di lena y e venuto da fi A
fcrmarfi : il dì Tegnente correndolo nella giuìla carriera y hauerlo con un
poco tirar la briglia fàcilmente fermato . Ts[on lodo già che questo s'ufi F
communemente y ma filo per qualclye eflremaneceffìtà : perche oltre ,
the l' 'animale fuol difìeccarfi con pericolo grande della fua vita ; non
fempre riefee bene : douendofi ad alcuni Caualli di milafkntafìa con mi
glior artificio fhr intendere la cagione vera del fuo castigo. Lodo ben io
per regola ordinaria) che ogni fiata y che harete caligato il Cauallo di
alcun vitiO)àebbi'te caualcarlo la mattina feguente ; perche lafrefca-*
memoria del cafligo fi troueràfinfibUe y e più pronto ad vbbidire. Hora
hauendo de l'ufi de la Bacchetta parlato affai) effiefio accadendo di non
¥an° " portarla: e da faperft chela man deflra allhorafi dee tenere quafi aper
fi dee te- ta nell'arcione) pofando su l'orto il pollic are ; fi vi trottate à paleggiare
net fenza auer tenerla in sa la cofeia . Ma volendo correre^ maneggiareyfarebbe
la bac- yitÌQ in taj modi portarla ; douendofi con efia pigliar per lo melale re-
dine pendenti) e con quelle tenerla chiufalà doue fuole slare y& ado-
prarficon la bacchetta. Senofonte diccyefiler bellifjìmo a vedere il Caua-
liere > quando porta il braccio piegato allato: oltre y che da quello ap-
poggio fi rie e ne più forra) e robuflex^a: Ma quefto modo è da intender jì
filamentenel palfeggiare ;ficomehoggidi molto l'ufano gli Spagnuoli
Mano del quando per la città cavalcano alla Ginetta . La mano de la brigliaychia-
la briglia ra cofa èyche per la feiar franca la deflra per la lanciayeperlafpada :è n
perche è da finisìra > nella quale confluendo tutto il gouernO) Infogna faper
la «mitra con e^a -vaTiaYe \ moì:l a tempo y & vfar'a tempo la fermezza y e tem-
peramento, che fi conuiene ) & è da portar fi in vno diquefli modi)0 baf-
fa vicino algarrefe (opra il fregio de la conerta > 6 alquanto più di fi-
pra verfo il mezzo de lardone y òpiù alta nell'orlo fuo ,* e rade volt(L*>
più eleuat a: Il primo è per correggere quel y che f uff e malagevole a
venir fitto ; il fecondo per mantenerlo > fin > ch'egli fia ben afiuefntto
in quella virtù ; il terrò per adoprarlo y o per moslrarlo y & è propria-
mente quel modoyche conuiene a Cauallo totalmente fermo^ affiatr*-
to
'DEL C*AV J[ ILO, l I B. V. $93
~jl to nella fiua bontà,o pur di firn natura inchinato a portar la tefla nel [no pauajja
debito luogo \ ilqualC audio chiamato Ombriano ; qnafi,che fempre mi- Ombria-
ri l'ombra fua col vifio chino ;volgar méte per corrotto vocabolo Moria- no ò mo-
'no.Oiiefii ver amente fono gli v fi più approuati a" tempinoftri con ragio j*iaP° I11*
ni info Hibili,& elùdenti: perche tenendo/i la mano fiotto l'aryion e, ella
volendo con lungo vfo cercare difottoporre il capo de l' animale, viene a
fopportare minor trauaglio , che quando fen^a appoggio fi ritrouafifie; e'I
Ca uallo fé ne vien meglio a fermar di tefla. Tenendo/} a mei^aria, il con
ferua nelV efifier fiuo\poi con la mano più libera affai meglio fi può atteg-
giare , l a qual mano tuttaui a non de ara tanto efiìereleuata, che in vn
B bifogno nonpoffa aitare, ò correggere il Qzuallo . rHon refterò dunque
dì auuertire , che'l primo modo fi come ègioueuole àCaualli, che di cor-
rettane di mano han bifogno; co fi potrebbe effer dannofo a quelli , che fi
rinculano , 0 che s'inalberano ; <£ quali fi dee portare la man de la bri-
glia piìi dificiolta,per maggior fi e urta del Caualiere , e per if chinar e co" i
contrari moti sì fatti vitij . filtri la portano innanzi verfo il collo : al- Mano del
tri tanto alta , che giunge a loJìomaco:chi incontro a l'arcione,e chi più l^
fuori è chi pia dentro : ma non in og ni tempo-, ne con ogni Cauallofon da porcarfì .
vfarft cotalimodi ; bisognandoti Caualiere hauer buon difeorfo ; che
fie'lCauallovàdi natura col capo [otto, conuiene (fecondo l'ordine del
mede fimo Senofionte,e fecondo la naturale ragione) portar le redine con
la mano più alta ; s'egli va col collo diflefo innanzi ,fion da portar fi con
mano baffia-.perche coft più aggeuolmente fi raccorranno,e la viftafara
più vaga, e più leggiadra : £ chi non giudicherebbe effer gran diford ine
aj. or are la mano baffi a a Caualli Reflij , 0 inalboranti , 0 tardi al corfio
e ch'in ti a terra ? e da l'altro canto portarla alta , 0 troppo innanzi , 0
tre f pò fi. iolta,a' caualli vani,inquieti, Gar-^eri,e Contegni? Già il por-
tare de la man' alta fi vfia nelle parti de la T^timidia, & in tutte l'altre
de l'africa a me cognite, oue caualcano corto con felle piane buttati in
£ dietro \e i loro Caualli fono fcapoli, '& auue^i alla libertà , e con certo
tenor di lanciagli voltano,e fermano; & volendo loro darfiorya,e lena,
da i due anni mettono loro addofifio in luogo di Bardella, vn facco pieno
d'arena trapunto con lana di fiotto a guifia di pannello •■> e co fi gli fknno
ftare vnaparte del dì; &6gni giorno poi lor accreficonpefo, fin che pa-
iano potere portare vn'huomo armato : e tutto il lor fondamento è
di correre continouamente,& velocififimì, e di uoltaye alla larga non di
maneggiare flretto,ne d'efier habili a combattere a corpo a corpo , doue
confi file la veradificiplina de la militare Caualeria : z^llaqnal noi do-
uendo attendere } molte ragioni trouiamo, chela briglia non dee por-
tarfiì
594 T> E t L ^€ G L 0 1^1 U
tarficon mano fofpefay& alta sì\ perche fiancando fi il braccio >nonpo~ g
trebbono al tenere maffimamete di Camalli ajpri e duri di bocca far quel
la for^ayche bifognajfe : sì perche nel combattere ne potrebbono di Leg-
gieri efìer tagliatele redine : e perderiauo la commodità nonfolo de la
maggior difefa} che s'hà nel pugnare a Caualby ma anco di offendere il
nemicoyche ne Jleffe da man finifirayoue stariamo à lui fempre [coperti) e
perduto il temon de la briglia , ancor [oggetti . E sì perche il Cauallo
pigliando tuttauia libertà) e furandoci la mano a poco a pocoyfaria diffi-
cile à farcelo ubbidiente 3 òpur a durar lungamente in fuggettione ; e
non harebbe vn fegno fermo > doue appoggiaffe la boccafua : non poten-
do ef[er di manco, che la mano alta non vada del continolo vacillando : F
onde farebbe impoffibile à maneggiar fi mai con mifura : E sì perche il
Caualiere non anderebbe co fi giujloyvnito,e ftretto;ne farebbe co/i bel uè-
dere : come nell altra mediocre manierayche s'è moslrata.^AmmaeHrifi
dunque il cauallo da principio con quella buona dottrina y che fi conuie-
ncy che dapoiy che fi è fermato ; ò aitalo bafia , che fi portila mano de la
briglia;ò fé ben le redine fi port afferò con lafiniHray òpur co' denti (per
dir co fi) fempre virijponderà diurnamente . E quando fi debba dare-**
pia libertà di mano , e quando meno , fi lafcia algiudicio del (faualie-
re y il quale vf andò fecondo il bifogno tutte quelle confiderationi > che fi
conuengono , maffimamente intorno à l' inclinatione del fuo Caualloyfh- &
cilmente il ridurrà a la defiderata perfettione . Ma qualunque de' mo-
di s'ufiy è d'auuertirfi di tener fempre fra le due redine il deto picciolo >
detto ^Luriculare ; fi che il monte di Venere con quella parte della Li-
ne a Vitakyclìè preffo la giuntura della manoyfia verfo l'arcione col dito
ToRicare sàie due redine girato alla banda deHra . Squanto pia volte-
rete il pugno di manierayche l'^iuriculare vada difottoye'lpollicare pili
tojlo difopra verfo il collo , che non verfo l'arcione y tanto più il Cauallo
vi verrà fuggetto : però fecondo la neceffità vi modererete; EJcordando-
uìyche quando eglipendefle da qualche banda , gli fi dee tenere la T\edi- ™
Caftiso na contraria più tirata dell'altra ; e tanto più quanto più egli va torto :
di briglia accordandola à poco àpoco conia man defiraye questo fi chiama caftigo
quale fi di di briglia . Ma s'egli va giufloy fon da portar fi eguali y ò pur uilpoco pia
longhetta la manca(fi come dal^ufiofi approua)maffimamente fé mor-
rete farlo piùpronto alla mano dejlray che allafiniHra , comeperladi-
gnità naturale di quella è da prò curar fi ypoi che da quella banda per di-
fefiy e per offe fa fi maneggia lajpada . Tutta volta affine che in gene-
rale non habbiate à portar l'unapiù tirata de l'altra , vi sformerete dal
principio^ che fi caualca > aggiuHar il Cauallo di bocca}eon le redine**
fempre
f DEL C U V Jt L L0> L1B.V. jp?
fempre giufle , &fimilmente con lefklfe redine y fé uifono : che cofipot
*£ uerrà ordinatijjìmo in ogni co fa . Il qual cofiume appartiene ad ogni (a-
ualiere di ofieruar fempre (come Senofonte ammonifee) che montato à
(auatto y prima d'ogni altra cofa s'aggiufìi in man le redine > e poi s'ac-
conci la uefìe^b pur s'adatti la lancia nell'altra mano>quando farà bifo-
gno di adoperarlaMa caualcando con le f alfe redine yò conia caue^a-
na^auuertiateyche'lyoflro deto picciolo bara a reggerle; ponédofitra le
redine in vece di quello ilfeguente deto ,, che dicono annullare tper che in
tal maniera l'une co fé , e l'altre con più ageuole%^a e più efficacia ordi-
natamente fi potranno adoperare . Le f alfe redine certamente in luogo Falfe'redì
de la Caue-^anayfipojfono mettere>come il Cauallo paia riconofeere he- ne *n |uo
£ ne la briglia , & intendere ben il trotto non pur di dritto > ma anco in ?fue2Za__
volte : 'Benché altri (com'io più lodojcon la caue^ana^e redine foglia- na come
no far l'effetto; altri le portino giutamentejl che viene di più trauaglìoy da metter
& intrigo al Cauaìiere : ^C cui maggiore temperamento di mano Ufo- "*
gna neW adoperare lefklfe redine \chel cauezjronne: imperò che da que-
llo dijlemperato il difeonferto folo del collo potria procedere : ma da la.
difiemperan^a di quelle nafte la rouina e del collo _> e della boccale mag-
giormente delle gengiue.Tof eia quando eglifaprà voltar fi ad ogni ma*
no,fipotran torre sì fatti ifirumenti: Ma tanto con effi,quanto fenyaybi-
fogna portar fempre la mano ferma } e con dolce appoggio; tuttauia co-
me vienfottoy accortar le redine > e come la tefia fermata nelfuo luoga
"vada con tafronteaferìre^manteneruelo tra continola effercitij,tenédo
fempre la man de la briglia faldate temperata; fen'za mai dargli altra
di libertà; che co fi verrà egli slefio mirabilméte ad allegcrirfiy & a pi-
gliarfi co gran piacer -efmaflic andò la briglia)vnfoaue appoggio : il qual
è mero tra i due vitiofi eflremi del vaneggiar e,e caricare^ quejìo è quel
tocche più, giouìà fermar la tefìa^contra l'vfofciocco di alcuni de' noflrì.
antichi yì quali cor foyò manneggiatOyil Cauallo ypenfando di accarezzar
loygli lentauano la mano,fìnche s'era da star ferma .E feiochex^a anco-
ra ra in ueritàè di quei modemiychepiu vtile slimanoyche'l Cauallo con la.
tefla affai difcioltay e libera fi mantenga nella fua naturale ferocitàyche
non fargli conofeere fuggettione > e castigo alcuno : 7$ei qual modo il
(aualiere verrebbe ad efiere contra l'ordine il guidato: e facilmente an-
derebbono giunti in precìpitìo: chiaramente vedendofiychelCauallo por
tondo il muoiacelo fuori y rio folo nonpubpreualerfi bene de la fua forza,.
ma in ogni anione èfacilisfimo à cadere. ; & ogni pie dola pietra ti po-
trebbe offendere) rio potendo egli mirare al luogoyoue mette ipiedite s'im
oìampraffe alta carriera (come finente auuenir fuole) con grandiffima*
diffcultà
^6 D E L L <A G l 0 ^ / Jt.
diffìcnltà Pi potrebbe aitare : & urtando con effo mufl accio in qualche ji
parte , ò verrebbe ad impennar fi per [ordegno ; ò perlai-aite percofia
mortalmente riuerferebbe,efiédo molto fenfttiuo dicotal membrotperò
qttata pia nel pio contiene noie luogo il terrà di [otto più forte onderà di
fcbiena,contnttalafuapoffanxavnitoda gruppo. a gruppo ; onde bara
mirabile agilità,leggiere-^ja , e lena in adoperarle più fi e uro fi frane-
rà in tutti gli [contri , andando a ferir con la fronte innanzi, ctìè la più
gagliarda parte , che la Telatura gli bobbio, nel corpo data : onde feti jo
fuo pericolo può mondare ogni co fa à terra: e tantopiu farà fàcile àper-
marfiy<&: aggiuftarfi di boccali collo,? di teHa,con quella vera mi fura,
che gli conuiene . Ciò fra molti altri faui conferma apertamente Loren- F
%o ifjtfio, il quale ferine, che nel trottare^ nel galoppare, ò nel correre,
il codone dee tirar afe le redine afi ai bifie, talché venga a tenerle giù
verfo ilgarrepe, onde il Canotto , incarnando, e piegando il cotto,inchini
la testa prefio al petto: zJ/Ka questo è da fard dal principio a poco apo-
co, fecondo, che parrà più(pediente:e qui fi dee adoperare ogni iniifirio,
e confetta; per effere digrandiffvma vtilità al Cauallo , & al Coualiere :
perche ilC auallo portando la testa china. , & affai vicina al petto , col
cotto conuenenolmente incarnato , vedrà più chiaro doue bobbio apor-
rei piedi , e fi girerà meglio ad ogni mano : e'I (aualiere più facilmente
potrà ad ogni fuo voglia ritenerlo,e fermarlo; e però tal virtù in vn Co- G
uallo dice efiere molto commendata, anzi richieder fi più-, che ogni al-
tra. Incordatela oltr acciò,che effendo il Canotto aggiustatoci tejla,col
muslaccio di fiotto ;qua?ito piti carico di garzerò duro di borre,andrà grò
uofo alla mano; tato più glifi bara da portare la man leggiero, e tépera-
ta;che altrimenti appoggiadofi eglis,s' aggrotterebbe più deldouere:e di-
uenédopoco timido de la briglia , farebbe a tutte l'hore difefa. Ma quan-
do egli fi viene àfommoi^rare fopra la briglia, rubado il tempotvoi fer-
mandola mano fenica foritela sformar e,gastigatelo fubito con vna,ò due
botte difprone,& alcuna volta conijpronigiunti,facendolo star pur per-
nionefermato fa quel mot ino; e fé caminando,no'l fatte mettere in mag™-
gior pappo, ma con qualche carena di poprail cotto afficur atelo , che non
fi metta in fuga per quel gasiigo , baflando , che rie onofe a il fino errore .
•Auuertite però , che s egli fommoxj^ando Pi colcafie più del vna mano y
che de l'altra; lo (prone s'è da dare dai contrario lato, non donde pende.
E fé nel par. ir e fa pur motiuo filmile ; voi parimente tenendo lo mano
ben ferma, dategli vn poco di fuff renata conia redina destro; e per-
niato, che Cara, gaftigatelo hor con l'vno,bor con l' altro (prone , poitor*
nando in dierto, <&• va' altra volta uenendo di trotto, ò di galoppo >
il farete
"DEL CjtV^€llO LI 3. V. $9j
\A. il farete parare > tenendo quella redina delira app.ireccbìata àfàre il fa-
migliarne > s'egli non fu. ffe corretto in quella barra .-facendo > ch'egli [e
ben andaffe come fi dene , fé ne accorga : accioebe tanto più fi rimanga
di tale fallo ; 8 fé ciò non bafta > dategli la Affienata con le due redine , M quaint^
efolo con la mano finiflra , che farà ilgasligo di brigliain ambe le bar- necefla-
re : e hor in questo , hor in quel modo il trauagliate ■> fin che haggiapre- ria.
foilfeslofuo . Gli anni a dietro ( come da molti già fi racconta ) M.E-
uangelifta da Milano-» maestro di Caualli eccellente y per fermarli Ca-
uallo di tesla -,& allegerirlo dinanzi) e per farlo andar con la fchiena
vnita nella virtù fua;entrodufìe l'vfo de la (famarra , la qual era ejfica- f- ai?afuf
# ciffìrna: fé non che quando poi fi toglieuay egli accorgendofi della liber- fe entro-
tà > molto più uaneggiaua •> eccetto y fé per qualche lungo fpat io fuffe con dotta .,
eflababituato.Verò potraffi bene ufar la (amarra alcuni giorni in Ca-
uallo grauey abbandonato y dijficultofo y e uano ditefìa ; ma lafofanTa
de l'effetto confiderà nell'ofieruare de i belli ordini a questo appropria-*
ti > quali fono oltra ipre fritti > che quantunque il Cauallo caccia il mu-
oiacelofuorìfb uolge il capo iti vna banda;voigaftigandolo da l'altra co
unayò due botte dijprone, uoltiate un poco il pugno della briglia di que-
Jia medefima banda contraria a quella oue egli torce il colloùlquale ef-
~ fendo duro da man dirittayuoi tenédo la briglia al modofolito protrete ti
rar la redina deflr a col fecondo deto y che Indice è nominato (pertioche
con quello fi fuor far V atto del dimostrare ) e tenerla ferma tra efoye'l
Tollicare . S'egli è duro da la manca»potretefi-a le due redine tenere non
folo il deto lAuriculareyfecondo l'ufo ordinario y & cornmune jmaporuì
ancori' ^Anulare y che gli è congiunto ;per dargli più agiatamente con la
finiflra redina maggior gafiigo nell'iftefia parte , ou'egli è ramingo . Et
coftneWunoy come nell'altro uifipotràil deto di meio accompagnare. Aiuto del
Totrebbefi anco aggiungere l'aiuto de la Caue^anaye(bifognandoJquel Cauez
de le F alfe redine altresì ; pur chef fchiui fojfefa delle gengiue . Mail
Jf) più fa cile modo di correggere un Cauallo , chefempre gifie col collo tor-
to in un de'latifarà di uolteggiarlo ne i Torni da luna y e da l'altra ma-
no -, quanto paia , che conuenietemente pojfaf 'offrire , gasligandolo da
la banda contraria del fuo uitio y in tutti i modi : e ricordandoui in effi
Tomi» che s'egli è duro da banda deflr a, noi con quella mano deurete
prendere la mitàde la deflr a redina y e più ò meno tirarla y ch'egli uen-
ga à piegare il collo:e co fi all'incontro . 0 pur caminando di trotto y ò dì
pafio quindiciyò uenti palmi y il protrete fermare ;& in un tempo uoltar-
lo con gli aiuti necefìarij da la contraria banday in maniera sì ordinata,
ch'egli uenga ad incanaliate il braccio contrario de la uolta fopra
l'altro:
39 s unu jzoi^u 1
t altro: poi giunto a l'altro termine voltarlo ancor da l'isieffamand,tor g
nando femperpervna pifla^ e gaWigandolo pur da la parte contraria ,
quando fiiUe : e co fi continouamente lo trafl aiterete da quél lato in fino a
tanto , c/;e rf/ tesìa^ di collo , a di braccia egli venga giuslo ..- & all' bora
fattagli fare vna volta per mano ( ' sflenlo pero la prima e Vvltima da.
man deflra) lo lafcierxtecon buona bocca : Jiuuertendofempre dì porta
re la mano fermale temperatamente vnpoco torcerla verfo quella par-
te, oue il collo è in lui più duro : ne dell'aiuto della lingua macargli mai;
che co/i fermato bene ye confettato diteflaydiuerrà in ogni maneggio af-
fai più fiicile y epiudefiro. Ma quando il Cauallo f offe inue echi ito in
quel difetto yfi che haueffe il fio lacerto inarcato da l'vna banda , e fimo $
da l'altra;oltra i gaftighi diglba,diflaffa,difproni,di baccbetta^&yo-
.ce,edi brigliayi quali a tempo,& a mifura con molta diligenza deurar^
Chiodet- novfarfhfarà bene, che da là banda contrariagli fi mettano tre chiòdet
ti tre nel ^ uelportamorfo de la briglia,& altr etati nella maffaroUaie fé portatiti
io della t0 il caP° torto y tre altri nella tefliera \ potando cufcirueli al fecondo cuo
briglia io,accioche no fan veduti; sì the coperte le tefle dal corame fopr ano ,ven
&c.quan ganole punte a moleflare la gar^a del Cauallo -, il qual portandoli al-
terfu mCt quanti giomi,reflerà per for^a,e per timore fempreaggiuflato. Totreb-
bonfi ancora qnesli chiodetti in vna piaslretta di ferro legare fotto quel-
la parte de la tesliera,oue volete che eis 'inchinilo pur da quella medefi
ma banda, oifeglifi Ha girato . Totr affi pur ben corregere q uè fio vitto *
fé pò fl agli la caaej^ana , fé ne leghi vn capo nella fopracigna dal lato
Oli' egli è duro y b che legato un capo di guinzaglio fermo , àguifa d'vna
correggia , nella portella de l'ingaflatura de la briglia, oue lafhlfa redi-
na fi fuol ponere ;ò nella muffarola, che di nuouo gli panerete ; Il che ap-
porteria maco fdegno , e difeonferto a la bocca:! 'altro capofileghi nella
fopracigna della medefima bada,sì bé tirati ambidue , che'l Cauallo vi fi
-venga a piegar il collo; e coftfacciaft flare Jpeffo vn lungo Jpatio : ò di tal
modo fi caualchi per qualche giorno . filtri sì fatte cofe ( quando il Ca jj
ualloè duro da man deflra) non mettono nella fopracigna, mapaffate
per entro la sì affa, le tengono nella man deflra ; acciò che in vn tempo
fermando fi su laflaffa , pofìano tifarle , e rallentarle fecondo che'l bifo-
Modi di gno richiede .Tutta volt a di minor intrigo , e fnilidio alC aualiere , edi
ammae- maggior' efficacia per ogni lato del Cauallo , mi pare il primiero modo ?
uaTlif a~ H ^.al farà anco effcacijfimo aliberare il Cauallo d'ogni credenza, fé
nella detta guifa foflolo in vna fi-rada chiufa da ambi i lati, & aggiu-
fiateglico'l bottone calato le redine fopra il collo , voi a piedi meffoui al-
l'incontro } con -pna bacchettagli diate -vna botta nel mufiacc'io nel-
laparte
rDEL C\AV\A IlOy UE. V.. 39?
r là parte contraria- a quella) ou'egli peccale finito eh' ei fi voltafaccia un''
** altro che ftia da dietro*, il fomiglianteycofi Simulandolo 'per vn pe?go;
che poi fenya altro aiuto di bacchettaci farà ,per tema ;ogni fiata ,che
"vedrà l'ombra diquella,Ò:chevdh-àqiiel.fuondilingua,chedeurà:fem*
pre vf c'ire a tempo con la bacchetta del muBaccio,che detta habbiamo .
E fé al fare diqueBe. volte egli cadeffe,non ve ne curate , che da fé s'al-
^eràpiù cafiigato .. Toi.accorgendoui , che fia fianco; gli feiorrete quel
capo legato allàfópracigna,e'mefioui aCaualloyvi acconciar et:e 'nelle ma
ni le redine ,equelguinxaglio9 ò. caue^one: e caminando di trotto cir-
ca cinquanta palmi % & alfinfermatoui, lo farete voltar nella banda y
ori egli a voltar fi e duro -.parte- aiutandolo voi con la lingua , e con tira-
re la cordaio guinzaglio ;cheuiferuirà.perfalj a redina dklifiefiò lato >
parte minacciandolo in faccia un'altroapiecon la bachetta\e tornato al
primiero luogo,glidareteV. altra uolta co'ifimili modi :. 7^ iqualinon
jard.maleyd'al principio (per moBrargliquelchaue.a fare) aiutarlo con
Lafatfa redina due Ò tre fiate che poi là memoria fola degli hauuti. ca-
stighi l'aiuterà . Totrefie ancora preualerui d'una caue%jana,attacan-
dbuìuna lunga corda che pendènte* nella banda ,„ dbueil Cauallonon fi,
volta, fi faccia tirare da un' h uomo a piede, quantunque, egli faccia dife-
fa dinongirarfi. :.e queBa corda fi metter aneli annello della, caue^^a-
g nadi.modo tateyche tirando fi Bringa,.lafciand'o s'allenti:^ all'hornel
Uifiefìo punto midi lingua l aiuterete; accioche prendendo tal ufo , poi
fen^a tirar, fi uoltì.a queluoflrofcoppio. Totrehbefi parimente una cor-
dèlla prefio a fei palmi lunga legare per un capo de la banda contraria
èia la. Creden%a,a l'occhio de la briglia chefofiien, la teBiera:. & uoltata Credéza-.
ffa'l labbro difotto,e lagengiua,- mandarla a pafiare per l altro occhio UUI0,
facendo, prefio a quello un nodoalla corda, fi. che ne uenga troppo ad'
allentarfi.ynepiu del. foffereuole Bla tirata; e'I. CaualierequeBo capo>
tenendo in mano: agni fa difalfa redina ,coltirare sformerà il Cauallo>
perlo dolor ydk gli reca, a far lauolta ; non mancando pero d'aiutar- Cafti^oiì1
Zi lo di lingua a tempo, edlogni.alt.ro: aiutoycheoportuno fi 'Siimi. J^e mol- Cau aflo „
todìfferenteimodofiufaper cafiigare un (auallo, che fi 'beuefie 'la .bri- che beua
glia, Òfaceffecon le labbra piuma^uoli,Òcheportafie la linguafuoriy^^*'
ò che fufie duro di barre,o che. più del do uere fi appogiafieipercbe legato
L'un capo della cordèlla, 6 pur ducatenetta a liuti occhio dela briglia fiot-
to il barbocciale;e. l'altro nell'altro,fi fa Bare ben tirata fra lagengiuay
e'I labbro di fiotto riuerfata : e cofi ogni.fortesdi briglia uiene a rendere:
più:- gagliarda :•■; e confeguentemente il Cauallo più leggiero -.perche la.:
ko.caa uien'ad effere difa r mata, delle labbra >,e raffrenata delle. gengiue»
400 *D E l L J. f L Ò H> t Jt l • •?
Artificio M xper tor la Credenza altri artifìci pure fi ponno vfare, come farebbe
credenza* ^Poìlere ^etr0 a quello uncinello ( che Guancetto fi può chiamare , al
quals'accbiippala maglia del barbocciale ) due punte acute a giù fa di
jpronetti di Gallo : da le quali f emendo fi nella barba p.into il Cauallo , è
coflretto difùr la volta a fuo mal grado . Tsfel nodo ancora di quella >
S, che l'vncinello fosliene,fi potrebbono far due punte alla parte di fo-
pra,che nell'occhio de la briglia s'attacca dequali più in alto verfo d fi-
ne deli bocca lo pungerebbono : e benché l'ordine naturale fa, che que-
lle punte fi mettano inquella banda del muslacda, oue non volentieri
egli fi volta:tuttauu più tosto da l'altra.) alcuni fé necorregono : il che
non è fen^a cagione ^ perche il Cauallo per euitare quei slimoli , che ha
dal' un canto yvolge il mofì accio a V altro . Tuojfi ancora utilmente per
correttane di quelli vitti riuoltare al rouerfcio l'vncinetto del barboccìa
le, fi che fi venga a pir^icare la barba ; ma tai caflighi, che offendono
quellaparte che tanto importala me nonpiacciono, maffvmamente in Ca
ualli flixj[ofhche fon atti ad inalhorayf, ò rinculai fi . Sono alcuni , che
vogliono correggere la Credenza , facendo che l 'una mitàde la briglia
fatta di lauoro più gagliardo de l'altra, batta nella bocca di quella ma-
no, doue il Cauallo fi trona duro : il che può far fi bene fol nella fchiaccia
ò fuenata,ò chiufa , con va profflo rilcuato da vna banda ; perche fen-
ya torgli laficurtà de l'appogiarfi , gli vale molto a furio andare egua-
le: ma in agni altra forte di briglia farebbe (fecondo l'opinione di alcuni
altri) errar grauiffimo; perche fé ben alcuna giouafte a queflo vitio (co-
me far ia d'incaslare vn Fallo neia briglia di due Meloni lifci , e ton-
di) apporteria nondimeno impedimento a l'altre virtù, che fi richiedo-
Bocca del no : E la bocca del Cauallo è da mantenerfi fempre con buon fapore : e
cauallo n per battere il collo giù ilo , fempre gli confitene la briglia giufia : che
con buon qHanc^° ellapremepiù da l'una banda, che non da l'altra\fe benli toglie
(àpore. la Credenza da vna mano ,glie la potrebbe lafci ar da l'altra ; efìendo
quefta vna delle cagioni , onde procedono le Crederne \ perche il Ca-
uallo teme di voltar fi a quella banda, oue nella bocca fi fente offefo.
filtri per inh abile ingegno non f apendo alla volta ingarbar le br accie >
ne pur il collo -, la prendono con difpetto tale ; che poi fentendo fi fianchi)
lafchiuano affatto, e l'abborifcono . filtri per non hauer molta agilità)
ò forgiò lena;fknno il famigliarne , maffimamente quando per fouer-
chia , edifordinatafkticafon difìornati . filtri non potendo intendere
l'auuifo di qualche malpratico Caualiere ; che l'aiuta per auuentura , ò
casliga contra l'ordine conueneuole; fé ne rimangono duri, in forfè, fil-
tri dal principio mal e auakati^ e di collo rotti per ogni minimo nuom
fdegno,
H
«DEL C^r^LLO, LÌB. V. 401
J{ -legnoso trauaglio , fiinno oflinat ■ amente diffefa . Et altri riconofcendo
la viltà di chi gli è di [opra, che foglia fouente cedere alla fkntafta de
l 'animale: fi flan fuperbiy & ogni di nella loro maligniti pia fi vengono
a confermare . Mairi ogni modoyche ciò awienga, per ottimo rimedio fi a ^ VQj_
può aggiungere 3 che quando ilCauallo ha tema di voltarci da vna ma- gere il ca
no y ò più volentieri fi volta dai vna , che da Ìaltra:voi come Iharete "allo a ql
vna buona periamole/iato ? che fi volti à In banda, che gli fugge; de u- ^Jm *
rete con mirabil furia confentir gli àie volte del altra mano > alle quali fao<?c,
uà fetida ripe 'r;e non mancando mai di caligarlo di voci > e di bacchet-
ta in su la te sìa , e fra i orecchie da quella parte , in che e duro. : tmto il
B volterete in vn continouo fiato-.da la man fuaycheglifàfliditoy ettanco
incomincia mancar di lena:^€lÌhora poi con gli aiuti oportuni voltan-
dolo da l' altra _, à la qu.al ripugnaua;il trouerete vbbidiente$& voi Iba-
rete ad accarezzare. £ fé bramate vincere ogni Cauallo-.efìirlo Àfuo di
fpetto voltare da ogni manovrategli ordini voflriin vna male fé fonda y e
molle ; maneggiandolo à.B<epoloni > prima di 'paffo , e poi di trotto , e
com'egli prende p tigna di nonvoltarfi da màiio-.voi tantosto con terribi
le ferocità di minaccie,e di battiture da l'vna y. e da i altra banda della
tetta, e maggiormente da quella manosi) a luièfacile,ilfor7^retepm
e più volte ;efe con tutto ciò^flarà ottinato >; andiate >sbarattat amente »,
^ & & varij modi battendolo sbrigliandolo yt 'correndolo boy di trotto, hor
di corfo , hor. digatoppoyda dritto à.drittoyb. vero à torni ,/en.^a rifletto
e fen?d fiaufa ., E s'egli fi pone pure in su la briglia and andò via-x tanta
più voi lo ff>auentiate:con gridi altiffbniy e poi fermandolo con quell'ira,
for^atelo'vn' altra fiatale ?ion.voltandofiytornate àfhr come prima ani-
mof amente y finche venga à girarfi da quella mano, che voi volete ;à la
quale voltato , ch'egli fiaymaneggiatetovnpe7gp à I{epoioni, come par
rà à voi , che gli conuenga . Ma quandoeylidi ciò difperatOypareffe ha-*
uer volontà diinalborarfiyvoi demete baterlo d'horain bora fra le brac-
Yy eia dinanzi : e fé alla fine accortoli de ienw-e.yfàrà le volte,libere fen%a
punta,voi prettamente mancando di quella furiaygli farete ■careTge di
voceydi mano y e di ripofo;poi e aminando paffo paffo yq-uante fiate egli top
naffe al fuo difordine y tante voi fìmilmeme ritornerete à caligarlo con
grande afpre^a : determinandola di nonpvtirui mai da mattino àfera
finche non iharetefuperatOy e: ridotto ; perche: farebbe vn grande er-
rore à lafciarlo sì dijlornato .. *>(e vipautyche ira quefìi precetti fia Di/ordì—
tontraditione di parole -, perche talbora il difordine fatto à tempo , è ne fatto a
il maggior ordine , che fi pofia fare ; pur > che'l (aualiere habbia jj^^JJ?
difeorfodiconofeere quando tonuenga un modo-y e quando vn' altro . dine.
CC Sfopm
^02 ?> E L Z jt G L 0 J^ I A
£ [opra ogni auvertenza fi ofseruiqnefioyche finche il car.aUonùn fia tu- £
talmente libero delfino vitioynon fi faccia caualcare d'altroychepervna
mano altrimenti àia dottrina auuerrebbeycome à la Coltura quando v-
nafiantafouente yfii tramuta in più d'vno terreno > che non hafpatio da
fermare le fine radici.H or perche l'efiercitio à quello yihe in ogni difcipli
ria èdifingolarey e mirabile efficacia adeflirpare ogni difetto > non mi
1 granerò di dare vn' altro ordine pia dipinto y come nei Torni fi pofìa to-
La crede oliere la Credenja : Stamparne dunque in vna Male fé rotta due circo-
li, comef. • • j- » ti 7 ., ,i v • • r r r
fi pofla to " > e cominciando da quella parteyone il cavallo e uitiojo > farete jopra
glisre. l'imo tre Tomi di trotto > & attortone feguirete altrettanti pur daVi-
slefia mano su l'altro circolo : pofia tornando al primo giro y fienza v- P
fcir mai da la piftayco?itinnerete di questo modo infimo atantoyche reg-
giate > che l'cauallo col continouar del giro , fitadiuenuto facile à quella
mano do n'era duro.Tt vfeendo da i detti torni onderete di trotto da drit-
to a dritto poco meno diquato richiede vnagiusla carriera v P^epoloney
& ini pofatouiygli farete carenze vn pezjo ^ponendogli la manofopra il
collo poi come l'harete fatto quietOyVoltav.do ilpugnoyper darla volta da
la detta /ìu.noydoue egli ha la Creden%a\farete >chevnOyfgr 'dandogli da
la banda contraria y il pere nota in fi e eia con la bacchetta ; finche e i fi
volthe fé per auuentura fi impennafieypercuotaio su le braccia . Ma co-
me prendere lavoltayfaria da e arcuar fi: e tornando ditrotto alfegno >
de primi torniyfermatOyche m tifiate yv farete i mede fimi modi per far-
lo voltare pur da l'isìefa mano \ & volendolo hauere a ciò più fàcile ( fé
pur eglifuffe vitiofo disformar la bocca)potrete cofida l'vnycome da l'ai
trocapo dopo la pò fa ; fargli fare due paffi in dietro \ &in quel tempo
prendergli la voltatma com'egli la intédabencytalipaffifon da laftiarfi.
perche continuando fi farebbe venir le volte fouerchiamente abbando-
nate y e troppo fio pra l'anche ; pericolofie y e brutte . In tutte le quali co-
fé e da auuertirfi y che fi tenga fiempre la red'ma de la banda contraria
de la credenza y più tir at a del1 altra y come già dimofir ato h abbiamo ; jj
e che fiati dà quella mede fìma banda cominciate , e finite le volte y e
da quella datii cafìighi , che fi conuengono . l^e importerà y che tro-
uandofi il cauallo difficultofo y e duro à qualche torno y vi fi faccia per
la medefìma pisla ritornare à quella isleffa mano tante fiate , quante il
hifiogno para richiedere ; imperò che col continouo habito fi verrà a
correggere l'un contrario col fino appofìto : & efìendo i circoli larghi
( fi come far fi deono in cotai cafi ) fetida darfi molto ti -attaglio al (a-
ualiere, y efen-za auuilirfi il Cauallo in quel moto circolare ; egli verrà a
lafciar la fua malignità) & in brieue fi trouerà sì corretto y ebefen-
<de i cav ano iiB. v:
4<>j
B
74 altre battiture y in fentirfi calare la bacchetta del Caualiere aU
mano contrario delfuo vitio y & in vdir folamente il moto de lafua Uri-
gua , prenderà con vbbidienxa quelle volte, che fi comandano ;poi come
egli fife ridotto a sì buon termine y potrebbe attendere il £aualiere ad
alleuarloyfacédolo per dieci mattine [olire, e poifcéderecircavn miglio
per qualche collina di pafso furiofo y quanto fi pofsa da lui [offrire ^
quanto più talfalita fufse di luogo rotto a folcili trauer fi ( andandola
però non cofiveloceymamifurato) tanto più fi addeslrarebbe (come il
F^< fio dice) ad aliarle bracciay & a fermar l'ancheycfcioglier ben tut-
ti i membri y e ne lo fendere s' auuexjarebbe a raccogliere làtesla y à
fortificar labracciay& ad incofciar ( come dir fi fuole) conlepa&i de-
retane. Tarimente giouerà farlo andare di trotto y e di galoppo in qual-
che hiogo fparfo di molte pietre grofse > picciole y e melane , perche tra.
quelle il Cauallo camineria sì accorto > & attentato y e fi leggiero y che
fchiueria di batter fi co i piedi . Ma ciò non farla da far fi con caualloy che
non hauefìe perfette unghie ; perche co fi da la via pietrofafi fogliono
cagionare F or melley eF alfi quartiycome de la <fjelatay Chiouardiye da la
fangofa CrepU7jeye lattiui humori ; però più fi curo efp ediente farebbe a
fare i Torni a parte aparte canati con alami fofettiy 0 gradoni y 0 pur
r pafieggiarlo fpefto a trauer fo per falchi ben fondi \ vfando di questi mo-
di quelche più Rimerete atto per foccorrer al difetto de lafua natura .
E s'egli fi batteffe di braccia nel far de le volteynon vi curate \per ch'egli
Hefio ne verrà caligato, e [e ne guarderà per memoria del fuo male .
M a di tutti i detti vkij non è alcuno tanto importante y quanto il Refìio Reftio v ì
ilqual richiede diligentijfima curain corrigimento y che fé per amie n- n-° eA^.°l
tura fi conofea efere cagione la viltàye la poca forra del Caualloyilqua-
le veggendofì troppo moleflatoy fi abbandona ferina voler più gire auan
tiybifognerà y chevoicaualcandolo invna strada chiufa (U muray odi
altefiepi da le bande y facciate slar 'alcuni al capo d'effa y che gli diano
D baronate alle gambe y&ài garretti y e con terribili gridiy e furie il mi-
naccino di dietro infno a tanto ch'egli uadi viay & all' bora voiyche fa-
rete slato fempretacitoye faldo addofsoygli farete carezze (opra il col-
loye caminato circa otto volte per quella slraday che fa ben lunga y ne
fmonteretey 0 piaceuolmente ve ne tornerete a cafa: continouando que-
sto modo tanti giomiyche totalmente il vediate ridottoye confermato in
quella fincerità y che de fiderate . 8 s'egli non fola nonvolefse e aminare
auantiy ma quanto pia fufse moleRatoytanto più fi facefse indietro y non
pur gli farete ere f cere le minacele y e le baronate da altri a piedi ; ma
voi ìlefso adiratami rinoltolo in quella iflefsaparteydouepareych' egli
CC 2 an-
404 rD2ll^GL01^ia
'anderebbe pia voluntieri > vfcendo de la slrada , gli darete fu galoppo g
stretto furio fo per lo Jpatio d'vna carriera battendolo fé mpre fra l'orec
chiede nella teslaypoi voltandolo à la Hrada y ch'egli fchiuaua , lo sfor-
merete à caminare ; corregendolo più di voce y che di bafione ; che cofi
meglio parendogli a gir auanti con le carene , e he far fi indietro con le
fante fatichete battiture^ a la fine vi cederà . Tur fé la maluagità ò co-
dardia del CauaUo contai gajìighi non fivincefie yfacciafi in quell'i-
sl ante ^ con furiofe sfrenate rinculare alquanti p 'affi , &poi fi giriyoue
fieradaauaiareyo. veramente legatagli vna groffa corda neltroncon
de la coda^vn intorno a piede con gran violenta lo tiri per quella in die-
troyquando ei contraila , che cofi egli sfor^andofi di fcampare ? andrà F
innanzi- ^Alcuni (fi come ferine Lorenzo J{u fio) fatto ben caldo vn ba-
Ftoncello di Corniolo ,o di lacciuolo , vn palmo lungo y glieli fan met-
tere beri altofotto la coda ( quanao il (au allo non vuolgir' oltre) & in
vnoiftante lo-fyingono con gli/proni. ^Attri fanno vn ferro groffettoy
lungo vn braccioyche habbiauell'vno capo vn lungo manico , & a l'al-
tro capo diuifom tre rametti curuiye bene acuti-, e tale ifir amento por-
gendo con l'vna mano dietro le cofeiey con V altra adoprano la bacchet-
tayO pur la sferra y e cofi togliono queslo vino , quantunque ìnuecchia-
to. filtri vn ferro tre dita targo, e lungo vn pàlmole me^Oypienotut-
to (fi punte agwzgey legano al (otto coda de la groppieraye quella partey
chehaue à pendere , legano con vn' altra cordetta,la qual paff andò fra
le cofcie\effi quando bifogna hor la tirano > & boria allentano : <isfltri
vi legano vn (agnuolo iJLltri vn-£jatto .- jAltri'im BJccio , iqualìcon
morfiycon gr-iffiatureye con/iridi fieramente infettino tra le cofcieilCa
uallo^e lo (pauentino : filtri con vn chiodo il pungono da dietra prejfoà
la fibbia de lagroppieraye \contenerci la mano ferma yilrip ungono tan-
te volteych' egli s'induca ad vbbidire.J^e tacerò (benché feiocca fola mi
paia(che alcuni lodano ad vfarcol I{eftjofl>roni,in cui le rotelle fianfat
te di forbici adoprate da qualche concubina.,, ò pur fatte dijpada y con jj
che fa slato commefìo qualche homicidio .yìltri jf erano di far frutto
con dir alCaualloychevada viaycomevà il giudice a l'.Jufernoper dar
la fenten-ra riarma io quefli vltimi rimedi tengo per vani , e quegli altri
violentisno molto approuoyperche molte volte la tata ajpre^a de igafli
ghi fa fio; dire il Causilo ,. e di-jp erare del tutto, £ben tuitauiayche'lCa-
ualiere n'habbìa natiti/tyacc$ che afìrettoda la neceffitày fappia feruir-
fidc ipiu oportuni > perciò che fi trou ano de i CanaUioslimtiye B^amin-
ghiycioè di due volontà y chefempre cercando di difender fi yhan hi fógno
jti Uranc: correttiom ?',. Vn' altra ffiecie di J\efttj è più facile à correg^
&rfir
DEL ,C JtVULlO LIB^O V. 407
*>£ Zeì"fi> qiiando ilC audio e fendo di natura gagliardo > e fuperbo > fé per
auuentura da le fouerebie , o disordinate fatiche , gli viene alquanto d
mancarla lena,o l' ingegnai fé cofi dir fi può,parlandofi di brutto anima-
le)fi pre; tale cofalti, e con aggruppi: ofe dal principio bara ricompiuto
^r ile il cavalcatore ? e rimafo con tanto ardimento , chepofeia àfuo mal
grado fi fermale fa miti 'altre ribalderie, non volendo fi fottomettere àia
uera difciplina : Conofccndofì dunque, o da l'vna ,o da l'altra diqueBc
cagioni uenirc il vith,voi medefimo in vna campagna (fenica altro aiu ■
to)vi metterete disk a Stimolarlo con ifpauente noli gridi, e con dargli
d'vn bacchettone fiat orecchie , e fra le braccia) e quanto pia abbondaf-
J5 fé nelle pie malignità > non volendofi aimiare , tanto più fieramente lo
fgrideretc , e batterete , epermtggior tran zglio fio gli darete i Torni)
oda ambe le bmieyo da quella folaga la quale egli più contrafla; che a
lafine accorgendo fi di non poterai offendere, ne fup erare yie colpenfiero
ne tongli effettivi fi renderà fo%getto;& T?bbidiènte,& allhora care^
zzandolo di voce,e di maao,il p iffegglarete otto,o dieci volte,bor di trot
tOyhor di galoppo, & all'vltimo dipafìo: £ fi coni: questo correggimen-
to può pur feruire a quelli J{eflj , che prìmadifjt ; cofiaqueHi fipofson»
bene applicare altresì gli altri orditi primi dati, fecondo,che pia necef-
fariofi vedrà. fon tutto eia non mancherò di dirne vn altro, che dal me
de fimo ? Ityfio è ricordato , dagli antichi fi vfana non fola per og'nifpe-
tiedi 1\e(lio; ma ancora per quello Cauallo, ilquale per naturale iflinto,
oper influfso di qualche Hello. , fufse vitiofo di corcarfì repentinamente
nell acqua,nel pafsar che fifa di efse.E quefto è diponere vn Chiappo feo
ridore a la borfa de' puoi tesìicoli,ficendo vfeir il capo de la corda fra le
cofeie didietro,ilqual capo tenédo il Caualierecon la mano destra, ogni
-polta,che s'accorgami voler fi fermare, òlafciarft cadere ;il tiri afe con
minacciar lo,e fyronarlo in vno iflante : e fé per tale cafligo egli andane
auantiyil potrebbe difubito allentare; perebe verrebe ad allargarfi. Ma
g- tal manierale altre fimili , che pofsono offen dere lafanità,non fono da
approuarfi , eccetto in capo di vna invecchiata malignità, che nonfipo-
teffe correggere altrimenti . Sperò la più certa , e piuficura uiafarà ,
per eflirparè qualfi voglia vitio di \eflio,chc no fi lafci mai lefsercitio
de iTomi,v fato già da primi Caualieri del mondo,non meno,che a' tem
pi noflri,fecondo che per adietro per molte auttorità di fcrittori h aure-
te potuto comprendere,maffimamente do ne fi è-parlato deiTeletronij,
ilquale efìercitio certamente veggiamo; che ferma di tesja, e di bocca o-
gni caualloylafi icura del freno , che toglie la malafnntafia,loflabilifce
nel buon propofito, gli vnifee y rinforza le membra , difcioglie le giun-
C C 3 ture
40<J D E L L jt G L 0 \I Jt
turCyavcrefce lena^porge ar dir eye perfettamente f'addefìra al maneggia
re Ma effiTorniyinfino a tanto > chelCauallofia ben difciolto di braccia
e di gambe > e che intenda bene il parare }e le volte da. l'vna, e da l'altra
manose onuerrà > che non fiano fatti fé non di trottOy quanto più. j "dolio fi
poffa dare ;eccettofé'l cauallo fnjfe sì durone pigroyche bifognaffe darceli
con galoppo >t 'ben. con furiatfacendo pernii contrario a Caualloycbefuf-
fe di molto fenfo^e di gran- corraggio ; al q itale bacerebbe, (irouado fi già
fermo de la tefliyede la boccajchevfcendo dal trotta dei I "o.miys: andaf
fé da diritto a. diritto di gxloppo;p arandolo a la fine con lepofate > che fi
Galoppo, contengono £ perche non è da infegnarfi 'il galoppo y fin chel Cauallo non
d&utmfcf11 bene ammaestrato, diefìe popte y nelle quali confitte il fondamento
guarir .. deWagilità del (faualloye la maggior parte de la mifùra-ychene i. maneg
gi fi richiede potrà.d.ar glifi tale ittr unione in qne fio modo yebe andando»
in vna ttrada Iviga nella Campagniyoue il terreno fla giuj}oy& hahile a
canale arfìy vifr camini di trotto furiofoy circa palmi quaranta > e poi fi
fermiyaiutandolo- al tenere con la manoycon la vocey & a tempo di fpm
ni pari moderatamente datile con la bacchetta nelle fp allertante ch'egli
faccia alcun motìuo di al\arfi auantiyalmeno con vno braccio , e fé no'l
faceffeytenetelo fermo ye caligatelo due ótre volte sì con gli (proni y e sii
con la voceLpoifubito.colme.de/fmo trotto andérete altri tati paffiinnan.
^ri-.c fermando farete il fomigliante-.ecoft di trotto in trotto per feuer are
te in fino- a tantoycheegli conofeendo il voler voslroy&* accorgédofi deli
easligoyfi riduca a fpefolarfi daterra;del che come faccia vno atto folo >;
voi care-r^adolo co la voceye co la man desìrayà con la bacchetta preffo
al garrefeyvi fermerete per -vna pe2^a:Lndi co'l mede fimo ordine trat-
tereteyclxeglìverralcon ageuole^ay& allegrezza a pò far fi alt 0y& al-
['bora laiiitarete no<diJpronÌ;m.afQlaméìe.di polpe di gambe ->e.t di voce-
fempreiperche Valuto della voce molto- importa in ognicofay emaffìma
mente per tale effetto. E potendo fi fceglierequalche. luogoydoue al tenere-
chefia da far fi yil terreno fuffe alquanto pia baffo y certamente farebbe
Caflìgo afiai fnuoreuole al (auallotil qualein questi modi e da trauagliarft yfìn.
ad te pò- ebefì riduca a venir facile al pofàre :. £ fé facete lepofate troppo alte >.
ò non ben gii fteyf aria da caftigarfi a tempo in quelloifìante difproniy di
bacchetta ne" fianchi fé pur bifognaffe te fc lefacefie difpettofey & inai-
borateytato vie pia farà, da cafìigarfìnonfolo ne i detti modi; ma ezian-
dio con batterlo di bacchetta nelle bracciay. e poi tantofto ed arimetter fi
auantiamifurad'vncortoT{epolone; ò pur 'voltato per la medeftmapi-
slaye da tornar fi di trotto a pararlo J opra littefio pendino ydoue fu lapri—
maparatayetinquelefferey ebefifermiy glifi daranno tutti quell'i aiuti
© di voce*
G
K
*DEL C*A VJtLLOy LJB. V. 407
A o di voce-fi dìgambe,o difi>roni,o di bacchetta , che parranno pia 0 me-
no efiere neceffarij, tante volte continouando , fin -che egli le fàccia beney
e fattegliene fare tre , 0 almeno due . quanto pia longojpatio vi fi terrà
fermo con le carezze tanto più profitte 'iole gli farà: & ogni fi ata,ch' egli
al tenere vi fi far he fugga a man defira,o afvnfira,voi da quella mede-
fima banda do liete- premerlo con la polpa de 1 1 vostra gambale punger-
lo conio fi>ro?ie,quanto comfcerete efiere di bifogno , sformandolo total-
mente,che ritornando nel pio debito Imgo , fi fermi eguale, e giuslo h
vnapifia, che co fi aia fi ne fi trouerà corretto -, fen^a richiedere poi né
quefio, né altro aiuto . Hora com'egliharà imparate le pofate col trotto Poffare
£ potrà con le medefime regole impararle col galoppo . E quando ne l'un cokrotto
modo, e ne V altro l'intenderà con ricono fcese ben gli aiuti : non farà da
tener fi tiu al corto , perche potrebbe pigliar vitio di fermar'fi alto ,qua-
fi in cgnipafio , a dijpetto delCaualiere 7 però fi a bene di trottar qualche
Sirada lunga, quant» a glifi. i carriera fi può richiedere , che Jporga in
vn pendino eguale ,e grande; e fopra quello andar di trotto a tenerlo ne i
primi terreniyi ne' metani , 0 ne gli estremi, fecondo che"l cauaUo potrà
foffrire; aiutandola fempre di voce, 0 digambe,o pur di fioroni : e come fi
fuffe dfficurato in quel pendinoyvifi potrebbe gir di galoppo, efimilmen-
te aitarlo al tenere, che cofi verrebbe a far le pofate pikgratiofe co ì fai- Pendino»
chi aitanti. ^A uuerteudo però > cbe'l pendino a CauaUo gioitane fuot effe-
re fpauenteuole , e molte volte mtoler abile , fi che farebbe da tener/i a ì
dioi primi terreniycioé in quella parte^che è tra'l piano, e'I bafio > e come
fofje venuto i'ificure^a,et in maggior f or 7^a, fi potrebbe tenere al me^o
del pendinoyche è più affarono pur fàgli vltimi due terreni, cioè in quella
parte, che viene a refi are tra'l bafio,el piano » Oltr'a ciò è da -auuertir fi-
che quel CauaUo, che naturalmente ha leggiere ^ %a, balia the%l più delle
volte fi efierciti nel piano, eccetto fé fuffe duro ne i falchi; che in tal e afa
per farlo affale are,come conuiene,il pendino gli faria necefjarip femprey
») infino a tantoych'egli intendeffe il lafciarfi ad ietroyfc orrendo inan^icon
le pofate , fenja le quali non fi può far maneggio , che ordinato > e buo-
no fiaVeramente il lafciar andare il CauaUo alefiefe > 0 di trotto, 0 di
galoppo,o piano, 0 (fecondo la neceffità) furiofo; fa molti buoni effetti^
perch' egli non pur affale a l'anche minutamente ( il che da principio al
maneggiare, è ficurt a al CJuallo,et al Caualiere) ma etiandio uiene a far
con leggiadria le fue apprefentate , 0 cornetti, per quel uantaggio,che la
terra a quel modo baffo gli mene a dare (co fa certo affai leggiadra, &
vtile)& in q uè fi a guifa diugnuto agile ad al^arfi dinanxiy & ad incor-
uarfi didietro (come Senofonte 4e fiderà) ìdiuerrà ancor 'habde a far
CC $ falti»
40$ <D E L L <A g L 0 B^I jt
[alti; effarar calci con diuerfc mifureyefiendoci egli inclinato: l^efola- -
mente fi fermay e fi aggiufia di capcy e di Locca , ma in tutte le membra
fi conforta > fi vmfee, e fi fortifica . Bifogna però) cbeH cavaliere babkìa
la mano attentata > leggiera, immobile > e fenfitiua > accordanla con gli
altri aiuti; che in vnfubito intenda ■> e conofea il bifogno del Cauallo > e
che a quello s accommodi preflamentey ferina [degnarlo punto (il che fa-
rebbe pericolofo) né cedergli in conto alcuno (ilche farebbe difordine)
cofa che non fi pub con la parola infegnare : ma con naturale attitudine,
e lunga pratica fuole apprender fi non fen^a quella difficultà > che dimo-
erà Ouidio in Fetonte-^ cui tra i principali ricordi il padre dice :
mc'debba V ultima flrada è china >& vi bifogna F
no elTere. Moderamento rijoluto , e certo .
Deano effere le calate lunghe > firette > ferrate ■> e piene di arenayo pur di
polite per fi e urta sì delCauallo (maffimamente quando èTolledro) e sì
del Caualierey alqual fecondo l'occafione y el bifogno auuerrà di vfare
dinerfi modi con la mano de le redine yo pure con ambedueyfe per auuen-
tura vi fiala cauezganayo le fùlfe redine. Si dee bene auuertireyihe effen
do per auuentura il È\epolone tuttauia pendenteynon e da darfi al Caual-
lo tanta furiayquanta dar gli fi potrebbeyfefofie piano > efolnellafineha-
uefie quel poco di rampante \ ma fecondo y che fono i luoghi pia o meno
ageuoliyO difficultofìyco fi vi dee trattare l'animale yilquale fi come con G
piacere acconftnte al temperamento , cofi con ifdegno repugna aWeccef-
fo-yperche naturalmente gli Bruti ancor conofeono il gioueuoley& il dan-
nofoyapprendendo qudloye fuggendo qut fio :e maffimamente ciò fa il Ca-
ualloyper effere animale di grandiffimofenfoy e di molto ardire . Questi
tali B^epoloniyfi deonotante volte continouareyquc.nte ficonofeerà y chfl
(auallon'haggia bifogaoye che non prenda fde^no : e fi come ne f andare
verfalafcefa\fideonofkr conjrettay ò fianodi trottoyo di galoppo ; cofi
nel ritornare verfo il fino principio , vi fide condurli Cauallo piaceuol-
mente e fermar fi alquanto ordinatamente y prima ch'egli fi parta dal
capo del l\epolone : il che fimilmente fi de fare nella fine della calata y .
oueegli va a parareyaccar ex^andolo fempre quando benefit adopera , e
caligandolo quando fa il contrario . Ma quello > che alcuni dubbitanoy
che correndo/} il Cauallo per li pendini > venga afoallarfiy ferine il me-
de fimo Senofonte y che non debba dare timore a per fona alcuna : effendo-
fi veduta mille volte l'e/perien^ay che i popoliTerfianiy e tutti gliOdrif-
fiyiquali cofiumano di combattere , correndo liberamente per le calate;
haueano fempre con tutto ciò i Caualli fanj , niente mancoy che i Greci
douendoperò auimtireU Caualierey che correndo per lo pendino , egli
teneri-
T>EL £<AV^LLO> L I B. V. 409
jt tenendo le fue forze vnite, e la man de la briglia ben temperata , e fer-
ma-fi pieghi talmente indietro con laperjbnaqaafi a la fapina,foflencn-
do il freno ; che non venga a calare infieme colfuo Cauallo in precipitìo:
Benché non ad ogni musilo commur, emente fi pub ciò fare : però che ne i
Caualli dolci di bocca,e che naturalmente affale ano: fi de vfare maggior
temperamento in sì fatti aiuti;perche fktendofi troppo il Caualiere indie
tro conia per fona,& aiutando il Cauallo fouerchiamente di briglia, po-
trebbono ambidue precipitofamente al rouefeio pericolare : La onde vi
è di mesìierla temperanza,con fuggirei ecceffo non meno in queìlo,che
in ogni altro atto del caualcare, per efiere di gran momento . Hora per- ...
4jj che fi trouanoalcv.ni Tolledri vili,e di ti: al' intelletto; che ejTendo aue%- v -^ e ^
%i di effere aiutati con Jproni al parare; ogni -volta che fi fentono da quei mal inrel-
pungere,fi fermano,fe non uoglionoin conto alcuno più far fi auanti\que- letto che
Sii che haueffero prefo giàtal vitio difermar fi a voglia loro, faranno da co'aSllco
casligarfi terribilmente con la voce,e con e£ì Jproni, e con la bacchetta,
borane fianchi; hor sàie bracciali nto, the imparino difermarfi , e di
fhr lepofate a voglia voflra (intendendo l'aiuto , che lor darete) e non
quando a lor piace. Bifogna tuttauia auuertire , che l'aiuto dello Jperone Sperone e
d'altro modo fi dà nelle pofate, e d'altro nello Jpingere del cauallo, per- fuo aiuto
r che quello è più temperato , e questo pia violento , in quello fi raccoglie a C.aua*
il freno, & in quesito fi rallenta . Dijferifce ancora l'aiuto dellavoce in
queUi due atti, perche in quello moderatamente s'inanima ,e' inquesii
ardentemente s'incita . Mafe'l (fauallo è leggiero, & volete,che al te-
nere fàccia falti,parend&ui, che cihabbia attitudine naturale ;aiutate-
1 0 con gli ff roni eguali , 0 con le polpe della gam ba,le quali in alcuni Ca-
ualli fogflwno pmferuire: e con la voce a tempo,maffìmamcnte al fecon
do f alto, quando egli fi leua in aere : &in quello isì ante fuinchiate la
bacchetta nella groppa,& a l'una, & a l'altra cofia : e quiui maggior-
mente doue più pende,e conofeendo, c'haggia bifogno d effere dal dianzi
2) allegerito,aiut atelo pur con effa a tempio a la spalla deslra, 0 lafmiflra
0 in ambedue a vicenda. E fé vipare il cauallo di tanta forza; e di tal'e-
tà:chefipoffa allegerire ancor di dietro , voi in quello^ che fa la pofata,
battete ad aiutarlo di voce, facendolo minacciare, e battere di dietro da
vn 'huomo a piedi giudiciofo,con vn bacchettone a l'anche,& a la grop-
pa il chegioua ad alleggerirlo,^- ad auuiuarlo e parimente a fargli ben
portare la coda, che molta importalo fé' l cauallo fi fre di molto fenfo , e
duro di gar^e dal nafcimento,il batterete noi ììeffo hor da l'v.nafhor da
U altra banda, & hor giuntamente da dietro con la bacchetia,e tal' hora
.con i Jf>roni pari) iti/ino a tanto,ch egli cominci a gruppiggiar -a, echevì
intenda
410 Z> E L L ^f g L 0 \7 *,£
intenda , carrellandolo p rettamente coniammo dejìra fopra il collo , -g
ogni voltaici)' egli bara fatto vn faltog'mflo , & aggrupatoie tenendolo
fermo in quel modo,no'l molefìerete più per vai buona p^zj^a, ma il ri-
durrete a e afa paffo paffo; an?i farete ben$ no ammontare (come Se-
nofonte ammonifce) ■&■ a farlo piace uolmente 'menar a mano,percbe da-
poi caualcandofi vn ' altràvolta,verrebbe a far più folti con pia pronte^-
*%a. Veramente la miglior ijìitiitioneyche in q/.esto mefìiere fi pojia darep
foggiunge il detto *Autore,non effer- altra, else di dar ripofo^s tare //o
al Qxuallo ogni fiat a, eh e haràvbbidito : conàvfiacofi, che gli b uomini
ftpoffono bin'jmmaeflr.ae conle pa-ole , basendo 'Dio donata questa
Caualli tanta gratta a noi foli ; ma iCaialli non potendofi addottrinirecoa la}?
debbono fiMeUa>b'J°gnafa r loro conofcerJ il noslro intento con diuerfa-tie.ite tra-
addoctri- uagliarli,& afpreggiarli nel malfatto, & all' incontro facendo bene dar
«are. /oro gr atiof amente quiete e piacere affine , che f agendo il male > e moflì
da quella certa jperan^a del bene, fi riducano femore ad vbbidire di
buona voglia; altrimenti ciò che faieffero per isforjata^ eslremane-
ceffità,nè fi potrebbe dire, cìfcffiilfapeffero ben farete facendolo-, ilfk-
rebbono di maniera, che fodisfhiefe al Cavaliere , ne che f affé gradito a
i circolanti-, an^f farebbe come fé vno Hittrione fuffe con bastonate co-
stretto a recitare , o da fa r gè Hi . Se defiderate dunque far bella mofira
delvofìro C auallo, col fdteggiar e, mettete ogni indi iflria ad auuei^arlo G
che afegni foli,fenja battitura niun.ifi venga ad inal^arejcomeye quan
do vi fi a più a grado: E s'egli non fu fé per auuentiiradel tutto inclinato
ad aggrupparfi con calci;&àvoipiacej]e di ammaestrarlo ancor dique
slo ; potrete due , ò tre volte il giorno batterlo nella ftalla , con vn bac-
chettone in sul me^p della groppa (di tal forte però , ch'ei non venga a
battere le fpalle co furia alla magiatoia,ilcbe farebbe pericolofo) aiutan
dolo con la voce, e folle citandolo infino a tanto,cbyegli fi inalai, e stenda
i calciyiquali ogni voltaiche ei non trabeffe giufti copie giunti,determi-
nati,e diftefi;voi maggiormente l'harete a battere ',fin che vi corrifpÓda, jj
egli porga eguali\& aU'hora il lafcierete co quella buona bocca,acciò pi-
gliammo a tal' effettore s'auuei^i ad vbbidirui fubito,che fentafuinchia,
re la bacchettale muouereil vostro labbro, jluuertiteperò,che ognifia-
ta,che caualcando vi metterete a fare aggruppare il Cauallo a f alti, farà
grande errore,che dimenrfle il corpo innan^i,ò indietro;o che vfeirte ri-
leuato difella,e poi vi calaste; come in alcuni poco efpertift vede ; an^i
bifogna,cbe filate faldiffimo fu'l Cauallo con la per fona; e per talfalde^
^a non pur la fella deuràeflere fatta in modo che ci veniate a stringere
bene le ginocchia ; ma che voi propriamente fiate alquanto ajfuefhtto al
Canal-
*DEL C\AV\ALLOy LTB. V, 4IT
j[ caualcare)& auuex^o,a teneruigiutto col corpo fermo,cedendomifurct
tamente al tempo de igruppi > come , e quando fard bifogno : altrimenti
voinonfarefie cofa buona,m%i anderesìe con gran pericolo di sbalzare)
ti Cavallo fi trotterebbe difconfertato,eJlordito:peròfinche egli conofca
il voler voftroyt prenda l" ordine-, e la mifura di aggruppare la fcbiena,
■voi rio-l deurete nella campagna troppo sformare ;baftando,che al fin del
pafìoyO del trotto,, 0 del galoppo ,0 della carriera , e maflìmamente nelle
e alate, per fuo maggior vantaggio , gli facciate fare due , otre fatti, ò
quattro ; ma non più: altrimenti gli farebbe trauerfi, & abbandonati %
non fenya pericolo dimpenarfi:. e tra gli altri aiuti) che barete a dargli)
B certamente (come ho detto) il pendino gli farà molto comodo ad auue^
<%arlo,pur che nel principio non fui troppo, rampante : Tuttauia feHCa- Caualkr
uallo di fua natura fajie leggiero, e faltatore , potrefle maggior numero ipj^iero G
di.falti da lui richiedere , attendendo folamente a far,ch' e gli non penda ^^ farlo
da banda alcuna,ma vada egualeyeper ~rna pisi a (il che fàcilmente col. faLtar^cha
trotto prima sii tornì gli fi infegna) & cofi anderete innanzi per quel- s'"a a'a"
lojpatioythe vi paia il Qmallo poter durare desiando pure con tanta for
%a,che tvltimofalto fìa più toflo, maggiore ■> che. minore del primo ,, e di
tutti gli altri;perlaj ciarlo con ardire , e con conferto;e non come alcuni
poco ejperti fanno , che 0 inuaghiti , 0 storditi fu'llor Cauallo ,gli danna
C tantafasiidia , che in vece di ara maeflrarlo, e fa rgli prendere vigore, lo>
difconfò'tano,&auitifcono:rPoi quando vorrete ammaestrarlo di J alta
refofiipervatcruenein molte importanti occafioni,potrere feguir il pre-
cettodeW iflejfo Senofonte,ilquale dice,, che qual' bora vi venga alle ma- Causila
nivn (auallo malpratico di falt are, debbiate prefe a mano le redine , 0 codifaka»
il caue-^7Kone,trarìo voi (fenra alcuno indofio ) a pafiar di folto alcuna re ..
foffa,e s'eglifchiuafie di (altare sfategli dare (con aiuto di voce) con vn
bachettone ben forte in fu la groppa,che co fi p after à non quello-ffi <atio fo-
lo,che voi vorrete , ma ancora più; crefcendo di giorno in giorno il detto>
Jpatio:ne dapoi ajpetterdla baronata; ma comefentirà accoflarglifi al-
cun di dietro, egli fubito f aiterà : Indicarne Iharete alquanto auue^za-
toa queHo,potrete,$landoglìvoia Cauallo /aria f alt are le fofi e pie e io-
le prima, e poi maggiori digrado, in grado,fecondo , che vi parrà poterfi
fare-.efiendo ottima cofa ad ' effercitarfi in s ì fatti meflieri, cofi il Caualie
re,come il (auallo .-perche in tal modo lvnopotràferuire,egìouarea fa
troMa nello sfor%o,chefifkrà delfaltare,. conuerrà non aleggiarlo dil
briglià;m.a dargli a tempo l'aiuto de glijproni con quello della perfona y
e delle redine ;accioebe non venga il Cauallo a mancare nelle parti di die
tro^mapik toflo raccoltoxet unito, ogni fuo vigore^liberaméte pafii a met
terein,
4T2 DELL** G L 0 \ì Jt
Ciualli tere in faluo fé flsffo ye"l fuo padrone : E per poter meglio porre in opera jg
j> le guer- cotai dottrine-,;! che poi nelle guerre fi trottino le perfone robusleyficure ,
X\ o & a&*lì:e iCauaìli bene afiuefatti, certamente non è co fa migliore dello
cella cac- tficreitia della Caccia , doue per dinerjì luoghi fi richiede > che s'h abbia
eia. a correre : & a [altare y hora poco > & bora afi ai , laqnale varietà non
viene ad a/J ere al cauallo cofiodiofa, come farebbe quando eglifempre
in vnapartc,& in vìi modo fi traiiagliaffe \ perche ognicorpo nel varia-
re de1 moti(comeilF ilo fofo dice ) prende ripofo : edipoiveggiamoyche
da l 'andare fempre di piano fi riceue maggiore fìanche%ra, che dal ca-
mino* variato,con tuttoché 7 piano fia men faticofo d'ogni altro luogo .
Tenete però quetta regola in memor'uhfn chel cauallo noyifia alleggie- P
rito dinanzi con le pò fate-, e di dietro-, coi gruppi^ calci,e che non fap-
pia tener fi bene > e parare al baffo , & al trotto y non è da trauagliarfi
in fi fatti modi , ne è da dargli/I il galoppo , ne anco ifalti ; perche fa-
rebbe difordine elùdente -, fini ile a quel di coloro, che fen^a apprendere
Grammatica yvolefìero fkrfi dotti : ma quando egli farà ridotto a tale ,
che tutte tai cofe intenda bene , e che vada libero > & eguale > voi caual-
candolopiu di rado, per fargli prendere più ardire: e dandogli meno tor-
ni di trotto, e di quelli vfeendo di galoppo, il vedrete allegramente dafe}
à tempo, in ogni due pajjì forniti y forgere da gruppo in gruppo alga-
loppo gagliardo) & andar ginflo inftno al luogo y doli egli è folito dipa- u
rare )0 pur giunto al termine far fuoif alti, e com'egli haràprefa laco-
nofcen%ay & la mifura d'eflo galoppo y batterà di mantenerlo nella fua
perfezione col trotto fleffo . Il Raffio loda y che come il cauallo è affue-
fhtto al maneggiare •> ft fàccia galoppare nel principio a poco a poco col
più corto, e breuefaho > che fia poffibile,accit) che non venga a pigliar-
ne fdegno tale , che poi gli rincrefeefie di farlo più : ilche farebbe vn
grande error del coitone , diuentandone di leggieri il Canal R^eftio. Hor
Galoppo fi v°gliam<> confiderare , quanto fa vtile ilgaloppo,in verità ritrouia-
quàto fu mo -yeti egli dato lungo per lo diritto yfk gir ilCauallo libero, e fincero di g
vite, cuore ; e cofi tra gli altri caualli ; come traglihnomini benficuro ; da-
to in volta, ofemi circolare y o circolare,o con cangiar fiefio mano y fer-
ite mirabilmente per effercitio di guerra : maffunamente ; quando non
fifa cono f e ere luogo > ne volta, ne tempo determinato al cauallo ; il
quale efendo per auuentura Re ftio > noi dopò hauerlo galoppato ve-
locemente ne i torni-, nel cacciarete con furia, e galopperete di lungo,fh-
cendolojpeffo andar y& venir per li mede fimi luoghi : & vltimamente
con piace uole^a paleggiar ete , & guardateui di maneggiar cotai Ca-
ttaui ( mentre^che prefìttono nella loro maluagitàjal corto , ò tra gli
bmminiy
DEI CjtVJ.LLOy L1B. V. 4IJ
j[ huomini 5 ò altri Caualliy ò vero prefi 0 à le loro falle; perche loro dare-
Jìe occajìone di fare ogrChor peggio ima ammaestratele fempre à lungoy
& in luoghi apertile larghi. ICaualli però di buona intentione fi poffono
liberamente in ogni luogo adoperare; e quando fon venuti in termine di
conueneuole difciplindyfara molto gioueuole fargli maneggiare^ galop-
pare tray CaualUyentrando > & vfcendo Jempretra lor con furia,& va-
riando manoyperche oltre y che fa vn bel vederey ella è co fa molto ardi-
ta y vtik.ye ftcura nelle guerre ' ritrouifi il Caualiere , 0 conia lancialo
conia ffiada in mano .Certamente fatanti buoni tffeitiy che fa il galop*
poyquefio e belliffimoy che" l Cauallo > // qualper naturalo per cattino co-
2J fiume -yfuffe ardente^ fli^ofo > e poHo in fugarne hauefic fermo appog-
gio ala brigliaycontinouandofi a galoppare fen^a furia y epofciaàtrot-
tare ycon mano temperata (e mafjimamente efendo con cane^ana) vie
ne infallibilmente a lafaare ogni vitio inbrieue tempo . Il dar'vnfoaue
galoppo in volte ygioua a Cauallo y che nel maneggiare hauefe yitip di-
orinar troppo Jpefioj e fuor di tempo : perche con quei torni cofipìace-
tioli verrebbe à deporre la gran pauraycherì e cagione . Giona etiandio
dfkreychevn cauàtlo.yil quale andafie molto leggiero a la mano y e non
volejfe appoggiarli^ e tal volta ingorgasse la-lingua y venga a porla fi-
curamente fòttò iabrigliaypofandofi neUe barreyche fono Ispani fotta-
C ne de la bocca/oprai denti fcaglioni : Ma. a (aualloy che fu [fé infinga}—
do(comefidicé)ol$amingOyVtiliffimifono i Torni prima di trotto fciol-
tOy& affrettatoypoi dì gaìoppoycon quantafuria fia poffwìk> auuerten-
doperòyche le volte nelprincipio non fan mette : perche forfè ilfarebbo-
110 accorare-,ma fi accrefeano digiorno in giorno fecondo lapofifan^a del
Cauallo a poco a pocoynon mancando diafficurarlo col fpccprfo de la yo
ceyO de la bacchettayo degli Jproniqtempoa tempotche cofiyerràafyo
gliarfi de le prauefue fantafie y e de la paura y e terrà folo ilpenfiero di
fornir efse volte ' velocemente. J'tiliffimi fon* ancorai torni di furiofoga- Torni di;
loppoyincominciatiperòfempre di trottoyà far venire in vn tuono per f et- f^^^y
toychi andafe sbal^andoyàfcherx^ndocoìsapo yenon syaggiuslafe y an tiliflìmi>,
t%i tal volta di fordinat amente buttafse calci . In ogni yno di quei motiui
è da gasligarf primardi voce folayo pur'iufìeme co la bacchetta difopra
al fiancoybifognando ; e con gli j^roni ancora qualche fiata ytion bastan-
do la voceye labacchetta;al^andogli acquei tempo la. man de la briglia
vn pocoyper rimouerlo da quel penfìeroyne mai cef andò finche ei no ce-
da: Mafie con-queslonon fi rimane fé del trar di calci y.bifogna in quello
iflante yfen^a interuallo prendere con la man deftra la deftra redine > e
, tirando; dargli un poco di fuf fi enata nella barra \ cofigofligadolq quan-
te fia^.
414 LllL^gLOT^l.A
te fiate lù tornì a fare, e come farà corretto > sì che vada bene,voi conti- £
luterete il voflro galoppo; affiatandolo conte carre-^e de la mano sù'l
collo, e de la piaceuole , e bafia voce . Sono olir' acciò alcuni Cauaìli na-
ruralmente fuperbi >e furio/i conpoca for^a , che volendoli galoppare +
!!? ttJ ne prendono certa naufea,che fanno a gnifadirBolfi il fiato grofio:à que
idonei al sii tali come gli harete afficurati sul trottoydarete i torni di galoppo a
galoppo, tempore con gran temperamento; che con quelli deterranno fiamme giu-
fii,e ne la carrier a poi intenderanno bene il parere , ferina metter fi in fu-
ga come gran parte (quando non fono bene amaefirati) foglionofare di
tal natura ; Et ogni voltaiche fi galoppa, ricordataci di darpiuyò meno
aiuto di voce, di Jproni,e di bacchetta, fecondo,che più 0 meno verrà il p
ca uallo ad vnirfi con cffo voi,e fecondo la lena,e'lfentimento,che in lui
fcorgerete,perciò che a difere ttione del Caualiere sìa a qual cauallo deb
ha dar fi il galoppo più veloce ,&à qual più tardo \ chiara cofa effendo
che l'animale ociofo,egreUe,èdafoìlecitarfi con tempo conueneuo-
lein diuerfi modi , quanto fi puòdo JìÌT^ofo , 0 troppo fenfitiuo,e mobile
è da trattar fi con maniere piace. tot i , e quiete. E farà bene ad offeruar la
norma,che dàFirgilio,che fin' al quarto anno dell' et à^non fi faccia ilTol
ledro galoppare ingiro ;ma dopò questo fi potrà anco dare inluoghi aper
Poliedro tì,eJpatiofi a[ yefoce corfo. Dapoi che dunque il caualloynonfolo al trot-
tò rem pò to,ma anco al galoppo bara conseguite le necefìarie leggiere^e,^ ap- G
non fi fac prefo il vero aggiufiaméto della tefia,e delle pofate,e delle affalcate,gli
eia galop fi potrà dar la carrier a,ma no mai prima;percbe farebbe vn grande er-
rc/e In ° rore, eccetto fé in quelle prime fiate, che vi venire vn Cauallo alle mani-,
voì,due,ò tre volte il volejle correre,per conofeere fot amente la velocità
Signor 0 lalenafua . Ma volendo procedere con quei termini) che fi deono,bel-
Cola Pa- Uffimo fi a a feguirquell ordine > che dal Signor Cola Vagano fi offerua-
gano , e ua ^ Hqiml'e ? come ottimo caualcatore,par che deffe nella patria nojira
menti nel vna eerta norma di affinare>& imbellire que fi' arte. Egli a ninno cauallo
l'arte ca- mai daua il corfo, finche non l'hauefie copiutamente ammaeflrato d'ogni
ualerefca altra cofa:e ifuoi ammaefir -amenti dal principio al fine confi fieuano tut **
ti sii 'lpaffo,e fopra il trotto,che fermaua la tefta,efciogliena le braccia^
e rade volte fopra il galoppo,che doppo,hauerlo caualcatofei me fi,o for-
fè vn'anno,gli infegnaua il correr in otto' giorni; egli rifl> videa con tan-
taprefle7^a,e co tal mi fura, cheparea cofa mirabile a' riguardanti: fi
che dall' vfo de' torni a trotto furio fo , poffiamo dire, che dipenda vera-
mentela perfettione , co fi di tutti i maneggi, come fpeti-aimente della
carriera,laq».alfi come dando fi con queHe circofian?e,& a que fio tem-
po è più confortata) e piuficura ; cofi aWincontrOj quando intempesii-
uamente
DEL C Jt V ' Jl LIO, L1B.V. 415
\A ttamente ella fi dà, viene ad cffere difordinata, eperìcolofa , per la poca
fermezja,epoca vbiidien; a del Cauaìlo^Hègià è di rneflierid'infegna- Cauallo
re al Cavallo il correrebbe di è naturale : ma è ben conueneuole , e ne- C^Q . 5?'e
ceffono ;cke fi fàccia conficurtà del Caualiere;e confertat amente ; al che jnjf ana.,
non fi p; ò egli ridurre fedra la difciplina-, efenza il tempo . Tercbe la re .
carriera de ara e/fere giuHa,determinata , veloce, e trita , rinforzando
jempre infuria infìno alfine doue il Cauallo affalcbi, & pari con le po-
mate. £ quanto più fuffe di mezataglia,o chehauefepiù del Cjinetto,pm
fpatiofa gli fi potrebbe dare,non però tanto, che trapaff affé ilfno douere>
onde il cauallo per dejfe la fua furi a}ilche gli faria difpregio,e fùria bntt-
% to vedere. Ma tanto meri lunga fi conuerrebbe , quanto più granfe, e
groffo fuffe il cauallo . £t volendolo tenere bene auuezzo asfalti, molto
più corta dell'ordinario la farete ;acciò,che al parare egli habbiapurpar
te dilena,e di vigore da potare falt are ageuolmente . TS{e mai batterete
ifproni su la carrier amenza l'aiuto della voce aggiunto infieme , maffi-
mamentefin che il cauallo ègiouane ,e fin che non è ben' accorto di tutti
gli ordini e della noftraintentione. E fc binerete di dargli fpeffo la carrie-
ra,baflando ogni due mefi,o al più ogni me fé vna volta; anzi effendo il
Cauallo di natura flizzofo , & ardente, fé maggior interuallo fi trapo*
neffe,miglior farebbe : tanto pia s'egli fuffe naturalmente di dura bocca,
Lorenzo B^ufw quantunque nel principio, lodi, che'l cauallo fi fàccia vna
voltala fettimana correr la mattina per tempo , periftrada benpianay
& alquanto arenofa,yn quarto di miglio prima , e pofcia un miglio , &
ancor più di mano in mano\dkendo,che quanto più fpeffo il Cauallo corre
(moderatamente però correndojtanto piùveloce diuiene , e più desìro al
corfo : nondimeno egli mede fimo foggiungendo confeffa , che dal troppo
fpeffo correre,auuengono quefli mali, che il cauallo perde una gran parte
delfuo confueto imbrigliarfi,enediuentapiùfocofo, e sboccato ,& alle
volte I{eslio . Del che mi pare non effere da dubitar fi ;veggendofìaper-
£ tamente (fi come i corridori di lande fan fede) ch'el frequente\correre
difconferta la tefla , e f cerna le forze dell'animale , mettendolo in fugOy
& in difperatione, e l'auuilifce , & accorra , e con mile difauuenture il
rouina di giorno, in giorno. Gltre,che i due precetti diuerfì di efìo Rj'fiofì
potran concordare in queslo modo,che il primo s'intenda per QiuaUi de~
Rinati al corfo,detti,volgarmente Calmili da TaHj,e'l fecondo per Qiual
li difciplinati,e da maneggio . */tmifi dunque per quella prima manie-
ra di Caualli , la mediocrità del correre , e per quella feconda la rarità;
& in qualunque modofifia, ognifiata,chefi voglia far correre il Caual-
lo ; prima di ogni altra co fa , gli fi faccia ? paleggiando , riconofcere il
luogo
\\6 T>tlljiGLO^_ljt
wogo iella, carriera (il che parimente fi de offeruare nel I{epolone) il £
qual luogo fa bene à Scegliere netto y e ferini pietre ; perche tanto pik il
Cauallo ricorrerà veloce _> eficuro : ^giunto al capo-di quello , faccìafi
voltare con quel proprio modo > che fi farà tenuto n?l paleggiare > ò che
fia nato dipaffo-,0 di trotto; facendo fi poiferm ir con la tetta diritta y t
con tutta laperfona per lo lungo d'effa carriera . Senofonte dice ejfere
fiata opinione generalesche fu(le più bel vedere l'incominciare del cor-
po dalla parte finiflra , che dalla deflra : e chi volefìe battere sì fatta
cura-) potrebbe incominciare la fua carriera in quello ittante , cbe'l Ca-
uallo moueffeilpaffo defiro: perche co fi douendo poi inalzare il finittrOy
daquelloincominciarebbe il corfofuo\e quando fi voltaffe a man man- P
ca,cofi ancora comminciarebbe la volta; conciofia cofa , che ordinaria-'
mente fi vede che volgendofiil Cauallo à man dettra}procede con le par-
ti pur deflrey& àia finiftra con le flnittre . (jli h uomini certamente vo-
lendo correre Cogliono mettere y innanzi il pie ftnisiro ''> perche douendo
aliare il desìroyvengono con maggior impeto a dare principio à la car-
riera ; el mede fimo firn nella lottale nel volteggiare . Ma quel che > nel
correre àCauallo importa più >m iffi.mméte per conto della lanciayè che
fi miri di lanciare a manfìnisìra y e non a deftra yvfiepeyb muroybtauo-
lato digiottra > che quitti f affé ; perche altrimenti fi correrebbe al roue-
f ciò. E facendo/i (prima che fi giungere al capo del corfo) vna rimeffa co
meza volta a man de/Ira, àguifa di 1\epolone y in mifnra di contratem-
poyò di mezo tempo (de 'quali temoi apprejfo ragioneremo) con tener do
pò quella per lo diritto il Cauallo alquanto fermo; farebbe cofa non fola-
mente fi cttr -ay& vtileyma di vlfia affai bella :maffimamentey cbe'l Caua
liere potrebbe da poi Iettarlo ftibito alla carrieraybattendolo con gli forò
niyecon la bacchetta tutto ad vn tempo nella fp alla fin ittr a y & v fondo
etiandio la voce terribile in alcuni . <Auuertaperò di far ogni cofa con
temper amento ye dinonufare molte battiture; perche oltre al mal b abito
di auuexgaril Cauallo a non correre altrimentiygli recherebbe fiacche1^ H
'%a taleyche ben gli fi protrebbe dire y
E per troppo fpronar la fuga è tarda.
Oltreyche farla certaméte vn brutto -vedere di fé mede fimo > che fi come
difdice al Ntufico aprir troppo largamente la bocca , à l'Oratore fare va-
rice troppi gefliyal Filofofo crucciar fi nelle difputeyal Giostratore fettoter
il capOyet al Ej ridere co cacchino; cofi difeottiene al Caualiere fare quei
tanti gridi fenzainterualloye fuor di tempo ;e quei battimenti di gambe
quei dimenamenti , e storcimenti di perfonayche'ì fanno parere più totto
vn Cauallaro , che porti lettere per lepofle > ò come s'egli correffe à cac~
zia die
<DEL CUV Ulto LIB. V. 417
Z£ eia dietro allaZepre . Voi dunque accommodandoui a tutto con un bel
garbo; come farete prefio alla fine della carrieray incominciarete a rite-
nere il Caualloper lo dritto y facendo ogni opera y ch'egli vada con l'an-
che a terr astenendo la tefla al fegno firn : e principalmente auuert irete
di non coftwiger l animale a fare mai cofay che auanirile forye fue y e
la pia iruiinatione ( 'come finente ho ricordato) ne che s'induca ad alcu-
no fdegno; perche non fé ne haurebbe maihonorato fuccefìo : & affine
che egli pofia ritornare con miglior' animo l'altre fiat? alla carrier allo-
tterà che dapoi che l'harete corfoyil facciate pur pajfeggiare con care^-
%e per effayvna volta almenoycome prima fi fece .^oi douendo [monta-
li reyordina Senofonteyche non fi faccia ne tra'Caualliy né tra turba d'Imo v,-t,0 con
tniniynèfuor del luogoydella carriera ma doue l'animale è costretto al- trario ai
la faticala concedagli/} il ripofo . E perche fi troua in alcuni quel yitio R.eiho.
contrario al I{eflioyche Ouidio bellamente defcrineyla doue dice;
Il (aualy che di bocca è troppo duro >
Inprecipitio rape il fuo Signore y
Che gli fchiumo fi freni in van ritenta*
Ben che non foto per colpa di mala bocca y ò di troppa viuacitày che fa- .
ceffi fonercbiamente iCaualli ardenti y e furio fi ; ma fpefo per hauer sboccato
bauuta mala creanza daperfonayche non ha faputo foggiogarliyne far- e [noi re-
gli accorti del fio volere ; effi nella carriera y trouandofi infiammati > e medi j.
fuor di fi flcffiy fi pongono in su la mano, & vanno via finirà fermar-
fi ; ò fi pur fi fer mano > fanno vn difordinatoy e mal tenere : Quefii ta-
li bi fognerà e aitale ar fi con maggior attentione y e con più moderando, >
che fi fu fi er Tolledri;e primieramente in vna strada lunga ; echiufa
da itati infognerete al Cauallo di fermar/i fu' lpafioy poifopra il trotto
e poi fu 'lgaloppoyfacendogli (fempre che fi fermi) farle pofate al do-
vuto modoyt 'farlo tal volta rinculare;e starete per molti di fen^a dar-
gli distefo cor fi y an^i ogni fiata y che al fine del galoppo hard fatte le
£j pofate , deurà in quello ifiante vn'huomo all'incontro con vna bacchetta
leggier amente batterlo nelle bracciay& accenarlonel must accio alcuna
volt a y e farlo far 'in dietro alquanti paffiy che co fi egli ricono fi endo il
"vostro intentoyfubito che fermato fi vedrà dauati vn co'l bastone in ma-
noyfen%a affrettare le battiture , fi farà dietro yfintendofi maffimamen-
te tirar la briglia y come farà diuenuto facile al parare y eficuro al riti-
rar fi > potrete nel mede/imo luogo dargli piaceuolmente vna carriera ,
fen'xa toccarlo difl>roniyò di bacchettai ferina dir motto y né troppo sf or
%arlo:mafolamenteapproffimandoui a quella parte y doue al galoppo fi
fuolt fermare^ 'aiuterete al parare co leparole} chefogliono dir fi al far
Ò D delle
41& D E L L Jt G L 0 \I\y€
delle pò fate ;&■ in vìi tempo l huomo d'incontro il minaccierà co'lgridoy £
ò lo l baffone: e fé volere fatare, auantiyilbatterà. Mafie fuffe ubbidien-
te a fermar fi. -, gli f irete carene vn pe^ro y e parimente il farete fare
par alquanto indietro ;pofciaper la carriera paffeggiarete circa fei vol-
te tra l and are ,& venire ', fermando ui fempre in quel mede fimo luogo^,
done folete parare , né poi per alcuni giorni il correrete ;e con questa di-
fciplina egli verrà a lafciare quel, vitio di sboccato .. ^Alcuni per to-
gliere questo vitio dipanar viayfamo.fi are nel luogo delparare> vno , ò
due hi.omini confà fi di paglia acce fi? e legati, a' bastoni., filtri gli
fanno ancora trar delle pietre \ ma q uè sto al parer mio non è da v far fi
mai? e dir adiffimo quello i il miglior effendo di correggerlo con briglia P
conueniente a la qualità della bocca fuay o di più mettergli la cordella ,
tt la catenetta fiotto le gengiueylegat.a agli occhi dieffa briglia.. Benché
per molto ychel.C amilo fuffe di maligna natura-,. & inuecchiato in quel
mal v fio ditirar viay facilmente fi amjnaefìrerày Rammenderà > con-
tinuando di paffo inpaffo gli altri ordini fopr adetti ; che fé per auuen-
tura il.difetto procedere da poca for%a>o poco.fiato dell ammalerò d'ante
cofiile di.effere fiato fouerchiamente pofio al correre , etroppo battuto , ò
fgridato più del. douereyvoi conofeiuta la. cagione del makypotrete con la
piace noie difciplina>& ejfercilio temperato rimediarli > fecondo che già
parlando de i fi-eni, edt barboccidi vi ragionai. Is^è in veritàeda Hi- **
marfiageuol cofa chevn Caualloda vn violento , e diritto corfo a voglia,
dell huomo-) in vnfiibito fi ntengayo.fi volga altroae an^i è va. attovio-
lentQye fiomigliante ( come jLrisZtot.ele dice) à far e andar l'acqua in alto
e la fiamma ingiù. Eperofommamente ènecejfario ,. che il Qmaliere y,
dòuendo parare alla fine della carriera^tiri la briglia foauemmte >. e con
tal tempo y che'l Cauallo non trafyorti '> . né fé ne venga dalli altro canto a
fdegnare con tac fiere^a y che fi rouefei su' Ifuo padrone y come "Panfilo-
Saffo in vrì Epigramma dimostra effer'auuenuto ad.<iy€ntonio Vico>a lui.
driTgando cot a parole y. jj
Di crudel morte noi Deftriertivccifèy
Bencb'egligraueiltuo corpo premeffe ;, -
Ma fi thfiefioymal tir andò i freni y
Tu della morte '.tua fofii cagione:.
1<le di fato più bel morir potem '.'..
^ Polendo forfè inferireyche morire col me70 del caualloyfi doueffe glorio—
Figliuoli fQfalìùriptóareypiheh&wl'.m&ZQ delferroyò d'altra cofa non tanto no-
pi più no bUe.Carncade.vcra?,:éte affai bene difie (comeLaertio ci racconta) che ì
baiano à figlLoli.de i granTrmeipi ninna cofa b^fiano a fapere. con pili certe^x.
che'l
DEL C Jt VJL ILO, Ll'B.V. 41?
l/f che'l caualcare.-percioche nell'altre fidente eìfendo adulati dai lormae- faper nju
s~iri,JpeJfo nerestano ignoranti,}) ripieni di molti errori: Ma fé nel canal- na cofa co
care non hanno quella vera dottrina, che fi richiede, fi trouano cafiigati P,u cer-
perche ile anallo non facendo eccettione , delle perfone,bntta à terra chi -| cau'ajca
non tiene di. lui quel reggimento, che fi cornitene .. La onde per if chinare si re .
fatti e afi,deurà ogni vno confider are) come Senofonte configlia(chcl ca-
uallo feroce è fomigliante dWhuomo iracondo: e fi come non fi commuo- Cauallo
nono ad ira per quelle perfine di natura ftÌ7gpfe>à citinone dettarne fai J"tn[10^eC
tacoj%che l'offenda \vofi non fi mette a far difordini quel cauallo, per Jjj perfo-
brano , ch'eglifia, ilquale non fenta lefione in parte alcuna . Trocuri -ne .
*B dunque il Qiualierefcome da prima è slato ammonito) che nel montare
a e anallo, no fi a noiófo,& molefio ali animale :& poi che vifaràfufo,m
gii diafuhito iltrauaglio,ma dopò alquanto di pofa, menilo innan'xi con
dolce imperio, e comìnci. vnào da' moti lenti,feguédopofcia i mediocri,lo
fpinga finalmente (co gli ordini detti) a la carrier a,che cofi il cauallo vo
lentieri la prenderà da fé medefìmo,ne verrà a fentire fdegno di quel do
minio repentino, che da tutti gli animai incredibilmente è odiato ; per
che tutte le e ofe repentine perturban gli animi, parimente volendo ri-
tenere nella carriera vn (fauallo fiero,non tirerete la brìglia fubit amen
te in vn tratto: ma contai piaceuolexja a poco apoco , che paiate inuì-
*■ tarlo,non già coflringerlo a fermarfi.Etin tutto il caualcare (quadoque
fii caualli brani per auuentura vi uengono die manì)auuer^ateui agir'
infetta di tal manierale voi niente vi commomate, né tocchiate il j[a-
uallo in altre parte,che doueper cagione del fermo federe, e dell'aiutare
e correggere del cauallo , è neceffario di toccarlo . Gionerà ancora per Caualk
placare la fua ferocità, più toHo il correre lunghi jpatij per lo diritto , fei-oce co
che lo ffeffo voltare. Ma fé fperasle , che fiancandolo coltrauaglio del- me ^ pia
le molte carriere,verrefte a farlo diuentare più manfuetoyvi trouarefle c u
ingannato : perche fi come gli huomini iracondi-, quanto più fono da at-
jr> trui moleslati,piu vengono ad infiammar fi, cofi a punto i caualli feroci,
q nato fuor del debito fono più trauagliati,piu vfano violenta, efogliono
difi> eratamente con modi indegni trattare fé sleffi eicaualieri;e quesla
è la cagione,che tali caualli no cofi facilmete,come gli altri,fi deonoffin
gere a gran carrìera,nè fipoffono bene dimesticare con altri cauaìli:per
chela ferocità ordinariamente fi troua ne gli animali , che fono di a-
fijrdnatura; e nulla di meno fi richiedono a quefii. caualli brigliepiuto-
fio leggiere,che dure:e fé pur fé ne mettefìe loro alcuna aJpra,bifognereb
he allargarla in modo , che dìuenifìe alquanto più leggiera , per euitare
molti difordini)che per la violerà poteffero auenire,èper lo fdegno; non
DD 2, U-
410 T> E L L ,A Cj L o \l «A
lanciando pero di rimediare a i vitij , che ne la bocca fu fiero, o di lingua g
o dilabbrato che auueniffero per colpa de la teSla malformata di ga-
nafle > o digar^e y o di gola ycdi barba y ne i quali cefi e dì mefliero ri-
correre e gli artifìci] dimoHrati;Ma di qualuique forte fi fta la briglia^
certamente la bocca del Cauatlo feroce non è dafcrolarfi con efia y ne
con tanta vchemen^a ch'egli fé ne inafbri > né con tanta dolcex^ay ch'e-
gli nonfenta il voler vottrorma con grandi jjima temperammo, di mano
farà da regger ft:e come da l'aliare > cb'eg li farà della tefia y vi accor-
ger ete^clj egli de fideri le redine esentate ; fodis farete allhora alfuo de-
fioyftando in luogo atto al corfo;fen^a dargli moleftia in contrariarper-
ch 'egli da fé ftejj'o arditamente fi metterà acorrere, ^effendo cofacbia-F
Causili nJfima>c^e * Candii naturalmente fi allegrano del corfoye ne hanpiace-
fi dilieta- reypurcheda altri importunamente non vi fiano attrettiyue difordinatd
no del cor mente sf orbettini che fi comprende dal coHnme ordinario del toro gene-
io naturai re;the ogni vokay che vn (auallo è liberato y non fé ne va caminando a
paf<oyma con fuga . Odiando voi dunque vedrete il vomirò CanaUoquajì
infiammato br auarui difotto > allentategli dolcemente il freno ; ch'egli
per l'allegrerà y che fentirày filmando fi fatto libero, fi rileuerà aguifa
difefteggiante col capoye con le gambe y&rn tutto xaprefenterà quel-
la riguardeuole magnificenza^ leggiadriayalla quale fi fiuole addotta-
re difua natura y quando egli va tra altri Caualli a ricouerarfi. Di tutti G
quegli configli di Senofonte lafomma è ? che con Caualli feroci fi vaia
fempre col buono ? e'I mede fimo è confermato da Ouidio ne gli Jl mori >
facendo vna comparatane con quefti verfi r
Vidi io l'ahr'hier contra ifuoifren tenace
(on riluttante bocca ir'vn C 'auallo >
Che fulmine fembraua; e poi fermarfi
Subito y ebefentì date afua voglia
Le redme Har lente in su la chioma. • ,
(ontra quel che fi vieta ogrìvn fi sforma y
Squel che più fi nega y più fi brama ; **
Cofì l'infermo a l'acque ha fempre il core .
Diquì poftono riconofeere l' err or loro quei y che fi mettono a lacerare
Eror di co €on tern ym sbrigliate la bocca cfvnfier QiuaUo y e tanto lo sbigottifeo-
con°le ftri no > & auecano con le hattitune > eftronate y e con gti importuni y e di-
glielo, la- [ordinati corfiy che non pur non confeguono punto diquello y chevogtio-
cerano la no ; ma con brutto ffiett acolo incorrono fpefio a Hranipericoliy e difordi-
C "ili w/ : e$ ero bifferebbe gridar loro con quelle parole y che Silio introdu-
fieri. ce> ad vn 'infoiente auriga > co fi parlando z
One
DEL C U V *A ILO, L1B.V. 421
rjg Due tu Cimo dirupeuol vai?
1)epon la sferra ; e l'allentate funi
*A te raccogli moderato bomai*
Certamente la moderatone in tutte le cofe è neceffaria , né mai pò- Modera-
tràil (aualiere acquistare fempre honore , fé non faprà slar 'attento »one lo-
alle occafioni ,feruando il tempo , e la mifura in quanto fu : percioche fi deM0^ m
come o^ni moto ò naturale , ofopra naturale yfija dalfommo motore^* cofe<
con fommo ordine) e perfetta mifura , cofi gli h uomini, iquali fono del-
la di.Jna Japienr^a minislri , in tutti i loro moti fi deono gouemare con
la donuaproportione , non volendo far cofe difordinate , 0- imperfette.
B Egiài volteggiatori , eifaltatori ( lafciando slare i ballatoriper ejjere
oltra modo biafmati dal faggio Cliftene , come da Herodoto s'afferma)
fé in quei principe de i loro atteggiamenti, da' quali procedanogli altri
effetti , non feruajfero la mifura del tempo con gran giudicio , non fk-
rebbono cofafe non disforme ; e pericolo fa a lor fteffi : il cJje più partico-
larmente fi vede nel giuoco della jpada, 0 di qualfi voglia altra forfeit
di arme, oue non ojferuandofi puntalmente quella vera mifura 0 velo-
ce, 0 tarda, cìje bifognafie , con la preHei^a de' pied , e de mani, acom-
pagnata conia viuacità dell'ingegno , e degli occhi ifenja dubbio ve-
runo lo febermidore in vece di ferir \ altrui, fi fentiria egli ferito . (ofi
parimente volendofi esercitare alcun cauallo, non potrà fkrfi cofabella,
né buona mai ,fe non fi feruino gli ordini,e le mifure jnuficali, che a le 3Ln^i j)
diuerfe qualità de' maneggi fi appartengono \ maffimamente , che effen- mirabil
do il Cauallo animale di mirabile fenfo, che mirabilmente prende diletto fenfo fi ef
della mufica, e fé ne muoue (come di Copra in molti luo?hi chiaramen- *ercm c°
♦„ »»j-JT al \Z j / r -x " 1 • ordini e
te se dimostrato ) e£" vedendofìgia apertamente , che ogni mommento, mlfure .
che da fé mede fimo egli faccia >ilfh naturalmente con vna certa ordi-
naria mifura, &fouente ancora conproportione di Dupla , 0 di Tripla , Mufica di
ouero di Quadrupla , & alcuna volta di Sefquialtera , ebepare ad ogni lettd a* ca
P contemplante marauigliofa : tanto più richiede d'ejfere esercitato da ua °*
perfona accorta, che noi diftoni; ma più prc/lo con l'arte de la ma-
no aiutando il buono iflinto de la natura ;il conferma nella fuagiusla,
& ordinata maniera, ojferuandoi termini de la mufica, iquali fi co-
me di mifura fon differenti , altri e/fendo ftretti, <&• veloci, altri lar-
ghi e tardi , & altri mediocri , e temperati, cofi differentemente ne imo
ti del cauallo fi vengono ad v far e. Ter cloche andando di p affo fi fer-
va la mifura generale detta del Semicircolo > dando vna Semibreue in-
tera , 0 partita in due Minime ,per ciafeuna battuta , fi veggiono in ef-
fo p> affo le gambe dinanzi del C amilo far il tempo di due Minime, in-
Db 1 comin-
41 1 t> E t t U Cj L 0 %.$ Jl
iominciando con la delira, e finendo con lafiniftra; e fomighant 'eménte j?
quelle di dietro-.
Nel por- Riportante de i CauaUi >■ e parimente mila Traina fi fa la Vropor-
Traina tioneTripUyan^i tal volta per la velocità de i piedi fi potrebbe chiama-
qual prò- re più to fio Sefcupla. tsfltri feruono la fqpr adetta mifura ordinaria
portione fa [a Semibreuey facendo co i quattro piedi il tempo di quattro Semimi"
NelCtrat- n*me in ym$aute -
io. 'Nel trotto fi [erua la mifura del Binario >. dando ma brìeueper ckt-
fcun tempo delprincipio infine al fine ; facendo vn tempo di Semibreue
con la dejlra:>& vn .altro con lafinislra ; laqual mifura per la fùagra-
uità è giudicata da i Mufici più perfetta ~ &
Nel gaio- RlCjaloppo sufanopur lemifure Semicircolari con quella mag-
P°* gior, o minor velocità y die a l'attitudine del Cauallo (come difopra fi è
rkordato) par-> che conuenga; feruandofì la debita proportione > feconda
il tempo, che vi fi tiene. Ma certamente quando vogliamoyche'l Galop-
po fi faccia raccolto y e con beli aria agruppatoyciferuiremo di quel tem-
po, che fanno in Tripla due Minime apprejfo ad vn foffeiro (fé pur auua-
lerci di me^fojpiriy e di Semiminime non poffiamo) aiutandoil cauatfb
non pur con la voce corrifi>ondente y ma con la polpa ancor de la gamba.
firetta è la panciate tenendo la bacchetta a trauerfo del collo faremo y
che folamente ondeggi vnpoc& fen^ toccarlo yne gli allenteremo , ne •
tir aremo la briglia molto : ond'egli venifiea peccare in alcuno de i due
efiremiy.che in ogni maneggio fon dafuggirfi t. o dijporgere ilmufiaccio-
innanzi y o di gir tanto accappucciato chepareffe vn Montone , quando
con altri va a co^arermay che portando la tefiagiufia in vnbel modof
& vnito in fé con leggiadriayfi fi)ingainnan<ii a tempo a tempo y.quantoy
a noi piaccia? potendo a la fine fargli fare (prima, che lo fermiamo) vrt
I{epoloney,tenendolo per lo diritto'.
Nel corfo Ri corfo per ejfere atto veloci/fimo > & violento y certamente pa-
re difficile a feruare lordine di mifura , pur da huomini efperti vi fi j^
potrebbe v fare in quefio. modoy che partitala carriera in tre tempii
ne i dueeìlremiy cioè nel principio > e nella fine fi feruafie la mifu-
ra ne troppo preBa,ne tarda >ma temperata > e mediocre ; e nel me-
%p y che contiene in fé quattro parti della carriera yfi vfafìe la mifura
velociffima . ha mediocrità nel principio della carriera ferue Jpecial-
mente a far partire pia ordinato y e più. ficuracofi ilcaualloy come an-
co il Caualiere armato y fiche nonfaràmoto difconueneuole con la lan-
cia y ne con la tefla y per cagione delgraue Elmetto ; perà quando egli
UQiiè armato > pare afiai più bello quelpartir velocemente dal capq
de
DEL Cjtr*4lL0, US. K 42?
v*f de la carriera y il che e parimente gioueuole, quando (Icone a gara,
con altri CauaUi, per effere il primo a togliere Vattant aggio al fuo
competitore . delfine poi la temperata mifura, togliendo pian piano
la furia al (auallo , ferite a farlo parare fenTa pericolo > e fenica difor-
dine de la bocca , del capo , de le ffialle, e dell'anche : le quali verreb-
bono altrimenti a difconfertarfi nel (fauallo, con danno , efcorno del Ca-
Ualierell rimanente della carriera bifogna,che fi faccia con quella mag
giore velocità, che' l C auallo pofì a foffrire, aiutandolo atempo(fecond@
il bifogm) più con la voce , che con altro incitamento noiofo, & ajpro »
Ma quando il Qiuallo quefte mifure del me^o non feguifie con quella
B presieda, e fuga, che fi richiede; veramente fé none colpa delCaua-
liert , chenm fappia reggerlo , e commoiterlo : farà euidente fegno >
ch'egli fia di poca lena, e conuerrà temperare la mifura in qualche mo-
do,e con tali acc ordimenti ,& ofieruan7C,e non puf il C auallo parrà pia
bello,e farà stimato ficuro, e buon corridore:ma il Qiu altere altresì con
più agUità,e con piti vagherà fi vedrà, portare, & adoperare la lancia
cofi neW arrecate , e nello [controre , come nel leu-are, e nel rimettere al
fuo proprio luogo,e tempo . Oltre acciò nel ritener del C auallo , potreb-
be il Caualiere (trottando fi difarmato) fargli far qualche falti a bal'zì,
r purché prima l'bauefle tenuto foauemente a poco a poco , nel modoy
ches'èinfegnato ; perche trottando fi in fuga , non farebbe atto afaltar
mai bene : & in questi falti , 1 quali non meno à la fine de la carriera-,
che à la fine del B^epolone , è da la rimejìa fi slimano opportuni > e con-
veneuoliicert amente bifogna feruar il tempo della proportione; dando-
gli aiuto con la voce gagliarda , e con gli fioroni eguali preffo a le cigne,
accompagnati colfifchio de la bacchetta , la qual disk la (palla finiftrt
fi farà verfo lanche del Qntallo e aliar e,allent andò liberamente(non pe
rò del tutto) la briglia . Ma tali cofe è di meflieri , che hauendo la Mu~
fica per guida, e non vfcendo mai da quella mifura, che s'incomincia,
2) accordi tutte dà vnpttnto infieme , chi defidera di confeguire la vera
lode di aggarbato,& eccellente maneggiatore. St accioche de le varie fo^ic
foggie de if aitanti maneggi non fi manchi dibatter notitia,ionon re- varie de
fiero di farne vn breue difeorfo dififnt amente : oncLe foggiungo, che nel l maneg-
maneggio d'vnpafio , & vn folto , il Qattallo fijpinge à far il p affo tra |£ tó"an"
fratto di due Semiminime, conforme al moto de lefue gambe anteriori: e
finitamente poifegueilfalto a mifura di vna minima sonde fi viene ìn-
tetamente a compire il tempo d'vna battuta : e fi come nel far del paffo
bifogna dar conia voce fommefia aiuto,s~iringendo le polpe de le gambe,
ér allentando vnpochetto la briglia } cofi nel leiwrfiilQmallo al fatta , - <
DD 4 farà
414 D E L t j£ G l 0 B^ I U
farà da inforzar fi li voce in ter^a minore ;trouaniofi preHiffimo il Ca- g
ualiere aà allentargli vn altro poco la briglia) & a pungerlo con gli
fioroni incitandolo altre fi colfifcio iella bxcclyctta > con la quale (fé vor-
^Maneg- r£ farlo tirar di calci) potrà aggiungerlo nell'anche . Il Maneggio di
Juepaffi. duepaffi,& vn f alto fi potrà far al ifleffo modo, che proffimamente hab~
biam de ferino, fé non chedoue quiui in dua'Semiminime fi fk vnpajfo >
qui più velocemente fé ne firn due in quattro crome , corrifftondenti al
moto de le prime gambe ,le quali crome giunte con la minima attribuita
al faltoyademp iono la giunta mifura di vna Semibreue.Mx rari fon quei
Caualli,chebabbiano agilità^ fov%a da re fi fiere a tanta velocità, che in
tempo di S emibreue poff ano fare due p affi, <£rvno folto ; onde tanto piuF
fermamente a me pare di poter dire , che volere nel primiero maneggio
fhrlvn pafìo a tempo di due Crome feguenti advnfofpiro (come alcu-
ni vorrebbonoje nel fecondo far' i duepaffia tempo di tre (rome con me-
Zofojfriro innan*zi,facendo il f alto cofi ne l'vno, come ne l'altro a tempo
di vna Semiminima in Emiolia: farebbe cofadifficiliffimase forfè impofi- .
fibileST ero fecondo-, che fi ritrouiiftrument oh abile, cofipotran metterfi,
in efiecutionefi fatte cofe , lequalicome, che meglio con ifperien^afi
vengono a cono fcere,e quaft toccare : che con lingua, o con penna fi b/Cr
ftino adefj?rimere,o dinotare non mancherà tuttauia difoggiunger que-
Miftire fi0 > che & mifuredela Mufica fono di tre maniere, l'yna à battuta di G
della Mu Semibreue > del Binario numero: l'altra ài Breue del melano; e la ter%a
fica di tre fai T emario,ì>Vroportionaley die porta feco tre Semibreue per ciaf cuna
battuta,o vogliam dir tempo . Le due prime hauendo il madode l'an-
dar conforme ,fontra lor differentiin quello,cbel'vna è fc empia, e l'al-
' tra doppiala feempia vniuerfilmmte fi vfa in tutte forti di moti ,e dì
maneggi, che fa il cattallo,e'l (aualiere per auitarlo : ma la doppia non
fi può cofi ofieruare, perche farebbe troppo tardo il moto, & ilfoccorfo .
L'altra mifura y che in vltimo habbiamo pofl a: la quale generalmente fi
fud vfar nelle proporzioni ,fi può molto bene offeruare in alcun maneg-
gio,efj>ecialmentey doue ij alti fon mefcolati con p affi, perche bifognan- .
docipiu tempo mal fi potria,fe non a mifura del Ternario, maneggiare:
s ì come nonfkcendofi i pafii,bafieria la Binaria femplicey <& ordinaria .
Ma perche non fi può infomma conchiudere altro, fé non, che l'vfo de le
mifuresh abbia ad accommodare a l'attitudine del causilo tmi refla ad
auuertirui,che non vogliate mai cominciare mi fura tale,che non poffia-
Mane^eri te cominouarla infino al fine del voHro maneggio: e nel dar gli aiuti
di pìih e fiate follecito , & accorto di far infieme ogni cofa,a tempo. Oltracciò
lalti. quanto à imamgp iij>affi > e fatti', farete bcneje volendo maneggiar
in
DEL CAVJtllO, l!B. V. 425
*A in aliano de i due descritti modi , non darete al cavallo rimeffe Hraardi-
narie\\e camerale altra noia, che lo venifie a difionare; ma folamente
in vece ai quel paleggio , chefempre coniterria farfi inuan%i, e dapoi >
che" l mettiate a qualche fatica, 0 difciplina,quivi feruirete deltrottoy
ilqualgiìuerànel principio a farlo pronto , e nella fine a quietarlo .
Quanto a \falti,che svfanofenTa paffi,voi parimente conquella mifu- sajt j j,-.
ra,a con quell'accento , che s'è dimostrato richieder fi a ifalti a Bal%i , uerfi di
potrete fare ifalti a Montone , è i folti a la Capriola; co fi chiomati,per- Caualli. .
che viene il cauallo a j altare in quella guifa , che f alt ano i Montoni , ei
Caprioli. Fero è, che nei f alti à Montone è di mefìieri , che'l Caual-
* lo , nonfifainga cofi col corpo innanzi , come fa quando falta-a bal?j ,
ma che vintamente forgendo in alto più, che allhora non fa > cali poi
giuflo nel luogo , donde ei fi leua . £ propriamente conuengono tali J al-
tipiù nella fine del B^polone , che in altro modo sfacendo con leggiera
fpronata,e con mediocre allentamento di briglia effo R^epolone foltanto
lungo , che'l (auallopoff a pigliar vnpoco di fuga, con la quale venga
più altamente aleuarfi al folto , nel qual tempo riducendo a mediocre
fegno la briglia,farà da accompagnarfi la voce\non folo colfifchio de la
bacchetta ( con eff a cingendogli alcunavoltala pancia da ogni lato)
f ma con l'aiuto altersì de le gambe , battendolo conpolpe ,fen^a fargli
molto fentir gli faroni , per che con quelli verrebbe a guidar fi troppo a
vantirnon calando a lapifta fua determinata ; equesio è l'ordine vero
per farei gruppi da fermo a fermo, come fi dicono. Tsle ifalti ala Ca-
priolali Cauallo fingendo fi ogni ber più innan%i,ne cadendo a\ mede-
fimo luogo ,fa certamente quel moto , che s'è detto de ifalti a bal^i >
mainquefio v a differente , che nel e alare, che fh dal folto aterra,al%a
in aria l'anche, fa arando calci: il quale fpar are ,differifce etiandio da
l'ordinario, per che douegli altri calci, ò nel folto a Motone,ò in altro ma
neggio-.fìfparano nel montare , queslififparono nel calare , abboffando
D lefpalle,fì che non vengono cofi ben confortati, né cofi com modi,eficu-
ri per che vi èfopra,ilqual di leggieri potrebbe in quell'atto vfeir di fel-
la,*-egli non isla gagliardo in efia;e ben auuertìto, intendendo il tempo.
Quando dunque vi piacerà di effer citare in quefia galanteria il Cauallo
voftro , come egli fi trotterà vicino a la fine della rimeffa, ofia carriera
0 1{epolone ; l'onderete raccogliendo a poco a poco ,è tolto , che'l hab-
biote da quella fuga, tornarete a rendergli alquanto la briglia : aiu-
tandolo tutto infieme, sì con la voce gagliarda , fi con gli [proni e-
guali, e fi con la bacchetta , battendolo da ambe le bande all'anche > di
fopra mano : che cofi verrà a leuarft al folto : dalqual calato , ch'efia
eter-
4*6 T)tLL*JGLO\lj£
<t terrei^ de tira prestamente effer raccolto con la briglia ; che co fi tante jf
volte,quante egli farà co i fopradettimodi aiutato, verrà a farcii mede
fimo-vf andò fi pero la mediocrità , e non leccefo , // quale o slittare, o
auidlirc indubitatamente il farebbe , & volendo per auuentura voltar-
hypotrete tantojio piegarla marna quella banda,doue vorrete,pungen
dolo in quell'istante dal lato contrario con lofprone,e tenendo la bacchet
ta nel collo attraile;- fata, farete ch'egli dal mede fimo lato la veggia
prendere ; che co ft prenderà la volta piti agetiolmente , con quella mifu-
ra , e con quell'aria , che da lui fi può richiedere . Stimerà forfè alcuno
fouerchia , #" vana cofa, che l'huomo s'affatichi d'infegnar questi fatti
alfuo (auaUo;ma e' s'inganna; perche oltreché vien belliffimo a vede- P
re vn Cauallo , che vada ondeggiante di gruppo ingruppo ; certamente
con quefle dottrine alleggerendoli di bracciale di gambe,diuien più agi-
c Y le, e più pronto a tutte l'altre virtù*) chef richiedono; fi come il giuoco
dee la per de la palla ài Caualiere fé ben non è nect farlo quanto afe , non fipuo
il giuoco tuttauia negare clmxÀtrevn certo che di ornamento , non gli fi a molto
deJIa pai- giouetiole ad adesìrarlo all'armeggiare. 72 i fogna ben f opra tutto confi-
derai la taglia, l'habilità , e la propria inclinatione de l'animale ; che
quando taicofe vi concorreffero , non f aria da dubitar fi , che a nobili
giouani attendenti a far bene in fella , nonfufe vtile, & honoreuole di
ammaejìrare iloro Catiiìli a tai maneggilo* quali digiorno in giorno fi
f ariano piti des~ìri,e più leggieriferuandofi la temperane, e'I preferi-
to ordine . Ma ejfendo vn Cauallo affai veloce,ò di qualità propriamen-
te al guerreggiar e, fiocco farebbe chi fi mette fé ad efercitarlo in que-
sti f alti , & in quefli gruppi; i quali nella militia apporteriano più tosto
impedimento,e danno,che beneficio alcuno al Caualiere,com' altre uolte
s'è detto . Chi vorrà nondimeno addeflrarne alcuno a la Capriola ,fard
bene, che per qualche giorni continoui il trotto su vn lungo pendino, fer-
mandofifra i due primi terreni, otte fittegli fare due pò fate , l'inciti col
moto delle labbra àfhr di trotto due p affi auanti, aiutandolo neWvltimo fj
pafio a fkr fimilmentèicome prima) le duepofate.-e cofi procedendo con
paffi di trotto , e con pofate , il Cauallo verrà in brieue a confeguir tale
intelligenza , & attitudine, che in ogni parare farà in vece di quei pajfi
due gruppi eguali, fojpendendofi da dietro, e rileuandofi dauanti con le
pò fate à tempo à tempo : onde pofeia da palmo à palmo andrà difehiend
gruppeggiandoye pallotando con le braccia piegate, e giuste,e con tanto
ordine , che appena harà tocca la terra , xhefifarà leuato in alto sfio-
rando (fé voi l'aiuterete) vnpaio di calci in ogni gruppo . E fé ben il
Cauallo per debole%ja di lombi non aggruppale } pur farebbe quei
pafi
<DEL C JtV Jl LIO, LJB. V. 427
jl paff, di trotto terragnuoli fempre ad vn numero, & eguali > eoa le pò fa*
ttapprcffo,dis\bel garbo ,.c contalmifuray che la Capriola farla lode- ^ cauallo
uole, e bella a riguardare > In qneHo modo effendo il Cauallo per la Gì- per ja qì.
nettargli fi potrebbeno insegnare anco i Coruetti de la maniera , che Se- netta fi
no/onte diferi fé , riponendo a terra l r anche , & incuneando le braccia ; P°^no
ma s'egli fufje di grande salatura? che dicono per la Ghifaygli sia miglio- j coruet-
re la Capriola y laquale facendo fibaffay è poco differente dai Coruetti : ti.
perche i Cornetti non folo fi fanno fingendo auanti > come la Capriola :
ma slando in luogo fermo per buona pe7^a, e mantenendolo pe fole , c2*
a comando, fi baila su l'anche, e su le braccia ; e cofi ballando poi fi riti"
$ ra indietro y oda l'uno , 0 da l'altro lato y ilche procede de la buona in-
telligen'ra de la briglia,dela bacchetta , e de lo fprone ;■ con le quai cofe
il Cauallo fi può trattenere, ò -volgere, ofpingere innanzi y 0 far indietro
e da le bande, quanto,e come fi uoglia;Ma cofi al fare de iCoruetti , co-
me al Galoppo gagliardo (ilquale richiede i medeftmi ordini; e' ha la
Capriola, fé non, che in ogni due p affi bi fogna pigliar il tempo , e la mi-
fura,<&~ aiutarlo) difficilmente fi potrà con l'arte sformare , fe'l Cauallo c • .
non farà di natura leggiero , e jnello . Ben fi potrà sforare a la Ciani- ta gi0ua 2
betta , che molto è bella , e gioueuole a i Coruetti ,&ai maneggi m affi- i Coruet-
mamente di B^epoloni, a' quali èneceffariafommamente,efn affai bel ve u»
C dere,perche'l (auallo dimoHra col tener di quel braccio aliato ,flafat-
tiffimo ad ogni minimo cenno del Caualiere . Vero volendo dar al Caual-
lo quell'altra dottrina, potrete nella falla porui a la banda destra de la
Mangiatoiaydoue Ha legato , 0- indi con vna bacchetta il batterete nel
braccio diritto hor in vna , hor in altra parte , quando leggiermente , e
quando forte, e cofi battédo l'inciterete col fuoho proprio de la lingua ad
al^arquel braccio , ilquale aizzato fin tanto, ch'egli il terrà fofpefo y voi
tacédo fenya batterloygli terrete la bacchetta su effo braccio,minacc'wi
dolofpeffo, che non l'abbaffi ; ma ogni volta , che tomi a pò farlo in terra
voi con la voce , e con le per coffe tornerete afàrleuare quel braccio in
** alto\e cofi tenendolo fermo vn quarto d'bora,o poco meno,gU grattere-
te il Garrefe,per farglielo tenere pia volentieri ; & altre uolte con fimil
ordine attenderete, ch'egli fàccia la Ciambetta col braccio manco : Tot
come intenderà bene di aliare hor Punoyhor l'altr&a voglia voslray voi
umilmente ponendoui a percotergli con bacchetta il braccio deftro,fa?e-
te che nel mede fimo tempo vn' altro a manfìnifira pungendolo preffo il
luogo de le Cigne con vn baronetto , faccia il motiuo ordinario de la lin-
gua, che cofi egli verrà ad aliare il braccio dritto 1 pofeia pen fargli al-
%ar pur l'altro^ voi percotendogliil braceia manco > il farete pungere, a.
man
4*8 DELL^GLOl^l^
man destra alcuna fiata piacevolmente, & alcuna volta (ependo dibì- £
fogno) con violenta : fiche egli aitueji^ato in questo modo, ogni volta,
che dal Cavaliere montato ia fella egli fìfenta pungere , da lun lato con
lo /prone, [emendo infiememente il fegno [olito de la lingua, s'auueigi
a leuarsàil contrario braccio , fen^a bifogno de la bacchetta, laqual
non femprefipuo bavere , ne fempre cornitene portar fi : anxi con que/lo
vfo verrà a tale, che quantunque v'accosterete a lui da l'vna banda,
egli de l'altra alzerà il braccio, finche gli starete predente il terrà leua-
to . sJfóa perche potrebbe auuenire , che'l Cauallo al^afe il braccio di
quella banda : do ne egli èpunto;voiii quel mede fimo istante, che' l fit-
te pungere, gli toccante il braccio contrario col vofiro piede , o fé f affé F
malitiofo, con la bacchetta raddoppiando le botte, cofi de lo/perone, co-
me d'efja bacchetta infimo a tinto , ch'egli fi fia bene accorto delfuo er-
rore, e del vostro volere, e cofi contino-.iaado farete , che al fegno de la
voce,e del contrario /prone, egli tenga hor l'uno , hor l'altro braccio eie-
nato , al meno vn' bora per ogni giorno : mo/lrandoui terribile in ogni
volta, cb'ei fi metteffe malignamente a far difefa : perche in pochi/fimo
tempo fi ridurrà ad vbbidisnra; maffim imente , che quando voi gli da-
rete q ite/lo ammae/lramento,egli deuràtrouarfi già fuggetto, & inten-
dente de l'altre cofe. Voi ui bifognsrà que/li ordini infegnati nella stalla,
mettere in opera in Qampagna con la fella, fi che standoglifopra , tenen- &
dolo j aldo co late/la ridotta al luogo fuo,il facciate da vn 'altro pie mole-
fiarnel braccio con la bacchetta^ con la voce, non mouendoui voi per le
prime fiate ad altro , che a carenarlo , quando il tiene fo/pefo a vofira
voglia: poi nel tempo,che colui gli percuote il braccio , voi con lo /prone
a la banda contraria il batterete, accompagnando ogni cofa con quel mo
to dilingua,che fi richiede a que/lo effetto; e co fi il ridurrete, a poco a pò
co ad intelligenTa del voler vofiro: moltiplicando caflighi ognifiata,che
egli uenifie bÌ7^arro,o pigro; & a la fine per miglior cautela quando egli
non ri/pondefie bene a lo /prone contrario , & all'accento, voi medefimo #
tenendo la bacchetta, gli potrete con e/la cingere vnagran botta di quel
la banda del braccio, eh' egli non al^a;e cofi per for^a vincendo ognifua
renitenza , il farete /lare vna granpei^a con la Ciambetta fo/pefa hor
con l'uno^hor con l'altro braccio ;voifiandogli tuttavia foura:ilqual or-
dine tanto più Agevolmente vi riufeird, quanto per auuentura incontra-
fle Cauallo,che naturalmente (come fouente già fé ne veggiono) fu/ìe in-
clinato^ tal maneggia: e/I endo il contrario ne ifuperbi,/li^%pfi,e trop-
po ardenti '■'Pofcia per meglio ridurle a quefla agilità, che quando fi
voglia raddoppiare , venga a far la Ciambetta di bello garbo , farà bene
efferci-
s
DEL C\AVjILLO> L I B. V. 4*9
ejjercìt',rlo)con dargli nel p~hcipio fui vn.t volta per mano : perche poi
non sì tosic b % rifinita la volta dèfira co.i li CI imbetta , che bara l'ul-
tra apparecchiata nella fìniflra.E tal ef] eràrio e meglio a far fi in qual-
che luògo flr etto, e ferrato di mura -, nel quale come farete di p: fio , ò di
trotto giunto a la fine del J{epolone , £r vorrete parare , & voltarlo da
quefìa,o da quella mano;voi accollandolo quanto fi può a la tela del mtt
ro,& aiutandolo con la polpa de la gamba , 0 con lojprone da la ban-
dacontraria de la volta , lo coftringerete a far la Ciambetta perforTa^
perche egli non potendo fèn^a molta fatica al chiudere de la volta inca-
uallare l'vn braccio,temerà di batterfi l\iltro:e con queHo modo voltati
dofi fempre conia fua dilantera , verrà a corregger/i parimente, s'egl
hauejfe mala creatila di voltare la groppa^ l' anche,prima delejpalle,i
mi-maneggi are . La onde cofiper togliere cotal vitioy come per fare con
bella attitudine la Ciambetta,non hauendofi il commodo de le mura,non
fi manchi di trouare qualche dirada curua , chefia alquanto rilegata da
ambii lati, 0 qualche parte nella (ampagna , oueo l'aratro 0 la for%a
de l'acqua habbia canata (comefuole auuenire)vna v'iettala quale da
le bande tenga il terreno vnpoco alto , che vada afalir di sbiafcio . S
qualhora mancafiero quefte cofe , potrebbe far fi fare a poHa vn fimil
fofìo > che di lunghezza falfe f*mt9 fi vuole vn Bietolone -, di larghe^
%a due , 0 tre palmi difotto, e poco più , 0 meno di vnpalmo di fondo ;
che altrotanto fagliendo per ogni intorno , s 'allargale difopra apoco a
poco,fi cheveniffe a parer in guifa d'vna'Barchetta '■ ; & iui hor'alcor-'
to ,hora la lunga fingendo il Cauallo di pafìo;ò pur di trotto, gli dare-
te da vn capo la meTa volta di mano delirale dal' altro la me?a volta
di manfmiHra ; e coft continouando da quarto in quarto-sditelo tre volte
per mano,facendolo voltar baffo,con ritenere la mano giufta,? aiuterete
a tempo con la lingua , e con gli (proni dal lato contrario , 0 con le -polpe
de le gambe ; fecondo, che più bifogno giudicherete : perche dentro o^ni
1 vnodiqueWi luoghi l 'altezza de le bande fate per forza voltar il (fa~
uallo con la Ciambetta ; e fé i capi d'effi luoghi fufìero alquanto pendi-
ni ,farebbono affai lodeuoli : e' l fondo potrebbe già arriuare fin1 a quat-
tro pàlmi,facendo tanto maggiore la largherà difopra ; mabifogna-
rebbe nel voltarlo vfar maggior temperamento, e fermerà di mano,
e maggior mìfura con l'arte veraper non farui punto trasportare . Bifo-
gnafopra tutto bene auuertire,che'lCauaHoin luogo difolleuare il brac-
cio nella yolta, non fi faccia indietro, 0 nonefca dal fcflo, perche
tal vitio farebbe grandifftmo oppofito al vostro intento idouendo tutta la
diligerne y far fi in questo ? eh' egli fermo dì tetta ,di collo, e di arco , w-
tenda
43© rDZLlsAGlO^lJL
tenda, bene le volte facendole non còlente , ò rinculateyma flretteye gin- £
He con le bracci iye con quel tempoycbe fi connieney perche e ofì prenden-
do h abito di tempre accorcioifi con bell'aria, e con bel modo quella gam
ba do:'' egli farà la volta;in ogni maneggio poi farà costretto di porla te
, . slay oue tien la groppa y e di venire con la Gambetta da fé medefimo .
due* ma - ^0'fapercl^lfmon delle uolteye da faperfi ; ch'elle fon di due maniererò
mere . larghe>cbe fon de i torni: ojìrette y che fono de i maneggi tanto a Hepo-
loniyquanto da fermo afermoye questo fon 'ò fcempieyo raddopiateyde le
quali poffiamo diry che la rne^a nolta contiei il tempo di quattro mini-
meyla copita di ottoyla raddoppiata di ' edici; raddoppiado però a terray
fi che ogni gamba vi faccia il moto fio: perch? in altro modo piu fretto-^ "
lofo y per la velocità di alcuni cavalli; e per la presieda degli aiuti del
Caualiereyle minime di Mentano fé miminimey è già quei caualliy che rad-»
doppiano a me^a ariayferuano pure il tempo di Semibreue e fanno Liìor
volta raddoppiata in quattro tempiyauuengayche da alcuni/} face lattai
horayin feiyche fono di due triangoìiycome dicono ;^Altri la fanno in ottoy
facendo tutta la volta in coruettiyilqual 'modo è molto fteuro nella Città,
Per Repo &in ogni altro luogo , che fufie fodoye pericolofo da e afe arui. Quanto al
Ione che j^polone^iremo-fCÌfegli (fecondo la maggior parte dei (aualieri) s'in-
tendi . tende l'atto de l'andare ; & venire ordinatamente per vna dritta linea
di contiene uole lp at io : onde parche fia detto quafi T\epeUone y da l'effere
fpeffo il cauallo rimeffo-, cacctatoy evinto per vna fteffa linea ripetendo
piu uolte il medefimo corfo:perciò che queslo maneggio fi fa fingendo il
Cauallo a fuga , quanto à lo (patio d'vna rimeffa : e poi fermandolo per
diritto con lefklcateyepoi co lapofatafo con farlo apprefentatefnel rite-
nere) con lanche quafi ate;ra ; come ilpiufogliono fare i CaualU di Spa
gnaycb e volgarmente fi dicono *A 'xj^idoriy a' quali s' attribuifce a molta
lode 5 che dopo l'effere ritenuti sliano (come i Voeti difcrmono i bei De-
ftrierQin moto continuo con le braccieymaHUando la brigliaye mottrart
do fi pronti ad o?ni comando del Caualiere : Fatti pofeia quei Hepoloni > tf,
che fifaran volutici fk pian piano tornare il Cauallo a dietroy per fargli)
mojìrare la fua vbbien^a , la quale mancando in lui yfarà di mejìieriy
che gli s'infegniy tirando con desirex^ala brìglia , fi ch'egli fen^ct
commouerfi punto a sdegno tenga la tefta ne troppo in fuori y ne molta
accapucciata ; ma aljegno fio: e co fi fattolo fare alcuni paffi a dietro y
fifpingerà auanti di trotto y odi galoppo y auuertendo fempre ; che nel
principio è da cacciar fi di trotto fin' a quel fegno donde egli s'barà
leuato 5 6"" in ogniPyepolone dal principio al fine è da feruarfilamifurX
zgmk tanto ''ì$Uq.$4cìo, quanto nella velocità: percheiVariandofiifa-
rti
DEL C JL VU L LO, L I S . V\ 43 r
*j ria dijpregio al (aualloycome fé non haueffe lena, e for\a da potere con-
tinuare il Jprefo [pacione la fuga incominciata : parrebbe anco [corno al
(faualiere -facendo fi riputar per poco gindiciofo, ch'egli non conofcefìe la
poffan^a , e'I bifogno del pio Cavallo , però le rime/fe furio fé -vogliono
efiere poche ;e buone ; perche nonpoffono effere durabili > nonauuenendo
co fi a le temperate, le quali fé ben fu fero molte, fempre fi potrian fare
con vna mifura islefa . Oltracciò prima , che fi diano al Cauallo ^po-
lonifurio fi col galoppo ferrato ; eflreto ; bifogna darceli di pafio , odi Repolonf
trotto con le volte ; lequali dal principio fon da far fi pian piano , fola- ^°?!e **
mente incauallando le braccia,^ ej] a volta del I{epolc)ie generalmente dare.
% fifuol far fc empi a , per trouarfi. il Cav.aliere pm prefìo, & -veloce al ,
ritornare, ocon la ffada. siila mandeslr.a,ocon la lancia su lafiniftra
tronandofiper auuenturainifcaramuccia . .Alcuni tuttauia più per ■ bel-
lezza ^ che per vtilita\la fanno di tre tempi, vfando queslo modo, che
giunti al termine del B^epolom^gli danno vna volta Inter a,& vna me%a;
ritornando due fate la. tesla delCaualloy oue prima tenra la groppa:poi *-v
tornando in. dietro per la pifta del mede fimo B^epolone y giunti all'altre
termine, fanno il famigliate da l'altra mano in modo,che la prima, e Ivi
urna volta fia da deftra}e cofi continouatido fin ' a quel numero* , che paia
ilCauaUo.poter ri fi fiere ; a la fine il parano con le pofate,talhora nell'v-
C no capo del I\epolone danno la me%a volta da mandeflra,e fubito in quel
tempo cangiando mano da la banda finiftra , fanno la volta integra; poi
nell'altro capo prendendo la me7^avoltafinifìra\in quello ifìante chiudo-
no la volta intej-a da man defira,e co fi feguendo fempre con vna voltale
me^a fhllitayallvlt imo pafando , il fan parare,Ma quefi tai B^epoloni co 'Volte rad'
le volte raddoppiate non fono buoni per vfo de la militiay oue bifogna pre doppiate
5ie%za,e non tratteniménto,an^i dico di piu,chefe.f Cauallo nonfufe di ^onuenè;
natura fine er acaulmente poma diuétar refiio altornar con furiale s' e- uoIì.
glifoffe dipocafehiena , perderebbe gran parte del fuo potere ; perche
le volte raddoppiate nonfolo al B^epolone : ma da fermo a fermo [" maffi-
m amente fé f uff ero due per mano ) a Cauallo gi-ai-.ofo, Ò {lofio y duro
0 di mal intelletto , fono fempre difconuenenoh,e contrarie; che gli rom
pono i lombi, & indebolirono affatto i nerui, & il ceruello. Terò
quando pur fi voglia maneggiare con fi fatte volte, bafierà vfare vna
fola volta per mano, e non tante , che coffa più vtile al combattere;
e. fi perferua la poffan%a de l'animale , il quale con più bell'aria
accommodendofi le hai eia, farà, la volta di fchiena più attondata >
rifondendo poi fempre da ogni mano .. «^ Uri dopo hauer fatta la
Tolta , fermano il cauallo con.apprefentare ; e poi fi lafciano anda-
re
4?i D'Eliot ClO^lji
re velocemente ;la qual maniera non può negar fi, chenonfia bella; ma £
furfàflare il (/inailo con due cori y e s'egli di natura fuffe T{amingoy bi-
fogneria penare va pe^o per furio andare innanzi : lodaft bene il trat-
tenere al principio del ì\epolonc y ò nella fine dopò la volta , in quei Ca-
ualliyche fuffero furiofi , e che nel volgere no isleffero fermi su la briglia ,
ma parefiero voler fuggire fen^a feruare gli ordini neceffarij yele mifu-
re.E quello volpe inferire già Senofonte^quando eglifopra ogni altro ef-
A"itatìo- fere itioylod andò quella agitatione , che da lui è chiamata 'Tedi in lingua
ne chia— Cf recandone il Caualh s aue^ja a vjltarfi alìvna y & all'altra mano ;
mata pedi g conpocf?ljJlmo ìnteruallo bor di quieto fi maone al corfo y hor di com-
Senofon- moffo ftpofa (virtù non pur conueneuole al giuoco di Caro felli > vtiliffi- F
te. mo a frequentare y per hanerfomigiian-ra di guerra : ma ìieceffaria fo~
G mocodi ura 0gni ai(.ya a ie vere battaglielo :te la maggior importata del (faual-
che° vtiie ^° conficela questi due atti di feguitare per offendere il nemica , e diri-
àfrequen t ir or fi CQJtf alue^za delfino padrone.) *A Ila fine ammonifcey che nel
tare? far della volta fi faccia il C aiutilo fermare alquantoycon diry che no è fa-
cile cofa y nefen^a pericolo y che vn Cauallo incitato repentinamente y fi
giri in volt aymaffimamen te in luogo lubricoyouer'ajpro.-e fé pur no piacef
fé di fermarlo y dice che nel voltare auuerta il Qiualiere di piegar con
quella maggior defire7^ayche fta pojfìbileytanto fé flefio al far della voi
tayquato il Caualloyaiutadolo con la brigliaye con lagambay& accompa
gnadolo verfo la bandayconlaperfona benfermayefalda,altrimétiydileg
gieriffimo auuerrebbeyche fé ne gifiero a terra amen$iic infiemetpoiqua
do il Cauallo dopò la volta , guarderà per lo diritto , alt bora fi potrà ifli
Caualiere £are ^ nuom algire veloce , // che èfomigliante all'ordine , che tutto dì
habia grà a'nofiri tempi fi vfaVeramente bifogna alCaualiere (comepiù volte s'è
tem pera- detto) hauer con molto difeorfoye con lunga pr attica gran téperamentoye
men to e fnipiiYa.ynon pur nelle maniynelle gambeye nelle calcagne:ma nelle cofciey
nella fchienay& in tutto il portamento del corpo ;il quale in ogni anione
deuràfàrfi vedere aggratiatOy& aggarbato; accompagnando il Cauallo n
conforme alfuo motoso fi nel rimettere yò nelfaltareyò nel parare , come
ancora in tutte l'altre cofeye maggiormente nelle volte ;ò chefìano di re
poloniyò raddoppiate ;e tale accompagnamento fi deuràfkredi modoyche
la perfona contutto ciò non penda da lato alcunoyil che fi farà più age-
uolmente in questa manierayche quando il Cauallo fa la volta da man de
flrayil Caualiere l'accompagni co'l corpo dirittOygirando folo lajpallaye'l
braccio manco vn poco verfo l'orecchia di luifinislraypiù è meno fecon-
da il bifogno;efe all' hor a il corpo penderà alquato indietroy maggior aiti
toglifia a far parare, q apprefentarey ò volger il Cauallo } conri(j>on-
dere
DEI CUVjtLlOy LI 8. V. 43} >
ledere tutto a tempo con quel motoy ch'egli farà falcando alla volta , <&■
mouendole bracciale non altrimenti . (ofi ancora quando egli prenderà
lai>olta a man manca, deurà girar' un poco la fy alla , e'I braccio dejìro
verfo la dejìra orecchia ; fi eòe tal contrade fo il faccia battere fempre
giusto in vna pisìa,cbiudendo con facilità la volta piufuriofa, & ordi- Caualio
nata. xAiutajì parimente il Caualio a far la volta, sì con fermare la Ini- ,-utj ^ fa
glia vnpoco alla fine del l\epolone y sì col moto della lingua > e sì con le la volta. ,
polpe dellagxmba contrarialo con lo Jfrrone, fé fia bifogno . E f abito che
egli b aura pr e fa la volta , farà da buttar fi auanti con gli fproni pariy
non meno al principio dèe fio l\epolone,che qual bora farete circa quin-
B dici palmi vicino al termine de la volta : acciò non lafci lafuafuga , ne
vi accortili \epol6ne}ò vi rubila voltale asìigandolo pure co ifproni pa-
ri ogni fiata}cb' egli non vi vbbidifee con l'ordineyche conuiene:£ per far-
lo andare determinato y e corretto > non fi manchi di aiutarlo di lingua >
majfrmamente poco innan^lyche fi giunga a la voltala ecioebe egli f cor-
rendoys' apparecchi a farla più gratto fa . Fero è,cbe a caualio di troppo
fenfononbifognalojf>rone;e l'aiuto della lingua non gli conuiene prima
ài quel tempOyche volete voltarlo . Ma-quel che non è molto fenfitiuo y è
da toccar fi di fproni al principio > & allamità del repoloney & alter-
mine de la volta .-benché fé in quefl' ultimo tempo della pofata voi farete
il motiuo della lin%j> astenendo la man diritta , eginfla , fenica voltarla
in lato alcuno: egli feyi7a l'aiuto dello fprone verrà tantosto falcandolo
alyarfi un poco auanti apigliarfi la volta di bel garbo,sìretta , e giusta
t non troppo eleuata: perche quando il caualio è ben fermato di tes~ta,la
mano fola dell' accorto Caualier e y con fua faldcz^a y basterà a tenerlo»
corretto di tal manìeraycb' eglino fommo7gerà,ne farà altro cattino ma
tonelV andare del repolone\o nel voltar fi. Laonde per tonfeguire tale
perfettione in qualunque forte di maneggio fi fi a, conuerràno allargare
in fuor a il braccio manco in parte alcuna\ma tenerlo faldoy e co vnpoco
^ di cenno a tépOy& in bel modoyvoltarilpugnofolo della briglia , ilquai
pugno no efea né qua ne là dal diritto dell 'incarnatila del collo: ma va-
da gin fio fen%a corcar fi. Couerrà etiandio auuertireyche ciafama di effe
uolteyaiutata co gli ordini veri > fia più toflo baffa, che altayperche il Ca-
ualio venendoci facile y e non forato 5 piegherà il braccio di buona gra-
tiayediuerrà dafefleffo agile ala Ciambetta: ne fia la volta corcata
come fi dice; perche è bi-utaye pericolofa , mafia di tal giufle^ay che'l
Caualio mouendo primieraméte le jp alle con le braccia , e non le parti di
dietro > venga a pò r la tefia a quel diritto, douefiaua la groppa. Jll che
molto giouerà il trotto furiofo frequentato in vn folco , 0 in vna pitta
EE di
4^4 T> E L L j: G L 0 ^T Jt
di trauerfo f citta, nella maiefe . Et ogni fiat a,cb' egli al maneggio di I{e- £
poloni facefie le volte corcate, o larghe , difmandandofi dal [no battuto
fegno ? voi poco prima y che animate 'a ciafcima di effe , il caligherete
di briglia nella barra di quellaparte,oue farete la volta,fen^a pero mo-
lestarlo quando vedrete, eh' e' fia conetto . Sarà benepermefìo à Canal-
Io debole di natura,che trouandofì già fermo, egiujìo allamanoneltem
po,chefu ifhlchi,fi colchi poco pia d'un palmo verfo il lato > don' egli ha,.
davoltarfi,accioche fenica difòettoye con più ageuole^a chiuda la voi
t a più attamente . Ma non fi concede in altro modo; an^i quantunque il
cauallo defle da madeslra;la volta f al fii,o la pigliale troppo alta,òtrop
pò baffa,o in qiial fi voglia altro modo difòrdinata contraiti uoler voHro F
voi com' egli fara\voltato,nel'gir innanzi , gli darete per caHigq vna,&
due botte con torrone fìniHro: e giunto alfolito luogo, lo volterete pur
dalla man desìra;poifegiiédo il B^epolone,come anìuate ali altro termi—
ne,voli atelo da man maca,finche dou'era la volta d'es~lrarfialafìniflray
&in tal g"ifa procederete "fin * à.yielnumero,che vi piace di maneggiar—
lb,vfando il medefimocafiigo di banda conti -aria, e'imedt fimo poffoni—
mento di volte, quando egli fallile d'iman fìniftra . Giouerebbe.ancor ac-
quando egli non face fi'e in vncapola volta giusla,voltarlo all' ifìeff a barr
deprima che: s'anima quel fegno, e parendo , che s' accort afe troppo il .
%epolone, potresle il perduto flratio avanzare nell'altro capo alla volta **
dell' altra mano. Ma forfè di rado accaderà,cbehabbiatediqneflb apre—
ualeruiyperchefolamente il cangiar della mano,e'lpojfor delle volte(cbex
d'etto habbiamo) fen^a altro caftigo , bafleràa correggerlo : & in ogni
maneggio,che sì fatto modo fi vfi,farà conofcere l'egualità,e l'ubbidien-
za del cauallo , degna di molta lode. . T>ouendofi in cioauuertire, che*
ognifiata,ches'babbia advfare il caftigo di volta,.bifognerà procedere-
il cafiigo di fòrone, come s' è dimostrato. E quandoil cauallo e f ce dallapi
Sìa,?ion mancate di caligarlo o conia bacchetta al fianco,o con lo fòro-
rie da quella banda,oue ei fi buttay a con le sfrenate, sfor^andblo,,che ri- jjr
torni al fegno fuo,feguendó ilvoslro maneggio ordinatamente . ^Alcuna,
fiata il cauaUo,che per età non haggia ancor la poffan^a fùa copitamen—
te,fchiuando la fatica fubito eh-' egli arriui , voria pigliar]} lavolta feri—
%a quel tépo,cbe gli appartiene:pero nel dare de i ^epoloni a tal Cauallà>
o corti , ò lunghi y o dì trotto, o di galoppo ,, giunto , che fiate- al termi-
ne, inciafcnnd'ejfi farete le pofate a quel numero, che nel maneggio ri-
thiederàì: efermatoui vn pe^jo , gli farete carene, e poi gli darete
lavolta, su la quale, s'egli fufie difordìnatoy emoiio.preHo al farfia—
%4ntiy$Qtrefj.e giiirvn poco < fermarti} indi caminar pammente: circ&
tre
'jl trepaffi, poiporloal trotto, e comefetea corpo ilCaualloy 'porlo al ga-
loppo,}) pur feguendo il mede fimo trotto prendergli l'altra volta,ferman
doni fimilmente sii quella^ e cofi continouando i vofiri ordini. Ma s'egli
è bene intendente,bafierà per mantenerlo , che dapoi c'barete poggia-
to; andiate fól'vna volta di galoppo , a mi fura d'vnapicciolatarriera^
■& alfine.ytenendolo diritto con le pofate,vi fermiate vripe%g?quiui:po-
fcia torniate dipafio,o di trotto a quel capo , onde partitiche fatta la voi
ta,maneggiate per la mfdefimapisìacon quel tempo , Se e' 'fappfafkre.
E perche fi trottano ancora de i caualli dinatirrafuperbi, e dijpettofì, e
■talhorafiaccln,iqualiò per efere mai-criati,ò fuor-di modo battuti , yuan
2$ do fon giunti alfine del J{epolone,o di trotto , o di galoppo , prendono la
molta con molta nanfe a,fen%a ilfuo vero tempo, efen^a lafua mifura >
hifognerÀ)che per cafligare di tal vitio vn cauallo , v fiate il Bipolo ne di
paJfa,poi come a coipo di cauallo farete vicino al terminagli diate velo-
cità di trottolò di galoppo ,& ii:igu:nta,dat egida volta giujìa,e<hiufa
■da man defìra ; vi fermiate vn pe^o : pofcia pian piano auuiandoid di
paJfo,per ìa primiera pislate dandogli al fine furia , farete il mede fimo a
manfiniftra,e con tal ordine andando^ tornando prefìo ad ottofiate,vlti
inamente il parrerete conlepofate , e quando viparrà,ch'eglihaggia be-
ne imparato il tempo,fermato , che vi farete vnpoco fopra lavolta > mi
^ auuiarete di galoppo, continuando di quefla foggia per qualche giorno ,
Toi come finalmente egli farà del tutto aggiuntato, rifconofcendo il vero
garbo,chefi conuiene , non vferete più il fermami punto fopra la voltai
ma chiufa ch'egli Vharà, voi fen^a dargli paufa,il caccìarete aitanti con
gran prefieT^a: altrimenti farebbe vitio da poterne venire,a grauiincon
uenienti,prrche efendo fi f chinato Ivn difetto del voltar difpettofoiefitg Volte Uà
gitiuo,s 'incorrerebbe nell'altro al I{eftio,& al B^amingo.^Anuertdfipari c2ualu
mente,che le volte,fieno eguali cofi la des~ìra,come lafinrflra: tutto cTv-
na mifura , d'vn ordine, dvn tempo,& d'vnofpacio corrijpondentifem-
2) preaquél modo , che sincominciano-.perche in altro modo fi filmerebbe
ignoranza grande di (aualìere, quando per voler dare ìnconfiderata-
•mente il maneggio furiofo, e lungo, aguifa di carriera, cofiringe il
Cauallo, non folo a non poter durare in fare tutte le volte di quella for-
te di tempo , che fa le prime; ma etiandio ad anda)-e dipaffo,& accorta-
re il detto Jpacio , talché in ogni P^epolone l'vna viene differente dall'al-
tra ; ilquale errore,è da fuggir fi , douendofi ammaeflrare il cauallo con
quella furia, e con quel tempo, che la fua qualità può [offrire ; perche
coftcon molta ageuole^aconfemeràin tuttofino alla fine,q nella mifu-
ra , che tien prima, £ per fapere àif cerner e queste diuerfe condi-
re a tiovì,
45 S D E l l Jt G L 0 B^I JC
tioniy è da faperfiytbe'l Cauallo forzato y e di buona bocca^come favài- £
finita di voltar fi bene all'vna,& aW altra mano, fi potrà maneggiare fu-
ttoPDo ° r*°f° a yoftrA voglia.; ma ynettfycbe e troppo fenfitiuo y e carico digarzey
fenfiriuo * duro di barreye fiacco difchienaye digambeyfe bene per la buona creart
non fi de -za pare fé di dolce bocca , pur farebbe da maneggiar -fi con più rifpettOy
maneg-- non ponendolo in tanta fuga.Tutta via di qualunque fatela fia il ca-
rifpetco . ualloycertamente quanto più, fi manterrà fui paffoye fu'l trotto nei maneg
gi , e dì rado fi l galoppo y feriva moltavelocità:mentreych'eglinon ven_
ga a la perfetta difciplinaytantopiù diuerrà gagliardo , egiusloynè ma;
fi toccherà co i ferri di dietro , ò pur dinanzi , ne farà giamaibìzarria 7
ne difeonferto veruno . I\efìa bora intorno alle volte à dire queHo >F
Volte fa- che elle di qualunque forte fi fianoy de tiranno e fere tonde yfenza tor-
no tonde. cere -pnpujitOye ben finiteyfenza tr app a far il principio ya dar fi in dietro;
altrimenti f ariano difordinatey& imperfette contrarie affatto allaqua-
lità circolareyche fopra tutte l 'altre figure è per fettiffimayper effere egua,
leyvniforme > fenz^a principio , efenzafine -, conciofia cofay che'l Circola
. da' Geometri fi diffnifee effere vaa piana figura contenuta da vnafola lì
diifinuo. neaycb' è chiamata circonferenxa ynel mezo della quale figura è vn pun-
to y che diefjo cerchio fi dice il (entro > conditionato di modo taley che.
tutte quelle rette linee , che fi tir afiero quindi a la circonferenza } j aria-
no infallibilmente fra loro eguali . Hora quefìi circoliy 9 giri y ò torni yaue &
iCaualli ordinariamente fi trottano , e galoppano > richiederebbono per
ragione di mufica tanto di (patio , e circuito > che in due fi potè fiero far e
otto tempi di h-ene > fi che ciafeum di effi veniffe ad effere di otto femi-
hreuiyche farebbe vna maffima y la quale èia maggior figura, che fia nel
la mufica > cioè di quattro tempi del binario numero > che imparteriana
fedicip affi del Caualloy otto con ladeflray & altr etanti con la finiflray
a battuta di minima^ che fia di galoppo >ù che fia di trotto. Ma perche si
fatti circoliyper effer'vnpoco flretti e confeguentemente alquanto mala,
geuoliy non fi pò fono dare fé non aXaualli di buon cuorey e ben difcipli- „
natiy e più tofio di trottoyche di galoppo (il qual ricerca maggiore fpa- ■
tio) per queHo fi protrebbono far più grandiper la mità intera y fi che
ciafeun di effi f offe di otto tempi del binario >: che importare bbono trenta
due p affi del Cauallo > cioè fediti con l'una y & altretanti con l'altra ma-
no . E feper auuentura il cauallo ( maffimimegte quando èVolledro)
hauefìe bi fogno di circolo tuttauia piùfpatiofo per galoppare > ouereffen-
doegli alla difciplina ben introdottoy gli fuffe più. vtile il circolo più fìret
tOyper volteggiarey e per riftringerlo al maneggio ;non fi vieta > che voi
nonpoffiate avoìlrapofta crefcerlopfcemarlo , pur chefempre vifer-
Htate
DEL C J.V a ILO, 11B. V. 4/7"
^f aiate del numero quadrinario;cioèrche cofanetto allargareycome nell'a -
stringere d'effi cir colagli facciate quattro paffi (che è vn tépo di Breue)
più o meno di quello-) ch'eran prima , e fecondo il detto numero quadri-
nario fi deurano parimente regolare i moti del cauallo y o ch'egli fa in
giro ùjlretto:cbe è il dijjicileyO nel largo > che è il facile , o nel 'mediocre , _ . .,
che è il temperato; cofi nette volte de torni, come ancora ne i F{epoloni. nej ma_
Volendo dunque maneggiare il cauallo in voltaci trottolo digaloppoyfi neggiare
polfono fare due circoli giunti infieme:e tal horatre ; pojli a guifadivn ju^[' fi
triangolo ;e chi voteffe^potrebbe dall' 'altra bada aggiunger uene un'altro f "^
fi che fìarebbono quattro infieme a guifad vna croce : Ma i due foli fon
B pia lodatile più vfatiy per infegnare a vn Cauallo gioitane y fenza intri-
cargli il ceruelloJ tre fono buoni per mantenerlo poi in lena>&in memo
ria delle cofe infegnate , cangiandogli qualche fiata la mano. I qu ..ttro
feruono per fare esercitare in vn mede/imo tempo , e luogo pia d'un Ca-
uallo; laqual cofay oltra che fa uno jpettacolo affai bello -, produce anco-
ra due import antiffimi ejfettiycbe iCaualli s auue^ano il cangiar della
mano con grande vbbidien-ray attitudine y epreSle-rja : e s afficurano d
pajfare l'uno vicino all' altroyfen^a far fegno difpaxeatOyne rnotiuo alcit
no di teslayo di boccayil che fommamente gioua nell'efercitio della guer
rayeneglifleccati:rSifognaperòyche ne i Circoli cofi intricatici (aualie-
rifiauo molto ejpertiy&auuertitiy che no facciano auuiluppare i caualli
infiemeyO darfifcontri-.vfando in tal' atto piujpefìo il trotto che ilg alop-
poyper ejfere moto quello men violento. £ trottando con due caualli y e di
meslieriyche l'uno incominciando la volta da man de/Ira , l'altro in vn
tempo per lo medefimo torno la prenda da man finislra-.co'l fimiley ordì
ne poi cangiando i tomiy efeguendo le volte; & acciò che nello feontra-
re non vengano ad vrtarfi congraue offefa , è nece farlo , che a uicenda
l'uno di loro allarghi circa due palmi alla volta il giro.Oltra queflo per
maneggiare treyo quattro maniere di Caualli infieme in uno circolo \fipo aj, re t£"
^ trebbono dentro l' uno ben grande y stampare due y otre altri minori di o quattro
jpatio y aproportione y in quella guifa y che iCofmografi dicono sì are gli maniere _
Elementi nella sfera del Mondo y otte lEthereyl'^erey il Marey e laTer- -J1 caua]k
ra ordinatamente s' abbracciano \ e fi rinchiudono d 'ognintorno : l^e i CQ[0 jn£~
quali circoli co fi doppiati >/ aria bello a riguardare y che volteggi andofi me.
ogni cauallo in dìuerfo moto , & in varie maniere (come a dire d'un di
galoppoyl 'altro di trotto}e l'altro dipafoyhorda man deftray& bordai
lafinlfra)venifero a far in vn certo modo una muficale corrijpoden^ay
& vn vedere affai leggiadre vago per la varietàye per la mifura , che
vi fi vede, Trendendo ciafeuno la volta in yarij luoghi e in modo , che
E E i l'uno
l'uno con l altro non fi impediffe . Totrebbejì ancora accanto al circolo
co fi diaifatoyfiampare yrì altra forma difvnil modo , perpajfare da gli
vni agli altriycomefifa ne i cerchi fcempli; ma vi bifognerebbe gradif-
fimo accorgimento y che i Caualli non fi vrtaffero i non hauendogli altri
quella facilità di paff.zggio y che ha quel folo y ilquale galoppa nel mag-
gior cerchio y cheftà di fuori . Strani forfè panano quelli modi , eh 'io
propongo ; ma perche l'ingegno può vincere ogni dureTgat e niuna fa-
tica è da tralafciarfi per ridurre il Qxuallo a quella agilitày eficurei^ay
che fi de fiderà : non mancherò di foggiungere arditamente , che fi pof-
fono Jiampare tre figure quadratecene quali ciaf cuna è di quattro egua
li lati di retti angoli ; eftando l'ima dentro l'altra con conueneuoli Inter- ,
ualliy aggiunger ui dal difopra vn circolo tanto largo y che proportiona-
tamente giraffe fuori de i quattro angoli delquadro maggiore > facendo
ancora àentr' alquadro minore vii altro circolo. l<[elqual modo LCaual-
li non fi verrebbono ad impaccine Vun con V altro y perche maneggian-
done vno nel cerchio grande di fuori a galoppo , cangiando la volta nel
mede fimo C ir coloye maneggiandone vn 'altro nel cerchio picciolo di den-
tro a volte raddoppiate fi potriano inogn'uno dei tre quadri e^fercit are-
quattro caualli a E^epoloni y o di trotto, o di galoppo x pigliando le volta-
ne i loro angoliyfi che in vn tempo fi verrebbono a maneggiare quattor-
dici caualli in fieme :■ Ma (come più volte ho ricordato) bifogneriayche
in maneggi sì intricati i Cavalieri foftero ejfierti y & auuertiti >, & i Ca-
ualli ben difciplinati . Chi volefje altresì tirando per vn quadrato, vna li-
nea dell' angolofìnijlro di fottOyall' angolo dejlro di fopyayfhrne due Tria-
goli lAmbligonij (cofi chiamatiyquando l'vno lor .Angolo è ottufo , cioè
maggiore del retto) e pofeia quelloyche resìagiù.da la banda diritta par-
tire con vn altra linea > laquale il conuertife in due triangoli detti Sca-
leniyche di tre lati difegnali fon contenntkpotrebbein effo quadro co fi di-
uifo in tre differenti triangoli > maneggiare diuerft Caualli con diligente
attenzione. E facendo fi vn Triangolo Ortogonio ,che confile di vno. ango
lo retto (dicendo fi retto quello angolo y che fi fa con vna linea retta per-
pendicolarey giunta con vn' altra retta y & eguale linea) ilquale. Ortogo-
nio farebbe fomigliante a quel Triangolo, che nel cielo è collocato dentro
il circolo esliuoy&' equinottialeyprefj'o alCauallo alatOy&aW^frieteyCon.
vna fìella per ciafeun angoloy<& vn' altra nel me%o della linea perpendi-
colareyfecoìido che ci dimoflrano gli Aflronomi;vi fi potrebbono pur ef-
fer citare i Caualli a maneggio o lungoyo corto: facédo le volte nei luoghi,
delle dette Helle angolariyO pur nel cerchio , dentro ilquale sì fatta figu-
ra fi potria collocarci ^Sgli nondimeno dituttiqueììiipiù frequenta-
tila
H.
7ji ti,enecefiarij modi fono i circoli; e i repoloni ;i quali repoloni fifogliono i circoli e
far oline ati,cioè convna dirita linea ( come prima diffi) o femicircola- re polo ni
rifatti con linee curue , che volgarmente agmfa di bifciafi dicono fer- n°^^rfj
■peg^ianti; aggiunte cofi negli vnU come ne gli altrieri capone in piedi,le modi di
forme dei Circolilo uè fi fan io le volte [compie ,0 raddoppiate . Maìpri- nianeg—
mi lineaàycome più fàcili, & vfitatitonuengono pia a' Caualligiouani; S10'
gli altri perche fono fcambiati,fklliti, & indeterminati,non fi deiiranno
adoperare-, fin che'l Cauatto non fa ben fermo , in ognifua attione vhbi
■diente ,& aggiutt ito : perche altrimenti gli apport arebbono danno più
tofto, che alcun vantaggio mafjimamente s'egli fife di cuor ramingo ,e
2? nonftncero : tuttauia quando fi richiedere di maneggiare pia caualliin-
fieme Vvno all'incontro dell'altro , per fargli afficurare per vnTomeo ,
portando i Caualieri lefpade in mano cofi le forme lineari, come femicir
colarifipotrianofar doppie, & aggiungere l'vna appyeffo all' altra; fa-
cendo che Vvno cauallo veniffe all'incontro dell'altro , conficurtà , e con
determinatione :an^ri chi voleff e in vnrepolone mefcolare am édue lefor
me , potrebbe tra la diritta linea del me^o ,e dei due circoli de i capì ,
far due Vincete curue ; cioè , che dopò la rimefìa del repolonefi ferpeg-
giaffe vn poco,prima che fi veniffe alla volta dei Circoli, ò pur nel me%o
fare alcune linee curue , e poi vicino a i circoli le diritte , 0 breui , 0 lun-
ghe:, fecondo che il faggio Caualiere cono fc era bifognire, 0 convenire al
fuo Cauallo, il quale con fi fatta varietà di effercitudiuerrà in tutto fi-
curo,determìnato,fincero,agile,& ordinato. Ma generalmente i!l{epo- ^f^ ~~
Ione a' canotti bi7^arri,epigri,è da dar fi più tosVo veloce,diritto,e lungo, U3i\\[ bj_
che tardo,curuo,e cortojl contrario vfando ( ma con mano ben tempe- zan co—
rata) a quei che fi conofcefero ardenti, e vani , per non far li venire in me dadar
maggior furia , e difconferto di bocca, e di tutto il capo; & ottima co fa
io per me fempre giudicherei , che vfcito il Cauallo da igiri , fi and offe a
parare, ala fcefa : <&iuiconcarer^e fi riteneffe per qualche ffatio ;fa-
2) cendolo ancora (fefufie duro di bocca) ritrarre in dietro, epofcia vol-
gere,e paleggiarlo con piaceuole%^a nei mede fimi luoghi, dou' egli fìt a caual-
trauagliato , come già più fiate habbiamo detto . E fé alcuno dubitafse, lo di ma-
fé 7 Cauallo fi debba fempre in vna mede fima parte del circolo far voi- '*? natura
tare; fappia , che per addottrinare vn Cauallo giouane , 0 di inala natu- darfi ja
ya,non è male dargli la volta in luoghi certi, e determinati, accioche volta.
meglio l'imparUMa com'egli fuf e ben introdotto nelle prime difcipline Difriplf-
piùnecejfarie (quali fono, efì ere fermo di tefla,e 'di bocca; intendere la p^fn||e{
mano,e lo f^rone: cono f cere gli aiuti,& igaftigbifaper parare con fan- Cauallo.
che sfar fi indietro ■>& voltar fi con l'ordine conueneuole de le gambe) e.
££ 4 che
440 D E L L >A G L 0 Pv I j:
che non f K^edi mala inclininone-, & attitudine; all' bora farà bene a far j
gli variare i luoghi a le voltey non facendogliene riconoscere alcun certo
come propriamente connien di fave a (aitai di guerra.zsfWhora ancor ay
fcorgendofi il C, mallo effei-e già diueniito farro > e pretta a furie volte
dirette; e fàcile a fare le pofatey fi potrà infegnare di maneggiare a mifu
va di mejoy o di tutto tempo : Intende fi a me%p tempo quando il canal-
Io dopò la rimefìa è ritenuto per lo diritto y e fenra dargli tempo di far
vnapofatayfifk voltare :ma dandogli tempo di farne vna>e facendoglie-
la fare y à che voglia , o non voltandolo poi nel fare de la feconda ; quel-
hbfi dice 'maneggio a tutto tempo . E cofi neti'vn modo-, come neW altro
eio^mT- can:i^eny che le volte fian fatte intere) giu5ieyebelleye fen%apuntade,aj?
fura di man deTlray& à man finifira\non permettendo al caualloyfe a melario,
mezzo, o fi maneggia,ch'ei pofi le braccia in terray finche non habbia finitala me-
di tu tto ^ yofa.ng cacci dipofta ipiè di dietro-, ma fól amente gli torca in mo-
' do,che paianofquafi facendo vn picchio cerchio} accompagnare la mi-
fura de la I>el antera > e la pò fu ure de la perfona yfen%a difordinargli
dal luogo , nel qualfi trouano , e fenya buttar te groppe fuori infino > a;
tantoché ritornata la fàccia al mede fimo fentiere, oue quelle flauanoyfi
pojfajpingere ad vn' altra rimeffa ylaqualfacendofi a tutta fuga, pari-
mente nella fine di lei fi -riterrà per h diritto , efubitofi volterà a mi fu-
ra di me^o tempo, è fé ciò non fi 'poteffeper la molta prefieT^a) amifu- G
ra di tutto tempo :facendofempreyche laprimate l'vltima volta fiano a
man defiraysì per ragion de la jp.ida^aquale s- adopera a quella mano,?
sì perla dignità del luogo,eccetto fé qualche vrgente cagione vi Jpingef
fé a fare il contrario > o clye'l Cauallo fufte pia renitente , ò hauefie il ter •
reno pia vantaggio da la man mancay che da la dritta . ^Altri vfano la:
mifura del mero tempo in quefia maniera(mafi imamente a (aualligio-
nani) che dapoi,c!ie han forniti i torni yvan di trotto in qualche folco, ò>
fìrada flretta,cìye fi a di terreno alquanto mobileydando animo al caual-
lo con moto di labbra y o ver con voce; & volendolo fermar al termine
i'vna brieue carriera , o dilungo ^epolone y gli fanno fare vna pofata-, **
poi neiVeffere y ch'egli fi lena per far r altra , prendono con l'aiuto de la
lingua la volta da mino deftrayfen^a fargli torcere il collo : maeftre-
wlmente ^occorrendogli con le redine giurìe y e con la cauerjana,&
fai fé redine > facendogli ancor à tempo conofcer ilfoccorfo de gli /pro-
ni -, òde la polpa de la gamba , ò della slaffa , e de la bacchetta infìeme ,
fecondo ilbifognoye fentimento y ch'egli tiene, e cofi data la volta fenica
appuntamento, e con bell'aere , tornano a quel capo,onde fi mofiero ? &*
ktifimilmente fatta la prima pofatay nel cominciare de la feconda^
pren-
BEL C^V^LLO, LIB. V. 44 1
«^ prendono l'altra volta da manfinislra , continouando tal ordine cir-
ca dodici Bjtpoloni tra laudare , & venire, opià , 0 meno, fecondo la
for%a,e lena , eh' è nel cauallo, Uquale non è da faticar fi mai tanto , che
l'vltime rimejfe veniffe a fare fiaccamente ,e di malgarbo: ma s'egli è
di molta for%a,e leggiere^a, poi che l hanno ridotto ad intelligenza di
quel maneggio , gli fanno dopòlarimeffa far due pofate ,nel far de la
ter%a,fubito,ch'egli incomincia a leuarfi,lo pigliano a la volta, feguen-
do il fudetto ordine \ e quesìo chiamano il maneggio di tutto tempo .
(ertamente pigliar di tal modo ilter^o tempo fi come per ne e e ffit a f noi
vfarfi in (faualli vitiofi di bocca,o pigri) & inhabili^o poco ficuri a fai-
car con l anche,mafiimamente in luoghi per itolo fi: bifognando affettar-
li , che vengono a parar bene, e che s'vnifcano in fé mede fimi, apparec-
chiandofi à la volta: co fi per elettione facendofi va Cauallo di grande
agilità,e difommafor%a , e di bella vifia ■■> perche con quel vantaggia-
to ordine fi viene a mostrare, quanto eglifia allenato nel trattenerfi,&
vbbidiente nell affrettare gli aiuti del (aualiere . Tarimente pigliar il
primo tempo , benché nonfia molto ficv.ro , perche le volte vengono im-
pennate , nondimeno trouandofi (auallo di tanta prefie^a, che in vno
iflefìo tempo leuandofi in alto , prende]] e la volt avvolgendo con bell'aria
C in vn medefimo iftante la fronte, oue prima tenea fagroppe, non può ne-
gar fi eh' egli non face]] e frett acolo afiai vagoline che farebbe gioueuo-
le al caualiere con la fyada in mano, trouadofi nella Campagna-, ma non
cofi nelle Città > oue di leggieri potrebbe con sì violenta volta cafeando
pericolare. 'Terò potendofi far le volte in diuerfi tempi ( come prof/ima-
mente s'è dimostrato) ciò è in tre,in due,& in vno:quefia diuerfitàfarà
da appropriar fi a la condizione del Cauallo; ma in gener ale f chinando di
tali modi il primo , e l'vltimo,ci appiglieremo a quel di mecche più
lodeuole,e più vtile (meffimamente per l'armeggiare) è giudicato .-pi-
gliandolo fui principio de la feconda pò fata; perche cofi la volta verrà
Z) piti ageuole,più presla , e meglio ordinata . EqueiCaualieri, che non
fi toslo hanno ]pinto il Cauallo a la rimeffa^he l'incominciano a ritener,
facendogli far gran copia di falchi : e prima , che diano la volt a, molte
pofate, 0 più to fio or fate ( come anticamente diceuano ,parendo, che'l
Cauallo fileni con le braccia inalborate aguifa d'Orfo) non fon da ejìer
imitati, fé non in cafo di neceffità (come poco dinanzi h abbiamo det- Cauallo
to) maneggiando/i Cauallo debole 0 troppo vile ; che nonpoteffe foffri- per le bat
re la rime fi a in fuga, ne ben parare ,fen?a tale temperamento , (ir arti- tao||e co
fido. <>JWa chi vuole ammaefirare un Cauallo eletto , e defiinatoper lo uerzar£,
combattere } dee auneTgarlo a difiender fi nella rimeffa in tal maniera
deli-
to o con
tra tòpo
444 B E L L jt G L 0 \1 <A
deliberato > che verfo la fine quando è da far fi lo f contro col nemico y la £
•violenta ^e l'impeto venga più tofto acrefcerey chea mancare , dando
la volta poi con tal preslexja,ché'l nemico non babbi a tempo di rubarla
terreno,ne par di giungerai allejpalle , guadagnandola la mano con vo-
ftra perdita) e di fauant aggio ; anji douete auue^Tare il vofi.ro Cauallo
tanto agile a le rime(ìe,&" veloce ale volte,che guadagnando a poco a
poco il terreno a l'auuerfirioyv2niate a la fine a rubargli la mano; don-
de nafce indubitatamente la vittoria. <JPl€a fi de auuertirey che la pre-
sieda non fi a difor dinata ; perche fi come da l'ordine , e dalx medio-
crità viene a f accedere ogni bene,cofì dal difordine, e da lecce fio proce-
dono fàcilmente contran j effetti ;onde potrebbe il vofiro Cauallo fcaue^J*
-%are 0 dar di banda-) 0 pur [degnar fi di bocca per fouerchioy & violento
Maneg- aiutoyche gli farefieV fafi etiandio il maneggione T{ubatoyo contra té-
gio ruba- pò fi chiama, nel quale fi tiene il (fauallo dopala rimeffa (fiorendo) su.
l'anche y & alfine di fuoifalchìy in quel tempo y ch'eìfuolefhre la pri-
ma pofata y gli fi prende la volta :però chiamandofi Contratempo y che
in quello illante , che'l (fauaìlo vuol cominciare a fpefolarfi perpofare,
glifi ruba,e chiude la volta, non consentendogli fi il tempo di far, 0 for-
nire lafua pofata, fé non quando vltimamente il (faualiene va a fermar
lo . Queslo maneggio è molto gioueuole y & atti/fimo per le guerre , e
per lifieccat'h e Jpecialmente conuiene a Qzuaìli , che nonpofiono fojfrir
V affettar del tempo , 0 per ùoca lena , che h abbiano y 0 per difetto della
fchena,o della barba y 0 della bocca yo per colpa della loro fiiTgofa na-
twcA . Differì fce ben chiaramente il contratempo dagli altri due anco-
ra in queftoyche doue in quelli fi offerita di tenerci cauallo per lo diritto,-
quando già ih aue a donarla volta -, inqueflo non gli fi dà jpatio di ac-
conciami fi; ma fintolo a tutta fuga nella rime faye cominciato a fermar
lopafiati idue ter^i d'ejfa, nella fine fi tiene alquanto di sbiafcio da
la contraria banda y che vuole voltar fi ; per accenargli y & ine aminar-
gli la volta ; facendolo poi voltare (nelfimil modo , che negli altri s'è /j
detto) che non muti di luogo i pie di dietro, finche non fia ritornato a
la diritta pitia : Et volendo dopò la volta fermarlo , fi terrà con la vita
per lo diritto , e con le braccia in lui ben raccolte > e potrane fkrfi qual-
che pofate , pur che fi facciano con grana , ne molto alte \ perche,
oltre la brutta vifla, farebbe ancora dannofo cotal coslume, potendo ef-
fer di leggieri battuto a terra y quando gli fuffe dato alcuno incontro .
£ per queìlaifleffa ragione certamente il Cauallo di guerra l'vfo de le
molte pofate nonislà maibenc^. Tutta volta per allegerire il Caual-
lo , e per vna certa gala ne i maneggi , volendo ferita? il vero ordine, fi
potrebbe
x 'DEL CUVjLLLO, LIB. r. 44^
'jl potrebbe (a parer mio) in quello di tutto tempo parar nell'ultimo , e fer-
mare con tre pofate , in quello di me^o tempo con due,& in quello di
Contratempo con vna fola, facendola però ilCauallo a volere del C aua-
liere , e non a fuo ; basìando , che gliene fi a datofegno con polpe de le
gambe a la pancia . Ma quanto a le pofate, che nelle volte de i Bipolo- ?™J JJJ*
ni fi fon da fare : aggiunga fi quefto auuertimento , ch'elle non fiano da ca je p0fa
fermo a fermo y ma fempre innanzi ; eccetto quando vorrete andare a te che so
fermami youem quel modo potrete farne quante la qualità del (auallo da ,. .
parrà richiedere : ma fé continuate tuttauia il maneggio, bifognerà, tecje jre.,
che lepofate feguano il moto delle falcate , lequali accioche fiano fica- poloni .
g re, e belle, farà di meslieri, ch'elle vadano con ordine tuttauia innanzi
e con la medefima mifura procedano lepofate y che nafcono da quel,
modo del falcare dell' 'anche : perche fé mai il Cauallo non falcaffe, già-
mai non verrebbe a fare pofate, o cornetti, o apprefentate : che più nella
mifura-y che nell'apparenza fono differenti fra loro . Oltracciò fé' l Ca- Balzotto*
Hallo fnjfe atto a fare alcuno ballotto? fermo che egli, fuffe ,farialode-
uole a fargliene fare alcuno ; facendolo tornare a punto donde fi lena ;
con aiutarlo a tal' effetto con le mede firme polpe , aggiunta Ufficino del-
la bacchetta, con laquale tal bora fi potrà b.ittere ne'fianchi,o nella pan
cia,non allentando però la briglia, ma tenendola giufiamente do uè fi tra
C uà, e parendo, che' l (auallo o per negligerne , o per poca leggiere%£fc
n'hauejfedi bifognoypotrete vnpocopiu aiutarlo a forgere,al%ando al-
quanto la mojio della briglia ; oltr ai quali aiuti quel della voce altresì
conuiene,maffimamente a Cauallo giouane.S s'egli haueffe etiandio pron
te%ja a' calci,potrebbon dar fi non folo nel p. ir are, ma nelle ùolte,nogià
del contratempo , ma degli altri,ne iquali fubito che'l (auallo alla fine
del repolone falcando ha fatta la prima o la fecondapofata , & vorrà,
incominciare la volta, fi può con aiuto di voce,o dijproni, o di bacchet-
ta,fargli trarre vn paio di calci,et. al chiudere della volta vrì altra paio <,
efeguendo il I\epolone fare il filmile a la volta de l'altro capo: e cofipro- c^cj ^
** cedere, ch'egli in cìafcuno dieffi capi ,ffari due paia di calci con l'ifleffb
tépo;o fé ciò non piacefie, fargliene in ogni capo del T\epolone Jparare vn
paio folo altempoyche chiude la volta in quella parte , dov.e tenea la te-
fta,e pone la groppa. Ma cofiil Contratempo,come UT uttotepo,s appren
derà dal Cauallo più facilmente , quando prima fi farà bene effercitato
nel meTO tépo,ilquale veramente (come s'è detto) ejìendo il melano tra.
idue ejìremi ,èda e fere più lodato,e frequentatoipoi che all' efiecutione-
del tutta tempo no confondono bene lefor%e d'ogni Cauallo; e l altro è
^erkolofo^majfimamente facendo fi in altre paniche infondate,& are-
nofe*
444 *D E L l ^£ G L 0 \I >A
Mane»- no [e. Ts{on fi nega perocché' l contratempo non fin appropriato a* caualU £
fate °° P0^'''04hgra!tofb di poca forya-, e che non faccia di molti effetti buoni ,
a quali ca ancor in quelli , che per canina natura , ò per mala dottrina f ufi er fug-
ualli ap- gofi , ne con quella facilità , & vbbidieni^a, che fi richiede, ven fiero al
propruto yQltare _ Ma quando pur alcun di loro non viparefie bibite a tal maneg-
gio , potreste dargli la rime 'fi a poco maggiore , eòe di galoppo, e tenerlo
per lo dirittoydandogli poi la volta fiibito , ch'egli fi farà da fé slefio ac->
conciato a poterla fare. '1S[è lafcierò di dire , che per leuare di fimil fu-
ga ogni sfrenato Cauallo ,jarà rimedio efficaci ffìmo di farlo tal volta v-
feire dal diritto fenderò yt ir aaiogli vna Pedina vn pochetti. E s'egli per
ejfere troppo fenfitiuoyvi fitra il tempo , efen^a affrettare il voftro fegno F
fi prende la volta più presìo diquello;che voi volete (laqual cofanon è>
giamai da compjrtarfi)e per m iggior errore la prende corcatalo dijpet
tofa,e di mal garbo: farà bene maneggiarlo fpeffo no in altra mifura, che
di tutto tempo fu'lpafio,o fu' l trotto, o fa'l galoppo : e fermato vnpexjo
"voltarlo baffo baffoycon fargli iicanallare le braccia yo con fargli far la
Ciambetta(fe par ci è inclinato) che con tal vfo , & ordine andrà dapoi *
femprevbbidienteye giuflo a queltempoye modoyche voirichiederete. E
già in qualunque delle dette mlfure vorrete maneggiare bafioybafio,e ter
ra terrayfacédolo feorrere co'ifalchiye più o meno intertenédolo alle uol-
te(fecondoil tempOyche v farete) chiadendoleycome conuengonoye con gli &
aiutiyche loro accadono: -certame te il cauallo verrà a far bene efia Ciam-
betta; maffimamente fé volendolo maneggiare in quefl a guifa,trouerete
vn luogo , che in ogni capo,doue fivàà parare , e fidala volta , habbict
qualche poco pendino col terreno durodaqual cofa in tutte l'altre qualità
di maneggi parimente farà gioueuole ; perche il Cauallo fi trouerà co-
rretto a falcar bene, & a far le pò fate } & a voltar fi con gran mifura y
e con beli aria ; intendendo però , che prima di quefte operationi eglifi
trouiper dottrina alleggerito delle braccia, e de la bocca , con ejfere be-
ne intendente de la briglia : altrimenti vi farla difordine , non giàt nel rt
parare, ilquale in nefl un luogo fifa migliore ; che nelle calate ; ma nel
"voltare, maffimamente con presler^a ; il che farebbe afiaimalage-
uole,in fìmil luoghi, a" caualli, chetai qualità nonhaueffero confegui-
Cauallo te,t E perche fempre èdahauerfi riguardo a la poftan^adel Cauallo,
deue ma- non manchero di ricordami, che quando o per natura, o per età egli
neggiarfi f ufie debole, o per altra cagione affaticato, non vogliate maneggiar-
ci trot- lo fili trotto cofifouente, ma alcuna fiata fu Ipaffo folo , prendendogli
le volte con vno de i detti tempi . Vero è, che incominciandofi o di paf-
futo di trotto , non è da lafciarfi l'ordine per "vnpe^go } perche varian-
dola
T>EL C U V UllO L1B. V. 44-
\4 dolo troppo Jpefio , verreHe à confondere l 'animale . Toi come fu'lpaffby
e fu'l trotto [opra maneggiar/} bene à tutfi modi) potrete maneggiar-
lo fu'l galoppo coi mede fimi tempii orditi involtandolo ad ogni mano>
e poco prima , che diate la volta, n on dimonticate di voltar da la ban-
da contraria la baccbetta,acciocbe'l Qmallo intenda la volontà voflrd
ebabbiafyatio di accommodarfì a fùria aggraziata . Et in quel tempo y
che' l volete fermare, aiutatelo con gli Jproni pari ,0 con le polpe de le
gambe, 0 con la voce, e con la bacchetta , facendogli fare lefuepofate .
Incordatali ancora co fi innanzi, che voi l'habbiatea maneggiare, co-
me dapoi, che Iharete maneggiato , 0 di trotto , 0 di galoppo , diqualun-
* que velocità, 0 tempo fifa : riprefo, ci/ egli habbia fiato, paleggiarlo
a quieto p affo, e con carezze, per quella via, chedourà tenere, e per
quella medefima pifla,che haurà fatta, & iui andando,e tornando die-
ci, ò dodici fiate ,jempre, che farete al termine , il volterete di modo
tale,che incaualchi il braccio contrario [opra labro, comefouentevibò
dimoflrato ; perche co fi egli riconofeendo il luogo , eie carene , fi ver-
rà ad affìcurare di ogni dubbioie'l giorno apprefo con pia facilità fi tro-
tterà confortato , & inanimato , maffimamente fé non Iharete lafciato
fafiidito , ne auuilito il giorno auanti , dal che in ogni forte di maneggia
~ vi guardarete con accortiffima diligenza, eccetto fé la poltroneria del
Cauallo vijpingejfe a far l'oppofito. jLuuertendo bene, che maneggian-
do, bifogna non folo andar, e tornar fempre per vna ijlefa pifta ,• ma
fempre ancora arriuar a que' termini,onde vi partite col l{epolone,e do-
tte fatela prima volta ; non parendo bene , & ejfeudofnor dell'ordine,
che'l (/inailo accortando il I{epolone,e mancando de la fua fuga,vi hab-
bia a rubar la voltante che trajportando di bocca , habbia a pafar il
primo fegno de la fua volta . Sarà ben lecito per arte , e per volere del
Caualiere, non già per isfor^o del Cauallo, oàcc».::?c, 0 allungare il
I{epolone, il qual fi ' f itole alcuna volta far corto, 0 per cajligarqual-
D che difeonferto del Cauallo , 0 per voler moftrare lafuapre^ìex^a } &
alcuna fiata fi fu più lungo , quando fi conofee , ch'egli vi voglia rubar
la mano,o che andaffe vnpoco r amingo, 0 nero per uoler moHrare lubbi
dien%a, e la fmeerità de l'animo del Cauallo : e per tal cagione ancora
molti ufano (dapoi,che'lloro Canallo è ben difciplinato) di maneggiar
lohorad un fegno,hor' 'ad vn altro>& cangiando luogo,& uariando ma-
no : acciò che nella guerra poi fi troni fempre vbbidiente, e pretto m
qual fi voglia parte,oue il padron vorrà , che volti: il qual ordine al pa-
rer mio è molto vago,& a fai vtile; ma non fi può ad altri Caualli vfar,
fé non a quelli > che di animo > difor%a f di fiatone di agalit àfono ottimi)
tperfettiyperche vi bifognalafinceritàdelcuoreye lapofianza , la lena g
e l'attitudine del corpo,le quali gofe infiemenoin tutti i caualli fon collo-
cate .. Oltf acciò chi volere dimoftrare altre galanterie col [no (auallo9
facendolo slar pronto,^ a comando ad ogni manoso pur chi voleffe in*
volte In- gamar qualche cauallo , che gli rubaffe la mano ; potrebbe vfar le vol-
o fallite to&bcfi dicono Ingannate^ F ' all'ite ylequali fi fanno in quesla foggia , che
quàto 8c Jpinto il cauallo a la remifia , òfia lineare , ò femicircolare ; e tenutolo a
come fi la fìne per l0 diritto in mifura di mezo, ò di tutto tépo , il Caualiere finge
ccia'ao' di volerlo voltare ad vna mano : ma tantosto poi lo rifulge al altra.
T^e'lchebifogna, che a quella mano,in che fi finge divoltarlo,nonfi dia
la briglia troppo in libertà , acciò che non fi venga a pafjar il douuto F
fegnoy e benché fi muouanole braccia a cominciar alquanto la volta fùl-
fa , nondimeno ipiè di dietro hanno a slare nel luogo loro , finche egli ri-
uoltofi a V altra mano y hard finita la volta vera,laqualfarà tornando a
la dirita pi]ìa-j . Sdi tal modo fi potranno fare tante rimeffe, quante
porrà , che'l Cauallo poffafofienere fen-ra Hanchezj^a , efen za sdegno ,
lafciandolo più toslo di/ìofo, che fhsìiditoy dandogli fé mpr e tanto dijpa-
Volte tl° ^a vn mmeZS,lQ ad vn' altro , ch'egli venga a riprendere lafua lena
Raddop. perche ordinariamente in ogni anione quello temperamento è neceffa-
piate. rio. Maquando il cauallo da fermo a fermo fi fk tondo tondo voltare r
più dvna volta per mano :fi dicono volte Raddoppiate , lequali volen-
do far à meza aria , bifognerà , che teniate la briglia alquanto più rac-
colta del folito, non già y che ferriate in effa: macheti manteniate in vn
giuflofegno infimo atato,ch 'egliharà finite le voltetchs richiedetey piega,
do folamente il pugno alla banda y in che fi volt a: parimente l'aiutarete
conia voce, ne terribile, ne fommeffa, ma mediocre, fecondo ìlfuo
bifogno, e conia bacchetta fuinchiata al fianco, òpiutoflo a la pancia,
tenendogli ancora dal lato de la volta la polpa de la gamba accostata >
e dal altra lato ; che non fi volta , accontato lo fiorone, finche volteggia
da quella mano : acciò , che' l Cauallo tutto in fé vnito venga con beli or- ff
dine a chiudere la volta giujla tonda , e folleuata,e finite le volte auuer-
tireteyche egli fi troni con tutti i piedi in quel luogo iflefio , donde fi lem
nell 'incominciare . Se vorrete raddoppiare a terra a terra , hifogna pa-
rimente, che fatte due, ò più volte (bencbe a farne più di ducJ
per mano , poco è lodeuole , e menficuro ) il Cauallo fi troui con la fronte
e con la vita per lo diritto in quella mede fima parte doue prima era y
ma firìa tanto, ch'egli non l'haggia compite, i fuoi pie di dietro non
de tir anno dal centro del circolo vfeir mai , ilqual centro farà quel pun-
to') « termine > doue voi vi farete pofto a raddoppiare ; principalmente
mirando,
DEI CJtV jtlLOy LTB. V.. 447
' - mirando > che volte fi facciano conia Ciambetta ? incaualcando femore
Ivn braccio di [opra l altrove cioche belle fiano filmate : Jl quefie due
maniere fi puote aggiungere ancor la terza di raddoppiare a tutta aria? p^re°p^
foleuandofi il Cauallo dinanzi 3 e di dietro ?della quale maniera nonac mu* aria»
cade a. dar regola jpeciale , perciò che tutti e tre effi modi non differito-
nolvndal' altro?ne dinumero?ne diordine;majolo neW apparenza^nel
lamifura? e ne gli aiutici quali deuranno eff ere più? o meno ? fecondo ?
che vi parrà più?. 0 manco douerfi il Cauallo foìleuar > 0 abbacar a le
volte ? la cuimifuratanta fi fa più tarda ? quanto elle fi fan più altere
maffimamente con calci ? otte fi richiede maggior tempo; che nell'altre :
£ o€uuertend'o tuttavia ? che le volte fempre nella faccia de' circolanti
fian cominciatele finite sèi. la man d'eslra?& in luogoychefia vantaggio-
fa al cauallo ;ineomminciandole ancorale finendole con le pofate?lequali
facendo fi nel principio de lavolta fanno il Cauallo nel maneggio piua-
gile?epiu auuifato in quel che hauràda fare ? e nella fine il fanno giudi-
carevbbidiente , leggiero? & allenato ? e fa certamente vn belvedere :
parendo il cauallo slar Tempre in apparecchio di volerfk adoperar in „ ,
* tr -i r> i- n.-r ■ • ■ 1 r r /> j volteae®'
quanto accennale il ^aualierejS^e vi paia marauigliaje Jouente ho aet- n0 hauer
tocche tutte levolte deono hauer principio^ fine nella destra parte? non princìpio
foto per altre accafioni?ma per la propria degnitàdell'islefio luogo : per e fine nel
C che-fi come la più perfetta parte del Cielo èia deftra? laquale da i Filo- 1? Panft
fofi fi attribuire alnafcimento del Solere fi come da la banda deflra fer-
mamentecrediamo?che'l Sommo giudice habbia da collocare ifuoielet pòrtun*
ti) ilche daFergilio ftefio ( benché fenza- il vero lume de la fede) ri- perch e ff
trottiamo efierfi accennato y e da altrinatur ali pur confermato : Onde fi adetta de
èfattOyche la fortuna ancora fi dica deftt -acquando fkuoreuole fi dirno- ra •
fira ; e che ladefiradatutt'i Scrittori. fiprendanonfol per la fede? ma.
^er la virtù etiandio?e per la pofianza^cofi le volte destre degnamente
"vengono ad frauere tal preminenza . ,A lamia quefio aggiungono? che' l
cauallo da.fi fieffo le fu più volentieri? sìpercheegli viene.in luce?, in-
f" cimata al lato de fkro.-e sì perche fegue ihnoto della nona sfera? che voi- Deftra »
geda l'Occidente ? a l'Oriente ? cioè dalla banda manca alla diritta? il che più
qual mota fé ha forzami corpi fuperiori? tanto- più è da crederfì ? che opera che
V habbia ne gli inferiori. Dal che dicono parimente auuenireche 1'huomo
in tutto adopra più ageuolmente la. deftra ?che la finiftrra.jt'ltri allineo cauallc*
tra dicono il Cauallo efier più pronto- per la fua natura a voltarfiaman fé Zìa più
finifira sfondando sii leifiefie ragioni il parer loro ? eh- egli fiondo nel Pr"nt<J.^
"ventre materno co' Hata deflro?viene a tenere il kapo riuolto verfo Ufi- ||^a £jj[
m$W)d:wendofidireichfegti.fe^aalwnmQto èxt*.
fe^ua.
44s a -Elia g l 0 j^i a
fe%ua il moto rutto del cielo > chefempre corre dal diritto al mxnco > // £
qua! moto è pia violento di tutti gii altri) e dall' effe mpioy che s'è oppojìo
dell bnomoy joggiongono all'argomento y che fi cornei 'huomo fa piti for-
%a con Li destra, eh e con lafiniHra ; co fi il Caualio dapoi eh è venuto in
poter di lui y fi vien di continuo ad auuei^ax di volger il mufo el collo
al lato manco:perche ogni volta > che fia portata con la caue^a, o con
le redineyfifentepià offefo dalla bandadeslra; onde sì per q netta acci-
dentale cagione fia qual quando beri il (auallo naturalmente f affé incli-
nato alla man desìrayfhr iacon lafo>-^a del lungo babito , ch'egli inchi-
nale alla cotraria:e sì per quella primiera e agione del nafcimentOyoffer
mano quesli animali batter più facile la volt a ftnijlra(come giada Loré F
%o Hufiofi confermale però efiere di mesiieriycbe co la difcipliaa fi fac-
ciano agili a quella manoyonde fono diuenutiyO nati duri;accioche il Ca-
valiere nbaggiapiù commodo ne i bifogni . Voi ched'tnque sì fatte di-
fante conchiudono in ogni modoycbe le volte a mano deslra deono effere
primevo- vltime}io non mi curo di argomentar ui con pia parole ; Ts(è mi
Bendo a difm-iuer l'ordine y che particolarmente s'haueffe a tenere per
ammaeftrare il Caualio di raddoppiare; perche farebbe un replicare del-
le medefime cofeychò difopra ordinate ; douendo fi nelle volte intere > e
raddoppiate offeruar quei mede fimi aiuti , che a le femicircolari del I{e-
polonefon necefiarvj;pur che efli aiutiyfecondo chele volte s'aumentano,
co fi co mifura s'accrefeanote fecondo che la uarietà de i maneggi richie-
Caualio deycofipiù ò meno fi facciano ardui. Volendo poi mantenere il Caualio
inftrutto ben'islruto alle volte r addoppiate yOgni fiata che fi caualcaydeurete fat-
rad doDi'a tl ^uo Pa{Fetthv°ltarlo pian piano tre òfei volte in queBo modoycbe pri-
te come fi ma fi faccia vna ò due volte a mano dettraypoi vna o due afiniftray viti
dee man maméte altretate a deftra;indi fermatoti vnpocoypotretefeguire il via.
cenere . gfo y0ftYOyet in efie volte harete fempre ad auuertire (come già dal prin-
cipio dimostrai) che volendo il Caualio voltarfi a mano deBraydouràfo-
pra il braccio deflro incauallare ilfiniJìro;e co fi all'incontro \nè mai cef- g
farete difor^arloyche vadagiusloy e che non s' allarghi da quella volta >
che prima ha fatta; ma sépre torni allapijlafua:e che muoua lejpalley e
le bracciaynon mutado della mifuraye dell'ordine fopradettoy i pie di die
tro:&in qualuque mano darete la volta y tenere quella regola, cbefpef-
fo ho ricordai aydi fargli porla teBay oue tiene la gropp ?> chiudendo fen-
%a difeonferto le volte in quel mede fimo puntoydonde l'incominciajleytiò
è in quella ifiejfaparteyverfo la quale era dirupato il voflro vifo,quado
tenédo UC auallo in sa la linea ^Arcuale pojlo in (pltelU(comefi dicejui
mouefte a voltarlo.E bencheys'eglineUbÌHdere vantaggiale per auuen-
tura
7)2 l CjIVjLIIÙ) US. V. ; 449
"j[ tura alcun paffo auanti, non farebbe tanto di vitto , quanto ilfarfi indie±
tro,o da qualche banda;tuttauiavolendolo voi correggere ,cht nel far
de la volta non fi trafporti punto di làdalfegno, deurete maneggiarlo
con mano alquanto più ferma dell' vfato ; non però fen^a il fuo douuto
temperamento-) e chiudendo le volte,ritirarlo pian piano sfacendolo far
indietro tanto,quanto s è fatto innanzi: ^Potrete ancora per correggerlo
diquefio ; por ui con latefia del cauallo ali incontro d'vn' 'albero o d'vn
muro poco difcotto,& verfo quello chiudere fempre le volte ,che co fi egli
non potendo farfi .alianti , farà cosìretto di voltar fi giù fio in vn luogo
iHefio.Cjiouerà fimilmente per tal' effetto , che voi raddoppiate ffeffo in
B qualche piano,ilquale finifca in vn pendino,facendo, che' (Cauallo chiu-
dala volta con le bracciale con latefia verfo l'alto \ e con V anche verfo
il bafìo,e volendolo cafligare,che non fi faccia indietro diquàdelfegno^
yferete l'oppofito,r addoppiandolo col fuo capo,e braccia verfo il bafio, e
coni' anche e groppe verfo l'alto . Oltracciò di nonfarfìa ninna banda-,
-pena correttole dapoi che Tharete invna maiefe a trauerfo maneggia-
to a repoloniye parate; alla fine il facciate quiui mede fimo raddoppiare
invno diretto Circolo battuto dalle fue Stampe, non laf dando gli aiuti
necejfarij delle gambe,della manose della bacchetta,per farlo venire pia
confertatamente,che in tal modo gli farà fatica ad vfcire del terreno per
la pitta già fatto durone mettere i piedilà doue affonda: M a per f areiche
egli ueniffe più facile alle volte,maJfimamente quando f ufi e di fenfo fal-
lacele poco difpoflo a maneggiarfirfotrete andare al capo d'una lugafira
da,& iui con paufa,efen^a furia dargli due volte da man delira : Tot
cominciato pian piano due paffi auanti,al tempo che'l fermerete, voltar-
lo altrettanto da man finìfira,e co fi in ogni due p affi auuicendando le uol
te con quel numero > & ordine , con che harete incominciato paffeggiare
tutta la firada; aiutandolo con la linguale conia bacchettale co lagaba,
e conio, fiorone dalla banda contraria della volta, etaVhora attondadolo
2) con duefproni:accioche alla fin della uoltavengafpefolato, e non addor
mentato,come dirfifuole-.che in queHaguifa caminando il cauallo, fi tró
uerà qua fi fempre auuiato a voltar il braccio contrario J opra Valtro,fi co
me conuierìalla uera volta: oltre eh' egli prenderà manco afdegno que-
fio uariar diluogo,e co più piaceuole^ajì addeflrerà alle uolte, piglian
do per cofa naturale l'h abito continuo. Vltimamete giunto al termine di
eff a firada il volterete a mano dritta,e perla mede fima pifi a amano ma-
ca:Indi voltatolo uri altra fiata a man deHra,vi fermarete.Totrefie àn
cor a in ogni due paffi dar quattro volte,due a man deflra , e due a man
finiHra;ofe uolette)ancorafei;tomandodalafinifira a farle adeflrafa
FF co fi
45o D E l L ^ <j L 0 \1 jl
cofifeguire:an^ife'l Cattallo nonfaceffe bene le volte da vna banda, con £
verrebe in ogni due paffifiejfo voltarlo da quella iHeffa mauoydouefalli-
fee: e affogandola dallato contrario conio jj)roneyfinche e i fi aggiusti: poiy
come conofeerete-ych'eifia correttogli farete care%ge y voltandolo vna o
due fiate per ogni mano:efe la Stradandone questo fareteyfuffe corta-, no
mancherà > che nanpoffiate tornare a dietro > e per la mede/ima battuta.
Raodop- rfeue ^Yime pedate ofieruare ì mede fimi ordini > quato bafieuoli vi parrà,
fcma qua 9^ ordinariamente al (auallos'ihfegna di raddoppiare quando hapa-
do ha pa- ratOyO dopo l' ufc ita dei torni yo dopo il maneggio de' ^poloni ; attedendt
rato. a fargli bene incaualcare le braccia-.tutta volta l'infegnarcelo co'l carni
nar aitanti aellaguifa, che proffimamente s 'è ' dimostrata y e molto vtileF
per Caualliyche fuffer duri a sì fatte volteye forfè radicati gran tempo nel
mal co fiume yiaqualpigritiaye dureigayo che fia per cattino babitoyoper
natura > bifogna certamente > chel (aualiere non faccia invecchiare nel
fuo Cauallo, an^i com'egli Ih abbia ridotto a termine di fapere i ne au al-
iar fi le braccia perfkì-eyche i detti vitijfi conaertano in preste^ay & in
agilitàydeurà nella campagna-, o più tofto in luogo- stretto fargli fare eoa
quanta furia fiapoffibileye fen^a paufaycinque o fette volte per manoybat
tendolo co lo Jprone contrario tanto f^effo. che accato a le tigne gli facci*
fanguey e battendolo ancora ben forte con la bacchetta in su, lafiralla pa-
rimente contraria alla volta: che fé ben'all'ìyorafi mouerà poco folle cito, &
nulla di meno canale andò fi lafeguente mattina,egUperlafrefca memo-
ria delle battiture y e punture non ancora faldateyma tanto più dogliofoy
quato più fredde fi troverà più fenfi tino dell'altre botte aggiunte in quel"
le partiy e co fi riconofeendo la cagione di tal castighi, farà per for^a piìt
facikye pili prcfto alle volte doppie ,efiHogliene date fol due per ogni ma-
Catallo no cù>i £etti aUitì t Bengionerà al Cauallo, che venifie afìai lento al rad-
raddop2 doppiare(pur chefappia giàordinare le braccia nel voltarfi)clje alla fine
piare,che d'unpicciolo repaloue di trottOyilquale fi termina digaloppOynel tépo,che
gioui. egli bara fatta la volta feempia y fi faccia chiudere previamente l'altra
mità della volta della mede/ima mano t&im con carene fi fermi al- -
quanto -.benché fenxa fermar fiypotrebbe effere , ch'egli fi ritrouaffe in at-
titudine di feguire due volte raddoppiate per mano :E finche et raddop-
pia , deurà continuamente efiere aiutato con quanta velocità dilingua fi
poffa fare yper che cofi trouandofi velocemente auuiato col I\cpoloneypren-
derànonpur con presie^a-ye facilitale volte doppie-, mail verofenfo di
tale aiuto. Voi com'egli a quelfiono dilingua intenderà bene levolteyna
bifognerà darcele più con fimili I\epolonhpercbe le farà confertate y e da
fermo a fermo in ognitempo 3 e tnanieraf che fi -vorranno . Ma con al-
tra.
<blL Coi? oiLLO L1B. P. 45?
jt tra arte bifognerà ad efie volte raddoppiate dar pia veloce mifura > e
maggior furia;perlo qual effetto fi fkrà andare ditrotto : ò di galoppo y
quantoèiofòatio di vna breue carriera\fremandolo poi con vna,o due, vj 'e fJj*
ò tre pofiite , Indi con l'aiuto de la linguale de lo/prone finiHro , o amen- tnez'aen*
due attendati ( fe'l canaìlofuffe pefato,e d i poco fenjo ) fi fkrà ordinata- come fe
mente voltare fojpefo : manongià impennato da banda diritta,ponendo- wiparw
gli la testa , doue all' bora ha la groppate farà me^a volta > poi ferma-
tolo vn peirroyft chiuderà colfimile ordine da la mede firn a banda destra
l'altra mità de la volta.-pofandolo giusto in quella pifla, domerà prima;
e fatto il famigliarne da la banda manca, fi tornerà all' vltimo a far il
B mede/imo a banda deflra\fi che venendo ad effere in tutto tre volte inte-
re , la prima; & vltimafiano da man diritta , e quella di me^o da man.
manca. Et inquefio modo follecitandofi fpeffo il Cauallo, imparerà di fa-
re le volte furiofe,o dimeno aererò baffe ofofpefe,& alte,con quel tem-
pore co quella mi[ura,che a la fua attitudine, e difciplina fi richiede ;e co
me egli farà a ciò diuenuto fkcile,gli fi potrebbe doppiare il numero,chin
dendo fen^a paufa , & interamente le volte da ogni mino tante fiate ,
quante la lena : e'I bifogno ricerca. "Potrebbe fi ancora vfare quest'altro
modoyihe ognifiata,chefi daranno le due volte da mail destra,o da man
r finisira , come il Caualiere fi troua alla mità de la feconda volta , aiuti
il Cauallo di linguale di baccbeta; e di [prone contrario,o (s'egli per au-
uentura pareffe addormentarfi nel volteggiare) di fproni parafi chefem
pre venga prefliffimo y e con bell'aere a chiudere l'vltima me^a volta .
lAuuertendo perocché le prime volte, o chefian defire,e che fìanfinistre
non deuranno in quefla forte di maneggio effere furiofe : bastando , che
vadano con mifura incanaliate le braccia contrarie f opra l'altre,e che fi .
dia vnpoco di furia [olamente ne la mità di ogni feconda volta ; che fé
andrà alla fine a chiudere ; il qual tempo accio che meglio s'intenda , è
da faperfi, che generalmente ogni volta circolare è di quattro quarti y volte cìr*
q tal che la raddoppiata farebbe di otto (lafciando flare, che fi come quel- colati di
la fuol' efiere alcuna fiata di tre ; cofì questa può difei quarti talhora quattro
efiere) ma perche nel raddoppiare fi coflumay chela volta fcempia fi J?I5IS
figli con nome di rncza volta-, haremo qui a far conto-, che ogni volta fia dano.
due quarti , fi che le due volte da qualunque manofìfiano ,fon quattro
quarti. I{addoppiadofi dunque,è di mestieri che la furia s'haggia a dare
da quarto,inquarto,cioè da me%ain me%a uoltaydaW vltimo quarto in-
cominciando,con ordine tale, che fin che non ha furia uell'vno, non gli fi
dia nell'altro vfando quefla egualità co fi al destro lato, come alfinistro
perche auueTgato a fi fatta dottrina il cauallo fi , trotterà poi da [e me-
FF z defimo
452 D E L L *A G l 0 \1 Jt
defimo & alle prime volte> & alle feconde furiofoy e giallo da ogni ma- g
no. E que Ho infomma per regola vera fi può conchiudere > che l prin-
cipio di tai volte fempre de efiey -temperato , ilme^ppiu pretto ye Ifine
ancor più veloce > altrimenti f ariano difordinate . Ma nel principio del-
l'ammaejlr amento fi a beneycb'egli per molti giorni fimatenga veloce fo
lamente nell vltimo quarto delprimo circolo > e pofcia (di mano in ma-
nojnell' altro, vltimo del fecondò circoloychefii la volta raddoppiatayfk-
cendoytbefojftefoy e leggiero vada a cadere fempre a quel Jegno } onde
prima fi moffe. Voi com'egli farà del tutto bene intendente,gli fi potran-
no ordinamente dar tre volte per ogni mano con quella velocità > che
conueneuolefiada prima perà fempre pian piano ; perche cofitrouando- F-
fi il Cauallo auuiate con ordine le fue braccia , per pigro chefuffe > e di-
mal fenfoyV erra da fé con mirabile mifura^e deftreiga a- feguire veloce-
mente l' altre due doppie per ogni mano con li fopr adetti ordiniy&aiutu
Hora di queHi due modi deurà accortamente, conofcere il (aualiere a.
quale auallo couengalvnoy& a quali' altro .-evolendoyche nel' raddop-
piare fi ffarìn calci) vferàil primo,aiutando iCauallo in ogni me^a vol-
ta a tirarne vn paioyfi che in ogni copita vnpaio ne tragga auantiy& vn
gaio a dietroyfempre a quel diritto ydoue lena latefka> e pori la groppa \i
quali >r addoppiando fi le v ohe yfaran fempre raddoppiati . jLltri in vna:
volta Circolare fogliono far trarre vnpaio di calci folamente^e nella rad &
dòppiat.aydue. Jlltri dalprincipio della uolta,infino alfine della, raddop-
piata non ne fan trarre fé novn paioneW attondare dell' vltimo Circolo ;
cofia dirittoycome amanco ;però fi de" auuertireyche ihqualuque modo fi
fiay non ènèhelloyuè.gioueuoleyche'l Cauallo maneggiando a terra habbia,
a trar calci:perche più tojìo darebbe inditio di effere bimano y&arden—
teyche valorofot ma conuengono i calci a quei che maneggiano a me^a-
ballottar ria,o à tutt'aria^ aggrupatifil chepaUotandofi fuol dire)& vi fi deo-
che c©ia. no incitare queifolamenteyche ci fono attiy & inclinati ;vf andò la debita
mifwayfen%a sformare alcuno a trarne più di quelliyche lafiia agilità > e r*
poffan<za può fopportare : Ma in ogni auuenimento deurà ingegnarfi il
(faualiere(v olendo in quefiaguifà maneggiar il fuo Cauallo)di fargli trar
calci nell'dttondar delle volteypiutoflo y che nel cominciare y per che tal
modo è più ordinatoria vagone piuficuroy e permeglio inanimarcelo , fi
potrebbe in.ogni me%avoltafermare-vnpe'X^Oy& inquel tépo carexgar
loy affiorandolo con la manoy e pofcia feguir il predetto ordine ajlrin-
Radd'op- gendolo di mano inmano;finchefaràperuenuto allafua perfetione . E
uer iìmen perche in diiterfi modi fi fuol cominciare a raddoppiare y non mancherà
te * di dire che quella foggia di far duey q tre fiate accorgere il Caualfa
(prima.
DEL CjIV*ALLO> LJB. V. 45 j
\/l ( prima che raddoppie) di quello ch'egli h abbia a fare-i folleuandolo dT-
nan%iypallottando}& al fecondo 0 ter%o tempopigliandoloye tantofio al
iutadolo alle volterà bifogno di maggior arte y& attentione\che quell'or
tra foggia y che commnuemente in taualliT erragnuoli fi fuole vfare ;
quando fen^a folleuarli col pallottareyJìfan di f abito r addoppiar ey& al
primo tempoyche fileuano ^fen^a affrettare il fecondo ò ter%oy lor fi por-
gono gli aiuti da far le volte. De' quali aiutiyoltre alla mifura della per-
fouaycon la quale il Caualiero (fi come altroue s'è ricordato) deurà fem-
pre accompagnare alle volte il fuoC 'aiutilo : certamente quel della lin-
gua fri a tantoché fi raddoppia^ non deurà mancar mailer efier molto
B appropriato a farlo Jpefolare furio foye giufioymouendo le Jp aliene la grop
pa ordinatamente infieme:& a fargli chiudere egualmente le volte per
la mede/ima pijlay& in quel dritto dou era prima, auuertédoyche tal'a-
iuto di vocerò dilabbray ò dilinguayfi deurà piti temperatamente y e con
più granita fare nelle Cittayche nelle campagne; perche molte cofe sìan
bene in vnluogoyche non conuengono in vn' altro . Et oltre i detti aiuti
(fé' l bifogno richiede/fé ( non fi rimarrà il (aualieredi aiutarlo ancora
con la baccheta > battendolo innan%iy 0 dietro , doue fi foffe da eleuarey e
poi per farlo più prefio > gliela mofirera fempre dalla banda contraria
della volta . Islè folamente con le polpe delle gambeyò con le Ha fé fi ag- „.
giungerà opportuno foccorfo; ma con lojpro -iey vfando le botteycorriJpon- ajcu n{
denti alla man dalla brigliaypiuo meno pungenti) fecondo che la condi- più fnten
tione dell'animale richiederà ; perciò che alcuni caualli intendendo più f0lw. *a
t'aiuto della bacchetta nella/palla-, che dello [prone alla pac'uv.e quesli ^ch/l"
fono per lo più vn poco deboliy che fi preuagliono pia della leggiere^ga , fprone ,
che della for7~a:J£ Uri all'incontro rifondono meglio a lo fproneyche a la & al con-
bacchettai quejli fono di più pofan^aye piulodeuoliy folendofi dire > che trano.
l'huomo ilquale nofopporta vn'iracodo;e'l cauallo che nonfoffreglijpro
niynon diuenta mai buono; ejfendo di natura pertinaci) incorriggibiliy&
q oslinati.Terò di tutti gli aiuti quello più fi frequenterà}che miglior pro-
fitto fi vedrà fareye quel che viene più commodo al Caualiere: da cui cer
tamente gli aiuti della manovella gambaye del calcagno fono quelli più
proprie più naturaliyc he pò fon darfiy maffimamente nelferuor dell' 'ar-
meyoue s'ha da fare altro y che atteder ad aiutar' il cauallo con le labbra /-.auaj]0
0 co la linguayo co la bacchettaye perciò io configlieli a ciafchunoyche fi come fi
sfor%affe di ammaestrale di auue^are il fuo cauallo di manierayche dee au--
in ogni tépoy& in qualfi voglia occafioneyfen^atate circofa%eygliven uezzareo
ga a rifondere giusìo , e confertato > il che principalmente fi conseguirà occoren,
(ol timor della briglia^ col temperato foccorfo degli fproniy iqualipro- ze.
FF j pria-
454 D E L L ^£ G L 0 \I ^f
f riamente potran femore ogni fi ata y che fi veggiailQiuallo non ine a- g
uallare le braccia y ò nonfaperfi aliare y e [offendere co'lfuo ordine y o-
non andare ynè fermar fi giifloynè gir con furia y o non volgerfi volentie-
ri^ non farfi da quella banda y che voi volete: In ogni vna de' quali fil-
li > fermato che voi Ih abbiate dopò le volte ygli darete con l'vno fprone
contrario vna o due bottey e tantosto datogliene altrettante con l'altro >
ritornerete ferina intervallo a pungerlo parimente dalla banda contra-
ria d'e(ìa volta malfattale fen-ra vfeire di quella pisi ayil volterete qui-
tti mede fimoydoue fallendo fi volta primaiperche alfvltimo con sì fatto
cafligo verrà corretto:& albora vedendoych egli facciale volte co quel
la perfettione>cbe richiedevi fermerete vn pe^o ac e ar evirandolo. ls[è P
mi pare già da tace; fi : che fé in quel luogo y doue infegnerete il Cauallo
di raddoppiare y fi troueràper auuentura interpola alcuna pietra (non
dico già di talgrandejjay che fuffe di impedimento al Caualloye di peri-
colo al (faualiere)non uogliate leuarlaycome da poco pratticifi cofìumay
perche farebbe cagione di farlo andare più giusto y più auuifato ypiù cor-
retto^ con maggior fuggettione .Vero volendolo maneggiare a repoloniy
farete bene a proturareyche ne' capi loroya i lati delle bandey doue fi ha-
ueffero a far le volte yf ufi er poste a bello studio vna o due pietre ypoco più.
q meno d' vn palmo y per cloche il (/inailo per tema dì quelle y verrebbe
con la volta più chiufaye forfè conia Ciambetta ferirà altro aiuto. E vo-
tendo mostrar' il 'profitto d vn ben difciplinatoDefìriero ad alcuni Sìgno
tiyauuertireteyche efìiper riguardare) fi mettano femper a bada defìray
per che co fi in ogni voltaiche voi farete a i repoloniy vi volterete a loro
difkcciaye non difpalle: Saria bene più apropofìtoyche effi vi steffero al-
E incontro ^perche vederiano meglio il principio yil meroye'lfi^ey eJ- ogni
particolarità del maneggio rma ciò bifogner ebbe y che fuffe in finestre yo
loggieyperchefìando giù nella flradayquel luogo non farebbe ficuroyper lì
molti difaflriyche fogliono auuenireyrompédofì qualche redinay o barboc
cialeyò porta morfoyma(Jimaméte quando il Cauallo fuffe di mala bocca . j£
_ . Vero èyche quando fi volefìe comperare y òfcegliere alcun (faualloyio con
vox d' v n figlicreiycti el compratore^ elettore steffe a piede al medefimo pianoy do
cauallo uè fifaceffe il Cauallo effercitareyaccioche puntalmente fi potefì ero feor-
flia à p^-gere tutti i fuoimotiui di fiato , di lena y di confertay di attitudine > e
lo eflerci. &°?ni a^tr0 effetto importante alla bontày& allafanità d'efio animale :
tare- *sille quai cofeystandofi in luogo rìmotofo altoy non fi potrebbe hauerte sì
buon riguardo . Tofcia lordine r che da voifr deurà tenere-, potrà effere
in questo modo yche partitoni di trotto con la punta delta bacchetta alta
verfo laftalla destra^ come farete al capo della c.arrieray calandola.
bacchetta^ .
«DEL C^tV jtLLOy LIB. V. 455
£ bacchetta yprendiate da man destra vna me^voltagiuflay e vi fer-
miate vn poco Jndi e aminando pianpianoy quanto tiene vn corpo di Ca-
uallo,&poitantoftoconvn bel mouere furio fo Jpi igendoui al corjo , an-
diate dananti aglifbettatori a parare : 0 pur il facciate di là di loro al-
quanti palmi; & fomiti i voflri falchi) fóltamente allaprCmay 0 fecon-
dalo terjapofata (fecondo la forte del maneggio y'che vorrete vfare , 0
cbel Caualìo potrà foffrire) gli prendiate la volta da man destra ,e tor-
nando per la battuta dellat carriera y come farete al termine difegnato
del repolone> ilquale deurete accortare ad vn giufto Jpatio : diate co'l •
medeftmo tempo la volta da manfini$lra:& venendouene via per l'i/ìef
B fapista ; prefa ebebarete l 'altra volta di mano diritta , come da prima
vene torniate aparare doue faceste la manca , E' però da auuertir finche
quando il capo della carriera , che d ettolb abbiamo^' f ufi e per auuentu-
ra in luogo pendente a man finijlrayfarefìe forcato di volt arni su effa ma
no manca-yvariandola parimente nell'altre volte. Votre/le ancora nel da
re della e arriera venir 'à parare alquanto più di qua de i riguardanti : e
come il Cauallo ben fermo hauejje ordinatamente fatte le pomate > fin-
gerlo innanzi a jpatio di repolone-,e prefa la volta desìray come f offe tor-
nato ai fegnoydoue parasleypigliare la volta finistroye con vn altro 1\e-
poloneyrimetterlo più auantiffacendo in tal modo tra l'andare yt& veni-
^ reyquattroyo fei\epoloniyO pihyo menoyfecondoy che vi parràconuenire a
lagagliarday& al fiato del cauallo: & ala fine fermarui nel cojpetto de
ì Signori: venendo afarelaprima y & vltima volta ( comefempre già fi
conuiene)da man diritta : T>oi cofi nelVun modoycome nell'altro batten-
do paratOye formato il caualloygli darete le uolte r addoppiate ytrattenen
dolo co'i coruetiyO con la Capriola (fé ci è inclinato) innanjiy che fi rad-
doppie y 0 pur'appreffo : Benché propriamente la Capriola verrebbe mi- c . .
gliore y fé gliela faceste fare infieme con due volte doppie per ogni ma- come deb
noy prima y che fi correffe ; e dopo la carriera maneggiatolo a ^epoloniy ba farfi .
rj gli deHe vn' altra fiata le volte doppie al fine d'ejjì nell'ijiejfo 'modo .
Quejla vfanxa di dare E^epoloni dopo la carrier ayè propriamente quella-, ReP°I°«i
che s'appartiene a la guerra ; perche il primo atto è di andare di corfo a car^iera ,
l'incontro de i nemici con la lancia:epoi canata fuori lampada , entrare,
& vfeire di B^epoloni da me^o loro . Ma hifogna ? cbe'l Cauallo per ba-
viere tal' attitudine fia nonfolo robusto y & vigorofo per eccellemmo, , &
ottimamente ammaeftratOy& effercitatorma etiandio di animo fweeroy
e non ramingo; altrimenti non potrebbe refistere a l'ajfanno} ne faprebbe
addestrar fi a tanti moti cofi diuerfi . T?otraffì ben con ciafeun' altro , che
fta di mediocre forteTga? ojferuare quest'altra forma , laqual raffem-
fF 4 Ira,
456 <D n L L j£ G L O \I Jt
bra vna battaglia piccioli fingalarey che fen^a carriera maneggiandolo ^
con ri mettere fempre innanji,faci tate tra l'andare , e twnare indietro ,
non pur fei ma ottono dietimo dodici ?\epdoniypiu o mena furio fi y feconda
Vhabilità,che in lui forgerete i dolendo però di minor numero,? pia cer-
ti efere ifuriofi,acciocbe in ejfi crefcapiù tosìo lafuriay chenonmachi ;
iquali i\epaloni voi finendo- a man dejlra,fi come incominciarle , parere-
te nel lacgoyonde partuìe sfacendo pofare il cauallo alquanto : poi fatta-
gli fare la Capriolale datagli vna; o due volte raddoppiate dama dejlra
. & vna o due da lafiaiflra, & altrettante pur da la delira , vi fermare-
Carrìera te ; E perche il cauallo più > che in altro tempo vien facile al raddoppiar
maneg- cofi alla fin de i Rjpoloaiy come anco alla fine de la camera , o fiaperp
q10 , a C' l'h abito co fi continuato, y o clje naturalmente con più agende \x&fi viene
\\x me- a(l un mota da vrìaltroycbe da vna quiete ad vn motOypotrefle già fen-za
glio a dar quelli vfar ben queHayfe partito con effàye parato in quei termine,ilqual
■ prima, fzrdpoco innanzi > che fi peruenga i riguardanti, daretedopò lepofatele
volte doppie in quel madoye numero che giudiciafamente vi piacerà . 2\(e
contemandoui'di eia folo yfe dopo corfo , e raddoppiato , gli farete vna
pezja riprendere fiato, fermandolo dopo harete paratoie paleggiandola
poi per la camera ; come conofeerete , che fi a ridotto a la fua- primiera
quiete, e lenaypotrete all' bora maneggiarlo fìcur amente a' I\epolom\e con
le volte pofposie:& a qualunque altro modo vifaràgj-atoMaperfaper- G
ui rifoluere y quando fia meglio a dar prima la carriera > a quando a dar
prima ilmaneggioy e quanta paufa bifogni tramenare ogni fiata , che a
a quella fi tomi ; farà di mefìieri batter notitia de la forza , de la lena,
de V animo, e de la compie fficne propria del cauallo con buon dif cor fa
di riconofi tre quando fiaprojfimo a laslanchs?7ay o quando al tedia.
da' quali non è da fa; fi mai vincere, ne aggraziare :{ e bramate, ch'e-
gli fé mpr e venga a rijponderuiin vn buon tuono . Qui non tralaf clero di
far ancor mèntione d'un' altro maneggio , contrario , e differente da tut-
ti gli altri vfato d*. molti popoli Oltramontani, c-r Oltr amar ini, che uol-
Volte gannente, Volta d'anche è chiamato , rafiembra vìi combattimento di ™
^*A"c^e fieccatoyi/i quella gufa , che fpinto il cauallo contra il nemico yepaffa~
qua. ìa. t0 guanto oltre y\ubitamente fi ritiene ,equafi nel medefimaislantefi
riuolge ; facendogli fare mera volta con l anche fole y fen-ra che. muoua
puntaiptè diìunjidalluoga y oue fi trouano nel tenere;baUandoycbe So-
lamente fi torcano di maniera y che vengono a circondare la ulta di lui
con le lor punte ; perche in quello moda non mouendo il Cauallo altro y
che le parti di dietro nel fuo voltare: viene il Caualier e del continuo a
fiarcolfuo mmico a fronte ìfenra volgergli mai lafcbiena . Macoluiy
che
7>£Z C^V^illO lì 3. V. YJ
>\ che perauentura fi voglia di tal ordine [fruire > deio -à cautamente a-
uernre f fiatay che [i n abbia il >:■:*/. .: .:.:. ..:. cef:rc > ny. ri-
uolgail audio a f altra rtiano-.tercce '■■::: rerreche al Ivo e o r. :<::•:. o ,
E Indettomela- tconvn ;i:err.pode:>.rafkre comp::a-zer-
fettamenfCjficbeilCauaUo enra batter cxngu.tJ.pohi :. : z:z .:;.:~y:r:> ì
ritroiii in vrfiftante rumba alfentier dorato: altrimenti nonpot*. , -: dì
fenderti) ne offendere l' au:>.er_ '-'r.-j pam lofi i wtrfi [: rtt , majfimkmemìc
fe'lnen <afìemolto dao^ . ottono*
fi difpicca a la rimeffa perlofuo diritro^ion viene mai ad kaMer' latita la
■g forra na; e confeguente/nemtemMt.pm) nedar^ . ere feontra alcuno
femxa fin d. t ::>.:>::.: gg. :■: . Soer addefiarlo a voltarfi coficon Panche,
fen^arnou: mento deleghi hn :: e :awa è di meH'ieri,che 'iCaualiere te-
WMtòfU ara per d triti ■; ,r;r "j; :: la mano in parte alcuna; ma che nella
vo. . '.:. :to con la briglia, battendolo conio (prone non dal
Uro contr.v . : ne gli altri maneggi s e coTzum.it oj ma u: auel
fianco . : [i volta ; stringendoli ancora la pancia con C 'al-
t&tgamba, fi come fiume l ;;; 4ì la più pane de iT edefckiy &■ aie
altri } ■ junk non vf.-.ni: fi me nostro di fermarfi fola con le gi-
nocchia; stanno forti a capati : : .aiuto de la briglia, e delecalcag- l •
C nelqual modo fi viene a toccar il camallo in quel proprio luogo , dotte
bora richiede^ chefia rocco di fprone per questo effetto : per lo qua! cen-
ti:-; -.ompag^relahottadieffafpronecmlabaccbetta,per-
e ttendah dai medefimo lato fatto mano le groppe. Iotuttaaiadi e .-.-
/?:.:.. - neggio ( o buono,o bello , ch'egli fi a) non molto mi feruirei ,
r : .le non fegitendo il moto naturale , che è di mouer prima le parti
ij ; :: aa li :.f fi può giudicare difordinatoy& imper-
fetto . Diro ma bene 5 che quando auvengadi trottami nello steccato, .
.:o meno batterete il Caualio con lo (prone, tanto meglio fhrese^per-
che Ihuomo con quel battere ft r
& m affun ameni e nella voi:.: y & il Caualio col troppo fjrronar , potrebbe
per ammemtmafitt .'■... che difordme; oltre, ebemancheria di lena, e
d: vigore. tfefaùGt dtlt prone fi a neceffario, fé voi primaycbe viri-
cucine affa::; : e[che,barete ridotto conlungo studio il Canali.
tal cronte^ayche com'egli fi vedefie tenuto per lo diritto , con ognimi-
mrno cenno de la marno, e de la polpa de la gamba, intende/fé quello,
fare.; E'qmmtbvput diueri '. e agi:
tal confli:::: . o moda portar la ma
no -, tanto più fi deura ciafcuno m ;. ; é lunergrare in talguifa il
f:iQcauaUoy(.b egliin qualunque ,.,.. ..; -; ... ::) .... ;..;: > e g.;-.: .'-::: >
tm
458 *D E L L >A G L 0 \I Jt
non manchi di operar bene", con ordine ," agilità ,' e fermerà . E però £
non è da comportar già mai, che'l Cauallo fi ammaeslrafre in qualche
maniera , ch'egli non f ape/se far bene fé non di fotto al fuo maefrro: co-
me quelTrete di villa , che in altro Breuiale , che nel fuo non fapea leg-
gere ; lAn^i bifogna con tanta accortala, e diligenza fargli intendere
afegni , e frequentare i veri ordini \ ch'egli da fé mede fimo effeguendoliy
quando ben fufe caualcato da perfona roya diqueflo meHiere , la facef-
fe parere efyerta , e honorata . Maperche all'incontro fuol'auuenire,che
per vn cauallo male ammaejlrato da altre mani, vn faggio Caualca-
tore parrà ignorante-, e rellerà con ifcornoy mentre,ch egli fecondo le giù
He regole andando [orto, e diritto in sa la fella, e dando a tempo,e con F
mifura i leggieri, epiaceuoli aiuti de la mano , e del calcagno; non vfe-
r ,- rà appoggi di fr alle ,o ritorcimenti di collo,ne for^e di braccia y& mar-
te, nófac- eamenti di gambe, ne altri t ali fconfert amenti , col meyo de" quali fa-
cia proua rauBOemald bestia a mane'ggiarfi ; io efforto ogni Qmaliere defidero-
di & ifl fo di far fi honore, che con cauallo ftraniero non efca mai afarpruoua di
ftnzà ha--^ nell altrui coietto, fé primanon bara diligentemente in di/parte rico-
uer prò- nofciuta ogni conditione, e difciplina di lui, e fé in ejfo per auuentura non
uato vn ^trouerà tutta quella attitudine, che bifogna ; imitili buon Mufico, il
cauallo a qualdilettandofi di farfivdir diraro , ma fempre con eccellenza i pie
toslofifarà tenere bi^arro, e capricciofo,che non s'induca a fonare Jiru-
mento falfo , ò ditionato . E poi che il cauallo (come in diuerfiluoghi fi
è dimofrrato) fu da lanatura jpecialmente prodotto ad vfo delle batta-
glie, è di meslieri, eh egli non fol fi fàccia bello maneggiatore, mafr-
curo guerreggiatore con quelle conditioniy che nel Tei-^o libro habbiam
de fritte : fra le quali certamente fi può molto bene confiderare, che
Ca.uz\PQnonPer altro s 'è detto il cauallo Tegafo hauer bauute di ferro le corna }
gafo,per- e l'vnghie ; fé non per inferire, che volendo/i vn Cauallo flimar perfetto,
che J? £or e degno d'ejfere con le lodi inalbato al Cielo , bifogna , che fìafrcuriffr-
ro e l'vn- mo ^e ^a fronte > e robuslijffimo de le gambe, e che in vece déllalc,e del n
ghie. fato di fuoco c'hebbe colui , fra di fomma velocità , e di fomma lena ;
altrimenti, che ci varebbe nei perigli de la militia, che'l Cauallo fapef-
fe far infiniti atteggiamenti , s'egli non hauefre le dette qualità nece fra-
rie, accompagnate con quelle de l'animo import antìffime f* dal Toeta ri"
dirette in quefri ver fi >
Ch'egli al fiero fonar di trombe , e d'arme.
Si defii , e inalai, e non ritroui pofa ;
Ma con mille fegnai s'acconci a guerra .
2\ty7 ritenga nelcorfo o fofro > o varco ;
2%m
D E L CjI VJi IL 0, 11 B. r« 459
\X Klongli dia tema (ou'il bisogno fi reni)
zJfyQnnaciofo torrente-, ò fiume, ò fragno ;
Ts(gn con la rabbia fua Is^ettuno iflejìo ;
TS(on romor lofiauenti oprejfo , ò lungey
D'improuifo cader di tronco, ò pietra ;
TS^on quello borrendo fiion , che s ajfomiglia
xAl fiero fulminar di Gioue irato .
attenda dunque il Qzualiere con ogni cura , e con ogni fludio a far con caUalIo t>
l'arte, la quale correggeva mala inclinatione naturale , & accrefcela guerra co
buona; che* Ifuo Cauallo diuenga ben corr aggio fo , in tutto intrepido, fu- me <jee z-
E cendoglijpejjo vederle fentir lofilendore , elofirepito delle arme, efief- ^ae rar"
fopur caualcandolo egli armato,pr ima con lacoraz?a->bracciale,efi)al-
lazzifolo poi con gli Jlrnefi, e Schenieri ancorale poi con l'Elmo. •fenica,
batterlo , ne Sgridarlo in quei principe in modo alcuno ; anzifenza dar-
gli mole Hia gli farà carene infino a tanto,che gliene paia del tutto af-
fiatato : poi potrà cominciare ad efier citarlo , mojlrandogli la lancia >
e*r lajpada appreffo al vifo: benché prima di quefro farà meglio ad af-
ficurarlo con la bacchettarla quale canale andò di paff 0,0 di trotto, gli
porgerà infra le orecchie , & borali vna, hot 'all' "altra banda del capoy
vicino agli occhi ifouente con efia accarezzandolo nel collo , accioche
non fi fi auenti di quel vedere . E com'egli bauràprefa tal ficurzj^y fa-
rà che vnThuomafiandogli all' incontro, fàccia fegno di volerlo battere
nella tefia , & all'hora egli dando anima al Cauallo , che vada innanzi
lo rimetterà contra colui,il quale in quel tipa fi farà indietro. Similmen-
tepoi lo potrà rimettere contra altroché lo minaccino,o confiade aWin-
con tro,oc on alte voci ;pur che in ogni modo nel voHro rimettere effi
moflrino di fuggire de quai rime fé potranno far fi da trefiate,laprima di
paJJo,l altra ditrotto,e la terza dÌgaloppo,incitandolo co la voce, e con .
glifproniyin modoperò difoccorfo,non dicaHigo ; e continouato quello Rime"e*
7j ordine alquanti giorni, come il vedrà animofo in cotali fcontriygli da~
rà animo contra i colpi de gli Archibugi, facendone fi arare alcuni fen-
ZUpaUa,prÌma alquanto difcoHo , poipiudaprefìo ; e fra tanto lo ter-
ra) al coftato dvrì altro, 0 pur nel mezo di due (aualli,piu attempati^1
giàficurial romore dell' artiglierie , & alla fine egli medefimo Jtanda
dCauallo ,f caricherà qualche feoppio , non mancando poi di fargli ca~
tez^e e con la mano , e con la parola , & in quanti altri modi potrà; e'I
medefimo ordine feruirà per anuen^zarlo a fentire fenzajpauento ifuo-
ni delle Trombe, e deiTamburi, oaltri fremiti \ nel qual tempo il Caua-
• Mere non deurà far fegno alcuno di paura , òdimouimento^ né gli fera
vedere.
^6o DKLL^(jlO\J^t
Vedere co falche V atteriffeima s'ingegnerà (quantopoffibilefia)a dargli £
quiete, e ficurez?a . Oltraquefle cofe è da faperfi , che efiendo il genere
Cauallino inchinato naturalmente a trattener fi in co'mpagnia,come na-
to,& allenato intra gli armenti > fi come è difficile ad ammaestrar fi vn
cauallo d'efferepreslo,& vbbidiente ad vfcire,qualhora con molti altri
fi troua a maneggiare '; cofi non di leggieri s induce a gir lor contra.onde
bifogna co la continoua difciplina aJficiirarcelo,andando (co'i mede/imi
ordiaiyche de glihvomini fi fon detti) dafaccia a faccia ad incontrargli^
ma anuertirete di nonfargi dare , ne riceuere vrto alcuno , acciòcheper
tal botta egli non venife a dif animar fi ; anzi farete , che voi fingendo
il Cauallo vÒslro , l'altro Caualiere tirando la briglia al fio fi faccia in F
dietro, *Altre fiate poi nella Campagna mettendovi l'vno incotra l 'altro
quanto fia lungo vn T\epolone , & in vn tempo partendovi amendue hor
di trottoyhor di galoppo , egli verrà al luogo voHro, & voialfvo,e cia-
feuno prendendo la volta deflra,ritornerete,a poffare, & aprender l'al-
tra da manfmisìraiguardando che alpaffar,e ripagare; non vi vrtiate,
perche bafieràdi andare l'vno da l'altro difcoslo vn palmo : finche poi
vi parrà di poter venire più ale ftrette esercitandovi a quel > che Seno-
fonte loda ne i conflitti) che l'vn Cavaliere fi sforai di trar l'altro di fel-
la . TSlelq vai' atto certamente la migliore ne bara colui; che bene vnito
nella feila pluf apra fpingere]ilfuo cavallo addoffo a l' auuerf ano, pèrche &
in tal modo mentre, che'l nemico fa forza, di fmuouer voi,trovandoui voi
ben fitto al lato > farà più facile ad effer egligittato a terra . Ma a que-
ftaperfettione mal può venir fi, non effendo prima fatti i Cavalli animo-
(ì,edi buonafaccia\per lo qual effetto, oltra gli altri artifici,farà giove-
noie, che mentre vn Caualiere trottalo galoppa dentro iTorniyfe voi non
volete feco effer citanti nelle maniere fopr a narrate , almeno sitate su'l
vofiro cauallo davna banda di efii tomi fermo,a riguardare-, cofi tenen-
do lo ancora fermo in qualche lato della carrier a,o pur nel termine; e s'è
gli nel veder altripafìare , o parare incominci affé per timor naturale, o t*
per vrto altrove hauvto,avoltar la groppa, sformatevi a non conferir-
gli: anzi per ogni miglior via ,che fiapojjìbile-, con aiuti piacevoli > e
con carezze procurate di farlo fìar faldose per più fi curez^a potrete
fargli flare vn' altro cauallo animofo a canto: perche adeffempio di quel
lo slaràficvro fi come ficvro andrà con qualche tal compagnia 5 quan-
do paleggiando per la Città vorrete , che le diverfe novità de le cofe, le
quali fi trovano per le vie no 7 faccino pauentofo. T^el che deurete fegui-
rcil co figlio del mede fimo Senofonte dal I{rtfÌo confermato, non dandogli
battiture in conto alcuno , come altri fanno perche il (fauallo Himan-
do
i DEL" C a TU L LO', L T B. r.. 461
-, do quelle procedere da l iSìeffacofa, onde ha il terrore ; ne rìmarebbe
più timido e pia vile ; pero, in tali accidenti vifermarete, e maneggian-
do quel che gli pare bombile , ò piaceuolmente facendotelo appreffare-,
gli fu rete conofcere,che non vi fi a cagione di hauer paura , e s'egli a la
fine ajjicurato pafiera via ynon mancherete di care%^arlo sii I-collo , ma
fé fuffe pertinace dinonpaffare ', voi tacendole non dandogli altra noia >
lo farete di dietro. follecitare da vn'huomo a piedi con islrepito di lab-
bra ■> e con minaccieuoli parole , e talhora conbaslonate àia groppa ,&
all'anche , finche egli vada r benché fé' l Qattallo perfettamente già fìa
ammaeflrato di maneggiar fi ad ogni mano , potrete voifieffo , quando il
% vedrete caminarcofi tra due , afficurarlo,e dargli aiuto al paffar oltre r
sìconla voce, sì con le polpe de le gambe , ò con libroni , e gimtamente
alcuna fiata con la bacchetta .J quali aiuti conwengono a dar fi in quel-
HHante,che vi accorgete , lui metter fi in fojpetto , fenica dargli tempo >
che nella fantafia gli fi fermi ilpenfiero di quella tema , che fi figura *
Ma perche il timore de i Cauallif itole procedere , oda animo vile , eper
fé Ueffo poltrone , 0 da naturale dijfetto di occhio , 0 da vedere, ofen- Timor di
tir cofe non altre volte vedute , ne fentite, farà bene > che fi difeerna eia- caullt on
fama de le tre cagioni in quefio modoy chequando è per la prima , il Ca- <je Proce-
uallo fi vede per ijpauentorefiar attonito , e fiordito, e tremargli il cuo-
C re ynon bafiandofovza alcuna di minacele a farlo gir oltre; e quando fi-
nalmente forato d'ale battitureye da altre ajprezge , faràpafiato , gli
parrà di hauer a torno cento giriti infernali . S'egli è per la feconda , fi
adombrerà repentinamente j ma poi con ogni minimo ceno del Caualie-
refi raffigurerà dipaffare . Già non è dubbio veruno y che quefii animali Cauallt
generalmente han la vi&apiu vantaggiofa de gli altri, battendo la pru- hanno la
dentifflmalslatur a,per fargli domabili-, ordinato y chele cofe materia- yl: * J^
li pareffer loro afi ai più grandi, che in effetto non fono: perche fé le ve- fa de gli
defiero de la propria forma, effi come fuperbiffimi poca filma farrebbo- altri ani—
no e degli huomim,e de gli frumenti, che in v fio loro s'adoprano : e co fi ma^ •
** JLrifiotele fcriue -y che a tutti quelli, che tengono gli occhi humidi, le co-
fe appaiono più grofiette per la debolezza de la vifia,, nella quale toflo
fi rompe il lume:e quefii tali ordinariamente veggiono afiai meglio di no
te che di dì , donde qualhora il Cauallo per cagion de la visla è timido y
el{es~ìio;fi potrà dire quel chediffè M.Vandolfo Martelli, cheglifimet
tano gli occhialiit 'fi potrà crederey che quanto piti s'apprefferà a tetàma
tura,peggiorenediuerrà,percioche efiendo egli aggrauato per infermità,
naturale del capo,e confeguentemente degli occhi,l'ofcurità de la flalla
. contraria a la. Campagna fempre il. verrà ad offendere, maggiormen-
te ; e.
^6i b t l l *A G L Q \l A
te : e peróne l* ma forte y ne l'altra di tali caualli farà da tener fi; come g
quelita cui mancano le importaticene qualitày o del'animjyo de la. vi/la
iqualiydifetti intrinfecbiye nattj non fi pofforio mai del tutto diradicare:
Mala ter?a conditione ,quando la paura nafce da co fé nuoueyageuolmen
te con la dottrina , e con l'v fo fi potrà togliole : offeruanio quel che altra
"poltabò ricordato > cheglifiinfhp^tuttc vedere; e ricomfcere fpeffe
volte y e che piace uolmente fiasfàualcato di dìye di notte per li Mercati, ;
come fi af e fer ^ P*a"KK? > ^oue fono le turbe delle genti;o le guardie de' foldati \ e
iicuri dal per le strade di Orefici > di Armieri , e di altri fabbri , che fanno strepi-*
lo ftrepi- ti, e per quelle parti altresì y oite fi veggiono Velli , ecorpimotri.Eliano
to delle fcriue) cheper fkrvnC audio animo forche non pauenti le fi> ade iqiian- F
" ' do rifuonauo su gli feudi; dee effere afine fatto ad ognifuono y & ad ogni
fremitole jpefio di fotto al fieno gli fideono mettere fimolacri di Cadane-
ri armati y accioche fooportino nella guerra la vista de glivccifi > e non
per la paura fi ano di futili al maggior vopo.ilche ben dimostrò d' inten-
dere il grande Homero ^quando eglifcriffe "Diomede ama-^are i folda-
ti diTracia , & Vlife firafeinar i corpi morti per quellaflrada y donde i
caualli douean menarfiyaffineyche per alcuno fpauento isbigottitiynonfiff
fer loro dirottamente fuggiti di mano . Tenendo fi dunque fi fatti modiy
potrete effere voi ben certi y che'lvoflro (auallo in breuijjìmo tempo fi
trotterà fic uro e corraggiofogagliardamenteyfen-^abi fogno dì v fare quel
Ventarelloy o Molinello (come lo nominano i fanciulli) fatto di carta,
che contra il vento correndo portar il fogliono : ilquale alcuni mettono
nella fronte del cauallo,b pur in vna de le orecchie fermato fotto il cuoio
de la Teflierayfi che rotandogli fempre dauantiagli occhiygiudicanoyche
Vbabbia a diflorre da l'imaginatione di quelle ombreyche lo Jpauentano .
Ma perche togliendo da poi quefio artifichy faria da dubitar fi y ch'egli
non ritorna/fé a 'maggior timore: io per me più lodeuoli filmo gli altri
modi iquali faranno da ojleruarfi con molta cura nelle Halle, nelle Cam-
pagne,e per le Cittd,come apieno fi è dimofirato\acciò che'lCauallo con- g
fegua la gloria della fua perfettione , la quale fommariamente pofjiamo
conchiudere , che in tre parti confifie , diefler bello , agile , e corraggio-
Bellezza/ò .La beitela (come giànefourani libri fi e potuto vedere) fi richiede
fi richie- fa tre Cofe, nella taglia della per fonaynella por portione delle membra > e
cofe> nel color del mantello ; V agilità ne comprende tre altre y che fon la lena.
Abilità la legoiereT^a y V attitudine,^ in altrettante fi può conofeere il corag-
compren giQ , <•/?*'/ cauallo non fi adombri nella vista delle cofe repentine ; non fi
de tre co- ^auentl $ dirgli strepiti, ne f chini timidamente gli feontriy e le per-
come : le qua tre parti > benché tutte baggiano bifogno del dono Jpeciale
delU
B
"ji della TJatura: tuttauia nonfipuònegare,che lafeconda,e molta mag-
giormente la terza dell' effer e animofo, non baHino uon la forza dell' 'ar-
te ad acquifiarfi,o migliorare ; purché il (faualiere, il quale vorrà con-
seguire queHi,o altri buoni effetti daìfuo cauallo,habbìa tre altri quali-
tà infeflejfoydi conofcere l'intentione, e V efiere del cauallo,diftarglifor . .
te fuH doffo,e co\belgarbo:e di aiutarlo coforme alfuo bifogno; Tre fono pYincip2i^
ipiu principali aiuti y che fi fogliono dare nel maneggiare, quel della ma li nelma-
no,quel della gamba,e quel della voce : Tre opere fa la mano or alien- neggiare.
tare, 0 ritirare y 0 voltare . In tre maniere foccqrrcla gamba, 0 con la
polpa,o con la Giaffa , 0 con lojprone : de' quali atti il primo è tempera-
to, e l'altro mediocre , e l'vltimopiu gagliardo . £ tre effetti può far la
voce,di accennare,di follecitare , e di caftigare ; benché i mede fimi pof-
fano attribuii fi alle I{edine,efalfe redine,alla Cauez7Wtia,& alla Bac- ¥?" tr.e
chetta.Tre moti ha il cauallo,fi comeha l'huomo,dijpingerfi,di ritrar- \Q%
fi,e di voltar fi ;che fé ben' egli fuole talhora andar di canto, queTto mo-
to fi può più tojìo attribuire,alf artificio ,ch e alla Telatura. Ditre modi fi
fuol voltare,di me%o circolo , di compito , e di doppio : & in treguife fi
fan le volte,a terra,a memoria, e in tutto alte, diuerfamente ancora fi
vfanoin tre foggiefb fimplici,o aggruppate,o con calci TreejTercitij,neì Efferati)
i quali è bifogno di arte , appartengono al cauallo, correre , galoppare, e tre appai*
trottare . La carriera è violenta , e'ifkficuroy e veloce: Il galoppo è di tenenti,
minor violenza, elfit vnito della perfona,e majieggiante ; Il Trotto è
più temperato di ambidue,elo difcioglie,e ftabilifcefm tre luoghi fi fuoyl ^uophi
esercitare , nel piano , ne le difcefe,e nei rampanti . E tre co fé contiene da potere
ilpiano,quando egli è atto a poteruifi maneggiare ficur amente, la car- eflercìta-
riera,ilj "olco,é 7 circolo. Tre effetti fa ladifcefa, eh' egli pari con V anche, reicaual-
apprefenti con le braccia,e fi fermi di tefl a .^Altrettanti ne fa il rampan-
te,che il cauallo vada più accorto^t a ferrato co i piedi , e che vilifica la
virtù della fchiena dettatela ,perlo timore,c'hadi caderein quel falli-
mento del terreno , e che poi fàccia le meze volte più facilmente per lo
vantaggio dì e fio terreno.Tre ordini di maneggi principalmente conuen ordini
gono alCauallo da guerra, il primo e quel del circolo , maffimamente al tre di ma
modo f e ambiato , quando femicir colare , e quando circolarci quando a- neggi.o •
ftretto,e quando largo ^quando confuria,e quando fenza; cangiando fem
pre luogo,e manonl cheferue allafcaramuccia. Valtro,è a \epoloniper
diritto,il che è vtile per torneo, & abbattimento da corpo a corpo . Il
terzo U raddoppiare , chefaafiai belvedere perlaCìttà, & ègioue-
uole ,quando il Caualiere per auuentura fi ritrouaffein mezo d'vno
fquadroneper difenderfi,e poi vfcirnetEper non tralaf dare di dir ari-
10
Caualiere co alcuna cofa appartenente al Caualìere, egli atre cofe fpecialmentèy g
a quante ogni 'volta che vuole canale are > deurà (per non riceuere danno , e feor-
cofe deb- nojaMHertire,a la briglia con fuolfornimentiyalle Haffeye maffimamen-
ti re.""61" te a l*finì3ra» & a^e cigne : ?re a^tYl accorgimemiypoi che e montato
a Canallo > glifi richiedono y aggiuHarfile redine , addrÌTgarfì in fellaf
& accommodarfi le veHe; & altrettanti glie ne contengono nel opera-
reycioè Hare vnìtOy accorto , e bello [opra il Cauallo. Tre altre auuerten-
%e ancor fegnalatamente deuràhauereytrouaadofi nella furia dell'arme
che non batta forte di calcagno: perehe farebbe al Cauallo mancarla le
naye l'ardimento ; che porti la mano della brìglia ben temperata > e ben
poTla;percbe altrimenti il farebbe fdegnare di bocca; e che porti la ma- P
no dello flocco in tal modo , che non fi fianchi > e che Hia in vn certo atto
Stati tre di poter difender fey& offendere altri .Tre flati fono nella Jpada fola> o
nella lpa- fìal'huomo apiedey ofia a Cauallo: di Caualiere alto y dimenarla, e di
baffo:8queH'vltimo epiùfìcuro per efiere vn modo più vnitoy e più co-
Effetti del uertOymaffvmamente trouandofi a Cauallo.Tre effetti fi fanno con la (pa-
li fpada . da;fiferifceyfi para ye fi febiua: dal primo y e fecondo flato fi ferifee y dal
ter%pfipara , efipoterbbe ancor offendere . Con tre tempi fi ferifee > da
tempo a tempori contratempo:e di fopratemponl quarto per lafua dif-
ficultà di rado fi trouaynè forfè mai. In tre maniere fi fchiuaycon la per-
fona indietrofda man deflraye da finiflra. (fiàfi come tre fono i moti na-
turali ordinarij del Mondo (come il Filofofo dice) dal me^Oy cioè dalle
parti inferiori alle [oprane ;al me%oy cioè dalle foprane alle inferiori ; e
circa il mexpyil che è proprio de i Cieli : co fi a punto fon tre i moti ordi-
narijycheha lhuomoydifkrfiinnanxiydifarfiindietroy e digirarfi a tor-
no^ qua- tre moti il Caualiere y che defideri la vittoria > bifognafare con
tre qualità;con l'vnione e velocità di membri y con l'occhione co'lgmdi-
tio accortoye col pugno follecito e robuHo-.perche col primo motofitétay
e fi ferifce:col fecondo fiparayfifchiuaye fi prouocayò chiama(come altri
dicono) e col ter^o quartiando fi vengono a fare diuerfamente gli Heffi fj
effettiyfecondo le varie occafioni. E fi come di tutte le cofe trefone i ter-
miniyrioè pr ine ipioyme7$ye fine; cofì il Caualiere nel fuo giuocoy ò abbat-
timento diarmeyfi de infegnarey nel principio dell' aJJaltOy di parer bello
à i circoflanti;nelmei%pyefìerfollecitOye corraggiofo\e nella fine Vittorio
fo ; le quai cofe y perche con affai più malagenoleiga fi fanno a Caualloy
che apiede(fi come altroue ho detto) bifogna,che'{ caualiere-yoltra l'effer
ben 'accortoy& agile difuaperfonafia ancora ben,intédéte>ani%ipadron
intero della volontaydelle attioniye di tutto l'effere del Cauallo. Tornan-
do duque à quello}che di pia fi richiede per vn Qiualiere armato}exon la
lancia,
DEL C^fF^LLOy L1B. V. 46$
.^f-, lancia-, dirò che tre qualità parimente contengono ad ejfa lancky che fìa \ Caua*
portata in vn garbo immobile ■> & aerofoyben pofta in reHay & diritta- liere ar—
mente incontrata . Di tre maniere fi porta la lancialo in cofciayò entro la m*to S^
fella,o fuor della fella,prefo al Borrello di dietro }o fui braccio manco : CTano >
Il primo vfo è diguerra , e di gioflra;il fecondo diSortifcia y e'I terzo di
Caual leggiero . Quanto alle altre arme co fi de f enfine > come ojfenfiuey
diciamoyche tre coniitioni per effe fon da richieder fi} che fiano l'.tiliybel-
le,e commode;e Jpecialmente ne bifognanotre alla corazza , ch'ella fia
cortayacciò che non ofendejfe il pettignone; larga , che non impedire la
lena^eH fiatone di rignardeuole viHay affine che fa ilCaualiere da gli
B amici pììi honorato>e da nemici più. ricettato ; i quali più toHo al gua-
dagno delricattoyche alfvccidere intenti flanno . sJMa adefsoCaua-
liereyoltre che nell apprendere di qualunque dottrina fi fi aytre cofe han-
no a co?icorrere,pofi anzayfapienzjy & amore : Certamente fopra ogni
altra fon neceff arie tre virtù ubbidienza nelV imparar e, follecitudine in
efiercitarfi>& valore neWejfequire . Queffo valore e quella fortezza >
la quale, fr ai due eflremiytimidità, e temerità Ha mezana : dalla timi- Effetti <fl
dita feguono 1 tre effetti figurati per le tre gorgoni (come Fidgentio ejpo la timidi
ne)dé' quali il primo indebolire l' animo Jl fecondo il confondeye'i terzo ta '
ofcurala vifla;latemeritàfuolfempre accompagnar/i con la furia del-
l'irayla quale accéddendo il f angue intorno al cuoreyimpedifce la mentey
che non difcema il vero ;toglie via il freno della ragioneye fpoglia l'huo-
mod'ognihumanitày ingombrandolo di crudeli e ferignifpiriti: e però *
poi che tutte le h umane att ioni procedono da tre cofe , dalla ']s(atura y trumane
dalVVfoye dalla \agiones chi fi cono fce per auuentura naturalmente ef- actioni ,{>
fer iracondo yinfegni fi ne iprincipij dell' occa foni con la forza della cedono ';
Ragione ributtare l'Iraythe ella non penetri a dominarlo > e tanto per fé- ~a tre co"
neri in quello habito > che l'vfo di mano in mano venga a conuertirfi in
"Snatura .
IL FIl^E DEL Ofl^TO LIBBJO.
*&&*&&
<&¥$>(£*$>
9g di
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVSTRE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
Militia di
gran di-
gnità, &
Nobiltà
veri on-
de habbia
hauuto
principio
IL SESTO LIBRO.
S S E J^D OSI già ridotto il Caual-
lo co' fudetti ammaeftramenti ai
attitudine di feruire all' b uomo in tut-
ti que' meflkriy che fi richiedono ;e'l
più importante vfo di tal animale con
fìsìendo ( come più volte moflrato
habbiamo) nelle opere militari \ non
mi par difdiceuole a questo luogo di
ragionar alquanto della militia, lo-
cai dignitàqtianto fi a nobile, fi vera-
mente fi può da quefto confiderare >
che ilfommo Iddio per la bocca de i firn .Apostoli, e Trofeti in molti
luoghi della facra Scrittura [otto nome di effercito chiama i celejli fot-
riti: & appo gli h uomini la vera tiobiltàf trotta (per autorità di molti)
dalla Virtù > e dalla Militia batter battuta la prima origine : e per li me-
riti > della Militia fi dauano i J{egni nelle antiche R^epubliche (come da
lAriHotele fifitfede) creandofi Fjdail^obili colui > che haueffe confer-
uati i popoli dalle altrui ingiurie , qttalfu in jLtbene C»dro , o che gli
haueffe liberati iaferuitk ; qualfu tra" Ver fi Ciro , &-infomm t tutto il
gouerno er -a fondato in quelli > che f tiferò h abili alle arme , e che V ba-
ite fero ancor dinanzi esercitatele co fi la I{epublicade'Cfreci da' falda-
ti fi ordinata, e Specialmente da' (aiialieriy ne' quali all' bora conftfteua
V eccellenza, e la forza della guerra) non fapendofi ancora adoprare be-
ne
H
<D£Z £<AV<A ILO, LI E. VX. ^67
rjl ne l infanteria ; e la Republic a de" Romani non pur da perfine armige-
re fu fondat acquali furono Remoy e Romolo y che lafciato il p aflorale me
flieri perfegnitando i ladriyacq nifi aro col valor dell'armi riputatione mi
rabile appo i finitimi : ma con la vera difciplina della militia tanto
ampiamente fi jìefe y che diuenuta qua fi Reina di tutto il mondo >
termino con l'Oceano l'Imperio ( come il Toetadice ) e con le flette
lafama. Islonfen^a gran cagione adunque dijfe Cicerone orando per
Murena jcbe la virtù, della difciplina militare è più eccellente di tutte le
altreye che quanto è nello Imperioynello flato della Città fia ripofìo [otto
la tutela y eprcfidh della virtù belile ayla quale altresì da Valerio M affi-
li moè chiamata fommo decorose Stabilimento dell'Imperio Romano > nel
cui grembo ye tutela , dice egliyil fereno tranquillo flato della beata pace
fi acqueta. Oltre a ciò quefia fcien%a (fecondo Viatorie è vtiliffimafopra
tutte l'altre: perciò che( come egli riferifce)coluiyche die le leggi a' Cre-
tefiyle compofe in maniera, come fé queglihuomini foffero fiati fempre
in ordine a dontr combattere ; denotando per queflo y che lo fi abilmente
•vero di tutti igouerni sìa ripoflo nella militare difciplina . Horfe andìa
mo confiderando la manieraycon che quefìi illufiri popoli Rimani guer- Guerre
reggiauanoycert amante affai diuerfa dalla noflra la ritrouiamoyche non (£ue<ÌSj£
(come tranoi fi vede) in diabolici iflrumenti quali fono "Bombarde ;Can dalle mo-
noniyColombrineySacriyFalconetti)SinerigliySerpentineySpingardeyMor- derneper
tariy& archibugi) &in armeyche courono dalla te fia infimo alpiedey S "tru*
ma folament e nell'ardire y e nella fortezza propria fi fìdauano : conciò
foffe cofayche i Qiualieri Bimani ( come inVolibiofi dimoflrajcombat-
teuano anticamente fenica corata y anzj, ignudi dalla cintura in su y e
coi br aconi intorno alle loro parti vergogno] e y & in quel modo agilifji-
mi erano al montare a cauallo y e defiriffimi al maneggiare , ma troppo
[oggetti a 'pericoline 'fatti dell' arme ;perche reflauano difarmatiye quafi
ignudi. Tortauano certi feudi di cuoio di bue y iqualinele pioggie gon- Cuoi cot
jy fiando difutili diueniuano.Di quefìi cuoi cottiyfcriue ancora Varrone ef~ ti armatu
fere fiate le antichiffime armature y onde fi conriuano i Romani pofeia l'^J anu~
prefero la forma , e l'vfo dell'armi Greche y lequali in procefìo di tempo
fi tralafciarono in Italiayoue sì fattamente fi venne a fregnere la difci-
plina della militiayche in ogni fkttione bifognaua chiamare faldati flra-
nieri.T>alche già s'era ridotto di bel paefe in bruttiffima feruitù di bar-
bare nationiyinfino a tanto che Jtrberigo da Balbiano Conte di Cunioyhuo Alberigo
mo di fingolar virtùye degno deterna memoria y rinouato il cofiume di * a u
far l'arme diferroycominciò ad addefìrare a cauallo gli Italiani in que-
fia foggiale bora yfiamo } la qualj> le felle ferrate y e inar donate e per
■~uh GG z le
468 DELIA CLODIA
leflaffeynelle quali il Qtualiere fi sìa pia fermo y e piàficuro;è tanto mi-
glior della antica cbeboggi iena compagnia di gente d'arme fi trouereb-
be di gran lunga fuperioreà dieci di quelle . Senofonte già infegnò, co-
Caualiare me pt dQHejle armare ilCaualiereydicendoy che fi acconciale bene in dof-
dee arma fa a^a perfona vna lorica , la qual non impedijfe ne al federe ; né al pie-
ve. gayfh n(>n troppo largarne troppa flrett a ; perche quefla farebbe legame
non armatura ;e quella verrebbe afofienerfitutta da gli bomeri con grò,
noia. Il collo e'I capofifoffero da guardare con moka curati cui coprirne
ti efendo con debita modo lauorati y aggiangerano yoltre la fìcurei^ay
grande ornamento al Caualiere; ma fan tali y che non fé ne impedifea la
-vi fa in coMo alcuno. E perche effendo affitta lafìnislra il Caualiere ri-
mane quafpriuo delfuoprefdio; à. coprir quefla dice afai e fere appro-
uata queli armaturayche dicon Manoyouer Manopola\e la deHra,efen-
Manopo- d0 neceffario dHnal^arfìyo che fi voglia lanciar dardo yo dar feritale da.
auuertirfiycbe ninna parte della lorica impedifea il fio vjficio y & efferle
da aggiungere vnfuo appropiato guernimento y che la ricuopray di ma-
niera peru,che refti ancora ben munita quella parteycbe fi faiopre alyan
do il braccio offendo quiui vna della parti vitali import antiffima y e per
non lafciar ignude le anguinaie y habbiano elle pure i particolari loro di-
fendimene. Oltfa cioè da confiderarfiyche offendendofi il cauallo:fi tro
Cauallo. ua il Caualiere in gran pericoloypercio bifognay che egli ancora fiaguar-
perche fi dato con le fue proprie armature ydi front aleye di pettorale y e dicoflali; e
debba ar fi angli principalmente i fianchi fortificati ; oue le ferite fon più mortali >.
"he^ ¥er efiere tener iffimi :■ ma eglino fiprotranno con quel fornimento , che
do. dal girare intorno ci ifiancbiy& alle groppe Girrello dicono > & infieme
co la fella fortificareJa qual dee efiere cofiacconciaycheyl 'cauallo no fé ite
offenda ;e'l Caualiere vi fin affettato afiaifermaméte;a\cuibifogna mu~
iure ancorale gamheye ì piedini quali coprendo fi di cuoio sfaranno arma
tiye calcati infìememente: Queflefono le arme da f cacciar e dal corpo hu
mano col dinino fkuore le offefe ; ma per offendere il nemico y dice miglio j^
Arme of- re effere lafcimitarray che lafiadayperche altamente ferendo di taglby.
fenfi uè . fi fila piaga più violenta . In queftaguifa negli antichi ritratti fi veg-
giono armatigli huomini d'arme a Cauallo y che portauano vna camicia
di maglieria qual copriua loro infino alle ginoccchiaycon bracciale e con
guanti di ferrose co fchinieri; e co vn morione allacciato con vn gran pe
naccbio:e con vn grande fendo nella man manca ; & vn lancione nella
dirittaJ lor (faualli erano fpeffo armati di lame di ferroymeffe perordi-
aotichi ne 5 ^ a'1 maglie ;come fi vedeuano le cora^eye igiacchidel tempapaffa
come ar- to y e come cofiumauanogjai Verfiyi'quali ferine OjCurtioy che dipìafirt
diferra>
C
man .
DEI CUVjtllO, L1B. VI. 4^p
^jf di ferro ordinatamente con effe,copriuano fe,ey loro caualli . Quefle ap-
po ioì con vocabolo Francefejon dette bande; e le fanno non pur difer-
ro,ma di grò fi (fi -no cuoio di Bufalo , o di Toro, odi Dante, per non dar
tanto pefo all' animale , & i cavalli co// innati , fi mettono per incontro
nella vanguarda della gente d'arme . Mahoggi la Canalleria de 'nobili >
mirando più alla pompa,che all'vtile,s'è ridotta per abufo,afhre difeta
iguemimenti , che nulla giouano in effetto , e di qui nafte, che contra la
Canalleria Francefe, che in gran parte ritiene ancora l'vfo delle barde "
difficilmente con altra fi pub refifiere . Hora i Caualierico' caualli, cofi w %
coverti da ogni bada,fi jchiamauano (atafratti,e fecodo <Ammiano Mar «-^A/fj]
B celli/io, Clinabanaru altrefi .Lituo gli nomina Loricati % cioè Armati di nome di-
lorica ; la quale alcuni intendono per quella arm atura , che volgarmen- uerfo. ,
tefidiceJLnima^o Cor albina, forfè perche difende la vita,e'l core,alpri
yogliono,che foffe piutotto il (fiacco: fi come da Virgilio fi dimottra\che
la de ferine contefta di ba?ni,cioè di catenette , ò maglie. E cofipare in-
tender fi dalTetrarca , ilquale dice .
Contra colui , e!/ ogni lorica fmaglia->.
Il che IjLriotto imit b dicendo ,
Ch'ogni elmo rompe , ogni lorica f maglia^ .
Equefto farebbe già il più fermo intendimento : fé "Budeo non diffr- , ^0liCl
nifie, la lorica effere vna protettione,vn riparo, vna difefa di ciafebedu- jajjucieo.
nacofa: che in vniuerfale fi puote intendere non folo nelle perfone, ma
anchenellecofe l'inanimate, come ne gli argini, e nella mura; fi che
ageuolmente vi fi puote ancora intendere il Corfaletto , o C077 alieto , 0
Cora?ga,come dicono l'armatura tutta di ferro fodo; poi che i Catafìr at-
tiche s'armano di lorica, Vegetio dice, effere benficuri dalle ferite , ma
per V impedimento e pefo delle arme troppo grani foler e fpefio, & age-
volmente efìcr prefi . ^Acatafrati fi dicevano pofeia quelli , che noi Carni le-
chiamiamo (aliai leggieri, cioè armati leggiermente ; detti ancora Eia- giert co-
2> fri da' Greci; e Veliti , quafi Volatili da Latini per la loro velocità , che me ctui *
in ogni poco fanno f correrie ,fcaramuccie: Benché que fio nome di Veliti amicarne
(fecondo Tolibio , & Elianojfì daua più propriamente a quei pedoni, te.
ch'erano nelV efferato manco ricchi, più giouani,piu agili , e meno ar-
mati, de ì quali alcuni vfauano le fronde con le pietre, & alcuni al-
tri diuerfe arme da tirare , e da lanciare in varij modi, e di lontano of-
fendeuano il nemico . Eglino ancora portauanovn certo berrettino in
tetta couerto di pelle di lupo , là douegli altri portauano il celatone con
le penne,per parere vitto fi agli amici,& jpauenteuoli anemici . Hora
gli altri foldati Bimani > cofi da Cauallo,come da piedi erano parte
(j G 3 battati
47© DELL** C L 0 B^I j£
Soldati bastati, armati di corpOyihe combatteuano con diuerfe arme 'd basta > £
haftati,& e parte fiutati y eh erandettiTjeltatiy e Cenatile Clipeati\per gli fcudiy
Scu tati . cheportauano in varie guife -parte Ferentarij; coft detti dal portar del-
lraiutoyche facevano: trouandofi fpedith>e prontiafoccorrere in ogni ban
datone il bifogno ricerchi gli h ave fé più-,e costoro v fonano nel combat
tere > archi , baleflreyfìondeyQd altri tali faettamentutra! quali bora pof
. fiamo annoverare gli f coppi y e gli archibugi . IfoldatiFerentarijydetti
J ' alirimente arcieri y I addatoti > Sagittarie Tarantini fi deonopiù prò
priamente intendere per quei faldati da Cavallo , che adoper ariano gli
archile faette, & i dar diye fimili. altre cofe > e tutte cotalifyeciedifol
dati , che ferifcono da lungi yofiano Caualieriyouerpedoniy appo Farro- F
Ro ii nr fon detti I\prarii;con db- , che rafìembrino la rugiada; la qualfi co-
" me è principio della pioggia; co fi quefiidannoprincipio alla battaglia $
e però nelle Corna fi fogliano collocare- y come Vegetiopone.. Maeglico
fi Ivnaycome l altra ffecie di. costoroy forniti ifaettamentixÒ rottele l'am
ciey pur vengono dapreffo ad «'Zguffàrfì •■, adoperando tefyade >ò /o
fciixiyòle ?na-2^e;come Eliano ammaestra » T)e iCauallileggieriyalcu.
ni portauano vna cbiauerina (oltre le altre arme difenfute ) e nel brac-
cio finislrovn grande feudo > e nel destro vn'hasta lungaynon. già fittile-
e tremolante con vn ferro y. come- più anticamente fi 'vfàua yma ben.fer-
maye condueferriyAl rfan^a (jreca(come vuolTolibiojalcunicolme "'
de fimo feudo tre dardi di punta lunga afaiy& vn fol dardo nella deflra
. . con un filatone in capQy&vna (ora^^ma in dofio .. Gli JLrcieriporta-'
eome-an- «wa> alle fftallevna faretra y cioèvn tur eaffo pieno di jrecciey& vnar-
dauan ve co nella man manca y comma freccia nella diritta pronta per tirare , con
«iti* lajpada pendente al fiacco yecon vn pugnale al lata destro ; tutti con le
loro celateye co1 gambali . Vinfegna della CaualLeria Bimana eravna.
. . ^Aquila ferma su la punta appianata dì 'vna balia ; la qual?né£àuaì
fe?na del leg&erì teneua legata poco di fitto d piedi di effd ^Aquila vna benda di
la/caualle taffettà y per differenza de glihuomini d'arme; equefidinfegna fi porta j%
ria Roma uà da vno nella ma finiflra;chefu'l capo teneua in vece di celata lapel-
Dz" le di qualche fera,acconciat a afomiglian^a divnatefta di Leone{come-
da' Greci è dipinto Hercole)per effere (pauenteuolealnemico\fi come Ve
getio ferine. Questa infegna dell aquila era ancora commune à tutto
iP ejjercitoy e già Ivfarono i Romani anticamente in fégno d'ella lorogra
de^raye maggior \mra tra tutti i popolimon altrimenti che fi dimostra
l'aquila fra tutti i volatili yper effere vece Ilo filare y e Gfiouialeyperche
nivrì altro à paro di lui riguarda , e fi auukina al Sole > e Cjioue (come
fulgentio afferma) porti tequila per infegna nella battaglia , ch'egli
fece:
+bll CjtVjttLO US. FI. 471
ji fece contro, i figliuoli di Titanoye nella prefa di Ganimede. Hebbero oltra iufegnè
quella i Romani altre infegne , cioè di colore , del Minotauro , di Lupiy d iuerfe
di canalli ye de' Cinghiali . Maperehe Mario nel fecondo fuo Consolato de ^oma
tolfeai Cimbri la medefimaiafegna-.coslumarono dopo i Rimani di por
tarequesTunafolamentc alla battaglia (tomeVUnio ajfermajlafcian-
4o tutte le altre ne i /leccati, Le bandiere de' colori anco erano varie ; Bandiere
perche •neìl "•alloggiamento del Generale fi diri^raua la bandiera bianca} de' Roma
& in quello de' Tribuni le rofi e y lequali erano ancor proprie della fan- ni vane.
teria 5 fi come il ceruleo era della Caualleria y la quale fi diuideua in De-
curie, in Turme > &■ in *Ale > non altrimenti che in Manipoli , in Centu-
& rie, & in Cohorti la fanteria, Il Manipolo era di venti faldati , detto j0 ^^tu
qudfi più mani , 0 per lo fafcio del fieno > che legato in vna pertica vsò ria, e Co-
B^pmolo perìnfegna; Vegetio l'intende per dieci y che filano infieme in none.
ima tenda fla Centuria era di cento pedoni ì laCohorte (oltra la Milia-
ria y eh 'er -ala più degna dell 'efferato) contenea cinque centurie > e tal-
uoltapiù e qualche fiata mmo ; la onde vari] nomi hauea > i quali pari-
mente ft e angianano fecondo la diuerfità delio ejfercitioya che era depu-
tatala Decuria s^ìntendeua di dieci caualliy& ogni tre Decurie fkceua- i?ecui ia »
no vna Turma , per lo che da Fanone fu detta Terdena , laqual Turma ^la.
tuttauia fiotto l'infegna d'un Decurione fole a guidar fi : V^Ale s'intende-
nano per lifquadroni de' Caualli , che ricueprono il corpo dell'esercito.
Fegetio defidera il Decurione agile*, e ben dijpofto ; fi che armato di
tutte arme*) poff a con fomma ammiratone de" circondanti montare a
eauallo con vn faltoy e caualcare gagliardamenteyet volteggiare yfapen
do benferuirfi dell'hasla ;e ben tirare: E che fia idoneo ad ammaefirare i
fuoifeguaci di tutti vfficiyche ad equejire pugna fi appartengono Vanen-
do cura-tche tengano ben forbite le loro armature : perche lo fl>lendorc~J
deWarmeyfuole apportare a1 nemici terrore : & agli amici diletto al ri-
guardare : mafopra tutto hauere l'occhio > che ciafeuno gonerni bene il
q fuo Cauallo . Scriue Fesloy che qual'hora i Cenfori ì\omani vedeuano vn
Caudllo mal trattato dal Caualiere;gli toglieuano loftipendioy e'I Canal- Cauallo
lo : fi come in molte conftitutioni diquefto regno fi vede ejìerfi vfato da <jouei'"
gli Imperadori,e da altri Bj.EyCome Gelilo narr acquando vedeuano trop uernarc."
pografio y 0 corpulento il Caualiere ygli toglieuano il cauallo; come non
atto ad effeguire il fuo vfficio con tanto pefo . Le Decurieye le Turme fe-
condo la volontà de' Capitani }e fecondo il bifognofi accrefceuanoy efifee
mauano:e benché il numero fi mutaffeynon però mutauano il nome . &a
poi differenza traì foldatiyche alcuni fi diceuano Legionari] ypublicamen- Lesiona-
te stipendiati) eferitti nelle matricole ordinarie : hauendo /biennemente ri] v
GG 4 dato
.^.
47V *t) E L L <A G L 0 B^ 1 Jt
._ dato il giuramento-di offeruare fede ' inuiolabile > feriva tema dipericó- g
AufiJian/ ^ Q j- morte . <isfltrift diceuano tAufilianjycheper aiuto di costa fi con
Acccn/Ù duceuano allo esercito: & il più erano delle genti confederate, e tra co-
Boro erano i Gregari] , foldati raccolti dal vulgo , & z^ccenfi quafi ac-
codati quelli che f emiliano public amente y de' quali portavano l'acqua
ilifjì, e le legna iC aloni : Concia fuffe co fa, che i legionari) > che fi appel-
lauano dimorati) erano efentida ogni forte di fendmento ,fe non che
quando bifognaua tagliare i legnami per lo /leccato y o cattare ifoffi.y e
fare i bafiioniyod altre tali opere necefj arie , aiutauano tutti quanti al-
la vicenda; parte faticando , e parte guardando . Et all' bora, era di-
letteuole certamente a vedere i giouani foldati alfuono della trombet- &
ta f abito pò fare l'arme, cauarfii £elatomdi testa , mettere giù ipauefiy
efaeffo giti aranco a terra i Corf aletti y e dar di mano alle fcuri yod alle
Legione. ^^ ^ ^ altri firmili islromenti , con prontiffima diligenza . La Legione
Soldati di fi dice uà per lo eleggere della gente y chefifacsua, come Iconio dicevo
diuerfe Sceglieuano (fecondo Polibio) i Bimani i loro foldati di più forte , cioè ,
fpe tie e i giouanetti > per Veliti alla leggiera , / giouani pia robusti per Haftatiy
nomi ap- aicìmi con gH fc/i(ny ond'eran detti Veltati > & alcuni fen^a feudi con le
.mani. hasle più lunghe y & armati di corpo alla Greca (come Eliano infegna)
i migliori de' quali fi appellavano Principi, e gli altri eram più attem-
patiy& Vcteraniy che Tr tariffi cbiamauano dell'iste fi a maniera arma-
ti(c ofi deltiy perciò teneuauo il terxo ordine nelle battaglie, dopo gli Ha-
!ììati)& i "Principi) e questi gli elegeuano dalla nota ejperien^a y quegli
altri dalle migliori congetture , che appareuano . Ma in quello conget-
turare varia è fiata lopenìone de gli h ho mini : Pirro I{e degliEpiroti
Parti che voleua ifuoi di corpo grande y& agile della vita-, Cefaremirauapari-
dono à" mente a^a dìfjxìfitioM della perfonay ricercando tutte quelle parti , che
vn buon fogh0**0 farei' Intorno più gagliardo ,epiù difposio y come fono gli oc chi
folda to. grandi y fuegliati , e vini , la te sìa diritta y e non picciolay il collo ner-
uofoy lo stomaco eie nato y le braccia , e le dita l larghe y e forti y il ven-
tre piatto y le Italie larghe , le cojcie graffe , le gambe arcate > & i piedi *
afeiutti. lAltri han detto douerfi ne' foldati guardare a' costumi y al-
trimenti fi elegge vrìifiromento di fcandaliy &vna infettione di tutta
la gregia : & veramente la virtù è la principale cofa , che fi debba ri-
chiedereydalla quale nafeendo.
Timor d'infamia > e fol de fio d'honorem.
7^e nafee ancora la vittoria ageuolmente; la doueno puotevfciredacat
tiuo animo honoratayne laudeuole co fi alcuna ;e chegiouerà armar bene
ynfoldato}e mettere ben a cauallo vn'huomo d'arme, fé questo, e quella.
non
<DEL CjLVjLLLG, L1B.FI. 47?
\A non ha buon corei 'Q^on gioiui ad vn Principe batter gran numero di bua
mini afuofoldo, [epoca viriate alberghi in e (fi , però è neceffario nei fa-
re dette compagnie,[cegliei e perfine valenti, ardite, [en[ate , e coftuma-
te;chepol]anofkfhonore afe medefimi, e feruigioper lo padrone,& otr-
tima congettura dar adi tale colui; chef, vedrà poco parlatore; penfofi,
più toHo , che vano . *JWa[e vn Capitano vuol hauere buoni fidati,
egli è di meslierilui sleffo ejfere buono [oldato,perciocheè imponibile,
che pofavn'infignare ad altri,quel che effo mai non imparò . Ma quel-
lo, che bene fi effo impedifiequeflo ordine , è la gratta , & il [nuore ; per
melode' quali fi danno le compagnie ad huomini inejperti: che il più del
** le volte recano vergogna a quelli , che gli hanno [aspreggiati ; danno a
chi gli hauea accettati, & a [e slejfi l'uno e l'altro . Vero grandemente
in verità s'è da [uggire di dar carico a niuno per intercefiime d'amici , 0 Vffrci &
di parenti ,[e prima non è bene infirmato ., ch'egli fa h abile a fiftenerlo; c^.lcIi\ ?
..perche l'ufficio mainon è ben datoyquando non fi dà e per[ona,che nefap- . * ' f
pia render conto,e che meritatole giudicato ne fi a per proprio [no vaio- re.
re ÙJJfói 'tempo di Romolo contenutala legione tre mila finti , e trecen-
to Caiialieri, e da queflo numero temanogli Spagnuolifon venuti a chia
-mare il Ter%o , quando tre 'mila fanti fanno [otto vn Maeflro di cam-r Colonne}
£ po,o[otto vn Colonnello , ilqual vocabolo dalla Canni pare che fa deri- l°>P"'c"e
nato, e fendo egli il foHenimento del [no efferato ■ e [e altri firiuono Co-
ronella,par diminutivo dalla corona > quafì vn picciolo Imperadore: E
ben qui d' avvertir fi,che (fi come in Eliano [1 dimoslra) quei (api di più
compagnie chiamati boggidì Colonelli; erano nell 'ef eretto de' Romani ,
fecondo il carico,cbe haueuano, variamente nominati: Tcrcioche vi era
il.Ventacofiarca governatore di più di cinquecento huomini: il Chiliar- Colonnel
ca,che gouernaua il doppio; il Melare a, 0 Telarca di maggior numero : li già no-
il Falangarca , 0 Stratego condottieri di vita battaglia fimplice, cioè di pinati va
vna legione ; & altri ancora di maggior governo , e tutte quefle ban-
D de accrefceuano,o mancavano , fecondo , che l'efferato augumentaua ,0
difminuiua nel numero de' fidati ; Terbio giudicherei, douerfì inten-
dere quejìa maniera di gouerno per gli tempi degl'Imperadori, (poi che
Eliano ad Hadriano [criffe)e non già di Confili , iquali nel loro ef eretto
del Legato, de i Tribuni fi firviuano . Hora le Legioni ( cofi chiamata
dall' eligere de i fidati ) da che ella hebbe principio nel tempo di Romu- I-e£I0nc
lo di mano in mano fu accrefeiuta in vario numero ,fì come inLiuio , in percj^e'eo
'Polibio, e pofiia, in Eliano pub veder fi,che hora d' uno, hora d'un' altro fi eletta.
modo la pongono :V egetio nondimeno dice, che la Legione , int era hauea
almanco [ei mila huomini a piedì}e fettecento trentadue a caudlo,Tlur
tarco
^74 'DÉll^Glòf^lJ:
tarco glifnfei cento : ^Altrifefìantafei ancora vi aggiungono . Di' que- £
He tal legioni fi legge , che quaranta quattro ne erano ordinariamente
pagate da Ce fare JLugutto,e poi da gli altri , che fuc cedettero all'I mpe-
rio,mentre che ttette in fiore, cioè infimo à Costantino , che lo trafportò in
Oriente , e perete effe leghni diradijjìmo intere erano; noi ficuramen-
te facendo ogni vna difei mila pedoni > e cinquecento Caualli ; a tre feu-
di il meje per fante, fkrebbono diciotto mila ; e per feffanta capi di {qua-
dra, a feudi fei, trecento fefianta : e i Caualieri a feudi noue ; quattro
mila, e cinquecento; che in tutto far ebbono fomma di feudi ventidue
mila, & ottocento fejfanta per ogni mefe , e per ogni anno dugento fet-
tanta quattro mila trecento venti: laqual moltiplicati per tutto il detto ™
numero montauano le paghe di ciafeun' anno a dodici milioni, fettanta
mila, & ottanta feudi ;fpefa in verità quafì incredibile a chi nonconfi-
deraffe la grandezza di quel dominio . !>{gn è da tralafciarfi , che Toli-
bio riparte quetto fiipendio diuerf amente in danari , & in vettouaglief
facendo tuttauia differenza tra foldati,& Rettori, tra Tedoni, e Cava-
lieri, trafoggetti, & officiali , e finalmente tra legionarij , e confedera-
ti . Si tratteneuano q nette legioni in dinerfe prouincie perprefidio y ac-
etiche douunque fiifie nato alcuno moto, fi f uff ero trouate prette a cor-
rere in aiuto; e cofi difpofie a due a due ttauano ventidue efferati di con- -
tinouo ordinati, e faldati; dal chefiprefeil vocabolo di Soldati ; come
fcrimno Cajfiodoro,Vegetio, eFrontino:concio fufìe 'cofa,che Soldati pro-
priamente quelli fi appellauano , a cui dalVImperadore era deputato , e
promeffo il foldo . *JWa fé dijfinir vogliamo quefio nome fecondo la uo-
Miles che ce de' Latini , da i quali è chiamato Miles , egli non vuol fignificare al-
fìgnifichi tro, faluo che vn faldato tra mille eletto , denotando V accuratexga,che
nel fcegliere de' foldati vfarfì deue , e per confeguente l eccellenza de
Duplica- gH huomini, che eleggere fi denno in quitta nobile difciplina . Vno effer-
cito qual Clt0 dunque detto il Duplicato, ttaua nellaMifìa inferiore ;vrì altro nel-
fuffe. /<* Dacia ;vn'^iugufìano nella Scotia; vn" altro nella Tjumidia ; vn Ca- H
latio in Fenitia; vn Cirenaico in ^Arabia; vn Flauio, & yno Scitico in So-
ria;vn Macedonico neìlaV alacchia; vn Vincitore , & vnVittoriofo in
Jnghilterra\due Claudij nella Mifìa fuperiore; & vn" altro del medefimo
titolo nella Tranfìluaniajvn Ferreo,& vn 'Decimo in Giudea : vn" altro
'Decimo in *Alemagna;vnFulmifero in Egitto ;vn Gemello nella Tano-
nia; vn Valerio in B rettagna; vn 'Apollonio in Cappadocia; & vno in Ero-
ina che diceuano i Maccieri,e flauano alla guardia dell' Imperadore. Scri-
ve Jtleff andrò degli^Al effandri, eh' alle legioni i Duci mettevano inomi
fecondo ifuccejfi) e che C.Cefare le principali nomò Martia^ & ^Alauda;
hebbe
D EL C \J[ V ^LLO> LI B. Vj.. tff
^j bebbe in grandi ffimohonore Li Decima y e l'altre chiamò fecondo il nu-
mero. Islerone volendo menar cfiercito alle porte Qzftùe •> fece vna legio-
ne di fei mila foldatiy eia chiamò Falange di\A'lejf andrò . Othone la
principale fua legione chiamò\AÌutatrice : Vitellioy Rapace :V 'alenano
Felice: <Adrianoy Hineruia: altri Trimigenia, altriClafficayaltriItali-
cay Oalbianay e Findemiffa :. In, ogni, legione erano fei Tribmi, fecondo
'Polibio: ma fecondo altri meno y efìendo per auuentura la legione più
picciola. Squeri primieramente per diuer fa cagioni ye con varie pre-
rogatine {ft come FeneStellay eTomponio Leto ci dimoflrano) &in. di-
uerfa numero fecondo la varietadelte occafìoni y e de' tempi : cofì nella
% Cittàycome nell efferato fi creauano . M 'a lafaiandoqueH allunga di fcuf-
fione daparte , diciamo conTolibio > che i Tribuni militari fi elegeuano
da i (onfoli > c-r erano dinumero ventiquattro m ogni esercito di quat-
tro legiomy cioèquattordeciy. che haueuano militato cinque anni > e dieci
altri) che anni dieci guerreggiato haueffera , e-r eran detti Tribuni dalle Tribù n£
Tribù di B^omayle quali anticamente non eran fé non tre e dopa furano in chi fuffe-
maggior numeroydalle quali fi face u.a la fcelt a de' faldati. Finalmente i v?'*¥°?~
faldati medefìmi hebbero quefia autorita;eper ifpatia di tempOyyennero e ettl *
adeffere eletti per le voci del popolo > fin che poi ridotta fi la B^epublica.
nettapoteHà de'Cefari y per loro giudicio fi creauano Tribuni buomini . %
C dietàfmaturaxadornÌdipruden'^ay e didottrinaxcbe infieme conlevir-
tuti haueuano etiandiola militare eff)erkttrza:&vltimamente fu coHit
matoychefe l'Imperadore donauatalvffcio advnfoldatoy egli mede fi-
mo gli metteuala fpada in mano\per fegno delta poteflà y chefopra i fal-
dati doueua tenere.l^on altrimentiycbe boggidic ofì umano molti Trinci
fi nell£uropa ne i loro ordini regolari de" Caualieri . ^ipparteneua à i
Tribuni hauer cura delcampoyche con ordine fi viueffeyfi attendere al-
tarmey&a' Caualliyfi caminaffayft alloggiaffayfifhceffaro i ripariyfi met
teffe in ordinanTgy&infquadroneyfìfzicefsero le guardiey e le fentinelle
dinotteye di giorno: affiney che ninna fpia nemica potefse entrami \nè gli
** mane afiero le munùioniye fi rìpartifìero ordinatamente y fecondo' Ibifa-
gno y non ad altra guifa, che i Colonelliy i Sergenti maggiori y emaesiri
di campa' tempinofirifimno : 'Budea gli agguaglia alti Marifcalch idi
Francia . I Tribuni, ancora riceueuano ì giuramenti della vbbidienya da
i faldati ifenya il quale facr amento > nèafunteynè a (aualliereyera le-
eito muouer l arme contra il nemico : il che dimostra Catone il vecchio
ìnvna certa fua Tislolafcritta alfiglioya cui ricorda - che s'egli fufìe li-
eentiato y fané tornaffe alla Città ; o fepureflefle nell efsercito ydoueffe
dall' Imperatore ottenere y che lecito gli fuf se di combattere, cantra il
nemico >
nemico >e di rum trrx trio . Quando cotali cerimonie fifnceuano , ììa-
nano iT 'flbtml ventiti li hrorP al'idameuti ( che alcuni chiamavo Cotte £
di arme) & affettati [otto vn baldachlno di forma tondi ;d il che per au
uentnrasè venuto a chiamarT ribwie le Commità circolarcene fogliano
tenere le noHre Chiefe : lui effiTribunifcelto vn faldato più [ufficiente >
glifxccua.no d'ire le par ole-, e fare tutti gli attiche conueniuano; poi gli
altri paffando>mofìrauanopurfegni, come giurali ano d offeruare tutto'
quelloyche'l primo haueua giurato . Sidislendeua ancora il giuramen-
to a non rubare cofaalcuua,cbe mai tro'tafìero;e cofì trovatala porta-
nano incontanente ad ejjì Tribuni; altrimenti grane cafllgo riportato ne
harebbono ; fi come già (Turchi ofleruano Sottilmente ; e per maggiore „
cautela tengono le guardie dipntate fra loro > perche non fieno rubati
quelli j che portano vettouaglie al campo : di maniera, che ifknciullini
vanno ficur amente vendendo per tuttofi pane-, e i frutti -.e curano altre-
sì le dette giiardiey che donde l'esercito pafìa-fò clone fi ' fe<-ma,non fi gua
slino i giardini^ gli altri luoghi delle colture , che rendono frutto: fi che
effe "mede fi me non ardifeono di toccare fen^a licenza del padrone vn fai
.Capitani l°pomo;efiendaui lapena capital' (fi na.Oueflo ordine certamente deu-
dieiìerci- rebbe offeruare ogni Qapit ano d 'esercito > fi come bene ofìeruò il Signor
teche or- Cjiouanr3attis~ìa Qiflaldo Marchefe di Cafianoye Conte di Tiadena in
dine deb- j-ranfilnania;doue trouandofiCfenerle incontra Turchi^ efiendo fiati q
feruare . rubati alcuni Viuandieri da certi faldati Vngar'hegli hauutane notitia,
fenr^a affettar querela yfèfodisfare delfuo > e di più premiare i Viuan-
dieri^e poi fubito fé morire i rubatoriydal che tutti fi fp attentarono di pia
vfare fimili villanie ; e quelli afficurath non mancauano mai di portare
al campo le vettouaglieyfi che p arena diflarfiin vna abbondante Cittày
_ . non in deferta piaggia , com'era quella. £ra ancora de1 Ternani Tribuni
che fi dan 1° ~PJfic'io di ordinare lafkntaria, e la Qiualleria , e di dar licenza à gli
no a'folda vni>& agli altroché haueuano ben feruito,per ritirarfi a cafa loro: fe-
ti di tre Cond0 H tempore la neceffità della guerra ; ma queflo tuttania per ordi-
' ne del Confolo-fò del pio Luogotenente . Erano tre le forti delle licenze , fi "■
come da Vlpiano->e da Marcello (jiurifconfulti fi raccoglie; l'vna bone-
sla}che fi daua compiuto il tempo della militia, V altra caufaria^quando
pervitio di animo\ o di corpo il faldato fìgiudicauamale idoneo alla,
guerra; l'altra vitupero fa > quando alcuno per delitto fi difeioglieua dal
giuramento! Tribuni oltra ciò erano obligati infieme co'iCapitani d'ha
uer cura all'armey.^ a' Caualliy& a' d inirl;di vifitare i malatiydifkr
medicare i feriti; e di notare i nomi de'Caporali> e detergenti; efiendo
bruttijjìmacofa ad vn Colonnello > <> generale y nonfapere particola^
mente
LZlCjtVJLlLO, IIB. ri. 477
'jt mente il tiome di tutti gli fuoi officiali , de' quali queflo vocabolo di Ser- Sergente
gente,parcbedalforgerefia dedotto , bifognandoglillar follecito ,fem- chi fia &
pre in piedi aporie guardie , acconciare gli alloggiamenti, e formare o«t1edet'*
le ordinante . Haueuauo i Tribuni à raffrenarci tumulti, che tra fal-
dati fi foffer mofft, ascoltando paticntemente le querele di ciafebeduno;
e facendo loro giujìitia dirittamente; equalbora nelle compagnie troua-
uano alcun foldato cattino ;il cafiauano , e cacciauano immantenente\il
che fi riputaua à grandiffima Villania . ScriueVolibio, che fé vn foldato delinquè
baite fie errato a far la fcolta , era condotto fubito dananti al Tribuno, ti come il
ilqualefu'l mede fimo luogo gli fàceua all' bora all' bora fare il fuo prò- punifea-
B ce fio in prefen%a ditutta la compagnia^ s'egli era condennato, la punì- n0*
tioneera tale , che toccandolo il Tribuno con vna bacchetta, gli eraper-
mefio di fuggire , fé fuffe potuto fcamp are dalle m-ini degli altri folda-
ti,che in quel punto à colpi di pietre,di dardi, di freccie, e di altre ar-
migli erano all'intorno ; e p^nre fcampando per auuentura, non perciò
s'ìntendeua faluo. Conciò fuffe co} a, che gli eraprobibito di ritornare al-
la fua patria\nè era amico,ò parentele he fuffe ofato di r accettarlo. Que-
fto ofteruano boggi i SuiTgeri , che per le picche fan paffare coloro , che
in ciò errano ; e parimente i T r ance fi dagli fleffifoldati fan punire i mi-
litari delitti à colpi di archibugi, e d'alabarde , fecondo laprofeffione di
ciafeuno .. Ma quando fi cornette altro fallo fuor della difciplina il dan-
no al Manigoldo , come infame , & indegno di morire col me^o dell'ar-
me. Itegli altri errori più leggieri,, come fé 7 faldato [{ornano fu fie
fiato difubidiente in qualche comandamento , il Tribuno imponeua al
Centurione di frullarlo confarmenti di Vite ; afe straniero fuffe egli sla-
to, con rami di Mele granate, ò altre verghe : la qual vfan^a dimoflra
Limo , che Scipione Emiliano entroduffe nell'afìedio di Is^umantia , e
qnefto è quello,cbe Tlinio accenna, là done dice , che la vite ifiefia nelle
colpe honoralapena.In tanto fe'l foldato hauefie ritenuta la mano del
f) Centurione, od i Sarmenti? egli era priuo del luogo fuo ; e fé per forza fi
fuffe voluto difendere , era punito come dicafo criminale . Se alcuno
fufie fiato riprefo fin alla terza volta per vn mede fimo errore: eragra-
uemente cafligato,comeoflinato . BJputauafi ancora a grande infàmia ,
e s'incorreua ingrauijfimapena ,. fé 7 foldato baueffe fatta fai fa tefiimo-
nianza,òhaueffevfata dishoneflamente la bellezza del fuo corpo , ouer
fefalfamente fi f offe vantato di qualche prodezza nel coffetto delTri-
buno,òfe nelle guardie,ouer nella battaglia fi fife partito dal luogo or-
dinato^ che hauefie lafciato lyarme,Ma quando taliinconnenienti di ab-
bandonare i luoghi, f uff era auenuti d tutta vna compagnia : o s'ella in.
altra
478 T> 1 II sA G l 0 ^7 ji
altro fh'lo tutta infieme i<icorfafufie;non giudicando fi bene, che a tanta p
C,Iche %Qnti fi deffe morteci* dagli antichi faggi ordinata la Decimazione, co-
tione
fia. e quan nte Cicerone parlando perCluentio ne dimostrale questa eriche rauna-
do entro- to tutto il campo , e menata in me^o la colpeitole nioltitudiae;il Tribuno
"otta* dopo molte ingiuriofe riprenfioni, prendeua à forte la decima, ò la quin-
ta) ò la vi? e firn a pari e :e perdonando agli altri) e queflifkceua tagliar
latefia ; dimodoché fé ben la pena non perueniua atutti, vi perueniua
la paura terribilijfima;e con tutto ciò coloro, che rimaneuano, egli face-
Romani ua alloggiar fuor del forte ;e loro fi daua or^o dafar pane invece digra-
fetieri al no Ma fé erano fé neri nella militia i Romani al e affogare, erano ali in-
caitigare, contro larghi al permiare,conciò fuffe co falche il generale nella prefen- p
e larghi ^ ji tutt0 lejfercito lodaua ciafeuno fecondo l'atto virtufo, che hauefie
re. fhtto>& a chihaueua ferito il nemico , donauaperhonore un dardo alla
F r ance fe;al fante à pie, che fhaueffe fcaualcatoyvn vafo d' oro; ali b uomo
d'arme vn ricco fornimento dvn cauallo,oltr acciò fi donauano le colla
ne,a foldatiflranierid oro:a cittadini d 'argento,^ all'incontro a' citta-
dini foli ibr acci.detti.Si dauano ancora fedie d ' auorio,e taige , e corone
d'oro in varie foggie : a chi fofie flato primo a falir le muraci dauavna
corona a fominglianja di medi murali: &àfomiglian%a di palififfi, chi
fuffe primiero entrato ne gli fleccati : *A chi hauefie f alitata la vita de
vn Cittadino, vna con foglie fimili alla quercia: ^€ chi gli hauefie li- G
berati d' affedio,una di gramigna,la quale non da Duci, ò dalmperado-
rifi donauajcome l altre ; ma bifognaua concederfida tutto l'efferato: e
pero lapin nobile di tutte fi riputaua, e con tali corone fi poteua compa-
rere in ogni folennitd.'Tlatone ancor fa fede,che anticamente per prouo-
caregli animi alla vinìfera flatuito,che coloro, iqual eccellentemente
Co one baiiefier0 combattuto , fufiero flati honorati di tre gradi di corone di
diuerfe fondi d'alberi perpetuamente verdi, lequali poi fi pendeuano dentro i
cóle qua tempi) co la ifcrittione,e col titolo,acciòche eterno fuffe rimafo il teflimo
li fi hono nio del valore. (aligola entrodufje nuoue maniere di corone, che figura-
foldati. uano la Luna, o il Sole, o /' altre fielle . Is^e itempi di cdrefiiefi donàua-
novettouaglie , e be filami, e terre da coltiuare,fi come Siila a'fuoi
Premii di foldati,partì il territorio di <^fre^jo,e di Volterra^ Cefare il Cremonefe
uerfi dati e parte del Manto uano :Dauanfi oltrà ciò in premio i cognomi,le promo-
aioldati. doni de gli ordini ,i yefìimenti, le paghe doppie , le monete , che dice-
uano Donatiue, il priuilegio di federe tra' Senatori ne gli fpettacoli:tal-
hor a le flatue trionfali ai fapitani, & agli altri la vacanza della
militia , che a gli anni cinquanta fi daua per legge a' Veterani > come
Seneca fcriuendo a T 'aldino dimofìra : E dqpauafi entrata di viuerf
ai
'DEL CJ[V U IlOy L1B.V1. 479
a i figli di coloro , che valoroj amente combattendo per la patria , fofier
morti; Ilcbe ofernar^o ancora gli ^Athenie fi y i quali perbonoregli fe-
pelliuano dentro la fii ita con publicbe efequic^» . Socrate nella fua B^e-
pnblica diceyche tutti quelli) iquali gagliardamente combattendo vengo
no a morireyfian chiamati della generatane dell' oroydoè del primo gra-
doydellaTs[obiltày e poscia quelli che mor anno difefida quefla stirpe y
diventino Dij terreflriy guardiani de gli huomi ni>& ottimi propulfateri
d'ogni maley e conuerrà dall'oracolo bauer configlio inqual maniera fio.
dafepelirftye co quali infegne da honorarfi.Egià coloroyche honoratamen
te per la Rep'ublica guerreggiando morivano y vini più tojìo y che morti
erano riputati : come ben da Giufiiniano Imperadore fi afferma y la doue
diceycbe i figliuoli morti nella battaglia giouano a padri non altrimenti^
che fé fufìer viui per cloche s'intendono viuere in gloria eternamente^».
Ilcbe non pur da Cicerone fi tratta à pieno in quel fuofegno di Scipione^
ma anco nelle Eneide il Toeta conferma (di, V aliante parlando ) che i fi-
gliuoli morti valorofamentepugnandoybembe apportino dolore^ appor-
tano ancora fommo honore a' loro padri. Tarim ente fi legge, chegliHibe
ri per honorare i loro morti guerrieri , e per incitare alla gloria gli ani-
mi de' viventi; fontuofamente gli fepeliuanoyal'xando intorno al fepolcro
» di ciafeheduno tanti obedifebiy quanti nemici baueffe veci/i di mano fua.
1 Cartagine/i dauano al faldato tante annetta, in quante imprefe egli ha-
uejfe ben guerreggiato . Oltra tutte queste cofe in ì\pma fi ce fiumana , . .. -.
che a' fidati non corretta mai termine in lorpregiudic io nelle liti : e foli de'ibldati
effi haueano poteslàdifhrfi testamento vivente il padre; con ciò fvffe co- Romani.
fayche ejfendo robbe acquisiate confiitka della militia,non era beney che
(come Giouenale dicejnel corpo del Cenfo fi fero :Elafciando da parte
l'altre lor prerogatine (che lungo farebbe à raccontarlejdiciamoyche ve-
ramentei Bimani con punirei e attiuiy e guiderdonare ivirtuo fi y man-
teneuano la lor militiapotentiffima ? e non fen^a gran ragione : poi che
5 per auttorità di S olone la penay & il premio fono il vero Stabilimento de
gli Imperij. Oltre acciò tutta l ' amminifiratione della giufiitia toccana ad
effi Tribuni di cui parlauanoyiquali gouernauano À vicenda nelle cofe ge-
nerali del campo *A loro ancora apparteneua tenere l'efiercìto in vbbi-
diev.'zadi quanto fi commàndaua , & etiandio nell'effercitioy ilqualè
necefario fommamente ; ejjìmetteuan' ordine y che i fidati andando a
fare il faccomano y nonfufero colti dall' inimico aWimprouifoy e t mena-
no in guardia le chiaui delle porte del campo; le quali ordinariamente Porte "e*
erano quattro , capaci tutte di p affami le (auallerìe , e le Carrette > e la ^e chia-
prima fi nomina Tret'oìia / per ejfer volta- verfo il padiglione del mate.
Tretere
^Tretoreydoèdel generale ; perche cofi fi chiamò talvolta il Duce del- g
lo esercito > ilqual nome fu poi attribuito a certi Magiflrati fnpremi in
l{oma,e pori/nente,ejfendo dilatato l'Imperio,.? ì gouernatori delle Tra
uincie,iquali guerreggiando/i per auuentiirane i loro confini, fu ce nano
altresì l'vfficio di Qipitan generale ; hor questa porta riguardano, l'O-
riente-,0 i nemici;perche per effe doueuano vfcire le fchiere ordinate alla
battagliala feconda fi dice uà Decumana,per effer molto grande, efla-
ita nella parte dccretanadel campo, onde foleuano vfcire ifententiati
alla morte per qualche ribalde ria.Later^a fi chiamano Trincipale}don
do vfciuano i "Trencipi dell' effer cito\ & era come vna porta falfa; onde
foleua ancora mandar fi tal volt a fuori Caualleria, per fo e correr e gli al- F
tri vfciti.Ter la quarta entrauano le vettouaglie,e i carriaggi delle mer
ci necefiarie al campo , e fi diceua Quintana , perla via cofi detta y che
Campi co c^uiui metteua capo. Conciò fuffe co fa, che i Romani ordinauano il campo
nari^a " informa quadrale lafciando il forte cento piedi lontano dagli alloggia-
Romani, menti per ogni lato : nel più commodo luogo fi dirigano il padiglione
del Coufolo,nel me^o di vna pia^a quadra ; a i cui quattro angoli at-
tendevano i deputati per la fua guardia.D al vno de' lati di queflapio'jr-
tza,difco Ho cinquanta piedi , slauano le tende de* Tribuni per lo diritto
di vna linea ; (foninteruallo poi di cento piedi alloggiauano i Caualieri
Legionarijfl'vno incontra aW altro; e come informadi slrade dall' vno,
e dall'altro lato erano le turme , e le compagnie de' foldati : co fi dopò la
Caualleria fi collocauano iTriarij, a d'altra parte all'oppo/ìto dicoflo-
ro i Trincipi. Dietro à quefligli altri Haslati lunghi, e rincontro a loro fi
metteua la caualleria de' confederati -, la qual foleua efiere due volte di
maggior numero della Legionaria: la doue la fanteria erafempre egua-
le^ mai non auuan^aua ; perche a due legioni Bimane altrettanto nu-
mero,cioè di dodici mila fanti confederati ordinariamente fi aggiunge-
rne quali alquanto difeofio della loro Caualleria fi alloggiauano volti
di v'ìfo verfo i loro forti. Hor a fatte in quesla guifa le cinque vie focena j£
no ancora vn tranfito per meyo delle legioni, e per trauerfo delie flr ade;
che la via Quintana fi nominano ; & ea nondimeno vn camino eguai-
méte diflate da' padiglioni de' Tribuni:T>ietro a' quali quello Jpatio,cbe
reftaua infino al Generale , feruiua in parte per il mercato , & in parte,
per lo Theforiere , che diceuano Qneslore . rPoifopra i lati trauerfali di
forti: vna parte riguardado la T heforeriayl' altra il mercatOyolloggiaua,
no i (jentilhuomini a cauallo,che volontariamente feguiuano la impre-
fa;edopò quejli era collocata la fanteria flr aordinaria madata in aiuto,
che voltano loro le fp aliene guardano il forte c% l' ultima parte di tutt'H
Campo.
Armarne-
7) IL C-JyjtLLOi Ll*± VI. 4S1
^f; Campo. I luoghi votiychereHauano dall' vna>e dall'altra parte feruiua-
no à coloro. y che dimoino in manofopragiungeuano , & agli artefici ; co-
me legnaiuoli} manìfcalchiy ìngegnieri > e maeìiri d 'armejlquale luogo
■^trmamentariofi dkeua* QueHo fi è detto quanto alla cura di vno ^"""jJjT
'(onfolo ychefoproflanaà due legioni con grondiffima pcdefià > xhe'lSe- xofafulTc.
nato gli duna (fecondoLiuioye To'libio) di commandare , difendere , e
dipunire.Quando poi amendue infieme fi accampanano > congiunti gli
eremiti, il medefimo ordine fi [emana : fé non y che' l luogo era per due
volte più fpatiqfo : Ma prima fi rignardaua bene ed [ito > xbe fife d'aria
falubre ; oltre à laforte*zga ; e commodo ad hauerT acque y legnali con
B aceto mescolando ypo co ricere auano ì'vfo del vino , E delTribuno y d cui V fiìrio
toccaua la vicenda , era l'vfficio difeegliere il luogoy pigliando augurio dcl Tnbu
dalle intefline delle bejìie '( rome afferma Vitruuio) s elle erano intereye
fané , ò fé maculate in modo alcuno ; •& egli era ? che difegnaua i parti-
ment ideile vieye delle tende ylequali cinte di tela eran conuerte difottilif-
fime tauole , e mentre , che'l Campo fi fortifi caffè y e mettefie mordine^
la CauaUeria ftauaìn ordinanza infieme con i Triarij a guardare > che
i loro giouani non fujfero impenfat amente afi aitati dal nemico . T>oi cia-
feuna di tutte le compagnie era vUigdta di far' ogni giorno la guardia
innanzi al Confolo}per le cofe , che potute fuffero accadere , /'/ Tribuno > a
^ cuifujfe toccato dgouemoyteneua di notte due fentinelle di quattro per-
fine Vvna;e Vvnavegghiaua donanti al padiglioneyl' altra dietro ypref-
fo a1 (/malli : Tuttauiadicotalivffici appo UT ributto erano e f enti iT ria Triarij, e
rij y i quali continouamente però feruiuano alleturmede'CauaUieriyfe- loro \ffi-
€ondoy che allogiati foffero l'vno apprefìo all'altro : #" erano vbligatid ct0*
tener tura , che i CaualliincapeHrandofi , ó tra loro a'zguffandofì non fi
guafìàfieroy opur col romoiemettèffero vanamente il Campo in arme,
CU Hafiatijnceuan didi la guardia intorno allo Heccato ; e diquefiiper „ « ;
ogni porta fi auan dieci. Lo Jìeccato da due lati guardauanoi Ì\omwiy ìorovffi-
/) da due altri i Confederati ; i quali (come vuolTolibio _) figouemauano ciò»
ferTrefettiynon altrìmentiyche i Rimani perTribuni •. Quelli y che fra-
nano allaguardia del Generale (ofojfejlato $(e > « Dittatore > 0 Confalo >
0 Pretore fVUero Imper odore) eran tutti fanti elettiye diuerfamente ar-
mati nel modo già detto per ìnnantyparlandofi de'Trencìpiy e de' Tria-
rij ì Tra? faldati cofa ninna fen^afegno di commandamento poteafhrfi ;
la onde per defìnareyo per cenare bifognaua afiettare il fuon della trom-
ba ? laquakpoila fera ordinate che fuffero le fentinelle a' luoghi loro*
fonando fignìficauay che elafe uno volendo > poteua metterfi d dormi-
te . Venuta la mattina andavano a falcare ì loro capi) e quefti poi 4
UH ìloro
482 DElL^£GLOB^I^£
$ loro maggiori fi apprefentauano^ finalmente tutti gli officiali del cam- *
pò fi ritirali ano ver fo il padiglione del Cjenerale>e tal -volta de fuo Luù
Tribuno gotenente (ilquale s'era esercito I{eale , fi chiamata Tribuno de' (ele-
deceleri riyfe Confai are , fi chiamaua Legato, e fé fi gouernauaper 'Dittatore , fi
Maeftro' noma.ua Maeflro de'Caualieri, e finalmente Trefetto pretorio s'era effer
de' Caua- cito Imperiale) à prendere il contrafegno,b altro ordine neceff ariose cofi
lieri,epre i e api ancora della CauaUeria ogni mattino andauano alle tende déTri-
«orio » " b'mi > • gli accompagnauano àfiir la corte al Generale del campo , ò al
detto fuo Luogetenente , doue confultauano delie bifog/ie della guerra \ e
i Tribuni communicando le cof e co' Capitani sì di (aualli,come di fanti ;
Queslipoi commandauano alle loro (ompagnie tutto qucllo,che bifogna*.
uà. Quando il Campo fi doueua disloggiare,al primo fuono della Trom-
ba fi fendevano i padiglioni, & ogriiunofàceuafhrdelli;al fecondo fi ca
ricattano i M:Ji,ò altri besliami jò le carrette , e fi abbruciauanogli al-
loggiamenti y e fi disfkceuano iripariyalterxo fi marciaua con tanto or-
dine , che fé alcuno fufieper auuentura rima fo d dietro , pure gli hifo-
E farcito gnaua rie creare, e metter fi al fuo luogo . JJe'viaggidiffroneuanoiloro
come ne' efierciti in quefìa guifa,che prima andaua innanzi gran quantità digéte
fe^ffìf o- * Cauallo lontana alquanto dalle battaglie , per difeoprire il camino, per
fio» afficurarfi de gli aguati ; pofeia in ordine di combattere feguiua il corno
deflro confuoi carriaggi^ bagagliera coda a'quali caminauavna le- *
gione con lefue bagaglie apprefo , & indi col medefimo ordine l'altra ;
dopo q uè sle feguiua il fwiflro Corno,encn molto da lungi il refio della
(auaìleria , e coft auuenendo, che fufferu affa Itati da dietro, òdauanti
ouer per fianco; le bagaglie tutte in vn tempo fi fa cenano ritirare in vn
latOyclye piuficuro partito fu^e, e che meno bauefie potuto impedire l' ef-
ferato nel combattere \ e fi fizceuafhre tesla alle battaglie verfo il lato
onde erano af aliti . Quefìo ordine è belliffirno ad imitare ancora a* tépi
noftri;mandando innanzi per tutte le bande alcun buon numero di ftra-
dioti^e d'archibugieri à (auallo per ifeorta , apprefio a' quali fegua vna
parte di Caualli leggieri sidap refio,che incontrando/i con nemici,poffa- ^
no darfoccorfo > & in vn mede fimo tempo dar'auuifo all' esercito , che
vien'apprefio,acciùhabbia tempo da metterfi inpunto. I faldati fi fono
-da ordinare à fila a fila fecondai numero delle genti, e capacità delle
ftrade con f.isian^a conueneuole tra loro,sì che l'vna non impedifea l'ai
traycon tal 'ordine^be ejfendo per forte neceffitati acombatere ,fi troia-
no ben preparati : Jluuertendo oltracciò che in tai cafigli jlrchihicgie-
ri feparar fi deono dai bicchieri e fàrfi innan'rj-y e dalle bande non al-
trimentiycbe i Peliti antic amente fhcenanofl'JirtigUeria beriaccompa -
gnata
DEL CjIVjìHO, 11B. Vi. 48/
14 gnata dalla (uà guardia eletta , s'ha da menare da quella parte , donde rr ,
più difender poff a ifuoi, e far danno agli auuer far ij. La(aualleriileg- ria \*a~f,
giera sì nel marciare , come neltombattere s'è da porre più projjlma a1 ra, douc e
nemiche tanto lontana dalle battaglieli cfsendo rinc:data,habbia buo- <& porfì »
nofbaciodilciuivfi dauanti da iTedoni, e porfcgli dalla banda àfomi-
gùanxadì *A le f difendendogli da iCaualien mmici:Le geti d'arme,che Uj ar~
hanno da Jì are appreffo a' Cantai leggieri fchierati à diedro à uentiyO più tlada por
. fecondo 7 numero de' Caualieri , e la capacità del luogo y fi fon da porre fu
parimente in parte , che aguifa d'vno feudo difendano la Fanteria da
gli incontri della Cauelleria nemica, e Jje offendo per auiientuca rijpin-
% teyfi pofj ano ritirare ftn%a mettere indifordine la Fureria Le fronti del
le battaglieli cangeranno,fecondo, chel'occafìo ne dell' affalto richiede-
rà facendo della te Ha coda,e della coda tesla,di fianchi fronti, e di frati
fiancbiycfi ordineranno etiandio in varie forme (come Eliano infegna)
fecodo ilfito del luogo,e fecondo il numero ,e la qualità de'vno, e l'altro
efsercitOyordinando copi fkntiycome i Cauaìli nelle parti più vantaggio
fé all' effe r loro; aiwertendo, che Ivnaparte del Campo non fi allontani
dall'altra nel Laminare: al che hanno da prcuedere alcun i Capi a posta,
che ritardando i troppo prefìiye folle citando i troppo lenti, facciano muo
_ aere ipaffiad vn mede fimo modo,e tempo, fecondo li mifura del batte-
re de" tamhuriyO del fonar delle trombe . fra ilfoldato Romano auuex^
>%o aportar in doflo gran pefi,e groffifhfci di tutto quello, che per fuo
vitto fàceua mejlieri per dodici dì ,6 quindici(come narrano alcuni hifto
rici) & oltra diuerfi va/ì, porta uà vn paniere, 0 cesia, vna pala, vna
fcure,vnafilce,^r vna fune >di maniera,cbe propriamente Muli cogno-
minati furq i foldati di Mario, ilquale primo fi dice efiere flato inuento- Soldati di
re di cotai ordine, per tor via lafuperfluità delle bagaglie, Scipione an- Mario, g-
cora Emiliano fi legge hauer vendute tutte le bestie difoma , che trono c^e S0—
nel fuo efsercito,e tomadato,che ciafeuno s'hauefse portato grano j> tren ^"muIìI*
j) ta giorni,e fette pali da fare /leccato. Qui fi p uò confiderai-e quanta fuf
fé la fatica di q uè* foldati (come già nella Colonna di Traiano fcolpiti fi
veggionoin Roma) che parte su le Jf alle, parte appefì all'bafta porta-
unno i lor bifogni : 7\fon conHumauano mai di cuocer' il pane inforno ; Pane de*
ma di quella poca farina, che era loro confegnata dalla munitione,f ape foidruian
uan dafefhrfilefchiacciate,letorte,e le lafagne;haueuano ben qualche tl
foco di lardo perdarfapore alle mineflre . Ma quel, che poco bifogno pi-
cena lor hauere di vettouaglie, era la quatità grande de! befliamegrof-
fo,e picciolo, che con molta ageuoleTga feguitaua Veffercitoipure quan-
do loro fufse venuto meno il vitto totalmente y erano sì afsuefùttialla
UH z toleran^a,
484 D £ LI jì q L 0 \1A
toleran^a,cbe di radici d'herbe,e di frutti fetuaggi fi foUent aitano. Tot £
fono gli Imper adori cominciarono aviuere con pia agioitrouando il mo
do di mangiar fempre il panefrefco , e di bere continouamente vino, che
prima era flraordinario > e fortuita ,non pur tra' Romani ' ,maetiandio
tra: Cartagine fi , che nette guerre non ne beueuano in modo alcuno,come
Tlatone , & ^Aristotele fanno fedeli che offeruano hoggiÌSui'%geri><&*
iTedefchi\fotamente quando fon diguardia . Troaara in fbmma tante
M te di altre fotte ateZZ?> che a poco apoco vennero ad ifneruarequegli antichi
fcip!ma>e animi rohusliffimi , & fi è venuto a tanto, cheifoldatinon foto dihone-
rro ppa de fte viuande non fi contentano- > ma cercano i capponile le galline , & al-
l'c^ezza tre lafciuie , e cofi dediti alla gola y & al giuoco , effeminati, emolli fi F
tia moder troucino ne' fattiti' arme , non potendo patire di dormire ma notte in fuyl
na. terreno;anij, come nonveggiono le camere>e i tetti adornllare loro mil
le anni di ridurfi àcafafua ; [equali dilicate^je fono affatto* contrarie
al Dio delle battaglie, che(fecondo Uomero) fi compiace nel faldato du~
xo,robvfio,e forte ;patiente delle §xtiche{come pur Virgilio dice) e con-
tenta del poco ;la onde Socrate ordinò , che i cibi de' faldati fuffero frutti
delta terra per la più parte ; e che tanto ilmangiare, quanto Ubere fuffe
fobrio,e moderato :nè s'vfaffero a portare letti, con la cuìcommodità di-
v.entaffer pigri . Terò Varrcfiofi dee da loro più frequentare > acciònon
Jiono astretti a. portar molti apparati; e fopr atutto la Tarfìmonia è con **
uenenole alla militia ,douendo fempre tenere dauanti a gli occhi quel
gran Curiose quel l abrkioy che wagiando in vnafcodella di Ìegno,fiar-
roHiuana vna rapa accanto al fuoco. Quella toleran^a a nofiravergo-
gna,e danno, fi vede rimafia foto ne i ^iannì^eri\ & in alcuni luoghi
inferiori delVVnghcria, che quando il Turca muoue guerra in parte lon-
tana , cìafcunofi prepara in certi fac cheti alcuna quantità digrani, e di
tifi cotti,o della farinate carne fatata tagliata sì fottilméte, che pare poi
ue,taquatcon acqua fegliono ftemperare>e con queste cofe,che fico por-
tano,vfanda vna estrema parfimonia.fi matengono,e con lafibrietafof- yg
Turchi fiifiono ogni ìncommodo, non mancando mai de i loro ordini^ Offèruafi
Seaz zeff , ciaancora dalle genti ìCauallo del gran Turco, che ciaf cuno per gran Si
& a^r* * gnore^ch'egli fìa,porta nell'arcione della fella vn certovafi,chi diargi
ofll ruino *V^* & a^r0 ntet alto, feconda il grado delle perfine ; douejla del pane:
2 Ti v kg- covn pe,zgo di carne cotta di Z/acca,à di Cafjtrone,o vn TollaBro^ covit
gi alfa poco divua pafferina,e fichi ficchi,à altre frutta,e sùta gropfravna cer-
guerra. ta n^f^a d*or%apercpie bifigniy chepoteffiro accadere,maffmamentc
per tuoghi^ncognitu (fli Sco'zgeftpariméte confimma cotiné\a fi trat-
tengono nelle gueneypQrtàdQ ogrfuno il fuo picchetto della far ina,laqucL-
le come i
<DtL (fUVULLO, LIB. VI. 48/
'jt le come focaccia cuocono [opra vna piastra di ferro poflafopra.il fuo-
co.Ter la fame certamente fi tronano perdute molte imprefe, che rio per 'J^ jft
altro (e fare vinferPetreio,& Jffira.nio in Ijfragna, . Gli Spartani fi riduf- ja perdita
fero a cibarfi di Serpi, zsflefiandro contra Battilani fi trono intanta mi- Ai moke
feria,cbe dopo l ejferfi mangiati tutti i cauillì, ,ele altre beUie,fì mitri- lmPl'e»e.
€auano ifiuoi di fughi di herbe. Cambife co atra gli Ethiopi fu corretto
■di decimare ogni giorno gli /mommi,, eicaualli, in finche dubitando :
che poi nontoccajfe a fé, lafciò iimprefa . Vero chi hxueamouerguer- p,.0U1-/-o
ra , bifogna primamente far grandifiìma prouifione di farine , dipani, e ne s che
di bifcott'hdi rifoye di legumi di ogni forte , di formaggi , di pefci fatati , àcbs por-
B e co fi di carni; e d'altre fìntili co fé , che fi conferuano afiai tempo: batteri u.l\ da
do la ne e e fi aria quantità di boni, o*di camalli , che condmano tali mimi- ue gU€ri^
tioni, parte in caffè, e parte in fiacchi fopr ai carri ; alche fi deonode pit-
tare i fimi commiflarij,& altri vfficiali,iquali poi con ordine le habbia-
no a di Hribuire, percìye tanto maggiore diligenza è da v far fi a prò uè de- .
re contrada fame in quegli tempi, quanto meno foribabili le perfonea
fofferirla,che non era al tempo di qué' glorio fi, Bimani degni vincitori di
tutto il mondo . Bella cofa allbora era a vedere ^be donendofi far gior-
nata^ Confilo, 0 filmile altro Gè ier.de conlefue armi, chefiportaua- •
no ordinariamente doti egli era,et accrefceuano grandemente l 'auttorità;
intorniato dalla fina guardia,^ accompagnato da fuoi Tribuni, eprinci
f Mi Capitani , montaua fopravri alto luogo fatto diglebe ; eraunatia
fuonditrembaiCenturioni, e' capi di fqiuidre , loro per ragioni perfua-
dendo la vittoria effer certa,gli inanimaua , e raccendala ; ejr in queHo
import aua ben grandemente , che tali perfine fi fiero piene di dottrina,
e di eloquenza ; perche per togliere yna fin ifir a open ione da vricjferci-
to,per rimediare agli ammutinamenti,e per dar cuore dicob'ttere,non
ci è miglior me^o,che la parola; pero fcriuendo\Suetouio di Germanico,
fraV altre lode gli attribuifee , e/) eglihaueuale parole fktte per guada-
jp gnarfi gli animi delle perfine. Tofciafiàceua il Confilo tre mite fonar la
tromba,quafi addimandando,fe erano apparecchiati apugnare,et allho
ra tutti riffondeuano > disi , ad alta voce ; talhora prima, che ne f afferò
dimandati,^ aliando con braui gridila mano deflra , dìmoHrauano i
cuori pieni di Martiale ardore . <ts?fiai certamente importa quel dar di Dar'a n L
animo afoldati nel giorno della battaglia, con lajperan^a deìpremij > e mo*' {ol-
eàri gli fpeflì confortiyiquali foglionofàr p.trere minori i peri coli -yauuen- ™j"! ,,.
ga , che il premio del generofo foldato fia la gloria, e la fama > efiendogli ponanza.
lavirtuteiHeffapiu calda confort atriceii "quando per auuentura con le
parole ciò non poteffe fhrfi,almen con fegni potrà fupplir fi, imitando Ce-
li H $ fare}
4$6 T> E l L jl G L 0 O rjt
fare,ilqual vna volt a fi troua,cbe con l'alzare del dito Indice , inanima- £
uaifnoi a combattere arditamente Significando, che loro promette uà la
dignità dell'anello in guiderdone ; Oltracciò, ne i finittri, che fogliono
_ • ~ , auucnire in efiebattaglie, quanto import a, cbe'l Generale fappia attuta-
re à\nGc ^iente diffimulare, rinomandogli in bene con fronte allegra , per togliere:
nerale di lo ff>aueflto,che batta à disordinare tutto vrì efferato i'
grand'im Q0fi Annibal , poi che a l'imperio afflitto
portanza.. Vid'efurfi Fortuna sì moietta?
Bjfe fra gente lagrimofa fernetta y
Ter isfogaril fuo acerbo de fritto .
Cofi faggiamente etiandio Tulio Hottilio Rjde' Rimani, fi legge , che &
vedendo partire dal fuo efiercito i confederatile tur bar figli animi de gli
altri; egli difie , che non fi fgomentaffero punto 7 perche di fuo ordine fi
partiuano r? I mede fimo auuenendo aSilla,ilmedefimofinfe. Fri" altra
volta combattendo egli contra Mitridate, e veggendo ifuoipotti in fu-
ga, fi ' mife incontraloro, dicendo, o fidati ,che- fuggite , quando farete'
in Homa}& addimandati douehauete lafciato il vottro Capitano , diter
chel'bauete lafciato in "Beotia,intento a combattere contra i voflri nemi
ci;lequai parole infiammando di forno gli animi diquelliygli riconduf—
fero alla pugna con talvigore,. che furono vincitori. Speffo ancora fa- _
l'eua Siila per fare, che i fuoi faldati attendeffero più alla vittoria, to-
gliendo V infegne di mano a gli ^Alfieri , gittarle tra 'nemici , acciocbe'
v.ergognandofi , l'baueffero a ricuperare'. Filippo Rj di Macedonia per «
torre, la freran%a della fuga a' fuoi,chetemeuanodi combattere con gli
Scitbi, manda molti caualli dietro a gli ordini per vccidere coloro , che
fiìfero voluti diparthfi,laqualtema ritenne tutti si animofi,che ottenne:
ro la vittoria. Attilio Confilo veggendo fuggire vna parte del fuo effer—
citoyvioppofe l'altra à.feguitare, che fé non tornauano a combattere, fé-
bene f uff ero j campati da' nemici , non farienof campati da gli amici ; e'
cofi la vitupero fa fuga riuoltaro in glbriofa vittoria .. Vn Rj degli Af- }%
firi diceua a' fuoi , che la vittoria non s'acquiflaua con le fpalle , ma con
le mani . Sertorioin Iffagua per non dar terrore a' fuoi, v nife vn feriti—
dore,che gli recauanouella della morte d'un Capitano .- Tito Didio ba-
ttendo perdute molte genti, in vna battaglia , la notte chetamente fece
fotterrare la maggior parte ,■ fi che il mattino veggendo i nemici molti
comeTr* ^ ^oro mor^a--a Campagna , epochi de' Rimani , dubitando d'hauerne
dinata Abbattuto il peggio,- fi partirò, la fidando Lidio quafi di vinto vincitore. Or—
Rom ani . diaauano iRpmani la loro fanteria (oltra la banda diV'eliti, che agui-
fadì sArchibugieri cobatteuano, offendendogli nemici di lontano) in tre
fona- '
DEL C JLV jtllOi L1B. VI. 487
^j£ fquadroni,UaJlati,Trincipi,e Triarij, che noi diciamo boggi l antiguar*
dia la battagliacela retroguardia: la prima fronte dunque era divida-
ti con le picche , tantovniti, e ferrati infieme, che baftauano afoHenere
ogrì 'impeto del nemico . £&t feconda teneua l' ordine alquanto rado, che
bafiaua nel bifogno a riceuere i primieri. La terxa poi difoldati tutti ree
cbi,& efperthiella guerra, fi poneuain attitudine di dar luogo a gli vni,
& a gli alt ri; e qui ni confiBeual'-pltimafyeran?a,effendo quafivn mu.
ro (come dice Rafaello Folaterrano ) perche quiui era tutta la poffan^a
della hattaglUycomein huomini deliberati di vinceremo di morire .-onde
nacque ilprouerbio,che nelVefìreme difperatione delle cofe falena dir fi :
3 -^A'Triari è ridottala bifogna_j.
.^rmauanfi ifoldati Promani diuerfamente fecondo il grado, la ricche^
7a,e l'etiche haueuano ; I Veliti (come fi è detto}nonport aitano arme >ff.g
da difefa, fatuo, chevna T^otellinadi tre piedi per diametro , & alcuni /j aj-maffe
d'effififeruiuano di dardi acuti , ma fatti dirai forte,che non fi bauejfe- ro.
ro potuto da' nemici indietro rilanciare, & alcun' altri di faetumi,fajfi,
e d'altre cvfefimilida tirare,e tutti portauano lejpade. (jli altri faldati
portauano faldi, e ben fermi feudi , & arme dif enfine , chi vnapiaflra
diferro,cheeraper ogni verfo vn palmo, che chiamaùano (juardacore,
dauanti alloflomaco,chivna (bravina con lefuefalde,e bracciali coti
^ uenienti,chi vngiuppone di Cordeschi giacchi di maglia,e chi arme gra-
ni alla Hacedonica,li fchenieri nelle gambe, il celatone di ferro in tefta
con lipennacchilunghi,ene i fianchi pitgnale,e jpada,chiamata daVoli-
bio Spagnola,che haueua vna buona punta, il taglio afìai gagliardo, e
forteto pigolo di me ^oHamuano finalmente le hajìe didiuerfe manie-
re,perciò che nel primo fquadrone le portauano lunghe , qua/ì /imiti al-
le nostre picche, chiamate anticamente Sarifie .(jli altri -pfauano iTili
lunghi fei gomiti tra l'haììa, che la maggior parte era ferrata, & il
ferro,ilquale era àfomiglian^a di vngranfjyiedo con due ale . Vi era- -
25 no ancora iTili più piccioli ffimili alla Vramea di (jermani . filtri in
luogo delle Vicche,e delti Tilhportauano (fecondo ^Polibio) le ^aga-
glie,e le giannette ; e con tali arme ? in fignor irono i Bimani di tutto il
mondo . TeròVegetio grida contrai foldati del tempo fuo, chelafcia-
te l'arme degli anticln,cofi graui,come leggiere , and aitano alle batta-
glie quafi ignudi ; hauendo alla fine prefo vn barbaro ornamento , che
in luogo di corfaletti , e di corazze, fìarmauano di certe yefii di lana,
e di bambagia trapuntate , che diceuano Toracomache.', vocabolo pre~ -j-oraco-
fo dalTorace^ che i Cjreci intendeuano per lo petto, ì Latini per ogni nuche;
tourimemo dipettofflajffmamente di metallo ,perdifefa , come fi vede
HH 4 appo
4gS D E l l jt G L 0 \l „€
appigli fcrittori. Sopra q nette , quando pioueu a , fi gitt aliano in dofo £
vn mantello di cuoio con lefue maniche : Inuentione per Iettar 'ilpefo,
e [cacciare il freddo al faldato diuenuto delicato, e paurofo nel campeg-
giar di verno. I Capitani le portauano di velluto, o dir afo creme fino^
o di altra feta; i foldati baffi diguamello ,otela tinta ; Del retto por~
tauano tutti celate coti gli orecchi ornati di certe gir elle ,e fi cal^auano
[carpe orlate di ferro ; tenendo parimente fornito di ferro ne gli orli vn
grande feudo; con vnagianetta in mano , ouer'vn forte /puntone col
ferro triangolare ;o pure gran baleflre dilegno,chefono durate in vfan-
%a, infimo a noflra memoria . L'arme de' Greci amici) i fi pò fono com-
prendere da quella deferittìone , che fk Homero , armando Paride, oue^.
dice y ch'egli primieramente fi mife glifcbineriy poi fi veflì la cora^
%a , poi fi elafe la ff> ada al fianco; e s'adattò [opra le [falle vn'ampio
[cudo , e su la tetta il morione adorno d'vn pennacchio, che tremolaua ;
appreffo prefe vna gagliarda batta, il cui ferro riluceua aguifa d'iter-
[o argento ; dell i quale dtfiriffimamentefapeua egli feruir fi nelle bat-
taglie. VergilioneldecimQyimitando Homero, deferiue la celata di
Cigno di Liguria ornata di penne di colori diuerfi .. Quetta manieradì
pennachi di vari colori , & altri [opra i celatoni vn piede e mexo ,
vfaronoancoi Romani anticamente: perche renàeuano i foldati più
Soldati belli, e pia bombili in apparenza . 1 Greci per off aitar e i nemici, fi
Greci co- fondauano principalmente nelle picche (fecondo Eliano) che chiama-
maff131" lian°Sariffe > le quali , fecondo alcuni, erano diciotto piedi lunghe , s
fecondo alcun' altri, di gomitiquattordici y e con quefie fi difendeua-
ìio da" Caualli,& apriuano le contrarie ordinanze . Dione-Biella vita di
(arac all«,r acconta, che la Falange Macedonica nel tempo di z^left an-
drò , era di huomini fedici mila ,. che vfauano celatoni di cuoio bouina
,, crudo ; corazzine di lino di tre doppieyfcudi d'Ottone, batte lungbe,ffra-
delk fola ^a corta>e chiauerina. Ordinauano le Falangi,fiicendo vn corpo folo dì
gi. tutto l ' efferato a fila a fila y in tale modo y chefe un faldato della pri-
ma fila cadetta ferite 6 morto , fubito vn' ahro della feconda entrala ai -
luogo ; e cofi confeguentemente di tutte le altre ; fi che le fila di coloro ,
che combatteuano , erano fempre intere :e fi trouaua più tatto confuma-
ta,cbe rotta ejfa Falange ; fi cornehoggi ne' loro battaglioni ofìeruano
ancho i Suiz7^ri , ei Germani ,quelli poco curando fi di gir dtfarma-
ti di corpo-tanto fi confidano nella flretta lor 'ordinanza *e quetti arma,
tiferuando il medefimo ordine, con maggior fntica,e minor prettezj^a ,
*J?Ka più [te uro pare l'ordine de' Bimani, i quali hauendo da ritirar fi j
crinforTgrfi tre fiate > bifognaua^he per effer vintici auefìero tre volte
contraria
7) EL CJtVoiLLOy LI B.-Vl. 489
£ contraria la fortunale che tre volte fi trouaffe nel nemico ardire , efor-
^.Scipione volendo combattere con ,Amiballe, ilquale nella tefia della
battaglia haueuapofli tutti gli Elefanti , ordino i fuoi [quadroni tanto
apertiyche fenra difor dinar fi, gli riceueuano , con quello modo vinfe la
giomata.Terò pojfiamo confiderare, che la battaglia mainon è daordi-
narfi in punta , perche i nemici ordinando la loro informa di forbiti > La
romperebbono ageuohnente. Seruauafi pur queftaprerogatiua a' ' falda-
ti legionari] ; che come ne gli alloggiamenti , co fi nelle battaglie fé m~
pre in me%o de" confederati fi collocauano > tanto da Cauallo, quanto da
piedi Ma la Caualleria era ordinario ^che fi mettejfe a" fianchi dell' effer-
ato in quella guifa , che l'augello difende con l'ale il corpo ; però , come . Va, *e"
25 (jellio dice , questo mede fimo nome fu loro dato; che in dieci ale , bande mZni, co-
da noi dette, diuideuano i Romani la Caualleria; e di ciafcima pigliaua- me s'ordì
no tre Capitaniperla retroguardia^ quali il primo era capo della Ban naffe«
da>gli altri teneitano luogo di Decurioni; e co fi liuto vfafyejfo , Tiu al-
quanto di danno quesì'ala di Caualieri fu ad ^Amiiballe .
E Vergilio :
sJtyCentre s'ajfannanle follecite ale
vd far la caccia per le felne intorno .
Intendendo iCaualieri, come Seruio Mauro ejpone. S ole uafi fare delk pirgo or»
turme vna ordimmo, quadra à guifa di torre, che però Tirgo la nomina- dina za di
C uanoycontre cento fefianta,ò quattro cento Caualli, fecondo Euftatio. Li- turme«
curgo agrandiffimosforTofèvna turmaquadrata dì cinquata (aualliy
e diuife i finti, e i Caualieri in fei tribù , delle quali ognumo haueuavn
Tribuno,c quattro Trefetti Manipulani,otto quinquagenari,e fedici Du-
ci.Di effe Tribù talhorafi faceuano tre turme, talhora fei,fecondo il bifo
gno;etra l altre fu vnaCohorte di Sparta,detta Titaneta,di gradiffimo
yalore,che fi riferbauaper gli vltimi pericoli, z^fntioco chiamò Gemea Qemea
yn'ala di mille Cauallì.Tare a Senofonte,che vna caualleria di mille per
fone,fia numero coueneuoleyfhcile ad ordinarfiye mantener fi, & idoneo a.
' fare cofe notabili; e loda,cbe tra' Cittadini vi fi, mefchieno foraslieri, per
mettere emulationefraloro JleJfi.Conciofia cofa,che tra' Lacedemoni tro
uiamo allhora efferfi cominciate a fare cofe celebri co (faualli,quadofira
nieri Caualieri aggiunfero alfoldo loro. £ benché ottima cofa,e fingolare
farebbe ordinare vna Caualleria tutta di perfone nobili , non fono tutta-
uia da rifiutarfi della gente (ontadinefca alcuni giouani,i quali per di fio
d' annobilir fi,riceuiìti che fono all'ordine^' ingegnano difhrcofafegnala
ta\e con molta vbbidien%a adempiono ognivffciolor'imposlo.Uorapa-
' y€)che ottimamente formato s'intenda vno elfercito, quando ha numero
di
di diciotto,ò ventiyò ventìcinque mila fanti, e di due mila, e cinquecen- j?
to Caualli,ne' quali fiano due ter%i d'hiiomini d'arme,&vno de Qmalli
Causile— leggieri . l^cll efferato di^Aleff andrò , ferine TaoloOrofw, effere flati
ria di alcu trentadue mila pedonile quattro mila (aualli , e con quefiafipoca gente
chi . ntl" ^ dubbio (come Cjinflino dice) fé fifa più da marauigliare , che babbia
vìnto tutto il mondo-fi che pur'babbiahauuto ardire d 'afì 'aitarlo ;m affi-
mamente,che Dario F^ede' Terfì,la prima volta furotto da lui,hauen-
dofeicento mila faldati Jotto di fé , l'altra volta con tre cento mila fan-
tine cento milfi Caualli parimente fu posio in fiiga,reftando prigioni ma-
dre,e moglie ',e figlie , per lequali offerfe la mità del R^egnofuo , eglifur
morti ottanta mila pedoni , e dieci mila Caualli,eprefi quaranta mila; F
tanto importa nelle guerre più l'ordine, e'I valore che il numero'; fi come
Ordine e fiyede ancora nelle cofe di *Agefilao , ilqual creato Rj de'Lacedemonij
rna^iore neltempo,che'l Rj de' Terfifitceua terribile apparecchio per tragetta-
importan re incontra loro ; Egli non volle affettare il nemico in cafa, ma andò a
za nelle trottarlo infine all' Ji fi a: doue arricchiti ifuoifoldati con varie prede, v
guerre , Yotto con molte battaglie ildifegno de' nemici, vittoriofo rapportò ficu-
titudine re,KKa a^a patria; & effendo nel ritorno afì aitato da infinti a. mvltit udi-
te' folda- ne di Larifìei,Cranoni,Scotnjfi, Farfalij, eTefsali; egli fatto dell' éfsercì-
11 • to vn quadrato fquadrone , diuife la Caualleria per tutti i fianchi, laqnu r
le non pure foftenne ogni impeto-, mamifeinfngagli affali tori; & at-
tr alter fata fi parte nella via, che quelli ritornando doueuanfare,gli col-
fé aW improuifo ; e morendo nella pugnaTolicarmo Var folio Capitano ■>
gli altri congrandiffimaperdita di lor gente, non fifermaron mai ,fin
che non furon giunti al monte jLntracio : Laonde ^ìgefilao allegria-
mo fol di quello, che di arte Cauallerefca haueua vinti quelli , che più di
queHa cofa face uano prof effione, al%o nel luogo per memoria vn trofeo,
Haueuaft egli già rannata quefìa bella (analleria,con tal'induflria,che
a' più ricchi delle contrade afe foggette, haueua dato ordine dinudrire
Caualli J celti ,e per grida haueua predetto, che nonfuffe obligato di anda jj
re alla guerra perfonalmente colui,che haueffe dato in vecefua vn'buo-
Vsàza de' moidoneo,& arme,e Caualli.Ma di effi Lacedemoni era l'vfan^a , che i
lacede— Qzuallifi teneuano in commune, fi che donendo alcuno andar fuora, &
moni in bauendo bifogno di caualcatura,douunque hauefìe vijìo vn cauallo , fe'l
ualli per $ìgliaua>eferuitofene,bellamentepoive lo tornaua.Taliin veritdqnefti
guerre . popoli nell'arte della militia fiportaro,che non folo fi gloriaro dì difen-
dere la lor patria fenya mura,ponendo piufpcran'za nellavirtìt delle a-,'
me,ch e nella fonema de' ripari ;ma vennero etiandio a commandare a
tutto il reftate della (jrecia;e riufeitì fopra tutte l'altre natiom ecceller
lijjìmip
<2) E L C Jl V jillO LIB. VI. 491
ti (fimi, furo tenuti in tanta Wima,che i Cartbaginefi col configlio di Xanv
tippo Lacedemonio ruppero M, ^Attilio Regalo, da cui molte volte erano
fiati vinti, per lo mal'ordine,cbe tenevano sconcio fitfii ■ cofa, che efft ef-
fendo fuperiori di numero di Caualliy e di Elefanti -, foleuanofhrfi ga-
gliardi ne* monti ; ma fattigli fcendere à campo nelle pianure , douei
Promani copiofi di pedoni, e deboli eli Caualleria , fi fkceuan forti , age-
uolmentegli fé vincitori . Là onde ^Annibale parimente vn maeflro di
guerra Lac edemonico menò feto ,paffando nella Italia molti uoglionoy
che dal costume di Lacedemoni Claudio C efare baueffe fermato l'ordi-
ne, ch'egli diede alia fuamilitia ; che appreffo alla Cohorte daua l'*Ala>
g e dopòl ' jllailTribunato della. Legione, fi che di grado in grado i mi-
nori C apitani f ufi ero fottopoHi all'Imperio de' maggiori lefen'xa confu-
sone ogrìvno haaeffe dipinto il fuovffcio . Scofi molte ,e molte eflendo
le cure, y che nelle guerre bifognauanodi commetterfi, auueniua,cbe nin-
no vi era, in cuimediocre prudenza conofeiuta fi fufse , che non hauejje
bauuto y alcun honore . Si come dunque appo i Lacedemoni il fupremo Pfeminé--
Tmperio era del Bj,pofcia de i Duci,poi de i Tribuni,che Eforigli chia- auerr^dc
marono,indidéCenturioni,^r vltimamente de'Decani:cofinellefìercito Lacede- "
de' Homaniera ordinato,cbefe Ifoldato era àcauallòyvbidiffe al Decita moni.
rione ;s: 'era da pie de,fuffe J oggetto al capo delManipolo (detto horaCa-
Cpo di f quadra) cottora alCenturione, il Centurione alTrefetto della Co-
horte, & al Tribuno, Quefli alVrefetto della Legione, Colìui alLuogo-
tenente generale, ilquale per diuerfe cagioni ( come detto habbiamoper
innanzi, fecondo la varietà de'tempi,folea diuerfamente nominar fi) egli
finalmente al Capitan 'generale dell 'efferato, ilquale ancora convarij no
mÌfoleuacbiamarfì,cioèBj,Confolo,Vroconfolo,Vretore,rDuce,rDitta-
tore,& ImperadoreFi erano anco nel e ampo certi altri Magiflrati chia
matirPrefetti,iquali(oltra quelli , che gpuernauano iconfederati, cornea
yuolTolìbio,aguifa di Tribuni) erano molti y<^r f eparatamente deputa-
ti àdiuerfivffcij (oltre,che iTribuni ancora,fecondo fi è dettoper autto-
** rità dell' ifteffo T?olibio,rìhanemno comunemétepenfiero)cioèfopraipa'
diglìoni,fopra lagrafcia,fopragU artefici , e le machine, efopra glifièc—
catie nel dì delia-giornata fopra alcune bande dìfhnti,ò diCaiialli,feco>
db bauefìeparfo al Generale .. Terò il Dittatore era il più degno di tutti
quantii Magi flrati,d'allar cui fenten^i no era lecito appellare: ma la Bit
tatura non era continouo magistrato .-perche follmente in qualche grade-
neceffiià della B^epublìcaficreauapermefifei, ebifognaua,chefifacefie:
dimena notte,e no fuori d'ltalia,echefuffe huomo giàJlato Cofolo,ben—
^(Mnt^trQui(^èrHatQin^urÌQCamiìlo 1 ilquale quantunque nofuf-
^9i D E L L o€ G L 0 \1 *A
fi Confettare : nondimeno nel gran pericolo , in che i T{omanì erano flati ~
ridotti da'Veienti,il fecero Dittatore,e contraffa voglia li prolungarti
il maeslratoper vrìanno,e cofi otténe cinque volte la Dittatura,^ quat-
tro trionfi ;e fu liberatore della fui patria. Siila nt'V occupar della Ditta-
tur a,fi trono batter fatti morire in varie guerre pia di cento mila b lami-
ni) nouant a Senatori , quindici Confiti, e dell'ordine eqttefl -e come feri-
ne ^Appiano) due mila e feicento ^nondimeno poco dapoi volontari amen
te la depofe . Dopoi lui (e far e bausndo fitto di fé ridotte tutte le ragio-
ni della J\epublica , fi diebiarb perpetuo "Dittatore ,mala perpetuitàpo-
codurb, che fattoli da ottimi Cittadini vna congiura, nelmejo delSe-
Dittatore nato fu ammaliato . Scrive Liuio,cbe la prima mentione di far un Dit- p
quado co tator,nacque in ì{oma, quando s'bebbe nouella , ebe trenta popoli s'era-
à crear/ì no conH}uraì:l ad effortatione di Ottauio Mamilio , e fi troua appo anti-
chiffimi auttoriT. Largio effere Slato il primo Dittatore , e Spurio C af-
flo il primo Maeslro de" Caualieri; conciò f ufi e co fa , ebequefìi due ma-
gistrati andauano fempre congiunti ;e di autorità appreffo al Dittatore
non era altro, più, profumano , che'lMasflro di Caualieri, ilquale dalVi-
fteffo Dittatore fi eleggeua, facendolo fuperiore a tutti gli altri ; fi come
nellifleffoCefare,dicuifiamo venuti in mentione, poteua veder fi, che
nominato/i infieme con la Dittatura Confilo per dieci anni , fi elejfe per
compagno ^Antonio fuo carijjìmo , dichiarandolo Maeftro di caualieri , G
benché fra tanto ordinale, che Lepido effercitafìe in luogo di luil vffeio.
Maeftro Dell' vjf ciò, che appartiene al Maefìro di Caualieri,detto da Greci Hip-
de' Caua- parco ,cbe Generale di Caualli poffìamo noi dire ;Senofonte fcriuendo, di-
vffiao U° ce->c^c%tiprimieramentehadaprocurare lagratia delfimmo1)io;cbe
tutto quello,ch egli bara a dire , & adoperare, fìa accetto a lui, falci-
fero afe Heffo, vtile a gli amici , e glorio fi alla fua I{epublica, o al fuo
Trincipe: \Appreffo dee perfonalmente fen^a confidar/i in ter^a perfinay
riuedere la caualleria,cbe fia intera: cociofia cofa,cbe o per vecchiezza,
oper infermità, o per altri accidenti , fpefìo viene à mancare di numero, „
ejpejfo ancora fi defrauda da'Capitani,oltra i particolari trafuggimenti,
cJjefoglionfkrfi , come auuenne al Bj Frana fio , che nel dì della batta-
. glia credendofi battere infinita gente, appena fine trono vn terzo, onde
CauallijC egli rimafe rotto, e prigione . E cofi i Caualieri, cornei e auallibifogna
che fiano effere fan; tutti,e robnfli della perfina,& atti a [offerire ogni fatica: In
fani . queHo riuedere diCompagnie, bi fogna difiernere le genti veterane dal-
le nuoue,e tra loro compartirle di tal -maniera , cbe'l ro^o congiunto con
Veffercitato venga ad ammaeflrarfi agevolmente alia militia:Et appar-
tiene al Capitano tener' abbondanza di felle,) e briglie) & alquanto nu-
mero
rDEL CUVjtllOy LIB. VI. 49f
j£ mero di cauallifauerchio y per poter opportunamente [occorrere a' bifo-
gni de' faldati; atquale effetto deehaueril Generale appo le fue compa-
gnie tutti gli artifli delle cofe neceffariey come fallar iy armar oli y maestri . .
di [proni , e dicorreggieyemarefaatchi y & ancofi[tci,e chirugici . Ma i x ^jati.
faldati [opra tuttofano* datenerfiin continouo eJ[ercitioyfì che [iena agi-
liffimi a [aitar* a Cauallo con tutte le toro arme y deliri a lanciare y & a
far le altre necefiarieoperationi Cauallerefabe; e [opra tutta vbbidienti;
per cloche non offeruandofi lordine del Duce} la militia è fatta nulla ; fi
come [aggiamenteVlatone dice > che vn capa di guerra non può far cofa
buonay[e non è tanta, vbbidien^a ney[uoi[otdatiy quanta in[e bifagna e[-
B [ere difcrettione > e moderan^a ; Conciofia co[aycbe £ ubbidir e ye'lcom-
mandare nafaono da vn virtuofa temperamento : Il perche il mede/imo
Senofonte nella B^epublica de* Lacedemoni diceyl' ubbidire ejfere vnfom-
mo heneysì nella guerraysì nella pace ;e quanto pia t'ufficio Ha in mano di
grandi huominiy tanto più acquistare vbbidien^a : là onde è di mestieri
in veritàyche'l (apitano fiahuomo di rìputationey di configlio \ fiche da capitane»
Vauttorità diluì mojfi i[oldatiyhabbiano pronto l'animo ad ubbidirlo y e fiahuomo
fargli faruigio. Sopratutto èdimefiieriych 'eglifia virtuofaymodefloy giù di riputa-
ftoyclementey[obriOylibera£ey[acondoyanimofa & terribileyaltresìyfecon- tl^c' ^ec
do y che le occafioniricercheranno^atientf.e temperato nel trattare de i
C negotijyaccortoy e curiojo nelle co[e dell' esercito ; nonpunto negligente r>
ma trouififempre il primo a deftarfiye l' ultimo a dormire. E perche a tut
te le cofe il Generale non può attendere confaaprefan^a (come farebbe
il meglio) è di meHieri hauer fatto di fa gli altri vffic iati sì fattamente
ammaestrati) eprattichi alle cofa Cauallerefabe > che buono parte della
fatica gli pofiona con lof indù far ia alleggerir ey che certamente fa t Gene-
rale non è da' buoni y & ejperti minifiri aiutato yfi troua fampre in gran
trauaglioy non [ola nette battagliela in tutti gli altri progroffi dell 'ef-
ferato sperò icapi bifagna faeglierfi tutti prattichiye prudenti > & inten-
dentiyma non arroganti: co' qtmli il Generate è bene > che conferifaa le oc-
P correnxeyintendendo il parere di ciafahedunoy e di quelli raccogliendo il
migliore tra [e medefimo > fan%a manifejìare la fata determinatione a
ninno inferiore ; perche basta poi dare gli ordini al tempo [uo : imitan-
do Cecilia Metello y itquate dimandato da vn [uo Tribuna > qual partito
doueffè prendere in vn certo [uccefio dìguerraygli rijpofayche egli abbru-
gerebbe la [uà camicia y fa stimafie quella effere confapeuole delle cofa;
(hehaueije a fare. Et Antigono dimandata dafuofigliualojQuando vo-
leuafar muouere Veffercitoygli difte con molto fdegnoySeì forfè tu sì fat-
tamente fardo > che non [entir aita tromba come gli altri ì t&C(t [enei
tempi
4^4 l> JLll U G IO ^1 j£
tempo della pace venifse a noia il ratinare le fquadre ad effercitio; (ifo ^
no particolarmente i Caualìeri da e fsort areiche ciafcuno per fé efca fpef-
fo alla Campagna , auuei^andofi accorrere col fauallo ingiù , & in su
per ogni forte di luogo quantunque afpriffìmo ; fi come varie fono le ne-
ceffitàele occafwniy che la guerra fuol apportare: alla quale , come fé
diproffinrO hauefse a fopraggiungere ,fempre fi fon da ammonire , che
sliem in apparecchio -/rimembrando loro,nonper altro fùr fi Ltgrofsajpe
fa del [bldo loro,che per hauerli in ordine ne' infogni; & in ciò dice,che'l
popolo JLtheniefe fbendeuaogni anno talenti quarauta. Qui pojjìamo
noi aggiungere quelli efse mpi; che To mpeo zjfóagno fkceua di contino
uo efsercitare ifuoi foldati,correndo co' più leggieri)] alt andò co* più de- p
ftriypugnando co più forti: e pigliando piacere nelgittar lapietraylancia
re il palo di ferrosi dardo, e finalmente nel giuocare alle braccia. Leg-
giamo parimente di Scipione ^Africano , ebefempre fkceua effercitare i
fuoi;fen7a mai perdonare alla fhtic affliggendo l'otio in ogni modo,ft che
per qual difagio fi fufie slato,nonfi trouauano giamai fìanchi;imitando
quelloyche ferine Floro di P\omolo , che continouamente lafua giouentù
Orio no- in giuochi d arme, e di (analliunena effercitatanellapàce,perche la tro
ceuole a' uaffe pofeia isìrutta nelle guerre '.Et Homero medefimamente diJichil-
foldati. ie cantajchepemon islar'otiofo, correuafouente armato per la marina.
£ quanto fialotio noceuole a' faldati , fi può dall'ef empio diAnnibaìle G
confi der are , ilqual ridotto in Capoua il fuo esercito , fi diedero tanto à
r ' rl'T ' &* agh& a' piaceri , che perduta quella difciplina militare , onde tante
curgo . volte erano flativittorio fi, venneàrouina co la patria. E per dar' ad in-
tendere quesla co fa Licurgo a* fuoiLacedemoni,propofe loro due cani in
vn mede fimo tépo nati,dè' quali Vvno allenato fuori alle caccie, V altro
ScithiTur in cucina,chiar • amente dimoslr aro ladifferen^adauanti al popolo, quel
chi, e Già [0 correndo contra la ferace quello verfo l'efca.Fu da' Scithifempre of-
che^oiTer- fermt0 l'vfodegli ejfercitij,& hoggidì fra'Turchi l'ofìeruano i Gianni?^
uino ne Tari , i quali in ogni tempo s'affuefanno à tolerare i difagi, e le fu tiche ì
glieflerci nonlafciando maidiejlercitarfi altrar dell'arco , e dell' archibugio, al H
u * correre di lancia al modo loro, atteggiare fopra Caualli,giuocare difei-
raitare,&in altri cotali Jiudi, che fono neceftarvj a coloro,che bramano
dy acquistare la vera gloria dell'arme, laquale fenxa fudore non può oc
qnijlarfi . Oferuafietiandio nelle Citta di Suixgeri,e di germani, oue i
giouani( maffimamente ne idìfefliui) flanno in continouo ejjercitio di
dinerfi mesìieri alla Ginnasìica,<& alla guerra appartenenti. Trarrà an-
cora Vegetio,di varij modi effere slata la prima difciplina per esercita-
re il nouello faldato f ò di portare in camino pefi > ò di correre armato^ ò
di
DEL CAVALLO, LlB.ri- 495
/£ di [altare nel Canal di legno > o principalmente di pugnare al palo . Era
ilpalovna certa imagine db legno fi/fa in terra;la ami con lancia , ò co
ijpada igiou.iui affahaiumo , come [e nemico fi f uff e egli , con vno feudo
di vimini , o talhora con ma grane ma^aferrata,acciò che nella vera,
pugna fi trouafì ero più fediti ; fi effer cita nano ancora con l'arcopropo
nendo alcun fegno ; i quali efercitij tutti s'vfano attempi noflri da ogni
jbirito defiderofo di gloria : Maper effercitarela C malteria ,gioua ajìai
(come Senofonte foggiunge) che bora in vna compagnia,^ bora in vn'-al
tra,nel cofietto di Cittadini,efcaàfàre giefìre > & altri giuochi (faualle-*
refehi \ doue ciafcimoper ambinone d'honorefi sforma di comparere be-
ne in ordine,e bene maneggiare l'arme, &iCaualli:nel che fard profit-
ti tettole oltre modo , proporre ne gli frettatoli alcuni premi], fotto cotali
giudici, che dalle loro fentéze rimangano molto lieti i vincitori per mag
gioran^a d'autorità. E queHe pompe conuiene maffimamente diprefen-
tare nelle folennifesle, alle quali par che co fi in certo modo fi accrefea
honoran^a . Sipoffono ancora alle efiortationi aggiungere i commanda-
menti con le pene -, i quali perche da tutti fieno offeruatiihifognafar co-
nofeere differenza, tra glivbbidienti , e i contumaci ;quefli abbaffando di
conditione, e quelli esaltando con più vtili , &borreuoli trattamenti.
T^el tempo della guerra facendo fi viaggi,è da prouederfi , che nonfiaf-
r fhnnino i (aualli mai fin' 'a fiancherà ; ilchefia,fe fi faranno giornate
moderate , e fé fi farà camino per luoghi opportuni d'acque:e dando loro
alcuno Jpatio di ricrear/} . Eia bene ancora in qualche parte far diuentar
pedoni i Caualiere,efempre fifono da affrettare gli vltimi , che appreffo
yengono; acciò che per la forila dello arriuare non fi confummo . Ma cu
minando per luoghi fo/petti,allhora lefquadre fono da ricrear fi non tut-
te infieme,ma a vicenda ; perche non f uff ero colte /prouedtite da' nemici
congran pericolo .*And andò per luoghi frettila C aualleria fie più fi-
cura, che e amini ordinata in Corni: doue polla via farà più larga, dila~
tinfi le fronti; Quando poi s'è venuto in aperta Campagna,/} fono da di-
jp fponere in Falangi. Quando per luoghi difficili hifogna e aminare parti'
tamenteperiftrade diuerfe s fono d' affegnarft i minislri ad ognifchieray
acciò che venendo il bifogno , non fi troni diffipata in fuga la C aualle-
ria. E fempre è bene far' andare innanzi alcunipiùfeorti, che trouan-
doipaffi più malagevoli , infegnino i migliori a' feguitanti ; Vero il ffl .. ..
buon Capitano dee procurare d batter notitia delle regioni co fi pa— £uonj q*
trie ,come hoflili; e tenerle dipinte à parte à parte; recando di gran pùanii
lunga fuperiore colui, che bara conofcen7a della Strada, edelpaefey
òquellof chen'è ignorante ; La onde amtenendo pure, che al Capi-
tano
tanofia del tutto incognitala contrada; almanco non dee mancare > the %
non habbia alcune perfine paefane y e pr attiche appo fé ; perciò che im-
r - porta oltra mifura fapere i luoghi , doue il pedone può fuperare il Caua-
iìaaccor- liere y e doue all'incontro , Bifognafopra tutto flaf accortone1 viaggiti
to ne'via- .Capitano , di non abbattere neWinfidie del nemico , oda liti tiratoyòper
8l • tradimento difpieyo per fefleffo caminando difauuedtttamente : e luoghi
foretti da far 'imboccate fon tuttiqueìli y doue fono felue > valli y foreste >
cauerne)foffi,riuiereyargini , e e afe , ò mura vecchie; benché di effe imbo-
fcate fi poffabauer femore :o perla poluey o per gli augelli > che in aito
fi Iettano ; dal cui Jp attente uole volo auuifatif campar o in diuerfi tempi
Thiamene figliuolo di Orette > e Taolo Emilio Confalo , ìlquale attrauer- F
fando il camino ■> circondò di tal modo dieci mila Boemi n'afeofiin certe
acque; che gli afi aitanti fi trouano off aitatile frac affati , Cajfio menando
in Siria ilfuo esercito contrai? arthiy fece vna imbofeata di pedoni > &
egli con iC atialli andato alle frontiere de "nemici > & attaccata vnafea-
ramucciayprima leggieraypofciaìngrofiatay e ritirando fi pian piano ygli
condufie al luogo dell'inganno > doue intorniati , gli taglio tutti ape^gi*
T omitti mandando honefia quantità di Caualli à combattere con Ciro >
quelli poi riculandoà dietro y e fingendo di fuggire ylo conduffero in certi
ftrettiydoue con tutti ifttoi rimafe morto (ofi Romolo vìnfe i Fidenati , e
cofi Tompeofè prigione Terpenna in ffpagna , Jlnnibxìle con vna gran
quantità di bestiami lafciata in certi defertiyadefcò i Bimani a caricarfi
della preda y e f ecene molta strage : Fri altra volta con lieite prouocatìo-
ne tirò Minutio alVimbofc ataychaueafktta in certe ripe ff>e%gate > doue
l'harebbe rotto y fé Fabio Majfimo non lo hatteffe aiutato y che ììaua bene
auuertito ditalfucceffo ,'Terò conuìene al Generale non prestar fede alle
cofey che fon poco veriftmiliy e contrai or dine ymafempre fiorettare di
qualche fiaude ; facendo molta fiima del nemico tra fé mede fimo ; ben*
che per inanimar ifoldatiyh abbia fouente il contrario a dimofirare ; te-
nendogli tuttauia sì ben difciplinatiy chea tutte le bore fi trouino in or- jj,
dine y configliati di quello , che à fare haueffero -,perche le cofe pria viHe
offendono affai manco . E per euitare V inganno delle fallaci guide > fono
elleno da caricarfi di gran promejfe > pur che facciano fedelmente il loro
vfficioye diterribili minaccieyfe mane afferò ;e tronandoue alcuna in fàU
loyè da cafiigarfi (pereffempio deW altre )feueramente > ma ilprincipal
2àCT nelle far^ ' c^e ma* nonfìf*cciafaPere aWefiercito > doue fi voglia andare > né
guerre co dotte alloggiare , E cofi il dipartire farà piùvtile fkrfi per voce-y denun-
iaottima. dandolo ^Capitani , equelli ay loro fud d'iti > che per handopublico ; non
effendo co fa migliore nelle guerre > che lafecrete^a^erche non fapen-
doti
DEL CjLVJ.LLX)y LIB. VI. 497
r^£ -do il nemico le altruiprouifioniy menopuòfkr'infidie-.epiu fofyettofo >*•
pauentofo d iuiene ;la doue i prefidij non occolti dimostrano apertamen-
te andatilo paura: delle quali quella fh cautol'auuerfario aproueder-
fiy e questa Vincita ad afìaltare . zJ^fapcr togliere lafofpettione , che la
molta fecrete^afuole recare ; giona tal volta poste le occolte infìiie y
fare [copertamente alcune guardie : e tal volta mandare innanzi alcuni Spie ne-
pochi y che tentando allettino alla rete l'augello auido, Ter effettuare cedane
le quai cofey principalmente fi deono batterete fi>ie idonee , cbefappia- "c %l\ eJ_
no render conto di ciò che muouano i nemici; perche non è cofa certar/ien
tey che fiat amo necefiaria al Capitano ^ quanto le buone foie , le quali
B primay the giunga la guerra y fono da tenerti alla mano esercitate : fce-
gliendone sì dalle Cittadi communi amiche , e sì de' mercanti > iquali
tome beneuoglienti portando le mercine cefi arie atte genti yfogliono hu-
manumente raccolti efiere in ogni parte . Sono etiandio di grande vtili- strataSrC„
tà coloroychefixlf amente fingono di ribellarftye trafuggire permaltrat- me di gra
tamentOy che loro fia siato fatto •> 0 per malarimunerntione y 0 per tenia devdlita.
■di castigo diqualche delitto commeffoy e con altri diuerfi colonie di que*
sii fi pofiono per diuerfe parti y & in diuerfi tempi mandar molti fcelti
de' più arditiy&' ingegnofiy iquali raccogliendofì poi in qualche Città del
nemico; pofiano sformare vnaportay 0 torrey 0 parte di mura , e darla in
poter nofìroy come fé Zoiro,cf?e fingendo d'ejfere fuggito da Dario , edi
lui molto dolendo fi > con moflrarfi priuo di nafoy di labbra y e di orecchie
ch'egli sleffo volontariamente fi haueua tagliati aquejio effetto; indufi-
fé la Città di Babilonia à darli fede , e co fi fu cagione della fua perdita .
lAnniballe nel conflitto di Canne in quefla giù fa fé paffar nel campo Bi-
mano feicento ISlumidiy iquali per più afjicurargliy depofero l'armeyegli
fcudi-yOnde credendo fiyche fuffero da douero fuggitiyfuron pò fiinelV ulti-
mo fquadrone ;e nell 'incominciare della prima battagli ayeffi co certe fpa-*
de corteyihe teneuano afcofeycominciaro a ferire da dietro. Mennoue B$
£ dio effendo fuperiore di (fauallia fuoi nemiciy e dèfideran do fargli fcende
re da' colli alla pianura yfece andare alcuni fuoi y come fuggitila nel loro
efferato y affermando efier nata tanta difiordia nel campo di Mennoney
*be tutti fé nepartiuano y aconfermationedi che egli finfe nel loro co-
ietto fortificar alcune CaUellay furono colti in me^o della Caualleriaye
mal trattati . La onde dee ben auuertireil Generale , che nel campo fuo
non entrino genti nemiche fiotto colore difuggitiuiy che tali fon più atti a
tradireyche agiouare : Vero quando alcuno fé ne ritroua yè da far fi ri-
tenere in buona custodia da gli officiali a ciò deputati > finche fi fappia
J# verità diguelloy che danno ad intendere : parimente, fi dee guardare
l II da.
498 *D E L L *A . G L 0 B^I *£
da quelli , che fitto fjiecie di amicitia il chiamano*) ò conducono a ragiona £
menti appartati per mofirargli «leu bel trattolo per trattar alcun accor
do,chè co fi (j iugurt a per andar' à parlar con Siila, fu prefica Mario . Il
perche è d'andar fi maturamente in ognicofamonlafciandofi mai tra-
sportare dal defiderio, né mai è da fidar fi tanto nelle fpie^che fi tralaf ci-
riole guardie -, eie cautele: aii7Ìhifogna fiar cofi intento , edicontinauo
apparecchiato,comefefuffe venuta noua , che" l nemico fi approffimaffe\
(ondò fi a cofa,che quantunque le fpie fi 'ano fedeli pur difficile egli è , che
tutte le cofe à tempo fi poffano,rapportare,per li molti impe dimentiche
intrattengono nelle guerre, doue repentinamente ancora molte occafio-
ni fuori d'ogni fperan^afoglicno offerir fi, che difubitanoprouedimento P'
Candori bifogno hauno.Terò de i corridori,chefifondamandar innanzi primi
e numero fa} ■£ benebbe fan pochiyper poter traf correre in tutti i latv.i fecondipiu
' forti di numero , per poter far e fi> alla ài primi, e fufferoaff aitati iterai
più gagliardi dell'altre due fquadre;per poter arrettare inemici , quan-
do in gran numero fi trouaffero : hauendo fempre confideratiane a quel
che l fito richiede. Ma quella e la v ir tù-^e gloria principale del Capitano:
che al pericolo mainon.fi offerifea volontariamente, fé non quando fifa
rà. ben accertatoci)' egli farebbe fuperior e; perche feruire a' defideri del.
nemico,? più totto vn tradimento de'fuoi compagni, e temer ita,c he for-
t£7^a,fi come:dìmottràFabbio,Mafsimo, ilquale confideranno lafortu- **
na d'jLniballe , la ttrage tante volte riceuuta dafuoi, volle tardando
contrattare coneffa,e con confìlio fouuenire àgli errori paffati,e cofitem
poreggi.ando;turbò i difegnidel nemico,auuenga, che tions'auuede fiero-
i.fuoi mede fimi a che tendefìe lafua dimora . pero bifogna al (generale
effere lungamente efperimentatonel mettiere della guerra,& bauer ve-
dute^ lette molte cofe, onde fappia conofeere, e prendere tutti que'van-
taggi,che fhuoreuoligli s'offeriranno,confiderado accortamente la quali,
tà de' tempre la for^a del nemic o,ilquale , prudenza fie ;nella più infero-
ma parte , che fi vedrà,fe ben'vltima eli a f offe , ferir 'in prima, Ò pure in ^
quella doue meno egli fperaua; e fempre è da tener fi l'occhio à quello,cbe
eglifhper nonperdere maioccafione ; e ciò che fi vede poter glifi rubare
non fi retti di mandaui alcuni atti a cotal opera ; e mouendofi in altra
parte,é da faperfi,s' egli per debole?^ difor%e lafci alcuna cofa; 0 fé d
crini per troppa confidenza vagafiero fuor dell'ordine . E bella cofa è '
cert amente quett a quando;, oltra le fi>ie,il Capitancrttefio può vedere dì
qualche fienro poggio .-facendo in fomma, che ninno errore del nemicò fé:
ne puffi impunito; Ver ciò che con quette artifpeffe volte gli animali ir-
xationali ajjàltano x £r ammalano i maggiori -, come, la Muffola , e'ii
Ttfjbbito
DEL C^£ VJtl L 0, ZlB. VI. 499
j{ J^ibbio ì pollami) e' l Lupo ibe filami; battendo guardato prima, onde
più [miramente póteffero calarfì,& ouepofcia ricouerarfì . T)eurà dun-
que lofludiofo della dì[cipliua Cauallere[ca,[apere ottimamente di quan- .
tv (patio vn Cauaiiere aggiunga vnpedone ; e quzvto dalla Lunga i Ca-
ualli tardi poffono fugge ndo [campare da più veloci ,e denrà[apere lo ar
teficio altresì d'ingannare il nemico confintio'ù, e con vane apparente ,,
cioè come bruendo pochi Caualli , po[ a fargli parere molti,e i molti po-
cbi:partenHo,parer prefenteye prefenterfarer partito,e finalmente quan-
do egli e più debile \fpauentare,e quando àpiu poJ[enie,fingere di temere::
e non è giada vergognar [idi vfar' 'inganni 'fìntili nelle guerre ; baflaihe
3S nonfì rompa in modo alcuno'la [ede dxtayche nel retto ?
Il vincer [empre [u lodabil co[a ,
Vincafi per [ortuna,ò per inganno .
Come ben e amò V JLrios~lo,ìmitando Virgilio,il quale diffey
Se inganno , ò virtù fìa-,
Chi nei ne mie o ricercando vada ;
Ti quantunque Ur afida Lacedemonio dicefie , che chipoteua Sincere per Vlt^,fie
forza^non doueuaferuirfi dell' inganno :tutt ani a Vane confane iilefia p^ perar
fì delude ; e certamente più vittorie per arte, che per [orza fì trouano te che per
acquisiate . Tirro contra la Caualleria Romana mi/egli Elefanti . Se- forza.
miramis coi' gli Elefanti contrafhtti mi[e in[uga la Qiualleria di Stauro-
batel{è dell'India . (refi) $$ di Lidia contra i caualli mette uà i Ca-
lmeli. Gli Spagnnoll, per vincere Amilcare Cartagine[e, pofero da-
uanti alla battaglia molte e arra pieni di fncelle,delle quali acce[e i "Suoi
[entendo lo fìrepito , epauentofi correndo tra'Jtemici -, turbaron gli or-
dinile gli ruppero . Il 1{è di Eotoliti per[uperare Terofia J\è della Terfìa
fece fare molti [offi couerti, che non pareano, [eura quali fingendo di
fuggire, condujfei nemici, e cofì traboccati, gli oppreffe. Gli Egittij
ricouerte con alga , e polue certe paludi, confi rmdata [uga vi allettaro-
jf noilnemico, e con pocbijfima perdita diloro rimafero vincitori : e' l me-
de fimo inganno vsoVitriato Spagnuolo contra' B^omani.L. Scipione afìe*
alando vnaCittà di Sardigna,fin[e metterfi infinga, per certo ammutì*
namento delle [uè genti,onde vfìiti i Cittadini à[eguitarlo , diedero tem*
po,e commodità all'agnato dì entrare nella Città . ^Amilcare neW'affe-
dio di Agrigento, prouocati quei di dentro alla pugna , e con fìmulata
fuga dilontanandoli dalle mure , fatto alzare vngranfumo da certe le-
gna verdi accefe dalla [uà imbofiata prefio alla Città, inulto i nemi-
ci dubbiofì delle lor ca[e à ritornarfi , quando fì trouaro colti In mezo , e
tutti vecifi , %/tntÌQco in (appadocia veduto vftire alcuni Caualli d'vna
il a ' Città
56o D E L L ^ G L 0 B^ I jt
Città che affediaua , / quali andauano a pigliare frumento y egli ammàf^ £
Tritigli ,fè dilor'babiti veftire ifuoi ; che caricati di grano i mede/imi
Caualliy glirimewro alCaflello, doue Ufciati entrare dalle guardie in-
auuertentiy diedero perforai adito àgli altroché poco da lungi fegui-
uano. Epaminonda T ebano vedendoyche molte donne vfciuano a folla^
•%o fuori divna (fitta d' ^ir e adiayfè venire donnef e amente molti puoi già
uannetti valentiycbe entrati infieme con quelle > la notte sforate le por-
te yentroduff ero lefcbiere . Effi ^Arcadi ancora afiediando va Qiflello di
Mifìeniyarmati alquanti de'loroà famigliarla de'nemiciye facendoli ac-
codare a eerto foc cor forche andana dentro > hebber la terra aperta . *An—
mb.dle parimente con glihabitiye linguaggi fimi prefe molte Città di Ita-*?,
Ha. Turino a' tempi noflri con, le e arra > che [otto il fieno conduceuanoi
gente armataybebbe ad efìer prefo da Imperiali. Ma chi potrà mai rac-
contare tutte- l'aftutie? egli à diligente maefiro non mancheranno mai
delle vtili inuentioni : che pianto alle cofe dette,fkcile bara àfare , che
i pochi paiano affai fé lotano da gii occhi del nemico farà andare le fqua
dre foltamente vmte infìeme;perche maggiore polue commouer annodai
che gioua fare i pedoni ancora giuocar copiediy e portar'basle lunghe in
mano , òcofa chequelle ajfembri;e menar 'etiandio le bagagliecofi con-
giunte ^percioche dalla varietà del mouhmnto yla cofatanto pia grande
apparirà : *A queflo effetto fi legge , che Sulpitio pofefopra muli> & al- ■
tre beslie tutti i feruidori e faccomanni del fuo efferato y che da lungi
pareuano genti > che veniffero infoccorfo de' Rimani ye fece ritirare il ne-
mico yà cui parsua di banere la vittoria certa.Gli afiaiparrano pochi > fé
trouand'ofi le vie- torte y inquelle afeornderàparte del fuo esercito ; ma;
nelle campagne farà andar e le fchier e ffarfcye larghe , con lande dirittey
e corte;? pure calate àterraychenon pofiano vederfì dal nemico •;& in ciò-
vtile ancora fiaymofìrare di nonhauer feco-numero alcun d'i fàntiy.e tut-
ta via menargli afeof amente per me^oi Caualieri y òpur da dietro. Il
che ageuolmente ci vien fatto . Ma ninno puofimnlare cofa alcuna à. vo
gliafua,fè prima non harà > acquietata la beniuolen.-^a de fuoi feguaci ; il **
che faràquando egli benignamente gli harà trattati con diligenr^aye cu-
ra particolareyche lor non manchi alcuna cofa delle necefi arie alla vitar
e s'egli di qualche cofa abbonderà ; honeslofiadi farne a l'oro parte .
jPuì 'mi fouuiene il bello efj empio-dì -Teopompo ilTebano y à- cui andan-
do vn faldato à dimandargli alcuna poca moneta per comperarfi da
mangiare : & egli nùhauendolayfifc alcole f e arpe yche haueuain piediy
tdiffe . Io s altra co fa- migliore baueffiy pivt volentieri te la darei ; ma
fra targa vendi quefte y-effendo piùgiuflo > ch'io camini fenica fcarpe y che:
faccia
DEL CAVALLO, L1B. Vt. 501
'^4 fàccia te patire di fame. Et all' bora certamente farà amatole riuerito U Capitano
Captano ^quando quelle co fesche altri -vorrà che facciano > egli farà pri- q paciosa-
maye meglio di ciafcun altro y che quando i faldati veggiono caualcare raauaa:cd
gagliardamente il Capitano, e con [alto pafsari fojfi , i fiumi , & i ripari
& vfcire daognidijftcidtà)& oltre alla forte r^a della perfona ,il veg-
giono benefaperi ynodidi vincere i nemici \ e non maouer guerra cantra .
la volontà di Dioynèfar le co fé dafurhfoyaWhorafeara dubbio non pof-
finfarcy che non fi sferri ognuno di feg citarlo con imttatione, e con ob-
bidien-^aye con fedeltàfyer andò ciafeuno la vittoria fermaméte \perche
ogni proponimento effendo giiiHo\e naturalmente confiderata, e cafiglia
J tOynonpifèfe non promettere buon fuccejfoylà douel'imprefe inique > pri-
ve di configlioypregne difrettayfono mal volentieri feguitate dalle per fa
ne y e mal projperate dallafortuna . Vero falena dire Agefilaoy eh e tre
cofe bifognano al buon Duceyaudacia contrai nemici: beneuolsn^a uerfo
ifudditi:e ragione intorno ai tempi y (oncia fi a cofa y che grandemente
importali dif cernere le opportunitàyprmcipaimente dello affaltare}ilcbe
può far fi con gran vaut aggio } fi andò ti nemico occupato ad attendarfi>4 ò
neldefinarfyO nel cenareyo neldormireyo nel leuarfi;nelle quai cofe yfo-
gliono ifoldati deponer l'arm€>e tanto maggio rméte i Caualieriy quanta
maggiore Jp atto richiedono a raffettarfi.^ille guardie ,& allejpie conti-
^ nouamentefono da far fi infidieyche fogliano efierpocbiy& alle volte di-
lontanarfi molto dalle loro munìtionìye non è preda tanto glorio fayquajt>
to è quella > quando prefe le (pieyfi può dar'addoffo al nemico JprouedutOy
0 quando nel varcar di qualche fiume fé n'afialta vna parte > 0 in qneHa-
oinquella riua. Cert amente Icijf alt are ali improuifoyè cofay che dà gran A/Talcare
dijfimo fi>auento ad vn ' effercitoymafiìmamente a tempo di not te ylaq itale a ymPf?
per fé fteffa è jpauenteuole.E perche nelle guerre è molto meglio far l'in- „ra ncje
fidio ad altrui; che difender fi dalle fatte ynon è da dar fi maltempo alti 2- ipauenw.
mico di confìgliarfiynè di pigliar partitoyfì come il gran Tefcara nell'af-
£ fedio di Tania con le continone incamifeiate haaeua ridotti i Fra.icefi a
tal terrore, che ne gli fieffi riparine digiomoynè di notte fi teneuano fitti
ri.Gli sforai di vietare ilpaffofifannoyo nelle valli firette da'moci:come P*tt? do-
te Termopile appo iCjreci , 0 nelle riue defiumi , come fu 'l Badano fece ^ ■ P°*~
UFjFrancefco al gran Carlo Quinto : che hauendo prefalaTrouen^a ,
volendo entrar' in Francia a perfuafione di sintomo da Lena > fu ca-
pretto di ritornacene a dietro con molta perditafPerò auuenendo ilpaf
fare alcuno fiume all'incontro de'nemici yfe con apparecchio di artiglie-
ria non fi potè fiero diHurbare queiyche cercano d' impedir eybifogn a vfar -
kaftutie > moHrando di mettere 1 ponti in ordine , iquali femprefi fono da .
Il $ por-
5<& *D E t l ji G L 0 K.I J£
portare nelle corra in apparecchio per tali ?ieccjjìtà ; & in più luoghi & .
mandando in vifla di nemici va mimerò diCaualli: per la cui mckitudi-
ne quelli Staranno più penfofi, & in più parti baranno d-a tenere guardie
t*r in queHo me%o UGenerale nascosamente mandi adi imieSligare altri'
pcffipiù lontani, accioche tenendo i nemici a bada in vnaparte, nell'al-
tra fàccia di notte piantar i penti ; e poi Uf dando alcuna gente,chem%
Siri le fi er cito Sìar pur fermo,- il neruo d'efio improuifamente , e fen<7€
romore rada ad occupare, quell'altra riua, cofi Tompeo moSìrandofii
dubbiofohor dìpaffare-, bor di tornare , trattenne tanto il nemico ycbv
prefa l'occafione per altro luogo impennato pafsò con impeto .Tarimene
te Senofonte tentando due paffi ' invnfi::me,ingannò gli Jirmeni, che con F
correvano folamente alla viSla di fua perfona .. *Autofrate- Terfiano*
cond'ucendo l'efferato in Tifìdia , e trottando i praffi difficili , e ben guar»
dati*) fingendo di ritornacene ', poco da poi gli afjaltò.dinotte allimpro—
Caualieri u*f° > e &* occupo . Tsliccfirato Capitano degli itoli, ingannò gli Spiro-
neldepre thfingendo di andare a paffare per altra via.. Is^el depredare bifogna i
dar«. Caualieri efiere beri anucijia correre velocemente per ogni dirupeuole^
& ajpro luogo; nel che gli ejfercitati tanto auan^anogl'inefyerti, quan-
to l'aquila vna lèpre \ Sona alcuni , che dolendo affalir quelli ,di cui fi
conofconofuperiori,vanno con poca gente r& in quelli,di cui temono ef-
fere inferiori, cacciano fuor intatte le fquadreTjche banne:ma il contrario
è da far fi, perche- fé. ben la vittoria èficura, non appartiene ri^armia—
tei foldatimiv.no effendofi mai pentito di hauer vinto con molte partiy,
t ' qulpoffiamo fortificai cicon quel detto,ihe Cicerone.attribuifce ali '*A~
fi -icario ,maa Itri ad Ificrate celebre Capitano ,- ilquale in vna regione a-
mica facendo fare Sìeccati,e foffi contrai nemiei,& vn certo giudicando»
fouerchia effere la cautela , doue nonera cagion di tema ,rifyofe , brutta
Ifler re- cofi effere advn 1)uce ,fe qualche cofa interuenifie,dìr,'ìs{on ci baueucf
pu'a-o "? penfato.E cofimegliofia, che fcjpettofo », che imprudente Ihuomo fìari—
mt^ho C ì)Ut:lt0 a* danwfi.oi. Quando all'incontro haueffimo a tentare i nemici, f$
che3 im- che di numero ci cuamrfiero^benche ciòfia da fuggirff (quanto fipi.ò)co.
prudéte. granàifjlma avvertenza ; tv.ttauia e meglio farlo conpochi (fàualli fcel—
t'h'.q'iuìli.nel b: fogno fi poffano rifaluare ; che con tutte le tarme infieme*
tra lequalil'iùio ali. altro darebbe impedimento nel fuggire : e parecchi-
nonbauendo icattalM cofi veloci, oberi acconci; ononefiendo eglino cofi
pratticbi,come il fatto richiederebbe 'Jaria perduti .e fi riporterebbe quel—
lo,che fi fufie cercato di dar altrui : EcerP.ffima cofa è,cbepiùfncilmerr.
te i molti.da i pochi,i he i pochi da i molti e di velocitale di fatica fòglio—
no efiere fuperati; perche don' è la moltitudine 9 iui fi dice efiere l<t
confi**
-3 11 tJtTJtllf>> US. ti. 5«j »
fj£ tònfuftone ; e più ageuolmente fi trovano pochi perfetti r.eìV e/ferriti*
che bifogna,che molti\ ma/fìm amente, che nelle fattioni delle guerre no*
fono i molti che fanno il fatto;mai pochi arditile valorofi . Terò tutt*
ciò non perla giornata campale s'intenda ; ma per gli alfalti repentini*:
maffimamente nel tempo della notte , nella quale con maggiore auuer~
ten7a,exol contrafegno dinome, e di vesie,e con ottima f celta difoldati
t di (analli combatter fi deue,per hauerae honore.^ioua taluolta in ta- -A guati
iicaftfkrefintione di alcuno occulto aguato per ifpauentare il nemico ™~&10
'dalfeguitareSi de parimente auuertire , che la retirata fi fàccia fen^a
difordine , &accortamente,e chei migliori foldati-, co fi come furono i
B primi ail'-a/faltare,cofi fi ano gl'vltimial ritirar/intrattenendo valorofa
mente l'impeto di nemiche ritirandoli poi le /quadre verfogli amici-) Squadro*
fkcciafiin modo,che no gli pongano in ifpauento, & in difordine. Ma fé ne come
tonpariiaCaualleria->èda?^iijfarfi)ioftimo, rio difutile, che di vnofqua c, "* c"*
drone fi facciano due ordinile l'vno coduca il generale de' Caualieri,l'al fa^
tro fi commetta ad vno,che più idoneo ali 'v/ftcio t farà giudicato, e co/luì
feguendo alla coda la prima fchiera -, quando vedrai nemico apprejfar/ì
■&hauer attaccata già la battaglia con l'ordine primiero, incontinente
voliegli di banda incontra quello? perche calandogli di fianco all'impeli
fato,daranno,maggior/pauento,efe tanto egliquantó'lfuo generale me
* neranno co feco pedoni da dietro afcofi,&infiemefkrannoimpeto all'im
prouifo-, facendoperò fcaramucciare -la fanteria nella banda per lei pia
vantaggìofa,che offendale nofia offefa,otterranno la vittoria facilmen-
te,/} come di gran lunga maggiori parere fogliano ò beni,ò mali,cbeven
gono fuori d'a/pettatione alleperfone; equeslecofe ben fi poffòno cono-
fcere da chi confiderà, quanto flupefatti rimangan queUi,che cadono in
infidie; benché di numero le vincejfero;e quatopoicrefca il terrore, veg
gendo il nemico fermatofi ali incontro-.e veramete come ne gli affalti mi
gliorifono le parti del prouocare,che delprouocato ; co fi il premeditata
*). auaxal'improKifo, e di due tanti Vaffalitore aua-^a d' animo l'ajfaltato; e
già fi vedeyche nel cobattere delle guerre,} nemici ne' primi giorni foglio
no efiere jp attente uolià vicenda; ma inprocefso di tempo ogniuno più fi
rafficura in certo modo. Veramente quando fi ha poca Canal leria,gioua
mirabilmente mettere da dietro qualche bandadi Ticchieri,e per lo me
%o alquanti ^Archibugieri ; ordinando a Caualli,che loro diano luogo da,
venire à combattere, e co fi mettedo pedoni fra genti d'arme Ce fare vin-
fe Tompeo m far faglia; e Scanderbech ottenne molte littorie . Ma Se-
nofonte dice egli bene, che difcrìuere q nette eofe,non è difficile:matro~
nare chi pwdentmffle,fedelmmey&animQfaynente cali contraine*
11 4 midi
504 h "E L L A C t 0 B^I ^t
micitftieflo è l'vfficio dell ottimo Capitano di Canaìierty che non cofi di .£
piano >fi mette in opera: bisognando dipari virtù hauere ifuoifeguaci >
cfje lvbbidifcanoy& accompagnino ;e qneTti tali fi poffono conoscere da
quel fegnojfe loro efiédo dilettatole di fcntire qualche honoratOye glorio-
fi fatto d'altro grande huomoyfì mofireranno defiderofi di confeguire ef-
ft vna [unii fa ma,fen%a [chinar - pericolile fatiche Islelfa r delle fcara.-
muecieychi auuedntamétey e velocemente feguita il }iemico,e delliflefìo
modo poi fi ritiraycolui è vtilijfimo alla gnerra:e con alquatipiugagliat
di delle compagnie slar affrettando il nemicoy quand 'ei medefimamente
Vfficio tiene à ritirar fiy& aff aitarlo aWimprouifozeglièpur cofa da laudatole
éel Capi- Caitaliere.Bifogna bene il Capitano d& Canai leggieri , che ha da ejfer'il *
ino de* prima ad attaccar lapugna y slar auuert ito di non prendere varca > che
" venijfe ad imbarazzare gli [quadroni di gente àpiedeyo l'altra Caualle-
tai
Ca
gìeri .
ria: ma che h abbia da poter [i ritirare in vna banda , doue lorofia fatta
Jpalla da vnafchiera d' archibugieriyà non ritirarfì con dìfordine ;douen-
dofipai dar dentro da vn corpo di gente d'armene cori un* altra dìfante-
ria:e lodafi certaméte nelle battaglie) che [empre fi refemivnofqnadro
ne di gente a Caualhyche no fi disbadi mai fenici ffrrefo ordine del Cjene
ralcyfe ben vedefie il nemico poTto in [uga, cjiendo incerti i[uc ceffi delle
guerre yS dubbio fa la fortuna . Ma le occafìoni:che cia[cunopub pigliare
per mofirare il [no valor eytanto è difficile à[criner tutte } quanto àfaper (
le co[e;che deono auuenire.ll miglior precetto •> che poff a darfifaraque-
ftoyche quelle cofèythe ciafeuno cono[ce vtìliytroui ancora penfando il mo
doy come le poffa mettere in efiecutioneyperche le cofe ben pen[ate sì nel-
V agricolturaysi nell'arte del nauigareyesìnegli vfficipublici; nulla gio-
nanoyje non fi tiene cura di effettuarle £ [e vsnijje alcuno a tthnareyche
troppo gran fastidio fi a in esercitare l'arte Cauallerefca diqueflo modo
egli deurà confederare y che quell'oche fi effereitauano a giuochi Gimici
fofferiuano affai più noieyperchefi come nel libro de' Lottatori ferine Fi-
loìiratoycoloroyche doueuano vfeire a" combattimenti rfrhna di tutte le
cofe per alquanti giorni attendeuano ali efiercitio con maggior fatica >
che dapoi;verbi grati*. Quelli^cìie doneuan cotendere al corfoycorreua
no molti dì nella rena con gli Schinieri pefantuaffneychepoidifcioltiyS
quafi liberati di legami yfi trouaffero più fediti : Quelli y che douean
[altare > fi auuezgauanoà farlo con mani cariche : oltre a ciò mangia:-
uano Carne di Bueyche li faceffe più forti y e s'asleneuano da tutte le al-
tre deliciefyecialmente dal coitole quali cofe l'zsfpoflolo dimoftrò ben
di fapereyqitando diffe , Quelli che corrono nello Stadio , s'attengono da
tutte te cofe per confeguire folamente vna coronavano e corrottibih)
dom
H
B
VML QU-VjtlLOy LIB. VI. 505
*A doue là coronamenti appettiamo, è ''Sempiterna, (ofii quelli veramen-
te fempre s'affannano con fiidore ; ma nell'effier citio Cauallerefico, mol-
tiffimecofie fono piene di dtlecto : che fé alcuno defiderafe fnrfì augello
(come Senofonte fioggi/mge) ninna delle opere immane è , che al volare
paiapiu fiomigliante , che 7 caualcare . filtro poi è il premio delCaua- prem,'0
liere , che non è del lottatore , perche s'ottiene la vittoria nelle guerre , del Caua
cofa dolciffima,&- vtile,& glorio fa oltra mìfiura ; tanto più che di que- liere .
ft a gloria fiuole ancora la I{e public a partecipe diuenire ,&fene viene
infomma a tanta beatitudine, ch'io nonfio,fe cofa migliore (tra le pro-
fane) diquesla militare difciplinafi trotti al mondo : conciò fia cofa-,
che per lei fi confierua la libertà, per lei fi slabilifconoiJ\eami^ e per lei
ft viene finalmente aìla tranquillità dell'alma pace,che quanta fia la mi"
feria di coloro , i quali effeminati e delicati non curano l'è fi er citio del-
l'arme,Efckine il dimotlra apertamente , dicendo, che per mancamen-
to di cuore fi Inficiano faccheggiare leproprie terre, abbattere te mura ,
abbrucciare le cafie,fi>ogliare leChiefie , violare le figliuole , sformare le
mogli,ftratiare,& vecidere icari figli ', & vltimamente ridar fi tutti in
eslremapouèttà,&infeliciJJìmafeì-uitù.Là doue i Rimani (come Vege-
tti dice) vegliamo , che per militare virtù guadagnarono le aslutie de
gli zsffricankla fiottigliela degli Spagnuoli,la fortezza de' Francefi,
la robusle^a de' permanile la prudenza de' Grecite di tanti,etalifiuc-
ceffi degni furono certamente,poi che infieme con lafor%a,e con la virtù.
■ congiunfero fiempre la riuerenza delle cofie celefii, e fiacre, ottimamente
giudicando ;che la Religione gouernaffe l arme, e chefienza quella non fi
potefiero mantenere : Il perche fiemper cosiumaro di menare to'i loro
efferati i Sacerdoti quali prima che fi doueffe combattere , dirizzato
yn' altare dauanti al Confblo , ò generale , fkceuano fiacrifi ciò . Si che
yeriffima è lafientenza di Cicerone, che parlando degli Jl rufpici , dice i
I{omani,per la loro pietà , e religione, & fingolare fiapienza, ordinando
tutte le cofe fiotto lafede,& aiuto de gli*Dei immortaUJoanere foggio-
> gate tante nationi,& acquislatofi tanto impero . Queslo efìempio dun-
que deurà tenerfì innanzi agli occhiti Capitano defiderofio di honore > e
confiderare, che effiendo la guerra piena di mille finifìri auuenimenti >
-per lediuerfie infidie de' nemici» le quali occulte à gli huomini , fono
manifeWfiime al l{è dei Cieli: colui ne porta fienza dubbio la miglio-
, re > che più fi troua amico à lui , ilquale donando vna certa virtù
. prefiaga, e quafìdiuinatrice di tutti i fiucceffi, chiaramente infiegna^
quello > che fia da fchiuarfi ; cofit fit tornare il magnanimo buomo,
f alito ricco ? eglmofo. a cofa fina : altrimenti egli è imponibile , ebei ca-
pita- '
officio pitani,e faldati ingìufii , dishonejli, incontinenti,rapaci, & ingórdi )cbe g
de! Gene non tengono riueren^ne ofseruanxa;pofsano confeguirvittoria,nè fitr
raJc mai coj-a atcìma buona. Vero il (generale è tenuto ad euitare gli ingiur-
ili danni,correggere i beftemmiatori,fhuorire gli innocenti, caligare*
cattiui,pagare ifoldati,difendere i popoli da' faccheggiamenti,e da ru-
berie^ mantener a* nemicila fede; deurà ancora efsere vigilante,fitrc
andar fecrete le cofe tra" fuoi Capitani communicandole con pochini
quali fi ano vecchi,& eJ}erti,mafaui,non temerari], & ofiinati; &in
tutte le cofe Siimi meglio efsere,attacarfuoì conftglio alla ragione,che
raccommandarfi alla fortuna eccetto ne' pericoli improuifi,ne 'quali hi
fogna tenere auuertitiifoldati,ch e filano animofi,perche la virtù d'vwo P
mette paura a molti; ricordifì egli in fomma nondouerfi nelle guerre
mai hauer la -vittoria per di fp erata, ne mai per certa; e tenga in menti
riafopra tutto,cti eglihabbia à render ragione à Dio, & al I{e diquan-
to fà.,e di fare lafcìa.Eper venire alquanto più distintamente a. ragiona
re di quelle parti, che convengono al buon faldato; egli lafciando di di-
fputare fé gl'inuétori della militia,V efsore Egittio, TanaiScita,e 2s{ino
lAffirio da honorato difio digloria,e di lode, ò pia tofto da auaritiafuf-
Guerre fer0 flati moffi; certamente dapoi che gli huominifotto le buone leggi à
?°f jf1 viuere incominciaro,fi vietò, che non fi fucefie guerra niuna,eccetto giù
giuile,£- s~ia,cperfin dipace; e però difie ben\Arifiotde , che fi come ilnegotio è **
che periodo eie cofe neceffarie, &vtili fono per Vhoneflo; cofi la guerra fi
fa per hauerfene polla pace ; non già per commettere fiererzge,e ruba-
menti,le quali cofe han più dell inh umano, che del ragìoneuole. Ma per-
che tal volta auuiene,che non e è permejfo procedere perla via detta ra-
gione^ gli è di mestieri in tal e afa rie correre alla fiorai come Cicerone
diceua.-e coftfurono introdotte le guerre,accioche inpace fen'^a ingiuriti
Guerre fi viueffeJEt quella guerra, fecondo le leggi milit~si,giufta fi giudicauay
giutfe. chefifkceua per acquistare le cofe tolte , ò per difefa; e queHa era la più
lecitale la più fanta; però appo tutti i dator di leggi,e tyecialmente appo ^
Socrate, Tlatone,^ *Arifiotele;i faldati fi chiamauano propulfatori, di
fenfori,aìutatorije guardiani delle l^epubliche : & Homero negliHinni
appella Marte feruatore delle Città,padre della felice vittoria,aiutatoise
della giuflitia,tiranno de gli iniquì,e duce dei buonhT^e ad altro ejfet-
to Trvclo diffe, che il fine della guerra è lagiufiitia: il che è da intender
fi in tre modi,nel principio in volerla prendere giustamente, come dett»
habbiamo;nel mc^o in effequirla ancor giù ftamente,e nella fine in trat-
tare h umanamente i fuperati . infogna la guerra ejìer prima denun-
ciata , che s'incominci i &è dafhrfi con foldati Hipmdiatiy & vitir
tolati
*DEt. C*AV\AILQ LIB. ri. $rf
jl colati con giuramento,non con gentitumultuare,hoggi chiamati jlutn^
eurieri , douendo fchiuare quei difòrdini, quelle crudeltà , e quelle tiran-
niche molto difconuengono alla difciplina della militia; laquale) fi co-
me effercitanaofidegnamente,fh diuenire Ihuomo nobile, e glorio fo > co-
fi all' incontro difgiunta dalle fue virtù rimane priua d'ogni lode,e degni
ta,epiutofio malitia,che militia può chiamar fi. %eeeffariacofa adun- G,UJ"|*
queè; che ciafcunhuomo, ìlquale con lefiercitio militare vorrà.annobi- a." foi^ù
lirfi,ò piuilbiBr.arfì, babbi a in tutte le fue anioni per fuo vero , . & v ni- per a n no-
co fcopro ejfa giuslitia ,. Iberna di tutte l 'altre virtù,; e cofi nondeuràmai bilirfi »
feruire in guerre ingiusle,per non offendere il giù fio Dio , nelle cui mani
% Stanno le vittorie , eie -rouine de gli eserciti ; altrimenti con fider -andò
com egli feuer amente punif ce gli atti ingiunti ,glientteràper:for.'zavn<*
tanta paura al cuore ,che non potrà mai animo fornente combattere , né
basleràad hauerne mai vn buon fucceffo . Voi quando egli fi fardpofì*
Aguerra lecita, è obligato di rimaner contento-dei fuo Stipendio, non fa-
cendo a perfona veruna Hratio,nè ingiuria. Socrate (come fi legge ne gli
fcritti del fuo difcepolo) ancor chenonhaueffe hauuto il lume della no-
firafiede,s'accoslòtuttauia alla verità, ordinando nelle fue lèggi, che fi
doueffeportar rifletto a gli huomihi de lamedèfima: natione ; tra'' quali
guerreggiandofi,non guerraymafeditione deura chiamar fi , eperòcom*
C manda,chenonfrfaccheggi,nèfirouini,nèpurfiabrucci,mabafterà,cht.
fi piglino i frutti di quell 'anno ycioconcedendofi al parer mio , sì per vet-
tovagliare l ' efferato y e si per ridurre à Hrettaneceffttà di arrender fi il
nemico. Cicerone vuole, che di vn modo, fi faccia guerra colnemico,duny ye1-r5Lcu11
altro colcompetitore,effendò grandifjima differenza dalla guerra, che fi teda farfi
fa per nemicitia capitale,com'era tra? Cartagine fi, e Bimani ; a quella s
the fifa per la maggioranza della degnità follmente , e dell'honorem La. Crudeltà).
crudeltà fi dee fuggire nonpur^ in quello tempo , che fi guerreggia , ma 4a *US»,C
ctiandio dopo la vittoriàconfeguita;douédofi effere humano, emaffima*- guerr<; „
menteverfa colorcr,che non fufiero fiati inhumanì, e fieri; overfòcolorOy
™ che ' f uff ero-inh abili di natura , come fono ydonne , fanciulli, &veechi,&
meo infermi-imitando in ciò il Leone .. £quei,cbe.volontariamcnte alla
fede del Capitano fi 'arrende/fero,, benignamente deuran. riceuerfì,e con*
ftruarfi;edieffo Capitano farà, l'-vfficiodi difenderei prigioni, fycordifi:
ilfoldato- di quelValtr a fentm^a di Socrate, affermata poi d'^Ariflotele^ Soldati'
in niun modo efiere lecito alvincitore di fogliare i morti fuor che dell' ar, no debbo
me,che in: d'ofio haueffero ; perche oltre,cheper la cupidigia dì tal ruba- "° .in ""ur
xe,moltiejfercitÌin. sulla vittoria fon difirutti, egli è propriamente cofa ira - cor_
^animofeminilediporlcmaniadv^cadaueroìefim^
2°'
jo? 'D'ELIUGIOI^ÌJI
pò freddo facente in terra:v fondo crudeltà in quelloycbe è rimafoydìpar jg
titoCid'auuerfarh,ch'è lofpirito. Certamente il fatto di co/loro non diffe-
rifce punto da quel de i e antiquati s'adirano contra le pietre,cbe fon tira.
te-, lanciando colui , che le tira-, e dall'altro canto belli/fimo penfìero è da
dirfìquelloycbe diVJtocri Bigina degli<Ajfiri, 'Plutarco, & Herodoto
raccontano: eh' ella battendo su Ifuofepolcro fatto fcriuere vn'epitafio >.
che dicetChi bara bifogno di danari y prendane di qui quanti vorrà ; ma
non battendone bifogno, indarno mi aprirà: dopo lungo interdillo apren-
Soldato dolo Dario,nontrouo altroché taiparole.^ii maluagio, & infelice Ca^
non deue uaUere,cui l'auaritia bafpinto a tal follia , di trar fuor della fepoltura i
eflereaua morti per vii defiderio di riccheT^a..Ter fuggir dunque il velenofoaffet- f
to dell' auaritia,r adice di tutti i malfalla quale niunofauio mai,nè ma-
gnanimo fu foggetto; fon da tenerfi dauanti agli occhigli honorati ef-
fempi di CurioydiV abricio, di Scipione, d'Epaminunda , e di Tino Rjde
gli Spiroti : iquati difpregiaronofempre l'oro , procurando follmente di
fignoreggiare a quei, che pofìedeuano : difdiceuole cofa effendo adbuo-
mo nobile che mercante della guerra (come Snnio dice) più toslo , che
guerriero fia nominato; con cibfta cofa , che in nuli 'altro modo lagran-
de^a dell'animo più riluce,che nell'opera della liberalità , & infteme-
mente della pietà, per laquale non men , che per l'arme è cantato famo-
fo il figlimi d'iAnchife, ilquale (oltr a gli altri pieto fi fatti) gittato ater- «
ra Laufo,non volle vcciderlo affatto,nè dif armare, an%ipermife , che tal
qual'eray andaffe a morire in man del padre . La gentile^ay e l'affabi-
lità in vnfoldato , efommamente lodeuole y e tanto più > quanto eglifia
vjjicialey ò Capitanoycome ben c'infegnano HomerOy e Virgilio , deferi-
uendo Vliffey & Enea, che con fatti, e con parole trattauano da compa-
gni i loro fudditi dolcemente. Cicerone parimente] ci ammonifcey che
quanto più fiamo fuperioriypiù corte fi , e benigni debbiam portarci > #*
. . veramente ogni cuor nobile fogliato fi delia crudeltà , della fuperbia , e
del buon dell' arrogan'zayfi dee veftire dipiaceuole%7a,di modestia , e diclemen- „
foldato. %aydella quale fopra gli altri Heroi fu lodati '(fimo Ce fare Dittatore. De-
Uè oltr'à ciò il buon foldato , oltre alla robusle^rra del corpo , efier forte
d'animo, e la forteto, s'intendeyper quella virtùycbefrala temerità > e
timidità è locata: però diffe il Filofofo,l 'ottimo luogo nella guerra effere
il me%anoyCÌoè del forte ; perciò che i troppo audaci danfouente cagione
di fkr perdere vn'effercito,et è inbumana > efeiocca cofa venire temera-
riamente con nemici alle mani, dall' altro cito i troppo timidi fon da cac-
ùarfi dalla malitiaycome uitupereuoliyepesliferiydouédofi quando lane-
^ffi:à}e'l tépo lo rkhiedeycoraggiofamente ribatterete preporfi la mor~
te
DÈI CjtVjLllQy 11B. VI. 509
j[ teallafermtùy & all'ignominia, eleggendo più tofio il pericolo , chela-
fuga: altrimenti fecondo la legge diTlatone y chi circondato da' nemici
& efendo armato non fi difendeyma volontariamente gitta l'armi fite } „ , , ■ .
feuer amente deuràeffere cafiigato, ne pia farà da raccorfi alla militia midie poi
ma come codardo-, epoltrone , egli fi farà con vergogna menare in vili troni.
efercitvj il rimanente della f uà vita . Jlnxi per euitare maggiori difordi
niy mediante i quali potrebbe di leggiero porfi in pericolo t esercito >
talvolta (dice egli) farà forfè lodeuole , che fi recida } e eleggendo il
minor danno y( come ancora ad Ariftotele piace) il quale parlando della x
regìa podeftày induce con l'autorità d Hamero .Agamennone cofi ara- J.,n? V™
gionare a i fuoifoldati ; *A colu.iy che vedrò lontano dalla battaglia y ^il C
« non giouerà il fuggire > perche a me fi ara donargli morte y anxj col
corpo Jparfo y & infepolto pafcerà gli vccelliy e' farà efca de i (fani .
Ci ha due altri gradi di timidità , l'vno è di quelli , che vengon meno al-
le fattioni fetida licenza ; /' altro di coloro y che pur fen-ja permiffione
del principe fi partono dalla guerra : Tutti queftì vuol Vlatoncy che
fian giudicati y e ben puniti ; ma molto più importante èl'vltimoy al
qual non accade eccetione y 0 di fé fa alcuna , e la daue l'arroganza qual
che volta fi può efcufare\che (fi come sfrittotele dice ) auuenga y che a.
nullo ofìequiofia vtiley pur fouente per auuentura ella è gioueuole> co-
me fi vide in per fona di Quinto Fabio V^utiliano contra Sanniti , & in
C quella di (fofio contra Latini > ambidue maeHri di Cauallieri . Ma volen-
dofi tenere la via di me^o > eh' è la migliore, feguiremo\ il configlio di Ci-
cerone y il quale dice y che nello entrare de i pericoli imitiamo i medici >
che gli amalati leggiermente con leggiere medicine curano , ma a' mor-
bi grani fon cqflretti di fare pericolofey e dubbie cure : però difiderar
nel tranquillo il tempo- contrario y eparhia, mafouucnire alla tempe- Ij^^aJ?
fta con qual fi voglia ragione, èfauieT^a ; e tanto piùfe rifehiarata la morire ,
cofa y fé ne confeguepiu di bene > che di male tenendola per dubbiofa . che fcam-
Senocrate dilfe y che l'ottimo (apitano trouandofi ne'pericoliy dee pia parcórut
tolio glorio f amente morire > che bruttamente f campare : fi come ancor
D il Toeta entroduce Turno co fi rifondere alla fonila >
Di liberata fon ciò eh' è d'acerbo
Qm la morte patir ; ne mi vedrai
Dishonoratopiù ; lafcia ( ti prego) .
Che quefio vno furore inprima efiegua .
Et. inventa la vergogna y e l'ira fono ejficaciffime à muouergli animi al
dibatter e:ma moltopiù il %elo dell'honorem la virtù ; lafcando ftare la-
grafor^ayche da l'amore quando bolle nel corfrofondoydi tutte le quali
cofe»
tamente
jio D E L l A r ■ 9 l 0 B^f jt
cofe,pcrche infinite fenté%e ,& anco effempi da l'iHeffo Virgilio) e dallo g
mero fi pon raccogliere , io non mifìendo à rat contarli. Benfoggìungerò9
Maggior cjje mxggiorloAe fi acquifla per le virtù dell- 'animo , che per qual fi vo-
qiiiila caglia gran fatto di corpO)0 di fortuna > perciòche , fi co?ne la ingiuslitia di
ramno , estui, che tien l'arme è più maluagia di tutte l altre , co fi anco la virtù è
che con la pH gloriofa vincendo lira , e V appetitole tanto pia degno di lode farà il
foldato portandofi continente,quanto per ordinario fbglion' efiere inchina
ti allalafciuiaqiieiycbefeguono tal mefìieri: che già non per altro iToeti
fa uolle ggiaro efierfi con Marte congiunta Venere: fi come effì difauedu-
tamente auuiluppati reslarono,cofi(pefio auuiene,che i [oliati sfr enata-
mente dando fi alle Veneree voluttà,resìano colti all' improuifo da'lorneF
miciy o diuengono tanto effeminati > che poi malpofiono contrariare , ne .
durare i difagi:e le fatiche della militia-.come hahbiam detto efierfi ve-
• • • duto nell'effercitio di^Anniballe , che per efiere ifuernato in Capotta tra
piaceri ro delitie,e piaceri > incominciò à perdere di quel neruo , che prima in molti
uina degli danni di Promani haueua mofìrato ; & all'incontro più gloria apporto
efferati. a^ jLlzffandro,& à Scipione la continenxa,che l vno in *Afia, e l'altro
Jfpagna haueua vfato,che tutte l'altre vittorie confeguite:afiaipiu diffì-
... cile efiendo l'huomo vincere fé mede fimo , che altrui . Ma dirò di quelli
f ubbidicn Hudit** efiere Rxtl ln guerra una volta fola , o perche fon nobili , ofi
ti iliaca fentono di animo coraggiofo,fi sdegnano d efìere commandati: e con vna
-no. certa vana prefuntione non feruando mai l'ordine; che fi richiede, incor-
rono in mille errori , & in luogo di feruire fan differuigio ? Costoro (co-
me Socrate dice) deono effere cacciati dalla greggia, come Lupi: perche
chi non fa ftima de gliflatuti , non porta reueren^ alfuo ^Principe, ne
amore , e per confeguente non può fare cofa honoreuole . Ma fi deurìano
eglino ricordare di quella bella fenten^a di *AriHotele, che ninno pub)
ben commandare , fé prima non fia flato egli fotto altrui imperio : onde
per venire à quel grado di faper gouemare vn esercito, è di mestieri,
che fia fiato molto tempo innanzi fuggetto à gli altrui commandamenti, jj
perche la difciplina militare non è fi fucile, che,in vn giorno fi pofìa ap-
prendere, come feioccamente alcuni penfano . Senofonte ìnducendo CU
ro, che addimanda al padre,come debba egli fare per hauere migliore
conditione difuoi nemici ; gli fu rifondere , che tra l'altre cofe è necef-
fario , che egli fiaìnfidiatore, difjìmulatore , & ingannatore ; Il che
fi dee intendere folamente nelle Hratagemme , & afìutìe militari)
fatto con valor d'animose d'ingegno , non già con rompimento delia-fe-
de ;laquale efiendo pedamento della giuslitia,e da femarfi ancora(come
fé Bagolo) co' nemici ; fecondo la commimeopenione de ì Filòfofi ; a
non
25 E l ~ CsA Vói ILO; Li 3. VI. 511
J{ nondeue vn faldato ammettere in fé cofa, che ad huomo da bene non ap~ Soldato
partenga;là onde molto deurà effer lontano dalla bugia ? 0 da mentita \ non dee
conciò fia cofay che vn mendace è basleuole à ruuinare ben mille efierci ^ e.r . "
th& vn bugiardo non è atto a far fantine Ile ; guardie yfcortey riconofci- °
menti)& auuifi né imboliate, ne può bauerefeco maivaloreyò virtù al-
cuna.Terc sSenocrate folea direyche'lVrincipe fopra tutte le cofed.ee dma
re,& offerudre la veritàdi mdnierd tale; che sbobbia più credenza al-
la fua paro laycbe a' giuramenti di tutti gli huomini\eJJendo certamente
la-verità fecondo piacque ad alcuni antichi Filofòfi agguagliata advn Ve ita.
ficuro pegnoydd vn forte fcudoyidvn: mare fempre tranquillo }&advn
& Solexcbenon vàall'Occafomai; trionfando ella del tempo } eno'ltempo
giamai di lei.Che'l faldato debba fedele efjere alfuo Vrincipeyèfouerchio Soldato1
adaddur ragioniyejfendo argomento per fé ben chiaroyma perche lafedel fe jeje aj
tànon confitte filo in non abbandonar la.infegna > né trattare: mai co fa fuoPrin-
contraalfuoSignorey ma etiandio in tener fecreto ogni maneggio >& cipe fecer
ugni difegnoyche intendere far fi cotrail nimico,ricordifi de gli ejfempi , t0 '
che fi raccontano dagli hifiorici > che i faldati di Dario vollero pia tojlo
fujfrire infiniti tormentiyche palefaread jLlefs andrò per qualfentiere il
Bj loro fuggito fofie, &iAnafsilio Capitano lAtheniefa prefo da Lacede
monile graueméte tormentattOyno uolle mai acconfantire di riuelare ife
£ cretidi\Agefalaofuo Signoreye lafciamoslareyche i ferui diTlancoper Lodi del
ninna pena s'induffaro a fcourire dou'eranafcofail lor padrone .-e'iferuo fecreto..
di Catone Hette pertinacifiimo a negare vn delitto, a colui impojìo ;ma
quel che d' ammiratane mi par più degno^venute alle mani d'^ìtheniefi
certe lettereyche Filippo mandano: ad Olimpia fua moglieray le rimando
rono indietro fubito co fi fuggellateycom'elle eranoy dicendo alportatorey,
poi che per legge erano obligatidiefserfacreti; non Vhaueuano volute
leggereyne vedere: fi che trai nemici la fa crete^a inquefio modo y fi of-
feruaaayquanto più cautamente è da mantener fi fra gli amiche fra ' pa-
, droni? Egli deurà il buon faldato più io fio imitare Zenone } &\Anafsar-
co (quello co 1 denti fi troncò la propria lingua y efèutolla nel vifo del
Tiranno ye quello fingendo di voler parlar fecretomenteal giudice ; gli
- afferrò l'orecchio: e glie lo troncò coi denti) che ridurfi apalefare ifecre-
ti del fuo Trencipe y 0 papuano y & a tal propo fato è notabile quello ef-
fempioyche d jLlefs andrò fa fcriue.y ch'egli leggendovna lettera venuta-
gli da fua madre y che. importanti negocij conteneua y rauuedutofa >
che. ffeHione fuo fauorito y,che dà dietro gli Sì atta > l'haueua pur lettay
gli accoflò su. la bocca l'annello del fuofuggello: volendogli dinotare:
shù chi. è partecipe de l'altrui, fecreto $ dee tenere, la. bocca chiufa ....
--■■■-■■■-•- Et
5ia T> V. L L Jt G l 0 B^ 1 ji
Tacitur— Et in -perita Vedere taciturno è co fa molto lodevole in vnfoldato: perche p
nità loda- auuerrandoft l'huomo a raffrenare la lìngua fa vfjicio di virtuofo,égra
ta* to al fio Signore ,confer uà l'honor proprio feìij^a offendere quel d'altrui,
e finalmente viene a guadagnare queflo teforo delfecreto,cbe detto bah
Adulatio biamo. Terò quando fi vede alcuno effere adulatore , o vantatore , o
nc* ciarlatore : e che nonfa,o non può tenere la lingua a fieno , fugga fi la
fuaprattica, né glifi fidi fecreto alcuno: fi come giàHruto,e Caffiomai
non vollero difeoprire i lor trattati a Cicerone amico loro , e nemicijjì-
mo di ^efare , perche il conofceuano incontinente nel parlare , e quefla
incontinenza fu cagione della fua morte ; quesìa ancora ofeurb la fama
di rDemoHbene eloquenti/fimo oratore : equeHafcemò la gloria de ifa- p
mofi fatti di Titea gran Capitano d'^Atheniefi . Fuluio fauorito d' jl li-
gustro,per hauer fidato vn fecreto dell'I mperadore a fua moglie, venne
in tale dif gratta, ch'amendue con le mani proprie fi vccifero.Vn de' con
giurati contra ls[erone , per batter detta vtia fola parola ad vn, che era
tratto al mortai fttpplicio , diede occafìone ali I mperadore difeoprir
la congiurale farne vendetta acerbi/fi <na,e crudele . La congiura di'Ca-
tìlìnafu fcoperta,e punita per leparole,cbe vn compagno diffe alla don-
na ci) egli amaua.E Dionigi Siracusano fé troncare il capo a Briante fuo
fauorito , per batter narrato a Tlatone quel , eh' egli faceua nella fua
camera. Vedete quanti inconuenienti , e quante rouine auuengono dal G
non effere continente dilingua : Certamente fauijjìmi erano i Romani,
che non pur dauano 1'annello dell'oro al Secretano , annumerandolo al
grado nobile in premio della fua fedeltà: ma adorauano il Silentio co-
me vno Dio , imitando gli Egittij, & anco iTerfi,che in fomma vene-
ratane teneuano il fecreto : e parimente gli \Atheniefi , che inmemoria
del fecreto allattano le flatue,come fecero aLeona, che mai nonsinduf
feafcoprire vna congiura: ma fopra tutti i Lacedemoni furo am\iciffi-
mi della taciturnità , e del bit uè parlare, che pero Laconico ne fu detto:
&boggidìi Signori Venetiani in quefla virtù ritengono il primo luo- „
go: fi come con molti effempij fi è veduto, e tra gli altri in qttello,cbe ha-
uendo determinato il Senato , che fuffe punito di morte il Carmignola
lor Generale,per la cui colpa s'era perduta vna loro armata nel tempo
di Eugenio Tapa quarto-.eper certi rifpetti l'efsecutione tardando parec
■ chi me fi quantunque molti de' Senatori bauefìe colui amici, pur la cofa
andò sìfecreta, ch'egli chiamato alla Città, fé né venne allaficura , e fu
Vignar]-- prefo,egiufiitiato immantinente. Ma tra tutte le virtu,che necefsaria-
fa ria al " ment e appartengono al buonfoldato, gli dee e f sere molto amica la vigi
(alda to . latria : perche il deputato a far la guardia , o lafentjnella > come dico*
no -è
VEICAV jilLO, L1B. VI. $2?
^f rtòyè di mefliero , cbefia folle cito,e di poco fonno , aguifad'vn fido Cane
(come Socrate folea dire) che accutiffimamenta annafi, efenta ognino-
uitàyche all' esercito foprauenga ,• e per potere flar vigilante , è neceffa-
rio d he[fer fobrio,e temperato, perche la crapula induce ilfonno , il qua-
le veramente (fecondo ilToeta) fi può parente della morte appellare ;
perche di vrìhuom che dorma, tanta flima fifa (come Tlutario con-
ferma ( quanta s'eglipìk non viuefie ; onde ridicola co fa verrebbe ad
efiere y cJjé'l guardiano hauefie bifogno dell 'altrui guardia . 8 molto
maggiormente fi richiede la vigilanza in chi è capo di vrì efferato, al
quale non altrimenti,che advnpadre di famiglia ^AriHotele dice efie-
B re conueneuole , che fiatvltimoaripofarfi,elprimo a rifuegliarfi , £ Capitana
perche fi come tra' namgantierrando alcuno , farebbe danno in qualche co h fua
parte ; ma errando colui, che tiene il gouerno in mano > fùria tutta la vjla dee
nane gir a rouina , cofi quando alcun faldato fkllifie nelfuo mefliero pri- fe^mo a
uatamente, cagiona ad alcuni damo,manon di tal momento, qual fa- g\{ aitrit
rebbeil fallo del Capitano; (comefaggiamente^gapeto à Giufliniano
Imperadore già fcrìffe ) bisogna, che chi prende à reggiere vnefiercito,
fia dotato di prudenza mirabile, efingolare, fi che non venga mai à
fare cofa che fi pofi a da' fuoi riprendere ,• come demoHraHomero, che
qualche volta auueniua ad sAgamennone,à cui ne i configli con beflem-
mie & altre maluagie parole accerbamente foleuan rifl)ondere,& in ef-
fetto non è da flimar fi degno di commandare ad altri , chi non auan^i
di valore i fuoi foggetti , i quali in tutte V anioni tengono gli occhi , ri-
uoltiàlui, come à loro Jpecchio ; però dice a Senofonte , che quanto pia
ilVrincipe è grande di te fori , e di pojfan^a, tanto pia dee di virtù e
di degniti fuperare gli altri. ; conciò fa co fa , che in qual maniera ( co-
me <ssfriHotele fcriue potrà ben commandare colui>che non fia giuflo , e
temperato te che non fappia (fecondo Cicerone) commandare afe flef-
fo , vincendo i fuo mede/imi appetiti? Claudiano à quefìo propofito
q dijfe bene ,
t^lThor giusto più offeruantefkffi ,
7^e difoportare niega il popol, quando
Vede V ifleffo auttore à fé vbhidir:
JL IT 'ej] empio del I{e s'adatta il Mondo :
7^è co fi pon piegare i fenfi hitmani
(jli editti , come del lettor la vita :
ColTrincìpe fi cangia il mobil vulgo .
B ifogna dunque, che ì (apuano feguendo l'orme del Signor de'Cielì^pe-
ri in vn mede fimo tempo^ ammaestri >fe vuol > info, labilmente e/fere
KK vbbidi-
514 DELLA GLORIAI"
ubbidito; perche fé ben' alarne parti, della prudenza fip'ojfono fuor della
battaglia esercitar eccome ilben confultare, e giudicare ;qnella,cbe toc-
ca al commandare nella militia, bisognando venirfi. ali] atto prò [(fimo >
mal fi può mettere ad.efecutionefen^a laforte.'Zja dell, animo > efenya
l'ejperien%a;la quale^ benché conl'vfo del lungo tempo fi foglia appren-
dere;non refi a però) che con l aiuto delle faenze ihuorno non.poffa diue-
niria pochi anni prudente >& aw.ifato delle cofe del mondo,non altrimen-
ti) che fé tutte f afferò paffateper mani fue.Hora le fcien^e >cbe Socrate
Scienze orclmò dagli ottimi foldati donerfi apprendere , fono la Filofofìa, per co-
néri ai qli nofcere ieffere > e la verità.di tutte le cofe ; la computation de i. numeri)
ottimi fpl cb'è. Ì Aritmetica)^ qualffecondo Tlatoncjeffendo nece farla à tutte le
<^au*- arthperche gli h uomini ro%i ,.e fomiolenti fa delli )docili)rìcordeuoli)&
ingegnofi sfacendo profittoper arte. diuina più toHoyche naturaìefyecial
mente è. commoda alla, militi a-»per faperfi e aminare in ordinante fer-
mare iv.arijfquadroni.; che fi richiedono > ilquale ordine (come.Eliano
dice) incominew ne itempi d HomerO) efendo flato eglldiciò.il primo,
fcrittore y.appreffo è neceffària per fàper alloggiare. vn campO)& hor ri?--
Brignere y hor allargare effo allogiamento ) per fàper occupare.vnpaefc:
co 'fuoi.vant aggine. per fapere ancor l'attitudine delle macchie da guerra,
come ben fa mentione. Plutarco in Marcello parlando, di. zsfi-chimede ^
ottimo architetto . £ ville altresì l'Astronomia , per conofeere i moti
dolle sìeUe^ i. loro effetti.con le mutationi^ opportunitàyde i tempi.Lo
dafi medefimamentela cognition dell a. Mi: fica , non già. per fonar eye per
cantare (benché talvolta ciòfia lecito peri' e f empio d'Achille y che da.
tìomero fi mofira) ma per imparare con la confinante difonan^a de*
numeri la conofeen^a del buono , e dei bella . 'Ter cloche > quanta fa la:
forila della Mufic.a > (lafciandò da parte quel che nella politica ilFilofo--
fo ne ferine) fi può veder e chiaramente peri' esempio fd'Aleff andrò Ma.
gno j ilquale vdendo per forte Timotheo Muffilo cantare al modo frigio
al^andofi dalla tauoh yricor fé furio] amente alle arme (e di ciò parimen- /£/
te intender volle t^irgiliO)dicendo,cbe colf nono delle trombe fi comuoua,
no gli huominiy, e i Caualli > e Marte fi accende) ma hauendo poi il.Mu--
fico mutato il modo Frigio nel Dorio^ritomò \ eglia mangiare quietameli;
te . Hor l isleffo Socrate dice effer ancora molto gioue noie la Dialettica:
che conduce l'huomo a fernirf delle faenze ;e difeacciate le fiippofitioniy,
lo fa in tutte le dottrine accutiffimo al dimandare^ al'rifp'ondereymaf-
fimamente imparata iti et a. per fett acquando il vero fi può dìfeernere. col.
giuditio naturale • perde in fanciullezza ilfa diuenire verfùto >,eca-
uillofo,. la Pittorica quanto fta.neccfi'aria al Capitano,, mi par fo~-
uer&ia, "
Ì)ZL CjlVJLLÒ, ItB. 77. yi?
f uerchìo a dimofìrare con altri efiempi. Jtriflotele certamenteycome irti-
portantilfimdyla richiedere fcriuendo ad MefiandrO) gli dicey che comi
il condtittiere e conferuatore de l'efiercito, co fi il bel parlare con ertidi-
tione edace della vita,e diqaefla virtù fìkfom.namente lod ito da Theo
jrajlo il FJ Filippo. La Cofmografia > e geografìa parimente è vtiliffima
alfoldato^perbaaereconofcenra dei Circoli, de iClimati, e delle I\egio-
ni^molto import ando,cbe vn Capitano h abbia adhauere cognitione delle
cofe generali^ particolari delVvìih'.erfo) e che per queflo venga ad efser
pi attico d'vnluogo prima , che vi arriiré.-e perche molte fiate auuiene ,
che sbdbbiaìio a disegnare pae fi , Città, fór-te7ge>macchine>& altre di-
3 "uerfe co fé ailamiUtia'àppartenenti,grandifjimo commodo apporterà al
foldatp ilfaper dipingere) efiendo veramente la pittura vn' arte nobilif-
fimay imitatrice della natura > fenica laquale mal fipotria concfcerela
bellézza delle cofe animate > & anco inanimate con le loro proportioni)
linee, e figure; ìlobe con fiderandoTaolo Emilio ;poi chebbefuperato il
^Terfeo menò ficco in RpmaMetr odoro diesftheneperfàrammaefìra
ve vn fu o figlinolo nonfolo dalla Filofiofiayma ancor della piti uràydel ■ ^p;tturaar
la quale oltre modo furono amatori lAléfìandrOy Demetrio) ^AttalO)& te nobihf
Ji ' uguftoyefiendo già noto perle biMorie quanto da quei due fnfi ero ama- fìma.
tiy& ofìeruaticProtegeney& pipette Ma 'tra quelle belle parti non è da
tralafciarfi la cognitione di dinerfie lingue cbe reca ornamento,e benefit- Gognuio
ciò incredibile al faldato in molti modi : e però dagli antichi 'Principi di uerfe jin~
Germania; particolarmente da Carlo quarto ìmperadore fu ordinato > gue orna-
citutti i figliuoli di grandi buomini dafihnciullexTa impar afferò al- mento a*
meno tre idiomi oltrail natio, ch'erano il Latino,l*ìtaliano>e lo Schiatti) lt
ne . ' feguendo gli ef] empi de i T\e de l'^ifta\efifietialmente di quello gran.
Mitridate: che in ventidue linguaggi fape a pari are y e rifondere a' fuoi
fuggettift come attempi noftrihabbiam ueduto ilgloriofo Caiio QuintOy
che di tutte le lingue,cb 'erano fiotto ilfuo lmpero-,ragionaua fifkttamen
Y) te>che ognivna diefise gliparea efser propria j e naturale. Hora tutte
quefle :fcien%e J ariano vane > fé non fiufisero ben conferivate nel tefioro
della memoria) ìaqual riputandofiì a molta lode in ciafcurì buomo^ af-
faipiu lodeuole , e necefìaria è in vn Capitano 5 ìlquale deuràper lapin
parte fapere i nomi di fuoi faldati r accio che nelle cofe repentine cbia-
mado hor queflo y hor quello col nome fuOyvenga atrouarglifi pi'tbeneuo
li>e di ciò fingolarmerìte fu commendato Ciroy&.tÀdriano, & ancor Ci-
nea di Tino ambafciatoreycbe dimorato in ì{oma fiol due giomi,ottima
mente feppe ridire inomi di tutti ì Senatori) epatritij "Promani > la qual
memoria certamente fi può acquistare } e confermare col frequente leg-
XX ;z gere
5*<5 DELLA GLORIA
tftftoria gere delle hìflorieyche foura ogni altra fcien^ fono vtiliffime alfoldatOy g
Utiliffima fi per l' acuter^a de l'ingegnose sì per l'imitatione, imitando fi gli animi
al iodato* fommamente allegloriofe imprefe de i fritti antichi) &in verità le lette
re fono quelle , che fanno Vhuomo più prudente y e più temperato nelle
fue attioniypiu animo foy e collante ne i pericoliypiu iflrutto ne gli ordini
della guerra,piu rifoluto ne i repentini accidentiypin giusto nelgouerna-
reypiu efperto nel difendere , o nell' efpugnare delle Città > & infomma
più auueduto in tutti affariyperb Socrate dicea non do uer efiere il falda-
to terribile folament e ye corraggiofo}ma etiandio sì babiley& acuto i"tn-
geptiy che pojfa apprendere le dottrine te patientiffimo a profeguire com
decfJnii puntamente il fhticofoftudio delle lettere . E pere f?e in ogni modo con-
te Vocio, niene à chi fegue la gloria militare y fuggire Vocio y è di meftiero > che in
quelli tempiyciye fi 'fanelli alloggiamétiyòfottotreguaynon manchi mai
di efer citar fi e con la mente ;e con il corpOyO-ffneychefoprauenendoloc-
cafone della guerra fi troni atto & iflrutto in tutte le cofcUefiercitio de
la mente confifte nella contemplutioneye nello studio delle feien^y^r ar
tiyche dette habhiamo , dellequalenonpurè d'hauerfi conofcee%aymae-
tiandio di molte fi è da fare ejperien^a, perche molte fé ne conofeona
meglio per Catto prattkoy che per lo tbeorko.& indi fouente auMienefco-
me ilFilofofo dice)che meglio giudichi vn'efpertOychevn'arteficeyfì co-
me ài vna cafafh miglior giudicio Vhabitanteyche VarchitettOydel timo-
ne migliore il nocchieroyche'l Fabbroye delle viuande migliorelofealcoy
ehe'l coco y e cofìneceffaria cofafk daffari già riputata ; che la difcipli-
na militare fujìe accompagnata} e guidata delle letterey accie che con-
feguita la faenza , fi potè fé procedere alla efferienta ; poco ejfendo gio-
Srienze , ueuoli tarme nella Campagna (come Cicerone dice) fé nella cafa non è
Siano be- " configlio .E fé vogliamo vedere quanto slianbene le faenze nei folda-
ne ne i tl '■ •> e maggiormente ne i Capitani) a' quali fi à tutte il pefo confutare >
Soldati, digiudicarey di commandare > e dieffeqttire yitpoffìanno da mite effem-
pi apertamente confederare) che tutte le fiorite J{epublicheytutti ifortu-
nati l\egniye tutti gli ordinati eserciti fi fono fé mpre gouemati non me-
no con le dottrine di faggi huominiy che col valore di arditi > e forti: on-
de (come Seneca ferine) non meno fu necefiario à I{oma Catone per h
configlioy che Scipione per laguerra:e tralafciando motte notabili men-
tioniyche di Romani potrebbonfhr fi , certamente fi legge > che Apollo-
nio Filofofo gouernò fettanfanni la Città di Cartagine , dotterà ordine y
che non fi eleggeua mai vn Senatore fen%a il confentimento divn Filofo-
foy€ quitti finalmente egli fu honorato di tante statue) quanti annihauea
feruito alla I{epublica : Che dirò di DemoSìbcM) ilqualin tanta ve-
nerai ione
'jl nerdtìonefà da gl'A^tbenie fi tenuto : che gli fu dri-^ata vnaflatua con
ifcrittìone-fla qual diceuaychefe lafor^a di Demoslhcne fuffe Hata egua
le allafavienra delfuo ingegno : il Bj di Macedonia non barebbe mai
fuperati i Greci . Che dirò il Valerio difcepolo di Teofraslo? a cuigliflef-
fi^Atheniefi per la fiafapiem^a dirizzarono la fiat uà in molte parti del-
la Citta , Che dirò di tanti altri eccellenti fcientiati f5 che con diuerfi bo-
nari) e premvj in vita-, e in morte fono flzti celebri e reueritiper lo gran
beneficio y che col loro fapere bai io apportato a quei Cittadini } che
fi fono di lor fé miti . EqualTrincipe fumai y che alla gloria afpiraf- Principi
fé y che co fi nella pace come nella guerra non s babbi a tenuto appref-^ aPpo
B fo alcuno fauio , e dotto huomo i e chenonfia fiato amator delle buone no Eemi^
lettere ? Già fi sa quanto fu bonorato A risotele dal I{e Filippo y &in (àuij e Ice
quanta riuerenza.il tenne poi a^flefìandro fuo figlio yilqu ale y hauendo cerati.
xAriflotele publicate alcune opere della Filofofia (come Temislio affer-
ma) egli grandemente con lui fé ne dolfeycbe le co fé a fé infegnate fi
f off ero a tutti fatte communiy foggiongendoycìj egli più difiaua diauan
dargli altri nel fapere > che nel potere yfi sa ancora con q :ianto femore
egli frequentò di legger la Jliade la notte y tenendolo il dì confemata in
vna pretiofìffima cafìettinayoue Dario era flato [olito di tenere le fuc~>
gioie* Ciro Rj de' Ter fi conduceay fempre fé co Senofonte) che fa gran
CapitanoyegranFilofofo; & vn "altro famofo littcrato chiamato Chiloy
& offerfe anco molto teforo a TS[icodio pur Filofofo y chel'baueffe am-
maesìrato nella pace y efeguito nella guerra . Tirro Rj degli Epiroti
hebbe fempre Zotiroy e tenne l opere d" Efchine in tanta sìimayche l'oroy
ond' erano fregiate afeendea ad vn valore inesìimabile : fu tanto fcìen-
tiatOyche compofe libri della difeipliua militare y di che parimente (fe-
condo Silano ) fcriffero Enea y Cinea Teff alo , Frontino y Alefì andrò fi^
gliuolo diVirro Clearcoy Taufaniay& altri grandi huomini, Furono pa-
rimente fcientiati Serfey ^Archelao & SpawÀnunda . (Antigono vno de
D i fucceffori di \Alejf andrò mandò fin in Italia a chiamare Zenone Stoicoy
e non potendo bauerluiyhebbe due fuoi difcepoli nobili/fimi . Mitridate retrer, i
hebbeTlatone intanto pregio>cbe volendolo honor ire di Hatua y cercò tenuti in
il miglior arteficeycbe fi fufje potuto trouare in quelli tempi . E Dionigi grande
tanto bonorò l'iHefìo Filofofoyche venendo in Siciliay gli vfcì incontro a h°n°rc .
riceuerlo con gran pompey e l fé federe nella reale carretta; & il mede-
fimo Mitridate nel maggior feruore della guerra fi effercitaua nelle let
terey& con effo lui conduceua precettori > &■ Filofofi eccellenti . Temi-
flocle imparò da Anaffagoray& Alcibiade da Socrate:<ts?nnibaleheh-
be fempre feco Stilano^ Sofilao . Tolomeo^ d'Egitto tenne H opimo
KK $ Filo-
5ig. <D E L L ^ G L 0 B^ I Jl
Filofofo , e fé edificare ad Homero vn tempio . La libreria del Fila- E ■
delf o, che fk di fette cento mila volumi, e quella di Sereno Sarmoni-
co lafc.iata per testamento a Cjoidiano di Cefi anta mila libri, poffono
far ampia fede della dottrina di amendue . Tififirato con gran dijpen-
dio fé fare m ^ithene vna pi-bliea libreria, laqual confumata per le
guerre di Serfe , fu rifiorata con fomma cura diSeleuco , & vrì altra
Eumelone fece inVergamo , huomini tutti amatori delle fcien%€-J .
E. [e alle co fé de' Romani ci riuolgiamo , troueremo il grati Scipione ef—
Soldati j-eye gat0 d/jiep0lo di Tanetio , & amicifjìmo di Tolibio , e nelle guerre
di "ran batter fempì e condotto feto il Toeta fnnio , afquale diede infiniti pre-
domina . mij, & bonori, in vita , &in morte ferii. endoTlinio , ch'egli ordinò, &
che la fìatua di questo gran Toeta fi mette fie nel fuo fepolcro, affine >
cbe'l titolo d'hauere acquifìata l\Afirica tnfìememente con quello del
Toeta fopra la fuafepoltura fi leggefie . Catone Vticenfe fu difcepolo
d\Antipatro , & il maggior Catone volle nella vecchiaia imparare l&
lingua greca . Lafeio X>. Fabio Mo.ffimo, MXraffo , Lucullo , M. Bruto,
M. ^Antonio, & altri innumer alili Capitani. , che di fidente ornati furo-
no:& venendo ai due vltimicapidital Bepublica^eer.t amente della fin-
gola}- dottrina di Ce fare i fuoi medefimi ferini rendono tefiimonio Squa-
li a par della vita^glibebbect.ra di faluare, quando anuoto ficampo in -
Jllefiandria ragionevolmente pref imponendo, che la gloria d'un grande
lmperadore, non meno confi fie ne i libri , che nelle armi, e come S.aluftio
afferma, non minor lode apportano gli ferini d'vno hifiorico , che igefiti
d vn Capitano , perche quefìi fen\a quelli refterebbono fempre oficuri.
Pompeo Magno fu parimente di gran fapere , e tenne ìfiauiin tanta ve-
neratione , che ritornando d *Afh glonofo per le vittorie di Mitridate,
nonfifdegnò d'andar a vifitare il Filofofo Toffidonio : 7s(e volle , cbe'l.
Littore (fecondo il co fiume) buffljfe la porta,e nell'entrare ordinò, che.
ini fi fottometteffero ifiuoi laureati fa f ci, a cui fottopofii fi erano lOrien
te, e l'Occidente . Ottauiano augusto fu di eccellente dottrina , come ft
fegnalat amente fi vede da i ver fi, ch'egli fé nella morte del fuo caro Vir
gtlio, a cui diede gran premtj, e fpecialmente per quei verfì delfefio,che
egli compofe,e recitò (come riferifee Donato) in lode di Marcello, nipote
dell lmperadore bebbe ali bora per ciafic un verfo diece fefiertvj di quei ,
che v alenano vintieinque feudi l'uno , riducendogli, alla no fira moneta,
diede egli ancora a Cornelio Gallo grande Àegnità nel Senato,& in fom-
ma fiotto lui fiorirono infommo honore molti celebri letter.ati,come fu Si-.
monid€,^fpirareo,A.pollodoro,^fìnio,Tollione,ValerioM.effala,Hora-
tiOìQiidiofl'ibtdlotCatuUoyTuccaffl Varo-, iquali molto furono fluoriti
fempre
'DEL CAVjillO LIB. VI. 51^
\/L fempre da Mecenate , che in ciò imitaua bene il fuo Signore . <Domitian9
auuenga , che tra' maluagi Imper adori fi a riputato y nondimeno honorò
tanto ; i liner ati y che tre volte creò Confalo Siili') italico > e diede molti
premij a StatioyambiToeti ccceìleatiffimi . Trai -ino oltre a Tlutarco fuo
maejlroytenne in tanto honore Dione Filofofoy cheli cond <cea fempre fe-
to nel carro fuo. ^Antonio fi feruì di Gorgia^ lAleff.indro Seuero diVlpia
no) Antonio fuo figliuolo di Oppiano. ^Adriano diede il Conflato ad
^Arriano ; e (jratiano adAnfonio Gallo > Di^J^C. *.4 y.relio è fo cerchio a
parlarerfoi che oltre al testimonio del 'Tetrarca , ifuoi mede fimi fritti
fanno fede quanto egli fife d'ogni lande degno ,
™ Tien diFilofofia la lingua e' l petto .
Sthebbe quefto dottiffimo Imper adore in tanta veneratane il grande
hiflorico Vadouanoy che fèfepelire lefua offa in vn fé poltro di Torfido >
tenendo conferuate in vna eletta d'oro l'opere fue . Lafciò C/iufiinianoy
ilquale dalla raccolta > che fé fare delle leggi , fi può giudicare quan-
to fujfe slato di feientiati amatore^ lafcio altriy che troppo farebbe lun-
go a raccontare non pur di antichi y ma etiandiodi moderni Trincipi>
tra' quali fon fhmo fi intorno a tal virtù Sigifmondo I mper adore y Mat-
tina Rj di angheria , liberto I{e diTs[apoli > fotto il quale fiorirò nella
noHra patria il Boccacio , & il -Tetrarca fommamente honorati , e ca-
rexj^atiy *Alfonfo ilfauio Rj di Cafiigliay e fopra tutti A'ifonfoy che pri-
mo di A.ragonefi conquijlò il reame da cui fi pori aua per imprefa vn li-
bro apertOydinotandoyche la cognitione delle faenze è fommamente ne-
ceffaria a chi hapefo di altrui governi ; altrimenti (co megli dicca) vn
Bj non liner ato fi potria dire vn' Affino incoronato offendo vn rico igno
rante fimile ad vna pecora d'oro (fecondo Diogene) grvn'huomofen-
ja dottrina è più toslo vn' ombra , ò vna dipinta imagine > che ver'huo-
mo ; TS(el tempo del detto z^flfonfo fiorirono a^ntonio \Tanomitay Lo-
renzo Valla y & Giordano l'ontano . Ter tanto ilgenerofo foldato con
25 diligente induHria de urà procurare difkr fi dotto ; e non trapaffar mai
giorno fen^a alcuna prò fitte uo le Unione , majfimamente nelle vacante
delle guerre ;<gr in quel tempo ancora che fi guereggìa , tutto quell'ocio
che per auuenturafì concedeyèda dijpenfarfi alle belle ìettere}moslran-
doy chela notte prenda configlio di quel , che il dì fi fard da fare ; e
q uè fio è quello effercitio > che polifce l'ingegno y e l'animo , riducendo-
■ lo a quella perfettione}che propriamente conuiene ad huomo nobile . T)e E fàrcitij
gli altri ejfercitij y che appartengono al corpo per farlo agile y e rebuìlo , Q?™c *\a\
quelli fi filmano conueneuoli y che non deformino il decoro , nefianfer- tj,
uiliy ma tutti per lo fine della guerra ( come Vlatone diflingue) cioè
KK 4 che
5 20 T>ELLjLGLO\lJl
che la per fona fi venga ad esercitare in tutti quei modi , che poffono ef- £
feriali vfo della militia accommod/iti,come fono l'armeggiare,il caual-
careni lanciare, ilfaltare,il correte , il volteggiare , /*/ lunare , il trarre
alla verfaglia con arco , ò fionda, %l giiiocare alla palla , ilnuotare,& il
cacciare-,®* altri tali-, chefiono infommi honsfli, e liberali, ciò è conue-
nienti ad huomo libero , e cofi Socrate ordinò, che in niun conto igiouani
fi doueffero mettere ad imitare i getti deglHiHrioni , de'buffoni ò d'al-
tre baJJe,molli,& effeminate perfone,cbe fon affatto difdiceuoli alla mi-
litia,fì come Maggiamente il poeta indacc,cbe Turno rinfacciano- a' Tro-
iani le vefli lnnghe,e dilicate,la follai euole pigritia,e le dan%eyche ha-
ueano a cuore , e troppo in vfo , Herodotto fopra modo biafimo Hippo-F
elide figlinolo diT ir andrò, che con poco decoro ballò in cafa diCliìle-
nefuo fuocero . Tlatone vuole , cÌk volendofìilfolddto dilettar del bal-
lo,il faccia armato,che cofi giouerà per allegerirlo, & adeHrarloje tut-
ti gli altri effercitij honorati; che habbiam detti ( tra 'quali,tiene il pri-
mo luogo il caualcare in diuerfeguife, montandola à folti, e difmontan-
do)egli loda,che fi facciano armati, non però violenti , perche ninno di-
fciplina violenta puòfitrfi Fiabile , & ogni forte di effercitio dee (fecon-
do .AriHotele ( effere moderata, ma del continouo frequentata con l or-
din fuo,non donendo fi affrettare il tempo del bi fogno, moquando èlopa-
ce,auue7^arfì a quelle opre,cheft richiedono alla guerra,fhcendo per gir-
uoco quel,che poi da donerò fi è da fare . Homero nel vigefimo ter%p,&
Virgilio nel quinto in più luoghi deferiuono, che i nobili giouanidiuerfa-
mentefi efercitauano,hor col correre, & maneggiar Caualli,hor con la
fcrima,ecolfaettare,&'korcolceBo>& col dardo, &hor ( comeOui-
dio due) mandando in alto il grane falfo , donano ifperienra delle loro
braccia . E Silio dìferiuendo la mirabile attitudine di Scipione , dice > che
egli inme^o de' fuoi compagni dona gran fegni della futura lode,vibran
do il palo,trap afilando con folto ilfoffo delle mura , e con l'arme indoffa
rompendo a nuotai' ondofo vareo,e talhora con veloce pianta per l'aper-
ta campagna auan-^ando vn Deflrier volante, talhora tirando vnfaflo,
onero vrìhoHafuor dello ffiatio, che oceupauano i padiglioni . In quefìe
attioni dunque deuro ilgiouane effercitarfì da i primi anni , acciò che
poi nella militia poffa adoperar fi con maggior gloria , e minor fatica,
imitando gli lAufomf , dura generation dalla fìirpe loro (come Vergili^
dice ) i quali perla prima cofa portau ano à i fiumi i loro figli > e col fie-
ro gelo dell'onde lorindurau ano i corpi teneri, ilqual coHume ferine
^Arì fi. nella Tolitica efier fiato mcdefimamenete da Germani ofteructa;
ghetta educai ione e'dimosiròpche molto haueffe giouato à Turno ,quàd.Q
fifaluQ
'DEL C jiV+ALLO, LIS. Vi, Sii
\£ fi f duo [aitando per le mitra armato dentro alTeuere,& parimente a"-
Moratio Cocky & a Cefare,iqudiper fapere ben nuotare ambidue fi f al-
itarono dal pericolo) l'uno di l\pma,& l'altro in Sfitto . St ninno è, che
non giudichi apertamente fi per ragione,e fi per efperienz[a,gran ttantag
gio portare vn'huomo iftrutto,& esercitato, ad vìi 'altro ignorante , vjr
ociofo . isfuezz^fi dunque il nobile gioitane a maneggiare tutte le forti
d'arme offenfiue, e dif enfine, conuene itoli alla fua prò fejfione , e fegn da-
tamentela Jpada , cb'èpitt continua ,ela lamia: acciocbe fi troni dzflro
■a tutti i generali, e particolari ■abbattimen.ti,& auuczzjfi a maneggia- . ,
reilCaitalloin tutti imodiy fecondo le regole già narratele rche e fendo
w la CauaUaria il neruo , e l'ale d'ogni efferato,! 'ella non fi troni Jpedita,e
berìinslrutta,apporteràpiu danno , che vtile al Capitano co'fuoi difordi- Qauaj]c-
ni, e quelle due -virtù fono principali) e piunecejfarie per la gloria mili ria neruo
tare : gli dtri efferati] ybenebe ninno ne fi a > che non apporti in molte oc- deliiefler
cafoni vn beneficio /ingoiare) come il corfo d feguitare,& al ritirarfi^l cm*
/alto a varcar fiepiyripariyò foffiytutta volta tanto folo giouerà frequen
tarli/quanto confermano le membra in attitudine , & in fortezza , Uche
mirabilmente gioueuole èia lotta , con laq itale fi vengono tutte le parti
del corpo ad reffer citar eye molto puòferttire ne ifingolari combattimenti,
r ò nell' incontrar del nemico a piede : auuertendo però) che in tal effercitio
l'huomo non venga ad vfeire delfino decoro-, e cagionarfi diJpregio,e rifo,
S perche Tariffimi fono quelli ; che fan compiutamente idonei a tutte le
co fé , e fendo dijjìmiliglifludij : come igiufli, deurà ciafe uno in quelli ef-
fer citar fiy a' quali più fi conofeerà inchinato di fua naturayche in quelli,
confeguira eccellenza y e gloria. Et fé per temperare la durezza, e
la faticayche neh" apprender delle difcipline fi fuol fentirey alcuno ricer-
cajfe interuallo di qualche diportoy non gli farà negato il giuocoyilquale
con la fua opportunità fia come vna medicinayche aquietiye rinforzi l'a-
nimo ; ma è d'auuertirfi (fecondo Socrate ) che effo giuoco non fia difu-
& tile,h vile ò pur illecito, come farebbe di e urte, e di dadi, che fi veggion
batter infettato il modo, ma conueneuoli faranno gli fiacchi, de' quali fi
dice > che nell'efferato di (jreci Tdamede fu inuentore : e le palle , & i
pdloni , & anco il maglio : & altri fimili doue s'adopra il corpo y o la
mente , ma non la forte . Si potrebbe già con le carte giuocar a folaz^p Palamc-
fenza auaritia , e fen%a fraude , ma perche hoggi l'ufo di tal giuoco è jCn"
tutto fondato in cupidigia di guadagnare , e d'ingannare , pieno di truf- fo^hi ,
fé y di bugiey di pergiuri > di beflem miey d'ingiurie , di litigiy di brighe > e
di duelliy il meglio fia , che tali haretteriefi fuggano dalla lunga , come
rottine di patrimoni ; e di riputai IQU€ > oltre che quando ben' altro difetta
XK 5 W?
a T> E l l Jl G L 0 \l ^
non vi fi commettere > certamente il perdere di quel tempo , che (come j
Horatio dice)àguifad'vno rapido fiume fé ne fugge, elmaldijpenfa-
re de idoni del fommo Dio yèdigrandifjhna importanza ; non douen-
doVhuomofar mai pafiar e vn giorno fenica linea(come di jl pelle fi di-
ceajciò è fen^i alcuna buona opera; poiché nafcefolo per faticare in ho-
nore di chi ci crea > & pofciaper benefìcio del proffimo: e cofiper li diui-
ni precettiycome.ancora per li humani y fiamo obligati di fchiuar l'odo y
cagione di tutti i maliye fchiuar lifcandoli} quanto poffibileper noi fio, .
E fé i Rimani, parendo non conuenire alla loro grandetta , & accioche
non fi contaminaffe la loro giouentù y sbandirono vn tempo gli Scrittori
co'i loro ferini dishones~ti,<£r mitil^e fé per la medefima cagione fu vie- F
tato a i gionani dagli antichi famj,che non fi mir afiero le dishonefie pit-
ture: Hor quanto via più fcacciarfi denno i giuochi difconueneuoliyet in-
giufti? La onde confideratii diuerfi inciampi , che, algiuoco auuengonoy
io direi minor vitioeffere ad vn'buomo , che egli tal volta incorra inyn
difordine repentinoyche porfi cofijpejfo in vn tal pericolovolontarioydan
nofo alle robbeypregiudiciale all' bonore^non gioueuole al corpo }e danno-
fo alFanimaie pero molto fìt commendato. OttauianoatqualCcome Sueto-
Giuochi i nio fcriuejdue cofe ejprejìamente vietò a'R^manifi giuoc hi per la beflem
prehibici. m^e ? coniti per la infirmiate nella honorata corte del Sexsniffimo noflro
Bj} perefiirparqueÉa malavfan'za {auuenga chepocbifjìmoquiuifia
' frequentatale slatuìtox che ninno vincitore può per via dell 'Ricade , il-
quatèil Giudice della Corte a slringere- al pagamento ilperditore in coti
li giuochi Jà do/te degli akriyne' quali fi efferata la perfona , ouerl'inge-
gnoyfifd il contrario igr in verità i danari guadagnati infifkttigiuochiy
s'intendonoffecodo l'opinione d'alcuniTbeologi)malamente acquijlatiyè
pera non potrebbono mai effer durabili al poffeffore;parédomiyche di mi-
glior acquisto fi debbano giudicare le ricchezze d'un mercate^lqualefe:
ben vhaueffe trapofii alcuni brutti me%i di anaritiaypur vi harebbe cor-
foil rifehio congran trauagiio,che quelle d'un giuocatore>ilquat per au- -g-
uentnra malamente e confrauiolentiye ribaldi mòdi le acquisla. E ben-
ché alcuno benpofìa ejfere , che nel giuoco non ponga affetti diford'cnatiy
né vi commetta difettiypur'io dirò imponibile eflere>cbe nelfacqua s'en-
tri fen-ra bagnar fi ; e nel fuoco fé; i^a ahbruciarfi ; però non pojfo fé non
confici, ire ogni gentile Jpirito yche non voglia mai contaminar/i in sì
fatte maec biejp quantunque per commune fenten^a tutti i viti] fiano af-
fai pia disi)' y re udii a i vecchi , che a igiouani y douendo quelli effer cen-
f ■ \& effempio. à quefli; nulladimeno quefio maluaggìo vitio delgiuo-
care è da filmar fi meno lecito a'giouani > che a' vecchi > efiendo propria
detta.
DEL Car^tLLOyLl^.FT. f^i
^ della giouoitù ilfiiticarfi in efiércitvj hdeuoli,& bonorati;& efferefco-
meilToeta dice) partente dell'opere , e-r auue^o alpaca ; domando la Virgilio^
terra conle%appey òfcuotendo con guerre l'altrui Galletta* K[è de~
urà alcuno [degnar fi di quetta mentione y che del coltiuare della terrai Romani ,
s'è fitta ,percbe molti è molti gran personaggi > come Camillo , Curio x c,ne ^ àie-
Cincinnato 5 Scipione , Valerio, Catone, Litcullo>e Diocletiano (per toc- aencoltu
carde gli etterni) Laerte, Saulo B^e de gli Hebrei ,e Ciro fi legge ; eberi- ra.
tiratifi dalle fatiche della militia yfi diedero a viuere quietamente con
tu agricoltura, laquale appo tutte le Republkhe. , & in tutte le leggiyda
tutti iFilofofi è slata giudicata bonoratìffima, e da Virgilio chiamata.
B dégnamente fantijjima , ad imitatione d'Hefiodo ,ilquale a tintigli al-
tri guadagni prepone quello,cbe dall' ^Agricoltura prouiene,per che (co-
me A riflotele afferma)fen%a ingiuriale fen^a violenta veruna del prof-
fimo fi raccoglie > e-r ella è tanto appropriata a fargli huomini d'anima
e fi di corpo rohufliye gagliardi (fimi, eh e meritamente (atone difjegli ot-
timi foldati dall' agricoltura proceder e , come quelli, chehanprefo l'ha-*
bito d'efierefpregiatori de' pericoli; foffèrenti delle fatiche, e continenti.
Tuttauia chi bauefie afchiuo le cofe ruftiebe , potrebbe dilettarli della Caccia
caccia,laquale èfommamente conueneuole ad Imam nobile,^ a faldato, conuene.
percioebe oltre che è ejfervitio- affai piaceuole ,&■ bonetto, ella è molto uoleaCa
fimile alla militia, an%i (fecondo il Filofofo) la caccia è vna parte d'ef ualiere ►
fa militia venendo fi in vn tempo ad esercitare l'ingegno , e la per fona .
Terò s'è da auuertire , che non tutte le caccie ,fi riputano degne di que-
fia fomiglian^a , mafolo quelle, doues'adoprano arme, e firatagemme^
o fìa nella campagna,òfia nell'aria . Tlatone loda più la cac eia terreflrey
che l'aerea,epiu la battaglio fa con cani, e dardi , che l'ingannehole fat-
ta con lacci , ouer con reti , ma four atutto biafima il cacciar dinotte, e
in acqua,come efiercitio mercenario, & ignobile. Et perche ogni cafafi
de far con la fua mifura,fona da biafmatfi ancor a,quelli,che lafeiadogli
- n altri ejfercitij,che per la falute dell' anima,per decoro del corpo,e per co-
feruatione delle fo flange fono più vtili,e neceffarq alla vita, fi danno fo-
uerchiamenteaUacatcia in preda ; douendofi tanta di lei feruir vngio-
uaneyquanto venga a conferuarfi il corpo agile,fano,e deflo in quel tem-
po , che non potrebbe occupar fi in cofa di più, momento ; che veramente
in quefle cotali occafioni la caccia è di mirabile profitta ad aue^gar le
perfone alla fhtìca,& oltre che cotteffafi vengono a conofeere i vantag-
gi delpaefe (ilche molto importa) vi fi apprende etiandio con gran pia-
cere dottrina di molte parti, che appartengono alla militia ; e cofi Vir-
gilityin molti luoghi dimofira la caccia effer nobilijfimo efercitio, fre-
quen*
4 D E l L J. G L 0 1^1 ^
dentato da Afcanioye da Laufo y ìlqual debellatore delle fere egli chìtf
may inducendo Turno a cantare ifuoi dice y che in/in dalla fanciulle^
%a attendeuano alle caccie > e molesìauano le felue y maneggiando i ca-
ualliye tendendogli archi . TJione fcrittor grauiffìrnofli quel libro > che
fcrifìe del Pregno , cioè di quelle cofe,che appartengono ad vn Ej ; tra gli
altri precetti > biafimando coloro y che confumano il tempo in canti , e
ptoni ; foggiunge , che il buon Vrincipe non fi mette continuamente ad
ydire sì fatte cofey ma filma la caccia per ottima inuentioney perciò
che vi fi fa più robufio il corpo y è più ardito l'animo : e tutte le cofe
della guerra vi fi adoprano : effendo in quella necefìario y che fi caual-
chiy e che fi corra : che s'incontrino atroci Fere : che fifopporti e caldoy
e freddo ; è chefouente vifiproui la fumé ; e per deftderio della preday
yien la per fona con vn certo piacere ad auue%jarfi alia toleran^a. Ter
li quali effetti non fon da lodarfi punto le caccie alla Terfiana
che tenendo rinchiufe le Fere in certi giardini y co*
me in prigione y le vecidono quando vogliono fenica
fatica y ne rif ch'io alcuno : togliendo il piacere
del ritrouare > la diligenza del feguì-
tarey e la conte fa dello aff alta-
re : come fanno a punto colo-
ro y che volendo fare
profeffìone di
bellicofiy e
di brar>
uiy
{chinando le guerre , fi mettono
in cafa loro a tagliare <*
pe^gi ì ferui mife~
riy ò i prigio-
ni. •
IL FI'HE DEL SESTO LIBRJ).
u
ùl
I
B
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVSTRE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
L IBRO SETTIMO.
jL VE KJ^D 0 già defcritte molte difcipli-
ne^cheal Caualierey & al Cauallo s' appar-
tengono) ci reSia bora a defcriueme>& inse-
gnarne yna non meno ne cefi aria > & im-
portante ? cioè) a che modo questo coftyti-
le-> e glorio fo animale lungamente mantene-
re^ conferuar fi pofìa:e perche qneHoftfà in
due modiy l'vno col confettargli la fanità
prefente^e preferii arlo dalle malattie) in che
poteffeincorrereyeffendone àmolte^non me-
no che l'huomoyfottopoHo; latro colliberarlo da quelle^nelle quali f of-
fe già incorfo ; & precedendo la fanità alla malattia per degnità) &
per tempo 5 ci è paruto ragioneuole primieramente mo$ìrarey come egli
fìa da gouernarft per conferuarlo in fanità . Concio fia cofa > che la ne-
gligenza del gouerno balia à corrompere & à guaHare ogni Caual- Cauallo
loyquantunque eccellentiffimoy& à far in tutto difutile vn me dio creala ^ome.*?
dotte la cura diligente , e continoua riduce i vili ad yfo non dijpregieuo- uar fano t
le>e i mediocri jouentead eccellenza, llche gli antichi Toeti paruero
d'accennare > quando di/fero, da J^ettuno^eda Cerere e fier fi generato
yn (fauallo ; per dinotare apertamente , che i Cauallidi buonpafto fo-
gliono peruenire ad yna certa diuinità-.e cefi nonfen^a miHerio il gran-
de Homero propone il corfo d'yn Cauallo ben pafeiuto . , et certa-
mente
p2 B E L L U G L 0 1^1 A
Natura mente effendo ad ogni genere d'animali flato dato dalla T^atura il g
ad ogni fuo nutrimento più famigliare y fi come Cjaleno dicey la Cicuta àgli
genere d' storniyl' Elleboro alle fot umici , le carni crude a" Leoni, le cotte , e'ipa-
dnTfuo ne difr omento allhuomOyl'Eruoa' Buoi;la Vaga ay il Fienose l'Orbo fo-
p pno nu no proprie-,e famigliari a" (faualli. Ciò fi conferma da ^Lrifiotelzyilqua-
tnmemo. le ferine {'berbere le biade effere cibo de' Muliye de' Caualli . Tolluce an-
none;-a inudrimenti dt Caualli effer l'orroyil fieno , lazeaydoè lajpeltay
e l'olyra da' Latini chiamata jLrinca, la qual è pur fpeeie di %ea (come
^Diofcoride ferine ,di temperamento mezano trai granone l'orbo. <Alber
to diceva' (faualli eonuenireil cibo durettOyche non gonfie ;e taliftima ef-
fere l'auena, e la (peltaypiù che ogn altra forte di biada. Matthh da Mi- F
chou ferine y che i Caualli de' Tartari co" piedi fi cercano fiotto lanette
l'herbay e l'acqua Solo nellaprouincia detta *Aden > / Caualliyi Buoi > le
Pelei et- pecore^ i e ameli mangianTefci ( come daTaolo Veneto fi racconta)
tulli . " è più volontieri ifeechiyche ifirefchiiefiendoui di Tefci abbondanza gran
de>ecareflia dell'herbeye delle biadeyper lo fmifurato calore Ma qual eo-
fa non e da tener fi per incredibile , fé appo Herodoto fi legge anco , che i
Teonipopolih abitanti nella palude Tr.ifideyondèbreue paff aggio in Ma
cedonia;danno i Tefci per cibo a' lor Caualli y & Stiano afferma y efiere
Hatafùmaychei folti non pur a' Caualliyma a' Buoi altresì gli dauano .
Homero dimoflra , che Rettore deffe à mangiare a' fuoi Caualli il fro-
mentOyindncendo lui cofi ver fio lor parlare ;
Il tritico foaue io vi porger .
Ma Galeno dice yi fi omento efier pericolofo à dar fi in cibo a* C aualliyec-
cetto fé fuffe quella Jpecieyche dicono Tifkyfimile al fi-omento di colore >
di caldezza y e di fpeffez^a ; fé non che è più minuta; &è loro affai
gioueuoky e diletteuole . E Serapione conferma > che i Caualli quan-
Fromcto ^0 mannano del fi-omento , maino' l fanno fenra ?ran detrimento ; e
danofoa /r n, ci r~ ilr v n ■ n
• caualli majjime neu estate : Tur quantunque il bijogno ci cojtringefie , conuer-
rebbe farlo prima ben cuocere , ò almeno slar'à molle nell'acqua y acciò fj
che fi fehiuaffe il pericolo del gonfiare > come fpeffo fa ; & in ogni mo-
do diafene per la metà manco di quely chefifuoldare dell'orzo yfi co-
me ali incontro dando fi auena , la qual è ottima nell'es~lateyòfpeltayla
qual non ètantofirefea quanto l 'auena ; j aria da darfeneper la metà
più ; per effer cofe di minore fos~ìanza , e di minor corpo . E però l'orzo
il quale è cibo più naturale y e più ordinario dei Caualli , benché fiafire-
feo difna natura y nondimeno per effer molto fio fi antiofoy non fi de dar in
molta copia ne i tempi caldiyquando ilfanguefià nel maggiore fuo incre
mento, infogna ben fiopra tutto hauere cura y ch'egli non fia poluero-
foyne
DEL CAVULLO, L I B. Vìi. $13
deef
i i* Ctfc
^0 /» vna,nè iti due volte, ma in più portwni ; pere he ciò che apoco a pò- '^
co fi viene a prendere , co n legitima digefiione può confumarft , ma l'in-
ghiottito fuor di regola fi trafmanda co fi intero] & indigeHo . Senofon-
te pare che accenni; che gli antichi due volte il giorno cihauano ilor Ca
ualli;Ma Cjioachimo (amerario dà tal or dine, che la mattina fen^a ha-
uer prima dato il fienosi dia la biada, laqual confumata, gli fi puote in-
torno alVhora ter^a gittar dauanti vnfkfcio difieno,e mangiato quello,
dargli a bere,che faràverfo Tuonatali ho* a. gli fi porgerà vn' altro fiifcio
jg di fieno: e tre bore dopoi ,fi darà la merenda di cibo fimile a quello della
mattina:pofcia vn" altro fnf ciò di fieno , & indi a bere, col mede fimo de-
bito interuallo ; finalmente fi darà il mangiare della fera alquanto più
copiofo,maffimamente di verno , & infieme gli fi darà vno b duefkfci di
fieno. Ma prima che IC amilo fenta portargli fi la biada, faciaglifi acco-
dare l acqua pura,feper auuentura egli haueffefete . E quello ordine fi
può nelle Halle offeruare,quando altro non c'impediffe,che per vfaril ca
uallo bifognafe affrettare il paflo ;come jpejfofuol auenire . is^e i viaggi
non è da dai-fì molta biadanel merogiorno:ma tanto più di buono fieno.
e la cena è da darfi tolto; acciò pia tofta cominci a ripofarfì . Di che mi- r *r
C fura la biada fi fa da dare, dice il Camerario non poter fi di certo cofipre ra fi deb_
fcriuere , perche non à tutti conuiene eguale : tuttauia 'la commune par ba dare a*
che fia diquattro chenici,cioè quafi quanto fei volte fi puote prendere <;ol Cattaui.
cauo delle due mani. *JfyCa è ben da veder fi; che alcuni più largamente,
alcuni parcamente bifognapafeer fi: conciò fta cofa,che a' Canalli,cbe di
rado,e non molto trauagliano,ma cheflanno in ripofo, non è da dar fi pie
na la prebenda . Vero è,che quando fi viene ella àfeemare , conuiene di
darla mefcolata conpaglia,ò(comepiàfi loda) con colmi di vettouaglie
ben minu%gati . Conuienfi anco amen ir e , fecondo il K^fio,che altri cibi
tonuengono a' Caualli attempati , & altri a1 gìouani: perciò che di quel--
« li è proprio,? naturale il fieno , l'orbo , la paglia , l'auena,e Iherba i ma
il Toledro fi dee à fujficien^a dare dell'herba ; e del fieno con orzo , ò
altro fimile , òpurfen^a : perche l'herba , e'I fieno dilatano il ventre y
e'I corpo; e mediante la loro humidità fanno naturalmente maggiorile;
membra;& effendo l'animale di natura humidoyò fia giouane,o fia vec-
chio jdandofi cibo humido , come è CherhA, viene anco a conferuarft Paglia è
[anaturale compie fiionc^ . V'ero è, che l fieno a Cavalli Tonini (co- b^°»a.a<^
me fi dicono) ò chehaueffero il moto, e'I fiato gr off 0, none gioueuole: && caI
ferola paglia è buona per ogni forte di Caualli x maffimamentequan- uallù.
do,
524 *D E L L ^f C L 0 ^1 A
do fon giunti ad età perfettaycbe richiede i cibi feccbi > e moderati, iquali E
non ingr affati molto y ma mantengono l'animale in vn competente flato >
& in maggior robuslezza ;perciò che non disfacendofi di leggiero il cibo
duroyqnal'è dell'orice della paglia; viene a fare l'animale più atto alla
faticarla douevu cibo tenero ychetoflo fi rifìolueyil rende debole . Sman-
Ta Ilo tenere ilcauallo in babito mediocre,cbe non fia ne troppo grafìo;nè trop-
in che ha- p° magroyfempre lodati ffima co fa fu giudicata. In certi luoghi d'ingbd-
bito deb- terra fi fanno pani di legumi , come difaue>e di pifelli; egli danno a lor
ba mante caualli:e nel vero tafana cotta ingrafia mirabìlmenteye mafjìme qi-ado
v'è mefcolato olioyògrajfo di camene l e ecere ancor è b'.'ono/ma e più at-
to per Ifialloniycbe per cibo ordinario . ^fltrivfino di dare alarne volte p
vn pezzo di pane con alquanto file > ma molto pia vtilefia dar del pane
macerato in buon vino > che già il vino è fommamente profittatole al ca-
ualloyper renderlo animofo,e però non è marauiglia y che Homero dimo-
stri i grandi Heroi tal volta haucr dato vino dlorCaualli Bagnar d ac-
qua la biada, benché fi biafimi da alcuno ; pur non fenica ragione fi potrà
fare alcuna volta,per temperare la molta ficcità > che è in quella , don-
de il cauallo potrebbe riceuere qualche offefa: auuengay che i al vf mza
fi slimi far diuenir i e aualli faslidio fi di guììo . Vero in tutto è da ftarfi
auuertito fecondo la diuerfità delle compie ffioni y e delle flagioni. Sono
alcuni e aualli , che mangiata la biada yfi mettono a rodere quanti ftra- G
menti da preffo fitrouanoiilche fiflima offendere l'anhelito: benché altri
fiano di parere > che ciò non nuoccia , altri che gioui ancora: ma a me
non fia mai, ciò perfuafo . Terò a quefli tali giudico far fi bene, che dopò
l'ordinario lor mangiareyfi metta il capeflroy che non impedifea ilfiatoy
maprobibifcaquel fozzo paflo : z^tuuengay che fi a generalmente più,
vide (come ordina Senofonte) che il (auallo dopo mangiare della mat-
tinayfi difeioglia dalla B^afiella}e fi faccia effercitareyacciocbe più giocon
do gli fia quel della fera . Sopra tutto è dafaperfi y che co fi il mangiarey
Mangiare come il bere delC ' auallo ;quanto è pia netto\e più finceroytanto è miglio-
e bere del re però Infogna metterci buona cura y che fé ne togli a ogni brutezza^e "■
fia netto, diligentemente è da nettar fi la Mangiatoia ydoè la Caffettay doue fa-
rà da metter fi la biada,laq itale de uràeff ere prima ben criuellatdyefcel-
tay e pura , che non fia l'orbo muffato > o dalla vecchiezza corrofo y o
troppo frefeo; et fieno parimente , o fia paglia , o fafei di veccia : non
fon da porfi innanzi al Cauallo come vengono dalla feniera; ma fi deo-.
no feiegliere gli incorrotti y & odoriferi ' e prima fi fono da rivolgerci
tra le mani in guifa y che ne caggia la polke y e le fporcbezja ; conciò
fiacofaychela polue cofi del fienoy come dell'orzo , o deli avena , o d'al-
tra
DEL CjtV^tlOy IIB. VII. 52 j
\A tra biada fuol facilmente generar toffe y e difjec are le interiora , lavale
infermità è qua fi incurabile ;& ogni poco dijìeno cattino (comeVegetio
fcriue) fuol fare alC animale quelli e ffetti-,che fa il veleno:delchefe facef Cura qua
fefegno il paffo incertoycon gli occhi vaghile fempre fplendidi: bifogna- do ilCa-
rebbecauarglifangue della madriceye dallaparte di dentro della cogiun "^ njj*J
tura della jp alla: con dargli beuanda di fichi fecchi in odorifero vino cot- ojato cibi
tiyaflenendolo da or%oye da fieno ; ò pur dargli in unofeftario di vin vec- poluerofi.
chio quattro cocchiari di meleyvn 'oncia dipolue d'incenfo , ottofcrupoli
dipepe,e pefla la pelle del ventre d'un Tolto feccata al fumo ; 7<{el qual
modo mede/imamente fi poffono curare gli offe fi dalVhanere mangia-
to cattino or%o; fé non che queflifi fanno ftare nell'acqua fredda in un
fiume contra il corfo . L'acqua conuenìente al bere del (auaUo , fi richie- £ cquad 1
de alquanto falfaymaffime per lo verno;e che fiapiaceuolmente corrente q2uì\\q
0 vn poco turbida;perche tali acque fono caldeyegrcfìettey e più nodrifco quale deb
no;ma lefreddeye le velociyajiai meno : tuttauia quefle né" tempi caldi fi »* eflere .
poffbn concedere per temperare il gran calore ;& all'hora(fecondo ill{u-
fio) fono più vtilieffendo dolci yperche r inf refe andò y &humettando > ri-
stringono il calore y e reprimono lafeccità . Ma in tutto è da hauerfi ri-
guardo aWvfan^a y in chefitroui allenato V animale , laqualefeper au-
uenturafujfe cattiuaynonfubitamenteyma a poco a poco fi a da mutar fi:
£ perche la J^atura y non fopporta mai le fubitane mutationi . T^el verno
certamente fi vfa a far bere il Cauallo dapoi che s'ha mangiata la biaday
il contrario neW e fiate. nel qual tempo gli fida anco nel me^o giorno l'ac-
qua frefea . E perche il Cauallo fé non bee copiofamente , e di buona va-
glia y non può metter carneygiouerà lauarglila bocca dal di dentro ye fre-
gargliela confale, & vino : che cofipiu acidamente mangierà > e beue-
rà. Vegetio loda l'acqua limpidayefreddayforgenteye corrente: e quan
topiù rapidamente corray miglior dice e fere ; perche non ammette in fé
malignità : ma alcuni pigriye poco curiofiypongon dauati al cauallo qua-
lunque forte d'acqua fi trouano più daprefìo in quali he vafoy e loro gra-
D uà di menarlo fuori: ilche molto è biafimenole;perche non è da dar fi mai
acquay chefifìa trattenuta in vafo molti giorni y 0 che nello feouerto fio,
potuto in quella cadere è polueyò altra brutterà ; ma fempre e da trar-
fi frefea . *Ne mancano alcuni y che giudicano le più falutifere acque per
Ca ualli effere quelle de gli Hagnì più turbidi ; ma veggiamo buona par-
te non volere-, quantunque aff et atiy affaggiare di acque taluauuenga che
fia cofa naturale del genere Cauaìlino-, turbar le chiare col calpeHiopri
ma che beuano . Efipotria dubitare (come Vegetio dice) che l'-acque in-
torbidate di fango > 0 di arena) ree afero impedimento ai meati dell'ori^
nare>
%i$ t> tu jt gì 0 1^1 Jt
nareficome ancopotriafeguire dall'effere troppo fredde,che bevendone]?
auidaméte laffetato e audio {facilmente verrebbe afentire dolor nel uè
tre,e ne gli interini : onde per la vicinità pnòfeguire la retentione della
orina , come vegiamo auuenire ne i dolori colici. In ogni modo queHo e
certiffmo, che ninna cofa ingrafìa tanto i caualliy e i Muli, quanto il bere
come fpeffe volte da^Arislotele fi afferma : ilqualefogginnge ilberfor*
bendo efiere commune al cauaìlo con tutti gli altri animali-, che hanno i
denti continouati . l^efarà da tralasciar fi l auuerten^a , di che <s^4jfìr-
to frinendo a Tedio Decurione , ci ammonifee , che quando il cauaìlo fi
Sanguifu mena à bere, fi guardi con diligenza nelle EJue, che non vi sliano appic
li fere a" Cul e ^ Sangui fughe: perche tirate col bere fi fogliono affigere fotto la Un F
caualli , e gua,e nelle labbra,ilche pur' apporta minor pericolo, perciò che ageuol-
cuia die/" mente fé ne potranno leuar con mano,m a quando più à déntro faran ca-
latele fuggendo ilfangue a poco a poco, verranno adeflenuare ilpoue
ro animale , e fé molte faranno infieme , il ridurranno a morte più pre-
ttamente . Subito dunque anuenuto il cafo , fa da darglifì per bocca,
co* l cornetto vna buona quantità d'alio, che incontanente le farà per
giufo cadere Mieroclemef ce coni olio ancorai' acquaie dice altri confi-
gliare, che vi fi freghi fale , altri cacciata fuori la lingua dell! animale
fregar il luogo con la radice dell' ^iriflolochia rotonda,tritalnfortiffìmo ,
acetoyfi chefiavenuta a (r afferà di mele, mefcolatoui ancor' olio. Tela
gonio dice,il maggior pericolo delle fanguifughe efìere,che affiffe alla go
la , coni accrefeimento, che riceuono delfangue,fucchiato,chiudono la
via del cibo : però quando in luogo co fi difficile fi fan pofle, ordina >
che gli fi metta vna cannaingola , e per quella s'infonda olio mefcolato
con vino . Vuojfi etiandio per la medefima canna far* entrare nella gola
il fumo di vn Cimice abruciato . xAltri ammalano effi Cimici nelle
narici del cauaìlo, che da tal' odore fubito reJìa morta lafanguifuga ; E
queflo rimedio affermano efiere ancora gioueuole a'Buoi, & ad altre be
ftie.^fnatoliomoJìra,che di luogo,doue le fanguifughe fi pon toccare,fon fj
dafpiccarfi con vna fronde di fico , 0 conpanno ajpro;e loda, che effendo
affiffe nella bocca, vi fi accostino cinque Cimici triti con la mano: fé nel-
la gola,il fumo di quelli potrà cacciarle. Selle faranno appiccate alle na
rici-.fi vedrà vfeire ilfangue in abbondane, & all'hora videurà infof-
Rarefale , & olio, e con le f orfici fi tenterà di tagliare , 0 di abruciarle
con fer amento infocato , empìafìrandoui pofeia il pane arfo > trito mi~
nutamente:& ammafsato con vino. Ma tra l'altre cofe più necefsarie,
fi de hauercura , che nonfnbito dopò'l mangiare fi diatrauaglio a l'a-
nitnale:perche s'egli pieno di cibo farà pofìo a correre}facilmeute potrà
incor-
rDEtCUVjilLOy LlB.ril. ?27
j£ incorrete in fujfocatione (fi come biffino dice) il quale intalcafo ordi-
miychefi aiuti con dargli per lo nafovn poco di falnitroyò di Cimino , e
di Galbano con odorifero vino: fregandogli tutto il corpo con olio vecchio
e dandogli à. bere dell'acqua caldaio laf dandolo entrar e in acqua fred-
da. Parimente è da ben' auuertirfì,y che non fi fàccia mai nelfudore bere
ilC aualloynè prendere cibo in conto alcuno perciò > che hauendo la futi-
cajparfo il calore naturale nelle parti di fuori y e recatone poco dentro >
feguey ebevi reSìi.molta debolczgayinmodoy che' [mangiare eh egli fh-
ceffè in quel tempo , gli.caufarebhe.oppilagione y o di leggiero fi corrom-
perebbe: e da quel, bere gli verrebbe qua fi vn veleno à.fcorrere allegam-
2£ be.y e facilmente ancora fubitana morte ne può feguire . Vero \Affirtodi
concor deparer e con Eumelo y. & Hierocley, negano efier lecito y che a\
(au allo ììanco per fatica fi porga biada in modo alcuno ; concio fia co-
fa y che quando lanìmaledopò ileorfo , è vn lungo viaggio anfando y e
pigliando ancor fato > > fi mette finitamente a mangiar l'orbo yvn'humor
crudo incontanente l affale, y egli tr afe orr e tutto il corpOythe gli tronca,
affatto lefor%ey fi chenon può fermar fi inpiedi ynt ì voltar fiyma corcato
trauaglia congran fudare > nonpotendo fé non con grande difficurtà.ori—
nare-E queiìo maleycomecagionato dattorne chiamato da' Latini Hor Hordea-
deationiy da'^reciChrithiafi y e da alcuni volgariQrT^olò.^ltri dicono uPncfUO)
C ilfegno effere-yckefìfente moleTiia nelpalato > e fpirapiu feruentemen—
te dell'vfato . Ma benché limino ninno rimedio ritrouarfiyfe la natura,
benefica perfefleffa non vi foccorra>tuttavia fi potrà.fouuemre ardita-
mente con trarfangue dalle vene delle gambe dinan%ifotto il ginocchio
didentrOyOuerdifuoriyecauatoneà.ba£ìan%afìringerl>t vena con vna
fhfcia: fkcendoui vn bagno caldo d'acqua temperata con alquanto d'ace
to della quale piena vna fpongia,fì premeràdoue le fi) alle vanno àfinirey.
fi ' che T.hum.ore fcorrapiuperle gambeye'ldi.feguente dal medefimo Ino
go fi trarrà f àngue delle gambe didietrojconfnre i medefìmi bagni; fen
%a dargli or%o infino al quartodecimo ^orientandolo co herbaggiypafieg
& glandolo ogni giorno al Sole>doue alla fine s'vngerà di olio co àcetoye le-
gato in alto colcauefi.ro y fi fregherà.molto bene fecondo il pelo, già per •
le gambe -.perche per quelle fonane, parti fi credeyche. l'impeto di tàlma
Vs.ifuapoYÌ : eperò fé ne vengono a mutar l'vnghie:.. Hoi quando farà
cominciato a megliorareyfì potrà menare à_lauare>epiaceuolméte inci-
tare al corfo.il che no è da tentarfi nel principia d'efìo malej perno ehm
d'ere in tutto i meati giàxond'enfati.^Auuieneffeffo il medefimo male per
lo bere copibfoyche'l (auallo faccia nelviaggioyÒ in altra faticaci fegnoi
èù ch'egli trema ye'lpalato gfifigonfia > idi che i medefìmi rimedi fon,
davfarfu:
da vfarfima in queHo pia preftamentefi ricupera la falute ; ne caggh- g
nò l 'vnghie. Dell 'attronchi ben ne guarire vna fiat a , mai però non refla
in maniera, che poffa fare iferuigiv fati. Sono alcuni, che fubito che'i
(auallo è incorfo al detto male , gli danno per bocca yn pugno di fiale co
forte aceto . filtri danno à bere acqua confalnitro . filtrigli vietano il
bere, e' l curano conclifleridiBrenno, &olio, & acqua, conl'ottaua
parte difalnitro,fkcendolo dipoi paleggiare, e tal volta correre per mon
tada. Soggiunge Hierocle ifegni di queflo male efier gli occhi brutti, e
con vna certa e uligine offufeati , le vene gonfie , la bocca piena di vice-
ré, le crene,e i ver fi del palato rileuatipiìi dell'ordinario > e'I fiato cal-
difjìmo: & ordina , che primamente fi cauifangue dal palato nella par- F
te fmifira in su la terzaò quarta crina ; poi fé ne catti in maggior copia,
delle gambe dinanzi, dalla banda di dietro fopra il ginocchio , neper
quel giamo glifi dia altro smangiare che\l'herba frefca,e tenera, chefia
fiata bagnata in acqua,della quale acqua glifi potrà ancora far bere al-
quanto : nelfeguentedìfipotrà dareoltra l'herba un poco d'orbo : e nel
terzo vnpoco più ; pò f eia fi verrà alfuo confueto . Sfe'l male calaffe al-
le parti di dietro y cauigli f angue da ambe le cofeie fiotto le congiunture
inabondanza. jLltri pesi ano bene die 'ci,ò quindici fiondi di Hyofcya-
mo che dicono Iufquiamo ,ò fé tal'herba non fi trouaffe verde, peflano la
femenza quanto tre dita nepofìonprendere,e con vino la danno à bere, ò ^
la buttano per lo nafo:e cofi l' animale viene fubito à liberar fi .Oltrà ciò
tra i Cjreci Mare f calchi fi trouaquefi a medicina giouare à cauallo, che
patifea per la detta Hordeatione, ò chehabbia il male aduco ;ònonpojfa
alzarfi, né caminare , Che pefie bene le fiondi del fico faluatico , e mefìe
in acqua fi edda,quel che fé ne colerà,fi dia col cornetto in bocca all' ani-
male due ò tre volte, poi fi faccia correr forte , che cofi tornerà in fanità
Segni per ffifià&WBtAFegetiQ dice , che quando l'animale è oppreffo d'indigefiio-
conofeer ne,ò di ripienezza , il cheprouiene dall' effer fi troppo ociofamsntepafciu
quando il to;ò da hauer mangiato orzo nuouoyil quale è molto callo : ò pur d'ha- j»
CaUa (To' Her^° m*$iat0 nelfuofudore-.fi conofee per queHifegni,che tutto fudan-
daindigc do parr ad' hauer e legatele fj> alle, & and era girando hor qua hor lày
ftione . fenzafapere oue fi vada , al che farà da prouederfi con trargli dal colla
fangue-.e di quel f angue mifio co olio e co aceto fi egrargli bene tutto il cor
pò, effer citandolo in leggieri paffeggiamentiie tot alméte aUenédolo dal
l'orzo : e farà beneper tre giorni dar gli per bocca fugo difoglie di caua-
li: mifio con vino vecchio,e polue di mir'rba,& alquanto di Hrutto.yA Qt
uallo,che Beffe male per npletione di ftomaco,fcriue *A flirto, ottima co-
fa efiere}cbe fi cauifangue dalle piegature delle ginocbia, e dalle gambe
dinanzj:
'DEL C AV 'jtLZOy LIB.ril. 529
14 dìnarf^ì: (filtri di fopray e di [otto il ginocchio ferirono )percbe quan-
do la calda natura di quefio animale fi viene repentinamente per la
crudeli de* cibi ad infiammare ;ageuolment e lo puote afialire febbre,
poi malageuole à curar/i. jLltroue dice, che quando il C amilo per indi- ^jone ^
gestione Ha maleyfì conofcey che ha le labbra enfiate, la lingua grojf a , il fuo rime-
capo maggiore ye per tutto il corpo p ufi uleyonde bifogna ilprimo dì trar- dio .
gli [angue dalcolloye dargli d mangiare (fé farà tempo) lattughe^ gra-
migne^ fronde di canna folamentenl fecondo fagnarlo nelle tempiere ci
bario delle me de fi me herbe :nel terxoyfe farà eslatey dargli beuande rin-
frefeatiueycome quellayche è compoìla di Draganti^ vin dolceyfe è ver-
* noydargli di quelleychc fono buone àrifcaldare TheonneHo diceva riple- Repleti*..
tioneye la crudezza effere vn male affai veloceyche accade quadofi man ne, e cru-
giauanuoue biade non ancora mature > lequali dilettando grandemente dezzache
i' animale yegli fé ne empie la pane iay gonfiando in modoyche par che ere ^ ,a"
piyefifente ofefo;con doglia intoler abile a" inteftiniyonde fi vedegittarft
in terra con ijpeffi gemiti ; fpeffo ancora muouer la coda y e Jfiefto rutta-
re. \Però non è da comportar/i mai > ché"l Cauallofi pafea di tali cibi > fé
prima non fiano fiati bagnati nell acqua : & iui h abbiano lafc iata quella:
noctuole condii ione: e già ordinariamente fi coftumaychequado la necef-
fitàjpingeàdarfialCauallo orxonuouoyfifk molto ben bagnareyper le-
uarnelapoluey el'ardor del Solere poi rafeiugato fi dà a mangiare .Ma
quando per auuenturafaràoccorfoy ch'egli su l\Aia islejfa habbia man-
giato più del douere le biade ammontonate y non è miglior rimedio , che
tr ar gli f angue dalle gambe dinanzi (come fi è detto) perche quelle par-
ti primieraméte fogliono reflar lefeye qua/i legate da tal crudeiga.non
mancando ancora di farlo cm are con idi fieri y per meglio euacuarlo .
^Africano fcriueyrimediarfi con dargli due congvj di acqua calday e poco
dapoi trenta cime di braffica alquato cotteye difiolte in aceto. alcuni bel
lite le cime della braffica con olio y lepeftano > e datele per bocca col cor-
2) netto yfhn correre il Giumento y astenendolo per vn giorno da ogni altro
cibo, filtri il tengono chiufoin cafaychenonpafca\poigli danno quattro
libbre di cime di lentifco y e d'oliuaflro ycon vna di mele trite infieme; e
mefcolate con vn congio d'acqua tenuta per vna notte alla ferenaihyii
pafiata vrìhoraygli mettono dauati quattro libbre d'orobi maceratiyfen
%a dargli altro à bere: e questo fan per due dìyfin che tutta la cagion del
languore fìagitavia.Mafopra tutti efficace rimedio dice efìerey che dan
dogli poco cibo y fi tagli attorno la carne proffima alVvnghiey acciò che
n'efcafangue;efe'l dolore perfeuerafieygli fi firinga forte con vnafkfcia
la parte della coda vicina alle groppe: e gonfiata che vi fi a la vena , fé
XX ne
5^0 D E L l Jl G L 0 \1 J€ !
ne tragga [angue à bafìanxa:poi ristagnatolo con proprio, fi fàccia cor- £
vere . Oltr'd ciò vfh.no alcuni di dargli, à bere in tre bercine di vino y tre
onde di ciglio peflo.<Altri danno ilf.dnitro . ^Altri pefte le cipolle y &
ammcfiate con[aleyà pexj^i àpeyvi^glie li mettono entro il budello >e pò.
[eli ilfhnnoyi corfa muouere.Hierocle di, più ammoni fce,che fe'lCaaal- .
lo s'è ammalato per troppo mangiar di biadatigli tragga [angue dalie-
vene del petto verfo le Jpalleye [imilmente dallegambe;main niìmmo-,
dofiferifcano quelle del collo; perche i/ùfonpofte le vene della gol ayche
iLatini dicono Iugulari: i (jreci Spbragitidi > e l'altre grandi altresìycbe
andado insùyfiaccoflano aWorecchiey[ummmiH/andùalla midolladel-
lafpina il [no iidnmentos^£iberto chiama Infundatur abitando il Gin- P
mento basendo con fretta mangiata molta biadale poi [ubito prima^he
tb abbia digeritaci fa ripieno dimolto bere; ouero [e egli tolto davna
molta fatica con molta fkmey baggia auidamente diuoratalabiada con.
le granella intere y [en^a romperle co! denti y né mafticarle come fi con-
uenia.-radegli di[cende alle gambe vna[uria di humori con granpru-
ritoyqualbor[ra lac.ameyelt pelle [arati concor fuma in ogni modo egli
nonpuòcaminareyfe non titubando y e di maniera come [e caminaffe sa.
la bragia ardente; e [er mando fi. trema co'piediyefta con le membra con.
trattele ristrette in [e y defiando vdi fiar corcato. -epotgiacendo non può >.
perla grauer^ayal^ar da ferrale parti di dietro-ycome fé conia briglia
fitfie tirato inn.in^ye qu.ifìcade su le ginocchia posleriori. Il Cre[cenjo
Inforni ir- diceycbe al (fauallo virae il morbo In[ondutoyò. Blandimento per troppo
to , o Ri- mangiare y ò per troppo berey perle quali co[s fi genera troppo [angue ,,
ta e^Co c^e difendendo alle gambeyl impedifcenel caminare: ò per b amori pur
rimedio, iut di[ce[iycagionati da troppafhtica y ò da altro dolor hauutOyond.' egli
Viene a, perder l'vnghiey[e con diligenza noi fi fo e corre: Terò[ubitoyche
fi vedegrauemente muouere le ginocchia y ò^oppicarey, & effere duro-
nel [uo volgere )S'egli ègraf[oye di perfetta etàygl [i dia à bere à[ua vo-
glia^ poi da ambe le tempie y e da ogni gamba fi J agni nelle vene vfa- ff
te y quafì infmo Àdebole ^a del corpo : & incontanente fi metta in ac^
qua fredda corrente in fino al ventre y & vi fi tenga [ermo [en-^a dargl i
co[a alcuna da mangiare y fin che del tutto non fi a guarito . Ma sceglie
magroye giouaney[eu^a dargli il detto bcueraggioytenga[i all'aere [red-
doyattaccato col [reno in alto y[i che fia forcato difendere in su quanto
puote la tettaci collo; poi gli [i faccia di [otto ìpiedi vn letto di pietre
viue ritodeydigrof[ex7.a dvn pugno ;per che dal cotinouo calcare diquel
leyverrano le gambe àfìare in mouimentosper lo quale i nerui indegnati
[cacciar anno la granendo, degli humori. Trima peròfìa couerto di vna,
tela. 4
one
DEL CjVJTZlOy L1B. mi. Hi
[/f tela di lino bagnatale mangiane bea,mà dimori al Sole,fìmbe non fiati
dotto al primiero slato . Queste cure approdando il J\uffo, e'i^ufio , ii»
tonoycbe tal infermità a" (faualli giouani f ad più tofto giouare, che nuo
cere , perche dal dfcenfo de gli humori , le gambe fi vengon loro ad in-
groffarc; fo zgiungon tuttania poter fi pur rimediare, ali ìnfufione,fe sfer
rati tutti quattro i piedi , vi fi metta caldo l or^p ben cotto,legandouclo
con pezge, e lafcifi pur' a fua pofìa mangiar dell'orbo . ^Alcuni £oflum&-
no di bagnar il pane in aceto forte , e poi dargliene à bere, mettendo il
(giumento in. luogo freddo, filtri lanario bene in acqua fredda-, poi caual
cario infin chefuÀi,<& appreffo e aitargli f angue da ambe le gabe . Altri
B fonargli nelle narici polue di radice di J\afano,ò di Salce , e farlo di fu ,
bito caminare.^igoslino (olombro fcnue,Vlnfufione,che pur Sindecimo q^' .
è chiamata, effere vna certa caldera difangue,chefcendeper la coten quattro
na alle giuntar e, & all'vngbie, e fi come da quattro cagioni fuol proueni modi.
re,cofi in quattroraodi vuol che diuerfamente fi curile viene per humor
crud0)& indigefto di troppo orTOjògranv mangiato, tenga fi il (giumen-
to dodici bore in afiinen^a di bere, e di mangiare , pei gli fi dia à bere,
vrìhemina à' acqua,oue fia cotto orTO, ò veramente acqua dimalua con.
vna libra d'olio ; & ogni digli fi ano fatti differì di acqua di cauiglia,
o di decottione dìaithea,e di bìete-.Oltr'à ab, allacciate con vnfunkcllo
le gambe fopra il ginocchio, traggagli fi fengue dalle vene delle pafiore,.
dalla banda dimeì}ica dall'uno,? dall'altro lato; e' l fecondo dì,daìlapar
tefilueflre:dar.dGgli apprefo a beìeviihemina d'offu rato,cioè di acetoy
& acqua, misto con vn pugno affale: Ilchcjpcfofarà da vfarfi per re-
frigerio dellal<[atur a, perciò che ccnqu-ejio male fuol gire accompagna
ta la febbre. E fé mancaffe c-ommodità di acque correnti con molto aere>
oite fi poteffe fare slare buona pe^a attutato , non fi manchi d'empia-
firare le gambe di creta, &■ aceto . S'ellaprocede da humor colerico > o
fanguigno,slandofi in oc io , & in rìpofo,dìafigli il primo giorno beuanda i l
r, di due libbre di acqua , oue per vna notte fi a fiata à molle vna libbra di
radici,di feluaggio cocomero;^ l fecondo e ani figli f angue dal collo , al
quarto dai piedi, poi su la fchienaft metta pam bagnato in acqua, &
attorno alle gabe in/ino alla ginocchia fi mettano fpQgnie cucite inpanno \
di lino,àguifa dical^eyfpargendomfpefo aceto : e. fé' l Cauallofuffe mol-
to aggrauato,gli fian legate , b troncate le vene di fopra alle ginocchia^
firignendo polle ferite con pe%%e. Loda fi ancora à dar per tre dì vna
libbra di fugo di portulaca in ciafeun giorno,percbe grandemente probi
bifee l'Infufìone.Se vien per fouerchia fatica majjimamente d' efiate ; o
quando di yerno dopò lafatk&nonè flato afciugato,nè paleggiato, ma, ,-
IL 2 pò fio
poslo in flalla piena di letameydalla cui caliditày& molerà i piedi trag E
gono afe l'humoreycome la calamita [noi far del ferro :non è da cauar-
glifi fangueyfin che l'animale nonfia benripofatOye fatta mijìura di due
onde d'incenfo rotondo > tredileuatnay quattro dramme di ^ajfranoy
vna libbra di fi ondi di fico feluaticofò dimeslicoy& venticinque granel-
la dipepeyfe ne darano in tre giorni eguali parthdifciolte in vino, & olio
di eHate freddile di verno tepidi >ò veramente per tre digli fta data ac-
qua>che bollendo con or%o ftafcemata del ter%oyaggiungendoui y colata
ch'ella fta > olio rofato y & voua crude ben dibattute . S'ella procede dal
troppo bere; che habbia fatto trouandofi caldoy& affettato^ dice > che fé-
condo la dottrina, di Hippocratey è datrarglip. d al pett o f angue ycuradofi^
nel principio } ma ejfendo l'infermità nelfuo mejOyfarebbe da trarfi dal
le gambete fé di molti di dalle pafloie , dalla parte dimentica : vngendo
àolioyedi vinoye con molte mani fregando tutta la besliaye Jpecialmente
le gambe . Fatto ciò per due giorni fi darà la beuanda delV incenfo •> che
proffimamentes' è dettaye non fi mancherà di frequentare i clifleri ( co-
me di fopra s'è ordinato) finche' l Giumento fi fìa ridotto al primo flato»
E qualunque di qnefle quattro cagioni fi fiay conuerrà farlo aslenere
(quanto pojjibile fia ) dal bereymajfimamente dell' acque fredde ^dando-
gli però ff effe volterà poca quantità di decottione di or%p vecchioyò di _
acqua di remolayò bollitura d endiuieye fcàroleyò di %ticche , ò di meloni
Il magiare farà dipane bagnato nell' aceto yò dior^o mollificato nelVac-.
qua-ye poi rafciutto ; parcamente però; benché meglio fia metterlo àqual
che pafcoyfe libagione il permettayò dargli la gramigna battuta, e laua
ta ; acciò che il cibo dell' herbe facendo il corpo lubricoye prouocado l'ori
nayvenga àfàr digei-ire l'humory che non èdisìeffo . (jli altri antichi chia
mattano quefio male Inacquamene > òlnacquatura: i Moderni il clna-
Riprefo mano riprenfione;e RJprefo dicono il Caiiallo quando ò per fouerchia fk-
ouaado fi tic a > ò per fouerchia biada concorfogti humor crudo alle parti baffeymal
UiÈo puùgiongerei piedi alcaminareyma con l' orecchie freddey tirando i fian
chi > sia con le gambe quafi impalate.Ilqual male Maeflro Mauro dicea,
venire ancora quando dopò la fatica fi pone il Giumento in luogo fcouer
(OyVentofoyC freddo . K(è alcuno douerfi maravigliare > perche tal male
venga piti nelle gambe dinan%iycbe in quelle di dietro yconfider andò y che
per effere il calore del cuor più vicino, alle parti anteriori > vi cagiona
più fàcilmente la difìolutione de glilmmori > che vi concorrono * Ma in
ogni modo che fi fnjfeyegli volendo curare il Fjpr e foyprimìer amente (co-
me narra M.CftonmBattifla Ferravo) gli traheafangue dalla vena.com
muneye diquelfangue mifia vna libbra con tre onde di slerco d'huomo>
eftem-
Tttl £jIVjì ILO, LIB. Vìi, $$}
~j[ e Stemperata con vn boccale di vino > e^ vn bicchiero di fogo di Cipolla
biancayglie la daua a bere : indi allacciate le verte su le ginocchia ante-
riori co due piumacciol'he duefhfciey& impiajlratc leJpaUeye tutte quat
tro le gambe ,& i testicoli con creta refoluta in aceto forteti fkceua paf-
feggiar di continouoy'notteye giorno per tre dìyafienendolo dal mangiare:
E ciò non giouando > glilauaua le gambe tre volte il dì con tepida lifcia
forte,vietandogliil ripofo nel detto modoyò fé pur glie lo concede ayglie'l
daua su dure lettiere dipietre:e mattinole fera gli fkcea clisteri con de-
cottione di malueye d'herba di mttroyaggiuntoui olio comune . Maestro
Giouan Marco tratto fangue da gli f contri dell'animale , il fkcea cami-
B nare tre bore per luoghi non pietrofì;ma più tosto areno fiy ò dimobil ter
renoy e due volte il dìglibagnaua le gambe con aceto forte bollito con
tnaluey non dandoglià mangiare per quaranta bore . Oltracciò mejfolo
nell'acqua fredda corrente > e poi cheli dentro era cominciano à trema-
reyfnttolci ancor dimorare non men d'vrìboray lo faceuapoi colpiaceuo
le effercitio rifcaldare; nel qual' efiercitio il face uà continouar per quat-
tro giorni^ac ciò che il fangue quafi addormentato non fi mortificajfe; né
gli daua altro ciboyche di crufcatemperatayò di radici di gramigna vna
volta il dì £ fé quell'acqua , doue egli da due in due bore lofaceua stare
, attujfato in/ino al petto yf uff e fiata limofay & abbodante difanguifughey sa M crU ifu_
com'è il nojlrofiumicello della Madalenay'molto lo flimaua àpropofitOy ghe^quan
perche tali animalucci appiccati/i alle gambe y f ugaua.no gli humori lui do ài vti-
adunati.Mafe'l malefujfe con tutto ciò perfeuerato; pafiato il nonoyilfk ,?• ^a"
cea cinque giorni interi dimorare entro l'acqua marina fen7ya magiare:
£ certamente l'acqua marina è più lodeuole y per effer meno pericolofa
ad offendere i neruiycome nell'altre fuol'auuenire.Jo tra gli ordini di M.
Tier\Andreayche algouerno de' Cauallifu efyertiffimo huomoye celebre
nettatone del vittoriofiffimo F^è^Alfonfo d'j4ragonaprimoye di Ferran
dofuo figlio; e tra quelli rimediychefuro ejperimentati per M. Luigi Ven-
£) toy ho trouato y che dalla parte contraria , che fi duole il (aitai Ejprefo}
debba cauarfi fangue infino àtantOychel fangue fi veggia cagiatoy òpur
fin che fi veggia l'vno de' fuoi testicoli ritirare; questo effendo il fegno,
che nefia canato à bafianra.E trouandofi addolorato d'ambe le bracciy
fé ne cauifol dallaparte del collo deflray che al Fegato corrijponde:e fat
to quejloyvnganfi fubito l'vnghie con olio tepidoye dapoiychefì fia alquan
to pajfeggiatq , glifi dia con vn corno à bere vn' oncia di fugo di Cipolla
con sterco humanoyquanto paia bastareyfe egli èfiefco , ò con cinque on-
de delfecco ridotto in polue:difiemperate con acqua freddayfe'l Cauallo
hard le orecchie calde ima fé fredde^ co vin perfetto: e fittolo per cinque
IL ? bore
554 DELL j£'(jLO 1^1 *£
bore fiar ferina cibo^nettafi nell'acqua mar ina. fin' a£ ginocchio, òpurfi u
fàccia fiare in (fu alche-fiume vrìhora,. e me'zadndi òfì pafieggi , òfì la-
[ci ripofitreju l,fieno,ò sklapaglia ,. acciò che il natura le calore fi venga
à defi.ire ifopra tutto non fi l'afe i di bagnare le bracciale le gambe con
aceto,, ouefiA mefeo lato fugo di So latro , 0.B0I0 JLrmenio,e Sale (perche
fi fatto Strettorio è molto appropriato a ripercuotere, gli humori(e l con-
e ano dell' vngkie , empiafi con fieno di por come f colato con aceto caldo
quanto fi pofia durare : àin luogo del detto fierco mettafi orxp.pefio,ò
irufca-,0 cencreyacciochefimitighi.il dolore^cbe concorre in quelle par-
ti :no?i mani andò di vn ? erefi e vnghie con olio tepido fera,e mattino,ac-
ciò che l- aceto non le difi ecebi; e di purgarli il ventre con e li fieri, vn dì sì, &
& vn nhycome ne gli huomini fi cofinmay finche eiguarifea. Tofciaat-.
tendafi à rifiorarlo col. buongouerno maffimamente con rBeueroni fred-
di di farina d'orafe fia di fiate,e fe"l Qauallo fia graffo:, altrimenti fian
tepidi,e di grano :e comericuptra l' appetitoydiaglifi à mangiar il3ren-.
r.z cotta, raffreddato,^ à. bere l'acquatone tal Brennofia fiato cotto. In
quefii modi fìpmfoccorrere alte BJprenfibni , cpiando fon.prefiamente
rimediate ycioe, che non fi' fia indugiatopiudi tre giorni : ma quando (i,
fufic fiato piu;è da crederfi ,, cheglihumorifian.difcefi ài Torelli ::epe-
ròquindibifognerà, cauarfangue in> tutti quattro J piedi % trdtpelo,e 1
l!vngbia;opurmquelfolQ.,cbefi.a riprefo,chefenevedràyfcifvn.ama- ** I
teria corrotta ye gialla,e fé' l male fùf] e fcefo piàà.bafio ycauififangue-
dentro le fontanelle-^: ioè',ncl fondo deipie.diyquiuipofcia ft metta Stop-
patà\on bianco d'vouo.sbattuto. confale :esà. la Stoppata fi-metta ilFi^
mo delTorco bollitomi^ aceto ^ome.s \ \detto:.e fé dàquefia fagnh delle
fontanelle no vfeiffe materia ;èynecefiarioyche s'infagin ne. i capi delle Boi
lettelo Fettoni }oue poi fi metta Stoppata di panno vecchio bagnato con*
aceto y e fiale :lequai Stoppate fon conjieneuoli,acciò che quel letame di
Vo rco,del quale fi d Cono empia fir are l'vnghie,n^venga dbruciari. luo~
gbi feriti dalla lancietta. . Kor mentre,ichelQiualloguarifce,èdafkrfi f%
fiare nella fi alla con.buone lettiere,e difciolto,percbe fon moltiyche slan
do legati con la e aue^a,fion ofano di corcarfi,per dubbio,cheaggrauati.
dal malerbe fentonoypoi.nonpofiano.rilenarfi' . Turfefra.t mtocheben
conualifc e fi douefie ferrar enfiano iferrifiretti di vergarne co la Brinai
fi tocchi l' v.nghia in parte alcuna , poi che per lafor^a delmale ell,t fi
verràfiome. s ' èdiraofirato)a\rinouare.Lodano, medcfimamente,cbe dopò*
lefagniCflegabedel RJprefofiano bagnate divina bollito co^fmar ino,,
& empiafirate con cenere,fàrina d'orzo^ aceto bolliti infieme, legan-
dole poi con. vnajàfcia bagnata di vino caldo .Oltrd ciò>dall'hauer man-^
&ata.
(
Ì>EL CUVUlLO> 11B. Vlì. $||
jl giato molto > e non digeflo, o dall' efiere fiato innanzi ladigeHioneefier-
citato,o dall'hauer troppo beuuto dell acqua fredda fubito dopo l'orbo- :
— è dallo batter fubito corfo dopo quel bére , fuole amenire la ■I^agiatura, Hagfatu-
o (come Crejen-ro dice) morbo JLragnato , che fenica trar fratto di q icl |a>9 mo r-
cbe mangia^ gli fa di lingo buttar lo slerco indi gefio, etoneasq.ta li- ^(to .'^
quido : laqualcofa auuenendo, egli non fi a dafktkarfi , né da fa fi muo- Ile fi rrenc
iter puf unpafio fernet fua voglia j perciocht il mote del corpo eff agita y ; ri-
•e commoueiì -ventre , eie intefiine : e farà da aHenerfi dal bere quanto
poffibile fìa,lafciandòio and&r pafcendo lefrefcbe berbette,cbe facihnen
te fi digerifcono,e fono ottime atloflomaco indebolito. Ma fi gli auuenif-
2? fé per B^pletione,egli farà da cibarfi parcamente, e di co fé leggiere , co-
me Farrey o Crrtfca, o altro tale-y dandogli a bere acqua mifia con farina)
t fomentandolo con Arfenìco*>& ìncenfo,ft come il B^tifio ci ammaefira.
M. "Pier \Andreadke , chefifpenni vn'ToUaflro sì défir amente , ebe non
fi rompa la pelle, Capertelo per lungo tanto > chele interina fi -e ani*
fuort,non filata altrimenti , ma cofi fanguinofo > come egli fia^vi fi met-
fan dentro due onde di cera wioua,e ricucita ogni apertura, fi die la ce-
ra non poffa vfcirne,facciafi roslire di moào^cbe'lfttùgo non vadaà ter-
ra;poiroftito fifprema ,fi cofiquefto liquore\come quel fugo fi dia a bt-
re al cauallo I{agiato ^perche fubito farà fono . Ma fi -come fi debbono i
^ caualli guardare dalla indigeflione,e repletìone fouer chiamo fi all'incon-
tro è da auuertirfi di non fkrli patire lungamente la fame ^laq uà l, gene-
ralmente a tutti i Giumenti è si difficile atolerare, che quando altro non
pofiono y fi mettono a rodere le porte , & ogni altro luogo > che fia neUa
flalla, oue per auuentura sleffmrincbiufi: deicbe^ilefi andrò zsffrodifeo \ Tfncc*i*
diff e eff ere la cagione, che quefli animali naturalmente ndlojlomaco lo- j0< caua "
ro hanno la virtù appetìtiua,& attrattiua molto gagliarda,e gli mtefìini
molto largbiìonde mancandoli cibo, vengono a trauagliare, e patire gru
demente . Quando dunque il cauallo > per eff ere Hatogran te mpo fenfa
p- mangiareyfi trotterà infermo, prendafi vnfeslario difemèn^a di j4po, e
due di Fieno Greco : difeme di Lino dramme tre, e tre libbre di Eruo > ài
^yfffugna onde feiydi radici di*P anace, d'Iride Illirica^ di btrba Satana
libbra mc^a per co fa: e di tutte infieme trite, &am mafiate co vin o vèc-
chioyfi facciano petgi quato vna noce,& ficcati all'ombrale poi rifiuti
con tre onde di Mele in vn Settario di vin vecchio,fi diano per bócca al-
l'animale tre giorni continoti fen%aàargli altro . Giouerà anco mirabile
7ne te, fargli entrare per le narici vn profume ditefìa di £ane abruciata^
Ma perche impóffiUl cofa è>chefi poffa il cauallo gouernar di modo, che
non cornetta nel vimre degli trwri; perdutili fi vengono poi a ragunat
Il 4 d'werfe
5]6 D E l L ^t G L 0 \I Jt
diuerfe forti dì escrementi) e di canini bumorì ; da iquali glifoprafìan- g
Cauallo no infinite forti di malattie;rPercio vtiliffnna cofa, andine cefi a ri a farày
«re^vnà che fi purghi almeno vna volta L'anno; che cofiviue meglio , e più. lunga
voi ta Tan tempo : e quafi ringiouenifce . Racconterò dunque alcuni modi , che per
no. tal effetto ritrovo r fati: concio fia cofa,che molti fono, che in luoghi-) do-
tte fia molta copia di Melloni , glie ne danno a mangiare tagliati minu-
tamente : quefli purgano a marauiglia, maffìme pervia della Orina , e
pofcia ingranano . .Altri il fanno con dargli fichi in abbondanza, filtri
(e queflo è meglio) danno per quindici dì Vinaccia d'Fue ; dal che otti-
mamente fi 'purga-, e fi ingrafia l 'animale ; e fé l Cavallo patifj e dell infer
Polfiuo,e mità,detta Tolfiuoy'nonfi troua miglior rimedio, che fargli copio famen-^,
tuo rime- te mangiare di t ai V inaccie . Toffonfi ancora vf ire per la purga certi
altri modi medicinali , come il mefcolare ottimo vino bianco con le inte-
riora del Tefce Barbo,àdella Tenca,ben minutate, e con vn corno but-
targliene mila gola ; ouerofitr bollire in acqua di fiume la Segala, tanto,
che non fi rompa: e poi fé e cata > dargliela in luogo di biada , che il purga.
afiai,& hauendo vermi nelle budella , gli manda via. QueHa Segala è
chiamata ancor dal Ronfio Siligine , benché la Siligine fuffe vnafpecie di
grano,onde i Rimani fheenano il più bianco , e miglior pane , che in quei
tempi fi ritrouaffe : sJ^Ca qualunque ella fi fia,qucfio modo di purgato-
ne è difficile ;perche mal volentieri i caualli la mangiano: né gioua all'in "
grafiare,come ne anco il poco innanzi detto.Terò il miglior è quello dcl-
l'herba,che fa ambiduegli effetti con più commoditàficuramtnte , e co-
fi diremo,che'l cauallo ,fin che non è peruenuto all' età perfetta , cioè , al
fettimo anno,nonfideeper ciafeuno anno defraudare dell herbafua-.per-
cioche veramente fberba di fc accia la Melanconia , purifica il f angue,
Herba , e àcerefee la perfona,aumenta le for^e,ringiouenifce la compleffione , ab-
fuoi effet bellifce il pelo-, e fana moltimorbi interiori . eJlia nel dare dell'herbe
ti nel Ca- è da auuertirfi,ch' elle non fiano corrotte, q putrefatte , perche l'anìmar-
uallo* |g ne riceneyebbe non poca offefa , dandone fegno col fiato inconfiante , e
buttato a fcoffe,e col debole caminare ;nelqual cafo conuerrà (comeVe- &
lagonio fcriue) oauarglif angue dal ventre, o dalle fp alle > e dargli a be-
re vin cotto,afìenendolo daWorxp,& adoperando cofe,cbe facciano vri-
nare. Olirà ciò,per efiere varie le nature dell'herbe, è di meHitri vfar
diligenza à farne f celta: e non dargliele alla confufatpotendo di leggie-
ro auucnircene di cattiu a proprietà , che in vece di beneficio apportereb-
bono danno all'animale : e queflo ottimamente fi offerita nella mia pa-
tria. J^elche import a mede fimamente confiderare il paefe,doue efit
herbe fian nate : che gidTliniofkfede , come in vnpaefe di (jrecia , che
fi dice
DEL CjIVjC ILO, 1 1 B. Vìi. 537
A. fi dice Termini di Dio mede preffo ^ibderdyper la malignità dell'herbayfi
arrabbiano i caualli : e'I famigliarne auuiene agli. jLftni preffo Votnky 2rrM>^Lii
regione cofi chiamataycome anco dice Elianoyarabbiayfi i caualliybeuen per herbe
do della fontana di Totniaycbe non è molto difeosìo dalla Città di Tebe , ui(te.
e cofi auuenire a qt eliache beono di frffinitoy fiume di Tracia y chefeor-
re nel Biflonico Stagnoy oue flava la Pregia di Diomede , che tcneua quei
feroci canallijcbe Herocle eJpngnò.Hieroclefcriueyche iMuli, e gliJl fi-
ni mangiando le fiondi del j{ododafrie>o(com' altri diconoJOleandro, in-
corrono a rottura di vefcica.-perciochefi vegono a raffreddare,e difeior-
re le veneychefeorronoper lafchienay con lequaleejfa vefeica è congiun
taye cofi ne muoiono ; ma il cauallo non teme difìmil male , per efiere di
* più calda natura , che digerifee più toslo i cibi. T^on gli auuiene co fty Cauallo
s* egli mangia la B raffica faluatic a col fieno perauentura}ò con altre ber mangian-
be:percioche (come ^Affino dice) egline perde di tal modo leforjey che d0 ?[aj?!j
nonfipuò ritenere in piedi: e fi conofee per queflofegno ; chele parti di C2j jn crie
dietro fi ritirano di manier^che vacillandoyvanno a cadere: e non fi rin male in-
for%afin che la digeftione del cattino paflo non efea fuori. Jn tal cafo bi- corra , e
fogna pestare la Braffica dimefiicayc mefcolatoui latteye fino odorifero) ^Q ^
colarloye darlo per bocca aW animale yO fi potriano aggiùngere al fugo del-
la Braffica , fichi cott iy 0 làbari Marini pefti: e due volte il giorno dar-
~ gliquefla miSiuray finche il ventre habbia renduto il cibo cagion del ma
le . Queslofu Jpeffo ejperimentato da M. Luigi Vento., ilqualfe qualche
volta baueffe voluto per burla far parere morto vn caualloyglidaua con
l'orbo a mangiare la Sempreuiuay che dicono herba graffa: poi metten-
dogli aceto farte nel najòye tiell 'orecchie yil fv.ceua rauuiuere. Il nocumé
tOyche fuolfkrey trouata nel mangiare y 0 nel bere > lafcorya pirenaica >
o'I Laferpitio ; figuarifce buttando per lo nafo Menta filue sire pesla con
Mekyedifciolta in vino. S'egli mangiafie lo AconitOyche Miopbonon an-
co chiamanoyquafi prefo di vertigine caderebbe yrifoluendofi tutto il cor- Cauallo
pò: allbora è da trarfi fangue dalla vena delle T empie ydandogli per boc- c^e ^a^-
& ca con vino vecchio lafemenja dell'apio faluaticoy 0 domeììico , 0 l\u- ™ " *? £"
tapefla . S'egliguslaffe laCicutayla tefiagli fi granerebbe dital forno, nito, Ci-
€ ftuporeyche vacilleria con andar/i appoggiando per le mura-.onde con- cuta, &c»
uerrebbe cauarglifangue dalle vene del colloycon dargli vna beuanda di
•pino vecchio, oigofiino Colombro dice rimediar fi a tal veleno con infu-
fione di vinone polue di^jentiana. Similmente harebbe sluporey e trifle^
%a in tutto il corpo , chi mangiaffe ilVapauero faluatico y e farla da cu-
rar fi > e aitandogli fangue da quella vena y che è su le ciglia y e dandogli
infufa col vino lafemenfa del domestico, 0 la I\uta peHa ; 0 veramen-
te il
5^g B t l L ,A G L 0 \ì J
te il Mitridato,b la Teriaca,hora per bora. Mangiando il Ih fluiamo iì~ j
uien maniaco,e dorme grandemente con gli occhi aperti, o patifce verti-
gine^ Hupefkttione mirabìle;nelqual cafo egli vuole,che glifi dia vrìon
eia difeme dil^aslurtio a?rejìe,infufa con vino dolce ; o cinque onde di
pepe. lungo decotto in vino:o garofoli , e mira , di ciafcimo onde tre , di-
[ciotte in vino Mangiandola Ferohjdiuien parimente fmanìofo,con mol
ta angofcìa,anfando fpeffo;fa gli occhi roffi,eV orina fimUe aiifda, o tal
volta rojjìna ; però prima chepàjjl il veleno al core ? bìfognei-à buttargli
in canna olio,aceto,e fiero,me7ga bemina , ocotilaper ciafeuno ; ei fi-
gliente dì trargli fangue dal petto, e fargli vn-ciittere di decottione di
Malue con vna mano di slerco di Colombo, & olio in buona quantità : F
Cjioua anco a fargli bere col vino il fugo della polue del Cardo amaro ; ;
o neramente vna mano di radice di Cocomero agresle , pefia , e difciolta
Herbe a p jnoij0m Ma all'incontro fono altre herbe appropriate al genere Cauallì-
a' caualli. no > tra^e ?{uali più celebri appo le genti ,fi rìtrona la Medica lodatiffi-
ma;che, fecondo Columella, auan^a tutte l altre ad ingraffare : il che fi
Medica afferma da Telagonio,oue dice,che cantra la magrexja,niuna cofa vale
herba ap- tanto,quanto Vherba Medica-^ che data in vece di fieno, ìngr affai (fiu-
^cTuaH? ment*: ma douerfi dare moderatamente,acciò che per troppo fangue non
fi flr angoli V animale. Str abone fcriuel herba Medica, mir abilmente nu-
drire icaualli, etrouarfiabbondantiffima nella Media, onde haprefoil &
nome: Arinotele vuole efierpih vtile a1 -caualli, quando prima fia Hata
fegata,o pafeiuta da altri animali,e poi rinata ; perche la primiera falce
di lei dice effer cattiua : e fé perausntura fufie bagnata d'acqua fetida >
o fulfurea , affai peggiore. V arino dice , f herba Medica effer fieno ottì-
mo,e nobilifjìmo appo noi , & attijfimo.à' caualli ; e chiamarfi Trifoglio
altresì :ilche da Seruioft conferma con l'autorità di Dionigi , ch'ella fia
fpecie di Trifoglio . ^Diofcoride pone lei nelfuflo effer fimile al Trifoglio,
ma crefeendo diuenire le fiondi fue più Hrette di quelle del Trifoglio ; e
dar fi per cibo al defilarne in luogo di gramigna. Il B^tellio afferma que- jj
fia herba Medica,dirfi Melica volgarmente; corrotto il vocabolo .-benché
in Francia ìruHici la fogliano chiamare Fieri di "Borgogna : e che femi-
nata una volta,dura dieci anni: aggiungendole a' tépifuoì in ogni par
te era incominciate àfeminarfi . Il Matthioli dice non trouarfene in Ita-
lia ; ma in Ifpagna efieme grandiffìma abbondane : e chiamarfi in lo-
ro idioma *Alfalfes;r itene do il vefiìgio del vocabolo Arabico, ^flasfeft.
llBeltunefelanominaFasfafiye co fi etiandio vn' antico Chìofatore di
ffuicenna , ilquale dice Fasfafa effere Trifoglio , che fi dà a* caualli
per ingrafi arli : fimile alla Scilla ylaquale Saluatico pone effer*herb€
dolcif-
DEL C\AV JtLLQ, L1B. VII. n?
j$ dolciffimay e gratìfJìmaà'Caualli ; e con effai Calarne fi ingraffano i
Loro giumenti . fi Rufio racconta efer'in Taglia certe herbe chiamate
Trifogliyche feminate per vna volta, durano pertre anni; perche ogni
anno germinando. >. producono certe herhette verdine tenere > che Hanno
tutta la State nelle loro perfezione; equesle prima purgano ;pofcia in-
graffano iCauallià marauiglia .. 2s[pnfofe dal vocabolo fopra toccato
F asfkfayfuffe. deriuato quello?, che noi Tslapolitani diciamo Farfara yla •
quale è differente daquella di Tofcana;perche la noflra ha le fr ondi pie-
ciole, la loro le ha maggiori dell'Heller a \ &in alcuni.luoghi d'Italia la
chiamano unghia di Canallo.Diofcoride moflra quella e fere la Tojfìla-
2fc gine ylaquale tuttAuia è propria aX anali} > per ingraffarli; e loro ftfuol
dare C autunno me f colata conpaglia minuta . fi mede fimo ferine ipo-
poli della Tracìayhabitantìpreffo.ìlfiwme Strimone>i ngroffart i loro (a
Halli col Tribolo herba. verde ; laquale è di due fpecieyacquaticayeter-
reflre:& ambedue fondi natura fredda^ humida(come (f aleno affer-
majperòfono vtiti alCaualloyficomeTlinio ancora feri ite. H oggi inco-
rna da'Fillaniye dagli Herbainoli Tribolo , àTripolo fi chiama vna fpe-
eie dil 'rifoglio > da alcuni cognominato Cauallina, ilqualèil Mattinoli
vuoleychefia il [Citi 'fcojaqu.al 'herba tutti gli: antichi Scrittori conferma
no ingraffare moHogli.anim.aUye loro efiere- appetìbile. Le altre due for-
C fidi Tùfoglioygiàlfonnoteper UpnatLTStei luoghifreddi(com'èin Fran-
ciayin\Alemagnay <&■ in Inghilterra), perche viifonol'herbey e i Tafchi
più fottiliypiu teneri y, e piu.verdi ;-. foglionapurgare i lorCaualli con lo
TratOyche ingraffa ancora mirabilmente-. Quefìo Tratoin Terra di La-
uoro fifeminaxon ogni debita curale di vna fomenta folxy che fa le fo-
glieye ifufìiytuttìditreintrejrondicolfior roffoiefifeminadi maniera y
cheÀatla mitàdi Mar%py infino alla fine di Maggio yfemprefiha TratO:
verdèyondè fi viene à chiamare ùsJWarratico , ÒMaiatico : e fa. vera-
mente effetti.miracolofineiCaudli:ofialabontà.delV.ariay Ò>purdi effa
herbaylaqital fi flima efler quella , che i Latini diceuano Eruo > gli Spa-
*• gnuoti dicon IeruosyiFrancefìErSyiTedefchi £ruen:gli Speciali.volgar-
mente Orobo, filtri per LEruo intendono qnelloyche volgarmente fi dice
B^uiglio »-.. Jiltri.dicono l 'Sruo inTofcana.chiamarfi ilMofcho y.cbefh le
foglie yeH grano fimile al Tifello . filtri affermano dir fiCèruio: e benché
l' Eruofia herba appropriata al genere Bonino > come il.Toeta mostra
neW Eglogayoue dice re
i4hi quanto in Sruo graffo UToro e magro.,.
Tutta-volt a alC anellino altresì è molto accommod'ato. Sono ancora buo^
ni ger li Qaualliyla Spelta > $• ilTanicojepiùdituttiègioHeuole laCi—
caria >t
^o I> E L L jt G l 0 J^l U
coru>cbe la eHate fi dà tritale mefcolata con la pagliare purifica il fan- g
gne dell 'animale ,e fa lucido il pelo ;e l'ingr affale rinfrefc a tutto-, toglien
do la bramarci) egli naturalmente fuolhauere deWherba yerde.Dj.jJi al
la fine del verno , e qua fi per tutta la primavera il Lupino in berba > ma
alquanto jeccoyebé netto,e moderatamete; perche fé nel principio fi def
fé in abbondanza^ verdéggianteyò con le radici brutte genererebbe do-
lori al Cauallo; però ,per maggior temperamento ,fi dà mefcolato con la
paglia;efìpuò dare ad ogni forte diCaualloyCon gran profìtto .Vlinio di-
ceycb'el Lupino è cibo commune àgli buominiycjr a qu idrupediyche han
no vnghia\à gli huomini intendendo il fruttoyà gli altri il frutto-, e l ber-
ba: ma d Caualliyil frutto nonfuol dar fi, fé no per iflretta nccefficà . Dio - F
fcoride aggiugeycbe l'acqua de' Lupini cotti con la radice della Carlina,
guarifce la Scabbia de' quadrupedi-, con lauarnegli ; L^iuenafipuo dar
mefcolata con paglia dorzoynel principio dell' Jiutunnoyinfra ilgiorno:
ma perche cofi quejlaycome altri legumiyrio fono di molto frutto ;qualun
que cibo tale Hr aordinario fi dia al (faualloy no peròfideurà mai defrau
dare della fua biada ordinaria dell'orbo-, ilquale generado f angue più fot
tiley& Via mencrudoyfk le carni robuftey e fodere tiene in fomma ilpri
mo grado fopra ogni altro nudrimento, che à Cauallo appartiene:perche
Orzo , e l'0'''Z? èquelloyche li mantiene piùfaniy e più gagliardi, quando tempe-
pagl ia ap ratamente,^ accorpi ripofati fi porge :e di qui nacque ilprouerbioycbe: ^
propriatif C aual d'or 7 oye di paglia
lìmo cibo _ r j lK L r
de'CauaJ , E cofa da battaglia.
\i. Là onde affai meglio farebbe > quando la neceffità non astringe ad al-
tro y cibar" il Cauallo fempre di quefle due , fenra tante diuerfe efche >
the diuerfi bumori producono y e non in ogni luogo fi poffono bauere
in tempi di guerra y e di trauagli : quando difageuolmentefi può l'ani-
male difauergare . QueHo conferma il I{ufìo y ilquale fcriue , che chi
vuol tenere più fono ilfuo Cauallo y e più idoneo alla fatica , gli diaper
tutto l'anno paglia , & orzo; e guardi fi di dargli laTrimauera her-
be}ò Farraine : ma ben l'autunno gli darà dell' herbe de'Trati con la
lor rugiada frefcaydandogli nondimeno la notte la fua biada dell'orzo;
& in tal modo più lungo tempo gli viuerày e più gagliardo. z&Caciò
dice douerft offeruarey quando il (auallo non doueffe vfcir venale : per-
che allhora per furio vedere più bello , e tondo , fi dee ogni industria
adoperare , per ingranarlo . Et deueft intendere il fuo configlio per
Caualli già fatti: perche a' Caualli giouaniy per commune parere y
non è fé, non lodeuole cofa à darogniVrimauera la Farraina, e l'altre
herbe appropriate; maffimamente quando non sh abbia dapoi à faticare:
e cofi
H
M
BEL CjtV ^LLO, LlB.riI. 547
e eofi hoggidì per ridur'vn Cannilo allafua perfettione con purgarlo y&
ingrafiarloygeneralmente reggiamo vfarfi effa Farrainaylaqnal tinteti- * "di"*
de vna commisura di molte biade verdiytagliate prima che fian venu- <jadarfi al
te àfrutto;detta da'Cjermani (fecondo Vuillicchio)Eingemenghe:da al- Cauallo .
triCaualUri%£Ì chiamata Drageta:dalGreci(fecondo Hierocle)CjraJìin:
da Latini Farragineyquafì congregatane di Farri ; ò > fecondo il Hjtellioy
quaft Farro tagliato colf erro. S crine frittotele, che la Farraina polifce
il pelo di chi fé nepafce , quando ella comincia ad effere grauida delle
■pettouaglie ; ma quando già se fatta horrida^e dura con le *Aresle > non
è più ville . In terra diLauorofifa la Farraina di vna femen^a fimile
all'oro^e produce laJpicafenT^afofian^a, La Farraina > dice il loffio , che
dandofi al C auallo per quindici dì,lo purga benijjimo^poi dando fi per pia
tempo y gioita ad ingranarlo . Sumelofcriueyche la Farraina fi fuol dare
a'Tolledriy paffato , che hanno il terTO annone che tal purga è molto ne-
ceffaria : e bifogna farlo per dieci dì continouati , fen^a fargli guflar al-
tro : poi da Ivndecimo giornoyfin' alquartodecimo , glifi è da dare del-
l'orbo : aggginngendone ogni dia poco à poco : e fatto quefìo per quat-
tro giorniyfifarà ftare in ripofo altri dieci ipofcia mediocremente fi po-
trà cominciare ad esercitare : e quando farà fidato y intarlo d'olio ;e fé
fuffe fredda ftagione > farà dafarfi del fuoco entro la slatta . ^Aggiunge
ancora efiere gioueuole la Farraina a 'Buoi y & à gli altri dimtfiici ani-
maliye fé più volte fi farà pafcereypoter basi are per tutto Maggio . *Af-
firto fcriue > che la Farraina è la principale curatione > e la più neceffa-
ria y che fi a per lo genere Cauattim ; che con tal cibo nella Trimauera fi
purga in fiemementeye s7 ingrafia : e dice la più lodata Farraina tffere del
FromentOyfecondariamente quella dell'ergo: e l' vnaye l'altra di quefle ef
fer miglioreyfe farà femìnata preffo alla marina -.perche y fecondo Vege-
tti y purga il ventre più facilmenteyC tira a baffo i canini humori.*Affer-
ma douerfi dare la Farraina per dieci di afiolut amente yfen%a altro ci-
bo; poi per altri dieci infieme con effà vn poco d'orbo y auuertendo > che
quando al Cauallo fi è da dare or^o mifio con la Farraina ; 0 con altre
herbeyelle non deono effere verdiye tenere > ma cominciami àfeccare > e
durette : efemprefi è dadarejpathy ch'egli hauendo mangiato l'orbo >
l'habbia digerito primayche gli fi dia àmangiare dell'herbe : altrimenti
lubricando/i loflomaco , e'I ventreyla biada nonverrebbe àfare gioua-
mento alcuno.Hora la mifura dell' or^yche fìa da darfi nel tempo della
F arraina col detto ordine y fi potrà gir accrefcendo di mano in manoy
finche fi farà venuto all'ordinario : Tslelche è da fermarfi ; dandogli
cwtinouamente il fieno verde , mentre ; che hauerefe ne potrà . Ma do-
tte
ve ffie penuria difkrrainay che non bafiaffe adirne per dieci dì ■> fi pò- g
tra dare follmente per cinque y incornine tar.do da i venticinque del mèfé
quando compie la Luna % fi che dalle falende dell'altro , quando la Luna,
principia^' incominci à dar mifka con l gyt^o enfino al decimo y Tuttauia
paffat li primi cinque gioruiyil Cauallo è da port ar fi all' acque y & attuf-
fariufi di menierayche vipofjà nuotare ùndilauato d'ogni fo7s7,uray è da
vngerfi d olioye di vino-.poi con le mani s'andrà premendo y e lifciando il
pelo di maniera y che tutto l'humorefe rìefca via . Maprima y che fi dia.
lafkrrainay è da tra; fi j angue dalle vene del petto , e del palato» acciò
che vfeito il primo fangne fatto dicofe fecche , e mal condìtionate , entri
il nono del verde pia purgato : e co fi poi il Cau allo non incorrerà facil- F
mente in malattie. Soggiunge di più yeffer e vtile fommamente à Canale
losche fi pafea cofid herba vtrdeymettere dauanti in vna tauoletta-p in
altro vafe ampioyalquato faleyche ne poffa prendere quanto voglia-, per
rimediare à certe puftulette y che fogliano najeere nella bocca: & à que-
Jìo effetto gli fi potrà con la mano fregar la bocca di efjo fole . Hierocle
diceyche nellaTrimauera per lofien verdeyfuol venire al Cauallo l'^Al-
Alcola colayilquale è vn male di dueffecieyche tal volta fenra viceré della boc-
male , e cafa, yfìirt. lafchiuma infocata y e puzzolente , tal volta fa vfeire fatte
~jj° umt~ guinofe neh l intime parti della boccale nella gola. E fi endo (dunque di que
fio modoyfarà dalegarfìla linguale cacciatala fuoriyfi vngeranno dime "
le tutte le parti della boccayquanto più, à dentro fi pofìa y e fi lafceràflar
cofi per mera hora y acciò che egli leccando y venga a tor via le couerte
dell' vlcereipoi tirata fuori vn' altra volta la linguayfi /porgerà nelle par
ti ef ulcerate fottiliffimapolue di fcor%e fecche di Tomi granati y e di
fiondi d'OUui y ò pur di vna di efie cofe ; e per mera hora fi farà ilare col
capo alto : poi vi fi lauerà con vino : cofi continouando per none giorni .
I^ell' altro modo bafieràyche legata la lingua con vnojpago alla caue^
%ay& fi faccia fi are fuori per meza horayfichefi venga bene a raffredda-
re, & inqueflo mezo fi butti in bocca la detta polite > con fargli tenere tj
la tetta alta y& alla fine > fi laui con acqua ; ofìeruando tal' ordine fette '
giorniyche cofi la piroga della fchiuma verrà a mancare : Mafopra tut-
elali di to bifogna auuertire y che'l Cauallo foggeto ammali di Giunture y non è da
giunmic.farfipafcere alla campagna\perche facilmente l'humor e traf correndo fot
to lapelley produce Scabbia : dalla quale foprauegnendo ilferuor delSo-
leyfi concepe rabbia , <&■ infania : sjfàeglio fi a dunque dargli lafarraina
Hemor- dentro il tetto . E perche fuole ancora in quesli tempi ( quando al Giu-
profufìó mento fi cangiano in verdi i cibi fec chi) venirgli per su lafchiena, e per
disague» le jpallevnaHemorrbeay òprofufiondifanguey cheèlafuapurgatione
molta
DEI CJtVjtllO, IIB. VII. J4J
'a molto falubre\cocìofia cofa,che le parti maligne,®- veleno fé vfcite dal-
le vene, e orrenda per [otto lapzlle, vengonoper lafuperfìcie diquella à
cacciarti fuori : e'^ii con figlia , che non fi fàccia falafio in luogo alcuno
per cloche tornando quel fangue putrido entro le vene , farebbe cagione^
di alcuno gran malettengafi folamente ben guardato da' freddi ; perche
fireflringerebbono i meati della coteuna,e,l 'humor impedito di vfcire in
quel modo,fi couenirebbe in leprofa Rogna: Ma lafciando feguire il cor
fo dellaTs(atura, attenda fi a ricrearlo con gli b erbaggi appropriati ad
ingranare. Il medeftmo afferma <A(fìrto,da cui fi loda, che prima , che'l
£auallofi venga a rinfrefcare con l'herbe verdi,gli fi fàccia muouereil
$ ventre ; dandogli la radice del Cocomero f abiatico trita in fottiliffima
polue,emifla con altrettanto falnitro,laqual medicina egli dice eff ere co
ueneuole a tutti i Cjiumenti,cbe flanno ingregge, douédofi però eccettua
re le (auallegrauide ;ma non quelle che lattano: e dando/I a' Tolledriy
dice effere bene àmef colarci ancor del file >per inuitarlifprendendo pe-
rò le parti grofie,cioè, le attaccature, e le brutture del fole)- ogni quin-
to dì, per quindici giorni ypcrche queslo gli preferueràda I{pgna > e da
ogrì altro male. Vone etiandio efiere vtile al Cauallo , che pafee herba y
darvna bevanda da lui chiam ita.Epicloe yxhericeua vn 'oncia di mele^ E pidoe
&vrì altra dipeuere,dodicivoua,&vino,&oliÓàirparTmifura,qnan- beuàda a
C to. paia che fi richieda A E chi farà Jlare dalla fera al mattino cinque vo- Cauallo ,
uà infortiffimo aceto , e polgli dia afCauallo per bocca la Vrimauera , c e Pa ce
dice apportargli grandiffimo giouamenvo. Hierocle vuole > che venuto- Qr£jfne
il tempo di dar'' al cauallo l'ho rbe verdi, gli fifa ccia per vn giornoman- cìie fi de-
giare de ila Gramigna , eh' egli chiama Fien feluaggio , e nel feguente dì uè tenere
gli fi ifpiri per le narici polite composta di radice di (occo, di Foglio •> ]>l u*1
d'Iride, di Costo, e di Venere : pofeiaper due , o tre altri giorni fi fàccia ver(jì.
Star fuori al pafcolo , acciò che tenendo il capo baffo , ne cacci via tutto
tbumore catarro fo,y -accolto nel freddo vemote diuenga alleggerito,e net
to di ceruello,e ficuro,cbe non gli nafeano mai né fcrofole , né altri mali ,
** che quindi fogtiono generar fi. Voi fi può- ritirare nella slalla,e porgli da-
uanti,perquattro,o cinque giorni, la Gramigna ; & al feslo giorno s'in-
cominci a dargli lafàrrainadelfromento, opur dell' or jo: epafiato il
cpùnto dì,glifi cani fangue,col qual mefcolatofalnitro , aceto, voua, &
olio , ferì impiastri tutto il Cauallo da capo à piedi al ver fo del pelo: e
tanto fi tenga al Sole , che fi rafeiughi : pò f eia rimenandolo alla Halta,
gli fi può per altri cinque giorni dar lafarraina y fenrra adoperare lajìri-
glia mai .- Jilfefio dì fi menerà a lauare con radergli di doffo ogni brut-
te?j^:e fregato^ asciugato ben co un drappo ajfcro > dapoifi mantenga
pur
J44 D E LL'jt C LO \1 jt
pur con Farraina entro la fi alla giorni al pia quattordeci, al manco fet- JJ
te,ò noue; accio che cofì diuenga graffo ,e bello,cbe certamente con que
Sìa maniera di viuere fiafìcuro da' morbi) & atto affo ffrire delle fati-
che.Et quefìi tuliprecetti(affermando ancorali altri di <is?f[ìrto)eglifk
fede battere raccolti da vn libretto , che Diocle fcrifte al l\è Antigono ,
Sanità ne fa rimedi^ falutiferi.Teonneflo parimente co fi ferine . Colai-, che defide-
e Muli co ra c'; mantener lafanità a* Muli,& a? Cauaìli,bifogna governarli mdu-
mejfì con foiosamente con laFarraina,e conVocimo (ilqual vocabolo dinota me-
ferm . defimamente ilfeminato verde,prima che fàccia fpica;detto da Ocispa
rola Greca,che fignifca toflo, perciò che talcibo mito uè il ventre a que-
lli animali,]} come il B^uellioeff>oneua)e la naturai purgatione fi cofiit- F
ma di que fio modo,che nella Tri?nanera,quado la Cagione fomminifira
il verde pafcolo, prefìo alla mità di^iprile,in quei fereni giorni) quando
fi vede il del tacere > caccieraii Giumenti dalle Halle, e per vn giorno li
paf cerai difaluatichi, & herbofi cefpugli ; Il dì feguente infoderai loro
pex le nariciycon vna cannetta ,polue co fi fatta. T rendi di radice di Gra
na, che dicono (occo Gnidio,di Tenere, diVulegio,e d'Origano,ana on-
cia vna : di foglio d'Iride,e di Colio , e di radice di Cocomero feluaggio
ana oncia me?a,e tutte infiernefottiliJfimamentepeHe, fi p affino per vn
cTìuetìoZafìinna'.nelrejto corriffiondià punto àgli ordini diHierocle .
Il Camerario nelfuo Hippocomico > volendo ridurre alle noftrevfan^e &
-qiìcfiaWa'niera di curar' i Caualli,edipreferuargli da i morbi,cofi fcri-
ueXaTrimauera giouerannoi cibi niente fecchi,ma molli,e teneri: per-
ciò ottima cofafiaper la fanità delCauallo, menarlo in prati di fugofa^
e buona gramigna,& iui farlo pafeere à voglia fua, perche notigli noce
ra il fatiarfene.-ma fé qualche cofaper auuenturafufìe impediméto,che
non fi potefie cacciare alla campagna,gli fi potranno portare nella Italia
efie gramigne fegate : e quefìo cibo fi potrà dare ad arbitrio del padrone
(ch'io non oferei prefinire il tempo) dal primo di Maggio, inftno alfetti-
moiefolamente digiorno:perche la fera bifogna dargli auena > odor^o,
non afìahma la qnintaparte dell ordinario : & à tal prebenda fia bene
adergere alquanto fale,o iter anteporcello in difparte,che lolecchhefra
quefìo me%p gioua afìai di mouerglifiarnuti, confortare alnafoper vn
camolino quella poluetta,che Eumelo preferiffe , con T^itro abrucciatoy
I{adiceUa,Teuere bianco,Iride Illirica,et Veratro negro,lequali cofe noi
potremmo cangiare con I{ofmarinofb{ardo)e Saluta, fecondo il giudicio
di ciafeuno: Tofcia altri feigiornijtpaj cera d'berba tagliata , laquale
non fia né verde, né ancora fecca,ma d'vn certo fieno verdeggiante,e gli
fi darà la fua prebenda intera ; efhttequefle cofe > gli fi catterà del fan-
gue
H
<DEL CJ.V a LLO> L1B.FI1. 54?
l£ gue ben largamente:e cofipoi fi ripiglierà l'vfata cura delfuo gouerno »
Inqueflo modo il C audio diuerrà vigorose politole pieno di corpo , non
con certa molle fuperfluità ; ma con carne forr^ata , e fan a , fenica teme- Auuer -
re , 'che ogni Viene momento lapofa affliggere . Ma il tempo , chel (a- m étl „ul
urdlo fi tiene all'berba] ( che il Crefcen^o termina per vn mefe ] bifogna do il ca-
herì auuertìre , che non V offendati freddo in modo alcuno ; e però non è lJa''°'»tic
da menar fi dia Campagna , fé non quando l'aria è ferena > e li notte è ^ er"
bene à farlo flare con qualche coperta di lanafopra : perche l'herbe per
la loro molto bumidita poffono infreddare , & indur l 'animale a morbi
. afiai cattila . Toi finito il dar dell'herba, fida la paglia nuoua, e maffi-
jZB mamente quella d'or%o,ched'afiai è più frefea , & indi di mano in ma*
■^r no altri cibi più foflantiali . rNonlafciando di dire-) cbeauuenendo di non
• batter commodità di dargli l'berba, fi può dare dal principio dell' efla„
te,inftno al rinfrefe amento dell' \Autuno,la paglia de lor%o nuoua conti
nouamente con biada dior^p vecchia , ò fé per neceffità pur fife nuoua
bagnata ; e rafeiutta all' ombra: e tra'l giorno dargli la pagliata, cioè >
paglia ben trita bagnatale miHa con Brenno . L'vfo ancora della E^eBop- Reftop-
pia(cbefono i cohniy ògringi del grano mifli con herbe) fi vede per efpe- P™ e * uo
rien%a effer molto gioueuole per (faualli > i quali non hauefiero bauta ber v j^'?"c
ha la primauera : e ferue ancora à dar fi per alami di a'(faualli, i quali uaf]j%
perbauere hfc iota l'berba, Cogliono b auere à finito la paglia in quei
principe :però fé ben da gli antichino fé n'è fitta mentione, io molto l'ap-
prouerei, perche partecipando effa I{eftoppiadel verde, e del J ecco iufie-
me, il Cauallo verrà à poco à poco a di fufarfi dal verde, z? a gradire la
taglia . E chi per auuentura vorrà nel verno pafeere dell'inerba il fio
cauaìloypotrà offeruar quell'ordine, eh e dagli Hippiatri fu fritto, chef
facciano il giorno innari diligentemente bollire le foglie gitone à magia-
re,et vi fi pogaolio,fale,petrofemolo,e cimino ben pefii : e'ifeguente di fi Morbi di
faccia il condimento più afeiutto ponédoui della Jfpungìà. Dicono oltre, jne ja cu_
2> acciò, ebe nel verno è ottima cofa per li morbi che fogliano venir détro, rariì.
Jpefio dar al Cauallo bocconi di AJfungia con olio ro fato, ebutiro: ò be-
uada di tre onde d'olio caldo comune,co meira oncia difemen^a d'Apio
ben trita. Opportune ancora di verno mettono quefle altre beuande . Vn
feflario di vin vecchio, me^a libra di olio perfetto , mei^a di Draganti^
emeTa di mele:vn 'oncia di pepe ,e diecidi ruta verde , uoua quitte uor
rete,& vin cotto quato bafìi. Vegetio pone tre fé (lari di vino,un oncia di
pepe,& vna di bacche di iauro,fei di ruta ver de, e fei di mele, tre di cer
foglioyO difuafemen^a,tre difemew^a di finocchi^ tre di draganti, vo-
da quanto VQrrai,efugo di vua pafìa quanto l'vfo ricercherà t. »A flirto
MM con
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con vn feffàrfò dì vino ordini fei liquori 'd'muayHrì 'oncia dipepey & vn' £•
altra di ruta vcrdcy& olio, e aragantife nielerfneza libbra per vuo.Loda
fianco a pigliar 7\iffrano)ccJìo>.pctrofelino Macedonico > mirra , inc.enfo
mafcbiodragantiycalamandrinaybettonicaytiminio <A leffandr ino ype ne-
re >e polue diaienfjyonciavaa per forte y,e pefle tutte quefle cofejnfieme
fé n: dia vn' oncia all'animale con yitioy&olio d.baftariTJa^E cbivi me-
fcol'.-.fe ( 'gì a" orTgt avventi dattiliyventicinque'fi.cbifeccbiygrafo di bec
coye brodo d'vn cagnolino- bollito in acquaymi'glior farebbe la medicina.
Oltr accia pigliandofi co floyc affla fifluLhpetrofelinoybettonicaylegno dol
ceymaggioranayfpigo'nardoyfarcofagoy.nieliloto , armoniaco yfquinanto
detto ali: iniziti giunco odoratflyaloeymirraycalamo aromaticoyradice di f-
panaceaye dragantì^ana omiedneynardo Gallicoycentaureaye dragontea.
ana oncia vnayiride lllric agenti ana ; arislolochia y o %affranoy.ana on-
de quattro y affèntio , manìpoli tre 7con tre onde di.Opoponago yfarà be-
uanda conueniente di verno à tutti gli anbnali.O, veramente prendafi dì
opoponago oncia me^digalbano altrettanto ydi midolla dì cerno oncia,
ynaydi bifiopo dneydi ragia y sgomma Colophoniaquattroydiolio dilane-
rò feìydi olio commane apdìc 'he di dio fquìnanto altrettanioy efkttefi in-
terne bollire in vii vafc di rame à fuoco lentOyfi che diuenti vn lìquor be
n ifyejfitOyfc rìvnga la fronte de iCaualli . Spotrebbe anco feruire à gli
huomini y che per. troppo freddo patìff ero lafcjatica.lsQ cofa alcuna dico
noritrouarfiycbe preferuidi neruo gli animali da ogni maleyquanto but-
tar loro di quesia compofitione in corpo con vn cornetto . Scalda ancora.,
y.na benandata qual contenga di?\iffrano oncia vna}di mirra,draganti,,
e cimino due onde per forte : convinotepidoyouerdigentianaydi.peuere
neroydipeuere bianco ;e di filerò yh fé feliypur onde due per ciafeuno y o dì
afientioyoncie due , con tre di lupini amari y & altrettante dicatloreo y ò
(come altri dicono), di Ts(aflorico pietra . £cbifàceffe bollire in acqua >
mirra y cjpigoTSlardoy.anaoncia.vna >. coftoy e affla lignea y ana onde
due y biffopo y & affèntio y . ana onciefei,con dodici di cipero y bar ebbe v- j%
ria decottione >. ebe data a bere per tre diyfaria ejfi'caciffìma non purea,
fcaldareyma àfare orinare y. e dettar le virtù di tutto il corpo : gioitene-
Incorda ^ ancora alla toffe all"IncordatOy& alle velenofe morfic atur e :ricor dana-
io e vele- doni-poi nel quarto giorno dargli a bere olio , acciò ebe del tutto, riman-
nofe mor ga netto. Certamente 'bifogna con molta diligen^ rimediare alle fred-
p jjre,; dureylequali , opre fé in cafa y ò pur di fuori >fefì vengono ad entrinfìca-
e loro ri- re ne^e v'fcCre lungamente ,. producono diuerfì mali pernicìofi :
medi,- pcròinfieme con le beuandey non fi manciù di.adoperare (come Vegetiti
ci con figlia ( le vntioni a-pprogriate À rife aliare ; delle quali vna,.
potrà^
7)11 CAVALLO, LlB.Mt. ^47
fjt. potrà comporfi con bacche di lauro, cipero, falnitro,galbano, e folfo vino
' ana oncia vnaycera, gomma di pinole terbentina,ani libbra yna,e due
di ajf/rngìa.. Vrì altra dett a MlimamicaVelagonio ordino per Ufi efio AIJlmai1-
effetto ; ponendo gom m a di pino, go m ma fece: , g -> )n m a Colofonia, ego m- n e p fre(j
maTerbentina,midolladi cerno, galb ano, opjp anace ,olio di lauroyé ce- dure.
ra di p ari pefofliquefatti in vnapeii da con carboni difottolezgiermen
te acce filanto che vengano ad vnirfi,e condcnfarfupoife ne fregheran-
no le t empiee le reni dell'animale. JtWiticpiro, ne i di Canicolari fi deo -
noìjpejìo fare bagnare iCaualli ne i }ìumi,o nell'onde falfe;econ rìnffie- 'ty$i$\!£
fatine meditine è dafoccorrerfi allaneceffità de tepiie delle fatice,dUn- nuea« ri
B do lorole due oncie d'olio freddo,conquattro fcrupuli di^affrano ■, e con ualli nei
ynpoco d'afsentio.ò melerò fato : e fé non baflaffe il liquore, mettauifi dl canico
del vino , ò pur metta/i à molle vrì oncia di offrano in vino vecchio , e il u
tre di' draganti in acqua calda, poi mefcolando vi fi aggi'mgano inftemt
ynfaf detto di porri verdi,& vrì altro di apio ancor verde, con vna he-
mina di fugo di portulaca,tre fettari di latte caprinoyvno di fugo di vu'a
pa(fa,tre onde di mele,vna libbra d'olio rofato,fette vo'.ia,et uin uecchio
à bafla^aje d'ogni co fa ben petta,emisìa infieme,fe ne dia per bocca vii
feflario il dì, per tre giorni . Ilfegno, che l'animale fa fiato percojfo nel
ceruello del gran femore del Sole Canicólare,dice eff e re, eh' 'egli è sforma
-'' to a tenere la tefla china,cjrìn tal cafo^prima d'ognialira cofa,e da.trar
gìifi fangue dalle tépie,egio:ia per la narice fi ni ara buttargli va fefla-
rio di vino,ouefia rifiuto fugo di f rondi di cauli ,e di apio-.e sefl i ci pa
reffe forte fcaldatoyfacci fi peti are petrofe molo,dauco y allkoyfpigo nar
do,fìnoaerete, et abrotano, per cgual pefo, e dian figli con acqua melata .
Mafeparefienonpoterfi fottenere infejlejfo , venendogli quafi à cader
le membraipiace ad alcuni, che e' attenga dalbere,e co/Jaf etato fi lafci
ttare nell' acqua fredda per lo Jpatio di vrìhora.JLltri dicono douerglifi
dar col corno per la gola,f arimi d'orbo con vino , ò farina di fruméto con
*)< acqua freddalo per più certe^ja, tre voua crude conpulegio , & acqua
temperata d'aceto, me fcol aioui ancor olio.Tonè altresì Fegetio efere bè
uandaafsairinfrefcaiiua: fé in vnfettario di vin vecchio fi mefcoli me-
ra libbra di olio comune\vn ciato di olio di coriandri,& vrì altro di lat-
tughe ;e tre voua:facédo poi di tutto tre parti,per darle in tre giorni fcal
date; e più efficace fard,fe in quelpunto,che deurà darf, vi fi aggi'ingé-
rd vn'hemina di acqua allhora canata dalla Ciflerna . *Affi. to , da cui
pare,che Fegetio h abbia prefa grati parte iz' dati ordiniyin vn luogo lo-
da per Iettate vin coito,%affrano, e pignoli ammollati in vino,e dr agan
ti ammollati in acqua calday con mefcolarfi ogni cofa infieme.ln vrì al*
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tro dìceyche prima fi metta, in vino il Taffranoy&in acqua calda idra- E
ganti, poi difcioltiychefianoyvi fi aggiunga il porrose l'apio verdey& in
corporata ogni cofani fi metta fugo di lattuga-Jatte di caprayolio rofa-
toymeleyvin cottoy& vino vecchio.-diflribuendolo in tre dì .^Altroue or-
dinaycbe fi pigli petroj elino y frutti di mirtOyfefeli Cjallicoy fquinantoyfe-
tne di apioye di ormino; epefìeinfieme , e mefcolate in acqua melatay e
poi colatey fé ne dia beuanda la fiate . S crine etiandio rinfrefcarfì afìaì
_ . V animale con vna beuandayin cuifia miflo viri veccbioyolio buono y vua
ap «pria- pa[fayquanto fi vuole y& acqua fredda a baììanja . E poter anco far* il
taal Ci- mede fimo buono effetto ypolue dy incenfo con vino bianco tepido data per
uallo per (afniflra narice . Fri altra beuanda Vegetio pone appropriata à darft *
no e pri- ^^utltnno^lcl f rimauera ; la qual contiene coHo celticoy petrofemolo
mauera . bettonicayliquiritiayfagapenoyfpica Indiana yfaffifragiay eupatorhy me-
lilotOyr adici di giglio Illirico pauonai^ro > e di draganteay amomo > ari"
Holochia rotonda y fquinantOyaferOyaloey & opopanacey me^a oncia per
cofa-.carma di ca(fì.iycentaureaygétìanayarisìolochia lunga, mirray caflo
reoye ^affranoyoncia vna per forte ; efei di dragamo ycon due fkfciettì
di afìentio pontico;queHe cofe tutte ridotte in polue yHima poter baflare
Beuande tye fò £ dodici ani maliydandofi dileguate in perfetto vino.E per ogni fio.
itagione . S^one ^ce efere bette a tener triti in fottiliffima polue di paripefo il co- _
Sìoyil melìloto y Vhifopo y ilfanfucoyTafaro y itmarrubioyil dragantoy la
dragonteaj anHolo chiama centaurea minorey la gentianaylafj>ka Cel-
tica y foglie ye le radici de" gigli Illirici : perche accadendo di feru ircene
di fiate y vi potremo mescolare ^affrarioye meley e più dragantiy fecondo;
che neceffario ci parrà: e diverno aggiungerui peuere > e f emende di a-
pioyE difenape;dandonepoicofinellvn tempo ycome nell altroyvn cttc-
chiaro al Cauallo in vufesìertio di buon vino. Qttefta beuanda vtile in
ogni tempo è de fritta da biffino in qucfto modo > Che pigliando cofìoy
meliloto-yìjiffopofeccoyiride Illirìcayariflolochiaymirra clcttaydragotea>
efpigo 1<{ardoyvrì oncia per co faypoHe infteme fi conferita /? ero in pohiey
e di Hate vi fi mefcolaffe %affranoydr agamia mele: e di verno tre oncie
di peuere folamente . Ma la più vtile polue > che fi pò fa tenereper ogni
tempoye per ogni infermità dice effere qttellayche fi compone digétianay
d'arifl'olochiaydi mirraydi pomelle di lauroye di rafura d'auorio:& vo-
lendola adoperare^ facciano prima bollire in vino, le radici del Giunco
acuto col marrubio tpof eia colato il vinoyvifi metta vn poco dieffa pol-
. ueyefe ne dia per tre giorni à bere all'animale . Fri altra ne pone anco-
Quadri— ra^}€ <f&'$reciTetrippoyda' Romani Quadrigaria potione ècbiamata^,
garia. done entrano dragaMiyetrofdinoyfarcofhgOycaffia ligneay(ò Fiftolayco-^
me
H
'DEL CAVALI 0) US. VII. $49
jl me dicono)euforbido,gétiana\polne dH'ncenfo,peuere,coìl;oymelilotOyiri-
de lilirica,opop anace, fpigo Tsjjrdo, fquinanto, ammoniaco-, cinamomo,
feme di r ut aye frutti di mirtóy onci ì va 1 per cone j cfei di betonica con
due fkfc ietti di biffo po,vna libra di vitriolo , venticinque pigne picciole
■verdine radicelo legno dolce ;lequaicofe infìemè tritte,e paffute per fotti
liffimafeta,-dice douerft tenere appareccbi.it.? , e poi neibifogno darne à
bere col vino. Oltracciò dice,per ogni cofa efier giouenole-, che fi pren-
dano venti fichi fecchi,due libre v 'olio, vn manipolo di bietole, quindici
onde di farina di orjo,& altrettante dà fieno Cjreco, e mefcolate con Ut
te d ,Afina,fe ne dia di continolo à beuanda. Hierocle approuar per mot-
S to vtile la farina dell or^o cotta congrafio di becco,e mcfcolata con de-
cozione difien Cjreco .E per ogni dolore Affino afferma efferfi prouato p
giouar mirabilmente, che l'berba dettaVanxcea fui diHéperata in vino uil\Q acj 0
con vn' oncia di ragia terrebinthinafò che nelfimil modo fi dia con acqua g«i dolo-
c-alda,il befalo vecchio polueri^aio.E fé la radice della mede fima pana- xc di canal
cea ridotta inpolue,e crìnellata,(ì amw affi con farina di frumento ,& vi ° '
no vecchio; t 'fattine panetti, fi diano a bere co qualche liquore dislempe
rati,dice effere vtiliffima medicina , che fé ben V animale haueffe rottu-
ra dcntro,il guarirebbe. Con tutto ciò ne compone vrì altra,laquale dice
effere mìracolof a in ogni Hagione per risiorar gli animali , e liberargli
da ogni male:ordinando,cbe prendiamo amomo oncia vna, galbana,&
opoponace,oncie due,nardo fpicato;e nardo gallico, ana onde tre, carpo
baljamo,onciequattro,meliloto,a[(jìa fi fi ola , rofefecche, maggiorana-)
giunco odorato, min a, e graffo di toro, ana onde cinque, gomma .Arabi-
ca onde otto,e draganti, onde dieci, fcalogne none, e dattili venti, mele
ottimo libbra vnaytre fejìarij di farina di fieno greco, tre di vino cotto ;
e venticinque di vino vecchio . f draganti,il galbano,e fopoponace,de-
uranno effer triti , e macerati nel vino: pofeia con l'altre cofe bollendo
in fieme-ifi faranno ridurre al ter70 \ gittandoui àpaco à poco il vino , e'/
^ vino cotto. Qui non mi pare da tralafciar quel che Vegetio ci' ammoni-
re , che nelV adoperare belle beuande , fi auuertifca di darle col corno sì co^*n ^
pianamente,c con tal deìirex7a,che in cambio dimandarla per la cari- debbano
na del cibo, non and afferò nelV arteria dello fpirito; per quel luogo,che di- dare.
cono Epigliotto : onde l' animale di leggiero fi affogherebbe , comepuole
auuenire,s'elle[ì de/fero in tempo, che egli t office: però quando ciò fi ve-
deffe,(rcciafi feiogliere àpafteggiare , fin che tal noia gli fiapafiat a; al-
legandolo fi- a quel yne%o con altra potione appropriata à mitigare l'of-
fefa di quei meati ;il che farà con dargli a bere olio rofato mislo, & agi-
tato bene con acqua tepidaco neramente fugo di vua paf$a,cbe prefetti d-
eJ*/CM 3 neo
550 .. D E l L j£ g ' l 0 B^I J!._
neo nriediogiàfuole. effere in ogni, toffe :Qltraciò gli fi potranno sbruf- g
fare h uà nei con. acqua temperate* d'aceto,e pulegio : poi come fi vedrà
quietato bene, fi dia la. medicina,la qual tanto meglio verrà à digerir fi, .
q auto con maggior aftinenxa gli fard sì ito negato il bere-, e l'orbo il
giorno inaridì \ e quanto più fi tarderà dapoi à prebendario . Hor non:
mi fa grane di foggiungere ancora quei generali rimedi,chel mede fimo
auttore afferma ejfergioueuoliad ogni forte di malattia, acciò che nei
Rimedi bifogni fi poffano. adoperare i pia opportuni. JJ.iole egli adunque, che:
ad ogn i minutamente fi peflì del fé me bn. ftalato della 'zucca Egittiaca vn'aceta
ione di jj0i0>e misto , e ben' agitato con mexo fejiario di buon vino, fi coli con
di caual- yna te^h.e fi butti per la delira narice al corpo all'animale : perche ol- &•
li . tre gli altri, benefit tj,.gioua molto.alle dijjicultà. de gl'intestini . Loda
etiandioyche pefle le radiciyerdi del Cocomero faluatico,e per vna not-
te macerate nell'Acqua , epoi.ripestate,e colate, fi. diano per bocca tre
cuc chiari di quel fugo, misto confainitro}e con vino tepido,fette contino
ni giorn'hpurche l'animale non habbia febbre, fimilmenteilfalnitro ben-
tr.itto,e le mcdefime radici.del cocomero f abiatico minutaméte tagliate ■
aggiuntola ancor dell' apio yftpotran me fcolar e tra l'orilo ben purgato; e.
metterlo dauantial Cauallo infermo. Et accioche non folocolrnangiare, .
m* col beuere altresì.eglifia medie ato,f ara Bene àmiflicare etiandio nel
V acqua l'isleffo cocomero minutato, come s'è detto,ò_piu toflo polueri
7Ato,come:a Telagonio piacque : il quale contra la pefìe ordinò tutte le
dette cofe.Qioua. ancora à.t agliate, minutamente, radici diebulo,e di or-
tica^ macerate, in bonifiìmo slrutto,epoi colate con panno di lino,darne_
tre continoni dì.per lo nafo yqnantofala mifuradiynlvouo.. Ilqualri-
medio io trono, che fu ordinato da Tifìerio.Cicilianopur contra la peJH--
len%a,mefcolandole dette radici con tant a falamora dipefee quanto ca.
pi fé in tre gufi dvoua.. E chi prenderà vna libbra diherbafauina, due:
onde di céraurea,tre ditriffagine,quattro di ariflolochia, e di bacche di.
lauro,e di mirra altr etate per vna, e polueri^ate infìeme,e criuellate ne j^
gitteràper la gola vn buon cucchiàro all' animale. co vnfesìario di vino
Cura d'a-. alquanto caldò,glifarangiouamentograndifimoin ogni male. Totr affli
iiitar tut- parimente aiutare à. tutte le infermità.con questa cura,fe (quando lefor ■
te _1 infer- ^£ ^ p0jjano co; .portare) fi cani fingile prima dal collo ypoidàlpala-.
Cauallo . to,e da qual fi veglia luogo ,doue il male fi fcuopra, cioè,fe nella faccia-,
dal capo\fe nelle parti dinanzi , dalle fp alle ;e fé in quelle didietro, dalle-.
cofcie;e diqiiclfdngue misto con:aceto,fi freghi per tutto il corpo,e maf--
fimaméte nel luogo infermoiindiprefo del fané di finocchi, e delle radi-
ci di panacele dicj-ingio^tre onde per cofai&vna e meta di aloe fotilif—
fmamente.
DEL CjlVAllOy IIB. Vìi. Tffi
rj£ /imamente ridotte in polue}& in tre particelle diuife,con vn feslario &l
farina di frumento roìiito meficolate in accana ch'ara , fé ne dia per tre
giorni beuanda : <A 'ni 'tenendo, che la detta herbairingoy che fi dice al-
tresì Erìngio) farà migliore fé fi troni nata dal fluttuar dell'onda marina
per lo lito, q >afi al (fardo faluatice fomig li mte . Telagvìh crede effer
efficacìffvma medicina per tutte le infermità) quantunque pestifere-; fé uh
Tollo di Cicogna yche già haueffe postele penne :y'ma non potefie ancora
Jbftenerfi nel voloy/ì mettefie viuo dentro vn pignatto di terra, ilquile
empiaslrato dì'igejfo dou'effe metteìfi dentro vnfornoydd cui vapore e (fio
Tollo abrucdatofi riducete in polue>conferuandóla in -vn vafio di vetro,
2? e nelhifognofe ne dèfse vnxucchia.ro convnfcjlario ili buon vino ali' ani
male, finche fi rifanaffe . V egetiodixe,che tal pollo figitti in vn calda-
io d'acqua bollente > poi tratto fuori , xofiìeffato fi fàccia abrucciare dal
•vapore del forno :& indi fi poluerirj. Tlinioper tutti i morbi di quadru-
pediyfommamènte commenda vna Capra intera col cuoio-, & vna ì\ana
rofj'a minutamente tagliatagli citìfoyb la ruta con vino , o le fiemen^t^
bagnate con feccia d'olio, date perle narici . Il Camerario a tutti i lan-
guori dice apportarfi rimedio preficntaneo con lahedera terreflreno pur
data a mangiar e >m a trita posla nel nafio per muouere ftamuti ■: .Alcuni
dicono, che mettendo/} la radice Carlina nella briglia prefìo alla bocca
^ delCauallo nei viaggiagli fi conferuano lungamente lefor^yC ninno fu-
bitaneo morbo gli può venire . Chirone Centauro trai' altre fue compofì-
tioni fi trotta hauer ordinata quejla, che vn Cagnolino da latte fc anato
"pìno,e cattategli l' intcriorayfi metta nell'acqua bolléte, oue fi fàccia/i ar
tanto , che reììi non pur pelato , ma fiotto in modo > che l'offa )ì poffanó
leuar via: indi prefio il rimanente di queslo brodo y e me [colato coniflrut-
to di 'Torco y vino vecchioyolioypepèy e mele ,fene conferui intorno ad vn
fefiarioy& ad ogni animale infermo fé ne diano caldette due cotile co un
pugno difalnitro ogni giornoyfin che recuperila falute. Il medefimo effet
7) tofi dke,chefa vn (apretto pelato,e lefiato con tuttìi piediyouer amente
vn Gallo biancoyO pur vna gamba di rPorcointèra yfcotta} e condita nel
detto modoyfi come ^Affino fa fede , ilqual dice hauer vfato di far bolli-
re in acquaie radici del titimallo biancOy b dell' arifiolochia lungay ò del
cocomero afininoyb la centaurea minore, o'I peucedanoyò l afientio , bla
feméia della coloquintida Egittiaca brufiolatayco la midolla cruday e di
tal decottione mifla con mele ydarne ogni dì beuanda per fette giorni: fio-
pra tutto lodado il cocomero afinino col falnitro:pervna bevadafempli-
ce ordina àpigliare fiei voua co fiei onde di mele ottìmoye fiei di olioy e dar
le mifie co v in perfetto . Vfaua ancora Chirone quefla beuanda per rifilo^
MM 4 far
552 1>ZL.LU C L 0 \l jt
rargli ammali^ curar bolfiye tuttele altre lUtrinfeche infermità-, preti- £
dendogerntiana,arislolochiarotonda,mirr a tragloditayraf.ua d auonoy
e bacche di lauro di egual pefo: e di tutte ridotte in polue , prefo vn coc-
chia;-oyvi aggiungerla quattro fcropoli di bijjbpo tritOytreoncie di mele;
ò di fugo dvua pafià,vn fesìario di #mo,& vn boccone di gifnoftemfe-
rato:alle quai cofiydapoi che farà fktigato il canalizzi potrà aggiungere
vna hemina di affentio. Parimente vn cucchia.ro della detta polue fen^a
altra aggiuutione potrebbe darfi nel vino , che fui bollito con radici di
giunco acuto^e di marrubioye poi colatoyouer con tre oncie di mele>& vn
fesìario di acqua tepidayouefia fiato cotto l'apio ye le radici del giunca ;
faie-ido eia per tre giorni. £Ui medefima polue y dandofenepiù d'un cuc *
chiaro con va fesìario di vino vecchio^ vna hemina d'olio verde,libe-
ra l'animale da ogni veleno famorficatura; & operandola con aggiunta,
di pcpcydi p'.degio e di cimino ytanto,ch e in tutto fia vn cucchiaro , e dan-
dola con vn fesìario di vinoyVale àf cacciare ogni raffreddamentoycome
ZJegetio affermatici ual foggiunge> che per confermare la finità , Chirone
yfaji.a vn' altra purgazione di quefio modoychc pesìo vn capo d'aglio mag
P urgat io gioit)da alt uni GallicOye da altri chiamato Vlpico,con me\a oncia difa-
ne per co gapeno: e mef colatigli con vn bicchiero di buon' olio y e me^p fesìario di
ieruar ix acqUa>n€ daua vna hemina all' animale cofi domatoycome d' armentOyfh
caualli. cendolo ogni anno nel principio de i giorni Canicolari > per tye continoui
dì}e cofi tutto l'anno poi fi >->.■. anfani . ^èfi dee ce/Jare di dar' à l'amato
cauallo convenienti beuar.de per riparare alla magrei^ayolla fiancher-
^a,alla toffey&- al dolor de gl'interiori-, come farà dandogli vna hemina
di buon vino con vn' quo indo sbattutole fan me [colati dodici fcropo-
li difolfo viuo,e quatti o di mirra ridotto in poh' e . Dice ancora efier ap-
propriata a purgare ben dentro , e risìorar l'animale da ogni infermità
vn' altra medicina di maggior fi>efa.yih e richiede vn fesìario di or%ataytt
vn' altro di bacche di lauro quando fiorifconoyvna Lemma difemenje di
linoy&- va altra di fieno GrecoyVn fa filetto di rutayvn' altro dipulegioye
due di hiffopayq uindici lumache de{le migliori, & altrettanti bulbi (che
fono fiecie di cipol\e)oltr a ciò venti fichi doppi , e datili altrettanti y tre
capi d 'agli }vn 'oncia dì ^ajfranoy efei difetto di capra , con fior di grafia
falfo di porco-,0 del budello fuo diritto^ o pur in luogo di quefie co fé di par
commettendo vn capo di Capretto pelato co' fv.oi piediy& intesxiniypurga-
ti.Tutte quefie co fé bt netteye rnifte inficme fi coceramin acqua di Cifier
nayfin'à tatoyche quel budello di Torco y o quel capo di Capretto fiaf cot-
tole però vi fi rifonderà dell'acqua , acciochc non fi abbrutiafie la decot-
Uonetma che bollendo fi fàccia più graffa: Indi diligentemente colatala.)
vi
<D E L (LjLKUIXO L 1 B, FI.
.5*?
%A vi fi aggiungeranno draganti, macerati il dì innanzi in acqua caldaie tre
feìlan del fugo di vna pafìa; e di tal compofitione ogni dì fi darà vnfefiq.
rjo in beuanday aggiungendoci il primo giorno fei voua dipiH.y il fecondo
due voua piene d'olio rofato y Uterino tre onde di b'.itiro y laqual medici-
na è da dar fi a digiuno sfacendolo poi foi-.ra offa digiunare fette bore ye
per gran fpatiopajfeggiare.. In quesìo modo fi potrebbe anco dare vn al-
tra beuanday che riceueffe meya libbra difkriija di fkua , tre onde di a-
nagallicOy& altrettante di amiloycioè di fugo di frumento^ fei dipolue-
re qnndrigaria y laquale fìì da ChironeiaTiituita con prendere gentianay
ariHolocbia>cétaurea)bettonicayfa/fip''.gia)faufucoìapio)abrotanoicra-
faro libbra vnaper cofayaloey?nirruyc patorioycardamomo-,fbica (eltica
galbanoycafiorioy opoponaceyradici dipanaceyiìrutio:e liquiriti.iyana on-
de fei ]d anco yfoglio 7S[a.rdoyana onde trenti -agami tre UbbreycpHoy armo
niacoye cajfia;ana onciavnaye fcropolo vno : afìentio fhfoi tre di fugo di
perisiereo fecoye criuellatoyoncie cinque: le quqi cofe infisme pesìe-; fono
. da conferuarfi con diligenza in vafo di vetro youer di fi agno > "Pelago- .
nio compofe laquadrigaria in queftomodoy che fi prenda cimi amomoy ^t ""
jpigo leardo di Soria;fi>ica dlndiayX^ffarano di Siciliay mirra Troglodi ^,e £ có_
tayfquinantO)pepc neroypepe bianco yiungOymanna d inceri fo y bettonicay ponga.
caffianeraytriffagine: folio nardo Celiicoydpolla Indianayfioraceylaferoy
r & agarico di Mar Maggiore y meenfo maf ch'io y radJce di giglio Illirico
$>auona?goytimocreticoy calamo aromatico ypetrojhì:ol-oy meleterra-
g?ioygentianayrofa fecca y caffi.-- in canna y<& euula y mcfcolando di pari
mifura ogni co fa inficine y e pefte y e crivellate fi ferbino in vna buffala :
per darne poi ne i bifogni me ftalato con vino y & olio vn cuc chiaro^ ò più.
fecondo lagagliardia dell'animale . .Affino la ordinò ancora dinerfa-
meme} pigliando fogiiO)fp:goT>\ardo y Taf arano y pepe bianco , neroy e
lungo y radice di opoponace , caffial>{ardinay caffia Marrnalite •-, e caf-
fia dils[idafnmey radice di giglio Illirico ^eme d'apìoypome di terr ado-
rno granato y peucedano y famna y gentiana y herba VKi»finaymirraytbimo
D trifiagineycofloyincenfo mafchioy geffe Mantio y calamo aromatico y rofa
feccayrutafaluaticaypetrofemoloy ariftolochia lunga y amomo y calamo
firiacoy& artemifia infieme poluerÌ7ateye conferuate. Ma fopra tutti i
rimediy Vegetio dicey approuatiffima efiere quello antidoto che da Tela- Diapente
gonio fu ordinato contra la pe$lilen?a y e Diapente è chiamato per effer contra ja
comporlo di cinque cofey cioèymirraygentianayariHolocbia lungafbacche peftc.
di lauree r afuro d'auorioyper egualpefo trite infiemeye criuelUte.Que-
fìa compofitione egli chiama eccelléteymiracolofaye perfettij]ìmay fen^a
laquale dice efiere ftroppio il Marifcalco y e però ejfere necefiario , che
chi
554 h 111 o€ G IO \1 Jt
chiamala, fallite de* firn Giumenti ,la tenga femore apparecchiata fi in
cafa,eftper viaggio ; perche inogni qualità di morbo vale a liberare di
pericolo l'animale, dandofi marinamente ne 7 principili ., quando egli fi
vede melanconico^ ragricchiato, o tentato di qualche macchia: e fé ben
egli fi effercitaffe , efhticaffeyquesla con lafua virtù, nonfolo fcaccierà i
mali di dentro, magli accrefeerà vigor ne gli Jpiriti ■, e nelle membra :
Vvjodileiè darfene vncucchiaro difciolto in vn feslario di buon vino
ac-
à ' fTe ' tepidetto,continouandoper tre dìy o quanto pia il bifogno richiederà:
come fi credendola mifura di giorno in giorno . ^Agostino Colombro dice yfàrfi
faccia. la 7 triaca cDiateJferonycio'è lafignora delle medicine, co mpofla di quat-
tro cofe -.pigliando mirra,gentiana,arifìolochia rotondo, e bacche di lati- -F
roy anaoncie tre , confette con vna libbra di melefchiumato,e conferua-
te in vafe di vetro : della quale compofttione fi dà me^a oncia con vino
in molte infermitàymajjìmamente del cerebro : e dadofi le dette quattro
cofeinfottiliffimapolue miflecon cinque libbre di grafo frefeo diTorco
diftruttoyò minutamente tagliato ; dice effere folutiuo , o confettane de
JLlapisyVtiliffima ad aflergere,e purgare i morbi generati nel corpo , co-
me M alea fé cca,ò Tirfi,Orthopnea,AfmayTofeyT>ifeccaméto,Vermini,
e mal di filomaco. Vn" altra ne pone il primo auttor e parimente falutif era
& opporttmacontra ogni forte di male , la quale riceue mirra , incenfo
mafehio, efeor^e di pomo granato, ana libbra vna,acacia ro/fa,gomma ^
abrucciata, afentio pontico,polue diferpillo, betonica,centaureayf agape
no, f affi f ragia, peucedano,e cadmia votride , che è forte di tutiapiuper-
fetta,ana libbra me-^a, pevere , e offrano , ana onde tre . Quefie cofe
ben pefle, e crivellate fi mefcoleranno in trefejìarij di buon mele , e cot-
te leggiermente, conferuaranno in vetro , òfiagno , per darne al bifogno
di febbre vngran cucchiaro il dì, conynahemina d'acqua calda,e tre on
eie di fiore d'olio:non efiendoui febbre , ò cominciando a rifanarfi , fé ne
Beuanda darà conolio,& vino,piu giorni, fin che del tuttofa ristorato . zsfffirto
caloceri- chiama Calocerina(che da molti s'interpreta Opportuna) quella betian- fj
na , dia- da,che fi compone con dragantiyhiJfopoy maggiorana , mirra , incenfo, e
chilo. ^uccaro , oncia vna per cofa , e tre dramme di ^ajfrano : le quai cofe fi
facciano flar'à molle in fugo di rofe, che dicono B^odoHagma ; e fé ne dia
a bere il ter^p- La beuanda Diachylo,cioèfuccata,o diftrgoli, dice com-
porfi con farina d'or%o,efiengreco,vnfeftario per vno, fichi Jecchi, olio
e latte, ana libbre quattro , vn manipolo di biete , & vn" altro di ruta .
Tropotifma nomina quella medicina , con la quale fi purgano i (jiumen~
ti,prendendo cardamomo ,farcofkgo,petrofemolo,gentiana, centaureay
opopanace,efalatico,ana onde tre ^maggiorana) hijfoppo ? mirra , iridep
aloe,
DEI C\AV jtllOy l.IB. Vìi. 555
•ji aloe,abrotano,legno dolce,pepe, cipero, acori,betonica, e porri, anaon-
eie quattro ;%affrano,Caftoreo,f])igaceltica,meliloto,affen'ZO, foglio, cuf-
fia lignea,e calamo odorato , ò corri altri dicono, aromatico , ana onde
[eì,e due dijauina , conquattrolibre. di draganti , le quaicofepe§ìe,c
pafìate per fottìi f et a,® incorporate con trehemine di mele, due di vi- ,
no, due iao.ua , & olia rofato à bastanza ,fi danno col corno à bere : Il
medefimo effetto fi fa prendendo cinnamomo,caffia lignea,® iride f Uri.
QA>ana.mcie due:foglio,jpigo leardo, e garofhli,ana onde tre,coflo,amo
mo,agarico,e mirobolani,ana onde quattro,con quattro fcropoli.di ?af-
frano,ventiquattro libbre di viao,e ventifette di mele,altrifcriuouo iteti
% tifette feflari di.vino,e mele: e dvtal compofitione fi dà ad ogni animale
vnhemina,o quattro onciè,come ad'ahri.piace . Heuanda cromatica, ò
odorata egli chiama quella , che ricette hiflopo, ?affr ano, pepe , bianco y.
pepecommune,petrofèmolo,incenfo,e mirra,oncia vnaper forte,dragan
ti,e coHo quanto fi giudichi efiere baftante .. Hierocle ordina due medi-
cine ^Aromatiche, l'vna delle, quali contiene calamo aromatico,fquinan:
t:o,pepe,arifloloc.hia,e pepnia,ana onde fei, mirra eletta,.gengieuo,e le-
gno dicinamomo,anaoncie quattro,amomo,caffia lignea, e cinnamomo,,
ana onde tre ; <&vna di ?affrano , . con opopanaci, co fio, iride,e croco-
magmate,cioèfeccia d'vnguento di '-^affrano^ibbr.a vna pey cofa . L'al-
C tra contiene iride,cardàmomoylaferpitio,calamo aromatico,grano gni-y
dio,arij[tolocbia~,gentiana,peucedano, cent.aurea, legno dolce, offrano >,
draganti,e.pepe,ana onde fei,folio,coUo,amomo,cajfìa lìgnea,fquinatk-
tO)Jpigo TS(ardd,Jpica I{oman,xilobalfamo,cioè. legno, dibalfamo, e petro
feJino,ana onde otto;melil.oto,hifopo,maggiorana, rofefecche, mele,&
vano ottimo,vnfe$ìario per ciafeuno, &vna libbra d'olio,con. dattili citi
quanta,&votta quindici. Sua compofitione.ancor è, che con.vnfeHario
(ò come da altri fi poneyvrì~acettabolo) di.melè,& vn' altro d' olio fatto-
d'oline acerbe,®1 facciano. bollir porri,aneto,pulègio,& apio,vnfafciet
to per vno :. e la loro oppreffione incorporata con fior di farina ,fi dia d ■
** bere. . E per beuanda,chefi dà innanzi ', ordina , che fi facciano bollir fu- R ,
goli d'orto , con graffo di becco, aggiungendoti ancor fiengreco, e poi apr0pria-
s 'adoperi '.sJtyCa particolarmente. a* Caualli, i quali per. occolta cagione, ta a'caual.
diuentan magri,egli vuole, che fidiabeuand'adi vino con mirra-,® olio ^ ma§rl v
vecchio,ò conventi granella dipeuerebianco,òcondècottionedifaluiay
ÒM rutaie.quando la magrezza fuffe proceduta dalle, continone fatiche
lo dà, che quattro, feflari d'orobi bianchi franti non fottilmente,fi faccia-
no vn dì macerare, in. duer feflari divino bianco di buonfapore,e di qnel-
U.orobifi dia. ilter'zoogni. dì per trenta giorni r prima > che beua^..
In,
55<£ D E L l jl G l 0 \l J.
Jn verità <il animali attenuati dalla magrezza > maiftpoflono ridurre £
alleprifline lor forze ifenz^afludio diligente del Curatore) il/i naie débita
fiare molto anuert ito y quando vedrà [abitane a -nenie effere venuta vna
gran magrezza al ino Cauallo ; perche yfetoslo non gli [occorrerà) egli
cofi languendo verrà à perire ; però ne gli principi] fa lodatole à d- irgli
ognidì perlonafo dieci libbre digaro , ilqualeè vtilijjimo à cacciare il
catarroyconforta mirabilmente gli interiori; parimele fi a bene à dargli-
jpejfoper bocca meja oncia difolfoy e quattro fcropoli di mirra polueri-
zati , & va volto crudo con vnfeslario di vin vecchio , & vagendogli
tutto il corpo con olioy& vino misli infieme sfarlo contri il pelo flretta-
mente dapiu mani pregare acciòcbe i iteriti fi vengano à Mòllifi 'care,e la F
pelle ad allargare ydeflandofi l'appetito : mafoura tutto fi tenga afci'tt-
to>e caldo nella flallaycon buon letto dipagliaye nel verno dixglifiàbere
caldo tre onde d olioycon meza oncia,difeme d'apio ben trita disiate
freddo due onde d'olio ycon quattro [cropoli di zaffar ano y e con vn poco-
d'a/[entioyo mei rofato:potendouifl metter ancor dd vino . Due altresì >
effere, ottimo per lo uernoychefi prendano quattro modi] 'd'orzoy vn[efla
rio d'eruoyvn di noe ertoli , & vndivuapajfa [e 7 merito del cauallo il
ricbiedeye lafhcultà del Signore il comporta) oltracciò otto [ejiari difa-
uay& otto di ceci,quattro digranoy e quattro difien greco ylaqual mifln
ra il giorno pinanzjfi metterà à molle in vna conca di acqua cbiaraypoi & -
lattatala alquanto a[ciugareyfì comincierà à darne mejo modiolamat
tinaydr altrettanto àferay cofi continouando per giorni ventiimoy[cn%a
menarli à bere fuor della slalla.Le medefime cofepotran feruire ancora
diflatcy[e non che tolto Verno y[i potranno in vece dell'altre cofe dar le
fiorame, à slima de le miftreyciò è moltiye grandi fkfci di orzo verde ; e
pochiy e piccioli del[rumento y di cecile difien Greco y tagliati a minuto .
*A flirto narraycbe per rifiorare i Caualli magri;iCapadoci coflumauarìO
di pigliare tre modi» d'orroy trefeslarijdifhue > due di orobiy& otto di
ceciy& altrettante difhgiuoliye di tutti misli infiemey & vn giorno in- r*
nanzj tenuti àmolle nel vinoye poi alquanto rafciuttiyìie danano vn mo-
dio il giorno yper [ette yò quindici y o venti, giorni y fecondo il bi[ogno del-
l'animale. I Siri à qiiefla miflnra aggiungeuano vn feslario di pinocchi)
& vn' altro di vite pajje, tenendo i giumenti in luoghi ofeuriye niente hit
midi. Tel agonio varia fei feslari difrumentoyefei di fhuayquattro difagi
uoliye tre difien greco ,-pofcia aggungeyche tutte le cofe da Vegetio dette,
fi facciano bollire vn giorno innanzi in acqua nettaypoi tolta l'acqua;&
alquanto afeiugate yfe ne dia di mattino , e di [era egital portione yper
trenta giorni y[c la magrezza fuffe molta ; ma [e minore > d iciotto fa~
riano
BEL C Jtr ^iLLO, llB.Vlf. ?5 7
riano ballanti . filtri diceyche vfano di fa r cuocere vn Cagno lino yo Tor
celletto con farina d'orroy e di quel brodo danno a ber e col cerno per tre ^j^e^da
dì . zsfltri pigliano vna brancata di ruta , quìi, dici bacche di lauroy due hiTaffare
onde di mirraytre di cimino Etbiopico , e me?a cotila di buon'olio y fkt- i caualli.
t o ogni co fa bollire con vino neroyne dan per tre giorni beuanda . +A Uri
per remi dì Jan mangiar vn modio di frumento rofiito mescolato con ac-
quaie mele . a^fltriper ogni dì danno vn modio di lupini cotiche frano
dolci y fi che ne potejfero ancora mangiare gli buomini ; perche efìendo
amariymouerebbono dolori al ventre dell animale, filtri dan mefcolà-
te con l'orbo le castagne cotte alforno-, e grofiamente pifiey o macinate,
jlltri mef colate con V 01-70 > e minutare le radici della gramigna y che
fifoglionofuellere doli jlratro ; dandogli almeno del Brenno fparfo di
alquanto [ale . M. Luigi , a i caualli ammagriti fen^a caufa apparente,
daua a bere mistura di vinoy di olio , e di mele ; e fendo bollite nel vino
dieci granella di pepe bianco con vnofaf detto di rutay& ordinariamen-
te dando loro a mangiare del Brenne , vn'hora dapoi lor daua Germano
cotto ■ e co fi gV ingrafi aua. Tal volta co fiumana per quindici dì bagnar
loro la fronte^mattino e fera con vnapei^a bagnata di fugo di cipolla :
maper co fa più efficace tene a , che prefa vna libbra di polue di ginepro
[ecco alfornoyfifacefie con farina d'orbo bellire in tanta acqua > quanto
vn Cauallo potefie bere , &• vn terTo piìi-.poi colata , con efierui aggiun-
ta mexa libbra di meleti teneffe alferenoper vna notie^e la mattina per
tempo fi defie al Cauallo con vn poco di or^o per tre mattine continona-
te:e poi fitrabefie [angue dalle cigne d'ambi ilati. Sumelo ferine > che'l
Cimnento magro fenza languore^ riHor addandogli bruftulato ìlfromen
toyo l'orbo: ma alle beuande delrìtcqua èdaaggiimgerfifemprevino > e
€on la biada è da mef colar fi il Brenno , e tal volta Verno y fin che ricoue-
r ato il pi-imo vigore > fi torni aWvfo dell'orzo puro > ilche da Cotumella
fi afferma . Veramente il Brenno fiufato con olio yfuol recare ne' tempi
freddi grandijfìmo giouamento al genere Cauallino : E per ingrafi are^e
\ fortificare conferirono fammamente i beueroni difarina d'orzoyO di fio
mento con acqua cotta auuertendoyche a languidiy & infermi y fi deono
dare tepidiye mefcolati con mele,et co liqniritia altresì ^quando fi patifea
nel capOyO nelpolmone,cbe a'fanifipofjan dare femplicUe freddi . Otti-
me fono etiando a continouare in cibo le fiondi verdi di falci > òdi canne.
E'I mangiar della f egala alquanto cottaye poi rafcmttayrinforza affaiyet
•ptdde i vermini dentro il corpo.Tarimente le Chiocciole, 0 CiamarucÌTt
cotte in acqua con orzoyO fromentOyvagliono ad ingrafi are ; onero pren-
danfi tre Tartttcbe > € buttatene via le tefterle wdeyipiediyegli inte&p-
nifi
558 T> E L L ^ G l 0 \I\J !
ni fi facciano tanto bollirebbe feparata la carne dati off agl'acqua ne rejìi jf
grafia; e tal brodo fi fàccia al canòtto in qualche va fé, mie fi flato con fe-
mola , ò farina , non dandogli altra beuanda , fin che non shabbia tutta
forbita quella-, e fé niente di carne vifuffe auawz^ta diaglifi a mangiare
entro la biada,ch e facendo fi ciò tre volte) V animale quantunque magrif
fìmo,& opprejfo di tofìe fecca, resterà fano,e graffo ,e tondo mirabilmen
te Ma cotali Tejlndiniy b T antiche bifogna , che fiano acquatiche,percbc
fon miglior ideile terrejlri. Benché ^Alberto ferina > d)e leT-artucbe
cotte,e date con la biada,produconograffe^a.marauigliofa, ma fallace
& appartenente più tosto d venditori,i quali à difegno di picciol tempo
procurano quejle industrie, chea quei Signori, che defiderano perpetua *j
•Rimedi la falute,e la beitela de'Jorfaualli. E perche con sì diligenti goderai
■2. Caualli potrebbono gli animali venir fi graffi, che la molta empitura gli offen-
che fu Ile- farebbe > in quel e afa farà bene (co me Telagonio ci am monifee) trar ìor
"rafffdr fanSHe dal ventre, b dalla vena Matrice,fecondo Vegetio, b veramente)
uenuti £ fecondo ilB^ifio) far lor bere farina di miglio in acqua tepida , effendo
li buoni quella bafiante ad ammagrirli Mapoi che non tanto è facile a procedere
gouerni. confra [a fouerchiagraffei^a, quanto malageuole il riparare alla ma-
grc^a, che vien confumando a poco a poco Ihumor vitale dell anima-
le: aggiungerò ancora certi altri rimedi,cbe fi ritrovano opportuni maf-
fimamente cheffeffo auuiene,che vnCauallofi vede magro fén%afaper
fene la cagione,e per molto che mangi bene,ei non ingraffa.^i quefko di-
tono affai giouare vna beuanda di vino buono con faluui , fauinay melo
terragno,e bacche di lauro in buona quantità,mefcolate infieme co graf-
fo di Orfo . E col vino parimente ffpojfpn dare le interiori de' Tefci ben
trite,oueramente (fecondo il l\nfio)prehdanfì faue frante ,e faccianfi quo
cere in acqua con molto fale,poitoltane vna parte, e mefcolata,con quat
tro partidi crufea^e con l'acquandone effe faue faranno cotte,diaftà man
giare al C auallo,per che mirabilmente l ingrafferà, fi come ancora faran
no i cauoli alquanto cotti con vn poco difale,e mef colati pur con la cm- u
fca.Telagoniofcriue,che quando la pelle dell'animale diuentaafciutta,e <
che non fi ferite profìtto alcun del cibo > ilchefuole interuenireperla
fouerchia fatica: bifogna primieramente vngerlo tutto d'olio di ruta>
appreffo dargli vna beuanda fatta di pastinache , draganti, rut affine-
slre, menta fìlueslre , apio , meliloto , &affentio di eguale, mifur a y
bolliti in vino . Vegetio dice cofi i Giumenti , come gli huomini patire
la Stenuatione , chiamata Sintafi, quando il cibo non paffa in nudri-
mento,mafen^alafciarefoJlan%a alcuna,fi conuerte fubito in orina, &
in feccia ; onde il mìfero animale ogni di ammagrifee tanto > che l'offa
alla
'DEL C U V\A Ilo' LI E. VT. '5^
*. alta fine gli appaiano fuori,e per molto mangiare che fàccia , tuttauiafi
muore di fame,, inuano tentando di rodere ciò che dauamifi troua; però
è di meflierifoc correre nel principio con vna vntione che riceue Termen-
tina,midolla di. ceruo,affungia vecchia fenica fale\radici di giglio Illiri-
co pauona7go,efanfuco,libbra vna per cofa,merza di propoli,due di cera,
& olio laurino àbaHan^a ,. le quai co fé lentamente cotte sa i carboni
fi deano ridurre àdurex^a di vn cerotto, aggiungendo in effa miflura
ancor calda la medefima polne dei gigli , e creta Cimolia,che per cenere
di fapone fi puote intendere, e fin che fi raffreddi , fia dimenata : Conque-
slovnguento dunque , di tre in tre di fi fregherà.molto bene ilcauallo,
n, tanto che fé ne venga àrifcaldare , & fidare, & ogni di ben couerto fi
farà paffeggiare .. Deuraffi oltrà ciò apparecchiare vna, beuanda r
prendendo fàntonico,abrotano^riffagìney e camepiteos,oncie quattro per
'yna,gentiana,mirra,opopanace,efua raike,ana onde due,conmexa ori
eia di%uccaro,& alquanto diruta,delle quali cofe in fottiliffima polite ri
dotto infìeme,fi dar an due cucchiari cotti in vino vecchio, con fugo di
ptifana,doue fa cotto tiAchio,aggiuntiui ancora due cucchiari di farina,
di orobhcontinouando per none giorni ;poi meffoui interuallo dvnafetti
mana,per fargli riprendere for%a\fi potrà di nono ripigliare l'ijìeffa beua
da, e. cofìhon cefi are- fin chenonfia ridotto à quelloììato,chefidifidera ..
q Totraffi ben vtilmente in quei giorni di- me%p , dar' a. bocconi, farina di
frumento impaflata con.latte,cibandolofol difemola,& di paglia, vie—
tandogU l'or7^p,e l'herba verde,fin che incominci à/riftorarfì. Il Crefcen-
^e'I Bluffo chiamano fcalmatur a quella infermità,che Àiffecca l interio Scalmani;
r.a del cauallo,e gli.maccrail corpo,e fa putire lo slerco ,piu, chefefuf- ra quale
fé d'huomo,delquale fi fogliano internamente generare certi vermic doli In'erm"a
che molto l'annoiano; e noi fanno ingrafi are,ne prendere. carne,onde egli cura,
diuentaeflenuato,e fecco come vn legno, e con vna continouafeteffeffo ne
viene a patire ancora febbre; il quale vitio certamente procede ò da lun-
ga fame,o da, molti affanni, che fouerchiàméte hanno rifcaldato,e disfa-t
E to il fegato yperò bifogna primieramente mollificargli il ventre con eli-
cere fatto di decottione colata dell' herbe violarla ,. parìetaria (ò come
dicono,panatara) e malua,e crufea d'orbo >aon difeiorui dapoi caffìafiflo,
la, e hùiiro in buona quantità di pari pefo ■■. II. \ufio aggiunge alla de-
cottione branca Orfina,fcarola,lattuca,pimpinella,portulaca , e^ajfa-
rano , ilquale Clistere caldo quanto più fi potrà tenere dallo animale,
tanto più gioùeuole gli farà,per humettare le intefkina,che n'ha bifogno..
'Poi col corno due,otre volte piano gli fi dia vn heueraggio ditorli, ciò è
rofjì d'voiia y cotti con olio violato y e dibattuti con buon vino 'bian-
co'
r^o DELL yt<jL0 1^1 jl
co .' Tuo/fi ancora curar in altro modo , chef giumento fi metta foto nel- -
la slalla , e per due y ò tre dì non glifi dia à mangiare ynè à bere;poiglifi
metta d aitanti lardo , ò carne di Torco falatayche sì per la fa meye sì per
lo falfume volentieri ne mangierà : indi incontanente gli fìa dato à bere
quanto egli vorrà di acqua tepiday douefia mej colata competentemente
farina d'orbo > efin'à tanto y che voti il ventre > farà ben caualcarlo vn
foco . Fra tutte l'altre co fé che gli fi pofiono dare in cibo y il pia ficuro
farà dargliyprima che be iaydue volte il giorno grano ben mondo > e cotto
con vnpoco di falene di lardoy& afciutto al Sole , ò in altro modo ; per-
che tal grano è di gran nudnmentoye rifày£r ingraffa il C amilo mirabil-
mente^ puotefi ancor vfare contra la t offe: fi come per l'vno , e per l'ai- p
troye contra i vermini altresì vtiliffima fi dice effere la cameye la decot
tione di vnferpeytolta la codayelcapo . Ouefii ordini il Bjtfio approuait
doyfoggiunge la Scolmatura effere incura bile quando i peli cominciano
à cadere : però bifogna tosìo rimediar eye fecondo il fio parere > farà oca
fatto y che dalla vena del collo fi e auif angue y poiy mejìo il giumento in
luogofrefcOfglifi dia à mangiare di bora in bora alcun herb aggio y fu l
qualfia lanotte caduta la rugiada ; e con debiti interualli fi torni pura
trar del f angue altre fi ateyvn poco per volta;perche t al f angue pofio nel
le fcodellefi vedrà diuentare in colore di offrano . Giouali anco affai à
lafciarlopafcere àfua voglia mattino e fera in luogo ydouefia abbondan G
^a digramigna^accioche confortandofi la naturayvengaàridur il calo-
renel proprio fio temperamento . M.Tier \Andrea curauagli Scalma-
ti con clifleri di fiondi di violeymel violatOy e raffi d'voua: e con beuero ■
ni d'acqua bollita con Brenno , efeuo di Caprone: dando loro à mangia-
re rnisìo col Brenno or?o cottoye fiato adfereno. Questo male di eftrema
magrexja i Gieci chiamano Echedermiaye Coriagine i Latini : perche il
cuoio fi vien talmente à rislingere con le cofte,e con l'altra offay che non
fé ne può fi> ic are per molte > che con le dita fi faccia forxa-.e l'animale no
Mali che riceHe '^e^ 'alimento profitto alcuno.Il che Vegetio dice no foler auuenire
resultano mai fen^a febbre jpeflo produrre alcune minute abbotature per la
dalla ical- perfona;e curarfi in quello modo ych e quelle infiagioni > chefuffe vfeite
matura Io jliQrl ^ fifregbino con fa[e } e thimo triti , e difciolti in vino roffo ; Voi
fai oltracciò fi freghi tutto con mislura di pece > gomma > cauiale polue
d'incenfoye cera ddegnateye cotte in olio vecchio.Spche pocogiouano gli
-pnguétidifuoriyfe'l male non è intrinfec amente ancor curato, conuerrà
dargli per bocca vna cotila di odorifero vino vecchio y con vn ciato de
olio verde y me?a oncia di mirra , e trenta granella di pepe bianco mi-
He infiemeiò con tanto vim3& olio metter , peHifkfcietti di ruta verde
e del-
i>EL C jt v J- LLO, LlB.Vlt. $6i
jl e deWopopanace hennetto. ^Alcuni vfano dare à bere [angue diTorcbet*
ta mi/io con vino;ma egli è di parerebbe quanto più (angue vi fi aduna,
più periglio fo diuenga il inde : pero più fu ara afferma e/sere tal bevan-
da che ogni dì con vna cotila di y ino fi diane tre pjicie di mislura di cipol
le Germane , efemen^a di ruta trita infieme . Egli dice venire fi fktto
male per troppo freddo,o per isfon^ameuto di. qualche necejfità . Telago- Siccità di
niofcriue,che tal fece ita di pelle alimene quando il Giumento è slato lun- Pe"e«
gamente battuto dal Sole ardente,e poterfi rimediarci vngendogli bene
il corpo, e maffi'uameute il capo con olio di ruta , è rofato : poi quando la
cuticagna bara be?ie imbeuuto quel liquore , gli fi dia calda vna beuan-
B dafhtta di paslinacbe,draganti,ruta faluatica,mentafiro,apio,meliloto
& affentio di egual mi fura pesle infieme,e bollite in acqua.T eonneflo Io-
diche con decottione di lauro calda fi fument ino le jp alle , poi con vino,
& olio tutta la perfona fi freghi al Sole, quando è più caldo, e per ogni
banda fi tiri la pelle in fuori. E perche egli dice apprender fi quefio vitio
quando V animale fidante nel far dell opere , fi è lafciato raffreddare ; ò
quando difotto alpe fola pioggia l bara bagnato : ci eforta adoferuare
con diligenza , che quando i Giumenti ritornano dalle fatiche ; mentre
fon caldi y & anhelanti,fiano sbruffati con vino, & af cingati, buttando
loro in canna boconi di afìungia ; ls[è mai fidati , o rifcaldati > che fi a-
* no,fi pongano in luogo freddo , ò vento fo \percioche (come il Crefcenxo
fcriue) pub di leggiero auuenime il morbo , che da lui è chiamato Infe- Infeftuto
fiuto , da Cjiordan ]{uffo Infufìito , e dal ?\ufio Infusi >■ co , che attraile i ° Infiliti-
iierui,e fa languide le membra in maniera,chc reflaimpedito ileamina- t0 '.l (-
re ;e tal volt a induce tumore,che slira il cuoio fi fkttamente,che appena e cura <jj
fi può con le ditaflringere; e tal volta fh loro lagrimare gli occhi . 1<{el effo .
qualcafovuole , che incontanente fi metta il Cauallo in luogo caldo , e
poi difotto il ventre glifi pongano in terra alcune pietre vi :e infocate,e
due perfone tenendo vugroflo , & ampio panno dilana difiefo con ambe
j) le manifopra ilCauallo: vn'altro butti acqua calda sii quelle pietre, ac-
etiche quella fumofità comprenda tutto l u animale, el riduca àfudore:
*A II bora cofi fudato sinuolgerà, e flringerà con quel panno, e filafcie-
raflare:pofcia vuole, che gli fi ano fi- egate le gambe con butiro, ò con di-
althea,ò con olio,ò con altro vntuofo liquor caldetto : ò che glifiano ba-
gnate con decottione fatta di paglia digrmo, di refìe d'agli, di cenere, e
di maina : continouando ciòfpefio il giorno , e tenendolo fempr e in luogo
caldo , con dargli parimente caldi cibià mangiare , finche fi a ritornato
alprimo flato difanità . Il B^iifio dice, che quefìa decottione tepida glifi
dia col mangiar e} finche eiguarifea . Ter ifebiuare adunque tanti mali
Tif^ perni-
^6i 1) E L L ^£ G L 0 B^I JL
perniciofi ; che per la poca diligenza, del curatore poffono fouragiungere £
al ìiojìro nobile animale , bifogna quelpreccttofoura ogni altro ritenere
itene in memoria , che d.a vn grande affannone calore non è dafkrfi reperì
finamente , ma à pò eoa poco prendere il refrigerio) e'I ripofo : come già
vn' altra volta ho ricordato ..È fé necejfario par effe , dopò l'affanno affai
gioueria(come Vegetio dicejnel tempo dell' eflate sbruffargli nelle narici
& in tutta la fàccia alquanto di pofca(cioè. d'acqua mescolata con aceto)
aggiuntola vn poco di pulegio trito , e per bocca dargli alquante voua'
dibattute con vna hemina di buon vino, E/fendo verno sbruffargli Murici
(che è acqua mifla cofale)e dargli beuada di vino,& olio tepido,laqual
beuanda di efiat e ancor a farebbe opportuna à.fhrft fredda,facendo, che £•'
in vna hemina di vino fu fiero due. onde di olio ; douendo, effere tre nel
Cauallo verno. Hieroclè dice,che quando veggiamo il cauallo per lungo viaggio
reftato ac o corfo restar' accefo, debbiamo buttargli in cana palle di affungia vec-
ceio per dna di Torco , difciolte in odorifero vino vecchio, e per làfìniHra nari-
uiaSgio o sfrondi di cauoli , e di apio parimente difciolte in vino : ò dargli à bere ■
corfo . con acqua melata fé mi dipetrofcmolo,fefeli,abrotano,fquinanto,epajli l
nacefelueslre di eguai mi fura ben pesle infieme . Oltfà cio\prefe vnfh- -
feieto d'hifìopo,due onde dipignoli,due di draganti,e due di marrubio pe ■
£ìi>.& incorporati in vna hemina di latte di capra ,fe ne. potrà, ogni di
far bere vna libra con vino , e>T olio , ò fé faremo. bollir e piedi d'agnello '
C0..coriandri,& aneto vecchio ,e poipefleremo bene i coriandri verdine gli •
incorporammo confìggali d orzo,e grafìa di e apr asolando con la decot-
tionepgni co fa infieme: potremo per tre. di darne a bere à Caualli, che ha )
Cauallo. patito gran e aldo, ò grande affanno . ^Affirto ancora ben faggiamente ci
fianco . . ammonifce,che quando il cauallo ritorna fi stanco , e fidato dal camino »
che batte i fianchi, efofpirando anhela,e f china il cibo , fi faccia per vn ■
horapofare ,poi gli fi mettano inbocca fiondidi canne, ò gramigna,
yerde ò latuche br piate d'aceto per rinfrefcarlo dei-gran calore-.pofda
meffo dalla fera à macerare in acqua vnfeslario dìpignuoli con vna ori- Hi
da di. xaffrano , & vn' altra di Draganti, ilmattin vegnente ogni cofa
minutamente fi triti in difparte;indi miste infieme, vi fi aggiunga vnfe •
starlo di vin perfetto,e tre. onde di fugo di portulaca, e temperate co ac- -
- " del ■elua freddà'ychefta à bastanza, fé ne dia per tre giorni beuada,p are amen ■
laftan- te y fan do l'orbo. 1 .fegni della Stanchezza egli dice effere questi , chel
<hezza . Cauallo non può star in piedi , , ma trema , ha gli occhi , cauati, il colla >
duro,& incordato,e tiene il. capo baffo,che fé lo flimoli,l 'alza alquanto-) ,
ma fubito pofeià il china : però conuiene , ch'egli fìafpruzj^to di ui- -
no ) & olio tepido^ dopòl'yntione sfregato bene, poi copiofamente U-> -
uatQj
per
DEL CjtVJ.lia, US. VII.
Jjt Mdto con acqua calda & afciugatodndi couerto di drappo fiapojlo in ac*
concia ftalla,e con delicato e buon letto fiotto > e prefa la lingua gli fi pie-
ciano Jpeffo inghiottire pezjetti lunghi di farina fattile incorporata coh
'odorifero vino : e tal volta gli fi butti per lo nafo alquanto di ■goffrano
difciolto in ac'aua : ilche non dee rincrefcerci difhreognifiata^ che veg-
giamo il e audio per lungo viaggio > ò co) forimzfo fianco . E principal-
^ente quando il veggi amo tirarle batter i fianchi , 0 nelpolmone haue-
' re qualche altra deb^lei^xa^e diueUtar m tgro . dice efier bene , che per lo
■ nafo facciamo buttare con due onde di olio, e quattro di vino due dram-
me di vna copofitione,chc cotienedue oncie,di zaffranoytre di pepe>qudfr-
2? frodi melerei d 'iride pes~la,e criueìlata'; quindici divuapiffa, canati i
fiocinilo vinacciuoli^ altrettanti di pignnolifcor^atida qual compUfi-
•tione Teonneflo approua per tutte quelle infermità , che vengono afeofey
dicendo e/fere si dt aprimieramente da armeni inuentata , e da lui per
•lunghe ejperienrre verificata . Diferifcefolamentè nella mifura del vino
di cui pone due libbre,& altri dell' V uà p afa, e de i pinocchi mettono lib-
bre cinque per co fa. Oltre a ciò, quando per le dette cagioni di lunghe
fatiche vede (fimo il cauallo filar pien di vento y debbiamo perfette dì dar ^zlì
glia bere del vino temperato con acqua di egual mifura. Ma fé tir affé i iitanchez
fianchile gli hauejfe tefiynon è dadarfi vinoybasìando che fé infette onde za.
*" è me-ra di acquafdifciolta vna dramma di %afifrano,glifi butti per la fini
ftra narice. Oltre à ciò per leuar via ognijlanche^a, & ogni doglia , or-
dina vn ceroto conpeceygommaye cerayondenoue e mè^a per cofa\gaì-
banoiopoponaccyjloraceye bdellioyana oncie,me%a,mifle,& menate injìè
me; la qual compofitione dileguando fi con olio ciprinoydoè di ligujìro , di
ce efiere contra i raffreddamenti de gli huomini efficace , fi ■come ancora
ne gli huomini dice hauer adoperato quéfio altro vtili'sftmo a'cdualliycbe
fi pigliano otto onde di cera , e bagnatala con olio di ligufiro , fi remeni.y
finche fia fatta fonile come "vna foglia, e cofifi lafcijìare al Sole con due
fy oncie,e me^a di detto olio} finche l'imbeua tutto ; poi vi fi aggiunge vna
libbra d'armoniaco pejlo con altrettanto aceto biancòyèforte,& ogni ri-
fa s'incorpori beneinfieme!K[on meno ancora dice valére contra le F ietto p[en0!ez-
le^e , ò doglie co fi humane ; come caualline ; Che fi prenda vna libbra te , e do-
di a/fungio,& vn'altra di gomma,ò ragia(come dicono)colofonia,& ot glie come
1 0 uncie di cera,con vna di certi fa,ò biacca; lequali fi facciano macerare curin(?*
neW acqua infieme , in vn vafe di terra nnouocvn giorno , & vna notte y
poi colatane l'acqua, e trita la ceru fa ben minuta > vi fi aggiunga me-
%p ciato di mele , e mefcoìando fi muoua tanto col pefldlo > che ogni
sofà venga ridottati perfezione di vn ceroto ì pofeia prendendo l'olia
2v(X a cotl
conia manoyfi rifolua,e parte nette tempie, pàrfie nel federe dell'anima- E
le fé ne fàccia pene . Vale etirndio a ^creare le parti deboli , e corrobo-
rare leforyc , quella Lipara , cheTclmatica è appellatala qual confitte
in bitume,e cedro di pari bolliti infume . Vn' altra per lo mede/imo ef-
fetto fi compone con yna libbra di ceni fa, eme^a di litargirio trite, e
quattro enei e di olio ir mo cai yn fefls.rio di aceto: le qnaicofe ,mefcola\-
toui elio cemmune:& yino,tantofi menino con yna mefcola, che tutto
diuenuto jpejjcifi pojfa applicare in linimento ; e questo dicono ancor po-
Cauallori terfi nello feorticato , e ncll'ylcere tenere adoperare. Telagonio ferine ,
Coluto del c!:e t albera yn Cav.allo perfhme,òperittanthe7^afi trov.a quafi rifolu-
le «nebra te delle membra, che non fé ne piò prendere in modo alcuno : e benché^
chezza . * ^ cagioni di tal delele7gaf1a.no div.erfe , tutta yia gli indicif il pia del-
le y olte fon fomlglianti ; onde fi caufa errore nel curargli; però bifogna
con diligenza flar'auuertito , per cieche qi-.mdo l 'animale china la te-
tta à terra , con yn continouo anfare , òfcfpirare : èfegno di febbre, ò di
laflezza dolori. Quando non può tener fi in pitd^ma cade affatto, dinota laffeT^
cagionata ^a cagionata da lunga fatica , ò da gran caldo ; e cofi douendofi rittora-
£ • lun£a re le jor%e,narra e fere piacciuto à Ceifo , che fi fàccia aflener dal berey
tanto che gli yenga yna fete grand 'iffima,e qua fi intolerabile,& all'ho-
ra fi meni all'acqua fredda,& yifi lafci fare per yn'hora,cìf egli certa-
méte métterà mirabile refrigerio,egagliardia.Secondo Floro gioua dar
gli col corno le fr ondi dell' Olmo pette in yino:ma egli loda à dare farina
d'orbo, odi fromento con acqua fredda, otre y oua dileguate con olby
piilegio,& acqua temperatata d'aceto. filtrigli mettono in bocca yn'vo
no crudo a digiuno, e 7 dì feguente per lo nafo gli buttano (piche d'vlpicoy
v a" aglio petti in vino: e cefi tolto il languore,e fca celati i yit^,le forre fi
yégonoà rittor are. filtri yfano à dar per boccayna de cottione fatta con
•fugo di fien Greco,chefia colato per tela ?ietta,appioìrnta)ineliloto,& hi
fopo: ynfkfcetto per yno bolliti in fteme. Jlltri fan cuocere Itene infieme
tre fai eletti dapio,e tre di porr i^ tre di cancli,con trenta bacche di lan-
ro,dodici libbre di farina d'orbo, e quattro di carne di porco , poi yiag-
k giungono due onde di opopanace , e due dipepe,co ynfeflario e me%o ài
mele, e'I danno à bere per ricuperare le forile 'dell'animale. I Greci chia>-
Hippoco mano Hippocopi quelli medie ameti,chc fono appropriati à Iettare la Fiat
h fìachcz d^ZK* <& ' $&àrf£>$" yno ne copongono con cera,mele,rame nero,e pi%
zade'Ca- 'hagine>o marchettare quai co fé fi menano tanto infìemeycbe prendano
calli. color yermiglio\pofcia aggiunto/ti aceto,ne danno alqitato,& affermarlo
anco àgli hnomini efsere appr opr iato. Z/n' altro ne fanno prendendo cer-
rayirmoniaco > bacche di laure, gomma dura > & o Ho lifcim > cioè dà-
ttilU-
2)£f CjÌVJLLÒ, LI B. Vìi. :$6s
U fallato per fé Beffo dalle oliue,e non tortiuojibbra vnapercofa: opopa-
nace e bdellio,ana libre duey magiorana libbre quattro , termentina, &
olio ciprino,ana libbra me^a mannàie peperino, oncia vna co due di nino
vecchio; e con quello a fermano lena;- fi via ogni doglióse laffitudine. Vrì
altro fé ne defcriue da Hierocle con opopanace,gdlbàni caHoreo, armo-
niacOyeuforbio,pilatro,mirrayponfoligey e ter mentina , onde quattro per
vno,tnaggiorana,c midolla di cerm->ani libbra mera i cinque di cera, e
dieci diolio II mede/imo Ruttore per Caualle fcaldato fouerchiamente
per importune faticheyloda a mettergli in canna bocconi d'affungia uec-
. hiadiporcoybignata in odorifero vino vecchio : e con affungia altresì >
B & Vino tepido vngergli la fchiena,e'l capo. E fé per tale fiancherà fi
fojfe venuto a febbre ardente : ordina, che fi prenda vnfetlario di latte
di capra, con draganti,aro gallico,pigniioli, marrubbio,ana onde due;t
tal misura fi die per bocca con olio , & vino \ onero prendafifugo d'or-
,%ata,feuo dicapra,& vn quarto d'agnello, e fatti cuocere con coriandro
verde ben pejìo,et aneto vecchio; di quel liquore colato fi dia per tre gior
ni beuanda. (j '.oua pur dare per la fini/Ira narice le cime dell'apio , e del-
la braffica pesle in viuo .*Altripeflanofeme di petrofemolo, dauco,fefeli
Cjallico,abrotano,e gimeo odorato di pari mifura , egli danno a bere con
\ acqua melata. Vegetìo afferma la fiancherà foler dimoflrare i mede-
fimi fegni,che fi fogliono vedere della febbreycon gli occhi concauiylagrì
mofiye fanguigniyorecchie flaccideyanhclito fyeffoye foiyirofo; fkflidio del
fieno;egraue7^a di tutto il corpo ,fi chele gambe di ct>è£fò paionlegate
e quelle dinanzi fi portano come rotte. .A quello egli dice douerfi buttar
in cannapane macerato nel vino o con vino disiemperati liquori d'uoua,
perciò che'l refrigerio dell' vouo accrefee molta viriate al vino , fi come
il vino al pane ^emettergli ancor dauanti delle ìattuche , o delle grami-
gne ben lauate , e tritate , e principalmente per tre dì continouargli la
beuanda fatta con fughi d'orbata, e di vua paffa, olio rofatGy& voua:
£ ma prima conmene dargli or^ofecco, ,'e / "corticato : effendo regola prin-
cipale, che'l cauallo coflretto à faticarfi oltra la fuà pojfan^a , & af-
fi accato;è da foftentarfi leggiermente con poco orxo,e molto fieno: an^i
molti vogliono , che infino al ter%p dì fi attenga dall'orbo affatto .
Vn' altra beuanda egli narra effere fiata da *A flirto ordinata, laqual con
tiene vn' oncia d'hiffopo , vna d'abrotano ,fei di maggiorana , detta al -
trimentifanfuco : vna libbra di fien greco ,due difemen^a di lino. Que-
fie cofe pefìe infieme e criuellate ; fi mettano a cuocere in vn caldaio
nuouo , confeifeflari d'acqua , e noue fichi doppi : indi bollendo feema-
tafi l'acqua della mità,fifj>rema il liquore delrìmanente,& aggiuntila
KK 3 tr<t
^66 XD E L L ^ G l 0 7^1 à
trefefiari di vino vecchio, me?o di mele , & vna dramma di pepe trito, g
fi facciano ribollire >&■ poi fé ne- dia à bere alquanto caldo per molti gior-
ni* tsfuuertendo, che a gli animali ammalati per isfovrantento , e per
iftanche^a, fi carne è digrandiffimo gìoitamento a cauar fangue , cofi
in n'um modo è da trarfi ne i principif,confisìendo la latitudine ne imu-
fcoli,e neruÌ,non nelle vene, lequaliritrouandofi vote di [angue-, vereb-
beno quelle parti taffe maggiormente àdifec e arfijumminiftr ondo loro il
fangue la necefiaria hu7nidità,molle7^a,efofientamento,Ma è da afyet-
tarfi almeno ilterT^o giorno del loro ripofo. IS^è meno è da auuertire >
chea' Giumenti infermi per fiacchezza non fono da fai 'afì 'a; fi le parti di
dietro: acciche elle non fi indeboliffero totalmente: ma fi le vene par- F
ranno enfiatene gli Riachi , e piene dhumore ,fipotrà dalle corone de*
piedi cauar il pingue* Benconuerrà del'contino-uoconolioy& vino tepi-
di vngerli leff>allc,e le gambe, e diligentemente fregarlo tuttOy facendo-
lo fi are in luogo caldo,e bene agiato, con atto letto- di paglia, àdileta-
, r mefècco^ dilicato , ouepoffa pio far fi, e ricrear fi: taquaì cofa ragione-
Principal uolmentefù &a dumeto. appro.iata,quand'afcriJfe che in tutte le infermi
rimedio a t adequali vengono da HanebeTga, il 'principat rimedio è il ripofo ; lo-
ia, tìan- dando, eh e fi faccia fpeffò bere al Giumento buona quantità d'olio, odi
2Zi * graffò dilegato con vino : e checon olio caldo ò pur con graffò- gl'i fan
fregate te rene,ei lombi* Hora è da faperfi,che a quefia perlifera debo-
lez^ail Canotto incorre non folamente ( come dip-roffimo habbiam det-
to ) Quando egli è aHretto a fkr più di quello , che t fuo naturai potere
comporti; dal che quafi innumerabile febiera di morbiper ogni parte
della perfona Fegetio accortamente dimostra foler procedere ye quel tra
gli altri vniuerfale, che gli disfà le congiunture di tutte le membra, e
guaHa la difpofition de gfinteriorirma vi incorre etiandio per lo contra-
Octa lux rl° eftrem<>> quando egli è tenuto gran tepo in ocitTy* ilquale parimente di
gè, cagio- infiniti mali è cagione: effendo fi giàper lunghe efperien^e veduto,^ ve-
ne di mol dendofi tutto il giorno, che ogni lodato Cauallo fi viene à perdere nel ri- f$
uuH ' a f0fì:&"veriJfimo èqv.ello,che volgarméte fifuole dire, che più fon quelli
Caualliicbe fi 'guafìano nette flalle, che quei,cbe patifeono alle campagne:
conciofia cofa,che quanto più, il cauallo è gagliardo,e genero fo, tanto peg
giofbpporta di effer lungamente trattenuto alta \afiella, defiderado per
fuanatura difeorrere ,e f atteggiar e . Questo fi legge hauer bene offer-
ito tingegnofhy & valorofo Rj Sumone , ilquale affediato da *Antigo-
no in vn Cafletto,e non hauédo luoghi fpatiofida esercitare i fuoi caual-
li,accioche cofiflando non haiieffero prefo tanguore,pigritia, & altri vi-
'tij)Come auuienej hebbe cura di fare appendere co le funi alquantetauo-
k
2>££ C AVVILO, LIB- VAI. ^y
jl te a trauerfo per di /otto Upetto loro > le quali poi focena aliare in tal
modoycbe i Cauallicon la parte dinanzi fi folleuauano alquanto dalla ter
raja quale effi sforxandofi dì toccare^ non poffendo; veniuano in que-
gli sforzi ad efieuitarfi i on tutto il corpo*)®- a fidarne , E di mesliero
adunque fcbe ' l (amilo fi tenga effer citato, e che fi caualcbijpejfo con di-
rittiye torti corfi per montate^eper difcefeycome ?iell: altro libro s'è dimo. £fl"ercjt;
firato:Ma non mancherò tutta via di ricordare vn' altra voltaycbe ogni dee faru"
effercitio è dafarfi con auuertew%a,e difcrettioneynon con vn certo impe c° au uer-
to infanoye temerario: con cbefogliono traiuigliarli gl'inconfiderati y &• len2a-
vanifiafferiyi quali in abfen^a de i lor padroni contendendo con i compa
B. gniygli fanno correre ^ fidare fen^a mifuraye conperuerfa impa rietina
non folo con le bacchette , ma con gli /proni attrocemente gli battono , e
non gli lafciano rifiatareyfi ebe mifer amente indebolifcono loro le for%e>
e corrompono ogni buona difcìplinaye cofiumeyche haueffero mai appi?-
fa. grandemente fi yeggiono ancora in ciò peccare i cottovi ignoranti)
efcioccbi,& altri gialloni mal'efi>ertiy€ prefontuofi, i quali facendo poco
conto di queiycbefannoye non curando fi di faperepiu oltre vengono con
l et àà ere fere nella loro ignoranza^ immodes~tia.lAlche l'accorto Si-
gìioredeurà mirareynon confidando ifiwiCauaUiad altre mani, che de
huomini amoreuoliye difcrettiye chefappiano maneggiarli^ conofeano ì
■ mali y che da sì iniqui trattamenti prouengono . E ben che in ogni tempo
conuengaycbe fejfercitiofia moderatoypur hi quelle slagioniycbe ordina-
riamente fon troppo calde , ò troppo fredde : bifogna con più diligenza
fuggirgli efìremi:perchefe'lCauallo ne i giorni e$lini(maffimaméte da
me%p Luglio al fin d'\Agos~lo) fi farà faticare alla difi>eratay facilmente
egli fi potrà diffeccare di dentro ,e fcalmanare come fi dice; douédofì^ a-
l bora più toflo tenere in fi efebi luogbi confrefchì cibi; che aggìongere al
taldo l'ajfannoye la BancheTga : Tarimente fé nell ajpre^a del verm
(come farebbe il Decembrey& il gennaio) egli fi fkceffe molto affanna-
P reyfcaldandofiy efudandoydi leggiero piglierebhe qualche graueye perni
ciofo I\affred amento: e per quefia cagione ancora il trauagliar della fera Ra"TCa—
non è lodeuole;perciocbe alla fatica^ alfudorefoprauenendo il freddo come fi
naturale della notte fi come all' bora farla fopraprefo da quello della fìa generi.
gione(e non potendo fi basleuolmente afeiugarey verrebbe àraffredar fi:
oltre che nongli fi potrebbe dare la biada fecondo ilfolitOy perle ragio-
niycbe già difoprafi fon dette . Jl (faualcare dunque della mattina nelle Caualca-
due altre ftagionipiu temperate;è il pia vtiley & opportuno per tutti i pj^U0D?
rifletti. Mafempre è da hauerficura , che alle fatiche ordinartelo mag- pontino.
giormente all'ingiurie de gli Jìraor -dinarij sforyamentiyno feguafo non fi
VK 4 «£&mZ
568 DEL LA G L 0 \l U
aggiunga, la negligenza del governo :T ero rimenldofi il cduallo dall' ef- £
fercitio, deuràil (furatore con vnfkfcio di paglia , ò di fieno fecole netto
forbirgli^ fregarli tutto il corpo-, e più diligentemente i piedi, e'I ventre
rasciugando con molta cura ifttdori,& ogni altra h'.imidùà,non toglìen
dogli fubitamentc la fella ; ma facendolo fotto quella dislacciata , & al-
quanto aUargatayrefyigerareye raccorre il fiato,e le forze fue: Tofcia le
•uandola è da fhrfi paleggiare pian piano,couerto di qualche panno, in-^
fino à tanto che l calore,e'lfndorefiafuaporato, è gito via,primacbe fi
leghi alla mangiatoia:e poi che fi vedrà asciugatole ridotto pofatamen-
te all' efiere fuo > col debito iute mallo gli fi potrà dare mia particella di
fyada e menarlo a bere,aUettaadolo col fi fcb io per farlo bere più volon- & '
tieridndi rimcnato à la flalla dargli più largamente il cibo fuo. Vera-
Alla con- "mente fi come(fecondo la diuinafente ira) non nel pane foloviue l'huo-
fermtio- moccoli io poffo direbbe non la diligenza fola dei cibi importa alla con-
ne ,.^,(ra feruatione de iCaualli; ma gli altr'r.tratt amenti ancora fono con molta.
fi ricerche diligenza daofieri'.arfi, cbe appartengono alla loro conditioneide iqua-
ohra ilei li non è da ^ar fi à molta confidenza de i fer nidori > cbe per la più parte
b°* nonfolo wn riguardano, ne riparano al damo del loro padrone : ma per
anuentur'a fé ne rallegrano altresì>& vi fi ingegnano àfommo iludio: e
cofi auuiene q.iel cbeleggiadr -amente racconta Cfellio,che vn certo gen-
tilbuomo grafìa di perfon.t, battendo macilento il fuo Cauallo, & addi-
mandato della cagione,rifpofc no douereffere maraviglia, s 'egliflefie di
miglior 'babito,cbe 7 e auallo : perciò ch'egli fi gouemaua per fé medefi-
mo,mail cauallo era gouemato dal feruidore;& aquefio propofito an-
cora fanno quei notabili detti divnTerfiano , e di vn*altroLibio,cbe da
sArìfìotehfi raccontano,cbe quesli addimad andò. Qual letame fuffe mi
gliore per li capifrijpofe effer quello, cbe vi lafciafiero i piedi delpadro-
Occhio nere quegli ricbieflo.Qual cofapiu giouaffe ad ingraffare vn e auallo? di f
del Padro j-e i'0CC\ylQ del padrone . Vera vtiliffvna cofafia , cheH padrone fi truoirì
fere il Ca JPefl° prefente nell'opere necefiarie al fuo caualloycome riddargli à bere,
vallo, e£" à mangiare nel Brio nettare, firigliare.epo ne in ordine, cbe già non- "
altro fignificaua quell'aureo detto di fiatone, chela fronte è migliore de
£occipitio,cuii della parte deretana della tefìa , fé non cbe mal vanno le
co fé della e afa -.quando il padrone ha volte le fp alle. £t a queHo effetto fi
todada Senofaite,cbe la Stalla fia edificata nel Palagio in talftto,cbe't
Signóre frequent'fjtmamente venga ad baner dauanti agli occhi ifuoì
(auailr.tra i quali (benché moltijjimi ne pofjìeda) non potendo effere,cbe
alcuni non ne babbia più cari di tutti gli altri ;ò per valore: ò per beller-
%a;òper certo efiequio naturale:queHi; ferine il Carne rario,cbe bifogn*
tsnsm
B
<1)EL C \A V jiLLO Li*: VII. \69
tenerfi con quella curaye guardiaycon che fi tengono le moglierr.èbefrco
me i manteche molto le amano yfknno bene à non mandarle tra le Rra-
niere congregationì de' conuki;e delle fefle: perche fempre fé ne ritorna,
no con openioniye coRumi nuoui: cofi quando vno ha trouato vn cauallo ,
fecondoyil fuo difìoyfe mallo preRa ad altri , tenga per certo > che o poco
piuyh poco meno > ma cangiato certamente in qualche e ofa gli tornerà
fempre peggio re . Et infomma<ifipuo dir questo con verità, che'l Signor
che vfa negligenza nel fuo Cauallo , è negligente ancora di fé mede fino
poiché fi vede manifefiamente,chel Cauallo nei pencoli prende la per-
fona del padrone,come in depofito da rendere fedelmente. Terò il veder-
lo jpejfo oltre che apporta quefla grande vtilitàych'egli non viene ad effe-
re defraudato de inecefìarij fuoi gouerni : gioua ancora mirabilmente y
che l'vn prenda la conofcen%a dell' altro:onde viene à nafceretal' amore 1 ..
che reca diletto infinitOy<& incredibile vtilità negli accidenti, fi diligèn mo feuc
te padrone adunque deurà entrare Jb effe nella fua Ralla : & auuertire effsr fatta
perlaprimiera cofa (come Vegetw ciammonife) che'lfuolo diquelLty c cotriego
majfimamente doue dimorano iCaualliypenda alquanto indietro-, e fi a di uernata*
tauoleynon di legni fragiliycome ffefjo per imperiti a,o negligenza fìfuol
fhre,ma fatto di buona , e forte rouere y per cloche queRafpecie di legna-
me indura Vvnghie deWanimale^non altrimentiychefcfo. E che babbia
poi la fua fo falche riceua l'orina col fuo condotto di folto: affine chef ori
na non rigorghi>e i tocchi i piedi . Ordinandole ogni dì fi caccino dalla.
Ralla tutti glifìrami humidi , ei letami: i quali fono da raccorfi in di-
parte in vno luogo -.perche ognihumore > chetenefe bagnate Vvnghie
dell animale offenderebbe ; oltre che lo Re; co latto (come di ce Varro-
ne)ad abrncciarle . Il perche ordina Cohmeìla, che la falla fìa in luogo
<afciuttOylaRricata d'afe di T{ouere , fu cer.dofifpeffojpa^are ilfv.oloye
per di foura gittarui paglia . Tarimente Cjioachirm Camerario dice^cht
ta Ralla fìa netta, epolita , con efferui ogni cofa refettatà al luogo fuo
non àhrimentiyche fi fa delle (amerete fate proprie jperche nenfolo èdù-
letteuole à vedere,e commenda molto la diligenza , 4 lagentilexTa del
padronerma conferita etiandio->& accrefee la fallita de gli animali: to-r
gliendofi quelle muffe>e quei fetori, che fàcilmente vitiano il lo fariheli-
to-.oltre che tutte le cofefqu alide corrompono Varia , deuepoi maggio-
ri mali fon da temer fi. ft veramente è gran vergogna a tenere vna Rat-
ta ditalmanierayche chi vi entrain affèn^a de i cauaUiyfìimanon caual
U,ma Torci iui tener fi. E poiché à quefla mentionefì è cadutegli gran- ^aua^?
demente è da guardarfiy che in tu ogo doue Ranno Torci , mai nonfifac- jou c ga n
sia il e mallo Hare } né pur fermare iui da frejlo : efiendo odiofjifime al no Porci •
genere
570 h £ L L U G LO \1 *A. !
genere Cauallino tutte le cofe 7orcineysì ilgrunnitoy sì l'balitoye sì il fé- £. .
Porcino tore;difcemendo ancora in quefla parte la iHefìa l^atura vngencroftf-
ftercoap-yjwo animaleyda va viliffimo , &• ignauo . Oltre "che fé l Cauallo veniffe
U3.1U lQo~Per àifauentura à mangiar lo Herco porcino in qualche modo , dicono
me a nco che gli Viene [libito vnapeflden xay che bi fogna viuoy e morto fepararlo
delle galli dagli altri . Sono all'incontro alcuni (come Columellafafede) che nelle
nc * Halle fan nudrire alcuni (aproniy con dir > che il loro odore faccia Varici
falutifera a' Canalliye gioia à [cacciare alcuni mali. Ma quello ancora è
daauuertirfiy che nelle Halle non fi facciano mai accoflare (jdline y le
quali volentieri [olendo [eguitar le reliquie della biaday fpejfo nelle man
giatoie la[cìano delle piumeye de gli fter chi humidiyche poi inghiottendo &
fi da i Caualliylor apportano gran pericolo iqueHi al ventrey& à la vefi-
Cura per cay(jUeHea{iag0la y n cj?e quando per difauentura aimenuto fuffey il rir
che hab- "medio per la pi'uma(fecondo il B^'fio)farà queHoyche il Cauallo fi cuoca
bia magia nelf omhilico d'attorno (il che fuolc anco nel mal delti nfujjìone > & in
to fterco quello falla, difenteria affai giouare) poi gli fi metta in bocca fieno 'So
1 °a ln nino caldoye glifi cani fangue , & apprefjo glifi mettano alla gola tut-
te le Interiora d'vna gallina: e non guarendo per quefla viayfi torni dili-
gentemente à trar del fangue. Dell' hauere diuoratoloflerco humido y il
fegnofia'y fecondo biffino y & Hierocle) che al Cauallo viene vnflufìo di
ventre liquidiffimoye moccofo:& all' bora è da pigliar fi Herco bianco di
gallinayche fìa duroye con afongiaye farina y & vino nero^che fia auHe-
ro ammaffate > fi riducano a bocconiye fi facciano ingiottire: ouero glifi
può dare con vinoye mele femenya di lino. zJMa è da effercitarfi colpaf-
feggiare i nfino à tantoyche tal moto gli muoua il ventre . E fé qualche
horrore fopragiungcfìeye i peli fi arricciafferoy prendafi bacche di lauro
falnitro>acetO}&olioyemifiiinfìeme>fe n'vngaper tre di in luogo caldo
oue niente di freddo poffa entrare; ò vero per tre dìglifidianofrondi di
fico f abiatico peHe co acqua tepida . M.Luigiyà chi hauefìe mangiato lo
fterco dellaGallinay daua à bere tre onciedifeme d'apioyco trelibbredi fj
meleye mc%a mifura dì cimino. Vedi vna leggiera cofa quanto importa.
Cura per.d^c meno import anteyè fe'l Cauallo per difauentura fi troui mangiando,
cauallo e hauer fi inghiottito alcun Buprefleyanimaluccio divede di Cantarelleyco
man°iato7we vn picciolo I{agno;cbefifuole criare dentro ilfieno:et è di tanta ma,
Bupreste. lignitàycbe'l mifero Cauallo fentendofi ardere internamenteyco ecceffiuo
dolor di ventreygittato à terra fi torce tutto;al chefecodo HierocleyTeo
nefloy &, biffino y bifognafoccorrere con lefrondi de la Braffica trite in
duefeflari di vinoy& vna Hemina d'olioydadogliele per la fìniflra Ifa-
rke ; ò con l'afien^o cotto nel yino : giona ancor l'orbo bagnato d'olio^
òdi
dsi tarullo, irà fu. tfìft
f ò di decottione di bietole > datò à mangiare : ò l'vntione di olio con folfó
trittoyfktta al ventre :i quai rimedi fon buoni ancora per mal di vermi . ,
Dicono alcuni il Buprefte ejfere fimilead vn picciolo Scarobeo y e cbia- %upr*iie
marft cofiyperche giace al pia per l'ordinario in vna buona herba di que-
ftonome . Eliano ferine parimente auuenirc al bilenche feVharànelpa-
fiere ingbiottitoypoco dapoi gonfiando caderà morto . Hippocratedicey . .
clye quando ciò è auuenuto > il Cauallofivede diftendere tutto > e gonfia-
to il ventre mandar fuori sterco minuto ,ejp e ffo>& a poca a poco caccia-
re ilfiatOyfen-za curarfi di mangiare; alche è da rimediarfi con legargli
la tefta,e tagliar le veneyche vengono [opra le nariciyft cbe'lfangue efea'
B fuori per la bocca : è dargli àdiuorarbrafjìche cotte con falamora , &
olio . Vegetio dice chiamar fi da alami Volpeflre che fanno firingere il
petto al cauallo di modoyche ilfoffogano: però ordina , che coperto beney
fi faccia correre ypoi leggiermente fi fa laffi nel palatoy& accioche venga
a traghiottirfìilfangue y chefeorre yfacciafi pafieggiare à buonpaffo , e
diaglifià mangiare •fi-omento bagnato con fugo di vuapaffa , e porri > e^
anco per lo corno vino, caldo con vua pafia periata » E perche non fi può Lume/e
intutto vietare al curatoreyche rio porti alla fi alla fuoco accefo per quel- fuoco co-
ligouerniy che la notte bifognanfkrfi;è d' auuertirfi y che cautamente vi ™jj * |f
fi portiy& vi fi tenga il lume y appendendolo in parte y che fialontaniffi- ie ftalle.
C m o dafienoye da paglia^ da ogni altra materia atta ad accender fifa cil-
mente;folendùJpeJfo vnafnuilla muouere grandi incendu' .: Terqneflo il
meglio fia vfar lanterneye le Halle però fi lodano fatte a voltay cen tutte
opere di pietra pia toflo > che di legnami . Sin efiefialle demo con debi-
to ordine fiardijpofiii luoghi ydoue acconciamente fi pojfano riporre , e
collocare le cofe che appartengono all'vfo de i C aualliycome fclky briglie
& altri fornimenti y iquali tutti hanno a slar difcoflo da gli animali :
percioche molti fé ne trouano co fi petulanti > e per la buona sì natura y e
sì cura lufiuriantiyche fi mettono a rodere ciò chepofìono toccare: e talho
ra diùoranai peigi dei drappi y e de* corami . Vero non fonda buttar fi
a cafo in ogni luogo il pettine yla fingila ye'l panno da nettare i matutto-
ordinatamente s'è da conferuare in dijparte alla fua fede con riguardeuo
le diligenza , Senofonte dice , douerfi bauere buona guardia alla Jiallay
che non ifìia aperta per ciafeheduno; fi perche la biada no fia rubatalo-
me per faperfe't cauallo felhabbìo: magiata bene ;concio fia co falche due
fonoi principali fegni della fanitàyvno dentro la fkallay s'egli volentieriy
• & auidaméte pafceye fé ben digerifeej 'altro- fuoriyfe la boccagli abbon-
da di humoreye difehiume.. Hanno dipià ad' ejfere nella fi alla fi bene di-
fiintt k Tofie con legni > o pietre y che ciafeun Cauallo pò fia mangiare la.
biada,
571 7) E L L iJ G L 0 Ji 1 Jl
biada fuafer tempo,ò t ardi ;ne gli /la dal vicino preoccupata;percioche *
ttnefli animali fno aitidijjimial mangiare , fi che decorata prettamente
■ la parte fua , fi mettono a confumare quella del compagno , e vi fono di
quelli,che per naturale faflidio fon più tardi degli altri al -mangiare; e fé
loro feparat amente non fi defende la rata loro , in brieue fi veggiona
ammagliti .
Raftelle- La R^aflellera fia digiuna alterca-, fecondo la dijpotions del Caualloy
j"a, £?me nonpiù alta del dpuere, accioche non sy affanni allo stendere del collo-,
ftare ep.^ tanto bajfa,chegli toccale la testa-) gli occhi . Fami )fi certamente le
che fatta. I{aflellere per due cagioni, luna per farebbe non fi confumi afiaifkrame,
V altra per fare cafcare la polve del fieno , ò dclUpaglia : ma perche tal p
polucpuòdi leggiero andare per le narici) e tal volta ne gli occhi del ca-
uallo^non fenja pericolo, olir e che fanno star fempre i crini brutti, fò in
comportila me non piace Cvfo loro ^che più perlhoHeria, che per le Ca-
uallari^je è conueneuole-, mafjìm amente, che alluma , & aW altra del-
le dette cagioni può fupp'ùre la diligenza de i famigli dcflinati alla cu-
ra de i Caualli . £ benché il Crefcem^o^l ?\i'.fio dicano,che fia molto vti-
le al cauallo,fàrgli prendere il ciho in tcvra,accaiito i piedi ,fi chefia co-
rretto difendere lungi U collo ingiù,che co fi div.iene più dilicato,piu ma
neggieuole,e più bello,e crefce di gambe , concorrendoci maggior nudri-
Mangia- mento,per lo ttar pia continuo appoggiato su quelle dinanzi; nondimeno G
H° hh°mr P^ ^de'wk mi Pa>e d configlio di ~4natolio,cbe la Mangiatoia fa alta,
fer fatca è accl^ c^e l caualli già venuti a perfettionc, non vengano ad incapeflrar-
poiU. fi, e i Tolledri cof retti di pigliare il cibo , guardando in su , s'auuexjino
à tenere il capo alto , ilche è di ^randiffima vagherà al genere (aual-
Uno;eperò l'Epiteto di alti diede Virgilio à iTrefepi.Cjiouerà bene afk-
re,che efia Mangiatoia fia cupa , accioche il cauallo per prendere il cibo
di dentro,venga ad incarcare,&- infottilire il collotoltre che per taf agi
tatione , e trauaglio egli vien meglio o maflicare la biada , e preparar fi
meglio a digerirla. Deeft tenere il cauallo nella stalla in queflo modo, co
me il Cref cenato de ferine, che gli fi mettailcapejìro di morbido > e forte
cuoio,e fi leghi con doppie redine alla Mangiatoia; cioè che effendo la ca
ucz^a diuifa in due corde , elle fi leghino ne i due anelli chefianno affffi
nella Mangiatoia dall 'un lato, e dall'altro animale, ilquale in queflo mo
do non verrà ad intenerire , o indurire il collo più da vna mano, che da
vrì altra; ma lo fi mantenerà fempre egualex giuflo.Oltrà ciò ipiè dinan
Ttf fon da legar fi ad vn di quei di dentro con vna Tafioia fatta di lana ,
accioche nonpojfa andare innanzi in alcun modo : e questa vfanraper
lafanità delle gambe è gioueuolefornmamente. Etnei vero à tenere il
Canal-
<DEl CjìV JS ILO, LJB.Vn. ff§
\A C aunlh con le pafloie,e trainello (come volgarmente fi fuol aìre) auan-
yaqueflo , ci) egli non folament e fi auv.ej^a à Uare co i piedi eguali ,
ma fi conferuale ffalle , e parimente le mantiengiufle ; che altrimenti
mouendo fhlfamente le bracciali leggiero fi protrebbe sfilare,intr •apri-
rete fiorceì e . Senofonte dice , che conuiene ilCauallo effer legato dalla
parte foprana della tetta , percioche qualunque cofa gli offenda la bocca
egli fittole fchiuarla con aliare il capo : ilche facendo legato in queslo
modo , i legami fi vengono ad allargare più toslo , che à rompere . Ma
egli è dafaperfi , che del caueflro,con chef lega alla 1{eHellera,non dee
rislrengerfi mai il nodo inquellaparte della tefla, nella quale fi mette
la tesliera detta briglia , e perciothe efendo, che iCauallo ffefio muoue
* la teflain e fi a tJMangiatoia , fé la legatura venìffe ad annoiarlo prefìo
l'orecchie, faria cagione dialcuntumore, ò rompitura : e l'animale con
tal'offefa non accetterebbe dapoinèfeno,nè altro ri fìringimemo. Quan-
do poi bifogna cacciarlo fiori, non è dafùrfi inmcdo, che chilo mena
gli vada dietro ; perche co fi il Q. ualìc potrebbe vf re tutte quelle mali-
gnità,che gli piace fiero ffen^a potè; uifi prouede; e;e meno è da far fi, che
Vhuomogli vada innanzi tirandolo leg ato con lunghe redine . percioche
parimente nett'vno,enell 'altro fiancopotria riuolgere fina malitia,& of-
fendere anco il conduttore -.oltre che [e molti (auallifi menaffero in que-
> Hi modi , non fi potrebbono raffrenare,che non fi oltraggi afferò à vicen-
da.Ma s'egli fi menerà da lato qua fi dipari in compagnia , non potrà di
leggiero offendere altri,& ottimamente fi trouerà preparato à far fi ca-
ualcareffe con prefle^ja bifogna fft farlo.
La Ralla deurà hauere altresì buon li-.me,& vno,ò più fecondo la gra
deT^a d'effa;accioche auuei^atoatte tenebre l'animale non venifìè poi
ad offenderfiper la lue e,l aquale repétina , òdifufatafa dano aWacuteT^
%a della vifta.Talladio vuole,che la magione sì de'Caualli,e sì de' Buoi,
guardi al Me%o giomo:ma che no haggia bifogno , né fiaprìuo de i lumi
del Settentrione,i quali nel verno clm.fi niente offenderano,e la Hate a-
D perù rinfrefcherano.Terò Vegetio dice,che nella fate co fi di dì come di
notte alla falla fi dee dar' aria: e'I verno dee più tofio efferetepida,che
caldai percioche il troppo caldo auuenga , che conferui la g rafei^a ,fk
nondimeno indigefiione, e nuoce forte alla natura, maffimamente,che fé
àcquei vapore fi caccia fuori al freddo in[olito,inccnteneìite glifoprauie
ne infermità. Tolluce doue ordina , che'l fifone dee auueT^are ilCa-
uallo à via pietrefa,ma non troppo ajpra ; foggiunge, ottima cofa efferey
che la slatta fia U fincata dipietre sì grandette , che ciafetma hauefie à
pefare intorno ad yna libbra perche il Cauallo con l'vfo di calcare qumi
fi vie-
/* viene à fortificare i piedi mirabilmente . 7/ mede/imo ordina Senofonte £
dicendo , che li Stalla nella parte di fuori jl ara heniffi,noy& ampUerà,e
falderài piedi dèi cavallone vi'fifpargano quattroyò cinque carra di [affi
rotondi di grandezza quanto può flringerevna mano > i quali con ferro
fipofìono tenere rijiretti , che non fi muouano,e fouru quelli , qnfi in via
■pietrofayogni di il Cauallo è da far fi alquanto caminare . Dee ancora flar
vicino alla Stalla vn luogo dipagliaccia couerto , doue i cavalli innanzi
al berefipofìano voltare : ilquale effercitio gioita molto allafanicà , efk
f coltri re i difetti dell infermità, conciò fia cofa > che qualunque animale ò
non fi trauolge fecondo il [olito fuo cofiume yÒ totalmente fìgge di cori-
car fi ; moHra , ctieglifia opprefìo di qualche male ; & aWbora bifogna P
fegregarlo dal confortio degli altri > e curarlo. Quello voltolare ferine "
anco il B^r-: fio effere tanto vtile à giumenti y che fé vedendo fi il cauallo
fianco per lo camino appena potere piti gir' aitanti, fi fàccia entrare in
qualche fiallayò altra cafaycbepiu opportuna fi ritroui per islraia, ò pur
fifkcciain efi a Jlrada pofare alquanto ; efiendo però il tempo cofiquietOy
che né pioggia > né vento poteffe apportargli danno ; e Iettatagli la fella ,
ò barda , fi lafci bene afuapofia voltolare per terra : egli mirabilmente
rinforzato forgerà in pie fi frefeoy e vogliofo di caminare > che parrà
non batter' ancora in quel dì mofìo altro pafìo . ^Afferma parimente
*A flirto ottima cofa efiere , che gli animali di vnghiefodefi menino fpef- &
foài volutabri. Volutabro intendendo il luogo atto à voltare l'anima-
le : il quale luogo eglifcriue douerfi fcegliere di terreno duro^ efodo > e-
gualeypiano , epoluerofo : manepietrofo , ne afpro : acciò che fenza offe-
fa vi fi poffono faborrare : aggiungendo effere riprobati i terreni troppo
graffi y letamati , e gra mignofi ; perche non rendono il cauallo agile > ne
jpedito . Ma principalmente é da auuertirfi y ch'egli non fi voltolaffe sa
herbe y otte fuffero le Bruche y ciòéy certi animalucci chiamati [ampe , e
da alcuni Bjtfe , e tal volta Bruchi , come la J frittura Sacra gli noma.
rHè che {i fregafie mai ad arbori > che di quelle abbondafiero ; perche &
(fecondo che Hierocle dice)fubito la cuticagna con certe bollifole fi gon- \
fiarebbe y e s'incallirebbe : per tutto alzandofi certi liuidifegni , eglioc-
xhi diuerrebbono concaui , & offufeati . *Al che bifogneria rimediare vn-
gendogli tutto il corpo confortiamo aceto , ouefuffe mescolato falnitrO)
e calcamo y che dicono Cetriolo : ma faria da guardar fi y che ne gli oc-
chi non ne (correre alcuna flilla ,
. Il iettoycbes'ba da fare al cauallo per lo ripofo della mttey deurà efìer
Cauallo dipagliafo di fieno alto infino alle ginocchia , come il Crescenzo pone fo-
ài fari. lumeUa diceyche ad ogni debole animale è da apparecebiarfi il letto bene
alta*
ITEt C^AViA LIO, L I B. VII. 575
M altamente,acciò che più molle uifiripofi .Il Camerario feri uè, che'llet-
todelcauallo conuiene ejfere più pieno il verno, che V efiate: perche la
notte piu lungamente l animale flà. coricato : e non meno dal calore, che
dal freddo fi fuole offendere ibenche aWvno,& all' altro il fito della Stai
là può riparare^ ella aguifa di cantina di vinofifaràfrefea , di fiate, e
di veruo tepida; pia quando altrimenti fuffe,è di mefliero prouederfi con
la ragione, e con l'artefìcio sfacendo all' animale tener di verno vnaco-
tierta. di làna,che gli Uringa bene il petto, e'I ventre, per lo freddo, che
grauemente loro è contrario ,e di eflate vna dilino, per difenderlo dalle ■
mofche , & altri animalucci, iquali perche fogliono in quel tempo pene-
trarefotto la coda,efotto il ventre aWànguinaglie,benehe il giorno anco >
ra il diligete curatore le debba fcacciare,la fera maggiormente il deurà
fnre.-acciòcheilCauallononfìà interrotto ddlfuoripofo.Epoichela de-
gnitàdi questo generofo animale r ichiede, che gli fiaconfcr nata la f alti
te. con tutte quelle indujìrie , e diligente, ebefìan poffibili : non differirò
in altro luogo la mentione di quei profumi , che dàfaggie perfone anti-
che furo ritrouati,efpfati nelle flalle per discacciarne •imalijpiriti,e far
•vanii fafcini,fé. credenza uisèdddare\ e maggiormente per purgare il
cauallo,e rifanarlo dà ogni infermità; mentre che l'odóre delle cofe ap-
propriate entrando per la bocca,e per le narici penetra in tutte le parti, f ..
qì ched'entrof'ujferojplcerate,òmaldijpojìe:ecofif^ejfoficuraqHel,chelè v^t- nel„v.
• ~ beuade,e l'altre medicine no han poffuto, maffimamente quando per cor le flalle*. .
rottione di Aere fitemeffe , 0 pericolàffe dipeHe . Tìendàfì dunque folfo
uiuo,caHoreo,galbàno, albito,e ceci crudi, e ana libbra meya^una di
bitume (jiudaico,opopanace,pietra ematita, pietra fidèrita,e pietra ar-
gerita,an,a oncia un a,f ale armoniaco, rafura di corno: dì ceruo,finopide> ,
(pagata femina,pietra di Gagato,& vua marina, ana onde tre, midolla
di loda di pino,feme di cedro ;e pece liquidà,ana libbre tre,caualètti ma
rini,ftelle.marine,pellè marine, code mar ine, vnghie marine, et offa di fé •
pia a numero/ette d'ogni co fa, e di tutte trite, e me f colate fi pigli vn cuc
Xt chiaro,mettédòlo in siila bragia fotto la tetta del cauallo,ilquale fi ten
ga couerto d'vn drappo in maniéra,che attragga tutto il profumo. In un'
altro modo ancora qusfla compofiiioè da Vegetio ordinata , che a due ■
libbre di folfo viuo,vna di bitume giudaico, efei. di opop anace, s' aggiun
ga accanto,corno diceruo^galbano, caflòreo,radici di giglio Illirico pa- ■
mnarzgo,di pietra Gagato mafehio, e pietra dilagato f emina, onciefeì \
per ciàfcuna,fale armoniaco due, fai. Cappadocio,et vua marina,ana oh ì
eie tre; piètra ematita, fidèrita , &argerita ; vrì oncia per vna,me%A '.
oncia d'oro ) midolla di cernono Ho di cedrone pece liquidastre, libbre per."
cofa})
576 DELlutg.LOlll^
cofaycaualletti marini) vngbiey e codds mariney&ofla difepia numero j?
fette,? fcor^e di pallucbe:a(fermandoycbe tal profumo giovi al m. de co
fi de i Caualii , come deglihuommi , e che viglia à purgar l'aria >&à
probibir la gragrìmola : e quando le fadette pietre non fi trouffero , òft
fchiuaffe lafpefa, dice) che l'altre cofe efficaciflìmamente pur giouereb-
bono.<A flirto fcriueycbe prendendo Jolfoypanaceay peucedano^e pietra co.
lamita, vrìomia per vna ; dne di pietra folomonìca,efei di bitume , &
adoperandole incorporate con gomma y e terbentinayfi puote rimediare
à diutrfi mali,e fi facci ino l'ombre noceuoli dalla stalla.
Mofche ^a tornan(^0 alfajìidio delle mofcbe , delle quali era namo condotti
come fi à ragionar e -yCbi volcffe, ch'elle niente di noia recaffero a fttoi ammali , F
poflano potrà feruir/l degli ordini di Beretio , vngendo i loro corpi di graffo di
AUC'ìì ! leone>ò & °ti° mescolato con cafia tritalo doue fian cotte bacche di lau-
j^ " ro rnedefimaméte trite. Oltr acciò il lauro trito co veratro neroyfe vn p*
co fi lafci macerare in latte, ò infuogo di vuapaffa, onero in acqua me-
lata amanza le mofcbe de quali parimente con lodor dellanepntayòpur
co reffargiméto della decottione delle ftte frondi,fi potrebbono dift, accia
re,nè mai fi accaneranno oue con acquafiaffarfo il veratro bagnato in
latterò in vino cotto con orpimento ;nè doue fiapofto aitimele cunilla tri-
ta . jLnatoliofcriue,che chi de fiderà far e vna slrage delle mo fchey fac-
cia vna foffa,e mettaui fruttici di Oleandro pesli; che quitti d'ogni ban- G
da conuoleranno gli fc iammi lo ro , & affatto potrà vcciderli . 27 V o-
laterrano dice ;cbe il fermento detto ancora leuatinay miflo con limatu-
ra di ferro t recide le mofcbe colgnflare : e fi [cacciano col fuffumigio
del vetriolo,ò dell' origano feluaggio. Sogliono il pia le mofche infefiare
le piaghe, su le quali bi fogna slillare pece Uquefktta con afìungia di por
co vecchiayò pur con olio: e q uè sì a diligenza pia farà da v far fi , oue tra
i rimedi fia poslo mele : perche alla dolcezza di quello non pur le mo-
fchey ma le api ancora vola?w , le quali ac co slate fi alla piaga , vi crean
vermi : benché fogliono i uermi nafeere in tutte le piaghe tenute con ne-
TafFan i gligenza. Sono pofeia dafeaccìarfi i t affarìi , che con le loro punture fo
come fi di gHono dirupare in pazzia il genere (auallino : e però Didimo ordina >
da,Ccaua£ chequel luogo doue gli animali pafeono ;òfiripofanoyfijparga diac-
ji . quayouefian cotte bacche di lauro pesle y che lorper naturale iHinto è
odiofo incredlbilmenteMa fé già fi fufìericeuuta l'offe fa delle punture^
CuJici co la cerofa con acqua lepuòfmorzare. Democrito ferine fcacciar fi i culi-
rne fi di- f/ Col fuffumigio della calamita , ò delgith , ò delgalbano , ò delfolfey ò
dalle (tal- delciminoyòdella cunilayò dello bdellio;ò ( fecondo il Folaterr ano) del
le . uetriolo(come difopra s'èdetto)con limatura di gineproyò di cedroy ò di
ciprepo
, DEL CUV ULLO> 1 1 B. VII. $77
<U cipreffo ,• e 7 fintile effetto fanno le bacchi fue\ò fé nelle porte > e nel me*
%o della cafa fi tengano appe fé alquante fete Qiualline ; òfe vififyarga
acquatone fta fiat a maceratala rida, ò decotta la conyr^a , la qual'her-
bapcr effere appropriata ad vccidere ì pìtici)? i chnìci,pulicaria , e cimi-
caria pur fi nomina ; come 'Tlinio , e'I ì\ueliio ferirono , 1{e effi tafani
ardifcono di toccare quell'animale , chefia vnto di manna con olio > e con
aceto . Oltre à dòlo fier co botano, ò fuffumigato , 0 empiasìrato per le
mura,è loro odiofiffimo . TSJJ s'apprelj eranno ouefim poHi frutici di ca-
nape > maffìmamente fé fan fioriti^ ne doue fia fatto foffumigio con la
radice dell'enola,aggiuntoui il cenere delle buccine. E fé vnafpogna d'a-
1 ceto forte s'appendanelfommo della cafa} tutte lcxenjare,ò tafani à . .
fibiera quitti fi raccorranno . Terdifcacciarei pulci, ferine Tanfi lo che me ^ ^_
doue fi faccia vnafofìa, nella quale fi metta fangue di capra , ò fiutici di /cacciano
rododafne; quanti neflaranno per auentura afeofi in quella fianca , tut- dalie ^zi-
ti vi correranno: fi come ancora anuerrà in parte, ouefiajparfa acqua
in che fìano fiate macerate le fiondi del lauro trite, òl'berbapedicolare
che fecondo l'openion vi B^emberto Dodoneo , è chiamata da Greci Ule-
tlorolophos , e da Tlinio Crifìa , latinamente : della quale pafeendo figli
animali foglion produrre gran copia di pidocchi. Undrea Mattinoli dice
fs chiamar fi pedicolare la Staphifagria , che dicono ancora V uà filuefire .
Vale ad ammalarli la muriafo l'acqua marina,? acqua, ouefta ftato
macerato V abfinthio,o la radice del cocomero faluatico ; ò le radici del
la Chamelea,ò le fiondi del Pioppo pefio ,o'l Cimino feluaggio trito con
la femen^a di cocomero anguineo, o'I fugo d'efio cocomero, d'I cimino
trito > e di pari pefo mi fio in acqua col veratro : ò l'acqua doue fia flato
bagnato gith , 0 la decottione bollente della cony^a , 0 tribolo ,ola fe-
menxa del finape faldata al fuoco . Si mandano i pulci in rouina ,fe do-
pò jpa^ato ilpauimento, vififemini la calcina viua con vn criuello da
vecce: ò fe'lfuolo fi bagni con l'olio delle fraci macerate. E fé di Umtir
£ ca vecchia s'vnga tutto il corpo dell'animale, egli farà fìcuro da taliaf-
falti . Il Volat errano ferine , che bagnando fi rami di afienyo con acquay
ouefta mifio il vetriolo , tutti vi correranno , &fi morranno . f cimiciy Cimici
fcriueT>idimo difcacciarfi,fele mura,ò le legna fi tingano di colla di pe 2JJXJ ?
fce,ò di pece liquida,ò di fugo di cocomero feluaggio , ò di f rondi di mela ^iie fa \
rancio,ò di hellara,ò di cappari cotti in olio,ò di aceto , ouefta Hata ma- le .
cerata lafquilla minutamente tagliata,ò difeccie d'olio cotte,e mefcola
te confiel di bue , ò difiel di toro,ò di caprone, aggiuntola forte aceto , ò
vettriolo , òfolfo viuo, & olio vecchio. V acquatone fiano fiati bagnati
i lupini>,cbe generalmente fi fuol'vfareyvccide quelli pulci,che toccammo,
00 non
j7$ ,11 D £'X I ^'^L Oli f\yf: a a
»o« vietaychepoco da poi quafi rìfcufcitati non comialifcano . La Scolo- £
penetra fece ata gli discaccia colfuo odore > e'I mede fimo effetto fanno le
fr ondi dell' beller a trite con alquante fanguifighe t concio fia cofacbele
fang;tiftgbe,ei cimki(come il Fiorentino ci la fciò fritto) vicédeuolmite
col jiato s'ammalano l' vno l'alirotpcro tlfuffumigio delle fangnifughe i
fi de urà far' in modoydyel vapore comprenda bene il luogo chiujo , è che .
non ifuanifca all' aria . Democrito affer ma non generar fi cimici in moda,
alcanoydo.iefliano appefii piedi del cer.tOyo della Ispre.e fé alcuno nel far-
de viaggi fi metterà dtfottoallettovn vafe pieno di acquafredday non-
farà da tal pelle tocco nelfuo dormire ~
. Se dipedoccìn^dt ricini l' animale fife aggrauato :fcri.:e ^Didimo >, F
doipedoc che fi facciano cuocere in acqua radici d'acerey òdi ciperi pesìe ; e con.
chioRici q nella decotrone tepida fi bagni copiofamente per tutto iL corpo ; ma bi-\
ni.haran. fogna prima tofar gli crini '-dai ciuffo della fronte fin 'alla febiena, per ef-..
no aggra- ^re «pe/Ztfp^rtep/V* infefiata.Sono alcurUyche fi feruono del liquor della,
uailo. cedriafolamente.. Altri lo bagnano fimilmente e o decottione di radice di
Mandragola ; ma è daguardarfi xd/egli non negusìaffe , perche gli re^
cherebbe affai pericolo .
I Bfcinimedefìmamentefubitocafcherannoyfe dipece liquefatte con
affnngia di porco fàran toccati .- uè con mano fon da iìerparfìy. accia
che non Tengano à lafciar viceré . alcuni gli mettono, al collo vno.
pe'Z£a vnta di effungia vecchia y ouefia incorporato argento, vino .iAl-
tri lattano con acqua > o uè fia decotta gomma» Telagonio foggiunge >
tibefe'l ventre , o'I federe dall' animale fi vedefie pieno di. pedoccbiycon-
uerrebbenel mangiare dargli me folate con lor-ro more crude . zsfltri
Lattano il luogo con acqua y ouefian cotte le radici di effo. moraro * tJfyCa
fé i crini y e tutta laperfona ne fleffe affediata, bifognerebbe vngerla
di cicuta verde trita , ò di olio mifto con fugo di radici di ciclamino > che
'Panporcino è chiamato ;h attendo prima per tutto purgata bene la cuti-
£agna;pofcia il dì feguente farla da lauarfi con lifeia calda , & vn' altra e»
"volta vngerfì del medicameli come TeonneHo confi erma. liierocle dice ,
che volendo purgar l'animale di pedoccbiyfaluatichife effijìanno in luo-
ghi interiori ygli fi daràper bocca olio di fandaraca y cioè (fecondo che
alcuni intendono) di vernice: fé difuoriyprendafi della medefima fan-
daraca quanto parrà baftante-y e con olio commune fé rìvnga il luogo
o pur con feccia di olio calda ; che tutti morranno con tal unguento >.
il quale fncendofi al Sole farà meglio . *JWa l'offefa di tutti queHi
tuttauia fi potrebbono tolerarey effendo cagioni folamente di noiay e
didifagioy non di mQrte} né d 'altro male , come fono gli feorpioniy & i
ferpentiy
<DZl C JiV Attui ttB.rìl ffò
'"A fèrpénti,i cui veleno fi mor fi atterranno l'animale . Vero con maggior di
ligen^aè da guardar fi,che taipeflifere befliole non s 'accoflino a' -noflrt
tetti. Sta questo effetto Dio fané ferine , che s'egli fi prenda vn feorpiò i
ne fi abruci,tuttigli altri fuggiranno da quel contorno. Scaccia parimen
te gli fcorpioni,e tutti iferpi il fuffumigio della fiwdaracca congalbano,
e bitiroyo grafo di capra ; e fé alcuno fi bagni bsne le mani del fugo del- Scorpio-*
la radice di elfo galbano->aff h-ma fìcuraméte poter 'aggrappare glifcor- n' ?oir>e **
'pioni,t ri ferpmtue la medefima radice in accattarla allo feorpione, im dIlc^C1"-
tnantinente l'vccide;jì come la radice dell'aconito (fecodorDiofcoride) mazzi«o.
toccandogli fcorpioniygli fa dinenire sìupidi. Oltracciò raccontali Ta-
B ventino effere auttore, che chi tiene l'herba Siderita,doma di tal manie
ragli Scorpionifcbe non può da quelli e fere offefo in conto alcuno , e fe-
condoytbe da Vlutarco dice efferfi ritrouato,ogni volta che vna ìfocci-
Holafiarà affjfaalla I{asìellajofcorpione non oferà d'entrare alla Hal-
ite parimente giouaràgli huo mini,s'ella fi tenga legata nel pie del lei
to.ISlJ lafcierò di dire quelche egli riferifee da Apuleio , che fé alcuno
per coffa da feorpione ,caualchi vno A fino col vifo riuolto verfo la coda:
il dolore trapafia ali A fino , il quale cacciando vnpeto darà fegno , the
fyabbiagià conceputo il male.il che béche ridicolo paia,non è tanto di ma
rauiglia,quanto quello, che Democrito poi foggiunge,ehe fé un punto da
" feorpione dica ad vn'Afino all'orecchia. Lo Scorpione m,hapercojfo,re-
fìerà libero d'ogni male,pafiando ilveneficio al quadrupede, fi medefi-
mo afferma , che portar* addo fio la radice della rofa, vale cqntra il ve-
rterlo degli fcorpioni,e de ferpenti . Oltr'à ciò lo Stellione^ lo feorpione
fi fattamente fra loro pugnano con occulta difeordia di nature, che vn-
gendo il luogo per caffo dallo feorpione con olio , ouefiaftato macerato ,
e disfatto lo §lellione:fi refla libero : eH medefimo effetto fi dice,che fac-
cia V olio,oue fia cotto il medefìmo feorpione . Gioua ancora al percoffa
mangiar' il bulbo della fquilla , quando fi a difapore dolce ; e fecondo il
yp Fiorentinoyfe nella puntura frefe a dello feorpione fi felli latte di fico, il
veleno fi ferma affatto . ZoroaHro ferine vtiliffimo efiere, che'lpercojfo
beua con Vino la femenxa della lattuea. Altri affermano bajlare , che'l
luogo della puntura fifuggelli con vn 'anello di argento \mafe ciò non
giouaffe , con vn ferro infocato fi tagli. M: Luigihauea per fegno, che'l.
Cauallo fuffe flato punto da feorpione, quando , egli buttando humort
verde per lo nafo malamente poteua rcjpirare,& voleua,che cotto Ulna
go della puntura con caldo ferro, fi fufie dato vino in ben and a con tréta
granella di pepe biancodaqual miflura aggiuntoni origano, & artemi-i
fia vfaua ancor a nelle morsicature de iferpenli Affino co Hierocle dkeji
■ - 00 2 che'l
cbe'l C audio percoffo da fcorpione>fi ritira nelle ginocchia, fi che ne vìe
ne a -roppicareye co dijpcultdd'aìibelito firbiua il cibo;e dal nafo gli fior
re vn certo bumore verde >e putrefatto ; e curarfi come quelliycbe Jorio
morfi da' ferpétiuioè dàdogli ubere co vufeSlario di via vecchio caldo
trenta granella trite de peneremo pur il thimoyb la ruta pesilo l'artemi-
. i- fia cotta con effo vinotouer1 olio rofato parimente col vino puroy<Anato-
a tutte le Ho feriue prefentaneo aiuto efere a tutte le punture velenoje adi fcoìpio-
pu n tu re niyb di fé rpent iymett ere f opra il luogo letame di porco > b di bue:ò fecon-
velenofe. doZSegetioyslerco d: *Afinoyo folatro pesìoyb lanuta marinaycbei Gre-
ci dicono yòTitimaIo;ò Iberba Apollin areiche altri dicono itfquiamoyb
feme di lino}b alarne abruci?to->b fal<titro,ò fale di terra. £ qualunque di *
qyefte cof In panno di tela fi coli con acqua; e quella fi dia d bere, è vti-
liffima.Le morficature de ferpentiydice Eumeloy chef debbano pungere
con Li can;ii)0!-:ero sfregami di [opra la cenere d" efifa canna abruciata ;
giouando ancora dar in beuada tal cenere rifiuta con vino bpur con v'u-
nì dar ' artemifi.iye camomillapefie infieme-.o trita la radice deWherbay
che dicono rPerfanata)/ì come etiandio la radice delficagioua data per
h narici con vino tepido . 'Utile fa ancora mettere fopra il luogo > creta,
con olio>& acetone laferoycbe per lo fugo cirenaico s'intendeyouero Tulli
di I{pndinella minutati, ò pure il nido loro sfregato con vino vecchio .
Cauatlo llebe Telagonio dicegiauare à tutte te offefe di veleno fi denti . Scriue
tnorfodal jlfiirtoycon (Jierocleycbe quando ilCauallo è 'slato rnorfo da qualche fer
fcrpe che pe;fegUOm> quefiifegniycbeper tutta la pafona gli forre unfred do bor-
ea » " *°r9*e tutto fi gonfi ayfa fremito co i denti y e con la boccagli occhi fi fan
fanguigniyil federe fi rouefeiay il genitale glipende giurtalbora cafeana
ipelidal colloye dalla coda;eper tutto gli nafeono certe pie ciole bolle >
è ve fiche pU7golenti:perb èdaprouederfi con dargli à bere con vino olia
rofatOyò trenta granelli di peuere bentritoyb tbimofo fefeli ereticoydetta
altrimenti t or dilioyO rutapes~iayò artemifia bollita y ò lapolemoniay &
ariftolochia parimente con vino: cauatogli prima fangue dalcollo-.vn-
pendolo tutto di vint>,&olio con pomello di lauro eotte ; le cui frondi fa- "
no vtiliffime anco à mangiare > fi come vtiliffimoancofia à dargli per la
fmiflra narice polue delle radici delTherba echioy che chiamano viperi-
na^ della polemoniayche polmonaria foglion dire > mefeolate con vino »
Giona etiandio dopo tratto il fangue far su la morficaturaempiaslro di,
miglhye frumentone per tre dì rinomarcelo due fiate il giorno . ^Alcuni
confi gliano, che prima fi tagli il luogo morfuatOypoi vi fi dia Hfuocoy, <&•■
ultimamente fi dianole fopradette beuande ye che conorina fi laui be-
ne la piagale con molle vnguento fi curi . Il (olombro loda > che"l luogo,
morfi-
2>£Z C jtV ALLO) LlB.Ptl 581
jl morficato s'unga con acetone fenapi miHi: per bocca fi dia vrì oncia dira
dice di dittamo difcioltaìn vrìbemina di buon Vino . Ma per vn rimedio
eicellcntiffimoyche può liberar e da morte ogni animale morftcato daj'er
pi y 0 da altri vermi veleno fi : 0 purattofitcatoyo appellato y loda y che fi
metta in sii la morficaìurayo piagay 0 che fi dia à bere con vino y 0 vera-
mente con acqua rofa,o di endi:uayvn poco di quesia miìiura y che ancor Mi/tura
per gli b uomini è pretiofa. Dittamo bianco,polemonia y gentiana, impe- Pe''. ani-
ratoriayangelica,gariofilatayfpigo nardoytermentinaybolo armeno, terra ?ca'!;nj?r
figillataybenedittayfiladelfiay& alociferon-.pefie infiemey e ferbate in vn veleno.
faccbetto . £fe le radici di tutte le dette herbe y '0 l'altre cofe non fi po-
B tefierc battere cQmpitamente;bas~leràhauerne dueyo tre 0 pur una. Ben-
ché non faranno mai per mane are la termentina,la gentianaye'l dittamo
ecofi il bolo armeno, gariofìlataye la terrafìgillata -, lequali almeno po~
trannovf-.rfi, & varranopiu che lateriaca . 17 dittamo egli narra efier
di tanta for^h che vna besii 1 fi metterà più tofio a paffare per lofuocoy
che per vn cerchio ditale herba . Hippocrate dice ff e fio auuenirey che
wtpenfat amente corcando fi V animale ,il ferpeyo la vipera prouocata dal
pefo j gli imprime il morfo ; &infomma quelle cofe y che giouano a gli
buor/iini in tali cafiyle medeme egli giudica di grandiffima parte vtiliy e
falutifere, alle befìie:e particolarméte a' Caualliye Muliy& Afinìgiouar
molto il trar del fif.ngueyche incontanente fi è dafhre.*Aggiungendoyche
quando la mor filatura è fiat a di vipera, fi cono f ce y che n'efee la marcia
?ie?ay& all' bora fi deurà prima il luogo fcarifi care con ferro; pofeiapor
v.ifopra con fiale l'berba perfonata trita-, o'I trifoglio,che in luoghi fi ago
lofifuol trouarfi di graueodoreynè dijfimile al bitnme;però da'Creci det
ta lAfpbaltion , e diquefia herba il fugo fi dà per bocca mislo con vino y e
le fionditrite con fole fi mettono su la fcarifi cagione à guifia d'empiafiroy
ofe quesla herba verde non fi trouaffefil mede fimo effetto faranno lefe-
men7eye le radici beuute con vinoso pofle con acqua melata in su la pia-
£ ga.Vlinio dice ejfere vtile a' quadrupedi offe fi daferpemiyi Gammari pre
fi in cibotouero il daucoy 0 il fiele del vefpertiglione con aceto y 0 la ruta
data con vino per le narici > onero il cagnolino della muttella ignudo y e
fi ef co petto con fiale: di più aggiungendo, che la felce pofio su' 7 capo del-
l' animaleyil difenda datali morfi.Oltrà ciò a' morfi di vipera è rimedio
tfficaciffimoypettar le cime tenere del fi affino , e darne à bere il fugo con
yino puro , s'egli è fen^a febbre : altrimenti ben temperato; mettendo le Mornca-
fiondi del medefimo pette su'l luogo le fio . Conofcefi la morficatura della a co_
vipera , od' altro Serpe y quando dalla piaga incomincia a venir fuori me fi co-
h umor putrido y come Vegetio fcr lue } ilquale loda recider un Cauret- noia.
00 3 to}
5g3 D E L.L JL C LO \\l Jt - ' '
to , ò ^Agnello , « Callo : eprefo il polmone con gli altri interiori ancora
caldi:mettergU su la piaga; e ben te gameti , accioche fi tiri fuori tutto' l
veleno ; e continuamente s'è da dare quesla beuanda di vn fejlario di
vin vecchio con y ria bellina di fai trito, eme^a oncia d 'acoro pontico
pur trito: e perfeueraffe la gonfiatura : prendi buona quantità divital-
kz feluaggia,e abruciatala,e fatto rauno,cioè lifcia,della fua cenere, glie
ne darai à bere vn fejlario la volta ; e della medefima cenere con aceto
Rimedi ffajfc alla piaga empierò . £ quando ciònongiouaffe, cidarai il fuocoy
morfica- medicando poi con diligenza la piaga abruciata,e su la cicatrice metten.
ture vele- do farina dorrò convino,olio,e [ale . Il Pyufio vuole) che co fi a Cauallo,
noie. tome ad hi o mo,ilqualefuffe morficato da ferpe , fi dia a bere la fanico-
lapefla, e /temperata con latte di vacca di vn colore . Oltre di ciò al ca-
uallo fi può dare per yn corno la tiriaca con vino perfetto, finendogli te-
nere la tefla alta in sii , perche poffa meglio ingiottirla tutta ; e le cipolle
ben pejìeinjìeme con mele, e file yfon vtiliffime àlegarfi fu' l luogo of-
fe fo . filtri da polche han r.afo il luogo della puntma,efatioui un taglio,
per lungo,& vn' altro per trauerfo, vi mettono vntione di gre fio dilupoy
o di fugo delcardamomo,o del cardoìicellofo del fangiiino, ò.del fenaproy
prendano tal fugo o dalle foglie di efìe herbe, ò dalle lorfemenje pesle, e
fremute ;ò ueramente cotte conlifciadi vite,o di falce, & olio vecchio: ^
e quando quejlo non giouaffe , vi dannò il fuoco t Il morfo della C eciglia
cagiona tumore,e marcia,pur Loffefa di leifìfana,phngendo il luogo.con
vna agucchia di rame-, e ' ponendola di fopwcla creta cimolia con aceto..
Ma per ifchinare quefli pericolofi anuenimétiti > farà bene efye rimeritare
i precetti di Didimo,a difeacciaretai m alt 'diti ioni dalle contrade, oue di
morano iCaualli; dice adunque, eh e fé d' intorno alle macerie fi a f emina-
tafartemifia , o l'abrotano , i ferpi non anderannoper entro il luogo :-e
■quelli, che tra effe pietre nafeo fi f uff ero, fuggir ni via col fuffumigio del-
ia radice del giglio ,.o di corno d i cerno , o d'unghia di capra ,odi ìlerco
d'aquila y o di Ts[ibbio ycon isliraee. £t àquefl1) effetto fi può pigliare jg
lagrima di papauero,gith,galbarto, folfo, piretro ,peucedano , & vngìe
caprine , e di tutte infiemepefte , e ridotte infarina , & ammaffate con
forte aceto , farne perdetti , che in diner fi luoghi abruci andofì ', fraude-
ranno, coni odore del fumo tutti i ferpenti.. Dice di più il Fiorentino
hauerefcritto,chei i ferpi non s'accoflano in quel luogo, douefitéga graf-
fe ™ ren f° ^lceYU0^ & radice della betonica,ò la gemma gagate,o ildittamo.fi
ciano ad- Tribolo herba,trita in acqua,o fola, metted'finelle caueme deiferpentiy
dorinciv- //. caccia fuori: ■& accollando ad vn'afpide la radice della vefcicaria,che
tau, e vai chiamano Halicac abo , egli reHerà addormentato. Democrito lafciò,
ferita
DEL CjìV jtlLO, LIB. FU. 58^,
rjl fcritto , che fé vna fola penna della Ibi fi gitti [opra, il ferpente , egli non
fi pub muouere:forfe perche quefio *A ugello gli perfeguita fieramente, e
gli fracafj "a .E tocca/idoli 'con frondì diquercia Ci fili morire, fi come an-
cora auuicne, fé lorofputi nella bocca vn'hio ;no digiuno ■ \Apuleo dice,
che percotcndo ilferpe con la canna vna fot volta , ei resìra immobile ;
ma fé più , eglifì ricouera alla e alterna ; e fé alcuno con la finiHra il pi-
gliaper la coi i,non baflerà à tenerlo, ma con la dcjlra ei non.fi muoue.
Et affermali T ar satino che non può ejfere ojfefio da' [erpichi fi tinge del
fugo dell'herba D ragoncello . Col fugo ancora della radice, ò con la fe-
men^a fi caccia uia.Sono me de fi mamente i fruttici del Melogr anato lo?
B grandemente contrari . Mafopra tuttiqueW ordine è belli/fimo , che fi *
prenda vn barile, il quale h abbia fenato per falfumi , e metta/} coper-
to'di f armeni 1,0 d 'altre ramaglia feccbe;percbe tutta lafcbiera de ifer
penti,che fuffe per indi int orno, l afe iate le sìan^e proprie, quiuifi ridar ■
rannoyoue a tuapofta potrai abruciarli ; ò pur otturano il vafo, portarli
via,doue ti piace . Quesle taliauuerten-re fi deuran principalmente of-
feruare nelle Qvmpagne,oue fi mettono apafeere i CauaUi.ma nelle flal
le refla ancora da auuertifi, che fi trouano Jpecie di Hagni veleno fi, co- R*»1!1 ve
me fono i Falangij , che fogliano generare i parti loro tra ifkfci del fie ^a r^ no p
notonde auuenendo,cheÌCauallo per imprudenza mangi cotal progenie, fsfo il ca-
^ ò cbelFalangio il morda, ne viene inpericolo molto grane, chefkcil- uallo.
mente il mena a morte:egià conofeerete fé egli uefia offefo , quando gli
Tederete il corpo infiammato, e per tutto vfeire certe pusinle , i genitali
gonfiati, el orina rapprefentare vn certo che,fimile à tele di I{agni .
Oltr'à ciò luifehiuare il cibofo mangiar pochi/fimo, e tutto dileguarfì in
fudore.U rimedio farà quefio (come ferme Hierocle) che trottato il luo-
go douefia fiato morfo , vi fi tagli per lintorno^ acciochei veleno fé ne
diHilli,oueramente vi fi dia ilfuoco,<&fopra quello fi. adoprino le necef-
farie infufioni ( che già à tutte le morfure de ferpenti ^Affino loda per
2* efficaciffimo rimedio , e prefentaneo , che fi cuoca ti luogo offefo, donde il
fenfo delia puntione fi rapprefenta ) fatto quefio,, fi piò dare per bocca
conpilatro,econpeuere triti , l'herba pedicolare ben pefta, e co fi all'v-
no cafo delleffere morfo,come all'altro di hauerfi denorato il Falangio ,
parimente farà gioueuole dargli con fino infiifo , peuere , ò quaglio di
cerno , ò thimo ,ò la anslolochia rotonda , òfemenxa dell'apio faluati-
co , òpur domeflico , ò bacche di lauro trite, aggiuntola olio rofato :
Ma hi fogna l 'animale fiare in luogo caldo , e fargli bagni di acqua cal-
da, cibandolo odifrondi tenere di lauro , òdi farina d'orbo, ò di otti-
mo fienoyinfino a tanto > che'l dolore fia rimeffo: poi è difkrfi per effer-
0 0 4 citio
y&4 1) E L l U G L 0 \l jL
Seni ùtio paleggiare . Vegetio dice}che quando il Giumento hattrà mangiato JS
quando il rf Hjgnoyfi vedrà tutto gonfiareyma d'intorno Ìorreccbieya le narici con
Cauallo maggioYe infiammatone ; ali bora è da cattar fi Sangue dal palato y e di
"iato 'ita" quello wift0 con vn fé sì aro di aceto , & vna he min a di [ale , vngerne i
gni . luoghi gonfiatile poi courirlo beney acciò che fidi . E fe'l Palagio ih aura
morfoyjì conofeerà che'l membro genitale gli flard drittOyp arendo voler
orinareye non potere ;allbora bifigicrà dargli per bocca vn' oncia di pe-
uerey vna di pi Litro > <&■ vn1 altra ili "Ptta faluaticapefle infiemecon vino
Topora- ve echio. Scritte ancora Hippocrate > auuenir fouente,. che corcato/i il ca-
gno e iua uanQ mllaft.dlx > il Toporagno pianamente s\tccofìi à i fianchile talho-
morfì ca- ■ J , , y, • ?•• e -, r U i • ; • \ ff
tura co- ra provocato dal moto di l'Argii Infigga il morfo . Qjtesìo ammalacelo e c
me fi me- da' Greci chiamato Mygaleyper efiere digrande^jra di vn Topo commi*
dichi . neydijpecie Mtfielina;col mnfo lungoycoda fottiley e con quattro fihte di
denti[co?ne jlcatio nara) e quanto più egli è piccoloy tanto piupreslofi
trotta al mordere : e fon tanto veleno fi i debiti loroy che Subitamente vn
duro tumore dimofìra il luogo offefi): indi fi gonfia per tutto il corpose gli
diHill.i dal ventre comevna marciargli occhi fi veggionolagrimarey&
egli rifiutando il cibo^gittafofpiri conpoca paufa\Al che fi rimedia }dan
dogli per bocca lafemen^a del lino cotta in vinoy& olioyò lanigella(che
gita}ò melantbio altri chiamano )trit a con odorifero vino, Ilcheyfecondo
Hierockygli fipuote anco dare per le nariciymettendo su la morfìcatura
stereo di cane y Hqiw.le àglihuomini altresì dice effere Salutifero . Vifv
pojfono ancora mettere Jpicbi daglipefli confalnitro, òfaley ò. cimino di
pari mifnra a itft efife cimino trito con vn poco di pece tiquiday e- di afiun
già àguifa dempiafiro : o come biffino poney agli pesli con aceto: o la
traffica in fimi t modo , o la Creta cimoliay o pur difigohy parimente con
aceto ammaffatayO la terra-, che fi trotta nelle rote delle earrayammaf-
fata con orinayo pur con aceto forte.DUono ancora il Suffumigio del cor-
no cenano giouare a qtteHepesle. Ma primieramente fi dee con vna p:m
fa di coltello gir pungendo la parte le fa. filtri giudicano megV.Oycheri-
ceuuto ilmorfoyincontanentevifidia il fuoco Str atonico vorreblyeyche'l
luogo del tumore fi fcarificafieycioè minutamente fi tagliaj] e convn ra-
foio y come ftfh.no tagliare delle ventofe : acciòché'l veleno vfcifi'e fuori
m almamente quando fttjfe infiammato attorno : poi vifiiauajfe con a-
cetoyt 'faleye'l (eguenteygiorno con aqua dolce; medicando la infocatura
con rafeiatttre di bagni . Ma fé con quello fcarificarey la infiammatone
ere fc effe ybifogna con ferri tondi infocati efi'dcerarla in giro} compren-
dendo ahtmaparte delfano ; e con ferri diritti ancora tornare à furio y
fer jkmt vfeire la marcia: coft ancora fé per aimentura non viftfuf-
fi
B
Dl% C oiVJtl L'Oy LI È. VII, 58^
fé fcarifi catone l tùmor fife già comincia* e àfkrfi maturo-» & immarci
reyOttima cofafia con vna lama infocata rifegare lafommità del cuoio,
abmeiando ciò che vi è di vitiofo:epofcia vngerui con olio, e pece liqui-
dafo con affungiavecchia. Ala quando rotta già Vinfiammagioneyil tu-
more ha fatta bocca,allbo?af: è da nettarle^ lauare bene con aceto,(par
gédo la piaga di cenere d'or^o/nè altro\pià se da tèt are :per cloche co vfo
di altri aiutila piagapiìi s'inacerbarebbe : & è da dar glie fi vna beuan-
da di farina difromento , e di aneto con vnfejìario divino y aigiuntouì
yn poco d'olio di cedria . Oltra tutti cotalt rimedi gioua afiai dare per
bocca all'animale con vn fesìario di vino yn mede fimo Toporagno in-
trito: facendo y che colfuofieffo corpo purghi il fallo del male recato al •
triti come Telagonio dicevi quale aggiunge^ gioueuole ancora efferey che
prefo il detto Topoyfi fàccia morire dentro l'olio,^- ini putrefar fiy poi di
effo pesìoye di fcioltoyvngafi il luogo offe fo;o freghi fi bene con la pelle di
luigiàfecca.Sifuole ancora efjo Topo vino empraftrare tutto interno di
creta da figoloye feccatOycbe fìayappenderlo al collo de i (fiumentiye cofi
credono alcuni (benché io nonfappia con qual ragione ) che non poffano
mai effere offe fi da quesìi morft; 1 quali allhorafon più pericolo fi , e mor
tiferi,quandofon dati da T opa grauida^ilche fi conofee dalla grandezza
del tumore y e dalle viceré , chefifhnno:e da cotaliV Jlfina grauidapiu
ì periglio riceue ; al che fi dice effere efficace la cenere dell' berla chiama- Mecjìcina
tapanporcinoymijìa con aceto .S'gli ancora fcriueyche amorfi di Fatan- cótraraoc
qiiydi Ssrpétiy e di Topiragniygioua metteresti luogo morficato malue tìcature
pefieyo terra prefa da cav.erne diFormiceinfnfa co vinoj.aquale è buona velenole.
anco à dargli à bereiél medefrmo dice Vegetiofkr la terra delle Talpe)
di più affermandole contra 'colpi di ogni forte di animaliyche lanciano
rio veleno-.vale mirabilmente a mettere insù lapiagayla radice delVHa
fida J{egiaydetta altrimenti .Asfodelo , trita y e difchlta con vino vec- p a-
chio.Sperche graue pericolo pur' apportale laTafiinaea marìnayche voi manna, e
gannente fi chiama Tefce Colomboypercoteffeil (aualloy*AjJìrto ferme, fua morii
) douerglifi dar per bocca il fegato dell' ifiefia Vaììinaca marinaytrito in matura»
yna hemina di vinone per raffrenare l'impeto del J angue fcorrenteymet
tere su la morft catur ala fentarea.Vaslinacafi legge ancora nominar fi
-yn'animaluccio infetOyfimile alla Venie ella y che fi vede andar erran-
do per le cafuy la quale fe'l (fauallo veniff'eàdiuorarey ^AriUotele, di-
ce e fiere male irr emediabile . 1 Greci Hippiatri ftrr tuono quefta befiiola
raff'omigliare al B^egnoygenerarfi nelle (fampagne^ andar ferpédo con
la codaal^ata)e'l Cauallohauendola col fieno ingbiottita>diuétar gonfio
solfato acuto > e buttar gran puftule, non altrimenti che fé daVipei-a
5g<$ DÉLL.Jt G l 0 \l Ji
fufe morfo.però vogliono , che datagli la beuandavfata cantra veneri y g *
fi lari) efli'.fi bene con acqua calda y pofcia vntolo con decottione di fec-
cia di aceto ;e di lino tagliato minutamente ybolliti infiemeyfi faccia slar
CQperto di drappi y in luogo caldo , col fuoco accanto . *Al terzo giorno
poi fi laueràye fregherà vn altra volta con àqua calda al coperto y s'vn-
gcrà di f abiuro fen%aaltro vnguento . Quando auuieney che nelle cac -
eie vn Torco Cinghiale ferife a co' denti il cauallo dentro le gambe-, dice
che tali mor fi fogliano facilmente degenerare in viceré , e ne fa fogno il
tumore) il quale bifogna curar fi con acqua fredda y vfando nella piaga il
Morfica— medicarne detto Diacb?lcante>o di fior di rame-,0 vero vif può di [opra
tura da mettere polite di teHa di Cane abruciata fen7\x la lingua. Quando i'vnP
vn altro QaucLi[0 j)a morfo /' ritrosia ferita fi dee curare con falaworafo con ace-
to infilato (fi come Hierocle ferine) ma quelli morfi y che s'imprimono
Morfica- ^ neruiyfacilmente muouonola colera; e 'fi / anano con l\,4ltbea.Contra
tura del morfi di Cane arrabiatoy dice douerfi mettere su la parte addentata le-.
rane arra tame di capra y falfume vecchio , & e buio me?a libbra per vno y con
quaranta noci delle miglioriytutte inficine ben pefte.Fegetio per vna cu-
ra generale di tutte le morficature velenofe y ordinay che primieramen-
Cura ae-te illuogo lefo fiafuffumigato con infidi vouay bagnate prima in aceto
nerale a e poi abruciate: aggiunto ui Corno di £ernoy ò Cjalbano: pofcia quel luogo
le morfi- minutamente fi punga conlalancietta yfichen'efca det fangue affai; G
Jenofe. onero à i luoghi che fi vedranno infetatiyfì dia il fuoco: & in ogni modo
con calde coperte fi fàccia paleggiare l animaleyaccioche fudiy cibando-
lo di farina d? or xp ycwifr ondi di f raffilo, e vitalbe : e sii la piaga fi met-
ta mele dittico yò Cimino mefcolato in vino vecchione fcaldatoyaggiun-
taui orina d'huomo. Ma particolarmente ne gli morfi panini (fi come
dellaTaslinacafi difìe) cofi il fegato del mede fimo Caney che bobbio,
morfo -, egli ferine effere vtile à dar fi cotto a mangiare àchifiaoffefox
oner amente ridotto inpolueye miflo con cenere di fiori di fieno, & afiun-
già vecchiaymetterlo sii lapiaga . Dice ancorahauer grandiffìmapro- pr
prietàsì per Giumentiycome per huomini morfi da' Cani y lar adice del-
l'herba Cinorodonycioè Hpfa caninay fuelta difrefeo ; chelauatay epefla
fi ponga sii lamorficatura delCan rabbiofo.-efene dia anco à bere con
■vino vecchio per ogni giorno. Tarimente fi potrà dare per tre dì vnahe-
rn,ina calda di vin vecchio con vnfcropolo difalnitroy<& vn' altro di bitu
me Giudaicoyouero pur co vino dargli il fugo (premuto dalle foglieyò dal
lafcorzayo da i granelli del fan fuco: il quale farà più ejficace,fefaràfla
to dalnatio terreno già trappiatato.TuofJi ancora(fe bifogno fiajtoccar
col fuoco la parte lefa:e l'animale couié tenerfiin luogo ferrato, che non
veggio.
DEL CAVALLO, LIS. Vii. 5^7
+ neggialwme . "He è far fi poca filma di qneflicafi : perciò che cofi Imo-
mini,come (finimenti dalla morficatiira del Can rabbiofo divengono Hy- EfFett,d!?l
drophobi, cioè timorofi dell'acquaie fi veggiono con le vene diflefe,e con caturadei
gli occhi acce fi fudando tremare , e conbatimento di denti andar fi fire- cane rab-
gando per le mura : ilchefia fegnale , che fi connertano anch' ejfi in rab~ ^olo.
bia . flllbora dunque bifognerà rimediare con trar loro, f angue dalle co
fciet & allenendogli da' cibi) in luogo ofcuro fi metterà loro dauanti
vna conca d'acqua , sì pianamente , che nonfentano il romor d'effa : poi
prefa vna man di ruta , e dodici bacche di lauro , e pefie infieme con me-
fcolarui vn oncia d'aceto,^ vna libbra di olio rofato ,fe ne vngerà loro
# il capo, e te narici) e co fi guariranno . Hor non mi pare, che fi debba tra-
portare più oltre la cognitione di quei Tafìelli, che Hierocle ordinò, po-
tendo l'vfo lorogionare mirabilmente non folo in quefìo ,ma in molti al-
tripericolo fi accidenti, e mali. Trendafi dunque ^affr ano ,perfemolo > Portelli di
e e affia lignea, ana oncia vna,mirra , pilatro, & hifjopo , ana onde due,
ruta dimeflica,e fior d'abrotano, ana onde quattro :e diquesle co fé pefìe>
e criuellate,& impaciate con forte aceto fi fhecian girelle d: 'un'obolo l' li-
na,, tfifecchino all'ombra : pofeia una di quelle distemperata con fugoli
■d' orxp,fì dia co acqua calda a, chi patiffe dolori colici, difenteria, torfion
di budella,difficultàdiorina,o mal difegato,o con vino a quelli, che-fttf-
C fero morficati daFalangij , da feorpioni, 0 da Can Bobbio fo . n^goslino
Colombro vuole,che follecitamente all' animale morfo da Cane,o da~Lu~
pò rabbiofo (prima , chep:ffìil veleno al core) fi dia a bere difciolta in
acqua l'Arislolocbia lunga con eguale pefo diopopa?iace;ocon effa opo-
panace la cipolla peUa\ e conopopanace mefcolata la pece ,farà daporft
nella morficatura aperta prima con la lancietta, non effendo bene, che,
quella non fi rifrmgefe^uouuifimcóYApplicare empiafìro fatto di opo-
panace difciolto con aceto,aiuga,cifolle,butiro,e ruta : ouer amente fat-
to di foglie pesle ài .Agno caslo : del cuifeme vn' oncia infufacon acqua
. due 0 tre volte,dice efìér'ottima.-medìcina,come anco farebbe miflufa di
** mirra ,gentiana y e pólue di feor^e di granchi di fiume cotte , oncia vna
per cofaypur in acqua difciolte: l^òn mancando di tener l 'animale guar
dato quaranta gior ni,che non v'eggia acqua: Olirà lequai co fé conchiu-
de molto valere il cauterio fatto su la morficatnra.il B^ufw dkeycheqm
do il Camallo comincia ad -arrabbi arfi di modo,che- dia morfi, epercuota, CauaNo»
0 pur'ildimojìriper altro* fégtìb , debba pèflarfila radice di cptella-her- ^ come.
baDifiaco , laquale volgarmente foglion chiamare FergadiTaflore,e fi curi..
conacqua buttargliela in gola y che l' inghiottì fc a , che fubito ritornerà .
neW efiere fuo^effendofene. veduta la prou a in. vna pecora^ laquale ferita.
col.
col corno da vna Vacca arrabbiatayparìmente era diuennta rabbiofa;& £
in vna donnaycb'era incominciata ad vfcir di fenn^A [fermando tal ber
ba efì ere anco cfficacijfima contra il mal della pietra. M. Luigina ca-
nalini bef afferò flati morfi da Can rabbiofoydaua a bere col vino la Tim
pineilay ma effendofi arrabbiati > in altro modo 5 cauaua lorfangue dalle
tempieydal collose dalle cigneidauaàbere untaureaye piantatine bollite
nel vinoni teneua couerti con va panno fempre bagnato di. acqua fred-
i k-a da:o legati in qualche legnoyglijnceuafiarattuffatiin mare >eJpeffo co
ài Cani buone bastonate glifaceua correrete)- lauargli dalla rea jknt afta. T$el-
cótagiofa la Riabbia certamente fogliono per morbo co fi incorrere i Caualliy come
, /' Cani y e cofi mordendo fan per contagione rabbia fi gli altri y che molte p
Caualh yoitepr cauano con atroci morfi le proprie intentine. Ma quando per na-
feluaeei turafuffero troppo sìrani,e quafi feluaggiSumeliò fcriueyche con dar la
comcii ri ro ad inghiottire in bocconi alquante piarne di gallina in quel modo*> che
ducano. *^ cipiaccia>pur che loro non resìino nellagola : o uerarnente (fecondo
l interpretazione di alami) con dargli ad inghiottire fieno duro di gal-
lina , vengono a de porre ogni ferocità . Sono ancora da' Greci ordinate
due beuandeper Caualliyche mordono }l una delle quali contiene biffopoy
gentianay opopanacey fquinanto yfeme d'apio y panate y e cafiìayana oKt
eie dueyfagapenoymirrayfìcbifecchi i%enrzeroy petrofelino , coftoy & a~
coriyana oncia vna y peftiaaca filues~lre y calcina viuay & apio barbare- G
fio y ana onde quattro > mai rublo , onde, feiy e di ruta manipolo vno .
V altra richiede , che di %affrano y mirra > e cosloy ana oncietre-> e dialoe
onde fei fi pefiino feparat amente fi mettano a molle in vinoy e di dragati
ti onde due , fian posle in acqua pur da per fé pofeia il dì feguente fiano
misle infieme con acqua , aggiungendola vino apoco a poco tanto > che
venga ad efiere libbre vndici y & tìfici? tre y aggiungendoui ancora dm
libbre di mele . JL Ila, fine incorporata bene ogni cofa , e poHdin vfopiy
gnattoififaràfcaldare , mettendouifopra alquanto di peuere ; e fi darà
à bere al cauallo mordaceydi verno tepida; e fredda di slate^* . Ma per-
che alla Fibbia, & al furore fi viene più Jpejfo per lo mal trattamento
de i cut atoriyche per altro : perciocché e fendo eglino animali fuperbiy &
iracondiyfùalmente con la temeraria fii-z^a di chi gli gouernay ogli co-
mica yfi riducono in perditione del tutto y non che s arrabbiano y & im~
pa^ifcono.Terò molto bene è da guardar fi daqnelycbefyeffo veggiamo
fàrfiycbe non per ogni leggiera e auf a al^auallo fi faccia brauura nella
fi alla: perche Ufciamo flareyche per paura y^eper defiderio difebiuarc^»
le ojfefiybattono tipetto , o le $ alle allaMangiatoiay od a gli altri legni
e le fi rompono f^efie volte , onde distili resi ano alVadrone-, certamen-
te
£ EL C \AV ^ìLLOy LI B. VII. j$p
A te queW altro male ne amena) che L'animale s'empie a di vile timidità >
òdi rabbiosa ferocità: e cofi altri fi veggiono con le membra tremare
prefio alla ^stella y fenica elùdente cagione > fé non cl>e per tema delle
battiture nonpoffono slare in piedi : filtri con ogni poffóile sformo > &
impeto cercano di fuggire le cofe contrariey^r violenti quantunque fen-
tonoapproffìmar e alcun di quelli^ da cui dubitano di riceuere imali ri-
tenuti altre volte : là doue tutto il contrario fi richiede il bnongouemo. :
concio fiacof a ) che principalmente importa } cbe'l Cauallo con vna certa
affettionefi rallegri divedere il fuo gommatore: ma ch'egli venga a di-
lettar fidi perfonayche non tanto s'ingegna à carezzarlo) quanto à cali-
garlo di continouO)cen amente è impoJfibtle.Bifogna dunque tutta la cu-
* ra dei C attuili fhr fi con vna tale amore uolezja-> che l'animale accorgen , tT
dofi ne gli effetti di effere amato dall' huomoy e tenuto caro ; nonpurnon ^ouernar
s'induca ad odiarlo)&àfchiuarlO)ma lo riami più, tofto) e lo ricerchi da fi co amo
fé Hefloye lo defideri a tutte le hore^come per naturale ifiintofuole auue reuolezza
nire . M. Luigi diceuay che chi voleftefìirfi volere bene dalfuo Cauallo y
gli deffe amangiare fiondi di granoni borragine-> e di tamarici: maque
slofolo non bafla) perche gli effetti amoreuoli confi fiono fopra ogni altro
nel rimuouere tutte quelle cofe che fogliono offendere gli animali , come
lafhmey lafetey eH freddo nel vernaci e aldo ye le mofche nella fiate, e le
* humide ye puzzolenti lordure dalle fi alle ; e confiflono anco nel care^-
Zettole maneggiare di quelle parti y che loro è gran diletto ad efiertoc-
cheycomefono principalmente le hirfuteycioè il collo fin' al garrefey e tut
te l'altreydonde effì mal pofiono per fé difeacciare cofa}che gli annoi . E
quefto tal carezzare sì con la mano > come con la voce>farà idoneo > &
efficace à rendere pi aceuole}manfuetO)e cofiumato ogni caualloy chefnfle
feroceye di natura maliciofo , oltre che non è punto da dubitarft > che tra
gli altri gouerni y che appartengono d CauaUiy vtilìffimo loro è) che due
volte il giorno lorfiacon le mani diligentem ente fregato il corpo tutto:
perche la pelle fi viene a dilatareygr a crefeere ingraffez'za^no altrimen
X> tiyche fuoltal curagiouare all'huomoycome dice bene Columella , da cui
s' afferma y che più gioua al Cavallo battergli con la mano premente fre-
gato il dorfo y che fé larghifjìmamente gli fia dato a mangiare . *Al che
corrifponde queUcbe fi ferine dal Camerarioy che i Qtualli quando meno
, diligentemente fon gommatilo folo nel mangiareyma nell'altre cure lor
necefìurieydiuengonofiacchiymagri)ehruttiynon altrimenti che fé in ma-
nifefio morbo ,o tal' bora in occulto languore fi ritrouafieroJlcbe non au-
v.iene àquelliyche a* tempi idonei fon menati alla mangiatoia , all'acqua^
& aWeffercitioye che principalmente^ o con la striglia ? o pur con la ma-
no
Cauallo
nojon ben fregati . Incredibile co fi emendo quanto & alla fallite ',& aJJa £
leggiadria del cauallo fa vtile quella cara delle fregagione , la quale fi
Cauaiio troua appà gH antichi efere fiata vfata per fmgolar rimedio d animali
deucftri- efie-iuati. Vero conitene mie cofa fiacche ogni giorno pyima,chelCaiial-
gliarc . lo fi meni à bere,fia strigliato , e fregato per lo dorfo^eper legambeye per
tutte l'altre membra-spettinandolo bene Seguendo con la mano il {ito de
i peluche lucidi ne dittentano.E questo gouerno è meglio a f ir fi fuor del
la fi allaga luogo pur lastricato dipietre tonde y& aerofo , come fono le
piaz^ze,ò li cortili ; che cofi meglio fife Hot ono le [porche zj^e , e lapolue:
■e meglio fi fanno tutte quelle opere,che fon dafarfiMa Li dapoc aggine
de' fer nidori il piti delle volte fugge la fhticay& accanto alla Magiatoia ?
fi mettono à nettarlo ; fé pur il fanno , chefpeffo ogni cura ne mettono in
oblioycon grandiffvmo detrimento dell'animale^ vergogna del padrò-
d °^ci" ne-^lz*tofl dunque il cauallo dal dormire,facciafi per la stalla mede-
ualli nel- finta paleggiare duo ò tre volte; acciò chelfmguey che s'era ridotto ne
la Italia . ifontiprincipali,inco mincia ad auttiarfi,e fpargerfi per le membra, Jtè-
di cacciatoi fuori , leghi f tanto alla larga > che paia quafi libero y e di-
fciolto;e cofi piaceitolmente fi freghi,e netti con tanta diligenzayche nin
na lordura in lui rimangayricordandoci de' nostri antichi) iquaiyfi dicey
- che con vn coltello di legno nettauano Scotenna de i Caualli y e poi con
certe feor-r e di dattili appianando forbtuano i peli) acciò chefufìero me- "
gl'io ter fi :rNj efficacciauan mai allo flrigliare,nè al voltolare il Cauallo
con briglia;ma co caueslroill che pur offeruerà il buon curatore, lafcian
do ilfrenofolamente allvfo del canalcarerma in tutti gli altri mifleriy
e °e fi° cb€fìfenP^$0!teì"nodeU'animalcyfiferuiràdelcaueflroyilqitale èda
dee vfare faperfi ben' ' accommodare al cauallo, che non impedifea il refpirarey ma .
a'caualli . folamente raffreni i mordimenti,e lefubitane inuafioni. Ideilo origliare
dei pie dinanzi,friue Tolluceyche'l fante ha da slare con la testa riuol
ta in quella medeftma parte dotte il cauallo tien vòlta la pia: Tofcia in
quei di dietro egli ha da riguardare, che non fi accosti mai Cauallo,néco fj
tra lafkccia,nè contrala coda;ma aluerfo cofi diquefla,come diquellay *
altrimenti fe'L Cauallo, facefìe sformo con l'vnayo con l'altra di quelle par
ti)Vincerebbe le forze del fuo huomo, ilqualefe nel detto modo glifi ac-
costerà da lato,fìarà eglificuro da ogni offefa; e meglio,o piti lungamen
te potrà curare il fuo Cauallo; fi come Senofonte ancor afferma, aggiun- •
gèndoyche lo strigliare;/} cominci dallatefìa,e da i crini;perche in vano
s'infegna di nettare le parti fonane y chi la fòia lorde quelle di fopra:
e cofi poi fi vada di mano in mano per tutto il corpo vfando tutti quelli
istrumenti > che fon fatti per nettare i caualli, alzare i peli) e caccia*
re
<D &L (fUVjllLÌ), LIB. VII. fòt
si re la polve , fregandogli contro, pelo . Maauuertifcali,' che i peti dellsc
[ch'iena con niutì altra co fu fon da toccar fi,ch e con la manosa quale pren
derido, gli appiani fecondo il vcrfo,cbe vi fon nati ;altrimente l animale
nefentirebbe noiofa offefiSimilmente,dice non efere benebbe fi f viglino ze j£«?
Jpeffo que'lnogbiyche fon' ignudi dipelilo che pur gli hanno più radi) e pia origliare.
fottili,come principalmente di fatto il ventre, doue oltre che al cauallo è
noia di efiere tùcco,auuiene poi , che quando pia quella parte fi trotta net-
ta,piu raccoglie co fé mole/te ali 'animale ;e di più la fktic a farebbe vana,
perche fubito , chc'l cauallo è v fato fuori > d'wiene ftmile à quel) che da
ninno fia Hata nettato in quella parte ; e pur douendofarloffifkrà meglio
È con mano . Mafoura tutto il membro genitale è dafhrglifi tenere netto
con diligenza: perche Handopien dilordura,ff>effo auuieneychef orinare
gli simpedifce. il capo è da nettarfì con qualche pe^adi lana bagnatay
perciò che efendo egli tutto pien d,ofa,fe con ferro ; ò con legno vififre-
gafìe-yne fentirebbe afiai noia.Tarimenteèda bagnarfila coda,il ciuffo ye
icrini,dlfponendogli col pettine acconciimente,e co t ai gouemi procurati
dolche fi facciano quato più fipoffono, lunghini per comodità dell'anima,.
le,e del padrone,comeper belle%ga , della quale non pur fi dilettano i ri-
guardati, ma effifìeffi naturalmente ne fentono granpiacere.Cjioaibimo
Camerario dice marauigliar fi della ragion di coloro,cbe tallhora bellifjì
C mi cauaUiycol troncar loro la eodayei crini,rendonfo^iffimidvederey e
quafi con note d'infamia disformati: \Auuenga chefia da lodar fi dall'ai- Tagliare*
tro cato Ì offeruari'xayche poi han tenuta i maggiori nos~ìri,i quali conle- crini a ca
gare à quelli si tofati caualli altre chiome Uraniere, fi fono ingegnati di uallieco-
riHorareil tolto ornamento . Ma perche non baueffero pin toslo ritenuto bructa*
edifefo il naturale y egli certamente fi congettura effere prima auuenu-
to per in u enfiane di alcuno , ilq naie hauendo viHo per qualche fcabbio-
fa impetigine guaftarfi la coda à qualche fuo generofo Cauallo, e non
fàpendo altro rimedio , fi ridufie al detto modo , ilq naie poi per nouiià
fi cominciò ad vfare ancora fenya neceffità,fi come in altre cofe del mon-
* do fi vede far fi. Oltre che potrebbe efiere flato alcun galantuccio, il
quale hauendo à noia la coda, e i crini del fuo> (fauallo, che gli ba-
ueffero bruttata la vefle incominciò a farglieli troncare > etofare .. So-
gliono tutta volta alcuni dire,che coti fi fatta mutilatione diuengona i c&
ualli più animo fi : ma , ciò io dubito, che fiafalfo e che nonfia d'appro-
uarfi i n conto alcuno,togliendofi con la coda quella necefiaria difefa,che
la 'Hatura ha lor data per cacciare glinfefli animalucci, a guìfa dì
vn Ventaglio : fi che in fomma non è da farfi mai vna tanta ingiuria al.
Cauallo ì fé non per qualche accidente y che per forbii richieda, ò per.
■voler.-
voler fare vna dhnoflratione die gentili accerbiffimo lutto) comefileg- g
gè appo Plutarco, h.v.ier fktto^ilefì taira Magno nella morte di Efis-
ftione,cheperfegno del fu j grane d)hre feto fare tutti i CaHalliyZr Mu-
li y che fi trouauano nel può esercito , e mattare le più alte cim i delle Cit-
toda e tacche erano in quel contorno . Maborgi inniun conto fi cuflumt il ta-
5i"kk giarde la coda, fé non qualche rari fflna volta in l\on^ini affai piccio-
u^hare. ^- Vfafibene di tagliare le orecchie à quei Cortaldi, che ha-teffero il
collo gr off o,il petto largo , e la fronte fpatiofa ; o veramante , che banef-
fero l isleffe orecchie affai lunghe . Oltracciò fono alcuni , che fogliano
intrecciare il ciuffo in certo modoyche viene come in due virghette à pen
dere in su la fronte ; dal che fé peafaio il cataUo parer più bello, afiai F
s'ingannano \ fé penfinoprotederfi alla vista che nw rimanga occupa-
tayfono riprefi da Senofonte , il quale dimojira qmfii peli non dar impac-
cio.Ma Vegetio dice bene, che ne i Caualli non fol amente fi dee confide-
rare Vvtilità , mail rifletto della beile^ja : e però chi vuol tagliare dal
collo icriniydeefhrlo con buona diU^enja, che l Cauallo ne venga à com-
parire adorno y&v ago -.effendo moltiy che co fi conciano i crini de' Caual-
li da Carrette , come diquelli da felle; che ancor che tagliarli più di fotta
paia più vtile , nondimeno refla affai brutto à vedere . mitrigli radono
in modo , che parche habbian volato farci vn'arco . alcuni ad vfanja
degli ^ir menti vi lafcian per ordine alcuni crini tra la r afura . Ma più G
bello fi filmai' vfoycbei Moderni han prefo de"Perfìani,che me-ra laca
uigliatacon ogni diligenza fi rade dalla parte finiflra; e dalla destra fi
taglia niente : E non so in qual modo Hia -meglio : perche quel che ordi-
nariamente è lodato, corrifponde al detto di Vergilio >
folta è la chiomayche pendente vaffi
^4. ripofare in su la deslrafpalla .
Il che fi può dire y chefiaconueneuole sì per lo decoro, e per la digni-
tà, che babbiam dimostrato effere nella parte deflrapiù, che nella fi-
nislra ; e sì per la commodità del Qiualiere , il qual portando all'arcion «
Jinisìrolafpada.ò la ma^ra, ò l'accia, òlofcoppietto (fi come s' ti-
fa) potrebbe neW adoperare di quelli riceuere impedimento dai lunghi
crini, che quitti fuffero . tjfóolti nondimeno desiderano la chioma de*
lor Caualli amano mane a, dicendo hauerne commodo co fi nel canal-
care, enellofmontate, come anto nel ritener fi in qualche accidente >
doueciò bifognaffe, ò f^e^jandofi le redine , o trouandofi a pericolo fo
guazzo di alti fiumi. Tur fé la chioma fard partita , conuerrà to-
farei crini dimeno il collo in maniera, che tanto dalla fponda dirit-
te, quanto dalla manca vn' ordine contino uato ne reiìi : fecondo > chei
popoli
DEL CJl FU LLOy L1B. VII. 59^
\X popoli Tarthi fi dicono costumare . Lafciate nulla dimeno tutte queslé
cotalifoggie di tof amenti , chi vorrà più toflo adornare , #* accrescere i
doni della 'ì^aturaìchefcemargli,ò guaslarli,potrà feguire iprecettiyche
in ciò fi trottano , come tra gli altrine dà ^ìluzrtojà dotte ferine , che la
te sia del Cauallo fi ammagrifee, e diuiene afe 1 iuta ( fttal fi richiede per
più belk^a) fé prima , che egli giunga a i fette anni gli fi freghi , e laui
(beffo con acqua fredda : ma il collo fi fa più crafro , e i crini trefeono af-
faimeglio y fé ffreffo , e con diligenza fi bagni accanto le fj> alle con acqua
calda, pettinandogli conledeta , «Alcuni diconoyckefc nel me fé di Mag-
gio fi danno à mangiare fiondi di fàggio tenere ai Caualli, gli nafceil
B pelo elegantijfimo di colore.e di molerà . Hippocrate dice y che per far
crefcerela coda, i crini , e'I ciuffo ,fi debbano ff>efro lauare con orina di
fanciulli, e poi con lifeia fatta di calcina viua,di cerufa^che dicon biac-
ca,e di litargirioycioè febiuma d'argentoybollite in acqua,che cofi dine-f-
ratino belli (fimi dilunghez^a. Il famerarioperfuade d procurare que-
fio grandi/fimo ornamento del Cauaìlo di fargli battere la coda lunga ye
folta di peli; con httmettarlafpeffo di fero liquido , 0 d'acque fredda .
<tAjfirto vuole y che a" Caualli > che fon troppo pelo fi , 0 che tengono i peli
homdiy& bufati ; fi dia per trenta giorni mej colato io la biada vn me-
jo modio di ceti bianchi macerati in acqua , agginntoui altrettanto dì
vite paffe : che cofi ilpdo afbrodiuerà dilicatijfimo : ma il Cauallo è da
rinforxarfi con forilo in abbandan^a per ridurre i peli alla pianeta >
che fi couuiene . Hierocle a qneflo aggiunge e fere vtiliffimo ythe quan-
do al cauallo fi e atta f angue y fé ne empiasìri tutto il corpo , <&■ vi fila-
fei fiore per tre giorni : poi colpettine togliendo quel f angue già di fece a-
tOy ì crini fi vengalo a slaccare , & allegare , che in tal modo fi troue-
ranno mólliffimL^iltri fyargendo l'orbo, e'I fieno di forte falamora , Ri-
mano far fi frutto a quefiacura , 11 mede fimo akroue ferine y chiamarfi
Hifirichida vn vitio della coda,quando i peli fon fatti rigidi comèfete di Hiflrichi
£ porcoyparendoycbe frano fimili aquclle fyineyche gli HiRrici fogliano lan
tiare ;e quando ciò auuiene y il cauallo va tanto fregando la coda al mtì-
royclye fi fcorticayet vi commuoue delle vlcere-.però bifognaycbe fueltine
yiaque' peU,o pur to fati, fi freghi co vinoye falnitro il luogo esulcerato :
e poi vi fi slilli lagrima di papauerOyo(come diconojopio difciolto in ace-
to Mapm disforme è quell'altro vitio , quando ipeliqnafi ammarati, fé
ne caggionoperfe di paffo in paffo: alche ^Affirto ordina douerfi rimedia-
re io lattarla coda diligenteméte primacon orina, e poi con vino, et olio.
'Dicono ancora effere ejficaciffimo , che dopò iauatala due volte al detto
modo,fi vnga con graffo dicane^o divolpe,o pur di por co. Et ottima co fa
?? fa,
fia , cbeefia t oda nettata con diligenza fi bagni con acqua > onefia cotta
la radice della althea > e conia mano piaceuolmente pois'afciughi zebe
qucfìayjpcnto iltarloyvale à riempierla dilunghi > e folti peli : egioua al-
tresì àgli biiominiy & alle donile. Hierocle foggiunge y che fé la coda
s" immarcifeyò f afferò vlcerenei crini , bifogneria radergli^ purgar ef-
fe viceré confalnitro abruciatOyff>ruzzand%uipoivin puro .-indi mondifi
care il luogo con orina , e per cinque di ponti unguento da ferite : al fé fio
lanario con acqua , e pomi vnguento molle . Tiberio per far ere fiere i pe-
rioda mefcolato con vino il cenere dell' berba detta batracbio , ò ranun-
tolo:Tcunnesìo con la decottione dell altbea>il fugo della braffica->e della
Pehrella. maluaycgetio vuoleyche quando i peli e aggiono, feniche proceda da i
a fuoi ri- cagione manifeHa,fi vnga il luogo gelato con medicarne caldo sfatto di
meaij * jjjigQ nardo > & vuapaffa pesle > e cotte con acetoùlche fu prima ordina,
to da Telagonio, ilquale tra i valenti/fimi rimedi per la Te Lorella affer-
ma efiere , che vi fi metta butiro con carta abruciatayò cenere di lupini >
ò di fnua franta , o di tesi a di (fané > h veramente fpeffo vifilaui con de-
cottione di [emenda di Uno^ò di fengrecoy fatta in vino: the gli farà pre-
ttamente rinafcere.Et chi volefie nudrire i pelilo far che crefeeffero pre-
si amenteyabruci vna tefìudine con farmentiye ridotta in e enere,mettala
in vn pignatto di terra nuouo , mefcolandoui tre onde di alume crudo , e
quanto parrà bacante di medolla di cento trita in vino : equesle conti-
noti molti giorni,che vedrà effettihellifjimi.il I{ufio fcriue, che dalia ca-
da del Cauallo cafeano i peli y quando egli è flato sìt quella parte fpeffo
battutolo fé troppo è slato cffannatOy o J e pur il J angue gli fopr -abbonda :
E per rimedio ponequefìo:Chefe tal vitio èfol nella coda , fi debba apri-
re per lo lungo nella fu a eslremità verfo le natiche infino al quarto no-
do delVoffoyctìè nella coda yecon vn ferro cauatone fuori q uè ll'ofio y che
alcuni chiamano la bariuola y fi metta per tutta la fifiurafale à bastare
?a : e con vn ferro caldo calato in vnpoco di fate, fi 'facciano alcune cot-
ture alquato profondere torte in sàyper diuerfi luoghi della coda*,®- in eia
feuna di efìe cotture fi metta vna brocca di legnose per none divi filafii
no fìareyeccetto , fé prima per fé cadefìero . Scriue oltr'à ciòy cheàquella.
a . infirmitàyche viene alla coda del Cauallo , chiamata Langio , che àguifit
che fia. ' ^vn Cancr0 ia corrode hi maniera tale > che ne fa cadere nonfolo ipeli >
ma la carne , & anco i nodi dell'offa ad vno ad vnoyfe non fi rimedia nel
principio,/} proncde in quefto modoy che fatto vncapitelloyquantopiufor
te fi pofsafàre > cioè , vna lìfcia di cenere di quercia , che à medicine cofi
ài huominìy come di beflie a vfettole (fecondo che il (olombro da Diofcorì
de nfenfte)vifi bagni molto bene Hoppa dentro^efi leghi difopra il ma-
le:
'DEH CAVALLO y L1B. Vìi. fa
[A le:& ognivolta,che la/loppa fta dijfeccata,fi torni a bagnare nel capi-*
tello,eft metta dinuouofopra il male:fàcendolofpefie volte ogni dì per
tregiorni,ò quattro:poi co le cofe appropriate fi curi la piaga, e fi fàccia
incarnare.J^afce anco tal voltancl trocon della coda, e nel collo altresì
Ipe/fo al garrefe}vn certo prurito,cbe dal continouo fregare,che vi fifa,
fifcorticatutto,& vinafeono certe ampollete,c adendone affatto ipeli.
Ilchefuole anuenire ò per polue, che vi fa rimzfa dilungo tempo, onde
végonole radici di effi peli à putrefar fi,ò per molta magrexjra,che tro-
ttando fi i membri priui del debito , nudrimento,nonpof]bno fupptire alla
parte diquelli,cbe fi nudrifeono di crafo,e fecciofo fangue, ò veramente
B per foprabbondan%a di fangue infetto,ò di altri bumori colerici, e falf,i
quali p unge do,e mordicado,confumano le radici de' peli: E fi puòvede-
re,cbe feH f angue è quello,che foprabbonda, farà la marcia bianca: f e la> Mali nef-
colera,butterà fuori vna fattile, epoca cofa, quafi arficcia;fe il flemma \* CO£*a de
falfo,produrrà molte bumiditd co certe fcarde ; fé la malinconia;fnrà la l a
fcabbiafecca. Ma auuenendo alla coda per il più da bumorfalfo coleri-
co,^- accefo,cbe per quella vena, che [corre per lodino , va à ferma* fi
nella coda,come in eììremoluogo , fi che la "datura volédo purificarlo,
fa vfc ir fuori quelle crufiette:farà bene,cbe lauat ala prima cofapone, e
lifeia béforte,vi fi faccia vntioneco miflura difolfo, argento viuo, olio
* comune,e fugo di cipolla bianca,ana onde quattro, vn bicebiero di fugo
di copetelle,vna libbra di liquor di farde in barile, & vn altra di aceto:
aggiuntoui ancoratilo dilauro;ft come ordina il Ferraro. M.Tier An-
drea pone folaméte,cbe fi laui con acquatepida,& aceto ;ma perche tal
prurito fuol' anco anuenire per vermi,che abbondado détro il corpo,ten-
gono il federe affediato ; onde il (fauallo bramofo di cacciarli, fi va gratti Prurito
do: in tal cafo dice,cheft bagni vn pe%go,di tela con fughi di afìentio,e di gufato ;
méta detta herbafana, mifii infteme: e quella tela co fi bagnata fi metta oejja CQ^
co vn cannone di canna entro il federe,cbe quado verrà votare il vetre, da \t
4j la manderà fuori : e fé neceffarioparefìe , diagli/} anco beuanda di detti
fughi.T eonneHo perleuarla noia inqueHe tarme, che generate nel fto-
maco,e nelle budella,quando fi mandano fuori conia feccia^ attaccano
al federe , onde poinafee nella coda il prurito, loda,chefi metta nel bu-
dello diritto la mano bagnata dyolh, tafiado attorno attorno, e frappati
con le dita,e tirati fuor a queivermicciuoli, vi fi f^arga cenere, of ale tri
to,b vi fi laui con acquamarina, o con folamoria; buttandogli in canna
opopanace,vino,& olio, ò paTia fatta dwrigano,f ale, e p fillio . Siimelo,
e Telagonio fcriuono > che fatta bollire la radice deWherba Cameleon-
te in acqua tanto } che fia calata al ter^o } vi fi aggiunga un fefiario di
<PT a vino
59£ DEIU g L 0 2^7 jC
•pino (o fecondo Vegetio vrìhemina) con dite onde di opopanace, efr but- g
fi per le narice fintjlra ali animale . (fiotta fnnil mente à dar per lo nafo
con vna hemtna di aceto agli di Cipro-.ò Umbria di terra pefti.Il Colom
bro diceycbeper cono/cere la cagion del prurito della codaydebba cercar
fi con la manoydoite il (giumento haggia più voglia d 'e fiere grattato ; e
trouandofiyche flanella verga per brutture) ebevi fianoyfaran da lauar
fi quei luoghi con j apone ,e lifcia : Sefuffeper le 'zecche afferrate- infra le
cofcie y o fiotto la coday che mordono di continouoy vi fi farà vntione con
olio caldoyòconl' vngnento abruciatiuoy che di cantaridi fi compone: fé
procede/fé fòr vermi) iquali nello fmaltire fogliono ap parere nel fommo
del fondamento fi potran con la mano ilrappareye cacciar via.- Se fi cau- &
fafieper bumore colerico aiuto iuiconcorfoy il luogoprimafi lauerà con
lifciaypoi rafciugatOyft vngerà con vaguento di Ut argino > b cerufizyò di
fquilla pesla confolfoybitumey& olio: ciò facendo due volte ilgiornoy di
Hate alferenoydi verno al Sole: e fi terrà quell'ordine) che nella fcabbia
fi narreràytauanda f angue, dal collo per diuertire)primaych' altra cofa fi
fhcciaMaper tornare al modo del gouemoy donde ci fuiòin continoua-
to ragionare del ciujfoyde i criniye della cadayàcbe modo fi debbano que
He parti conferitore co fi per commodità dell'animale ye del Caualiere y
d?Ca jjj come ancoper ornamento-.ordina ilCrefcen^o y che-di mattinole di fera>
jj. primàychefi diala biada al Caualloyfi meni con ripofatopaffb à bere ye fi
faccia Har dentro ì acqua infino alle ginocchia) ò più, difoprayper tre h*
re)Con dir e yCÌycb la f redenta dell'acqua dolce fo lafcccità della f alata ,
restringe gli h umoriyche fog'.iono fender e alle gambe. Il I{ufio tutto ciò
confermando ydice douerfi folametite auuertire y che quando il Canali)
bee l'acquaynongli tocchi i tefiicoti > e cioè poi non fi faccia rientrare al-
ia fialla ) fin clye non fienale gambe ben rafciugate , perche la fumofità
della fialla calda con quello Intmore , chefiifìe rimifo mi (aualloy pò-
Gambe trebbi 'in e flegambz generar (jalley& altri cattiui mali. HaàSenofon-
quando fi te nonpiaceyclK%li fi lanino le ' gambe }p3r eia che con ninna vtilità , fa-
liuareV rebbe dannofy all'vigbie quel co.itmo.'talfamettare) però <dice effere me-
Caualli. glioyche fi freghino co le mani.ll Camerario tuttauia giudica effere trop
pò ardire ai afferm ire quefi'ordiie contrai' vfan^a di tutti già inuec*
chiataycheogni dì fi mandano i Caualli ai attutare entro l'acqua infim
al ventre y mafiima/nentey che gli antichi anchor a fole ani aitare /e-
bruteT^e delventreye delle gambe . T ero il fuo parere dice effereque-
Sloy che tal'vjodi lauare y non fi a da frefuentarfi di vernjy e mai non fi
feccia à tempo > chel (/mallo fi troni fidante , òtroppo caldo , ne in
conto aU imo quando j "offe in fojpitione di morbo > ò quando fi hauejie a)
medicare
Gouemo
DEL CUVJllO) L1B. VII. 597
~jl medicare con beuande > ò con chirurgia , ma nel retto efiere bene à far fi'
Quanto -al ventre alcuni pongono quejia dittintione y che i Caualli ma-
gri non fi facciano attujfare in fino al ventre , con diryche raffreddato fi il
ventrey nonfentirebbonol'alimcntoy mai più graffi più fpeffoy e piùpro-
fondamente vi fono da far' andare , accio che no ingr affino fouercbiamen
te > ma fi conferuino il corpo intero,e fano. fieramente dice bene Elianoy
che i Caualli fi dilettano dcllauare^e degli vnguenti;pero alcuni dicono
molto giouare ài neruiy che interuallat amente fi lanino le gambe con vi
no caldoyò con feccia, n^fltri le lauano la fera con quella acqua di cuci-
na y con che fi fono lanate le fcudelle, ò con quel vinoychefì troua raccol
B to dav.anti a i T>ogU. Cjiouan Battitta Ferraro approua y che l (faualloft
faccia ftar nell'estate me?^hora entro qualche fiume fin' al ginocchio-pel
verno al mare : Isella primauera gli fian lanate le gambe nella ttan^a
con acqua forgcnt e f refe aft^eW autunno con vino tepido bollito con I{o-
felliyLauriye Cedriy che in quetto modo gli fi verranno à conferuar libere
d ogni maleyafciuttey fodey & vigorofe . € 'certamente import antiffima Cófèrua-
cofa èfopra tutte le altre il conferuar e à queflo vtilijfimo animale fané , none del
efen%a vitio alcuno legamheyipiediye le vnghie\come quelle partiyìielle Jj f rande
quali confìtte tutta l'vtilitày che di lui fi prende iconciofìa cofayche ogni importati
voltayche'l Cauallo nonfìpofsa ben auualer delle gambe > epiedifuoiy io za|.
non veggio in che pofiaferuire , fé non per ifp attentar gli augelli col Te-
f ch'io. Trincipalmente adunque fi deurà vfare diligerne in quettoy che al
Qiuallo y oltre alle co fé predette , fìano Jpefic volte fregate le giunture
de' piedi y e con vn feri o purgate l'vngbie nonpur del fango , ma della
polueyè d'ogni altra brutturay per picchia eh' ella f uff e; perche co fi ven-
gono à fuaporarfìyrefrigerarfìy e fortificai fi. Lodano alcuniy che nettate , .
l' vnghie ogni fera per ordinarioyvi fi empiattri il cauo con letame frefeo ^ CaUai
di bue legato con vna pe^a. tisfltri voglionoyche ciò fi faccia Vvn gior lo come
no sìye l'altro nò. n^fltri più giorni le intermettono: e benefitrouino ben da curarfì
$ di quelliyche fouerchia filmano quettacura, all'incontro vi fon de glial-
triyche nonpur l approuano y & ofieruanoy ma di più levngono difeuoy
ò d' affungia . t^ltri vi mettono il detto tterco Bouinoy ò Cauallinoycon
vn'vouo frefeo dibattute cenere calda mifii infìeme. zAffirU lodayche
vi fi frequentilo tterco frefeo. del Bu£ybollito con origano in olioy &acc
toye che vedendofì cominciare ilCaualloà mangiarfi ipiediy vi fi metta
di continouo empiattro fatto di tterco di (fané liquido confortiffimo
aceto . t>K". Luigi à quei (aualli , che hauean l'vnghia troppo fecca , ò
(come dicono)vitriola , infafciaua i piedi con feccia divino bianco: ò li
bagnaua co fugo di Tiè (fauallino petto;? glivngeua con J apone dipaney
TV 3 feuo
5p8 *D E L l. jì G LO \ F^T \A
ftuo di Casi-rato, e mele, infieme incorporati - £t. v-ifeJu far ere fiere
l'vngbia,l'vngeuaco olio mi fio con graffo di firpe fritto nella padella :a
pure lau.it. zia prima conacqmcalda, l'vngeua.con vnafeor-ra di lardo
cotta. .reietto affermagiouare a\ fortificar l'vngljie ,fe fémpre dopò il
camino fi faccia vnbagao di vino caldo allegimture . Ma quandoieUe:
da i. viaggi qualche ingiuria haueffiia rieeu ita , fonj da risìorarfi con.
buoni vnguenti appropriati, carne, farla quel che da^Pvlagonio prima fu
ordinato,cbc fiprendinotre capi d'agli,vi fu fetta di ruta, ,fei onde di
alume tritolile libbre di affnngia vecchia,^ alquanto di sìerco d'^i fi-
no cotti infieme: della quale-misura fi faccia vngere la fer ai piedi del-
l'animale >e fé ri empiano per tutto le vngbie ~ L'ìfteJfoZJegetio altroue
pone fette capi d 'agl'atre brancate di rut affette onde di allume,oltrs lo-
flerco dellJ£fino,e l'affugnia: confermando , che tale empiaslro è molto,
efficace a far crefeere Ivnghiepieciole, e rifare le confumate . ls{udrifce>
ancorale ferma l vngbie l' unguento fatto con tre libbre dipece liquida >
due e me%a d' aceto forte, vna d'offentiayvna di affungia ,- me^a di olio,
"vecchio , e none capi d'agli pefli y mefcolando ogni co fa bollita infieme ..
Efefopra i piedi, ferrati- fi frequenterà di mettere per moki, giorni vna
parte di alume,e due di hellerapefleinfieme, l' vngbie verranno mirabil
mente à fortificar fi; afe co foglie debellerà fi mefcerÀ vna libbra di fiale,,
me'ra dipece liquida,&vna hernina diaceto .Ma f opra ogni altro me-
die amento quello dice effere potentiffimo ad indurare lvnghie,per tene-
riffime,ch' elle fiano.Vrendafi vna lucerta verde viua,e meffala in vnpi-
gnattonuouo,aggiungauifìme7a libbra di.alume giudaico, e me'ra di af
fentio peflo,vna di olio veccbio>&vn'altradi ceraie come bollédoque-
fiecofeinfieme^fi vedrà la Incerta dtsfhtt4,coli fi tal decottione,econfer^
nifi nel pignatto.'pofcia volendolo adoperare ,raiafil.vngbia di fatto, e
meffo in.vna canna verde il detto vnguejito caldo , chefia allhora tolta»
dal fuoco, fi flilli nell'unghia r.afa,fregandda nella pianta,e d'àttomo;co.
atmerten^a però,che nanfe ne tocchi la corona; e tal'vntione per inter- jj
pofli giorni fi- faccia almeno vna volta il mefe.Quetta compofitione io la
trono ordinata da i Cjreci in queflo modo; che con vn'hemina d'olio fi fitc
ciati tanto bollire due,ò tre Incerte verdi,che fi disfacciano, poi tolte l'ofi-
fa,nel brodo fi metta me?a libbra di. bitumepesìo,due di graffa vecchio
di Torco^ fei di pece : le quai cofe di eotnpagnia fi fk celano a bafian%&
bollirete poi fé rìvnga.^Anatoliodicédoycbel'vngbie de' Volledrifì indù
rifeonocon farli effercitare in luoghi afpri,ò fparfi di giara: foggiungeef
fer bel remedio ad vngere l vngbie tenere, e le loro concauità con grafia
vecchio di Torco,edi Becco,fUfQ hìhoj& àglio infieme incorporatici*
tri
G
T>EL •.Cj£P?JfLLÒ,llB. VÌV. 599
%£ tri met fona discintamente y che con aceto fi facciati bollire due libbre di
afiungia diTòrcotfre onde d'iridey quattro di folfoye fei di aglio . Hiero-
eie lodayche in quella slagioneyche l'animale fi lena dall' herbay gli fifac
ciano inghiottire, dattili fenial o\fayma pie ai di biacca , che cojì -verrà à
confemar fi tutto l' anno fano de" piedi; & altroac dke3 effere molto ap-,
propriatàallaconferuatione de.piedi queUa mifìura : Bdellioygalbanox
opop anace ylit argino ye per fumo ammwiago > due oncieper cofa > ma di
ca'floreoyme%a di euforbioyquattro dipoUfàd incenfo •> fei di bitume y e fei
di pece cotta . vAffirtofcriffeà Marco Mario 'Decurione y che quantun-
que fi-amolto difficile da correggere vn vitio naturale dell' unghieyche fo-
B no tenerey e che facilmente fi romponoyefì confumano ;tuttauolta per fitr
le migliori all'vfoy chef richiedeyfarà beney che fi facciano fpe/fo bagnar
con acquayoue.fia natobollitotiprefio^o quelle Jpine , che producono mo-
reyLatinamente<cbiamatfi rubile da noi roueti > e roui; 0 veramente con,
decottione d'ajfentioyò con aceto misjo con falamoia;& à chi f offe graue
il procurar quejle mislureynon manchi d' olio fchiettp nel verno : e d'af-
fttngianella efiate. Di darci il fuocoybenche molti molte cofe babbia det-
te : egli per lo miglior modo approua il gocciolami bitume con vna fhee
aicefa .; £ fe'l Cauallo di fodo piede fifruaffe l'vnghia per alcuno accì-
dentea anigli fi di j 'otto il ginocchio f angue y acciochenonfoprauertga in-
fi ammagione stila corona > nelqiial luegoi non fi può mettere ferro\ai ;.
perche l'unghia fi guaderebbe . Sumcló diceyche bauendofi l'animale^.
fruatayo con fumata l'vnghia-, fi bagni con acqua caldaie s'unga d'afiun-
gia;o rafa l'unghia infno al viuoytanto ch'egli fopportarepo/J'ayvi fi met
ta per tre dì aglioye folfo peflo di copagnia . Teónneflo ci auuertifcey che
-queiGiumenti , iqualiperlo cambiar fi bai:ej]ètofruatal'vngbiay e non.
fuffero siati curatiycafcano inf ebbre afs ai pericolo fa : però vuole y che fi
lanino i piedi con acqua' caldayouefìa bollita radice di altheayche malua
fìluesìre da alcuni è dettate ciò fi fàccia tantoché l'unghia diuenti tene-
^ ra:fndi rafpat.alay e leuatane fin dal fondo quella parte > che era ojfeft)
5 ri fi metta ton vnpeTgo difportay e panno graffo ben legato di attorno y
yn'empiajìro di.aglioyet ajfugnia vecchia miftiinfìeme:e nafeendoui in-
fiamagioney fi tragga fanguefotto il ginocdno y e fi faccia slare à ripofo
in luogo tepidoyouefia ilfuolo di letame afciuttoy e non duro; accio che il,
fermami il pie de no l'offendere: ati^ifia tale efio letameyche il pie ne ve-
ga àriceuere nudrimento . Oltr'à ch)perfnrcrefcerel'unghiay egli ordì-
nayche all' aglioy& all' ajfungia s'aggiunga bitumey folfo viuoy& olio di
pece: e tal'vntìonefi metta intorno alla coronaJPer farle indurireydice.ef
fere molto appropriatole ali 'afugniayal folfo viuoy& all'olio di pece fi
TV 4 aggiun-
eoo T> E L L *4 C LO V^l *A
Aggiungano gomma, e ceray o che vnpe^rco di P710 gr0JF°fìfenda> come \£
fifa delle fkci,e mefiaui ajfungia dentro -, fi fàccia flillaresù tutto li fon-
do dell vngbia; continuandolo per tre giorni ;e poi paffuta vna fettima-
nayfi torni à farlo . 0 che nettata fvnghia ,fi riempia tutta per ogni in-
torno di femen^e d' hellera pefie : e poi vi fi mettavna [carpa acc ommo-
data,piena di pece liquida , e di ajfungia : laquale f carpa non fi rimuoua
fé non di tre in tre giorni , e veramente mettafi fopra fvnghia vna par-
te d al urne di rocca tondo , e due di femen-ze d'hellera : poi diffoluendo
aglioy e bitume di compagnia su vn largo ferro infocato , vi fi faccia per
tre giorni Hillare : ilquale rimedio anco a' Buoi farà gioueuole . £ per-
che nel tempo del verno fuolyauuenire,che'l giacchio offende in tal modo *
le caule chie,o l'unghie deiCaualliy che ne 1 1 fi ano gonfie >,& infiamma-
teyegli ordìna,chefì lanino prima con olipy& acqua calda ; poi rafeiuga-
te con vn drappo ajpro , fi leghino bene con altre bende : & fe'l tumore
pareffe grande,/} debba aprire, con empiafirarui da poi farina d'arido boi
Ut a in aceto forte . Telagonioperfar ere fi ere le vnghie, loda, che in ac-
qua fi facciano bollire faueypoi difciolte con mele fi '.'/tendano sii vnape^-
iaylaqualefi metta di fopra l'vnghiayo che bagnatala con aceto caldo, fi
freghi con marrubio incoiporato con afientio,& affungia vecchia ìl^el-
Pclmau-- fa compofitioneTelmaticafi co?itengono adarce,e gomma cotta,anaon- r
eia me^a,galbano,pece,ealciti, &afiungia ana oncia vna, castorio vna
e me%ayragia gra/iaye galla *Aleft^ndrinayana onde dueybitume ghtdai
coy& acetoyana onde feiyincorporate con due libbre diceva, & vrìhemi
Ha,e me^a d'olio. Hippocrate vuoleyche adapriamo minio, fale-^tceto, vo
Ha,c leuamento mi/li infieme,o che prendiamo due libbre dicauiaro vec-
cbioytre di affungia,e quattro d'erobi y me^heminu di mele, vn'oncia di
terebintinaydue di l:fciaye due d'aceto adacquatole di gomma , e tre di
cera, quattro di pece,disfacendo il e anidro con l'altre cofe pe/ie nei mor
taioy\oÀa ettandioyche prefo olio antica di cedro, feccia d'aglio , affungia
vecchia,e calcina vhia quanto ba/li, fi faccia ogni cofa distemperare m-
fieme,e bollire nel vino. ^Ago/lino Colombro approua in gran maniera,,
che volendo far l'unghie ben forti, e dure , di/fece andò la troppa humidi-
tà, che in quelle / ufi e , debba farfi vna volta il dì su la corona del piede
rafa,vntione al Sole con mifiura di galla nonperforata,efolfo verde d'e-
guai pefo,triti fottilmente con vnpoco di fiale yedivetroy e pofeia in ace-
to forte confetto di rognon di caftrone colato,bolliti fin* alla cofumatione
dell' aceto £ quando l'unghie all'incontro haggian bifogno di efier'humet
tate, e nudriteyfi come auuienè tal volta per ignorala de'Ferra{uri,iqua~
Ufoueuhiamhe aprédo iquartnet afsettigliadQl' unghiata fanno ftria^
gere,
<DEl C U V *A ILO LI 3. VII. 6pt
gereye di fatare, onde il C audio resla nonpur disformato co i piedi lun-
gbi àguifa di Miiloymagrauc,e doglioso cori cerchiyfete > chiouardiy& to per £
altri maiiyegl. loda la compofitione di quefio vnguento, cbeprefo oliba vnghie .
noye cera nuoua,ana oncia vna,dialthea,e terebétina,ana onde tre,quat
tro di butiro,e fei d'olio vecchio confeuo di cafirone, e. fugo dipiantagi-
ne,libbra vnaper vnoyfifaccian bollire fin che il detto fugo fia confuma-
tOye poi s'adoperi. E perciò molto importante, e necefsaria èia caracche
fidèhauere,cbe'lcauallofta benferrato,conciofia,che -àpi ferrarlo ma-
lamente nafcono non folo i già detti mali , ma altri ancora pericoloni, e
difficili da curar fi, i quali f^ef so rendono difutile al Vadrone l' amato co-
uallo , e pero io configlio à chiunche ba caro ilfuo Animale , che dia la
cura di ferrarlo a'Marifcalcbi ejperti,che b abbiano lungo tempo efserci-
tato il mifiiero,mafopra tutto, che fi ano huominida bene,e di Intona con
fcien^a,non ingordi al guadagno , che per volerne in poco te mpo ferrar
molti,perlaprefciapoca indurrla vi adoperafsero,o ueraméte ne defse-
rolacura a' gar^ni ignorati, & inefperti,e perciò farà fempre daeleg-
gerfipiù uolentieri un Marifcalco amico, che unfiraniero, benché dipa-
ri fhffcien%a. Ma quefio luogo pare,che necefsariamente ricerchi > ch'io
debba trattar del modo di ferrare. M. Tier '^Andrea vuole,che a\ Tolle-
driypoiche è slato lordato à magiare, per quindici gio mi or%o;fi metta- Ferrare
noferrzdure bengrofse,egraui,e le fifaccian loroportare circa vn me- jjSfL *L
fe,per farli pia leggieri di braccia ;poi tolte quelle, fi metta loro delle più j caualH»
fottili di mano in mano . Ma ordinariamente ammonifce i Marifcalchì,
che facciano tutti i ferri Jìretti di verga/fuei dauanti corti,e tondi: quei
di dietro puntuti alquanto nella cima , conia ferràturapertngiata ver/o
talloni : per cloche ne i pie di dietro il vino sia verfo la punta , Itando al
contrario in quei dinanzi. Loda-, che l'acconciatura dell' unghia fi faccia)
tagliandoyO do landò con la Spinetta quel che fia dibifogno, per affettar
giufiamente il ferree chef aprano bene i T a.llQni,incominciado da i Fet-
toni in sù,non cauado l'ungbiayal cui fonte in niun modo è d'aecoflarfì.In
quei (aualli , che dalla parte di dietro fnjfero fìniftri, vuole, che col col- ;
fello fi tagli tvnghia contraria,^ maniera,ch'elta paia be dritta a gli oc
chi. Magli ordini di Luigi Vento fon quesliyche le mani del Cauallo con-
ueneuolmente fi taglino con la I{pina dalla parte di me^o in sii verfo la
pmta\fempre aliando la manoyftma toccare il tnolle, né ilfuol del pie-
de:efe i e ale agni f uff ero afiaì più alti di quel che fi richiede ,- abbaffwfiy
tagliando folameme là,daue bara da federe il ferro: maguardifi di toc-
camelie parti interioriydic dìcon Fonti ;percbe fi leueria la fortezza $Qk
la mano ; guadando ilpromdimemo > chela l^aturaha quivi fa io , il
quale
Sei D £ l l A r G LO fCì A
quale ciafcwtó fi dee pia tvflo ingegnare di mantenere , maffimamerit* ', g1
che dal tagliar' entrala Boiate nei Fettoni,afifottigliandol'vngkiafouer-
chiamente,fi fogliono cagionare Falfi Quarti , C~ altri mali : e però non-
fi dee lambroffare,nè tagliar con la \oinafe non la punta , e tanto din<
tomo,quanto peri ' «filettatura del ferro è neceffario : e quando fi veggio,
efierfi con la J{pin.ifcemato afi ai>non fi comporti , che vi fi tagli col col-
Ferri de i ^.//0)<r0/ quale fi verrebbe a fcemarpiù,per effer men faticai ferri d'ma-
C ilio "KJnorpfian P"* &*$&' di vergale un deto TolHcare: perche laforte^
?ra loro non ha da confifiere in ampie^ br, ma ingrofie^ja, laqual deurd
effere egitale cefi nel calcagno, come nella punta:e cofi egualmete ancor
fian tondi; flampati in punta alpiu che fi puòimbumitiverfo la fola, eV
ben battuti , & intauolati dimodoché lavanda di fuori feda per tutto
eguale, e giunta , né parte alcuna di effine balli , o fàccia luflro, ne feda-
no sii i caltagniyperche difiruggerebbono i lor quarti: ma fi come convie-
ne, che V unghia fi tagli in punta, cofi in punta fi facciano Bar affettate
le ferrature anteriori $ che in qnefto modo il cauallo verrà à slar'appog*-
giato col forte della mano in terra,tenendo le bracciadiritte, e le vngh've
(icure da ogni danno . 'Hei pie di dietro, quando lapcrfonapotefie con
vna parola effere intef addirebbe , che l'unghia fi doueffe tagliare'ttf con-
trario'di quella ddle mani dauanti : ma per dar la cofa più -chiara ad
intenderete da faperfi^h'ella poco fi dee abbafìare, né làmbroffàre , per- ,
che il pie di dietro tiene tutta lafor^a , e 7 meno dell'unghia nel calca-.
gno} e nella punta ha il vino affai vicino : però conueneucle cofa effendo,
che fi proueggia a quella parte, che meno è forteydeurà il ferro slartan^
to affettato in punta , che non hi fogni-di coltello tagliarne pìrrvnamini-
mapartkella.il ferro loro fi a tanto, che coura egualmente la puntai, e i
quarti de i calcagni,pumuto,e grofio nella punta ; fiottile, e slampato, ò
pelato ne i calcagnicene rampone :riofia troppo firetto, né pur trop-
po largo,mafeggia eguài per tutto,e meffimamentene i calcagni, ìquali
efiendoprouijìi in fi bel modo, aiuteranno il Cauallo à farlo andare di ™
Chiodi miglior p a fio, e con più. vigore . f Chiodi eofinelle mani, come de' piedi} •
di che for fian largl?hfottili,e lunghi: larghi, acciò che h abbiano la forteto. > che
rna fi ri. mn p0jfi0ÌJ0 ]-,aveY con la groffe^ja .• fiottili , aci io che poffano prendere
r0> ■" bona pò fi a , né vengano a premere alvino,nè arompere , e far gran bu-
gio : Li-nghi,acciò che avanzando affai, fi taglino preffo al forte , in me-*
dò chela Ribattitura efiendo forte , e corta , i Chiodi fi metteranno ben
fermici Cauallo non fi verrà per viaggio à disferrare . Deonfi mettere
in queflo modo , cheH chiodo s'accofti alla slamp atirra del ferro , verfò
la banda di fuori y e che per diritto fiehiauiy accioefo la pafiuravada
per
DEL ^CrfV jtlLOi l-IB, VM. 603
j$ per (a Teorie per lo forte deWvngbiayfen^a paura di incbiodareynè di
s ferrar fi -.per ciò che i chiodi meffiper lo dir'utOye tutti eguali-, fon mag-,
gior forane pojfono danneggiare y come far ebbono mettendogli di co-
flato [ive.ro èyche nel mettere bifognaycbèl chiodo vada vn poco piegato
con la puntaycbe guardi infuori- Giordan B^tffoyeTietro (frefqenTOy lo-
dano i ferriche fi cqnf acciano alla tondezza dell vngbiayie che l'eftre-
mità del circuitole giro lorofìa Sirena: che cofiVvnghia.fi confsrua.coft.
più forte^xa^e diuien maggiore. Oltr'à ciò fian bene accoHantiye no grof
fìyegreui (come alcuni coslumano) ma leggieriy acciò che l'animale non
impeditodatalgraue^aypiù leggiermente fi. venga à folle uare co ipie
$ di.Dirò ben queHoyche quando il cauallo ha quel difetto ,che diconoUai
lottare ycioèyche per al%ar troppo le bracciay.fi toccaquellendle parti di.
dentro col pie medefimoyondericeue neineruigranp.xjJwne;allhora con
uengono Sferri più groffi dell'ordinario , benché più gli gioui dinoneffe-
refollecitato altrottoy oue più. s'offende . Ma principalmente configlia-
no i detti n^futtoriy che i Poliedri fi lafcino andar gran tempo disferra- Poliedri
tiyper che tanto più l'vnghie loro con più dure^^a verranno àcrefcerey^ lafcino
majfimamente facendo fi pafcolare in faflofey& afpre colline : e già chia- ^"mpo^lir'
ramente fi può vedere (come anco dal I\u fio fi conferma chequanto più ferrati..
gioitene fi ferra vn caualloytanto piùtenerey e fiacche fi trouan Ivnghie.
C Certamente fi come i piedi fon quelli y che portano il corpo yefopportano
lafnticaycofì conuiene kauer cura d'effìycoogni poffibile diligen^aymaf-
ftmamente nell'atto delferrareynelqualeybenche ogni Ferraruccio pre-
fuma di faper' efiere ye di fchiuar la condanna y che legitimamente gli
fepraflay dipagarele (pefeyche bif ogn ano a\ curar e il Giumento inchio-
dato yò di pagare tutto ilpre^p di quello y che ne moriffe:. nondimeno il
Q4ualierefarà.bene.{'come.difopraancofi èdetto).a\non mettere ilfuo
Cauallo in madiperfonayche nonfiaprattic.ay& auueduta dituttequel-
lecircoflanT^ychenecefìariamente fi deono in tal mejìiero confidèrarec:
Conciafia cofaycbegrandi errori in danno.dell animale potràcommetter
7) reychi non f oppia la differenza de i pie dinanzi dà quei di dietro: effendo
quefli(come f^dettolpiùfenfibiUnellapuntay e quelli più nei calcagni:
aUequai parti, piùfenfitiue. non fi delira accollare cpjchiodi rrha fi mi-
rerà di tenerle fortificate col ferro poflo in buonmòdo ., Ilferroper lo
pie dinanzi il Fiafchiloday che dal me%o auanti baggia più. toflo del tori Ra pone-
vo y che del puntuto y, e delme^o indietro tiri al lunghetto iMafmandoV^^0?1^
lyfo di farlo con quel rampone yche.fi fuol fare inquei dì dietro :. perciò>ìln^ Z1 j
che ponendofi il piede interra difegualeyfivengono.adoffendere.inerr-
ui.de.tte. braccia ymaffmamente quando fivadà per. luoghlmontuofi , $
pietrofiy
pietrofi , che non potendo fty col rampone attaccare à ifaffh il piede sfug- £
ge>c'l calcagno riceve gran paffìone: Alche volendo prouedere iT urchi
qual'hora per fi fatti luoghi hanno a far viaggio-, cojlumano i ferri in su
r'moltiyche come feudi fkeeian riparo à i calcagni > -& acciò che non pof-
fa sfuggire il piede ^mettono tutti i chiodi baftardiy fatti à guifadi 'Bot-
toncin'hnon in tutto co fi altiycome quei che fi dicono chiodi da ghiaccio^
Hroppiarfiymettendo per forte Vvn pi
uenire,e fi perche volendo ab^ar di tal ferro l'vnghia , Infogna laf ciarla
più alta in punta}abbaf adola nel calcagno; acciò che'lpiè jìpotefìe met *\J
tere eguale in t erra; come fempre conuiene: fi che di leggiero efio calca
gno verrebbe a fentire offefa tanto maggiore , quanto più acuto fuffe il
Rampone: però quando pur fé ne voglia valere alcuno,} "acciaile più tofto
due,che vnoìn ciafeun ferro ye facciagli più baffiyche fipuotCy& all'Ara
goneftycioèjche ftano più larghiyet vadano vìi poco inn^ydifferenti dal
V altra foggia; che fon piùacutiy&vanper diritto in terra; e confi deri,
che fé con queHi ramponi il ferro fu fedi modoy che flringejfe ilpiede>
maffimaméte nelle parti di dietro; farebbe non altrimentiyche fé vn'huo
mo hauendo vnfajf olino fotto lapianta,baueffe flretta di più lafcarpa;e q
di qui facilmente al Cauallo potrebbe crepar vn quarto. T^J egli appro-
ua Ivfanta di coloro -, che mettono tal volta certi anellettinei ferri de i
pie dman^ycon direbbe il Cauallo al%a meglio le braccia > & imbrandi
fee lefpalle:e non s'accorgono , che quella prejle-^ra , che talhorafi mo-
ftra,è cagionata dalla paffìone > che per quelli fi fente; non daaìutoyche
fé ne prendaci come nel trotto fi può vedereyche quanto più faticofo è il
terrenoytanto più tofto il Cauallo y quantunque debole > al%a le braccia >
per fuggir quella pena,che ne patifceSDannofe parimente fon quelle ere
fte>cbe per non fare fdrocciolare ilCaualloy alcuni adopr ano ài pie di-
nan?i:e però f aria meglio per taV effetto vfar quella forte diferroy che fi H2
fa per Qinettiye Barbari y quando al Talio fi dee correre y& Sin modo ,
the netta parte di fuori egli ha à guifa d'vnafegbettay vn cerchiello at-
tornoychefen^a nocimento veruno del piede'yaff erra il terreno mirabil-
menteypotédofi far le punte del cerchiello più ò meno acuteycome l'huo-
mo voglia :pur che egli fta di ferro crudoye temperatoye bé battuto:per-
che noneffendo duroyaf$ai toìlo fi fruflerebbe.J(uuertafi peròyche in tal
ferratura la groffczja di dentro deurà effer eguale à i denti del cer-
chiello : al cui mexo chi volefe far hauere alquanto nelVlmbordito »
potrebbe farlo > pur che ìlmbordigione fuffe più baffetta di efie punte^
Chiamarfi
BEL C jtVjLLLOy L1B.V11. fai
\A Chiame fi fmbordigione quella Tancietta > ò quel rilieuoy che alcuni fa- . >*
glionfkre nel mejo de' ferriytalhor minore }e talbor maggiore ;per difen aio ne cht
Aere meglio la pianta del pie dinanzi: maellanonègioueuole ad ogni cofafu.
forte di vngbisye bifogmyche fta fatta > & accompagnata come fi dee .
Ordinariamente il ferro del pie d'uianzinm dee auan^are l'vngbia nella
punta>eccetto fé ella vifufìefruflaye confimata,ma dee bene efierle uan
tagiofo ne ilat'h dal mezo à dietroyper furie vtilità.Di dietro poi egli dgc
efiere poHo alfegno eguale allifuoi confini , altrimenti fé auan?afie in
quelle partici Cauallo co' ferri di dietro potria aggrapparle fé rnancaf- '
feyne patirebbono le calcagna ;lequali nel tenerume dell offo loroytbe voi
garmente diciam Fsttone}deuranno boneHammte effere aperte^ton en-
* trandoperò troppo indentro) maffimamentefe non. vi fu fie quella bontà >
cheft richiede perche facendo altrimenti yfìfhrian deboli) e piufirette.
E quando il calcagno per auuenturafi trouafie indurito di modo ,che no»
fipoteffe adoperare Incaflro per aprirlo > e toc dell" v-ngbia. ( fi come tal
volta per trafeur aggine di chi n'ha cura> faotauu eaire) bagnifi prima
con acqua caldaio con va ferro caldo fifcaldi) che coft diuerrà sì molley
che potrà torfene quella partCycbe fi ricbieda.T>.ilLi punta dell" vnghia fi
torrà quello > che vi fi vedrà effere necefiario per darle quella, proporzio-
ne chele conuiene :ikhe fi conofeerà con far porre il piede in terraJFatto
- quefto,fì metterà con l'Incastro ancor la Caffaymuertendo perà,cbe non
fi giugeffe accanto al viuo.Hor coìyis l'vngbia fìa tutta acconc ingaggila
glifi il ferro con e(ìa;e come fi v iggia ben agf/iflitO) che véga a copren
dere tutta l'vnghiaytiÓ e(iendofcarfoynè uant aggio foyo;ie non bifognajie;
fermi fi co due chiodi del forame di mezo> de" quali il primo fi.i della par
te di detroyl altro della parte di fuori: indi fi chiavi il rimanente; e piega
tigli tutti dietro al corno ingittycome fifa ;.taglinfi preffa ade fio corno y
tanto che fi poff a fare la ribattitura) ma prhn, i ch'eli i fi faccia, di fuori;
fi deuràcol martello battere bene in sii la tefii de" chiodi), di vno in boa»
tenedo calcata latanaglia fotta la ribattitura^che fopra il corna farà da
jp farfìdaqual ribattitura fe'l Cauallo è J olito di toccarfi nelle braccia , &
nelle gambeyfideurà fare (maffinamente nelle pxrti di dentro) con di-
ligenza non poca;£perprouedere à l'offe fa , che quindi potrebbe: nafee-
reyfariabene.far nel corna convn bottone di ferro affocata t ante foffet-
teyquate ribattiture di chiodi fi deuranfare> che coft rimanenza afeofty
non potran nocere i e per orna mento .dell' vnghia non fi manchi di chiu-
dere i buchi yi quali baranno lafciati- i primi chiodi y tingendo ancora di
vnbel nero tuìto il cprno ycbe appar di fopra . l 'chiodi per tutti i piedi
{oltre all' effere boneHamenteiarg!?i}fQ.ttili>elun^hi)fì richiede^ebe non
fiano
éù$ T)ZILUGL0\1A \
pano sfogliofiynè troppo duri:& a' Caualli communi) fé ne mettano ot- £
tOyò noue per ogni ferro: a* Corfìeriyò Frifoni dieciyò vndiciy e talhorpiu.
In alcuni altri tal volta bastano feiyò fette, jLuuertcndoyche quando fa
no dijpariyla maggior parte d' e ffi ha da ejferpojla dal lato di fuori: per-
che non è co fi fenfitiua quefla parte , come quella didentro : Ma molto
pia neceffario è auuertireyquando auuiene,che vn medefimo chiodo s'hab
ina più -volte à mettere}e ricattare; che non fi faccia qualche Trattamef-
faypeggior della Inchiodaturay sfogliando fi ilchiodoyò con la punta toc-
cando il viuo : Sperò apra ben gli occhi il Merifcdlco y maffìmamente
quando ilpièdelcaualloèbennudrito ; né mai comporti yche l'vnghia
anan%i il ferro; perche dileggier fi guaderebbe ;ma quando ellafiafer- F
rata , e fi veggia qualche pochetto restar di fuori > taglila col coltelloy è
me?gpyepoipolifcaui con la B^ajp a: Miri ancor ayche non s'inganniy quan
do la ferratura per efferegrofia y dura affai fen^afruflar fi ; non accor-
gendo/i y che fra tanto l'vnghia è crefciuta y e 7 ferro viene à ripofar su i
polfiyaslringendoli di manierayche furia tosto crepare vn quartOyfe à ri-
Vnghic mettere fi dimori.T^el pie di dietro l'vnghia deurà effere tanto tagliata^
ctro, cfje yenga alla fua conueneuole proportione , guardando però > che non
ranno da s'intacchi tanto , maffìmamente nella punta y chea con l'Incastro yò col
tagliarci . chiodo fi giunga al viuo. Di dentro ancor conuerrà ben nettarlayaprendo
le calcagna con quella confideratìoneyche in tutto bifogna hauerfi.llfer
ro loro quando fi voglia far vant aggio fetto di dietro,e ne' lati di dietroy
non fa danofoyan%i gioueuoleal rejflo poi ha daflare eguale co l'vnghia.
Ferri per yfafiperH pie di dietro il ferro } che h abbia alquanto del lunghettoy con
dietro. rn ramponano dal lato difuori\ efìendo nel lato di dentro talgrojfe^a
nel ferroyò lafciadofi tale altera neWvnghia di quellaparte}che fi ven
gaad agguagliare effo rampone : acciò che 'iCauallo non venga à porre
in bilancia ilpiedein terra . Et volendo fchiuar quefte fatiche maffìma-
mente per non hauere à leuare troppo dell' vnghia da quella parte , do uè
fuffe quell'vn rampone ( ilche non farebbe fé non danno fo) fé ne potreb- #
bono mettere duey pur chef uff ero mediocri yttè molto altiy né molto pun~
Ramponi tuti.C ertamente i Ramponi ài ferri fon necejfarij > quando sé dacami-
célfani"6 narePer luogbi : ajpriyò montuofiyò agghìacciatiyò dotte fi ano falli di ter-
reno rampanteyò pur di felci: ma da l'altro canto è da auuertirfiy che a*
Caualliyi quali e aminano vnpocco àjlrettoy non è bene fkr ramponi dal-
la parte di dentroyperche facilmente fi toglieranno col metter fil'vn pie
defopra l'altro.^ Caualliyche hanno le gambe bouineynon folo conuen-
gonoi ramponi , ma etiandiofon dafkrfiiferripià alti della banda di
dentroyche dal di fuori > per coprire quel naturale difetto . Et infomma
pojfpam
1
?)Zl CUV UllO US. VII. 6oj
\A p°Jfiain conchiùdere y che i Tamponi fi deonofhre o grandi , ò piccioli ■> h
di dentro , ò di fuori > fecondo che la qualità del (fauallo parrà richiede-
re.J^on mancherò tuttauia di foggiungereyche fi trouano alcuni , i quali
diconoyche quanto più il Cauallo fi taglia > tanto piagli fon conneneuoli
i I{amponi , affine che egli mede fimo fi gaWighiyfi come egli mede fimo fi
fa il male ; & adducono l'efiempio delle balle , che fi mettono a'QtuaUi
tardilo tiretti nel cambiar e. JLltrifhnno quefla dislintione} che à Caual-
lo > che fi ritagli^ non per magrezza > o SlanchexTiych'egli habbia ; mi
per vitionaturale; non è da metter fi rampone dal lato di fuori > co fi ne i
ferri dinanzi > come in quelli de ipiè di dietro : anzj dal mede/imo lato è
B dafcemarfipiù l'vngbia, che non fi farebbe per l'ordinario : e l ferro nel
quarto di dentro fi deurà fare pia groffetto , che in quel di fuori. E fé
ciò non bafiafie à vietarla ritagliatura yfarà beneyche'l ferro nelle parti
di détro habbia unagroflezga à guija d'vn bottone y che no occupi più di
vn buco di chiodo; e nel calcagno fia ancora sìgrofio , che agguagli quel
tal bottone) e che la verga di effo ferro fia eguale alTvngbia in quella par
te offendo l' altra fen^a rampone,c pia baffetta . Con leuar del ferro tutto
il quarto di dentro (come alcuni coflumano) il Cauallo non manca di ri-
tagliar fiye quella parte sferrata > che molto èfenfitiua , fi viene ad inde-
bolire : però meglio fia à rimediare con gli altri modi ; Mafie l Cauallo fi
C ritaglia per cagione di mettere in terra il pie mancino ; in tal cafo da
quella parte del ferro > doue anderebbeil rampone^uandofi fitcefie nel-
le parti di dentro; conuerrà , chefifcemi alquanto , non già che rimanga
più corta-) ma più sìretta dal di fuori ; leumdone tanto (àio j che ini non
fia eguale all'vnghia y preffo alla quale il ferro in quel poco fpatio fi fu-
ra anco piùfottile > che non farà il re fio di quello ifieffo lato , ilquale di
groficzgaharàda effer conforme ali 'altra parte ; acciò che' l pie fi pofi a.
giufio fermare in terra. ^ill'incontroyfe'lCauallo fuffe naturalmente af-
fai fpartOybifogneria dalla parte di fuori fkreyche'l ferro y oltra il rampo-
ne) haueffevn rilieuo maggiore dell'ordinario; manonfufìe cofi groffo
** dalla parte didentro : anri da quefla parte fariada abbaffarfi Ivnghia
più di quello y che fi farebbe } quando non fuffe per tal cagione .-Intenden-
do però) che mentre fi cena diprouedere in vna parte del piede , non fi
venga àfar danno all'altre ; ma che confiderai amente fi miri à tutto .
Quando il Cauallo co' pie di dietro s'aggiunge in qual.fi voglia parte di-
nanzjy procede dall efiere piùfollecito yepreslo ad alzar le gambe , che
le braccia : onde yfi come fi defideraycb' egli fia ballano più toHo di die-
tro > che dinanzi y acciò che da quello humor flemmatico fi vengano d
far pigre quelle parti y che manco importano } e che fogliono offendere
l'altre
éo$ bXLlJtijLtHiljl
l altre nzl detto modo -, cofi in vece della lettura , farà, da v far fi l'arie, £
facendo più grane il ferro del pie di dietro > con metterci vna "Barbetta ,
che vada su la punta dell vnghia,laqual punta in questo cafo deurà ta-
gliai fi pili dell' vfato,sì per accomodar mégliola piega del ferro,? sì per
fare il piedi più deboie in quelle parti.ò veramente fàcciafi y che la pun-
ta del ferro del pie di dietro fia groffettaye tanto fcarfa , che non giunga
alla punta dell vnghia ,perche cofi aggiungendo ftyverrà a riceuere offe-
fa a fai minori. Quado fi volejfe prouedere folo ali jiggrapare > o come
volgarmente dicono S calcagnare yfipuo fare il ferro del pie din tnriyche
non efea de dietro fuor del cofine dell' vnghia\b veramentcychc fta rivol-
to fopra il calcagno al Turche feo modo: ma bifogueria y che al poffibde p
fujfe leggiero > acciò che per la graue^^a, di quello non rimane fero le
braccia piii impedite, e più pigre: Confederi aduque ogni co fa il Caualie-
re ye fecondo il hi fogno fi rifolua , che già di quello riuoltare il ferro , ò su
la putitalo sul calcagno , egli fi potrà auualere in ogni altro cafo , che ò
£vnayò i altra parte richieda d'efjere difefayò perferuata. E perche le con
fiderationi più importanti confiftono in di' cernere le diuerfe condizioni
A . . dell' vnghie: farà bene ,che di/tintamente qui fi difeorra ( fecondo le rego-
le intor- le delFiafchiy edialtriVrattici)qualciiray & auuerten^i à qnal' vn
no all' Vrr ghiafia conueneuole;nonguardado al color folo;poi che delle nere,e del
ghie, le bianche , e delle mifchieyJene veggiono ottimey& anco peffitne fenra G
regola; Quando dunque il piede è fodoy efortey di honeHa temperatura,
col corno lifcio , e proportionatoycol fetton buonoye co le calcagna larghe,
mediocri tra l'alto > el baffo :gli fi. irà bene vn ordinaria ferratura al
modo , che qui di fopràfi è de fritto. Quell' vnghie, che fon già forti , ma
nel tempo del caldo patifeonograde mente; perche diuengono tato afeiut
te , che'ICauallo à gran pena vi fi può reggere : bifogna che fian dicon-
tinouo immorbidite co cofehumettatiue }e che lor fi faccia vna ferratura
né Ftretta , né fcarfa , né che diapaffìone in modo alcuno : e facendola vn
poco imbordita yfariapur bene : Ma perche tali vnghie (maffim imente
quando la punta fi lafcia per trafur aggine troppo lunga ) fi voltano in
dentro agcuolméteye fi aftruppano,& incasellano ; bifogna che vi fihab
*ft h'0" ^iagran diligen?ay& attenti onc . Incasellato s'intende il piedi, quan-
to,qual fé d° ti calcagno fi jlringeye nel (j aretto fi fente vn calore oltra naturale; e
iDtenda. fé fi batta su' l corno , eglirifuona come vna %uc e adequali cofe auuen-
gonopernon hauer'il piede quel nud rimento ; che gli bifogna, emen-
do riflretta la via : onde dee feorrere il buono humore , concorrendo
più toHo in alcuna parte di efìo piede humor cattino . zsfltre vn-
ghie paiono dure, ma U loro durerà afio miglia al vetro , jpe^an-
dofi
1>1L CjtV-jtLLOy LlB.'.r.!!. &o?
r* do fi facilmente , fichefpeffo nel ferrare ne faltartpc^i i epoHoilferroy.
non fla guari, che crolla ; es'vna volta il Cauallo metta il pie infìniflro
o in qualche buco ,o che vada per luoghi fa$ofì,o pur fùngo fi , vilafcierk
' ilferro,con parte ancor dell' vngbia : Quefìc dunque sì vitrioleybifogna
che continouamente fi tengano vnte di buoni vngucnt'h& a'ior ferri non
fimettano Crefìe , ò 'Barbette , o Ramponi , o Imbordigioniyperche l'un-
ghia fi verrebbe àfpeTgare > cjràguifadi fritellafi allargherebbe quel
ppcoythe vfreslaffe-.mafiano deltutto eguali, e girili dal mei^) innan^
e dal me%p à dietro grofetti > e larghi di verga minimamente nelle cal-
cagna . ^iltre di color bianco yfon chiamate (jhiacciuole y che aguifa di Vnghie
p ghraccio fi rompono parimente ogni voltaiche l' vngbia auanji il ferro, °/ì'a CC1""
o cheppie non fi metta eguale in terra : però la ferratura ha da efferej
che prodeggia ad ambi due tali inconuenienti,auuertendo,ch' ella w ven,
gaàpofarfidifopraiVolfì : e perche fpeffo auuiene , che effendo , oper
RJnfufione,oper altra caufa concorfi humorine i piedi ; lapianta è rima
fa tanto piena , che quafi tocca terra,non è bene vfare i ferri imborditi-,
come vfano alcuni ignoranti , iquali credendo/i aiutare per vnaslrada >
non s'accorgono , che per l'altra vengono àfhre maggiore offefa , come
proffimamente s'è dettoima il meglio falche 7 ferro fi faccia groffetto da
i lati,e fonile nel me%o,& in tal maniera che quella fcttiglieiga ven-
ga à dar luogo alla piene^a:e quando db non baslafìe , fàccia/i il ferro
t non pur fonile nel me%o, ma vnpoco imbordito , purché da i lati di fuo-
ri fia in ejfo ferro vnaf eghetta , che circondi la pianta, la qualfeghetta
fìa alquanto più alta deWlmbordigione:e co fi il piede verrà ad e fere con
feruato fen^a alcun danno. Totriano bene in luogo della feghetta ferui-
reichiodi,co' quali s'hauefe à fermare il ferro ,fhcendofi di teftasìfkt-
ta:chehoneHamenterileuino,come i chiodi Fr ance fi , i quali giouèrebbo
no anco à non far slifciare,o trafeorrere il Cauallo. E perche quando que-
gli piedi Ghiaccinoli^ Vitrioli,non fon ferrati , come fi deono,ma i ferri
yengono loro àflringere le calcagna ; fifa nell'unghia dal me^o à dietro
- incominciado dalla corona,e tirado al baffo ; vna crepaturajhe volgar-
D mente fi chiama Quarto; è dafaperfi come in tal cafo è di meUiero , che crepato-
al pie fi porga aiuto con ferrature fatte di modo-, che laf dando feoperta ra'chiama
quella parte doue Vvnghia è crepata{accioche fui male non venga cofa , ta Quar-
che pia l'inafpri) finifeano prefìo alla crepatura, & iuifianpiù groffette
dell'ordinario: poi corneo per vnt ioni, oper feflefiala crepatura fi farà
ricongiunta y e calata al baffo , fi potrà adoperare il ferro intero di quella
maniera,che miglior parrà; fopra tutto auuertédo di non dar fouerchiafk
fica all'animale^ di tener guardate da ognipaffìone quelle parti dal me*
HJL' ^à
X.0
rfl» D E L L ji G L 0 JR^ I jt
%oJ dietro,maJJtmamente quando dilornxtHYa.fi conoscono deboli, efog
getteasifatti mali ; con ciò fi a co fa che fi tremano alcune forti di piedi y
cheq '.antique firn forti ,&• afciutti nell altre partiranno tuttavia mor
hid'.ffino il tenera, ne dell'offa, &i calcagni, abhondandoui vn certo bu-
more p<:trido,cbe intenerifee quel Ir.ogo^fi che nonpi.òfopportare all'in-
contro durc^ja alcuna:^ tali piedi nonfolo e onuer.gonofep arati rime-
di ,per tener morbida la punta, e diseccare i talloni : mabifogna;chein
efie vie pia che in altri fi guardi il Man f calco di -non entrar troppo con
l Ine ajlro in quella parte fi molle , chesìàfemprern periglio di incaftel-
larfi per fé mede fi ma . Il ferro loro fa vnpochetto imbordito , che non
li faccia ft tinger eccome naturalmente fi firingeriano y&babbiale ver-$
ohe di dietro grofe,e largke,& eguali in terra,fen?a rampone > e più vi-
cine del con fueto ;laq".al ferratura è più bella in visìa,epiu leggiera , e
non me no vt ile del ferro à Ponticello, che alcuni vf ano fo migliarne à
quello , che per li Muli tal hor sadopra . Parimente fen%a ra mpone > &
imbordit a non molto alto , fi richiede la ferratura per quelli piedi, cìte
Piedi co- fon chiamati (odogni, fatti aguifa di quei del M.".lo,alti di calcagna , e
dogni. rijlretti infieme . 7{e i quali , poi che coufideratamente fi farà aperto il
Tallone,potrà abbaffarfi tanto, quanto fi conofeerà effert di rnejìiero-^er
dargli la fua proportione, att'èdendo poi à tener quella parte più morbida
clKfipno . La tenerezza de'piedi , e mxjftmamente nelle calcagna, e ne
Fettoni f noie il più delle volte auuenire in Caualli nudriti in luoghi paln-
dùfiyj fangofiipero quando quesìe parti fi veggiono troppo molli , ri chie-
dono per alcuni me fi ferrature con certi me ji ferri, chef dicono àlunet-
tarperche andando dal me~ro indietro cofi sferrati, fiverran qniui ad in-
durire , e fi aaueT^eranno vifiemcmente à folle nare le braccia, e le Jp al-
le con più agilità , epreSìezTa , mentre che vorr anno f chinar la pacione
che fentiranno dal pone il calcagno in terra , magnamente nel trotta-
re . Fero , che tali (fauallifon da effer e faticati con diferetione, in luo-
ghi non faffofi, né difodo terremo* perche non fol amente neU'vnghie , ma
ne ineriti delle braccia,e e onfeguent emente in tutto il corpo verrebbono **
à dameggiar fi : & è da auuertirfi , che non fi flia tanto annonaria
ietta ferratura, detta à lunetta,che il piede vi volga la punta in sii e nel
vie^o fi troni Tir etto ^ome per poca diligenza del curatore tal volta au-
uiene : 'Toi come fife oger anno le calcagna alquanto indurile, ftpotran
mettere i ferri di tutti compitile fian grofìetti di dietro, e larghi di ver
ga^fen^a ramponi: foura tutto mirando,thelpìèfi metta eguale in ter-
ra . £ fé mai auuiene , chél cauallo òper infermità bauntafoper mal co-
fiume > òpereffei-e Hata mal ferrato , non pofi a pianare in terra il pie
di
ti IL CjtVjÈllò) Il È. VII. SU
~jl di dietro,ma camini fol con la punta-.il rimedio fia, che tagliata la punta
dell'unghia più dell'ordinario, vi fi metta ferro, che fa co due ramponi^
è verameme,chc h abbia in piata va E^torio, che l'auan ^i, che cofi egli
farà corretto à riporre.il garretto in terra . Toi quando fi conofcerà lui
poter caminareficurarnenteyleuato quejlo, Pyitorio,glifi metterà vnfier-
ro ordinario con due ramponi , laficiandofempre il calcagno più alto di fv,r jjar x
quel che fifa rcbbe,quado questa cagione no'l richiedere Ma perche fip efi- caualli
B corda poslo dentro vnbaflone, come a' dì nosìri s'vfa;no fon cofie,che co ualli con
uengonoyfe non a'Fnfoni, & altri Caualli villani,poltroni,evitiofi:ma uengono..
quei,che fono genero/ì egentili d'animo/juanto più fon afrettuco torme
to,più diuengcno fieri è fin s'infocano-, rafierabrando ivalorofii,eprodi
huominiyc he più con la co rte finche co la brauurafi lafcian vincere: però
con tali bifogna v fiate piaceuclc^a , facendogli slare alcun 'à e au allo,
ebehor con accenti dolci, horcon terribili il trattenga,grattàdogli(qua
do s'acqueti)il collo , e'I capo. Il che fé per auuentura nongioui ,fiiangli
con grofo panno covertigli occhi-perche non uedendo lume fi potràquie
tarc.E non quietaìidofi clic or con questo, dlhorajì potranno imbalciare
te braccia con la gamba,che non vuol ferrai apponendo al? altra vnabal
7a con vn'annelletto dentro,& in quello fi metterà vna corda intreccia,
ta con lajua coda , la qual corda fi tiri tanto , che venga ad aljar quella
gcmba,quanto farà neccfifario,e co fi tenuta da vn* altro fcfpefa,commo-
damente potrà ferrarfi;£t in e afio,che non fi potè j se far, ch'egli tenefse al
Tata lagamba,fenxa trar calcinagli legato al collo vna cigna attacca,
ta alla giuntura dclpiede,e tengafi da alcuno tirata tantoché alla fine e
gli l'alai . Mafie con tutti quefiiprouedimenti, egli sleffipnr ostinato di
non lafciarfi ferrare ;allhorafia mefifonel trauaglio,ò gittato à terra:&
D y fì ogni cofaper fo)-xa,& ogni indii(ìria,ch' egli noti refill vinto nella fina
pertinacia : altrimenti prcnderiavitio di non laficiarfimai più ferrare . »,«- c^
Hor poi che de gli ordivi appartenenti al ben fierrare,mi par chea bafian proce.lo-
?a fi fila trattato: non farà fuor dipropofito afioggiungere, cornea quei no dalfer
mali,che dui mal fiorare Cogliono procedere , cautamente fi poffa in o- r}TC. \ e
gni accidente rimediare .Trouo dunque le Inchiodature foler' auuenire jj,
di tre maniere , fecondo che da giordano T{i(ffio , e da Tietro CreficenTO fii
fcriue , e da Lorenzo \ufiiof conferma. La prima Jpecie quando il T nel-
lo profiondem ente resta danneggiato dal chiodo: e molto pericolofia ; Tuello.
perche il TuellG,è vna certa tenereyga loffio fitta àguifia dell' vngbia >
QJl^ a che
6^ DÈ'LL^GLOJlI^f
che midrifcc, e mantiene Vvnghia ; e trahe à fé tutte le radici di quelli : g
fé egli dunque ha ricew.ta loffefà affai profonda, il miglior rimedio fia
difolar Ivnghia nel modo, cbegiàdifopras'cdimojìrato : Sei offefa è
pocajcuoprafi con qualche atto ferra mento la Solapreffo lapiaga,eta~
gli'tft tanto de Ivnghia > cbe'l mal d'ogn 'intorno fi poff a toccar in/ino al
fondo : efeoperta bene V Inchiodatura, affottiglifi la Solaper tutto,efpe-
cialmentc da preffo al male ,fi che l'vngbia no' l prema più, ne glifi ac-
colti vn buono fpatio;perche altrimenti ilfaldar della cameni rinoua-
mento deWvnghia t impedirebbe: Fatto quejlo empiafi lapiga di/loppa
bagnata in bianco devono y poi fi curi con fai trito , e forti/fimo aceto, ò
con polue di g.:lla,o di mirto,o di Untifco,l aitato pria con aceto il luogo F
offefo.Lodafì bene, che l'Inchiodatura infino alqnarto di non fifcuopray
^"ra,p.e r accioche datoffpatio àgli humori di raimùrfì , meglio fi poffano poi ca-
datura . * u.:rC)''iia altra il quarto non è da lafciarfipiìi Ilare in eflo luogo l'Incbio
datura humore alcuno; perche tutta l'vnghiafi verrebbe àxorropere, e
putrefare . Lafeconda,quando il chiodo ba fatta magagna tra il T nello ,
e f vnghi.:,è meno pericolo fa, per non efere offefo il T nello fé non dal la-
to:e li cura è quella, ebefeoperta l'Inchiodatura inf.no al viuo,e taglia-
ta (come s'è detto Tv righi a in maniera,chc niente s accosli al male,pri-
maméte la piaga fi lavi con tepido aceti >poi s'empia tutto di fai minuto,
edifepra vi fi -metta vna pe-^apur d'aceto bagnata , mutandouela di G
mattatalo di feri: facendogli tutto il pie tenere bene infà fiato .La ter--
>ra (becie , quando il chiodo fen?a tocard X nello èpafialó tra'lviuo > e
Ivnghia; è più agevole à curar fi, perche tagliata he l'vnghia di fuor ^fin-
che fi fi a trouata l'cffefa^cbafkt ta il chiod'o,accio che non poff a refi arni
dentro né lorditia,ne outrefhttione veruna, baslerà mettere nella piaga
Qfeuo,ò cera,ò olio, o altra cof a vntuofa molto ben calla; ofale, etarta*
TQpeftiinfieme;ofale,fìligin£,& oliomefcolati.Vuoffi ancora adoperare
quanto nelle due altre cure s'è ordinato , ma il.miglior rimedio per ogni
forte d'fuchiodature è tenuto quefìo,che fkttobollire in picciolo v afe al- ^
quato di file tritoyfileui dal fuoco, e viftaggiuga quattro volte tanto di
ter benna; &■ incorporata ognicofa infieme,fene empiafq nato più calda-
mente fi potrà fare) il luogo delVInchiodatura,dapoi che Caratato ben'i-
fccperto;e raffreddato cbefia,vifìfparga su., polue di folfo viuo;poi vi fi
leghilo bene firetti pium ac e inoli diflopa:efe bifognafe caualcarlo,met
tamfi difopra bibace mifla co feuo. .Oltracciò ogni volt a,che nel pie fuf-
fe entrato ò chiedono legno,fcnoprafi bé la piaga,poi vi fi butti detro olio
bolléte;? raffreddato e cofumato queir olioynettauifìterbentina pnrfer*
ventejche empia il luogoQempre tenendo il piede aliato) eraffreddata.
ancor.
DEL C jiV Jt LLO> L1B. FU. 6ij
~jl ancor queHa,fpargauifi delfolfo ben tritoyepofiouifoura vnpiumacciuo
lo di ftoppa,ferrifiy e e-aualchifi allaficura : benché 'meglio farebbe a re-
nerlo in ripofo per qualche dì. E quando per queste tali off enfioni sh abbia
àtagliare l 'vnghiaypcr ricercare l 'inchiod ■it;>ra\mettauifi (prima ché~l
pie fi tocchi) vna peT^a ben caldayempiaftruta di feuoycrufcayò folfo (co
m altri pongono)e malue bollite infìeméin acetoyfìn che fifa la Tutiglia
■ben fatta fpefja;e taipeT^a yifì lafct fiar i-ifafciata per dodici horeyche
cofi mitigato il dolor e,<& aperti i pori , l'unghia fi trotterà più agcuolc^t
a tagliarfi: E fé maiaumniffeycbeper ignoranza del Marifcalco, ilqtia-
le non h abbia faput§ fcourirey ò curar bene l'Inchiodatura y la putrefate
B tion del maleychefi trouerà nel pie rinchiufa y per non haueraltroue v-
feita , fifaceffe la via tra' l vitto y e'I morto dell 'vnghia ; rompendo fu'l
pie la carneye buttafe di fuori marciaye poltroneria, bifognay che quesla
piaga difoprafi curi come la [opra pofta , e l inchiodatura di dentro fi
cerchi fotto la fola del piede in fino al vino , poi fi medichi al par dell' al-
trey che fi fon dette . M.Tier' \Andrea , nell'Inchiodature fatte difrefco
fen%aprodurmateria,b bratta: fubito leuato il chiodoyfen?a cattar' altri
menti lunghiaymetteua su'l bugio vn pe^zp di jiiccaro CandiyalquaVac
cofiando vna verga di ferro y infocata, ve lofkceua liquefare y e fonder
dentro :poi ripicno-.e sonetto il detto bugio confeuo , tornaua a ferrare il
Cauallo: e doue nonfìfuffe trottato il ^uccaroyponeua mele . Se l'Inchio-
datura era vecchia, e che haueffe fatta materia ; cauatta il luogo della
magagna , guardando fi di far f angue : e poi vi metteua fi oppa bagna-
ta con bianco d'vouoyo con orina dhuomo: e difopraponeua delfeuo y e
cofi ilferraua: Tuttauolta vi metteua masi ice feluaggio y e poi tornaua
alla Stoppata-fìltra sì fatte Inchiodatureyegli diceuayche qualfi voglia
Suhattuta,o(come altri dicono) S battitura, viene communemente per lo
Lambrofiare, o Tapinare , cioè tagliare dell vngbie , & in ogni modo è
dannofa molto ;laquale in qualunque parte delpièfuffe auuenuta, era da
j\ lui curataycon mettere dentro il maleyslerco di 'Torco bollito in acetoyo
nel medefimo modo cenere ;e fé ciò non bafianayegli ricono f ciato il luogo
della Subattitura,vi cauav.a co una Legrctta, sì che fi ft-fìe votuta uotar
la materia quiui accoltayefe'l male era ne i Fettoni vi metteua te re ben
tinay& olio infieme bolliti -, e fé in altra parte , vi poneuafale , cjr aceto
forte: E per riconofeere il luogo del male,vfaua d'infhfciare il piede con
yn panno di lino bagnato di qualche vnto y che doue tale panno refi atta
più toHo afciuttO)iuifcorgena,che il ferro hauetta premutoye fubitamen
te ilfuceua cangiare, abbaffando la punta ; oltre che donde il ferro pa-
tena più lucido j lui diceua effere più confumato , premere in quella
Q^Q^ $ banda*
£i4 b £ L.L U <j L 0 \l Jt
banda . Gionan Battista Ferravo per tutte le Sbattiture, Inchiodature, 2?
Jlmmac.m'.re, e Trcmiture di ferri , dice efiere lodatiffimo ni bagno fat-
to a i piedi con brenne bollito inacqua con afiungia : perche il luogo fi
viene ad indolcire , cfialtandofi per li Tori la malignità degli humori ,
ini ad. -nati per lo dolore :■ e quando ciò non giouaffe , loda , che fiotto la
pianta fi metta caldo.or%opeMo> bollito in -vino ; òHercofrefco di porco
bollito in aceto con graffo di Cauallo , ògrafio diTorco , & aceto all'i-
ra di fer_flejfo.mo.do. Luigi Vento per curar le Tremiture-del ferro ,.fkceua bol-
lo come lire in vn pignatto pìen d acqua , or%o mondato, poipefla nel mortaio , e
fi curine* fatto come vna paHa, ilfhceu.a bollir di nono con mele , aggiuntata vna
onci-idi cimino trito: e quesìo vìiguento pone.ua per tutto il piede,hauen F
do prima vnto d afiungia e dentro, e fuori. Le Inchiodature eglicuraua>
yngendole due volte il dì per otto giorni con liquore , 0 decottione di vna
Bificia prima abmcìata , e poi bollita in olio : *Altre volte cercata l'In-
chiodatura > vi metteuavn poco difille y e fopra il fiale vn pocodifpo-
gna,e di polmone; chiudendo il bugio, che 7 chiodo haueua laficiato:e 's. el
la havejfe già rotta la (oruara , ei tagliando dell' vnghia, allargaua la
piagh.:, e poneauifloppa bagnata con bianco d'vouo,efal 7tinuto,bendi-
?nenati:e'l fecondo divi metteua afiungia con roffio d'vouo,e cofiì riftefea
uà ogni dì; fin che l'unghia reslaua fatta . (jl'Jncantefìmi, ch'egli cofii in
quesìi come in molti altri mali talvolta vfiauaindinerfì modi : efiendo.
forfè q-uei tempi ancora involti ne gli antichi errori , io non mi euro di
raccontare, perche gli reputo per ridicoli,& in tutto vani: ma dirò bene
vn'vnt.ione, con la quale egli non pur le antiche Inchiodature , e le Sole
de' piediyche per qualfii voglia cagione fiifiufiero ammarcite;?nafianaua
ancora iChiouardi, eie (fepaccie , &ogni forte di humori concorfiì al
di ccnfpa $lcde-OXtr à ciò inogni male , che fiv.fi e pervenuto per premitura di fiel-
cie come la> ò Bardai in ogni mo^ficatura,e ferita , congrandiffimogiouamen--
£ curino, to l'adoperaua;aJfermando,cbe ninno deurebbe maiflarnefien^a.-E que-
sta era, che pr e fa vna f codetta di meley.e tanto di aceto forte, quanto e a- ^
pifie in vn quarto di vn bicchiero:e mifli infieme con vn pochetto d'olioy
e-r vn.pochetto di fieno dicaprone ben petto , glifkceua bollire in vnpi-
gnatello,fbpra vn poco di bragia, fuor delfuocoy menandogli bene con un
bafloncello : poi come vedetta la decottione arroffita, viaggitmgeuavn
Tornefie di verderame, & va' altro di vitriolo,riddotiin fiottilifjimapol-
ue,e fiempre agitando,glifhceua cuocere, fin che l'unguento fiuffe venuto
alla fitta perfettione yilchesì conoficeua da vederlo roffio , e che gufatane
con lapunta del bastoncello vna gocciola sàia pietra,incontanentequa~
gitana. Toi quando y ole uà medicare le feritelo morfteature , opremitu*-
re di.
rM re di 'Bardalo Sellategli prima lauaua quelle con vino bianco bollito con
rofmarinoy poi ramingatele, re rìrngeua due volte il dì . Le Crepaccie,e
gli humcri lauaua con acqua calda netta, poi rafciutte con panno netto,
rifaceva la detta rntione con la mano, fen^a metterla altra legacela .
bielle Inchiodature , ò [eie marcite > òjlerponate di legno , ò diferro-) ò
d'offo , cbe'l Càuallo haueffe denir o il pie riccuute ; lauaua la piaga con
fale,& aceto caldo; & allargava il luogo sì, che trnguento rifuìfe po-
tuto ben penetrare. I Chicuardi,egli primieramente faceua rompere, em~
piaflrandoui rnpoco di fieno bimano frefco:pof eia per ammarcire,e ti-
rar le radicar i metteua laTotrella ; ò veramente rnpe^etto di rer-
t> ' derame acconcio àguifa d'rno Stigillo , e come lapiaga s'erafeoperta",
& allargatae purgata alquanto: meteuanel bugio rno Higillo disloppa
bagnato diquefìo unguento, fkfciandi)lo poi con pe7ga:il quale fìi-
gilio ogni tre giorni impiccioliuayper fare chiudere il bugio
àpaffo àpafio; ma prima , che ri mctteff'e la Hoppa
ruta, ogni fiata ri faceua lauagione con fugo
di chelidonie co fi curauaquei mali,chegià
fon molto pericolo fi d'infiflolire .
IL FJ^E J>EL SETTIMO LIBICO,,
«A 4 »?
DI PASQVAL CARACCIOLO
CA VALIER E ILLVST RE
NAPO LITANO.
F
Della Gloria del Catullo ,
LI BRO OTTAVO.
S 5S£ "NJ) 0SI ne^ predente libro trat-
' tato del modo > con che fi a da governar fi il
Qmallo per conferuarh, infanità <&• in buo~
no, e bello flato ; conneueuole cofa borami
pare , che fi tratti, come da quei morbi, ne*
quali fuffe egli già incorfo,libera<r ftpoffa .
Intendendo però dei più notabili) & imi-
portanti > e che dahuominidiqueflaprofef-
fione intendenti fono siati ofieruati/Perciò-
che s'io volejfi trattar dituttiquei maliche
gli poffono auv.ernre,oltre, che troppo fmifurat amente crederebbe que-
llo nojlto volu?)ie,tenerei ima imprefa difegnale alte mie forze , trapaf-
fando i termini della mia profeffione. Faremo dunque,e meritamente >
Tefh me principio dalla teslayperbauer ella fra tutte l'altre membra in ogni
DakPnna jj>e eie di animali per forte battuto il principato, effendo fiata poftay nei
più eminente luogo del corpo con tanta degnità, che de i cinque [enfi
dati dalla J-fatura à gli animali > ella ne tiene quattroyche foni 'odora-
tola vista , l'vdito,e'lgufio , bar.endo anco' l tato commune con Paltre
Cure piparti . Ma quanto il ca-po è più eccellente, e four a gli altri membri ha.
mali della pò te sia y tanto à maggiori pericoli è fottoposio . Terciò che fogliono
fpejioi cauatli fentire nella tefta eccedine doglie : alle quali douendojì
previamente rimediareyfard bene à cono feere i fegni,iquali fono (come
Vegetti
H
idh.
*DEL C^€ VotlLO LI È. Vili, 6ij
%A Vegetìodice) che co fi attorno àgli occhi,come ancor nella, lingua, nel Segnìqua
palato,e nelle labrafiveggiono enfiagioni , lequali crefeende il dolo- do il ma-
rcia forte crefeono : il giumento rie afa il patto , nel e aminare vacilla /" 1*^ ~
datutto il corpo, equafi odorando quitto ritroua,fifpauenta dell'ombra
propria : e perche t ai dolori vengono il più delle volte da corrottone di
fanguejfarfa in quelle vene, che fono intorno alle tempie,del quale ipan
nicolidel ceruello fi fiendono sì fattamente , che l'animale fente dolor
grande in tutta la tefia, fé l'ojfefa è egualmente per tutto, ma fé più in
vna banda, che in vn' altra egli diuiene (come Vegetio dice) jtppiofo >
cioè, H emicranico , & aggr aitato invna parte del capo: col quale fià
fempre chino alla Mangiatoia,fenza mangiare , con gli occhi tefì , enfia
ti,e caliginofi yfquaffando le orecchie,e con vertigine continuila, va tor-
reggiando,come a la macina . berciò bi fogna falaffarlo in quetl'ifìcfio
luogo, e far gli tener e il capo continouamentevnto d'olio,^- aceto,efua-
porarglielo Jpeffo (efendo verno) con facchetti pieni di orzo cotto caldoy
che fia fiato macerato prima nell'acqua vn giorno ìmvanzi^fioua etian- »
dio cauarfanguc dal palato,o fatto cuocere su carboni fierco di bue, fai
nitro pefio,efapone:che in aceto fia fiato a molle, farne empiafiro da por-
lo foura il ceruello,bagnando efio empiafiro d'aceto . Ma che'l dolor del p0'0"
capo fiaper conuertirfi inpa7jia, ifegni dueeffere quesli che all'anima quandofi
e le gratamente gittato sàia mangiatoia,ìiafcono fpeffe lagrime con gli oc connetto
chi pefantij,' orecchie fian diritte,!' anhelito fpeffo, ilpelofecco,(peffi tre- no i n paz
mori,e l'ajpettoèbrutto,e maninconico . .Allhorafonpiit da frequentar fi zia *
le fomentagioni del capo , tr ah endof angue dall' vna, e- dall' altra banda
del collo,e fi farà afiener dal molto bere . Teonnefio dice, che'l cauallo;
che ha doglia di te sìa non puote alzarla, ma la tiene fempre chinata a
terra con l'orecchie , sbafate, con gli occhi tenebro fi, lagrimofi, equafi
fempre ferrati,con dijfcultà riguardando,^ non accetta cofa vernna.jLl
Ihora vuole,che e aitatogli f angue dalpalato,non dirittamente, ma à tra
v.erfo,gli fi dia quefia beuanda, che vale dprouocar l'orina: rnefcolando-
D femenza d'apio co» fugo di porri bolliti,^ vino, & olio, e poi che hard'
caminato pian pianoylaf elfi ripofarefindifi rinfrefehi con acqua(come fi
fa nel mal dell'orzatolo) che fé' l ventre fi mouerà, cefferàìl dolore,e per
rifiorare gli ocehi.,che ne dinengonofcoloriti,non fi manchi di fnre vntio
ne con mele,efugo di fino cebi . Eumelo , quando il cauallo con gli occhi
infiammati,e con buttar per la becca baie, dimofira batter doglia di te-
fiayVUole,chtsul capo fi butti acqua afìai '<■ calda, fi ' caui fangue dalla fio
te,fi diano à bere foglie di trifoglio pefie, e fi tenga in letto dtfirame ben
iilicato. Segliocchifuffertefi, bifogneria cattar fangue dal collo , e
dal
dal capo>e dargli à bere tre onciedifale difciolto in acquai per la fini- £
stra narice buttargli vn festario d'orina vecchia y ouefnfer disfatti al-
quanti di quei vermiyche nafcono tra'l terreno. Columella approva que-
sto ordineycbe s'apra la vena difotto l'occhione che fi bagni la bocca con
acqua caldafen%afarlo mangiare ; ilfcguente dì glifi dia fieno verde ,
& acqua tepidari ter%o fi dia dell'orbo confien di veccie.e che fi faccia
bere poco la volta yfin che ricuperi la fallite . ^Alcuni incorporando con
* olio vecchioycastoreoyfalnitroypecegrafaypolue d'incenf ormando le ama,
reyC bacche di lauroyìie ungono il capo > lattato prima con orina . zslltri
folamente cajloreo y noci amare , ruta verde , e rofa vi empiastrano con
aceto b veramente disfatta in vn mortaio me?a libbra di biacca-) chefia *
Hata in acqua ventiquattro horeinvafe nuouo di creta >& aggiuntovi
ceravamo le pestano infieme,cbe rimangano bene incorporate ; poi me-
f colatola vnpoco di mek<>ne mettono empiastro alle tempie del Cauallo >
con le mani vnte d'olio . Squeflo rimedio egli afferma giouar e ancora d
gli huomini inguai fi voglia dolore: douendo tutta la compofitione e fe-
re due oncie,e me%a . *Altroue dice > che la doglia del capo fuol venire
quando s'èprefo il cibo in tempo non conueneuohy & ordinale fi caui
I angue dalle tempie yfin che fi veggia vfeire fincero : poi fatta bollire in
olio; & aceto forte (fé fa di eftate) od in olio,& vino{fefia di verno)la q
più fonile paglia>cbefi troua nell'aia , facci afenefomentagione: ò con
eleboro neroye falnitroyana oncia vnay?nej colati con vinoy & altrettan-
to olio fac ciaf ene ben caldamente vntione per tutto il corpo . *Affirto ap-
pianando la detta vntione , maffimamente dentro l'orecchie^foggiunge
vna compofitione vtiliffima a dare per la destra narice, difjoluendo in
vn festario di vino odorifero nero venti rubacbey& vn manipolo difron
di tenere di lauroycon altrettanto difcorie dì melo granatole mirra quan
to farian trefhucye laferpitioy quanto due,pesla ogni cofa ben fottilméte
& effere pur gioueuole > cheficauifangue dalle narici y e che per bocca
fi dia bollita farina d'orbo. Vn' altra compofitione fu da lui ordinata per H
gli humoriy chefeorrono dalla testa , Che incorporato butiro > ò olio con
falamoia , e con mele, fi butti per lo nafo : pò f eia legato il capo ingiù yfi
Vertigi lafci andar pafeendo. Ss'egli patiffe vertigine>repentinamente cadendo
ne • à terray Hierocle vuokyche fi adopri quella medicina^ che riceuefemen-
o^e di cipolle lunghe, c2" doe ana oncia vna,pepe bianco onde tre> e mele
il quarto . Ma fé dal concorfo delfangue > ò della colera vienil cetuello,
ò veramente ifuoi pannicoli ad infamar fi, & atostemarft-, egli detenu-
tonefrcneticoydel continouo vafaltandoye qua fi indomito non fi può vite
nersyne prendere > gr appena può reggere fé medefìmo. Della quale in-
fermità
t> Et CU VjIILO) L1B. Vili. 619
4 fermitàyfe ben l animale farà curatoynondimeno restando ojfefa qualche
parte del ceruelloynon [aria ftcuro > che non douefie rimanere inh abile da
quel latoyche alla parte ojfefa corrijponde : onde farla difficile à voltar fi
efempre da quella banda s'andràaccottando alle mura: oltre cheperdu
ta la gratta del buono andar e,egli pigramente mouendofiy non fedireb-
be le battiture y & harebbe cofi la vifla , cometa mente pia ingroffata :
Te rò bifognayche à.i mali del capoyche fono tanto pericolo^ :accort amen Cura del
te dal principio fi proueday adoperando la cura > che dicono del Cillo con C1
quefi'ordineyihe parcamente cibato l'animale fenra dargli or?o , al ter-
7$ giorno gli fi cauifangue dalla rena matrice y quanto l'età y ò lefor-
B ?e permetter annoyfnttoqueSloyaSìengafi il primo dì dal ciboy e dal berey
ilfeguente fi cominci à dargli bocconi di cauli cotti con iflrutto di por-
co ye conditi con buon" olio, non restando di dargli ancora à mangiare lat-
tuche tre volte il giorno . Efe'l ventre farà moffofor.tementeydiaglifi in
vece de ì cauli y paglia y e crufcay non dandogli il dì feguente altroyche à
ber dell'acquar l'altro giorno poi metta fi in vna fianca da bagno yfi che
"pifudi y auuertendoperò di trarueloper tempo y acciocheiltroppo caldo
non gli ferr -affé lofpirito . c^fU'bora freghifi bene con e lìoy & vino dan-
dogli per bocca foglie dirafkno con polue di nitro : indi fatto con olio
cuocere in vafe nuouor adici di cocomero afinino verde minutamente ta
gliateydapoi che di tal decottione farà rientrato il terTOydiafene.vna he-
minaper tregiorniy accioche il ventre fi muoua , 0 diaglifiper ta'l effet-
to vn danaro d'elleboro bianco ben trito co mele difciolto invnahemina
di viti dolceyb con tal vino due danari di fcamonea: M afe' l corpo fouer-
chiamente fi mouefeydiaglift ^inagallico con fugo d'or^atay che vale a
rìftringereyò tralapagliayela crufea metta fi orTO fritto co léticchiauna
libbraper vno:e cinque giorni dapoi attmdafì à riHorarhy leggiermente
effercitandobyfecodoyche fi fiimino rifluente le forile fueye nel mangiare
aggiugafi il cibo diparte in parte ;fìn ch'eglifia ridotto al primiero fi atoy
p; rio mancando dipurgargli il capo con la polue della radice'Dianeriaychc
noi chiamiamo artemifia ; òdi radice di laferor infocata al nafo per vn
cannello ;Ò veramente con buono flrutto mefcolato con olioy legandogli il
capOye i piediypoi come fi conofea efiere bépurgatoyfifdogliayet infonda/i
perlifiejfa via butiro liquefatto con olio r.ofato , accioche fi ' mitighi!' a-
fèreTga della purgat ione 'primiera. Quado ilceruellofi è comoffo nell'ani ceruellò
maleydiceTelagonio conofcerfiych'egli h a d'intorno a gUocchi enfiagioni) commof-
ricufa ilpaJìoycaminatortOyjcapucciafpeJfoyeft.cojmMper tutto il cor- focomefi
fo.id U bora egli vuoleyche fatto fi bollire con aceto no molto forteyet olio. cono*c^»
^HrmofQ,(comsJicom altri^ro fato) venti Jpacihe' di lauro, mera libbra,
di
620 DELLUGLOl^Ijt
dinitroy&yn ma^ro diruta ben trite infieme-, fé n'unga il capo-, llquale jr
poi s' inuiluppi forte con vnapelle di lana caldaio veramente fi mettain
luogo delle dette cofefoura il ceruello va' empi attro di farina d'ordì mi
tticata con gomma>& a gui fa di vn-cerotOypongafi fra l'orecchie con uhi
panno di linoycera con olio di Cipro y dandogli per bocca fette G amari di
fiume triti con due onde di fugo di cauli) aggiuntoti vn fettario di latte
di capra con due ciathi di olio ben colati . V egstio foggiu:ige poter fi fare
bocconi di due ciathi di meleycon vn fettario d'acqua caldaie difciolti in
acqua fredda darglieli in beuanda, dandogli ancora a bere farina di gra,
noyfefarà vernofò ctorzoyfefiadittatey con latte efprefo di fugo di ami-
. ,, loycioèyconfugo di grano macerato in acqua. Quando i pannicoli della P
delhueft ! te^afìfon ditte fi(ilche prouiene da non hauer dormito > o dal non haue-
diflefi . re ben digeritOyh dall' effere ttato troppo jlretto y o daWhauer beuuto del-
C acqua fredda nel [udore) fi conofee > che l'animale qua/i offufeato della
vifla\tremaye fuda in tutto il corpOye quetta dijlentione è madre degli al
tri maliyperche fé prettamente non fi rimedia a farlo copetentemtte dar
mireyegli diuien freneticoye par^jp affatto: fubito duque traggali fangue
dal collo fecondo la proportione dell' età,e della flaturaye fregato per gra
/patio co acetOy& olio nella tettale negli altri membri y tengafi in luogo
ombrofo(e(fendo fiate) co un buon letto di paglia fottOy accioche tal mor ~
bidex^ayef'efche7ja lo inulti alfonnoipoi con paglie crufca} o con fo-
glie di lattuchey risiorifi dolcemente , facendolo caminare pian piano > e
come paia tempoycomincifi a dare dell'or^ bagnatoyaccrefcendo il cibo
à poco à poco. E fé al fettimo giorno quetto rimedio no fuffe giouatOycaui-
fifangue dalle tempie,e con trefcropoli di pepey& vna dramma di ^af-
franoymefcolatcfi lefeméxe di natturtioydi apioydi lattucaydi anagallico
di petrofemoloye d' aneto faluaticoyoncia vna per vnoyben criuellate > #•
impalate con acquay fé ne facciano boconetti d'una dramma l'vno y &
a digiuno fé ne dia per bocca dijfolutoycon acqua vnoper volt ay fin che ci
guarifcayefe no appetiffe il mangiareydiafene due il giorno dileguati con n
fugo di petifanaso d'oriatayiion vfando il vinoypercl? egli à tutte l'infer
mità del capo è noceuole ; benché Telagonio lodi per beuanda vn' obolo
dipepe bianco y e duefcropoli di ^affrano , con tre ciathi d'acqua melata
Segmdel dati col vino. I fegniycbe'l Cavallo fi a fatto pa^Oyfcriue Eumelo , che
fcttopaz- ftcno Vi€^ '' Dar & morfo alla mangiatoiayafi aitar gli huominiy impor-
to m tunamente annitrire > tener' erte le narici > fquafiar l'orecchie tefe > e le
mafcelle y guardar con gli occhi fifjì y ardenti yconcauiy rigidi , e fan-
guigniycacciarper la bocca gran quantità difehiuma , le vene più alte
del Jblito apparir di color puniceo fiammeggiante > e fudareper tutto il
corpo
T>EL gJtP&ZttOy LIB. FUI. 6iì
jF corpo. Jlll'hora bifogna principalmente furio Har legato con diligen^,
che nonpoffa né fé , né altrui offendere : appreffo cattargli [angue dalle '
gambe>e dalla [ch'iena , e con quello mescolato con vino fregargli il cor-
pose co ferri infocati dargli f\> effe punte nel ventre^ nelle tempie alfom-
mo cuoio. S'egli ha tesìiccliyè ben s~lrapparglieliyf errando le loro vene>
con mettenti pece yolioyfaley e cenere .yofcia ogni dì buttargli acqua tepi
da addoffbfche cofi il furore fi finerà majfimimentefe'l mal quando an-
cora èfr e fcoj ara curato . Bifogna oltr'd ciò tenerlo in iflalla calda , e
priuadi lume infìno a tanto y che appetisca il cibo: ilquale deurà efe-
dre dilicato di teneriffimo herbaggioyO fieno; e bifogna muouereiluentre
B con dargli per bocca fugoy o fé menta dì cicuta difciolte in acqua ; e con
veratro (detto altrimenti elleboro) nero, bollito in acetohvnger e tutto il
corpoy e maffimamenteil capo con diligenza , ilquale fimilmente fipuo
vngerecon rut.apes~ìay e con pelli d '^Agnelli bagnate, d'olio caldo è da
fkrfìfìar tutto coperto y e s'egli evenuto a tale , che contrafe mede fimo
volga i dentiy diaglifi col cornetto per tre giorni slerco humano difciolto
in vin perfetto . Hippocrate ordinayche copertagli bene là facci iy fi che
non veggia chi gli fi ' accofìa , e legatolo slrettamente per lo collodi toc-
chino con la lancietta le vene larghe ; facendone vfcire f angue in fino a
tantoyche l'animale fi veggia venir mac arido :poi fìagnatOy làfciafi ripo-
fareyauuertendoyche intorno àllafuafl.amra non fi faccia tumulto >nèflr e
pito alcuno y& venuta la fera , glifi dia a bere dell' a equa y, e là feguente
fera fi fàccia ilfimile y fetida dargli altro a mangiare y né a bere per tre
giorni. Velagonio ferine yche fi fàccia falìu are con dirgli per bocca apio
verdeye cardamomo pelìiymefcolati con mele in vino bianco :e fé coque-
fio il morbo no mane -afieydiafì leggiermente il fuoco nella teslay vngédo
quella di caldi vnguentiy e gli occhi diopportuni collirijyche difeacciano
là caligine: ma prima cctuififangue dalle tempiey poi diafia bere per cin
que giorni acqua melataycofeme ctapioydi latucayedi papaueriyjpigo nar
jjj,; doye petrofemolo Macedonicoydipari mifura misìi infieme. Altri catta-
no dalle gambe tre fes~ì ari di fangueynulla dandogli a mangiare y fé no la.
fera quattro fefiari di farina d'orbo {temperata co due.di acqua tepida y
il. fecodo giorno gli dan due pugni di fugo d'orbo frefcoyo fecoy& altret-
tanta farina d'orbo nell' acquàyche ha da bere:poi comincìado a rifanar-
fiygli danno il fieno piulargamente yma l'orbo y e'ibere parcamentey <&*-
àpoco a poco .Hìerocle loda ildar per boccayp per le narici quattro he-
mine di vino auftero,e neroy o veramente a guifa difaliuatoy dar glifi là.
radice del cocomero faluatico cotta in vinoy aggiuntola vn poco difalni-
trojo di rutapeHa co méta3e che. 'Lapo principalméte fi freghi he forte?,
menan--
éiz D ? I l *4 $ L 0 \1 A
menando Jpeffo l'animale àpiacenole effercitio.Ma s'egli comincia à vo-
ler mordere,bifogna,cbe trattogli [angue dalle gambe , e dalle braccia ,
niente gli fi dia per quel giorno à mangiare, ilfeguentè pò co , e nel tcri^o
. gli fàccia bere [emenda di cicuta difciolt -a in acqua . iXjfirto dkecon-
Caualli traherfila pa^jja, o per efiere slato l'animale troppo battuto da fer-
onde fi co uentiffìmiraidel Sole y ò per b altere mangiata gran quantità di quelle
tra8Sa* veccie,cbe dicono orobico altro noce noie pafcoy ò per batter beuute catti-
ne acquerò cbe la colera flaua fa fcorfa alle vene miniftre del [angue, o
cbegra forila difangueyo d' infiammagionsfa calata nelle mébrane, che
veslono il ceruello . Ma egli è d'openioney cbe fé tal C audio fi fucciafiar
in luo70 folingo,e tenebro fo (come dice piacere ad alcuni) fi riduce à mag '
giorfurorey& anco a morte. Con tutto ciò Vegetio approua il primo con-
ftglio,e prima d'ogn' altra cofa vuoleycbe all'animale impa^itoyo arrab
biatoyper colpa del ceruello, ò di altro male di capo ,fi cani [angue dalle
vene angulari,dal palato,e poi dalle gabe, altroue dice dalle tépie , o dal
collose qualche volta dalla vena matrice: afienédolo dal mangiare, e dal
bere per qualche giorno: ma nel fcguétc potrà dargli fi acqua freddatoti,
nouando per quattro dì à purgargli il ventre con clijìeri , <£r vngcrgli il
capo d'olioye pece liquida,empiendogl iene l'orecchie, e legandogliele con.
fafcie. Ordina ancoraché fi pigli opopanace, &olio vecchio, ana libbra
una,galbano oncia vnaygomaye maslice trito,eterebttma,ana onde due,
e tre di pece greca; della quale misìura fi freghi henefoura il ceruello, fti
landogli oliofolo dZtro l oreccbie:ma prima,che V unguéto fi metta, [ua-
^oriful ceruello con pacchetti caldi d'orbo cotto:efe coquefio nofiguari-
fceyabrucifi il capofitto i primi capelliye foura le vene delle tépie: perche
ilferuore del cauterio rinforza la debolezza del capo , rifiora i pannico-
li^ riduce àfanità l'animale , ilquale con cibi molli è dafofientarfi , non
concedendogli or^Oyfin che non fiaguarito:ma foura tutto gli fi può dare
dell'apio quanto vuole. Dice oltr'acciò,cbe contra la I{abbia,ò Ta^ifia è
rimedio efficacìffimo dar per lo nafonoue bacche di lauro , & venti vno H
jpichi d aglio purgati,ben triti in vin vecchio bianco, e Jpeffc fregar 7 cor
pò con olio , & aceto , ouefia me folata polve di mirto fecco . Tra l'al-
tre bevande vfando qutfia, vna dramma dipolued'incenfo, vn' oncia di
radice dipanace,tre di[a[fifragia,& vn aceto bianco, aggiungédoui ac-
qua melatalo con acqua melata, & olio mefcolar due libbre di cimino
ruslico pcluerÌ7^ato,o dargli femplicemente latte di capra. Ma lapin at-
ta pone tfier qucsla,chefi prenda papavero faluatico , iitfquiamo, apio e
lafua femen%a, oncia vna per cofa, e con due onde difeme dilattuca ri-
dotte inficme in polue }fe ne dia vn buon cuabiaro con acqua , opur con
filgO
DEL CjtVJlllO, LlB.'ril. 6ij
X fugo d'orbata quando eglijch'maffe il cibo . tJ^Ca perche volendo cura-
re vn Catiallo par^o ò furiofo , non fi ' poffono i rimedi manuali porre ad
ejfecutione fi tur amen: e: fi come ancora auuerrebbe,quando egli,quantun
quefanofi.fi e per fu.: natura impartente , non farà fuor di propofito à
raccontare quel che dal P^fìo intorno à que/ìo fu ordinato) che con la bia
da gli fi diano à magiare tre onde e me%a di iufquiamo,ilqualfkrà , che
per tutto vn giorno eglino fentatanzjpaia mortoci che fi potrà fare nel
corpo fuo quel che fi voglia . Vn' altra Opiata fi fh,con mittura di opì&f Opiata
mandragora-.e difemente dell uno iufquiamo , e de W altro, ana onde tré per lo ca-
co» vna di noce mofcate,& vn' altra di legno aloe: facendo prima cuoce ua^° Paz
re bene lefcorxe della mandragora^ l iu.fquiamo,fin che l'acqua diuen-
ti roffa : pofcia in quell'acqua difi iolto opio ,fi butterà nella gola con vii
cornetto Vn! altra ancor a fé ne puh comporre, difciogliendo nel vino mìrt
ra,perfigià,e iufquiamo,ana onde due , e ori vna digarofoli . Qtiando poi
fi deurà rifuegliare , glifi lauerà con ,k qua fredda da tetta , e i membri
genitali, e cofi leuatofi in piedi fi potrà adacquare , e bagnar per tutto . E
perche fogliono tutti quefti vitij di cer nello )che detti h abbiamole f eluder e
lafalubrità del fonno; come Vegetio cu cflon manche-/ è di ricordare,ch.e
in tali cafi lodeuole cofafia a rimediarcele p? fa il mifero animale dor Sonno co
mire,e fudare infieme;perlo qual' effetto a lui pìace,che fi fàccia [far co- me l?r(\
C uerto ben di letame vn buono jpat io in calda fi al la, che s'egli fiderà da- cauallo.
rà certo fegno di conualerfi . Ter prono e are il fono, zaffino ferine , che
fi prenda latte di papauere quanto vrìvbolo , e di aneto quanto fi poffa
prendere con tre dita,e petti bene>e mefcolati con vnonda,e mexa d'olio
fi diano in beuanda . E mancando il detto latte , adoprifi la femehT^ per
tretanti,con vn'hemina di buon vino. Giona etiandio ali iftejfo effetto v-
nacompofitione di mirra, cnciedue, di cardamomo' ; fior ace , efemedi
iufquiamo,ana onde quattro e fei di pepe. all'incontro auuiene vn' altro
maledetto Lethargo^del tutto contrario allafienefia, qua?ido l'animate
alienato di mente , non fi ricorda difefìefìo , né delle cofe necefiarie alla Lethargo
0 fua vita,ma opprefio da vna ineftugnabile aeceffità di dormire > non puh
tenerfi in piedi, ma di cmtiaouo corcato non curandofi del mangiare •>
né del bere,fi riduce àmagre?:?aeftrema)e fàcilmente alla morte; fé ta-
tto non fi foccorre . Terò ordinaVelagcnìo , ch'egli fi faccia fi are in v-
nafialladi buon aria, oue il fuolo fra couerto di paglia minutalo di te-
nero fieno : e che continouamente fra ttropicciato con le maniache ven-
ga àfiar detto, sfor7%andolù$efio,non pur con voci ; ma con bacchetta
à leuarfi,e muouerfi àpafieggiare . E giouerà fregarli particolarmente
tutti quattro i piedi conbrennoy fiale, & aceto- calce, dandogli.
beue-
4 2$ J> E l L j€ G L 6 \1 *A
beueroni di duefcfiari d'acqua temperata d'aceto con farina dì grano , e
fate : parimente fi pw dare col cornetto il fiore peflo dell' artemifia con
olio , & vn poco di buona mirra . Ma principalmente conviene attenerlo
da toryo , dandogli a mangiare faue fecche, accioché'l mangiare de i ci-
bi duri il tenga [negl'iato . Oltr'd ciò traggafi fangue preffo alle vertebre
che fon li offi del collo : poipeflando tre onde di B^upontico, e cinque di
radici di cappari,con cinque altre di calamo odorato , ò (come dicono)
aromatico,criuellate che fiano, mettafene tre cucchiari in vnfesìario de
acquaie diafi à bere . Vegetio vuole, cìyeal caiullo Letargico fia fomen-
tato il capo con acqua calda , ouefia slato cotto il pulegio , poi vnto con
olio, & adar ce tritola quale vntione fiacopiof amente fatta fin all' or ec- P
cbie; e fagli data ogni dì beuanda di due cotile di decottione di artemi-
fiae di camomilla Illirica . Speffo ancoragli fiano fument'ati con acqua
calda i pie dinanzi. Quando la cura di quello male è pericolofa , fi co-
no feeriche gli occhi comelippofi lagrimeranno,cgli tutto grano fo,e fon
nolcnto s'appoggierà alla mangiatoia^ caminando cerniera co ipiè di die
tro . Jlllhora cani fi fangue dalla finifìra cofcia,e dal pie deliro dinanzi
che più ne fuolrejlare aggrauato, e di quel fangue fi vnga , dandogli a
bere /' artemifia pefla col ranno , e due ciathi d'olio , tre continoui gior-
ni :il quarto poi fi e effi E s'egli fufie fafiidito del cibo,diagliafi a mangia-
re terno cotto col mele^ a bere l'acqua tepida:efe ciò non giouafie,dia
fi ogni dì vn'hemina di decottione difemenya di lino, aggiuntoui mele a
bafian^a;la qu.al beuanda ègioueuole ancora a quei , e han febbre .Con-
ferma ancora Vegetio i rimedi fopr adetti di Telagonio tutti a punto , fé
non che ordina a far polue di radici di cappari,di fpigo nardo , e di galla
Siriaca,ana onde due,con tre di afronitro ? per darne in beuanda con ac-
qua tepida: auuertendo , che mai non fi dia a bere acqua o troppo calda
o troppo fredda. *Affirto ferine, che la Letargia fuol auuenire con ba-
tter* il (auallo rottura in più d'un piede, e loda, che per ambe le narici
fi butti vino con aceto non troppo forte , e che s'vnga il capo con fangue jj
caldo di volpe,o con cafloreo . Hierocle vuole , che quando il Giumento
oppreffo d'vn certo V eterno (come daLatinifi dice) fi vede fouerchia-
mente fi ar a dormire , fi fàccia caminare vn grande fpatio, poi rime-
natolo alla fi alla ,fiaricriato con varietà di fre fichi herbaggi , ponendo-
gli dauanti cime dicauoli,e dilauro , con farina d'orbo . Sogliono anco-
rai Cjiumentinon men,che gli huomini incorrere al mal caduco, il qua-
Malcadu le lAgoslinoColombro afferma chiamar fi Epilenfia, e morbo Lunatico
co e lua ( benché Lunatici chiamano alcuni gli animali paTgi,e dicono,che'lcer-
cura . nello fi, muta loro fecondo che la Luna va crefcendo,o mancando) da al-
tri
DEL C,A r *v* ZLOy l 1 S. VII. 6t$
14 tri fi chiama Sacra paffione , da altri *Acerbiffima paffione, laquale tc~
nendo aggrauato il cerebro , e la midolla del capo , oue fono le celloley ò
thefauri della virtù animale; fa che fi vengano à perdere le pofian%e de
ifenfi.-onde l'animale col vifo accecato, efpaucnteuole, non mangia, né
bee,mafi va con la tefta appoggiando al muro ,\ ò tal volta fubit amente
cafca,e fa fchiuma nella bocca; talvolta calcitrando dà dimorfo alla ter
ra . Onde bi fogna primieramente , ch'egli in ofcuraftalla fi fàccia Bare
legato cofidi pìedi,come di capo: acciò che co' fuoitemerarij movimenti
nonpofìa offender fi ; perche molte volte auuiene , checuratofi il morbo
fi pena à curar le rotture,che sbattendo egli sleffo s' ha fatte: pofcia è da
B tr ar fi f angue dalle vene pulfatili delle tèpie,le cui aperture, chelalaciet
taharà lafciate > fi deuranno cauterizzare con islrumento di rame non
molto à fondo :\E per lo nafoglifì butterà slerco di Cicogna difciolto in
acqua di malua:ouer amente gli fi daràlafolenne medicina,che Diate f-
ferongià s'è detto effere nominata . Vegetio ferine, i Giumenti incorrere
al mal caduco, oucr lunatico , fi che Hanno vnpe^ocome morti, e tal
volta giacendo tremano,co lafalliua in bocca; tal voltapietre flanno in
termine quafi dijf erato della vita,fi leuatio,e mangiano . *A quefli vuo-
le,checonle deta fi tasli la cartilagine del nafo , la quale quanto più fi
trotterà fredda,più fi conofeerà filare in pericolo : fper curarli bifogna,
che abbondantemente fi caui f angue dal collo , e dopò il quinto dì dalle
tempie,tenendoli in luogo caldo vntiper il corpo,e maffimamente nel ca
pò con olio dilauro,epece liquida, del che farà bencà metter anco entro
Vorecchiednfoffiando loro alle nafche alcuna diquelle polui,che habbian
detto purgar' il capo,e dado per bocca quefla beuada, chefàtto-cuocere in
vnfcftario di mele,r adice dipanace,diagridio,e cocomero feluaggio,ana
oncia vna,e dua di rauanetti,fe ne prenda un cucchiaro per volta,efi dia
con,vnfefiario d'acqua,etre drame d'olio: e quudo quefio maleperfeue-
rafie ,fktciafi quel cauterio alla tesla , ch'egli difopraha ordinato. Gio.
») BattiftaFerraro dice,che'l mal caduco,repilenfia,e'l m. al della Luna, fo
no vnaiflef a infermità, procedente da humidità fouerchia , ebepofta
trai craneo , e la dura madrenonpuò dal cerebro digerir/}: e fi comene
gli huominifi difeuopre con la deboleiga de' fenfi , e co'l cadere , con la
fchiuma della bocca,econ la bajbutie, efincopi%ar della linguaio fi ne'
Giumenti fi feorge col rotare del capo aguifa d'vn molino , e col tenere
degli occhipercoffi,che quantunque aperti,non veggionopur laflradafi;
come àgli huomini gioua dar fi il fuoco nella commiffura coronale per
diffecare quella malignahumidità,che offende il cerebro,co(i a' (f lumen
ti è gioueuole la fagnia prima nel ciuffo per ifuaporare ,epoi ne' fianchi
616 D E L L ^ <j L O F^I Jt
per -diuertireilndi fi potrà fare pur'vn cauterio nel mc^p della fronte, co £
vnbottonetto di fuoco , ò veramente aprir la pelle nel detto luogo fra.
l'vn? ocehio,e l altro feouerto lofio-, raderlo diliiat amente convna I{pi-
netta fin' al primo pannicolo,piglidndo tanta fuperfì eie doffo in cerchio 5
quanto f uff e vn carlino : Laqual piaga per quattro giorni fi bagnerà con
yn a (pongia allupata in Vino bianco, bollito con ro fé, f angue di drago y
mhra,masT;ice,& incenfo polueri%ati .. Fatto queflo,fifarà. vn cauterio
foura la nuca,pafìandoui vn laccio dall'vna , e dall'altra banda del la-
certo : che per quefle diuer foni ilCauallo rimarrà libero, come fouente
da Marco (jreco fi narra e fere slato efperimentato : lodando , che fra
queslo. meio fi faccia Bar in luogo ofeuro ,folitario,e lontano dafìrepiti F
Capogat e Yomoriyiccio che non fi conturbili cerebromaggiormente . Oltr'à ciò >
ferinità principio,efpecie depilmfìa egli dice efere il Capo gatto, infermità co-
Ha t fi dal vulgo chiamata , che fa perfoueì chio fìupore cafeare l'animale à.
terra,e fuole auuenire sì per abbondanza di huraori concorfi al cerebro >
come per accidenti dihauer tenuto il collo fr etto, òli capo baffo,ò riceu-
ta per co fa ; Ilfegno proprio di tal male è , che fi gonfia la gola, gli oc—
chi,e tutto il capo,ilquale fouente fife note e fi trauaglia liei mafie are:-
Ilrimediofìa, che prima di ogni altra co fi fi c.aui f angue dalle vene dell
la cintura,}) delle cofeie da dietro,per diuer.tire •■ pofeia rafo il luogo af-
fatto,*'intacchi col rafoio, per ejlrinfecare gli humori corrotti: e frega- ^
touifale,vifi aggiunga vnguentofktto con Macedonica,T?ulione,<^r *A-
grippa,ana oncia vna,e due di dialthea,vngendo ciafeuna parte, dell' en-
fi agione-.e fé queflo non gioua(Je}adoprifi vn' altro vnguento copoflo con.
olio di lauro,affungia dorfo,grafìo di melogna,vettriolo,e polue di. can-
taridi.!^ fi manchi di fare quefì altra cofa,*J7l'Cettafì a bollire vncapo.
di Gatto mafehio col fuo fegato : e poi che tutto fi farà disfatto, e ridot-
to in. liquore ,fia tal decottione colata ,e ben purificata, & aggìuntoui
^uccaro fino,& acqua di gramigna ,pongafì nellambicco a dislillare,e
quello ci/indi rifulgerà) fi dia a bere . Votrajjì ancora foccorrere al Giù- £»
mcnto,dadoglivn bottone di fuoco al più e arno fo; e piano dellaguancìa y
medicando poi quella parte con penne bagnate di olio-.e fregando, tutto il
capo vna volta il di con fauina,e cenere boUita in vino bianco,ma pafia-
to il ter^o giorno , in luogo.del nino farà l aceto yinfino alfetUmo: tra'l
quale Jpatio s'egli f china fé il cibo ,non farebbe import ante,.ma fiondò \
più oltre y egli verrebbe fen%a alcun fallo à perire verfo il quarto deci-
mosfi come da M. Luigi fi affermaua , dacuiglL Hejfi rimedi ho troua-
Apoptef tifcTMi- t-ZWa l'tsfpoplejfia , dice 'ilColombro ,.effere priuatione: co fi
fa * difenfo r come di moto: grauifiìma infermità, che non piamente fu ca-
fcat
ì>tl CJVjtLLOy Il È. Viti. 6i'7
pjl fcar l'animaleya guifa dell' Epilenfiayma no'lfa muouere d'alcu membro
fi che veramente pare effere morto iA^' cui è da fouuenirfi parte confujfu
migi di co fé calde-, come di cafìoreoye di ariHvlochia rotonda ypefle alla
grof]a:parte con cUHeri di decottioni di camomilla^ di ruta.E s' egli co-
mincierà a fentire : conuerrà infondergli per lo nafo H caftoreo difciolto
infimo di rutayò veramente in bollitione di vino<,unayò due volte , insin-
ché farà . QuesV altra medicina egli afferma efiere fiata approdata da
tutt'i f m'hco fi per curare ogni infermità diceruelloye di palaie y òfrene-
fie> ò rabbie: co me anco per curare ogni male di nenù-,0 paralifie ; Tren-
dafi legno aloe y & vua pafiafcn%a arili , ana libbra vna > radice di vi-
li falba ben mondayUbbra meza;fquilla arroflayno celle monde , noci mon-
fcadeyxuccaroycardamomoye macisyana oncia vnaygaro foli > pepe lungo
fai geMmaygaliamnfcada>$)igo nardoye flicados y ana oncia me^a y con
tre di agarico ye pefle fottilmente quelle cofeycke fon da peftatfitfhccianfi
■cuocere infume a fuoco lento y fri alla confumatione de'fugi;laqual con-
fettane farà bene y che fi tenga in bottega y per darne opportunamente
ne i bifogni vrì oncia la volta difciolta in vino caldo; frequentadola finche
l'animale fia ridotto al primo flato . Ma fé con efia tardafiero a guarir fi-
gli .Appio fi 5 che anco à quelli è ella efficaciffima y tagli fi la cotenna sù'l
meTO della fronteytra l'vna e l'altra fontanella degli occhiy con vnago-
' C bia di ferro caldaye leuìfi quelloyche farà nel mejo d'effo ifìrumento : poi
con vno criuello picciolo non puntutoyma fembiante al deto della manoy
pertugifi l'offo cautamente > che non fi toccale il panno de celebro : dal
ijual bugio fi cauerà qualche goccia di acquofitàfe vi fé ne trouerà , e po-
fcia il luogo fi curi con pece liquida ^Appartiene anco al ceruello lofpafi- ,_ >.
moyche da Latini è detta Couulfioneyper ejfer vnaviolétapaffione de'ner <> Conimi
ui i quali come le arterie dal cuoreye le vene dal fegatoso fi fono dalcere iìone.
bro dependenti. Ma quefio è di trejpecie:percio che fé 7 male egualmen-
te tutte le parti neruofe del corpo comprende di modo y chei animale è
sfolto atenere ilcollo colrefio del corpo immobile > fen%a poterlo pie-
gare a bada verunayfi chiama co la parola greco Tetanoyfe i neruifi con-
trahonoye ftirano violenteméte alle parti dinan^Smproflotonoyfeà quel
li di dietroyvien detto Opiflotono;fn quetto fi tieneyil capo ri/tolto indie pmw&Ro
troye'l collo tefo , & incordato di modo y che né l'vnoy ne l'altro fi può tono &
piegare: oltrà ciò le orecchie fian diritteye dure y gli occhi pie doli y fi fifi , e Opiitoto
Bramitatele parti Vicine al nafo tirate in dietro y le labbray e lalingna no*
impedita di manierayche della bocca non fi può l'animale aiutale™ in a-
pera alcuna , la coda fla fredda , e rigida y eia fchiena tanto indurata >
che in lato ninno fi può voltare > caminando Hrafcina i pie di dietro y né
KK * può
6iS D E L L a G L 0 ^ J U
può quei dinanzi piegare ;e co fi gettando di [ordinati gli vni , e gli aitai , i
confuma l'vnghiemelle montate cafca in dietro,e s egli fi sformerà di Ie-
ttarfh nonpotendofi con le derettane parti fermare,fiirà a gnifa di (fané,
qualhorafiede , che con le groppe in terra s appoggierà ne i pie dinanzj ;
e già però queflo male da' Greci OpiHhotono è chiamatole he tutte le par-
ti del corpo si vengono a torcere in die tro , & à sìirare : dalla quale dì,
ftentione , ò (per dir meglio) ritrattone , dimmi per vna certa ragione
di confortio auuiene ancora trauaglio alla vefìca,che con dijficultà man-
da fuori l orina . Jncorrefià co fi fatte difauentureperpià cagioni) ò che'l
fanallo inchiodatole 7^oppo,fia flato forcato a correre fu' l dolore : ò che
fifa fatto fudare in luoghi,b tempi freddi : ò che fudato fi fiala] "ciato fu-&
bito raffreddare , flando la notte a Cielo f coperto, <& in terra foda , e la-
ftricata di pietre: e (quel che più importa) non fomentato con cibo alcu-
no , fi che lemafcellehanprefo torpore ; ò che rotta , ofpafmata alcuna
jpallayfi fa fopra quella addormentato,e fermato per lungo fratto; ò che
per qualche modo hauefie riceuata percoffa in quelle parti,oue naf cono i
T encomiò le T anno chie,come farebbe nell ' zsfnguinaie ; ò che da i raggi
Caniculari lungamente fa flato percoffo , ediffoluto .Comunque fia , chi
di verno fi troua colto da queflo male,diffcilmente fi fuol ridurre afani-
tà:di eslate, vfandoft diligen%a,fi puote aiutare, vngendolo di grafo di
porco, terbentina , cera , e pepe trito , mefcolati con olio vecchio ; o di ce-
ra,incenfo,goma, folfo , cfalnitro con olio jlemperati . ^Alcuni fan bagni
al capo con acqua, o uè fi ano bolliti orobi, ouefor%p, coprendogli il
corpo con hirfute pelli di pecore , la cui lana fia dell'iflejfa decottione
sbruffata : filtri nel luogo , doue fi raunano i letami fatta vna f off a > vi
mettono il Cauallo , e tutto ne lo ricuoprono , ò finalmente in arena, che
fia per battimento di Sole caldijfma . isfltri dicono , efief vtiliffimo a.
dar fi due volte il dì per bocca > òper lo nafo queflo medicamele quan-
to più fentirà di vecchie,zja-)migÌior far à,f atto con dieci granella di pe-
pe,vna dramma di Salnitro, e quanto vnafaua di laferpitio , con tre eia.-
thi d'olio , c£* vrìbemìnx di odorifero vino . filtri per cofa ejperimenta-
ta lodano à dare il fanguefrefeo di manxp, 0 tre dramme d'incenfo , &
altretanu di lateydifiiolto in vino, benché da alcuni fi dican'oncie . Ta-
li ordini asfffrrto narra effere flati dati da valenti buomini, ma gli vfati
daini e fere : che fi prendano otto onde di graffo vecchio di por co, & al-
trettante di graffo amorfo , 0 dibecco quattro di graffo d'oca , e due di Per
bentìna^vn fesìario,b due d'olio commune,o tre ciathi del eedrino,e fat-
te queste cofe bollire infìeme, vi fi aggiunga farina bollita in acqua, e fai
nitro , efale , oncie quattro per cofa .oiltri dicono , chefen^a la farina
finn
DEL CjtVU LIO, LIB. Vlì'h 629
jl Jìm mefcolate in acquavite fia prima bollito falnitroyefaleye con tal'un~
guento caldo fi fregi per tutto bene y e che di pìk liquefatti alcuni pe^-
%idi affungiayvifi aggiunga liquido mele,& olioy laqual mistura bollita
vn' altra volta con vino , fi butti per le narici . Quando poi la cura è an-
data innam^iyadoprifi l'unguento di bdellioyche contiene galbanoyammo-
niacoybitumeycolladitauroygommaponticaycerayincenfo mirray aloe, 0-
popanaceymidolla di ceritoye bdellioyMcia vna per cofaycon due di masti
ceye fei di pignoliycol quale vnguento sii carboni difciolto con olio commu
neyo più lofio conquel di liguflroyvngaft il capoye il collo)S tutto il corpo. <
Indi conuèrtolo ben con drappi y fia caualcato per luoghi aprichi , e con
B leggieri galoppi eJfercitatoyinfìn chefudi . Tofcia nettatogli ognihumo- 1
reyfiafregatoy& vnto del medicarne vn' altra volta ; cofi continouando
fin che fia f ano. filtri compongono vnfimile vnguento con galbanoyam-
moniacoygommaycolofoniaycerayOpopanace->midolladiceruoybdellioyaf-
fungiayfolfoy& vino. Il mangiar e bifognaycheJpeffoglifìa coceffo : acciò
chele mafcelle di continouo moto ftano agitate e per farle più muouere>
farà bene mefcolare con l'orbo i ce ci crudi-, & in ogni modo conuiene con
ogni varietà di cibi alien arloyeccettuate lefkue. (fiotta dargli à bere del
vinoyoue fia Jparfofalnitroye tenédolo in luogo caldo , e niente [oggetto a*
freddi, frequentare le fregagioni con peceyet olioyepoi ejfercitarlo; ma di
pece non deurà ej) ere gran quantità , perche ristringerla gli fj)ir acoli del
fudore.Cauar fangue a chipatifee sì fatti rigori di nerui , [aria dannofo.;
perche efìhauHe le itene y reHeria tanto fecca la neruofità delle labbray
che non le potrebbe dapoi più muouere . J^è in qtteHo male farà d'ado-
perar fi il fuoco \ perche guarendone egli non rimarebbe a gli vfati mi-
slieri del tutto h abile . Hierocle approuando le dette cofeyfoggiungeychc
nelprincipio del male alcuni menato il giumento ài bagni ', neHfhnfuda
re> poi rafeiutoy il firn paleggiare con alcune couerte indofto y che im-
heuano ognifuahumiditày& alla fine fregato -,con vntione di aceto yfal-
D nitroy vin cottoyvoua , & olioyìl riducono alla stalla y nella quale tenen-
do il fuoco accefo > per fùria calda > fi guardano > che non vi fi fhceffe
punto di fumo: perche di leggieri l'animale infermo ne faria f affocato .
Telagonio parimente afferma gli ordini foura[crittiy e co tutto ciòferiue
effere anco bene ad vnger al Sole il Cauallo infermo y con vnguentoy che
rkeue vna libbra di peceye due di pomelle dilauroy vn'oncia di radice di
panacey efeidifarinad'incenfoy con due fest ari di vino vecchio: e fé
non giouaffeydiafi leggiermente il fuoco alla tefiaypreffo l'oreccbiey& al
t collo ancor aylegadouivna pelle pelo fa attorno-, dopò il fuoco dice efiefu-
ile beuande di cofe calde } come di cimino >ò d'aglio y 0 di laferpitioy
ÌX 3 òdi
h di p omelie dilauro pefìe . "Loda etiandio a dare il fuoco alla fchiena,e g \
lombi-fin giù alle gambe ', & afhrper tre giomi-vndone con oliò, e fiale,
quando le bro^e? ò crutte della cotti-, ra faran cafeate , lanario con ori-
na dih'uomo i e bagnarlo con acqua calda ^dandogli à mangiare frondi
difico domestico mille conor^o ,efromcnto , muerati nell'acqua > &
à digiuno dargli à bere farina di 'frumenti* Stemperata con acqua tepida
Moderatamente però gli fi dia à bere -, acaochepiù tosto eglihabbia fe-
te : e fé per aiwentur agli fopraueniffe febbre ■> meglio f aria per dijfoluere
quefli rigo ri,ò diflentioni di nerui .
'T connetto racconta,, come trottando Ct in compagnia delI\èdiTeo-
nia,nel paffar dell' ^ilpi ,fubit amente vna mattina caflò tal furia di F
"inette , che molti de i faldati di p affo in pafio , moriuano agghiacciavi
infieme co caualli y iqualicon le labbra -contratte , e co i denti. Stretti ,
reftauano in pie fijjì in quel vefrigio , in che fi trottavano , e fu per auen-
tura risto vn Cauallo ancor vino portare in doffo va faldato morto, ilqua
letenea le armi , e la briglia nelle mani , e stana sì forte in feti a , che pa-
tena vino -, e con fatica da glialtrine fuffiiccato . In tanta calamità vm
Cauallo di lui, fi l quale andana vn paggio, fu prefo di ritrattion dì
nerui, del che gli rincrebbe affai, ejìendogli motto caro : perche , oltre
alla bell'eia ^non era chi di velocità , riè d'ardire l'anamuiffe-, & era .
Franccfe , di anni otto.. Tosìo fi adunque in animo di faluarlo ,fcefì che
fura in vnaTerra ,.do:i'era abbondanza di legna, egli pofatoìl Qauallo
in<vna si alletta, vi fé per ogni canto fare del fuoco fen^a fumo, e come
che pare fé già.quafi morto , fra vn'hora incominciò alquanto à mouer-
fi? non potè u a però mafricare co fa- veruna di quante in boccagli haueffe
patte ; onde venutogli à mente di comporre vn medicarne , chiamato-
Jtcopo, per effere proprio affacciarci rigori, & àrifiorar le fiacche^
Ze,i'vnfe diquello} né Stette guariyche'l C 411 a Ilo , largamente fudandoy,
cominciò à mangiare di certo pane macerato, che gli diede. Q netta com-
Com pofi fofìtione egli afferma effere la più efficace, e più miracolofa,che mai fi pò jg
tioni per te fé da Mari] laico adoperare , per ridurre vn cauallo me%o fccco al fuo
ridurre- primo habito,e data ancor per lo nafo,purga la tetta mirabilmetc. Ti-en
lo Cmezo ^afi dunque oldano,oncia vna,e'forbio,grafo di volpe,galbano,epetrofé
perduto e molo,ana onde due,bdellio, hferpitio, fior di fdnitro ,pomelle'-di lanroy
lecco. hifopo,e carpobalfamo,ana onde tre, cafloreo, opopanace, e femediiA-
gno cafro, anamde quattro, falnitro, e radice d'Ireos fecca, ana onde eia
que,adarce,pepe perfnmo ammoniaco,frerco di colombo, pieretro, e freme
di ruta,ana onciefei,& otto di cardamomo. Oltr'à cio,vna libra di op&~
balfamo,<&* vn' altra di terebentina) vnfeftario di fumo dipcce,vri altro
d'olio
Cauallo
tedi
7> E 2 CAVUllOy lib. r ìli. -%f\
\A. d'oliolorino > & vìi 'altro di olio irino ydue diolio difpico > quattro dio*
Ho commune molto vecchio^ '-cinque di olio di UguUro:e poi che fi faran
ro in difparte colate le co fesche pò fono l'iquefkìfhfhcciafi mediocremen-
te bollire con tutte l'altre: indi colata Ltmiflura fi adoperi con vino: e fé
co'l tempo dn^v^ife d.r, a ;*dif doglia fi con elio di ligustro à modo di il-
nimentio. Hippocrate vuole, che al Cavallo ritratto di nerui in dietro yfì c~ai
e aiti fang-te dall' 'Anguinaie , e poi che farà flato copìofamerìtè bagnato ner'u ± %
. di acqua caldaia vnto con olio, fjr vino, one fiano incorporate pomelle
di lauro pesi e {mettendogli sàia testa ', e fopra i lombi vna pelle bagna-
ta della rnedefima vntione;e buttadogli per lo nafo miftara di va fefia-
* rio di vinone due d'olio,con tre onde diniirra,& vna dramma di ^afjra
■ ìio,b veramente hauendo pes1e,& mcj colate vna dramma di draganti >
due Ai mirra graffa , e tre di cafia lignea ,fe ne diano tre dramme in be-
uanda con chiara d'vouo in vna hemina di vino, vrì altra d'olioy & al"
. frettato di mele: e prima che fi dia à mangiare, gli fiano date otto onde
■ di orobi brustolati .E perche fé àquefli mali prestamente nonfifocorrey
V animale vien tofto <à ferrare, e slringere la bocca in manierà,che poi di
fk me fi muore : egli loda , che quando con gli altri rimedi poco frutto fi
veggiafhre,s'ad/oper'ilfuoco,incominciàdo dagli occhi ad efulcerare igi
r ri. loroypoi nelle (palle fi tirino tre linee , e per li fianchi , e per li lombi da
Ivno-) e d/àlV altro cantone per}a fchiena > ouefianpià lunghe\medìcdn-
do poiie cotture con graffo , e fomentandole con aceto per fette giorni >
trall qual [patio fi butterà per lo nafo dolci heuande : lottano dilatiate
le piaghe con acqua calda,faran con lido medie ate,mettendoi'.i [opra fi
li di lanafuccida,cioè non lauata,bagnati nel mele^Differete dal ÈJtKat Cauallo
to,eglipono Ifncordato di nerui, quantunque i pegni fiano quafiegua- ln^orcia-^
//' che l'animale tiene la bocca fecca, l'orecchie tefe a tranerfo> e'I capo , u[t
€l collo immobile,fi che non fi pub fé non con gran difficultà volgere, tr.e
ma co tutto il corpomouendofiva indietro-, 0 s'alia diritto,e le vene del
le [palle slatino quafiììirate , come slarfogliono nelle Gotte: però vuol
che prefa vna onciale menadi vnguento da gotte,mt f colata io àltretan
■ to di vino puro , fi butti caldo per quella parte del nafo, che più ritienili
fiato: poi fubito fi faccia correrete per quel dì no fi dia a defirìare,<& dee
ria fé non far in a. Con figlia etiandio,che al Cauallo fncordato fi apranole
vene del petto,epoi queìle,che fono attorno al federe }e lauatolo tutto be~
■ ne co acqua calda, fia vnto con buoni vnguenti, epofato allòfcuro con di
Meato letto in buona fi alla ,e come habbìa mandati alquanti fojpiri fuor a,
diaglifi a mangiare il fieno sbruffato difalnitro , astenendolo dall' or%ot
fin eh' egli fia de tutto libero furono etiandio da Affino ordinate per li
W 4 nerui
6?2 D E L L J. G L 0 B^I U
• . .' -
•nerui molte altre efficaciffime compofttioni, tra le quali fé vnfeBario di E
tornelle di lauro,vn' altro di maggiorana^: tre di buono vino co [abiuro,
■polite d'incenfo,e gomma di pino,ana libbra vna,e con olio comune, foi-
fo viuo,e cimino barbarefco,ana onde tre ■; fi facciati tanto bollir e,che la,
miftura diuengajpefta,e pefìa in vn vafe,poifi rifcaldi,.volendola ads-^
perare in vntione,dice,cbe Jana nonpurgli Incordatila fcaccia,e dif-
folue,i tumori, & i languori delle ff>alle,dei lombi, e delle cofcie. Tsr
quelli, che bantio ritratto il capo in dietro , loda unguento fatto con vn
Jc jlario di pomelle di lauro > vn' altra di cimìna, tre d'olio, cotti con vna
libbra di terbentina,tre onde digalbano, & altrettante difolfo viuo,fo
flent andò fra tanto lo animale con cibi asciutti , e con pecchi pampani di &'
vite . Vn' 'altra compofitione per lo corpo legato, egli defcriue in quesla
foggia^he opopanaco, cera, e pece, e gomma cotta fi facciano liquefare
con vrufeflario d'olio,e colatele cofi calde,vi s'infonda aceto,& incorpo-
% rata ogni cofa infteme,fi metta in opera. cPer nerui,che ha patito freddo,
Nerui , e jàcciafi bollire cera,<& olio di liguftro,o ciprino ,ana ancia vna^opopana
tito fred- ce>? midolla di ceruo,ana onde due,con tre diflorace,e quattro diterben
do . fina, adoperando l'vntione in luogo caldo. £ sì per neui, si per giuntureie
sì per freddimento, dice poter fi adoperare l'vnguéto melino,di color d'o-
ro,che riceue opopanace yterbe)/tinaygalbano ,e mirra ottìmoyina oncia
. meza ammoniaco, incéfo,e graffo di tomianaonciavna,cer a, e ragia cot
ta,ana onde fei,con tre di fior di fale: douendofi in vino difìoluere l'opo-
panace,la mirra,l- incenfo,e l fior di fale: e pof eia incorporarli co l'altre
cofe già- liquefatte. Fale ancora per nerui,opopanace, terbétina,bdeUià;
fquinanto,& vif ch'io quercino, ana oncia vna,con dus di galbano,òvera
mente vn' oncia di pomelle di laura, due di opopanace,tre dipapaueroy
quattro di Ut argino^ fé i d'olio laurino fo pene abrueiata,bitume,ftorace>
galbano,bdellio,& incenfo,dipari pefo,ò pece frefca,bitume giudaico,va
gia,colofonia,cera,e folfoviuoi bolliti co grafo dibeccoXoglie oltr'à ciò
le doglie de' nerui,mifiura di ammomaco,pece,hitume,egvlbano,ana lib
bre tre bdcllio,epropoli,e terbentina,ana libbre due,co vnàdiftorace,&
un'altradi uifchio;udipecefecca,hiJfopo humida,colofonia;perfmno am
moniaco,pomelle di làuro, \ bdellio, propoli;.e galbano,libra vna per cofa-,
bitume,& aceto,ana libbra me%a,con due di fioracelo di ftorace,propo
li,cera bianca , e papaueri, ana libbra me%a , con vna di verderame , e
quattro e menadi pomelle di lauro >-.» di pomelle dilauro, fugo di papa-
vero , florace , propoli , e cera bianca,libbra vna e mexa pet cofa,con v-
na libbra di cera , & vn' altra di viole bianche , òdifemen^a dipapa-
, uerograffo di becco? pomelle di lauro > florace > opopanace,e ragia, ana.
libbr*
ìt
*DEL CjLVsAllQ t I B. Viti. 6\i
*A libbra vna,e quattro,di cera con olio irind, e colofonia > ana onde fei y e
due digalbano,o ài cinque libbre di olio , duediragia,nnadititargirio,
e meya di cera con gallano, opopanace^ncenfo^ mirra, ana, onde due,
& vino à baUanna-.Q di graffo di toro, opio, &■ iride Illirica, ana libbra
vna,galbano,polue d'incenfo, midolla di ceruo,viole bianche, e terbenti
na,libbra vna,emezaper cofa,con me^a oncia di artfìolochia,ò digalba
no,& verderame,ana oncia vna,grafio colato,olio,e terbentina, ana Uh
bre due , e quattro di marche/ita : Oltr'à ciò per fortificare i nerui, egli
compone vnceroto, che può- giouare ancor àgli buomtni, che baneffero
le pedane: in quesìo modo,ftanpeIie in vn mortaio due libbre di cera ; e
fei di biffopo humidate di tal mijlura pigliate fei oncie,fi fk celano di nuo
no peflare convn pestello di piombo infmo a tantoy che rimangano inpe-
fo di onde dueipoivi fi aggiungano tre libbre di melex & aceto quanto
baslupofcia fei onde di ammoniaco ;vna di agretti rofliti nella padella»
equindici di marmo trito,e tamigiatoJndipesla vna libbra digalbano»
e fatta tenera,ft peflerà ogni cofa infieme, & vltimamente vi fi aggiun-
geranno tre onde di midolla di cerno y e fei d'olio antico- > e fattine peigi
lungbi,ft siederanno per gli ìyuomini su vnapeiga dllino,per li Giumen
ti su vn pe%go di lana iE contra tutti i vitij di nerui fòggìunge valer il
medicarne detto <Anacollema,c he femplh emente coffe in perfumoam Anacoll&
q moniaco tritone difìoluto iu aceto. Ma co ninno rimedio flima poter fi aiu ma.
tareilcauallo neruico,comyegli il chiama,ilqnalebauendo aggricchiatì
i nerui interni, flende il collo, & al^a il capo , guardando in su col mirfo
Brettodi modo,che no puh aprirla bocca, ilventrenon rende cofa vera
na,el membro genitale fuaginato gocciola fpeffa orina ,àpoco àpoco,e le
gabe vacillano fempre torte cafeando col capo in già. Se iCauallo hauen
do panocchie fentifi'e per quelle tal doglia nel caminare ; che gli venifle
lo Ipafimo^fitcciafiHar quieto,efian fomentate le panocchie abbondan-
, temente con acquacaldaye convngietalhora bagnate di caldo uino, poi
fi} "accia untione con grafi o di becco , . falnkro abbruciato, cera, & aceto
X) compofii infieme. V egetto fcriue,chiar a cofa effere,cbe i Girtmentipati- sPa^m^
feono lo Jp afimo, quando fiveggionofubit amente cafcare,e con legiuntu mtifcajda
re diflefe palpitare in tutto il corpo , e talhora caedaper la bocca fchìu- i giumen-
te: nel qual cafo giouerà dar loro i cibi bruffati di acqua temperata con " •
acetoyfalnitro,epolue di cocomero faluatico: mefcolando ancor delfalni
tro nelhere,che hano a farete per lo nafo buttar me^a codia di f angue di
Tartuca marina y& altrettanto d* aceto con vn poco di lafero ; e fpeffo ■
fregar lafchiena con olio,falnitro ,<& aceto mifli in/teme . T{oborofa e- f^°fp°J^
gliihiama^uslla infermità, che èjfcetie di T irò fecco} e f aumentar £a- dì tuo .
nimale
6?4 -*D E L L jt G L 0 ^ J Jf
nimale rigido come legno , con gli occhi chiù fi , l'orecchie fredde, n'arici * E
difiefe,bocca [errata, collo ir.imi bile,e reni strette, legato di fp "Me diga
be,e dipied:,e col corpo infornino, tutto riìlretto,& induratoci che non
■ può dinzjar , né piegar la tejia ., ne muouer li coda, né bei i giacere: la
. qual infermità prouie ie per ifpafimo di neruifo per tremore; fi co me ac-
cade quando ne i piedi, ò in altri luoghi neruofi fi fon fitti cauterij pia
profondi delconneneiiole lòfe^ dapoi eoe l'animale è fi. ito cabrato-, fi è
aggiuntaci frefco dolore la negligenza del b'tongóuernoyche glihabbia
fatto patire freddo ; òfedaluogo troppo caldo fia sìato canato, e poHo
al jrcddoyòfe nel freddo fi farà fitto fidare affai. Quefia sì fatta B^pren
fionefe hard occupati i lombi,:l Giumeuto diuien Tetanico, e fi cura con P
caldivnguenti,(peci.ilmente (come da rapiti s'afferma)vngendo gli tre,
ò quattro volte le gam'je con aceto, ouefia diffoluto aglio petto: canal-
candolo finche fi fcaldi bene,e poicoprje'idolo,acciò fidi : «fSW a s'ella fa-
rà auuenuta nele parti dinanrj , di modo ch'eglinoa poffa aprir la boc-
Cauallc ca,nonrì è remedbjperche di farne vìe-ie a morirfi.Oitello,che il tutxo il
perduto corpo egualmente già fra perduto: m i p ir nulla dimeno apre la boccay
in turco 1 teur£ Con Calde vationiejfertadto fregato , e poi coperto ben difchiaid-
' ne in luogo caldo,col fuoco apprcfo netto difumo,che coptamente vea
ga à fudare,& accioche col mnouere delle m tfcelle pur fi rifcaldiyfian- _
gli dati da rodere ram'tfcelli di lauro groffettifo fkue dure mefcolate con
bacche di lauro àdigiuno,e perche fi mantenga, non ft manchi di dargli
à bajìan^a farina d'orbo con la crufca, mettendogli per bere acqua cal-
da innanzi, e per lafviiflra narice gli fi a butato perfetto olio rnijlo con
fugo d'orbata, purgandogli il ventre con clisleri d acqua melata, ouefia
alquanto e asloreodifi oluto ..Alcuni costumano di fare slare al Soledi-
Slefo l'infermo,e coperto d'arena tutto (fuor che il capo,e le groppe) in
fin cbefudi.Macon la prima cura molti fi trouano effer guariti: Et qua/t
do pumonbawefe ella giouatoyloda,che al collofi dia il fuoco dall' vnay
e dall'altra banda à pe^Z? # P67^0 > efopra tutta la [ch'iena %li ftan pò- j{
ftipertredìfaccbettidi brenno caldi vj alio i-iftemein caldiffimo luo-
go quella vntione,la qual fifa con vna libbra di cera) va' altra di opopa-
nace,e meza dicajloreo ; va' oncia di pepe , e due e meza di midolla di
cerno, mefcolate con buon vino vecchio fPnolJi ancora vfareper vntione
e per diflilarne alcuna parte entro l'orecchie vino,olio,e pece liquida in-
fieme bolliti:e neceffaria gli farà quefia compofitione,che pub à Tetanici
pHrgiouare,danco,tnfiagineye cornino alefìadrino,ana onde due,anagàl
lico,casloreo, ibrotanoymanay^affranoy7^tccaroyet hiffopo, ana oncia v-
na}con mez^a di pepe biancoy ridotte in polve, dandone due cucchiari con
fugo
D EL^C J.V ut ho; V1&. Vili. 6fr
ji fi'SP d'orbata, caldaio (fé l'animale fiufie più gagliardo) con vua benzi-
na di Vai vecchio per caldo . E cofi in quefla, coinè in ogrì 'altra , oue.fin
bene mitigare l auilerità.della bevanda , e Unire i canali della gola , non
fi manchi di mefcolare alquanto d'olia ,<Altr-i (com'egli raccontajcauan
f angue dalle tempie , e con quel [angue mijìo con fai nitro y cas~ìoreo,e fa-
le,tilfreganQ,tcnendolofempre in luogocaldo : e poi gli danno in beuada
latte di capracon olio,ruta ypepe bianco ,. bacche dilauro , e fkue frante
dandogli ancora a m angixre orzo-) accioche egli agiti le maf celle : Jll ter
%o giorno gli cauanofangue dalla coda,econ vntioni calde gli mantengo
ìió le reni. Qualche volta mefiolo ne i bagni , lo fcald 'ano ogni dlcon
£ beuande,e gli fanno tenere in bocca ramuf celli di falce, ò di rouerp; e r af-
fati i dodici dì,lo fan paleggiar copertole ciochc fudi. ^Alcuni altri per .
guarire i P\pborofi, e per caci iare il freddo , danfro'/*di di fichi , lequafa
bau virtù difcaldare, & vfano à dare con tepido vino vecchio nuslura
di gentiana,s~ìorace, manna , & %uccaro ana onde tre , con due di opo—
panace,aggiuutoui vnofcropolo di mirrale tre dipepe lungo. Vfano an-
cora di far cuocere in acqua mei^a libbra di bacche di lauro y. & vna di
cera e on otto onde di terebentina-) quattro di fiorace > due di opopanace y
& al U et ante dimedolla di cerno ,?nefcoUtot'.i olio di pino quanto bafiaf-
fe:e di tal misìura fregando, l'vngono^ iquali rimedi mede/imamente^
egli a ferma poterti vfare per chi patifie la coriàgine . GliOpislhotoni ,o . ,, (
Epijlothoni (com'egli ferine } loda , che fi facciano Mare vnagran pe^j con j co.
%a al Sole quando più arde , coperti con groffì panni, ò purinuolti nel me fi cu-
proprio loro sìerco,accioche fudino:e per beuanda molto f alucifera a dar l'ino..
per bocca eglipone quella , che poco difierifee da quella, che qui tra le
pr-ìm e. è slata riferita , venti granella di pepe ,vn 'oncia difiinitro > vn
pezzetto di lafiero Tirrheno àgrandez^a. d ' vna faua ,e'lpefo4'ynda -
naio di Cedro,mefcolate con vnahemina di fiore difinitto y c^rvn f fila-
rlo di buon vin vecchio. TslJ fi manchi dibuttarperlo nafo grafi afre fot.
£ di Torco bollita sui carboni con olio, -mele, & vino. Ter vntioni appro-
ua,quefte midolla di (eruo,e fiorace,ana oncia tre,gomma,& olio di lau
romana onde quattro,cm.due di opopanace, liquefattaui infieme vna lib-
bra di ce)- ab facciafi cuocere vnfeftario di bacche di lauro, due di cimi-
nole dite d'olio, con vn' oncia digqma,tre digalbano,et altrett atedi folfo
vitto . Oltracciò ordina per li nerui graffi vnguento ince/ifiuo di questo
modo;Galbano,opopamce,midoUà di ceriio,ammoniaco,terbentina,pro
poli,viole,incomio,vifchio,eflorace,ana libbre due,bitume,et olio cerino Vnguen-
ana libbre tre,pece greca,pece dura,cèra,e ' géma pituita, ana libbre cin- ncfyiaraf
que .. Vrì altro per dolor di nerui ne pone poco diuerfo . ^albano,opopa^{i..
nace
6}6 T> E L L\A C L 0 B^ I \A
naceyhifopoyammoniacoy propoliyvioleyftoraceybitumey gómma > farina £
d'incenfo,t bacche dilanroyana libbra vna , terebentina t e pece liquida,
ana libbre feiycon vna e me^a di vino infieme cotte.
Il medefimo effetto dic-epoterftfkre con vnempiaslroyche contenga^
galb^noyammoniacoyterbentinaypepeye graffo di cernoyana onde treycon
cinque di draganti^ [e i di cera:o veramente midolla di ceruoyfolfo uinoy
alnmeygommayepece grecayana libbra vna con due di cera sbattute in-
~ fìeme. jLgoWmo Colombro interpreta l'Opiflhotono effereflirametoy e da
de' nerui ^ore ne^ dorfo:o neramente acuto morbo ne i lambì; ma lapafjìonedener
in tre tno uiyjp a/imo; egli dice efere di tre modi , che quando il male tutte le parti
di • del corpo vniuerfalmente comprendeyfi dice Tetano > s'egli àttrahe fola- 0
mente i lacertifò le corde della parte anteriore\come del collo delpettOy
e delle bracciayfi dice ^A metano yfe quelle didietro , come della fchieìia
de ifìanchiye delle gambe Tojìetano è chiamatoci quefie treffetie la pri
mieraych'è più dubbiofayegli ordinay che fi curiy buttandogli per la gola
buon vino caldoy& olio dolceyconpcpeydnnamomoyfpicayoriganoy ethif-
fopo;b vino buco bollito co vn manipolo di ruta}aggiuntauipolue di bac-
che di (auro , e difiler montano , ana onde tre:o vino con me^a oncia di
cafloreo trito: la cui fumigatìone è gioite noie ancor non poco . donano
parimente i clisleri di vino bixco: ouefia bollito affentioy o rutayfe la cura r
farà di vernoyfe di eslateyfi potranfkre d 'acqua di canigliayouefìa diffo-
luto mele. Vngafi oltra a ciò con misura eguale di olio laurino uolpino }
olio di enforbidoyolio dipepeyolio irino;oliofambucin3yolio coslinoydial-
theay e graffo vecchio di porcoy e poi fi c/topra con vna buona manta di
lana;e fé fopra i luoghi vnti fi frargeffe polue di pulegiaydi feme difena-
piydi bacche di lauroye di euforbioymiglior frutto fé ne h <ar -ebbe. Quefl 'al-
tra vnthne egli dice douerfi tenere fempre in bottega , pere/fere faluber-
rima non folamente à tutte le pafjìoni neruofe , òjpafmi : ma a colici e-r
illiaci altresìy& alle dure poterne : la qual richiedey cbetuffilagineyfien
grecoyfeme di lino y radice di altheay e feme di maina , aria oncia me-^a fj
bittiro vaccino ymarciatony agrippaye dialtheayana oncia vnay hijfopo ha
mido onciedue , olio di camomilla) & anethino , e fugo di ciclamino ,
ana onde tre , con cinque fichi jecchiy fi facciano in feme difiolkere a
fuoco lento; fin* alla confumatione ypoivifi aggiunga vn 'oncia , e me-
Diapente ^^ poluedi cappari, e fpicay e fqutnantOy ana onde due con cera à
uale con- baslan^a. Lvnguento ancor Diapeme(cofi nominatOyperche confifle di
tra li ipaf cinque cofe) egli afferma valer contra glijpafmiy e leuar via cofigli an-
nodamenti deUe giunture? come le dure^ey& enfiagioni de' nerui : per
la cfticopofitioney conmen con olio irrino incorporare me^a oncia diflo-
race
mi.
DEL CUV \XLLOy LfB. Vili. 63J
Jt race liquida y due di terbentina y fei di buona ceraye dieci di vifchio quer"
tino . Ofetalivntionìmancaffero;fhccianft convinoyolio vecchio}epece
liquida infìeme bolliti: ò veramente con olio ,e con buonvinofkcciaft bol-
lirla radice pefla delpilatroy ci? è chiamato da' Greci Detano; e ben for-
te contrapelo vngafene il Giumento :per -che è medicina molto appropria
ta alle membra affreddatey 0 che patiffero Tarlifiayè molto ancora vale
ad aprirey& spurgare loppilagione de i colatoi y cioè la cojlrettione del
le narici.Eper rifolnereil cojìringi mento delle mafcelley che ne [noie au-
uenireylodayche fia cibato con cofe dureycome ceciyQrobiyfkue minuterà
biscottato y &oi-%o buono ;il che non giouandoy deurà il maeflro aprir
col rafoio dall'vnaye dall'altra banda della fkcciaye trinato quel neruofi
naie del capoyche fcende fino alle labbra-, deliramente con vn ferro info-
cato tagliarlo pr e fio all'offa della mafcellaye poi 'curar le piaghe come co
me ne. L'infermo bifognayche fia tenuto in luogo caldo , e quando fuffe al
cun dì quieto col Sole caldo y fdria bene caudcarlo foane mente . Ver la
feconda Jpecie è d'auuertirjìy che lafì dia h abbia l'vfcio verfo la parte
*AuStraleyche la tejia del Giumento Stia coperta di panno di lana y e vn-
ta con buoni vnguenti > tra' quali egli loda l'olio laurino y del qualft può
mettere nell orecchie ye nelle nxriciye per lo collose per io petto , dandone
ancor per la gola infufione. Approna etiandio a dar due volte il dì la
C beuanda di vnfeSlario di vin vecchioy&vrìbemina d'alio con vn 'oncia,
di nitro fai fo quanto vnafkua di .Affa fetida >e dieci granella dipepe yfk-
cendoui liquefare alquanta pece. E molto dice douer giouare fé con graf-
fo di Cauallo fi fàccia acanto al fuoco fregagione da due perfoney che con
le mani Stirino la cotenna d.ill vnaye dall'altra banda , e per fare y che'l
Cauallo manicando la briglia y prenda medicina al fuo male , fi potrà in
efiainuolgere , e legare la radice del pilatro y che è gioueuole grande-
mente à sì fatte ritrattioniSfe la befita hauefie vitio ditrar calci y non fi
manchi di molestarla; accioche ne tragga (pefìo ; perche in quefh modo
mouendo le gambe > ineruifi Stenderanno . Uvltimaftecie egli giudica
D incurabikyperla grande attrattione delle corde, che fa restar la teSìa ri
uolta in sàyflringendofì ifianchiylagolayi dentiyle labbra y e le mafcelle.
M.Tier Andrea ne glifpafmiychefofier venuti per dolore di nerui , 0 di Jrjj? PJF
ve ney ò per colpa ricettato in alcuna giuntura y ò per ferita , adoperali a i Ugrg <
clifleri di olioy & vino tepidi: e quado per auuentura haueffe visto Ughi
mento andareyb Star in cos~tayfenxa poter piegar eynè muouere le giuntu-
re: & effendogli con la brigliayò con la caue^a aliato il capoygirare co
forza ambigli occhi in bianco > giudicaua lui patire lo fp a fi, no y il quale
nello fj> ino >nel collose nelle gaghe più, che in altra parte del coi-po diceua
foler
é3% D E L L ^ C L ò f^l\A
foler venire\eper curarlo preflamenteyglifàcea in vna flalla ben calda; £
vn buono letto di paglia , ò di fieno afciuttoye couertolo con vna manta
che tutto il coprendeffeycucita al petto acciò che caduta mai no gli fuffe
il fàceuaflare fciolto.-percbe fi fuffe potutaleuare >? corcare à voglia fua:
Indi ben forte pefia berba di muro , & in vna caldaia afciutta mefiaU à
fcaldareye menatala beneyfincbe tutta fufiefudatayn'empiea vnfacchct-
to di tela fonile >vn pabno e me?o largoye di lunghei^ay che dalla coda fi
fuffe dislefo per la fchienaye tra l 'orecchie fin oltre allafrontey ilqual jac
chettocofi nei capi > come ne i me^i legaua di forte y che fuffe slato ben
fermo fotto la manta , acciò che dal calore di queii berba tutto lo jpino
haueffe riceuuto confortoy& incorporata vn" oncia di fera pigra; & vn'
altra diDialtbea con quattro di afungiafufa difcrofa y òpur di porco ,
nefhceua vntione tra l'vnaye l'altra orecchidye fotto lagone le mdfcel-
leyfàcédogli tenere in bocca vn bafloneyacciò che V animale fuffe venuto a
menar le ganghe y fé impedite le baueffe battute : & à mangiare gli da*-
uà del brenno cotto raffreddatolo beueroni di farina ben dimenatale e io
Come fi che fi fuf e potuto foflentare in fi pericolofo accidente y dal quale chi pur
incorra ne fcampay eglidiceua falere fp e fio venire a quel maleyo più tofto vitio ;
nel miìcheT 'irò volgarmente è chiamato per lo tirar continouo delle ganghe '•>
del Tiro. tnettendofi à rodere; e mafiicare la mangiatoia:^ Iche fàcilmente da lui
fi rimediaua;per che face dolo fiar co'i pie legati in luogoy doue non fuffe
fata B^aflellera verunaygli daua il mangiare nella Biaderà appefa al ca
Tiro che p0 _ gi0Han Battijìa Terraro dice il Tiro effere vna peri colofa infermità ;
J/jaTfaoi che ritira inerui dependenti dal capo \ cagionata cofi per fouerchia raf-
effetti , freddatura;o fcaldatura;come per four abbondante concorfo difangue :
Sono gli effetti di que fio maleyfuoltare locchio\ritirareil mufo:dirijgar
V orecchie : mancare ne i fianchi -, fchiancar le cofeie > e tener la coda te-
fate la bocca cbiufa . Il rimedio è \ che effendo il cauallo fcarnatOye ma-
gro ; glifi fàccia vn caueftro di fuoco accefo per quelle parti : oue la ca-
uex^a di cuoio gli è fìtuata;dandogli vn bottone su la fronte: al Tappo;
& in ciafeuna parte dei fianchi: e delle (palle -• vngendo poi le cotture
con olio di viola:7JeJì manchi di fargli fempre tenere in bocca vn bafio
neynto di lardo:òpur la briglia vnta di mele: acciò che con quel conti-
nouo mouimento delle mafcelle ; inerui s'aiutino al rifoluerfi ■: per lo
qual effetto giouerà dargli a mangiare bifcotteliyfaue;e crufea me f colata
con fiengreco:tal voltapaglia:e qualche poco di or^o; guardando infom
ma: eh' egli non reslifen-^a cibar/i; e mentreycbeHmafticare per auaétu-
ra gli fuffe impedito ; almeno facon beueroni foflantiali fortificato ; ne
per quaranta giorni fi faccia vfeire dalla fua fianca ; laqualfta calda
fenici
D E L (f<AVA LIO, L I B. Vili. 6$$
jl fen^a altro lume, che di lucerna; e per tre dì farà ben con clifleri di ac-
quaci remola,e di olio commune deflar Wì^atura; mafel animale fia
graffofepien di came,prima d'ogni altra co ja,conuerràf agitarlo nel col-'
lo,e poi apertogli sul mojlaccio,e trottato il neruo crinale, ihefhcilmen
te per la grofie7^a potrà difcernerf, troncarlo col rafoio sì deliramente,
eh e non fi faccia offefa à gli.altri contigui à lui, che fon più piccioli; fndi
composlo vno vnguento con afìungia d 'orfo,e graffo diauoltoìo, ana on-
de due,dialthea,pulione,e cera bianca,ana onde quattro, dimacedonia
tre,di agrippa cinque; e di butirofei ; aggiuntoti quattro libbre di. olio
vecchio , vngerne la deftr aparte del collo , e laftnislra di. tutto lo Jpino
B fri alla coda: cingendoli addo ffo vna manta grauofa, e calda; e per cin-
que giorni ' contino uar e clisìert divino , & olio mefcolatl con decottione
di malue,d'herba di muro, o di bìete colate infieme .. Soggiunge ancora
foter procedere il Tiro da pafftone talvolta del dente, mafcellare , e tal.
volta del detto neruo crinale, & effendo per la primiera cagione,il Giu-
mento sì ara cinque 'giorni fenia mangiare , poi cefi andò il dolor e\inc o-
mincierà à prendere cibo;per la feconda,.mangeràpure,ma slarà in peri
colo,grande infitto al quartodecimoitrdlquale fyatio no venendogli uno
uerifuftonie nuoui accidéti,ft potràhauer ficureiga di fuaf alate. Oltr'à Empia-
,v ciò, per appropriata a' nerui.e molto utile,egli approua l'empiafiro , che FrQi aP"
nomina Sdogliatiuo,composlo di gomma,dragante,cera nuoua^pece na %*°J». "^
uale,e ter b emina congiunte infieme. M.Luigi su i nerui per fkticaaddo- ui ..
gliati,vfaua dimettere empiaf.ro fatto confeuo di pecora,& affungia di
porco,dianatra;e digallina;o confeuo dibecco,verderame,epalatara:-
ò con grafìo di ceruo galbano,cera,ammoniaco ,-papauero biancc,e ter-
hentmafo conforma digrano,calcina vergine,e mele ;ò con folfo viuo, e
fugo di cipolla;e quando vedetta , che glihumoritirauano i nerui a die-
tro vi metteuafugo àifafn buco,c faime lauata con aceto. Speffo i canal -
// Incuruati,egli emana con la misura delle cinque vntionì, butiro, olio. Miftura-.
jj di lauro, Jlgrippa,dialthea,e macedonia.Ma fouratutto et configli aua, Pcr caual
che sauuertiffe a non. mettere in luoghi di nerui, ò digiunture: alcuna- uat$#
polue diquelle,che troppo foihviolenti,come rifegallo,arfenico,folimato,
& altre talì,per che facilmente ne feguirebbe gonfie^ a,effafimo. Del-
lo fyafimo , ch'egli chiamauàT etano, quefli diceua efiere ifegni,cheil
Giumento malpuo mangiare, emalmuouere l e fì> alle, ne le gambe, e
jfrejfo cade :.• T'ero volendolo curare:, il poneua in luogo caldo con bra~
già attorno fen7a$umo,e con tre coitene addogo dijìefe in/ino al capo, e
pr tre, ò quattro giorni il focena tre volte il dì da quattro perfone fre-
gar ben foriere con caldi liquori vngere,adoperando principalmote que-
Sìa.
£4a htlL^tGLO^l^i
fìavntione , che riceueua pepe,& olio nardino,ana oncia vna,euforbio, E
e graffo di volpe,anioncie due:bdellio,ammoniaco,galbano,affa fetida,
e carpobalfamo , ana onde tre ,caftoreo,opopxnace,nitro bacche dilati*
ro, & ireos fecco,ana onde quattro ,con olio dilauro,e di e amo miliare au
pi,ana libbra vna,e quattro del commune,agginntOni di terbentinaqua '
topareaa, che fi richiedere. Ter cibo gli d ana ceci ammolatinell 'acqua •
o orobi,e cofe calde ;el bere voleua,che fuffe di acqua tepida,e tal -volta
divino vecchio con polue d' incenfo,e pepe trito:tal volta col vino mefeo
lana nonpepe folo , ma cinnamomo , hifiopo , horigano,abrotano}mele,
ejpigo nardo . Taralifia ancora , dice Vegetio,il giumento patire àguì
fa degli huomini,e conofeerfi al cammar torto da vn lato (come s'èdet P
to) e benché alcuni s'ingegnino di ridriigare il collo , facendoli calare
dauanti il batto con molto pefo , nondimeno la principal cura farà di te
nerlo in luogo caldo , continouando le vntioni, e le beuande,come per lo
Segni del f{pborofo s'è ordinato : & oltra il e aitar del f angue , fkcciaglifi col cau-
li r"0iu-tt:erioneii> aitra pxyte della tempia vnafielletta . I fegni della 1\ifolutio-
neru i e ne de'nerui , e dal malVar alitico , quando la offefa è nel ceruello yfcri-
mal para- nonogl'Hippiatri efìerqueHi,che le labbra rilavate fi vengono brutta-
litico. mente a rouefeiare , la lingua difìeccata pendei' vn degli occhi è minor
dell' altro,e l'vna dell'orecchie più flaccida, e pendente. -ma fé non veden G
do/i offefa alcuna nellafkccia,ft rifoluano i nerui,ò di tutto* l corpo,ò d'v-
na parte folo,la cagione del male è nel principio della midolla fpinale .
lAWhora vogliono , che le labbra fi ano Hroppicciate ben forte , & vnte
con mistura di bitume,polue d'incenfo, gomma di pino, & olio vecchio,
Parlafìa ana kbra me7a,con vnadi ammoniaco > aggiuntoui galbano , propoli, e
come fi midolla di cerno , ana oncia vna , bolite infieme . La Tarla fia, che per
curi . offefa de ' nerui auuiene alle labbra , torcendo quelle, e difconfertandola
faccia,dice Sgottino Colombro poter ft curare , fé fatto bollire con vino
in vafepuro cocomeri afmini orecchia di topo , noce mufcata,noce dfn-
dia, acori, e piretro di egualmifur a: colata la decottione per panno di H
lino , fi dia per lo nafo due volte il dì, per ogni narice vna fiat a ; perche
purga la teììa , e conforta i nerui mirabilmente . Vale anco à quefìo lo
flernutatorio con euforbio , ò conpepefo con nigelh : e'I fuffumigio del
casloreocon ogni vna dell' vntioni fopra ordinate,fktta da quella parte*
onde fi veggiono i nerui effere contratti: & vltimamente giouerà il cau
terio alle vene dietro V orecchie nella fommità della mafcellainferiore,ò
Vmcifione di quei nerui, che legano il labbro , nella maniera, che s'è de-
feriti a . Quando la Tarlafia veniffe ancora in altre parti , fi che l'ani-
male andafie tutto torto da vna banda aguifa divn granchio ,ò come ,
s'egli
DEL CXVJLL LOy L 1 B. V Uh 6+t
jl s" egli f uff e premuto da barda, & non potefie piegart *il collocarne fé ha-
uefte rottele "Botole dì qutllo,b; 'fogna che fi cani [angue dalla tempia con
trarla , col quale [angue miflo conpolue di T^itro •> Sale,et Casloreo,egli
fia vnto , ò con altri vaganti dei già, narrati) non maìicando di adope-
rare anco v clifìerl: & fé con quello mn figuariffe,fkc cianft dal lato con spaGmo
trarlo le cotture al collo d 'noi palmi prefìo 'alla Jpalla. Seque Ha infermi quàd© ve
tàdijpafìmo vien per taglUmento dnoda,ò per ferita, ò lefione di altri £a. Per, ta-
nerulyjìa caderizato il luogo con olio bollente di Suforblo, & mettaui- ~j/dn^ j°
fi-.-empiaflro di Opopanace '{Piretro ,Cafìoreo, & Euforbìo . S'ella venire come fi
per veleno fa morficatura,fkcclafi bollire, & macerare in olio vn di quei curi ,
B mede fimi vermlccluoll,che haràpunto,& non folamente fé n'vnga II me
bro morfo; ma lafchiena,l fianchila gol a,e'l colofb veramente sii la mor
fu atura mettafi He reo frefeo di porco due ò tre volte ; adoprando quel-
le beuande, chela tali cafi habbiam dette efferoportune . Ma poi che de i
mali , che auaengono al Cer nello fi è ragionato à baflanza , ragionatole
cofa ci pare di trattar nel fecondo luogo dlquei, che anuenirpoffono a gli
occhi ,perefier queftipm, che alcun' altro de gli Ifirumenti de ifenfì al-
la natura del e entello famigliami ,per l'eccellenza mirabile, & artifì-
cio flupendo, che la fagace lettura adoperò nella fkbrica , & compofi-
tione loro Xaquale è anco cagione, che fia.no Ifposll à diuerfi mallperlco-
lofi,iquallconddlgeaza,&preflez£d conuienfaper curare . Trimiera-
mente auuien loro quel male , che chiamano i (jrecl Ophtalmia, &l La- vP,11^1"
tini fnfiammaglone degli occhi , ò (come da altri fi Interpreta) llppltu- gamma(T.
dlne,laqual altalene ò per bollimento dlfangue, ò pertroppa copia d'ali- gion d'oc
mento,& pero blfogna curarla con trarf angue dalle tempie, gocciolando c^{ co.mc
mW occhio per tre giorni latte miflicato con mele: ò farci vntione con me
le-> & lAloe epatica, perche ribatte fortemente Vbumo re . appropriati
fon pur quefii (olllrij , Incenfo, farina d'amido , & midolla d 'agnello ,
dramma vna per forte,con vna oncia a" olio rofato,& vn bianco d'uouo:
2) ò farina d'tAmido>& SpigoT^ardo, ana drammeduey con vnadl%af-
frano Incorporate con mele :ò fugo di finocchio, &fugo di foglie d'bede-
ra attaccata à le pietre , latte dl&sffina, b di Cagna, (angue di Colombo
domestico, & rugiada di cauolo con mele ottimo . bilami foffano alle
Trarla SaleThurio,ò gagliardo (come altri dicono) & fé l'Occhio noH
fipoteffe aprlre,riucrfano le palpebre,& rafyate con vn coltello,vl sbruf
fano vino , & poi cauano fangue dalle tempie , e co fi gli f anano . Il (o~
lombro dice auuenire àgli occhi la Opbtalmia-, che è vna infammagglo
ne,che manda fempre f correnti humori; la wffez%.aper concorfo di mol
tofangue>& lafcorrenza di lagrime , detta da <~jred Epifora) de' quali
' S$ la
$4» 3 E l L A g l 0 I^t Jl
la Optalmia dice douerfi curare in quefro modo y che fi cani [angue dal- £
le vèney che fon fotta l'occhio vna pianta di mano : poi fi canterini nella
parte foprana della couerta. deWocchiOy& che. fi adoperi unguento fat-
to con Mjrra>& Aloe pefle, <&• ottimamente mefcohte co. acqua di Mor
telta.y &co vnpoco di olio poflo à goccia a\goccia , ò che fi leghi su l'oc-
chio vnapeiga> ò sloppa con chiara d vouoy <& A lume ; àchefifkccia.
lauanda con' 'm.e%a libbra di acqua piouanayouc fra fremperat.ame^a on
eia di xaffrano, > & vna di alarne . llfangm<><& U rafferma dice leuarfi
dagli occhiyvfando polui di antimonio^ e di nicchi di mirabolani citrini
difciolte co acqua rofa,ò veramente vfando aloe difciolta co vino;ilche
vale anchora Alenarle macule non altrimenti y che sadopri mijiura di F
^ffranoye.diftlgemmadipari.péfrcon.melefchiumatOyadi mirra , eìr*
&orren~ dirafuva.d'of[adifeppiapurcoji mele. St per rislrigner e la f corretta del
n di la- le Ugrimeylaqu al procedendo q da pzrcofie,òd-i fregagioni ,ò. da freddu-
f ime ca rg^- tej^a^ dalmmoriditcerebro.difcendentiyfaycbe'l Giumento, appe^
iringa „ *4 pw aprire gli occhi) e tal volta ilpriua affatto della vifta; egHordi-
nayche l'occhiojpejie volte fi latiti co al$eyfarcocoll.ay& fkmacho diliem
peraticon buon vi io. DalCrefcen^o ,. e dal B^'.ffofr ordinaycheperme^a.
la fronte fi metta vno fretto io. di /naftice> & olibMio^dibattuti con biacoi
(tvouoyc diflefrin vnap2^ì qua.ttro.dita targai tato lìiìtgaychefipof-
fa legare fono le tempie yhaue ndoprima ben rafo il luogo > otte, quella ^*
farà.da metterfi yilquale vi (ì tafcieràjlarety finche fiveggianogti occhi
fajii;e l leuarlojarà dxfhrfileggiermejittyadoperan.doui.olio , & acqua-
ealda.Mafe con ciònonfrterminaffe.y.bifogna ychelevene dell' vna ,. e*r
dell'abiti tempia fran con. ferr ainfocato cotteli H^tfro àquesìecofé fog-
giunge y.poterft vticmente bagnare gli occhi tre volte Udì con purijjlno
vmobiancOy& ogni volta buttar uipoidentro con vn cannello polite d'of
fo difepiay e- di Tartaroyà veramente tegami fopr-aper vna y &per più.
notti vn roffad'voualejfo mifro con vn.poco.di cimino ;ò mettenti vn'ent-
piafrro di hedera terrestre ygr- cera . V 'egetio diceyche 'l \fangue canato jj
fra l'occhiaguarifce il mal della, lagrima > fé contino.uame.nte: fi faccia
yntione con mele ottimo-» frmilmétegioaera\ fé. vn danaro di mirray/ne-
^4 oncia di freno di (ocodrilloy^me^ difale atn man iato fr art pefreyet.
mef colate con duoi Ciathidi buon mele .. Oltrà.ciaper animate y che fra
molto lippo y cio&y che habbhgli.occhifcorpentidi molta humore ypone
quello vnguéto efrer cffrcaciffimoycbe vrt&ncìadi mirraTroglodìtayvna
d'incenfor mafchioydue di/^affram Siciliamydue di Limpido di Ciproy^r
due di rame abruciato ypefrey e crivellate fran mifre con acqua pioggia^
tino- buono y& metta bafrtansrA..ii^ie,t'u(Ìndna vedendo glioechi'ef*
fi*
niL tarano, ns. mi. *#
\4 ferlagrimoftper difcenfo di teftay empieua un facchetto di farina dì
Jaueturrate dentro la cenere y & quello bagnato in aceto miHo con ac-
qua rofa; alquanto caldo mettea nella fi ontc\abbr acci andone ancori poi
fi : & nel infkfdaua-: e aitando [angue da ambi i fianchi M. Luigi à alit-
ilo mate remediaua mettendo dentro t'odino pòhie di fate y fiotto gli oc-
chi vita belletta di cuoio rotondo con vn bugio nel me%o : & [opra gli
occhi vnofirettoio fatto con pece ■Latina^gàlbano^ammoniaco y mafiicè t
incenfi^ & trebentina.Taìuolta in vn pignatto pieno di maluafia metten
do vn tornefe dipdue di Tucia , & me^a oncia dimaftice y lefea riilil-
Ure ad vn fuoco fenica fumo ■: ■& poi^uel liquore metteua ne gli occhi
B mattino ;■& fera-TT aluolta^gli fea bollendo ridune alterco acqua per-
fetta con vn gottodi maluafia}etutia, & verderame^tenendo poi la de-
cozione in vrì ampolletta ben couertay per feuirfene ad indegnatione-y
& altri mali di occhiai quali effondo tenebro fi , egli li bagnava (peffb cvft
aceto forte, , in cui f offe bollito il verderame : ■& per purificarli coslu-
maua de cottion di finocchi^ ediBettonica bollite in acqua , agimtoui
juccaro . Ter toglier loro ogni dclcre e deperita figodiradicidibetto- fi1'?-
nica,e di-celidonia y& fugo dimta Ioli ita con viro bianco : &per to- occ\u co_
gliere ogni macchia v ìvfjbr di f angue , frequentava fugo di celidonia > e me fi tol-
■di piantatine y con poi uè di cocomero fedi atico.-Cicuei.cUtiandio molti oin0 •
£ afferman'-efifere à far chiari glivcchi non mende\Thuomo;chedelcaual-
hyvnguento fatto con vn' oncia di mzk$ne%a di acquatili et a di rutay-e to"pprol
due dramme di TTKyuvro. Plinio pergiouam ente de gliocchi leda la priato al
centaurea minorerà ihamelea-g-r l anagaRide . <jli t^fntichiperleuaì'e «nal di oc
le infiammaggioniykgauano su l' occhio vna fyongia piena di aceto : per chl '
mitigare ogni dolore y medicauano con ammoniayfalnitroy& ceray ò
gomma trite di egual mifura.Columella pone fugo eli piantaginey& me-
le lAttkoyò pur di Timo , ìl J^i.fioper Itua-r'il r off ore y e dolore degli oc-
chiyh f angue yche viftfuffefparfoyò ^Pannicello , tanto fé per cali fa fi ed-
da quanto fé per percoffa y ò per altro modo auuenuto fu (fé , ordina vn-
guento rofio in quefla foggia y che fi prendano due onde di Sinopide mi- ^
^ nutiffimamente trita y e dieci di farina di grano paffata per fottiliffima
fetay alle quali temperate con acqua in vafe di rame Raggiunga altret-
tanto di duro mele > & con vna me f cola preffo ai fuoco lento fi menino
fin' a tanto -y e helamtfiuraft veggi a ben condenfata ; xSHa propriamen-
te per nettar Vocthio quandunque vi appaia fanguey egli loda à met-
terui su vna chiara d'uouoy ò fugo di celidonia y ò le cime di vepri
cotte in puriffimoy & ottimo vino bianco > grfe nel vino bollente con
fole s' aggiunga mirra > & perfetto mele y editai compofitione fi vnga
SS 2 l'occhio^
644 7> E L L ~4 C l O ^ I U
tocchio > fumentadolopoi col acqua fredda . Siimelo dice guarir ft ogn J£
rofìore^ ogni vitio d 'occhio, fé con penna fi vngano dell' vnguento fa-
to e on tenere di fona bianca , me le, & olioib veramente con eguali por-*
tioni di )nele:difept bianco y e di cenere d'eff affina: il fugo della quale.
è pur vtile mefc olito io vino -vecchio. Ohi accio gli occhi f augnino fi egli
yiiol,cbe fi curino con frittura dì chiara d'uouoyolio rofatto>e biacca, o
(eruf.-yc tu are fi prima j "angue dalle tempie :& fé recando il fiufio vipro-
d ;u effe bvngliayùr'uajafcifid ungere j & per duoi giorni fi butti vino
per le narici : pofeiafi torni à mettere la detta mifiuriaàguifa d'empia
siro l efiate con acqu-ì fredda , il verno con vino melato caldo.Gioueuol-
mente etiandio fi pub dar a bere quando ha fete > bpur col corno buttar*
in canna l 'acqua colatayoue fia fiato mat erato>& con la lunga agitatione
disfatto vn nido di rondinelle intero come fi fu leuato. Defcnuefipur da
lui queft 'ordine daferua rfiin fi fate cure > che l animale fi facia ftan
in luogo caldo >non dandogli à mangiar er^oy ina brennoye paglia folo :
poi fk e ciaf] bollire in buon vino vna hemina di faina di frumento', vn
fesiario d'acqua melatayvn 'oncia di gomma y & altrettanto d'incenfo in
polue y aggiuntati liquori di due voua : e di tal compofitione s cmpiaslri
l'occhio y & legato con vnafiifcia fi lafcifìare cofi tutta la notteylauan-
dolo la mattina quandoglifi dar amo i detti cibi : al quarto dì pofeia
s'unga confino 'mele. Vtili pone ancora quefii altri vnguenti x balfamo >
zrpepe av.a onde due > con vna di midolla di pie d'agnello , vnfacio di
finocchiyvn roffo d'uouo (benché da altri fi dica vn chiaro ) efpichi d'a-
glio lombardo fogaUico a banan'raytfiirray'zaffrano > e fquinnato in polus
mifiicati con mele-.b polue d'incenfoy mirray & olio ana ancia vna , con
fei di mele , b cafra lignea y mirra y & elio y ana onde yfei cinque difpigo
nardoyC due di viole ft~ccheyconfei oboli di pepeyquattro di opop anace y&*
cinque ài vmo.Hyfeffendofi nominate di proffimo l Vaghiate dafaperfiy
che ver ifiillagione di cr affi h umori ; accolli nella te sia y per colpa maffi-
mameme di fangueye di flemma > n afono à gli occhi certe neruofe pelli-
Pre*v2:.i3 cine bianche^ Membrandlefo cartilagini >d ette da'CjreciTterygia ye da
curino
b della Luna; &àquefìono oubfafi altro rimedio > che con mano : per-
che bifogna (faédofiar'il C allatto faldoy& ben legate) pigliar l'occhio
da due parti re tirando infieme }far y chela fuperficie dell'unghia facia
vna rugalo rappa come (ì dice : allhora con vn ferro piegato diforteyche
nonpoffa offender toccHoyattau.atafi l'unghia > fi taglierà attorno at-
torni
hit. CJtVAlt ò> US. tilt 6tf
jl tórno con vn coltello {puntato : t^efitema di far quello ( come Eumelr
ci infegna ) perche di fotto vijlà vna couerta , che per e/fere dura co me
vn corno , ceratoide è nominata : cofi tagliata l'vnghia fìcuramente ,fi
potrà fomentare l'occhio confpongie bagnate in acqua temperata con ace
to : & al terzo di vi fi metterà vnguento fatto con vn 'oncia di terra ri-
molta, cr meza diTomfolige , che intendono per la T uria preparata
(benché altri mettano onde jet) con duefcropcfi deride incorporate co*
mele . Hierocle vuole, che mefso fotto il dito fi paffi per l'unghia vn'a-
cotche tiri vn filo , efc aliatala co i due capi di quello , ò pur con vna te-
nagliuola aggrappatala , fi tagli via , pofcia su quella parte tagliata fi
B metta J ale , con olio , <&per fé i giorni s unga con midolla canata da gli
ofjì delle co f eie di qualche pecora . fi Ejtfio approua, che con vn ago
à'jLuario s'alzi l'unghia dell'occhio,^- con le f orfici poi fi tagli : & per
cofa proitatifjima à corrodere V unghia •> & a leuare il bianca de gli oc-
chi , maffimamente ftl male non è antico , pone , che vi fi metta di fopra
poluerizata vna lacerta verde con polue di tsfrfenico . xAlcuni abruna-
no dieci di quei lapilli , bpietruccine , che nelle tefie de 'gammari fi ri-
trouano,<&" poluerizatì,ne infoffiano dentro V occhio: finche diuev.ga rof-
fo , poi vi vngono mele . filtri cotto vrìuouofo due, finche fi an duri pren-
dono il biancone abruciato su vn ferro di fuoco , ne fanno cenere, & me-
fcolataui minutiffimapolne di pepe,e di zezfuero ne fpirano dentro l'oc-
chio vn cannuolo di cartapieno.fA.lvrifimilmente v'iìbirano polue difeor
<ze di quelle conche,b cochiglie , chef ritrouano ne gli [lagni , ©" co fi af-
fermano leuar l unghie , (irle cicatrici ancor degli occhi . IlColombro
ordina,che l'unghia fi pigli con vn fonile vncinello , e tagliata conforfì-
ci,ò con rafoio c*aldo , vi fi metta dapoi cimino , & Sale . 7S^ confente *
che tale in ci f ara fi fkc eia con. ferro freddo per effere i luoghi neruofi , <&
fenfitiui : vuol tutta via,che cautamente fi auuertifca ,che la caldezza,
del fuoco non lafci offefo l'occhio : & prima , che fi venga a quefìa cura ,
jp loda che fi tenti di leuar l onghia,mettendo nell'occhio vn vnguento fot
to con vetriolo , verderame abruciatOyf.de ammoniaco^ fiele di tauro
una oncia vnaycon due diSarcocòlla^cy- due di pepe fottilmeme pene, jjf
mefcolate con mele J~ egetio friue,che quando fi è fatt aneli occhio vn'en
fiagione callofa,e dura,che fembra vn offo , debba il (fomento gittarfi d
terrai apertala pelle dell' occhio,tagliare con vn rafoio quella offatu-
ra,b cartilagine, fi che /piani al pari dell'altra parte , gr cefi (pianata ,fi
empia il luogo d' aceto, & olio , & fi fa fri. • atterzo dìfid:sleghi,C* cofi
di nuonofi curi per cinque giorni,finchc manchi dferuore:poi s'vfi il me-
dicamento folito da ferite,^ con unguento Hiticofi confumila carne cat
SS 5 tiua ,
fitta , /*/zc6e lapiagafi règgia netta' >& eguale conta corner & fetale g \
affatma àonfì potefie im amare y tanto fi [radichi ogni giorno y ch'ella*
s'infauguiniyche coft verrà ad incarnarfi : & [e da poi cominciale à cre-
scere vii altra voltay cuocafi leggiermente conpunte infocate . Ma quel-
l'altro male quando nell'occhio singrofìu vn cattino Immote a guifa di
Saphylo yn acino d'vna cheda'Greci Staphyloma è chiamato > egli dice efier af-
"curi.™ fai difficile à curarfìytuttauiafipuò tentare con trar f angue di fiotto Voci)
chio,e bagnarlo con calda decottione di rutayedi radici di finocchio >&
fé facendo piaga fi pianerà > potrà bagnar fi con fugo di fieno greco > <&
vnger con Collirij piacenoliyi quali fi richiedono per la rottura de i pan-
nicoli dell'occhio; t:oi ferrata con la pianerà la cicatrice y fi vfer annoi P
colliYtj pili forti finche ciaf una parte resli egualmente pianata , sfa-
lla . Et pere he queili mali non folamente vengono per canfe intrinfecke>
difciogUendofiy ò flemperandofi gU humori per fouerchia calidrtà, è
fr edderjay ma fpeffo vengono ancora per interiori accidenti y come per
qualche per coffa ò colpo y .che l animale h abbia ricettato nell'occhio y fa-
rà bene di hauer pronti ilor rimediymaj]ìm- imente ne i principi] dififht~
ti cafi ) quando è molto gio ne uole '> & opportuno l'aprire le palpebre del-
l'occhio offefo , e sbruffarci ottimo vino forte (fi come ^Lffirto fcriue) &.
fé per amtentura vi foprajiemfie injiammaggioney leghiuifi empiaftro di
farina con vino : & fé l' humore non cefiaffe di calareyfac clan fi cotture &
■attorno ali oc chioytenendo sii quello vnafpongia bagnatale cioche il fuo-
co non distrugga la virtù della luce. Vt ile ancor, fia à rifirigneril corfo
de glihumori con vntionefhtta dilitargirio lauato > & pefto con fugo di
lufquiamo di egual pontone > agginntouiilter^a di fugo di papauero >
cioè d'opto j & altrettanto di verderame y e difolfopefii infieme y & in-
corporati con nino dolceyHierocle affermando à punto ledette cofeyv'ag>-
giugne ancor graffo d'oca: & di più dicono ambid.iejcbe fe'l Cauallo ba-
ttendo ricenut aneli 'occhio botta > ne mandi fuor groffa lippa y cioè gran
quantità di pitnitaye di groffo bumoreyè pericolo > che tutto l occhio feo- ._
landò non fi dileguiyQ che non efea dalla fua fede : & perà conuerrà vn-
gerlo con midolla pecorina tratta dagli offi delle cofciey& duey ù tre voi
te il di tenerla U man per vn perjofnfo . Ma fé tal midolla non fi tro-
uaffefrefca > q /tal fi richiede y fi potrà in fio luogo vfar graffo di oca >
o di gallina ben dibattutodlqualgrafìo ancor con la detta midolla fi pa-
tria mefcolare . Voi quando la piaga farà richiufay e ridotta à cicatri-
ce j & già fi vedrà mancato il corfo di quelle brutte humidità: farà be-
ne adoperare fi fittto vnguentoyche difiolute quattro dramme\ di midol~
la di pecoroni fi metta M'oblia di offrano yvn 'altro di vitrialoyo di ra~
me,
DEL C jiV*JLLO\.Ll 5. Viti. $47
jl me abruciato (come altri dicono) & due di mìrroytriti infteme, aggiun-
gendoui pofcia mele: che con quesìo fi Ietterà ilfegno del t aglio , & l oc-
chio reHerà illuHrato. ^Per lo quale effetto quesT altra compofitione di-
cono efer anco.efficaciffima,vn obolo di verderame, dite di mirra,e di-e
di fior difalnitro ^Aleffandrino triti, & raccolti in mele . Ma perjaldar
le ferite oltre l'vnguento delia-midolla > gioucrapure mirabilmente la
farina degli orobi paffatapcr fottiliffima feta, & con mele ottimo in-
corporata,aggit:ngendoiti ancora ( come ad alcuni piace) olio rofato <&
liquor d'vouo . Vegetio vuole, eh e quando l'occhio fi veggiaper la ferita Occhi in
incancarirfiydebba adoperarfi olio rofato-, vouo,&polued orobiche fon canc«e>;i-
B •frutttiUqi'.el legume , ch'ei chiama ceruio: & purgata chefia la piaga, ritacome
fi medichi con mele attico , 0 del migliore che firitroiii : & cofi il tjiu- fi curino.
mento non incorrerà in pericolo di morire . Telagonioper lepercojjè de
gli occhi dice efiere molto bene di mettere [opra l'occhio liquore d'vouo,
& olio rofato con lana,ò sloppa, eHfegnente giorno fomentarlo con te-*
fida decottione di fieno greco , legandovi vnafpongia piena di quella >
poi mettenti di nuouo la medefìma stoppata , & come incominci à mi-
gliorare, poruiil collirio , che contiene vn 'oncia di mirra eletta, con vn
obolo di offrano trita,e decotta in acqua melata,incorporandoui due, ò
tre onde di puro mele . Cioua ancora à metter su l 'oci hio offefo cenere
9 dipeli di corame vecchio abruciati al forno. Eumelofcriue,le ferite de perjte $x
gli occhi poter fi medicare affai bene, fé con mele s'incorpori offrano, occhi co-
pepe bianco,fale ammoniaco,aglio,& cpio oncia vna percofa:& molto me fi cu-
effere pur gioueuole polueri^ato lo fieno hi'.mano , ò la radke de gli nn0 r
x/trchichìocchi faluatiihi mefcolata con file . Et co fi le ferite , teme le
effulcerationi de gli occhi curare fi poffono , cdoprandoui mirra, offra-
no y & fiori di odorato giunco minutiffimamente triti , & mifticati con
mele . Ma propriamente per /' viceré de gli occhi è molto acconcia quel-
la compofitione,che in vafe.di corno, ò di vetro (fecondo il E^iellio) ò di
p .legno (fecondo il (ameraria) e da tener fi apparecchiata, laquclfì fh
con midolla di cerno ben purgataci che niuno officello vifta rimafo, &
in vn mortaio di marmo pefìa con vna dramma di <xaffrano.il Hj'fio or PercofTc
dina,che fubito, cbe'lCauallo habbia riceuuta nell'occhio alcuna botta, de ghoc-
fi prenda vnpane;& cariatane la mollica, fi riempia di carboni acce fi, cni •
finche s'arda di dentro bene; pofeia bagnata quella erotta in vino bian-
co , fi metta di fopra l'occhio , & fi fàccia fpejfo , lauando il ciglio d'efìo
occhio infermo con faponata di acqua fredda (ilqual ciglio fé per auuen-
turafifuffe rotto ; Vegetio dice , poter fi curare conpolue d'incenfo, &
liquor d'vouo . Mafe l'occhio per quefie vie non fi guarifie^ cauififi.n-
H 4 gue
gue della vena della tetta, che [vende al collo . zsflcbm Marifcalchi del £
tempo noftro,qitando il Camallo è flato offefo, ò ferito nell occbio,aprono
incontanente la vena dauanti àgli occhi: altri quella, che Ha [otto il le
game del nafo: legando la tetta in giù) accioche in maggiore abbondane
^afcorrailfangue.M.Tier'^Andrea, nell'occhio, chehauea riceuuto.
difrefco il colpo, adopraua bianco d'uouo sbattuto con acqua ro fa, met-
tendoui jloppa bagnata di acqua tepida , & vn panno di due doppie, coft
facendo tre,ò quattro volte il dìstiche fufie ttato bifogno. M.Luigi, l'ef-
fato , & mondato vn vouo, L'apria & meffouifale, ^affrano, & acqua,
rofata-.il pone a con vna p^T^a difopra l'occhio , & per duoi dì ve'l la-
fcianattare : ò veramente- vi metteacon bianco d'uouo farina di fùue v^
& polite d'acacia: & fé l'occhio fi fuffe infiftolitOy ilcuraua col fugo
della piantagine ripofato . Veramente grand ijfima diligenza fi dèufare.
nella cura delle ulcerede gli occhi . Tèrciochefoglionodopb quetteri-
manerui alcune cicatrici ylequali chiamano' ancora albugini, ò bianche^
%e,maiageuoli da curarfì. Vegetio per quette ordina uu' oncia ^r me%a
difpigo nardo > tre dìfale ammoniaco , vna di xaffrano,me,za dipepe r
& me^a di cadmia , che èfrecie di tutia . (fioueuole ancora dice efjere
il fale trita con l'ofìo della fepia, ^rfemen^a di fenape. fanatico, a fate
mitto con ruggine di rame,& aceto ,ò ruta, incenjo mafchio,fierco di co- r
lomboymuria,mele, 'goffrano, cadmia > olio rofato, e commune fcropoli
quattro per cofa^mitti infieme,oltr a quetti dice effer molto celebre l'vn
guentoTsQirdinOìCbericeue due fcropoli dì opopanace, & cinque digom
ro nardi-- ma>^iie onde di viole ;&fei di pepe bianco,aggiuntouijpigo nardo,mar
no per le rubio,cafia,& offrano Siciliano oncia me^aper co fa, con olio a battati
albugini <^a.Hierocle per torre il bianco , che viene àgli occJn ,. loda affai larafu-
delli .oc- ra deii>0ff0, della fepia con olio rofato,mirr a, <& mele,òfal di minerà , à>
d'india trito minutamente con mele,e offrano • ò fiori pejìi di paflina -
oafeluatica^ di anemone ,ò- fugo dihedera mafiicata: ò.falnitro con mir
ra,mele , & finocchio peflo : òcheftàiffoluavna dramma di mirra con
yrìoncia di T^afrano &vna e me-za di mele : oche fi prenda mirra 9
?a$rano,balfamo,ruta,& cadmia ana oncia vna,pepe bianco oncieduey
frigo nardo vna & mexa,mele, grradicedi afraragoana onciame'za >.
& cinque di nido di H alcioni y menandole infieme con aqua di fiume, ù
piouana,aggiutiui duoi fcropoli dì vin vecchio, (filtri in quettarimedio
mettono frigo nardo onde due, & mc^a, irmele, <& radici d-afrargi
libbra me%aperT>no.) Scriueegli ancor a- poter fi v fare cocomero,e gab-
bano ana onde due , pepe bianco , & incenfo mufehio ana onde fei con
ynofcropolo di rame abruciato, &• meleàbaftan'%a.i Se la bianche^
DEI CJlVULLO% L I B. Vili. 649
jl %a dell'occhio è nel principia > batterà fomentare l'occhio con acqua te-
pida, & poi metterla il midollo (cioè quella parte che Ha nel me%o)
della cipolla peHa> e con falnrtro dif ciotta in olio dioliuaflroy ò pur
gommane il più vecchio , che fi ritroui : hauendo prima, cauata fangue
dalle vene delle tempieyà piùto-Ho da quelle della fàccia , chefono fot-
tute fernette delle guancie , come più piace ad <*sfjfirto > ilquale feri-
ne > che aprendo fi la vena delk tempie , quando giàl' occhio è dmenu-
to bianco > gli fi fa danna; perche diuien come invetriato- y & filmili à
pietra bianca . Ottima co fa pur egli ftima per leuar quesìi bianchi > e
quefte nuuoleyàargemey & ateritioni ( come dir fi vogliano) che forata
con vnaj ubbia l'orecchia y àpur la pelle fiotto leeminentie delle guan-
B eie y vi fi metta veratro di dentro . Et per cofa pr aitata faggiunge y che
rotti 1 ; piedi crudi di vn e apretto jfe ne tolga la midolla^ mifla bella-
mente con olio rofatOyfe rìvnga l'occhio due 0 tre volte . "Pone egli an~
coravn collirio in queHo modoyche fi pigli offrano cirenaicoy mele col-
to fen%afuma > pepe bianco > pepe lungoy & vnguento di offrano > ana
oncia vna;Incenfamafchioymirra eletta>fugo di finocchio yfiugo- di belle?-
raye foglie di tofayona onde dueycon vna h emina di vino > &opobalfia-
mo quanto bafliMa jiffirtomedefimamente fu ordinato (come Vegetio
riferifee) cenere di noci auellaney& polue d'incenfioyincorporateconme
r le:ò con otto granella di pepe bianco mefcalare mele > ^affrano , ofio di
fep'uty<& rutaycma onde due y & dibalfamo vna. Eumelo per Itcicatri-
d de gli occhi loday che vnh uomo digiuno miftichifide y ejj>utinell'oc-
chioxO- che vi fimetta femenxe di peHinacafaluatica abruciate y & fu-
ga di piantaggine con mele fomentando dapoicon acqua fredda .Ver la
hiancumeyche.ancorfiafrefco ardinayche tratto f angue dalle vene ocula
riyò dalle ttmpieyfi metta nell'occhio fugo di cipolla con falnitro; ò fhua-
nera abbruciata mifla con mele ;ò cenere di tefle dir od inelle pur incorpa
rata co mele io liquor d'voua con meky& oliorofatosù dilicata lana dì-
+. Hefo:ò.tre onde di mele con vn feflario difalamora diTefceyetre di vi-
no perfetto .Ma feHbiancume fuffe inueccbiatoyadopriuifimiflura di me
Uycon Salnitroyfugadi finoccbiy& leuamento d'orbo 1 abruciato. Teonne-
flo afferma non lafciar confermare il bianco difeefo à l'occhioyfe vififhc
da vntione con miSiura di quattro onde di pepe nero yòdue del bianco -,
quattro di fiale ammoniaco y vnofcropolo di mirrayetre dramme di %af-
frano con fugo di balfamo àbaftan,^a:òfie nell'occhio fifpiri polue della
femen%a dell' herbafideriteycbiamata da alcuni altheayda altri achalio:
e fiuta queflofi laui bene co acqua piouana fredda.Gioua ancor l'vfio del
tenete, d'vn fino di linonetto confale abrudato raccolti in melerò miflo
con
con mele il fugo del pan •porcino: b con mele graffo di oca,olio rofato,<^rg
polue d'off o di fèpta : bcon tal polue , & mete incorporar fugo difinoc-r
chi,r^ffrano,mirra,ejpigo nardo d'eguale mi fura . ^Alcuni pesi ano per
tre dì nel mortaio eguali ptrti di f ale ammoniaco , e di finocchi , & al
quarto dì meftaui acqua di fiume, ò di fontana,vi peftano per otto gior-
ni due volte il giorno : poi vi aggiungono mera libbra di mele , & cofì
apparecchiano il collirio contraquefti biancumi d'occhio. Sogliono anco-
ra in vafe di rame riporre vn' 'altro vnguento fatto con tre oboli di foa-
uiffima mirray & altrettanto dijpigo diSoria mef colati con cime di can "
ne verdi abruciate, & infimil bofjolo tengono parimente apparecchiato
il fugo de' porri petti con diligenza . filtri adoprano mele-, incenfo ma-F
fchio,mirra eletta,pepe bianco,? a ffrano, aloe epatica,fale ammoniaco,
slirace puro,alume fcagliola,e falnitro grece;oncìa vna per cofa, co due
diperfumo ammoniaco trite infame Vegetio dice leuarfi la bianchezza,
venuta ài' occhione guarir fi quando benfuffe del tutto ch'info , vngtndo-
lo molti giorni mattino , & fera con fugo di hedera terre/Ire ben pesìa ,
b veramente con fugo canato dalle bacche ,b dalle frondi d' hedera alta:
&fecibparefìe difficile ,bafieria diptftar lungamente le dette frondi
con alquanto di acqua fredda, & la colatura di quella infonder per vna
picchia canna dentro V occhio,® all' vlt imo slillarni perfetto,® frefeo
vino Si pojfono ancor vfar bolliti infieme trefeslarij di vin vecchio bian -
cO)&vndigarofilicon tre onde di mele. Etfe'l bianco pyocedeffeda
per cofa,vi gioveranno due onde di fandaraca, due difale ammoniaco ,
mera di pepe bianco,e quattro di r afura d'olfo di feppia,mijle con mele.
jLgosìino Colombro dice l'albugine, b'I panno dell'occhio venuto per di-
feenfo dirheuma, b per percojja, poto fi toglierete canato J angue dalla
vena di fotto l'occkio,b dal terrò fcalone del palato, fi faccia nella con-
caua parte dell'occhio vntione con lardo di porco,® fugo di quella ana-
gallide , che fa il fiore celefte, b roffo , oltre che eglifolea tener feruato
in vetro vn collirio fatto con incenfo , Taffrano , efeaglie di rame abru- |
ciato, difciolte con mele, vino,® acqua pioggia. tJtyf.Tier'dsfndrea ve-
dendo da qualche infermità ditefla effer rimafa alcuna biancheria, ò
nuuola,b turbamento ne gli occhi,mcfcolata mera oncia di fale con vna
di ruccaro candido , ne infcffaua con vn cannnoìo , b con vn feartoech
acconcio parte nell'vna orecchia,& parte nell ' altra,oppilandolepoi con
vn poco di cotone ; ® fel Cauallo non l'hauefe comportato in ambe l'o-
recchie , cgliilfea tvna notte à l'vna , ® l'altra,à l'altra , ®per nin-
no modo approuaua , chef metteffe cofa alcuna entro l'occhio , con dir,
cheejfendo mébro sì dilicato,fhcilmenie mettendone cofeforti,jfì verreb-
be
*DEl CotX^iLLOy LIB. FUI. 6<$i
jf be ( in luogo di- le uare il finitola ) ad ' euacuare fc, e differiate del tutto,
M litigi per le bianche^ vfauafofìo della fepìa con pepe bianco yam-
moniUco,e xaffrano tolto il pepe > aggiungneuz infuo luogo mirra > fale >
e Herco humano ridotto in politelo con lafeppia>&col %affra.no mefco-
laua opopanace,& nitro ana onde due;& vna libbra di mele^taluolta
vfaua nitro fonile confai di montagna:taluolta vna lucertola arfa me
fcolata con mele. Dlofcoride fcriueycbe fatta su gli occhi vntione delle fa
glie->&de i fiori del pap ■attero cornuto > ammenda le biancure, &lem*~
uoletteyche i Giumenti in quelle hauefiero, e (fecondo j£uìcenna) anco- £a tarat_
ra le viceré . Sono anco gli occhi del Cauallo non meno > che quelli degli te,ò fuffu
B huominifuggèti alla cataratta-, che latinamente fi dice fuffafione-,che è fa>'»e "e
quando vn'humor lento-fi congelato fra la parte cornea > £r criftallinafi %\ r aual
mette intorno allapupi\la-)<& però l'interprete d' ^Auicenna queflo tal vi [0 } e [ot
tio chiama acqua > Vegetio il nomina turbamento > ilq itale dice effere di cura .
tre Jpecie , Tlatocoriefi chiamando quando lapupillaoltr'almodo natu-
rale fi /parge per cagione difouerchif.tdori > òfouerchi affanai > rompen-
dofi dal caldo quella fottìi tnzm.br x>i iycbe coitine il Itimele fé ben l'oc-
chio pareflefano,& niente fdegnato, tuttauìafi conofce il vitio, che nel-
la fua pupilla non fi vede come in ifjpzchio l' altrui imigìne,la onde jpar-
faella vnafol voltalo può mxipiuper rinsdio alcuno ricuperare l'vfo
C del vedereynon altrimente, che l vitello dell' ttouo Jparfo per qnalche ca-
fo non può nelprimiero fuo efiere riui.rfi^tenocoriafi dimanda , quan-
do la visìa con una certa caligine fi rifiriage,& per lefor%e,Hipocoria-
fi quando difcende bumor dal capo hor nell'vno occhio ,& bor ndl'altroy
& conofce fi al lagrimare, lequali egualmente fi cureranno con trarfan
gue difopra'l ciglioyò dalle tempie, & con bagnar ogni dì l'occhio infer-
mo con acqua tepida,ouefia cotta la celidonia^ la ruta con le radici del
Finocchio', vngendolo ancora con quel collirio (cioè vnguento da occhi}
chefìfk di fugo di opop anace, e con quello di opobalfamo , cioè di fugo >
• che fi catia forando co l coltello il legno del balfams di mirabile odore .♦
Ma fé laforxa del male producete nell'occhio oanno: bifogni co diligeti
_ traguardare di qual colore fia ejfo pannicelloyche pofio nella pupilla im-
pedifce la viHa,che s'egli fuffe di color d'oro ò troppo biaco, è infanabile;
s'egli è di color (toliua ftmile alla muffa, dice che quando farà matura-,
potràcurarfi (come ftfk neWhuomo)per Varacentefi, che s'intende per
quel pertugia > chefifk nell'occhio per purgare la cataratta . Et la cura
(fecondo U'ColombrOyche meglio dfjiingue quel,cbe pur da Vegetio ò or-
dinato) è di quejlo moda,cbe il giorno innanzi il giumento fi tenga tépe
rato del mangiare^ maggiormente del berciai bufatola à terra in dili-
mo.
£5 2 & t L L A 0 l 6: \ 7 Jt p
f 4to luog#,glifi acconci bene la tefta,e'l coìto di mamera,cbe tàigà ape? jp
to l'occhio fenica poterlo ferraresi ll'bora con t'^Ago appropriata fi fac-
cia il bugio nel bianco di [opra accanto al neroja dotte è posta la Hipo-
cbifiycbeè illuogo fi-a'l corno , e'iCriftallo dell'occhio ; e premali l'ago*
nerfo la parte di [otto abbattendo la (fatar atta , laqual abbattutafi non
fi tragga l'ago , ma cbiufo l'occhio,fkcciafi ben'ifuaporare con vn panno
ò piumacciuolo caldo pia volte meffo di [opra : perche tal volta fuol ri-
dolere; poi cono feiutafi la chiarezza della Tupilla , fiche non vi riman-
ga caligine^ nube alcuna , cauifi fuori il ferro , & infkfcifi l'ocdno con
vnoflrettoio di lana , èfioppa con bianco d'muo, & olio Hpfato , neper
quel giorno fi lafci mangiare : perche l agitatione delle M afe elle dare b- P
he motore noia aWocchio:?nail bere (s'egli ne voglia) potrà conceder- '
fi ; K^elfeguented) dislegato fi fomenterà lungamente con acqua calda,
e flillatoui fugo di fiengreco , vi fi potrà dinouo il medefimo slrettoio : e
fatto quello per tre , ò quattro giorni ; ba fiera fomentarlo col detto fugo
&vngerlo con buon mele, finche del tutto fi fia guarito ; Ma prima,
che fi venga à quesla cura dell' agugliare , farà bene prouare fé per lo
nafo pofta leuarfila torbidezza dell 'oc cbio,come folcente rie fee , non ef-
fendo la Cataratta già confermata :e quefiada ambi loro fi fcriue fkrfi
in ta l maniera , che quella narice , che corrifponde all'occhio infermo , fi ~
fàccia (infocando con vn camolino) penetrare di odorifero vino à quei
fottiliffimi pertugile netta callofità del nafo fìtrouano , perche la vir-
tù del vino per quei meati interiori pajìando à l'occhio, darà grandijji-
tno giouamento , del qual farà certo fegno , quando egli fi veggia da poi
lagrimare. Il B^ufio ferine, alcuni fiere con vn' ago d'Jluorio alzar ai-
quanto il pannicello^ poi tagliatolo attorno, Jp argerui fopr -a con vn Can-
nello Cimino in polue : filtri metter quattro dita di [otto àgli occhi alci*
nefiettette occolte , che bafie , poifoffiar dentro gli occhi fiale fottiliffi-*
inamente trito . filtri far vnofp ir aglio di fiotto àgli occhi, facendo en~>
Prore infino à l'ofio vn ferro infocato alto vn groffo dito,& in quefti mo- f|
di purgarfi ogni caligine d'occhi cagionata ò per h umore Bjjeumatico ,
ò per colpi. <tsfltri quando fi paté per fi egatura,poi c'han canato f an-
gue dalla vena oculare,iauar l'occho confaponatafredda,e di fiotto por-
ui vnafieUetta . Vegetio loda il fuoco dato nelle vene di quella tem-
pia, eh' è fiopra l' occhio , quando è lunatico, cioè che fecondo il va-
Lututico rlar della Luna bor fi uede chiaro, &bor macchiato, perche co fi vie-
quales*in ne ad impedir fi V humor nocino ; ma prima potria vederfi fie fi gua-
tcnda . riffe cattando fangue dalle Tempie di fiotto à Cocchio per interpofli gior-
ni : non mancando diadoprarui ogni dì le fomentagioni , e lauationi
appropriate.
*DEL C \AV ^ LLOy L 1 B. Vili. <S$f
*& appropriate. Molti per V occhio lunatico^ per la cicatrite d'elPocchio yftè?
no il vitello dell' nono ammalata confale,& arfo y & poluerixato : Te?
nettar' il panno dell'occhio yVegetio pone file ammoniacoyjlerco dicoco-
drillo y offrano y & mirra anafcropoli dv.oiycon dieci di rafura d'ofio di
fepia .iCjreci *J\'tarifcalchiper discacciare le fuffufioni > dicono poter fi
conferuare in vn' ampolla di vetro vna compofìtioneylaqual contiene file
atticoyflerco dicocodrilloy& raschiatura d'ofio di fepia vn'onciayi^r me
i^a per co fa > aggiuntoui offrano y folio , & ambra ridotti in polue ;& fé
per cafo veniffe à liquefarfi > o diuentafie humiditày vi fi può aggiungere
vn poco di gomma trita y & poi nel bifogno darla difciolta in acqua.
lAlcuni con queslo rimedio leggono congiuntoyche fi mefcoli mele & olio
vecchio di egual mifura . filtri non pur il 'mettono feparato > ma in vece
dell'olio dicono aceto vecchio . Lodano ancora l'vfo di due onde difiilni-
troy& cinque granella di pepe bianco yò dieci del nero con vn poco di fo-
lio indo (che pur Thillario alcuni dicono ) tn:e infieme : ò di mele per-
fettoyfele di Hienayò di volpey& opobalfimodi pari mifura mijìi con me
'Xaportione dipepe : laqualcompofìtione pur in v afe d i vetro y òdifla-
gno è ben èfaluarfi . Telagon'to ordino il collìrio nardino in quefl'o modo y
mirray^affranoy cafia , & cimino ana onde tre , con due di pepe bianco ,
vna di viole yme7^a dijpigo nardoy& jei dolio ciprino (come? 'egetio nar
£ ra) benché il Colombro metta vna oncia di pepe lungo y due di bianco y
quattro di cimino > cinque dijpigo nardo , &fei d'olio ciprino con mirra >
cafia ligneay& %affrano ana onde tre Vrì altro ne compone il medefimo*
Telagonio con opobalfamoy'zaffranoyfale hijpanicoymirray lepidio > affro-
nitroy& ofio di fepia ana oncia vnaydue di cadmiay& vna libbra di me-
le attico. QuesH altra compofitione ancora fìi fua : TYendaf gom?nay ce-
tufa y opobalfamo y.olioyfale > & mele & incorporata ogni co fa infiemey
vngafeneyl animale per giorni interuallatiy finche rifani . Chirone infti-
tuìper le infermità de gli occhi , che fi prende/] e polite d'incenfo ma-
fchioye di slerco humano abruciatoycere di corona di bufilo > òdi bue del
D laparte più durayfale ammoniacoypepe lungOyOJfo di fepia , fior di crùo-
gineyrutaye\affranopefie infiemeyaggiutoui mefoy& vino vecchioyquan
to paia bafiante : ò veramente ofio di fepia yfale y%affrano > mirra tro^
gloditay etereo di cocodrilh mislicate con mele . (jiordan Bjijfoy e
Tietro Crefcen%o dicono y poter fi leuare quel pannicello bianco > it-
qnaleaccopando la pupilla di me^o y adombra la vijla : fé col cannel-
lo fi butti dentro l'occhio due volte il dì minutijfwi amente polue di tar-
taro crudoyfola yo accompagnata con polue d'ojfa di fepia >o questa con
aloe ,* e ambedue le primiere, congiunte confai gemma ? o quejìo mefeo-
LltO;
* H D zìi j. q l 0 \1 J.
iato con ì Jìerco bianco di lucertole ;auuertédo dì non metterne fonerebio £
che dijfeccafìel occhio-) fimilment* vi fi potrebbe {fecondo il Bjifio) in-
foffiare polve d'urì uovo yìlqvale votato per vnpertuggiettoy& ripieno di
pevere yfi flit fitto nel forno infocare dentro vn pianano hi coverto ;ò poi
ne diviva felce ncra^onde foleano i Bimani infetti are k sìradey &per
far che fi pigli il (òttilijfim<!yqvalfì richiedeymettafi tal polve in vna feo
della ni'oua dilegno y poi ritogliendolo , vfift quello , che col venticello
del deto fi coglierà del poco rima fo vi afferrato > che per prona è gioveuo
le ancor àgli buomini. Sei panno fvffe antico , vngaft con graffo di galli -
ndy prima che vi fi mettano tali polvi > lequali ancora in altro modo fi
pojfonoadoperareyperciocbe fel'ofla della feppia y eH tartaro di pari pc- F
fo co pepe: e co vn poco di fale polverizzati fan mijli con mele in vna feor
•za d'vouoye faldati alla ceneremo pur* al fole; vngédoyie l'occhio con vna
pennati guarirà d'ogni maccbiayche l'advbrjfie.M.Lvigi àgli occhia chi
Panno de baveferohavuto pannoyvfaua di mettere polve di /rondi d' ebulo fecche-jb
gli occhi yeraméte Hercofecco dhuomo conafo di feppia }& -/è ben quel pano fof
C° dìchi • fe ventitoper colpo ricevuto nell'occhio , egliperfett amente il guariva >
continuando d'infocarvi con vn cannolino mìjìvria di falgemmay& difk
rina d'evforbh ana onde dney& me?a , con rafvm di ojfo di feppia , &
candido difiroppo acetofoyana onde due ridotte in fottilijfima polue.Il
Ferrato volendo curare vn Caualloycheb abbia la cataratta) pi-ende mer r
corella y & olio di olive ana onde quattro y radici di malua , & zuzearo
Una libbra vnayco due di mele rofatoy& quattro d'acquay& poiché in va
fé di tara le ha fatte bollirey& mancare due detafa ìlar la decottione al
fereno per vnanotte:per loquale Jpacio hauendo tenuto l'animale fenja
magiareyla mattina gli ne dà la tnità in benandari rettante la fera tene
dolo infitto al fervente giorno fenza cibo y ilqualefarà vn poco di farina
d'orzoyb di gramigna-.Vn' altra beuanda puf è giouenole à gli ocebif at-
ta di meleyfien grecoyterbentinay& olio comune oncia vna per cofaytenu
te in vna caldaia d'acqua fbpra'l fuocoyfincbe leui il bollir eypoi fatta raf
freddar e )ff>argavifi vn pugno dijemolay& vn terrò d'oncia del centorioy fi
cjr agitata ben la miSìurafi dia col corno. Toglie fi pur 'il panno tfel'hel-
[era terreftrcye'l pan porcino infieme peftiy<& mefcolati cmlifrìa^ty ori
nadi fanciullo vergine fi facciano colare con vnpanno dilino y e diquel-
la colatura fi metta nell'occhio due volte il dì. ^Parimente corrode il pan
no il vederame peUofopra un marmo rr> macerato nel vino per vna ndt
fTr'Uad! te'e' mC(iefimo effetto reca il fugo delle radici della celidoniaye della ru
mal d'oc- ta- Incorrono ancoragli occhi in vna infermità y che Tritiate da Vegctio
òhi. è nominatayquando ipeli dell' vya palpebra annoianoye abruciano l'altra
foche
*DEL £UV- UlLOy LIB. Pili, 6$,
*4 fi, che muouono le lagrime,& conturbano la yifla all'animale-, & curaft
in quello modoy che col rafoio fi tagli la pelle della palpebra dalla parte
di dentro non lungi da i peli , pò f eia tagliata per lungo vna fiifciett* a
mifura de gli occhi ,fi legherà verfo la palpebra di fuori y accioche l'oc-
chio pò fi a ricevere la vlìia,et la fua gratta naturale fen^a brutterà ve
runa.-e di [opra, vi fi metterà, vna ffccngia bagnata in muria , & ottimo
olio: al quinto giorno la ffrongia fi teucra, e dentro, l'occhio fi porrà il coir
Urlo conueneuole,e di fuori t'unguento bafilico : nella fafeia fi slegherà^
finche la piaga non fia venuta a cicatrice-: & quando fi tonala fafcia\x
non per qne&o fi refierà di medica-r dentro l'occhio ,fi perche non.fi fide-
P gni,& fi perche la carne nuoua non erefea troppo . Molti fono y che cre-
fciutayla tagliano conle forfici, ma fa brutto vedere.:^ fi macbid'vfa
reinquefii cafi l'acqua temperata conacetoycheperlofi/fio delf angue
è molta bmnapev e fiere frigidaii Qolombro per rifirignere quella carno
fità,ò tumore , che qualche- v otta fi fa di dentro- nella palpebra y ordina
per vntionevn medicarne fatto di aloe, litargirioyfarcocolta , & fiore di
rame arfo,pefii fottilmente. y <& irte or por ati con fugo di celidonia : &fe
con queÈo>non-fifcemaJfe,vi4oleyihefi tagli, &poi vi fi leghi co itria pei^
sfottile vnpoco di fate,, e di cimino* . 61 per rimediare a la gotta falfa,
r che per corruzione di burnir colerico fuol venir a guifa di fcabbia nella
faceiarfrdinaythe tr atto f angue dalla vena del collo,ftvnga il luogo due
yotte ildicon vnguento\cherkeuedue onde dihiaccay e due di oliorofa
to^ mifiicate con vna fquilla ben pefia ,. aggiuntola ancor (come piace ad
alcuni), aceto : hauendoui prima fatta lauanda conQj]icrat&:& mentre
che l'animai fi gnarifcaycibifi di 'fieno, e di frodi di canne,& altri fimilL '
Il \u fio ferine, foler venire cofià i faualli, come a gli hmmìni la mor~ g.
feaylaferpigine, 6 impetigine prejfo -a gli oc cìn (per lo pipi) & nelle pai- j"erpiojne,.
peère;e talvolta preffa al mfo,& alla bocca ; e'trimedioloro efier - yche ò impeti-
fi prenda radice di bionia,cac omero ^faluaticOycelidonia-yVicitelXayasfq- gjne,elor
D; delo,flammufo,&aroy& [è ne cauifugoycon due-parti de' quali fime- rImedl°"
fedi vna d'aceto, e bollendo infiemefe-ne faccia confùmar il ter^o, po~
feia aggiuntoti polue dllitargirioycjr colata la mifiura fi riduca afor-
mad 'unguento con aggiuntone di oHolorino,<&cera r^rvnpoce dar-
gentOiVÙw:& affermando tal' untione efiere promtijfima a leuarlamor-
fe.a infallibilmente . Tiiojfipur'adoprare per fétte: giorni- empiaiìro dt\
[emende pefle di femtpi , con fortijjtma aceto, ammalate > ò gomma di-
pruni dif ciotta inaceto,, & militata poi con f uligine: ò^eramentefac-
cmfivnguento cmmirxayf angue di dragpyìaloey.fterco di papero. ,orpi-
meMOyfàpone^olÌQ:dilaHro^.'dloliui.>J <& aceto ^ M/Pier' Andrea chia^-
maua
matta morfea,& taluolta alauara quelU fcagliette , o forfore, b crufche £
hianche,lequaliper colerico , & falfo b umore foglion venire a gli ani-
mali,b su le palpebre) b fìttogli occhi , è nel moro , b ne itcfìicoli , & in
quelle vicine parti : & volendo curar tal male,cauaua f angue dilla ve- '
na principale del collo à banda dritta ':pofcia hauendo co'ifapoie, & li-
fcia di [armento lanate le parte infètte, le vage.i con vng'iento fktt-o di
fortiffima calcina viua , e difapone molle : b fé tale non fi fife trovato-,
egli rafa lafuperficie del duro, il mettea à bollire con lìfcià di far mento,
& quelle reliquie difapone adopraua nella miftura del detto vnguento,
col quale vernano à cafcare quelle fcagliette , b pur fi ventano àfepara-
re fi, che con mano fé ne Iettano : &feH cuoio di [otto rèflatta bianco, F
ternana ad infaponare, & anco ad vngere , finche fi fufìe veduto nero '•:
^Allhora vifea vntione d'olio, e'I dì feguente vifea lananda con acqua
tepida , fen^a altro . Sole a parimente Iettar la morfea fbefio ponendola
fugo dìtithimalo, blatte di f abiatico fico, vagendo alla fine in luogo
d'olio : ma perche l'vno ,& l'altro farla pericolo fo quando per amien-
tura toc cafiè l'occhio, migliore fiimaua laprima cura . M. Luigibauen-
do fatto bollire con aceto forte radici diT affo Barbiffo, e gomma ara-
bica, ne vngea la morfea, & com' ella era mortificataci pone frvnguen
tofutto con or pimento, bianco d'uouo, & fugo di vitrangolo aria oncia -,
meja, con va quarto d'oncia difolfo, & altrettanto di verderame , ag-
giunteti} due onde di olio . Taluolta rafo, & infanguinato il luogo della
morfea viponea ranocchie acquatiche ridotte in polite , b fangue di le-
pre: b veramente vna licerta verde tagliata minuta , & mifiicata con
file, e graffo di porco . Tal uolta viponea miftura di vetriolo, ciminoy
&fale con olio di oline : b dipepelungo,pepe bianco, pepe nero,cinnamo-
mo, garofoli > & ^en^iuero ana onde due con olio rofato : b di ceneri di
^^y^A^grifomelo , e di melo stemperate . l^e gidla cura delle orecchie deurà
effe come efìer difpregiat a: perche dai troppo dolor di quelle potria l'animale venir
H curino . in pai^ia : però fcorgendofi lui batter noia,b male in efìe, vfifi diligenza t?
(come Vegetio ferine) a purgarle dentro , acciò fi foglia la cagione , che
muoue la doglia,b che l'offende: &fe nulla vi fi ritroni ,fkcciauififtare
per vna notte vna fpongia bagnata in falnitro,& acqua: nel terT^o gior-
no fi ribagni col nitro,mcdefìmamente in calda . Hierocledice,che dapoi
che l'orecchia fi farti nettata bene con vnahumida fpongia j vi fi butti
dentro mele,falnitro,^r acqna,colatiìnfieme,efnttoquefto, vi fi metta,
yn altra fpongia,che afforba,& afcittgbi tutto l'humore per ifpatio d'una
notte: e 7 feguente dìfian lanate con acqua tepida,& falnitrouofi fkeen-
do jfreffe volte ogni dì, fin che paia efier dimesìiero , Et fé per auuentu-
ravi
àiitjpjiiby ite: tnu *j7
_ — •■
r ra vìfuffe entrata acqua yfiillifi dentro l'orecchie olio vecchio co altret-
tanto falnitroyjpingendoui lana [uccida poi di fbpra:ilchefkcendofi arie»
ranelle ferite y fi faner anno . Vegetio à tal miHura aggiungendo aceto >
foggiungeych' efiendoui piagheyvifi metta dell'acqua liparia, &fian cu-
- rateyfe vifiaffe -entrato qualche animaluccio, vi fi potrà calare il tafloy ì>
altro fimile ferro inuolto di lana con gomma benglutinofiay& inuefean- •
teiriuolgendouelo per entroy accioche apprenda quel che v'ùfeorfo; ben-
ché il mede fimo poffo tentar fi con qualche iHromento lungo , & fottilex
ricuruato yn poco à la puntayà guifia d'un netta oreccio:& quando quefii
modi non giouafferoyfi potranno adoperare i e li/Ieri fiottili per l'orecchie.
Se in alcuna di quelle fi f affé fatta raccolta di trilli bumoriyqucido fi con§
-bfca.no maturati-y veggédone vficire vna craffa materia famigliarne à me-
Uybifognerà (come ^.fifirtoferiue) danti vn taglio per lo dritto-, fecon-
do che ricbiedey^r co fi purgatafi la poHemaypotrà guarirfi con meleyalu
me di roccolo ed vfiaruiper tre giorni pe%ge bagnate d'acetOyet olio: b di
olio y vino y & fiale yfk fidandola bene : & alquanto fi potrà medicar con
V unguento fiolito da ferite: fé ben fufie maculatala cartilagine . Simil-
mente quando vi fi vedrà enfiagione grande con durerà dalia radice
.dell' orecchialo dalla congiuntura del capOymaturata , chefia,deurà ta-
gliarfi di modoy che la ferita riguardi ingiky affine ;ch e poffafeorrer fino-
ra Ih umore :& per fhr venire à maturità la gonferà . V "egetio loda-d Gófìezz.
C metterai per empiaHrOyfeme di Unoypolue di fromentoy & fiengreco y& dell'orec
fé la ferita ne peggiorajfeyadoprifi il cauterio nelle parti vicine all' enfia- chiecome
gioney le quali maggiormente deur anno effer punte col ferro infocato >
medicando dapoi le. cotture. Hierocle ordinay che fé le viceré fon dentro
vifìfchi7gi olio y & vinopuroy poi vi fi goccioli olio & fugò di porri yla*-
uandoui ancora con acqua tepida . 'Dice ancora la centaurea macera-
ta nel vino y & con quello mifia effer gioueuole ad infonder fi nell'orec- vermicci
chie . Il Colombro dice > che facendo almen per vn giorno fiar l'orecchio uoli nelle
pieno della polite centaurea minoreycbiufoy & legato con vnapcx^ay vi orecchie
P fi vcciderahno quei vermiccioliy che per putredine , òper morfìcature di C°TJllJ^.
animalucciyb per efulceratione vi fi fiogliono generare y con pericolo non
pur di rodere il neru.Oy che ftànelmeTO dell' orecchia y ma di approffi-
marfi al ceruello->& fhr l'animai maniacOy &furiofo . E'I fìmil gioita-
mento potrebbon fare le fiondi delperfico , ò del cocomero fialuatico , ò
ambe giunte infieme.M. Luigi ai mali dell' orecchie ufaua fiondi di piop-
po con calcina pefie, &pafiateperfeta y qualche volta a giumenti fiordi
mettea full 'orecchie empia Uro di f aite frante bencottey & con pena ba-
gnata d'olio di laur o vngea di dentro . Quelle pofiemey ò dure infiagio-
TT ni
45S V E L l U G L 0 ì^i ^
I ftHigui.. niparotidi nominatale nafiono alla congiuntane del collo con la tefta p
gliom , o preffo a l'orecchie y il Colombro loda, che fi ano punte (effendopicciole)
è lor cura con ^rument0 di rame non. molto acuto , & che fi tocchi la vena della
lingu accattandone quel [angHeyche fiapeffibile:e'l feguente giorno fifkc-
eia il mede fimo nelterjo [catone del palato , da quella parte y doue è il
malg.-tna efiendograndiyvuol)che fen^a trar [angue }s adopri vn'empia-
firo fatto configgo di lapaxji acuti bollito con grafia di por co liquefatti
già y & colata prima : laqual miflura fi dee molto bene agitare ancor
leuata dal [uocoy finche fia fredda: gr come il luogo fiveggia contai un
tione mollificato ;fi tagliaymettendaui t^.jli bagnati in olioyacetoyuinoyet
[ale y & poi fi curi la piaga con altre coauenes.oli medicine } tenendola p
aperta finche paia del tutto purgata là ria materia. Et perche ne //c-J
piaghe curate co fi delli fìranguiglio-iiy et parotide,come dell' altre pofle-
me della tejiay[ogliono rimanere certi fittili pertugietti y che delcatinm
buttano acqua, chiarate fpeti.ilmeete quando f animale mafiicay egli ap-
prouayche tal hv.morefi lafici vfiireper alcun te:vpo>.& uolendolo poi ri
ftrignereyordinaytbe prefi) co le tanaglie il cuoio di quet[oramey che v'è
rimatoci trapaffi vna [ubbia per l'unay& per l'altra banda ^mettendo in
ciafiuna di ejje due bande cofi [orate vnfusìiceUo di legno fiottile , fiche
tali duoi [ufi i celli vengano agitila di noce à [errare il pertugio anticoyle-
gati bifieme t ol cucio co np.l di canape ; & fi laficino cofi ftare > finche ne q
Cagiano per [e Sìeffiiìlqual modofipnò vfiire in tutti altri fimili acciden-
ti dipiagheyeccetto [e'inoti poterfi chiudere, & fai dare fi cagionale da
corrot tione di carne > ò dinerui yòda impedimento di qualche ojficello y
comefiioU auucnire. alcuni configliano: che le parotidifiano fomenta-
te con acqua calday <&■ empiastratc con farina dyoi~ro > e grafia di porco.
osffJìrtQ vuolyche due volte il dì vi fi leghi [ufo vnafhongia bagnate di
aceto caldoybifinoatatoyches'immarci[caia]ihora vififhccia va taglio
*gui[a d'vna luna cornuta > fiche le cornette guardino in su { perche cofi
ne potràmeglìo vfiire thumore accotto)fi>argendoui[al minuto.Ildìfie-
guente [omentifi il luogocon acqua caldayet mondificato chefìaymetta- fi
nifi empiafiro di farina d'orobi mifix con mele:ne vi fi prema col ditoynt
ponga ta§ìayperche fàcilmente quelle parti infiammando fi ypotrìana ve-
nire afìiìola:& nel firmi modo [criue poterfi curare quelle polìemey che
nafiono nella gola. Hierocle ancora cofi per te pofìeme venute allagola^
(»me per quelle y che vengono dietro t orecchie ; loda molto lefomenta-
gioni dell'acqua calday&l'empiaFtro della farina dell' orxoycon douerft
tagliare quando h aran fatto raccoglimento > o abruciare [e non veni fiere
Scropok. à maturarfi. Vegetio parimente ordina , che tanto le [cro[oley quan-
te
DEL CJ.yjtLl6> LtS.rtIL 6^
€ to le parotidi,che volgarmétefi dicono orecchioni,/} debbano medicbarH
con caldi medicamenti , & con vnguento di fior d'orbo con tre onde di
gomma cotto in mele:poi come la enfiagione parrà matura , vi fi faccia
taglio $ir,gando gli h umori accolti,& vi fi mettano pe%ge di lino bagna-
te in olio,aceto,e fiale; ne gli altri giorni adopnfi V vnguento daferite,ten
g.ifi aperta la piaga , finche interamente fi fi a purificata , perche in tal
luoghi per Ufirette^jra fi fogliano generare pofleme ben facilmente. Ha
parimente il nafo ìfuoi prò p.rij maii,percioche auuienfè'sffofe m^ffima- Mali del
mente quando il e amilo è afiretto a correr" oltr a le fior Tifile) eh e del na- "^ *Jj
fio gli ejle fern^a percoffa,o ferita alcuna gran copia di fangue,iiqual ma n0j e pri-
E le Cuferino dalmedemo Vegetio è chiamata, e dice curarfi in quello mo ma del
doyche vntod olio ,& aceto per tutto il corpo fi piccia liarben coverto Cuferino
in ripofe in luogo tepido, e inietto molle- e per le narici gli fi a data co lat
te vna oncia d'Eruca pcsla,o co viri dolce yn'oncia d ' anHolochia,e me
%a di taffrano-.b tono è ancora il fugo de i coriandri verdi col ito, perche
il freddo naturalmente riftrigne il fangue;però vtiliglifiapur'à bagnar
la tetta confreddifiìma acqua temperata con aceto, mìììoui alquanto fa
le:o con vn cannolino foffiar nel nifi polite di carta, & lana abrutiate: o
veramente prenda]} fugo di porro fiatim (fenonfipoteffe hauerdeico*
riandri) & mef colato con me^a oncia di fugo di grano macerato in ac-
qua,& vna di anagaUico, a? giuntarti vna dramma di fior di frumento^
& vn* altra d'incenfo poluerixato , e diuifia tal miftura in tre parti, fé ne
bagnino le narici con vino nero: che cofi il fangue fi ìlagnerà.Tuofi etìan
dio il fugo del porr 0,0 delcoriandro mef colare con centaurèa, violacea y
trifiagine,& nitro di egital mifura , e.di ini co fé peste, e cria elate darne
Ogni di vn cucchiaro per bocca con vna kvmina d'acqua tepida , perche
tal beuanda ritiene il f angue diffeccagli bumori, &fana altre infermi-
tà,che fuffero per venire. M.Tier '^Andrea non volea the finitamente fi
flagnaffe ilfluffo del fangue,ma laftiatone vfeire alquanto) o dal nafo,o
T) dall orecchie,onde egli yfeìffe, mettea fu la fronte dell 'animale un'emù
piaslro fatto di fugo dì nafturtio, e farina difaue tonate, o ònifeate , &
co fi incontanente cefìaua- . Ma fé per efier rotta la cartalagine del nafo Cart ilagi
(cioè quel tenero ofso,che fiepara le narici,detto da Cjreci T rigano) gran "e del na
furia dì f angue rtefca,ne fi pofsaftagnar. Vegetio feguendo ì ordine ami °*
co de gli Hippìatri, ordina ckefu'l luogo offefofi metta una fi ogn a ba-
gnata in aceto,<&rìuclta in polue d'incenfo rnafchio . Ts{afce nel nafo (so
me da Affino fi fcriue) una certa carnagione di circuito di una morolay
che dicono poHpo,ilquale uitio è famigliare a causili della Sarmatia,et polipo".
è di modoycbe cbiudédo il forame potrebbe affogar l'animale-) oltre che'l
TT 2 fa
S6o D E L l ^i G L ò \ I jt
fa fiar fonnolento,e maninconicOyfi che non può annitrire, ne vuol man g >
giare &■ caccia fuori certi mucchi marcio fi,e pw^olenti: ^fl che fi può
rimediare,? egli fuffe vfcito infioratagli indo con acuto ferro quella par
te che fi puì>y& fu quella , che resia jpargendo calciti cruda polueri^a-
ta,la qual ancor con aceto incorporato fi può vfarey ò feccia d'olio bolli-
ta con anftolochia . Ma f egli è dentro fi, che non fi a pojfibile à toccar fi >
non eie altro rimedio,che di fregarlo }& confumarlo col piombo. Vege-
tio dite,bruciirlo con vn cauterio di piombo quadrato.Hierocle foggimi'
gè, che alcuni con tre lunghe agucchie pungendo minutamente il poli-
po^ lavandolo forte con vino,&-olÌ9,il vengono à disfare : jtltri in-
fondono al nafo vafesìario di vimine fi in diffoluti incenfo, nitroyruta, F
&■ lagrima dipapauero merai libbra per vno. M. Luigi fu' l polipo taglia-
to noafolamente co fiumana di mettere la calcina viua ammafìxta con
faceto : ma qualche voltavi adopraua V alume ; & quando ilCauallo
fenica tal male haueffe battuta dtficultà di rifiatare per le narici,egli tre
volte dadogli à bere decottione di tamaricì bolliti in acqua ridotta al ter
Viceré "^P '° ZmrtH:L facilmente Si vegghno tal volta nafeere nel nafo certe vi
nel nafo cere pU7^olenti,da Greci dette o^ene, per lequali .Affino ordina quindi
dette oze ci onde di alume di rocca,fei di [angue di Dragoytre di vifchio, & aceto
ac' a bafìaxa.lìierQcle vuole,che bagnata in vn vafe la fcopiaycon chef net r
ta il forno > fi pigli queir acquay^r- fé n*vnga l'animale al fole , h attendo
prima con aceto lattato il luogo,& afeiugato: affermano alcuni,poterjt
in ciò adoperar quei medeftmi rimedi y che per acquette de'piedtjfì ado~
Urano. Ma import antiffima vera-mente y e molto pericolofa è quella gra-
He-iga>& concorfo di catarroycbe aitatene al nafo per indico fittone del
la tefla:per cloche fuole benefpefo terminare in ciamorroyinfirmitàjpa-
uenteuole,& che'lpiu delle volte recamorte all'infelice animate. Ouan
do dùnque vegliamo ilCauallofchiuar'il cibo , ò fé mangia, muouer con
diffìcultà le labbrayfe camina,mttouer tardi la per fona :& fé atra la te-
ftaygittarfofpiriytie poter fi corcàre,ò riuoltare,come fetenefìe incordati ì j.
nerui interior iy& oltra ciò hauer le vene dettate nel capo y & nella fac-
ciayfan fegni manifes~li(fecondo jtffirto)tl capo efier oppreffoy& aggra-
ttato da gra quatità d'bumor catarro fo, ilqttal fé per auentura diftillerà
nell'afysra arteria,donie fi cagiona la toffe , da' Latini fi chiama rauce1-
dineyfe alla bocca,& alle fkuci,catarro co la parola greca,che da Latini
eoi nome del genere vie detta dislillatìone,ma fé calerà il detto humore
nelntfo,Graued'.ne la dom.indano i Latini, che noi la diremo graueri^y
ne]le quali tutte la tetta grauemente patifcey alla quale (per effer la pi»
tioblle parte del Lorpo)dQHeremofenra, dimora darfoccorfoydado al Co*
Hallo
25 £1 C \A VM l LO, US. Vili. 661
M uallo bevanda di vna bemina di odorifero vino biancoyoue trenta grand
la di pepefian mille in politelo veramente di decottione di ritta) ò di Sai
uia,b dì artemifiayò di.foglie di polito bollite nel vino . Debbiamo ancora
farlo esercitare in leggieri galoppi, ac credendogli la fatica di giorno m „ ,
yomoijÌHcbc a paia migliorato. di appetito , &r alleuiato della grauez^ Cauallo
za.'ì^t) mancheremo di bagnarli fpefìo la tejìa con acqua calda , e di far-- come ri
gli entrar non pur nel nafò , ma nella bocca profumo di pome Ile di lauro Porgli.
pefte in stt la bragia,}) di ahimè di rocca polueri^ata , tenendogli il capo
ben coverto di drappi-, e dandogli à mangiare grano flato à molle nel vi-
no,&foHra tutto non larderemo le fregagioni) che inqueslicaftpià ,cbe-
negli altri fon ne ceff arie per aprir i meathvfando infìememente le medi
B anejcbe vaglio/io à purgare la tejìa > come farsa buttargli per ionafo a-
rffialocbia con vinO)0 falnitro con acqua , òfale , e-r alume dirocca con
vino:&- fé con queftirimedij non ft guariffe ;camfi [angue dal collose dal
la bocca , 0- accioche il rbeunio efcafuoriyprend.(ftvn 'oncia di fole due
d'i/iLtenJòjetre & meza di [àngue di taitr0)0 di manzo gioitane , e-r pefte
infieme,&- incorporate poi con aceto forte,[e ne facciano pillale digran-
dez^a di vna noce-.delle quali afciugate,&- indurite al Sole,fe ne dia per
bocca vna il giorno difciolta in acetoso pur in vino,fefufìe debole ilgiu-
7iicntO)baucndogli prima fatti i bagni , & i profumi ordinati di fou.ra .
alcuni vfatio per purgar il capo la falamora di pefce, o puf ottimo vino
C forte buttato per le narici . filtri d'unpomo di mandragora tagliato in
molti pezT^h&'feccato alfole,ò iter nel fomo,f ari polue, & poi l'adopra-
no. ^Altri dopò bauer canato fang\e dalla boccayo dalle té pie, fan bollire
in vino au fiero due parti dicreta^ vna di acati a vecchia, & co fi cal-
de le mettono foura il capo sfredditOyb ripieno, & vedédo vfcir molto bu
more per lo nafo)gli danno per otto giornibeuanda di una bemina di vi-
noyoue due onde difenape mondai ben trita,ò(comt altri dicono)dife *
nauro con pari pe[o di meleftan difiolute , Xeonneslo , accioche tutta la
gravezza raccolta nel cerebro cali giù , ordina che fi e ani f angue dalle
tempie-)?na prima di qmflo vuol, che fi bagni lafommità della tejìa con ■
olio caldo: accioche aperti i chinfi jpiracoli) s'aiuti il difeenfo deglibumo
rì\& adopri fi quella mislura di politi) che muoue lo sternutare ; legnali
polui fi fanno di falnitrO)di pepe bianconi slrutio berba) d'iri illirica^
d'elleboro nero ;& -crivellate infìeme fi feffano dentro il nafoy accioche
l'oppilagione del capo fi venga àfeiorre; & fé con quelle cofe il mal non
fi rifoluefie ) butti fi per lo nafo vino nero con alquanto di opopanace ,
e con polued'infenfomajcbiO) quando i'-humory che fìbuttaffepareffe ,
palio ; nelqual cafo dopiò il detto rimedio y gioueria confrondi di UurOy
TT 3 fargli
éèì t> e t t .r g l o pvi a " '
fargli profumo . Telagonio dice , purgar fi il capo con buttar per lo nafb £
vna miflura di vino con polite d'inccnfo , euforbio , & cent aurea lunga-
mente bolliti in vn pignatto , ò con dargli per bocca due voua incorpora -
te con venti granella di pepe, e*r vn oncia di mele,fkcendogliper me^o-
ratener la teftapiegata a piedi : ò che ne II orecchia fi goccioli vnpoco
. difortiffimo aceia con olio vccchioy&fabiitroyò graffo di gallina con ifpl
go nardoib veramente olio bollito co butiro,con ruta,<^r conquei vermic
ciudi,, che fi chiamano ^i /inetti , b mille piedi, che toccati fi contrahono
in vn globo,&- camìnano inarcati . t^fltroue egli ferine efiere necefìarh
flucch' ^ confiderai' la diu#rfità de i mucchi , perche la forte del male fi può co-
de, nafo nofeereinquefìo modo,che fé effi humori fi veggiono vfeir dal nafo chia- f
duerfi riy£ tremar enti, fon cofe ordinarie-» & fri ite per vn giorno fenya darpun
roftrano t0 da fo frettare. Se fon più grò >ifi,e pia bianchi, difeendono dal cerueìlo,
<apo . & '■"■'MMoniJiono douerji rimediar prestamente alla tejta . fpiujpejji ,
& à color difkua , procedono dalle ghiande , ckeper auumtura fi fono
generate nella gola, i graffi, fcbiitmofi, e pallidi dinotano infermità nel
polmone. I leggieri, e gialli fofchi minaccian febbre yifottili , & roffeg-
gianti dimofirano vecchia infreddatura, -onde bifogna l*animale co calde
beuande effer curato . Quesli fegnifenT^a varietà alcuna fon daVegetio
confermati, itqual foggiunge , tèe per far dal nafo difcarrertquelthu-
mor verde,è pallidoyche nel capo fuol raunarfi, ottimo rimedio fia àftil- 0
lare perle narici fieno di buomo,b di caprone con olio rofato , & vino
mifio: ilche afferma alla fan ita del polmone ancor giouare. Tlinio dice
atte pafjìoni della tetta de i giumentiefier gioueuole la vite nera , & la
'Brionia,®' per lareuma,ofcorrimentoca.taro[o metter nell'orecchia un
f ut colo di cr et ano, q d'elleboranero alenandolo poi nella medefima bora
il dì fegaente. Sgottino Colombro per purgarli capa degli humori, che:
V aggrauaff ero , loda affai a dar per bocca lafemen^a delnaslurtiòpe-
fla,& incorporata con mele, ò dargli tal'herba à mangiare ,tróuandoft
yerde,ò. buttargli per lo nafo il fugo di quella , ilqual mefcolato con latte
caprino rifoluerehhe ancora il dolor del petto . "i^e meno vtìlmentc dice
poter fi vfare iLfugo,ò le fiondi della Jiafifagria,òJìafufaria: (come dajpe
ciati fi chiama)che pituitaria etiandiofifuol chiamare; per effereappro
priata a i canari . Loda ancora le- fernette del fenape con: le bacche del
lauro pefìe,et mefeolate co melerò uerameteprendafì vna quatitàd^effe
bacche mature^memtre fon frefche'.e poi chepefìefaran bollite inuna cai
daia^e ff remute bene,r accolga fi quella parte di vntuofb liquore, che ap-
parirà di fopra qua fi dalla dee ott ione diuifo , & conferuatofi quefto olio
in vn uafry adoprifi perleuare le doglie del capo y€tp difìolyere i catarri
coagu-
DEL C jLVJtllOy'l IB.V tll. 663
'jt coagulati y mettendone dentro l'orecchie ^ e buttandone per lo nafo. Af.
Tier'<±s4hdreaflHando il Cj inmento patiataricameto diteflayglie la vn-
gea primieramente con calda affungiada l'vna orecchia a l'altrayfcen-
dendo giù perla goL%<& per la fa cela; poi con ifyongie vi ficea bagni di
acqua tepidayCt fé dal nafo forre a materia , effendo Hcauallo maggiore
diquattro anniygli trahea fangue dai fi anch', '$& fé haueffe vifloilven-
Ire gonfio ( come ftoV auiienire :ò le vene del collo grofie più dell' vfato >
Vinfagnaua nella -vena commrae del collo d banda dritta. £ tratto il fan
gue sfacendolo pafseggiarcy-come il vedea fcaldato alquantOygli attaca-
ua alleteflavna biader addentro laqual hauea meffa benpeFtay e trit-
% taqueìlherbay che da alcuni è chiamata vidieity enei Ideamela dico-
no fuoco m<irtQ] aiiertendo y ch'egli nonhaueJfe^guMatay ne tocca tal her-
ba eoi mufo; ma fot amente ne hamffe prefii lafuafumofità : Indi come
-peata L-grimargli occhiytogliea la biaderà^ poco dopo: gliela rimet-
tea: co fi fruendo tre volte il dì per interuallatìgiomiy accioche dallato-
fa che molto era forte $ non haueffe il C anallo fent ita nota maggiore del
fuoUfogno.Quesla biadera,che detta habbiamoys 'intende efìefvn fac- Raderà
thettOynel quale fi cofluma di metterla biada ) acconcio in modoyche le- flit ° à
gato alla feftiera>r inchiude il capo dell'animale: & con talfachettò egli
, vfaua di far ancora ifuffumìgiymettendom dentro vn v afe pieno dibra-
giaycon rofmarino peftoy& con invenfo di foprajòton altre 'Oport une pol-
iti: auuertendoycbc'l fumo non 9 fife fuori della biddera:m atutto pene
trafile per ogni giratolo della teSìayteneudo il giumeto imbrigliato yet im
pafloiato : & accioche egli non fi fuffe Rallentato del nuouovfo d'efia
biaderdy l'àwzexuua vn giorno innanzi à mangiare la biada in quella-,
H orafe co i detti rimedi egli hauefie vislo il caricamento del capo; 0 h
f commento del nafo nM cejfareyfkceabolir vnpe^^o diiardoyò d'affitto
già nonfalata di porco inpefo di onde feiyet prefo il graffo feparato dal-
l'acquay& già raffreddato y il mefcolauacon due oncie d'olio , duoi hì&-
i£ chieri d'orina d'huomo y & vn divino: etalmiflura daua tepida a bèi-
col corno. fndif atto ftar due bore il giumento infrenato dentro lafìallay
gli daua a mangiar del Brenno cotto , e flato al ferenoyfe era eflate : ma
■0 di verno baHaua a darlo raffreddato ; percioche caldo l'ha-rébbe offefo ■
&fi sformava di fargli bere quell 'acqua^che dalla (premitura di quello
vfeita era:eccettofe'l C mallo fi fuffe contentato di mangiarlo nel moloy
che fanno i porci. Vfaua ancora a dare di raffreddati alcun beueront te-
pido di farinai® 'per cibo loro frequentali a il frumento còttOyoHgerma^
noyol miglioy quando era vemoye or?o cottoy & paglia quando er$<tte*
Qualche vvlta, egli fitta fottìi f armadi fané modate} ri empiee fac-
T'T à cbettQ
66+ DELL^GLOI^I Jt
thcto grande quanto lafrontedfilCauallói ìlqual Tacchetto (bagnandolo jg;
ita axq ho. rofata,& aceto tepido,e poi fremendolo) f e a,zbc dijlefo rejlafìe
grofio quanto vn ditoi& cofi il mettca su la,frome, vntaprimadi graf-
jò,ò d'affungia di porco fu fa , etepida, acciò che fhimidità delfaccbetto
non baitele fatto danno: e quattro, o cinque fiate lauaua gli occhi con
acqua tepida^Altre volte bagnaua la fronte con fugo difolatro, & ace-
to mis~li,& folèa dire , che la raff redatura fi potrebbe chiamare più to-
Ho rifc aldatura-iper che fuole auuenire per bumore colerico diffoluto dal
caldo,maffi inamente , quando ilcauallo tratto difialla troppo calda s'è
fatto dimorare in parte troppo fredda , e diquesìo male egli banca per
fegni il battimento de fianchi , e delle cigliala freddcrgadell 'orecchie > f
e deWhalito delle narici,la gonfi atura,e'l lagrimare degli occhi) e l do-
lor per tutto graue . Eumelio contra il raffreddamento loda il dar* a be-
re f angue caldo diporco,agitato con vino.Hierocle dice bafiare,chefi dia
Maslice, & ruta bollite con mele,& alquanto di olio, aggiuntola ancor
del peuere. M. Luigi coslumaua beuanda di vino con ruta -, & olio infie-
me bollitì:o di vino,olio , mele, cimino, & graffo di porco. Taluolta ac-
concio vn gallo d' vn'anno , come fi f effe douuto mangiare >& con quel
fritto bollire quattro onde di Cimino , & vna di^affrano, daua dapoi a
_ ,. bere il brodo. Tietro Qefceni^o^ (fior danol{iiffo,fcriuono,ch eia fred-
zanelca- dc^a del capo viene alcauallofiper la detta cagione di hauer fentiti '
pò del ca due contrari efiremi di caldaie freddo , fiancoraper quelle fuper fruita,
/^7co~ die intrinfecameute per altre cagioni fi fogliano ratinare ; laqualfred-
dezga muoue in effo capo dolore > eftordimento , 6" provocando l\ ajpera
arteria fa ioffire,tolta in gran parte la voglia del mangiare , e delbere .
Terò volendo à queflo rimediare, vogliono, chef faccia tener coucrto il
capo appicciandolo bene, e tenendole vnte cofi di fuori,come didentro,
fyeffo nelle orecchie fi metta butiro;ò che'l butiro con olio lorinofi metta
nelle naric'v.o che bagnata di olio lorino vnape^a di lino? acconciamen
te fi leghi al morfo della briglia sfacendo fempre con tal freno in bocca jj
bere il cauallo.-oi he fi faccia entrare nel nafo il fumo a" vn panno di lino
*rfo; o dibambagio vecchio abruciato ,o che nel nafo leggiermente fi
metta vwfófionetto , in cuifìa legata vnapexja vnta di fapone faracir
mfeo •> ò nero > & poco Hanfe poi fé ne caui; perche con quesìo fi moua.-
ra-to li fir amiti, che fan purgare ilceruello > &figitteranna gli humori
liqiidi : o veramente mettaglifi la biaderà piena di grano ben cotto 5 fy
calao quanto fi pofìa patire : ficbeegli riceua quel- vapore nel7iafoy,&
ne m<ngià voglia fua : ilquale grano tanto pia giotterà,quanto fra cotto
con pulizia y ty confaluia}oconfauina} come altn leggono; & fé con
tali
ri
«D£ L CjtV'^LLO L 1 B. V III. 66^
jt tali rimedi non gaarijfe, mettanfi i fetoni fotto'lagolay ò convn ferro a-
gu^ro infocato pertuginft profondamente quelle ghiandole che fono fot-
tote maf celle tra 'l collo > e'icapoy&fhccianfi ancora con ferro torto
cotture nel mc<zo del front e, acetiche operi vna viay òper V dittagli
humorifi vengano àfuapor are }& àtrarfuora: facendolo fpefjo bere ac-
qua coitale calda , guardandolo da tutte le cofe fredde. Loren^ I{ufio>
confermando à punto le dette cure foggiugne poterft ancora legare al
morfo del freno lafauinaioper quattroyò cinque dì far due volte ilgior-
novntione alle tempie ài fianchi , & al ventre con due onde d'olio di
lauroydnque dipiretroy &feididialtheayò far gli tirar per boccay&per
B lonafo il vapore delle tartuche ben cotte in acqua , q pur il vapor della
faluiaye delpulegio bolliti mfiemeUenendo al e inailo ben coperta la te-
Sia da ogni banda , ò veramente facciafi bollir bene vna libbra di fieno
grecof& mefcolatafi con l acqua di quella decottione vna , ò due libbra
di farina di grano > diafene beuerone due volte il giorno fen^a dargli air
tro à bere poi fecco al fole quel fiengreco diafi raffio con la biada à man-
giare per nouedì^ch e cofi diuerra non pur fino ;ma ancor più grafio.Ilbe
ve dell'acqua, cotta eglilodaychefia tepiday& tniUìa confemente difinoc
cbiOy& couvnpoco di vinone di farina digranoy & s egli fcbìuafie berr
nc faccianfi astringere dalla fete.T>ice oltr accio hauer fempre trottato
vero y quefio rimedio fingolare per vn (auallo grauamente infreddato >
che fi facciano tre oquattrofafcetii dir amuf celli di vitalba*» ò di vital-
bone lunghivnpalmo l'vno, leuatene via le frondai q uai f 'afe etti molto
ben co due pietre rottile pefìiyfi mettano entro vnfacchetto (nella manie
ra difoura detta)legato al coìloyguardàdoperò) che'l causilo m ne man
giafie il chefattofìyalquante volte: caccierà con lafumofìtà di quellher.
ha tutti gli humori.Totrebbefi ancora fare 'quefl' altra -curayche prefe le
feor^e di me%o iltronco deU\alno(arbore chefitroua dappreffo i fiumi)
& nettate yda ogni fuper fluita ifteriore yfìfaccian co acqua chiara in pi-
. £ gnatto nuouo bollire infino à tantoché fio. confumatala mità dell acqua,
travolte rifondédouiye tre volte facédola diffecar mcza(come s'èdetto)
pofciafpremute le feor^eye buttatele via^colifi l'acqua; gr con due parti
di. quella colatura mefcolado vna parte difaimayb dU,ardo} ò di butir.Oy
facciafifcaldarey e co vn corno madifene tepidovn becchiere détto lago
la dell' animaley& vn'altrofe nehutti nelle narici ;auuertendoy che egli
fia HatOy<Q~ che fila digiuno alme tre bore daprimaye dapo'v.ilche fattofi
per tre di vna volta ò. due il giorno guarirà fen^a dubbio ogni e auallo
che patiffe di tofìefeccayò diftranguriayò di ciamorroynel quale fogliono
(come difoprafè. detto)terminartal volta i raffreddamenti^ quanto
pik
■
• 666 btll^t GlÒ\l\A
più fi vedejfe inlaiopppilagione delle naricìytanto più non fi manchi hut--g
tarper quelle tre cucchiari della detta decottione il primo' dì; duoi il fe-
condo y & vno il teryo :■ & ac cloche poffa /correre bene il liquore in giù >
tengafi la tefla ah^atain sii con fa briglia^ la bocca aperti con vn ba-
_. ftone.Queslo nome di Ciamorrò,» pur Ciamoiro^che vfH il vt:lgQ>da aldi
to perche ni è detto cimorrayda akurii cimoria > e da altri cimonca> il che pare più
cofi detto accoHar fi alla parola GrecaChimonos >& farebbe Ethimotogia ben-ra-
& onde n gioneuoleyeffendo il verno, et la .fredex^a cagione di tal infermità gran-
■ nc ' demente pericolofa àgli Giumenti , ilquali fi veggiono buttar continuo
flujfo di rheuma per le nariciye di tutte le paffioni,che per diftemperanza
auuengono, ninna èpeggior diqueHa,nèpiù mortale . Incorrono in e/fa F
iCauaUiyper cffer i me ati di que sii animali ampiye grandi , fiche lafre-
de^ga trouando molto aperta la Hrada,lìberamente entra dentro 7 cer-
ttelloy& aslrignendolo , quafi fremendo fu diflillare gli humoriy c!y€ in
efiofi ritrouanoyiqualifcende:ido alle partì Jpiritali delVanhnale, ■<&* oc-
cupandole tutteyalla fine lo fuffocano con la loro foprabbandan\a; o ve-
ramente con la loro congelatane y quando lilla feccità della complèfftone
s'aggiugne la fredderà delluogoy ò della ftagione (e/fendo queftafied-
de%^a continua, & ferma ) vengono ad annichilare àpocodpt>co il na-
turale calore. 'Hon manca-già che non fogliavenir' ancora per cagion del
verme volatile il ciamorro;ma in ogni modo ifegni del male fon quefli ,
Segni del che' l cauallo tien cofi le narici, come- l'orecchie) e tutte le altre eflremì-
r© m°r" tà fempre jredde,gli occhi grani, & lagrimofi, la tétta dime fi a, non ap-
petire mangiarle bere,dijficilmente rifiata, fpeffo toffe,e qualche volta
hàvn certo tremore per le membra , delle quali difficilmente pubpre-
Rimedio ualerfi.ll rimedio è(fecondo il Bluffo, &il (fefcénxo)cb } eglifi faccia fia
al ciamor Ye in luogo caldo col capo coperto d'vn buon drappo di lanà;& che fi ci-
r0 • hi dicofe calde,&fe'l tempo il permetta , fi faccia andar pafeendo mi-
nute herbette , leq uà li daranno occafione'di fargli tenere la tefla china
più de l'vfato, & cofi verrà gran patte de gli hnmori già molto tepo rac fj
colti à mandar fuori.Ter lo qual effetto fi potranno adoperare gli ordini
proffimamente,e di fopm dati ; ne sù-la fronte fola farà gioueuole il cau-
terio; ma anco in, su lefpalle,& nella coda, accioche venga l'humore ad
amarcirfi;e dando à mangiare la farina delgrano,farà bene a mtfcolar-
uifitk,&polue di calde jpeciarie,come di canellà^galanga, %en\etierOy
& altre tali.Giouerà ancoffecodo il I{ufiq)pronocargli n armiti coti pòì-
ue di Elleboro,edipepe infoffiata atte narici , hfarà quelle fuffnmìgìó di
folfo,e dyorpiméto,ò di lino bagnato in feccia d'olio,prima accefo, &poi
fmor^ato, l^e difutile fi a à lattargli ogni dì la teff a, e'I collo con vino
in cui
T>EL C UVA ILO, LlB.VUT. 66y
\A *n ùù gUMipeù > ruta,faluia , hijfopo , affentio , & fiondi dì lauro fiano
infieme bollite , ò con buon -vino buttargli in bocca dieci bianchi d'uoua
con pepe, e anneUa.fga.ro foliy & aglipeJìL Tsencbe in beuanda pur fi po-
trebbe dare decottione d' ebuli, & fambuchi con ver7e,& agli, bolliti in
acqua fatfa.E trai altre vutioni questa farà molto efficace, che facendo
liquefare al fuocame1^ libbra di fangue di porco , vi fi metta vna lib-
bradifugo di bieta con tre onde d'èuforbio fottiliffimamente peste ; &
come fiano bolliti alqUantoinfieme,fi leni il vafe dal fuoco ,&vifi me-
fcolivrì oncia dinuo.ua polue di euforèio ;■& conferuato l'vnguento in v-
na buffola,quando fi voglia adoperare,fe n'ungano alcune lunghefcopet-
£ te> che fi mettanaben indentro alle: narici del Cavallo ,& vi fi lafcino
slarvnpoco: che tosto- fi vedrà feendere dalla tefla vna gran copia di
materiaputrefattat & fi potrai altro giorno tornar àfitre il fòmiglian-
te con tanta vtilità,chefe'lmale è fi e fio, ne guarirà: s'egli è invecchiato,
& cofeguentementeìncurabile^fi afeottderà di maniera,che per quindici
dì ninno fi potrà accorgerebbe 7 e au allo pati fi a di fintile infermità : & è
bene àfapere, che quando tal male è per guarir fi, la cottura, oH cauterio
butta marcia ; mail fegno catti uo è quando l animale manda dal petto
vnfuono rauco, maffimaméte s'egli per mancamento della naturale vir
tu è cejìato g ià di tofjìre. Il Colombro dice chiamar fi il ciamorro agrip-
C paria,ò cori"%a,& efier propriamente pofìema fatta nella caruca,ò nella
tesla,laqual pofiema fi genera non folamente per freddure, mapereffer-
fi patita fnme,ò fete fouerchiamente , òper efferfi mangiati cibi muffati >
& corrotti, à per corrottìone di aere , òper contagio di altri animalim^
fetti di fimil male. J^el principio feorrono per lo nafo humori vifcofi,che
nonpw^ano yi fianchi saffottigliano, poco fi mangia,& con difficultàfi
rifiatatpoi quel che fi manda per le narici è pallidore pu%7olente,e lega-
be s'enfiano, ìpeli con molta magre^a dell animale s ' arriccÌano,etof-
fendo con strettura di petta fi'ftride ; vlt imamente- fi mandano mucchi
roffì, ò pur alquanto fanguigni, ò crocei : & allhora è deaerato dipo-
terviuere : la feconda fpecie è pur difficile à curar fi- ; ma La prima fi
puote. rimediare; & à questo fine egli loda à buttargli '.per ambele 'narici
** vn bicchier di fugo di jLnagallide,che pur dicono morgillina,fkcendogli
poi per vnyhora tenere il capo legato à ipiedi,ò veraméte diffolute in ace-
to tre dramme difinapepeste,e tre di Euforbio darne per lafinifira nari
et vna dramma ogni mattino prima chebeua\^rcomefi vegga miglio-
rata %fuentifi la vena del palato . 1 fegnicattiui diquesto male diceefi .
fere ,fe i crini dei collo fé ne vengano ad ogni leggiero tratto ,& fé le ^/"dei *
gambe dinan^i(per la mollificagint deinerm?che vengano dalla nuca) fi ciamorro.
piegaf
66% D 1 l L \A § l 0 ^ 7 ^
piegafiero in dietro . Giouan Battila Ferraro dice cbe'l catarro ò diflil- g
nel cere- ^one di cerebro nel caualloyfi come è di trefortiy e ofi tre nomifonifcey
brode'ca '/ primo è Raffreddamento > che per li colatoi di efio cerebro favillare
ualli di indigeno bumore, ■& auniene o per cangiare di fi alla , ò per Iettargli la
tre (orti, ^ellaquando egli ancora èfudato? b caldoyò per dargli da bere > ò preben-
dario primayc/y egli fta ben afciuttOygy ripofato ; pero douendofi al mal
cagionato dalle jrede%ge rimediare col [no contrario > loda l'mtion fat-
ta di fatto la nuca in/ino à l'ultimo termine della gola con Dialtbe-ty e bu
tiro vn'onciapervnayaggiuntouivn terzo d'olio di lauro ; delquale olio
giouerà anco infondere entro l'orecchie alcuna parte: co fi facédo per quat
tro giorni vna volt a il dì . Loda ancora il profumo fatto conincenfo, qfa P
penne di palombo , ma fé ne l'uria ne l'altra cof a facete frutto ,- adopnfi
-vn più forte rimedio , ilquale è , cbefhttofi vnguento- con vn terzo d'on-
cia d'olio di lauroyaltrettantod'euforbioye due dramme di bianco; ellebQ .
royfe ne vngano due penne lunghe vn palmo l' unayleq mali pofle nelle no-*
nciy vi fi facciano ftar legate vna buon'horay che coft verrà dpurgarfi
quella materiaycbe nel capo fa cocentrata. Il fecodo èCiamorr.Oyche prò
cedédoda l'ifleffo raffreddamento moltipli.catOy& coagolato.ymada ì hu
more pia d'enfoyepiu vifeofo di color fomigliante al miiolloyO puf ad v&
uoyetira drittaméte alla golayoc capando il pafio del cibori che l'anima-
le fouente viene d ributtar per lo nafo l'acqua beuutay miHa con, gran ■
parte della pituita}che in quei luoghi era cocorfay&fi nel refpirarey fi ne
ipeliycheper lo fianco fon' ingrifntiydimojìr andò con debolezza il 'fuo ma
Isyrichiede aiuto di e aldi beueroni di farina , e di altri opportuni rimedi
tra qu ili fé' l vapore del grano bollitOyò lafumofità della vitalba peHa>
ò pur d ella fauine Ila colfacchettoper quattro gitomi legato al capo (nel-
la manierayche già difourafièdimoHrata)non baran per auuentur agio
tiatOydiafi vna beuanda tepida di due carafe di vino > oueftano incorpo ■
rati due pani grattatiydieci rofji di vouaydue onde di xengeueroy & vna
quarta di %affr ano con cinnamomoygarofali\noce mofcataycardamomoy
jpigo nardo , cimino , galanga > e*r mei di zubeba , vn terzo d'oncia per
ciafeheduno* L'ultima (pecie egli no ma T)ifcenfoyilqual percuote le par-
ti efìreme , & angolari della gola > ingroffando l'interne fronde dì quel-
lay & fuol produr gotte yfcalanzje > podagre > e£* altri fi fatti mali . ^£
queHo dice gipuar 'affai ilfuffumigio del folfo due volte il dì alla di- •
ginn a yò che fi metta fin 'àia gola vn nerno bouilevnto di meley o che
fotto l'orecchia tralcuoioy & la carne fi facciano due fontane con ferro
acuto infocato 5 foura le quali fi mettano due piumacciuoli ; facendo-
gli di pia vnoHrettoio con vna libbra di pece greca } otto onde di pece >
nauale
'DEI CAVJtllO L1B. Vili. 669
jt riaualeyquattro di Byafapinay& quattro di terbentina,due d' incenfoyvna
di mafticeyvna di ammoniaco y & un'altra digalbano ; mefcolate in vn
vignato,& con Vacimatura incorporate ; ilquale strettoio bara à copri-
re lafronteyfi che venga à terminar nella gola da ciafcunlato . Oltrac-
ciò non fi rimanga di fare per le nariciogni mattino vn gargarismo con
fichi pecchi àpefo di vna UbbrayVuapafiaygiitggioleydragantifrigidiy&
mele anaoncie feiycon tre di liquiritia battuta , & di fieno greco bollite
infieme;e paffateper laflamegna con offrano. Buoni fono ancoi mafli-
c'atoi di fichi pofli nei bastoncelli entro le gar%eyperche tolta V amaritu-
dine cagionata dal difeorfo dell' humore corrottOyriducouo l appetito.M.
& Luigi dìHinguea il ciamorro in humidoye infecco : quato al primo diceay
che mentre che per lo nafo difeorre humore lucido y&fottileyvi fi può fh -
re alcun rimedioycome co mincia ad vfeir gialhy fi dee l' animale fep ara-
re dal confortio degli altriyaccioche no gl'infettafle\ come il giallo è me-
[colato con fangue7la cura è vana.lodaua pureyche s'attendeffe à confor
tare il polmone y & à purgare il cerebro di quella rannata materia: per
li quali effetti vfaua di dare per laftnifìra narice vino con mele y cinna-
momoycafiafiflolay bacche di lauro & femi d'apio pejìi:ò vino mefcola-
tofolamente co feme di linoyò con radici di jLrisiologiciyò co mele terrai
r gnoyò confrichi d'aglio yòpuruino bollito con rtttay & con origano : per
bocca dauavna beuandafktta con due libbre di ottimo vino rofhy& vn
di olioyme%a oncia di finocchi y & mei^a di Hercò cThuomo >. vna difien
grecoye tre difemen^e d'hedera ; Vfaua ancor a profumi di rofmarino >
con lauriymortelleycimino dolceypulegioymaHicey& incenfo;Ilfecco di^-
cea conofcerfiychfsl Cauallo porta le narici apertey e grandi più- dell' vfa-
toynonfi volta volentieri y ammagrifcey efìira i fianchi) & la pelle detta
fchìena s'indurifee come vna pietra} quejlo egli tene a per difficitiffwio a
curarstuttamlta non fìrimanea di adoperami i mede/imi rimedi y che
ftfondettiy ^particolarmente contìnuaua di dare per fette dibeuanda dì
.£ vino fon vna oncia di peùcedano y&vrì altra di \AriHolochia;c\per fa
nafo due parti di olioydue dì vino cotto rottOy & vna di fugo di cocomerai
feluaggioyòfhruifuffumigio d'origano : & fé talp afflane f off e venuta a)
'Poliedro latanteycuraua la madreydandole à bere acqua ouefufie rifo-
lutofalnitroy& à mangiar or%o con rafano minutato . Se muloy ò mu-
la haueffe hauto il ciamorro y egli fi guardaua di adoperare ifuffumigi y
affermando non effer buoni alla lor compleffione ; & vfaua quefli rimedi Cjam0r
chepurfipofìono vfare per li Caualli.eglifea feccare al forno le cofeie di j0j G mu.
vna lepre y& ridottele in polue p affata per fé t a y. vimefcolaua vn'on- là.
eia di mumia^ yn: altra di B^eu barbano pdle y & di tal misura pyt-
£7o VE L L jt G LO \1 ù
fa vn'onciaja daua à bere con oliojcbe bollendo fi fuffe ridotto al ter?* ' g
in mifuradivna tazj,ayfncendo flar legato l'animale digitato dalia fera
fin' al mattino fPofcia neWorzoyche daua a mangiare cofi la mattina ,.
comelaferay egli mefcolata della mede fimo, poi ne quanto fi potea pren-
dere con tre dita ; & fé non l'haueffe voUita in quel modoy gliela dina a
ber col vhoyfhcendolo flar'vri giorno àqueflo modo .Et dt l isìejfa polue
di lepre va' oncia e meza mefcolata con vn poco di verderame) vfaua di
dafalcauallo y che hauefie hauuto male di vomitar la biada .'facendolo ,
Beuanda filar digiuno tutta lanotteypoila mattina tornaua a darcene altrettanto
per li eia- à mangiare entro la crufca.Vri altra beuanda ancor vfaua per li clamor
morn . ricomposta con duo bianchi di vouayfolfoyC a fui fittola & fiengreco ana P
oncia vnay& aloe epatica vnay& mcza.Oltr' accio peslando euforbido,
& macedonia ana oncia vnaye zenzeueroy<& pepe vita quarta per cofay
di effe politi mefcolatefpargea due penne di auoltoio y vnte di nero fapo-
ne; & quelle mettendo tra a mbe le narici-, ve lefeaflare per ifpatio di vn'
horayprima che V animale hauefìe à bere ;co fi facendo fette mattine: ma
corri egli vedea fchiuarfi Vorzoynon viperdea più medicine >y& fe%l «*«▼.
lo fonato già del ciamorroy alquìnto > ò feslo dì dopò la volta della Luna,
haueffe buttato fangne per lo nafo}prefagiuay che al quintodecimoyò pur
al ventefìmo fi morrebbe.fn quesla diffinitìon del ciamorroM. Luigi par
che h abbia feguiti gli Hippiatri nella cura deWhumiday&fecca malide;
ma perche noi della fecca parleremo tra le infermitàyche al polmone ap-
partengono y verremo qui a parlar dell' humida , la quale propriamente
ha dato alla malide queslonome > deriuato da maloy che grecamente vn
vello di lana (fecondo lopenione di Teonneslo) dinota ypercioche a tal
bianchezza fi rafìembra quella catarrofa marciay che dal nafoyo dalla
bocca dell'animale difeorre y & benché dalla parte occupata la malidt
prenda ferialmente ilfiuo cognome in tutte le fue feerie , nondimeno per
e 'x or- vera diffinitione di lei egliponey chefia vna raunanza di h umori corrot-
to e fua tl difficile à cacciar fi; la cui difeorrenz* effendomanij cetto fegnale della j
dirHnitio «JWaliah umida y è di mettieri che effa meteria fi confiderà , perche fé
fiafen%aodor cattino y dimorerà nonefferui vlcera alcuna intrinfe-
caymafoV abbondanza dihumoriy iquali è daprocurarfi di cacciar fuo-
ri per ogni via; vfando tra gli altri quesìo medie amey che vale ad aprire
i meatiy & a purgare . Cauifi il liquor di tre voua , & poi de i gufici loro
titpene duoi di meley& vna di falamoray& fi votino appuntoydoue Vuo
uà fi fon votateyet aggiuntela cinque onde d'olio vecchio communeyo di
conaftrelloyO d ireos ycon tre dramme di pepey & altrettante di radici di
coccoyO grano gnidioye di iride illiricapefie infieme; diafiper bocca o per
lo
ne.
«Z> E l ••C.JtVjfLLOy.'L 1 B. Vili. 6yi
j lo mfo, facendo per me^hora tenere il capo alto, quato il Giumento può
tolerare:indi fi fàccia correrey& comefia ben £*.ticato, leghifi con vn ca
pesìroydimodoyche la tefia riguardi ingià,a 'iocbe più ageuolmente lo
humore fé 'npoffa [correre. St fatto cofi tre giorni-, ne vedendo fi pia vfcir
mdteria,vtilmentegli{tdarà(fìnchefani) vn cu e chiaro digentiana trita
& criuellatay& vn 'altro d^Ariflolochìain vnfettario d'acqua melata.
Ma fé gli bumori putridi bar anno col lor concorfo abruciate lepartiy nel
lequali fi fono accolti : allhora quelle materie > ch'efeon fuori , rendono
brutta p#5j&*3 e diffìcilmente tal vitto fi ejp ugna > tutta volta non farà
alieno dalla ragione del medicare ; dando fi per tre dì nou' onde d'acqua
» melata con due di olio . Et quando l humore incomincierà fàcilmente ad
vfcire,prendanfi le cime del cauolo,& le malue > cotte primate fpremur-
te, con tre porri: & vna libbra d'affungia di porco vecchia : lequai cofe
feHe in vn mortaio,& ammaffate in cinque òfeipaHelli tondi, e lunghi,
fi facciano inghiottireyprefa la lingua dell'animale, et mejfouilo sbaglio)
nella boccali come s'ufa.£t andati che fianagiìi , gli fi fàccia bere acqua
mefcolata con feccia di vino: Il che parimente per giorni tre fi deurà fre-
quentar e. Bando fi ancora con vino vecchio quella compofitione,che dico-
no tptra formaco,può ridurfì il giumento alla primiera fua fanità . Ma
fé con tai rimedi l'ulcere non fi rifiringe fiero , ma pia toftofì dilat afferò,
C degenerando in Ts^omayche mangia > & confuma il corpo yfarà da vfarfi
il tetrafarmaco folo con acqua melata, bench 'altri dicano vìn melato,
fltetrafarmaco certamente fecondo il nome confifìedi quattro medi- Tetrafarv
cine , lequali (fi come Hieroclepone) fono Bdelio, tsfriflotochia roton- maco .
da y bacche di lauro, e Cjentiana . ^igatocle perlaMalide hurnida , or-
dina y che fi prenda coHo , cipero y opopanace , gengieuoy petrofemolo ,
abrotano , draganti y offrano , aloe > mirra , fquinanto > melilotoyhifio-
fOymeuy macis,c,ardamomo,arifiolochia,fent aurea minore, él frutto,&
la radice della thimela; e di quefie cofe trite infìeme di pari pefi > & cri-
. uellateì& raccolte in meUyfifkccian padelli di tre dramme Ivnoy iqua-
li feccati à l'ombra , fi daran poi per lo nafo , dileguati nei verno in vino
vecchio, neW efiate in vìn ftefeo potente , aggiuntaui , vn'oncia d'olio
* rofato . Ter ogni forte, di malide vtiliffìmo dice effere à far euocere in
acqua tutta vna notte à fuoco lento vna libbra di jirffiolochia -, e tre
onde di magiorana , con vna quarta, parte di vn moggio di fichi graffi,,
priapefli infìeme > e di tal decottioue colata vn feflariamiHo con vna
quarta portionedi mele buttargli in canna, ^Alcuni lodano grande mete,
che un cocodrillo terrefire,& vna ranapaluftrefì buttino viui in vn pi-
giano pien d'olio,e tanto fi fkeeian bollirti che i loro corpi fimo in tutto
- ■ o di-
£7i titltUCjLOt^tjL
disjnttiy& rifoluti , pofcia colato il brodo s'infondaper le narici . is4l~ g
tri nel principio del male vfan di dare neljìmil modo olioonjacinoy cioè
fatto d'oline acerbe , chiare d'uoueyfalamora di pefce , & falnitrofino
infieme agitati. Tiberio daua il primo giorno tre bocconi di Slercodifci-
mia con afungia ve ccbia^l fecondo ,e'l terzo fate ; poi commandaua ,
che l' animale con carene fuffe ben governato . donerà parimente ri-
durrein fotil polueymirray ^affranoy ejpigoyvna dramma per cofa , con
opopanace,&- apio ana dramme fei , e darle per lafimftra narice con due
bemine divin dolcey& vn ciato d'olio bianco ;ò nel vino dar una dram"
ma di ciclamino (che dicono pan porcino) feccato , & ridotto in polue y
mifla con me^o obolo d'opopanaceye due bacche di lauro fritte; ò vera- F ■
mente rafura d' auorio mifla con faley e difciolta par in odorifero vino
^°j bianco . Hierocle>& A [ffirto diconoychequalhora il giumento dalia ma
cauaìlofa ^a ^um^a è aggi- aitato yc accia per lo nafo vna marcia aqitofaytrau aglio.
ag?raua- - di toffeynon mette bocca a ciboynon al^a la tetta, e tien l'orecchie dhnef-
to dalla feycon tutto il corpo languidoy& caduto . Ver curarlo approuano il dar-
m Vi' a^U" $l*Per 1° naf° l* radice petta dell' <Ariflolochiayò tre dramme delta radi
te del ciclamino intre ciati di odorifero vinoy& pofcia menarlo àpafee-
reyò veramente dargli con meley e liquori d'uoua ben agitati vnfeslario
di brodoy ouefia bolitaye disfktta vna gamba di porco con tutto il piede;
ilchepsr bocca altresì è gioueuole à butarfi . Giona etiandio a dar per la **
manca narice ^afr ano , cafiay mirra y & cinnamomo vna dramma per
cofa con bacche dilauroy &femen?e di apio trite in vn mortaio y e dile-
guate in vna hemina di vinrfaporofoy<& me^a di mele. Et per molifica-
re l'arteriafò via delfiatoyconferifce la fanguinaria berba, che polijper-
moda altri fi chiama , trita minutamente > e data per la narice finisìra
con duoi accetaboli di buon vinoVegetio diceyche quando l' animale pa-
tifee per humida infermità y/ì vede cacciar dal nafo vnhumor pallido*
crafìoye pwqrolentefilcbe gli antichi nomauanoflufio ^Atheniefe)colpet
to ftridereyco gli occhi lagrimarey e flar col capo pe fante ; ilquale prima
d'ogni altra cofa bifognerà di allegerireydado per le narici mijiura calda **
di tre onde di buono olio , vna di fiore dijlrutto di porco > e tre ciati di
vin vecchioilndi legata latefta ài piediyfifurà cofi impedito e aminar e
pian piano ;acciod?e venga fuori tutto Ihumor catt'utornel che fé comin-
- . ciafie ad vfcirfangm , non farla da temer fiymzi farebbe fegno , ch'egli
perfettamente fujie purgato . Voi per legargli q iteli' aJpreTga > gli fi
bagneran le narici con fé uo di capra difciolto in olio . àio nera pure con
vna canna fonargli nel nafo polue di radice di lafero y accioebe fi pro-
uochi lo fiarnuto : & nel bere dargli con l'acqua il wHurtio me f colato :
&vn~
DEL CU VA ItO y 11 S. Vili *ij
+ & ungendo d'olio caldo l'orecchie , e tatto il capo ; mettere lana in fu''
ceruello.EfficaciJfimo ancor fiacofì in quello male, come in tutti gl'altri
Vvfo della diapenteydandone vn buon cuc\hiaro il primo giorno-, d'Jìem
peratoin vnfeflario di vin vecchio alq nanfrktepidojil fecondo dì vno &
me70'.é,lter%o due.Oltf acciò cauatoglifangue dalla vena matricole del
mUoyfi a con quello & aceto miHi. fregato tutto contra il pelo, tenendolo
m luogo caldo.-Ethauendo il cibo àfchiuoy diagli/} a bere in cinque fejla
ri d'acquayvn di farina d'orTOyò difrumento . Ilfanguefarà pur vtìleà
trarfi dal palatole l'infermità pia grattale; alla qual veramente conme
ne rimediar fi con diligenza, emendo facile d conuertirfì nel mal delfojpì
roydoè in dijficultà dijpirare, ouepocafferawza difalutefi lafcierebbe;
B fi comefipotria parimente congetturare-) quando l'humor cominciaffe à
fcorrereper lo nafoydi color fimile a goffrano Hipocrate contra la ma-
lia,& ogni altro morbo confìgliaà prendere mirra> iride illiricaì& fe-
mi d'apioye d'arisìolochia aria onde trey falnitrio finoy& folfo vìuo ana
onde cinquenne di pome Ile di lauro-i & fei di feccia di tutte quelle cofey
che entrano neWvnguento di croco > della quale mistura fi faccia polue >
& poi con agiunta di vino y patta y diuifa in pillule , fi che nel bifognofe c , r
nepojfa dar per lo nafo vnala volta diHemperata in vino bianco. *A di- maji fe\\z
ucrfe forti de' mali è anco fottopofla la bocca , percioche alle volte è oc- bocca del
cupato il mufo del (fauallo da Moruilliyche fono à guifa diporetti.il che cauaMo.
reggendo. M Luigiyvi menauaper difopra leggiermente vna paletta di
fuocoy&poi vifea vntione di olio freddo. Il B^ufio chiama Floncella cer
te enfiagioni molli picchiere nel meyonerey che nafeono fopra'l labro
dirimpetto à i denti molari y cagionate ò da polite afpra qiùui fermata , 0
dal paf cere herbe fredde , la qual' infermità gli fa di bocca cadere il ci-
boyperò bifogna in quel me^Oydoue è la carne gonfia y tagliar tutta la fo-
rnita della Floncella à guifa d'vn circolo y <£r trarla fuori con vn ferro
fonile infocato ben" 'acuto . Vn' altro mahyche per ab ondando, di f angue . "
nafte nella parte foprana della boccale fopra i détiy dice chiamarfi Lam LaPalC0,
pafcoye da alcuni Fauayquando ifolchiyche fono fra i denti? in alitano y e ,
gonfiano di tal modo > che l 'animale non può tenere il cibo in bocca , &
per curarlo conuiene con vnafalcietta curua à guifa di C. ben agUTgay
& infocata tagliar' il tumor de i due primieri folcili > cauandone tanto >
quanto ne può lafalcietta tirare in vna volta: mafe'l mal f uff e nouello , •
& -fioco gonfioybaflerebbe dal ter^o folcoy che è fra i denti dinanxiytrar •
j angue con la lancietta. Talatinayò Talatara dicono volgarmente quan pajatf na
do fi ueggiono nelpalato certi folchi prof ondiy & fanguinofi con nnafijfu o palata-
vi app arem eye chiara-Alche auuiene dal mangiar di biadeyoue fono pun « •
genti puebe; benché foglia auuenir' ancor per flemma . Quella fi guari-
■ ■ VV fee
£74 DELLA g L 0 i^ / A
fatfaamanio il luogo del palato con vno fottiliffimo ferro, ò pur fregati- £
doni con cofa,che ne fàccia vfair fangue,vngendoui poi di mele bollito co
cipolle, & con cacio arrofto . Oltracciò alle volte alimene (fé come il
Rjfao el P\iijfo fcriuono ) che nella bocca del Camallo nafcono certi turno
ri lunghetti , e groffiàguifa di mandole .che molto stringono le mafcelle,
C^ l impedifaono al mangiare, an?j il fanno temere di porfi il cibo in boc
ca.Il rimedio è che fé tutta la bocca è gonfia , prejlamente fi cauifangue
dalle vene, che fono fatto la lingua (tenendogli con arte aperto la bocca
fra quello Jp acio ) poi tutte le parti inteme della bocca fi freghino forte
con falene tartaro tritti,& in vino forti (fimo, o pur in aceto bagnati pri-
ma : laqiial fregagione parimente coki' iene quando fi fi a bi fognato di p
pagliare le dette ghiandole, o di canarie fuori con qualche picciolo,
curuo,& atto ferro . Sefufie gonfio il palato ancora , apra fi quel tumore
per lungo con vnalan detta ben 'acuta, & poi la piaga fi freghi con] fai
minuto. M.Vier Andrea per curar la Faua, non pur quella durc^ja
che flauatrai denti, togliea dal fecondo grado col ferrod guifa d'vna
r ometta riuolto , & fatto roffo al fuoco , guardando fi dipaffar col fuoco
dalterjo grado in su: ma in due o tre luoghi pungea ilTalato con qual-
che offa di corno di ceruo,o di caur'volo) fahiv.ado di adoperare in queflo il
ferro per lo pericolo di toccar la camiccia dell' offo del Valato,onde jpaf-
mo gli auuerr ebbe) & con la mano premente fattone v fair f angue in ab- Q
bondanxa,lauaua la bocca con fugo di oline pefie,mefaolato con aceto,<gr
/ale ben trito ;poi gli daua à mangiar vnpoco di Rrenno, onderà pur me-
fcolatofale : fagnandolo ancor ne i fianchi , s'era buon tempQ . La mede-
fama lauandx egli vfaua quando con ferro acuto hauea fatta apertura al
labbro gonfio dentro la bocca di fatto alle M.rfaelle , facendo tener al
Cauallo vn bora col capo alto il freno ii bocca rauolto d^vn panno ba-
gnato in e( Vo fugo JEumelo, ferine, fanarfi le doglie del p alato,cauado f an-
gue dalla iftefj \t parte, che duole a buttando per lo nafo un'oncia d'incéfa
mafahio, e due di fa men^e di lino pefìe , & difciolte in acqua tepida ; à
più toslo nelfìmil modo vno ac cet obolo di fame d? apio: & fa' l dolore fif**
fa ecceffiuo,cuocafi leggiermente l'vnafaalla , <& t altra preffa le colle >
non facendo penetrare più di vn deto il ferro ealdo . z^flle viceré putri-
de della boccata' Cjreci chiamate <ssfpptbe , fi pofìono applicare con fa-
rina, & aceto i fruttici del cipreffa pefli, ò le cime della Chamelea,
& <ss4nfiolochia rotonda tritte,e criuellote,o veramente il pomo grana-
to agro . Et s'elle fufsero cagionate per ingiuria della briglia ,vi fi pu*
mettere Chalciti abruciata mifìa con mele. Suole qualche uolta auueni-
re,che quando la briglia ha rotto per amtentura il palato in qualche par-.
tetf quandi j>er purgar'U Cauallo di fahìumay per rimediare ad alcun-
dei
1>ll C^V^llQ> LI B. Vili. 6jì
°jt de i mali difoura dettile vi fono aperte le vene con lalancietta > il [an-
gue non può Hagnarfiyejfendo il licogo difficile à rittuvrelegatura; tarpe-
rò molti co fiumano darci ilfuocoyfkcendolo slar col capo al'xato. Ma al
Ccloryibrc par migliore che mei^af corica digroffa noce piena di Cauallf-
ìio fioco abrucidto-Jì mettasu la rottura^he ?nand 'a il [angue: &■ perche
in cjfu [co; %a da.ramio cffei e due pertugiati , in ogni uno deludi [ara
vn forte filo di canape: questi due fili [i attaccheremo di tal maniera su
lenaruhche la [coy^a [Ha [e; ma:oue fìa pofla ; cjrper quel dinoti fi da-
rà à bacane a mattgiare:poi curando la piaga con vnguento di mele y&
mirra infra chefaniy fi ciberà d'herba^e di remala^ d'orbo > ò di grano
B bollito . Fegttio ordina a metterci vn pejo dijpongia polue d'incen-
[o ybagnando le reni , / teflicoliy e'I ceruello di acqua fredda: & [equefto
rimedio [ujj e tardo ad aitareyempiaftrafi il capo di JLcatia téperata con
forte aceto,& mifia con incen[o. Et [e'I cauallo apprefio i denti Maficella
riyòiti altraparte della bocca fi baueffe rotto l' ofio'ytzr non potejfe chiude
re;il mo r[o > ma pendendogli le labbra yftejfe con i denti aperti:egli dice
■douerfi con foment agioni di acqua calda racconciare effe ìabbray e tutte
le parti rotte,lequali [aran da rifirignerfi beninfieme con vna [ottiliffì-
mafhfcia bagnata d*acetOy& olio : & acciò che non gli guafli le labbra,
e ì denti leghiuìfi di [opra vna Boi-fetta : cjr quando ella fi [coglierà per
medicarlo >ò per fiido mangi tre^ò bcreybifagna con la mano ritenere le
cofe^ chz con lafkfiafi [aran mefìe>acciò non cadano ; e'I cibo deurà ef-
jere crufeayr^r farina d'orxo in[ieme[o p-ir orinata: quando egli mangiaf
[epoco:& cofi inquaranta giorni farà faldato.Se la lingua fi intagliale
(come fuole auuenireyò per colpa del [renoso dcWifleffo animaleycbè con
proprij denti la fi mordefie) egli vìtoly che con fibbie fia cucita > poi la-
nata con vino > e jpar [a di polue di galla. <*sfltriy dicey che cucita > e
lauata^vi mettono mele per purgarla > & vltimamente vivfano la pol-
ue del pomogranato . Et in talcafio è da darfi à mangiare pur Crufica
p in vece d'orbo y tenenffimo fica tagliato . Il B^fio [crine ( affermando
quello j che il Bjiffo [riffe ) che efiendo impiagata la lingua ,[e tal im- Linaua
piagatwa è di trauerfo > & comprende la mità d'efia lingua > ò dali'v- impiaga.
na> ò dall'altra banda ; debba tagliarfiy perche non fi potrebbe al- ta*
trimenti guarire ; & perdendo quella parte l 'animale , poco peggio-
ra . <J^fa fé foffefa fuffe per Ungo , ò fé Ih piaga di trauerfo non
fufie grande y fi potrà medicare due volte il dì con vnguento fatto di
melerojfoy & midolla di carne di porco [alata 3 con vn poco di calce
viuaye pepe tritoybollìta ogni co[ay& menata infieme> bagnando prima
la lingua con vino tepido > fen'za adoprar la briglia , finche quella non
fia del tutto falda . T^afcono ancora fiotto la lingua, ò fiotto ilTa-
VV 2 lato
€jó *D E l l\A. G l 0 \1 U
lato certe cofe , che rajfomigliano tette fecche di qualche anim > aletto > // &
quali non men da lui,che da .Alberto fon dette Barbule:& quando ven-
gono à crefeere pia d'vn picciolo granello) impedifeono il mangiare :que
He tirate molto bene con vn ferro fott ile agw^o infocato^fon da tagliar-
fì con leforfici ? prefìo alle radici. M. Tier' Andrea con vna cofa acuta
d' argento fo di ottone apria deliramente ciafeuna diquefle granelley che
dicea barbe: & poi le fregaua col fugo de Voline mifio con fale , &ace-
to(come di [opra s'è dimofirato )& 7 imbrigliali a. L'intagliature della
Cura del- lingua fatte difopra^permolto che fufiero grandi egli dicea poco impor-
le intaglia tare,pur ch'ella fi teneffe di fottO)& nonfnfie troncata in tuttoy& volen
ture della ^0 fidarle y egli appuntana la lingua con punti f^effi-, mettendo ilpri- F
' mo punto nel me^o di quella y & in ciafeuno punto vna penna di gallina
in queflo modoyche per quel luogo donde egli paffaua l'ago > paffaua an-
cor la penn apponendo la f ch'iena di lei verfo lejponde della lingua, & le-
gandola bene con l'uno capo del filo doppio , perciò che fen* a tal penna
il filo folo harebhe tagliata la carne della lingua,che naturalmente èjpo—
gniofa,& molle, fi che l'appuntatura non farebbe durata: &in ciò mira-
va con diligenza , che le fronde dieffa lingua foffen rimafe fé ben gin-
fte,e giunte :■ Indi fen%a dimora prendea vnafkfcia di lino sì larga yche
haueffe potuto coprire tutta l appuntatura: & fi lunga , ihefujfe bafiata _
a dar tre volte intorno alla lingua : eir quefiafnfeia vi enfia di manieray
che non fi fufìe potuta fmuouere , cufiendo ancor delle dette penne in-
quella parte ydoue la cucitura d' efìa fa f eia vernai hauenào già dibat-.
tuto bianco d'uouo-finche h aite fie fatto inolio di fchiuma,& aggiuntola
fugo di "Naslurtio yhauendogli agitati di nnouo infieme,contalmisìura
bagnauala detta fiifciayintominciando dal canto di fopra,e tanto la ri-
mollauay che l' infufione f uff e penetrata per ogni parte . Fatto queflo,
eglifea Tiare il Cauallo arredinato di modo > che non haueffe potuto ab-
baffaril capo per quindeci bore , bfedeci. Ter cibo gli dana in quel gior^
no Crufea > & farina bollite ìnfieme , & colate per vn e annegacelo , òfe- ^
tacchy& non premute : l'acqua di tal decottionferuendogli per lo bere t
il feguente dì nefea bollire di nuouo,perche altrimenti fi f ariano corrotte-,
& l'animale non. ne harebbe mangiato , ò ne harebbe riceuuta nel corpo?
tffefa : asfl ter%o giorno gli dana a mangiare quel > che volea : &fe
V infaf datura fi auaferma->& la lingua non fufìe enfiata, non la moueat
ma vedendo altrimente la dìf enfia , guardando d'inori toccare l'appunta,
tura della lìngua : & incontanente hauendo pofte con vino fiondi d'oli-
ue , & con tal fugo hauendo mifio minuto fale , ne bagnaua la lingua i.
& mettendogli briglia dì due cannoni) vi rauuolgea vna fkfcia pari*
mente bagnata di quel liquore > & co fi il fé a slare infrenato vn'hora >
due
DEL C jiV jtllòy UÈ. Vili. ^ 6jy
'jl due volte il dhrio face dogli hauer noia di mofcbe> ne altra cagione di ma
uimentOyO di fatica, ^Al quinto dì fé la lingua era faldata (come di ra-
gione efìer douea)tagliaua a ciafcuna penna il filo-, che flaua dalla par-
te difoura-, & dalla parte di fatto ne le tir ani ; &bauendo in tal modo
tolta la cocituraycontinaauaper due dì a fargli tener in bocca due volte
il giorno la briglia auuiluppato di panno bagnato del detto fugo. Et fé al-
la lingua fu(fe uenuta lamaccbi i biancaycome per cagione dimolto fan
gne , e di calorfuole auuenire , o nde il cauallo potria rimanere prino di
quel membro y\ e tardi vi fi prodeggia: egli con vn coltellino battendo tan
to rafa la lingua,cbe non vifufie rimafa bianchexj^a alcuna , vifea con
B vn ferro torto infocato due ferite difopra : indi glie la lauaua con fugo di
oliueyacetO)& fale>& pofciailfeaflar imbrigliato vrìbora nella flaUay
ejfendo il tépo freddoyb in luogo fr e fcoye fendo caldo , &fe neceffario gli
pare ciyC auaua f angue daifianchiyfe l'età del cauallo il coportaua. M.Lui
gi vfaua di fregare con olioy&pepe la lingua infermayinfino à tantoyche
baue fé fatto f angue : qualche volta adopraua ben calda vna fetta di
prefitto cotta a la bragia. Hippocrate per la rilaffation della ling'ia lo-
da galle bollite in vin neroyb la Centaureapefla . Telagonto, l'Iride in-
corporata con mele ; hauendoui prima con vino fané lauande . Eumelo
fcriueycurarfi la linguayfe punta la veha>cb'è difotto la UnguayUi fi met
ta empiafiro di laferpithy aceto > efetnola dandogli a bere dell'acqua te-
pida.E per le doglie delle gengiue apoflemateydette da lui Tarulidiyvuol p • • , .
che tratto fangue dalle parti di foureyfi pungano effe gengiue ye poi fifre e ior cun[
gbino ben con fakyinfin che fanino.M .Tier \Andrea vedendo le gengiue
mortificateye gonfi eyleuaua con B^pinettayb ^Allegra (come la chiamano)
il cuoioyche sìa fra i dentiy& conia lancietta rigaua per dritto quel cuo-.
Iìoyche ftà di fuori d'efft dentaccio che l'humore ne difcorreffe: indi pe-
fiefrondi d'oliua con faley& acetoy & cauatonefugo , bagnaua in quello
yn panno di linoydel qual auuolgea la briglia,chepofcia in bocca glifea
£ tenere Vegetio diceyfra legengiuey& le mafcelle auueniryvn 'enfiagione
à i Poliedri , quando nel primo mettere de i denti loro fi J r calda molto il
capoyilqual adunamento d'humoriyda lui Tvllario nominatoyporge tanto puuarj0
doloreyche rio pò fono maflicare. Quefla enfiagione egli vuol che prima- e fua cura
mente fta con Vatiglie ben maturataypofcia aperta conferro}& vltima-
mente curata con olioyacetOy&falc. Scriue ancora , che quando doglio-
no all'animale i denti y dr le gengiue fi conofce dalla gonferà diqueU
Uydalla copia delle faliueych 'egli manda fuoriyoltre che fi vede inghiot-
tire l'orbo intero > & ammagrirfi ? £t in talcafo loda y che le Mafcelle
fi lanino confortiffimo aceto caldo y ouefia fiata macerata cretu cimo-
VV i lia}
éjS *Z> E L L Jl G L 0 \1\A
Ila continuando per cinque giorni : & dentro le gengive fi metta polite E
di pomo granato con mele:& con effa fi freghino il ter^o giorno; <jr lun-
gamente infino à tantoché vfcita fuori la cattiua miteriay eglifiafano.
ma' Tiberio per ribattere il l\heuma y che fcende à i denti , ordinò quello ri-
medio vtile ancor a\ gli kuomini . Tre dramme d'ojfo di fepia arfo > vno
fcropolo di mirra , &vn\iltradi pepe yvn 'ancia dipalegio bruflolato >
_ - me%a di fai di montagna pur br uHq lato y & di Iride Illirica altretanto
mi fi fer- con tre<*ncie d'ombilici marini abruciato lo fiordo. Ter fermare i dentiy
nino. fcor^e di pomi granatiyalume di rocca y foriymifi)& verderame ana on-
cia vnaycime di Jpiney galla non matura, efpinaegittia ana onde tre: ado
prando tai cofe polueri^ateye bollitevi aceto. Columella ferine }che quan- -
do al Cavallo dogliono le mafe elle yò fono enfiate^ conuien fomentar fi con
bagni di aceto caldoy& poi fregar fi con afiungia vecchia: &fe con que-
llo il dolore non manca i Eumclo ordina y. che fi cuocano\fimilmente cu-
Mafcelle « yandole quando f afferò apottemate . ^i/fìrto dice y folerfi mite mafcelle.
generar certe pietrey lequalìfefi LtfciaJJera far maggiori y apporterebbe
molta noia; però bifogna dalprincipioychefifcorgonoyaprir co ferro quel-
laparteydoue è lapietray &■ con acconcio iUrumento canaria fuori : con
diligenza guardando y che niente di quella materia vi rimanga y,perche
di nuauo s ac ere fiere bbe. Ter le'putrefkttioni delle mafcelle y e viceré >
cljefi dilati ano perla bocca egliloday.chel calciti fi fàccia diuentare nel q
Viceré fQC0 rofF°)p°fi'ia ridetto in poi ne y e me f colato, con mele fi riponga in vn
nella go- boffoloy& $* adoperi. Ma quando le viceré nella gola fon generatey onde
la. l'animale fi vede aframente to ffir e <>ef chinare il cibo y vuole che gli fio.
data beuanda d'' acquay nella quale fi an bolliti due Jèfìari di fichi y e me-
fcolatc due vouayòfugoli d'orilo con vrìuouo . Seuellagolajaràqualche
votturayeglifi vedrò, con le vene afimtte y & con la bocca piena d'alcola
graueme'nte tirar il fiatoy. roncheggiareybuttare per lo nafo humor mar-
ciofoybatter i fianchiytremar conle gambey e "zoppicare y & non lafiiar fi
toccar la carncyfaltandoglii teHicoli Jpcfiofuori.-però bi fognerà curarlo;
dandogli per fefianta giorni, beuande di due parti di vino dolce neroy &
cinque adacqua mef colata con fottiliffima polue d' or obliquali fiano fiati ff
tenuti à molle in acqua due dìye due nottiy & raf cìngati dapoi y &pefti*
Telagonio à tal male ordina ddar per lo nafo incorporata con vinaque-
fta mifturaymeleye clragantiyana libbra vnaymirraye yaffranoyonaonae
treyjpigo di Soriaytermentinayarmoniacoy&pcpe bianco ana onde quat-
troycon due dijpigo nardoyvna & me^a di cinnamomo > <& quattro , <3r
me^a dincenfo mafebio • ò veramente prenda fi vna libbra di femen^a
di lino brustolata } vn feftario di pignoli > & vn' altro di vua pafia con
tre
dei. c av ano, un. viti. 679
rjl tre onde di pepe,e dieci di mirra : &poi che liquefatte le co fé liquabili,
vifaran mefcolate le polui,fkcciafene con mele ma maffa ben" agitata ,
e diflinta in pillolle grandi quanto vna noce, delle quali fé ne dia vna la
"volta per otto giorni , Fri altra compofuionc egli fa conpamclle iplauro
acoriffquìnato,e ^ajfrano anaoncie tre^mirra ottica a,pepe neroyZF ành
§ìolochia ana oncie quattro*pepe ì>ianco,e cinnamomo ana onde cinque,
con due di cafia.Quando Ugola è fola mente effifperata,e non butta mar
cia,Eu/mllo dice bafìare , che fi dia in beuanda me^a libbra di 'Pino con
yna oncia di colla rodiate draganti fciolti in acqua. Quando il giumen-
to fi -vede non poter mangiarcene inghiottirete tener fuori la Ivagua Uni
B daò verde,gonfia,o colante di faliue,dinota haner male entro la gola, ò
tra la via del cibo,o del fiato,ò nel luogo,cb'è detto ingoio -, ilquale male
Tariflhimiada alcuni è nomìnato:e da altri fon chiamate Tonfile /quel-
l enfiagioni, che vengono alle anguflie della gola: & come fi reggia dì mia Q t-~
bocca butarfi marcia, fi pub copredere,cf?e lapojìemafia rotta déiromel (ilk.
quali afo tìierocleloda, caperlo nafo fi butti acqua mescolata con ace
toi& che deflr amente ffighendo dentro la gola vno fìilo,ò taHo vnto di
mele,fi vada fchìxgando il luogo apofiemato,& già ogni volta,che l ani
malefveggia con enfiagion della gola impedito all'inghiottire , cofiu-
mano alcuni di ficcar nella canna vn bafionetto inuiluppato di Sìoppa,
*" per romper quelle vlcere,che vi fufj ero ;gitt arido ui poi tre liquori d'voua
con aceto battuti. Simili quafi defcriue i fegni della fcaranxia>che ferran Scaràzia.
do lagola non pur ingroffa la lingua , ma fa ancora go nfiare le labbra, e
gliocchi,e tutto il capo.J£lqual male grandemente perìcolo fo al anima
le è dafoccorrerfi,vngédo corifei di toro-fò di man-?o la lingm,& le tem
pie con l'altre parti della tesìa, fomentate prima co bagni di acqua caU
da:&fi butterà per le narici vino, &- olio vecchio: Conueneuole ancora
fia vngereilCauallo con la compofitione di Bdellio diftoluta:& farlo pa
fcolare,òfe mane afe il fieno vcrde,dargli il fé e colarlo difalnitrofo uè
T) ramente or^ojparfo di farina di frumento. Sangue non è da cauarfi da al
tra parte,che dal palato: & quando egli Hara meglio,farà ben purgarlo
colfilueHre cocomero,& falnitro. ^Affino pone i mede fimi ordini tutti a
punto,& quello di più,che per lo nafo può anco dar fi confalnitro decot-
tione difichi.Et altroue dicendo foler auuenir e lo flranguiglione quando
il Cauallo ripieno dipaftolo,o d'altro cibo, fi fa correre troppo sforata-
mente -.fcriue poter/i rimediare, dandogli per lo nafo vn'hemina di odori
fero vino bianco con vna dramma difalnitro,òper bocca tre oboli di gal
bano,e di cimino triti con vino ; b con uino le bacche del lauro, fregando
xo olio vecchio tutta U teftayfen-^a fargli toccare acqua fredda infin che
VV 4 foni.
6$o D E L L ji G l 0 ì^ I jt
[ani. Vegetio féguendo l'vno,& l'altro di effi vittori approuay che per g»
le uar quette enfiagioni di canneyche fon come financbeycioè pofieme cai
de di [angue ,ne i mufculiytra le fàuci ; & per mitigare quella tanta a -
fare r£.i\dapoi che fi farà tutta la bocca fomentata con l'acquay&vnta
colfiel taurinoyfi dia in beuanda mattino > &fera vrìhemina di quetta
compofitione;due libbre d "olio veccbhy& vn feflario di vino con decot~
tione di none fichi feccbi,& none capi di porri ben peflirmefcolandoui ari
cora nitro ^ le ffandrino . Mancando verdura in cibo, loda farina d'orbo
coi nitroyO teneri/fimo fieno sbruffato di nitroy^r acqua.) & alla fine del
male purgargli il ventre con vnfsfìario di vino , otte fi a vn cuccbiaro di
Enfiarlo- p0i i€di radice di cocomero ^Afini'io,a?^iugnendouipur delnitro . Al- &
Tefta lin tri(com egli narra) fogliono l' 'enfiagioni del capOydella linguaye della go
eoa, e go- la co fi curare } che mettono dentro il fioco parecchie pietre di quellcycbe
la come il fono buone per l'vfo del macinare , c£* come fi veggiono infocate-, le but-
curmo . tmiy zcj vni zj vn t asntr0 yn -pafe pieno d'orina , che slia di fotto alla
tefla dell'animale ben couerta da ogni bada>& perche il vapore di quel
la gli entri meglio alla boccaygliela tengono aperta co vn bafione;&fat
to ciò lungamente ygli fregano il capone gengiue>e tutta la bocca con ac-
qua marinaio falataymisla con forte aceto: pofcia vngono la tefla > & le
labbra con stereo di bue dileguato con aceto caldoydaadogli perberey&
per mangiare farina d' or^o con acjn i tepida, filtri vfano vntionidifler
co di porco incorporato con rade. [Altri fregata la lingua con olioynitroy
& meleyadoprano empiasiri di farina bollita con vino. .ffltri diconoydo-
uerfi vfar fola-mente i bagni bumidi;per che le co fé fecchey restringono il
fi atoSoggiugne egli tutta viay che quando l'enfiagione della gola proce-
dere da troppo fangue (dche Ci con olle da gli occhi fanguigniy e dalie ve-
ne deflefeycbs otturano l'vdito fi debba trar fangue dalle tempie > selle
non fono eniate^ò dal pai atoy fé parimente non vi fi veggia indegnagio-
neye'l capo fi debba vngere di creta cimolia per itti oartiy e di creta -ve-
ra temperata con forte vino caldo per la ter^a.M i le Gbiandoley clye fen .
>%a dolore nifcono tra le fk ici più b ifi-, & le m afcelle de gli animaliydi-
ce efiere congelamenti di fangue duriy& fio migli anti alle Ghiande >& pò
ter fi nel principio dileguar con le m mi, fregandolo forte con olio tepido^
& Ce crefcefieroypoterfì abruciare mentre che fono picciolermale grofìet
te hi fogna trar via con ferro yt agitandole per lo me 70 con diligenti) che
le vene non Han toccatey £r per stagnar il fangue fi darà fuoco alla pia-
gayla quii ri jorrà curaref per otto giorni con faley & olioy e bagni d'ac-
qua caldz co mtroyh di orina calda}e xaffrano;pofcia per tre di nifi met-
terà vinQ)riÌQì& fkrìaa derm^òpur dor%o mista con mtfe. Et q uà lun~
qiiC
*DE L C ji V >A ILO LIB. FI IL 6Si
\A que piaga fi fia òdi flranguiglioni, ò di fcrofole, òdi orecchioni fappiafi Stranguù
che dapoichefifaran canati (come s'è detto) più prestamente-, venda p"0"1»
guarir/i conpolue di pomi granati fparfa di [opra, Il Bj-:fio ,quelle ghian- ^comQ
dole,che intorno alla gola nate , paiono pezzetti di carne, diceda alcuni fi curino.
efìer chiamate Branche,e da alcuni altri Stranguiglioni, perche fogliono Ghianda
Strangolare ilcauallo,& abbrancano di tal mode ila gola,& le mafcelle *c e cu
che egli gorgoglia volédoff>irare,& ha gran pena ne II 'inghiottire, e por
ta fi fattamente il capo erto,chefi conofee apertamente la gonfiatura del
cannonilo^ delgorg07olo (come dicono) i cui meati tanto più fi riftrin-
gono,quanto più quelle s'ingroffano per concorfo deglibumori; che ca-
lano dalla tesla , & pero queflo male fito-l effere a' Tolledri piufami-
gliare, perche in effi l'humidità molto fin (file fa ci In: ente da ogni debole
calore viene à disfar ft,& è molto atta à putrefar fi. Volendo dunqueri-
mediarui,egli conferma l'ordine del Qfefcenezo,chefubito,che fi veggia-
no quefle giandole aumentare, fi mettano fotto lagola coueneuolifetoni
v lacci(come il vulgo gli chiama)iquali mattina, & fera fan da menar
fi: & facendo flar'il cauallo col capo couerto , & in luogo caldo , glifi
facciano in efia golafpeffe vntioni di butiro : £t quando l'agitatione de i
fetoni poco giouaffe, Sterpi fi dalle radici, & cauifi fuori lo flranguiglio-
ne in quel modo,che nella cura del verme , & delle galle fi dimostrerà :
e ma habbiaft auuerten%a all'vfo del Bjfagallo , pere he ponendofi fenya
mifura, mangerebbe la carne fin dentro aWoffo , hauendo quafi virtù di
fuoco in tutte le rotture ò tagliature. aggiunge fi pur da lui vn 'altra cu-
ra,che fé l'età dell'animale può fopportare il trar del fangue,fe ne trag-
ga dalla vena commune,& poi sà'l luogo de gli Stranguiglioni fi metta
yn'empiattro da maturare,e difìoluere,fatto con malua,feme di lino af-
fentio,ruta, & hedera terrefìre con efferui mescolato pr e fio al fuoco olio
lorino bollito (e Dialthea.Siagli ancor data à bere acqua tepida con fari-
na^ met taf in sa lagola empiaflro di crufea cotta con vino, et comin-
ciatofi il tumore à maturare,fiaui data vna punta di lancieta,& mode-
D ratamente fi efferati l1 animale . *Altre ghiandole fono da ambidue,e
dal Bluffo ancora chiamate Vuole,o Viuole, che nafeendo tra'l collo, e'I Viuole co
capo fogliono parimente per foura abbondanza di humori crefeer tanto; ™0 icurl
che'lpouero Cauallo non potendo inghiottire , ne refj>irare,afannato da
gran calore,e da gran fete,lecca ciò che gli fi pone dauanti,e gìttato à ter
ra sbatte continuamente le orecchie,e tal volta trema. "Però bifogna,che
come fi veggiano effere Viuole alquanto groffette ,ftano profondamen-
te focate con vna punta di ferro ardente, o fan per lo lungo tagliate con
la lancetta infitto, al fondo > e Sterpate nel modo> che proJJl,namente
s'è
6%i D E l l *& G L 0 B^I <A
s'è ricordato . Tuo/fi pur fare la cura loro in altro modoyche dalla vena g
del collose da quella y che èjbtto la lingua fi cani [angue: poifopra il ma-
le fi metta empia ftro di maluanifco >& di Temente di lino ) poi svaga
con butiro > & vnguento di dthea : & comincimelo a mollificarft , vi fi
facciano con vno stilo d'argento infocato alquanti pertugi ',& in ciajcurìo
di quelli, fi metta, vno stoppino, A le uni per guarir k Viuole caaano f an-
gue non pur di Jotto Ixliaguayn.i dietro l'orecchie-, ò nel mexofiralvnXy
& l\iltra.<Aicuni stendendo l orecchia dejìraingiufo alla m\f cella pref
fo il collo y doue toccai' efiremità di ejfa orecchiatagli ano la pelle , & ne
canario i vermicci'ioliyò legranelle di queste piandole . J£ Uri ficcano al
nafo alcune tenere verghette di Coriliyin manierayche ne fanno vfeir fan F ..
gue, &poi vijpargonJ acqua fai fa . <isiUri dicono trale narici apparer
certe vene liuidey dalle quali gioita cauar f angue sfregandole con le deta
fpinte in dentro quanto più fi farà potuto , & quel j "angue > che ne difeor-
reyglì fa leccareynonla(ciando si ir l'animale in luogo fermo . <zsfltri gli
danno à bere il mestruo delle donne , affermando >, ch'egli mai più non fa-
rà tentato da questo male . M. Tier ^Andrea vedendo il Canotto moflrar
dolor iyò to.fioney con efiergli enfiato il luogo y doue fi fanno li slrangni-
glioniy gli dana à bere col vino va' onc io d'ani fi y ò quattro onde di ster-
co di colombo , ò fugo canto da fiondi di perficoyo di affentio pefle y pur
mefcolato con vino forte .-facendolo p affé ggiar per la stalla . Mafe'l £V .
natio haueffe moflrato turbamento d'occhi y ò dolore fenica tal enfiagion
di gola egli ricono fendo le Gambe y e trouate quelle g and uglie , che han
nome dijìranguiglioni y tagliaua con vni lancietta il cuoio in fufo > au-
uertendo dinon toccar ineruiypoi con vna cornetta fc amati effi slr angui
glioni ferina toccar le vene con quei congiunteygli trahe fuori(come vo-
ua) ad vno ad vno: & fatto qnesloyvngea il luogo con olioye terbentina
miflhe faldati infieme: ponendo dentro la piaga vn groffo sloiello bagna
to in fugo di naslurtioye jparfo di fai minuto : ilquale accioche nonfuffe
cafcatoyegli con vnfilo di canape illegaua col cuoio dall' vnay e dall'ai- jg
trapartetne mancaua di fognare ne i fianchi il Caualloyche nonfufic sla-
Gadmli t0 ^et^ minore delquarto anno. Oneste infermità che fi fanno al canno-
e tome ne della gola > egli communemente nominano gandugliey adene yflran-
h curino, guiglioni , ò fquinan^e:c^ folea curarle in questi altri modhche con af-
fungia diporco fufa , vnge a bene tutto il luogo dell' enfi agioney epojlaui
lana fuccida > vi legauaimafafcia > che paffaua per l'orecchie y facendo
star' il Giumento caldo , & in buon letto . Ma fé la materia non fifuffe
rotta per fé s~leffoycome da lui fi difìd erano, <^r fufie flato bifogno di ve-
nir alla forT^ , perfouuenire al mifero animale y che non potendo man-
gi**
DEL CJl-V^ilLOy 11B. Fili. <rs?
jl giar,nè bere s'appreffaua alla morte-, egli prendea vn ma%?oJi giunchi
grofìo quanto vn dardo,& lungo quanto efferpotea , fuetti in modo, che
baite fiera haimto del bianco in punta, &poi chel'hauea ben aggiuflatoy
il legaua slretto,fi che hauejfe battuta buona fermeT^a neW adoperare :
& quel capo bianco delle radici, ilqual egli baite a lafciatofuor dei lega-
mi,piccbiatoto bene,& martellatolo (come del lino ftfuale fare) l'ungea
con afiungia di porco ,ftendendo ancor l'untione due palmi in giù, <& ac-
concio il C 'auallo (in quel modo > che fi costuma quando fi è da dar qual-
che beuanda)co i piedi impastoiati, con la te sia legata in alto, & con vn
groffo baflone mefio in bocca dalla parte delle finiftre ganghe , frccaua
P quel mai^ro di giunchi nel e annone, facendola arriuare in/ino al petto :
& co/i rompea,e curaua quei tumori, ebe occupavano il paffo tanto im-
portante :auuertendo però , che la materia fi fujfe già trottata diJpoftay
perche altrimenti vi fi farebbe cagionata maggiore infiammatone. Et
perche giudicati a il ciamarro non pater qua fi mai venir fen^a li fir angui
glioni;eglifempre,che hauefie voluto curar quel male,fea la cura di que
Ho nel detto modo , aggiungendomi a fomentandone del rofm arino nella
biaderà. Il Ferraro parimente afferma, che per lo continouo concarfo di
humori putridi,& virulenti distillati dal capo , & nella gola fermati ,,fi
genera la Scalen%ia(Greco vocabolo, che ToHema dinota) onde rifìret- Scalenzfa
C tafilafpra arteria,che Trahea è chiamataci vengono ad alterare infie- come fi
mementenon pur le vene principali del capo, ma l'altre copillari, che in generi , e
quelle parti dimorano: &per rimedio approvando l antico v fa di cauar curl*
fangue dalla parte del collo contraria a quefla impreffiriieyfoggìunge ef-
ferbene, che rafo il luogo dell'enfiagione, s intacchi minutamente col
rafoio, &fì freghi di fai ben trito ; vn-hora dapoi vi fi metta vnguento
fatto con vna dramma di bianco elleboro, e due di cantaridi polueri^ate
un ter%o d'oncia di dialthea,& altrettanto d'olio dilauro. Et poi che tal
medicarne vi farà flato per ifpatio di uemiquattro- bore , radafi il luogo
con vn coltella di canna,& ritornifiàfare ilfomigliante due altre ttolte.
fndi come fi fcorga,che e' Hrinfecandofila malignità, nonfiflenda,farà
bene applicanti empierò fatto con afiungia di porco battuta,branca or
** fina,& maluauìfcoi& fé bifognopareffe,percuotafi il luogo dilicatamen
te col ferro, adoperandoci alla fine l unguento uerde . M.Lttigiper cura-
te la Scatenata ufaua di mettere mollica dì panedifcioha con fugo d'a->
pio,e fcaldata: ò neramente flirata il cuoio fatto la gola yvidaua cinque
punte dì foco,ponédoci penne unte d'olio di ut ria: etcauauafangue dalla
uena commune. Vfauaetiandio di cauar fuori li fìranguiglioni,tagliado
efcartudo(come s'è detto)e guardaua di non tafciayui reliquia di quella
corrotta
684 DELL^fLOJ^T^
corrottamateriayche di leggiero farla crefciuta:& fatto quefìo uìpone- g
uà la Ftoppata>medicando dapoi con fugo di albwzi>meleyfaimx)& cal-
cina viuaybolliti inftemefin che d rojfe^rafoffer venuti) ne mai lafciaua
diporre sk l'enfiagione vn dif enfino fatto con fior di farinate bianco d'ito
uo beri agitati, ,T 'aluolt a con la floppata folca feruirfi di due Licertele poi
medicare con l'unguento Egittixco,ò con boloy & faima ; &fe"l male fi
fuffe veduto verde,& putrefùttoyeglifea bollire radice di brune a or/ina
femente di Uno > & fieno greco : pofciapefliglifea ribollire con olio > af-
Proficula fungiate butiroye tal mìflura ben calda mette a sk quello. Varimente vo-
ceneri e ^en^° curare l& Trofìcula (com'egli dicea) che fifa deatro il cannaro-%-
fuacura. "ZOyadoperauaqieftxmifturadibrancaorfinxy maiiifco > e palatara , E
bollitey epesle infiemey& poi ribollite coi butiro,ì{f:mgia>& olio; et ha
uendo co fi mollificatoyet h umettato di fuori il luogo fregauail cannaro^
%o di dentro con vn nerito di buey vnto di butiroye di meley nella cuipun-
tabaccata vna fetta di hrdoylegi'ia con vna pexja > e 'Ifimile qualcioe
yoltafea con ramvfcelli di fico acconcia td miftiero.^igoflin Colombro
narra , Hippocrate hauer nella cura de' "Bruti fcritto , che la fcalenjia
per difeenfo del capo , & majfimamente per colpa delfangne fifa nella
goLiy& potendo venire di ogni tempo , quella , che via di verno è la pik
fìcura: s'ella fi medichi nel principio , ifegni fono oltra l'enfiagion della -
Se^ni del golaye degli occhiythe la canna gr off ola confonito di nxfchey anfando Va
Ja fcalen- rumale forte ;eJp$o quando bee , ributta l'acqua per le narici : & che fi
21a# dee rimediare con diuerfwni dif angue > & con ripercoffioni di cofe dif-
feccatiueycome farebbe difkr bollire con aceto y & vino oline non matu-
re yfummacco > feorye di noci , &femenr%e di rutas aggiuntola alquan-
to di motto cotto: & di tal mittura lauare non pur la lingua , ma ancor
lagoUycofi di dentroycon l'appropriato iflrumentoy come di fuori > acciò
che col rafoio fipoffa leuare ilpelo,ò con aceto preparatOy & alume. Si-
mili lauagionifì potranfare co nino bollito col taffo barbaffo il cui vapo-
re gioua etiandio a fomentarne la testa: & principalmente afferma do- ft
uergiouareyfe la gola deflraméte fìajlroppicciatay & rotta la fua-potte-
ma co una f ufi a di legno teneroyò ueraméte co vn neruo bouinoy che su la
punta h abbiano attaccata unafpongia > laqualefi bagni jpeffo nel vino > a
in cuifian bollite eguali portioni di pepe , fale armoniacoy galle, pilatro>
balauHriye fcor%e di granati acetofi .Teonnetto era di parere > che nelle
potteme della gola non fi opraffe con mano,ma con empiaflri di cofe atte
a farle maturare,®- prima di fugoli d'orbo, afìungiadi porca vecchiay
a.lthezHs>ttay& aglio petto ; fé' l luogo ynon fi rompe , metterui medicami
abmciatiuiy che mangino il cuoio folo (benché altri fermano darui
il
DEL CoiVU ILO, IIB. Vili. Q&%
jl i l fuoco di modo , che fol'intachd la pelle) poi metterai per tirare la pò- .
flema quesìa compofitione,vna libbra di faponnero, due d'affungia uec-
chiarori due onde di vifcbio di quercia, e di morbidi fichi fecchi ,& ce-
ra^ pece (benché altri dicano ragia) quanto fi giudichi effer bastante.
Ma pafiando a i morbi delle parti fpiritali , primieramente trattaremo To/reo
dellaTofie , malattia fattidiofa, & molto difficile da curare , laqualè deproce-
asfjfìrtofc riue,che quando è rara , e fa chinare la tefia a terra , èfegno, da', e co-
chefia commofia dalle parti inteftine\ma quando e 'ifpejfa)& fenya inper me " cur*
ualli,& V animale ne Bende il collo,e tanto dedito al mangiare , quan-
to al bere, diuien pur magro , ella procede da raffreddamento , e per cu--
B rarla dice bifognare primieramente ', che fi purghi il corpo , con dar per
bocca il cocomero *Afinino,o lefue radici trite con falnitro? *Alleffandri-
no, & vino vecchio : pofcia alterco dì dar pur col corno quattro J "corse-
le più. grofse di cipolla canina , peHe con tanto di lafero , quanto fufse
vnafaua,& vna libbra d'olio vecchio, et vnfefìario di vino bianco odo-
rifero,difciolte,& mefcolate con dilige ara . Conferifce etiandio a dar
per bocca grafso di pecora, ò di (ferito con cera liquefatta , òrfano di mele
in nino dolce:òcon vino, olio, & file il marrobio trito : Ma inanyi tali
beuande giouerà il profumo fatto con agli di Cipro , cipolle , bitume giu-
daico ,& gomma di ginepro ,. di pari pefo , ilche continouandofì per tre
* giorni è d'auuertirfi , che gli occhi Hianferrati:ma che'lnafo ,e la bocca
(coperto il capo)attrahano ben lodore.Qnefto mede/imo fi conferma da,
Hierocie, da Velago'nio, e da Vegetio, ilqual nel detto fuffumiglio diflin-
guefreoncie percofa : & la precedente beuanda diftnue in quello mo-
diythe vnfkf detto di marrobio trito fi miftichi convriuouo,& con vino
fuccido, aggiuntola graffo diceruo,ò mancando quello , laverbenaca , e
temperata ogni cofa con la cera , fi dia col corno . Soggiunge etiandio >
che' l giumento , ilquale ha toffe per fieddore , fuole beuendo ribbutar
l'acqua per le narici ; &puo curare in quello modo, che facendogli con.
jk qualche cofa tenerla bocca aperta, & mettendoui dentro la mano piana,
fi rompa con lunghie vna picchia vefcica , che nella parte difopr a fi tro-
ueràipofcia gli fiano gittate in canna tre pillole di affungia ben pefìe, &
inuolte in fotilijjima farina difhue:Epertre dì gli fia fregata la bocca di
fagliandogli con vino paftelli caldi difpctie in beuande . Tal volta da
qualche off efa della gola fi commuoue la toffe, quando òpolue, ò rifchia,
ò offo, o altro tale vi è entrato : ilche è tanto pericolofo-, che fé totto non
fi foccorre, t 'animale per impatienya della pena, viene in pax7ia : bifo-
gna dunque al chiaro fpiar la canna con diligenza , e vedendouifi alcuna.
i.ofay cattargliela deliramente y <&Uuato illuogo dell' infiammagli
ne. con
t$$ D ZI l A f 0 L 0 B^l A
ne con vnajpongìa piena d'acqua ftarfa di nitro , mettenti olio rofato cai- g
do & lana [uccida y laqual togliendo fi al teryp giorno fi bagnerà il male
con vino tepidoyoue fiano temperati quattro acropoli di %uccaroy&vna
di alume colato.Se procede/fé per piaghe y chefofjero in e/Ja gela , pren-
da/ì pepe neroymirra troglodita > o pelue d inienfo ana oncia me^a > ra-
dice di gigli Illirici pauona'zgi) e draganti ypumaten;:tià molle y ana
onciayvnay vnoferopoh di -ruccaro , vnfefiario di fugo di vua paf'a , &
cinque vouay& mescolata ogni co fa infiemeyfe ne dia col corno per tre di.
Ter rimediar ali \Arteria inajpritay& a\lo(pafimoy prendafi di fiengre-
co^ feme di l'inondi dragantiydi ruta verde, di fai e y e di anagallico ana
libbra me%a con vna d'hifiopo > delle quali cofe infieme pefìe y & cotte P
con fugo di vua pafìa y che fia rientrato alla tcr%a parte y fi dia per tre
giorni ali 'animalesche tofie, epernoue al bolfo *<Alla toJfeye grauc-^a di
tetta y è buono infóndere per la narice de ftra con acqua calda l'olio ra-
eiera co" fat0>° yer0 ^ commwey& finifee latoffe leggiera data col corno per tre
me fi gua dì vna diquesìe altre compofitioni , pejlando bene in vn mortaio d>>.c fe-
rifea. flari di farina di fhua roflitay e tre di fugo di vua paffay er me-
fcolandoui trenta granella di pepe triteye tre libbre di feuo di beccoyò ve-
ro vnfesìario di detta farina , mescolato cotrefeftari di vinvecchio>&
vna libbra d'olio ; ò fatta flar'd molle per tre giorni vna hemina di efie
faueindue feti ari di fugo d'una p affa y e tritatele poi con diligenza > fi
dittribuife ano in tre parti . Ffimo i Barbari contra la tofie vn rimedio
efficaceycbefeccata allombraye trita la radice dellherba enulayche molti
campana dicono ;e di quella polue mejfìà molle tre cucchiari in vnfefla
rio di viri vecchio ;dapoi che l'hanno ben agitatoyotturano il v afe > acciò
che no ijuapori l'odor falubre:e' l dì feguente il dano per bocca all'animale
cofi facendo per molti giorni.Hieroclc per rimedio della tofieloda il dra
ganto flato a molle in acqua tepiday e dato con olioy& vino cottoio vero il
brodo delle faue frante cotte y colato con grafo di porco y cjrouerola li-
feia colataymifta confalnitro y vouayolioye mele : parimente le cime te- jfj
nere della brafficay e dijpicchi d'aglio , <£r afiungia diporco di parimifu-
rayincorporate in olio di cedro e ridotte in cinque bocconi pò fono darfi
col cornetto y e'ifimile effetto fu vn' oncia di mirrayma il cauallo per tre
ho re da poi non à da lafciarfi bere. Tiberio vuoleytenendo il cauallo nel-
la Piallagli fi dia à bere il ter^p giornali quintoye'lfettimo affungiay&
pece liquida y b veramente quefìa miHura ypepe ygentiana > arifìologiay
mirraye gomma ana oncia vnaydue di bacche di lauro y fei di opopanacey
& altrettante di fuga cirenaico ; benché altri in luogo di queÙoy fcriuo~
no oncia me%a ài lagrima ài papauero'. tsflcuni mettono dentro vn
gufeio
DEL C AV >ALLOy L1B. Vili. 6§y
-jf gufcio d'vouo olio di cedro, arfenico,e fpicbi di aglio pefti,& affungia di
porco, & per tre fiate lo danno; vltimaraeate ancorali feme delpaliu-
ro trito fiddà bere . Gregorio dice , mitigar fi la tojìe con dar per bocca,
va medicamento , che ricette duefefiari d'orbo, fette porri con le lorfi-
bre,cinque cime di braffica , e tre ciati di mele con grafo di pecora, olio>
purgato,& apio ana onde quattro in/teme pesti . Eumelo con verdi her-
be,^ con tenere cime d'alberi , ferine douerft ricrear l'animale infermo ,
e la toffe frefea mojfa da efulceragione,ò l'afperità della via del fiato, fi-
nir/} con vnfeftario di vino mefcolato co falnitro pefio,o con vnfejlario
d'acqua calda mifia con fottilijfima farina dilenticchie, o di pifelli ma-
S cinatifenya gufci,o vero con dar per le narici parecchi giorni due aceta-
boli di misturatone fìa vna oncia di mirra,vn' altra di offrano, & quàt
tro d'incenfo triti;con tre hemine di vino, e tre ciati d'olio;ò con tre he-
mine di vino,quattro dramme di ruta,vna di aneto,& vrì altra d'Ireos
pelle ìnfieme.Ma tutto il corpo conmene chefia ben'vnto con olio di lino .
Hippocrate contra la toffe del giumento ordina a dar mefcolato, con or-
Z°,& con orobi il dragante tagliato minut amente ;ol mede fimo per tre
giorni macerato in vna bemina di vino fkf inghiottire con olio misìo , ò
nel mede/imo modo la radice della ruta decotta in vrìhemina d'acqua..
Giona ancora fparger l'orilo con fugo di tamarigio peflo. nJ^Ca s'egli o
C per bocca;o per nafo butta fé marcio ft bumori , gli è molto appropriata
iajìungia del porco macerataper tre dì in orina fanciulle fca,& poi bol-
lita in vna bemina di vino,& vh" altra d'olioio con olio,& vino cotta la
maluaio con acqua , &oliol'artemifia ; o il fugo della traffica bollito
con vin perfetto. Decotte pur le bacche del lauro fi pestano , & coìifhri-
na,& ajfungia vecchia & vino dolce e fi amaffano in bocconi, che ogni
di vt Urne nte fi fanno inghiottire : & villi fono i bocconi fatti di grafo
di porco inuoltiin butiro &mele. Oltracciò unfafdeto di marrobio co vn
feslario di vin bianco,el fiengreco tenuto a molle, <&- vn fé si; arto-, o dar-
to di fichi graffi o verdi dattili; bollendo infieme ridotti al terzo, confe-
D rifeono dati per bocca in tre continoui giorni, vngendone ancora il corpo
dal capo in fino allvnghie . Cjioua etiandio con olio fatto di oline acerbe
dare il fugo del 'Brenno bollito,e {premuto, & per vna tela colate con di-
ligen%a,chenonvipaffaffe alcuna fquama di ejfa crufca.TeonneHo feri- Toffe ne*
ne commouerfi la toffe maggiormente ne i 'Tolledri, quando comincia- P°^e*]"r
no ad imbrigliar fi perche efendo cofiretti di tener la bocca aperta pia coaimuo1
dellvfatOyvengono il loro petti a) raffreddar/i , e di più nella Hate accol- uà.
gonpolue. la qual occupando le ^Arterie del polmone > cagiona la toffe
conjnoUanoin,^ycanalligUgrandi aituiene ancora per polve, o cofiat*
trav-
68$ D E l L A G l 0 ^ ÌA '
tratta ney camini fatti per li gru caldi > ò ricettata fra l'orbo per mglìgen jr
- ..74 del curatore , ò pur per baner beuuto fangofe acque:ma la peggiore
lana o fie $ tHtte ^a tofie > c^e v^ana > ò fiera è chiamata , la qttal con tanta ve-
ti . bemen^afuol ventresche rotto il palato,nè fa vfcirefaagueyé'l giumen-
to per lo grande sformo orina , epetteggia wfieme} e di quefta il piti fono
tr attagliata cauaìii guerreggiatori) ò corridori: decitali egli dice batter-
ne già curati alcuni; ma molti vinti dal male no batter potuto giamai fai
uare ypttrefìendofi faticato vn tempo col cer nello per guarir' vnf no ca-
uallo deflinano al corfo di gran valore ;trouò vn rimedio alla fineycol qua
le afferma poter fi f occorrer e ad ogni toffe : la cui compofitione riceue
vn he mina d'vuepaffe bianche 5 & vrì altra di mele eletto > dite onde di P .
maggiorana^ vna d'origanoycon cinque libbre di affungia vecchia non
falata > e none tefte d'agli grandi}che dicono vlpicide quai cofeyfecondo
laqttalità diciafcunaypeHey e liquefatte^ mefcolate poi tutte infieme^e
fattene tre parti ,fi danno per tre giorni all'animaley bagnando i bocconi
fempre di mele nuouo . Quando la tofie è venata per raffreddamento ,
fono da v far fi medicamétiyche rilaffino}e che fc aldino. Quando da polue
e da caloriyfi approuan qttelliycbe nettino i meatiy& ogni loro fcabreTga
lifcino y come fia yfe pojti la fera à macerare in forte aceto cinque votia
coni gufci lorOy& trottatigli la mattina co fi rimolliti come veggiamo
talbora efiere l'voua vfcitefuor di tempo > o non anco nateydi ciaf cimo fi
letti la fcor^a , & fi lafci il panno intero : indi raitolgendole in polite di
oropimcntoyh d'arfenicoy) fecondo Vegetio in pece liquida) fi gittino inte
re ad vno ad vno nella tana dell' animale > tenédo con la mano la lingua
caciatainfuoriyC latefìa alta finche tutte l'haggia ben tragbiottite: e do-
pò qitefle glifi dia il fugo del fieno grecoyo Vor%atayflemperata con mele>
che cofiin tre giorni farà guarito. ^Pelagonioper tre giornivuole > che fi
diano Tasìelli quanto vrì vouo fatti di porri cotti con la fideritiye tenuti
à molle in olio rofato , mele , & vino cottoy e' l mede fimo effetto farebbe
il fugo diqttella berba con la decottione dell'altre cofeybuttato in gola.
Vegetio vuole > che fi e no e ano i porriy& mef colati con la parietaria ben
peflayfe ne facciano bocconi temperati in olio rofato , & in vn vouo in-
/r Dre uoltiinmeley&fttgodivuapafìa: & apprejfo à queSìi fi faccia bere la
fa per ca- colatura di quell'acqua , onci porri faran bolliti . *Alla toffe prefaper
mino , o caminoyfì toglia tanto dì laferpitioy quanto fia vna nociuola}rifoluto nel
gran fu- vino ucccbioy& fi dia col corno per vn dìfolo. La tofie cagionata dagra
' fudorey bifogna curarfi con medicamento) che contiene marrobioy &in-
cenfo mafehio aria oncia una , cent aurea , e radice dipanaceana onde
tre > cotto) e mirra troglodite ana onde quattro > & ~w picciolo fa-
fciettQ
Bit cjtrAitQy its. rttu é%9
14 fcietto dì biJfopO) ogni cofapeJlay& criuellata , e cotta in vna heminafo
feflario di meley& ridotta in bocconi. La toffe commoffa dal polmone fi mofod°|
guari fee dado ali animale unfafcictto di hiffoppoycinque onde di laferoy polmone.
due dipaflinaca di candia y altrettante d'herbafauina > e tre di dittamo
con lagrima dioapaueroynaflmtio , polue d'incenfo , e mirra eletta ana
oncia vnay& feidiCafiorco yò(come ad altri più piace ) me%ayficmpc-
rdteinfiemc in aceto melato (come altri dicono) incorporate con mele .
tsilla toffe > & a bolfièdafdccorrerfi con bocconi fatti di fpichi di aglio
gallicoy&fideritiy& d'un' altra herbayche perdicio diconoypefley & in-
corporate con affungia vecchia ; iquali fi danno per tre giorni all'anima-
le immerfi inbutiroy<& mele.Vegetio pone vna fimilcofay dicendo , che
* fé la toffe prouiene da rotturay e per bolfità: prima fi tiri anagallico > poi T°fl« per
vifimefcoliherbaparietaria tenera per le due parti y & aggiuntati af- k^ir"™'0
fungia vecchiayfi pefii infieme con diligen^ay e fé ne diano bocconi in di-
nari giornee dijpare numeroyjìemperati in butiroye mele . Trouafi pure
tra effi varietàyche per la toffe proceduta da effafperagione , ò oltra offe-
fa di gola Telagonio mette due onde di mirray& me^a di nafturtio con
feme di lino abruciato: pignoli-, & vuepajfe , vn feflario per ciafeuno > e
due libbre di mele -.quelle cofe trite con diligerne fi ammaff ano inpi-
lule a grandezza di vna nocey& fé ne fitnno inghiottire tre il giorm
per cinque }ò fette dì. Altri vorriano delle dette mifure vna oncia di mir-
rayvn' altra dijpignoli > &fei di naflurtio . Vegetio pone per lo naflurtio
il cardamomo y e per li pinocchi i noiciuoliy aggiungendoti due onde di
pepeyò pur in altro modoyche tre onde di mirra , e£* vna di cardamomo,
■vn feflario di vue , & vn' altro di noccimlifi cuocano con mele àfuoc$
lento y e poi con butiro temperato fi diano in bocconi . Ma confermano
amendueeflervtile al medefìmoy che aperta vnagaìlinayò pollo f canna-
to ancor tremanteye prefo ilfuo ventricolo cofiinteroyc caldoy come fi tro
uerdyprima che firaffrediyfi gitti inuolto di mele in canna all'animale :
n & che efiendo la toffe afiai molesta > fi peHino in vn mortaio pillile di
ciprcjfo ben cottey&lepiù tenere fiondi delfherba fidenti > & vrceola-
re y che dicono parietaria , & agli lombardi; dellequai cofe con affugnia
incorporate fi facciano bocconi , e tenuti alquanti giorni dentro il vino >
gr l'olio y fi diano con vouay e vino cotto ; &fc le pilule non fi trouafie-
roy le f rondi del cipreffo trite in poluey e miHe con l'altre cofe far an l'ef-
fetto. Applacafì oltracciò la toffe con tal miftura , mirra yfpigo nardoy
'%affranoycafia:pepeyacoroy& ammoniaco ana oncia vnayme^a dipafli-
nacafeluaggiay&vnay & menadi petrofemolo Macedonico; lequai
cofe pefte con acqua melata fi riducono in paBettiy che poi fi danno
XX bagnati
é9o D E L-L *A g- l 0 ^ I Jl
bagnati di vino cottolo con fugo di vua pafay h emendo dati il giorno in- £
h fr fC nanV: ** ^ere draganti difciolti in acqua melata . Vegetio in luogo del-
fniro. l'amoniacoye del ?affr ano pone ^uc caro y co fio y efragano. Leuafila
tofie vecchiayet ilfojpiro inficmementeyelo $lr.-ngniglioney egioua etia-
dio alla eftenuationeyfe fi prenda mi) ra ottima, opopanace, iride illirica^
detta il giglio pauona^7oy e gallano ana onde d.-:e y Prèdi ftorace roffo >
quattro di terebentinayvna difìmfonia cadetta puri'fquia?fioy& me?*
dopioy& pcsìe infame fi dian col corno difcioltc in vino. Vegetio fernet
metterei opto incorpora l'altre tofe con mele)& ne fa bocconi. Si pofiono
ancora far ton vna libbra di mele perfetto y me%a di afungia y dodici fi-
chi fecchiyvna pigna intera abruciatayfigo dtca::olicottiy&vnahemi- F
nayòj e storio di buona falamorayet viti inamente fi danno per le narici le
frondi dellhederaynon di quella volgare,cbe per le mura verdeggiala
della biancaytritey e mefcolate con vino bianco , ò con vino vecchio pefte
le frondi tenere della ruta . Giona ancor dar' il fieno mef colato confemt
di giunco acutoya jparfo difugodi cocomero faluaticoyla cuifemen,iay et
radice fecca è buona à dare con l'orbo misla: Vegetio varia affliamo
questi rimedi : perche con le frondi dell' bedera accompagna le frodi del
pioppo bianco: alle foglie, della ruta aggingne mele : col fieno mefcola le
foglie del cocomero y &■ con '.terzo ultra le radici quello , mette ancora
fetmdili/M . SoggiugneTelagomoycfergio'-euoleàdjreperlafinislra. G
parte del nafo radice di p anace pefia con vna hemina di vino > é tre ciati
d olio , ò con vino y e mele il folfo viuo mcfcolato con lafauina . Tari-
mente quattro fero poli di detta herba fauinay due di offrano > & vn di
mirraycon vna hemina di olioye tre di vinoy fon vtilì a darfene parte per
boccayall animaley <&■ parte peri? narici doppo dsfmarey ò vero darli a)
deuorare con vna hemina di vino la Brafftca pesta ò me%o fcropolo del-
la radice del mcraroy& altrettanto del girafole y che dicono beliotropio
fi danno per bocca triti con vna hemina , ò fefiario di vin caldo . Sifana
la toffe vecchia co due libbre di hiffoppo macerato in trefejìari d'acquay „
dando prima Ihifiopo trito con quattro feftari di minutifjima farina
di lenticchie àboc coni: e poli 'acqua della maceragione per lo cornetoy
fecondo , che Collumella ancor afferma . Giona continuare per molti dì
tre ciati di fugo di porro convita hemina d'olio > & lefibbre di quello
trite con farina d'or%o \ ò del mede fimo le radici ben lanate y epe fi e con
farina digranoy date alla digiuna mirabile effetto ancora fannoy &cofi
i'orobo fen\a gufei macinato di pari mifura con l'orbo rofiito y e dato a
bocconi yò le lenticchie pur fen^a gufa ridotte a fottìi farina y date a
rorhire con egual mifura di acqua calda per tre giorni . Vfafi anco à ri-
* durre
"DEL C^tV jtLLOy L1B.V11Ì. 6$i
'jl durre incoine la lenticchia rofiitay e fimilmente le femtn?e del lino,
e' l fieno greco : pofci p affati per fottiliffima fetà y di ciafcuno prendere
vn cucchiaro y <&* aggiuntiui fpichi d'aglio gallico à bis~ianyay dargli col
vinoVegetw dice che di lenticchia.zs4lefìandrinayfemen,ze di Uno >& fi e
no greco fi prenda vìt'hemina per ciafcunoyc on mera oncia di draganti
mejji a molle un giorno innanzi i» acqua tepiday e con tre onde diana^.
gallico pes~lebeneifbemperatey e cotte con tre J'eTtari di. acqua in caldaio
nuouoi, Ce ne dia la te^a parte con vnjeftario di fugo di vita paffa per
tre giorni ^ cofi ii bolfo farà fino . Cioueuole cncorfiaà dare con vino
vecchio vn cnc chiare-di f uligine tritolata , è la cenere legeriffima y cioè
& la fhuilla dell' cimo Stemperato in acqua tepida con pari mi fura d'olio >
e con tre uoua:ò che ft prenda vn danaio di fugo di marrobio y ò di porrò
(coni' altri dicono) vna libbra & menadi -mele ottimo , & ventidue fi-
chi:e bollita ogni co fa in freme in vi pignatta ^ridotta al me%o y fi vi agx
giunga incenfo mafchioye radice di panace aria oncia vna, con vna & me
^adimirra troglodita^ due dixAriftologiay& come far anno ottimaynen
te cotte y fi riferbino in vafe di legnoso ver di piombo , poi nel bifogno fé
ne dumo due cucchiariper volta . Il medie amento yche fornitene alla tof-
fe non pur degli animali brutti y ma ancor degli huomini y ricette fiori di
giunco odoratOyOpopanace , mirra y lagrima di papauero y %affrano cici-
liano y foglie di nardo , e cotto ana drainme quattroyet mele quanto bafli
ad incorporare le dette cofeyd andane poi due dramme: parimente fi puh
medicare la toffeconlabenanda ; che confitte di draganti > cimino y fpi-
gonardoymirraye pepe ana oncia vnayco vna libbra difeme d'Horminoy
e duefeflaridi vinocottocò veratri ente prenda fi i^fbrotanoy &bijfopo
Cretenfe ana onciefeiy cinnamomo yr adice dipanaceyepepe nero ana Oli-
via vnay cofioyfpigo nardoycaftay mirray incenfo mafchioy 7affranoypepe
biancoye fiori di giunco odorato ana oncìeydueycardamomoye caftorioon
tia mera papiro abruciato oncia unay e mera y un danaio di opioy& cin-i
j5 que libbre di mele y del primo y che efea y incorporata ogni e afa ìnfìemey
& aggiuntata l'herba rumìceydettàLdua%iy ben decotta confale , cimi-
noyacetoy& olioyfe ne facciano bocconi tondiy& fé ne diano tre nel pri-
mo giorno, quattro nelfecondoye nel terzo cinque ; che fé ne uedrà mi-
rabile giouamento.lslon mancherò di direychefono alcuni y i qualiquel >
che s'è detta dell' herba di lauarj y mettono feparato dal primiero . rime-'
dio:& in effo uarianotra l'altre mifure > il cardamomo y e'I cattoreo >.
■ e'I papiro abruaatoymettédo libbra me%a per uno . Mafopra timi gli al
tri rimediTelagonw alla fine dice hauerquefio in proua trouato effica-
ci/fimo conti -a la pertinacia della toffeyche fatto cuocere unfettario difhm
XX z ttc
691 *D E L l jt G L 0 T^l ^£
uè roftiteyft peftino nel mortaioy& aggiuntati tre onde di butiroye dued* g
grafìa di becco, tutte infteme fi rifoluano in vafe di terra nuauo con cene-
re ardente di [otto : pofcia fatto bollire in di/parte in vn caldaio il fieno
greco,e gettatane la prima acqua > vi fi mettano quattro f ettari d'acqua
nuoua con veti fichi feccbi,e due onde di legno dolccy& come ne farà boi
lendo confumata la quarta parteyfi riunifcal'vna mifluraye l'altra /tem-
perata con diligen^aggiungendoui della decottione quoto pareffe necef
J ano per dileguare , fi che pofia fàcilmente paffar la beuandaper lo cor-
netoylaqual per tre, òper cinque giorni farà da dar fi . Vegeti* dice > che
vn fefiario di fhua abruciata fi cuoca in acqua fen-^a fale > nella guifa,
che fi cuoce per l'huomoy poi feparat amente ft metta in un caldaio- vnfe- &
fiario di fien greco, e cominciando à bollir eyvift muti l'acqua^ vi fi ag-
giungano venti fichi fecchiy e graffi , e due onde di liquiritia y & ridotti >
che faranno i cinque feflertif del liquore à quattro netti : prenda/i il fien
grecoye fichiye la liquiritia^ la fhua cotta > <&• confeuo di becco , e due
onde di butiro fi pefiino bene infteme in vn mortaio : & col brodo > oue fi
farà cotto il fieno grece, ogni co fa al Sole fiaflemperata con diligenza > e
col corno fene diapiù d'vn'hemina il dì all'animale , e bifognando difkr
più liquida la beuandayvi fi aggiunga quanto bafli di fugo cfvuapafia,
Toffe fec il fyifìo chiama toffe fecca quando l'animale tojiendo m caccia cofa ve-
ca* runa per le narici; e tale infermità dice venir dagl'interiori^ effer mol
to pericolo fa > fetoflo non fi [occorra , ilqualfoccorfopuòfnrfi non fola-
mente in quei due modiche per lo bolfo egli ordinatone proffimamen-
te fi dirà) del ferpeye del gralefio-.ma in quegli altri due y chenellama-
gre?ga->& fcalmatura etiandio fi defcriuerannoydelle tartuche^e de i lar
dmi:& m vn' altro etiandio ,che nella fredej^a del capo ft narro , delle
corteccie dell' alno, Que fio folo dinuouo aggèungnendoycbe finche faniyfì*
ben guardato dal freddo y ne glifi faccia bere altr' 'acqua y che calda > e<r
4 mangiare gli ftan dati crefcioniy& altre berbeychefcaldinoy& affotti-
glino gli humori yfefia dijlatey e/fendo di verno , gli fi anfenac duoli ye jj
tepide piogene fatte di crufca . M. Luigi centrala toffevfauadi dare i
bere acqua bulina con tamarigioych e fojfe mancata la tet^ra parteyò-gom
ma di cerafo difciolta in vino e aldoyò marrubio petto > eJr mefcolato con
vinoy& olioyò decotthne colata di marrubio , centaureay & bacche di
lauro bollite in vino-ychefuffefeemato delle due parthàth erba chiama^
ta grechifeo y bollita in acqua y&petta con afimgia di porco > > afuligine
di forno con falnitroyrofio d'uouoymeley&' olioy o farina d'orbo j & me-
le bolliti infteme > & in olio temperati yò draganti ammollati in ae-
9*4 tepida , C mifìi con elioy & vino cotto. Taluolta con fé {
onde
bU.tjiVJiiò, un. viti &?j
^ tncie di dragati tenuti per vn d\y<& vnanotte neW acqua,mefcoUua hif
fopoy&fien greco diparipèfo,& vna libbra di mele,& poiché bollendo
fi erano ridotti alter%Oyne damper dieci giorni . Tal volta feci cuocere
■fhuefrantefenza lefcor%ey& con radice di eboliy & affungia lepejiaua
infiemeyaggiugnenà^ni vit oncia di pepe,<^r le daua. intbeu.inda vna voi
ta il dì . Taluolta riducendo in polite axfiafiftulay cinnamomoygalbano%
& ammoniaco ana onde ti e , ^affranoypepe bianco , %cn%iuerQy <&• opo-
panace ana oncia vna:pigliaiia vn' oncia di fai miHurayC di verno la da
uà con vna libbra di vino coìtoci fiati ednolio,& vino vecchie. Taluol
ta adopraua bacche di Uutroygc: 'rianay ariSiolochia, &rafirra datiorio
mijle d'eguat mifura, Taluolta per cinqv* mattini daua fugo dicauoliyì
$ di apio con radici di giglio celejìe, di ttufrtibiO) aggiuntaui mc^a oncia
di maHicey?ne^adi arifiolafbì^,^- y$a di min £>T aiuoli a co vna libbra
di fugo di marrubio fea bollire altn pittato ai h~ìib,finchc Vhuniorefifuf
fé confumato -.indi viraefcolaua olibano, wirrà eletta, e*r iiquiritia ana
onde due}con tre di bacche di la;r,Oy&vn.it>jdragantiyridotte in poluef
& dauane à bere con vino bianco in tre fiate. Tali.'. Uà battendo fhtto in
vn va fé di rame bollire con due acque cangiate, vpa libbra di fien Greco,
Xtitdiofamente purgato, & leggiermente arie,- ".renato fi, eh" egli non
fi fujfe arfo , tornaua àfitrlo bollir nella periti - .qua con venti fichi fec-
chi; & alla fine cauatone ilfugOyil mefcolai % cZfatie cotte, butirO)<& fé-
£ uo firefeo di becco : incorporando ogni co fa bene in vn mortaio , e di tale
decottione fcaldata poi daua vn corno pieno . Ma per lo più ordinario
egli prima purgava il Giumento col fugo delfeluaggio cocomeroypoifea
bollire con olio > e vino bianco cinque feor^e di vna grofi&fquillaypejlc
con dodici t arpe fi di ajja fetida , e tal compofitione gli daua per bocca :
§ veramente battendo indijparte peHavna cipolla } & quattro tarpefi
d'arfenico rofio, mefcolaua tai cofe infìeme , & fattene trepartiy ne fea
in tre dì fuffumigioytenendogli il capo couertoye gli occhi ferrati: &- ap-
preffo aljuffumigio gli daua à berefeuo di daino , ò di montone difciolto
U in vino dolce, ^tgofiino (olombro ferine y la tofie degli animali efiere
vn moto del polmone naturalmente fufc'itato dalla potenza ejpulfiuaper
trar fuori le caufe nociue y fi come naturate moto del cerebro èiofiamu-
to: & perche molte fogliano ejjere le cagioni deltojjìre , egli ordinayche
procedendo per vento,fi debba fare fomentagioni con camomillay pule-
gio:betonicay£r magiorana bollite in vino bianco: ponendo tale dee-ottio
ne con vn pigatto [otto la tefia ben ricouerta da ogni banda, ò ver amen"
te fi faccia tìam -tato; 'o di pepe yò d'euforbio ,òdi veratro . Se proce-
defie per fumo, fi debba cangiar luogo^fhcendolo ftare oué b ittono ver*-
KX ? ti
fi <tsfuftrali.Seperpolueybuttifiperlónafovino , & olio caldo per mot- £
ti giorniyò buttinfi perla gola pajlelli fatti di poni leffati co la verbenay
cèe berba ferrarla alcuni cbiamanoyaggiuntoui mele, & oliorofato* Se
$er corrosione di aerCyfrequcntifi con decottione difia'>iy& di v uè p af-
fé la confezione cDiatefferonyche poco dopò fi defcriuerl . Sela-toffepro^
cedeffeper alcuna cofa ajpraychtnd magiare fojfe rima fa entro la gola 9
Infogna adopr are quella innentioneycbe dicono traiiaglioyac conciando di
modoycbe'i Canotto flia conia bocca aperta incontro al Soley& co fi fior
gendoftquelycbeojfendeyfi tragga fuori al meglio ycbe fa pofftbile,à non
feorgendofi per li fc atomiche fono in efìagola,. mettauifi del butiroyla cui
mollerà farà, pajfar via le rufUche^c ini nafcofe:ò veramente ficchi- F
fi per Ha gola vn.nerno bouile con lana legata in cima, vntodi mele, e di
trcbentinaycfr egli nettando la flr ad a farà ceffarela noia Se*l tojfere fofT
fé venuto, per mal reggimento , ò per altra ingiuriaychenel capo haueffe
generato htmor freddo } ilqual difettando al petto cofiringe l'animale d
fortarfi di cacciarle fuoriyCgii imitando l'ordine di Fegetioyapproua,cbe
conlynghiefi rompano nella bocca certe vefeiebette y ebe fi trouer an-
no di fono y & molte voltela mattinaper tempo fi facciano inghiottire
trepaltotte di grafi a vecchia di porcoy.mifla con fottilifjìma farina d'.or-
XP)& con calde fyecie . ^Altrifaui ei raccontàyche lodano a porre fatto-
la teUa panni meflruali , non effendo cofa migliore di tal profumo . Ma <*
fel rheumayche cagionale la toffeyfuffe ealdo(ilche fi conofceycbe'l ma-
le ne i tempi caldi,& con le calde beuade , & col mangiare d'ella paglia
s'accrefce,& ne i tempi humidi)& col mangiar delTbeyba manca) prea
d a fi camomilla y& mslilotoana oncia mc%ayliquiritia mondaye tutte ge-
tter adoni difendali ano oncia vnay meya libbra di rofe roffefeccate y (jr
una dramma di canfora ; e di qnesìe cofe bollite in aCfuafi faccia entra,
re il vapore per la boccay& perlonafo. molte fiate:& come la materia
paia fcematayfì tragga fangue dal palato. <Approua etiandio l inuentìù
ne de Barbari daVegetìo 'riferita . mala radice d'i poluerixare egli pò- ^
Caualto , ne diuerfa :■ poiché difaluia feluaggia la ferine. Se'l Giumento fi vedrà
che conte con le narici chiufe non poter anfore > ejjxeffo polfeggiare con i fianchi *
nana-chi ^c€ effsre cofa certache'l mal'efia nel polmone:& quanto più fofie tar-
fc aulire. ^° Sbattere de ifianchiy più antkofarebbe il male , daqneipanniy che'l
petto circondanoycagionato:ne' quali e a fi vuolyche ogni mattinaper tre
dì gli fi dia infufione d'vna libbra di afimgiafrefca diporco: dandogli
apprefìo yri oncia della confettion Diapente con acqua dorr^youefia cot
ta va' bemina d'vuc p affé, (jioua ancora nell' acquayoue fio cotto l'or^y
§vr bollire vna mano piena di femmte d!oxtkai& poi colata difeiortti
me7$
l/g. Và&ZX4 libbra d'afiungiaye darne per molti giomhe dando fi la decottioni
v éeWer^o misìa con decottione di foglie, fi rifoluono glihumorì groffi vi"
fcofìye fi togliere V afina . Mtricon la prebenda dono p ette le foglie del-
la fauina . zsfltricon due onde ài pan porcino me f colandone quattro dì
fmimioj& altrettcMo di anHolochia ridotte in f ducane danno un'oncia .
la vota con due roffi & urna dif ciotti in vmoJ'tfakfamedicinafperime» a<Jc JjjjJJ?
tot -a à guarire ogni toffe amica, egUdkcefitre , fi fi Palino infiemepri- roflfe aati
ma quaranta granella dì j epe , indi quattro > ò cinque radici di rafano > ca-
poi quattro capitagli con fai weit di butiro voceinOy& fattene pallotte,
fé ne butti per la gola ogni r lattino vna fiefica per quindici dì, facendo
g Hard Cauallo infrenato infimo à nona , acciò che la digerifea prima] > che
gli fia dato U?nangiare>e'l bere . Oltracciò narrayche Maefiro Mofeper
lo malerbe venifie al polmone y vfiauadì dare per tre dì una bcuan&a dì
fugo dUiquiritiaymifto con acqua,nc\la quale foffie fiata tenuta ya giorno
À7nolley &pei bollita vnaquontitàdivua paff a purgata di fine graneUcy
tenendo il giumento in atteneva. JCuwene anco aP{ Cauallo oltre dia tof- ,— .
fé f la dijficultà del rifiatare , laquale è di fpecie y percioebe s'ella è lieuey ^ ^d rj"
& dipoco momentOy col nome del genere fi dimanda difficoltà d' oziseli- fiatare di
toyb di rifiatare,? 'ella è pia vehementey& tale , che non pojfal' animale trefpeue.
rifiatare fien%a fuono,& anbelath^e fi chiama JLfraoy &Vulfi)yondeil
C volgo dice poi 3olfio,?nafie oltre i mali predelti > s'aggiungerà anco que-
fio di peggio}cbe non poffia egli rifiatare, fie non col collo al%atOy& drit~
tOyOrtbopnea vien deta col vocabolo greco . Horlaficiata la pr intaccarne
quella,che è di poco momento, parleremo delle due atre import atiffnne , „ ..
& dijficiliffime,& prima del T>olfo,ìlq naie benché fia malageuole da cu fuemedu
rarfiytuttauia non manca luogo alle medicine , trjt lequal: è molto vtìle cine.
dar per le narici me-ja libbra difolfo, & me^a di mirra,co un ciato d'o -
Ho y & due acetaboli di buon vino y &fc con q u e sii aiuti non fi liberaffey
bifiogna fitto l'ale,ò ficagli delle gambe dinan^iyfin'alla vanii i tirar una,
linea di fuoco , tenendo la mano fofpefa in modo , che'l ferro non fi (fin-
gcffe dentro fouerchìamente,e purgato che fia di marcia il luogo, la cot-
tura potrà fianar fi con olio , ceray & pece . Veramente la polue delfolfio
viuò infiufa col vin dolce , molti dicon giouar'à tutt'i morbi d'interiori , e
grauei^e di anbelito: alcuni liquefatto il fiolfo,& poficia tnto,ne da rne-
ficolati con la biada tre , ò quattro danari : ma quesfo fi come affermano,
egregiamente curare tutti i mali naficofi de Giumenti, fé fincceda he !?;co
fiondando in contrario lafortnna,dicono apportare fibit a morte: pexo il,
Camerario non vuoUche fi adì)pri,fie no da qualche fretta nei cjfi a. He^
merio ordina à buttar per tre de col cornetto gm per la gola me%a libbra,
XX 4 di
49S hàfiht G L 0 ^.1 Jt
'
ài furino, difkue > tenuta a molle in tre [ettari di vino coito > è poi mefeo- £*
lata con ma libbra digrafio dibecco,e trent' uno granella di pepe trite >
ogni cofa agitata infierite. Velagonio vuole , che [cannato un porchetta
lattcnperfucl [angue caldo comev[cirày incontanente fi butti in canna al
polmonario . Gioua etiandio per parecchi giorniyinfinche [ani,fhrgli 'in-
ghiottire pe^i dìfermentOyò leuatina ammalati con vino cotto , onero
[ol per tre giorni dargli pafielli fatti di if[ur,gia vecchiaymeley vino cot-
toyliqnori d 'voua^e jpichi & aglio ga&ki , mondi y epefii : tenendo ben' in
. - x memoriayche ogni volta , che gli fi è ùa.dar'4 bere acqua , vi fi ttemperi
Pulcino' la farina. Il Crcfccn^OyC' l Bluffo dicevo chiamarfi Bulfinoyò Tulfino una
che infcr- in[ermità , che fi genera ne* cavali del polmone , oppiandogli di manie- f
m\iu fìa. ranche appena l'animale può rejpirarey ondefiegue vna continoua egran-
de [uffocationc delle nariciy e*r vnofpefib battimento di fianchi: & uiene
fàcilmente à (/inaili ripieni>e graffignando [ono[ubitaméteye [ouerchia-
mente faticati) ò quando dopbla moka fatica > han tenuta dell'acqua;
freddataci chepeccano i famigli) che per dar loro maggior fete,li fanno
prima fiancare à córrere . la cura di quetto male è certamente difficile :
tuttauhq:. : ...\; eglièfrefcoyfipub curare, vfandoci cofe calde, chedif-
fheciano quelle bu n 'iditd > che difiolute dal caldo > fi fono coadunate [ra\
quei meati,<ù- àqixfio gioverà vn beveraggio di garofuli , gengieuoy no- ft
cimo[cade,e galanga per egual pe[o,polueri-^ati,e difciólti con uino,ag-
giuntoui ancogruogo in coueneuole quantita.il B^ufio chiama quefio ma-
*: le Tulfiuo, & alle quattro cofe di prima aggiunge cardamomoye difiin-
gue tre dramme per vnayponendoui di più ciminoye f emente di finocchio
in quantità maggior delle dette co fé :e offrano quanto paiayche batti: e
tanti roffi d'voua,quanto farà tutto il rimanente della mifiura : laquale
ben1 agitata con ottimo vino bianco , di (tenga liquida in maniera , che fi
poffa forbire ageuolmenteydandola col corno all'animale, a cui fi farà te
nere la tefia alta , accìoche difeenda bene la medicina , & co fi ancora è
dafnrfiHare dapoiperifp itio divrìhora : pofeiaèda menarfi àmanoy ft
e e amicar fi con lento pafib,accioche la digerifcay e non la vomiti; <jr
perche elìapofiafhrela fua operatione , egli non è da lafciarfi mangia-
reyne bere altro per va giorno^ vna notte.il dì feguente gli fi daranno
[rondi di canne , ouer di [alci, ò altri h erbaggi [re [chi , accioche fi venga
con quelle à temperare il calore del beueraggio.Il Raffio compone la det-
ta beuanda con garo[oli,noci mo[cade,galan^a, & cardamomo, tre on-
de per cofa , materia di camino y [emente di fieno , <&• cimino poco piti
delle dette co[e; incorporate con vino , goffrano, & roffi di vona del mo-
jOjche s'è narrato :& aggiugnendouiliqviritia inpolue > ò in [ugo ydict
che
'DEL £j.r jlllOy LIBI Fili, ètf
jl che pia gioverebbe à purgar il polmone > e temprerebbe il caldo dell'al-
tre cofe Fri altra bevanda ancora egli afferma effer marauigliofaà que-
llo male > laqual rkeue capiìli neri > fraJffini,liquiritia,ireos, pajfì,e fieno
greco ana oncia meya,cardamomo,pepe,bavrach, mandole amare,femi
d'ortica,e d'^iriflolochia ana onde due ideile quali fatta una decottìoney
e con quella dijfoluto mer^a oncia d'agarico, e due di polpa di coloquinta
con fin due libbre di meleti dia col corno tre volte,ò più , fi più bifogna;
e quando fofìe troppo quagliatale dura, aggiongauifi decottione di liqui-
ritia,fe la infermità fo^e vecchia , i snche il Crefien%o , e'I Bluffo creda-
nole fiaincvr abile, tutta volta mettono quefìi rimedi da provar, che fi
B cuoca l'vn fianco, e l'altro con due linee incrocicchiate, acciò che' l fuoco
gli refìringa,cbepiu non battano : & oltre di ciò fi tagliano le narici per
lungo,acciò che pofia più facilmente attrarre l'aere , & rifiatare : e nel
tempo delle vindemie non fi manchi di cibarlo d 'vite, & abbeuerarlo di
dolce mofto,ilqual fecondo il Hufìo converrà efiere frefco,e prima che boi
la; ò uero in vece del mofto dargli vino buono temperato con decottione
diliquiritia : &à mangiare giova dargli per tre giorni vn pocodigra~
no aleffo,laf dandolo ftare in luogo fereho, efrefco a pafcere l' herbe ver-
di. Loda etiandioychefi cauifangue dalle gambe dinanzi, & che in am-
bedue i fianchi oltra le cotture, fi mettano duefetoni , vngendolitre voi-
* teildìdifapone,acciocheglihvmoridifcendangm, poi con la farina, ò
con herba verde fi dia mefcolato l'affentìo , e'I marrubio à mangiare ,il
fugo de' qvali è vtiliffìmo ancora à dar co'l corno :e delle dette herbe in-
terne conruta fi metta empiaftro fopra i fianchi , tenendo l'animale in
ripofo, e guardando dal freddo,e da co fi opilative, dovendo fi in ogni mo-
do prouocqr l'orina per cacciar fuori la ventofìtà . Oltre di queHe cofe,
vnfirpe tolta la tefia , la coda > e V interiora , è da bollir fi in acqua fin' à
tanto che la carne fi fipari dalla ff>ina,laqval bvttata via,tvtto il rima-
nente della decottione è vtiliffìmo à dare a bere di tre in tre giorni, ò ue-
D rod mangiare mefcolato con crufia, ò grano,ò altra biada , cofi facendo
di tre,òquattrofirphilche conferifce ancora àfcalmanati,e contra uer-
mini,etoffe ficca . M.Vier ^Andrea chiama Bolfo , ò veramente Olfago
quel Cauallo, ilquale prima che efialaffe,facefìe vna premuta con i fian-
chi^ Tulfivo quello, che ne faceffe dve:con dir,che ogni volta,che'l poi
mone infermato non può fare il fio vfficio ordinario,^ neccfiario, l'ani-
male per fare vento al cuore, & non ifihiattare,fafor%a con le coflatey
alle quali efìo polmone Ha attaccato ; & da qvefla apparente diffuvh-
tà del rifiatare fi può conofiere il male intrinfeco, s'egli è picciolo , b
grande : però per la prima conditione egli volea > chel giumento fuffi
ubato
49i httl^qto \ì:jì
cibato dipaglìa,& d'orbo fon ntttatidi ognipolue,& che fifhceffe paf- g
feggiare due bore mattinole fera,guardando lo da maggior fatica; et che
cattatogli f angue dal collo,fincbe fvno de'teflicolife nefuffe entrato, gli
fi de fé vn beuerone copojìo con vna noce ntofcada , due drame di %affra-
noymc^a oncia di %en%euero,'M quarto à'mcia di cinnamomo,& un fk
co di liquirizia incorporate in vn bicchier* di vino,& vn altre d'orina di
huonioy &fi come innanzi del beverone il fé et Bare imbrigliato per vna.
bora,cofipervn'altrailfeaflar àapoi,accihcbe meglio hauefìe operato t
f affata laqual' bora gli daua labiada deWor70,et riugiata quella,gli da
uà à bere . Ter curar il cPulfiuo9 eglifca bollire co brenna alquanti fichi
biancbi,iquali come eran cotti,ropea con le mani,et veggédoli ben disfkt £,
tì,colaua,et premea la decottione di modo,che ne fofie vfeita tutta lafo-
fìan-Qt in quantità di tre à quattro bicchieri, d q Hai i aggi lignea tre onde
d-amidoy&me^a. d'affmgiafen'zafale,&ne daua co un corno benanda.
vna volta il giorno per quattro dì. Data la beuada,vrìhora dapoigli da*
uà à mangiare del brenna cotto,et V abbeueraua dell'acqua, ou'efio brénà.
era bollito,ò pur d'altra acqua . flfecodo digli mettea dentro la biaderà,
vnpignatto con cenere,& bragia,et rofmarino pefto, accioche talfomert
to entrando per li buchi della fàccia, foffe penetrato fin' al polmone : <&
quando fi fofle potuto hauer polmone di volpe da far abruciare , miglio-
Afma. re ilgiudicaua . Quefla infermità egli dicea negli buomini.dirfi zsifma,
& co fi à Uro, copie alle beHie affermaua la detta fometagione efìer gio-
ueuok;perchefh dispaccare il polmone dalle coslelle,etcofi viene à dona
Solfo on- re n yento al cuore. M. Luigi dicea, chel Bolfo viene per mangiar penney
r£ *2ene ò per troppo correre,b per fouerebio calore , quando il (fauallo ha beuuto:
&per rimedio ordinaua,che fifàcefeslarein dieta,&poi che fifone te-
nuto infrenato in buono Jpatio,gli fi deffero à mangiar co l'orbo, ò in altro
modo due libbre di lardo di porco tagliato minutaméte-.poifhttifi bollire
la carne della Tartuca,e bé pefla,& mefcolata parimente co lardo fi def
fé à bere. Taluolta il curaua, buttandogli per la gola vn rotolo,& mexo f|
d'olio,& meyoper lo fondamento: & per tre giorni gli daua anco à bere
ogni dì vna libbra di fugo di 'pepiteli* . Taluolta,poi ch'egli hauena al-
lacciatala vena de fianchigli daua vna beuanda di vino bianco,et uoua
sbattute co rofmarino,faluia,& ruta ben trite infìeme. Sei male nofuffe
durato più £ un'anno, egli battendo fatto slare il Giumento un giorno,^
vna notte fen^a magiare,? li d ina vnbtueroned 'olioymelc, ^uccaro, <&.
acqua rofa,vn»a libbra per cofa,bollìte alquanto infìeme,e tenute la notte
allaferenaVn'altro beuerone ancor 'adopraua nelfimil modo , prenden-
do dieci occhi Tomolo tanto d'olio,quanto pefanano eff\ ocebi^t aggiun
toni
'jl toni %uccaYO,mele,& fale tritoyana libbra vna,acqua rofa,feménte di fi
nocchi dolci,& cinnamom o pesto ana onde quattro; le quai cofe eglifea
bollire in vnpignatto,e mancare un deto;conferuado poi tale mifìura in
vti vafe s~ìagnato;percbe quanto più ella f offe Hata vecchia >& col tépt
purificataymigliore la givMcaua : & fé prefa questa beuanda il Cauallo
baueffe' mostrato di hauer dolori , ne pigliaua buonfegno , affermando,
che f aria libero in tre hore.Quado il malefujfe flato antico di fette, fìn'à
dieci anni,eglihauendo fatto vn poco bollire infieme %uccarorofato, &
.olio doliua,ana libbra vaaymer£orelta,et radicidi maiue,ana libbra me
?a,et quattro d'acqua, fé a flare tal compofitione alfereno in vafeyche di
£ rame non fufìe:& fattene due partirne dauaà bere in due fere ^tenendo
il Cauallo per quelle notti digiuno, facendogli le mattine fegueti magiar
farina;&fe con quefli rimedi no fi fuffe giouato.-eglifnttoloflar tregior
vi fen%aberey vi mettea dauativna gran conca di moflo,ilquale gli da-
ua o fallitelo morteli Ferraro dice *Bolfo,ò Rolfiuo,non dinotare ne i ca-
valli altroyche'l mal del Tolmone,dislinto negli huomini in due vocabo
liy^£fma dkendofi quando è offefa la cannay Tifi quando è offe fa la pro-
pria foììa%a cTefio "Polmone ;che per efiere d'i natura fpogniofo, ognihora
yienpiu col toffire,et con l'altre uiolenti agitationi a lacerarfi^Alle quai
due forti di male fommam ente fi firn ano conferire hoc dipino, et polue
€ dipolmone di volpe. Vengono i duméti à patire di queflo per l 'oppilagio
ne dei pori,ede i meati deWafbra arteriafòTrachea^della quale oppila
gione-fuoVefìere ' cau fa,ò la fouerebia humiditàfopra nata,bla ficcità ac
cidentakyche dà cibi fecchiy& polnerofi proceda: comunque fìa,ferl mal
non è molto impreffo,cgli approua,che ali 'animale per uentiquattrohore
tenuto digiuno,fi diavna beuada copofla di olioyme!e,e ^uccaro,ana lib-
bra vna,& quattro di femente di finocchi con vny oncia di fugo difaluiay
& cinque di acqua rofa,bolltdo feemate vn dito, <& purificate alfereno>
per vn a notte ?& fé con questo non miglior afie, chiaramente fi potrebbe
comprenderebbe la parte fintale incomincia àconoperfi ;onde per ouuia
re la cagione- , laquale e l'abbondanza degli humori,che dalla testa di-
fendono, far a bene, che con vn ferro tondo di buona forte infocato ftpaffi
fra cuoio,e pelle dal me^p de Ila fronte infino alcapocerro , tormentando
ancor lofio per pocoffatioie dentrail bugio.fàttp fi mettano due penne
iunghe vnte di graffo d'vtria,lequai rinouatedv.e volte il giorno, far am
no per quella firada eftrinfecare la maligna,materia,che per vie interne-
/correa . Oltracciò il Cauallo infermo no?i è da far fi mangiare per nouer
giorni altro cibo y che biada tenendolo dopo quella mangiata y fempre
mftenatQ), sì perche non tocchiUramey& maggiomente.ypercbe mafli~
candb
ga* h tllJt 6 Le l^ì jt
cando la briglia,venga a, fare il difcorjb più fàcile alle materie; & s'egli g
non prende il cibo, fi puh lanciare per incurabile > ma s'egli non mancale
di auualerfi de i denti,loda,che per rinforzar la natura contra il male >
fi dia vna bevanda fatta con occhi,& interiori di Tonno, tre libbre d 'o-
lio d'oliua,ò più tojlo di mandola,& vna di fale,aggiuntoui %uccaro,cin
namomo, & mele purgato^ ana onde quattro , difiemperate con aqUa
rofa,e bollite infieme > jpargendoui ancor le femen^e de i finocchi polue-
ri^ate: ma prima che fi ricetta cotal beuanda,facciafi flave l'animale do
dici horefen^a cibar fi : & fé per altrettanto (patio non opcrafse, diagli fi
W 'altra beuanda di cinque onde di gileppe violato, con quattro d'olio
commune,infieme dijlemperate:per che farà mirabile effetto,& fi difcer * -
nera da iTorcimenti, che foprauerr anno, desiando fi la natura à caccia-
re le materie velenofe,& corrotte. Qnefta cura egli afferma efiere com-
mune > <&• vniuerfale d ciafcuna forte ài 'Solfo : ma perche il battere de'
fianchinole molte volte auuenire,per la dijficultà del rifpirar -e,laquale
dalla s~ìretex^a dei luoghi fuole cagionar fi , molti QiuaUi nel principio
effendo loro aperte le nafche,foglion guarir fi . V egetio fcriue, che quan-
do le narici fi veggiono con fatica raccogliere^ rendere il fiato, & i fian-
chi fyeff amente polfeggiare, la toffe procede per cagion del fegato, ò del
polmone Ma quando tal battere di poi fi nel ventre, e ne i fianchi fi vede
lento, ella prouiene per ojfefa di quei luoghi > douefono legate le intesli-
na,ilche fi fuole cagionare da fouer ch'io òfalto,ò corfO)ò e aldo,ò freddo;
è pur per altre piaghe, che in alcuna delle vifeere fofìero auuenute,le
quali fé ben haue fero fatte le cicatrici in rifanarft,tuttauia con l'afpre^
•za dello jpeffo dimenaméto,fogliono eccitare perpetua tofie nel (jiumen
to,che quindi viene ad irfiBolfo : & queste cagioni poffono ben con pia-
ceuoli medicamenti efere aiutate , e tenute fo^eferma guarite non mai
del tutto :pur in ogni tépo fiafalutifero, che fi prenda vna hemina difiert
greco,& vrì altra difemenye di lino,co draganti,e emuliate fi mettano
à molle in acqua caldani di feguente fé ne diaper lo corno con acqua te
pida vna cotila molti giorni,mefcolandoui fempre un ciato d'olio rofato.
Co questo rimedio il mal firefeo fi fana,e'l vecchio fi mitigi Alcuni tifa-
no d ire per due dì il Tracanton con olio, & nel ter"xo rafani cotti,e pejli
co v ino ,aggmgendoui nella fiate paflellirinfrefcatiHÌ.(onciofia cofa,che
à ta'i difetti non fi richiede beuanda aus~ìera,che inafpriffe,ma femplicef
Uggiera,erinfrefcatiua,& no couiene infunili cafitrar mai f angue. (re
defigiouare •<' Giumenti Bolft,cbe due onde di drag xnti , vna hemina di
fìégrecoyct uri altra di Cerne di lino,feparataméte fi facciano macerar un
glorio innari in acqua calda:poiprefa vna libbra difeuo di becco, e due
•nck
DEI CAVA ILO, LI&. rill. 70X
jl oncie di midolla di ceruo,con radice di dragantea, gentiana, centaureay
efeuo di t auro yvn' oncia per vna fi peftino lungamente in vn mortaio- >
ejr yltimamente aggiuntila trefeftari di fugo divua paffa > & l 'acqua
della detta maceragione,fifkcciano cuocere infteme vn caldaio-, &fe ne
dia per tre giorni à bere .-perfette ancora è buono à dar col mele il bro-
do fatto d'vna tetta A* Agnello tato cotta,cbe l'offa fi ano dittaccate dal
la carne per fé medefime .' & per cinque vale à dare con dite voua , &
vn'hemina di vin vecchioydue cuccbiari di mifiura di mirra troglodita^
&folfo vitto ana oncia ima yincenfomaf ch'io con radice di panace ana
onde due poluer'iTate infteme. Cura ancorai bolfì co pigliar vn fé fi ar io di
B fiengreco co venti fichi fecchiye graffi, vnfafcietto d'apio, & vn diruta
cotti in acqua per la mittÀ,& aggiunt aui poi draganti fiéperati,<& ana-
gallicoy &* agli petti > tre onde per uno> e fattine bocconi àgrojfer^a di
"vna noceydarne il primo dì treyil fecondo cinqueyil ter?o fette. J^eìla toff0ffc che
feyche uicne dalle hudelUypnde il giumento gonfio continuamente rumi viene dal
na mentre beeyfarX vtile dargli per cinque giorni beuanda fatta con me- Je budeU
-%a oncia dipepe bianco, una dipafiinaca,due di mirrale tre di mele,me~ * "
%a libbra di carotte uerdiymczo fefiario di/pinnocchi mondati, & me%p
di vua pafia,cotti in acqua,ag?inntoMÌ vino tepido io vero glifi facciano
inghiottire bocconi compofli di mele,afiungia,alume, e fole triti. Ma nel
la Orthopneayil Giumento non può rifiatare,fe no tenendo il eolio al^atOy
onde le narici fi vegghm infiammate con certo ardore, grauemente pi-
gliando,e cacciando il fiato ^,0 me fé fuffocaffe, i fianchi con molta vehcr-
mema, & fen%ainteruallo battono -.egli caminàndo fitìra in dietro, &
non potendo montare per luoghi alti, fi gilta à terra, oue nonfifisnde'ynè
fi riuolta, mafolamente de fiderà dial^arfi , & languendo con euìdente
mefiitia fi confuma,tiene l'orecchie ritte,egli occhi apertt,de' quali Vv~
iu>>& * altroyè pur'il deftrofi vede tinto co difufata gialle^aye fatto le
maf celle nafcono certe pie ciole enfiagioni . QueHo uitio ne ì principe fi
» fcacciayufaniouifi continola diligenza: ma l'andar del CauaUofcrupu-
loj amente è da ofieruarfi, che s'egli va piegatopiò uerfo. la parte deftra >
fard luogo atta medkinayma fé pende col manco, difficilmente potrà cu~
rarfiycbe gidfupe.rato dal male^' abbate d'animo, (onuerrà nondimeno
fyerimentare cotali ainti(come il (artaginefe Magone fcriue) che in tre
giorni fi cani f angue da dodici utne ; compartendo quattro per uno: po-
feia continouataméte per dieci giorni fi dia ben arida composta di goffra
no,niirra ottìma,jpiga nardo, &pepe bianco, ana onda una, trefeftari
d'acqua melatay &uno d'olioyUaccbioyuna hemina di rofato,& un'altra,
d'olio, di lentifcoybollite infteme in un iiafe, nuouoy con un Cagnolinoyche
non
fai T> E l l 'Jt 0 l 0 J^l J
nta paffi die à dì da che fta nato > alla quale decottione fi potrà aggi/m- g
gere vn'uouoy& più acqua melata nell' adoperar e. Tiberio vuokychenel
primo dì fi buttino in canna aW animale tre voua macerate nell acetoy fi
che nefiano diftolti i gufci: l'altro dì cinque , // ter^o fette . Jfffirto dice,
che d".c dr amine d'incenfoy& vna difolfo ben triti > e mefcolati con me-
le->& odorifero viti bianco fi diano per le narici yò con meley & vino pol-
ve dipece > e difalnirro abruciato : continuando fin che gli fia mancata,
quella jpeffexja di anbelare : e'ifalnitro gioita grandemente à mefeo-
larfi nel fienose nelle beuande^ejra queflo mexp il (giumento no è dafhrfi
esercitare > né patir freddo . Hierocle approua l'ordine diCleomene, che
fi diano cibiy che fcaldinoycome gli ore bi fi atti a molleyl 'auenay il cècey e F
l'oryóy & nel ber fi mefcoli la farina, utilmente ancora per la finiflra
narice fi danno con vino,& mele,folfo>cpolue d'incenfo ; ò per bocca vn.
poco difolfo viuoye draganti con vino dolce ; òrper none di il f angue cal-
do d'vn gagnolino fcannatoyaggiuntini due cucchi ari di cimino Ethiopi-
coye del mede fimo altrettanti conferifiono dati con vn'hemina di vinone
duo di fugo delVherba , che dicono £oda (auallina . Se'l vitio ancora è
frefcoyprendafi vnfeHario di vino vecchione tre di acqua melatayvna he
minad'olio dilauroyvrì altra di quel dilentifcoy & vna libbra del rofa-
toycon vna oncia di ^affranoydT* vn" altra di mirra}e bolita ogni cofa in- ,
fieme con?n gallo , e ridotta al terxpfe ne diavn hemina la volta fei
continola giorni per le narici , aggiungendofi fempre il liquor d' un'uovo ,
e£r acqua melata: & con la medefima decottione gioua fomentare la te-
fiayei piedi y che cefi l'animale fi guarirà; hauendogli prima in tre gior-
ni canato f angue .Telagonio ordinayche dalla fchienà fi tragga fanguey
e di quello mefcolato con olio,& aceto s*vnga il giumento , aftenendoh
dal mangiare in quanto farà pò ffihile 5 potendo fi di verno fomentare tfsn
fkrina digrano,e di fate con quella d'orbo . Fra queflo me^o fagli data
bèuanda di vino con dragantiybitnmey& vino cottoyaggiuntoui fangUe'di
caney& quanto di cimino fi potrà prendere con tre dita : ò veramente dia- #
glifi il bianco dell'uouo con mele ye pignuoli tritiy continouando ciò venti
diyò in fino à tanto y che' l polmone fi fenta libero y & fé con queflo non fi
fufie giouatoyfi curerà con fargli ficcare alpettOy ouero alle radici del na-
foyò dell 'orecchieyla radice della Confonda nerayoConfiliginey come dico
noxonciofia cofayche per tutte quefie parti la forra del maleftfuole ifiia
la diffi- por are Conferifce ancor data per le narici difciolta in vino caldo la radi-
culca di ce jei ceif0)ò moraro al pefo di tre oboliyh dati per bocca co acqua mela-
come li tapaflelli fatti con radice cocomero faluatico nociamarey & mele:Ma
(occorra, principalmente à quegli animali chepatifeono difficultà di rejpirare con-
viene
t>tl X Jt VJ? ILO, 1 I B. Vili. yoj
- > uiene forte fregare il capo con vnfeflario di vino , & vn ciato d'olio ,U
qual fregagione in tutte le dijp erate infermità p romene rimedio. Cbipa-
tìfce diqueUo vitio,fuole per le narici buttare vna marcia fetida : a que
fio commodiffimafiaquella beuanda,cbe riceke tre bemine di vincono
di Candiate fior d'hijfoppo,cafia,eryngioy abrotano , & altretante di co-
fio: le quali cofe benpefle,& mescolate con vino cotto fi buttano in can-
na ali animale, (ertamente quejla difficoltà di rifiatare ,egli dice contra
herft per fudore,per fouerchia fatica ,ò per fofpiro: intendendo perfofpiro
la Sirena delpetto,che s^fslbma i Greci dicono,quando non ftp ito gira-
re fen%a anhelagione,& fetida vn certo fuono,come già fi è detto, ^illho
jj ra conuiene dargli mislura di mirra ottim arride illirica,pepe, offrano,
polue d'incenfo , e draganti, vna oncia per co fa, vn fellatio di viri cotto
diCandia,& vuepajfe quanto paiano effere à bafra%a . Oltracciò > a chi
i ente tr attaglio delfofpiro,conuiene mollificare la canna co afìungia,bn
Hro,e mele,poi fregami fai fonile , e e au atogli f angue , vngerlo bene di
quello,mefcolato con vna hemina di fugo dì marrubio,due divino,e d'ó-
lio,e me%a oncia d'incefo.Vegetio dicc,gli animaliOrthonici difficilmen
tepoterft liberare, fé ben non muoiono previamente , perche 7 polmone à
poco à poco fi viene àfeccare , ondefegue magrezza bombile, & final-
mente la morte. Da frefeo nondimeno egli loda à curarft in quello modo-,
C che fi cani fangue dal petto, &• con vino , & olio in freme caldamente fé
ri unga: diagli fi ancor cinque giorni per le narici il P\anno diftéperato con
olio: &poi glifi diaper bocca ogni dì beuanda di vin nero caldo,oue fra
difciolto quanto una noce di quella mislura , Senapi ^dlejìandrini roflitiy
folfo uiuo,mirra,cardamomo,peHiper egual pefo,& cotti con buon me-
le «Altri peftano due onde di mirra,una di folfo, & me^a difalnitro, co
un pugno di pece liquida,& aggiuntole mele con odorifero vino bianco*)
ne danno fpefro per le narici. Guardifì fopr a tutto dal freddo,<&- con tem
perato paleggiare fi faccia fudar' alquantomè fi manchi di sbruffargli il
fieno,& l'acqua con falnitro,& mellicrato. IlColombrodice,ifegnide <, 0 • , .
gli afmatici efiere , che quando fono sformati àcorrere , ò caminare yfon \{ Afmati
costretti per la molta pena della fuffocatione ad aprirla hocca,f cornac- ci.
® cbiando^e frridendoie fé troppo fufì ero fhticatij/affogberebbono. (jliOr-
thonoici,oltra lo ffreffo anfare , egli altri fegni, caccian dal nafo, e dalla
bocca humidità)toffendo flrìdono,fùnno flridore,e taluoita peti,mangia-
no,e heonopik del falito,& cibadoft d'berba, paionguaritì,ma tornando
all'vfo della paglia,de gli altri cibifeccbi,difcuoprono illormale,etcofi
degli vnì , come de gli altri la cura tanto è più difficile > quanto la cofa
è piìt antica; però douendofi al mal frefeo rimediare con diligenza , egli
loda,
»jq± t> t t l sA <5 L 0 ^_ 1 Jt
iodiche àgli afmaticifia pottol elleboro aitanti alpetto, come ne i mor jg
bipeftilentialiftufa, acciò che la materia, che opprime lauta deWànhe
lito,fi depuri^ & conduca fuori: pofcia per fette giorni glifi daran ogni
mattino beuanda di vino con nitro falfo, e tre e uc chiari d'acqua melata,
' nella quale fiano Hate à molle ventiquattro bore, &poifpremute radi-
ci pefte di cocomero afininoverde : & per fette altri gli fi darà ognidì'
vnfeflariodi latte caprino jrefco:& fi faranno cauterij tra l'vno cosla-
toy e l' altro prejfo alla fommità dell' offo fuperior della gamba .Toi farà
bene à dargli continouamente per le narici vn ciato di ranno , cioè di li-
feia fatta con cenere d'olmofò ver di quercia, laqual cofa egli con l'auto
Beuanda YitàdiDiofcoride affermane i mali del polmone co fi alle beslie , come ap
tea Or— gli buomini efìergioueuole . *A" gli ortbonoici poi che per fette giorni fi
thonoici. faranno purgati con latte di capra, conuiene quella bevanda, eh' è anco
vtile a' rheumaticiy che prendendo cafiafiflola,fpigo nardo,%affrano,co
fio,mirra,fior digunco, &-pepe bianco ana oncia vna, & mejcolandoui
fkrinadi capogrille,cioè di orobi,fi diffolua ogni cofa con mele fchiuma-
to, &fe ne dia coi vino vn* oncia: ò veramente appreflo allapwgatione
del latte,fi diaà ber l'acqua, oue pervna notte y & vn giorno fi fian ri-
mollati gli occhi gli orobiyi quali f alati giouano a dar fi mangiare con
l'or%o misliXjioua anco àfare bollire in vn pignatto nuouo con duefefta r
ri di acqua fin 'alla confumatione del ier^o , quaranta fichi pecchi, & vn
fkfcietto d'hifioppOye tal' acqua colata diuidere in tre parti, e darle in tre
mattine al patiente, co fi continouando finche l'aderita cominci à manca
re~4pproua etiandio , che con quel brodoy oue bollendo fi fio, disfatto vn
groffo ferpe,t agliata la coda,elcapo:fi mefcoli cinnamomo,garofkli,&
galanga ana oncia me%a, eìr me^a libbra di mele,difciolti invn fcftariù
di vin bianco:dando talbeuandxper none dì,fra quali èda tener fi in ri"
pofo l'animale cibato difieno,e d'orbo arro flato. Oltracciò per guarire gli
ortbonoici ,<& rifare iCauallidifleccati,ò difeaduti (come fi dice) ordi-
nale per cinque giorni,ò pi* fecondo il bifognoyfi tengano in attinenza
conquesto pafto, che fatta bollire in acqua vna te Ha di cattrone moxga
te le corna, poi che la carne fifardfeparata dall'offa, minutamente fi tx
gliyh ver fi batta,& mefcolata con tanto brenno,quanto tre volte co ma '
no giunte fi può pigliare, fi diaà mangiar con alquanto da bere apprtf-
fo:e flato vn'hora con quetto pafio , glifi dia l'orbo tenuto vna notte à
molle in olio dolce,e bene f colato: non dandogli altro, finche no l'habbia
mangiato:lndi fi potrà dare vnpoco di fieno-fi di paglia d'orbo: colme-
defimo ordine per quindici dìfipotranno curare i bolfi, & tacciare via
ogni difficultà di anbelitoyòjirettura . Veramente (come Vegetio nar*
rajfi
<&el iuv Atto, un. riti: ?òf
\ r+ ra) fi come dal polmone gli animali fani rìceuono il mantenimento della c\^n^ f-
vita > co fi parimente per difetto di lui viene pericolo di morte a gl'infer- n(mo ^2i
m'ho difett -officinali del loro male dan quesìi inditvj. Toffonograuemen- male del
teye (putan marciaytnandando fuori gran pu^a dalle narici-) & corrot- P0^m0iis.
to He reo per lo fé ceffo > difficilmente fi gitt ano a giacere > ma Hanno ap-
poggiati alla mangiatoia , tal volta fi veggi ono per lo corpo enfiagionifi-
milià quelle )che fanno i vermi;& fé l infermità farà lunga ippiche-
ranno co' pie din.iaziMfogna dunque [occorrere contai beuanda , pren-
dafi vn' oncia di foglio , & va' altra di manna d ine -enfio y due d'hiffopo >
due di mirrale tre d'incenfo mafebio : & ridotte infieme inpolueydiafe-
ne vn cucchiaro con tre uqua mefcolate neW acqua y opiutoflo nel latte
g caprino (fé V animale è fenica appetito) aggiuntoui vn cucchiaro di m<z-~
leVifipuo ancora aggiugne re il fuco deli' orbata con olio rofato:ò vera-
méte prefi di e/fa polve cinque cucchiari , & mifii con due feflari di fari-
na di frumento^ vn di farina d'orobi farne bocconi, e darne fette per
giorno infino à tantoché appetifea il mangiare . Ter lo qual effetto gli
fi metterà dauanti ogni forte di cibo verde da vnd banda,e da vn' altra li
ticchie con granoso orxp roftito > & paglia , accioche eglislejfo s'elegga
quel ciboycbe più aggradifce,fopra tutto conuien dargli ogni dì latte f re
fco:o veramente acqua,nella quale fi ano flati à molle dì,e notte gli orobi .
r e paleggiarlo (p e ffo\poi come comincieràà star bene ridurlo alla fatica,
C àpoco à poco. tA quelliyche hanno il corpo robujlo > & fon fenr^a naufea,
è da cauarfifangue dal collocò dalpalato,oltr acciò fi può dare vrìbemi.
na la volta di vino veccbioy& odorifero con cenere d'olmo Lutato in ac-
qua:ma à chi haueffe bifogno di maggior foccorfo^diafi col vino vna dra
ma di radice di lentifco y me^a oncia di%uccaro > e due d'incenfo . Vrì al-
tra beuanda ancor è vtileyche contiene vn oncia di Horàce > va' altra di
cafiaye due di cardamomoydifciolte in vinoyfe'l giumento è gagliardo^
fen^a febbre ; altrimenti con fugo d'orbata farà da dar fi. (jioua ancora
dar col vino [emende di rauani [premergli in bocca vue bianche y e den-
Q tro lacqua>che beemetter mandole fritte , continouando tal cura in fin-
che fani . Jlltroue dice , che buttando per lo nafo due cotile di Hercodi
buomoja di cafìrone con vnbicchiero d'olio rofato > & con vino infieme
fifàgiouamento non pura chipatifcejlfiuffo JLttaniefe per far difen-
deredalla tesìaquell'humor verde^ò pallido che fi fiaygrandemente al-
la fanita del polmone ancora fi cofiferifee. Gli Hippiatri fcriuono cono- Dolor del
feerfi il dolor del polmone ;che l'animale è tr attagliato d'vna'tofietta mol- polmone
to.fpefìaye caccia fuori per bocca , & per nafo humor muccofo conanhe- ^'"q/1
lito grane, & impedito > ributta la biada già manicata, e difidera
T T bere
di taliatte,potrà v far fi brodo , oue fiano decotti piedi di porco ben grafi- %
fi co.n feuo di becco infieme, & fi faccia bere acqua {temperata di verno
< ... con farina di grano, e di fiate con farina d'orbo: perche conquesìa cura
polmone ^e cofe rotteft fideranno . Qmndo il polmone è già venuto àputrefkrft .
putrefat- ifegnifono,che'l giumento bee,e mangia più del folito,latoffe più l'info
*o.. fia,e butta marcialo peX7Ì delle viceré, all' bora bifogna dargli pertre
ò fette giorni il fugo della portulaca con olio rofato, aggiuntila draganti
ammollati in vino dolce di candiamo in latte caprinow veramente in de-
Vomica qua,oue fife difciolta farina d'or%o>o d'auena.Sela vomica per auuen-
fe fi rosi- tura verrà à romper fi,vfiirà dal nafo vna peHiferapw^a: & per rime
pe che n- ^0 conucYrà darg li parecchi giorni due onde di co fio, e quattro di cafia-\
uenCTa. p affate per fottilìffima feta , e me folate con vino, aggiunteui vue paffe V
dife tolte infieme . Con Ivfodi quefle cureegliracconta hauer guarito
vn buon Cauallo,à cui il padrone fenicamente dando ogni dì vn corno di
fale,Vhauea fatto diuentar tifico , effendoglirofa,e confumata la carta ,
che cv.opre il polmcne,e la [ciato dagli altri per difi>erato,egli ilridufie
a tale rifior amento, che'l I{e lo tene a poi caro per J uà per fona . ssfffirto
dice, che quando nel polmone è rotta alcuna co fa , [opramene latoffecon
molta noia , efee il fiato graue , & con certo Crepito la bocca featurifee
di crafia marciaci collodi petto fi ammagrifce,le gambe dinanzi fi veg^
. giono %oppicare,e tal volta fi ributta fangueper lo nafo. Di que Ho male^
tardi fi rhoura il giumento , &fe ben fé ne guarifce,nonperb refta ido-
neo alle fatiche grandi , tuttauia con tal rimedio fi foccorre , che l'er-
uo,ò l'orobo franto , macerato in acqua per vn dì , & vnanotte,& poi
feccato,fi riduce in farinata qualpafiataper fotti liffima feta, & mefea-
. lata con vino nero odorifero,^ acqua calda di pari mifura,fi dà à berey
ma s'egli fchiuafìeil bere : bifogna gitt argliela nella gola ,pref ala lin-
gua per fargliela forbire più fàcilmente . Ts^cnfidee molto far vfeire y
ma più tofio in calda fialla è da tener fi coperto bene , facendogli fpeffo
bere colata,e fcaldata quell'acqua, doue gli orobi faranno fiati à molle : .,
0 come altri fcriuono , acqua, doue fia fiemperata farina di orzo con al- H
• quanto difalnitro per fopra,il qual giouerà aggiugnere ad ogni altra fior
te di bc; anda,che calda deurà pur effere. donerà parimente rifoluere in
farina alcune pietrine, et infieme col nitro mefcolarle entro la biada,c<m
i medt fimi rimedi fi guarifee la rottura della via del fiato, ilquai male
tutta via f noie più iugo effer,pumell'vno, & nell altro è da vngerfi Ina-
nimale con vino,& olioyfregando bene fecondo il pelo. Ma propriamente
per rottura di polmone conferifee dar col corno aceto forte tepido: ò ve-
ramente orina d'buomo condueonciedi afiungia liquefatta . Oltre à
ciò
btl CUVsAllOy US. Vili. 700
r ciò per tutte offe/e di polmone è efficace , che con due onde di fiale y & con
■ acqua empaslati trefeftari di fa rina dyorobi bianchi y e ridotto quel pa-
ne abruciato > ò [ecco inpoluerefottiliffimo , fijparga trai bere > che sé
da daremo prendafi ^affranoymirrayjpigo di foriaycafiay farina d'amido*
ariftolochia longayglaucioy olio ;e gramigna , epefle tutte le co fé fecche9
& incorporate con le humide} aggiungafi vn acetabolo di mele-) & una
hemina diperfettifjìmo vinone diafi la mis~lura per le narici . Ifugoli an~
cor dell'orbata faranno vtilifjlmi à frequentare . Eumelo dice > che i
rotti nel polmone tacendo buttati marcia, &fogliono con infatiabile in-
gordigia diuorare i cibile le beuandey& fi curano dando loro eguali por-
tioni dinardo>cinnamomo,cafiaymirra, e offrano } trite in vna hemina
* di vin neroy & non trouandofi queste cofe il mede fimo effetto farà farina
de gli orobifiemperati in vinoy& acqua caldayquanto parrà baflare d'o-
gni cofa.Quefl 'altra potioneyegli afferma ejjer vtiliffima a tutti queiyche
fifentifiero qualche cofa rottalo fpafmiata nelpolmoneio che dirupando
foffero e aduti fui polmone y òper qualunque cagione vihaueffero riceuu-
ta alcunanoiayprendafijpigo nardoycofìoy fquinanto > mirray e afta lineaf
xaffranoyeringioye pepe bianco vn'oncia per vno ;e tai cofe pefìe infieme >
e mefcolate con farina d'orobi à baftan'^ayfi raccogliano in meley& cofi
ferbateypoi nel bifognofe ne pigli vrìoboloy e difciolto in acqua fi dia per
la narice fini fìra ali ammalerà cui primieramente conuien fregar la boc
£ e a con afienj^Oyfalnitroymele , & acqua con aceto mifla. Giona etiandio
à dolori di polmoni > che prima d'ogni altra cofa dalle gambe appreffo le
corde fi caui fangue>e di quello mefcolato con olioy& acetoyefìendo efla- Polmone
teyò convinoyeffendo vernoys'unga ileorpo. Il (hlombro dicey indebolir- <ìuando s*
fiye diffeccarfi il polmone per difetto di nudrimento : Quando non puh j-"a V."
que\~io dallo ìlomaco al fegato efier mandato ; ne dal fegato a gli altri fecchi . r
tnembriyonde non potendo con l'aiuto del polmone già indebolitOy attra-
heril cuore l'aura vitaleyche contéperi ilfuofouerchio caloreynecefiaria
méte per uia di fuffoc adone fegue la morte a gli animali: allaquale pche
D lo tifico fi va sépre approfjìmadoydice che mortale viaticoyo fojpiro >(e«-
matico tal'infermità è chiamattiy& ifegni di quella fonoycb' egli cotinua
mente fi a!fottiglia>& ammagrifceyfemprc fi lamenta quadogiaceyhà la.
pelle dura a pigliareynon muta il pelo vecchio y ne può piegare le gambey
ne la fchienaypigramente tojfeyejpejso anfa; Bifognando dunque di dar- ^e»"' °lu*
gli foccorfo nel principioyfi prederà Thimoyrofmarinoyrutay chamedrioy mone fi"
chamepitioycalamintay praffioy mentaychamomiUay origanoy affen^o,<^r m deboli-
fiondi di lauroyvnfhf detto per vno , & fattigli infieme bollire con buon fra.
yin bianco f finche la terTa parte ne fia confumata , fé ne fàràvnba-
YT $ gno
yiè B Z L L J. G 1 0 \1A
jnoy fregando ben contri pelo difopra il dorfoy e d munti il pettoyfinche j
venga in fudorey poi rafciilgato in buona ft.zHa > glifi darà a mangiare
dell' berbayò della remoli bagnata^ o dell'orbo rimojlato in acqua > ò del
grano cotto y o. del fieno arrofiato . fi be. e. deurà fempre efiere di decot-
tion difemenje di malua:ùfchoyfkcenddo prima afietireyac cloche ne be-
tta ;&-quando onninamente non ne volefie y non fi manchi di dargliene
due volte il dì col corno . Sopra tutto è da mirar fi à dargli cofe humide
guardandolo dalle fecche .. Vero il latte caprino gli è molto appropria-
to y e tra gli altri rimedi fi potranno adoperare quelli y che per la tofie da
i membri interiori procedente fi fono ordinati > fé non che la grafia del
porco non è da dar fi per efiere tanto folutiua > che non fa al propofito di V
Malideap tal male. Hora efiendo oportuno a ragion ufi di quella malidey ch'ai poi
te a]6 ool mone appartiene y è dafaperfi come ogni morbo , che apportale grande>
mone . & ceì'to pericolo a gli animaliyaggrauandoli di maniera y che mal fi po-
tejfero pia dimuouereyi Greci ca vn comun -vocabolo malide nominaro:
laquale benché JL flirto y <£r Hierocle haueffer dìfiinta in quattro f^ecie >
bumidayfeccayarticolareyet fottopelle;Vegetio latinamente uolfe chiamar
to.malleoyihe pofeia il vulgo ha detto mez^officome quell'altra malia)
ci diuife in fette modiyponendo oltrale d'ette quattroyl' infermità Elefkn-*
fica della lepre , la Farci minofa del verme y & quella che viene [otto le
reni. Di tutte le q-ualinoi parte hauendo trattatoy& parte douendotr at- &
tare in quegli altri luoghiycbs (fecondo lordine ifiituito) più à propofito-
ciparanno ^tratteremo qui delta ficca y laqualnonfolopuoprouenire da
poluefo da qualche acute ariftelle della pagliaio dell'orto] che nel diuo^
fece e rareflf°Ueroinfilfe nelpolmoneyòda l'hauer mangiato fien putrefatto'.
me fi co- jpeff° '( cornei * eonneHofcriue ) )fi genera dahumori corrotti nella cafiet-
ri. . t a del polmone y. & nelle parti vicine al cuore ,. iquali humori non fono
flemmayofangueyma luna colera e l'altray cioè lagiallay& la nerra:&
per quefii fegni fi fcopreyche l 'animale fubitamente languendo fi amma±
grifee àmerauigliay non fi cura più del mangiare y e ttimolato dalla tofie
non pi.o toflireyma apre la boccay& fkla forza in vanoyche'l fiato man-
cay ond'egli retta come fé inghiottire ofia > &fu(fe da quellepunto: Ol- ■
tr' acciò al^a i fianchi y e difende la pelle inguifay che battendola con le
mani y rifuom com'un tamburo : Ma quando fi fofi'e giàperuenuto à fi
fhttiterminiy vano farebbe ogni vfo di medicinay perche l animai non ha.
rebbe vigore da contrattare più al morbo y ilquale prima che venga à
tanta vebemenzay benché difficile fia in ogni modo àdifeacciarfi ypur co
queflo rimedio molte volte da lui fperimentato , e degno di ammiratió-
ne y potrà curar/} > dando per la finijira narice per fette giorni conti-'
noui
2) 1 L CJIVJ.11 Oy US. Vili. 7H
rM noni vnfeflario di moflo fremuto dì vue bianche yoggiuntoui due dram-
me dipeucedanoy& altrettante d'Jtris~\olocbìarotondaypaffate per fot-
tìi[et a y fomentando fra q uè fio mei^o V infermo con poco , & fottìi cibo y
perche cofiil mal fevcofen' 'andrà via^gatocleper rimedio della malia
feccayvuol che fi prenda fugo di peoniay& [emende dilattucayana onde
otto,quattro di fugo d'affentio y'tre di zaffranoy due difeme di cocomero
dimeSlìcoy& vna di fugo di papaiieroycioè d'opioy con vna libbra d'olio
rofatodequaicofe (pesley& -criuellatele fecche y & mìfle con le liquide)
fìanriferbate invn vafe di piombo , grnel bifogno poiprefenefoltre
af? um&ydianfrò per lo nafoyòper la boccaycon tre onde d'olio rofato in vn
S festario d'acqua melata.-continouandolo per tre giorni :& ridotto che 'fi
"peggia il giumento à fanitàymandìfi à pafcere in qualche prateria vici
naàfiumiyò paludiyò laghiyma non vicina al mare.<zs4ffirtQy& Hierocle
dicono^ la inalide feccaefier altra modo perìcolofa > &quafi inuincibile
da rimedida qualfà tener le narici aperte > e grandi più dell V fato: fen-
%a vfcirne bnmore alcunoy& l'animale fonando fortey dijiende} egófìa
i fianchila la pelle per tutto duray e Rado come tefo non fi pub volgere
fé non difficilmente col corpo fodo.& per non digerire qaély che magia-)
diuenta magro & confumato . Onde afferma il T ebano Eumelo> che tal
infermità non fi può curare in modo al e uno ype re io eh e il polmone fi rom-
C pe al dell.ro latoy&fe ne piglia il mai di cosìe} Tdeuritid-e nominato: ma pjem.j t,-_
effi configliano tutta viayche nel principio quando il Canallo prefo da qice de che ma
Ha malia fi vede batter vna leggiera tcfficeìlayglifi dia per la fini/ira na le fia .
rìce vrihemina dì buon vino con vna dramma di manna d'incenfo y &
vn' altra d'incenfo petto : ò veramente con vino tepido vna dramma , e
rnexa dì falnitro: dadogli ancora sbruffato di falnitro ilfienoy & lor%py
fra i quali pur gioua d mettere il rafano minu%jatOy ò le cime de' ca:diy
come ad altri piace, l^arrano oltracciò effere ììato vfato dagli antichi
di profumare tutti gV animaliyche fono di vnghia intera^ quando da tale
infermità fon oppreffi: facendo in vnv afe di terra nuouo abruciare ori-
gano di montagnay vna volta il dì per tre continola giorni 'y& poi lunga
mente per altri interuallati . I Cauallicaslrati non fono fogetti à quello
male . Ma fé 'l poliedro nouellamente venuto ìnlucey vi incoi refiey bifo-
gnaprouedere alla madrey che gli dà latteyricreandolacon fienOy& con
varij herbaggiy e prouocata a fete}darle il falnitro mijlo nell'acqney che
ha da bere : mettendo in dijparteye dalla- lunga gli ammorbati , perche
fkciliffimamente fé ne verrebbe ad infettare l'armento tutto . Vegetìo c€CC* '""
fcriueylafecca infermità folerfi chiamare mal difofpiroyperche l'anima- che deca
le grauemente fojpiray battendo i fianchi fj>ejfoy e dimoslrando hauer fofpno.
TT 4 dentro
712 DE l l U G l 0 ^ I jl
dentro vn grande ardore, come quello in cui il polmone è difeccatoyfi che jt
fate vna fete infopport abile, ne delpefo del ventre fi [carica ageuolmen
te,& guarda con gli occhi torui,tien l'orecchie dille fé ;e (la tutto in fé ri
fretto, ma ffimamente de i teflicoli,che appena fi moftran fuori: ogni gior
no diuien più magro,e più fonile, & finalmente rimane fecco : La onde
fi come in ogni forte di medicina è più fucile àfcemare quelche abboda y
che àfupplire quel che manca; molti negano queflo morbo poter curar-
fi: tutta volta fé ne guarifcono ancora molti, rimediandofi nel principio^
non già col trar [angue , chelor è contrario oltra modo , ma con vngere
tutto il corpo di olio,& vino faldati infteme,fregando lungamente con
tra il pelo,fin'à fitdore, &foura tutto bagnando bene il capo la gola, & f
le maf celle. *A lami tagliano fra le narici, &le bagnano fj>efio per molti
giorni, gittandoui acqua fredda co vncannuolo,per mitigare la difficul
tà del rifiatare : & per mollificare la feccità, vfano l'orbo bagnato , &
l 'herbe verde,in finche fé ne ritroua. Ma per medicinarlo ben didentrùy
fi potrà dare col e orno (oltra la diapente per più di tre giorni) vna beuan
da fatta congrafio diporco,dei pia rimeffo ;fugo di frumento macerato
in acqua , cotto con mele , & fugo di vue pafie, mefcolata ogni cofa in-
fieme;che co fi il canal della gola , c*r la congiuntura delle mafcelk ri-
fìrette dal male , verranno ad allargar/i . Ter lo qual effetto giwierà >,
per tre di continuargliene ancor vrì altra > che riceue vnfefiar io di fu-
go fremuto di vue paffe ,vno fcropolo di offrano, vrì oncia digiglioilti
ricopauona^jo,^ vrì altra tfincenfo maciuato,me^a di mirra, & me-
Sja dì pepe nero,con liquori di cinque voua crude, ò veramente prenda fi
vnfesìario di fugo d'oretta confeuo di capra cotto:& miftolo confolfo
yiuo,& incenfo mafehio triti di paì-i peft , ogni dìfenedia vn cucchiaro
con acqua £or%o : ò fatte alquante pillole con mele, hutiro, &afli4ngia
fen^a fale,per egual portione > inuolte in fughi di vuapaffa,e di orbata
il primo dì fé ne diano cinque^! fecondo fette, il terjo none .Et fé la tof-
fe crefcefie,potràdarfì con [ugo tepido di orbata ò et 'vuapafia,vnfesìa H
rio di fatta franta cotta con tre capi cTaglio,e tre onde di j e uo caprino: o
fé queslofìtceffe tarda operathne,fìtcciafì iafte me cuocere vnfesìario di
fiengreco, e due libbre di fichi fècchi rnin-ntaniate pefìi,& come V acqua
farà bollendo feemat a della mità, fi coli fuori, indi pedi i fichi , e l fieni
greco in vn mortaio con trefh[cetti d'apio , altrettanti di ruta,tre oncit
di agl'.,e due di dragontea , & con acqua della decottione fktta liquida
la bevanda, fi dia col cornetto al 'animale , che hauefìe il morbo [ecco; a
chefufie bolfo,a;ot^o dentro:pofciacom egli incominci adefirrepiuga-
Riardo. > lecita fi a dal colta cattargli f angue > e di quello me f colato con
aceto
*Z)£Z QjLV JLLLOy LI B. Vili. 713
jl aceto forte fregarlo tutto . I{eftadi preferite d dirfi de i maliy che Maij c^e
fogliono auuenire al cuore youe tanto maggiore feiem^a hifogna vfare > auuengo-
quanto è cofa chiara , lui effer la fontana di tutta la vita . £t primiera- n0 aI cuo
mente parleremo del dolore , che fuole annerirgli } ilquale tremore > 0
palpitatone di cuorey & (ardiaca pajfione volgarmente è addimanda ■
ta & quei) che' Ipatifcono Cardiaci) &fi conofeeràda certi fegni^ che carj,-acj
l'animale con gli occhi dimeffi rapprefenta trisìezja> e col defi.ro fotte»- chi fiano
te lagrima: batte continouamente la terra col capo , e tal volta fi mor- e c°m£ fi
de i fianchici quali infieme col ventre rislrìngeye contrahe à fé ; tenendo ™£ : IC l"
gonfi i tefiicoliye le ginocchia. Quando dunque eglififcopre ilfuo male >
B conuienfoccorrerloprejlamente , dandogli con olio > & vino per bocca >
b per le narici cofeyche vagliono a rifcaldare>come fono (fecondo sof-
fino y & Hierocle) cipolla canina , pepey incenfoy arifiolochiay bacche .
di lauro }mirray thimo ; altra tale : & con vinoy e olio, ò tal volta con 0-
lioy&folfoèda fregharfi fpeffo con diligenza, tenendogli couertoil
"pentre^e tutto il petto maggiormente con buoni drappi ; la Haìla > doue
fi tiene bifognafpai^arfifpefioy chefiianettiffimayffiargendoui alcu-
ne cofe > eìye rendano buono odore confortatiuo > comefrondi di lauro >
e di mirtQy & altre fìmili ; il cibo deurà efiere di cofe feccia yfchiuando
le verdi: <tJWa quando egli vinto dal languore non può tenerfi in piedi >
* & mof[b)& jpinto dall' huomo s appoggia al primo ritegno > che fi tro-
tti dapreffoyfuda copio} amente nel ventre y e nelle jpalle>& glifoprauie-
netremoreye diftentione di tutti i ne-ruiyonde affano gittato à terray non
fi difiendey ma corcato fui ventre giace > e traucgliato dal gran dolore
defiderando di fotte uar fi ynon bafia con lefiiefor%e y el membro gt m'ita-
lecacciato in fuori y hauendo i testicoli ritirati manda ly orina 4 goccia
a goccia; all' hora fi pub faperey che la colera feorfa per le z^frterie e-
fyugna la rocca del corey & non v'è più da contraHare , ne da fare di-
fefa. Teonnefio dice, douerfidare al cardiaco per tre giorni beuanda
£ compofia con quattro onde di meleytre difalnitroyet quanto vnafkua di
laferpitio con duo fefiari di acqua calday& vn di aceto . Telagonio po-
ne fenapey& lafero à grandezza di vnafhua ciafeun di effi y e due ace-
taholiydi mele , con due ciati d'acqua calday & quattro d' aceto . «J^frf
Tvnoy & l'altro afferma douerfi l'animale ricreare converdiherbag-
giy come la medica > & la gramigna > &fe con quefte cofe non ricupe-
raffe lafanità > cauifì fangue dalle vene dei pie dinanzi fiotto i ginoc-
chi > e dai piedi ancor di dietro > fé bifognaffe . Eumelo per la fini-
fir a narice ordina per tre giorni infufione di vnahemina di vin bian-
to} eoa due oncie di feme di finocchio >& altrettante di anifi y &fe,l
dolore
714 t> JL L L *A G L 0 \1 iA
dolore pure tteffe fermo,cauì fi [angue dalla gamba,poi fi prenda radice g
dilaferpitio quanto vnafaua, <&- altrettanto difalnitro,con due acetabo
lidi melerà ne fé fl ari di acqua tepida,& vn' he mina d'acetóy& mefcoU
ta infieme ogni co fa , fi diaper bocca. M. Luigi vfiiua à dar col vino a-
e d ' e &*Pe&i> ° cimino > ò rosmarino , & in tutto il resto off er liana gli ordini
paflìone zntich'hprima narrati. Il Colomhro ferine > che h pafjixae cardiaca è in «
onde na. tentìffìma>& vniuerfide,percbe ojfende il I{e de i P\e>& la radice di tut-
fce . tfj membri , & Viene per molte occafioni, ò difonerchio tr attaglio , ò di
mal go:ierno,effendo fi fatto patir l'animale di caldo,ò difreddo,ò difete
ò di fumerò per bauer mangiato troppo orzo nuouo, bfìeio, ò paglia cor- ■
rotta, òperbauer tenuta troppo l 'orina , ò per non effe vgli Hato canato^
fangue^qumdo era bifogno ; Conofciutofi dunque fi fatto male, è di me-
* filerò j che previamente fi faccia ilfalaffo nelle vene del collo y 0 ver del
petto y &poi glifi dia à bere meza bemina ài aceto fqftllitico , ilquale
àquejìi morbi è molto proprio , & efficace : TS(j fi manchi di fargli due
volte il dì rkeuere il fumo difmirnio , & Incenfo , poftì in vn vafe pie-
Trifera no di bragia fotto al capo . Quella confezione, che Gioitami Damafceno
buona p compofe per vfo d'huominiychiamandolaT rifera far acenica, diceeffere
0 ' fiata jperimentata ancor nella cura de i Giumenti, perche dandofene
vn' oncia con vino caldo, fi rimedia mirabilmente al dolorerò tremar de'l
Se^ni de' core->e alle fine opiy & alle febbri ,&alle 5ìanche?ge,ò languori ditutto
mali del il corpo . ffegni cofi del male del cuore, come delle fincopiy che per efìa
cuore, tal volta vengono, fono (oltragli altri ) il tatto freddo del nafo , e delle
orecchie > il tremore y il fiato ffiefioyil collo chinato , & la debolezza di
non poter fi tenere in piedi : Ma fé cacciandogli la lingua fuor della bocca
egli con fatica la ritiri, fappiafiyc he diffìcilmente potrà fcampare-.ilqual
Sincopi fogno in molte altre infermità certamente infallibile fi ritroua. Vengo-
come e ^ no ancora lefìncopi , ò di vernò per malignità di qualche humor veleno-
quado \'c f0yChe aff alti il cuore , b dieflatepihfi>ejfoperfiiffocatione di fidila cal-
daio pur ingombrata di tai letami > che con la loro f timo fità refi fingano jj
i vitali filtriti per ca.hr eionde il Giumento addolorato? contorcimenti fi
volta fpeffo neldeflro latOymofira gli occhi roffi, &fà nera? òfanguino-
fa l'orina. 1>{el qual cafo parimente conuengono le fagnie del collo, ò
del petto-, le quali è meglio à fare in due giorni-, per non cauar molta
f angue la prima volta-.& conuengono ancor le ben ande dell'aceto fquil-
litico , per tre dì non dandogli orzo j ma herba verde , o fieno > ò brenno
bagnato . Tnoffi oltr acciò trarfugo di coriandri, ò di porri piantati,^
di cicorea , e$r cent aure a maggiore > e darne ogni di con acqua? aggiun-
gen doni pur falnitro : perche m tal modo la fopr a abbondanza del fan-
D IL'C JLV U 1 l 0, t 1 B. Vili. 71-5
j§ gue o di altro peccante humore fi verrà a diHruggere a poco à poco.
Sincopa ancor egli chiama quando l'animale , ò per molta ingiuria di <..
sformata fatica , ò per effergli Hata Jpeffo leuata la fella quando era c^e cofa
caldo , è venuto à tal lafei^a, e tal Languore , che non può andare , ne fu .
agevolmente giacere-) ma conia fchiena tirata, & con le gambe pari-
mente contratte fi lamenta , non fen^a febbre , la qual nella bocca cal-
da, & fece a fi manifeHa . e^f i quali fé gni bifogna , che aumrtifcam
bene iMarifcalchi ; perche molti per ignoranza curandolo come ripre-
fb ,fitrouano ingannati . e^fqveHo njn è da cauarfi f angue in quei pri-
mi giorni ,ma fono da far fi bagni nelle Jpalle,& nelle gambe con ac-
J5 qua bollita con cenere, <&• fate ,ò veramente bollita con alarne^.
jLìtri con figliano a fare fittfk di [otto il ventre con pietre calde , prui-
na bollito con rofmarino, pulegio , origano, & calaminta-* . Cfiouano
parimente le vntioni di vino , e d'olio , & i temperati e(fer c'iti , che'l
muouano à fudore , afcingandolo poi nella Hall a, oue nonfiahumi^fi
il fuolo , né duro : & per confortarlo , prendafi meliloto , & incenfo
rotondo, ana oncia vna, mirra, & radice di an-igallide , ana onde
due ,-zaffrano, & draganti, ana onde quattro, & ridotte in polite fi
diuidano in- tre parti ,: dandole in tre giorni, con due cucchiari di mele
per ogni volta : laqual ' compofitione perfettamentrfi può ancor' adopra-
q re ne gli Epiflotoni, ne i Tifici, & negli frafimi . Veramente da i (far- Cardiaci
diaci.non differirono in altro i Sincopati, fé non che quelli bah. manca- differifco
mento per male, che fa nella cadetta del cuor e, & quefli per fumo, sincopati
che proceda per altra via, & fi conofeono (come Vegetio narra) per
tali fegni,. che l'animale fi muouepiu pigramente del folito, come fé
fuffe impedito da reprenfione, ma vi è pur differenza : perche iripre fi
benché leuino tardi ipiedi , fogliano tutta viapiegare le gambe, &ca-
minare ;. mai fincopativanquafi legati di. tutto il corpo, & volendoft
corcare, fi gittano a terra con tutta laperjona,non fenica gemiti : volen-
doft aliare fanno vnfuriofo sfor^o,ma per lo dolore di tutte le membra,
/>. tardi fi drizzano ,. & non fi curano del mangiarci, llche prouieneò
per abbondanza d'humori, Ò per affanno^ccejjìuo , quando il troppo fu-
dore ha Hancati i neruì, & conquaffate le membra y lequali bifogna
riHorare con bagni di acqua mifta, con poluedi fieno , fcaldandogli il
filo della fchiena , le fratte, & le reni , poi rafeiugato fi deurà lunga-
mente fregare con vino, & olio :■& convna buona coperta indoffo fi fa-
rà rìpofare agiatamente in alio letto dipaglia, grfattoper tre gior-
ni, cofi, fia bene a rifcaldarto con quella beuanday che già il (olom-
hro
yi6 b Z l l jt G l b \1 *U
hyohauea prefadaquefto auttore; ma qui fi troua defcritta > in altro g
modo. Trendafi vrì oncia di mei lauato ( il che forfè èdaìeggerft
Meliloto) due di mirra , & quattro di draganti > quattro dram-
me di offrano > v?ia libbra di anagalUco > & vn' altra di
incenfo mafchio , & di tai cofe ridotte in fottìi pol-
ite y dianfene due cuccbiari con vna bemina
d'acqua calda , due ciati d'olio rofatOy
& due cucchiari di meley cofi
facendo in pia giorni fin
cbeeirifani. Ta-
rimene ajfer- P
mando >
che tal beuanda per Bolfì ancor ay &
per quei, cbe hanno il male
a del Tiro è loda-
tiffima-j .
Il VIWJ. DELL'OTTAVO LIBICO.
DI
£
DI PASQVAL CARACCIOLO
CA VALIER E ILLVST RE
NAPOLITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
LIBRO N O-N-O.
0T0 i morbi della tetta , & del petto > de
i quali appieno è ttato ragionato nel prece-
dente libro y chiede l' ordine y che fi tratti di
quelli del ventre inferiore , per il quale in-
tendiamo tutte quelle parti y che fono dal
diaframma in giù fin' allo ffo della pube y tra
le quali primieramente ci fi rapprcfentano
le indijpofitioni dello fiomaco. E dunque da.
fapereycbe emendo fi il magiareyé'l ben nel-
.. la cottiti cap acità riceuutoyfe con l'aiuto del
ealor naturale ottimamente fi cuocey& digerifceyparte d'eflo tirata por
) le vene del Mefenterio nel fegato fi coni-erte in f angue per foflent amen-
to di tutto,lcorpOy& parte in efcrementi.Ma fé per aunentura per qual- j^ajj- cpjC
• che cagione nonpofìa egli ben digerir fi yfi verrà à corrompereyò in gran prouégo-
. parte à conuertire in ventofitày dalle quali cagioni nafcey nonfolamen- no da in-
. te'l dolore dello flomace ^mala^aufea > ilfingultOy la deboleTga diap- dlJ>eItlQ'-
• petitoyle apqfieme ne le vlceragìoniy& diuerfi altrimaliyi quali con non
molta dtffcultàjaran conofcidtti dal buon Marifcalcoy fé con diligenza
offerueràgli atti > & movimenti dell'animale > ilquale benché non poffa
. parlareynon reflaperò > che non accenni con l'occhio il luogo y doueha.il
makiCalpettandoypiangendo j & lamentandofi Jfcejje volte . tAll'hofa
; bifogna
7ig szn/fzd^
bìfogna primieramente (fecodo'lColombro) chenellaflallafiafparfodel j
fieno ajj allacciò che egli volendo fi buttar in terra(come import unaméte '■
fuolfhrcjnon refti ojfefo; apprcfio è di attender fi alla fu. % cura conpaf-
Vntionc feggiarlofoauementey&' con bagnarlo di acqua caldai poi rafciugato
per dolo- vngeyl^@fr€garloperÌifìiUibi}&perlafcbie;ia con olio dilauroy eh-
ice. Ih commitney graffo di vn altro tana,!!*, ^ pece liquida inferno falda-
ti; la qualvnuone è buona per tutti-id ,. sriy ò torcimenti di ventrCy&fk
buona operatione ancora nella Str anguria. 'Del detto olio forino che fi*
perfettOygioua puf ad infondergli per lagola mc^a libbra alquanto cal-
do-ybenche per leuare qualfi voglia dolore cagionato per bumori crud yò
per ventofitàynon è cofay che tanto fa appropriata guanto l'inf afone dì *
me'za libbra d'acqua divitay la qual è molto gioueuole anco al Tetano ;
& alloJpafimo:& buttandoftper lo nafoy vale contra le freddure del ca-
po mirabilmente. Vale etiandio non meno contra la vento fità dclloHo-
macoyche contra lapaffion della teHay <& contra ManìeySpilenfeyVerti
giniy^r Taralifie quella confettioneyche confifte in z^fgarico,Jìici?.dos>&'
Cbamedrioana onde dieciyfagapenoy <£ropopanaceyanaonàeottQyfcme
di petrofemoloyarijlolochia rotonday& pepe ana onde cinqueycinnamo-
moy-raffranoyjpicaymirray & poluedicafia lignea ana onde quattro y &
"venticinque di coloquintida , ridotte infieme in fottil poluey & con mele
{piumato incorporate. Oltf acciò per cacciar fuori la ventofità del corpo
chefk dolori yproftteuole cofafia à dare con vino caldo vn' oncia dìque-
fi* altra miHurayfemexe di linoy& di anìfi ana onde ducyfinocchiycariùy
Miflura fóer montan°ì'^"cimino ana ància me^aypepeye ^edoaria ana oncia vnay
per difea & due dì fiori di camomilla con vna mano di fieno grecoyognì cofa pefia
ciar le ve fottilmente , &col mele confetta. Et co fi per quelli che patifeono dello
colica . Cornac Oynonpoffendo digerire ycome per quelliyche finitamente vengono
A tremar , ò che hanno fpa fimo > può vfarft queHa compofitione , galan-
gaynoci mofeadey cinnamomo , pepe lungoy^en^iuero y e garvfkli ana on-
de dueyaniftymaratrO)ameosyfefeliycaruiy& cimino ana oncia vnaypetti ff
& mifiicati y col mele > aggiunteui di fugo di citr angolo onde due . La.
confettìone del fieno greco ordinata da Hippocratey & approuata dai
tutti ìfanìy egli afferma giouare nonpure allo flomaco; ma à tutte l'al-
tre infermità > che al corpo aunenir poffono co fi degli animali ratìona-
liycome di brutti y facendoli à maraviglia ingranar ey e fìarfemprefani:
& f^in queflo modo > cheprefe cinque libbre di fieno greco fi fanno
romperey& in vn pignatto nuotto pien d'acqua fi fanno à fuoco tempera-
to cuocereytanto cheftan diuentate come poltigia. jlllhora vi fi mettono
trp libre di h ut irò divaccdfrefcoy&vna oncia di olio di lino co vn* altra
d'olio
«Z> E l . C 0 V *41L0 IIB. IX. 719
"m d'olio di noce,® mefcolata ogni cofainfieme, fi lena dal fuoco, poi fatte- .. «
ne tre pani, fi danno per tre dì in qual fi vogliafiagion, chefta. Sappiaft ftomaco
ben q uè Ho > che lo fìomaco più che per altra co fa fi viene- a malignare, com«(ì«i
quando l'animate pati] ce freddo , onelpafcereallacampagna^maffima- "no.
mente mangiando l'kerba col ghiaccio fopra,ò nella fialla,che fuffe ma~
V acconcia , ® colfuolo non len'afciutto : perche concependoft tal fred-
dezza, la virtù digefìiua rimane indebilita > ®~four abbonda Fbumor vi
fiofo flemmatico,® indigefio,che genera la *AnaUrofu,fomigliante (co
m'egli dieejà canino vomito,nbuttadofi per le viefourane il cibo co conti
nua naufea : sAtqual male bifogna rimediare gommando il Giumento
B in miglior luogo con orio,® fieno > e dargli in beuanda quella compofi-
tione di cofe catde,chepoco difopra habbiam deferitta, onero pcsìar tre
onde difementa deWherba chiamata gith,® con me^a cotila di olio,®
vnfeftaria di vino darglila in bocca;®- fé non volendo mangiare fi ve-
deffe hauer la bocca feruida,piena di reuma con le crene del palato rile-
vate a Ufi a à lifta , bifognera traigli della ter^a trena poco meno d'u-
na hemina di f angue,® fregatogli la bocca di origano & J ale, fargli feo-
lare quelle baue,pofi ia lauarla con acqua fredda,® fin 'alle fei bore da- ^-..r-.
poi no dargli cibo da nau fé a ancora fi toglie uia, dàdogli per lo nafo vna comeft ta
hemina di vino,aue fia petìo,® rifiatato vn e apod * aglio; alcuni veggédo glia via .
C t animale fchiuare il cibo,® fiore borriàop tutta la per fona co" peli ag-
gricciatagli danno fangue di porca giouanemifio con vino di pari mifit-
ratjtltricon vino dono le cepolle,òfcalognepefie,® fomenta di ruculay
g vero il licore,doue fiaUata tenuta a, molle l'artemifia , con mefcolarci
vnpoco difatnitro: gioverà etiandio pafcerlo di farina fé la ftagìone lo-
permetterà,® con varie forti diherbaggi atmangiareinuitarto : Mafie
all'incontro amenifie,ch€l duméto, per difufata,® intenfafhme,fifen- ..
tifie con/untare,® quanta più mangiavamo più appetifìe x che appetito OCjC|ie g»
canino,® Bolimone,à Bulfino fi fiuol dire ronde eglifpeffo syincurua;in die e come fi
tro,® ha tremare;® in certa andaret^A quella fi rimeàier addandogli curi.
B bocconi dipane frefeo pieni di vmo,maffimamentetrouandofiin viaggio,
che fiondo in cafagli fi potranno meglio darepìgnolipefti , òfior di fa-
rina, pur nel vino : ilche Hierocle afferma y dicendo ottimo foceorfa
efier'acauaUo, che perimpatiemradifitme cornine iafie à pericolare > .
dargli per bocca con vn corno vna parte di farina macerata nel vino »
e ridotta in fugo : ®" fé tal morbo andaffe innanzi y dar nel mede fimo
modo il fior della farina > o ? egli non potè fie durare, ®cimanxafiero te
cofeneceffarie per gli affamati y glifi pul dar vn beuerone di vino con
"vngugia di polite y Qpur'iltenemammoffato.y> con vinamettergli nella:
& ola.
%oU à pe%?o a, pe%go . Concio fia cofa che [olendo il più delle volte prò- £
Cedere qneflo inde da molto calore di aere , ò difktica , ò per lunghe vi-
gilieyò molta effufione di colera > ò per molta quantità di vermini: che di*
uorano il cibo dentro il ventre fecondo che la cagione potrà conofcerfi,
co fi deurà far fi la curalo con cibigroffi > & duri da digerire y come gra-
no cottoyfauefranteypane fenica fermento , pori iliache yvoua alleffe , &.
altre tali, ò veramente con dilicati e nutritiui y come le Trippe > nel
qMal modo gioverà grandemente anco/vngere tutto il corpo con vinoy
& olio tepidi contra pehyfregadolo bene alfotey& flropicciando la cuti-
Diarea cagna: 'Dalla corruttioney& indigestione de i cibi fi genera anco la Dia
che èz,8z rea,detta da Cjreci ancora GranitOydS-è vnfempliccflufo di humoriyche & L
come fi facendo grarugiti per lo ventreyfe ne uano àfeorrere per le parti fottaney
medichi, n qualflufìo può prender fi in buona parte > che la natura per fé medefì-
ma fi purgai) re : ma quando la quantità fuffe moltay& con debole^a di
Lie teria virthyf aria pericolo foyè dariflrignerfi con i rimcdlycheft-diranno.Lien-
teria , fi chiama quel fluffoy nel quale, quel che fi mangia , & che fi
bee, fi manda per lofeceffoy inquella medefima quantità , & qualità :
& fé preflamente non fi foueniffe, fiuta mortale : però conueneuole
cofa fiacche fi offendilo gli ordini dati già per la ragiatura , oltra iquali
Maefìro Coluccio daFlumarifece ottima ijperien^y con dar algiumen-
to due dì in beuanda roffi d'uouaycannellay7\iffran0ymirraycafìiay aceto,
Diséteria & vinoybattuti infieme .Ma difenteria dice efiere diuifione di intefliniy
edolore per qualche fcoriagioney& vlceragionedi quelli ycagionat a per
mala qualità di humoreycome di colera aduflayòf lemma falfo : òperop-
pilagione di fegatOyh rotture divene^ò per corrottine di aere y ò pervio-
, len%a di vento humido , & cattino fi comeèl'*Auflro .Ifegni di effafo-
i fluffi ia no<Juando alcun fliffio di che projjimamente fi fono detti > è durato più
di due ò tre giorni ; e talflufio èpu%jolente , acquofo y ò camofo > ò fan-
guinofo y ò bianco > ò vifeofo > & àguifa di aceto bolle alquanto in ter-
ra . Il rimedio è y che fi cauifangue dalle vene del collo , &.per molti
dì gli fi dia à bere la decottione della feor^a della querciuola , battendo
fatta le far quella , chi' è tra la corteccia di fuori e'I legno : ò glifi dia vi-
no roffo con polue di pomiceyche perfettamente riHringeyComc già da Ve
' getti fu affermato y il qual non mane a di ammonirci y chenonfitardi à
rimediare àflujji del ventreyperche fon molto perico lofi 3 & ciò fi faccia
dando la falutifera beuanda divino forte con galle di Soriay & carote^
infìemepefle y ò di vino con rberbaroJfia.E' buon rimedio ancora a dar
yn'hemina difalnitro in fottiliffimapolue ridotto in me%a oncia d'aceto
difciolta:ilqual nitro effendo vergine >fia migliore:ò yeremente con vn~
fefla-
DEL C^iVJSZLO) L1B.XI. yìt
[£ feftario di aceto, & acqua melata,dargli ma libbra dijlerco di pecorai
Buona ftmilmente dice effere quefla compofitione,che prefa me%a oncia
di pepe , & mera di pece , vna & mera di cafta , e due di cera con vna
libbra di lardone ne fàccia pafta, &ft diuida in per^j , i quali fi bagni-r
no in cera liquida, fi che ne reatino coperti effi bocconi, che fi daranno .
M.Luigiper curare i flufjì prendea dodici roffì d'voua leffatein aceto,&
fattane polite le mefcolaua con vna taya di farina difaue , & vrì altra
di farina di cavagne mondate: indi difciolta ogni cofa in due ta'rje di vi
no bianco,& mera di aceto forte,le daua à bere. Tal volta daua beuero-
ni diquefte due farine bollite in acqua.Tal volta daua ftemperate col vi
no la farina delle e a^iagne, e quella del grano . Tal volta bauendo fatto
B bollire alquanto d'orilo prendea treta^e di quella acqua, & mefcolata
ui mera libbra di farina d'orbo e vn bicebiero d'olio, tornaua à bollire ,
poi colate vi aggiongnea due bicchieri di olio,e mera oncia di cannella,e
daua a bere.Tal volta fea nell'acqua bollire orro,paglia di grano,e femè
tre di nafiurtio,e quella decottioue buttauaper bocca} & nell'acqua ordì
naria,che gli daua per bere,mettea femenre di lenticchie, e face alo anda
re vn poco.Vfaua ancora di dareà i Difenterici beuade di vino co femen
tre di lattuche,ò con fiori di cauoli pefti,ò con polue di una tortorella,che
uiua fi foffe fatta abruciare dentro unpignatto afe luto, e ben coperto : /'/
che propriaméte adoprauafe la fcorrenrafufse fiata co [angue oltre che
' ogni volt a,ch 'egli haueffe veduto vfeir sague per lo fecejfo, primieramé
te il fea infagnare nel palato, poi gli daua per bocca la radice de gli al-
buri mefcolata co vino dolce,& farina digrano,& affongia di porco boi
lite in acqua: e di quell'acqua sbruffaua ancora l'orro.T^e mlcaua di ado
per are le beuande di aceto con lagalanga pefla,ò di aceto con acqua mi-
Ho,e bollito con fcorre,e con fiori di melo granato. Hierocle fcriue, che'l
fiujfo del ventre inuecchiandofinell animale,gli confuma le forile à poco
à poco, e conduce à morte,però bifogna curarlo fin dal principio,dadogli
Vorrò bagnato d'aceto,& miflo con paglia minuta di frumento aggiuto
M alquato delrhoo, ò rhu,che chiamano coriario,percioche svfa al con
ciar delle pelli,& volgarmente fomac co è detto. Gioua ancora pestarle
frondi del rhamno,cffè vna forte di fpina,& fattine con farina, et acqua
* bocconi , buttarglieli nella gola, ònel fimil modo le femenre del carda-
momo^ de gli agretti ( coni altri dicono) peHe , edifcioltein vnpoco di
ncqua. Conuiene oltr acciò non dargli cibo afsaifecco, ne troppo da bere:
j& nell' acqua farà bene à mettere giunchi pefìi , ò tenere cime di quelle
fpine,che producono more,non molto però , accioche no 7 facciano troppo
Mitico diuentaremefi manchi di farlo alquanto paffeggiare . enfiano
Z 2 ^ Mari-
72S -B É't tu qt 0 711 ìjf
Marifcalco lodano, , che fi brusìolaffe l'orbo, sbruffandolo con vn poc° £
d'aceto nel brustolare ;pev che fe-dopo bru fiutato fi sbruffafie,il Giumen-
to per l'odore}non ne mangiarebbc. <Altri hauendo bruJlolate}e ridotte fé
fottìi poiuc tre hemim di uinacciiìoli>& mcfcokitom altretanto di fari-
na di frumento contrefeslari di acqua pura, guel buttano in canna con
tino imbattono piria (come dicono)® non d'ori^symadi minuta paglia lQ
cibano . Rippocrate vuole , che fi dia a bere acetofa con vino auslero , o
tal vino bollito con fiondi di fpine,ovino,® farina , òconvnfeslario di
"pino puro me^a oncia di laferpitio:ò veramente fei onde di fmirtelle ne-
re benpesìe con vn feflario di portulaca di horto difcioglianfi in altret-
tanto di vino dolce : ®fe iCauallo non voleffe berne ,aggiungaui fi fari- g
nad 'amido , e dì a fi ' à mangiare or^o brt.ftolato . Fu altra beuanda egli
compone con fior di pino y fomac chi ,® galle jLlefi andane ana libbra v-
nayaff e aio, abrotano hifiopo, ® ruta analibbramc^a , incorporate con
y ino. Tiberio dice , eh e quando fi. vede il cauallo per haueril. ventre liquir
do portare le gambe quafi legategli fi faccia patir fete , ® poi gli fi dia-
no a\ bere due onde d'HiJfòpo infufo in acqua ; ®fe non fi libera , cauifì
■prima fangne dalle ginocchiate dalie-gambe, &factiafiftare entro V ac-
qua per me^a horaypoi neW acqua,che bara à ber e,mett a fhpolue di frond-
ài di rouifecche . (fioua etiandio à dargli a bere, in vna hemina dìfapo—
rofo vino ® vn\altra di acquatomi granati,®' farina. .-. oper tre-giorni G-
buttargli in canna slerco dicane difciolto invino vecchio,®' ben colato.
Gregorio per t'animai 'Difentericoordinò ipafieUiy ale tirelle in- queflo-
modo che fi prenda far ina di amido y® acatia ana oncia vnaT^affrano-y
incenfo > ®- mirra ana onde fei,contre di opio , ®vna ® meta di. lido
&poi che ogni vna indìfparte farà- ben pesta gitomi fi àpesìarle tutte in-
fameyaggiugnendoui decattione di rofe,o difalegaro , o di mirto verde
per due giorni in vn mortaro , indi afeiutta. chefia la minima y adòprifi.
conia detta decottione ; hauendogli prima fatto vn clifiere difugo di fa-
Ugaro.M'a fe4' ufcitefuffero imbrattate di fangue,bifogneria conia tirel-
la incorporar la pietra ematica . Toffafi ancora fare di tal' compofitione
fuppofte lunghe;® vt ile è parimente advngerne l'ombitico,lo slomaco ti
Gauallo e tutt0 ^ventre > Hor'\A flirto narra > che quando il flufìo è venuto a\
che man- ^Dìfenteria, ciòey che V intestina fon dì tal modo efi ulcerate y clje cor*
di fuor il lofierco muccofo. Mandeno fuori il f angue ùl budello con vnofpefìo dè*-
bu dello ° fiderio di buttare fuolrouefciarfiy ®vjc ir fuori del fondamento y alta-
meli foc- qu^ àifauentura ilCanallopiu che V \Afino > ò'imulo èfottoposlo .* on-
sorra. de bifógna tagliar via quel di fuoriycht come fouerclno.sAliri dicono tav
gliarh attorno ,. o disUc cario : oauwnenteyero) fd?iuando di non tar-
siar i
s Et curati i o> 1 7 1\ ne. jn?
rjl glia? parte alcuna dette parti ultime , che fi Hrìngòno,'cìoè della coroni?
del fondamento al qual mai più non rientrerebbe, & reftandt apertola
feberia fuori il budello,clje gì' è Vicina^ l'animai no patria più viuere.
Fatta queìla opra di mano , egli vuole j che fi dia è bére vn'bemina di
aceto mijlo con mele bollito confeor-rc di pomi granati : ò pefie,& cri-
vellate le galle ,fkcciafene,pafia coni affiorato , & à bocconi fi butti in
canna\l<[e fi manchi Hi dar mescolate le fiondi deU'bedera tra la biada,
tagliate minuitzmente con vn coltello. Tal cura di taglio daVegetio an-
corale dalColombro fi giudica necefiaria, condir, che altrimenti non fi
riuòlgeria dentro quella parte vfcitafuori,laquale quando ben non fi po-
lì teffe tagliare tutta , non importeria ; perche quelpoco,che rimarrebbe ,
rientreria guarendo fi a poco àpoco .Siltri nondimeno fon di parere, che
quando ilfedercafcaffe:o reslajfe fuori,deggia bagnar fi d 'olio caldo^raf
fo di pecoru,& acq.-:a tepida; & pian piano Jpingerfi dentro: pò feia met-
tergli per clistere le mede fime co fé, aggiuntavi gomma cotta . llI{ufio
loda , che fo ura il budello vfeito dal fondamento fi f^arga fale Ben trito
&ripoHo che s'babbia dentro, vi fi metta vnpergo di lardo , fatto à
modo difoppasla^fkcendoui difoura tenere la. maina cotta-*. <J%C.Tier
■^Andrea con vino bianco, à vermiglio perfetto bollito con rofmarino, &
con l'berba chiamata slepa bianca fole a lauar due,ò tre volte il dìilpo-
^ flerolo(com 'egli diceajò budello vfeito fuori :& fé per fé non rientraua,
egli afciugatolo con va panno caldo , gentilmente con la mano il rimet-
tea dentro, & pofeia co'l detto panno caldo oppìlaua il forame benfiret
to , & facendo paff aria coda infra le cofeie, la legaua con la cignia da-
uanti > poi quando il cauaUo hauefie voluto votar il ventre , glie la feio-
gliea,è tornauaafkre ilfomigliante, cofì continouando finche fi fiiffe gua
rito àpieno. Et perelye tal male fuoV auuenire per d;<c cagioni contrarie)
diflercorare , ò troppo liquido , ì» troppo fecco , eglifefvffe fiata la pri-
ma caufa* giifea elicere di farina di grano riforme fidata con vino , in
. cuifojfero bollite le dette herbe infiemecon vn poco di camomilla , dan-
dogli à mangiar orxp,& paglia ben monda; fé fuffe fiata lajeconda,feà
il clifiere con malua, mercorella, brenna, leuatina, olio -, e graffo di bec-
co , v fondo per cibo brenno,boRito, e tenuta alfereno quando era evertè ,
ò raffreddato alcouerto , quando era verno , & per lo bere fi ferula del-
l'acqua,oue quello era bollito : facendo difrefea tale iecottiove di voi- CauaNo
ì a involta-,. Quando il feder fuffe rotto, Eumelo vuole, chevifiChzbbii
metta incenfo bollito in vino di buon fapore , ò veramente, che fivn- rotto il fé
ga prima d'olio, &poi vi fi metta cenere d'Ireos abruciato . Telagonic me ^ Cl^
dice ogni rottura , che fujfe nel federe, curarfi con f angue di drago, <& ri.
IZ 2 fugQ
724 h t l l U G L 0 \ I Jt
fugo di porro, me f colati confale, pece, olio-, & affungia vecchia. <isfgo- E
vlceragj.o fìino Colombrofcriue,che nel federe fuolfhrfi alcuna vlceragione,ò [cor-
ni &c.i|£l tìcament0)ò tumore,quando per adufiionedi colera nera moltiplicata in
quelle parti , & quando per violenta di Cerchi fecchi e duri , che venga
no ad apprir le vene hemorroidali : & per curare fi fktti mali è dafaper
fh che alando afeiutto il luogo off efo fenica purgar materia alcuna,vi Ha
rà bene vno vnguento fatto con eguali portioni di midolli d'ofi a di bue
e di ceruo,edi mafcelle diporco,butiro di vacca fenya fale,olio commu-
ne > e di mirto, & litt argino, aggiuntaui alquanta cera.Mafen'vfcifie
bumor marciofo ,ò pur acquo fo, ve ne farà conueneuole vn altro, ilqual
contiene litargireo, biacca, maftice, aloe, incenfo,farcocolla}mumia,& *
bolo armeno,per egual pefo polueri?ati,& confitti con olio,ò veramente
mettafinel budello vna misura di galle , cicuta, pimpinella, e feorze
di pomi granati ben peHe infieme \&fe conquefte cure nonfiguarif-
fe, & lo fmaltir gli veniffe à forza ìjpingafìil braccio vnto d'olio calda
entro il budello,e trouate quelle pie e iole eminente , che producono /' hu-
more , procurifi difiacarle con le vnghie , & poi vi fi metta l'vntionc^>,
lei *& 1° Ma grandemente pericolofì,& mortali fono i dolori Colici , &Iliaci:ne
1 iaci . ' quali hifògna vfarfì grand ifiima diligenza > &preftezga,percbe mol-
te altre forti d'infermità fi poffono alquanto più prolungare: ma tali do- q
Errori di lori,fe preflamente non fi rimedia ,prefiamentefogliono reccar morte :
Marefcal- benché il poco fapere de' Marefcalcbi giudichi facilmente poter fi curare
no i dolo* ^ cm mcantl 5 ò con altre fimili fhuole, ad vfanya divecchiareUe: &fì
li colici, come ogni dolore,che nel ventre fi muoue,fh riuoltare,e torcere l'anima-
le per terra>per la qual cofa da (jreci è chiamato ftrofo: cofi filmano ef-
ferfempre vna cagione : & molti ne fun perire :impoffibile effendo, che
fia efficacia la medicinale pnmanonfia conofeiuta la forte del male per
Chorda- fegniproprij,& per ragioni , Sente tal volta il Cauallo vn dolor afprijfi*
^ * moyche è nominato Chorda^o , quando le budella per vento fità, ò fmno-
fità fi ttirano come vna corda , & in fi fritto modo fi legano infieme, che H
l'animale è corretto di vomitare è non pur il cibo, & l'acqua, ma lo
fieno ancora: & fentendo grandi ffìmainfiammazione intorno àl'om-
bilicOjfi va riuoltando con tanto impeto ycFe ; cnpà^~&viene à morte: il
qual dolor e da alcuni è chiamato Jliaco per generarfì nell'interino fot-
tile,ileo nominato , ilquale efiendo ferrato per infìamagione , 0 per ejìer-
fi lo HercB nel fin d~effo molto induritolo l fa cadere nella concauità dei
budello longanone , per lo quale ordinariamente la feccia delle cofe dige-
rite difeende: onde il ventre fi gonfia tra le vìfeere, & fente cofi acerbi
dolori^ morfirfbe l'animale gitta?idofi àterra,ftendei piedi calcitran-
do :
bit C JIV j£LLO> US. IX. 7*f
jt do,& quanto più per Vimp atien%a fi va sbal^ando,& volteggiando più
crefee la ventofìtà,laqual mescolata fi conio flerco,non frenando ufcitay
accrefee la pena. Si generano parimente nell interino crafo,nominato- -
Colon^grauiffimi dolori , che perciò coficidettifono, iqualiperlopiicna- nell'inte-
feonodaventoftà. UorV egetio ordina,chequantunque fi reggia l'ani- iìiaocitf
male gir fi cafi rivoltando per terra-, gli fia abbondantemente bagnato di '0f
olio il forame difotto,per lo quale fi f^inga la mano entro il budello drit-
toyperche tr oh andò cjlo budello aperto co fottìi buco, fifaprà effe/ doglia -|-
di cojpoy&fi tenterà di tirare io fieno ver fola mano fhcédo pofeia quel
urimedtficbe fi conuengono , fé tastando, fi trotterai budello ferrato,&
fuffogato;che appena vipoffa entrar la mano,con ejferui pocoflerco, &
£ ridotto inpilhde,fi diràeffer oppilagione , la qual bifognerà rifoluere^J
con clisleri,&- vntioni .Ma trouandofi non bauer molto fler co , ne e fere —
fortemente enfiato , fi giudicherà effer doglia di fiomaco , la quale con
calde beuande , & fregagioni potrà curar fi , ma trouandofi gonfio, &'
fomigliante ad vn tamburo, fi terrà per certo il budello fottflehauer la
pajfione digran pericolone conprefle^a non fi foccorra in queflo modoy
ilqual potrà parimente feruire ne gli altri dolori, che fi fon detti , che al -~l_
Giumento fan lungamente faldate le reni con acqua calda , <& accio- \
che il vapore poffa più penetrare , vi fi metta ff>effo bagnato di quella il
fieno , & poi con buone fchiauìne cinto fi fàccia Hare in luogo caldo .
' Oltr acciò farà bene fregarlo tutto con calda mifìura dì olio commune^ -r.
olio di lauro,& pece hquida,vngendone parimente i tesìicoli, & infon-
dendone trai orecchie ;e tal fregagione deurà durare,fin ci/egli incomin
eia fidare, & fuentare per le parti di fiotto, dal qualfegno buona ff?e-
rawza di fanitàfii potrà pigliar e. *ì<{e fi manchi di dargli ogni giorno qi- e - -rr
Ha beuanda,che fcalda,& rifiolue il ventre, laqual riceue cinquanta gr 0.
nella di pepe,cimino ^ìleffandrino,cimino africano; e vetro fello quanto
con quattro dita fi può apprendere di ciaficunoyfieme^a d'apio,mirra,ne-
£ pita,& triffagine egualmente; & nitro e la me^a parte dell altre cofe,le
quai ben trite faranno con vino caldo,& olio di pari mifura,& con me-
le à baftan%a,meficolate,e difciolte. Quando fi fatto rimedio nongiouaf- -4—
fé mettanfiper tutto il corpo facchetti di calda femolaffieffo rinouati^
fiaccianfii fpejfi clifìeri con acqua calda , & olio me j colato con fal$ •> me-
le, nitro, &voua ; o veramente in luogo di tai clifleri, adoprinfi le S~
fupposìe di lunghi,e duripaslelli,fkttidi fale,& mele infeme cotti , che
cofi aperto,& allargato il ventre, verrà a cacciar fiorila vento fità, & <. . ,.
la feccia. Se nel metter della mano tragliintefìini, vifitrouerà vna ^0\Qr CQm
gran durezza firmile ad vna %ucca^ fi Slimerà da colico dolore effer uefii lieo.
ZZ 3 fato
jió D E l L jì G L 0 \1 A
fitto l'.ammaleyilqualefi vedràttar volentieri corcato al lato dèftro,e dì g
fienderfi al forcar/i di orinare: e> quanto pia duro fi fentirà effo budel-
lo , più. lungo farà il dolore >. benché al pia non fi a per p affare il quinto
giorno : e falutif ero fegno fia/e appreffò al cliflere, od à la beuanda , egli
manderà fuori abbondanza di fieno d::ro . Di quefìo male de finteflino
feanJ1 di chinato Colotiy che fuol produrre enfiagioni^ dolore, fuol'efier figno >
eflb. che'l Giumento va fraudando con i pie dinamjyle appetifee, il pafieggia-
(Yefi>cffo,èlcdlo della fialla,benche fi i con diligenza couerto ; & fi può
curare br affando gli nelle narici lafero firiaco Stemperato in vinotepido*
tAltrone dice- y che lapafjìone colica fuol tormentar grane mente gli ani-
mali: fi che filando in piedi gli fa cadere à.guifa di attratti y a mal cadu-
co^ beuendo acqua fiedda,fudanoytremraoy efianno anguHioft\; per li
/ ,. quali ottimo rimedio ria pigliare anifì di poncoy petrofemolo yfeme di fi-
nocchio > marrubio,abrotano,yzen7ero , eijr ruta ana oncia unaypepenero
<& centaurea maggiorery & minore anacmie dney camepitìo yepulegio>
ana oncia mexa,tre di aneto, & vna>& me%a di apioy.con quattro fcro-
poli di lìblfìico y & altrettanti di eupatorio : e di tali cofepefte infìemey
&ben cernute incorporate con due libbre di mele, [chiamato ; poi fatta
compofitione^fe ne dia quanto f uff e^ vn'auellana con vn fefìario di acqua
*7 tepida ogni volta , &fe'l dolore perfeueraffe ,. diafi à bere vn fefìario di:
vinofekietto con cinque cuc chiari difemmra di finocchi ben tritta,ò ve g
r amente con alquanto di pepe , &con la pò lue della pelle dei ventre di'
vn polio ficca, al forno. La prima compofitione egli prefeda Tehgonioyil
quale r -acconta efiere Hata già ordinata da. (elfo in queftafoggia,rcnpon
ticoypetrofemoloyfemi d'apioye difinocchioypepe nero > marrubio ,,ahro-
tanoyleuifìicoyaglioy cent aure a+pulegio mondo , <& ruta ana oncia vnay
aìugayeupatorio,e renderò ana oncia me^ayvno fcropoladi aneto , e due
libbre di mele cottoybenche altri, di tal mifiura lettati V agli,mettono. del-
la rutay e dell'eupatorio anafcropoli quattro?, &• fei oncie dina : richie-
di dendo delta centaurea le femenre . (jioueria parimente (fecondo cofluiji
pigliar vn'hemina di vin vecchioyvn' oncia d'incenfo , cinque d' aceto, <&■
quattro cucch.iari di mele , e di tutto fatte tre parti y darle al colico in ff
e tre giorni ,. facendolo caminare con buone coperte in dofìo . K[e difutile
farla à dargli à bere con vino > e-r pepe ta [corra pefta de i capparifecca
al fumo : benché alcuni mettano gli Hefjì e appari . Il ¥ errato dice,che'l
poloi ^ dolore colico non è altroché paffìone dell'interino >. cagionatola vento-
fia. ' fìt* quiui rinchìufa > laqual non poffendo V animale fuent are , fi gitta
gonfio in terra , &fuda,.etar^p reHa di menarfi, quanto per auuentu-
rafi trouerà con lodino giufo , <& con. i piedi aizzati > & aitai dolore egli
fuol
1> EL C UV Jil LO, l lì. IX. 727
*À juol venire per hauer fi abeuerato caldo , ò di acqua fetida , e canina >
ò per bauere cangiata Gialla. Quando dnnque,fi voglia [occorrere alfuo
male,facciafiper la prima cofaì'infagnia delle nafche, e de i fianchi) &
dopò quella vn garzone battendo conia mano c-at ciato dal budello quan-
to diìlerco viharatroncCto ,meuaui inglobo di due onde di mele , &
una di [ale amm a fiate con tre dramme d'olio^ficcando il braccio quanto
più in dentro poffa:<& ciò non giouando,facciagli un clifiere con aloe epa f-,
tica,e tre forti di-olij , uiolato,)ofato, e di noce col uino incorporati : col
qudl rimedio fé fra-quattro bore ei non migliorerà ,fappiafi , che. fra tré
_ altre uervàà morte , ma la paffione Iliaca, dice effer quando il Cauallo ìPaflìone
dimofha doglia nel federe, & che non pofiendo cacciar fuori le feerie , Iliaca
tempeflaper terra,& col membro fuaginato orina fpefio; mafemprepo ^l"3»
co,& lentamentezper lo cui rimedio vuol,cbeficaui da i fianchi fangue,
<&■ che fi faccia passeggiare , acciò non fi cortèi : battendogli prima fatti ■
due clisìeri communi con la decottione deilaremola , & dell'herbadi
muro: & che per dif cacciar la vento fita raccolta dentro , fi mettano à i
rognoni fachetti e aldi pieni di brenno,fcaldato invna caldaiafen^'ac-
qua:ejrfe ciò nongiouaffe, diafi ubere per quattro giorni (che tanto fuol
durare fi fatto male)aj£uajtimereoreUa,e di radice ilendiuia mifla con -
£ olio commune,& aglipefii. Oltracciò grandemente approua la beuan- ,
da del vino con la teriaca, & .Aloe epatica & per generale rimedio de
i dolori afferma effer e conueneuolc il trar f angue da i fianchi, fi co me per
le febbri fifa dal collo ;& perche il ritener delle feerie fuol mandar catti
uè effalagioni alla tefia,non disloda l'infagnìa delle tempie ancora. Teon Cauallo
netto ferine ; che quando ileauallo fi è ripieno di troppo cibo , e non l'ha npienodi
digerito,/} fuol generar nel budello Cotonina co fa molto dura,che rifiri ^0 $fCi
gnendo il meato,onde pafia l'orina, dà grandi dolori ali animale, ilqual
fi vede mordere fé medefimo , ejpefio leuarfi con impeto-, t paffeggiare ,
& poi tornare à giacere vn altra volta,& Voltare il mufo verfo lafchie
t> na,& fojpir areali bora vuole, che fi aiuti,meuendo la mano vnta nel
federe , conia quale canato fuori lo slerco , che fi troni, s'babbia afte-
gare loferoto della veftca leggiermente; accioche orini:fhtto queflo dia
glifi per bócca fugo di cavoli bollito con vn ciato di fugo d'appio in Vna
hemina d'olio,&vn' altra di vino-poi s'vngail ventre con vino, & olio
caldi,e di più gli fi faccia vn clifiere pur d 'olio, e di vino, facendolo ca-
mbiare in sù>& ingiù , accioche la vento fità ne efea; perche fé pur 'una
fiata eg lifuentaffe , uerrebbe ad alleggerir fi di tanta infiaggione; per lo
qual effetto gioua medefimamente à legargli grettamente ne i fianchi meo
facchetti pieni di paglia minuta,bagnata in acqua calda,che lo rifcaldi-
ZZ 4 no:&
j2,8 DELL^£ G L 0 B^ I Jt
no:& fé per auuentura gli foorauenife angofcia, ò sfinimento di cuore > £
diagli fi à mangiar auena, ò fien verde, ò pur [ecco sbruffano d'acqua, e
diaglifi à bere in abbondanti.! fegni di fallite fono l'orecchie bajfe, ilfia>
to e aldo,&for7^ato,&~ l'andar del corpo . ^4d' incontro fi potrà tenere
per ijpedito , quando fi uzdrà il fiato raro, i fi anch'i fidati, le narici fred-
.. de,le gambe , el collo rigiii,e'l membro caduto in fuori . jL quelli, che
nel biutel ^mno doglie.ncl budello Ileo , vuol, che fan fatti clifieri con decottione-
lo Ileo co di bietole,& falnitro,e bdelliopeHo , & chefian lavati con acquacalda-
me Ci foc- e tenuti couerti col fuoco apprejfo, dando fi loro à mangiar fkrraina,ò fie
corrano. nQ tenero^ pur' altre cofe, che muouaao il ventre. Ts^e fi dee mancar del
l'aiuto della m ino vnta per cavar quel chef troua uellintefliuo, & vti-$
liffimofia di dare à otre le femen xe delle biete con vino, & olio-fò vera-
mente con vino fchietto, buttar e perle narici larajpatura dell' vnghie de
ipiè didietro. lAffirto dice,che al Giumento ileofj , ilquale rigetta il ci-
bo per la bocca ò per lo nafo, bifogm prim i con la m ino aprir (come s'è
dettofla aia allo jlerco, pofeia infondergli per lo nafo acqua conolio, <&
falnitro,la qual acqua miglior farà ; fé co i quella fan cotte biete. Oltra
acciò conacqua calda fumentargli la fchiena, e tutta la groppa, non
lafciandolo entrare in acqua freddi, e dargli à mangiar fien uerde, ò or-
-%o cotto,ò farina d'orbo ,ò veramente auena macinata, e sbruffata di r
falnitro. M. Luigi fole a dar per lo nafo difciolta in acquala me de fima
feccia che conia manohauea tratta dal fondamento:e talvolta all' ac-
qua tepida, olio , e falnitro aggiunge a vino, parimente buttandolo per la
nafca.Quando l'animai vomita l'acqua,che hà.beuuta,dinotapatir nello
ch^uornT ftomaco molto freddo,& richiede , che tratogli fangue del colh , gli fia-
rai'acqua no.date beuande cald>,& con calde vationi fregate le fp alleai petto: &
beuuta che gli fia purgato ancora il capo per via d'elle narici, con efergli dato
perche ilfenape,fe pur bi fogni , & è in qnefla da, bauerfi grandijfi-n x auuerten-
<za,concio fia che ^ihfL andrò ^ifrodifeo fk va problema,perche ilcanal-
loquando vomita muore ? & virifponde , perche forfè il vomitar glie n
contranatura , opiu tofl),perche èfegno , ch'eglihabbia dentro il corpo
coffìche gli è cagione di morte . Hierocle per general rimedio delle bu-
della ordina quefla confettione efficaciffina, che prefo graffo di toro,pu-
legiO)Origano,thimo,ruta,& la fere gallico ana libbra mexa co vna d'a-
pio,^ vn' altra di calaminta, fi facciano infieme bollire tanto , che cali
Uterxoi&poife ni dia à bore in ibhndvi?a;T Uoffi ancora inqueft'al-
Dolor del fro modofanar'il dolore dell' inteUina , che'l ventre del Qutallofi leghi
come ^fi flrett0 con panni caldi, & poi fi faccia correre in volta in fiicbe fudi ..
(ani. Giona pur 4 e aitargli f angue dalle gambe di dietro, & bagnarlo di acqua.
calda.
<D E l C^ V JLLLO, LI B. TX. 729
f calda, facendolo flare in luogo f caldo , e dargli à bere decottionc di fari-
na di frumento,oue fiati me folate due onde difalnitro, & vna d'olio;ò
•vero dargli vuefrefche cotte con mera libbra d'olio dentro t'acqua . Il
mede fimo effetto fi fà,fe poslefi con aceto à liquefare in vn vafe ài terra,
nuouo pece,cjr cera, vi s'aggiungano slorace, & opopanace triti,& Ie-
ttato il vafo dal fuoco , vi fi metta galbano . Olfr acciò egli ferine , che
quando al giumento auuiene la epiHrofi,dò è il rouefeiamento dell' inte .„
s~tino,fi troua in gran pericolo della vitayl fegno del malése che con i pie ^ CO[tìC fi
dinanyipoco fipuote fbingere ,& a quelli ac e osi a quei di dietro , neper medichi.
lo dolore fi può piegare . (oloro dunque i quali con metterla mino per
ì lo federe, penf ano di ridurlo alVord.in.fuo ; fono in errore,perche non falò
no'lpofìono effettuare , mapiutofh vicagionano infiammagioni , egon-
fieT^a-fJ^feglio vi firimedia con farlo galoppare in volte, &lafciar!o
poi riuoltarper terra, che cofi il budello fuol raffettayfi, dandogli maffi-
mamente per la bocca,& per le narici via dolce, & laferpitio. Il mede- Natura
fimo à punto afferma ^ijjìrto,il quale aggiunge^ he la natura dell iute- deh inte-
fiino grande non è in tutti eguale, perche alcuni fi ' fuole flendere fettan- ^e ^nìer-
tadue piediin lunghe-zja , in alcuni quaranta due ; intendendo fi però <in fo ne gli
quelli,che fonno d'età perfetta ;per eh e i poliedri l'hanno minore. Scriuefi animali.
parimente da ambidiie,che qualche volta il lunganone fi rivolge in ma-
nierale lo Herco non può calare, e'I ventre fi troua oppilatocon grade "^r"^
offefa di tutto il corpo ; ilchefi conofee àquefìi fegni , ché'lcauallo porta COme fico
la coda Uefa infuori, & le narici aperte,battc col pie la terra,& odora nofea .•
ifuoi letami) fuda ,di fatto l'ali, e talhora trema con certi grk doli nelle
fpalle,mofìrafpefìo il membro fuor i,come fé volejfe orinar ■e,-.*? fpe fio an-
cor fi volteggiaci chenon è da prohibirfi, perche gligioua,&- per curar-
loybifogna dargli per bocca due hemine d'olio,e di vino : ò per lafmifìra
narice l' opopanace trito , & l'JLpio con la quarta parte di vino bianco -
Infogna ancora furio fpe fo paleggiare, dandogli a mangiare fen uerde,
0 €jr mefcolargli falnitroalbere , benché dal primo dì innanzi gli faran
buoni i tepidi beueroni di farina di grano ; &foura tutto non fi manchi
ài far porre la mano entro il federe per tirar via lefeccie, che fi trottano
condenfate: & poi fi faccia vn clislere con quattro voua,duefes~tari de
olio, altrettanti di acqua calda , &falnitro à bafìan^a . Siimelo ordi-
na vn cliflere con quattro feflari di mele ?& otto di acqua calda, fei fero •
poli di. laferpitio, ejr radici di cocomero feluaggio quanto paia,che bafli ..
QueHo rimedio ciconfiglia, che fi frequenti per purgar 7 ventre, facen-
do dapoicaminare il (fiumento,x cui nel bere fi metta mele, elleboro,^
falnitra , utilmente etiandìofìda colfalnitro, il cimino faluatico me^-
7jo T>ZLljtqiO\ljt
fcolato : 'Ne meno efficacemente con la gentiana fi purgano i Giumenti» jp
&■ allo* ventre t acqua del canape altresì Tlinio ferine efier gioueuole .
Se alcun di loro intorno al federe baite fie rade per la molta acrimonia
dibumbrifo per pruritoyfipuò guarire [e pre fa l'herba, e he dicono cin-
que foglie } e quindici capi d' aglio , pe(li che fi ano, fé nefhccian e ire Ile ,
le quali raccolte con fei onde di mele,& vnfesìario d o Ho >fi buttino per
la narice finiflra : ò veramente gli fi diano à bere due bemine di lifcia
langlion colata, & vna di vino.t^gofìmo Colombro dice il Caualla foler fentire
ofFefo co- molto dolore quando l intestino chiamato Langlion ,cioè fondo , vafe di
me licun. Jjjoycbe^e'.fitrouariflrettoperloflercoy che è indurato^ per gonfie^
'za^ctìe 'u 'babbi a fatta l ' or%o indigefìo : il qual dolore egli dimoflra col F
portarla codatefa-> & con lo fpefìo corcarfi : peròapproua, cbeglifia
foccorfo con la mano vnta,& con cliftere di vino,falnitro,e Fterco di pa-
lombo, òdi gallina . Et perche à mitigari i dolori delle parti interne non
è coja più efficace , chel'vfode'clisleri, il qual nome fu prefo dal verbo
Clillere eleo , che inclinare dinota , com'egli ferme: non farà male do io qui tra-
o et- metta alcuni fuoi ricordi gioueuolià tal propofito : & quelli fono , che
fco'rfofo- l' animale è da tener fi in luogo,che venga à pendere dauanti , & 4 slare
pra efib . alto di dietro , accioebe pofa ritenere bene : & prima , che altro fi fac-
cia,èda nettai fi il hi dello con la mano vnta di olio caldo,traìoendo fuo-
ri la feccia , che vi fi troui,pofcia èdamirarfi , chela decottionenonfia G
fredda ne però molto calda ; perche fi come quefìa offenderebbe gran-
difjìmaméte la tenerezza del intefimo,co fi quella non farla operazione
■veruna ; però col tatto farà bene attenerci al me%o,chefia tepidetta,per
che in tal modo fi potrà meglio foffrire ,& ritenere più lungamente .Ol-
tracciò fi auuertnà, che nel mettere del cliftere non viferifea il veto in
alcun ?nodo perche penetrato al corpo per quella via, la natura hareb-
be fatica à difcacciarlo , & accioebe fi tolga ogni altra occafwne di co fi
fatte ventofità,no fi metta l'i finimento nelforame,cbe prima nofiapofla
la decottione entro la cal%a , la qual da poi fi terrà con le mani alte , fi #
che ninna parte ve ne rimanga, e l cannuolofi trarrà alla fine pian piano
fuori , non facendo per vn buono fpatio mouere il giumento. *Ajfìrto
fcriue,douerfi far il clistere con vrì orticello,ilquale habbia vn cannolino
vnto di cera , per quanto è daporfi dentro. Hor tornando al primiero di-
Tiolorenel fcorf° > e&i narra fentirfi ancor dolore nelVintefiino groffo chiamato Co-
l'inreltino lon tal volt a per bumorivifecfi generati quiui per freddo ,òper maladi
Colon p gefìione , tal volta per g) ade ventofità,che vi à rinchiufa , tal volta per
humon feccità,che vi fopr abbonda , ò per fouerebio effercitio,òper caldera di
Vl l aererò di cibile tal volta,perpoca effufione dell'humor colerico , chefuol
eccitare
DSL CJ. Vjt ItOy l I B.' TX. 73 1
•y- eccitare la virtù ejpulfwa ; & qualunque ne fra la caufiy quello dolore
colico ,è molto intenfo, benché di raro fé ne peri fot , fé prestamente vi fi
rimedi con i pastelli , ò di inde bollito con vna ter?^a di [ale , ò di J apone
bianco à grofieyga di nociy 0 del nero inuolto in carta bambagina) e fic-
cati dentro; 0 con elicer i fatti con tre cotile di fugo di radici di cocome-
ro feluaggioyvna di odorifero vino*, & vn 'altra di olioy'non mancando di
far bagni, con acqua calda per le reni y& vntioni con olio per li fianchi >
Jìropic dando benla cotenna, & tenendolo ben copertoconqualche man-
ta appreso al fuoco .. Giona medefìmamente fargli stufa [otto il ventre
con acqua fenda avella quale fi mettano delle pietre ^che ricettano il va-
% pore. Vtiliffwio ancora è ivfo delle beuande calde a digiuno date-, 0 di
vino con olioy & mele > ò di vino co n la radice del peucedano pefla , 0
con lagentianay ò colpolipodio quercino-.o veramente al vinoyolio,& me
le aggiitnganfi venti granella dipepey e dieci bacche di lauro confemen-
%e dipetrrofemoloy d'apioyd'anifiy e di nafìurtio egualmente quanto fi può
con tre deta prendereymettendoui pur ceritaurea> et calaminta tutte ben dolore
trite . xAll'inteflino fottile,& puro chiamato lleoyfuol generar fi dolore fb nell'Inte-
per batteri' animale beuitto quando era in fudorey 0 per non effere slato ft'n°!U:o
ben afeiugato del fuo fudorc;percheda quello mojfala ventofità)& non aenerj #
trottando efitoper le parti fattane , è costretta di tornar sùy menando fé- °
C cola fecciaycbe per la boccayetper lo nafofivede vfcire.Trouiene anco-
rail mortai dolore quado dal molto volicggiareych" egli per la pena hab-
biafhttofifon venuti a ficcare i velami,& le vene delle hudellayfi the
ristrette le pellicole intestinali colj "angue fparfo , rejìa l'ordinario baffo-
della ventoftàye della feccia impeditola cura non e differente dilla co- Cura per
licayperche richiede vntioni calde >. & beuande fimiliy tra le quali fi pof- ,,. or! , .
fonovfar qnefteyvinoy olio & mele con femen^e trite di mar atro , di na- no jjeo "
fbirtioye di fenapi vna dramma per ognifpecie:a decottione di eupatorio
bollitain acqua : ilcheoltra al mitigar delle torfioniy ègioueuole anco al
fegatOyò decottione dell berba fauina bollita in vinoy laqualbenfiretta fi
D pUQVtilmét e applicare alle reniy & foprai fi.ancbiyonelfimil modo l'ber
bachiamataiuacon olio fritta.Vn lattuario egliracconta efier flato co>- Lattuario
posto da Maestro Mofecotra la colica paffioneycon bacche di lauroyfemi co"tra **
di petrofemoloye di fino-echio ana onde tre y pepe nero onde due ypraffioy colica .
abrotanoyfemid' apioyp di aneti ana oncia vnay & ermodattili oncia me-
,%aypesìe:infiemey& cernuteci mislìcate co'due libbre dimelefchinma-
to z delqual lattuario fi può dare quanto vna noce per volta con acqua
calda . Vn' altra confettione chiamata diapefon contiene pepe biancoy e
influiamo bianco ana dramme none, pilatro , jfrigo } & castoreo ana
dramma \
dramm.a vnaydue di yafifranoye tre di ^AriHolocbia rotonda fritte fottìi- 1
mentey & incorporate con mele y che auanxi dì quattro parti le altre co-
fe . Quella confettane à dame un'oncia con vino caldo y egli afferma
poterfi vfare non folamenteper le ventofità > che affligono l'inte/tina , ò
per le p.iffioni dello fiomaco , ma per molte altre inferwitày& majfima-
mente alle caualleydapoi che ha n pa rt orilo : & nelle febbri di siate , di-
Doglie fci0ita per0- con acqua di violai . Vegetìo distinguete doglie del Mentre
diftince inquetìo modoy che quando l'animale fi vede far duro slerco, batter con
da Vege- i piedi la terra y &volteggiarfiy<& per trapofle bore fentir refi'igeratio-
tio. nCy & ripofoyguardandofi Jpeffo i fianchi y previamente gli fi debba dare
vn fesìario di vin vecchio) & vna mifuray& meja d'olio tepidiycon due *
cucchiari di misìura di acuro y anifi , & opopanace , vna libbra per cofa
infieme pefte y facendo il fimilepertre giorni. S'egli battendo il dolore
fen^a gonfiezza fi vedrà mettere la coda fi a lecofcie, & mirar fi il uen-
trc yfarà ben dargli col vino caldo polne difeme di rutafaluatica , ò di-
meflica: ò le fiondi di efia, pejìe y & mettergli nel federe dueyb tre ciroti
lunghi composli di cipolle vecchiey fichi feccbìynìtroyfierco di colombo ,
& orina. Se'l ventre fi ridurafìeyconuien ribaldarglielo con acqua cal-
daie fargli vncliftere col fugo di herba cantambria, nelquale fi ano fiate
cotte bietey& malue con falnitro y vna hemina d'olio > e quattro fcropoli
dislerco dicolomboyfacendolo dapoì cambiare alquanto , &quandoal-
tro non fi poteffe;faccianfì bollire in acqua le biete> & come la decottion
fta ridotta al ter?oyprendafi quel fugo, & mefcolato con nitro , & olio
s'adopri. Ter rimedio ancor fingolarey&fifico egliponeyched l'animale)
che fi duole y fi leghi aWombilico la bocca di vna lumacca non netta da
manoyne da terragne tocca da dente . cSH'aeflro Mauro dicey il dolor nel
cauallo non effe/ altroché vna colicapaffioneyb troncatane (per dir cofi)
dell' inteftina>& venire (come difoura s'è dimostrato) o per molto man-
giare jò per molto digiuno > ò perhauerebeuuto molto in fretta dopoH
mangiare y ò per efierfi molto affaticato appreffo al bere; & ifegni efiere #
il gorgogliare : il torcer fi (pefio ; el buttar fi fi>e(fo per terra , & lofpefifo
guarà arfi al ventrey Ugual fi vede ingroffatoy e'I nonpotere ballare: &
per rimedio daua , che fi cauafie fangue della vena del collo y ò dalle na-
rici , & poi fi e anale affé per luoghi areno fi , o pietrofi ; & ertiyJagliendoy
&fcendendoy acciò chel cibo calafie al fondo dello stomaco > & venifie
il calor naturaley à confo rtarfiy & fatto quefioy fi douefie tenere in iftal-
la caldayfenxa mangiare: e ferina bereyfinche fi vedeffe paffato ilgonfia-
ruentoynon lafciandolo noleggiare troppo perterrayacciochepertalfor-
•^a non fi uerùfiero a rompere l' intestina. Oltracciò lodauaper cofa ma-
rauigliofa
*DEL CUV U ILO, LIB, IX.) y^
j£ rauiglìofa contro, dolori d'ogni animale y buttargli nella gola alquante
gocciole d'orina di fanciullo^ mettergli al federe come vnofiuello dime
le terragno vnto d 'olio }ò veramente m'acconcio bastone pur 'unto, vol-
gendo a poco a pocoyò fargli vn eli fiere di acqua falfay &fapone mislo.
Mafia tutte le cagioni, chefoglion muouereil dolore del ventre la prin-
cipale è quella is~lejfay che nel mal dell'oriolo fu già narrata : perciò- ^j ^0|or
che fé l (fau allo faticato fi èpoHofubitamente a diuorare la biada y non del ven»
può macerarla beney& coft la maggior parte del cibo refiando nel tètre tre .
intera , &lo animale per lafete che la crudeT^a cagiona , beuendo pia
largamente del douereyquell 'or%o viene con Ibumoreà gonfi arfiyetem-
B pie il ventre . Quindi vengono fi terribili torcimenti y ch'egli fida per
tutta la perfonay& maggiormente nelle cofteyne i fianchi > & ne i testi-
coli) e trema infiememente con gettare fpeffi fofiiri &con rapprefenta-
reimagine di piangente > percuote prima coi piedi il fuoloypof eia caden-
do à terra fi riuolge hor in questo y hor'in quel lato y & con certi islabili
ìnterualli bora finte vnpoco di quiete, hor dimiouo fi duole acerbamen
te > hor s'al%a > hor fi ricorca-, ejpejjo qua fi moslrando il luogo y che duo-
le , riuolge il capo al ventre y ilqual fi vede pergonfieTga dijiefo y & le
budella qua fi latrando fanno mormorio; dalle narici efee gran femore >
l'orecchie fon flaccide y & ricalate y la coda tefa y la bocca chiufa > &la
lingua afciutay& ajpraycome Hippocrate difiriue > da cui fi ordina y che
V animale fi curi con caldi bagnile con grojfe copertele lo rifcaldinopo
fciayò per la boccayò per lonafo gli fi dia beuada di trefeflan di uino uec
chio con cinque dramme di mirra : &poco da poi fi faccia alquanto cor-
rere. Ts^elfuo mangiare fìa mefcolato l'appio in abbondataci berefia di
acqua tepida: fiancato il vétre facciafi correrevn' altra voltayaccioche
fudi.Curafi ancor a fé per la fini flr a narice glifi butti lafemen^a del na-
fturtio trita in acqua: & per bocca le rafeiature dell'unghie, ò terra ca-
. nata da topi ragniypur'in acqua difciohey dandogli a mangiare de II' ber
2) bà medie a.+4natolio per le torfioni del uentre approua la infufione della jnfufione
mirra co vinovecchio detta difoprayalla quale pervfo di tre giorni tre per le tor
hemine d'olio egli aggiunge ;ma loda ancora a fargli vn cliftere di acqua fiorii del
^marina caldayouefian bollite mortelle yò foglie dipolioy& abrotano.Gio- ventre *
ueuoli dice pur efiere le tepide beuande di vino vecchio aufiero con man
doleamareyò confalnitroyò di acqua con fior^e di pomi granati; &otti
ma cofafia a fargli inghiottire quattro voua sbattute c&tuttelefcor^e:
Mafe'l dolore più aggrauajfey & nulla rendefie il ventre-, fi non cofiret-
to al (auallofi uedrebhe tirare la coda in tra le cofeie-, e slar corcato fa-
pra la paci a: et all'har cmerrebbe dargli a berefemé%e di rutafaluatica
> peslein
" 7? 4 » Z L l ^t <} LO \1 JL
fcfie in vin \ò mirra -detta co olio tepido}& vn poco di m?k,ò fioraci e g
ariftolochia con vhioy & olio^ò folamente fugo di porri con vinoy<£r olio*
gioita oh>- acciò con vinoy^rolio caldo fregarlo tatto, epariméte di nino
& olio fargli cliflere ; e. con Umano unta aiutarlo a cacciar fierco ma-
neggiando piaceualmentc la vefcica: e dargli a mangiare orobiy o auena
co quelli mifla-.ò veramente ad vn cucebiaro di cimino bea modo>e mezo
■di fé me di r ut alaggi', mgaft quanto unafkua di opopanace , e quante me-
<%a fhna di laferpuioy e mefcolata ogni co fa in un feslario di vin vecchio
to quella mifura d'olio oiifacinoycioè fatto d oline acerbeyche paia bafla-
refene diaper tre giorni fendala] "dargli magiar deWorzoy&faccianfij
dueyotre lunghe foppoHe con mefcolan^a di dieci cipolle pefie}noMe fere &
poli di fichi fecchiyvn difalnitrot e quattro di sterco di colombo . *Affirto
dice potergli/i dare a bere vn ciato d?olioy& vino tepidiycon tanto di ceti
taurea ben pesi alquanto con tredeta fi poff a prender e sfacendolo correre
poi di trotto. In luogo della centaure a fi potrebbe adoper are l' opopanace
è la mirrai l 'apioyo fua femen%ayola cbelidonia}o quel mufeoyche uien>
d aW indi: &fediquefie cofe ninna fé ne trouaffe a tempo y non fi manchi
di dargli la orina humana all'h&ra vfeit addandogli ancora farina d'orzo
difciolto in acqua calda. Hierocle ordina y che fi cani a baBanzafangne
dalle vene del petto ? e tratte con la mano vnta quelle cofeyche otturano
il budello } vi fi metta in forma d'un' nono mele fchiumato , & fiale pe fio
quanto f ariano due onde: ne fi manchi di fargli bagni di acqua calda
fopra le (pallet fu le gr opperò per le coftie, e di buttargli per lafiniHra
narice decottione di bietole con un feftario di vin dolce , ò di fugo di vita
pafia.Gioua pur dargli per lo nafo fichi cotti benpefliy & co una oncia di
falnitro difcìolti in acquayo pur' in vinoso fé le foglie del polio cotte in vi
no sfacendolo poi moderatamente correre yfen%a dargli da bere per lo
primo dìyne orzo per tre giorni y trai quale jfratio bafierà fomentarlo fo-
lamentey con l'herba verdey riducendolo poi alfolito apoco a poco . Te-
lagonio afferma leuarfi il dolor del ventrey co dar per bocca all'animale £j
duefcropoli di radice dipanaceay& vno di arifiohchiain odorifero uino
difcìolti y o due onde difeme diruta con vino vecchio , o lefemenze del
folatro^e del naslurtio trite in vinoy& olio y o mirra buona con un fefta-
rio di vin vecchioy & vnpoco di fiale : laqual beuanda è da darfi tepida
con hauerui prima fmorzato vn ferro infocato, parimente fi pub col cor-
netto darcf\erco di lepre con none cucebiari di mele >& quindici gra-
nella di pepe mifii con fugo di cauoli : o veramente faccianfi abrucia-
re tre di quelle offa di porco y che latinamente tali , & volgarmente pa-
rellefono chiamate , lequali offa non pano Hate tocche da denti huma-
ni}9
<D2L C^r^LLOirB, tx. 7?j
\A iÉye trìte^e drfck?li3 in vmoy& olioqu'nto frtrebbe vn'hcmina y dianfi a
bere .'Dice ancora, y giou ire y che i palato dell' animale fi freghi difìerco
humanot & molti affermunoyche chi vedcfre nuotare' alcuno y & malfi-
mameate vrì ' anatrayfaria libero dal dolore .Teonne fio loda l'aiuto della
mano vntafo di vnafoppojla di fcamonsa fatta aguifa d mono > òd'vno
cliftere di acqua > &0I10 ; loda ancora a buttar per la narice finisJravn-
feììario di vino con quattro Onde d'olio y & di fugo di camli altrettanto Cliflerc
Eirmelo per le doglie del corpo ordina vn clijiere confal/iitro , & olio di P? r "°JT
paripefo mef colati con fugo di bietole , e decottione di capo di capra > £orp0.
e brodo di gallina^ acqua di or?o tantoché fra vnfeslario:&fe mag-
R gior dolore fopraueniff e y fatciafì fomentagione : 0 veramente diaglifr a
bere con vino bianco di buon faporef emenda d'apio ycalamandrina y&
mirra. M.Tier' ^Andrea il dolor del ventre raccont aita per due cagio- Dolor
nifoler venireyla primaper indigestione in molti modificando al canal ®t\ Veti -
ho Sedata la portione della f uà biada maggiore dell' ordinariato me au- ' cjue
uieneyfe nella fera fi voglia fupplire àquel y che nella mattina era man- cagioni .•
catoyfi eh' egli frollando fi affamato y la mangiatiti a mal masticata y ò
quando dopo il mangiare non s'è fatto berey ò quando fattolo bere y non
glifi è datoyda mangiare:o quando il giumento effendo aff etato yo caldo
haràbeuuto acqua fouerchiayo molto fredda , ne' quali cafr chi voleffe
gfcbiuarefr fritto maley deuria moderatamente farlo dapoi trauagliare .
La. feconda cagione diceaeff ere per importuno yo fouen % Ino efìercitio > &
affanno y quando il giumento fubito , che s'è tratto dalla sitila y s'è fat-
to correre y. 0 quando fen^a mifura s'è faticato , fiche ilgrafro è venuto- "S
colf angue à mef colar fry ilchefr conofre da vna certa d::rei^a.y che fifa
nella pelle ■ difottoàiteslicoli ; fpefìo ne fegue morte, fé per auuentura
fr tagli , laffimgia > effendo maffrmamente il corpo groffoy h ver amente
fé ne viene à. perdere tutta la carne y tornando l! animai qua fi [eco iti
brutto modo > benché àque 'Ho egli rimediaua (purché non fi fafie gid:
tagliata V affungia). dandogli à mangiare ilbrenno cotto y e tenuto alfe--
jfr reno > & à bere l'acqua di quello; onde la carne ageuolmente fi venia.'
arifare in pie ciol tempo, f utta volta per qualunque cagione } v.fi-e au- ■
uenuto yegliilcurauacon vna beuanda di quefro modoy chepesìe {'her-
be d'affenthy e di menta y ne cauaua il fugo , e poi tornaua m peftirla.
àue otre altre volte con buon vinoy nelqual colato- in quantità di due
gotti y mefcola.ua due onde di acqua ardente yche dicono acqua-vita , ò
àhe onde di aneto yh quattro di iìerco di colombo poluerixati > aggiu-
gnendoui ancor polue diquelleteley cIk dentro le noci partono i lorfrut-
ti.» pelandone cpiontùn otta ne ritrovava ?: & ^offendo hauere del fugo*
della,
7J* <D Z IL ot G IO t^l Jt
della perficariayl'adopraua più volentieri in luogo dell' herbe predetta ■ £
E data quefiabeuanday il fea paleggiare per entro la fiallay ò s'egli
fi /offe voluto corcare}guardaua , che non baue/fe battuto il capo alla m&
giatoia y ò pur al muroycome fonente per tal doloratole accadereye'lfea
ripofare in buona lettiera : ma in ogni modo non m ancan a di bagnarli le
gambe dalle ginocchia ingiù con tepido aceto , &fale > per reprimere gli
humoriyche non difcéndefieroy por cloche fogliono queste infermità {alta-
re in riprenfioni , (jracciochetal ripercoffiuo non hauefìe offefe le vn-
Rimedio ghieyei le vnghea con olio tepidoyprima che altro haufie fatto . Stfe già
alcripré- la riprenfione fufìe auuenuta , fi che le gambe incordate > & attificate
(ioni . difficilmente fi fofì ero potute muouerefo maneggiare , egli nettate le vn- p
ghie del Giumento -iglieH empiaflraua dijlerco di porco bollito } con vi/io
rofio in vn pignatto copertoio veramente di cedere pur bollita nel detto
modo; mettendola quanto più calda fi fufìebafi .ito a tolerare : &fopra
quella ponea del Iettarne fecco dell' ifiiffo Cavallo , ac cloche fenja pexja
òfàfcia hauefìe ben foslenutay & affermata l' e mpiafi satura . Ma prima
diquefla cofaglihauea canato fangue dal collo dalli parte dritta,ofìer-
uando pur l'ordine delp iffeggiarc^e del bagnarey & fé per lo dolore ha-
ueffe incominciato à fudare ne ifianchiy ò ne l'orecchie}gli mettea addof-
fovn lenitolo bagnato di frsddiffina acqua y e glielo cufcia nel petto >
fen^a fargli toc e are il ventre : & fo ora tal le natolo pone a vn a manta G
afciutayflrignendogliela con vna cignay& con vna cimofii alla codayac-
cioche bé ferma vifuffe fiat a: & fattagli mettere nel federe la mano un-
ta d'un garxoneyfe colai trouaua lo Herco feccoyegli ordinaua vn clifle-
re in queUa guifa,che co fr ondi di viole , e di maluey fifone bollito brenna
& colandole per vn panno mettea da parte quel liquore > che perfefief-
fo nefuffe vfcito > pofcia premendo il brenna > adoperaua quello > che per
forila ne era vfcito , ò non bafiando , vi aggiunga della primi colatura >
quanto fea di mefiiero > & mejcolauacilenatina > ò fermento , mele , &
olbycon vn poco difaley& vn gotto d'orina d'huomoyfacendoyche tutta
la mifiurafuffe fiata quanto per vfo di due h nomini haueff e filmato efìer
.conueneuole^. Se lofierco vi fitrouaua liquidoyegli volea , cbe'l cliflere.
fi faceff e con tre onde di fé no di becco pefloy & liquefatto , due onde
d'olioye due bicchieri di vino agitati infiemey& fé f uff e venuto in Difen-
teria , vi aggiugnea farina di grano rifo . Ma fé neìlo Herco il Giumento
haueffe menato grafìo appreffo al primo cliflere per lo fecco , ò in altro
modoy egli per confortare il budelloy gliene fea vn' altro confeuo di becco
fufo y & roffi di vouafrefche. M. Luigi ofìernaua il mede fimo ordine tut-
to a punto y ne però mancaua d ufare altri rimedi y perche tal volta te-
nendo
DEL C jtV^f L L 0, LIB.1X. 7V7
j£ uenào il Cauallo in attenenza gli da uà vna Iettando, di vino bianco per-
fetto con vrì oncia, di terriaca fi na, & vn' altra di aloe epatica polucri^a.
ta,laqual beuanda tene a per frugolare cantra ogni ìndigeFlione , vento-
fitàjò colica paffione , & contravermi, & contra ognibumor con-otto
veleno fo< tal volta va rotolo di [ale , & vn' altro di mele in vn pignatto
nuouofea tanto bollirebbe fr.ffero tornati al me^p , gufatane fempre la
fcbiuma:poi fuor delfuoco,màcato il bollori mefcolaua vn' oncia dipoi
uè di euforbioyò veramente due onde di agli ben pesii ; &• canterà ogni
cofa incorporata , la mettea in va vafe di rame fi agnato , & lafciauala
raffreddare: Indi pigliatone quanto vn vouo,ilfea porre entro il budello
del giumento infermo ,'à cui tolta la e attenga concedea dilicato ripofo,
B &perfegno difanità h auea^egli corcato fi , bauefje poco dapoi comin-
ciato ad operareycacciando molta vento fìtà^cjr pofeia due, ò tre volte fi
fufle aliato . Tal uolta gli fea tre cure alla fila con acqua di brenno cola,
ta mescolataci vi "oncia d'anifi,et un'altra d incenfo,me^a libbra di fe-
menile difinoccbi,et me^afcudella di lardo [quagliato: et fé coqueflo rio
fi ' fufìe liberategli alterco dine vedeailfegno dal battimento de' fian-
cbi,e dal capo baffo ,ilcbe confederando venir perfebbre,gli battana nel-
la gola alquante voua dibattute con ^uccaro Hato à mole due giorni in
acqua fredda. T al volta gli fea vntione con mifìura di cimino peflo , fa-
rina di fien grecoyc dialtbea ani oncia-mei^a , vnadi cera mona, equat-
C tro di mele crudo folliti in vn pignatto . Olir acciò egli battendo fé e e ato
al forno la radice dell' berba imperatoria con le f ne foglie , lapolueri^a-
ua,& prefane mexa libbra,vi mefcolaua aloe epatica, fjsigo , &galan-
ga ana onde tre,vna d euforbio, e due di Macedonica : & ammaffata 0 - „ ^ a &
gai cofa iafieme con acqua vita,&feccata al forno, la conferuana in vn al dolor
fachetto di cuoiotpofcUi in tutte forti di dolori di uètrefòd "altri maliche di Venere
foffero flati dentro il corpo , prendea di quella mifìura ridotta in polite, ^c'
quanto ne f uff e capito in vn gufilo d'uouo , <£r con vna tay^a di vmo la
, _ daua à bere all'animale , ilqitale fé in dodici bore non fi fui fé liberato',,
pronosìicaua,che feihore dapoi douea morire, giudicando la qualità del
morbo incurabile,et initindbile : a^dopraua ancora talpafla nelle diffi- M-,,
cult à dell 'orina,& ogni volta ebe bau effe veduto il corpo gonfio: bauen aj]a diffi-
dogli prima fatto clisiere con.olio,& vino di pari mifura bolliti con me- culti d'o-
%a libbra di mele,& con rofmarino. Se'l ventre eragonfìo,e duro , fea rlna*
il clifìere con malue,mercorella,brancao;frna, e cànhlia : & componea ^ , ...
_ / j j- • r ■ r ■ r 1 ■ ■ n r r -Dolori ai
vna beuanda di odorifero vino, con farina jottue, cimino, e fterco frefeo ventre da
di palombo , aggiuntoti vn" oncia di e a fi a preparata , me%a difolfo ,& diuerfe ca
rilega di fieno greco . // Crefcen^o ferine > 1 dolori , & attorcimenti &loni«
. li a a del
73$ £ t l l JX C t 0 \ I JB ■'
del corpo talhorvenire per efferfì mangiato troppo frigi , il quale non di Kl
gerendofì,viene a gonfi arfì dentro il ve?it re , e del continuo tormenta i
fianchi di maniera > che l'animale non può filar in piedi : a^flchefiarà da
rime.di.arfi in quefìo modo,che fitto cuocer viole,malue,panatara,e bran
caorftna,matricara,è mercorella, & femente di finocchi , ò di ^inifii , dì
pari mifiura,con vna buona quantica) di fiale yjnele,olio,& crufica,menata
fi bene ogni cofainfieme, fene faccia vn cliftere caldo : indi otturato >
con stoppa il poHirone, due perfione per lo ventre vnto prima di caldo o-
lìo menino erettamente vn baìtone ben lifcio,e tondo dalla parte dinan-
•%i incominciando , & fatto quelito fi tolga la sìoppa, & fi. caualchi pian
pano ver fio luoghi 'alti-finche, madi via col cliftere vna gra parte delle co j;
fé indigefte . Il B^tifio confermando ogni cofa àpunto , dicepoterfi ancor'
utilmente buttar 'incanna vn'orciuolo di vinacon dite pugni-di fiale, &
poi fargli vnafioppofta d'vn porro di nerrofiapone vnto.Tal volta viene il
dolor per fiouerchiof angue corrotto, fra le vene, lequalifiveggion gonfie
„ a fen%a enfiagioni del ventre, ò de i fianchi^ onde hifogna cauarglifangue
per dolor dalla vena chiamata tigranica(eh'èprefio alla cignia)dal una,edal al-
di ventre, tra banda\& fatto quefìo , /'/ cauaUòfi menipefiopafioper manofien^a
dargli a mangiare, ne à bere finche il dolor non fia cefiato . Il (ol'ombroj
racconta, che nel fiuo tempo vn-.di D almatia volendo curar 'un (aualloi
della doglia delventre,gli diede ìnfiu filone di argento vino , onde finhito &
fioprauennero accidenti di morte almifiero an.imale,mafiu da luifouuenu
to con dargli à bere duefieft'aridi latte,facendalo poipaffeggiare piaceuol.
mente,e'l fintile aiuto dice poter fi dare con vna oncia dimirra-,0 di pol-
ne di ruta dificioltain vino,hora per hora,infinoà tanto ,,che paia libero,
b per due otre volte dar colvino ilcofiopolueri^ato, à la ficolopendra ..
Suol ben venir il dolor del ventine non fio lo per indigtsìione , o crudeltà,,
comehors'è dctto,ma etiandiopereffier fi divorato nel fieno alcunveleno—
fo r agno, ò> altro animalucciofiecondochehabbiamo altrouegìàdìmoftrA.
to:e talvolta vienper ver.mi,o ithstbricicriati nell 'inteftine,che mordenr.
dò,& lacerando di déntro yfìxn, che'.lmifiero animale conifteffìborrarifì-
fcuote ,. &fi raccoglie contutto il corpo : ne pur fi riguarda il ventre h &
ma conia bocca fe'lfrega,& rodtfpejfo;.ilche veggendofiybifogna buttar,
gllingoka vn'oneia dì pfìlUo poluerì^ato , e-r vn! altra di rafeiatum di
corna- di cerno con fé i di opopanaci dìfciolte inacqua melata,ò fargli ma.
giticele cime tenere del fauro^r bere Va decottione della me?ita,&fe p
quejlo male gli fiopramniffie difficultà di orina, diafiglì con olio.vnoficm
ftolo divpop anace . Eumelo vuole,che nel fieno , che mangi ,&nellyac->-
4^ua } che bee > fiftarga -pnpoco difialnitro , & per la finiSra. narice fi
butti '
msL e jtv ano un. /#: §g
jt butti vnabemina di vin dolce, òdi fugo d'vuapaffaXònfugò'dicauoli,ò Mal di
per bocca fi dia mefcolata con vino,& olio la camòmilla,ola centaurea l^r^ °?
• la radice delfdueflre cocomero . VLippocràtè Bice, il mal di vermi non
efier fàcile ad efpugnarfi con medicami, nondimeno quando il caualloft
butti in terra , &firanmlge, & annitrifee, dando fegno deljuo odore ,
approua molto à dargli per lonafoilfugode' canoli co olio, &falnitro:
ò veramente minima di fichi fecebi, &fior di rame ana onde quattro ,
ttre di fcbeggie,ò funame di rame con acéto,& olio àba'stanxa.M.'rPie-
r Andrea accorgèndofi , che'l cauallo fé rimiraua fouente à i fianchi ,
dalcbecònofcea luifentirpaffiòneper vermi, persamente gli daua a be-
B re tre gotti di fugo di fiondi dipefico ,ò di fugo di afientio , ò di menta ì
&fe vedeaih'egli haue/fe perduto il mangiare, gli daua bré>io cotto-,&
raffreddato,!) ben croni di farina còtta ? etornatogli l'appetito ,gli dina
l'orbo cotto à'iaifa di grano riffrin tempo di es~ìate , vfando di verno il
' germano^ l frumento cotto,c parimente poi raffreddato.! vermigli di* Vermi co
cea,crearfi neUorpo del cauallo in tré luoghi , e di tre maniere, nel veti*- me cr.ex
tre lunghi grofft, e bianchi, nella gola dirti rotondi,e groffi, iquali paffa- corpo del
ilo ancora in già,& vanno a metterfi nelfedereda ter^afpècie è di-quel cauallo .
ìi,cbe fi fanno tra le cociate lunghi, e fonili, come fila, &fon chiamati
fcor%erh,ò filandre: & per la cura di tutti vfaua di dare a mangiare ^ura Per
'* lbèif)a,che per fic aria , b trahouara è nominata, che fa lefrondi come il eimI '
■perfico,e'lfuJlo nodofo , & roffo , & nafte in luoghi acquoft laqualher-
bafe colta di frefeo nonhauejie il giumento volentièri mangiata il pri-
mo giorno; gliela daua il fecondo 0 7 t-en^o, quando èra alquanto mofeia,
&piufaporita;non dandogli fra tanto d mangiare altrO,che paglia. Et Polue &
perche il verno quefiaherbanon'jìritroua , egli necogliea nel me fé di altri me-
maggio gran quantità , & peccatala confeniaua ; dandone pòi nel bifo- dicaméti,
gno vna oncia in polue d bere , ò veramente pelandola "molto bene con j^J l ver
trep-artì d'acqua,& vna 4' aceto, ne cauaua tanto difngo,quanto in ire
£ gotti capito f uff e , & prima che deffe tal hèuaada ,fea fi are l'animale
infrenato per ifpatio eli due,ò tre bore, accioche ftfujfèben digerito quel
che dentro loflomaco fi tronaua,& altrettanto il fé a Har dapoi,acciò •
che non fi, f uff e impeditat operazione di quella.Hora Vvfo diquesta pol-
ue ; ò diqìieHo fugo egli affermaua ancoragli buornini ejfergioueuole ,
& cafo,cbe tal'herba non fi fuffe potuta hauerè, lodaua , che fi pefiajfe*
ro bene affentio;e menta,e fcaldatele al foco in vna caldaia,ò padella in
afciutto,fene empieffero due fac duetti grandi , l'vnofi me t teff e foura il
yentre,l' altro per siila fchiena , corrifpondentì fra loro, <&■ caldiquan-
to fi potefiero foffrire. dalia criatura, ÙH\ Luigi contravermi d&ua à
*■■ ■ %/laa 2 bere
740 1) E t L J. G l 0 \l jt
Vermi eo bere vott-a con olio,e buon vino-, & nel federe mette apetronico . Il I{h~ £
me li gè fio fcriue,generarfi i venni nel -ventre dell' animale, ò dal tnfìo mangia
cond o'i re>° dalla troppa fcarfità del berey i quali fan, che l Cauallo ammagrito,
Rufìo , £on i peli aggricciati indofio fi volteggia,®- riuolteggia,efpeffo co' den-
ti fi rode i lati , ofi sforma con i pie grattami: onde fé conpreste-^anon
fi rimedia:in Irene gli cauerebbouo l' intestina : pero farà bene , buttar-
gli nella gola tutte ■ l interiora calde d'vna gallina giouane , tenendogli
bene il capo alto, finche interamente l* babbi a inghiottite ; e cofi facendo
per tre mattine , non glifi dia à mangiare, ne à bere fin ad bora dì nona.
^Alcuni a cauallo, e ha uermi, danno ginefìe d'abrotano fottilmente pe-
Sle,mef colate con Li biadaye gli fan bere dell 'acqua j "alfa . filtrigli fan &
Mangiar della fé gala vnpoco coita , &poifecca al fole . filtri, fiondi
verdi di f alicià di canne ,che glieli fan mandar con loflerco via _ ^Affir-
to ferine i cerai ancora efìer fogetti àqneslo male, e-r con maggior peri-
colo perche nel ruminare, fagliono loro alla gola,e gli fanno andare sìov
diti attorno -, mala natura lorbaprouislo del rimedia, che-fi mettono aì
mangiar ferpi,&- altri veleno fi animali^ coftfananoXa doue i Caual-
Ufe ne riducono ad horrenda magre^a conpeli erti, non fei^a febbre :-
&Jpefìo à morte , non dandofi alcun foccorfo dal lor padrone , ilqual
douen.io fapere,cheq itesi i verminafeono per lo pia da indigestione, & q
eorrottione di cibi, farà bene à metter cura , cbe'lfuo Cauallo habbia di-
gerito quel , chea mangiare gli bara donato , &che non fàccia paffar
l' bora ordinaria à dargli la fua prebenda , perche i digiuni fon più tor-
mentati'' da qiesìi fieri animalucci, i quali (quando lor manca ilfolito
nudrimento ) fi mettono à far piaghe perloftomaco , &- a confumare le
parti vitali : dando tuttauiafeqno dì loro , quando nel federe fi troua vn
certo bumore firmile a fina cotta, che è la marcia fatta da effi dentroy
e'I Cj lamento fenra gonfie^a del ventre ,fiva ; inoltrando , &fi corca
con le gambe al^ate,mettendofì il capo fra legambe,e tal volta fi fquar*
eia ilpetto,gri lombi con iproprii den:i,e gitt a fofp ir i,& lamenti freffì, &
effendo giaproffimo al morire . Terò prima che a tali accidenti fi ven-
ga , procuri fi di vccidereqnefti vermi,ò lumhrici, ò caroli, o tignole co-
me fi chiamanoyche dentro il ventre fi fon ertati: perìo qualeffetto fipa
tra oltra gli alt, i rimedi , adoperare il fugo delporro,edel -marrubio, a
veramente vna parte d'afimgìa, e tre d'hiffopo miftew bocconi di lupini
mexo crudi pesli, o fi mil mente Vherbafiintonìca pesala con orobi , & fi-
chi fecchiVegetio loda,che per tre giorni fi dia a bere vn'bemina di cene
redi legno Cecco d'oliua convn' altra di olio verde:o veramente fàccia-*
fi bollire con due fefiari di olio verde y& amaro, vn f afe ietto di affen^a
portico^
btl C'JP JLlÒ, li È. IX. 74?
l/f ponticòypòivi s' 'aggiungano femen^e di najlurtio > di coriandri, e di ra-
dici Santonico , &fwopido pontico oncia vna per cofa ; & me^a libbra
di mirto,e di fiengreco^ cotte vna buona pe^^a tutti infieme, di è/i di
tale decottione v/fhemina la volta con mera di acqua calda, vfandola
molti giorni , &.per pia giouamento vi fi potrà mescolare caHoreo , <&
falnitro.T.iofft aucof in qneft' altro modofhrU beuanda, e darne v>f be-
rlina il giorno alla digiuna. S antonico,& polite di offendo pontico,lupini
crudhje'aen^a di niHurtio , e di radici, r afura di corno ceruino , fior di
frumento , e del legamo chiamato eruo3 ò ceruio , ò pur'orobo ana onde
tre,con tre paHe'ùi di finopido pontico , tre fesiari divino britfco , vno de
oliojpagnuoloyò del -miglior noslr ale yv n'onda di opopanacey & vn he-
B mina difemen^e di cortandri trita infieme ogni cofa , & cotta con dili-
genza . Situi vn' altra confettione,cbe jpejfo libera l'animale da morte .*
polue di fantonico,e di orobi,afsen%o ponticoylupini crudi herba lent au-
rea,^ femi di rafano ana onde duey vna dUorno di cerno y & me^a di Clifteri
opopanacetre bocconi difinopidopontico,duefeftaridi vinofortey& uno ef^caS";1
d'olio verdede quaicofe mifte infieme fi diano cofi caldeyche'l Qiumeto { vermi.
le pofsa col corno pigliar per boccay poslo con ipiè dinanzi in luogo erto,
acciochepiu ageuolmente nell'iute rioragli fcenda la medicina , laquale
il feguente giorno fi potrà dare per cliftere y facendolo Jlare con ipiè di-
nanziin luogo bafio ,& cofi alternatiuamente cominouar per le parti
C fouraney& fattane alquanti giorni y adoprandone vn feflario per volta-,
Tarimente per benanda,& per cb.ftere giouerà dar in due fejiari d'aceto
vna libbra di radici di e apparo ficiliano y ò le bacce con le foglie trite .
Veramente i clisteri in quefti malifogliono ejfere efficacijfimi,percbe tal
pesle di animalucci ajfaltafouente il quaglio,oue le beuande di rado pof
fono penetrare; però quejl' altro cliftere fard opportunoycbe fi facciano in-
fieme cuocere offendo pontico,fantonico, femenja di rafano ^emen^a di
coriandriyradice dicappari,fhrina di lupini crudi,orobi,& falnitro ana
onde tre vna di opopanaceye due di cent aurea, con vnfeHario , & me-
^o di aceto fortey e-r altrottanto di olio verde, e di tutta la mistura s'a-
doprivn feslario il dì ben caldoycontinouandolo per tre giorni, (jiou.euoli
parimente fono iclifteridi acqua calda confale, efehiuma di nitro : &
gioueuole è la beuanda di acqua tepida con vna branca difemenredi
coriandri , & altrettanto di quelle di naslurtio trite infieme, data per
tre continola giorni . J^e difutil fi a à fregar 'il filo della fchiena , e tutto
il dofio con pece liquida,& olio caldo , quanto le mànipoffano talerare;
& vngendo ben d'olio il ventre,e i testicoli, e di olio empiendoli le orec-
chie e 7 fondamento, nel quale fi potrà mettere il f ale cotto col mele^J.
esfa a 3 Oltr'
74* htii^tgiù\ia
Oltracciò egli ferine , che dalle morficature dì quefìi vermi, ìquali ven- tg
gono alla fine à forar il ventricolo , & confumare le vifcere,fuol proce-
dere il Morbo alienate) che toglie il fenti mento all'animale, di maniera^
Morbo a- che fi andò con gti occhi aperti non vede chi gli s 'apprefia. Quefiomor-
che fa 'e ho dà ben fegn ale di fé nelle labbra, &• In tintala bocca^che s'enfiano co
fuo rime- me fé foffero siate punte- da qualche velenofo ammalacelo, ?naJpefìo in-
aio . ganna i poco pr attici fotto jpecie difanità ; perche il Giumento parendo
flar ben grafo , vien'àpericolodi morire all' improuìfo : benché effóndo
preflo il rimedio , può f alitar fi in quefìo modo , che trattogli fangue dal
collo,glifi dia vna beuada composta con manna di <%kccarOy e trifiagine
ana onde tre , abrotanoy dr \Arifiolocbia rotonda ana libbra mera ,&F
iena digallico pefie infieme, & con acqua melata cotte . Et perche tale
infermitàè contagiofa di modoyche fkcii.ffvn amente trapala in altri, fé
appreffo à lui faranno siati nella medefimaflalla,ò pur net mede fimo pa
feo altri Giumentiy non fi manchi di dare ad ognuni di quelli vn'hemina
dell' iftefia beuanda ; adoprandoui parimente i profumi ^che à.pestilenti
mali conuengqno ; òpiu tosto ((fendo ancor à tempo) mandinji in altra
regione indijparte. Il (olobro dice, i lumbricigenerarfi net corpo delfa-
r.imale di [putredine, come nel mondo fi generano! vermi, le mofche, &
altri fimili :. & questa putredine fi fa con l'humor flemmatico Colo , dal
quale fi fritta materia prende Jp ir ito,& nudrimento ;& peni distruggerli •*
egli vuole , chepertredìfi-ctiano al giumento due hemine di latte , a di.
acqua melatayicciocbe i vermi allettati da tal dolce^rafi adunino infie
me?& al quarto giorno fi diati tre libbre di graffo di porco disfatta in vn
pignatto,mefcoladoiii vn' oncia d'aloe caualtina polneri^ata,ò della dia-
pente^ polue di centamea,b farina di lupini, perche taVinfufionefotuen-
doil ve.ntre,fhrà vfeir fuori la maffa accolta. "Pwff; \ ancor dare miftu-
ra d'aloe,e di melerò, fugo di f rondi di perfico-.ò- veramente la polite de gli
offi del perfino difciolta in buon vino ; ò polne dibettonica con fugo di
offendo JLt fé i vermi fuggendo tai cofe amare venifiero à fermarfi fyef^
fo al federe ,fe ne vedra\fegno dal grattar della coda>&con la mano- vn
té fi potran Iettare, fi come altroue sy è dimofirato-. Mauro Tede/co tenea.
per rimedio approuato contr a il dolor cagionato da qitejti vermiycheper
dne,ò- tre volte fì-fhcefk vn cliflere con acqua di fumoterra,& acqua d'a
tiue,o. di radici di 'iucche feluaggie , & dipiùXglifidefie vna beuanda >
composta con cinque-onde di late di fomiera, quattro dili)cia,tre 'di te-
riacayvna di folfo pefio,un terger di nocemofcada,& vnpìgnatto d'olio?
prima di queste cofe cauata fangne dal dorfo,ò dalle tempie, & fattogli
mettere nel barello il braccio, vnty da vn garzane ♦ Marco-Greco quarta
dare-
nxi cjtvj.no, un. nt. 74/
fjf do vedeail Qtuaìlo morder ft il petto acerbamente , 'diche fa credendo di
offendere il -verme chiamato fcaglia,non tardaua àfoc correr glicon vna faSfot
beuanda,laqual cottene vna quinta parte fronda ai fiel di cerno, tre on-
de di teriaca , due di femen^e di ' iufquiamo , fei diUttè di afina, quat-
tro di latte di donna partorita à mafchio-, e cine di fiel ditorro , con vna
libbra di fugo di cicuta ,e di pimpinella^ è due dramme di fiel di cerno
diHemperata ogni co fa-in acqua •divisìerna : ilquaì rimedio il Ferraro
afferma efler' anco® glibuomini appropriato,mettendofi in luogo del fiel
di-ceruoia-polue del corno fuo mefcolatanellà teriaca co le f emende del"
laportulaca,& quel chefegue . "2v(p« meno importanti fono i mali > che Mali ed
% auuengono alfegato,pereffer'egli(comeper inan^i detto babbiamo) fon fega«>.
- te, & officina del f angue > onde anuiene , cbe -ogni picciolo erro re , che in
quesli fi commetta-.apportieflremv pericolo di morte all'animale. llqna-
le fi cono j cera bauer' il fegato infiammatole maldifpòHo, fé gli fi vedrà
gonfiare il ventre ;Ìevofcie,il genitale; & iprecordij, & maggiormen-
teaUa parte delira , me l'animale riuolge là fàccia fpeffo , quaficon gli
occhi dimagrando il luogo ojfefo,gitta toffendo certi fofpiri, con difficul-
tà rifpira, e caccia vn .fiato grane, € puT^Tolente ; tiene gli vitiati,i&- la
bocca afciutta,onde la lingua diuieneajpra,& pur gonfi ata,& con nau~
fea del mangiare appetifee ilbere,e diuenta magro : nel e aminare muo-
C ne più pigramente le gambe di dietro , febiua di corcarfi, e cadendo fi
volge , hor qua , bor là : ma quando viene à fermar fi fopra la partede-
ìlra , i dolor viepiù s'infiammano . bora per curarlo , c^fffirto ferine >
ch'egli fi fàccia piacevolmente pafìeggiare,ma non faticare) fitenga con
buone coperte di fopra , & con morbidi letti di fiotto > ■& fi freghi fpef-
fo con vino, & olio : fpeffo ancora nel bere gli fan buttati pomi granati,
& farina di frumento di vemo:ò cPor%G di fiate : e tal volta gli fi dia la
decottione de* fichi vecchi, la decotticne amor delle foglie del polio in
vino è vtileàdarper bocca, o per la narice deslra^, ò fimilmente lairi
illirica pesla in due hemine divino adacquato, ò bollita con vino, ■&
& olio la conica; ma fopra tutti prefentaneo aiuto porge à dar col vino
pesla Iberbapoleminia, laqual raffembra la calaminta, o nepita ampiay
fé non eh' è più bianca, e diguflo più amaro,e di grane odore:\<& nafee in
prati bumidi,e palufiri,^r/ì dice anco a gli bnomini effer J aiuti fera,ado-
prata in linimento. L'orzo,che s'è da dare, bijvgna , che fìa prima tenuto
à molle in acqua calda . Jgatocle dice douerft l'animale corroborare
con leggieri pafìeggi, con abbondanti untioni, & con cibi falubri & bu-
midi , dandoglieli à poco àpOco:e loda l'acqua, oue /' 'abrotano fia decot-
toiperdoche beuendo più che buttandogli per lonafo le medicine, queflo
via a 4 morto
744 DE l L Jt C L 0 \l \A
morbo fi caccia . Tutta via Teonneflo vuole , che per cinque giorni fi dia £
fer la narice dettra infufione di vna libbra di mele > & mexa difalnitro
vna hemina di vin biancoy& vnfettario d acqua misti infiemey&fe per
queflo nonfiguarifcey tragga fi f angue da ipiè dinanzi fono le ginocchia
& vltimamente diafi il fuoco alla ter%a cotta di fotta l'ale lafciando
quattro deta difpatio fra le due righe delle cotture . Hippocrate fcriue,
traua^ia° che quando il fegato è trauagliatOy hifogna falaffare il Cjiumento al collo
io come e dargli a bere vna hemina di vino con mirra, & incenfo quanto vada-
ti curi . tiaro , & alla naufea è dafoccorrerfi con beueroni di fior di fa, rina , di-
fciolta in acqua polendo da quelgutto apprendere defiderio di bere, e di
mangiare.Se'l vitio vàpur'oltre,conuerràtrarf angue dall'urlone dall'ai F
troyfeno de l aleyò da gli [cagli, z^uuiene q uè Ho male ad alcuniyquando
violentemente han corfo per luoghi pietrofì y &afprià quali batta dar
per lo nafo va' acetabolo di cimino con vino>& olio . Cjioua anco à dare
nelfimil modamiflura di vn' acetabolo di mele yvny altro difalnitroye due-
di ciminoycon un fejìaric vd 'olio>e di acquai peregual mifura butiroyopa-
panaceymirraye melemifiicon vino, ò con vino dar per bocca per tre gior
ni rane di paludi bollendo disfatte . Vtiliffimo ancor' è à dar col vino la
noce punica piccioliffimayò. pignuoliycon vna oncia di "zaffranoy& vn' al-
tra di cimino barbaresco minutiffimamente trite: o con vino l'origano G
Secata faluatico:& farina di p ep e. M.Tier ^Andrea conofcendo dalla molta fe-
del tega-- te la[eccità del fegato , vi rimediaua inquejlo modo y che tratto fugo di
que' cardilli (carne nel reame fi chiamano) che nafcono tra lepietrey <&
in coJliere,-vi mefcolaua vnpoco di acqua rofay & convnajpongia ne ha.
gnaua il coflato dejìroylauato prima con lifciay<& faponey& rafciugato;
perche cofiiporifi ritrouauano preparati à riceuere il freddo del detto
fugo;et cornei' una bagnata era afciuttayvifacea metter l'altre contino-
uando per tre dì quattro volte il giorno , e con tal curali Giù mento ricu-
perando tappetitOy gli daua appreso al berey orzo cotto al mangiare con
alquanto di brenno mi/io: legandolo molto corto yac ciò che nonfifoffe cor a
catoy perche corcando fio neWvnofo nelV altro, lato l'harebbe offefo. Ve-
getio y à chi patifce del fegato y loda dar per bocca vnfettario d'acqua di
orinata con tre ciati d'olio rofatoyouertre onde difeme d'apio y tre di hif-
fopo y & vna di abrotano y & olia verde à battawzaycotte con vino buo-
noye ridotte à le due parti > continouando tal bevanda per qualche gior-
no\& perche il giumento difettoso diquetto male yfuole hauer aggiun-
ta febbre y & indurato , e gonfio il dettro tetticolo yfarà bene me f colar
col vino due dramme d 'incenfo tritor e fregato lungamente e on diligen-
v^a) procurar con idonee couerte y che fudi bene )& a qualunque Cj'm-
mm<k
DEL C *A V^i L LO, LI B. IX. 745
^£ mento haueffe magagnato il fegato, o'I Volmone , ò l'altre vicine mem-
bra,ordina, che fi cari [angue dalle rene del petto pofie nell'ima , enei- Fegato ò
l'altra parte dotte lejpallefi congiungono con le braccia, e dotte fi fh pie- ^J^^
ga nel rejìringere della Jpalla.Horfi come lafamtà dell animale conjifte to.&
(a guifa di m ufi co) nella concordanza degli Elementi, e de gli h umori,
de' quali è compofio,che di [opra fu detto nel fegato generar fi, cofiperil
contrario dalla difcordan^a,et dal trottar fi impedite le membra ad ese-
guire glivffici, chela natura ordinatamente aciafeun di loro ha com-
meffi,nafcono infinite forti di morbi, & tra gli altri auuiene alcuna vol-
tale nonpofiendola colera liberamente p^jf are perla via ,che al fno Colera co
B ricettacolo la conducete purgarfi per lorina-.malfiando fi ferma dentro neri fie»
accrefeiutaò per compleffione, che cofi porti : ò per dtfiemperanja pati- giumenti
tanel troppo correre, otrauagliare;offendai e aualli,& maggiormente e fa©1 "-
i muli,egli afini, in due maniere,o feccoyo humida. S'ella èfecca fi veg- me ^ '
giono queslifegni,che tutto il corpo, & maffimamente il ventre è molto
caldo,& la bocca arficcia, egli fchiua di corcarfi per la pena intrtnfeca
ecceffiua,no mancando di lamétarfiftl corpo fi gli rtsìringe,che non ren-
dere non con grande dtfficultà gli e fio emeriti . Onde fecondo gli ordini di
jLffirto)èdafoccorrCifi con difteria1 'acqua,fnlnitro,& olio\ per cattar-
gli la uentofitàihauendogli fatto prima nettare il budello da qualche put
* to co la mano vnt a ficcata dentro ilfedere,& è dafùrffiar'in ripofo,ci-
bandolo di tenero,& verde fieno, 0 del ficco (fé lafiagione cofi volejfe)
sbruffato difalnitro,o d'acqua melata , 0 di vino dolce . Giona ancora à
buttargli per lo najo con vino dolce, tepida decottione di malna\ non dan
dogli a mangiar 'or^p, fé non macerato nell'acqua , laqualpur tepida ,. e r~° -f~
fjparfa di falnitro vtiliffimamente pub dar figli à bere . Oliando la cole-
ra è humida ,fi conofee, che gli occhi gialli languifcono, & rifplendono;
e'I medefimo color rapprefentano le vene fottoposie alla lìngua ; & cofi
gialla vien fuori ancor l'orina; le narici Hanno aperte , e dislratte ,lo-
r* recchie, & i fianchi fi dileguano in fudore ; dalla bocca efee vn'ar-
dor grande; egli fcrollandofi manda gemiti, & quando corcato fi fen-
de, parimente fiorirà; oltra acciò qualche volta convna delle gambe
gonfie , è coflretto di zoppicare . Quefio fi potrà aiutare con beuanda. di
due hemine d'acqua mifia con aceto , 0 con dargliene vna di vino , e di
mele, & vn' altra d'acqua,nelle quali fian triti cimino , e thimo d'egual
mifura:& con trargli poi dalle gambe fangue. bilami commandano,che
fi laui : JLltri più tofloadoprano l'habito tepido del fuoco , e'ifuffumi-
gio . Sglipur altroue ci auuertìfce ,che quando il cauolloflando in ripo-
foffivedefeorrcre di fudore per tutta laperfona ^0 pur in alcuna par-
te-
74<5 DELIA ^10 ^1 A
te, ferita comprenderne la cagione1; è dafaperfi , che la colera è calata %
in quel luogo : &fia rimedio prefentaneo à dargli beuanda di vino dol-
Sudoie ce ^ fa rpier> Andrea-vedendo il(jii:mento fen7Kafo(pitione di caldo fu-
fpiàon di d are ,e diffonder fi quafiin acqua;gh mettea addofìo vn lenitolo bagna
calci . to di acqua fi efca. ; guardando però , che non tocaffs la pancia ; è [opra
quello vna manìa di lana afciutta;e cofiquel dolore-, che ne era cagione
cefiaua affatto. Hierotle afferma , che quando l'animare infefìato dalla
colera humida,il ventre fi difìolue in [udore , e patifce gran torcimenti:
& egli fregando alle mura ilpetto,diuien ritrofo^effo trahendo di cal-
ci à chi s'accosla;e manda fuori l'orina craffa , e nera : pevilche vtiliffi-
mamente gli fi poffono dar per bocca le frondi della brafjica faluatica,F
pefle,e bollite in due hemin? di vin vecchione una di mele; ò co nino il pe
pe trito,& l'opopanace;ò co latte ;et nino l'herba H era e Ho: fomentando-
lo con cibo alquanto più parco deWvfato:& ottimo farà ilgra?io roflitoy
<£- la farina delgrano,ma niente fieno. Et perche il fonnofuol'in queflo
male fuggire ;giouerà per lo nafo infondere il mirto faluatico trito in vi-
no^ fargli letto alto,e delicato,oue fi poffabenripofare . La colera fec-
cafi toglie co l'infufione della braffica feluaggia , &falnitro infieme di-
fciolti in vino; & con bagni di acqua fredda, continouati fu l'ombilico .
Stratonico ordinaua a dar per bocca un'acetabolo di melc,& vn' altro di
ferae di finocchio con vna dramma difertula campana,cioè,di melilotoy
trita in vn'hemina di vino, &feifeHari di acqua . Alcuni dan col nino
tre onde della radice dell' herba viperina, chiamata altrimenti echio 5
pesi a ben fottilmente . Altri con vino nero le frondi dell' bedera me fico-
late-^ Itri le feor^e del pomo granato, & le frondi dell' oliua fialuatica
pefte,& macerate nel vino glifiinno inghiottire. Et fé con quefìo non cef-
fa il male , toccano con la lanciata le vene poflefopra il nafo', Eumelo
fcriue,chefe la colera dà noia all' animale ,11 ventre ft gonfi a fenica fuen-
tare però con la mano vnta fon da aprir fi gli vfei naturali riflretti; e tot
to il fimo vi fon da metterfì fopposlefhtte di orìgano felu aggio , &her- g
ha pedicolare (altri dicono vua feluaggia) mista con mele fchiumato ,
aggiuntola fate trito : che cofi il ventre fi muoue , #* la colera tutta fi
caccia fuori. Alcuni danno per bocca tre onde di mirra difciolta in un
hemina di vino,& vngono il federe di pece liquida : Altri gli firn clifleri
d Ita co° con acclHCL marina:ò veramente con falamora: Altri con orxo verde fan
lera fecca bollire le tefle de' porri pefìe,&- ne danno à bere il fugo tepido . Ma della
colera fecca è fegno lofpafimo,chericeue in tutto il corpo;e'lCauallobat
te con l'unghie la mangiatoia, come sbigottito per qualche tema ; gli oc-
chi con tal cagione gli refiano conturbatijche non vede vn'hHomo,chegli
^ia
»
D El C JtV Ut LO, US. IT. 747
rg fila dauanti : fi sfo r%a di raccogliere afe il capeHro ,& fivà riuoltando
fpéfso:& perciò non accade fé non quando la colera bà piene le parti vi-
cine al coreybifogna rimediami con trar j ■angue dal collo, e dalle tempie
indi fatta la fregagione y dargli per le narici quattro fejìari di vino > per
(a quale heuanda ageminante fi potrà muonere vomito di quella ripie-
ne%ga > che foprabbonda ,& fi potrà folnere ancor' il ventre, ilquale fé
non rijpondefìe conuerrè pronocarlo di fottoy ò veramente dargliper
bocca vn danaio di elleboro nero, & va' altro difeme di tino triti kkdue
hemine di vino:& fel feme del lino non fitrouaffe y baflerà vna- dram- ~^*
ma di fc amone ai poi fi diano perle narici ajfentia^y cét aurea macerati
U in acqua melatalo in vino y. com' altri dicono:e'l giumento fi laui tutto
con acqua jrefca.Cjriouaparimcnte dar per bocca polite d,incenfoy& mir-
ra trite per egual parte ; per lafinisira narice vn toporagno difciolto in
vn'bemina calda di vino bianco . Quando la colera è bumida,r anima- Segni del
te giacente non fi può di leggiero Iettar fufo, & alitato fi trema, efla per |f co'era
cadete. : ilibe fuole auuenir -e quando cglibà divorato Vorrò novello ba- nu a"
gnato,àpefioyò fé dopo vn grande affanno efiendo ancor caldo, ha beuu-
to dell' acqua firedda: Il rimedio fiatargli per lafiniflra narice tre onde
digallayVna dinoce di pino,vny altra di fommacco, & altrettanto di cor
teceiaèi melo rofio triti in vna beni ina di vino tepido,co$lrignédo il Gin
mento à cambiare Xaluolt a quelliycbefcno off e fi dalla colera, fi veggio-
na andar Troppi di ciafcunpiedcy con le vene pkne difangu* , e cacciate-
in fuoriyvfcendo di ogni parte vn gran vapore, all' bora fon da cnrarfiin
quefto, modo > che fi cani dal collo [angue in due giornate l'vna apprefio
all,afara)& apparando effofangue liuido,et vitiofo tanto fé ne lafci vfcir
che venga puro. E per bocca gli fi dia acqua melata,& fi fomenti con ver
de b erbaggio, e con beueroni difkrina,e vino nero,non mancando di inte-
nerirgli con la mano le Jpalle,& nudare con fi egaggkni le parti eftrinfi
che-yflcciòfi rilaffi alquanto la cuticagna che ftà Stirata J^egetio dkeycbe
quando il Giumento è inf e flato- dada coler ayfi vaftorcendo > e riuoltada,
& come-fehauejfe dolor di corpo,&fi rimedia con me^a oncia di triffagine
nera,ttna di manna di -Tuccaroydue di nitroyt due di altea,deUe quali tri
ttin.vnfeSìario di buon vinoy e mifieinfiemeyfi damper la narice fini-
ftra vna hemina ta volta ca acqua melai a,c aitatogli prima dal colla fan
gueJìt quando la colera f offe fecca y giouerà perla narice deflra il mirto?
fal'uatkapeflain vino temprato- conacquaydandogli inveceydeìx'or^Oyil r ^era
fprre tritoXatììora fi fjìarge eSlrinfecamente la coleraper lo corpo,onde j£ Cor pò
£ animale dtuiene- itterkoydetto cofi da ktero augello chiamato GalbuUy.h i giu-
è&eccafìcQ tb. colorgiaUQiCQntà.cHiwfia^iceVliw men» ic-
fonano ierlcu »
74* tolLLoiGLOTtljt
J anano morendo t 'augello, e di quello male, che T{egio fi fuol dire,ì fé gni g
7? che fon &lioccbi verdine becciofi,la tesla china, la pelle dura,ilpelo borrido,
Zìa efegni e t zoppicare con corta angofcia.la cura deus effere quefla,cbe fi freghi
di cflò . bene con olio,e nino tepidi,e mefio in luogo ofcuro ,fi cuopra di tal modo
con fcbiamne,che pur di giorno non gli fi posano uedergli occhi-.oltre di
ciò fatte bene infocare alcune pie ciole pietre da matinare,fi gittino den-
tro vn vafe d'olio pò fio à pie dell animale in tal maniera, che 7 fumo da
quelle moffogli entri per la bocca,&per le narici,che farà mirabile gio
uamento,continouato per fette giorni . Egiouerdper dodeci giorni la be-
vanda di f angue di capra e latte di pecora, cojìo , & an agallico mifli in
olio;oueropeflifi una libbra di panace Siriaco , & un'altra difeme d'a- F .
pio , e criuellatefian misle in un'altra libbra di mele attico , per darne,
, quattro cucchiari la volta ih vn feflario d'acquarne fi ano flati cotti lu-
pini cì'udi,cofi fheendoper cinque giorni; & fé questo giouafee tardi, fàc
ciaf flar' al fereno un uafe ìiuouo con tre fé si ari di nin o,e tre onde difler
co di cane bianco mefcolati, cjrper tre altrettanti dì fé ne dia beuanda .
Tuojfi ancora in vece deluino ufare l'acqua , ouefiano decoti ceceri .
Cauallo Quando il Cj inmento è flemmatico, non è fen^a febbre, etiene gli occhi,
cleome rictrati,e le orecche dislefe,rigide,e percuote fj^efio la terra,co piedi; ma
fi rifani . può famrfi,cauadogli [angue dalla vena matrice,del quale faldato con
vino & olio farà da fregar fi tutto diligent '([imamente contra il pelo,te- G
nendolo in luogo caldo. Molto più Jpefso auuiene , che offenda il giumento
Humorsà l'humor fanguigno ,ilqualeo f)uer ch'io , òindigeslo,ò corrotto che egli
guigno . fia^difcorre per la perfona,& reca infermitàfo dolore à tutto il corpo, ò
pur in qualche membro,onde bifogna necefìariamente fcemarglelo. Ife-
gni quando il cauallo b aggi a bifogno , chcglifiafcemato , far anno quefli
che gli occhi s'arrof ano, & fileggiano torbidi, elagrimofi, le vene fi
gonfiano piudell ordinario,e gli viene vn prurito per tutto il cuoio , che
fpefio il fu fregare :talhora i crini cafeano , e fogliono per lo doffo nafee-
re alcuni tumori roffigni,ò ampolle tte,mangia meno dell' vfato,la orina «
efee roffa,crafa,e fetida , e parimente pw^ja oltre modo lo fieno fuo .
Stfe all' bora non fi rimedia preflamente,molti mali ne pofsono auueni-
re di gran pericolo, e fpetialmente lofuole afferrare vna rogna diffìcilif-
fimaà curar fi -.pero fen'xa negligeva gli fi cauerà f angue dalla uena com
m une,ch'èin meTO al collo,da tre,ò quattro libbre accetto fefofie debo-
Cauar sa- le,òpolledro,che allkora ballerà vna , e me?a, b due; conciofia cofa che
gue vtilij in quefli effetti principalmente è da riguardarfi l'età , & la forya dello
iimo qua animaieyeYamente{fi come il Colombro dice)iUauar delfangue fi tro-
tta vtiliffimo à molte cofe} & principalmente fuolfhrfi per cinque inten- ■,
tioni ,
<DEb C A V Ji L LO,L 1 B. ÌX. 749
jl rioni ', 0 per diuertir le materie da ima ad altraparte , ò per divertire i
mali,chefi temono,e concerna;- Li farinàio per rinfrescar il fouerchio ca-
lore intrinfecofo per diminuire il fouer ch'io Pingue, ò per purgare in vni-
uerfale gli bumori peccanti, in qualche modo; Ma perche poco vagliono
le medicine, fé prima non fi conofce la ragion della cura , & la caafa, &
la qualità del male , è neceffario fare molte confiderationi,quando il fan
gue s'è da cauare,perciocbe in ejjo confluendo la vitale virtù degli ani-
mal'hfe egli al tempo fuo , & col debito modo non farà tratto , non folo
non giouerà, ma potrà apportare grandiffimi pericoli. Trimier amente
dunque guardifi al poffihile > che l' aere non fìa corrotto, ònuuolofo ,& n)en[1 jn".
B faccia fipr ima cambiare ìlGiumentovnpoco ,per rileuare la virtù de torno al
glijpiriti,e degli humori , ma non tanto , che venifìe in [udore , ati^i vn caua- fan
giorno innante d'ajlenerfidifàtiche,e da fomentar fi con leggieri e par- ?ue*
chi cibi,accioche fi troni regolato di corpose non turbato perindigejìione.
Il miglior tempo da falafiarefì intende quando gli humori fono in mo~
to,& chel corpo per la hnmidità, e calidità della fiagionef troua appa
' recchiato à l'aumentare: il 'che fi a del me fé d'aprile in fino allamitàdi
Maggio .Maeslro Mauro dicea,che àpreferuar il (auallo da molte infer
mità,ilifi dee almanco tre volte l'anno cauare fangue, vna circa il fine
di ^Aprile; perche aWhora comincia il fangue àmoltiplicar fi , vn altra
il principio di Settembre,acciò che il fangue }che fi troua acce fo per la di-
slemperan%a del caldo,[uapori fuora, la terza circa la mità di rDecem-
bre,accioche vada fora il fangue groffo coadunato . Ilche tutta uia è da
offeruarfi,ò da mutar fi fecondo la qualità de gli animali, e de' luoghi ouc
fi troua. Il Bj.fio,e'lCrefcen^o uoghono , che in tutte quattro le scagioni
■ dell' anno fi cav.i fangue dalla uena confv.eta del collo , per mantenere il
fauallo [anodiche aggìugne Giordano BJffo , che di queste quattro ogni
volta èdacauarfì manco fangue, & approuano, che fi [chini difhrfa-
iafio nella fìronte,o nelpetto,ò nelle cofle,ò ver ne i fianchile qualche ne-
r\ cejfità no ajlringefie, perche tal luoghi richiedono poi vfama. difrequen
tarlo. Hieroc le riferifce,che ne jLffirto , 'ne Siimelo approuaua,che [en%a
neceffitàfi cauajfe fangue à Cauallifani ,accioche Ivfan^a del cauare y
fé poi fitralafciafie in qualche tempo,non offendere in alcun modo,come
fuole auueniretoltre che diceuano , che'l cauar del fangue induce bolli-
mento^ concita morbi ageuolmente.rNe in uertàfipuo negare,chenon
faccia diuentare V animale timorofo,& di corta vis~ia, & ne- caualli co
lerici,ò sli'ZTo fi genera bi%jaria,&' altri iniqui effetti: -perone io mi in-
durrei à farlo , fé non per manfeftì bifogrii . Comiofia cofa, che già me-
diantii buoni cibi £ animale più ficur amente fi può purgare , & quando ■
per
5£t) Diligi (jLO\ljf
^ Cauallo per troppa grafferà fojfe diuenuto indomitOy& fitperboyall'hora la mi- g
IUr $k°r difcipima per correggerlo farà lo fcemarglipa rte delfuo mangia-
corre-™a. refì c0 m c Prr e!fc mpi° afUo p^opofito Cicerone induce ad Or t enfio dicen-
do idomatoride' caualli non foto le battiture adopranoal domare yma
fottraggono anco lì cibo ,à finche con la fame sindebollifca la troppo sfre
nata forila, M mcdcfimo modo dicono vfarfiin India nel domare degli
Elzfanti(come racconta il 'Poggio.) Tutta nolta co fi i modemi,come gli
antichi auttori afermano , per conferuare l'animale in finità perfetta-
Sangue menteyconuiene cauarglifangue dal palato: però Vegetio loda, che àfa-
quado da nisó~à "Tolledrinonfe ne tragga da altra parte: perche da qui tanto à
cauarfì al minor'hquanto À maggiori e vtilìffimo di cattar l'bumorcy per alleggerì- P
u °* re il ceruello>& gii occhi,& ciò egli dice poterfi fixre ogni mefe alla man
canora della Luna: perche qualunque paffione di tefta hauefie , à naufea
di mangiare-aie vien curato-) & cofi mede fimamentegioua furio quando
gli venijfe enfiagione di ^Arterieyò di gola ò gran graue^a di tetta. .A f-
firto fcriuendo àT iranio Baronesche l'hauea dimandatoyquando fafie bt
ne à canari angue al Caualloydice ^quando egli è corpolentOy e troppo grafi
fo,& che fi fregalo per fé tteffiofò accofiandofi alle fiangbe>ò dalie mura,
&fouentefi morderò fcrolla il capo; tenendo l'orecchie calatte ■> &fi>ef-
fo sbadacchia , non tenendo malferme le gambe anteriori, e gli oc cln fi
veggiono pieni di {porcherìe catarrali nei loro angolino ch'egli derme più
delfolitoye Ha corcatolo fé col ttercoy ò con l'orina fi vede vfeir delfan-
gite; all'hora bifogna trargliene percuotendo la ter^a>ò quarta eminenza
delle vene del palatoyauuertendoyche non facilmente fi ristagna, quando
preffo al dente canino fia percoffa la vena , oltr' acciò nel tempo quan-
do fida ìherha ali animale yvtilifi imamente fi cauailfangue nonpur
da ipori del palato, ma dalle vene a Itresì del petto: il che-tutti Bimano
neceffario à fine, che'lfangue nuouoferuido per natura mefcolatofi co'l
■ve-cchio^non cagionajfepericolo,& debolexja:Là doue votandofile ve-
ne del corrottOyrimangono più atteà riempir ft del fìncero . filtri àque- ft
Ho effetto fogliono toccare la vena del collo, che dicono M africa le ydoue
anco è folito falafiarfi communemente in quelle infermitàyche infettano
tutto il corpo , come le febbri fono, &fitroua efiere vfan^a di alcu-
ni popoli , cheinquefta vena falajfano i (jittmenti nella fetta di Santo
Stefano femacagìon di male ; ma forfè per le molte ferie di queltem~
pOydubitaudo , cbc'l troppo ripofo non offendefie . Il mede fimo fcriuen-
do d 'Demetrio cofi parla , Voi che vi dilettate di nutricar Caualli , non
vorrei, chenonfapette,che àqnellìyche fon cafiratiy non èdatrarfifan*
gue in modo alcuno ; perche indeboliti refterebbono meno habili alle
fatiche
D E L CUVJL LLOy LTS. XI. ffi
%g fnticbèyoltre che il corpo della l ancien a genera inpam;j<agioney& vera
mente battendo eglino con i teflicoli perduta molta parte delle loro for-
•zeyquando poi vengono di pia ad efier votati di [angue refi ano ifneruati
effendo col mancamento del [angue cresciuta in loro la frigiditàydcl che
danfegno le vene ,. che fi veggyio inefjì attenuate > eperqneBa cagione.
medefimamsntenonficanafangueda ^dfìnì» ne da Muli; perche nata- sar)(,ue
Talmente ne hanno mancoy& le vene loro fono più deboli > che degli al- a q Gl'ani
tr'hfi pofìono folamente falafi are nelle vene del palatoye della coday dode mali non
ferina pericolo fi trahe giouamento per tonferuatione dalla falute , ma. "■ caua*
altro ite. non . Similmente gli fi alloni non deono efiere falajfati ypercioche
» nel coito la matura, digerifee parte delfangueye delle forve* e-co fi Bando
il corpo intento al generare) la doppia cura iluerreb.be àdifieccare . Ma
quando fofier tolti d'atalmeBiero ,, fé ogni anno alla Barione dell'herba1
non faranno purgati del fangueydiuerrannoycicchi: perche quello chefo-
leuanoper lo coito digerire, corre foragli occhi . z^fneora e dafaperfiy.
che à canalliMecchi ■> & àpolledri •> che non palino iltervpannoy errore
fina cauar f angue percioche àqueBifi troncherebbe la Virtù del'cre-
feere , e delle forile > & a quelli fifcemerehbe lavanti naturale , &ji
lafciarebbe Brada àjnille malaccetto fé 'negli uni>& negli altri qual-
che'importante neceffità Lo richiede fie '■;■ (ondo fa co fa che effendo que-
C Bionequalcofapiu import afiey ò trar f angue non bifognand'o > ò non
tr.ar.lo-bifognando yMoltifauiconchiudoìioy che-quefìo piudi quello reca
terribili auuenimentiycmuertendof in mortai nelenol hurnor corrotto .
Molti nel falafiare hanno auuertimento alla Luna , concordando il moto-
di lei con l'età dell 'animale, in queBomodoy che àcaualli di tre anni infi-
no à fette 'appropriano i giomilunari dal fecondo in fino al quarto' deci-
moycmdireycheinqueltempoxrefcel'bumiditày & quel pianeta ba più-
dominac ione 'ali! horanei corpigiouani ancor cu j cent iycome all'incontro1
corrijponde il rimanente àii corpiycbe già declinano . Ma oltre alla Luna
aonnieneetiandio;haue.r riguardo àifegni celefliide' quali altro cor rifèon
D dead vno, membro y.<^r altro ad altro , fi come nel quarto libro fi è dimo~
ftrato y fi cheuotendo il maeflro operare l'arte- fua con ferro ,- o con fm.-
co.iwalcunmembro yfhada ueder bene r chela Luna non fa in quelfegno
che ' cor rijp onde, alla parteydou'èdafàrfi loperatione , perche fé ne incor-
r.ersbbe in gran.pericolo.Gioiian'Sàttifìa Ferraro lòdàycheuolendo info-—
gnareyò allacciar eie uene-fo medicare <*s4pofìemey o.tagliar poh-- ' G ioni i iti!
ò.tjarrefiyà dar beuandèyò darfuoio^a: congiugnere flalloniyO' cacciar Tòt ' ei lc}:* ta
Itdriyò infrenargli yò dar lóro ffìroniy fi f chinino queffi giorni come infelì- ,f ,' ^,Z3im
ai MiGmnaìQ U.tsrT^^qmna^qmìto^nma^ter.z^tciu' k u*21i,
terzo*
751 <D E L L ^t G l 0 ^ J Jt
trzodtcimo,decimofettimo,e decimonono. Di tJ^Car^o il terzodecimo) j»
'quintodecimo ,&feflodecimo . D'aprile il quarto, e' l quinto . Di Mag-
gio l ottano,? I quartodecimo : Di Giugno il feHorDi Luglio il fesìodecn
mo,e'l d^cimonono: D'jLgoslol'ottauo^lfesìo decimo : Di Settembre il
primo,ilqumtodecimo,e Ifeflodecimo : D'ottobre ilf;flodecimo:Dil^o-
Infogna— uembreil quintodecimo,e 7 fefìodecimo;rDi Decembre il feHo,& lotta-
re perche uo . Quanto all' infagnare egli dice, che per due intentioni fu trottato da
ricroua-- medici, Vvna per diuertire , cattando [angue dalle parti remote, l altra
10 ' per euacuare, trahendone dalle proffime : & primieramente volendoli
preferuare il corpo da q 'ielle infirmiti, che potefiero accadere : appro-
na,che nella primauera,& nell autunno fi tocchi la vena del collo, dalla *
quale dipende Ivniuerfale purgationerDi perno fi tocchi la vena de fian-
chi , e delle vigne per deftare il [angue ; Di eflatcfhcciafi ilfalaffo nelle
parti eslreme , & eleuate dei debiti vafi : per prohibir le corrottioni >
cjie potrebbe cxufare l ^Arfura di quella Ragione ; nella quale è daau--
uertirfi di non falaffare Caualli fa uri ,ò morelli,o firn atifo falbi , eccetto
fé per qualche neceffità fé richiedeffe,p*r cloche e fendo predominati di .
Diftintio humornero,e abruciato,in alcuni d'ef/ì s' eftinguerebbe il calor naturale, .
ne per le gfe in alcuni con grandiHcmperameit3,^ danno s'accenderebbe. Ma vo-
ln^nìQ' lendofi rimediare , ali infermità accadute , egli pone quefla diflintione
dell' infignie,che cauadofifangue dalla fommità del capo,fi gioua contra
gliftupori , & letargie , fi toglie l oppilagione del fenfo dell' vdita , &
fi mitiga il dolore degli occhi, divertendoci da loro il concorfo delle ma-
terie . Effendo piaghe,ò vlcere,ò altro male neW orecchie, ò nella tefta , ò
nel collo,fon da inciderfì quella tre vene, che vfeenio dal capo fonposìe •
fopra, e dentro l'orecchia : la qualfagniaI{efurretione di morti da al-
cuni è chiamata,perche molti, della cuifalutenon ci era fperan^a alcu-
na , fi fono per tal via ridotti àfamtà . L'infagnia fopra le ciglia prefta
ali 'occhio gioua all'infermità , che i Greci dicono Hypoconapfi , la qual<
con gli humori,che agli occhi difcendono,impedifcelavifta,& col tem- u
pò indurandofitale acquofità, cataratta fi viene à nominare , l'infagnia
delle tempie leua lofeurità de gli occhi,l'Ottalmia,& ognifuriofo difee-
fo ; è gioueuole altresì contra il verme volatiuo, e auando f ene f angue
infìno alla debolezza dell' animale,che fincopanoi diciamo,e i (jreci Ly- "
pothomia.Et fé l Oftalmia fufle antica, égli occhi haueffero infiamagio-
^ ne,òpanno,ò lagrimefo altro vitio delia vifta# fé nel capo fipatifte dolo .
re,feruirà qlla infagnia,che ne i luoghi delle lagrime farà fktta.qflo fief-
fo modo nelle rationali creature fi fuole vfar da Medici,che deflado ileo
corfo del J angue dalle parti lontane > s'auuicinano à poco à poco al luogo >
affetto
DEL CAVAllOy Hs. IX. 75J
dell' euacuareyfinche trottata la rebelle naturaycaccino via la cagione del
r*€ male ;& perche non èhabil effo luogo à patir il fèrro yfiferuouodi pun-
genti herbe à far piaceuolmentevfcir fuori l'humor peccante. Oltracciò - .
Vinfagniade gli occhi è buona contra l'enfiagione del petto > perche gli dm/^^
occhi hanno gran communican^a col core y & buona etiandio è contra i che foc
nerui attriti . L infagnia della punta del nafogioua alla infermità de Vi- corrono.
fieflo mébroyprefuppofla prima l'vniuerfalepurgatione della parte rimo- ^lu m
t a,& vale ancora contra la turbatione degli occhi mirrabilmente. L'in-
fagnia della labbra cura la difficoltà di ^fnhelitoy V sAnticuore-, li Stran
guiglioniyle Vlcere,b l'enfiagioni della bocca,& le puflule, b posìeme y 0
doglie delle gengiue : e' l mede fimo effetto fa l' infagnia della lingua , la
qual di più contra la Scalen%ia fi trotta effìcaciffima , & prohibifce la
Tifi,& che'l cauallo fi faccia Tulfìuo y e Bolfo . Vinfagme delpalato nel
ter%o folcoythe Ha fra i denti interioriyfhtta per linea drittay& perpen-
dicolare cura i maliquiui auuenutiÀifeccando la troppa bumidità , che
gliproduce. (fauandofifanguedifulBarbottOy figiouaalle puHule de
gli occbi,alla graue%ga della lingua , cjr al prurito delle nariciycauando-
fene dal collo , fi curano particolarmente l'infermità cagionate da ripie-
ne^ayò dagraue%7sa:& cauadofene fin 'alla fincopeyfi rimedia contra il
verme , & contra la rogna , ò altro prurito y & fi prohibifce l' Immore »
che fcende alle gengive , Vinfagnia di dentro la cofciay gioua contra le
t ZraWe'>& contrai vermiy& allacciando fi lavena della fontanella , che
feorre già per me?o le cofeie anteriori , fi curano gli fpakani \ toccan-
do fi la vena de iteflicoli ,fi diminuifee l'ardor carnaleyfi lena V enfiagio-
ne di quelliy& fi probibifeono le fincope del cuoreye'l tremore ; oltre che
appropriato rimedio contra le frenefie è giudicato. V inf agaia delle giun-
ture y douefi dice Sciaygioua al dolore dellanchey& vale ejficaciffima-
menteper lafciatica.M.'Tie/^indrea ordinauayche per tenere il cauallo
fano glifi trahefie f angue nel Ma;~xoyò nell'aprile y ò nel Maggio, ò nel
Settembreyò nell'Ottobre inpaefi caldi\ma nelli freddi alla fine di z^pri-
) le y ode gli altri tre nominati mefi auuertendo femprey che' l giorno f offe
quietOy& ferenoy& che'l fegno non dominaffe in quella partey doue Vin-
fagnia fi doueffefkrey an^i che nefufie lontano almeno per cinque dì.
Dicea oltr' accibyche effendo il giumento maggior di otto anniyglicaua-
no f angue dal collo y quando la Luna era in mancanza > ma s'ella era
in crefeenya , l'infagnaua ne ifianchi.Sempreperòfncea la infegnla nel-
la crefeen^a , fé la beftia era minor dell'età fudetta. jiltre volte diceay
che douendofi cauar f angue dal collo fi fhceffe nelle beflie vecchie : cre-
dendo la Luna-y & allegiouani al mancar di quella ; ma douendofi trar ^
Bbb da
754 D E l l U C l 0 P^I jt
da i fianchi , fifkcefie cefi neWvne,come nell altre alla ere fienai. La qua
tità del f angue, che fi doueffefkr vfiire,egli dìtermin aita fecondo la qua
lità, che dì quello feorgea, maffimamente nelle femine , è nei mafehica-
Hrritf : perche ne gt interi hauea per fegno di baslan^a , quando l'uno de
i teflicotife n'entraua,folendo communemente efiere il fini^lro . Kfe con-
por taua,che prima dell infagniafi p^Jfeggi^fie,an^ volea , che foffe fia-
to in ripofo per molto jpatio nella fiatiamoti dir che ogni mouimema nel-'
V animale cagiona calore , per lo quale commouendofi ilfiangue, fi viene
àmefcolare il buon col cattiuo,&- cofi non vfeirebbe il corrotto fbloial-
tre che effendofi ingrofiatu effo f angue , non potria di leggiero vficire ;fe
nonfifhcejj'e lincifione più grande,il the al poffibile dee fchiuarfi . Hip- p
pocrate ferine importar affai,che fi confi deri la natura , eia dijpofitione
dell'animai? , percioche alcuni fono di prospera compie IJione , alcuni di
cattiua foggetti à morbi,alcunì fcarmi>& macHenti,<& co fi ilfangue.no
in tutti è quel medefìmo,ne pur fi troua finale in tutti i viìij; ma in eia-
Sanguini pcuna malatìa è differente di colore . Conciofiacofa che ìlfangue de i ben
cauallii dijpofii è temperato,copiofo, & rofio , a i quali per per feruarli dainfer-
mitàfipuò feemare . Di quelli y che fon raalaticci,& fi trottano in lan-
guore',ilj 'angue è vario,e fchiumofo . Di quelli , che fan riprefi è vifeofo ,
& nero : Terà il Cauallo primieramente farà da ricrea) fi di -verde cibo
nei campi herbofi, mentre che la foaue, e lieta ferr aggine efee fuori, la' q
quale generi nelle vene ilfiangue fi e fico,e nudrifea le forile di modo , che
ne diuenga più robufto:e donendo cauargli fzngue,che l' aggrava fie,fhc~
elafi nella feconda bora del giorno-, firignendo il colla con vna coreggia >
e facendo ftar la tefia ertale tanto fiefa,chc ìtori delle vene fi vengano
ed inalbare : ne i quali non è da (finger fi la lancietta profondamente. ?
perche trafìggendo fi la a^frteria, non di leggiero fi potria rifiagnare il
f angue , & la medefima aimertenTO. hi fogna tenere nell'altre partì fi di
licateycome fia falajfando le vene , che difeendono quattro dita fiotto leti
toni de gli occhi,ilche fi fuolefare per togliere lafuffufione , & altri vì-
tij . Sifogliono ancora con certe lanciette minute fatte appo fia toccar le
vene,che fono di [opragli occhi . Il cauar fiangue dalle orecchie in ogni H
modo, che pofiafhrfi , èvtiliffimo à Cefalargici , cioè à quelli ,. che fi dol-
gono della fé fia, & àpangi, à frenetici, à rabbia fi , & àcaduci,ò che
palificano debilità difiomaco , o mal di tiro , ma meglio fi a fiotto le tem-
pie dall' vna , e dally altra banda in quella vena, che fia tre dita difeofio
Salaffare fagli ocq\jì ; & quando ilfalafio èdafhrfi in efie tempie > cantilene con
uene bia- "^n tegame Hrignere il capo prejfo gli orecchi , <&• cofi albata la venay
4«naio. ferirla leggiermente . affina biafma il falaffar delle vene}chefiono en-
tro le
'DEL Cjì V ^LL&LIB. IX. "j'j'j
jt tro le cofcìe:percbe votate difangueycommitnìcano(per vna certa ragia
ne dì confortio)il male & la doglia con le membra genitali) fi che il fe-
guente giorno fi vedrà l'animale gir Toppo*, & appena muouerfi. Bt fé
alcuno pia di [opra taglierà la vena ^ngttinayche volgarmente dicono
Serpentinayla qual è pafla apprefio à i testicoli alquanto [opra ;faràca-
gione di morte. Biifima ancor il fai a fi ar delle vene > che fono nella coro-
na del piede ; perche non folamente v'induce calofità, maguaftal'vn-
gbiain mcnieraycbe l'animale diuenta Troppo : Loda bene > che à Caual-
lo,ìlqualeyhauendo gli fchincbi graffi, e pieni di carne, fàcilmente fi rom
pe i piedi)H.mdo in ripofo : fi tragga fangue ogni mefe fatto il ginocchio.
B Quando per male )cbe fìa venuto alle gambe di dietroybifogni cattare fan
gueifaràda cattar fi J otto la piegatura del ginocchio prefio algaretto >
dalla banda didentroyòpur di fuori. Et quando accade che'l gaudio per
ejfere stato Jpinto fiouerchiamenteyno può ne star in piedone pur corcar-
fih& l'eftrémità de' piedi fi impostemi fcono,bifiogna trar fangue da quel
levengychefono nelle ginocchiayhor di dietro y & bar dinanzj.Se'l giu-
mento ha gommeyò altro dolor nelle gambero nelle cofcie y Vegetio vuole
che accortamente fi e ani fangue dalle vene,cbe vengono dall'Interiora >
e trattone il bifiagnoyla ferita fi leghi con vnafkfiìetta . *Ad Opistotoniy
. m à 1>olff)d (olici)& à quei che pati fi ano maldii\eaiy ò doglie di ventre) ^ r*/lua
*■ gioita cauare fangue dalla coda) ò dalle v; fiere y però volendo falajfarlo faja /fare p
nella coda) ella fi farà fi bene aliare) che tocchi i lombi y e quattro dita
lungidal federe )doue non fono peli) fi pere oterà con vna bacchetta non
• molto gratte)finche la vena appaia, la qual ferita con l.i lancietta , trat-
to à baSlanya il fangue fi legherà con vna fh fida . Valendo falajfarlo .
per le vifiere)fi toccheranno con la lancietta le vene di mszoy cb'efcono
infuori nelle cofcie fiotto le anguinaie > dalla parte finlHra y b destra ;
ma cautamente perla vicina mefcolan?a de' neruiy & cattato il fangue
vi fi metterà creta difopraper rifiati. ire la piaga fatta .' Aia per genera-
re le precetto approuaegli) che nel principio > ò nel fine più tòsto > che nel
me%o delle infirmitàfi caui fangue all' animale y& in tutti que lische fo-
no da falajfarfi propone fi fatto ordine,che douendo trar fangue dal col-
lo ) donde il più delle volte fi vfa y mettafiil Giumento in terra piana y
primayche habbia mangiato) ò beuuto > & cinto il collo con vna correg-
gia di cuoio stringafi fortemente y fi che la vena appaia beneyla qual la-
nata con vnajpungia yfarà da nettarfi tanto , che venga alta: & perche
due fono le vene) che difeendono dalla fommità della teflay& fi riduco-
< no infie me fiotto le mafcellefino allagola^onttienfi quattro dita fitto ef-
fe, vene mettere la punta, delferroypremendo^alquanto difopracoH deto
Bbb 1 della
'^6 *D E l L j£ G L 0 \l Jt
della man mancayacciochela venafen^a giocare fila più gonfi 'atay& al e
t bora fi potrà fecondo il coflume toccare conia lancìetta ben agwx^atay
\a qual è da tener fi con duo deta delia deslra in tal maniera > che tanta
punta ne efca fuori > quanto par necefario a far entrareyfofpendendo tut-
ta via col deto di me70y& moderando la mano leggiermenteyacciò che
non ferendo più forteyche hifognaffe y fi venijfe à rompere l'arteria-, o la
gola: £t però Hierocle ciammonifcey douerfi molto ben'' auuertire;che la
vena non fi trapaffi dal ferramento y maf imamente quando fi cauafan*
gue dal colloco dalla bocca, lequaivene maggiori pericoli minacciano
all' animale: et più diligenti bifogna vfarfiyquandole vene fon fi fottiliy
che appena fi poffono ben difcemere. Bora aperta cofila venaymet tagli- f
fi dauati il fienoyacciò che per lo mouimento delle mafcelle nel mangia-
re efca il [angue con empito più dirotto > poi quando /' humore già nero>e
putrido comincierà à venir più chiarore ui fi ilfìenoychepiu non mangia*
grpofla vna cannaio ver vn pentolo rotondo di leg?io(c$me Velagonia
ferine) in fu la venayflringafi la piagaymettendoui vn pergo di cuoio im-
peciatoyper ritenere il f angue y ben che alcuni vi vfino più la creta: Indi
-•* •. fi rimeni il (jiumento in luogo ofcuroye caldoycon dargli à mangiare del-
la fkrraina:o fé l tempo no l por taf e ydel fieno più tenero per fette giorni
- ■'■ & fette nottiy offerendogli ancora l'acqua che poffa bere . Conciofiacofa ~
cbejlffirto affermayche à tutti gl'animaliyche tégono unghia fodaypokhe
„ .. loro è cauatofanguey non fi dee lungamente vietare il berey ami fé tos~l<ì
non fi prouede alla feteyfacilmente dentro fi feopierebbono . 17 B^ufio bia-
^ . fima que\liy chefogliono toflo dopolfalaffo dare àberey lodandoyche per
tre bore fi faccia Bar il (jiumento col capo legato in su ; & che poi per
vn giorno y <& vna notte nonglifi diano a mangiar cofe dureychefaceffe-
ro difciorrela vena ristretta . Oltra quefie cofe foggiunge . Vegetio effer
gioueuole fommamente , chefubito dopò ilfalaffoy. quel fiangue tratto fi
mefcoli con olioy& con aceto > &fe nevnga tutto- il corpose particolar-
mente il luogoydonde fi è cauato:effendo appo Marefcalchi regola appro U
«► e natiffimaychel fanguefrefeo mefio co aceto in liniméto deW animale ygio
frefco&có tta a tutte le forti d'infermità. Fatta la vntioney fi meni alfaley& quitti
aceto effi- fimilmente fi tragga fangne dal palato y & fi purghino della fchiuma i
cace a tue ^en^ canjnifìno a[ teryo grado , facendolo slare con la briglia legata
miti • a^° di tes~la<>& in quel giorno bifogna con delicati cibiy e con femola fo-
mentarlo : poi comincia à poco >-à poco ogni vol^ptu ritornare all'orba
fecondo ilfolito- : & effendo il giorno caldoyfarà bene menarlo al mare y
ouer al fiume , & iui lauarloye diligentemente con olio > e vino fregarla
al fole y e con tal governo fi può rimettere francamente alle fatiche***
Auu ne
te
DEL C jfVjtllOy L1B.1X. 7^7
'jjr <Auuìene taluolta ancoraché la vena fi bi fogni allacciarèjagliadoft per
trauerfo come vn legno fegato da ferra , ikhe fecondo sAlberto co fi è da.
fkrfìycbe primamente fi bagniti cuoio dell'animale con acqua calda , e
fé ne radano i peli, poi vi fi freghi tanto con le mani, che la vena fi rile-
.ui fopra la pelle, laqual allhora è da tagliar fi fecondo la lunghezza d'efi-
fa vena,che farà dafpe7ga.rfi:& co fi fep aratala vena dalla carne, pò-
tra tagliar/! , & cauarne à baslan^afangue fecondo che piena, e craffa
fi vederà,pofcia con vna bacchetta dilicata alyift due deta,& co vn filo
fonile fi leghi intorno fatta la inciftone,i capi della vena dall' vna,e dal
l 'altra banda alquanto fi abrucino,e tanto il filo, quanto icapi di e/fa ve
na pendano fuori della ferita,accio che dalla vena,che frale legature fi
B faràputrefuttayleggierméte fi poffano distaccare coft le file,come le par
ti della vena tagliatale fé' If angue in alcuna parte,e maffimamente nel
piede farà raccolto prima che fi caccia fuori, la vena è da legar/i dalla
parte inferiore,non daquella>chefiindrix%a al core, & in queslo modo
eglifcriue douerft cauare il f angue. Il Un fio in talcafo ordina parimen-
te,chefi tagli il cuoio per lo lungo della vena, & inquella linea s'alala
vena leggiermente fu,laqual legata da due parti con forte,& doppio fi-
lo,/} tagli tra l'vna,e l'altra legatura prefìo al nodo,hauendo prima he-
ne legati i e api; pere he non venifie molto fiuffo di f angue ad vfcirfuora .
E'I filo fi lafci penderceli tal modo, che di leggiero fi po/i a il nodo flrigne
re,ò rallentare fecondo la corrottione,ò m alignità de gli humori,chefi uè
drà nel f angue, che efee fuori,tenendo aperto il capOy che vien dal corpo >
onde efee il fangue,& l'altro bé legato.Ma quefio allacciare, ò trocar di
vene,è da fchiuarfi;perche mai non re/la il e au allo sformato, com er apri
ma,ne altro giouaméto ne prende ,f e non che fuole apparir più bello. Cjià
fogliono alcuni allacciar le vene fiotto le cofeie a' lor Caualli per hauerli
più agilh& più leggieri , &priui diinfiuenTe di humo ri nelle vltìme, e
bafie parti: ma ciò no dura per molto fi>atio,per che coltépo debilitando/i
£ quelli membri, fi vengono ad incuruare , e l giumento resla dipericolo-
fa ejfercitatione,& mouimento,di frale compleffione,e di corta uitacTur
douendofi fhre tal magistero, farà men dannofo à farlo àTolledriyper ef
fere più neW aumento,che nella declinatone la lornatura,fi che verreb-
be ad humettarfi l'accidental feccità di quei luoghi ,à quali non fareb-
be l'allacciatura difendere ilnudrimento:& farà da fkrfi in queslo mo
do vfato da i moderni, che annettato fopra il ginocchio quanto vna pian
ta, fi fep ari defir amente col B^afoio la pelle della carne, por/epurati i
neruic duoli , fi percuota la vena , & s'allacci dalla parte di fopra, con
doppio legame ben' incerato ;Indi vi fi dia il fuoco per prohibir gli humo-
Bbb $ ri,
77f$ T> £ L l jl G L 0 \I oi
. , ricche naturalmente .'Uè parti offefe concorrer [bollono. Hof intorno al- »
Errori nel.,. - n^.jj-.r. • » '- «- ^ *» . - - . vA .. „, , &
trar fan- ^nfagnie refìa da dir fi y che tal -volta fi viene ad errare y trtL^
gue . vena per trailer fo da parte a) parte y fin' aita cameya dandoci]
tagliando la
rper trailer fo da parte a) parte y fin' aita cameya dandoci tanti colpi ,
che concorrendoci enfiagioniyil [angue resta oppilato: Ter lo primo cafo
M.Vier Andrea toccana la piaga con trebentida mefcolata con olio più
che tepidoy& men che ferui4oypoi vi rnettea vna buona fioppata di bian
co di vano battuto con fugo di nasìurtio ; lacuale fioppata non togliea,
fin' al terxo giornoyfc lapiaga non fi [uff e gonfiata; ma porgendoci alcun
tumoreyleuata quellayvifea prhnaméte vntioneton tardo-, ò co afiungia
fquagliatayfcolata:poivinfizft latta vnfacebetto di Imo pieno d'berbadi
muro > eh egli folea chiamare Morella T\pquera benpefìay efcaldata al p
fuoco in va fé afci<tto:procurandaychefnfie tanto calda guanto l'anima
le comportar pote(fe> e do facendo die volte il giorno yta piaga con quel
calore fi difgoafi .ina. Ter lo feconda eglifi sfor^aua di cattar [angue dal
la rmdefima venay di fotta al IttogOy doueper li motti colpi fi fuffe adu-
nato Immote ; e toccando i detti colpi errati fotamente col fugo delna-
Hurtioyvi mettea la Morella I\oqueraycome s'è d imo strato :& fé non ha
uefie potuto d.illijìefìa vena trar [angue , linfagnaua nell'altra parte
del collo -.onde fé parimente non fofie vfeito fangueyegli iafìifciaua in arn
bi effì luoghi la detta herha fcaldatai & poi l-infagnaua in ambi ifian-
chiylafciandone vfeire afta pasla fen^a sìagnarey dicendo no efferne da G
temere per conto alcuno y poi che vene principali non fono . Quando nel
trar del fangue fi gonfia la veniyfogliono alcuni rimediar ci con pomi fa
pra alcuni pampani catti di vite bianca » Hierocle ferine •>, che quando il
Venapa trar del [angue nelle parti oblique prejìo alle ginocchia > <gr nelle fealle
refan^ue g-neraffe infiammatone^ t animale 7gppica(feyil luogo è da bagnar fi
tre o quattro volte il giorno con acqua calda , empia Tirandolo di creta
ci molta con aceto difiemperata : et Ca.iallo è da far fi piaceuohnente poi
pafseggiare . Telagoma ordinayche douefitjfe venuta infiammagianey fi
debba mettere terra cimolia con olio, $~ acetoy aggiunt ani paini et inceri
foycipoUefaluaticljeyòfcalogne(come altri dicano (et lumache infiemepe
Veni ra- fieiapplicanda tal'empiajlro caldo di uernoy& freddo di Efiate . Stper-
guarà co- ^ ^ molta peri e olofo quando la uenH tagliata non fi pub nferrare^cri-
ferri .. H€ ^ imdefimy efsere il rimedio> che fi metta difopra il ba.ba.gio beriun-
ta d'olioyò pur unta unape?ga di lino arfayà (ter cadi (aualto > ù d'^ifi-
noymentre è e aldo y ciafeun de' quali più efficace farà (fecondo il l\ufio)
fé fi sbatta con creta y <gracetofarteyòfefi abruci con feltro > parimen-
te giouerà un peT^o di feltro abruciato dentro un mfey e bagnato confa
go di ortica, ^ nero ira'empiaftro fatto di efse ortiche t^uero empiaslro
coUq
H
DEL C UVALLOy 11B. IX. 759
jf caldo fatto di quelli funghi > che fi dicono volgarmente ve f ciche di tu-
fo , petti bene con islerco di porco > che pafca herba * Filagna etiandio
mirabilmente la Emorragia il pomi sa polue di panno-fi difeta arfa-, con
farci poi liquefar di [opra la colofonia ; ò veramente il pomi gejjh mislo
con calcina-, e fiocinilo granellìyò ardii (come àiuerf amente fi dice d'vua
ben tritilo me f colato il rafano con ortica pesta y e fole, ò polue di cannel-
la e garofani flemperata con laudano yò (fecondo ^Affino) legami fo-
pra alume di rocca abruciatoye trito . hi caft più pericolofi può prendere
aloe ygalbanoypecey gomma y olibano-, mirra > mafticeylitargiriOy cerayfe-
uo di e aprone, olio communey e di tal miflnrajpejfo untarci luogo > ilqual.
B rimedio conferifee ancora alla tigna molto . Vtgetio dice auuenire alcu-
na volta > che quando il Cauallo s' è purgatodifchìumanelpalatoynon
fi può riitagìiare il fangmyperò nel luogo ydoue ha rotto la lanciettay
mettafi la (pongìayfacendoioftar col capo erto , & conacqua freddagli
fi bagnino ie reniy i teflicolue'l ceruelloy &fe quefto rimedio f offe tardo-,
gli fi metta fu' l capo àguifa dilinimento polue d'incenfo > e*r acatia con
aceto fortiffimo stemperata . $ crine Telagonio altresì y che quando per
auuentura cauato fangue dalla gamba ; feguife per concorfo di humort
infiammaggione; fi faccia empia/Irò dicalcina viuaycalcitideymeley & J.nnam*"
^ arijìolochia di pari pefo, & vi fi leghi con vn panno di linoyò vi s'empia- £on cofr0
siri con mele il Canape faluatico feccoy etritoy ò ve; amente ( fecondo gli d'humore
ordini di giordano R^fo) tolte due parti d'incenfo > & vna d'aloe pati-
co; epolueri%ateye sbattute con chiara àuouo y e mefcolataui pelidi le-
prey fé ne applichi empiajlro su la ve?iay ò sìt la piagay ptr ciò ciré cofi al
Vunbifognoycome all'altro tutti cotai rimedi fono efficaci, auuertèdo pe-
ròyche dapoiyche ciafeun di ejji vi fia legato fopra ben flr ertamente , non
fé ne deuràleuar' infino alterco giorno . St quando la nectffità più xo-
ftrignejfe di prouedere , cauifi fangue da vena di parte contraria > ò nel •
colhyò nella gambayò in altro membro-, affine chefidiuertaper altra via, <
n Vltimamente quando nulla di queste cure giouatafi.fie , vi fi potrà col
cauterio dar' il fuoco leggiermente di manieray che i nerui non fé n'ojfen- . .
dono. Ideile cure degli animali doppio rimedio han dimostrato i faggi ^[^ cur£
auttoriy l'uno con diminutione del fangue y che allarga te cofe ristrette > de gif ani
l'altro con abruciamento delcauterioycheriJirigneleaUargateydiffecca ma^.«
lebumideyif]ottiglialeingwflateydijloluele ragunateyò l ' indurateyriti- ■
rà lejparfey corregge i dolori vecchi yf^cgne le posleme > e tagli à quel-
le) che cr e f cono fuor deWordine; perche quando col ferro infocato fi
rompe la carne > ogni male viene a. maturar ft -, & à rifoluerfiy <& tfee *
fuori conlhumor perii forami fatti y poi per più benefìcio rifcaldatc**
Bbb 4 le
jéo D Z L t Jl G l 0 T<^1 jl
, le cicatriciyilluoga diniene con duriffima pelle affai piùfortey che prima- e *
Cauterio mn etaQ^{eji0 tauterìo è voce grecayche dinota vrìiftromentodi ferroy
come , & o Pur ài rame di Ciproyche è migliore yilqual infocato-) s'accofla al luogo% .
tjuàrjos'o eh' è da curarfi y benché alcune volte il fuoco fi dianon propriamente ne.
pei* ìfìioi affettila ne iproffimi à quelli y per diuertire > come nel collo , ef-
fendo l'animale infermato al capo;& nei lombi y effendo il male fotta le
reni . D affi il fuoco talhor pungendo col ferramento y talhara tirando à
famigliammo di far' una linea y talualta àguifa d'vna olino, : & m questo
fi loda molto la maestria del Marefcalco > quandanel dar del fuoco egli
ha buon occhio di non far fegnoy che poi difdica aW animale y & fecondo
la qualità delle pelle > dou'èìl. male > co/i più forte ', ò più leggiero fi è da r
dare. zsfuuer tendo di non darlo mai fopr a giunture yne in luoghi neruofiy
ma fempre alquanto più altoyòpiù baffo: altrimenti perpetua debolezza
ne auuerrebbe > cjrfe mai fi toccaffe col fuoco la corona del piede y fé ne
verrebbe à perder Vvnghia ferrea (peranno dipiurinafcere: onde il (jiu-
mento difutile rimarrebbey ne fi richiede vfo di fuoco a quelle eminente >
che nafeendoper lo corpoyfìmili a brnfchiyetaluolta maggiorìyfimma%—
ciay&fi rampona a lor pafla: perche fono purgationi y lequali rifirignen-
dofiye ritornando dentro ( offender ebbano tanimatey raunandofi ma/fima-
mente nelle giunture ; ma fi curano tali brufehi con lauagioni di ac~ *.
qua caldai vntioni digrafio. Parimente è contrario il fuoco a mébriy
è tortiyo dislogatiydauendofi afrettareyche prima fiano Stabiliti y & riunì-
t^e ridolti alla fede loro y e quando per beneficio di natura non faranno i
corroborati y è da veder fi di guarirti con vntioni furgatiue , empiaUri
mollificatimi non douendo e fierf rettolo fa a dar il fuoco fen^a buona y t
lunga canfiderationeyperciò che molte volte ne de-uiene l'animale (come
Vegetìofcriuè)aggranatoy<& lefod'à onde tutte altre medicine fi patron*
no prouar'in primay& vltimamente poi ricorrere ai cautervjyiquali ac-
ciò che non bifognipoi rinouarfi > conuerrà farli canuenientemente pro-
fondi la prima voltay& più felicemente nella Trimoueray ò nella eftatey U
che in altro tempo fi fagliano adoperare (fecondo >A flirto) & meglio
nella mancanza della Lunayche nella crefeen^a fogliona riufeir (come i
// %ufio ne fa fede) percioche fecondo lei crefeono y & mancano gli im-
moti de-' corpi terrestri . Chi de fiderà (dice egli) la lunga fanltà delfuo
(auaUoyfi che negailey ne foproffiyne frittelle yneierde , ne mrbey ne fu-
rine ne fpauani giamai l'infe^inoy grebe canmaggior fiducia fi paffo
faticareyperciìy che dalla fouerchia fatica fogliona i giumenti meorrerc
in detti mali ;babbia cura > cb*egli da vn ferito maeflrofio cottoin quel-
li luogbiydaiie cotali yitijfoglìono nafcere.Ei >fe i Cjiummti fi cuocono di
due)
<DE h C^i V ULLO LlB. IX. 76t
j[ irti , ò di tre anni y 0 prima che fi togliano dagli armenti) {libito fi deont l
lanciar liberamente andare per tipa/coli ficaia altro medicamento sic
le cotture > legnali co fi da fé meglio fi cureranno , e pia belle ancora ap-
parirannoypercbe la rugiada mir abilmente guarificel'aduflione y e toglie
il prurito . Ma egli è dafiaperfìy che'l cauterio in quale flato ritroua l'a-
nimaleria quel mede/imo il confieruaipero quando il Càuallofì duole per
alcuno de viti] nominatiynon è da dar fi il fuoco in/ino a tanto, che'l do-
lornon fa cejfato , e'I dolor fi può leuare con mettere calda nel luogo in- Dolor fat
fermo vna mollica di pane gro/fo fritta con un poco di vino in vece d'olio. £° • * ""
Di pia ci ammoni fesche ogni voltoycbefi dà nelle gambe ilfuoco}f deo- me fi ieui
B no far le linee per dritto > e per trauerfo y fecondo va il pelo, che fende m
giùyperche vengono poi tali cotture ad efiere meglio couerte à quefto mo
do > &fie per auuenturafi venifie à toccar qualcÌK neruo y meno fi offen-
derebbe . Ideile garrette il fuoco f dà per lungo, e per lato nel me^p del Fuoco co
tumore; UCauallo pigro }e fpauentofio fi dà nel fianco a gui fa divnaro- ™e " ^'a
tayfncédoui crociye punti in mexoy& umilmente nelle renile nei quattro e come fi
polfhcon dargli à mangiare delpanicoye guardarlo co diligenza in luogo medichi .
caldo: m le cotture fi pone f una voltafieno bouinofrefco menato co olio
caldo,& nel medefimo issante farà bene di mettergli nel collo vn collaro
-fatto di verghete le pattoie ne i piedi, fi che non poffa né co vngbie né con
la bocca fregar fiele in modo alcuno > né fi pofia accostare à luogo duroy
don 'elle fìficortic afiero : perche per lo molto prurito egli vi fi fregheria
volontieriyò potendo vi fi darebbe di morfi,& fi con fumerebbe in fino ài
neruitpemin ogni parteycbe'l giumento fìa cotto, bifognafiaf benvauuer
titoych 'egli non batti à toccar fi le cotture, né che vada ulama lorditiafio
praquelleyche fi bagnino d'acquaper none dì da che furono fatte , pofcia
pafiato.il nono > come fi vedranno ficorticate, e f eparate dal cuoio ftefioy
fiaràdatenerfii inqualche corrente di modo , che t acqua tocchi le cottu-
iredal mattino per tempo infitto a me^ter^a, & -Iettato dell'acqua fi
D É&ÈVM sù & cotture pilue di terra fiottili ffima , ò cenere di felce pafiato
perla feta> da, fkrfì la fera tenendo in acqua fredda da bora di veffro
infimo à pofata di Soley& poi fifiargendoui detta poluetilquaT ordine con-
nina di continuare infimo a tanto,cbe le'piaglye del fuoco r eslino in tutto
fklde^éttriyfiitte la mattinale cottureydopò merigìo vi pongono lo ster-
eo del bueycofi facendo per tre giorni y poi l'ungono d*otiotepido con vna
pennaye mortificato chefi'a ilfuoco,vi mettono cenere caUa,fiache fi fìa
guarito.** ltriyper dieci dìprimajcke diano il ' fiuocoytengono l animalein <■
4cqua.fr'edday& velociffsmay pofcia vngono le cotture con olio una fiata: -
IgiwnQ^dffirtQ fcrìue^bo quàdo sé dato il fuoco alla parte vitiofihpri-
ma
' y6i P"% l l U C l 0 1^1 U
ina fi latti con orina vecchiaypoi vi fi fàccia linimento d'afiungia vecchia g
liquefatta con pece dipari'pefo , Telagonio dice > la corteccia del melo
medicarle abruciature.Hierocle perfaldare le cotture,ordina>cbe'l pri-
mo dì nelle margini di quelle fi metta fole minutOy & olio con vna pénay
& ne ifeguenti infino alfetùmo vi fi ponga fudore di fanciullo > b vero
in luogo di quello vn'vnguento fktto di vera , pece liquida , affungia di
porco )Olio>& fale; che coft ne calcheranno le crosìe , ò bro'^e : pafiati i
fette giorni^ vi fi bagni due volte il dì con vino vecchio temperato co ac-
qua calda y e lauato il luogo y vi fi slilli vino-) & olio y fpargendoui fari-
na di orobi) laqual farina con lauarlo due fiate il giorno d'acqua calday
. farà da continouarfiy finche farà bifogno ; &fe in quelli > che per dolor di &
fj01 reni haranno hauuto il fuoco nel vertibolo delle cofeie , ò delle groppe y
«mando fi non faranno fra i fette dì caduteyò moffe le crosìe y è da-faperfi y che non
iia dato ii potranno lungamente fcampar la vita * perciò che qualche cofa nelle in-
fuoco, teriora farà lor rotta . Ma per far e cadere efie crosìe delle cotture pari-
mentefi poffono adoprare mefehiate infieme Hìffopo humido , & fior di
.falnitro ana oncia vnaypropoliyammoniacOypolue d'incenfoypepeygalba-
no ana oncie due i<& quattro di vifchio con vna libbra di ceraio ver amen
te con vna libbra diceray& quattro onde di bitume prédanfi propoliyhif
fopo bumidayfolfoy& alume di rocca ana oncia vnay& ammmiacoygal-
banoyopopanace)nitro>pepey & vifchio ana onde due . EfficactJiltresì a
Cotture tutte CO(i;Ure tra gli empi aslri greci fi deferiue la lipara y che riceue me-
medichi- V1 libbra dicerufaycioè biacca & altrettanto difandicey con dieci chiare
no. d'uouay & olio rofato , e fugo difolatro > quanto fi filmerà douer bafiare.
Vrì altra liparayche per effere bianca quando fi diffoluey animene leuce è
nominata flaqual vale co fi per lo abruciatoycome per lo fcortìcatoyet per
l'ulcereyche végonc da lor poftaycofisle in Litargirioy e biacca libbra vna
per co faymefcolate con olio communey& aceto quanto bifogni. Fri altro
vnto molle fifa con fandiceybiaccay& olio rofatoyfei onde per uno Vrì al
tro conbiaccay& fandice ana libbre duey aggiuntela onde di Ut argino y &
& olio rofatoy& aceto forteyquantofigiudichi neceffario . M. Luigi su le
cotture me t tee vnguento fatto con mafiicey& incenfo ana onde quattro y
Cadice di giglio bianco domeslicoyfeuo > affungia vecchiay eflerco diTa-
lombi l'incorporata ogni cofa infieme > b veramente cotta fiotto la cenere
la radice del detto gigliata mefcolaua con cerayfeuo di capray& afiun-
già vecchia.-taluoltavugea le cotture co fugo dipiatagginey chiara d 'ho
Cauteri] WOj ct °^° rùfa°*> battuti infiemeytalvolta il fugo delia piantaggine me-
mi- cx iu Jcolaua con maslicey& ne vngea dueyò tre volte il luogo cotto. Il Coloni-
due modi bro dicevi cauterij intender fi in duo modi, .Attuali queUi)che fi •fanno con
iHrnmenti
G.
DEL C ^!V ALLO, LTB. IX. j6?
y iHrumenti infocati ,i quali egli approuay che fi in di rame per cfier metal
lo diamorofa natura^ non malignoycom 'è ilferroy& Votentiali quei)
che fi fanno con molenda di to (fichi y e d'altre co fé acute , che han uirtà
fomigliante al fuoco, fi come fìfcorge nell'unguento fatto di Dialgar ci-
trino^ di trocifchi di asfodeli; che fon di pofsanya troppo mordace . Di pjaufi:
quefle compofìtioni caufiicfeye abruciatiue (oltraquelle^che faranno or- che ò a
dinatene iluoghiyoue particolarmente deuranuo adoprarft)non manche bruciati-
rò de defcriuerealcuneycomevniuerfaliy che ho trouate. Scriue dunque uecompo
TeòneHoycheprefa vna parte di calcina viua}& altrettanto di feccia di
vino ahruciatay s'incorpori con lifciafktta con cenere di giunchi •> òfusli
$ difhua-yò d'offi d'oliuay& adoprimft finche è frefca: ò veraméte vna dra
ma di calcina nuoua,due di. feccia d'aceto ahruciatay e tre di fior di f ai-
nitro fkccianfì bollire con lifcia forte :ò prenda fi pece abruciataygommay
&fal armoniaco ana libbra vnaybitumey e bdellio aria onde trey<&"fac~
> ciafene mifìuracon vn' oncia digalbmoye due di propoli. Toffon fi ancor*
vfare capparifrefchiyb foglie di telefio pesle} difcolte con fugo di figaro >
& aceto/Pelagonio mefcola ceray & litargioam libbra vnayraminayra
già cotta j e biacca ana libbra mczayarmonìaco y & rame abruciata ana
onde treycon vna hemina d'olio . Hieroclepone galbano > & opopanaci
ana oncia vnayhitume giudaicoy& alume [cagliala ana onciefei con tre
C di litargirioyaggiutaui vna libbra di affungia vecchìa,vn fefiaria di ace
to fqnilliticOy& me%a hemina d'olio: ò veraméte prendafì pece di nauey
ragia cottaybitumegitidaicoypeceyvifchioy& cera vna libbra per cofa co
due onde di galbano yquattro d'incéfoy&fei di armoni acoyalle quali cofe
liquefhttey& colate aggiungati fi due onde di opopanace peftoy<cir conia
jpatula mouédo fhcàaft incorporar nella cai^a ogni cofa infiemey &fe
diuentaffe troppo duroyaggiungauifi affungia vecchia difciottay& armo
iliaco a) baRanya . Sen^a il vifchio ancor fard buono ; ma fé fuffe gran
Qaldoy accia che non fi f coli fvntione yfkcciàuifì aggiunta difei onde di
pece di naueycioèrafpatay& rafa da qualche nauilioy& cofi s'vngatper-
& che tal'vnguento fra tuffigli altroché abrucianoyè filmato efficacifftmo*
Vegetio raccanta-yeffere fiato da Chirone ordinato l'vnguento abruciati-
uà con bdellio arabico>galhanoygoccìa di Ftoracey apofiimayfugo d^hifio-
pOye goccia armoniaca due onci» per cofa y tre di vifchio Italiano, <grfei
dipolue d'incenfòyaggiuntaui gemmarti catiialey& pece brutia ana lib-
bravnaybitume giudaicoybitume apollonioy et cera commune ana libbre
due . Fn' altra neriferifee in quella modoygalbanoy colla, & polue d'in-
cenfa ana onde tre y fé i diterbentinxy & fette di bdellio con grafi o di to-
rOfceraypecey^vifchio ana libbre due}&vna digamma. Et poiché fia-
ma
7<$4 D E l l ot G L 0 ^ J J.
mo venuti à ragionare di co fi fatte compofttione , non mancherò dì na- g
rame alarne , che in parti cafi vùliffin amente vfar fi foglìono : & pri-
mieramente V ìslejlo auttore compone vrìempixfiro crudo inqueHagui
fa}d ne libbre di calcinx viuayvna di fimpiio .Aleft indrinO) & me^a di
fichi fecebiy firn coi.xfìmgix à biflan?ipefley& mefcolate.V ti altro ne
ordina conprop deioyHoraceymidolla di ceruoyOpop macero acche di lau
roypece grecayfeuo di toroygraffo d' or foy& grafìa di leone ana onde ducy
bdellioyegentiana ana oncie treyfagapenoy olio diCiproy^r olio commu-
ne vecchio ana onde quattroycera punica > armoniacoypolue d'incenfo3e
galbanoana onde feiVn" altro con fagapenoy farina dinccafoy&treben
ima ana onde tre}midolla diceruoypropuleio ypece bruti a,xceto fortif- F
fimoy<& olio di giglio pauonaigo ana onde quattro ;fìoraceygalbanOyfe-
uo di capra}& olio di lentifco ana onciefeiy due di opio di Spagnay& ce
Sincrif- ra,& armoniaco ana libbra vna . V empiaHrofincrifma egli compone
ma empia £Qn cera Yoffay& pece greca analibbre ducyolio laurinoyolio di CiprOyfe-
fi compo- uo ditoroymidolla di ceruoyhiffoppOyet afìungia vecchia ana libbra vnay
ne. infieme cotte :V vnguento ancor fincretico egli dice efiere da notarfi co-
Voleri - me afìaifalutiferoyilqual contiene armoniaco, olio di Ciproyfeuo diTau-
tico mCre rò>&rafi° d'orfoyopopanace > galbanoye propuleio ana oncietrey Horace ,
terbentinaye grafìo di Icone ana onde quattrOyolio glaucinoy <&• olio com
mune vecchio ana onde feiye due di midolla di ceruo y con vna libbra di Q
affungia vecchiaycotte à fuoco lento. Vn' altro vnguento deferiue con ar-
moniaco y florace , olio di Cipro , olio diixuroyolio rofatOy egalbano ana
onde tre yincenfomafd}ioy& hifìopo ana onde quattro > fior di nitro >
& pepe bianco ana onde due , bacche di lauro, midolla di ceruo > grafìa
d'ocaygrajfo diceruoy& opopanace ana onde fei; cera, & ajìungia vec-
chia ana libbra vna > eduediterbentina con vna heminadi fortiffima
aceto incorporate. T ragli ordini degli antichi- marefcalchi Greciyfi tro-
fia ordinato l' vnguento di dittamo in quefla foggia. Che fi facciano bolli
re cento dramme di litargirio con quattordici onde d'olioy finche s'attac
chinoypoi buttatouirame abruciato , <&• verderame drame otto pervnay
fi facciano ftmilmente bollire : poi vi fi mettano cinquanta dramme di
ragia colofoniay &fedici di profumo ammoniaco pefio : facendoli ancor
bollire-.Jndipofleui fei dramme djfquamediramey e di difriggiy e bolli-
to vn poco > vi fi buttino vinticinque fcropolidi cera : & Iettato iluafe
dalfuocoyvift aggiungano dodici dramme digalbana mollificata conot
to di propoli;poi fi ritorni à bollire alquanto,& vi fi buttino otto dram-
me di aloe , & altrettante di dittamo > dodeci di polue dancenfoy fedeci
ditsfrittolocbia y feidigentiana ; & fé non faranno bene iti corporati
fifkcdano
H
B
VEL € AV JL L LO, LIB. IX. 76*$
jl fi facciano ancor bóUire con leggier fuoco . Ts(efarà male à buttami v**
poco d'acquayaccioche il Ut argino no fi abruci. La compofitione amabile Compofi
coitene incenfo, & mirra ana onde qnattroyceray& ragia cotta ana lib tlo"e. a"
hra vnayaffungia di porco fenxafaley& Lapatio ana libbre due : ilquale '
lapatio inuolto in cartai da farfi cuocere fatto la cenere calda, etpofcia
pefiofarà da incorporaci con V altre cofe:La campo fittone ^ifroditica ri compofi
ceue graffo di toro,afiungia di porco frefca^ragia dìpino,& cera ana lib tione afro
bra vnay graffo di beccoye graffo di pecora ana libbra me%a liquefatte, -, «"Ica.
& colate. La compofitione di fugo di mandragora fi fk con affungiadi Compofi
porco vecchiacce brutta, cera cotta , & oliocommuae ana libbre due, t'°»e ?i
opio,opopanace,aloe epatico, mirra,<&- incenfo ana oncia vna,mifi, galla "f n^.,
& calciti ana onde due,litargirioybiacca,lume di rocca,& fugo di man „0ra .
dragora ana onde tre,& aceto fortifjìmo a bafìaii'^a: delle quai cofepri
mafifhran liquefare quelle , che faranno liquabili,pofcia in vn mortaio
buttatemi 'altre polueri%ate,fe ne farà pati a : & volendola adoperare,
fé ne prenderà vna libbra,. &fimefcolerà con vn' altra libbra di cera,
T»' 'altra dipece br utiay&fei d'olio co mmune. L'unguento detto d' herbe Vnguen*»
confifìeingalbanoymirra^loeybiacca^erderarne-tpolue d'ini enfoypropo j° r"
//' elettay.armoniacoyragia di rBithinia,àriflolocbia,marmbio;etpepe bru
tia ana onde dueycedrotrocifchiCocirion,centaureayireos radice ditrifo
glio,& artemifia ana onde tre yfior difalnitroypepe bianco y & pomeUe
di lauro ana onciequattro,ceray& ciperi ana onde fei,pece vecchiayoko
vecchio y& Ut argino ana libbre due.^A q uè fi e cofe (offendo verno) fi rne-
terà con l'olio il vino accompagnato } &fe ne farà vntione calda,ficen-
do poifiar l'infermo couerto di drappi in buona ftalla . Di fichi fi chia- Vnguen-
ma quelT unguentOyche fi fa co due libbre di fichi dolci ben pefiiy & quat t0 "l " c"1
tro onde di falnitro incorporate . 'D'afiungia fi nomina quelyche contie-
ne vna libbra d'affungia vecchia me f colata con calcina viua à baftan- 10 ^afTun
%a, ilqual vnguentoper tr? giorni fi lega difopra il malcj . Il T rifar- già.
maco riceue armoniaco > <&■ cera libbra vna per cofa , & aceto quanto Trifarma
bifogni. La compo fittone di quattro medicine richiede arifìolochia ro- CQ0mv06.
tondaygentianayhdellioy& pomelle di lauro onde fei per ciafcuno . L'un- tione di
guento duro fi fa con midolla dì ceruoy efforace ana onde tre yopopana- quattro
ceyolio laurino,^- papaueri,ana onde quattroy cinque di cera,fei d'hiffo- medicine
pò humidaye due di bdelUo . La compofitione alquanto liquida fi fa con to ^ur(y.
due libbre di cera,quattro onde di biaccaye tre di farina d'amido . <tsff- Compofi
firto compone vn' unguento con laferpitioygalbano, &pepe nero ana on- tione a-
eia una incenfo mafchio meyay Horace vna & me^a y opopanaci duey ctuuU-
£raffa dì tauro tr ^midolla di cerno qjiattro,armoniacoxolio laurinoyolia
ixinoy
j66 DÈLIA G l 0 \1 A
irinoyolio di conaslrello, e terbentina ana onciefei,& libbra vna di ce- E
raVrì 'altro con cera,& gomma ana libbra vna, 'Bdellio, per fumo am-
moniaco & polite d'incenfo ana onde due, terbentina, galbano, & opo-
panace ana onde fei.V a' altro con cera , & ammoniaco ana libbra vna ,
galhano,e terbentina ana onde due , & olio di conasìrelo quanto bafii y
le quai cofe fi faranno bollire infieme ( eccetto l' armoniaco che farà da
disfa; fi) & poi che faran bollite, fi metteranno à sfreddire in va v afe
per adoprarle . Va' altro congalbano , hifiopohumida, ireos,graJfo d'o-
ca,^ midolla di cerno ana onde due , grafo di torò,e bdelìio ana onde
tre,ierbentina quattro, armoniaco mera,pepe bianco, & fior difalnitro
ana vna , (jr me^j,e tre libbre di cera . fi ceroto aceto fa può far fi (co-
m'egli dice) fé in vn vafe di terra fi fàccia bollire vna libbra di pece du-
ra,vrì oncia di polite d'incenfo,me7a di galbano, due di armoniaco, e die
ci di cera,coa tre, e me za di aceto bianco , mettendotene poi tra'l bollire
altretantoàpoco à poco, fi che fia Hata in tutto va'heminadefo ace-
Cerotodi to.Digrafo,& cera fi nomina quel ceroto , che fi fi mettendo, à bollire
graffo e m vn pigfi^to otto onde di ceraie gvafìo diceruofo di becco,o di maro >
pigliato diquel,chefi troua appo le reni ; con due onde di colofonia, &
una,& meia d'olio,lequai cofe come fi ueggiano incorporate; fi leueran
no dalfuoco,aggii'gnendoui mera oncia di polue d'incenfo, e due dram-
me di galbano . Di cera fi chiama quel, che contiene una libbra di cera
con terbentina,ragia dipino,colofoaia,&pece ana ondefei, opopanace,
galbano, armo niaco,fagapeno , offrano, incenfo, e bdellio ana oncia v-
na.Il ceroto giallo fifa conincenfo,colofonia,cera e terbentina cotta ana
Ceroto onciefe > g. opopanace,fior difale , armoniaco, galbano , &fagapeno
* ' ana oncia vna. Il ceroto di fi chi , il qualfìfàpeflando infieme fichi bar-
Ceroto bar e f chi , galbano , pece brutia,folfo , &falnitro > una libbra per co fa, fi
di fi chi . fuol adoprare in fino à tanto , che ceffi la doglia ,&poifì mette il ceroto
crudo. Ver far quel ceroto, che Amulamula è Riamato, prenda fi fior
difale,& cera ana oncia mera, hiffopo humida , profumo ammoniaco,e ^
Ceroto propoli ana oncia una,incenfomafcbio una, & me7a,cafloreo,& ragia
mula. * '* di pino ana onde due,Horace due,& me-za,bitume, opopanace,galbanoy
fagapeno, vifchio quercino , e bdellio ana onde tre , terbentina quattro >
& libbra vna & meta di pece brutia. Hora diffoluafi l'opop anace dili-
Compofi " gentemente col fior del f ale, & poiché l'altre cofe fi far an liquefatte, ag-
tione di giunganuifi le polui.La copofitione di pece egli ordinò con una libbra,<&
P^ Kc" mera dipece cotta,due dipece afeiutta , due d'olio , & vna di cera,due
Azanue . Qncie ^ meliloto,& meza di vinoVn altra di Aranito riceue graffo di
porco}o graffo di toro ana onckfeiycera}^r.hifiopo humida ana onde tre,
cinque
'DEL £jlV jlllO y DB. IX. j6y
. cinque di ragia di pino , e due di pece afchtta . Telagonìo compofe vn
unguento col lafcrpitio , & fior di rame ana libbra vna}falnitro , rame
abruciato>& ajfungia (ina libbre due^e tre di bitume giudaico yafferman*
do poter fi in luogo del laferpitio metter cadmia.V ri altro con pece dura
pece bmtiayragia dipino > & opopanace ana libbra ma , galbano > pro-
poliyjolfo viuoypolue d'incenfoy^affrano^gomma armoniaca , mirra otti-
mayftoraccycolofonia > & radice di panacea ana oncia vnaybitume giu-
daico y & cera ana onciefeiy dite di midolla di cerno y bollite infìeme a
fyioco lento. Fn' altro con verderame > rame abruciato yfalnitro arfo yfal
armoniacOyfeccia abruciatayelleboro nero , galbano > & cera ana libbra
£ me%a y & vna di afinngia . Vuntione quadrigaria ordinò con graffo di
toro y di becco > e di cerno onde due per eia feuno , grafo d'oca , ceray e ouanJi?".f
terbentina ana libbra vna y &vnfeslario d'olio vecchio Vn' altra com- rja. &
pofìtione egli fé con incenfo mafebio y laferpitio, & olio di ligi» firo ana
onde due > vna dipepe , tre di 7Ì%ifa nero purgato , quattro di pomelle
di lauro yfei di cera > altrettante di gomma cotti > & fette di olio buono
mifte con vna libbra di pece dura : lequaicofeda poi che far an bollite
fi riuerferanno in acqua fredday& come fi veggh.no quiuivnitey & adu-
nateyft potrano adoprare . léppreua ani or f-pfò d incorporare gomma ,
cera , olio& litargirio libbre tre per eia fc uno . lìCeroto di ^Arehide-
C ma per li poliedri confìtte in vifebio qnercinoygalbanoyfior di fate ■% con-
foliday& meliloto Mia onde feiycafioreoy,& eupatorio ana onde tre y eu-
ferbio due /ragia di pino ye terbentina aria libbra vnaycera.y& propoli vna
& me%aye tre dipece vecchia. Vtfaltrofe ne può fare con armoniaco , e
bitume ana onde due > galbano <y& mirra ana oncia vv-iycasìoreoyeufor-
hìo y opopanace ? adarcey & colofonia ana onde feiye tre di pece vecchia
prefa da naui , aggiunteui duelibbre di cera '. Hippocrate lodaua quel ce-
rotOyche fi fa di frutti dipino egualmente confchiuma d'aceto accompa-
gnati . Hieroclequelychefifà con ragìaycolofonia>affungi£iy<£r cera di pa-
ri pefo. Fri" altro pur ne diferiue con litargmoyolio vecchioy & ragia cola
2) fonia ana libbra vnayceray& propoli ana onde feiincenfoyttoracey rame
abruciatOymidolla di e erv.Oye galbano ana onde quattro > & vna di opo-
panaci : delle quai cofe il litargirio peflo è da fàrft prima difeiorre coTo-
Ho nel pignattOypofcia incorporato t opopanace con vino fi èd'aggiugne-
re aW altre cofe. .Tet -farne vrfaltroyvuoly che fi difciolgano con aceto tre
onde di profumo ammoniacòy grotto dipolue d ' incenfoypoiliquefxttene
fei di cerayquattradi terhentinay& otto di galbano co vna libbra di pece
durafìano di compagnia incorporate . Vrì altro ( fecondo hii) richiede
opopanace > galbano > cera > bitume^ e terbentina ana libbra mera , pece
vecchia^
7S8 DÉlLUgiO^loi
apecchia)& ragia colofonia ana libbra vnay^r vnfeftarioyd'olioyFn* altro £
contiene euforbioyOpopanaceygalbanoy e cafloreo ana onde due , fagape-
no>e Horace ana oncia vnaypropoliy & polue d'incenfo ana o mie tre , <^i-
Tifoye terbentina ana onde fedeci > & cinque di bdellio con prefumo am-
r moniacOy& vifchio ana libbra vnayceray<& gomma cotta aria libbre duey
tione bar t,e ^ Pece yeccbia>& fà di bitume. La compofitione barbara da lui ordì
bara. £ nata rkeue bitume giudaicoypece afciuttayceraye gomma ana libbra vna
litargirioy&- mirra ana oncia vniybiacca vnay& me%a.ytcrbentinay pol-
ue d'incenfo y & opopanace ana onde dueytre di olio > c-r aceto à baslan-
7ta.M. Luigi folea far 'un 'unguento in quefto modoycbe fcorticata vna v-
tria y & leuatone quello di dentro y Li tagliaua minutamente , (jr la fea &
bollire y nell'olio infino à tanto y che l'odane f afferò vfcite nette : pd-
fcia à quel brodo aggiungendo mele , & dialtbea ana libbre due , olio
di lauro y incenfo , cera nuoua > &feuo di caflrone ana libbra mera > <&•
vna di terbentinayfea bollire ogni co fa in/teme finche nefuffe m'acato vn
deto.Speffo anchor ah auendo fatto alquanto bollire vna libbra d'olio ro-
fato;ve ne mettea vn' altra di cera-,& fattala altretanto bollire , -vi ag-
giunge a vn' altra libbra di litargirioycjr poiché tai co fé infieme erano vn}
poco bollite y come perfetto vnguento l'adoperaua . Ter empiaHro crudo
Empia- vfaua vna libbra di afiungiayincorporata con altrettanto di calcinayo ve-
ftro cru- Y-amente mefcolaua midolla di ceruoopop anace , & pece di pino libbra u
vna percofiycon vnay &me^a di Horace , & tre onde di olio ciprino .
T aluolta prendendo armoniacoy& cera roffa ana libra vnayfloraceyfer-
polhy& peucedano ana onde dusyVÌtriolo;& olio ana onde quattroy &
Hidropi- fà di polue d'incenfo ne fea empierò . Tra i mali del fegato fi connume-
fìa tra i ra anco iHidropifia. Terciocbe non può mai da quefla l'a nimale efferin
mali del fefiatOyfe'l fegato non è oltre modo indebolito y& refrigerato. Dal che a»
regaio, ^neyche non potendo egli conuertire il chilogia tirato in f angue y lo tra
muti in gran parte in acquayb in vento , veramente in f angue flemmati
Hidropi- My^ acquofo . Onde poi nafcono trejpecie di Uidropifia , che commune- „,
fia di tre mente chiamano rifate \Timpanitey& ^fnaffarca.D alle quali queiyche
ipecic. fono oppreffiycon difficultà rijpiranoy fi gonfia loro non pur il ventre , &i
fianchi y ma anco il fondamento y ilqualeriflrigneloro di maniera y che
mandan fuori pochijjìma , e dura feccia . Jl quello male affino feri-
ne rimediar fi con cliflerefktto di tre hemine di fugo di radici di cocome-
ro faluatico y misle con altrettante di odorifero vino y & vna d'olioyag-
giuntoui ancor falnitro , come Hierocle foggiugnt . Vfafi ancor à fhr
clifleridi vinoyin cuifia infieme col falnitro difciolta vna brancata difier
co di colombo y ò di Gallina } & gioita di falnitro dargli sbruffata la bia-
da>
Iti
<T)1L CJtV^L'LÒ>LlX. IX. 7*£
l£ idy&quel chebee:perche ognififorche^a del corpo col falnitro fi 'pw
ga\& fargli bere tal voltavano > tenendolo in ripofo yfe non che alcuna
fiat a fi meni pian piano à paleggiare ; ne fi manchi di fregarlo eretta-
mente con olioy & vino f^effe fiate fecondo il pelo : e di trargli fwgu e da .
quella parte della codardie quattro deta dal federe è distante, Il Qdom- cetera
bro dice folerfi chiamare fiato in Cetera la vento fità de' fianchi accolta
fra lo miracy & lo Sifhc : ondi l'animale refta con la pelle flirata & col
collo attratoyfi che non pub chinar fi alpafcere > nelcaminare non giun-
ge i piedi di dietro con quei dinanjiygira fodoy comefefuffe di vno fion-
dilo y £r con difficultà orina y efendone cagione nònfolamente la [eccita
■ del ciboyma il gran calore di qualche lunga fhticay che l'animale fojfer-
B tahabbia:& perche fi potria temerey che da tale enfiagione veniffe àfhr-
fi alcuna crepantigiafò rottura di veney loda che prettamente con bagni
òflufe vi fi rimediale di efiate fi fkcciafpefio attuffare nell'acqua mari-
naylaqual diffecando la humiditày verrà a difioluere infiememéte la ven
tofità. (fioua ancora farli clisteri due volte il dì con decottione diparie-
taria y aggiuntola olioy & falnitro \ & parimente vfare fyeffo le paflelle
del mele,& fakyche tirano la ventofttà perfett amente ycihandolo d'her-
ba verde , e di brenno bagnato intriche f ani . Il I\iifio fcriueyche la ven- Ve tonta* .
tofità entrata più volte per li pori aperti nella fatica ,ò nel fudot e , fa
stranamente gonfiare ifianchiye'l ventre ;onde conuiene ungere d'olio un
C cannello di canna ben groflby& lungo vn palmo, & porgitelo nel federe
più della mit allegandolo in capo della coda di modo che vittia fermo :
poi trottar il (aualloper erte colline ben coperto y hauendogli prima fre-
gati i fianchi con mani bagnate d'olio e aldo: apprefio dargli à mangiare
cofe caldeycome granoyfpeltaye fieno}& a bere acquay ouefia Hata cotta
buona quatità di ciminoye difemé^e difinocchiy nella quale acqua alqua.
to raffreddatafarà ben mefcolare farina digrano:& non dargli altro a
bereyfinche no h abbia prefo tutto quel heuerone -.tenendolo fempre in luo-
go caldoiche cofi cacciando la ventofità fuori per lo canelloy l'enfiagione _ e .
e'I dolore verranno à mancare infiemey fi come il Q-efcen^Oy e'I \uffo in ne< °
tutto affermano . Fri altra enfiagione è piufemplice , quando l'animale
tenédo le nafte aperte >& con difficultà rifiatando, riflrigne i fianchi , e'I
ventre: & cura fi con lafetey& co dargli smangiare del fieno verde ,per-
cioche il cibofecco l'offende molto . Vegetio dicey che fé per cagione del- Gonfia-
l'anhelito procedefferogonfiamentiyfidebban mettere fu 7 ceruelhy &fo me"!iPe.r
fra il petto Jpognie bagnate in aceto y& acqua calda; fiutando nell'aree- f»auhclito
chie olio laurino:e tenendo il (jiumétoin luogo freddo ,gli fi fmuouano le
narici > acciò ebefteffo Uarnuti . Se per l'enfiagione del corpo fi vedejfe
Ccc l'ani-
77© ' B É L È J. q l 0 I^T U
t animale conturbato batter late;ra horton quejh, bar coti quello piede
& [offrir are ->€ tremar , fidandogli itefììcali ; e tenere il capo à i fianchi
come fé volefieilfuo male appalefare; vuol che fi fàccia caminare pian
fiano}& poiché conia mano vntafifarà cacciato lofierco dal fondarne
toyvi fi mettano none pe^igrofiiy e tondi di mele cotto convnaterx*.
parte di fileyper fargli venir voglia di buttar via il rimanente; & effen
do vernoys 'vagano di olio , ty-pece i lombi > & le orecchie: &gli fi dia
vna beiianda di vinoy& olio con alquanto di acqua caldayouefian difio-
lute bacche di lauroypepe ciminoypetrofemolo yfalnitroy &femen?ede.
*Agrio>e di finocchi. Quelliyche dapoiyche han beuntOyfi veggiono gonfia-
wcorl rey& foffiare infieme yegli chiama S.arcofliy& vuoly che fi dia loro con p
vinoy& olio vnfc/lario diranno y,& cinque onde difeme dipiantagine .
^A le uni han detto douerfi far vna picchia piaga due detadifcoSìo dal-
l'ombilico verfo il petto y& con vna canna cavarne fina trefefiari di
humore o più fecondo che'l tumore fi veggia grande: mapiuficuro èycbe
da più parti fé ne cani in piufiate^cciò che la fubita feccan/^a noncagio-
ni peritolo: &■ farà bene fiirlo Jpefio accodare alle bottege de' profnmie-
r'h perche idiimfi odori fon molto gioueuoti al poi moneye ffreffo fregarlo
acciò, che fudiyc cangiando in gramigne y<& ceceri il fieno ,& l or%Oye dan
dogli ancora à mangiare dell'apio. Oltrà ciò fi pofìono far cuocere in tre
temine divino due onde di radici di ' afpatagifeluaggiytanto che la de- G
coniane rimanga al ter^Oyt darne vn^hemina ogni volttyò con vino vec
cbio dargli difciolti Tomi granati pefliyòpetrofemoli:frequentando pari
mente quelt altre beuande che à prouocare l'orina fon^efficaci^Quefì a cu
Cun per rafH aP^° deferittada Telagonioper l'Hidrcpici;i quali diceyche 'han
Cauallihi no ilventre grande cai criniy& con gli o/fi delia {ch'iena diri^atiy^r ri
dropici. gidiynon fìpoffon piegareyion dijp lacere caminamycoji dijficultà refpira-
noy & nel voltare del corpo fi dogliono con infiammagiane delle budel-
la.QueTtafolament e vi fi troua dipiuy che i ceceri dati a mangiare fiana
fiati macerati nell"acquaydella quale fi faedano bagni all' animale ydan
dogli a bere acqua difiumeycon esercitarlo dopò il ber ey facendogli por
tar le gambe legate con ateme- cordelle. Ma foura tutto Ubere fta poco. "
perche lafete ecofa principale a guarire fi fatto male; e tra l'altre be-
uande fi potrà dare difciolta invino radice di panacea y a con trehemi-
... . . ne di vino ybo e conetti ammaffati di mete,e butiroye dileguatiyin vn ciato
fil come 'dy°Ho net mortaio. Egli racconta venire l'Hidropifi a quando non facen-
ti °cneri. dofìla piena digefìione de' cibìy l'hitmor nocino gonfia tutto il corpo del-
l'animate > fiche nelcapononfi veggionle veney e toccandogli fi la Un-
guayfHbitamenteglifimttouela toffem -volendolo Gurare>bifognaeffef~-
citarla
Z>EZ Coi Vjì ilo, LI B. 7#. 77I
rjl eìtarloypafieggiandolo al Soleycouerto di gratti manteyfincbe fudiyfregan
dolo contra pelo;e dargli a mangiare le radicidelcocomerofeluaggio,&
le fitte fioglie,perche purgano;e' l fieno bagnato d'acqua e di fialnitro > &
lupini ancor macerati granpeT^o in acquai poi raficiutti y non lafcian- .
dolo bere fé non cofa tepida , & molto poca,cbe basii fido à fomentarlo .
Et fé tal cura parefre tardayfkcciafi quel taglio-, che fi è detto difotto al-
l' ombilico,metteado fioura la piaga due,ò tre granella di fiale, acciò che
non fii. fieni ,finche non facon l'ufo della canna diseccato l'humore in tut
to : poi con bemnde lenitiue , & con efrercitij potrà ndur fi al primiero
Hato . oi flirto dice -y ifegni dell' tìidropifi a > ciò è dell' bumor acquofo Se<mi del
B Jparfo perlacuticagna,efìere le ginocchiate gamberi piedini ventre, & THidiopi
1 tefticoli gonfi , con vna certa durerà molle > che premendo con lama- "*•
no vi refi a il fegno delle deta>lafcbiena>le groppe,ei fianchi fono fi àififec-
cati,& àmiycJx paiono incalliti in offaj le vene della fkeeia, delcapo y e
difotto la lingua fon tutte afeofe: fattolo corcare , noni appoggia fiour a
la pancia , ma fi disìctide, &{ì butta in banda , e ipeli nel fregare fé ne
"pan via : Il rimedio è che couerto di pelli ìanofe , ò di pe fanti febiauine
fi facci a con efifercitio fidare al Sole , & poi fi freghi fecondo il pelo per
tutto il corpo dandogli a mangiare oph , -ò cime di braffica , ò r adici y <&•
foglie di rauaniyò fiondi d'olmoie tutte quell'altre co fé che muouonoyìl ve
C tre et che fanno or'tnare^et fé nofiojjefìagione difieno verde,fi potrà dare
ìlfecco sbruffato difalnitro : Ma ilfuo principal cibo deurà efiere Vher-
Jba Medicayò ceceri franti, frati à motte nell'acqua vngiorno}& vnanot-
te,&poi colati;&fie'l mahynon fiidiminu'ifìe^h.c ciaf filare il<jiumentò
co'piè legati diflefo col corpo in sùy& pigliando la pelle difotto a l'ombili
co tre ò quattro deta verfo la verga in mexp la regione del vitre,vifìfàc
eia conia lancictta vna apertura;poicon l'altro hflruméto dettoTaracé
terio,non troppo acuto, fi perfori il pannicolo fin' alle budellayguardando
però di non toccarle : & in effo pertugio fi metta que Ila cannella di rame
che fogliano vfare i Marefcalchi, forata minutamente dalle bande fiacen
** do per quella vfeir quanto fi potrà di vn certo bumore > che parrà fiomi-
gliante ad orina chiara : J^el qual atto fi farà piegar l'animale in cofta >
acciò che vi fra miglior pendenza, & come parmche ne fiavfcitocom^
pit ■ amente , fi potrà con ago fiottile cucire il taglio, & •curare à guifia
delle ferite > dandoui per ognintorno alcune botte di fuoco diHantiVuna v '
dall'altra pò fida faldata le pelle con pece liquida^ fi deurà con più vehe-
menti cor fi procurar ilfiudorein maggior e opia.,dandogliàbere ben par-
camente y acciò che dinuouo non fi riempia. Quièda anuertirfityche l'a-
pertura della lanciotto, non deurà effere tanto ampia > che ne potefie vficì-
£cc 2 re
?7* b z i l a g l o i^i a
re il T{iticeUoyma accadendo, che vfcìffe , egli farà da legarficon va filo £
preffo la pelle, & co fi Uf ciarlo fin che à fiiapoHa fi difciogliefie: Benché
Modi d non fa)'à di mefiiero venire al rimedio del tagliare, jc'l mal da principio
curar fhi- conosciuto fi farà curato con gli altri modi , à iquali Hierocle aggiugne
dj-opi/Ia. quelli , che fi dia vna beuanda fatta con tre ciathi difemen%e difenapi,
vna hemina di latte,e tre d'olio: &fequeHa nong/onaffe ,fhcciafi bolir
radice difparagi feluefiri,d'apio, di finocchio, due onde per vno in vnpi~
gnatto con due feftari di olio vecchio , fin che la decottione fi a fcemata
della metà , & diafi à bere. Gioueuole ancora fia a dare la deccottione
dalla gramigna bollita in acquato veraméte letame di bue abruciato, &
femenxe di pastinaca trite , & infieme difciolte in acqua.Tiberio loda à &
buttar in canna le cime della coloquintida , ò zucca boXlite-.oper lo nafo
il fugo del rauano,il qual migliore farà, quando haràlefemen%e non
fecche anchora: ò veramente diafi col corno vna beuada calda di vino >
e d'olio j ouefian difciolte radici di fé fieli gallico , e di panace -y ò prenda
fi thimo felueHre,fem.enza di cimino,& mele due onde per cofa,&qua
to vnafkua di laferpitio , e difciolta ogni co fa in tre hemine d'acqua, fi
dia a bere , facendolo Slare fenza cibo per quella notte. Se la gonfie^-
■%a del ventre è molta,farà bene mettergli fopra l'ombilico cenere calda
& afiungia rinuolte in vn len^olo,fkfciandogli bene la pancia, &ftt- -
tendo tenere il Giumento da molti huomini, accioche ripugnando non
moueffe le legature,b fhcefte male afe mede fimo. E fé tutto ciò poco pro-
fitto haueffe fixttOydiafi.il fuoco dalla parte fini Hrapreffo all'ultima cofla
quattro deta di lungi,manon fi profondi il ferro più di vn deto; poi le cot
ture guarifcafi al modo vfato.Quefli rimedi fi poffonointéder' appropria
. ti anco al Timpanico,il cui ventre rifuona come vn taburo. Vegetio il m
coche'ma m*m Timpanitico:e dice,ch' egli prede afchino il magiare,è lbere,e pò-
le fia . co>ò niéte dorme-.equado comincia a madar'humore fuor del nafo,è fuor
difperaza di finità, ma e fedo nette le nafche,fi può curare, fé per tregior
niglifian dati tepidi due bicchieri di latte d'orzata ben'ifpremuto^dado u
gli per altrettanti beuada copofia co acqua dì ciflerna,vin vecchio di buon '
odorerei ciathi difìengrecoyventi dattiliyvn fkfcietto d'agli verdi,equat
tro onde d'hiffopotoltrale qual conferma la beuanda del thimo,e l'empia
Tiro della cenereyche proffimamente habbiamo detto.IlColobrOydicendo
Segni che l'Hidropico oltra gì' altri fegni hauer gì oc chi à color di meleye'l fiato fjpef
no?Hi- foedebile:ordin:icbeapprefjo alle fregagioni fatte al fole, gli s'infonda
tropico, ""w biacoyone fi ano fiate pofle p molte volte lame di ferro infocate zcofifk
cédoper molti giomi:ò che fi diano difciolti in vino trocifci di bdellio, &
fagapeno tre onde per vno : confitti co fugo d i finocchi^ difolatro, il qual
[ugt>
mi c j. Voti lOy zrs. ix : 77?
jt fugò per tre dì,e tre notti fi fìa rifchiarato : & lodando, che per nonfhr~
lo bere afìai,fi mettano al vafe dell' acqua,alctine frafcbe,ò giunchi) che
impediscano il forbire : alla fine approua, che fatto nel ventre il taglio }
che pr opimamente s'è defcritto,fe ne caia a poco a poro l'bumore,adope-
rando di tre in tre giorni. la cannella, fin che bifogni . V egetto afferma ,.
che'l mede fimo taglio cofi ègioneuole a quegli animali, che fono {lapidi
ò ammagliti per troppafatica di lungo tempo, come anco è rimedio fin-
golareper curar' vna uolta per fempre l'enfiagione del co)po,laqual rac p r • -
conta foler venir in queslo modo,che qualche voli a per ecceffmo correre dej corBpo
ò per altro affanno il fudore feendendo fi caccia nelle parti intcriori fra come a u-
la congiuntura del ventre,e de gì' intesiini,ilqualfudore porge gran pun uen2a> e
■ tioni,e doglie dentro ; & quando dopo Itr attaglio l'animale fi raffredda r£m
nonfente il dolore: ma cominciando à rifcaldarft , dinuouoft duole, per-
cotendo laterra,equafì sforzadofi di mangiarla;e da i molti riuogimen-
ti ch'egli vifk,ft viene intrinfe e amente a generare vna tata,& tale ven
tofità, che poi fi riduce ad idropifia , la qual perche molte volte fuol'in-
gannare i poco pr attici ,i quali stimano , che la gonfiezza del corpo fìa
per abbondanza dicarne,& non per male : bi fogna slarben accorto à i
fegni) che diflintamente fi danno dagli fcrittori . *Anuertendo ancora > M-,
che l'animale che patifee di mal di milza,ò di jpienza,com' altri dicono, fuo maic
~ ha pur il ventre grande, come l'b idropico. ma la gonfiezza è maggior e,, come fi
& più afpra nella parte fin iflr a , che nell'altra: & è fi dura , che appe- cu ri :
na cede alla mano,che vi premefìe:oltr acciò co l'anbelito,& co i lamen
tifi moflra vngran dolore,& maggiormente quando egli è per auentu-
ra eJ]ercitato,che fi vede buttare il capo horqnà,hor là>di continuo flar-
nutando,come da Telagonio fi dimoiìra . jllqual male i (jiumentifo-
gliono incorrere più l'efìate,che in altro tempo , mentre che troppo auidi
feguendo la dolcezza de ifi efebi berbaggi,vien loro la milza a crefee-
re fuor di modo. Il rimedio (fecondo Teonneslo) è, che lefcorze delle ra-
to dici di capparifi facciano in otto fefiari di acqua ,&vnd' aceto bollire
infìno a tanto,che ladecottionfia ridotta ad vna picchia mifura,la qua-
le fi dia a bere quando il giumento bara ben padito . Tuoffi ancor dare
vna beuanda di vino brufeo , ouefian difciolti aglio,afienzo , marrubio^
&fabiitro , facendolo dapoi caminare , prima però è da trarfi fangue
dalle fpalle , <& è da aflenerfi dall'orzo , finche il corpo fi veggia ri-
dotto all'habito comieneuole , & ogni mattina fi bagnerà con if^ungie
di acqua calda ;& con le mani ben firette fi fregherà. tJfyCafe con.queflo
il tumor del ventre non fi raffettaffe , bifogneria dar' il fuoco dalVvno , e
dall'altro cato del globo^vn palmo però difcoHo,& propriamente in due
Ccc $ partì
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parti una dotte batte il calcagno del Caualìer > l'altra tre deta fotta > au^ g
vertendo di non toccar uenaye di non profondare più del douere . *A fìn-
to non acconfente al dar del fuoco > dicendo > che la fede della milza e
fenestrata in certo modo > che non fi potrebbe fa re sì destramente , che
lafor%a det fuoco non trafeorrefie , &penetrafse ; però giudicava mi~
glior cura , che'ICjiumento fi faccia ogni dì e ambiare più del folito > <&
correr prima piaceuolmente , & poi più forte acciò chefudi : & perla
(ìnifira narice gli fia buttato lejprefiione del mirabolano petto con ac-
qua e*r aceto: ò nelfimilmodo lafemenya del tamarigio : ò Meramente
difciolta in nino la ebamelea-, ò come altri dicono l'Oleaflello , dando di
tutto un'hemina ; & questo farà da continuar fi per molti giorni per che p
con diffidata fi fuale guarire sì fatto uìtio . t^f//' acqua-,che fi dà a bere >
mettafi del falnitroyò alume di rocca in luogo fuoy & cofi al fienoy& al-
l'orT^o ancor ayfi come Hierocle apien conferma.! fruttici parimente del
rufco,e del tamarigio fipoffono mefcolare coni acqua non fen^a gran--
dijjima utilità, come da molti s'è futa fede. Eumelo ordina, che la fera
fi faccia bere un'acetabolo difemi di cimino, & un'altra di mele,& qua
to unafaua di laferpitioyslemperata agni cofa in trefeslari d acqua, &
un' hemina di aceto .-facendolo /lare la notte fenica mangiare ; & fé eia
• a ytton Z^0Ma!fe y aproua il dare del fuoco preffo all'ultima cojla da banda
maìedel- mancacome Tiberio giàdìf opra ha per l hidropica ordinato. Vegetia G
la milza ,fcriue,cbe quando l'animale patifee della mìtica,, bagli occhi rouefei, &
foffocati difangue , camma più tardo del confueto,ha i latigonfi,lema-
Roboro- ftdlerifirette,e'l collo difiefo,&rìgido,quafidimofir andò un principia Ir
del mal Jtyborofo ., Questo difetto dice effere folita di uenire da troppa
infreddatura;qiiandaìhcDoffoada freddo-fa da pioggia fa da grandiney ò
da nuuole è fiata percoffo :■ & per curarlo vuole che fi cani non poco di .
fangue dalla coda (perche cauandone molto fi r afredderebbe , . aggiun-
gendo fi freddo à fredda ) e di quel fangue mefcolatacan vino, & olio ,
s'vnga lafchienaye't colloy mettendoni fopr a f adatti caldi pieni difema
la,cofì largbi,& cofi lunghi,che poffano pigliare tutta lafchiena,e i lom
hi infieme : ilfeguente dì fi fura la medefima untioney& fi metter ano i **
facchetti nelfimil mado.Ma non fi lafcerà digitargli in gola una beuan
da d'acqua melata & olio , auefiana difciolte afien^o, etriffagine , ano.
onde vna,petrofemolo vna & me^a,betonica,manna dÌ7pccaro,<& ca
Sloreo ana onde due,ariftolocbia,&incenfo mafehio anaoncietre,tutte
infieme ben trite : che femra, dubbia fi guarirà . csfltri dicono douerfi
l'animale aflenere dall'orbo per ogni modo,e trattogli fangue dalle ginn
ture delle t cofeie , e delle fj> alle , mef&larne una parte con egual pefa di
falni-
<&EL CU V ALLO II*. IX. 775
- falnitro manuhiOyafien%o ponticoy& olio,& vinfortey e darglielo abe-
sfacendolo poi pafleggiareye fcaldare coniffrvngiey & lungamente fre- ■
gare. Et fé l'enfiagione del ventre res~iafiefermayfaccianfi i caute rij al Cui tetij
petto,& cinque giorni dapoi fìfrcciandinuoue ti? ieta di\fotto alino- fifone
go da quelite da quella bandai utta uoltaper guarir questo male , egli d el vétrc.
pone vn altro vngttentOy cb'è digrandijfimaejjicacia : ilqual ricette ca-
fioreoydepl9,opepanace% pecegreca> e*r apoffima , ana onde tre y quattro
di manna d'incenfo,feidi cerarono d'olio laurino, due di terebentina, &
vna di feuo 'di tapraycon vn feHario di olio ciprino , &vna 'libbra di
midolla di i ertto . sA llequaixofe (battendo peÙe, & criuelate lefecche
» & dileguate le altre in tu la bragia) fi aggiugnerà mifiura di creta > in-
cuocer anfi leggiermente in v-afenttotto : conferuando t al compo fittone fi
per queSìi bijògni,& fi per fregarne iRjpieniytbefofiengonoquafi la me-
de fima paffione . «J^f . "TiérUndrea conofcendo il mal della Mil^a dal
cofiatofinifiro più alto deldiritto,pigliaua vna cipolla grvffa>& Iettato-
le ilgariolo di me^o, di manieraperò , che la barba difottofoffe rimafa
col fuolo fano,la mettea con tutte leftte (poglie à cuocere dentro la cene-
re calda,b in bragia taltycbe non fi f uff e àbruciata : e tenendo apparec-
chiata vna buona quantità di fugo d'ajfentio , ne empiea la concauità di
quella: & come l un fugo venia a mancare^vi mettea dell' altroyfìnche la
C cipolla f uff e fiata cotta perfettamente : JL II bora l' empiea di nuouo, <&*
come sera imbemtto ilfugo,ne toglie le (poglie,& la barba, & la peHa-
ua prima fola,poi accompagnata co afinngia dijcrofa,ò pur di porco non
f uf a: & alla fine->e fi, eìidofi fatto come vno unguento,fi mettea confapone
& lifeia à lattare la parte gonfia, &come era asciutta , vifeal'ontione
ben e alda,laqital di continuo ei rinouaua più volte il dì . IlColombro di-
ceycbe'l giumento Splenetico fi vede (tra gli altri fegni) anfare jpefìoy
ogni giorno diuentare più magroyepiù brutto y& non por fi leggiermente
a giacere : per il cui rimedio loda > che per la gola fi dia il fugo del pr af-
fo me f colato convino:b veramente l aceto fqmllitico molti dì & che mi
D §ìo con vino,& olio ilfangue trattogli dal collo, fé ne faccia, vntione col
da nel dorfo y & nel proprio luogo , dott'c il male : douendo efiere prima
rafo:Vltimamente ancora vi fi potrà applicare quefi 'altro vnguétoy che
aglihttomini sleffi è gioueuole grandemente , ilqualefifa con graffo di
gallina,di anatra, d'ocay e di porco,butlro vaccino , olio volpin 0y& olio
communeyqttanto più vecchio fi pofi ah • attere ybollit a ogni cofa di pari pe- Enfìagio-
fo con fugo di pan porcinoyfin chetai fugo fi a confumato . Quefia enfia- ue ° uear
gione b ventofità di mil^a egli dice venire per malignità del fegato ^j^aòn
quando ella non cuoce perfettamente nell'efier fuo quely che n'attrabe. de dcriuù
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Mali del. rJ%€a pafianio a i m ali ielle \eni. E' da [aperfi, efier anco qnesle,come £
le Renu molte altreparti del corpo à dmerfi malifoggette,& primieramente a.
dolore , ilqualeda quest'o fi può cono f cere che iTeUicolift rUeuanoper
gonfìe?jra>& con affienita efce l'orina, laquale vien finguinofa yneray
crajfa}e puzzolente-, l'animale non puàformarfi ne i pie di dietro y ma li
yù torcendo , & quafi tirando in giro con Le e alliccine groffey e tarde, ejr*
co fi vacillando s'accoda alle mura y.gli battono f^effo i fianchi, gli occhi
Dolor del fanno cacciati in [uoriyno al tutto sbadigliala pili del [olito annitrisce,
le reni on E tal male [noie .anuenire yo per corfe troppo violenti, o per [ouerchi
de & gens pefiyo per batter e arninato per luoghi pallido fty oueipièii dietro glifta-
TXj e ' no per d'fa.iétura sfiggiti di fotto; o veraméteper ha/ter patito qualche F
gran freddo . Vero il rimedio fi a , che fi fomentino Jj>effo,& largamente
lafchiena,ei lombi con acqua calda,o con vino,& olio, & [alnitro,tene
dolo dapoi ben couerto conqualchs drappo , & vi fi applichino al bìfo-
gno medicamenti abruciatiui, &in ejierenivngi tenti e aldi, facendogli
clifìeri di acqua tepida , oue fa difcioltalz radice dell asfodelo decotta
in vinafor;e,& poi ben trita;dandogli ancor per bocca vrìhemìna dilat
te di pecora per tregiorni,è altrettanto di midolla di cerno bollita con pa
potrone " olio: a veramente quella odorifera potione, che- chiamano zsfromaticA
Aramati- laqual conti eneo Ho yVÌnoymeley^r liquori d'votta: o prenda ft petrofemo- -
**• lo,pepe,mirra ottimay e afa lignea,& anifi ana onde quattro , cafìoreo,
feme d'apio , efpigo nardo; ana oncia vna : con due di opto y & pefìa , e
crivellata ogni cofa infteme,fe ne dia vn cucchiaro con vino cotto . gioua
parimente poluerizate dodici galle verdi di ciprejio abruciate four a i car
boniye tre oncie di falnitro,te quaimef colate con tre onde di mele, & al-
trettante diperfetto olio : darne beuandaper quattro dì in quattro fé fio-
ri di vino vecchio. Ma fe'l dolore fife infopport abile, apprafi le tiene del
i'nngbie,e delfanguequiidi vfeito mefcolato con olio , & affungia fiano
* -pnteìe reni >&fe necefìario parefìe , non fi manchi di vfarui empiaHri
lenitiui , tra' quali dicono efiere effeaciffìmo a leuaril dolore delle reni, u
& a rifìorareyogni fiacchezza cftiefìo Jlcopo, ilqual riceue radice di cha
meleonefecca,folfo vino yftrafuftria e fugo di tapfa}ana onde quattro >
pepey& berba lanariayana onde tre,due dipiretro,& vna d'euforbio, co
vna Ubèra d'olio e om nane, e due di quello di conaflrclloy aggiunta/tir*
dice di cocomero faluaticoylaqual mi fura agitata infiemeyfnche fta ve-
nuta afpeftezza di m de , fi terrà conferii at a in va[e di vetro per li bifo-
Nefritr- gpi' - Tiberio dice , al T^efriticio douerfi cauar [angue dall\,dngumaie
co . ' | preffo a i Tefìicoli, e fcematogli il mangiare > dargli per più giorni per le
narici wst oncia di fkua franta^ due d'incenfo infotùUffimapolueymi-
fi*
DEL CJtVjLlLO, L I B. 'IX. jjy
j£ He col mele:& perboccala decottione divn gagnolino frappato diden
tro il ventre della madre,e bollito con farina d'orzo,^ colato con mele.
Hierocle approda le fomentagioni, e-r l'vnionide i lombi , e delle groppe
co fkre Bare l'animale ben'auuolto di mante: & fargli un elicere copio-
fijfìmodi acqua calda; mettendogli damati cofe appropriate a prouoca-
reyl'orinaycome l'apioye'l finocchio . Vtile è pur à dargli l'berba Medica
verdey& ceceri bianchi in vino . Libri lodano il buon fieno > ò la farina
del frumento,ò pur 'ilpaneyquanto egli ne brami . Ma farà medicina effi-
cacifilma y che prendendo due cuc chiari di apioy altrettanti di pastinaca
feluaggia y e due tanti d'aneto, con tre oboli di mirra , triti gli fiano dati
B mvnahemina divin dolcc^s. Facciafi oltre acciò cambiare piaeeuol-
mente > e'I letto glifia acconcio con dilicati , colmi > acciò che commoda
fi ripofiyfinche l'orine fi veggian chiare, i testicoli fgonfiatiye i pie di die-
tro auan-rarenon manco difei deta nel e aminar e. Cleo mene Lindo voleay
che abruciatala radice delverbafcOyò(come altri dicono jdel giglio det-
to Brusìo loney& ridotta inpolueyfe n? fitceffe eli fieri con vino,& acqua
d'egual mifura.. ^Affino ordina,che douefi congiangono le ofia delle co-
f eie con la vefcicayfi diana co ferri dritti ventiquattro punte difuocoyda-
diciper bada,fkcendone tre righe difiintefra loro con interuallo di quat-
troyò ditre deta . 7sle fi manchi di tener' unta leggiermente la febiena di
ceray& olio,fkcendofiar l' animale inripofo,finche guarifcaV egetio feri MorboSu
ue-yìl morbo Subrenaleyfi come è pieno di pericoli, cofi dall'altro canto ef- b^enale•■
fer fàcile àconofcerfi;per che l'animale offefanelle reni,, man e ondo dalla
parte di dietroy dimofirerà fegna di mortale neceffitày etenendo horrida
l'afpettOysbattuta la coda,rigida lafchiena,duralapelleyerifiretti ifian
chi y toffirà grauemente y <& perche tutta la forza del male gli tiene op~
prejfi i lumbiyla cura deurà dalle cofeie incominciarfi y cauando da ambe
due buona copiaydij angue •> del quale mej colato con aceto forte fi freghe-
ranno ca diligeva le reniy& tutto il corpo. 'Bifogna ancora caldiffime far
_ ti di clifteri adoperareycomefiaquefl.o ; Trendafi aloe,piretro,pulegioye
bacche dilauroyana oncia vnaydi casloreo me?ayd 'euforbio vna,& me-
'za.yR difemente difenapi treycon vna hernìna di fole: & quefie cofe trite
ben tutte infiemeye diuife in tre parti,vna il dì nefia mefcolata con me-
%afefiario d'acqua tepida, netta quale fi a bollita la femola del grano cot
to: che cofi mollificate le. inteslinaye fcaldate intrinfecamente le reni,thu
mor rifoluta verrà con lo siercofuo ri. . Sono pur' utili yaqueslo male gli
vft cofi della polue ''Diapente > già ordinata , comedi quella beuanda di
otto cofeyche nella cura delle giunture farà de ferina. Oltracciò conuie-
ne fregare fèeffoye ben forte i lombi con olio di lauro>& vino: &fhr cau-
terif
77» D t l l U G LO T^l A
, terij nelle reni y acetiche e ftrinfecamente ancora la fierezza del morbo g
Mufcoli fìa fcperjta ; Taluolta ancora i mufcoli delle reni fon tormentati o per
delle reni /• TT. , • \ • • ,. /• \ -^ j- r #
/zftctf dilungo viaggioyo per incitamento di corjoyo perisfor^o dijalta-
re;dal che s'indurì} cono efie reai,fi ristringono i testicoli) e tirata dietro
la cofciayf animale non può raccogliere fé mede fimo . la queflo cafo bi-
fogna cavargli fangue-) quanto la qualità del corpo potrà patire fa cendo-
lo ripofarein letto morbidoy& curandolo con beuandey& vntioni appro
priateyfen%a furio esercitare in modo alcuno, fin che non fìa del tutto li-
_ * . bero,& riflorato . Il I^fio dice, incorrere il (f inmento in vna infermità
di reni*01 chiamata Soffione di reni y ò morficatura , perche vengono gli humori à
morficarle , & farle immobili contunde parti di dietro ; onde à guifa P
di gotta finitamente il fanno cadere à terray & talhora penetrando infi-
tto al cuore, il conducono alla morte: laqual infermità pia ne' tempi cal-
diyche ne* freddi fuole aunenire: pero fen?a dimora è da foccorrerfiy ca-
ttando fangue dalla uena grofiayclyè tra le cofckye da quella,chefià fotto
la coda tre deta dinante dalle natiche > & lafcifi bene vfciril f angue ,
perche don' è vnafmifurata repletìone,iui conuien piamente vnafmifu-
rata euacuagione:&fe dopò guarito l 'ani m de fi fentiffe fiacco , e debole
delle reniyponendoui poi di su il trifoglio pefto con afiungiayaccioche i pe-
li non manchino di rinafeerui.. Afferma pur egli beneypoter guarir fi del- —
Gotte re- le gotte renaliogni CjiumentOyfe prima fi fàccia pafiar nuotando per ac-
nali. qua con ente ypof eia fi cuoca nella giuntura difopra l'anche y & apprefio
gli fi mettano duefetonifra ipolfi delle cofeie; et mede fimamente fra le
gabe dinan7i.ll Crefcewzoyel 1\uffo chiamano Malferuto quella paffione
Ma u- delle reniyò pur de ilumbiy che di continuo attrahe inerui ; cagionata ò
da fuperflnità di cattila bumoriy ò da freddezza lungamente compre fa >
ò da qualche fouer ch'io incarcoyonde il Giumento non può dalla parte di
dietro alzar le gambe ; al che da loro fi ordina tal rimedio y fecondo la
lunghezza-, e latitudine del luogo infermoyvi fi slenda liquefatta la pece
nauakypoi jparfauiper di fopra ima mis~iura dibolo armenoypece grecay ft
galbanoytnaftice-yf angue di drago yincenfo > & galla diparipefi infieme
poluerizatiyfi metta alquanto calda foprai bimbi, r afone prima il pelo:
e tale strettoio non fé ne leui, finche no fi potrà Iettare leggiermente da fé
mede fimo. Efficace pur dicono efiereyfe fi fàccia con ammoniacoy olibano»
masliceygalbanoyconfolida maggioreybolo armenoype ce grecayf angue di
drago y & f angue fref co òfeccodiCauallo : lequai co fé per egualmifura
tri;e>& con bianchi d'nouaye buona quantità di farina sbattute infiemey
e s~tefb in vnapezja di lino forte-, fiano applicate alle reni : fi come fi pof-
fono ancor' applicare alla gamba y ouefujfe qualche attritione dimmi-, è
fintile
to
D E£:CjeFoìL LO, l 1 B. fX. 779
fimile /degnamente ; levando poi talejìrettoio al nono giorno con acqua''
"* calda,& fempre vngendo il nervo di •damo liquore. Ma quando il Mal~
feruto con quesli rimedi non fi caraffe , giouerà per vltimofàr con ferro
conuene noi mente infocato molte,efpe/fe linee ne i lombi per lungo , &
per trauet fondali vna , e dall'altra parte, perciò che tanto i detti empia-
fìri,quanti le cotture vagliono a difecaregli bnmori,riHrigne?e la car-
ne,& àfaldare le renile i lombi. *A quefie co fé /aggiunge il Hjifio, ejle-
re anco gioueuole fommamente,che prefo miglìo,& fale arfo,per fotta
uà parte, fi facciano fcaldart in vna f irta ina, & mnoiter bene con vn ba
sione ;e'fparfoui vnpoco di -pino, fé ri empia vnafacchetta, la qual cal-
_ da quanto fi pnò foffàre,fi metta in su le reni , e'n su l'anche dell' anima-
Uycoprendolo di tal modo in quella parte,che'l vapore non efea altroue,
& ciò fi continouipiù volte il dì,fnche fiafano.Giouan ^Battisi a Ferra-
vo dice, ilMalferuto non e fìer 'altro,che infermità di rognoni, ò gotta: è
dinotar propriamente il Difrenato : il qualmale fé auuenife (come tal
volta fuole)per humori indigesli,e piitridiyiui concorf, dipendenti da poi
moncelli,e garrefi rio ben guaritilo daincifione, ò- per coffe in quei luoghi
date,basleria cauar fangue dalia vana del dorfo,e. guardarlo da i raggi
della Lunaria quale ha maligna for?rt su l'infermità fredde, edependen
ti dafléma corrotta. Sefofìe auuenuto perfredexra,loda,cke su i rogna '
q nifi metta il miglio caldo: <£rfe quelnongiouaffe, allacci fi la gola del-
l'animale prefo al capo,e feoperta vna vena nell'orecchie y chefeorreà
gli occbi,veggendola ingroffata,fi tocchi con lalancietta dall' vna,e dal-
l'altra bada;percbe è rimedio approuatiffìmo per difuiargli humori,che
dalla tefta alle parti efireme,e cauemofe difcédonoS egli f offe auuenuto
per fouerchio pefo , ò per cadute,b per trar calci , ò-pcr altre agitationì >
ebepofìono cagh nar debolezza à quei kgaméti,& nerui,dice,che la co
ueniente prouifione farla da far ima grata di fuoco sui I{pgnoni ,& poi
metterui lofìrettoio co t acchnatura.-fhtédo cofè da i l'attyomenelle par
ti dalla Scia,e degli Vffoli il mede fimo ; le quali quattro aperture- farla
D no da medicar/i con la penna vnta d'olio communeie due altre fé ne pò-
trebbono ancora fare da ambe le bade della carriuola-.percheper sì fatte
purgagioni liberamente verrà a guarir fùMafe'l giumento fìeffe con la
groppa in terra per non poter fi foftenere nei pie di dietro, tenedo folleua
te le braccia,àa lui fi giudica incurabile . M. Luigi per lo Halferutoyil
qual diceefìer dislogatura, di reni,, applicanti ad efi'o luogo due onde di
rafàpina,tre d'olibano mafcbio,quattro di pece greca, & altrettante del
la latina, aggiungnendoui ancora vri oncia di bolo armeno, & mrra di
fangue di drago :Il qual'empiaftro egli no mouea,fin che no f uff e caduto
per
78o D E L L *4 G L 0 \1 jt
per fé medefimo,hauendoci polla accimatura di grana fopra.Etfc'l Ca- g
uallo nonfifofie potuto al^are,gli daua due bottonetti di fuoco dal can-
to de i fianchi,™ fino a i rognoni,tra cuoio, e pelle ^come fi dice^e dalla ve
na del corpo gli traheaf angue . M.Tier' .Andrea volendo curare il Mal-
ferutoyo il cDislombato,mettea su laparte, don' era il male, vn fiocchet-
to di tela fottile,(accioche'l calore fiuffe meglio pajfatojpieno dherba di
muro,pesla,& fioffritta in feco : & poi gli cignea vna barda indofio, ac-
ciò che il detto calore fi fife più confieruato:cojì facendo per tre,ò quat
tro dìypoi leuata l'herba, empiea il mede fimo facchetto di miglio , fiale,
e brennoyparimente faldati in vafeafciutto : & nel fimil modo V adope-
rauayfin che del tutto fuffe guarito. Ma tal cura egli dicea non douerfifa F
re fé non nel tempo caldo :per -che quei Marifcalchiy i quali volefferocura
requeflo male di vernoyfì mouerebbono per difegnofol di guadagno, ef-
fendo la cofa lunga , e difficile a rifoluerfi . IljColombro dice , il mal de*
, Lombi venire per due mayiiere,l' vna fé l'animale hi patito troppo fred-
T ombi % doymaffimamente dopo l'eJfercitio:ò troppo caldo effendo slato forfè bat
fua cura. tuto dal Solfieruented'altrays'egli cafcato di fiotto il pefoy rimanendole
parti di dietro in qualche fofia. ^4 questa caghile dice poter fi rimediar
con clistieri d'acqua di caniglia,mele, & olioy fatti due volte il dì finche
fani,& confagnif nelle cofcie,ò con cotture,s 'altro non gioui.^4 quell'ai
tra conuengonocìifiieri vna volta il dì con acqua di canigliay mefcolata G
con olio dirutay& con decottione pur di ruta confinocchidolci,coloquin-
tida,ci?nino agrefie,& centaurea. Sogliono alcuni per vfo di clistieri pi-
gliareypilatroyeuforbioyaloeypulegio , & bacche dilauro}ana oncia vna,
con me%a di cafioreoytre di f chiama di nitro,quatro difeme difienape,&
fette di fiale trito,e diuifia tal mistura per tre giorniycon acqua di remola,
adoperarla.^ Itri del f angue canato dalle co fide , & me f colato con forte
aceto;vngono tutto ilcorpo,& meffimefiu le reni : Ma principalmente è
da tener jì in vafie di slagno confieruata vna confiettioneyche contiene aca-
tUyfieme dirofieycorno di cerno arfoypolue difierpillo,afienxo marinoybe-
tonicayfaffifragiaycentaureay& peucedanoyana libbra merza,mirrayfcor
%a. dipomi granati , & incenfo buono ana libbra vna, e tre onde di pepe
con tre feflari di mele fchiumato,bollita vnpoco ogni cofa infieme,p dar
ne poifiedeci onde il dì con vino e aldo. Olt 'acciò per lo dolore de" lombi fi
troua ordinato da gl'Hippiatri , che fi faccia vntione con cera, & olio, ò
con mistura d'aceto, bitume, opopanace, &folfio viuodiparipefo,ò che
l'oprala doglia fi metta va' empiajlro compoflo di farina d'orbo dimena,
ta co graffo di becco,e gomma dura,laqual bollendo fia fatta liquida ; ò
veramente composto con vnfejìario di farina, & vn'hemina difemen-
DEL CjlVjlLtOy L 1 B. IX. 781
, .-»
jl ^dicanoli trite y & infiemc temperate in acqua fredda . I quali em-
piatfri faranno fpefto da rinouarfiy applicandogli caldi quanto la mano
potrà foffrire : &fe con ejfì il inai non mane affé yadopri fi il fuoco confer
ri drittiycominciando dalla piegatura della gamba fin alginocchhydal-
l'vnaye dall' altra parte yjpiugendo ben forte il ferro : perche quel luogo
ha molta carne>che non di leggiero cede à chi vi prema ; e difopra vi fi
metta vn poco difale ben fiottile ifktto quejlo conuerrà lauar'effe cotture
con acqua caldaye sbruffarle con vinoy&olio y mettendola alla fine pol-
ite di pane di or^p abruciato : ne fi farà muouere l'animale finche non
fiaper parecchi giorni fortificato con buoni cibi. Vegetio lodayche i lom-
B hi fian fomentati lungamente con acqua caldaie fior di fieno , <& fregati
con caldiffme vntioniy& vltimamente posloui 'NJtro d\Africay fan con
•vnguenti abruciatiui corroborati : & confermando molti de' rimedi fo-
pra narrati>aggiimgepariméte giouare il (ìfimbrio con unfefiario di fari
naliquefatto ne l'acqua .Ma quando il mal fuffe cofifdegnatoy che non
giouaffero queHe cure , approua , the con va cauterio di rame fta abru-
ciata la parte addolorataci modo però , che l'animale non venga con le
cotture à parer brutto . Dalla diftenperanza delle reni nafee anco
l'orinare fenya mifuray conuertendoft in orin a , quanto fi bee , Diabethi- Diabethi
ca dal Colombro nominata^ fi cagiona (fecondo lui) òper troppa fred- P 5 e ma
de%^a di reniyò per troppa caldera. tì or j' ella procede per caufa fred- n^e g cu-
da (ilchefi conofee , che auuienene i tempi freddi > & l animale è ferina ri.
fete)fi pub curare coti fargli di fiotto il ventre vn copio fo profumo di ca-
§loreoy& mirra , fregando bene tutte le membra ; <&■ con dargli matti-
noy& ferabeuandadi buon vino con cafloreymirraypiretro , cir copoledi
ghiande ridotte infittii polue . Ma fé per caufa calda , conueria cattar-
gli fangue dalle vene del colhygr fargli clifierì con decottione di maluay
e brennoy e di pia rafo il pelo di fu le reni y porvi caldo vn' empiaftro db-
ftefo in fotilpelleycompofto di fangue di drago y bolo armeno , copole di
») ghiande rojì e > balauìlì>hipocis~loyacaciay& laudano oncia vnaper cofa
confitte con olio di mirto , & cera a bastanza . Tal'bora (come Vegetio
narra) per cagione delle ì~ìeffe reni fi orina f angue y del quale fé troppo Sangue
fi verfaJTeyil male Jaria incurabile yma fé poco , fi può curare > cauando quando fi
all' animale fangue dalla matrice y ò dalle cofeie & dandogli poi con ac- onn* co?
qua il fugo de porri fatiui a bere *$ crine anco l'ifleffo ^Autore , orinar media.
fangue gli animali oc io fiy&pigriyper ejfer troppo pieniy& per rimediar
ioroy convenir falaffarli nella mede fima vena matrice y ecceto s'eglino --
fuffero molto attenuati > & magri che in tal cafo l'aprir delle vene è lo-
ro centrarlo. tJffa coftneU'un \modo} come nell'altro è fdutif ero à
dare
7$2 iD Z L L jt q l 0 \l A
dare (pefio latte di capra con le radici dell 'ebolo pefle, &fugo di herba jg
parietaria mifli in/teme . Dice/i medefìmamente effere appropriato à
prendere vrìoncia,& me%a di draganti , tre fcropoli di fiorate) e di ne-
J])olO)& cento noccioli di pino,i quali purgati fi ano flati nel vino per lun-
go fpatio, & pofcia pesti; e di tutta fktta pasl ripigliarne quanto vna noc-
ciuola,e darla difciolta in vnfeslario di vino ,continouando per fette gìor
ni. Teligonio frinendo ad ^irfippo dice , molte fiate la moltitudine del
fangue nuoce à i Cauallifani, rompendo le vene in qualche luogo , il che
fi deurà fchiuare,che non accada , & molte fiate neW orina d'un cauallo
affai faticatoci vede fangue : però s'egli è graffo , bifogna cattargli fan-
gue dal ventre , e dargli à bere latte dicapra , farina d'amido , tre vo- F
uà , &fugo di vetriolo : ma s'egli è magro , deurà menar fi qua , &ld
fen%a trar fangne,vfandoper l'uno, & per l'altro quejìa beuanda, me-
%a oncia di dragatiti mollificati in vino, quattro fcropoli d'opio , altret-
tanto diflorace , e^ pignnoli dodici > fan tutte qr.eHe cofe incorporatele
drijlibuitc à bocconetti;e diafene vna la volta difciolto in vino . Il che fi
può anco vfarpergli huomini, togliendone quanto vna fkua dentro vn'
vouo . (jiouà etiandio a buttargli in gola fugo di porro con vino mela-
to, & vn'uouo con un poco di mirra mifii infieme .0 veramente fi curi in
qigHo modo, e auifi fangue dal palato , poi difciolgafi la radice dell' a-
sfodelo,in duoifeìlari di vino dolce , & aggiuntala farina di frumento
burattata con diligenza , &fomacchi di Soria lungamente bolliti in ac-
qua , fi diano àbere , facendolo alquanto paleggiare ; maprimad'ogni
altra cofa bagni fi il ventre d'acqua , & falnitro , <& co fi l',or%p . Jinato-
lio peri orinar del fangue ordina, chef dia per tre giorni fkua franta
cotta fenxa fcor%e , aggiuntoui graffo di cerno , &vnpoco di vino ; ò
con vn corno fi butti ingola vn'hemina dilatte dicapra, con tre onde d'o-
lio , & farina d'amido quanto ne capiffe in tre voua,Jlffirto, & Hiero-
cle fcriuono , che quelli, che dal membro genitale, ò dal federe man-
dano fangue fuori , non han bifogno di altri fegni àfar conofeere il lor #
male, perche 'Idimofìra il fangue ifìeflo : mala finità fi ricupera col
trar del fangue del palato , & col dargli à bere la radice dell'asfodelo
diftemperata invn fefìario divin dolce : facendo, che la bea and a fi a
liquida anxj che nò. Fatto quefìofe ne darà vn' altra ftmilmente non
f^effa di farina di grano ben monda, bollita in acqua vn buono fpatio
con graffo di porco , <&■ polue di fcorje di pomi granati : facendolo
e aminare velocemente, & baraffi cura di fargli hauere il ventre hw-
mido , dandogli à bere falnitro , & à mangiare il fieno > #• l'or-
bo pur di falnitro sbruffati ? guardandolo dal freddo. Quello rime-
dio
, dio è fritto daVegetio ancora cof à punto,fe?ion che egli è di parerey
** che' IC amilo fia ritenuto non fot 'amente dal correre , ma da ogni lento
Luminare altresìyaccioche fi risìringa la renanti è interrotta.Oltr acciò
cifoggiungeyche molte volte per correre-, & per [altare , fi ro mpono al-
cune vene delle intrinfecbe,ilcbe non fa mdageuole à conofcerfìydando
ne fegno il [angue ; che bifogna per qualche via vfeir di fiori; oltreché Ven? '"*
gli occhi fi veggion gonfiai collo freddo con tutto il corpo , & l'animale ^ ^ rom_
con naufe a manine onico y all'hora li fogna temperarlo dal bere > e dal pano , e
mangiareylafciandolo dormire, agiat amente, <£r cauarglifingue dalla *n ìime-
venamatrice>adoperando cofe Hitiche^e proprie àfaldare: ne 'fi tarderà ' *
_ -di mettere su le reni vno strettoio , ilqualfifa con bulbi > Tartuche vi-
uepefle-, cinque agli > & vna libbra di anagallico mefcolati infieme > //
che può giouare non pur à quelli^che hanno le renifmoffeyò rotte per cai
doyò perfuticatmaponendof sa le tempie sfuria ceffare ilftnffo del fan-
gue-i che per lo nafo calaffe gufo S egli vemitafe il fangneylodayche gli
fia dato per bocca fugo di gineRra>e di porri mefcolato con olio>vinoy&
ranno ; òche fifhcciainvnvafe non* di rame bollir con acqua affen^p
ponticoye fpigo nardo d'egual mifuray e quella decottionefiadata in be?-
uanda;come daTelagonio già fu fritto. zJtl 'fPicr'zsfndrea diceax che
quando fi rompe dentro il corpo del cauallo alci-.navena > non è da dit-
q bitarfi y ebenon fa perfouerebia & efrema fòrya , ò per caduta yò per
bottay per lequali cagioni ff noie buttar [angue per lo nafo , ò per la boc-
cata per lo fondamento y ò per la vergayfecondo il luogo , doue l'offefa s'è
riceuutayO buttandofi il f angue per le due fiorane partiyv oleiche fipal-
paffe dalle nariciyfin' a l'orecchie y e doue fi trouafi'e qualche maceatu-
ràyo colpo y fi mette fé vnfacchettOiben caldo pieno d'herba dimuro pe-
fiaye faldata in fecco in qualche pateila^ò caldaiayò bacino;ò ver'amen
te vi fi mett efero foglie di cauoli faldate nella bragia ,. hanendv pria
martellati i nerui di quelle y che fon nel mexp y cangiando la raffrenata
con lapin calda; Indi leuata l'herbayò le fogliavi fi vngcffe con olio ro-
Z> fato tepidoy& vi fi legafie vnfacchetto di calda cenerebbe ui]fief e fer-
mo ;, &fccòti quefio il f angue non fi s7agnaffex douefie metter fi in su
la. fronte vn'empiaftro di farina difìtue torrateye nette, mefcolato. con
quattro o cinquebiàncbi dvoua sbattute con fugo dinaUurtio y& vna
oncia di [angue di drago : IStpn trouandofì fegna di colpo alcunoypari-
mente lodauaychefimetteffe in futa fronte il detto empiafìroy& veden-
dofi mandar fuori lo Beno duro yftfncefìe vn cliftere commune di fi on-
di di viole y mercorellay malua ybrennoy olio mele y & leuatina bollite >
& per for^acglate infime %cw aggiungenti vn! oncia di ier apigra ^e
due
734 DÉLLjt-GLOlLlJt
due onde di mele , ma s'eglifiercorafie liquido , fi mancaffe pel dittero jg
& & fi defte vn beuerone di due bicchieri di nino con meza oncia d'in-
cenfo,& altrettanto di mafiice , facendolo ftaf in piedi,accioche gittato
in terra non haueffe cagione di fur forza . S'egli buttaffe il [angue per lo
fond amento, volea,che s' infagnaffe nel collo finche i testicoli fi vede/fie-
ro ritirati , eccetto fé la vena aperta lanciale [angue di buon colore ; &
apprejb allafagnia,fi dej[e il beuerone , che s'è decritto . S'egli il but-
tale perla verga ; ordinaua, che fi mettejfero in acqua à bollire con
brenno fichi fecchi,i quali alquanto bolliti fi peslafiero, & poi fi toraaf-
fero à bollire,^ comefoffero ben disfatti, la decottione,per vn panno di
lino fi colaffe,& fi mettelfe da parte quel,che per forza fé ne cauaJfe,tor-P
nando à bollir vn' altra volta quel, che nefofse vfeitoperfe medefimo:
Indi prefa un'oncia di latte difemenze di melloni,^- vn altra di femen
%e di yucche ben monde, e pefie ,fi diffolueffero in ambe le colature per
forza ufcitelc quali [ujfero a mi fura di quattro bicchieri , & [e ne dejfe
he -.landa per quattro giorni , facendo [lare vn'hora manzi > e due da poi
il Cauallo imbrigliato fenza mangiare , il cui cibo era orzo , e paglia , b
brenno bollito,?? raffreddato^ fiato al [ereno,e[fendo estate. £t per buo-
c mini ancora affermaua giouare tal beuerone . *Auuiene anco tal volta >
conofe^fe con grauiffimo pericolo, che ali animale fi ritenga l'orina, ilchegli è ca-
l'ori ria fi a gione di acerbi [Jìrna p.-jfione , & ficonofee (fecondo, che'l Crefcenzo,e'l
ritenuta , Truffo fcriuonojche fi vede il luogo prefio alla uerga alquanto gonfio, &
' fi menano forte,e fpefio i fianchi : & per rimediargli, lodano , che fi [ùc-
cia bollir vna quantità di acqua confemenze difpinaci,ò(Come altri di-
cono) fenacciuoli,cretaria,parietaria,& radici dijparagi,e di brufehi di
pari mifura : & cotta ognicofa infieme , fi metta nel luogo uicino alla,
uerga con vnafafcia lunga, & ampia, legata [opra la [ch'iena ; rino-
uando [empre la calda,quando laprima è raffreddata . (jioua anco af-
fai cauar fuori la verga del Cauallo con ma?ii vnte , & cen olio debita- .
mente caldo fregarla , &po[cia col detto picciolo mettere nel [uo buco #
vn poco di pepe con aglio pesto , ò cimici cotti in olio, &fi come dal i^w-
fio fi fogginnge,il qualracconta,come [ouente i groffi, &vifcofi humori,
cb'accorono nella vefeica , opilano il capo , d'I collo diquella in modo >
che non può ufeire l'orina, & fé tofio non fi focorr a , potrebbe dalla,
gran coppia dell'orina uenireà romperfilauefcica, <&■ l'animale fé ne
morrebbe : però farà bene che tolto un matone caldo, fi metta di fiotto al
uentre, ungendo d'olio di lauro , ò di dialthea i membri genitali, &per
tutto intorno , acche: he penetri bene la forza della medicina, la qual
verrà àprouocare l'orina: ò veramente pendendo l 'vna fajffij ragia,
& Patirà
&coine fi
curi
w^ & l'altra,^- fé men^e, &herbe calde, e diuretiche con tutte le radici) Orina co
come fono i finocchi, gli afparagi,ibrufchi, ipetrofemoli, & altri fi- me fi prò
mili fhccianfi bollire in odorifero v ino , finche ne fia confumata la ter^a uoc
parte ; & pofeia di quel vino ft dia à bere , che difoluendo gli hnmori
grofjì, apriràle vie dell'orinare , Troitocafi anco l'orina mirabilmente,fe
fopra i membri-genitali fi metta vn empiaftro di agli peHi con fiaffifra-
gia . Sdandofi pur bocca vn manipolo difauina ben frittale difìempera-
ta in olio,ò in buon vino,fi verrà à mitigare il dolor cagionato ò per ven-
tofìtà) ò per ritenimento d'orina . In quefla infermitàegli dice effer mal
fegno fé fopragiunga vnfiufio fmìf tirato di ventre , ò fé' l tumore, e* l do-
lore Hafaldo a tormentare il Cauallo mifero : ^tlquale fé pur ninna di
quejle cofefncefie frutto, proni fi à mettergli da lato qualche giumento ,
perche il defiderio del coito fera baHa?ite à prouocare l'orina : llche di
commune fenten^a afferman tutti efifer' utile contra ogni dolor di ventre,
conciofìacofa che il piacere del coito corrobora le for^e, & conforta le
membra . (ofi ancora fé tal tormento auneniffe alla (faualla\faràgioue-
uole à fùrie deffare i venerei limoli con accollarle il mafehio , fi come
*s4 'ffirto approua;benche *Ariftotele fcrina,il Cauallo folo efier'alla diffi-
data dell'orina foggetto,al qnal dottiamo autor delle cofe della natura,
dice Hierocle,douerfi credere; & cofi egli e' infegna>che quando il canal-
£ lo patifee difficoltà d'orina , da qnefii fegni fi riconofee , che defidera di
correre , e batte la coda infra le Loj'cie,& nelvoltarfi cala in giù legrop
pe , pò f andò fi fopra i lombi, e^ caccia fuori vn poco il membro, come fé
uoleffe orinare, gittando alcune gocciole ;ma nonpnote.^lll'hora vuol,che
glifiafoccorfoy buttandogli in gola vin dolce con acqua calda, òp in toflo
con decottione di bietole , e di malue, mi/lo di pari mifura, non eccedendo
però vn feftario.Tuoffi anco dare per la manca narice vin dolce bianco ,
bollito con f rondi d'hedera,mifioui del falnitro,ò per la dritta vnfeHario
di fugo di porri cotti con le foglie ;ò veramente di fugo di canoli convn
D hemina di odorifero vino,e due onde d'olio , facendolo dapoi pianamen-
te trottare. Tarimente fi può per lo nafo buttare vHa libbra di vino bol-
lito con aJfen-70, ò per bocca dargli con vn' hemina di vino tanto di opo-
panace trito , quanta è la punta del deto picciolo , ò due ciati di [emen-
de di rafano triterò vno di feme d'apio,ò due onci? dipepe , ò vn' aceta-
bolo di verbena , ò quanto vnafkua di laferpitio , àggiuntaui vna dram-
ma di falnitro , e due dattili infieme cotti . Tnttauia meglio risponde à
dar col vino l hippofelino,ò le radici del finocchio cauallino , che dicono
hippomaratro,ò fé portegli nel federe tre,ò cinque cipolle lunghe,& ama ■
rijjìme leuate le prime foglie -,fi faccia andar di trotto. Similmente glifi >
Ddd può
ySS £> E L l A G LO i^J Jl
può metter vn ciroto,ò balano ama/fato con mele , &fale à gnifa d'uouo g
ò veramente vtipocodi p anace ' fen\ altro . Giona ancor dargli à bere
tre bemine di decottione di ceceri) nella quale fian mifii duefafciettì di
ferpillo,ò dargli la radice dell'apio trita in vino dolce , ò in acqua mela-
ta, ò dargli 'farina, di grano cotta con graffo di pecora in acqua, bfemen-
•%€ di cimino bollite in vino vecchio ; o/è/ ciati di fugo di porri con tre di
aceto fquillitico, &pari mifura di mele ; ò cinque feflari di opopanace
fciolto invino ,, <& mele distribuiti pettinane giorn ^cibandolo fra quel
mexp con or^o mollificato nell'acqua,& con fieno tenero,& minutato,,
clamigli buttano incanna fieno ,dicanemiSto, con fiale, vino , &
ammoniacoyo Stereo di porco misto convino,& ben colato : ò dueteSie F
d'aglio mondate, e pesiere difcioltein vino,fkcendo poi \ correre il caual-
lo:ò. col vino vn ragno peSto,olpulegio con l" acquai/Litri gli danno vna
compofìtione y che contiene fi er co di lucerta,opobalfamo : incenfoma-
fchioycalce abruciatayarpimcntOypepeLiancoygrafio d'oca , & f àngue di
Colomba * ana oncie tre, mele ottimo^ grafio difeppean-a onde quat-
tromila di nido di rondine, due di midi Ho di gambe di agnello , &fei di
fugo diperficaroypefia ogni co fa in vn mortaio . mitrigli buttano per lo
nafo tre oboli di aceto, e due oncie dijème di pafiinaca felueStr.e, con vn
feStario di vin dolce ; ò pur le radici di ejfa pastinaca , ò le f emende > del
eacomemdime.Siico difciolte nel vinofo le radici dell' afparago trite, ebol^
lite in vino vecchio ^Similmente fi fuole adoperare il vino,ouefia diftioL
ta,& colata l'herba^che equifeto^ioècod'a cauallina è chiamata, ola ra-
dice dell' ebuhyche i Greci dicono Cameatte ; q veramente ouefia difciol-
to,& colata, ilfàngOyprefo di luogo, netqu ale i Cauallih abbiano orinato >
come per via fi fuol trouarc,e di efio fango vtile ancora fi fi ima ad vnge-
re il vent?e,& empia firarlo. Oltre che da tutti fi loda affai ,che l'anima-
le fi meni 'al detto luogo, doue l altre beSii^fo.glion fremarfi aa\ orinare ,
perche fàcilmente gliene verrà voglia , o fé tal luogo non fi trouafie cofi
dapprcfio,menifi in qualche parte fhngofa difimilmoda . I Tartari, vfa- t
no difhrfiaril Cauallo tutto couerto dal capo à ipiedi,con vna grande y
& grofia manta,e pofiigli carboni vini di fotta col cafloreo:gli profuma- «
no il ventre, & i testicoli, poi fubito il fan caminare , & cofi orina ..
Magone (arthaginefe ne'fuoi libri di. Agricoltura dice , che à Cauallo ,
che non pofia chinare , fi butti per lo-nafo vn'hemina di vino con rafiia-
•tura limata di fiotto l'vngbie de'fuoi medefimi piedi .. Oltracciò tra
Vefcicafe gii ordini de gli Hippiatri fi troua fcritto , chequando la vefeica è fer-
come fi Yata > €fiend°Hi oppofia , ocondwfataalcunacofa, che impedifee l'n-
curi . feita nell'orma > vi fi debba fibi^are fugo di anifi> e di finocchi mifio
con
«Z> EL C^v ^lt °y L1B. IX. 787
rM con t>ouo,& viri dolce tepido,che co fi s'aprirà,^ forfè di quìprefe <JW'
Luigi il cofiume di dare per quefìo male il fugò de gli anifi, e de i finoc-
chi con vino dolce in beuande : benché vfafe ancora di dare il vino dol-
ce, in cui fu/Te bollita la radice del rafano fen^a altro .Talvolta nel pie
dritto dinan^ , <£r in quel di dietro legaua ferine q:;cfle parole, Cjeon,
ThifonjTigriSy-y- Euprates , che fono i nomi di quei quattro fiumi, che
tragono origine dalTaradifo terre/Ire: lequai parole fcriuédoft ne i quat-
tro piedi del Giumento,vna per ciafcuno,crcdea, che giouajfero al riprè
fo,trattogli prima fangne del collo da ambe le bande : ilche forfè impor-
tava più che lo ferino delle parole,nelle quali io poco mi fiderei. Tal voi
B ta ei metteafiil membro ilfiel del porco,del che afferma.ua haaer vifia
proua,e tal volta dentro a quello mette a con vna candeletta di cera vft
pelo tolto dalle parti genitali cTvna donna .inficimi fi dilettano di mette-
re un cimice vino nell'orecchia finiflra,fe èfemina quella, chepatifee del
l 'orinai e,ò nella deslra,s' egli è mafcbìo,& vrì altro cimice peflo ficcano
al buco della verga.Telagonio loda d menere nella verga vna rnofea vi-
naio vn penetro d'incenJo,ò aglio peslo,b vna fottìi [òpposla di falcidi
mele cottolo di bitume, & che i lumbifiano bagnati di vino; & olio .
jtd Eutnelo piace , che fan fregate le reni con olio caldo me f colato con
grafo. Vegetio approvando le dette cofe^foggiunge effer anco bene, che
C per la finifìra narice fi diano diro cetile di dolcijfimo vino ,oue fa cotto
Caglio^ l%auenafaluatica,ò nelfimil modo buoni fichi cotti in acquarne
fcolataui polve di nitro . Et fé nel buco del membro fi metta un collirio
lungo,& fonile di lume falfo mislicato con olio, & fai e trito.T.':offi pur
adoperare gioueuolmente la polue deWincenfo d-fciolta con vouo in vi-
no dolce, & fugo di apio,e di cavoli: 'Xe di futili folio le radici dell apio n . , .
cotte neimellicrato,che è acqua melata,& vino infieme. Ter rimedia- uentre ca
re al dolore del ventre cagionato da non poter orinare, ilche fuole auue • gionato
. nire con affogamento di gola, egli dice douerft trarfangue dal petto,e di da nonpo
^ quello fargli lauagìone per fopra;Oltry acciò\douerfi mettere la mano un- „ nna"
ta di tepido liquore entro il budello,e trattone lo slerco, fargli un disile
re con vna libbra d' olio,& vrì acetabolo di fai trito. Et perche tal dolo-
re fi fol cagionare dalla vefeica , chefuol nel correre rovefeiarfi, egli or-
dina , che meffa la mano per lo forame in giù , fi venga abbafando fin
verfo il membro genitale , ove trouata la vefeica piena di orina , fi con-
duca leggiermente hor dalla deflra > & hor dallafiniHra parte verfo il
detto forame in sii con olio,& co fi fi provochi ad orinare. Se la orinaci ri .
teneffe per la pietra, che flanella ve feie a generataci che fi cono f e e, che cenlua r n
V animale fi rivolge per tenace gemme sformando fi d'orinare,con molta la pietra.
Ddd z pena
penay la qual ogni giorno più crefce: & quesìo male [noi per lo più auue- %
nire in tenera età : conterrà metter la mano per entro il forame da baf-
foydi fiotto al qual taftando con le atta il collo delia vefeieayfi traueràla
pietra , & fi e aiterà dalla punta del budello dritto y e di effa vefeica:
& poi fi curerà con elifieri adunatile , & con beuande diuretiche , accia
che vengano à rifanarft i pertugi fatti nella vefeica > la quale per trop-
po sformo fuol taluolta romperfi per fé slefiaprejfo al forame del federe
per lo quale vien fuori l'orina fimile ad acqua . Ma fi fatta cura è molta
rotta02 è difficileyperebe patendofi tal rottura y finitore di p a fi ione: Delmede-
male in- fimo parer (quanto àquefia parte) fi troua ^Affino-, ilqu ale ferine efier
curabile. 't ìncur abile yqu andò per qualche difauentura la vefeica s'è rotta> il che fi &
conosce per le feccie liquide , che infume con l'orina fi veggiono vfeire
dal fondamento : & co fi anco quando ella s'èfmofia dal luogo fuo> on-
de fi vedejje il giumento impedito di orinare tirarfi la groppa, eftrafci-
nare levnghie . Soggiongendo effere tn grande errore coloro-, chejperano
con la mano pofìa nel budello , drizzare la vefeica: perciò che Hando
ella attacata alV off o chiamato S acroyè impoffibile^che fi tocchi per quel
la via > che fi è detta , per la quale > chi fi sfor%affe dipingere la mano
più indentro dell'ordinario > egli Jen^a profitta veruno viaccrefeerebbe
con tanta infìammagione la doglia, che l'animale non potendola tolera- ~
Paflìoni Yeyin brieuefe re morrebbe. tJ^Ca quanto alle paffioniyche'l giumento fen
che fi fen te ^er cag-l0ne dell'orina, egli dice efier di tre forti > l'vna chiamato Dif-
Forìrw : ri- fi*™* > quando l'orina fi caccia con gran faslidìo , e difficoltà . L'altra
tenutaci Str anguria , quando ella fi caccia fallandola à goccia à goccia >cjr la
tre forti. ter%a Ifchuria > che è propriamente lafnpprefftoney ò ritention dell' ori-
na y quando l'animale non può ne molto > ne poco cacciarne in conto al-
cuno. Quesla vltima egli dice y che malageuolmente fibafia ad aiutarey
percioche dandofi cofe efficaci alprouocarlo,fi muoue prurito > e brugia-
re alcanal dell' orinay& vififàfemprepiu male .<l5M "a t 'altre due for-
ti poffono meglio effere curate coni rimedi > che fi fon detti : non tra- H
la] "dando di far bagni , & fomentagioni con ifpefìe Jjmngie di acqua
calda à lombiyalle groppe yalle cofciey&à tutta la panciaymaffimamen-
te in quelle partiyche fono alle vie del? orina corrifyondenti: la qual ac-
qua ejfendo decottione dell' herba fauinay miglior farebbe à lauarne i
teslicoli y&la verga. Sopra tutto aftengafi l'animale dall' or^Oy e dal-
l'acqua fch ietta > & cibi fi difien verde yòpur del fé eco sbrufato con ac-
qua melata , con la quale parimente farà bene à sbruffargli la farina,
dell' orxoy& ciò che altro a mangiare g\i fi donafis : dandogli fi>e(fe infu-
fioni della mede finta acqua melata per lanaricefiniHra . M.Tier'iAn-
drca
DEI CsAVAllO) LIB. IX. f%$
*& drecoHumaua di mettere nella biaday & anco nelle beua.de alquante di
quelle membraneyche dentro le nociporta.no l'uno Jpicchio dall' altro,&h
cofitogliea,la difficultà dell'orinare . IlColombro loda , che alCauallo,
che patifce quesle difficidtà,fi dia per tre giorni inf a/ione di fugo d'ebuliy
bollito con me%a oncia di bitume giudaico) o dccottion di naflurtio fktta
con vino; & che vnta la verga con olio di lauro yfi metta polue di pepe
nel fuo forame . Ma fé per fredderà riceiiuta dal bere dell' acque fred- -predóet^
de,& maligne, òper interpofitionedi eferementifouerchiamente diffec- za che im
catì s'impediffe la purgatione dell' orina,efìendo tra la vefeica, e'I budel- pedifee la
hyoue quelli fi riducono , vicendeuole compatimento y per cacciar via la Eg^pf^
fredderà impreffa,loda il Ferraroy che dopò hauergli cauato f angue da rjIia ,
ifi.anchiy e dalle nafee y & dopò battergli fatto vn cliflere con acqua di
remola y edecottione d'herba di muro > gli fi dia à bere del fiero caprino
condecottione di mercorellayfkcendolopaffeggiarey acciò che 7 color na-
turale venga a deftarfi . Et per rimediar alla difficultà dell'orinare >
vuolyche prima fi cani fangue dai fianchi, e dal dorfoye pofeia per lo fo-
rame della verga fi metta vna fottiliffìma y & lunga candela di cera,
vnta d'olio & afperfa di pepe trito y e di ^cn%euero . cJTKa perche tale
difficultà fuole Jpejfo accadere per riuolgj,mento della vefcica,trouandofi
il meato dell'orinare in altra parte , che doue la natura l'ha fiutato y egli.
q in tal cafo approua l'vfo degli efperti > che fi metta nel forame del bu-
dello il braccio vnto , & deliramente con la mano fi riduca effa vefeica
al luogo fuo. Hor perche quejìo male della vefeica è vn diquegli actttif- Cagioni
fimiyche fogliano venire a iCaualliy & a gli altri animali di vnghiain- 9deyeri
teray vccidendogli in brieue tempo y fé non fi aiutano: farà bene > che per ij della ve
fapere come fi pofia fchiuarey fi fappiano anco le cagioni e fi erney & ac- feica .
cidentaliydonde egli s'attrahey delle quali (lafciando ìlare la heredita-
ria y che tal voltay fuol'efser per lo padre > ò per la m<tdrey che a tal ma--.
le fofse siato foggetto ) la prima è quella , quando tutto il dì canal can-
ti doft,& faticando fi l' 'anima le, no>i s'èlafciato orinare mai, concio fia co-
fa che il meatoyche va dalla vefeica al membro genitale riceue ageuol-
mente infiammagione , laqual fubito poi cagiona difficultà di orina } &
gran dolore: &però è d auuertirfi con diligenza nelfkr dei camini y
che alCauallo fi doni fpatio di orinare fpef] e volte per ìHrada (fi come
bene fi offerua da i Tedefchi , iq itali in ognilegaper lo meno fi fermano >
& fanno ripofarey & orinare i lor Qiualli > fcoHandofi dalla flrada) cjr
poi giunto alluogoy non fi permetta, che egli mangi , nebeua co fa veru-
na y fé non bara orinato prima , fé ben fi doueffe lungamente affrettare >
#- alla fine (fé necefìario pareffe) con artifici^ provocarcelo . Trendrfi
*Ddd $ ancora t.
';po DILLA Cj L 0 B^l A
ancora fi fatto vitio y quando wll' afyre^'za del verno vieti l'animale* E
fentire vn gran freddo; al chef puote rimediare con farli nella Hall*
tener di notte il fuoco appreffo yperche ccfirifcaldatoy fard pia pretto
all'orinare . Et quando di tale fagiane fi abbatta apaffare per qualche
fumé (patiofo) e tanto alto , che h abbia, ad avanzare il ventre dell'ani-
maleffarà lodevole cofe j che non fi fàccia entrar iteli' acqua , ferr^aha-
nere prima orinato; altrimenti prima-, cb'eglrn?ttfcifie, potria di leggiero
foprauenirgli fupprefjìone d'orina > e dolor di corpo . Oltr' acciò fé l Giu-
mento folito ad effere effercitatQyflara\in odo molti giorni, la indigefiio-
nefànafcere tali (porchette dihumori acrhcbe calati alla vefcica; infig
gonomorf catare y &puntioni al canal della verga: & quindi procede
fyejfo l'infermità. della Stranguriay come-giada f^egetio- fi conferma-», p
Cura qua ^Auuiene alcuna volta y che la verga vfcita di fuori non poffa ritirar fi
do la ver- nella fua guaina y il che fuolritardar l'orina , & offender grandemente
ritirarli l'animale . Ter cura di queiio male Telagonio ordina a dare per bocca.
nella fua incenfo , cimino y cjr voua difciolte in vinoyò Iettarne diporco tìempera-
guaina » t o con aceto > e£" colato 5 o due fcropoli di radice dipanacetrita in vino*
o la radice della rutafluefre mefcotata con terfo di caiiolo : Il che al-
le torfioni del ventre anco è non poto gioueuole .. zsfffirtoy &Hiero-
eie vogliono , che'l (fauallo fi faccia entrar nel corfo d'un fiume youer
nel mare y di maniera chefia co ipiè dinanzi verfo ta p-arte > doride l'ac-
qua y o tonda difende > <&■ ini fi tenga per vn buon pe-r^o . Jllcunìgit-
tatolo a. terra ,. & fofpefolo per le gambe , gli fìegauo il membro con
cera yfalnitro benpeflo ye grafo di becco ; poi gli buttano adofìo gran
quantità di acqua fredda , laqual effsndo marma , farla migliore y&
non potendo fi qaesla hauere y. f potrebbe fpargere fale nella dolce*» .
tSW.a più facile rimedio fiayche Piando ilCauaìhinpiediy fi tocchi leg-
giermente la pelle attorno al membro- con vna punta d'agucchia > & poi
fi bagnino le punture- con forte- aceto ,che cofìegli ritornerà al naturai fua
Vino di lHOg0 ^ lUhe fi pub amo fare al bidello del federe) <£r alla matrice- y
versa ria» qutfhoraìvfciffer fuori , e'I medefimo effètto farà fregando tai luoghi
& di due. con le ortiche . Il (olombro diceyche queUo vitio di tener continuamen- **
te la verga tirata* & ritta-, è di due maniere > & ha due nomi , Satiriafi
dicendo fi quando l animale fa queHo per grande Himolo di libidineypre-
fbper ocioy & per ripofo , ò per complef/jone molto fanguigna , aper ra-
gione di tempo. Triapifmorfitando egliil fàfen-7v.defiderio alcuno di coi-
toydel che è cagione qualche grofìa materia vifcofanelle vie fpermati-
che adunata > & l a natura tenta di difìoluerla y & confumarfayma non
Quote** . Hor per l'uno > & per l'altro potrà feruire il fuffumigiodi rur
té*
!DEI CJ. V Ulto US. IX. 7pt
r ìa\ camomillaypulegioy & agnocaHo , e'I mettere in fu le reni una la-
mina di piombo Sottilmente pertugiata-) e bagnata d'aceto:ma al primo
oltra quefio conuientrar fangm dalle uene del e olio in abondan'za.iSW.
^ier^ìndreadiceayche per rifcaldam-ento di rognoniyò per ufo di molto
coito il Cauallo uien à portare il membro fuori fen^a tornarlo: & cosìtt
ma.ua di lanario tre ò quattre uolte il dì con panno fittile bagnato in te
pida decottione di fiondi di uiole,piantagine, & folatrOybolLite infiemey
& colate > spremute bene > oueramente infimile decottione diHepa
bianca yrofmarinoycamomillay& me^anella > che èquafifimile alla ca-
momilla:fiicendolo ttar'in buon letto afcìuttOy& nettoyaccib che ninna
\ bruttura foffe potuta andar 'al membroy il qualfe per auuentura bauef-
fe battuta alcuna piagayegli dopò lauatoloy& afciugatoloyiii mette a un-
guento rofatOyungendolofottilmenteiperche ogni untione(fecondo ilfuo
precetto) dee e/fere fottiley & ogni empiaflrogroffo. Qualche uoltafea
bolire in perfetto uinolaflepa biancayeHrofmarino yfen^a altro y e di
quella colatura tepida bagnaua per tre continovi giorni il membro para
liticoyfi come daluifolea cbiamarfi; & fé con quello nonfuffe tornato
in dentro egli rifoluendofi d i tagliarlo } il legaua con vnfilo incordato
fonile à trine afilo di balestra due y ò tre detapiu alto di quella parte >
onde Vhauea à tagliarla qual parte dkeayike la natura medefimafuol
' moflrareye tagliatolo in modoyche ne refiafie vn deto di fopra la legatu
rayfubit amente vi accoHaua vn ferro caldo non molto groffo y non pre-
mendo molto la manoyma più toflo tornando ad accollarcelo più fiate a
poco dpocoytanto che lafcaldaturafufe rimafa à color d'oro: guardati
dofi fopra tuttOy cbe'l detto ferro non hauefie toccato il forame delVori-
nare:pofcia quel luogo cofifcaldato vngea con vnpoco d'olio mefcola-
to con terbentina alquanto caldo ;ma non cocente: & fatto quello feio-
gliea il trine afilo ;& fé per auuentura il membro fé nefuffe rientratOy e-
gli nel detto olio y e terbentina bagnato vn poco di pe^xa inuolta alla ci-
ma a" va baronetto y l vngea cofi didentro come Stando di fuori harebbe
fatto . Quando accadeayche alcuno de i testicoli fé ne f uff e entrato den-
tro y(del che fuole il giumento fentir gran pena) egli prima fcaldauail
luogo con molti panni caldi y mettendo l'vno à vicenda appreffo aWal-
troy pofeia vi fea il fomìgliante con fpungie bagnate in vino bollito con
vofmarinoyò veramente con herba di 'muro peflay& foffritta in afciuttOy
in qualche pad ella yò caldaiay applicandotela ben calda. *A le una volta
a'Caualli vecchi per qualche fmifmata fatica yòfomay dì feende nella .?-Ulfe^0
borfa de i tefìicoli alcun budello y il qual, per lo più y fuol e/fere il budel nejja ve-
largOy& quefl a indico fitione chiamano Enterocele : ali bora voglio- feica.
D dd 4 noy
Vfo dica
792 D t l l A CLODIA
tiOycke fi jfiinga il budello dentro,& che lofcroto,cioè la borfa de' teslico g
lifijpinga in quella parte dode il budello era calato, &fi leghi forte con.
unofyagofacédoui bagni d'aceto mislo confalnitro , &fe doue s'è fatta
la legatura uenifìe a putrefar fi , conuerrà à bagnar l'anguinaie co acqua
fredda,& l'vlcere fimilméte,lequalipotran curarft co femplice medica
me,ò molle vnguento,& farà bene fargli vnbraghiero,chefoflentii teflL
coliyfincbedel tutto fi fan guariti. (j lordano fytjfo,& molti altri. *A.uto~
ri Rimano effere incurabile quando l'interina dìfcendono nella borfa de*
teslicoli,rompendoft quella pelliccila chiamata Siphac,ch'etra ejfi tetti
coli,e gl'inteÌiini,eccettofe'l cauallofi cajlrajfey & cattatogli l'vn tefli-
colo ojfefo,ò ambidue fé già le fi ambidue parefìero,fi tomaffe il budello F
ailuogofuo ; cuocendo poi con un ferro largo la piaga per ogn intorno, e
medicandola all' v fato. E poiché il luogo richiedea do uer fi parlare della
ftra^Ca^ CaHragione,non mancherò di.dire,come fi legge appo Str abone, efier epe
uaUi. cullare a' S armati , & a Scithi caflrar i caualli loro , che non fono afìai
grandi,ma veloci,e feroci mirabilméte.^Ammiano Marcellino il confer-
ma,dicendo a' Sarmati,& a? Quadi e 'fiefvfan^a di caflrar -eh maggior
parte de' lor caualli per molte ragioni, acciò che dalla vifla,o dall'odore
delle caualle commoffi a libidine, non gli traj^orta fero fuor dell ordine^
q che douendofifar alcuna imbofcata,non gli fcoprifiero con l'annitrire, r
e principalmente perhauerlipiu vbidienti,e maneggieuoli nel cangiare,
che fogliono fare nel feritore delle battagile.tA quello propofito fa quel-
lo,che leggiadramente dice ^Apuleio. Molti io so non folamente deboli
j£fmeìli,ma ferociffimi caualli infiammati dal fouerchio calore dallali
bidine,e per queslosfrenati,e paygiycon tal maledizione di caflramen-
to efjer dinenutifubito mafueti,e però dice V arrone effer buoni per ~oiag
gì i caualli castrati perche fono piupiaceuoli,& commodamente pojfa-
no trattenerfì con tutti gl'i altri.Ma che per cagione dell' anntitrire ft ca-
flr afferò i caualli,non dee parer maravigliale vero èquello,che da' Gre-
ci Hippiatri il B^ibellìo ci racconta,che nella Cfrecia con certi legami ac- £f
conci raffrenauano la lingua ,- e uell'Ifole di C orfica, ò di Sardigna ce la
tagliauano,perche nopotefiero annitrire.In angheria fé ne caflrano mot
ti in età,e dicefi che loro no caggiono mai i primi natiui d'enti; il che TU.
nio afferma auuenire à tutti i C aualli,cbe jì caflrino inpicciolc^za. Ma
io per caualli da guerra con ardirei di approdare e aflr amento, dubi-
tando,chenon diueniffero poi più timidi: benché Ariflot eie fermamente
ciperfuada,ch e tutt'i animali caslrandofì in età nouella,quando fono al
crefcimento,diuengonopiubelli,epiugrandi,e la voce loro fi cangia in fé
minile ima fé fifa dopò top luto il creftimento,fi fogliano guafiare, e tal-
bora.
ÙEL CjtrjtVLÙy L1B.1X. j9j
2> hor a morirne. A 'Uberto yi (faualli velociy& vtili al bifogno delfeguitarey
e del fuggire vuokyche fi caftrinoytcciocbe loro non fi ' uengano inerui ad
indurare per lo fouerchio calor dei dorJoyda cui procede lafeccitàye'l ma
camento della for^a adefii nerui y & co fi togliendo i testicoli, fi viene a
fcemare il e alor naturale fir aordinario. Palladio ordina cbel caslrarfi T6^0 ' *
fàccia nel mefe diMar%o a tutt'i Quadrupedi^ maffimctméte a'faualli. cauauj.
tAffirtofcrìueyi tempi del caflrar'efìer 'offeritati comunalméte l'Ziutun-
noye laTrimauera ypur la eHate ancora egli fi ricordaua batterlo fatto
fenyaoffefa dell* animale ;e queflomodo deferiue 'a farlo. Che gittato il e a Modo di
uallo a terra,e legatoli i piedhglifiano egualméte ristretti covna cinta caftr.ar c*
jj va i teHicoliyattorno, a' qualifì faccia vn taglio tale nella pelle , che ne ua u
poffano ufeir le uoua:poi che prefl amente iloro neruiychei (Jreci(dicono
Cremaflere p ciò che da quelli dipendono le parti genitali) fi tagliera.no co
vn coltello infocatole da quellaparte, onde Hauano attaccati con ef/i
tefìicoliytirado il coltello dalla parte di dietro inrihiynon al contrario:
€ tal coltello bifognaychefìa benifjlmo infocato yacciothe al primo tratto >,
e al più al fé codo fàccia l'effettoyaltrimétifi mouerebbe infìamagione :ln
ài affibbiata la piagarvi fi metteranno difopra f lacci di tela yo fiocchi di
lana bagnati in l'olio dipeceyi quali linaméti al ter%o dì fi feioglierano y
cotinouando poi in ogni giorno d'vnger'l luogo con vna péna bagnata nel
C detto olio infino a tatOycbe vi fi fàccia la cicatrice St^el diche Jarà cafira-
tOyè da aflencrfì da ogniciboynel feguéte è da inuitarfiapoco ap-oco a be
rey& a mugiareyvfandogliene largherà di giorno in giorno :7{ell' bore
frefehefi puh, vn poco far pafieggiare .- nel caldoyè meglio^che fiia nella
fialla.Mafe'l cauallo negli ArmétifardcafiratOypoicbe col ferro infoca
to (come s'è dettojgli barai tagliati i teslicoliyungerai la ferita co oliodi
peceye'l farai liberaméte andarpafcédo a voglia fuaf rio cabrando perì*
queftiche.fiano alla capagria yfe nondifiagione diTrimauera. Toife-a
quelli di Hall a figo fi affé la ferita per infiamagioneybifogna ponti la cre-
_ ttt dmoliadifciolta in acetorA uuertendoyche quelliychehauefierovn te
fiicoìoynonfe ne fono da priuare : perche verrebbono in gran pericolo col
caBr.arfi;&fel cauallo é^andoji daquefiomeHierodelcaflrareyfimet Co/ìder*
tefìead'annitrircyèmalfegno per fina falute. De iVolledri. è difficile a di tione cir-
f cernere itefiicoliyma egli dice efiere 'fama già diuolgatayche fé' l cauallo ca j denti
mlmettere de i fecondi denti fard caftratOytio muterà gli altri y ejwtte- re j caua|i
rài denti canini men lunghi dell'ordinario : ne a' difeenfi di gambe farà- li.
Jbggetto.Hierocle di più diftwgueyibe nel mefe di Maggio quando fojfia
l'Aquilone fi caui vnafofia}e quivi fi discenda il cauallo col ventre infu,
faìlegato dipiedi)in m.odoychenonfipofiaperfor'^a al-^are, auuertendo)
794 T> E L l jt G l 0 $ 1 jt
the nel lenare de i testicoli no fi frappino anco te radici loro,pofcìa la fé g
Vita stempia di fale,accioche non gonfie per infammagione, ò vero, -vi fi
metta difopra cenere di f armenti con litargirio; &facciafi l'animale al
%are in piedi , & fi a astenuto per quel giorno dal bere , e fomentato con
poco cibo : ne per ire altri giorni fi faccia ber molto , ma come infermo
fia rinfrefeato con verdi herbaggi. Il fecondo dì,fe non fi vedrà vfcirpiu
j angue ,fi lauerà la ferita , & svngeranno le reni , la tejla, & le narici
di pece , & olio ,non facendolo e aminar molto , finche non fa ridotto à
fanità.Cjiouerà ancora dopo il terT^o giorno vngere la ferita con pece li-
quida,^- cenere,mefcolatoui vnpoco d'olio, acciò che più toslo vi fi fac-
cia la cicatrice, e che le mofche non lo infefiinoy e fra tanto bi fogna furio P
ftar in luogo caldo ,e fi curo da' fedi, con vna coperta indofioybagnando
li dolcemente tutto il corpo di vinoyouefia difciolto incenfo inpoluetma
fé la ferita ancora bittt affé f angue, fi potrà vnger con vn ciato di fugo di
marr".bioy& vna oncia di ammoniaco mefcolati e o mele . // Hj'fio dice,
douer fi fùria caHragione l'aprile, b il Maggio alla macaw^a della Lu-
ua,ba':édo due giorni innari afte, auto diligenteméte l'animale dal bere:
e perche è molto pericolofo il canrar co ferro ;à lui pare ilpiuficuro ms
do che i Poliedri fi cabrino co attorcere i tesìicoli,comefifìi ne i Boui,ro
pendo la: e tutti i nenriyaccìoche venga à perdere ognifuperbia, e chi vo
leffe far girne restar alcuna parte,fol vna parte potrebbe romperneyfùt-
to queflofono da vngerft le cofcie,equei luoghi con olio di oliua alquanto
tepido ognigiorKOyinfìno a tantoché fiano fgonfiyguardadolo bé dal ven
to,& ogni di è da caualcarfi pian piano vnpoco. Ma tal modo nongioua
in quella età,che ì caualli hanno i nerui durijperche volendo loro attorce
re iteBicoliyprima fi romperà il cuoioyche i neruiydelche fi potrebbe ve-
nir a pericolo della vita,perb farà da tener fi vn' altro ordine,comunemé
te ofìeruato_ dalle genti oltramarine di Soria, e da tutti gli altri Orienta-
li,^ quafi non vfano altriyche Caualli caìlrati. Co fioro dunque poslo il
Qiuallo a terraye legatigli bene ipiediyil volgono alla fupina: indi tolgo- fj
no vna tauoletta pianiffima,e debitaméte grcfa,e forteyche habbia tutti
i labbri, e giri f noi tondi, e piani, fi che non poffano tagliar eyne offendere
daniun cato,e tato lata, chevifipoftaìn lungo fìendere la borfa deite-
siicoli,di manìera,che le uoua cCeffi rimaga fora della tauoleta, che co-
munalmente fuole bastare di largherà quato una pianta di mano,e do
nendo quefia tauoletta efser pertugiata da ambii capi, inmodo > che da
Cun bugio all'altro uifia al più un palmo di diftan^ajetr co fi mede/ima
mente pertugiata unbajìone ben tondo , egroffo quanto una lancia*, b un
pisello ;paf ano per li bugi d'ejfa tauoletta , e d'efio baftone una cordella
di canape
£££ CJIVU LIO) ■L'I'È.' IX. 79$
r* di canape}ò di fetayfi che l'uno con l'altra fi venga ajirignere:e ben ma-
neggiatale He fa la bar fa dei teflicolìyla pongono quitti dentro , firignen-
do co un tortoioyquautopiàpofiona,&' appreso con ma ma%juola di le-
gno batton forte-ima attamente fiapra ilbafione,tal che inerui deitejlico-
li fi vengono >a romper tutti, ò vero in parte fecondo ftiefft ' vaglianoypo-
feia lyungono,e gouernanoy(come s'è detto di /òpra J & cofi i tefiicoli co-
minciado a poco a poco a difieccarfiyin tutto s'annullano-, rimanendo inte
ra la borfialoroJlqual modo è davfirfiò nella primauera, ò neW^Autn-
noyaccioche ne il troppo fieddoyne il troppo caldo venifie à nuocere: ève
r amente bifogna ebeinquefìo vjficio il maeflraHiamolta acorto ye fendo
B molto pericolofo in mano di chi nofojfe bé pratico del meftiero . M. Tier
Andrea dicea,cbe'l co fiume dì alcune géti,cbe non caflrano i Caualliyfie
no quado fono Toìledri>nÓ èper altroycbeper ignorane non-hauendo la
vera notitia difaper cafirare;percbe cofi può fìtrfià Cannili vecchi, come
àgionani,benche egli negaffe->chepiìtficuramente->& con manco fatica fi
cafirano inouelliycbegli attempati.Et per fhr quefio mefiiero eglivoteay
ibefifceglieffe il tèpo temperato nel me fé diMagghyò di Settembre, ef-
fendo in luogo freddo ,& mont agno f 0,0 di aprile, b di Ottobre, e/fendo il
luogo caldo}et vicina alla marinay& che auuertifie cofi al pianeta delta
L>ma,cbefujfemancante,comeanco al vento,cbe non fufìe Scirocco. L'or Ordini e
C dinepoidatenerfi , egliinfiegnauamqueftaguifia , cbe'lcauallo di tutti e m r a^
quattro ipiedifilegbiaguifadi vnMontonetfuaÀo fi tofa,et chela cor- tenercnel
dafia di lana,ac cloche non faccia male agiiftincbi:pofciamettafiinjra caftrare.
te gabe fiotto alla legatura vn legno grofio>& largo ,(come adir vna bar
ra)co vn cofano spanno difopra,accioche le gabe non riceuano offe fa da
e fio legnoyilquale effendo fomentato da due perfine per ogni capo , fia ri-
volto ilcauallo aìLafupinayCon fargli tenerla conerà, e'ifreno in bocca
et vn fiacca di paglia di fiotto al capo. Fatto qfio, prédafiun bafione di Cja
uarrera-ycìoè rofia biaca faluatica,t agliata di fiefcoylungo un palmole me
%p>e grojfa quanto una lancia manefe:& partitolo per lo me^Oylegbifi da
** frmeapo ydoue fi farà/atto vnfegnaleùndì legati i te fiicoU con vnacor-
da da fiagnare, siringa fi la lorborfa col detto bafioneyaccofiataalvétrey
difiendédala pelle 'ycbe no ifiia arrappatadétroil baffone ,<&• feparado art
corayduoineruìycb'egli cbiamauadidimiyda'quali dipédono i tefiicoli, fi
cbenaHeJfe l'uno di fiòpr al altro. Stando le cofeinqueflo modoyfcioglìafi
la corda,efirignédo ilbafione,jpingafiverfioi tefiicoli inmanieretyche na
firipiegbiil cuoioy.ne (come s' è detto) i nerui fi inxaualclnnoie fpìgnendo
effoyla pelle fi tiri uerfio lo uétre quato finora lefione de i tefiicoli pofia far-
fi:& alia fine leghifiUbafloneèen fìxettamenteypui -chenouenga ata-
gliar
y96 btll^i GIOSIA
gliar il cuoio. xAXChoYd il caudlloftfhri Iettare in piediy & melagli v~na -
paTtoiayfi tornerà afirignere il bafioneyfe bifogno parefieyctìegli trouan-
do fi già perduto il fenfo di quello luogo per la gran dogliaycoporterà ogni
altro rihringimento;&{;ofi meni fi neÙafiallaJaqualfia calda) & unga
glifi il uétre,& le cofcie infieme con olio di camomilla) & rofato miftiyet
tepidi : pofcia in capo difedici)ò diciotto bore) fi potrà leuareil baflone;
che l'animale re fterà cafirato fenxa perdere i teHicoliynella borfa ; Ma
volendoyche fi perdano y vi filafcieràftare lo Hrignimento d'efio bafione
per ottO)0 noue giorni)tra' l quale Jpatiofuol cadere ogni cofa infteme: &
quando ciò fi difideriyno fi faranno lifci itagli del bafioneycome farebbon
da far fi nell'altro modo: perche co fi verrà meglio a tagliar fi il cuoio V fa- p
uà ancora certi altri modi nel caUrareychefhcédoftar di cofìato il caual
lo in terr a -ye legatigli i tefiicolìymstteafra quelliyet la verga una maT^a
da batter lino,o ueraméte un bacione rotondoye lifcioydi groffeT^a d'una
manO)Come quello}con che fi peftano gli empiaflriyet feparati que' neruiy
che fi fon detti battea prima V uno; e pofcia l'altro co martello da orefice ;
auitertendo di dar i colpi ad agioye deliramente > fi che nonfifojfe venuto
a tagliar effi nerigne per il cuoiO)indifciolto il caualloy& con una mata
difopra menatolo allafiallayraffreddato che egli s'eraygli traheafangtte
dal collo dalla banda drittayin quella quantità y che la qualità richiedea:
poi nellhora calda il feapajfeggiareyfen%a dargli altra noiaycibadolo di G
pagliayedi orzo y ilquale alcuna volta fea cuocere in molta acqua fin' al
màcarey& neW aggiugnere dell'altra acquayvi mefcolaua brénoyet fatto
loynell'ifleJfa caldaia couertayraffreddare glie'l daua a magiare yadoper a,
do le vntionigià ordinate.^iltrefiatepoichehaueafirettiitefiicoli co la
cordagli appianauay& aggiuttauaycbe f off ero sìatin^Vefserey & luogo
loroypoigentilméte tagliaua la pelleyfchiuando le vene^ètfacendo quato
più picchia apertura fi j -offe potuta fare fidamente chefnfie bafiato alte-
Sìicolo di vfcirne;& co fi tiratolo fuori infteme col neruoy&- legatolo bel
lamente con vn trincarlo da baleflray tagliaua il neruo y & fubitamente
il toccaua con vn ferro fiottile arroffito al fuoco y Sciogliendo il trincafilo:
indi fatto ilfomigliante nell'altro tefiicolo cattata per lo mede fimo bu-
gioy empieua la borfa loro di cenere criuellataymifia con olio y poifeguia
tafagnia, egli altri conueneuoli reggimenti.^ Itre volte come haueafe-
parati inerui nel detto modoy paffauaitefticoliper lo me%o di quelli tan
tefiateyquant£ potea yfi chefifuffer venuti a torcere di maniera che quel
nudrimento y ilquale per effinerui fi fuole fumminifirare i tefkicoli non
f uff e potuto paff are più: & cafo che alcuno di quelli nerui fi fofie ritirato
egli tornaua ad aggìuHarlo > acciò che hauejfe potuto dinuouo torce-
rei&
IhE L CAVA LIO, LI fi. IX. f$j *■
4 re; & cofì V animale refìaua caslrato, governandolo poifecodo il debito.
Altri configliano di millic are il f angue co forte aceto, puntarne le re-
nile cofcie,& le gabe di dentro . Ter molte cagioni fuole auuenire al ca- CreDant:
uallo difkrfi crepantiglia nelle fue parti interiori , del che fi dàfegno col 0jja fatta
fangue,ch'efce òperlaverga,òperlofeceffo , ò p la bocca yilqual fangue nelle par
dapoifi cangia in marcia,& per ciò il Colombro ci ammoni fie , che ogni C1 interi»
yolta,che alcuno di taifegnalifi veggia, debba l animale tenerfi in buo- cónorca.
na curalo dandogli da magiare il primo dì} ma buttandogli per la gola
infufione d'incenfo mafchio-.opio tebaico,ruta, & cicorea, oncia vnaper
cofa;laqual infufione farà da cotinouarfi infincbe fani,efi>effe volte glifi
B faranno clifteri per tenere il l ventre lubrico , acciò che febbre non foura-
giunga. A quelìiyche per la verga buttaffer marcia, Telagonio loda,cbe Marcia
p none giorni fi dia à bere decottione colata d'un gallone d'un cagnolino, buttata p
bolliti in acqua,aggiutaui una dr ama di bitume . Se per aunétura fi fyafi- c^e "fi
maffe,ò ropefie qualche cofa neW 'anguinaiayonde gofìatofi ilfeno di quel- curi .
la,il giumento non pofìa caminareialVbora contiene (fecondo Affirto)fo Rotture
métafeffe anguinaie,co abboda^a d'acqua ealda,& fimilméte coifpun- neiran-
gie piene di uino caldo,e di più applicarla affungia di capra,cera, & fai- guinaia.
nitro arfo con aceto difciolti. Quelli,cbe han rotta,ofi>afimata alcuna co
r fa nelle parti interne, egli ferine, ebe tengono gli o cebi conedui, e£ afcofi
in dentro più dell' vfato dimeffhe guardanti in giù : e benebe mangino he
ne,e beuano,tuttauia s ammagrifeono Pianamente , & hanno rifiretti i
fianchi , caminan poco , & fefianno in piedi, s'appoggiano foura i pie di
dietro,pendendo verfo quelli dinanzi. Questi tali a poco a poco fi vengo-
no a confmnare; & come fi veggiono f l'orina, o per lo fece fio madarfan
gue fuori,non islanno guari a morire . Se'l budello è crepato, o diuifo in 5.^
dueparti,fi vede vfcìr il cibo,& lo ilerco per le narici,et per le parti di
fotto mandarfi humor'acquofo:eH corpo tutto f correndo di [udore, et. lan
guendo fi viene aperdere-.Et benché a tai rotture difficilijfimo fia trottar
- rimedio effìcace,tutta uoltacoqueflo egli afferma poter fi aiutare anco-
ra i defperatiperqualfi voglia dolor* intrinfe co, che fifenta , Che me%a
libbra d'iride illiricapefia,e criuellata,fi mefioli co tre onde di pepe, tre
hemine dimele^unfeflariodivuapafiafen^a vinacciuoli,e di talmi
fiurafi diano fei onde a bere con una hemina di vinone dnoifefiari d'olio.
Ha virtù di agglutinare quella beuada,cbe confiflc in mirra,draganti>ci
mino,e %affrano,yrì 'oncia, per cofa,date m vin' tepido 'Hippocrate topofe Medicina
la medicina conglutinante con uinocoto,draganti,7affrano,cbalciti,no- cong*u"-
ci dipino,&voua quante baflino ad incorporarci . Hierocle con due, meficoni
è tre onde d'incenfo > due di \maftice > e tre di cimino > due hemine d\ ponga.
olio
7P3 D E l L J q IO \1 ^t
elio rofato,e tre di vino cotto , altrettante di bulbi, òfcalogne}e quindici E
voua.La pone ancora in altro modo con due onde d'incenfo, e tre di ma-
fliceyvnfeftario d'olio rofato , & vii" altro di bulbi > tre he mine di fior di
fkrina>& altrettante di vino cotto quindici voua,e buouoliyò chiocciole
venticinque .Telagonio fé vn' altra compofnionc ,cbe vale a conglutina-
re >& rinfrefcare,incorporando in aceto àbasìanx* incenfo , minio, of-
frano, buouoli, efcalogne d'africa ana onde fei con vnahemina di fior
di farina. Oltf accib(com' egli fh fede) nafcevna certa herba nelle mu-
ragliele tra le pietreyche i medici chiamano poligono. Qvefta perpetua-
mente verdeggiay& è fen^afrondiy ma Jparge i ramofceìii pendentiy &
arrendeuoli come giunco > & fo migli ami a quelli del pia fattile , epiuP
lungo (patio . Hordatalherba col vino bollitale ridotta alte>-^Oyvfano
gli Spagnuoli di dar la decottione alor caualli ; & con effafola medici-
na gli guarifcono da tutti i morbi: né altro rimedio fanno , quando fo-
frettano effere in quelli rotta nelle parti di dentro alcuna cofa . Diofcori-
degià attribuifce virtù di r attaccare la carne > e di confo lid are le ferite
frefcbe, & le rotture intestinali at/ymphito petreo > ma il fa differente
dal poligono > ilqualtuttauìa difcriue con rami fonili, teneri, e pimi , de
fyeffì nodi,che aguifa di gramigna va ferpendo per terray & afferma il
fugo di lui bennto riflagnar li (pud delfangue.il Mattioli dice,il poligo-
no volgarmente chiam ir fi corrrcg ghUy o centinodia, che per li capi,&
per le publiche fìrade fi troua vniuerfalmente in ogniluogOy & approua
Vvfo di quello a e onfolid arie ferite : Ma tornando al primo >Auttore,e-
glifoggùmgeyvalere afiaiper tutti ì mali interioriy che per fette giorni fi
butti in gola quella compofidone . Semente dinaflurtio, ò agretto bian-~
co , & incenfo con fei granella di pepe, e tre ciati difeme di dauco , ò di
paflinacafeluaggiaymefcolati con mele,& vino vecchio . Buono è anco-
ra à buttar per lo nafo per quattro giorni vna hemina di decottione delle
radicCyO delle femen%e dell' afpar ago } bollite in acqua, che fi a mancata
del terxp,e fatto quefio , dargli per bocca per tre giorni butiro opopana- #
ceyfagapeno y& mehydne onde per cofa con vna hemina di vin vec-
chio.zsfltroue loda a buttare per laftniflra narice difcolti in vino, buti-
ro, opopanace mele , & mirra di egual mifura. Toglie fi parimente ogni
dolore,dandofi à bere in acqua calda l herba detta Heraclea, o la pana-
cea trite con vino vecchio: cjrfanafì ogni ìnteHina ferita,fe prefa la pa-
nacea con egual mifura di farina , di grano per fottiliffima feta paffate
infieme , & ammalate con vino vecchione ne facciano gitole , che poi
feccate,e dijlenìpcratefi diano à bere.
Batterebbe
DEt C\AP '\4 tL Oy t!B. TX. 797
RESTE B^SB B E per compita , #■ perfetta notiti-? degnali intrin-
fecbiparticulari-Jl ragionar dei dolori artetici,de quali fono Jpe-
tielafiiaticay & la podagra , ma dij} erimo a trattarne nel feguente
libro , doue a piene fi mofireranno i mali eshinf echi, per far dottrina
più cbiaray& continuata.*!3 afferemo dimq ve a trattar della fi-ebbre ; per
efiefanco quefla morbo intrinfecoybenebe vniuerfale , &à tutto' l corpo
appartenente, ejfendo ella vn calore non naturale , che accefo nel cuore ,
vien per le vene > & arterie communicato a tutte le parti del corpo . Di
quesla tratteremo noi folamente quanto ci parrà alla prefente materia
conuenirfi,hauendo(come altre volte detto balliamo) deliberato di la-
feiare a' Medici diligenti le particulari) & minute di flint ioni de i morbi,
come anco le troppa alte, & curiofe confderationi . Cjenerafi dunque né*
Ciumenti la febbre , quando di freddo , ò di caldo hanno ricevuta offe fa ^ e fi
graue ,ò quando con fouenbia fatica tr attagliati-fon vennti a fianchete aeneri ne
%a,ò ve ro a riprenfione, per efkrfi raffreddati dopò ilfudorefo quandopa i giumen
tifeon crudeTga di cibi : ilche fnole al pia av.ixnire,qualbora,del\efre- °*
febe biade fon fatollati ingordamente percicche quelle difficilmente ( co-
me altroue s'è dìmofirato) fi pofiono digerirei di membro in membro - . ,.
distribuire : Maqualunque fìa l'erigine della Febbre , fi conofee ella per Vcbbre.
queslifegnida Jlffirto datile he l'animale tiene la tejìa aggrauata,e cbi-
C na À terra > di. modo che fen^ gran fatica, e noia nonpuote alitarla , gli
ocebi gonfi cacciati in fi ori,& nuuolofi ycon diffa ulfa.fi aprono, <&■ pie-
ni attorno dil.ardure,fcorron lagrime alcuna volt ade labbra fian languì
de,ependenti,con molle%ja,la bocca sbattuta sìa piena d viceré, e d*fa-
tine-ye caccia il fiato fervente , fi>if}o,egraue , e tirato , con vn e zito im-
pedimento ,* e talbora con fiorirò , ifiancbi battono fai^a paufa : e tutte-
le membra paiono rilaffate , d'ogni banda sfauillando calore inufitato r
itefiicoi. ; quafi difciolti ,. pendono fiaccamente .-■ egli Stende le gambe y
& ha tal graueyga di tutto il corpo y che per molto che fìa sìirnolato-i
non può caminare auantiy.ma vacilla àguifa d'ebbro y tardamente y <jr
D per trauerfó menando le gambe borqud bor là, & quajì appena fofie-
nendo la granella di fé medefimo ; an^i alla fine fi core a in vn dila-
ti y (jr non fi puh rwolgere poi nell'altro , nèpurefi puote al^tre, in
tutto rapprefent.ando nel volto flefio vna certa mesìitia euidente ,, & Cura de
affettato fchiua il mangiare % ne può, dormire . Hora la cura dee ejfe-^^™3™*
retale, ebeficaui f angue dalle tempie ; ò dalla faccia , per alternar
la materia che aggrauay efiendo il capo quello,cbe èpiufòggeito allafor-
^adicpuifiomale :■ il prime dì fi aftenga da ogni cibo, ma folamente gli
Jfia data bere vn poco; poi ne gli altri dì fi potrà, dare vnpoco di buon fie-
no
Soo & Eli «9 Gì 0 %^1\A
nofyarfo di acqua melata , ò di berla verde , facendolo tiare in ripofo £
di tutte cofe : non mancando però di paleggiarlo alcuna volta piaceuol-
mentey & di verno fi tenga coperto bene in luogo caldo ; poi comin-
ciando à Hare alquanto meglioyft potrà menare a pafcere alla campagna
fé lajìagione il porterà -, fé non y gli fi darai berba tagliata minutamen-
te> òcimedirauano y e di lauro } 6 farina d'orto , ejr l'orbo He 'ffo , pur
che fia macerato in acqua,&fen^agufciy &peHo in modo di orbata:
ma Ivfo dell'orbo dourà effere raro nei principi! '.. Et perche non fempre
per cagione di febbre auuieney che' l giumento inchini a terra il capo , q
Henda le gambe torte(come habbiam dettojchifene vorrà -meglio accer
tarey mettali dauanti lorxpy& altre fimil biade , che s'egli prontamen- P
tene mangierà; non bara febbre y mx fol amente Hanchexj a > conciofìa
cofa che nella febbre auniene propriamente lanaufea del mangiare >
che tutti cotali cibi fi hanno à fcbiuo:&folo il bere fi diftdera , &ft ri*
cerca , onde auuiene crefcendo il morboyche l animale fnifce la vitayper
tale inedia il cauallo certamente fopport a l impeto della febbre infino ai
terzo dì con poca noia -, ma pafìato queHo termine va perdendo il vigore
di manoyin mano s'egli non è foccorfo. Quelli che affermano conofcerfi la
febbre con toccare l orecchie^ con acojìare la mano al lato fotto la piega
tura della Jp alla non fono da afcoltarfiyperche da cot al tatto niunadimo-
Sanguefi Hratione vera fé ne riceue . Ma aumrtafi nella febbre , che mai non fi &
debba- tragga fangue dalle vene , che fono appreffo a' neruiy perche ageuolmen-
l f bh te nefeSl^re^e loft>afimo}& meno è lecito di cauarne a quelliy che mo-
' Hrano fegno di lajfìtudineyperche reHerebbono affatto indeboliti y &if-
neruati : Ben'approua egliyche quando il cauallo Ha mal per febbre ygli fi
àia il fuoco nella tefla , dal ciuffoylungo i criniyfin all'origine delle jp alle ■>
dall' vnaye dall'altra banda co ferri drittiyin forma di verghetteyperche
reftando inuitta la principale reggitrice fkcultà del corpo , l animai fi
conferita dinogire in rouinayet col medefimo modofipoffon cuocere quel
UyC hanno incordato il collo 0 tirato in dietroyHierocle foggiunge y poter „
fi aiutar' il giumentoyche haggiafebreydandogli per bocca vn ciato di vi-
noy& vn' altro d'acqua co bacche di lauro trite\& vn' acetabolo de meley
ouer'ilfeme dell'apio trito con duoi ciati di vino , e tre di acqua . £t per-
che fuole innanzi alla febbre trafcorrere tutto il corpo vn certo borrore >
che tremando l'animale , fàflrepito coni denti: quando l'hora di queflo
fredofiprefenta'y Conuiené coprirlo bene di qu alche p anni , e dargli vn
beuerone caldo di farina d ' orxoyfenxa.altro 5 cibo , accio chenellaffalto
del male fi troni He uè. Se'l ventre gli è riflrettOy è buono à dargli le more
già maturate > altrimenti fi potrà dare per le narici infuftone fh tta con
la radice
B
Mi C JVJt LLO, US. IX. 8ot
la radice del moro trita e cotta in tre hemine d* acqua y mefcolata cori
vndi meleipoficia menato à bagnici lauerà,& fregato bene con olio, &
vino , fi ricoprirà di caldi flr amenti. Quando fi farà venuto a termine ,
che l 'animale incominci a pofiar col fionno, fi potrà meglio cibare à poco
à poco, e trargli tre hemine di f angue dalle tempie, &feiil dì feguente
dalle gambe Jópra il ginocchio , gouernandolo poi con diligenza . €ume-
lo dice, che per la febbre fi e auif angue dal collo, poi per tre giorni fi
dia per le narici vino vecchio , &J angue di tartuca marina con mirra y
incenfo,e caffia , vrì 'oncia & mer^aper cofa , oueramente fkeeiafi bol-
lire unfhfcietto d'abrotano , quanto con mano fipuote flrignere , e fichi
d'^ifrica à baHan^a , con ruta,apio, menta , & paftinaca , e tal decot-
tione per altrettanti dì fi dia fredda à bere. *Agatotico ordina tre vouay
e due onde d 'olio,rofato con vna libbra di vino bianco leggiero , & odo-
rifero , & vuole chef tenga il cauallo in luogo , dotte pofia fàcilmente
rejpirare , cibandolo fol di fieno , e beuerandoloffiefio di acqua frefea, &
s'egtifebiuafte il bere , aprafi la bocca > fecondo Vv fianca , & con quel-
lo inftrumento , che dicono oriculario , glifi butti il liquor in canna , &
tenutolo tre giorni in queHo modo , fi potrà ricrear con l'orilo dato dì
giorno in giorno più largamente. Didimo dice, fioler alcuni giumenti,
quando hanno febbre correr vnpoco,& poi fermar -fi, & qua fi pr e fi di
vertigine affatto cader à terra ; & la cura effere , che'l primo dì non fi
dia nulla à mangiare :nel feguente, prima che tocchi cibo , fi cauifangue
di fotta la coda , & dopò l'interuallo d'vn'horaglifi facciano ingiotti-
re trenta cime di braffica mediocri,ammaJfate à bocconi con olio, &fia-
lamora dipefce,& quefìa efe a fi contino ai cinque giorni fempre alla di-
giuna . Son buone oltracciò le cime; ò le più tenere f rondi deWoliua , ò
del lentifco , ò ver' i pampini della vite^b la gramigna lauata-.e darli tre
volte il dì à bere acqua frediffima , & con ifeungia piena d'acqua nettar-
gli fpeffo,le orecchie, le labbra , e le narici , tenendo l'animale rinchiufo
inflalla, finche fa del tutto fano.<t^flc uni fogliono con lame di ferro info-
cate effulcerare la fàccia di fiotto gli occhi,pofcia due volte il giorno con
vnpankello bagnato d'orina vecchia calda ,fument are effe cotture fin 'à
tanto,che facciano le crufìe,e che cadute quelle vi reflila cicatrice , e di
più fearifie andò le oreccbie,ne fanno vfeir fangue. filtri danno à magiar
la farina ammafiata con vino . zsfltvicon vinoilcitifo . <L*4ltri lanano il
giumento con acqna,& fiale, e aprendolo poi di manti caldi . Ma per feb-
bre di Mula afferma particolarmente giouar'a darfì in cibo il cauolo
crudo . Telagonio afferma, la fr ebbe , che molto fi allunga fi e cacciar/i
con quefli vnguenti Uniti à tutto il corpo contra il pelo ; vno coni-
li e e pofto
£oi *Z> £ VI jt ÒLO ^ J '^£
pofto con dragantifebepe biotico ana oncia vnaygeuiana onvia me^ay
feme tf ' horminioyfumaL chi > e pece nero ana oncie due , feme d'apio due
e mczjay fugo di panacea camomilla ana oncie tre , mirra troglodita
& incenfo mafchio ana oni le qv.att; oytriffaginey che calamandrina è pur
chiamataycncie noueye due libbra di yinoycottoVrì altro fé ne compone
con rcfeycjr olio vecchio ana libbra vnayacetoy olio di conaflrello ana lib
bra vna ejr me7gay portulaca , & noci vecchie ana libbra mejga y con
mentay& rutta a] baflwzaVrì altrafe ncfh con abrotanoyadarceyfior di
falnitrO) e bacche di lauro verdi > due oncie per vno mille y vrì altro con
hiffopOycafioyeoyolioglc:Hcinoyolio laurino^ olio d iride ana oncie quat-
tromila di figa dipanai e>& W&ga d'cffenyo > aggiun tatti ana libbra de
afiungia.Oltf accio fcaccia la febbre^ ogni dolore intesìinoy & rifa la &
magre? 7^1 quella hcuanda ypepe , bacche di lauro > &feme d'apio ana
oncia mayfei diradici d'iride illirica detta da alcuni giglio faluatico y ò
panona7^o.y e due & meija di polite d'incenfóy mefcolate con fugo di
vita paj]ayò vino cotto . .Altri y du eyche vfano à dare per le, narici vnfe~
ftarìoyb vna lilbra dilatte a" afway& duoi ciati d oglioycon vnfcropola
di yaffranoyduoi di mirra } & vna dramma y ò vn cucchiaro di feme di
apio.V fa fi ancoro queH' altra dopò che s'è. tratto il fangueybiffo.pOyafie?i-
tioy& fichi, ana oncie dueygentiana & feme d 'apio ana onciefeìy& qnat
Pro di arislo.lochia , con vnfkfcietto di ruta > bolliti con acqua w va fé di
creta ? ^t ridotto alterco dequali cofe- vedendofi annigrire > Jaràfegnoy
chefìano. cotte come conujene y e di tale decottione fi potrà dare col corno,
vn 'heminayVn 'altra beuandafifh con fugo di fiengreco ben colato y &
fafciettid'apioydi rut ayd' hifiopo y e dimeliloto bolliti infieme . Vn' altra.
[e ne compone con mei^a libbra di latte di capra y vn ciato d'olio quat-
tro youay& amido à basìan^a , aggiuntouifugo dell ber ba y che dicono,
vetriolo .. Tra quejii rimedi eglifoggiugne > che non fi manchi dare di e-
fiate beueronidi. acqua fredda con farina d'or%oye di uerno d'acqua tepi-
da con farina di grano temperatamente^ e; è in ogni slagione \ & alla fi-
ne yfe non cefi andò la febbre yfi ve de fi ero i fianchi gonfi yadoprin fi ime di- «
e amenti abruciatiuiyfacendo cauteri] nei fianchi: fecondo ychedaVege-
tio fi diflingueyilquale per la febbre, di verno appro.ua la feconda vntio-
neyche s'è defcrittoyfe nonché in luogo de l'olio di conaflrello pone me^
%a libbra di capra : dell'aceto pone tre hemine;& le noci dice , che fila-
no amare. Dalle benande mette a punto la primay& la feconda:nellater
Tafa quefla varietày che pone hiffopo ; affentio > gentiana > & abrotano,
ana oncia vnayfei di fichi fecchiy tre di femen^a d'apio bollite con la rti~
fa ; & sì fatta decottione yuol>cke fi diamefcQlata con vnahemina di
buon
2>£Z fatfnÀyLiPl Li È. ÌX. 8a;
y£ buon "pino Za quinta pone in duoi modiyme%£o feHdrio di latte di capra
yn bicchier d'oliotfuattro vouay& vn bicchier di fugo di frumento ma-
cerato nell'acqua^ fugo dell'herhay che dicono orciolaranl qual modo
non è differente come quesl' altroché richiede col latte caprinoy & con i
fughi del frumentone della dettaherba tre onde d'olioyfci d'abrotanoyet
y na libbra dihijfopo , Folendoy che prima di tal benandafi canifangue
dalla vena madrice,ò del palato, (pnforme al primiero modo ^Anatolia
la de ferine con vna hemina di latte di capra , vn ciato d'olio, liquori di
quattro vouay fugo di portulaca > òdelperdicio detta herba vrccolaréy
& farina d'amido quanto baili lodandoyche fé ne dia per tre giorni , ò
^ fin' a tantoychefia ridotto àfanità l anim a leyche haueffe febbre perifian
cheTgay&fofe diuenuto afiaì macilentOy& confumato . Se la febbre fi
foffe moffa da mal digolay ò da altre diHillagioni del capo , loda , che fi
facciano fomentagioni di acqua calda alle ginocchiay 0- a" piediy & li-
nìmentidifaleyoriganoypecey& olio al palato, fregandola bocca confec
eia divino y & folatro maggiore infieme pefli; e 'ICj lamento fiaricriato
con pryoye gramigna ver de. Oltracciò egli diceyla febbre coiofcerfi dal-
la faccia fp e fi a.y &■ figurataycbe rende il v&ntrty e douerfi curare Vefxatc
con bagni caldi y acciochenonfenta horror e > fo fumando l'animale con
r poco cibo di farina di orobi y ò di grano, e beuande di acqua frefea , non
' mancando di fargli purgare il ventre y ■& e aitargli f angue dal collo >ò
dalle vene dellagolcye del petto y fomentando le ginocchia con caldo a-
cetoypoì quando fi vedrà miglior atOypotrà Untar fi con acqua calda. Ve- t r , ,.
getio ferine che fé la febbre vicn d'efìatCyil (j 'iumento fidar per tattOy& eftate .
con battimento di poi fi tranagliando)& con pena di oriti are yfi gitta per
trauerfoà terra y allhora conuienc cauargli j angue dalla vena infra le
cofeiequattro deta lungi dal federe ,ò non tr oliando fi questa vena 5 fa-
gnift nel collo y con darli poi vna beuanda compojìa con fughi diporcel-
lanaye di rofa campanaycon draganti yincenfo>& mulfo . S'ella verrà de febbre di
D lAutunnoyfi trarràfangue dal collocò dal palato nel ter^o grado >&■ con autunno.
acqua melatay& vino fi daranno pejìe e criucllate rofeyttr:J]ag,;ne, e dra
ganti vnfeflario per ciafeuna . 'Bifogna ancora confiderarcy che quando
l'animale ha febbre per indige fi ione , ò per empitura y onde fi vede tirar
dal nafo il fiato grofìo y batter (pejfo ifianchiy & piegar/i nella fchienay
lacuale per rislingimento diuenta rigidaytonuiene copio f .meni e dal col
lo e aitai gli f angue > e con aceto fregarli il nafo , acciochefi prouochi lo
fiarnutOy& hauendo difficile ilventreyaiutaie con la mano a cacciarlo
fterco}& dandogli per interuallopochiyleggiericibiye fregato ccnle ne-
tejfarie vntioniyfarloftare in luogo caldopertre ò quattro bore ben co-
Eee 2 uerto
$04 D E L l U Cjl 0 \1\4
Febbre ca tterto,poi cofi paffeggiarlo con panni adofio . Se la febbre ficagionaffe g
gianata da qualche poHema , à piaga del corpoyò della gola ,èda trarfifangue
da polle- dalle tempie,ò dal palato,& dal collo ancora,& dalle mafceile:& m&
deliamente dal luogo , dou'ha il male]; & alla fine da qualunque parte-
fi fia,fi 'a buono à trarne, pur che s' babbi a rijpetto aìÌafor%a dell' anima"
le,& quando fchiuafìe il cibo, glifipoffono ogni dìbuttare nella gola ,
inuoltein olio,fette grofie pillole,fhtte di fugo di ima paffa, e farina im-
paciata con acqua àguifa di farinata fi-retta : & ultimamente ancora
Infufiani fi d<* <* ^ere vna Gemina d'aqua con tre oboli di offrano . Ma fra tut-
da rinfre te le infufioni quella fcriuono gli hippiatri bauere propria virtù di rin-
I^kk 'e frefcare il giumento,cbe babbia febbre,che fi compone con vna oncia di f
ru olio rofato,& vn altra di aceto, alle quali lungamente menate infieme,
dòppo alquanto fratio fi aggiunge altro olio rofato inpefo di onde tre y
& altrettanto di mele con vna libbra di latte, & vnaJjemina di vino .
csfltri dicono , che prima fi dia a bere l' aceto ,& l'olio rofato sbattuti
infieme: poi con vn poco d'intemallo fi dia l'altra beuanda di mele, olio
rofato,latte,& vino. Et nelle febbri certamente nonpuò l'animale me-
Febbre ^°>c^e conherbaggi verdi effere foHenuto . *AgoJlino (olombro dice >
Che fia . la febbre non effer altro , che vn calore s'Irono aggiunto al naturale , &■
confermando ifegni,& le cagioni d'ifópradette^ approualafagnia-del- ~
le tempie, per effere vene , che vengono dal cuore con f angue arteriale t
laqual fagnia edafarfi quando fi veggia: l'animale effere indeclinatio-
ne della fita alteragione-.etloda a dargli per bocca frutti di lauro difciol-
t.icon mele in vìno,aceto,& acqua alquanto tepida,fkcendòlo pafieggia
re foauemente non pìud'vn mìglio. Contra la febbre dell eHate coferma
la beuanda d a Z/eget io. ordinata; fé non che in luogo del mulfo pone fugo
di pane abbeusrato in acqua di viole,b nella loro infufioneda qual bena-
èa non detterà effer in quantità molto grande . Tuoffi ancora vilmen-
te dare à bere per tre dì V aceto fquilitico; oueramente il fugo della radi-
ce del fambHco,due,b tre libbreper volta. Tsfe fi manchi di far clijìeri ftf
con dècottione dì malue ,bietole,portulaca, brancaorfìna,brenno, meley
& olio violate, e di lattare le gambe con acqua ,ouefian bollite le mal*
ue,òfrondi di viole-, &papaueri, e giufquiami. Oltre le quali cofe gioue-
rà mettere fu le tempie,& nella fronte con vna pe^^a di lino vn' empia
firo fatto di farina d'orilo, sfrondi di rofe polueri'rate , edifciolte con
acqua rofa,aceto &• chiara di voua . Fn'altro ripercoffiuo per li mede-
fimi luoghi, quando il giumento moslraffe dolor di capo > tenendolo di-
meffo con gli occhi ferrati, & con l'orecchie immobili,Qgli ordina a fare
Monfermìrredl liniyii lattugbe3di portulache > e di giufquiami , pefte
fottilmente.
ttl CJ.V JÌl l 0, l 1B. IX. to$
£f fottìlmtntei& ben dimenate con bianco d'uoua.Contra la febbre di ver»
no loda lafagnia del palato > & Ivntioni di vino&olio , ouefta bollita
la ruta sfregando contrapelo > & poi con vna peyga di lana ben rasciu-
gando y & ordina a dare y?ia beuanda con acqua d' or %p fornente di gìuf-
quiamoyfmirnioy & olibano ana oncic due > <& quattro di ^afrano ridot-
te in fottìi polue: lequai cofe dando fi a i Giumenti con vino buono vna voi
ta il mefe^quando fon fanì-ydice che f ariano mirabile il giouamétoà con-
feritagli in fanltàyfen'za fargli venire in morbo alcuno . Se l'animale ha-
uefie febbre per e agion dello ftomacoy il qual non potendo ben digerire >
bar ebbe fatto corromper gli hi mori ; fi conofcei à oltra lo jpeffo anfarey
C che l'eflremità dell'orecchie farebbe fredda , & la Jchiena con rn certo
rigore fi farebbe riflretta)& aggriciatayò(come egli dice) apporlorcita,
per cui rimedio loda chef tragga f angue dal collocò dalpetto-fò dalle ga-
{)€>& che per due giorni gli fa data a bere vn'hemina difugo di feluag-
gio cocomero-facendogli tre>ò quattro differì con acqua di canigliayolio,
& fale> aggiuntaui vna mano diflerco dipolombo benpeHo-pcrcioche il
calor della febbre fuol far diuentare il corpo fiiticoy & per quefia cagio-
ne non è da far fi mangiare oryo > ne paglia ; che fanno lo fieno duro , e
diffìcile a paflare.*Altrifaui(come egli narra) configliano il buttar per la
gola due h emine di fugo canato dalle radici del subucOyilche gioua anco
** ra à tutti coloroyche per rompimento^ per fangue alterato infermi f offe
ro .Oltr'à ciò grandemente da lui fi loda la confettane di thimo j laqual
confi He in thimo^pepe^mirra^ & foglie diruta onde quattro per cofapo-
fìe inficme>& confìtte con melefihiumatoydicendopoterfene dar vn' oit
eia con acqua d'orT^o tepida a chi haueffe febbre , o con tepido vino a chi
fojfe auuelenatoper qualche caufa. M. Tier Andrea giudicaua il caual-
lo hauer febbre quando il vedea tenere il capo grane ;gli occhi turbatiy
la bocca fecca ? & l'orecchie calate-) fidar V orecchie) & fattogli occhi ,
& bora cacciare vnpoco il membro fuori > hor ritirarlo : & vedendo >
2 ctieglì fchiujff e il cibo ■> comprendea l'humore effere nella te fa ; però
* cauatogli fangue dai finchiygli fea dall'una all' altra orecchia > & per
fotto la gola vntione d ,a{fungia->& poi gli bagnaua il capo con acqua te-
pidaycofi facendo tre ò quattro fiate il dì; & fé con queSìo non f offe man»
cato quel caricamentOyvi adoprauailfacchetto delle fauetorr ade <> che
altrouesè detto . S'egli non hauefie perduto V appetito •> gli daua vn be-
\ verone alquanto tepido di dieciroffid'uouay feioncìe d' affungia di por-
$o fen%a 'faleivna di coffia^ vn* altra di ier apigra > ceti due bicchieri di
. vino bianco y hauendolo fatto fare fei bore innanzi few^a mangiare y
€ tre dapoi . la falla doue il tenea 3 procurauay che f uff e di ver-
' Eee i no
«3 c<r/</^ > di fiate frefca , &fófca-in ogni tempo< u Ter cibo gli dauci or- g
Tra te» cottole fyeffo aguifa Migrano rifa : cioè che l'orbo s'hauejfe im~
beuuta tutta Facquayoue s'era cotto > hauendolo da poi tenuto nell'islef-
fa pignatte dentro il fimo^accioche fi fufie rafciutto meglio y del qu al or»
« mefcolato con brennoygli mettea ma particella dauantiy aggiugnen**
iouene a\ poco a)poco> s'egli volentieri n'hauefie mangiato .- altrimenti
pejlaua H detto oriocon vn poco di queir acqua? qm s'era bollito >
& poi premendo il eobaua > & di quet l'atte fea vn beuerone mefcolato.
con fattile farina d'orbo ;ilquale beuerone dauafo fianca grande all'ani-
male^ liberaualo dalla febbre > [olendo dire , che poco vagliano quellt
mediciney che non. fomentano la virtù mentre , che s'accende affacciar il
male . Tal volta daua i beueroni di farina d'orbo >. e di farina di grana
i'egual: mifura , bollite infieme di manieracela decottione fofie rima-
fa liquida , ^r atta à beuerfi ?mafe'l Qauallo hauejfe fchiuato il bere , la
pari bollire tanto y chefuffe rmxfa piujpejfa , atta però a\paffarper lo
cornoycol quale glielo buttaua entro la gola. Et fe'l vede a sìercorare du
tOyglifea eli/Ieri con latte di caprai olio rofato >. aggiuntouì alquanto
alenatimi : affermando q uè fto rimedio effere generale cofi a' giumenti
come anco adhuomini . Se la febbre fuffe fiata ter^anayvedendofi il ca-
mallo filar l' un giorno, bene , & l'altra noKyfoleafimUmente curarlo conia
beuanda de i roffi d'uouay& col cibo dell'orbo cotto > e beueroni difarin*
d'or-^o dìslemperatanell' acqua borita ( come s-è detto ) & cofi guariti
parimente i quartanarij . Gjiouan Battigia Ferraro dice y la febbre efiere
ed 5 au€M9n difangueverfo il cuore y e difixnguerfì in duefpetie , humoraley
Ferrara . & epbemera.-quesla fuol auuenire oper agitatione dihum&riyòper ifmi-
furatotrauaglioyòperfredde'^a>ò per arfurayo per timor ripentirti > &
altri fimitiaccidentiy& dura non più ,d 'un giorno -.quella èpiu lunga >&
Viene quando gli immuri fon già corrotti) e putrefatti) ò alcuno^di quelli
_ j. confeguita vittoria centra gli altriyopprimeie virtù dell 'animale. €t per
%cre> cbe-le infermità^ b e nel verno, &■ nelT autunno fi fcuoprono yfogliono ba-
tter origine dal cerebrOy& nella primaueray& nell'eslate dal cuore:que *jd
Sic fon veramente da dir fi febbri e-r quelle più toHofomiglian'^e di feb-
bri : & cofil'vne , come l'altre fon da curar jt col lor contrarioyfcaldan-
doy& confortando quelmembroycheperfouercbiabiimidita\& fredde^
%a dislilla quegli agri humoriy chefimnoyalterar'ilcorpoy& vinfoefears-
doye difendendo quell'altro dalle fumofe & maligne efialagioniyche ma*
da il fegatoyvotandoy<&- purificando ilfangueyche per foarabbondanvray
& corrosione pece affé . Giafi'fuoldireyche dì tutte le creature y ciafeu-
uà- per naturate ììIìhìq è fogna, adakun male particolare > come lap&
DtL CUV Ali t\ ltÈ.lf. prf
tana-fEhuomo "n
gì torà à la tifala, capra a VepUepfiay il (fané alla rabbiayil leone alla quar prawrfc
tana^Ebuomo allafebbre^e'l cauallo a i dolori, nondimeno la febbre an~ f^" olt
torà fi vede travagliare il Cauallo non jxenjcbn l'buo mo,an%i tanto piuy ri mali}.
quanto in lui non fi può come neWhuomo d.il moto de i pQlfiy& data qua
litàdell orine difcemcre la propria conditone del male-, & quantunque
egli fiarobufiìffimo alk fatiche y non baila però àfojferiretal male per
lungo fputio^percioche ejfende molta [eccita ne'fuoi intefUrìbtfucìlmen*
te coni aggiunta di quello [tratto calore vi fi indurano gli escrementi »
sicché impedita la virtù efpultricey s'accendono più gli ifyiriti y& màfie*
ramente recidono l'animale yfe nonsvfi preficzga ad h umettare quei
j$ luoghi: Bifogna dunque il medico effere diligete, <& accorto a tuttélecpr
coflan^perche alcuni morbi fon cronkiychefitrafportanoingran tem
pojquaìi conuien,cliefi digerivano àpocoàpocoy alcuni fon furiaft^he ri
chiedono i rimedi fen^a altro indugio: e dovendo alla dìuerfitÀ de' mali
appropriare ciaf e un rimedio > barda confiderai? alcune febbri effere di
fàcile cur adone >àlcune di àifficileyàlcune efientiali^pero per tre vie farà
da trattar fi la cura loro:prima con i pronoftiebi detta morteypoi con im-
pedire il camino del male , che tende àqueUa , #" vkimamente con ri-
dure l'eccefio de gli bumori al naturale temperamento .Primieramente
dtmqueyegli lodayche dalla vena delle tempie dappreffo àgli occhi fi trag
C gaf angue intorno a due libbre :<> fé cibperimpatien'za del Giumento non
potejfe farfhtraggafi dalla delira parte del collo: &fefra dieci horerio
fifeorgeffe miglioramento > aiutafi la natura con vna beuanda di venti
roffi d'vouayconferua rofata^uccaro finoyolio vecchioyacqua d'endiuiay
& di bugloffa ana onde quattro , &fei di diamoron con acqua di buona
cislerna incorporate: & indi ad vn bora glifi fàccia vn cliflere conde-
quadi camomillay'^r mercarella; co quale m operadofhcàafi il fecondo
alfimil modo :potendoft per férmo tenerey che fé con tale beuanda la feh
bre non viene a declinar ey darà trijla afyettatione de fatti fuoìy & [aria
•_. forfè per honor della medicina beneàlafciarlo col fol pronostico, fieome
nelle perkolofe infermità Hippocrate velea. Secondariamente douendo-
fi con la digeflion procurare che la natura malignata non venga al firn
terribile, fi fard lafagnia delcolloy & fé fra quindici bore la febbre non fi
jcemafieygli fi darà col corno vna beuanda compofi a con cinque onde di
giulebbe rojato,&feì di giulebbe violato,difciolte in vnftftario d'acqua
di fumo terra:& fé fra fette in otto bore no miglior affé yfi farà la fogni*
nelle tempiey& clifteri mattino,& fera.Ciò nongiouandoyfacciafi cuoce
re vna gallina giouane dentro l'acqua y tanto che tutta lafojlan%a delle
tarni fi riduca infugo> del. quale prefe due libbre y incorforandoui fedivi
Eec 4 ro£i,
J So* D E l L jt GLORIMI*
roffi d'vouayfi diano a bere : Et fé fra quattro giorni il giumento non fi £
vedefie alleggerito y fi potrà con quest'altro medicamento y da ogni forte
di febbre appropriato jconofcereys'egli fofle per ifeampare . Trendafivn
gallo cTvn'armojQ par' vna gallinaycke non h abbia fatte vouay<& tolte le
penne fen^a vcciderlay buttafuori vna fottiliffima verga per ogni parti
& con tali tormenti mort ammetta fi a cuocere in vnpignatto nuouoy co- -
me ella fiàyfev.%ayche altramente fi apra y e disfatta che fiaypiglifi quel
liquore colato f& congarofali ; & cinnamomo perfetto ana libbra vnay
pepe lnngoy& reubarbaro vn terreo d'oncia per vnoy caffia, & acqua de
vidimale di buglofa ana oncie quattroyacqua di fumo terray -nacaro fi-
no ana oncie cinquenne di conferuaviolatayvna di mannay&- dieci rof- &
fi di vouayincorporata ognicofa infiemey fi dia a bere dandogli dapoi vn
becchier difugodi arancio dolce . Fatto quesìoyfé'l cauallo fidando fi
corca y èfegnodi morte;percbe dinota il vigor naturale per lafor^a del
morbo effer dimeffo; &fein termine di ventiquattro Imre dopala medi
cina non fi difearka per lofolito luogo yò per bocca ; è da temer fiy che in
yn giorno eglifi muoiay<& non morendo in talefj*atio}fi potrà giudicare
fai nato di quelfuo male . Ma per la ter^afpecie acuta}& perigliofaycbe
non patifee dimorargli vuole y che prefiameute fi prendano tre capponi
da due anni in dietroy& viui con tutte lepenney fi percuotano tanto; c!?e r
yengano a morire ;fenxa che loro fìa fiato percoffo il capo; indi tagliati
■minutiyfi mettano a bollire con olio d'oliuain vna caldaia , & come fi
•veggano a- feparare l'ofia dalla carne per lorofieffe > colìfi per vnfotti-
liffimo panno quella decottione , laqual mefcolata- con quattro libbre
(tifino %uccaro grattato^ vna di manna; aggiuntevi cinque oncie di
reubarbaroyfi conferuerà in vnvafe di creta ftagnatoy&nnoua: órv§
lendola adoperareyaggiungauifivn ter/fa d'oncia di giulebbe violato y e
due oncie dij,erapigraycon cinque roffl d' voJiaye diafene beuanda il Giu-
mento infermo yilquale fi a fiato la notte innanri fenica man%iarey& co-
fi sliafei bore dapoiiindi fi menerà, in qualche prato y ouefian tenere <&• [f
-perdi herbette ;delle quali mangiandoy daràindicio difalutema toccan-
dole storditamente con , la bocca fetida tagliarle y e manicarle daràfe*
gnoyche la virtù fìa dal ne ini codi dentro abbattuta^ vinta. QueHo ri
thedio tra le co fé di Ai. Luigi ho trouato co fi deferitto , che tre capponai
quali noni) abbiano pafiati due anni y fi battano viuiyconvna fr-ufia nel
pettine' lombiy& nelle gambe yfincìie-fian morti;pofcia ff>ennatiy& mi
tM7jgtiyfì facciano largamente bollire inolio y finclie fìano disfatti ; <&
colatoqueltal liquore ; jiggiungauifi vn rotolo , & mez?x> di ^uccarc
.futilmente grattato firn di mele, &ms7^a libbra di cinnamomo > &*
con
TtEl CjtV jt L.L0>-11B. IX. 8o£
■%4 con itti miffurafi (orni a bollire, finche tre deta ne fan consumate : indi
fi metta in vafe di terra slagnato, & adaprifi in dieci volt e figliandone
quanto cape in due fcor^e d*uouaymefcolato co unaquarta parte digitù-
lebbe , <& vn rofio d'uovo difcioltoin vino : Uqual beuandafia data la
mattina al Gimnento digiuno, e tenuto prima in ajìinen^a^ion facendo-
lo mangiartene 'bere in/ino a vefpro; all' bora (felajlagionefia buona) fi
farà slare alla verdura doue seglipafceffe vn boccone^ poi fi fermaffe
battendo i fianchi, farebbe cattino fegno e pur fé pafiafìe le due bore Hi
notte,} "aria fuor di pericolo : Oltr' acciò s'egli fi gittafie in terra, e-' l fiato
delnafo fi fentiffe freddo :e i tefìicolifi vedefiero fudatiyfe bépareffe slar
bene\reputifi differato, perche èproffimo al morire . Le febbri, eglinar-
raua, procedere ò dal polmone offefo da certa acqua velenofa in lui rac-
coltalo del fegato,oue tal volta nafeono certi brugiori informa di corian
dri,ò da i rognòni,quando il cauallo efìendograffo se fatto correre fnbito
eh' è vfeito dalla jìalla,fen?a batterlo fatto paleggiar prima untratto di
balefira , come conuiene , ò da dislemperan^a di haue-r beuuto quando
era caldo; ma qualunque nefuffe la cagione egli quando vedea il Ginmen
to batter i fianchi yfchiuaril cibo , & di graffo repentinamente,*diuemr
fecco,vfaua l'isleffo rimedioycbe s'è detto tbenche oltraquello,tenearque--
tT altri pur in coHume, che con rodomele,acqua rofa, & olio rofatoon-
£ eie quattroper vno,ne mefcolaua tre di giulebbe violato , & vna di cin~
naiHomo finoyaggiuntoui dodici roffi d'uouayvéti acini digarofali,mexat>
libbrfrdj finocchiona di meley & vn' altra di fino ^tecaro , & nefea he-
uanda,finchela febbre f offe andata viaio neramente con vna libbra d'ac
qua rofa,&mexga di mele incorporaua giulebbe rofatoy e^ucaro ano.
onde tre,fementedi ^ucca , & manna ana onde due, & vna quarta di
cajfia,facendo fiar l animale, per dodici fmredapoi digiuno, e tal medi-
cina egli affermava ejfer vtilijfìma in ogni febbre , fé ben fufìe Hata la
febbre fecca . Vfaua ancora molto fpejfo il fugo delle cicoreedato a berey
t> & molto più i beueroni di latte con farina per molti giorni^ di piuyprefo
vn cagnoletto di quindici giorni,il fea tanto bollire in vna caldaia di ac^
quapiena^he l'offa dalla carne fi fofièrofeparati: indi collata quella de-
■cottione , vi difeiogliea rne^zo rotolo di ,zuccaroy& vna libbra di mele
& la daua a bere.t^ltre volte fatto fece are al forno il fegato,<& l'ttoua
della tartucay& ridotte inpolue, nepigliaua me^^a- oncia , & aggiun~
tauene vna di zuccaro, con vna quarta di cinnamomo , iafpargea den-
tro vnamifuretta d'orbo, ilqualehauea fatto sfregare per mani vnte di
mele :■ e gUe'l daua a mangiare in vn. baccino : hauendtol tenuto in asli-^
nen^a molte bore aitanti: & s'egli non. hastefle voluto mangiarne > me~
fcolaiia.
fcolaua la detta polite con vn roffo d' vouoy meyga libbra dìnìeley & vn j
oncia di acqua rofa,& col corno gliela buttaua alla golayfkcendolo fia-
re dapoi digiuno vna gran pe^ray& per buon fegno teneaquandoylegx
to alla Hallayil vedea temperare ;per trifio, quando il vedeaycon glioc-
chi merino chiuftygiacere . Horaquefiitre v Itimi rimedi f9mftatiy pia
dal Ferraro > annotati con sì fatta diflintione : che quanto egli dìfopra ,
intorno alla febbreyha ordinato , intende propriamente appartenere al-
la febbre acciliacanominatayproccdente da indigefii}et corrati bumori;
i quali dal fegato infetto eff alando perla venale termina al capo^of-
fendono il cerebro deW animale^jùcendogli tenerla tefia chinaycon Vorec
chie afiai caldere sbatterei fianchi fenja interualloSPer la febbre rogna f
Febbre ro na[£y che Difteuatione dalnoftro vulgo & da CjreciHattragoè chiama
guo a. ta;pone la mislura di manna , & giulebbe rofato ana onde tre, con due
di^uccheye cinque di acqua rofaydopò la qual beuanda, fé infette bore il
Cjiumentonon resìa liberoygiudicain altr etante douer morirey &fi co-
me il rimedio de itre capponi [opra narrato fi può ejfic adornamente in
quefio male adopr areico fi la detta medicina di manna a tutte V altre far
ti di febbri-figli afferma efìer'anco appropriata; & foggiunge procedere
quefia febbre dalefion della venayche nella fy male midolla concorreva-
gionata darepétini corfiyb dafouerchitrauagliy eh e fi fon dati al(aual-
lo fenica riguardo dalla graffe?jay& corpolen^cf/ egli banefìeyò fen
^a riguardo dalla Hagione ardenteycome per poca diferetione de' caual
catori fuoly auuenire;e di tale infermità) onde pochi fi faluanoy dicey che
da inditio l'animale y quando oltre al forte battere de i fianchi slampa
per voler/i corcareye tienigli occhi roffiy& infocati. Sta parimente co gli
occhi accefi}e sbatte ifianchiyfojpirando alle voltey e tenendo il corpo ab-
bandonato y e'I capo carco aguifa di raffreddato , quel Cjiumentoyàcuib
per ifmi furata fatica > ò per fouer ch'io ripofo è venuta la febbre acciden-
tale^ Immorale y riceuendo il fegato dalfangue molto infiammato non
poca ojfefa:per la qualfebbrey egli loda ycbe dapoi che fifia dalla vena jj
del capo cauato fangueyftdiapiu volte à bere latte y ò fiero di capra con
fkrina agitato y accioche l'humido radicale fi foflenga in vigore : &per
cacciare affatto il maley fi dia la decottione d'un cagnolino nato di otto >
ò nouegiorniymifia con tre libbre di yuccaro finoy& altrettante di mele,
sAuertédo che J ci (auallo fi f uff e nel fine del motto della Luna infermato^
Febbre gli fi facciale fio odorar' aceto incorporato co vinoy perciocbequeslo con
che (ieri • forta il cerebroy& quello probibifee /' effalagioni fumofey & rie. Quando
uà dal poi [a febbre viene dal polmone per quelle ampoUey che da maligna humidi-
mone * tà vi fi fogliano generar t > dice t che fi difeeme dalla gonfiezza attorno
al
atJoflby dalfudor delle tempie y de gli occhi y e dell' orecchie y e dolche*
** cwr «fe//.* verga fuori . La febbre peccane glihuomim detta etica > per ^ r
/o <y«d/e v/>« l'animale à far fi tificoyfi difeuopre dal poco mangiare y e£*
pocobereydalloftercofeccoyfreddoy&famojoydallapituitày & flemma
chefeorre dal nafo, e dalla bocca y e principalmente dalla f Quercina tof-
fe > molta pericolo fa aCaualli giuliani , ne i quali per la forza del calore
ftcoagolayediffeccalhumiditày la doue af vecchi il catarro per le f e ar fi-
fa d^efio calore è più terminabile y &più corrente . Oltracciò dice efiere
d'auuertirey che vfeendo da gli occhi lapura lagrima , èfegnopiu di raf-
freddamentOyche di tal maley.ma vedendo/i i giri di quelli con le fedirne
«. fanguinofe , àfembianti afiponeyò re fina y è proprio inditio della febbre
tenta y nelle vene intrinfecata ril cui fintomayfe ne gli huomini fi conofee
' e he da poi che s'iprefo il cibo fi detta il calore nel corpo affetto > come
ì olio fcaldatonella padella y ne giumenti all' incenfo fi fcorgey che lo-
ro tremano legìuntureye tutto il corpo ; Hando il altro, tempo queti > e di
mejfi àguifa di raffreddatitSt benché la virtù ijpultrice foglia col tremo
re terminare tal volta i maliynondimeno quello tremore èdifferenterfer
eioche perfeuerando dinota accenfioney& corrottione dei membri Jpiri-
tofiy& interni-.pero nel venir di effoynonfaràyfe non molto a propofito à
mettere fu i rognoni vnfachetto pieno dicrufea bene fcaldata fen%a ac—
q qua in vna caldaiayche •$ 'eglimancheràfra due horeyfarà buon fegnoydh-
moflrando che da Bere di acqua fa proceduto: ma non ceffando yfarà da?
"vfarfi tal magifiero-yche con battiture di fottìi verga vecifo vn capponerò
gallina ben grafia ( non toccail capo) fi farà cuocere in vnpignatto : &
quel brodo colato per vn panno fottileyaggiuntoui vnfeflario di tuccoto >>
<jr vna libbra di cinnamomo coyenteueroye garof eli oncia vnapervtWy
fi dia in heuanda-.o veraméte inluogo diquefle cofefivfipolue difegati?
* di voua di tartuchefeccati al fornoyin corporate con mekycheper nete^
7a del polmone molto ègioueuole.(on quefio rimedioy& con d'are Sman-
giare otto ben mondo y epoflo in vn baccile vnto di meley egli aff er-
ti ma guarir ftla detta infermità mentre e novella. Ma emendo antica $}T
eh e la corrottione fi fi imi non falamente nella cannayma nella fofian%a..
dxèfio potinone effere penetrata T benché difficile fia à curar fi y pur fi pò*
tra ricorrere al rimedio de i tre capponi:tenendoydopoque£ìe beuande la
fera date y digiuno l'animakper quella notte ^Ma perche l'infermità dal
capo- dipendentiyfi come èqueftajogliono la notte aumentare ; farà be-
ne à ricrearlo in quel tempo con beueroni di acqua tepida y & farina
e confrondi di cauoliydi radiciy& gramigna ;ò crufea; &feperauuen-
PMmnoti ne mangiale > fi conforteràil dimane con dieci roffi dtuoux
&quat-
gii 2) E l l oi G LO \1 \A
& quattro onde di giulebbe rofatoydifciolti in vna libbra d'acqua d*en- g
amiamo fi facendo infino al quinto giornoy& d'indi innanzi potrà confor
tarfi con brodo di tetta dicaflroneben cotta , dentro ilquale fian pojie fei
onde di lafagne > o vermicelli difemolay& quattro di cajfia ben estratta
& pajfataper feta:dal cbes'eglinon riceueffe foflan^ay&- l'affanno cre-
fcefieffaria mal fegnoye tutta volta fé fra fei giorni ei non morifiey dareb
he certa/peran^a > che l polmone purgando fi verrebbe à falute-.ilcbe da*
'Prof effori conchiude grandemente effere approuato . Lorenzo J\nfioper
curare le febbriyordin-iycbe primieramente alcauallofifkccia vncliftie-
ro con vn' oncia di polpa di coloquintidaymei^a di castoreoy& me^ja di
dragantiyvn manipolo di affentioy& vn' altro di cent aure aynellequai'co- F
fé poste al fuoco , fi difìoluano fei onde di ìeralogodhn y con vna me7ga
di fai communey& mej^a libbra d'olio d'oline: pofeia intorno alle tem-
pie>& J opra le orecchie fi metta empiaflro fatto confambucoyeuforbioye
fenapi due onde per cofih& mezja dì fquìllaydiffoluti in fugo di asfodeli,
e di bafiliconeyouer di faluia . Oltre di ciò prendafi ' arnoglofia maggiore ,
& minore yeupatorioy&vnghìa cauillina, duoi manipoli per ciafcunaye
raczgo di arte mi fia mediocre ye di tutte fica ni fugo >ò fé f re fiche nonfipo-
teffero elle hauere , fi facciano bollire in tre boccali d acquayfincbe fi ano
ben cotte :poi di quelfugoyo decottione colata fi dia a bere mattino y e fera r
mexja libbraycon vna di %uccaro mefcolata > Vtiliffimo ancora fia dar
à bere mattinoy &feradueyò tre libbre di fugo ff>r emuta di radici peste
difambùco y ò dar col corno diflemperate in buono vino due , ò tre onde
di perfettiffima teriacay& moltoyconferifceyò mangiata frefe a y ò beuu-
tafecca in decottione quell'herbayche altri plocamoyo gallitricoyaltripa-
naceayaltri herba di venere fogliono appellare . Con questi rimedi egli di
ce poter fi tentare di faluare i Giumenti dalle febbrey che loro è infermità
quafi incurabileye tanto contagio fayche l' anno M. CCCI. racconta effer-
ne ?norti più di mille in quella cittàydoii eglifi ritrouauaiilche della feb-
bre epidimiay e-r- pestilente fi può intendere . Vegetio ferine , che quando n
Febbre con lafeHre nafeono su la fchienayouer ne' lati certe viceré fpeffey e pie-
ve peilili c^e> chiamate Furunculi da' Latini y e' l Giumento non potendo mangia-
tiali. re y ne ripofare ; fi vede ogni di andar fi più disfacendo y all' bora fi co
nofee ch'ella fia intrinfecaymalignay&peftilentey daini chiamato il mal
delMarzgoy dallacui contagione alimene la morte y non folo agli ani-
maliy che dimorano nelle Halle ma otiandio a quelli y che tra le greg-
giefiflanno a pafcereydoue cominciato da vno il morboy velociffimamen-
te trafeorre in destr unione di tutti gli altri. Questa da-Velagonio dritta-
mente fi nomina pestilenza, dicendo che fjtejfo procede } o per fiacche^
70.
*DEl CaP UL LO, l 1B. IX. *ij
~jl Tjtprefa in fatiche violenti , efmifurati, oper ecceffiuo caldo > e fred-
do y a per lunga fkmeyh per effere fiata impedito l'animale à fianca-
re il ventre, e lavef cicala dati hauer fidando mangiato l'o.r%p,a dopo il
cerfo beuuta fibita, à cor fi dopo beuuto ; prauiene etiandio da' defitti
dell'acque > ò de gli berbaggi,e fitefia dalla corrottionedaWiAere altresì)
lacuale fidando lungamente l'jLufiro, & l'jlfrico, per vn certo deter-
minato riuolgimento de' cieli fiale auuenire-fi co me tirinotele anco af- Pelle ve-
ferma falere a.' cauaUi vniuerfalmente venir lapefie alcuna voltai & nuJ. aca~
Vergilio il de ferine in quefli ver fi .
Il Vincitor deslrier pofii in oblio
M CU fi adi , & l herbe , e volto il tergo à i fonti ,
eJWifera fi ne fiorre , e jpejfo ferc^J
Col pie la terra ; flan dimeffe e fiacche^*
Le orecchie ; & vn fidar quiui anca appare^
incerto , e fredde > > che 'l morir minaccia ;
La pelle è ficca > & maneggiando, dura.
B^efisle al tatto ; questi indici} fiolc^
z^Candar 'alquanto dianzi il marba ria ► |
Ida quando ei fieramente ha pì-efi il campo » jf] £
JL Uor fon gli occhi ardenti, e di profondo
Si tira il fiato fifpirando graues.
E con lungo finghio'^o i fianchi slendc^y
(jiù dalle nari vien'vn f angue nero >
£ Ha la gola oppreffa, ajpra la lingua \
Trima gioito col corno infunder Palmo*
Liquor di Tacco > e tal rimedio fola
Di falute parea , pofeia mortale^ ;
Questo ancorerà y che con tal rifìoro
zArdean di furor : efii le loro
2 Membra > co' proprvj denti in fi la morte**
(Iddio ne fi ampi i buoni > & a' nemici
Mandi l'error)firacciando à brano àbrano ~
+4Uora)in quefli cafi,Leontio ordinaua, che freangiafie fubito regione ,e
meffiin diparte gli ammorbatici port affé da lungi il rimanente dell' ar- Jt,"J5 a*
mento ancora fanoydiftribuendolo pure in più partite sì largamente, che nettari.
fi l'uno giumento no hauefie potuto vedere l'altror ottima cofa certame
te farebbe fiata per conferuarli;efìendo il male di tantafor%a,cbefe i cor
pi mortinon fono fepeliti prof ondatnéte in partendone no fian'mn pafiag-
gioi bacerebbe l'odor filo ad infettare irimafi 'vini . Tuojp già ripara-
re
&i4 delia g L 0 1^1 ot
re alle mìnacdeythe fi prefentiffero dellapeHey nella Trimauera majji £
mamente > & nell'Autunno, fé i guadi , doue s'abbeuerano i Giumenti^
l altre loro beuande particolari fi fpargan bene di f alida pettate di mar-
rubbio: Ma quando ella crudelmente bauejfe incominciato a dar l affal-
tOyfarà da rimediare con queHo antidoto,cbe riceue iride illirica>& pe-
pe bianco ana oncia vna, carpobalfamo > cioè frutto di balfamo , nardo
iua,bencbe altri mettano calamandrinaytrifoglioyfantonica^& marra- ,
bio,ana onde trc,agarico,& abrotano ana oncie dieciyfei di betonica,^
cinque di pastinaca ogni cofa ben tritale difcolta in Vino fi da col corno .
parimente fecondo \Pelagonio)può foc correr fi (oltrai rimedi già dati
nell'altro libro)cbefkcedo ripofar'il giumento in fianca frefeay et in buo F
letto ) gli fi dia per lo nafo vn bicebiero di ottima falamor a dipefee ; poi
gli fi facciano bere con vino, & mele a baftan^a le foglie del corianduo
& quelle del cocomero faluaticó infieme con lefue radici ben fritte; but-
tandogli ancora in gola vn'acctaboloydifugo diporrifo dandogli per tre
giorni orobi, ofv.ue ben macinate > la cui farina fi fard nel giorno innan-
zi tenuta a molle,epoi difciolta nel vino caldo con vnpoco di melcye di
butiro.Tuojfi ultimamente contra quefli pefliferimorbiyfkr pafla dira-
dici di cent aure a^e di eringio co farina digranoy & acqua calda lafcian
dolefermentare:poi mcfcolata la medefima quatità di caffia lignea,mir .
ra y & inaenfoy con fangue di tartuca marina > buttarne per lo nafo due, **
ò tre onde difciolte in vino ve echio: co fi facendo per giorni tre. fiotta an
cor a trar fangue all'animale, e tutte le giunture empiaflrargli con or1^
macerato in orina,& aceto,& miHo con cimino,terrafìnopideye Tlerco
di bue :o per tutto il corpo vngerlo del fuo fangue mefcolato con pece li-
quidayfacendolo dapoi moderatamente effercitarey quando fi fappiaha-
ner ben mangiato, il cui cibo deurà effere farina d'orbo con lapolue del
feluaggio cocomero incorporata . Emilio Spagnuol volea,che fi cauafie
da i piedi fangue , poi fi prendefìe pr'opoliyfpigo indico, &papauero ana
oncia vnaytre di pepe biancoyquattr.o di mirra ottima,etfei di offrano, #
con quattro fcropoli di centanrea, cinque dramme difeme d'apioyvnfe-
ttario di meky& falnitro a bafian^a y & cofi mef colati fi riduceff ero in
paflelliycome nocciuoliyi quali poi dileguati in un filarlo d'acqua tepida
fideffero aWappeftato.LitoriodaBeneuento uoleay che' l fangue prima fi
cauafie dal pett0y& poi dalle gabe,& fé fufle,$lato bifogno,ancor dalle
tempiemereando V animale con varie forti dibeuande,e principalmente
co farina d'or^oyò di grano ,& femolayma poco fieno:dadogli cofi a bere
come buttadógli per lo nafo decottione dicentaureay& di affentio fatta
in vmo.Oltf acciò ordinaua , che fé' l duméto fi uedeffe 'zoppo de' pie di-
nanzi >
Z> il k jtVxA^t £©,* é fB:-ì #. Si $'
j§ n<tfi7j, gli fv.fi -è telato J "angue dalle gambe d inaridì, f' de ìpiè di dietro ,
dalle gambe di dietro,fe tir affé itfiancoyportando le narici aperte, fi tra-
effe da ambe le tempie il f angue: fatto quello , fi face fé l olire molto bene
vn cagnolino difettegiorni,e taldecottionecon orina di putto uergine,&
ma hemina di vino ftdeffe a bere » Lodatta ancora che vedenti:. fi "zoppo
de" pie dinanzifeome nelle peftifuol amenire)prima ftvngefie il corpo di
vino, & olio ypoì fi deffe la decottione diquesle co fé bollite in vìn melato,
centaurea,trifoglio acutOycalamandrina, artemifia, amaranto purpureo
che dicono fior di velluto ,. e bunio , che nauoue faluatico è chiamato aria
. oncia vna , verbena lunga , betonica,. & hiffopo ana onde tre,ferpillo)&
jg rutafilues~lre,la radice ana onciefei,& quattro di graffo amorfo . Vege-
tti , contr a lapefit 'dice effere efficace rimedio a mettere per lo nafo lo
Jlerco dell'huomo , òdel castrone : fvjo dello Herco humano veramente
affermati molti hauereffeffo rileuato , & quafì rifì'.fcitato V'animate git-
tato in terra , ponendoci ancora in fu la lingua. , onero dandoft dileguato
con agli di vino bianco ,fi come ferine il Camerario . ^Alberto cantra la
pefle sì di giumenti, come di buoui yfcriuceffere molte efficace la sìicade
citrina data pe sìa in beuanda,fecondo che l'hnomo di mele effer lenze gli
hauea riferito . Ha do uè tv ala fc io io quei belli ricordi & auuertimenti,
che dal (poco diami) nomato Vegetio ci fon dati ? Che ogni volta , che
C l'animate fi veggia non riuoltarfì in terra , come folca ; non ripofarfìcol
fuo folito forino ì ne prendere interamente il fuo ordinario cibo:&men
temperatamente appetire il cibo, ò faflidirfene : oltf acciò slar con gli
occhi attonjtiycou l" orecchie languide , col vifo alzatG , col pelo horrido,
hrutto,er abusato ,col fil della fchiena rigido,e sfianchito , cacciar il fia-
to ò piuffeffo > ouer più grane ; caminar tortole pigramente : & in tutto
efere malinconico ifappiafi lui effer oppreffo da mfermità , laqual accio
che non rifetti per contagione gli altri Giumenti,accioche meglio fi pò f-
fa conofèere,& curare in vn foloitagliafi incontanente dal confortio y &
mettafìin diparte; eh e fé lafua manìnconianel fecondo,ò nel terzo gior
fi no faràmancata , fìpotrà.giudicare' infermità, da leggieri cagioni effe-
re proceduta,^ facilmente douerfì curare ;*Altrimenti comprendendo fi
il mal più graue,bifognerà. conpiu ditigenza,& con più forti rimedi at-
tendere allafua cura . £ benché, net precedente libro fiati molte compo-
fitìóni deferitte, che vogliono, ad ogni animale, non mancherò tutta-
via di foggiungnere quel profumo, ch'egli ordina contra il maz^O)
che pur di foura s'è dicchiarato .. Concio fia cofa che nafeendo quefla.
infirmila dalla purga delfaere cattino > & corrotto }j che penetrando.
fin!
8l£ *D ÉL l'jL G LO ^t Jt
fin' al polmóne » defcende anco àgli altri interiori-* fi fuol guarire non g
meno con l'austerità dell' odore , che con l'amaritudine de' beueraggi .
Tofii dunque in vn luogo baffo , &ben cbiufo da ogni banda tutti quei
Giumenti , che fon cominciati ad infettar/!, metta/i à ciafcua
[ottoni capo vn vafe di viui carboni , &fopra quelli fi fpar-
ga origano d'zsffta , menta , asfalto , peucedanoy
opopanace , & casloreo mefcolati del pari
infieme , facendo , che tal fumo entri
loro per la bocca , & per lo
nafo compiutamente^ •
Il FIT^E DEL WHP LIBBJ).
DI
B
^
DI PASQVAL CARACCIOLO
CAVALIERE ILLVSTRE
NAPOL ITANO.
Della Gloria del Cauallo ,
LI BR O D EC IMO, ET VLTIMO.
jl FETIDO noi ne i precedenti libri par-
lato appieno de' morbi intrinfeci, che foglia-
no infettar' il Cauallo. Fresia bora, che par-
liamo de zìi eslrinfeci ancora . Et prima de*
. ^ /• x ri r ,i umori o
tumori non naturali ,o posteme, come voi- poj(feme
garmente le nominano,i quali è dafiperfi ef- di quat-
fer principalmente di quattro Jpecie , come tr0 fye-»
quattro fono glihumori,da i quali poffono cie"
efier cagionati . Chiamandofi flemmone il
tumore > che vien fatto dalfangue : herpete,
& erifipela quel che dalia colera ; edema ouer ma%£0 quel che dalla
flemma. & f cirro , che altramente dicono marmore, dalla melancolia .
generano anco tal yak a delie posteme il vento e 7 fero delfangue: ma le
già nominate fono le principali . Et benché di molte altre forti venga
. - fatta mentione, nafcono però tutte dalla diuerfa qualità di quetli quat-
tro humori,& ddla varia miSìura tra loro, accadendo ranffìme volte,
che in vn timor fia vn'humorfolo . Hor'il Colornbro vuole,cheperor-
dinariacura di o'^ni forte di quesìe poterne, oti-.mori debbano offeruarr • , ra . "f
Ju quattro tempi, che in ogn altra/erte d ti, fi nata parimente Jogliono%<p0neme o
efier 'cJfe.r(iati,tioè il f rincìp ;o,l\n g mento , lo fiato, <& la dcclinatione . , , . .-.
£t che nel principio fi vfinoj meduan:craiì cpera Jfi.u ,ncn potendofi la.^ ■ ■ ..
materia del tutto difìruggere & dilegi. a) e Ma i ,ò è da intenderfi,quan-
B
Tumori ò
gif D E l Ì A C t 0 1^1 A
io iltumorenon è in luogo vicino, alle parti princip uh del corpo. Concio - £
Ga che in Quel cafo tornando la materia a dietro per l'vjb de' repercuffi -
uì;& per auuentura nelle ' parti prìnaprfitpiiò. efjjer dì granìjjìmi>& pe-
ricolofijfimi mali cagione . Mafie perfórte fi- vedrà ia pofìema andare
auanti che vi fi v fimo, medie ameti rimo$kti><i>& che per far la marciai
fuppuratiuiyfonanominati.Ma effèndo. la mar -eia, già fanatiche da prat
tic hi tArtefi ci agevolmente farà conofeiuto } fi. dia il taglioy per farla r-
fcire.St vltimaménte fi attenda a mondificarex& consolidare . QueTto
fiefio ordine fu ancora da gli altri antichi approvato y.che lepoHemey le
quali fi fanno per raunan-ra d'i bumory& di -materia-, non potendo fi que-
sta ripercuotere y stornare a dietro del tutto > dopàl'vfo de i medica-
menti fupprratiuiyi 'aprano col rafóio>& poi fi curino con aueHa compo &
fitioneyche valeà.guarir ogni taglio. Cjrafìo di toro galbanoybdellio am-
moniaco y & pepe bianca ana onde, tre > con quattro di polve d'incenfo ,
C^ vna dipamelk di lauro, :. Vfafi ancora cenere d'i radici dipan porcino
mefcolata con farina d'orobìiacetQyi&mele. Ma fé la piaga f uff e prof on
da y empia dì tafi.e. vnte di mele con minio mefcolatoì.& di foura vi fi
metta vn p anno yb vna ftungia bagnata in acqua-melata . Molti vi pon-
go)! galla pefìayfugo di marrubio con caligine. . alcuni cercano di j ana-
r.elepofìeme fé alatagli arte y cjrvi mettono per tre giorni empiaflro fkt
toydifenanro; & fiale Jtlefiandrìno > oboli quattropervnoydue di aceto y
vn 'oncia df4grettiy&vna.libbray& mei^a d'affungia vecchiaipoi net-
tano il luogo con vnafpungia bagnata di fugo, cirenaico y,che dicono laf
ferpitio;<& cofi aprono le pofteme^vi mettono anco difopra vetriolo mi
nerale abruciato ydijliolto in aceto ,& acqua fredda yfìn che elle j fintene-
r.ifcanoypoivi mettonoaglio pefo: & affermano efler co fa jper intentata^
Altri per rifoluere le 'pofleme fettxa taglio , l'odano- grandemente vna
compo fttione di ara ): ofio difepiè abmdatayireosy pomello dicìpreffo 2
fichi BarharefcbiyagliFrancefi.yibifcOyfihe'dicono maluauìfco 3 radici di
felcey& radici di Canna libbra vna per cofa.'à, purqueftaltraygraffo di
ceruoygalbanoypepe biancoyvìol'e biaricheyammoniacoyterhe.ntinay e gen-
ziana ana onde treycon fei libbre di cerali Colombmper mollificar quel fi
le dure^jtyche facendo apoftem.ationey & marcia fiotto la pelljeyconiien-
gon romper fi }approua molto il fugo del lapazio acuto yColato>& con grafi
fa di porco vecchiaymiflo in vn. pignattoy finche fi a leggiermente bollito y
menando fi. la mi flura in fino à tantOyàhefi raffreddi.il Ferrano ordina il
molUficatiuo per qualft voglia polenta durayrehelle che fuffeycom bran-
faorfinaygiufquiamoyradice digigÙOy & cime di ortiche pefte>& cotte
&conaQungia di parco vecchia incorporate. MXuigi per fnr. maturare
le
bit CjtVJÌLÒ, US. X $ip
rjl le poterne vfauaempiajìro di f angue di drago gomma arabica,cera n9\
ua>mafìice>pece Grecayincenfoye terbentinayejpefio ancor' vfaua curarle
con farina di euforbioygrafio di porco,& cera rofl a. Quando al (fiumen-
to venire pofiema per cagion di per-coffie 5 ò di [altare > ò di nuolgerfiyh di,
cadere. Hkrocle ordinayche la calcina viua fottilmente peflays' incorpori
con olioy&vindd 'eguài mifuraytaatoy chefia divenuto come vn fugolo:
e fé n'unga il luogc inalbato, prendendo ancor d'attorno un poco del luo-
go fanoy ò faccia fi il mede fimo ydijfoiuendo puriffi 'ma farina difrumento
con acetOy&eon due voua aggiuntevi ancor due Ararne d'incenfo in pol-
ite. Ma dovendo noi infegnar lacura di tutti i tumoriycofi partkolariycù-
B me vniuerfali ; giudichiamo cofa molto profittevole a i lettori il trattar-
la con l'ifieffo ordine,che ne i morbi intrinfeci babbiamo ojferuato.Comin
ciando da i p art kulan y e da queìii poi a gli yniuer fiali delle parti fupe-
rioriy e più nobiliyaìle inferiori^ manco nobili;primkramente cifoccorre Scrofole
la cura delle fcrofokyda' Romani chiamate Strume>lequalì fonoghiado- dorema
kycbeper mut ottime d'acqueto pili tofio f> materia di f angue corrottole
nefando fi intorno alla gola fanno ftar tutta la fàccia gonfi a}& le uene al
^ate Converrà dunque loro la medefima curaych 'alle altre posleme della
gola dicem mo già effer co mementi. ^Alcuni altri de gli ^Antichi per curar-
le vfauano a mettervi farina d'or^o,& refina bollite m acquayò in acetOy
*■ come già migliore farebbe uAltri vfauano farina di fi amento co vinoy &
poi ui legavano vnafyvngia bagnata in aceto caldos&fe ciò nofi'ffegio-
uatOyle tagliavano mettendola pojlia dentro f rondi difichifaluaticbi; ò
radici di cocomero faluatico pefieyò titim allo. Affi, to ferine far peffima-
méte colorOyvbe vfano medicine brwciatiy perche vi fanno venir maggior
diireqrayrìtirandofi pur la pelleynepoi Tanimdefi lafcia toccare il luo-
go addolorato : loda all'incontro il taglio > ilqv.de da queid'-JLleffandrià
fi coiluma in quejìo modoychegittato il (fiumento a terra: legato dipie-
diye di capOye prefa lafcrofola con le tanaglky tagliano col rajbìo la pel-
p le in giro quanto bajìiy per fùria vfeire: poi con la punta del coltello Jiay-
' nata la pelkydiHaccano col deto lafcrofola d'ogni banday dalla parte di
fopraincominciado'.et s' ingegnano adiffjkcarla internaméte y fi ebe nin-
na di quelle mébraneytÌH 'lafcrofola uefionoyvi rimanga .-perche ogni mi
nima partkelìa^cbe uireftafieyfhria-cbe vn' altra volta vi fi douefie met-
ter la mano.Bifogna berìauuertire , che in tal mefìieroy le vene non fi of-
fendano ; & non è dafarfibere l'animale prima , ebe ciò fi faccia , affine
che minor pericolo occorra di qualche impetuofo rompimento difanguei.
benché s'egli pure fopraueniffeypotrà Jlagnarfì feiogliendo il cavallo , &
mettendo gli f opra il taglio fiocchi di panno di lana > òfili di tela bagna-
Fff i ti
820 D E II Jl g l 0 \1 <A
tiinfortiffimo aceto,& fale:ma s'egli non troppo fcorrejfe, basleràmet- g
terni aceto, & olio fen%a fiale : & alterco dì dislegatala piaga , tauar-
la con acqua calday <jr medicarla con fi lacci bagnati di tepido vino , e£*
olio :cafi facendo per quattro giorni; poi come fi veggia mondificata , &
ripiena di came,lafciarla fcoperta,vngendolafolamente con grafio, fin-
che del tutto reflifcaldata . I tumori d'intorno (come Hierolefoggiun-
gè) fé ne van via coni bagni d'acqua calda y & alla fine convntionidi
mele. 0r%p non è da dar fi il primo dì , ma fol fieno tenero y accioche dal
moto del mafiic are non venga l'infiammagione adinajprirfi. Gieronimo-
dicea,poterfi bene curare le fcrofole,con bagnarle di acqua calda,pofcia-
impiastrarle due volte il dì con farina d'orbo cotta cofalnitro in acqua: F
edouendo adopravui il coltello , poter fi nell'apertura del taglio mettere
ancor marrubio mefcolato- con fiale , & vino , finche la piaga fi purgìn ;
poi per farla incarnare, porui il cocomero afinino,& vlt ima mente fari'
na dorobi,ouer amente ireos,& mek,finche guarifca . Eitmelo aprouala
radice del cocomero faluatico,poHa in sii la fero fola con miflura di fari-
na d'orbo e di aceto forte : ma nel principio di tal'?nale,.belliffimo rime-
dio ferine efiere, che alzamento fi faccia portar fiotto la mafcellavna
palla di piombo, attaccata alla caue^ja in talefoggia,che in qualunque
modo il cauallo muoua le mafcelle, quel piombo gli batta di fopra al 'mar
le. .Altri danno col corno tre ciati difalamora di pef ce, poi gli appendo- •
no al collo certe fcheggie di ferole infieme legate, che vengono a toccar-
le fcrofole di continuo : zsfitri non poco dicono giouare il trarfangue di-
fetto la lingua,& fregar dapoi tutta la bocca confale , ^r farina . Egli
foggiugne,che lepofteme-,9 ghiandeyèhe nafeono intorno allagola,e die-
tro l' orecchie fi poffòno ben curare con vna compofitione , chericeue vna
dramma di mele,quattro di galbano , quattordici d'arimoniago,uentifei-
di terbentiw,& ventiotto dicera,& con vna he mina d'olio,e(fmdoefia,
te , &vn ter^o di più e/fendo verno . Ouer acciò per farle ben maturare
potrà vfarfi farina di frHmento,affimgia,aceto,&ra fina: pò feia venute ^
i- mar eia, fi- potranno con ferro aprire , &~con tasle bagnate d'aceto, &
olio purgar benelapixga,(pargendoui alla fine quellepolui diffecattiuey
che inducono cicatrice ; <érfe contai rimedi il m ale mn fi finiffe, effen-
do troppo inue e ch'iato y & indurato, dicee(fer bene 4 d'arui il fuoco, fin-
che fia la materia tratta fuorì,cur andò da poi le cociture con l'ordinfuo.
Hippocrate dice,chefè di (otto alla mafceìla nxfceraaglandule, o posle-
me,primafifomentino,pois'empias~lrino dì fichi pefii,falmtrro,& afiun-
gia,ò farina d'orbo bolliti infieme inacqua melata,^ olh:etfe nongua
tifcùnoìiiauifiil taglio^ fai taglio il 'fuoco . Fero è, che venendo queHo,
male
DZLC j€V \4LL0, LIB. X. Sii
jt male con toffe bifogna adoperar cofe mollificatine per nofkrfentire dop
pia offe fa ali arteria molestata , & però farà bene con olio di cedro bol-
lito,& colato per un pano di lino vngere il luogo di fuori, e buttargliene
ancor a in gola , 0 per vltimo rimedio dia fi quella beuanda , che dicono
aromatica,di vino,olio,mele,& voua:ma primieramente dal collo è da
trarfi f angue . Soggiugne ancora cacciar lefcrofole vna compofitione di
galbano,propoli,& falnitro ana libbra mez&a,<& vna di fichi con dueon
eie dipece.Etper 'mollificar co fi le fcrofole,come altri tumori, che naf co-
no per lo corpo v& m affima mente ne i nodi delle giunture, egli pone, che
fiagioueuole inezia libbra d'iride illirica,^ mej^a d'olio d'iride, vna
C oncia di cera,e tre di ammoniaco liquefatte infieme.jLlcuniv 'aggiungo
nofilphio onde quattro . Ver diffipare ha gran forza empiaslro fatto di
cenere delle buccine marine,cotta con mele: Et volendo fu fvntione, che
leni ancora le doglie,ordina,che fi prenda galbano opopanace,lafero,ce-
ra gomma colofonia,^ ammoniaco ana onde due,co vna di gomma fee-
ca di pino mifte. A'ffaualli caHrati di rado vengono quesli vitvj,& ca-
flrandofi,chiglihaueffe,ne guarirebbe fenza altra cura.*Auuégono ben ue^!? jC-
( come da lAfJìrto &Hieroclefifcriue) ingrandifjìma abbondanza a' radoaCa
*Polledri,quando buttai i primi denti,o fon per 'mettere i fecondi; e dan- ualli ca-
tto loro si fatta infìammagione, che non pi/fono picchiare il materno lat- "iatl ■
te, ne pafeer l' herbe, però in quei tempi è daflarfi auuertito , perche ve-
dendofi apparire le fcrofole,fi potran col taglio e ac dar (come s è dettoje
bafleràfreg arni fale,lafciandogli andar liberi tra l'armento Ma quelle,
cjiebaueffero fatta marda,bifogna purgarle bene,mettèdo ci alterco dì
feccia d'olio cotta , ò mifìa con olio,pece-fò r.ifa : altrimenti la negligen-
za vi fkria facilmente crear de i vermi. Il B^ufio dice, le glandule,o le te q j| j j
fiudini,ò le fero fole, generar fi di materia corrotta, chefiraunain quei &c.Oiide
lnoghi,& nafeere tra'l cuoio,& la carne, però aperto il cuoio per lungo , fi generi.
la fcrofolafi potrà defìramente con l'vnghiefcarnare , & cauarft fuori, no *
_g onero vifipotràfpargere polue di refegallo ben trita , che corroderà effa
fero fola in fino alla radici-.dando dapoi cotture difoura il taglio .Ma non
volendo adopar ferro , ne fuoco (il che [aria piuficuro, & più lodeuole >
maffimamente in venofi , ò neruoft luoghi) fi potrà fu'l luogo, prima ben
rafo mettere empiasìro fatto di cantaridi, fterco di bue,& aceto: onera •
mente fi potranno vfare quegli ordini, che nel Celfo, & nelloSpauano da
lui fon dati; giugnendoui però,queflo,che alle fcrof ole conuengono i lupi-
ni ben peì~li,<& poi vi fi metta pece fenza Iettarla finche per femedefì-
tnanonnecafehi. M.Tier't^udrea per curar leTeHudini,ò le fero fole y
che fogliono fhrfi in molte parti del corpo di grandezza d'vnvouo, e
Fff 3 tdhcr
gii T> E LIA G L 0 \l jt
txlbor maggioriyV fatta l? empiafiroyet la fumentagione in quel modo ffif
foy che nelle galle s'è ordinato-, & j "e con quello non fi fodero di/folate; e-
gli fattori con la lancietta vn pertugio a pelo y cominciando da baffo > e
fcamata con una cornetta la fero fola intorno intornoyvi mettea vn can-
none , per entro il quale (acciò nonfìfi'.fie abruciato il cuoio) dauacon
una. verga da chiauare il fuoco :& poi con rojfo d'vouo sbattuto con oliti
rofato infàfciaua la piaga. M. Luigi ponea sii le fero fole ymef colata con
olioypolue d'vnghia afinina arfa : ò veramente mislura di olio di lauro >
feuo di caprone, rafa , & cera nuoua oncia vnapercofa, à rafapina , &
vetriolo anaoncie tre con ajimgia di porco incorporate . Tal volta ha-
uendole con acqua calda ben fomentate- >. vi ponea empiasìro di farina
d J euforbie di nittro ; & come vedea mollificato alquanto il luogo , vi
Scrofole daua il taglio . Il [òlombro dice procedere alpiù lefcrofole da h umori
onde pio flemmaticiy& melanconici y e douerfi nel canarie col taglio auuertire ,
cedano . cj)C non y- re^-, YCkfòce alcuna yperche mir abilmente- fon" atte: à crefeere,
& à moltiplicarfi :ne per curare le piaghe vi bifógn a altroycbe olioyace-
tQy&fale. Ma fé la turno fu a f ufi? troppo grande,, ò pofla in luoghi, onde
per le vene , & per li nerui , òper altro impedimento- non fi poteffero e-
ftraercol taglio nel detto modo, rad a fi il luogo , & intacchi fi ff>cffaméte
col rafoio non molto afondo; ma nella guifa^che fifuolfkre delle vèto fez
&pofcia ungafi con afi'ungia uectbia,(pargendo polue di orpimento per
tutte le intaccature , & lafciatolo co fi fìareper due giorni , frequentifi
poi Ivntione dell aff ungiamo del butiro-,fi.nche il male fra del tutto fftente
ò Dotte l<iiltÈ?£&0'&> egli ajferma efierflata da lui-molte volte efperimentata >
me come &dOuendofi curare le glandule,b le pofleme,che ne i luoghi emutorij alt
fi curino, ueni(fero,vuol,che fe'l male è nouello d'vi fol giorno, fi cauifangue dal
la uenafiniflra della pafloia,da ■quella slefia parte sé di due giorniy dal-
la parte domeslica,& fé è di più, cauifi f angue dalmexTO iella gaba >
ò dalla punta della fpalla-.ma non fi fàccia lafagnia dalla parte cantra*
ria y come alcuni fanno con motto- errore yperche la malignità di quella
materiaycheìl cuore difeacciada fé ytornerebbe a lui mede fimo. Se la già „
dulafofle picciola,& mobile,fi potrà cauar fuori mettendo poi nella pia
ga olio caldo conterbentina, fella è picchia, &durayfarà bene à perfo-
rarla fin' al centro con un ferro di bronco non troppo acuto, che appresa
à quello fi uedrà il ueleno ufcirfuoriMafe'l tumore, fofe,sì grande,che
laglandulanonfi potefìe conofcere,aUJjora vnolychefi mettailfetonedi
Lucerdo, JQtt0 // [mg0 y ^ cjje>i tumore fia circondato con ferro caldoy& pertu-
male del P° *n mo^e bandeyungédoui con graffo di porcoy fin cheguarifea yChia-
collo . tn* il J\ufio Lucerdo ò Scima( che da Alberto fi dice fliua) quelmale}
che
2> ti C^ v à 1 1 0 > l * *• *• **i
£f cfo "Wcwe #/ co//o > rfi »o» poter fi piegare ne qua ne là > e <// »ò» poter pi-
gliare il ciboy fé nona bocconi internatati: del che fuol efier cagione ola
diffeccatione de'neruiy bfouerchìopt foche l'animale habbia portato .
E 7 rimedio ferine effertyche al^atiton la mano i crini, fi fori con infer-
ro infocato sfitto aguìfadi vna fibbia , la pelle del collo da l'vna <jT da,
V altra banda fenja toccafineruiyfkcendo tali cotture per lo lungo del
collo in cinque luoghi -.fi che da l'vna à l'altra fiano di /patio tre buone
deta> fi- a lequalidifiai^e fi metta vna fottìi cordella di canape ò di lì-
tiOyò divelli di Cauallo;& lafcifi andar cofi per giorni quindici ; ma dal
quarto innanzi fu fomentata fpeffo con acqua tepida tutta la fommità
B delcollO) e della jpalla. Scriue oltr* acciò, facilmente venirla gonfiar fi il Colloquà
collo dell'animale ogni volta chef a il quarto dìycheglifìa flato canato > ° . Ve"e
fangue sfreghi forte la piaga in qualche p arte ,ò che vi fa da' denti altrui
corro foyò fé fubito che la piaga è riftrettayegli mangi cofe dure, jllqual
tumore fi puote rimediare in que fio modo y cherafo il luogo , s'apra la
piagai fi tenga cofi aperta con Jì opini > fomentandogli l'enfiagione con
acqua tepidayoue fi ano fate cotte fondi di eboli,ò di fambuchi,apij ar-
tiche y e fenac duoli: delle quali herbe fatto vn'empiafiroft porrà tepido
in efio luogo: & fi trarrà dalla mèdefma vena fangue di nuouo. zJfyCafe
con queflo non miglìoraffeyb la venafìfufìe giàputrcfattayaprafi il cuoio
prefto alla mafcella } &cauififuori;con vna brocca di legno la vena of-
fefa y & legatala forte verfo la tetta confilo molle di Uno > taglifiper lo
mexTOyedel tutto fi tragga fuori -.facendo il fomigliante dal' altra par-
te dì efia piaga verfo leJpalle:&fùcciafi(finchefiafano) mangiare fem
pre alto da terra , Hieroclc narra j che quando il collo fi vede gonfiato
epijloper freggagioney è vtiliffimoil medicarne trottato fra gli fritti dì Collo gó
Cleomene Ubico , ilquale contiene affungia di porco , & céra liquefatte y fiato per
folfo y litargirio y incenfoy biaccaytamariciy & cipolla e aninapefie > alle itQi2giQ-
quali cofe eguali dipefofia islillato olio di cedro, e di tal rmsìurafìa vn-
r, to il collo infermo. "B 'a feria pur con olio rofato mefcolar bìaccayC litar-
giriofenxa altra aggiuntone . Et fé la gonfi e7ja procedette da baflona-
ta ò d'altra per coffa , bagni fi il luogo con aceto ouefia bollito il folfo pe-
tto . IlColombro chiama Lacerto quell 'enfiamento > the viene al collo Laceno
per ventoftà)ò per flemmatico humore:al che i Muliyegli ^A. fini fon fog- enfiamen
getipiu che iCauallì : & vuol che per curarlo fi apra con la lanciettail to ne' c?l
cuoio in molti luoghi del collo dall' una ye dall' altra banda: & inda- whià?^"
fcun taglio fi dia il fuoco con vn ferro fiottile fi) rato per dentro vn canno-
linoy accioche la cotenna non refìi tocca y perche nelfaldar delle piaghe
yirefìarebbefegno della cottura, M. luigi diceayche'l Lacerto fi fa per
Fff 4 fouer-
824 b e 1 z vf g 1 0 j^ 1 '■ u
fouerchiy& maluagi humoriy'mafjimamente di fangueyperb per la prima %
co fa adopraua ilfalafìoy poi fu' l collo face a bagnuoli con f rondi dinefpi-
loydiforboy e di pero bollite in acqua marina > & apprejjb a i bagni da-
uafpeffey& minute battiture al Lacerto con vna verga difanguignoy &
fatto quello per quindici di mattino , & fera; vimettea loempiattroy
Jìrettiuo t. Qualche -volta fole a con vnpaio di groffe tanaglie fìringere a
parte a parte minutamente il Lacerto del colloycbe haueffe pigliato vea-
toye datogli per due giorni ripofcyl'bauea guarito . MH?ier\Andrea l'en-
fiagioni del collo cagionate da rsjpatureyo da morficaturey 0 da colpi fu
la fagniaybagnaua con fugo di folatroyouer amente con aceto tepido mi-
fio con acqua rofay<&* frequentati a di farlo molte volte il dì, non bagnan &
doperò dinHouoyfintbt no.fuffe afeiutto illuogo ; ma primieramente gli
hauea canato da i fianchi fangueyfen^a mirare fé' l tépofuffe fiato atto t
perche dicea l a necefjìtà non foggiacele a la regola . Biafimaua egli co-
ETore" x loroycbeper affottigliare il collo grofjo de i Caualliyvi dauan fuocoy dicen
che col do non poter fi con l'arte feemare quella compofitione di aerai , e di offa
fuoco uo- che la natura vi banca pofta y 0 fé pur tal groffe%ja era accidentale per
glioiioaf- c^ondan'za di carne ybaslaualeuar la cagione ài quella; feemando il
reUcollò» pafto y & accrefeendo l'efsercitio .•- benché alle Mideyfogliono alcuni per
vna delle cofìe cauar la madrey come fi coHuma di far alle Scrofe . Ve-
getti ferine yche fuol veder fi enfiato più del doueril collo degli anima- "
liyquandopatifce Vna certa diHilagioìie d'humore nero y& pwzgolentey
come fé f afte (ancaro: & perche fé talhumore dijcendefse a i neruiyO nel
le ff> alle yl animale flridendo col petto > & buttando materia liquida^
per lo nafo difficilmente nefcamperebbeyordina>chcqueipertugietti fior-
ilo con diligeìiT^a efsaminatiy& pieni di marrubio y & fiale mifiifian ben
calcatiy& con vnguento lenitico vnti d'attorno ; &fe la conditione del
luogo il comportafìtyvi fi fura vn taglio per me^TOy accioche meglio fi
itenga a\ purgar Ihumore . Ilter^o giorno le piaghe fi laueranno con
calda orinay& comefiano purgatele nette fi falceranno conpe^e di li- „
U0y& con vnguento compoUo di radici di giglio illirico pauonax7j>y<&
incenfo mafehio ana onde dueycon vnfefiario difìirina d'orobimefcola-
Mìlàdrie te. Chiama egli Malandrie quelle piaghey che fogliono nafeere per lo col-
pliche tfl loylequali vuole che fian col ferro fcarnate bene > non toccando le veney
ine fi cu- anV Snidando quelleyche fi vedeffero buttar f angue -.nel che parimente
lino. è da auuertirfiyche'l fuoco mnfuffe tanto che apportaffe periglio a i net-
ui . Fatto quefto y fregbifi il cello con vecchia affungiay& legbifi con la
fhfcia : Il feguente giorno mettauifi l'unguento lenitiuoper qualche dì ,
"Poi tolto quello fi verrà bagnando con orina calda) <& con olio y <&
aceto,
DZL C J.V j£ LLOy L1B. X. .82?
/€ aceto, adoprando medicami atti a firaarey & come fi reggiano fatte le
cicatrici y vi fi porrà graffo frefco di porco mifìo conpolue di tesla dia-
ne abruciataychefaldando le piaghe renderà l ornamento ancor de i peli. raUalIo
Orando auuiene che al Giumento fi disloghi il collo-, ò che fi fior cay o che dislogato
in modo alcuno fi muoua da la firn federiteli 'cfìoyco che fi volt ayor dina; olì orco.
che gittatolo àterray & legatolo bentyfi flendail collo fopravna fcffiiy
&iuifi racconcila parte fmofì a: vntalapoicon misluradi afiungia ca-
lata>& olio vecchioymettauifi lana [uccida bagnata di vinoy& olio tipi
do j elettamente vi fi leghi vnafkfcia fonile > e^ larga pur diquei li-
quori bagnata: fndi accioche non pojfa -voltar' il collo > fianui legate per
lo lungo alquante becchetterò righe > o tauolette larghe quattro deta:
efendo altretanto dijpatio l'una difìate dell' altratne fi deleghino fin aj,
cinquantefimo giornoybagnandole pero quattro volte il dì, fé fa di erta-
telo due di verno :&fe con quesìa cura non fi f offe giouatoypotrà tentar fi ~ ,
co'l bruciare. Sogliono i giumenti difcollarfi ( come daT eonnefo fi feri- accada.,
uè fò quando primieramente fi mette loro il cane7^one y ò quando legati che i Giù
ad alcun legno fo giunti al giogo han fatta foria per difeiorfi , a quando *V5-nt! . •
l'ifleffo carro è venuto fu loro à trauerfarfi ; ne' quali cafi auuiene > che no
luna parte del collo refia concaua>& abbaffata-,1 altra gibbo fa>et innal
%atatperofarà di mesliero co fi curarli > chepofìa la parte bafia verfo là
" f°JTa>& l' altra fopra-yfi calchi fu quella y& fi ff>inga co for^a^ e deslre^-
%a tale > che l'ofia ritornino a i luoghi loro . Fatto qneHo bifognerà per-
tugiar in tre parti per eguali inter ualli con vna fibbia ,ò pv.ntarv.olo il
cuoio del collo nella parte innalzata ; <&per quei bugi mettere altretati
bafloncelli di tamariciy& hgaruili con vno fyago di canapeto di lino bé
forte , egrofio > quanto vna corda d'arco ; ilquale ftagofisìrignerà con
quelle forti di laccio ò nodo , che diconlupo , & finche tra ifìecchiperfe
non e aggianoyil luogo è da bagnar fi due volte il dì con acetOy& olio , poi
caduti vi fi faranno bagni d'acqua calda y curandole piaghe con quella.
L compofitione di grafioycb'è detta lipara . <isfffirtOy& Hieroclefcriuonoy
il colio non vfeir fuori del luogo fuoyma fio; xerfi folamcntey& perobiaf-
mano il legarlo con le Helktteyòtauolctteyhaftandoy che al (jiumento te
nuto in pie di s'alai quella parte del collo y chef vedi -à piegata , bfmoffet
&poi vi fi mettano i legnetti del t amar icey offeruado a pieno la detta cu
r a. Sumelo ordina > che 7 collo fmofì o fi a fpefio fregato con Beno di pe-
cora, mi fto con ol'ioy& vino vecchio fcaldatiyt'l medefimo con acqua me
lata tepida glifi dia col corno a bere. Et fé nel luogo offefo refìafe ajftre^
%a y fi potrà dare per le narici mi fura di graffo di porco y e di becco li-
bra vna per vnoyconfei onde di gomma corinthiay vna quarta parte di
graffo
8i8 . Z> E l l U C LO \r U
frafio d'oca e tre ciati di olio ciprino , ò di conaflrello^ difciolta ogni co-
fa à fuoco lento, aggiuntoti olio commune & mele infieme . Telagonio
fcriue , che e/fendo il collo fmoffo , fi confideri in qual parte fia declinato
e dall'orecchia contraria fi catti fangue,battendo prima con vn fermen-
to la vena più ampia , cbequiuì appare : poi vedendola gonfia alle per-
coffe,può toccar fi conia lancietta: e'I feguente giorno dal mede fimo luo
gofe ne ricaui facendolo per due dìflar'in ripofo: al ter 7^0 fi potrà comin
dare leggiermente a faticare •> quindi a poco a poco ridurlo all'ordina-
rio . Ma fé 7 collo in ninna parte è ricalato , & folo nel mr%o è gonfio^
cauifif angue da l'una, e da V altra orecchia : ihbe nonfkcendofi tra dite
giorni da che l'animale è flato ojfefo , / neruife ne vengono ad incordare &
co n tal durerà-) che poi nonfopporta il giogo . Terquesio male fi tro-
tta vn' aureo medicarne co fi compoflo , che cotti infieme di pan pefo olio
vecchio cjrfeuo di caprone con midolla di bue,& pece liquida nefia vn~
r ., r to il collo quando l'animale da l'opera fi difgiunge , battendo prima la-
to rotto uat 0 il tumore con acqua tepida , & rafciugato . Et cofi per collo rotto
come fi come ancor a per gamba vtilmentefipuò adoprare miHura d'ajfungia,,
cnrl- alamele (picchi d'aglio ana onde due, con vna libbra di cera infieme cot
ti . Ma propriamente per conferuare i colli de'Muli,che non fi rompano
e molto appropriato l'unguento fatto con due libbre di graffo frefeo di -
porco , e due feflari d'aceto che bollendo fianofcemati del ter^p , & poi
colati. ^4 goftino Colombro approuaycbe quando il giumento fi trotta ha-
uer fi torto il collo (efìendo fi JpoSÌati i boJJ'oli di quello per qualche cadutOy
hper nouclla fc amidatura) fi gittià terra, & fi fomenti con acqua cal-
da coperto in modo , che venga àfudare, & all' bora l'hitomo premendo
co i piedi eguali difopra il collo glielo addri^y/àcendo tornare gli fion-
dili al luogo loro : Indi legata vna cignia dietro le jpalle come flà nella
felladn effa leghifi il capo dell' animale, fi che il collo nella contrariapar
te venga a piegar fi : e da l'ima, e da l'altra banda fi metteranno lefìec-
ebe di legno., accioche la rafietatnra ffia ferma : poi con aiuto di molte fj
perfine fi farà Iettare in piedi, e fpejjb fi bagnerà il luogo con olio,& ace-
to in fin che fini . M. Luigi volendo addrix^are il colio Horto , diHefo il
Caua.Ho in terra,poneafotto il collo vna tauoletta lata,& piana ; & co-
ri?? tanto l'hauea premuto, che gli parea ben aggiuiìato , vi mettea mi-
/+."• ■■■■■' d' inceri fn, maHice,fauina,& opopanace, tanto calda, quanto ha-
ttcjfepoti t\ la mail [offrirci . Quando il (jiumento f ufi e aperto dinan-
mpafloiare d'amendue i piedi anteriori , & cattatogli
fangu? da ambe le vene del petto lafciarlo ftare cofi impaflorato, e
stretto per none dì > fonandogli il petto con vino caldo mattino ,<&• fera,
M.Tier*
'DEL CUV^ÌLLOIIB. X. $17
jl M.'Tier'iAndreavedendoit Cauallohaucre al petto enfiagione) come Enfiagfo-
fpejfofuol aMuenire òper calci y òper altri colpi > prettamente appria il ni nel pet
cuoio inparteyche ne f ufi e potuta [correre ogni materia fen%a fanti oppi J^i^ ca"
lagione difottoy& cbenonfifofie venuto a toccar òneruoyò vena: &fat
tone vfcire quel, f angue ych'iuiper auuentura adunato fi fofiey viponeaìl
tafio di panno di Imo bugnato in olioxe terbentina:& poi medicando con
faimey compilata cura; non mancando di falaffarlo nella uena prin-
cipale^ hauefse uislo l'apertura non bauer fatto molto fan gue tra'l me
dicare . Tarimente dalla uena principale netta parte del collo dritta lo
falafsaua quando il colpo non haueffe indotto fangjieyma fola conquajfa-
B mento y bagnando il. luogo fei mite il dì con fugo di folatro mislo1 con te-
pido acetoy& acqua ròfa : &fèlfeguentedìnon haueffe uifia il tumo-
re fcemato,ne: pur crefciuto^ui daua il taglio come s'è detto . Il mede fi-
mofugo adopraua per tre dì ne i colpi ritenuti nelle giunture, frequen-
tando dapoi le fométagioni /h' fiali conlafi>ungia.rHev-ariaua in su fcrit
ti ordini quando la per coffa nel collo fi f afte rke-uuta yfe non chefefuffe
slato bifogno di falaffareyil fea ne' fianchi .Se alle ffialle foffe venuto al- Tumore
cun duro tumore. M. Luigi prima cercaua di mollificarlo) mettendola p"e *Pa*
per quattro giorni due volte il dì brancaorfina >. & maluauvfco bollite ,
& pò fcia pelle con feuoyafiungiay& alio: Indi tagliatolo ò pertugiato-
C lo il medicaua con l'vuguento de gli albumi. Qualche volta alte fi> alle in-
durate egli fea. bagnuolì confrondi di bramaorfma^ policaya bollite con
lifcia;le quali frondipejlaua dapoi ><& nbolitele con affungia^ fièno ?
ne fé a calda vntioneper otto dì; & ciò non baslandoyvifea erettolo con
bianco d'voua,fior di rofmarinoyfeuO)fangueyfayinay& bolo :ò fé bifogno
gli fufse parfio y vi mette a vnp aio di fetonti quali per otto dì battendo
fatti menar due volte ilgiornoyeglipofciaempiaslrauanonpur lefpal-
leym.a tutto itpettay& le gambe infieme .Jillefpalk per troppo affan-
no addolorate egli per quattro dìfiea continui hagnuoti con policrray &
rette d'agli bollite in Ufciay& vino ypoi colfanguetratto dalla contra-
** ria banda al' ifiefio Giumento y mefcolatafarinay & bianco d'vouacon
tutte le f cor 7£ trite yne fea empiaflro\ & feconqueflo non fi fofsegio-
uato > vi mettea la ttelletta yadopranda ibagnuoli ancora > e toltala
"pia paffato l'ottano giorno yvi pone a con acimatur a d'i granaio altra fi -
nayvn forte Jlrettoio compofio dipece, incenfày opopanaceygalbano > #"
ammoniaco . Et quando-tutti gli altri rimedi fi fufser fhttiy egli guari*
il Caualto flyallatoxdando fette punte di fuoco àquellajpallay che xpppi-
caua;ò fhttaui apertura vi mettea vn cerchio di piombo auuolto dipeli:
&"vivngea con olio dì oline per quindici dì > finche hauefse incomin-
ciato
828 & É l l A 0 l 0 \ì ^i
ciato a buttar [angue: poi tolto il piombo, vi applicala le penne con oliò f
d'vtria,facendolo Har di continuo impafloìato infino aldecimo, dal qua
le innanril' incominciaua a paleggiare. .Alcuna volta nella fpalla dole-
re egli tagliaua A trauerfo il cuoio in cinque parti , pacando vn cerro
dei peli della coda bafioinfufo diquella piaga , laqual perfettamente
curauacon vno vngnentofktto di butiro,olio d'oliue,e dialthea ana lib-
bra vna,olio rofato,& lifcia ana libbra merita, & quattro onde di olio
di lauro in fie me bolliti adoperando tal'vntione per dieci dì alternando
neruo©f. ^Vorn^ Oltracciò per curare cofi le f$alle,come altro membro,oue fuf-
fefo . fé fìtto ojfefo alcun neruo o vfcito qualche ofio dal luogo fio egli per tre
di vifea bagni tre volte il giorno con herba di vento bollita con mele e£* F
fole in aceto forte-i poi con vnaperga vi mette a vn Hretoio comporlo di
fandali roJfhincenfo,maHice,rafapina,e gomma arabica poluerizate,&
misìe con bianco d'uouo .Telagonio ferine, che al giumento offefo nelle
jp alle fi caui fangue dalle vene, che fon nel mezjo della gaba nella par-
te contrapofta d gli febinebi , e di quel fangue mijlo con polite d 'incenfo
fiano vnti i luoghi,dou,è la dogli allegando con bende fu l'apertura delle
vene alquanto di slerco de l'iftejfo animale, accio che non ne fca fangue
più del do nere: torni fi però ilfeguente giorno col mede fimo ordine a ca-
uarne,& vngere fomentandolo parcamente colfieno,fenxafarglitoccar _
dell'orto. V altro difiangli dati per bocca tre ciati di fugo diporri miflo *
con vna h emina d'olioycontinuando il fi mile per tre giorni :p affato il fé fio
facciafi prima lèntamente e aminare , & poi fi meni in qualche acqua ,
dotte poffa notare, e d' indi innanzi con cibi di più fo fianca fi riduca alla
fua gagliarde T^za à poco à poco . (jioueràparimente fregar le fpalle con
vntionedi olio,affungia,falnitro,fcalognepefie,vino,& vino cotto,mifli
infieme.Se'l dolore,oH malefufje leggiero, bafierd fregagione divino,&
olio caldi , ma s'egli forte il tormentaffe, b fogna nel cuoio del collo fare
vn buco otto deia fiotto lafommitd della cbiomi,cbediconcrene, auuer-
tendo di non toccare col ferro l'ofjlcello tenero della gola, &per effo bu- n
co infocato vento convncannolino, fi che neretti gonfiato il luogo ;
fiano piace uolmente con vna verga, fiottile battute lefi>alle,& nel me-
de fimo giorno fregate confale,^ olio . 'Helfeguente dì vi fi metta em-
piafiro fatto con duefefiari di fior difkrina difrumentofò d'or%o,due rof
fi,ò (come ad altri piace) tre bianchi d'voua , & vn' oncia & mera di
polue d 'incenfo , con aceto a baftanja incorporati: &pcr molti di fi fre-
quenti di funi bagni con acqua calda , &fior di fieno, accioebe imbeuu-
io Vhumore fi trouino mollificate : non mancando pur di rinuouare ogni
di empiaftro,fempre lauato,prima il luogo con vino puro, (jioua ancor
l'vfo
<Z> E l (fjl VALLO) LI B. X: 8i<j
A ' Info di fhfvntione con due fefiari dipece liquida, ima libbra' di bacche
di lauro,e tre onde, difolfo vino in vino,& olio incorporati , ò prendere
vn feftario d'olio, & vn' altro di vino vecchione fian diffolute inpolue
vna libbra dipomelle di lauro,, e tre onde di falnitro,& vnge me le (pal-
le al fole ardente,lauat e prima con acqua calda . Il che puh fimilmente
feruire quando le fpallefoffero dislogate, hauendole prima ridotte al
luogo loro ; ma nongiouando , bisognerebbe adoprare il fuoco . Tiberio
per le fp alle rilafiate, dapoi che fiati rifofpinte alle fedi loro, ordina, che-
fi vngano con due libbre di pece arida, & altretante di gomma colo-'
foniaca ,mefcolatt 'con due onde di galbano, & altretante di terbenti-
na. alcuni fiimaaoeffere affai gioueuole per far nelle fp alle tornare le
ofìaal luogo loro,, che ' iCauallo fi fàccia motare vìi buono Jpatio* Hip- Spalle rot
pocrate e infegna,che quando il giumento per qualche sformo fatto,ò per le ° lraoi"
qualche vrtatura,àfcontro'hauutOy fi ha rotta li fp alla, a fmoffa dal
luogo fuo, ne da, fegno col zoppicare, tirando indietro la gamba dinanzi
per non poterla ripiegare ,& nelle difeefe con dirupatole feorfo trabo-
c andò fi lafcia andare : nel qual cafo vuol, che di effe gambe gli fìa ca-
nato delfangue-; &fktta vntione per fette giorni con vino, & olio , poi
vnto con vino , aceto , & fudor di putto * Ordina egli pure ; che quan-
do lafpalla è vfeita dal fitto fuo, fi debba il giumento gittar a terra di
r manierayche la fp alla off e fa venga a sia r fopra, & legatoli a qualche al-
bero il pie diflefo, gli fi facciano bugi nel cuoio di effa (palla , ne' quali fi
facciano star fiffi per quattro dì alquanti becchi di fico- circondati di la-
na,con larga vntiànedi vino, & olio; fimilmente bagnando il quinto dì
che gli slecchi fi leueranno . Il dolor dalle fp die fi può mitigare con em- Dolor del
piafiro fatto di coloquintida, cocomero afinino , elleboro bianco , feor^e kfpalle*
di quattro voua abruciate , e tre carobbe^j >-. Teonnefio per l'ojfenfion
delle ffrallepone miflura di bitume giudaico, profumo ammoniaco, gal-
bano , bdellio, i^rfolfo viuodiparipefo ; Ver la dislogatura ordl^s. , che
B ficaui f angue- da la medefima fpalla > e di quel f angue caldo mi fio con
olio, vino cotto, fcalogne crude benpeHe, cinquanta lumache pi'cciole t
e tre voua, fi faccia vntione fu l'animale . Quando vna fpalla fola fufi'e
fpafimata,eglialtrouedecedouerfi curare- con trar del fangue dalla ga-
ba dinanzi, chea lei non corrijponda: ma quando l'vna, & l' altra f en-
tifie il male , il falafio nelle gambe di dietro è conueneuole^* . Hiero+
cle,quandole fpalle per fouer ch'io. correre opefofufféro adolorate, opa-
reffero come legateci collo non fi poteffe piegare in terra, vuol, che fila-
no bagnate conacqua calda,<gr che l'animale fi fhcciaeflercitare : poi fu
le parti offe fé fi metta empiaftro fatto con vn feflario e me^o di farina
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$;è 2> E l l A g L 0 \ 1 A
i'or%prfuattro dramme di polite d'mcenfo3duc voua , & aceto a lafian- g
1$ & [e ciò non lefana,diauifiilfuoco con ferri dritti , vngendopoi le
cotture confale, &-olio , e dalfettimo giorno innanzi con rafciature di
fiufk, cioè conquelle fuperfiuità , che lattando fi tirano già da le mem-
bra bumane,& come ne fian cadutele crufie , adoprifi la farina de gli o~
robi, fecondo Infanga . Oltracciò per curare le fp alle o rottelo le fé, egli
narra , Geronimo ordinare , che fi cauifangue dal petto , & che fi butti
addojfo a l'animale acqua fredda di eHate-, e di verno calda, laqnal mi-
glior farebbe ad batterla fhtt a ridurre alterco , bollita con f rondi d'ol-
mo;& cb' egli fi fàccia ftar' in ripofo infinche J ani. Se' l dolor fuffe antica
o troppo infefiofbifogna gittato Ucanallo a terra, battergli la fp alla con P
vna ferula , o con vna ferpa in qualche morbido panno inuolta ; c2" co-
me la pelle battntafi rileui , farci con vn puntandolo un forame quattro
detafotto lafommità della fpalla,o(fecondo altri) nel mex^p della emi-
nenza, dotte con lafpalla fi congiunge la gamba , efcorticato alquanto
di dentro con vn coltello,metterni vna cannella, grfoffi arni forte , fin-
gendo il fiato con la mano per tutta la (palla intorno , finche fi giunga al
luogo chiamato ninfa ^poi fatte in quell i pirte, che è Hat a gonfia , fpefìe
punte minute con la lanciata, fpargerui due onde di fai ben trito , e fre-
garvi con aceto infieme colfaugue, che quindi vfciffc ; facendo tutto ciò
prima,che l'animale fi lafci leuar in piedi . Il terzo giorno,d'indi i nnan-
yi conuerràfàrgli bagni con acqua calda , & vngerc con la e ompo fit io-
ne del bdellio fciolta in olio , ofe quella non fi trouaffe fregarlo con olio
& vino procurando , che filano aperte quelle\piagbette in fu lefpalley
finche duri il tumore, e'I %oppicare,pofcia ridotto a fanità, fi potrà rime
vare à poco à poco alle fatiche ragioneuoli , fecondo lefor^e dell'anima-
le. Quefle cure di efiate riefeono meglio » che di verno , quando tal vol-
. . ta fi viene ,a far maggiore offe fa . Quefìi mede fimi ordini pone *Affir-
fì come fi to per curare la Synomiafi, ilche s'intende quando il dolore aneli' vna;
curi. & nell' altra fp alla congiuntamente : & cofi ancora dice curarfi la Co- R
riagine, che autdene da lungo dolore fentito in efiefpalle : nella cui pie-
gatura di fiotto alle ditello., ò preffo lofi aglio ( come fi dice) làdoue il
(jiumento fu ol'efier cinto : fé per auuentura nafeeffe per fé enfiagione, al-
cuna l'uno & l'altra afferma poter fi curar con vnguenti bruciatiui, men
tre ella èfrefea : mafie vifufie durerà o materiagrofia,vifcofz accolta
dentro, bifognerebbe adoprarui il ferro,' curando dapoiqttel taglio agui-
quàdo* e- fa ^e^a^reP^?he. La (palla veramente (fecondo il parer del medefimo
ice di luo affino) all'hora efee diluogo , quando fi rompe Uneruo , che nafee dal-
go. lofio difopra, nel qualsincaftra la gamba, <&in tal cafo la cura è
vana
*D E l CAVALLO UÈ. X. Jji
^l uanaychefe ben' ella fi rìmettejJe>non slariafermayper non hauere ifuoi
necefiartj legamenti: Ben fi fui rimediare quando talneruo èfolamente
dislogatOy& lajpallafitroua rilavata > & bafiata alquantoyfi che nel
caminarefi tira indietro Ivnghia > ò lofio della giuntura guarda in fu .
Ella dunque primieramente è da ricondurr fi al naturale fuo luogoypoi nel
la pelle fon di ficcar fi alquanti Slecchi di tamarice l'vn contro. V altro >
continouando di farci lauande con acqua calda y&vr>tioni apprefio di
acet0y& olìoìogni dìyfinche effiHecchi ne fan caduti: d'alThora innanzi
le piaghe faranno da medicar fi con l'vnto grajfoy& alla fine la (palla in
fino alla giuntura ficocerà con vnflilo rotando vnto . Quando auuien
$ che'l Canallo correndo vada a cadere con le gambe aperte àguifa di ra-
na qual bora nuota(il che. Batrachh^in da. Cjreci e d'etto) difficilmente la
dislogagione fi può. curare . Ma fe'l (jiumento nella congùmtioh delle
fp alle ferite doloreyconuien fomentargliele prima con abbondante acqua
caldaypoi sbruffate col vinoyvngerle di olio caldo y e-r fregarle bene . Il
feguente dì fé necauerà fanguey nonperàmolto yaccibche'lmembro lefo
non fé ne venga ad indebolire y ne fi manchi di fari bagni y&l'vntioni
fi come mnan^Se conquefio.il dolomon mane a-ybi fogna con acuto fer-
ropertugiare ilcuoio due deta fiotto la coppa delle fpalle y.&iuiconvn
cannolìno infocando ventoyfhr che la pelle attorno* alla giuntura fidi-
C fiacchi dalla carncypofcia in quel buco mettere rna taHa dìlanafuccida
e buttami acqua calda intomoydi modo perÒy che non rì entri in efiapia
ga^ T<lel ter^o giorno leuata la lanayfilafcierà vfeir quelVhum.orey che
vi fi trouerà adunatoypoi fipotrà curar, nei detti modi . Et fé con tutto
ciò nonguariffeydiafi il fuoco infu le fpalle con ferri tondi. Oltrale d'et-
te cofeVegetio r. acconta bauer Jiffirto ordinata per riBrignere le par-
te dislogate vna compofitione di firettoio convnfefiario di fior di nitro
dieci lirniacheyventicipolleyaltrettantenocciuoleyvrì 'oncia di pepe bian-
cOydue di 'Tafrano cicilianoytre di polue dincenfoye tre di opopanace pe-
fte in fiemeye temperate con buon aceto. Egli tuttauia dice effère meglio
& ad aggingnerefour.a i luoghi infermi il proprio f angue tratto daW anima
le . Et quando queBedìslogagìoni: di fpalle fon* auuenute y clammonifce
adauuertire con diligenza yche non fi f u fiefhttonell'ecmgiknture qual-
che adunamentodi f angue \per che in talcafó bifiógnerà convnguentile-
nitiuiy <& con ferri y òx autervf operare y che quella putrefiittìoneraxcol-
ta fi purghi fuori ; mettendo poi ne i forami tafii dì Uno con vnti da r/-
faldarey&neU'vltimoìVngitenti bruciatila per confermare le cicatrici ..
Ma feftanerui vfeifie alcun pertugio yprocedafi cautamente y appli-
candoui cofe pecche y^nia lavar e ne marcia , ne altro fetore che quindi
vfeifie
8}à D E l L U G l 0 ^ 7 U
Vfciffey perche ogni bumiditàfuol accrescere quefle tali difìillagìoni. (jli g
altri orimi fuoi per curare le fpallefmoffe non fon differenti da quei di
'Pelagonio fopra narratiy foggiunge ben" il fogno del dolor della fp alla e f-
fer quando fi vede il pie dinanzi gittar infuori aggiacciato > & rigido : .
& all' bora do uerfi confederare onde proceda , che fé fuffe per qualche
percoffa haunta,bifogna primieramente riporre le membra alle fedi lo
roy&pofcia vfare gli altri rimedia che fi richiedono', tJWafe venifie per
che le fp alle f tiferò agr aitate di fangueyb d" altro humor e ^conuien appli-
cami le vntioni appropriatelo dal petto cauarglifangue . a^itroue dice
che nel mal delle $ alle fi tocchino le vene , che fono fotto le congiunture
di quelle fei detafopra il ginocchioye due , o tre fotto à i mufculi : hauen- ^
doci però buona auuertenxa , per eferuene congiunte con molti nerui .
<±s£ltroite per enfiagioni cofi di fp allearne digambe cagionate da qual-
che colpOyordina ad empiaHrarui creta cimolia;e lubrica Héperatacon
forte aceto. I tJWarefcalcbi Cjreci affermano giouar molt»cofiàfpalley
come anco à lombi due roffi d'voua con vn oncia di polite d'incenfo , &
vn pochetto di fior di farina incorporati . Et propriamente per le fp alle
aggiungono etiandio quefl' 'altri vnguenti , cioèpolue d'incenfo > cicuta >
& ragia di pino ana onde fei y con tre di colla carauella y vnfeSlario di
farinavolatUa^r vin vecchio àbafian%a fi facciano infieme cuocere : ^
ò che fi fàccia mislura d'incenfo mafehio-, balfomoyfpigo nardo^ajfrano
pepe biancoymirra polpofa>opopanace > & ragia di pino ana oncia vna ,
con due di laferpitio > quattro di cinamomo y & vna libbra di mele otti-
mo . nAlcuniypoi c'han lauate con vino lefpalle offefe y ò pur lafchiena,
chehauefse male ;vifj>argono polite di [caglia diferroy e di verderamey
va' oncia per cofa. féltri fu 'l luogo infiammato di efse legano con vna
fafeia ben caldaie resìe delle cipolle > cioè quei ligamidi foglie fecche >
onde l' vna con l altra fogliono efsere attacate . *JfyColti coHuman di
mettere fopra quelle empiaflro di farina con vinoy e*r olioy & facendoui-
fipoflemayò infiammagioneyvi tagliano col rafohy& poi vi mettono fo- n
pra Herco di Cauallo con olioyaceto , & file abruciato . *Al dolor delle
fpalequeW altra compofitione fi troua appropriata > litargirioygalba-
noy viole bianche , polue d'incenfo , & hifsopo humida ana libbre due :
terbentinay ragia colofonia > opopanacey propoli aticay iride illirica, o- .
pio y ammoniaco y (jr vnguento eretico ana libra vnay cardamomo >
gomma , &papauero ana libbra vna & meTga , midolla di ceruoy fto-
racey <&pece dura ana libbra me^a: due & me?a divifchioy tre di ce-
ra y & quattro digrafso di toro con vnguento duro , & cera nuoua ana
ancia me^gr aceto à baflan^a. Il Colombroper difsoluere} & rifana-
re
b^l CJLV JLIZO) L l B. X. 8??
rjl requilledure enfiagioni,che àgnifa d'un 'uouò fifhnno in fu lejpalle (co*
<wieilpià delle volte per le fton delta fella fuol'auuenìre) ordina talem-
piatirò chedifiolutofialfuocorefina,terbemina,& mele ana libbra me-'
%a,fifhccian colare, & a quella colatura aggiungendo mirra, farcocoU
la,& farina difi.cn greco-, e difeme di lino ani oncia vna , fifkccia ogni .
-cofabene incorporare , mefcolandom ancora vnpoco di farina di lupini
■ xfr cofidice ejfer perfettiffimo , Ter turare la (fotta (rùnica delle fpalle^ qg„* .
cioèlapnffione antica di molto tèmpo j generata' in quel luogo per rbèu~ nica delle
ma,ilqualejìillandp come gotta d'acqua ,generairnété gotte fu nomina- fpalIe,co-
refi fatti mali ouunque auuengano: egliapproua l ordine degli antichi me ^ cur*
J5 di battere lajp.nla con qualche fottil bacchetta inuoltadi molle fieno^et
! per vnhugio fatto apprejìo la Taladellajpalla,infojfiar con vnafampo-
~gnetta\, tyverfo la punta dieffa Jpalla mandarci vento, poi stroppar
quehbugio con pece, e bagnarci Ih ogo intorno con acqua calda: et l'altro
giorno fumi vntione concino, & olio , tenendo effo bugio aperto , finche
fi veggia,che faccia fu^xia . Jlpproua ancoraché rafo il luogo > doue è
la paffwne,& fottilmente incifo in molti luoghi con vno rafoio , fia bene
jìroppicciato confai minuto sfacendone vfcirf angue ima prima vuol,che
. sìaprala vena nella finiflra parte della giuntura del piede :ò (felapaf-
fionefujfe di poco tempo)'nellaop pojìta pirte,ouer amente dal collo del-
C la medi fima banda. Et fé questa pajjìonedi fpalle procedere da calda
materia, & colerica (il che- fi conofce , che 'l Giumento ali 'bora fi duole
pìu,quandòp'm èfcaldato nelV efiercitiojjfarà bène fare di poca quantità.
la prima infagnia-.& poi (fé quel fangue ferb'ato nel vafe ne moftrera' co
le fue corrottioni bifogno) fi potrà dinuouo aprire Vifìcjfa vena,e trarne
quanto paia , che fi richieda: e dì quel frefco fangue miflo con me%a lib-
bra d'aceto,^ vna di buono òlio s'ungerà la [palla al fole. S'ella proce-
dejfe da fredda ìnateria,& flemmatica( "tlche fi ' conofc e,che in tépi fred
dififente maggior doiore,ilqual nelV ejfer citio cèffa,e dopò il ripofo tor-
, na)conuien trar poco fangue\et rafe tefyalleymetterui'empiajìro fatto co
vna libbra dì graffi 'fichi feccbi,iquaii dapoi che faranno flati ventiquat-
tro bore in acqua calda,ftfian co vn' altra libbra difemen%e difenapi rio
-vecchie pefle,& con vnpoco d'aceto incorporate . *Altri vngendole di
mele [quagliato conia poi uè dei fenapi le choprono con borra di panno
di' grana- ilche vtilmentefipuèfare indolori ancor dì ginocchia , e d'al-
tre giunture . 'Et fé nelle fpalle foprnueniffé enfiagione, mettono fotto il
petto à pie di quella vn fettone , 'dal cui agitare fi vengano le materica
iiijfoluere. M, fPier '^Andrea chìamaua Incornatura quando la bestia fi incorna-
dolea in qualche fpalla,perefsere fiato in quella premutolo caricato dife* tura.
*J4 D E L L uf C l 0 J^l sA
qualmente più che fopr a la fchienay& per curarlayprima lauaità lajpal ^
laye tutta li gamba con lifcia efaponey poi la fomentala conjpmgia ha
gnate in odorifero vino bollito in vnpignatto con vna libbra di melyvna
; . altra di ciminoyun'oncia di mirra , èrfale afuo arbitrio > &fe con que-
turc > col ^° ^ ma^ nonfl Zuaru J giudicano, che fuffe antico > & ui adopraua la
me fi curi fomentagione de ifali altroue detta . Le dislogature co fi delle fj>alley co-
no» medi qualft voglia altro membroyegli diceayche curandoci fenica indu-i-
già , fi falderebbono in vn giorno :fefi dimorafìe due dì a rimediare^ ne
bifognerebbono venti a guarirla: fé tre fé fi anta i fequattroy non rejlaua
più luogo alla cura . £t nel voler ridurre il membro al luogo fuo > dicea
douer fi faper tirare fenxa torcere ,fi che la giuntura non uengaàfenti- F
re ojfefa in modo alcuno.Hor fattOyquesìoyegli ufaua di lanario molto be
ne corifaponey& uinoyil qualfufie bollito con rofmarino in pignatto co-
verto : & come di quesla lauagione il uedea per fé rafciutto > ui mettea
calda una compofitione apparecchiata in tal maniera. Mettea una quan
tità di mele a liquefare alfuoco,& uedendolo in difpofttione difonder fi >
, ni ponea polite d'incenfo > di masìice^e difangue di drago oncia una per
cofaymefcolandole bsney finche fi fo fiero infieme incorporate ; dal altro
canto hauendo pojio a bollire due doble di uinoy& in quello nel leuar del
bollo mescolata una libbra di cimino polueri70toyegli facendo trouar o-
gnicofa a tempoycongiungeal'unay& l'altra mis~ìurayfempre menando ^
con vn baffone yfiiiche a poco àpocofufie vewtta a, raffreddar^ recan-
do a gai fa di nernke. Co/i dunque medicato il giumento) ilfea menare a
fialla fofcay& caldayouein buon letto voleay chefolo e difciolto fieffe > a
ciò che fi fofse potuto a voglia f uà corcarey& leuare. La detta medicina
fcald.zta egli vi rinonaua mattino > & fera y fenica legarlaui più che la
prima voka;perche dipoi vi rejlaua coma vna cora-j^a:e pafsati i fette
o gli otto dìyLiaa:<a il luogo con vino bollito con ofmarinoy el nettaua be
nsyfacenioh Ilare dapoi co: '.erto finche fifufieperfe mede fimo afciitg*
toyed indi in» vi^i iicominiaua a faticarlo con difcrettione : ma s'era
"pemoygli concede a maggior ripo fi . Quella e aìlofitày chefopra le fralle
per cifratura di fèlla td volta amiiem yft che'l giumento non fi può ben
Sourapo- diq.teHe auuahreyegli Sour a pof aturala nominauay & fiotto quella fé a.
Attira, 6 cm Ictfófcjptpt wpertugh apeloy&* [e palpando con la mano uifentia
farx-'ì le eT~r m &t* l > e'??fi'A efere ma*xia^ò acqua gialliy egli s'ingegnauadi
IpiUe . ' trarla fturiyjp-zrgando'ii dentri imfufo eguale > ma con la punta unpo-
co torta: pi fi i.ifittofof friggere bene,herba di muro finche fidare fi f o fi-
Jevifiajie mzttei? n biiniqzznùtàafciutta y&ben calda in fu quel
luogo j con vngrofijpainj difo.tra y poaendoui poi la fella y ò pur l'im-
baftO)
t>ti c^vjiiò; ns. #- a*?
jfhafto] acetiche il calor tanto più fojfe durato y e penetrato > & fé conti-
nuando quefiafcaldatura di berba tre ò quattr oaìy non fi /offe glia) ito
vifea la pulte\come fi fuole nell'altre cofe.Quefia enfiagione y ò callo fit-
ta dì carney che fifa nella cima de le (palle , & auan^a la pianeta del-
la fchiena y il qual male cefi dal (refeen^o y come dal vulgo è ^chiamato
Spallaccioyfuole inuecebiando venir ad indurar fi ditalmanieraycbcl'a- s ».
nimale con grande offe fa re/la impedito alfuo operare : però in tal cafo cj0,
vuol che primieramente s'ammorbidifea con maluauifco y & cauoliy ò
con afienthypanatara y e brancaorftna : ò con tutte taliherbe infiemepe-
ftey& con affungia vecchia di porco ben cotte in vna pentola , & legate
C difopra il male y ilqual vedendo fi poi mollificato farà da tagliai fi per o-
gn'intorno > & eftirparfi dalle radici facendo la piaga pendente ingiù dì
modoyche niente diputrefkttione vipofia refiar di dentro > $* alla fine fi
curerà con la polue del rifagallo y fi come dal B^ufio ancora s'ordina y e
dal Raffio fi conferma. 1 giumenti fpaìlati > cioè che hanno lefpallefmof-
fe dal luogo loro y dicono propriamente curar fi nel modo de gli fculmatiy Pi"™ enr
che nel trattato dell'anche fi deferiuerà ; Cjiouan Battifìa Ferraro dice MaTdeUe
che'l mal delle (palle è di due maniere ,/' uno chiamato lntrapertoyilqnal fpalle di
procede da sfilature di carne per isfàlcature di piedi , ò per faltiy òper due ma—
altri tali difaftro fi mouimentiy che dilatami mufculi > e i legami dì quel nlere>
membroy &fnn menare la gamba larga y & qttafi a falce . L'altro y che
fallato fi nomina ,v iene y& per isfnlcature & per caduteycjr p vrtaturey
è per battitureyb per calcinò per altri colpiy& accidentiy&fh flr affinare
Li gamba tutta eguale con appoggi arfifolamente fu la punta dell'unghia»
£t cofi nell' vnoycome nell'altro modoyil fanguey& l'humoreych'iui con-
corre. y non potendo fi ritrar fuori > poiché fi trotta in quelle cot}cauità
r inferrato > vi fi corrompe y &efìendoìl luogo pieno di mufculi y e di
•neruiy cagiona vn gran dolore y che impedifce la naturale y operatione
( come s'è detto Jilche fi conofcey che nel fermar fi y gitta la gamba in-
g nan"^iy& la tìenfolleuata : Et perche tal dolore il più delle volte fi vie-
ne ad alleuiare quando fi fcalda nel caminarey & poi ripofando fi fk
maggiore ifpeffo accadeyche' iMarefcalco poco auueduto > ritrouandofiin .
certo della cagìoney & credendo > chefia nelle parti bafie yguajìa affatto
l'infelice animale y non applicando rimedi douebifogna. H ahbiafi dun-
que auuerten^a y à riconoscere prima il maley & poi fi curi inquefto
modo:cbefel Giumento ò intr aperto > fia poftoaterra > <& legato in ma
fiangadimodoy che tenga i pie rileuati in f ufo : e fcamato leggiermen-
te col ferro ilpettoy& la fratta offefa y vi fi metta vn laccio ò corda , che
cominciando dal gomitello efea fuori dalt altra banda dello feontro ;
Cgg ? &
*?6, D ELI X G 'L 0 \ I WS &
tir l'vn de'fuoi capi legato fiafu'hollo , l'altro alato adii fan-: fatto- g
quefio fomenterà la ff> alla off e fa con acque, oue fianhoUitefahia^fa-r
uinelU,e timoycon vna pe^a difilato crudoypoifciolto > &folleuato ef-
fo giumento > debbaft impastoiare ben cortole strettoie fi fàccia muo-
uerlo dal fio tra/lo per giorni quindiciyaggitando mattino grferail det-
to Laccioli qual poi toltoyrìchiederàyche fi metta con l' accimatura quel-
lo strettolo xcbe nelle galle fi defcriuerà > & co fi in quaranta giorni farà
guarito. Le Spalature venute per mature , ò per per coffe fi cureranno
con trar fangue dall' una% e dall'altra banda del collo ±4òn applicare tih
luogo offefo vno flrtttoio composto del fangue proprio del Caualloy nel
quale mifio con forte aceto fumo diftemperate dieci vana con tutte le p
fcorT^y due onde, di fangue di drago y tre ^ammoniaco > & quattro,
di fkrind fittile > fia^a toccarlo per cinque dì. Et fé con tal medica-
rne non fi ve de ffe fallite y ò miglioramento fra none giorni y farà ben fitr
gli per otto dì'y mattino &.fer.aquel bagnuolo rifolutiuo , che facon af-
fentio yfaluia y rofwarmo > fcar?a d'olmo , midolla di fcar?a di pinoy
& fornente di lino y bollite infieme , Is^e mancando limale con tutto
quefio y firà beneimpafioiaril (/inailo del pie , eh' è fano > il quale at-
taccato con vna cordella non poffa fermarfi in tetra , & cofi farlo gir
(aitando fu l'altro pièghe fi troua offefo dnfinoà tanto yche fi rìfcalài^per
che con quel moto violento fi molleranno gli humori concentrati nella G
Jfrallayi quali acciò che fi vengano ai e fir arre perle parti vicine , po\
che per le rimote non fi fon potuti pria diuertire , conuerrà ne gli [contri
apprir le- vene . Et quando pure e io no n giouafie > bifognay chelegxQoil
Giumento , fifkccia colrafoio vn taglio fiotto la giuntura de i legamen-
ti della fpallayper linea diametrale del peno, & ini col ferro dalla steli-
letta fiarnato vnpahno ingiro > vi fi metta dentro vna ruota fatta di
peli y fi larga , cIk tutto quel forame riempia ; e battuta col piede y e
gonfiata finalmente y come fuol far fi y applichift al luogo offefo quet-
l'istefìo strettoio y diremo effere alla cura delle galle appropriato > &
fatto vn ferro à ponte al pie della frolla addolorata , non fi faccia muo-
tter l'animale finche non fia pafiato il nono giorno ; tra'l quale fpatio "
la piagafarà medicata due volte il dì con vna penna vnta di comune
olio : poi tratti fuora i detti peli y fi farà ogni mattina paleggiare
yna buon'hora , medicando fi la piaga per venticinque dì con vngnen-
to verde , co i quali magisteri fé lo ftalato non fi guarifee , potrà
lafciarfi per difp erato . Soggiunge pur lvufo dei piombo ò del cerro
della coda in quel modo a) punto , che da <J$€. Luigi s'è raccontato y fé
non che l'unguento dell'ultima egli diferiue in quefio modoSutiro di vac-
ca y
$4 cdydialtheayolio di lauro-i & olio rofato ana onde quattro , &fei di oli» 9ar"!™-
commune bolliti infieme. Et per curar quella camofitàcallofa, che tra la fuiafpa^,
camej& l'ojfb nell'estremità della {pallaio da' fuoi lati [noi generar jìyc a &,
gionata da cattine felle ,ò da batti,cbe habbian premuta quella parte > ò
che fìano flati Jpejfe volte ritolti al Giumento quando ancora fudaua , b
da lejjere flato egli caricato più da vna baidarche dall'altra : loda,cbe
per la prima s'adopri il molli/i catino dimaluauifcOyiauoliy& branca or
finayberba di muroy& affungia vecchiay pofcia fattoui il taglioyfi atten-
da à Iettarla carne contaminata con fvfo della foricariajparfa inpolue,
& alla fine fi medichi co unguento fatto con vna libbra d'affungia lique-
C fattayvn' altra d' olioytre onde di cera bianca , vna diterbentina , & vn
tèrzo di verderame ;affermandoyche tal medie amey per efier appropria-
tOyà roder la carne cattiuaye generar la buona , vale co fi à guarir' i detti
fyalla%?iycome anco i polmoncelli : perciò che tanto effi duey quanto an-
cora il garrefe procedono tutti da vnaiHeffa origine •, &fono d'una me-
de fimafomiglianza:differendo tra loro fedamente del luogo \ che vengo-
no ad occuparci . Lt però la cura del garrefe in queflo è differente) che
come quello che viene di fopra il capocerroy ilquale luogo è molto vicino
a mufculiy& a' neruiy richiede , che appreffo al mollificatila non s'ado-
pria far il taglio altro che infocato y perche tal cottura confortando il
membro diffecca le materie già concorfey & prohibifee l'altrey che vipo-
tefìero ancor concorrere > altrimenti il dolore y che dal rafoiofi apporte-
rebbe y le f aria maggiormente moltiplicare . JL uuertafìfolo a non leuar
troppo cuoioye douefi veggia il garrefe bauer dipendenza alcunay dian-
uifi alquante altre punte di fuoco , & metteucfi vn laccio > accioche la
malignità più fàcilmente fi cacci via-.medicando t ai luoghi cotti (pafìa-
to il nono giorno) col verde vnguento; & ridotta la piaga a miglior qua-
litàyvi fi potrà poluerizare calcina vergine y & lauar con orina , ò lifeia
forte } che in queflo modo non trouandofi ilneruo contaminato y in pò chi
2? giorni farà guarito y ma quando per difauentura fi troni infetto y ninno
fi marauigli fé oltra i dieci me fi tardi a curar fi. Vn' altro empiaHro
■ mollificatiuo egli ordina per garrefiy per polmoncelli y & per coflate con
maluay orticheymercorellay radice di cocomeroyafìungia vecchia di por-
co : e terbentina . Tarimente à guifa di polmoncelli , e di garrefi ; dico
douerfi curare tutte le pemiturey ò rotture , che per le dette cagioni au- Rotture
uenifferofu lafchiena , prima con mollificatiui di affungia y branca orft fu la ichie
na & malua cotta :poi con vnguento ò verde y ò roffo : & quando la na'
fiaga dimoflraffe corrottioncy poter fi quella malignità (fecondo la buo-
na vfanya di Marco (Jreco ) prohibire con poli.e compefla di radici di
*j$ DttL%AGZO\lJt
tepora^ipefle col mele, radici di cocomerina,r adici di nerba/co ,fr'on- g
di di perfino, & calce vergine > Icqiu-li cofe infieme difìemperate fi /in-
no fatte abruciare al forno . Certamente per l'appai en%a , che in certo
cello °che mo^° ha fomigliantc alpolmone,polmomello è Sfato, chiamato quel mei
male fia , le, eh e n afe end o fitl dofso,rompe,& mortifica una parte-delia carne, et
e come fi, la cauainfinoall ofso,iniucendoui ancor tumore:et fé talputrefattione
cun • i>isinuecchiafsc,la carne guasla corromperebbe la bnona.di pafso in paf
fo,e di continuo feorrerebbono humoriputndi , l'origine fita intrinfeca
fiiol efsere da humori melancolici,che tirando Afe il nndrimen*o,.il con
uertono tutto in loro slefii , mapikfpefsoauieneper canfa eBrinfecadi
canina infelktura,o. di troppo ìacarco : la cura dal Crefcen70,e dal B^uf -
fo ordinata è>che'l palmoncellofì tagli profondamente per ognintorno,
^■fiflerpi ddle radici,^ nella parte pia prendente della mede fi ma pia
ga fi faccia va taglio , per lo qual di leggiero pofsa fc&rrere giù tutto il
putrefattoci vi fi metta d'entro vnafloppata di bianco d'uojiOyjnutanr
dola ogni dì vna volta tre dì continoci ; Indi con feoppa ben minuta-
ta auuolta in-polue di calcina vuia>& mele s'empia! a piagatali at a pri-
ma con aceto,b\vin forte alquanto tepido, coft facendo due volte il dì fin
che fia falda . Vltimamente pur ift'erpato chefia il polmoncello (fàg-
giunge il Bj'fio) poter fi mettere maina cotta in. fu Impiaga , lauandola.
con la detottione della medefima,pofcia mettervi [calcina vìnaconfiop- (J;
paben,trìta,.& crefeiuta la carne fpargerul polue di viti bianche^ >-..
"Parimente fonica mortapesla con af&ngia ,<& pepe vale, a fierpare
incuoia, morto . Giona etiandio mettere fu la piaga cappari petti con lai
radice ò.col teneruene dell' albero delfico, incorporati con vnpoco di c€r
n.ere,&* afsungia . Olirà, i tanti rimediagli loda ,., che lernta via ta cata-
ne guasìa quella concauita per tre. di fi riempia di fcabiofa trita con%
galla y accioche fé ninna radice ve ne fujferesjata , fé neflerpafìe : indi
incorporato il fudetto, vnguento con radice di taffo barbafio ,, & con fu-
go di fumat erra fi metta in fu la pMga* T-uoffi \ ancor megliocurar que^
fia infermità con la polke: del rifagaUo yche per folere efìerejpefio ado-
perata in vecidere i forici foricari.a( come afferma il Selvatico) èap- &
Sorìcaria; pellata;fompofla- di folfo,. orpimento, & calcina, viua (come aliroue s'è
come^fi* ditto) la qual polue fi come- fam: le fìttole, ilverme,& altre cotali vl-
curi. ccre> & morbi de i (frumenti >cofi corroderà, molto bene la mala, carne
del polmoncello fen^a. darfi col taglio dolore àV animale. ; ò fkiciafiin
qusflo modo , che tagliata: ad: vm fèrpe la cotta e'leapo ,, ilreflofi.metta.
allo jp ledo a rofiire fu i carboni yfinche cominci il fuo graffo a\lUptefhr fi >
ilquale cofi caldo,comeitiftillaifk.cciafi colare fuHpolmonceUgf che in vn
di
delcuvullo, r/s. x*. %éi
^f di mirabilmente lo Struggerà guardando perocché di tal grafio non va- Corno
daflilla in altraparte del cuoiòyperciò che molto danneggiarebbe. Sap- fyCCÌQ dc
piafi oltracciò effercomnrtni rimedi tra'l polmone eUo el corno-, che per £ com~
lemedefime cagioni fuol aituenire il qual nome gli è slato impoflo: per- ft curi.
ciò che il cuoio ■offefo'conglutinandnfi , & .fkeendofi vna cofaifleffacon
la carneyftfparge aflai>ma poi fi rijirigne a guifa di-corno in vna punta .
Faffiquefla difauentura tal volta prejfb la jpina del doffoyetal volta fo-
pra le cofìe^doue apporta maggior pericoloyche la putrefattione a i luo-
ghiinteriori nontrapafiaffe . Bifogna dunque (fecondo i configli di tutti
j ire ifuàetti auttori) por fopra il male f rondi ài cauoli verdi pefìc con
B afiungiadi porco vecchiaie pofeia infettare il Cauallo, grcignerlojìret-
to,fi che fi venga à premere verfo il torno : finalmente vifipotrebbono
con l'affungia applicare^ lafcabiofa-yòil maluauifco,ò lefrondi de' cap
paride de* gìgliyc he fon di mirabile efficacia) ò cenere calda con olio agi-
tataro pur con olio la /uligine mifla con fai minutoy ò con olio tepido em-
pi aflrat e lefrondi dell' ebuhy ò del fambuco:benche t olio dell' oiiua cal-
do femplkemente posla è pur buono à sterpare il còrno , ò lefrondi del-
l'oliua con vn poco di cenere mefcolatcò polite di galle fen^a altroyòfler
co humanofrefeo : i quali rimedi fono da rinouarfijpefso y caualcando il
Cauallo per vnpoco,accioche meglio poflano penetrare > & poiché ha-
£ ran fatto daUe radici venire il corno fuoriy potrà curar fi la piaga con la
floppa minuT^ata-ynél modoyche già di fopra s'è dimoftrato:^ uuerten
do però di non mettergli pefo addojfo^ finche la carne di ejfa piaga non
fia col cuoioyade?uata>& falda.ìn verità le fchiene de i Giumenti fi co- , Schiene
me,o nel caualcare,o neljomeggiarepatijcono più fatica; cojt con più ctt menj, fj
Ugen^aftdeono hauer'in cura : &peròefsendo piulodeuole induflria deono ha
quellayche difende la fanità, che quella,che laperduta reHituifcey con- uet'm cu
uìenyches'h abbia aunerten^a in due principali co fé y l'vna ne i baffi, & ra *
he i pannelli (intendendo il mede fimo delle felle > quantuni uè altroue ne
n habbiamparlato)i quali non deuranno hauer durezza alcuna, che ve-
nifse à rompere la pelle > o pur ad indurui alcun tumore , an%i deuranno
efsere con tutta quella leggìerex7^y& co m moditàyche poffibile fia, maffi
mamente nei tempi caldiyqnando potriano tanto fcaldar l animaUyche
dijToluendofìglihumoriyilfarebbono diuentar'anfiofoy& vitiofoyet deu-
ranno e fser pofli fi gius! amente al luogo loroy & con idonee tigne fìrettiy
di modo takyche non uadano quà>& là per fopra il doffo ^perche tal mo-
vimento offenderebbe conpremitura. L'altra nelle fomeyche fiandi pefoy
ò mifura conueniente > & atta à portar fi : perciò che auam^ando la pof-
fan^a dell' animale > nuocciono grandemente , inducendo raunan^edi
<jgg 4 mali
D £ l l U (3 LO \l U
mali tumori jò poterne, <& che fi mettano ben librate da tutte le bande -
(carne anco il (faualkr babbiam detto douer ofieruare nei fuo federe)
Schiena Perc^^la^r0 modo il mercurio ; ò pur il filo della fchiena fi guafiereb-
enfiatà co be Ma quando già ò per ignoranza del caualcatore, b per colpa del cari-
me fi cu- co,o della barda,alcun male fuffe auuenuto , fappiafi quello prima, che
rl * in' qualunque modo il dojjbfifia ojfefo , non è da faticar fi l'animale fitu
vhe non fi a benguarito,perche potrebbe il male per fònerchia fatica ere
feer diforte,cbe incurabile fi farebbe, però-fubito,chefi reggia la fchie-
na enfiata, fé gua fi lordine diVegetio in far macerare urna refia di cipol
le,o le isìeffe cipolle in acqua molto bollente , e^ quelle con tolerabil ca-
lore mettere foura il luogo dell'enfiatura legate con vnafhfcia,cbe'lfe- F
guente mattino fi trouerà mitigata, & fiicendouifi il chiedo ,fianuìappli
cate le fàglie de' cauoli con farina d'orzo benpefie,e calde. Cenere ancor
con olio milìa vi fi potrà frequentare infino à tantoché cada il chiodo ,
& caduto yfarui con minntiffimi panni il mele , opur la lipara , laqual
per un acqua fimile ad olio da alcuni e ìinterpretata,& purgando fi la pid
ga medie aua con tajìe di filo. Si rifoluono parimente le nouelle enfiagio-
ni fregandovi f ale trito,& mettendoti vnrofio cFvoao confale, & ace-
Pofterna t0. battuti infieme.T<l ifcendo qualchepofiema,apolmoncello- foura il dof
ceno "fu fiìe$)'ifirme effer difficile afeccarlo per -via di medicami ; Mapiàtofto
ìaichiena eon cauterio,?naffimamente di rame,douerfì aprire ,accioche fi purghi la &
marcia,ehe Ve raccolta .-facendoti poi la cura^he fi richiede alle co fé
abruciate. Tiu commodo tutt amagli pare a cauarla col fèrro a pez^o A
pczgo,taglianda la pelle in modo, che poi cominciando a menar la cica-
trices vifiritroui la Superficie ;■& nella piaga mettere olio aceto, & fiale y
poìiendoui ancor lo Herco dell' ifìeffo animale , fé troppo f angue par effe
*•' . "pfeirne . *Al terzo giorno le fondi de i cauoli pefie con olio, & aceto vi fi
porranno per cinque dì, e tasìe di filo da indi manzi. Se la pofiemafacef
fé piaga da fé mede firn a, fi curerà ponendoti à guifa d'vnguenio cenere
di galle di Soria con mele ; 0 polue difeorze di pino con fior di calcina
yiua,òpolue dinoci di cipreffo , e difeorze di quercia :ò polue d'ofio di
fepia,& delle couerte dell' oniriche infieme con la f uligine d' vn vafe di
t rame,perche tali cofefan diffèccarela piaga, &ìa riducono tofiò a ci-
*iinrf /p. catrice . <JMa perche fouente fuol' auuenir , che la neceffitaci coHringa
efiddeo** di fernirci di alcun giumento , che haueffe il dofìo offefo ,è bene a fapert
Causili . quel che dal l\ufw fi con figlia ,.che non fi faccia coppo nel pannello co-
me alcuni co fiumano , percioche pei- la durezza ycbe è intorno al'luogo
infermo ,verrebbe ad offender fi maggiormente '; ma per poterlo ficura-
mete faticar e)e guarirlo infiememente dì quella piagalo tumore,o-altra
male*,
H
DEL C jtrlf L LO) LI B. X. $41
A malerbe cihauefie}taglifi per diritto , e per trauerfo a guifa di vna cro-
ce quel panno di lino , che preme il d'ojjo ; &■ carminata molto bene con
mani la lanate Ve difetto > & ritornata al luogo fuo > vi fi acconci il
panno co fi tagliato di maniera) che non pò fs a in modo alcuno premere il
male, fi l quale applicato il fuo conueniente rimedio fi può mettere il
BaftO)ò fella. tJMa particolarmente per ijpargere il tumore del dofjo
quando la pelle fi vede ancora intera) egli ordina quefii empiaftri da
mettere caldi foura) fiondi di porri pefie in vn mortaio con affiingia di
porcoyfcaldateinvnafartaina:o tre parti di letame^fierco di caprone)
€^ vna di fior di farina di grano ;o difegala cotte alquanto in fieme. Gio-
na ancora legami con vna cigna Sterco caldo di cavallo y ò tener que-
Fk' altro modo > chefitbito y chefiveggiaU dofio gonfio , in qualche parte
vi fi rada col rafoio > pò fila con vnapei^a dilino vi fi metta farina di
Sgrano menata bene con bianco d'vovO) ilqual'empiafh-o a tutte le lefioni
deldoffo il ' Rjiffo^'lCrefcen'Q) affermano effier giovevole Y .Vuouuifi an-
cora applicare la farina del grano bollica con mele di pari mifura in de-
dottone di malue ; ilche molto vale a maturare ogni forte di tumore y 0
di poHemeycofi ne i Giumentiycome negli huomini , rinanatojpejfo V em-
pia firo di foura il luogo . Quando poli 'enfi \igione parrà mollificatayleui-
fi non a forcina foauemente VempiafiroyZT fé vi fi vedrà adunata pw-
» trefattione) pertugi fi con: vn ferro acuto & alquanto caldo la pelle nella
più baffo, parte del tumore infino ala marcia^er farla vfeir di fuori ;&
continuamente vi s'vnga alcun liquore. Se i enfiatura 'non giffe via, ma
vi fi mortific affé il cuoio converrà.mantenerlafempre-vnta co afiungia
di porco vecchia) ò con farina mifta conolio yguardandó di non Iettar-
ne per forici il cuoio ; maquando egli per fé comincierà a fepararfi) va-
ga fi bene il luogo per ognintorno > pò f eia infellato ileaualìo y e anale hi fi'
alquantO)perchefcaldandofi)Verràdi leggiero a cader fene il cuoio mor
toye toltolo poi del tutto ) metta fi nella piaga fioppa di canape > 0 di lino
D minutiffìmamente tagliata) &fu la Poppava poco di calcina vinapol
ueri^ata)ciò continuando/i finche la carne vifia cr e f cinta. JLIV bora non
refiandouia far- altroché* l cuoio nuonoy lauifi due volte il dì con vino te
fidò) ò con orina) e diffeccato il luogo )Jpargauifi 'polke di feotano r* ò di
min -a)finche rimanga del l tutto f aldo .Ma ordinariamente quella enfia- Enfuaio*
gioni)che per premitura dìfelleyòdifome al doffo auuengonoyfon da la- ni del dof
• fciarfiRare finche ammanito l'humorey fian cominciate a- mollificar fi: ^° che fi
perche allbora fi potrà nella parte di fotto.farvn taglio, odami una pun. costalgia-
ta difuocO)per dafvfcita à glihumori :. &fe conquefio l'enfiatura non ò fuoco..
mancafsetfotmraderfi il luogo & applicami gli empiafiriper matura-
rer>
$4» LEILA GLORIA
re , & per [aliare ; adoprando ancorai fetoniy fecondo che dìmefliero g
parrà cbefia. Tal volta auuien per fouerchiof angue y ò per altri fopr ab-
bondanti bi-.moriyche lo dofio nafcono certe vefcichet te , che dagli an
v t'ubi Falcininey da nojlri barboUyO carboncelifon chiamatele quali pie-
carbócel- ne ^ fang'<e marcio gitaftano il cuoio ; ma non fono altrimenti pericolo
li che (ìa- fé perche maturando fi per fé flejfe,e -cacciando fuori l'humore putrido ,
no e co- diuentaao piaghe piane y che fi rif anano facilmente ; non già con opra di
me fi cu- cauter^i quali reftvignendo quella continona ref afone di, humori^gliri-
uolgerebbono alle parti di dentro con mortai periglio > 0 raccolto fi il di-
fcenjo alle giunture y necefiariamcnte ne feguirehbe il zoppicare : ma fi
cureranno tai pU7^iole,ò posìemmette inqueHo modo; Che rafo il cuoio F
fi lauino tre volte il dì con acqua marinayò altra falfiiy & poi vifijpar-
ga polue di gallerò di mirto , ò dilentifce, ò di pie tre di moliniy ò difer-
ruggine diferraiy ò peyge di Una abbruciate y 0 cuoio > 0 feltro arfi > ò la
putrefattio?ie di vn vecchio legno tarlatOy chetiate hanno virtù da dif-
feccarCyS dafaldare . Alcuni jpargendo di pepe trito il luogo offefoynon
mancano difsguire illor viaggio. Ma fopr a tutte l' altre pofin fi troua ef
fer efficacifjìmoyfe mefcolata con mele di pari mifmale calce viuayfi me
nino tanto inftemey che ne fi a fatta vnapi'zggttaylaqualpofia alfuocoy
fi faccia diuenire come vn carboney equello poluerixatofifpargafufcor
tichiyò rotture del dojfoytanto fé per esìrinfeco accidentCy quanto fé per
cagione intrinfeca fofsero procedute ;maprimaycbe vi fi mettano tali poi
uiyconuien radere ben le piaghe per ogni bandaye lauarle con vino caldoy
ò con aceto. «Anuertendo che quelle fono peggioriye di più pericoloyche pia
vicine fono àgli off della fchienay ò che verfo VeHremità delle jpalle fo-
no profondeye gonfie ;efsendofi da tenerey che fé quello humore cattiuo}et
marcio pènetrafse al petto giù > ne verrebbono à patire le parti vitali , e
(piritali che fono il cuore y & il polmoneyi quali ftan quìui al dirimpetto*.
La doue ih ogni altra parte della fchiena chefufìe la piaga > non farebbe
cotato da fofpett arfiyperche vi farla maggiore cocauitàdariceuere l'hu #
moreycheper détrofcorrcfiey&non vi fi troueriano fottopofli que* mem
bri nobili^ principalU'm cui la vita confile . Terò bifogna in quei cafi ri
mediare (come dalB^fio fi foggiuge)pertugiado il tumore co unafubbia^
ò ago lungaegrofioy&- metterui i fetoniy 0 lacci vnti difapone perattra
bere fiera i maligni humori-poi lauato illuogo co aquafalfa} & ottimo
vino tepido-, rkmpierebene quella concauità con laftoppa minutata,
cefi facendo finche fi veggia la piaga. ne ttay <&- la carne rofiayla qualfe
feuenhiam ente vemfie à ere fiere (il chef conofee dal molto fangueycheL
ne difeorre) vi fipotrebbonofjiargere polui corrofiue > comedigallay 4
verde
<D È L (fUV \A LLO y LI B. X. 843
jf verderameydi vetriobydi calce viuày & altri ftmilì . Ma non ejfendo il
male in luoghi tanto peyicolofìyfacciaft di legno verde di fico } ò di radi-
ce di celfoy ò di tafio barbaffo vno stoppino >cb tatto lungo va detOy & al-
quanto lato : e dall'una, e dell'altra parte legatimi lacci y quel tajlo fi
pajjifra la carne, & la pelle fatto il tumorey acciò che la marcia > etimi
s'adunayfe ne fica fuori . Fraqueslome^ofìcome il molto effercitio nuo-
cerebbe a V animalesco fi ilmoderato li giouerebbe-y antiche nò . Etfap-
piafh che ogni piagaved'enctofiputrefireydafegnoyche guarirà ma quaft
do la putrefattone fofle pur mcltayè da temerfi , ch'ella non paffì a den- ^ ^*1r5*
tro. Quando il Qarrefe)Qguida.( come dir fogliono) fi vedeffe grande- to come
£ mente gonfiato per marcia, > che vifenta > hifogna dall'ima , e dall' altra, fi r uri .
banda dargli più. punte con vn ferro agiterò infocato y.&mqitelle pun-
te mettere olio caldo con vnapei^ra y finche fiafano . Se non vi. fifeor-
geffe molta marchi, conuerria cuocerlo col caj co ye doue il cafeoentraf-
feyda II una punta dì fuoco. Votrebbefipur il tumore del garrefe tagliare
conferro acconcio^ e aitata lamarcia fuori fkr ni vna doppiata con bian
co d'uouo poi lauarm con aceto tepido, & vngerui con fiele diqn al fi vo-
glia animale yfi>argendouivltimam ente polite d'incenfo y ò quella della
calcina y che giàpiù volte fi èdeferitta. l^onr.efiapitr di foggiungere Paini ap-
altre polui appropriate à fonar eil dofioyol garrefe. de ì Gwmenti,lequa- ProP.r.lat^
C li fono òÀivite bianca pe^a eabruciata dentrovn pignatto nuouo , ò,di ^0ffo e <jj
graffo terragno fece rato al fuoco . Vrìaltrafène compone in qutfi a fog- garrefe.. !
già, che prefo.vn pignatto mtouo^primamente vi fernetta vn folaro di
peTge di color bruno y-òperfoy.poil' altro folaro di fiale, il ter%ofi'a di co-
de d'agli yjlquarto dì fàue , & l'vltimopur dell' islejfe pe%ge : calcan-
dogli bene B 'undopò l'altro di maniera, che niente di vacuo resti in effo
vafeyilqual. copertohene. comvna tegola,bcol luto(che dicono)fapienṭy.
fi faccia Bare nel. fuocoyfi.nche ognicofa vifia benarfa : poi trina fipafjì
gervna.fetay,& quella polue fiottile 'metta fi nella piaga lanata prima co
vinoy Ò.confalamoraipejcche talpolue èpretiofa à corrodere y& afalda-
& re-y& d:apQterfivfare ' ancora per huominL ^Alcuni per fanar'vlcera òpo>
ffema fatta neldofio perpremituraycmpionovnpignattQ nuouoyme%p dì
fiterco d 'afino >, £r °me%o'd'vouaM formiche 'y&cofi lo abrueiano;poj "eia
vnt-a conolio la parte lefayvijpargono di quel cenere ogni giomoiJifJirto
fu di parerebbe àpufiul'evfcite 'nella febienafo tralejfalle ,. i medicami
abruciatiui fai buona cura ; perche iltagliar' attorno fàgranperdita di
carne,cbemai non rimette 'cuoioye difficilmente ildannafi'rift'ora con ci-
catriceydi forte che f$efioauuiene,cbe facendo fi marcia di fotioye pene-
trando aHe parti neruofe}il giumento nonpuote atyrfi, ^rimane per-
. ditto
844 tDÉLlU_GLòt^Ìj£
àuto a fatto. Ciò parimente s'afferma da Hierocleyìlqual fiogghmgey che g
fé V filiera della fcbienayò delle cosle non paffail cuoio yvi fi fj> arga cene
reditesìa dicane abruciatayche prontamente gnarifceil maley & ridu-
ce il pclo/ma s'ella è pia profonda y ritiene difetto il chiodo y & per cac-
ciarlo fuori ',& fialdar la piagay bifogna empirla di farina dorobi difciol
ta con mele jiggiunt ini lue igni arfi delle lucerne. Il mede fimo eff etto fan-
no le froadi del (ice feccate al f amorfi che fi poffano polueriirare ye cri-
uellateycofit -vaco iltitim filo trito con la radicey& mefcolato confale .
Se l'ulceralo altra putref anione s'è affondata in fu lafchienay tagli fi to-
slo la couertaye mettauifi vnguento bruciatiuoys'ella è nelle cofte t agli-
fi in/ino all'ofio Jìcuramente, poi vi fi metta empiafiro fatto di noci di ci- P
prejfo benpefle con egual mifura difarinay & aceto , o di foglie di cauo-
li con farina>& acquato di porri con farina d'orbo incorporati; Ma que-
lli rimedi non fon da tentar fi infmo alquanti dìy peri he prima di tal tem
pò l' vie era aborri fee ogni atto di manoybaflandoy che s'unga ci 'olio fola-
mente. Ma fé cadendo le crnfleyla putrefattione farà feouerta , vngafì
prima con vnguento da ferite y poi vi fi metta arisi olochia pefla yòpece
crudayouer anchufiafo chakite tritalo fondi di taffo barbaffo > ò dell' her-
ba fidente fTi'.offi ancora far poi ne dipomigranati,et con farina /par ger
la fo ara d'ulcererò pur aggiuntoui aceto, fame vntioneyveramente incor ~
por andò con acqua , eguali mi fare di camelea , e diarislolochia rotonda
Sacrofo- pcfte crivellate sfarne empiafiro. Oltre à ciò l'unoy& l'altro di effi autori
co come fiafedecome aiCjiumenti&maffimamentea quelli y che portan fonie y
ii medi- fuol' allenire quella infiammagione y che fi chiama il Sacrofoco, ilquale è
molto pericolofo , majfimamente a le fé mine : & in effetto è vna eleua-
t ione yò gonfiezza di carne^che butta maycUy & vindentiay e difourafi '
cuopre con dure 'crusle «Alcuni dicono efsere di duefbecieyl'i:na rofiìgna,
& afpra conpuslule picciole & continue > che con molto calore cami-
na no in dentroyì 'altra liuidettay<& lata fien^a profondità ; efulcerandoy
il fommo della cotenna : Ma in ogni modo per curarlo ; bifogna tagliar H
fi fatte enfiagioni , opujìule y & dentro a quelle metter polue di ficor^e
di pomi granati non maturile di foura empiafirarui farina, il feguente
giorno tolte con mano (fen^a adoprarui acqua ) le prime cofiey vi fi met-
terà nuoua polite de i pomi gran atiy& vnnuouo empiasl.ro fatto confa-
tinay acetoy & frutici di ciprefso (benché da altri fi dican l^oci ;coft con-
tinuando ogn' altro giorno : "Poi quando il luogo parrà migliorato afsaiy
fi lauerà con acqua ; & fi vferà empiasi} o di foglie di cat olipesle , &
farina d'orbo y ò di porri > & farina d'orobi y infimo a tanto che fia gua-
ritoperfettamente . diclini fatto il taglio 3 lauano con aceto > & poi
ri
\£ mmcttóno la. detta polueyìl. fegdente dì [fin l'empiaflro canfà:inay <^r co
lenticchie di luoghi pala ftri macerate in aceto -.Indi calat.i l'enfiagione , \
fregano illuogoyo lavano y & con unguento da piaghe ilfaldano . Le pò- t ° ^ Ct
jlemetteyo bruf ch'ho foroncoli, che da loro fon chiamati fquillari y ò [e- me fi curj
condo alcuni > • caride ; fi curj.no con mifiura di cime tenere di cipyeffo, no.
galle acerbe %affanguiy Creerà aria onde fei con aceto incorporate : o
veramente fan prima lauapi confrefea onnay&poi vififparga calcina
nerayinfìn che f apino . Quei brufchj ò quelle infiammagioni y che fogliari ] Sf [^
nafeere per fàsica y quando il Giumento è flato menato per luoghi alpe- CQ.~e fx
fìri,ò con gran pefo in fu la fchiena > poiché fiano fiate aperte -, fipoffono curino .
B medicare con calcina viua y & cenere calda amfon eia ima incorporate
con -vinoso*. meteo con-yntione di affimgta mifla, & colata con ole an-
droybitv.mey& falnitro ana onde tre *; M a, fé1 1 male f ufi e vecchio, fi po-
trà commodamenteadoprarilfuocoy&pQÌ curarlo fecondo il folitodc
cauteri} .- Teonnefio per curar l'ulcere della fchiena,tdiognigiuntiiray
&per rinforzare altresì , & confortare le parti debili , & inferme ;or-
dina vna compofitione digomma cottaybitume giudaico-, cera y pece y &
verderame ana libbra vna, due onde di opop anace , quattro d'incenfoy
fei di per fumo ammoniaco y <£r none digalbano : delle quali cofe colato
quello, che fi può liquefar eye dimenate ben tutte infieme^riducanfiin vn-
C guentov, ilquàlpoi caldo fio, applicato y & qualhora fiinduraffe , inte-
nerifeafi conafiungia,che non fa fiefca.Vu,altraynan per leuare autori-
tà alla prima ; ma per fkr più copia di rimedi y e gli propone con vna lib-
bra di afiungia vecchia^n'oncì^igalbano , e*r vna di opop anace tre di
litargirio > fei di bitume giudaico y &fei di lume di roccayvnfeHario di
Aceto fquilitico,& me^o d'ojiq , bollita cpn4digen7xa ogni cofa infame *
il dolor de gli fondili della fchiena fi toglie , [epoco fatta l'infagnia > fi polor de
freghi al $oleiper tutto il corpo con vntime di olio di cedro , olio com^ "fpódili.
muneyaffungiaj&yinoymefcolatecipomeUe di lauro, falnitro, & folfo
• facendo fi ar il Giumento in calda fialla. filtri fan fvntione con cera ,
bitume , pece liquida , olio , affungia vecchia , &pomelledi lauro incor-
porate con vino : e di più dan beuanda calda ali animale conquefìe cofe,
Tenjiuerp , cimine, perfemolo,. opio ,&pomelle dilauro con vinc^ &
mele. 9 iouaetiandio frequentargli i bagni e aldi? ma fé 7 dolore con tal
rimedi non mancafieyan>ziyificommouefierodìfientioni dinerui,off>a-
fimoìhìfogu&rà dar il fmeo- dJt. ambe le parti di ejftjJ)vndili,pofcia vnger
iti con afiungixy& paffati i fette giornijauarui con acqua calia;, & raf-
freddato chefia illmgoyfhrui calde vnùomyinfafciaridolQCon lana. Que
ifr cur&4ì .fiondili , alcuni vogliono > che fia^ date propriamente per
Vm quel-
$46 D zìi Jt qiò\t A
quett'olfoycbe congiunge il collo conia fchienay chiamato vèrtebra per g
latitudine dal voltarfinlqual'offo trottando fi vf cito dalla fua fede>ordi-
na Telagoniojcbe primieramente vi fi latti confaponeypoivijt metta vn
ripercoffiuo fatto con olio y bianco d'uouoy& acqua piouana y fi ben di-
menatiinfieme y che fianridottti a lentezza di ma colla: ò veramente
fatto con olio , bianco d'uouo'y vino , <& cénere dirami di fico feccbiy &•
cofiper leJpa!le,comeper l'esondili di rotti ferine effer molto vtile quel
lo vnguentOycb e fi compone con dheonciedi verderame^quattro di gom-
ma cotta j & vna libbra di cera M. Luigi fecondo la qualità delle piaghe
del dofio coflumaua ordinariamente ò cenere di tefla di caney o farina
d'orbo con mele , &fe alcuna di quelle baueff e prodotti vermi > vifpar- P
gea polue dialume ; fé vede a , the fi fufie fatta enfiagione in fu lafchie-
na per premitura del caualcare > over difoma, egli prettamente mefeo-
lando il fate neW acqua , ne bagnava fpeffo il tumore , & alla fine poftaui
vna pevera di lino doppiaybagnata della mede/ima falamora , tornaua à
mettergliin doffolafellayb bardaycW ella fi fnfìeyfkcendogliela tenere con
ogni diligenza ben ttretta la notte ,e'l giorno . // medefìmofpeffo fhceua
conia orina ; e fftefìo ancora bagnando d'orina le ortiche pefle con vna
pietraie metteua fu l'enfiagione con vna tauoletta di foprayttringnendo
la bene con vna.cìgna , & co fila mattina trouaua il luogo piano . Ma -
cafo chetai' 'enfiagione fi fufie moltiplicata , & corrotta la carne > per
non efferfi fatti rimedi con quella diligente pre fieyga > che conuenia ;
& che vi baueff e vifla materia raunatayegli col rafoio tagliando il cuo-
io fecondo il pelo ; vifea apertura in modo , che la piaga baueffe battuta,
pendenza da poter purgare , laqual piaga egli medie aua lauandola con
vino banco bollito con rofmarinoye dopò rafeiutta largendola difottttijfi
ma polue fatta di cocomeri feluaggifeccati alforno:della qual polue egli
tenea buona copia confemata infacchetto di corame legato e ttretto > &
fé ne feruiaper tutto l'anno fi per meditare le piaghe di cani) ediCa-
ualliymaffimamente fé hauefiero fatti vermi , & fi per guarir il corno > fj
&qml fi voglia altro male generato nella fchienay ò veramente per
colpa di barda y ouer di fella y douebaftauay che vnavoltaildì hauefie
prima lattato con orina di huomo co fi calda come vfeir fittole y & poi co-
verto di ejfa polue il tuogo offefoy & confìgliauay che ogni Slatta do-
uefie tenere miminone di quella polue , poiché tanto è gioueuole y &
cotta niente y perche di tali cocomeri fi trotta per le campagnie abbon-
da grande. Ordinariamente ancora nelle enfiagioni del doffoy egli
poi che h aitea refo il luogo , cottumaua di mettere l'empiattro della
farina y boloy e bianca d'uouo con accimaturay lafciandùtelo flare
finche
1>£;Z CUV U l LOyLIS. X. 847
*& finche per fé ne fuffe caduto : fé vi era materiali daua vna punta di
fuoco nella p arte fiottano, , onde fi fofie potuta euacuare , & a quel buco
metteua due penne bagnate di olio coni empiaUro della polue rafia di
fopr a, & quando voleafaldare le piaghe, vi adopraua polue di radice
ditaffo barbaffo,o quella,chefifa di calcina-, & mele, la quale approua E g t
uà perla migliore . M.Tier Andrea , l'enfiature cagionate per fella Cirrjona._
(effendo il mal difrefco) vfaua di fomentare conpe'zjra ò sloppa bagna- te per fel
ta in orina bollita confale , lafciandoui alla fine un panno di due doppie , ^a*
- ilqualfuffe fiato di gronderà eguale al pannello, {frignato bene il
Giumento con lafella,oconlabarda,ilfea cofifiare tutta la notte, &
R fé la mattina feguent e fi f offe douuto caminare , eglifea Iettare dal ba-
Sìo,ò dà la fella , ò dal pannello vn poco de la borra di quella parte ,che
nenia fopra il luogo offefo ; &fe l'enfiagione^ feorticatura foffe Hata,
in fu lafpina,fea imborrare da i lati le dette cofe^òdifioppa^ di pagliay
ò di altro tale,in maniera che non haueffero toco il male ; la feconda fe-
ra giunto allapafata, egliordinaua, chefifàteffe come la prima, & fé
poi ci fofie tuttauia rimajo tumore , uolea , che con la lancietta fifacef-
fero a pelo tanti pertugiati , quanti fofiero fiati battanti per darufeita
alla materia, cominciando a fargli dalla parte da baffo, deio che pia
commodamence fi fofiero potuti fargli altri di grado in grado : &cofi
q pertugiato il luogo ui fi mette fie di nuoua il panaobagnato dell orina .
. Ma uegnendofì molto a putrefarui,adopraua lapolte ben graffa, &fou-
ra quella infafciatura,posla un panno ben largo yadue doppie > ui cigna-
ua lafella,ò pur il baiìo^ì ciò che V empiaflro m fi fofse fermato , & pe-
netrato per quello fpatio della notte, &cofinon mancauadi adopera-
re il Giumento il dì, la mattina togliendo il medicarne, & la fera tarnan
v do aporia fiauando lammacatura con acqua,oue fafse bollita flepa bian
ea ò rofmarino,& a ciò che Ihumidità , . & bruttezza di efsa ammaca-
tura non bàuefse guaUa lafella,ò il pannello, non mancaua ilmetterui
D il giorno qualche corame,ò cartapergamena: Quefie tali ammaccature^
egli Ammoniuayche fi tenefsero ben guardate dallaere, e dal freddo,&
. che fi curafsero prettamente > & con diligen-xa > maffimamente quando
nenifsero prefso a quei filetti,oue la pelle è più fottile , e dilicata: perche
non efsendo curate bene,il male vi tornerebbe ,rompenà ofi in altro luo-
go -vicino a quello , che fonato fi fufie , il quale fecondo il fotito bar ebbe
fatto più duro di cuoio .Vfaua ancor di curare cofi quefie tali enfia-
ture mentre eran prefiche, come ancora le barbale della fchiena con ,?ai))^e
méttenti Iberba dimuropefla, & fio fritta in fecco, & fé ciò non foffe ^^^
bacato > ri daua per luogo' vn taglio > mettendouipoi vn panno di lino fi curino.
bagnato.
<Z) t l l Jt GLO\\ Jt
Garrefe bagnato d'orina ,&j ale col baHo indoffo nel detto modo . Parimente }
gonfio co quando ìlgarrefe era gonfio ferina rottura , & fen<za marcia , egli pri-
me li cu- ma vfal{aii rimedio dall' orina ,come s'è dimoftrato, aunertende, che la
fella di nuouo non vi toccaije , poi fé' l tiimor non f affé mancato, vi dava
le punte) & vi tornava a mettere pkr l'orina : Ma fé in quello fcorgea
materia putrida j è bruttategli dal me^jo in giùvifea vna apertslra ,
per la quale mettendo il détto, guardati a-per lungo& per trauerfoquàn
to andasse in fondo 10- fattone yfctr quella marcia, ò quell'acqua misi a
con fangueyche fiata vi fufìe'y lanata di dentro tutta la piaga coni oPi-
na bollita con fole, &[infhfci aita la con lapulte: il feguente giorno tor-
naua parimente alano.; la, & fé trottano, che non hauefse maggior fon- F
do del dipanato , l 'infafciaud nel fimilmodo , 'mettendovi pero' di den-
tro vn poco di tela vecchia bagnata -dì mele rofató: colatoio- veramente
di mele co'mmunefufo ; cónUmiando coftyfinclje la bratta ffifìediWatu ,
facendo ftar-il giumento fempre infellato,come s' è detto. \j/v€a fé troua
uà il fondo maggiorcyegli dove finiaefìofondofhcea pur à pele vtt bugio
con la lanciett attirando , chèhauefse^orrifjjofìo alla prima apertura >
& poiché l'hauea con aceto , & mele n ettato bene , viponea la petjtfra
col mclerofato:& vofi medicando , & auuertendo fempre ailofcorrere
Corno Io ^e\ia pìaga,yenia à guarirla perféltramente in pocebi giorni . Il corno
?e come e&1 dicea\prouehir dalle mac carne di fella, over di barda, le quali \
peruenga efsendofi fatte guarire da fé medefìme , hauéanfu la nuova carne pro-
dotta crufta;mapoitornadofi 'ad ammaccare, quella nuova carne perla
dure-padella crusla s'è venuta à contaminare, prendendo forma di cor
Allunarìa no,o di meiga Luna,&per& i^lkmadaancora fìfuoi chiamare. 8t cu-
rava tal male inquejìo modo,cbe tagliato il cuoio difotto il corno, met-
tea per quella aperti-ira tra lapelle,& la carne vna cornetta,ofufo,o fu
fìé, che miraf se in fu, infantandovi ancor la putte, & quanto tnemfi
fofse veduta di fuori la enfi àggi on e, tanto pmxdkea dover fi efsereprefio
alla cura\perche penetrando^ iù la materia, fi potrebbe corro pere il pan- 3
nicolo,e'l diaframma,^" nefeguirebbela morte. Il miglioramento- egli
conofee a vedendo il Giumento mangiare più volentieri, & cofiaWincon
tro: &fe per ifbatio di tre dìfnfle fìerpato il corno , continuaua la pul-
te,finchefnffe venuto àfaldejga il cuoio? altrimenti vi mettea vngrof-
fo cmpiaslrodi màlue. cotte, &■ faginapeHo,il qual'empiaftro due volte
il giorno vi rinoUaUà,fe vi ftfufse fatta marcia: fé non, ué'l lafciaua sia
Enfiagio- Y^fnche fof e durato humido:rinouandpkpoiqudhdo era afciutto;etfi
nave aper ^/wewfe leuato ilcorno,tornàuaalVvfo della pultiglia. Quelle enfiagio-
colpi . ni 3 che in qualfi voglia parte del corpo fujfero auuenute per qualche
colpo^
<t)EL CjÌV*ALLÒ>tìÉ.X. £49
^t'eòlpojbv^a piaga > egliprima vngea con olio rofato tepido > òpur com~,
mune > pò f eia vi mette a vna foglia di cauolo , la qua! (co i nerui grojji
ammaccati) rinuolta di lungo in lungo hauea fatta fcaldare entro la ce-
nere fenica efferfi abruciata;e tenendone molte apparecchiate-.come luna
parca raffreddata , vimettea V altra calda , continouando difarcoftper
due giorni affai fiate . Tarimente in luogo della foglia di cauoli folca per
due dì ad oprar l'berba di muro fcaldata in afeiutto in nona padella ,ò in
vn bacinole posìa in vn fiabe tto di tela fottile,che copriffe il tumore ben
ampiamente . .Al teryp giorno fitta l'untione dell olio , vifpargea polue
di mirto : &fe con queflo nonfi'Jbfie diffoluto, vi daua punte con la lan-
C detta, epoi vitornauaà mettere olfacbetto delVherbadimuro,o lafo- Enifiaefo
glia del e amie , come s'è detto, quando l'enfiagion fofìe venuta nonper ni per fan
percofìa,ne per premitura,ma più toftoper mouimento di j angue fopra- gue fopra
bondante, come nella fi agione dell herbe f noie auuenire ; egli primiera- bondate«
méte infagnaua il Giumento nella deftra bada del collo , ouè la vena,cbe
al fegato corrifponde ; pofeìa bagnaua il luogo enfiato con fugo difolatro
& aceto tepido mefcolati con vnpoco di acqua rofata; & come vedea tal
vntione rafciutta,il paffeggiaua vn buono fpatio ; Indi rimenatolo a ca-
fa,il bagnaua dinuouo,cofi facendo pareccbieyolte per giorni tre , & fé
con quesìa cura il tumor nonfuffe mancato , vi daua le punte àpelo con
lalancietta, lequalivngea con fumé [quagliato e tepido . Quando per Tumori
punture difyroni ,cbe b abbiano tocchi i nerui auuenifle qualche turno- Pe* Pat\-
re, egli vuol che fi rada il luogo offefo , poi vi fi metta caldo quello em- /moni.
piatirò di afientio,e brancaoi finanche nell 'anticore da hi se detto ; eg-
ramente vngafi il tumore con dia{thea, & olio di alloro; applicando in-
torno a le punture ò cipolla,® porro pefio con afsentio, & co olio di oliua; Tumore
è lauifi con acqua falfaò dì mare,& poi vi fi metta fu l'ortica pefla : et cag|0na—
effendoui fatta marcia mettafi per lo bugio vno ftuello di melo terra- ^^ *?F
gno,vnto di fapone giudifco,che cofi n' ufi irà tutta la putrefkttione,cbe cigne»
^ adunata vifuffe . Qualche volta ilfouercbio slrignere delle cigne , oltre
ali offefa della fchiena induce tumore ne ilati, eprefsoal ventre, oue
rislrett afila vento fttà, & non ritrou andò efito, ne ampie^a di luo-
gJn ,onde fuaporare fi pofsa , cagiona dolori, & altri mali; òpur au-
uien (come Jilberto ferine ) che pungendo fi per auuentur a la vena del
lato,& non potendo per quello fìrignimento vfeire ilfangue , vi fi fu en-
fiagione piena dihumo ri putridi , iquali cinque giorni dapoi vedendo fi
maturati bifogna, che tagliato il cuoio, fi traggan fuori, premendo ben
conledeta per ognintorno . M. Luigi, quando auuenia , che qualche ,
.coslafifuffeguaHa)& entrata dentro > primieramente vifea bagnuoli
Hhb divi-
ti* B E L l A GIOSIA
di vino co* [ale caldo, fofcia fatti due pertugi di 'fot: o ali; corta offefoy «
VunpreffoaW afe** j & pofìo dall' 'm-to à t 'altro *n capo di filo incerato
con vn legnosa folcuaHay& attaccala mettendo alla fine vn forte firet-
o marcie t0l° ^ fi*** ìlhwgà - *.* flirto fcriueyche in ogniposlema,ò marcimento
nelle co- che nelle cojìe ò pur nelle (p.:lle auucnijs e y bifoona adoprare il ferro ;fk-
fte e (pàU cendo dalla parte difetto vn taglioyper lo qualpoffa Ih umor putrefatto
** fcorrereyefuaporarfi:perche a* luoghi marciti ,poco.f> nulla ghnano i me-
dieami fenxa tagliare ? co fi premuto il luogo y filaucrdbene con calda
orinai s'empierà di linxmenti kagn iti in olio > &pece liquida'-, tenen-
do aperta l.i piagayinfin che purghi . Effe fufje parte non commoda àla-
uarc > fa, ci ani fi con vn ferro d'i fuoco, slittare feito di capra ,. ouer di
Tumore bue . fi tumore x &i' enfiatura de i tefìicoli, MrTier ^Andrea dicea f
di celtico yg/f .vumnire per dincr fé cagioni y &pe;ò diuerfamente douerfi curare
che s'ella vien per confa di humorè (come, fnol' accader neila primauera
per la b umidità delta flagioneye dell herbe ) fi cono fc e doquesìoychepaf-
feggiandoyib tumore >// vede mancarlo molto yo poco y ór in talcafo con-
viene y dopol paffeggio bagnare effi testicoli ,. & le loro circonffan%e con,
vna fp ragia mfafa in- acqua tepida y mefcolatacon aceto , &fe ciò non.
baflafteyvi fr può, adoprare il fugo del fol atro y itqual da luififolea cant-
re in quello modo y. che hauendo ben pesto itfolatro con ifuoi frutti y fé
pur ri 'hauea;ma fen^o lafua radice y il preme a bene ; Indi ripostolo nel' q
mortaio con vnpoco d aceto ritornala a peflarlo > &pofcia à\ premerlo
cofi facendo due , otre volteyfinche nehauefìe efxr atta hi fugo tuttala fa
£tan^ay& alla fine me fc ola. ".a in mtellfttgo vn poco di acqua rofi.Se l'e'a-
fiagione f ufi evenuta per hauer portato gran pefo , ò per bauer fojjerta
molta fatica > dicea conofeerfì di vna durerà > che fi troua nel curio
Hcmiico difetto a itefticoli > per laqual d uretra tal male è chiamata Hemia>
roefi cuti, e doueruift mettere vn-empiafi.ro difkrinidifhi'.e torrade bollita in ace^
tocon l'berba > che dicono fìeppa riera y ilqualempiafìro egli legaua in fi
fhtta foggia.Trendeayvn pe^TUO di tela nnona-, e da-ciafcun eopo la par~
ti a per mexo in lungo di modo > clje tanto ne- fufferimafo dall', una parte
quanto dall'altra > & che nel me?? vi f -.fife restata largherà maggior [§
dell' empi astro ^ hauendogli pofìa con vn cufeinetto vna cigna yattac-
couaà quella in fu lo fchiena cofi i ' eapi dinanzi , come quei di dietro >,
Enfiature ìq-ialifea poffare per le cofcie-y pigliando la coda in me%o . Ver curar
©3 i e le &eì&atm* > ebeveniffero tra i testìcoli > <jr le cofeie ,. egti dicea douerfi
tofcie. canore pingue dal collo dalla parte dritta > & con acqua tepido miflx
con aceto > & alquanto di acqua rofa lauar fpeffè volte il di quelle en»
fiatare, prima, che fi rompefiero ; ma com'clle flfoffeto rotteymandan-
D Z l C A V jt 1 1 0> ti 5. . X. f jf
rjt do acqua gialla fuori,v ole a , che s'vngefferoton Butiro > & faimefufoy
& che con acqua tepida fi fregale il nafo, egli occhi , perche general-
tmente quefio male fusi venire dì fiate , -& la polue occupando quei Ino-
■ghi,fn 'molta offcfa all'animale . Quando pofcia voleafnr rifoluer&quel mc neJja
carnume,che nella borfade teslicohfuol rcfiare per •l'enfiagioni) eglipri boi fa de i
ma li lamica conlifciadi [armenti , & fapone , & apprefìo gli vngea viticoli.
con orinale dialtbca$effo facendolo p a (foggiar e, M. Luigi dicea che l'en-
fiagione de itefìicoli vien per bumori freddi , e difcorren^a di reni , #*
per curarla, vfaua di metterci empiaHro tepido di farina cotta conpe-
ee,& butiro inficr/;e,ò di faue frante cotte, ejr poi con butiro incorpora-
% te. Talvolta adopraua neU'vntione butiro folo, guardando, che Ivn-
ghie dell' animale non fi bagnaffero. Tal volta conpolue di fiengreco, e di
}}acchedila:iwméfcolauafaimefrefco,&afiungiavecchia,aggiiìgnen-
doui vna libbra di mele , £ %affrano apefo d'vn carline-) e tal misìura a i
testicoli applicaua . Taluolta cauauafangue dalle cofeie, & mefìo vno
firettoio alle renavi fea il difenfmo . Il (olombro biafima la fagnia delle
■cofeie-, perche fa concorrere al luogo maggior materia , e dice più lode'-
uole effe re quella del collo,mcffimamente in fu l principio. Qltr'à cròper E^aruve
curar l enfiaturade itefiicoliyò ventofa,o humerale , oc arno fategli or- u diuerfe
dina,tbe nella pelliccila fra l'vno,-& Veltro tefiicolofi metta vnfetone , come fi
C ilqualeftefìe volte ogni dì fi meni,à e io ile tirila frateria fuori-, & vi fi cuiir.ó .
facciano [uff umigi alti a rifoluere , come fon quelli, che fi fan con Origa-
no,calaminta, camomilla , ruta, ■& piretro , &fopra il luogo fi metta
Vempiaflro difieccatiuo,& confortatine), che fi fa con farinad' oy?o,poì-
. uè ài maslite , ani fi, noci di ciprefio, & copole di ghiande, diflempera-
ta ogni cofa con olio,& aceto. Le pqfieme,o ivlceragioni, chef foglio- P°*jeir,e
no fare ne itefìicoli fé procedono per infruffo di qualche humore , egli ne> teftì„
vuol,cbe fi curino,conofcendo prima col tatto della mano fé la cagione-è coli.
fredda ò calda che s'ella è fredda conuerrà metterci vrìewpiasiro fat-
to di fiengreco femente di lino farina di faue , O- foglie dicanoli cotte
infieme s'ella,è e a Id a vi fi v fera latte,& aceto mi^io con fugo di portu-
laca^ ailcndo prima d'ogni altra cof a canato f angue dalla vena dime-
ftica detta epatica , da quella banda , che corrifponde al tefiicolo infet-
itno,òda ambedue,fe Vvno,& l' altro fi truouaoffefo.Se la pofiema pro.-
.eedeffe per puntione,ò per botta hauv.taci, &fujfe acquo fa, o deffe luogo
a le deta,farà bifogno , che convnv ifìrumento di rame non troppo acu-
to^i facciano tre o quattro bugknella pelliccila., fen^a secare cfji tefii-
coli ,à ciò che l'bumore fé n'efea fuori, continouandoui l'ontioni > che fi
fon dette . ssfjfitofcriue> che ne itefìicoli fogliono venire enfiature, in-
Hhh z fiammagione^
m
852 D E L L a G £0\I A T
Cure per $ammagioJi£,& pottemeyh per ferite yh per morfuatur e di qualche fu- .j-
diuerfì ra;Q per ojfeft che i (ana Ih medejlmiffiefto fi fanno tra loro; &pe? cn~
acG " r argli ordina,checon v-ua Jp.:mgia,vi fi facciano bagni d'acqua marina,
noa l'^te" ò f alata > in cui fia bollita la radice del felueftre cocomero) che afinino
fticoli .. pur è chiamato ;& fatto quefto , vi fi inetta vn'empiattroy co?npotto di
biacca,graflo di beecoy& chiara d'vouo con olio agitati ; Ma fé per ab-
tra cagione fodero venute , conuien bagnare i tejìicoli due fiate il dì con
acqua caldaiche pur fiafalfa , e-r appreffo empiaftrargli di terra cimo-
liayò di terra dafigoliy&boccalariycon aceto difcioltay ò con biacca di-
faolta in acquaio veramente vngerli con fugo difolatroyh di cicuta na-
ta nel letame,odi affettilo verde. Hierocle,affermando il medefimo,fog- F
giunge >poterfi prima bagnare con acqua calda ,'ouefia vnpoco difalni-
tro;&poi vngere con feccia d'aceto y & fé con quetto nonfifgonfiafse-
rOyloda,che fi cauifangue da i luoghi proffimi , & à la fine fé' 7 male non
ceffafie, dia fi il fuoco nel me^o d'effi tefticoli , auuertendo però di non
toccarli . Totraffi benprima, che fi 'venga a voler adoprar 'il fioco, tenr
tar difanarlicon quefto empuftroyprendafi bitume giudaicoypolue d'in-
cenfo,ole andrò, v itr iolo >rame abrnciato, verderame, & feccia di vino
ana libbra vna con quattro di fior difdnitro , & afiungia quanto bafti
a raccoglier tuttay& tal mistura infìeme incorporata mcttafi co- vn pan
no dilinofopra il luogo dolente ye gonfio. Hippocrate loda, che fui tetti- G
coli infiammati fi metta quella terra, onde fi fanno i vafi impattata con
acetOyhfolatro bollito in acetOyò creta , tterco di bue , & cimino con ac-
quay& aceto incorporati: & che fi cauifangue de l'anguinaie fgua%^an-
do il (giumento con acqua calda,& vngendolo di olioy& facendolo paf-
feggiare.Tarimentefiiràgioueuoleyclrt coperto il C aiutilo con vna gran
manta pendent eia terra , fi metta difetto a lui vna conca piena d'ori-
na di putto, nella quale fi gittino pietre da macinare infocate ,fi che dal
vapore di quelle i tefticoli vengano à fudare . Fegetio apprettando per lo
dolor delle reni cotal rimedio y vuol , che prima fi cauifangue daam- „
■ he le cofcie^jr che appreffo alla detta fomentagione, fi vngano i teftico-
li (ben fregando)con olio,alume,& nitro: &fecih non giouajfe dice po-
ter fi leggierméte ftarificare^ioè pungere col rafoio^ggiugnepur'efìer
gioueuole à fitrui vntione mattino , & fera confìel dicane ,è congraffa
di porco mifto con polue d'orilo abruciato, òfar loro fuffumigi con frond-
ài verdi di ciprejfo abruciate-fi lungamente bagnarli di acqua calÀa,&
foi metterui c.^ta cimolia conffey>t\tdt-'bueì& fort'ffivno aceto,rinouan
doci tal'empi.-ftro ogni dì finche fta guarito .Et fé per natura il Cfiumen-
to nonfepotejfe rihmere x mettafiin acqua fteddijfim*) & quiùifìten^
D££ Cjì V aLZOy li B. t. 8$7
*jf ga vnagran pC2ga,& con la mano pofia per entro il dudelloygli fi freghi
verfo la vefcica ; pofciafia ben coverto > & fi agli data beuanda digraf- - > ,
fo di porco dif ciotto in v ino fin* a tanto ch'egli del tutto fia liberato. fl'^d?KÌ
B^tfìo dice , che l'enfiagione de i teflUoli fuol procedere daindigcfiioney .IKcoìo on
perche mangiando e beuendo queHi animali ogni cofa indi/I imamente de pio ce-
li vien dileggier in loro à generare fuperftuiià , che per li proprij meati **
fi riduce aquila parte . isil die egli dice poterfi rimediare tenendoti
cavallo mattinoy& fera per vngran /patio dentro l acqua fredda, corre»
te-the cuopva effì teflicoli-y à quali fi farà anco giovamento fé vi fi metta
due-fi tre volte il dì -creta bianca peFka,e ben agitata con forte aceto >me-
Cfcolatoui ancora del fai minuto ;ouer amente empiaslro difkue cotte con
afiungia nuouayò tardo di porco ben dimenate) allequali potrebbe aggiu-
gnerfi farina di grano > maffimamente fé l'enfiagione procedejfe da ven-
tofità) il chef conofce per lo tatto , efiendo molto fenftbile il dolore , ben
che pertaf^cagione vi fipoffa parimente applicare vn'empiafìro lepido
compojlo di querciola giouane, cimino y e dieci roffi d'voualefie } n\efco-
lati con fugo d' anifi y e di finocchi ; oueramente comporlo di porri y.ò di
cipolle cotte fotta la bragia^ poi con afien^o bollite in aceto forte. Ha
fé la durezza del tattOy & lafenfibilità del maggior dolore dimofìrafiey
che la gonfiezza fuffe per humori quìui rinchiufiy bifogna primieramen-
te alterare e divergere effi humori con empiaflri freddi , come farebbe il
compoflo di branca orfinaycraffulaycimbalariay&fempreviuopefìe infte
me;&in capo di tre dì metter ui gli empiaflri difoura dettiyper matura-
re;efgonfiareyfàcendp qualche vntione calda ne i luoghi infermi . *Au-
uettendoperòy chefempre èdacauarfi prima fangut da quella gamba
tth'è daprefjo al tefìicolo enfiato : & maturata* che fia V enfiagione è da
punger fi con vn ferro acconcio à tal' effetto , acciocf?e la marcia fé rìe-
fca fuori .Trocede tal volta il gonfiamento quando i cavalli ficendo tra '.
loro briga con vicendeuoli calci fi percuotono ne ifiancbiy b nella pan- ^-c -
» eia) & ad alcuno fi viene a rompere ilperitonioy e quelli nervi, che fé- tQ ^e t^
£tengonoitefìicoliy& cofi le budellami ealano di feguentey& al terjo ilkoli on
! fi muore. Fede fi nondimeno fin dal principio l'animale bavere la bor- de proce-
fa gonfia) <&• nel caminare fermar ftyne poterfi tenere in pie , ma buttar fi a#
interri &rwolgerfitortpyWjàKla,fcbiena; però auuenuto di fi e f co il
cafoy gli fi potrà ( fecondo jLffitOy <& Hierocle) dar qualche aiutOydan-
doglia bere falamora con olioyacqua marina,®' vino a baftan^a . <Jfy£a
è tempOyche ragioniamo dellafciatica , la cura della quale per cagione t,^'atica
di maggior chiarezza , &-di più continuata dottrina^ fu da noi aque- é cuJfr^j
Jfa parte differita, cefi anco della Todagra, come de i dolori delle giun- cfTe.
Hhh i ture
$54 rO E L L ^ G L 0 ^ 7 U
ture de quali ordinatamente a* fuoi luoghi fi ragioyièrà. Ch'umano i Gre- h
cifchiadico il dolore della cofcia,.che da noi volgarmente è detta [ciati- y
ca dal quale fé l Cavallo faràinfeylato., caminérà come legatorìe i pie
didietro , continuamente [oprando : & perfuo rimediùX iberioj crine y
the da ambe duele-angmiiaie (prefio i teflicolij gli fiancavate quat-
tro benùne di fangue , & cbefia bagnato abbondantemente con acqua,
caldai poi fregato con vino,& olio: ilcbe non giovando ,bi fognerà con .
. ,. fsrri infocati efulcerare l'vna cofcia ,<&■ l'altra in circuito : SeXd'olOre
per la fcia renìJfe Per fitrattione dì nerui che haueffe al collo , o in* altra parte , fa-
tici, rà bene che diftefa là coda , fi battano lievemente. le vene , che in quella
fono, & la piùigonfia fi-tocchi con. la lancietta. Mìi principalmente l'a- p*
nimale èdatenerfi in luogo caldo ,.<& furgtify effe fomentagioni & vn-
tioni . Si lena anco conquelmedicame , che confienevn.a libbra dicolo-
fonia-) vna & me%a dì terbejitina yaltretanto di olio antico, dite onde di'-
galbano,& vna. & me^ra di opopanace .. Etra valerìtijjimi aiuti fi fti-
maefser'ilcompaSìo con vrì 'oncia di euforbio, vnlaltraMpepe, vna &
meyi^a di.ad'arceyaltretanto di ale ionio,, quattro di bacche di lauro , fcjr
due di olio. ciprino , che foglion dire, di' conaSlrello .. filtri con quattro?
onde di euforbio, & altretantedifale fan bollir quattro oboli di pece li-
quida^ l'adoprano .. *AlìrÌvfàno eguali.portionidieuforbioydifior di 5 ,
falnitro > d'icona fàrdiana, edivnguento gleucino. *Affirtoperledo^ G,
glie delle cofeie ordtuc iquefto imedic amento bruciatiuo , galbano, opopa-
na&e ,midbUra di:cervo,terbentina , bdellio , .ammoniaco, propoliyféciia
d}vnguento di %affr ano -^bitume giudaico , grafio di toro ,olid di cona-
jlrello , cera fchiunta. di gomma ,che dicono apophyféma,ptce durà:y&-
pece liquida y& aceto libre due per ciaf una co fa . Vrì altro egli fu con
graffo di pecora, :cera,& chalcite-ana libbra vna >. aggi untovi aloe,rofey
& meleana.lihra me^adifciòlteinvnfejiàrio.di aceto . 'Pelagònio coff
perle cofeie , come etiàndio per le fp.aìie ordinò quefli altri ,. che pari-
mente fon bruciativi, affentiO) bdellio , fème di papauero , propoli-, fk- .
rina d'incenfo, gommai,, colofonia, & pomelle di lauro ana onde due y
ammoniaco , e 'bitume giudaico ana onde quattro, dittamo , & gomma: &
galiricaana onde cinque, &fei di galbano con cinque oboli di pece mor
bida, e due libbre di cera.. Vrì attro^ contiene bifibpo humida, bdellio >
polite dlincenfó ,.falnit^o,petrofemol(hMio di noce ,&olio vecchio ana
ancia . vn a ,pepe >. propoli , , &■ vifchio an a onde due , fìorace , galbano $
&- alume f e aiolà ana onde tre, féi di amoniaco , , e*r quattri di aceto ,
con cera , bitume y/e terbentina libbra vna per vna . . Vrìattroriceue ap-
fmgiaiveccbia> ^mgiudaicoyèiòmmacmaattaiomieìei\> bdellh1
I
DEL CjiVolllÒy US. Y. $$?
rj e gallano ma oncia vna, due di cicuta, e tre diamoniaeo, ma bemi-
na dì vino , <& vnalibbra di cera . Vn' altro è diqueHo modo yfkccuft
fcaldare vnfeftario digomma cotta con va' altro Hi aceto fquillitico:&
poi vi s'aggiunga vrìhemina di fior di fhrina, con due onci? difinopide ,
(jr come la mistura fi fi a bori agitata,vng.zfene fortemente la cofcia,le-
gaudouivnasloppata. Di tutti quesl:,più facile , ma non menovtileft
trotta efiere perle cofcie , che aceto-, & acqua di pari fi fìtccianoboUirt
-con gomma,poi vi s'aggiunga fhrina d'ormoniche venga a lentetja di
4fUon empiajìro, ilqualben caldo fi potrà applicare al luogo infermo -.
Il giumento bauendo ìa cofciafpdfmata,ò rotta fnol tener' il ventre goti 'Cofcia
$ fio,e (pefio anfore; peròconuiene, cbei buon Maefìro primieramente jpa»mata
- 3E& cocchi con piaceuole mano i lombì,e i 'luoghi del dolore per accertar-
ft,pofciaÌegatolo bene -, vi dia il fuoco, che cofi verrai cacciar fi fuori j
-vn certo bumor fomigliante a rofio d'vouo già putrefatto :& in efìe cot-
turefyargafal minuto, &islillini pece liquida ; benché altri fcriuono
folamente file, & pepe infieme triti. *Uege Ho ferine, che quando la co-
-feia è infermata-, conuien trar f angue dalle medefime vene > <& con efso
f angue me j colato con politi di folfo , di nitro > e di bacche di lauro vn-
gergliela contra il pelo fregata per buono fpatio '; & taf ciarui slar tale
empiafiro per giorni tre. E rimedio approuato mettere il cauallo alfo-
C le?& con vinoyettilio caldo fregar tanto le giunture della -cofcia,che ven
gano -àfudare: Indi pigliarlo perla cauevja,& farlo correre pian pia-
■no ; neiqual corfo vn' altra perfona,che di dietro Vhabbìa legato con
~pnaxorda,con impeto il ritengale fé la cofeia all' bora farà fìrepito, fi
, conófcerà effer tornata al luogo fuo : £r per vnpocofipoferÀ: poi fi farà
paleggiare piaceuolmentef& fé poco fi vedrà xoppicare^ianando me-
glio i piedi interra, non fi toccherà altrimenti : ma folo fi fomentata
per tre giorni con calda decottione di uerbena,& poi vi fi metterà bru-
- ciatiuo vngntento . Et fé in qitel primo giorno la giuntura non fi poteffe
racconciare^ fa-stante volte,fnche ritorni-dia, fede. fua . V-ltimamen-
P te per raggiungere tutto quello , che nelle parti dinanzi ,ò "di dietro d\el-
V animale, ò nelle ginocchiato nelle giunture fi fofsefconcio, ò disb-
gato,ò pur offe fo in alcun modo, egli per effeaciffimo diferiue vno slret-
toio in quefìo modo , cìye trenta bulbi grojfi , e trenta lumache viue, coti
-vna Ubbr a di an agallico , & vna manciata plantagine verde,diligen-
tiffimamenve pesle , fi dibattano ben con tre voua, &fì mettano fopra il
-luogo con lafìoppa -, lanital ha virtù dtriflrignere le cvfe allargate , e di
'. -mitigar le enfiagioni . Chiama egli firmatico qìtel Giumento > chef ubi*- c •
to eh' è vfeito del luogo fuo } fi tira la cofeia indietro , e piegate te coro- firmatici
Hhh 4 ne
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ne rouefciat vnghie:il cheprouiene quando Ihumore per freddura,o per £
corrottane deliorpo entrato nella giuntura del vertibulo,fi jparge ver-
fo i neruiyglifa immobili y & come perdutile prejia diligenza non nifi
r fi, canario copia/. '.unente di [otto la gamba [angue , delqual mefcobato
confaleyfolfoifalnitrOflumacbe marine, polue d'incenfoy bacche di lauro
& feccia ( che è U feccia del vino, laqualfi riferba cotta) pefle & cri-
uellate edifcioltein vino,& olio, fi vngeràtutta quella enfiagione yche
■pi farà ; & con traponmento di tre giorni la cofcia fi manterrà con la
fomentagione della verbena ;rinouando dapoila medefima vntione . Et
fé con queflo nonfìfanaffe,adopriftilcauterb in efla congiuntura:^ in.
.. . altro modo fi curino gli f datici. llCotombro ,dicelafciatica effefvn 9
che ^ale male,che a gnifadi goccia d'acqua diHillanel legamento dell' ancay oue
fa., fi dice vertebro offa confato da troppa caldezza, che diffblue,,ò da mo /-
tafrigidità,checondenfayo (per dir in altro modoj.dafouercbbeflerci-
tio , oda lungo odo: benché fogliono ancora caufarft da alcuna cronica
pa/fiQne,àdaqualcbe intrinfeco humorey che pecca , b virtù che manca :
efiendo dunque la prima cagione, fi conofcerà;che applicatele cofe fred-
de,vifon gioueuoli > <& allhora conuien,c he fi tragga fangue dalla par-
te filueHre diquella giuntura , (jr che di quel fangue misìo con feccia di
vino,& polne d'offa dì fepia fiavntay& fregata centra pelo tutta laco
fcia, &frafei dì fi facciano tre clifleri confalamora dipefce antica : ef-
fendo la cagioue,o l'altre fé ne uedràilfegno contrarioalla prima, & vi
conuerrannoi clittieri ordinati nell'opifìotomo>& PempiaBro fenapino
poflo con borra per tutta l'anca > tenendo l'animai ben couerto > , e in luo-
go caldo . Stfe con queflo non fi guarijce , apra fi il cuoio fra i. testicoli >.
& la cofcia,meitendo ternani fra carne,& carne,& poi ficuri la piaga
con vnguento comporlo con due onde di buòno olibano?, cinque di fiordi
rame, quattordici di melefchiumatoye didaffette dlaceto forte . Gioue-
ttole ancora fia per riHorare,le reniy& cacciar fuori l'humore peccan-
te^'vfo di quell'altro clifliere^lqualconfifle in olio ,e~decottione di cen- ,.
t aure a maggiory& mimreyaffentio,rnaluauifcO'imercorella,.^rrutayvn
fkf detto per cofayzggiuntouifale > & mele ana onde dueygrvna mano
difolfo.il Ferrara conferma , che lafciatica non è altro, che humoredi
• a v.fàfi ** Hue^e Paf*ìper correre per faltar y o per altro accidente y& ini
lafàat! raffreddato , <jr concentrato: lequai parti e/fendo fi concaue ygr cauer-
ca. nofeycinte di mufculi,e di giunture,fan,che difficile fia la cura di effodi
cui fon fegni che 7 Giumento diminuifce di carne in quella banda della
groppa che è inferma, dimoiha più agevolezza nel e aminare > che nel
ripojbypeniò che ^libumori } che fin la doglia fi vengono dfc.aldarey&
(eri
DFI CUV ^fL LO, Li B. X. 857
tA però dovendo fi attendere à diffoluere efjihumorifi congetatijoda che dò
pò battergli canato [angue dalle cofcie di dentro ,fi bagni il luogo,offefo
più volte il dì per tre continui giorni con vnpe%jo difilato crudo,boìlito
con cenere dentro l'acque,& in effa acqua ben calda a%^uppatofj^f[o*
Ma fé eia non giouaffe facciafi con ferro apertura fatto l'vfiio diquetta
parte-scarnando con la Stelletta fra cuoio , & carne , &po$loui del pelo
dentro la piaga fi curi pernoue giorni con la pennavnta d'olio di gi-
glio sfacendo fopra\qud cuoio vna fletta di fuoco, fu la quale flarà ben
loflrettoio con taccimatura. Gioua pur'à qurfla infermità grandemen-
te l'vntione compofla con cinque olij, volpino, di camomilla, di terbenti-
» na,di gigli celefii,e di vtriayaggiuntaui dialtbea^r Macedonica, feruen
do ancor molto il [uppofitorio fatto di coloquintìda,e difeor^e di pomi
granati;mifla conmele . Tarimetite à-quefiadìfauentura eappropriato
il cliftiere ordinato di acqua marina,vin (jrecco vecchio, mele > &polne
di feor^e di granato dolce paftata per feta ; & co fi alternando i rimedi
per quindici dì contìnui fa guarito. M. Luigi gitana lafciatica de' Giu-
menti con quattro e litteri fatti in queHo modo, che pieno diottimo vi-
no bianco vnpìgnattonuouo>>e grande, vi mette a cauolì fetuaggi,artemi
fia,affentio,herba di vento , &herba caprinoyvnfafciettoper cofa, con-
femi dìfmocchio,aneti,& cimino feluaggio ana oncia vna,& vna quar
X ta di ierapigr adequali, cofe poi che bollendo eran mancate dal terzo , e-
gli eolaua<,&adopraua. fingendo dì più la cof eia con vnguento fatto di
<&tffrano,acatiayfàndal bianca , &cerufa>ana oncia mc^a ,vna d'apioy
&vna e mcr^a d' olio ro fato, ogni cofa col fugo dèlia piantaggine ftem
perata. Spefio ale auallo fi viene àgonfìar la fideeper qualche offefty
chevhahbìahauutay & per effer luogo dilìcato,neruofo, &pococar-
nofo ,neviene afentire granpajfwne ;■ però bifogna rimedìaruì in quel
. modo , che fi pone dal%ufi<o, e dall{uffo,& che fé tal' enfiagione s'è e a-
gionataperhaueruiriceuuto calcio da altra beiìia,oper hauerla per-
i & coffa in vcoj a dura yJ aràda raderfrtutto il luogo ypofeia hauendo fatto
bollire in vafe netto le più tenere foglie di afientio ypanatara-, è Bran-
caorfina con buona quantità-di affungia di porco vecchia, <& con vn
poco di mele y d'olio di lino y e di farina di grano,, ben dimenata, & cot-
ta ogni cofa infieme ; fé ne metterà tanto caldo vn'empiaftro quiui,
quanto [offerire fi poff a y legandouelo con vna pe^^a, e mutandouelo
tre* e quattro fiate il giorno .. Vnfìmile vifìpuÒ applicare fatto di fu-
godi affentio,.e di apioycerar& affungiaueedùa dì par imifm -a ,, bolliti
convnpoco di uino,e d%olio,me[colataci infieme una conuenientequan-
Sitàdi farina di grmo. , Bacerebbe anco à mefcolarfi farina confusi
f*fr-
•$5$ D E L L ji g l 0 \1 jl
fafientio , mele, butiro, & olio, de'qualiempiattri ogni vmfayà e fica g
ce a rìfolitere quel tumore, ilquale battendo per auuentumqnodotta mar
eia, come fuole auuenire-yconuerrà dar con ferri) acuto vnapuntadifuo
co nella pia bafia parte di quello ,oue pan-ràpv.i bulinare la meteria ,
ch'ini s'è rannata yacciocb e per tale via ferì efea fuori ,non mancan-
do di vngere tatto il luogo offsfo , ò con butiro yò con altro liquore mat-
tino^ fera. *J/Kafe'iuimoref:ifieindurato,farà di mettiero dar mag-
gior numero di punte di fuoco fopra la fuper'fide della pelle : benché in
tal cafo la cura de'fopfaffi vi fa appropriata ,fi come efiendo aimenuta
Tojfefa per qualche ffiina , potranferuir quegli fiefjì rimedi, che àfifat
pofteme ^ accidenti fi trouano appropriati . Vegetio dice , che nelle ginocchia ,òF
no nelle ne^ giunture nafeono tre forti dipotteme, ò calda, chiamata Flemmo ■
gicioc h h ne , ò dura chiamata tJfyCarmore , ò di molle enfiaggionefen ?a dolore >
ci uè for chiamata tsJfyCaxgo : à tutte le quali fi può fourtenire,quando il rimedio
è fi e f co ; e primieramente vuol , che fu l' enfiatura fi metta lana faida
■ con aceto >& olio ^pofeia fatto far vn buono jpatio l'animale contra
V acqua corrente,e fredda ; ferina oprar ferro fi medichi in quetta gui-
fa, che mefiouivrìempiaslro fatto. con me?a libbra di aff ungia, quat-
tro fcropoli di fenape , e di fiale- aleffandrino petto infieme, &duebic~
chieri d'aceto ; alterco giorno fi feioglia , etrsnandoui apertura vi fi
mettav/iafpimgia conlafaro, & aceto, curando la piaga cen co fé ttiti-
che: oueramente pofeia che* l luogo farà fcaluato , cioè rafo ; facciauifi
slare per tre dì , vn'empiattro di fichi d'tsffrica , è dei migliori , che
baucr fi po.fi ano , petti infieme con radici di feice , &erw: atteramen-
te s* empiafirino efie radici di felce,&- eruomef colate con afiungia vec-
chia,^ aceto forte . Tofionfi ancor diffeccar quefte pofieme, fé prima
che s'indurino ,svngano fpefio coumifiura di tre onde di cenere, &
feidi calcina viua incorporate convin cotto à grafferà di affimele.
Dicefi pur la pottema calda poter'fi ridurre, à far bocca , mettendoui af-
fungia vecchia colata ^ nitro, bitume , e rododafne , tre onde per cofa. fj
•Altri forata la pelle con la lanciett a purgano la pofiema , & fu le pia-
ghe mettono vnajpungia conlafaro, & acqua mitta con forte aceto :
e'I ter^o giorno tolte le fa fide , continuano per cinque , a fette giorni a
metterai con lana l'vnguento bafìlico, cioè regalc,cbe è malto approua -
to,&fi compone con mele,ttorace,galbano,bdellio, pepe nero,bacche di
lauro, <&■ midolla di cento vnalibbra per cofa, &due di ammoniaco
aggiunteui due onde di polue d'incenfo, & cinque difeuo di capra:
Ma le pofieme giainuecchiate richiedono il fuoco dato conpunte fottìi-
mente , & con dcjlreTga , accioche le membra non vengano ad efiert e
dal
D E>1 CU V Ut l Oy t tB. X. 859
jl dal fuocOy-e-daLtìzale.in-vn tempo [degnate. Quegli cauterij ladano-alcu-
ni) che fiano fatti con.iflroment.Q'difìno rame y &cbe rotta lavarne con
due punte y fi. faccia vfc ir l!h umore y empiendoci luogo conHoppino ba-
gnato ìn.acetoyaffimgiay & olio .'"Tari-mente nei forami del fuoco faran-
dametterfv ye da cauarft pexje dìlino y acciò che fi purghi bene tutta
quella materia iuiracolta; Fatto queSìo y.mettauifì l'unguento lenitiuo
comporlo col fieno (Jrecoy& vino > acciò che infieme co l enfiagione fi tol:
ga via anco il brugiore : poi fratte fuori le tnfìèyò pei^ze > curifilapia-
gaconvnguento.dà>ferite:&vltimameutes'adopri l'unguento trauma-
tico' > cioè a confumar le putreftittìoni, appropriato . JLlla poflema del
« Marmorey chepiàimpedifce la piegatura delle giunture y è da darfi il
fuoco piuleggiermentey vfando dapoil- unguento, cipreffmo yilquale non 'Cq£?™°"
pur mollifica yma.del tuttò<guarifceia piaga fen^acherettiìbrutex^a
alcuna ne II' animale .. UlMaygp è daprcruederfì prettamente } prima Mazzo ■..
che fi venga ad; indurir e :..&la cura fiay.cbe dopò i cauterij > vi. fi ponga'
tatta bagnala di olioyacetoy&'falè : poi come l'humorefia henpurgato*
vi fi applichi iltraumaticoiì'inouandolo-ditre in tre giorniyfin ch'egli fia:
bennfanato .. Quefio ordine dato per li flemmvm,delle ginocchia egli di-
cepoterfta punto, offèruare nelle gomme>che aguifa divefcichetalivol--
ta nafcòno per le gambe: benché fi pò (fa per effe adoprarevn altro: rime—
C dioy empiaìlrandoui affungiamef colata con lenticchie pett'e-ypigliandàpe:
ròquelleychemeffe nel vafe piend'acquaynKotano:effèndo tal e afa effica-
cia diffeccare . Il Colombro per rompere le poflemeflemmatidiey per le:
quali, egli intende i.detti flemmoni di Vegetio -.loda àimetteruUmpiar-
$ro fatto con fichi- fecebiy fenapi,e graffa vecchia diporcoy-ana oncie.fei.
pefìe&von vndici diaceto ben me f colate. Sliolnelginocchio concorrere:
humòrfalfo y.& farui gonfiatura ylaquai ] benché foglia guarir fi col fuo.
fudoreyvenendofiaconfumare.quellhumiditàychetra'lcuoio &ìa car-
ne s' è raunataypur.che'l Cauallo fi prohibifcaM grattami coi ' denti,ocom
altro modo yal 'che egli dal gran prurito èfpeffo incitato-, tuttavolta rac-
Hi cmta il Ferrara , che Marco Cjrecovolendó curar quefl'o male y che biau±
Co è'eìjiamtttQypfaua difhrpaffeggiare ilCàuallo.per dieci giorni facew-
dòlo ogni dlftar dite -bore nell'acqua fredda corrente: pofeiaper quindi-
cidì rmtteànel ginoccbiovn'empiaflto fatto con melkypepeyyenxeueroy
calcina vergine -, & aranci: minutamente tagliati y & bolliti infiemein
aceto forteàlqual'empiattro ogni dì rinouaua due volley lauandòui pri-
vwrconlifcia calda. MXuigi-chiamaualupiàyquandófópra il ginocchio jEupia tu*
ftfagofiaturàycomtun'ìarancio; &vi mette a Vcmpiafiro fì'atiuoper due ^W„\^£
ài'ìpoi ci d<wti>ilfuQwkggier mente y &vi'msitea.llemPiajìro > riho- chfo,
uan~
uandolo al ter 7$ giorno ; Egli oltr'à ciò per empia firar le ginocchia in- jg
fermerai volta fea la compofitione con cretayfugo di cipolla > folfo , &
olioyvna libbra per co fa , bolliti infume : tal volta la fea con vna libbra,
di sìoracey& va' altra di ceray aggiuntela quattro onde digalbanoye tre
dì fanguedi drago . Suole etiandio dislogarfi il ginocchio con paffione
della rotella^ & in tal cafo bifogna >che poi chef fta rimeffo alfitoluo-
gQyfifkfci bene con lana j uccida bagnata con olioy& acetoy el ter^pgior
no poifidifciogliay&fomenti;indi vi fi metta gomma > epecey & vlti-
mamentefi adopri vnguento da mollificare^ da bruciare, fecondo gli or
dini di Vegetioyìlquale in tutti gli altri cafiyoue'l giumento ricetta nelle
gambe ojfefa alcuna da ruoteyo altra taleylodayche previamente fu' l luo F
go offefofi metta con acetoy&oliofcome s'è detto) la lana fuccida ; poi
fichi doppi ;& nitro peflo ; rinouando ogni ter%o giorno l' empia Hro ; &
fé quefto non giouafieyadoprifir vnguento baftlico per tre dì . Telagonio
allepercoffediruoteponefolamette cipolla roff a pefla con polue d'in-
cenfoy & che rinouato l'empiatlm al ter%o dì , vi fi metta dapoi alcun
Segni de cm#0# zJW.'Pier \Andrea tutti i tumori y che fofiero auucnuti nelle
nelle tziu- giunture delle gambe yb^di dietro yò dauantiy folea prima rkonofeere
ture delle al tatto deldetOy col qual premendo y fé lafciaua fofietto nel luogo en-
ganibe* fiato ygiudicauay chef uff e hitmor freddo y & v'infkfciaua l'empiailro ~
fatto con leradici dell'olmo > e del maluauifco » come pur nelle galle s'è
detto ; ma fé la premitura fubito fi fufferial^atay& ripienayvi fea fo-
lamente le fumentagioniy ptrcìocbe erafegnoyche'l male non fuffe vec-
che fia! W *^/0 ' ^$rt0 finte > che da' Bimani fi chiamaua fiimelia quella di-
fcefity che viene alle ginocchiay laquak eì non approuay che fi diataglioy
perche quella parte pòi refierebbe con rughe : epeggior'ancoèdar' ilfuo
co ; perche l'infiuffion degli humori con maggior impeto concorrendoyyi
incallirehbezma curifi inquefio modo , che fi prenda vna di quelle palle >
che butta il mare y& tiratine ipeliyfi disfaccia : & poi che farà fiata a
molle in acqua cinque giorni , mef colata con terracimolia > fé ne faccia n
tmpiafiro > ilqual difiefo sa vna pe^a yfileghiin fu'lgimcchio per due \
giorni: ■<&- al ter%o ? fi riuouiy che cofi verrà quelle humore marciofo a
fchvzgarfi fuori: il mede fimo effetto farebbe il mei defpumatOy milio
con quella cenere , che fi troua attaccata nelle fucine , otte fi fondono t.
metalli y 0 fkrina d'orbo impafiata con acqua \ è fichi feluatichi pe-
sti . Quesli rimedi fon da vfarfi , finche l'humorefì veggia liquido: ma
quando egli f ufi è annodato y& fatto caUofo nelle parti interne delle
ginocchia , Infogna aiopr arni gli vnguenti afe lutti , ò quel di afiungìa ,
Tinche l 'humore difeenda giù intorno aglifiinchi, non mancando allbora,
di-
DED CAVJL LLOy L TB. X. 85f
*4 rfì passeggiare il C-anallo^e di correrlo ancor a\ma non veloce: facendolo
ffeefso entrar" in acque fredde , ne da quelle parti fonane è da trarfi fan-
gue;percbe vi calerebbe maggior furia di humori. Hierocle affermando
le dette cure yfoggiitgne mitigar fi il dolore delle ginocchia con bagni di
ruta>& olio bolliti infìeme ; & rìfhluerfi le loro apòfleme con oleandro-i
hitumeyfalnitrOy& afsurrgia vecchiaie onde per co fa incorporate d-
' tri prendono bitumeycera>& folfo viuo}& caldo ne vngono ilginocchio
mettendola su ancor femola con aceto, filtri quando per lungo viaggio
e troppo corfo veggion le gambey ò le ginocchia del Qiuallo aposlemate ,
lanario con acqua fredda le parti off e fé: y facendolo entrare in va fiume ,
_ & e aminare incontro al corfo dell'acqua y poi vi legano suvnaffungia
bagnata in aceto > laferpitio > vifchio y affungia , <& viri bollito . Se'l Ca- Nerui nel
uallo nelle giuntureyouerneipiedibainsriiifiugrofft del douere-) òcal- *e Slunm
lofiyfcriuono gUhippiatridoueruifi ' dar il fuoco y & fevfcifiero fuor del- ^r0^- ^cl
l'ordiney cauar fangueye leggiermente fregar quel membro; continouan- douere ..
do per quattro dì a mettere ogni giorno sii le giunture lana bagnata in
olio <,& aceto :poJ "eia elle fi fono da fortificare con vn rimedio e aldo) , che
fi compone convna libbra di fenauro curato ytre onde di medolla di cer-
uoyaltretante digalbano , & aceto a baflan-ra . filtri per lagrofe^a
de i nerui fanno fi ar per tre giorni legato fai male vn'empiaflro di fichi
£ barbarefchipesli incorporati con fiengreco^ con vino. Scriuono oltr'à
dò ; che quando fi gonfiano le ginocchia yeHCàuallo camma %oppo yfe
Vhumorfia difeefo neipiè di dietro debbano darfi cinque bottoni di fuo-
co con ferri tondi nella parte di dentro , oue il ginocchio fi piega : ma in
quella di fuori con ferri larghi y da ambe le partì. Se la difeefa fia nei
pie dinanzi, fi debba dare il fuoco in croce y dando l'vna botta alrauer-
fo delt altra: curando poi le cottureal modo vfàto ..Teonnefio vuole che S?{n<\c~
quando al giumento per lungo viaggio , bper correre y o per pefo > fufie jor- ^ e°"
corfo humore nelle ginocchia ; o che per hauer urtato gli dolefi ero y & fé perac-
■P fuffe andato affai "7oppo;ò che cadendo ofdruccioUandoyfrhauefie aliar- cidentaiir
gatigli offi di quelle) approua che leggiermenteyfenrra. pràffar eia pelle yvi con1e *
fi dia il fuoco con ferri dritti ;. &cofi ancora, nelle cauicchie yquaThora
crefeefierofuordi natura yò gli. dolefero \per alcuna de le dette cagio-
ni y gonfi andofi le arterie e i nerui infìeme : Ma fé in quelle calafft.hu-
moreyche vi fitcefj e viceré , il fuoco far iadannofo.. Queli 'e viceré > che viceré ap»
apprefjo-al ginocchio buttano humor vifcofoy egli vuol y che fìan tocche pie fio ali
-eoi fuoco ) mentre che fon nouelle y.maeffendo diuentatedurey & cai- S*'?oc-
iofe "yfi facciano fanguinare... Telagonìoper diseccare le fuffufioni&
"èsvefcùbe nelle ginocchia q nelle giunture > ordino vnovnguento bruc
ciatiuQ
tèi D -E l l jt G l 0 \J A
ciatiuo in quefto modo , che fi faceffe cuocere in vn vafe di terra mòtto -g
tre onde digalbano , vna libbra di cera punica, & vn? altra di bitume ,
ine di mirra, fecondi,? due & me-ja di gomma, e taicofe raffreddate fi
aggiugnejfero due libbre di asfalto giudaico , fei onde di armoniaco, <&
altrettante di co sìa trite aguifa di farina: pof eia agitando ogni cofa infte
me fi faceffe ricuocere & ridurre in vna loJi.m^à.Le crepatHYe,che dal-
la parte di détro vengono alle giunture delie ginocchia di dietro,^ man
M 15 Jt- dano acqua gialla. M. Vier'^indrea nominaua malandrei per le quali
che Gino face a vna poltiglia di quesìo modo'.cbew vnpignatto limpido,fu la ha
e come fi già fuor del fuoco mettendo quattro parti d'acqua,& vna d'olio,vi me.-
cunno . j 'colava tanta farina cernuta^che dimenando con vn k'jìone^fea divenire F
. la mìsluracomevnapafiadi neuole , &come eìlahauea perduto l'odo-
re della farinata fiimaua ben cotta , <& con tal poltiglia medicava due
volte il dì le malandre per quattro giorni: pofeia v'adopraua vnguento
fatto conmasìice, & incenfo polueri^at'hér argento vino disfatto co fu
go di UmoncelkiO con forte aceto: vn oncia per cofa,nie^adi litargirio,
■ e dieci di ccrufafo bianchetto crudo , con altrettante diafiungia di por-
co fquagliat a fen%afale , incorporata ogni cofa con vnpoco di aceto,<&-
vn poco d'olio alquanto malico; poi come le malandre eran ferrate, l'vn
gea confetto di (faprone,b dicavrettofufo . Col fouradetto vnguento e-
gli fanaua non pur queste crepature , che neipolfi del cauallo fifanno\ &
tna anco i porretti, che fu la corona de i piedi tal volta nafeono. M. Lui-
gi vfaua di mettere laflelletta fotto il capo dell anca, quando il cauaUo
yifentia dolore, fen^a che vi appari/feriale veruno : e per ifyatio di ot-
to dì, acciò che fi fufie purgata ogni materia di bumori ,che cagio-
nauano quella doglia,mattino,&fera vìfacea bagni con fiondi dibran-
caorfina , e policara bollite in lifcia: lequali poipefle fé a ribollire con
feuo,afiungia , & olio., e di quel tepido liquore f caldana efia belletta $
fpeffo facendolo paffeggiare. Dopòl'cttauo toltala slelletta continuava
i bagni ; finche del tutto fufie ceffato il mal dell anche . *Agoflino Co- #
Atrratno [ombro dice , fàrfi qualche volta nelle gambe dinan-^i JLttr anione di
ui ondefi ntrui > fi tb^l Giumento uà come legato con i pie , che guardano l'uno
elioni e taltro,& con minuti paffi fpelfo fcapuCcia : fiche fi cagiona da quei
come fi due Herui,che dalla punta della Jp alla feendendo fi legano con la gamba
i quali cài tatto della mano fi troverà, che fovtrcbiamerite tirano: però
egli leda , che aperto il cuoio fopra il neruo , preffo alla vena delpettay
<c? fc ama: a col cito la carne, fi tagli affatto col rafoio effo nervo pir
lo traverfo >'; poi »idia piaga fi mettano fila con laftoppa ,& chiara
d'xokO) £r fak & ùlh* ò verameitte fole > & cimino manicato : &
fhc~
<D E L CjfV^flLOLTB. X. 863
jf fàccìafi ogni di paffeggiarevnpoco accrefcendodi giorno in giorno tal
efiercitio . Via facile è à curare queW altra vi'tiò > che daLvulgo è chia-
mato Grafico , per loqual torta la gamba nonpuàpiegarfi , ne fermar-
fi in terra.: cagionato da hwniditàp articolare yo dagroffa vento/ita , che ^ n no CQ
non troua e/ito y laquakverrààdifciorfi facendo per for^a voltar il ca- me/j cu.
uallo tre volte fu quella gamba , che tien grauofa : & s'egli fleffe pur du- ri.
ro-t fianglimeffe le moragtie benslrette alnafoyche cofi conia doglia
maggiore fi divertirà la minore :■ non mancando con tatto ciò di lattar-
gliela Jpejfo con acquabollitayconfaley^r cenere , ò bollita conalume fo-
to . Ter curarTattintura : quando il (jiumento col pie di dietrobauen-
jj dofi percoffo>nel fermo della gamba dinanzi > non puaper la fenfibilità ra \^t fi
del neruo pofare y ma lieua Jpejlo il pie daterra -, egli vuole > che, rafa il curi .
luogo del Ultore yòdel tumore > che la percojfa bare lafciato , s'intacchi
col rafoiain motte parti y fichen'efea d'elfangue, poi con vnape^a del
cuoio vi fi metta empiafiro fatto con me^a libbra di meley nelqual: bol-
lendo fiano difiolute due onde di opopanace ; ouer amente vi.fi metta la
medicina adjfliuadellecantaridi.Et fé1 1 dolore non ceffaffeyprcndafivna
fottìi funicella^ cominciando dalla fuperior parte d'ella garnbavenga-
filegandoyvolgendoye slrignendo finche fi giunga al nodo della giuntura
ouefi dice barha;& ini tagliando per lungoytirifi la vefcichettayche vi fi
C trouadi quella cartilagine neruofaycbe vesle tutto il corpo, gr poi fi con-
tinouifoara ilneruo il deìtaempiaHrodi mele &*opopanacey oueramen
te vi fi tenga vna cotenna d'i porco fatato > finebe-.guarifea .. Il Crefcen^O'
ferine ciurmar fi. ^ittrittio/ie quella offefa y che tal volta auuiene alner-
Ho.maeslro delle braccia fatto il ginocchioycagionata-io>dal correretrop- nJIu}1f''
pò in fretta, ò d'ai 'fèrirfi 'col pia di dietro in quella parte dinanzi quando-
e'caminayòrpur dall efferfi fittta foi'.erchiafor'^a con quelli nerui, quan<-
d'o per auuentura. tranandofi il piede intricato fra gualche pietra il c'aual-
to sé sforzatoci trarlo fuori: ma in ogni modo chefia y ilmalfrfcuopre'
nm pivrcoltumore apparente , ma col coppie are . ^Ailhora dunque egli
& vuole y. chrprimamente fi cani (angue dalla fòlita venaycbe H.avn poco
fmra il ginocchio, dalla parte didentroy accioebe fi feemino gli Immori
ch'ini concorrono ; poi vi fi metta queflo nwllìficatiuo vtiltffimo a, tutti,
fdegnamenti di tumori dinerui.. F acciafì con affungiavecchiadì porco-
bollire fien grecoyfemente di lìnoyfquilLayr adice dì maluauifcoye terbenti-
iziyper eguale mi fura pesle infieme > e ben eotte >. e del continouo dimena
tetfoimeffa V empieHro conuensuolméte calioper lo luogo del nemoy^c-
conciamente fi leghi con vna pex^a.y& fimuti due volte il dìSiò confer-
mando il J\ufijQ 1 dice anco giouare.y, che-tutta la gamba, fi lava con ac~.
&4 *D Zìi A £1$ \l jt
qnayoue fiano bolliti eboli con tutte lelor radici : pofcia ejfi eboli cottl}& £
alquanto pesliy$' infhfcino fopra y & intorno al male : oueramente vi fi
infonda il fugo loro più volte il dì . Tuojfi ancor a per toglier e il dolore >
<Jr la gonfie j^a v fare per pia dì y melefcaldato , cimino pejìoye terben-
tinayinfteme incorporatiylauando lagamba con vino tepidayquando s'hag
già à leuare l'empiaHro vecchio . llfimilepotriafkrfi con vn'oncia di.
mirray& vn' altra d'incenfopefie y e difcioltein vinoso fé con vnpoco di
vino diHempcratefi al fuoco cera mona yfeuo di beccoy & rafapina bian
candite onde per forte) & vna di pece nera:poi vi s'aggiungano maHicey
bolo armenio y & J angue di drago ridotti in polite y oncia vna & mc^a
per cofayconfei di terbentina \ e dillefo l'empia Uro fu vna pelleyfi met- P
ta in fui tumore ; di due in due dì rinouandolo y finche paia efier bifogno.
Oltr'à ciò fé l* attinto(com'egli il nomina)è nouelloypotràfcarnarftilpri-<
moyO'l fecondo dì il luogo gonfio y rifattone vfcirf angue , ballerà met-
tenti caldo con tutte le intestina vn gallo partito per meTO y &fe'l dolor
non mancafieymett ani fi pur caldo quanto fi poffa foffrire y & mutifivna
-volta il dì y vnguento fatto con vn cu chiaro di f ale y due di f angue , e tre
di f uligine y vn' or duolo di aceto forte y & vn manipolo di sloppa trita ,
bolliti infieme. Se'l male è vecchioycauifi f angue dalla vena vfata y che è
irala giuntura e '/ piedeytrd 'llatoyd 'entro : pofcia rafo per lungo ilcuoio ~
del neruoy vngafi tre volte il dì con quella compofìtione : Che vna cipol- .
la roftitafì pelli con ifoli y che fon vermiciuoli di terra , òr con dama-.
ruchey& mef colatola butiro liquefatto y fi cuoca ogni cofa infieme , & fi.
meni bene y finche l' unguento fia fatto Jpefio . Tuoffi ancora adoprarela
cipolla fcaldat a ben fu la bragiay& poi pefia inficme confrondi d'ajfentio
e di porri , col qual'empiaflro vegnendo ad effere aperti i por iy facilmen-
te poi con qualche mollificatiuofe n'andrà via tutto il tumoreyfi come in.
molti fi è prouato:Ma quando tutte quelle cofe non giouino y vengafi al-
l'ultimo rimedio delle cottureydandocele àguifa d'una graticchia leggìer
mente yac ciò che i neruifi vengano à rislrignere-.poi con olio di rofji d'uo- H
Mulcò uà fi faldi il luogo infermo . Il medefimo nomina mule y ò ferracele quei
fcrraccie tumoriychefi congelano nelle gabeygenerati da humoriquiui difcejìyquan
nelle gam fo n Qauallo in fredda flagioneybauendo e aminato per viafangofayla not-
te fi pone in ili alla coi pie bagnati > foprala terra ignuda , fen%a alcun
letto: lequali gonfiature V j£ntunnoyrientranoy fé no fono già inuecchiate:
mafidifcuoprono laVrimaueray ^rlaeUateda i peli della pajloiay che
àguifa difete di porco Hanfempre hirfutull rimedio è quelloychefkttafi
rafuraye fcarnatìira in più luoglri fra'l ginocchioy& l'unghia ; vi fi leghi
caldo vn'empiafiro fatto co vncucchiaro di calcina viua}vrì 'altro difale
e tre
<T)1 L CJ.V Jtll(i \ liti X. sSj
l£ e tre di f "uligine petti infiemeye dimenati con aceto : (meramente dueott^
eie di calcina viuay& yna difaponegiudifcoymefcolate con bianco d'uo
«or che co fi verranno le Serracele àfierparfi dalle radici : Mas'ellefon
già antiche y bifognay che fi tagli vn poco fu la giuntura dietro al pie-
deyche n' ufeirà vn'humor famigliarne à gomma d'arbore : alThora apra
fi la pelle verfo il ginocchio y & con acetoy& con vn legnetto fiottile al^i
fi fu vn certo neruoyche vi fi troua àguifa d'vn granello d'or?^oy& caui-
fi fuor a in luogo > quanto due vnghie;poi leghi fi fu la piaga > & fu' It li-
more mettafi empiattro fatto d'affentio y radici d'eboli : lardo vecchio y e
sloppa di canape, òdi lino ben petti infiemedndi le vene della gamba di
C dentroye di fuori fi taglinoyò s'allaccino: eh e in ogni modo è l'ifiefio effet-
to.tsfltre forti di gonfier^e fogliono auuenire vniuerfalmente allegam- ^°? ■ c? "
be di dietro per fuperfluità di humoriy maffimamente inquel tempo y che forti alle
Vherbe fon tenere ; *Alle quali gonfiature y quando per fé non fi diffolua- gambe di
no (come già fanno alcuna volta) fi potrà facilmente rimediare (fecon- disno-
do il I{tijfo) allacciando fopr a la cofciaquella vena y che va alla gamba
enfiata; & cauatone fangue conuenientementeyempiafirifì tutto il tumo-
re due volte Udì con creta bianca trita y e dimenata con forti/fimo ace-
toy& fai ben pejlo'yOuer amente l' empiattro fia di farina d'orbo yetterco
di capradipari mifura difciolti in forte aceto : ò rafo il luogo infermo >
faccianuifi afferrare le fanguifugheyacciochee[fauflo il J angue '}quel adu-
nanxayd'humori venga à mane are. (j io uà ancora vnguento fatto con me-
ley& afifungiay& radici di felci pette .lS{e difutili fono à quefta cura i ba-
gnagli empiafiriyòi fughi delle fiondi y & radici de gli eboli y come di
fopr a s'è ordinato:perche mirabilmente vagliono ad afiottigliarye difiec
care gli humori:Tutta volta quando il tumore fi ttefie fermo y for%afa-
ràyche con cauterij conueneuoli fi confumi Vegetio vuole , che felC aitai-
lo diuien gambo fo,& l'enfiatura è nouella;debba cauarfì fangue dalla gd
bay& ella infafciarfi,legandoui lana f uccida d'ognintorno; E biafmando
P in tal cura lefumentagioniy & i cauterij: lodagli vnguenti lenitila cru-
di > che fi rinouino ogni tre dì y con adoperare poi gli incenfiui. M. Tier*
| ^Andrea per quelle gonfiature di gambe ,chef uff ero procedute per Imma
riy che la natura da fé fiefi a à quelle parti inferiori inuiaffeyò diuertifie >,
quando l' animale f uff e slato aggrauato y & offefo in altro lu ogo; fea ca-
ttar f angue dalla vena del collo dalla parte dritta y ch'èlaprincipaleypoi
fattolo alquanto paffeggiare y lo feattar attuffato fin [opra il ventre in
tnareyò in fiume : ò quando ciò non fi fufie potuto > gli fea lauatoi con ac-
. qua tepida : indigli vngea le gambe con fugo di folatroyilqual fufie fiato
petto con aceto forte : e dopò alquanti pajfeggiy come le gambe fi erano
Hi rafeiu*
tèe' (8 È LI J Gì 0 li'I ji
rafciugate } egli tornaua a lavarle in tal modo continouando per molte
volte. M. Luigi fu le gambe enfiate coflumaua tartarici bolliti in acqua ■
0. lana [uccida fritta con mele nella padella . Olerà ciò affermaua tut-
te le gambepot er fi aflottigli are y fé poi che fi fitftro lanate^ & -afeitéga-
tC)fi vngeffero con brodo di alici f alate \miflo con cipolla fumila bollita in
dioyofe mattmo y& fera ile auallo fìmand'affe aftarentro l acqua cor-
rente;frequentado buone fine retate }che fon rif rettine: & allacciando la
£Ure ET vena. .Qualche volta egli alle gambe troppo- e arno fé Iettate il pelo met-
froppocar teafervnafettimanxempiattrodariflri'ignerey poi le lauaua con ace^
noie . taforte,e'l di feguente fattolo caminare perifpatio di due bore , cidaua-
il fuocoyCy- per none di contvr.ianadivngerle con olio freddo ; al decimo p
vi mette a vn 'altra volta l' e mpiaslro fiatino , & ai duodecimo il pone a
ìn mare-) onde vfeito ilfea per vn 'bora paleggiando fcaldare . Hierocle
varij che ferine > che qualche volta leV 'arici >che Jone certe vene affai grofie nelle
fiano e co gamlfS>ciannooccultamente tal noia ali 'ammalerei) e 7 fanno ttar lunga-
ao» mente corcatO)nonpotendofileuarfén%a aiuto di alcuno y & s'egli s?al-
^difende molto la cofciaye la gambale tira in dietro il piede } come- fé-
l'haueffe dislogato: la qual co fa per la maggior parte amimeli verno:&
fi rimediafhcilmente > fé ben fregata fi fàccia caminare vn buono jpatio+
E tal fregagione Vela gonio giudica più lodeuole 5 fé con ahimè di rocca
& aceto forti/fimo fi frequenti ;■ ò fé? adapri il mele incorporato comma G-
parte d 'ai fenico > & due di file di montagn a , di elleboro , e di calàtide-
bmeiataper egnalmifura. Se fé con questo non fi gioii .ifey fcuopranfi col
coltelloye datoui ilfuocoyfreghinfi per diecidi con olioy&fale, &quan-
dopur defiemimpaccio > e ai Ufi f angue da quelle parti inferiori > che cofi
Dtóefe rimarrancurate.E'imelo dice, che- a le d'fccfe vecchie delle gambe è da
vecchie darfi il fuoco con ferri caldi y fonando poi le cotture con mettere fi quel-
li ij1U°Ue ^ vna f^ungìab agnato in aceto > & laferpit in>e'l feguente giorno per far
j^# ° buttar fuori il flemma , adopriflvno compo fitione di fupposla fatta con
gomma arabica^ ammoniaco impastati con forte aceto y& feccati al
Sole . te d'fcefefrefche dice poter fi curare fenja ferro y fé prefeduelib-
bre di miglio > e quattro digomma , che altri dicon ragia > con cinque on^ "
eie digalbanay altrettante ài polue d' incenfo ben gommo foyfei di fatni-
troye quindici di f ale y fi fìtecian bollire in aceto ; ^rcome fi fta venuta
àfpeffe-^ra d'vnguentOyfi stenda fu vna tela , zlrfi meta fu le ginocchia
per tre giorni , ogni di rinonaniocelo faldato . Similmente gioite-
mie fa nel miiefimo luogo > vn'unguento fatto con bitume, oleandro*.
grfanaurO) libbra vna per cofà incorporati con affungia. .Batterebbe an>-
ca a metter foura il male me%alibbra di foriamo */ilefiandrinoconvna
£af-
r* d'afiungia vecchia, incorporate con aceto a baHanxaio con àccto,& afi*
fungia radici di batrachio pefte,& farina d'orobi . Hippocrate ponfola*
mente il fate incorporato con mele: &fe con quefto la difcefa nuoua noli
manca , vuol che fi bagni il ferro infocato nell'acqua-) & con quello fi
faccia va buco > mettendola sk per quattro giorni vnajpungia bagnata
in aceto: nel quinto vi fi metta farina d'orbo difiemperata con acquiti
finche l'apertura fi faldi,poi vi fi ponga fcor%a di pomi granati pefla con
Udo. lAiw.tolioper afeiugare le gambe >neUequali difccndono httmorr, et Humor$
per affottigliare ogni apoftemajoda, 'che in aceto fi mettano a macerar difeefi nei
fichi fecchi) <èr cime di cipreffo brugiate.-prendendo tre li bbre di ciafeun te gambe-.
j. & cattatone il fugo, & aggiuntata vna libbra iifainitro , & mei^a di
Ammoniaco con vn oncia di aloe, & vn' 'altra di opopanace ,fe ne faccia
vntione , legando le gambe con fafee bagnate di quello aceto , che farà
de ifichiauan^ato;&lafcifi per tre giorni flarcofiycbe'-l cavallo ne fia
guarito-. S'egli hauefìe Happe , e difeorrenze di humori putridi nelle difeorren
gambe vuol che fi prenda alarne di rocca , mifi,calcite,fori,fior di rame, zq d'hu-
& verderame vri 'oncia per cofa,e tre di fcorxe di pomi granati , & in- mori pu-
€orporateie infieme,fe ne faccia vntione,lauando prima il luogo con ori- j ^ "5
na,&pcrtre dì non fi tocchi: Indi facciafi galoppare, e correre ;& po-
feia va' altra volta lattatovi con l'orinarvi fi metta l'ifieffo vnguento,che
C v 'babbi aflare tre altMdì,& la cura farà finita. Tuojfianco adoperare
vn' altra inuefeagione per lo medefimo effetto > pefiando infieme in vn
mortaio fior di coriandri,rame bruciato , & aloe , mei^a libbra per eo-
fa, una dipolue dincenfo,vn' altra difcalogne megarefi,e due di huouo-
Ufo chiocciole barbare fche,con cinque volta. Ma volendo rimediare alla podagra
Todagra,che parimente da concorfo , & difcorrenxa di humori è cagio- onde fia
nata,per laquale il cauallo con la bocca afciuta,& fervida ,fchiuo d'o- cagionata
gni cibo non può e aminare , ne fi ariti piedi ima diìlefo col corpo borri- {[run?
do , & con le vene gonfiate (maffimamente quelle, che fono dietro aeri-
ni ) venendogli fuori hor l'un tellicolo , hor l'altro ,fuagina il membro,
& & ne" fuoi pie per lo gran calore hafempre attaccato lo Herco , biffino
vuole, che non fi faccia Ilare corcatola pian piano fi jpinga a camina-
re couerto,per luogo caldo , tanto che fidi; facendolo per tal' effetto da
più mani fregare ; cauifigli ancora vn poco di fangue prima dal pala-
to pofeia al fettimo dì : dalle gambe di dietro fiotto la piegatura del pie,,
prefio,a i talloni, & vn poco fìmilmente da ipiè dinati'rj . ^A bere dia-
.glifi acqua tepida mef colata colfalnitro , & farina di frumento burat-
tata : o con olio de co tt ione d' herbe tte , cioè diloietole . Oltracciò fi pò-
trao buttare per lo nafofcorzji d'olmo pefte, e difciolte in vino . *JtyCa
IH i fopra
9fà ì> Eli U 0 l 6 ^ / jl
fopr atutto egli loda, che l'animale fi purgh'hpèrchèfcl corpo fa hen di- £
fpoflo,quel che difenderà ne'piedi,fara men noceuole: poi fatta la purga-
tione,diaglifi per lo nafo meygahemina di vino dolce , &faporofo , out
fiano difciolte due onde di camomilla ; & a mangiare gli fia dato del
fieno verdey che molto èproprio:b s'egli è [ecco , non fi manchi di sbruf-
farlo difalnitro. St non giouando cotai rimeditila fine fi caftri , che fu- ■
bìtofaràfano, per cloche gli animali cabrati fon liberi di tal male . Hie-
rode, per Iettar le doglie della podagra , fa quella compo fittone , cafto-
reo, pepe, e Borace liquida, ana oncia vna, opopanace, galbano,bdellio>
maggiorana, folfo viuo , & polve d incenfo , ana onde due , midolla di
ceruo, ecipero,anaoncie tre, ferpillo, faluia ,folioperfico , & feme di ?
lino , ana onde quattro\& • fei di olio di ligufiro, con terbentina , ammo-
niaco, ragia di pino, olio lorino ,olio di mirto , olio d'iride , graffo di to-
ro, falnitro,& cera , vna libbra per cofa,due '& me^a di vino, & fette
& mS7^3- di °li° commune, incorporando ogni cofa infieme. Sumelb ap-
proua a dar per lo nafo calda vna miftura , che- contenga vn' obolo di fai
di Spagna, e dieci d' incenfo , con due libbre & meigo. di J angue di toro
difciolte in maga hem'ma di buon vino . Vegetio dice, che trattogli
fangue il primo dì dal capo, & dalle vene fuperiori , il dì feguentefene
tragga dalle parti pò fieriori , fopr ai talloni ; e'I ter^o dalle gambe, ò
fotto effi luoghi de i dolori : mafempre fìapoco*. Ter la purgagìoncs r
diafi tre giorni per lo nafo vin vecchio dolce- con l'herba thimo benpejlay
e difoluta-y oconpoiue d 'incenfo .. (jottofi , & Ortocoli egli chiamaque-
hnvcùcY gl[. animali, eh e nei piedi patifeonocontr attione di nerui^ onde nonpof-
& Orto* fendo {pianar benl'vnghie in terra ,vi mettono foto la punta, ilchefucl
«oli» procedere, oda fouerchipefi portati indoffo, oda fouerchia fatica d'a-
cri camini . *A quefìi vuole^he fi cani fangue dalle corone, odi fotto il
cerro,& che l'vnghie fumentate con acqua calda , ouefia bollita la uer-
bena , che dicono herba fiera ; tre volte il dì , s'ungano con refina , af-
fungia <& farina d'orar infieme cotte, fregandogli aucor conlrunguen- -*
to le gambe tutte : & al quinto dì vntolo dall'orecchie fri' alle gambe
"puoi ehe le due ginocchia con farina d'orbo mifia con femen^a di lino y,
e di fiengreco diparimifura nel vino cotte , gli fiano empiaflrate, e fh-
[date coniana fuccida, e tre volte il dì fi faccia paleggiare a poco a pò-
P4 - co . Sé ciò nongioua , adòprifì nell'orecchie , e suda pelle de' piedi quejìa
•pntione per molti giorni :1)i>e onde di terbentina y vna libbra di apoù-
mate, &-vn' altra dì pece greca , & ammoniaco, galbano , opopanacey
& midolla dì cerno , ana libbre due , con olio vecchio quanto bafia cot-
ts ogni cojaà fuoco, lento j& pi colata. Ha in (jueftimali vfifi pre~
fie^a:
*Ì)tl C JiV jtl 10,11 V. Zi B69
rjl Èezga; perche la medicina tarda al più è vana ; eyl dar del fuoco nelle
giunture di rado gioua . Similmente dice non douerfì curare col ferro i
piediy che fiati ventofì , 0 pieni di bumori, come tal volta fi foglion
fare ne gli animali ; ma douerfì curar con empiaslridiffeccatiui , 0 bru-
ciatiuitpercbe ancor chele vene di quei luoghi f:f ero falaffete, ò caute-
r'vzate > non per quello la cagione del male fi estinguerebbe . "Parimente
Vhumor dell'acquette , che fogliono uenire nelle gambe y ò nelle giunture Humor
none da toccarfì giamai con ferro freddo > perche ne verrebbe àfourab- dell'ac-
bendare : ma bifogna y che fhttaui vna fonile fcarificatione > & leggiero nejjglL-,
falaffo y vi fi adoprino poffenti lauande,tanto con aceto,quanto con buon be . a
B fai trito y & oliOyO affungia , per cinque dì, tenendo infùfciati i luoghi : &
s'egli non mancafie , vfifi gagliardo vnguento bruciatiuo : poi fé farà
bocca y mettauifi empiaslro di farina d'orzo cotta con meky femenze di
lino,& fiengreco: '& alla fine vnguento crudo millificatiuo . "Tuoffi anco
v far' vntione fatta di olio , ò di affungia con vetriohygalle minutey <£r al-
lume per egual pefo , aggiuntauipolue di pomi granati,falnìtro,falc , &
aceto. filtri vi mettono fichi fecchi pesìi in alumeyfenapey & aceto rino-
uando l' empiaslro al terzo giorno. Quando poi fi comincia a slar megli»
è da porfiinfu le giunture poltiglia difpelta cotta, fendale fcorze;ò fa-
rina d'orbo con opopanace cotto. ^Alcuni vfc.no faua cottaymefcolata con
C mele ;&vlt imamente vi pongono l 'empie fìro cipri ffino ylpiucoftuma-
no calcina viuay &■ cenere me folate con mele <& vino , volendo curarci
piedi : & aggiimtoui aceto & falcane curano le putirde piaghe delle na-
rici, fregate prima & infanguinate con caneuacci . Tarimente hauendo
ben forte fregati i piedi & lauatilicon acetoy vi mettono talboravnguen
to fatto di fichi graffi, macerati in aceto fquillitico y quattro giorni, &
pelli con bianco di cipolla a prcporticne , aggiuntoli carne di pefee fila-
to netta da faglie e da pelle ; & al terzo di gli slegano . Sono le gambe Sopr'ofei
deiCaualli, oltre tutte le altre parti del corpo , grandemente fuggente ^ cor^%
. a iSoprcffi ( chiamano generalmente Sopr'offo ogni tv.mor callofòy & generino.
® duro y che viene a generar fi fu qualche ofio ) di quefìi fi fogliono mol-
ti generare con brutta forma ne i cannelli delle gambe , & maffimamen-
te de i poliedri > b per humor vifeofo y che nella tenera età four abbon-
dando ne gli animali > feende in quei membri inferiori > ò per qual-
che calcio y che vih abbiano riceuuto - ò perche con quella b abbiano rin-
tuzzato, òpercojfo il luogo duro . Tercioche riceuendo la gamba, ò
altro membro j percojfauiy 'fi fente] difubito il dolor efilqu ale comme-
ttendogli humori di dentro , fa, che q uè sii infume con gli giriti con-
correndo al luocoy eh e fi duole yuifac clan tumore j & perche tra quelli
Hi $ con-
$?o 1)nii GLORIA'
concorrere ancora Ibumore terre/ìreye vifcofo^a- tf ■: no traodo bfitoper £
la pelle , che gli è de fi pr a , vi fi viene à fermare , & col tempo nfoluti
gli bnmori più fattili > quella ièrreRrefodeiga,& vifcofn a-viene a con
" nertirfi in duriffimo callo : nfìrigncìidofi , #• indurando fi talmente con
V offoycome con quelloyche parimente è di natura terreflreycbe viene qua
fi à trasformar fi nella fu a propria effenjya . Quando dunque la calle fìtà
Cure per diq'^fti Sopr offi è antica y &non è (opra giunture , bifogna (come il
Sopr'oflì. Crefcen^o dice ) che rafo il luogo y fifcarifichiy ò fc arni con vna punta,
dilancietta minutamente y & alquanto s infangami y poijparfaui polue
di tartaro y e di file di egv.al mifra *filafci slare per tre giorni infhfcia-
to eftretto : indifciolto s'unga con bv.tiroyò altra cofa vntuofa . Il Rjifio p
lodaycbe d.ifoi elei luogo s'è in f angui/iato, fi ' laui con faponata di acqua,
calda > poi vi metta difoprafenen^e difenapi bèff trita con fugo di ma-
truara ; <&• vi fi faccia slare dalla fera al 'mattino ; polvi fi vnga con o-
lio caldo in fin ebefani y ò ebe rafo y efearnato il Soproffo > vi fi fàccia
Sì are per va dìy& vna notte vna feo; %a di noce piena di empia Siro fat-
to con fapone f*racinefcoyar fenice y & calcina viua dipari pefo > ridotti
in pcluey& mefcoUtì : ò vi fi metta fol amente folfo attemperato con re-
fina-.ò vi fi leghi vnajpungia di -mare bagnata in aceto , fenya muouerla
per cinque h fei dì ; non mancando però dihumettarlapiu volte il giorno
con l'aceto in f ufo difopra : che poi Iettandola fi truoua il Soproffo dif- q
fatto . 0 neramente fui luogo rafo y & infanguinato nel detto modoyfac-
ciafifiare tre continola giorni legato vn pe^ro grande (quanto è il Sopr1
offo) di cotenna di por -co vecchia y cbefia fiata appefa almeno vnanno
leuatone tutto il graffo y tanto che ipeli dall'una y e dall'altra banda qua-
fi vi paiano : & alterco dì pungendo il Soproffo intenerito > fé ne fàc-
cia vfeire tutto l'humorey& cofi resleràfano . Cjiouaanco a quefio male
mettere à guifa d'empiaSìro > Sìerco di capra dibattuto con farina d'or-
•to>e cretayinfortiffimoacetoylequai(ofequado me j colate fi fu ce fiero tua
cerey& poi calde fi empiafir -afferò fu 7 Sopr'ofio > miglior profitto ancor
farebbono.iA Uri curano il Soproffo bagnandolo prima d' acqua freda;poi H
meffoui vn ferro caldo difopra y per lev.ar vìa ipeli > vi vfano vnguento
fatto di verderameyfolfoycera biancayolio yfeuo , & lardo infteme cotti :
ouer a mente con olio di oliue mefcolato fai gemma prefo alla mancarne*
della Lunay& polueri%ato ; ne mettono per tre dì fu'l luogo rafoymutan-
docelo due volte il dìye guardando che non vi vada acqua, ù fé per tan-
ti rimedi il callo non mancafie , amfi più toHo prendeffe maggior dure^-
>za ; non emendo il luogo intricato di nerui , ò di giunture > diauifi il f no-
to difopra > e onvn ferro lato > atto à ciò j marinamente fé fuffe nelle
gambe i
2) 1 1 $£ V j£ 1 L 1> y 1 1 I . X. &71
*JÌ g&tribe'.hauendo prima diligentemente legata la vena, che vi è di/opra,
pofcia cauterizzato minntifjìmamente , ma ben'infondoy con ferro acu-
to ; fi freghi ben forte confale > & aceto ; poi vi ftliquifkccia cera con,
lardo y & intorno al luogo fi metta unguento fatto con fiondi di cauoli
verdiytime di rubi,& vn poco di fquilUymefcolate ben con afimgia^ fi
Ferravo quando i bagnuolinon fono flati bafìanti àrifoluerei fi efebi tu-
mori de iSoproJfi ; prima che ftftano ingommati > e fatti duri > gli ra-
de ; & conpiccioley & minute botte di r a foio glint acca lindi vi pone
empiafiro fatto di pepe yt art aro y e gomma elemiy con f apone faraìiuefeo
incorporati: al ter^p di poi Iettando cotale empiafiro y che fra tanto non
£ fi è mai tocco ,• vi pene per tre altri dì vna piaflra fonile dipiombo, la-
ttando il luogo tre volte il dì con orinayaceto, &fale . tSH'afe iSoprcfjì
già fono amichi y & ineffati , pur che non filano fu qualche venay egli a-
pre il luogo col rafohy & allargando il cuoio con vn cornettQycofi difuo-
riycome di denti o,fc ama leggiermente quella parte ceri vna picciola roi-
na pefeia ripiene la di polue di vii) iolo romano,& cucitalayaccicche tal
poluenon cfta fi orlila lafcia fiere per notte giorni ; aWhora la riapre,
& con la mano premente fattane vfcirla materia ini adunatay& rifolu
ta alla fine cura la piaga con pe^a bagnata d' ai ctoy orina , & fate.
Ma quel callo , ò tt.tnor carne-fo* che talhorafivtdetrala giuntura del .
C piede y &lvnghiafu la corona propriamente nella pafioiay cagionato ò tun^0I°e
da fouerchia fatica y ò daU'efere flato fa rato puma de i tre anni, o dal- carnofo
l'effere fiato male,otroppo fìretarr.ente impalioiato : da alami fi chia- tra la giù
ma Farina , ò Fo; ma , e da altri Fa; meliay& richiede , che trefiamente tura. de*
vi fia rimediato, altrimenti fi fìcnderebbe per tutto il piede , &fe fi fi e f'vnghia
innoffatOy& indurato,non fi potrebbe mai più curare -.onde il (fauallo re- detto Fu-
fleriafìr oppiato : e tanto maggior diligenza kfogna in quefìo , quanto y ritì* °for
che il luogo don' egli nafee > è intricato di vene, di arterie , e di nerui,fi ma#
che ne fcrroyne fue coytie cofe corrofiue conuìene adoperami in modo al-
jl cunoyfi come il Qefcen^Oy il J\uffoy el l{ifto ci configliene: la cura dun-
que di quelieF or melle farà fimile a quella del Soprofo venuto àifre- Cura ^ej
feofu la giimurayihe rafo quel luogo callo fo,vi fi leghi empiaftro,quan le forni el
to più caldo fi putte -fatto di farina y& mele y con foglie te rare di a feti- le-
tio yparietaria, e brani' 07 fina y aggiuntarti afiungia di porco vecchia >
pefie infieme,e ben cottati qual mollificamente fpefifo rinouatcful ma-
le y fi può vfare a tutte le gonfie^e di piediy ò di gambe , che attengono
■percontufione y ò per qualche colpo . Dicono ara ora vale; e a.confumart.
l-a callofit àyempiafiro di radici delmaluauifco,del giglioye deltaffo bar
baffo pur con afiungiapefie^ e cotte :ouer amente fatto con cipolla rofìita
I ti 4 pefio.
$72 fD EfL Jf-GZ-O H.t j£
peHa canlombrichi terreflri , Scotta con olio ; mutandouelo ben caldo £
due ò tre volte il giorno. Il P^tfto al primo di quefìi empiafìrt aggiunge
ancor fondi d'apio , & di più dice , che quando fi faccia empiaflrofola-
mente con l'berba detta apio di rifo , che fa benpejìa , ilfopr'offo in vna
notte diuerrà diseccato , a sì tagliato da ogni parte, ch'egli fi potrà con
Ivnghie cauar fuori,inducendo pofcia infoel cauola carne, e i peli, co*
medicami appropriati: & che tal herba potrà fimilmente feruir nelle
<. r. . Scrofole >& nelle (jalle . Loda ancora > che i Soproffi (peffofì la/tino con
come fi *ceto->percbe effendo frefchi,con quefìofolo fifogliono leuar via: & quan
curino . do nò, rada fi bene il luogo ,ft che la fuperficie della cotenna del tutto fi
leui;poi partito per lo mer^o vnlimoncello vna parte di quello frarfa de P
alquanta arfeiica,vi fi leghi ben fretta, & fi continoui, finche 'Ititmore
fi agito via:o pur vn'vouo indurato al fuoco , toltane la fcar^ayvi fi le-
ghi ben caldo , a guifa d'vnapi^jetta,due volte, ò più il giorno, per tre
dhoner amente mettauifi empiaflro fatta confugodi titimallo,fqniUa,et
rafano petti infiemeiaggiuntoui pepe,falnitro, & fate:& feniuna dì que
fie cofe facefie frutto , afferma efsere molto gioueuole & efficace alle
giunture per leuarne , ò Sopr'ofji, ò (falle* , ò altri tumori cofi e allofi, che
s'ungano molte v ohe del pern amino , fregandoui bene, & poi metten-
doli', fu vna txuoletta calda > fitta o di ramo di cerno, a di baffo ; acciò
poffa penetrar bene il detta vnguento , // qualfifa con vna parte di cera
bianca,& vrìaltradi refina, due di mei crudo, e due dolio di raffi d' va-
ua,tre d' 'afi ungi a vecchia di porco > & cinque di olio puro di baccìoe di
Olio di U.'tro(L'olio di raffi d'uoua fi fk mettendo a cuocere triti in una fartaina
rodi di di ferro, fu fuoco lento, i raffi delimita leffite, e d'ire) & quefiefei cofe in
uon co- - feme liquefatte deuran per vn panna di lino effere calate . Con tutto ciò
^g Marco Greco curando la Formella , prima la bagnaua col vina bianca
ben caldo^oer commouere l'humore, che quiui s'era congelato,pofcia in-
taccatala in croce, enoce ((icom? dicono ) vifregaua per tre giorni fai
trito, (^r nel nono disfettonaiia il piede , & linfanguinaua con la roinet- »•
ta:&fe bifogno li pare t a, e auaua ancor f angue della punta del torella t
& fé con q.icHi rimedili tumornonfufìe mancato,daua il fuoco fata co-
rana tra il pelo \&l vnifna , mettendoci poi lo fìrettoio conia accinta-
tura , & co fi per memi dì non facendo far mota all'animale > polena gua-
rirla . M. Luigi poneua dentro la Formella vna mislura fatta con vna
libbra di mele , vn' altra di pece dipino;&- mei^a di terbentina, tre on-
de di farina di fané, quattro di gallano, e£" quattro di pececotta, me^c
-%ad'incenfo,erne7^di ma/lice > incorporati con undecì oncie ci aceto
forte in m pignatta » Wg i Sopfofii legaua con ma len%a empiaftro)
di
<D E b Coi V JlllQ L IB. X. $y$ ■
*4 di calcina verginea J ale y& olio miHi ìnfìeme: alcuna volta mefcolandt
la calcina viua con rade ; f apone molle > circondato il Sopr'offo con vna
candela di cera dentro quella metteua l'empiaftro y ilqualeintalmodo
non venia a toccare altro y che il Soprofio:e baflaua Hard vna fola bora
tal volta prefo vn pe^ro di camufcio > odi cuoio > & fkttouivn bugio
quanto il Soprofìoymetteua fu quello > calda vna mollica di pane , ò ra-+
pa,ò melo cotto>&fale;\ & coni era gelato , viponeua vn poco d'eufor*
bioyeHfanaua.In alcuni Sopr'ojfìnon adoperaua altro y e he euforbio miflo
con olio digiunipero . In alcuni poi y che haueua rafo il luogo }m ette tta di
tre in tre dìfale,& pepe d'egual mifuray&in noue dì fi trouauano confa
B mati: ouer amente vi vfaua empiaflro di herba bianca > herba di vento >e
bianca orfìnaycon affungia vecchia di porco peHe : Jld ale uni daua mi-
nute punte difuocoy&poivi legauaper tre fiate mollica dipane >fale>
ben trito > & leuatinayòcrefcentey come fi dice > diflemperati con vn
poco d'acqua. Tsfelle Schinelle il Ferrara ofieruaua ilmedejìmo ordine Schinellc
che ne iSopr'offìy dicendo non efiere differenti in altro da iSopr'ofJiy fé con?e 3
non che queHipropriamentenafcono nelle frontiere^ quelle nelle fch ie cunn0 '
ne nelle gambe. Luigi Vento poi che hauea rafe le Schinelle > & -minu-
tamente intaccateyvijre gatta fate finche fi fuffe confumato : &po$\aui
r vnafeor^a di lardoyve lafaceua Hareper quattro di:indi vi metteua la
f uligine fenx^ altro. Il I{ufio feguendo il I\uffòy& il Crefcen%pyfcriue chia
mar fi Spinella quel Sopr'ofio > che di granitela duna auellana yòd'v- spinella
na picchia noceyfuolnafcere fatto il garretto preffo la fua giuntura y hor chefìa.
in vn lato y barin ambidue ; laqual giuntura ne viene ad effere fi offefa
cbe'l cauallo è costretto di 'Zoppicare . E tutti itre detti ^Autori uoglio-
noycheper lungo>&per trauerfo debbano darfì conuenienti y efpsfiecot-
tureynan mena fu le Spinelleychefule Curbeyfugli Spauani ; &fule Ier-
deytequali fon tutte fpecie di tumori > che vengono al garretto . LaCur- r-nrba.
ha certamente dalla tefìa del garretto yfa ingroffare fin preffo aipiediy
# quel neruogrande y che vàdietro la gamba: & fuot auuenire quando il
Caualloin tenera età è ftato caualcato ; più del douereyà ha portato pe-
foyche auanirauay le forre fue > fi che quel membro > ilqualfofliene quafi
tutto il corpo y è rimafo curuo ; ma in quefio male prima del fuoco fa-
ria bene a tentare fé giouafiero i bagni caldi fpeffb fatti con acqua yo-
uefuffe bollito iltajfo barbaffò ylegandoui poi fenica dimora la mede-
sima berba alquanto peHa : benché alcuni fogliano tagliar' il cuoio per
lungoyquanto è la Curbay mettendo poi fopra il taglio vna pe^t dì li-
no bagnata in vino catdoye ffrarfadi verderame . Lo Spauanoy b Scaua- e ^ c„
m( cara' altri dicono) q Spauenioy paco fitto al garretto dal lata di ra.
dentri
374 SELLA GLORIA »
dentro ffuol gonfi ar fi prefìo alla vena maestra , che dicono Fontanella g
mediante la quale s'attrabono fempre bumori ; &però effa vena primie
rame-ite contùene allacciare fu , ndlaparte interior della cofcia,e data-
ni vna punta di lane iettarla f darne vfcirfang/'C, quanto ne pò fa dafev-
feire : & poi dar con fittili ferrili fuoco fu i tumori : fé già non fuffe gio
nata quell'altra cura purfolita di v far fi y laqual richiede > che rafo il
luogo vi fi metta per tre ò quattro fiate lafcorja pefla delle radici del
maluauifco ben cotte :poi ri fi leghi con vna pej^a vnempiaslro liquido
fatto con pò lue di fterco di bue pur cotto > femewxe difenapi } e radici di
malua cruda minuT^ateye pefte, incorporata ogni co fa con forte aceto:
fulaqualpe^a è da metterft della sìoppa>acciocbe t'empiajlro non ven F
ga a leuafi dal luogo fuo: & fatto que fio fera &■ mattino per due conti-
noui giorni ;vi fi metta poi vnape^a empiafirata di pepe , &fcaldata
al fuoco fen^a leuarnelayfinche noncafehi da fé medefima:& in qncsìo
modo fi pofìono ancor curar tutti i Soproffi ytolt.me folamente la polite
del letame bouinoy che non conuiene alla callo fttày chefk quelli indurare..
Ma fenica diuerfità alcuna la detta a ra dello Spanano può à punto feriti
Cura Der re anco alla Ierdayò Zardafcome ilCrefcenro la nomina) la quaiàgui-
la Ierda . fa d'vnanocefo a" vna balla , co fi nelle parti di dentroy come in quelle di
fuoriyfuol nafeere nelle garrette del Tolledro per materia corotta nella
matrice deliaC anali a : tal volta ancora per la fouerchia fatica data a*
caualli gwuani e molto graffia corpolenti.T^e marauiglia cideèparerey
Humori che gli bumori diffoluti dal calore fogliano afìaipiufpeffo cocorrere alle
oiHoiuti gaml6ì c/je inaltro membro : concio fia co fa y che le gambe fi come fono
&c inpiu moto > <&più fi f caldano, cofi vengono à fare maggiore attratta-
ne de gli bumori , i quali per efifere grauiy feorronopià volentieri in giù
che altroue,& fi ficcano in quei luoghiyche più atti ritrouano:&già qui
do l'humore per qualche cagione s'è cominciato nel corpo a malignare >
& à corrompere di manieray che la!s{atura noH può più reggere nel fuo
luogo: ella porge vigore à i membri pia nobiliye.più poffenti: & indi àgli #
altri digrado ingradoyche lo difeaccino: fi che l'vn membro mandando
lo all' altroyalla fine egli resìa fermato in quelliyche per la loro debole1^-
7a no 7 pofìono difeacciare: <& ali bora è bifogno co l'arte rimediare ,non
indugiando : perche m ohi mali fon fkciltjjimi a curar ne i principi) , che -
poi quando banprefafor%afono incurabili :e tra efji è la lerda, che vien
tra le f offe delle giunture fopr a i neruiinella quale ancor firefea , Il I{u-
*c*\\ (- fic )^°^m^t ' > Poterfàr mirabile operatione la fquilla pefla con radici
raielianti di brufeo mefcolataconolio.il (olombro ferine ; che le Giardey& le Gal
fra loro, le fono di molta fomiglianja & convenienza tra loro , nafeendo nelle
giunture
D E.L \C \JL-V jl l L0> L 1 B. X. 87$
giunture à gv i fa vefcichctte ^generate di humor flemmatico & vifco-
fo per lo moto di quel mafchio Keriw, che dal lacerto della cofcia difen-
de fodrato d'uri altra re/le neruofa e groffa > la quale va à finire al nod*
della giuntura nella parte di dietro oue barba fi dice > come difopra bah-
biamo detto . St perche il neruo per la concauità di effa ueHe^chegliè co-
me •vnaguaina^continouamente trauaglìajvengonoqualcbe volta per fa
fouerchio trauaglioad indebolir fi le cartilagini lacerto fé , cofi rilafcia-
tafi la virtù ritentiuayàifcende l bumor^cbe produce i detti vitij, i qua-
li effendo medicati alla ventura da ignoranti maejlri) jpeffo ne rifulta
irremediabile detrimento : perciocheilvero ordine di curarli > è) che
2 primieramente fi prohibif e a il difeenfo di nuoui humori in quel luogo ,
pofeia fi efìragga con diligenza la materia,cbe vi fi trotta concorfa->& vi ,
timamente fi confumi^e disecchi ogni refiduo.Bifogna dunque per la pri- je q^,.
miera cofa legare le vene, che corrijpondono al membro affetto y alla cui d£
fouuentione la'l^atura del continuo manda bumor e . Indi pò fio il giu-
mento à giacer di modo , che tenga la gamba diftefa in ferratagli fi cau-
tamente dietro algaretto sfotto l'vncinofra'l neruo & l'imgbietta , per
lungo > infino alla cartilagine, la quale poi fi pertugi con l'ago dijiagno)
che jpincillo è chiamato , fingendolo beri in fondo verfo Vacquofità del
la Cj iarda , fi che nel ritrarre di effo ifir amento ne venga fuori l'bumor
C acquo fo, il quale non farà da votar fi affatto la prima volta.) perche cre-
feendoui il dolore > vi verria fjiafimo-.ma cauatane buona parte ) metta-
uifì la tasìa della Jìoppa con chiara d'uouo , & olio > &sì s'infàfci : Il
feguente giorno J "doglia , e trattone il rimanente) curifi la piaga con
Vvngnento egittiacO)& canterini fi la giuntura . Tofcia lanate con aceto
effe cotture) vi fi fpargapclue di mirto , & vltimamente fottil polue di
■.corno ceruino arfo . Ts{elfimil modopotran curarfi ancor le Cjalle > per- Galle co-
cioebe prima fi legheranno le vene fuperiori ) poi tagliata la pelle nella
pafloia prefio alla vena circa vn deto verfo la fontanella fopra il tal Ione
fi romperà la cartilagine con l'ijìrumento dello fragno fpìntofr ri Imafìro
D neruo & l'offa della giuntura in fu verfo il nodo , oue fon le Cfalle > il cui
humorefi trarrà via , come s'è dimofìratO) & non volendo vfar'il caute-
rio attuale) dice poter' ufarfi l'empia ftrocauslico ordinato da Telago-
nio ) che mirabilmente difiecca le Immide infermità > rifrringe le mem-
bra rilaffate > & confortale deboli : per la cuicompofitionefi farà con
aceto diffoluere in un pignatto r afina > asfalto j & mirra) ana libbre
duey& una di cera refla con tre onde di galbano) aggiugnendoui al pri-
mo bollore una libbradi bitume) & menadi amoniaco > agitando bene
ogni cofa infieme . M. Luigi die e uà , efsere difficile à curare cofi le Ierde >
come
me fi cu-
rino.
y
n?6 DÈltj£GLÒÌ^l^£
tome le Galleghe fi port afferò fin dal ventre :ma neWuneye nell'altre re- jt
tinte per acci dentinole uà mettere Jputo mifto con quella lorditia3cbe den
troia verga del cauallo fi troua : Vfaua ancora in fu le (j alle quel lippo
chefk l'acqua y mescolato con affungia di porco ,e 'n fu le lerde l'empia-
firo slatino y ò mollica, di pane y &fale dislemperati con acqua «Alcuna
volta fagnaua il cauallo vn palmo di [opra > & vn di [otto deUa Ierda :
pofcia il tene uà vn gran pe^o all' acqua per tre giorni : & alla fine vi
legaua empia ftro di roffo d'uoua . Lo Spaiano a luipareuapiu pericolo-
foyche lalerda y per non poter fi co fi ben diffeccore ypaffando egli per me-
z^o-,aUa giunturatnondimeno molti ne guaria con quefto modo-, cherafo
illuogoy & minutamente t agitatolo ,vi metteua per tre di fieno dibuo- F
tnoyrinouandocelo ogni dì vna voltaypoi vi mettca galbanoy finche l'hu-
more incominciaffe a far vfcita: indi vifuceua lauagioni con orina d'buo
mo : finche la piaga fi fufie afciutta;poila curaua con olio y & mele bol-
liti infieme , fin che vi fufie rinato il pelo: e fpefie volte vfaua ancora la
fagnia della fontanella) & poi le cotture, come di foura s'è dimojlrato.
Cure per J^elle (urbe ypoi ch'egli lehauea rafe; metteua per tre giorni mattino e
le Curbe ^eraflerco bimano caldo :poi daua fottoquelle , vna punta di fuoco , e'I
feguente dì vi medie aua con penne bagnate d'olio. Il Ferraro dicey lo
Spanano efier tumore a guifa d'un'uouo , che tirando i mufcoli fh con
tardi moti battere il piede in terra priuo di gran parte delfuo fentimen- .
t o: & benché pochi caualli a'tempi noslri ne fan guariti y pur foura ogni
altro rimedio slima efier appropriato quello , che fi coflumaua da Mar-
co Greco y che rafo il luogo y vi metteua empiaflro fatto con mele y affun-
gia peslay femente difinapiy& cimino bolliti infieme y & per noue dì no'l
toccaua:poi dateui le cotture (come a la Ierda J vi adoperauaper fedici
dì lo strettoio: & indi innanzi lo lauaua mattino & feraycon lifcia forte:
ilqualmodo affai certamente è ragioneuole : percioche il primiero me-
dicarne addolcifce i nerui > il fecondo riHringe il concorfo de gli humo-
riyilterTO disecca interamente : ma tuttavia è da defiderarfi y che non „
troni la cura invecchiato il male . La Cnrba , che fu la giuntura del ner-
uo dietro al garretto fuo l uenire(oltra l'altre cagioni) per battiture) per
trar di calci y onde il Cauallo per lo dolor > che indi fente > non può fé non
con la punta dell'unghia toccar laYerr a; egli vuoleyche fipofìacofi cura*
reyche rafo il luogoy& minutamente intaccatoci freghi con faley& aceto
& me%a bora dapoi vi fi metta vn rottorio fatto con vn' oncia a" olio di
lauroyvna dram a di elleboro biancoydue di euforbioye due dipolue dican-
tarclleyfhccniouelo dimorare quaranta giorni ; poi rinouatoft ynon ui fi
faccia ftarpiu difei dì : indi per fei altri vi fi faccia una Molta il. dì un-
Uq ne
T>EL C\AV Ut LOyLlB. X. 877
4 tìone con dialtheayagrippia,e butiro, non mancando di fare ancora i ba-
gnuoli appropriati. Quanto alle Ierde Maeflro Mauro per deflar la na~
tura à rifoluere quella humidità congelata , che fanno; vote uà che fi ca- _^ g ^
uafie [angue della vena commune : poi fatto (aminare il cauallo per yn cachino .
buono miglio, fifaceffe infoi luogo enfiato vn bagno di vino , & aceto
bolliti con radici d'ebuli,e di olmo, cavagne vecchie con tutta lafcor%a
cipolle arbuciate,faluia,& rofmarino: dopo il qual bagno potrebbe ado-
perar fi yn rottorio atto nonfolo aqueflo male, ma à romper Galle , For-
melle,e vefciche-fil quale fifa con f apone far acine fico , cantaridi pejle >
folimatOyorpimentOy& calcina vìua , oncia vna per cofa,& come rotto
L il tumore, ne fi a vfeita quella materia vdenofa : per guarir la piaga vi
fi metta due volte ildìpolue di aloe epatica, diìlemperata nel fugo del-
-la piantagine minore ,la quale herba è molto appropriata contra i ve-
leni.(jiouerebbe anco far' i bagnuolicon odorifero vino bollito confaluiay
ajfentioyrofmarinoypagliagrofia d'orbo ,fcorre di pomo granato, e gu-
fici d 'agli:poi fel bifognoil riebiedefie, allacciare la vena da quella par-
te,oueil tumore fi vede: & all'ottauo giorno apprir quel fonte: indi mi
natamente colrafoìo intaccatala Ierdayfregarla con aceto, & fiale, &
in capo d'vrìbora metterai il rottorio bianco, & vltimamente quando
pur limale non miglior afit , daruijpeffi bottoncini di fuoco , adoperan-
p do poi iojìrettoio con l'aecimatura , che alle cotture è conitene uole. M.
Tier 'tundre a, la Curba , ò Corba^a quando era frefea, , foleua guarire
folamente con lo Jputoà digiuno : maquando con queslo non fi giottauay
egli aperto il luogo conia lancietta y feparaua convn cannuolo di can-
na il cuoio deirapertura,dall'yno, & dall'altro canto;pofiia di dentro
il cannuolo dotta il fuoco , <&■ di J opravi metteua rofio d'vouo sbattuto
con oliorofato , eontinouandopoi l'vngere fol conaffungiay auuertendoy
che al dar delfuocononfìfufie abruciato il cuoio, perche vi farebbe re-
flato affai brutto fegnal dapoi . Il mede fimo ordine egli teneuanel mal, Schiauo-
D chenominaua ■ Schiauone,il -quale come Sopr'ojfaviene al garretto dalla nem.aI6e;
parte di dentro: bencheprima tentauadi guarirlo folamente con vntio- ^io.
ne di agrippia , e dialthea ? laqualparimente adopraua in quel male >
■ §he all'incontro dello Schiauonefifa dalla parte di fuori, nominatola
lui Spauento,ò fyarouagnoy che nel ripofo fk tener' al (auallo il pie ritira Spauenta
ti in alto con dolore:ma perchetal dolore yquandopoifitrauaglìa, vie- òSparauai
ne àrnancare;eglinonmancaua di faticarlo ;auuertendo peròdi non dar ^no *
gli j^ronate nel principio ,. aveioche palpandofi per timore non fi bauef- Maledel
fé fatta alcuna fiorta. Chiamava oltr'd ciò Mal delle fonti piene, quan- \e fontj
ào quel f off ettQ de igarretti) che sia dalla parte di dentro > e gonfiato ; piene
e tal
T7S D Z L L a 0 L ò ^7 A
t tal gonfiatura h. tonando jpefio con aceto , fugo difolatro', & acqua di g
refe mìjìi in [teme , faceua paleggiare il e aualfo j & non fi rimaneua di
caualcarlo ; ma [e con quel dif enfino pia volte fatto, il tumore non f ufi e
andato via,eglitraheuafang:ie dalla vena del collo,dalla contraria bau
da;&fe'l malfuffe flato ia ambidue,i garriti , ne trabeua dalla banda
dntta-contiriQuando per tre di dapoi lafitmentagionedefali, che nella
cura delle Cj alle fi è ordinata; neton altro modo curano, co fi lelerde,
le Fache, le quali fanno la gonfiatura al coflato del garretto dala bano
da di dentro,doue l'altra gamba riguarda^come anco i trasfori , che fé—
fi<nizzo. condo lui erano daWvno canto e daW altro della giuntura , cornea dire
le ferde doppie : Quella enfiatura, che fifa alla punta del garretto dal- P
laparte,che va difuori,eglichiamaua il mal de lagrio,o ^igri^ji) : la
qual enfiatura fé fi vede uà piena di acqua, egli apertala defir amente
conlailancietta, fienai toccare inerni in modo alcuno ; vi metteuafo-
prò. l'agrippia , e dialthea , s'ella era di carnofità , vi faceua i bagni de i
Galle che quattro fati ; &fe con tutto ciò non mancaua, vi dauail fuoco col can-
tumoii nuolo nel detto modo . *JM, 'a tornando alla e ara delle Galle, ciré fono
nano . ^ tumori molliaguifa di vefcichette;e groffi come noci,che ò per col
pa della natura,bper accidenti difmifurato affanno a (auallo giouane ,
ò per li vapori del letame della fi alla (quando egli con le gambe ba-
gnate ve dimoratojfogliono vfeire nelle giunture dapreffo alle vnghie ;
IlCrefenzo,e(jiordanI\itffonon appronano , che aperto il cuoio con la
lancietta ,fì vadano a poco àpoco fc amando con l'vnghia , & cofi fi
sterpino :ne appronano , che fi fkc ciano confumare con lapoluedel rifa-
gaìlo; perche in luogo cofi neruofo,&pien d'arterie, il taglio farebbe af-
fai pericolo fo,e'ldolor vi farebbe in ogni modo concorrere più humori :
però più tofio lor piace, che V animale fi faccia Har tanto mattina, &fe-
ra,entro vnfredd:ffimo,& veloce finme,che per quella fredderà le (fai
le fi vengano a rifirignere, pofeia cotte per diritto, & per trauerfo,po-
tran curarfi.-Il B^ufio ciò confermando,foggiugne poterfi lattar con aceto n
forte ipofciavntoui mele, e fparfoui polite di cerufafcaldatafu vna tego-
la,legarui con vnapei^xafco)Xe di vite biancanette,& pefle con aceioy
ò metteruifu radici di cimino ben pefia con fiale ;ouer amente affentio,rn
ta,& hellera con tutte le lor radici,bollite infieme,o mattoni ardenti con
fortiffimo aceto ammorzati : ò che legai a quella vena , che diuidendofi
dal petto,difcende in gin nelle pani organìce , & nelle gambe; fi pertu-
gino le Galle conferro aguy^o ,& poi vi fi leghi calcina viua con olia
Jlemperata.tsfltrifu effe <j alle mettendo àgtiifa diempiasltofugo di ci~
polle fio di j rondi di porri > le restringono in modo> che non appaiono. pia
• - ma>
<Z> £ r C^V ^ tZO) LI B. x- $79
A ma per ogmpoco che l'animale fi fatichi, ritornano come prima. *Jtyt. Gatte di
Giouambattiiia,dicc>chefon dtteffrecie diGa]ie,l'tma,che vengono fenica c'uc ^Pec-
dogtie,& fon chiamate <Acquarole,& /' altra , che vengono con dolore : c^'
Q v.efie bifogna curar fi col fhrvn cerchio di fuoco fu quello fpat io , che je fpecic
la Galla comprende,dando in melodi quello vn bohonetto ben pene-tran di Galle.
te;&yoi mettenti fopra con accimatura quello Hrettoio,ch e ferite anco-
ra alle Spallature y fatto con vna libbra di pece navale, tre di pece gre-
ca^ vn 'oncia d ammoniaco >due di mafiice,e due digalbano , quattro,
dincenfo, quattro di t§rbentina,& cinque di raja , liquefatte infieme al
fuoco , ilqualejìrettoio deurà covrire tutta la gamba dal ginocchio in
B giù ; ma prima diogn'vna diqueUe cofe , fi farà douuta allacciar la ve-
na di effagamba a fangue,&fi<Gco , per vietare il concorfo degli httmo^
r:,che la natura fuolfempre inviare al luogo offefo, credendo fi di gioua-
re . Tue ffi ancora fare vrì altra cura tenuta per la migliore > che con vn
ferro fiottile infocato fi circondi contrapelo quel luogo, doue la Galla è
difeefa, &poflo fu quella il dèto, premendo forte fu i nerui, & lega-
menti, che quiià fon collocati, fi fàccia vf ciré in modo-, che fi pofia
pungere in me%gp con la lancietta , & cacciata fuori quella materia in- .
d'igeila : vi pieghino di fiotto ., &difopradiiepiumaccìuolidiHoppay.
fèn^a rìmouerlìper tre giorni ; & indi innanzi la piaga con l'unguento:
* Sgittiaco fi guarifea . Quell'altra forte di (falle fi cura con vnguento co m
pofio di fapone f arac ine fio, bianco d'uovo, gomma di mandola amamyf a
rina di fien greco,& fai gemma incorporate con orina d'Intorno, & ridet
te aguifa di due palle rotonde y leqnalfi metteranno fu 'l luogo rafo ycon
'vna acconcia faficia legate ; eftrette , che cofi verrà a confumarfi quella
hvmidità non interamente congelata dell'ai cquarole.M. Luigi , rafo che
'batte a il luogo delle Galle , minutamente le tagliava con la lancietta,fa-
cedone vfeir lyhvmore,poifregatouifale,vi metteua vna piatirà dipiom
boy nonrimouendolaper tre dì : indi vi jpargetta polve di bolo arme-
nto . Qualche volta legauafu la (falla rafia vn'empiafiro di fieno deca
rifoluto eonerina d'buomo : ouer amente di creta, & aceto ; sfatto-
celo tenere per tre dì , menauail giumente all'acqua corrente > fen^a
fargli altro, cjrjeneguariua ? vfanaancoravnovnguento, che com-
poneva con me^a oncia di euforbio,tre di cera vecchia y e quattro d'olio
di alloro , agitata ogni cofa infieme accanto al fuoco . M. Tier '^Andrea
infegnaua , come dall*una,& dall' 'altra parte della giuntura , & al ca-
po del neruo, fi fuol far vna gonfiatura come ve f eie a, la qval bifogna
difioluere perii pori con opportune fumentagioni : Sperò- con lifeia
fatta con cenere di f armenti * & ben colata mettem ibollire con vinot
bianco;
ago *Z> E IL A G Z 0 f^I j£
hianco in vn pignatta copertoyfaluiaymaggioranzyrofrnarinò y camomil- £
laymaxanella}detta altrimenti camomilla magna yflepa bianca , &He-
panegrapesìe infieme:&in qucfta decottione bollente attutata vnafyo
già, & poi bene {premuta y cofi calda la infnfciaua convna benda fu' l
luogo infermo > fi che ne veniua coperto per ognintorno ; legando fu ef-
j a benda vna pelle di pecoraio di montone y accioche meglio conferitale
il caldo } & cofi da due in due bore fkceuajpejfo per ogni giorno , infino
à tantoy che le ve f ciche fi vedeuano difiolute ; Mapri?na che talfiimen-
tagione fi faceffe y egli foleua lauar1 il luogo con lifcia pur di far mento >
& confapone y &poi con vn buon panno auuilup.xto il rafcìugaua : indi
vedendo fi le vefciche > ò Galle riHrette > & ridotto il cuoio allafua pia- P ;
nc^ga ; fkceua bollire vn cantaro di orina di huomo ( non già di donna)
con tre onde di falgemma , tre ài fai di compaffo , tre di fale ammonia-
co^ noue di fate commune : &poi che la decottione con vna fchiuma-
toia fatta a pertugi era ben dejpumata y vi adoperarla al mede fimo mo-
Fumenta ^0 le jpongie àfumentare : della quale fumentagione di quattro f ali pur
|1CJjnae.Jre ottimamente egli fi feruiua nelle Scoro file, nell'enfiature delle ginocr
& altri fì. «W* > nelle (fomme delle giunturey& in tutti altri sì fatti mali. Vltima-
milimali. mente come le Galle eran gite viay attendeua à Iettare i peliy che in
quel luogo per le ff effe fumentagioui eran crefciuti fonerchiamente y & r
per la poffan^a della lifcia eran cangiati di colore ; II qualeffettofh.ee-
uà di leggiero con l'vfo dell'or pimento ye della calcina viua con acqua te-
pida incorporati y la qual mistura i Tintori chiaman Tanquia y e i Mare
fcalcbiColore -, auuertendo che non fi fac effe molto dimorar fu'l cuoio ;
accioche no ne rimanefiefcaldato_y& lefo;ma cornei peli incominciauano
a venire al primo tratto y vi fkceua prejlamentalauanda con acqua te-
pida y & cofi fra pochi (fumi giorni il pelo rinafceua conforme à gli altri ;
&fe bene il cuoio f uff e reflato groffo y non import aua\ perche da fé He fi-
fa veniuaàrifoluerfi.-Mavoleua y che mentre quefle cure eran da farfiy
Mali che fHffe tenuta labeHia in ripofo. Suole il (fanèllo bene ffyeffo efierfi di ft
caualli p m°lti mah e£h ^€JF° cagioneycomefono la IncapreHraturayla Sopra po-
lorolieffi slay &l' jlttintur a Ine apeSh atura chiamano commumentey quando i
' Cauallo auuilupato al capeflro il pie dinanzi, ò (come più ffeffo accade)
quel di dietro y e'n vano sfor^andofi di cattamelo , fi viene à far male
nella pafioia dalla parte di dentro y con vna certa fegatura , che penetra
fin'à i nerui : onde facilmente potrebbefen^a gli opportuni foccorfi ve-
Incapc- nir>a> trijìi termini: cofi in queBaycome anco nella Soprapoflay& neli'jit
ia r* tinturay leq itali ambedue fono quafi vna fteffacofay rijpetto alla cagio-
ne. Terche cofi qitetta ; come quella aume ne quando' l Cauallo con le
fue
DEL CUV ^tllO> L1B. X. ÌSi
\£ fiut "vngìe offende fé s~leffo:<Jfy€a propriamente *Attinturaft dicequanda Attìnta-"
i pie di dietro toccano quei dinanzi ; fé la Soprapofla pub ancor effer dal ra So pra-
dinanzi) toccando fi 'l' vna mano con i altra ,~& però tutta la differenza p°fo«
di queflitai nomi è fecondo 7 luogo , che è tocco , e danneggiato, perche
fé quello è neruofo,il dicono attinto, fé non ve neruoySoprapofìa . Hor.
^per rimediare dia Incapestratura difirefico aimenuta,bifiogna che fi fine- . ...
eia un tortaneilo dilana fuccida,tanto grof]o,cbe pò fa cingere tutta l'In per ja ^
ca yefir atura , & affupatolo bene in fieno di caprone liquefatto , vi fi le- capelli-*-
gin agni fa d'vna pasloia, alquanto flretto , che toslo guarirà, guardan- cura .
doycbe'lpiènonfi bagni in acquarne fi allordi . Vn' altro rimedio aggiu-
B gne il B^ifito , il quale dice efferefperimentato , & vtiliffimo non foto à
quefio male /ma à tutte le Crepacie,I\pgne,I{otture, e Tiaghe : oltre che
fé alCauallo per qualche infermità fiufiie vietato ,come cofa pzricolofa
V entrar nell'acquari bagnar/i il luogo del male-.egli legatala vna pe^
%a vnta diqueflo vngnento, dice poterfiì andar fiicur amente per V acquey
perche non far anno bafleuoli à penetrami. La compofiìtione confijle in vn Cauic-
oncia d' olio comm une , & due ò tre di terbentina , con un poco di cera, chie offe-
diflemperate infieme al fuoco . ^Affino ferine, che le Cauicche offefe per 'e-»eiol'cu
legamiyò per ceppi,fì debbano prima sfregar con nino, ò con aceto , òfia-
lamoraypoi vi fi metta vnto graffo , cjr empiaslri bianchi ' , i quali fiano
^ delic.atizma fopra tutti queHo,che contiene vna parte di ammoniaco,^
mex7a di biaca, difciolte in acqua , & incorporate; aggiuntola polue di
mirto ,quanto paia che basii . (Coltrone ordina per le Cauiccbie un'em-
piaHro diqueflo modo:£llebono nero , bitume gindaiccyrame abruciato >
fiordi rameyi.itriolo abr nei atoyf al amonaco , feccia abr uri ata,& fiordi
falnitro , ana onde tre,con afiungia uecebia , cadmiay & olio di marcay
ana onde fieiMIPier'zsfndreà curaua le Incapefirature con la pulte em-.
fc piaftratafiu'l luogo offefo, facendo ogni uolta lauande di nino bollito con
rofmarinoyprimacbe metteffe la pulte : poi come la materia fi uedeua
_ diffeccatay ni metteua lana bagnata d'olio bollito con fieno di becco , e . ,.
terbentina lanata . Ma nella Sopraposla , la quale altro non èy che ofi- per ja f0_
fienfione tra la carne uiua , &l 'unghia fu la Corona, che rompe la car- prapoiìa.
ne (chiamata Soprapofla, ò Soprapiede, perche fi cagiona dalporfi
cafualmente l'un pie fu l'altro)ogni volta, che fi ueggia efier fatta pia-
ga , bifognerà tagliar con la roinetta tanto dell'unghia intorno , epreffo
ad e fi a piaga : che non uenga poi l'unghia a premere , ò toccare la car-
ne uiua ; perche mentre ciò fuffe , la piaga mai non fi falderebbej
finito queflo (come ilCreficen%o ci ammonifice ) laiiifiì la piaga con ui-
no caldo > ò con aceto ; & poi fi medichi con ungueuti appropriati à
KKK f fiaU
è'gi a t ti jt g L 0\l A
faldartvnghie,guardandole leti fra tanto daognihumidità, $ da ogni g'
lordura . fi E^ufio approua molto , che fé la Soprapofta non fuffe affai
grande, fi alleffìnod!ie,ò tre uoua ,& fi faccian dure >e buttarne uìa li
fcarze, fi /premano tra le mani; fiche diventino alquanto Iwghe ; poi
mefione uno in fu la bragia, e fatto ben caldo,, fubit ameni e fi Siringa j "or
te inful male, laf dui fi fi are finche egli duri in calore : poiuifi mettano
Co fi gli atri , a uicenda , due a tre uolte : & fatto queHa > leghififopra
il male ben e ald amente f uligine di forno, odi fucina di Ferrari, peHa
con un paco di fole, e bollita inolio : &quefli untione ( fenica reiterare
ta cottura ddluoua ) fi continui finche l'animale fi a fan o, potendofi fra
tanto caualcareal fecondo dì * V.iofii ancora curare la Soprapofta de F
wCaltro modo , che tolti via ipeli d'intorno It piaga, -pifìleghi difopra
"pila lata cotenna di lardo, (p-argendoui fuliginfben pefla confale ,
Ò* afiungii Solamente confale affo bentmo,ilquiuto tepido, per tre dì
o pongauifi empiafl.ro fatto con few di caprane,cera, & pecc^t . Et fé
la carne offe fa iiunxiffe il cuoio, vi fi potrà,per confumarla, legar di
foprapoluc di r afura di corno di cerno , ò di bue. con f apone vecchio . A4*.
Tier'<t>4)idrea nella Soprapofta nonfitceui altroché Jpefielauande con.
orina d'huama bollita con file ; e tutti quei m ili ,c're per efierfì il cor
natta con l'vni mano fui' altra, o con l'vnpièsà l'altro percoffo , oper
inchiodatura^ altra puntura noncono feiut a , oper intoppo , o per colp o G
alcunajal volta vengono atte corone, & le fanno fchiantare: egli nomi-
Gauarn . naua (jauarri,^ follmente coni orina pifciatafitl male(mafjmamm-
te trouandofi in viaggio)fbleua curarli sfregandovi fale,com' era giunta
all'hofteria;m*chi v-nol far qneHo,bi fogna vfar defìrerga, che tpifeia
non tocchi l'vngbia,perche la corromperebbe .Quando il male èflito ba,
■ gnato di orina,poco importa,che fi paffi per acqui: mi saetta v-'entripri-
ma,cbe l'buomo fé ne fii auuedutay& v'b abbia prauiHo; bi fognerà ada*
per are l'empiajlra della Tultra^on mane fido pur di bagnar il (Jauarra
con fale,<&* orina balliti infieme,fiacbe ne fia vfeita la materia, & la ra-
dice ;laquale non deuràjpai4entare,che la fri pertugia, afoffo: perche fa-
rà fàcile à riempiere, sfaldare, ma fé l animile dimoHrafie dolor af-
fai,non poffendo fermar' il piede in terrayfarà fegno,che l nenia hafenti
ta offe fa ; mijjìmimentefe dalla puntione fi vedrà vfeire humar gialla
Rimedi Pe™ carV4errÀ m tcLl caf° mettere foura quella olio, <gr terbentina bollen
per l' At- t'u'Hella ^Att intura de' talloni fen-ra piaga egli v fina il rimedia dell' va
cintura. uo,miin modo alquanto differente di quel del I\u fio .* perelye mefìo vna
vano dentro li cenere,ben couerts di bragia, ilfaceuafarduro in manie
rdche non fi rom^eJfe}poi con tutta lafcor-ra ilpartiuaper lo bel mex^
iti tJPJL idyiis. #; ss/
rjl %ò,ejf>arfodi fole tritone tanto caldo quanto poffibil fufiey il mette u*
in fui tallo degatafì prima intorno alla corona vna benda bagnata : ac"
cioche il calor dell' vouo non V offendere ; ilqual vouo egli poneua con
vnafàfcia a quattro capi y -due legati allo flinco , e due al tallone : & fi
facendo queflo due giorni vna volt a Udì , ildolornon fuffepafìato,giu°-
dkaua,che VJLttintitra fuffe difcefa nella (prona . *A II bora fatta bol-
lire berba di muro benpeHa, & empiutone vn f archetto di lunghezza ,
& larghetta quanto vna mano: il metteua fu'l tallone quanto più cal-
do fi fufìe potuto fare dafopportarfi ; V" femori qneflo continuato per due
alni dì, il male non fuffe mancato , vi poneua la T5 ultra , la quale fenica
£ fallo fhceua apertura, & cofi afcìugatapoi la materia, rimaneua libero
&fano il piede . Se l'iAttinturafi fuffe fatta nei neruidello flinco , cgjlì
preflamente fhceua bollire aceto co rosmarino pes~h,& mefcólatoci bren
no,cofijpeJfocomefuol darfi alle galline, metteuaquellacanigliata cal-
da su la giuntura alpiugrofio di dietro , slrignendo il luogo con vna fa-
feia ben larga, la qual cufeia nel fottildella gamba: &fe con queflo non
fujìe mancato il dolore in vna notte > egli nel mede fimo 'modo vi empìa-
slraua mistura d' un'oncia di mirra, vna libbra di mele , & me%a di ci-
mino pò lueriT^atOy&rofmar ino benpeflo , bolliti con vino perfetto in vn
pignatta^ ben dimenati con vn baslone , finche fi fojfer venuti à raffred-
C dare\coft continouando per due o tregiorni,mattino, &fera : ma prima
d'ogni altra co fa , egli alC amilo trabeua f angue dal collo dalla contra-
riapa?te;& quando cominciaua a guarire, il guardaua dello fyerone da
quella parte donde s'era doluto : ingegnando/i tuttauia diauuiarlone ì
giri all'altra mano.-acciochefi fufie venuto a lafciarà pocoà poco {'ba-
ttio vitiofo per lo dolore: & queflo girare a man contraria tanto più
giudicaua efiereneceffarhy guanto più antica fuffe slata la *Attintura.
CjiàlaSoprapoflanon offendendo altro, chela carne, fàcilmente fi fona
in vna notte con l'vouo cotto come s'è detto; ma efiendofi \Attinto ; &
percojfo il neruo , fi come il male è più difficile , <£rpiu importante, cofi
maggior diligenza richiede alla cura fua:peroper leuar la doglia,òfpaf-
mo lui caufato,loda il Ferraro,che vn pollo,òpipione aperto per lo me%Oy
yi fi metta caldo di fopra , non altrimenti che fi fuolfar'in quei mem-
bri, che fu fiero tronchi : Tur fé ciò nongiouaffe , slima ejfer bene > che fi
allaccino afangue,efuocole vene fopra il ginocchio ipof eia nettato,e mi-
nutamente intaccato col rafoio illuogo offefo, fi freghi ben con aceto , &
■fale: indi guardando per qualche dìcbe'lCauallonon vifipofia toccare
co' denti , vi fi farà ogni ventiquattro bore vnacompofitione composta
f$n vna dramma d'elleboro bianco 3 due di Euforbio , e tre di cantarella
KKK 3 ridotte '
$84 DEL là Ò l Ò %}l A
ridotte in polue,vn'onc ia di dialthea,vn teny dì agrippia , & altretaìi-
to d'olio di lauro . Et fé deltutto noufia conualuto per quaranta dì , vi &
fi metteranno cauoli bolliti con ortica , & maina , & afìungia di porco .
tjfytafe con tutto ciò non mancale il male bisognerà (legato il Caual-
loà terra) tagliar dietro al neruo , tra il cogolo, & la giuntura, fcar-
nando col ferro della flelletta , circa vn palmo , per ogni verfo il cuoìoy
che cuopre il neruo : dentro il qual luogo fi metterà vn taslo di piombo >
quanto vn deto , legandolo con vn laccio , che ve'l ritenga . Voi la pia-
ga vna volta il dì, ferrea toccar il pio mbo ,fi potrà medicare con empia-
§ìro fatto con quattro onde di fieno greco , e due di femi di lino poluerì-
tati,tre di terbentina bollita con vino bianco , e due di ajfungia d'orfo, ò *
v f» e .* di graffo di lupo, & cofi facendo per noue dì, egli in quindici giorni farà ■
perattin- guar^° • M. Luigi fu i nerui attinti fkceua vntione folamente con dial-
tui e tbea , agrippia , & olio di lauro . Tal volta per efji co m pone uà vny un-
guento con incenfo, rafapina,pece greca,euforbio , e fiengreco , vn oncia
per cofa, quattro difetto di caprone, altretanto d'olio buono, & vndìci di
cera nouella . Altre volte il fé a con quattro onde di cera noua,tre d' in-
cenfo, vna di mirra , & me^a di rafapina bollite in vin forteti . Qual-
che altra fiata il componeua con tre onde di J angue di drago , quattro di
bolo armeno, quattro d'olio commune, vnd.cidi m tflice , con vndicilib-
1>ìs\ogi- foe difeuQ di ^ecco, & altre tante di affungìa diporco . Si dislogano tal <
°ambe . volta, ò difcauigliano le gambe , per qualche for^a , che'l Cauallo hag-
gia fatta, ò correndo ingiù per pendino, ò mettendo il pie tra le pietre >
Fumenta ò tra qualche bugio : il che auuenendo, M.Vier' '^Andrea vuole,chefi mi-
gio ni per ri di rimediare à quel neruo,che tiene aggiuflate , & congiunte le due of-
"Ij?^ j7 fa dello flinco; non ceffando difumentarlo con diligenza: ma prima ca-
Eauoc. uaua fangue dal collo nella contraria band a ; & quefìe fumentagioni
égli fé a con vnfacchetto pieno diherba dimuro peHa, &con vn poco
d'aceto fuffrittain vna padella, finche la maggior parte dell humidità
dell'aceto confumata fi fufìeùlqual facchetto sì grande, che baueff e d'o-
gni intorno potuto coprir lo flinco, e tanto caldo, quanto fi f uff e potuto j|
foffrire; legaua con vnafkfcia : cofi facendo due volte il dì : ÀI teri^o
giorno facendo bollire in vn pignatto con vin per f et to vna libbra di me-
le, & mer^a difaley agginntaui vn' oncia di mirra , & me%a di cimino >
con fiori di ma^anella, e di camomilla, vnpoco di rosmarino , ogni cofa
ben pelategli bagnata in quella bollente decottione vna fpungiaben
grande,ef^rem:ttahyin vna iflante la metteuafu lo Hinco, & ve l'infa-
jciaua nel d"tt9 modo : & cofi continuaua dui altri giorni , ò pur fino d
tamofd/egli baueffs covofeiuto ilmruo ejferfi mitigato^ ridotto alfeg-
gÌQ
t>ÈL CU VU LIO, US. X. $S$
rjt gibfuO:non potendo effe;- di manco ycb 'egli non ne hanejie fentìto mirabi-
le beneficio , fi come ne fentirebbe ogni altra parte del corpo > ouefifofìz
riceuuta botta fenica piagxypur che l'off e fa non fuffe antica:iJWa q netto-
in lai fi patena bene auuertire , che quantunque hanefìe voluto adoperar
fi fatte fomeatagioni , fempre infaponajiaprima il luogo con Ufcia atta a
lunare il capo ali biiorno: & fé quella troppo forte fi fuffe bisognata di
raddolcire ; non la vfaua con acqua fredday che aggiunta vi baueffe, ma.
"polena primaycbe infieme con quella f;: fé bollita va 'altra volta.Giorda-
no B^ìffo , &Tietro Qrefcentio chiamano SculmatOy & Lorenzo Rufo Sculma-
Scalmanato quel male > che fa feparare , e partir 'il capo dell'anca dalla mjnat0
tr> naturale fuapofitur a; il che aniene)ò quando il piede trafcorre più che
non vorrebbe , ò quando verfo la terra non diritto fipofa > ò quando ipiè
didietro con quei dinan^fi auuinchianoy & incapeftrano : & lafua cu-
ra d'icori eff ertale yche fot to il capo deli anca fconcia fi metta vnafìellet-
t-a conueniente per vn fommefoy acciocbegli humori concorran quiai, et
èfcan fuori:per lo quaf effetto fa bene,cbe fpeffe volte il dì fi prema con le
mani per ogni intorno eff a fi elletta : & che" Icauallo fi faccia tal volta
muouere apicciol pafo:poi facciauifi va strettoio con pece greca, incen-
foye mafiice in pefo egualeycon vn poco di f angue di dragoy e tanto di pece
nauale y quante faran tutte l'altre cofe y le quali fi deuran liquefare infie-
C me:&fu tale empiaflro difìefo caldo nel luogo offefofpargafì ttoppa mi-
nutamente tagliata . Il mede fimo effetto della ficlletta fi potria far con i
f etoni y ò lacci pofii aguifa di croce , ejpejfo moffi : Ma quando ogn' altro
rimedio fuffe vano ycuocafi quella parte dell anca con linee conuenenoli
date p er lungo , & per trauerfo ; perche dal fuoco naturalmente fi ven-
gono a diseccare y & riflriagere gli humori : Et q nette medefime cure à
punto fi poffono adoprare negli Spallati ^quando per iittefe cagioni, ò Rimedio
per qualche calcio la j palla trouadofi le nata dal luogOyfuo il (auallo ^op £ °" Spai
pica .<Auuien qualche volta , che fi riceue vna firmile offefa nella giuntu-
ra a lato il piedeyò percuotendolo in co fa dura} o cadendo nel corfoy o non
D premendo efio piede per lo diritto : onde per effere il luogo pieno dinerui
e di arterie y & conseguentemente delìcatOy il cauallo ne viene perforai
ad efiere "zoppo; Il qual male è chiamato Stortigliatura , ò Scorcigliatu- Storti-
r a fecondo alcuni : giordano Hjtffoydice curarfiinquefìo modoy chefat- gliaturaò
tavna poltiglia di crufca di grano bollita con feuo di montone in aceto torciglia
forte , & ben dimenata, &fattafpefa: fi leghi calda quanto fi poffa tuia*
durare , fu la giuntura : & vi fi muti due volte il dì > &fe in efi a giun-
tura fi faceffe alcun tumore per qualche neruo indegnato > mettauì-
fi empiattro fatto con terbentina , fquilla, fiengreco >feme di lino >e
KKK $ radice
£S£ D E L L A GLORIA
radice di maluauifco pesìe,& con affungia di porco vecchia bollite, e di- £
menate : Ma fé l'ojfo della giuntura fardfmofio dal luogo (ho , bifogne ■
ràuche' l pie fano compagno dell' infermo fi leghi alla coda nel miglior rno
do che potrà, fi che venga àftar felicitato in alto , o veramente piegato il
ginocchio, come fé ferrar fi douefie,legh:fiil pie f ano per la pafioia con la
propria gamba; e di quefia foggia menìfi il Giiimento d mano per luoghi
ertì,& montuofi, accioche egli efsendo coflretto di premere il piede ver-
fo la terra , l'ofso difir atto ritorni al luogo fuo; Ma prima, checiòfifac-
__ , .eia, fi fa il fiopradettoempiaìlro mollificatilo adoperato, z^lle volte
pie disio- l" vno °fe° del pie fi difgiugne tanto dall'altro, che d gru pena,ò quafinon
gatogran mai può nel domito luogo tornare, onde la giuntura miferamente fi vie- F
demente, ne d gonfiare , & indurire , pero in tal cafo bifogna adoperare il fuoco ;
etengafi bene in memoria quel che il Bufilo d ciò foggiugne, che nelVifpe
rien-redi tutte cotalicure, da poiché ognialtra via fi fard tentata , con-
uerrd l'vltimo rimedio efserela cottura . M. Tiern^ndrea dice a , che'l
. mai della Scortìgliatura , ò dell* Storta ,fuol venire per dafimpenfata-
"liacura ò mente di ferodi ai Canallo,quaado einon l 'ajpett.i;& qualche uolta fé ne
Storca . torce il neruo,nel qual cajò egli facendo ai-zar ilpièfano del caualloyfa-
ceua che va' altro col pie gli calcafse fui trauadore , ò flinco offefio t poi
Vinfafcìaua conempiafi.ro fatto di brenno , faìme, rofmariao pesìo , <&■
aceto z cofi contìnouando per due dì , due volte il giorno \ & fé non gio- G
ttaua tal canigliata > vfaua lafumentagione de ì fiali detta di fopra > con
t vnti'jrie delfeuo di beccolò di carnato, non trauagliandolo in corjo per
qualche dì . Hippocrate ferine ifegnt del pie dislogato efser quefii, che'l
Giumento camina con la punta dette vnghie>& non poggiando quella
gamba ,f alt a, e tira afe il piede off e fio; il quale nella congiuntura non
ifia fermo dì fiotto ; mafugge^ &le parti vicine all'vnghia r in.al'za-
no:onde fé gli fiafiretta l'unghia conia mano, egli fi aedrà grandemen-
te dolere . ^All'hor vnole,che datigli d g".ifà di cancelli qualche piccioli
tagli attorno ildislogato > vi fi leghino con ifiecche di pino ,fi>ungie ba-
gnate in aceto ,. perfete giorni i Et fi non fifermafse > mettauifi per fei R
dì empiafiro fatto con fiengreco , iìqud dapoi chefia fiato d molle tre
dì nel vino,fia peflo , e bollito, e dimenato col mele . Altri canato f an-
gue dalla corona del pie disl.ogato,efregatoloconfale,c-r aceto, metto-
no fin la congiuntura dell ' vnghia vna fioppata di lana con vino, & olio.
fhceadovÀ fixffi bagni di acqua caldd > per giorni dieci : <jr parendo cht
incomìnci driualet fi , fregato vn' 'altra votta il piede iìifermo,vi le-
gano con corame lana fuccida pugnata in olio, fate , & vino , leggier-
mente sìrignenda illegame) accioche non ci yenific infiammagione ;
<JVCa
hit cjtr allo, iiB. n. nj
rA t^Wafeciònongiouafle; all' bora sformati dallairccejfitàytagliano l'un-
ghia di [otto con lo [carpello , [chinando di toccar ìoj]o > & fattone u[cvr
[angue y empiafìrano tutto ilpiede con lo fieno del medefimo Giumento
incorporato con olio aceto > & [al ben trito ; & parsati tre dì con acqua +
calda lo lattano: Et [e la carne cre[ce[se trappoli adoperano /litichi me-
dicamiyjp.efse fiate purgando l'vngbiayt agitandola d'ogni interno, in ma
nieroyebe cre[ca eguale: Ma [e ancor cofìnon granfie, non pofiendo far-
ne di mancoyvi danno ilfitocoy <&poi curano le cotture ì Ad A flirto per S^isio
la dislogatura del piede > piace trar [angue dalla gamba > & legami [a- aa tura dì
[eia bagnata di acetone d'olio>& legato il pie [ano al ginocchio\fkrlo §ìar piede.
E per tre bore [ul pie dislogato; poi [ciotto lanario con acqua calda y &
fregarloy?nettendoui per tre dìempiaslro di [calogne pefle con [ale : indi
adoperar V unguento appropriato alle dishgagioni delle giuntureyil qual
[ifh con [emenda di mentayHoraceybdellio,gatbano > terbentina-, e pece
durarci onde per co[r,& me^a di melcybollite infie?ne , con agginnger-
uiquattro uouay & nino à basi anyay la quai compofitione ad ogni do-
glia di nerui[i dice epere anco efficaciflìma . Vn' altra [e ne di[criue con
vi[chio e fior aceyana libbra vna bdellio > propoli e terbentinay ana libbre
duei&galbanoyammoniacoypece & bitumeyana libbre tre . Eumeloper
la Dislogatnra ordina vno empiaflre il feccia d'aceto , & cenere calda
C incorporate con vino > & afìungìa vecchia . Vegethordinay che quando <;aui^,e
le caukchicyò talloni e[cvnfuoriy qneilaoghiy che fi vedranno piuemi- dislocati.
nentìy& fìmili a vc[cichette fi tocchino col rafoio minutamente y come
fifii nel vento[are > e [e amare le dota , e [fremute quelle tai punte, vi fi
freghi [al trito yinftno a tanto che Ihnmore col [angue [i [i a ra[c lutto :
pofeia bagnato il pie con acqua calda , & [ale y premendo rimettafi al
[uo luogo, alcuni vi[ogliono mettere lip ariane meliloto. Altri con le ma-
ni vnte di affungia s'ingegnano di riporre il tallone alfuo luogo > & poi
vi metono vnafpungiadi[opra;& gli legano [u la coda. Altrifiincuoce
. fì re trite in[iem e tre onde di caHoreo > &[cì difìnape politico, vna libbra
difale ammoniacoye due di[ale commtme : & quefia compofitione rino-
uano ogni dìy[opra il tallone , infinche ei [ani y rinouandola fpeffo ogni dì
ò mantenendola con ramo caldo y col quale dicono effere bene d bàgnar-
fi il luogo y prima che altro vi fi habbia a mettere : benché il medefi-
mo effetto farebbe misi, a con [ale l'orina calda. Hor ritornando à i p^feic*
mali dei piedi , [crìueVegetio [olerfì in eflì generare certi humcri pu- nia^ ,
tridiy & crudi , <&■ che[ono da alcuni chiamate Vligini y famigliami
à rogna , ò più toflo à lepra yjche [i fpargono ancor per le gambe y e per
lejfcalle : onde l'animale infeHato dal gran prurito > mentre > che con
KKK 4 l'vn
888 1>ELL^[GlO\l^i'
ivn piede fi fréga. , &YòÌe l'altro) vi fifa piaghe :però bifogna attende- g
re a purgare tutto il corpo y cauandefangue da i luoghi opportuni , but-
tandogli per la gola radice di cocomero fanatico > mescolata con polite
« di nitro;& ungendolo con empiaflroy ilquale contenga due libbre di mi-
ft con fale di jLfricaycipollefaluatichey folfo , & olio-i libbra vna per co-
Puftulena fw0^ inf*eme. *A quelle putitile poco maggiori di vna femen^a di na^
teattorno uone,che per lo gran correremo granpefo > o lunghi viaggi nafeono attor-
alle giun- no alle giunture de* calcagnilo cauicchie da' Greci chiamate- <>JWellice~
Mre* ridiyperche l'enfiagioni^ le cr itile loro caccian fuori certi humori grof-
ft e di color famigliarne a mele.-narra Hierocleyche (jieronimo configlia-
uà a dar' l fuoco con ferri dirittiyo veramente come ad altri pia piace con P
iftrumenti di rame bruciando folamente la pelle yfen^a toccar la fot-
tana tonica : & co fi (premere ben Ihumore ; guarendo poi le cotture con
olioyceraye graffo liquefatti di compagnia : & lauanùcon acqua fatfd ,
e par con fredda . Ma egli non lodando il dar del fuoco , per lo pericola
delle vene ;vuol folamente , che ^'caricatala vena fotto la piegatura del
piedeyvifi laui con acquay&fe ciò nongioitaffeyafcingbifì il luogo più eh
vatOy& cai rafoio s'intacchi tantOycke butti bumidità: poi fi la ui con ac-
qua & acetOye'l feguente giorno s' ad opri l'vntOyche fi fìt digalbanaxme
r • amente fkc ciaf bollire in vino temperato conpari acqua yftercoyc dieci
onde di f alnitrod'EgittOyCon foglie tenere yh radici di moraro d Egitto >
C*r c!Ò-s'adopri;d andò il fuoco nelle giunture delle cofeier & come l'ani-
male Bara meglio > diagli ft a bere dell'acqua e alda^A le uniytr atto fan-
gite dalla vena predetta fotto la piegaturayvi mettono fopra farina difh
uà mef colato con vnpoco di meley&fal bì-ufìolatOy&olio^Altriycauato
il fangue della vena,che slàydi fopra lapiegatura delpiedeyvifhnno em~
piaHro con fichi tener iy&fre) chi di fico f abiatico ybolliti vel vinoy& mi
natamente pesìiy& incorporati confterco dibue.Hippocrate diceyeurar-
Mèli ceri- fi le Meliceridi con medicine agglutinanti y &cÌ7e'l primo dì fi freghino
• • con oliay<£r falene i feguenti fi bagnino d 'acqua caldayvngendo l'vnghie
di graffo d'ocaye di butiro . Et fé ciò non giouaffey traggafi fangue dal gi-
nocchio y & mettauift di fopra vnafpungia bagnata in aceto con acqua >
<*r mele ;M a s' elle f uff ero anticbey diaffuoco nelle ginocchiaynon prof on
do dando tantoché la giuntura fé ne offendere ;ne cofipoco che non ba-
flafìe-.indi fi curino le cotture nei modi v fati. Prenda fi fai ' ammoniaco^,
rame abruciato , & fquame di ramey ana onde due ;polue d' incenfo y e
biaccayana onde treycon otto di marche fifa > due libbre (Folioy & fior di
falnitro quanto* bafii > e*r incorporata ogni copi infiemey syadopri; oue-
ramente fatnitro > fiondi fecche di okandm^affun^ia vecchia, e bitume*
tre
DEI CjìV JtL LOy LI B. X. l$y
jt tre onde per vnoyò fai' ammnn.iaco>litargirìoymarchefitày& biacca > on-
cia ynaper cofa > rame abntciatOy& verderame^ana onde due y& fei di
olw.Teonnefts afferma , curar fi quefieinfiagioni humideye grojfe de i
calcagniyimgendoli con miSlura caldaylaqual contenga fei onde di rame
abru ciat0y& otto di verderame , con prefumo ammoniacoymarcbefitaye
biacca , libbra vnapercofay& quattro d'olio . Tiberio per Iettare le me-
liceridi acquo fé yfen%a adoperarci ferro > propone a mettere fopra i luo-
ghi che n'han bifogno , due oboli di olearie Ilo berba faluatica y e due di
adarceyquattrodifrondi di oleandroyquattro di femey di agretti ; & al-
trettanti di Her co, di colomboycon fei di euforbioypejìi bene*, & san affan-
ti già dìfcioltiin aceto .*.d Uri pigliando di pari pe fa acaciaycadmia abrucia-
tayverderameyelleboro neroybitume giudaicoyfalnitro rofioyvivriolo arfoy
afiungia veccbiay ammoniaco yfeccia d'oliOy& calcitideyridotte inpolue
& triuellate le cofefecche\& pefia l'affungia con le co fé bumidey& fi-
nalmente incorporatayne fanno vnguentOyilquale diftefo in vna peT^ayle Vnglien—
gano fopra il male con lana attorno irinouandolo di tre in tre dì fra à tan- Meffcer£
tOy che trouinoil luogo pertugiato come criuello y e cacciato vial'humo- fa
re ydiffeccano quelle parti con la compofnione chiamata barbara y che fi
fa di bitume pece ammoniaco ylitargirio y olio > <&• aceto filtri fan com-
C . pofitione di calciti > e v&'derame y vetriolo feccia di pfilotro-^e galla ne-
rayana onde tre y elleboro nero y gr mifi liquefatto y ana onde quattro
con fior di rame & cornino di jLlcfiandria àbaUan^a ; con aceto forte,,
pefiaudo al mortaio ogni cofa infieme: Tuojfi ancoydapoi che Ihumore
fi èpurgatoyadoperar calda vna miflura di ammoniacoy marchefìta y &
vetriolo abruciato y & libbra vna & me^aper cofaymeyrza di verdera-
mey& quattro di olio commune y con vna oncia & mei a di biaccia. He-
leno Marifcalco facendo ficaldarevn poto dolio in vn laue^oy vi met-
teua fei onde di litargirioy & fei di ajfungiaypoi colatele yv' aggiugne-
ua me%a libra di cicuta y rne^a dipfilotroy & me^a di mi fi liquefatto y
£ yna di gomma y vna & me%a di ceray e quattro di opopanacey con
vn- oncia di calciti y quattro digalbanayfei di aceto y e fette e me^a
difale : Batterebbe anco a mefcolare nell olio fcaldato me^a libbra di
litargirioy me%a di marchefìta y & me^xa di cera vergine > con vna:
di cera commune , e f caldai a quefia mifiura in vn vafe di ferro , por-
la fopra il ginocchio . filtri fan bollire in aceto > frutti d'bellera
femepefiodirofmarinoy e calcina y ina y ana onde (quattro ; e due di
folue d'incenfo y con fei libbre difale ammoniacoy & fei grani di Ber co*
di colombo y poiconvnafafcia ne mettono fopra il male y non difcio-
gliendo fin' è i cinque dì i allbora Lauatoui con acqua calda ; vi ni-
mtttwo>
-{
Jpo Z> E 1 1 a q L 0 \1 Jt !
mettono la medefima medicina per altri cinque dì, cjr coft il guarifco- g
no. filtri non vi fanno altro fé non che forato il tumore con vnoflilo,
■vi fregano fate , & olio , poi vi lanario con acqua calda , & vi mettono
Humori vn cerotto . M.Tier' Andrea per riparare àgli humori , cbefogliono di-
j ' n r fendere alle gambetti" -à i pie di dietro : coìlnmaua di cattar a baftanya
e egam ym^ue d alla partedel còllo destra : poi lavatele gambe con Ufciay &
rafciiigateleyviw.citeua vntione difaima , 0 d'ajìungia bollita con quel-
la acqua mifla d'aceto , cb'egliprima haueua fatto bollire con l ortiche,
M. Giouan Battigia diceycbe a ipiè del Cauallo vengono humori, refte , e
crepaccie , le quali benché fan quafi vna coft ; perche procedono da vna
isleffa cagione; tutta volta b dallimpreJfìoneyche fanno , 9 dall'antichità 9
diuerfi nomi fortifcono:ma parimente richiedono diligente foccorjo : per
' che l'animale addolorato in quefti luoghi articolari,^ neruofiyn:angian-
Humori do poco y fi viene à confumare , & non puòferuire . *A gli humori dunque
auucnuti dìfrefeo auuenuti.fi rimedia, fé per atto dì vna volta il giorno vi faccia-
co* no bagnid 'acqua bollita con malue, legandovi poila remola afeiutta 0-
n co_ gni fiata ; & in afeiutto luogo tenendo il Cauallo fé mpre . Le I{es~le , che
nie fi curi fonobumori antichi , fi curano con legar nel luogo primarafo, & netta-
no, to vna cotenna di lardo bollita in aceto , fen%a altrimenti toccami per
tre giorni : pofeia vna volta il dì vi fi metterà vnguentò fhtto con lardo
vecchio fquagliatoylitargirioy mastice, verderame e f uligine di camino,
diftemperata ogni co fa infìeme con latte di capraZe Crcpatele fon quel-
'r1'2*'3 " lefifìureycbe fi fanno tra l'unghia y & la corona , prodotte da intrinfeco
humor fecco,& melanconico^ da caufa esteriore per le brutture & lor~
ditie iui difeccate,come anco le I{efte:&-però il mede fimo vnguentò po-
trà fcruire,haucndole prima tocche leggiermente con vn coltello infoca-
to: benché alcuni stimino , che caualcand&fi il Cauallo sferratole ne vtn
ga à guarire : perche la "datura vienperquelmeTgpadefialare. il
Crepac- Crcfcenxp,cl J\uffo fcriuono , che quelle infermità cagionate dalla fumo-
eie agio, fità del letame,& volgarmente chiamate crepaccie: le quali à guifa di n
nate dalla rogna rompono il cuoio , & la carne fra le giunture dei piedi & l'un-
del kta- ghie ,& talborafhnpUTga , dando gran paffione £ ardore all'animale :
pie. non richiedono cotture in alcun modo, ne che dall'animale fi cauif an-
gue: ma che primieramente fitteli il luogo del male con quella compofi-
tione chiamata pfilotro , che à questo è atta , laqual confisle in vna par-
te di orpimento,^ tre di calcina vina peste infieme , e tanto bollite in U-
fciafortey<& agitate, che ponendola vna penna dentro,fi veggia imman-
tinente fermare : apprefìo lanate le Crepacele con tepido vino bianco,
grrafeiugate, vnganfi due volte il dì con questo vngUento , che va-
le à
DEI C Ji V JL LIO, LI B. X\ g9t •
jl le 4 riftrìgneì'e,& à.faldare ::comt> onendòfi comma o.-iciadi orpimenti > >
tre diverderamc>& cinque di fi'.lviineyaggiuntoui tacito di mele liquido
quante faranno le tre dette cofe , con vn poco ancor di calcina viuay
ben dimenate infieme con ima me fola à fuoco lento . Cjioua ancora fre-
gar bene effe Crepaccie conorina di fanciullo, òcon citrangoli,ò limo-
ni ben cotti entro la bragia, a tener il giumento mattino &fera in aqua
falfa, quando Untare e pia freddo : ò che fu la parte fpelata fi metta fe-
uo liquefatto con cera, bpolue d'vngufcio dì vouomijìa con polue di Jter n . .
co di gallina^ veramente calcina viua Stemperata con olio di oline. *Al per |uarl
tri vnguenti etiandio fcriue il T{ufio effere appropriati à quefto male; co- reCrepac
R me farla mefcolare con olio,afìungia , acetoy & mele, vna oncia d'orpi- ci? » & aU
mento,vn' altra di arfenica, & vrfaltra di biacca: atolta ruta,e capri- Eli [!™ *
nella in buona quantità, metterle pesìe a\ cuocere in aceto fartiffimo,&
olio commune, con vnpoco di afìungia dì porco, olibano , cera, & folfo
vino, & farle tanto bollire , che f aceto fi a confumato : & poi colata la
miftura,& confermata per li bifogni , vngemeal Sole : èfìemperare eoa
vn poco di cera vn oncia d'olio d'olive, e due b tre di terbentina , mefeo- \
landoui ancora de i trifogli, quando ci piaccia to neramente incorporare
con olio violato^ rofato,refma,mele,& chiara dvouo:b con olio commti
ne,&fale mettere peiliroffid'voua roflite,duri:ilchepubferuire ancora
q nelle Grifarie\vn' altro nonptirle(frifarie,& le Crepaccie ,rna i Fj^twli)
i Celfhi Farfarelli, la Tigna, & la Scabbia pub guarire : il quale rice~
ne otto onde di coperofa,fei di apofiolkon,fei di mele , &fei di fangue
porcino\quattro di rafapina,tre difolfo > tre d'olio d'oli uè , e tre dincen-
fo,con due difinopidc ,. & argento vino. Ma prima che taVvnto fi met-
ta,faran da far fi lauande con hfcìa:poi di due, in due dì con aceto > coft
continouando tre fettimaneiìndì perfaldare s 'adopererà quell 'vnguenta
che fi fa con vna oncia di butiro , vna & meyga di mele, fei de verdera-
me ben trìto,& farina di fatte quanto vnafeor^a dì noce potrà capire .
Daquefle Crepaccie ne fuole prauenire vn 'altra jpecie più maligna, che
£ per trauerfo partendo la carne uiua,che fi congiunge con l'unghia, afflig
gè affai più l animate,e gli ìmpedijce il caminare;ne con unguenti, ò altri
medicami fi cura bene-,fènon con fuoco., ilquale bifogna dare alle fuee-
Hremità con un ferro > cheìmbbiail capa tondo ; perche mediante quella*
cottura,il male uerrà à niancare. Chi votefie nondimeno altra ipm na-
temi rimedi , che per £ altre Crepacele fi fono detti prauarne un 'altro >
potrà feruir fi di quella unguento dì cera e terbentina y che nella cura
delle Tiaghe fi de fermerà \ il quale èpreti.ojo y <*rgiomuokfommamen-
temnfQlaadogni<iualìtÀdi Crepacele : ma à Crifàrie ancora,. <$•
àfla-
*Ègp2 D E L L U G l 0 \f\4
Clauardiyb jfquarole ; &à tutti altri s) fatti mali . ^Agostino Colom- jr
brodice, che gli humori, iqualiper conottione difeendono alla corona
de piedi , nonfidcono preft amente riftrignere , ma lafciar purgare per
molti giorni tenendo bene tofati i pelici fondo della slalla ben netto-, &
fecco;non mancando cUtrar [angue dalle vene , che fon tra le cofcie del
dritto & manco lato . Et quando più f offe l'humore in tutti ipiediy mag-
gior corrosione dinoteria . Vero fé fujfe apparfo dipoco tempOy farla da
trarfifangue dszl collose di molti giorni , da tutte le gambe nelle ginoc-
chia; &fefuffe dhticoydi molta quantità , pw^plente &faniofa,farian
da legar fi le vene in ciafeun piede>oue fuffe la conottione , accioche non
vi concorrejfe più f angue a putrefar fi . Quando poi fi vorrà reslrignere F
queWhumore , fkcciafì cuocer bene in acqua vn pe^TO di lardo vecchio
di porco , che fian due libbre. Iettatane via la cotenna ; poi sìrignendolo
con vno panno dilino,quelche rìvfdrà,firaccoglia;e Stemperate in efio
tre onde dibiacca,& altrettante d'alume>fe ne faccia continua vntione.
Vale medefimamcnte a riftrignere gli humori) & ogni altra carne mol-
le j vna libbra di Ut argino > conquattr onde di biacca, difciolte in fugo
dtfolatro . Et mirabile giouamento fi fu, ftropicciandoi piedi due volte
il giorno con remola di grano y alla quale bene fcaldata in vna caldaia
fi Ci a fatto imbeuere aceto forte y continouamente menando sì chefìa ri'
mafa afciutta,& quaft arficcianell adoperari. filtri vfano di lauar'ef-
fi piedi con olio,& aceto, filtri fan bollire fei onde Volume in due lib-
bre d'acquayfincbefìafcemato ilter7Qy& poi V adopranoytsfltri con ace
tofortiffimo mefcolando in vn mortaio affungia di porcoy& argento vi-
uoyvi aggiungono fugo di lapatio , balauHipeHiybitumey gomma di pece
& paftinaca feluaggiay & poiché bollendo fi fon ridotti in vna foftan^y
ne fanno vntione vtilifiima a guarire gli humori antichi -.tenendo i piedi
infafciatiy e ben guardati da luto > e da acqua. Luigi Vento per riflringe-
regli humoriyche concorreuano a i piedi > adoperauajpejfo lefcor^e del
granato bollite in aceto : qualche volta diilemperaua farina con acqua, #
& olio;e tal farinata metteuafu i piedi,non troppo calda.<isfltre volte
fe'l bi fogno parea richiederhy fkceua bollire in vn pignatto,mele,fapom
molle, & verderame > & con queslo vngeua gli humori: & volendo far
Vvnguento più forte, vi metteua vn poto di aceto, oueramente con ace-
to & mele , e£* verderame , fkceua bollire farina di grano , alume, e
gaUiyquattro onde per cofa , & nefea empiaflro : & quando dal prin-
cipio s'accorgeua venir gli humori fkceua al Cauallo vntione con fu-
go di petrofemoloyquanto due detaydue onde di verderame, & me^a
libbra di Iqrdo bollite infìeme } e menate tanto > che fusero raffreddate .
Ulte
bÈL CaFjlLOyLIÈ.X. 892
jl affile \efle (dapoi che lehauea rafie) egli ponea Aereo fiefico di huomO. Rimedio
' per cinque dì: poi per cinque altri vivngea con fapone molle , mifto con P;I.Re
olio, èrcofilefianaua, Ter le (repaccie fkcea unguento con /uligine, Cle,repa
verderame, orpimento , &feuo di caprone, & quando hauefie visla la
Cornara alteri%ata,vifregaua [al minuto; &poi vi metteua con bianco
d'uouofloppa bagnata d'aceto. Ter le (repaccie trauerfefea bollire una
mifura di olio,con due grana difeuo di cabrato , & vn tornefe di fapo-
ne molle, poifeoflato dal fuoco , vi aggiugneua vn' oncia di argento viuo
rifoluto , due di verderame , & tre di calcina viua, & mef colata ogni
cofa , alla fin vi metteua vn' oncia di cera bianca,perfkr la compcfitione
£ quagliata . La Grifaria,che di projjimo fu nominata, è vna infermità co- Grifaria
gnita a Marifcalchi , la qualnafce nella corona del pie [opra l'vnghia ; co"Yr M
& quando ella è antica , fi giudica incurabile : fé non che alcuni afiotti-
gliatala con alcune vntioni appropriateci danno il fuoco . Il I{ufiadice
affai giouare,che molte volte su quella fi metta brenno grofio, bollito con
afìungiafrefca di porco pefla: fheciafi bollire in due libbre d'olio vecchio
vna libbra di affungia vecchia,e due del maggior tithim alopeftepoi co-
lata la mislura , aggiungauifi vn' oncia di verderame ben polueri%ato ,
& vn' altra di argento viuo , e tanto fi menino infteme , che rejìi il li-
r quore , come vn' unguento , delqualfi vngano di continouo effe Gufarle ,
fin che'l (auallo fia fano : oueramente fkeendo al fmeo diflemperare
vna libbra di mele mettauifi verderame,& alume, due onde per vno, in
polue;& tanto fi menino,cbe'l mele fia raffreddato . Già fi come fi pofi-
fono alla Grifaria adoperare molti di quei rimedi, che vagliono alle (re-
paccie, & alle (frappe; co fi à vicenda molti che fono buoni perquefla ,
fon' anco per quelle buoni,come farà calcinare tartaro, ò rafia di botte,&
cofi calcinata difioluerlo in acqua, & poi congelarlo aguifa di fiale; In-
di mifìo con vnpoco di fapone fortiffimo , farne vnguento , ò empiaslro,
& ungerne bene i luoghi infermi, leuatine prima i peli , ò con untioni da
tj fpellare , ò con tenagliette in modo , che n'efeafangue . Queflo empiaflro Empu-
dice che in uentiquattro bore farà andar uia il male, non pur delle Gri- f^/sfr-
farie, delle (frappe, e delle (repaccie ; ma di tutte le Serracele, che raccieetc.
fogliono dar noia alle gambe , e di tutte le Scarde , I\eHe , & T{ogne uiue
& Sopr'offi . Vn' altro ancor ne pone gioueuole à (f rifarle , à I{efle lun-
ghe ;&à (frappe di trauerfo; che riceue calcina ulna, uetro polueri^a- Grappe
to,& nerderame , un'oncia & mc^aper cofa ; una d'orpimento , & tre c^fnik l
diafiungiadiporco, òdicaslrato , con olio una quarta manco di tutte
ledette cofe : &uolendo far l'unguento più forte, fiano due onde del
mrderame , le frappe nafeendo pur nelle giunture preffo allunghia;et
rom-
t/4 h "Et LA G IO \1 Jt
rompendo la carne per lungo, tal volta per trauerfo , cacciato del conti- g
nono acqua, ò marciaci Cauallo ne viene a zoppicare: al che douendoft
rimediare,fhcaafi primacon l'vntione appropriata gelare il cuoio della
giunturaipofcia lauinfi bene le frappe con acqua calda per farne gir via,
ogni pelo : indiftlauim va' altra volta con decornane di maina > di fol-
fo,& feuo di becco;& lafo$lanrza di queste cofe legata dentro vna pez~
•%a,auuolgafi intomo alle giunture offefe mattino t, e fera per qualche di
pofciacomincifi àlauare fifture con vino forte alquanto, tepido, &\ra-
fciugatele bene, pongauifi vnguento fatto con feno di becco, di cera nuo-
ua,di reftna,& di gomma d'abete di pari pefo: cofi continouando finche
ellefifiano faldate,^ aWhora trattogli [angue dalla vena ?naejlra del- P
le cofcie ,fi potran fkre convenienti, e fyefle cotture per tutte le parti
offefe, lequali cotture poi con sìerco jrefco di bue agitato con olio caldo
Viglienti fi cureranno . Quefli mede fimi ordini dà il Bluffo, fé non che nella de-
per3 Cre- cottione detta di fopra , in luogo del folfo pone il brenno . Il B^ifio
pacciefe- olir' a ciò benché dica, che tale infermità di rado fi fuol curare perfetta-
raccie , mente :non manca pero difoggiugnere due altre maniere d'vnguenti ap-
propriati non pur alle Grappe,ma alle Crepacele fecche,alle Seraccie , al-
le (jrijarie,allaTigna, & alle B^esle lunghe, che fopra inerui, e dietro
le gambe fouentenafcono. Lm de quali riceue me^a quarta di folfo vi-
uo,& vna difapone molle,bollarminio, mele crudo , <&• verderame , ana »
oncia vna per co fa, & menadi bugia : olio di lauro , e terbentina ana
onde due, e tre di Ut argino d'oro: vna libbra d'affungia vecchia; & cin-
que di feuo di capronefò di beccotogni cofa bollita infìeme;diqueJìo vuo-
le,che sunga due volte il dì il luogo Jp elato; & che ogni ter%o dì vi fi fac-
cia lauanda con lifcia , e f apone per leuarne via le Cruflelle , & appreso
con vino caldo : & poi rafciuttoft torni ad vngere . V altro ch'egli chia-
ma J\pttorio,non contiene altro,che vn 'oncia difapone comune , e due di
calcina viua,con capitello quanto bafii a diflemper arie ;£t chi voleffe far
là più forte,mett aiti aceto in vece del capitello; con qncflo lafcift flar per g
vn dì,ò per più, finche egli fiaf ano ; perche flerperà la radice cofi di que-
sto male , come anco farebbe delle fer accie : poi lauifi due fiate con vino
caldo,& curinfi le piaghe, che vi reftaffero , al modofolito delle piaghe.
LuigiVentovngeuale Grappe con olio mefcolato con Ut argino ridotta
in fottiliffìma polue : e tal volta con acqua di rofe , & aceto forte incor-
. poraua la fchiuma d'argento polueriyata , & l'argento \viuo rifolu-
rT?°vl to , aggiuntola ancora ccruf<u>. Scriue Hierocle, che in quel luogo
e come fi del piede y otte fi congiunge l'vnghia con la gamba, fogliono nafeere cer-
curino . ti groppi) & eminente callofe> e durey che i Trattici chiamati Marmo-
ri)
DEL CJLV '\sfLLOy LIB.X. $$$
YÌycagìonatz per contar fo di humovi : quando per ajpri , ò lunghi viaggi
^ i pi edi foaercbiamente fi fan nfcatdati ye tal volta per intagliatura, ciré
l'animale fi fàcciatfuando dinerui è difettofodequali callofità nel ver'
no per lofongo, mduritoy & la fiate per laficcità delle vie peggiorando >
confumano il piede del Giumento^ l fan gir Toppo . Diquefli luoghi non
è da cauarfi f angue ; perche le vene maggiormente verrebbono adin-
fiammarfiyma bafierà pigliare calcina viuayficbidi barbariay& aflugta
-pe e chiayvna libbra per cafay & incorporate con quattro onde di fior di
hìffopoymette ruigli difopra . *A fi fatto maleyjlffhrtoydiceypìu Jpefio K*r
correre i <:JfyCuliycbe i Canalini quali non tanto e allo fi y quanto pad agro fi
« ' diuenir fogliono. Tutta volta in vii altro luogo yfcriuenda a Toslbumio
Caualliereydicey che ne i pie dinanzi più che in quei di dietro nafeono cai
lineila coronay deWvnghia : & per lo più nelle Greggi auuengom taliy
che non curando fi nel principio) /' animale non può feguitare gli altriy ne
fi cura dipafcereyma languifcetpero conuerrà primieramente amiertire,
di non farlo Har 'in luogo acquofoyne paUHre:pofcia tagliato il Calloy&
fatto ui fumentagioni con acqua calda fi legherà) fu'l luogo due volte il
giorno vnape^a > oue confale fìa ditte fa mele > o pece : ò veramente vi
fta empiattro dell' herba conica > o difrondi d'hellerayo di ciprefio pejle
con acetoyo di cenere di vite con aceto impattata . Velagonio per legon- Gonfiez-
£ fie^e de' piediyvuolyche fi faccia bollire euforbioyfaley & pece:&fe la ze de' pie
dogliayèl mal humorevi rimanefieymcttauifi empiattro di ttercobout pi,uar
no. Chiama il F^ufio Clauardoyo Vaennayo ^Acquarola quelmaley che uien ^0 ò pa_
dietro al pie preffo l'vngbiay cagionato dapercoffadiferroy 0 di pie- enna che
tra y 6 di legno > oue il dolore provocando gli humoriy vifàputrefkttio- mali fìa-
neyche aprendofìy manda fuori vnapw^olente materia : prefe egli tal n0 "
nome , perche aguifa d'vn chioda fa bocca la putrefattone generataper
qualche accidente nella corona > & vi induce ardore > &ffrafimo : & a
queflo dice rimediar fi con metteruipertre dì vn'empiattro caldo fatto
con due cucchìari di mele y & tre di fuligint di aragni 1 aggiunteui ci-
ti me di orticay&fate quanto fi voglia: 0 fatto conpepeyagliyaftungia vec~
chia y & fiondi dicanoli > ofolamente con iflerco dihuomoy a di papera;
caldo . alcuni tagliano prima Vvnghia preffo, alClauardoy & poi vi
adoprano gli empiattrì . M. Luigi fattainfanguinare il Chiouardo y vi
mettea olio di lauro > & euforbìotoleuato il pelo y vi medicaua con olio
& mirra , & tal volta con. olio mefcolaua orpimento , & calcina vi-
va . Mafopra ogni altro rimedio egli approuaua queflo , che con cinque
onde di orpimento y e cinque di tartara > fé neprendefie vna di verde
rame) meqra difolfo > <£* meiga di vetriolo ridotte in polue > poi vi
s'ag-
s' aggiungefie fugo ài quattro city 'angoli , due bianchi a" vona sbattuti y e £
tre oncie di buon olio ,<&fen%a farli cuocere altramente , fé ne faceffe
vntione > la qual dicea efiere effìcaciffima non pur al maluagio Chiouar-
do ; ma à Grappe, à Qrepaccie, à ^pgne, & à tutti gl'altri h umori fai fi.
jtgofiino Colombro fcriue , che quando fi veggia fatta poslema al piede
tra'lpelo & l'vngbia, vi fi mettano fichi fecchi difciolti con vnpoco di
vino àguifiad'empiafiro > che cofi laposlemafì romperà , curandola poi
con vnguento egittiaco , molti giorni , tenendo la piaga aperta, la quale
acciochefipoffa meglio curare, fard bene, che vi fi mettano pallotelle di
bambagio confolimato, le quali non tocchino il fondo , che cofi il pertu-
gio fi verrà ad allargare-, Ma fé tali andò la profondità di quella con lo F
jpincillo di piombo (ilche conuiene per conofeere la difeorren^a) fitro-
uaffe torcer fi verfo l'vnghia ; ali" bora nongioueria la pallata, ma fiaria
da pertugiar fi l'vnghia in maniera, che nepoteffefeorrere la materia fa
niofa; bfe bifogno fuffe,fay ebbe datrarfiV vnghiafin' al fondo della pia-
ga in quefi.i figura. F.fempreflrigneado, e diffeccanda la carne^ebe non
ere fceffe ,& fuper afte l'vnghia . Il Ferraro dice, che prima s'allacci la
vena , poi col fuoco fi apra il luogo putrefatto , efeouerta la profondità
dellapiaga vi fi metta sluello , che del tutto riempia effa piaga y afperfo
di pò lue difolimato,ò polue di radice difergolaslro, & per ventiquattro
bore non fi tocchi ; poi fi potrà per tre dì medicare con Herco humano G
polueri^ato: & come fi veggia la piaga mancavdellafiua malignità,per
far che generi carne buona,mett ani fi vna volta il dì vnguento roffo, e he
fi compone con verderame , polue d'incenfo , ammoniaco , galbano , e2r*
f angue di drago ana oncia,vna, maslice in polue,& mele ana oncie due,
& quattro di terbentina,con vn ter%o di mirra , diflemperata ogni co-
fa con forte aceto, & frittele cuocere infume in vnpignatto nuouoyinfin
**j°tture cbe'l mele fi veggia roffo. Quanto alle J\otture,cbe fogliano aWvngbie in
CThie elór teruenire,*Affirto dimoflr a efiere il fegna, quando il (fauallo caminacon
fegno . vn pie di dietro, ponendo in terra la punta dell ' vngbia,\& ha efia unghia
calda;nelqual cafo rafpandofi l'vnghianella fua punta preffo alla con-
cauità,& facendone vfcirVhumore,fi viene àguarire. Ì>{e ipiè dinanzi
il male non è fi facile à trouarfi ; però farà beue à metterui di fiotto ^ef-
fe fiate f e alognef re fiche bollite con olio,origano3 & acetoso femola,b fo~
glie di agno caslo in aceto bollite ; ò empiafiro di fichi pe sii con fiale, per
che tai cofe affottigliano l'bumore > & aprono i meati à cacciarlo fuori .
Qualche volta la Rottura fi fcuopre da fé medefima con la marcia y
rompendo difopra ;& alVhoragioueràfarui di fopraficolare graffo me-
f colato con gomma, empiendone ancora i buchi di fiotto ; che cofi
far
9 1 l .tjt.p-jiltò 11% t. ì97
^f Vvnghìàpiu tottofene vena giù fo. (j nardi fi però > che in quelli no*
fipunga la vena della corona, perche produrebbe durezza . Hierocleper
far' aprir la Battuta vuol, che fi leghi da torno l'vnghia orzo bolli-
to , &.poifopra quello fi butti acqua calda , fomentando co fi il piede per
buono/patio : &■ fé ciò non gioueffe , potremo per farla ben maturare >
empiaslrami farina d'orbo bollita in vino, misla con fieno di colombo ;
come fi veggi a poi matura,aprafi, & purgata la marcia, mettauifi vn-
gnento compofio di vetriolo minerale /ferrando l'aùertura con ifpungia :
ouer amente in luogo del detto vnguento mettauifi vna tasla bagnata
d'olio,^ acetosa qual tasla maggiormente fi slima opportuna, quando
B la rottura fi rompe di fopra,cioè doue nafce l'vnghia; ilche fuol' annerire
in quelli, c'han l'unghia dura:& come ceffi la doglia, ungafi l'unghia con
l'unguento, che fi fk congrafio diporco-) pece, bitume, e decottione di lu-
certole uerdi disfate in olio : perche tal'vntione fu crefcere l'vnghia >&
indurire. "Telagonio nella Rottura aperta vuol , che fi mettano alquanti
grani difale con aceto ; & che l'vnghia fi fcaldi con acqua calda, & al
ter%o giorno ,fe la marcia farà ceffata,vi fi metta ahimè di rocca,e terra
finopide con aceto: vltimamente ceffato il calore, uift leghi vna vefcica
di porco, la quale fciogliendofi,non andando l'animale più Zoppo> batte-
riche con bitume s'inceri l'vnghia . Gioua nelle rotture , oltra l'altre
^ cofe, che vi fi fcoli graffo di pecora , e di becco, mettendola poi ttercodi
Qiuallo ridotto in polve . Bippocrate nel mal dell'unghie adopra sloppa Mal dell1
con mele,& aceto per tre dì, poifloppa con frondi di cipreffo, ò di tama- vnghie .
rice pelle ,& aceto: ò con fcorie di pomi granati cotteinaceto , & poi
disfatte ,ò ridotte in polite. Il mede fimo fa il uetriolo minerale,e galla pe-
ttarma conuien con aceto prima lauar fi il piede . Vegetio infegna, che
facendo il T olmoncello , ò la Toflema apertura , debba tutta la Sola del
piede leuarft via in queflo modo , che l'unghia fi rada difotto : poi fra le
congiunture della Sola, e del pie f tagli attorno , & fi felleui dalla parte
dinanzi , togliendo uia la Sola di fuori: indi rafo il luogo delpolmoncel-
' lo infino al vino , nifi metta con lana lo slerco del medefimo animale ;
mefcolato con olio,aceto,&fale;&fi riferri: poi al temo dì fio Itogli il
piede , & con acqua calda lattatolo > mettauifi per tre altri giorni or^o
cotto empiaslrato con gomma, & aceto: il qual' empiattro vfandofi da~
poi jp ejfogioueràà guarir la Rottura ancora : pc j eia ni fi potrà appli-
care l'unguento da faldar piaghe, & comehaurà fatto corpoy conuend.
di tre in tre dì rinouarfi empiaflro di bitume giudaico , e feorze dipomò
granato cotte con aceto > finche l'unghia uenga ben dura . asfuuietital
uolta che hauendo'ltueUo del piede ricevuta offe fa da qualche ferro, qTucIo del
' fi? pie- PMS-i
■%9% D E L L J£ q L Ò B^I J
pietra > o ofio > o legni ; &effenhfipoi di pòco accorto M iri/c.uco ta~ £
Fico, fu- gijjfai'ynghjaprejfoU pixga >n.ifìe nel mc%X? ^eìla Soiì ma fnper-
à\ carne fluita di carne , che per la fomiglianxj è chiamata Fico : onde bifogna
.--nata nella che primieramente f.ttt a ([idi a parte dellviighia, che è d'intorno alla
fola come piaga , fi tagli cofi in profondo > che fi faccia convenevole (patio tra
Ul1* la pianta del piede e iFico : pofeia tagliato euforico fin' alla fuperfcicLJ
della Sola , e /lagnato ilfangney vi fi leghi di f opra con vita pe%?a ben»
Jìretta vnafpungia marina yla quale haurà virtù di carradore il rima-,
nentefin'al tuello: %r come fi.: del tatto rofo , vi fi applicheranno gli va-
glienti vfati aìl altre lefioai de piedi. Totraffi ancora ih luogo della flan-
gia marina adoperare polite di asfodeli , ò altra corro fina , eccetto il ri-
sigallo y che è troppa forte : come il Qefcen?o > il Rjtffo > e'I {{/fio ci am- *
monifconoyet guardi fi di far' in quel luogo cottura alcunaiperche il tuello
per lafna tenerex^a ne remerebbe offefo. di modoyche l'unghia cadrebbe af
Fico vice- fato . Hierocle ferine > che nel calcagno del pie di dietro apprejìo al Ino-
li natane! go chiamato hirondine nafte tal volta vnvlcera detta Fico- onde il ca-
calagno. uan0 ya àogliofoy^- %oppoye da ninno fi L{fcia toccare :però bifogna ado
perarprefi amente il fuoco, accioibe'lmale inuecchiando non fi diflen-.
da per tutta /' vnghia.nJMafe'lFico è nato nella corona del piedeyfugga-
fi Ivfo delfuocoyperche difficilmente fi f fiderebbe : Bafla ch'egli, fi ta-
gliar fi yafpi apprefio i on vn vetro,etpoi nifi metta ogni di calne cruda' q
poluerixata,fi co?ne ancora ad A ffr-to piace, ft co fi dicono poter fi leu ar
via non foto dai piedi , ma da ogni altra parte della perfonao Fichi yà
An™ k Formicheyò. Torri^ch'ellefifiano. La infermità chiamata <ts$rifldlaycbe
offende ipeli della coronayfacendogli aggricciare.M. Tier '■^fndre 'a cura
uà con Ivfo delta Tanqiùay della quale hauemo già per innanzi fatta me
tione: concio fta cofa che (pelatali luogo ^lattato (come s'è detto) & ra-
fciugatOyvi metteua vnguento rafato lvngior.ioy& a! fetido uilauaua.
con acqua tepida per leuare il detto- vnguento . Ts(e è da non faperfil'vfo.
di quella e ompo fittone y ch'eglifacena con farina di fané attorrate > &
farina di frumento , fieno greco > radici di giglio bianco yfcorje di radici n
d'olmo y e-7* maluauifco minatamente tagliate, epefie, <&bi vnpignatto,
couerto cotte con vin perfetto, aggiuntaui vna libbra di meley & vn al-
tra di ciminoycon fiori di camomilLiydi ma^anellayedi maggiorana. Que
Ho empiasiro egli in tutte lepercoffe , ò. doglie , cofi degli fiinchi,. come-
delie corone de'pie di y cAoperaua per alquanti giorni nel principio del
mile;pofcia continouanala fumentagione deforidetta difcpray& cofi
gli guariua; fempre aunertendo dì tener vnte d'olio le vnghie y acciocht
non hauejfero rkemua damo da quel } che difoprafea beneficio . E ben-
ché
comeficu
ri.
*A che tal 'empiafìro [opra ogni cofa fuffe appropriato a' Sopranerui, alle
(jomme ielle giunture y&in ogricafb > che fi v ed effe l'vna più groffa
dell altr adorne f noie annerire quando vn cauallogiouane correndo bau
rà n:efio alcun piede in fkllo;tutta volta , fie con effo rimedio non fi fuffe
giouato,egli prendeua vna libbra di mele, con vna di cimino y<£r mcygóL
ài mirra ,& fittele infmue bollire y ne fumem aua il male con le ffiungie
in qu-ella 'mankraycbe s ènarratta.Jl 'mede fimo empiasìro egli foleua art
cor fhre in un'alt ro modo y perchè nettate, & minutate le radici del-
l' olmoy-e del maluauifico,lefea tarilo bollirebbe fi f afferò disfatte a guifa
di rapa cotta , non fai ondo mancar alpìgnatto ne acqua dentro > ne fuò-
co fotto;acciocbe il bel o,mn fii.fi e fiato mai interroto;indipe fiele molto
bene, "vi aggii.gncna trelillredifiemen-^adilino-yCjrdue oncie difieno
greco ridotte in pò Ine, e to ; m. uà far bollire ogni co fa infteme nel medeft-
•rnopignatt'o,aggÌ!-:gnédoHÌ ancor acqua afi?uhela mifìurafi fuffe venti
ta àfare atta per lo mefliero:&- come lacofa era in ordine,lanaua il Ino
go del male con fapone,& lificia mettendola poi l' empiasìro con vn pan
no cufeite più toflo,cbe legatone- cofi ci.rana le Scrofole in tutte le par- « . * .
ti,in che fifvfierog<'-,ierate,auuene?Ào di fare fiafeffio empiafìro caldo come fi
M poffibiley& fimpre liquido^ rinovat omaccio che meglio opera ffe aldifi guarifeo-
.fclueve,& mollificare: & apprefb aWvfio cofi di queflo , come diquello ti0'
^ empiafìro yfempreveniua a finir la cura conle fumentagiori de i fall
fcritta difiopra . Oìtr'a ciò f er tirare le pntref anioni dall Enfiarnreypoi
cb'eran rette,ccfìumai:a di fare unapidie (è fecondo il vulgo) pultiglia
e pultra , di farina e on quattro parti d'acqua ; &■ una di olio ; bollita , e
dimenata si bene,che fi fise venuta a fipcfifcy?a di unguento ; & Cornelia,
s'eragià raffreddata , la fttndeua in vnpanno bagnato > ma poi /pre-
muto > cefi la mettiua fi/l male,e in ogni parte della per fon a -, che fla-
to fi fuffe . (fon qv.efìa pultra egli cv.raua le Qepaccie, untandole poi con Crepac-
feuo dicapione . Fjpeffo ancora la adorerà ut quando dalle gambe, o pie C!e come
del cauallo ei itole uà toglie; e la Tignuola , chef .cip; oc edere da mate- " curmo*
D ria calda ,& hi.mor colerkotmaper far 'cfla pultra, egli in que fio cafio
faceua , con foglie di uiole bollir prima l acqua e con effa j & con tal' ac-
qua mefcolata con vnpoco d'aceto tepido, fziceua pofiiia lanande al luo-
go guarito del detto male:&fie i pelifiifinjfero vifìi nonpiuni,ma aggric- .
ciati , egli prima cheponeffe la pultra, gli traheua uia con una pi^Tf ca-
rola di quelle , chele donne tal uolt anfano per le ciglia y cofi per uirtu
dalla pultìglia canato fuori y ediffeccato il cattino bumore, egli non
mancando di vngere la corona con fieno di becco > o di capretto, £r non
."polendo, che i ferri dinanzi > ne in quei di dietro fi fuffe frati coi ram-
ili 2 poni,
90© DELL>4GL0P^1^£
foniche non fanno altro , che ftringet'i talloni;} iducéuaiCaualli afa- £
Iute intera. Quel mal [ecco > che àguifa di tigna fi genera con dolore
nella corona de' piedino delle mani del Caualloy egli chiamaua Spondia ,
5poa<Ìja«. & la euraua > mettendola litargio > & calcina dislempcrata in. lifcia.
dimettendo ad bora adhora quando quelle fcagliey ò cruìle fi rimoueano
che non hauefie tal medicina corrofo troppo-.tolto quefio rottorio > vi la-
nana con vino bollito con rofmarino peÙo>ò con orina d'huomofe necef-
fario gli parcua ;fpargendo polite di rofmarino al medefìmo luogo cofi
bagnato ; & facendo fi fatte lauande di evolte il dì > non leuaua di effo
male co fa alcuna per fin ya;fe ncn che nelle patti) che fi feopriuano yii-
metteua la detta polue > poi curata la piaga y continouaua per quin- F
Tignino- dici di l vntione del grafo del caprone. Il Cclombro contra i Tignoli de
H A^P*e" piedi )& ogni altra infeitione di Scabbia , è di Mal motoò diGotta fai-
fa in qualunque membro fi fujfe , ordina vnpretiofjs Caufiico in quefio
modo.Trendaft elleboro bianco & nero->atr amento yfolfoviuoyorpimen •
toylitargiroyvetrioloycalcina viudy alarne di roccay galle y j "uligine di ca-
mino y& cenere d' auellaneyana oncia mez^a;& con argento vino efiin-
tOy& verderame ana onde due yfc ne fàccia polue . Indi facendo bolli-
te à fuoco lento fughi di boraginey difcahiofay di fumo terraye dilapatioy
oncia mex?a per vnoy con alquanta feccia di olio antico , & con aceto ; -
alla fine vi fi mettano le dette polui con, me%ga oncia di pece liquida , in-
cera à bafian^a:e tal mifìura poi ft conferuiper li bifogni.Oltf accio per
diseccare alcun falfo humorey. & fi per tor via ipeli douefifuffe da apr-
plicare alcun empiafiroyo vntione > come fouente fa di mefliero ; egli ap~
prona y che rifolute in acqua otto onde di calcina viua , fi facciano bollir
tjxntoyihe depongano la quarta partey& poi vi fi aggiunga mc^a oncia,
di orpimento: &fe con eguale mifurafi 'mefcolaffe orpimento con fugo
difinfonjacayfì afferma- he mai pia in quel luogo non rinafeerebbono pe
U . Vn' altro maleycbe fpeffo per fumo fità della ftalla) quando i pie del.
Cauallo ftanno humidi lungamente yò bruttati difangoje tal volta anco- g
ta per altro naturale concorfo di ' graui humori yfuolnafcere in quel prò.
prio luogo y oue con Vvnghie fi congiunge la carne viua : daTietro Cre-
Mar piz- fenico è chiamato il Mal TiTgoney. che al Cauallo come BJnfufo > ò Bjprc-
fo.impedifce il cambiare; tal bora in vn fol piedeytalhora in tutti; fé pre-
Sìamentenonfì rimedia: Il che (aràycbe primieramente fi taglinoy& af-
fottiglino l'vnghie fotto la Sola y &co la Spinetta fi tolga via la 'Bnlefia
del piede, fino al vino dell' vngbid; accioch'ellafi fuapori da ogni parte:
fofeia da ogni vena di effaTSulefia fi tragga f angue >accioche fi votino
quegli bomori j che rififom adunati i Quetamente con acuto ferro fi
cugeana
DEL 'CjtVJlLOy 1TB. XV 9oì
g cuccano d'ogni intorno inftno alla radicey& fatta vna poltiglia di brcn*
noy e d'aceto bolliti infieme ; & continouamente agitati*) calda quanto fi
poffafoffrire , dille fa in vna ampia pez^a , fi metta al piede due volte
il di guardando l'animale da fatica , &da ogni humiditày e da pafco
d' herbe yb fouer ch'io cibo di altre cofeyfinehe fia Ubero . Il B^'.fjìo chiama
quejìa infermità Tingane fé , e dice poter fi ancora guarire , fé fatta una Pinzane-
pi^etta di slerco diporcoye calcina viua infvrtiffimo aceto bolliti infìe- *e ■
meys'auolga difopra il pie nel detto modo.St perche ifegni di quefìo ma-
le fono , che la lingua è limo fa , & piena di piaghe putride > & le veney
che fon fono la lingua ;diuentan nere > & fé vuol mangiare ygli f corre il
B cibo fuor della bocca-.onde alcuni mal di lingua chiamar il fogliono: ben M t j- t-
che mancando il morbo a i piedi y fi ver anno a jaldare le piaghe di efia aUà.
lingua: tutta volta vi fi potrà per queft 'altra via rimediare , che rafe le
piaghe^ & quei limacci y che vi fi trouanoy vi fi faccia fregagione con vn
cucchiaro di fate mi fio con due cucchiari di F uligine > &vn capo d' ne-
gl'io ben triti infieme : & tagliate le vene , che jon fiotto la lingua , ò pur
tagliato nella fommità d'efjà lingua qua fi me^ja oncia ; glifi cani an-
cor fangue da tutti quattro i piedi y prefio l'vnghia y di fuori > e den-
tro . zsfffìrto narra > che alcuni Greci chiamauan Cepi ; alcun altri Cepi, ò
Chiramata , quelle difeefe di maligni humori , che fanno sfendere i cai- S!^1^!
8 cagni: Hierocle propriamente chiama Catene , perche impedirono il ne,
caminare dell'animale •> e dicon curarfi in queslo modo , che fi cani fan-
gue da quella venayche sia nelle due giunture del piede y ma guardifi di
toccare ydoue col pie fi congiunge l'vnghia : poifcalpellatadi fotto y &
r affiata l'vnghia y per farne vfcirl'humore:fi laui con vino > & vlt ima-
mente s'vnga conficco di acacia giallaymef colato con acquaio veramen
te con pece y e graffo dipo rco^o con Faua franta , e fieno di porco y ò con
farina d'orobi stemperata con mele > c^ vino : facendolo poi paffeggiare
ma non entrar nell'acqua . Giona altresì per empiafiro la (alla pesla , ò
le feorze del pomo granato cotte col vino yò feccia d'olio bollita invino
aufìero y ola radice dell'asfodelo bollita in acqua y & incorporata con
faky& olio . Diquesle Difeefe nelle quali di verno s incorre y e di siate P"f e^e
fi guarifee y fcriuono effer tre maniere , vna quando le gambe di den- ^inc ^a
tro fon gonfie y l'altra quando l'vnghia s'inalba y &la terrea quando fi niere.
rompe , ile he auuiene in età matura ; ma da tutte tre fon liberi i giu-
menti y che fan caslrati . Quel male onde l'vnghia fi viene dì den- Setola ma
troà sfendere y e partir per lo mc7y70 , fin al tuello ; & che tal volta |5 -y "
incominciando dalla corona fi fende per lungo in giù. fin alla punta
dell'unghia } mandando fangue viuo per la fi/fura y è fiata da molti
III i chia-
thiamata Setola: & perche amene quando il Canaìlo emendo b per età) 0 £
per natura tenero, & frale di piedi: ha percoffo , ò calcato in parte dura,
fi che il tuello intrinseco riè rimalo grauemente danneggiato , &offefo
. , . bifogna , che per isìerpar fi fatto male > prima che invecchiando diuenga
alle few- incurabile, fi ofierui con dilige 'itrra. il beli 'ordine del Crefcentio , in cercar
le. le r adici f ne verfo e fio tuello , vicinalle radici della corona , trai vino ,
e l morto dell 'vnghi attagliando tvnghia di fopra con la roinetta, fin-
che fi venga ad infanguinareipoi mefìoffià bollire in un vafe pien d'olio
yn ferpe minutamente tagliato (gettatone perà via la coda è 7 capo) &
fkttolotanto cuocere che la carne refii non purfeparata dall'offa , ma li-
quefatta àgidfa cfvnguentot di quello tepido s'vngano le radici della Se- P
tola due volt z il dì ; finche l'vngbiafia ristorata: fra tanto il (fauallofia
afienato da 'mangiar herbe, e guardato da fhrli colpii toccare acqua à
bruttura alcuna . Il mede fimo fcrifie il S .Qiordano,ilqi:ale fommamen-
te lodando Ivntion della bifiiaymolte volte fermentata t D.ice di più,
che fé frittine per^igroffi ,fi mettano a rofiire , & come il graffo comin-
cia à liquefar fi co fi caldo fi lajci fcolarefiil Tolmoncello > che fuol na-
feere nella fchiena dell animaUyrnir abilmente il diseccherà, & am-
Vnguent i morxerà; attenendo però,che le sitile non tocchino, altra parte . ll^ufio.
pefle fé- ancora approvando le dette cure, foggiun gè poter fi pur bene adoperare
cole. qnefiy altri vnguenti:dapoi che ivnghia fia slata [carnata infimo al vitto;
galhano,fagapeno,pece greca,olibano,maì~\ke,olio d'oliue,& cera bian-
ca ,oncie. due per ciaf cimo y con vna libbra di feuo di becco , ò di caslrata
che pelle, & meffe infieme al fuoco in vn vafe nuouò,fiano bene agitate ;
& incorporate : ouer amente liquefatto il feuo del caprone con fiam-
mola, (jr fummoterra;fi butti in quella fefiur a per quattro giorni \ polite
digalla,à d'offa di dattili , & di cerufa dislemperati con cera liquida , q
radici di caprinella^ di taffo barbajfb,pe.sle con.ajfungia vecchia . Tito-
fi ancora , dopò, fc amata lvnghia>farui un cauterio,& al quarto dì ^ar-
genti polue di cerufa^b di rame arfa: <& nellafiffura dell' vnghia liquefar n
ladano , slorace > & colofonia . Con lapolue della cerufa fi può mefcola-
repolue d'arfenico > & mentre crefee l'vnghia nuoua lauar il pie con fec-
cia di odorifero vino . <isfltri fanno collar faardentifjìmo lardo .. sottri
mortificano e fi a SetGla con polite di asfodelo , & conaltre appropriate
allafisiola , & al cancro >per li quali à vicenda fi pofiono adoperar tut-
t'i rimedi, che à queslo male fon appropriati: pofeia vi mettono vnguen-
to di cera: feuo di becco, mastice, & 'polite di olibano «. filtri facen-
do bollire olia con vn poco dipoluedi falgemmay vi bagnano vn pezj
Trotto quadiopur di falgemma aumlto in fotile pez^a , & legato alla,
"**" cima.
DM CU V J 'llÒyllB. *. pò;
l/Ì cima divn battone : & con quello cuocono la Setola > cominciando dal
principio di quella di grado in grado: tornando Qefio à bagnar' in quel-
Colio feruentiffimo il detto 'Dado -. filtri fanno il mede/imo confale di
tartaro , ilqual è atiffìno d penetrare ; gr-poipcrfiirnafcere Ivnghia
nucua, vfano oltra le dette ,vna emione , che vonuiene fugo di radice di
caprinellaydi mtloterràgno yediplantedio > terbentina ,fangue di drago
poliieri7ato,olio di camomlla,butiro,dialtbea, & cera bianca,oncie ot-
to per co fa,?? vna diafip.ngia vecchia , con otto libbre di feuc di becco >
& otto d'olio di oliuè incorporate. Il qual vnguento mettendo fi di mat-
tino,e di fera in fulzfefìura dellvnghia,diceefio Raffio cbepafi.iti quin-
■b duidìjilCauaHofì può caualcare > pur che non fi faccia faltar, ne corre*
re;nefitrai-<f]ì di vngerli ilpiedenel detto modo; finche fiafaldo.Tuof-
fi ancor tal 'unguento fare in quefl' altro modo, prendendo fugo di melò
terragno,olio commune terbentina, & cera bianca oncia vna per cofa ;
vna & me^a di olio di camomilla , due di dialtbea ,fei di feuo di ca*
ftrato ,& otto di j "angue di drago . filtri f carnata ivnghia foaue-
?nente, di modo che non fi injanguini , vi mettono di contimuo con fale y
& afinngia,la radice della caprinella ben lanata , e ben pefla, lafciando
lungamente iìarlo in ripofo , finche l'vnghia fia rifermata ma meglio è)
che dopò tale fcamaturaynettate tutte le lorditie,chein quelle fefiuref uf-
! fero , vi fi iflilli olio ben caldo con polue difalgemma , cominciando dal
capo al pie dell' vngbia à poco àpocò ; poi vi fi applichi qneflo vnguen-
to,il quale non folamente torrala Settola; ma farà mirabilmente ere-
feere l'vngbia,& è atto a conferuarla^ chenon fifpezgi , ne rompa mai ,
Trendafi vna libbra di radici della confolìda , &vna & me^a di quel-
le dell ebolo,& fattine peyji minuti y e ben lattati fi peftino nel mortaio,
poi con vna libbra dì Ceno di becco •> & vrì 'altra d'olio , & mèT^a di
afftmgia vecchia, fi facciano bollire con vnpoco di vino:finche'l vino fio.
confumato: indi Jpremute ben le radici , aggiungati fi à quel che nefia co-
latQ)fagapeno,ammonìaco,opopanace, <&■ olibano bianco,ana oncia una)
) e*r vna,& me%a di rafapina bianca , due di mele , tre di pece nauale , e
tre di cera nuoua,fefia di ejlate,di uemo due; quattro di terbentina, &
otto di mafticeycon altretante di f angue di drago; pefìifi, e paffifiper fé-
ta quel che bifogna;edi tratto fatto uno unguento , sadopri ? finche l'un-
ghia fi neggbiafana,& lunga almeno un mexp deto groffo:^A II bora con
la roinetta taglififr.-. la Setola, & rungbia,noua che crefee: òfacciaui-
fi di trauer fo una Marnatura lunga al più quanto un me%o deto , firet-
tiffima al poffibilc , e profonda , finche fi troui l'unghia buona di fiotto :
Et uokndo ferrare il C audio > leuifi più di quella parte dell'unghia >
Lll 4 che
$04 DE IL A Q L 0 ^ 7 U
che è al dirittoifotto lafeta ; che non dell'altra y sì che'l ferro non venga & .
ad accoflarfì con V vnghia in alcuno modo : & fatto qttefìo,ficuramenter
fi potrà e amicare con quel riguardo,cbe fi conuiene: Ma fé l' vnghia fuf-
fe sì dura , che non fi pot effe cauar bene con la r ometta > mettafi fu quel
luogo, che fi delira mollificare, im'vJiguento y ilqual contenga vna par-
te difapone,e due di calcina viua, con tanto di capitello,cbe fipoffa ogni
cofa incorporare , & far ft liquida , auuertendo perebbe tal'vntionenon
tocchi altro che V vnghia, perche impiagberia la corona,& la carne; <&
co fi in cinque bore farà tanto mollificata effa vngbia,che potrà il *J\€a-
rif calco con /' vnghia propria difcauarla.Ts(on bauendo il capitello*, fi po-
• tra mettere infuo luogo altra lifcia forte : ma bifogneria farcela più di- F
Falfo quar morare per far l'effetto. Il Falfo Quarto,che da' moderni fi dice, nonpur
rimedij • aul^ene quando il cauallo di vnghia arida y <jr mal condittionata è fia-
to faticato per luoghi pietrofi, &afpri : ma etiandio fé fia slato ferrato
sìretto: & benché il malefia molto difficile à curarftper ragion del luo-
go ych e fosliene tutta la machina corporale y nondimeno y fecondo che piti
ò meno s'accofia alpelo,& alla carne, co fi più, o meno è idoneo a guari-
re.Certamente quando l'apertura fi sìende infino alla corona co fi dauan-
tiycomedi dietroye butta fangue; M.Tier Andrea era di parerebbe non
fi pot effe rimediare,fe non cuciendofi in queflo modo}cbe nella punta del- r
l'unghia dall' vna parte , e dall'altra dell'apertura fifaceffe con la roi-
netta cattare tanto alfondoy che fi veniffe al vìuo > e tanto dilungo , che
poi pertugiatele cauature,fi poteffero in tripartì legare concorda di ba-
lefìre,cinque,o fei volte raddoppiata,facendo (mentre fi leghi) flrigner'il
pie ben forte con vn torcitoio ; & data la volta a i legami, in quel modo
che ftfa il trincarlo delle balefìre; metterli vìi ferro ben aflentato , che
co fi potria caualcarfi à piacer voHro; benché il meglio faria non traua-
gliarlo,finchenonfta cbiufay& faldata la cufitura .Ter vntione egli v-
faua nei Falfì Quartì,feuo di becco peslo,& liquefato con olio , vfandv
la raffreddataci giorno sì,&vn 'altro nò: e quando il cauallo ne f enti- f§
uà afiai dolor e,glie'l mitigaua legando dentro^l concauo della mano v •
na canigliata calda dibrenno bollito con aceto > &faimepes~lo. M. Lui-
gi corcando il Falfo Quarto alla (Joruara y e trouandoui vn filo Iettato ,
vifacea la Huppata ;poi prefo verderame y &■ fattolo mortificare fu
vna paletta infocata ,lo metteuafopra il male . M. fyouambattifta di-
cevi rimedìovniuerfale y & il migliore efiere y che fi fàccia dall'unghia
nouellafcacciar la vecehia corrotta y e gttaHa ; & per tal' effetto poter fi
dare vifo slratto di fuoco tra il pelo , & ly vnghia, quanto fuffevti mar-
ta di coltello : &poi fu la paiola vn deto,pm alto del Falfo Quat-
to >.
DEI XjIV j(LLO> Lì B. X. 905
ji tò dar per linea Diametrale a guifa di me%^aLunayVn bottone ancor di
fuocoffacendo che co fi neWvnacotturay come nelV abrada carne venga
à moflrare color di cera:indi con chiara di fette. vouafrefche y mefcola-
tefipolui d' ituenfoydi calcina verginea mafticeydi verderame^ e difa-
le}vn ter^p d'oncia per ciafcadunoye dimenata ogni cofa infieme > come
vna f alfa bene inuef catane n'afupperà molto bene tanto di Hoppayquan
to bafli a courir il luogo ojfefo : &fopratalpiumacciuolodi Hoppa Mie-
tendo vna fetta di affungia diporco ygroffa vn deto, ejpatiofa a baslan-
'Za.y&vri 'altra ftmile fotto la pianta; fi legherà il piede con vna benda >
me7go palmo largale dieci lunga , erettamente cufitayfi che i detti me-
B dicami vi filano fermi diciotto giorni fen^a toccar fi : dopò iquali dislc-
gatOyfi delira di nuouo medicare al mede fimo modoylafciandol co fi Ha-
re altrettanti dì ; che allhora il male fi trouerà calato à guifa d'vn cer-
chio vn deto giù tra'lpelo,& Vvnghia : & però fi farà ferrare con quel-
la forte di ferroyche dicono aChianca fanoyinfmo a tanto chel detto cer-
chio di male fa alla parte infenfi bile per uenuto t inquefto modo egli af-
fermando hauer guariti di Falfo Quarto y e di Telo morto molti Caualli Pelo mor
di molta slima-.loda che dopò- questa cur \typer farr fortificai e, & crefcer ™ o&i^
Vvnghia > fi facciano cuocere , e disfare quattro bifcie nere , col ventre
'bianco ;tre lacerti ver diydue cagnolini di fette giorniy& cinque libbra dì
lardo con meleygalbano;ammoniacOy & mirratila onde dueytre di ma- '
Hicey quattro d'incenfoy & Jèiditerbentina , & togliendo quel liquor
graffo y che dalle dette cofe rifiaterà y incorporavo con fei libbre d'olio >
vi fé n'aggiungano quattro difeuo di bue y ò di caprone nero ycon fei on-
de di cena biancay& vn ter%o di f angue di drago: & poi che tal compo
fitione fi farà alfereno coagulatay.fe n'vnga Vvnghia occupata dal Fal^
fo QuartOyche cofi in termine di quattro me fi interamente farà rinoua-
tay& rinforzale quejio afferma efer rimedio approuatif/ìmo ancora
per l'vngbie rofeyper le l{iprerifioniy& per quei zercbiyiquali fogliano ca-
li lare ne ipiediyb per influenza di humori y a per botte hauute fu la Coro?-
na q perche Vbumidità naturale dell'vnghìa fi fufie venuta a disecca-
re •> dimorandoci Caualli fu cofe troppo arideyètroppo calde . e^sf ' quali
cerchi fen%a dar fuoco > bacerà adoperarci detto, vnguento sfacendogli
tener su creta y & arena frefcay i piedi per qualche tempo . Sogliono tal
volt a per ignoranza ; ò negligenza de i Maefiri y.fcendzr%y &raunarfi
di \otto all'vnghie de iCaualli alcuni rifondimeli di graui humori y <&
fi chiamano Spuntature y ò Spumature : alleqiialiy prima che fiano
inuecchiatey èdaprouederfiy cauando con vna picchia roinettayin ^ v s '
tutti quei pie } che fi veggono zoppicare ; l'ejlremo dell'vnghìa dal- mature*
ÌA
9o6 LT.LL^tGlOI^lo€
la parte dinanzi , tanto al profondo , che fi tocchi la vena maefira , che £
va quitti à finir e , dalia quallefifarà vfcir tanto pingue , che l'animale
ftveggia indebolir (sne; poiriflagnato il j angue ; & ripiena la piaga con
fai minuto , sloppa in aceto afìupata,fi leghi confafeta , & non fi (dol-
ga in fino alfecond'j dì: indi due volte il giorno fi medichi con polite di
galla > ò di mirtoyò dilentifeo ; lutando prima con aceto efsa ferita , la
qualft tenga guardata da ogni brutexja,iafin chefani: come già di
conforme parer' il Bjtffo,il Q-ef. en^o , el Rufìo ci con figliano . Maestro
Mofe da '■'Palermo ordinami , che quando l Infufione fuffe calata , à òie-
di (il che amitene per quelle cagioni , chenelfettimo libro fi fon r acon-
tate) fi fkcefeflare il Giumento impajìoiato , co piedi fopra la terra du- F
ra,& bene fcaldata per [armenti , che quitti fi fr'jero abruciati ; batten-
dogli prima afìotigliate le vnghie . Ma il Colombro dice , che ciò in nin-
no conto fi faccia nel principio del male , perche egli volendo fare tal
magiflerOydiede la morte a due e au attirando quel caldo maggior qitan
titd di humori , che in moto fi trottano . Loda beffa farlo fei me fi da-
poi che'l male farà del tutto ceffata , perche effendo rimafi per auuen-
tura i piedi pieni , veranno mirabilmente con queflo a diffeccarft. Ver lo
quali effetto foggiugne effer buon rimedio ad empiaflrarlidi fterco aft-
nino arfo , e diìtetnperato con aceto : &fepertafìe troppo d guarire dét
7oppicare,mettaft iteli vnghie empìafiro caldo di fé mola , & gomma di **
pino infieme cotte . Benché per diseccare gli humori difcefi all' vnghie ,
quando contitene di dimoiarle , dice efier cofa molto [ottenne , cheinvna
can^za di ferro fi faccia bollir' con forti/fimo aceto piombo arfo, & lima-
tura di ferro , vn oncia per vno : finche l aceto fia confumato : e'I rima-
nente infiammato di modo,chepofiaridurfi in fottil polite . Vegetio loda
eh e quando i piedi patif cono f uff ufione,ft metta fui vnghie empiaflro di
fichi fecchipefli,& mefcolati confale . Macbivolefiefhr mutare le vn-
ghiepiù preflamente , quando cofi per li detti accidenti fi richiedere go-
dano gì Hippiatri à dare per le narici il fugo dellherba heliotropio pe- jj
Ha con vino . Et poiché fpejfo accade bi fogno di difiolare le vnghie, ò per
euacuare gli humori e oncorfi al piede , per cagione delle dette intrinfi-
che fnf ufioni , ò per curare il tuello offefo per esteriori accidenti, fi come
auuiene , quando il Cauallo è flato corretto d'andar gran tempo sfer-
rato per luogki pietrofi,e duri: fi che confumatafi,ò indebolitafi lvnghiay
la parte di dentro è rimafa addolorata^ per adunanza difangue aggra
uata,& lefa; ( al qual male , che chiamano Subattuto ) non fi può altri-
menti rimediare, fé non, che feguendo gli ordini de i tre fopr adetti
autori fi foglia via la Sola dellvnghia} ò tutta , ò parte , fecondo che
loffefa
Tfll C J.V \À LLO> l IB. X. 907
.. . - •*■ . . . .
!'offtfa ò picei ola,ò grande parrà richiedere ) farà benebbe la arra delle _.- .
Difiolatmequì fi foggirmga ;T agliata dunque con acconcia roinetta la So re & cura
la del pienotto l'unghia , circa l'efiremo del giro , da ogni banda,fi Fker- di ette,
peràperfor^e trarràfuorifa fidandone vfcireàfuapoftailfangy.e; &
mancatQrfueìloyfi metterà nella piaga floppa affai bene bagnata di buco
dxuouo\& fàfciato ilpiede , non fi toccherà fin" al dìfegnente, bper due
giorni.'pofcia lanata la piaga con fortiffimo aceto alquanto caldo; fi em-
pierà di tartaro,& fiale triti infieme di egual mifura: & per tre dì fi la-
fiderà fiarecofi legata : indi due volte ildìefio piede inferma fi laucrà
con li aceto tepido,& vi fiffargeràpolue di tartaro. , ò pur una delle tre
fiopradettc: perche la carne verrà àfaldarfi, & à riHrignerfi gli humorir
perlaquale effetto fi potrà parimente adoprare calda vna vntione fatta
con olibano , maflice , pece Greca , <& vn poco dif angue di drago con ce-
ra nuona liquefatta , & con altrettanto di buon feua di caflrone, bolliti
infieme ibauendo però prima di quefto curata la piaga confale , & taf-*
taro,al detto modo <:& finche l'unghia nuouanon fia confolidata > man-
tengafi il piede afciutto,e netto ;Ma per non efiere afiretto da accidentali.
cagioni à quefto bifogno di Difiolare , farà benfatto ,. che ogni volta che meot^ ~
s' b abbia à far viaggio, mafftmamente per luoghi fàffofi , <&• alpeftri. ; Caualierì
C quel Caualier che non.poffafeco menarfi vn Marifcalco ,. non manchi di che fan
far portar nella Valigia Martello, Tenaglia ,. & Incastro yton alquanti "? via»
Chiodi , & con due ò tre di quelle ^Disferre ,, che- fon fatte di due peTgi y °
fcauezje bipunta,<& con vna Brocca , chepaffia da limo all' altro- lato,
ribattuta di modo, che fàquafi niente rilieuo, & fi pofiono ftrignere ,
& allargare , fi che fon buone per tutti i piedi .- asfltri vfano certe forti
di ferri, che fi mettono fien^a chiodi, efeneveggionofattididuepex^
"Zi con vn cerchiello d'attorno, che monta fopra l'unghia , & vn rampo-
ne alme%7Q della punta, con vna vite nellaparte- di dietro, che può.
flrignere & allargare 'quanto fi vuole . Jlltrihanlavìte con la ma-
D dre. di fopra , che trotta il Mafchio , & lo slrigne : ma tutte quefte
cotalifoggie fon giudicate danno fé, & con ragione ; perche quelle viti
fan buchi,che mettono in conquajfo l'unghia:- &■ altre fan tanto rilie-
uo y che par* il (fan allo andar' in coccoli : però più ficuro è il primiero
pronedimento ,. per cafio,che'lCauallo fivenifìe in. camino àdis ferrare :
Stcafochefiaftatopur bifogno di farlo andar disferrato per qualche
fyatio , & per li fegni dell' unghia,cbe fiveggiafruata > ò alterata ,. &■
che nel tatta fi troni calda ifiiconofca lui batterne 'patito , ò fuori, ò den-
tro, e- doler [erte grancìnent e ; non fi manchi di tenerlo in ripofo al-
imi dì y con l'unghie empiafirate. di quei Tajloniy che yagliono à mi-
tigare
poB DELL** g l 0 ^ / j£
iigare il dolore^ estinguere quel calore accidentale , prima che facci'* g
putrefattone alle parti afcofe:&per confortare i neruiyfùcciafì alcun ba
gno alle braccia) bagnando folamente le parti di dentro : poi come il pie
fia ridotto fuor di pericolo mettaglifi vn ferro vantaggiofo ne i lati) &
nella punta ancor vnpocoimaffimamente fé lungia è quiui frutta , ac-
etichele fi dia/patio al ere feere ma di dietro non p affi l a confine della
yngbia ? accioche non venga ad aggraparf; Et queslo ferro potriafer id-
re quando Vhuomof uff e forcato di caualcarlo con tutto il dolore) o lefio-
ne ) che'l piede bauejjc pur che le verghe di tal ferro in queslo cafo nella
parte di dentro fan più vicine dell ordinario > &piu larghe : empiendo
poi la pianta di cofe confortatine al piede , & ripercvjfìue de i trifìi hu- P
mori. Ma tornando al Diffolare)M.Tietr\Andrea)fe cattando con la /e-
grettaytrcuaua la maggior parte del pie putrefatta^ guaHay necauaua
la. Sola per la punta) gr poneaui vnferrO) cheb.meffehauu.tit capi per-
tugiati in mod.O)che fi fife potuto trauerfare: &poi che banca con olio
tepidoye terbentino vnto il molle ^oluiuo deh" unghia ;& meffaui laflop-
pata del bianco del vino confale , vi mettea difoura vna tauoletta y la-
qual hauefe tenuto fermo fotto il ferro > calcandola dalla bandade ifet-
toniyattrauerfandola per li bugi di effo ferro: & cofi lo lafciaua slarfen-
T^a toccarlo per tre dì : pofeia continuaua ogni dì leftoppate > finche ci
fufe slato della materia ) la qual mancata) egli bagnaua effe floppe con "
aceto forte , chefnffe bollito con J corte di falce pefle . Ma fempre ofìer-
uauaqueslO)cbefebenfuffe flato da difjolar- un piede folo} eglidiffolaua
ancor il compagno nelfimil modo ; conciò fu fé cofa che altrimenti l'a-
nimale fi farla appoggiato folamente nel piede fanO)efcbiuando dimet-
tere in terra l'infermo j non gli bar ebbe fitto mai prendere il debito no-
driment0)& fi farebbe rimafo fcemo;Ts(on mancaua pure d'vfare laTul
trayalle parti eslrinfeche dell ' unghia}ogni fiata , eh' ella ò per puntura^
fobattitura fi fuffe fchiattatayò rotta i mettendo di dentro le dette Pop-
pate . Luigi VentO)poicbe haueua con orbate caldey& altri fimili bagni ^
mollificata la Sola 5 e tagliatala attorno con la roineta ; preffa laponta
di effa Sola destramente con le tenaglie , latoglieaviay & fregatola
fai minuto ) v i face uà la pianta di ferro ) & la sloppata con buoni piu-
maccìuoli sì fretta) che la Sola potè fé non ribujfare) mettendoci di
pia vna tauoletta , che la riteneffe . Ilfeguente di vi poneua vn' altra
fioppatacon bianco d'uouo > &f uligine di forno . Jll quarto primamen-
te bagnaua la Sola con tepido vino bollito con fondi di faluia) e di no-
ci perfiche , e tajfo barbaffo , e feor^e di melo granato , e galla pe-
fla : pofeia vi metteua vntione di terbentina , fé uo di caprone , &
oglio
?>ÈL CAFjtLLOyLlB.X. ^909
\ olio , miflì infteme ; & riempi:- a la Sola con lafioppata al modo vfatà >
& {oprala Sola parimente lanata prima col detto vino fpargeua polue
di balo)mafiice>(jalle)& allume cotta : cofi continuando mattina,®- fe-
ra per dieci dì : indi confato liquefatto ci poneva ttoppa ; & quando vl-
timamente l'haueua ferrato , l' atteneva da fatica per qualche giorno.
Molte volte (come dalCrefcen%o , edalB^ufio è 'fiato ferino ) la negli
gen^a del Marifcalco è cagione,che gli h umori feorfi , & rinchiufì ne i ,.
piedi,vifi vengono tanto ad inuecchiare, che l'unghia è ccftretta difepa- quanto fi
rar fi dal t nello in alcuna parte > & porgendoui la natura il fuo aiuto, feparidal
vien' acre fiere l 'unghia nuoua dietro allavecchia, che d'hora in hora anello per
£ fiaper cadere.l^e qual cafo bifogn a primieramente con la roinetta > gir f^^n_
d'ognintorno tagliando l unghia vecchia in qv.elleparti,doue fi vede v- chiati.
feir la nuoua : accioche alla tenerezza diquetta non noccia la durerà,
di quella: pofeia con due parti difetto di Caprone fittane bollire una
di cera con vn poco d 'olioycon tal'vnguento alquanto caldo fi vngerà la,
nouella vnghia due volte il dì , perche mirabilmente verrà à crefeere , e
fkrfi forte , guardandolo fra tanto da acquea da lordure . Quando l un-
ghia per le dette cagioni fi fepar attuta, &fe ne cade; effi Stimano efie-
re incurabile : tuttavolta dicono poterfiprouare quetti rimedi : Chetol-
tafi pece greca olibano,matticeyfangue di drago galbanoydi egnal mifu-
C ra , fi riducano in polue , & fi facciano liquefare con due parti di feua
di caprone,® vna di cera ; e dimenata bene ogni cofa infieme ,fe ne ba-
gni vnpanno di lino forte,il quale a guifa di vn capello , ò d'vna fcar-
payfimettainfuHtuelle duevolte il dì , bagnandolcprima con tepido-
aceto forte , e guardandolo che nontocchi mai cofa dura;Et perche ilca-
uallo non potendo preualerfi del 'piede è costretto di fiar corcato : pro-
vveda fi, chepofia fiar diritto in pie, ma fifpefo in aria , con quetto ar-
tificio , che fi prendano quattro braccia dicaneuaccio bengroffo , cucito
con alcune cigne di jotto,accioche egli fi fiia più forte ;& fi mettano fiot-
to tipetto, & ventre di modo tah, che la larghezza del panno fi flen-
£> da dalla mità del ventre fìrì alf efiremo del petto : poi syattachi i'un ca-
pò , & l'altro diefia tela à forti corde, le quali fi leghino fu ne i traui
in. maniera, che'lCauallo tenendo tutto il corpo fottentato dalcaneuac-
cio,e dalle funi, fiia però coi piedi leggiermente appoggiati in terra . É
quetto ingegno potrà feruire in tutti quei cafi , che l animale fìtffe impe-
dito di ttarfi dritto;£omepareccbie volte difopra sì è ricordato , Il Fer~
taro volendo rimediare alla Diffolatura cagionata 0 da concorfo di hu- }z~, •
mori,® riprenfione.ò da addentali percofie d'i tnello,ò premitura diferuzrfe ca_
ri) ò mchiodatunnmbenQumteyprimieramentevuohheficauifan- gioni *
5>io D 'E L L jl G l 0 \l ot
gite dalle parti remot e yper divertile : poi fui folchi del piede per molli- g
fican > . nghia, & mitigare il dolore ; fi metta vna remolata ben cal-
da : fiuta di crufea bollita con ajjìmgìa diporco > &fe ai.eTta non gio-
Udjjèyfucciafene va altra co crufcayafungiayradici dibjrragineymaluay
e branc'orfirìa bollite in vino , cantinouandola quattro giorni : grfe con
quella par non miglior aff:yfhcciafi la ter%a con orjro ftemperatoy afe'nuo
pcsloyafì Ungiate sterco diporcoyol:o com;nuney^r acetoyfGrtcybclliu m-
fieme : Et alla fine come fi vedrà con sì fatti rimedi tolta la doglia^ ri-
strettigli humoriyattendafi à rifar t ' unghia; adoperando la e ompo fittone
che fifa con galle yritriolo romanoyfileyf uligine di forno > e polui di mir-
to 5 e di barbaffo , bollite ui aceto , la qual mislara quanto più calda pò- F
tra durar fi > converrà og/ii duegjorni rimuare nel pie diffolato : £5* co-
Bagno £ me n cavallo cominci con quello àfo-Jicnerfi , non fi manchi dilavarcelo
Ice ol confortt!Fimo tetto fc aliato ym attivo y cjrfera.Ccn la medcfima compo-
ne . ' fitioney cheproffìmamente s'è detto fattatene foiarnente legallejegl: or-
dina vn bagno per le piaghe vlcerofe,e putride , che far fogliano i fettoni
costretti tal volta a rinouarfi per le ifleffe cagionici he firn rinouare l'un-
ghie : delle quali cagioni fuol dar\ indir io certa acq><ay che mandati fuori
difcolorit aye biànc acquando pece offe il flemma , o'if angue ; nera &fa-
niofa , peccando f h umor melanconico y o colerico ; ò fé pur da qualche
accidentale percofìa y o difauentvra il malprocedeffe : ove per aiutar la
natura afiaporare , conu.erria prima d'ogni altro rimedio annettare ef-
fi fettoni in fino al viuoy& poi farvi i lavatorij delle fudette cofey che vo-
gliono a difeccare.'ma farla necefìario fommamente > che in quel magi-
fiero con taldeflrexxa> & avvertimento fi prò ced effe y che non fi ve-
nifeyad offendere quel membro , ilquale di leggiero è atto à malignarfi
tutta volta in ogni modo che tale male fi curi y farà bene y chedapoi che
le piaghe far an lauateyfiff> argano di polve di vitrioL ydi galle y e di f vii-
gin e , attaccandovi vn pivmacciuolo di stoppa fopra y che cofì in nove
. giorni il cavallo farà guaritoy-cslando col [nolo del piede robufloye dvroy #
mc{i\3i[i\M-'Pier ^Andrea coflumauadi lavare i fettoni con aceto , in cui fvfie
no. bollita lafcor^a della radice della rofaf '-.natica bianca y detta da alcu-
ni la Gavarrera . Se quando avveniva mutatione di vnghiey egli faceva
bollir vn poco infieme vn'oncia di cera nuouay due di meley tre d'olio
commvne , & tre di olio di linofa, con vna libbra di affungia di porco ,
C5* vrì altra difevo di becco : & poileuatele dal fuoco , e fattele alquan-
to intepidire y con mettere dentro l'acqua fredda il vafe > ove quelle eran
bolliteci mefcola'ia polve d' incenfoydi mastice, & di f angue di drago ,
onde vna per cofay #• ditale vngvento vngeva quattro , ò cinque volte
la
DEL (fUV JL LL Oy'li-S. X- $*t
A l^fettimana il pie dei Cingilo y per far creftéYeV&nghid nonella , càfca^
ta U vecchia; Il che mirabilmente gli fucccdeuaVegetio fi ,iuCycbe quei j1^ ^
Giumenti, i quali ho per vitto difcapucciare, ò per éfierfi tocchilo per al- t-jj net fe ca
tra occafione hanperdnta l' vnghia: ò che per efier tardata la pianta del gionù
piede a ritornare-) zoppicheranno; fi deono curare in queflo modoyche ta-
gliata /.' vnghia in/ino al vino > fi leghi con vna pe^^a di lino la giuntura,
di fiotto; & attorno dell' vnghia fi tagli tutta la pianta infieme yfi ci? ella
da vna parte fiafiolleuata dalla corona : allbcra mettauifi fra la Solay
&* l'vnghia il circrmciforio , & come fià ben netto , fciolgajì la giuntura
legata: che fi trouerano le vene del calcagno gittarfangue, il quale vfici-
tone d baìlan^a y fireghiuifi colf ale , & poi vi fi f afe ino peTge bagna-
te d'olio j. & aceto; cacando il piede di tal maniera^ che purgati gli hu-
morij'vngbia <?li pò fa crefeere : Ma tal cura egli non vuol che fi faccia,
maife non in vn piede per uolta ;ac ciocie l'animale pcfja refi fiere al dofo
re : & s'egli bauefi e il mede fimo m ale nell'altro piede yìion fi curil'vnoy
finche non incominci àfcrmarfiiahro curato prima : Quell'ordine an-
co offeruandoyfe'l tagliar deVC vnghia in fino al vino doueffefarfi con fer-
ro infocatola qual bruciatura parimente richiede la freggagione del fa-
ley&lefafce bagnate d'aceto y er olio . Senne oltrà ciò malagevole ef-
J "ere ' a guarire ■> quando il giumento ha gittata uia l'unghia : ma tutta
£ uolta poter giouare ■> fe attorno al piede ignudo fi léghi con unafafeia
qualche Zuppino tratto futilmente dalle candele > e bagnato con bianco
di nono crudo: e disf'fciato al capo delto-^ogio mo y fi fuwenti con fari-
na di grano>meleyaceto,& gomma, cotti iufieme : tJ^'fafe la piaga non,
fìapurgataylauifi con uino tepido ■> &nelfafciar ymettav.ifi mele di fio-
pra;& come fa purgata ;curifi con l'unguento ufato per le ferite: pofeia
coni ella farà fanat a y pongavi fi l' un giorno sì y & l' altro nò (finche turi-
ghia fi rifaccia) empiafi.ro fatto con cenere di feor^e di fané yediorobiy
mefcolaia con mele>aggiuntoui polue di bitume giudakoy e dipomo grar-
nato difiemperata con aceto ogni cofa infieme .ultimamente abruciata
\ la Sola di una fc arpa. ueccbiay& tott ala con aceto in pignato nuofio >.
fe ne bagnerà l' unghia y che fi uerrà facendo dura di mano in mano:
Ter li quali effetti benché fi pò fi ano parimente adoperare tutti qmi men-
dicami y che per ricourare l'unghie fintate prima fi differo y & altri
moltiy che per queflo trattato de' piedi fi fono fbar fi : la cui maggior parte
alla conferuatione di effe unghie fi trous appartenente , tutta uolta
non mancherò di foggiugner quel che dal Signor Giordano fu prima or-
dinato y & poi da Loren7o Ejifio confermato ; che uolendo far dure >.
& forti quel unghie y che per attenterà fi fioffino rinouateyfi frequenti
dì.
Ai auuoigere tutto il piede con vna ampia pezga di lino > otte pano di- £
sìefò>& empUflrate polite di galla , e crufca di pari mifttra , bollite con
~vn poco di [die infortiamo aceto-» cangiando sì fatto empii ftro due volt
il giorno: & volendo accrefcere /' unghie in modo , che reslino affai più
habili al ferrare , vfifijpeffo ad infasciarle con decottione ben calda di
malnate parici aria bollite y& dimenate confetto ditai~ìrone> & crufca)
© purfolfoy come altri pone. Et già eglialtroue approua , che quei vicio-
fi accrefcimenti chefogliono nafcere intorno aW unghie; & Rane li chia-
Auueru- mmo j Marifcalchiy bifogna che fi vadano rafpando e tagliando . ^Affir-
torno al- to fcriueycbefe'l e auallo per non batter l unghia eminente dinanzi y an-
te vnghie daffe zoppo^e deffe giufo,& fi pungeffe con V unghia , debba quell'unghia *
leuarfi del tutto via , radiandola tanto > che fi j venga infu'l viuo : ne fi
tema per tagliare; perche il ferro nudrifee l'unghia: &fhtto quefloy vi fi
leghi empiafiro fhtto con vna libbra di fichi & mczga di cera infieme
incorporatene fi dif doglia fin' à tre giorni y poi fi fumenti il piede con vi-
no>& olioyche co fi pressamente butterà l'eminenza dell'unghia ; laqual
fé mai crefeefie oltra il douere-, egli non giudica necejfario a Iettarla , ec-
cetto fé defie impaccio; condiryche il Cauallo caminandoyla viene àjpint
gere a dietro : il che tanto è > come fileuaffe : Ma questo ordine hoggi è
fuori dell' off eruanza: perche l' unghie s'aggittflanofpeffo conia l\pinetta. G
€t quando elle nafeeffer torte , non fi manca di affondarle fempreà poco
à poco nelfer rare: fi che toHo fi trottano o del tutto > opur in parte ad^
Piedi ram drizzate. Qucfti piediyche posli in terra guardano in dentro fon chiama-
pi n i qua- tj Yampiniy& quando col tagliar ogni yolta l'unghia più dallato di den-
troyche difuoriyfttemedi trouar'il viuo col chiodo : bifogna rimediar fi
colferroychefia piugtofio dallato difuoriy che di dentro , fkcendoui an-
co il ramponeyfe opportuno fi fi imi . Co fi anco fi porrà prouedere a quei
Caualliyi quali battendo l'una vnghia più in fuori deU' 'altra , fi fogliono
intagliarey percotendo Vvnpiè con l'altro; che fé lorofianpofii i ferri più
alfi dallaparte di fuori, che da quella di dentro > & l'unghie faranno più H
daquesla parte» che da quella acconciate > certamente verranno a man-
care di quel difetto : il quale fé procedeffe per debolezza de i piedi y fi po-
tranno vngere col grafio del porco: òfefoffeper debolezza di tutto il cor
pò fi attenderà co i debiti ordini ad ingraffarloyche cofi mancatala cagio~
Intani*- nc> Mancberà necefiariamente ancor l'effetto. Sono oltr'a ciò lelntaglia~
turer© in ture , ò Interfcriturc diflint e dal^ttfio in queflo modoy chefe'lCauaUofi
terlinea— ferifee co ipiè dinanzi > debba aprir fi il cuoio trai petto y & la Jpalla di
K* quel pie , che ferifee , & (eparato il cuoio dalla carne > vi fi metta den-
tro vn taccone tondo di fola vecchia due vnghie largo > nel cui me%p fia
yri
DEL CJ.VotlLO\ US. X*. ftj
"Jt'itn pertugio , che venga àflar nel me^o dell'apertura del detto cuoi* *
S'egli fi ferifce copie dì dietro, debba non pur ifcemarft dell' ungbiaymol- •
topiufuorapiede y che dentro : ma leuifi ancor viz il calcagno del ferrs
difuorapiede -.meramente tra eflo calcagno del ferro , cbeèfuorapiede >
tnettafì va' anello di ferro > ilqualc cojlrignerà il Cavallo à cambiare più
largo. M. Tier Andrea chiama Exuthe il male, che fi fuol generare nel- E*uthe
la giuntar a £ per faticalo per batterfi l'un piede con i altro > & quando come " °e
per fouerebio affannoydiceuaconofcerfì, che perlomeno de italiani) co- rj# s
fi dentro y come di fuori) feorre humor giallo > e tal volta marciofo} &
alt' bora bifognarci l'empiafirodellapultigliadettodi fopra : poi come
2 non fi vedi adi fopra feorrere più materia > douerfi quella piaga > che
vi rimarràycurare con quello vnguentoyprendafi vn 'oncia dincenfoy vn
altra di mafìice > & meta di UtargiriO) & ridotte in poluefian mefeo-
late in vn' oncia d'argento vino , disfatto con fugo di atrangoli , ò di li-
moni y ò con forte aceto biancotpoì vi fi aggiunga vna libbra difaime di
porco y che non babbiabauutofale ò fé pur fufse f alato > fiafi fatto dif-
J alar prima bollito in acqua y &mifletaicofeinfieme , fi pesli forte :
indi me fani vn' oncia di terbentina , fi tomi à peflar meglio > & alla fi-
ne s'incorpori la miHuray mettendovi à poco à poco bor' aceto bor'olioy
hor' acqua rofata d' egual mifura, tanto che l'unguento venga à quella
C perfezione y che fi richiede -, con fi fatta vntione mutata due volte il dì
la piaga in tre giorni farà guarita : pofeia per quindkiyò venti altri s'un-
gerà confeuo di beccoymattìno & ferayacciocbe il cuoio ben fi fortifichi;
ma prima d'ogn' altra cofa gioite;- a cauarfangue di quattro anni: perche
à minori non è mai da permetter fila fagniay che feemerebbe la virtù
delle membray come egli afferma. QueUa medefima cura egli feanel-
V*AreHey che fagliano dirittamente fu Ineruo della giuntura : ma per- eretto e
che fon più tarde à guarire > &à lafciar' il cuoio fortificato) continua-
ual'untione del graffo di caprone vn me fé intero y fempre tenendo il luo-
go netto di polue : Quando il mal della Exuthe vien per Interferitura di
~> piediydiceua la lefione apparire nella parte di dentro , & non altroue y ò
feorgerfi maggiore in quella , che in altra parte , oue non s'è intagliato ,
& in quefìo cafo egli prouede'ua)Con la induslria delferrareyche lafcian-
do più groffa l'unghia dalla parte di dentroyfkceua ancor più ^rofìetta la
ferratura nella punta , abboffandola tanto fin' al tallone dalla parte di
fuoriyche folamente fi fife potuta foHener da ì cbwdiylà doue dalla par-
te di dentro abbafì 'aita folo il tallone : accioebe l'altro fuffe rimafo in
effa punta . Oh/ acciò nell' inchiodar la parte di dentro y auuertiuay
(b e' l primo chiodo fufie ito verfo la punta, e' l fecondo ver s' il tallo-
Mmm ne> fi
^14 HlllA(jLO\l<A
ne > fi che ninna parte d'effi chiodi haueffe pofcia potuto battere ; ne ta- £
gliare tra' l pelo > & l unghia nella corona delpiè contrario . In fomma
per togliere l'intagliature vf ma nell'unghia del pie tagliarne abbacar
lapunta dalla banda di fuori y & lanciare il tallone vn poco alt etto : &•
per adulare k 'gambe torte , fimilmente vi prouedeua colla ferratu-
ra ) laquaì' abbajfaua nella parte contraria à quella , che fi torcea . Et in
Caualloyche non fi fufìe tagliatola folamente battuto > egli con fide r an-
dò effer più forte > &piu crefciuta l unghia dallx p irte di fura , che di
dentro. , foleua ferrarlo con meigi ferri , i quali hauefier ccuerta fola-
foeda mente ^a ^rtean'eriore - M Kl{(ì° diceycbe fe'l CauaUo fuffe cudellato
nel piede yrìoèjp edato per molto freddo,, vi fi metta per tir di f ale pe- F
slo,& f uligine con sìoppa groffa , indi fi laui due volte il dì con aceto }
mettendoci fu vn poco di fioppa inf ufi in olio caldo, pai prenda fi I{p-
mio trito )ò la fua corteccia bollita in aceto y & mettauifi difopra in fin-
che fani y & vltìmamente per vn dì & vna nette vi fi fàccia slare em-
piasi)-afa calcina viltà màfia con f apone : &fe viapauuenifiey chela cal-
cina viuay ò sterco di virtù incenfiua abruciaffeal Cauallo i piedi, ò al-
tra parte del corpo y tsfffirto y & Hierocle vogliono > che dì efiate gli
fian lauati con acqua fredda; di verno con calda ungendogli poi con vn-
guenvo graffo >o con affungìa , o pur con l'ifieffa calcina viua con olio me-
fcolata^ma finche non fra faldatoy non è da farfì entrar' in acqua . 1 piedi ^
confumati dal caminare. Vegeti® diceyche debban lauarfi con acqua cai-
day& vngerfi con afiungia veccbiay& poi leggiermente fi diffeccbino per
tre giorni con olio , &folfo trito , posloui lana calda difoura.Ma fé vi
fufft ■percoffay è da trarfi J angue dalla corona ; laquale fomentata con
acqua calda yfi vngerà cau affungia mef colata con aceto > e slerco di$e-
Suflfufio- eoxay benché quel di (apra credano molti effer migliore . zsfltroue di-
ne ne i cey che quando per la.futicadel viaggio, vcniffe al (auallo fuffufione >
piedi. afcappucciamento ne i piedi > non è da trargli fangue mentre è caldo y
ma dapoi , che fra ripofato y dandogli quefiaforte dì beuanda > Trendafi r»
vna libbra di frondi Caprifico >. tre onde di fermento > alenato > ò da
far pane y vna dramma di xafr ano y e-due.dincenfo mafchioy con ven-
ticinquegranella di pepe : le quai c.ofeben trite diuidan/i in tre parti :
per dar in tre giorniy difciolte invino > caldo- di verna; e freddo di efia-
te : & s'egli caminafe tardi y metta/i nell'unghia alquanto difemola ,
e di refrna calda y finche egli camini bene : & fé ciò non giouaffe trag-
gagli fi competente J angue dall'unghie > curandola piaga della lanciet-
2oppica- 'f con $ ynZ,Mnto ordinario da ferite . Certamente bifogna con gran
te . diligenza auuertireà quelle indegnationi > che ne i piedi di quefti ani-
mali
m mali fogliono auuenire per l'tffireTga , &iffng;bezxa dei viaggi, ò Mali de*
per efferfi fitti correre in viafaffofa , ò pur per efier fiati gran tempo P^-1 c ™
odo fi entro la fi alla: fi che per adunamento dibumori incominciano à jìderatio
zoppicare, & fe'lpadrom vi fi a negligente, fi trouer anno in breuedi- ne.
fntili,e perduti . flfegno del male fard , che l'animale porrà il piede di-
nanzi piano in terra >& nello Rendere fojpenderà il paffo . 'nsfU'bora
per conofeer meglio la cagione ,vnolV 'egetio , che fi rada di fotto l' Vìi-
ghia, & quella parte , che fi vedrà pianerà, fi batta €ol deto: & s'ella
f uff e matura, &egli fé ne dolef e, aprafi prettamente : purgando la
marcia , e tagliando attorni la carne putrida in fino al viuo : indi con
£ olio rofato, aceto, &fale, miflo lo tterco del mede fimo giumento ,fe ne
empiaflri,& fi fhfci , "Toifciolto alterco dì ,fe la carne fuffe crefeiuta
in fuori,mettav.i fi gramigna con olio cotta , <&• vedendouifi per auuen-
tura qualche parte di carne nera , guardi fi bene , che non vi f uff e qual-
che rottura, o qualche punta di chiodo , ojpina : che in tal cafo prer trar-
la fuori, conuerra vfaref irnienti, & gomma, & purgata la piaga pomi
vnguenti dafaldare, poi aggiungerai f uligine fecca ; & vltimamente
gomma con folfo : & fé la postema reslajfe nella profondila , empia-
tt rivi fi orzo •> ò faua cotta-* . Il P\u fio parimente ci ammonifce,che do-
lendo il piede alC auallo per fatica patita , fi tocchi l'vngbia, & vedaft
C bene , donde il dolore procedarma ritritatolo, vuol che' l lungo fi cuo-
ca con vn ferro ìnfocato,e difoura Vi fi mettano liquefkatte iafieme cè-
ra,pece,& feuo . Et fé per male,che hauefjì al piede, la corona crepafje,
over s'aprijTe;radafi bene il luogo}& pongaui fi per due giorni, due vol-
te il dì, farina cotta con affungia , poi per tre dì vi fi metta calcina vi-
ua,fapone,& feuo; indi fi laui con aceto caldo , &pongauifi l'herba ca- Mahdet-
prinella,fìmhefiafa'ao. Dice ancoraché' l Maladetto fi toglie dal pie- to come
de,mettendoi>ivna parte di lardo,e due difaluia* Et poiché delzoppi- " t0SIla
care è slato ragionato,farà forfè àpropofito+& molto gioueuole a non
tralafciare ifegni d'alcuni mali, che da zoppicare fi pofìouo prendere, Se^ni di
fecondo,che da feientiate perfine antiche furono fperimentati in diuerfi mali che
tempi,& in molti modi . Oliando dunque il C auallo zoppica del pie di- procedo -
nanzi, & nel caminare non preme in terra fé non la punta dell' vnghia, zopp^..
fappiafiyche l'vngbia fola è quella che in lui patifee , Se zoppica dauan- re .
ti , & preme egualmente tutta lapianta del piede in terra, egli in altra
parte, che nell'vnghiafente dolore . Se ippica del piede in terra , & non
piega lepas~loie,il male è nelle gionture . Se zoppica dauanti , & mag-
' giormente quando fi volge a man deBrayò'à manfiniflra, èfegno, che
la paffionefta nello ffrallaTgo. Se zoppica dinanzi,®' quando fi ripo-
Mmm 2 /*>
9i6 2> E l L jt G l 0 \ì a
fafslende vnpoco il pie Troppo aitanti alt 'altrove vien fermando fi in queir- j?
lo,è da dirfiychel malfa nella pallaio nella gamba . Se 'zoppica di die-
tro, & caminandonon fi ferma fé non fu la puntarne piega legiuntme
del piede,ma folamente l'alba > & [difende con dureyga, chiara cofa
è,cb'egli patifce nelle pasloie.Se ippica di dietro,& in dargli vnafem-
plice volt a,appar più xoppo,egli ha male nell'anca . Se va chino verfo la
terra , & neWvfcire fard ipaffi minuti , eficffi co ipiè dinanty egli ma-
slra,cbe da graue7^a di petto non poco è temperato
Tumori \M *A paf andò a quei tumori , che non fono- propri) divna parte fo-
oruei * IVjL la^ ma pofiono indifferentemente à molte anuenire . Trimiera- F
mente è da faperfi venire qualche volta per f angue putrido , a per altro
Focaccia f^catite bumore vna enfiagione per la per fona dell'animale tra cuoio ,
& carne , che M. TPief Andrea la nominaua Focaccia , perche àguifa
d'vnpaneftfày & crefce :& la curaua, tagliando il cuoio à pelo dalla
parte di hafio : per lo quaì v taglio metteua la. cornetta fra la carnea la
pelkydondefentiua , cbefufje la Toficma •> & per quel luogo fatto fain-
geua vn fuflolo forte,e pianori qual defìderaua, chefufie d'ofio di Leo-
neper effer molto li f e io > e difeorrente : a pur vi Jpingeua vn fufo fin-
che haueffe trouato della materia , la qual deliramente premendo fi in- r
gegnaua di cacciar fuori , & e? fi votato il luogo , vi metteua dentro col
mede fimo fu^le vna pe^T^a di lino fonile, & vecchia in liquefatto faime
• bagnata , e>r bene infufa : & fé adoperando lancietta , o cornett a>f af-
fé vfeito fangue puro-,0 acqua & [angue i non [e ne curaua, perche tutto
veniuadapoi a purgar fi per quella apertura , nella quale vltimamente
pur colfuftejpiìigeua vn tallo di lardo veccbio,fatto àguifa d'vnafaet-
ta,ac cloche quelle alette non l'hauefjer fatto calare ingiu>;lafeiandoue-
h ìlare quanto pò ffibile fujfe stato , òfe per auuentura nefufìe caduto
vno-itornaua à mettere vrì altro fimile,fìncbe la materia,& l enfiagione
durata uifuffe:auuertendofempre, che quel che denttroft raunaffe, ha- j|
uejfemodò di feorrer fuori . llB^ufìoà quei tumori groffià guifa d'un
pane, che nafconoperlo corpo, generati Ida fangne putrido nella carne te
Curte, ò nera pyefìo al cuoio , badato nome di C urte , benché più toHo Turte (fe-
lor rime con^° che Alberto pone) fi debba leggere: & per rimedio ordinale nel
dio . me%p dellaCurtafi tagli il cuompoi (fé' l tumore non mancaffe)muouafì
con vna brocca di legno lhumor-,cbe ètra la pelle 'sopendolo, molto bene,
€$r fremendolo fuori ; indi fàccia/i vn 'altro taglio fotto il tumore e per
tutta la Curta mettaf, un ferro lato caldo , di modo però , che non s'arda
Uciioio^^r in capo di fette dìfijhccia ilfimile co quella cautela et auuer-
ten^a
bit cuvjtiiòy limiti £17
J^r feniche fi richiede . Quelle enfiagioni di carne > cheffeffo nei còrpi ^■i^lòntlt
crefcono , da noi volgarmente dette Bugnoni, 0 Brdn^olc,Vegétiorac- fe ^ y^je
conta ejfere di varie forti , e diuerft nomi fori ire , perche Steatomi fon tbrti,ejo»
quelli, che contengono grafie^a: Mellic eri quei, e hanno ffefie^a, mù
come hanno i porri <iAnèurifma, quando hanno il j "angue adunato fimfc-
le alla vena dellàpoppa ; jiteroma, quando s'è adunata materia fhri-
nofa, e (j anglione ■> quando àguifa di Tartufo s'è fatto raddoppiamen-
to di nerui con dalor fermo, & à tutte quefìe diuerfe ftecie poter fup-
plire vna cura ifieffa , fe'l luogo enfiato s'apra con la lanciata da ban-
da diritta, e da band a mane a :■ e cauata la materia fuori, fi rifani la
£ piaga coni rimedi) competenti . T connetto , per qualfì voglia enfiagio-
ne^ dura, ò molle, ò putrefatta, che per battiture , ò per altra cagio-
ne, b dafuapofia veniffein qualche parte del corpo , & mafjìmamen-
te nelle giunture, ordinò vna bruciatiua medicina di mirabile effetto , la
(fual contiene pece afeiutta , e gomma colofonia , ana oncia vna, galba-
no, K& calcina i" ana onde quattro , due di bitume , & tre di cera : do -
uèttdofi ogni copi fcaldare infìeme quanto pojfa fojfriì e la mano , cjr vn-
gerne il luogo offefo . S'è le giunture fuffero rilaffate , & acquo/è, pof- c-
fon curarfi, mettendoui vrìempiattro fhtto dialoe,mirra, incenfo, pe- nlaffate.
ce brutia, farina di fi amento, & chiare d' uoua batute infìeme: rino-
C uandolo vrì altra volta , p affati alquanti giorni , &per tutti i mali' di
Giunture è vn rimedio approuato-, che prima il luogo fi bagni con ac-
qua di mare tepida , poi vi fi applichi calda quella colla-, che fi fa con
pece,efìerco di bue , libbra vna per cofa,due di terra cirfìolia, <£r me^-
j*ft di acatia, mitti infìeme. Trouanfi ancora ordinatiperl 'enfiagione
delle giunture altri e eroti : potendo fene vno comporre con cera, & bitu-
me gìudaìco,ana onde noue , gomma cotta , & incenfo,ana onciefei, e
due dipece dura, aggiunteui quattro libbre di fquamma di rame, e tre
di olio. Vrì 'altro con galbano, fiorate, opopanace,& farina d' focena
. fo, ana libbra vna-, & fé dìfinopide . Un' altro con 7^1 frano , menta }
™ polue d' incenfo,& finòpide barbarefea , ana onde fei, fcalogne barba-
refche,numeroventi,& vrì bemina di fior difhr'ma,difiemper aie in ace-
to infìeme . Vrì altro con perfumo ammoniaco peflo ,& in aceto difciol-
to . Vrì altro , che Vale ancor per le gambe , fifa con papauero , galbano
minio,ttorace,bdellio,e terbentina , ana libbra vna, & due feflari di fior
di farina infìeme al fuoco incorporati . Vrì altro , che co fi dà giunture >
come da nerui toglie il dolore , fen%a che vi bifogni adoperar' il fuoco >
confitte in folfo, fior ace , galbano, bdellio, menta, pece, miglio e ter-
bentina > ana onciefei, fette, &in quattro fettarij di vino bollite in~
Mmm $ fieme^
«Durezze, [teme ,, Applicando fi caldapoi lamiftura . Il (blombro sìptr lomede- %
«e cai lo fi fimo tfifettOy&sì per mollificare te dmre%jze->o le callo fità, chea qua\
™ C\Yfr fi voglia luogo auuenjjjcro , ordina vn'empiafiro in queHo mcdo , che
chino 7 fi mettano iufieme à bollire in vn pignatto nuouo [emende di lino pefiey
& fieno greco, ana onde quattro, rafapina,&pece nauale-y ana on-
cie.tre,fei di pece greca , & vna e mexja di fior di rofe : & come fia-
no ben cottevi fi aggiungano treoncìe di t erbe nt ina , etfei di mele , pò-
Humori tendoui ancor mettere ynpoco dyolio,chivoleffe .,0-ltr acciò per riHrin-
digiuntu gere,e diseccare gli humori, eh e y erigono alle giunture , maffimamen-
diffechi- - te ^e^e gambe , dice pater fi adoperare l'vnguento , che Triafkrmaco è
no, . nominato y per effer fatto di tre cofe, vnr parte di litargirio > vn' altra F
d'aceto , & due di olio vecchio ridotti (bollendo) d. quella fpefie^ay
che fi richiede . Il f errar o lodaa.fi ai l'vfo di due peTje di filato crudo.
di Uno rusìico bollite (come poco dianzi sé pur narrato) con [ufficien-
te quantità di cenere , & acqua infino al mancamento di tre deta, con
lequalifi continui à fomentare pia volte il giorno la giuntura yo 7 ner-
u,o,ò l'anca,o la fi/dla , ò qualfi voglia altro luogo mufculofo ,. che fyfc
fé offefo . Di qiàpotendùfi limonio accorgere fé da caldo, ò da freddo
Giunture procedali male y fecondo la regola ricordata ancor difonra. Mafie le
z ° ora giunture fui] ero addolorate , Eume lo ferine giouar loro mirabilmente
il trar del f angue : &feyl dolor fufjepofio ne gliinternodi ,ò vi fi fuffe
accolta marcia,, vi fi puòrime.diare conempiafiro di galla rofla, fari*
nad'incenfo,. radice dipdnace, arislolochia , & iride, vna libbra per
cofa ben pefìe infieme . Il Eerraro dice, efier molto appropriatola con*
fonar le giunture ,eineui,& leuarogni lor dolore, il bagno fatto con
. faluia^ afientw, rofmarino, maggiorana, timo, radici. di viole , efcor%e
ciuntu ' d' olmo,di pigne , e d'agli bollite infieme . A/. Luigi per leuare le doglie
delle giunture fea cuocere molto bene carne di volpe, e di quella pefia
canato il fugo > ilfeq bollire con vino bianco , finche fi f off e coagulato ,
pofeia mef colatola maHice petto-,, cera nuoua , & olio rofato, ne fea vn- ..
tione . Ter lo fimil effetto egli fea conciare vna papera, come fi fuffe
douuta mangiare y &prefo vn gatto gra fio (gittati via ipiediy la teslay
igr le budella) tagliaua il rimanente à m'mntkp€cj^i. ,■■& mejfoli d rofii-
u,accoglieua quel graffo ,clpe nefiillaua; etai liquori adoperaua miHi .
Talvolta mette uà fu le giunture, ofourainetui femtn?e di fenapi,mol-
, \iche dipane y & fichi feccbipes7iy& con mele, & aceto incorporati.
Dog di- Ter guarir diuerfi dolori vfauafpeffo vm miiìuradi olio di lantoymeley
mal d'vn àialthea, & ' fuggagli: E tanto per doglie- di nerui,edigmnture,quan-
ghie , to per ogni maliche d (jinmtnto kamjfe neìl 'vnghie^ò ticlle gambe, egli
frea^nen-
DEI C JÌV ^ L LO? 11%. X\ 91^
r£ frequentava quella compo fittone .che dicenaefter Malordinata da Mae--
Tlrofijiouanni Mareficalco dell' Imperador in questo modo , che- facendo
bollire in tre volte-, vna voltati mefiey circa fiei libbre dì carne-, o-piu to-'
ilo d'afìmgia amorfo con tre di fole y teneua quel liquore alla ferena la
notte #1 giorno in vn va fé fi. ignòto: e dall', dtto canto pr e fé due libbre di-
fugo d 'eboli -, & altretante di cocomero fielnaggio ben pejlo y con qnat--
tro onde d'afìangia di gallina y e d*è appone > le fèahollire vnpe^o co%;
olio dioliua: boi colatone ilfugoy&agziuntouime^alibbra difeso di -
e aslróne y& ahr atanto di feto di cerno, cón-quattrooncie di niafìice , le
fea ribollire in fi en?ey& alla fine me fcolau a ógni co fa nel detto vafic: te-
li nendo tal 'unguento apparecchiato per li bifogni . Veramente con molta
diligenza è da auuertirfì quel che V egetio ci ricorda ? fiolerfpefio auue-
nire nelle giuntirre-y tal volta nelle ginocchia ) e tal voltàpreffo alle co-
rone de' piedi vna enfiagione , che fa toppo V animale in modo •> che pare Enfìa^^^
ejfere flato percoffo da calcio >ò da fa fio ) oda baslo?iey ò ch'egli co'l le- ni nelle
game della corda fi habbia ojfefo ; ma la differenza fi può conofcerey che Puntute
qual'hora procede da tal percofiey il male (là fermo in vn luogo: & qne- ^"e'a.n n0
Ho all' incontro è fempre erratico > chorafifkfentirin va piede-, hor in re.
vn' altro > bora in quei dinanzi > & bora in quei di dietro : onde fi vede
l'animale diuenuto di mala voglia -, brutto y e macilento con la pelle du-
£ ra j e ristretta allofia y e col pelo rabbuffato) effendointrinfecala cagio-
ne delfangne corrotto y che offende i nerni . Quesìo è quel morbo arti-
colare) ò doglia art eticay 0 di giunture , della quale pocoinan jflì proni et -
temmo di douerragionare) effe morbo importantiffìniO) e tra i pestilen-
ti ali connumerato .<A [quale volendo rimediareybifiogna dalla vena ma-
tricale delcollocanar fiangueye diquello mefcolato con forte aceto vnger^
tutto il corpO)C principalmente i luoghi enfiati: & fe'l male apparile nel
le ginocchiayò in altre giunture yconuerrà anco diqueliuogo trar fanguey
& con effo aggiunta creta cimoliay& vna libbra di ortica) vna di cimino
tritO)Vna di refina frittay& vn altra di pece grecaycon impugno di f ale)
e slerco di bue quanto basile diflemperata ogni cofa co trefeflari di ace
t0) metterne empiaflro fu ^enfiagioni . Il mede fimo altroue ferine > che
per qualunque infermità patife a l'animale nelle giunture , fi cani fangue
di fiotto il cerro nelle veney che fon tre deta piubafìo delle giunture fiotto
la corona > vfiando pero nel ferire auuertimento per effiere elle congiunte
a* nerui. Ma scegli loppicafifie co'piè dinàrj>fi deurà cauare il fangue dal
' le (palle.-e gioverà etiandio farlo dalpalato , aecioche la contagione non
afisalì latefta:& viiliffima gli farà quefla beuanday laqual' egli afferma
centra tutte le altre infermità efiser ■ prontiffima.Trendafì afisentioypeuce—
M mm 4 danoy
J20 £ E £ L Jl \ 0 L 0 H. I A 1
dmoyfagapeno, centaureayferpilloybetanica yfaf/ìfragidy & arifiolocbia £
rotonda di-pari pefo : e di tutte queSìe cofe trite , e criuellate , e cott e in-
fìemeyogni dì fé ne dia per la canna vn buon cucchiaro con vnfeftario<
di buon vinoso d'acqua tepida, quando l'animale bauefie febbre > che co-
fi l' amaritudine di quefte herbe fcaccierà l'amaror del marba : fi come
*d flirto dice, benché egli ponga folamenteaffentiùypeucedano,^ céiau-
Xhnedif r€a decotti nel vino, e dati per le narici. Tutta volta afferma efler tan-
per mor- to perkolofo quefto morbo articolar er che non fenica gran dijjicultà l'ani
bo artico male fé nepuotericouerare : & fecondo lui procede il male , che quella
**rei vefcica , cheflà fono 'l fegato di quejli animali per ricettacolo dell' hu-
mor colerico, mefcolando col fangue la, feccia vitiofa perle arterie, le- F
qualivanno diflefe aldorfo;talvcneno acutiffìmo penetra alla midolla,
della Jpina,&, non pur' occupa le giunture { ma etiandio vitia il cernei-
loye cofi latefla ne diuiene aggrauata , & la lingua offe fa, fiiìlandofi
per lo nafo vno humar crafìo liuidoyè giallo ,e pw^ralent e: /.' animale con.
pitica rifiata,e per hauer ogni cibo a f chino ,fi ammagrifce , ne pub Har
falda fu tutti i piedi,ma bora fi cangia in quegli, & bora in queUi ad ap-
poggiarfi:Et fé fuorcarfuella parte, fopralaquale farà fiato >fi vlcera,
perche in quel lato doue fi corca y concorre il maligno influjfo > alquak
co'l trar del fangue bifogna rimediare, toccando le vene della fàccia fot- ^
to le guancie,et quelle delpetto,& quelle, che fono dietro alle ginocchia^
ricreando l' animale con varvf. herbaggi , e principalmente giouerà, cbe\
prefo vn'acetabole di fernette di coloquintida egittiaca bruflolate,e tri-
te,epoi con vnfefìario di vin bianca, & odorifero colate per vnpanno di
lino,fi diano per la narice defira all'animale . Vuoffì ancora in vece del-
la, femen%a vfare la midolla , o polpa della medefìma coloquintida non
brufiolata , & ottima cofafia peftare minutamente la radice di cocome-
ro faluatko dipefodi mc^ra libbra-fi macerataper vna notte in due he-
mine d'acqua^ pei colata,& aggiunteui duefbtre drame di nitro,, darne
la mittà per bocca infette giorni , e l'altra mifiura dargli con l" acqua, a u
bere ^ Ma quefio è da faperfi >che' l trar del fangue conuiene follmente
fra iprincipij, che quando il male fi fofse prolungata affaiy auuerrebbe>
che eshauHe co' l fangue le for^e dell' animale-figli anderia iuperditioney
e parimenttnel principio d'efso morbo, prima che occupi il capo,fono da.
darfile medicine per le nariciyche poi non ci farebbe f^eran^a più di fa-
Iute . Egli è ben veroyche con più ageuolczga , e più tofiofi libera di que-
fio vitioil CauaUoycbe il Mulo , iUptale partecipando della camplejjìone
d'altro genere inntjlato,rimane più fitggetto a quegli dolori articolarifit
^pentitigli vna volt action dileggierfe ne diHaccano.THfutitiJfimo è quei
rimedio >
1) e i c j£ V A L l 0 , l I B. X. pad
A rimedio y che tagliata con ferro la pelle del petto , & le membrane y &
mefso dentro // taglio vname<^a oncia d'elleboro bianco y amendue le
labbra della ferita cucite con i fa ago di canapeto di linoyfiftringan beney
& fi lafcino cofi ftary finche lofaago per fé medefimofe ne caggia . zsìl
luogo non è daporft mano > & l'animale non è da menarfi ad acqua ; ma
per lo nafo glifi potrà dar una dramma , e mei^a di falnitro crudo ben
trito in vna hemina di vino tepidoye di falnitro farà benefaargere il fie- Sjlffi
no ye l'orbo y&lebeuande. I C amili e aflrati dirado incorrono in que- ra(j0 patj
fio morbo delle giunture > mafouente iTolledri nouellamente dalle cam- feono di
pagne menati alle ftatleyo cofi tormantati di verno afiaine muoiono^ ma matdigiu
B il male fi pub cono j cere prettamente > fen^afaettar gli feorrimenti del tu ;*
nafoyperche vedendofi il ^Poliedro toffire come s'hauejje ingoiato qual-
che officciuolcy all'hora bifognarimediar contro, il vitio già comprefo *
l^el tempo dell' 'Jl ut unno farà efficace medicina a pigliarci mufio fare-
muto di vue bianche y & in due hemine di quello mettere due mediocri
cucchiariyò due onde di arisìolochia peUa , e criuellata > e darle ogni dì
per lo nafoycontinouando per fette giorni . Qitefìi mede fimi ordini fi con-
fermano da Bierock . Jlgatocle dicey che venuto il morbo alle giuntu-
veygiouerà fen-^a dimora adoperare i ferri infocatiy è pur'i medie amen-
ti bruciatiui ; ma ne i principi) lodar à dar per tre giorni per le narici be-
uanda compoUa con vn' oncia di fugo della nigella y herba che nafee col
frumentoy e quattro di vinoy& olio > aggiuntoui altretanto di acquai.
'Hifoute fcriueychefe'lCaualloyò mulo ètrauagliato dalmate articola- SaJafib 3
reydee effere falaffato nelle fuffraginiydoè dietro il ginocchio ; e bifogna Ca"aHi e
con vn ferro dritto dar fuoco alle giunturey finche n'efea humore acquo- i]maj/^
fo-.pofeia prendafi vna libbra di queltoycbe nelle bilancie rimane del ton- ticolare.
no J alato > e meffo dentro vn vafe di terra nuouo con due feSìari di vino
vecchioy fi fàccia bollendo ridurre al meygoy mefcolandouiolio à bafian
%a,yCon tre dramme di opopanaceye quattro pugni di rucola : e di tal mi-
-. Hurafi diano due acetaboli^ tre oncieye me%^a per ogni giorno :e fra ta-
to V animale di verno fi fàccia Har'à cielo apertoydi estate fi faccia nuo-
tare faefio nelle pefchiere* & leuate le cruBey. 0 broige delle giunture
cotteyvifi metta vn cerotto fatto di ruggine di rame ydi mifìy e di calci-
ti di pari pefo . Ma per ogni dogliay ò-fia di giunture y ò d'altra parte M+
Luigi vfaua tal'hor vnguento fatto con oliodi camomilla , olio d'aneto x
butiroy & agrippa àpefo eguale-, talhor empiafiro fatto con vna libra di
Urbentina , me^a di verderame, & midolla di cerno quanto bafiaffty,
e tal'hor a i femplìci bagni d'acqua bollita con fiori dirofmarino . ^Per
egni enfiagione adoperaua vnguento comporlo di galbano,. & cerufit
ana
pai 7> E L l */f G L 0 \ l^A
una oncia, meyga , vna di olio commune, & vna& mex^a dì cera in- £
corporate a foco lento, oueramente vi applicanamitlura-dì galbano, &
cera ana onde quattro,con tre di grafia di cerno , & vna d' ammonìaco :'
opur vilegaua vrì altro empiaftìro, che coni enea pece, euforbio , & olio
commune oncia vna per cofa', con tre di cafioreo , difi. iolta poltra efie'
colate vna oncia di cera . Et per ogni durerà fi ferma fchictt amente
del maluauifco ben cotto,epefio mefcohto con olio rofato, & mefio cai-
&callofi- do in frìl tumore. Ter disfar le dure^je fi trouano- ordinate da' Cjreci
tà come fi parecchie compofitioni ; vna contiene tre onde di gomma cotta, & un
mollìfi- feflario di farina con vn' altra d' 'aceto. XJrì altra,che ferve ancora a l'in-
carno . fiammagioni; riceue litargirio , biacca, <& olio di lauro ana libbre quat- F
tro,terbentina,colofonia,fìorace, iride illirica,propoli , e bitume ana lib-
bre due , hifiopo , ammoniaco , <& mifi di color d'oro ana libbra me^a
v a "m con vna di galbano. Leuafi laCallofità converderame,cakite,fainitro,
che'molli feccia abruciata, fale,& aceto miftiin pefo eguale. Vvngnento dilicato
fica le du- che mollifica, fi fa con magiorana , pomelle di lauro, femen^e di lino ,fe-
rezze ' men%e di agnocafio,falnitro di mare,&- olio a bas~lan%a,con tre feslari
divino cotto , 0 di feccia di vino incorporati . Vrì altro fi fa con cera , e
grafie di toro ana onde fei, gomma di pino afciutta, & pece vecchia
ana onde quattro, rnogiorana , e terbentina ana onde d ne, opop anace, e -,
galbano ana oncia vna,tre di propoli, & rney^a di cafioreo pefto , e cri . j
ue]lato:ogni cofa in vn fesìario d'olio difioluta . Vrì altro contien fola-
mente me%7$ feflario d'olio, tre onde di cera, & vna e mex^a di gom-
ma colofonia infieme bollite. Vrìaltro,cbe liquefà,mollifica , e sbaffa, ri-
ceue gomma , cera, & pece ana obolo vno con quattro onde di ammo-
niaco, cir opop anace difc io Ito in aceto , quanto paiabajìare. Vn' altro,
cheflende, afiottiglia,e digerifce , richiede gomma e pigne ana onde fei,
vna libbra di cera,e quattro oboli di bitume: aggìngnendoui polue di ra-
dice di ferola , che verfo la fin della primauera è da cauarfì . Vrì altro
cheperdiffoluer qualfi voglia forte di enfiagione (pur che non fi a di fj
materiacalda) potrebbe giouare ancora agli huomini, fi compone con
ammoniaco,cera,pece)gomma , colofonia , &olio di cedro ana onde fei,
falnitro,calcina vina,fcaiogne , eflerco di colombo ana oncia vna , edite
d'affungia di porco , aggiuntoui vn poco di mirra liquida , e di acqua .
Ter difcacckre le ardenti infiammagìoni > & fopire ogni dolore qnefia
vntione (crìuono efier appropriata , laqual contiene butiro frefco , cera,
afiungia,c oleina viua , & midolla di vitello ana onde tre , vetriolo , &
fugo di asfodelo ana onde quattro , falnitro barbare feo , terra cimolia >
feccia di vino abruciata,colla di farina difrumento,& femen^a dime-
Moto
7) E ìL CWV-Jl-t LQ >Z I B. X. $p$
j litoto pefta,e bollita ana dramme dodici, con tn libbre di fino olio . Vna,
altra per lo mede fimo effetto fifa con fememc dilino > &fugo ài cauo-
lì ana onde fei y fugo di meliloto- yfugo deWberba firatiote > & latte di
vacca ana dramma vna,graffo d'oca,ceraycolofoniay e biacca ana dram •
me fedii i>& quattro di pece,voua quattro, e due libbre d'olio . n^fnato-
liofcriue , léuarfi > via qualfivoglia infiammagione con metterui difa'-
pra foglie di pollone di taffo barbalo abruciate } &mefcolate con olioy
fiale y& vino. Vegetio per l'enfiagioni dure , & antiche loda due empia-
ftriyl'vno fatto con gomma,ega lbanoyona onde duey &. ammoniaco ,ce-
ra 5 & pece-brutta ana onde fé i difiolute inolio : l'altro con pepe bian-
*B co>&pepe lungo ana oncia vna,ammoriiacoyterbentina, opopanaci &
pece brut ia ana onde fei; cerarofsa, bdcllioyftorace y& bacche di lau-
ro ana libbra vna y e due di galbano y aggiuntomi olio di radice di giglio
illirico pauonaTgo chefta à b- fianca . Se per auuentura accade fé , che
per tutto' il corpo del (auallo fatto la pelle nafceffero alcune pufiule , di Pu^ule
forte che facciano fof>ettzreycbe fattovi fia poSìema y biffino configlia tutto *jj
àt agitar' il cuoio del petto in tre luoghi ', dittante Ivn taglio dall'altro corpo.
tregroffe detaychein tal modo quelle enfiagioni ffariranno. SuolequaU
che volta nafcerein diuerfe parti del corpo fuora del cuoio "vna gonfia-
tur annoile fenya peliydi color rofsoyO negro, laquale commtmemente da
C mandano Fico y Hquale, per curarlo y M. Luigi vfaua di attor cere fìret- Eico*for-
tifftmo prefio al e uoio e on vnfilo di fata , & vn pelo di coda di Tolledro fiatur^f
abortiuo (benché qucfla conditione fuperfiitiofa mi paia) Stringendolo
fi fittamente dimiano m mano-, ch'egli ne venia per fé fiefso -4 cadere ?
indi fatto vn circolo di tenace creta,(patiofo tanto falò, quanto era iti ito
gaydonde il Fico era enfiato ; vimetteua dentro quel cir coloy cioè foura
U'maleyper due ò tre volte mele ben caldo , polvi legaua fieno dipapa-
r&yodihuomo . Ma fa' iFicofuffe nato in parte ychenon fi f offe potuto
confilo ttrignere y eglifeain vnpe^TO lato di cuoio vn bugio nel me^o >
che venia guittamente à comprendere effo Fico : & foura quello met-
ti teua,& premeua molto forte ad vno ad vnoytortanelli di marrubio ver
de fcaldati henbene fu vn mattone ; tanto ontinouanda, che'l FUofoffe
diuentato neroyperchequètto erailfagnoychela mrafifofse fatta: &
lepmuighoni del arcalo della creta,òdel cuoio pertugiato feruiuanoy che
Ucuoio fanoda quei medicamenti non rìmanefle offefo. Con la fimile
dettre%7a M.Tier'-Jéndrea xofi i Fichi y come iVorretti , ò Verruche r^c C^
daqualfì voglia parie del (auallo , in che nati fi fufiero yfoleua toglie- Ponetti
tempere he fé erano in parte da poter fi legare y gli legaua con vn trincafi-
lo di baleftra , v confai-, b fette fate ; ogni dì attingendoli più , fi ne he fé
nefuffe-
024 DELL^gtOJ^tji
ne [uff ero venuti da loro a e Afe are > & rimanendo il luogo riettOyVi vn - g
gena d' vnguento rofatOy Ueflandoui qualche fp ecie di f-adicc>eglifkttd in .
vnafola di Tabatto vn pertugio più tò fio minore, che maggiore di quel-*
• la radice del malerbe rimafa vifufie; ve la metteua convn poco di fa-
pone nudrito in calcina viuaipoi come vedetta tal radice leuata via>egli
lauaua la piaga con vino bollito con rofmarinoy& rasciugai alarvi met-
teua vnguento rofato , finche Ji fuffe faldata ; guardandoli fra tanto di
trauagliar V animale ;accioche il tenero cuoio non fi fufie uenuto à rom-
pere\an71 per fare fortificare y che non crepafìe; vi ungeua mattino-i <&
Porri co- rera rem fa caprone . Se^lFicOyol Torro era di modo da non poterfile-
me acuii-' xn • " 11 * . v ,,9
no. Sare > ° *wgnere y M metteua col %abatto> 0 cuoio pertugiato (come s èj?
detto) il rottorio fatto di calcina uiua benfottUe , mefcolata confapone
motte dafiefò pur ammollata in lifeia , fé fuffe fiato del duro; eH mede fi-
mo effetto qualche uoltafkceua > mettendoui stereo humano ridotto in
palueyilqualefìpuò vfare in tutte le corro fioni di carney che filanda far-*
fi:&cofi nelVvn modo > come nelV altro auuert'wa > chel Tono corrofo
non haueffe fatto pertugio , donde i neruihaueffero prefa indegnatione >
& offefaipoi con i bagni del rof marino, & vntioni del rofato >e delfeuo
compia la cura ;V ero èyche nel Fico del piede foleua qualche volta (da-
poichela radice [e n' era fuelta) adoperar' la fioppa bagnata con bian-
co d'uouo,& fiale ben dibattuti.. 'ìjon differente daquefli ufiyVegetio ^
ancor ordina , che i Torri* ò le Verruche fi leghino ben' iHr ette con fila,
fottili,eforti:e difoura vi fi mettea vnguento crudo atto à bruciare: che.
Vn<nien- eofi daloro medefime fie ne caggiono : benché fi pofìono pur tagliare con
to per il ferro ydando poi leggiermente il fuoco alle lorr adici. AlFico Moro i Gre
Fico mo- ci fcriuono douerfi applicare vnguento fatto con quattro parti d'arfeni-
coydue a" ' ammoni aco}una draloe, & una di calcina uiua,con meled ba-
ftan^aybolliti infieme y & dimenatiyfincbe il liquor fia fatto rofio: 0 do-
uerfi fregar' il luogo con pasta fatta d'arfenico , calcina viuay& fala-
mora:òfattoui vn bugio conia fubbiaymetterui dentro elleboro. M. Gio- „
Pedicelli "ambattifla dice y che iVorriyeiTedicelli procedono tutti da bumidi-
e porri co tàpiùò meno falfaylaqual decorrendo fi ferma alle parti estreme: mai
me fi ma Todicelli battendo origine da humorpiu mordicante , par cheproduca-
qino uia. fioUnuermicciuolo') cbeperlapiagauàferpeggiandoy il quale s'uccide
col peuer pesto :i Torri uegnendo dahumor piuputrìdoy& indigeUoyfon
dA curar fi con un bottoncin di fuoco (pur che non fiano in pdrteneruo-
fa) circondando ancora di cottura il luogo offefo : & nella piaga fì.met-
teràfolimato con vnafafciayche in quattro di caccierà la radice fuori :
laquafufeendo interaméte}bafierà mettenti calce uergine,& farà fiano :
pur
IX E L C Jl V A LLOyLI B. X. 925
jl pur che s'auuerta àfarui legatura di modo > chtlCauello non uifi poffa
toccar con i denti . Maje per auuentura il Vorrò fuffe ne i e aminoli delle
gambero nelle corone de' piedi; fatto che uifia un forame fu'l meTO ^fa-
rà da poruifiper una uolta ar fenico roffo y ò polite di dialgar yvngendoui
poi con olio bolito con l'herba detta Tadre e figliuolo ; che cofi in none
giorni farà la cura compita : e tal medicarne potrà anco feruire à Dolci-
?ne,& Tolmocelliyfecondo l'oppeni&nediiSH'auro Colonie fé. Il (plora- Verruche
broferiue, cheiTorri, ole Verucche, lequalinafcono per tutto ileorpo come **
e'ipiu delle uolte nelle giunture de' piedi > ò ne i ginocchi, caufate da hu- curm
mor flemmatico y & melanconico , il a ual più domina ; fon da tagliar fi
B con ferro infocato (efiendo grandi) tagliando prima lafuperficie y po-
feia eHrahendo coni finimento lunato > e ben tagliente lalor radice in-
fino alla cartilagine neruofaycjr cauando tutte le circoli antiche attor-
. no fufferodaqual piaga potrà con graffa curar fi per qualche dì ; &fe al-
cuna radiceUa vi vfeiffe yfarà da mortificar^ conpoluere corrofiua~> »
Efiendo pie e iole y fi potranno effe Veruc che tagliar con f orfici y & laua-
re con aceto &fale tutto il luogo, > ungendolo poi duey ótre uolte con mi-
flura di due onde di fapone giudaico y & una di calcina uiua > che per-
fettamente feccherà tutte le radicellcs . Vn fimile vnguento fi pub fa-
re con verdame , orpimento y fate ammoniaco, & polue di coloquintida >
y$ oncia per co fayimp orlate conlatte dititimallo & ceraci . 'Tuo fi an-
cora fu iTorri tagliati y e diffanguatifare vntione con polue di litargi-
rioy£ di orpimento diSlemperata in aceto forte . Vrì altro vnguento Vi-
rotico y da trarrla Jen^a lefione b pericolo alcuno iTorriy iCelftyi Can- ^°rca[Kr
criyc i Tolipi ; & corrodere ogni altra fouerchia carnofitày pur che'l e polipi*
luogo fia alquanto infanguinato , egli dice far fi con due parti di cenere
di -pitey ejr vna di calcina viuaydifiempewte con fei di quella forte li-
jciayche dicono capitella ; &colateper vnfacchetto > &poi bolliteinpi-
gnatto nuouoy ò caldaio y finche fia confumata la mitày & cofi ridottala
2) miHura wfoftan^afermaycjr coagulata,/} riporr kin vafedi vetroyguar
dandola da luogo humidoyche la farebbe nfoluere. QuafìàqueSlo ifìef- Formica
fo modo fi cura la Formica y che parimente nafee in molte parti del cor- 6urj
pò . Conciona che tagliata che fi a rui potrà applicare folfo ,, e bitume ,
ò coloquintida , arfa y e tritayQ felce f emina alfmiil modo: ò empiaflrar-
ui radice di barba di becco, bollita in acqua : b ungerui mele con calci-
na viuaye fcorye dì falice pefte > criuellate : bprendafivn'oncia di ter-
ra finopide y. due di calcite r e due di feccia y & fattele in aceto bollire:
con le fcor%e del pomo granatoyfi colino per vn pannoy&fe rìvnga il luo
go : ùmettanfì due onde di gomma, arabica à. molle in lifeia colata:.^
poi
9*6 btLlAGLO\lJ.
poi vi fi Aggiungano cadmia , mifiy & alume ài rocca , ana onde duey&g
quattro di calciti.^ Itri pigliando calcina viuaygreppola biancay e Aer-
eo di colomba,oncia vnaper co fa: & fei di calciti, con lifeia colata à ha-
fianca, le difciogliono in vino ; & ne vngono le Formiche erettamen-
te legate con fottìi filo: & come fono cadute y vi adergono polite deWi~
$ìe(]a miHura.^Altri tagliate le Formiche , e datoui il fuoco , vi $ argon
polue di mifiyvitriolo minerale-, calcina viua > & verderame di paripe-
foy& s'ella fuffe appreffo l'occhio y potrà feruire la detta polite incorpo-
rata con me le fagliata prima la Formica in tre parti, & conferro info-
cato cotta . M. Luigi foleua cercar laFormica in fino al nino y e metter ui
folfo abruciato ; ungendo pofeia il luogo conterbentina ,feuo di becco , F
& liquore di cera nuoua : Et per medicare il Fico , fea bollire con olio
vnferpearfo. T^afce ancora in diuerfe parti del cuoio uri altra forte di
carne fouerchia y e da corrotta materia procedente y gre fi 'a quanto una
Caruncu nocciuolaye granulofa àguifa d'vn celfoy ò moro ;& però queflo nome
la detta [e danno , laqual fuperfluitàil ì^ufio approvando- quanto dal Crefcen-
cello , o ^ ^ e j^ j^tjfo intorno à ciò s'era fcrittoy vuoly che fittagli al più de-
firo modo y che fia poffibiie fin" alla pianeta del cuoio con ferro caldo :
& pofeia attamente fi cuoca infino alle radici con ferri tondi: mafie] l
luogo fu file neruofoylafc iato il fuoco y mettauift vnpoco dipolue di re fai-
gari ( ò come altri dicono ) rifagallo : et come ui paiano cflinte le radi- j
ci del male , mettanififioppata con bianco devono y r inoliandola ogni dì
per tre giorni ;poifacciafi pane di calcina viua ammafiata conmeley &
cottolo a fuoco lento > finche fia fatto carbone, fi polueriyi: & lanata la
piaga con vino forteymettauifì mattino-, & fera di queflapolue conflop-
pa minutata : che cofi verrà àfaldar fi più presi amente . Mancando il
re falgariyfi potranno infieme ridurr' in polue orpimento y e-r verderame^
ana onde due > & calcina y e tartaro , ana onde due , et calcina, e tar-
taro,ana onde quattro : ma douendo vfarquefla polue y che è men vio-
lentay lauifi con aceto prima la piaga : & bafierà farlo tre ò quattro jj
uolte. zSWafappiafi in queslo luogo difficilmente y e di rado rinafe erpe-
ti . M. Luigi aggiugnendo a quesìa mislura uetriolo , & alume; la ado-
peraua à leuar'i porri di quelle parti y oue non fi fufie potuto adoperare
il taglio: ma tagliando , curaua la piaga con polue di folfo uergine y <&•
cottura : benché alcune uolte egli hauefie tolti i porri folamente fre-
Sangiw -indogli con quelle porcellwz^e y che fi trouano fiotto le pietre a guifa
..' t\ \rerr.oflri. *A unirne affai fpeffo y chefrapelle, & carne fi fàccia.
L :■ .coirà di fangue corrotto, <jr dicattinibumoriperlaperfona-, iqua-
L ^orsetti efeono fuori come per fifloley et fremane vnay tantoflo ne
nafee
cja e come
curi.
DEL C JLV J. LlO> L'JB. A\ 927
nafcèvrì altra : onde il mi fero animale fi vìen languendo a) confumare y
infett andò fi à poco à poco le interiora: La qual infermità generata da
fouerchiahumettagion della carne , 6 da immoderata repletioney è chia-
mata Farciminofay per efserfimile al Farciminey in cui minutiffimi pe^- Farcfmi-
zi di carne con varvj condimenti fi mettono infieme accolti . Alberto la nofa infer
chiama? ar cina y il Hjifio Far fina > eH vulgo verme y perche à guifadi mlta *
verme va e aminando fatto la pellexcorrompendola con molti pertugiet-
tiy che mandano fuor la marcia . D affi oc e afone a quefìo fangue putrì- v
do > onde il verme -proviene y quando dopò vn lungo e/fercitio ejfendo ri- failouepa
mafoilCaualloaripofoy &a buonpafioy & mm effendogli tratto fan- trido ©n-
*B Zue >&fc humori foliti a difuaporarfi col fudore , trouandofi ritenuti ,\& de Prou(
moltiplicati dentro y fi fono corrotti, <& -ratinati in. quelle parti y che piti ?'
idonee boa ritrouate . Trouiene ancora quefio male da percoffa non cu-
rata infra due me fi: e tal volta vienper contagioycjfendo. flato l anima-
le 0 morficatada altro Caualloycbenepatifie, ò pur con lui accompagna-
ta . I liwghiych' egli per lo p'ut fuole occupare-, fono i concauiycome ne i la
tiy &fra le fpalley& le cofeie : Et per guarirlo è da fa-perfi yche gioua. il
trav del fangue , 0 nel principio y acdocbe'l male non crefea , 0 netta de-
clinatione y quando le forxe cominciano àrihauerfi ; ma nella infermità
noti è da per metter fi in modo alcunoyperche troncate le poche forile , che
C aW animale rimafe fu fiero, fi accrefcerebhe vigore al male . T$tA tempo
dunque oportuno la vena del collo potrà aprir fi , & non e fendo il verme
Vtcaueme d'ofiayà di mufcoliyma in luoghi carnofiy è bene ychefeouerta
tutta l'occulta callofità ,fi tagli con ferro y & poi vi fi mettaempiaUro
fatto di meleyfkrinayroJ]ì d'uouay vjr agrimonia , àanantia . Tarimente.
gioua far 'inghiottire all' "animale mattino y & fera tre pugni di garofi-
lataycon altr etanti di pi ant agme y& vn dirafunopefii beney &h umet-
taticon acqua: &rafìp peli del luogo infer moy legami empiaftro fatto
di anantiay e radici di Rufino ; rinouandolo due volte il dì y finche 7 ma-
le fiadifieccato »Tonefi oltracciò dall' ifit fio l{ufio vna misura dipolniy
) prouata non pur' in Giumentiy ma anco in huomini >. che fi fa con diadi-a-
gama y bolo yfolfoy gatta > &f uligine aria vncia vna ; olioy aloe y mirray
olibano y atr amento y pece neray corno di ceruo , ariftolochia rotonda >
& lunga sfrondi di Mortella , fcor%e di pomi granati y giffo y futter-
ra y fate > & fapomana onde due > pane d'orbo yfeor^e d'uouo> & me-
le bruciati in pergamena >. onde tres . 1 1 cibo fi a or^o tritato > & pa-
glia y b fieno y guardandolo ben dal bere y & dalla preuenda . Fegetio
ferine y che tutte quelle enfiagioni pregne di humori fi abruciano confer-
ii infocati > curandadapoi le piaghe con pece liquida } meley & olio me-
fcelati :
92g 2) E l l U G L 0 ^ I j£
'{còlati : & oltre alla beuanda della diapente , loda > che fattafi macera £
per tre giorni i-i tre feHari di buon vino , vna libbra di radici d 'eboli , fi
prenda vn Cefi trio di quel vino , arginata me%a oncia di aloe, vno dì
centanrea > & vn' altra di opopanacc ben trite , gli fi dia caldo con vn
cornetto , continouanioh per tre dì ; ne fi manchi di esercitarlo per
moderati galoppi, finche per uenga à fudor pieno , & curato in queslo
modo ,mettafi àpafcere^cffendo e/late) [otto fereno aere alla libera >
notte , & giorno , acciocbe per la varietà dell herbe allettatofi al man-
giare,& feccato dal calore del fole, e tocco dalla rugiada, piufacilmen-
Humori te venga à guarir fi . Giordano I{uffo , e Vietro (refcen^o fcriuonoy che
^U ah qHando per auuentura i fouerchi Immori fi fono accolti in quelle fpognio- &
dok. ' fe Ghiandole , che hanno i (faualli tra l'vna , & l'altra fionda del petto
prejfo al cuore , & tra le cofcie preffo a i tefticoli , & iui perla lunga re-
fiden^afon putrefatti con la fopr agiunta di altri tumori fi come foglio-
no fempre gli fpiriti concorrere à i luoghi infermi) onde non folamente
il petto fi viene a gonfiare : ma le gambe ancor molto più , nelle quali
con grandi fcorrimenti di velenofa humiditàfi veggiono fpejfe piaghe , ò
vefcichette di color colerico, òdi offrano : bifogna, che come le dette
Ghiandole fi veggiano più del f olito aumentate, fi cani fangue dalle v fa-
te vene del collo, dclpetto,e delle cofcie, finche l 'animale fe ne paia inde-
bolire: pofcia nel petto, ò nelle cofcie , ò pur in ambe efìe parti fi mettano
fanguiftghe, ò vento fe , ò più tofto fetoni , ò lacci , iquali continuamente
attrahano gli humori per conueneuole , e fpefio agitamento > che fera e
mattino farà dafarfi, pafiati chefian due giorni dapoi che vifaran mef-
fiy & non già prima . T^efi manchi di caualcarlo ognidì vn poco , ò dì
furio pafeggiare, guardando che non mangi herbe , ne fieno > & che del-
l'altre cofe mangi folta?! to , che basii àfofìener fi nelle f uè forile , ripo-
f andò fi la notte in luoghi freddi . Et fe con quefle cure gli humori non
mane afferò, an?j più toslo con l'enfiaggione delle gambe parefìer cre-
feere, è di mesliero adoprare il ferro, tagliando per lungo il cuoio , & la r»
carne, finche fi troiano effe piandole, o cffi vermi,iqualifc amati con l'un
ghie , e [canati fi trarr an fuori fen^alafciaruene parte alcuna : Indila
piaga ripiena di netta sloppa bagnata in bianco d'uouo,deurà cucirfiyac-
cioche viflia la floppata ferma. Et s'ella farà nel petto, vi fi dourà legan-
te alcuna pe^a acciocbe' l vento non poffa nuocerla : ne tal medicarne fi
muterà fin' alterco giorno : Tofcia due volte il dì fi rinouerà quella flop-
pa bagnata in chiara cTnouo con olio dibattuta , lauatafi prima la piaga
con vino caldo. V affato il nono,baslerà ogni dì Lutarla due volte nel det-
to modo ,& metterla sloppa minutamente tagliata, e tutta inuolta in
polue
DEL CjÌV jì II 0, Il B. X~. 929
j£ pòtue fatta di mistura dì calcina vina incorporata con mele , & cotta >
& arfa : che con tal polite potrà ridurfì la. piaga alla fna faldella , non
mancando di m>enare i Setoni, e di efferata* moderatamente il Caualloy 1
non prima però di tre giorni dapoi che il taglio fi farà fatto . Tuoffi an-
co v far la poltic del rifagaBo in quantità competente , mettendone den-
trola piaga fatta , laqual ripiena di bamhxgio farà bene parimente cu-
cire y acciocbe non efca fuori ilHfagalio -, che in none giorni bara corrofo
e diflrutto ilverme,& come ciò fi conofciy potrà curar fi la piaga nella
maniera, che s'è mostrata . Vltimamente quando q'icfìi rimedi fan tut-
ti vanire di meslie: jytbe tutte quelle ve fiche ? 0 piaghe che'l verme ha-
B \ rà fatteci ano abruciate infimo al fondo: cocendo primieramente la vena
maeslra del petto à trauerfo , la qualfi slendè dal luogo del verme giù
fin ài piedi. Etne i lati di tutte effe cotture s'affrerga polue dì calcina
"pina due volte il dì . Et per leuarl 'enfiagione , che nelle gambe rimafa
fnffe y radanfì tutte le parti gonfie y & 'fìanui pofte le fanguifugbe , ac-
ciocbe rìeftrahano quanto fangue farà poffibile ; indi fan tutte empia-—
ftrate di créta bianca dibattuta ben con aceto , ou.er amente fi facciano'
ftar tra l'acqua fredda mattinoy& fera per lunghi fpatijycofi continouan-
do infimo àtantOycfy efìe gambe fi veggiano efiottigliate . Loren%o ì\ùfio Ycr^ 'c
dice-* che efiendo il verme in qualche piaga fi fàccia fpefio tenere in boc- (a pei-'cut
ca all' animale polite di eleboro bianco bagnato in acqua . S'egli è dijper- co il cor-
foper tutto il corpo , fifanafolo coltrar del fangue . Ma perche difol- pò-
uendofi gli humori > fogliono più fàcilmente , che altroue > [correre ìntor-
no>e preffo alla vena commune)& facendo Fianca nella fommita del pet
tOytrasformarft in certa carne marcida , che corrompe ogni altro humo-
re y che •quitti fenda : &bauendo inquel luogo islefto tolta maggior co-
pia del terreslre,e del velenofoycalano già diffidando > & infettando tut-
te lepartiyonde effipaffano : Loda , che come le ghiandole del petto ere- Ghiando
feiute dian fegno diqueslo male , fi catti fangue , & fi nettano i fetoni in toConi^fi
^ quel modo à punto y che dagli auttorifopr anominati s'è ordinato : ma curino. '
poifoggiunge y douerfifàre vn profondo cauterio y & mettenti fu floppa
tacon bianco d' uouoygouerttando per tre dì l' animale quieto entro laflal
hypofeia ogni dì fi farà nell' bore connenienti alquanto efìercitarey accio-
cbe l'humor conglobato venga àdifoluei fi y &vfcir fuori; maguardifi
dal vento;percbe da fp a fimo potrebbe efiere fopr agi unto :& contai cura
proceda fi infino à tanto y che le gambe fi an bene [gonfie ;& le piaghe ben
diffeccateye ridotte di bruno à color bianco. Tuoffi per diffeccare , & fai-
dar effe piaghe , vfar l'unguento , che fi compone confolfo > nitro y pepe y
calcina viua} latte di titimalloy & olio commune mifchiati ìnfiemé)
7{n n Vtìlmen-
~9jò <B n L l ^£ G L 0 T^l r J-
Vtilmenie vi fi potrebbono ancora mettzrecona,ffungia radui di felce £
trite ;alique fànnia pece greca. Quefia fòrte di verme y cì?e fccnde al~-
\ erme [e gamhedkea.Maeflro Mauro folerfi ciurmar da alcuni gotte . ItJ{ueL~
dra^oocel ^° nemina Dragoncello quel verme y chefimile à Tignola nafce ne i tal-
lo, ò taJpi certi,& nelle cofciey& nelle gambe , & infetta ancorai lati > euidente-
no. mente mouendofi ; ilchefì conofce da quetti fegni, che per tutto il corpo
nafcono certe puttule-, b bollifole, <gr V animale gridando fa molto {ire-
pitOyà cui bifognafoc correre in tal modo _> che prima fi abrucino i luoghi
pnttulofiy& poidi continuo s'ung.mo con ìnittura di r:ttay caftoreo > &
rofe di egual mifura .. s^Uuni chiamano fi fatti vt. ni t alpini , perche
fan bugi nella carne , come le talpe ne i terreni > e volendogli medicare > p
trouano la tefia del verme y & aperto il luogo ne' Icauan fuori > cocendo
dapoi i bugi con ferro caldo: e tenendo il giumento in buona curargli dan-
no à mangiar' aliena .Ma volatiuo-fo volatile è detto propriamente quel
vermeyche fagliendoy& quafi velando alle parti foprane y gonfiay & ef-
fulcera il capo- dell ' animai sfacendo gocciolar per lo nafahumori liqui-
di, a gnifa d'acqua > e talvolta diuien clamor ro ; pero conueneuole cofa
fi a ych e fi cani f angue dalle vene delle tempiey& che fotto la gola fi met-
tano ifetoniy accioche per quefia via fi voti ilfuperfl.no de gli humori'y.
(ir per quella fi diuert ano > & fi dileguono . Voi quanta al menar d'efji
tace ^11' esercitar del C alt allo ^mangiare > & allottar- in Luogo fred- &
doyla cura non è diuerfa dalla foprann . Horfra tutte quette forti di ver-
mi la pia pericolo/a è) quando l'humor cattino non diffxirgendofi per le
gambeycala appreffo al coreyilqnal non buttando con lafua virtù ijj>ulfì-
ua àfcacciarlo tutto ne manda ben vnaparticella via alle parti efire-
me delpettoyoue tojìo/ì genera vntumoreyche fé per auuentura oxeupaf-
feil colloyfariafegnn mortale:mavn' altra parte ' che ?te retta vicina alla
fua cafiettayvifi corrompe , & in poco Jpatio viene à putrefar la fofl.an-
Verm e ^ ^ e$° ,y on^efeZue & mt>Yte •' &però tal verme ^inticore è chiamato
dettoanti quafi contra il core > perche 'Ifuffoca : fiche fipotrà conofeere daquella
core. enfiagione della (Jiandola apparente nel petto: perche fi come ella cre-
feerà di fuori) cufi lapottemas'accofleràal core : & l'animale* per ditto
ogni appetito yfi vede fi are col capo climeflo in giùyche appena pmfotte-
nerlo. : bifogna dunque fubito che fi veggia la detta piandola ingroffata
più che non fuole+fi-crp aria dal petto in fin dalle radici nel modoyche s'è di
mofirato:£r fé per tali fcarnamentis' aprijfe alcuna venayvfifi diligenza
di prendere i capi di quella-^ ttrett amente legarli con fil di feta:o canon
potendo y adoprinfi quelle cofe> che vaglìono à ttagmre . L'.ufo de feto-
m.y e'I caualcave } & la ttaji?a fredd^wn è conueneuole àquetto > fi
come
vii cj:v J li o, Uè. X. fei
rjl come àgli altri è neceffarìo : ma richiede tanto maggior auuerten^a , e
diligenza nell'altre cofe,quanto più alla fontana della vita l'occolto in-
xendio è prò ffimano.^ quelli configli del B^uffo,edel Crefcen^ofoggiun
gè il P^ufiol ami core poter fi curare in vn' altro modo , che prima d'ogni
altra cofiafii cani fiangue dalla nena della coficia dalla parte di dentro -, Anticore
poi fi facciano due tagliate per lungo-di fiotto all' enfiagione, accio eh e l'hu come ft
■m&rzfigll la nix di fuori , &per tal' effetto Morrebbe , che fi mettefiero cuil *
• tra le cofcie alcuni lacci , iqualinonfi-leuafiero, finche la piaga non f uff e
fana ? effendqft da fapere,che fieciò fìfkceffe a tempo difianità , l'anima-
le fi preferuerebbe da quefio morbo : Uefa farebbe un grande auon^Oy
£ perche chipatifee vna volta il mal del verme , fé ben dapoi ne parrà fa-
nofempre con tutto ciò ne fava grauato , né mai fi vedrà fi deftro , &fì ft
leggiero com'eraprima. Se veniffe enfiagione di fiotto al petto , ò di fiotto ne ^|^"
al uentreyloda^che fi catti fangue da dueò da quattro parti , <£r queltu- aj -petto
more fi pertugi, <&■ per entro paffatoui alcun ferro lungo appropriato , o'I vétre.
nifi mettano ifetoni , menandoli tanto due uolte il dì , che dalla piaga -fi
v.eggia uficirefichiuma .Ter diffhluere la gonfiezza fi potrà prendere af~
fentio, brancaorfina, malua,ruta con le radici^ af^ergola rojfamino-
re,e terrestre hedera,^ fatta cuocere ben ognicofa infieme ,fe ne met-
ta empiaflro tepido fopr a illuogo. llColombro trai morbi contagio fi X^™6^
torti,& l'arterie alteriate . Ter rimedio pone , che dalle folite vene di
quella banda-, oue il male fi dimofira,fi cani tanto di fangue , quanto la
"virtù delf animale potrà permettere (& quesìo s'intende prima, che fia
vfcitavefckhettapirr vna, perche quanto più il maesìro antiiiedendo il
morbo rimediaffè , cauando fangue dal collo filo, tanto meglio farla per
non far correr inpin luoghi l'humor corrotto.) Dopò Vesìr anione del fan
gue,mettafì meja oncia di elleboro bianco dauanti al petto , fcarnando-
ui me^apianta di mano intorno : e£" con sioppaccia vi sua legato , fin
che venga à cafeareperfe medefimo. Ts(on trouandofi l'elleboro fi potrà
adoprar l'herba marfilio nominata ; oMerarnente in vece Uro fi metta-
no i fetoni cofìnelpetto , come fiotto lagoLt-> . Ut continuamente fi dia
per molti giorni infufione d'aceto fqniUitico,ilqual(fecondo Damafieno)
fi fa co fi, eh e pe fé le foglie melane delle cipolle filmile tagliate con
coltello di legno , ediMar^o coite, s'infilino con ago pur di legno, &
fattele II are afe e e are all' ombra quaranta giorni, fian col medefimo
coltello tagliate minutamente: Indi ad ogni libbra di effe foglie ag-
'Hnn 2 glun-
/'
931 DELIA 0 t 0 Ti I Jt
gìunteuene otto di buòno aceto bianco , fi facciano slare altrettanti dì al E
fole in vn vafe di vetro netto firmo di bocca gr otturato:^ quel liquor
li auore ^P5' s adoprì, dandone vn'hem ina ogni volta: che nonfoloà queflo mar-
per fèbri leymaà Febbri , àOiffurie, & EpilenT^e fard gioueuole fommamentc^» .
DiiTurie, Altri di fugo di radici di cocomero feluaggio danno vn feHario il giorno
tpikzie . per nove dì per purgar l'animale infermo. Altri ogni dì >fìncbe fìa gua-
rito y buttano per lo nafovrf oncia della confezione chiriacha con vino
bianco perfetto è e aldo. Altri per la medeftma via molti giorni infon-
dono mistura di colloquintida , ajfentio romano-) mastice > aloe y & iera
pigra bollite in acqua dì endima qualche poco . Giouambattisla Ferra-
vo dice > che nei canali il mal del verme , come cagionato da humidt-F
ià putrida y infetta^contagiofa-, & come produttore dipujìule , 'Buche y
eBuue èfimile alla Mentagra > 0" Àquel malerbe ne gli huomini vol-
garmente fi-ance fé è detto -perche iV> molte maniere fuol difcoprirfiymol-
v tinomi gli han dati i Marescalchi a loro arbitrio . Canino- dicono quel-'
nino. 1° > de nat0 entr0 ^ cafcie > Ver °$>nl ?arte $ ìue^efi va fendendo per
dritta linea delle vene ;& fuol toccarft con manoyfela carne fi prema
. onde con apprir la pelle,fi può curare . La%arofo chiamano quello , che
2arofo. appare molle di color rofio y & ratto il cuoio > velenofa marcia diflillay
dilatando lapiaga . Mofc aiuolo quel che fa lepufiule picciole aguifadi
Bianco . granelle, majpejfe affai , e(parfe per tutto il corpo . Bianco quel > che fu G
Corbacio mo^e bocche dure, e di color bianco • Corbaccio quel, che le labbra del-
la piaga fa nere con bocche, e yiiftule infinite ycome quando fi vede al-
Cacaiuo- cuna carne ch'i rotta,&pefka . C ac aiuolo quel, che dall' infèttione del
Io • fegato dipendendo > fa capo nel petto a fomiglian^a d'a^fntkuore, dal
qual tutta via di ferifee afi ai > per eh e queflo ere feendo poco maggiore
d'vn limoncello,al quarto giorno fa vna boccay& poi fpandelafua ma-
lignità verfo lagolay& verfo le gambe con rari-, e disiami bugi.zsfuuo-
latiuo quel > che al mostaccio > e in tutto il capo y &. nel collo > & nella
gola,&fu i cordoni delle vene fa buche- &fa lagrimare gli occhiye but-
tar il nafo gran pituita, a guifa di raffreddato : &conlafua corrotto-
ne vola fubit amente per ogni luogo:& è più contagiojo, &piu maligno
di tutti gli altri; per la cui generale cura s' approual infagnia,fì per de-
flar ilfangue,che per tal corruzione fi troua dimejfo , & sì per diuertkr
l' intera putr e fattionèy che fi minaccia ; laqual euacuatione è da far fi o-
gni otto giorni vna volta nelle vene del colla due fettiman$,et alla ter%a
in quelle de ì fianchi teauando tre libbre dì f angue yo pocopiu,à menoy
fecondo l'habitudine del Cauallo . Stfe ciònongioua y facciafi prefio al •
l'orecchia me^ palmo verfo il collo vn taglio tanto profondo ycbepof-
Auuolati
410.
H
Verme
j, fitenfrariii vn deto groffoye fcamato bene col corneteoy mettauìft la ra-
dice delfemidéte cauallino-.efia cufita poi l 'apertura\o ouer amente apra.
fi fu le narìciye cacciatine -pia i due cordoni , diauifi il fuoco , e medicbi.fi
poi la piaga per cinque giorni con cera bianca , & olio di giglio falda-
to, mettendo fu qnella vnpiumac duolo di ftoppa,o di bambagio: & alla
fine con vnM%onetto di rame groffo quanto ipollicare diaft anco il fuo
co à tutti i bugi,che'l verme haràfktti,vngen doli poi con tepido vnguen
to compoHo di verderame, alume, & olio, come fi coflumaua da Marco
Greco . Quel verme che induce il tumore al petto egli dice chiamar fi fet^*^
^Anticuore,cioèfoprailcuor ,ònefuoilati, condir che .Anton dinota ì ticuore.
U can toni , e ifoHegni delle porte , e dinota ancora il rofmarino , i cui fiori
ban proprietà di purificare fi nobil membro > quale il cuore . Ouefla en-
fiagione fi genera da gli efcrementi putridi dell'aorta principalifjìma
vena,quando per mancamento dell'humidità,che fi richiede , è disecca-
tale benché tal volt a foglia auuenire dapaHo di cattine herbe , nondime-
no per lo più egli dipende da fuperfluita difangue,il qualper efirema a-
duHione accefo , e corrotta intorno al cuore , effala furiofamente per gli
cmuntorij luoghi,producendo fi fatte impreffioniyche concentrate y veci-
dono fen^a rimedio V animale , fi come aW incontro ìftrinfi e andò fi, facil-
mente guarir -fi fogliano in queflo modo , che primamente fi cani fangue
C dalia vena del collo (fé già il cauallofì veggia pieno) poi rafo i luogo del
tumore , efkttoui vn conucneuole taglio ,fi cacci via quella Ghiandola ,
cb'iui è generata : Indi per prohibirc il concorfo de gli humori , diaft da
ciafeuno lato,& in molte parti di quello il fuoco, ilqual csa materie mot
bidè , & vntuofe lenito , & indolcito, ridurrà brie ne mente f animale a
falute. Quando gli humori corrotti y& veleno fi fon concor fi ne i luoghi ;
% interni da i teflicoliye de gli altri vafigenitali,o pur nel ventre , non ge-
nerando Cjlandula apparente,come fa f Anticuore , volgarmente fi dice
Lupello , ilquale auuiene per corrottione di fangue ftrauenato , & per ^ "^
noiofa premitura di corde, ò cigne , &fi rimedia con trar fangue dalla auuengae
•E -pena più profjìma al luogo ojfefo,o no trottando fi quella,daUe vene de1 fri fi curi.
chìyh delle cofeie (effendo regola giada" Fifici approuatayche alle pote-
rnefatte conuiene V euacuatione della fagnia dall' ifieffo lato y fi come
prima,che fifaceffero y conterrebbe efiere dal contrario ) fatto queHo fi
potran^le materie congregate rifoluere ceti queflo empiaflroy che à pur-
gar le qualità corrotte,velenofe , & mortifere , è molto appropriato , il
qual fi fa di bolo armenio in polue incorporato con aceto forte y <&
ton fughi di fempreuiuaydi cipolla bianca , e di± folatro : o veramente
compongafene vn" altro di fhue cotte nell'acqua , & incorporate con
"Njtn 3 olio
*Uo di giglione di camomilla ■> & aceto forte : Et [e l'enfiagione all'uno)
& ali altro cede fise poco > ò per aunentura fopraueniffe maggior febbrey.
diafì ali animale beuanda di Vino bi.anct i,oue fiano diHemperatefemen-.
%e di cardoncelliye di cardoni y & quattro onde di teriaca y perche con- .
effa il veleno, rimojfo dalle nobili parti interiori > vena ad iftrinfecar- ,
fi neliefiremità. de i luoghi affetti , conuertendoft in acquaputrida } alla
Germani quale con botte di lancietta.fi potrà dare oportuna vfcita. I Cjermani
come chia chiamano il verme Burt^el > altri Tijrt'^el > distinguendolo in tre modi
mino ver ^ ^Uronafce nelle narici-) altro [opra la gamba , altro nelle parti ver-
me io me g°gnofe - Et primieramente douunq-uefia nato-i l abruciano con cauterioy.
dichino, poi scegli è [otto la cofcii, vi jpargono vcrderame>fe nel nafo , verdera- p
me con cenere dofio cauallino yfe ne i teflicoli > verderame confolfo > &,
[emenda di iufquiamo raccolti in afìungia vecchia. ^4 Uri dopò la cotta-,
rayvi fhnnovntione con midolla di cerno, filtri vi.mettono vino difcioU
to con fugo di cicutayaffermandoychefubitoil verme ne muore . <zsflcti~
niyiperto il luogo conferramentoy& sanatone il verme ? vi lattano col
fugo de Ila per fu aria . ^Altri danno à mangiare al cauallofrondi di cardi
& legano] opra il verme la radice masticata delV.hexba phu . zslUri me-
f colando la radice del poligonato con carboni di. quercia yincenfo y fiale y,
& orjo con tutte le fcorxe , trita ogni cofa minutamente > ne mettono
tra la biaga vna brancata mattino^ fera .Il Trago ferine >. efficaciffi- C*
ma efiere per li vermi > & altri vitij , che naficono fuori ò dentro il corpo{
la radice dell' herbapetafìte y Ic.quale chiamano volgarmente la radice,
della pe$lilen7y4)pcrefier forfè contraria àtai veleni. M.Tier' \Andrea,
per quali r&Gcontaua , falere il verme venir per più cagioni y o per grande raffred-
cagi oni damento > per grande rifcaldatura , è perpolue di. biada non ben criuel-
naica.. lata-fb. perpolue di paglia,ò pur difieno-y che nel mangiare > nel dormirà
gli f uff e penetrata alle vifeereyò nel cuoio y m.affim amente nelfuofudore:
o per quella pelue, che nei camini di efiate fuol penetrare àgli occhi j
& alle naf che , e gli effetti di quefio male efferl enfiagioni de" fianchi , e
. delle cofeie y& molti bognoniper lo corpo , da' quali tal volta fi vede v- Hi
Hognonw far>un humor giallo, & velenofo:Hor prima chetai bognoniy à timori
fi foffero per fé rotti , egli traheaf angue dalla parte dritta del, collo > &
poi gli lauaua tre > ò quattro fiate il giorno con aceto mijlo con acqua te-
pida fempliceyò rofiata . Mafie ledete enfiagioni fofier già cominciate ì
crcpare egli conb utirOy& affungia miSlifea Vuntione : & con.vn pan-
no ài Uno bagnato in acqua calda netaua il giumento > & poi molto be^
neiirafcèugaua . Oltracciò mefia ai fuoco vna caldaia piena di acqua >
meommeiandoft à fcaldarje >hyi ntitua imle> afiungia y leuatinay &
fieno
*bzi e Jt> xilòli è. *. &$
jl fìena greco,e disfate, cbes'erano,vi aggitmgea vnpoco di offrano , #*
cofi ne dauci beuanda ogni mattina , e tra la biada mefcolaua vn poco
pur del fiengreco, o dieci, ò dodici granella pesìc dei frutti fuoi . Sei
verme cacciali* hurr.ori per le narici , egli il fea gira paficereper vti
'prato ogni mattiua,& continuando di dar Udetto beuerone dopò hauer*
lo fatto ben paleggiare ,non mancava di vngerli con aftttngia liquefa t*
~ta,(T calda la faccia , e-r Vagola fin ali or e e chieda quelle ituomincian-
do;&pervnpC7^oglifeatencrein bocca il freno inuolto di vn pan-
no ditela , iurta di olio di Imo, ejfiarfo d'amido; maqueHo egli non fea.
quando il Canallo per auuentura baueffe perduta la voglia del mangia-
$ re: perche in tal cafol'b or ebbe fatto affai più fchinò . Volendo cura?
I' jlnticore,ilqnalc venuto alla banda fimisira, fole a Slimar e più peri- ^ntjt0-rfi
gliofo, egli apria l'enfiagione con vna lancietta,fecodo il pelo, cominciai come fi
do dalla parte digiu , accioebe la materia foff e potuta poi meglio feovre- cui i.
re,& jìguardauadi avcoslarfi alla vena maeftra di quella parte, pofeia
al bel me%o dell'apertura daua il fuoco con vna verga di quelle da chia-
uar ebiodi Jpinta per cannoni di canna , accioebe non fi fuffer abruciate,
le labbra del cuoio,che poi guarito, farebbe rimafo bruito , & co fi fatto-
ne vfeire ò marcia,ò f angue, ò altro bumore , eh ini trottato fi fuffe , vn-
gea quel luogo per ognintorno con faime fquagliato e caldo di porca,
C ò almen di porco . Ma fé poco {angue dall'apertura vfeito fuffe , egli ne
trabea dalla vena del collo dalla contraria banda in fino a tanto,che ht-
no de iteflicoli rientrando*)) aneffe dato i ordinario fegno della bafian-ra.
M. Luigi dicea procedere l'^Anticuore per colpa del fegato, ilquale con
la fopr 'abbondanza del 'fan gite tenendo riflretto quel canaro-ryo, die in
luogo di fiele ha nelfuo me%o,fparge V bumor caldo,efecco verfo il cuo-
re, ilqual con l'aiuto del polmone da fefcacciandolo , il manda al petto ,
oue fattafi l'enfiagione , chiaramente dimojìra la fua origine dalla cole-
' ra; perche aperta con la lancictta,manda di fuori acqua gialla , ò verde
<& perche ragionenolmente fi può giudicar meno pericolo fo quellan-
** ticuore,xhefia venuto alla banda dritta,egliin tal modo finitamente vi
daua fuoco, medicandola poi con radici di brancaorfìna bollite in acqua
' &pefle con fieno, butiro , olio , & afìungia ; & attorno al male pone a lo
slrettiuo empiasìro. Mafefufìe venuto alla banda mancargli non dado
il fuoco infirt alterco giorno,l' infagnaua nel primo dalla coti-aria parte,
&vifealuntioneàifeuo, & olio : fpeifo ancora gli fea clisleri , &" con
frefehi cibi il gouernaua . K[el verme, che baueffe fatte ulcere in altre . . ,
parti , egli prendendo fei onde d' olio commune, etrediquei feorpioni, habbiafac
' the fiotto le pietre fogliono trovar fi , le feufantoboUìr'infìeme , che per te viceré.
T^jin 4 mito.
936 T>ElL^iCLO\l^i
mità ritornate foflerote di quello pofcia vngea le boccìye . £7 mede fimo jc
foleafar con due, o tre lacerte verdi bollite in olio al detto modo . Tal
volta rafo il luogo del vermeyvi mette a empierò di farina di agrimo^
niay& roffi di vouai& al cauallo infermo daua a mangiari cottele radi
ci dell' aflentio feluaggio:& a bere, C acqua oue dette radici eran bollite*
Ma lapin belli curaych 'egli ordinar iament e cofìiimaffe,era quefia,cbe
tnfagnato il giumento nel collo)& in ambe due,fea con aceto bollire in*-
fieme farina difaue mondate, & aff augia porcina colata libbra vnaper
cofa\lndi aggiuntauene vn 'altra di olio d'oliua, lefea bene incorporare,
pofcia colate per vnapexza > vi mettea va' oncia d'aloe patito, e due di
folfo , mefcolandole beri al fuoco : & cofi compofìo l'unguento y egli conF
vna peana bagnata in quel caldo > ne vngea il verme . Oltracciò fé nelle
Ennagro- cofcie,o ne i tefiicoli haueffe veduta enfiagione alcuna, vi daua vnapun-
ne nelle ta dilanciettay&vi vngea con ajfungia vecchia : è per ammorbar e piti
Iti coli. toft° ilverme > vìfea vntione due volte il dì con fugo di [apio mefcolato
con roffi di voua . JEt quando baite fi e incorporate quattro onde di olio di
lauro y con altrettante d'ai fenico > e due di euforbio,.egli affé rmaua effer
vnguento nonfolo per ogni male, quantunque antico di verme > e di ariti-
cuore,ma per anguinaglie altresì y & per slranguiglioni, &per vrtatu-
Herpete redijpalleygratiofo mirabilmenteye prouatiffimo . Jl flirto dice y poter fi
fpecie d i anc0 ckiamare maldel v erme,quelle viceré ferpeggiantiy dette da' Gre- &
1 m ' ci Herpete > perche ferpeggiano fotto il cuoio ylequali danno di loro indi--
ciò che trafpare di dentro vn certo bianco > & di fuori il luogo è gonfio :■
&foggiunge poter fi curare con l'vuay chefìa maturata yepaffa al Sole
applicandola ben pefia y cattatine prima tutti i fiocini , ò vinaccioli oue-
ramente con la radice dell'asfodelo bollita in vino y poftouifopra con vn
empiafiroMa Hierode dice y douerfi tagliarli luogo in giro infino alvi-
uoypigliando ancor dalla parte fana , pofcia difìillarui de' pomi granati
che fi mangiano, e difoura metterai vn' empia biro di farina d'orbo yedi
lenticchia y nate in luoghi paludofi y hauendo prima con aceto lauata la „:
Rugna» piaga fatta . T^afce parimente da fangue corrotto y& vitiofi humori
quel brutto morbo > che uolgarmente è detta T{ugna per leB^ughe, &
fegni lunghi, & afpri y che fa in diuerfeparti della cotennay& è con-
t agio foyche fi appiglia col morderfil'un l'altro,*®- col fregarfi in un me-
defimo luogo y ò con l 'effer couerti d'una ifiefia couerta yo con. V effer
nettato con un mede fimo panno > òcol mangiare alle uolte la biada > che
Cura per fia caduta di bocca del morbo fo . Ver cura della quale y #* per tornar
** 'la pelle dell'animale a polite%^a y bifogna (fecondo il I{ufio ) che fi e ani
4 bafiatvra fangue dalla ueuaconfuetadel collo ypoi fi lauino molto be-
liti
* ne i luoghi fcabbioft)& con vn capitello fatto di forti crinito con pomice^
o con ajpro panno di lanayo caneuaccioy fi grattino tantoché buttiti fan-
gue:poi rafciugatoui ogni bumore , vi fi metta al fole , o prejfo al fuoco
due volte il giorno , vntione fatta difolfo viuo, tartaroy & fiale di egual
mifurayben pesli}& confortiffimo aceto}& olio incorporatiy & ottima-
mente agitati infiemeiouerprendafifolfo viuoyolio d'oliuiy vn poco d'a-
ceto y e di f ale f uligine yflerco diporco , e calcina viuay & peslo quelloy
che è da pejlarfiy ogni cofa fi fàccia bollir infieme , &fe nvnga il luogo
infetto. 0 togliafi polue difolfo, alume y & elleboro nero libbre cinque
per vnoye tre di afiungia vecchia y polue difcor^e di radici di pie di ca-
£ ualloy& argento viuo ana onde tre ; &q uejlo vnguentofi continola fin
che farà di bifogno^guardando ben l'animale per dieci dì da pioggiayda
tugiadaye da ogni freddo . E ben' ancora diquelfangue caldo , che gli fi a
tratto yfiegargli tutti i luoghi del pruritoy & in capo di tre dì lauarli be-
ne con lifeia calda fatta con cenere d'orbo abruciatoycon Sìramey acetOy
& acqua marina > tanto chefian di/tentate molli > e buttatoli duro yfia
me f colato il rimanerne con vecchia affungia. Se la Scabbia^ Prurito fi Scabbia ,
cagionaffe per poluey& per lordure , è da lauarfi bene il luogo tre ò quat
tro volte con lifcia>& fapone giudifcoypofcia molte altre volte con ace-
toyin cui fiati bolliti lupini) crufcay centaureay & tafìo barbiffoy aggiun-
C touialoecauallino: ò vero prenda/} falfo incenfo mafcbioyfalnitroytarta-
royfcor%e di fi affino : vetriolo yverderameyelleboro bianco >y&neroy&
meloterranoy vnpocopervno y& mifli con roffi di voualefie , & olio
commune , fi fkeeian tanto bollire > & agitare infìemey che l'vnguento
rimanga jpeffo : &quefios'adopritreò quattro fiate ; che fé n'è fatta
L'efperienT^iynonpur in pruriti y & rogne y ma in ogni forte di fiHola ,. o
digotta-j. S'ellavenijfe per magrczgayfarà bene che tratto fangue
dal collo y fi mettano fiotto quello i f egoni > o lacciy poi continouando le
dette lauagioni s'attenda à rinforzar l'animale con buoni cibi y & mo- R jme£j^
derato efiercitio . f mede fimi rimedi fi poffono anco adoper ar e y quando per rogna
P. ella procedefìe da humori adusli , aggiungendoni queUo piity che fatte 'le fcabbia e
lauagioni vi fi Jpar ga di fopra diurne polueri%ato > £r cominciando 4 Prurito..
g uarire >yifi vnga d'olio commune yaccioche i peli vi vengano a rina-
fcerc-*>* ssilcuniyfe con altro veggiano fkrfi poco profitto contr.a la
Scabbia yfogliono dare vn bottoncino di fuoco fu' l. mufiaccio dalla ban-
da di dentro >. con dir , che (t vengono a confumare certi granelli iuia-
dunatiy.iqualinudrifcono la materia, ^iltriajfermano yvtiliffmo efk-~
realauareiluoghi.fcabhiofi con acqua di caprinella y,o con acqua oue-
fia mef colata la. vulfay che è quella, con laquale i conciatori, imbian?»
cario
MS D1LLUG10\1A
cano le pelli .. filtri gli lattano folamente con fugo di cicuta . xAltri con £ ,
tal fugo mischiano olio , & aceto forte: filtri alt' aceto aggiungono il
fapone dislemperato . ssfltri vi mifchiano orina di fanciullo vergine,et
fugo di cetrangolo . <±sfltri con l 'aceto incorporano olio > &polue dili-
t argino . zsfìtri farina di frumento e Taffram y laquale vntioae dicono
ejfcre efficace in ogni rogna,ferpigine , ò prurito -. Vègeth dice9 nm do-
uerfi far rimedi alla rogna y mentre efce fuori , per non farla rientrare
nelle vifcere :, onde pofciafeguiffe maggior pericolo all'animale : perche
tutti i medicami,che àcio fi danno, fon di virtù ujlrettiua , che chiudono
gli ff ir acoli : Ma quando già fi vedrà vfcita compiutamente-, per la pri-
ma cofa bifognerà purgarli il ventre , dandogli mefcolata col vino a
bere, ò con la biada a mangiare , polite di cocomero faluatico , ò di falni-
tro:&in capo di tre giorni trargli faagne dal collo fo da igombitiy ò dal-
le cofcie> fecondo che più fi vedranno infeHate,6 lecofcie \ ò le (palle , o'I
collo ;poi fi deurà vngere con pece liquida,butiro , asfalto , & folfo vino
infiemcpefli per egual pefo : onero con tre ciatbi di pece liquida, fi p«-
tran mefcolare tre onde di folfo vino , va he mina d'olio ; & me^a lib-
bra diflerco pecorino y cotte con feccia d'orina d'huomo . Et s'ella per
antichità haueffe fatte crnsle , è di meftiero col pettine , ò con la flriglia,
tenarie via , ò con altro acconcio ferro rader la pele infino al vino , poi q
fregarla con orina , & acqua falfa calda , #" vltimamente vngerla con
peceyaffungia vecchia) feno di capr -ascerà , bitume , alume & folfo , vna
libbra per vna bollite infierite. Jtuuertendo che ogni tal'untione è dafhrfi
lunga-mente fregando al Sole contra il pelo . Jtffirtofcriue, baflare, che
con folfo,& olio vecchio s' incorpori fot bitume, ò pur affnngia , & ceray
& pece;ò che al folfo con pece, e bitume s'aggiungano rafciature di ftu-
fkfofudor di putti, cioè le fforcheTgeyche fi Iettano da tutto il corpo, da-
poi eh' è fudato:ò che col fudore de' putti fìa mislo con aceto forte, et olio
di cedro , ònon h attendo fi di quefio òlio , pece liquida : lauando prima il
luogo con orina veccbia,& acqua calda , h con forte lifeia . Hierocle di- H"
ce chiamarft limopfora, quella rogna, che generata per fumé, fi rifolue
tutta in Taiole,ò cruHe ; e guarirfene l'animale con lanario di decottio-
ne di lupini franti : Mafopra tutto vuole , che s'auuertifca a tener l'ani-
male in caldaftalla,& mantenerlo con cibiottimi,e beuande appropria-
te , guardando , che non fi ritmiti in luogo fùngo fo , ne che fi brutti di le-
tame y quando s'adropano gli vnguenti: per liq itali nettato ch'egli fìa ,
deurà Jpeffo efiere fregato con vino, & olio . Fate à leuar la rogna lifeia
fatta con cenere di feor^e di falci: ò fherba ranuncolo, fé ce a , e pefìa
confale y& olio yòvnguento fatto di, folfo viuo-y caicinaviuay e ter-
bentina
D E l £ ' jì V jt l LO, L 1 B. X. 'g{g
4 bentina : ofolamente di folto vino me/colato con feccia d'olio , ò con olio
dipece,che dicono pifielcon,mefcolare aceto forte , &falnitro,ò convi-
no auHeroloflerco del cane , ò. bollito in olio il porro canino petto, che
dicono cinopr afo,ouer amente prendafi bitume, falnitro , e gomma di pi-
no due libbre per cofa,vna difolfo vino quattro di cera, & cinque daf-
\ungia,due fefiari di olio di cedro , due di feccia d'olio antico y & tre di
aceto,due congi d'olio commu?ie,e due hemine di pece liquida. Tuojfjì an-
cora colfolfo viuo^aceto, & olio di cedro far'infieme, bollire olio lori-
no,olio onfécin.Offandaraca , orobi agalla, e fierco di cane, & poi inolio
commime mefcolarogni cofa,. & con vnajpungia legata ad vn bacione
rn vnga le parti che fon rognofe. llmedefimo fi farà pigliando due oncie
difolfo vino , & altre tante di falnitro, tre di fchiuma di.nitro ,, me%a
di acetOy& me%a di \f andar aca , due hemine d'olio, & due fefiaridi pe-
ce liquida con venticinque bacche di lauro ben trite, & raccolte in vno.
Eumelo dice , che ammalata iena rana di quelle, chehahitano tra le
faine , fi faccia bollire, con vino,& acqua- in vn vafe di rame , & di
quella decottione s'vnga il rognofo;ò che fi abrucino alquante canne, &
prima che fiano ridotte in cenere,fi pefiino,e paffate^er vn criuello fotti-
le,fi mefcolino conolio ^meramente fi fàccia vntione con pece, aceto, ^r
olio-fò conpece mele,folfo vino , feccia d'olio vecchio & slerco dipeco-
q ra,ò con bitume,, olio di cedro , polued'incenfo , ariSìolocbia, &falni-
tra,ftue onde per vno ; ò con vino,flerco di bue , & acqua ouefia bollita-
la radice del cocomero faluatico : e' Ifegu ente giorno fia l'animale ca-
riato alfol bencaldo,& lauato con acqua te pida,.nella quale fi a difciol-.
tomtro; poi s'vnga d'ajfungia vecchia:.& chi vorrà,cbe produca afiàL
pelorfotrd di cenere dì fieno jfru-T^rarlo tutto, .Telagonio loda,che fipren.
4a V ole andrò )o(come. altri dicono)rododafne, & l'berba famigliare al-
le mura,che è chiamataperiitio ,, ouer amente la Siderite, & fattinetre
fafcietti, fi facciano fcuotere co fior di falnitro in olio^ aceto forte ;poi,
tììifiouifolfo viuo,fe nlvngaal Sole vna volta il giorno. Oprendanfi fei
Jj. fefiari di oliocommune ,fei di cedrino, fei di pece, & due di aceto ; me-
%&libhradi&raffufaria, òdiherba pedicolare , come altri intendono *
due oncie di bitume , tre di cera , tre dialumedi rocca , tre digomma,e
tye $i falnitro con due oboli difolfo , & altrettantoÀimifi , bolliti infie-
W£ ,. Meramente vno feropolo di feccia d'orin^. ,me%a oncia di fieno di
pov£%vn? Bernina di feccia d'olio, tre ciathi dipece liquida,e tre onde di
folfo + Tiberio dice,fcacciar(ìlarogna con acqua, ouefian bollite fcor%e
di canna abruciate, s^ abrotano, ,o pur' althea : o con aceto, & olio ,oue;
fiandisfatte rana dilago > e fcbiumadi nitro:. JL Diofcoride fi riferir
fce.
fcetal medicarne > che fi faccia tanto boUire, feccia d'olio > che venga a E .
crafiezga dimekypoi vi fi aggiunga decottion di lupini , Vber'ha carne"
leonteye grafo dìporcoiopur' in luogo di quejie cofe vi fi metta l'ellebo-
ro bianco trito . tsfuicenna ordina fiele di capa con cenere di alarne , o
fichi fecchiytlelorf rondi cotte con radice di ahne%ereon nero. St con lui
THinio afferma > che le rane cotte in acqua ,/? che fé nepoffafar vntione
fanan la rogna di tal mmieraycbe mai più non vi torna ; & foggiugne
effer'vtile altrefi le Haleci confale infufe per vna notte , o l'acqua ma»
rina e l'asfalto-,0 l'asfodelo > o ilfion , ò butiro congommay o fugo della
cameleonte,o l'elleboro nero con incenfo , cera>aro, &pece> o con lopfi~
Uo: over amente fieno di bufahyO colla di tauro difciolta in aceto >ag~ -
giuntaui calcina ; o il fegato del pefce paftinaca cotto in olio : o Ibifiopo
con olioyò il fai cbalaffreo. Altri vfano con aceto l'beliotropio arfoyO con
latte di vacca la radice trita della perfonata o dell' aretio. n^ltri il citi
fo,e'lfifamopesìi infume : il che fi crede aglihuomini ancor' effere ap-
propriato.filtri cenere di radici di e appari con graffo di por co. filtri boi
lite le fiondi del titimallo > e del marrubio con olio commune > & off un-
gia di porco vecchioy& nonfalata,vi aggiungono alumeyet aceto fo rte;
lauato prima iicauallo conlifciay & fapone faracinefeo .Altri febiet-
t ■ amente l'vngono d'olio di lentifco , ouer di cedro, filtri all'olio di len-
tifeoyouer di fquinanto (come piace a Serapionc) aggiungono fchiuma q
d' argentOy& alume . <zs4ltri con alume pongono gomma di cedroyacetoy
&pece. .Altri adoprano fchiuma di nitro confale^ & farina di grano in
aceto yfciolte. filtri con acetOy& falamora f emenda d'ortica triti.cdltri
mefcolam orina vecchia di bue con peceyet vino.<Altri orina vecchia de
huomo con peceyfaley& fugo di cicuta verdey prima ch*eUa habbia pro-
dotto il caule y ilqualfugo alcuni confale abruciato fanno stare in vn
•vafe di creta atterrato dentro il letame vn'anno intero > per feruirfe-
nepofeiain quesli vfi.Mauro Tedefco vfaua aceto, olioyfakyfolfo }afi un-
già di porco non falatay& fuligine di camino : Marco GrecOyoliOyfolfoy
fugodifardein barile,frondi di cimbaley& latte caprino. M. 'Vier'JLn- u
dreaguaria la rogna fece ayincorpor andò con olio fugo di citrangoliy ar-
gento viuoy& terbentina:<&- fé la rogna era grafi ay & humidayaggiun-
gnea al detto vnguento y biacca , &voua . M. Luigi vfaua acqua dì
mare bollita conortiebe : talvolta vna libbra di mele mifia con quat-
tro tmeie di butiro yO quattro onde di olio > e quattro di marrubio con
tre di titimalloy& vnatibbra d'affungia.Il Colombro raccontayche Mae
slro Mofe da 'Palermo velendo curare la fcabbia vfaua di fare Hare
ilCauallo vna notte & vn giorno fen%a bere> dandogli à mangiar
fieno
DEL C JL V JL LL Cfy LI*. " X. :p4i
■ fieno j pofcia in vna fcudella di acqua fredda gli daua à beve vna lib-
bra d'olìofefamino > in temperata flagione ; per la qual medicina diven-
tando più acetato > ilfea dapoi bere à uoglia fua una gran quantità dì
acquayche glipurgana tutti gli humori: Et perche talpurgatione il la-
f ciana fiacco , egli con lafarraina > & col trifoglio^ ò col fieno bagnato
il rinfor%aua per fette giorniydi modo che il cuoio rejìauanetto co i pe-
li chiari . ls[on trouandofi il detto olio y gli dauaper fette dì vna hemi-
na il giorno di radici di cocomero feluaggio pesle y e tenute nell'acqua la
notte innanzi; che fimilmente ilpurgaua; cibandolo difrondi di Vite > ©
di ckoreeyò di fieno bagnato-, fecóndo che' 7 tempo haueffe portato . Ma
g prima d'ogni altra cofaglihauea canato f angue dalle pafloiey ò dalle
gambe ;et apprefìo alla purga adoperava le untioniyfregando le parti in-
fette con acuto forte y oue fufie difciolto ilfenape ben trito y oueramente
con miflura di orina di bufalo a di bueyò litargirioyfolfoyacetoymirray &
olio cotti infteme . La fc abbia ulcerofae fquamofa come fondata in cat-
tiua radiceyegliloda y che fi curi con le purgatimi dell'elleboro nero po-
flo dauanti alpettoy& con molte beuande della diapente ;fi>ejjì efferci-
%iy& cibi fecchL zsflla fcabbiafeccanon compete fagniay ma medicine
che la digerifcano yperò vuole , che per molti giorni fi diano a bere con
me%a libbra di%uccaroydue libbre di quefla decottione yfcor%e difraffi-
C noe di cappariyradice di finocchiydi petrofemolo y di affaragiy e di bruf-
fuliy polipodio yfcabbiofa y lapatio acutoy boragine y & fumoterra bollite
infieme & colate . Vvnguento poi fi farà con fughi di rafano y diffatu-
lafetidaydi cocomeri afinini > arifiolochia y fumoterra , lapatio acuto > e
■.fcabbiofa ana oncia vnayelleboro bianco & neroy folfo viuoy & calcina
vina pur oncia per cofa y confitte infume , & con cera y & olia di no-
ce incorporate . Teonnesla fcriueyla rogna nei (fiumentinon effer 'altro Rogna
che bumor colerkoy& corrottione di fanguey che bollendo nell'intrinfe- ne.' .G'?~
che parti yefce poi alla fuperficie ; & benché fia morbo fàcile à curarfi "•!?" c e
• da faggio maeììroytuttauia chi non sa l'arte del medie are^e fio con im-
D portuni rimedi fuol cagionare la rouina delFanimaley pero bifogna in tal
. cura (fi come in tutte l'altre cofe conuiene) feguir la natura per guida
ryfando^quei medicami , che appropriati à rifoluereymollificarey & cac-
ci qnfuori y vengano a mordicare la cuticagna y& rifregare le viceré ;
von quelliycbe fon buoni àrislrignerey& che vi inducono cicatrici: Et
eofi altro ha da efiere ilmedicame quando la Scabbia incomincia , (il
che fi conofee > che l'animale ò con denti fi morde il luogoinfetto y ò con
l'vnghie vi fi percuote , ò con gli alberilo con le muravi fi frega
[emendo, vn gran prurito) altro conuiene effere > quando il morboyè neh
crefei-
ircjamento , altro quando egli ha perduto ilfuo vigore . T^e ì princìpi] £
■dunque egli loda, che fi tragga [angue del collo , e dall'anguinaie infie-
mementeyVoi nel mede fimo dì vn' altra volta daW anguinaie fole, accio-
che lo hurnore non fi (pì'igeffe alle parti interiori attorno al cuore ; fatto
quefio s'vnga di pece mijìa con lifcia di fapenari, falnitvo , & verdera-
me;acciotbe tanto più prcfloil male concorra fuori . Quando poi fi ve-
drà la pelle effulcerata,mettauifì tepida la farina dell'or xo, cotta in vi-
no & olio,& nel ter 70 giorno fi lauicon lifcia di fapon ari , 0 confim-
plice acqua calda,fregando , & radendo sì forte la cuticagna , che n'e-
sca [angue tvltimamente s* adopri vrìuntione di olio moflo,feccia d 'olio,
pece liquida, &folfo uiuo . Toi rie aitatogli f angue dal collo , gli fi dia F
una beuanda di uino , ò di acqua melata oue fia temperato il cocomero
. . [aluatico petto ,&[alnitro di pari pefo: della quale beuanda a' Caualli
ora- Attempati faranbaìleuoli tre fettari,à pia giouani due, a' Tolledrivno.
fcraa'Giu Columella dice la Impetigine,}) fcabbia effere mortifera a i Giumentì,fe
mena, conprefiex7anonfifoccorre ; che s'ella è leggiera, fi può nel principio
curare con aceto,alume,& falnitro dipefi egualifo co n vnguento di ce-
to,}) con quel che nelle bilancie refla del thino f alato, ò con graffo di vi-
tello marino,ilquale fopra ogni altra co fa fi giudica falutifero . Ma [e'I
morbo è inuecchiatOypià forti rimedij vi bifognano,prima con vnaflri-
glia àfolf cruente radendo le crusle in fino al viuo, tanto che' l cuoio fi j
reggia tutto infanguinato,pofcia lauatolo co orina humauavna volta ,
#- vn' altra con acqua calda, s'vnga con olio, &pece liquida, ò con pe-
ce,folfo,veratro,& afiungia vecchia cotte infieme diparipefo;ouer con
pece,folfo , & alume , ouefìano incorporati radici difaluatica Hellera :
& vltimame me fregami f uligine di caldaia, per farci indurre più pre-
slamentela cicatrice , e'I pelo in/teme . Vegetiofcriue che l'Impetigine
0 B^gnafeccaper melanconico humore nafcejpejfo nelle giunture de gli
animali, & fh piaghe fimili alle ere fte, che non fi curano fenica dijficul-
Sotto pel tà,adopr~ì.douUofe sliiiche;e tal volta ilfuocoMa di maggior importan jj
di roana. %* ? ^l ma^e ch'egli nomina f otto pelle , ilquale èjpecie pur di rogric^ >•■■
che per carnagione fi appi *lia , <& manda i mede fimi fé gni fuori , perciò
che da piaghe vfeite per laperfona vien fuori vn' humor liquido, & 'Per
de , che l'incita fieramente à grattare in ciò che fi trotta da- prefica )na
egli è pia tardo , &malageuole àfanarfi , chela rogna ; pèrciocbeégli
procede da humor pettifero accolto fra le vifcere,<& la pelle: pèrò^bifo-
gna curarlo in quefio modo,che fi faccia vn cauterio fi a lejpalle, e'I ven
tre,nel luogo vfato, tagliando la carne per giufia mifura:indi fereno , &
in Luna [cerna, cr.fecifia tempo, che da quel tagliò fi yedtà vfeiye
humore
4 h umore a color d'oroyb di offrano : & fé foco ne vfcifìey gioueràmettc-
re perfette dì in efiapiaga la radice deltitimalo : ouer tagliata nel pet-
to la pelle coti iferro > acuto ymettauifi la radice, che chiamano confilìgi-
ney à polmonaria > laqual tanto tempo dafemedefima vi Hard , quanto
quel luogo tagliato fia putrefatto, <ér per quello fi purghi l'humor mali-
gno:mafopra tutto non fi tralafci di dargli f^effo la confettion diapétey
& nel mangiare fi mefcolicon l'orbo l'apio verde,òdefrondiyò le bacche
4el lauro,o'l cocomero faluatìcQ,minut amente tagliati y allenendolo da
atri cibi verdi; parche l 'fé e chi gli fon migliori , &■ piti gli gioua la fari-
na dell or70con.accpua.tepiaayfacendolo.fiar 'inluogo caldai Jpejfo efier-
21 oitare,per cacciar colfudore l'humor cattino. Hierocle approvando l'o- Se^ni del
penion di (jeronimo ^Africano , fcriue che i fogni di questo male fubter- fotto pel-
cutaneo(oltra le marcioferotture del corpo) fon la magre7gayla tofie,^'
& lapw^ra del fiato, ch'efee da lenarici ; & volendo curarlo > conuien
' cibari' animale abbondantemente: di ogni forte ;e buttargli per bocca fur-
golid' aliena colati , oue però fia fiato cotto vn quarto di dietro di cane
ben pelato e nettato ,ouer amente vna gallina ilauandolo ancora Jpefio
con acqua calda . Ma di gran lunga più importante y epericolofa cofi a\ de nafee"
Caualliycome ad ogn 'altra forte di animali, è la lepray per nafeer eliadae come fi
hurnor melancolico adufioy e maligno: Et pure potrà il Cauallo guarire > curi.
C benché malagejtolmente y s egli fecondo gli ordini de gli antichi , fi laui
con acqua calda y otte fia mefcolata afiai cenere , e molto forte ; poira-
feiugato fi prenda vna dramma di optò , con fette onde & meja difol-
fo viuo>& altr etanto di vitriolo,& fattane fottìi polue. ,:& incorporata
in- vna heminadi aceto , & vnfeftario d'olio con altretanto dì pece ,fe
n'unga tutto ;& fatto quefto tre ò quattro volte,fi rilaui con lifcia,&- co
minciando.aMar ben.e,convino,& olio:mamétre ch'egli fi cura,faccia-
fiflare in buona fialla bengouernato.il T{ufio diceychefe'l Cauallo (ffu-
riofoyàleprofo y debba vfarfipreftez^a a cattargli f angue dalla vena del
pettoyouer del colloypoifubito fi faccia bagnar nell'acqua fredda y guar-
*? dandolo diligentementeycheper dite dì non veggia Soleynèluna;&quan
do ciò non fi poffa fare, tengafi ben coperto conpanno yoffo . Suole W£epra Der
la lepra chiamar fi Eie fantiafcperche riduce la pelle del (anallo a forni-che chia-
gtiawza di quella dell' Elefante, che èajpra e dura . *Affìrto dice che al- mata ele-
l'hor'afipatifce l'ehfantiafiyquando nel collo fi veggionovfciti brugnuo™1111*" '
liy& le. vene*rigideygonfiate nel capo,<gr nella facciapaiono inuiluppa-
te incerti torti rivolgimenti; le narici flanfempre aperte, <& rifiatanti,-
& ciò che da quelle, e dalla bocca efeey èjcbiumofo, & fanguinofo,e gli
tira il fianco yedefidera di mangiare e di bere; manonpotendoyprender
il cibo
944 D E L L ^ G L 0 T^l *£
il cibo a poco a poco, ne può annitrire) effendogliin certo modo ingroppa- &
tala lingua^laqual taluolta egli caccia fuori infiammata , e brutta , /'/
cuoio tuttofi vede rotto, & dijjipato dafpeffe viceré , & mafjìmamente
ha eftremitày come l'orecchie , le labbra, e l nafo , chefouente ne uengo-
no giù a cadere. *AX q ne fio male egli non frana rimedio profittatole ,
. , ma configlia , che fi mandi a jiar da lungi da gli altri animali , e^ che
i e£ fi purghi benequel luogo , don egli è fiato . Hierone ferine cheifegni di
queslo horribil male fono euidenti ; perche le gambe fi veggion gonfie-,
l'orecchie tefe, la guardatura incoftaute,& fiera, il collo incordato ; &■
le reni ridotte a tal durerà, che non fi poffono mai piegare ; foggiun- -
gè tutta via poter fi curar e, cauandogli fangue dal collo, & <*l terx$
giorno dalle fpaUe, & al quinto ancor dalle gambe , fé necefiario fi sii-
maffe, accio che difciolti in tutto il corpo icomercu delle vene , efea. infte-
me col fangue il rio veleno : & fra tanto l'animale è da tenerfi in luogo
caldo co i cibi foliti, maquando egli fchiuafje l'orbo, gli fi potrebbe dar- '
farina con finta franta . Oltr'à ciò conniene fregargli ben bene tutte le
piarti , che fonfen^a peli con decottionefìitta di vino, olio,nitro, bitume,
ftmen%a di ruta , & porne Ile di lauro, poi cingerli alle renivna pelle
lanofa , del medefimo liquame bagnata . Telagonio vuole,che con ven-
udite libbre di vino, & vrìhemina &-me^a di olio fi pigli frumento,or- G
izo,orobi,pi'xjoli ,fugiuoli,& pomelle di cat apatia minore, vn feHario
per ciaf cuno , &fi facciano infieme bollire tanto , che buttando le cofe
via,la decottione rimanga al ter^o di quella; poi fregando fi bagni Umor .
bofo animale ; datagli prima vna beuanda , laqualriceue vrìhemina di
yin vecchio., vrìoncia di grafio di becco, due d'incenfo , & due di caslo
aggiuntauìvn'bemina d'aqua melata . Tutta quefla mislurafifkrà be-
re in tre giorni,poi per tre altri fi farà bere olio > & vino , ouefia mefeo-
lata vn oncia di Laferpitio . Tuoffi anco vfare per ogni giorno, fin che ei
guarifca,vna beuanda, prendendo vrìoncia difalnitro, & pomelle di lau
ro,caSìoreo , reupontico , &■ ruta onde due & me^a per vna,alle quali, "
pefta ognicofain difparte;&poi mefcolate, fi aggiunga mena acetabo- ~
lo d'olio, & vino abaflan^a . Et per fare vrì altra vntionefi potranno
pigliare cocomeri fecchi,re fina cotta,& affentio peflo,vna libbraper co-
fa,con quattro di noci di ciprefio, & ridottele in polue,aggiugnerui quel-
' le cofe,chefono acconcie à liquefili- fi , tenendo fempre il cauallo copertOy
accioche fudi: perche col e aldo è atto à guarir fi vn sìfhtto.male .Vege-
tio dice,ifegni dell 'Elefantiafì effere,che nafee per tutto ilcorpo,& maf-
fimamente nella fchiena vn certo pi-licore , &cru$le di rogna fimilià
corteccie; ne i piedi, & nel capo efeono certe br uff ole, òfchiafant , cbt
da
DSL CAVA ILOy US. X. $$%
"jl da' latini fon dette 7 apule y & nelle narici alcune pie ciolc pofleme : la
lingua con tutta la bocca jlàfì asciutta y che pare abrneiata ; egli toffe
afpramentey&fofpirafpefìoycaminatardoycol collo chinoy & con gli oc-
chiflupidiy &ogni dì ammagrifee più; benché il mangiar non gli man"
chi . Horaper curarlo non fono da medicar fi le piaghe di fuori pri-
ma ycbe dentro con le neceffarie medicine non fi a purgato > perche i ri-
medi cominciati dalle parti cHeriori rifojpingono il male entro le vifee-
re con pericolo grandiflìmo delia vita. 'Primieramente dunque è da trar
ftf angue dalla matrice y poi dal palato y & fé le forile il concedettero
dagli altri luoghi ancora , doue il male è più gagliardo y con la debita
jj mifurapeyby& al debito tempo: e di quel f angue mi fio con aceto fi vnge
rà bene per tutto. Quanto alle beuandeyoltra quella del diapente , potrà
vfarfi quefl' altray laqual contiene mirra tragloditay incenfo mafchioya-
ca%iayche fi fa di pruni faluatichi , & cent aure 'a vna libbra per co fa , &
difeor^e di pomo granatocela dipeuereyoncia vnaydi '%affranoydifaf-
fifragaye di tenfedono ana onde feiyetre difagapeno : Diquefìe cofe tri"
teye criueUate & con ottimo mele infieme e otte y farà daconferuarfi la
compofitione in uafe di uetro > che per uè e chieda diuien migliore : e di
offa poi fi darà per tre continoui giorni vn cucchiaro il dì ; con unfefla-
rio di acqua calda y e tre onde d'olio ; poi cominciando à migliorare yft
C potrà col vino in vece dell' 'acqua fominisir -are. Sogliono incorrere in que-
Ho morbo affai fruente, i Toledrìyche tolti per tempo dalle madriy& non
ancor robufìi , fi conducono alle Halle y epriuati di quella libera digcfìio
ney chefaceanoper le campagneyfon cojìretti di mangiare nelle rasìelle y
& padir poco ; ma effi tutta via per beneficio dell 'età pia facilmente ne
fcampano . Et perche quelle partiyche fono fiate occupate dalla 1\ognay
è dalla Lepray fogliono rimanere dipeli ignude : onde refìerà l'animale PeJi.c°oie
affai bruttoyfoggiugnerò alcuni altri rimediyche ho trouati à queflo effet nafeerefu
to appropriati : Che quando vorremoy che sàie cicatrici rinafeano tosìo le cica tri
|i ipeliypotremo(come ferine il Crefcen^o) vngerle conolio,incuifìa mi- c* ♦
® fla cenere digufei di nocciuoley dette da' Bimani auellaney dell'odo del-
la teHudineyò di carta bombacinayò di bombagio vecchio > ò difemen%a
di lino (fecondo il l\ufw)ò con afiungia di porco , ò d'orfo incorporata con
cenere di nocciuole abruciate con igufei infieme. fi mede fimo effetto di-
ce y che fa l'agrimonia tritay e mef colata con latte di capra , ò la farina
del miglio con fugo di rafanoyo rafura di corno di capraio olio di mirtot
ouer il laudano con graffo d'orfo y & vino vecchio: ò l'olioyoue/ia cottay
e disfatta vna talpa-.ò che dopo l'vntione dell'olio commune fi fparga be-
ne fopra (fi che vi fi attacchi) polue diapiyò di quei fcarafoni y che
0 o o fifa-
ft fogliano tro-uar nelle sluffe, abradati dentro ivn pignatto.Gì ;>■> t anco- ~
ra dentro vn pianateli? far cuocere a fuoco lento vitanda d'olio di Be-
renfefifeon tre onde di cantaridi ficaia ale , & fenica te/le; lequali can-
taridi deuranno e fere ■peìle,& mef colate con olio di oliai ;& menata o-
gni cofa ben forte , che refill vngnento fpefio , & aggi unto ai va poco dì
ninfeo , o di ambraper buono odore > fregarne il luogo > finche produca
certe veficiche,nelle quali fi vedran chiaramente i bugi dond'efeono i pe-
li nuoui . Stai rimedio c"U afferma efiere efficace aru ora à glihuomini
per fare rinaficerei capelli, (fomponefi anc or' vn' altro vnguento congraf
fio difierpe e di gallina .feor/e del frutto delle cafiagtte , & di mandole
amare, radici di hr/rfeo, elleboro bianco , & argento uiuo fimorrato con p
fialiua,& mescolata ogni cofa, agguata con olio commane ,ferìungail
luogo , quando la piaga comincia àjaldarfi: perche dovè faldata uon
gioiiarebbe , fé non uififcarnafifc di vuo <o . Vegetioft nucyche abrucia-
ta vna tartitca viva in fu le bragie di legni di vite , la cenere fua fi fàc-
cia cuocere in vafe diramenuono , con vino , e medulla di cerno a ba-
Sìarrra e tre onde di alarne crudo ;e di quello fi vngapoficiala cicatrice .
Loda etiandio àgittare Jpefio infiala piaga meficolata con vino polite di
fhue abradatelo di lupini crudi,ò di /rondi di fico parimente abruciate ..
alcuni con fieccie di fieno arfio nelle lacerne vngono i luoghi /pelati >
& fi r impelano . Tiberio per far rinaficere il pelo nelle parti eie atri- q,
cofe,ditedoueruif fregare fuligine di fieno , e per farlo venir di color
Pelo co- fìryilieà tj$ altri delle parti fané, ordina, che fi fàccia pane di due fé-
eia lina- ^a'ftdi farina d'orro , con vnpoco di fai nitro, e di fiale ; poficia mefifio al
fccre fu !e fiorno,& indi ridotto in carbone,epoluerÌ7y%ato, fi metta infieme co olio
cicatrici j}{ [e beatrici per venti giorni . Oltr' acciò d:/lint amente fioggiange, che
fimo colo fe l'animale ha di fina natura il pelo nero,}! debbano i luoghi ignudi vn-
re . Sere c° °k° mifi° ri» cénere diflebe,la quale v vna corteccia,che fi vfia ne
gl'imbafli di Giumenti da fornai' egli f affé di pelo bianco, fàcciaft la mi
Peli co- stura con graffo d'orfo,& cerata. S e fiafie rofoyòflauo,in vece della biac
me di bia ca,faria da metterfii ochra abraciata.Chi volefìe alterare ipeli,e di bian H
chi farli neri,prenda vnoficropolo di atramento,co che fi fcriue,& quat-
tro dilegno di oleandro,trtii,& incorporati ingraffo di becco quanto ba
sli,& vagano il luogo . Chi all'incontro di neri gli voleffe bianchi,pren-
da vn' obolo di radice di cocomero faluatico,& due di nitro misti co una •
hemina di mele>& vn altra d'olio. QjieHi mede fimi, ordini con alquan-
to di varietà Vegetio afferma , ponendo per lo primo ficropoli fette d'in-
chiostro da tinger caoio,che volgarmente dicono vitriolo,& quattro di
fugo dirododafne mef colati con fieno di capra > chefia bastante ; & per
DE]L C jt V J[llOy LIB. X. 94/
lo fecondo , libbra vna di radice di cocomero [abiatico , e dodicifcropott
** difalnitropoluerizati, & mifli con vna hemina di melcj* .
■zJfyC. Luigi Vento, per far cafcare il pelo,fhceua bollire in acqua pre-
fa da riho corrente , ferrugine , & orpimento infiemc ; &fér furio ri-
nafeere vngea illuogo contenere ài corteccia , di fubero me/colata cera-
mele , ò con polite di api , che fanno il mele, mcfcolata -con olio "Udendo
di bianco far nero, siemperaua con olio ,& aceto ferrugine > galla , <& Stetti nel
yitriolo : & fé gli fufìe piaciuto far vna falla nella fronte del C audio <, 'a *ronp
vi radea, & con pane doryo ben caldo vi pone a fugo di cipolla fquiUa . facc jà , -
S'egli haueffe voluto fa/runa balzana,fkttala rafuranel piede,la frega-
uà ben forte confai minuto,poi con brodolone fi fuffe cotta vna talpa, in conafe ^
corporando afungia di porco, ne fhcea vntwnedue volte Udì per due faccia.
^ fettimane. Lorenzo B^iifìo per far bianchi i peli neri , dice che primiera-
mente fi rada il cuoio, & e ori tiri dandola a r ina fere il pelo, vi fi faccia-
no fpeffi fumiggi difolfo, 0 faccia fi per tre dì bollire vna talpa in acqua
faifa, b inlifaa, & confumandouifil un liquore ,fempre vi fi aggiunga
dell' altrozpofcia taldecottione alquanto caldajhmetta nel luogo , che fi
defidera di allenire , che di conto parrà vn cigno . ^T^trà riufe ir ancora
per quefia via , chepojìo a bollire latte di pecora , fé ne bagni vna per^-
7 a di lino, laquale cofi fruente fi metta fopra il luogo, mutandola tati
£ te volte , che ipeli per la cottura fé ne cangiano per ogni lieue fregagio-
ne , che con le deta fi faccia : poi prenda fi vii altra pezza, netta , laqual
bagnata di latte frefeo, tepidetto , fi meni per quel me de fimo luogo > e
fi continola almeno tre volteildìfirìà tanto, che fi veggiano cominciar
ad vfcir'i nouelli peli; che fenza fallo v faranno bianchi . <ts?L uni ^ff'er-
mano,che con vnger e il fiele caprino al luogo rafo,vinafce il pelo biaco.
Ma per fare in effe cicatrici rinafeer ipeli conformi agli altri, non è co fa
tanto appropriata quanto jp argenti cenere di orzo rogito idei eh e Jllef-
f andrò ^Afrodifeo dice la cagione effer quella , che la cicatrice per effèr
parte corrotta vierì à fare humiàetta,cy- fonile la pelle, <& però ordina-
D riamente produrrebbe il pelo biancoima i \0r70 abruciato per effer cofa
calida,la riflora di modo,cbe lo fa fìmile all' altra pelle, eh e nò è fìat a cor
rottaiperche fi come l'orzo naturahnetehaforxa dipurgare, & rimuo-
uere,cofi mondifca,e caccia via l'efereméto di quella vitiofa bumidità)
che illuogo infermo bauea raccolta : fiche re fi andò conforme la nuoud
cotenna,conformi vengono ipeli,che da q~uellafì producono, & nudrifeo-
no.Dalfhumor melanconico adufìo ha pariméte origine il Cacro, che igre
ci dicono (arcinoma , e'I volgo fiancarti , l^e in" altro è differente dalla on£je fi^c
lepra,ò Elefantiafiffenoncbe nafeendo il cancro in- alcune parti deter- neri.
Ooo 2 minate
948 rj> E L l U G L 0 1^1 *A
minate, la lepra occupa tutto' l corpo dell'animale, onde Cancro yni- £
uerfale di tutto' l corpo fu nominata . Quefti è di due fpecie , fecondo che
di due modi può efferlh umor melanconico, da cui è generata : 'Tercio-
ches'eglinon è molto acre, farà vntumore,& infiammagione dura ; di
color tra liuido , & roffigno , che h aura d" ognintorno le vene tumide y
& piene del detto humore non altrimente , che 7 granchio, ò gammato-
fumatile, i piedi dall'una , & dall'altra banda del corpo , dalla cui fo^
migliando, fu co fi domandato . Ma fé l'humor melancolico farà molto
' feruido , & acre, furi il tumore effulcerato . Si dice anco la piaga in-
Piagne co cancherirft> per efferfi troppo bagnata di acqua, ò con hrute^^a immar-
cherifca- cltcl •' ° fe l'animale contutta la piaga s'è faticato, fé con denti vi fiè$
no. grattato,®- per altre molte cagioni , <&• accidenti , benché più tofto ma-
ligna,che incancherita farebbe da dimandar fi : Concio fi a che di coft fat-
te f e ne curano ogni giorno , pur che l'artefice fi a intendente ,& eser-
citato . Ma'l Cancro, d'ogni forte ch'egli fifa , è morbo pericolofiffmo t
& non mai,o congrandiffima difficultà riceue curatione-: maffimamen-
te qual hora auuiene in luoghi prò fondifvntr te ati, & neruofi, douenonfì
può ne ferro,ne fuoco fen^a elùdente pericolo, adoperare iperò Hippocra-
te dice il Cancro afeofo efìer meglio à non curarfi, ilche s'intende (fecon-
do Cjaleno,) che efiendo impoffibile di cauarlo dalle radici > fen^afiirui
mortale offefa con gli finimenti manuali,al manco l'animale fi materrà.
più in vita , à non curarlo : Terò in tai e afi più ficur amente fi potranno
. vfar lepolui,tra le quali afferma il Crefcen%o conforme al B^ufio , effere
il caivcro efficacilfima vna > che riceue fette onde di fugo di radici di asfodeli, tre.
di calcina viua,& due d' orpimento,che pur fi dice arfenico;& pefie fot-
tilmente,e battute infiemefi mettano in vn uafcello di terra nuouo^lqual
otturato, che nonpofia niente ifuaporare, fàccia fi cuocere tanto al fuoco,
cheogni cofa diuenga polue , e di quella poi s' empia la piaga delCancro
due volte il dì,lauat ala prima con forte aceto ;poiquado fi vedrà il Can-
tero mortificato}/} potrà medicare con bianco d'uouo, & co altre cofe,che jj
R imedij richiede l'ordinaria cura delle ferite . Efjicacifjlma anco per corrodere,
per il can fcrìuonogli Ripptatri,effer quella compofitione, che fi fa con due onde di
elleboro nero , tre difquame di rame , e quattro di arfenico , peiìe infic-
ine con fichi fechi & con olio mefcolate. È pur bona la polue fatta di tar-
taro, e Hercohumano abruciato , òpur del tartaro arfo , e misloconfal
trito . Giona etiandio a mortificar' il cancro , che vi fi metta fopra aglio
petto , & affungia di porco vecchia, misi a con polue di pepe bianco , e
di pilatro, due volte il dì mutandola . Con affungia ancora Lorenzo R&-
fÌQ> loda à mettere fauinay e ruta pefie , finche il luogo incancritodiuen-
btl CjtVjt l L0> l 12. #. jfò
£/F ga bianco : poi bufi ara a falciar la piaga la pò lue folamente della fan ina.
csfltri di miffura eguale difolfo , & rafa di botte , ò difolfo , alumey &
tartaro formata vna candela > e poi acce fa , la fanno gocciolare fopra il
cancro: auuertendo però > che non tocchi altro uè: Etfe'l Cancro fu fé ne'
piedi;ò nelle gambe , parimente fi può gicciolare candela fatta di alarne
draganti>& folfo mitìi con cera . " S'egli bauefie mangiato il labro del-
l'animaleybafterd due volte il giorno metterai [emende di canape fé e che y
& fotiliffimamente trite > onero vna volta il dì polite d'vn'p •affilio abm-
ciato entro vnpignxttOy il qualp attillo fia compatto di calcina viuay
vetrioloyfapone > ò mele ', per egual mifura , continouando cotai rimedi >
" finche il Cancro fi veggia diseccato y & ridotto à nulla -, & fra tanto è
da guardar fi la piaga d' acque y e da lordare . S'egliveniffe nelle maf cel-
le > ò in altra parte piana y'e non neruofa , ne mufculofa; fipuò con ferro
infocato cuocere nel mezp y e perd 'intorno ;vngendo poi la cottura con
mele > finche il cuoio da fé ne cada , e guardandolo da ogni humidità , la
qnal fi catterà infieme col f angue dalla parte contraria del collo .Talbo-
ra nafceilCancro nelle gengiue , le quali appaiono negrette , &fangui-
nentiy e t'animale vi ha prurito , e poco mangia , emalfipoffonotali
piaghe con folidar e , & perche quefli animali fono di darafoflan^ay &
c poffon benefojfrir la violenza del taglio; parche non fia in luogo intrica-
to di neriti , e vene . Ma in ogni altra parte libera , e carnofa la cura de
Cancro con ferro yò fuoco è prefl a y & libera. Vero Hie rode ferine y il
Cancro doaerft tagliare tutto intorno-, e poi abruciare in fino al vino met-
tendola di fopra con alumey & olio ciprino le cantaridi, che Cantarel-
le altri diconoy ben tritate . Mafe'l luogo no'l fopportafìe y tenti fi di cu-
rarloycon f arni vntione di feccia di aceto me [colata congammaridi fili"
me abruciati , ò mettenti di fopra feorza di pino con ireos in polue : ^Al-
tri diconoycon belerà abruciata : tAltri con pomice arfo ; e metterai fe~
menza di cicutety e radice di cocomero faluatico infieme pette} con ace-
<J) to y & acqua freddarma quando vifuflevlceyg y non è da accottarfi ac-
qua y ma ben vino . TaoJJì ancora vfar mifut ra di feccia bianca , mar-
chefitay vitrioloye cai cina viua di pari pefo , vngendo d'olio tutto il luo .
go d'intorno al Cancro :£t fé tal medicarne s indurale , Hippocrate dice>
che vi fi metta co orobi mele:e di pia afferma ottimo, & prefentijfimo ri •
medio efiere quella compofitioneyche fi fa di cicuta, galbanoyVÌfcoye gom
ma cotti infieme,ma q netto aiuto caldo dice douerfi vfare}quando il luo
go non reclamaffeyaltrimenti vi conuengono feccbiye li qiùdi medicami;
&fe'lCancro occupategli occhiygioua iflillarui con olio rofato y & ro-
ttola farina de gli orobi) e purgatale fi veggia la piaga yfi manterrà
0 oo i con
pgftf 1) E L L jt G l 0 \I J.
con mele acciocbefifaldi , in dotta U elettrice . fi Colombro di.ee , cbe'l
u *Cr°r^ cancro fu cofi nomi/iato per tre fomiglian-ze , che ha col grondo j lequa-
detto. U fono figura tonda , fermo afferrare , & molte braccia di fangue nero
caufitadobumor melanconico adusi a: palpili viene alle giunture > &
alle Vallai? ? Ver curarlo , vuol che prima filoni confetto di capro , er*
Diftintio aceto bianco , poi fi medkhi con fuell herba , che i Greci chiamati phlo-
ne,&mo- mosyi Latini verbofeo yil vulgo taffo barbalo; pigliando il nero : laqual
vi ^fei- fc»4*jR« pefla in groffo modo confale & verderame ; rinouando tal
cro m medicarne di mattino e di fera per tre corninola giorni y poiper tre altri
fi farà il mede fimo fen^a il verderame; indi fi metterà Ih erba fola ; ma
fe'l cancro fi rajaitiffey finia da porfidi nuouomìfia con le dette cofe } p
eoa le cj itati mnolto il fi-.sìo ola radice-, fi potrà mettere nella piaga
quanto è profonda:!? 'uoffi anco vfare la radice- dettele boro bianco peHa
ouer amente mett afi me za libbra- di fugo di asfodeli con tre onde di cal-
cina viua y e due di orpimento > in vn pignatta nuouo;ilqitdc ben ottura-
ta fi fìtecia ftaj-e nel forno dopai che n è tratto il pane , tanto che disec-
cata la misìura,fenepofiafhrpoiue •> & con quella fi medichi vna vol-
ta, il di La piaga : ò curifi con quelt altro vnguento cattslico, che fi fa
dicaldnaycenere & lifeia. Il Ferrara vuoley che il luogo del (onera con
vn bottone di fuoco fia circondata > poi lo piaga due volte il dì per quat-
tro giorni fi medichi con vnguento fatto con vna libbra di affungia di voi G
pe yvn' altra di affnn già d'oca y adigallinaydì'.e onde di olio rofatOy. &
un ter%o d'onda d\vfenico in polue;indiper none dì tre volte il giorno
fi bogtii con lifeia forte bollita con alums di rocca ; pò f eia ridotta fi à mi-
gliore fiata y fi potrà medicare con l'unguento roffoy ihqualè appropria
to-ad afiergercye difeceare le viceré putride ><& corro fiuey &fe canque-
fto ci nonguarifce,ncn v' è rimedio.
Ferite & "% jt j£ è tempo bormaiy che ragioniamo delle ferite > & delle Viceré*
ylcerede l\\^Hc fje faremo noi con quella maggior chiarezza y chefiapoffibiley
& con l'iflefio ordine y. che nellepofleme habbiamo offemata . fegetio
ferine y douerfi con diligenza auuertire :> che in qualunque parte la te- tt
ttafirompejfeyàpurefifcorticaffe,potrebbelaindegnationedellapercof-
fày ò ferita penetrando generare pericolo al ceruello y & anco ài nerui
fé preflamente non fi foccorroyadoprandoui nel principio medicamenti «a
farti y ma placatoli ; poi come fi farà venuto àmatureigay queipe^
d' off aycì)e fono rotti y fi allarglyer anno y& diligentemente con la mano kg
giera yò con le forbici fi penfero di cauarfuorigli altri restanti y chefa-
ron per queUapercoffa in afpritiyfi toglieranno > & raderanno bene con
Jcrrixac fioche put facilmente vJfi pojfafar in carte > parete altrimen-
tela
"jt fé la ferita non fi potrebbe mai falciare , nel che tanto pia Mortamente
è daprocederfì,quanto che nelle parti ofiofe & nelle congiunture fi fmt -^^
fyeffo generar posìema,laqual bifognando d'ejfer purgata, fi potrà 'deli nejje par
tro effa metter 'vnatafl allegando con vna pezja i capi di quella, che re ti oflble e
fleranno di fuori , & come al quinto giorno dipoi ,Òpur altra fi vedrà //giuntine
pertugio diuemtto maggiore ,egli trattane la tafiaffi empirà avnguen- Per en
to appropriato alle pofieme,legando deliramente, & al quattro dì tro-
uandofi rotta Lapottema,fi medicherà con Vvnguento folito da ferite, ri
nouandolo fempre,finche fi a quella marcia purgata,®1 quando il bollet-
tino di q uè fio ynguento fi troverà netto , mettafi fu la piaga empiafiró
B fitto di farina d herba giudaica, &incenfo mafehio tritio per egual pi
J9,cotticon mele,& -conquesto fi curi finche bifogni : Ma quando la fé*
ritafujfe di modoythe deffe fkslidio al ceruello,è di mefiiéro f abitameli
Ucauarfangue dalle tempie,& mettere in fu la tetta (e/fendo eHate)
ynaffiutigia con acqua, aceto, & oliorofatóxìipaYi mifura mifiiinfie-
me,legandouela confufeia, è dargli cibi verdi: i quali fé f afferò ricufati y
(perche fàcilmente V animale fchii-.erà ognipaflo) riditeafi in polite lafk
ua,e diafi con farina di grano,® con acqua melata infinò a tato, ch'egli
appetifea le verdure,le quali accioche aggvadifcam,fi potranno bagna-
re di acqua J "alfa ;Hippocrate dice, che quando grotto lofio del capò)l4-
C membrana del cerneUo ha riceuut a percofia , fé l j "angue vfeirà per 1$
nafo , &le gambe fi gonfi aranno, non fi franagli con medicine, perche"
fian vane .11 Colomhro ordina,che le ferite del capo per vna , o due volte"
fian medicate col mele accioche fi moflrina meglio lefeffnre dell' off a,&
comefiano ben difcoperte,fì canino ipe^i rotti, &Ji radano , & poli-
fcano tutti quegli altri, che rimanefì ero acuti ò taglienti , accioche più
facilmente vifipofìa confolidare la.carne.Ver cattar fuori piaceuolmen
tele ofia rotte,fi potran mettere nella, piaga fichi fecchì,® foglie dì pa~
paueripefìe infieme : "Per confolidare la piaga, mettauifi di opopanafet
- di olibano, e di rofe fecche mefcolate con farina diorobr. leqnai co fé dif-
folttte ancora conmele potranno v far fi . Et per torre la mala carne, che c
nella piaga per auuentura fi feffe,fhcciafì à fuoco lento bollire aceto con- fta <ja je
mele,et come fi veggiano vn poco freddi,mettauifi polue di verderame, ferite co-i
di coperefa , e di fior di rame abruciato , menandoli molto bene, finche m9 ^ toi
IvnguentOpaia ben fhttoM. Luigi per far vfc'we le offa rorte,adoperaua =
mistura diceva ,-pece , gn-fio di porcq,e terbentìna,o di cera, halauflio >
eonfolida maggiore, mantice y& bolo, e Sdì gallano, opop anace, & pece1
latina . Il Ferravo dice , chele ferite dare di punta al capo , fino molto*
pwcolofe, non potendo il' artifìcio per fi firmo meato efiraher fuori
0 o o 4 la
^53 T) E l L <A G L O B^I »A
la malignità, che qidui concorre : l'altre di taglio , non effendoprofon- jg
de,leggiermente fi curano àfomiglian^a dell' altre piaghe: Effe pene-
trano, (benché dirado fogliana accadere per la durerà , & altera
dell 'ofio yrabufie7ga del craneo , & fode77a de i pannicoli ) faran da
curar fi % come fifa de i capi humani; apprendo la carne-? adendo l'ofio
fin che fi troni la parte intera y& medicando la piaga con melrofata
finche purgat aperfettamente, con tvngnento incarnatino fi cicatr'vziy
Ferite del ^ yj conf0lj^i . ^4 tle ferite del collo ,& maffimamente nelle maggior
mene , il Ferrara vuol , che fi dia il fuoco incerchio . Toi fé la piaga
mosl.rafienegre^a, b labriyo mala qualità, & infettione daconuertir-
Ferite <\ùflin vie era* fa'à bene ad vfar Vvnguento egittiaco . Cjioua alle ferite F
la fchie- della fchiena metter polue di fcorxe d'oHriche,b cenere difco*70 di pa-
na. guro ,. che dicono grane iporo. 1 germani a? Caualli feriti ,0 rotti nella
fchiena danno tra le biade minuzzata la confolida aurea, che effi dicon
. (jundin Gunfel , che nel me fé d' \Aprile con cerulei fiori fi vede per en-
del oetto! tr0 ìprati.Le piaghe del petto daferro,bda legno fatte y<:JW.Luigi vfa-
ua di medicare con fi aielivnti di quella compofitione, che confiftein
ver derame, vetriolo, & alume, aria oncia vna,ottod 'aceto, & vna lib •
bra di mele bolliti infìeme fin alrojfòrc^.^iffirto vuole,che auuenendo
che'l Cxiuallo fra ferito micetto , b-in altra parte e arno fa , paffato prima
il cuoio > fi mettano all'vno ,.-& all'altro labbro dell'apertura abquan- &
te fibbie , ò cordelle di canape,b di lino: poi meffa dentro , &fu la pia-
ga vnafiopp.ua di lana bagnata in vino , & olio (benché da altri inluo-
go del vino fi metta, aceto) fi flr biga, & leghi con- quelle cordelle, ò
lacci,i quali al ter^agiomo fi feiogìieranm > #* vi fi faranno copioft ba-
gni di acqua calda , co fi facendo ognidì per quattro giorni : pafiati i
q.uali fi potranno leuare le dette fibbie , mettendoui empiaflro di farina
di orobi stemperata con acqua calda ; finche la piaga fiveggia pur-
gatabene,poi s'vngerà non vnguento grafi 0 , bconlipara (come dico-
no) finche del tutto rimanga falda : Ma fé la ferita fufie affondata,e pe- r.
netrat a alle parti interiori, non reHa luogo à medicina y che li potefìe
lungo tempo feruar la vita : percioche il cuor vicino fentendo il fredda
Ferite del per V apertura della ferita,verrebbe meno .Le fer iter ice unte nella pan-
h panaa. c^aji CHrano à queflo modo > che primamente il peritoneo (come fifa ne
gli huomini)fia cucito con vn fi lo di lana non troppo fiottile-, filato a roc-
ca , facendo refi are di fuor a i caffi : poi la pelle infieme col grafito fia
parimente cucita con vna cordèlla di canape incerata,congiungendo le-
labbra della ferita à gnifa di fibbie. I/idi cono rdinarij vnguenti da pia-
ghe fia medicata) & fé per auuentiwa vifimotteffe infiammagioneyfia*
hi
?>EL CAV jlll 0, L1B.X. 953
A ui empiafirata la creta cimolia con aceto \ T^e/ fettimo dì difciolta l a
cucitura,/} trarrà il filo fuori . Se le budella vfciffer fuori,non fon da toi-
carfi con mano, perche verrebbonodi leggiero ad impoftemirc ; ma fa-
ranno da rifofpingerfi dentro con vna /pungia bagnata in acqua calda >
& poi /premuta. Et per far da fé fte/J e ritirare l'interina alle fedilom
giouerà prouocare il vomito all' animale, ficcandoli fin al fondo della go- "J
la vnapenna di auoltoio bagnata d'olio , &cofi piu commodamente in
quel melodi tempo fi potrà fare con due capi di filo la cucitura-? . Et
fe'l colpo baueffe nel ventre fatto il bugio fi ftretto, che le budella quan-
tunque vfcite, purmalageuolmente potefiero rientrare , è necefiario,che
« la ferita fi allarghi con ferramento > & rime/fe dentro le inteftina,/i tor-
ni a chiudere al detto modo . Il Cjiumentofra tanto è da tener fi ben co-
perto , non lafciandolo caminare & a/lenendolo grandemente dal berey
dandogli a mangiare /rondi dioliue (ò d'olmo com' altri dicono ) & tri"
fogli, & menta verde . Sei reticello fo/ie vfcito fuori,farà da tagliar fi
con leforfici,percbe niente giouerebbe riporlo dentro . cJWa fiele budelle
fofler tagliate ò rotte, e gonfie, niuna /peranno, vi faria di fallite: Vero fé
dalla ferita riceuuta dentro mnfuffe vfcita cofa alcuna,& l'animale fi
vedejfe col volto me fio ,& calato in gin,trauagliare coi pie dinanzi)
& mandare per fece/io fanguigniflufjì, faria da tener fi per di/perato ,
C perche farebbe fegno di rottura di qualche membro interiore . Quelli
ancora, i quali di fiotto ali" anguinaie , bpreffo a quelle , feriti f afferò , fa- _ ^^
cilmente vengono a ffiafimo, &fi muoiono: *JM. Luigi nel rimettere vfcire co-
delle budella vfcite- fuori, adopraua ilvino tepido bollito confaluia, e me fi ri-
tagliaua la retìcella,.che baueffe veduta ojfefa e pifta; indi empia la pia- mettano ►
ga del ventre con lana fuccida,e fcarlato,& att accana di fuori il capo de
ho /pago con la ftoppat a pudendo il cuoio , & vifea vntionecon olio^ , &
faime. TlColombrodice , che quando alCauallo per qualche ferita fono
vfcite le inte/ìine fuor della pamiaydebba legar fi di modo,che tenga i pie
di in alto, & appena toc chi la fchiena in terra: Indi lanate efie budella
D con acqua calda, òcon vino,fi riducano de ftr amente con vna Jpungia cai
da dentro il pannicolo del ventre ; nel qual pannicolo fé per cafofuffe a^
pertura pia larga di quella,cl? è nella pelle ,bifogneria aprir' e/fa pelle in
agguaglian^a-.indi cucir e il pannicolo confili di lana non fiottile,}) di fc-
ta non torta,&poi cucire la pelle con i/pago,lafciandoui apertura fecon*
do la dipendenza del corpo,fi che pofia purgarfene ogni materia yfacen>-
doui la stoppata con chiara d'uouo, fecondo ilfolitol, & infafciato il Ca-
vallo non molto ftretto , fi fiat alenar fu in piedi: il feguéte giorno fi lene-
ranno le tafie^edkaÀoui co vnguemida piagbemafe vi fi vedeffeàn-
fiam--
j4© *ELLjtgLQ\tU
$ammxggionc,nonfi toccherà fin' al terzo dì, & all'Ima ione fi mojìre %
rà accolte acquofità , fi faranno con qualche islrumento di bronzo, ù di
ferro infocato più , & pia punte,fccondo il bifognoiilehe dice douerfifh-
re in tu: te l altre enfi agioni,che vengonoper altre occaftoni.fr fé la feri.
ta fufie fatta da ferro fatile, tentificon lofinnallo, cioè con l'ago dipiom
bo,ò diflagno , ò dkrrgento , e trouandouifì profondità, che richieda fcor-
ren%a in alcun modo,ficciduifi,comc j-' è infegnato: ne fi manchi diinfon.
derciogni dì olio,e terbcntina calda con vn cannuolo, ò con quello ijlru-.
mento appropriatole dicono aquipurgio .
Le ferite fiotto le ginocchia > dice Jljfirto > che t ardi fi f old ano per ef-
Kóleeuiò feru* care^ia tofi ^ carne,come di pelle . £t perciò cofì in qucìle , come F
chia . ne ipiedi,& tutte le altre parti fecche, fono da adoperar fi medkamen-
ti,chevalorof amente disecchino : come all'incontro alle parti carnofe
conuengono quei,che dijfecchino mediocremente . Conciofia che bifog/éa
che l'artefice non folamente guardi alle generalimtentioni di curar le
ferite, & le viceré, ma fi dee anco con diligenza offeruare la differen-
za delle parti offefc,per poter loro reflit aire il proprio, e-r naturale tem
per amento. Maefiendo nelle ginocchia, ò nelle gunture de i piedi ,6 in,
altra parte della gamba fitta alcuna jpina,ò altra punta, onde il Canal
lofi doglia e appicchi , debba radderfi bene il luogo , poi vi fi mettano r
pefii tre capi di lucertole , & fifkfci con p^zzj1 : perche fa cofa verrà di j
fuori,mutandoui Jpefio il medicarne , il quale fi potrà anco fkre con le.
barbe della carlina, & quelle del dit amo pelle ;ò con lumache cotte col
putirò. Il Signor Giordano Bluffo pone à punto i mede fimi rimedi ,fe non
che in luogo della carlina , dice radice di canna : & che pfii che farà v-
fcita la fj^ina ,ò troncone ch'egli fi fia , la piaga fi curi con bianco d'vo~
ho , & altre cofe atte à faldare . Al. Tier Andrea nelle punture pic-
ciole poneua mele , & fieno , nelle grandi t.erbentino con olio tepido .
M. Luigi fu'l luogo, do uè fuffe entratala Jp ina , mettea radice a" eboli
pesta in vn mortaro ,& poi bollita con mele, el mattino feguente tro- n
uaua la fi>ina canata fuori . Ma fé nell 'vngbia entràfie alcun stecco
di legno , 0 di pietra,ò d'offo ; Werocle ferine , che fi procuri cauar-
gli fuori , poi mondata lapiaga,vifì metta vnguento fatto di ver dera-
me, orni fi, ò altra fimilecómpo fi t ione, & riempia fi il luogo convna,
fyungia : e'I feguente giorno fi Uni con vino puro, e vi fi rinuoui il me-
de fimo vnio,finchefifaldi,mettendoui alla fine allume di rocca .*J%Ca
in ogni forte di ferite vniuerfalmente. M.Vier'a^ndrea teneaquefta of
feruanza,cbeprimieramente,per veder s 'elle fojfero attonat.e,o sfondar
Uyvi ponea il. deto , e non bastando quello dipcru&iire iìifino al. fondo ,
vijpingea
DÈI C Sk V Ut LIO, LIB. X. 955
uifpingeavìia candela tepida guatane la cera dal me^o in giùguardaU--
4 do fi di fkrq;>.efla prona con i finimento' di ferro , ò d'ottone y ò d'argento
con dir che per ej] ere la carne del Cauallo afiai loffa > & morbida > non
fi potrebbe difcermre fé tal iftrumento andaffeper la ferita , ò per quel-
le tele y clye panificano la carne dall' ofia . Cofi dunque s'egli bauejfe tro-
uata la ferita affondata ; & toccati iteflicoli gli haueffe neWefiremita
loro fentiti freddi fuor del douere > lagiudicaua mortale > <& non vi per
deailtempaa medicarla ; maffìmamente fé l'animale al fecondo dì non
haueffe ricuperato l'appetito : Ma s'egli non bauejfe mostrata alteratio-
ne > <&- poi non hauefìe perduto il mangiare y ne prende a buona fperan^a
2? & fatto vn tasto di panno: di lino vecchio corriffrondcnte di grandcTga >
e dilungherà alla prona fùttayve'l mettea bagnato d'olio^e terbentina
e dal terxo giorno innanzi il medicauacon eflo due volte il dì t pafiatQ
il fettimoy egli fea il predetto taflo con lardo vecchio fquagliatOy e cal-
do > & con questo ilcuraua perfettamente in fino al fine . Se la ferita n$B
foffe fiata affondata^ parimente adopraua il tasta con olioye terbentina:
Ma nelle p arti neruo fé cautamente auuerth di vfar destre^a , & non
fhrui for%aì& fecondo che hauefìe visto effere vfcito dalla ferita , ò po-
co > ò fouerchio fangue >. co fi eglifirifoluea d infoiarlo > ò no . Quando
gli accadea di douer medicare puntura alcun z , s'ella era frejca y & non
C in pane neruo fané fiotto ifianch'h b nella gr affolla > egli vi mettea aceto?
& fiale : altrimenti vi vfaua la terbentina con olio non bclente > ma piti
che tepidoycomc di fopras' è pur intefby& s'ella era profonda > lacaute-^
rvraua con detta misturra quanto più calda ft fufì e potuto yfhcendapafìa
re tal liquore per vnpeigp di grofìo cuoio pertugiatOyacciotbe la terben-
tina non hauefìe alterata l&cotenna dell'animale , che fi farebbe venuta
a. riflrignere fàcilmente. Et per chenon f uff e per cagione della puntura
venuto alcun tumore y egli da quella in giù il bagnaua con acqua tepida y,
&■ acetOye'lfea paffeggiareypotcomeilvedea rafciutto , rinouauail ba-
gno : cofi facendo quattro? ò cinque volte ognigiornoyfie vedeagonfiarfi
* il luogo di f opra y o di fotto della puntura , gli trahea fangue dal colio
dalla contraria banday& fattolo dapoi pafieggiarey vi fea il detto rifier-
coffiuo :■ Ma fé l'iTiefi a puntura hauefìe fatta enfiagione per conlorfo di
qualche materia y e di humori > egli con la lanciata la allargava r &fe
nell' appare haueffe fatto fangue y vi mettea Bianco d 'uouo >. come fi fa.,
nelle piaghe :■ &* fi guardaua di farlo correre , finche non fnfìe fi atogu t-
rito beneytenendolo in luogo caldo quando era verno yòfre fico quando era
efiate : con la ferita però in ogni tempo coperta bene ? fi che non vi fuf-
fa potuta entrar dell'aria * Toi quando volea fortificar il cuoio dotte
s'era
^6 7>ÉLLj£GL6ÌL1j£-
s'era, hauuta la piaga , egli lattato prima il luogo del male con vino y in E
cui f offe bollito rofmarino y & Hepa bianca , òfìepa nerayvifpargeapol-
uè di vna fola difcarpa abruciata , ò d'un imbatto y ò polite di rosmari-
no, ò di corno di cerno , che giudic aita per lo migliore : & quando torna-
uà a bagnare > fé vi foffe rimafo di quella polite afferrata col cuoio y non
fùceaforzaper leuarlay ma attende a à lattare il rimanente , (pargendo
. , ,. per tutto lapoluenuoua : & principalmente con artefi e io prò uede a y die
uerfe co- non Poteffe labefìia aggiunger con la bocca alla parte inferma. M. Lui-
me fi curi gi per curar ogni forte di piaga folea componere queHi vaglienti ad vn
n<>' picciolo fuoco incorporando file , butiro y & meleyb cera bianca terben-
tinay& olio rofatoy ana oncia vna y con due di farina di fané : ò canfora p
e terbentinayana oncia vna , con vna libbra di olio comm:tne:o cera > e
terbentina con midolla di cento libbra vna per co fa : ò vn 'oncia di cera
nuoua bianca con altrettanto di olio rofatoyno:te volte lattato con acqua
di canfora : ò due onde di cera nuoua con litargirioy& olio di oline ana
óncia mexa : ò cera nuoua > & olio d'oliua con m xslìceyincenfo , &feuo
di becco fo di caslroneydiparipefo , bolliti ■> &■ con diligenza agitati y &
■poipervnaHamzgnainvafe vetriolo colati .Ver lo mede/imo effetto
folea componere ancora politi y mefcolando -maflice > incenfoy &aloey
ana onde tre : ò maflice y inceri fo , mirra y colofonia y orpimento , galla >
& corno di cento arfo y ana onda vna-.ò cenere di corno ceruino con poi- G
uè di fcorxe di J calce : bfaley calcina vergine > & carnume di fcorxa
di pigna di pari pefo : ò mexa oncia di [angue di drago , vna di bolo y tre
di colofaniaye tre di radice diconfolidi ma%giore:ò radici di rafanoy &
fi-ondi di cocomero feluagio vna libbra per vna infieme polueri\ate > ò
miglioye grano arfo :tal volta fatto prendere qualche fieno humano mol
to anticoypoluerixana la fcorxa isleriore , & ne metteafopra lapiagay
nella quale volendo far mangiare la carne triHayadoperaua vn* oncia di.
orpimento y e tre di calcina cotte con mele in fu la braggia, ò marche/i-
ta) & verderame pur con mele. Il Ferrara dice che fi come neW ulcere
è daprocederfi con medie amiyche àmondificare > &à fece are fi trotta-
no appropriati; co fi nelle ferite con quelle, che h abbiano virtù die/ficcare
• & perche nella cura è da hauerfi riguardo fempre alla qualità del luogo
egli ordinayche le feritele quali non fono inparte nobile y & mufculofay
fi curino il primo giorno confìoppa bagnata in chiara d'uouoysbattuta co
olio rofatoy & faleyhauendo prima cucita efia ferita con lafciarui la con
ueneuole pendenza y onde la malignità > che per corrottane itti fi riduce >
poffa purgar fi y mettendola vno fìoppino , ò fluido , chefoglion dire . Voi
da quel dì innanzi fian curate col digefliuo fatto col rofìo dell' nono me-
[colato
s fcolato con [angue di drago polueriyatoy olio rofato>& melrofato. nJ^fa
s 'elle fono in luoghi neruofi y bifogua che nel principio fi un medicate con
olio diterbentina^ olio communey ruta y &ifcoli cotti ìnfiefflè ; per pro-
hibire gli fp a fmiyche fogliono fopr agiungere : auuertendoy che fé' l neruo
fufje tocco yfaria da troncai fi y fé fuffetroncoy bifogneria con difenfiui ri-
parare al concorfo degli humori . Etpernoue giorni approua il medi- . ,.
care con olio di yper icori le ferite di fimil forte . Ter le ferite di nerui nerui.
ferine ^Affino effer utili [Jìmoy che la feor^a della radice dell' olmo con
feccia d'olio molto antico fi fàccia tanto bolire > che tutta la decottione
riducendofi al ter%oyresli in mifura d'una hemina y laqual me folata co
B due onde di ariflolochia lunga , #* quattro di fiele di toro y ò difeluaggio
caprone > fi cuoca al difeoperto y & come fi veggia > che gocciolatofi al-
quanto di tal miflurafu vna pietrays'indurifca > leuifi dal fuoco y & co fi
s'adopriyfe ne i nerui fuffero effulceratiy ordinale vi fi applichi vnguen
to fatto con vna libbra di ceray& vna di gomma feccay (benché altri di-
cano pece cotta)tre onde di verderame > <jr altretanto di polue d'ìncen-
foycon otto di olioy & aceto a baslan^a . I nerui tagliati dicea M . Luigi Nerui ta-
non douerfi cucire-) perche ognifo ne di filo li ftraccierebbey ma vi appli- gliati.
caua vnguento fatta con rafapini y incenfo > ana oncia vna y feuo di becca
& olio buono di fiengreco ana onde quattroybolliti infìeme in vn pignat-
C to nuauo . Tal volta vifea vntione con cinque forte di olvj , cioè lauri-
no j petroleoy di anetto > di maHicey& di tartaro > incorporati con graf-
fo^ cafeio a fuoco lento . Il Rufo tutta via ordina^ che'l neruo taglia-
to fìa cucito per l'uno > & per l'altro capo con vnflo difeta y poi vi fia-
. no difopra mefjìquei vermi y che dal vulgo fon chiamati ijcoti y fritti in
olio y & s'egli fi'fie per lo lungo partito > ò rotto y fi cura pur co i detti
yermiy i quali ftarfi di mele y & olio fi fian fatti fcaldare al fuoco > af-
fermandole quando 'l neruo è tagliato non duole più y che quando egli
è punto > è rintutgato in qualche pietra , ma effendo tronco per trauerfa
nonpuàfaldarfìper via della cura y bifogna ben in tutt'i cafi guardare^
** che non fi tocchi in alcun modo acqua fredda y perche toslo verrebbe a
putrefarfiyma la punturay a tagliatura di efio neruo è dafomentarficon
elioyvinoy &faimey è mele infieme cotti y poi vifilegjii empiaìlro fatta
di meleydi radici dxebuliy& di dialthea ; fel neruo f offe attrito > <& pi fio
per qualche colpa , vuol che vi fi metta carne di tartuca ben trita con
polue di molino > mirra > e$r aloe > s'egli foffeintrìnconatoy loda che con tritt 0 p£
ferro infocato vi fi faccia vn circolo con tirami nelmexo dodici' linee à ftù
trauerfo àguifa d'una rofetta . Deuefi ancora fecondo IV errar ohauer
riguardo alla qualitàdeW ifirumemo > con che la ferita s'è fatta : per-
che
9ì$ PELILA G L 0 .1^1 jt
i r che s'egli con la fuct botta hard lafciata contufione y come fogliano fk- jg
ti per me * e >l' accie y & le ma^je ferrate y & altre taliy bifognacbe i primieri
dicar feri medica-menti fimo atti a putrefare ; ma ■fé' l colpo è Hata fewxa contu-
••• fìone , come tal volta fifa con lejpade y con le faette , e conglijlbioppij
conuengono gli atti à digerire . Oltracciò farà da au:'.enhfi je la faetta
è slata auelenatay& s'ella è rimafa dentro la carne} ò pur di fuori : con-*
ciofia cofixche il primo cafo richiederebbe) che intorno alla ferita fi de fé
. il fuocoymedicaado q iella per none giorni con lafodona ptfi.iy& nella te
menti \n- Ylca congi'intaye dal nono innanzi col digeftiuoy ór altri vnguenti incar
torno le natiuiy sfaldatila. Tfer lo fecondo faria da applicar fi intorno a la pia-
ferite di ga per tre dì la linafaper probibire il flujfo y poscia (per provocare il F
archibulo jerr0 ad vjnr fHori) Vattrato appropriato al digerire y attendendo alla
pendenxay che ragionevolmente fi darà dare non altrimenti che al ter-
%ocafoy ilq vale più agevolmente con l'ordinarie' medicine delle ferite
fi può curare. Tarimente neWarcbibvgiata y ò la palla efee fuori y b re-
tta dentro y nel primo modo , sì per tener' aperta la piagaygr fi per darle
la fua pendenza fi mette illaccio yche d olio rofato è da vntarfi . T^elje-
condo è da procacciarli y che'l [or ime dotte, la palla farà entrata , fi ten-
ga apertolo confpungiay ò ftoppini maggiori: benché per tal' effetto po-
trà affai meglio d'ogni altra co fa adoprarfi lagentiana , laqual e fendo
vna radice fecchiffimayet fottiley prende mirabilmente nelle hvmidità bit j
moreye g>'offe^rayfi che dilatato illuogoy doue ella è posla y lafcia molta
commoditàper cacciar fuori quel che fi vuole : & fatto queslo ; benché
ogni forte d'vnguento fi può vfare in tali accidenti} oue il fuoco è fiato
difenfiuo di quelli humoriy che à concorrere fogliono prepararli > tutta,
Vnguenti yolca il verde fi può slimar più oportuno da adoprarfi in fino al finc^.
diuerii p pagi i'vngUent0 verde con 0U0 d'olivay affungia disfattaygrajfo di buffa-
lo terbentinayvcrderameyalumeyet cera bianca-.cotte infìeme finche fia-
no coagulateyilqual' unguento benché fia più appartenente ad vlcereycbe
àferiteynondinaeno mirabilmente egli mondificaye digerifee la piaga . Il n
neroy che vale ad afiergere la malignità delle piaghe circolari , che fono
difficili àguarirey& v'induce accrefeimento di pelle; fi fa con meleyter-
bentinayverderameyvetriolo Pyomanoy &f uligine di forno dislemperate
con acetoye bollite infìeme . Il roffo , ilqual'è vniuerfale nelle ferite > za-
nelle piagheymaffimamente dell' unghieycontienc incenfoymaHicey& mir
ra ana oncia vnay tre di terbentina y quattro di f angue di dragoy va ter-
•2^0 d'oncia di verdcrameyedue libbre di meleycon quattro oncied'acetOy
cotta ogni cofa infiemeyò pocoyò molto y fecondo che liquido y òdvro bifo-
gni adoperarlo Vrì altro vnguentoycbe è buono ad incarnare qualche ofio
doue
<D E L £JV JL t ' L òy LI B. x- $j
doueìl (ana Ilo fofie flato ferito , ft compone coti rodomelc y olio rofato*
fanSl4e di drago y & mumia pòthèrl^kta^ roffó (fvouo . VFgittiaco >
del qual prof/imamente fi fé mentione , è Rimato il miglior fra gli vn-
guenti bruciati > & nelle cure altresì de gli buomini è molto vfato per
affratellar fi (per dir cofijcon la carne; &fi compone con olio d'oliuey o-
Ho digiglioy& oliorofato y aggiuntaui cerufay & mumia in polue sbat-
tuta infìeme ogni cofa fenja cottura : ^Alcuni ilfknno coti uerderame ,
•vetriolo y & alarne aria oncia me?a , due di mele > & quattro di aceto >
bolliti infìeme . Altri fol amente con cera y afìungia di porco fen^afale ,
&pece liquida . Il Colombro per far l unguento egittiaco yilqual nelle
*B piaghe due efìer aflerfìuo > mondificatii.Oy &faldatinóy ordinale otto
libbre di mele f chiamato fi facciano bollire con vn' onda di acetoy finche
l'aceto fa confumato,poi tolto dalfuocoyvifì metta vn oncia di verde-:
rame. Et per fare l'vnguento verde perfettif/ìmo non pur a mondificar le
piaghe > aflergendo la lor putredine , & a\ faldarle; ma alenare tutte le
doglie delle giunture , narra efiere flato vfo di sSUaes~iro Vicino , che fi
prendere maslicey& verderame ana oncia meTO-yCon vna d'incenfb ma
fchio y -quattro di cer annona yfei di terbmtin* e due libbre di Strutto di
porco. Ma fecondo l'vfo di Telagonio farla da far fi bollire in vnaca^a
di rame hiffopo humida y graffo d'ocaye terbentina ana onde duey e tre p- .
C digalbano , con due libbre , & riìe%a di olio mirtino y vna di ceray & come fi
incenfo a baflan^a.Oltf acciò per confolidare le piagbey& per fare ere- confolidi
feere la carne fu l'offa ignnde y egli vuoky che fi faccia pohie di arislolo- no> e la
chia rotto-fida y d'iride egualmente poi con olibano yceraymaflicey & fCa fìf ?of
aloe ana oncia me%a fan mifìicatein vafe slagnato con olio à baftan- fa.
%a. Vrìempìaflro ^ancora yilquale aslerge la putredineymondifica iner-
uiy& fa generare carneygli ordinain queslo modoyche efietidofì diffolu-
te al fuoco rafinay & cera ana onde due con vna d i ter bentinayvi fi ag-
giunga polue d'incenfoy mafticey vernice y mirra y farina di fieno greco
ana onde due:e bollite con vna libbra & me^a d'olio commune , fi coli
& no per islamegna . V rì altro crudoydoè fatto fen%afuocoy il qual s' ado-
pera non folamente in quelle piaghe , oue foferoofia frante ; ma vale er
tiandio à rompere le posleme durex che difficili f uff ero àdifoluerfì : egli
dice confìslere iti fugo di l.ipatio acuto , e dialthea con farina di fieno
grecoyrubbia di tintoriy&galbanoyflemperatiin vn mortaio. Ter vn-
guento y ò empiaflro difseccatiuo y & conglutinatiuo y aggregatila del-
le materie rilavate y &■ che probibiftel'-pfcita del f angue ; pone quel
che fi fa di giffo lumino fo y cioè fenica cottura } peflo & con altrettan-
to dipolma di molinq difciolto con bianco d'vouo : Tmffipur il giflo
abrucia-
Ferita óe- abruciare , e difciorre in olio & aceto . Quando l'animale è ferito da £
lenofa . y^/^ auuelenatay ordina, the perfgccorfo de i membri nobili*, e princi-
pali s'infonda per la gola due continola giorni me%a onci a di afa fetida
con vna di teriaca buona difciolta in vino bianco : & la piaga fi curi con
rf olio) & afa due volte il dì . ss&pproua ancora il confitto di Serapione >
che in effa piaga fi metta fndor di Cauallo , ò pur di pecoraycon altretan-
to di acetoùnfondédo pur nella gola vn di taifudori mefcolato con ori-
na b umana y che molto vale à guardar il cuore dall'impeto del veleno
Ferite al- che pervia dell'arterie ,edei neruilafi aiterebbe . St perche ogni for-
teratenci te di piaga > òdi ferita fuole alter arfi , quando fu quella mandaffe la
d fine- Lunairagg*fuoiper qualche balcone , ò per altro bugio, nel qual modo F
ftre. offende più eh e nell'aperte campagne :percioche trouandofi l animale in
luogo chiufo y & però caldo , vien maggiormente à fentir la forila £el
freddoythe già naturalmente è contrario alle ferite :In tal cafo egli ordì
naper rimedhyche s'attenda à rifoluere lafredderjatyche da la Luna s'è
riceuutayconla caldera del So!e,& con la qualità etiandio delle medi
cinese quali fé per auuentura fi richiedefiero di natura fredde per lo bi-
fogno del maleyft debbano ali bora far manco freddeymef colando in quel
le alcuna co fa , che temperi la fi-edde^ja ; & richiedendofi calde > vi fi
aggiunga qualche caldexjayfecodo gli accidenti del alter ationey laqual
fi manifefierànon folamente con l'enfiagione delle vene intorno allapia-
gayma con lafebbreyche aitano delia mano potrà conofeerfi . Il Hufioy
quelle partiyche per lo raggio della Luna fifoffero per auuentura morti-
ficateyvuol che prima /ian rafe e fcarnate .& poi medicate con vna com
pofitione difeuoylardoyolio d'oliueyfugo difolatroy & farina boliti infie-
me in vna fartaina perfettamente: <& per le ferite delle faette attosca-
te afferma efìer' vtile àfkr bereyò tranghiotire pane abruciato mifto con
fudor Cauallinoy& orina d'huomoyponédone ancorainfu lapiaga aggiun
toni graffo ò purfaime.Et per ogni altra piagay che al Cauallo auueniffe,
pone efiere molto vtikyche vi fi metta di fepra pesla queWherbayche al- #
cuni chiamano amine ayaltri auriga , altri iacea neray altri viola ferra-
raria;ò vi metta polite di rofmarino feccato all'ombray lauatoprima il
luogo con orina frefea di huo moyò co acetOyil che parimente fi può vfart
in tutti ifcorticbiy& rotture.!3 ariméte qualunque piaga fi laui co uino>
ouefia decotto il tafio barbaffoynon uerrà mai ad infiflolirfiynè ad incan-
cbrirfìy& più preflamente fi guarirà . Etfefpeffo vi fi muti la radice del
„ erj. maluauifco bollita con lardo di porcOy ne mancherà ogni dolorey& mol-
lo per te- Hflcato il luogo , fi vedranno in brieue chiari fegni di fanità . Ma fopra
rite. tutti eff^cacìffimo dice efjer qiieHo vnguento , che ott'oncie di terbenti-
nay
rùEL tur jtitb ut. #; pp
'jl nóyton quattro di cera nuoua bianca y & netta fi facciano diffoluere in-
fieme al fuoco in vn vafe fiagnato:poi mentre clje'l liquore flà caldoy vi
fi metta mc^a pinta di vino bianco non fumofoyò di aceto > non emendo U
piaga di fopra mrm. f fidi buttato il vinjy è pur l'aceto , menifi bene tra
munivate d'olio rofato la detta pafiafin chefia diuennta bianca; pofcia
rimerà nello fi agnato }& aggiuntaui mera oncia di gomma di abeteycon
tre di fugo di betonicaylafcifì bollir tanto , cbel detto fugo fta confuma-
tOy& alla fine mefcolateui quattro onde di latte di domalo di vacca rof-
fiyfi ritorni alfuoco}e confumato il latte>fe ne toglia->& fi conferuiper li
bifogni;percbe veramente è marauigliofoy& fé ne fono vedute già mol-
B te proue nonfolo ne iCjiuraentiy ma ancor ne gli buomini yfen^a richie-
denti taftiynefiuelii . Oltr acciò per far crefcere la carney<& faldare la.
piaga egli feri uè poter fi prendere affentioymagioranaypimpinella , cala-
mintayolibano mafcbioy& cera:& peflo quel chefia da peHarfiyfhr bol-
lir con afiungia vecchia ogni cofainfieme ; & di tal unguento bagnata
vnape%ga dilinoymettere fourail luogo. €t perche molte volte fuoV ac-
cadere y che qualche punta di ferro , o di legno y ò pur di offo fi ficchi in
alcuna parte del corpQy& vi resli dentro b tuttayb in parte : onde fi vie-
ne a gonfiarci luogo per ogri 'intorno <y& auuenendo alla gambayl animale
è forato di zoppicar eiegli ordina tai rimedi^ in quegli cafìy che rafapri-
c meramente d'attorno la parte ojfefay vi fi leghino con vna pcz^a tre te
fie di lacerte alquanto pesle y ò radici di canne > e di gramigna ben trite:
& meglio fiayche le radici delle canne fi mettano incorporare con mele;
perche fen^a fallo- caccieranfuori lafpina , ò lafcheggia y o'I ferro > che
vi fta : <is4l medefimo giouano anco le lumache pefìey & cottey& agitate
col butiro : <& come la cagion della piaga fia tratta fuori , potrà curar fi
con bianco d'uouoyejr aitile cofey che vagliono à faldare , come l'unguen-
to della cera > & terbentinayche prcffimamente s'è ordinato . £t refian-
doui pur alcun turnoreyfi torrà via con empiaSìro di affentioybrancaorfì-
naypalatarayfkrinayaf)ìmgiay& mele sbattuti infieme : ilquale ammol-
lamentoper ogni gonfiezza nuo uà cagionata meffimamente dipercoffey
è rimedio generaleyfpeffe fiate però mutandofi . .Alcuni per cacciar dal-
la piaga yò ferro y ò altro tale y vi mettono due gammari pefli con graffo Fei ro ò al
di lepre . Eumelo per queìlo effetto ordina eguali portioni di nitro > fa- *ro con?c
le y aceto y chalcitiy feccia abruciata , &fior di rame. Horaperordi- dalla pia-
narij vnguenti da ferite fi metton' anco quefli y litargirio > e biacca triti ga.
al foley& con acetOy& olio rofato y ò purfemplice incorporati , ò litar-
girio y aceto y <& olio libbra vna per vno bolliti infieme : ò facendo bol^
lifuna libbra d'olio con vn' altra di litargirio > vi fi aggiungano tre lib^
Tpp bri
$6z " *D E'L L ^ G LO n^t
bre di ammoniaco ,e tre onde di ceraia con vna libbra iti tìt'i^irio, Me £
di rafciature /refi he di sìufa colate^ vn'ouda di terbentina-.o bollendo-.
• due libbre di rafciatiire con vifonc'ta di litargirio,ò: marche filarvi fi ag -
giunga ragia bollitale pece vecchia Arti onde tre,ò con pece vecchia, ce-
ra,e. ragia cotta fi incorpori vn poco, d'olio, e. difc tolta in acqua, ò. di opo-
panace fciolto in vinoyyolendo'lJkrepÌHfoljitiuo,a?alb'àno, & opopana-
ee ana oncia vn a,con due di terbentina,tre d'amm onixco, & ràgia di pi-
no,^" cera ana libbra vn.aiilqwl vnguento melino è chiamatoJUtì altro
buono fé ne può fare in questo modo,ch.e poi che fian le tate dal fuoco me
•%a libbra di tcrbentina,yna di e era,e quattro di raggia cotta ,vi fi lafcin
disfaretre onde di bitume giudaico-, indi aggiuntatene due fcammonia- &
copes~lo,e criuellato,fi tornino al fuoco,& mefcolando vi fi (p arga polue
d.'inccnfo,e digalbano ana onde duencjT" vltimamente cacciando fuori la
compofitione ,vi s'aggiungano onde duediopopanace : oucramentecon
vna libbra di mehfacciafi incorporare vetriolo abruciato, mirra trOglo-
diùca,mivra odorata,^- aloe ana ondetre.)& aàoprifi ne i bi fogni: ò. fac.
elafi mefcolare cera,b'atiro,& gomma ana libbra vna con due dì rofeda
qual'untione è molto efficace àfiir prestamente- riempire le- ferite fi. come
non fola per qitesloeffetto,m a pe.r ritener il fangue , & per afdugare, <&■
faldare filoda afì ai queltt altro vnguento,che afe 'lutto chiamano , ilqual
richiede,chc facédo bollire infieme aceto,otio, & 'manche fit a libbra vna.
per cofàycome fi' veggi ano cominciare amutarfi\vi fi aggiunga vii ancia
di-pece vecchia ,e facendoli dinuono bollir e, alla fin vi fi metta vrì oncia
di verderame,che con aceto fi a fiato difc io Ito in vn mortaio . Senecione
grandemente apprmiaua per leferite,et mafjìme per quelle de' nemiche
facendo bollire vna libbra dolio con vn' altra di, pago di cardobenedet-
to,vife n'aggiunga vn' altra di cera con pece cotta, grpecce vecchia aria
libbra mej^a,e galbano , e terbentina ana onde tre, liquefatta prima in
Battiture- di fp arte ci afe un a cofa. Ver battiture,®* per diuerft malifitrcxa molto lo
ammacca data la mijìura di tre onde di cera ,.& due libbre di galbano con ragia „.
tuie,.&c colofoni a fiora e e. , & olio irino ana. libbra me/gay & viole bianche, po-
melle di lauro,grafiodi,becco,femenr7adipapaHero , & ragia cotta ana
libbra vna-.b.di viole bianche y ammoniaco, iride illirica, fior di falnitro,
graffo d'oca , e graffo di cerno ana libbra vna, con due libbre di grafia di
fati? per toro>'& onde cinque di pepe bianca JEtper diireije fatteper piaghe J> per
piaghe- .. altra cagione,fcrìuono pot.erfi vtilmente adoperare, vn'empiafiro di ce-
ra,bitume,& aceto difcioltiinfieme; la lipara,che di fopra s ènomina^
ta; variamente fi troua compofiadaVelagpnia,percheinvn modo pone
ine omkdi midolla diceruo)tre.dibiacca)<7itattrod!incenfQm.afchio, &
DEI CotV Jlllfr) US. X*. 963
rj feidilitargirio con due libbre di cera > & altrettante di olio > bollite nel
vino infìeme.In vn' altro vuol) che ad eguali pomonì di litargirio, biac-
ca^ incenfo mafchio i aggiunga %affr anoy olio >& mele quanto baffi .
i/tltri la difcriuono con quattro oncie di polu.e d' incenfo y cinque di litar-
gìrÌ0)& otto di farcocola , aggiunteci tre libbre di marche fita -, fette di
biacca,altrettante di olio, rofatoydieci di affungiafrefca , tredici di -cera
bianca-, vino vecchio a battameli & cinque vou/lj. V 'egetto la riduce
ad vnx libbra di fchiuma d' argento ,& vna & me^a d'olio con due
onde di biacca*, e tre fefìarij divino . «J^Ca per -nettare bene > & ferra- Piagherò
re lepiaghe , egli ordina cera punica, terbentina , midolla di cerno, eru~ Yne nSr"
» gine}<&olio mefcolati,rame abruciato -, fcor^e di pomo granato, &aee- Tino'.
to ana onde tre, galle , & ràifi ana onde quattro <, con vna di vino,cotte
in pignattonuouo . Oltraquefìi fcriue, chef vnguento traumatico alla Vn'guen-
cura delie ferite affai conferisce -, perche tratta la putrefkttione, riduce totl auma
alla finitala e arne viua,^ compone fi in queflo modo-, che vnalibbra ^\^\ e
di mifi,& vn 'altra dierugine con due di calciti fi facciano al fuoco ar-
to Hire in fi eme -.indi fattane polne in vn mortaio , fi (]>. ir gerà inquel vi-
nojchecon due fé H ari di mele barn cominciato à bollire in pignatto nuo-
uo, & come fta ogni cùfa ben cotta infieme, fi conferuerà per ridurre
le piaghe cicatrice > & curar quelle , chefufero incancarite . Fajfì an-
£ coraquejlo vnguento con mifi,cadmia>aloe,acoro,&'calcite,che èjpeciè
di vitriolo ana libbra vnay cotte in va fé nuouo di- terra con due libbre di
eruginey& altrettante dimele,vfandolo rajfreddaio.il medicarne cefa-
lico buon' à ferrar tutte le ferite difficili a curar fi egli dice confi fiere iti
polui di radice dell' herb a p anace , incenfo mafchio, mirra, orobi,& rofe
fecche;ben trite,e criuellate y laqnal miflura incorporata con melefana
le fistole . Parimente calciti^ erugine,fior di rame, & rame bruciato ben
mifticateperegualmifuray& criuellate vagliono mirabilmente à rifìri-
gner,rifecando la carne cattiua, che vien crefcendo:&fe tal copcfitione
fi faccia con mele ,& aceto cuocere, farà al nettai di tutte le ferite , &
D ojfifcabhiofigioueuolefommamente. *A riilrignere vale anco quelVem- Émpia-
piaftro che fifa con tre feflari d'aceto ,vuo difcor%e di pomigranati,me- jj1"0 Per n
r^a libbra di verderame,due di acatia, & altrettanto di vetriolo; ò quel \c t'ente.
grafo vnguento, chef compone con vnfefiario di vin uecchio , vn' altro
d'olio commune,quattro onde d'olio mirtino,una libbra di biacca, & me
%a di litargirio . I{ifìrignepur & confolida quel cerotto, che riccuegal-
bano,incenfo , e mirra anaonde due, cera,gomma cotta,cicutay ammo- >
niaco , fior di j ale , e bitume ana libbra una , due di pece uecchia , me%a
di opopanaci > &unfefìarÌQdiaceto. Ma fé tolto faceto > fi metta in
<~Ppp 2 luogo
p64 bELt^ClÙ^lJ
luogo del bit urne altrettanto di grafie di toro ,Ia compofitione diuuerrà e
?nollitiua.Tlifmdkerilie piaghe de' giumenti efiere appropriatala fd~
, dice cotta dell asfodelo, òpolue di fiondi di roui, ò di cimino, & cera .
Corm>ofì SeraPQne lod a la pece b umida . Il Bra'fauola ferine , vfarfi d£ rufiìci
tiotie per il millefoglio . Inogni vlceranuoua biffino loda, che fi adopri quella
viceré compofttione,che abrucia, laqual riceue galbano , bitume , & midolla.
nuoue. $ cerHQ ana Hhbra vna : ihifio y ftorace , & opio ana libbre due : pro-
poli > fole armoniaco, opopanaci, ragia di pino, ragia cotta,e bdellio,.
ana libbre quattro:cinquedi cera ; dieci dipece, e dodici' di folfo vino >.
confei onde di graffo di toro, & vna di camomilla pesla , aggiuntoui
vnfeflario di mete , e due di vino vecchio: confermando fi in vafe di ra- F
me tai co fé miHt-*> . Si trotta anco per le viceré, ò enfiagioni difiefeo
auuenute la compofitione'd'Hìpafeo Heleo con graffò di pecora, Ut argi-
no, vino, &olioy &■ mirabilmente fa per taf ch'iena de" buoi, come
molti affermano. Ma vniuerfalmente contra ogni forte di viceré > ònuo-
ue,ò pur antiche ch'elle fi fìano , è molto celebre quefio vnguento , che fi
facon bitume giudako,cera graffa,gomma cotta,&pece netta ana lib*-
bra vnaylitargirioy biacca , & verderame,oboli dieci per vno, alume di
rocca, vetriolo minerale , calcite , & yaffrano , oboli quanto per cofay
proftmo,ammoniaco,incenfo,mafchio , aloe epatico, mirra .troglodita , r
& lagrima di papauero tehaico , che dicon opio,fedici oboli per ciafeu-
no,oncie none di òlio y & aceto forte àbafian^a . Vrì altro ancor dagli
antichi fi trotta vfato,che fatta polne di due danari di fior di rame, me^
^a oncia di alhme dirocca, vna di vetriolo miner ah , &feidi verde-
rame , fi mettano con aceto bianco in vn vafe di rame al fuoco ,tanto
che leni vnbollio,pofcia diffoluafi vn'altravolta aggungnendoui tre da-
nari di mirra,& quelripoHo con aceto s -adopri . In quelle forti di vice*
re , che buttano rheuma , dice (tuffino non effer bene , che s'adopri mai
acqua e alda,ma fredda femprefo chefia di e fiate , ò chefia di uerno . Le
Fagedéne ulcere che mangiano , effichiamano F agedene , contra le quali fi ordi- j£
vkereche m empiafiro con litargirio > biacca , <&■ maslice triti infteme , ifiiltatoui
no. "" olio dì mirto,& fugo di iufquiamo à goccia à goccia: ogni cofa di pari pe
fodaquale compofìtione in vafe di piombo è da ferbarfi,et s'ella inprocef
fo di tempo fi induraffe y prima che venga in vfo , potrà mollificar fi con
aggingnerui dell 'olio mirtino, <&• un poco dì uino. Et farà utile ancora
tifarla nelle pofleme delfedère , & in tutte quelle ferite, che fon tarde
Cachoe— è y difficili à faldarfi. Ter le ulcere maligne, che dicono cacoetheuale
theuak quella compofìtione di Jt vanita , che contiene midolla di cento ygdlba-
f Icere. nQ^ ^ra^0 fQca> ana oncie tre y graffo di gallina, butiro > terbentin^, >
ajfunga
«Z> E l C Jt V j: ILO l IB. X. . w
<Jt affungia vècchia diporco>& hiffopo h umida ano. onde fei, cinque di pe-
ce dura , *vna libbra di graffo di toro, due di gomma di pino, ■& due-, & . .
me%a dicera . Sogliono tal volta le piaghe mxl turate , o troppo ia:xc- lolite.
chiate ridurfi àfiftola, pigliando tanta p off an^a il concordo degli humo
ri malignile putrefatti, che samati per vìi bugio profondo, e fi, etto, ro-
dono e cattano la carne in/ino all'offa; facendo parer il luogo voto di dea
tro,com'vnafampogna,che da Latini è detta Fibula: Quella ouunque Fittole co
fìa,Hierocle vuole , che la parte infetta fi apra , &fi abruci, vfando il n?e fi cu-
medìcame comporto di calcina, finche la cruflanefia taduta,perche ri- lln0*
moffaqueìlacaìlofità , che sia d'intorno, facilmente l'apertura poi fi ri-
% empie ;ma fé 7 vitio non mancaffe,debbafi con dritte punte di lunghi fer
ri esulcerare, adoprando i medicami Slittici , e riHrettiuiinftn chefani.
Queslo ordine di tagliare,efc amare la Fiflola, e confumarla con medi-
tami f or tiffmi , & incenfiui,ò con cauterij ; Vegetio non approua , per
lo pericolo, a chefoggiacciono i nerui,le vene , & le giunture, ma vuole
fiuto/lo, che fi curi con colliri) ,& conpolui, che habbiano virtù di net-
tar la piaga , trahendo il male dalle redici , e di fanarla:per lo qual 'ef-
fetto Hippocrate dice poter fi frargere dentro il e ano della Fissola fior di
rame in polue, incorporato con fortiffimo aceto , ouer il cocomero falua-
., tico benpes~ìo,& ammalato con fugo di tithimalo. *A flirto vfaua met-
terai vna miflura dimifi,gaUa non matura,verderame,rame abruciato
ana onde quattro con otto di gomma JLrabica . Il Rjtjfo , eHCrefen^o
lodano la polite fatta con fugo di asfodeli , otte la calcina viltà > & l'ar-
fenico fa di pari pefo per hauerpiu violenta , joggiugnendo pur'efier
bene à mefcolare con efi a calcina vhia , & orpimento , fughi d 'aglio ,
d 'ebolo, & di cipolla: e facendo bollire ogni co fa infieme con tanto me-
le liquido , & aceto , quanti far anno i detti fughi , fi meni bene con vna
mefcola,finche fa venuto àjpeffe-^a d'vnguento , del quale poi a guifa
di modiglioni fi puote empir la piaga infijìolita due volte il giorno, laua-
j) taprima con forte aceto ; & co fi etiandio farà gioueuole adoperare vn-
•guento fatto di calcina viua,verderame,& orpimento confitgodipila-
tro > & atramente bolliti infìeme in aceto , & mele . Tuojfì moderata-
mente ancora v far' il rifagallo ben trito , & menato confputo di huomo
digiuno,et co orina; fi come conferma il I{uflìoyilqual'aggiungne,€urarfi
bene lafiftola,ufando miflura di fugo di melo terragno,aceto,olio,e faley
& di e fio melo terragno (fé laFislolafufie afì ai profonda) fi può mette-
re vnoflueiy} u tafla,vnto di f apone giudifco;pche allargherà,et netterà
lapiaga mir abilméte. .A Iqual' effetto laviamola dice valer ancora mol
to:poiper ammor^arla^uifi uferà la miflura di uerderame?arfenico, ui-
7>P<7> 3 triolo
$66 D E L'L W Cj L 0 \1 ^€
triolo, falnìtrio , l'vno elleboro, & l'altra, perficaria , fottilìffimamen- p
te polueri^ate , laqual polite è buona ancora per II (averi) & vfafi, con
lauare prima il luogo o con orina, o ccn aceto , ovefia fiato decottahif-
fopo,<&- eentaurea: e parimente per ivno^per l 'altro male àdittrug-
gere,& ammorbare , dice l' vnguento rottone effere efficace ;Cofi mor-
tificatala fittola , vi fi metterà per fald aria, unguento fatto canvetroy
e nitro ben petti in [teme . Il fegno quando la fittola, ouer'il Cancro fi
vuole mortificare , èquando la marcia comincia prima ad vfctr chia-
rate liquida, pofeia quagliata > e denfa : & quando b quello o quello fio.
Collirio fer Snar^'e yfìvedeil hwgo del male gonfiare per lo d 'intorno^ di den-
per met- tro fi- moflra roffo . V egetia ferine il (olliria per mettere nelle Fittole, £
ter nelle douerfi formare fecondo la rnifura della piaga , fi che la pofia del tutto
Fiuolc . empiere -.onde confumata tofio la durerà , &la carne viua,meni fal-
da la cicatrice, egli contiene in fé, mifiyferula, & ruggine, libbra ma,
per ciafeheduno , & me^a di cimino ydelle quali co fé tritate con aceto >
fifa unguento* . Vuojfi ancor a far' in altro modo , che prefe tre libbre di
ruggine, rnifi, & calcina con due di latte, & me^a di mele, fi facciona
cuocere in vin vecchio, e di quello fatti bocconi lunghi, fi mettano entro
le fittole . Difcriue di più vtC altro vnguento , ilqual confitte in anifi,fe-
rtda , ruggine di rame, polite di vitriola, e f emenda di timino,vn' oncia
per vno , trite con forte acetainfieme. Et majfimamente fé nella bocca fi
generale alcuna Fiftola egli dice, che vi fi metta dentro-vna tafia di ma
do , che vna parte nefìia legata nella bacca comparino di lina , che non fi
pofia fmouere ; vn' altra ne refii fuori pur legata , eòe non cada ; & ui
fi lafcifiarper tre dì : e bifogna il collirio efiere tale , che gùmga al fon-
do della ferita ,fitCciando il luogo di manieraci)' egli per mangiare poffa.
muouere te mafielleril ter%a giamo fi sleghi, & fé farà- rotta la Fifiolay
fi medicheràper fette dì colfolito vnguento da ferite , poi con vnguento
fktta di farina di ceruio cotta con melt^aR'vltimo-vi fi porrà il medica-
mento da faldare , finche fia venuta la piaga a cicatrice . Mauro Tede- jj
feo fu le Fifìok diflruggea con vn ferro di fuoco vn midolle di vacca^poi
vi mette a tre fiate il dì diflefa in vn panno di lino fchieto > vn'empiaftro
fitto di terbentìna fina , e di quella , che nafee dal pino nero, aggitmtaui-
cera nuoua, mele,o(ficrocio^r olio rofato,boHita ogni cofa in vn pignat
Vnguè to to. Il Colomhro compone VvnguentoFifiolare , ilqual con foaintàmondi
.titolare. £ca^ ^ afìerge [e fittole fin ialfondo,e difiecca^r confuma gli humori
quantunque antichi ; incorporando con f apone tutte quefìe -cofe infieme
pefte , arfenico, pepe,piretro, gale,alume, uerdcrame,fenapi, & ellebo^
fQ bianco ty nero,oncia unaper ciafchedunO) & calcina u\pa,quzntofi&
tutto
Jt tuttoil rimanente. MLuigiper li Cane ari y &per leFifìole vfauapolue
di arfenicoy uerderame > perficariay & vitriolo di pari mifura y lauando
prima il luogo con aceto bollito con hifiopoy <& cent aure a : & le Fitto-
le in particolare emana con uerderame & feccia di nino abruciatayM-
fciolti in uinoy e qualche uolta coni' euforbio mescolato olio di lauro ye
terbentinayne fea unguento , per quelle maffim amente y che fufiero Hate
in luoghi neruofì: ma fé la Fistola era profonda in parte carnofay ui da-
uafuocoyO ui mettea laccio ; ò uitagliaua conrafoio ficur amente , fin-
che ella fi fuf[e\trouata , nonperdonando a f angue y facendola poi Stop-
pata . S'ella era fu qualche offo > nettaua l'offo con la roinetta , & poi la
B medicaua con l'unguento Sgittiaco.Tarimente l'ordine di MrPier'jLn-
drea erayche quando la Fiftola penetrale infino all' o fio y douefie rader ft
quell'omo di maniera, ch'egli reslafie incorrotto, elifeio: acci oche ninna
cofa impediffe poi l' incarnare daqual diligenza nel capo è più neceffaria
che altroue : perche qualche uoltafe ne uiene il pannicolo à corrompere .
Itegli altri luoghi camofi noleay che s' attende fie a mondificare, lauan^
do due o tre uolte il dì con uino bollito con rofmarino peflo la parte infiflo
litay & sàquellanettatay & aficiugata-, empiasi) -andò lapultre; poi co-
me la materia fi uedefìe mancata {douefiefarfl un'unguento di queflo
modo y che una oncia di terbentina fifacefie bollire in aceto; poi fattala
raffreddare , egittato l 'aceto } fi mette fie fu qr.ella incenfoymele> &ma-
fiiceyme%a oncia per vnoytre difaime non f alato, altrettante d'olio rofa-
toy & una di ceranuoua: prima facendo liquefare quel che bi fogna ;poi
jpargendotii a poco a poco quel che è in polite menado bene ogni cofa in-
terne y finche la mistura fìa raffreddata : ilqual' unguento egli afferma-
la efiere effcacifjfimo ad incarnare ogni piagalo ferita non pur di befliey
ma di huomini . Et perche fpefio auuiene , che per li fitriofì moti , òper OiTorot-
altri accidenti d'intoppiyo di per coffe , il Canalloft rompa l'offo in qual- t0 P.er ?&
ehe mèbroyè dafaperfi, che con fatica fi troua modo da rifaldare quell'of topr>[
$ fa rotte y che han fatta ferita nella pelle ; Ma quando fenya lefione del
cuoio j la rottura dell' ofio è auuenuta in quelle parti, che pofìono ricon-
giunger fiy la cura fi potrà fare fecondo gli ordini da Vegetio infegnati :
Che rimeffa la rotturay & ben ristretta , fi a fu f data con pecce bagnate
in uino y& olioy mettendola lana fbprày &fìa circondata con tanolette ;
accioche Cofio stia diritto,& nonpoffa torcerfi in alcun modo,infondédo
ui ogni- giorno mattino,^ fera il uift uconl 'olio,fentxa fciorlayma alterco
* dì dislegata fi purghi, &fi rileghi}facendo il mede fimo al quinto,al fet-
timo,& al nono; finche fi faccia incorporatura : Tofcia empiaslrato il
luogo con frodi di uitice,che uolgarméte chiamano agno cafìo.-àradici di
falce
falce pefìe, e dibattute con cinque voua crude ; fia attorno attorno infa- -
[ciato non pia con le righe , ma con dilicate bacchette : & incapo di tre
giorni difcolto,fiafumentato,& vnto di refina, & affungia:^ come fi
veggia quefla curagiouare , adoprifi l'empiaflro mittifìcatiuo , & Vvn-
guento incenfiuo. Et fin dal principio no fi permetta, che l 'animale flia in
piede; mafemprefufpefo (nel modo che fi dirà) infino a i quaranta gior-
Ordine ni: perche in quefìojpatio fifaldano i membri rotti ., e disfogati . Il l\uf-
f'H*" co.,9 fiOyper confolidar toflo qualunque offofifuffe rotto , dice effere effcacif-
fe rotte . ftm0 > c^e tagliata con vn rafoio la pelle difopra , vi fi mettano dentro
G iunture quei vermi terreflri,che dicono Ifcoli, fritti in olio : Ma in Difgiuntioni.
di/gmte . di giunture, loda , che poi che'l membro è flato ripojlo nel luogo fuo ,vi F
fi faccia cauterio fopraper rijlrlgnere debitamente , e ridurre alo Ra-
to loro i neruifleft . ^€ flirto ferine, che tutte le rotture , che auuengono
fono le ginocchi a,nette gambe dinan^i,o di dietro,/} curano inquefto mo
do , che le parti rotte fi riducano al fuo luogo, & vi fi leghino fafeie ba-
gnate d'aceto,& olio, fatte lunghe, gi'ijìe, &fl>effe,fi che tocchino l'vna
r alt r annettendo difopra, & di fatto a quelle laiana fuccidafimilméte
bagnataci luogo ofefofi stringa con slecchi,o fchieggìe,oflelle,come fi
dicono,legate da ambe le parti col laccio chiamato Lyco, cioè Lupo, fa-
cendo,che la gamba flia diritta quaranta giorni, in venti de 'quali fi feio
glierà, & rilegherà tre fiate fole , non mancando però diinfonderui ace- G
to,& olio ogni giorno :p affato il quarante fimo, fé la rottura farà falda-
ta^ che'l cauallo pofia e aminare, fi difciorrà,frequentandoui vntioni di
Rotture affungia, &fifaràpaffeggiare . Ma delle Fatture auuenute foura legì-
ei nocchia nocc^ia > ^a cura è molto difficile , eperigliofa ,per la four agiunta delio
perche pzflafmornefarà da porfi mano a quelle, che hauefiero fatta piaga in fu la
ricolofe. pelle -.perche no potrebbe mancare di ammarcirfi-.ne fu Rotture, che'hab
biano fatto callo,è da darfi fuoco; perche difciolto il ca]lo,nonfipotreb~
Coite rot ye dapoi guarire il luogo off e fo.GuarifconJi facilmente lecofte rotte; ma
fi <»uari- l'ofP1 de ipiè di dietro nonpojfono faldarfì: perche non contengono midol r*
icario . la,mafangue,maffim amente neìVafino,& nel mulo,come Hierocle fog-
^.^^.^ giunge, ìlqual' anco ferine, che quando la gamba è rotta , con la pelle
irò incu-fcort*cat:a * & la giuntura èfmofìa dal luogo fuo; poiché farà ogni cofa
rabili , e r accoda ; & raffettata,debba legaruifi diflefo in una larga pe^ja un' un
perche, guento alquanto tepido ùlqual volendoft comporr e, f oc cianfi colare infìe
me diece libre di cera,cinque dibitume,&fei di gomma dipino,con obo
li itemi di pece; atti quali aggiunte fei libre di profumo ammoniaco, aliar '
gato dalfuoco,vife ne buttino due di mirra, & quattro d'incenfo con al
• tret tante di bdellio peHe infume : poi vi fi metta opop anace , vi f ch'io di
quercia,
Barbara
'DEL C JlV Jl L I0y LIB. X* 96$
jl qnercfa?érér$entlnSy libbre died^ jofay&fiidigalbano. Vrì altro
vnguento egli ordina di talmodoy che una libbra d'aceto fi fàccia bolli-
re cori una di litargirio , & una eme^a di olio; & comefiano mefcolatiy
ui fi batti me%a libbra dipeceflaqual disfatta > le nifi il uafe dal fuoco , e
battila fi me^ altra libbra di bitume yfen%a muouere cofa alcuna:et quan-
do egli ancora fia rifilato y aggjungauifi ceray e gomma , due onde per
unaytre di ammonìaco^ tre di terbenti?iay corifei diuerderamey &fac-
cianfi un'altra uolta bollir 'infieme , poi come fiano tutte incorporate > fi
colino in vrì altro vafi. J^elì \ unguento >cb e è dnamato Barbara-, utile
alle rottureybifoguaychedifc ioti a una libbra di litargirio In vrì altra dyo- per r0ttir
B lioyfi facciano bollire àfufficieni^a ; poi uifi butti una libbra di cer-a co- re .
Iat0y& altrettanto di pece dura pefla , laqual come fia liquefatta , ìeuìfi
il uafe dal fuoco y & mett anni fi quattro onde di bitume giudaico : Indi
tornatolo al fuoco , & laf datolo alquanto bollire yui s aggiungano due
onde di ammoniacoy& una libbra d 'aceto forte. Et per far' al medefimo
effetto l'unguento rojìo > conuìen che unfejtarw di aceto fi faccia bollire
una libbra di pece dura; poi uifi mett ano quattro onde di profumo arn-r
moniaco diftefo prima alfuocoyòpeflo y e criaellato •, òpiu tofìo bollito in
acetoy& poiuoltato nella calura : indi ui s' aggiungano polue d'incenfo y
r galbanoye gomma afeiatta ana onciaunayedae di cera. Tiu facile dice
poterfene far' un'altro; facendo bollire infiemeyfìnche buttino fpumayquin
dici onde di olio uec ch'io con una libbra di litargirio y & un'altra d'af-
fungia-.e qualunque unguento s' adopri y egli vuole > che intorno a quello
non fi manchi difar'vntione con uinoy<& olio y facendo fiar l'animale fo-
fpefo in alto .Scrine egli ancora in vrì altro IhogOyche per curare gli flin- J>Tinc«''
chi rottiy fi facciano bollire in nino; adacquato femen^e di fiengreco y & me ^ cul
di linoy& farina d' orxoytanto che dinengano comecollaye queflo empia- rino .
firofi metta sul luogo off e fi ;l aitato prima con acqua calda y<& fi' l mal
non cedefie à i rimedi ;dìaui fi il fuoco in croceynonpaffatido la pelle yper
D efiere quelle parti ignude dì carney e piene di nerni. sJW. Luigi alle rot- Rotture
ture delle gambe vfaua difhrefumentagionì con herba divento y e polì? *e %im
cariaybranc'orfina > e maluauìfio bollite con vinoepofeia dri^ata la.f{ ^^0.
gambayvimettea l'empiaslro Hrettiuoy & infhfciata con vna len-^h vi
pone a le cannelle pwdoley & vna lungaychehaueffe toccato interrarne
per quindici dì vi toccaua ;mafi disfafciandola , egli trouaua l'empia-
firo afferrato conlagambayf^erauafalutey & fenTg \muouerloy tornane^
à metterui letamica.
Il FI^E DEI DECIMO ET FLTIMO LIBB&.
DEL CONOSCERE
LE INFERMITÀ»
CHE AVVENGONO AL CAVALLO,
ET AL B V E,
Co' rimedij à ciafchcduna di efle
DI GIO. ANTONIO CITO
NAPO LITANO
LIBRI TRE.
AGGIVNTI ALLA GLORIA DEL CAVALLO.
CON PRIVILEGI.
IN VENETI A,
Appretto Bernardo Giunti , Gio. Battifta Ciotti , de Compagni .
M D C Vili.
'
TAVOLA
DELLE PRINCIPALI MATERIE.
CHE SI TRATTANO NE' TRE LIBRI
AGGIVNTI ALLA GLORIA DEL CAVALLO.
B beve rare il Cauallo quando fi debba.
à carte 7 ed
Abbondanza di fangue,come fi conofea. 3 .a
Angonaglia, efuoi legni . 4-g
Animo grande d'vnCauallo, e fuoi fegni . 7-b
Auanticuore,infermitàdel Cauallo, come fi cu-
ri. 87. d
AuguitinoelIervnCauallo,checofafia. y.e
Bastonate date ad vn Bue su'lnafo, come fi curino. i$.d.i4.e
Batticuore, e fuoi fegnì. 1 .k
Beuanda data à vn Cauallo,che lo altera, come Ci curi . 1 5 . e"
Bolfo elfer vncauallo3come fi conofea . %$• a
e fuoi rimedi j. 76.11.77^.78.0
Budello quando fia pìccolo in vn Cauallo. 7. a
quando efce,come:ficuri . 9 A
Bue morendo quando fia tenuto il venditore . 16. f
perche habbia le corna. 3 5). e
che trema,&; ha- enfiati gl'occhi da che véga,e come fi curi. 5 5 e d
fue infermità, e rimedi;. • 34.e.j2.f.J3.d.54.f.5;.c./7.C.S$.cd
84.fgh.85.abcd. 87. d. ioS.h, ioj?.a
ha il fele,& il Cauallo nò .
Briglia tira la flegma dal ftomaco.
CApostoticOj e fuoi fegni .
come fi curi.
Capocerro, e perche fi cagioni.
y>4
*$9-&
2. e
30
.h.74
h.7 5.a.-i2 5?.d
113. d
*
2
Catarat-
t a v .o l a:
Cataratte di due forti, e fuoi fegni . 2 .e
Catena del collo del Cauallo quando , & à quai fegni fi conofce ef-
fer (lotta. . 2,h
Cauallo quando fia fano . 3 .e
quanto poflì viuere. p^.c
moi accidenti. ' ,«. p4.e
quando va siila fchiena. SH-g
quando fi debba condurà mano . 5>4-h
quando fia infermo. — $.c
quando padifee ben la biaua . 6.g
che habbia hauuto cornata da vn Bue come fi curi. 1 2 .h. 1 3 .a.b.c
perche muoiono in più numero le mule,giumenti,e Ciualli , che
li Buoi. 5? 5 ,t>
perche fi debba ferrar corto dinanzi, 2 4-b
perche caufafiru'grifca. 2j.d.7i.d 72.C
. perche iì tagli . 2 8.h.£S;h
che lì getta in terra,come fi curi. 3 3 .a
è riàk.bricodi corpo, cheilhue,eperche. ♦ 1^4. h. 135. a
polio all'herba quale fi debba fagnare il giouane, ò il vecchio .
à carte 3 S.g
quale più torto fi rifani. Iij.d.nó.e
che zoppica non fi dee sferrare il primo giorno. 3 5? à
quante vene habbia. 4o.f
perche fia caldo .' 4o.g
perche cofi fi chiami. 40. h-
Chiuuardi, e lor fegni . éy ; j.d
Ciamoiro, e fuoi fegni. I.a.2.c
Cicuta, e ina natura. 59.C
Circhio, e fuoi fegni. j.a.82.h
Colica,e fuoi rimedi j. v 86.h
Corna, e (uoi fegni. 4.h
Coltipato Cauallo,e fuoi fegni. 3 .C
Crepaccià' piedi del Cauallo, e lor fegni. 5A
Crepature dvn Cauallo,efuoirimedij . 67 .a
Debolezza direniinvnCauallojComcfiproui. S.h
Differenza fra la linofa, £c il rottorio . 2 o.h
Dolor lecco,e fuoi legni. 1 .a
affannofo, e tuoi fegni. i.a
Doloricene vengono al Catullo fono molti . 1 .a. 1 23 .d.i 28. h
di fpalla donde proceda. 5 2 g
&
-T A V O L A.
Se fuoi rimedi) . ji.h
alle fpaile, e Tuoi rimedi}. 5 5. e
Enfiagioni in vna gamba,come fi curino. 5 6.h
della lingua, e tefta d'vn cauallo,come li curino. 4 1 .b
FA v a in bocca al Cauallo, e Tuoi fegni . 2.g
Febre come freonofea nel cauallo. 4.e
e come iì curi. 7.d.8.h.5).a.b
ad vn cauallo fi conofee per feifegni,e come fi curi. 24^.25. a
a Carte io4.h
coaie (ì debba medicare. 3 8.F
alCauallo;comealBue. io5.b
Ferrar quando fi debba vn Cauallo per hauer J'vgna guaita.
à carte 3 3 ,b
Ferita, che sfondri dentro il corpo à quai fegni fi conofea . $ A
ad vn cauallo, come fìu curi. 22.h.io4.f.io5?.<J
in vna gamba d'vn cauallo, come fi curi. 32.»
Feruro male, e Tuoi fegni. J 6.f
FicoC-lla,e fuoi fegni. j.b
Foia , che viene ad vna giumenta, ò mula, 1 07. d
Formella, e fuoi fegni. ,\ $.a
Formicale,e fuoi fegni . 6.i
Fuoco dato al cauallo fé intertenga il fangue, 2 1 .a
. à quali infermità fi dia. - 45?. a
quando lìa meglio, che il taglio crudo. 71. a
■ comefivfi. 78.g.75?.a
GA l l e, elorfegni. j.d
Gambe ftorte d'vn canaIlo,che fegno fia. 26. b
e differenza daeife alle offa. 8.gf
Gamba grotte fuoi rimedij . SS.h.Sp.d
Gianco, e fuoi fegni. V 4.h
Guidone, e fuoi fegni . 5.b
Giumenta perche non habbia le purgationi . 1 4.h
perche porti dodici mefi. 1$. a
perche elfendo pregna fubito non fé le ingrofil il ventre. ' p^.e
che figlia d'inuerno,come fi debba gouernare. 19A
fé fi polli impregnar di vento. 26-g
Gotta differente dall'accidente nel cauallo. 1 03 Jb
HErba fi dee dare al cauallo quando ha la rolle. 26.f
fueoperationi mangiata dal Cauallo. 97 .d
Humor di fangue fé fi dee ftringere quando yiene alle gambe d'vn
CauaU
T A V O L a;
Cauallo. 34.U
allegiunture del Cauallo, cfuoifegni. 5. e
INcastellato quando fiail piede del Catullo, y.a.i^i.c
Incordatura^ fuoi rimedij. ioS.f.l 13. e
Incuruato quando fiail cauallo. j-: , 5,b*
Infermità del ceruello del Cauallo. 43.abcd.44.efgh
e fuoi rimedi j. . - 4f.abcd
e d'altre parti co' fuoi rimedij. s>4-$'6f .a. 1 1 7 .b
Influenza calda, come fi curi. 3 f.z
Inferratura d'vn Cauallo,e come fi curi . 4 1 ,d.42.c
Intrapierto,e fuoi fegni. - 6.h.66.c
LAci er TO,chemalfia. z.f
• Lunatico di due forti, e fuoi fegni. 3 .b
I e fuoi rimedij. )D . 88.g
Lupini perché tìon fi debbano dare alla mula. $o.f
MAgrezza d'vn Cauallo da che fi caufi. ix.h
Male ad vn piede, come fi curi . 5 7«d
Mangiare quando s'intorcia in bocca al Cauallo. a.h
Marefcalc o, che cofa debba fapere . I y.d. 1 8.b
Matrice della giumenta, come ftia. i4«£
Medicina data al Cauallo per leuar doglia,© ventofità , ie fa fubito.
- refFetto,e perche . 16. ef{£
per il Cauallo abbattuto,e che paté ventofità ■ J- a 2 .e
per quali caufe non fia eiiacuàta dalCJauallo. zp.d
perche non fi debba dar il giorno della fagnia. ■ 130.fi
per far figliare vna giumenta. " I2*fg
ali dolori del Cauallo. . - 2 3. e
Membri del Cauallo perche fiano fatti,loro officio, de rimedio alle
infermità di eiTì . po.h.pi.a.p2.c.jp8.e.5?5>*a.ioq.c.i3<5.e
Milza perche s'infracida più prefto,che il polmone. 9. bc
Montato,che fia vn Cauallo, che fegni faccia. 7>a
Morfea in faccia à' Caualli,é fuoi fegni. 7. a
NE r v 1 del Cauallo donde nafehino • 46 -g
loro infermità,& rimedij. 4.7. ab ed. S6.g
attinti del Cauallo, e fuoi fegni. ■ 6.c
OP 1 l a t 1 o n e à' Caualli, come fi curi . 3 5 .d
Olio quale più pretto fi Ieghi,& ingommi . 2 1 A
PAlatina e fuoi fegni. 2 .g
Pelo, e fuadiuerfità nel Cauallo. 6}.b.6S.c
come fi facci nafeere. 1 29^.13 2. e
Pielo
t n v o i a;
Pielo di due forti, e Tuoi fegni . $ .a,
Se Tuoi rimedi j. J3.d. jtf.h. J7.C
Poledro, come fi nutrichi in corpo della madre. 01 14. g.K
quando nafee perche non paté dolori . 3 j. a
Polmonara, male che viene al Bue, e fuoi rimedij . 73 . a
Polmone quando fìa fracido . 4. g. 6. g
e Tuo officio, nel Bue, e rimedij . 1 z8.g
Ponfonefe, male che viene al Bue, e Tuoi rimedi; ^ 8 . g
Prurito ad vn cauallo, come fi curi . 1 9. C
Quarto, e fuoi fegni . C. C
RAFFREDDAMENTO, e fuoi fegni . 2. g
Ramila, male che viene in bocca al cauallo . 2 . f
Renella,e fuoi fegni . 3 . d
Reità, e fuoi fegni . 5 . e
Riccioli, e fuoi fegni. 5. e
Riprenfione, e fuoi fegni . 3 . a
come fi curi. 27 . a b e d. 2 8 . e. 3 o. g. 3 1 . b. 68 .h. 6 <).a.70.e. 90. e
donde nafea. H4.h.l3 3.c
Rotorio,come fi componga. 3 7. e. & come fi vfi . 8o.e. 8 1. a
SAgnar non fi dee il cauallo verfo la fera p vna botta di calci. 1 5 .d
lì dee il cauallo dalla ftetfa gamba offefa,e perche. I<?.h. 17. a
perche fi debba il cauallo più de gl'altri animali . 3 6. g
e quando. <>2.h.p3.b
fagnia al collo del cauallo . 1 03. C
Sangue rrifto quando fìa nel cauallo . 3. a. 1*25). e
• quando efee del nafo al Bue, e fuoi rimedi) . 8. e
del cauallo perche non ftia fano molto tempo . 17 . b
come fi conducili da vn membro all'altro . 1 1 1 .b
perche fìa rollo . 20. g
lcorfo alle fpaìle d'vn cauallo perche fi curi con impiaftro . 20. e
corrotto come fi curi . 1 8 . g
che efee di bocca al cauallo di donde venga. 3 8 . h
e come fi ft agni . . jl.C
Sàguifuga,ch'entra nel corpo del cauallo fé lo polli far morir. 1 1 o.g
Sbattitura al cauallo, e fuoi fegni. 6. f
Scaldato quando fia il cauallo. 3. e
Scefa all'occhio del cauallo, e fuoi rimedij . i5.b
in altre parti, e fuoi rimedij. 128 f
Schiena alta ad vn cauallo da che venga'. 3 <>.b
Schilantia, e fuoi fegni. i.a.2.g. ni.g
Siane*
tavola:
• ■
Siatica di due forti, & fuoi fcgni . 6. h
e fuoi rimedij. lo.h. II. ad. Ii.e.l27.b
Serda<>e fuoi fegni . 4.h
Setola, e fuoi legni . 6.f
Slocatura dell'anca non fi può curare . 3 1 .e
Somerino male , e fuoi fegni . C, f
Songia, come s'vfi nelle infermità del cauallo. 75?.d. 80. e
Sopraoilb, e fuoi fegni . 4. h
Spallino, come fi curi. ,. 23. d
Spongia mangiata da vncauallo, fé gli noce. . .*. 2^. e
Sterco del cauallo perche puzzi. 16. h
Strangoglioni, e fuoi fegni. 2. e
Suogliato quando fia il cauallo. $.d
Testicoli quando s'enfiano ad vn cauallo , e come fi cu-
rino . io.efg. ioi.c. I02.g. I05>.c
che operino in vn cauallo. io. h
legati ad vncauallo, quando fi debbano feiogliere. 23. b
Timorofo quando fia vncauallo . 7.b
Tiro di due forti, e fuoi fegni. 3.b
quando migliori in vncauallo. . 3 8. f
. come fi curi col fuoco,. 48. f
Tofle, e fuoi fegni . 6.h. 107 . b
comeficonofea , . 2i,c. 24. g
Tremare il cauallo, che fegno fia . 6. g
Venditore d'vn cauallo à che fia tenuto . 1 1 . e d
Vene, e fua diuerfità nelfalatfarfi , óo.h.ói.a.. 62. e
rimedio quando non fi ftagnano. Sp.a
quando crepano . . .; ... I2j.C iz(J. e
comefialaccino. Z34«S
Veneno, e fuoi rimedij i .' ,\ 1 1 .b. 1 06. g
Vermi, come fi curino . i2--g* ^°- c
di più forti, e lor fegni . 4. fg.li(j.h
Viltà d'animo nel cauallo, come fi conofehi. 7«a
Vino,oua-, e patta quando fiano buone per il cauallo . 25). b
Viuoli, e fuoi fegni .' 2. r"
Vngia lecca, e iuoi rimedij. ioi.d
ipuntata, e fuoi rimedij . 124. h, I2j.a
Vlanzenel venderli i caualli in Napoli. 11^.120.121. 122. 12 3.
IL FINE DELLA TAVOLA.
DEL C ONOSCERE
LE INFERMITÀ,
CHE AVVENGONO AL CAVALLO, ET AL BVE,
Co'rimedij à ciafcheduna di elle ,
DI Gì O. ANTONIO CITO
NAPOLITANO.
LIBRO PRIMO.
E k fare intendere, e conofcere quante fia-
no le infermità, che auuenìr fogliono alii ca-
ndii, porrò qui primieramente alcuni ftgni
euidentidiejft ; acciò che da quelli più fa-
cilmente effe vengano à conofeerft 3 e poi
tratteremo d'ogn'una in particolare 3 con
applicarmi f mi rimedij 3 cofi del Cavallo,
come del Bue^j .
Prima diremo quando vntauallo ha do-
lore ; e peri he li dolori fono di due forti-, vi è vn dolore quale di-
ciamo noi dolor feccó ; quello fa quefio fegno : il cauallo fi ara vn'ho-
rabene3 & l'altra fa motiuo di colcarfi, & non mangia-* . Sarà vn' al-
tra forte di dolore 3 che darà molto affanno al cauallo 3 & lo abbatte-
rà, & lo fa fùdarè, & fi colcarà fpeffo con molto fìrepito : fa-
rà vn' altra infermità 3 11 cauallo nonmangiarà , & fé li intorci ara la
canna della gola 3 & terrà il capo baffo , alle volte quefio fi doman-
dar à fchilantia quando il detto cauallo fa quefio fegno : per conofce-
re il cauallo quando ha ciamoiro nota3 che non mangicrà 3 &. hauerà
A affanno
2 L T B R O
affanno di corpo , e butterà per lo nafo come marcia di due maniere £
gialla, & quando bianca .
Ter cono/cere il caco ftotico fa quello fegno non fìà con la tefla
ferma, & non mangia , & quando camma fempre paffainnan%i , &
poco vede de gli occhi .
Per conofcere 'le e attaratte , che fono di due foniche vengono alli
caualli fanno quejlo fegno quando fono chiari, e quando fono gli occhi
con le panne bianche, & non vedono .
Ver conofcere quando vn cauallo ha li ftrangoglioni , fa quefio fé-
gni, fé li intorcia come vn'ouo fono la canna della gola fra le due ma-
[celle, &non mangia . p
Per conofcere li viuoli ad vn cauallo, fa quefio fegno, Vintorciafra
il cannammo, & la orecchia, & non mangia .
Per far conofcere il cauallo quando baio lacierco fé intorcia doue
Hanno li crini dalle orecchie fino vicino lo garrefe, & il collo, fi Hor-
ce alle volte, cioè cade alla banda .
Per conofcere la ranula in bocca al cauallo, fa quell'i fegni , trouare-
te la lingua del cauallo tutta impiagata , e quando fono alla banda di
detta lingua.
Per conofcere vn cauallo quando baia fchilantia dentro la canna
della gola , fa quefto fegno non mangia , & tiene alle volte la lingua q
intorciata, & pungagli il fiato : quefio lo caufano le piaghe , che fono
nella gola di detto cauallo .
Per conofcere vn cauallo quando è raffreddato, e non mangiala qut
fio fegno, ha il nafo freddo , e gli f corre acqua dalla tefla per le narici
a baffo del nafo.
Per conofeer quando il cauallo ha la faua in bocca, fa quefio fegno,
terrà al palato vicino ali: denti vnacallofitàdi carne groffa quanto
vna faua propria .
Per conofcere la palatina***/ vn cauallo , fa quetto fegno , barra lo
palato pieno. fj
Per conofcere vn cauallo mangiandole intorcia in gola detto man-
giare\fara quefli fegni y non mangieràpiù,e butterà fiegma per le nari,
&fì torcerà tutto il collo, & aprirà la bocca .
Per conofeer quando vn cauallo ha (ìorta la catena del collo, farà
fuetti fegni, gira con il collo ftorto}& la tefla haffa, &poco mangierà.
Per conofcere quando vn cauallo ha il bameorc ,fà quefio fegno,
h'ntorciarà innanzi il petto quanto vn me%o melone ,. & alle vol-
te più .
Per
P R 1 M O. 3
A Ter conofcer quando vn cauallo è riprefo fa quefii fegni cambia à
mala pena, <gr bàtterà affanno di corpo, &fi colcheràffeffo.
Ver conqfcer quando vn cauatto ha, abbondane di {angue fa quello
fegno creparàin più luoghi della per fornii ,
Perconofcer quando viene d pelo ad vn cauallo , & perche il pelo è
di due forti farà quefii fegni s'empiràtuttalaperfona come f uff ero ve-
fìcbette3& quando più greffe ima far anno-come piene di vento .
Perconofcer quando il corpo e infettato di (angue trijìo farà queJH
fegni: farà ile auallo pieno tutto di rogna,ò veramente dipidocchi .
per conofcere vn cauallo quando ha il zho,& perche lo tiro è di due
E forti farà quefii fegni jchetirarà tutta laperfona al detto cauallo,& an-
darà tifico-, portarà le gambe di dietro più larghe che quelle dinanzi
con molto affanno di corpo , & ntm mangìerà quafi niente, e V altra
forte di tiro morficheràla mangiatoia, e farà motiuo di tirar fi indietro*
egridarà.
Per conofcere quando vn cauallo è lunatico,^ perche è di due forti
detto lunatico farà quefii fegni. Prima al mancare, e crefcere della Lu-
na verrannopanne àgli occhi deili caualli,& li faranno lagrimare,&
ìileuaranno il vedere per alcuni dì , l'altra forte di lunatico al volta-
re, che farà la Luna gettar à in terra il cauallo per vn momento, facen-
€ 4olosbattereinterra,&faràfchiuma in bocciti. .
Per conofcere quando vn cauallo fià bene dentro il corpo, &fa buo-
na di gè fi ione, & che rimangiare li gioua, farà quefii fegni, fempre mai
s 'ingrafia, & aumentavamo .
Per conofcere vn cauallo-quado il mangiare non li gioua, &è amma-
lato nei corpo farà que [io fegno, che di continuo farà magro,esfiachito.
Per conofcere un cauallo quando e 'fcarfato in corpo farà queflo fe-
gno,beuerà più che non magiaràiquejìo è fegno, che il cauallo è fcarfato.
Per conofcere quando vn cauallo è condito farà queflo fegno, non
potrà evacuare il corpo fen%a forza .
X) Per conofcere quando vn cauallo ha la renella, ouero la pietra den-
tro la veffica farà queflo fegno,non potrà orinare fewza gran forza .
Per conofcere quando vn cauallo è diilìuaro farà quefu fegni, fiora
con la tefia baffa,non mangiarà3harà affanno di corpo, & vacuar à fino
dal fondamento ,
Per conofcere un cauaHo,che ha vnaferita,che sfonda dentro il cor-
po farà quefii fegni, non mangi erà,hauerà affanno di corpo,e fi colcherà
Mo-
ver conofcere quando vn cauallo ha febre mortale , ò nò ; farà que-
A 2 fii
4r lì B R- 0'
fti fegniftaràfaldo alle mofcbefe lo mangieranno , & mnfi moue , he E.
muoue la coda à cacciar fiele ,enon mangi era , & terrà la lingua fuor a
della bocca3&farà nera3& non fé la potrà ridur dentro 3& li crini del-
la coda3e del collo quando li tirerai ne verranno fen%af or %a3& Hp^Zr
%arà il fiato :quefio èfegno di morte-.ancora mangiar àpochijfimo:quan
do camma va debile 3cbe à malapena può aliare legambe^j .
Ver conofeere quando il cauallo hàfebre nonfolo dentro il corpo; ma
etiaminteftafara quefìo fegno terrà la pan%a tonda con molto fhWidio
difiancbiybattedojpejfojyà la bocca fecca3hà gli occhi rofìi3cioè il bian-
co degli occhi ,ncn mangia3ebeue volentieri quello èfegno difebrepe-
ftifera3e quando lofttreo è [ecco . f
Per conofeere le forti deglivermi3maffimeil verme ab olatiuo: farà
quefto fegno fi fmagrifee il cauallo , mangierà poco , hauerà fhflidio
quando camìna di fianchi Jbuttarà marcia per lo nafo}hauerà doglie per
le gambe, & per le fyallejnora in vnajpalla3 e bora in vn 'altra perderà
laforya: gli vfeirà di certe veficheper Uperfoua3& maff.meperla ff-
fiapiccioline3e tyeffo li putirà il fiato.
Per conofeere quando il polmone del detto cauallo , che ha lafopra-
àetta infermità èguafto, esercitatelo à caminare . Se'l cauallo fa que-
fto fegno, chenonpotrà caminare, e farà affai moto con li fianchi ,allor a
il polmone è fracido. G
-Ter conofeere il verme cicirino farà quefìo fegno buttarà per la
perfona, & per le gambe certi cordoni con certe ve fiche piccioline, che
non faranno troppo marcia.
Ter conofeere il verme cocozaro farà quefto fegno buttarà certi
cordoni per la perfona del cauallo greffi , & certe bo^egroffe , &farà
piaghegrandi i'vna con l'altra accoppiate, & vmte .
Ter conofeere vn'angonaglia farà quefto fegno le intorciarà U co~
foia della banda di dentro à dritto deltefticolo .
Ter conofeere vna ferda/àrà quefìo fegno le intorciarà alla ligatura
della prima giuntura donde fi dice ilgarronedel cauallo quanto vnouo H
tanto dentro come fuor a, & alle volte folofuora dellagamba.
Ter conofeere vna conia, farà quefto fegno l 'intorciarà fiotto lofehin
co dalla banda di fuor a dellagamba .
Ter conofeere vn fopraoiìb farà quefto fegno darà dolori al cauallo ,
che non potrà piegare la gamba , e poi vfeirà in breue tempo al can-
nello dell' offo come me^ouo,
Ter conofeere vn gianco farà queftofegnOtaltarà lagambapiàpre-
fto dell'altra--.
Ter
r è r m #: r
51 ?«■ conofcere vna formella farà quetto fegno fé li ìntorcìaràfopr*
dlla corona del piede del cauoìlo, & s'ingrojfaràcomevn mero pane,
& fera pretto alle volte.
Ver conof cere vn circhio quando fcende al piede del cauallo fari
quello fegno intor darà fono à gli peli della corona del piede intorno
intorno quanto foffe me%o dito.
Per conofcere quando vn piede di vn cauallo è incaftellato , farà
queHo fegno, far àfiretta in calcagno l'vgnia, che quaft affrontar à l'v-
na banda dell' vgnia con l'altra, eftarà il piede alto in calcagno, efecca
la fcor%a del piede.
g Per conofcere quando vn cauallo ha hauuto riprensione vecchia,
farà quefto fegno barra l'vgnia piena, e circhiofa .
Per conofcere vna Scocella, farà queflo fegno, nafcerà in tne%p del
piede del cauallo vnpexp di carne, come vna noce,e qttado più piccola.
Per conofcere vn cauallo quando è inc\mi&xo,fard quefìo fegno Jet
rà la gamba incrociata, &ferà il neruo groffetto .
Per conofcere va gerdone quando viene ad vn ginocchio di vn ca-
uallo , farà quefìo fegno , intorciarà il ginocchio dinanzi, e farà molle
quando lo maneggiar ai.
Per conofcere vna refta,cfo viene atti piedi di dietro, cioè alle gam-
C he fopra al ciofetto delta punta, farà quello fegnale,vna enfiatura Im-
gaquanto vn dito, & prefla-> .
Per conofcere quando vengono li nccixAiatte giunture del cauallo,
& alle volte farà quefìo fegno, tengono li peli fuor a del deuere fuo
dritti {partati l'vno dall'altro tanto che pare lapeiefioperta tra l'vnot
& l'altro pelo, e butta marcia affai .
Per conofcere li humorì, che vengono attegiunture del cauallo fan-
ne quefìi fegni, hanno marciale dette giunture del cauallo ; ma hanno i
peli naturali , fé non che fanno marcia à tutte l'hore .
Per conofcere crepazzi , che vengono alli piedi del cauallo , onero
jr> alle calcagna, e dentro li paftuni del cauallo, fanno quelli fegni , crep-
pano, quando caminano per la neue, bper la creta, e per luoghi freddi^
& fono dette creppature fecche con poca marcia .
Per conofcere li chiuuardi, che vengono dentro le giunture del ca-
uallo, fanno questi fegni , danno gran dolere alle volte, e fanno certe
bocche di piaghe con le radici dentro .
Per conofcere le galle, che vengono alle giunture del cauallo , fan-
no quefìifegni, s'intorcia di dentro,* difuora allagiuntura del cauallo
come vn'ouo, e quando la maneggi è molici ,
A 3 Per
6 L 1 B R CT
Per conofcere quando il cauallo fi dà con il piede dietro al neruodi- g
nan7i, che fi dice attinto , fa queflo fegno quando maneggi quefto ner-
no, è alle volte groffo, & ha vna gran dogli a^j .
Ver conofcere vn quarto d' va cauallo fa quejìo fegno fi rompe l'v-
gnia dalla banda di dentro delpiede,e quando di fuoreurt
Per conofceril formicale , che viene al piede del cauallo fa quetti
fegni , che fi trouarà alla punta del piede vn'rgnia frauda sfkrmata,&
cometa tocchi con lar inetta fi taglia come farina .
Per cono/cere il mAiamenno, che viene in fronte al piede del ca-
nali* farà queftifegni,fifpaccal'vgnadafe, punta ai piede,& butte-
ter a mari iax& è male incurabile » -.
Per conofcere vna fetola, che viene all'i piedi del cauallo fura que-
llo fegno, par era i vgnìa del cauallo come f uff e vn taglio di conelio ;ma
non a^.dtra pr fonda .
Ver conofcere vn cauallo quando per fatica pigliata , ouero per vn
ferro jlretto hauejfc la sbattitura al piede, farà queflo fegno, che 7op-
picarà}e non apparendo l'infermità, bifognarà cercar molto bene il
pie e p:r tronare detta infermità .
Ferconofure vn mal feruto quando viene ad vn cauallo farà quefto
fegno Hrafctnarà le punte detti piedi, & onderà debole di dietro , &
quando fi coli a non fi può aliare. q
Per conofcere quando vn canotto trema,quetto è fegno, che ha trop-
po aumentatane di flemma in corpo •
Per conofere quando vn cauallo padifee bene la biauachemangia,
faraquttto fegno, che vacuar àio fieno fen^a biauafana.
Per conofcere quando vn cauallo ha li polmoni frefehi, & liberi farà
queftofignOyche al correre, & al caminare noanferà co lifiàchi troppo.
Per conofcere vn cauallo quando ha li polmoni guattì fa quefli fe-
gni, che quando è fatollo, e lo faticate ha anfo .
P r cono f tre vn cauallo, che ha la torte fa quetto fegno , e come è
fatollo, & lo faticate, tojfe,& ancora la notte per la humidità, che fuc- r*
ce«e detta notte, e quando be "et offe .
Per conofcere quando rn cauallo è intrapierto farà quefli fegni, gi-
ra con le tyattedinan^ larghe, e dogUofe.
Per conofcere quando vn cauallo ha la fianca , & perche le fiati-
che fono di due forti calde, e fredde faranno quefli fegni quella , eh' è
calda per influenza di [angue, ouero aumentatitene di j angue dà doglia;
ma non ha mofla l'ancha : quettache viene per humori humidi dà dO'
glia, & fecca l'ancha-/ •
Per
T R 1 M O. f
rjl Ter conofctre la murfea , e he viene in faccia alti cauallifarà quejlo
{egno fi Ietterà il pélo in parte dalla face ta^et diueterà biaco quel luogo.
Per conofeere quando vn cauallo è vile d'animo farà queslo fegnò
qnandofeiiftringe il ventre con la cingiafi laffarà andare in terra-*.
Ver conofeere quando -vn cauallo è auguftino farà quejlo fegno fi
butterà dentro l'acqua quando pajfarà per ejpu> .
Per tonofeere quando vn cauallo bapocobudello farà quefio fegno,
chefemprefiarà con il fianco aflretto .
Per conofeere vn cauallo quando bàmontato farà quefto fegno ftard
con la verga metta }<& farà allegro anitrendo quando vede le giumente,
£ ■ Per conofeere quando vn cauallo è di grand' animo fa quefto fegno
quando fi abbeuer amette la. teSlaperfìno àgli occhi dentro l'acqua .
I • Per conofeere vn cauallo quando va timor ofo fa quefto fegno , che
quando andate à cauallo vàfoTpetto , e-moue-le orecchie fyeffo , & im-
port a (beffe volte alcaminarcs .
Dicono li Aiafìri, che ad vn cauallo , chefhtica alla carretta, ouero
alla [orna , & ciré la fera fé li dà l'ordinario del bere, & della biaua,&
della paglia , & con quefto jìà tutta la notte : come il patrone lo caccia
i faticare del modo fopr adetto è ben dato, che li fi dia à bere fen\a
mangiare i Et io di e odi nò : perche potria effere, che il cauaUobaueffe
~ fata digeHione del cibo della fera ., &che l'acqua , chebeueffe trouaffe
parte della flegma dentro lo ftomaco del cauallo : perche detta flegma
some trotterete ne' Capitoli feguenti naturalmente reftafola perfofte-
gno de' pohnoni , tf>eciaimente lafctando àgli altri membriyà cuigioua
detta flegma fi che fé detta acqua ritroua detta flegma quale è burni-
ta s& detta acqua humida farla caufa di accrescere vna grande bu-
midità dentro il corpo del cauallo, onero vna grande debilità,& corrut-
tione di corpo-. Si che io non laudo,chefi debbia abbeuer or e detto caual
lo; ma quando fi metterà in alcun viaggio, & che il cauallo mangia
alcun cibo , che l'acqua fé lipóffa infieme vnire, mi contento , che fé li
j. dia à bere, & quefto è il parer mio .
Quando vn Cauallo haue iTe febre.
Die on o //' Maftri è benefàr il criftiero d'acqua d'orbo , ebo-
lo arminopeftato bene : perche la febre fi caufa dal calore delfan-
gue , & d'altri humori corrotti ; fi che per leuare detto calore dal corpo
fia bene fare detto criftiero , perche fono tutte cofefrefcbe)& li rif-efea
il corpo .
A 4 Quando
f Z 1 È R O
Quando ad vn Bue efce fangue del na(b. E
Die o n o li Afaftri è bene gettarli per li fori del nafo fuco de or-
tichejuco difambucojuco difolatro mifebiato con poluere di fu-
ue: dico di sì ; perche il fangue, che viene dalle nari di detto Bue è quaU
the capittiale di uena,cb'è crepato per qualche accidènte, ouero per quaU
chebotta ; sì che buttandoui li fopradetti fucchi , che fono freddi t&
con la poluere delle faue , ch'èfiringitiuafono atte àjìringere dette ve-
ne: e nota, che il Bue dee mangiare con il capo alto quando ha detta
infermità àtalcbe non dia materia, né pendentia à detto fangue , ch&~
habbia dafeorrere : e quefia decottione fi dee gettare tre volte il dì di-
ligentemente infra di due catini d'acqua in fronte à talché detta acqua F
rinfi efebi la parte del cerebro di qualche calore , che veniffe dal corpo ,
che deffe caufaà detta vena rotta di far feorrere più in abbondanti a il
fangue , & quefto è il parer mio .
Quado vn Bue ha il maleponfonefe,& ha piaghe detro la bocca,
DI e o n o //' Afafiri è bene medicarlo con mele rofato , efeiroppo
de cicuta , è farle lauade d'acqua di cinque nerui incorporata con
lume di rocca : perche il mele rofato, & ilfiruppo di celfafono incarna-
timi tanto più incarnano, e leuano il dolore facendoui detta lauanda . Q
Nota che il Bue mentre che ha detta infermità bi fogna , che mangi le
fr ondi tenere dell' arboro , ò herbe tenere, à talché non gì' offendano le
piaghe della bocca fopradetta , e quefto male bifogna medicare quattro
yolte il dì , che tanto piùprefio incarnai .
Quando vn cannilo fi compra, e quello che lo compra fi teneffe aggra
nato, ebefta debile di reni : dico che fé ne deuefare laproua con vn ca-
rico giuilo ,& honefto ,& ancora portarlo per quelli camini , che fono
mediocri'idico che non fi ano troppo pende ti eftremi,&fe il cauallo por-
ta la fama patiente per vn paro di miglia , che non faccia atto di incu-
lar fé , ò di cafeare per difetto della debilità delle reni , dico che il detto R
compratore non ha ragione contra il venditore : perche s'il cauallo ha-
tteffe debilità lo moflrarebbe fubito ; maffime quando fé li mette il cari-
co fopr a , e quejl'è il parer mio .
Quando vn cauallo bàfebre deueffeli dare la medicina nel principio
della infermità , ouero laffar chepafii alcun giorno detto cauallo codet-
ta febre ? ma meglio fia curarlo dal principio , & non appettare che
detta febre habbia da maculare li membri perche fi guaflaranno lifan-
gui/fi defecar anno li polmoni, per lo calore fi farà trijla digefiione
del
PRIMO. 9
rJÌ del mangiare ,ft dìfficarà lo flereo per lo calore del [angue , fi contur-
barà il celebro per le fumofità,che vfciffero dal corpo, & andaffero ver
fo il celebroifi cheilparer mio è, che fi debbia fubito infagnare dalla ve"
na de'fianchi,& che fé li facciano crislieri, & che fé li dia due onde di -
conferua rofata con tre onde di %uccaro, con vna carafk , e mexa a" ac-
qua d'orbo : & quefto fi continuarà per quattro mattine alla digiuna ,
&fe il cauallo dalla febre non allegerìfce , // darete quesla medicina-* •
Pigliar ete quanto f uff e due carafe di brodo di pollo con vna libra di e af-
fla tratta mefehiata con detto brodo , & che fé li dia à digiuno , & che
dopo data fi facci a digiunare detto cauallo quattro bore : &fe il caual-
B lo è graffo li farete difenfiui alle reni,& à diritto del cuore , quali detti
difenftui li trouarete fcritti nello ftelfo libro , & Ria all'aria/ muffirne
fé è di tipo caldo j& fé non mangiapaftifecebife li dia dell'herba, vfa-
te li fomentile vntioni alla gola, li mafiicatorij deprofico, et infufo con
l'aceto forte^s .
Si chiede perche infracida più prefto lamica in corpo aW animale
pia tofto,che li polmoni: fi risponde, che la mil%aftabbeuera de gli più
f angui groffi , che fono ,& che fi congregano dentro della parte della
digeflione:onde quella parte t eh e vàinfangue iperche fattach'è ladi»
geftione del mangiare quella parte, che va infanguefe ne fa tre parti,
C vna più fattile fé ne va nel cuore 3la feconda è la parte ,che ha da nutri-
re tutto il corpo refla al fegatosa tcf%a,che è la più parte gr offa del f an-
gue fé ne va alla mil%a;que$o è fatto naturale:&per quefto dico che la
mil^a effendo alle volte abbondante di detto f angue materiale fi con-
tamina più prefto effa, che li polmoni , emaffime in tempo caldo, &
ancora quando il Bue, ò il Cauallo paté fete , &fktica,li polmoni,ben-
che habbiano l'effercitìo più di detta mil%a , fonoprouifli naturalmen-
te della flegma , ch'è burnì da , & fredda ;fi che benché li polmoni hab-
biano da fare ejfercitiopiù di detta mil%a, s'incorpora naturalmente di
cofefrefche,& per quefto refislepiù di detto polmone in corpo del Bue,
D onero Cauallo.
Quando ad vn cauallo efee il budello fuor a per vno criilìero , che fé
li fa caldo, ouero per vna debilità direni, & che fé li intorcia come
è fuor a il fondamento : dicoche fi deue pigliare vn rafoio , & che fi
deue tagliare il detto budello da quella parte , che è co fi mor%ata , cioè
quello che trouarete tocco leggermente dalla parte di f otto del budel-
lo , &poi che pare à voi hauerlo alleggerito con hauer tagliata alcuna
parte, lo metterete dentro del corpo, e terrete vnpitìma%zo bene tiret-
to con la codaben legata per due finalmente , che detto budello habbia
fermerà
io Jb V B\ R . 4À
ferme^adentro il corpo ,& il mangiar del cavallo fianoberbtfecorr £
do le potrete trottare à talché fiìalubrìco il corpo, & li farete vnimpì*
Siro di pece greco/opra lerenì con bitumi borra roffa àtalclvftiano cal-
de,®* forre le.remjùr allsggerifcafi difangnédd collo, àtateberesìi &
corpo piìUcggiero^efhefco^ >;
, .Quando {tende vnainftuerttia a tefiicoli di vn e au allo- a dico cheli
fc e ade di pia forti . Prima quando ai vn cauaìtoft l'ififianoper abbon-
dantia di fangue :à quefio fi puòrimediarc commpiaUri attenni per for
ùfcjxrle perifiringere li f angui con mandarlo all'acqua per-diffeccare .
quelli [angui; parche fempre> cbeUcauaìh gif/e all'acqua , l 'acqua, eh 'è
humida,dijfecca il f angue cwcorfò- all' tefiicoli del cauailo :fe lì ponno F
Aarì punti per alleggerir il /angue :fc li pon>w fate alcune fatiate per
dìfiuare, e mellificare dett ite/ti e oli;- ma- quando fé li intoppano, che fta.
rótto il pellhranfo ,&khe le-budeUaptffono feenderc dentro alla borfa
degli tefiicoli del cauailo , lui non vi è r medio alcuno : perche e/fenda
rotto dettopellicY ~anio,e le budella hauen do etimmeda lafcefa dentro à
detta bor[a;queSla ècofa incurabile^ non vi è rimedio alcunoiefe beni
H cai: allo yeniffe ventofità di corpo non fi può curare : perche, non fi
fonnoiegare detti teflìcoiiper lebuddla , che /orto di/cefi in dettaborfa
degli testicoli j fi che per quefi'altro'capo ìntGfda li tefiicoli ad vn ca-
uailo : e quefia è co/a incnr abile 3 & alle volte quando il detto cauailo è Q
crepato in quefia mani era /e fi troua acqua in detti tefiicoli quando feti
dàfelcuna punta.Nota , che quefìa è la Immidita, che fi deSìilla intutto
il corpo ; // che per lo cadere di dette budella quella humidità di quel-
l'acqua vi conduce là detto capo di budello , fi che quando auuengono
•qitefie infermitàà glicauaUi, è fé non bene alleggerirli di quella bumi-
dità di queir acqua, perche tanto più leggieri fianno*
Chiedono alcuni perche* auf a vn cauailo quando è e a/Irato non cac-
cia fuori cofiii membro come quando è con li tefiicoli . Quando vn co-
Mallo ha U tefiicoli J dato. dalla natura, che cacci il membro tanto'quan
to nebà , & non ha contrarietà neffuna in ciò : ma quando ilcauailo è H
ca/trato fé li taglia , & 'fé ne vengono à tagliare lì nerui, che tengono ,
attaccati ti detti tefiicoli fi chefono i detti nerui quelli, che vengono à
guatfare il naturale , efiringono quelle parti douefià il membro del ca-
uailo :fi,chepcr quefiacaufa fono caualli, che alle volte cacciano fuon
mrzp il menerò, & altfj, ebenon ce ne cacciano mai niente per la xan-
fafopr adotta^ .
■Dimandano alcuni quando vn cauailo fi g&uerna di vna fiatica , ò
veramente qualche altra infermità alla parte difopra del cauailo, &
che
? R 1 M O. n
jt che fi vnta dì vntioni calde detta ancha per confort aria ,& fdogli arlaj
& che dettesvntioni calano alle volte per la gamba à baffo, & /caldano
ilpelo,& danno dolore à detta gamba, fé fia .berte mandarlo ali 'acqua.
Io dicOyChe non è bene; ma che fi dee bene mollificarlo con malnate
ben carichedi fognia Con bottiro, & vntarel' vno, & quando l' altro, à
talché mollifichi benedettocelo concotto dell' vniìom predette, &an-
eoraiigarui qualche volta detti malnati a detta gamba; à talché molli-
ficano bene^é" cofimoUificatOyche farà,perderdiLdi0lorc-j .
Contra il veneno .
g 1)7 gli a slerlogìarottonda y dittamo bianco , & trementina bu
JL fiotta oncia vna,& peftate tutte quefie cofe ,& con vino-, onero
con fncco di verbena li darete: & quefiacofa épervn cavallo : & per „
l'buomo vuole ejfere vn quarto dioncia,edittamo\ e piglia cardo fan- \
to,& gentiana,& dittamo di€andia,& bolo armeno orientale ana
oncia vna, & con vino lo darete fé è cauallo : fé èhuoma vn. quarto
di oncia .
Si dimanda quando vn cauallo fi vende ad amico , di che è tenuto il
venditore . Ridondo, che è tenuto di tutti i vitijye difetti, cioè infermi"
tàocculta,chehaueffeil cauallo ima fé il cauallo in questo mc%o , che
q il compratore lo teneffe, il cauallo per debilità dicerebro per debilità di
fangue , per venire il cauallo à patir fatica in potere dei compratore r
òche il canali > fxceff e motiuo olii pafìi , che mangia di dolori , enero
veniffe apatite citili vis~ìa,cbe alla volta della.Lnnal'ojfi:ndeffe,& che
quefie infermità f 'fiero da là à fei me fi venduto, dico3 che non li è te-
nuto detto ven iitore , e/fendo fiato fei me fi fen^a alcun difetto in pò-
ter e del compratore ; perche fi può dire che fono infermità none', che
per benché il venditore fia tenuto vn'anno à quefia vfan^a da gentil-
huomo : Si ha da intendere di tutti i mali, & difetti vecchi yche bauef-
feil cauallo : mafie il cauallo (ìà feipnefi in potere del compratore fona,
D & poifuccedono quelle infermità fipr adette, none tenuto detto ven-
ditore -.perche fono infamità none ;perche co fi come il cauallo corre al
tempo & ha moleH.a di fatica \ cofi ani ora fnc cedono T infermità 3ho-
ta di humidità , che pigliano li caualli, bordi venti fità , bora di com-
motione di f angue , sì che il nenditore non è tenuto a quefie influente y
& queHidifienfinoui.
Quando il cauallo haueffe una fianca ,& che fuffe uenuta per hu-
midità: Oltra cheli farete leuntioni a qudla parte del fianco , ebd
fieli fanno impiafiri fopr ala fihena fecondo trouame pitia baffo, gli
farete
t2 LIBRO
farete queflo crifìiero : Pigliente vnabranca difetti Greci pedate *»n& E
branca di camomilla, vna branca di bianca or fina, vna branca di pole-
yo, & la farete bollir bene , & dipoi pigliar et e di detta decottione due
caraffe , & ne metterete vna oncia di olio di camomilla,& quanto fuf-
fé duefoldi di olio commune , & vna branca di fole . Nota, che queflo
crittiero fi fa,perche fono cofe calide , & cacciano , & vacuano Inu-
midita, che offendano ilfopradetto luogo ,&h farete per dieci volte
vndìsì,&vn nò.
Dicono alcuni, che fi danno medicine per fare andare il poledro ai
vna giumenta , benché non fia il tempo di figliare ; & io dico di nò,
che ciò non bafta: perche fé ben'e li danno medicine per far vacuare p
detta poledrahauete da fapere, che tutte le medicine, che fi datino per
bocca à gli cauaìli fi hanno da digerire : & quetto dico ; che per far
la digefiione perde la virtù, la detta medicinafacendofi detta digeftio-
ne, & cofi dico, che non fa effetto fu'l fangue , che ha da nutrire det-
ta, poledra , ò poledro ,efe pigliaffe del detto fapore di detta medicina
fi potria ammalare detto poledro; che cofi come naturalmente , il
detto fangue gouerna il poledro, ancora effendo contaminata dalla me-
dicina è atto detto fangue ad ammazzare il poledro ; ma non farlo
npfeir dal corpo : ma è di bi fogno per liberare la madre, che non morif-
fe appreffo al poledro metter mano dentro la natura della giumenta, & 0
leuarnelo ; perche non haueria foflan%a la giumenta di euacuar lo, per-
che morto eh' è il poledro efee dall'ordine naturale , & per queflo dico,
ch'è neceffario di metter mano, e cacciamelo .
Si chiede quando vn cauallo è magro : perche fìà lungo tempo à ri-
cuperare le carni , vi ridondo , che vn cauallo quando è fmagrito per
fatica, òper mal gouerno , che haueffe hauuto nel mangiare ,& è nel
tempo, che mangia cofe fecebe, come è or%p, e paglia, & fieno, & per
queflo flenta à pigliar carne : onde effendo folo il fangue quello, che ge-
nera la carne , & che ingraffa il cauallo ; perche quando vn cauallo
mangia li fopr adetti pafli, non può digerir cofi pretto li detti cibi , & fi
non dì gerendo non può far tanto fangue, né tanto pretto, che il fangue
generila carne per ingraffare detto cauallo : poi vie vrì altra ragione,
che non tutte volte, che quefta dett aparte, che va in fangue viene legit-
tima facendo la digefiione ; sì che non venendo legittima, dico,che non
può pigliar carne il cauallo .
Quando vn cauallo ha vna cornata da vn bue allì fianchi, & cheli
crepagl'intettini,e che lo tterco efee delle budella fuor a : dico in quelle
parti, che fi ripofanole budelle di detto cauallo non è bene à far fer-
rare
TRI M 0. 15
[Arare detto pertugio,' che ha fatto le corna al ventre delcauallo del modo
fopradetto-.perche effendo lo fterco dì dette budella crepate è meglio po-
ternelo tirare col dito 3 ò con qualche altra tasla 3 che in parte verrà ad
allegerirfi il corpo ,e [e potria appettare alcun tempo fon fi il naturale 3&
la complcffione verrebbe à confolaredettarottura3 che ha fatto il corno
à dette budella 3 e cofi allora 3 che dette budella nongettaffero fi potria
dar fuoco intorn 0 à detto pertugio vfando la poluere di aloe , mirra , e
majlici & boloarminio,e ìloppino à detta pele rotta buttandouela due,
otre volte il giorno 3à talché incarna/fé detta pelle: mafe lebudelle non
incarnano laffate lo pertugio aperto ; a talché poff a allegerire in parte
B -.quel fterco 3 che gettano dettebudella, aiutandolo ancora col dito3ò con
qualche tafta3& quefto fi potria fare ogni due dì,ouero tre:perche que-
fio è vn cafoincurabile3e non fi può altro far fé non affrettare 3chela com
pleffionefi aiuti dafe3 e mafjìme della ferita3che hanno le budella: onde
fi chiede perche caufa il cauallo hauendo quefta ferita del modo f opra-
detto 3non muore: rijpondo3cb'èfegno3che le budella ftano crepate poco,
& per quefto la euacuatione del fterco è poco 3 che n'fce 3 & non lena il
corfo naturale deWeuacuare del corpo: non ci è altro dubbio fé non quel
poco di euacuatione, che efce dalla ferita nonfhcciaposìematìone : ma
quelle fono 3 come ho detto di /opra cafi mortali , e di poca ft>eran%a di
C fanità ; ma quando le budella ojfefe efcono fuor a fi potria appontarle
con vn'agofottilmente3e pur Scafo mortale di poca fiducia ,& di poca,
tyeran%a di guarirei .
Dimandano alcuni quado vn Bueha delle baronate [opra il moftac
cio3cioè alle tenere del nafo 3 & che intorcia detto luogo , & s'impedì-
fce il fiatare à detto animale fé vie pericolo di morte 3 dico di sì -.per-
che nel tempo 3 che leua la botta della baslonata in detto luogo è luogo
di tenerezza 3 & con detta baftonata crepa quella tenerezza del nafo ,
& abbaffandofi viene a foffocare, & siri nger il foro del nafo , & cofi il
detto Bue non può fiatare, eperqueslo hafaftidio , & affanno : &
D alle volte ne perde il mangiare , & è di bifogno, che per fiatare apra
la bocca , & gridi fi che è di gran pericolo : Il rimedio è quefto : Ra-
derete [opra , doueha hauuto le botte con lo rafoio ,& lo tagliarete d
far che detto f angue s'allegerifca , & darete vn rottorio di eufobrio, &
cautarella 3 & olio di lauro 3 quefto mollificar à , & tirerà il f angue pe-
fiato : dapoi pigliar ete vna tafta quanto vn dito piccola , bene monda-
ta à tale non fìa impedimento de nodi , & dapoi fia inuoglìata con
vna pe%^a fonile inpunta ,e bene ligata, & l'infonderete il mele rofa-
to 3 & aceto rofato mettendola per lo nafo a detto Bue , ad effetto 3 che
fé
14 LIBRO
fé vi è alcuna tenerezza calata , detta tafta l'accomoda , & cofi detto E
mele rofato,& aceto rofato la incarna: & queUofi fàccia per due vol-
te il dì : perche ogni volta , che mettete la detta decotione con la detti
tafia allargar à il nafo di detto Bue -.perche darete pia ffatio à detto Bue,
che fiati,
E cofa degna dafaperfì come Uà la matrice dì Pn a giumenta y& co- ,
me fé ingenera il poliedro in corpo à detta giumenta , & che via tie-
ne detta matrice per vfeire quando volle figliare : La matrice è fiuta
con ma certa commodità di carne , & chinfa à modo di vn fiacco t
& detta commodità di carne fià appiccata con le reni di dettagiumen-
ta : ondefe bene detta giumenta corre , efaltanon motte dalle reni det- JF
ta matrice , & ha la via , &foro dritto tutto iti vno con la natura della
giumenta , &fiàfopra la vefica detta matrice , & quando ejfa riceue
dallo fialloneé di bifogno , che lo riceua quando tre , & quando quat-
tro volte; alle volte farà di bifogno che riceua fei volte detto Uall9-
ne y & quefioè per caufay che è tanto calda detta matrice, che fé lo rice-
ueffe vna "volta , ouero due f aria caufa di non impregnare ; perche det-
to coito fi rifolueria per caufa della detta caldeiga^che regge detta ma-
trice naturalmente > & però. è di bifogno , che lojìallone fé lediatante
volte^j .
Si chiede come fi notrica detto poliedro in corpo della madre:rejpon- G
do y che quando fi genera vn poliedro , fi genera prima naturalmente
certa veUa di carne , che fi dimanda la feconda , & detto poliedro fià
dentro à detta feconda, & per meUiero naturale viue, & ha il nutri-
mento daeffa à l'ombilko ,eperlafoftan%a del f angue per miflerio na-
turale , che dà alla matrice dentro alla feconda viue detto poliedro : &.
perche lamadre è proiiifta di j angue dallanatitra talmente, che nutre
detto poliedro però vitùù> •
Quindi è che quando dettagiumenta figlia, & fefee quell'acqua in-
nanzi al poliedro mifebiata alle volte confangue ; quella èT orina , che
pifeia detto poliedro , e mentre Uà in corpo di fua madre quel f angue , fi
che viene mefehiatocon detta orina, quella foUantia di fangue jche va
à detto poliedro, e vi mefcola in vno .
Si chiede perche caufa la donna ha il tempo fuo ogni mefe , e fé non
euacuaffe quella putrefattane , che defeende da detta madre fé putre-
farla, & ia giumenta non : refyondo , che vifiano piùragioni : ma prU
ma che la donna mangia più cibi difoftan^a , & per queUo genera af-
fai più fangue: dipoi fh poca fatica, & per qucjìo fé ejfa non pur-
gaffe ogni mefe fé putrefarla ; ma la giumenta per la fatica, che ha pia
grande
PRIMO. i?
A grande non può generare tanto [angue , e fé pur ne genera fi rifolue
dentro a detta madre per li cibi humidi , che mangia , sì che per urne
quefle caufenon purga la giumenta ogni me fé, come purga la donna .
Si domanda perche caufa la donna porta noue me fi ,,& la giumen-
ta dodeci : ridondo ,che ladonna partorisce vnhuomo , che non ha da
far forza, come ha da fare vn poledro, &per queflo la natura hapro-
uifioychabbiatre mefi di più detto poledroà ìlare in corpo di detta giù-
menta, à talché fi fortifica più ne* membri, che non vn'buoma ; & an-
cora è per li cibi fiacchi, che mangia detta giumenta.
Dicono alcuni quando ad vn cauallo li viene la fcefa all'occhio ,& è
& il tempo caldo è buona darli medicina,nel quale entri pece nauale, &
pece Greca, eincenfo, e maslici , & borra, cioè armatura di panno, à
vcramentemettervn'impiafìroin fronte à detto caualla di farina d'or-
70, bolo armino , fuco di folatro , fuco di fambuca, di fiondi di radice
eu et affo, & aceto bianco con bianco d'oua : dico il fopr adetto impiajlro
ejfer caldo; perche tutte fono cofe calde, ma dislringitiue più affai
del fecondo impiastro : maqueHo fecondo è fiefea, & è in parte dì-
flringitiuo :: ma il parer mio è ,che quando vengono quefìefe e fé, e que-
fìe furie di f angue àgli occhi dell'i caualli io per ìlringere più li humori,
eie vifeere della tesla adoprerei l'empiaflro prima nominatolo per far
C l'euacuatione più preHo, perche mentre il caualla baia fopr adettain-
fermità fi può tenere in luogo frefeo finche fia guarito.
Quando ad vn cauaìlo fé li dà vnabeuanda per bocca , & dandola
fi piglia angofcia,efudarà,nafce, che è il f angue, che piglia alteratone ;.
fi debbe mettere la briglia in bocca con vna pe%$a arrauogliata in det-
tabriglia doue fiafale commune , & bene bagnata à talché tenga fie-
fca la bocca di detto cauallo ,, & che fé li leui f angue dalli fianchi tanto
che baili, e che paffeggi à lento paffo , & che fé li dia vn luogo fiefeo
della slallaperla notte con poco mangiare, emancobere, e cofi allegge-
rirà, & ilarete ficuro,che non fi riprenderà ..
jj Si dimanda fé quando, vn cauallo leua vna botta di calci per la perfo
na,& queflofuccede verfo la fera al tardo fé fi deueinfagnaresì, ò nò:
dico di nò ; perche il cauallo cauandofi f angue per alleggerirlo potria
la notte colcarfi ,& far rompere il fangue^e lainfìgn\a,& faria peri-
colofo di morire detta cauallo;sì che dico,chefideue tenere dette caual-
lo in dieta la notte, & la mattina venente ftdeue infagnare , & farli
quelli rìmedij conuenienti ,, & co fi slarete più fumo ..
Si chiede quando fi dà vna medicina per leuare vna dogli a di ventre-
ad vn caualloyOucfo vna vento fità, fé fa l'effetto fubito sì^ò nò : dico
di sh
iC LI B R 0
di sì ; perche la doglia di quefìo cauallo è \ventofrtà , e fredderà , tè* £
fé li dee fare crifliero di galanga, {pico nardo ,e mitridato,che fono tut-
te co fé calde, incorporandoui vin buono sì, che arrivando dette cofe den-
tro il corpo del cauallo, fubito lettino quella bumidità , & quella fred-
dezza; sì che fé alcuna parte reflajfe del dolore è per due caufe : prima
perla compleffionetrisla,chekaueJJe il cauallo ,ouero che fono affai ca»
ualli, che hanno li fopr aietti dolori alle volte, & refìano molto tormen-
tati delcorpo: dipoi laffatoil dolore resla tormentato delle budella, che
fono slate abbattute dalla ventofrtà; refia tormentato dello ftomacoper
quelli cibi, che fi fono trottati dentro, e fi fono conturbati, & ancora li
fangui per la fatica , che piglia detto cauallo nel dolore, caufato per la'^p
ventofrtà, sì che non è marauiglia quando vn cauallo refìa vn poco frac
co quando ha quefìo fopr adetto dolore, e yentofità : ma fi dee però far
differenza da vna medicina ad rn' altra, eh e fi darà per uia di purgata-
ne ad vn cauallo : queslafà più prefìo , & più facilmente l'effetto , e
con il calor fuo leuarà l'humidttà fubito 3sì che per voler ancora far in-
tendere vn'altracaufa -.dico, che quando voi darete vna medicina per
purgare vn cauallo è di bifogno, che frano tutte cefi mollificati uè, come
fono lardo, butiro , olio commune,aloe, farina d'orbo, sì che tutte quesle
cofe fono atte a fare andare il cauallo facilmente dei corpo : e dandola
al cauallo è di bifogno, chef digerifea, & e ofr digerendola quellihumo- Q
ri, fi euacuino, che fi trottano dentro il corpo del cauallo : sì che la me-
dicina della ventofrtà fopr adetta fa più preflo l'effetto , che non fa
quella della purgazione, perche quefta vuoltempoà padirla per gira
trouar le cofe nafeo fé dentro l'inteilina del cauallo,& la medicina della
f ventofrtà fa l'effetto in arriuando dentro allo fìomacofolo,perche con-
ortato, e vacuata quella flegma, che fi ritroua dentro lo flomaco quale
caufa la ventofrtà, fubito è leuato il dolore, sì che qui fra medicina è più
ffeditiua delle altre, & fa l't fretto fubito .
Si chiede la cagione perche pw^a lo freno d'vn cauallo, e fé lo cau-
fa la flegma, onero l'orina : dico di nò ; che è il f angue , che fa puxja- fi
re lo slerco : perche effo è più caldo che none la flegma, & l'orina : sì
che perii calor fuo quando lo fterco non è bene digefto puzga per lo
gran calore, che dà ilfangue dentro il corpo del cauallo-, sì che per que-
fìo fi deue cattar f angue fyeffo alti caualli quando hanno frmile infer-
mità, & maffrme li tempi caldi olir a lapurgationc, che fé li dà per n et-
tare il corpo .
- Si dimanda quando al cauallo frede vna furia di f angue allagamba
perche caufa fi deue infagnare alla medefrmagamba : riff>odo che quan-
do
? K 1 M 0. iy
'jt do pafsa li tre dì > che detto J angue è dimorato in detta gamia , e che fi
è ingrossato il detto fangue; fi che farla diffidi cofa a diuertirlo: ma la»
do y che fé li faccia alla mede fìnta gamba tinfagnia, onero fpuntare la
punta del piede ; perche il [angue , per bene che fiagrofso fé ne efce pia
presto dalla parte vicina y che non da la lontana. Si dee anco apparec-
chiare vn 'impiastro àia detta gamba di stoppino > terra figilatay bolo-
armeno )Cretaychiar a d'ouoyet aceto forteyche fi mollifica ogni cofa den-
tro detto aceto vngerli poi detta gamba , equeflo fi fa per riflringere >
che non corra pia [angue in quella parte .
Si cerca qual è la caufa > che il J angue dentro il corpo del cauallo non
B può Harefano perfpatio di tempo: rifpondo , che fono otto caufe : prima
fi conturba il f angue per ale una fatica grande, che fida à detto cauallo ,
ebe trauagliando fi fcalda: feconda ragione è quando lo sterco fu mo~
tiuo dentro il corpo ^che fi difecca per calore , ouerofi mollifica per hu-
midità; Laterza ragione per troppo humettatione di flegma,ch'è hu-
miday & frigida : quarta ragione è per troppo humettatione di orina ;
perche l 'orina produce calorey & alle volte hnmiditày calore che piglia
dal destillar della carne y calida fecondo è il ciboy che mangia detto ca-
ualloda quinta ragione è la parte de l'aere y ch'è caldoy e humido, caldo
quando partecipa il dì del Sole y & la hnmidità della notte ; Sesta ra-
C gione quando il cauallo è offefo dal calor del Sole . Settima ragione è
quando piglia della fecche^a , & della bumidità della terra . Ottaua
è quando il cauallo patifee peri' hnmidità della pioggia dell'acqua:
queste fono quelle caufe , che conturbano ilfanguefpeffe volte nel corpo
del caualloy& queflo è la caufa , che il f angue non puòflare in vna ma-
niera fanoy<& illefo .
<Dicono li Mastri y che quando vn difcepolo vuol mettere bottega di
Marefcalco , che fi dee efsaminare: di che s'ingenera il cauallo in corpo
della madre , cjr che vogliono fapere da che tempo figlia > & dapoi co-
me fi può mantenere > & crefeer detto poliedro , tutto quantOy è benfat-
™ to ; ma l'importanza e dapoi nato y che farà il poliedro, & che fard il
tempo della fatica, & che faticando fucceder anno le infermità: fi che
diquesto dee effer pratico il maestro, e conuienfaper rimediare, & in-
tendere da cheponno venire,et che cagiona grande moltitudine delle in-
fermitày& co fi fapendokydarui li rimedvj , fi che il mafiro dee fapere la
infermità di donde viene , & il rimedio necefìario , e che effetto fa det-
to rimedio . fncominciando dalla testa del cauallo domandandolo, che
cofa ecapoftotico , che cofa è giamucrio, &di quante forti viene
domandarlo ,che cofa è cataractola > g*r di quante forte viene doman-
*B darlo
I& l I B A. 0
darlo di vna ranùla,cfo y> iene alla lingua del cauallo,b da che viene* ò j
domandarlo de vndfchila. nria che viene allegarti della gola del ca-
uallo:ò domandarlo delle infiagioni, che ven gono à gli occhi del caual-
lo, ò dimandarlo quando il cauallo perde il mangiare per caufa difred-
de^a,che rimedio vi è, dimandarlo, che cofaèil tiro, & da che viene
al cauallo: perche viene vna vento/ita ad vn cauallo,e come fi curi, do-
mandarlo, che cofa è /angue , & che proprietà ha dimandarlo , che cofa
è la flegma , e che proprietà fono lefue , e co fi ancora, che cofa è ori-
na,e che proprietà ha , & che moto fa detta orina : ancora dello fler-
co , che offenfione pub fare al corpo del cauallo , & quando detto fieno
fi difecca per lo calore delfangue , che medicina fé li da per mollificar- f
lo : domandarlo che cofa è il fegato, e che officio fh :cofi ancora dirle, che
cofa è core,& che officio fh : domandarlo , che cofa è celabro , & per-
che f ha pò Ho la natura in quelle parti della tefta ; che cofa fono li den-
ti del cauallo, e che officio fanno : dimandarlo de' polmoni della mil%a\
& che officio fanno fé fono caldi , b humidi : domandarlo , che cofa
fono fintefìine, & la vefica , & che officio fanno ; dimandarlo, che co-
fa fono li rognoni,e doue nafeono li nerui, & che proprietà tengono,e di-
mandarli quali fono le camere del fegato : e quando il fegato abbonda
difangue doue ricetta detto f angue, che non offendali cauallo '.diman-
darlo che cofa è la rezza , che fìà intorno al ventre del cauallo , e che
cofa è detto ventre , & che officio fh dentro il corpo : domandarli delle
vene, #* perche le ha fatte la naturd,dimandarle lihumori,li riccio-
ìiyle grettatace, feferchie, /echieui arduele , le trauer cu lei efti d&
che vengono, e che rimedio ha la rogna,/,* murfea, Upelo da che vie~
ne,& che rimedio vi è: dimandarlo,che cofa è fiatica, e da che vieney
& che rimedio vi è: domandarlo da che viene lafehre ad vn cauallo >
e che rimedio vi è:domandarlo,che cofa è riprensione,^ di quante for
ti viene,che rimedio vi è: quante volte fé infagnia Vanno detto cauallo >
& che profitto Ufh dettainfagnia per purgar vn cauallo , che medicina
li dà,& dimandarlo fé ha vna inchiouatura,ouero ad vn cauallo de fola
to , per fhyìj fhre vny altra fola , che vnguento vfa : domandarlo da che
"piene vn circhio ad vn piede del cauallo , dimandarlo come gonfiano li
nerui ad vn cauallo , & advn mulo delle gambe dinanzi, &come in-
cnritano,e che rimedio vi è: dimandarlo, che proprietà ha il fuoco, dan-
dolo ad vn cauallo , &fesàfhr l' vnguento negro, &à cheferue:fe sa
fare l' vnguento roffo, & à che è buono; co fi deltvnguento verde : ad-
dimandarlo che cofa è Mola, e perche caufa il cauallo laffa vfei-
te il membro fuor a}e non fé li pub retirare dentro : dimandarlo perche
caufa
rjl "r aufa il C audio quando è il tempo dell' berba fé li dà la ferraina dieci dì
auantiy&poi fé li dà il prato .-dimandarlo perche caufa il Cauallo ingraf-
fa più preilo mangiando Vherba^he non le cofc fecche , come è or?o:pa-
glia : dimandarlo perche caufa vn Cauallo , li Maftri lo fanno notare
in mare : quando fi duole delle Jpalle: dimandarlo , che co fa è lo intra-
pieito,e che rimedio vie : domandarloyche cofa è vn piede incaftellatO)
e che rimedio bay dimandarlo che cofa fono li porri > & di che fi ge-
nerano ad vn Cauallo y e come fé gouemano : dimandarloyche cofa èvna
piaga y e come fi gouerna , efdogliarlaypurificarla , sfaldarla : fi che
perfapere curare quello animale fi vuole domandare il maHro > che ha
*% da metter bottega diquejìa maniera : perche fono co fé necefs arie per U
vitay & per mantenere il detto animale fano > che pofsafhre ilferuitio
folito allbuomo : fi dee di più interrogare delli ferri y e dirliy che ferrò
fa ad vn (aualloycbehàlo fuozo ; ancora dimandarlo y che ferro bi fo-
gna ad vn Caualloyche è bafso in e ale agno yche ferro fi dee ad vn (fauallo
che ha il piede chino,quale ad vno^che ha la feorcia fiacca del piede qua-
le à chi cala il circhio, e di quefia maniera fi dee dim andare ancora il
masìro del lauorar de' ferri »
Quando ad vn (fauallo li viene vno prurito a qualche parte della per-
fena yfe lidefse afsaifàfiidiofi debbefubito infagnare perche alleggeri-
C fee il f angue , che è caufa di detto pruritoy& poi rader tutto il luogoydo-
ue fi 'rajpaye gratta detto anim ale >& tagliarlo colrafoioy à talché fi caui
queljangue tri$ìo>& dipoi piglia olio di Uuroy& euforbio > e cantarella
ben pestati, cjrdi quello vntare il fopr adetto luogo > che fi gratta detto
Caualloyò detto Bue:e nota , che quando vengono quefìi pruriti fono f an-
gue corrotto y& come arriuano in detto luogo fi fracida} e li vengono li
pedocchiye rognayfi chefkcendo le dette vntioniy che fon calide conforta-
■ no detto luogo , & perche ancora fono purgatine > & fanno vfeir fuori
quelfangue corrotto in marcia ; fi che purgandofi del modo fopr adetto >
lena il prurito .
Quando vna giumenta figlia diFebraìo , e fono li tempi freddi > re-
fia il corpo molto ventofo.yfe li deue dare ben da mangiarey& fé li deue
fkre vn buono impiaflro alle reni ; à talché fi mantenga calda , & forte
di reniy& fi deue tenere in buona Halla calda tanto efisa come per lo pol-
iedro fi che fìiano caldiyet ancora qualche volta vfar a darle qualche pa-
ne con farina di granoyperche li tiene il corpo caldo , & infoftantia , &
queflo è il parer mio > fin che vengono li tempi caldi dico d'^Aprikye di
Maggio y e che fi trouaranno dell' herbe dapafeere .
Dicono alcuni Maftri) che quando ai vn Cauallo feorre ilfangue
B z alle
15 l I B \ 0
alle jpalle, & che ha da. far camino , perche e auf a fé tifa l' impiastri ai- £
le fpalle , di pece greca , pece nauale,rafapina,vntato , che Ihaueranno,
colfopradetto impiaflro aUe fpalle, ci menino a^imaturafopra :quc-
fio lo fanno li maflri, perche non concorra più fangue alle fpalle del
(fauallo cambiando : onde detto impiaflro tenga ftretto dette Jpalle , &
ancora li danno poca biaua , tanto che pare à loro che il Cauallo fi 'pofi-
fa fomentare per lo e amino,e queslo fi fa ad effetto, cì?e non aumenti
troppo fangue; co fi il Cauallopa.fi ara meglio per lo camino , e più leggie-
ro, fi che queHa à l'intentione delli maflri, e per queflo fanno detto
impiaflro .
Si dimanda perche caufavn (auaUo gettando fi in terra fi Ietterà poi F
con vna gamba toppa : dice che alle voltequando fi gettano quefti Ca-
malli in terra , & che fé li fa alcuno rimedio) ecbeflannotroppoin
terra, fé li addormentano li nerui, e la carne, & le offa, & per queflo
il Cauallo fé leua co fi toppo alle volte , & perche fono affai maflri , che
yorrianofapere, che cofa è addormire yna gamba di vn Cauallo , ouero-
ad vn'huomo : ridondo , che il fangue in quello effere perde la proprietà
fua calda , &per queslo la carne ,&le ofia , & li nerui per non baue-
re altro conforto , che il fangue reflano in quell'impeto perfi , e raffred-
dati, & fen?a fuftantia, & per queflo il Cauallo %pppìca perche non
fìfente quella gamba effendo raffreddata slando in terra ,fi cheperque- G
fla e auf a fi adomanda la gamba efiere addormentata, & per queìlofi
fanno li bagni d" acqua bollita con rofmarino,efalu'iaperincaUdire det-
ta gamba- .
Si chiede perche caufa la natura fece il fangue rofio , ridondo lo fece
per tre cagioni.Trimo per fimigliarlo al fuoco , cheèroffo : Secondoper
effere caldo , fi cheefiendo e aldo confort a,& allegra tutto il corpo , <&
ancora perche quando è corrotto detto fangue, Dorina piglia del colore
del fangue rofio ,mafftme che il fangue è il fiore della digeftione , clx
fifa delli cibi .
Si domanda, che differenza è dotta Uno fa al rottorio, echi fa più "
pretto effetto à leuar vn dolore la linofa, ò il rottorio : rifpondo , che vn
dolore,che viene ad vn Cauallo allefpalle,b alle gambe ha da venire per
due cagioni generali , o per vno accidente caldo, o per vn freddo, che»
riceue detto Cauallo,onero per vna bottale leua ,fi che tutto è fangue
corrotto, che dà dolor e poi al Cauallo, & per queslo li maflri gli fanno
queHe linofe, e quelli rottorij: &fapiùopera il rottorio della Linofity
perche il fangue , che da detto dolore è corrotto , & ha perfo la virtit
(alida, gr però da dolore > dandovi il rettorio>c befane cofe calde > e che
purgano.
V J^ i A4 0. a£.
^ purgano detto fanguey confortando detto luogo, e col calorlorolo defe-
cano purgatOycbe l' batteranno: fi eh e il rottorio purga yfdogliay& difec-
■ea il luogo offefo ; che la lino fa mettendola à vn dolore di vn e audio >,
per ben che fi tengano in parti calde > non mantiene più, il calore , fé non
quanto la farete calda al fuoco > & poi che poftaferà al luogo lefo yper
vn" impeto di freddo perde il calore ; fi che per quefia caufa io laudo il
rottorio ;peube di continuo tien caldo , & confortato il luogo offefo > &
ancora Iquando fi ha vn rottorio fi rade il detto luogo > come è detto dì
fopra .
'Dicono alcuni quando ad vn cauallofe li dà il fuoco intorno della
B gamba, perdi fopra la vena maeflra intertiene il fanguey che nonfeen-
de à baffo il detto fuoco : <jr io dico di nò; perche il fuoco dandolo > non
•concuoce folo la pelle y & non paffa dentro à la vena , che fé paffaffe alla
dett avena feria caufa di fare vfeire J angue della fopr adetta vena > e
feria pericolofoy & non farla medicina laudata > né manco fé ben intac-
cale detta vena colfuocoy nonpotria interrenere ilfangueycbe noncor-
reffeperla gamba à baffo ; fi che nonbasla darle detto fuoco intorno
per r attenere detto fangue per le ragioni fopr adette .
Comefi conofccvnCaualIo, che hàlatofle.
C
Dico y che lo ternate vna notte y&vndìy& che li date a mangiare
cofe fecebe come è or?0)pagliay& brenoy ò femolella fenica bere >
perche mangiando il cauallo queste cofe fecebe > & non beuendo , tanto
manco flegma fa il cauallo à la digefiioney che fa del cibo; fi che quando
il cauallo fi troua abbondante di fangue y & abbondante diorinay &dì
. ftercoych'èla terza digefl ione fono tutte cofe caldeye fecebe: perche non
vi effendo laparte della flegmay ch'eia quarta parte della digeflione ;
ch'è humidaytutte i altre parti refìano caldey efeccbey e maffime il fan-
guey e'IJìerco ; fiche non ui effendo l abbondanza della flegmay perche
*D l'orina piglia del calore del fangue mancando la flegmay cornee detto
di fopra ancora manca l'humido delli polmoni naturalmente ; perche lì
polmoni efendo humidiye fé echi mancando il nutrimento naturaley che
le fa detta flegmaytanto più defeccay& opila;& per quefia caufa s'au-
menta la tofìe al cauallo , per che difeccando detto polmone > il cauallo
refia con affanno^ & per forza moflr ara fé bà tofie;, fi che quando volete
fhrequesla fopr adetta fferientiafatey cheH cauallo mangi fenza bere .
Quando vn cauallo mofìra effere abbattuto mangia beney efepure
non mangia totalmente bene y pizzica qualche cofa della biaua , e della
B 3 paglia^
jg r h ri n^ a
faglia ,0 altro apetitiuo , fecondo conukrte al nm/Jar lo-o : dico di,.-*
herbe\ che mangiano detti Caualli ; mattava co -ne editto difopra ab-
butaticio del ventre : onde dicono alami , che per Iettare detta vento fi-
tà fi dee darle medicina componendola di me^p rotolo di lardo ben bat-
tuto) <&• me zo rotolo de burro-fi butiro di vacca , & me^p quarto d?olio
commune , e metter ui me%a oncia di fpico nardo , à talché fi purgaffe
alcun a materia ;ma a noi non piace : perche fé il Cauallo mangia tanto
poco , che fi pcfia fcficntare tanto che fé li pofjìno fkre perfino àfei cri-
ttieri d'olio commune, <&decottione di marcorella,mele cotto , cama-
rilla y & fi orci d'agli , perche fono cofe calde , sfacendolo con mexp
quarto d'olio commune la volta, l'olio è mollifìcatino compoflo con lefo- P
pradette cofe fletterà l'h umido dal corpo del Camllo-.perche dandoli det-
ta medicina è buona,®- laudabile ;ma perche fi fdegnarà il Cauallo , <jr
fé li leuaria quel poco d'appetito : fi che quando potete fkr e il rimedio >
& liberare il Cauallo ferina la medicina folo con li criflieri , <&• con due
buone irtfcgnìe dalli fianchi , io lo laudo .
Dicono alcuni quando viene vn verrm1 ad vn Cauallo, e che per forte
venijje la concorrentia difangue tutta ad vna gamba,® che faceffe boc-
che affai è bene per purgare qucfle piaghe rette per caufa delfangue
rotto, mettere vnguento forte à tutte le piaghe : iodico di nò s perche
l unguento forte non fi può fare fen%a veneno, come àfolimato , ouero G
ar fenico roffo , ouero crifiallino : fi che efiendo di vna di quesìe forte di
vnguento ; dico che non fi deue metterei tutte le piaghe in vna volta ,
perche l'unguento mangia,® allarga le piaghe , & dà tanta paffione al
(auallo, che feria pericolo moriffe di paffune , & mdjfi me fé il Cauallo
fi trouaffe debile di carne , &fefi trouafie carico di carne , è pericolo
farli venirla febre ; perche per la paffione , che patine detto Cauallo ali-
mentaria il calore afangui, fi che fi deue mettere à due , ò a tre pia-
ghe le volta, & non pia.
Dicono quando advn (auallo vien data vna ferita,!® che non ha do-
lore è bene a rader intorno à detta ferita, efarevnrottorio, e pigliare **
quattro onde d'olio di lauro,me^a oncia di reuforbio, ® me%a di canta-
rella ® comporre ogni cofa infieme, ® vntarlo intorno à detta ferita ;
perche al tempo,chel detto Cauallo ha hauuto la ferita gl'è concorfe hu-
more difangue intorno , fi che vntanàofi con la detta vntione purgala
detto fangue pretto . rincora quando UCaualli leuano quétte ferite il
fangue,che vicorre intorno reffredda , e caufa dumga; fi che facendo-
vi vntionile mollifica,purga > lefdoglia,e nota : che quando fé fa que-
lla coja fi vuol tener la ferita bene appuntata, ®benefigillat>adita-
fle>
^l ftey e difloppa , a talché le dette vntioni non entrino dentro la ferita , e
muffirne quando le ferite fono [opra deWofìayOuero fopra le giuntureyche
fono luo?hiff>afimofh& li farete vna vntìone di butiro da là à fei dì in-
torno adetta fentJi , a talché mollifichi. qtièlU parte doue vntate , & la
feritala niedicarete t prima con vna chiara d'ouo > & poifeguitate per
dieci dì con olio rofato>& roffo d'ouo \perche quello purga la ferita , &
la dogliaypoi feguitate con mele rofato : perche incarna ,
'Dicono alami quando vn Cauallo ha dolori, grper ventura li venifìe
la nvtre-da orinare>& che'l Cauallo fi trouaffecon liteslicoli ligati, co-
me fi fogliano legare con vna cordicella vn poco flretti per fuggire > che
li detto Caudlo non s'incordale bene fcioglierlitejìicoli , perche non s' In-
tereia/fero yfl andò ligati . Ma w dico di noiperchefe lifciogliefìero > fa~
ria peritolo incordare detto cauallo > e tirandofeli ad altoynon trouando-
li legati fari a gran perìcolo di morire; perche il Cauallo s incordarla per
hauere hauuto Udì aitanti il dolore del vetyi-e > ■& la vento/ita , fi che è
meglio laffarlo legato.
Sì chiedeypoxhe caufa il CauaUoychehali dolor iy dandoli la medici-
na^pìglìata che Ihaueràyhauerà affanno :que fio lo caufa la ventofitàyche
fià rinchiuda dentro il corpo del Caualloyche non lafcia vfeir il calore del
le polueriyche fé li dannoycome è la ffica nardiy & lagalangay & l'aga-
C rico . Vi è Vn" altra medicina,per li doloriy che è lafcamonea > olioy e li-
fcìayedipiu vn' altrayaloe patkoy e terriacay& gengeuro ; fi che quelle
medicine fopradette fi danno aìlicauaUì y che fi trouano con le vento fita
dicorpoyenon ponno cofì preslo padirle y& in quel mezo le fopradette
poluericql vino forte abritfcia dentro lo ftomaco del càuallo>& perquè
fio il cauallo ha affanno fino che non digerifee la medicina ; fi che queflo
è la caufa del detto affanno > che mostra il cauallo : ma quando fuccede
fimile affannoyfi torni a cauarli.fangue dalle c'egney perche, mancando il
f angue allegerirete il calore del c.orpor e maffime qiuido il cauallo ègraf*
ft>y& è di tempo caldo .
Dicono alcuniyche quando vn cauallo ha fpa fimo à vna gamba , e-r la
tiene arronchiata è bene appendere a detta gamba qualche co fa , che la
teneffetiratarma dico di nò;perche fi deue fdogliare con vntiom, & con
impiastri le offay& li nerui; fi che fdogliate > che faranno , allbora il ca-
vallo slenderà lagambay& non bifogna .mettere ofa, che tirila gamba,
perche non è medicamento laudato > volere tirare vnagsmba dogliofa
perfora ad vn caualloyma è meglio leuarliil dolorey& laflarefkrea la
natura^ queslo è il parer mio .
Si domandayperche caufa il cauallo fi dette ferrare curto di punta di*
22 4 nawty
«4 L 1 . B \ 0
" nattxiy& dì dietro lungo .-rifpondo la natura hauèr fatto , che il piede di-
nanzi delcauallo fta tondo , tanto in punta , quanto in calcagno , tutto &
eguale ? & quando il maftro lo ferra, tanto può pigliare patta in punta,
quanto a lo calcagno , perche è tonda , come vedete l'vgnia difuora del
piede,fi che il mafìro può intorniare il ferro dinante intorno, intorno di
chiodi per caufa,che l'vgnia è tonda; ma l'vgnia del piede dietro è natu-
ralmente lunga , come l'vgnia difuora , & perquetìo lì mattri quando
ferrano detto piede è di bifogno,che mettano li chiodi , da banda a ban-
da,e r afino della punta del piede, perche trouariano fubito la punta con
il chiodojfi che per quejla caufa non fi può ferrare , né mettere chiodi in-
torno alli piedi di dietro del cauallo, come fi mettono alli piedi dinanzi.
Si chiede,perche caufa vn cauallo , che ha la rofle, & che fi litiga fé
Vhaìb nò j // mattri lo vogliono tenere vna notte , & vn dì per vedere fé
detto cauallo ha detta toffe -.ridondo che lo tengono il dì,per uedere man
giare,& bere detto cauallo , perche mangiando , <& inghiottendo detta.
biaua,il cauallo,chepate delti polmoni^ouero di defcenfo di tefta , man-
giando^ beuendo dimottra shàtoffe, per l'intrico, che fi fa con il detto
patio all'entrare della gola del detto cauallo, e lo tengono ancora per
caualcarlo il dì ; perche quando un cauallo fi caualca per f alita , & per
fcefa,fi moue detta toffe hauendola ; perche li polmoni fanno moto affai
- falendo,& fcendendo, e tengonlo la notte li maflri, perche la notte è hu- q
mida,& augumentano li defcenfi,& lalmmidità^fi che fe'l detto caual-
lo fi troua Ufo del corpo,ouero polmoni facilmente lo conofcono .
'Dicono alcuni come fi può conofcere vn cauallo quando ha hauuto,
& ha fastidio di corpo,et febbre: dico che fi conofce con feifegnali , che
fa detto cauallo : Il primo fegnale è che non mangia , Secondo tiene la
pancia tonda , Ter^o mottra di fiatar forte con li fianchi , Quarto tie-
ne la tefta bafia, Qttinto orina torbido , Se fio tiene gli occhi baffi ; e mo-
ttra di dormire; fi che quando vedrete quefii fegnali , allhora il cauallo
hafàftìdio in corposi rimedio è quettodo infagnarete allifianchi,perche
infagnando fé li alleggerire il calore del corpo: li farete criftieri commu 11
ni , folo con due onde d'olio violato, et due onde di e er epigra} quefio fé
fa per tenere il corpo lubrico , et leuare le fumofità :fe li fa vna vntio-
ne nella gola d'olio di lauro, e cantarella, che fono cofe calde : q uè Ho fé
fk , perche confort ale parti della gola, et della tefia , che fono i luoghi
bumidi : fé li mettono le penne al nafo con euforbio, per fare fiancare il
telebro di qualche humidìtà,che hauefie . Bifogna darli herbe a mangia-
re , come è panico , & gramegna , & cannuccie , cioè di quelle fiottili,
the nafeonoper le fiepi , a talché le mangi con appetito : e fé in termi'
!fj
T II ! M' 0. 15
£ ne di tre dì il Catullo non migliora li darete quella vivanda. Trima pi-
gliarete vna teHa di castrato, e la farete ben cuocere : cotta che farà pi-
gliarete quel brodo,& farete bollire vn quarto di farina d'orbo , & bol-
liti) che faranno , e ben cotti pigi iarete detto liquore di farro , pafiando
detto farro per vnaflamegna,& dopò che haueretepa fato detto farro y
nepigliarete comefuffero due caraffe , & vi metterete otto onde di e af-
fla tratta dalla canna infieme col fopr adetto, con me%a libra di ^uccaro
. fino,& cofi la darete per bocca al cauallo alla digiuna : e nota, che detta
viuanda èfrefca,<& euacuatiua ; perche vie il farro , cheèfrefco , <&■ la
caffia,che èfrefca,& euacuatiua :efi vuol tenere detto Cauallo fé ègraf-
2? fo ferina coperta,per benché fa inuerno,e quefto fi fa per non far fcaldar
più il f angue dentro il corpo del Cauallo, an^i farli defenfioni fopra Ufi-
letti di fuco difolatroyfucode fambuco, aceto bianco, & farina d'orbo:
, e quefto fifa , perche effendo il Cauallo graffo , non veniffe afmagrire>
per lo calore del fangue > ancora efsendo grafo detto Cauallo fi debbe in-
fagnare,quando li viene la fopr adetta infermità tre volte-, a talché alle-
- gerifea il calore del fangue , & lo farete paffeggiare vn poco la matti-
na, acciò il cauallo pigli animo , & padifea quel cibo , che ha mangiato:
fìia inftalla , né calda, né fredda, e dapoi che il Cauallo faràfanato , per
dieci dì le darete à mangiare me?o il palio , chefuole, perche non augu-
C .mentaffe troppo fangue .
Dicono li ma fri, perche caufafi defeca vn fauallo ; dico è per pia
caufe : la prima quando vn Cauallo corre , & fi sforma di correr lungo
jpatio , e piglia tanto calore,che defecca due parti della digefìione,come
è kftegma , che è parti humida , £r la parte della deftillatione del cor-
po,che va in orina ,fi che deffeccate , & mancate, che fono quefle due
parti della digestione, che fono parti humide, & chenaturalmemeten-
.gono frefeo il corpo del cauallo,rejìa il fangue,che è calido , fi che il Ca-
uallo hauendo la fatica fopradetta, & refiando queftaparte calidafcal-
da talmente il corpo con la fatica , che liquefa tutto il grafo ,fi che per
X> qaefta caufafi defjicca detto (auallo > e maffìme fé è graffo , &fe è tem-
po caldo quando fé li dà detta fatica : Ter vn' altra caufa quando vn
Cauallo ha d'hauere alcuna infermità , che fuccedeper alcun accidente)
come è pigliar caldo, & freddo per caufa di fatica, ouero per malaflal-
la\ fi che detto cauallo accanando, che non Sìià ben fano , & che il fan-
gue fuo fàccia motofecca talmente il corpo di detto cauallo,che commo-
tte il feuo , & tutto è per aumentarft il calore dentro il corpo di detto
cauallo .
Dicono li mafiri > che vn Cauallo quando è fiotto delle gambe dì dìo-
16 l 1 B ^ 0
tro, dicono che ftano Caualli forati : io dico dì nò , perche quando vn g
(fauallo èfìortodi dietro è per caufa,che quando la madre ed tempo.del
partorire intertiene, ale volte , che non lo partorisce predio , &perqne-
fio inteniitne , che recano le gambe cofi Horte , & ancorarono afiai di
quefli caualli storti , che nati , che faranno, & emendo teneri di offa, farà
la madre mandata in viaggio , & il detto poliedro caminando appreso
dellamadre farà for7a,et cofi vengono florte delle gambe ;fichenonè,
cheli cauallo non habbiapiù for$a,nè più fchena degli altri caualli , ef-
fendo fior co, onde non viene per q uè sì a confa .
Chiedono alcuni fé quando vno dà vnparo d 1*3 noi giovani , ò vecchi)
et anco di mczo tempo ad vno a tenere a male, & a bene , & che quello F
che li tiene fa il deuere a governarli, et che detti Buoi) cadono ammala-
ti per accidente d' un' h umor caldo, o/mmido , et che morigero: dico che
detto huomo , che ha detti Buoi non fi deue molestare ; perche fono caft
fortuiti) hautndo fatto ilgouerno giiiflo,et naturale, e non dee fé non pa-
gare quello,cke pattarono , e non dee pagare altro .
cDicono alcuni, che vna giumenta correndo s'impregna ,.et che s'im-
pregna di uentotma dico di nò ; perche è di bifogno , che una giumenta,
ouero caipzlla , che habbia il nutrimento del corpo , laprincipal cofafia
congregato^ ingenerato da un e aualh,che habbia fecato,core , celabro,
ftomaco,et polmoni , et che habbia budella , et che habbia uefica , et che **
habbia mil^a, ofìa, nerui,carne,felle,testa,occhi,denti,piedi, et gambe;
fiche battendo tutte quefle fopr adette co fé, che fono cofe naturali, et fono
membri per ogni uno neceffarij a l'officio naturale^. Incominciando
dal fecato, che dà foflan%a à tutto il corpo > il cuore è flirto vitale , che
non fi conofeerebbono Ugelli del corpo , fé non per li moti , che fa il cuo-
re,et delcelabw, che è timone del corpo , gli occhi mofirano Veffere, lo
efiercitio del cauallo li denti, che distruggono il pasto, che è il nutrimen
to del cauallo: la lìngua riduce ilpaflo dentro il corpo,li polmoni danno,
et pigliano li fiati , et reggono il corpo , e lo fanno fiatare ; lo stomaco „
diììribuifce li cibi col caldo del fangue , la mil^a è camera delfangte
più grò fio , la ve fica e afa di orina , le budella fi ipo delli cibi , le ofia fo-
Sìentamento del corpo, linerui catena delle ofìe, le vene canale del fan-
gue,le gambe,et li piedi foftegno del corpo : fi che quando vn cauallo na-
fee di quefiamaniera,et ha quefle proprietà naturali, fi ha da dire, cheé
nato naturalmente : ma quando fi dice , che detta giumenta s'impregna
di vento , non può ejjere ; perche non ha queste fopr adette proprietà na-
turali il vento .
Quando vn Cauallo è npreCo fidee infagnare per alleggerire ìlfan-
T> 71 I M D. 57
git?) e fi dee far fare dieta , perche non aumenti li h'umori, & majjìme
~4 il fangue ì e fi dee tener all' aiquaper difendere li fangui, chefcendono
al baffone Ili piedi * e fé le fanno le difenfwni di creta alle fp alle , & al-
le gambe,per che la creta è fredda , & difìringitiua, e fé li fanno li cri-
flieri per tenere iUfirpo lubrico, e leuare le fumofità del corpo : e fé li
- dà lofterco dell' huomo, et il fuco della cepolla, bianca , et V aceto rofa-
to , p er re f refe ar il corpo , & li f angui.
Die ono\ alcuni mafiri, che quando advnCaualloriprefofelifanno
quefii rimedij, che fono cofe frefche , poffono far pigliare ventofìtà al
Cauallo , e farli venire fpecie di doglia di ventre col darli cofe fredde, et
io dico il. medefìmo, maffime quando il Cauallo vàfpeffo all' acqua,et che
tiene il ventre in detta acqua: venendole detti dolori è bene per Iettarglie-
liinfieme con la ventofìtà darli cofe caldere le ragione è quefla; che per
effer il Cauallo incorfo in nuoua infermità è necefsario per ben che fio,
.fiato infermo d'altra infermità calida , come farebbe à dire ti un fangue
sbollito e alido , et che è bifognato far li rimedi] rifrefeatiui , e mo-
firando il corpo patire d'humidità è di bifogno darli medicine calde, di
fpico nardo,galanga , eternava, etaloepatico, con buon vino : perche
K fono cofe calide , & confortatine , et leuano la ventofità-.Scaricare an-
cora fangue dalli fianchi è bene, perche alleggerire l'interiori dentro
r il corpo del Cauallo , perche non aleggerendo detto fangue , feria caufa
, per lo calore del fangue defficare ilflerco dentro delli interiori : fi che
è di bifogno ancora farli foppofiedimele, et di euforbio cotto infieme
con detto mele, fi che detta foppoHa dà caufa al Cauallo di {premere,
et farlo orinare, et far vfeir fuori la ventofìtà, e di ciò n'è cagione la
- fortezza dell' euforbio , et del mele , e di più bifogna lauare le parti ca-
lide •> ancora facendoli vn' impiaflro fopra le reni di buona floppa tuf-
fata dentro il mele , femen%e di lino, feni greci, cimino, incenfo^
maslice , dialtia , vino, et farina, fi che mettendoli fopra le reni del
Cauallo, hauendo detta infermità li conforta quella parte delle reni,per-
. D che fono tutte cofe calde , e confortatine, et effendo di verno tenerlo co-
perto , e mentre, che haueràdetta infermità tenergli li teflicoli lega-
ti y à talché non fi incordi .
'Ter aiutar poi il (fauallo quando èriprefo , farà bene mandarlo aU
• /' acqùa,e f amelo p affé ggiare dentro per fino alginocchio : auuertendo
- che non ftia, nell'acqua con il ventre, perche fi daria occafwne , che pi-
gliale molta humidità tutto il corpo , e paleggiando il Cauallo per den-
tro l'acqua, ii fangue non può feendere con tanta furia all'i piedi del
Cauallo , perche l'acqua e humida,e ftringitiua ; fiche paleggiando per
entro
entro aW acqua iflringe la parte del fangue > auuertendo poi che paf- _
feggi fempre per fuggire Vhumidità .
lAddimandano alcuni quando ilCauallofk mutatione diyna invrìal
tra infermità della maniera fopradetta , &fi rifìolue di detta ventofitày
& ne retta con la infermità prima della riprenfione,ft rifponde,che bifo-
gna mandarlo à l'acqua, darli cofe frefche da mangiare, come fono ber"
he, per tenerli il corpo lubrico , e il f angue frefco , & tenendoli in luogo
frefco , à talché il f angue non rifcaldi , e£* tenerlo in dieta,a talché non
aumenti per il mangiare, e fé più volte mut affé V infermità altret an-
te fi dee replicare con le medicine , fecondo l'infermitàyauuertendo , che
fé non lo gouerni in quel modo hauendo riguardo folo al primo moto del g
male , il Cauallo potria morirò.
xAltri ricercano quando vn Cauallo fi ritrouaffe hauere ad ma gam-
ba , onero ad ma fpalla , ò per la per fona delfangue cattino, che proce-
deffe per piaghe, ò infìaggioni, onero prurito , &cbefeglivoleffefhr
qualche rimedio, che f uff e violente fé fi dee fare; al che fi rifonde di nò :
Terche à tutte quelle infermità infieme è necefiario , Trima curare vna
piaga, & poi curata,che fera quella, e veduto bene,che opera fa la me-
dicina , medicar poi l'altra infermità , e ciògioua principalmente per
tenere la virtù del (auallo forte , à talché non venga à indebolirft per le
medicine violenti , e perche curando le piaghe ad vna,ad vna,e nongio- G
uando il primo rimedio fi può mutare', & anco replicare, fin che rifanì,
e non facendo àquel modo il marefcalco , ò quello c'hà cura del Caual-
lo patendone effo animale, feria tenuto aWintereffe , & riputato per
ignorante .
jiddimandano alcuni quando vn Cauallo fi taglia 4 tempo,cb'è ma-
gro , & poi il Cauallo s' ingrafia , & non fi taglierà piu,ma il detto pa-
drone lo vende ad vn1 altro, & il fecondo padrone,che lo piglia lofhcef-
fe fmagrire,onde fi tornafie à tagliare ; sé tenuto di ripigliacelo in die-
tro , ò nò; dico vi nò: perche quel diffetto diqueflo tagliare lo fa il Caual-
lo à tempo,che è magro , <&■ di ciò n'è cagione,che' l Cauallo efiendo ma- H
grò ,^à debole , &però affaticando fi fi taglia per la debolezza , & non
è naturale; perche quando il Cauallo fi tagliale à tempo , che fufse graf-
fo, direfftmo , che è diffetto naturale, che e amina co fi ftretto,& taglia:
ma qneHo non fi taglia , fé non quando è magro , riè dunque caufa la de-
bolezza , & per queHo dico , non e f sere tenuto il venditore di ripigliar-
fi detto Cauallo .
filtri defiderano fapere,quado un Cauallo flà alla slalla,oueroficaual
ca>foJpira, e fi lamenta flando colcato alla sìallayouero fitto al patrone,
quando
T K 1 M 0, \9
f quando il Cauallo fiorir andò buffa conlenancifeèbolfoy ònò : dico di
nòytna che ciò procede alle volte dalle flegmey che oppilano li meati del-
la canna della gola , e buffando con le narici lo faperleuarfi quelle fleg-
me>e co fi buffando fé le leua >& retta il cauallo libero fenya fiato grof-
foy fi che il cauallo rimanendo Ubero non è bolfo : perche in quel tem-
p o> che il cauallo hauerà detto impedimento buffando fé lo leuarà-.perche
quando fufìe internato nelli polmoni per f e uereria l'affanno , e lo moflre-
ria di continuo fojpirando,& haueria il fiato groffoy fiche perquefio non
fi ha da giudicar bolfoynon per feuer andò V affanno del corpo .
Quando poi-m cauallo Ha infermo y & che non mangia dimandano
% alcuni fé è bene darli per bocca lafagne fatte con roffi d'ouay& vin roffot
dico di st;perche il vinoy& l'ouay & la patta yfono co fé di fe/ìan^a , &
maffime quando il cauallo non mangia da fé è bene follecitarlo almeno
con detta decotione vna volta il dìydoè mc^o rotolo di lafagne , & vna
caraffa di buon vin roffoycon me^a caraffa di detto brodo dilafagney &
fei roffi d' mi per volt a impattati con dette lafagney & darli dipoi a det-
to cauailoytutto quelloyehe vuol mangiaveycioè or%o > e paglia > & fieno^
mero herbe\ talché fi metta in appetito .
Quando vn cauallo mangia vn peygo difpogniay saddimandafe vi è
pericolo yònoyefi rijponde di nò : perche il cauallo pigliando lafyognia
C con la bocca,non la patria inghiottire fé non la maflicaffe , e rompeffeyfi
cbemafticandotay& rompendola con li denti la conduce dentro al corpo:
onde e ffendo fatta in più parte non ha potere di offender il cauallo y am^i
efiendo molto ben tritata dall'animale la digerifce ancora .
Quando ad vn Cauallo fieli dà vna medicina per purgarlo > che farà
yn rottolo y & me%o dilardo y& particolarmente s'è Cauallo groffof
fé li darà con vn quarto di butiro di vacca y & infiemefe gli porrà tre
onde di farina d'orilo , vn' oncia di bolarminio y che fono cofe frefcheye
con tutto ciò il (auallo non l'euacuerà > anji fel 'incorpora > addiman-
dano alami da qual caufa ciò procede : Jll che fi rifonde > che allhora
X) il Cauallo Ha con il corpo dejficcatoy e calido perilcalor dei f angue :.
onde detto calore non accrefce molto la flegmay ne deflillano troppo
gli humori del corpOy né la putrefattioney\che va in orina > di tal modoy
che trouandofi il corpo caldo della maniera fopr adetta fi ritiene detta
medicinay&fe ne abbeuera il corpo > g*r il calar. del fangue l'afciuga > e
none per ciò che il corpo del Cauallo non ne habbia beneficio y ma non
baHa a rifiefcarlo :fi che il par et mio faria > che fé gliene deffe vn' al-
tra : perche il corpo non tratterà la feconda medicina , come la prima ,-
forche fi ritrouerama confortate molto quelle parti del corpo >. e cojjt
?o l T B J^ 0
purgava, il corpo del cavallo , #» tow </#e/ calore y e quelle fumofitày g
(he ritengono il corpo impedito) che il (auallo non ingraflay& fàccia car
ne . Ma hi fogna auuertirey che quando il corpo del Cauallo trattiene la
•puma medicina y bi fogna affrettare otto giorni a dargli la feconda : per-
che fé il (avallo con pigliare la prima medicina fu\le fdegnatoy &non
mangiajfe-ifaria errore darle la feconda : ma facendolo fi are otto giorni y
fé benhaueffe perduto l appetitoli ritornarla: onde aUhora poi fé gli può
dare la feconda me die inayche fi trouarà ingagliardito .
Becere ano alcuniyperche caufa non fi dee dare li lupini alla mula > co-
me aUiCaualli:rijpondoy che la mula è di compleffione pikhumida , che
non è UCaualloy& per effere li lupini herba fumofa yfipuò piupreHo re- p
cuperare vn Caualloy che vna mulay pigliandoli qualche fumofità y per-
che il cauallo è di più compleffione calda , &per queHo aUa mula fi dea-
no vietare detti lupini .
Terche caufaquando vn Cauallo è riprefo addimandano alcuni fi dee
dare la medicina per rijrefcarlo doppo che viene daW acqua y che prima
che vadaneW acqua:rijpondoyche il Cauallo quando è riprefo è per caufa
di qualche faticayouero per troppo ciboyche mangiay & per quejlo ilfan-
guefì rifcalday& alle volte feende al baffo dellì piedi: onde gì' intendenti
lo mandano all'acqua , acciò che il f angue ritorni alle parti dentro del
corpoyfi che querèla caufa : l'acqua che èhumiday & frigida fa ritor- &
nare il f angue all'i fuoi luoghi naturali) fi che quando fé gli danno le det-
te medicineycioè acqua d'or^oy& bolarmino yglie le danno , perche fono
cofefrefchey& li danno ancora slerco d'huomoyfuco di cipolla biancayet
aceto rofato , per rifrefeare ilfangue ; ma bifogna hauer confìderationey
che fé gli danno la detta medicina con intentione di rifrefeare ilfanguey
prima che vada all' acquaci fangueyche firitroua alle parti da bafìo del-
le gabe non lo rinfrefea poi > co fi come per il contrario mandando all'ac-
qua il fangueperla deftecatione > che ha caufato l'acqua lo fa ritornare
nelle parti intiere del corpoyet aUhora dandole la medicina fa pia effetto. _-
Quando vn (auallo ha lo capoftotic o bifogna darli le fottoferitte pil-
lole temperate con due caraffe d'or^pycioè pillole arabiche oncia unaypil-
lole affagiaret:& maHiciney& carici trocifeati ana dragme duey e me-
%a:mi[cey& datele in beuanda la mattina alla digiuna > & queHo lo fa-
rete due volte lafettimana y perche dette cofe fono confortatine del ce-
labroy& delflomacoy& leuano lafumofitàyche offende il celabroy &fat
telo flare quattro horefen^a mangiareydapoi pigliate le pillole .
Quando vn Cauallo patifee di alcuna vento fità del corpo y che dimo-
tfrafìe voler euacuare alcun verme : le darete quefie politeti) cioè corno
di
% 2$ I M 0. "fx
. il cerno abbrufcìato fatta in polue , fementella , & fewenra d'uro, &
v /emenda di porcellane ana ondamela con vin bianco la mattina alla
digiunale detto vino fia vna caraffa , & mc^a per volta , & quetto fi
dia.vna volta la Jettimana: per tre fettimane .
Quando vncauallo hàhauutola riprenfìone, dicono lì majìri per
bauer il detto cauallo hauute tante cofe fredde a le gambe > & alli ner-
ui ,come fono difenfwni,& lardare à l'acquay che fono cofe tutte humi-
de , & frigide , è bene , che dipoi che fia libero di detta impreffione farli
bagnai pollicara,rofmarino,mele cotto-, & camamilla bollito ogni cofa
infieme con acqua di mare per confortarli quelli nerui > & quelle giun-
•o ture,& è bene jper che conforta li fopr adetti luoghi) & leu a alcuna par-
te di humidità. da ejfiy e dalle giunture .
Si chiede quando vn cauallo cafcando , onero facendo vna forza > e
guattandofi vn'ojfoyleuadolo del luogo naturale,e maffime l'ojfo de l'an-
caychefi domanda lafciay doue Ha quella noce tonda Iettando /?> et rom*
pendo. quel neruettoyche tiene detta noce,& appari andò fi l'ofio dal luo-
go naturaley e rompendo detto neruo , che lo tiene yfe vi è rimedio alcu-
no: dico di nò ; perche efendofi partito l'ojfo del modo fopr adetto y&
emendo fi rotto il neruoyche legauay e teneua detto ofo legatOyin vano fo-
no tutti li impiafiri > et tutte le vntioni,che fifhceffero > perche non- tor-
C nando l'ojfo al luogo fuoye ben che vitomafe non e fendo la ligatura del
neruo > quale produjfe la natura } non fi fkria niente: & tanto piùyche
licauqlli non hanno la patientia di far fermi: & quefla è vna delle cau-
fe ancor ayche non vi è rimedio, perche fempre li cauaUi fanno moto, &
per quejìo moto niun'ofo della per fona loro chef parte dal luogo fuo
onero fi rompe non può pigliar ligamento . Chiedono alcuni mattri
quando il cauallo fuffe patiente quale cfo s'ingommarla y e ligaria più
l'ofìo rotto y ò quello leuato dal luogo fuo : dico che più pretto quan-
do il cauallo hauefie patientia > e che facejfe fare la ligatura ferma fi
legarebbe più pretto l'ojfo rotto , che quello 5 che fi leua dal luogo fuo
b fino: &la ragione e quefla ; che quando vn'ojfofi leua fi fcattra vna
giuntura con l'altray & J "castrando fi ffez^ano le legature dellì nerui ,
chejlanno legati , & detta giunta naturale non fi pub più riddurre
à legarfì in fieme: ma quando vn cannello d'ojfofijpc^ay ér che il ma-
Siro affronta detto ojfo ff errato infieme , fempre la gomma naturale >
che gouernaydà materia a legare, e ingommare vna rottura con l'altra :
perche cofi come gouerna naturalmente la gomma di dette offa effen-
■ do fané > cofi e fendo rotto detto offo il mattro lo liga pretto > elagom-
. ma naturale fempre lo nutrifce -, fi che quella è la caufa, chepm pretto
ingQm-
J* L 1 B ^ 0
ingomma vnofiorottoyche vn' ofìo, che fi f^x^a dalle legatureydico da È
quelli nemettiycbe li fomentano , & ancora per lo moto , e he fanno que-
ìie offa } che fé fono alle parte delle giunture y ouero dell'anca .
Si chiede quando vn caualio ha vna ferita à ma gambale che fé li ta
glia la venay& che n'efee quantità di fangne; perche caufafanatoycWÌ
di detta ferita , il fopr adetto caualio reHa con dolore : ridondo quejlo è
perlofangue vfcitoin quel tempo , cheleuò la ferita in detta gambay fi
che per effer vfeita quantità di J angue yche è il proprio calorey& confor-
to delli neruiy& delle ofìa fono rima.fi humidiy &frigidi,fi cbepclque-
fta caufa re/la il caualbyfanata che è detta ferita con dolorey<&- per que
siofe li deefkre vn bagno d'acqua di mare , & rofmarino > & faluia : -
perche fono cofe caldey& confortatine delle o[fay& delli neruiy& quan •
do que fio non gioui piglia mele ytrementinaydialtiay grippiale marcido-
niay& femen^a di linoy & farina digranoy & vino rojìoy & falle bolli-
re infìemey & farai impiaflri à detta gamba da alto à bafìo vn poco te-
pido^ quello fi fa. per confortare ilfanguey &leoflay& UneruL
Si chiede perche caufa quando vn caualio fi duole della JJ>allay& che
le ofia fono fané y&che lafpalla flà al luogo fuo y che non habbia fat-
to mot ino di calare y ouero diallargarfe dal fuo luogo , da che procede
quefto dolore ; dico che detto dolore caufa fé non perfangue , che è con-
corfo in detta fp ali a per alcuna fcefa , ouero per alcun' altra faticay oue- q
ro per alcuna cafeata , talmente che il Caualio fé hauerà dolore è bene
fagliarlo dalla punta del piede; per che participa con due vene della gam
ha; prima è la vena commune , & la feconda è la vena arteriale: queHa
yenaèquellaycbepaffaperle vifeere della gamba , fiche fagnandola
a queHa vena per la pendentia che tiene yfc arie a tutta lafpalla , & la
gamba del Caualio ; fi che per que fio laudo detta infagniay mediante gli
altri rimedijyche fi fanno à detta fpallaynon effendo euacuato tutto il fan
gue y che caufa il dolore ; perche generalmente quando ilfangue fi va ci
mettere in vn luogo della perfona> douenonfiafolito difiarey s'ingroffay
e fi raffreddata per quejlo dà dolore : onde fi debbono far li rimedij al- H
la fpallaymediante la infagnia;& perche fi fogliano far bagni di pali ic a
ray& rofmar ino >h erba fcritta }& acqua di mare yebe fono cofe conforta*
tiuey& de fic cattine , fifogliono mettere alcune , che fono purgatiuey <&
vntarle con marcidoniaygrippia dialtia,& olio laurino ;fifuole anco met
tere vnrottorioycome è olio laurinoyeuforbio cantarellale quefie fono cai
deyconfortatiuey& purgatine; fi che quando accadono fimili infermità e
doloreypotete feicglier ql rimedioych' è buono à leuare detto dolorey prin-
cipìado prima col detto bagnoyet dipafio in paffo feguire gì altri rimedij.
Si
? fi^, I M 0. $?
rjl Sì chiede , perche quando vn cauallo fi getta in terra fé lì dà ilfuocoy
ouero pone lacdy& calci alle reni: rifpondoyche 'il cauallo- facendo forya
è pericolo fpezgarft le reniper meno.., & per quefio fé li da quelle botte
dualcip.erleu.irli queliti malaintentionèy che ha il Cauallo, e quel peri-
colo- di jp e T^a}- fi permeai fi che il dare delti calci alle reni vogliooo ef-
fereJpefo,e leitand affaticato da terra è bene darli vna infagnia , '& lo
iinoi^jìro di Itaofa alle reni 9 perche l infagnia allegerift e alcune parti di
f angue y( be' l cauallo fi bauefie conturbato col rumo fesche ha fatto, /lan-
dò ia terra,e l'impi "flro confortale reni per la fa tica .
Dicon&alc uhi quando vn Cauallo ha fatta alcuna fatica:, ò alcun ca-
B'mim , &figuafia l'vngiad 'un piede > talmente che a malapena fi può-
ferrare , tanto è ivgnia guafla è bene ferrarlo § io dico di nò ; perche
hauendo il detto Cauallo il jopradetto piede debole » & fiacco fi dee [af-
fare l'altro piede,& non ferrarlo, a talché il detto Cauallo vi fi appoggi)
e fi ripofifopra per fino che fi fortifica l altro piede .
Si chiede quando vn'Bue trema , & mostra enfiati, gli occhi da clye
viewmfi) ondo, che è motiuodif angue, & il rimedio èque fio , chef de-
uono vfare fuppoHi di f ale >■& mele, & pepe ya talché detto Bue facci
alcuna fumofnà, che ha in corpo: fi de ne in f ignare al collo per allegerì"
re il fanguey non vna, ma due volte,& in capo di tre dì fé li dee dare per
** beuauda due onde dibolarmino , due caraffe d'acqua d'orbo con tre on-
de di'xuccaro fino:quesìe fono cofefrefche, che Iettano il calore del f an-
gue dal corpQy& v fatile per quattro dì ogni mattina, & tenetelo in luo-
go frefeo , & fé con queHo nonpaffali darete quell'altra medicina : vn
quarto di farro cotto p affato per vna flamegna, a talché fi ricuperi
con detto liquore mettete due rottola di lardo vecchio ben abbattuto , et
lauato in none acque , a talché fi rifrefehi bene detto lardo , et tre on-
de di farina d'orTpy & le darete per bocca a detto Bue la mattina alla
digiuna: e nota,che detta medicina ha due proprietà^ vna,che è fiefeay '
et l'altra , che è euacuatiua , fi che terrà il corpo frefeo , et fuor difebre,
™ et lubrico,e il mangiare di detto Buefianoy quanto pia potrete herbe fre-
fche : ancora fé li faccino difenfioni alle reni di aceto bolarmino , et fa-
rina di grano , et fuco di folatro , perche fono co fé f refe he , e che fé li
facci la fuppoHa fopradetta ogni due dì vna volta , a talché fugga il
bere : fé non mangia fattegli vn beuerone d'acqua tepida con farina di
grano .: perche li confortano lo ftomacofet li dà foflartia ; ma fé man-
giaffe,dateli a bere acqua chiara: alcuna volta lo laffarete andar f capo-
Io pafeendo y per che fi eflerciti y & pigli aria > etquefiofifkrà quando è
buontempo.
C Si
^ L 1 B ^ 0
Si chiede perche caufa vengono generalmente le infermità alli Buoi : £
rijpondoychc vengono le più volte per calore del [angue : la prima infer-
mità è quando fé li infiano-gli occhi,quefio è per l' abbondanza del calor
del fangue ; fecondo quando li Buoi tremano >■> & fé li enfia parte della
perfona ; queHo è per abbondanza di calor di fangue fimilmente: fé
quando fé lifcaldano li polmoni per alcuna fatica,chepigliano,& maf-
firne l 'efiate è perche il fangue fi fcalda ,&fi contamina la flegma ; fi
che effendo contaminata detta flegma non.fi gouemano bene li polmoni; .
fi che di quefio n'è caufa il calore del fangue ; & co fi fi à detto 'Bue le
viene alcuna djfcefa per caldo, ò per freddo , che pigliale li contamina
li J angui: onde contaminato fubito il corpo ha febre, e quefio lo caufa *
il calor pur del fangue: fé il 'Bue alle volte non può euacuare , quefio n'è
caufa il calor del fangue,che difiecca dettefeccie:feil Bue orina fangue i
quefio è per V abbondanza del fangue,che abbonda alle volte,&per tan-
ta abbon'dantia , e*r tanto calore , che crepa alcuna delle vene nelle par-
ti della ve f eie a ,, & di quesli pochi ne campano per caufa, che pifciando>
fangue, evacuano- la propria fuHantia ,. e fé il 'Bue fi fmagra è per caufa
del fangue,che fi fcalda talmente , che liquefa per lo calor fuo, ilfeuo -, fi.
che la maggior parte dell'infermità, che Jùccedono a detto animale , li
fuccedono per le parti del fangue quando s'altera in calore ; fi che per
quefio li mastri, come.- fucce.de alcuna di quefie infermità fubito il primo G
rimedio è la infagnia^rpoifèguitano altri rimedi,come fi trouanof erti-
ti nel prefente libro: alli Capitoli,, che fono, ordinati infermità per in-
fermità.
Si chiede fé è bene stringere vn'humor di fangue y quando viene alle-
gambe di vn Cauallo ; dico di nò ; perche fi deuono sfogare prima con
malnati, e con farinate, che fono cofe mollificatine y&attratiue,e pri-
ma allegerirlo di fangue dal collo,perche è vena, che guida tutta la per-
fona del Cauallo , fi che non è bene firingere conynguenti diHringitiui ;
perche poi vi è pericolo ; fi che meglio è laffarlo purgare con li fopradet- _
ti impiastri otto , ò dieci dì , & dipoi ordinarli vnguenti diHringitiui,
tome è vitriolo, galla , aceto, & mele, e Bollite tuttequefie cofè infieme
farete vn' unguento negro, onero pigliar ete mele,acetoyyerderame,lume
dirocca , & farete bollire infìeme,.& farete con quefio vnguentorojfo ;
e fé non baHafie quefio,pigliarete latte verderame,^ cerafot ancora vi
porrete lardo détro l aceto forttmettedoui.vnloncia di verderame-.eno-
ta,che quefi' unguento è tutto deficcatiuo, e rifolntiuo di detta infermità.
Si domanda,perche caufa quando vn poliedro na fi e y & efee d ale al-
do del corpo della madre , non li pigliano li dolori, cofteome qyandoè
d'un'an^
T A, 1 M 0. /$"
jf d'vri annoyò di due ,ò di tre anni:ri$ondo9che'l detto Cauallo e/fendo crea
to delti quattro elementi,che participano,e fono chi ealidoye chi bumido9
ecbièbrtmido,& fecco,echièbumido, & caldo, come è l'aere? <&■ per
quefla caufa il poliedro è aiutato dalla, natura, perche ftà nelle parti del
corpo della madre^che è caldo,& l'altra fi notrica naturalméte del cibo*
che mangia la madre , & dipoi che è nato , bene il latte > ehe-è pafio leg-
giero^ par debole y & per queflo non paté troppo divento/ita > <& non è
/oggetto a padire troppo cibo duro, come è quando il (fauaìlo è al tempoy
che mangia le biaue^ & la paglia,che conuiene al detto Cauallo; & an-
cora per lo fcaldare,& raffreddare, & il bere delle acque humide;/} che
*% li Caualli alti tempi fopr adetti paiono di non potere padire del cibo ypa-
tono ancora perche hanno fatica affai,& non li è dato quel che le bifogna
di mangiare ;ft che per queftecaufep atono più li Caualli di detto dolore
di ventre quando fono di più età, eh e non quando fono piccioli , & que-
llo è il parer mio ; fi che però fi è prouiftoy che fubito li maflri piglino
la galanga, il fpiconardi , & Valoepatico, con vino , & dandolo per
bocca all'i Caualliy perche fono cofe calde : & confortatine, leuano quel-
la h umidità y che procede da più caufe > come è detto di fopr a dal corpo
del Cauallo ,
Sono afìai (aualliyche faticando pigliano dolori alle fpalley& alti ner
C tàj& ancora alle giunture; &queflo lo caufa la fatica fouerchia , che li
è data alle volte, & perche queflo J angue fi conturba, & corre a li luo-
ghi faticatile lefi;per queflo vogliamo parlare vnpoco delle herbe , che
fono atte,& perfettiffime a deuiare, efdogliare, &■ diffeccare detto fan-
guey che allegerifca li fopr adetti membri , & ritorni le parti nella ma-
nieraprima. Tr ima pigliarete incenfo, faluia,e rofm arino, & le farete
bollire con lifcia,acqua di marey& vin roflo,& ne farete bagni ay mem-
bri del (auallo quando fono indogliati della maniera fopradetta,per che
quelle herbe fono e alide naturalmente ; fiche confortano infieme con-
giunte,^ bollite con acqua di mare, & vino, & hfeia, che fono diftrin-
P gitiue,& confort atiue , e queflo è il parer mio ; & lo farete più volte in-
fagnare dalla vena commune del collo vna , h due volte , fecondo che è
graffo detto cauallo, a talché s' 'allegerifca bene di f angue ,
Quando li Caualli fono affaticati > & cadono in certe infermità di
opilationiy e che fé li bifogna fare decottioni d herbe per confortar li
polmoni, & farli fare buona digeflione , dico accommodarliloflomaco
a talché faccia buona flegmay ondeeffa gouerni bene detti polmoni*
Trima pigliarete herba , cinque foglie con marubbio, &berba fcrittay
fumusterrx, magioranay cime di lauro tenere }& farete bollire tutte
C a ie
^6 I I \B & 0 -
le dette herbe conpiedi dicasìrato , & farro ,& orxo^tàntobenè, eòe
ogni eofa fia disfatto , & dipoi fiaben p affato -per.-v.-ta- sìar/icgna , £
& li darete al C amilo due caraffe al dì con quattro oncie di yucca--
ro fino, & que 'fio vuol effer per vinti dì ,& ogni m mina , che fé lì dà)
slarà ilC auallo digiuno due bore innanzi, & due bore dopòy che l'ha-,
uerà pigliato , & in quesl» meiro lo fcaricarete di [angue dalli fianchi z
e nota, che detta decottionerifrefca , e conforta li fangui , <&• fono tutte
cofe aperitiue .
Dicono alcuni quando vn C auallo ha la toffe è bene a darle Iherba > &
majjìmefe è tempo deWherba , & io dico il medefimo : perche l herba è
paflo lubrico, & è euacuatiuo : ancora fi padifcepreflo , & per queflo li
Cau all'i ne pigliano afiaì beneficio,percbe hanno l'opilatione ; ma Iherba '
cofi comefìi beneficio al cauallo,coft li fh danno alle volte,perche è patio
bumido, & per effer humido affaivolte aumenta Ihumidità al celabro
del Cauallo ;& il (/inailo tofie pia; perche come alle volte fi canfala tof-
fe per opilatione de' polmoni , co fi ancora per h umidità , che ha il celabro
del cauallo .-fiche questo fi vede per effrenenja , che come li mafirialle-
gerifeono il celabro del cauallo, fi liberano di detta tojfe,fì chel'herba al-
le volte fh danno, come è detto di fopra .
Si chiede,perche il cauallo fi de uè infagnarè più de gli altri animali :
rijpondoypercbe è più caldo db co mpleffirne , che non fono li muli , nèghi q
menti,nè fomari ; fi che per effer della maniera predetta ad ogni poco di
moto, che mostra il detto cauallo, fi deue allegerire di f angue .
Si chiede quando vn cauallo ha vna gamba groffayouero enfiagione ai
yn ginocchio fé è bene cauar fangue dalla vena,& poi far gli altri rime-
di; alle fopr adette enfiagioni: dico di nò; perche quando il fangue feende
allepartida baffo della gamba per alcuna fatica, che è data al detto ca-
uallo,fcende per la fopr adetta vena : onde fieli malfari volefferofalafiar-
la,& dipoi gouernare le enfiagioni , il fangue non batteria doue ritorna-
re^ rifoluerfi con le medicine > che oper afiero li maftri ; ma il parer mio
èques~ìo,che prima fi debbono curare dette enfiagioni , e curato, che farà f£
allhorafi pomo falaffxre le vene,e queslo fi vede per effrerienxa,che mol
te volte a' C au alti feende fangue alle gambe ;che per fatica fi riprendono^
& alcuna volta fi miiouono li fangui per il tempo caldo,che corrono nel-
le gatnbe,& poi con la dieta,e con le difenfioni,e col mandarli a l'acquay
e ritornar d etti fangui fi rifoluono le gambe di detti caualli : laonde ef-
fendouil'efperien^a ; dico,che fi gouernì prima Vinfirmità, e poi affrettar
tempo di fai aftar le venerando fl>atio,cbe il fangue di doue fcende,pofia
ritornare, & non impedirli il canale naturale .
y4 Dicono
!
V li I M 0. 37
jt Dicono alcuni quando viene ma influentia calda dentro il corpo del
Cauallo, caufata per lo moto del [angue è bene a darli medicine,che bab-
bino del freddo, e mefcbiate con co fé calde per rifoluere detta infermità:
ma io dico di noverche efendo l'infermità mofìa per human calidi , <Q"
tenendo il corpo del calmilo enfiatoci bifogna dieta; à talché non aumen
ti ilfangue, che daria maggior dolore , e vuole difenfioni frefche di fuco
dcfolatro,d' aceto bianco > di boloarmino , & di farina d'orbo fopra li fi-
letti delle reni, a talché mantenga frefca quella parte detti rognon'uvuol
Stare in luogo frefco, a talché il corpo nonfenta calore .-darli acqua d'or
■ 70,gw.leppo , xuccaro rofato fino , per bocca ogni mattina, e di continuo
B per dieci mattine due caraffe di detta decottione;bifogna,che mangi co-
fefrefche,fe bene e d'inuerno a V infermità,cioè herbe, e annucie, grame-
gna,a talché mangi detto Cauallo: ondefkcendo cofi,e gouemandolo con
quella regola naturalmente fanarà,equefìo fi vede per efperien^a, che
la natura creando detto (auallo, l'ha creato di quattro elementi quale è
calido, e quale è calido,e humido: e quale è bumido,& freddo,e quale è
humido, e fecco: fi che la natura ha fatto , che quando l'elemento caldo
offende il corpo del Cauallo, l'altro elemento humido , e freddo lo aiuti,e
contemperi l'elemento calido , &per quefìo il mafìro quando gouerna il
Cauallo della fopradetta infermità, deue aiutare le parti humide, &*
*- fredde,a talché le parti calidefi vengano a rif refe are .
1)icono li maftri quando fi compone vn rottorio di euforbio, e canta-
rella, & olio di lauro è bene , che il vafo doue Ha detto rottorio sliafco-
pertoidico che è meglio,che slia coperto: perche fi mantiene più forte &•
fa più opera,& è più perfetto quando lo vntate in alcuna parte dogliofay
che habbia il Cauallo . rincora dico , che detto rottorio vuol efier com-
porlo otto dì innati^i,che fi voglia adoperare, & la ragione è quefia,che
quanto più flà detta vntione compofia,più s'incorpora,più s ' affottiglia, e
più penetra dentro la pelle del (auallo quando s'adopera.
Si chiede quando vn Cauallo ha male ad vn piede , & che la piaga
** gettaffe veneno,cioè quell'acqua luflra,e gialla ; fé è bene falaffarlo dal-
la vena:dico di sì, perche quell'acqua luflra fopradetta fi caufaper l'ab-
bondanza del faugue , che corre in detto piede lefo ; fi che per quesla
caufa è bene falafj'ar la vena; a talché detto f angue non impedi fc a la cu-
ra di detto piede , & ancora quando li Caualli hanno quefla infermità
atti piedi fé li deue mettere lume dirocca polueriTata per quattro dì,&
poi metterui floppa fonile bene affettata, & quello fifa, perche detta
lume di rocca deficca,e mangia alcuna parte di carne putrefatta in det-
to piede , & poi lo medicarete con mele commune , & con fongia fra-
C $ ciday
'tìdaytanto delVvnoy come dell' altrove nota , che dee efter calda quando £
fi medica la detta decottione > & quettofifa ; perche tenga mollificata
detta folay& non laftringa cofl prefto: ancora perche il mele con lafon-
già fono fdogliatiui , e mollificatiui : ancora dicoy che quando fi medica
detto piede fé li de uè tenere fongìa fracida intorno al piede > dico alla
fcor%a de l'vgnia; perche detta fcorxa èli parte più fecca del piede> &
tenendo detta fongia vuol effer mollificata .
Quando vn cauallo ha il Ciro, eli mattrì lo medicaranno per alcun
dìy & poi mettendolila briglia in bocca fa la fchiuma ; dico che è buon
fegno ; perche è fegno-, che il cauallo mouele mafcelle >{ì che mouendo le
dette mafcelle tira la flegma fuor delflomaco : &quefto è fegno > che il F
cauallo guarifce .
Chiedono ale uni quando vn cauallo ha febrey a che fideue attender
prima a darli da mangiare herbayouero gouemarlo con quelle m ediciney
che li conuengono: dico che fi dee medicar con quelle medicine <>cbe pare-
rà al mattro fecondo tinfermitày che fitrouarà hauer quel (auallo : e la
ragione èque fi a : che quando vn cauallo è infermo non può mangiar be-
ney& non mangiandola infermità, fé li aggraua; fi che per quettofide-
uè gouemareprimay&nonft fidare > che fta il tempo deWherbay & che
il Cauallo la mangiy perche l'herba non lo rifanarebbe:
"Dicono li mafiri quando fi mettono due caualli aWherbavno farà di &
tempo > e£- l'altro farà gioitane quale ricerchi più pretto la infagnia > il
giouaney ò il vecchio; dico che la recerca più pretto il vecchioye la ragio-
ne è quejlayche quando vn cauallo ègiouaneha li f angui frefchiy & pu-
rificati*> fi che alcuna abbondanza difangue non lo può tanto offendere^
come ad vn cauallo vec chiorbe ha il fangue affaticatOy grgrojìo; fi che
aumentando il fangue al Cauallo -vecchio è neceffario dì alleggerirlo ;
perche fi guastarla > tanto quello y che fhceffedi nuouo con il mangiar
l'herbaycome queHofanguey che tenejje il corpo della maniera fopradet-
tayfi che per quefia caufa fi deue alleggerire del fangue più pretto il vec- ^
chioyche ilgiouane .
Dimanda fi quando vn cauallo cade > & li efee fangue per bocca , &
per le nari di donde viene detto fangue dalle vene , che fiano crepate >
ouero che fi a rotto il fegato : dico che pia prefio crepa , & fi rompe il
fegato y che le vene y perche effe fono neruofe y& fortiyil fegato ètene^
Wy& attOyad vna botta , che leua pia pretto a crepare > che vna vena :
e quetto è il parer mio: eJr anco per vn altra ragione > perche le vene non
hanno quel dritto di mandar il fangue per locanarw^odel Cauallo^
& per k nari i come ha il fegato > perche il fegato nel tempo drìiadi-
gefiione^
gefiìone; dico qftando il cauallo fh digeflione delti cibiyche mangiayquella
parte va in [angue > e va per quel luogo naturalmente al fegato , e per
quel canale mede fimoyqu andò ilCauallo cafca^torna il [angue dentro lo
slomaco ; fiche dal fiomaco va in bocca del cauallo y & intefta per il
meato delcanarw^Oy fi che per quesle ragioni non crepano le vene*
quando cafca il cauallo , ma è moto delfegatoy come s'è detto di [opra, »
Dicono alcuniychela briglia fia caufa di tirare la flegma dal Stoma-
co del iaualloy& è vero : perche il Cauallo non maflicaria fé non tenef-
fe la briglia)& per queslo mafìicoì-e, che fa quando tiene la briglia pur
ga quella flegmafouerchiayche fi troua dentro lo slomaco: quejiofk vti
™ le affai a' caualliyche hanno la toffe , & che patono di opilatione di Ho •
maio perche l' alleggerirono.
Si chiede quando vn cauallo ha i lombi > cioè lafchiena a modo di vn
cameló alta ; da che viene : rifpondoyche ciò caufa > quando flà in corpo
della madre fìretto , et per queslo quando il cauallo è nel tempo y che la
madre lopartorifcefitrouano leojia alte y e resla co fi con detta fchiena
alta come camelo ; e queflo è benefìcio diefioyperche è di maggior forila
degli altri,
Domandafi perche caufa le corna vengono al Bue > & il Torello non
le ha; dico che la natura V ha fatte ad effeììoy chepoffa fuentare la fumo
C fità della tefla quando detto animale fé ne troua pieno: & queflo fi vede
per eff>erien%a,yche li maftrialle volte quando quesli'Buoi mangiano lu-
pini^ raperò altre herbe > pigliano ventofità y et li maflri li tagliano le
dette cornale co fi ancora quando hanno il capotto ticcy'/ che non è fé non
fumofitàyche viene di dentro il corpo caufata da alcuna coslipatione de*
cibifecchi : quesle corna leuano afìaifumofitày & ancora la natura ha,
fatto detto Torello , fen?aper darli nutrimento; per queslo dunque l'ha)
fattola natura > et ancora perche dette corna non hanno da far format
ma ferirne per adornamento > et per bellezza della te fia del Bue .
Dicono li mafiriy perche caufa vn caualloyche ippica d'vn piede non
& lo toccanoynè lo sferrano queldìyche viene in mano à li maflri: rifyondoy
che quando vn cauallo zoppica dal piedey fi deue affrettare vn dìyetvna
notteyad effetto , che il Cauallo non fi riprendeffe y et per certifìcarfì be-
ne il mafiroyfe è riprenfione yòfeè diffetto del ferro y ò delli chiodi; però
fi deue affettare il fopr adetto tempo , per certificar fi bene:& queflo è il
parer mio .
Dicono alcuni quando il cauallo è infognato al colloyouero a lifìan-
chiy & che fi intorcia dà là vnoyò due dìy& chela ferita > che ha fatto il
ferro s' allarga fé fi può giudicare > che il ferro fia slato grande ,ò pk-
C 4 colo:
colo : dico di nò ; perche quando limaflriinfagnano,& che la ferita ,g
che ha fatto il ferro intorcia è per caufa del f angue grò fo , che corre in
fletta feritala tempo,che la corda flà diretta al collo del cauallo:& per-
che non può enac uare co fi come vacua il fangue fattile perquefìorefla
là,& intorcia in detto luogo del collo : & perche quando fuccedono fi-
ntili cafi la pelle fi allarga, & per allargar ft detta pelle ffinta dal fan-
gue fi allarga ancora detta ferita,& maffime,che la pelle fempre fa lar-
go alfangue,& alla carne quando crefce\fi che la pelle conferà cndo del-
la, maniera fopr adetta , ancora fi allarga la ferita per ben chef off e fat-
ta còl fèrro piccolino di lancetta , & maxime quando è tempo caldo , e
moleflo delle mofche , p
Quante venehabbia il Cauallo.
IL Cavallo ha vintifei vene , cioè due le communi , due a lifchmchi ,
due le cigne,& due le cofee di dietro: Quefiefono otto veneprinci-
pali:dipoi vene fono otto alli piedi dinanti,& otto alli piedi di dietro,che
fonofedici tutti quattro li piedi , & otto fono le principali > & vna à tck
bocca,& vna à la coda} che fanno vintifei .
Perche il Cauallo fìa caldo .
NOtayche il cauallo è caldo naturalmente , & la ragione prima ,<&&
principalmente è, che non hàfele in fé, & queflo l'ha fatto la na-
tura perche il cauallo fìa più mànfueto nel feruitio dell' buomo : ma fé
haueffefele , abbondariafio più tifangui , & li fùria efferpiu caldi; per-
che comefapete la colera è calda , &fecca; calda , perche fi congrega
delli humoripià grofjì del corpo noHro,& dell' animale,& fecca perche
lafua caldera diffecca la parte della digestione più grofla come èia
parte delle feccie , & della ftegma:e nota , che quando fuccede qualche-
infermità farla molto danno al corpo del detto cauallo , il f eie , &per
t^uefia ragione la natura ha prouifio à non furio , & ancora gli Ijà prò- «
uifio di mangiar herbe frefche , &paglia,ch'èfrefca, & d'orbo , & de
acqua per bere; eh' è fredda, conofeendo la caldera di detto animale .
Perche il Canal lo fi chiami Caualfo.
/~\ Vefto animale però fi chiama cauallo perche effendo tanto accom
* / modato al feruitio deirhuomo non fi fa, né fi può fare vnCaua-
lierofen^a effo Cauallo ; &per quefìo effo Caualiero piglia il nome dai
cauallo,et il cauallo dall'huomo : et per quejìa ragione fi dice cauallo ,
perche [opra detto cauallo fi firmo i Cavalieri dì lancia : nota y che fi
famo>
2
V \ 1 M 0. 4j
fanno più Caualierì > cioè Caualieri dijpada , & queflo pub Bare anco à
piedi: fi dice Caualier dimaretfuanào è vn valenfhuomoper lo mare;
maeftendo (aualiero di lancia è bifogno , che Hia à cauallo , e fopr a vn
buon cauallo: et però dico, che la natura ha pofìo nome al cauallo per
la fua natura calda , come hauemo detto per le ragioni fopr adette , &
ancoraper effer tanto familiare dall'huomo , che non fi pub fhre vnCa-
ualiere fen%a effo cauallo .
Della enfiagione della lingua, erefta.
E Ter che detto [avallo per le fatiche, che fa inferuitio del-
l'huomo , & ancora per li difcenfi , che accadono per lo caldo ,
e*r per humidità -, pero il (auallo cade in molte infermità. Cominciando
dalla tefla prima, & poi feguit aremo dentro il corpo, & ancora agl'al-
tri membri eSlrinfechi. TS^ota, che nella tefla del Cauallo viene certa fu-
ria di f angue , cioè di humorià la lingua , che fi enfiano , & detta infer-
mità leua il mangiare al Cauallo, & allhorafe li deue cauar fangue dal-
li fianchi per diuertire detta furia , per li humori ; non vna volta , ma
due fecondo la virtù , che ha detto cauallo , efiendo graffo , b magro , #•
poià detta enfiagione v farete quefli bagni : Tigliarete m alua, violar a y
herba di muro,& radichi, & le farete bollire con fongiafr acida, &
burro, & di quell'acqua ne farete bagni vn poco caldi;perche dette her-
be , & fongia , et burro fono mollificatine delle materie fopr adette, et
ancora dico, che fi deuono fare difenfioni intorno l'enfiagioni di boloar-
mino , aceto, et chiara d'otta , e le fopr adette cofe fono fredde per rifre-
fcare detti humori caldi,et ancora fono diffeccatiue delli humori cocorfi.
Quando vn cauallo è inferrato.
Dico, che detta infermità è canina, e leua. il mangiare al Ca-
uallo ; per queflo dico , che fé li debba fhre maflicatorij di profi-
co faluatico graffo vn dito, et quella fiaccata in punta \ dipoi fi met-
ta vna fetta di lardo in punta di due dita , et fi deue ligare detto lardo
con la fcor%a della detta afla delfico , et ancora dico , che fi deue tene-
re vna caraffa piena di aceto roffo forte , e dentro l'aceto vi vuol efìer
vn' oncia di cannella fina , et vn' oncia di garofkli , à talché infondendo
detto lardo del modo fopradetto in detto aceto, lo conforta . T^ota, che
detto mafficatoria fi fa per queflo effetto perche detto aceto è freddo >
et per efier freddo difecca le materie concorfe dentro la gola : il lardo
masticandolo mollifica le materie crude , et lepo flemme , che f uff ero
dentro il canam^ del QtuaUoda cannella > et ilgarofhb confortano»
il
4»; i i b ji o
UcelabrOy che non fcendapm humidità nella gola , & lingua di detto g
cannilo; ancora dico del bajìone delfico al tempo, che il cauallo lo'ma-
fiica imian7J)che fi difciogli le mafcelle , cheftanno ligate perlibumo*
ri concorfi : perquefie ragioni fé li fa detto masticatorio -, quando detti
caualli hanno fìmili infermità deuono mangiar co l capo alto,a talché la
influenza non habbia materia da'fangui in detta enfiagione: però dico >
che fé in termine di quattro dì detta enfi agionenonpaff affé , laudo > che
fé li diano botte di lancetta nella linguale nelle labra: & la ragione
è quella: K(ota , che ejiendo concorfi gli h umori fanguigni in quel Ino-
godono groJfiy& alle volte vi fi agghiacciono,& fi putrefanno, &non
ballano li bagni mollificatila ne defenfìui > à farli ritornare: per quella F
ragione dico , che fé li deuono darefagnieal luogo mede fimo ; à talché
euacuando detto humore groffo concorfo difangue in detto luogo , e*r
quefiofifh per quefia ragione, perche effendo groffo detto humore fan-
gnigno non pub tornare per viadelle infagnie delti fianchi .' ma fideue
cattare dal luogo medefimo; & efiendo groffo è atto è putrefai fi : anco-
ra dico , che la infagma delti fianchi non manca per quefia ragione per-
che fé non ritorna /' humore, effendo groffo^danno detta infagnia,e man-
ca Vhumore del J angue, eh e non ha concorfo al membro lefo;& per que-
lla ragione fi lauda detta infagnia; ancora dico quado viene dettainfer-
mitàyfe li deuono radere li peli al cauallo , & dipoi rafo fi deuono onta-
re d^olio laurino , & di euforbio,et cantarella,e mefehiate dette cofe in-
fieme, ben pelle , con quello fi deue vntare due volte il dì, vna la matti-
na,et l'altra la fera . rHota,che dette vntioni fono calde > et fi fanno in
detto luogo della gola del cauallo doue è il canarw^o, che fono tutti
quefli membri,e parti humide , della canna del (auallo, &peròfivnta-
no con quelle cofe calde per quefia ragione fi rade il pelo ; a talché dette
vntioni penetrano più nella gola per leuare la infermità > & humidità :
& ancora dico,chefe li debbano fare crifiieri di maina, violara, mar-
corella,et in detta decottione me fc erete olio violato . 1S[ota,che in detto jj
crifliero V entrano quefle herbe , che fono mollificatine , et rifiefeatire :
dico mollificatine di alcuna parte dèlie feccie : ancora dico fi metta in
detto crifliero la camamila,clfè calda,etfi mette perche fcacci li fumiy
che caufano lihumori alterati del corpo delti animali,et ancora vi fi me
fee dio violato. rHota, che fé quando il Cauallo,hà quefia infermità non
potejfe mangiare, le darete farro d'or^pxcotto con viiccarofino dentro à
detta fc fiamma di farro , et fé li debbia dar tre caraffe la volta di detto
liquore,e deeefierfrefco,et è di fofiantia,et mafiime quando detto Canal
lo non mangiafie , et fuffe fiacco > et debole per la fopr adetta infermità ,
Hauendo
V K IMO. ' 47
ji Vanendo furiato della tetta del cauallo diremo della infermità , che
fuccedono al celabro^ della naturalità^ cognitione di detto celebro :
nota y che detto celabro è humido naturalmente^ & questo lo ha fatto
lanatura per quesla ragione, perde flanella tefta,etanto èadiretejìa
d'vn caualloyouero d'vn' huomo quanto è* a dire minerà y&eshalatione
de' fumi dell'i humori del corpo come fono nel fare della digeflione
del cibo, ouero alcun' altra conturbatane del f angue e alido; fi che la no.
tura prouedendo aqueftoy che li fopr adetti fuminon offendeffero il cela-
Iroyha fatto ancorali fpir acoli come fono le orecchie, il nafo y& la boc-
ca ya talché sfoga li humori ancora detto celabro : la natura l'ha fatto
ì humido y perche effendo gouematore de gli occhi ; detto celabro fi non
fuffe humido guaflerìa la viti a degli occhi;& efendo e alidi pigli ano la
caldezza dell' aerey & maffime il giorno > che aumenta il caldo per cau-
fa del Sokylafando la parte della nottey che aumenta l'humidìtà yfi che
effendo gli occhi humidi , & godendo fi del gouerno del celabro del modo
fopradettOyperò detta natura ha prò ni fio co fi . Ter è tratteremo dell'in-
fermità y che occorrono al celabro, & a gli occhi del cauallo ,&■ come
"vengono y & che le caufa . Is^ota , che il cauallo è foggetto alle fhtichey
che li da l'huomoy& in qneflof cardare > & raffreddare conturba quella
parte,che nutrifee il celabro; fi che effendo ilfangue caldo naturalmen-
* tey&paiperla fatica delfcaldare,& raffreddare perde la virtù calday
& non dà coft buon nutrimento naturale: onde il cavallo comincia aper-
der il mangiare,^ perdendo ilmangiarla digeftionenonflfa bene den-
tro lo slomaco\fiche quella parte > che hauefie da ire infangue , non vài
bene,& co fi dico della ftegma ancor a,dell 'or ina, & del fieno; fiche ef-
fendo trìflaladigesHone > ancora fàtri&ofumo : il e elabro fi gode del-
le fumofità delli cibi del corpo naturale ; però dico quando la tefia dole
ogni membro langueyche è per caufa delie digesHone;fr che facendo tri-
lla digeflione delli cibiy che mangia il Cauallo fa triflo j angue trifla
flegmay epeggior orina y & fieno y che è la più grefia parte delladi-
geflione;& effendo coft caufano poftematione > e maffime , che il fangue
la prima foflantia del corpo effo nutrifee naturalmente l'offa , & li ner-
uiy& la carne per la fua caldera; perche fono humidi y & freddi , &
fecchi : Et ancora diremo della fìegmay che è la feconda parte della di-
gefìioney che naturalmente ferve al polmone > e queslo lo ha fatto la na-
turay perche detto polmone è freddo > & feeco perà per quefla ragione
la ftegma è fatta per adacquare, & rifrefeare li polmoni : & per vrì al-
tra ragione : perche il polmone fi trouafuggetto al cuore,& a tutte l' bo-
re dà> & piglia lt fiati del corpo > & fier lo fuo moto fama il gran ca-<
tare
44 L 1 * K 0
lore delfangue pia fottile , & caldo , che fi ritiene in fé il cuore , & per g
quefto la natura ha prouifto di detta flegma per detti polmoni y che non
dife echino , per Ha,- e (fi auanti al fopr adetto core del modo fopradetto
caldo : &perquefta ragione dico > che quando è tri/la la digestione > la
flegma è triiìa , e guati a li polmoni ; co fi diremo della parte , che va in
orinay che efìendo del modo fopradetto viene fcaldata > perche tanto è a
dire orina , come fpionc del corpo , perche detta orina participa fempre
di tutte quelle qualità) che fi trottano nel corpo tanto fé è fcaldatOy
ouero alterato di [angue , ò chepatifee di ventofita\ouero di humori co-
lerici ; tutte quelle qualità , & cofe intrin fiche dimostra l'orina : perche
naturalmente effa participa di tutte quejìe qualità : diremo della quar- -
t a parte di detta digestione } che è la parte più grofiaycbe va dentro /' in-
testina del e auallo ;que si a caufa fetore) & alle volte per efierla più par
tegrofia , caufa ftipatione , & non fh euacuare bene il (auallo > & non
vacuando caufa fumofìtà : per quella caufa dico > che effendo ladige-
Hione trisìayguaHa come bauemo detto di fopr a li membri) &per que-
lle fumofìtà perle diuerfe caufe di humori > che efeono intrin ficat amen-
te dal corpo ) & vanno gran parte al e elabro : e per quella caufa dico>
che il celabro viene àflar male ; & fi domandano le malatie di ejfo cer-
vello Ciamoiro, fecondo capoftorico, ter%o verme aboia tino,// capo-
gotico è moto di humidìtà , effendo ciò caufato dalla flegma fé gli fan- Q
norimedij di cofe calde^ome e uforbio ^cantarella) olio di lauro > che vn-
gendoli a la gola del cauallo , fi vnge in quel modo , per tratenere l'bu*
midità)che va al corpo , e-r anco per confortare la parte delfangue , che
va naturalmente a nodrire il cerueìlo y & ancora , che fé gli ponga pene
al nafo del Cauallo con cannella : quefìo fi fh per rompere la humidì-
tà : Di più laudo , che fé gli face ino fomenti d'incenfo , & palma : per-
che la palma) & l'incenfofono confortatiti! del celabro , e maffime per il
calore del fuoco: laudo che detti fomenti fi debbino fare la fera per
Vhumiditàyche fuccede la notte ; & quefla infermità è anco chiamata
cia.mohoylctq naie offende il celabrO)& è da notare , cJieviene da fumo- H
fità del corpo del ['auallo , e maffime quando il [angue di detto cauallo
nonfìà legitimO) & naturale > che non dà il gouerno naturale al cerueì-
lo > <ù" per quella caufa ne procedono quelle vifcofità) & quel marciu-
me) che efee dalle narici del cauallo ) che difeendono dal celabro perle
cattine fumofìtà > che efeono dal corpo del cauallo : &per queflofog-
giungo ) che alle volte per detta conturbatione di f angue )guafìa li pol-
moni da dolore in tutti i luoghi doue arriua detto f angue : an^i) che fé
perfeuera quella putrefhttione difangue yfi dimanda^ enne abolatiuo,
&fi
2
T' V / ' M' Ó\ 45
3 ^-// t/.'/jw^-bo'.itkio, perche il favguc corriva a tutte le mewbr a,co-
^ me'dif opra è detto, & li neri -.inori few ono il calore naturale -affliggen
dolo il-dolore, & lap.\(fione : & per questo il cauallo fi duole , &fa mu-
tino di doglia : bor dalle jpalle , & bor daU'ancbe , fecondo la furia del
fangue , che p affa putrido indetti luogbi : fi chiama verme abolatitio
per vìi" altra ragione perche detto fungile naturalmente caminaper den-
tro le vìfcere della carne, e ciò fece la natura, perche detto fangue corri-
uaffe, ór- gouemafe , & nutriffe tutte le parti della per fona del cauallo^
&per il caminare, che fa detto [angue fi dimanda vermi abóJ.niuo:
d^ncora per vrì altra ragione diciamo aboiatiuo ^quando per il male
corriuamento del fangue ,guafìa li polmoni , & il polmone perde il mo-
to : allbora il cauallo è affannato da ogni poco di viaggio, che faccia^
& perde il mangiar per la debole x^a del fangue, & ciò caufa il polmo-
)le,tbe manda vifcofnà putrida al ceruello , & anco per vn' altra ragio-
ne il cauallo perde il mangiar per dcboleyga del fangue , perche baueri-
do perduto il calore naturale tiene debole, & [ecco lo fìomaco ,<& per
quefta caufa il cauallo non mangia . Ter leuare , dunque questa fumo-
fttà, & vifcofit acominciando dal ceruello : vfarete va' impiaftro di pe-
ce greca, pece nauale , incenfo , & maftice : queste fono co fé reftringiti-
uè,& confortatine , perche fonò calde : <& àncora pigliarete cimatura,
rofìa, prima che póniate detto impiaftro nella fronte del (fauallo dintor-
no delle orecchie,e lidarete otto botte di fuoco, quattro per banda intor-
no alle orecchie ver fole congiunture , & legature della te sìa , e ciò fifa
per restringere quelle fumofità,& bumidità,cbe vengono dentro al cor-
po del cauallo : L audo ancora , che fé li dia per bocca liquore di farro >
&qnefto è per confortare lo stomaco del cauallo , & mefchiate infie-
me coti il farro lagalanga , &Jpicon;rdo , chefìadi quantità d'vrìon-
cia, & lo porrete in due caraffe del detto liquore di farro : & quefle
polui fi danno, perche hanno la proprietà calda, & per confortare al-
cuna parte bumida diflegma , chefuffe dentro al corpo del Cauallo , & è
bene , che fé li dia a mangiar cofe verdi , come fono cannacele , grame-
gna,& capi di vite verde, & ciò fifa ; perche fono cofe appetmfe ol-
ii caualli : perche quando hanno fimili infermità non hanno appetito-. &
fono ancora lubriche per euacuare , e per la digestione , e-r laudo , che fé
gli faccia cristieridi decottione violata,herba di muro,olio,cerapia,due
onde , olio violato onde tre per volta ,& queflo ferueper fcaricare la.
tefla > a talché le fumofità non vadino alla tefta : & ancora dico , che è
bene farli vn' impiaftro fopra le reni di mele commune , feni greci, fé-
mente di lino } wfapina , incenfo } &fimutifj>efio fopra te reni caldo >
quanto
quanto lo può [offrire , &queHo fifàper confortare lereniy& fort'tfi- £
carle:& laudo, che fé gli caui fangue tre volte dalli fianchi, e quello fi
fàccia in tre fettimane, cioè vna fettimana per volta , maffimefela be-
Sliaè graffate bene ancora quando a detto Cauallo aggrauajfe detta in-
fermità,mandarlo fuori atta campagna a pafcere: e ciò fifà,perchequan
do il (auallo Uà attaflatta lipusga il fiato, e diqueUo fi è la cagione
della putrefkttione degli human corrotti in corpo al Cauallo > & ferue
anco aciònon ammorbi qualche altroCauallo , che li Sìa vicino, &pet
quejlo dico, che è bene mandarlo atta compagna, a talché l'aereio puri'
fichi+& non fàccia danno ad altro Cauallo : l^ota, the quando il Caual-
lo viene a quetto termine di mandarlo fuora,& non pafcola è malfegno:
perche fi de uè affrettar e fei giorni j <&fe non mangia ammaccatelo > che
trouarete il polmone guaUo,& per quefta caufa non mangiaua ; perche
tutti li membri erano putrefatti y <& non folo il polmone, ma ancorali
nerui.
Del Li nerui del Cauallo..
NOta, che li nerui, che fono la parte del cóllo,& detta fchiena , tot-
fcono Mia nuca, onero dietro il celabro del Cauallo , & natural-
mente detti nerui confinano per tutta la fchiena fino atta e firemità detta ~
coda,& queft.0 l'ha fatto la natura per diuerfe caufe:primaperche det- j
ti nerui fiano catenese timone della tefta,perfkre andare dritto, & for-
te il Cauallo,& poiperla forza , che ha dafhreeffoCauatto conia febie-
na,& col collo; perche dettinerui nafeono in luogo humido, &perna-
feer iui effo neruo per hauere la proprietà h umida ? & fredda, la natura
ha prouifto di darli foflan'xa co ilfangue\fi che per la parte della fchiena
fino in detta nucanaturalmente vifeende il fangue talmente , che tanto
effo neruo, come la ligatura detta fchiena , che fono le ofia humide > &
fecche,e fono coperte, pigliando ilcalor del fangue fi confort ano : fiche
quando fuccede alcuna infermità a detti nerui è conturbatone di fan #
gue,& è ilfangue,che non flà nel calor naturale, & no da quel aiuto na .
turale al neruo; & atte volte il neruo , che è humido fi ritira perdendo il
calore,& domandafi ri ro ; perche efio neruo fi ritira non hauendo ilnatu
ralfuo vigore ,& allora li candii bifogna tenerli vn poco al caldo,e maf
fimefe è tépo d'inuernò,& vfarle vntioni calde, come fono dialtia,mer"
cedonia^grJppia,olio volpino,& olio commune ,& burro di vacca.T^o-
ta, chequeSle vntioni fi fanno per più ragioni ; la prima perche mollifi-^
cano le parte delli nerui , che per V burnita, che ha mollificando fiende
detto neruo )& perche ancora quefte co fé calde confortano,rifcaldano li
fangui,
T !{, ! M &. 47
. fanguly&rifoluono l'kumiditàyche haueffe riceuto detto fanguey & per-
che quando viene detta infermità del uxx>,non piglia folo vna banda,ma
tutta laperfona dentro il corpOy&fuoriy& lena il mangiar alCaualloy&
fer quefta caufa le partimmo fé legano le mafcelle>& non ponno mangia
retonde laudoyche fé li faccino le fopr adette vntionifopra effe maj celle »
& èy che fé lifkccino mafticatorvj dibaftoni di fico fanatico con lardelli
inpunta all' afta perche detto fico mafticandolo difcioglie lemafcelle? il
lardo, mollifica le parti arteriali dentro la gola del Cauallo y & ancora
laudoychefe li dia à mangiar cofe lubricheycome fono herbe ;perd?e Vher
he fono frefche > e le padifce pia prefto > & il calore delfangue putre-
fa fatto non. le può mattare detto ciboy& per queiìa caufafe li dà; perche
quando li Cauallihanno la fópr adetta in fermiti non ponno benmangia-
rey&fi'trouano di quelliyche non mangiano niente ; fiche dandoci co-
fe verdi lidanno più appetito y che mangiando cofefecchey come V or%oy
la paglia y. e'ihrennoy&il fienOyper ben che la infermità diciamo noi ef-
fér humidà;perche raffredda li iierui,^ li tira in quanto li fit perdere del
la proprietà naturale del fangueye però- diciamoycbe raffredda Unerui:
mapure in quefta conturbationeyche fk il fangue non vi èfèbrey & que-
llo lo caufa: il dolore y, che ne penano tutti l interiori del corpo : per quefto
io vieto il mangiar diquefte e ofefopr adette fec che ; perche quando detti
CCaualli hanno fìmili infermitàv anno del corpo afi ai y e ciò èbuono : e la
ragione, èqueffa : perche vacuando tutte le fumofìtà del corpo fi ' allege-
rìfce la infermìtày & vieto ancora il farli crifìieri. Ts[otaycbe quando à
detti Cauallife li conturba il fangue del modo fópradetto;dicoycbe fi deb
bono infagnare ben che la materia fiafreddaye fé li Um^la fitUan^a cal-
da : ma. detta in fagnia fifa per quefta caufa;perche e fio fangue putre-
fatto è caufa della infermità y e per quefto. è di bìfogno y che fi allegeri'
fica la putrefattione delfangue chedafafìidioalcorpoy talmente che col
gouemoy <&- col. mangiareychefa efio Cauallo faràfangue purificato y fi
fa detta infagnia per vrì altra ragioney& e perche le vene che tegono det
JB tofànguefono neruofe natmalmenteionde perche dèttasaguenodiacau
faà le veneyche tirino , & faccino moto li. neruiychefaria tanto, più tor-
mento del corpo y per quefta caufa è bene allegerirlo difangueyéf fé non
mangiano li Caualliy lauda, che 'fé li dia per bocca convn cornetto lafa-
gne cotte benminute con tutto quelbrodoyquanto pareràycheli diafoBan
%a.ye quefta foftan^afe li dia, ogni dieci horeydtal'che habbia tépodi dige:
rirló x e fé il Cauallo mangiando far aftiticoydico che feiì fàccia criftiero^
di camamilla melelauatOy& di quefto fate ladècotiomyquantofuffe dite-
oaraffe la voltayfietche dettamele ecaldox& detta camamiUay<& pque:
Sfa
fio coforta il corpoyet vi metterete olio violato, per mollificare alcuna ma -
teria détro U corpose vi metterete vna branca di fale.'per dar caufaàdeu
toCaualloycbe fi frrema , per lofortume delfaley^rqmfiocrislierofeU
faccia ogni giorno mentre è aggrauato da detta mfenntìà>& feil Canal-
Io è gra\fo,\audo,cbe fi facci paleggiare àpajfoyà manoye qxesìo fi faper
che il Cauallo digerì fca il ciboy& vacui alcuna parte della p iene^adel
corpo &dze efferati del modo <fopradetto li J angui > fiche 'fi fcaldafìero
in partey & pigliafiero fos~ian-ray & ancora laudoyche fi tenga in buona,
fianca calda à talché non l'ojfendal'humidità della nottey<cr maffimefe
fi ripofay & colca per l' bum idità della terra .
Del fuoco ittici ero con !•_■ ragioni. < ■■ j
SE à detta infermità vi parere di dare ilfuocoyfi dia alti Caualliall'e-
ììremità come èfotto la coperta della teHa vna punta , & quesito fi
fa p purgare queU'bumiditàyìhe foggiùgejfe al celebro, & alli neruiyche
nafiono in detta wca,yaltriwéte infra l'orecchia del Cauallo. fé li dà quel
land collo pei -mollificare inparteyetxattenereM humori delfanguA» cl)£
non prendano la via della tefiayefe^i dà ad vna bandai dà l'altra delli
fianchi -.perche fono parti neruofey&- queflofifà per mollificarli y &pur - .
garli in parte.della diuerfità del corpoyet della enfiagione. Tsfotaycbefe li
dà vna punta fopra à la coda due dita fatto la groppayet mettefeli vna pé
na vntatad'vnguento verdeydoue entri olioye fongiayche fono m ollifica- {/
ime conia verderameyche è forte ye mangiala carne trifta,et dano mate
ria à purgar quelli humori di f angui trilli) che gif ero per offendere la -,
parte delli nerui della fchiena.del Cauallo. T>Jota però che fi dà detto fuo-
co quado viene detta infermità) perche per logouerno triflo delli f angui
s'indura la cartie^et lineruì,etilfuoco è mollificatilo : ancora detta in-
fermità èhumidayper la virtùyche perdono li fangui caldi}etilfuoco:pe-
rò fi dà perche è caldo > e la detta infermità è dijfeccatiua perche lena il
mangiare al Cauallo, et li leua ancora lo euacuare del corpo,et difl ringe
ilfangue,et il fuoco èpurgatiw,etperquefla ragione fi dà il fuoco à la det
ta infermità: e dicQyche tanto è adire dar il fuoco al C aiutilo, come darle H
loffafimo, perche il fuoco è violente\et concuoce la pelle,etlacame,et
per la caldezza penetra , et siringe noue dì; fi che detta infermità del ù-
ropercuote la carne , et Unenti; perche tanto-è à dire : ho quanto fpafi-
mo \dunque quando à li C an alli li vengono dette infermità yefiendo ma-
grihauendopocafoflan^aydico che non è bene darli detto fuoco , perche-
li darete fp a fimo fopra fpafimoy ti non potriano durare allapaffìone;
mamedicarliycon vntioni,con maHicatorij,con. crifiieriyet altro .
IL FINE DEL PRIMO LIBRO. ^
DEL CONOSCERE
LE INFERMITÀ,
CHE AVVENGONO AL CAVALLO,
ET AL B V E,
Co' rimedi j àciafceduna di effe
DI GIO. ANTONIO CITO
Napolitano.
LIBRO SECONDO.
Il fuoco à quali infermità fi dia.
L fuoco nonfoloalùxo, &* fintili infermi*
tàfi dà: ma ancorila gerdé^j galle, à cor-
ue,à formelle , & a nerui di gamba enfia-
ta per fatica che haueffe fatto il Cauallo >
onero qualche feorrimento di fangue , che
haueffe per la perfona > che hifognaffe ejfo
fuoco: quesìe fono le ragioni della proprie-
tà di detto fuoco per farui intendere di che
tempo è meglio darlo : fé lo date d'inver-
no per amor del tempo humido ; & freddo > dico che il fuoco per dare
2? quelli noue giorni di dolore è pericolo fio Vyn a per lo tempo freddo qua-
le tiene il Cauallo , c^ lifangui di detto Cauallo diHrettipuò caufare
Jpafimo , & maffime col darlo alle parti haffe delle gambe del Cauallo ,
che fono parti h umide y che non prouedono di fangue troppo : mafie fi
dà detto fuoco in tempo caldo per flare lifangui commoffi dandoli det-
ti to
to fuoco potriano concorrere li b umori del fangue per toppreffione del F
fuocoy e caufare enfiagioni : ma io laudo , che più preflofi dia di tempo
caldo: perche fé pure fa mutatione il j "angue peri 'aumentatone del fio
colendo tempo caldo,conforta,& mitigatili il dolore,cbe non effendo
di tempo bumido ; et perche quando fida il fuoco in alcuna parte della
perfona del cauallo non falò dà dolore, et commoue lifangui, ma anco-
ra percuote la carne , et le parti neruo fé fotta la carne , per quefla cau-
fa dico che effendo tempo caldo conforta più , &fdoglu la carne , et le
parti neruofe , et ancora per vn' altra ragione s'hàà dare in tempo cai'
do-'yperchefkcendoui li rimedu' , il fuoco penetra più per lo tempo caldo
perche fìanno le carni più aperte , &perquefìe caufe, dico effer meglio, F
dare il fuoco nel jopr adetto tempo.
Perche ilBuehà il fiele j &il Cauallo nò .
Loi caufa è quella : perche quello animale è di natura fatto per più
aiuto dell' buomoy però l'aiuto è q ueflo t che li ferite à coltiuare la
terra,ferue per mangiarlo , etfojìenta la vita dell' h uomo , & la natu-
ra,et la compleffionefua èfrefea , et ancora perciò l'ha prouiUo d'vit ,
pajlo debole, et digefìiuo, come fono herbe, et {rondi di arbori , et la
paglia di miglio , che fono pafli deboli, & fiacchi né per quello li ha da-
to il manicare afìai , ma è fatto ad effetto , che per ben che fia il pafto {
debole, vuole che lo digerifea prefto, e ciò per due caufe , prima perche
detto Bue ha lo ftomaco freddo, et dipoi vuole la natura, che detto ani-
male flia fempre purgato , e pronto fen^a colìipatione , et fumofttà ;
et però diremo del f eie , che ha .\ quando effo Bue è purgato della ma-
niera fopr adetta fé alcuno altro refidua di humori amari, et trifli rima-
nere in corpo al detto 'Bue , che non purgaffe detto fele fé li incorpora ;
però fi dimanda fele perche raccogli tutti li humoracci putridi del cor-
po deW animale : et però alle volte detto animale cade ammalato , et è
perche quando fé li muta palio con darli cofea mangiare,che fiano du-
re da padire , et ancora per mangiar detto animale cofe deboli, non fé li
può dare graue fatica,et dandogliela,voi fete caufa di farlo cadere am-
malato-te mangiando detto cibo debole, li membri fono ancora di dentro
deholi,come è principalmente il fegato , che è font e delfangue, che per
fua debilità non può dare tanto calore à lofìomaco di detto Bue,che pa
difea pretto : debole è ancora di polmoni, e la ragione e quefla, che voi
vedete > che detto animale non può re filiere à la fatica , né à vn correr
lungamente con vnhuomofopra, come fu vn Caiiallo,& queflo lo cau~
fa la debilità delti polmoni, che fi fomentano con debd cibo, fi che non
ponno
H
s te 0 ^ *zv" 0.' $1
rjl pònno foHentarfhticaycome fàil famlloy che mangia dell'orbo > & pa-
glia^ altre viuandeyche fono più di fo fianca; che non è l'berba,cbe ma-
gia il Bue: ancora dandoli fatica affai alle volte fi ropono le vene dentro il
corpose q ne sii fono quelli-, che poi orinano ilfingue . J^ota , che quando
detto animale ha fi mite infermità: et tiene il capo bafsoyet badagliafseyet
pareyche nonftpofsa mouer della fcbienay& fono afsai diquel! :ycbcflra-
feinano li piedi di dietro per terra > & non mangiano; quefìifono fegni
mortali;perche non mangiano y & fi trouano di complejjìone debole , #•
poi orinano il fangneyche èia prima foflan%aye li caufa la morteyet quan-
do detto animale per dar lafoslantìa li danno à mangiare il lopino > &
*B la rapay& lifàuoni, cioè la paglia difhue.-T^ota y che quando detto ari-
tmie mangia le fopradette cofe fono fumofe alpadire y & dure queflo lo
caufa la debilità fopradett a dello fìomacoy& quando effo le mangia alle
volte jlitica il ventrey& non può andare del corpoyet auuertiteyche quan-
do hàfimile infermitàyet vacua molle è buon fegno : ma quando vacua
duro , et negro y e poco » et non mangia y è mal fegno .
Per ftagnare, il fangue advn Cauallo , chele vfcifle dalle narici»
e che ài ciò forte ftato cagione , hauerlo affaticato troppo >
e fé gli fofse rotta vna vena.
C TJi fogna prima pigliare fuco difambucoy fuco dì folatro , farina
J3 d'or%o ) boloarmino , aceto bianco , et vna chiara d'ouo > et que-
ste cofe mefchiarlo infieme y et fargli dif cafoni in fronte y et d'intorno
V orecchie del Cauallo y perche quefxe cofe fono fredde y etflringitiiie , et
dopò fatto queflo y far cavalcare detto Cauallo à buon pafto per due bo-
re y e quefto fi fa; perche con lo efsercitio yche fa il Qtuallo > ilfangue fi
diuide ne gli altri membri, et allegerifce il luogo offefo : fi fa anco per
vn'altraragioneyet èyche il Cauallo pafsegggiando dàyet piglia il vento >
per le narici y e ciò caufa , che fi Hagna quel fangueyet fi restringe alcun
_ capo della vena perche il vento naturalmente è freddo y et Siringhino :
fé continuafse poi ancora fvfcita del] angue è bene pigliare sìoppa , ter-
ra figillatay et fuco di folatro y et mefebiato tutto infìeme gettarlo con
vn cornetto per doue efee ilfangue : tenendo il Cauallo alto di teììa di tal
modoy che pofsa feendere bene detta compofitione dentro le narici del
Cauallo : perche il folatro è freddoyet flringitiuo ^ e lafloppa , et la ter-
ra figillata fono incarnatiue, et bifogna darli à mangiare > or%p buo-
no yfhcendoli de'Leuercnid takhepofsa foslentarfì per l'vfcita delfan-
guey et la nette y et il dì fi tenga in luogo frefcoy e queflo fi fa perche
il f angue > che fìà m luego fi ejc e non fi rifcalday perche rifcaldandofì
D a fi
& L I B K. O
fi dariaoccapencyche vfciffe in più quantità. Bifogna ancora al detto Ca- £
tmUo tenerli la cauei^zzye ciò fi fa quando il Cauallo non stringe la can-
na deUa gola,& dia materia alle vene , che fé n'efea ilfangue dal luogo
lefo : Dico ancora , che il Cauallo deue mangiar con il capo alto alcu-
ni giorni :e ciò ferue ', perche il Cauallo mangiando con il capo bafio , è ca-
gione->che ilfangue corra,& facci for%a al luogo offefo , &quejìa regola
bifogna offeru are quando accadono fimili infermità.
Per l'infermità Colica .
VI è vna infermità , che viene alBue,chefi dimanda Coìica^ercbe
non potendo euacuare l'animale lo ftercoy che /là dentro impedito f
da molti humoracci dentro delli inteslini,e mentre,che V animale fi ft re-
me y & non pub euacuare per queslacaufa,la, chiamiamo Colica \fi che
quando è a quel modo èfegno mortale .
Vi è ancora vn altra infermità , che fi dimanda. PoFmonaza , & è
quando ah" animale fi dà fatica in tempo caldo , onde alle volte perde il
mangiare } & bene pocoy & JpeJJo, è ciò fa perche dandoli faticain
tempo di caldo y & non lo fatiando di bere , onero h auendo fete alliue
gli daranno à bere acqua lorda di qualcl?e pattano : onde per efier d'ac-
quagrofìanon la può padir e perla fatica yche ha fatta ,&bàindeboli-
ti,& opilati li polmoniyfi che gli viene la tof se^ tiene gl'occhi piccia- j
li retirati dentro la tesia;& quando detto animale faglie vn poco di fa-
litayouero tiraci carroyhatte lifianchiy cacciala lingua fuora della boc-
ca, & anfa affai , & ciò procede delle flegme , che il detto Bue tiene nel
corpo,e caufate della trifta digcfiione y clic ha fatto il detto animale tan-
to nel mangiare, come nel bere , > che caufam opilatione nell'i meati del
polmone . JLlle volte mentre il "Bue fi rifcalda , e fi raffredda, fa veuta-
fitày&foffiay&fifentirààfoffiarefpefìoy e la notte, & il giorno, &è
quesla vna infermità, che jft chiama layuUmoìs. . Quando poi il 11 uè
non può mangiare iper eh e li crefee certa callo fità di carne alle latra dal
la parte di dentro la bocca , quesla infermità fi addomanda riccio .. **
Viene ancora à detto animale vn' altra infermità,che gli fa dar dentro il
corpo de' cal%i con li piedi dentro al ventre > e non può orinare : que-
fia infermità fi dimanda arenella > che opila il meato della veffica, &•
opilandolo impedifee l'orinare , onero caufa vento fità, perche effendo
impedita l'orina y il corpo piglia ventofità ; & quando detta infermità
yiene,leuail mangiare à detto animale ,& fé pafj a quattro giorni y che
non allegerifca èfegno mortale : perche ftando quattro giorni fen^a ori-
nare il corpo fi putì efà : &• la ragione è quella, perche fé ben il detto
animale.
S E C 0 T^Ù 0. jg
~A animale non mangia/te ; non refi a per queHo il corpo di fare V ordinario
fuo dell a natura , diHribuendo li cibi in quella miglior parte , che fi può
fi ben fi tro'.ta infermo pur non re Ha di ri fiorare il corpo naturalmente,
fi che quella parte , che vàia orina da fa/iiiio , perche non troua luogo
nella vjfìca evacuato per quejia canfa: onde dico , che quando detta in-
fermità fa-fa quattro giorni , il corpo fi corrompe per la e auf a fopr adet-
ta: ridetto animale li viene ancora vn' altra infermità frale due v-
gnie delti piedi, &iuicrefcevna certa callofità di carne : onde vàmp-
picandoypercbe li punge detto piede : & fi dimanda pedania. Viene an-
cora vna certa infermità a de:to animile per laperfona in fra il cuoio ,
&la carne,et la pelle,cbe li viene generalmente di tempo caldo, ebetut
toil dojfoli fa vefeichette , & detta infermità fé fono grandi fi diman-
dano aofchi, dico crofcbhpercbe alle volte di dentro rìefce una putre-
fattone di marcia,ouero un verme groffo , & bianco , che li caufa lafo-
pradettapHtrefattione,etfe le bacche fono molli fi dimanda pUo,etque-
flo viene come ho detto in tempo caldo, et il calore fa bollire li fangui in
corpo al detto animale, etperqueslo moto di fangue s' enfia tra il cuoio >
et la pelle, et però fi dimanda pi ' o , fi che infognandolo allegerifce il ca-
lore,et tenendolo in dieta,et in luogo frefeo, et facendoli crifiieri comma
niìton aument ara ;et fé in termine di dite giorni non fi rifolue la infermi'
J tà èfegnale,che dentro ha bi fogno di co fé frefehe.
Del Piello.
LI darete per bocca bolarmino , aceto bianco , et acqua di rofe , et dì
quesìofeli dia due onde la mattina con vna caraffa delfopradettó
aceto,& acqua rofata alla digiuna,& farlo digiunare tre bore dopò da-
to: e nota , che detta infermità viene Jpejfe volte più al cauallo, che al
Bue, & per quefio li viene più fpeffo al cauallo, perche ho il fangue pia
caldo di compleffione, cbenonèilBue, & perche tanto è adire complef-
fione,come hauer il fangue,più caldo,più fuegliato,più libero, piùgioua-
ne,edipiùfo$lanfza, eperquejìofi dimanda migliore una complefiione
d'un' animale , che un'altra, et per ciò dico, che il cauallo è più fogetto a
quefla, che non è il "Bue .
» (D'altreinfermità, che vengono al /Bue.
VI è vn' infermità, che s'addimandabarboncy che intorcia al 'Bue
fuori della canna della gola verfo il labro difetto , a talché alle
volte li leua il mangiare : T>i più quando detto animale s'afatica,etpoì
fi raffredda andata tirato, comefojje tutto di un pe7go> quefiainfer-
*D i mito.
54 l 1 B II 0
tnità è la parte della pelle ,che copre il faglio della fchiena, che è 'intrin- £
fecata detta pelle con ilff>ìno della f ch'iena: onde per questo lo pigliar -ete
con la mano due volte il giorno,& li tirante quella pelle, & fia vntata
di burro caldo, poi lo coprirete con vna coperta , &• particolarmente fé è
di tempo humido, et questo fifa acciò tenga caldo quella parte dello Jpi-
noydoue vi Hanno fé non ofìa, &nerui,etche non habbia occaftone di ri-
tir arfi vn' altra volta la detta pelle .
Delle eorna fcornate a 1 Bue .
Alle volte a detto animale per vna caduta , ò altro accidente fé gli
rompono le corna : onde quando cade la corna resta la fedia na- t
turale fola della corna fana , e fepreftofi torna a ripigliar la corna , et
metterla al fuo luogo naturale s'incarna forte con vna fafcia , et fé
pure non s'incarna per colpa dell'animale , che fé la leua > non può fare
però putrefattione , et questa efperiemra fi può vedere per otto giorni.
Ma fé alle volte detto animale l'ha rotta di talmaniera , che fi rompe
infieme la fedia dieffa con la corna , allhora fé non è caduta intuttOy
dico, che è bene tagliarla , perche quando detta fedia, ò radice della cor
na fi rompe non fi può più incarnare ,et è caufa di putrefattione, et la
putrefattione fé ne vd poi per li meati della te fi a , et guasta il ceruel-
loiadunque acciò non figuafti il detto ceruello , bifogna ogni giorno al- G
•parlila tefta ,et farla ftare pendente verfo la putrefattione, che farà
nella corna rotta , et il fuo medicamento la prima volta farà in .que-
sto modo ; con la chiara con tutto il roffo d'ouo battuto , et quefto fi farà
per due giorni , e fi pone la chiara dell' ouo, acciò retiri quel f angue am-
maccato : dopò quefto continuare a medicarlo con mele rofato , et ftop-
pa con vna tasta,che vadi in dentro ; perche detta tafia vntata delle fo-
pr adette cofe non lafcia impostemare dentro la teHa , an^i tiene larga
la ferita, et farà vfcirefuora tutta la putrefattione delfangue concorfo
per la botta ricevuta , et fi continuarci quefto medicamento per quinde-
ci giorni fé mpre f minuendo la tasta , a talché la piaga pojji incarnare :
Finito li quinieci giorni lo medicante quindeci altri giorni con laftop-
pa tagliata,et il fopr adetto mele, et ft oppino fen%a tafta , <& quefto fi fa
ad effetto , che habbia tempo la piaga d* incarnarli , et dopò metterete
stoppino, terra jgillata , et lume di rocca abrufciata a detta piaga ogni
giorno ;percbe queste polueri fom diseccatine , et incarnatiue , et fé vi
è carne trifta la lume di rocca la mangiarà : ma prima , che fi menino
dette polveri, fatte vn bagno di tafio barbaffo , et rofelle , che fiano in-
voltate in via (fianco > et questo fi fà} perche confortano > et nettano la
piaga;
' S É'C O^DO. fi
jl piaga : & ancora lapoluere a ferra più in efia: e quando accade fìmi^
le difaflro all'animale non fi perda tempo più, di dieci giorni pur che
nonfia caduto di luogo alto,& non l'affaticare; ma fé non cafca da luo-
go alto dicofipuò affaticare) perche non è membro, cljegVimpedifca la
for%a,che bauefie da fare. Le corna non fon mcmbro,che habbia da far
moto:ma l'ha fatto , acciò che detto animale fi haueffe doue legare , &
poi anco per adornarlo:^ quando detto Bue bauefìe la corna rottale che
dal primo giorno della rottura , ò di là atre ,ò quattro giorni li vfciffe
f angue dalle narici, &quejìoè e aufa il meato della corna, che corri-
jponde col meato delle narici poiché come fi rompe la corna ilfangue cor
*B realtà via dal meato delle narici del Ttue^nde non è da maraulgliarfe
M, ma quando interuien quetto , bifogna al%ar molte volte la tetta al
Bue,& verfo la parte del corno rotto, à talché la putr e f anione del pin-
gue marcito dentro ne pofa vfeire da detta piaga ; & quello fi fàccia
due volte il giorno,e mafsimefe è di tempo caldo , &fefufiero li giorni
lunghi perche dariano caufa tali giorni , & il tempo caldo alla piaga di
ridurre pia materia , e quando ciò non fi facefse di nottare la piaga , fi
darebbe occafione,chefe ne vfcifse per le narici del Bue .
i .
Delle panne , che vengono à gli occhi del Bue.
A 'Hcora a detto animale li viene certe panne agl'occhi, che è difee-
JLX fa di tetta, & lagrimando gì' occhi ,& afsai volte mandandolo
fuori alla campagna fi punge con qualche /pina, ouero fluccio,ò pure le-
uà qualche bottadi feorriata , talmente che gl'occhi fi gì' impanino , &
dico, eh e fi a di che modo fi voglia, che venga detta influentia agl'occhi
fé li deue dare vna botta di fuoco alla vena del collo difopra,& due al-
tre più. in su alle chiaui della tefla dico à quelle commiffure , & legatu-
re della tefla , doue difeendono quelle furie , che impedifeono la vifl a à
detto animale perche dandoli il fuoco firinge quelle materie,che non ca-
_ Uno cofiJpefso<poi bifogna pigliare pece nauale, pece greca , incenfo, &
mattice,& facendole rifcaldare infieme, tanto che fi mefcolino, & vn-
tarlo tepido fopra il fuoco dato , & mettergli poi pretto prima, che fi
raffreddi cimatura roffa,& queflo impiaflro fi fa per rittrìngere le ma-
terie^ perche è e aldo per confortare ancor il ceruella , che èbumidiffi*
tno,che non habbia adito dì mandar qualche difeefa negl'occhi .
*Di più bifogna anco tagliarliquelle ognelle , ebenafeòno dentro de
gl'occhi naturalmente fé gli vengono quelle panne , la detta ognella,
eh' è vna callofità di carne fempre quale naturalmente ferue per anet-
tare gl'occhi di detto animalfypercbe per lafua callofità rade l'oc--
J> 4 chio:
thio: ma quando l'occhio fi trouafano alle volte con ilfuo mimale ga- %
gliardo non lo può impedir niente : ma quando gì occhi fi trouano lefiin
qualunque modo fopr adetto l occhio per efter vn membro delicato, e che
niue, &fì notrica di humidità:onde quando gli viene qualche difcefa di
[angue impiccolire > &mgrofìa le panne per il dolore ,^-pafsione^be
[ente : onde allora per quefla caufanon può fopportare l'ognelh , che
l'habbìa da paffare per [opra la panna dell'occhio , doue vi hai animale
il dolore : onde per queHe.caufe dico, che detta ogncila fi debba taglia-
re^ volendola tagliareti fogna pigliarla con vn filo ,per che altramen-
te nonfipotria tagliare con le f orfici fé non fi. tirale con ilfilo,& taglia-
tacche farà detta og'ieIla,y/ che l'occhio non habbia più quello impe- f
dimento , fé farà difcefa }& che l'occhio flejìe pieno di panne potete,
■vfare fongia di gallinai rodomele liquefatto infieme, & vngerlo dm
"volte il giorno la mattina,& la fera con vna penna dentro allocchio,et
far che ilrodomele , & la fongia fi ano fredde , & ben fonili paffatiper
vnaflamegna , & quefìo fi fh perche penetrino più , e-r che mollifichino
dette panne,perche tanto è à dire panne nell'occhio, come è à dire hauer
poco fangue,et hauer fi mortificato nell 'occhio.,et queflo.fh lepanne,etpe
rofi vnta con la fongia, et mele rofato , perche h abbino da mollificare il
detto fangue, che è indurato nell'occhio , <&• mollificato che faràper otto
giorni gli fhrete quefla poluere ,doue entra me?a oncia di ,%uccaro*di :f
(andia,vna quarta di lume di rocca abrufctata, & vna quarta di t£iia
preparata\& peflata fottilmente mefcolareil tutto infieme , & gettarli
quefia compofitione con vn cannello per due volte dentro l'occhioni
giorno; perche trouandofi la panna mollificata, quefla poluere tira più, e
la mangia,et la rifolue: perche il %uccaro,et la tutiafono cofe confortati
ue,et rifolutiue,& la lume di rocca rode , & mangia le materie grofìe >.
gr quefiofi continui di fare , per finche fi vede la panna dentro alloc-
ch'io per due volte il giorno , & quando la panna fminuifce , porgli /<*
poluere vna volta al giorno per fin che refti netto l'occhio .
- •
Perii pido, ouerocrofchi, che vengono alliBuoi .
11 viene ancora à detto animale certa infermità , che gli tiene tutto
_ il dofìo,fra le corna, etfchiena,et quefla infermità generalmente li
yiene d'inuerno : onde quando comincia àfar caldo , & è magro detto
Bue li darete vna medicina per bocca, nella quale metterete due rotto-
la d'Uardo battuto, et dipoi vi porrete infieme tre onde di boloarmino y
et due onde di farina d'orbo, & fittine palle con detto lardo gliele da-
rete
SECONDO. $7
l/f rete- alla digiuna per bocca all'animale* & quello fi fi per rifrefcare, et
purificare il fangue putridoyibe è taufa della fopr adetta infermità: da-
poi fé li dà tre caraffe di vin r off o forte accio che detto vino h abbia da
confortare il Stomaco al detto animale^ dar caufa à dijìribuirey &pa
dire la medicina; dapoi farlo Ilare tre bore dopò datala medicina^ fen-
%g mangiare y perche la m e di e ina non f aria buono'effetto: perche man-
cando il cibo fi mefeoieria con la medicinale per ciò fi fi flare à dieta >
enota^che detta infermità fuole fire prurito^ ficendoloybifogna vnger-
lo con olio di lauro y & aceto tiepido mef colati infiemepoi che l'olio di
, lauro venendo cai do Tingendolo in detta infermitàyconforta quel f angue
e ptttidoy perche tanto è d dir f angue putrido comefen^a virtù calda , &■
quando il fangue è.j&qjiefìfo modo dà prurito > & punge: fi che detto olio
fonritoq conforta et pflendo caldo ftmefcola l'aceto perehe è acuto , et
ptnetratiuo,et paffatetfa penetrare l'olio laurino .
Quando ad vn Bue fé l'intorcia qualche cefa in gola.
g'~\Vando\fe gl'intopcia qualche cofa nella gola , bifegna pigliare
V^/ Hfc.Ìay&.ptio commune yn,poco caldo > 6" glielo gittarete in go-
la quanto fufìevna caraffay& .me%a tra l'vnoy<& l'altro:dapoi che l'ha
0 net e gettato in goj,a àdetto By.e sfatelo cam in are y perche detto elioy <&•
* lifeia è mollificatiuay & esercitando detto Bue da materia à far for^a»
et à toffereyet con quel toffere potrà il meloyò rapay che baia fé inghiot-
tito girfene à bafìo denti o il corpoyouero buttarlo fuora . "Nota quan-
do date detta bevanda al Bue. battendo il canaruT^o impedito non anda
rà.bene à baffo: onde fi fuoi gettare per lo nafoy et quefìo caufa l'impedi-
tfientoycbe troua al meato della canna del detto Bueyperò auuertiteyche
quando fé li dà detta, b.euandà.bi fogna farli tenere la tefla aitatacelo che
fé ne feenda con più commodit ànel corpo > et è bene ancora mettergli
euforbio alle narici > e qpefto gicua ypet che fi facci for%ay etgittifuo-
rayuella eofay p.be impedifceil .meato della canna; fi pub anco tenere la
V^ detta $ieMh tygàta %cn la u$&Qlta>& poi qu al eh ed uno con le mani vn-
Wàf.bKtirbfregatpian piano dal canaruvgpà baffo > e ciò fi fa per
dar tfccafioueM detto canar-UTgo opilato di far fcerfdkre quello ythe vi
£ dentro: & fé l'animale hàfetelafciarlo bere sperche l'acqua èpene-
tratimy. & wollificatiua > et dà materia alla-Cofay che iui è intorciata di
euacuarlaynon fé il deue dare da mangiare cofa alcunaper fin che ilca-
tiaruzgg noni vuotoye {fedito: perche fi impediriay che per il cana-
ru'^onon feendeffe più materia y et gli cauf ariano la morte : perche
tanto. è'44irecanarH7g0y come entrata de' cibi > et è tanto nominare il
cana-
58 t t S % 0
canarmgp > come dire fpiracolo dé'polmoni ancora per ilcanaru%$òft E
tirano,& efcono li fiati di donde aliti detto animale; fi che opilandofi il
canaruigo [aria di molto impedimento alli polmoni, perche non ba-
flariano gli altri pori della tefla à dar aiuto all'i polmoni, che piglia/fero
tanto fiato, che baflaffe al moto,che hauefiero da fare per confegnire il
naturale feruitio del cuor e; onde mancando il fp ir are del módofopradefc
to occuparla il cuorc,& caufaria morte: & quando al Bue,ouero anco àt
cauallo interuenijìe queflo cafo dico , chenonfìdeue mettere il volpina
dentro il canarwzgo , & la ragione è quella , perche mettendo dentro il
volpinoyper ben che fi rauogliefie di floppa,ouero di bombacele che fi vn m
gefle anco d'olio,& di burro,fempre,che fi metti detto volpino in gola fé
glifcorticca il canarwz^o , & quando il Bue, ò il cauallo fi fente fcorti*
cata,& piagata quella tenerezza di dentro il can-arwz^o non potrà mari
giareyperche mangiando alpafìare,che'fk il cibò li punge ilcanaru%gp%
& co fi il caualloyò il "Bue ne viene à perdere il mangiare :& per q uè sìa
caufa non è bene vfare il volpino'.ma dargli le cofe dolcìycome difopra:
<&• bi fogna auuertìre , che non fé lidia a mafticaVe foglie di fico , né con
lardo,nè con altro: & la ragione è qmfid,perche hauendo l'animale il c'a
narui^o impedito , & manicando poi alcuna co fa farla caufa ycheirO'
uandofi ilcanaru%jo impedito,& non potendo paffare, fnffogheria » G
Delle gambe, & ofsa del Cauallo .
::.t
PEr conofeere la differenza , che è delle gambe alle ofia, cioè dalla
punta della fl>aUa,& dalla giuntura dèlia cofeia à baffo fino al pie-
de del Cauallo, come ancora delle offa, che gouernano, & fomentano la
parte della perfona di detto animale , & dal fopr adétto luogo nominata
in su della perfona del Cauallo , leuandone però la tefia, è da auuertìre y.
che tanto fono le cosle , quanto è il filo della fchiena,confinando tutte le
ofla della groppa fino alla coda , & ancora alla cotena del collo* &fo~ #
no fatte dalla natura per foslan^a per durare alle fatiche., &l#fofian-
%a loro è il fangue , che lo mantiene fobriamente ,& per ciòdiùo,ohé
fono della qualità dell'offa dellaparte da baffo :& perche-te offa difoprt*
foflengono,&fl anno falde nella fatica, & nella forra, &però vi è difi
ferewza dalla qualità dell' vno , & dell'altro : & la ragione è queUa,
Hauerà vna ferita in quelle offa da Ila parte difopra,e nongettarà gom
ma, fé non j angue , & marcia ; & queflo pèrche fono fatte detfe offk
perfoslenere,& Har falde, & forti à lafatìcayma Vofla delle partì da
baffo ) quali fi chiamano giunture fono offa fòggetteà fitr moto quan-^
do
B
s e c o T^a o;; $9
jl do efìo C audio ha da far fatica ; et per que fio la natura te gouerna, et
le notrifce di gomme ; perche fc non piffero dette gomme non potriano
far moto , e gommare per effer l'ofìo humido , et fecco : ancora l'orina è
foftan^a caufata dalli f angui naturalmente , & tiene le giunture fopra-
dettefrefche, & mollificate , & atte a requifitione del moto , & fatica,
che volefìe fare detto Cauallo ; <&per quefta caufa fi dicono le giunture
offa>& gomma\per caufa,che dandogli vna ferita , ò vna punta di foco,
"ò d'altro accidente fubito efce la gomma, & vfcendo retta quella giun-
ta fenica foftan^a , & viene il jpafimo , che è l'ofìo rimanere fen^a la
gomma,& perche è humido,& feccoy& per lafua humidità hauendo lo
aggiunto della gomma, per quefta caufa fi dice fj>a fimo : onde per quetto
è differenza dalla qualità dell'offa dalla parte di fopra del final lo ; per-
che hauendo feritè,ouerÓ punte di fuoco , ouero altro accidente) non fgo-
rnahofolo ad vna parte della tetta , qual'è la ligatura delle narici ; &
perché f gomma y perche è giuntura y è di hi fogno far moto per lonotri-
mento del corposi mangiare, che fa detto Cauallo.
Dellacicuta , & lua natura.
Sì chiede quando vn cauallo mangìaffe la cicuta , ouero cantarella con
la biada;perche caufa flcrdifce, e fi getta in terra; dico, che la cicu-
ta^ la cantarella fono calde , &fumofey& per la fua caldera /cal-
dano talmente li pingui, che per quella caufa efìo Cauallo fuda quando
ha mangiato le fopr adette cofe : & perche fonofumofe fubito fi leuano
al celabro del (auallo, &per queflo egli fi leua ttordito perla calde?ga,
che il celabro fente delle fopr adette cofe calde dentro il corpo , et pero li
maflri li bagnano li tefticoli con acqua fredda per rifrefcarli participan-
do con li rognoni,et con la parte della fchiena : ancora fé li bagna il nafo
dentro, & fuor a con aceto bianco, & queflo fi fa ; perche lo aceto è acu-
to, &frefco, & leua la fumosità calda delle fopr adette cofe : ancora fi
• tiene in diet a vn giorno, a talché padifca,&ftìa lubrico di corpo: anco-
ra dico , che Ufi mette la briglia con vna facchetta doue fìa me%a oncia
tra garofani, cannella,^ noce mofcata, $* queflo fifa y perche tenendo
in bocca efìo Cauallo lefopradette cofe,li confortino il celabro, &fe li dà
per bocca vna caraffa d'acqua d'orbo con vn' oncia di bolarminoyperche
tffendo cofefrefche poffano tenere li J angui frefchiy non caufandofumofi-
tà al celabro di detto QtuaUo.
1 Vnguen-
éo L 1 B \ 0
Vnguento per il verme. g
P^ma pigliar ete due onde dipoluedifkue ahrufdate , e due onde di
lardo vecchio; però vuol efiere rafo con il coltello-) et vuol efiere del
la mollica, a talché detto lardo fia fonile, vn 'oncia difolimato , & ben
pefìatofottilmente mefcolerete detta poluedi fkua, quali fiano ben pe-
pate,&p affate per vnfetaccio mefcerete la polue con detto folimato cor
fi freddo, fen^a f e ald ariose nota,che prima fi vuol radere la tejla del ver
me,ouero il cordone; dipoi vnterete difopra con dette co fé vn giorno sì ,
& vn nb;etqueHo fard per fin che vedete,che detto capo di verme,ouero
cordone farà mollificato , & allhoraft dee pungere con vna lancetta ,ap
talché efea detta putrefattione di f angue corrotto : et ancora , chefia a-
feiutta detta putrefattione laudo , che fi vnti con detta vntione quattri
volte ;&queHo fifa , perche battendo mollificatala materia cruda fo-
fradetta,tanto più farà effetto fpargendo alcun refiduo di detta infermi-
tà, perche la qualità del detto vnguento è nel lardo mollificatiuo , #*
nella fuua, & folimato defeccatiuo ; fi che il lardo mollifica la carne in-
durata caufata dal f angue corrotto, et il folimato,etlafauafono dislrin-
gitiue , fi che diflringe il luogo offefo, che non vi nafea più f angue corrot*
to,et quesT ordine è in quanto à le parti efìrinftche del corpo del cauallo,:
diremo della parte di dentro; dico , che il Cauallo > che ha la fopr adetta, Q
infermità fé li darà me^a la biadafolita, £r queflo fifa, percb e non au-
menti troppo f angue; ancora dico, chefifalaffi due volte la vena del col-
lo^ talché non kabbia materia il f angue di fare abbondare la infermità:
laudo ancora, che il detto fauallo mentre ha il detto verme , non Hia in
luogo troppo caldo ;maffime fé è di tempo caldo, et quefìo fifa , perche li
fangui filano frefchi,mentre il detto cauallo fi gouerna della detta infer»
mità .
Della diuerfità delle vene falaflate .
PJE> dare ad intendere quando vna vena fi falaffa ad vn (fauallo; à H
la gamba ,bala cofeia :fifalafia a la. gamba dinanti per alcuna
influenza di f angue , che feende a linerui ,o alle galle; & queflo aprir
di vene fi fa ad effetto, chela concorrentia delli fangui non feendano
per detta vena, & ingroffiil neruo;&la fopr adetta galla : dico quan-
do fi aprono dette vene trouata , che farà, fc amata bene la pigliarete
con vn cornetto ,<& Vallar et e alla banda ielle parti di fopr a , &poi
ne la/farete vfeir vn poco di f angue : queflo fi fa, perche allegerifca quel
fangue,che è corfo al neruo , ouero alla galla ad enfiarla } & dipoi attu-
tati
SECONDO. 6t
jl tati con vn filo à la parte fatto la venay a t alche non venga pia [angue
& quefla apertura fi fii per due effetti, primo per troncare il concor-
fo del f angue y che nonfeenda a baffo delle gambe y & majfime quando
è lefo ; fecondo per allegerire quel fangue à quel tempo y che fi taglia la
venay & co fi laudo > che fi debba auuertire molto bene quando fi apro-
no di legarle y perche non h abbiano materia di concorrere più li f angui à
baffo y à talché la vena dipoi tagliata y che fera debbia efere ben liga-
ta : & fono molti maftri > chefalafiano le vene , lafiando la parte delle
vene della banda di fopra > che non la toccano: perche ritrouano y che
da detta vena non viene f angue alia banda difopra;& per quejìo la laf-
t Janofciolta quando folamente legano la parte di fiotto : & in quejìo di"
co > che fanno grande errore y per che ilfangue naturalmente viene di fo-
pra ; eia natura l'ha fatto perche detto fangue efea dalla fonte commu-
ney che è il fegato y ilquale ha a prouedere ; &gouernar tutti li membri
della perfona -, fi che perquejìa caufa dico, che per lo fegato fi hanno da
gouemare tutti li membri > & mandare ilfangue per ilfojìegno delli
fopra detti membri , & queUa è quella parte yche bafla à nutrire la par-
te delle gambeyperche le gambe naturalmente vogliono Uar leggiere;&
per quejìo dicoyche detta vena fi deue aprir di fopra ; perche quellaparte
di fangue viene dal fegato allaparten^ychefk delli f angui per nutrire y
* & fortificare detti membriy& trouando detta vena dìfcioltay& aperto
M meato della venayfe ne vfeiria ;per questa caufa dico y che dette vene
fi deuono aprire tanto fottoy come fopra y e di più y chequando fi aprono-
le vene delli Cauallì,fi debbiano tagliar me%e : & me%e lavarle perche è
meglioyche tagliarla tutta: ancora ferite per vrì altra ragione yperche al-
le volte quando fi aprono dette vene mnftpoffono bene firingerey talché
il fangue efee à furia- : & èfiendo la vena tagliata affatto- nonfipotria
pigliare col cornetto ; ma effendo tagliata me^a la potete tornare àpi-
■gliare > & legarla meglio y & jìagnarla : &per quefla caufa è meglio-
tagliarla me%a > & me%a lajfarla »
™ 1)icono molti maejìrì y che hanno aperte vene al CauaUo parlando
delli tre membri principali , come è il cuore y il fegato x e'I celabro > che
quando aprono le veneyil fangue viene dalle parti dabafio delle gambe >
& queìfìo lofh natura y che vuole y che fecondo II membro della perfo-
na, habbia il nutrimento lafollan%a del janguey&fi vedeyche natural-
mente effo fegato- è^ fonte del fangue -; perche ha aiutale tutti li mem-
bri e naturalmente il cuore è recetttaccolo delli fangui più fiottili j &■
più caldi; perche tanto è adir cuore: come fpir ito vitale ;perche fi due
vitale t perche dà d cono fiere tutti li accidenti.) che vengono al corpo ,
61 l I B ^ 0
per via delti polfiy& ancora che mancaffe la mafia fanguine abdico la E
parte grofta del fanguey& che la carne mancando la fo flamba fmagrif-
fé effo corpo > il cuore per la foslanzadelli [angui fopradettifhnno mo-
to al petto, & allì polfiy che quefti moti non lifh la parte groffa del-
ti [angui > per ben chela parte [opr adetta della parte grofi a de Ili [an-
gui raarci[ce> & abbandonale ilgouerno delii membri) fempre il cuo-
re sia in [ottanta, & fn li moti[uoi , & naturalmente Ha detto [an-
gue dentro , &per mexo le co[ce y #■ le gambe ; dico dentro le vifeere
della carne , e quello è fatto dalla natura > che quando m incxfìe l'hu-
more del [angue groffo efio [caldaffey & confort affé y & tenere in [o-
fian%a dette cofcey & gambe : & per quefta caafa rimane egli corret~ *
t ore y & gouernatore del corpo > perdute che [ono tutte le [oHan%e ;
& queflo lo e auf a per eff erre cenacolo delti f angui più gentili y &più
[ottili più [orti y & più leggieri y più caldi y & più purificati : natural-
mente questo cuore per effere di tanta import an^ , & recettacolo delti
[angui fepr adetti la natura l'i ha dato vn [eruitore qual è il polmone \
che [empre li dà vento , &frefco : queflo è per la caldera detti [angui >
che ricetta detto cuore ;fì che mancando lafofian^a totalmente al cor-
po per poco mangiare , ò per infermità, talmente che perdefie il fega-
to il pofleffe del [angue y & che non potè fie gouemar più > & aiutare li q
membri , & indebolire il corpo , che non poteffe dare più [ottanta al
cuore > & più la parte delti [angui [ottili naturalmente , come s'è det-
to di [opra queflacau[a debilitarla apprejfo àia morte : ma fi vede per
efperien^a y che fino che efee lojpirito à vn corpo y [empre li batte il pol-
lo y & queHo è V abbondane del [angue del cuore , che prolunga tanto)
più la morte ; perche ài' vltimo efio me defimo perde la[o Han%a : que-
flo lo cau[a il non poter dare aiuto à tutto il corpo > effendo mancata In
virtù del fegato della mafia fanguine a ; ft che per effere il cuore di que-
sta fo fianca fopradetta ; per quefiacaufa fi dimanda Jpirito vitale ; fi
che la natura ha prouiflo in quefto y & ancora , che la mil-^afìa recet- ff
t acolo delti [angui groffìy & queflo è fatto per tener purificati detti [an-
gui del fegato y à talché poffa gouernare in parte bene il corpo , &ha
ancora prouifla detta milxa perche fia in luogo del corpo y che non fi
può offenderey con tutto che fia reccettacolo del f angue grofio > ad occu-
pare li altri membri y [e non per trouarfi ripiena dell' humor [opr adet-
to [anguigno : alle volte al corpo è prouiflo ancora dalla natura , che la
" parte dietro le cofee fia camera del fegato ; & queflo è per due caufe >
la prima è quando effo fegato fi trouafie abbondante di [anguey& la fe-
conda è perche nella parte di dietro vi è quella particolarità de' f angui >
che
SECONDO* 63
•jl cheènella partedinanti , & non vièquella caldera di [angue , che $
nella parte interiore ,perche vi è il cuorc,che tien caldo ,& vie la coni
correndo, delli fangui,che naturalmente hanno le vene loro alla via del-
la te$ìa\fi che la parte dinanzi del Cauallo è pia calda di quella di die-
tro per le ragioni fopr adette.
Delle Jiuerfitàdc* peli.
SI troua vn leardo piaro > vn leardo pomellato-) vn leardo HorneUo ,
vn morello tinto , come il corno, vn morello maltinto, vn morel-
lo chiaro : fi troua vn fainato capo di moro , vnfainato chiaro , vn fai-
j nato mal tinto, che tira al chiaro, &fi troua vn baio castagno , vn baio
chiaro, vn baio lauato : fi troua vnfauro abrufeiato , &quefto è carico
di colore , vn fauro chiaro, fi che per quejìo la natura haprouifto non
folo per ripofo delli fangui, come hav.emo detto di fopra, ma ancora per
tenere infofìanza calda la parte di dietro le cofee: e nota , che quando
viene alcuna influenti a dette cofee è per troppo abbondanza alle vol-
te , che vi manda il fegato ; fi che quejìi luoghi, & queWi membri fono
quelli, che tengono l'abbondanza delli fangui, che fono coltiuati dal
fegato ; per che la natura ha fatto, che ponno fomentare lì fangui in
parte', ma alla parte da baffo delle gambe è prouiflo dalla natura per
C feruitio , fermezza , e moto del corpo: & però anco l'ha prouifìo di ofia
maggiori : perche queft'ofjahauendo la midolla fono più foftantiofe , e
più forti dell'altre ofia : Le ha anco incatenate di nerui , perche tanto è
dir nerui, come a dire vna carne e allo fa,& forte : onde viene a riufeire
poi la gamba più leggiera aWeffercitìo , che fa il corpo : &perquejìa
caufala natura non li manda abbondanza di [angue ; ma folo il nutri-
mento del neruo di quelioffo del piede fopr adetto , & quejìo lo oaufa ;
perche dette gambe vogliono ftare a richieHadel corpo,& a li motifuoi
delcaminare > & per caminare vogliono effer leggieri ; però la natu-
ra non vi manda troppo humor di j angue .-fiche quando reflaquel fan-
ip gue,che dà la foflanza fopr adetta a la-gamba; non vi corre più fangue>
però dico,che quando aprono la vena , tryuano il f angue vfeire da baffo >
& di fopr ano, &perquefta caufaè, ckeeffendoui quel che bajla al
nutriménto naturale , fi ferma, e però le gambe fono enfiate da que-
lle infermità , come fono ropraofsajfchine'le^oruejget'dergallejfor-
jnellejhumorijcrepazcjiiccioli^'eftijchiouaidij&riprenfionii^i/effe
infermità procedono da molte caufe ,(che prouooa ,fpinge , & sforza la
natura; trouarete che vn (auallo e aminar à per ne uè , e per le freddu-
re grandi piglia le paftore: lifhràfcoppiarek crepazeper Iafetica, che
pìgliarà
#4 L 1 B H 0
piglierà per lo camino y & majfimefe ilcauallo è gioitane livenirà vn £
fopraofTò, onero cor ua,#* q uè Ho procede per lo e aminar eyche far àyper~
the per lafor^a , che fa in detto caminare fi corrompono le vifeere del'
le gambe , & cofì per quefla caufa ancora vengono le formelce s'è del
tempo y che il cauallo mangia Vherbaper l' aumentatone detti fanguiy
che fàymangiando l'berba : perche l berla è vn pafloy che pretto [tdige-
ri[cey& digerendo/} prejlo fa [angue :l' altraycbe è il tempo caldo aìlbora
li [angui per ly aumentationeycbe fanno non comparirono nella fonte prò-
pria del fegato ;e manco nelle fopr - adette camere di effo}& cofi feendono
a baffo a le gambe, & feendono , perche dette gambe fono habitationi di
nerui>& di off \che fono humide,[eccbey& [reddey& il [angue feenden- p
do caldo in quelle parti humide [abito fi aggiaccia , <&• di qui caufano,
quelli [angui aggiacciatiy& putridiy Immoli, riccioli, reft e, chiouardi,
& ancora ad vn cauallo per slare troppo nella jìatta > con darli troppa
biada aumenta troppo il [angueye volendolo faticare fi comouono li fan
guiyche fi trouano aumentatiy& fendendo a baffo a li piedi del Caualhy
& nelle gambcy& lo leganoy& [e gli putre[annoy& legando il caualhy
& dandoli Jpafirnoycbe non può e aminareyquefla [i dimanda riprenfìone;
fi cbeperquesli moti, & caufe [opr adette efìo [angue [cende a legarti-
be,& a li piedi alle volteyma non per gouerno naturale.
Ddlajdiuerfìtàde'mali. -
QVandovn Cauallo abbandona il labro di [opra; queHoè [egno >
che li nerui [ono indeboliti) cioè quelli, che lo fomentano ; & [e
il Cauallo baia lingua grofiay& non può inghiottire è [egno di fchilan-
tia ; e?r fé U Cauallo abbandona la lingu a [uora della bocca y & non la
può condur dentro da [e , è [egno di morte :[e il (auallo va ombro[o nel
caminareye tiene l occhio con panne , onero chiaro fen^a panne è [egno
di cataracce , & fé l 'occhio è con panne , fono cararattebr oche, fé non
fono catararre chiare; & fé il Cauallo quando caminaye conducendolo a
mano tu tifermiy& effo trauia dal caminoy& alle volte non vedeyetpo- "
co mangiay& darà la tefìa per le mura queflo èfegnoy che il celabro non
islà beneyet che è impedito dalle [umofìtà del corpo :& quando vn Caual
lo non mangia beney& le cola ilna[oy è[egnoy che il celabro fìà humido:
& quando vn Cauallo è polledroy et fi piglia con il laccio al pigliarlo tem
pesiarà con calci y et poi pigliato > che farà y andar à con il collo ftortoy&
con la tetta baffa , & quafi tocca il mufo per terray queflo èfegno > che fi
è guafto la catena del collo: & quando vn cauallo non camina forte > co-
me è il [olito [uo , & che mette li piedi timoroftmente > & con paura f
che
SECONDO. 6$
jl che non arriva il piede dietro con quello dinanti , èfegno, chelihumori
del [angue fono partiti dinanti alle gambe , <&■ ali pkdi;& queìlo è fe-
gno diriprenfione , & quando àvn (fauallo fé le intorcia la giuntura di
dentro-i 6" dì fuor a, & è molle èfegno di ga I (e , & quando fé li intorcia
fopra la corona del piede, è fé gno di fa 'niella, £r quando fé le fiacca
l'vngia in fronte dico di fuor a lafcorya dì detta vgnia,&fc la fiaccata
è fondita fi dimanda mai fumenno, & fé la fiaccata non è fondita , fi
dimanda pelo morto, & fé l 'vgnia fpacca dalla banda del piede > fi di-
manda falfo. qvo.no: fé l'vgnia crefce,che para vn pò co. folla; at a vici-
no la corona fi dimanda cucio , & fé' l Cauallo li ere [ce carne dentro
dell' vgnia del piede fi dimanda ficocella: fé il Qiuallo ha debole la pun
ta dell' vgnia , e {he fi sfarina detta vgnia > quando la toccate dentro la
punta del piede , &fefi troua marciaci domando carolo, ouero sbatti-;
tura delferrotfe non fi troua marcia fi dimanda formiche: & alle voi
te à li Caualli viene male tra il pelo , & l'vgnia ,efeà detto male vi è
radice putrefatta fi dimanda chiouardolo-,/è non vi è radice, & gom-
ma marcia, fi dimanda crepaze, & humor'h & à li Caualli viene male
in fonte à la corona del piede, & dietro alla coppa dico fopra quattro
dita,& quello male,fi domanda refta, <&■ quello, eh* è in fronte fopra la
corona,che alle volte piglia intorno àia giuntura,et fé detto male ha il
pelo haflo,& getta marcia, fi dimanda humorq/è detto pelo farà altoy
fi dimandaxicc\o\o:efefetintorcianoligarroni à li Caualli di dentro ,
& difuora,fe ìointorciano è preflo,fi dimanda conccrrentia di fangue,
* & dà dolore à li nerui di detta cofeia , <&fi addimanda angonaglia , fé
l'intorciatura è molle fi dimandageróa: li viene al Cauallo male die-
tro algarrone,etfe è molle,fi dimanda compttoietfe è più fiotto del gar
rone quattro dita, fi dimanda cot\ia.>etfe fé l 'intorcia dinanti algarro-
ne,et creppa marciaci dimanda drappa,e; fé fé l 'intorcia dinanti algi-
nocchio,et è molle, fi dimanda gorda, fé è duro, etfiendeffeà la banda
del ginocchio di dentro, ouero di fuora, fi dimanda foprnotfo, fé Ufi en •
fia due dita fopra de Ila giuntura, fi dimanda fchmella, // Cauallo va ti-
rato,et ferra liocchi,et non mangia,èfegno di mo-fefi al^a dìnanti,&
dietro non , quando ègrafio èfegno di mal ferii to , & difeefa grande y
% che le ha leuato la fosìan^a della fchiena , et fé il (auallo tiene il capo
baf\'o,et sbatte li fiatichi,& non mangia èfegno difebre , che ha dentro
ilcorpois'hà enfiagioni dittanti al petto , et fé da vnabanda è dura,fi di-
manda vànticora^ la enfiagione è molle, & piglia tutto il petto è con-
correntia d'humorì di f angue corrotti) & talmente corrottigli di fati-
gne diuentano acqua fr acida .
E Del-
66 L 1 B \0
Dell'intrapierto, & perche cofi Ci chiami.
NOtay che la natura ha fatto il [auaìlo , & che la parte di dietro ,
cioè delle cofee Hanno fermate con la groppa , & con vna certa
forma d'offa , & certe chiaui talmente-, che efjo [auaìlo è incatenato di
nerui dalla parte della groppa , che il C auaìlo gira le cofee , & e amina
fempre piegando detta chiane 'dell' offo , talmente chetando liCaualli
leuano alcuna botta, onero li viene alcuna difeefa di [angue per alcuna
fatica,che fkceffero,duono li mafrieff ere fatica, &perquefla caufala
natura ha fatto quella chiane d'offo, che non fi può mouereeffo [auaìlo;
perche quello fopr adetto offo fempre fa moto , & pero fé li viene alcun
malelimaHn ladomand no fittati perche pigliano la qualità dell' of-
fo : & queflo lo ha fatto la natura per tener la groppa , et lafchiena del
Cauallo forte, fi che queHa parte di dietro del Cauallo fé ha da chiamare
parte intrinfeca ; dico le cofee del C auaìlo effendo tanto intriafeche col
corpo, che quando liCaualli hanno male per dette fatiche , fc li fanno
criiìieri di pia forti ; fi che fé è difeefa di f angue caldo fé li fanno cri-
Hierifrefchi, per placare quel calore, et fé è difeefa humida fé li fan-
no cri ftieri di cofe calde, per vacuare quella humidità, che offende la
fatica; dunque perche quelle cofe fono parti intrinfeche; per queHa ra-
gione pigliano benefìcio da detti criflieri : hauendo parlato della parte
di dietro del Cauallo,diremo della parte dinanzi • rNota, che la natura
facendo il Cauallo li fece àia pirte dinanzi vnafedia per lo cuore , &■
per lipol<noni;dico vnj, camera appartata da gli altri membri , et que-
Ho l'ha fatto per la delicatura di detto cuore,et li ha lafiati li polmoni,,
che fono in feruitio fuo ; Ci che per queflo ha fatto poi le fp alle dinanti al
Cauallo tra la camera del cuore , et il corpo del Cauallo dalla parte di
fuori,percbe non Hringa detto luogo,talmente che dette fp alle fono com
pofle dalla parte di fuori del corpo del Cauallo legate con certi legami
di carne al petto di detto [auaìlo , fi che quando li Caualli fanno for^a ,
onero corrono , ò tengono vna gamba larga qua , et l'altra là, etfifcar-
na,et allargando le fopradette fp alle dal corpo efìo fangue corre tralg
jpalle,et il corpo,et fi ferma àie volte talmente ;che quando efio Caual-
lo vuol e aminare li punge , etperqueHo camina largo con le gambe di-
nanti,efi duole , et non può fi ar fermo mai fopra le fp alle , et fempre fa
moto,hor fopra vna gamba, ethora fopra vn' altra, et quando interuie-
ne queHo ,UmaHri dicono, che /ò«0Ìmrnpicrri;y/ che quando alcun,
mafìro gouerna detti Caualli , deue auuertir molto bene .
Ter
H
S E C 0 *^ <T> 0. 6f
^ Per la crepatura ,
PEr farui intendere , che cofa è crepatura quando viene ad vn Ca-
ualloynotayche il Cauallo ha ilpelicranioyche è vna certa congrega-
none di carne ncruofa}eflà congiuntayet legata con l offayet quefla tiene
infieme con le offa fiatili membri vnitiyet stretti , e quesìo pelicranio è
di più, fosla?i^aychenon è detta pelle da ragione èque/la y ebe detto peli-
cranio oltray cbeflà incatenato;ancora aj] ai parte delle vene fono che lo
tengono caldo^et infofìanzayet ancora tutta la carne >cke aumenta al cor*
pò del Cauallo : fi dimanda pelicranio per due caufeyla prima èycbe è pel-
li lefenrapelo > perche tanto è à dir cranioycome mondata dipelo , et an-
cor ayper che fi à nella pelleyperb è detto pelicranio ,e fé Sformato con qual-
che punta di legname dato per forza al ventre del Cau alloyo nero cafean-
doye dando del ventre in alcuna punta di pietray onero fé lifufìe data al-
cuna punta di mazayche per forza fi rompefie detto pelicranio ; fi che in
quejlo. modo fi rompey et allora efeono le budella fuor a à le parti di detta
pelleyet perche èfkttayche ronfienti tanto quanto elfo Cauallo ingraffay et
allarga dette pelle quanto la carne le ofiay cofi effendo crepato detto
pelicranioyet efeono dett a budella fanno forza alla detta pelle > et allora,
fanno vna borfa al ventre , ò in altro luogo della per fona del Cauallo : e
^ quando interuiene fimil cafo y chiam.mo li mafiri crcparne y eia curaè
queHa . Trimi bifogna gettare in terra detto Cauallo , à talché le bu-
della fi difkringbino dentro il corpo , fé li dà il fuoco colcato ; perche e f-
fendo colcato la pelle non fa forza , anziflà raccolta , fi che dandogli il
fuoco colpignatto y che è caldoyet largo fi riceuey et fi raccoglie più y et
dislringe il pertugioyouero la crepatura del detto pelicranio «Ancora per
vu' altra ragione (ì dà detto fuoco in dett a pelleye tanto più abruf eia y et
fa piaga-.poifi risìringeyet in quel riflringere fa calloyet ama di fortifica-
re il luogo offefoyet no ri può più detta pelle confentireyet allargarfitper-
jk che effendouidato il fuoco perde la forza d( confentireyet allargareyanzi
s indurala fàcallo , fi cheperquefloyfi dà il fuoco della maniera fopra-
dettayetfi vnta limpiaftro di pece naualey et greca , et zi 'matura > et fi
tien ì~lr etto yet infaf ciato : equeslo fi fa per aiutare il fuoco y che faccia
l'opera fuayet fé li dà poco à mangiare y à talché non empia le budella di
cibo yet fé poi dette budella fàcefìero forza alla detta crepatura fé li dà à
mangiare co fé lubricheyà talché fi digerifehino prefioyetfmorzatoy che è
detto fuocoyet buttatoui sloppinoyci terra figillatay et boloarminoy perche
fono coje disìringitiueyet rifoluitiue'.et quesla è la curayet cofi fi gouernA
detta crepatura,
E 2 Del
69 L 1 R \ 0
Del pelo del Camillo, Se perche la natura l'ha farro.
NOta quando la natura creò detto animale li fece tutti li membri ,
//' quali hauefi ero bifognato per viuere > &per refiHere àia fati-
ca y al caldo y al freddo, & alferuitio dell' huomoiprima li fece li mem-
bri > & à tutti diede la virtù [ita; acciò ogni vno operajfe l 'effercitio fuo
appartatOy& differente l'vno dall' al tro,& prima diremo il fegato efie-
re fanguineoy cioè fonte di [angue y& il cuore è il fecondo membro , &è
recett acolo dell'i fpiritiy cioè dell'i f angui più, fot t ili : il celabro è timone
del corpo-.gli occhi fono confusione del corpoda tefta cafa delcelabroy
le bocca macina de' cibi yla lingua ffognia della bocca: la bocca le orec- p
chie y & il nafo fono forami del corpo , // labri la porta della boccay& lì
polmoni fer nitori del cuoreyche danno > & pigliano lì fiati : lo fìomaca
caldara delli cibiydoue fi diflribuifeono in dìuerfe manierey & fiottante
del corpo delCauallod'inteftina cafa dello flerco:la veffica cafa di orinay
& labicco del corpo; la mil%a recettacolo delli J angui più groffidi rogna
ni fortificatane della fchiena del Cauallodi teBkoliye la verga fono cana
li della veffìcay&fpiragli del corpo copofio dalla natura-.vi fonoleveney
che fono canali del j angue 'yrioè fegat0y& nutrimento della carne col det-
to fangueyche portano dette vene per dentro le vifeere con tutti li mem-
bri della per fona del (auallo di detta carne; la carne è veìì'tta delle offa , n
che fono cafìayche fomentano li membri fopr anominati : li piedi fonda-
mento del corpo de giuntura e affa dì gommay& moto del corpoy li nerui
catene delle off ade giunture delle cofeìe timoni}& fortezze di effeyilfcf-
fo è euacuatiene del flerco da pelle coperta delle offe della carne delli ner-
ui}& veneyla coda li crinìy& il pelo fono ornamento di tutto il corpo del
C auallo ;per ben che detto pelo fta dinatura humidoy&queflo lo ha fat-
ta la natura per non fare infiammare il corpo di detto Caualloy& hauen
do fatta la compleffione di effo calda y le ha fatto queflo manto fopradet
to humidoy à talché non fi infiammi per le fatiche dategli .
H
Della riprensione.
R'Iprenfìone diremo , che è vna abbondanza di fanguey che
viene per troppo mangiare > & per fìar troppo in ripofo nella
Ralla; & coft aumenta il [angue }& impedifee il (auallo > che non carni-
nayfecondo il folìto fuo-.coft chiamano li maflri rìprefo:& ancora feli Ca-
valli faranno vn camino , &feli mouonolif angui per detto caminoyfh-
rannoil medefimo^come hauemo detto difopra^che li letta il caminare»
che
SECONDO. 69
"* che per la fiancherà legano li Caualli , fi dimanda riprefo li maslri li
fanno impiaflri di boloarmino , farina , & chiara d'ouo , & con le fcor-
%e dett'ouo ,& tr-em e mina fangue di drago , maftice,galbana, & aceto;
ÌS qnefto lo fanno pcrcb* fono cofe diftringitiue , & difeccatitte , & an-
cora pigliavo creta, ($ la immolano con l'aceto forte ; e quefto lo fanno
perche l' aceto ,& la creta fono cofe fredde , & disìringitiue per quejì' ef-
fetto , à talché il f angue non feenda al bafio delle gambe à li piedi, lo
mandano ali acqua ,perche t'acqua è fredda , & difieccatiua , e però di-
cocche e fendo cagione di detta infermità il fangue, debbano infagnare il
Caùallo alia nenia del colh:acciò che ne efea l'humorcdel fangue mofio :
*B cr con quefto rimedio fi viene ad allcgerire la mafia fanguigna del fe-
"• gatq , che è fonte del /angue : Toi bìjogna farlo tiare a dieta folo cctL*
un poco di paglia quanto fi fojìenti , & anco poco bere , & farlo ftare_j
frefeo , tenendolo fuori della ftalla , fi che non fenta caldo : è neceffario-
fargli anco bagni d'acqua di mare .lifcia^ofelliiWf marino, faluia, facen-
do bollire ogni cofa infieme , fi che s'incorporino infieme , & poi fargli
li bagni dalle ginocchia à baffo uerfò la detta infermità , e tutto ciò gio-
ita ; perche non aumenti il fangue , & li bagni feruono anco per confor-
tare li nerui , 0 le giunture delle gambe , &fe alcuna parte di fangue^
C fuffe difeefo nelle gambe con detto bagno caldo fi conforta : perche ef-
fendoW fangue naturalmente caldo, e riceuendofi in luogo caldo , cioè
dentro al corpo quando detto fangue fi parte poi dal luogo proprio , &
feende alle parti delle gambe .che fono parti humide, itti s' aggi accia , ££
perde lauirtù caldai quefto è poi quel fangue , che dà dolori al C ah al-
lo , egliguafìa le vgnie , & gli cavfa altre infermità alli piedi ; ma con
quefto bagno fi confortano, fi rifcaldano,& fé li riducono in virtù ,fi che
Ù fangue ritornando alfuo luogo naturale lafcia il Cauallo libero» e favo;
ma fopra il tutto bifogna auuertire di farli ogni giorno vn cntiero di
mar cor ella, malua uiolata ,herba di muro,urì oncia di ferapia t due onde
di olio molato > & vna branca di file ', & quefto criftìero f: fa , perclje
D conforta , & fa euacuare quelle f cecie corrotte : fi che evacuandole r e-
ftail corpo più leggiero, & più frefeo , e ciò fi dee continuare fino > cbeL*
fìa guarito : Di più bifogna pigliare boloarmino , & me^p bicchiere
di fuco di cipofa bianca, & due bicchieri d'aceto bianco , & vna caraf-
fa d'acqua d'orbo , ££ tutte quefte cofe infieme mefcolate dargliele per
bocca al Cauallo con uu cornetto perche fono frefche , & bifogna dar-
gliele tre mattine à digiunoperò ungiamo sì , & l'altro nò.
E $ Delli
70 L I, B R O
DelliCaualliriprefi.
QVA VJDO il [angue del Cauallofi troua dentro *Ui piedi di ef~
fo animale, mortificato , & penduta la uìr tu calci.: ycbcnonu'è
fperan^a di farlo tornare à dietro ptruia delle difenfwm > son per l'in-
fagnia,nè meno per la dieta,allora fi cono/ce , cb? l'infermità è tutta ri-
dotta dentro etti piedi del (auallo , cioè putrefatto il) angue : onde allo-
ra hi fogna tener quest'ordine . 'Prima sferrarlo leggiermente , per non
tormentare li picdi,poi apot tigliarli la fola del piede, e poi medicale con
fongiafracida , or^o cotto}fterco di porco , & fterco di colomba , cht^>
fono cof e tutte difeccatiue , & difeccano quel f angue ridotto nel piede »
($ ancora ripara , che non ui uenga più quantità di J angue ;. & la fon- F
giafracidafi mette,percbe è mollificatiua, & mollificando fdoglia , &
fa penetrar più lefopradettecofe, & tanto pia trouandofi il piede afìot-
figliato, fi afjottigliapercbt f aie doui il fopr adetto medicarne to penetra-
no più per confortare il tallone del piede-.c nota, che acconciato nel modo
fopr adetto bifogna tornare à ferrarlo di un buon ferro, acciò tega be fer-
mo il piede del C auallo : rincora dico , che fi diano due jalajji alle pa-
(loie , e ciò fi fa perche detta vena è vicina alpiede , epermouere an-
cora quel f angue di dentro il piede ridotto, & perche è materia grò fi <x_j
fé li dà detta infagnia alle vene pia propinque , che fono quelle delle pa-
ftore,^ con questi rimediij continuato alcuni giorni je uedete,che il Ca- G
uallo fi j 'dogli : ma fé il dolore per feuer affé fpunt atelila punta del pie-
de,ma però pafiati venti giorni dopò venuta l'infermità, e questo fpun-
tareftrue per uederefe dentro il piede ui è putrefattione difangue, & è
meglio farla ufeir fuora,cbe non lafciarla , perche non bajlaria l'impia-
firo fopradetto à difeccare questa putrefattione , & fpuntato , che farà
medicarlo con mele rofato caldo , perche il mele rofato caldo lena il do-
lore , & conforta tutto il piede tenendolo pieno di fongia fracida , e
ciò fi fa perche detto piede ftia mollificato : e bifogna medicare vn pie-
de per uolta , acciò il C auallo non ferita tanta pena medicandoli tutti
due infieme>& bifogna, auuertire , che non fi parta dalla slalla,pcrcbe ^
e aminando fentirìa dolore ,(S bifogna dargli benda mangiare ,à tal-
che pojfì {ostentare la paffione : dopò che farà fdogliato , fi deueL»
ferrarlo con un ferro fermo di dentro fottìi di ferro , & largo di ver-
ga , e ciò fi fa perche UC auallo vadi più ripofato con la fola del pie-
de , perche efl'endo il ferro fermo di dentro contrafta meglio con le pie-
tre , & con la terra dm ad bene ancora fargli untìoni di cera nuoua tre-
mentina,feuo di caflratOf & olio comune 3 0 con quetti ungerli lafcor-
S E C O N D 0\ 71
'jf %* del piede >e ciò fi fa acciò fiia mollificata, et faccia crefeere vgnia n§
uà, fi chi Cttfcendol'vgnia noua fi purificava il piede , & fifoni]} cara .
Del taglio crudo, ò con il fuoco .
E% neceflarìo auuertire > che quando vn Cauallo ha vna poHemma ,
ò felivolefje tagliare qualche porro, ouao carne dell'i garrefi ,
ò qualche pomoncello, che haueffe ; dico , che è meglio tagliarlo con fuo-
co , che con taglio crudo s è la ragione è qncfta , che quando tagliate con
vn ferro caldo quesle fopr adette infermità , tagliate tutto à vn tempo ,
& {lagnate le vene, an^j per detto taglio caldo abbruciate la carne tri-
2 fta,etfifa venir la buonaidi più per detto taglio caldo r afletta la carne,
che non s'abbrufeia: onde è molto meglio tagliare con il ferro caldo , che
con il ferro crudo . Ver il contrario poi quando vn Cauallo ha le fo-
pr adette infermità , e fi taglia con ferro crudo fifa vfeire ilfangue : C£
s1 indebolire l'animale ■> & fé èd'inuerno per la vfeita del J angue tro-
uandofi debole, et per effere il tempo humido>& il Cauallo hauendo per-
duto Vhumore caldo delfangue li può fuccedere vn tiro ; perche quan-
do linerui , CT la carne non hanno ilnotrimento delfangue , raffreddan-
do fi s'indebolifcono , & di qua fuccede il tiro : e di più quando fi taglia,
con ferro crudo fempre la carne fi riduce in piaghe : onde di motto con-
fi cludoiche è meglio il taglio delfuoco,che quello del ferro crudo. i
Del di/cccamento,& perche il Cauallo fmagrifee.
Lts4 prima caufa perche il Cauallo fi difìecca è quella , che quandi
è graffo li danno fatica fouerchia;e maffime di tempo caldo , oue-
ro quando vn Cauallo ha dolori ,& per quella paffione del dolore tem-
pefta, Cffafor^a , & fi affatica in quella paffione . esfneorafi difeccct
vn [auallo per vna difeefa, ouero per vn moto di f angue quando effo [a
uallo èj atollo : Hora diremo di quelle parti , che fé diseccano nel cor-
po del CauaUo;queflolo caufa due cofeja caldera, che piglia detto fe-
uo delfangue , che lo caufa il moto , & la fatica pigliata , ancora per lo
D Aereo , che fi troua dentro le budella , che fubito > che fentendo il ca-
lore àelj angue , fubito fi putrefa ,& fi difecca più del naturale; fi
che tutto quelfeuoy che fi troua dentro , & fuori di dette budella quan-
do fente detto calore fé liquefa , & quefii fi dimandano quelli Caualli
defficcati . Quando interuiene fimile infermità a li Caualli perdono il
mangiare ,& fi anno con affanno di corpo : quejìo lo caufa detta difec-
catione , perche è moflo dal luogo naturale , dico che quando il fcuo fi
disfà dalla parte di fuor a delle budella è pericolo ; perche va tra il bu-
dello del [auaUo,et non ha efito detto feuo,et non bauedo eftto caufa po-
E 4 ftem-
?i LIBRO
ftemma;& per quefia caufa dico è pericolo di morìe: ma quella parte rf? *
tro le budella, che è atta à purgare detto fem , & liquefarlo è [ambile :
.Ancora à quefìi Caualli diseccati lifogliono dare lì maflri medicine rifre
fcatiue,(3 purgatine per rifrefeare quel [angue caldo ,che ha cau[ata det
ta di[eccatione purgatiua , per purgare le [cecie coftipate con detto [e-
no del modo [opr adetto , per la parte della medicina, che è ri[refcatìua ,
che fi dà à detta in[ermità ; cioè[ei onde di conferua violata , &fei di
ro[e damafch'me , due libre d'acqua d'orbo con quattro onde di giu-
leppe rofito:qieììa è la parte rifrefeatiua di detta medicina ;pcr la par
te purgatiua pigliano quattro onde dicajjìa, me?a oncia difpicovardo ,
vn' oncia digalagfijttieza d'aloepatico, vn quarto di b urro di vaccatqtte *
He fono le co fé purgatine : Sono alcuni matlri, che quando accadono ft-
mili infermità à li (faualli,li danno folo cofe frefche, perche redono l'in-
fermità calda e dicono .che le cofefrefche rifrefeano il corpo,et lifangui,
ma dico , che fanno errore perche fé rifrefeano il corpo, & il f angue, non
purgano ejfofeuo cagliato, et non purgandolo con dette cofe fredde fi ag-
giacca pia, & è caufa di impofìemmare,& far venir febre al Cauallo:
Sono alcuni majlri,che quando uiene la fopradetta infermità al Cauallo,
pigliano pece n ah ale , pece greca , incenfo, majìice,galbano , trementi-
na, & borra rafia, & fanno vn'impiajtro fopra a li rognoni del Cauallo,
et quello nolo laudo, pei -che fono cofe tutte calde,epià prejlo fanno dan- &
no, che vtiìe in quelle parti dcìli rognoni, per che in detti rognoni e il luo-
go del grafto,C$ è pafj'aggio difangue:fi che facendola cofe calde,è atto
à farefcaldare lifingui,et coagulare ilfeuo di detti rognoni, & dar pia
pa[Jione>& anfia al Cauallo;ma laudo,chefe li faccia vn'impiaflro di bo
loarmino, terra jìgillata,& fuco di fol atro, farina d'orbo, aceto bianco,
et chiara d'ouaiqueflefono cofe fredde,& matengono frefche quelle par
ti dell'i rognoni del Cauallo: ancora laudo, che fé li faccino criftieri men-
tre dura detta infermità, cioè di brodo di pollo,e due onde di T^uccaro rof
fo fen\a fale ,& fenxa olio: quejlofifà ad cjfetto,che quando effo Caual
lo vacua,vacui quelle cofe vifeofe del feuo coagulato,^ efehino tato cai- H
de di dentro il corpo, chef caldino il budello, fi che per quejìa caufa fi or-
dina il criftiero fopr adetto, ch'è rifrefeatiua, et laudo,chefe licauifan-
gue s'è graffo vna buona quantità congiudicio,e quello fi fa perche al-
legerifca il calore del f angue, e che mangi cofefrefche, come fono grame-
gne, panico, & cicorie, me f colate con paglia d"or7^o, & ilbeuerfuofiano
beueroni con fior di farina acciò che padifehi preflo; perche fono cofe ap-
petitofe, & tengono fref co, & lubrico il corpo di detto [auallo , & q*e-
jia è la regola,che fi dee tenere nella fopradetta infermità .
Della
SECONDO. 75
Della polmonara , & perche fi chiami cofi .
NOti, che quando un Bue ha la polmonarap4^e dì grande bumi-
dità,& quefto fuccedefpeffe uohe quando un *Bue è magro; per-
che detto Bue è dì natura humido , tanto più effendo magro ; fiche per
quesla debilità indebolifconfì li [angui , & aumentano lefiegme , & le
vifcofità de gli altri bumori del corpo , fiche aumentando va à impe-
dire il moto di detto polmone , & impedendolo caufa opilationi, & tof-
fey & fa perdere il mangiare à detto Bue , fi che per queslo ancora lo fa
andare fiacco , £? li fa entrare lì occhi in dentro > & non li farà crefeer
4j carne :allor ali maslri li fanno impiastri in tesi a d 'ine en fo,maft 'ice igal-
bano,pccenauale,pece greca, & a%j(ìmatura roffa% & quefto fi fa per-
che detto celabro slia caldo, & confortato , & majjìme, che il corpo sia
mal difposlo del modo fopr adetto , & li fanno ancora l'impiasìro fopra
li filetti della febiena , e queflo fi fa per tenerlo più forte , & in foftan-
\a>e li danno ancora le medicine di lardo , di boloarmino , farina d'or-
postalmente che faranno due rotola , & me%o di lardo ben battuto , &
poi lo mefcolarete con quattro onde tra boloarmino , & farina d'orbo ,
e quefto fé li dà per uacuare quelli bumoraccit che fono concentrati den-
tro il corpo di detto animale : Sappiate , che detta medicina conforta
C li f angui, 0 purga la coftipatione delle feccie trifte , & puTgolenti, fi?
Ucaitfano alcuna uolta la pollinola con fole , & herba di muro , & olio
commune; perche detta pollinola è una certa bumidità , che fi congrega
dentro il codarino; perche tanto t a dire pollinola come una bumidità ,
che uiene per fcaldare , & raffreddare , e fa quella uifcofità bumida fo-
pr adetta: per quefto li mafhi pigliano herba di muro,fale, & olio com-
mune, fi che la detta herba, fale, & olio,mettendo la mano dentro il cor-
po fi tira detta bumidità . T>{ota , che fi dee tirar pian piano , à talché
non fi offenda il fopradetto codarino , e fé li fanno untioni al fil della
fchiena di dialtìa, & burro : c£ queslo fifa per leuare alcuna bumidità
D dalla parte della fchiena , ££ fé ti dà il fuoco al dritto del cuore , cioè
doue battono le ale delli polmoni: e quefto fi fa perche detto fuoco
allarga , & fa piaga , & maffime , che fi dee dare con vno ferro accon-
ciato à modo di una moneta , perche faccia la piaga larga , che poi al
ftrìngere , che fa detto fuoco habbia da ritirare la carne, & la pelle, co-
fi uerrà a darefpatio à detti polmoni ;& queHa è l'intentione dell'i ma
s~lri quando fanno detto medicamente , e fé limette l'eleboro perche m-
tira quella uifcofità d1 bumori pntr efatti, che fu/fero m quelle parti, do -
uefa moto il polmone , & per quefto fi pone l'eleboro > ouero fan a In -
pa>
?
74 I I B R O
pa3 che fono cofe forti , e che ritirano li f angui àfe>& uengono adalle- ^,
gerire quei luoghi , & quelle parti del petto del "Bue , che confinano con
li polmoni . T>Jota , che detta medicina fi può fave Mi ragione è questa,
perche il Buebà quel goT^o innanzi al petto , che è una parte elirinfeca
del corpo > fi che quando fi mettono le fopradette cofe forti , che intor-
cia , & Hanno fuori del corpo , & non ponno offendere il cuore per occu-
parlo , né manco ponno leuare il moio à li polmoni con detta enfiagio-
ne caufato del modo fopradetto ; & per quefia caufa al Cauallo non li fi
può fare detto ine die amento perche non ha quelle parti esìrinfiche del-
la pelle innanzi al petto , & volendo metter le fopradette cofe' forti fa-
ria atto per lo detto f angue , che concorre ffe ad occupar il cuore , & far F
perder il moto à li polmoni , perche jianno propinqui col petto de'fo-
pr adetti membri del Cauallo . T^ota , che quando fi fa detta medicina
à li 'Buoi fé li fa tener sii tanto le fopradette cofe , che uenga la enfia-
gione quanto una noce d'fndia mediocre ; quefioftfa ad effetto , che ue-
nendogli maggior enfiagioneycaufaria debilità: quando è enfiato del mo
do fopradetto fi rade il luogo , doue è fiata la radice per lungo , & per
trauerfo in crocciamo quanto ui pofjino slare due baiocchi difongia-j %
perche moli fichi , (Sfacci marcia , & purifichi detta enfiagione , C/e
li fanno bagni di maina per mollificare quella dure% \a della enfiagione
condotta in detto luogo per la radice fopr adetta > & fé li danno punt£_, G
di lancetta, e fi fa pcruacuarequcll'bumore corrotto di fangue con-
dotto iuipcr la medicina fua , & fi piglia marrubio , & cinque foglie ,
& debbono infieme bollirei & dì quesla decottione di acqua fé li dà per
quindeci giorni à bere due caraffe il giorno con due onde di ^uccaro me-
scolate con due dita d'acqua , & quefio fé li fa perche fono cofe aperi-
tiue delti pori del corpo , e fé li dà à mangiare herbe , perche lubrica^
tiene frefeo il corpo s & li fono uietate le cofe fecche , & maffime la pa-
glia di grano y la paglia difaua s& la canna , perche fono cofe difecca-
tiue> C opilatiue ; quando detto animale ha detta infermità di poi mo-
li ara fé li dee dare acqua chiara à bere ; à talché la padifea preslo , & jj
f acci buona fiegma nel fan la dige filone.
Del capoftotko.
IL capoftotko è vna fumofità , che uiene dentro il corpo , &fptjfe
uolte detta fumofità caufa per bollire del fangue > e anco per con-
turbatone y che caufa fumofità al celebro^ & (fio celabro come efee dal
gouerno naturale , dico dalle fumofità , che li dà il corpo a mifura dclli
cibi, che fi mtrifee detto Cauallo , fubito fi occupa detto celabro : an-
cora
SECONDO. 75
j, cova per detta fumofttà fi occupano li occhi del Cauatlo , & non vede :
per quefta caufa efSo C amilo perde il fenfo della tefla , & uà Stordito, e
per quefta caufa fi dimanda capoftonco ; & alleno! te tanta fumofttà
aumenta,che li foualli ne perdono il mangiare , e queilo lo caufa ilfcal-
damento dell'i /angui , che li conturbano lo flomaco , & per queslacau-
fa non mangia : li maftri lo infagnano all'i fianchi , & questo lo fanno
per tirar li f angui al baffo,& fuiarli dalla tefla , à talché il celabrofìia
leggiero: ancora li fanno crifiìeri di decottione di malua , & d'herbe di
muro , marcorelia , olio commune terapia , & olio uiolato , &fale corri-
mune , facendoli ogni giorno uno di quefii crislieri : ancora tengono vna
■ fpongia nell'olio violato à mollo» & la leuano,& la mettono tre,& quat
** tro giorni in corpo al C auallo t& questo lo fanno per ritirare dì contì-
nuo lo sterco , &le fumofttà , & tener leggiero il corpo ; ££ li fanno an-
cora un'impiafiro fopra le reni di mele , trementina ; galbano , incenfo ,
majììci, farina, femen^e di lino , & uin roffo.Tsìota , che detto impiafìro
è confortai ino , & dijìringitiuo del f angue , ebepafìa per le commìfiurt
della f ch'iena , & ancora li fanno un difenfiuoin tefla di boloarmino , fu-
co di folatro ,fuco di fambuco , chiara d'ouo , & aceto bianco , e di que-
fio l'untano intorno le orecchie , & in fronte fopra la nuca , & quelle co-
fe hanno la proprietà bumida , & fredda ,& fi fa per rifrefeare il cc-
labro , & leuarne alcuna fumo fi tà , che haueffe calda , & li gettano ac-
qua in fronte perche l'acqua è bumida, & fredda, per leu are le dette fu-
mofttà li mettono auelh purgatìone in fronte per purgare alcuna cor-
ruttìone di f angue > che uenìffe per offender ilcdibro , & occuparla «/-
Sìa degl'occhi : ancora li gettano per dentro li fori del nafofuco di fola-
tro > £? aceto bianco j & anello lo fanno perche fon cofe frefche perche^»
tengano f refe hi quelli meati dell.i tefla; ancor a fi fa q'iefio perche il Ca-
uaUo quando fé lo [ente dentro il nafo sbuffa , & coli sbuffando aìlege-
rìfee la testa , & fé li dà il rot torio in gola d'olio di lauro , enforbio , &
cantarella , che fono co fé calde , & confortatine , & purgatine di alcu-
na difc'.'fa,che uenifie al Gaudio . T^ota , che fi rade con un rafoio prima
P alla gola del fauallo , à talché le fopr adette cofe penetrino pia , & fac-
cino l'effetto più prefìo,& dipoi fé li dà una medicina , doue entrino
due libre di rodomele , un quarto di burro , mc^o rotolo di lardo uccchio
lattato none uolte, & battuto ben forte , un'oncia di fìorace calamita-»,
due oncie di boloarmino , & farina d'orbo : quefta ftlidà per rifrefear
li fangui, & purgar alcuna uifcofità diflegma , & vacuare le feccia,
& far uenire il corpo digefìo leggiero,efe li dà à mangiare cofe frefebe y
come fono herbagi , panico , cannacele ,gramegna,& ferraina ,qnando
Me
16 LIBRO
fofie il tempo , onero di prato , & questo [e li dà 5 perche le mangia con ¥
più appetito , & tiene il corpo frefco , & lubrico 5 # feti Cauallo man-
giale la biada , landò che alcuna uoita fé li dia,e quefto fi fa per fortifi-
care lofìomaco , à talché per il mangiare delie herbe non vemfie fiacco ,
e laudo , che fé li dia a bere due volte il giorno quanto ne vuole > à tal*
che le fu moftà non aumentafiero , & defiero fastidio al cclabro : fé li dà
per un1 altra ragione detto bere , & è , perche efio Cauallo è di ccmplef-
fione calda , & non beuendo fi abrufeiaria , & feria confa di fliticarlot
& non farlo andar del corpo >& dico , che detto (anaUoft dette tenerti
in luogo aerofo , & in luogo , dotte non dia pioggia fé è d'inuerno , e fé è
ii tempo caldaiche non li dia Sole fopra ; perche ftando à l'aere confor- F
ta il cclabro>& la vijìa de gl'occhi : tenga la briglia la notte quattro ho-
re,& a detta briglia fi attacchi vna borfaMue fta nccemofcata,garofa
li,e canella;e quefto fi fa,per che maflic adola li leua alcuna difeefa per ef-
fer la notte humida -.laudo che alcuna volta fi facci pafìcggiare, à talché
fi allegrino li f angui y& il Cauallo pigli vigore : & laudo ancoraché f<Lj>
li bagni , & sbruffi tre volte il giorno dentro li fori del nafo di aceto for-
te; accioche di fetida il celabro da quella humidità, & fumofità acciden*-
ti del corpo , e dico , chefedeue tenere à canto à vna giumenta,e quefto
fifa perche il detto Cauallo, anfando detta giumenta s'allegri : ma non
farlo montare , perche montando difminuiria la virtù , & quefto fi con- Q
tinuaràfino che il Cauallo fia rifoluto della detta infermità.
Del Cauallo bolfo.
JL (auallo non deue mangiare fieno , né brenno , & mafjìme quando
è vecchio ,perche il Cauallo è di complejjione calda naturalmente^»;
e la natura l'baprouifto,chc mangi l'orbo ,& la paglia , & le altre her-
beyebe fono frefche, e quando efio Cauallo le padifce caufanofiegma , &
pure quefta è una delle parti della digefìione detti cibifopradetti-.quefta
parte refta netto ftomaco del Cauallo , perche il fangue, che è la feconda
parte della digefìione fi parte ,& uà al luogo f no , che è il fegato H
fonte del fangue : la terza parte , che è lo ftercofe ne uà à le inteflina-jt
luogo fuo , & coji l'orina , che è la quarta parte della detta digestione fi
lambicca dentro la veffica luogo fuo , e prouifto della natura ; fi the la~»
flegma non ha altro luogo, che lo stomaco , perche detta fiegma per effer
humida, & frigida caufata datti cibi frefehi mangiati dal Cauallo (ìia-J
pronta , & parata in fewìtio detti polmoni à rinfrefcarli à tutte tbore ,
perche detto polmone fìà innari al cuore, che è caldo , & à tutte l'bore
fa moto , fi the fé non fujje detta fiegma , che lo rifrejca s'opilaria , &
majjime
SECONDO. 77
jt maffime la compleffione di detto polmone per efierhumid 'a j &fecca:
& quello lo ha fatto la natura perche detto polmone flia leggiero in
feruitio del cuore à rendere^ pigliare il fiato , fiche quando yn (ami-
lo la fi a il mangiare delli fopr adetti cibiy& mangia il fieno 5 & il brenoy
the fon cofe calde non fhnno la buona flegma al digerirebbe fanno li cibi
fopradetti,an7Ì difeccano tanto il corpo per la caldera loro per la com-
pofttione calda y che hàilfopradetto Cauallo y che li polmoni ■> perejfer
della maniera fopr adetta y & bauendo bifogno di rifi-cfcarfi à tutte l'ho-
re 5 non l'hanno per effer il cibo caldo , & [ecco; & non bauendo la det-
ta flegma , che fu l'orbo > & la paglia fiefca ftdifecca , &fiopilay &
B fminuifce detto polmone* & cofi perde il moto naturateci rendere y &
pigliare il fiato : & per que/ìo dicono y che il Cauallo è bolfo ; perche fi
yede per ef\>erien%a > che dando à mangiare detto cibo alli Caualli base-
ranno più affai) che nonfh quando mangiano l'orbo , & la paglia\<& di
questo rìècaufalefier caldo y &fecco , & nonfh quella flegma , chefk
Vorrò , & la paglia y che tiene li polmoni fr efebi , & tutto il corpo del
(fauallo : per vn' altra ragione e fio Cauallo viene bolfo y & è quando
è al tempo di dodici anni ; perche non ha li fangui fuoi cofi firefehi >
& forti) che h abbino quella foUanra calda che hanno al tempo delli
tre y e per fino alli fei anni per gire col naturale delli fangui , che cor-
reggonoy& gouernano tutto il corpOy& tutti li membri interiori) & efie
riori; fi che quando fi trouano effer indeboliti li fangui cofi mah) per lo
tempo mai ponno gouemare li membri fopr a detti y & mafflme quando
li Caualli mangiano alcun ciboy che fia difeccatiuo del corpo > come fono
paglie di fhue > fieno maiaticoy cieò fieno di prato y & -canna di grano >
che per effer il fangue indebolito non dà materia y nètantafofianradi
fcaldare lo Homacoy che p adi/fero detti cibi : per queflo la digeftione
yiene buona y perche li membri fon ben gonernati y fecondo è prouiflo
dalla naturayd talché il fangueyche è vna delle parti della digestione go-
verna bene , & J "calda li neruiyla carney & le ofia , cheflanno ingouer-
■^ nofuo, con ancora l' altr aparte della digefìioneycbe è V orina tiene aper-
te le portey& li meati della veffica > & la terra parte della digeHione è
lofìerco tenga li meati delle budella lubricheyche non impedifea al Caual
lo l'euacuare il corpo: & la quarta parte della digefìioneycbe lafiegmay
che quefìa è Vultimaparte delle dette digeflioni , che retta nello ftoma-
co y naturalmente per tener fi e f co il corpo > & li polmoni y chepofjona
fare il moto ordinario naturale ; ma quando per colpa della fopr adetta^
yecchier^a per la debilità delli fangui viene la digeSlione trìfla y fifk
trifio il fangue > &queHo ècaufa dipoHemmare,, & putrefare tutu
40 L 1 B ^ 0
li membri, che gouerna detto [angue, & allora caufanorogna^idoc- E
chijmoi"fia,humori,crepaze,riccioli,refte, chiouatdi , verme, fopra-
o(soykhir,t\\eìcovue1gcvde)^\\cJo:m€\k\tiittequefiein[ermitàprO'
cedono dalla mala digefìione , chefh trifli [angui : ancora per la parte
della orina,che è lafieconda vien trislaper le e aujefopr adette; & quan-
do e[ce vn ricciolo ad vn Cauallojì dee tagliare ; perche quando n'efoe
[uori,eche vede l'aere tutto sinfi'acida,<&- cau[a renella, che ìmpedi[ce
l'orinare,& anco cau[a ventofità,cofi della ter^a parte della digestione,
che è lo fieno quando non è digerito bene,opila li meati delle budella, &
cauja collie a , <&• non fa euacuarc del corpo , Q- aW ultimo lo ammala
per nonpotere euacuare-.per fare il naturale la quarta parte della dige- '
Hione , cheèlaflegma , quando è mal dige Ha del modo [opr adetto cau-
[ataper li tristi cibi , per la debilità delli [angui,efia[calda il corpo , <£r
di[ecca,& opila li meati del polmone, &lileualaleggereiga[ua ; fi
che dettaflegmaper non ejfer ben digerita,& ejfer quella, che ha da aiu-
tare li polmoni,naturalmente efiendo trilla le guati a,& opila , & le fa.
perdere il moto naturale ; [i che per qiiefie cau[e li Caualli àie volte
uengono bolfi,
Ddfuoco/ongia , &rottorio .
ET perche il rottorio , il [uoco , & la [ongia , fono il fiore dell' arte del
marescalco , diremo del [uoco , che dandolo à li Caualli alle gam-
be di taglio dislringe legomme,& conforta linerui;dandolo di punta
ad alcuna poflemma, che hauefie il Cauallo perla per [ona purga , &
non fa [angue, come fi li taglio crudo ,& [e lo date [opra vna piaga:
mangia la carne trista , &fa crefeer la buona , &[elo date intorno la
piaga farà stringere detta piaga, &[e la date /opra la vena degl'occhi
con vnponyonetto ritiene la di[ce[a delli [angui,che non offendanogli oc~
chi,&[e lo date intorno a gli occhi àie congiunture della tefia con vnpon
Tonetto difiringe l'humidità , eh e non offenda il e e labro, e lo conforta fj
con la calde7ga[ua : con il [uoco , ancora fi medica vn Cauallo quando
ha la fìatica, & gli fi danno quelli pon^onettitanto , e he p affinola pel-
le, & quefio lo fanno, per -che il fuoco purga quelle materie concorde iti
detto luogo : col [uoco fi medica il mal feruto, che viene àie reni del Ca-
uallo ; perche tanto è à dire mal f ruto^come debilità di reni,& vi fi dà
il [uoco perche conforta,^ difiringe, pur ga,& [doglia: col [uoco fi leua-
no li vermi alli Caualli , perche è à dire [angue corrotto , che putre[à la
carne putrefatta , & dislringe il luogo,che non vi venga più [angue cor-
rotto,^ il [uoco fi dà allipom}quando vengono all'i £aualli:perche tan-
to
5 E C 0 % <D 0. 79
4 toèa dire porr'', come è dire ma callofnà di càrhè,& hanno radice,per-
" che fono fondai i dentri la e drne , 6^ per quefto vi fi dà il fuoco , che rode
detta radice,& aumenta Buòna e urne: col fuoco fi allargano le fittole ,
quando vengono a li Caualliyperche tanto è a dire fittola , cornee à dire
•pila piaga mal curata, ò di piedino di giun$ura,ò- di gambe, ò dijpalle , ò
alle cofie , ò algarrefe ,òal collo, ò alla tefia : vi fi da il fuoco per e[fer
la hftohftretta , che non vi potrà capir taft a , è vi farà qualche offo rot-
to dentro, & non fi potrà vedere , dando fi il fuoco allarga la ferita , e
non fa f angue al dare di detto fuoco , come fé fifhcefie , tagliando con
yn rafoio detto luogo lefo della fittola ; con detto fuoco fi fanno fomen-
% ti,linofe , cri fieri , <£r altriimpiafìri fi fcaldano medicine , che operano
all'i Càualli : col fuoco fi marcano per conofeere di che razza fono : col
fuoco fi fanno più forti di ferri alli Caualli : il primo ferro è quando vn
(auallo ha il f I €à quarto: che è a dire vn piede di Cauallo debile con pò-
. ca forzai che fa , ò per vn ferro diretto , ò per efìer l'vgnia fece a li cre-
pa a la banda dell' vgnia verfo li calcagni : e quando interuiene queflo
diciamo noi rn lfoc.ua rto,. & fe U fa vn ferro fermo da quella banda,
perche tenga in fosìanza quella pan le del piede, che non li vada a pre-
mere quelli quarti i efuccede , che fi ff acca da vna parte , & dall'altra
, del piede, e fé Ufo. vn ferro chiufo , e ciòferue , acciò quando il Cauallo
€ camma non debba affettarft, nèdiquà,nèdi là. delti quarti de' piedi,e per
queflo fifa chiufo il ferro largo di verga groffa didentro, & fittile di
fuori, e queflo ferro fi fa a quelli Caualli, che hanno il piede pieno, fi che
portando quefto ferro non li preme alla fola del piede debile : fi lauo-
\a vn' altro ferro con li rampini Hagliati (diciamo noi) a Braciullo ,e
quefli ferri fi fanno quando li Caualli hanno il piede fiacco , cioè la feor-
Za :fi che quando camina effo Cauallo non metta fé non quelli Uraciulli
in terra *.
La fongìa fi mette. a vn piede del Cauallo quando li duole , perche
il piede è di compleffione fecco , & naturalmente fempre participa con
ì> la terra , che è bumida , & fecca , fi che quando li Caualli hanno li piedi
fecchi, & li dogliono fé li mette la fongia , perche è mollificatiua, &fh
intenerire la durezza del piede ,& intenerendo, iltauriello , che ègrof-
fo, e di carne intorniato naturalmente fentendofi intenerire della parte
più dura di detto\piede ha più ffatiq, <£r largo perquefta caufa, che
detta fongia mollifica, &fdoglia . La fongìa fr acida ancora ferue quan-
do vn [auallo haueffe vn chiouardo alla corona del piede , poiché tan-
to è a dire chiouardo , come feor cimento di fangue,che cala in quelle
farti da bafìo delli piedi del [auallo, & putrefa quella carne, & putre-
fatta»
So L 1 B 1^ 0
fittaycheèfk vna radice fonditay & dà dolore al Cauallo , perfdogliar- ~
loy e mollificarlo fé gli mute la fongìafracida : rincora fi mette ad vn
piede in chiodatole? che efiendo inchiodato vn C inailo: che tanto è a di-
re inchiodato,come che vn chiodo punga la carne, cheftà intorno al tau-
yìelÌo,& dà p affione , perche gli concorrono li f angui , e\ per quefla caii-
fa l'vgnia fi difecca , fé • ntendo il molto caldo del fangae ridotto nel pie-
de^ per quefto fi mette la fongia fr acida y perche èmollificatiuay &
tiene mollificataquellvgnia dura: ancora la tiene frefea, & non fu au-
mentare quel calore del fangue,& fi mette ancora la fongia fracidayaq-
ciò il maeHro ancora poffì conciare meglio il piede con la ruina y perche
lotroua pia mollificato y & non dà tanta p.iffione al Cauallo : fi mette p
la fongia fr acida ad vna premitura di fella del dojfo > ò delfino , ò d'un
garrefe y equeHofifà y perche la fella premendo ad vn Cauallo li rompe
la pelle y & gV indura la vena più del fuo naturale : accioche il Cauallo
non ne pigliale. opprejfìoney& dolore yfi mette la fongia fr acida y fi che
mollifica detta pelle gnaula dalla fellay& mollificandola, lafdoglia : fi
mette ancora la fongia frauda nel li vnguenti delle piaghe de Cauallìy
&fi me f cola detta fongia con verderame, olioy& cerayquefio fi fhy per-
che la fongia mollifica, l'olio tiene humidoy & la cera ferma-, & è reten-
tiua, che non lafcia concorrere Immore alla piagay& il verderame man
già la carne trifia: la fongìafracida ancora fi mette a bollire con la mal- Q
uay &fifà bagni alla enfiagione y che viene al petto del Cauallo , ouero
alle gambe ,o in altro luogo della per fona del Cauallo , perche tanto è à
dire enfiagione,come f commento di [angue, perche il f angue quale è v-
feito dalle parti fue naturala & va in alcuna altra banda della per fona
del Cauallo, e per qualche accidente inditra,&perqueftofi mette la fon-
gia con la malua,che per ben che ancora fia mollificatiuayrifrefca anco-
ra quella parte di fangue concorfo in detto luogo . La fongia ancora gio-
uaper medicine corporali , chefidanno alli Caualliy che nonpoffono eua-
cuare, pechefi mefcola detta fongia con mele rofato > miuayJpiconardo y ^
&galanga : perche il mele rofato > & la miua raccolgono quelle fleg-
ma^e vifcofe del Homaco , & la fongia mollifica quelHerco indurato,
& cofiipato y ilffìconardo , & lagalanga fer uè perle materie fecciofe
del Ber co per euacuarlo .
Ilrottorio però fi chiama rottorio , perche vntandolo fopra la pelle
del Cauallo la rompe per la fua caldera y &à detto rottorio vi entra
tre cofe olio di lauro, euforbio , & cantarella , & ancora , che l'olio di
lauro fia caldoy però anco è mollifìcatiuoy& l' euforbio > & la cantarella
fonofort'h & rompono la pelle ypurgano quelle materie humide > &fri.
gide>
SECONDO. fi
Jt glde , che fi tvouano in quel luogo , dotte fi dà detto rottorìo , & feruta
quando li uienele fopraolTa alti Camiti, perche tanto è à dire f ìprao£-
fo , come feorrimento di f angue . cht corte per vna gamba à buffo , &
come è à baffo fi ferma , & firaffred^.i , & pèrde la uirtù calda , e dà
dolore , & maxime quando detto f angue feende dentro al ginocchio ,
che alle uolte fa perdere il moto del ginocchio , & dà gran paffion<L-»%
perche s'intoppa detto fangne, che parerà of)o medefmo , però noil'ad-
dimandiamo fo p r a (lo , perche è duro:g quefio procede per la for^jLj ,
& fatica,che fa detto Cauallo , che muove il fangne , & feende à baffo,
& in quefla medefima maniera uierte la conia, la fchirìfcHa , & la for-
-, mella , però fé gli dà detto rottorìo , perche mollifica , fif fetida , &
quando fida il rottorio ad un neruo pieno (perche tanto è à dire neruo
pieno come vn Cauallo hauer fatto for^a, onero qualche gran camino)
per quefio li feende il f angue allineati dtUe gambe dinanzi affai -vol-
te , & per quefta caufa fi dà detto rottorio perche il neruo è bumi-
do , & frigido:onde il ror torio ,che è caldo lo conforta : Di pia purga il
f angue ridotto nel detto luogo del neruo , & mollifica alcune dureTgg^ ,
che fufìero caufate dal detto fangne : fi dà anco il rottorio , quando vn
fauaUo non mangia, perchetanto è à dire , che vn Cauallo non mangi ,
- come efiere raffreddato, e ciòfucceffo per troppo fcaldar fi , ò reffreddar-
fi , onero per una fianca fredda doue habitaffe , ò pure per vna difeefa ,
cioè per una commotione di h umori, che fofiero cagione di fargli per-
dere il mangiare , percÌK poi dico il Cauallo e humido per quefio fé li dà
detto rottorio in canna , per la humidità non folo del canarw^o , ma~»
ancora per le difeefe , che fuccedono dal celabro,che è membro humidif-
fimo , & maffime quando il cerucìlo foffe offefo dalle parti b umide del
corpOydko della fiegma, che è la quarta digeftione delti cibi : e per ciò fi
dà detto rottorio nella canna della gola per rifcaldare quelle parti humi-
de, & per purgare il f angue condotto in detta canna del (fauaìlo . Si dà
il rottorio ancora à una fchilantia quando viene in gola alti faualli;per
£ che tanto è à dire fchilantia , come corruzione di f angue , che opila li
meati del canarw^o del Cauallo:onde s'indura in detta canna, & per ciò
fi dà detto rottorio, per mollificare , fcaldar e , & purgare in parte detto
humore concorfo di f angue in detta canna : di più fi dà il rottorio allega
' reni di un Cauallo quando ha mal ferino, perche tanto è à dire mal fe-
ruzo ,quant o vna difeefa d' humidità , che indebolire le reni , per queslo
fé li dà il rottorio per rifcaldare quelli nerui , che paffano per detti filet-
ti,& ancora quella carne,cheftà innefeata con detti nerui, & ofia , per-
che tanto è à din offa in quella parte delti filetti , come catene , & fior-
F tificatione
Si LIBRO
tifìcatione di dette reni, & filetti fatti dalla natura : fi che per queflo E
quando gli vienedetta humidità,che leua lafor^a al (fauallo di dietro ,
per queflo fé li dà il rottone, e perche aucora purga alcuna parte del fan-
gue coagulato,& caufato dalia humidità: fi dà il rottorioad vn (auallo:
ancora quando li viene alcun fpafimo, perche tanto è a dire fpafimo, co-
me pigliare efìo C auallo caldo ,ouerofreddo,e per ciò fi muouono li humo
riydoè le parti fredde della digeflìone calida:queflefono quelle caufe,che
offendono, perche fé il (auallo piglia caldo dicono che è moto difangue ,
e per queflo moto del f angue lì viene la riprenfionc: alle volte tanto è a
dire riprensione , come vn Cauallo hauerlàfebre: queflo moto di fan'"
gue fopradetto lo tiene ligato per le gambe dinanTJ a le volte nel carni- "
tiare, e queflo prouiene per lo moto degli humori in quanto è la parte del
lifangui , co fi ancora quando fi moue la parte della flegma , che t parte
humuia da queflo ne procede ventofità, perche detta flegma raffredda le
parti intrinseche dell'i nerui;& li neruì s'indurano, & tirano comefento
no la fredderà: et ancora per detto moto fi mefchiano colfangue, G? raf
freddano li filetti della f ch'iena talmente che li leua il calor naturale, &
l indeboli fee talmente,cbe lo getta iti terra: & queslofi dimanda mal fé
meo , che nafeeper la fopr adetta humidità ; &per queflo li mailri vi
fanno l'impiaslri di pece nauale,pecegreca,rafa,trementina, a^ima- r
tura roffa,e queflo fi fa perfcaldare quella humidità,& dislringere,che ?
non veni fi e pia in detti filetti del Cauallo : ma perche detto impiaftro
non fa altro fé non chef calda il luogo, doue fi dà , &, Siringe: fi dà Ufo-
pradetto rottcrio perche è caldo, & leva V humidità, & è purgatiuo, che
purga le materie condotte in detti filetti , & è rifolutiuo , perche come è
fcaldato è deuiata detta humidità, & è purgatiuo, che purga le materie
condotte nella fchìena,& è rifolutiuo, perche come il luogo Ufo èfcalda-
to,& è deuiata detta infermità d'humido, e purgatele materie humidt*
refìa detto luogo rifoluto , &per queHa ragione diciamo , che detto rat-
torto è rifolutiuo* jj
Delcirchio.
I
I circhio ; dico che viene dalla natura, & la ragione è quefla ; che
cofi come la natura ha prouifio di aiuto a li altri membri della per-
fona del Cauallo,e farli aumentare, & crefcere,cofi ancora gioua al pie-
de di humore fanguigno mifurat amente , per farlo crefecre , & forti-
ficarlo t quando li Cau ali intronano effer digiuni , & non fono fiati fer-
rati, e che feende l'humore del fangue fopr adetto , fanno circhi à lipie-
ii) & allora nonli può offendere , né dar doglia , perche Vvgniet.fi troua,
tenera;
SECONDO. S$
jt tenera ; ma quando efìo fauallo in tempo caldo, fi trotta ferrato t e che il
ferro tenga ftretto il piede , £? ilfangue fcende per far il fuocorfo natii"
talmente ,efiendo impedito dal detto ferro, cheftringe ; allora fi caufan*
le cierchie: quefiefono quelle }cbe alle uolte danno doglia,et lo caufa an-
cora fé fi trottano li C attuili quando fono di tempo caldo faticati, con l'ut-
gnefecche: quefia è la caufa,che ancora dà doglia, perche fcendono l'hu-
mour trottano queWvgna fecca,& Timpedifce, e quefto è la caufa: che
detto fangue refi a tra ilpelo.&l'vgnia; & fi dimanda circhio, & alle
volte li mafiri lo dimandano piede incoronato : la caufa è quefia, per-
che ilfangue efiendo difcefo,ò impedito tra il pelo,& l'vgnia,& copren-
ti do intorno l'vgnia,mandj quel ciichio,non potendo fcendere al bàffo,&
dà dolore , perche detto circhio diflringe , & però circhio del modo'fo-
pradetto chiamano li mafia piede incoronato, perche il detto circhio
comprende tutta la corona del piede .
Del buetto.
f L buetto viene fopra la lingua del Bue uicino ilcanarw^o,& è una
1
callofità di carne, che ìmpedifce il mangiare al Buefil rimedio è que
fìo'bauerete una pe?ga di canna puntìta, et lo pungerete doue è la det-
ta enfiagione tre,ò quattro punte ;quefto fi fa per vacuare, & allegerire
C ilfangue concorfo in detto luogo,& poi li farete quefto bagnoSPrima pi-
gliar ete acqua d'or7^o,Uquiritia) fronde di oliue,& le farete bollire infic-
ine con vn poco d'aceto bianco, &' que fio bagno lo farete due volte ilgior
no alla lingua del <Bueì& mafflme doue è la detta enfiagione^ in que-
fto modo fi difeccarà.
Rimedio alla corna (cornata.
QVandovn 'Bue fifcorna , ò per vna cafcata , ouero per vna bot-
ta di ma%%a > <3" che cadefje detta coma con tutta la fedia di ef-
i fa,h metterete su vna chiara douo il primo giorno ; dipoi farete quefto
*D vngttento,mele rofato libra^mel^a,olio rofato onde tre verderame mc^a
oncia ,& fatelo bollire tutto in fieme, tanto che diuenti rofto, & con
questo vnguento lo medicar ete per dodici giorni : ma nota , che quando
medicante detto Bue della fopr 'adetta corna,bifogna ogni uolta al^ar la
teftaper dare pendentia , che efca alcuna parte di marcia , che fujje al-
la profondità della tefi a r doue penetra detta corna , & feguitate di me-
dicarlo per lo fopr adetto tempo,et con la tafla vntata del detto vnguetir
to : ma nota , che ogni due giorni bifogna andare diminuendo detta ta-
fta a a talché la piaga poffa venire a incarnar fi ; fornito detto tempo!»
F % medie*-
«4 ' LIBRO
-medie arete con rottomele aff obito per altri dieci giorni , dipoi vfate que- £
fi a poluere . Trima pigliarne un'oncia di floppio > due onde di terra fi-
■gillata , & vna di boloarmino , & fate , che la piaga fi laui con vn poco
di vin bianco caldo,& poi gettate quefìa poluere, & teniteui fafeie fot-
tili legate ,& cofi feguitate finche detta corna incarna .
Rimedio perii mal d'occhi.
QV ^AT^DO vn Bue ha male a gli occhi,che è difeefa di tefia,&
jhegli occhi lagrimano, & li tiene chiù fi , gli darete il fuoco alla
vena}chegouerna detto occhio,^ poi pigliaretepece nauale,pece greca, F
incenfo,& mafiice, & le farete l'impiaHro fopra la tempia , & dipoi ui
metterete una bona roffa di patino alle chiaui della tefia,& queSìo fifa
per ì atenere le materie delli humori , che nonfeendano ad offendere detto
occhio,et dentro l'occhio ui metterete quefio unguento Trima pigliarete
Yodomekyfongia di gallina,^ fuco d'herba terragna, & mefehiate dette
cofe infume ne untar et e dentro l'occhio due volte il giorno , & majfjme
quando ui ha p arine ,& fé con quefio nonfanaffe, farete quefta poluere.
Trima pigliarete me^a oncia di \uccaro di [andia uiolato,& un quarto
di lume di rocca abrufciata,& mcjcolarete con detto •^uccaro,& di que-
fio li metterete conyn cannello due volte il giorno dentro gl'occhi , per G
finche farà fano .
Rimedio al piello .
IL piello è una aumentatone difangueipero bifogna infagnarlo dal
coUo,& li farete ufeire tanto f angue , quanto pare a voi , fecondo la
qu alita in che fitroua il C au allo ,ò grafi o,ò magro;dipoi li darete quefia
viuanda; me\a caraffa di aceto temperato con due caraffe d'acqua d'or-
%p}& due oncie di boloarmino ,C quefio fé li dia alla digiuna,per txe mat
tine.-nota , che al detto Cauallo fé li vuole dare poco da mangiare tanto
quanto fi fo fi enti, e tenerlo in luogo fref co, & majjìmefeè d'i fiate , &fe H
fi aumenta l'humore in capo delli tre giorni :v farete criftieri malua mar-
€orellaìhcrba di muro,olio violato>& mele rofatoper una uolta ilgiorno,
& quefio fi faccia per fin che allt gerifea data furia difangue.
Rimedio alli crofehi.
PICI l*s4\ET E olio di lauro caldo, & lo vnt arete fopra dette
ctofcojtanto che fi rompa , &poi non lì fate altro.
Rimedio
SECONDO. S*
Jt Rimedio quando vna giuntura fgomma,ouero vn ginocchio .
Gli farete queH'vnguentojarcacolla, maflice,melerofato, incenfoì
farina d'orbo ;& tutte le dette cofe le farete bollire ìnfteme con det
to melefoauemente,dipoi pigliarne detto unguento freddo, & medicare
te detta giuntura.l^ota, che vuol efier me^a libra dirodomele vn'oncia
difarcacolla,me\a oncia di maflice,& tre quarti d'incenfo,& me^a on-
cia di farina d'orbo fcelta,& con queflo lo medicarete con vna fafcìa,che
tenga afìettata detta piaga, & lo medicarete per dieci giorni , & fé non
ftagna detta gomma li darete il fuoco attomoJS feguitate di medicarla,
<g comedifopra.
Remedio alla pedaina.
PIgliarete duecandelle di cera d'vn baiocco l'vna , & acce fé le farete
colare fra le due vgne del Bue: nota,cbe quando li *Buoi hanno detta
pedaina,^ vna callo fità di carne,che nafce tra le due vgne,&peròfi dee
colar detta cera calda,à talché detta callo fttà fi concoqua , & colate che
bauerete lefopradette candele , vi terrete vn pe^o difongia fi acida fo-
pra ligata tre giorni, à talché mollifichi il fuoco dato-tdipoi medicarete la
piaga di douefi leua la detta callo fttà di carne con mele rofato caldo,pet
q finche farà guarito.
Per la enfiagione di lingua,e di tefta.
QVeUa infermità viene per furia di f angue , però fé li faccino
criflieri de decottioni di vn capo di caftrato bollito , &poi in det-
to brodo metterete due onde di cerapia , tre onde d'olio violato , & o-
lio commune , quanto bafta, & vna branca difale : fatto che farà detta
riftiero , lo infagnarete dalli fianchi, tanto quanto parrà à voi,che ba-
fti , dipoi pigliarne aceto bianco , boloarmino , farina difaue , Sloppa ,
fucco difolatro , &fucco di fambuco mefcolate con farina d'orbo , e
p ne farete vn difenfmo per tuttala tefla di detto [amilo* perche dette
cofe fono difìringitiue,efan ceffare li humori concorfi,et li raderete lago
la , & dipoi pigli arete queflo vnguento : tre onde di olio di lauro , me-
%a oncia di cantarella , mc^a d'euforbio pillate , & Vvntarete per vna
volta il giorno la gola , perche dette cofe fono calde , & confortano
li humori corrotti , che vanno ad offendere il celabro , & ancora fono
purgatiue , che purgano in parte quelle materie concotte , dipoi farete
queflo maHìcatorio : due onde difiroppo di cicu^o , tre onde di rodo-
mele fino, con vna noce mofcata peftato , # vn* oncia di gorgoliccuia ,
F 3 vn'oncia
*a " i ' i b k r>
un' oncia (ti lume diroccatuna branca di oliueì& tncfcerete con una co- S,
r.iff.i di vìn bianco , & dipoi pigliarcte bajìoni di fico , cioè quelli getti
di ficOypAfiato dUto haftone con un lardello,& fondete in detta dtcottìo-
ne un poto tepida ., £2 lo farete mafticarre al Cauallo infondendo fpèfjò,'
fpeffo detto lardo con detta decottione , C fattelo mafticareal detto (a-
uallo tre.ò quattro nolte il giorno ,per che detta decottione è incarnatina,
($dijvlntina: il mangiare di detto Cauallo Jìano herbe 3 cioè gravtegna ,
canm:aia sfrondi di vitcmafjìme s'è di tempo di verno , &Je il (/inailo
maegiafie il brcnn0y& il fieno mi cùntento:cJjefe li dia fé lo può mangia
re: cr qacftofì farà fini he farà guarito .
F
Rimedio quando li nerui fono enfiati.
QUESTO niene per la fo>\a > che fa detto animale : però bifo-
guA jalafarliUtttna, che non hi concorra tanto humor di J an-
gue y or ji vuoi ra.iere detto neruo , C? tagliarlo^ talché s'allegerif e a~»
il fangueconerfo , & dipoi farete quefto impiaft.ro : pigliarete maluaì
ufea. x£5 ' conjdi.ia , (5 le farete bolir tanto , che fi ano mollificate dette
r.ìd'.ceìdipiji le ptsìarete ben forte con vn ??ic^o rottolo di buno, & que-^
Ho impiahio Stia legato fopra li ntriu 'mutando per fei giorni: fé con que
fio non fi rifAite gli farete quelle umioniydone fiano me\a libra d'vlio di
lauro,un'oncia di cantarellai & me\a d'euforbio vntandoloper dutuoi- G
te il giorno con dette untioni:di là a otto giorni seh e franerete untato con
dette untionifvntarete di burro folo , & que fio feguitarete finche farà
fano'.quando un neruo è intaccato farete quefto unguento perjanarlo:me
%a libra di mele ,vn' oncia di maftieejne^a oncia digalbano , (S bollito
infime con quefto cominciateli a medicare detti nerui fino alfine.
Rimedio alla colicajcheuiene ad un Cauallo.
LA colica viene di due forti 3 Vvna viene per ventofità , l'altra per
coftipattione de' cibi : le farete infagnie à li fianchi : le legarete li H
teflicoli Je farete fuppolìe con mele ■> (S euforbio incorporato infieme
dentro il fé foli farete untione d'olio caldo a li fianchi , & li metterete
vn'impiajlro di linofa calda a le reni : quefto fi fa per confortare la par-*
tedelli rognonitle vntarete la dettapa'ite d'olio dilauro caldo : lo terre-
te coperto con un mantello arrau agliate ,& maffme s'è d'inuerno : le
darete quesla medicina :pìgliaretevn'oncia di fpiconar domerà oncia di
galanga , me^a d'aloepatico , e mefeerete dette cofe, SS peftate bene con
una caraffa, & me^a di vin buono le darete per bocca al Cauallo vn po-
co tepi-
S È C O K D O. S7
jt co tepido : quando quefia medicina da là cinque» òfei horenonpafiafie^
bene,le darete quell'altra medicina -.pigliarete •■un'oncia di fcamonca,con
un quarto d'olio commtme , un quarto di iìfàa ', & le mefeerete dette co-
fe infieme ,£f gii la darete un poco tepida : fé con quefia medicina non
paffafie bene , ti potrete dare quefV altra ; pigliarete due onde d'olio di
lauro, vri 'oncia di aloejne^a d'agarico, vna caraffa dry in rofio un poco
tepido,& lo darete per bocca al Caualio: notaci) e ogn'vna di quefie me-
di cine-vuol tempo fei bore da digerir fi , & ancora le farete quefìa fiup -
pofìa almcmbw: pigliarete vna candela di cera di un baioco , doue fia
fapohe , & pepe , & la metterete al membro , -buttandoti di fopradue ,
rr, ò tre uolte,à talché refii detto fivpone , & detto pepe dentro al membro ,
e che dia caufa al Cauallo , che f prema , & orinido terrete in luogo^aU
do con buona lettierajacendoui criftieri ogni giorno di decottione di mal
ua,& un'oncia d'olio di lauro per crijìiero con vna branca difale, & no»
li date a mangiare niente, per finche non li pafia detta paffione , fempre
tenendolo con la briglia in bocca , & le sbroff avete il nafo, & gli occhi di
uin forte qualche uOlta.lSlota,che quefìimedefmmmedij v farete ali C}a~
.u all'i quando li uiene ogni minimo dolore di uentr -e ,poip afiato , che farà
detto-colore per due , ò tre giorni fempre lo terrete con beueroni d'acqua
tepida,& farinai con poco pafìo ,à talché non pigli uentofità ,
C Rimedio à lo auanticuore .
PBjma li cauerete fangue dal collo a. fujficie^a,dipoi raderete detta en
fiagione;& la taccarete col rafoio,a talché vacui in parte quelli fan
-. già corrotti ;dapoi pigliarete file ;& aceto , & mettetelo f opra detta ta-
gliatura delrafoio : dipoi lafiarete ftare un giorno poi pigliarete queW-*
' untioni,cioè ima libra d'olio di lauro, un' oncia di cantarella? & un'oncia,
& mc^a d'eufo}bio,& mefehiate infieme le vntionì ogni giorno due uokt
il giorno [opra il detto auanticore: quefie cofefono attratiue, & purga
tiue di quelli fangui corrotti , che fono caufa di detta enfiagione : ufarete
qj quefie untìoni per dieci giorni: fé non fi difenfia , li darete il fuoco infor-
ma rotondale forata con alquanti buchi, & vntarete con burro dì vacca,
• di continuo fatte, che il (auallo non fi gratti > &li farete ogni duàgiopii
un criftierofemplice,quefio fi fa per tirar alcuna fumofttà dal corpo. .1.
Del barbone .
QV £ ST iA è vna enfiagione , che viene per fangue fouerchio
fotto alla mafcella del 'Bue , Copiglia per fino uicino al labro di
fono la bocca, & alle uolte viene ali C amili fimile infermità :il rimedio
F 4 èquejìo,
8S L I B R O ^
è queflo;lo raderete con un rafoio, & lo taccarete , a talché vacui alcuna £
parte del [angue corrotto ,poi piglìarete fate ,& aceto,& porrete in detto
tacbiatOypoi piglìarete euforbia un'oncia, cantarella mi 7^a oncia , & olio
di lauro un' oncia, & lo mefeerete infieme,& poi vnt avete per dieci gior-
ni detta enfiagione:in capo delti dieci giorni farete quefìo impiaftro,cioè
malua uifea ben cotta , & poi la mefeerete ben pefìata con un quarto di
burro,&fei onde di fongiafr acida pettata ogni cofa infieme , & cofi ne
farete empiaftro fopra detta enfiagione ben ligata con una pe^a, per fi-
no a fei giorni ytanto che detta enfiagione s'allegerifca.-ma nota, che fé li
debbono fare dueinfagnìe alli fianchi di fpatio di quattro dita dall'una a
Valtra,a talché fi riuerta detto humore difangue , ò Bue , ò (auallo, che F
babbia detta infermità : mangi in luogo caldo , a talché non dia materia
alfangue,che concorra più cangiando in luogo bafto.
Rimedio al male della luna»
QV jl J^D 0 piglia il male della luna a un (auallo, ò Bue è vna.
difeefa humida , che leua la proprietà , & ilgouerno naturale à
lifanguiSSin quefìo V animale perde iluigore,& fi (ìordifce,& cafca:fl
rimedio è quefto;fubito fregarlo tutto cominciando dalla tefla,& poi hab
biate un' oncia fra cannella,noce mofcata,& garofali,& un'oncia di ditta
uno bianco peslato,& tre onde di mitridato con una caraffa, & mc^a di 9
•pingreco,& la darete per bocca a detto animale,ò Bue,o Cauallo, che^
fuffe;ma innan^Uche darli detta medicina pigliar et e mele, &falecom-
mune,& pepe,& li farete quefiafupposla:me^a bora innanzi detta me
> dicina,& quel giorno ftia digiuno ;acciocbe fé alcuna materia trifta ha*
uefie l'allegerifca,dipoi il magiar fuo fa di fofian\a:fe è fouallofeli dia
a mangiare buona biaua,s'è Bue fattegli beueroni con farina comune af
fai,& buona paglia di miglio,etftfirigliper quattro giorni,cioè il corpo.
Quado un Cauallo ha la gaba grofla,& non può piegare lagàba. "
LI farete Pinfagnia alla vena della pastora , perche tanto è la vena
deUa paslora quanto è la uena della punta del piede , & uolete^»
uedere s'è cofi , che quando li [aualli fono riprefi per non fare concor-
rer humore dentro detto piede , infagnano il Cauallo a la vena della pa-
stora , fi che quando il Cauallo ha fimile infermità lo potete infagnareà
la uena della pailora,perche tutto fa vn'effctto,& muffirne quando il C&
vallo non può piegare il ginocchio , & uoifete corretti à inf ugnarlo .
Quando
secondo: 8?
*^ Quando s'fnfagna un Catullo infermo,& la uena non ftagna.
NO T (^4, che quando un Cauaìlo s'infagna}& non fìagna la uena
quefto èfegno mortale,^ dinota,che li /angui fon tutti corrotti ,
(3 non hanno più la correttane naturale ,& per quefto quando uoi lo info-
gnate non fìagna ;per che non hanno ferme7gat& per queflo dico ejjen-
doufcito dal gouerno naturale detto f angue, èfegno mortale ; quando li
(a ualli hanno ftmile corr unione ,non mangiano , &fe li dee dare quefìe
uiuandeogni giorno per ordinario:una carafa,& me^a d'acqua d'orbo
€on meta libra di ^uccaro fino per bocca,& li farete crifiieri communi,
*B & difenftuifopra li filetti della fcbiena di fuco d'euoli , di fuco difolatro>
chiara d'ouo,& farina d'orata talché per la corruttione di detto f angue
putrido nonfmagri detto Cauaìlo >& li farete untione ingoia di dialtia ,
tnarcidonia grippia, & bene truccate con unfciugatoio caldetto , & fé
la infermità dura quattro giorni > li darete quefia mede finta me?a libra,
dimiua,quattro onde di rodomele,un quarto di burro diuacca un rottolo
di lardo battuto,& mefchiate dette cofe infume , pigliarne me^a oncia
d 'agarico ,me^a oncia digalanga,mcza d'aloepatico , & me^a difpico-
nardo , & mefchiate infieme con le fopr adette cofe li darete per bocca al
Cauallo,& quefia medicina in quanto è lardo ,& la miua,& il rodomele,
q & il burro fono cofe mollificatine :& fono mollificatine,^ fono uacuatiue
di quelle materie ,cbe fono caufa della conturbatone di detto j angue: qne
£ìofpiconardo,& quefia galanga,& aloe,(3 agarico fono calde , (ffono
confort atiue delti ftngui: data che farà detta medicina,terrete il Cauaìlo
in buona Ralla con buon letto , & il mangiar fuo fi a di tre in tre bore , a
talché il Cauaìlo pigli fo fianca.
Quando un Canallo ha la gamba grofla,& fé li fpunta la punta
del piede, & non ftorce detta gamba.
NO T ss4 , che quando lì Caualii hanno le gambe groffe,& li ma-
Hri lifpuntano la uena della punta del piede, è per caufa delVab
1) bondan^a delfangue, ch'èfcefo alle parti humide del corpo del faiallo ,
& ui è aggiacciato ilfangue , & per quefia caufa detto j angue effendo
mortificato alle parti bafìe delle gambe dell'i Caualii, doue è fenonner-
ui, & offa che fono humide , e frigide per queflo quando li J "angui fouer-
ehifcendono dalle parti intrinfeche del corpo , & fcendono in quelle par-
ti humide fopr adette , perdono la uirtu ; & per quefia caufa quando lì
ma fin infognano la punta del piede penfandojì uacuaile non fanno nien-
te , & per quefia caufa fopr adetta j dico , che le fi deue dar fuoco , rot~
torio, e pelature, perche fono medicamenti purgami , fi? difeccatiut ,
Perche
90 LIBRO
Perche caufa un Cauallo quando viene di fuori ,.& Ci riprende ■ £
non deue andare all'acqua .
NO 7* e^, che quavdo un (aualìo camina,tuttìli fangui fi [calda-
no , & quando àie volte fé li dà per troppo fatica abbondano
tanto dì calde^a,che fcendono alle partì baffe delle gambe ;& fi ripren
de detto Cauallo : però non fi deue mandare all'acqua ; perche cofi comi
V acqua è humida,& frigida,^ difeccalìfanguì per • l'humidità futa ,cq-
fi ancora alle uolt e soggiaccia indette gambe, & caufa fpafimo,aggiac
ciandfilo nelle parti baffe , come fon dentro le giuntate*, mero dentroM p
piedi ; fi che per quella caufa dico , che non fi deue mandar à l'acqua il '
(fauallo quando e riprefo per camino : e per quefia caufa fopr adetta .fi
dee tenerlo in dieta , ££ in luogo frefco con farli crislieri communi ogni
giorno uno,à talché uacui,& ufarete darli vìuande di acqua d'orbo chia
ro d'ouo s & boloarmino , due caraffe di acqua d'orbo., due. onde. di bo-
loarmino , & quattro chiare d'otta , qutslofe li faccia per fei giorni ^à
talché il Cauallo fi nfrefchi il J angue à li piedi , e li terrete da vna ban-
da , & in me^o legata fongia frauda , £$ orT^o cotto in aceto roffo fòrte
pefiato infteme con detta fongia ; quefio fi fa, a talché la fongia mel-
lifichi detto piede , C conforta detto tauriello con dettò or^o , & aceto , _
£2 li ufarete bagni a tutte legambe,cioè lifeia, fronde di mortella, fron-
de di otiuefeor^e di mele ,gr anate apìe , 6> rofe ; & quelli bagni fi deo-
nofare caldi quanto li può (offrire; perche detti fragni fono confort atiui,
& difeccatiui di quelli humori di fangui corrotti .
La differenza delti membri principali , fecondo la proprietà dell' 'vno>
6? l'altro,^ fecondo l'ordine, che tengono l'vno, dall'altro : & quale è di
più fo fianca lo diremo quìfotto . Trima il celebro la natura l ha fatto ,
& l'ha poflo in alto a la parte delia tefla , perche efio fi a correggìmen-
to della memoria , fi a fenfo , & timone del corpo , C» perche sia in quelle
parti humide della tefla doue non fono fé non offa , che fono humide, &
fredde,^ ancora participi dall' aere, eh' è humido, & caldo ; humido dì- H
t co la notte ; caldo il giorno per rifpetio del Sole : per queslofi dice l'aere
efier humido , e caldo , & per quefio la natura vedendo éfiere nelle par-
ti humide detto cerucllo lo ricrea parte con lì paffaggi del f angue, cioè
arteriale, che fono nelle parti della tefla , & parte difumofità , che efeo-
no dal cuorc,per li cibi digesli,che efeono dalcorpo : per quefio dico , che
il celabro non ha altro aiuto fé non come s'è detto dì fopr a : bora diremo
del cuore , che è l'altro membro principale del corpo . Il cuore è fpirì-
to uitale , & perche efjo ritiene tutto il fiore del fangue , che fi fa nella
mafia
SECÓNDO. 91
jl muffa fanguinea', & queffol'bà fatto Li natura perche dette fangitt*
faccia conofeere le alter azioni, ch&fuccedono nel corpo, & queslo fi vede
per efperien7a,maneggianào lipolfi dell' buomo, che è più dclkata crea
tura creata da Dio ad imagine, & fimilitudinefua,& per queHo la na-
tura vedendo, che detto cuore era ricettacolo di queflij angui caldi }e maf
fime caldi più dell'i altri , li fece il polmone , che per ben che detto poi-
mone f uff e fatto dalla natura per dare, & pigliare il fiato , ancora li fe-
ce perfminuire tanto color del cuor e>ct darli alcun refrigerio.TS(ota,che
il cuore non ba altro foflan?ya fé non quella , che li manda il fegato , co-
me s'è detto difopra , e? ritiene il miglior fangue , che fi faccia in detta
2J maffafanguinea, dico in detta fonte del fangue, come è il fegato, & per
qìéefìo efio è vn membro delicatiffimo , & cornee perfa quella poca di
fofìan^a mandata dal fegato naturalmente efìo è perfo sparlar emo, ho
ra deifegato's,cbesè il ter^o membro principale : il fegato è fatto dal~
lanatura non fohfer eff ere fonte del fangue , & tener tutta la fofian-
\a ebeffo ; ma' con la fu a caldera fa digerire li cibi , perche lo flomaco
hiimido , perche è fatto dalla natura forte , è neruofo , per tenere in fo-
Sìan'za li cibi,che è effo non fi f aria mai digeftione, ma la natura bàfat
tornano ilfegato à detto jìomaco-,& per quefl a caldera confata dal
fangue , che ha il fegato fa digerire licibi : ancora detto fegato tiene in
C fofìan^a tutto il corpo, e lafofian'^a è aumentare la carne, à talché ten-
ga calde,& coperte leoffa,& linerui\chefono humidv,& frigidi, fi che
flanno caldi fi andò in fojlan'^a : per quejlo dico , che quefìi ère membri
fopranominati fon tutti delicati , ma però uno di quefti tre > che habbìa
fojìan^a maggiore , & più uigore diciamo effer il fegato, per le ragioni
fopradette reggendo il celabro con la fumofità dell'i cibi , che per lafua
caldera fi digerirono , & poi per V arteriale , dico per le uene del fan-
gue , che manda per li meati della tesla , che fempr e f caldano in paffar
detto celabro della, maniera fopr adetta : ancora dico* come ho detto di
fopra , che il fegato nel diuiderfi del fangue non mandaffe il fangue al
1) cuore faria perduto, e perciò dico il fegato effer più di fojìan'za , che gli
altri membri .
Di tutti li membri generali del corpo,& perche la natura li fece |
& quale è quell'officio , che fanno , & che rimedio è nece£
{ano alle loro infermità . a
LJL natura fece il celabro , & perche quejlo fpefie'-uolte patìfee^» ■
d'humidità per caufa dell aria humida, & calda, per ciò ha bifo-
gnodi cofe calde, che lo confortino, & che dcuijnù quéWhitmidità r
La,
Vi LIBRO
la lingua poi del Cavallo la natura la fece per rìceuer il cibo, & per ri- £
frefcamento delia bocca di efìo animale. Li denti li fa e la natura per ma
china del corpo>& che dentro mandafje foflan^a.Le narici ,l 'orecchie ,&
gl'occhi feruono per fineflr e , C? aperture del corpo , & chele fumo fità ,
che efcono dal corpo non impedivano ilcelabro: Ilcanaru^o la natura
lo fece per condotto delti cibi : fi cuore per ricettacolo detti f angui pia
gentili: Il polmone per dare,& rendere il fiato , & per feruidore del cuo-
re rifrefcandolo . Il Slomaco caffa de' cibi, con il calore delfangue diftri-
butore de'cibi,e capo di digeflione; fi fegato la natura lo fece fonte dì fan
gue generale: La mil^afìippo dell'i f angui groj fi: La vefficafpia del cor
fOyche mostra l' alterazione ,& la debile7ga)& l' aumentatone dell'i hu -
morì delcorpo : Le budella caffa delle materie della digestione più grof-
fa: Le uene,canale del fegatose of}a,e le cofle caffa del corpo;Le gambe,
SSlipiedidel Cauallo fondamento^ ' fofiegno del corpo:La pelle la na-
tura la fece per uefiimcnto dette-off ay & della carne: Li peli > & la coda
del Cauallo per ornamento, llfefìo del Cauallo per euacuatione genera-
le del corpo detti (ì èrebi :il membro genitale del Cauallo canale della uef
fica,capOj & origine del generare .
dicono alcuni mafìri, che quando vn Cauallo è difettami, è vfeito
fuor di pericolo ,che gli fcendanogQiàt So^^o^o Sd\ir\t\\c ,ùx2.i\ixq
ài nerui,& formelle ; & queHo lo dicono , perche il Cauallo allora hi
ferma la carne ,/i nerui , C le ofìe:ma cofìoro fanno errore, perche il fa-
uallo è fogetto alle fatiche bora per bora,& faticandofi fi mouono li hu-
mori,& mouendofifon battami à fare calare lefopradette infermitàtet
queftofi uedeper efperientìa , perche fé ben anco s'affaticafje ftando in
lafialla glifcendono li humori in diuerft luoghi delle gambe , & detta-»
perfona:& quefla e cofa naturale perche fempre il f angue , che è la pri-
ma parte fofiantiofa abbonda,& è quetto,cbe con lifuoi motifafeendere
dette influentie,e maffime quando è molefiato dafaticatouero da troppo
cibo,cbe caufa abbondantia di f angue.
Qiiando il Cauallo fi falàfTa . H
DOpò hauer falaffato il Cauallo fé li dà poi vna prefa di con-
ferua , & acqua d'orbo à bere , & quefìo fé li dà per rifrefeart^»
il corpo , & maffime la colera , che fi ritroua dentro il Stomaco di detto
animale >& ancora quando s'infagnia tutto ilfangueflà in moto>&per
quefìo è bene darli queflecofefrefche , come fono acque d'orbo coniai
conferua,ouero giuleppotperche dando quefle cofe frefcheal Cauallo le
uà qualche fumé fitdtcheft mouejje a quel tepo,chefi da l'infagniaiper
che
5 E C O N t> O. p|
jl che fi vede per efperientia>cbi diacciando un (auallo perde la vifla alle
itoli e y& uà per cadere: q-eslo procede per li fangui , che mouono a quel
tcmpOyche fi alacc'u la corda al collo: ma maggiormente quando fé li di
la bottali che io laudo,chefe li dia lafopradetta decottione: fnfagnatos
eh e farà almeno fé non potete darli detta decottione, dateli un poco d'ac-
qua a bere, perche rifrefearà in parte loftomaco a detto C auallo .
Quando un Cauallo s'infagna, & quando fi faccia ufeire
il fangue trillo .
2? 1""\ f C 0 , che effendo grofio thumore fanguino non fi euacua > ma
IlJ s'allcgcnfce la mafia fanguinea,& non dà caufa per fare abbon
dantia,eper offendere il corpo del Cauallo: & per queflo alle volte quan-
do lì Cau all'i hanno infoflan^a,ft debbe toro aprire vn' altra volta la ue-
nasa talché l'humore fopr adetto grofio del fangue perda la malapropen
{ione di offendere , & dia tempo al fangue, che fi troui al fato luogo natu-
rale putrefattola quando non riefea cofhmetterete impiaflri>ciot difen-
fioni alle parti delle gambe, e non in altro luogo della per fona del Caual-
lo,fe non alle parti ìnttinfeche del cor posandoli firoppi , & medicine fe-
condo la particolarità delle infermità .
£ Quanto podi uiuereil Cauallo .
IL Cauallo effendo fatto dalla natura di foflam^a buona , cioè forte
di fangue, dì flributore deUi cibi,che mangia , padifee preflo , ha il
corpo fen^a aumentatone dì colera,perche è nato fen^a fiele , poi fi nu-
trisce di cibi fr efebi : onde per queflo detto animale viue fino all'i fefan-
t*anni,& allifettanta , C ancora affai fé ne trouano , che campano anni
ottanta , quando fi trcuano del modo fopradetto , & che fi gouernano
bene, con il loro cibo , e maffime quando non patono di difcefe,di tefta_t ,
come fono ciamoiri , che vengono per humiditd di tefla , <Ù" per fumo-
£ fità , cheuiene al corpo per /commento dì fangue , & che non patiro-
no rfifchilanria , & ìtrangoglioni , che procedono per humori fanguini
concorft alle parti dell a tefia , & che ancora non patono di colica, &
ventofità di corpo,che queflo lo caufa affai volte il cibo fouerchìo,& al-
leuolte lo caufa btuendo, Cf non mangiando la biana apprefio , & anco
lo caufa la Ralla humida , & quando ancora fono moieflati per troppo
camino , & fi riprendono , & quefle fono quelle cau fé , che atti Cauattì
acurtano la vita $ ma quando fon gommati di bona maniera , campano
il tempo fopradetto.
Quando
*4 LIBRO
Qinndo viene ad vn Cauallo l'accidente .
Q
Vando vn Cauallo faràfatìo di cìbit& pigliava caldai che fé lì
vifcaldtrà il [angue; & queflc lo canfa l'aria calda, tj il f angue t
.the naturalmente è caldo, dava fajiidio per detto calore al corpo, cioè vi~
fcaldevà li membri, e la parte del cuore più ebenon è ; difeccarà lafleg-
ma,e pev il calore,il fìevco,& pevche queflo refi andò il Cauallo fatlidi-
tOyfi dice ejfcr accidente, per che da vna bora a un altra l'aria efjendo cai
da batterà pigliato la parte del Sole > & farà il moto fopradetto al cor-
po del Cauallo : ancora lipiglievà vn dolore di ventre-, vna colica, vna
fredderà di tetta, perche piglievà alle volte il freddo dell' 'aria , (S per F
queflo da vn'hora a vn' altra cadeva in dette infermità.
Quando un Cauallo Ci caualca, & uà sù/Ia fchiena folo
per un miglio , ò due .
NOta,che quando vn Cauallo vàfopra la fchiena , & poi li manca
quelle for^e in capo di due migl:a,ò tre;quejio t perche il Cu: ai-
Io ji troua alle uolte ripofatoper più giorni, onero fi vitrouarà fatto, fie-
no di cibi , fi che quando al Cauallo manca quella pofan^a della fchie-
na , è perche euacua il cibo , cioè lo ffevco , co fi mancando allegerifcela
parte dell'i interiori» dico delle budella, & ancora manca laflegma, e di- q
Ritta la parte dell'orina, & la parte del f angue fi diflribuifce in tutta la
pane del corpo delle gambe, della test a,<& delle reni, & cofi ancora dei-
li membri intvinfechi , fi che e d. bifogtio,che dia giù , & pev la fatica ,
che fi dà a detto Cauallo ancova li f angui ventano tormentati,fi che come
mancano qucfle parti delia digestione , manca la josìanTa a detto (a-
uallut & per queflo lafcia quella prima forT^a, che hauea nella fchiena ,
C^ feguita eoa lento pafjo per le ragioni fopr adette .
Quando un Cauallo fi deue condurre à mano.
E fono li Caualli graffi fi denono condurre a mano , & fargli fare a
poco viaggio , & caulinare per l:*ogo frefi o ,& fé li deue dare po-
co pafìo , folo tanto , che fi fomenti , dopo che ha caminatofe li deue la-
nave le gambe con un poco d'acqua fredda , a talché mantenga le gambe
afcintie da qualche bum 01 e di f angue , che feendeffe per il viaggio : fé li
deue anco vntare l'vgnia con vn poco di feuo , a talché filano mellifica-
te le parti delle vgme , che naturalmente fi feccano ;fe li deue tenere la
notte la riamata fot ola fola dell'i piedi , ad effetto , che la fola fila mol-
lificata , che mnhahbia dolore nel cambiare , che fa detto Cauallo da-
poi
s
SECONDO. ?f
\A poi anco che arriua la fera , bi fogna tenerlo vn peT^p fen^a darli da
mangiare, né bere, a talché Sliano li fanghi di detto ftuallo rifrcfcati :
la notte tenerlo allafialla,che non fia troppo caldai maffime fé è di tem
pò caldo : fi de uè anco perii viaggio farli portare la briglia in bocca , fi
che mafticando euacua alcuna parte diflcgma, che restando lo filomaco
digefìo bauerà più appetito, & terrà la bocca frefca , fi che non fé li dia
troppo a bere, ne a mangiare, ma che pia tofìo fmagrifca di carney per-
tbe andar à più leggiero,^ 'non flarà foggetto all'infermità.
Perche caufa muoiono più li Caualli, mule,& giumenti
73 per li dolori , che li Buoi,
TVtti quelli animali fono creati naturalmente delti quattro clemen
ti:ma vie differenza te di cibo, e per la fatica, che ha da piglia-
re vn Canali! da: vìi "Bue; e ui è anco differenza daljìomaco del Qauallo
a quello del <Bneiil Bue l'ha rilajfante, & il [auallo l'ha retentiuo, per-
che "mangia cofe difeccatiue,come l'orbo, la paglia, il fieno, &ilbreno>
che fono cofe difeccatiue,& r et emione ;que fio gì' è fiato prouifto dalla na
tura per la fatica, che ha da fare detto animale: fi che con detti cibi fa la
digestione fua forte,& duray e con piufofìan^a tanto per la fiegma,co-
C tne il f angue te la parte dell'orina, all'ultimo la feccia di detti cibi, che è
lo fìerco ritiene più fi fianca, & firinge gl'interiori del Cauallo, che non
fa del 'Bue > et per quefta ca'tfa quando fuccede ad un Cauallo , che pigli
uentófità non può co fi preti o aprire , né allegerire il corpo per caufa delli
cibi, che fono difofìan^a, che fanno la fopr adetta digeftione forte, & non
debile , come fa ad vn Bue^che mangia l'herba, che fa la digefiioncliq/H-
da,e che facilmente tuacua del corpo,& fuenta,fi che per quefttiil Ca-
uallo è più figg°tto al^in fermità, che non il Bue: per vn'altra ragióne an-
cora effindo V £a.:allo di comple/Jìone più calda del Bue ha li [angui più
caldini che ejjendo lifangui caldi difeccano più ilfìerco quando vnteruie-
*JTne detta inftrmità,e tanto meno può euacuare detto [auallo-.ondé è dibì-
fogno dargli medicine mollificatiue, & euacuatiue,che mollifichino detti
fteicori duri, & che li euacui, ma al Bue {e lì dà medicine calde, & con-
fortati^ , a talché confortino l'humidità > che è naturalmente nel corpo
di detto animale , ma molte volte ancorali Bue^non hauendo delle herbe
in abbondanza mangia cofe fecche^ome fono fieno, pàglia di migliora-
glia di faue,e mangiando alle volte quefie cofefecebe li fanno venire co-
liche,che non può digerire; allora io laudo,& è di bifognotchefe li diano
cofe mollificatili e >& evacuatine.
Di
96 ìibro secondo:
È
Di vna Caualla pregna .
QV ^ i\£ *Z) 0 una C .malia è pregna , tfs'ingroffa non mene to-
fìo gonfia npt il peli* uro:tna la natura gi'bà prouiflo,che quando
dette beftieimp ^nano , ?&bt ingrojjanoil Mentre naturalmente s'aU
larghi per dar l togo t g ' altri membri del corpo, come fono le budeUaJa.
"pejftca , tt^fegi -o , 'a n:il^a,che fono propinque alla madre doue fìà il
polledro,ac ■ oche de' i membri non offcndefjero la madre ,& che lafoffoc
cafjtro: ma non è cht il poliedro facci il ventre tanto groffo . ancora fi
ritrouaìà vnagi menta grande ,& la monteràun fauallo grande di per e
fona,e nutrirà i poliedro piccolo , non tanto grande come il padre , & la
madre,queflo (ara per caufa^che la detta giumenta non bauerà li mem-
bri corrijp' ndentiMot , che fé ben farà grande bauerà gli occhi piccioH,
il collo fonderìe gjmbejottili piccola di piede Jarà sbudellata, cioè flret-
ta di fianco , hauti à la groppi piccola : ancora dalla parte di dentro il
corpOihanerà Inette le budella ,piuolo fegato ypiccola mil?a, piccolo pol-
mone, piccola vejjica , £S piccola madre ,CS perquesla caufahauendoli
memi; i , picciuli per ben che effa fia grande farà il poliedro piccolo , &
nonraffomiglierà al padre nella grande^a per le caufe fopr adette .
G
Quando vn Cauallo fi taglia da per fé .
DJ C 0 , e he quando fono li fauaUi graffi , e fi tagliano , che è
impojfibile leuare detto tagliamento : perche emendo forte il fa-
uallo, & graffo , non fi doueria tagliare , ma camina slretto proprio na-
turalmente con le gambe : per quefio dico effere impojfibile Iettarli det*
to tagliarfi;ma quando li Cauallifi tagliano » & fono magri fi tagliano
per debolezza , & poco gioua darli fuoco dentro le gambe nel mo-
de fopr adetto : ma è bene afpettare , che s* ingraffi , & in-
graffandofi s'allargherà di petto , & hauerà ancora „
pia forta : per quello dico , che quando li Ca-
ualli fi tagliano ,ui è poco fperan^a y&
mafjìme efiendo flretti di pet-
to naturalmente .
IL FINE DEL SECONDO LIBRO.
DEL
DEL CONOSCERE
LE INFERMITÀ,
CHE AVVENGONO AL CAVALLO,
ET AL B V E,
Co'rimedij àciafcheduna di effe .
DI CIO. J^TO^IO CITO 7\[JP0L1TJ^10
LIBRO TERZO.
Qnando un Cauallo mangia l'herba, 8c fubito uà del corpo.
x S EGT^O quando il Cauallo uà cofi preflo
del corpo , che è riscaldato : onde perfeuerando
bifogna darli medicine rifrejcatiue , fi che il
Qauallo rifrefcando lifangui,& confortando la
parte della fiegma faccia lubrica la par teseli'"
intcriori , come fono le budella , che fono cafa
di fìerco , & la medicina farà quejìa . Trima
un rottolo di lardo battuto,^ lattato con acqua
none uolte , burro di vacca rotolo me^o, olio dì
mandola dolce, libra meTJ- di miua, onde quattro , poluere di Jena onde
due, agarico , & alanga oncia me^a ;f; che dandoli quefìo , il lardo, &
la miua , 0? l'olio di mandola dolce mollificano le parti conftipate del
corpo, & confortano,^ rinouano ilfangueja fena,agarico , & lagalan-
ga euacuano , fi che euacuando tutte quelle parti , che fi mollificano con
lafopradetta decottione , cofi poi , il [auallo rejìarà con il corpo netto,e
purgato, e farà più carne,
G Della
9$ LIBRO
Della parte di fotro della bocca del Cauallo ."" £
PErfapere , perche il Cauallofi corregge con la briglia,è da auuerti-
re,che la parte di [otto della bocca del Cauallo doue Sìa appoggia-
tata briglia bà manco for^a, che non ha la parte di /opra della tettato-
ne fi uede per efpericn^a : Quando un Cauallo mangia nonmouefenon
lemafcellcdifotto,& quelle fono fatte per quetto naturalmente , &per
queflo quando il Cauallo tiene la briglia, fi tiene nel fuo con ere perche la
detta briglia lifupera, & cofi li [auallifi affienano ,& fi correggono con
la briglia .
Che cofa può offendere il fegato del Cauallo.
DI CO , che lo può offendere una mala digestione , che farà de ci-
bi mangiati , & quejlofarà la parte trifla del fangue , & farà
una caufa,cbe guafla il fegato ,e farà cff'fo per una troppo fatica , che lo
fcaldarà,& fi contamineranno li fanghi in detto fegatoso può offendere
anco: appigliando fumo, che fi difeccarà la parte del fangue, fi che per que
Ho il fegato fonte di effo ricalerà V off enfioni,& offenderà ancora il fega-
to ,dar,dj medicine forti a detto Cauallo-.però è bene darli polirne, & al-
tri manuali cald'v.queslo abrufcierà detto fegato perla fua caldera of-
fenderà il fegato mangiando detto Cauallo grano ; perche è cibo troppo G
caldo per effo,& non lo può digerir bene, & per quetto il fangue > dico la
fontecioè detto fegato fi altera .
Che cofapuò offendere il polmone.
DICO, che s'offende mangiando cofefecche,come fono fieno, bren-
no,& refìochia,e bere acqua torbìda>tutto ciò fa far una digettio
ne tritta,cbe la parte della flegma fa grofìa,queìToffende affai il polmo
ne,petche li opila li meati,& è affai offcnfiuo di detto polmone l'affatica
Te detto Cauallo,& farlo patir di bere: per eh e il polmone è f ecco , & hu-
mido,& non beuendo tanto più fi difeccajvna per lo calore del fangue , H
poltra per le fatiche che fé gli deffero.
Che cofa offende il cuore .
DICO il male nutrimento , che lì deffe il fegato del fangue , ciò}
quella parte, che detto cuore riceue, Ù tiene per li moti, &
la dimoslratione , che fa per lipolfi , mottrando li accidenti , chefucce-
dbno al corpo , fi che emendo tutto detto fangue , il cuore patina : per
qiiejìo paté ancora alcuna uolta il cuore quando li polmoni del Cauallo
fono
TERZO. 99
A fono ammalati delle malatie, perche nonpuòferuirlo del modo naturale
à Iettarli il caloriche piglia/! e detto cuore per caufa del fiore del [angue,
che riceue in ejjo [angue caldo,e perciò paté ilcuore di occupatone di fan
guigroffi, dico di quelli J angui ,che efcono delgouerno naturale>& van-
no corrotti al corpos& riefcono poi in pojìemationi efirinfeche dal corpo*
Che cofa offende il cclabro.
Dico la triftafumofità, che efce dal corpo, & majjime quando è in-
fermo detto corpo difebre, che ftefjero alterati li humori , come
fono il f angue , la flegma , & la parte feccio fa del corpo : ancora è offefo
alle volte per abbondantia di j "angue: queftofì vede per efperientia,che
alle volte fé lì enfia la tefta, gli occhi, & la lingua; fi che per detto acci-
dente, & altro male di f angue fi offende, & offefo dalle humidità dell'-
aere,cbeper ejfere humido naturalmente [aggiungendoli alcuno acciden
te, dico qualche tramutatane di ftalla, oueroperfcaldarfì , & raffred-
dar ft il celabro, piglia humidità, £5 dà quefto detto celabro refla offefo :
& nota,che quando vno delti fopr adetti membri fono infermi di qualche
infermità fopr adetta, il membro fi difminuifce,e perde lafor^a natura-
~ le del gouerno,et Va'mto,che hauefje à dare al corpo,&per quefto veneri
do meno,per ben che gli altri membri filano nella [oflan^a naturale, flati
do vn' infermo del modo fopr adetto ,gli altri cedono, & caufano la morte.
Quando vnCaualIo ftà per morire.
Dico, che quando vn Caualloftà per morire quefto lo caufa, che al-
cuuo dellifopradetti membri è infermo, Ù per quefto il Cauallo
"piene à termine, che perde il mangiar e, & perdendo detto mangiare non
ha foftan^a,*' indebolire, & va fiacco, perche [i perde quella parte, che
P va in [angue del cibo, che mangia; perche detta parte della digeftione,
che va in [angue nutrifee la carne, [calda,& con[orta li nerui,& le offa;
dà calore al corpo naturale, a talché il corpo refla con[ortato, & di detto
calore fi conforta ancorali celabro;fi che quefiaparte dì [angue ha gran
parte pia delle altre nella digeftione per le ragioni [opr adette ; per die
effo con[orta,[calda>[a digerir li cibi,che mangia detto fauallo per lo [no
talore-.quando detto Caualloftà in[etmo per morire perde la digeftione,
che va in flegma,^ perdendo detta digeftione, il polmone fi guafta,£$
opila ; fi difecca la bocca , & il celabro, perche li manca detta flegma,
eh*è la patte frefea della digeftione;ancora mancando detta flegma, fa
Cj 2 alte-
ico ' LIBRO
alterare il calore del [angue, perche detta flegma è fin fca,& mancando E
efiafilfangue del corpo perde il ckhrcancorafi dice,cbe quando vn Co.
ualio Ha per morire manca la parte della digejlione,che va infierco,&
quefto\lo caufa,che il Cauallo non viangia,& non mangiando non dà can
fa al corpo di far digefiione , & per quello reftano le parti delle budelle
vacue,& il corpo refia debole , & fen^afoftan^a: ancora quando il Ca-
uallo [là per morire , manca la parte della digefiione , che va in orina,
della defiillatione del corpo, & qttefio lo cau[a,cheil fan Alo non beue ,
perche non ha cibo in corpo, ne -manco [ente alcun gufo di mangiare, né
di bere ^perche perdendo la prima [oUan^a [opr aletta del [angue ,perde
ancora ilgufìo del m ingiare ; & quelli fono Canali: , cut fi trouano e[- F
fer dì più fiacca compielfione:ma non tatti, ma affai (avalli fi trouano ,
che hanno p ù fòrte ccmbfejjìone vno dell'altro , & hanno lifangui pia
frefchi,più purificati Ja fi gru a p:ù frefca,& vna digefiione ina [pedi-
ta dclU cibi;[i che q efiifjno quetti faua'.li,che hanno miglior complef-
ftone,& questo fi vede per e} polenta, che vn Cauallo fi [mar à più pr e
fio di vna ferita, di vna punt ira di chiodo, di vna riprenftone di vn'al-
tro (fauallo: fono Caualli, che Hanno in termine di morte > & perche la
completane , come dijlpra s'è detto fi[ìiew per alcuni dì le malattie
loro , poi fi rihanno , & torna la digestione, torna il vigore delfangue ,
& torna il uigore della flegma ; tornano a mangiare , &" pigliano fofta , 0
fiche per efperien^a fi vede vn £au allo hauer miglior complejjìone di
vn'altrote fé caaalcarai vn (fauaìlo, Cf under ai forte nel camino > fomen-
tar à gagliarda mente la giornata, & li trouatà più forte la fera , che la
mattina , & caualcarai vn' altro Cattato , che a me-^a giornata fi ìlan-
cherà,& per ben che stia gra[io,non potrà durar per lo camino;per que-
llo dico, che fi trouano Caualli differenti difor^a , vno più di vn' altro in
fanitàie nelle loro infermità vno fi ricupererà ancor chefufie in pericolo
ài morte per batter la completane più forte ',& più foslantiale .
Il male uiene naturalmente,fi come è fatto il corpo di quat- H
ero elementi .
QV *s4 Vjy 0 il Cauallo paté dì alcuna infermità , cioè piglia-
la troppo caldo nel corpo , che l'indebolisce ; quefio è caufatt
dall'elemento caldo; & per pigliare detto caldo ancorali (analli vengo-
no à raffreddar fi , & quefio lo caufa l'elemento humido , come è l'aere :
allora li Caualli fi raffreddano , & vengono in ciamoiro , che non man-
giano : ancora li (faualli patono dificcità di corpo , & fono quelli , che
non
TE R -2 - O. xoi
1d non ponno aumentar fi di carne ,& fi feccano: queflo lo caufa, che non pi-
gliano beneficio delli cibiyche mangiano nella digejì ione naturale ;& que
(io è ala fimiglian-^ajquado non frutta bene la terra,che ha la parte fec
ca,coft quando un Caualio magia,et quella parte dì detta digefiione,cht
uà in fangue nonnutrifce bene la carne,et le offa,et li nerui,fi che per que
fia caufa s'aftomiglia alla parte dell'elemento della terra -.ancora paton/t
li Caualli di uentoftta di corpo , et di queflo n'è caufa alle uolte quando lì
Cauatti beuono lacqua,et poi non mangiano cibi di fofta?a,& detta ac-
qua effendo fredda , & uentofa dà doglia , & raffredda tutto il corpo del
Caualio, & l'empie di uentofità, fi che effendo il corpo del Caualio com-
*B poflo di quattro dementi , li quattro elementi fono quelli , che caufano le
. inferm;ta,però duo ejfer naturali le infermità di detto Caualio,
Quando un Caualio s'infogna a! collo, ò in qualunque
luogo della perfora.
DlcOyche alle volte refla enfiato; queflo lo caufa a le uolte il fangue
per effer groffo,& non può vacuare bene per detta infagnia , e fé-
rifa per queflo li maftri l'untano con cofe calde per deuiare,& conforta-
re detti fangui concorfi in detto luogo .
C Quando un Caualio è incordato, & fifa in dietro
quando li allacciate li tefticoli .
QVeflofuccede perche il Caualio non è bene ifcordato , & però fi fi
indietro ;per che hi dolore in dette budelle: ancora per un'altra cau
fa fi fa in dietro il Caualio quando li maflrì lo vogliono fcordare , -& li
maccano troppo l'interine, & per queflo tormentarlo fida dolore al Cu-
ti allopperò il Caualio fi fa in dietro per lo dolore,chefente.
<D
Quando un Caualio ha l'ugnia fecca per qualche male ?
chehabbiahauuto.
LI maflrì lì fanno li canali per allafcarla , & farla crefeere ; ma no-
ta , che quando detti Caualli fi fcauano conlaroina , ouero conia
rometta fi uuol fare di tal maniera , che non tocchino il uiuo , dico il
tauriello dell' ugnia,che ne caufaria dolore,fi che per quefla caufa quan-
do fi fanno detti canali , non fi dee toccare il u'mo per allegerir la do-
glia >cbe pot effe fuccedere: quando un Caualio mangia d'un' berba,& del-
l'altra herba non ne uorrà mangiare, queflo è per caufa , che li piace più
*lgnfto l'odore di quella herba, che mangia, che di quella , che non può
5 i mangiare)
rdi L I B R Ó
inangiart$ dì qtteflo n*è caufa Podore,che non lipiace,nb ligufla man E"
parla. Ver far ni intenderebbe cofa ègufio,ouero odore, che vn Cauallo
ha (fvn pàfìo,che li piace differente da un'altro paflo,che non li piace ,di
co,cbe quando un [auallo odor a, prima piglia guflo il celabro;perche è il
più propinquo membro principale ,che habbia il corpo del Cauallo; fi che
quando un Cauallo gufla unherba,che li piaceli ceUbro è il primo, che
ne piglia guflo, co fi ancor a di quella herba, che non li piace, Upuqjraal
celahro;ficheper chiarirmi celabro è il primo inuentore delgufio delle
uiuarJe,poi il flomaco ,perche il Cauallo mangiando di dette herbe,ò al-
tri cibi, per fame , che habbia nello flomaco non fa buona digeritone ; fi
che non facendola buona, guati a li f angui, guati a laflegma , & tutte le F
altre anioni della digefiione,& caufano molte infermità.
Quando ad un Cauallo fi enfiano li cefticolì.
Dico , che uiene per tre caufe . Trìma per feorrimento di j "angue .
Secondo per humore humido , che feende a detti tefììcoli . Ter-
^o per crepatura , che li feende il budello dentro : quando è feorrimen-
to di f angue , darete punte in detti teflicoli » fi che dette parti euacuaf-
fero l'humore , concorfo del [angue , & con fargli lauande d'acqtra fre-
fca uacuaria , & difeccarìa detto humore fanguino : quando è per hu- G
mor humidojche detti te Nicoli f uff ero pieni d'acqua, perche detta acqua
eauferia p 'Atre fatt ione di hìtmori le darete alcun pon^netto fottilmen-
te di fuoco per dar pendenza alla fopr adetta caufa di uacuare , & ufan-
do li bagni di maina cotta, burrot & dialtea , perche la malua mellifica
quelle parti , la dialtea ,&il burro le tengono confortate, & fdogliate
per laloro caldera , # li nerui , che fono in dette partì quando e rotto
il budello fubito fi debbe mettere in terra allafupina con le gambe in al-
to, a talché dette budelle tornino al luogo folito ,& naturale , 0? per
dare aiuto a detta crepatura delpelicranio;dico, che fi metta unafeioc-
ca,& che fi debbia fcogliare; à talché detta crepatura nel tempo , che^» H
il Cauallo ha lafcìocca habbia da confolarft il detto pelicranio, 0 incar-
nare ancora quando fi taglia: fi dee il (auallo tener in Ralla foauemen-
tefen%a moleftarlo di fatica^ talché curando detta piaga tagliata,che
faranno detti teflicoli poffa far carne noua,& incarnare bene detta pia-
ga con vnguento uerde, curandola ,fera, & mattina, à talché detto un-
guento mollifichi quelle parti dure della carne » doue è fiata la feiocca,
fi che purificata , che farà detta piaga l'unterete per alcuni giorni con
vnguento uerde}& flopt>a;dafoi ballerete fiopino, terra figiUata,aloe^
incenfo%
terzo; io*
jl kcenfo,& boloarmino,& vn poco di calce in poluen, è mefchtateinfie*
me le buttar ete in detta piaga, perche fono difeccatiue,& incarnatine t
& fé la piaga è putrida non la lanate per non dar caufa a la piaga di
raffreddar ftsma nettandola foauement e con la floppa^ vfarete detta pol-
uere due volte il giorno , & co fi dette materie nonfcenderanno pia alle
budella,& il [auallo andar à più leggiero.
Differentia da uno accidente, a una gotta.
Dico, che quando vn C auallo ha male per alcun dolore; prima li fi
altera il dolore dentro il corpo; quefìo è per caufa del primo do-
<g loriche il Caualio corporalmente patene fi chiama accidente;ma quan-
do vn Caualio èfano , £$ gagliardo , & in vnfubito è ammalato , ò per
fcaldamento di f angue , ò per vento fità , ò altre infermità fuccedenti;
quefìo fi chiama gotta ; perche è-caufata da alcune parti calde dell'ae-
re,ouero per alcuna parte humida, & ventofa da efio aere.percbe l'aere
è caldo , & humido per rif petto del Sole humido , & ventofo per caufa
della notte fuccedente, che fignoreggia la Luna; fi che quefta è la diffe-
rentia dell'accidente caufato del modo fopr adetto ,& della gotta, eh e fu*
hito dato , che il Caualio piglia alcune di quefie parti fopradette , cafet
ammalato , & perde la for\a,&la poffan^a fubito immediate*
C Quando un Caualio fi fagna al collo.
DICONO alcuni ma(ìri , che non fi dette fagnare dalla bande,
manca il Caualio con dire che a la manca fi à il cuore, & la-
gnandolo da detta banda fi fparge il f angue per dentro il cuore >& quan-
do vn Caualio fi allaccia fùngendolo conia funicella al collo s'indebo-
lifee ; per queflo dicono , che non èt bene fagnarlo da la banda manca :
dico , che quando vn Caualio fi allaccia non è per caufa della allacciate-
ra;maper l'abbondanza delti f angui ,ch e concorrono '.ancora nafeequan
do li Cauallifi trouano vili di compleffione, perche fé foffe per caufa deU
* jp la allacciatura faria generale ad ogni Caualio , che fi allacciale per fa-
gnarlo ; ma caufa per lo modo fopr adetto : dicono ancora, , che non fi
deue fagnare dalla banda manca , accioche ilfangue non paftafte man-
ti il cuore ; queftanon è buona regola, perche la natura ha fatto le vene
efirinfecate dal cuore; a talché quando vn Caualio è infermo dìalcurìin-
fermità fi può allegerìr ilfangue dalla fopr adetta banda manca del col-
lo, & coft della dritta , fi che non vi è dubbio fagnandolo dalla fopr adet-
ta banda manca fé li occupi il cuore: per quefto fi dinota ,& la ra-
gione è in pronto, che fé la natura non hauefie prouifto a dar aiuto a tut-
9 4 »"
rc4 L t B R O
ti i membri del Cùrpv, & che Vvno inqueHo cafó occitpajje f altro tonfi É
potriafagnare vna vena,che non offendere l'altro membro. (S cofi non fi
chiamarla ordine ftatuito dalla natura in detti membri -ma dico,cbe que
§ìe occupazioni uengono per Atra via,(3 per altre corruttioni di J "angue,
che fuc cedono dentro il corpo -lei [aaalto,ma non per uia difagnare,et de
mare perle vene-, perche tanto èà dire uena, come canale del [angue; fi
che effendo efjo ordinato folo per meato del fegato, quando è richìefio per
ria difagnia detto [angue, fc ne viene dalli canali dalla natura ordinati;
& in quefio modo non può offendere il cuore per le ragioni fopradette^M .
Quando un Cauallo ha vna ferita a la gamba , ouero alla co/eia .
F
Dico, che molti ma fìri per Iettarli la enfiagione, lo mandono à l'ac-
quaia non è bene,perche l'acacia è humida,et difeccatìua,e ben
che l'enfiagione , caufaperò dolore , perche Finterteniria la piaga , che
nonp::rgafies& non purgando li hnmorische concoì tono cacftriano do-
lore,cofi àncora quando va Cauallo haueffe vna botta, che ammaccale
Vofio della gamba , & pigliale per ciò enfi ione ; dico , che non è bene
mandarlo a l'acqua, ma uf avete malti a* i- vvìdificatiuc con burro , onero
fongia frauda , a talché detta decotticne di maina venga grapa, & che
lattando la [opr adetta enfiagione debbia bene mollificare ; [i che mollifi-
cando la durezza della enfiagione concorfa in détta gamba , & lafj'ar 5
purgar la piaga per alcun giorno leua il dolvre>& queiia è la regola:ma
nota, che detta piaga fi dee medicare con mele rofato, & iìoppa taglia-
ta,ouero con olio rofato per alcuni giorni, & chiara d'otto, & trementina
venetiana,& fatine vntmpiaftro,& fé la piaga non teccaffe loffio pot£.
te medicarlo con vnguento u ex 'de spigli andò olio , uerderame, &fongia ,
& con que fio medicatelo fin alfine,purche non fia toccato loffio.
Quaudotin cauallo ha febre,et poi fi riprende di là a dieci giornf.
QV EST 0 è per caufa , che li humori -, principalmente il [angue
fi apparta dalli luoghi inirinfechì del corpo , & difcendeal baf-
fo;dico a le parti dtlle gimbe,et per quefla taufa refta il Cauallo riprefo
delle gambe i perche tutto ilfangue , che appoftaua calore a la parte del
fegato, ($ del cuore fi attegertfet ,& coft HCauallo refìafrefeo, & aU
legerito quel calore deha maniera fopr aderta canfata^ èjcefoa le par
ti efìrinfeche;per que fio il Cauallo non battendo più-quella fumofità cai
da allegerifcc ancora la tefìa-t ma re fia legato delle' gambe, perche l'bti-
tnore
H
T E R % O. io';
<A more del [angue fi trova a bafìo delle gambe, & cèfi quando interuieiie
fimile matafione èftcureT^a del [auallo , perche è liberato dalla morte
per la detta tramutatione del [angue, & allora fi dee tenere in dieta, g*
farli alcun per cujjiuo alle gambe, & tenerlo fen^a coperta, & alfrefeó,
& darli cofefrefche a mangiare.
Quando nn Bue cafea ammalato di febre »
DI cocche detta febre uiene per piti cau[e:per fcaldare,& raffreddar
nella fatica,^ co fi fi uengono li fanghi a. corromper e, & ìeuanoh
B for^a,et il uigore a detto animale, et per caufa di detto rifcaldameto per-
de il mangiare,et ancora per detto calore,che aumenta dentro il corpo: et
perche il Bue non magìa fi troua il corpo difeccato dal calore, dico di quél
la parte di cibo, che fi troua dentro l'interina, et per quejìo detto Sìercofi
difecca tanto per caufa del calore fopr adetto, che il Bue napuò uacuare,
et non potendo uacuare quella fumo fità, occupa il celabro,etfa flare l'a-
nimale colcato bafio alle volte >& lacrimofo ne gli occhi, e quefto èfegno
triflo;et li maHrì per deuiare detto rifcaldamento lallegerifcono di fari-
gue,e quello è buono,perche mancando ilfangue,manca il calore del cor
po;& ancora li fanno fuppofie: quejìo è anco bene, perche fa fu ent are, e
C cacciare fuora alcuna aolta qualche fmojità, et dà caufa a detto anima-
le, che fi fprema per uacuare alcuna compofitione : ancora li danno lardo
per bocca confpiconardo,galanga,mefchiate,e quejìo fi fa per mollìfìSa-
re detta confi ipatione,& con dette polueri confortare lojìomaco, & alle
volte per la debilita in che fi troua detto Bue-, caufata per la infermità
greue non digerifce detta medicina , e non fa l'effetto della uacuatione al
termine, che deueria,et allora fono afìai majìri,che pigliano malua,et ci-
me di lauro tenere, & bollite mfieme, &hen pejìe, ebeftano di quanti-
tà un pugno buono fi dà per bocca al detto 'Sue ; e quejìo fi fa per dar
caufa alla medicina pigliata per acanti di aiutare , & mollificare la
D fopradetta medicina ài detti ftenorìj conjlipati , & li mettono lardcl
liy& olio molato, dentro il feffo, a talché tenga frefea , & mollifi-
cata la pane del budello ; &> anco alle volte detti mafìri fanno cri-
Hierìa detto animale quando ha la infermità fopradetta , & fé men-
tre il maftro li getta il criflìero dentro il corpo , & non lo può -mere , e
fubito lo getta fuora; quejìo è per caufa della crnifiipatione,che ji Jente in
corpo '; & perche in quel tempo uuol farfor^aper uacuare , allora get-
ta detto crittiero fuora , & li untano la gola con untioni per dar timore
$Ue parti humidcdi effa> & del celabro; li untano le reni con lardo caldo
per
?©* LIBRO
per confortate quelli nerui > & quelle ofìa , che fono dalla parte della E
fchiena : li danno poco a bere ; e queflo fifa perche detto Bue non man-
giando iì deuere>aumentafie detta acqua detro il corpo, e caufojfe debili
td,& humiditàdi danno a mangiare herbe tenere,etfrefche; acciocbe pi
gli appetito, & lubrichi il corpo, & queflo è l'ordine, che fi dee tenere .
Quando un Cauallo non mangia, & pur fi tiene in foftanza.
E S fendo il fauallo fatto di quattro elementi quando efio non man-
già, il calore delfanguelo mantiene ;dìco quel f angue, che fi troua
in abbondanza dentro del corpo, & queflo calore fojìenta, & confortai
tutti li membri del corpo ,& la gola quando vn Cauallo non beuefi con- F
forta t & fomenta con quella parte , che fi defilila della detta carne, &
per queflo fi fofiiene per alcuni giorni ; perche quando *n Cauallo viene
a detto termine, che non mangi per alcun cafo, (? la fo fianca, eh e fi tro-
ua in detta carne fi mantiene tantoché mancando la fopr adetta foflan-
,%a del f angue, & di detta carne , ilcauallofmagrifce , & fmagrando li
manca il J angue , & la carne , & co fi perde detta fo flamba , & li caufa
morte ^ per queflo dico, che efìendo fatto dell'i quattro elementi, come
di fopra ho detto,quefli due elementi lo tengono "vino, come è ilfangue ,
e Ve dalla parte del fuoco ,& la carne ,& l'ofìa, die parte della terra-M .
Q^audo un Cauallo piglia ueneno per boeca. G
IL venenofe li è dato con biaua, ouero in beuanda,tantoflà à mori-
re quanto detto veneno fi digerì f ce, & la ragione è quefta; che quan
do vn Cauallo mangia Ha poco a fare la partenza della digeflione,fi che
facendo partenza di detta digeflione, ne va la parte in J angue dando fo-
Sìan\a per li membri, & quantunque lafoflan^a del (angue vada infet
ta , & venmofa ; allora il Cauallo è in termine di morire ; perche detto
f angue auelenato no dà fo[lan^a,anxj toffica le parti doue amna,e maf
fime la parte, che ha d'andare al cuore , perche arrìuaudo indetto cuore
ammala detto animale:que(lo è quato a la parte ìntrìnfecadel corpo; &
££ però quando a li Caualli mtrauengono firn ili caft , li maHri li danno
fubito la medicina, prima che digerifca il cibo di mitrìdato3dinamo bici
co , aequa di alicorno , & altre per deuiare detto veneno, & confortare
li luoghi,doue hauefleda andare-.quado vnferpe morfica vn Cauallo nel
le parte efleriori del corpo , li maflri lo radono in detta morficatura , &
lo toccano, a talché efea quel fangue infettato in parte ; & poi li fan-
no vntioni contra'lueneno > cioè euforbìo , cantarella , & olio di lauro
mefehiato infierite: quefiefono mollificatine dì alcuna durerà, ebe fa-
cete
TERZO. io?
JL cefìe detto uenem , & fono amatine per tirar fiora in marcia detto [an-
gue contaminato dalveneno:ma dico, che quando vn Cauallo è morfica
to ni è ancora que fio perìcolo , che cofi come "il [angue nutrifce tutto il
corpo del Cauallo,& uà per le uifcere della perfona,cofi quando è mor-
fìcato, efìendo quel [angue infetto di detto veneno , & cbe fi lafìaper
alcun tempo mefchiare col [angue ,q.ue Ho uà per le vifcere, & allo-
ra il Cauallo tutto fi trotta compreffo da detto veneno , e ui è pericolo
di morte ;perb li mafia danno la fopradetta medicina ordinata per di-
fendere la parte intrin[eca del corpo»
Quando un cauallo coffe .
Dfcono alcuni maslri , cbe fono di due [orti le toj]ì,cbe uengono al Ca
uaUo-.fono Caualli, che li uiene una tofìe sformata per alcun acci-
dente ,ouero per fouercbia fatica , cbe fé li dà,ò per lo cibo , che mangiai
corne fono fieno, brenno , & mafjime quando ne mangiano in tempo cal-
do-Ji cbe quando li Caualli toffono forte, dico , che è buon fegnale di non
kauer questa tofìe fecca , (3 cupa , & la ragione è quefìa , cbe quando lì
Caualli tofìono forte èfegno , che flanno più gagliardi li membri dentro
il corpo,e mafjime li polmoni, ma quando il Cauallo hi quella toffe cupa,
Cf cbe amala pena toffe, £f non può far for\a-,queflo èfegno , che il Ca-
£ nallo bà dolore dentro il corpoy& bà li meati detti polmoninpilati; fi che
per queilofifà differenza da vna forte di tofìe ad un'akra,& è miglior
fegno quando il Cauallo toffe forte tche quandojofìe cupo , e baffo .
Qoiando un Cauallo fnc?a .
IL fui are uiene per efìere un Cauallo più caldo uno di vn>altro)& au
cora debile 3e di più compleffìone uno di un'altro ; & quefto lo mo-
ftra quando uedercte fudare un Cauallo la notte, ò'I giorno dentro lafìal-
la, benché ftia in ripofo : alle uoltefe netroua più graffo uno di un'altro.,
*J) & queflo ancora è caufa effendo detto Cauallo graffo , & tenendolo in
ftatta troppo calda,C$ maffime di tempi caldi , cbe maggiormente [idi,
Sono affai opinioni di maflri , cbe dicono perche caufa quando un Ca-
uallo flà male ,& euacua,& orina, Cf nonio fente; queftofia fegno, ibe
il Cauallo non ha il cmegimento naturale a li membri , & è fegno di
morte , perche li maflri gouernaranno il Cauallo di uentofità , che li pi.
glia dentro il corpo>talcbe detta uentofttà li leua l'orinare, & Temuta-
ne , £3 poi aumentando detta infermità , ò per debilità di membri , ò
per aumentatione del male , onero per negligentia dell'i maflìi , cbe non
firn
E
F
Jo8 L I B R O.
fono pretti à governarlo quello è ftgno > che li membri fi rilafj ano , per-
dono la -virtù , & è fegno mortale , & m ajfìme quando Hat.no colenti in
terra , onero fanno a l'erta malancobci, & baffi di tejìa , e dico , che fol-
cendo detto atto.t mal fé irto, ma quando li Caualli hanno qualche inter-
natio in ciò non è fegno cattinola è alle volte la virtà,cbefi rauuìua,&
fi conforta^ torna al naturalequeiio uiene per due cau fé, prima quan
do la virtù è forte ,e buona l'altra per alcun gjuerno fatto dal mattro .
Quando un Cauallo s'incorda.-perchei! budello feende più
ad un uiro, chea tutti due.
DI C 0,chefcende detto budello,ò al viro dritto,ouero al manco per-
che quando detto budello piglia uentofità ,& uà a calare ad vno
dell'i fopr adetti uiri,non cala a l* altro ìperche è un capo di budello ;& per
effere uno calar à ad uno delli fopr adetti viri,& non pia; fi che (per Iettare
l'opinione à molti mattri) dicoychefia quefìa la caufa, & la ragione per
eh e fé fojìero più capi calariano à tu tti due li fopr adetti uhi.
Quando fi punge una materia cruda .
Ciò fanno li mattri affai uolte perche uenendo la putrefattone della
marcia non habbia daguaflare la carne ,& putrefarla, C ancora
qualche neruo , chefofft in detti luoghi, doue nafee detta putrefattane, O.
& per ben che tagliando una pofiema cruda è pericolo di dar dolore, &
fpafimo, & taufare maggiore enfiagione li mafiri nondimeno con inten-
sione di non farguaflare la carne,come ho detto^ li nerui , ben che ta-
glino del modo fopradetto aparecchiano unguenti mollificatimi con im
piaftrifdogliatiui)& di quettofiferuono.
Capitolo delli Buoi.
AHI 'Buoi fi dee dar fatica, & maffime d'efìate perche il 'Bue paté
di caldo affai, per prepararli da farli ftare il corpo j re feo ,& lu-
bricOiperche il naturale di detto Bueèdi tenere il corpo lubrico,^ 'frefeo: H
& non hauendo quefto cafea ammalato :ma perdeuiare le infermità , che
potefiero accadere del modo fopradetto; dico che prima che fé li dia la fa
tica,fe li debbia dare per tre giorni due rottola di malue cotte ben pejìatc
con darli apprefìo due caraffe della fopr adetta acquaÀoue fono fiate cot-
te dette malue perche la mainai frefca,& difofìan^a per lofìomaco di
effo animale ,& non li fa danno al caldo,che ha da pigliarcene à la fa-
tica fuccedente, fi che per e ff ere detta maina fref cai & lubricalo difen-
de dal calore.
Quando
■T E R Z O. io?
^ Quando un Bue non il può voltare a leccarti le parti di dietro.
Cagione di ciò fono li nerui, che fono dogliofi, & tirati; dico quelli
neruiy che fono dalia, parte della f ch'iena fino a li nuca ; per quefio
detto "Bue non fi può voltare, perche detti nerui lo tengono incordato,&
quando fuccede quefìa infermità manco fi ponno abbacare in terra apa-
feere : per quefio dico , che bifogyia rifrefear lifangui dentro il corpo, &
poi fi deono vfare vntioni in detti nerjti, mantenendoli vntati muffimi
d'inuernode vntioni fon quefle,dUltea,agrippa,olio di fpico, olio nolpi-
no, & olio di lauro , untandoli due uolte il giorno fé è d'inuerno : quando
l'untate tenete un tefìo caldo per tutti li luoghi,doue l'untate, fé è d'efìa~
*% te untatelo al Sole:per rifrefcarlo li darete due rottola di lardo mefebìate
con quattro rottola di malue cotte, & ben pettate con me^a libra di bo~
loarmino , & quefìa decottione fi debbe partire in tre mattine con darli
appreffo tre caraffe di brodo di detta maina con quattro onde di ^uccaro
a la uolta,& questo è l'ordine,che in ciò fi dee off emare.
Quando un Cauailo ha un tefticolo grofIo>& ftà nella Galla.
DfeOt che è atto più ad intorciar detto tefìicolo 3 perche si andò alla
)ì alla, & mangiando non ha fatica , & però aumentano li humori
dentro al corpo: & per quefio calano pia le difeefe in detto tetticolo Ufo ,
che non quando camina: perche de*co C audio efieYcicandofipadifce ,&
euacM>& nonftà cofi ripieno, come quando ftà in ripofo mila ftalla.
Quando un Cauailo ha hauuto qualche ferita, & per
ella feende Romina .
ASfaimdHrìfanno dubbio, che mancando detta gomma, il (fauaU
lo moraidico che non ri è dubbio, perche quando il Cauailo man
già ,fi che puffafare la digeflione buona , allora li membri pofjano pi-
® gliare il nutrimento naturale : onde poi venirà a Harfempre confortato
il luogo lef>ì doue efee detta gomma: & per quello dico, che fé bene efee
detta gomma , arriua poily altra gomma caufata dal mangiare , che fa
t animale , e facendo buona digeftione nutrifee il luogo offefo , fi che per
qu e fto non vi è dubbio di morte*, ma alle volte quando interviene detto
cafofogliono difminuire li membri da quella parte doue è Vefito della go
ma, & quefto è per caufa di detta gomma, che efee : però a quefio fé gli
rimedia con vntioni calde, & fuoco fecondo il membro, che è infetto .
% Quando
ni LIBRO
M
Quando un Cauallo mangia fenza ber*.
E'fegno quando il Cauallo mangia fen^a bere,cbe ciò procede da ucn
tofità, perche dentro loftomaco di detto Cauallo non fi ritrouafenon
fiegma , <& maxime quando non bauefie bauuto biaua da vn giorno al-
l'altro , & che haueffe bauuto tempo di digerire il pajìo , fi cbe fecondo il
naturale dell' buomo, & deli* animale tutto quel che fi mangia, fi digeri-
fce,& fi apparta dalle quattro materie della digt filone, le tre, come è la.
farte delfangue,la parte dell'orinarla parte del fìerco, cbe è la ter^a
parte della dige filone, refi a la quartale è laflegma,& per effer burnì-
da,& frigida ; per queflo dico,che quando vn Cauallo beue, & dapoi fi F
bada a darli il pafto,e queflo caufa Ibumidità per effer l'acqua bumìda,
&frigida,& la fiegma effere cofi lei ancora ; per queflo dando a bere al
CauaUo,et poi badandola darle la biaua è peri colo, il più delle volte,che
il Cauallo non s'ammali di ventofità di corpo,& anco per detta ventofi-
tà,molte volte offende il celabro,et lo fa venire a capoftotico, & a cia-
moiro;// che per quefie ragioni no fé li deue dar da berefen^a magiare»
Quando un Cauallo beue a qualche fiumara , & beuendo gli en«
tra in bocca qualche fanguifuga.
9
BSuendo il Cauallo la fanguifuga corre con l'acquaie come è detro la
bocca del Cauallo s'afferra in bocca fempre fucinando fa infagnare
la bocca del CaualloiMolti mafiri dicono,cbe quado piglia dette fangui-
fughe vi è dubbio , cbe entrando nel corpo del Cauallo non gli faceffero
maledico di noverche fé la detta fanguifuga, come è dentro il corpo, af-
ferra^ fucchia tanto,fin che è piena,& poi lajfa, fi cbe lafciandofi detta,
fanguifuga venir à a cafeare dentro quelle parti del pafìo mangiato per
detto (auallo,& per queflo allora} cbe il Cauallo euai -a il cibo, euacua
ancora detta fanguifuga, fi che per quefla caufa ; dico, che non vi è dub-
bio,cbe detta fanguifuga entrando in corpo poffa fare offefa alcuna, o cC "■
(aualli,òa' 'Buoi, & fé pure paffafie dalla parte del fiomaco per dentro
li altri interiori, & cbe fi attaccale molte volte per li meati a bafio delle
intejìina fempre, cbe t piena, fi fermerà, e vfeirà poi con il fìerco.
Quando vn Cauallo è per correre la mattina .
SI deue tenere con poco pafìo , ad effetto , che fi troui digefìo , e leg-
giero > C3 anco fi debbe vnpoco fargallopat dalla fera innanzi , a
talché
TERZO. tu
jl takbe fi troni con lena , & non li dare quella corfa fubito, perche fùria
pericolo di farlo riprendere , onero farli fcendere qualche furia di f an-
gue per alcun luogo della per fona : & corfo , che batterà detto Cauallo\
bifogna farlo paleggiare per tutto quel giorno con vna coperta leggie-
ra^ mafimefe è d'inuerno, fi che fi rafciughi , & che tanto li membri
di dentro del corpo quanto le parti efleriori fi confortino , & rifrefchino*
bifogna teverlo per due giorni con poco pafloyfi che per la fatica , che ha
fatto fuegluindofi , & rifcaldandofi tutto ilfangue , con ilfouerchio cibo
non attmentajfCi & aumentandofi li humori con detto mangiare cauferia
no molte le fionì tonde per queHo è bene Unirlo fobrio de' cibi due giorni ,
rn paleggiandolo con poco pafìo.
Del modo del condurre ilfangue da un membro all'altro
del corpo del Cauallo .
I7\£ Sapgna dicono > che quando ad vn fauallo li uogliono far corre-
re il fingue al lontre , onero alle partì dietro delle cofcie , hai collo
quando lo uogliono ingraffare l'infagnano alle parti di dietro delti fian-
chi t e fé il Cauallo hauefie il collo fattile' ., onero fufle baffo dì petto
lo fanno infagnar alla parte dinanzi , dico dal collo , onero dalli fcon-
trìifi che dicono ^che infagnandolo là dotte l'infagnanojà corre il fiingue,
r là fa lega , & carne : Dico , che detta opinione è f alfa fecondo il moto
della natura : perche ha fatto il corfio del Cauallo , che tutti li membri
hanno l'officio loro,come fi può vedere ne' Capitoli qui dietro , doue par-
liamo del fegato jdoue diciamo cfìer fonte difangue}& di là efce il nutri-
mento di tutte le vene del corpo del Cauallo, & tanto alla parte della té-
fta,& del petto , & delle gambe dinanzi, & del collo , come ancora dal-
la parte delti rognoni , la fcbiena , & delle ccfcie , & gambe di dietro,
che tutto il corpo gouerna , & nutrifce detto fegato , <& queHo per eor-
fo naturale,& ilfangue tiene infoTtan^a il corpo, & tutti li memb?i;&
quando il Cauallo ha qualche influenti a alle parti dinanzi , cioè ad vna
gamba jnoìfagnamo dall'altra , & quefìo fifa perche l'humore del fan-
gue putrefatto }che e groffo noi l'infagnamo per allegerirlo > & coft vfa-
mo quefie infignie per diuertire l'hnmore tanto delle gambe dinanzi ,
come delle gambe di dietroy& altri luoghi della per fona , fi che faglian-
do , & diuertendo quell'bumor reflaria il fanguein quella parte doue-*
danno lafagnia , fi che farla un'infettare tutti li membri fopr adetti , ò
fpalle»ò gambero cofcerdoue fuccedeffero le infermità fefofìe vero l'opi
mone delti majirì di Spagna : per un'altra ragione dico , che fon falje ,
mettiamole un Cauallo habbìa male ad vna gambali mafiro lofagna.
ala
V
uà t I B R O.
<r la vena del pìedeidunque il mafìro lo fa per d.-ertìre quell'immote da g
quella gamba>& allegerHa,fc queftof uff eccome dicono li maflri-detta
gaba re fi aria grò fi a:co fi dico quado li Cauaili per un bi fogno fi fagnano
in diuerft luoghi della per fona per diuerfe infermità ogni fagnia porta-
ria il f angue in quella parte , £t ancora quando li madri fagnano man-
co bi fogna alacciare il luogo>& tanto è diacciare il collo ad vn (fauallo ,
ò vna gamba quanto è dire, che il f angue fi conduca in detto luogo , che
data che è la fagnia lo alle grn f ce: dico che naturai aente il f angue f em-
pre mai gira bora per la te/la, bora ve,- le gambe , hor dentro il corpo ,
horper li piedi ; & la ragione è quella : non vifariano infermità , fé il
fangue non giraffe, perche il fangue dà nut amento à tutti li membri ,co-
me ho detto difopra: l'altra quando è in abbondanza offende il pia delle
uolte,hor da vna bandai hor da un'altra del corpo ,& caufa molte in-
fermità } & à le uolte fi rjolue da fé il fangue: quella ragione dà ad in-
tendere , che il fangue non fi à fermo fempre in un luogo , e fé ftà fermo
detto fangue fi uede per efpericntia,ihe caufa poflemmationi, mala na-
tura ha dato il nutrimento fecondo il membro , né più , né meno , per-
che nonfia offefo dal detto fangue.
Della
vira.
OV d. K^D 0 vn Cauallo ha la fchihntia, ouero li ftrangoglioni ^
in gola y quefìi uengono per due caufe , cioè perfcaldare , & raf-
f'reddare:uengonoper aumentarione di fangue,& per quefla aumenta-
tionesenfiano li biuoli,& enfiano alle uolte li flrangoglioni3et fanno mo
tini di grandi pofìemme,& leua il mangiare à li Caualli>& perche det
tepoHeme impedifeono il meato della carne, però detti (aualli nonpon
no bere , ne mangi are: aliar a li wiafìri li fagnano à li fianchi per diuer-
tire queWbumore fanguigno,cbe non uada ad offendere il luogo lefo;an-
torali fanno criflieri communi per leuare quelle fumojità di corpo , C?
farlo lubrico : li fanno untioni ingoia per mollificare dette pofìemme :
li fanno moUifi cationi di maina cotta, fongia fracculu,e burro : & que- H
fio lo fanno per mollificare dette pò flirn alieni :h danno à mangiare ciò
che uoglino , à talché fi confortino , 6' nen indtboli(chine: li danno be-
uanda d'acqua d'orT^oMquìritia, uua paffa , mele}& cimino: que fio lo
fanno perche uenga à confortare qudle partì inirinfeche della gola del
(fauallo>& ancora lo sìomaco , & lo tengono à mangiare col capo alto ,
à talché non concorra più humore à la te fi a mangiando col capo bafio:
li datino il fuoco quando fon fatte dette poli emat ioni , eie rompono col
fuoco : quefio lo fanno perche fé le tagliaffero con ferro crudo f ariano
fangue.
TERZO. xi^
rsA fangue , ma con fuoco nò, per quefta caufa rompono col fuoco dette pò*
ftemationi , lo medicano con unguento fatto difongiafxacida , "verdera-
me , £3 olio , perche la fongia , & l'olio fono mellificami, & inducono
marcia, & quel verderame purifica la carne trifi adi mettono vn vorpi-
no ingola , dico al fine del canaruigo conleggier mano vntato diburro*
& mele rofato : queslofì fa per rompere alcuna poflema » chefofie a la
parte di dentro della gola, & queflo mele rofato lo mettono in alcuna
piaga , che fojfe a la parte di dentro per caufa della difcefafopradetta ;
0 queflo burro per mollificare il canarwzgo del (auaìloinota , che tut-
ti quefli medicamenti fono laudabili , ma al mettere di detto vorpino ,
*B dico per fare rompere alcuna poslematione dentro la gola lo laudo , per-
che il Cauallo altrimente non fi potria vedere,nè maneggiare, ma voglio
che fia ben arrouigliato di bombace , che fia piccolo , & poco invoglio %
fi dee untar bene, e metterlo leggiermente nel canarw^o , perche altra-'
mente faria piaghe nociue a Ugola del Cauallo , & non potria inghiot-
tire il cibo , pur alcuna parte , che mangiaffe :fe li fanno manicare cer-
ti bafìoni di fico >& fi tengono nell'aceto bianco , con garof ali cannel-
la , & noce mofcata perche detto Cauallo manicando detto bacione di-
fciolgie le mafcelle , e l'aceto , dotte s'infondono conforta ,&dà appe-
tito al Cauallo.
C Della incordatura.
QFtsfl^D 0 un Cauallo è incordato, ilmaflro,che uà per [cor-
darlo bifogna , che fi a defìro , £? che maneggi quei ferri con di-
ligentia , a talché le budella , che ni cadono dentro, non vengano ad am-
maccarfi perche s'enfiarla , & il Cauallo non potria euacuare , & non
uacuando faria caufa della morte. Vi fono afiai maslri , che non vi vfa-
no diligentia , maneggiando afpramente dette budella per farle fall"
te,& leuare ; ma poiUuate , che fono reflano tanto contufe , & pe-
siate , che il Cauallo refi a con paJ[Jione,*& fi va facendo à dietro , &
*D ha grande affanno di corpo : queflo è fegno mortale quando fi fa cofi
indietro .
Del capo ccrro.
SO 7^0 affai Cauaìli , che per toccare la fella , ouero barda fi fgar-
rc^ano , ò per mala carnatura , che habbia detto Cauallo, ò per al-
cun neruo , che s'infracidaffe in detto garrefe di quelli , che paffano per
la parte delia f ch'iena fino alla nuca del Cauallo corre , C? allarga la pia-
ga per fino à li crini, & perche alcuni maUri li chiamano cri ni , alcuni
H capo
U4 L l ■ B R • °
eapocerro; perche arma detta piaga delfopradetto luogo , ££ lofpar- E
timento delle [palle dal collo del Cauallo: allora affai mattri detta piaga
la difperano, perche è incurabile per efiere penetrata dentro al [opr adet-
to luègo ; fi che per queflo la dicono eapocerro per effere al capo dell'i
crini del Cauallo .
Differenza da un piede ammalato , & una piaga .
Q Dando un Cauallo ha vna piaga algarrefe, onero alle cotte, òfo-
•; pra lofpino,ò in altro hogo della perfona è più facile a gomma-
re , e he non è il piede : le ragioni fon queflc ; che hauendo vna piaga ne*
luoghi fopr adetti non vi può crefccre,nè aumentare la carne \come al pie F
de,chettà in luogo pendente della perfona, ne manco ui puh feenden 'fu-
ria di fangue, come al piede,nè manco paté tanto moto,perche non ha da
caminare : ancora non porta la piaga fopr a la perfona del Camallo quel
pefo s che porta il piede-.di più la piaga potta altroue è confortata più ,
che nelpiede,perche la piaga di fopr a ttà in luogo caldo circondata dal-
la carne,& il piede flà in luogo humido, circondato dall'vgniaydfèfec-
ca,& humidada piaga di fopr a fi può medicare afeiut-ta per la mollifica'
tione della carneàa piaga del piede è di bi fogno, che fi medichi,^ tenga
per femprc mollificata per l'vgna , che ha parte fecca : la piaga di fo-
pr a fi può medicare fcn\a difenfiuo ,&la piaga del piede ha bifogno r
di difenfini, & di alacciare le vene per non far concorrere il fangue a baf- ?
/oda piaga difoprafipuò medicare caminando;à la piaga del piede fiotti
bifogna caminare: perche daria pafilone:dalla piaga difopra fé nepukle
uare affai più offa perche fono in affai quantità, tanto algarrefe,come al-
le co Jìe, £5 fpino,ma dal piede noverche è sù'l taurìeìlòi& mancandone
con poco vigor e, & for?a, fi che quelle fono le djfferentie,chefono tra il
medicare del piede ,& il medicare delie altre piaghe della perfona del
Cauallo ,
Quando un Cauallo fi riprende per caminar troppo,& per troppo jf
biaua jche mangiaffe^ò per mangiare troppo grano.
DICO J{0 alcuni mafìri , che fagnando detto (auallo , £? inde-
bolendolo di fangue , & dapoi dandoli vna prefa d'acqua d'or-
%o>& quattro onde di conferua , ò me^a libra , dicono hauerlo f anato %
con batterli leuato tutto il fangue tri fio , & che non ne nefia troppo più
fritto per offendere detto (auallo , & dicono ancora di batterli rtfrefea-
to tutto il corpo in una voltaMndoli la fopr adetta decottionc, ma io di-
ta dittòipercbe quando un Cauallo ha iiprenfione,ta?tf0 è a dire ripren
fione %
TERZO. rt$
A fionè, tome [angue concorfo, & fcbr 'tritato , fi che dando lafagnìa, ben
che quella fagnia indebolita la fonte del [angue, che è il fegato, reftano
li [angui mefcbiati in altri luoghi della per fona del Cauallo , quali fono
le cofce, la milTa , & il cuore ; fi che la opinione dtlfopr adetto mafiro ,
in queslo ca[o non è vera > perche danno lafognia, & indebilendo il Ca-
uallo del modo [opradetto non vacua tutto l'humore del [angue , & non
vacuando l'humore del [angue nono vera l'opinione [uadi lajfarlo leg-
giero, & [en?a doglia : cofi dico delia decottione di acqua d'orbo , e del-
la conferua, che non bafta a rìfoefoare detta decottione il corpo , & le
materie vifoofo, & calde cau[ate per li modi fopr adetti , perche data ,.
*% che [ara detta decottione dì là a tre bore , ouero quattro detta decottio-
ne è padita, fiche refìaria il corpo col medefimo rifoaldamento [e non [e
li dejfe altro rimedio >cb e fono ques~li;darli detta decottione,a talché di-
gerìfoa le materie intrin foche, [arli crifiieriper deuiare quelle [umofità
di quel calore del [angue contaminato , [irli di[en[iui a le [palle, & a la
parte dell'i rognoni per difendere alcun moto di [angue ,chereslaj[e,cioè,
che ritirale ad offender detta [palla, ouero [ch'iena; ancora [acendo im-
piastri d'orbo cotto in aceto pillato con [ongia [r acida, & mele comma-
ne,0 metterlo tepido in dette [ole de* piedi; perche Vor^o, & l'aceto fo-
no difoccatiui di quelli humori, che potriano venire in detti piedi ;il me-
C le, & la[ongia[onmollificatiui , & [dogliatiui ; dico mollificami del-
l'vgnia, cheè[ecca naturalmente, e [doglìatiui del tauriello , che è cir-
condato dalla carne ; fi che quejìe fono le parti, che fi deono medicare
à detti Caualli riprefi , & non lafiarlifolo con vna[agnia , & vna be-
uanda , & darli da -mangiare , [atta che hard alcuna dieta, [econdo pa-
rerà al mafiro , [landò diligente , confortandolo quando con yn poco dì
paglia, & quando con vn poco di brenno ,[econdo parerà al mafiro , che
il Cauallo slia gr a fi o,ò magro, tenendolo, [e è d 'eHate in luogo frefeo, &
s'è d'inuernoin luogo mediocre,nè caldo, ne freddo.
DifFerentia dal Cauallo vecchio al siouane.
<D
QV <ATs{DO vn Cauallo è vecchio,^ cafea nell'infermità intrin
foche del corpo, ouero nell'i altri membri della per fona , come fo-
no le [palle , le gambe, & la tefia, & li altri membri della pzr[ona,per-
che efio fi ritroua effer uecchio , perche tanto è à dir uecchio , come ha-
uer anni afiai, & per quelli anni hauer hauuto[atica, & il [angue efier
indebolito , 0 cofi gouern andò li altri membri detto [angue , non può /o-
rogiouare , né tenerli [orti , come era in giouentà : per la cau[a fopra-
def.ta effenfaeffo debile; & per queslo dicono li mauri, che gouer nandù
H a detti
i 6 LIBRO
detti fauallhper effe? uecchio habbia poca complejJìone,& che il Canal e
lo giouene fia più forte del uecchio : io moftrerò nondimeno, che quando
un Cau allo gioitene cade ammalato è cofi debole, come è un Cavallo uec-
chioy&la ragione è quefla:data che nega una ìnfermità,il Cauallo,che
ègiouene non ha quella fermerà, che ha un Cauallo uecchio, tato nelle
offa quanto nellinerui, quanto nelle legature delle giuture, tanto la pro-
porzione delfangue,ò li altri membrUcome fono il Stomaco ài cuore >*7 ce-
labro, il fegato ,& li polmoni: queftifono quelli membri, che fono parte
officiali,^ parte particolari del corpo, fi che in quanto a queflo non ui è
differentia tra il giouene,^ il uecchio,chefe l'uno ègiouene,& debile di
ojfOì& di carne, & l'altro è uecchio, & più fermato di carne, & offa, & F
nerui, & queflo fi uede per efperien'fa , che mai fi può dar fatica ad un
Cauallo giouene fino, che non hapafiato quattro, o cinque , &fino àfei
Unni: quefto lo caufa la debilità di detto (auallo giouene, ma il £auallo
ài tempo dura la fatica, perche è affuef atto più del giouene, & maffime
quando mangia bene; fi che non vi è differentia: trouarete che il Caual-
lo è fatto di quattro elementi, effendo vn Cauallo giouene infermo li no-
ce più l'elemento dtll'aere colfiar pafeendo la notte,& il giorno aWaere,
che il vecchio ypercheft andò il Cauallo vecchio la notte,& il giorno a l'-
aere fi raffreddai raffreddando fi non fi può co fi ricuperare per la vec-
chiezza fu a come il giouene:al Cauallo giouene lipioueràfopra,& quo- G
fio è vn' altro elemento,& non l'offenderà: al Cauallo vecchio raffredda-
va le reni,& la perfona,& non fi potrà cofi ricuperare, come ilgiouene >
perche ilgiouene ha più tempo al medicar fuo, che il vecchio: il Cauallo
giouene dura più all' efkrc'uio , che è l'elemento, e la parte del fuoco, che
il vecchio, & queflo lo caufa perche fi troua hauer piùfrefco il corpo del
vecchioni Cauallo giouene dura più la jìccità,che è l'altro elemento del-
la terra,che èfecca, & humida,che\nonfa il vecchioyperche fi troua più
frefeo, (3 leggiero di polmoni, che non uiene con le parti fecche , come è
patir fete per lo camino, mangiar fieno, & brenno, che dìfecca il corpo ,
dopila li polmoni ; fi che per quefle-caufe dico il Cauallo giouane go- #
derft più quefti elementi,chc il Cauallo vecchio.
Differenza del verme del Cauallo con quel dell'huomo .
che il uerme , che fi crea per la putref anione dett'buo-
TERZO. i*7
j mó , che fono tanfate dalli cibi , & è atto detto verme ad offendere pia
l'huomojcbe il verme del Cauallo nelle infermità , che Recedono ; & per
quejto uedendo noi}che il Cavallo non mangia altri cibi>che or\o,pagliat
0 berbere beitedo acqua, che fono cibi debolùe quefio è quanto alla corti
paratione détti cibi deU'haomo; per quefio dico , che il detto verme cau-
dato per li cibi fopradettinon può batter quella foftan^a di offendere il
corp'o,percbe è di quefia uilefoftan-^a , & debole ;& quefio in parte fi
nutrifee per quefìt caufe , però diciamo efferpm debole detto uerme del
CauaUotche quel dell' buomo .
Tutti gli animali , che (ì eitcrciunoin barda>& fella,cafcano
*B ammalati per due caufe.
Lts4 'prima è per aumentatane delti fangui , che caufano flegma ,
aumentando il caloretdico li fangui caufano humori, che difen-
dono a le gambe dilli CaUalliy come fono fchinelle, gerde > fopraoila,
fbrmelle,humori, riccioli , crepazze, ficocelli, riprenfioni,nerui
pieni,k>rmicoli,ciancoli , fittole , li fangui caufano rogna , morfea,
fanno intorciare la tefìa , la lingua caufa fcefe à gli occhi , fcbilantie ,
firangoglioni : li fangui per l'aumentationi foffocano li membri debili e
come è il cuore per fouerchio humore fanguigno , cacciano le fumo fi tà ,
~ & fanno lagrim are gl'occhi , caufano catarattole , e panne di occhi ; fi
che per quefia caufa dell'i fangui corrotti il più delle uolte amavano li
Caualliy& questo viene per caufa del gran calore,& aumentatane del-
lifangui:per un'altra caufa morono li Cavalli, & la prima è per aumen-
tatane della flegma , che è humida , caufa uentofità , dà dolori al Ca-
uallojofa abottare, raffredda il celabro ,fa indebolire li cibi in mal fe-
rutoUeua il mangiar e,raffredda li nemici fa venire lo fparano, il tiro,
la colica, ciamoin , & alle uolte li lena talmente il mangiare detta fre-
dc^Tjiyche l*amma7^ra;ft che per quefìe due caufe li Caualli cafeano am
malatiì& alle uolte morono.
D Della foia,che uiene ad una giumenta, ò mula .
QUESTO caufa il gran calore fanguigno : il rimedio è quefio ;
piglia duefardelie in barile , cbcfiano fine , efappi , che lafar-
dellaèfrefca naturalmente , & il fale freddo , £> fi mette nella natura
dell'animale, come è giumenta , ò mula , 4 talché rifrefea queW humore
caldo , che moue queW incitare di foia al detto animale : ma perche det-
te fardelte , & fale hanno la parte forte fi mette in detta natura talmen-
te,che per quefia caufa intorcia detta natura, &fa paffare quello appe-
tì £ tifo
*i§ LIBRO
tito naturale al detto animale del calore , ma quando fifa detto medica- E
mento fi dee mettere poco in dentro detta fardella , perche il fortore fo-
pr adetto etifi aria le parti didentro, tffaria difficile ilfanarle .
Quando un garrefe,ò ginocchio, ò giuntura, ò in qualunque luo-
go della perfona fotte difeparata la pelle dalla carne .
NElli fopradetti luoghi ftando della maniera fopradetta fcarnata,
& difeparata dalla carne la pelle, non è bene darli fuoco; perche
effendo difeparata del modofopradetto non lega, ne incarna ; perche ef-
fepdo pelle fccca,& non bauendo niente difosìan^ajenon quella, che li
dà la carne ;per caufa,che la carne è governata dalli f angui, cofi la car- P
ne pigliando fiofianT^a dalli fangui , dà fofian^a ancora a la pelle : però
dico , che quando detta pelle è difeparata da detta carne , offendo della
compUffione fopradetta è impoffibile incarnarla dandoli fuoco, Cf tanto
più , che il fuoco ha tra le altre proprietà la parte difeccatiua , & dnria
caufa a difeccare più detta pelli ,£> tanto più darla caufa a non farla in-
carnare ; però dico , che non è bene dar detto fuoco per incarnare la pelle
fcarnata da' luoghi fopradetti.
Quando uedrete un Bue far quefì.'atro,che apre la bocca3& uuole
pigliar fiato , &non può . n
QVefio 'Bue allora paté di polmoni; & la ragione è quefìa , per-
che è dato l'officio a tutti li membri della perfona tanto dell'Imo-
•mo , come dell'i ammali , & tra li altri è dato al polmone l'officio di pi-
gliare,^ rendere il fiato,etper queflo quando il Bue fa quello fegno con
la bocca di sìar affannato a pigliare il fiato , è fegno ,'che lipolmoninon
ftanno bene^n^j infetti,^ opilati difiegma uifcofa,& ancora di pofie-
mationi : allora potete far queflo rimedio : li potete mettere lo dieleboro
al goTgo, dico a quella pelle, che lìfccnde dinanzi al petto , tanto tem-
po quanto l'intorcìa, quanto una coco^a d'India, ad effetto, che detta ra-
dice tiri tutta quella vifeofità in parte dal corpo,talmente,che tirandola **
non offende il polmone, & cofi refla libero, & ha più uigore di pigliare,
& rendere il fiato -.ancora feAidàjl fuoco a le cefi e tre bottoni per ban-
da al dritto del bouctiello ; queflo fi fa perche il fuoco allarga la pelle ,
tS poi tira al dijìringere di detto fuoco , (S cofi tirando detta pelle , al-
larga le ale dellì polmoni ; ancora feji dà per otto gimnì.v.n firoppo ac-
conciato con acqua d'oi\Q,gorgoUtia, meme, fico.uuapafia, ma) rublo,
xime.di lauro , pulegio,& ogni cofa bollite infieme fé li d.r>à a bere quel-
l'acqua ogni mattina per fpatiodiotto giorni tre caraffe il giorno. a la
'digiuna;
TERZO. JT9
^ digiuna :que fio fi fa perche fon cofe calde, & leuano quella, humidità, &
confortano il polmone , che è freddo, & fccco : e fi fa pafcere in luoghi ,
che uìjìaìw herbe frefchc, a talché dette herbe aiutino> & mantengano
il corpo lubrico, & frefco: nota, che uengono certe infermità alti Caualli
corporalmente ,& a le volte per-duecaufe; prima fogiiono uenir per fc al
dare,& rajfreddare,a leuolte uengono per troppo aumentatone di [an-
gue -}per qnejìo li danno tanta tmbatione, che il Camallo perde il ma/pgia
re y & quefto lo cai* fa le fumojìtà , che caufano dentro del corpo per U
putrefattone deìii hu mori caufxti per le prime canfe fopradette delfcal-
dare,(J raffreddare, zfper le aumciitationi dcliifangui;fi che per quefie
<% caufe li Caualli perdono il mangiare, & jlanno turbati del corpo, & con
grande affanno ;& alle uo'tc battono lo Herco par la bocca, & nafomo-
ta .però che detto fìerco non è di quello , che il Oauallo ba 'digerito , &
m indato dentro le interiora delie b'4delle, ma è di quello , che detto Ca-
u allo fi ritroua dentro lo flomaco,^ nota, che fpefse uolte quando UCa-
ttalii flanno con detta infermità butano fiegma mefehiaca con detto
fìcrcoy&per qitcfio dico ancoraché non è di quello,che sìa dentro le btt-
de-lla,ma è di quel cibo, cheflà dentro loftomaco digerito, & non è paf-
fato ancora le parti fopradette; fi ebe detta infermità fi dimandailran
guilio, perche tanto è a dire Ihanvuiìio^omefiare il corpo del Cauallo
rJlurbat0:ll rimedio è quefio, prima fi allegenfca difangue dalli fianchi
per diuertire l'humore fauguigno,che non offenda,dapoì fé li faccino cri-
ftieri , a talché attrahino le fumo fità : fé li fanno untioni a la gola delle
cinque untioni, perche fono calde,& confortano le parti humiae della go
la,& ilcelabro;fe li mettono le pene al nafo con l euforbia , per dar ma-
Tei la, & caufa difeariccare ih umidità del celabro : fé li fanno majìica-
torij dì bafioni di fico con aceto bianco,^ garofali,ca)meUa ,& noce mo~
fcata, infondendo detto bajìone in detta decottione, & dandolo a masti-
care al Cauallo tre,ò quattro uo te il giorno, per confortare il celabro, &
ilflomaco,& il mangiar fuo fi a herba, ò gramegna,o fieno, & li darete
~ beueroni con acqua tepida, £? firma, a trìche il Caualli fi conforti , &
pigli fofianT^a, fi che quefla regola fi deefeguitare, finche il Cauallo ri*
tiene bene il cibo ,& poi li darete l'ordinario.
Capitolo quando fi vendono li Caualli .
P tarliamo bora quando fi uendono li Caualli da amico ; dico ef-
fer tenuto il uenditore per fei mefi di tutte le infermità ', e ciò di-
co a iufan^a di \apoli, cioè » cbefofk cofa uecchia , & non pia : per-
ii 4 che
ila LIBRO
che non importa dire dì amico , quando la infermità non è uecchia, & E
cofi ancora diremo quando Ci uende da un gcntilbuomo è tenuto per urì-
anno,però d'infermità uecchia,cb bauefje il Cau allo, fecondo che fi nar-
ra ne Capitoli a l'ufan^a di Trapali,
ftem fé fi uende un [aitaUo tale' quale è quefìo,è patto rifoluto, che
il uenditore nonèoblìgato a nient e, & ancora quando fi uende un Caual-
lo, & il uenditore dice fattelo uederefe ui piace pigliatelo ,& few laf-
fatelo,a quefto il uenditore non è obìigato a n'entc.
Tarliamo bora deU'ufan^a, & come fi cojluma uender lì Caualli , '&
altre befiie, che fi esercitano con fella, & briglia , & barde nella Città
di T^apoli . p
Trima diciamo > che è tenuto quaranta giorni il uenditore al com-
pratore per il male coperto, cornee urìhumore di f angue , che defiei^
doglia adunafpalla ,ouero alla nuca dietro ,& che quando fteffe in
ripofo non fi doleffe, queflo uuole l'ufan^a di J^apoli , & quan-
do poi je li dà fatica , e che il compratore fi doltjje ; dico , che fa te-
nuto de>to uenditore refi ituire li denari , & pigliarfi il Caualloy per
efitrli uenuta detta hfiuemìa di /angue ejiendo di detto compxa-
toreri .
ftem uuole Infanga di T^apoVu che fé un Cauallofaffe uenduto, & fi
ritrou affé -mal mangiatore, è tenuto iluenduore , perche non mangian- q
do non patria durare la fatica.
Item vuole l'vfan7^a,cbe quando vno vende vn Cauallo,& fi ritroua
magro>& che detto compratore lo volt fé ingrafjare.& il CauaUo fi tra
nafte gonfiato graffo , ($ con toffe , è tenuto il -venditore pigliarfelo in
dietro , perche quando vnCauallo è magro , Sìa più digesto , & fen%a
fastìdio di corpo,wa quando piglia cibo affa'haUora dimoHrarà fé è in-
fermo } fi che per quejta caufa è tenuto detto venditore pigliarfi detto
C ali allo in dietro.
ftem vuole l' vfan^a di J^apoli , che quando vno vende un CauaUo ,
& il detto CauaUo fi trouaffe con mala uiHa, che al mancare, & al ere- „
feere delia Luna mancafie la uifla al CauaUo , per quello difetto d'in-
fermità è tenuto il detto uenditore restituire li denari, & pigliarfi
il CauaUo in dietro.
Item uuole l'ufan^a , che quando fi uende un CauaUo > & trouaf-
fe ciamorofo, cioè, che non mangia, & getta quella flegma per lo nafo
bianca come marcia , onero f ufi e detta jiegma di color giallo questi fo-
no dimandati fcaualli con ciamorio , er in quello cafo dico ejier tenuto
detto uenditore pigliarfelo m metro.
ftem
TERZO. in
^f Item uunk Vufan\a di *{apoli,cbe quando un Cavallo fi uende,& b
fpauentofo,^ reftio,Ù che s'imponta,& non uuol pacare per lejìrade ,
dico effere tenuto detto venditore pigliarfeìo in dietro.
Item quando un (fauallo è aiiguftino,c/o£ che fi getta all'acqua, &
perche è pericolone quello che ila a Cauallofi ammali dentro l'ac-
qua ,dko che è tenuto a l'ufan^a di V^polifil uenditore di pigliarfeìo in
dietro per queflo difetto , perche questi Caualli fono generati del rnefe
d'^gojloicbefono li pianeti aldi.
ftem quando un Cauallo ha il tiro caninosè tenuto il uenditore a l'u~
fan^a di Napoli.
Item vuole lufan^a di T^apoli , che quando fi uende un fauallo , e
™ morftea; & non fi lafìa cauahare , né ferrare , né fi Uffa mette-
re la briglia j né sbrigliare ; è tenuto il venditore tornarfelo à piglia-
re in dietro .
Item uuole l'ufan^a , che quando un Cauallo paté di doglia dì neutre
fpejfo : v tenuto il uenditore tornarfelo a pigliare in dietro > perche non
ttà bene nel corpo,& la caufa è quejìa, che quejli Caualli quando man-
giano la biauafmnanTj che fi abbeuerìno, li pìg'ia il io! ore, & co fi quan
do uengonoinnan-^i mangiare frmìlmente li piglia dolor di uentre,&
quefio lo caufa la co vplejfione d hit e. che ha d^ o Ca tallo .
C Itemuuole l'ufan^a diT^apiU , che quando un Camallo fi uende , &
bauefie la lingua tagliatalo tenuto detto ueniitore ^perche detto Ca ul-
to non può mangiar bene, non hauendo t tta la lingua, ne manco (a bri-
glia lopotria correggerei per queflo fi dèue tornare m dietro.
Item uuole Infanga , che quando >n Cauallofi uende , & è sbocca-
to , che fi trafporta di fuga, CS fé non fi regge bène con la brigHa , è pe-
ricolo di ammalare , q-eìlo the li uàfupra , per qutjio è tenuto det-
to uenditore pigliarfeìo in dietro .
Item uuole Pufanjgi di Napoli , che quando un Cauallofi uende ; &
fi troua inchiouato, & chi l'habbia ferrato de tto uenditore, è tenuto pi-
gliarfeìo in dierro;dico q'iando il fan allo non diwoftra di zoppicare, al-
** lora quando fi uende ; ma che lo dimofìrafie di là a qualche giorno , e he
il compratore fé ne uolefie feruire .
Item uuole l'i fan^a , che quando un Camallo fi uende , & canale an-
dolo inciampa. e ha a cadere; e fiere tenuto detto uenditore pigliarfeìo in
dietro , perche quandoun £ aitai lo inciampa , & uà a cedere pa'e di tre
Cofeì é carico di f angue dinari^ feJ palle, onero ha doglia a 'e fpalle,oue~
ro cantina stordito , <jr per quelito uà inciampando ; & cade , & e peri-
colo (adendo ammalar q elhjcbe li uàfopra.
Item
ni LIBRO
Itera uuolel* u farina di Napoli, che quando un Cavallo fi uende , & E
poifitroua boUojètenuto il venditore pigliarfclo in dietro, perche detto
bolfofipvo occultare contenerlo con pxfìì frefchi , & tenerlo leggiero
di mangiare, fi che uolendolo effettuare il detto compratore ,- & tonan-
dolo bolfo è tenuto detto venditore pigliarfelo in dietro.
ftem vuole l'ufanTa , che quando un Cauallo , ò m ala haueffe il for-
micale,/?d tenuto il uenditore, perche detto formicai e ftà dentro deU'-
ug nia,& il ferro il tiene coperto, & per qu e fio fi dimanda infermità oc-
culta,^ il venditore è tenuto pigliarfelo indietro.
Itera quando fi uende un Cauallo a l'ufan^a di Napoli ,& che il cor»
pratore li trouafie tra li quaranta giorni alcun male uecchio, & e fio com F
pratore haueffe fatto tagliare li crini al detto Cauallo, che ha comprato,
onero in mano fua dì detto compratore f 'offe ficee fio alcun' altra cofa al-
la per fona di detto Cavallo,dico che mentre ^che non crefeono li detti cri-
ni , che li ha tagliati , ouero come ho detto difopra lefojje fucceffo alcun
viale ,ò a legambe,ò al corpo non fi può ualere di là a quaranta giorni di
detto mal vecchio ,ch e troua al Cauallo per caafa.cbe il venditore uorria
il C avallo }come era,£$ è di giuftitia tornarglielo co fi come Cha venduto.
Quando un Cauallo il vende per fano a vfanza di Napoli .
DIcOychefolo ad vfanza di T^apoli è valida la vendita* & fé il Co.
vallo havefie alcvn male, oùero doglia occulta , che non la dimo j
grafie è tenuto il detto venditore, & cofi ancora quando vn Cauallo ha
ueffe hauuto governo a qualche fp alla, onero anca,che vi '/òffe fiato pofio
lacciojovero alcuna vntione,chehavefic levato il pelo, fi che fi conofeefie
efiere fiato gouernato , & che esercitandolo poi con la fatica , le vfeiffe
fuori qualche doglia,dico che il venditore è tenuto; perche il compratore
non fi cura dell'i fegnali , che ha detto Cauallo di governo ih dette [palle,
ouero anche, fé non dà la dogli a, che li (fee faticando detto Cauallo, fi che
per quetta ragione è tenuto il venditore ; ma quando vn Cauallo fi ven-
de ,& fi vede bauer male a qualche parte della per fona , onero in qual- "
che gamba , & che da detto male nenafeefie , che faticandolo il detto
compratore, li vev.ifie doglia per detto male ; dico, che non li è tenvto il
detto venditore, per cai: fa , che il detto compratore ha veduto il male ,
£3 per quefio non è tenuto il detto venditore , perche da vn male non ne
può venir fé non m del re f amicandolo, maffime quando fono piaghe al-
le p afiora di crc^^zc, onero h.n :nore,ò i'efte}ò qvalche feritalo qvalche
luogo delle gambe, ò della pei- fona del Cavallo ffi che intorno della ven-
dita de' C 'avalli: quefio è il mio parere.
D'un'al-
0
T £ R Z O. 11-3
D'ur/altra forte di uèndita.
V'andò un uenditore uen < ' é,cbe.ilCauaJlf$4Mtto liftttof*
di più difetti perufcire d'oblilo , 6f poi quel (fmaliù bavera un
difetto,o infermiti, the non l'hauerà dettoti venditore, & poi uà inpo-
tere del compratore, dico che è tenuto il uenditore per caufa , che non hi
pale fato, il difetto, come dìfopra è detto.
'Dicono li majlri , quando fi iliade un (fauallo a l'ufan^a di J^apoli ,
& poi fi ritrova agulhn d, che fi butta in t'acqua fé è tenuto sì, o nò, di-
co tisi, perche è difetto, 'J infermità; perche fé il CauaìU hxaeffe natu-
*B ralmente la compleffione f<a frefea , cioè, che fifentifse il corpo frefeo ,
non fi batteria nell'acqua , ma perche fi fente ilfangue tanto caldo , per
quefta caufa fi butta detto Cavallo nell'acqua ; dunque poi che il detto
. Cauallo ha detto calore dentro il corpo più dclli altri Caualli, fi dette ud-
dimandare difetto fi , & infermo : per quefta ragione ancora dico > che
quando uno compra un (fauallo , & pafìaffeper l'acqua, & detto Caual-
lo nifi gettafie dentro acqua , & fi facefie male ad una fpalla , onero ad
un'anca , ò t'affogale, pur chefiprouaffe, che detto (fauallo cadeffe per
lo difetto fopradetto , è tenuto il uenditore a l'intereffe , e restituire la
moneta in dietro a detto compratore , e quefi'è il parer mio , per effer il
C detto difetto infermità occulta .
^Dicono li majlri , che quando un Cauallo fi uende , & è iebile di die-
tro naturalmente , quello che compra , per ben che lo ueda debile forfè
fperando di riformarlo col mangiare, & col ripofo lo piglia , &poi il det-
to Cauallo tra il termine dell'i quaranta giorni non confort andofe non pi-
glia for^a y tanto che detto compratore non fé ne può feruire per detta
debilità di reni, dico che è tenuto il uenditore a ripigliar fé detto Caual-
lo , & maffime per efiere a ciò tenuto a iufan^a di Napoli di tnale , tà
difetto uecchioper quaranta giorni.
^ Del dolore di uentre , che uiene a* Caualli .
("^ Hiedono alcuni fé quando uìene un dolor di uentre ad un Qt-
^j uallo di tempo caldo , come fono in quelli due mefi di Giugno,^
Luglio del me^p giorno quando è il gran caldo , <& tanto più quando il
(auallobà magiato la bitf.ua per la mattina,^ beuutoÀcuejfi darli me-
dicina calda per Iettare la humidità sì , ò nò,dìco di nò, a queWhora maf-
ftme fc il Cauallo è graffo , perche farla pericolo farli fallare unafebre ,
& ammarinarlo ,ma dico>cbefi deuefagnare a lecegne, allacciarli li te-
{inoli , untarli li fianchi con olio commune caldo , farli fuppotle , mele %
file
i«4 LIBRO
[ale commune, & pepe , a talché efca la uentofttà con una coperta di ca- E
nauaccio largo , a talchi non lo tenga troppo caldo con la bìiglia in boc-
ca.con una pe$Zap'ena dì fale in detta brìglia ,in fa fa nell'aceto, & uno
impiaflro fopra lerem di mele pace a to, cam afflitta, fen gr eco, mele com-
mune , & un poco di fauna di grano sfacendo che ogni cofa fia paffato
per lo jet accio ben p< k o , cioè le he- be , & poi bollite ogni cofa infume in
uno pi'inatto inco' parandovi uin rofio buono, & h spanderete fopra li fi-
letti della fchiena , queflo conforta li fleti i,et li f calda :fe li dee mettere U
mano al cotpofptfio con infonder la mano nell'olio comune, et fa auemen-
te con d<-Tt.i mano nettagli il corpo,et l ufi and oui alcune uolte l'o!io,a tal-
checché tenga molli ficato la parte del budellone li faccia uno crifiiero di
Tnalua,£S iiolaiatherba di muro, et cerapia,et olio molato con una bran- *
ca di Jale communi., & fatto q< e fio, fi lafci palleggiare per luogo frefeo
con la bnglia in bocca,& (gm din horeje li metta una candela di cera di
un baiocco untata di japtne Jaì acini jio,et poi coperta di pepe fopra det-
to fapone , & candela mettercela dentro il membro del Qauaìlo , dando
cagwne,che ouni,iia7i.ut aratolo in Stalle far e fi ier e per quel fubìto, a tal-
ché orinafjt^et quefto fi faccia per fi no, a la fera alfrefco,& feilCauallt
hàfaftidio, allora noi le potete dutequefìa medicina : me^a oncia diga-
langa,me\a difpiconardo, un'amia di teriaca fina, con una qtarta dia-
loepaticoy& quello fé lì dia con una caraffa di uin rofjo, £> intertencrete
il Cauallo perfino a me\a notte con la briglia in bocca >&fefi colca lo \f
lafiarete cole are fopra una buona lettiera dipaglia,& non lifeiogliete U
teilicolifino atta mattina :fe uedete il Cauallo hauer perduto lapàfjìone
leuift la coperta la notte ;& quefto è il mio parer e; fi che il Cauallo retta
libero per quel giorno , li darete un beuerone di acqua un poco tepida con
una branca di farina di gr ano, f celta, a talché che conforti il corpo, & che
padifea prefìo detta acqua con darli una me\a quarta dì brenno da man
giare appreffoyperche è pafìo leggiero,che s 'allegerìfce prefto,& poife-
guitate Vordine,che folcte del mangiare .
Dell'ugna fpuntata al Cauallo .
Dfcono li mafìri quando ad un fauatto fé li fpunta la punta del
piede per alcuna neceffità d'infermità > che haueffe il (auatto ,
a la giuntura , ò neramente atta gamba , deuefi fare detta fpunt atura
con tagliarli la carne del tauriello sì , ò nò ; dico di nò ; perche li darefle
più paffione ; ma quando fi cura detto piede fi deucfpuntarlo con un ra-
ffio , che tagli bene, (Sfar leggìer leggiero su'l intaccare con un pic-
ciol
T E R Z O. iij
^£ ciol taglio nella carne , & dipoi che è v fatala quantità del [angue , che
voi volete , laflringerete con calce , e buone tafle , ferrando di [opra a le
tafle , à talché fiiano ftrette , & non faccino vfcire più [angue > ma poi
di là à tre giorni > leuxt e le tafle , & medicate con mele caldo fa e fla-
ve il piede pieno di fongia lequefiofifaper fufpittione, chela fpunta-
tura nonfaceffe marcia.
Si chiede da li mafìri, quando vii Cauallo fi ficca vn chiodo sOuero vn
Groppone al piede fé fi deue mettere quel giorno la purga à l'anca, ò ve
ramente darli vn rottorìo;dico di nò: ma prima vedere otto,ò dieci gior-
nUche compie fjìone ha il Cauallo: fé il (auallo ha complefjione buona,£$
B che reftfia à l'infermità, & che vada migliorando la piagale la doglia*
che bit fatto il chiodo s ò lo (ir oppone , non li metterete rimedio à Pane a
del modo fopr adetto , ma fé peggiora detta doglia , & che fiefie male la
piaga,& cheparefje à voi , che il male andafie allungo,dico che fi deb-
bia fare rimedio all'anca , à talché la doglia del piede non lifacejfe fec~>
care l'anca di fopr a , e queflo è il parer mio.
Quando crepa vna uena in corpo al Cauallo .
Q Vanda crepa vna vena in corpo al Cauallo , e crepa in due partì ,
V vna parte è intrinfeca , cioè quelle vene , che ftanno nella par-
V te del ftomaco , che fono nell'interiori , come fono le budelle , & quelle >
, che Sìanno ne' luoghi della veffica , dette vene fono fonili , & pìccole
di meato :& dicono li autori, che tra le altre vene communi quefle fi
dimandano capi di vene , perche portano poco J angue ,& fono di poca
[oflan^a , fi che al fare d'vn sformo fortemente crepano , & affai volte
il calore le fa crepare, & majjime fé s'aggiunfe la fatica, & la for-
%a , che fa il Cauallo caminando , ouero correndo , ò per portar pefo :
questa maniera difangue , che efee , & pafìaffe per alcuna vena delflo-
maco,è atta ad euacuarla per la bocca detto Cauallo>& ancora fé li pon
no dare medicine per difìringere detta vena fé è per la parte degtinte-
É ftini , & della vejjica : fimilmemc il detto J angue vfeendo del modofo-
pr adetto non può impoft emare .perche fempre il corpo euacua , & eua-
cuando la getta fuor a , co fi farà nel mede fimo modo nell orinare, fi che
fempre la vejjica euacua : & tanto nello flomaco , quanto nelle parti fo~
pr adette, che fi rompono dette vene, h annoia euacuatione , & ancora
jiponno medicare con cofe difìringitiite , & euacuatiue di quell'humore
del f angue fparfo da detta vena , à talché non putrefaccia ne' luoghi fo-
pradetti: la, medicina è quefla , darli poco à mangiare , fi cheflia dige-
fto,&ftia col corpo leggierO)darli cofe lubriche \come fono herbe , atte à
mangiare
ii6 X I B R O
mangiare detti Cauallì,fi che non faccino for-^a all'euacuare del corpo , E
& ogni mattina li darete due caraffe di acqua dor^o , con vrì oncia di
mumia,vn'onciadi boloarmino,m esonda di maUke.me^oncia di far
cocolla,perche fon cofic rifreficatiue,eioh, che. rif refe ano li fanghi, & fo-
no difìringitiue ,& quefto fi faccia fino a fei giorni ; quando fida det-
ta medicina, bifogna che fila due bore digiuno , & dapoi data due altre
hore,a talché la detta medicina troni il corpo^chehabbia dige$lo,& pa
dito: fi che a detta forte dì vene intrinfeche vi è. queslo efpcdiente_>.
Ma quelle vene„chcfonoeHeriori dalftomxco , & dalla parte delle bu-
della, & della veffica, & chef tanno tra il corpo del Cavallo , & l'inte-
riori, dico a quella banda dalla parte di dentro delle cofte,& 'per la par- F
te del ventre del Cauallo,& delli filetti ,& delle reni dell'animale quan-
do fi rompe alcuna di quefte vene , che gouernano qutfta parte efterio*
re, & cafica detto f angue tra le cofte, & le budella, & altri membri in-
trinfechi : onde non ha tjìto , perche ile auallo hauendo il detto J angue
dentro li membri, come s'è. detto di/opra, lo euacua, ma quando non lo
può euacuare,è di bifqgno, che detto J angue vfeendo dalle fcpr ad ette ve
ne faccia poftemma, & è perioolo di morte, perche il detto f angue filan-
do per alcun tempo infracida le budella, ò alcun* altro membro, & la fu-
mo fitta di detto f angue putrefatto occuperi a il cuore , fi che fono due^s
forti di vene , chefacilment&crepano , come s'è detto , ma advnafe lì G
può rimediare, l'altra partSikdijfieile,& è pericolofa, non hauendo efì~
to tfiche li mafìri quando viene firn il'cafio fanno criftierì di decottio-
ni di maina , ^ticcaro roffo , & chiara d'ou a,& olio violato , e ciò fi fa
perche detta decottionedi malua mollifica , i5 rifrefea le budella , & il
Xuccaro ,& Polio violato, &la chiara d'oua confortano detti interiori
offeft, e per ilfangue putrefatto Fallegerifcono di f angue , a talché man-,
e andò ilfangue allegerifce il fegato, the non dia tanto fangue alle vene ?
onde habbiano materia dette vene dì evacuare fangue ajiai , e bifogna
tenerlo con poco pafto.
^Alcuni dicono, che quando, ad unC auallo fieli rompe le fopradette uè H
ne del modo fopr adetto perftagnare il detto fangue nonli danno à man-
giare per tre giorni al Cauallo ,equeHolo fanno perche mancando il
fangue à detto Cauallo , cioè quando fiala digefììone del cibo , cofii fla-
gnariala vena ;-al che rif pondo , che non è bene per pia caufie .: la pri-
ma è, che quando va Caualfctnangia il fumo di detta cibo conforta il
celabro;dipoi il detto cibo caufafltgma^he rifrefea U polmoni, che flati
no infientitio del cuore , &■ danno •>&■ pigliano il fiato , e di detto, cibo fé
mMfó proprietà delfangae^poi che detto fangue fcalda, & tiene in fio-
slan^a
TERZO. ity
^A fianca limnn,& offa, che fono humiàe , & frigide , di pia riforma , &
manda la miglior proprietà dei f angue al cuore, a talché il cuore morirti
tutta la proprietà del corpo, & tiene infofìan^a li poi fi rft che per qui?*
fìecaufe e neceffario,cheil CauaUo in parte ft conforti di cibo, fi diepoffi
fomentarli membri.
Perche caufauierielafiatica più roftoaHeparti di dietrdr
che dinanzi.
TVtta latreattóne delfangnefìà alla parte dinanzi del Can allo, &
douejìà ilfdnguein quella parteft anno più caldi li membri del
^ CauaUo, <& «¥ quefxa caufa la parte di dietro fìà più humida , & pati-
fcep'ù d'ffcidura , fi che quando il Cavillo li viene doglie all' 'anche gli
Tengano per oià caule, la prima è per vna mòtione difdtfgu-e, che va in
qki ; è uti fi >*ro dell'anca; del Cauallo , & fé gli aggiaccia dentro la.
: '■■: ...'[//'<' fi )6r l'hurnidità , che tiene il Cauallo alla parte di dietro ,
& questo d- ' glia , & quefto fi nomina fianca ; la feconda ragione è
perche è difjn'tntiata ancora la f palla dell'anca: l'anca è fatta dalla pia-
tii r ■ cop.vn ceno o/Jo tondo , (5 detto ofìo t congiunto dentro advrìa t ro
r offo concai 'alo, e con, >pojio dalla natura concerto neruo dentro à detta
■concakatura d'offo;che tiene L'anc#,& dicono ajjai majìri, che detto fa
uallopate di due maniere di ila fica , la prima efiere humida , la feconda
effer calda, quella che viene perhumidità;ed quelli Camalli , che fanno
for"^a,& fi rif efcano,& poi fi raffreddano, & il luogo fopr adetto riem-
pie di humìdità, & per ciò non può girare detto offo. Se viene per calidi-
tà fono al mie parti di fungue mandate dalla natura, che gouemano det-
te anche ;& fono più abbondanti vna volta d'vrì 'altra; fecondo che fi tra
uà il Cauallo in abbondanza difwgue , & quando detto f angue )Nro»I
in quelle parti della tiaùcaittipedifcovo j & leuano il moto à detta fi aie
ca, £f quella è quella .parte, che impedif ce il moto dell 'anca, però dia 'fi
acques
detto f angue ,& conforti detto luogo facendogli émpiaìlro con lino di
mele trementina,fili greci, femen^a di lino:r^fa,incenfo,maflice, galba-
no,dìaltea,ma) cidonia, aggrip pia, farina di grano, viri rofìo; e quejìofì
fa per difeccare quell'humore di f angue condotto in detto luogo : per la
parte humida lo "adono, poi pigliano fale per fìringere , & allegerirz^»
quell'hamore di f angue aggiacciate là: poi pigliano olio di lauro, canta-
rcllax
n8 LIBRO
fella, euforbìo, perche fono cofe cdie, & l'vntano là nel luogo deUa fu- E
tica per Iettare l'humidud ricercata dentro al fopradetto luogo : alle vol-
te poi ui mettono una penna , accioche evacui meglio la detta Immtdità
del [angue aggiacciato : alle uolte gli danno il fuoco , perche il fuoco ef-
fendo caldo conforta , rifìringe,& purga.
Quello , che fi deue fare ad un Cauallo dopo , che è rifanato
di qualche difcefa.
ADdìmandano alcuni , perche caufa fé gli ìntorcìano le gambe a
detto Cauallo : fi rifpondej che quando vn (avallo è slato infer- f
tno , lifavgui fi fono corrotti,^ per queslaeaufa fcendono al bafio del-
le gambe * perche tanto è a dire , che il CauaUo,è tornato in uirtù quan-
tOyche lifanguifano purificati,^ per quefla caufa alcuna parte di [an-
gue grofìa la natura lo f caccia dal corpo , a talché non contamini alcu-
na parte di efìo , & per queflo sbruffa , e getta detto fangue dalle par-
ti eìleriori del corpo , cioè alle gambe , fi che dapoi che farà fortifica-
to il corpo , parte fé ne allegerifce per aia di fagnia , & parte fé ne ri-
folue dentro il corpo purificandoli col tempo con li altri f angui , perche
l'un fangue purifica l'altro affai uolte , & queslo fifa naturalmente ,
e£* maffime -quando li (auallifono di buona compleffone , & gouernan- q
doli > e dandoli poca fatica fé è tempo caldo , e farlo purgare con man-
giar herba , a talché faccia fangue nuouo , fé è d'inuerno darli buona
biaua, accioche fi fortifichila virtù .
Medicina alli dolori de* Caualli .
Le^ prima medicina fia un'oncia di fpiconardo , me%a oncia diga-
langa , una caraffa , e me^a di uin roffo . La feconda medicina fìa
un'oncia di aloepatico , due onde di cimino , con una tesi a d'aglio pilla-
to , e mefcolato infieme con una caraffa » & me\a di vino greco . La ter- r
^a fate , che fa due onde di fiori di noce , un'oncia di agarico , me^a
oncia di galanga , con me%o quarto di olio commune con una caraffa di
yino bianco . La quarta due onde di acqua diuita , con me^a oncia di
fpiconardo con una caraffa d'orina d'huomo . La quinta un'oncia difca-
monea , un quarto di olio commune s me^o quarto di lìscia forte, mesco-
lata infieme . Lafesla medicinale onde di cenere di querda,con me-
^o quarto di olio commune , una caraffa & me%a di nino greco , & me-
fcolato inferni**
Perche
T E R Z O. M9
** Perchefi vnta conia fchiuma dell'olio, la rogna, & vn luogo
doue non nafce peli al Caualio .
NOta,checìò fi fa perche detta fchiuma è motlìficatiua, & molli-
fica il [angue corrotto, che è andato in alcuna parte della per fona,
del fauaUo per prurito , fi che allora in detto luogo indura quelle parti
, dellapelle , C# mafjìme quando il fcauaìlo vi fi gratta , & per quefioli
maflri ordinano >che fi vnti con la fchiuma in dttto luogo per mollificare
la detta parte,& mollificando leua il dolore, £3 prurito, che bautua.-cojì
ancora in alcuna patte della per fona del Caualio [e gli cafea pelo per al-
*B cuna infermità, eh e habbia hauuto il Cauallo:onde per mollificare detta
pelle , 0 fare , che il pelo crefea facilmente , è bene vntarlo con detta
fchiumcLj .
Quando Te li corrompe il fangue al Caualio.
Dico , che queflo viene per più caufe^ U prima è per troppo patio ,
fé e ondar i amente -viene perrifcaldarfi, & raffreddarli, ter^oper
alcuna cifrata, & fé il fangue fac effe moto, & vfeifie alle parti eflrin-
feche della perfma,ò in vnafpalla,ò anca,ò tefla, dicono li maflri que-
llo efìer verme, perche dimoflra certi cordoni , & certe bocche, & però
C confilo infagnarlo,& dietarlo del paslo,fi chiede fé fi libera, alche dico
di no, tutti generalmente:per che fi ritrouano di diuerfe complef]ionìs mai
laudo xhe fi faccia digerire circa il paflo, & infagnarlo, perche allegeri-
fcc ilfangue,ma dico, che doue è andato il fangue prima corrotto, fi de-
ue gouernare , altrimente rcUeria illuogo lejo , doue è detto fangue cor-
rottoci che facendo queflo è doppia cautela,& efendo il Caualio di cal-
da , & buona com piedone facendolo gouernare in detto luogo offefo non
è fé non bene.
Del capoftotico.
*D f L capo Gotico viene advn Caualio per due caufe, prima farà vn Ca
JL u allo, eh e fl ara pieno di carne,& hauerà abbondanza difangue^j ,
& per quefla caldera dijangue,che hauerà in corpo, cauferà fumofi-
tà afiai ,& per detta fumofttà farà caufa d'impedire detto celabro , fi
che allora quando il Causilo nonflà fermo di tetta è capoftorico, &
allora anco fé li vieta l'impiaflro in tefla , perche "non vogliono siringe-
re li pori , dico li meati della tefla , accioìhe sfumi & evapori quel calo~
re, che efee di dentro il corpo > caufato per il detto fangue; ancora per
il detto calere fi difecca il fterco, fi che il Cantilo non può euacuare , &
1 tanta
Sjò 'LIBRO
tanto p':u caufa fumofità , allora [e gli fanno criHìerì , per tirare le fu- E
wofità fuor a, & lubricare il corpo» & fi infagnia alle cinge per attegeri-
re ilfangue,& diuertirlo dalle parti della tesla,daudo al Cauallo cofe Ut
bricbe à mangi annoine fono l'herbeatte al mangiare dì detto animale.
Viene anco poi per tin'ahra caufa detto capoft orico,c^ è, che effendoui
de* magri non hanno foftan\a dentro il cor pò, cioè non hanno V abbondati
•%a del [angue , che bafli à [offerire ilgiuflo calore , che dia[oflan\a atte
parti humide, come[ono li nerui, & ofia: & alla parte del celabr&,che è
humidiffima , & per questo il detto celabro viene à participare dell'htt-
mìdità,Z? leu affi dalla foflan\a naturale: però non s'infagna per non di-
minuire quella pocafoftan^a, che vi è, & fé gli fanno impiaslri in tefta F
di pece navale,? pece greca,incenfo,maflice, galbano, t$ rafapina; per-
che fono cofe calde, ftringitiue, & confortatine; & poi [e gli pone borra
roffa: acciò il ceruettoftia caldo» dando untioni alla canna,cioè d'olio di
lauro, euforbio, <& cantarella; perche [ono calde, & pur gatiue, calde per
confortare le para hmide, purgatine , perche tirano [nora l'humidità ;
[e gli dà anco benandaper bocca, & maffime quando non mangia da [e ,
dilagane cotte, & vermicelli bolliti bene, & poi con buon vin ro[ioper
bocca, e quefìoftfaper mantenere in[oilan^a detti Caualii,altrim en-
te la virtù s'indcbolifce-.feglifa crijìierì di [eni greci, ani fi, con acqua di
f enocchi con dette cofe, per dar calore, Sconforto al corpo, effendo ma- K?
grò il Cauallo, come di [opra 's'è detto : fi che quei! a e l'altra caufa , che
fnoue detta infermità atti Qaunlli in tefìa,caufata dalle [opr adette e au-
fe,cbe ejcono dal corpo del CauaUo,eper ciò fi dice capoftotico .
Perche non fi deuc dar medicina al Cauallo quel giorno,
che s'infogna .
DICO, che quando un Cauallo fi fagnia quel giorno , non fé li
darà medicina , dico orando hanno ftbre , e cheli mafìri lo vo-
gliono purgare, & che habbia perduto il naturai fuo del mangiare: per- H
ebe dandoli la [agnia con intentione di attegerire l'humore [anguigno ,
§he cau[a alcuna parte di calore , che impedifee in parte il corpo del Ca-
uallo , & che detto fangue fufie caufato datt*&un,tntatione del calore , fi
the il majìro per leuare dette caufe euacua il [angue : onde quel giorno ,
thefifagna, fé lì deue dare medicina purgatiua perche il Cauallo hauen
doperjò il mangiare naturale, il corpo sìa debile,^? poi il mailro facen-
dolo fagnare tanto più s'indebolifce , fi che dandoli la purgazione vene-
fra ad enacbare&faria caufa di maggior debilità,^ mafjimc,che afìai
Molte
T, E R Z O. i}i
14 notte quando lì CauaUi pigliano dette purgationi , ìlurbano , & perdoni
il mangiare , £2 'non fi arino in fofìan%a ; fi che per quefìa caufa dico *
che non fi deue dare detta medicina quando fi dà detta fagniaper que-
fie caufe : quefìo è quando fi uogliono purgare , ò neramente ^ che fia il
Cavallo infermo d' infermità ,cheflia nella debilità fopradetta;m,a quad»
li CauaUi bano di quelle infermità, cioè patifce di ventofita, ouero dico
lica , ouero per troppo pafio , che mangiaffe , che fono infer mitàfubita-
nee,à li CauaUi , laudo lafagnia , perche allegerifce il corpo; & ancora,
laudo le beuande aperìtiue , fi? calde, &m affi me quando fi moùe uncL*
uentofuà dentro il corpo del Cauallo , chef caufaper diuerfe maniere ,
% come pò detto per troppo hiaua , che mangi, ouero per poca , & il corpo
fitrouafen^a cibo,& per quefìo caufa uentofità affai: ancora lo caufa il
patire di colica per lo calore del fafigup , Ù per qutflo dico che è buo*
na lafagnia a fimili infermità .per un 'altra ragione anco perche quandi
quefli CauaUi fi leuano da quefìe fopr adette infermità fono attif ubilo a
ritornar* al mangiare,^ ancora, fé li danno medicine non troppo vacua,
tiue,any fono folo per confort are,& aprire alcuna fredderà , & ven~
tofità,come di/opra è detto, & per que{lo laudo lafagnia.
Quando un Cauallo è incasellata *
C
DICO , che l'ejfere incaftcl lato uiene per l'vgnia fece* più del
douere ; £? per quello flringe talmente iltauriello , che dà ma-
feria di ^appiccare, (3 però itmafìrìlo ferrano largo, & ripofatocon
dire che detta ugna allargherà , & ancora lo fanno ìlare mollificato di
untioni ; dicono , che quello è benefìcio à farloma io fono di quefìo pa-
rere , & dico , che quando il Cauallo è nato con buon piede, 0 quando è
al tempo delti fei anni, onero otto , fif permalgouerno , ò per efièr mal
ferrato nel piede , ò per troppo caldo fi dìfec caffè detto piede , & flrin-
gefie,fi haueria da intendere, che non è naturale ; €£ per non efiere na-
*> turale,dico detto piede douerft abbaffare tanto finche è quafi al j angue,
& dipoi mollificare detto piede con tenerloripofato,& à pafcere,fefufìe
tempo di pafeere dentro la fiaUa,s'ò a"ìnuerno con li piedi dentro la cre-
ta immolata , xjr qutflo fi fa ad effetto , che il Cauallo f% allegerifca di
tanta ugnia fecca,cbe non habbia materia di flringere,& ancora il pa-
feere,ouero tiare in detta creta fi fa ad effetto,che cresca detto piede mot
k>& fecondo il naturale largo;& quefia è il mio parer*.
f % Quando
i$i 1 I B R £> %
Quando*» Cauallo ha male fopra il dodo, & fanato che è, li na- &
(cono li peli bianchi.
D7 quetto n'è caufafe il Cauallo era morello , ò baio , ò d'altro pe-
lo , & poi vengono li peli bianchi in detta pelle nona, e caufano »
che in quel luogo non ha quella foflan^a la pelle: ancora la proprietà del
la carne , che t in qnellx parte di cacciar fuori il pelo , che era naturale,
an^i caccia quel pelo bianco perche è di poca foflan%a detto luogo : per
quefla ragione anco quando fi rompono li Caualli fopra l'ojJo,& poi fan-
no pelle noua,quelle parti fi mutano; perche la carne non ha battuto tor-
mento , poi con le fatiche , & con le felle fi rompono detti dojji , & per F
quello tormento s'indebolifcono affai volte quefti luoghi fopradetti ,($
/puntano peli bianchi, che dimorano effer fen^a foftan^a , come era
il pelò naturale.
Quando un Cauallo ha male a la giuntura del piede .
Quando il Cauallo ha male tra la corona^ & la giuntura talmente,
che caminando ui habbia pafjione , // maflri gouernandolì in più
modi con medicine fecondo pare a loro , dicono che detto Cauallo fi deue
far paffeggiarela talché non concorra humore alla detta punta: ù\ta io
dico ([ino, pei che il Cauallo quando piglia paffione alla giuntura ,& go-
mmandolo ptgìiàfte alcuna parte difangue non fi deue mole/lare di ca~ *J
mino. perché, fi darebbe caufa à detta giuntura di farli far moto; <& fa-
cendo detto moto lì darete pia pafjione .aw^i deue fìare in ripofo, &go-
hijrnarloferi7ya farli far moto>& cofi le ofia,& li neruift confortano, &
pigliano beneficÌQt&' li [angui ancoraché fono per nutrire detta giuntu-
ra >fi che queflo è il mio parere fé fi deuono far paleggiare quelli Canal-
li ,ibe fiatino in fi alla ,& che fé li enfiano le gambe.
Quando un Cauallo il compra, & per forre muore il primo so il
fecondo giorno al compratore.
DJ co , the fi deue aprire ,e fé a detto Cauallo fi trottano li mem- ^
bri fitoi buoni , e fini non ha colpa detto uenditore , ma fé al Cri-
uaflo fi troua alcun membro lefo , è chiaro , che il male è interiore : pe-
rò è tenuto detto uenditore a l'interejje : fono alcuni maflri ,' che dicono ,
(he non fi può guaflare il membro ad un Cauallo , & che detto Cauallo
campa efiendo guafìato detto membro ;. dico che quando fi guafìa il ■
fegato, onero il cuore >ò il celabro credo che detto fasallo non è per uh
nere , ma quando fi cominciano a guaflare li polmoni , ò mil\a , ò fega-
to,
TÈRZO. ili
Zi to,ò interina ,fempre il fìuallo reftfle finche fono putrefatti lifopra-
detti mèmbri nominati , & perqueflo refiftì in parte a la fatica per fin-
che detto membro è tutto guafio ; perche detti membri non fono buoni da
gouernare altro , come è il fegato , il cuore , il celabro , &però refìftono
a le infermità , che li uengono , finche fono putrefatti ; fi che efiendo in
mano di nuouo patrone fuccede la morte alle uolte , e partendoli il corpo»
& trouaniolo giiafìo fi può giudicar l'infermità efferettata prima ef-
fendo in potere deluenditore ; fi che effendo cofi il uenditor è tenuto a re*
ftitutione del pretto al compratore .
jg ' Quando li marhi uogliono mettere il laccio.
FAnno il laccio di una funicella fottile,ttoppa,& peli di Cauallo,cioè
della coda,&poi Vantano dì feuo,& lo fanno piatto, & non tondo,
perche quando glielo mettono alla fpalla uada di piano,C$ non di taglio:
lo medicano una uolta il giorno , & l'untano con cinque untioniper cima
del l accio, cioè f opra il pelo,& doue paffa,e mettono la cordella,acciò dia
più forte, & la jioppa}acciò fucchi più marcia,& li peli alcuna parte di
carne,che fufie piflata indetta fpalla, & conducela inmarcia; l'untano
di few, per che p affa con manco fatici, & dà manco dolore al Cauallo: fi
mette piano, a talché andando di piano non al^i il cordone: uè lo laffano
C flare per quindici giorni ;per che fi andoui pm leuaria parte della fofìan-
%a,& caufaria la callofità}& noceria al luogo doue pafia detto laccio.
Quando un Cauallo è ripre/b .
SE un CauaUoèviptefoyilmaftrolofagma^quefìofifjperallege-
rireil corpo, & poi lo tiene in dieta,e q tetto lo fa, per non fan au-
mentare il fang'*e per lo mangiare : lo mandano a l'acqua per diflrugge-
re , & dtfeccare li meati dtUe gambe , che non cali fingue adi piedi : lo
tengono ala campagna, a talché flia fri feo, & qiteSio io fanno nel prìn-
D cipio della ìiprenfione , ma quando la riprenjwne non fi può rifoluere
cofi pretto , & il f angue li feende a li piedi ui uuole contrario gouerno >
tofi comeli waflri lofagnano non fi deue fagnare pe; non lo fare perde-
>e di foflan7^a,& cofi come lo mandano all' acquaio mandano,acciò non
figli f anca a caminarefopra li piedi fraudi, & pieni di marcia: lima-
ftri lo tengono in dieta,et bora non accade più dieta .an^i farlo mangiar
bene, acciò fiìa infoftan^a mentre fi medica li piedi: ti ma siri non lo fan-
no ferrate , &farà quando è riprefo , ma quando ftà del modo foprad 'et-
to con li piedi fr acidi fi deue accommodare , coms meglio fi può con li
ferri:
134 t I B R O
ferri : dal primo lì ntattri lì mettono or%o copto con l'aceto > fieno di co- &
lombo, & fieno di porco per diseccare *& diftringere li (angui , che non
feendano in detto piede ; ma come il f angue è giunto fi mette la fongU
per mollificare lugnìa che cala preSio:ma nota,cbe detta fongìa non de-
ue toccare in quelle parti , doue è mojja detta mareia , perche [aria ere-
feer carne , & darla più dolore al fauallo : allora quando è il principio
delta riprenfione lo tengono fen^a letto : ma per gouern.arlo di detti pie-
di è bifogno , che fi tenga con letto , acciò quando fi corca troui rìpofo : li
maflri ancora li allacciano le gambe ad effetto , che ilfangue non fonda
a baffo ; ma quando fi troua [cefo a li piedi bifogna fagnarh dalle uepte»
acciò che mentre detti piedi fi curano , non feenda più furia di J angue ; ft *
che quejìo è il mio parere .
Capitolo ddl'alacciar delle uene .
Dicono li maflri quando fi al accia una uenafe li leua lafoflan\a;mcc
dico di nòyperche la natura bà fatto li nerui,che tengono infoftan-
%a dette gambe perche detta uena è fatta fé non per canale del fangue ,
che fcende>& fale per le gambe del Cauallo fi che fé detta uenafifacef-
fe per alcuna infermità ,ptr quefio la gamba non potria perder lafofian-
%a,pcrchefe fofie per caldera ui è la uena arteriale %ch e p afa per me-
%o la gambaydico tra le giunture t(J nerui, che quella è bacante a tener G
calda detta gamba ;poi uifono li legami dell'i nerui,& delle offaprouiflc
per fomentare ogni fatica-fi che è di deuere alacciare le uene per leuare li
meati^et la mala intentioneyche haueffero li fangui'.dicono alcuni maflri,
che dopo , che la uena è tagliata refta , e che t'incarna con quella carne ,
che fi troua a cofìo; fi che quello fi uede per efperientia} che alacciando
una uena di là a dieci giorni la trouarete ferrata, (3 'incarnata^ quefio
uiene naturalmente.
Perche ila più difficile il far effere lubrico di corpo
un Cauallo, che il Bue.
Dico, che quando il Cauallo fu cornpojìo dallaT^atura , fu com-H
pofto per', faticare nel feruitio dellhuomo, perche llouomoca-
ualcafje il Cauallo : fi che per tanta fatica fé li è ordinato cibi di foftan-
%a , come fono or^o , & paglia , £3 al tempo le herbe competenti a det-
to animale >la fotian^a , fatto che hanno la digestione per dar nutri-
mento al corpo tanto del fangue quanto della flegma , ancora delle par-
ti dell 'orina ,cbe fi detìilla la quarta parte di detta digefìione,& lo Her-
to per efferne leuata lafofian'^ajcftafen'za nulla legatione, fiche quan
do il Cauallo fi cofiipa 3 noi fubito le diamo medicine , come fono di lar<~
do,
TERZO. J|i
Jt do,fpicwardo, &galanga: ancorali danno in un'altra medicina burro,
fongiafracida , inde ,& mina : arcora le ne danno un'altra medicina ,
fcamonea, oleo commune, & lifeia , & in un'altri medicina barro , aga-
rico, dittdho bianco* aloepatico , & dio di-mandola dolce , fi che dando
una di quefte medicine è atto il (aualio a notare , £? leuare la detta opi-
latione per non hauer detto flerco legatione in [e : ma a le mite fono (fa*
ualli, che hanno dette opilationi,& non f anano con ledette medicine
coft preflo ; quello lo caufa , che detto Cauallo fi ritroua hauere buttato
tutto lo flerco per [premere , che fa per digerire aduna parte del bu-
dello , & percorre tanta la quantità dello Herco condotta in dette par-
*g ti del budello, dura fatica la medicina a paffare ; ma una coflipatione di
Bue è più dura di quella del C aualio, & la ragione è quefla,che quando
la natura fece detto animale lo dedicò all' e ff eremo della terra , che il ci-
bo fuo fuffero le herbe , (3 che ancora mangiando dette herbe uolfd t
che le diftribuiffe col gmmare , fi che quando detto Bue efee dal man.
giare dette herbe fubito fi cofiipano, £? etiam che mangia [fé di continuo
fubito , che ejjo piglia un poco di fatica fouerchia ,f calda di tal manie-
ra li f angui fuoi , perche per il calore difecca detticibi , che fono caufa-
ti da dette herbe mangiate , talmente che Siringano , & difeccano con
più fofìan^a , che non fa lo fieno del C audio , & per quefia caufa di^
C co,che lo flerco del Bue difecca più , perche non fi afeiuga tanto quanto
quello del C aualio ; & però quando fi difecca lo flerco del Bue, è più
forte a pajj are con le medicine fopr adette ; fi che è impoffibile quando
un Bue fi cosiipa poterlo lubricare ; & anco per un'altra ragione , che
è debi'e di compie jjìone detto Bue affai più del C amilo >& poi dando dee
te medicine trouano affai più confusone di materie humide in corpo a
detto 'Bue, che al Cauallo , C? per quefìo dette medicine perdono la uir-
tù ; fi che non ponno coft bene opera eccome nel corpo del Cauallo>& per
quefU fi gabbano affai mafiri, che fi pcnfarto,che battendo data una me-
duìna al Bue batterlo lubricato quando è confìipato del modo fopradet-
*n torma quella medicina data ha perfa la uiìtù per tante materie, eh e fi ri
trottano dentro il corpo; però dico, che fono dure ; però quando a li 'Buoi
non fa giovamento una > fi dee da me un'altra : circa il pigliare della ui-
fmteriap ù al Bue, che al Cauallo conitene; quefio fi uede per efperien-
tia , che il B >e e più hnmido del Cauallo , & mangia più cofe lubriche
tutto l'anm,& per qneiìo vacua alle volte più molle a fi ai dì vn Caual-
lo , dico di quefìe vtfenterie , che li muoitono il corpo , & quefio lo fan-
no generalmente q<<e(ì: Buoi, che fono magri, e-r lo fanno pia d'inuerno,
che d' e fìat e, eh e fono li tempi freddi.
De'
ijf LIBRO TERZO.
De* membri del Cauallo .
SOno affai opinioni di maflri , che dicono quali fono quelli membri,
che fono creati dentro il corpo del Caualio,& ancora d'ogni altro ani
male retentiui,& nntritiui, & che hanno poffan^a di nutrire in parte il
fprpoiprima parleremo del fegato, che ha la parte del f angue, che quan
do ejfo è di mala di ffiQjì rione non nutrifce farìe,(< quefto lo caufa perche
non ritiene 'a vera vwu naturale , & il dritto governo > Cir fi dimanda
queflo L-[iJ,iuoì& utt>ttiuo,penhe non corregge bene gli altri membri,
an%jf> du.andalaffa ino non gommando bene fecondo il naturale : co fi F
dico ancora delia milita ,ch e battendo da conferuare,& ritenere la parte
fangumea piùgrofJa,an,^i non la ritiene alle volt e >& caufa pò/ternario-
neper il corpo, & quello viene perche nonftà naturalmente bene; fi che
per effer detta mil^a parte retentiua. Uffa poi detti [angui , e dà ad in-
tenderebbe è vfeita del naturale, & è inferma;cofi ancora diremo delli
polmoni, che fono parti rttenime di flegme per tenerji frefche , & atte a
rendere , & pigliare il fiato : e come detto polmone non ritiene le fiegme
ordinate dal naturale fi dimanda opilato, Ò quefto viene per alcuna fa-
sica ,& infermità >cb e fopr auiene a detto Cauallo quandodetto polmone
non ritiene lafiegma per aiuto, & fuo nfrefeamento: ancora diremo del- G
le interiora, cioè budeUeyche hauendo la parte loro della digeftione dico
delfterco , la parte più grofja di detta digeftione vacuandola prefto non
hanno la parte retentiua, & quefto lo caufa alcuna ventofità,che riceue
il detto Cauallo,& per quefto fa vacuare dette budt Ile, & il Cauallo re-
fia per quello alle volte debile , & affai volte li caufa morte per detta
vacuatione : cofi ancora diremo della parte dell'orina , che efjendo parte
retentiua,& che debbia vacuare fecondo il naturale,^ a tempo, che fi a
fatta la vera digeftione; fi che-quando Dorina fi euacua fenxa moj}o della,
natura fi ha da intenderebbe debiliti le reni,fi che effendo coft,nonfipuò
dire efìer altroché infermità , perche leua il naturale di detta parte re- H
tenuità : diremo bora del celabro che è fuperiore al corpo , e che è mem-
bro retentiuo,molc(lato poi da alcuna fumofità io fa lafiatiuo di flegme ,
& difumofità , che lifuccedovo, fif caufa la putrefattone del corpo ,fi
che efiendo detto celabro membro retenùuo per caufa delle fumo fità, SS
infermità ,r he fuccedono al corpo ,è forato efjere lajjatitto di quelle ma-
terie humide,(.b'cgli li manda.
IL FINE DEL TERZO, ET VLTlMO LIBRO >
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